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I TERREMOTI D' ITALIA
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MARIO BARATTA
I TERREMOTI D'ITALIA
SAGGIO DI STORIA
GEOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA SISMICA ITALIANA
CON 130 SISMOCAIITOGUAMMI
TORINO
FRATELLI BOCCA EDITORI
MILANO ttOMA FIRUN/.B
Cono Vittorio Bm., il Vladel Dira^.Jlfrin V. Luinaclil Su
Dop. Oen. per la SlPllIn: O. Kiokkmj
THE NEW YORK
'PUBLIC LIBRARY
A6T0R, LENOX ANO
TltDEN FOUNDATIONS
^ 1901 L. *
PROPRIETÀ LETTERARIA
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Voghera -Tip. Gatti- Rossi -Db Foresta
AL PROFESSORE
GIUSEPPE MERCALLI
CON I.A RIVERENZA E L'aFFETTO DI DISCEPOI/)
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La presente pubblicazione è divisa in tre parti. Nella prima^ uti
lizzando le notizie contenute nei cataloghi generali ed in quelli parziali
fi regionali con moltissime altre da me ritrovate^ presento al cultore
t/egli studt sismologici una particolareggiata cronistoria dei maggiori
paroesismi italiani (cioè quelli dai sismologi chiamati molto forti, fortis-
simi, rovinosi e disastrosi) monograficamente studiati. Apposite cartine
dilucidano la distribuzione delV intensità del movimento sismico nei
terremoti più intensi o più importanti. Inoltre la descrizione di ciascuno
di questi è prec^uta da un cenno sulle fonti da cui vennero estratte le
notizie^ fatto abbreviatamente per le opere di indole sismologica^ per
< exteneo » invece per quelle di indole storica, letteraria ecc.
Nella seconda parte con i materiali e cx)n le conclusioni della prima
viene studiata la sismicità di ogni regione^ cioè sono identificati fra loro
quei terremoti che presentano somiglianza di caratteri e viene fissata la
posizione dei vari centri e distretti di scuotimento.
La terza infine comprende una ricca bibliografia delle opere riguar-
danti i terremoti italiani.
Per quanto siano state minuziose e lunghe le ricerche, questo lavoro,
/ter la sìia stessa indole, non può essere completo : quindi le conclusioni
cui sono pervenuto nello studio topografico sono direttamente connesse
eoa i materiali che si trovano nella cronistoria sismica.
Avverto inoltre che lo studioso troverà qualche differenza fra Van-
damento delle isosisme tracciate nei cartogrammi del presente volume
w
con quelle che illustrano le memorie e le note che eono andato pubbli-
cando sui maggiori terremoti avvenuti dal 1891 in poi : e ciò per se-
guire un concetto classativo unico per V intera opera.
Prima di chiudere la presente avvertenza mi sento in dovere di
ringraziare i signori Bibliotecarii delle Biblioteche di Roma (Vittorio
EmaniUle, Ocuanatense, Barberiniana, Società Geografica), di Pavia
(Universitaria), di Milano (Brera), di Napoli (Nazionale) e tutti coloro
che mi fornirono notizie ed indicazioni sui fenomeni sismici.
Voghera, lugUo i896'0iMre 1900,
Mario Baratta
PARTE PRIMA
I MAOaiORI TERREMOTI ITALIANI
(CRONISTOBIA DOCUMENTATA)
Nell'anno 1 di Cristo, e precisamente nel di della sua nascita, si
(lice sia avvenuto nn grande terremoto in tutto 11 mondo.
Siccome questo fenomeno, come quello successo nel 33, è annoverato
fra i prodigi che accompagnarono la natività e la morte di Gesù, così
si resta in dubbio sulla sua veridicità ; la critica sismologica ad ogni
modo non può a meno che escluderne T universalità.
2 2. 3. 7. Roma.
H>Mro: Terra trenèatUe, pag. 131 - Baolivi; Op. omnia, pag. 519.
In questi anni furono a Roma grandi terremoti : ciò secondo il
Bardi ed il Morigia.
3; 15. Roma.
Bonito op. cit., pafif. ITI - Baolivi ; op. cit., pag. 519.
Secondo il Seto (Opus ChronoL), una scossa assai gagliarda atterrò
gran parte delle mura di Roma.
4] IS. Marzo 24-25. Reg^o Calabria, Sicilia.
Capocci: CdtftloQO d^f treni, ecc., II, i>ag. 319.
Nella notte 24-25 marzo fortissimo terremoto presso Reggio Calabria
e in Sicilia : Mallet lo pone nel 17, ma dietro Tacito, Solino e Plinio,
sembra più probabile sia avvenuto nel 18. La data del giorno è tratta
dal Giornale della Storia del Mondo di L. Dolce. Accaddero in tale
occasione grandi sconvolgimenti nel suolo.
5, 20. Roma.
n.KtUvi: op. cit... pagr. 519-20 - Bonito: op. cit., \)[iff. 137.
Secondo alcuni cronisti avvenne un veemente terremoto che, il Mo-
rigia, dice essere stato accompagnato da grandi portenti, fra cui l' in-
cendio del Teatro di Pompeo.
cit., pag. 137.
Il alTerina che in tale anno Roma fu danne^iata dal terremoto.
CH., pag. 630 - BosiTO: op. Clt, pog. I3T-3S - Capocci: op. Clt. II, pag. 3tìO.
eato terremoto rovinò l'anfiteatro di Fidona con la morte di
mila persone^ o di ventimila secondo altri (P. Diacono), le
■ano a godere lo spettacolo. Però il Capocci giudiziosamente
(op. cit.. II, pag. 380) che non si sa bene se ciò sia accadoto
) del tremuoto o per difetto dell'edifìcio.
:orÌci mettono un grande terremoto concomitante alla morte
per tale fenomeno valgono le ragioni addotto per quello
nell'anno 1.
Capri.
Mfc. e feii. vuìr., pag. SEI.
incipio di marzo, secondo Svetonio, nell' isola di Capri si
scossa fortissima.
I. NapoletaD*.
!NEfA: Quaal S'at., llb. VI.
'ebbraio orribile terremoto in Campania con la rovina <IÌ
ii buona parte di Ercolano, di Stabla e di Pozzuoli : Nocera
vagliata, quantunque non abbiavi cagionate vittime. A Napoli
notti edifici e molte ville furono distrutte con grande morta-
ndo gli studi del Prof. De Rossi, e specialmente in grazia di
■ilievo rappresentante uu tempio che cade per effetto del tcr-
i conosce che gli impulsi sismici sono avvenuti predominan-
n direzione WSW - ENE ed in quella a questa perpendi-
I scosse di minor importanza precedettero) la maggiore.
riami fSelXMogfaphlsche Klfhiiaheit; è rlavvlso. rlBi)etlo al liaseorlllevo del
ie l' inclinazione verso sinistra «lei tempio non sia altro che un effetto di
usalo In (juel tempo: eil ajoiltitiffe die detta rap preBen tallone é Infelice e>l
le Bile deduzioni (lice comprovate Hnclie ilal fiittfl die non fi si vede ne
0 vertlciile. ne alcun cretto o lesione, euli è quindi duvvlso clie erronee,
eno non fonduto slum) le consldem:!li][il del i>e itoHSl reliitive alla direzione
[t)8 - IIGJ 5
Tacito le pone nel 62, Svetonio nel 64^ altri nel 65 : la data da noi
adottata merita, a quanto pare, la preferenza.
Il] 68 o 69. Chietino.
B »MTo : Terra trem.^ pag. 151-56 - Capocci : op. cit., n, 381 - Plinio : op. clt. lib. Il, cap. 83.
Grande tremnoto nell'Abruzzo citra., allora contado Marrucìno : av-
vennero grandi sconvolgimenti nel suolo per i quali i prati e gli al-
beri furono trasportati da un luogo all'altro della pubblica strada : fu
scossa anche Roma ove, al dir del Sabellico, il movimento sismico fu
accompagnato da grandi fragori. Questo terremoto per le solite discre-
panze cronologiche, da alcuni è posto nel 70 e da altri nel 69. Si tratterà
proprio di un terremoto o di un grande franamento di terreno?
0
12] 79. Novembre 23. Regione Vesuviana,
e. PUMI CKciLii Secundi : Epfstoìarum, llb. VI, 16 e 20 - Seneca. : Nat. Quaest., vi cap.
Nel novembre forti terremoti agitarono il suolo della Campania;
nel giorno 2.3 il suolo era cosi violentemente scosso che pareva tutto
tiovesse essere rovinato : il giorno dopo, verso le 7 del mattino av-
venne la terribile esplosione vesuviana a tutti nota che seppellì Pompei,
durante la quale, al dir di Plinio^ continuarono a sentirsi dei lunghi
e frequenti scuotimenti. Il Prof. M. 8. De Rossi floc. cit.j dall'esame
delle lesioni, è d'avvisD che anche questi impulsi, come quelli del 63,
abbiano interessato il suolo nelle due direzioni normali fra loro : NNW-
SSE e W8W-ENE (»).
^13] 85. Roma.
Bn.uvi : op. cU., pag. 520 - Bonito : Terra trem., pag. 168.
Nell'anno, secondo il Bardi, a Roma terremoto rovinoso.
■••'
,14: ft4. Roma.
Bonito e Baouvi : Ice. clt.
I due autori citati, con l'autorità del Bardi, pongono in quest'anno
un terremoto a Roma per il quale molti edifici rimasero rovinati.
\h\ 116. Roma.
Bonito: Terra trein.^ pag. 181.
II Bardi afferma che mpltì edifici furono in Roma dal terremoto in
tale anno rovinati : secondo altri questo scuotimento sarebbe avvenuto
nel 117,
l Vanno pure eatetJe, a proposito (i(*ll;i dlrezioii** ili (iiiosto terremoto, le rls*^rso
Ritte dal Oerland Intorno a Quella avuta da^li siMiotlmiMìti (loHaiiiio ta.
-., -j^-^rt ^r'i^f^<r':'^,'y''^*<'r'- ^ •.-.-- -j » - -. <- j.-t r- ■ - ^^ •- -• - ^-
Cy [150- 238 J
[16] IM). Novembre. Romagna.
Serpiebi : Scritti di Sf^m, n, pa^. 192.
Nel novembre scosse frequenti con spaventevoli muggiti (rombi) nella
Romagna ed altrove.
[17] 165.
JteMoiTORE : Ist. cromi, dei terr. di Sic, pagr. 259.
Palermo.
In uà libro di A. Guevara si dice che intorno al 165 fu visto in
Palermo un mostro che spaventò i cittadini, alle cui apprensioni sus-
segui un terremoto grandissimo, che atterrò 2000 case e fece perire
circa 10.000 cittadini. Molti autori convengono però che tutto il citato
libro sia un impasto di favole, epperciò anche favoloso il terremoto,
chp non trovo ricordato da altri cronisti:
■
[18] 177. Sicilia.
MONGITOBE : Op. Cit., pag. 259.
Nell'anno terremoto gravissimo : il mare agitato assorbì molte città :
ciò attesta Rutilio Benincasa, e dietro di lui il Coronelli ed il Bonito
(op. cit. 190).
[19] 191. Roma.
De R0S8I u. S. : Meteor. end.. I pag. 208.
Neir anno un grande terremoto devastò il tempio della Pace e le
circostanti regioni : Erodiano narra persino che T incendio seguitone
fu causato da fiamme uscite d:dla> terra.
i20] 209. Regione Garganìea.
Baratta M. : SuìVattiiftì sf.Viì. in i'ajJtanata., pag. " estr.)
Il Manicone nella sua Fisica Appulo-Garganica, senza alcuna indi-
cazione di luogo od altro particolare qualsiasi, afferma che in t«le anno
nella regione Garganica infieriva il terremoto.
«
\%\\ 223. Settembre 9 e 17. Roma.
Bonito : Teiera treni., pag. 191.
In Roma al 9 settembre terremoto fortissimo che replicò poi al 17
dello stesso mese.
22 238. Vicenza.
Pio^4£XK G. : Cron. dei terr. a Vireuza^ pag. n.
Vicenza fu molto danneggiata da uno spaventoso terremoto che in
altri luoghi fece danni gravissimi : ciò secondo il cronista Castellini.
(243- 290 f
23: 243 o 245. Verona.
A . itoiA.iN : st. sfsm. a. prov. Verona, p. 16.
Terribile terremoto che in Verona apportò grande spavento e danni
immensi specialmente nell'Anfiteatro : vogliono certe cronache che Tan-
tichissima città di Benaco — posta sulla riva del Garda — in tale con-
^UDtura sia stata distrutta.
24 254. Verona.
G«>I1IAX : op. cit., pag. 16.
Neil' anno terremoto che fece rovinare parte deir arena, del teatro,
«Ielle mura ed un gran numero di case e di altri edifici.
25^ 255. Catania.
MuNorroBE: istot*. crofioì. dei ter rem. ecc., pag. 955.
Secondo il citato autore, che reca l'autorità del P. Ottavio Gaetano,
nel giorno del supplizio di S. Agata a Catania, un formidabile terre-
moto avrebbe fatto scuotere la città. Il Bonito {Tei^a trem, pag. 194)
lo pone al 5 febbraio 252 ed il Gemellare ( Valcanol. dell'Etna, pag. 167Ì
nel 253.
2tr 258. Roma.
Il* 'MIO M. : Terrn (re tu., paff. 196.
Secondo Rutilio Benincasa nel 258 un terremoto rovinò in Roma
più di mille case : il Morìgia aggiunge che fu accompagnato da grandi
innalzamenti deir acqua del mare.
27 260-61. Vicenza, Padova.
Castellini S. : Storia della città di Vicenza, Ivi 1"783, voi. 2. pap. 60-61 - Gennari (ì.: Annali
della Citta di Padova, Parte I. pa^. 32. Ba ssano MDCCCiv.
Il Castellini dice che nel 261 furono in Italia terremoti disastrosi
accompagnati da mutazioni nel regime delle acijue sotterranee ; per
tali scuotimenti in Vicenza rovinarono pubblici e privati edifici. Il
Gennari d' altra parte racconta che, ad accrescere nel 2G0 le calamita
dei Padovani si aggiunsero tremuoti sovvertitori.
P^orse le due notizie si riferiscono ad uno stesso terremoto, o per lo
meno ad un medeaimo periodo sismico che interessò le due provineie
di Vicenza e di Padova, e del quale però il Goiran, nel suo catalo^^o.
trulla dico riguardante. Verona.
• !/<•.>• I .. I.»
;28 290. Luglio 2i. Lodi,
(ì. AtLN'iui.u : / tfrr. regixtr. nelle cr. lotììoiane. i>aj?. ìkmH.
Una cronaca pubblicata dj^l Vignati (St. Lodigiani) narra che du^^
8 [300-344]
rante le peraecozioni di alenai eanti, avvenute in Lodi, si sentirono
delle scosse fortìssìine che fecero rovinare in più punti la cittA causando
la morte dì motti.
[29] 300. AUlla (Potenza).
Hercai.li O.: Vule.e feti. Tulr., pag. 380.
NAil'Aiinn Bd Atella, presso U Voltare, terremoto rovinoso.
inaio 21. Knu.
r., pag. aoi-5.
n cui ta sepolta S. Agnese terremoto fortissimo.
vembre 2. Vilcrba.
ila ell/à ai Viterbo. Roma 111-2, psg. 43-44,
violento ed impetuoso, clie rovesciò molti edifici e ri-
luccbio di rovine anche il gran tempio di Ereote. La
ito terremoto deve però essere accolta con riserva, di-
acbe avvenuto al momento della decapitazione di 8. Va-
a : ciò vale pare per il precedente.
isto 6. Caapula.
Mg. -un.
io, citati dal Bonito, ricordano questo terremoto stato
impania, per il quale sarebbero cadute 12 o 13 citta. Il
le sia eguale a quello del 344 (vedi).
SEcili».
'. croitol. del teir. iti sic, \>as. 381.
li Sicilia patirono per un gran terremoto ;. cosi Rutìlio
nche il Morigìa, citato pure dal Bonito (pag. 208).
luau.
Bardi, 11 Bonito dice che l' Italia fu danneggiata da
ile U. CaagHUiia.
ce., I. pafc. 33J: II. patf. 3^G.
ifano e Cedreno all' 11 aprile terribile terremoto nella
I quale furono distrutte parecchie (12) cittfi : fu sentito
■rra trem., pag, 344) è d' avviso che sia identico a quello
icci invece li ritiene distinti.
[357-369]
,36] 357. . Sicilia.
A. MoNotToas: Istor. croMl. dei Un. di Sic, i>a^. 361.
Per scuotimenti del suolo in Sicilia ed in parecchie città delle isole
si ebbero molti morti : ciò ricorda 6. Filippo da Bergamo nel suo sup-
plemento cronologico.
371 363 o 365 o 369. Sicilia, Reggio G.
A . MoxoiTORS : op. clt., pajf . 961-62 - Spanò Bolani D. : St. di Heggio Cai., voi. I, pag. 96»
Napoli 1877 - c. D. Oallo: Oh Ann. della città di Messina, nuova edlz.. voi. l, pag. 116,
i\l ì>rn.
Per un terremoto, secondo il Caruso, il Libanio e Paolo Diacono,
molte città dell' isola furono diroccate con la morte dì molte persone ;
soggiungono poi i citati autori che il mare, in tale occasione, abbia
violentemente innondato le terre. Secondo lo storico calabrese Spanò
Bolani anche Reggio sarebbe stata violentemente scossa.
Alcuni lo pongono nel 369; ma potrebbe anche darsi che questo
terremoto si identifichi con quello del 376 (vedi).
:ì8] 365 0 369. Luglio 21. Veneto, Lombardia: Spoleto, Trevi.
A. (ioiRAN: St. Sìa. prov. di Ver., pag. 16 - T. Tarambli-i: / terr. di Spoleto, pag. 16Ì-65 (W-'JS
trsir. - Calvi : Efem. Sacro Prof. di... Bergamo, Milano 1676, voi. U, pag. 461 - CASTKixiNrs.
."^oria tiella citta di Vicenza, Ivi ITSS, Voi. Il, pai?. 41 - 8. A. Mafi-ei: Gli Annali di Man-
toc't. Tortona MDCLXXV, llb. 5, cap. vii, pag. 244-45 - S. Orsato : Historia di Padova, Ivi
MlKTLXXVin, llb. I, part« I, pagr. 91 - G. piloni: Historfa... di Belluno, venetla 1607, llb. I,
p.1}?. 39 verso.
Al 21 luglio terribile terremoto che in Belluno rovesciò un grandis-
simo numero di edifici : non vi fu parte di Padova che non abbia sot*
ferto danni: le piCi maltrattate i\irono le vicinanze di Campo Marzio^
ove fu distrutto dalle fondamenta Toratorio che S. Prosdocimo aveva
consacrato a S. Maria. A Verona cadde una parte dell' Arena. Kiferi-
scono i cronisti che per questx) immane scuotimento i fiumi abbiano
cangiato di letto, il mare si sia scostato dal lido e che in molti monti
si sieno determinate frane grandiof^. Anzi, secondo alcuni, TAnasso
(il Piave) che correva nei laghi d'Alpagò, ed indi passava pel territorio
di Ceneda e di Serravalle, cambiò in tale occasione corso, giacché una
grande frana gli sbarrò il letto.
In questo giorno per lo stesso terremoto, o per altro successo sin-
cronamente, anche Bergamo.e Mantova furotio conquassate : nella prima
città BoflTerse maggiormente la parte che riguardava Breno ; i bargjii
poi di Fabriciano e di Pretorio rimasero quasi distrutti.
Taramelli e Corradi, citando il Campdlo ^ littoria di Sjwhto, t. I,
Uh. VII, pag. 207, ivi 1662), dicono .che anche Spoleto non andò in tal
f^iomo esente da rovine, e con l'autorità di Xatalucci Tiberio ("//i^^/ra-
zìoni Btoriche sulla cititi di Trevij rircriscoiio cIkì pure a Trevi la
10 [305 - 376]
scossa fu violentissima. Cosi che possiamo concludere che contempora-
neamente 0 quasi avvenne anche il risveglio del focolare sismico di
Spoleto.
Noto inoltre che parecchi cronisti citali dal Perrey {Mem, sur les
trembl. de terre ress. dans lapéninsule Turco Hellénique, pag. 6\ e dallo
Schmidt (Stud, iiber erdbeben, ecc. pag. 148) ricordano un disastroso
terremoto avvenuto nel mattino dello stesso 21 luglio 365, contempo-
raneamente air italico, in Oriente, specialmente in Alessandria e Creta,
accompagnato da violentissimo maremoto. -Quantunque parecchi -- come
vedremo — sono i casi in cui un terremoto d'Oriente si sia propagato
fortemente in Italia, in special modo nella Sicilia e nelle provincie me-
ridionali, tuttavia essendo le località da me accennate tutte po3te nella
parte settentrionale (eccezione fatta per Trevi e Spoleto, di cui ho già
parlato) sono indotto a non identificare i due terremoti: aggiungo poi
che il terremoto d'Oriente del 365 è simile a quello più sotto descritto,
successo nel 376 (vedi), il cui maremoto, che gli fu concomitante, se-
condo quanto narra Cedreno, venne ad urtare fortemente la costa Si-
cula, perciò, anche ammesso che la data da me accettata per quest'ul-
timo sia inesatta, e che il fenomeno sia accaduto proprio nel 365, i due
terremoti risulterebbero aflPatto distìnti: l'italico con ogni probabilità^
— specialmente avuto riguardo ai fenomeni che ha dato luogo -
avrebbe avuto il suo centro nel Bellunese, magari ridestando altri centri
sismici, l'altro invece, quello di Oriente, si sarebbe propagato solo in"
Sicilia sotto forma di maremoto.
[391 369. Benevento.
Sarxelli p. : Uem. cronol. dei Veseorl ed Arcicese. della s. chiesa di Benevento, 'Napoli
MDCXCI, pag. 23.
Orrendo terremoto in Benevento descritto da Simmaco Seniore In
una sua epistola dalla quale si deduce che la città fu completamente
fracassata dal movimento tellurico.
[40] 376. . Grecia e Sicilia.
MoNQiToRE A. : Ist. cromi, dei tecr. ecc.. pag. 363.
Cedreno nelle sue storie dice che in Alessandria fuvvi un si grande
terremoto per cui il mare si allontanò dal lido, lasciando in secco le
navi: per questo inusitato fenomeno molta gente accorse alla spiaggia,
ma tosto le onde violentemente ritornarono, facendo perire circa: 700
persone. Nello stesso tempo una gran parte di Crela^ dell' Acaia, della
Beozia, dell'Epiro e della Sicilia soffrì, per il movimento delle ajcque
verificatosi alle coste, per il quale le navi furono, portate a. 100 passi,
dalla riva.
[392-492T ir
Il Bonito (Terra trem. pag^. 249), seguendo Licostene, lo pone nel 377.
Per questo terremoto vedi quanto ho detto a proposito di quello del
:^i;ó o 369.
Ai] 392. Roma.
BuMTO: Op. Cit. pa^. SSO.
Secondo il Bardi Roma in tale anno ebbe a subire danni a causa
di terremoto.
42 441-55. Roma.
Ijf*t. MisTfìì. in « jtfiBATORi: Jìerufn itaì. scrfpt., » voi. i, pag. 95 A.
Terribile terremoto per il quale rovinarono parecchi edifici.
Io credo che a questo parossismo si riferisca pure la notizia data
dal De Rossi (Meteor. Endog, I, pag. 208j che lo pone nel 443 : sarebbero
in Roma cadute, secondo questo autore, molte statue, rovinati i' portici
nuovi del Foro Romano e scosso anche il Colosseo. Il Baronie, ci-
tato dal Perrey {TVembl. Peninsule Italique^ pag. 7), ricorda un ter-
remoto rovinoso per Roma nel 442 e cosi pure il Moroni {Dizionario
di Erudizione, Voi. XV, pag. 19). Il Bonito (op. cit., pag. 276-77), se-
guendo il Bardi, dice che un terremoto nel 454 fece rovinare il circo
di Roma, il quale edificio fu di bel nuovo da altra scossa distrutto,
socondo lo stesso autore, nel 455.
10 credo che tutte queste notizie si riferiscano ad uno stesso fe-
nomeno.
I3~ 467. Ravenna - Roma.
lUhHfcY A. : Trembì. pen. Itaì., pag. 7 - Bonito M. : Tetra tran,, pag. 286.
11 Perrey, seguendo il Sigonio, dice che tale terremoto in Ravenna
fu fortissimo ; il Bonito lo riporta al 4GG e dice che detta clttA ne ri-
mase atterrita. Secondo il Bardi nel 467 vi sarebbe stato un terre-
moto in Roma con grande danno.
44' 477. Roma.
Bnjiivi ; Op. clt.. pag. .180 - Bonito : Terra treuì., pag. 287 - De Rossi m. S. : Mfteorol. e/iffoo..
Voi. 1. itag. 208.
La città fu scossa per 40 giorni continui talché rimase molto rovi-
nato il Colosseo. *
451 492. Dicembre 26. Ravenna.
yFB<.ALU G.: l'ulr. e feti. tuie. pap. 22^).
Terremoto fortissimo: ciò secondo il Muratori.
12 [493 - 624
[46] 403. Paglia.
Baratta m. : Sull'attività sismica in Capitatiata^ pa^. 7 - Bonito M. : op. clt., pa^r- 290.
Il Bonito, con Tautorità del Baronio e di L. Beyerlink {Theatr, mag,
hum,, tomo 7) scrive « terremoto in Puglia^ presso il Gargano » :
quindi ricorda che detto parossismo fa concomitante alla apparizione
dell'Arcangelo S. Michele^ MW avvenuta (Monte 8. Angelo).
[47] ' 508. Roma.
MoRONi: Dizionario d'Erudizione^ voi x^.. pag. 19.
Terremoto fortissimo a Roma, per cui nel Colosseo rovinò il portico
e sprofondò l'arena. Non trovo citato questo fenomeno da altro autore.
[48] 553. Roma.
CAPOCCI : Catalogo^ ecc., n, paff. an-S8.
Terremoto che infierì, secondo Cluverio, 40 giorni a Costantinopoli e
rovinò anche Roma. Sono certamente stati fenomeni non contemporanei.
[49] 558. Dicembre 25 (circa). Aneona.
A. Peruzzi : Storia d'Ancona d/tUa sua fondazione all'anno MDXXXII, voi. I, pag. 113 li,
Pesaro 1885.
Circa il Natale un furiosissimo terremoto scosse la città di Ancona
fin dalle fondamenta : per dieci giorni è dieci notti, a più riprese, si
rinnovarono i terribili scuotimenti. Narrano le cronache che la maggior
parte degli edifici ne rimase danneggiata ; parecchi di questi furono
atterrati e sotto le rovine rimasero spenti non pochi cittadini. In tale
occasione dirupò pure il fianco del Guasco e del Monte Conerò, e in
gran parte fu distrutta ed ingoiata Tantichissima Numana (ora Umana).
[50] 600. Toscana.
Bonito- M. T: erra treni., pafir.»350 - Rosaccio : Le sei età del mondo, pag^. 19.
Il Bonito, seguendo Rutilio Benincasa, dice che in questo anno la
Toscana patì gran danno per terremoto. Ciò ricorda pure il Rosaccio.
[51] 615. Agosto. Italia.
A. PERREY : Trembl. pen. Ital., pag. 7.
Grande terremoto secondo Sigonio : Il Giovanozzi (/ terr. si. Apuani,
pag. 5, estr.) ricorda, seguendo una croraca ms., che nel mese di agosto
si senti in Pontremoli una grand» scossa.
[52] 624. Toseana.
Bonito M. : Terra (rem., pa^. 3.72.
Il Bardi riferisce che la Toscana soffri danni per terremoto. Non
sarà lo stesso di quello che il Benincasa pone nel 600? (^vedi).
r659 - 797] 13
n3 699. Sieilia.
te
MoNurroRE A. : Istor. crottol. ecc., tag. Sft?.
Il Bardi ed il Coronelli ricordano che in Sicilia un terremoto causò
g-ravi danni, geminando rovine in molti luoghi.
54 678. Arezzo.
FvKt LLi P. : A linai i, ovrero notfzie istorlche delV antica citta df Arezzo, Foligno 1717, pag. XI.
NelTanno citato un terribile terremoto rovinò molte città e distrusse
gran parte di Arezzo.
.15 739. Roma.
MoRoxi : Diziotì. d'erua. Voi. X\\ pag. 20.
«
Terremoto che danneggiò il Colosseo : non lo trovo ricordato da
altri scrittori.
56 758. lUlia.
M. s vMTo : Vite d^' Duchi di Venezia, In « Miratori : Rer. ital. script.^ » voi. xxil, col. 446 U
- A. DvxncLi : Chronicoìi Vetietum, In « miratori : op. clt., » Voi. XII, col. 140 K,
Un terribile terremoto avvenne nel tempo e nelFanno dell'elezione
di Diodato, Doge IV ; molte città d' Italia ricevettero grandi danni.
;57] 778. Treviso.
PkRiiEY A. : TrcMbl. petti ns. Ital. pag. S.
. Con Tautorità della Grande collection des historiens del Gaules ecc.
il Porrey pone per Treviso ed altrove in Italia un terremoto disastroso
per il quale molti edifìci rimasero rovinati causando 48 vittime.
i>3^ 780. Koma.
M.^RoNi: Diz.fàeìTud., voi. XV.. pag. 20.
Un terremoto danneggiò il Colosseo : questa scossa è solo ricordata
dal Moroni: il Bonito (op. cit., pag. 376), seguendo il Bardi, dice che
nel 71*0 si sentirono molti scuotimenti in Roma.
'm\ 793. Aprile 30. Verona.
(ioiKw : .v/. Httm,, ecc. pag. 16.
NelU notte del 30 aprile terribile terremoto per il quale V intera
città di Verona e luoghi circostanti patirono gravissimi danni nelle
case con la morte di molte persone e di animali : rovinò pure porzione
delTanfitcatro ed in parecchi punti diroccarono le mura della città.
W 797. Aprile. Sicilia.
MoNoiTORK A : Itt. cronoi. de te re, pag. 36:i.
Secondo P. Diacono in una notte del mese di aprile di tale anno,
U [801-815]
la Sicilia e Greta farono travagliate da un terribile terremoto : il Bardi
invece di Creta pone Costanti napoli. Seto li riporta al 796; nel 785
r IlUtoria Miacell. pabblìcala dal Muratori (Jt6r. ital. script.. Voi. I,
parte I, col. t A), secondo la quale il terremoto di Sicilia e Candia sa-
rebbe avvenuto nell'aprile, mentre nel maf^ìo qttello di Costantinopoli
. Aprilo 30. Italia.
ale» liertiniani pnbblicatl dal Uaralori (Rerum ital. script.,
f. 505, col. 1 C, Milano 1723) ricordano come in Spoleto il
i, a 2'' circa di notte, si sentisse un veementlssimo terre-
tle in tutta Italia fta causa di immense rovine. Molte cittjt
nanto si dice, affatto atterrate e molte altre assai danneg-
:iueBte Uoma stessa, in cui, oltre ad altri guasti, fu notevole
i quasi tutto il tetto della Basilica di S. Paolo. Il Moroni
t erud.. Voi. XII, pa^. 210) aggiunge anche che in tale
«vinato l'altare della Confessione ed i vari ornamenti di cui
o.
Ili (Vulc. e fenom. vulc., pag. 283-84 e 360) ricorda come
I aprile di quest'anno si sentisse un orribile terremoto a
lome anche in Verona ed in Bergamo accadessero rovine, am-
ie le notizie, riportate pel terremoto del 793, si riferiscano
esso parossismo.
le notizie raccolte dal P. Giovannozzi (/ terremoti storici
^. 5, estr.) risulta che alla seconda ora della notte del 30
<■ pom.) in Pontremoli, come ancora in tutta Italia, si senti
terremoto che fece abbattere case private, templi e molti
che tutte le accennate notizie difficilmente possono raccor-
. unico terremoto, ma che invece si debba conchiudere che
sincronamente — giacché abbiamo visto che avvi anche
1 data annuale — le varie parti d'Italia eopra menzionate
scosse da poderosi movimenti tellurici.
Maggio 31. Pii4«vs?
■ ulc. e ftiioìii, riitr. ei-r., pag. 360,
to disastroso. Questa notizia si riferisce con certezza al
emoto dell' 801.
di SIShiol. voi. II. pan. 1!H.
I per tutta Italia : gravi danni a Ravenna.
[821-8901 15
^4 821. ^amorino.
SKRnnu A. : Op. cit. Voi. I, pag. T2.
Sulla fine d' aprile terremoto fortissimo.
65 843. Napoli ?
mkmc\i.u G.; Le §ìot(zie sìsmo-rufc. ecc. paj?. I («^t.»
I Chronici NeapoUtani Fragmenta (pag. 44) riferiscono che per opera
(il terremoto caddero molte case in Napoli : tali frammenti la critica
storica ha dimostrato di compilazione assai posteriore : il terremòto
succitato inoltre non è rammentato da alcuna cronaca autentica.
66 847. Giug-no. Beaevento, Isernia.
l>"Nno : Terra tretn. pai?. S9<>-*i - Capocce : op. eli., I pajf. 338 e II 31)1 - Chron. Monast. Cassfn:
llb. I, cap. 28. tn « MrRAT-: Rerum ital. scNpf. » Voi. IV pagr. 909 A- Chronfcan Vuìtumense,
Mexn. Voi. I parte 2, pa^. 300 D - 0. v. Ciahlanti : Meni, hlst. del Sannio, ecc., p. 2*23.
itH^niia, Mix;xxxxiv - V. Secinara F. : Tratf. unfv. ecc., pag. 91 - Sarneuj p. : Memor.
CronoL Vexcor. ed Arctresc, sacra eh. Betier. Napoli MDCXLI pag. <*< - vii^eha M.: Chro-
iiofotffa Spisroftoruitt et Archt-KpìscoporuM Metropolita Hae Ecclesfae Benerentanae, Na-
IMili MIX'XXXVI, i^ag. 51.
In tutta la regione Beneventana neir847, secondo alcuni, o neir848
M'condo altri, si senti un orrendo terremoto, pel quale molti edifici
caddero a terra e sotto le macerie perirono molto persone. Per questo
parossismo Isernia fu quasi interamente distrutta con grande numero
di vittime : presso il monastero di S. Vincenzo parecchie case furono
rovinate ; nessun danno ebbe a risentire Montecassino. Fu sentito, se-
condo il Sigonio, molto fortemente anche a Roma e ad Ancona, ove
apportò terrore.
II Chronicon Sacri monasterii Sanctae Trinitatis cacensis per Petriun
*ì**. Sftl4*rno Cancellario (pag. 393) dice che nel 844 fu sentito in Salerno
fd in altri paesi vicini un grave terremoto : ma dal Pertz e dal Koepkc
fu tale cronaca dimostrata apocrifa (Mercalli: Le notizie sismovulcan,
riferite, ecc. pag., 1 [estr.]).
67 853. Botano (Campobasso).
M v<.N VII V. : .Votine iìitoriche, ecc.. pajf. aKMò - Saknki.m p.: òlchì. CronoL dei vescovi, ecc..
In tale anno Boiano fu da un disastroso terremoto subissata : si
i\Wi\ inoltre, che nel luogo della città siasi formato un grande lago di
:ic«iua dolce.
(^ 890. Milano.
•• \i'>Hii.i\: Sommario c/trotwloffiro^ pajr. 105. Herf^juno .mdxcii.
Un terremoto rovinò molte caso in Milano.
16 [894 - 940]
[69] 894. Shbìo e Pn^lia.
FragmefUum historfae LangoOardoruM, ecc. Jn « mukatori : Ber. itah script. », voi. 2, part^ l,
pa£r. 280, col. I. A.
Per tutto il Sannio e la Puglia terremoto fortissimo (ingens).
[70] 894. Verona.
OoiRAN A.; storta sinmira, ecc.. pajr. 17.
Secondo il Moscardo una scossa causò molti danni alla eitt/i e f>ar-
ticolarmente fece rovinare gran parte del teatro con la morte di molte
persone.
{71] 896. Rona.
BONITO M. : Terra treni., pag. 409 - G. Baouvi: op. oumia, pagr. 520.
In Roma un terremoto violentissimo fece abbattere gran parte della
basilica di S. Giovanni in Laterano, V altra rimase solo lesionata. Fu
sentito, dicesi, in tutta Italia. Alcuni, fì'a j quali il Moroni (Dizio-
nariQ d' erudiz. ecc. Voi. LXII, pag. 57), lo pongono neir 897.
[72] 998. Calabria, Principati?
CAPoca : Catalogo, e3C. I. pag. 338 ; il, pag. 392.
•
Gran terremoto in Calabria e nei Principati citra ed ultra : ciò pone
il Capocci, seguendo il Di Meo, dietro 1' Annalista salernitano. Però,
come è notato più indietro (N. 847), tale notizia è trtitta da una
cronaca apocrifa. Solo da fonte più certa sappiamo che in tale anno
vi furono terremoti rovinosi in Grecia, (Bardi, citato da Bonito : Terra
trem,, pag. 410) ma, come osserva il Mercalli (Le notizie sièmo-vulc. ecc.,
pag. 2), ninno attesta che colpissero anche la Calabria.
[73] 936. Napoli?
Mercalu g. : Le notizie sismo-tuie.^ pag. 5 (estr.)
Secondo i Chronici NeapoUtani Fragmenta (pag. 6) sarebbe avvenuto
nel 936 in Napoli un terremoto con rovina di chiese e di rase e con
la morte di molti. Ma, come ò detto per il terremoto deir843, tali fVam-
menti sono apocrifi ed il fenomeno non si trova ricordato da alcuna
cronaca veridica e sincrona. Anzi, come osserva il Mercalli, il falso
cronista lo ha descritto con le precise parole con cui Romualdo Saler-
nitano ci ha tramandato notizia del terremoto di Benevento e di Ariano,
avvenuto nell'anno 990
[74] 940. Mllanwe.
P. Morigia: Somm. Chrouol., Ub. 5, pag. 106- RosAcao: Le sei età del Mondo, pag. 25.
In Milano e nel Milanese si sentirono grandi scosse.
[947-976] 17
[75] 947. TosesDS.
BoMTo M- : Terra trem.^ pag*. 444.
Neil' anno in Toscana grandi terremoti.
76] 950. Siraeasa, Catania?
MncALU 3. : Le notizie sismo-vulc, ecc. pagr., 16 (estr.)
n Codice diplomatico di Sicilia sotto il governo degli Arabi, ecc.
(Palermo 1790), impostura dell'abate Velia (Amari M. : 8t. dei musuL
in Sicilia^ Tom. I, pag. X), da nna mendace indicazione di un grande
terremoto accaduto dopo il tramonto del dì 24 agosto in Siracusa con
la morte di 1459 persone (Tom. II. P. II. pp. 127-28).
A pag. 29, ma al 4 agosto poi si pone lo stesso terremoto a Catania
ed ancor dopo (pag. 139-40) nel medesimo giorno e mese in entrambe
]e città, riferendolo però al 951. Notizie tutte mal connesse e contrad-
ditorie che, per quegli anni, non sono rammentate da cronisti siculi.
[77] 951. Ligaria.
y. BONITO : op. cit., pa^. 414-15.
La Liguria, secondo il Bardi, fa travagliata da terremoti.
:78] 963. Luglio 22. Sicilia.
MoNorroRE A.: Wor. cronol. dei terr. ecc., pag. 968.
G. Buccellino ricorda cht al 22 luglio un gran terremoto urtò la
Sirla e la Sicilia, distruggendovi molte città, terre e paesi, e che in
quest'ultima il mare^ avendo invasa la terra, fece annegare molte mi-
gliaia di persone.
79] 968. Dicembre 10. Rossano (Cosenza).
('Aroca: CataìOQO, ecc.» I, pag. 336 e n, pag. 392.
Tre orribili scosse in Calabria; Rossano ne fu rovinata: nessuna
vittima. Ciò secondo il Di Meo che segue Liutp;*ando.
80] 973. Anconitano.
MfaffAUJ o. : Yuìc, e fenom. vulc. ecc., pag. 381.
La marca d'Ancona^ Ai oppressa da terremoti.
81] 974 Trevigiano.
B^ìxiTo u. : Terra trem., pag. 415-16.
Secondo il Bardi la marca Trevigiana fu scossa da forti terremoti.
82; 976. Gennaio 19. Italia.
P. t>t.\(x>Ni: De Gestii lanffofHÉrdorum, In « mirat.: Jier. ffal. script. * voi. I. parte l. pntr. 'MK
In detto giorno al < canto dei galli » terremoto grande.
Ukìlatta: Terremoti ecc, 2
18 [977 - 990]
[83] 977. Toscana.
Bonito M. : op. cit., pag. 416.
Nell'anno in Toscana grandi scosse di terremoto.
[84] 981 Benevento, Capna.
BONITO M. : op. Cit., pag. 416.
Un terremoto fece quasi rovinare le dette due città : in questo anno
lo pone anche Rosacelo (Le sei età^ ecc., pag. 26), Licostene nel 98.3,
Ciacconio nel 985, ed il Bardi nel 987. Dubito però che si tratti del
terremoto che descriverò sotto V anno 990.
[85] 981. Marzo. Sicilia?
MERCALLi tì. : Le noi. sismo-vulc. ecc., pag. 10 (est.)
Il Codice diplomatico di Sicilia sotto il governo degli Arabi j di cui
ho già parlato in occasione del terremoto del 950, ha nel Tomo II,
parte II, pp. 583-92, un racconto lungo é pieno di particolari riguar-
danti un terremoto , del quale manca ogni altro ricordo. A pag. 596
vi si dice inoltre che risenti danni tutta la Sicilia, ed in special modo
Palermo, Messina e Marsala. Ma tale codice, come ho detto, è un' im-
postura e quindi nessun valore à la notizia sismica, che riporto dal
Mercalli solo per non far cadere altri in errore.
[86] 990. ^ Benevento, Ariano.
M. BONITO : Terra treni, pag. 418-19 - Capocci : Catalogo, Il pag. 392-93 - Sarnelli P. : Meni,
cronoìog. Vescov. ed Arclves. ecc., pag. 67 - M. vipera : Chronologia Bpisc. ecc., pag. 75 -
L. MURATORI : Annali d'Italia, Voi. v, Milano MDCCXLiv, pag. 4»7 - N. Flammia: storia
della Città di AriaìW, Ivi 1893, pag. 46 - 0. Rinaldo : òf emorie (storiche della fedelissiuta
citta di Capua, Napoli MDCCLV, voi. I, pag. 49.
Mario Vipera, con 1' autorità di Leone Ostiense, e Romualdo, arci-
vescovo di Salenìo, ricordano che Benevento fu in tal modo scossa dal
terremoto che in città caddero 15 torri (fra cui quella chiamata « della
vipera ») e che restarono oppresse 150 persone. Anche a Capua rovinò
un gran numero di case ; Ariano, Frigento furono per metà disfatte, e
così pure Gonza (Basilicata) nella quale rovinò Tepiscopio : che Ronza,
presso quest' ultima, fu totalmente distrutta e nemmeno più riedificata,
e che infine quasi uguale sorte toccò ad Avellino.
Ammirato lo pone nel 989, il Ciarlanti nel 988, il Vipera, il Sarnelli
ed il Magnati nel 986 : tutti questi compilatori, narrando uguali cir-
costanze, mi inducono a ritenere che vi sia stato un unico terremoto
avvenuto nel 990, come lo provano le più veridiche fonti : e che anche
le notizie sul terremoto del 981 di Benevento e di Conza più sopra
riferite — che alcuni poi pongono nel 983, ed altri nel 985 e nel 987 —
si riferiscano pure a questo parossismo, giacché gli autori allora citati
non riportano quest' altro.
[991-1005] |0
[97] -991. Paglia,
auiicnxi p. : CronoloQia det Vescovi ed Arcivescovi di Siponto, Manfredonia MDCCXXX,
pa^. 119.
Spaventevole terremoto in Siponto (presso 1' attuale Manfredonia) ed
in Puglia.
[881 991. Borgo S. Sepolcro,
p. FAarixi : Ann. o mem. dt S. Sepolcro, Foligno 1713. pag. 9.
Neir anno terremoto disastroso che fece diroccare molte case, sotto
le cui rovine peri un gran numero di abitanti.
89] 995. Siellia.
MERCAixi Q.: Le notizie sismo-vuìc. ecc., pag. 10 (est.)
Il Codice diplomatico citato a proposito dei terremoti del 950 e del
981, che sappiamo essere un' impostura del Velia, ricorda (T. Ili P. I.
p. 256) che al 4 del mese di Sciahaban un terremoto disastroso colpi
Termoli, Palermo e Milazzo. Tale notizia non merita fede: nessuna
menzione fanno di questo terremoto i cronisti siculi.
^90j 1000.
In quest'anno molte cronache ricordano gravissimi terremoti i quali
danneggiarono l'intero mondo. Queste cronache però non citano alcuna
città speciale che sia rimasta distrutta o rovinata. Dette notizie credo
riflettano le })aure della distruzione del mondo per folgori e terremoti,
che Bi doveva appunto compiere nei millenio.
91] 1001. Yoroaa.
(ìoiran a. : Storia sismica ecc., pag. 17.
Un grande e spaventevole terremoto fece abbattere un grandissimo
numero di case con la morte di molte persone.
[92] 1004. Padova.
S. Ob}<ato : I/istoria di Padova, ivi 1678, lib. 3., parte l, pag. 216.
Neir anno un terremoto in Padova produsse danni rilevanti.
93] 1004 0 1005. )Ionte Cassino.
ANONIMI MON. Cass. : Bfeve chronicon^ in « MrR.vTORi: Rer. (tal. script. » voi. v., pa^r. 5-"^,
col. l e 2.
Per 16 giorni furono sentite in Montecassino delle scoBse, talché in
molti luoghi Al lesionata la chiesa: secondo il Sigonio« citato dai Bo-
nito (Terra trem.y pag. 423), parecchie altro località sarebbero state
danneggiate da tali commozioni sismiche.
[1005 1083]
) 11 B!tj:Ilvi (Op. omnia, pag. 520) dice che dal gennaio al
Mitirono delle scosse la Roma.
tm» oraw) «(rf. «(. Ai Areizo, ecc., pag. xxv,
30 tertemoto che fece molta danno a tale città ; fti sentito in
Bcaiia.
1, Aprile 11. BrcKit e Ltabartla.
Anmleon, In • Uiràt.: Reruoutal. script. ■ voi. Xiv, col. 8131 - Aanolpui:
Di., lib. Ili, cap. XVI, iD • ucRAT. : op. clt.^> vo). IV, pag. 31, col. 1 a.
li Pasqua, nel mezzodì e sai vespro, due grandi scosse in
r le quali molti pezzi di mura caddero in rovina : panico
9 : la citta dalla maggior parte degli abitanti fu kbttando-
no sentite anche a Milano ed in tntta la Lombardia.
(Efemeride sacro^rofano di Bergamo, Milano 1676, voi, I,
3 pone nel 1060 e dice che la gente necl dalla cltt& per gran
Cavriolo (Delle Hitt. della cittrì di Brescia, ecc., Venezia,
LIV, pag. 84) nel 1064, il Ginlini ('Jfem. spettanti alla St.
e. di Milano, ivi 1854, voi. 2., pag. 537) nel 1065; tutti
rdando nell' ammettere che il t«ri'emoto sia avreonto nel di
(che nel 1060 cadeva al 26 marzo, all' 11 aprile nel 1064
larzo nel 1065), si pnò ritenere che le singole notizie si ri-
kd nn unico fenomeno: la data da me preferita merita la
inside razione, essendo essa dedotta dalla fonte cui attinsero
pilatori.
o terremoto nulla dicono gli scrittori veneti, perciò in quelle
non deve essere stato affatto sentito, oppure — come è piti
- molto debolmente.
: Iti. eronof. dei terr. ecc., pag. 364.
) autore, seguendo il Bardi, dice che nel 1069 molti terre-
flsarono la Sicilia: il. Caruso li riporta al 1067, senza perà
autorità cai egli si appoggia.
S. Ottobre 18. CaUil».
mi trem., pag. 443.
o Fritschio, il Bonito scrive che in Catania ed In molte città
fuvvi un terremofo disastroso per il quale nella prima si
indi rovine, sotto le quali rimasero vittima 20000 persone.
Tripoli e Damasco furono pure scosse, ed in Costantinopoli
•- ^
[1087 - 1106] 31
caddero — come riferisce il Perrey (Trembl. penins, Turco-Hell. ecc.,
pag. 16) — chiese e case, (contemporaneamente?) Dubito dell'autenti-
cità di questa notizia non parlandone il Mongitore. autore accuratissimo.
[m] 1087 o 1088. Settembre. Puglia.
RoMiALoi II ARcaiBp. Salern. : Chron(con,\n « Mubat: Rerum itaì. script.^ voi. vn, col. IT» B
- Lrpi PROTospATB : Chrontcon^ In « mubat. : op. cit. » voi. V., pagr. 46 B. - Ignoti Civis Ba-
Rfxsis: Ckì'onicott, in « mlrat: op. clt. » voi. V., pag. 154, col. 1 C.
Neir anno terremoto grandissimo in tutta la Puglia, ove furono di-
strutte torri, castelli e case.
Secondo il Chranican S. Stephani in rivo mari» sarebbe stato dan-
neggiato pure il convento di S. Stefano, posto neirAbbruzzo, ed anche
la città di Vasto : ma detta cronaca, come riferisce il Mercalli (Le no-
tizie iisma-vulc, ecc, pag. 6) è apocrifa.
;99] 1095. Gennaio 14 e 18. Beievento.
e Apooci : Catalogo, eoe. I, pag. 889 ; n, pag. 896.
Al 14 gennaio grande terremoto, che replicò quattro giorni dopo,
con rovine in Benevento : ciò secondo V Annalista di 8. Sofia, ripor-
tato dal Di Meo : il Samelli non ne fa menzione.
[ IGOj 1095. Settembre 10 ? Veneto.
(ftjsBAN A.: St, sis. ecc., pag. 17 - perrey a. : Tremai, penis. ital, ecc., pag. 120.
Il Golran, con 1' autorità del Della Corte, dice che nel 1095 Verona
insieme ad altre città restò quasi del tutto deserta ed abbandonata non
tanto per la morte de' suoi abitanti, quanto per la fuga di essi, causata
dalla fame, e da un grande ed orribile terremoto che sulla fine del-
l'anno afflisse molte città. Questa notizia credo si collegbi con quella
riportata dal Perrey, che cioè nella notte del 10 settembre 1095 (o 1096)
fa sentita in Venezia una fortissima scossa.
[101] 1104. Gennaio 3. Parmense.
fftromeon Parmense^ in « muratori: Rerum, itaì. script. » voi. IX, pag* 759 e.
Terremoto grande nel Parmense.
[102] 1104. Aprile. Li^nria.
MiiNuu B. B. : Liguria ùccidentale, pag. 25.
Neir aprile In Liguria terremoto con rovine e vittime.
103] 1106. Venezia.
A. Dakih'u : ChroHicon, In « Murat. : Rerum, ital. script. » voi. xil, pag. 260 D. - M. Sanoto
Mte de Duchi di Venezia^ la « Murat. : Op. cit. » voi. xxil, col. 483 A.
Nel marzo in Venezia un terremoto grandissimo rovinò molte chiese
[1106-1117]
!. Il Castellini (Storia della città di Vicmza, ivi 1783, voi. V,
ce che * si per il terremoto che per le inDOndazioni del
jravvennero, rimase quasi sommersa la eittft di Malamocco. »
nella Bua Storia documentata di Venezia (voi. II, pag. 23-24,
4) scrive « il mare, come bcobso dal sno fondo penetrando
tutti i porti e le aperture delle lagune superava i lidi e
lava... Tante case rovesciate, tanti fondaci guasti. Un' in-
lomparve ingoiata dai flutti, l'antica Malamocco.... > : ciò
I dal libro di Fiiiasi sulle procelle.
crittori, ed il terremoto e la conseguente innondazione —
comprende bene se sia con il primo connessa — 11 mettono
tri nel 1105 ; io li ho posti nel 1106, seguendo la cronaca
' pi& sopra citata.
4. ■ TIt«rb«.
Irem., pag. iói.
11 Bardi nell' anno sì senti in Viterbo un forte terremoto
I grandi rovine. Noto che il Bubbì (Itt. della città di Vi-r
le parla.
4. Bellinese?
''ulc. e feti, nufc-, pag. Sii.
Ili, citando il Trautwein (Mittheil. d. d. und.-Oetter. Al-
<), ricorda un terremoto fortissimo avvenuto nell' anno. Ciò
be con quanto scrive il Piloni — riportato da Fulcis e Tara-
1 geol. della prov. di BelluTW, pag. 204) — che dà notizia
sismo disastroso avvenuto in Belluno appunto al 7 gennaio.
le Silvestro Castellini (Storia della città di Vicenza, Tom. V,
■i 1783) ricorda un terremoto disastroso nel Trevigiano nel
il Bonito (Terra trem., pag. 454) con 1' autorità del Sardo,
ì un terremoto sovverti castelli, ville, chiese e monti nella
tina. -Tutte queste notizie hanno errata la data annuale e
o certamente al grande terremoto lombardo-veneto del 1117.
7. Gennaio 3. Lonbftrdia, Veneto.
trem., pag. 456-66 - Ooiban a.: Storta sismica ecc., pag. Il - Malvasia-Ds
imenit, ecc., pag. a - Pjoveke; Cronaca deiUrr. di Vicenia, pag. 47-W - Ta-
;lcisJ : Carla gtol. prov. Belluno, pag. 3<M-5 - Bertrand B. : Uemoire sur Im
;, "lO- Annale» CremoiieiiMi In • Pebtj;! Ifotitim. Sertii. Hfst. » Script, Voi. XViii
BONIFACIO 0. : //Istoria Trlvinmm, Trlvlgl MDXCI, pag. 145 - Bobsi: Btstretto
ad tao del Ptareiiitnl, Piacenza UDCCCXXIX, pag. lBl-<5 - Calvi D. : KP'e-
o-profana di Bergamo, Milano Iffie, voi. I, pag. 20 - IO. Capsom): Notizie fi-
t cHÌà dt Pania, Ivi ItfTS, pag. 42 - Castellini a. : Storia delia città di Vicema,
■n-v, pag. 191 - cavbiolo w. b.; Delle l/i$lonedfila città di Brada, fag. Si -
[1117] 23
Campi p. li. : Dell" Aistoria ecclesiastica di Piacenza, ivi MDGLI, voi. l, pai;. 19$ - Oks-
N'ARI o.: Annali della città di Padova, parte n, pa?. 120, Bassano MDCCXylv - Giulini G.:
J#^JN. spett. alla st. al gov. ecc. di Milano^ ivi 1855, II ediz., pag. 54-55 - Oiarblu F. :
Storia di Piacenza, ivi 1889, voi. I, pag. 101 - Manin i L.: Mem, star, della città di Ore-
Mona, ivi 1819, voi. I, pag. 200 - Muratori L. A.: Ann. d'Italia, Milano MDCCXLIV,
voi. 6, pag. 384-^6 - Odorici F. ; Storie Bresciane, voi. IV, pagr. 228-29, Brescia 1855 - Or-
bato 8. : Uist. di Padova, ivi 1678, pag. 28&^ - Palladio C. F. : Bist. della prov. del
FriuU, voi. I, pag. 169 A., Udine MDCLX - boncetti G.: Mem. star, della città e eh, di
Bergamo, ivi MDCCCVii, voi. ni, pag. 36 - Rovelli : Storia di Como, parte U, pag. 120.
Milano MDCCXCIV - Sanuto M.: Vita de', duchi di Venezia, in « Muratori: Rerum,
ital. scnpt. » voi. XXII, col. 4« C.
Tutte le cronache, e quindi le storie municipali deli' Alta Italia, ri-
cordano un fortisBimo terremoto sentitosi circa le 3^ della notte del
H gennaio 1117, per il quale moltissime città, paesi e castelli ebbero a
risentire gravi rovine ed immensi danni.
A Venezia il terremoto fu grandissimo ; in Cividale del Friuli cadde
gran parte delle mura poste verso mezzodì, con due torri ; V intera
provincia di Udine ne fu agitata : in Treviso fn abbattuta gran parte
delle mura di occidente con due torri e molte case.
A Belluno si ebbero danni simili : a Padova cadde la Basilica di
S. Giustina e rovinò interamente la cattedrale il cui campanile però,
sebbene lesionato, rimase in piedi, come si leggeva sopra una lapide
collocata su di un pilastro, stata posteriormente distrutta : Me terrae
jérimo nwtus $ubvertit ab imo.
In Verona cadde una porzione delle mura, e rimasero diroccate
torri, campanili, comignoli di camini ed il recinto dell' Arena detto
e r Ala » : a Bologna precipitarono molte case : a Parma una gran
parte del vescovado : a Brescia edifici e torri, e cosi pure a Cremona
ove, fra le altre costruzioni che furono demolite, fuwi la Cattedrale;
in Milano molte case e chiese rimasero abbattute, causando numerose
vittime ; cadde anche la torre sotto cui si adunava il patrio consiglio,
uccidendo tutti gli adunati, uno solo eccettuato.
A Monza ed a Lodi, il terremoto fu pure assai violento ; a Pavia
molti fabbricati e parecchie parti delle mura furono abbattute. È pro-
babile che per questo terremoto soffrissero danni anche Como, Ber-
gamo e che in Piacenza rovinasse in quella congiuntura la Cattedrale,
^ia(!«hè fu rifatta dopo poco tempo.
11 Bertrand aggiunge che nel 1117 (senza data mensile) in Svizzera
fu sentito uno dei più violenti ed estesi terremoti, per il quale furono
rovinate case e castella in diverse località: ho riportato questa notizia
]»erchè si riferisce certamente al terremoto che sconquassò gran parte
(ieir Alta Italia.
Durante una mezz' ora il movimento del suolo fu quasi continuo e
por circa 40 giorni si sentirono moltissime repliche. Ai gravissimi danni
[1117-11201
3ni telluriche si a^^iaoBero qnelli causati da in-
, piuttosto che ad effetto di terremoto, io ascrìvo
dell'Adige e del Po, ricordata da vari storici e
feriscono che in tale occasione, per la violenza
oltre alle solite fenditure del stiolo, all' Intor-
Ielle fontane, nn intera città, sia stata dal Ino^
Ita ad un altro poco distante,
ne non certo piccola che racchinde tale notizia,
lerve ad attestarci che, per effetto del violento
) grandi sconvolgimenti nel saolo : anzi è pro-
nte narrando i cronisti, come la località in coi
itt& poco disiasse dal primitivo posto, il feno-
frande scivolamento di terreni saperflciali, av-
irealpina o collinesca, come si è verificato in
sismi disastrosi,
e dei cronisti da me consultati fornisce circo-
su questo fenomeno, il quale credo si riduca a
« s'aperse nn monte verso il luoco di Avedana
I, sepelcndo sotto di sé un grosso villaggio, con
ritrovorno ». Il Gpmbruzzl poi ricorda il
, il Merclano, e quelli delle ville seppellite, che
MontecasBin* (Caserta)
ai S. Germano, pa? . 100.
(che segue l'Anon. Casslnese) l'Abbazia nel-
ì scossa da terremoti i quali non le causarono
recarono al vicini paesi di Alvito, Coccorusso
osti (Storia della Badia di ilonUcassino, voi. II,
pone nel 1U7 e li descrive con le stesse circo-
mise a conquasso e disertò la Badia e tutte le
a : quelle di Cornino [ora Alvito], Cocartizzo e
case crollate e gente non poca uccisa ».
Larii»? (Campobasso)
tccla. della dita e delta diocesi di Larino, Boma MDCCXLiv,
:nBe nell' anno frequentissimi terremoti causa-
.arino, ove furono sentite anche venti scosse in
le questa notizia si riferisca invece al terre-
[1125-1140] 25
109] 1125. Ottobre 11. Benevento.
D^ SHONARA p. : Trait. univ. ecc., pag. 104-5 - Falconis benev. : Chronfcon^ In «Murat.: Eer.
i/al. 9tript. » voi. V, pagr. lof, col. 1 e 2 - pbrrklla a. : L'antico Sannio, pa^r. 330, Isemia
1890 • p. Saknelu: Mem. cron. Vesc. ed Arciv, ecc., pagr. 9B - tri a q. a. : Mem. st. civ,
ed eeeL.. di Larino, ecc., pag. L^i^ - vìpera m. : ChronoU Epis. et Archiep, ecc., pag. 103.
Nella notte dell' 11 ottobre un terribile terremoto in Benevento fece
abbattere quasi totalmente le torri, i palazzi, gli ediflcii e le mura
della città. In quella notte istessa alla prima scossa successero altre tre
0 quattro repliche, ed al mezzodì del giorno dopo se ne ebbe una nuova
fortissima. Nella regione Frentana e Sannitica si propagò in modo egual-
mente terribile , e Larino risenti gravi danni : tra i luoghi di questa
diocesi restò distrutto il monastero di 8. Felice : fu pure danneggiata
la facciata della cattedrale di Termoli (^). Le repliche durarono per 15
giorni.
[110] 1139. Monteeaisino.
M. Boxrro : Terra tr.^ pafir. 471.
Il Bonito, con V autorità dell' Anonimo Gassinese, scrive chje nel-
Tanno a Montecassino si sentirono scosse molto Intense.
Ili] 1136. Liguria.
HiacALu G. : / terr. delia lÀQuria ecc., pa^. ^ - anonymi mon. Cass. : Breve chrotiicoti, in
« MUBAT. : Rerum, ital. script. » voi. v, col. 2 A - Domno Alberico : Chronol. In « murat.
Op. clt. » voi. V, pafiT. 141, col. 2 B.
Neir anno terremoti grandissimi. I citati cronisti li riferiscono al-
l'anno 1135, ma siccome dicono che avvennero mentre Lotario entrava
in Liguria, il Mercalli li riporta giustamente al 1136, anno in cui detto
imperatore venne in Italia.
fll2] 1139. Gennaio 22. Benevento.
Faloonis BfiNBv. : ChronicoHyìn « Mlrat.: Rer. ital. sciHpt. » voi. v, pag. 131, col. 1 B - Sar-
NKLM p. : Mem. cronoL dei Vesc. ed Arciv., ecc., pa^. 94.
Al 22 gennaio « al primo canto dei galli » terremoto grandissimo
che parca, soggiunge il cronista, volesse tutto distruggere. Alcuni lo
ritengono avvenuto nel 1140 ed altri nel 1138.
;il3] 1140. Febbraio 1. Siracnsa.
IIo.\oitore: Istar. cronol. dei terrem, ecc., pag. 304^.
Terribile terremoto che atterrò la cattedrale mentre vi si ufficiava,
il) secondo 11 Chronicm S. Stephani in rivo niaris, come dice 11 Mercalli fu notizie
iwrto-rulc, ecc., pag. 7) nelle isole Tremiti prima del terremoto « multos i^nos ex piiteia
Bulphurels terra evomit »: detto 8CUOtiii\ento avrebbe inoltre recato danni al monastero
di 8. Stefiino posto neU' Abruzzo. Ma tale cronaca fu dimostrata apocrii^.
[1140-1160]
Qccidendo tolti qnelU che in essa erano accorsi. Fu sentito in tatta la
Sicilia.
Variano gli antori nell' assegnare la data di tale parossismo : però
dalla circostanza che tatti concordemente affermano, che cadesse il
, raccolta la gente per gli oflSci sacri, si deduce
ti dai vari cronisti come avvenati nel 1070, 1071,
4, 1099, 1100, Ilio, 1130 e 1148 si ridacono ad
fecondo il citato Uongitore, quantunque sieno i
li che lo riportano al 1086, non si può accettare
mdo stata la Sicilia per oltre due secoli sotto la
i dei saraceni, non era libero in allora il culto
ta solo libera nel 1005, allorquando nell' ottobre
jero, come narra Gaufrldo Mal.-iterra, autore sìn-
ini a questo precedenti non poteva esservi tempio
i divini uffici, né poi è verosimile che già nel
e rialzata la cattedrale caduta per il terremoto.
to fortissimo (vatde magnue). Il Pilla (Relaz. de
>! P&S' 100) lo "pone nel 1141.
n terremoto fece gravi danni a Firenze.
Hoileeusino.
UL'BATOKi : Op. al, • voi, V, pag, 66, eoi. a A.
:osse fortissime. .
Benevento.
, pag. 381.
do r Arcovito ed il Moroni, dice che in questo
Qto ed altrove in Italia un terremoto rovinoso, il
Se dal Samelll (Lettere eccl., voi. Ili, pag. 108),
indo ».
1,5.
UI'I
le terremoto nel circondario di Fresinone, a Cec-
eroU, ove allora . si trovava il . pontefice, di cui
[1163-1169] 27
parla la croDaca citata. Replicarono fortisBime BCOBse al 14 gennaio
del 1161.
Il Bonito (Terra tretn,, pag. 484) pone i due terremoti nel 1161-62.
[119] 1163. Sicilia.
MoNorroEs A : Ist. cronol, de terr.^ pag. 963. - Bonito: op. cit., pag. 497,
Secondo il Bardi ed il Bonito, la Sicilia fu travagliata da molte e
veementi scosse.
;i20| 1168. Gennaio 10. Pisa. .
Pilla l.: Istoria del tremuoto, ecc., pag. 197 - boncioni r.: Dell' istorie Pisane, pag. 855,
Firenze, 1814.
Un terremoto oltremodo gagliardo con fortissima romba, scosBe tal-*
mente la città ed il sobborgo « Chinseca » che si ebbe pericolo della
sua distrazione.
[121] 1169. Febbraio 4. Gatonia e Siracnsano.
MaNorroRB A. : Istor. cronol. dei terr,, ecc., pag. - Sciuto Patti c. : Contrib. alla si. dei
terr, in Sicilia, pag. 15-17 (estr.) - Da Sbcinara f. : Tratt, univ, ecc., pag. 106-7 - Ro-
MrALOi Salernitani : Chronicon, In « Murat. : Op. cit. » voi. vii, col. 209 B-210 A - D. Spanò
B0LAN1 : Storia di Seggio Cai., voi. i, lib. 8, cap. 5, pag. 151, Napoli 1857 - fiore g. : Della
Calabria illustrata. Tomo i, pag. 286, col. 2, Napoli 1G91.
Al 4 febbraio circa nn' ora di notte, mentre nella cattedrale di Ca-
tania si ufficiava, si furiosamente fa scossa la terra che precipitò la
chiesa : tutta la città fd distrutta e sotto le rovine rimasero morte 15000
persone. Lentini fa abbattuta fin dalle fondamenta e cosi pure molte altro
città e castella dei Catanesi e dei Siracusani.
Fra i fenomeni più rilevanti che furono causati da questo immane
scuotimento ricorderò che il mare a Messina dapprima si ritirò ' dal
lido per poco dopo rovesciarsi su di esso, sorpasnando i suoi limiti e
bagnando anche le mura della città.
A Siracusa — che, secondo V A. della Cronaca Pisana, citata dal-
l' Ugbelli, rimase per metà distrutta — la fonte Aretusa divenne tor-
bida e salata, ed un'altra per lo spazio di due ore circa non diede acqua
e poi erompette con un impetuoso getto di color rosBiccio.
Secondo il Falcando, autore sincrono, la scossa fa violentemente
sentita in tutta la Sicilia ed anche in Calabria.
[122] 1169. Ottobre. Pistoia.
F. M. FIORAVANTI : Mem. istor, della citta di Pistoia, Lucca MDCCLvm, cap. xii, pag. 194 -
M. A. Salvi : Delle historie di Pistoia, ecc., Roma mdclvi, parte n, lib. Il, pag. (KV97.
Specialmente nel mese di ottobre si sentirono continue e forti scosse
che durarono otto giorni, e portarono grande panico nei cittadini, 1 quali
ai aspettavano da -un momento all'altro di restar sepolti sotto le case.
[U70-llfi4]
:iu 9.
n • UuRjtTORi: Btruat Ital. teripl. >
terremoto violentiBsImo abbattè parecchi mari della
jf. BcOBse dararono abbastanza forti par circa dieci
ronista euccitato riferisce che in tate spazio di tempo
ano da per se.
to 17. B«ligM.
lu. In < ML'BAToni : op. elt. > voi. xviir, pag. Sia.
rande terremoto.
Ariano, Napoli.
[, 'fiog. 310; II. pag. «ffi-PEHREv A. : Trtmbl. penins. Hai., pag. \3-
Ito che distrasse una gran parto di Napoli. Ariano
la voragine. Il Bonito non ne parla : è molto dobbìo.
to 15. Qeavva.
uà, In « Hi'RATORi: op. cU. » voi. V, col. 356 D • CaNobBiO : Tùp.
il. di Bei'ova. Ivi Wm. vag. 1^ - Bonito : Terra Ir., pag. 493.
noto fortissimo (maximua) mentre si celebrava il
inzione. Il Canobbio, togliendo la notizia dal Giasti-
iBttino del 14 agosto e dice che fu molto grande.
IkI Bonito, ricorda che parimenti Lodi fa dal terre-
a : ma dì ciò non parla l' Agnelli nelle sue notizie
oti lodigiani spesso citate.
•UH da Ctreta, pubblicati dal Petz, ricordano come
detto anno si facesae con molto strepito sentire in
bardia e specialmente in Verona nn violento terrc-
nare molte case e cadere l'ala dell'Arena. Il Mura-
1184 ed il Bonito, seguendo Sigonio, nel 1185, nel
1 pure il Tatti (Gli Annali Sacri della città di Como,
ig. 499, § 105, Milano 1683). Nolo che il Bonito, se-
scrive che fu nel 1183 rovinata gran parte della
che però non trovo citato da altri aatori locali.
:io 2i. Vallo Cosentln» (Calabria).
VEti : Mon. kM. tìiTia. » Tomo xix, pag. 819 • D. 8pan<> domni ;
voi I, pag. Ijl, Napoli IrtTI.
oto per tutta U Valle del Cratì. Rimasero diroccato
[1184-1198] 29
molte chiese e fl'aiiati e spaccati molti monti. Gravissimi danni subì
Cosenza, che ne'rimase quasi distratta, talché secondo il Rossi (Stòria
de terrem. di Calabria ecc., pagf. 23) i pochi cittadini scampati la Tol-
lero riedificare più verso oriente, salia sponda del Grati. A Seggio fu
sentito fortemente.
Alcuni, fra cui 11 Grimaldi (Dsscriz. dei terr. ecc., pag. 51) e TAr-
covito (Mem, dei fenom. mei. 1841^ pag. 29) lo pongono nel 1181. Il
Perrey (Trembl, penins. JtoZ.^ pag. 12) sul principio dell'autunno
dei 1186.
i129] 1191. Sidlia.
A. MoxGiTORB : Istor. crottol. dei terr. di Sic., pag*. 374.
Secondo il Bardi, In quest'anno 1 terremoti afflissero la Sicilia.
:idO] 1192. Ar«ut.
FvRCLu P. : Ann. ovp. mem. istor. d'Arezzo ecc., i>ag. 13.
Grande terremoto in Toscana : la città d'Arezzo fu in gran parte
atterrata.
|131] 1194. tìaleaU (Firenze).
RsfKTTi F. : Dizionario Qeogr, Fis. Stor. della Toscana, voi. il, pag*. 370, Firenze 1835.
In questo anno fùvvi un grande terremoto ricordato dalla seguente
iscrizione posta sulla facciata della Chiesa Battesimale di S. Pietro in
Bosco : Hoc opvs est actvm post partvm Virginis factvm. Anno milleìio
centeno qvarto iwm nongeno* Ind. XII .... et eodem anno terremotvs
magni fuervnt in partibus istis,
[\%2\ 1197. Brescia, Genova, Lodi.
Bonito: Terra trem., pag. 48S-1I9.
lì Bonito, citando Rutilio Benincasa, ricorda un terremoto che fece
rovinare gran parte di Brescia, di Lodi e di Genova : e dall' Endelechia^
dopo aver accennata la catastrofe di Brescia, aggiunge che le altre due
città patirono parimenti per terremoto. I fenomeni saranno stati con-
temporanei ? — Noto però che rAgnelli nelle sue notizie sui terremoti
lodigiani non ne parla. Siccome poi né il Caffaro, né il Giustiniani re-
gistrano tale terremoto, il Mercalli (J terr. di Liguria, ecc. pag. 22;
dubita che le notizie date riguardino i terremoti o del 1182 o del 1222.
133: 1198. Pozzuoli (Napoli).
». M4XZKLLA: Sito et Antichità della Città di Pozzvoìo, ecc., paj?. 15, In Napoli 1(()6- P. Sar-
sKLU : Guida de" foreetitri curiosi di vedere.., le cose più notami di Pozzuoli, ecc., Na-
IioU MDCXCI, paff. 8t.
La Solfatara fece una grande eruzione lanci^^ndo proietti che dau-
» [1198-1222]
aegglaroDO tatto il paese, e nello stesso tempo in Pozzuoli si sentì nn
forte terranoto che lesionò tatti gli edifici.
. l_lEt4] 1198. Sieill».
liloNarròHB A. : Iilor. eronol. ecc., pag. 8^^
JfeU'apno terremoto fortissimo.
■.OttMUfti fiùmaenoBoe, in • uuhatoiii: Rerum Hai. script. * voL vii, col. SU e.
Nell'anno terremoto fortissimo.
(136] 1205. Sicilia.
UONOCTOiiB A. : op. clt., pag. tm.
Terremoto con grave danno : ciò secondp il Bardi.
[l?r| 1212. VeauU.
A. Pekrey: Trtmbl. pm. Itat., pag. la.
A Venezia terremoto che rovinò delle case : ciò secondo Von Hoflf.
[138] 1816. aennaio 4. ''WlU.'
a:uuNi O.: Uetn. tpett. alta St. al eoe., ecc. ai llilano. voi, iv, pag. 329, uilano 18SS.
Terremoto per tutta Italia.
' SaUaeo (Bomaì.
Terremoto che rovinò del tatto U Monastero di S. Scolastica.
[140] 1282. Dicembre 25. Alta Italia.
BOMTO ìt.-. Terra Irem., pag. SOj e aeg. - Ualvasi*-De Rossi : Documenti ecc., pag. S- pio-
vene: Cronaca del Urr. a Vicenza, pag. ìA - Afro P. : Storia della atta di Parma. Ivi
ÙDCCXCllI, voi. IH, pag. 116-n - Annaltì Brurietua, lo ^ PertI: ìlonum. Oertn. Mal.-
voi. XViii, pag-, 8W - Annate» Veronemes, In « Perti: op. clt. » voi. XIX, pag. 6 - Bo-
NiPAcao Q.: /fU(. rrfii(0<ana, Trevle'l:UDXCi,'Pag: 230- Calvi d.-. Bftm. taera-prof.
di Bergamo, Milano 1677, voi. Ili, pag. 158 ■ C^^tyi p. m. : Dell'HUt. KClet. di Pfaceiiza.
Ivi MDCLI, part, U, pag. IO - Campo A,: CrfwoMfl/frfM.t. c/«(i «/wfr, Milano MDCxi.v,
pag. 48 - Canorbio a. B. : Topogr. jliira della città e del contorni di Qenova, Ivi liw.
pag. 155 - CAVRtoi.o H. : Delle HlSt. Bresciane, fireecla MDLXXXV, pag. M - Dondi a. :
Nollt. ttof. ed artist. del Duomo di ìlodena, Ivi 1016. pag. aóS-IiS - Qhilim ; Annali di
.ile»tandria, Milano 16i1«, pag. %- ai!iRARi>*cc[ : Dell' f//it. di Bologna, i\l ìWì, partii.
pag. 14-i - oauNi : ifem. tpett. alla al. al gov. di Milano «se., ivi 1835. tom. iv. pagine
2WT9 - ìlemorlalt poleitatum Seaunstum, In • muratori ; JJw. ilal. script. » voi. vni,
col. 1104 E - MVHATOIU L. A. : Aiiìi. d'Italia. Milano MDCC-VLIV, voi. VII, pag. m-T3 -
- tn-tn 8. : Ann. della citta di Bologna, Ivi IWO, voi. I, pag. Sii - Nccolio a. : HUt. del-
rorig. et antica, di Rotfgo. verona UDI.XXXII, pag. fl7-9« - Oborici P. : Storie Bresciane.
Brescia 1K36, tomo V, pug. aiS-l l - palladio : Hlst. della Prov. del Friuli, Indine MDCLX.
parte I. pag 820 B - Pancikoli : St. della citta di B'vglo. ivi li*IG, pag. 165 - Giarelli P. :
Ut. di l'iareiiza, ivi IsmO, toni. 1, pag. S".'».
Questo grande terremoto, sentito circa il mezzodì del 25 dicembre
in tutta l'alta Italia, spiegò a quanto pare la sua massima intensità di-
[1222 - 1223] 31
stmttiva nei dintorni di Brescia: in questa città e nei Inogbi a lei
circostanti le mura, le torri furono conquassate fin dalle fondamenta,
le case diroccate, le ville rovinate : si fanno ascendere a 10.000 il nu--
mero delle vittime. Molti edifici furono pure rovinati in Cremona : a
Bergamo caddero alcune torri e più di cento case con la morte di circa
otto centinaia di persone. A Milano le scosse devono essere state ' ab-
biistanza violente perchè la popolazione pensò di abbandonare per una
settimana le case. A Bologna molti edificii furono guasti ; molte case e
torri andarono in rovina a Modena, a Piacenza, a Parma ed a Reggio.
A Verona il terremoto incusse grande panico, e fece cadere i castelli
di Marano e di Lasize sul Garda; Vicenza ebbe abbattuti molti fabbri-
cati e pianse parecchie vittime : in Rovigo fu - rovinata la maggior
parte della Chiesa di Santa Giustina^ per la cui caduta molti vennero
ft^riti. Diroccarono gran numero di case e parecchi palazzi anche in
Treviso causando molte vittime, anzi il rovinìo della Torre de' Tem-
pesta fracassò molte case e parte della Chiesa di S^- Giovanni del Bat-
tistero. A Genova la scossa fu si veemente, che la- città fu in pericolo
(li estrema rovina (*) : anche nel Friuli si propagò con notsvole in-
tensità.
Per circa un paio di settimane si ebbero repliche più o meno forti,
«' molte altre fino air 11 gennaio deiranno dopo.
141] 1223. Regione Gargaiiica (Foggia).
BvhvTTA M. : Sulì'athr. sisfn. nella Capitatiatat paff. 7 (est.) - Manicone: Fisica Appulo
OarganH:a, voi. 1, pag. 110 - MoRfrni D. : Escursione sclentfjlca al Gargam, pag. 25 -
Si.RNia.Li P. : Crotìologfa dei Vescovi ed Arciv. di Siponto, pag. 204.
Il Samelli ricorda che nella quaresima del 1223 vi fu un orribile
terremoto a Siponto (presso l'attuale Manfredonia) per il quale la città
fu interamente abbattuta, essendo rimaste in piedi solo poche case. Il
Manicone aggiunge che furono pure distrutti Vico Garganico, Sfilesi,
Santa Tecla (') ed altri villaggi : quest'autore, citando S. Agostino {Cro-
nici, para III), ricorda- che a Vieste non si ebbero a deplorare morti,
«quantunque molte case siano rimaste screpolate o sconnesse. Secondo
il Moretti nel 1223 si sarebbero pentite frequenti e terribili scosse nella
regione garganica, con grave pregiudizio della cospicua città di Siponto,
la quale poi, da una nuova e più terrìbile commozione del suolo, sa-
rebbe rimasta distrutta nel 1225.
1 U oott. O. Martini, citato dal Mercalli (/ terr. di Liguria ecc., pajr. 2:J) ritiene che
molti del niinieroHi pontoni od archi, che si osservano in Ta^'trt:i t,'etlatl tra casa e casa
lier sostenerle, rimontino al terremoto del 12->2.
* Questi vlllagjrl ora più non esistono : 11 primo era situato tra Monte S^ Angelo q
iHjwhlci, raltro fra Vieste e Manfredonia, in \lclnanza al mare.
[1223 - 1228]
» del 1225 non 1*6 trovato accennato da alcnno de^i
consaltat), quindi la catastroTe di Siponto io 1' ò posta,
lei Saraelli e del Manicone, antoii accnratiseimi, nel 1223.
la riferisce pare il Moronl {Dizion. di Erud. ecc., voi, C,
\priie 21. Breieia.
itfedeim. città uitutnUa ecc., Vllano VDCxLV. pa^. <0 - pehbbv a.:
ItaL ecc., pBg. 12.
izzanotte del 21 aprile fortissima scossa a Cremona : tatti
sventati ascirono dalla clttft e non rientrarono cbe dopo
llcbe : cosi il Campo. Il Perrey aggiunge che Brescia
anni.
Regine Strgailei (Fog^a).
togtvjta Qtner. del prom. earganteo, Napoli IBSe, pac- 133.
Alpi HaritllHe.
eoe > script, tom. U.
0 dell'anno terremoto disastroso nelle Alpi circostanti a
Pro/enza: sotto alle rovine di gran parte degli edifici
cinquemila persone. Ne parlano il Sabellico, ìl Platina
ti. Alenai lo mettono nel 1225 (Bonito), altri nel 1231
iìl) ed il Prost nel 1205.
Uano 18 (circa). Italia.
1 : Soettmentì ecc., pa(. t.
marzo in Italia scosse fortissime.
Luglio. Ischia.
MAN. : ChronKm ecc.. In « Huii:itoii[ : Jt^m» Ilal. teripl., voi. vir, col.
UAQ.: r mia 4' Ischia ed il tcrr. ecc., nag. 16 (est.)
citata ricorda che nel mese di luglio mona Itclae sub-
peruit in caealibda sub eo deghitea fere teptingento» ho-
)ueste parole si accenna ad un grande flranamento di
Epomeo — il monte d' Ischia per antonomasia — ma 6
3, osserva il Mercalli, cbe ci& sia stato causato da un
[uale pare accenni il verbo tubvergu» ett, tanto più cbe
emoti ischiani (1302 e 1883) furono accompagnati da
ioti: è pare probabile, secondo il citato autore, cbe 11 di-
duto in vicinanza della parte più atta di Casamicciola,
[1229 - 1242] 33
perchè ivi 11 fianco dell' Epomeo mostra ancora le traccio di antichi e
grandiosi scoscendimenti.
147] 1229. Bologna, Roma.
MALVA.S1A- dk Rossi : Documenti ecc., pag. 2 - Bonito M. ; Terra trem.^ pag. 51S-U.
Il Bardi ed il Morigia, citati dal Bonito, dicono che in Italia nel
1229 8Ì ebbero terremoti grandissimi; Malvasia-De Rossi riportano la se-
guente notizia tolta da memorie mss. del Ghiselli « 1229. Qui [in Bologna]
in quest'anno un grandissimo terremoto che durò per molti giorni con
rovina di molti edifìci particolarmente nella campagna di Roma...»
Non credo che un unico terremoto abbia danneggiato Roma e Bologna,
avremmo di certo avuto notizia di qualche punto intermedio : quindi
i fenomeni sono stati certamente ben distinti.
[148] 1230. Aprile 5. Reggio Calabria.
FIORE 6. : Della Calabria illustr., tomo i, pag. 286, col. 2.
Dal l*" al 15 marzo si sentirono dei rombi in tutta la Calabria ; al
5 aprile scossa fortissima a Reggio.
[149] 1231. Giugno 1. MontecassiBO.
PiLiJi L- : Relaz. dei trem. ecc., pag. 100 - Bonito m. : Terra trem., pag. 517-18 - Baglivi g. :
Op. omnia, pag. 520 - Moroni : D(z, a*Erud. ecc., voi. XLVI, pag. 174 - Perblla a. : Bf-
f emende deila Prov. di Molise ^ isernla 1880, voi. l, pag. 854 - L. tosti : st. della Badia
di Montecassino, voi. Il, pag. 202, Boma 188P.
Riccardo da S. Germano nella sua cronaca ricorda che verso il
mezzodì del V giugno un gran terremoto afflisse S. Germano, Monte-
Cassino e luoghi vicini. Le repliche durarono per oltre un mese. Dal
monte che sovrasta S. Germano si staccarono in tale occasione molte
frane e le acque delle fonti si intorbidarono. Produsse danni notevo-
lissimi alle chiese, alle case ed alle torri : si propagò da Capua fìno a
Roma, ove (nello stesso tempo ?) cadde parte del Colosseo. In provincia
di Molise non causò danni scrii.
,150' 1234. Dicembre 25. Ferrara.
K^^tneride Astrologica Istortca di Ferrara, Ivi 1749, pag. 195.
Al 25 dicembre grande terremoto in Ferrara.
1511 I5?45?. Ottobre 24. Vicenza.
A. (JoDi : Chronica, In « Muratori : Rer. ital. script. » voi. viir, col. 86 C. - Castki.lim S. :
iUoria della Città di Vicenza, Ivi 1781, voi. Vili, pag. 119.
11 Godi ricorda che sulla sera del 24 oltobre in Vicenza fuvvi un
fH'andissimo terremoto, il quale invece, secondo il Castellini sarebbe
avvenuto due anni dopo nel dì istcsso. Tale coincidenza di data nien-
Baratta : Terremoti ecc. a
34 [1243-1248]
Bile ci dimostra che le dae notizie si riferiscono ad nn unico fenomeno.
del qnale ò accettata quella del cronista e non l'altra offertaci da tin
8. Sellerò (Arezzo).
'epolcro, pag. 16.
0 incnsBe grande panico.
Lacca.
ecc., Lucca IBW, voi. i, pug. 32,
m tre terribili scosse fecero balzare la popo-
piirea che le case e le torri dovessero cadere.
Nardi (Lecce).
TOBI : Rer. dal. script- • voi. xxiv, col. BBl e - BBS A.
fracassA la chiesa e fece molti danni. Secondo
rcalli (Le notizie sismo-vulc. ecc., pag. 8) la
Tte compilazione posteriore e nel resto di poco
1 spesso falsa ed erronea nelle date : aggiunge
se detto terremoto fu grande, come sì asse-
ceuno altri cronisti del tempo, mentre iiesBuno
i in Italia nel 1245 od anni prossimi.
Spaleto (Perugia).
' ecc., Foligno lEn9, parte I, pag. 7d.
fortissimi terremoti scossero talmente la citt&
te case e molte torri.
Savoia.
MERCALLr : / (err. dtlla Liguria ecc., pag. 23.
I. ciuto dal Mercalli, nella valle di Uoriana
listrutti 5 villaggi e vi perirono 9000 persone,
numero di animali.
lUBiiTORl : Rer. 1
)rtisBÌmo.
Napeli?
MTOW: Op. Clt,, • voi. VII, col. UWj D.
poli terremoto grandisBimo : ciò secondo i ci-
nica moderna li à dicUiarati apocrifi, e perciò
[1243-1256] 35
la notizia del toremoto deve essere stata inventata, tanto più che su
ciò nulla dicono i cronisti sincroni.
130^ 1249. Luglio 25. Lombardia,
a Como: L'Historla di Milano, Padoa 1646, pag. 211 - D. calvi: Fffem. sacrihprof,., dt Ber-
gamo, Milano 1675, voi. U, pag. ^1 - M. Benito: Terra trem., pa^. 520 - Goiran a. : ,S^^
sisM, ecc., pa^. 17.
Circa le S*" della mattina del 25 luglio fu sentita in Lombardia una
grande scossa, la quale, secondo il Bardi, danneggiò Milano : a Verona
fu breve e leggiera.
Vedi a proposito di questo terremoto Tannotazione posta al seguente.
;i60^ 1249. Settembre. Reggio, Modena.
BiNiro: Terra trem., paf?. 519 - Memoriale potestaiurn Regiemtum^ in « Muratori: Rerum
itnl. script. » voi. vni, col. 117 A - Panciholi G. : Si. della città di Reggio, ivi 1846, paj?. 193.
In una sera del mese di settembre si senti in Reggio un gran terre-
moto che riempi di spavento la città. Con questa notizia certamente si
collega la seguente riferita dal Bonito, con l'autorità del Baronio, che,
cioè, mentre i Bolognesi cingevano Modena, venne un gran terremoto
il ({uale, con il suo veementissimo scuotimento, fece aprire quasi tutti i
tetti della città.
Queste notizie non avranno forse data erronea e non si riferiranno
al terremoto precedente, cioè, a quello successo al 25 luglio che dan-
neggiò la Lombardia? E ciò tanto più perchè gli scrittori da cui ò
desunto quest' ultimo nulla dicono di quello avvenuto nel settembre.
[161] 1254. Novembre 25. Napoletano?
M. SPINELLO: Diurnali^ In « petz: Moh. Germ. hist. » voi. xvmi. pag. 477 - A. beatillo:
Hutoria di Bari, Napoli MDCXXXvn, pag. 130.
Nei citati Diurnali trovasi scritto che nella notte del 25 novembre
8i sentì nel Napoletano un terremoto : nell'edizione fatta dal Muratori
Rer. ital. acripL, voi. VII, col 1077 C) lo si riferisce al 1253. Il Bea-
tillo aggiunge poi che in Bari per una burrasca orribile cadde nel mese
di aprile, a terra un campanile della chiesa di S. Nicolò. Ho riprodotto
qnest* ultima notizia affinchè non si creda che la distruzione del cam-
panile (del rf»sto accaduta in mese diverso) sia stata operata dal ter-
remoto succitato.
0 già detto a proposito del terremoto del 1248 come poco attendibili
Bìeno i Diurnali di M. Spinello.
^l^j 1256. Roma, Anagnì.
Pérrky : Tremìfl. penins. Ital., pagr. 13.
Scossa fortissima a Roma e ad Anagni : nella prima località suonò
da per sé la campana della chiesa di S. Silvestro.
[1259 - 1269]
me, ìd ■ MusATOM: Ser. (tal, script. > voi. vii, col. 9-& A.
I terremoto disastroso. Non é accenoato dal Mong^itore.
» voi. VII, col. »tà A.
! città e caetella furono scosse da un fortlBsimo terremoto.
7. Aprile IO. Bari?
9ser Mattceo di Oiovenazzo, In ■ I>m : op. cit. > voi. XIK, pae. 491.
rile grande terremoto che fece cadere il campanile di Bari
3. Nell'edizione dello Spinello fatta dal Muratori Della sua
^ione spesse volte già citata (voi. VII, col. 1103 D E), è
1266, nel qaal caso occorre cambiargli data mensile e rìfe-
narzo. essendo accadalo alla domenica delle Palme. Però,
o per II terremoto del 1248, data la falsità dei Diurnali,
ueoo che essere falsa la notizia del terremoto surriferito.
8 o 69. Aneon» ?
OLIOL* : Cronica ai Bologna, In . Ml-ratori : op. clt. • voi. xvlli, col. 281 D -
»K»iiAiiiE.v9ia : Httl. [mp. Somaito-Oermanlc, in • Uvhatobi ; op. cit. • vo-
Dl. 138 C.
eo della Pugliola scrive ■ che In questi tempi [1268] furono
terremoti per modo che gran parte del monte di Ancona
mare ■ e Ricobaldo riporta ciò pure, attribuendoli però al-
to incerto se qui si tratta di fenomeni locali, oppure se le
e Bi riferiscano al terremoto veneto del 1268 o 69 che segue :
ò parrebbe perchè è certo che se questo terremoto fu rovi-
'egione montuosa del Veneto si può essere propagato anche
tlle Romagne ed alle Marche. Ma però si potrebbe obbiettare
aoti d'Ancona sono sempre molto localizzati, acche se iu-
ndi ritenere distinti 1 due fenomeni.
8 o 69. Novembre 3-4. TreviM, F«ltre.
,Vofc lllustr. alla carta geol. della Pr. ai lìfUuaii, pap. 205 - Bonifacio: Hist.
302, i»i MDXCI - G. B. VKftcì : St. della Marca Tvicigtana. voi. I, llb. i, p.-)-
enezla lisi.
mezzanotte fra il 3-4 novembre si senti per tutta la pro-
rcviso ed altrove un terremoto veementissimo che incusse
ore alla popolazione : in Treviso fec(.' rovinare gran parte
to delle monache di S, Caterina; a Keltre cagionò danni
Asolo prostrò al suolo parte dell'antica rocca. Le bcobbc
[1269-1176] 37
furono fortemente intese anche a Padova, come ci ricorda un Monaco
in nna cronaca pubblicata dal Muratori (Monaci Patavini : Chnmicon
ife rebus gestes in Lombardia praecipvs et Marchia Tarvisana, voi. Vili,
voi. 730 E). Tanta fu la violenza del movimento sismico che gli autori
citati ci lasciarono scritto che si staccarono grosse frane dai monti :
alcune delle quali, essendo precipitate nel canale della Piave, impedirono
per qualche tempo il transito degli uomini e degli animali.
1^168] Itl'l. Toseana.
B>MTo M. : Terra tretn., pag. 523.
Nell'anno la Toscana pati per terremoto.
169^ 1273. Basilicata.
M. BONITO : op. Cit., pa^. 523>24.
Il Bonito, togliendo la notizia da un ms. deir Archivio della Zecca
di Napoli, afferma che un terremoto causò rovine io gran parte della
Basilicata, talché Carlo d'Angiò commise al R. Giustiziere di verificare
orli immensi danni per proporgli soccorsi adeguati. A questo terremoto
si riferisce certamente il Moroni (Diz. d'Erud., voi. LIV, pag. 316) il
quale scrive che nei 1268, secondo il Collenuccio, Potenza fu distrutta
da terremoto.
Il Capocci (op. cit., II, pag. 408) poi avvisa di non confondere
((uesto fenomeno con quelli successi nel 1268 e nel 1253 [1254].
17C] 1275. San Damiano (Piemonte).
(^St'OtUca Àstetìsia, In « MunATORi : Rer. ital. script. » voi. xi, col. 1(?3 D.
In un giorno di questo anno, sul far della sera, terremoto fortissimo
a S. Damiano.
171] 1276. Luglio 28 0 29. Milano.
B »MTo M. : Terra (rem.^ pag. 521 - Bosaccio : Le sei età del Afondo, pag. 90- Zerenohi: Di-
srorso del terr. ecc., pag. 21 - B. Corio : VHlst. di Milam, vinegia MDUlll, pag. 136
vereo - (loiRARD.%cCT: DelVHtst. di Bologna, ivi 1597, parte I, pag. 229 - C affari.- Ann.
OrHuenses, llb. IX, In « Muratori: Rer. ital. script.^ tomo VI, col. 566 A.
Nella sera del 28 o 29 luglio al tramonto del sole in Milano e din-
t )rni grandissimo terremoto sentito a Bologna e fortemente anche a
rinnova. Milano pare abbia sofferto gravi danni. Secondo il cronista
Sabbia, citato dalFAgnelli (/ terr, registr, nelle cron. lodig. ecc. pag. 91),
a Lodi e contado fu fortissimo. Lo Zerenghi lo pone nel 1273, ed il
Bonito poi, a pag. 523 della sua Terra tremante, in tale anno, citando
r Endelechia del Gregorio, erroneamente ne ricorda un altro. Al 1276
lo auribuisce infine il Rosacelo. Il Bonito (op. cit., pag. 521) commette
a \ altro errore, giacché, citando il Corio, dice essere avvenuto tale
[1277-1279]
al 29 luglio 1266, mentre il Corio esplicitamente lo attribuisce
isteseo dell'anno 1276.
ÌT3. S. Sepolen (.Arezzo).
tnn. 0 tneia. di Borgo S. Sepolcro, pag. 19.
no un terremoto atterrò molte case.
Sptieto.
del Com. di Spoleto ecc., parte I, pag, 113.
no terribili scosse fecero rovinare molti edifici con mortalità
377. Luglio 20. VurOBt.
'(. sum. ecc., pag. n.
ieta Dalla Corte ricorda che Ball' imbranire del 20 loglio an
10 terremoto scosse Verona : per varie ore si ebbero forti
caddero molti edifici e quasi tutti i comignoli del camini con
mrecchie persone : fìi sentito anche a Milano.
g78. Aprile 7. Frinii?
/ terr. nel Friuli, pag. 193 - Sansovino : Cronico parile, delle cose Satte da i
L app«Ddlce alla • Venezia citta noblUeslma... ecc. • Ivi 1603, pag. 32.
■emoto fortissimo fece rovinare parecchi castelli nei Friuli :
Sansovino in tale anno ne fa sentito uno abbastanza eensi-
i a Venezia.
Ì79. Aprile 24. Prilli.
op. clt., pag-. 193 ' Annaiei Forojulleniei, In ■ Pbtz : ìton. Alti. Oerm. > Script,
pag. aoi - A. DANDUi.i : Chronleoa Venetum. In « Ml-hatohi : Rer. ttal. tcrfpt. •
col. 397 A - pai.lauio i Hist. della prov. del Friuli, tidlDe UDCLX, parta 7,
pascolo del 24 aprile e poscia circa la mezzanotte, due scosse
nel Friuli fecero crollare alcune castella con mortalità di
L Cividale questo terremoto fu rovinoso ; a Venezia fu fortis-
i rinnovò nel di 30. Il Dandalo lo attribuisce però al 1278 :
la notizia del precedente terremoto, avvenuto appunto in
data dal Sansovino, si potrebbe riferire a questo del 1279.
(dio invece scrive che al 25 gennaio si ebbe un terremoto
1 Friuli, che cagionò gravissimi danni e che in Aquileia fece
quasi tutta la Cattedrale. Io credo che si tratti di un unico
perchè ì cronisti pubblicati dal Muratori e dal Petz non
i quello avvenuto al 25 gennaio, ma solo dell'altro accaduto
e : evidentemente l'errore si riduce allo sbaglio della sola data
:iacchè il crepuscolo e la mezzanotte del di 24 potrebbero es-
[1279 - 1281] 39
sere ritenuti come facenti parte del di 25, contando i giorni, come si
osava, da un tramonto all'altro.
177] 1279. Aprile 30. Romagna, Marche.
Bjmto M-: Terra trem., pag. 536 - Guarini: / terr. a Forlì, pag. 6-7 - Conti a. : Camerino
e i suoi dintorni. Ivi 1872, pag. 1(M - icetelli a : Storia di Brisighella e della valle di
Amane, parte l, voi. I, Faenza 1869, pag. 155-56 - mini q. : Marradi, Castrocaro 1892,
pag. 56 - MURATORI: Rer. ital. script., voi. xxil [Annales Porolivemes ecc.) col. 146 B -
Pkbl-zzi a. : Storia di Ancona, Pesaro 1835, voi. Il, pag. 27 - Bepetti e. : Dizion. geog.
,ns. stor. della Toscana, Firenze 1835, voi. n, pag. 979 - Sanzi a. : St. del Com. di Spo-
leto, parte I. pag. 119 - Savini p. -. St. della Citta di Camerino, ivi 1864, pag. 70-73.
A Forlì sui crepuscolo del 30 aprile e poi circa la mezzanotte due
scosse si forti da far diroccare parecchie castella nella regione mon-
tuosa, causando la morte a molte persone : Anche Galeata (Rocca
S. Casciano) ebbe a soffrire danni giacché fu scosso fin dalle fonda-
menta il monastero di S. Ellero. Questo terremoto si propagò per le
Romagne, le Marche e per lo Spoletino recando da per tutto danni
cavissimi. In Camerino rimase diroccato V altissimo campanile di
S. Maria, la torre di S. Giacomo ed un Monastero sotto le cui rovine
pelarono tutte le monache, una sola eccettuata : caddero pure due terzi
dei tetti con mortalità di persone : fu abbattuto un castello nel piano
di Fiuminata (Camerino), anche Castel Raimondo (Camerino) ebbe a
risentire vari danni e cosi pure Brisighella ; parecchi castelli furono
distrutti fra cui quello di Castiglione nella valle del Lamone, fra le
cui rovine molti restarono sepolti. Il terremoto fu sentito a Foligno, a
Xocera, a Spello, a Fabriano, a Cagli, a Matelica ed a Cingoli ; in modo
più lieve anche a Venezia. Ancona non andò immune da danni ; a Cer-
reto di Spoleto le scosse devono essere state abbastanza forti giacché
risalta che gli abitanti del comune tennero un consiglio sul declivio
della montagna presso le mura del Castello, perchè dentro si correva
gran rischio della vita.
La violenza dell' urto sotterraneo produsse molti effetti permanenti
nel suolo, giacché i cronisti ricordano vari franamenti allora successi
ed altri fenomeni, fra i quali che tre monti e due laghi restarono del
tutto assorbiti.
;i78] 1280. Gennaio 25. Bologna.
OniRARDAcci Ch. : Dell' Hi$t. di Bologna, ivi 1597, parte I, pag. 256 - S. Mizzi : Ann. della
Citta di Bologna, ivi 1840, voi. li, pag. 147,
Al 25 gennaio grande terremoto in Bologna e dintorni.
;i79] 1281. Sicilia.
Uongitore a. : Ist. cronoL dei terr. ecc., pag. 875.
In Sicilia nell'anno un terremoto apportò danni : ciò ricorda il Bardi.
[X282 . I2S91
[1801 i:i88. Gennnio 17. Veiesi».
Hai., pag. 133 - ZEREsoni F. ; DiKorso iti Urr. ecc., paj. 91.
rremoto fortìBsimo a Venezia : alcuni lo pong:ono
1285 e certi autori aggiungono che anche Milano fa
ìgglata.
Ntpoli?
. 13.
oli e pacHÌ cir<mnvicini : molti ediflcii rovinati e molti
0 trovato ricordato da altri aatori. Io ritengo poco
wl. ecc., pag, ST5-T8.
inaio eruzione dell' Etna con fortissime ecoBse nelle
il Carré ra,
ibre 13. Ferrara.^
iDRATORi: Kir. Ilat. Kript. ■ voi. xv, col. 838 A.
terremoto grandiBsimo.
ti.. In • Ui:i(.iTOIIl : I
jcana grandi terremoti.
Roma,
pae. sas^.
a di Onorio IV, riferisce che dorante il Conclave 1
ino da quello per I frequenti e forti terremoti che si
3oBÌo aggiunge che la sede fu vacante per dieci mesi.
e U. CreHOM.
'. aelle ermi, lodigiani, pag. 91 - Bonito H. : op. Cit., pag. S2S -
Vilam, Padoa I&t6, pag. Ti».
ona e Lodi scossa fortissima : il Manini {Mem. ator.
lona, ivi 1819, voi. I, pag. 200) dice che nel 1280
rte scossa recò gravi danni ; ciò con tutta probabi-
terremoto del 1287 ricordato da molti cronisti.
Pistoia.
tHimks, ID • MCRITOHI : op. Clt. ■ Tol. XI, col. IS98 A.
itirono per parecchio tempo grandi scosse di terre-
isionarc e danneggiare molte case.
[12fl2-l295j 41
188] 1292.
Pi y\.. LrcExais : ffist. BCCl., in « Muratobt : op. Cit. » YOl. XI. col. 1296 D-K.
Ncir^nno in Italia molti terremoti specialmente in valle di Bivano :
fortezze e case rovinate, molti morti.
[ 189J 1292. S. Sepolero (Arezzo).
FvRrLu p. : Ann, o mem, di S. Sepolcro ecc., pag. 12.
Grande terremoto che fece molti danni.
'190] 1293. Luglio 11. Pistoia.
( Kroiticon Farmetise, in « Muratori : op. clt. » voi. IX, col. 825 B-G.
Air 11 luglio in Pistoia cominciarono a sentirsi dei grandi tuoni
che durarono per 24 giorni: gravissimi e frequenti ftirono i terremoti
por i quali molte case della città furono abbattute e molte altre lesionate :
una parte della maggior chiesa di detta terra fti rovinata ed il capi-
tano e molti morirono sotto le macerie. La popolazione aveva già ab-
bandonato la città.
;i91] 1294. Boiaao (Campobasso).
fitiMTo M. : Terra trem., pag. 529.
Gravissimo terremoto nel Sannio : Belano ti in parte rovinata. Ri-
solta dai manoscritti dell'Archivio della Zecca di Napoli, che la città
fn liberata da metà della somma che doveva pagare all' erario, ap-
punto in vista dei gravi danni sofferti per tale terremoto che causò pure
grande mortalità nei cittadini.
:i92] 1294. Siena.
SoLDAsi A. : Reìat, del terr. ecc., pag. 54.
Secondo S. Tizio spaventevoli terremoti in diversi tempi atterrirono
la città: forse a questi terremoti allude il Bardi (Bonifo: op. cit.,
pag. 530) scrivendo che in Toscana nel 1294 ne furono sentiti molti.
'193] 1295. Settembre 3-17. Bergamasco.
(JoiftAN ; Si, sism, ecc., pag. 17 - D. Calvi : Sffem. mcro-prof, di Bergamo, Milano 16T7, vo-
lume ni, pag. •74 - B. CoRio : Z' hist. di Milano^ vinegla MDLlin, pag. 155 verso -
A. P. Frisi : Afem, st, di Monza, ecc., Milano MDCCXCIV - Q. Giulini : Mem. spettayiH
ùìla gt. di Milano, ivi 1835, voi. IV, pag. 772 - L. Tatti z De gli Ann. sacri della Citta
di Como, Milano 1683, llb. x, pag. 779.
Circa Torà nona del 17 settembre si sentirono delle fortissime scosse
a Milano, che in Bergamo incussero grandissimo terrore ed apporta-
rono molti danni. Assai gagliardo fu pure questo terremoto a Como e
provincia, ove gli abitanti ftirono in grave apprensione. Fu certamente
sentito anche a Monza, ma la cronaca pubblicata dal Frisi lo dice av-
[1297-1298]
Tenuto a 9'' del 3 settembre. Secondo il Dalia Corte in Verona ed ia
alenai luoebi del sao contado si senti detta scosBa, che ebbe breve
danno che la caduta di alcuni p^hi co-
li senti una fortiaBÌma scossa che apportò
I da un documento ms. sincrono.
Pistsia, AretM.
7, pAg. 3(B, oap. XXV - Jacopo M. Fioravanti : IftOT. $tor.
JDCCLVIII, pag. S4I - Pabulo P.: Annali... Iti Areizo^ec.,
lentirono continui e fleriseimi terremoti, che
i e torri con morte dì molte persone. Anche
'anno in Arezzo si ebbe un gran terremoto
cansando parecchie vittime,
difficilmente saranno stati sincroni, allude
.ncense nella sua Ilist. Eccl. (Muratori : Her.
1219 B) il quale, quantunque li riferisca al
nell'anno vi furono grandi terremoti 1 quali
18», voi. n, pag. S637.
icona fn agitata da terremoti che non le por-
lana ne fu si desolata che il Pontefice Boni-
aovati alla Camera apostolica.
Rieti, Spoleto.
'à detu Pieee, Perugia ISSO, pag. 52 -G. Pellini^ Ddi'iiist.
, pas, KH - A, Sanii: st.afl Com. di Spoleto, Foligaf) It-T»,
. : Leu. Eccl., voi. Ili, pag. 109 - Oro. villani : Storie. Fio-
chi vicini si sentirono delle scosse che fecero
)Iti palazzi, torri e chiese causando un gran
ppennino fu abbattuto interamente il Castello
i propagarono in tutu 1' Umbria e danneg-
3ve.
sentirono delle repliche: secondo il Bonito
ita il Brozio, il periodo sismico sarebbe du-
[12d8 - 1302] 43
rato circa sei mesi : le concussioni telluriche erano si forti che la gente
veniva sbattuta a tefra.
Alcuni autori come il Magnati {Not. istor, de' terr.^ pag. 87-89) pon-
gono questo terremoto nel 1300.
[Id8] 1298. Verona.
OOQUN A. : Si. US., ecc., pSff. 17.
Seguendo il Della Corte, il Goiran dice che verso la fine dell'anno
si senti in Verona e contado un g^^andissimo terremoto che causò molte
rovine. Essendo le scosse durate per più giorni, i cittadini si ritira-
rono ad abitare nelle campagne.
[199] 1300. Liriia (Campobasso)
0. D. e ▲. haouano : Considerai, stor. sulla Città di Larino, Campobasso 1806, pag. 170-71.
Per i terribili terremoti del 1300, che durarono fino all'anno seguente,
l'antica Larino dovè risentire non pochi danni.
■200] 1301. €uee.
Ca«aus g.: Diz. star, ecc., voi. v, pag. 786 - Qiuuni g. : Annali d'Alessandria, pag. (77,
MUano lese.
Un terremoto neiranno citato in Cuneo atterrò molte case e desolò
numerose famiglie : questo fenomeno è probabilmente identico a quello
ricordato dal Ghilini per orribile non solo in Alessandria ma anche
nei paesi circonvicini.
[201] 1301. Palermo.
MoNuiTORB ▲. : Istor, eranol, ecc., pag. 8T7.
Gravissimi e fì*equenti terremoti nell'anno fìirono sentiti in Sicilia
e specialmente a Palermo, ove gettarono a terra molti edifici.
[202] 1301. Giugno 11-12. Frinii.
Annalet Forcjulienses, in « pbtz: Mon. Qerm. hist. » voi. xix script., pag. 210.
Air aurora dell' 11 giugno in tutto il Friuli grandissima scossa, la
quale replicò trascorso il mezzodì ed i vespri e quindi dopo la mez-
zanotte del di seguente.
;203] 1302. Gennaio-Febbraio. Iseliia.
Boxrro M. : Terra trem,, pag. 587.
In gennaio o febbraio violentissima eruzione per la quale venne in
luce la grande colata dell'^r^o : secondo il Bonito è probabile che sia
stata preceduta da terremoto, giacché Mons. Reggio, vescovo di Vico
^aense, dice che in tale occasione caddero a terra molti edifici.
[1303 - 1309J
[204] 1303. Ottobre 23. VieeiEB-EBÌlis.
PiovBNB: Crùtutet de fare, a Vicenza, pag. -Ifl - morjitori: Rer. Hai. teript., voi. xv. {Chto-
meon Sittìtse, col. 901 A), voi. xvii (j. de U(;s9is : Ckron. Placentinum, col. 4.SÓ D), to-
, ,„ /«. ,. j,(j| gjj ^1 _ Q poBBO: J&THi* nat. itil Uonast, ai Moft-
. ' anno vm, rase, v, pag. esn, uilano 1861.
'. settembre a Parma e dintorni ed in vari
sima scOBBa ; cosi la cronaca Parmense : ma
reca : 23 ottobre a Piacenza grande terre-
Dbre a Ferrara grandisBimo terremoto. Queste
accordano ad nn nnico fenomeno avvenuto
llt& alla mezzanotte fra il 22 e Ì3 ottobre,
forte a Parma, deve essere etato sentito ab-
tie a Piacenza e viceversa: se fb fortissimo a
t& deve aver avuto pressoché a^ale inten-
lltre a ciò la cronaca ddl Monastero di Mo-
sulla mezzanotte grande scossa della lan-
al 18 dicembre nna terribile scossa suBs^^ta
i. Ora il Piovcne pel 1304 d& notizia, senza
■; di nn grande terremoto sentito in Vicenza
nelle case. Potrebbe quindi darsi che la
3 nell' Emilia ed in Lombardia non fosse
di quella che causò rovine a Vicenza.
Belano (Campobasso).
A. AUATt : Dizion. corogr. Mt'ltalta, voi. i, pag. 817, col. i.
ciarlanti, dice che Boiano fa. in tale anno ab-
o terremoto : secondo l'Amati invece sarebbe
Como.
'Itta di Como, libro I, pag. 13.
) fta sentita nna scossa che recò non poco
e alcnna rovina negli edifici.
Lacca.
iURATOBi : Rer. Ital. script. • voi. XI, col. laiT B.
crepuscolo, in Lacca orribile terremoto che
3 di circa 40 miglia.
Balano (Campobasso).
11. I, pag. 841, col. I.
mldiruto dal terremoto del Ì30ó, sarebbe stato
completamente adeguato al suolo. U Bonito
[1308-1315] 45
però non ne parla ; secondo il Perrella invece (Effemeride della Prov.
di Molise. Isemia 1892, voi. II, pag. 27) all' 11 luglio 1309 sarebbero
stato sentite in Boiano forti scosse che, ripetutesi in altri giorni, fecero
danneggiare la città, entro la quale, si dice, sieno apparse nuove
sorgenti.
209] 1308. Gennaio 25. Rimini.
S>R"iKRi A.: Scruti di Sismol.^ voi. Il, pagr. 165, 189 - Bicobaldi Ferrariensis : Campilatto
ChronoL, In « Muratori : Rer. ital. script. » voi. IX, col. 255 D.
II 25 gennaio prima del tramonto del sole, terremoto rovinoso ;
molti pezzi di mura, le case più antiche e le torri furono lesionate,
qualche edificio fu pure diroccato: nessun fabbricato, fì^a cui pare
anche rArco di Augusto, andò immune da danni.
[210] 1309. Sicilia.
MoN(iiTOR£ A. : Ist. cronol. ecc., pag. aT7.
Molti terremoti fortissimi in Sicilia.
211] 1310. Reggio Calabria.
ARroviTo s. : àfem, dei fenoni. met. ì84t, pag. » - Bonito m. : Terra trem., pag. 588.
L'Arcovito, seguendo il Roscitano, scrive che Reggio risentì danni
per alcuni terremoti : il Bonito, con l'autorità del Bardi, ed il Mongi-
tore (op. cit., pag. 377) danno notizia che le scosse furono forti per
tutta la Sicilia.
.212] 1311. Pinerolo (Torino).
VVSHU.U Kandi : Rnpport. ecc., pag. 132.
Neiranno terremoto fortissimo nella regione.
213" 1315. Dicembre 3 Aquila.
Hi sunNARA V. : Tran. univ. ecc., pag. 11 I-li - B. Cirillo: Annali della Città di Aquila ecc.
Roma 15":0, pag. 18 - Marchesi s. : Compendio storico di Cittnducale, pag. 84, Rieti
IfflS - Vittori o. : Stato deW Aquila degli Abruzzi ecc., pag. 3-4 (estr.)
Al 3 del mese di dicembre si sentirono fortissime scosse che fre-
<iuenti si ripeterono per circa 30 giorni con intensità sempre crescente.
Rovinarono molti edifici : la chiesa di S. Francesco fu una delle più
danneggiate : la popolazione grandemente intimorita non osava abban-
donare la campagna, ove si era rifugiata, per riedere alle case.
Questi terremoti con gli stessi caratteri furono sentiti pure in Cit-
taducale, ove fecero rovinare molti edilìci : lo storico Marchesi agf^iungc».
che vennero urtate anche le regioni circonvicine, ma che pati in special
modo Aquila,
agrario 28. ntorbo - Xoitontvids (Volterra).
vaia di Viterbo, Koma UDCCXUI, ps«. 191.
ana con parole enfatlcbe ad aa parossiemo accadalo il
illcame di Viterbo e dice che in tale occasione la terra
BDte.
^uh. e fenom. vulc., pagr> 223), ricorda an terremoto
ISO nell'anno a Honterotondo nel Volterrano.
lobre - Dicembre. Sleia.
!t trem. ecc., pag. 51-56 - Più.* L.; I»t. <Ul trtm. ecc., pajf. 1S8 - Chro-
MUBATOBI : lUr. ilal. KTipt. » voi. XV, col. e» OD.
>ttobre e di dicembre farono in Siena sentiti fortisaimi
Imenti i qaali però non apportarono .danni notevoli.
lente gagliardi nel dicembre ed allora cansarono panico
)Bsa maggiore pare sia quella avvenuta al 16 di questo
sa fece suonare le campane e lesionare gli edifici. Il
pag. 529), con 1' autorità di Orlando Malvolti (St. di
lel 1319 ed aggiunge che non causarono gravi danni.
Btaa.
pag. sao.
toma scossa fortissima.
Veaesis.
W-, pag. 580-10 - Bosiiocio : Le tei età dei mondo, pa?. 31.
irremoto che fece grandi danni.
Pisa.
torte Pisane ecc., parte ti, pag. Ili, lu ■ Arcb. ator. Ita], > voi. vi.
IBIS.
irdo riferisce ohe ftirono grandissimi terremoti, e che
la statua di N. Donna, dalla facciata del Duomo.
ca st ricorda come nei mezzo di una notte di gennaio
un fortissimo terremoto.
tbbraio 25. Balogna.
I3i. di Bologna, Ivi 1651, parte n, pag. io - 8. Hczii: Annali di Bo-
ig. 13.
o nella seconda ora della notte un terremoto fortissimo
dìQci ed iacQBBe grande spavento.
[1222 - 1223] 47
[221] 1323. Giugno 30. Etna.
MONGITORE A. : IStOT, CrOftOl, d€i UTT. OCC., pSlg. 877.
Secondo il Seto si sentirono nel detto giorno veementlssime scosse
nei dintorni Etnei.
222] 1325. Maggio 21. Firenze.
Gio. Villani : Storie^ Fiorenza 1587, pafir. 501.
Nel 21 maggio, dopo il snono delle 3^, fti sentito in Firenze nn
grandissimo terremoto che però durò poco. Il Bardi, citato dal Bonito
(Terra trem., pag. 541), lo pone nel 1326.
[223] 1328. Dicembre 1. Norcia.
B VOLIVI G.: op. omnia, pag. 513 - Bonito m.: Terra trem., pag. 541-42 - Annales Arretini,
In « MURATORI : Rer. (tal. script., voi. XXIV, col. 857 C - Cronicon Mutineme, In « Mr-
RATORi: op. clt. » voi. XV, col. 5*9 B-C - CONTI A. : Camerino e i suoi dintorni, ivi 187^,
pag. 104 - A.. Pabhetti : Cronache di Perugia, voi . l (Cronaco del Moro) Torino 1887 -
ORAZIANI: Cronaca della cittì di Pei*i*gta ecc., in « Arch. stor. ital. » voi. xvi, parte I,
pag. 101, Firenze 1850 - Patrizi Porti p. : Delle mem. stor. di Norcia, ivi 1869, pag. W4-66 -
pELUNi F. : DeWhtst. di Perugia, parte l, libro vi, pag. 504, venetla MDCLXIV - Sanzi a. :
St. del Com. di Spoleto, Foligno 1879, pag. 208.
Nel mese di novembre e di dicembre fortissime scosse nel territorio
di Norcia : la maggiore di esse, avvenne, secondo il Baglivi, a V" di
notte del primo dicembre ; caddero le mura, le torri, le case, 1 palazzi
e le chiese e sotto le rovine perirono molte persone : 200 secondo
alcuni, 4000 secondo altri. Similmente Le Preci fu in tutto e per
tutto rovinato, talché dicono non vi sia rimasto uomo od animale
vivo : la stessa sorte ebbe pure Montesanto e parte di Monte S. Mar-
tino, di Cerreto e di Visse. Camerino provò gravi danni : fu sentito
anche a Foligno.
Nella figura 13 trovasi tracciata l'area mesosismica di questo ter-
remoto.
Il Ghirardacci ed il Bardi ritengono avvenuto questo periodo si-
smico nel 1329.
Il Perrey (Trembl. penins, ItaL, pag. 14) seguendo il D'Acheri
( Spicilegium, XI, pag. 733) mette nel settembre alcune scosse disastrose
a Perugia e dintorni e poi al 1* dicembre, con la scorta del Tarca-
gnota, il terremoto di Norcia. Né il Pollini, né la cronaca del Moro
da me consultati parlano dei primi ed io perciò ritengo erronea la notizia
riferita dal Perrey. Il Secchi (Escursione scient, ecc., pag. 16, estr.)
dice che Norcia fu in tutto od in parte distrutta da un terremoto av-
venuto al 14 dicembre 1321, come è ricordato nelle storie manoscritte
del Ciucci, il quale però deve aver confuso il 1321 con il 1328, giacché
il primo terremoto non è meqzionAto da nessun altro storico o cronista,
da me consultato,
II. eronol M terr. ecc., pag. »38.
ci fa conoscere come Balle 23" del 28 ^ogQO 1' Etna sì
eruzione e che al paroBBÌBino ernttivo ne sia stato concomi-
lo-g%odinamico : infatti farono sentite terribili scosBe che
ire o lesionare gli abitati posti bì ad oriente che ad occi-
livomo monte. Dicono che in' tale occasione molte fonti
no iDarldite e che BtJla spia^^a dirimpetto a Mascali
I, che erano alate tirate in secco, per il terremoto o per
moTlmento del mare, siano state portate in atjgna. A Ca-
timento ta assai sensibile.
CM«ia.
al. tcript. > voi. XIV, col. USi B.
SO in Cesena cominciò an intenso periodo sismico : in
ì nella notte seguente si contarono diciasette scosse ; altre
10 per tatto 11 mese.
CCMU.
col. 1151 D.
raio salle ore del mattino grande terremoto.
Dicembre 4-5. Veni».
jm. ecc., pag. 18-19.
motte f^a il 4 e 5 dicembre una fortissima scossa in Vc-
lattere un grandissimo numero di comignoli e rovinare
1 dalle fondamenta : furono intese repliche più o meno
[uenti fino al mezzodì del giorno 5 ; una gagllardlBsima
ultimo di dell'anno. (Dalla CorU, Zagata).
Maggio 15. Hig«llo (Toscana).
yrie Floreìiline, FlreniB isn, parte i, voi. i, libro vili, pag. fiee H - 3B7 A -
aat. e mod, itti ilwieUo, Flreoze m.t, voi. U. pag. 900-301 ■ Villani Oio. ;
;., cap. XXVI, pag, HK.
glo una falda del Monte Falterona, dalla parie che scendo
no per terremoto scoscese per più di quattro miglia fino
Castagno > subissando uomini, animali ed edifici. Dubito
m si tratti di terremoto, ma bensì di un grandioso fra-
Gennaio 1.5-16. Cesena.
■s. In • MrB.\ioiti ; Rer. itiil. .vript. . \o\. svi. col. ITO D.
lezzaDOtte fVa il 15 ed il 16 gennaio terremoto fortissimo.
[1344 - 1348] 49
[230: 1344. Modena.
A. Doxoi : Xot. sfor. ed art del Duomo di Modena^ Ivi 1896, pa^^ . 256.
In una notte dell'anno grande terremoto.
[231] 1315. Gennaio 31. Reggio Emilia.
S. e P. DE Gazata : Chron. Regiense, In « Muratori : Rer. ttal. script. » voi. XVIII, col. 60 B.
Al 31 Gennaio terremoto fortissimo.
[232] 1345. Settembre 12, Dicembre 22 ? San Sopolero.
Gio. VILLANI ; storie^ Fiorenza 1587, pag. 858 - Farulli p. t Ann. o mem, ecc., pag. 24.
Il Famlli ricorda che nell' anno si ebbe in Borgo S. Sepolcro un
terremoto disastroso per il qnale molte case forono distratte con mor-
talità di persone. Potrebbe darsi che questo parossismo corrisponda
con le forti scosse che il Villani dice sentite a Firenze al 12 settembre
ed al 22 dicembre.
[233] 1346. Febbraio 22.
XBscALU a. : Vulc. e fen. vutc.^ pag. 285-7 - S. e P. db Gazata : Càron, Regiense, in « Mu-
ratori : Rer. ital. script. » voi. xvill^ col. 62 E - 63 A - Ghilini g. : Ann. di Alessandria
ecc., Milano 1C66, pag. 68.
La cronaca muratoriana ricorda che al 22 febbraio vi fa un terre-
moto grandissimo per tutto il mondo, per il quale rovinarono molte
torri e molte case. In una cronaca di Monza, secondo quanto riferisce
il Mercalli, al 22 febbraio è pure registrato una scossa assai gagliarda.
Ed il Ghilini dice che un terremoto al 24 (22) si fece sentire terribil-
mente sia in Alessandria che in altre parti con la rovina di molti edifici.
U Dondi {Not, st. ed art. del Duomo di Modena, ivi 1896, pag. 256)
da solo notizia di una scossa di terremoto avvenuta in Modena 1' 8 feb-
braio nell'ora del primo sonno.
[234] 1348. Gennaio 25. Villaeo, Veneto.
AoxBLU: / lerr. registr. nelle cr. lodig., pag. PI - Bonito m. : Terra trem., pag. 54547 e
5B&^ - BUONI: Del terremoto, pag. 25 recto - Goiran a. : Stona sisni, ecc., pag. 18 -
PiovENE: Cronaca terr. a Vicenza, pag. 48 - Taramelli t.: Note illustr. cari. geol. prov.
Belluno, pag. 80M - tommasi a. : / terr. del Friuli ecc., pag. 199-94 - Bonifacio : Hi^t.
Trivig., pag. 517 - Càronicon Placentinum-. in « Muratori : Rer. ital. script. » voi. xvi,
col. 490 A. - DONDi A. : Notiz. st. ed art. Duomo Modena, pag. 2S6 - GRiRARUAca : Del-
l' Hist. di Bologna, 1657, pag. 190, parte n - Giovanni da Parma : Cronaca, in « .S*^. della
città di Parma, continuata da A. Pezzana » Parma MDCCCXXXVG, voi. i, pag. 1346-400
Uuzzi 8. : Annali della città di Bologna, 1841, voi. ni, pag. 280 - nicolio a. , Hist. del-
l'origine et antichità di Rovigo, verona mdlxxxu, pag. 196 - Palladio: Ilist. delln piov.
di Friuli, Udine MTX:lx, voi. I, pag. »i6 A - Sansovino S. : Vemfia città nobiUss. e sin-
golare, descritta ecc., ivi MDCLXin, pag. ^ - Simoni G. : Cronist. del coni, di Medicina,
Bologna 1880, pag. 136 - Vero G. B. : Storia de'la Marca Trevigiana e Veronese^ Venezia
n®, voi. xm, pag. 55 - Villani Giovanni : Storie, Fiorenza 1587, pag. 928 e seff.
Un terribile terremoto disastroso colpi al 25 gennaio 1348, verso le
23\ il Goriziano, il Friuli, il Trevigiano, il Bellunese e si estese nel
Baratta : Terremoti ecc^ 4
1
50 [1348]
Veronese, nel Vicentino ed in Lombardia e fa sentito anche a Pisa,
in Germania ed in Dalmazia. Nella sola Gamia si ebbero a deplorare
più di mille morti : la commozione del snolo dapprima cominciò lieve-
mente e, dopo una breve pausa, si senti una duplice scossa, la cui
durata fu valutata eguale al tempo occorrente a dire tre « pater > e
tre « ave ».
A Villaco nemmeno una casa rimase intatta ; rovinarono moltissimi
edifici tra cui i conventi e la Chiesa maggiore, sotto le cui macerie si
ebbero a deplorare molte vittime ; nel suo contado più di sessanta fra
castelli e ville furono adeguate al suolo. A Tolmezzo cadde il castello
e si ebbero moltissimi danni; a Gemona furono demolite interamente
o quasi più della metà delle case e la Chiesa maggiore s'ebbe il cam-
panile tutto lesionato : il campanile di Venzone subì la stessa sorte e
molte case dell'abitato vennero abbattute. Ad Udine precipitò parte
del castello, il palazzo patriarcale, molte fabbriche e quattro grandi
capitelli del campanile : a Flagogua crollò il castello, seppellendo la
castellana ed i famigliari. A San Daniele rovinò pure il castello, ad
Aquileja il maggior edificio della Chiesa, a Ragona furono abbattute
due torri del castello. A Pordenone la scossa fu pure disastrosa: a
Saclle cadde la porta verso il Friuli. In Belluno a memoria d' uomo
non fu inteso un si forte terremoto, che fece crollare chiese, cam-
panili e case : anche in Treviso e provincia si ebbe a deplorare,
insieme con la rovina di torri e di altri edifici, la morte di molti abi-
tanti. A Venezia suonarono da per se le campane, caddero i campanili
di S. Silvestro, di S. Giacomo, di S. Vitale, di Sant'Angelo, tutta la
facciata di S. Basilio e circa sette case. A Trento ne rovinarono pure
molte e sette vennero abbattute in Verona, ove molti alti'i edifici ri-
masero lesionati. In Vicenza risenti gl'avi fenditure la torre del pa-
lazzo, che si staccò in modo rimarchevole dal contiguo fabbricato. A
Rovigo il terremoto fu spaventevole, ma il Bonifacio non parla di ro-
vine : a Ferrara, secondo alcuni, caddero molte torri e chiese, secondo
altri, la scossa fu solo fortissima, non avendo apportato danni di grave
momento. A Bologna il terremoto produsse un panico enorme e sulla
piazza ed in via Galliera fece rovinare molte case, alcune torri e palazzi ;
parecchi edifici furono pure abbattuti nel contado. .
A Modena ed a Piacenza la scossa fu forte : a Cremona, Liodi, Milano
pare che il terremoto abbia prodotto delle lesioni : fu sentito anche in
Alessandria, come ce lo attesta lo Schiavina citato dal Mercalli (/ terr.
della Liguria, pag. 24).
Interessanti furono i fenomeni prodotti nel suolo da questo terribile
parossismo. A Villaco, secondo il Villani, si apri nella piazza maggiore
una fenditura in forma di croce, da cui dapprima sgorgò sangtie (acqua
[1348-1349] 51
colorata?) e poi acqna in gran copia: secondo altri la parte centrale
del paese sarebbe stata inabissata ed in sno luogo rimasto un lago pro-
fondissimo. Nella lettera di alcuni fiorentini stabiliti ad Udine pubblicata
dal Villani neir ultimo capitolo del libro XII delle sue storie, si legge
che nel contado di Villaco, nella valle del fiume Atri (?), si staccarono
^andissime f^ane dai monti le' quali, precipitate a valle, ne sbarrarono
l'alveo per una lunghezza di dieci miglia ; perciò le acque a monte,
non potendo defluire, si innalzarono sempre di più, formando un lago.
Riferisce poi che il Castello di Lemborgo nella montagna fu tra-
sportato pel terremoto a circa dieci miglia dal suo primitivo posto.
A Venezia per la forte commozione del suolo restò asciutto il fondo
del Canal grande.
Alla prima scossa seguirono molte repliche : nella regione più com-
mossa se ne sentirono per circa 40 giorni, a Venezia per 15, a Bologna
per 5, a Piacenza solo nella notte del 25.
Questo grande terremoto alcuni lo ritengono avvenuto nel 1342 (Bardi,
Ratilio Benincasa), altri nel 1343 (Oirardi, Tarcagnota, Morigia), o nel
1345 (Licostene, Sansovino) o nel 1348 (Seto).
[2%] 1348. Nizzardo.
MRRCALu Q. : / terr. della Liguria^ pa^. 24.
Il Mercalli, citando il Prost, ricorda un terremoto rovinoso nel Niz-
zardo per il quale Roccabigliera, Lantosca e Bollena furono rovinate.
[236] 1349. Settembre 9 o 10. Abruzzi, Sannio.
BONITO: Terra trem., pa^. 56S-71 - Capocci : op. cit.. Il, pàg. 412-17 - De Rossi m. 8. : Afeteor.
Endogena, pag. 208 - vittori Q. : Stato dell'Aquila degli Abruzzi nei grandi periodi sismici,
pag. 5^ (est.) - B. Cirillo: Annali della città d'Aquila ecc., pag. 33 verso, 34 recto,
Roma, 1570 - MORONi: Diz. d' erudiz., voi. xv, pag. 22 e LXXiv, pag. 125 e Lxxvu,
pag. 292 - A. Fabiietti : Cron, della città di Perugia^ voi. l, pag. 101, Torino 1887 - Ora-
ziani : CroH. della citta di Perugia, in « op. cit. » pag. 151 - Bussi F.: Ist. della citta di
Viterbo, pag. 197-98, Roma MDCCXLII - auct. anon. : Breve chron. Attnensis ecclesiae, in
« Muratori : Rerum Hai. script, » voi. vii, col. 910 A - Anonymi Cass. : Chronicon, in
« Muratori : op. cit, » voi. v, pag. 'ì5, col. 1 A B - P. Peluni : Dell' hist. di Perugia,
parte i, libro vn, pag. 891, venetia mdclxiv.
Il Cirillo nei suoi annali scrive che « in Aquila sopravvenne un
terremoto dei grandi e spaven^^evoli che si sentissero mai, che minò
gran parte delle mura della cittÀ e tanti edificii dì chiese, torri e ca-
samenti, che per lo spavento del terremoto e la polvere elevata dalla
rovina, era rimasto ciascun sbigottito. Si trovarono morte ottocento
persone di ogni sorta.... poche chiese rimasero in piedi.... ».
L«a quasi completa distruzione d' Aquila è ricordata da tutti gli sto-
rici, ed il Vittori dai manoscritti Antinoriani rilevò che essendo « in-
gombre le strade per i crollati edifici, riusci faticoso agli addolorati
consanguinei il ritrovare i cadaveri dei loro cari. Fuggirono tuttavia
52 [1349]
i più, non pensando che a lor salvezza, e per nove settimane rimasero
fiLori città, benché fosse incominciata la stagione invernale. E quando
si pensò a sgombrare i cementi e i calcinacci, non bastando i cittadini
dell' Aquila, si dovettero chiamare i contadini dei paesi limitrofi, di
Amitemo e di Forcona. Le sole rovine della chiesa di S. Francesco,
che furono trasportate a porta Leoni, e 'colà ammucchiate, finirono col
chiuderne l'entrata: né si pensò più a riaprirla.... anzi » aggiunge
poi « in tale prostrazione d' animo erano caduti gli abitanti, che sta-
vano per abbandonare i ruderi e ridursi nelle ville del contado... >
Questo terremoto non fu solo disastroso ad Aquila e suo contado,
ma il monastero di Montecassino, secondo 1' anonimo cassinese, crollò
dalle fondamenta e, trovandosi allora i fedeli e sacerdoti nella chiesa,
molti perirono sotto alle macerie, e molti altri sotto quelle delle case.
San Germano fa per metà distrutto specialmente nella parte posta in
piano : tutte le terre della Badia furono rovinate eccettuato Fratte e
S. Vittore. Patirono gravi danni il Castello di Valserano, Sora ed
Atina : Venafro, secondo il Ciarlanti , f\i quasi adeguato al suolo con
700 vittime; in Campobasso (A. Perrella: Effem, della Prov. di Mo-
liscy voi. I, pag. 50) cadde il monastero di S. Maria di Fora, lungi circa
8 km. dalla città (*) ; in Isernia furono distrutte, oltre la chiesa, le
case e quasi tutti gli edifici di beneficenza ; Venafro fu desolata (6. Co-
tuono: Mem, stor. ecc., pag. 225, Napoli 1824); in Aversa rovinò
la chiesa maggiore ed in Napoli cadde il campanile e la facciata dei
Duomo e gran parte di S. Giovanni a Maggiore : quivi produsse in
oltre parecchie rovine meno notevoli. La azione distruttiva del terre-
moto si estese anche a S. Agata di Puglia — come ricorda 1* agnelli
nella sua Cronaca (2* ed., pag. 64, Sciacca 1869) — e ad Ascoli Sa-
triano — come risulta dai documenti della Zecca citati dal Bonito.
Homa non andò immune da danni giacché ne fd percosso il Colosseo
ed il cosidetto tempio della Pace, ossia Basilica di Costantino: precipitò
pure 1' antichissima torre dei Conti, presso la piazza delle Carrette, ed
anche quella delle Milizie ; furon danneggiate le chiese di S. Paolo e di
S. Giovanni Laterano.
In Temi furono sentite pure le scosse : molte torri e case furono in
Perugia abbatttute e danni gravi ebbero a subire anche S. Sepolcro,
Assisi, Spello e Spoleto. In Viterbo rovinarono diverse torri e case ed
altri edifici presso la chiesa di S. Stefano e di S. Quirico, tantoché ri-
masero sotto le rovine quasi tutti gli abitanti di dette contrade ed una
grande quantità di popolo che stava adunato nelle chiese per le sacre
(i) Il Perrella lo mette però al 5» gennaio.
[1349 - 1362] 63
fonzioni. Danni gravi apportò pure agli edifici di Orvieto (EphemeridU
Urbevetanae^ in « Mubatori : Ber. ital. script. » voi. XV, col. 654 E).
Questo immane scuotimento, uno dei maggiori che abbiano colpito
1* Aquila, si mostra in gran parte simile a quello del 1703, con la dif-
ferenza però che in quest' ultimo le rovine si estesero maggiormente
verso mezzodì. Forse risultò disastroso su un area si sviluppata per il
ridestarsi più o meno contemporaneo di vari centri sismici.
Quantunque fra le località, colpite non sia ricordata specificamente
Norcia, tuttavia è probabile che tale città abbia subito anch' essa una
triste sorte, essendo state Spoleto, Assisi e Perugia molto danneg-
giate.
Questo terremoto da parecchi storici viene confuso con quello ve-
neto del 1348 : ma ciò è improbabile, essendo succeduto ad un anno di
distanza ed in giorni diversi^ V uno al 9-10 settembre e V altro al
25 gennaio: tale errore indusse molti a ritenerlo avvenuto in quest'ul-
timo giorno.
Pare però che al 25 gennaio 1349 anche T Italia meridionale sia
stata scossa da un forte terremoto giacché il Ciarlanti reca un brano
dì memoria tratto dall' Archivio della Cattedrale di Isemia in cui si
trova scritto « Anno domini 1349 de mense Januarii in nocte Sancti
Yincentii post coenam fait unus multus magnus, et ab illa fere con-
tinue faerunt quasi omni mense terraemotus parvi usque ad Festum
Nativi tatis.... Gloriosae M. Virginis. Die vero nona mensis septembris
anni praedicti, sequenti post Festum dictae gloriosae Nativitatis S. M.
in bora mediae tertiae fuit terremotus tam magnus, et tam ingen*
tissimae potentiae, quod nemo recordatur similem a tempore crea>-
tionis... ».
[2Srf] 1S50. Roma.
Baouvi : Op. omnia, pa^. 580.
Neil' anno orribile terremoto.
[238] 1850? Nardo (Lecce).
CroHtcon SeritiHun, In « Muratori: Rer, ital. script. » voi. xxit. col. 905 A B.
Xcir anno un grande terremoto gettò a terra buona parte della
chiesa del monastero. Come ò già detto pel terremoto del 1245, questa
notizia va accolta con molta riserva, essendo la cronaca che la con-
tiene di veridicità sospetta.
[219] 1352. Gennaio 25. Catonia.
ifoNoiTORK: Isior. crotu dei terr» ecc., pag. 379.
NelFa notte fortissima scossa, secondo M. Piazza.
"*^~
54 [1362-1361]
[240] 1352. Dicembre 25. S. Sepolcro, Città di Castello.
Pilla l. : Istoria del tremuoto ecc., pag. 199 - ammirato S.: Istar. jior., Firenze 1647, Ub. x,
pag. 549 C • Fa RULLI p. : Ann. o tnem. di Borgo S. Sepolcro ecc., pag. 25 e Annali, ow.
noHz. stor. di Arezzo, pag. 74 - Gratiani a. m. : />e scriptis invita Minerva, Florentiae
MDCCXLV, voi. I, llb. I, pag. 31<32 - Oraziani: Cronaca della citta di Perugia, in « Arch.
st. Ital. » voi. XVI, parte l, pag. 167, Firenze 1850 - M. a. M. A. v.: Mera, civil, di Città
di Castello, ivi 1BI4, voi. I, pag. 225 - Moroni : Dizion. di erud., voi. LXIX, pag-. 94 -
pELLiNi p.: Dell' ist. di Perugia, venetia mdclxiv, parte l, lib. vm, pag. 929.
Al 25 dicembre sul far della sera grandi scuotimenti del suolo fe-
cero abbattere parte degli edifici di Borgo S. Sepolcro, causando oltre
500 vittime : cadde pure in tale occasione il campanile della Badia, di-
roccò porzione del monastero ed andarono a terra molti pezzi della mura.
La Rocca d' Elei, sul confine fra Arezzo e Borgo, fu subissata con
tutti quelli che vi si trovavano. In Arezzo molti edificii furono abbat-
tuti con qualche vittima : Città di Castello fu pure danneggiata. Nella
notte poi fra il 31 dicembre ed il 1 gennaio dell' anno susseguente, e
quindi nel mattino di questo giorno, si rinnovarono gli scuotimenti che
finirono per rovinare quanto era già st^to nelle precedenti concussioni
lesionato. Tale nuova scossa fu più intensa che non le precedenti a
Città (li Castello, ove arrecò nuovi danni ; difatti al 5 fu ordinato il
ristauro del palazzo pubblico, dei torrioni delle caserme e delle mura
della città. Questi terremoti furono intesi abbastanza fortemente anche
a Spoleto.
[241] 1353. Marzo. RoHagu.
Matteo Villani : Istoria, in « muratori : Rerum, ital. script. » voi. XIV, col. 227 A B.
" Sui primi di marzo fortissime scosse in Romagna. Il Baglivi nel-
V anno pone un terremoto a Roma.
[242] 1358. S. Sepolcro.
Farulu p.: Ann. o rnem. di S. Sepolcro, pag 26.
Intensi terremoti atterrarono gran parte della città, talché molti si
ridussero ad abitare in campagna.
[243] 13(M). Sicilia.
MoNoiTORB A.: Istor. cron. dei terr. ecc. pag. 379.
Secondo il Maurolico ed il Bonflglio gagliardissimi terremoti scos-
sero la Sicilia.
[244J 1361. Luglio 17. Ascoli Satriano (Foggia)
Bonito m.: Terra trem., pag. 582 - L. agnelli: Cronaca di S. Agata di Puglia, 2. ediz.,
Sclacca 1869, pag. 54 - S. Bella bona: Ragvagli della città di Avellino, Tranl MDCLVI,
pag. 207.
Secondo M. Villani « ai 17 luglio neir ora del vespro si sentirono
nella Puglia delle forti scosse che distrussero quasi interamente la città
(
'n
[1361 - 136S] 56
di Ascoli con la morte di 4000 persone e che in Canosa fecero cadere
parte delle mura e molti edifici ». Anche S. Agata fu da questo ter-
moto alquanto danneggiata.
Il Bardi ed il Girardi lo pongono nel 1360, il Martinier (Diz, geogr.
h 585) nel 1399.
[215] 1361. Dicembre 27. Siena.
Chnmica Senese, in « Muratori : Rer. ital script. » voi. xv, col. 169 B-llO A.
Al mattino del 27 dicembre fortissime scosse in Siena ; nella gior-
nata se ne sentirono altre sette : il popolo si ridusse ad abitare sotto le
tende nelle piazze.
Il periodo sismico durò quattro giorni ; nella notte se ne avverti-
vano anche 17 o 18 tra grandi e piccole. Molte case e fumaioli furono
atterrate.
[246] 1365. Marzo 4. Ferrarese e Veneto.
CkroHicoH Bòtefìse, In « Muratori: Ser. ital. script » voi. xv, col. 487 C - Cronica di B<h
ìogna^ In « Op. clt. » voi. xvm, col. 477 CD.
Nella notte del 4 marzo le cronache citate narrano che llirono sen-
tite grandi scosse in Ferrara, Treviso, Padova, Venezia e luoghi vi-
cini : durarono per un' ora.
[247] 1365. Aprile 7. Bolo^a.
ODiRARDAca : DelV Hist. di Bologna, ivi 1^ parte n, pag. 289.
Ad 1** della notte del 7 aprile in Bologna fti sentita una fortissima
scossa che causò grande spavento e fece rovinare molti edifici pubblici
o privati, fra i quali tre case de' Lambertini da Santa Tecla con 4
morti. Diroccò pure la beccaria di R. Guzzini e la Torre dei Coreo-
rati nella via de' Bagnaruoli fu lesionata fin dalle fondamenta.
Dopo il terremoto si ebbero innondazioni, pioggie e venti di straor-
dinaria forza.
[248] 1367. Settembre 21. Verona.
OoiRAN A.: St sism, ecc. pag. 18.
Gli storici Della Corte, Moscardo e Zagata riferiscono che al 21 set-
tembre si sentirono due violenti scosse che causarono la rovina di
molte case e la morte di molti individui.
[249] 1369. Monte Gassino (Caserta).
MeacAUj O. : Vulc. e fen. tuie, pag. 224.
Il Mercalli, citando il Diz. Corogr. del Zuocagni-Orlandini, mette
nelr anno 1369 un terremoto rovinoso per Montecassino. Tale data io
la ritengo errata, perchè nessuno dei cronisti cassinesi, citati dal Pilla,
e dal De Marco, ricordano il fenomeno.
[1369 - 1383]
Aleiuidria.
71 ■ ubrcau.1 ! / terr. di Liguria ecc., pag. M-85.
Nella notte avanti i! 1 febbraio terremoto grandissimo : molti edi-
ficiì rimasero danneggiati ed 1 più deboli abbattuti: cosi il QhiUnì. Lo
Schiavina, citato dal Mercalli, lo mette nella notte 1-2 febbraio ; queata
eferibile. Fu sentito, secondo il Tatti, anche altrove.
il09. Novembre 26. Honu (Milano).
: Vule. e fot. vulc. ecc., pag. 881.
X cronachetta ms. il Uercalll potè rilevare che al 26 novembre
aa grande scoBBa che fece rovinare alcune case.
373. Gennaio, Aprile. Vte«iu.
ruaa: Frag. hai. Yleettlinae, In ■ Uuhatorii ÈeruiH. Hai. script. ■ voi. xm,
B.
giorno di gennaio ed in uno di aprile, sulla notte, due for-
:oBse di terremoto a Vicenza.
1873. Man^ 1. Veneiia.
Vite de' aucAi di Vtneiia, ta « Uukatou; op. clt. » voi, XXH, col. 518 D.
lezia al 1° marzo, verso le 2* di giorno, terremoto grande e
al 19 maggio ed al 5 giugno.
376. Marzo. Vieeiiu.
UOS: op. Clt., col. lS44A,la45A.
dicembre 1375 alla prima decade di marzo dell' anno snssc-
Vicenzft tre scosBe : sul mattino del 12 marzo una b1 forte
[>n inferiore a quella del 1348. Nella notte del 19 marzo scossa
e poi in quella dell' 11 aprile tre altre, ed una quarta dopo.
379. Febbraio 10. Pemn.
tltiue, In ■ MURATORI: Xer. Hai. script. » voi. xv, col. 503 E,
rara, dopo le IS*" della notte del 10 febbraio, poco prima dei-
grande terremoto clic risultò di parecchie scosse, giacché il
.fferma U movimento sismico esser durato per 20 minuti.
1381. Agosto 6. Bina.
: Vulc. OetfBtna, pag. 168.
aa in detto giorno terremoto grandissimo.
1383. Luglio 24. Panu.
inciuu, in • MmATORii Rer. Hai. script. * voi. XVI, pag. TTJ C. - Pbzzana a. :
Citta di Parma, ivi 18S7, voi. I, pag. 113.
ma a S" della sera del 24 luglio, scossa si forte che Bernabò
, [1384 - 1389] 57
Visconti, il quale ivi si trovava, stimò opportuno dormire in una car-
rozza nel cortile del vescovado.
Questa scossa, con ogni probabilità corrisponde a quella che TAgnelli
(I terr. regUt. nelle cr. loddgiane, pag. 91) pone come fortemente sen-
tita a Lodi nel 26 luglio.
[258] 1384. Terant».
V. HINDI: Manum, sL ed artist degli Abruzzi^ Napoli 1889, pa«. 10.
Neir anno forti terremoti.
[259] 1385. Settembre 19. Vleenu.
CONFORTI pducis: Ptoq, Mst. Ytcentinoe, In « muratori: Rerum, Hai, script. » voi xm
col. 1261 e.
A mezzodì del 19 settembre scossa fortissima. Il Goiran per Verona
non ne £& menzione alcuna.
[260] 1885. Settembre 29. ForU.
fioNou p.: Istone della cUta di Porli, ivi 1661, pag. 179.
Allo spuntiir del sole gravissimo terremoto che durò per lo spazio
di un « pater ».
[261] 1387. Luglio 11. Forlì.
Qi'ARiNi p.: / ierr, a Farli, ecc., pa^r* 9.
All' alba dell' 11 luglio terremoto fortissimo e non breve.
:282] 1389 Fano.
P. II. AMiANi : Mem, ietor, della città di Fano, Ivi iiiSl, parte l, pa^. 812.
Sul principio della primavera forti scosse pregiudicarono gli edifici!
e segnatamente fecero rovinare una grande torre.
;263] 1389. Agosto 20. Moggio (Udine).
tAftAioLu T. : Note ilUatr, alla carta geol della prov. di Selluno, pag. S06 - a. tommasi :
/ terremoti del Friuli ecc., pag. 194.
All'ora ottava del 20 agosto per un terremoto fu danneggiata la
chiesa di Moggio : vi ftirono pure rovine in altre località. La scossa fu
molto forte ad Udine ed a Belluno.
;264] 1389. Ottobre. S. Sepolcro, Città di Castello.
Faìulu p.: Ann. 0 mem. di Borgo S. Sepolcro ecc., pag. ao -Grati ani a. u.'- De scriptis
invita Minerva ecc, pag. 83 - M. O. M. A. v.: Mem. civili di C. di Castello, Ivi 1&44, voi. l,
pag. 227.
Neil' Ottobre un terremoto subissò gran parte di S. Sepolcro, cau-
Barido la morte a molte persone : questo scuotimento deve certamente
66 f 1390 - 1397] .
coincidere con quello di Città di Castello di cui ò trovato notizia nel-
l'opera citata : ivi le scosse cominciarono al 18 ottobre e perdurarono
per oltre un mese : al 28 se ne ebbe una che fece cadere molte case e
diroccare 180 merli delle mura. Il Graziani erroneamente le pone
nel 1384.
[265] 1390. Settembre 19. Measiu.
O. D. GALLO: Gli annali della città di Messina, [nuova edlz.) ivi 1979, pag. 256.
«
Al 19 settembre scossa fortissima a Messina, seguita da altre, fino
quasi al termine dell' anno (27 dicembre) ; panico nella cittadinanza.
[266] 1393. Galeata, BoloiE^na.
Pbrrey a. : Trembl. penine. Ital. ecc., pag. 51 - Guibardacx:i : DelVHist. di Bologna, parte il,
pag. 466, ivi lt57.
Il Ghirardacci dice che nell' anno in Bologna ftirono sentite, parti-
colarmente nella notte, forti scosse di terremoto che incussero panico
nella popolazione. Questa notizia con ogni probabilità corrisponde a
quella data da una cronaca anonima bolognese pubblicata dal Mura-
tori (XVIII col. 556 C D) e riferita al 5 luglio ed alle molte che il
Perrey dice essersi sentite in Galeata dal 30 maggio al 15 giugno con
danni notevoli agli edificii.
[267] 1395. SieilU.
MoNoiTORB A. : l8t. cr, dei terr, ecc. pag. 8n».
Secondo il Coronelli ed il Bardi, la Sicilia in questo anno fu afflitta
da terremoti.
[268] 1396. Nardo e Leeeese.
Chronicon Neritinum, In « Muratori: Rerum ital. script. » voi. xxiv, col. 908 BC.
Terribile terremoto a Nardo e nella provincia di Lecce chei abbattè
il convento dei PP. Benedettini di Racale.
[269] 1896. Settembre 30. Porli.
P. QuARiNi : / terr. a Porli ecc., pag. 10.
All' aurora del 30 settembre una scossa gagliardissima di terremoto,
lunga un « pater », spaventò grandemente la popolazione di Forlì: fu
forte anche a Cesena.
[270] 1397. Settembre 1, ottobre 20. Porli.
GuARiNi F.: op. cit, pag. 10-11 - bonoli p.: Istorie delia città di Porli, ivi 1661, pag. 188.
All' aurora del 1 settembre a Forlì una scossa assai forte e lunga
come un « pater » : nel mese altre, e così pure in ottobi-e : a 5** della
notte del 20 scossa spaventevole, di 15™ circa di durata, con repliche
successive fino a sei ore.
[1397 - 1403] ' 63
[271] 1397. Dicembre 26. Bergamo.
6. AoNELU: / terr. reffist. nelle cron, lodig. jtag. 91 - 3oiran a.: Si. sism, ecc. pa^r. 18 -
D. Calvi : Sfem. sacro prof, di Bergamo, Milano 1677, voi. ili, pa^r. 456, col. 2 - Ghiuni
Ann. di Alessandria ecc., paer. IB - Nicouo a.: Misi. delV orig. et antica, di Movigo, ve*
roaa UDLXXXII. pa?. 15»^ - Spelta : Ilist. dei Vesc. di Pavia, ivi 1602, pag. 978.
Circa le 3** del 26 dicembre si senti un fortissimo ten*emoto in Ber-
gamo, ove fece abbattere molti editicii e si propagò, al dire dello
Spelta, rovinosamente in tutta la Lombardia : fu forte a Lodi, a Ve-
rona, a Rovigo e ad Alessandria.
[212J 1399. Luglio 20. Modena, Bolofj^iia.
Ann. veteres Mutinenses ecc., in « Muratori : JUr itaì, script. » voi. XI, col. 83 C. - Fr. Bartb.
DELLA PuouoLA : ffist. MlsccU. BonoHiensis, In « muratori : op. clt. » voi. x viu col. 478 C D
Jac. Db dblayto: Annales Bstenses, in « muratori: Op. clt. » voi. xvm, col. 958 D -
DONDi A.: Not. stor. ed artist. del Duomo di Modena ecc:, pag. 156 - Ghirardacci: Del-
l'Htst. di Bologna, ivi 1667, parte n, paer. 502 - Alcune date di terr. in Modena, in « Qior-
nalfl n Muratori » N. 140 : 91 maggio 1878.
A 5^ della notte del 20 luglio si senti in Bologna una fortissima
scossa per la quale la campana della torre del Comune diede tre o
quattro colpi : le mura dell' orto del palazzo, per circa 10 pertiche, si
risentirono ed in molti luoghi si lesionarono : caddero inoltre molti
merli di detto palazzo con rovina di case. Dopo circa un' ora si ebbe
un intensa replica. Ambedue queste scosse furono intese fortemente
anche u Modena ove fecero rovinare una quantità di case : a Ferrara
se ne senti una sola a circa 6**. Nella cronaca di F. Bartolomeo della
Pogliola sono attribuite al 25 luglio.
[273] 1401. Gennaio 29. Bellono.
Taramelli t.: note must. cart. geol prov. Belluno, pag. S07,
Al 29 gennaio a 4*' di giorno, secondo il cronista Miari, si sentì a
Belluno una grande scossa ed al 20 novembre un'altra.
;274J 1402. Dicembre 5. Farli.
ocauki p.: / terr. a Porli ecc., pag. 12.
Al 5 dicembre circa le 23^, una breve ma fortissima scossa fece ro-
vinare molti edifici.
•275J 1403. Gennaio, settembre. Veneto.
OoiRAN A. : stor. sism. ecc.« pag. 18 - Taramelu t. : Note illustr. ecc., pag. 207 : A. Tom-
masi: / terr. del Friuli, pag. IM.
Secondo il Dalla Corte per quasi tutta la Lombardia al 3, oppure,
secondo altri, al 17 gennaio, avvenne un grandissimo terremoto per il
quale in Verona rovinarono molti campanili, parecchie case e quasi
^tti i comignoli, causando anche qualche vittima. Le scosse si ripete-
rono per più di un' ora.
-» — w-
60 ' [1403-1408]
Secondo il cronista Miari al 12 gennaio, in nn ora avanti giorno, si
senti a BelluDO nn terremoto grandissimo ed nn altro a 2^ di notte del
giorno 29 dello stesso mese.
Secondo il De Rubeis al 6 settembre poi si ebbe nna forte scossa nel
Friuli che fece in parecchi luoghi rovinare degli edificii.
[276] 1403. Marzo 17. Roma.
ST. infessuka: Diario della città di Soma, Boma, 1890, pag. 9.
Alla mezzanotte del 17 marzo in Roma breve scossa : il Baglivi (Op.
omnia, pag. 520) dice che fu V ultimo terremoto forte avvenuto prima
di quello del 1703.
1277] 1404. Febbraio 1. Sellano.
Taramelli t. : Note ili, cart. geol, prov. di Belluno, pag. 207.
ÀI V febbraio, quasi presso le 4^ della notte, scossa grandissima.
[278] 1406. Settembre 16. Napoli.
Giornali napoletani, in « muratori : Ser. ital. script. » voi. xxi, col. 1071 D.
Alle 3^ di notte grande terremoto a Napoli, ove per la paura tutti
uscirono dalle case.
[279 1 1408. Firenze.
Bonito M. *• Terr, trem., pag* 591-92.
Secondo il Bardi furono nell'anno molti terremoti a Firenze : S. An*
tonino aggiunge che non fecero molto ' danno, ma arrecarono grande
spavento nella popolazione che pernottò sotto le tende.
[280] 1408. Bologna.
OHiRARDAca: Dell' ffist di Bologna, U parte^ pag. 578 - S. Muzzi: Ann, dtlla città di Bo-
logna, voi. m, pag. 80.
Neir anno si sentirono in Bologna gravissime scosse che fecero suo-
nare le campane del comune e quelle della chiesa di S. Pietro, e crol-
lare parecchi edifici.
Negli AnnaleB estenses di F. De Delayto (Muratori : Eer. ital, script.,
voi. XVIII, col. 1045 A) trovo ricordato che all' aurora del 3 gennaio
fu sentito a Ferrara una mediocre ma breve scossa. Corrisponderà ad
una delle maggiori avvenute in tale anno a Bologna?
[281] 1408. Novembre 5. Etna.
HoNoiTORB A. : Ist, cron. dei terr,, pag. ST9.
In questo anno V Etna fece un eruzione e nelle regioni circostanti
al vulcano fa sentita una fortissima scossa nella notte del 9 novembre :
11 panico fu terribile : le repliche durarono per dieci giorni.
[1409 - 1414] 61
[282] 1409. Novembre 15. Pana.
pezzana: Storia di Parmn^ ivi 1812, Tol. n, pag. 184.
Il terremoto Bentito nel giorno citato atterrò molti merli del palazzo
della piazza e del muro di S. Agnese, e fece inoltre diroccare molti
comignoli. La prima scossa avvenne a 19^, la seconda a 20.^ Nelle
Date dei terremoti di Modena pubblicate nel giornale « Il Muratori »
(X. 140 : 21 maggio 1873) sotto V anno 1409 si dice che si sentirono
grandissimi terremoti che fecero suonare le campane : questi con pro-
babilità forono la eco di quelli rovinosi avvenuti a Parma.
[283] 1410. Catania.
MoNorroBB A. : Ut cromi, ecc., pag. 390-81
À Catania terremoto fortissimo che parve volesse far diroccare il
monastero di S. Nicolò l' Arena.
[284] 1410. Giugno 10. Verona.
GoiRAN A. : Storia sism. ecc., i>Bg. 18 - Taramelli t. : Note iUustr. ecc., pag. 208.
A Verona, secondo gli storici locali Dalla Corte e Zagata, nella notte
del 10 giugno un grandissimo terremoto fece cadere molte case, con
mortalità di persone, e fece squarciare in più luoghi la terra : tale
scossa avvenne, secondo il cronista Miari, a 3** di notte e fu in Belluno
fortissima.
M. Sanuto ( Vite de' du,chi di Venezia, in « Muratori: Ber, ital. script. »
voi. XXII, col. 853 DE) non ricorda per Venezia scosse sentite al 10
giugno, ma bensì nota che al 10 agosto si ebbe un grandissimo ura-
gano il quale dal vespro durò fino a 22*^ facendo cadere case e cam-
panili, annegare quarantacinque persone : aggiunge inoltre che nella
notte precedente (9-10) forse fu avvertita in Venezia una leggera scossa.
|285] 1413. Agosto 8. Senese,
SoLDANi A.: Meìazione ecc. pa^. 56.
Il di 8 agosto cominciarono a sentirsi in Siena dei terremoti che
durarono notte e giorno : cadde il Palazzo di Montingegnoli e molte
altre case e moltissimi comignoli. U Bonito (Terra trem. pag. 592-93)
li pone nel 1514 ed aggiunge che dette scosse, quantunque fortissime,
non arrecarono molti danni.
[288] 1414. Vieste (Foggia)
Baratta m.: SulV attiv. sUm. in Capitanata, pag. 8 (estP.) - Giuliani V. : Mem. star. c(v. ed
ecela, della citta di Vieste, \i ed., Saluzzo 1873, pagr. 129.
In quest' anno un terribile terremoto rovii^ò in modo tale la città
di Vieste che la Regima Giovanna JI, considerando il misero stinto \^
cui si trovavano ridotti i cittadim, li esentò dalle imposte,
[1414 - 1425J
Agosto. 8. Sepolcn (Arezzo).
del trtM. ecc., pag. aco - s. ammirato ; lil. jn>r.. Plrenie l«n, parte i.
D. BONtNSBoNt: Sloìia della città di Firenze dall'anno i4t0 al 1490, Flo-
(xvni, pag. 1-8 - Fahulu F, : Annali ai Arezzo, pag. 93 e Ann. o mem. df
ecc., pag. S3 - OiuHARDAcci; Dell'Ulti, di Bologna, parte u, pag. 601 -
•nze. In • Ul-ratori : Rtr. ital. Krtpt. > vul. zix. col. KB a B.
1 a^sto, circa le 22>>, si ebbe ona scobba molto forte che
lolozlonl di Pisa, Firenze e Lacca e d' altri luoghi della
Beatita con intensit& anche a Bolo^a. In Firenze se ne
Itre si di giorno che di notte, f^a cai una nel di 7, all'ora
i seconda al tramonto : furono qaestl dae 8cnotÌmenti si
cittadini uecirono dalle case, temendone la rovina : cad-
iccasione in tatto od in parte più di 200 camini insieme
ro e tetto. Qnesti terremoti corrispondono probabilmente
I Faralli dice avvenuti nell' agosto a S. Sepolcro, ove fe-
gran parte della città, cansando daeceuto vittime, e nel-
;zzo, facendo dlroocare molti edifici.
'T^renibl. penitu. Ital., pag. 126) ricorda un terremoto av-
ente e Morano, citando il Sanato, Ora questo autore nelle
i di Venezia pubblicate dal Moratori (Jier. ital. script.,
di. 930 CD) scrive : ■ in questi giorni per innondazione
terra sopra Trento... verso Morano, per tremuoto tra dae
con case 600 e dall'acqua furono trovate annegate anime
}Ia ■ tremuote * io la interpreto per movimento di terra,
scoscendimento o franamento, predisposto dall' iunonda-
icordata, e non per nn vero movimento sismico nel senso
1 alla parola.
Siena.
In * MuRATOM : Ser. Hai. tcnpc. • voi. xix, col. 43S b.
si senti una grandissima scossa la quale darò il tempo
'are venti paesi.
Ottobre 20. Cantrocar*. (Rocca S. Casciano).
Kcolta di falli st. rtgvard. il paese di Cattroearo, Bocca S. Caeclano 1881,
Otte tremenda scossa : per an quarto d' ora il snolo fa in
imento.
(rem., pa^r. S94.
Bardi in t^le anno il terremoto fece danni a {toma.
[1425 - 1433] 63
'292] l'fói. Agosto 10. Ferrara.
BroNi ' Dei terremoto, pa^r. 24 verso - Dfarlo ferrartae» in « muratori : Iter, ital, script. »
TOl. XXIV, col. 185 ▲ B.
Nel Diario citato si dà notizia che a Ferrara, ad 1^ di notte del
10 agosto {S^ 30» pom. circa) si senti una forte scossa, ed 1^ Vs dopo
due altre che fecero cadere molti camini. Il Buoni invece registra un
terremoto al 12 agosto e dice che, quantunque non lieve, non apportò
alcun danno alle torri del Castello.
Il Sansovino nel suo Cronico (Op, eit.^ pag. 45) ricorda che nell'anno
in Venezia fd sentito un terremoto e importante con spavento », il quale
potrebbe con probabilità collegarsi con quello di Ferrara.
[298] 1426. Firense.
S. AMMIRATO : Ist. Jlor., Ub. XIX, pag. 1433 B, Firenze 1647.
Neir anno molte scosse sbigottirono grandemente la città.
:294] 1427. Arezzo.
Farilu p. : AfiHali d* Arezzo, pa^r. M.
Neil' anno un orribile terremoto spaventò tutti i cittadini.
[2do] 1428. Luglio 3. Forlì e Ronagna.
AnMles FoToUvienus, in « Muratori : Ber. ital. script. » voi. xxn, col. 215 B - Fr. Hibronymi
Ora. Praed.: Cronicon ForoUviense ecc., in « muratori: Op. cit. » tom. xix, col. 901 C.
ÀI 3 luglio, circa il levar del sole, in Forlì fortissimo terremoto che
incusse panico grandissimo e fece cadere buona parte delle mura della
città e molti camini. Uguale intensità ebbe pure a Cesena e nella Ro-
magna: fu seguito da repliche minori. Ciò secondo la cronaca di Fra
(ìerolamo : negli Annali citati il terremoto sarebbe avvenuto nel giorno
4 di detto mese.
[296] 1429. Venezia.
ZKRENom F. : Disc, del terr.^ pag. 21 - Sansovino : Cronico ecc., pag. 45.
Neil' anno per terremoto furono atterrate molte case. Il Sansovino
lo pone nel 1426 (vedi).
[2971 1430. Agosto 12. Siena.
SoLDANi p. : Beìaz. ecc., pag, 57.
Al 12 agosto, alle &" di notte, fortissima scossa di terremoto, talché
molti abbandonarono le case: ciò secondo ^il Tizio (Hist. Sen.).
[2981 1433. Maggio (4). Bolo^^na.
P«i»RKY: Tremai, peti. Ital, pag. 15 - Alcune date di terr. in Modem, N. 140 (21 mjHrgio IHTJì -
i*. òlvta : Annali della città di Bologna, pag. 222 - Aunales Bononfem^es, Fr. Hikkonymi dk
bcrsrlus, in « muratori : Ber. ttal. script. » tomo xxiii, col. 876 a.
Il Perrey, citando il Sigoi^io, schive che nel maggio a Dolora ftivvj
U [1436- 1145]
□D terremoto Tiolentissimo ; il Mozzi ricorda che in detto mese fn le
altre calamità, la terra ondeggiava di oontinno; infine negli ■ Ann&les
Sononienses > più sopra citati, si parla di rovine causate da terremoti.
La scossa maggiore credo sia avrentita al 4 maggio poiché in questo
di ne f^ sentita una a Modena ed a Forlì, ove, secondo il Goarini (I
terr. a Fbrli ecc., pag. 15), accadde poco prima dell'ora del pranzo
e non fa tanto forte.
[299] 143S. Marzo. Sieu.
J. Bandtho : HUt. SenetUU, In < Mubatom : op. clt., voi. XX, col. 4B C D.
Stilla fine di marzo an fortissimo terremoto fece saonare la campana
dotla pubblica torre ed abbattere molti tetti ed ornamenti delle case.
Il Soldanl non ne fa menzione.
L300] 14SS. Giugno 10. Parma, Piaenua.
A. De Bipalt* : Ànnalet PtacentitU, In ■ Iiuratori : Ser~ ital. Kiipt. ■ toI. xS, col. STB K -
b*» A - Pbzzan* a.: Storia Otlla città àt Parma. Ivi IMS, toI. II, peg. 403-4.
Al 10 giogno, a T*" ore di notte, a Parma, & Piacenza e Ino^l vi-
cini, come Castelnuovo Parmense, Borgo S. Donnino ecc., terremoto
violento che fece abbattere molte case. In Parma rovinò anche porzione
del civico palazzo.
[301] 1439. Giugno 21. Creaeaa.
Cavpo a. ; Cremona Jeam. diti... iUmtr., Milano MDCXLV, pag. ili.
Sul far del giorno (21 glagno) terribilissimo terremoto. Il Perrey
{li'embl. penim. Ital., pag. 14), citando 11 Campo (loc. cit.), erronea-
mente lo pone nel 1339.
[303] 144£. Sicilia.
UoMorroBE A.: Istor. cronol. dtl terr., pag. 881.
Secondo il Bardi, la Sicilia nel 1442 f^ molto danneggiata da ter-
remoti.
[303] 1444. Ibu.
MoNorroRB A. : Op. Clt., pag. 381.
Nell'anno violento terremoto nei paesi circumetnei, come corteo di
una eruzione.
L.S04] 144ff. Marzo 21. Vereaa.
A. OoiRAN ; St. eam. ecc., pag. 18.
Secondo lo storico Zagata, circa le 20'' della domenica dell' Ulivo
(21 marzo) si ebbe in Verona un fortissimo terremoto.
[1448-1453] 65
305' 1448. Areico.
Fabulu p. : Ann. owo. fwt. istar, di Arezzo, pag. 181.
Nell'anno forte terremoto ma senza danni (*),
-306] 1448. Messina.
OvLLo C. D. : Oli Ann. della città di Messina, nuova edlz.. Ivi 1879, voi. n, pag. S8S.
Secondo il Sampieri si sentirono nell'anno terremoti cosi forti che i
cittadini abbandonarono le case per abitare sotto tende in campagna.
[307] 1448. Napoli.
BONITO M. : Terra trem., pag. 509.
Secondo Licostene, citato da Bonito, nel 1448 un terremoto distrasse
qnasi totalmente Napoli. Il Bonito però dubita che si tratti di quello
del 1456, quantunque il citato autore riferisca e V uno e l'altro.
308] 1448. Novembre 4. Roma.
s. iNnsssuRA : Diario della città di Roma, ivi 1890, pag. 48.
Grande terremoto in Roma. Vedi la nota (^).
1309] 1449. Piaerolo (Torino)
v^s^4Lu Bandi: Sapport sur le tremblement de terre ecc., pag. 132.
Nel Pinerolese terremoto fortissimo.
13101 1450. . Sleilia.
UoxorroaB A. : Ist. cronol dei terr. ecc., pag. 381.
Neir anno in Sicilia gravi e continui terremoti rovinarono quasi dalle
fondamenta il monastero di S. Maria di Brolo, come ricorda il Pirri.
i311| 1451. Febbraio 22. Spilimbergo (Udine).
ToiDiAsi T. : / terr. nel Friuli ecc., pag. 194.
Secondo una cronaca looale, circa le 4^ della notte del 22 febbraio,
fa sentita una fortissima scossa della durata di quasi 15 minuti (secondi?).
,312] 1453. Settembre 28. Firenze.
(iiovASNozzi : / terr, star, Jlor., pag. 5^ (estr.) - S. ammirato : Istor. Jlor., Ivi MDCXLI,
parte II, Ub. XXII, pag. 77 E-7d A - D. B0N1N8E0XI : St. della città di Firenze, Ivi MDCXXXVi
|iag. 10^107 - Cronica di Bologna , in « muratori: Rer. itnl. script. » voi. xvm. col. 703 e
SozoMEsi pisToiu£N9i9 : Specimen Historiae, in « muratori : op. cit. » voi. xvi, col. 12f>4 a.
Nella notte 28-29 settembre, circa le 5*», in Firenze e contado scossa
violentissima che durò, al dire di certi cronisti, due « pater » : succes-
'I Alla scossa di Arezzo o di Roma (N. 908) corrisponde con probabilità la notizia del
NauiuccI riportata dal Taramelll [Dei terr. di Spoleto ecc., pjig. 27, estr.) clie, cioè, In
Uile anno (U-W) le città umbre vennero afflitte dalla peste e daj terremoto.
0A1U1T4; Terretnoti ecc. 5
66 [1455-1456]
aero .poi, a breve intervallo di tempo, due altri movimeati del suolo
assai meno intensi. Per questo terremoto caddero 1000 o 1500 case, si
produssero larghe aperture nei muri : il maggior danno si sarebbe ve-
rificato nel contado e segnatamente, secondo il Giovaunozzi, nella parte
N e NE del suburbio fiorentino, a San Gallo, a Camerata ed a Vìnci-
ffliata ; parecchie sarebbero state le vittime. In Firenze, aggiunge il
err, a Forlì ecc., pag. 143 [6]) rovinò tVa I' altro la biblio-
ivento di S. Marco, — Repliche fino al febbraio, or più or
e, sempre però meno intense della grande scossa.
i. Febbraio 3. Spillnhergo (Udine)
irr. del Friuli, pag. IW.
4" della notte del 3 febbraio, una forte scossa nel Frinii
■e, secondo una cronaca locale, qualche edificio in più di
assime a Spilimbergo.
i. Dicembre 20. Bologaa.
>^T u. : Documenti ecc., pag. 3 - Alcune dattili Urr.a Modena ecc., N. 140 :
.8TJ - Cronica di Bologna, in « uuratom; Ser. Hai. *cript. • voi. xtdi,
W A - F. H. Db fiuRsiu-ia : Annales Banonleniei, In < Hlratori: Op. clt. •
»jl. 8R8 D - S. Muzz[ ; Ann. della città di Bologna, toI. IV, pag. itS.
embre, a 4'' 30" di notte, si senti in Bologna una veemente
lale produsse grande panico ed la città fece cadere molti
)nde di muri. Il campanile di S. Uaria del Monte diroccò
> metà, e molte chiese della montagna Bolognese furono
Nella notte sì ebbero due altre repliche, una a 5^ 30™ e
queste e la prima scossa furono avvertite pure a Modena,
menti del Malvasia, pubblicati dal De Rosei, erroneamente
ti al 1445. Il Muzzi pure erra scrivendo che questo periodo
gnese avvenne sul principio e sulla fine del 1455, mentre
uto dire sulla fine del 1455 e sul principio dell'anno 1456.
ì. Agosto 22. Si«u.
a ecc., pag. Sol.
)sto terremoto che arrecò grave disastro in Siena.
S. Dicembre 5. Napvlebiiifl.
ra Ireiiianle. pag. 601 e aeg. ■ Il terrtmoto del 1456 - motta b. : / lerr. di
i45a e i4G6 - BOMANO Q.i II terr. d^l 14S6: Copta di una lettera man-
\ questo grande terremoto, uno dei ma^iori che abbia
lia meridionale, abbiamo anzitutto ad osservare la eolita
In generale le notule; le Conti speciali ven-
[1456] 67
discrepanza delle date : alcnni lo fanno accadere nel 1448, altri nel 1449
0 nel 1450 od anche nel 1457 : ma documenti irrefragabili ci inducono
a ritenere che nel 1456 sia successo tale disastroso parossismo, causa
di tante rovine e di tante vittime.
Altra questione che si presenta è la la. sua data mensile : quantunque
tutti concordano nello ammettere che sia avvenuto nel dicembre, alcuni,
come il Collenuccio, dicono che si cominciò al giorno 5 a sentire delle
scosse che pare sieno continuate, più o meno interpolatamente, fino al
30, in cui, A ore 16 di notte, successe quella di maggiore intensità :
tale opinione riportano, oltre il Collenuccio già citato, il Lancellotti,
il Cirillo, Fra Andrea della Moraica, Gonzalo de Illescas, il Morigia ed
altri parecchi.
Ammettono invece che la scossa del giorno 5 sia stata la più intensa,
Platina, Enea Silvio Piccolominl, Fontano, la Cronaca di Isemia ri-
portata dal Ciarlanti, quella dei Vescovi di Ariano riprodotta dal-
l' Ughelli, quelle di Lupo Protospata e del Raimo, il Boscano, il Pas-
saro, il Cotugno, il Sardo, il Biccioli, il Girardi, il Mazzella, il Dolce,
lo Zuppella, ecc.
Altri inline attribuiscono le rovine a due scosse egualmente intense.
Tona successa al 5 dicembre, ad 11^ di notte, e T altra al 30 a 16*":
fra questi noterò il Chioccarello, S. Antonino, il Summonte, il Maiolino
ed il Gutierrez de Torres.
Fra questa discrepanza parrebbe che V opinione degli ultimi sia la
più meritevele di fiducia : ma ciò in fatto non è, perchè coloro che
propendono pel giorno cinque vissero tutti in tempi assai prossimi a
<luello in cui successe il fenomeno, anzi il Cotugno ne fu spettatore :
essi poi e con testi diversi e con prove irrefragabili s' accordano nel
fatto, mentre all' incontro di quelli che sono di parere opposto (cioè,
cre<lono che il secondo terremoto sia stato il più formidabile) nessuno
fu contemporaneo all' avvenimento, anzi tutti hanno seguito molto fe-
delmente la dizione del Collenuccio. Noto poi infine che S. Antonino,
capo dell' ultima serie di autori citati, quantunque sincrono, scriveva
da lontano e per informazioni avute.
A convalidare maggiormente V opinione sopra espressa giungono
i documenti sincroni venuti ora alla luce e pubblicati neir Archivio
storico Napoletano.
L' Ambasciatore Senese scriveva in data 7 dicembre : « a di 4 de
questo, sonate le XI bore venne uno terremoto.... » Ercole Marchese
di Ferrara anche egli dava partecipazione dell' avvenimento con una
lettera in cui dice « sabato quarto giorno dello stesso mese sino alla
domenica verso le dodici ore avvenne un terremoto.... *. L'Ambascia-
tore milanese Antonio da Trezzo, dando notizia della catastrofe a Fran-
1
68 * [1456]
Cesco Sforza, incomincia cosi la sua relazione : < Sabato passato de
nocte, circa le due bore, venendo la domenica, fò qua el magiore ter-
remoto.... » Ed infine un ms. sincrono della Universitaria di Pavia
pubblicato dal Romano concorda con ciò pienamente, giacché riferisce
che « MCCCCLVI a dy quatro de dexembre tra le X e XI bora e durò
per un decimo dora fu in lo Reame un terremoto.... »
Adunque concludendo, la scossa disastrosa avvenne nella notte del
4-5 dicembre tra le ore 10 e 11 e durò circa 6 minuti (sic).
Trattandosi di un parossismo cosi importante, faccio seguire, ordi-
nate alfabeticamente per località, le notizie raccolte sui danni e sai
numero delle vittime causate dal terremoto.
Accadia (Avellino) — fu abbattuta : il numero dei morti non è conosciuto.
Acerenza (Potenza) — fuspianala : 1200 morti.
Acerra (Caserta) — grandi rovine.
Acquavi va (d'Isernia?) — tutta sprofondata: 35 morti.
A lessano (Lecce) — si sfasciò qualche casa (Db Sxmoni: Note di ehm. Sai.
pag. 6-8).
Ali fé (Caserta) — distrutta interamente con il castello: morti 60 (se-
condo Romano 100).
Alvito (idem) — distrutta in parte: morti 27.
Apice (Benevento) — fu del tutto spianato: morti 500 (Romano) o 1020
(S. Antonino) o 2040 (Capocci).
Aquila — Il Cirillo {Degli Annali della città di Aquila con Vhiitarie del
suo tempOj pag. 71 v,-72r., Roma 1570) scrive che «era stupor grande vedere
la rovina dei palazzi e d* altri edifizii della città. Le colonne della Tribuna
e testudine df^lla chiesa di S. Bernardino si spezzarono tutte; furon le cam-
pane della giustizia e deirorologio scosse, e caddero dalla Torre del palazzo...
Nel palazzo del Capitano furono oppresse assai gente. Fecero parimenti nel
contado assai danni, che rovinò il Castel di S. Sano totalmente... » Secondo
il Secinara (Trattato univ, ecc., pag. 117-18) i morti furono 80, oltre quelli
deir ospedale.
Ariano (A^vellino) — quasi totalmente fu distrutto con la morte di molti.
Le vittime, secondo alcuni, furono 600, secondo altri 1004 o 2200 : quest'ul-
tima cifra sarebbe confermata anche dal vescovo Orso Leone, che ne lasciò
memoria nella seguente iscrizione posta sul palazzo vescovile verso la piazza
grande, come riferisce il Barberio {Catal, Epis. Arianj,
FBRTVR IN OBKVCTVM MONS MOTVS IMPROBVS ICTV.
TBRRAB CASTRVM SVBVBRTIT. AEDBSQVE DBIBCIT
BIS HOMINVM MILLE NOCTB DIRVS ILLE TRADIDIT VRNAB
VRSVS. LEO PRABSVL. POPVLOQVE FOVENTB DATVRVS
NONIS DECEMBRIS 1456 SVB DIVO ALFONSO REGE, ET
HKNRICO COMITE. (*)
(1) F. A. VITALE: Mem. degli uom, ili della H. Città di Ariano, pag. U, Roma MDCCLXXXVia.
[1456] 69
— ' — — — ^^— ^^^— — ..— ^— ^^ — -
Àrpaia (Benevento) — fu rovinata interamente ; nessun morto.
Arpino (Sera) — rovinata la rocca e la chiesa di S. Francesco.
Ascoli Satriano (Foggia) — in parte distrutto con la fortezza: nessun
morto.
Atei la (Potenza) — fu in gran parte distrutta (Paci: Relaz. terr. 185i^
pag. 34>.
Avellino — danneggiato (Bella Bona S. : Raggvagli della città di AveU
Uno. Trani MDCLVI).
Aversa (Caserta) — rimasero rovinate molte case (400): molto danneg"
g^iata la fortezza ; incerto il numero dei morti.
Benevento ^ per la maggior parte distrutto con 350 vittime secondo
alcuni, o 400, o 500 secondo altri.
Biccari (Foggia) — soffrì grandi danni : 3000 (?) vittime.
Boia no (Campobasso) — spianato interamente con eccidio di quasi tutti
gli abitanti : i pochi salvati si rifugiarono a Civita, villaggio non del tutto
rovinato.
Bovino (Foggia) ~ in buona parte distrutto.
Brindisi — S. Antonino dice che quivi le rovine seppellirono quasi tutti
gli abitanti : ciò è pure confermato da A. Della Monaca (Memoria hist, deU
r antkkiss. e fediss. città di Brindisi, pag. 514-15, Lecce 1647) che scrive
« cadde ella [città] quasi tutta, e con la caduta oppresse 1 propri cittadini,
non vedendosi altro per la città che smisurati mucchi di sassi, di palagi che
gli uni sopra gli altri rovinavano.... »
Burutu (Barete?) — notevolmente danneggiato.
Busso (Campobasso) — notevoli danni.
Caianello (Caserta) — rovinato.
Campobasso — fU totalmente atterrato: il numero delle vittime ascese
a trentamila.
Campochiaro (Campobasso) — notevoli danni: circa 200 vittime*
Canosa di Puglia (Foggia) — fu distrutta interamente.
Cantalupo del Sannio (Campobasso) — distrutto totalmente.
Capua (Caserta) — soffrirono le case, 600 circa delle quali furono di-
strutte: cadde il ponte : molti morti.
Caramanico (Chietì) — fu distrutto.
Carpinone (Campobasso) — molto danneggiato: 100 vittime.
Carsoli (Aquila) — tutta caduta, eccetto 11 case: 202 vittime.
Casacalenda (Campobasso) — notevolmente danneggiata.
Casaiduni (Benevento) — fu spianato totalmente: moltissimi morti.
Castel di Sangro (Aquila) — nella massima parte distrutto.
Castellina di Sora (Caserta) — danneggiata.
Castelluccio (Foggia?) — idem.
Castelpetroso (Campobasso) — spianato: 500 morti.
[Castel] San Giovanni (?) — pel terremoto precipitò adciosso al paose
una enorme frana che lo ricoperse e causò 44 vittime.
[Castel] S. Vincenzo (Campobasso?) — fu desolato: alcuni morti.
Castiglione de* Scauli ^ come il precedente.
% [1466]
Cerreto Sannita (Benevento) — adegnato al suolo: oltre 400 vittiine.
Certanda (?) — rovinata interamente con 160 morti.
Ceree (Benevento) — tutta rovinata: 40 vittime.
Ceree piccola (?) — rovinata: 88 morti (Capocci: op. cit. pag. 88).
Circello (Benevento) — adeguato al suolo: molte vittime.
Civitanova del Sannio (Campobasso) —desolata: alcuni morti.
Covatta (?) — come il precedente.
Cor vara (Teramo?) — sprofondata: tutti gli abitanti morti, 18 eccet-
tuati.
De li ceto (Foggia) — rimase distrutto.
Dugenta (fraz. di Melissano: Benevento) — notevolmente danneggiata.
Du razzano (Benevento) — come la precedente.
Foggia — gravemente danneggiata.
Fondi (Caserta) — caduti in gran parte i portici.
FoBsasecca (fraz. Faicchio: Benevento) — desolata; alcuni morti.
Fragneto (Benevento) — notevolmente danneggiato.
Francolise (Caserta) — le case tutte guaste, il muro di cinta del ca-
Btello molto lesionato ; nel monte su cui quest* ultimo si eleva si aprirono
in più luoghi delle fenditure.
Freso lo ne (Campobasso) — secondo alcuni rimase spianalo, secondo
altri caduto solo in parte : il numero dei morti varia fra i 100 ed i ^0.
Gaeta (Caserta) — per metà rovinata (Muratori: Ann, d'Italia).
Guardialflera (Campobasso) — rovinata (G. D. ed A. Magliano Consid.
si. sulla città di Lavino, pag. 340, Campobasso 1895).
Guardia S. Framondi (Benevento)— totalmente atterrata : 100 morti
circa.
Isernia (Campobasso) — distrutta: morti 1200 circa.
Lab i ti n a (?) — notabilmente danneggiata.
Lacedonia (Avellino) — distrutta ed abbandonata.
La ri no (Campobasso) — rovinato interamente con 1313 morti. Invece,
seconda i signori Magliano (Consid, st. sulla città di Lavino, pag. 171) questo
terremoto avrebl>o distrutto i casali, ma non apportato gravi danni alla citte,
poiché ninna traccia lasciò suirarco del campanile e sulla facciata della cat-
tedrale che non furono in queir epoca restaurati. Il Barberio — riportato
dair Ughelli — fa ascendere i morti a 2000.
Lecco — gravi danni (L. G. De Simom : Note di climat. Sai. ecc.)
Limatola (Benevento) — completamente distrutta: moltissimi morti.
Lucerà (Foggia) — Secondo il Sunimonte rovinarono 300 case ed il ca-
stello : sconosciuto il numero dei morti. Secondo il D' Ameli {Storia della
cittu di Limra, pag. 2(>8, ivi 1861) il terremoto apportò gravi disastri avendo
fatto crollare buona parte del castello, 300 case, e danneggiare il palazzo
vescovile. Molti furono i morti.
Macchiagodena (Campobasso) — interamente rovinata: oltre 300 morti.
Man duri a (Lecce) — molto danneggiata (L. G. Db Simone: Note di
clim. Sai, ecc.)
Melfi (Potenza) — Secondo S. Antonino fu in gran parte distrutta.
[1456] 71
G. Araneo (Notizie stor. della città di MelJI, pag. 338, Firenze 1866) dice solo
che la città ebbe a soffrire per questo terremoto.
Mirabella Eclano (Avellino) — rovinata interamente: 184 morti.
Montecaivo (di Benevento od Trpino?) — sprofondato: secondo il Sar-
nelli (Leti. BccL, voi III, pag. 109): i morti furono 80.
Montecassino (Caserta) — Neirabbadia caddero a terra vari utensili,
le campane della torre suonarono da per sé (L. Tosti : St. della Badia di
}tontecauinOy voi. Ili pag. 134, Roma 1889).
Montecorvino (Salerno o Potenza f) — totalmente distrutto.
Morcone (Benevento) — come la località precedente.
Napoli — fu molto danneggiata. La chiesa di S. Giovanni Maggiore
rovinata interamente, quella di S. Maria Maggiore pure rovinata, due torri
avanti il Vescovado per metà abbattute e cosi pure il campanile di S. Arpino
e quello di S. Eligio. Nella chiesa di S. Agostino quasi tutta una navata
laterale fu atterrata, guasto ne fu pure il coro e lesionato il resto deiredi-
tìcio. La chiesa di S. Domenico rimase con la facciata tutta lesionata ; quella
di S. Lorenzo fu poco danneggiata, ma il suo dormitorio e Tabitazione ven-
nero quasi distrutti. Nella chiesa di S. Chiara si produssero molte fenditui'e
e fu conquassato in parte il chiostro : neir Incoronata varie fenditure. Molte
case caddero ; la Zecca crollò nella maggior parte e cosi pure il palazzo del
Capitano. Precipitarono cinque merli dalla torre di mezzo di Castel deirOvo
e si aprirono delle lesioni nella sua chiesa. Castel S. Elmo fu oltremodo dan-
negiato. Tutte le case non rovinate, rimasero aperte. Circa a 100 ascesero i
murtì.
Nardo (Lecce) — gravemente danneggiato (L. G. Simoni: Note di clim.
SaL ecc.)
Nola (Caserta) -— grandi rovine.
Gratino (Campobasso) — notevolmente danneggiato.
Oria (Lecce) — grandi danni.
Ortona (Chieti) — rimasero "diroccate molte case ed edifici con 433 morti
(V. BiXDi : Monum. stor. ed art, degli Abruzzi, pag. 677, Nap«)li 1889).
Paduli (Benevento) -- rovinata interamente, con oltre 1000 vittime.
Palma (Caserta) — rovinata per metà: cadde la rocca.
Pettorano (Aquila) — desolata :. alcuni morti.
Pi esco — come il precedente.
Pontelandolfo (Benevento) — notevolmente danneggiato.
Pozzuoli (Napoli) — S. Mazzella (Sito ed antichità della città di Pozzvolo
e del suo amenissimo distretto, ecc., pag. 15, Napoli 1606) scrive « a 30 di de-
cembre del 1458 (*) regnando Alfonso d' Aragona fu altresì da terremoto
guasta: il che fu con gran mortalità d'huomini : onde fece notabile ruina
di molti edifici pubblici e privati ; alcuni da fondamentii rovinarono, alcuni
andarono sotto terra, come sorbiti ...»
1) U Capocci (CatalogOy ecc., ni pag. If6) dice che la particolarità del « regnando Aì-
/owo, ecc. » distrugge la data, essendo questi già morto nel giugno U58, (luiiuii la iio-
Uza si riferirebbe al terremoto del 1456, come viene anclie a suffhtgare la data ineiiHlh?.
[1156]
lOteToli danni.
sso) — fu rovinata (A. Psbrblla : Efem. della Prov. di
231, Isernia 1892).
basso ?} — fa desolato : alcuni morti.
Campobasso) — fu rovinato (Pebbella : loc. di.)
te (fraz. di Cast ropig nano, idem) — desolato: alcuni
I — come la località precedente.
ìglia (Aquila) — completamente distrutta.
n) — del tutto rovinata: parecchi morti.
ura (idem) — come Ja precedente.
ampobasso) — rovinata (A. Pbbsella : loc. cit.)
wlata: alcuni morti.
t& « f u gutista tutta quanta >.
Caserta) — rovinate chiese e campanili.
lana (Campobasso) — molti perirono sotto le rovine
[ : Op. Cit. pag. 134).
r Goti (Benevento) — la città fu assai conquassata
che appariscono &tte in tale 0':casione ne ianno chia-
il danno sofferto non fu dì tanta importanza, quanta
itori riferito » (F. Raikone: Oriffine della città di
f. LVin, Napoli MDCCLXXXVIlI).
Puglia (Foggia) — < f u danneggiata pur essa; co-
irà perpendicolare che è al fianco del Castello che s'ae-
noti del 1"83 e 26 luglio 18(6 » (L. agnelli : Cronaca
, 2. ediz., pag. 54, Sciacca 1869).
?oggia?) — desolata: alcuni morti.
rotte fCampobas3o) — come il precedente.
quale?) — corno il precedente.
i dell'Abruzzo?) — rovinato interamente: 1200 morti.
asso) — notevoli d:mni, ma ron grandi rovine.
— come il precedente.
a) — nella massima parte ruìnata.
tutto rovinata: 46 morti.
lasso) — tutto spianato.
iero molte case, con la morte di 200 e più persone
e civ. della... città di Teramo, ecc., voi. II, pag, 126,
lasso) — distrusse il terremoto la città e la chiesa cat-
ta se non fosse stata prontamente riparata (G. D. e
i. st. sulla città di Larino, pag. 319, Campobasso I89t).
:>) — fu interamente distrutto,
nnio (Campobasso) — desolata, alcuni morti,
ovinato interamente: 35 morti.
- < Nel duomo cagionò molti danni nel muro della Tri-
e nell'arco sull'altare maggioro, nel quale arco si di-
FiQ. 1 - Gran terremoto napoletano 1456.
staccò una grossa pietra..... Nella città si deplorarono intomo a dugento
case scomposte ed atterrate; ma nessuna persona morta. » {Memorie stor. della
città di Troia per V. Stefanelli, pag. 159, Napoli 1879).
Ururi (Campobasso) — fu interamente distrutto (G. D. e A. MaglianO:
Consid. ecc., pag. 233).
Vara nello (fraz. Ariano: Avellino) — desolato: alcuni morti.
Vasto (Chieti) — fece crollare gran parte delle fabbriche, sotto le cui
rovine perirono più di 300 persone (L. Marchbsani : SL di Vasto, pag. 13).
Venafro (Campobasso) — fu grandemente danneggiato.
Vincbiaturo (idem) — rovinato interamente: 129 morti.
Vi t ulano (Benevento) — del tutto rovinato.
Zungoli (Avellino) — notevolmente danneggiato.
Questi sono i paesi intomo ai quali ho potuto raccogliere qualche
notizia particolareggiata: quantunque il materiale sia abbondante, tut-
tavia riesce impossibile il poter fare del fenomeno uno studio con gli
odierni criterii, giacché le diverse notizie spesse volte sono contraddi-
torie e molte di esse certamente esagerate.
Riguardo al numero dei morti, il Fontano li fa ascendere a 24 mila,
a :X) mila il Tarcagnota ed altri, a 35 mila il Fazello^ a 60 mila il Pic-
colomini, certuni poi li fanno superare anche i 70 mila.
Ad ogni modo, cercando di sintetizzare, possiamo senza tema di di-
scostarci troppo dalla verità, ritenere che Tarea mesosismica abbia in-
teressato la regione aquilana, il Molise, il Beneventano, la provincia di
Campobasso e parte della Basilicata, avendo presso a poco la forma e
le dimensioni rappresentate nella unita cartina (fig. 1).
Noterò che oltre alle solite anomalie sulla distribuzione delle rovine,
spiegabili con la costituzione del terreno, con la natura e stato delle
costruzioni, il terremoto fa disastroso a Brindisi mentre lo fu meno
nelle regioni circostanti alla nostra area mesosismica ed in località a
questa assai più vicine.
Il movimento sismico dalla parte di settentrione si propagò nel-
r Umbria, nelle Marche ed in Toscana, dalla parte di mezzodì giunse
nelle Calabrie e nel Messinese giacché per le prime il Grimaldi, par-
lando del parossismo del 1783. ricorda che nel 1456 < le Calabrie in
questa generale disavventura del Regno furono le meno danneggiate »
(pag. 82), ed il Mongitore nella sua molte volte citata opera sui terre-
moti di Sicilia (pag. 382), con V autorità del Maurolico e del Bonfìglio,
scrive che in Messina la scossa fu. si forte da obbligare la gente ad
abbandonare le case.
Le antiche memorie parlano di città state inghiottite, di montagne
spaccate, di laghi formatisi, di squarciature aperte nel terreno esalanti
pestilenziali gas e vapori : fenomeni che, spogliati di quanto vi ha ag-
gionta la fantasia e la paura, si riducono air ordine ed alla propor-
li tU66 - 1457]
zlone di quelli che accaddero in altri tempi e che avvengono tuttora
in occasione di qualche violento parossismo e dei quali il lettore troverà
molteplici esempi nel corso di questo lavoro.
Nella relazione dell'Ambasciatore Senese (H terr. del 1456, pag. 350-51)
si legge che in Napoli « fo ni la notte si gran commocione del mare
ohe tutte le galee e navi che erano in porto parevano che fossero com-
battute da mille diavoli si grande rugna e percussione tra loro face-
vano che chi ci era suso credette pericolare.... » ; il che certamente
dipese dalla propagazione del movimento sismico, come altre volte si
è verificato. Detto oratore aggiunge poi che < laqua dei pozi e dele
cisterne che sono in Napoli era si grande la tempesta gli era dentro
che spingeva laqua de fuori... » 11 quale fenomeno è eguale a quello
successo a Foggia nel 1731 ed a Bologna nel 1779 (vedi).
[317] 14561457. S. Sepolcro, Città di Castello.
Malvasia-de Bossi : Documenti ecc., pa^. 58 - Chronicon Eugubinum, in « muratori : Ser,
ital. script, YOl. XXI, col. 91 a B - M. G. M. A. v. : Memorie civili di Città di Castello,
voi. n, peg. 25, ivi 1814 - L. BoNAZzi : Storia di Perugia, voi. i, pag. 674, Ivi lHr35 - Pel-
uni p. : DeìVhistona di Perugia, parte n, Ub. xiii, pag. 648, venetla mdclxiv - p. Fa-
RULU : Ann, o mem. st. di Borgo S. Sepolcro, pag. 38-8. ammirato : Istor. jlor., parte n,
lib. xxui, pag. 84 B, Firenze MDCXU.
Al 5 dicembre 1456 cominciarono a sentirsi in Firenze delle scosse^
con ogni probabilità provenienti dal radiante napoletano : per numero
e per intensità andarono nei giorni seguenti sempre crescendo. AI
giorno 9 in Borgo S. Sepolcro si ebbe un terremoto che durò « un
pater > ed in tale occasione, al dir del Farttlli, « la torre del Torri-
giano due volte crollò ».
Al 26 aprile del 1457, circa le 18*^, si ebbero due scosse che a Città
di Castello fecero rovinare, la Chiesa di S. Francesco e 400 case,
danneggiare il palazzo del governatore, quello del podestà e tutti gli
altri edifici. I morti furono circa una quindicina.
I danni si limitarono fra Città di Castello e Perugia, ove furono
sentite senza nocumento, quantunque abbiano causato panico : ciò pure
dicasi di Gubbio.
Dalla sera del 29 aprile all'aurora del giorno 30 si avvertirono altre
145 repliche che tennero in allarme la popolazione : T ultima produsse
nuovi danni. A 5**V8 del 30 nuova scossa rovinosa susseguita da re-
pliche fino al 4 maggio.
Neil' area centrale si aprirono delle squarciature nel terreno.
[318] 1457. Agosto 23. Bolo^a.
Masini p. a. : Bologna perlustrata ec(^, pag. 46*2, Ivi MDCL.
A 10*" del 23 agosto si fece sentire un grande terremoto che, al dire
[libi - 1461] 75
del Masini^ fece stare in apprensione per circa un quarto d' ora i cit-
tadini. Questa scossa, che detto autore dice seguita da temporale for-
tissimo e devastatore, non trovo ricordata da altri storici ; la sua con-
comitanza con il temporale poi mi fa dubitare dell' autenticità.
;319] 1457. Dicembre. Veneto.
Sansovino : Cronico ecc., pag. 48. -
Terremoto notabile in Venezia con danno di molti luoghi deboli.
Lo storico veronese Dalla Corte (II, pag. 416) citato dal Goiran (St
8Ì9m, ecc., pag. 18) forse alludendo a questo terremoto scrive : « ma
quello che più di ogni altra cosa gli animi spaventò, fa il vedere nel
mese di dicembre dell' anno 1457 cadere per alcuni terribili terremoti
che quasi per tutta Italia si sentirono, infiniti edifici ed alcune castella
intiere ed nn monte appresso il nostro lago di Garda sopra Salò [pro-
babilmente il monte S. Bartolomeo] quasi gli mancasse sotto il ten*eno,
s'ascose gran parte nella terra.... »
Dubito che la data sia errata e che si riferiscano le notizie citate
al 1456.
.320] 1451. Giugno, agosto. Baecino (Salerno).
De Ratmo: Annaies, in « muratori: Ber. UaL script. » voi. xxm, col. 384 B.
Nel giugno ed agosto varie scosse di terremoto recarono gravi danni
a Buccino.
[321] 1461. Novembre 27. Aquila.
B. Casti: Anton Lodovico Antinori ecc., pa^r. 111-12 - a. vittori: Siato dell' Aquila degli
Abruzzi ecc., pa^r. 6-11 (estr.)
I terremoti in Aquila cominciarono al 16 novembre con una scossa
che fortunatamente non apportò alcun danno : il movimento sismico di
m&ggior intensità ebbe luogo nella notte del 27, dopo le 5^ : gettò a
terra chiese e case, causando la morte, si in città che nel contado, a
molte persone : la popolazione intanto abbandonò le case pericolanti.
Due ore dopo una nuova scossa, non meno violenta della prima, pro-
dusse danni ancora maggiori.
Nella chiesa di S. Maria di Collemaggio cadde la cappella grande,
restò fracassato tutto V edificio e slogato il tetto : precipitò in gran
parte il convento attiguo : in quella di S. Matteo rovinò tutto V ospe-
dale con la morte di molte persone.
S. Maria di Forfona e S. Maddalena restarono infrante con la caduta
di una parte delle mura. Nella chiesa di S. Bernardino diroccò una
grande porzione della navata, la cappella del B. Giovanni da Cape-
itrano e tatti i pilastri ed oltre alle mura lesionate, cadde a terra la gran
76 [1^61]
cupola, la quale battendo sul volto della sala maggiore dell' ospedale, la
fece precipitare.
Le chiese del locale dell' Intempera, come anche le ca^e, patirono
danni minori delle altre. Nella parrocchia di 8. Maria rovinò nna cap-
pella con porzione di tetto. In S. Maria di Paganica precipitò la mag-
gior parte d^e travi ; nella chiesa di S. Silvestro V intero campanile.
Diroccarono pure la facciata del tempio di S. Leonardo, gran parte di
quella di Angelo in Via, la fontana e torre di S. Lorenzo. San Giuliano
della Barete rovinò quasi tutto colla torre, e cosi pure il monastero di
S. Croce con porzione di chiesa. Lo stesso rovinìo avvenne nella chiesa
ed abitazione di S. Spirito. Presso la contrada detta « Riviera » re-
starono atterrate la chiesa di S. Pietro di Preturo ed in parte quella
di S. Marinella. Rovinò la maggior parte delle fabbriche prospicenti
la via « Gianvincioni » e nella e Riviera >, oltre alle chiese ed alle
torri, restarono adeguate al suolo circa settantacinque case con la
morte di sei persone.
Non cadde fortunatamente la chiesa di S. Chiara ; però ne fu per
Intero abbattuto il monastero. Rovinò più della metà, di quello di
S. Pietro di Sassa, ed il restante rimase oltremodo lesionato e minac-
cioso di prossima rovina. Gran parte della chiesa di Quinziano andò
a terra ; tutte le case di Sassa e di Pile caddero o furono rese inabi-
tabili. Nella chiesa di S. Domenico fu rovinata la navata maggiore ed
un'altra con le cappelle.
Nel convento dei frati dell' Osservanza precipitarono il dormitorio,
le scale e tutti gli altri casamenti furono guasti e lesionati. Si disgiun-
sero le mura della torre di S. Biagio e di S. Vittorino e nella chiesa
rovinò la cappella di mezzo: il resto non ebbe molti danni: pure vi
perirono tre persone.
Nel Duomo cadde un muro laterale ed alcune cappelle : fu pure molto
danneggiato il palazzo vescovile e rimase demolita una casa attigna
al Duomo stesso. Le chiese di S. Maria di Roio e di S. Marciano Gi-
rono assai malconcie, quella di S. Giovanni cadde in parte, le altre
di S. Maria di Rasino e di S. Andrea patirono allo stesso modo. Nella
chiesa di S. Maria di Bagno cadde la torre con piccola porzione della
chiesa : caddero in S. Agostino le mura dell' orto e buona parte delle
celle e delle ofìftcine, e nella chiesa porzione della facciata, delle cap-
pelle e del tetto. Nel tetto e nelle mura patì pure molto quella di
8. Marco : in quella di S. Giusto V esteriore fu salvo, ma ftirono fra-
cassate le cappelle.
La chiesa di S. Flaviano rimase irriconoscibile ; in S. Francesco
rovinò una navata, il tetto, poi le cappelle ed il convento furono oltre
modo malconci. In quella di S. Maria ad Civitatem rovinò il lato verso
[1461 - 1465] 77
S. Francesco. Le torri patirono maggiori danni che non le chiese : cadde
parte del palazzo del comune ed il resto risenti lesioni tali che fa uopo
puntellare V intero edificio : tutte le altre case ebbero danni di eguale va-
lore. Nel rovinio della città, di cui una quarta parte rimase adeguata al
suolo, ed il rimanente gravemente lesionato, si ebbero a deplorare dalle
60 alle 80 vittime: ed altre 100 o 160 nel contado. Quivi il danno fu
molto inegualmente distribuito : risentirono ma^iormente gli effetti del
parossismo tellurico i seguenti paesi: S. Eusonio, in cui rovinarono tutte
le case e le chiese, con gran numero di vittime ; Castelnuovo, che di-
venne un mucchio di sassi ; quivi furono pure demoliti i torrioni delle
mura : 28 fhrono le vittime. In Onda non restò alcuna casa in piedi e
si piansero parecchi morti : cadde quasi del tutto Poggio Picenze.
In Teramo rovinò una grande quantità di edifici, tra i quali le chiese
di 3. Francesco, di 8. Domenico e di 8. Bernardino.
U terremoto fu pure inteso a Perugia, secondo quanto ho trovato
nel Pellini (Delle ffisL di Perugia^ Parte II, pag. 664), ed in Boma,
ove più volte fece suonare la campana di 8. Marcello.
Dopo la grande scossa del 27 novembre, la terra per molto tempo
fu in continuo movimento ; fra le maggiori repliche è uopo ricordare
quella avvenuta al 4 dicembre, che f^ sentita in parecchie località
delle Provincie circostanti e che fu seguita da altre per tutto il mese :
fino al 15 dicembre taluno asserisce ne sieno state sentite più di cento.
Alle 8^ della notte del 17 ne avvenne una molto forte, che incusse
grande panico e fece cadere molte case, lesionate gravemente dalle
commozioni antecedenti.
Nella notte fra il 3 ed il 4 gennaio 1462, a 4*" circa, si ebbe un in-
tenso scuotimento susseguito, a 6^ ore della notte del giorno 4, da un
altro che pose in nuovo sgomento la popolazione.
U periodo sismico può ritenersi terminato al 3 febbraio.
[3221 1463. Settembre. Firense.
Bonito m. : Terra trem,^ pag. 633.
Secondo il Girardi si senti in Firenze una fortissima scossa che
portò molti danni agli èdiflcii.
[323] 1405. Aprile 6. Verona.
QoiRAN A. : St. Hsm. ecc., pag. 18.
Lo Zagata ricorda che al 6 aprile si senti in Verona un fortissimo
0 forte terremoto : ora trovo nel Pezzana (Storia di Parma, voi. Ili,
pag. 256) che Parma al 7 aprile fu spaventata da una forte scossa, Vi
Bara uelP una o nelP altra notizia qualche errore di data ?
78 [1465 - 1468]
[321| 1466. Maggio 15? tlibbU (Perugia),
a. Bebnio; Cironteon SuffulHHum, In • Muratobi: Ser. ttal. icrtpt. ■ voi. xxi, col. loae C.
Nel di di 6. Ub&ldo (13 iiiag:gìo?) due forti scosee, e nella notte
seguente una terza maggiore. Forse a queste commozioni dei snolo al-
lude il Bardi, citato dai Bonito (Terra trem,, pag. 638), allorquando
inno si sentirono in Toscana molti terremoti : giacché
che le scosse di Onblo si siano propagate anche abba-
iente nella Toscana.
■eniiaìo 14. ~ Salenituo e Basilicata.
. ai Navolt àegU anni use e uee, pag. irò (entr.) ■ De fitvHO : AnnaUs,
Op. clt. » tomo XXIII, col. «3 n E.
lO; a 9'' di notte, ia Napoli ed in Capaa fti sentita una
3rte, che durò per io spazio di un < miserere > : non
) alcuno, ma inctisse panico grandissimo. Invece ne ar-
Salernìtano, a Buccino, a Pescopagano, a Gonza e ad
Htobre 27-28, dicembre 26. flabUo.
^vgvDinim, la > Muratort: op. clt > voi. XSI, col. 1013 A.
27-28 Ottobre in Gubbio grande terremoto e ad ore 15
e altra scossa della stessa inteosltft.
muglio. Argenta (Ferrara).
ìwtt J" Argenta, pag. VS.
16 avvenute nel luglio rovinò in gran parte II castello,
}b1 molte case e grande porzione dei muri di cinta.
Iella notte dei 22 d' agosto si senti in Siena una scossa
eguita da altre pld leggere : il popolo usci dalle case e
e tende all'aperto.
0 ad intervalli le commozioni più o meno sensibili flnchd
un terremoto assai veemente incusse panico grandis-
ladere dna armi del merli degli nfBciali • della Mer-
li Campo. Nessun danno alle persone. Il periodo sismico
to di circa 160 scosse.
Luglio 6. Ri mini.
1 at sinmologia, voi. ii, pag, 166
remoto che in Rimii^i recò danai gravisslmii
1
"■ ■ *■■■ ■
[1470-1474] 79
[330] 1470. Aprile 15. Casio Castello (Bologna).
Uvzu s. : Ann. della città di Boloffna, Ivi 1843, voi. Y, pag. 20.
Al 15 aprile per una scossa di terremoto rovinò un tratto di muro
nel castello di Casio (fraz. di Vergato).
[331] 1471. Marzo. Gobbio (Perugia).
CAroHic. Suffud,, in « muratori : Ber. ital. script. » voi. xxi, col. 1020 C.
Nel mese di marzo a Gubbio scosse frequenti ed assai intense.
[332] 1471. Agosto 15. Brescia.
U. BONITO : Terra trem., pag, 934-35 - Da Seonara F. : Tratt. univ. ecc., pag. 119 - H. Ca-
'«'BioLO: Delle hist» Bresciane^ Brescia mdcxxx, pag. 179.
Il Bonito, seguendo Licostene, scrive che a 22^ del giorno citato si
senti in Brescia un terremoto si violento che i cittadini stimarono vo-
lessero cadere le case : secondo il Morigia fa seguito da una grandi-
nata riuscita fatale a uomini e ad animali. Il Cavriolo ricorda che nel-
l'anno « due volte squassò il terremoto la nostra città ».
[333] 1472. Maggio 14. Friall.
A. TosocAsi : / terr, del Friuli, pag. 194.
Ad ore 20 del 14 maggio si ebbero nel Friuli due scosse, la prima
forte, e fortissima Taltra, che fece screpolare molte case : furono pure
avvertite a Venezia.
[334] 1473. Febbraio 2. Rlmini.
OORRAoi A. : Annali delle epidemie, voi. vn, parte l, pag. 184.
Al 2 febbraio tuoni orribili e terremoti in Rimini.
[335] 1473. Maggio 7. Milano, t
ZBRKNooi : Discorfo del terremoto, pagr. 21 - D. Calvi : l^em. sacro-prof, di Bergamo, voi. ii,
app. - D. OoRio : r hist. di Milano, pag. 411 recto - F. frisi : Mem. st. di Monza, voi. m,
pa^. 119 - O. Ohilini : Annali d'Alessandria, pa^;. 105 - Ros accio: Le sei età del mondo,
paff. 33 - Spelta : ffist. dei Vesc. di Pavia, pa^. 439 - A. Db Bipalta : Annales Piacentini,
in « MURATORI : Ber. ital. script. » voi. xx, col. 942 e D.
Circa le IS*^ del 7 maggio in Milano, Pavia e Piacenza, si senti un
fortissimo terremoto che violentemente scosse il suolo fra il Ticino e
l'Adda (erroneamente alcuni scrivono Adige) facendo cadere moltissimi
edifici, con la morte di molte persone.
Il Rosacelo pone il terremoto nel 1474 e dice che in Milano farono
rovinate più di 2000 case.
[:e6J 1474. Marzo 11. Modena.
A. DONDi : Notizie stor. ed art. del Duomo di Modena, pag. 256.
All' 11 marzo, circa le 3*», fu sentila una ^ande scossa ch^ fece
80 [1474-1483]
Baonare le campane e rovinare il camino delle carceri, n Mercallì
vtilc. ecc.. pa^. 225), cltandO: Calegarl e Canestrini {Storia
'. SoBBuolo ecc., pa^. 150), Bcrlve che nell'anno si ebbe an
1 Uudenese.
. Agosto. Aaena.
llrz. ai itoc. fior, ani. ecc. della etttà e terre Uarehigiane, \o\.
Bemabei ricorda che al 18 agosto cominciò in Ancona
[smfco, che fece abbattere molti comignoli e spaventare
lopolazione che andò ad abitare all'aperto. Mentre poi si
,a messa solenne per la liberazione dal flagello, si senti
losea si forte da f^r fuggire tutti dalla chiesa. I terremoti
«echi mesi e terminarono al 22 maggio 1475.
. Ottobre 10. PflHl.
T. ai Forlì, pag. 19.
bre, a 17", in Forlì fortleslma scossa con qualche danno :
ihe sia stata avvertita anche a Kavenna, giacché li Perrey
in$, Jtal.f pag. 16) ne cita una quivi sentita verso 11 15
, Maggio. Piviiua» (Massa).
u. In ■ MuxATORi: Ser. ftal. stript. > voi. xxa, col. SS1 D e 313 A B -
M. della atta (U Parma, ecc., voi. IV, pag. 337 - Vedbi*ni l. : HUt. del-
I citta di Modena, Ivi ISSI, parte n, pag, 416.
E del 7 febbraio, a 5" circa, si senti in Parma nna grande
a si ripetè nella notte istessa per altre tre volte: medesi-
ilodena lo scuotimento fU si forte che suonarono da per
e della torre del Duomo e quelle del Palazzo. È probabile
di Pisa e Lucca, riportata dal Perrey (op. cit., pa^. 128)
senza data mensile, si riferieca al precedente terremoto.
letA di maggio un grandissimo terremoto nrtò la Lnni-
lialmente il territorio di Fivizzano, ove 17 case furono
ì fondamenta e le altre rimasero lesionate. Tutti gli abl-
rono all'aperto. Uguale intensità ebbe lo scuotimento nei
icini. In una giornata si sentirono 16 repliche.
. Marzo 11. Ferrara.
noto, pag. W verso - Diano Ferrareu, la « muratori ; op. clt. » voi. xxiv,
notte dell* 11 marzo in Ferrara fu sentita una fortissima
quale la campana di Rigobello suonò cinque colpi : tu
tutto il contado.
[1483 - 1487] 81
'341] 14S3. Agosto 11. Forlì, Cesena.
GcA&iNi F.: / terr, a Forlì ecc., pag. 17-22. ^
Verso 1^ della notte (11 agosto) in Forlì scossa< bì gagliarda e lunga
da far suonare le campane delle varie torri. Si spaccò il pinacolo del
campanile di S. Mercuriale ; le chiese e le case dentro e fuori la città,
e molti palazzi ebbero danni considerevoli : rovinò pure un gran tratto
del chiostro di S. Francesco. In causa di ciò si ebbero a deplorare
parecchie vittime. Anche a Cesena per la violenza dell' urto caddero
parecchie case.
Repliche^ minori furono sentite per lo spazio di un mese.
;342] 1484. Cervia (Ravenna).
F.VNTI-ZZI M. : Monumenti Ravennati, vi, pag. 499, Venezia 1802.
Neir anno in Cervia fortissimi terremoti : il consiglio maggiore di
Ravenna deliberava di ripararne le rovine.
[313] 1484. Gennaio 19-20. Roma.
Dtarium Romanum urbis ab anno MCCCCLXXXI ad MCCCCXCIl Auct. anon. Syncr. notario
DE ANTIPORTA, In « MURATORI: RcT. ital. script. » tomo III, parte il, col, 1083 D.
Verso la mezzanotte fra il 19 e 20 gennaio forte scossa della durata
di un' « ave » : a Roma non fece danno ma si bene a Lamentana, a
Castelnuovo ed in molte altre terre.
:344] 1486. Febbraio 1. Marche.
BcoNi: Del terremoto ecc., pag. 21 recto.
Nelle Marche scossa fortissima.
[345] 1486. Settembre 30. Siena.
A. AixEORBTTi: IHarii Sanesi, in « muratori : op. clt., » tomo xxm, col. 821 A.
Al 30 settembre, sul far del di, in Siena due scosse e, poco dopo,
una terza molto forte.
'3461 1487. Gennaio 11. Verona.
A. ooiran : St, sism. ecc., pa^. 19.
Secondo lo storico Zagata, circa le 23'' dell' 11 gennaio si senti un
terremoto per il quale il Biancolini, nelle addizioni alle storie del ci-
tato autore, afferma che rovinarono alcune case.
3ITj 1487. Dicembre. Padova.
Perbky a. : Tremai, pentm. Ital., pag. 16.
11 Perrey, seguendo il Tarcagnota, pone nel dicembre del 1487 un
itTremoto in Padova con la rovina della chiesa dei Carmelitani. Il Bo-
nito (Terra trem., pag. 643) lo riporta nel 148G.
EiRATTA : Terremoti ecc. Q
[1488 - 149Ì]
Luglio 31. Ptunoli (Napoli).
w, pag. StS. *
I terredioto, che, seeoodo 11 Capaccio, distrasse case, e
mini.
w. erottol. de lerr. ecc., pag. 883.
) afBisse specialmente Monte Pelle^ino presso Palermo.
S. S«ptlcn (Arezzo).
> m«m. di Borgo S. Sepolcro ecc., pag. se.
Xa gettò a terra parecchie case.
Giugno IO. Aleara (Messina).
cronol. de lerr. ecc., pag- 383.
Sardo ts Sicilia fD nrtata da forti terremoti che fecero
Monastero di S. Maria del Rogato, presso Alcara nel
Venna.
H. ecc. pag. a.
riferisce che un terremoto fece nell'anno roTÌnare in città
il Moscardo aggiunge, che sotto le macerie perirono
Hessina.
U Annali delia citta it MesHna, nuova
abre 1493 dalle 3" di notte fino a 7'' in Messina si senti-
e violentissime scosse di terremoto. Nell'ora settima della
ibbraio 1494 si ebbero altri tre scuotimenti e finalmente
di qnesto Istesso anno replicarono i terremoti con grande
mdo dei danni, giacché in Messina rovinarono alcuni
precipitò la parte superiore della Porta della città verso
ia buona porzione delle mura verso settentrione. Nessuna
Giugno 13. Niuardo.
ielle Alpi Marttt; In « Mon. hlst. patr. ecc. » Script, tomo n, col. II»:.
um MDCCCXXXIX.
o di Nizza e suoi contomi terremoto f\iriosissimo. Il Prost,
calli {/ terr, di LiguTìa, pag. 25), Io riporta al 23 giugno
he spaventa talmente gli abitanti di Nizza, che abban-
[1494 - 1499] 83
donarono la città, ritirandosi in campagna, da cui furono richiamati
per editto del Magistrato. Lantosca, Roccabigliera e Bollena flirono ro-
vesciate. La scossa pare abbia avuto direzione SW-NE.
[355J 1494. Novembre 19. Pìm.
PORTOV8NERI G. : Memoriale ecc., In « Arch. stor. Ital. » voi. vi, parte ii, pagr. 298, Fi-
renze 1845.
Verso la sera del 19 novembre una scossa : dalla metà di qnesto mese
parecchie sì di giorno che di notte : alcune delle quali molto forti.
[356] 1495. Dicembre 13. Ferrara.
BUONI : Del Urr. ecc., pag. 24 vergo - Diario Ferrarese^ In « muratori : Rer. itaL script. »
tomo xxrv, col. 816 B.
Al 13 dicembre, circa le 20*», si sentì in Ferrara una scossa fortis-
sima, che fece diroccare più di 30 comignoli e causò altri danni : durò
un « pater » ed un' « ave ». A Venezia recò, secondo il Malìpiero
(Ann. Veneti^ in e Arch. stor. ital. » voi. VII, parte II, pag. 696,, Fi-
renze 1844) grande spavento, ma nessun danno.
[357] 1496. Giugno 4. Siena.
A. ALLBORsm : Diarii Senesi, in « muratori : op. cit. » tomo xxui, col. 857.
Al 4 giugno a Siena due scosse fortissime.
358 1496. Giugno-Dicembre. Spoleto (Perugia).
MencALU G. : Vule. e fen. vulc., pag. 280.
Il Mercalli riporta dal Natalucci, che scrive sulla fede del Mugoniò
(autore sincrono), la notizia di terribili terremoti sentiti dal giugno
alla fine del 1496 e che causarono molto spavento a Spoleto, a Trevi ed
in altri luoghi vicini ; risulta però che a Trevi non aiTecarono alcun
danno. Al 6 agosto fu sentita una scossa in Orvieto (Silvestro (di)
Ser Tommaso : Diario, Orvieto 1891), la quale forse corrisponde ad una
delle maggiori avvertite nelle località citate dell' Umbria.
[350] 1498. Aprile 11. Aquila,
p. Mozzsm : Saggio d* if\fluenze meteoriche e del clima sull'Agronomia, pag. 87, Teramo 1896.
In Aquila all' 11 aprile fortissima scossa ed altra al giorno 12 dello
stesso mese.
[360] 1499. Novembre 19. Mesoina.
HoNotTORR A.: Ist. cr. dei terr. ecc. pag. 885.
Secondo il Maurolico, circa il tramonto del sole del di 19 novembre
av\'cnne in Sicilia un terremoto, che in Messina fece rovinare degli
edifici. Il Sampieii lo pone al 9 novembre 1498,
84 [1500-1501]
[961] t500. Gennaio. MeraiM,
MpNoiTORE A.: op. cit.« i>ag. 386 - BONITO: Terra trem., pag, 647.
Secondo il Coronelli, replicate scosse tormentarono Napoli .e Mes-^
Sina : 11 Bonito, che segue il Bonflglio, ricorda che fdrono oltromodo
forti e tali da far rovinare molti edificii. Forse le scosse del 1499 e le
altre avvenute nell'anno dopo costituiscono un unico periodo sismico.
[362] 1501. Giugno 5. ^ Modenese.
Alcuna date ai terremoti in Modena ecc. NN. 141 (22 mafirgio 1873) e 143 (24 maergrio) -Al
cune notizie di terr. ricavate dalie cronache Sassuolesi - a. dondi : Notiz. stor. ed artist.
del Duomo di Modena ecc., pag. 254-55 - 8. Muzzi -.Ann. della città di Bologna, voi. v,
pag. 4^ - L. VEDRiANi .• Ilist. dell'antichissima citta di Modena^ parte n, pag. 454.
A 15^ del 5 giugno si senti in Modena una terribile scossa prece-
duta da fortissimo rombo. La torre Ghirlandina, dicono i cronisti con-
temporanei, fu vista visibilmente a piegarsi mostrando quasi di volere
cadere : precipitarono molti merli del palazzo del Vescovado, del pa-
lazzo civico e delle mura ; diroccò la parte superiore della torre di
S. Francesco, la cui chiesa fu sconquassata : furono abbattuti molti
fumaiuoli e molte case, molti muri e molte torri furono decapitate.
Rovinò la chiesa di S. Biagio, quella di S. Agostina fu molto dan-
neggiata : il duomo risenti gravi danni specialmente nella nuova sa-
cristia e nella facciata principale. Molti edifici gravemente pregiudicati
dal terremoto caddero poi in tutto od in parte nei giorni seguenti. In
città si ebbero a deplorare otto morti e molti feriti, alcuni dei quali
molto gravemente.
In Castelvetro rimase demolita la parte superiore della rocca grande
ed il resto tutto lesionato ; della rocca bassa fu levato il tetto ed il
rimanente fu ridotto in pessimo stato. In parte fu pure rovinata la
chiesa : fessurati tutti i toiTioni attorno al castello, del muro di cinta
ne caddero circa venti braccia insieme a molti merli. Delle case alcune
furono totalmente abbattute, altre solo in parte, ma si resero inabitabili.
Sassuolo soflrì molti danni : Montegibbio rimase distrutto e cosi
pure Maranello : a Gorzaao (fraz. Maranello) rovinarono due case : a
Zenzano (fraz. Savignano) la torre. Il Colombaro (fraz. Formigine) in
parte fu sconquassato ; a Spezzano (fraz. Fiorano) fu abbattuta la
torre ed una casetta.
La zona maggiormente colpita sì trova delimitata nella figura 23.
La scossa fu molta violenta a Parma, fu forte a Bologna (*) ed a
Ferrara e forse a Verona, per la quale città. il Goiran {Stor. sism..
1) Noto però che il cronistji Nadi, citato da C. Ricci [La Madonna del terr, ecc., pa-
<^\i\n 881) dice che le scofise a Bolojjna furono « oneste » : quindi non dovrebbero aver
apportato danno alcuno.
:[1«»-IS05) M
I I 1 — «^^-^ — I -I. iJ . ...U —.1 . ,
pAg. 19 e • 27 [39] ) ne riferisce una allo stesso giorno ma nel mese di
loglio.
Fra i fenomeni causati da questo violento parossismo dobbiamo no-
tare r intorbidamento delie acque delle fontane, ed il rigonfiamento dei
canali.
Al 9 giugno di mattina una forte replica causò nuovi danni.
[d63J 1502?. Gittadncale (Àquila).
S. MARcaEsi: Comp. star, di Cittaducale, pag. 137-38, Rieti ISTTS.
Neiranno si senti in Cittaducale un terremoto sì intenso che « si
spallarono » molti edifici e case private e se ne lesionarono molte
altre: cadde pure la parte superiore del campanile di S. Agostino.
Continuarono le scosse per 40 giorni : si intorbidarono le acque delle
fontane.
[3&i] 1502. GeQDaio 23. Urbino.
SfiRpfERi A. : Scritti di sismologia, voi. l, pag. 152.
A mezzodì circa del 23 gennaio ad Urbino terremoto si forte che a
memoria d'uomo non ne era stato sentito altro maggiore.
[965] 1502. Maggio. Cnneo.
Casaus: Diz. geogr, star. stai. comm. degli Stati di S. M, il Se di Sardegna, tomo v, pag. 761.
Nel maggio per terremoto la città di Cuneo ebbe a sofiVire danni :
le scosse si rinnovarono nel settembre.
:3661 1502. Settembre 6. Ancona.
c»RAADi: Annali dtlle epidemie ecc., voi. vn, parte l^ pa^. 257.
Parecchie città e fortezze della Marca d'Ancona furono fortemente
scosse dal terremoto. Cosi il Corradi itfie cita il Gaspari.
[367] 1504. Novembre 1. Bibbiena (Arezzo).
Landucci : Diaria Fiorentino, pag. 271, Firenze 1883.
Un terremoto rovinò più case a Bibbiena.
[368] 1504-5. Dicembre, Genuaio. Bologna.
Bioxi? Del terr., pag. 55 recto - Ooiran : St. sismica ecc., pag. 19 - GrARiNi F. : / terr. a
Forlì ecc., pa;f. 26 - Piovbne: Cron dei terr. a Vicenza^ pag. 49 - A. P. Masim: Boìogim
perlustrata^ Ivi MDCL, pagr. 032-33 - O. Mini : Illustr. star, dell'antico ca^t. di Castrocaro^
Modlg^llana 1880, pag*. 26-2-63 - L. A. MiRATORl : Ann. d' Italia, Mlliiuo MDCUXLTX, voi. X,
pag^. W - S. Mi'zzi: Mnn. della città di Bologna, tomo v, pag. 29.
Al 31 dicembre 1504 cominciarono di notte tempo a fjirsi sentire in
Bologna delle scosse, che fecero assai danno alle case della città e
gnastarono duo cappelle nelle chiese di S. Giacomo e di S. Martino
^»l
^ USOS-150^
Maggiore; ft[tx)no avvertite a Ferrara, a Venezia, a Vicenza, a Forlì, a Ca-
strocaro ed a Firenze (Parenti: IsL Fior, cit. Corradi: op. cit. VII, 267).
Nella notte fra il 2 e 3 gennaio 1505, a 9^ ital., cioè a 2^ 30" ant.
circa, se ne ebbe una fortissima, seguita nello spazio di un'ora da altre
quattro sempre più intense, tutte ond-sussultorie. Le chiese di S. Do>
menico, di S. Sebastiano, di S. Maria del Monte e ideila Misericordia
furono rovinate : precipitarono le torri ed i tetti : le chiese di S. Mar-
tino, di S. Francesco, di S. Giacomo, di S. Giovanni in Monte, di
S. Felice, della Madonna di Galliera ebbero i muri e le volte lesionate.
Tutte le case della città soffrirono o rovine o gravi fenditure : cadde
parte della torre e dei merli del palazzo Bentivogli : per metà fu ab-
battuta la torre dei Servi e precipitarono 32 merli del palazzo del
comune. In Venezia pure molte case, chiese e campanili andarono in
terra e la gente impaurita fuggì air aperto (Corradi A. : op. cit., vo-
lume VII, I, pag. 1117).
Questa scossa a Verona non fece danni di considerazione e cosi
a Vicenza ; a Brescia ed a Ferrara (*) fu fortissima : fu veemente a
Castrocaro e fu intesa a Forlì. Le repliche durarono per 40 giorni, appor-
tando sempre nuovi danni ; diminuirono quindi di numero e di intensità ;
alla fine di maggio cessarono del tutto. Secondo il Papotti (Ann, o mem,
8tor. della Mirandola, ivi 1876 I, 7-8) i terremoti durarono 4 anni.
[969] 1505. Gennaio 20. RoMBgM.
GuARiNi F. : / terr. a Porli ecc., pag. 26-0. mini: Illustr. stor, delVantico ctutelìo di Ca-
strocaro ecc., pag. 262-6H.
Al 2 gennaio cominciarono a sentirsi varie scosse nel Forlivese, ma
queste con ogni probabilità non sono concentriche, ma la eco di una
fortissima commozione tellurica che ebbe il suo centro nel Bolognese
(ved. N. 368) : nella notte del 2Q se ne ebbe una violentissima a Forlì,
ed a Castrocaro ove tutti credettero di rimanere sepolti sotto le* rovine.
A questo terremoto con ogni probabilità allude il Sardo, citato dal Bo-
nito (Terra trem,, pag. 650), allorquando dice che successe neiranno
un terremoto nel Ferrarese ; con ciò si prova che anche quivi si
propagò il movimento sismico.
[370] 1506. Marzo 6. Ortona (Chieti).
T. BiNDi: Monum, stor, ed artist. degli Abruzzi, Napoli 1889, pag. 697.
Al 6 marzo ad Ortona terremoto più violento di quello del 1456 ;
avvenne a 3** di notte e seppellì tre intere contrade.
(l) Brroneamente il Buoni la attribuisce al 2 febbraio, ma coincidendole ore, e di
cendo esplicitamente che la scossa sentita in Ferrara fu la eco del terremoto Bolognese
Bi comprende beni&sinio Terrore commesso.
-ftWf^
[16W isogj «ì
Dubito molto che tale notizia bì riferisca invece che ad un vero ter-
remoto, ad un grande franamento (^).
[371] 1507. Pinepolo (Torino).
vassaxxI'Bandi: Rapport. ecc., pag. 132.
Neil' anno terremoto fortissimo nel contado di Pinerolo.
[372] l&OS. Ottobre. Ferrara.
Bix>Ni : Del terr., pag. & recto.
A 16*» del 18 ottobre grande scossa a Ferrara : a 17^ del 26 una
seconda susseguita da replica verso la metà della notte : al 27 altra
scossa ed al 29 e 30 (14**) repliche.
Secondo il Serpieri in quest' anno neir ex stato della Chiesa fu-
roDO sentite molte scosse.
[373] 1509. Febbraio 25. ReiTS^o Calabria.
M. BONITO: Terra trem,, pagr. 657 - Capoco : Catalogo ecc., m, pa^r. 805 - meicalu O.: /
terr. Napoletani ecc., pag. 6 (estr.) - monoitorb a. : Ist. cron. dei terr. ecc., pa^. 885-87
- Gli Annali della citta di Messina di C. D. Gallo, 1B7S>, voi. u, pag. 425-36 - D. Spanò
BoLANi : Stor. di Reggio Calabria, voi. l, pag. 2S0.
Al 25 febbraio, da l*' dopo il tramonto del sole fino a 5*» di notte,
in Sicilia e specialmente a Messina molte scosse, per le quali i citta-
dini rimasero spaventati assai : il periodo sismico essendo continuato
a lungo le case ebbero danni notevoli e furono dalla popolazione abban-
donate. Il Pacca aggiunge che diroccarono molti edificii e molti merli
del castello e delle mura della città.
In Reggio caddero buona parte delle case e delle mura : S. Agata
rovinò quasi affatto perchè e essendo fondata sopra un monte quello
s' aperse per forza dei terremoti ed inghiottì la maggior parte degli
edificii col castello... »
In Reggio, secondo lo Spanò Bolani, le scosse durarono per 5 anni.
[3741 1509. Aprile 19. Solarolo, Faenza.
Maltasia-De Bossi: Documenti ecc., pag. 4 (estr.) ■ Corradi a.: Annali delle epidemie ^C.^
voi VII, parte il, pag. 285.
Al 7 febbraio, secondo la cronaca ms. Zili, citata dal Corradi, il
terremoto, lieve rispetto a quello del 1504 e 1505, si fece sentire in
'Vi II giornale « Le notizie del Mondo » [N. 31: 17 aprile 1782 riferendo il franamento
•ncccsao ad Ortona il 3 febbraio 1782 (vedi) dicono che anche nel i526 ne avvenne uno
consimile per il quale cadde una terza parte delle case della città, a vaiandosi nel porto
che si rese Inservibile, vi furono più di 9000 morti. Dubito che il Blndi, autore per dat«
di terremoti poco accurato, abbia a questo fenomeno voluto alludere quando riconia
li terremoto del IS06 (vedi).
ifiSIO 1511]
Bologna: quivi poi, secondo le memorie storiche mas. Ghiseni prfhhli-
cate da Malvasia e De Rossi, al 19 aprile ei ebbero delle scosse che
altrove produssero danni : fecero cioè rovinare parte della Tortezza di
" i del palazzo e fortezza di Faenza.
I&IO. Febbraio. Alesuadri».
.ittn. di Àletiandrfa, pag. 122.
bbraio varie scosse di terremoto in Alessandria ed in altre
le qtiali rovinarono molti ediflcii con la morte di persone,
/ina, citato dal Mercalli (J terr. della Liguria ecc., pag. 26).
i al febbraio 1511. Il Mercalli poi 6 d' avviso che la notizia
lavina, con data errata, si riferisca invece al terremoto ve-
26 marzo 1511-
1511. Marzo 26. Prilli.
Terra trtm., pa^r. ffi8-:6D - Goiban \. : Storia tiimica, pag. 19 - Ualvas:a-db
•ofumenlt ecc., pag. 4 - Maooio L.: Bel temm. ecc., pag. Ì9 (recto] - piovknb:
■r. in Vicenza, pag. 48 - tahiimklij t. ; A^ofc illusCr. eart. ceol. Belluno, pag. 9«e
4.! Ale. tìoc. rlffuara. i terr. <tet Friuli, pag. 95 (estr.) - tommasi a.; / Urr. del
ìas- lW-86 - ArckeoQraJotriettmo, 1W9. voi. I, pag. 18 - bonifaqo: Hiit. Trivtg.
t. CS2 - Castellini S.: SI. Oetla c/Uà di Vicenza, voi. SUI, pag. 1», Vicenza
.LLAnio : Belle hUt. della prov. di Friuli, voi. II, pag. loe B K - Sansovino ; Cro-
., pag. !à.
2ff' e le 20^ 30"" del 26 marzo violentissime scosse nel Friuli
intervalli 1' una dall'altra; ebbero una durata di circa IO" e-
icompa^ate da grandi rumori sotterranei. Ad Udine diroccò
) fin dalle fondamenta e la loggia vecchia, che allora era an-
a chiesa di S. Giovanni ; dall' alto del Duomo precipitò un
Rovinarono parecchie case, e gli edifici che non crollarono
tutti ecrepolati.
dale fu abbattuta la chiesa, i campanili di S. Domenico e di
esco e quello del monastero della Valle e circa 28 case. A
del Monte, Faedis, Venzone rovinarono molti fabbricati : a
ed a Tolmino caddero I rispettivi castelli: a Cormons ed a
danni causati dal terremoto furono lievi ; in Trieste atterrò
del porto con gi-ande porzione di mura e molte case. A Gc-
ommozione tellurica fu assai disastrosa : caddero moltissime
lormitorio del convento di S. Agnese, la massima parte del
3 di S. Clara, le chiese di S. Maria la Bella e di S. Biagio
, e le croci di tre campanili ; crollarono pure la torre delle
na parte dei fortilizii delle mura del comune dalla porta degli
i tori'e di Battaglia: le case che non furono adeguate al suolo
tutte più o meno danneggiate.
Artegna crollò la chiesa di S. Martino, come risulta dalla
[1511] (89
■ ■' ■ ■ ■ « I ■ 1. g ■• ■ ■■ —
B^^enCe epigrafe posta sulla porta ed allnslva certamente a questo
terremoto :
ANO. DNI. MO. O. V. FVIT EDI
FICATA. ECLESIA, SCI. MATINI
A TIRANISQVE. DESTRVCTA
ITERV. REEDIFICATA : SUB ANO
1908. P TERREMOTVU. CORRVIT
ET P POPVLVM. ARTENIEMSEM
REPARATA. ANO. 8ALVTIS. 1519
C. I. A.
A Tolmezzo rovinò la chiesa ; a Sacile gran parte del palazzo, il
campanile e parecchie case e camini. A Pordenone fti lesionata la torre
del campanile, suonarono da per sé le campane e caddero parecchi
fumaioli.
Da questo ferremoto vennero pure rovinati Zucco, Moruzzo, Vil-
lalta, Fagagna, Colloredo, Pers, Mels, Fontanabona : Osoppo cadde solo
in parte : Pinzano si aperse tutto.
A Belluno cascarono i merli delle mura, i campanili e le torri ; a
Treviso rovinarono molti edifici, fra cui la torre di S. Francesco : a
Venezia caddero a terra molti camini, merli e le statue che erano
sopra la chiesa di S. Marco, causando qualche vittima ; rovinò pure
qualche casa.
Padova rimase danneggiata ; a Vicenza furono abbattuti molti co-
mignoli ed alcune case ; a Verona il terremoto incusse molto panico,
ma fece rovinare solo molti camini ; a Bologna fu solo forte ma di
breve durata : fa sentito a Lodi, ove la scossa, assai lunga, fece muo-
vere gli edificii (Arch, stor, lod,, voi. IX, pag. 8).
Fu sentito pure ad Urbino — come ce lo attesta la lettera di Girolamo
Lippomasso citata dal Corradi (Op. cit., voi. VII, parte II, pag. HOO) —
ove non Ai cosa da conto od almeno tanta quanto a Cervia, stanza al-
lora del Papa, il quale spaventato, usci dalla camera ove si trovava.
Nell'area di maggiore scuotimento disseccarono molte sorgenti e
ne apparvero delle nuove. Pi'esso Gemona si ebbero vari franamenti
nei monti ; il Livenza arrestò momentaneamente il suo corso e nella
laguna di Venezia, al dir del Buoni, V acqua dei canali fu balzata fino
all'altezza delle finestre delle case.
Nella notte furono avvertite ancora quattro o cinque scosse, ma de-
boli e brevi : seguitarono quindi a farsi sentire delle repliche, come si
vedrà più avanti: quella sopravvenuta air 8 agosto fu fortissima a
dividale nel Friuli, ove fece crollare una parte del paese, seppellendo
sotto le macerie circa 3000 persone, e diroccare il palazzo patriar-
cale, che dal terremoto del 26 marzo era stato assai danneggiato.
90 [1511- 1516]
R^Ueàe ^maggiori — Mabzo 27 : nella notte ana lieve ad Udine. - 28 :
20^ ad Udine una breve ma abbastanza forte ; Verona dopo le 18^ scossa più
leggera dalla prima, e cosi pure a Vicenza, a Padova, a Treviso ed a Ve-
nezia. - Aprile 1 : 2*^ notte, ad Udine una intensa ma breve : fu forte a
Verona ed a Vicenza; 6^ notte, ad Udine altra forte, sentita pure a Verona;
sul crepuscolo ad Udine altra come sopra. - Giugno 24: 4*^30"» notte, una
forte ad Udine ed in tutto il Friuli. - 25: 4*» 30™ notte, ivi tre, di cui una
forte e lunga un « credo ». - 26 : 3*» notte circa, ad Udine e Friuli forte
scossa ; rovinò parte del muro del castello di Udine ; 9^ e 10** circa, ivi, altre
due. - Agosto 8: Fortissima scossa a Cividale (vedi sopra). - 16: 8** notte,
a Sacile una scossa. - 1512, Gennaio 25: Venezia una scossa (Sanuto : DUirii
XIII, 450). - Febbbaio 8 : Venezia una scossa - 13: Una ad Udine» che fu l'ul-
tima del periodo sismico.
[377] 1513. Agosto 25. MessiBa.
e. D. Gallo: QU Ann. della città di Messina^ Ivi 1879, voi. IT, pag:. 432.^
Al sorger del sole teiTemoto orribile per la forza e per la durata :
nessun danno,
[378J 1514. Luglio 12. Ctomona (Friuli).
ToMMAsi A. : / terr. nel Friuli, pagr. U6.
Al 7 luglio una scossa in Venezia (Sanuto : Diarii, voi. XXVIII,
336) ed al giorno 12 tra le 22 e le 23*^ terremoto fortissimo a Gomena
sentito in tutto il Friuli. In precedenza ivi si erano avvertite le seguenti
scosse : al 1^ gennaio una breve con forte rombo ; al 15 a 2** altra si-
mile ; al 30 a 22** una leggera. Al 17 giugno a 7^ circa una scossa : a
19** del 4 luglio altra mediocre. Quindi al 30 settembre a 8*» e 10*» di
notte due altre. Il Corradi (op. cit., pag. 316) citando il Mulioni, ne
mette invece una al 12 ed un'altra al 30 settembre.
[379] 1515. Ottobre 25. Verona, Modena.
A. goiran: st. sism,, pag. 19 - T. De* btanchi detto De' Lancellotti : Cron. modenese, voi. I,
pji^. 185, Parma 1862.
Circa 20^ del 25 ottobre, secondo lo Zagata, in Verona terremoto
non troppo forte, e così pure a Modena. Fu sentito a Venezia, ove fu
breve, quantunque « non fo picolo » come scrive il Sanuto {Diarii XXI,
250, Venezia 1887). A Lodi durò un « credo » e fece tremare le case
(G. Agnelli : I terr, regist, ecc., pag. 92).
l380J 1516. Marzo 9. Yenesia.
Mehcalli &.: Vulc. e fen. vulc. ecc., pag. 362.
A Venezia grande terremoto. Il Goiran (op. cit. pag. 19) per Verona
dà notizia solo di una scossa ivi avvenuta tra le 3 e 4*» della notte del
21 marzo, ed il Tommasi (op. cit., pag. 197) ricorda che ad 11"» del
[1520-1522] 91
2 marzo fti sentita in Gemona ima scossa ; nella qnale località .al 20 di-
cembre a 6** V« ed a 7*» se ne avvertirono altre due, una forte ed una
mediocre.
[881 1 15^. Settembre 20. Vicenza.
PiovsKB: Cr, dei terr. a Vicenza^ pag. 49.
A Vicenza circa il 20 settembre, a 6^ di notte, forte scossa sentita
non solo in città ma anche nel territorio. Per Verona il Goiran (Op.
ciLj pag. 19) non ne registra che una non molto forte al 17 febbraio
di notte.
[982] 1522. Sicilia.
MoNGiTORE A. : l8t<yr. cr<mol. dei terr., pag. 887.
Terremoto grandissimo.
[383] 1522. Luglio 6-7. Udine, Venezia.
G. mebcalu: Vulc, e fenom. vulc, ecc., pag. 368 - L. G. amaseo: JHarii udinesi dall'anno
1S0S al 1541, Venezia ISSI, pag. 267-68.
Secondo il Mercalli un grande terremoto al 7 luglio fu sentito in
Venezia, al quale certamente allude 0. Brittonìo {Lettera al Duca d'Ur-
bino Francesco Maria^ in e Cicogna E. A. : Iscriz. Venez. » V, 16, Ve-
nezia 1842) dicendo che nella notte 6-7 luglio furono ivi sentite due
scosse, senza però indicarne la intensità. Nei Diadi udinesi sopra ci-
tati, trovo le seguenti notizie : 6-7 luglio, 6^ notte, ad Udine grande
scossa ; 6^ una meno forte , 7** altra lieve : furono avvertite generalmente
dalle persone con spavento. Poco prima di 5** della notte fra il 24 e
25 luglio nuova scossa meno forte a due o tre riprese, intesa essa
pure dalla generalità degli abitanti : al 1 agosto altra.
[384] 1522. Ottobre 4. Reggio Emilia.
Panoroli Q. : St, della città di Reggio, Ivi 1846, pag. 163 - T. De Bianchi detto De Lakobl-
Lom : Cron, Modenense, voi. I, Parma 1862, pag. 413.
A 7'* di notte del 4 ottobre in Reggio scossa fortissima che portò
molto timore : fa assai sensibile anche a Modena : nella prima località
a 15^ circa del dì dopo se ne ebbe un' altra meno intensa. Il Vegi
(HUtaria^ in e Bibl. Hist. ital, » anno 187^, I, pag. 65) ricorda che
al 2 ottobre un terremoto si fece sentire in Milano, Pavia e luoghi
circonvicini. Questa notizia si riferisce con probabilità alle scosse di
Reggio e di Modena riferite più sopra al di 4. In una o neiraltra vi
sarà qualche errore di data.
[385] 1522. Ottobre 13. Cremona.
A. Campo : Cremona fedeUss, città illustr., Milano HDCXLV, pacr- 137.
Nella notte terremoto di non molto lunga durata.
■l^^^l
m II523-I530]
[38(5] 1523. GTiugno 20. : . .Celeri».
mergalli G. : Vulc, e fenom, mUe. ecc., pag-. 302.
Al 20 giugno a Venezia terremoto grande : il Sansovino nel sno
Cronico non lo registra e nemmeno ne parlano per il Friuli i Diarii
udinesi degli Amaseo, i quali danno solo notizia di una scossa sentita
in Udine a 18** della notte del 7 giugno.
[387] 1527. Ottobre. PisUU.
F. M. FIORAVANTI: Meni, stor, della città di Pistoia, Lucca l'TSB, pa^. 413 - Baiavi: ifist. Pi-
stoiesi^ pag. 999.
Neir ottobre Pistoia fu scossa da fortissimi movimenti tellurici, che
perdurarono molto tempo e fecero rovinare degli editìcii, sotto i quali
perirono molte persone. Si sentirono scosse per tutto T autunno.
[388] 1528. Novembre. * Noto (Siracusa).
MONOITORE A. : op. Clt., pag. 387.
Il Mongitore con V autorità di V. Littara, dice che nel novembre
fu sentito in Noto un violento terremoto.
[389] 1529. Aprile. Udine.
TOMMAsi A.: / terr. del Friuli, pag. 197 - L. G. amaseo : Diaiti uditiesi ecc., pag. 304 - Pal-
ladio: St. della prov. del Friuli, voi. ii, pag. 151 a-
Il Palladio ricorda che nell'anno per due volte il terremoto infei*se
danni al Friuli : gli altri autori citati registrano le seguenti scosse :
Aprile 13-14: mezzanotte una forte in Udine e provincia sentita uni-
versalmente — 14: a. ^ una breve — lo : dopo pranzo una non forte
— 16 : una ad ora non indicata. Il Sanuto nei suoi Diarii dice che al
14 e 16 aprile il terremoto fu sentito gagliardemente in Venezia senza
però apportarvi danni.
[390] 1529. Luglio 3. Cremona.
L. Mancini : Mem. stor. della citta di Cremona, ivi 1819, voi. i, pag. 200.
Al 3 luglio fortissima scossa con non piccoli danni.
■391] 1530. Ottobre 6. * Siena.
Malvasia-De Bossi : Documenti ecc., pag. i.
Al 6 ottobre fortissima scossa a Siena : tali terremoti devono aVer
prodotto degli effetti rotatorii, giacché si ricorda che la statua di S. Ca-
terina, posta sulla torre della chiesa di Campo Regio, rivoltò le spalle
alla città. Cadde pure in quest' occasione il simulacro di Siena che il
beato S. Ambrogio teneva in mano.
Questo terremoto non è ricordato dal Soldani, ma solo dai mss. Gbi-
selll pubblicati dai signori Malvasia e De Sossio
^■^^i^prii
[1531 - 1537] 93
:392J l.i31. Febbraio. Firenze.
B. Targhi : Sttyria jtorenUna, Colonia MDCCXXI, pag. 477.
Sul far del giorno, di un di della fine di febbraio fortissima scossa
con replica verso le 23** del giorno dopo.
;;393] 1533. Gennaio 25. Padova.
siERCALu Q.: Vuìc. e fenom. vulc. ecc., pag. 962.
Al 25 gennaio scossa fortissima : i cataloghi dei terremoti veronesi,
vicentini, bellunesi e friulani spesso citati non ricordano alcun terrea-
moto successo sincronamente.
.394] 1534. Aprile 4. Napoli.
MERcvLLi G. : / terr, Napol. del secolo XVI, pag. 7 (estr.)
Neir anno frequenti e. terribili terremoti scossero la città : in una
giornata se ne sentivano anche quattro o sei : nella notte antecedente
al sabato santo (4 aprile) si ebbero due o tre scuotimenti, e nella mat-
tina seguente uno gagliardissimo, seguito per molti mesi da altri, fìra
i quali deve essere ricordato uno accaduto a ^ dell' 8 novembre.
;d^] 1536. Marzo 23. Etna.
MosorroRE A.: Ut, cromi, ecc., pag. 38S^
La Sicilia tutta, e specialmente Catania, in occasione dell' eruzione
dell' Etna, provò scosse terribili.
Filoteo, autore sincrono, nella sua Aetnae topographia (fol. 8), dice
che le scosse incussero non solo timore nei paesi circumetnei, ma fe-
cero abbattere delle case. Fra le fabbriche rovinate si ricorda che il
monastero Benedettino al 24 marzo dapprima desolato dalle scosse, fu
poi arso dalle lave.
;dg61 1536. Luglio 15. Nizza.
MKhCALu G. : / terr, della Liguria ecc., pagr- 28.
Il Mercalli, con l'autoritÀ dello Scagliero, dice che all'ora dei vespri
si senti un orribile terremoto a Nizza.
[397] 1536. Agosto 10 IL Genova.
// Gran terremoto tratto nella città di Genova ecc.
Nella notte 10-11 agosto, circa la mezzanotte, terremoto si forte in
Genova che fece rovinare case, palf^zi'id torri, ed uccidere uomini : il
movimento sismico presentò tre riprese.. Fuga generale dalle case.
;39Sì 1537. Maggio. Catania, Corleone
MiiNc.iTOBE A. : /*/. ermi, dei terr., pag. 389-no.
Nuova eruzione dell' Etna con vari terremoti, che in Catania e vi-
94 [1537 - 1540]
cinaoze fecero danne^iare le case etate abbandonate dagli abitanti.
Furono sentite anche a Messina, a Palermo ed a Trapani : la cjttft di
Corleone risentì pure dei danni (sincronamente?).
Il Fazelio li mette nel 1536.
[399] 1537. Magg-io-Settembre. Posutlt.
Capocci : Catalogo ecc., t, pag. 343.
il mese di maggio molti terremoti fortlsaimi a Napoli, a Poz-
Inanze : al 26 settembre a Pozzuoli uno che causò gravi danni.
S7. Novembre. Savsu (Genova).
: Liguria Oee., pag. SS-
embre terremoto gagliardissimo.
37. TtsMia.
rrr trem., paff. ra.
il Bardi, in Toscana nell' anno si senti si fortemente il
:he causò rovine in molti luoghi. Il Bonito con tale notizia
lere ai terremoti del 1538 ?
38. Aprile. Husiia.
Hot. ero», mi lerr. ecc., pa«. 39o.
to mese MesBina, secondo it Samplerl, fu minacciata da ter-
soti, che produssero grande spavento.
38. Settembre 26-27. Poinsli (Napoli).
ì in Pozzuoli e nei paesi vicini, frequenti e forti scosse
li nessuna casa rimase illesa, anzi la maggior parte mi-
rovina. Questi terremoti continuarono fino al 26-27 setr
8, nei quali giorni la terra stette in contìnua stazione. Il
irò dal lido per circa duecento passi : quindi, precedala da
uotimento del suolo, avvenne una conflagraaione vulcanica,
le in 21 ore sorse < Monte Nuovo > nel sito dove esistevano
li Tripergola, fra il lago d'Avemo ed il Monte Barbaro.
39. Sicilia.
: Ufor. cnm. dei Urr. ecc. pag. 8Bo.
io ed il Coronelli ricordano che la Sicilia nel 1539 fti scossa
ibi le terremoto.
40. Aprile 8. Fermo (Ascoli).
ii»iache della citta di Ferma, Firenze 1810, pag. 196.
rile un forte terremoto danneggiò parecchi edifici.
[1540 - 1542] 95
[4061 1&40. Settembre 1. Breseia.
CX>RRAOE A.: Annali delle epidemie ecc., voi. vii, parte l, pag. 424, Bologna 1892.
Secondo la cronaca ms. di Pandolfo Nassino (pag. d04) conservata
alla Biblioteca Qaeriniana, al 1^ settembre terremoto molto forte.
[407] 1540. Ottobre 23. Savona (Genova;.
Maineri b. B. : Liguria Occ,, pag. ^
Al 23 ottobre ad 1^ dì notte due terribili terremoti : spavento ge-
nerale.
[408] 1541. Ottobre 2223.
GBiuNi : Ann. d'Alessandria, pag. 146 - Spblta : ffist. dei Vescovi di Pavia, ivi 1602, pag. 474.
In Alessandria ad 1^ di notte del 22 ottobre sì senti una scossa
leggera, la quale in altre parti, aggiunge il Ghilini, fu più forte e
fece rovinare case con la morte di persone. Lo Spelta per Pavia dice
cbc alla prima ora del 23 ottobre fu sentito un si forte terremoto che
fece spaventare tutti. Il Chiariss. Prof. P. Pavesi gentilmente mi co-
munica che i mss. Comi {Anedocta licinensia, Bìbl. Univ. Pavia : mss.
fas. Robolìni) ricordano il terremoto di Pavia del 23 ottobre 1541, la
cui relazione doveva trovarsi neir Archivio Civico al Reg. litt. 1541-42.
Il Prof. Mercalli da ultimo (J terr, della Liguria ecc., pag. 26) scrive
che il Bonfadio ne gli « Annali di Genova » parla di insoliti terremoti
avvenuti in questa città nel 1541 senza dame la data mensile, ma che
con tutta probabilità si riferiscono alle scosse citate.
[409] 1542. Maggio 14. Lombriaseo (Pinerolo - Torino).
Misceli, di Stona patria, Torino 1862, l p. 176.
Il cronista Gianbemardo Miolo di Lombriaseo . registra una scossa
« formidabile » avvenuta nella prima ora di notte del 14 maggio.
;410] 1542. Giugno 13. Macello (Toscana).
Bonito m. : Terra trem., pag. 6JM-90 - E. Franchi : Xota sul terr. del i8 maggio i895 ecc.,
- GiovANKozzi G. : / terremoti storici Àfugellani, pag. 4-6 (estr.) - Malvasia de Rossi :
Documenti ecc., pag. 4 - S. ammirato : Istorie Fiorentine, parte n, pag. 364 E-365 a -
L. Chini : Storia ant. e rnod. del Mugello, Firenze 1816, pag. 2(n-9, voi. Ili - Farulli p. :
Ann, ovv. not. st. di Arezzo, pag. 195-96 - J. M. Fioravanti: Mem. st. della citta di Pi-
stoia, pag. 435 - L. Landucci : Diario Fiorentino ecc., Firenze 1883, pag. arn - Bepetti :
Diz. eeoifr, Jls, stor. della Toscana, voi. v, pag. 225-26, Firenze 1843.
Circa le &" */« del mattino (2^ ant.) del 13 giugno nel Mugello forte
terremoto, il quale con maggior violenza infuriò a Scarperìa, ove il
palazzo vicariale fu completamente distrutto seppellendo 3 persone : la
chieda principale e quella di S. Agostino rimasero quasi del tutto ro-
vinate : nel convento del Bo.sco cadde il tetto le pareti ed i tramezzi
delle celle del dormitorio ; le mura andarono quasi tutte a terra ; il
96 [1542]
campanile rimase oltremodo lesionato. Si ebbero a deplorare 14 vittime.
A Sant'Agata rovinarono quasi tutte le case e così pure a Bontà :
nella prima perirono 6 persone, nell' altra il doppio. A Bosco a Frati
cadde il convento ; alla Cavallina le facciate di quattro case, mentre
le altre tutte furono lesionate e rese malsicure. A Barberino rovina-
rono molte case e vi morirono parecchie persone, a Borgo S. Lorenzo
diroccarono la torre e 16 case con 8 vittime. Galliano fu del tutto de-
solata, con 20 morti ; Comugnole con 12 poderi fa rovinata, 3 vittime e
12 feriti : uguale sorte toccò a Fagna con 7 poderi ed a Cresbiano ove
si deplorarono molte vittime ; Pulicciano si ebbe la chiesa in gran parte
abbattuta e rovinato il campanile ; a Mucciano e Vespignano la chiesa*;
Bticciano fu tutto conquassato ; in Gattaia e Pagliaricci molte case ro-
vinate ; Librafatta e Vemio rimasere spianati ; a Tigliano furono de-
molite 20 case e 12, oltre la chiesa, a S. Giovanni al Corniolo : il mo-
nastero di Luco fu rovinato insieme al campanile. Secondo V inchiesta
fatta, nel Mugello per detto terremoto 1288 case (*) furono rese Inabi-
tabili e si ebbero a deplorare 113 vittime e circa 250 feriti, oltre un
gran numero di capi di bestiame perduti. Il danno ascese a 300.000
scudi.
In Pistoia la scossa fu fortissima, incusse gran timore alla popola-
zione e nella notte istessa fu seguita da 9 repliche ; a Firenze a breve
intervallo furono intese sette commozioni che fecero fuggire gli abitanti
dalle case ; in Arezzo molte case furono atterrate. Il terremoto fu sen-
tito abbastanza fortemente a Prato, giacché ivi si fecero delle divozioni
per essere liberati da tale flagello ; ad Anghiari fu forte e fu avver-
tita assai intensamente anche a Bologna, a Volterra, a Pisa, a Lucca
ed iu molte altre città.
Queste scosse non. devono essere state molto forti a Pescia perchè
il Balclasseroni (P. 0. B. : Istor. della città di Pescia e della Valdinie-
vole, II ediz., ivi MDCCLXXXIV, pag. 308) mentre ricorda che in
tale anno i Pesciatini fecero suppliche per non essere maggiormente
aggravati da tasse in vista delle innondazioni e delle locuste, non parla
aSatto di terremoti.
Per oltre 50 giorni nell'area danneggiata si sentirono delle repliche,
elle, quantunque abbastanza forti, non causarono ulteriori rovine.
[411] 1542. Dicembre 10. Siracafumo e Catanese.
MONoiTOKE A : Ist. cromi, de terr. ecc., pag*. 391-94.
Forse già fin dall'agosto si erano cominciate a sentire in Sicilia, e
1 II coutinuatore del Diario del Landiiccl porta a 1740 il numero delle case rovinate
t'd a 2si) (luello delle persone rimaste ferite.
[1542]
97
specialmente nel Siracnfiano, delle scosse di terremoto, le quali aumen-
tarono di intensità e di numero sulla fine del novembre e sui primi di
dicembre, a 23** circa di questa giornata si ebbe un grande parossismo.
In Siracusa caddero moltissime case, diroccò il campanile della catte-
drale e rovinò il palazzo vescovile. In Caltagirone molti edificii furono
abbattuti specialmente nelle strade delle chiese di San Giorgio, di
S. Benedetto fino a S. Maria di Valverde : i campanili della chiesa
Maggiore e di S. Giorgio furono danneggiati, anzi il secondo rimase
decapitato ed interessato da una lunga fenditura ; precipitò pure in
FiG. 2.
tale occasione la parte boreale del castello, causando 9 morti. Fu ab-
battuto il castello di Sortine ; a Mineo la rocca e moltissime case fu-
rono distrutte : ugual sorte toccò pure al castello di Vizzini, mentre
quoUo di Licodia ebbe solo atterrata la parte sua più elevata : Leoi>
tini rimase in gran porzione distrutto. Catania,
Militello ed altre trenta città vicine ebbero le mura e molte case
lesionate ; Palermo, Trapani e Seiacca forse risentirono esse pure
qualche danno.
In Siracusa la fonte « Aretusa » ed i pozzi della cittc'i per (lualohò
giorno emisero acqua salmastra.
Le repliche durarono per circa 40 giorni.
Alcuni cronisti mettono questo terremoto al 10 di a<]:osto, altri al
10 novembre : la data del 10 dicembro, che il Mon<j^itorc reca sulla
scorta del Fazello, mi sembra la preferibile.
a^iiATTA : Terremoti ecc* 7
98 [1544 - 1549]
[412] 1544. Gennaio. Calabria.
FIORE G. : Della Calabria illustr. ecc., tomo l. pag. 287.
Secondo quanto riferisce il Fiore, per forti scosse di terremoto av-
venute in Calabria, molte case sarebbero state quasi rovinate.
[413] 1547. Febbraio 10. Reggio Emilia, Modena.
L. VEDRiANi: ìfist. delV antichissima città di Modena j ivi 1667, parte II, pag. 539 - visdo-
MiNi A. : Alcune cose estratte dalli Diarii, pag. 11, Reg^o B. 1881.
A 20** Vj <^c1 10 febbraio in Modena forte terremoto che fece cadere
alcuni merli, comìgnoli e la cima del campanile di S. Domenico. Fu
più intenso a Reggio.
Al 7 marzo fuvvi-una nuova ripresa e seguitarono le scosse per
una settimana : poi di nuovo e gagliardamente al 24, onde un predica-
tore per timore che crollasse la torre, pensò di lasciare il Duomo.
Altre scosse molto forti avvennero pure in Reggio al 24 maggio
1548, ed al 27 dicembre 1549.
[414] 1547. Luglio 31. Savona (Genova).
Maineri b. e. : Liguria Occ, pag. 25.
Al 31 luglio in Savona fortissimo terremoto che durò un « crede ».
[415] 1548. CaUnia.
MONoiTORE A. : Istor. cronol. dei terr. ecc., pag. 894.
Nell'anno un terremoto atterri la città ed apportò non pochi danni.
[416] 1549. Calabria, Messina.
Fiore O. : op. cit., pag. 287 - Monoitore a. : op. clt., pag. 394.
Il Fiore scrive che al 31 maggio fu sentito in Calabria un nuovo
terremoto, presso a poco della stessa forza di quello del 1544; il Mon-
gitore invece pone nell'aprile un orrendo terremoto con grande panico
della cittadinanza di Messina. Con ogni probabilità le due notizie ri-
guardano un identico fenomeno od almeno uno stesso periodo sismico.
[417] 1549. Maggio 3. Savona.
Maineri b. E.: Liguria Occ-,pag. 25.
Al 3 maggio, circa le 13*», due s«osse che fecero cadere alquanti co-
mignoli.
[4181 1549. Maggio 14. Alba (Cuneo).
e. BKNEVELLI : Sopra 1 (rem. ecc. pag. 19.
I cronisti Serralonga d' Alba e B. Miolo di Lombrasco, ricordano
come nella mattina di detto giorno fu sentito in Alba un grande ter-
remoto.
[1550 - 1556] 99
[419] 1550. Ariano, Vallo di Diano.
CAPoca : Cutalogo ecc., I, pag. 313.
Terremoto disastroso nelle provincie meridionali : Ariano fu di bel
nuovo subissato ed il Vallo di Diano rimase molto danneggiato.
Il Fiore (Della Cai. illustr.^ tomo I, pag. 287-8) scrive che detto
terremoto avvenne al 25 agosto e che nel Vallo causò la rovina di
molti luoghi. Il Bonito (Terra trem.y pag. 647) ricorda un terremoto
sentito in Napoli il 30 gennaio.
[420] 1551. Settembre 26. Firenze.
G. GiovANNozzi : / terr. stor. Fiorentini^ pag. 6 (estr.)
Al 26 settembre, alle ore 23 circa (5** 30"* pom.), in Firenze due scosse,
una delle quali fu molto forte e V altra breve : apportarono grande
spavento. Ciò secondo il Diario ms del Settimanni. A questo terremoto
deve alludere il Bardi, citato dal Bonito {Terra trerts,, pag. 692), di-
cendo che nell'anno in Firenze furono sentite molte scosse.
421] 1554. Novembre 28. . Firenze.
O. OiovANNozzi : op. cit., pag. 6 (estr.)
Al 28 novembre, circa 2^, in Firenze scossa fortissima della durata
di circa « un pater » : fece rovinare molti camini. Ciò secondo il Diario
predetto.
[422] 1555. Novembre 2. , Val Seriana (Lombardia).
D. c.%JLvi : Bfem. sacro^rof. di Bergamo» voi. ni, pag. 257.
Al 2 novembre un terremoto (?) sconquassò la Val Seriana : dai
monti di Valgoglio, circa le 3*^ della notte, si staccò una grossa frana
che cadendo a valle recò alla terra di Gromo danni negli edifìcii. Du-
bito che si tratti di un grande franamento non connesso a fenomeni
sismici che, dati gli effetti prodotti, avrebbero dovuto essere stati sen-
titi in altri punti della Lombardia.
I423J I55«. Aprile 20. Bolena (Nizzardo).
p. GioPFRBDo: St. delle Alpi Marittime^ In « Mon. lilst. patr. ecc. » Scriptorum, tomo il,
col. 1477, Avg. Taurin. MIXXCXXXIX.
A Bolena un terr^oto distrusse buona parte delle abitazioni, seppel-
lendo molti sotto le rovine : ciò si rileva dalla seguente iscrizione posta
nella sagprestia della chiesa parrocchiale : « L'anno 155G a di 20 aprile
per il terremoto fatto sono morti 150, e quasi il luogo tutto distrutto».
;424J 1556. Novembre 17? Rossano (Cusonzci).
PbRRKY A.: Tremai, pentns. Ital., pa«?. 19 - Cai'occi: op. cit , III, p.i;:. WW - Mkhcalli (4. :
/ terr. Napoletani ecc., pag. 8 (estr.)
U Perrey, seguendo Licostene, ricorda clic neir ajìrile furono sentite
100 [1556 - 1561]
in Rossano scosse violentissime che fecero crollare le case, apportando
danni entro nn raggio di circa 30 miglia. li Capocci d' altronde nota
che Licostene cita « Rossana, Astopiae civitas » la quale non ha nulla
a che fare con Rossano Calabro. Ma nel ms. Pacca, pubblicato dal
Mercalli, si trova riportato, con V autorità di B. Mandile (Libro del
prossimo giudizio)^ che ai 4 ottobre, neir ora di un ecclisse di luna,
avvenne un terremoto in uno dei casali di Cosenza, che cagionò, oltre
altri danni, la rovina del campanile di una chiesa.
Questa notizia adunque conferma che nella Calabria Citeriore ebbe
luogo un terremoto rovinoso : ma la data mensile resta molto dubbia,
giacché il solo ecclisse (parziale) di luna visibile nel Cosentino nel 1556^
accadde al 17 novembre verso le 2^ e non già al 4 ottobre, come scrive
il Pacca, e nemmeno neir aprile secondo Licostene.
[425] 1557. Caii|Mgiiaiio (Ischia).
D'ASCIA G. : Storia dell'isola d'Ischia, pag. ^1-2, NapoU 1888.
Un terremoto fece crollare la chiesa del villaggio di Campagnano.
*
[426 1 1558. Aprile 13. Sieaa.
A. SoLDANi: Relazione ecc., pag. 58 - G. Giovannozzi: I terr, stor. Jlor. ecc., pag. 6-7 (estr.;
Circa le 14*» 30™ (9** V« ^^^•) del 13 aprile grandissimo terremoto a
Firenze e in quasi tutta la Toscana. In Siena apportò vari danni al
Duomo; molti abitarono all'aperto. L'acqua di Fontebranda « alzò tre
volte più di due braccia». Le storie spesse volte citate del Fioravanti
per Pistoia e del Farulli per Arezzo nulla ricordano : io credo che a
questi terremoti alluda al Bonito con quelli da lui registrati al 1537.
[427] 1559. Giugno 29. Palermo.
MoNc.iTORE A.: IsL cronol. dei terr., pag. 3W.
Al 29 giugno forte terremoto in Palermo, ma nessun danno. Il Mer-
calli (I terr. della Caìàbr.^ pag. 17 [estr.]) scrive che nel maggio Reggio
era stata travagliata da più terremoti.
[428] 1560, Maggio 11. Barletta, BiseegUe.
M. ROMANO : Saggio sulla storia di Afolfetta, Napoli 18J2, parte l, pag. 159.
Terribile terremoto che recò danno a molte c^tà fra le quali Bar-
letta e Bisceglie, ove perirono molti cittadini.
[429] 1561. Luglio-agosto. Vallo 41 Diano.
BONITO M. : Terra treni., pag. e9C>-99 - Capocci : Catalogo, III, pag. 311-13 - kirker a. : Mun-
(ius suùterr., voi. i ; iv, pag. io - mkrcalli a. : / fen\ NapoL ecc., pag. 8-15 (estr.) -
UKLLA BONA d. : Ragvagli della città di Arenino, Trani MDCLVI, pag. 233 - vipera m. :
C/i rami. Bpiscop. ecc., pag. 175.
La prima scossa avvenne verso le 24»' del 31 luglio ed interessò
[I56IJ 101
specialmente la Terra di Lavoro, il Principato Citra e la Basilicata e
sopra tutto riusci disastrosa a Boccino, ove rovinò gran parte del pa-
lazzo Martino, duecento case, ed alcune chiese : le altre ed i restanti edi-
fìci! furono conquassati con la morte di 100 persone oltre a molti feriti.*
La seconda scossa^ sentita a 4^ di notte del V agosto, fu violenta ma
però meno assai della prima ; la terza accadde versò il mezzodì del
2 agosto, fu molto sensibile, ma di intensità inferiore a quella delle
due precedenti : scosse giornaliere si fecero sentire fino al 19 agosto
in cui, a 20*", si ebbe la più disastrosa, che causò immensi danni e
gran numero di vittime : fu sentita in Napoli in modo affatto innocuo.^
A Palo, presso il Sele, rovinarono 40 case e vi morirono 20 persone }
a Sicignano rovinarono metà degli edificii con 40 morti : a Vietri ne
caddero circa 50 e vi morirono 20 persone : a Caggiano metà degli
edifici furono diroccati uccidendo 30 persone.
Polla ebbe la stessa sorte con la differenza che 40 farono i morti.
Sant' Arsenio, S. Pietro e S. Rufo rimasero affatto spianati : nel primo
vi perirono 80 persone e 15 nel secondo. Diano fa rovinato in gran
parte dai massi che rotolarono dai monti ; 6 morti. In Ottati dirocca-
rono circa 30 case e vi morirono dieci persone ; a Pateliano 20 con la
morte di soli 8 : a S. Giacomo 80 con la morte di 6. In Atena caddero
i campanili delle chiese con metà degli edifìcii, sotto i quali rimasero
spenti 30 abitanti : a S. Angelo della Fratta rovinarono 80 case con 8
morti ; ugual numero di vittime ebbe Sala, ove diroccarono 20 fab-
bricati.
A Balbano precipitò al suolo il castello e circa metà dell'abitato
causando 11 vittime. Tito fa quasi adeguato e pianse 100 morti : in
Picemo rovinò la terza parte degli edificii e la chiesa maggiore con
20 morti. A Vignola ne morirono 8 e caddero 20 case, ed in Potenza
10, senza alcun danno alle persone : il simile anche successe a Ruoti
e ad Avigliano, ove 15 furono le case rovinate.
In Atella ne caddero parecchie, con il monastero di S. Agostino, e vi
rimasero morte quattro persone. In Calitri rovinò per metà il castello :
a S. Licandro ed a S. Fele otto case furono diroccate, ed a Castel
Grande 6; questi luoghi furono inmiuni di vittime, mentre una si ebbe
a deplorare a Bella, ove due case furono dal terremoto demolite. In
Muro ne caddero circa 60, causando 40 morti e molti feriti.
L' area di massima intensità entro la quale il movimento sismico è
stato disastroso, si estende nella parte più elevata del bacino del fiele,
cioè, nelle valli del Tanagro e del Calore Superiore (Vallo di Diano) e
comprende i paesi di Atena, di S. Pietro, di Polla, di Buccino, di
Polo, di Sicignano, di Caggiano, di Vietri, di S. Arsenio, di S. Angelo
delle Fratte, di Sala, di S. Giacomo, di S. Rufo, di Ottati, di Vignola,
102 [1561]
di Tito, di Picerno, di Balvano, di Muro, di Bella, ecc. : questa zona
à forma elittica, con 1' asse maggiore, disposto approssimativamente in
senso N*S, di 46 km. di lunghezza, ed il minore in senso E-\V misurv
circa 35 km.
Neir area isosismica rovinosa, ove cioè la concussione tellurica k
causato rovine di edificii senza vittime umane, sono incluse Potenza,
Ruoti, S. Nicandro, Avigliano, S. Fele, Calatri ecc.
Avellino si trova neir area isosismica fortissima perchè ivi le case
(che, secondo il Bella, oscillavano fino a toccarsi) rimasero lesionate
insieme alla torre del castello ed al Vescovado: a Benevento il ter-
remoto incusse grande timore, ma non apportò danni : fu forte a
Napoli e, al dire del Summonte e del Pacca, si propagò eziandio in
Sicilia.
Interessanti furono i fenomeni prodotti nel suolo dalle scosse più
forti : presso Bella si apri una spaccatura di circa un miglio di lun-
ghezza ; presso Muro si formarono delle aperture nel suolo, dalle quali,
al dir del Pacca, per oltre un mese uscirono pietre e terra: detto fe-
nomeno cessò solamente verso il 20 settembre in seguito a forti pioggìe.
Il Sele, presso Polla, per 24 ore restò a secco ; si asciugarono vtirie
sorgenti presso Bella e poi ricomparvero intorbidate e calde. Infine il
Kirker racconta che un colle in Basilicata fu per intero trasportato
alla distanza di tre miglia.
Nel 1562 si ebbe nel Vallo di Diano una forte scossa, e nel 1563
un' altra di notevole intensità urtò Buccino senza però portarvi alcun
danno.
[430] 1561. Novembre 11. Reggio Calabria.
Mercali.1 G. : / terr. di Calabria ecc., pa^. n !estrj
Il cronista Zappia ricorda che nel citato giorno un terremoto fortis-
simo scosse Reggio di Calabria.
[431] 1561. Novembre 24. Ferrara.
BUONI: Del terr., pagr. 253 - F. Conti: Ann. di Ferrara, Ivi 1W5. pag. 818 - A. Frizzi: Mem.
per la storia di Ferrara, n ed!z., Ivi 1848, voi. iv, pag. 381 - a. S.\rdi : Delle hist, fer-
raresi, aggiunte di più quatta libri del sig. Dr. Faustini, ivi 1646, pag. 45 (aggiunte).
Al 16 novembre si sentì in Ferrara una debole scossa fra le 10 e
le 11*' : al 24 un nuovo movimento sismico fece rovinare moltissimi ca-
mini, atterrare parecchi fabbricati ed uccidere anche qualche persona.
[432] 1561. Ravenna.
Serhkri a. : Scritti di sismologia, voi. Il, pag. 192.
Neil' anno un forte terremoto atterrò la statua di Ercole posta nella
piazza maggiore di Ravenna.
[1662 - 1564] 103
m, 1562. Aprile 6. Palermo.
VoNGiroftE ▲. : istor. cromi, dei terr., pa^. 805.
All'ora 1* e 7* della notte, due grandi scosse a Palermo : a 8** altra
più violenta per la quale la campana della chiesa di S. Antonio diede
tre colpi.
I Diari del Paruta e del Palmerino (Bibl, stor. sicy I, 25, Palermo
1860) pongono questo terremoto nel giorno 16,
[A3Ì\ 1563. Giugno 13. Catania.
AUATi A. : Dizion. coroQ. dell' Italia, voi. Il, pag. 782.
Al 13 giugno terribile scossa a Catania : il Mongitore ed il Gemmel-
laro non la ricordano.
[435] 1564. Luglio. Pozzaoli (Napoli).
MkiRCALU G. : / terr. Napol. del secolo XIV, pag. 17 (estr.)
»
II Pacca^ citato dal Mercalli, scrive che in questo anno in Pozzuoli
hi sentirono quasi continuamente dei terremoti, molti dei quali leggeri :
nel luglio ne avvenne uno violento e poi dopo otto giorni un' altro
sentito anche a Napoli. Non apportarono danni.
[436] 1564. Luglio 20. Alpi Marittime.
Mercalli G. : / terr, della Liguria ecc., pag. 88-93 - A. Nota : Del tremuoto avrenuto ecc.,
pag. 40 - GioFFREDO P. : Storia delle Alpi Marittime, In « Mon. hlst. patr. » Script.
toro. II, col. 1531-36, Aug. Taurlnorum MIXXJCXXXIX - 3. Rossi : Storia della città di
Ventimiglia, Oneglia 1888, pag. dOO e seg.
I disastrosi terremoti nizzardi del 1564 cominciarono al 20 luglio
verso le 23^ ital. ; per circa 50 giorni si sentirono delle repliche, fra le
quali una rovinosa al 5 agosto.
L' area centrale di questo movimento sismico (zona disastrosa) com-
prende r alta valle Vesubia, e le parti a questa vicine delle valli della
Tinca e della Roia : ha forma grossolanamente circolare con un dia-
metro di poco oltre i 25 km.
La Bollena fu quasi affatto rovinata con la perdita della quarta
parte de' suoi abitanti (600 morti, 14 feriti) : Belvedere rimase in gran
parte adeguato al suolo con la morte di 50 persone (secondo altri di 80)
0 con altrettanti feriti. A Roccabigliera si ebbero a deplorare 22 morti
ed 11 feriti ; a Lantosca alcune case rimasero rovinate ed altre minac-
cìanti rovina : 5 vittime.
La Rocchia fu quasi tutta rovinata : a Valdiblora crollò la chiesa,
seppellendo una persona, ed a Clans diroccarono 14 case. Nella valle
della Roja rovinò il castello di Brigna e quello di Ventimiglia.
Secondo alcune relazioni tedesche trovate dal Mercalli, crollarono
pure Remple (forse Rimplas?), Villaret (Villars, presso Utelle?) San-
dalin (?), Morena (?) ed il castello di Cahours (?) insieme al ponte.
104 [1560-156fJ
A San Remo la scossa fu forte e fdrono sentite repliche per lo spazio
di quasi cinquanta giorni. A Porto Maurizio la popolazione restò per
circa altrettanto tempo attendata all' aperto,
Gli autori sincroni parlano di monti spaccati e di eruzioni vulca-
niche. Spogliati da ogni esagerazione, si comprende che i fenomeni
sopraricordati si riducono all'apertura di profonde fenditure nel suolo
ed alla emissione di gas e di vapori.
Al momento della scossa il Vesubia trattenne il suo corso ; nel porto
di Villafranca fu trovato il fondo del mare abbassato di una « picca »
ed al di sopra si notarono poi nuove sorte di pesci (fauna profonda?);
ad Antibo il mare invase dapprima la spiaggia, talché parecchie bot-
teghe furono innondate, poi si ritrasse di tanto da lasciare il porto
quasi senz' acqua.
[437] 1566. Maggio. Pozzuoli (Napoli).
Mercalli G. : / terr, Napol. ecc., paif. 17 (estr.)
Secondo il Pacca, poco dopo le 18*» del 23 gennaio un terremoto
assai sensibile scosse Napoli, senza causare danni di sorta : verso le
\h^ del 1 maggio si ebbe una scossa fortissima : a 4^ della notte fì*a il
6 e 7 dello stesso mese fu avvertito generalmente in Napoli un terre-
moto, che il Pacca dice abbia avuto sua origine in Pozzuoli.
Il Bonito (Terra trem,^ pag. 706) nel 1566 non registra che un solo
terremoto avvertito in Napoli dalla generalità delle persone a 24*»
del 31 luglio, per il quale, egli dice, tutti gli abitanti si diedero
alla fliga.
[438] 1566. Novembre 30. Etna.
Bonito m. : Terra trem.^ pag. T03-4 - Gallo : Terr, i783, pag. XI - Monoitore a. : Ist. cron.
dei terr,, pag. 395.
In occasione di una forte eruzione dell' Etna, avvenuta il 30 no-
vembre, in Sicilia, e specialmente nei dintorni del vulcano, furono
sentite replicate e forti scosse di terremoto per lo spazio di due giorni
Randazzo ne rimase rovinata. A Messina tali scuotimenti non appor-
tarono danno alcuno.
[439] 1^67. Agosto 27 "(verso il). Norcia (Perugia).
P. Patrizi Forti: Mem. stor. di torcia. Ivi 1869, pag. 500-1.
La città di Norcia prima del 27 agosto fu colpita da un fortissimo
terremoto che danneggiò, fra V altro, i muri del palazzo consolare, le
muraglie di cinta ed i torrioni ; recò inoltre moltissimi danni al mo-
nastero di S. Antonio, reso poi inabitabile da quelli inferti da furio-
sissimi uragani.
I
I
t I
t
[1568 - 1570] IÓ&
[440] 15(»-69. Pounoli (Napoli).
MfeACALu G. : / terr. Xapol. ecc., pa^. 17 (estr.)
Il Pacca, citato dal Mercalli, ricorda che nella notte fra il 31 di-
«•embre 1568 ed il 1° gennaio 1569 in Napoli e dintorni si sentì un vio-
lento terremoto cbe ebbe sua origine in Pozzuoli, per il quale « cadde
una parte di quel sasso che è nelP entrare della famosa grotta di Lo-
cullo, posta fì*a V una e V altra delle dette città ».
[441] 1570. Aprile-maggio. Pozzuoli.
B3MTO M. : Terra trem.^ pag. T(n - Capocci : Catalogo^ l, pag. 344 - mercalli G. : / terr. Na-
poìetani, ecc., pag. 18 (estr.)
Nella notte fra il 30 aprile ed il 1*» maggio, circa le ore 4 V25 ^n ter-
remoto assai forte scosse, secondo il Pacca, Napoli : in Pozzuoli causò
danno a qualche edificio e particolarmente air ospedale. Al 17 giugno,
circa le 16 */g, si intese un' altra scossa ma assai meno intensa della
prima, giacché non causò il minimo danno. Il Summonte . (e dietro di
lui il Bonito ed il Capocci) ricorda un terremoto disastroso per Poz-
zuoli il 17 giugno 1570, e non menziona il primo successo al 30 aprile :
ma dalle notizie del Pacca, che sono certamente le più attendibili, ri-
sulta che la scossa più forte è stata la prima.
,442] 1670. Settembre 17. Ferrara.
Bonito m.: op. clt., pag. ÌOS-H - Solerti A. : // terr, di Ferrara del i570 - Scarpa : Terr,
avvenuti in Treviso ecc., pag. 181 - ami ani : Memorie Ut. di Fano, parte il, pag. 209 -
F. L. BERTOLDI: Memorie stor. d'Argenta^ tomo m, parte ni, Ferrara 1864, pag. 97-38 -
F. Co.sTi : Ann. di Ferrara, Ivi 1845, pag. 847-52 - A. Frizzi .- Mem. per la St. di Ferrara,
voi. IV, Il edlz., pag. 290-98 - S. Muzzi: Ann. della città di Bologna, tomo vi, pag. 567 -
L. vedriani : Hist. delVantich, città di Modena, ivi 1667, parte il, pag. ?74.
Al 17 dicembre, a 19** del mattino, in Ferrara si senti una prima
scossa della durata di oltre un « pater > ed assai violenta, avendo
latto cadere un centinaio di comignoli, rovinare molti merli e* terraz-
zini, in numero di circa cinque o seicento e scompaginare moltissimi
odifìcii: fu seguita da molte repliche, fra le quali specialmente farono
intense quelle avvenute suir imbrunire della giornata.
A 3** della notte una nuova scossa, la maggiore e la più lunga, fece
nel vecchio palazzo del castello precipitare un tetto, sotto cui rimasero
morte tre persone.
I danni in città farono inestimabili : caddero i torrioni ed i merli
delle antiche mura, quelli del palazzo Contrary (ora Pepoli), della Ra-
gione con la parte occidentale ed una torre. Nel castello precipitarono
le sommità delle quattro torri con parecchie balaustrate e qualche muro
in temo; andarono parimenti a terra le due torricelle del duomo, poste
sopra al presbiterio e che servivano anticamente per le campane : in
pari tempo crollarono molti fregi che ne adornavano le parti terminali ;
9
106 [1570]
certi archi rimasero sconnessi e la facciata deviò un po' dalla ver-
ticale.
Tutto ciò che restava di Castelnuovo (ora mercato dei cavalli), il
palazzo del Paradiso, quello dei Tassoni, degli Estensi a S. Franc^esco,
la € Corte nuova » e la vecchia, il Vescovado, la Loggia dei Calzolai,
le chiese, i campanili, ed i monasteri di S. Francesco, di S. Spirito,
di S. Rocco, di 8. Stefano, di S. Domenico, di S. Maria degli Angeli,
della Certosa, di S. Maria della Consolazione, di S. Silvestro, di 8. Gior-
gio e di S. Bartolomeo rimasero od in tutto od in parte adeguati al
suolo. Non vi fti insomma edificio pubblico e privato che non avesse
risentito danni : ciò che rimase in piedi si dovette però puntellare.
Tutte le strade erano ingombrate dalle macerie, sotto le quali rimasero
morte un centinaio (130^150) di persone (*).
Fra gli effetti prodotti da questo terremoto devonsi notare i rombi
sotterranei, i bagliori repentini neir atmosfera, il gonfiamento improv-
viso delle acque del Po, certe elevazioni ed avallamenti del suolo lìiori
Porta S. Pietro e S. Paolo, alla torre della Fossa ed altrove nei Polesini
di S. Giorgio e di S. Giovanni Battista, ove avvennero pure emissioni
violente di acqua nerastra e di arena.
La scossa maggiore fu forte a Treviso, a Padova, a Bologna, a Ve-
nezia \ fu sentita nel modenese, nel reggiano, nel mantovano, a Fi-
renze ed a Roma.
Dopo la prima scossa del 17 novembre si avvertirono moltissime re-
pliche (secondo alcuni 150 nelle prime 24*") accompagnate da rombi
sotterranei specialmente verso le 20 e 24*» (*) ; però per circa nove mesi
non vi fu giornata in cui non fosse avvertita una od anche più scosse,
(1) In una lettera r Ambasciatore Urbinate Livio Passeri, pubblicata dal Solerti, cosi
descrive fé rovine :
« Il Castello é tutto ft^acassato, la chiesa di S. Giovanni Battista a Ferrara, quella
di S. Francesco, parte di quella di S. Polo e di quella di S. Maria del vado, ed il vesco
vado, tutto fesso e cadute le campane; caduto similmente il campanile di S. Gior^fio,
quello della certosa, quello degli Angeli, quello di S. Anna e rovinati quasi tutti li
monasteri di monache, ed insomma tutta questa città che è cosa miserabile e lacri-
mevole di vedere.... U danno è tanto che non si potria estimare, ma si dubita di peggio,
perchè un altro che ne venga simile a quello di ieri sera di sicuro tutta Ferrara va in
terra.... » Ed il Canigiani a questo proposito cosi scrive : « E cosi [Ferrara] resta tutta
rovinata nelle sommità, ed in qualche particular spianata anche affatto, come S. Bor-
tolo fuor di Ferrara de' frati di Cestello, S. Giorgio dei frati di Monteoliveto, San Gio-
vanni de' Canonici Regolari, la Certosa, il campanile ed un pezzo di chiesa, il Duomo
in parte, S. Francesco la facciata di testa ed una nave, S. Paolo tutta la Chiesa, e tutte
le case di Ferrara senza contar i particolari, eccetto pochissime fatte di nuovo, e senza
merli o camini su la gronda... »
(2) L'Ambasciatore fiorentino scriveva che « siamo a ottanta ore che cominciomo 1
terremoti, e non ci hanno dato più lungo riposo che di tre ore, le quali sono state
quasi sempre dalle quindici alle 18; ed alla notte non punto, ma più spesKl più tosto e
ma^^ori di queUl del giorno... »
[1570-1572] 107
tutte sempre ondulatorie: con più lunghi intervalli (*) e con minor vio-
lenza continuò il periodo Bismico fino al febbraio 1574, dopo di che le
rt)mmo2noni diminuirono notévolmente per cessare nel 1576, nel quale
anno fa sentito una sola scossa (').
[443] 1671. Aprile 20-21. Spoleto (Perugia).
SiNsi A. : St. del com, di Spoleto, Foligno 1894, parte n, pag. 246.
Nella notte precedente al 21 aprile in Spoleto terremoto si violento
che pareva dovessero subissare gli edificii.
[444] 1571. Settembre 21. Palermo.
MoKGrroRE A. : /«/. enmol. dei terr, ecc., pag. 896.
Un terremoto violentissimo atterri i cittadini. Altra scossa era stata
avvertita al 15 maggio.
445] 1572. Luglio 13. Cartoeeto (Pesaro).
AMI ANI: Mem. $tor. di Fano, MDCX> J, parte n, pag. 212.
Continuarono in Fano a sentirsi neir anno dei terremoti con grave
lì II 15 dicembre U Canlgiani tentando una statistica scnveva che le scoBse «...alno
allt 23 venenlo i 21 di novembre spesse^glorno, ma non molto torte più la notte che
il irlomo, acotendo assai gagliardi e spessi la detta notte che fu r ottava. Poi sino al
primo di Dicembre, che fu il terzo venerdì e la quindicesima, si passorno con scosse e
tremori manco spaventosi e più radi e di giorno pochissimi, se non verso il tramonto
d^l s)le una quasi sampre. Ma quella notte moltipllcorno sino al numero di sessanta
«lai tramontar al levar del sole. B da poi ritornorno in minor numero e qui di manco
forza, ma air Intorno furon grandi, maxime verso Belriguardo e verso il Bondeno, lu-
ne il e martedì notte alli 4 < alli 5 del presente. U quarto giovedì notte, cioè ieri sera
tece otto giorni, e ventidueslma dal principio deiraccidente, appresso le ventidue ore
ne venne uno che scosse il dir d' un avemaria, fortissimo, e fu molto grande e spa-
ventDSo se bene rovinò poco di nuovo, e tutta la notte sino alle sedici ore se ne senti-
rono assai, ed il resto della settimana si passò con quattro o sei per notte piccoli, sino
a ieri sera, che fu 11 quinto giovedì e la ventinovesima, che aUe due ore ne venne uno
iTTandetto, appresso alle sei uno grande, lungo e spaventoso, e sino alle sedici e dicia-
s'^iw. che noi siamo al presente, se ne sono sentiti quattro o cinque : ma quello delle
SM*1 ore rovinò la casa i Tassoni in su la ohiara, e nella chiesa di S. Andrea d^rordine
(U s. Agostino, (d in molti altri luoghi... »
sul primi di febbraio 1571 il Canonico Paola Sacrati scriveva ad Agostino vallei-o,
Vescovo di Verona, che il terremoto « quotldie nocte praesertim nos a somno excltare
non cessat. » Sacrati : P : Bpistolarum^ lib. lU, pag. 152, Ferrarle 15*9] ed ancora poi al 23
(11 maggio dello stesso anno in una lettera diretta a Marcantonio Mureto si lamentava
di non poter attendere a suol studil perché, non essendo la terra ancor ferma doveva
dormire in aperta campagna-
Secondo la cronaca ms. deir Olivi, citata dal Solerti, dal 16 novembre 1570 Ano al-
raono 1572 furono numerate oltre duemila scosse.
A Venezia (Pbrrry: Tremhl. penins. Ital., pag. 19) dal 18 al 30 novembre scosse (luo ti-
gnane: nei primi tre giorni ne furono sentite ottantaquattro delle quali 96 forti, a Forlt
<k 4Rfìn : / terr. a Forlì ecc., pag. 26-27) al IP febbraio 1571 alcune scosse sensibili.
'i, Nel dicembre 1773 Ferrara veniva scossa di bel nuovo per due giorni, ed ancora
all' ultimo di luglio ed al primo di agosto 1571 e sul principio del settembre 1575.
tm [1575 - 15841
danno degli edificii ; fu memorabile — secondo gli atti consigliari —
quello avvenuto a 22*^ del 13 luglio, per cui fu totalmente rovinata la
roccia di Cartoceto con la morte di alcuni abitanti.
[446] 1575. Giugno 5. Napoli?
Mercalli Q. : / terr. Napol. ecc., pag. 18 (estr.)
Il 5 giugno, ad 1^ Vs ^^ notte, fortissimo terremoto che danneggiò
solo due case del mercato minaccianti i*ovina: al 12 ottobre scossa a
Napoli e nella notte 28-29 novembre una a Pozzuoli.
[447] 1576. Settembre 26. Berptmo.
D. CALVI : Bfem, sacro-prof, di Bergamo, voi. in, pagr. 99, col. n.
Allo spuntar del sole del 26 settembre in Bergamo un terremoto
causò la rottura di molti vetri, particolarmente nelle chiese. Questa
scossa forse corrisponde a quella che il Mercalli (Vuìc, e ferìom, vulc.
d* Italia^ pag. 227) registra, suirautorità del Formentini, come sentita
nell'anno a Milano.
[448] 1578. Seiaeea (Glrgenti).
Savasta : Hist. del terr, ecc., pag. 13 - Ferrara : Mem. sopra i trem. di Sicilia, pag. 32 -
MONOITOHB A. : Op. Cit., pag. 996.
Il Mongitore ed il Savasta ricordano che nell'anno un terribile ter-
remoto fece traballare la cittÀ con grande timore degli abitanti : se-
condo il Ferrara Sciacca sarebbe stata in tale occasione rovinata.
[449] 1582. Cittadaeale (Àquila).
S. Marchesi : Comp. stor, di Cittaducale ecc., Rieti 18115, pag. 208.
Nell'anno molte scosse a Cittaducale.
[450] 1582. Maggio. Pozzuoli.
Bonito M. : Terra treni., pag. 721-22.
Nel principio di maggio i terremoti urtarono violentemente la città
di Pozzuoli : furono più intensi nel mese di maggio recando notevoli
danni a moltissime case, rovinando affatto le più deboli e lesionando
le più forti. Causarono anche delle vittime. Furono sentiti oltre a do-
dici miglia dalla città : a Napoli si ruppero le volte delle cisterne.
[451] 1584. Marzo 1. Vallese, Savoia.
Mercalli Q. ; / terr. della Liguria ecc., pag. 26.
Verso mezzodì un terremoto fortissimo colpi il Vallese e la Savoia
(Perrey e Volger) e fu probabilmente sentito anche in Piemonte. Cer-
tamente è identico a quello che il Moroni (Dizion. d'er'ud,^ tomo 76^
pag. 131) dice in tale giorno ed anno essere stato rovinoso nella Sviz-
zera, nel Delftnato e nel Piemonte.
[1588 - 1591] m
[452] 1588 (vt^rso il). Dronero (Cuneo).
Mekcalli : / terr. ai Liguria ecc., pa^. 27.
Terremoto violento nei dintorni di Dronero per cui cadde una torre :
è ricordato da una iscrizione che si legge su una lapide neir interno
della Chiesa di Montemale presso Dronero, la cui iscrizione dice :
1584. DIE 7. OCTOBRIS
NOCTU GELSA CADENS HORRENDO EX FULMINE TURRIS
DIRUrr HAS MISERE, SALVIS VIVENTIBUS, AEDES
NEC SATIS A3T TERRAB E PENETRALIBUS INGEN3
MOTUS QUO ITBRUM C0N8TRUCTA PERIRE COGUNTUR
HAUD ANIMO FRATRES FRANOUNTUR CASIBUS ISTIS
SED MOX RESTAURANT COELI TERRAEQUE RUINAM
MABSAUAE GABRIEL COMMENDATARIUS ATQUB
MICHIAEL ANTHONIUS JURIS UTRIUSQUE FERITUS
ANO 15S8 PRIMO SEPTEMBRIS
[453] 1391. Maggio 24. Reggio Enilia.
Corradi a. .- Ann, delie epidemie ecc., voL vn, parte l, pafir. 584.
Secondo il cronista Ferretti, citato da Corradi, terremoto fortissimo
a Reggio.
|454] 1591. Luglio 10. Vicenza, Romagna
PiovENB O. : Cren, dei terr. a Vicenza, pag. 49 - Guabini p. : / terr. a Forlì ecc., pag. 28 -
BONou F. : Ist. delia città di Forlì, ivi 1661, pag. 326.
Al 10 luglio, a 2^, in Vicenza — secondo il cronista Garzadore, citato
dal Piovene — fa sentita, e cosi pure in molti luoghi del Vicentino,
nna scossa che recò spayento a tutta la città e che fece cadere molti
comignoli. In questo stesso giorno il Oalliccioli (Memorie Venete II,
pag. 234, Venezia 1795) citato dal Corradi (op. cit.) registra una fortis-
sima scossa sentita in Venezia ed il Bonoli una a Forlì che fece cadere
una volta in un palazzo. A questo terremoto si collega la notizia data
dal Mariani (Trento con il sìw Concilio, \\ì 1673, pag. 331) che cioè a
Trento e dintorni, nel luglio, fu sentita un' intensa scossa che però
non produsse danni.
A Forlì poi nello stesso mese ne furono avvertite altre due ed una
terza, pure fortissima, al 28 agosto, propagatasi anche ad Argenta ed
a Ravenna. '
Il Mercalli (Vulc, e fen. vulc.^ pag. 362) ricorda un intenso scuo-
timento a Padova al 14, ed il Tommasi (I terr. del Friuli, pag. 199j
uno lieve ad Udine al 12, poco dopo mezzodì.
Il Bonito (Terra tfem., pag, 728) con V iiutorità del Morigia, scrive
«•he il terremoto fece grandi danni in Romagna ed in alcune città d\
I^ombardia,
IJO [1592 1597]
[455] 1592. Novembre 24. Trevi (Perugria).
taràmelli t. : Sui terr. di Spoleto ecc., pag. 27-8 (estr.)
Al 24 novembre, a 3** di notte, in Trevi terremoto molto forte che
fece screpolare le muragHt? del convento da S. Maria delle Lacrime e
tutte le volte della relativa chiesa, facendo anche cadere dei calcinacci.
In città abbattè una casa. Nella notte si sentirono più di 50 repliche.
Ciò si rileva da un ms. dell'Archivio Comunale riportato dal Taràmelli.
[456] 1593. Marzo 8-9. Bergamo.
D. Calvi: Bffem. stiero-prof. di Bergamo ecc., voi. I, pa^. 297.
Nella notte 8-9 marzo una fortissima scossa in Bergamo fece cadere
moltissimi camini.
[457] 1593. Aprile 24. Corleone (Palermo).
MONoiTORE: Istor. cron. dei terr. ecc., pag. 397.
In tutta la Sicilia fu inteso un terremoto che ebbe il suo centro in
Corleone ; ivi sull'alba del 24 aprile si squarciò il suolo sotto il quar-
tiere di S. Niccolò e vicinanze ^ non perì alcuna persona, ma moltis-
sime case e varie chiese (S. Niccolò e S. Caterina) in tale occasione
vennero abbattute.
[458] 1594^ Spoleto e Porrara.
perbey a.: Tremhl. penins, Ital., pagr. 20.
Il Perrey, citando il Mem. de ChronoL^ mette nel suo catalogo delle
scosse rovinose nelle due sopraindicate città : non ò trovato altra
notizia.
[459] 1594. Napoli, Poizaoli.
Pbrrey a. : op. cit., pag. 20.
Nell'anno a Napoli ed a Pozzuoli violenti scosse durante le quali il
mare si ritirò dal lido per 200 passi.
[460] 1597. Gennaio 29. Lveiana (Pisa).
PILLA L. : Heìaz. del treni., pag. 202.
Il Pilla, da notizia estratta da una cronaca ms. del parroco di Lu-
ciana, scrive che da 22*» ad 1*» della notte del 29 gennaio, ivi e nelle
colline Pisane furon sentite cinque scosse di terremoto.
[461] 1597. Agosto 3-4. Searperia (Firenze).
GiovANNOzzi G.: I terr. stor. Mugelìani^ pag. 6 (estr.)
Nella notte precedente al 4 agosto a Searperia *e luoghi circonvicini,
due scosse non molto intense ed alle 4^ 7» (mezzanotte) una fortissima
che nel raggio di otto miglia arrecò danni notevoli anche ai più solidi
[1598 - 1599] 111
a
•v
edifici con morte dì qualche persona. A Luco il terremoto danneggiò
gvHJi parte del convento delle monache. Le scosse furono lievemente
sentite a Firenze. Ciò ha rilevato il Giovannozzf dal Diario Settimanni.
*
La zona dei maggiori da^ini trovasi delimitata nella figura 2.
[462] 1598. Ottobre (fine di). Naso (Messina).
MONGiTOKE A.: Istor. cron, dei terr. ecc. i>agr. 897-96.
Per otto giorni, secondo il Mongitore, fortissime scosse urtarono
NhìK) e si propagarono forse anche a Messina.
Secondo il Gemmellaro (Vulc. delVEtna, pag. 169) il periodo si-
smico cominciò al 22 ottobre.
[463] 1599. Reggino e Messinese.
D. 8PAN6-B0LANI: St, di Seggio di Calabria, voi. l, pa^. 291-92 - monoitorb a.: op. cit., pa-
grina 32B.
Lo Spanò-Bolani dice che neiranno si sentirono in Calabria ed in
Sicilia fìrequenti scosse : cominciò la terra a scuotersi agli 8 di giugno,
verso le 19*", e per più di continuarono i terremoti rari ma gagliardi
nel giorno, frequenti e lievi nella notte. Ripresero con più violenza
nel luglio e poi con grandissima intensità neiragosto. In Reggio, in
Messina ed in altre contrade vicine pubblici e privati editici risentirono
gravi danni e varie fabbriche restarono lesionate e crollanti. Tutti i
re^ni lasciarono la città per abitare in campagna sotto tende^ ove
restarono per circa due mesi, vale a dire fino a quando ftirono cessati
gli scuotimenti.
A questo periodo sismico allude certamente il Sampieri, citato dal
Mongitore, allorquando dice che nell'anno, senza data mensile, i Mes-
sinesi, sbigottiti dalle replicate scosse, abbandonarono le loro case.
11 Fiore (Della Calabria illvstr., tomo I, pag. 288) pone dei terre-
moti orribili in Calabria nei giorni 8, 12, 13, 14 novembre : date che
credo errate.
[464] 1599*- 1600. Cascia (Perugia).
DK Bo&«i M. S. : Meteor- Bndoj.y voi. U, pag. SSS^I - P. Patrizi Forti : Delle menior. stor. di
Xorcia, pag. 562.
Dal 5 novembre del 1599 al 19 gennaio dell'anno susseguente in
Norcia fortissime scosse specialmente di notte tempo : furono sentite
nell'intero contado e danneggiarono il monastero di S. Lucia, la torre
s<ipra la porta Massari e le rocche del Comune.
Da una relazione ms. da me trovata alla Biblioteca Barberiniana di
Koma (m9. Oputcola philosophica 142. X. foL 173-182) si apprende che in
Cascia e luoghi circostanti cominciarono a sentii'si delle scosse lievi
sai principio deirottobre 1599 : al 4 novcnibre se ne ebbe una forte
112 [1600-1601]
che fece lesionare molte case, ed a 5** della notte del 5 una oltremodo
violenta e lunga fece rovinare in Cascia 40 case causando 8 vittime.
Nei luoghi circostanti a detta città innumerevoli furono gli edifici di-
strutti : quivi le vittime ascesero a 40. La zona mesosismica è deli-
neata nella fig. 13.
Oltre a Cascia ed a Norcia soffrirono danni anche Cerreto e qualche
località dello Spoletino e del territorio di Norcia, ma i danni maggiori
avvennero nella prima città. 11 terremoto fìi sentito a Roma, a Perugia,
ad Aquila, ad Ancona ed a Pesaro.
Dopo la scossa del 5 si ebbero molte repliche forti fino al 6 gen-
naio 1600 : dal qual giorno si fecero più rare e deboli : al 10 gennaio
si senti un nuovo scuotimento intenso quasi come i primi.
[465] 1600. Luglio 5-6. Firence.
O. QiOYANNozzi: / terr. star. Fiorentini^ pag. 1 (estr.)
Ad oi'e 7 pom. del 5 luglio, due forti scosse di terremoto in Firenze :
ebbero breve durata e si susseguirono a piccolo intervallo : ad 8** pom.
una leggera^ ed infine all'alba del 6 una molto forte fece cadere qualche
comignolo,
[466] 1600. Settembre. Issime (Aosta).
Fabrbtti a. e Vayra P. : Il processa del Diavolo Od Issime nella Valle di Gressoney, To-
rino 1891.
Nel settembre il terremoto sconquassò il villaggio di Scima (Issime)
nella valle di Gressoney : tanta mina parve cosa piuttosto diabolica
che naturale, onde che, compiuti i consueti esorcismi, e la terra non
ancora posando, si aperse Tanno dopo in Aosta il processo « contra
daemoncs subterraneos ibi existentes ad efffectum vastandi aedificia,
campos et prata ommiaque bona sita ab una parte praedicti loci (op-
pidi Scimae) ».
[467] 1601. Giugno 19, Settembre 18. Brescia.
Corradi a.: Ann, delle epidemie ecc., voi. vii, parte li, pag. U96. *
Il Corradi, traendo la notizia da un diario ms. di Bianchi G. B.,
conservato nella Biblioteca Queriniana, dice che al 19 giugno ed al
18 settembre in Brescia furono sentiti terremoti fortissimi.
[468J 1601. Agosto 10. Italia meridionale.
perrey a. : Trembl. penins. Ital, pag. 20.
Il Perrey, seguendo Von Hoff, mette al 10 agosto neir ex regno di
Napoli una scossa fortissima ; secondo il Capocci (Catalogo^ ecc. I,
pag. 344) questo terremoto avvenne a 8^ ital. di mattino e fa special-
diente intenso in Calabria : d'altra parte il Mongifore (Op. cit,, pag. 398)
[1608-1609] 113
dice che in Messina, secondo lo Sampierì, si sentirono nell' anno frc-
((aenti scosse, le quali devono essere state abbastanza forti, giacché il
cronista citato, ricorda che si fecero pubbliche preghiere per farle ces-
sare.
[469J 1603. Gennaio 25. Siena.
SoLUANi : Relazione del terr. ecc., pa^r. 56.
Al 25 gennaio in Slena scosse fortissime spaventarono i cittadini.
[470] 1603. Luglio. Etna.
MoNoiTORB A. : J$t. cnm, dei terr,, pag. 396 - Ferrara f. : Descriz. delVBtna, pag* 95.
Secondo il Carrera, nel luglio si ebbero fortissime scosse nel peri-
metro Etneo, avendo fatto il vulcano una eruzione.
[471] 1604. Perigia.
p. T. S. : Ale. not. sui terr., ecc.
Neir anno scossa rovinosa.
[472] 1606. Agosto 22. Bergane.
D. (5ALV1 : Bifem. sacro-prof, di Bergamo ecc., voi. li, pag. 612-18.
Al 22 agosto in Bergamo e suo territorio una fortissima scossa fece
crollare grande quantità di comignoli.
[473] 1606. Dicembre 12. Padova.
MERCALLi : VuU. e fen. vuìc. ecc., pa^. 362.
AI 12 dicembre a Padova scossa fortissima.
[474] 1608. Gennaio 6. Reggio Emilia.
vi<i>0MiNi A.: Alcune cose estratte dalli Dtarii, Appendice, pag. 46, Reggio 1881.
Al 6 gennaio scossa fortissima a Reggio.
[475] 1609. Giugno 8. Napoli.
Bonito m. : Terr. trem., pag. 741.
Verso mezzodì in Napoli una scossa fece in un quartiere cadere
moltissime case, sotto le quali perirono 132 persone. Però il Bonito
soggiunge « non si può sapere certo se fosse stata la molta pioggia
che fece T inverno antecedente o terremoto... »
Per parte mia mi pare logico escludere l'azione sismica, come causa
di tale disastro, giacché in allora avremmo notizie maggiori e più com-
plete, rigfuardanti anche località vicine. Il Perrey (Op. cit., pag. 20)
lo reca come leggero(!) ; se si tratta veramente di terremoto avrebbe
dovuto chiamarlo rovinoso.
Baaatta: Terremoti ecc. t^
[476] 160». Luglio 20. HìtMtn (Catanzaro).
AoATio DI Somma : /Jtotco race, ecc., pag. 188 - Bosrro M. : Terra trem., pag, Wl.
Al 20 laglio Nicastro fa rovinata da un veemente terremoto che,
secondo l' Arcovito, sconqaaaaò pure altre piccole terre.
A Messina, da quanto ci riferisce il Gallo (LeiUre scritte pelli
terremoti, pag. XI), non portò alcun danno. Le scosse durarono per
molti mesi. i
[477] 1610. Giugno 4. Cigltari.
Notiift del ifonOo, mi, pag. sa. I
Al 4 giugno tale cittft fu scossa da forte tcn'cmoto, come ai rileva
da una iscrizione, scolpita in marmo, posta nella cattedrale • 4 Ivmi
TBBRAKUOTva rAUTvs EST 1610 ». Von Hoff, seguendo il Lamannora,
lo riferisce al 1618.
[4TO] 1611. Gennaio 15. V«l di Lnsema (Piemonte).
VA38ALU-BANDI ; Kapport BCC., pag. 126-27.
Pietro Gilli, citalo dal Vassalli, nella sna Hi$t, eccl. dee Egliaet re-
formeea recnetlles en quelques vallea» du Piemont (Genève 1G44, p. 385)
narra che in detta valle si fece sentire al 15 gennaio 1611 ano del più
spaventosi terremoti.
[479] t6tl. Settembre 8. Searperia (Firenze). 1
OiovANNom G.; / Urr. stor. MUgeltani, pag. 6-7 (eatr.) '
Nella notte dell' 8 settembre a IS*" pom. si ebbero due forti scosse a
Firenze, le quali spiegarono la maggiore loro intensità nel Mugello,
ove fecero cadere molti muri, lesionare le case e fendere la terra.
Searperia soStl i maggiori danni : fabbriche intere furono ivi pro-
strate al suolo : il palazzo del Vicario, il campanile, il convento dei
fidali subirono grave detrimento, giacché dal preventivo fatto per risar-
cirne i danni, risultarono necessari più di 1000 scudi. Nella chiesa si
aprirono larghe fenditure e molte grondaie caddero a terra.
In tale occasione non si ebbero a deplorare morti o feriti grave-
mente : solo qualche persona lo fU in modo lieve.
Nella stessa notte si sentirono varie repliche ed altre innocue fino
a tutto gennaio 1612.
Nell'area centrale (flg. 2) le acque dei pozzi e delle fonti se prima
erano scemate o scumparsc, crebbero o ritornarono ; altre sorgenti in
detta occasione invece si asciugarono.
Queste notizie ftirono desunte da un ms. sincrono del parroco di
Ceriiano, presso Searperia.
[1612-1613] 115
[4H0] 1812. Gennaio 'Al. Liguria oeeidentale.
ìiKRCALLi Q. : / Urr. di JJgurta ecc., pag. 99-(^ - Canobbio : TopogreOia JMca della città di
Genova ecc., pa^r- 155 - GhiUìNi G. : Annali di Alessandria, pa^. 188, Milano 1666 - Oiof-
FREDo : Storia delle Alpi Marittime ecc., col. ITdi.
L' ultimo giorno di gennaio, verso le 3*" pom., a Nizza fa sentita
una scossa che fece dare alcuni tocchi aila campana dell' orologio
grande, ma non produsse, a quanto pare, danni gravi.
Il Raiperti, citato dal Mercalli, afferma che a Roccabigliera il mo-
vimento sismico fki rovinoso, talché tale paese, già danneggiato dai
terremoti del 1494, del 1556 e del 1564, fu ricostrutto sulla sponda op-
posta del fimne.
Solla riviera ligfure di ponente incusse panico grandissimo, avendo
gli abitanti abbandonate le case : a Loano ne rovinarono alcune ed
altre ftirono lesionate : nella chiesa e nel convento dei carmelitani si
aprirono alcune gravi fenditure. Il Canobbio, seguendo V annalista Ca-
soni, dice che verso le 21*", Genova fu scossa per ben due volte da un
orribile terremoto : in Alessandria secondo il Ghilini, il movimento
sismico (17^ circa), fti assai leggiero e breve, essendo stato avvertito
da pochi. Nulla dice il Nota (Del terremoto ecc.) per S. Remo.
[481] 1613. Agosto 25. Naso (Messina).
MONaiTORjB A. : Ist, cronol. dei terr. ecc., pa^r. d9S-40O > C. D. Gallo : Qli Ann. della città di
ìlessinOy ivi 1681, voi. n, pag. 188 - C. incudine : ?/aso illustr-, Napoli 1882, pag. '71-75.
Preceduto da rombi sotterranei uditi anche qualche mese prima,
allo spuntar del sole del 25 agosto, un veementissimo terremoto urtò
Naso : cadde il tempio di S. Pietro de' Latini, cagionando Ja morte a
53 persone che ivi ascoltavano la messa, e ferendone altre 62. Rovina-
rono 200 fabbricati, tra i quali tre palazzi : tutte le case soffrirono
danni più o meno gravi. La grande piazza fu interamente con le sue
botteghe distrutta ; il castello baronale in gran parte adeguato al suolo
e sconvolto e sconquassato nel resto. Il titolo della chiesa madre si
ruppe e crollò a terra, onde fli uopo abbassarlo di 14 palmi. Molto
danneggiato rimase il campanile di S. Cenone, ed in gran parte at-
terrato il convento dei Minori Osservanti : V ospedale scomposto e
rovinato. Nel piano di questo si apri una profonda squarciatura larga
tre metri circa ed assai profonda. I morti in città furono 103. Nella
campagna circostante si notarono delle fenditure nel suolo e vari fra-
namenti (').
'l Sulla porta della chiesa degli Osservanti in Naso si le^pre la seiruente Iscrizione
allusiva al terremoto del 1612 : •' V"^^"*'
BABC IMAGO OLORIOSAB VIROIMS MARIAE DE TIETATE DIPICTA
PUIT ANNO 1552, SED P08TBA ANNO 1613 DIE 25 AUOrSTI A MAGNO
TBRRABMOTt* DIRUTA, ITKRCM HE.«<TArRATA AD ANN. IH 15.
116 [1614-16171
In Messina, secondo il Gallo, nella giornata del 25 replicate scosse
causarono qualche danno agli edificii.
Von Hoflf erroneamente pone questo terremoto al 24 agosto 1631.
[482] 1614. Novembre 24. Calabria.
Fiore g. : Della Calabria illtistr., tomo l, pa^. 2B0, col. i.
Secondo il Fiore a 4** della notte si senti in Calabria un terremoto
« orribilissimo ».
[483J 1615. Novembre 10. Breseia.
Corradi a. Ann. delle epidemie ecc., voi. vn, parte n, paj?. 1200.
Il cronista G. B. Bianchi (ms. della Biblioteca Queriniana), citato dal
Corradi, ricorda un terribile terremoto in Brescia e territorio della du-
rata di un « credo ». Replicò il di appresso.
[484] 1616. Spoleto (Perugia).
PETRUGci : Breve trattato del terr. ecc., pagr. 29.
Il citato autore dice che in questo anno il terremoto fu universale
in Sabina e che non solo percosse Spoleto ma si fece sentire in tutta
r Umbria.
[485] 1617. Gennaio 14. Nizzardo.
Mercalu a. : / terr. della Liguria ecc., pa^. 27.
Verso le 5** ital. (notte) terremoto rovinoso nel Nizzardo : danneggiò
vari luoghi fra cui Lantosca, ove fracassò molte case senza però causar
vittime. Nella campagna di Utelle cinque persone restarono oppresse
sotto le rovine. Per parecchio tempo si sentirono delle repliche.
[486] 1617? Maggio 24. Padova.
Da una lettera del Pereiso a Paolo Gualdo, scritta da Parigi TS di
agosto rileviamo che circa il giugno di questo anno Padova ebbe a soffrire
grave incendio e fiero terremoto^ con danno principalmente delle chiese
di Santa Giustina e del Santo, non che dell'Orto dei Semplici (Lettere
d'uomini illustri che fiorirono nel principio del secolo decimo settimo,
Venezia 1744, pag. 289). Come osserva il Corradi (Ann. delle epidemie,
ecc., voi VII, parte II, pag. 626) ciò non fti vero terremoto, ma un
movimento brusco dell'atmosfera e forse anche del suolo, causato dallo
scoppio della polveriera accaduto il 24 maggio, come ricorda Rossi Ni-
colò nella sua Cronaca di Padova (ms. della Bibl. Civ.) e fVa Girolamo
Fromentoni con la Breve narratione dello spaventoso incendio successo
in Padova con alcune gratie ottenute per intercessione del glorioso
8. Antonio (Padova 1617).
[I6I8-162I] 117
Ò citato questo fatto perchè la prima notizia potrebbe trarre qual-
cuno in errore e porlo fra i veri movimenti sismici.
[487J 1618. Gennaio 18. Nizzardo.
MFiacALLi G. : / terr. della Li0ina ecc., pag. 27.
Secondo i mss. dello Scagliero, citati da) Mercalli, nei giorni 14 e
ir> gennaio nel Nizzardo furono sentite forti scosse che non causarono
danni : al 18 verso 8*» (ital. ?), se ne ebbe una fortissima che fece « se-
parare le muraglie del castello di Saorgio con gran pericolo di alcuni
che stavano prigioni ». Le repliche durarono fino al 4 maggio, nel qual
«riomo, sul far del dì, ne fu sentita una. Verso la mezzanotte del 29
settembre nuovo intenso scuotimento nel Nizzardo ed altro al 15 no-
vembre sull'ora del tramonto.
[488] 1618. Settembre 4. Piaro e Valtellina.
Vrra reìationt del grandissimo terremoto di Piure ecc. - Perrey a. : op. cit., pag. 21.
A 24 ore circa del 4 settembre (25 agosto secondo il Perrey) spiccò
in seguito ad un terremoto, la montagfna di Ciliano e rovinò addosso
al paese di Piuro, demolendone gli edifìci e causando la morte a 3500
persone. Ma sembra che le vittime siano state 1000 o poco più : insieme
a Piuro subissava il villaggio di Schillano, con la morte di tutti. Cosi
il I^avizari (Storia della Valtellina^ I, 243, Capolago 1838).
Quantunque non solo la citata relazione ma anche il Perrey, riten-
gano tale fenomeno un teiTemotc», io credo che invece si riferisca solo
ad un grande franamento forse nemmeno connesso a movimenti sismici.
r4S9] 1619. Gennaio 5. Calabria.
PioKB o. : Della Calabria illustr., tomo l, pag. 289, col. I.
Secondo il Fiore, un terremoto fortissimo apportò danni notevoli in
più luoghi della Calabria.
[490] 1619. Dicembre 25. Forlì.
a« ARixi F. : / terr. a Porli ecc., pag. 29-90.
A 18*» del 25 dicembre gi'ande terremoto a Forlì.
[491] 1621. Luglio 16, 18. Rimini.
CoKKADi A.: Ann. delle epidemie ecc., voi. vn, parte II, pag. 1201.
Kipotute scosse di terremoto avvennero in Rimini nei giorni 16 e
IH laglio, onde il popolo atterrito « ad supplicationes statim conver-
tiiar >- Ciò scrive il Corradi con l'appoggio di Villani Mons. Giacomo
'De vetusta Arimini Urbe^ ms. cit. da Tonini C. : Storia civile e sacra
riminese^ voi. VI, parte I, pag, 435, Rimini 1887).
[1621-1624]
[492] 1«21. Agosto ». CsUMs.
BONITO U. ; Trffa (rem., pag. 748 - Capocci : Catalogo ecc., I, pag. 315 e m, pag. 31S - Cot-o-
siHO V.: Sui lerr. della Calabria ecc., pag. 58.
Il Capocci nella memoria I, dice che a 6" della notte del 9 agosto
si ebbe una scossa a Napoli con qoalche danno : e nella memoria III
cita come fonte il Bonito. Uà questo antore, che estraase la notizia dal
Giornale del Governo del Regno, in quello del Card. Zabatta invece
scrive > a 9 di agosto Itmedl ad hore 6 df notte, occorse in Napoli un
grandissimo terremoto, e durò un buon credo ». Il Bonito adunque non
parla di danni : Ta scossa di Napoli potrebbe essere riferita al terremoto
che il Cotosimo dice avvenuto nelle Calabrie, senza indicarne la data
mensile, pel quale questa regione sarebbe rimasta danneggiata.
[493] 1681. Agosto 6. S. Ser«rt (Foggia).
Baratta U. ; 71 Urr. Oarganieo dtl iei7, pag. 18 (eBtr.)
Il 6 agosto, B*" avanti giorno, nna gagliardissima scossa a S. Severo
fece risvegliare la intera popolazione, la quale abbandonò le case :
segui un nuovo scuotimento : pare però che non abbia prodotto danni
materiali. Fu appena intesa nei luoghi vicini.
[494] 1622. Maggio 6. Veiesia.
G*u.icioLt Q. B. : Memorie Venete antteàe, a, pag. 285, Venezia 1156.
Il 6 maggio per an quarto d'ora in Venezia furono sentite scosse
assai intense.
[495] H2i. Febbraio 3. Calabria.
Fiore Q.: Delia Catania tHvsti:, toro. I, pafr. 299, col. I.
Secondo il Fiore, terremoto fortissimo a 15'' circa, della durata di
on' ■ ave maria >.
[496] 1621. Marzo. ktfìn\M (Ferrara).
C. CRESPINI: Terr. d'Argenta, pag. 119 - Db Poardi Q. t. Nova relatume del grande t spae.
terremoto d'Argenta ecc., - F. Bertoldi: Stana della miracolata Itìtmagine di S. Maria,
omero deità Madonna della Celietta nella terra d'Argenta, Faenza a. d. pagina tosa -
F. Cont:: Ann. di Ferrara, Ivi lUi e seg., g tóo, pag. 1010.
AI 6 ottobre 1G23 nella provincia di Ferrara fu intesa una forte
scossa, cui nei giorni 2 e 3 febbraio dell'anno susseguente (1624) ten-
nero dietro due altri scuotimenti più intensi del precedente. Seguirono
quindi delle repliche più o meno frequenti e forti fino al 18 marzo,
nel qnai di a Ferrara se ne ebbe una che fece lesionare alcune fogno
della via di S. Benedetto.
Poco prima delle 9^ pom. del 19 di questo mese, un cupo, improv-
viso e prolungato rombo susseguito da forte scossa a tre riprese, d' in-
[1624] 119
tensità sempre crescente, ridusse Argenta alla desolazione. Furono de^
molite più di 170 case e le rimanenti restarono o lesionate, o semidi-
rate e minaccianti immediata rovina : nemmeno un edifìcio fd rispettato
Lo torri che servivano di difesa alla città, in numero di 24, furono
((uasi tutte abbattute ; le mura, specialmente quelle poste lungo il Po,
vennero trasformate in veri mucchi di rovine. Quattro chiese f\irono
demolite e le altre squarciate fin dalle fondamenta : una parte del
Duomo fu rovinata, la chiesa di S. Niccolò ebbe il campanile abbat-
tuto, quella dei minori osservanti fa interamente rasa al suolo : il solo
tempio di S. Maria della Celletta rimase intatto. In mezzo al generale
nìvinìo dei fabbricati non si ebbero a deplorare che 25 o 28 vittime
<<i alcuni feriti : noto che allora la popolazione di Argenta era oom-
pf)Sta di 1566 abitanti. Uguale sorte ebbero le vicine città di Boc-
oaleone, di S. Biagio di Pilo e di Bando.
La scossa si senti in modo gagliardo a Ferrara, ove causò qualche
lieve lesione e fece abbattere molti comignoli: fii pure intensa a Ra-
venna, a Padova, a Bologna, a Venezia (Galliccioli : op. cit. p. 235)
e ì»i propagò per un raggio di circa 60 miglia.
Presso Argenta qua e là si squarciò il terreno alluvionale e dalle
aperte voragini irruppe con estrema violenza dell'acqua limacciosa e
della sabbia nerastra : le acque nei pozzi crebbero si veementemente
che, sorpassati i ripari, debordarono allagando le vie. Il vicino Po di
Primaro e le valli di Campetto a sud e di Gomacchio a nord, sconvolte
come da fiera tempesta, sollevarono le onde flagellanti le sponde e
(Scuotenti minacciosamente le arginature.
Xella notte il suolo fu in continua agitazione : a ben 37 ascesero le
scosse maggiori, cioè tali da far suonare le campane (*) : per parecchio
tempo 8i sentirono delle repliche anche in numero di quattro o cinque
per ogni giornata ; cessarono al 3 febbraio 1625 (').
[497] 1«24. Ottobre 3-5. Mineo (Catania).
MoNoiTORB A. : Ist. cronol. dei terr. ecc., pag. 400.
Il 3 ottobre a 18*» ed al 5 a 5*», 9*» e 10*» ore di notte si sentirono
in Militello Val di Noto delle scosse violenti che fecero cadere molti
e<iifici e lesionare gli altri. Si ebbe a deplorare qualche morto e qualche
f<Tito. A Mineo forono ancora più intense e fecero crollare le case :
presso Palagonia sgorgò una fonte di acqua calda con odor sulfureo.
1, A Ferrara ne Ui sentita una neUa mattina del 20 marzo.
■2) Nella Chiesa di S. Niccolò fU apposta una lapide commemorativa del terremoto
la cui Iscrlilone dice •'
D. O. M. ìf. BT DIVO JOSEPH. OB CUJUS SUPBRNAJC OPEM SEDATO
BOMBIU TBBABMOTU DIB XIX MARTI! MDGXXIX ECC.
120 [1625 - 1626J
[498] 1625. Temoli (Campobasso).
PsRRBLLA A. : Vantico SanniOj pag. 390, isernia 1S90.
Nell'anno terremoto funesto a tutta la regione Frentana : gravi danni
alla facciata della Cattedrale di Termoli.
[499] 1625. Dicembre 5-6. Rìhìbì.
Corradi A. : Annali delle epidemie ecc., voi. vii, parte n, pag:. 1204.
Fiero terremoto in Romagna ; Rimini ed il suo contado al 5 e 6 di-
cembre ebbero alquanto danno. Cosi il Corradi, che cita i Diarii di
Bianchi G. B. (ms. della Queriniana) e di Pedroni G. A. (ms. della
Gambalunga, cit. da Tonini C. : 8tor. civ. e sacra riminese^ VI, P. I,
pag. 452, Rimini 1887).
[500] 1626. Marzo-Aprile. Girifaleo (Catania).
AOATio DI Somma: HisL race, dei terr. ecc., pa^. 1H9 - Bonito M.: Terra trem,^ pag. T30 -
Capocci: Catalogo ecc., Ili, pag. 319 - Perrey a. : Treinbl. penins. ICal., pag 21 - fiore G.
Della Calabria illustr,, voi. i, pag. 289, col. il.
Nel 1626 per 40 giorni presso Girifalco si sentirono delle scosse,
che fecero quasi interamente rovinare la città ed aprire delle pro-
fonde screpolature nel suolo : in tale occasione anche Catanzaro ebbe
a soffrire danni nelle chiese e nelle case : così il Bonito. Il Perrev
ammette che la rovina di Girifalco sia avvenuta al 22 febbraio : che al
27 marzo sia stata sentita in Calabria una forte scossa e tre an-
cora più forti nel giorno 30: che al 4 aprile un terremoto fortissimo
della durata di un' e ave », seguito da 15 repliche, abbia inferto danni
specialmente a Catanzaro, ove furono giornalmente sentite fino all'ot-
tobre delle scosse : che infine nel maggio nuovi scuotimenti rovinosi
abbiano urtato la Calabria. Agazio di Somma attesta che le due più
violenti commozioni accaddero al 25 marzo ed al 4 aprile e che nello
stesso istante di questo terremoto Vulcano abbia fatto forti eruzioni. Se-
condo il Fiore la prima scossa avvenne al 27 marzo ad ore 19, e la
maggiore al 4 aprile. L'Arcovito poi (Mera, sui fenom. meteor, 1841, pa-
gina 31) aggiunge che le scosse replicarono nell'anno seguente.
[501] 1626. Maggio 12. MaeeraU.
ZERENoni F. : Discorso sul terremoto ecc., pag. 10-11.
AI 12 maggio, a 22^ V2Ì ^^ senti una prima scossa susseguita, un quarto
d'ora dopo, da altra maggiore, che fece cadere molti camini, merli e
qualche pezzo di muro : nel Convento dei PP. Agostiniani detto « La
Fonte » fece diroccare un pezzo di volta. Tra dentro e fuori città fu-
rono danneggiati circa 60 luoghi : benché questi danni non siano stati
notevoli, tuttavia il terremoto recò timore grandissimo. A 3*» ore della
notte un' altra scossa fece risvegliare molte persone.
[1627] 121
[502] 1637. Luglio. Aefnmoli (Aquila).
A. Cappello: Memorie istoriche di Accumoli, voi. n, pa^. 108-9, Roma 1829.
U citato autore scrive che il terremoto di Puglia del luglio fece
tremare anche la provincia aquilana ed Accumuli stesso . Tre chiese e
varie case furono rese inservibili, lì Palazzo del quartiere di S. Lo-
renzo con r intemo teatrino crollava per intero uccidendo il custode e
sua moglie. Aggiunge che « gli uomini del quartiere presero a questo
uopo la deliberazione di aprire provvisoriamente Patrio del palazzo del
(loarto.... subissato da lo terremoto... » Ora sebbene lo storico citato^
attribuisca i danni subiti da Accumoli al terremoto Garganico, come
ò già. detto nella mia nota : Ancora sul terremoto Gargantco, (pag. 6,*
estr.) io non sono propenso a ciò credere : Accumuli dista in linea
retta oltre Km. 100 (^) da Ortona, P ultima città che da quella parte
sappiamo essere stata danneggiata : oltre a ciò l^andamento generale
delle linee tenderebbe ad escludere che i danni subiti da tale città si
debbano attribuire a quelP istesso parossismo che sconquassò la re-
gione garganica settentrionale e quindi ad ammettere o che il terremoto
(ti Accumoli aia per pura incidenza avvenuto contemporaneamente al-
Paltro, oppure che Pattività del centro garganico abbia indirettamente
concorso a risvegliare il centro aquilano, o che infine i due fenomeni
non siano avvenuti dincronamente, ma che solo posteriormente — come
d'altronde molte volte è successo — sieno state confase le date e
(|aindi identificati.
[503] 1627. Luglio 30. Regione Garganica (Foggia).
Baratta M. : // terr. Garganico del 1627 ; Sulla attività sism . nella Capitana ta^ pa^. 8-9;
Ancora sul terr. Garganico ecc. - De Po ardi o. v. : Nuova relax, del grande terr. ecc. -
Foglia G. A. : Historico discorso ecc. - Mercalli O. : Ragguaglio del terr. successo in
Puglia ecc. - Recit veritabìe et expaventable du tremò, de terre ecc. - Orlandi G. : Vera
relatione del pietoso caso successo ecc. - Vera relazione e ragg. delli danni fatti dal tre-
mvoto ecc.
Il Lucchini nel ms. da me pubblicato, afferma che cominciarono ad
udirsi leggere scosse nelP ottobre 1626 e poi anche nel gennaio-aprile
1627^ dopo di che la terra stette in quiete fino al 30 luglio, a mezzodì
circa (16-17^ ital.) della quale giornata avvenne la scossa disastrosa.
Fra i fenomeni precursori dobbiamo notare P intorbidamento delle
acque nei pozzi e molti rombi sotterranei.
La grande scossa fu preceduta da intenso rumore, cui successe
un ondeggiamento del suolo a tre riprese, sempre più forti ; quindi un
energico movimento, susseguito da tremiti lunghissimi.
A Lucerà il suolo ondeggiò per tre « credi » ed uguale forma ebbe
;ij NeUa mia nota citata invece di lOO Km. é scritto, per evidente errore di ptampa, 20.
[16271
fuori cioè dall'area dei danni, come ci
i, i palazzi, le torri, furono in massima
'orre maggiore fa quasi totalmente di-
lo BQbl la stessa sorte: 350 morti —
vinata : 2000 morti — Cadde gran parte
Ina fu rasa al saolo : 150 morti — In
0 distratti: 900 morti — San Nlcandro
rine — A Chienti caddero molte case.
Queste località sono comprese Del-
l' area disastrosa che & forma semi-
circolare, e che nella parte snperiore
è aperta a mare : però è necessario
notare che da essa sono escltise le
Tremiti, giacché, da qoanto mi consta,
tali isole non ebbero per questo terre-
moto H subire gravi danni. (Fig. 3 : A).
Concentrica alla precedente riesce
la zona ove fi terremoto è stato rovi-
noso : vi stanno racchiusi Termoli,
Castelnnovo della Daunia, Lacera, Kì-
gnano Garganico, San Giovanni Ro-
tondo, San Marco in Lamìs ecc. (B B).
Neil' area dei danni minori, che si
estende maggiormente lungo il litto-
rale adriatico, sono inclusi Trani,
Andria, Cerignola, Ascoli, Bovino,
Troia, Castelluccio, Celenza, Larino,
Vasto, Lanciano ed Ortona : la sua
massima lunghezza, da quest' ultima
citta a Trani, misura km. 205 circa.
(CO.
Oltre a questa zona poco o nulla
sappiamo degli effetti che ha pro-
ra e P. Sarnclli ci ragguagliano che ta
il Secinara che si trovava a Chieti vide
. Andrea < ondeggiare a guisa di nave
sento si propagò leggermente fino a Na-
be fino a Ragusa ed a Smime (').
o [Ancora sai lerrt/nolo Qarganico ecc., pag. 1) è
ila stalo BCutlto a aa^usa, ma clie le nullazloDl
il pare cosa su cui fora le più ampie riserve.
[1627] 123
Dopo la grande scossa per circa cinque ore si sentirono nell'area
più intensamente colpita repliche continue ed incessanti : ed altre mol-
tissime avvennero nella giornata e nella notte vegnente, tal che nes-
suno ardiva di entrare negli abitati. Nella notte del 9 agosto si fece
sentire nna nuova scossa, avente quasi la stessa violenza della prima:
essa causò nuove rovine e fini per abbattere quel poco che ancora in
Serra Capriola era rimasto in piedi, causando altre 50 vittime.
Continuarono poi gli scuotimenti, ora appena sensibili ed ora forti,
sempre accompagnati da rombi : al 6 settembre . si ebbe un nuovo pa-
rossismo preceduto da tempesta e da tuoni : quest'ultimo terremoto ro-
vinò quanto si era già andato riattando e nuovi danni apportò ai fab^
bricati di Lucerà (che pochi guasti aveva relativamente risentito per
quello del /K) luglio), di San Severo e di Torremaggiore.
Riguardo ai fenomeni d' indole geologica causati dalla disastrosa
concussione del suolo, parecchi autori citati dal Bonito^ con evidente
esagerazione, parlano di laghi assorbiti, di selve sradicate, di valli
aperte, di monti adeguati al suolo : tutto ciò si riduce a scoscendimenti
di terreno ed air apertura sulla riviera del Fortore di squarciature
profonde da cui uscirono acque fangose.
Un fenomeno spettante alla intema circolazione delle acque, consta-
tato da tutti gli storici del presente terremoto, si è che le acque dei
pozzi crebbero in tale copia da uscire di per sé all'esterno, superandone
i parapetti. \
Il Foglia accerta che « il mare dalla riviera di Fortore e di S. Ni-
candro al ritirò indietro due miglia e poi usci fuori li suoi confini oltre
due miglia... » ; afferma il De Poardi che e il lago di Lesina era stato
molte ore senz' acqua, e che si erano trovati molti pesci lontani dal
lago per il che si diceva che il furore del terremoto avesse alzato due
volte il fondo del lago... ». Queste notizie con ogni probabilità riguar-
dano un unico fenomeno: essendosi ritirato il mare dalla spiaggia, il
lago di Lesina, che è un lago costiero, profondo pochi metri, e che co-
munica con il mare mediante uno stretto canale, deve essere rimasto
all'asciutto: ritornata poi indietro l'onda ed avanzatasi con violenza
per parecchio oltre i limiti consuetamente flagellati, ne venne che, fra
questi e lo spazio innondato, poterono essere depositati e lasciati al-
l' asciutto dei pesci.
Che il maremoto sia stato forte ne abbiamo una prova in questo
che, secondo il Cerqua, riportato dal Mercalli, « in Manfredonia l'acqua
del mare arrivò insino alla metà delle muraglie », vale a dire il mo-
vimento violento dell'acqua si propagò abbastanza intensamente anche
lungo r opposta riviera della penisola.
Mi pare evidente che il centro superficiale dello scuotimento debba
124 [1627-1631]
in questo caso ritrovarsi nella zona più fortemente colpita. Conside-
rando la forma che à avuta la scossa, gli effetti permanenti lasciati nel
suolo, le alterazioni apportate alle sorgenti, fenomeni tutti che sogliono
accadere nelle aree epicentrali, io sono convinto che il verticale sismico
si trova entro terra e che il maremoto sopraccennato fu un effetto del
rapido e brusco movimento della terra. Ammesso il centro a mare non
si comprenderebbe come, data la breve distanza fra la costa prospi-
ciente Lesina e le isole Tremiti, queste, come ò detto, non abbiano
risentito danno alcuno.
Oltre a ciò, le innumerevoli repliche sentite prima e dopo il paros-
sismo a San Severo, ed i rombi in precedenza ivi avvertiti, ci inducono
a ritenere questa località come molto prossima all' epicentro: nei pressi
di questa città furono notati inoltre franamenti e spaccature nel suolo,
e alterazioni nel regime dei pozzi. Cosi che dall'assieme di tutti questi
fenomeni e dal complesso dello studio del terremoto, io sono convinto
che, con tutta probabilità, il centro superficiale del parossismo del 1627
debba collocarsi fra S. Severo, Torre maggiore e S. Paolo di Civitate.
In queste località furono inoltre più intènsi gli effetti della replica
avvenuta il 6 settembre, la quale per altro accenna ad uno spostamento
di centro verso Lucerà.
Ed ora un ultima considerazione circa il numero dei morti : secondo
il ms. Lucchini, da me pubblicato, sarebbero stati 4500: il Giuliani
(grattato del monte Vesuvio e de' suoi incenda [pag. 105] Napoli 1632)
ed il Girardi (Il Mercvrìo del decimosettimo secolo; nel qvale si con-
tengono i fatti piv illustri succeduti nel Mondo dal 1601 fino al 1650 ecc.
[pag. 265] in Napoli, per Giacinto Passare, MDCLXIV) li fanno ascen-
dere a 17000, il Cerqua a 6000, l'Orlandi a 5500, il Foglia a 4000 ed
il Sarnelli a 1000. Io credo che parecchie delle cifre testé esposte sieno
esagerate, e che al vero si approssimino il Lucchini ed il Foglia, che
si mostrarono così accurati nel descrivere il fenomeno.
[504] 1628. Ottobre 3-4. Parma.
App. aU'eleìico dei terr. di Parma, pag. 2 (estr.)
Nella notte fra il 3 ed il 4 ottobre, a 23^, due scosse fecero cadere
molti comignoli (Cronaca Zunti),
[505] 1630. Maggio. P«8cia (Lucca).
p. o. B. : Ist. della citta di Peseta t della Valdinìevole. ivi MDCCLXXXiv, pag. 325.
Sui primi di maggio oì'ribile terremoto a Pascià.
[506] 1631. Dicembre. Vesuvio.
Come prodromo della gi*andiosa conflagrazione vesuviana nel luglio
[1631 - 1635] 125
cominciò a scuotersi la terra : e già al 15 dicembre più di 20 scosse
erano state sentite non solo nei dintorni del vulcano ma eziandio a Na-
poli : nella notte 16-17 più di 100 volte fu commosso il suolo ed altre
moltissime repliche furono sentite nei giorni seguenti durante, cioè,
Fattività eruttiva e qualcuna anche dopo. Parecchie di queste scosse
furono si forti da destare spavento grandissimo nei cittadini e da far
lesionare anche qualche casa : in Torre del Greco rovinò buona parte
del palazzo arcivescovile. (1)
[507] 1633. Febbraio 21-22. Nieolosi (Catania).
l' MIRERÀ P. : Il Motigibello descritto, Catania 1G36, pa». 12^29 - Ferrara C. : Descriz. del-
rsttM^ pag. 96-97 - Oemmellaro: Vulcaml. dell'Etna, paR. 97.
Alla mezzanotte fra il 21 e 22 febbraio, un violentissimo terremoto
urtò il solo paese di Nieolosi, atterrando la maggior parte delle case
nella contrada « Piano » assieme con la chiesa della Madonna dell' Idria.
Sotto le rovine perirono 17 persone e molte altre furono estratte vive
dalle macerie. Questa scossa (sentita solamente in Nieolosi e non nei
luoghi vicini) fu foriera di un eruzione etnea.
[508] 1634. Novembre 10. Matera (Potenza).
G. Gattini : \ote star, sulla città di Matera, Napoli 1882, paff. 194-95.
Al 10 novembre un terremoto molto forte recò danni all'antico con-
vento dell' Annunziata di Matera.
[509] 1634-35. Etna, Treeasta^^ne e Messina.
CiKRERA P.: // Mongibfllo descritto, Catania 1636, pag. 123-151 - Ferrara: op. cit., pagine
97-99 - Oemmellaro : op. cit., pa^. 9t^99.
Continuando 1' eruzione dell' Etna, dal 17 al 19 dicembre 16.34 si eb-
bero varie scosse nelle regioni meridionali dell' ignivomo monte : furono
violentissime e continue verso l'alto, e debolmente si propagarono fino
a Catania. A Trecastagne, ai pie del vulcano, e nelle contrade vicine
fu udito al 22 dicembre, a 2*» di notte, un violento terremoto che, se-
condo il Carrera, fece cadere alcune case. Parecchie scosse si sentirono
nel gennaio 1635 : al 10 e 24 febbraio si ebbero riprese oltremodo vio-
lente. Al 21 giugno, quasi ad V" di notte, a Trecastagne e vicinanze
una leggera ; al 12 agosto una gagliardissima fece lesionare e rovinare .
«lualche fabbrica in Messina, e si propagò fino a Catania.
1 ttirchlRftliiia essendo la Bibllojrmfla dell' Incendio Vesuviano del 1(581 — come può
ve<!»'rsi neU'oiwra del Kurchelm [liiblioiirajla del Vesuvio, NjiikìIì iso:) — mi riew^e perciò
imjMiasiliIle 11 premettere ai brevi accenni sui terremoti del HWi, le solite fonti. Per
f.insi un'Idea di tale eruzione 11 lettore può consultore 11 riassunto da me dato nel vo-
lume : // Vesuvio e le sue eruzioni, pag. 31-3S, aoma 1*17,
[16381
[510] I«38. Marzo 37.
AOATio DI SouHk: Hulortco racconto ecc. - Colli AURiaBHHii : Allra nuova e più piena
rclalione ecc. - D'Orsi li^tio: / terremoti Oelie due Calabrie ecc. - Vera rehUiom del
ipaemlevole terremoto ecc.
Verso la sera del 18 gennaio in Calabria fii sentita ana scossa che
non fece dflnno alcuno ; fu seguita da altre, e quindi tra le 20 e 21"
dol 27 marzo da una disastrosa ctie apportò danni immenal, dei quali
seguono in transunto le notizie ufKciali (').
Cosenza - morti 25; case lesionate 587 ; monasteri dann^gìati 13; ca-
duto li campanile dell'arcivescovado e, secondo l'anonima relazione, anche
il castello.
OastiglioDe — tutto rovinato, morti 17; casecadute 174.
S. Benedetto — grandemente danneggiato, » 3 » 80.
S. Pietro di Guarano — poco danneggiato » 1 » 60.
Lappano — grandemente danneggiato » & » 56.
Corno — danneggiato più del precedente, » 9 » 56.
Zumpano —grandemente danneggiato, morti 10, casecadute 117, chiese 5.
Motta — idem » 9 w 81 » 2.
Rovello — idem » 7 » 47 » 1,
Rovito ^ grandissimo danno » 5 » M.reseina-
bitubiii case 82, monasteri 3 e chiese 3.
Travetto — case cadute IS, inabitabili 26, chiese 1.
Motta ^ morti 6, case cadute 60, lesionate 23.
Colico ^ in gran parte distrutto, poche case rimaste in piedi. HoKi 23^
case cadute 51.
Cercito — morti 11, case cadute 34.
Mennito — case cadute 12; il resto poco danneggiato.
Calderazzano — morti 15, case cadute 44.
Spezzano grande — morti 2, case cadute 44.
Spezzano piccolo — case caduto 34.
Macchia — morti 2, case cadute 60.
Macchisi — case cndutjj 9, rese inabitabili 3b.
Figline — morti 126. Tutte le case cadute e tre monasteri.
• Brancolise — morti 40. case cadute 108. Quasi tutto rovinato,
Cellara morti 70, case cadute 200. Idem.
Piane Grati » 102 » 98. Affatto rovinato.
Mangone » 144 » 306. Distrutto.
S.Stefanodi Roglìano » 216 » 242. Completamente
ridotto in un mucchio di mucorie.
Rogliano — morti 246; le case tutte rovinate, solo poche rimaste in
piedi ma pericolanti.
Cuti — morti 74; tutte le case cadute.
[1638]
127
Marzi — morti 74 ; le case tutte cadute.
Carpenzano — morti 495; tutto rovinato.
A 1 1 i li a morti 655 ; case CJidute 235. Tutto distrutto.
Malito » 173 » 120. Quasi totalmente distrutto.
Belsito y> 116 » 144. Idem.
Dipigpano » 5 » 64. Rovinata 1 chiesa ed 11 mo-
nastero dei PP. Riformati. Il paese fu perciò quasi tutto disfatto.
S. Maria — morti 9, case cadute 38, chiese 1. Idem.
Motta » 5 » 1 » 1.
Petrone — case cadute 23.
Viziosi » 18, chiese 1, morti 5.
• Porchiadi » 33 » 2 » l.
• Mosconi » 21 «• 2.
Serritani — morti 14, case cadute 24. Rimase quasi disfatto.
Brunetto — case cadute 14, inabitabili 1.
Tessano » 23.
• Palcano » 18.
Lavignano — morti 5, case cadute 29, ed una chiesa. Fu danneg-
giato un pò* di più dei precedenti.
Casole Bruzio — morti 5, case cadute 29.
Verticilli — case cadute 14, chiese 2.
Scalzati » 55.
Trenta » 68.
Feruci » 36 ; caduta pure la chiesa parrocchiale.
Cribari i> 11.
Magli » 65.
Pedace — morti 14, case cadute 123, un monastero rovinato.
Jotta » 3 » 28.
Perito » 7 » 60. Danni maggiori dei precedenti.
Serra Pedace — case cadute 32.
Pietrafitta morti 46, case cadute 60, chiese 2.
Torzano » 35, case e chiesa parrocchiale disfatte.
S. Ippolito y> 4, case cadute 38.
• Campitello — case cadute 23.
• Cave morti 5, case cadute 39.
• Malvitani » 4 case danneggiate 46.
• Vicinanza y> 6, case cadute 60.
• S. Nicola » 1, » 47.
Aprigliano Vico » 45 » 150. In gran parte rovinato.
• S. Nicola » 32 » 34. Tutto rovinato.
Petrone » 3 » 20. In gran parte rovinato.
• Agostino » 19 » 119. Non molto rovinato.
• Corte » 37 » 107. Case inabitabili 38.
S. Stefano » 13 » 28.
• Pira » 15 » 60.
Paladina » 1 » 15.
[1638]
'na morti 5, case quasi tutte disralte. Quasi rovinato.
la » 5 idem,
liano » 18, case cadute 37. idem.
Calabro » 3S » 281. Quasi tutto disMto. Rovinato
di S. Frao'«sco da Paola.
Lia morti 49, case cadute 334. Rovinato,
idi » 10 » 28.
ndini » 50 » 238. In gran parte disfatto,
lalupi » 8 » 44. Idem.
Soprano » 39 » 37, chiese 2. Quasi interamente
Sottano » 57 » 48.
i B 234, case tutte distrutte.
case cadute 4, inaì>itabili 61. Non molto danneggiato, eccet-
IIo.
do — morti 8, case cadute 12, inabitabili 20. Il castello dan-
— case rese inabitabili 51.
ranco — morti 53, case cadute 161. Tutto disfatto.
- morti 54, case caduto 243, inabitabili 147. Grandi roTine.
morti 31, case cadute 139.
» 6 » 97.
10 » 2 » 77.
IO — case cadute 171, danneggiate 173.
) morti 4, case inabitabili 232.
10 » 517. Tutto spianato.
» 4, case inabitabili 30.
ala (Cleto) » 53, case cadute 118.
eddo Bruzio » 17, » 65, parecchie inabit.
;e ~ morti 10, case inabitabili 76, danneggiato il castello.
:a3e cadute 52, inabitabili 81, lesionata 1 chiesa ed 1 monastero.
Ilo — morti 1, case cadute 14, caduta 1 chiesa.
0 d'Amantea — morti 44, casecaduto 188; il castello quasi
jsato.
1 — morti 44, case cadute 44, qualche danno ad 1 monastero.
otta — nessun morto; le case rese inabitabili. Fu quasi tutta
» 6 » tutte o quasi.
» 11 » 92, ìnabit. 66; dannegg. il castello.
» 1, molte Ciìse cadute e quasi tutte le altre dan-
— case caduto 70.
0 Vena — morti 3, caso cadute 30, inabitabili 72,
ino Sopr. » 12 » ì'fì, molte chiese danneggiate.
[ie38] 129
Gimigliana Sott. — 95 case tra cadute e danneggiate.
Tiriolo — morti 7, case cadute o danneggiate 90, chiese 6, il castello
à sofferto assai.
Ussito S. Pietro ~ cadute 35 case di costruzione poco solida.
Squillace — case cadute 35, chiese 1.
Marcellinara — morti 5, case cadute 42, rese inabitabili 35, chiese 2.
Chiaravalle — case danneggiate 91.
Staletti — case cadute 16, chiese 1.
Francavi Ila « morti 20, case diroccate 71, ed altrettante malridotte.
Si troTavano però già in cattivo stato.
Iflotta S. Domizio — morti 19, case cadute 31.
Montesoro ~ case cadute 71, chiese 2.
8. Vito sul Ionio — case cadute 7 e 94 lesionate.
Belforte — morti 13, case cadute 25.
Polia — case cadute 40, rese inabitabili 84.
Mi lete — morti 3, case cadute 141.
Francica — 1 morto, case cadute 11, lesionate 89.
Pungadi — 2 morti.
Muta ri — case quasi tutte crollate, nessuna vittima.
Cramasta — ebbe la stessa sorte del precedente.
8. Costantino Calabro *- idem.
Bel monte — morti 10, case inabitabili 76, danneggiato il castello.
Nocera di Castiglione — morti 44, case cadute 44, qualche danno ad
un monastero.
Terrati d* Aiello — case cadute 53, alcune inabitabili.
Serra d* Aiello, morti 4, case cadute 16.
A le Ilo ~ morti 239, case tra cadute e rese inabitabili 408; 4 chiese, le
mura e le torri lesionate, rovinato il castello.
Castiglione Marittimo — morti 101, case tutte rovinate, chiese 2.
Scigliano Diano — morti 451, le case tutte distrutta.
Calvesi » 80 idem.
Sarra » 51 idem.
Lupia » 104 idem.
* Petrise i> 21 idem.
Lupassi » 66 idem.
Pedevigliano > 19, caduti quasi tutti i fabbricati.
Savuto » 27, cadute quasi tutte le case.
Motta S. Lucia » 532, T abitato fu raso ai suolo.
Confleuti Sopr. > 55, case tutte cadute. Gravi danni alla chiesa.
id. Sott. » 229, case cadute.
Pitta rei la » 37, case cadute.
Nicastro » .1200, tutte le case cadute con chiese e con
conventi.
S. Biase » 767, tutto cfìsfatto.
S. Eufemia » 143, idem.
Feroleto » 171, idem.
baaatta : Terremoti ecc. 0
m [1638]
Girifalco • morti -54, le case quasi tutte cadutOi
Panala- » 80, case tutte cadute.
Filogaso » 100, case cadute 118. Fu quasi tutto disfatto.
Gas teismo nardo. > 63^ quasi tutto distrutto.
* Montesanto » 20, quasi tutto caduto.
K^atan zaro » 4, case rese inabital^ili 18.ed 1 chiesa. Gravi
danni al Palazzo dell* Udienza, a quello vescovile ed alla chiesa mag-gior^.
Monterosso — 33 case cadute, 1 chiesa e Tospedale. . ^
, ;• Rocca A^ngitola — 1 morto, case cadttte33, hoq. reseresarcibìli Ì6;
rovinato il castello.
Primari — case e chiese cadute JU. • , . ,
Maierato — case cadute 83.
Cari da — . 1 morto e 14 case cadute. .
S. Pier Fedele — 1 » ^34 > . ^ / / .'
Caropali — case cadute 83. * , •'
S.Gregorio » 7, le altre, lesionale.
San Biase, San Nicola, Copigno — com^ il precedent^.
Pi scopio — case cadute 56, due chiese assai danneggiate.
Plaisano — quasi tutte cadute le case, 2 morti. . ^\'
Briatico — 6 case cadute e^ ^&&e inabitabUi .
Santocono — case danneggiate 62^ . :^
• • • «
21. , :
7: ■ • " ..
65. . ■
22.
30,
42.
20.
Nelle stesse iQcalità, nella notte 27-28 marzo^ si sentirono altre 12
repliche e parecchie più Jeggere nelì' aprile e maggio :: specialmente
intense furono quelle avvenute al 3 di quest' ultimo mese ed all' alba
(8** ital.) deirs giugno : in tale giorno si ebbe poi un nuovo parossismo
che causò nuovi danni, e nella notte 8-9 tra le 5 e 6*> ital. un' altra
ingente concussione urtò di bel nuovo* la Calabria,
I danni maggiori recati da questa replica furono i Seguenti:
Castiglione di Cosenza — cadute 14 case, rovinate 3 chiese ed un
monastero. Nessuna vittima.
Rovito Fravetto — cadute 8 case, 3 morti.
Corno — tutto sconquassato, 11 morti.
S. Benedetto di Cosenza — cadute 14 Ciise.
Zumpano (e territorio) — rovinate 22 case, danneggiate 4 chiese.
S. Pietro di Guarano — abbattuti o resi inabitabili 14 edifici.
Lappano — demolite 5 case, 7 in parte rese inabit., le altre lesionate.
Rocca di Neto — abbattute 16 case, 7 in parte demolito e le altre,
S. Mar.CiO •
>>
. Caaidoni
. »
Sciconi
»
Gavezzoni
)►
Cessaniti
»
Mantine.a
»
Pannaconi
>
Paradisoni
»
[1638]
isr
poche ecoettaate, danneggriate. Cadde il campanile della chiesamatrice.il
monastero di S. Agostino fu fracassato, quello di S. Benedetto rimase mal-
concio. Nessuna vittima.
Longohucco (e territorio) — 15 case adeguate al suolo e 108 rese in-
servibili. Nessun morto.
Scala — cadute 69 case ed altrettante rese inabitabili : 24 morti.
S. Giovanni in Fiore — case cadute 42, rese inabitabili 58.
Ve rzino — case cadute 40, rese inabitabili 52: morti 8.
Casabuona — cadute 60 case, 38 rese inabitabili : 4 morti.
Crosia — 70 case diroccate, 50 ridotte in pessimo stato : 2 morti.
Z a n gh i ~ case cadute 31. Abbattuta la chiesa parrocchiale ed il i^*
stello: 4 morti.
Rocca Beraarda — cms cadute 168, rese inabitabili 52; diroccato il,
cmMIo, le carceri e 10 chiese : morti 10.
Mesuraca — case cadute 108, rese inabitabili 90, 9 chiese danneggiate ;
il castello ridotto in pessimo stato.
Policastro — case cadute 337, chiese 8: case rese inabitabili 81, chiese
danneggiate 6. Un morto.
Belc astro — case danneggiate 172, chiese 12.
S i m a s i — case cadute 36, rese inabitabili 57, notevolmente danneg-
giate 99, fracassate 6 chiese e conventi.
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FlG. 4.
x" area eplcentrale; B) area dlsastroBa ; c) area ({uasi disastrosa ; D aiva rovinosa.
Malgrado V abbondanza dei dati surriferiti, riesce quasi impossibile
il poter stabilire Tandamento delle linee isosismiche della grande scossa
}
132 [1638 - 1639]
del 27 marzo : però dal complesso delle notizie raccolte pare che la
zona epicentrale debba porsi nei pressi di Nicastro : T area disastrosa
si estenderebbe specialmente lungo il vallo Cosentino a nord, ed a sud
fino a Girifalco ed a Polla. L' area rovinosa si spingerebbe da Oppido
fin oltre a Bisignano. (Fig. 4).
Quantunque la zona di maggior intensità si trovi entro terra, tut-
tavia il mare, presso Pizzo, al dire del Recupito, di repente, al mo-
mento della scossa, si allontanò dal lido per circa 2000 passi.
Il numero totale delle vittime ascese a 9581.
Mentre a Reggio la scossa del 27 marzo fti sentita in modo violento
però senza danni, a Messina invece fece rovinare il campanile della
chiesa maggiore causando qualche vittima : anche Milazzo ne rimase
danneggiata : allo Stromboli il vulcano diede un fortissimo scoppio ed
eruttò violentemente per circa quattro ore e tale parossismo fu poi se-
guito da un forte scuotimento del suolo.
La scossa deir 8-9 giugno ebbe una diversa provenienza, avendo
essa in modo speciale danneggiati alcuni paesi del versante ionico: il
suo centro con ogni probabilità si trova nel Gotronese.
[511] 1638. Aprile. Siena.
SoLDANi A. : Relazione ecc. pag. 50.
Nel mese di aprile, dalla Domenica in Albis e per sette giorni con-
secutivi, si sentirono in Siena varie forti scosse, che causarono panico
grandissimo nella popolazione, ma nessun danno : cosi il Macchi, ri-
portato dal Soldani.
[512] 1639. Ottobre 7-8. Amatriee (Aquila).
Nuova e vera relazione del terribile e spaventoso terremoto^ ecc.
Nella notte 7-8 ottobre, a 7^, in Amatriee si senU una scossa che fece
risvegliare le persone : dopo un quarto d'ora, essendone sopraggiunta
un'altra più intensa, gli abitanti abbandonarono le case ; venne quindi
alle 7** Vi circa la terza, che fu rovinosa. Cadde per questo scuotimento
buona parte del palazzo Orsini e di quello del Reggimento : rovinarono
la maggior parte delle case e delle chiese, fra cui quella del Crocefisso
e del Sacramento. Molti furono i morti ed i feriti si in città che in
campagna. I danni ascesero a 400,000 scudi. Campo Tosto fu in parte
rovinato ; S. Martino totalmente ; Collalto fu assai mal ridotto ; Pinaco
cadde in parte e cosi pure Capricchia; Cerva e Forcella andarono di-
strutte ; quasi identica sorte toccò a Filetta, a Nescaia e Padarga. La
Loia ebbe a subire poche rovine ; a Cantone e Colle Raso rimase' una
sola casa in piedi ; Corsenito, Casale, La Rocca, Torretta, Pasciano
S. Iorio e Colle Moresco furono tutti conquassati. In Accumuli rovinò
[1640 - 1642] 138
fra l'altro la chiesa dei Francescani e si ebbero a deplorare molti
morti. Rocca de Balli rimase adeguata ; a Poggio Cancello fu danneg-
pata la parte circostante al palazzo Cerasi : a Montereale cadde il pa-
lazzo Ricci : a Recanati ed a Rieti la scossa incusse spavento ma non
apportò danni. Nella figura 13 trovasi delineata la zona mesosismica.
Fino a 9*^ di notte ad Àmatrice furono sentite molte repliche : al 14
ottobre a 7^ */« s® ^^ ©^^® ^^* violenta, che fece rovinare altre case
e cosi pure nuovi danni apportò quella succeduta nel giorno 17.
[513] 1640. Giugno 19. Badolato (Catanzaro).
Bonito m.: Terra trtm.^ pa^. 777 - Di Somma A. : Historico racconto ecc., pa^r. 175.
Nell'anno si ebbero varie scosse in Calabria: al 19 di giugno per
una veemente commozione tellurica rovinò Badolato posto sulla falda
di una montagna: oltre a 300 ascesero le vittime. Al 22 giugno altra
scossa rovinosa a Badolato e nel gennaio e marzo 1641 parecchie lievi.
[514] 1641. Giugno 8-10. Pontremoli (Massa).
G. GiovANNozzi : / terr. st. Apuani^ pa(f . 5 (estr.)
Non solo in Pontremoli, ma in quasi tutta la Lunigiana, neir8-10 di
^ugno si sentirono scosse fortissime che recarono danni a molti edi-
ticil : così dice una notizia tratta dal Giovannozzi da memorie mss.
[515] 1641. Giugno. Cervia (Ravenna).
Serpisri a.: Scritti di SUmoU, voi. n pag. 193.
Nell'anno, specialmente prima del 16 giugno, forti scosse agitarono
la città di Cervia, la cui popolazione ne fu oltremodo spaventata.
Il signor F. Forlivesi {Cervia^ cenni stor. ecc., Bologna 1889, pa-
gina 186) da notizia che nel 1461 insoliti scuotimenti urtarono non solo
la città di Cervia vecchia, ma molte altre località. Tale terremoto non
ò trovato accennato da altri, e il citato autore non ne indica la fonte ;
dubitando che vi sia errore di stampa, cioè che ii 1641 sia stato tra-
mutato in 1461, non ò messo quest' ultimo nel catalogo, giacché mi
paro che le due notizie si riferiscano ad un unico fenomeno.
[516] 1642. Giugno 13. Parma, Lombardia.
G. Ao\Ki.Li: / tfrr. reoist. nelle cro/i. lodtufafte^pap. 92- Avpend. ali eletìco dei terreui. di
Parata^ pajr. 2 (estr.) - G. Mercalu: Vide, e feiìom. rulc. ecc., paff. 292, e // ierr. di
Leeco ecc., pafir. 7 (estr.) - D. Calvi : £jem. sac. prof, di BevijaiHo^ voi. u, pii^. 303-
Verso le 3*» della notte fra il 13 ed il 14 giugno si senti in Bergamo
un forte terremoto che apportò alle case molti danni, specialmente fa-
cendovi abbattere i comignoli. A Milano, secondo il Formentini, citato
dal Mercalli, cadde il campanile di S. Stefano : a Lecco il terremoto
si presentò sotto forma dì una triplice scossa fortissima, talché sem^
ÌM 1.16^2 - 1644 j
brava volesse atterrare il convento è la chiesa di Pescarenico con
sommo spavento di quelli che ivi si trovavano.
Ora, mentre in Lodi incusse panico grandissimo causando forte
scuotimento di mobili e di tetti, la cronaca Zunti dice che in Panna
per un terremoto avvenuto nel di 13 (senza indicazione di ora) farono
abbattuti molti comignoli: il che fa rimaner dubbiosi se si tratta di
un unico terremoto o del risveglio del centro sismico parmigiano av-
venuta in concomitanza con il lombardo.
Questa scossa, secondo quanto ricorda il Ghilini negli Annali di
Alessandria (pag. 236) fu in questa città avvertita da poche persone.
[517] 1642. Aprile 5. Uvoniò.
L. Pilla: istoT. Oel treni» ecc. pag. 203.
Al 5 aprile, dopo il vespro, una scossa apportò molta confusione.
[518] 1642. Ottobre 12. MoDteeassino (Caserta).
L. Pilla :. Selaz, dei trem, ecc., pag. 101.
Al 12 ottobre terremoto molto violento.
[519] 1648. Luglio 17. Troiia (Catania).
MoNoiTORE A.: Ist. cron. d€i trem. ecc. pag. 403.
A Troina il 17 luglio terremoto che fu violentissimo sopra un'area
di otto miglia di raggio circostante a detta città: quasi tutti gli abi-
tanti uscirono dalle case ; precipitò in parte la Chiesa maggiore ed il
monastero di S. Elia d'Ambola.
[520] 1644. Febbraio 15. ' Nizzardo.
G. mercalli : / terr. della Liguria ecc., pag. 94-5.
Al 15 febbraio 1644 due scosse violenti di terremoto urtarono la
Valle di Vesubia : a Belvedere perirono tre persone ed altre vittime
si ebbero a deplorare a Bolena ed a Roccabigliera. Apportò qualche
danno a Aix, un po' di più a Marsiglia, più ancora a Frcgus, ove la
chiesa, gremita di popolo, tremò in modo tale che pareva dovesse ro-
vinare : a Nizza fu assai forte. Il Gioffredo nella sua molte volte citata
storia delle Alpi marittime ai danni di Belvedere e di Roccabigliera già
accennati, aggiunge quelli di Lantosca, ove, dice, rovinò la chiesa e
furono abbattute molte case.
La scossa fu fortissima ad Oneglia ed a Porto Maurizio, ove la po-
polazione per due mesi stette attendata ; a Taggia i fedeli spaventati
uscirono precipitosamente dalla chiesa, entro cui erano adunati per la
predica ; in Alessandria, il Ghilini ne' suoi Annali (pag. 251) dice che
fu gagliarda senza però apportare danni^ ed a Genova ebbe presso a
poco la stessa intensità.
[1645 - 1646] tsE
; » ■ t
Conclude il Mercalli che il centro di scuotimento fa nel Nizzardo:
che il movimento sismico si mantenne molto sensibile ad est; fino a
Genova, a nord fino ad Alessandria, ad ovest fino a Marsiglia, ossia
sopra un'area di circa 11000 Km*.
La prima scossa, avvenuta circa le 17*», a Nizza durò un « miserere » ;
fa susseguita da sei repliche di minor intensità e lunghezza. - ■
.ì
[521] 1646. Ottobre 22. Panana (Modena).
Al 22 ottobre fortissima scossa in Fanano seguita nella notte ,da
quattro repliche.
[522] 1646. Febbraio 22. , Pàdova,/ :
Mekcalu G.: Vulc. e fenam. tuie, ecc., pag. 302.
Al 22 febbraio scossa fortissima a Padova. " .
[523] 1646. Aprile. 'Aquila, "
Da Secinara p.: Trattato unir, ecc., pai?. 135^ - F. Mozzetti: Sa{fgio d'injiuèkze meteor. e
dtl clima suWaffranomia ecc., pag. 87.
Nell'aprile scossa fortissima seguita da altre interpolatamente sentite
fino al giugno : questo periodo sismico risultò di 166 scuotimenti, al-
cuni dei quali fortissimi. In tale occasione non diroccò alcun palazzo
né le case soffersero danni notevoli, quantunque, come scrive il Seci-
nara, fossero agitate siccome « navigli sbattuti dall'onda >.
[524] 1646. Aprile 5. Livorno.
N. Maori: Discorso cronol. delV origine di Livorno ecc., pag. 55 e 256-50^ Napoli 1647.
Al 5 aprile, circa le 22*» in Livorno si senti dapprima un rumore
improvviso proveniente dal mare e della durata di circa un « credo »,
quindi un fortissimo terremoto scosse le case con grande impeto : una
delle tre torri del Marzocco, gfift mezzo rovinata, fa per metà abbat-
tuta: caddero molti camini e terrazzi e moltissime furono le case che
si dovettero incatenare. Nelle chiese, particolarmente nel Duomo e nel
Suffragio, si aprirono fenditure verticali. Le navi in porto sentirono
un urlo come se avessero toccato il fondo. Molti lasciarono la città
per ridursi a Pisa ed a Firenze. I pozzi che erano senz'acqua, dopo
il terremoto si riempirono. Di quando in quando nei giorni seguenti
qualche scossa : degna di considerazione fu quella avvenute nella stessa
ora del di 17.
[525] 1646. Maggio dO. Montecassino.
L Pilla: Beìat. dei trem. ecc., pag. 101.
Al SO maggio in Montecassino terremoto molto violento.
m (1646J
[526] 1646. Maggio 31. Re|;ioBe Garganiea (Foggia).
Baratta m. : SulVattiv, Hsm. in Capitanata, pag. 9 e ^ (estr.) - Bonito M.: Tetra trem, ecc.,
pa^. 779 - Capocct : Catalogo ecc. I, pa^r. S17 - Giuliani v. : Mem. stor. civ. ed eccl. di
Vieste^ paK. l^ e 213 - manicone: Fisica Appulo Garganica, voi. i, pacr. 210 - P. Sar-
NELLi: Cromi, del vesc ed arciv. di Siponto tH5C. pag. 388-?.
Il Samelli scrive: « al 31 maggio avvenne il garganico tremuoto,
scuotendo il monte a T*" di notte, ed in Gargano diede il crollo a 100
case con restame solamente cinque persone oppresse sotto le rovine.
In Ischitella non rimasero in piedi che 26 case, le altre caddero tatte
opprimendo 96 persone che vi restarono estinte. In Rodi ne morirono
4 e molti restarono fiaccati dalle pietre cadute. In Vico 100 case rima-
sero adeguate al suolo con la morte di 40 uomini. Cagnano perde 20
case ma ninno degli abitanti. Gli orti di Carpino si trovarono pieni
delle conchiglie del lago. In Manfredonia 5 case e 15 abitatori peri-
rono ; il monastero degli Osservanti di S. Francesco fuori le mura,
già desolato dai turchi, essendo poi stato riparato, per questo terre-
moto si vide nella pristina rovina... ».
II Bonito, con l'autorità del Torelli, pone fìra i paesi rovinati anche
Peschici e S. Giovanni Rotondo. Riguardo a Vieste il Giuliani ricorda
che diroccò nel castello il palazzo e varie case, sotto cui perirono 85
persone, come risulta dalla seguente iscrizione posta a destra della
porta maggiore del Castello stesso.
PHILIPPUS nn DEI GBATIA BEX
1646
GOVER.® ESTE. R.**<» EL. DUQUE D'ARCOS ', Y PROB.»
D. IPPOUTO DE COSTANZO A 81 DI MATO 1646
DIA DI CORP».... UN TERREMOTO. MURIO EL CASTEL."^
Y 84 PERSONAS... Y ENTRANDO A GOVERNAR EL
CASTEL.^ EL CAPPIAN FRA. D. GABRIEL... I BRAVO
FORMO EST... DIA LUNA NOVEM.
Per questo terremoto cadde pure in Vieste il colossale campanile
dair ultimo piano delle campane, come risulta dalla lapide ivi fatta
collocare da Mons. Chimaglia, la cui iscrizione principia cosi:
D. o. M.
VETUSTISSIMAM HANC TURRIM TERRAEMOTU ANNI
MDCXLVI QUASSATAM, ATQUE DISJECTAM....
Neirabitato di Vieste fra le rovine degli edifici furono estratti 48 ca-
daveri : cosicché il numero totale delle vittime, come infatti risulta dai
registri parrocchiali, in tale città ascese a 132. Secondo quanto asse-
risce il Capocci parecchie furono le scosse di terremoto ivi in tal epoca
sentite, alcuna delle quali si propagarono pure in Calabria e nell'A-
[164r-1653j 137
brnzzo ed in ispecial modo nella città di Aquila, ma ciò è errato perchè
neirAqnilano, come abbiamo visto (N. 523) [nell'aprile si sentirono
sicosse corocentriche. Questo terremoto ha adunque colpita la intera pe-
nisola Galenica e specialmente riuscì rovinoso nella sua parte orientale :
daJIe notizie sopra riferite è impossibile fissarne il centro : però con
tatta probabilità trattasi di parecchi focolari sismici, i quali, più o
meno contemporaneamente, anno cooperato, con il loro risveglio, a
produrre tante rovine.
[507] 1647. Gennaio 13. Pistoia.
CoBiADi A.: Annali delie epidemie ecc., voi. n, parte u, pag. 786.
U Corradi che, cita il Salvi {HUtoria di Pistoia, III, pag. 507, Ve-
nezia 1692) dice che Pistoia afflitta già dalla peste, al 13 gennaio ve-
niva Urribilmente scossa dal terremoto.
[528] 1649. Gennaio? Messina.
MONorroHs a. : Ittor, enmol, dei terr. ecc., i^ag. 406 - CAPooa : Catalogo, l, pag. 847.
In principio d' anno gravissimo terremoto a Messina ; molte navi
colarono a fondo : in sentito anche a Reggio Calabria.
[529] 1650. Marzo 12. Monteeassino (Caserta).
PiuLA L.: Jielaz. dei trem. ecc. pag. 101 - db Marco G.: Monte Cassino ecc., pafi:. 72.
Al 12 marzo un terremoto moU^ violento agitò il monastero ed i
paesi soggetti alla Badia.
[530] 1651. Etna.
ftuujLAi Descriz. delVBtna^ pag. 100.
Gagliarde scosse Airone sentite nella regione Etnea, prodromo del-
l' eruzione scoppiata poi nel febbraio.
[531] 1652. Seiaeea (Girgenti).
Ferrara : Mem, sopra i trem, ecc., pa^r. 92 - Savasta : Hist, del terr, di Sciacca ecc. pag. 14.
Il Savasta scrìve che per 15 giorni interpolatamente furono sentite
in Sciacca delle scosse : il Ferrara aggiunge che ftirono violentissime.
[532] 1653. Agosto 15. Porli.
BoNou P.: Ist, della città di Forlì, Ivi 1661, Ub. xn, pa?. ai5.
Al 15 agosto in Forlì terremoto fortissimo susseguito da varie re-
pliche di minore intensità.
[533] 1653. Settembre 27. Cesena, Faenza.
Pnuunr A.: TrenUbl. penine, Ital., pag. %i.
Al 27 settembre il Perrey, seguendo Von Hoff, dice che in Cesena
*Ì38 [1654-1655]
- - ■•-
è Faenza una scorsa fortissima fece daìià^giare alcune case. A tiuesta
tennero dietro nei giorni seguenti varie repliche.
Tali scuotimenti non saranno gli stessi che il Bonoli dice intesi a
Forlì al 15 agOHto ? Infatti per Forlì né il citato Bonoli, né il Guarini
ricordano scosse avvenute al 27 settembre*
[534] 1654. Luglio 23. Terra di Uvoro.
Grimaldi: Descr. dei trem. della Cal.^ pa^. 54 - Perrby a.: Trembl. penine. TiaL, pa^. 21-
Pilla L. : Selaz. dei tremuoti ecc., pag. 101.
Al 23 luglio (*) verso le 5** Vs della notte un disastroso terremoto
urtò la Terra di Lavoro : si ebbero molti danni a Sora, a Pontecorvo,
a Roccasecca, a Piedimonte^ a Belmonte, ad Atina, ad Alvito, ecc. :
fu. fortissimo a Montecassino; ove il monastero, secondo le croniiclLe
mss., tremò « come fosse stato una canna agitata da più venti > :
tutta r abbadia ne rimase lesionata : eguale intensità spiegò pure a
S. Geimaiio. Nel monte Corvo si produsse una grande fenditura. Le
scosse si ripeterono fino al 12 agosto maggiormente sensibili in località
situate più ad Ovest di quelle colpite precedentemente.
In una relazione ms. che conservasi nella biblioteca Barberiniana di
Roma (mss. XLVIII, 104, fol. 61) si apprende che Isola fti molto rovi-
natH con la mòrte di 31 persone ; che in Arpico diroccò il quartiere
di Civitavecchia, il campanile di S. Michele, con 115 morti : che in
Bora si ebbero a deplorare, a quanto si diceva, 400 vittime : cbè in
Castelluccio caddero 7 case con 19 morti : in Arce 11 con 25 vittime.
A Pescolido i morti furono 7 : Casalvieri fa rovinato ; in Veroli 64
case furono rovinate : a Monte S. Giovanni più della metà degli edifìci
rimasero adeguati al suolo, ed in Bausò 13 furono le case distrutte.
Secondo 6. P. M. Castrucci (Deacriz, del dìic, di Alvito ecc. pag. 32
[1] Napoli 1863, 4. ediz.) in Alvito il terremoto fece cadere la chièsa
di S. Gio. Evangelista. Fu sentito a Roma ed in Calabria.
[535] 1654. Settembre 8. Atella (Potenza).
AM\Ti A.: Diz. corogr. dell' Italia, voi. t, pag. 481.
L' 8 settembre 1654 Atella per un violento terremoto rimase quasi
distrutta.
[536] 1655. Marzo 25. * Rocea S. Cassiano (Firekize).
JiekiziOììe dei successi seguiti nella Rocca San Cassiano ecc., pag. 14.
Al 25 marzo di mattina fortissima scossa che però non causò gravi
danni.
(1) n Perrey, 11 OrlmaUll ed il Pilla riferiacono questo tervemoto al 23 luglio; la re-
lazione ms. e più sopra citata al 23 giugno.
[I6gg-ìi[^9] 1M9
[537] 1656; Ottobre 17: ' '^ r" '' • : S. Severo (Fo&già). .
B\B.iTTA M. : Sulla attit. sisrn. nella Capitanata^ pag*. 10 e 42 (est.) -v. Oervasio: Appunti
croAol. da servire per una storia della citta di S. Severo, Firenze 1871, pag. 33 - P. Sar-
NELU: Cronol. dei Ves. ed Arciv. di Siponto, pag. 404.
Il Gervasio ricorda che noli' anno 1656 nuovi terremoti si sentirono
in San Severo che ebbe a soffrire altri danni. L' epicentro deve essere
stato nei dintorni di tale città, giacché tanto per Monte 8. Angelo che
per Manfredonia il Safnelli non ricorda danni,, ma. solo una scossa
mentita al 17 Ottobre.
- [538] 1657. 'Gennaio.' ^ . Lesina (Foggia).
CoRBADi : Annali delle epidemie eco,, voi. vu, parte n^ pag; Sps.
Il terremoto fece varii danni a Lesina: cosi il- Corradi -che cita una
lettera del Dazzi, conservata all'Archivio di Firenze (Carteggio medico ^
Filza 1471, Legazione di Napoli, I, L). Questa notizia non si riferirà
alle precedenti scosse? . . e
f • *•
[539] 1657. Gennaio 29. Calabria.
Pekkst a. : Tremai, penins. Ital., pag. 20. -
Il Perrey, togliendo la notizia da Von HoflT, dice che al 29 gennaio
in Napoli ed in Calabria si send una scossa breve che non portò danni
Huot riporta senza data n^ensile un terremoto successo nei medesimi
luoghi, aggìuBgendo che 200 case furono distrutte causando 2000 morti.
E molto dubbio. ,
[540] 1658. Febbràio^marzo. Malta.
PeuiKY A. : op. elt, pàg, 115 - mercalu g. : Vulc. e fenom. vulc. ecc., pag. 228.
Secondo Von Hofif, citato dal Perrey, in Malta dal 18 febbraio al
13 maggio furono sentite molte scosse, che il Mercalli dice fortissime.
[541] 1658. Giugno 10. Montècassino.
Pilla l. : Relat. dei trem. ecc., pag. 101, col. 2.
Alle 10** V» i^l» del 10 giugno terremoto grandissimo.'
[542] 1656. Novembre 10. Catanzaro (Calabria).
ABcovrro 8.1 Mem. sui fen. meteor. i84l\ pag. 42 - Mercalli G.: / terr, della Calabria ecc.
pQ^. 86-» - MoNoiTORE : Istor. cronoì. dei terr. ecc., pag. 403 - v. d'amato : N/st. della
til. fed.'e fainos. città di' Catanzaro, -^b^. '239-42; Napoli 1670.
Il 5 novembre, verso le 6** di notte, un disastroso terremoto colpì
la regione centrale della Calabria. Soriano fu distrutto e pochi abitanti
poterono salvarsi: il celebre monastero rovinò non solo per la grande
violenza del movimento sismico, ma e:;iand,io per la sua ubicazione
che — caaendo fabbricato sul . declivio di un colle — ne facilitò la
caduta: infatti il D'Amato aggiunge che un braccio del suo dormitorio
140 [1659]
precipitò nel sottoposto bttrrone. Nella città le case distratte fhrono
112 ed a, 160 ascesero i morti.
I danni inferii da qaesto terremoto ai vari paesi furono i sedenti
desanti dalla relaziona ufficiale pubblicata in Napoli nel 1660 e ripro-
dotta dal Mercallì :
Sant' Anernlo (presso Soriano) . distrutte case 15, chiese — morti 13
Arena »109>5» —
I le » 131 » 6 » il
I, Pniuia, Dasei » 50 > — » 17
0, Seminatri »3l>— » —
1 (Uonteleone) e frazione Uelicuccà . > 31 » — » —
Francica . . » 71 > — » ig
Suoi casali >55»— » —
Monteleone (case solo lesionate, mr Ito dann. castello)
Piscopio (idem) >135»— >3
S. Gregorio d'Ippona (idem) . . , . ■ 252 > — » 6
S. Ketro e Triparni (fr. Monteleone) . . > 40 » — » —
Calabro (Mlleto) > 15 » — > 1
Nao(Ionadi),S. Pietro, Paravati e Comparni (Milet4i) » 50 » — > —
Polìa (quasi tutta distr.) » 203
Castelmonardo (Filadelfia) (quasi tutto dinr.) » 103
Monterosso » 41 > 4 > 16
Montesora (Filadelfia) »13>— » —
Briatico »89>— »56
» casali >52»— »6
Francavilla Angitola »32»— »5
Fllogaso (quasi tutta distr.) » 161
Panaija (Spilin^) (quasi tutta distr.) i
Sant" Onofrio . » 36 * —
Rocca Angltola (danni simili Pimenì e Mascherano) » 8 » 1
Montesanto (Roccangitohi) > 16 » ~
Capistrano » 46 » —
Vallelongra » 70 » —
San Nicola (da Crlsa) » 93 » ~
Vazzano » 70 » 4
Torrepatola t »37» —
Zimmarino? »60» —
Pizzoni »50» —
Stefenaconi »82» —
S. Dimitrì (Vallelonga) tutta disfatta
Belloforte (presso Vallelonga) . ...» 16 * —
Nicastrello (fraz. Capistrano) , . . . > 10 » —
Brugnaturo »28» —
Chiaravalle Centrale tutta distrutta
San Vito al Jonio » 56 » —
[1659]
141
Lucinadi (Genadif)
Serra S. Bruno e Spadola
Caste] vetere (Càulonia)
Placanica
Monosterace .
Stilo ....
Stig'nano
Riace . . , .
Camini ....
Guardavalle .
razzano ....
BÌTon^ ....
S. Caterina (d'Ischa) .
Badolato
Isca ....
S. Andrea Apostolo
Satriano
Davoli ....
San Sostene .
Cardinale
Petrizzi ....
SoTerato
distrutte case 13 chiese — morti —
»
106
67
25
66
17
68
62
11
110
12
24
111
» 140
» 67
» 91
96
62
36
47
8
25
60
15
30
21
85
36
>
»
»
»
»
> —
» —
» —
» —
» 3
» —
» —
» 3
» —
» 2
» —
> —
» —
» — -
» —
» —
» —
»
»
4
24
» alcune
» 96
» 55
»
»
»
»
14
1
17
26
19
14
8
11
15
4
66
2
1
Montepaove
Montauro
Squiliace
SanVEUa
Olivadi
Centrache
Amaroni (lesionate le case)
Palermiti (molte case lesionate) .
Borsria
Staletti (molte case lesionate) ....
Gu-ifalco (nella Terra Vecchia) ....
San Floro
Dalle precedenti notizie si conclude che Tarea mesosismìca (fig. 5, A)
di questo terremoto è delimitata da una linea che da Castelmonardo
per Palermiti, Olivadi, Isca, Badolato, Santa Caterina d' Isca, Serra
S. Bruno, Arena, Dlnami, Paravati, Mileto, Francica, San Gregorio
d' Ippona, Piscopio, esclude Monteleone e quindi Pizzo dopo aver incluso
Briatico.
Adunque ambedue i versanti furono colpiti da questo gran terre-
moto : ma però molto più il tirrenico, dalla cui parte, a mio modo di
vedere, deve trovarsi V epicentro dello scuotimento : infatti, secondo il
mio parere, entro la zona mesosismica si potrebbe delimitare un area
epicentrale di forma elittica con V asise maggioro disposto da N N G
iS2r
[1659]
a 8 8 W, che da Arena va a Castelmonardo (ora. Nuova Filadelfia) ed
include Follia, Monterosso, Capistrano, Filogaso. S. Nicola, Vallelonga,
Yazzano, Tizzoni, Soriano, Gerocame, Arena, ecc,
La forma della zona mesosismica si potrebbe' spiegare anche am-
mettendo un risveglio di qualche centro sismico ' nel versante jonico,
p. es. quello di Badolato, il quale abbia più o meno contemporanea-
mente agito con quello tinrènico.
Fio. 5.
La zona rovinosa è delimitata dalla isosisma (B B) che da Catanzaro
corre al Tirreno e che rientra nel continente ancora all'altezza di Cau-
lonia (B B) : in questa area troviamo molta diflferenzazione nelle rovine,
spiegabile con i soliti principii più volte accennati. Il D'Amato dice
che Catanzaro all' impulso violento resistè con poco nocumento degli
ediflcii; Pizzo invece, secondo il Vivenzio (IsL dei trem. ecc., 2*ediz.,
voi I, pag. 168), rimase molto maltrattato.
Nella cronaca reggina Zappia e Catizzone si ricorda che detto ter-
remoto fu sentito abbastanza sensibilmente a Reggio ed il Mongitore
aggiunge che si propagò anche in tutta la riviera di Messina, come ri-
sulta da una relazione stampata in Palermo per il Bossio nel 1660.
Ag^fiunge il D'Amato che nella terra « si aprirono in diversi luoghi
profondissime vpragini, una fra Montesoro e Polla, dentro la quale si
[1660 - 1^1] 14a,
seppellì quest'ultima: un' altra nelle montagne della Ferrera, la terza
nA monte di S% Giovanni Terrestri (?), e furono di tanta profondità,
c*he per canape unite non vi si potè trovare ultimo termine ».
« * *
•T>43J 1660. Modena.
yemuani Li: lìist- delVantich. città di Modena^ ivi 1667, n, pag. 74.
Nell'anno innondazioni e terremoti che fecero cadere molti camini,
544J 1660. Febbraio lò. Paiermo.
iijMìiToaE A. : Tst. crottol. dei terr.^ pag. '401.
Nel 10 febbraio si.^entirono forti scosse a Palermo, avvertite a Mon-
rrale, a Misilmeri, a Termini, a Trapani, a Sciacca, a Cefalù ed a
Patti.
|«>i5] 1661 . Febbraio. Palermo.
MwNuiTORB A.: Istor. croH. dei terr. ecc. pag. 4(M.
«
AI 31 gennaio in Palermo una scossa : al 13 febbràio una seconda
più intensa ed al 24, a 9^ di notte, una terza che fece fuggire i citta-
dini dalle case. Nella notte ségaente si ebbe unar^^plica più lieve a 5*»
.Ula fine di settembre altre due scosse a Palermo, a "Messina, a Nicosia
ed in altre cittA di Sicilia. ^. ^ -,. .•^i'"' «
[516] 1661. Marzo 12. ./v Bergamaseo.
D. Calvi : J^in». sacr. prof, ecc., voi. I, pagr. 306.
Fierissimo terremoto che causò nel territorio Bergamasco moltissimi
(Ianni, fra cui la caduta del refettorio del PP. di Montecchio éon
qualche morto : conquassò pure il convento dei Capuccini di Albino.
Produsse franamenti dai monti >e' squÀfciature nel suolo. Fu preceduto
V seguito da scosse piti leggere.
Forse a questo terremoto allude la seguente notizia data dal Perrey
;pa^. 23), dietro Von Hoff, quantunque ^i riferisca a giorno diverso :
17 gennaio 6**, scossa nel milanese.
[547] 1661. Marzo 22. Romagna.
(it-ARiNi G. : / terr. di Forlì ecc., pag. 30-82 - Relax, dello spav. terr. 22 marzo i66i ecc.,
- Vera refaz. e ragg- del spav. terr. ecc. -Di Castro Massimo: Relaz. dei successi seguiti
in Bocca San Cassiano ecc. - Barukfaldi : Delle istorie di Ferrara, Ivi IT/O, pagr. 82 -
BoNou p. : Istor. della citta di /'''orli, pag. »n - G- Fabri : Sifem. sacra ed istor. di Ra-
venna antica. Ivi 16T5, pag. 71 - B. Repetti: Dizion. geogl. stor. della Tose, voi. iv,
pag. 810 - B. RioHi: Ann. della città di Faenza, voi. Ili, pag. 211 - P. Sarnelli: lett.
erri., lett. 3, pag. HO.
(Questo terremoto cominciò con una 9cosa<a disastrosa sentita circa le
r.»" del 22 marzo : le case di Pondo furono in tutto od in parte abbat-
tute con mortalità di persone e di bestiame : in Mortane rovinarono (5
"T"
144
[1661]
case con 2 morti : Galeata fa quasi atterrata giacché 92 case e 2 chiese
forono demolite e rimasero solo in piedi 5 o 6 fabbriche ; nella fìrazione
Pianetto tatto fu distratto con mortalità di nomini ; nel resto del suo
contado rovinarono 14 chiese e 516 case.
In S. Sofia ne caddero 30, causando 25 morti e molti feriti. Furono
affatto rovinate la rocca, le case e le chiese di Civitella, ove oltre 120
persone rimasero morte ed un altro centinaio ferite. Rocca S. Casciano
ebbe le sue case, le su» chiese, il castello e le mura quasi affiatto de-
molite con 41 mocti e moltissimi feriti.
FiG. 6 (»).
Predoppio e Fiumana furono i luoghi più d'ogni altro colpiti: (fig. 6 B)
gli edifici rimasero affatto rovinati e si ebbero a deplorare molti morti.
Teodorano fti in gran parte abbattuto : in Meldola tutte le case rima-
sero offese e specialmente fu danneggiata la rocca ed il maschio: cad-
dero pure parecchi edificii causando 4 vittime e molti feriti. Nel paese
di Castrocaro rovinarono 88 case e 2 chiese, in campagna 236 abita-
zioni e 2 chiese. Terdoccio, Valdoppio, Gugliano, Roversano e 8. Pietro
in Bagno f\irono pur essi quasi abbattuti : in Portico di Romagna sof-
fersero le case con 8 morti e molti feriti ; Dovadcla subì la medesima
sorte.
Questi paesi sono tutti compresi nell'area mesosismica disastrosa (B 1)
(1) IQ questa flgrura la dicitura del terremoto del 1661 (A) si rirerlsce a quella del
1K70 (B) e viceversa.
[1661 - 1662] 145
h forma leggermente elittìca con V asse maggiore, lungo km. 35, quasi
«lÌNposto da nord a sud (*).
L'area isosismica rovinosa (B 2) comprende Marradi (forse), Tredop-
j»i«j. Modigliana (*), Faenza, ove i varii edifìci risentirono guasti di non
grande importanza tranne la Cattedrale, in cui furono assai maggiori.
In Forlì fn danneggiato la Torre di S. Mercuriale e quelle del Duomo,
<li S. Agostino e del Pubblico : oltre a ciò alcune case furono lesionate
e qualcuna in parte anche rovinata. Forlimpopoli e Bertinoro ebbero
pure qualche danno e Cesena gravi lesioni alle case ed alle chiese.
A Faenza, ad Imola, a Rimini, a Bologna, a Modena ecc. caddero
molti camini e qualche merlo dalle torri. A FeiTara, a Ravenna, a
Ctrvia e ad Urbino la scossa ebbe forza suffìciente da incutere timore
nella popolazione senza produrre danni.
n movimento sismico fu assai lungo : neir area centrale durò un
« credo » : quivi, e specialmente nei pressi di Fiumana, di Predoppio,
(li Valdoppio e di Rocca d*Elmici, causò delle fenditure nel suolo.
Per circa 40 giorni fiirono sentite delle repliche.
[548] 1661. Luglio. Otranto (Lecce).
Boxrro il. : Terra trem., pag*. TSe-O*.
Secondo G. Brusson, citato dal Bonito, nel luglio ad Otranto vi fu
un terremoto ed una tempesta cosi furiosa che atterrò molte case e
chiese con la morte di uomini e di animali. Da questa notizia non si
comprende se sia stato per causa del primo o del secondo, oppure di
ambedue, che rovinarono gli edificii. Il Riccioli ricorda che in Otranto
neir agosto per un terremoto rovinarono 24 case.
rM9J 1662. Novembre 6. Soriano
FioKE o.: Della CaL lUf$str., tomo i, pa?. 280, col. n.
Il Fiore al 6 novembre ammette un terremoto nella Calabria Ulte-
1; Danni subiti dal paesi deir ex stato di Toscana :
case rovinate In campacrna N. r244« nelle terre N. 260
Chiese » » » 22 » » 4
Morti » » 161 » » "73
capi di bestiame grosso morti 161, Idem minuto 211
12; A Modi^Uana trovasi suUa facciata deir Oratorio della Madonna del Cantone la.
Sfornente epl^rrafe commemorativa:
D. 0, M,
PROTBCTO DIVINIBUS OPPIDO
A TBRREMOTU HNITIMA LOCA VEXANTK
ANNO MDCLXl Ml'TILANENSES, XX MARTIl
RADEM DEIPARAE VIROINIS « DAL CANTONE »
NrNCUPATAM
90LRMNI PROCESSIONE QrOTANNIS
♦ AnKUl'T EX VOTO
Saiutta: Terremoti ecc. V'
146 [1662-1669]
rìore per il quale rovinò il monastero di 8. Domenico in Soriano : la
data mensile presso a poco corrispondente al grande parossismo del
1659 (vedi) e la circostanza della caduta di detto monastero, mi indu-
cono a ritenere identici i due terremoti ed errata la data riferita dal
Fiore e seguita dal Capocci.
[550] 1662. Dicembre 29. Padova.
Mercalu e. : / terr. della Liguria ecc., pag. 363.
Al 29 dicembre scossa fortissima a Padova.
[551] 1666. Aprile 14. Botola.
Bonito M. : Op. clt., pag. 191.
Il Bonito scrive che a ?*• 58"" pom. del 14 aprile i terremoti « semi-
narono calamità in Bologna » : al quale fenomeno certamente allude il
BaruflEaldi (Dell' HUt. di Ferrara, ivi 1700, pag. 139) allorquando ri-
corda che nell'aprile a Ferrara fu sentita una sensibile scossa, la quale
fu più intensa a Bologna, senza però avervi fatto danni di grande con-
siderazione.
[552] 1667. Spoleto (Perugia).
Mercalu Gr.: Vulc. e fenom. tuie, ecc., pag. S29.
Nell'anno a Spoleto ed in altre città terremoto rovinoso (Natalucci:
Indie, 8tor,)
[553] 1667. Aprile 6. Rigasa (Dalmazia).
Relazione de W orribile terremoto seguito nella citta di Ragusa, altre città della Dalmazia.
Albania, venetla MDCLXVii - travaoini: Super observationibus a se factis ecc.
Al 6 aprile terremoto disastroso a Ragusa sentito anche a Venezia.
[554] 1669. Marzo 11. Nicolosi (Catania).
Ferrara f. : Descr. dell' Etna, pag. 101-7 - Gemmellaro C. : Vulcan. dell'Etna, pag. 102-12 -
MONOITORE A.-: Op. Cit., pag. 405.
Dopo il tramonto del sole dell' 8 marzo, cominciarono a sentirsi in
Nicolosi frequenti scosse, deboli dapprima, poscia violente, la cui forza
non si esercitò egualmente sopra tutti i villaggi vicini. Quello di Ni-
colosi provò commozioni tali che gli abitanti non potevano reggersi in
piedi. Durarono queste scosse fino al di 11, a mezzodì del quale un
urto poderoso sconquassò tutti gli edifici.
Questo fenomeno fu il prodromo della grande eruzione eccentrica
scoppiata nei pressi deirinfelice paese, descritta magistralmente dal
Borelli.
Repliche più o meno forti si sentirono durante le varie fasi dell'in-
cendio, che si estinse verso la metà del luglio.
[1670-16T2J .147
[o^J 1670. Luglio 16. Verona.
Goiit.%x A. : Star, sism., p^. 150 - perrey à. : Trenibh penim. Itaì., pag. 26 - piovene G. :
Lri Urr. a Viceìtza, pag, 49.
Il 16 luglio a 16^ circa, in Verona si senti un terremoto che al dir
del cronista Guadagni fu % orribile » : fu pure assai gagliardo a Vi-
cenza e fu forse (benché riferito al giorno 17) sentito a Venezia e nel
Tirolo.
[oó6] 1671. Giugno 20. Modena.
Alcune date dei terr. in Modena eoe., N. 143: 24 ma^lo 1613 • dondi a.: Mem. stor. ed ani.
del Duomo di Modena ecc., pa^. 2M.
Al 20 giugno, tra le 14*» Vt ® ^® 15**> si sentì in Modena una scossa
che fece gravi danni : furono abbattuti. 300 comignoli ed il torriolo
dell' orologio sopra il Palazzo, il quale, cadendo, ruppe alcune volte e
causò qualche vittima. Rimase lesionata anche la torre detta « la mozza »
che fu uopo demolire, pendendo oncie 18 verso la piazza. Secondo le
memorie del Guadagni -^ riportate dal Goiran (8t. sism, prov. di Ve-
rona, pag. 50) — questo terremoto fece danni notevoli a Reggio ed a
Verona fa molto gagliardo: il Bonito aggiunge (Op. cit. pag. 797) che
lu sentito anche a Bologna.
[557] 1672. Aprile 14. Rimini.
Bakatta m.: Sul terr. di Rimini del i4 apr. i672 - bianchi G. : Descrtz. del terr. grande
l'anno teli eoe. - Breve racconto del terr. seguito in Rimini ecc. - Deplorarle ragg. del-
l' orrtìt. e spav. terr. ecc. - Vera relatione dello spav. terr. ecc. - Vera relax, del terr.
seguito in Rimtni ecc. - Vera relatione del terremoto seguito nella Romagna ecc. - Notitia
e vera relatione del spavent. terr. ecc. - Serpieri a. : Scritti 'ii slòmol., voi. li, pag. 18i)-91
p. M. AMIANI: Mem. Utor. della città di Fano, parte II, pag. 206 - O. Barcffaldi: Del-
l' Hi$t. di Ferrara, pag. 201 - Cebchiari G. C. : Ristretto stor. della città di Imola^ Bo-
lui?na l^*, pag. 119 - Compend. della Stor. eccl. e lett. della città di Imola, ivi 1810,
pag. 318 - O. Fabri: ^em. sacra ed tstor. di Ravenna ant.. Ivi 1675, pag. 95 - A. Leoni:
Ancona illMtr., ivi 1^82, pag. 318 - B. Righi : Ann. della dita di Faenza, ivi 1841, tom. Il,
j»ag. 2'0.
Tra le 21 e 22*» del 14 aprile si elevò d' improvviso dalla parte di
tramontana di Rimini un temporale, quindi si udì un fortissimo rombo,
rui sussegui una gagliardissima scossa sussultoria-ondulatoria che pre-
w'ntò tre riprese, a breve intei'vallo l'una dall'altra e della durata to-
tale di un « credo ^.
A Rimini tutte le chiese e gli edificii principali della città furono
f»arzialmente o totalmente diroccati : le sole case più basse scamparono
dalla quasi universale distruzione, quantunque però sieno state dan-
n«*<rsciate in modo tale da essere rese inabitabili.
Nella cattedrale (che fu quasi tutta distrutta) precipitarono le volte
drlle navate e delle cappelle: quasi nello stesso modo furono danneg-
giate le chiese dei PP. Teatini, dei PP. Osservanti, dei PP. di S. Pran-
ci'sco, in quest' ultima precipitò la metà della cupola : le altre, che
148
[16721
ebbero gravi lesioni da essere rese inservibili al culto, furono quelle di
S. Gregorio, di S. Agnese, di S. Apollonia, di S. Simone e di S. Bar-
tolomeo: identica sorte toccò al monastero dei PP. Agostiniani quello
dei Domenicani invece fu poco danneggiato. Fra i palazzi che più risen-
tirono gli effetti del terremoto, si deve ricordare prima di tutti quell o
del Governatore, in cui caddero i muri intemi e furono fracassati i
tetti : quello dei consoli della città, che fu nella sua maggior parte di-
roccato: una sola sua cantonata rimase in piedi, però con pericolo di
rovina. Nel Vescovado caddero tutti i muri divisorii. Rovinò il pa-
lazzo pubblico con la sua torre, e quella dell'orologio rimase in i)e6-
simo stato : i palazzi Tingoli, Cavallini, Modesti ed altri parecchi fu-
rono oltremodo danneggiati : crollò inoltre circa la metà della torre dei
Gambalunga.
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Fio. 7.
Le fabbriche illese furono poche : fra queste la fortezza, il monte di
pietà e la libreria Gambalunga.
Nel borgo di S. Bartolomeo tutti gli edificii furono distrutti, eccet-
tuata la chiesa del Carmine : in quello di S. Giuliano una sola casa
fu atterrata. Di 36 castelli, che soggiacevano alla città, 10 soli rima-
sero illesi : le chiesa della Colonnetta, distante un miglio dair abitato
fu in tutto e per tutto adeguata al suolo.
Il numero delle vittime, secondo i dati più attendibili, fli di circa
200 ; certe relazioni lo riducono a 100, altre invece lo fanno ascendere
a 500 ; la maggior mortalità si ebbe a deplorare o sotto le rovine delle
chiese (specialmente in Duomo, in S. Francesco da Paola ed in quella
dei PP. Teatini), essendo avvenuta la scossa mentre si ufiSciava, oppure
[1672] 149
ni.'Ile Strade (per esempio in quella dei Magnani per la caduta di un
muro) o infine sotto le macerie del palazzo pubblico.
I danni in città ascesero a scudi 142,550 (a 136,549 secondo il Bo-
nadies citato dal Serpieri) e quelli del territorio a 18,000 così ripartiti :
Coriano scudi 3799
S. Andrea in Besaniga » 305
S. Andrea in Patrignano » 1007
Casiano > 1872
Monte Colombo ....... » 714
San Clemente » 3114
Misano • , » 1956
Castel leale > 953
Gesso » 379
Gemmano » 1195
San Savino » 1154
Mulazzano > 1280
Monte Tauro > 361
CastelnuoYO, paese lontano da Rimini 15 miglia, verso Pesaro, fu
affatto rovinato senza alcun danno alle persone. A Cattolica si ebbero
dei danni : a Pesaro caddero tutti i comignoli e rimase atterrato un
dormitorio nel Convento dei Monaci Bianchi e qualche altra casa con
un danno di scudi 20,000 : si ebbero a deplorare due morti, un ferito
mortalmente e qualche contuso. s
A Fano, secondo l'Amiani, furono demolite molte case e caddero le
torri di S. Francesco e di S. Agostino : di funestissima conseguenza fu
la rovina di quella del Duomo, giacché sotto le macerie rimasero se-
lH>lie molte persone.
Qualche danno ebbe pure Cervia e forse Sinigallia : a Iesi rovina-
rono tutti i comignoli ; ad Urbino si produssero delle lesioni nella volta
d<dla Cattedrale e qualche scrostatura : ad Ancona, secondo il Leoni,
la scossa fu s\ forte da far suonar la campana della piazza. A Faenza
fn violenta, non causò danni ma incusse molta paura ; ciò dicasi pure
di Ravenna, di Ferrara e di Argenta : pare invece che in Imola molti
e<Uflci rimanessero danneggiati. Senza alcuna conseguenza la commo-
zione tellurica fu avvertita a Fossombrone, a Cagli e molto probabil-
mi*nte a Gubbio ed a Bologna. (*)
II contro sismico pare debba collocarsi presso Rimiui e precisamente
un po' più a sud della città ed in mare, che al momento della scossa
Ij nella fiKura 8 sono rappresentate le isosisme priucipali dol terremoto del 107/
citje: A) zona menoslsiuica - A 1 a 1) zona elei danni ma^^^iorl - A 2 a *i] zona dei danni
iiiinon o deUe lesioni.
16Ó [1672 - 168ÓJ
(aggiungono le notizie raccolte) fii visto recedere e quindi, spumegr-
giando, invadere la spiaggia per venti passi circa.
Dopo la prima scossa in Rimini si sentirono molte repliche, tutte
lievi, eccetto una, avvenuta a 23'' della notte, la quale quantunque
non abbia causato nuovi danni, apportò grandissimo spavento.
[558] 1672. Giugno 8. Amatrìee, Montereale (Aquila).
Capocci: Catalogo I, pagr. 848 - Perrby à. : Trernbl. penim. Jtal.^ pag:. 36.
L'8 giugno, a 23 ore, forte teiTemoto ad Aquila ; in Amatrice ed a
Montereale fece gravi danni : ciò secondo il Capocci. Il Perrey, se-
guendo Von Hoff, scrive che in Aquila si sentì un forte terremoto che
si estese da sud a nord da Montereale fino ad Amatrice.
[559] 1676. Giugno 17. Ivrea (Piemonte).
Nuova e vera relazione tf ' un terribile terremoto ecc.
A 2l*» circa avvenne il terremoto e le scosse devono essere durate
più o meno continuate per circa 24*» ; tutti i cittadini fuggirono dalla
città, ove rovinarono parecchie case con circa 500 morti. Contempo-
raneamente si scatenò un furioso uragano ed un fulmine colpi una
delle quattro torri del castello.
[560] 1678. Marzo 24. Monte Uliveto (Siena).
Malvasia De Rossi: Documenti ecc.. pag. 5 - Soldani a. : Relazione ecc., paff. 59.
AI 24 marzo ad ore 17, cioè a 0*» 30" pom., un terremoto assai forte
colpì Siena : nessun danno ma grande spavento ; suonarono le campane
di tutte le chiese : a Monte Oliveto incusse terrore senza arrecare danni
agli edifici, ma non cosi alle persone.
Nei Documenti del Malvasia De Rossi erroneamente tale scossa sì
dice avvenuta al 24 marzo 1679.
[561] 1678. Luglio 15. Ferrara.
B A RUFFALDI: DelV Historia di Ferrara, pa^. 269.
Al 15 luglio fortissima scossa che intimorì tutti i ferraresi.
[562] 1579. Dicembre 12. Stilo (Reggio Calabria).
Fiore a. : Della Calabria illustr., tomo I, pagr. 290, col. I.
Secondo il Fiore verso le 2^ della notte del 12 dicembre fu sentita
a Stilo una forte scossa, che però non apportò danni. Il Capocci (op.
cit., parte I, pag. 348) erroneamente la riferisce a Tito.
[563] 1680, Aprile 30. «avi (Alessandria).
G. DEsiMONi : Aptn. stor. della città di Qavi e delle sue famiglie. Alessandria 1896, pag. 245.
ìì cronista Ponte, testimonio oculare, ricorda che un fiero terremoto
[1683 - 1687] 161
sul mezzodì del 30 aprile colpi Gavi : caddero a terra i buoi ed i ca-
valli sotto gli aratri ; le persone sia in quiete sia in moto appena si
potevano reggere in piedi. Furono sentite scosse più leggiere negli
anni precedenti e seguenti.
D Mercalli nella sua monografia sui terremoti di Liguria e di Pie-
monte non reca in corrispondenza della data citata alcuna altra notizia.
[564] 1683. Agosto 23. Basilicata.
Perrkt a. : op. Cit., pag. 27.
Nell'anno due grandi terremoti in Basilicata.
[ò65; 1683. Dicembre 31. ' Verona.
GoiBAN A. : Storia Sismica ecc., pag. 150.
Secondo le memorie mss. del Guadagni, ^5^ ital. del 31 dicembre
una scossa abbastanza lunga incusse grande terrore agli abitanti di
Verona.
[566] 1685. Aprile 25. Salernitano.
BONTTO M. : Terra treni., pag. ^99.
Al 25 aprile, e per parecchi giorni dopo, violenti scosse a Cava, a
falerno, a S. Severino, a Vietri ed in altre località. Nei Documenti
Malvasia- De Rossi (op. cit., pag. 9) trovo la seguente notizia estratta
dai giornali del tempo (6 giugno) « di Napoli abbiamo che in questa
città si era sentito il terremoto con gran timore del popolo, ma senza
aver apportato danno alcuno », la quale forse corrisponde alle scosse
riferite dal Bonito.
567] 1686. Giugno 13. Palermo.
MoNuiTORE A. : IsL crtMOl. de terr. ecc., pag. 4(n.
A 16 ore circa del 13 giugno violento terremoto in Palermo : il
popolo adunato in chiesa precipitosamente ne uscì, temendo rovinasse
l'edificio : panico grandissimo. Il Perrey (op. cit., pag. 27), seguendo
Von Hoflf, aggiunge che si estese a 40 miglia attorno alla città.
,568] 1687. Imola (Bolog-na).
Ai-BKROBBTTI G. : COMpendio della Storia df Imola, Ivi 1810, I, 318.
Nell'anno violento terremoto ad Imola.
[5691 1687. Aprile 25-26. Amalfi (Salorno).
D*)MTo M. : Terra trem., pag. ■;99.
In mai*zo^ a Napoli, secondo il Raglivi (op. cit., pag. 588), fu sentita
una lieve scossa ed alle 5** 7« ^^^^' ^^^ -^ aprile, secondo il Bonito, una
gagliarda che causò grandissima paura agli abitanti i quali fuggirono
Ià2 [l6B7 - 1688]
dalle case rimaste però illese, mentre quelle di Amalfi e delle ville
adiacenti riportarono qualche danno e molti edifici del Positano furono
considerevolmente lesionati.
Il Perrey (op. cit., pag. 27) ed il Capocci (op. cit., I, pag. 348) ri-
feriscono due terremoti : uno rovinoso a Napoli, alle 5*» */« ^^*^- ^^^
23 aprile, l'altro nel Salernitano alla mezzanotte del 25 stesso mese.
Il Bonito, autore sincrono, e per i suoi tempi molto accurato, dà no-
tizia, come abbiamo visto, solo dell' ultimo : ciò e la considerazione
che le 5^ 7s ^^1- corrispondono appunto alla mezzanotte, mi fan accet-
tare l'asserto del Bonito e rifiutare l'altra versione.
[570] 1687. Ottobre 2. Trope» (Catanzaro).
Bonito m. : Terra trem,, pag. 799.
In settembre varie scoise in Calabria : al 2 ottobre un violentissimo
terremoto fece cadere in Tropea alcune case : buona parte degli abi-
tanti si poterono salvare.
[571] 1688. Gennaio. Pistieei (Potenza).
Perrey A. : TremM. penins. ItaL ecc., pag. Ti.
Il Perrey, seguendo Huot e Von Hoff, dice che nel Gennaio sì sen-
tirono in Basilicata per tre giorni intense scosse che riuscirono disa-
strose a Pisticci, ove 2(XX) persone rimasero vittima. Il Bonito non le
ricorda.
[572] 1688. Aprile 11. Romigia.
Balduzzi l. : Sulla Madonna di Bagnacavallo ecc., pag. 15-17 - Oaddi O. : lettera istor. cont.
il prod. operato ecc. - Guarini p. : / terr. a Forlì ecc., pag. 82-52 - malvasia-db Bossi :
Documenti ecc., pag. 5 e 9 - Seepieri a. : Scritti di sisniol.^ voi. n, pag. 192 - Baruf-
FALDi G. : DelVHist. di Ferrara, ivi 1700, pag. %8 - F. L. bertoldi : Storia della Madonna
della Cellette^ pag. 53 - G. bonoli ; Storia di Lugo, Faenza MDCCXXXU, pag. 181 e Storia
di Cottiitnola ecc., Ravenna 1754, pag. 42-43 - Compendio della St. civ. eccl.js leti, della
città di Imola, ivi mdcccv, pag. 318 - a. metelli ; Storia di Brisighella ecc., parte il,
tomo ni, Faenza 1869, pag. 219-20 - e. Riohi: Annali della citta di Faenza, ivi I841,
tomo III, pag. 264-65 - a. Simom : Cronistoria del Comune di Medicina^ Bologna 1880,
pag. 282.
La prima scossa avvenne air 11 aprile, circa il mezzodì: tre furono
gli scuotimenti che a questa succedettero : V uno sempre più forte del-
l'altro ; per i primi due gli ediflcii non subirono alcun danno, l' ultimo
invece riuscì disastroso.
A Bagnacavallo crollarono molte case, e tutte le altre rimasero le-
sionate o cadenti ; al convento di S. Francesco fu apposta, per poterlo
sostenere, una vera selva di puntelli : quello di S. Gerolamo fu total-
mente minato : il monastero di S. Giovanni fu in parte atterrato ed
i 1 parte fracassato : la relativa chiesa ed il campanile quasi del tutto
[1688]
153
demoliti : quella di S. Michele fu scrostata e lesionata. Nel contado
non vi furono che cinque o sei morti ed alcuni feriti. (*)
Cottignola, più che gli altri, risenti gli effetti terribili del terremoto
giacché poco mancò che non fosse totalmente tramutata in un mucchio
di rovine: cinque sole case ed il*tempio dei PP. della Compagnia ri-
masero in piedi : a 35 ascesero i morti e ad una trentina il numero
dei feriti. Anche Russi fti quasi atterrato : nella valle del Lamone le
mine furono immense, caddero totalmente due case situate al e Colle
delle Calbane > e parecchie nella valle, cioè a Pontelungo, alle Osterie
• té %» u fu
* ' ' • • * I •
t » -
FiG. 8 («).
a Castagneto : nella valle del Marzeno molti muri furono abbattuti, fu
l<*sionata la chiesa di S. Giorgio in Cepparano e quella di S. Maria
Maddalena a Scarignano ebbe abbattuto il campanile : sotto le rovine
trovarono la morte parecchie persone. In Lugo i danni furono rilevanti,
giacché tutti gli edificii, quali più quali meno, ne risentirono ; in special
modo rimasero malconcie le chiese, la rocca, il palazzo pubblico ed il
granaio dell'abbondanza. Nella chiesa di S. Domenico cadde V intera
volta della navata di mezzo ; in quella di S. Francesco le volte di di-
ti) Il papa Innocenzo XI sussidiò i danneggiati di Dagnacavuilo con uir offerta di
flcudi 4000.
(2) Nella fkgUTSL S, B rappresenta la z^na mes asismica disastroia, n 1 l' Isosisina deli-
mitante rarea rovinosa e D2 la isoslsnia fortisiiinia.
}
154 [1688]
verse cappelle della seconda navata e la guglia del campanile : resta-
rono pure danneggiate la volta del tempio di S. Agostino e quella della
Madonna del Molino.
Gravi furono gli effetti causati sugli edificii di Soloralo : ad Imola
il terremoto fa violento e restarono maltrattate le abitazioni dei citta-
dini : cosi dicasi pure di Brisighella e di Faenza. A Forlì diroccò una
porzione della volta della navata centrale di S. Mercuriale e del suo
campanile : precipitarono pure alcune volte nei monasteri, molti co-
mignoli e qualche muro. A Ravenna fu atterrato il campanile di S. Vi-
tale e subirono danni gravi le case e le chiese : Marradi invece ebbe
poco a soffrire.
A Bologna la scossa durò più di un « ave », produsse molto spa-
vento e fece screpolare la cupola dell' altare maggiore della Madonna
di Loreto nella chiesa di S. Bartolomeo dei PP. Teatini : in quella di
S. Lucia dei Gesuiti cadde un po' di calcinaccio dall' altare maggiore.
Pure a Medicina la scossa fu molto forte; incusse panico grandissimo
e fece abbattere qualche comignolo e suonare le campane del pubblico
orologio. Ad Argenta atterrò qualche camino : a Ferrara causò solo
grande timore ; fu intesa a Venezia ed a Padova.
Per quaranta giorni si sentirono delle repliche abbastanza numerose
e forti : al 27 maggio rinnovarono le scosse accompagnate da rombi
fortissimi: causarono nuovi danni agli edificii già in cattive condizioni.
Altri scuotimenti più o meno gagliardi si sentirono per tutto il resto
del mese. Al 18 agosto si ebbe una nuova forte ripresa : quindi, di
quando in quando, varie concussioni fino al 12 dicembre, nella quale
epoca la terra si ridusse in quiete : però al 15 e 19 marzo 1689 nuove
scosse abbastanza forti urtarono il territorio Faentino.
[573] 1688. Maggio 31 - Giugno 1. Fano.
Srhpieri a. : Scritti di sistnol.^ tom. Il, pa^r. 192 - P. M. amiani : Mem. istor. della citta di
Fano^ parte II, pag. 304.
Il Serpieri ricorda che dal 31 maggio al 1"* giugno si sentirono in
Fano delle scosse che produssero gravissimi danni : V Amiani a questo
proposito, senza indicare la data mensile, aggiunge che i terremoti cau-
sarono grandi danni al teatro pubblico, la cui torre si staccò quasi
affatto dal muro che le serviva di appoggio, e che nella campagna
molte case rimasero atterrate. In un giorno furono avvertite quattro
scosse, una più violenta dell' altra.
[574] 1688. Giugno 5. Beneventn.
Vera e distinta relazione dell'orribile e spaventoso terremoto ecc. - Bonito : Terra tremante
- Magnati V.: Xotitie istor. dei terr. ecc. - Perrella a.: Sul trem. d^l 5 gtugììo 1688
ecc. - Sarnelli p. : Racconto del trernuoto ecc.
Il Sarnelli ricorda che al 13 gennaio si senti in Benevento una
(16Sg] 155
prìina Bco68a, susseguita, a 22^ del dì seguente, da altra assai forte.
Ad ore 20 del 5 giugno si ebbe un primo gagliardo scuotimento cui
tenne dietro, un quarto d' ora dopo, un secondo che riusci fatale a *
Benevento ed a molte città sì di questa provincia che delle circonvi-
cine : causò pure anche gravi danni a Napoli e lievemente fu sentito
anche in Roma, come trovo ricordato nei documenti di Malvasia-De Rossi
ipag. 9).
Questa scossa fa istantanea e dal Sarnelli paragonata allo scoppio
dì una grande mina : da quanto pare in Benevento deve essere stata
in predominanza verticale, giacché il succitato autore ricorda « che
furono visti nei giardini i vasi alzarsi, ricadere e frangersi nel mede-
desimo luogo d'onde si erano alzati ».
Da una breve relazione del Card. Orsini (*) veniamo a conoscere che
nella notte seguitaronsi a sentire degli scuotimenti : per intensità fra
le varie repliche accadute deve essere notata quella avvenuta nel giorno
10, la quale nei dintorni di Benevento f\i assai gagliarda e finì di
spianare la casa dell'Albero e Fragnitello.
Premesso ciò, passo alla descrizione particolareggiata dei danni ar-
recatila Benevento ed alle altre località : queste sono riunite alfabeti-
camente in gruppi, secondo 1' attuale circoscrizione amministrativa per
facililare il loro rinvenimento nella carta (fig. 9).
Quando non è tassativamente indicato si intende che le relative no-
tizie furono tolte dalle opere superiormente elencate.
Provincia di Benevento : Circondario di Benevento.
Benevento — Nella chiesa Metropolitana cadde la crociera, il coro e la
Scicrìstia; furono conquassate cinque navate sostenute da quattro ordini dì
colonne, che però non furono adeguate al suolo ; il campanile restò intatto.
Nella Basilica di S. Bartolomeo cadde la cupola maggiore, grossa circa 10
palmi. Rovinò la chiesa di S. Pietro, eccettuata una piccola parte del coro ;
la stessa sorte toccò a quella di 3. Spirito e di S. Maria di Costantinopoli.
Nella chiesa di S. Paolo precipitò l'atrio e 5 delle 8 colonne : sotto le ma-
cerie furono ivi trovati 29 cadaveri : nel convento dei SS. Apostoli rovinò il
dormitorio in causa della caduta di un vicino palazzo : precipitò la cupola
della Casa Professa della C. di G. demolendo altre tre cupole ed uccidendo
9 persone. La chiesa delle Monache Benedettine (S. Gaudioso) cadde essa
pure: insomma, per dirla In una parola, tutte le chiese risentirono danni
oltremodo gravi. L'episcopio fu quasi affatto rovinato, ad eccezione dell'ar-
chivio della cancelleria e della biblioteca che rimase però in stolto pericolante.
La porta Aurea rimase intatta ; il palazzo civico in poca parte fu demo-
lito: precipitò una porzione del cornicione del palazzo de* Macedoni : lutti
1) Relazione ins. genUlmente comunicatami dal sij^iior n. Di Renzo, Direttore del-
rosaenratorlo di Beneventa
156 [1688]
■■(ita^^^MMMft^-
gli altri edificii privati furono conquassati. Si noti che i quartieri della città
verso il € Sabato » furono spianati affatto, mentre in quelli verso il « Ca-
lore » le ciise, quantunque malconcie, restarono in piedi.
La mortalità non fu tanto grande, specialmente fuori di città, perchè la
scossa avvenne di giorno, mentre tutti attendevano ai lavori agricoli.
Dopo quattro di si trovarono ancor vivi degli uomini sepolti sotto le ro-
vine: per editto arcivescovile fu constatato uffìcialmente il numero delle
vittime; i risultati dell' inchiesta fatta, trovarsi riprodotti nell' .unito spec-
chietto :
Popolazioue
Parrocchie
prima
del
terremoto
MorU
Dispersi
(1)
Rimai
San Salvatore a Porta Somma
1038
105
17
916
Sant' Angelo, idem
1014
161
853
S. Pietro in Tn^seris
802
116
686
S. Marco de' Savariani
805
75
730
S. Donato
1039
289
750
San Giacopo
1028
273
8
747
San Modesto
835
245
31 •
569
S. Maria di Costantinopoli
1273
103
99
1071
Ai 1367 individui periti, bisogna aggiungerne altri 200 che erano fore-
stieri soggiornanti in Benevento per le feste religiose.
La mortalità totale sarebbe cosi ascesa a 1577.
Apice — del tutto spianata: 110 morti.
Apollosa (e casali) ^ 4 morti.
Bonea — senti la scossa ma non ebbe danni.
Castelpoto — affatto distrutto con 32 vittime: del castello non rima-
sero che le fondamenta.
Coppaloni -— solo pochi edifici rimasero in piedi.
Fragneto Mon forte — affatto spianato. Sotto le rovine della chiesa
44 morti ed altri 83 sotto le macerie delle case.
Montesarchio — non fu danneggiato: cosi pure i casali Livaruni
e Betignano.
Paduli — totalmente distrutto: 113 morti.
Pannar a no — scosso senza danni
Paoli se — come il precedente.
Paupise — case e chiese distrutte: nessuna vittima.
Pescolamazza — conquassato: 9 morti.
Pietraelcina — conquassata: molti danni e 27 morti.
San Giorgio la Montagna — molte case danneggiate fra cui il pa-
lazzo del principe: subirono pure danni gli edificii della frazione S. Agnese.
San Leucio — poche rovine: una vittima. Nella frazione Ma ca bei
nessun danno.
[1) Cio^, partiti dalla città.
[1688] 157
San Martino Sannita — tanto nel comune che nella frazione Len-
ta ce nessun danno.
San Nazzaro — conquassato, molte rovine: 1 morto. Danneggiata la
frazione Calvi con 6 vittime.
San Nicola Manfredi — danni nelle cs^sc : la frazione Monte roc-
chetta conquassata con molte rovine; in Pagliara parte delle case ca-
dute; qualche danno a S. Maria in Orisene; leggere lesioni alle case ed
alla chiesa di S. Maria in Toro: qualche rovina ed 1 vittima a Tocca ni'se.
Sant'Angelo a Cupolo — il comune con i casali La Motta, Favelli
e Castello furono conquassati. Nessun danno alla frazione Bagnara: rovi-
nato Mon torso con 10 vittime: leggere lesioni a Pastene ed a Perillo.
Tocco — spianato affatto: 30 morti.
Torrecuso — varie rovine.
Vitulano — molte case cadute: nelle parrocchie di S. Maria Maggiore,
di S. Croce, S. Ciriaco Foglianese molte rovine e rispettivamente 34, 12 ed 11
vittime : quelle di Cacciano Formillo e Cantana molti danni, ma nessun morto.
ClROONDABIO DI CbRRBTO SANNITA.
Apice —abbattuta dalle fondamenta; moltissimi morti.
Campolattaro — sconquassato: 10 vittime.
Cerreto Sannita — quasi tutta rovinata: fra la città ed il contado
4()00 morti.
Civitella Licinio (fraz. Cusano Mutri) — quasi totalmente abbattutji ;
pochi abitanti salvati.
Faicchio — tutto conquassato: 5 morti.
Guardia Sanfromondi — le case in gran parte abbattute, le altre
gravemente lesionate: distrutto il convento di S. Filippo Neri con la rela-
tiva chiesa ; dei religiosi uno solo potò scampare dal generale eccidio.
Lorienziello — molto conquassato.
Morcone — cadute 200 case; le altre lese o conquassate: 9 morti (se-
condo altri 15).
Pi etra r ola — distrutta: morti 400.
Pontelandolfo — affatto rovinato: più di 100 morti.
San Lorenzo Maggiore — rovinati i palazzi e gli altri edificii : su
2500 abitanti 300 morti.
San Lorenzo Minore — totalmente distrutto: su 1000 abitanti 600
morti. Il convento e la chiesa dm Carmelitani rimasero conquassati.
San Lupo — tutti gli edifìcii abbattuti: su 800 abitanti 30 morti.
San Salvatore Telesino — poche case lesionato.
Sassinoro — rovinate 16 case: 11 morti e 21 feriti. La chiosa parroc-
chiale* ed il campanile caduti dalle fondamenta: tutti gli altri edifìcii le-
sionati (1).
(Ij La notizia è riportata dal PerreUa [i: Antico Sannio ecc.) che r à ricavata da una
nota deir Arciprete MasuUo scritta quattn) f^riorni doix) la fatale scossii : oltre le notizie
sopra rli)ortate al dice anche che in quel paese il movimento sismico ebbe forma
ond-BUBBultoria.
158 [1688]
Vita la no (con i 96 casali) — danneggiato o rovinato; 40 morti.
Circondario di S. Bartolomeo in Galdo.
Ba 8 eli ce — nessun danno.
. Castel paga no — molti edificii rovinati, altri gravemente danneggiati ;
morte 10 (Sarnelli) o 20 (Magnati) persone.
Cercemaggiore — leggere lesioni.
.Ci re elio — gravi danni : 15 morti.
Foiano — rovinato: nessuna vittima.
Ginestra — nessun danno.
Molinara — scossa con danno. ^
Re ino — rovinato totalmente.
San Giorgio la Molara — gravi rovine: 4 vittime.
San Marco de' Cavoti — cadute alcune case: 9 morti (Sarnelli). Tutto
conquassato (Magnati).
Provincia di Avrllino : Circondario di Avellino.
Altavilla Irpina — scossa senza danno delle persone.
Atripalda — gravi danni.
Avellino — Lesionata la chiesa, il palazzo vescovile; il convento e la
chiesa dei Francescani in parte diroccati : cosi pure la chiesa di S. Maria di
Costantinopoli : tutti gli altri edifìcii o caduti o con gravi fenditure: 25 morti
Cervi nara — il paese ed i 18 casali risentirono assai pel terremoto:
varie case cadute; 15 morti.
Chi anche — nessun danno.
Chianchetelle — assai danneggiate le case e la chiesa parrocchialo.
Chiusane — nessun danno ai fabbricati.
Donicella — conquassate tutte le case, danneggiate le due chiese par-
rocchiali e la spaziosa loggia degli antichi conti di Nola.
G rottole Ila — il terremoto fu quivi appena inteso.
Lauro — anno sofferto notabilmente sia le chiese parrocchiali, che quella
dei PP. Agostiniani : i relativi campanili si dovettero abbattere perchè mi-
nacciosi : il monastero delle Benedettine fu talmente rovinato da essere ab-
bandonato.
Montefalcione — scosso senza danni.
Montefuscoli — cadute le muraglie della chiesa maggiore, la cui cu-
(Kìla e campanile furono fracassati : il resto oltremodo lesionato. Parecchie
case diroccate, e cosi pure due palazzi. Pare che non vi siano state vittime
umane.
Montemiletto — molti danni. La frazione Monteaperto non risentì
alcun detrimento.
Monterò — gravemente danneggiato: caduto il palazzo baronale e 50
case. Nessuna vittima.
Moschiano — affatto rovinato: caduto 50 case.
Petruso — nessun danno.
Pietra de' Fusi — pochi danni e nessuna vittima, Così pure dicasi della
(razione Dentecane.
[1688] 159
Pigna no (fraz. di Lauro — molti danni.
Quindici — molti danni: lesionata la chiesa.
Rocca Bascerana, Rotondi, Sant' Angelo a Scala - Nessun danno.
S. Martino Valle Caudina — scosso leggermente.
S. Paolino — nessun danno.
Torre delle Nocelle — rovinata una casa.
Torrioni e Tufo — pochi danfii.
ClRCONDABÌO DI ARIANO.
Ariano — abbattuti quasi tutti gli ediflcii sì pubblici che privati: di-
roccata circa la metà del Duomo e buona parte della chiesa dei Francescani :
20 morti.
Bonito — Le case e le chiese in gran parte rovinate ed in i^rte lesio-
nate : cadde una antica torre e porzione dol palazzo e castello ducale, e del
convento dei PP. Predicatori.
Greci — quivi il terremoto fu appena inteso.
Mirabella — su 450 case sole 25 rimasero in piedi.
Mon teca Ivo — case cadute 60: molte vittime.
Provincia di Caserta : Circondario di Caserta.
A versa — nessun danro.
Capua — la scossa causò grande panico ma produsse una sola lesiont.
Galluccio e Presenzano — gravemente danneggiati.
Circondario di Gabta.
Conca — gravi danni.
Circondario di Nola.
Nola — nessun danno tranne spavento.
Rocca Mon fin a — caddero alcune case nei « Ciciuni » La piramide
del campanile della parrocchiale del Gallo con buona parte del medesimo fu
ridotta in tale stato, che fu uopo rifarla poi per due ordini interi ed ap-
IK>rvi molte catene di ferro. Molte screpolature negli ediflcii. Per soccorrere
i danneggiati Innocenzo XI mandò un sussidio di ducati 4000 (Pbrrotta G.
La sede degli Aurunci, pag. 149-50).
Circondario di Pikdimontb.
A li fé — rovinata buona parte delle case, caduto il duomo, il convento
e la chiesa dei Francescani. Oltre 30 morti.
Alvi guano — caduti parecchi ediflcii, molti altri gravemente lesionati.
Spianato il palazzo baronale con le case circostanti e cosi pure la parrocchia
con il relativo campanile : molti morti.
Fossaceca ■— nessun danno.
Piedimonte — cadute 30 case, la chiesa e campanile dell'Annunziata :
2<i morti.
Torà — gravi danni.
Circondario di Sora.
Montecassino — Il Pilla nel suo lavoro sui terremoti di San Germano
160 [1688]
dice che a Montecassino la scossa fu molto violenta, ma <;he però non causò
danni all'abbazia.
Provincia di Campobasso: Circondario di Campobasso.
Campolieto e Campo di Pietra — nessun danno.
Gamba tesa — scosso.
Gildo ne — assai danneggiato: la chiesa maggiore quasi rovinata e cosi
le varie case. Un morto ed un ferito.
lei si — nessun danno.
Limosano, Matrice, Monacilioni, Pietra Catella — scossi
senza danni.
Riccia — quasi tutta rovinata.
Sant* Angelo Limosano, S. Elia, S. Giovanni in Galdo — nes-
sun danno.
S epino — rovinato in parte il convento di S. Francesco e la chiesa
madre ; lesionate le case.
Tufara — lievi danni.
Circondario di Isbrnia.
Boi ano — conquassati i pubblici e privati ediflcii ; secondo il Percella
sarebbe rimasto molto lesionato il palazzo vescovile.
Campochiaro — rovinati degli ediflcii ma nessuna vittima.
Carpinone — Il registro della chiesa parrocchiale non contiene alcuna
indicazione relativa al terremoto e nemmeno ricorda che vi furono in tale
occasione dei morti.
Guardiaregia — abbattuti molti ediflcii si pubblici che privati: gli
altri per le lesioni ricevute furono resi inabitabili : 70 morti.
I sernia — nella monografla d'Isernia pubblicata nel R^no delle due
Sicilie descritte ed illustrate, si dice che detta città ebbe a soffrire danni per
il terremoto del 1688 : nel libro dei morti il Perrella (Op. cit. pag. 551) trovò
notizia di una donna perita sotto le pietre.
Teano — lesionate le case e le chiese, rovinati i monasteri delle mo-
nache di S. Caterina e quello della Vergine detta € De Floris »; uguale
sorte toccò al palazzo vescovile , alla cattedrale ed a molti ediflcii : un
morto.
Yenafro — non pati altro danno che la perdita di una chiesa dei
PP. Carmelitani. Secondo il Cotugno (Mem. star, di Yenafro, pag. 225, Na-
poli 1824) sarebbe caduta la sola facciata di tale tempio.
Circondario di Larino.
Guardialfiera — fu rovinata (G. D. e A. Magli ano: Consid, star, sulla
città di Larino, pag. 340, Campobasso 1895).
Provincia di Napoli.
Napoli — Rovinò la gran cupola del tempio della casa Professa dei Ge-
suiti con due altre minori e nell* intero edifìcio si aprirono grandi e perico-
lose lesioni : sotto le macerie restarono morte 11 persone. Tutti i fabbricati
appartenenti alla compagnia furono pure danneggiati. Fra gli ediflcii che
[1688] 161
soffrirono per il terremoto si deve notare la cupola del Tesoro, le chiese dei
PP. Miuoriti , di S. Martino, della Sanità, di S. Tomaso, dei PP. Domeni-
cani, di S. Maria della Verità, della SS. Annunziata, dei Carmelitani Scalzi
della Madonna della Pietà e dei PP. Benedettini ; quella dei Carmelitani ebbe
leso il campanile e due dormitori!: ugual sorte toccò pure a quelle del
R. Monastero di S. Chiara, di S. Ligorio, della Croce di Lucca, di S. Gau-
dioso, la maggior parte del quale fu rovinata dalle fondamenta, e cosi dicasi
di tutti gli altri monasteri, specialmente quello di S. Maria. Furono pure
danneg-giati il palazzo reale, alcune porte della città e Castel Capuano. Ri-
guardo gli ediEcii privati poi non vi fu casa o palazzo che non abbia sof-
ferto. Si fece ascendere a 50 il numero dei morti, oltre a molti feriti.
Ott alano — danneggiato gravemente il palazzo del principe.
Sorrento — danneggiato.
Pkovincia di Salbbno.
Salerno — la scossa fU molto forte, ma pochi e leggeri furono i danni
inferti a qualche edificio, fra cui al campanile della cattedrale.
Cava de'Tirreni — il paese con alcune frazioni ricevè qualche danno
in alcuni palazzi» al convento di S. Francesco eii alla cattedrale.
Provincia di Potenza.
Àtella — furon rovinati vari pubblici e privati edificii.
PaoviNaA DI Foggia.
Lesina — senti la scossa ma senza danni.
Lucerà — rimase incolume (G. B. d'Ambu Storia della città di Lucerà^
piìg. 288, ivi 1861).
Provincia di Lbccb.
G a latin a -» la scossa fu molto intensa: rimasero lesionati parecchi edi-
ficii fra i quali il campanile della chiesa di S. Caterina Novella che, poi,
nella stessa sera, precipitò al suolo.
Provincia di Chibti.
Chieti — la scossa fu fortissima e fece cadere i merli del campanile
del Duomo.
Riaasumendo le notizie precedentemente esposte, si può concludere
che la scossa principale fu preceduta da un'altra avvenuta circa mez-
z^ora prima, e ciò fu una delle cause per cui la mortalità, rispetto
alla intensità del parossismo, rimase relativamente non troppo elevata ;
die altre scosse minori si fecero sentire neirarea più fortemente col-
pita, fra le quali degna di menzione fh quella accaduta il giorno 10.
Interessantissimi furono i fenomeni prodotti nel suolo dalla violen-
tissima concussione : nel territorio di S. Giorgio la Molara, verso sud,
>i aprirono delle grandi voragini, alcuna delle quali al dire del Sar-
nelli, era si ampia da inghiottire interi mulini ; nella oampagna circo-
stante a S. Marco si produsse un' altra fenditura di tre miglia di lun-
Babatta; ferrmati ecc. h
162
[1688]
ghezza ma non ampia come la precedente. Vicino ad Apice sgorgò nn
fiume lattiginoso (??) che si essicò pochi giorni dopo: la cima del
Tabumo si aprì e da essa si staccarono grossi ammassi di roccie. L'a-
nonimo autore della « Relazione » in principio citata, afferma inoltre
che nel tempo del terremoto venne a mancare il corso del fiume che
scaturisce nella terra di Piédimonte, alle falde dei monti del Matese. e
che, cessati gli scuotimenti, Tacqua ritornò in maggior copia, ma calda
e puzzolente.
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FiG. 9 0).
Intorno alla forma che à avuto la scossa ò di già riferito che essa
nella regione più colpita fu eminentemente verticale : nulla sappiamo
della sua lunghezza : solo il Sarnelli ci attesta che le montagne di Cer-
vinara furono viste visibilmente muoversi « come navi fluttuanti ».
L'area di massima intensità, o zona epicenti'ale, entro la quale il
(1) Nella figura 9 A rappresentii la zona epicentrale : BB l'isosisma delimitante l'area
disastrosa: CC la quasi disastrosa: DD la rovinosa.
[1688 - 1690] 163
terremoto del 1688 fh disastrosissimo è delimitata da una linea che
racchiude Mirabella E., Apice, Benevento, Apollosa, Castelpoto, Tocco,
Vitulano, Alvignano, Alife, Piedimonte. Faicchio, Cusano M., Pietra
Koia, Cerreto S., Guardia S. F., S. Lupo, Ponte Landolfo, S. Lorenzo
Magg. e Min., Campolattaro, Fragneto, Pietra Elcina, Montecalvo I.,
Ariano ecc., Racchiudendo tutti questi paesi veniamo a delimitare la
zona, ove massimi furono gli efifetti dinamici del terremoto : la sua forma
<> elittica con l'asse maggiore, disposto approssimativamente da S E a
X W, di circa 70 Km. e il minore trasverso di poco oltre 25.
L' unita carta (fìg. 9) mostra la distribuzione dei danni di questo terre-
moto: essa risulta molto irregolare, giacché per esempio, mentre essi
furono lievi nella plaga a sud di Benevento, Atessa invece venne in gran
parte rovinata e così pure dicasi di qualche località del Leccese.
[575] 1((S8. Luglio 23. S. Severo, Torrenaggiore (Foggia).
frjMTo il. : Terra tretn., pag. 806.
A 8*^ della mattina del 23 luglio si senti un terremoto nella Puglia
e nella Calabria : a S. Severo, a Torre Maggiore ed in altri luoghi cir-
costanti causò non gravi danni, ma incusse panico grandissimo.
[576J 1689. Settembre 21. Terra di Bari.
BONITO IL : op. Cit., pag. 806.
Al 21 settembre un forte terremoto urtò la terra di Bari. A Bari,
a Barletta, ad Andria ed in altri luoghi circonvicini rovinò qualche
casa : replicarono le scosse nel di 22, causando molti altri danni spe-
cialmente al palazzo del Duca di Andria : la popolazione spaventata,
abbandonò le case. Seguirono delle repliche. Nessun danno alle persone.
[o77] 1690. Dicembre 4. Villaco, Veneto.
BoMTo M. : op. cit., pagr. 808 - GoiRAN A. : Storia sism., pag. 150.
Secondo le memorie mss. di N. Guadagni riferite dal Goiran, a
Verona, a 2^ di notte del 4 dicembre si sentì una scossa di terremoto :
(juesta notizia con probabilità si riferisce al terremoto seguente riportato
dal Bonito, quantunque questo autore lo dica avvenuto a 23 ore della
stessa giornata : a Venezia una scossa che fece suonare dei colpi alla
campana maggiore di S. Marco : causò un pò di spavento e fece ca-
den? alcuni camini e portò qualche lievissimo danno alla chiesa di
S. Giovanni e Paolo ed a qualche altra. Fu molto violenta a Villaco,
:i I*arenzo, a Rovigno ed in altri luoghi dell' Istria. Nella prima loca-
litA dicesi abbia rovinato edifìcii e causati danni considerevoli e nella
«^'oonda che abbia fatto cadere varie case con 20 vittime. A Vienna detta
^coe8a durò un' < ave » ed apportò panico : fu intesa in altri luoghi. A
Venezia a 3** lieve replica.
[578] 1690. Dicembre 22-23. Xmttn.
fera e dttl. relaz. del terrW. tirr, ecc. - Leoni : Ancona lUmtmta, parte II, pag. 319-2D, Ivi
lg3i - AMiAM P. M. : Mem. ttor. di Fano, parte n, pag. 306.
Alle ore 8 circa ital. della notte 22-23 dicembre si senti in Anconn
un langhissimo scuotimento tellurico con vari urti, della durata totale
di duo ■ credo » che fece rovinare buona metà degli edificii. Diroc-
carono i campanili di S. Nicola e di S. Maria della Piazza con la fac-
ciata di S. Agnese : in cattive condizioni restarono quelli di S. Pietro.
dei Domenicani e delle Carceri. Fu rovinata la chiesa di 8. Crispino,
della Madonna degli Orti : patirono il palazzo del Governatore, 'quelli
dei signori Ferretti e Antiqui, quello pubblico, per i cui ristauri fu-
rono poi spesi scudi 250 circa, moltissime caso e diversi conventi. Lo
mura della città si apersero in piCi luoghi : si produssero delle spacca-
ture in qualche via e cosi pure nel monte CoDero,'"ove fa lesionala la
chiesa ed alcune celle dei Carmelitani. Rovinarono nel territorio mol-
tissime case e specialmente Slrolo restò in molta parte danneggiato.
Questo terremoto, che fa sentito in latta la Marca, fece gravi danni
anche ad Osimo ed a Pano : in quest' ultima città fo lesionato il teatro
e dalla pubblica torre caddero alcune lastre di piombo, che servivano
di copritura. Qualche danno patirono pure Loreto e Sinigallia. Le vit-
time in Ancona ascesero a sole sei o sette. Nella stessa notte si senti-
rono Il repliche, tt& cu! una più sensibile a 11** di sera : per molto
tempo nello spazio di una giornata F>e ne avvertivano tre o quattro e
ciò fino ai marzo 1691.
Le notizie pubblicate dal Malvasia- De Rossi {Documenti ecc., pag. 10)
ne anno una in data 15 agosto 1691, nella quale si dice che In quel-
l'epoca si sentivano ancora delle repliche.
[579] 16ftl. Muzarino (Caltanisetta),
a. Oimha: Della stona nat. dtlle nemme ecc., pag, 488.
La città di Mazzarino nel 1691 fu tormentata da un lungo ed in-
tenso periodo sismico : fu osservato che ogni scossa era preceduta da
nn intenso rtimore sotterraneo e che spesso tale rombo non era seguito
da sensibile scuotimento.
Cerignols (Foggia).
n Capttanata, pag. IO (eetr.l
In una chiesa fuori dell'abitato si legge sotto ad una iscrizione com-
memorativa della battaglia del 1503, la seguente notizia: < Il 26 set-
tembre 1691, fu un terribile terremoto qua nella Cerignola non fece
danno per gratin di Dio, ed in questo anno fii anco la peste nella
provincia di Bari •,
[1691-1693] 165
(5811 1691. Maggio 1. Città dì Castello (Perugia).
M. a. M. A. V. : Mem. civ. di Città di Castello, ivi ldl4, tomo n, pag. 152.
Al 1^ maggio grande terremoto a Città di Castello.
[582] 1692; Febbraio 27. Monteeassino (Caserta).
PILO- A L. : Belaz. dei trem. ecc., pag. 101 - Boll, Vulc, ItaL, voi. vra (1880) pag. 50.
Al 27 febbraio veemente scossa seguita da altre minori : per 12*»,
dice il cronista, udissi un rumore « a guisa di mar procelloso > : re-
plicarono le scosse nel di seguente e poi al 22 e 26 marzo successivo.
In nna lettera di E. Gattola, pubblicata nel Boll, del Vulc., si dice
che in un di le scosse furono più di dieci e che per molti altri giorni
ne avvennero tre, quattro, cinque ed anco sei nello spazio di 24^.
;583] 1692. Ottobre 24. Fano.
P. M. AMUNi: Mern. istor. di Fam, II, pag. 909.
Per più di tre mesi giornalmente si sentirono in Fano delle scosse
leggiere : crebbero di frequenza e di intensità nel 23 ottobre a 3** 30"*
di notte e nella sera del 24 ne avvenne una si gagliarda e lunga che
tutti credettero di sprofondare. Molte case restarono diroccate dalle
fondamenta. Nessun morto. Il periodo sismico perdurò fino al 25 di-
cembre.
«
[584] 1693. Gennaio 11. Catania, Valle di Noto.
IMstfìUo raoQuaQìio ecc. - Relazione dei danni cagionati da tremuoti ect;. - Succinta ed esatta
relazione deWorrià. terr. ecc. - buroos : Descriptio terrae^notus ecc. ; Distinta relazione
dello spat. ecc. ,- /m Sicilia piangente ecc. ; Lettera che contiene le notizie ecc. - buroos
e BoNAiuTo : Farticolarità intomo al tremuoto che rovinò ecc. - Boccone p. : Museo di
Fìsica ecc. pag. 2-31 - Hartop m. : Congetture ecc. - luck p. g. : De //orrendo terrae
Siculoé motu ecc. - Monoitore a.: /stor. cronol. de' terr. di Sicilia ecc., pag. 406-11 -
Paoua b. : Lettera.., del tremuoto di Sicilia ecc., pag. 134-53 - Privitera f. : /)olorosa
troifcdia di Catania distrutta ; Succinta relaz. del trem. ecc. - Sciuto Patti C. : Contriì),
allo studio dei terr. di Sicilia.
Verso la sera del 9 gennaio, avanti le 4*^ di notte, in Siracusa fu
sentito un fremito sotterraneo, che si ripetè circa 50 volte ; a 4*» V21
preceduta da rombo, si ebbe una fortissima scossa avvertita in molte
parti deir isola e susseguita nei giorni seguenti da molte repliche
tinche al giorno 11, dopo molti rombi sentiti nella giornata in Siracusa,
circa le 21^, un violentissimo parossismo distrusse completamente molte
floride città e popolose borgate, fra le quali dobbiamo segnalare Ca-
tania, ove due terzi della popolazione rimase schiacciata dalle rovine
dello case.
Seguono dapprima le notizie, poi le considerazioni.
Acireale — (ab. 12895, morti 739) rovinato completamente, solo una terza
parte delle case, quantunque cadenti, rimaste in piedi.
Aci* Catena, 8. Lucia, S. Filippo, S. Antonio, Valverde, La
166 [1693]
Consolazione (ab. 6363, morti rispettivamente 80, 92, 30, 114, 15 e 42>
totalmente o quasi del tutto distrutti.
Aci-Bonaccorsi (ab. 884, morti 34) per cinque sesti distrutto: molti
feriti.
Aci>Oastello « (ab. 331, morti 32) totalmente distrutto.
Aci- Trezza — (ab. 225, morti 29) totalmente distrutto.
Adornò — assai dannegrgiato, morti 34.
Ai dono — notevoli danni agli edificii, rovinati due quartieri, caduta la
chiesa Matrice, il monastero di S. Caterina, precipitato il castello, e le chiese
della Nunziata, di S. Biagio, di S. Giovanni e buona parte di S. Antonio.
Nella parte bassa adeguata al suolo la chiesa di Leone e quella dei PP. Do-
menicani, quasi rovinate molte case ed il convento dei Domenicani. Morti 50.
Augusta — (ab. 6173, morti 2300) distrutta per il terremoto e per
r incendio.
Avola — (ab. 6225, morti 300) completamente distrutta.
Bis cari — (ab. 1108, morti 200) totalmente distrutto.
Borrello, Stella Aragona — (ab. 172, morti 2) adeguata al suolo: di
130 case due sole rimaste in piedi.
Buccheri ^ (ab. 3295, morti 300) [Boccx)nb] 452 [Mongitorb]) desolata
solo pochissime case rimaste in piedi, ma anche queste rovinate.
Buscemi — (ab. 2194, morti 900; distrutta dalle fondamenta.
Butera — ab. 3492, pochi morti) non ha sofferto danni notevoli che nel
monastero.
Caltagirone — (ab. 12339, morti 800) per metà rovinata e dell'altra
metà una parte ha sofferto danni risarcibili e l'altra quasi nulla. Fra gli
ediflcii rovinati fUvvi la Chiesa Matrice, quella di S. Giuliano, di S. Giacomo
ed i conventi dei PP. Conventuali e di S. Bonaventura: nel collegio dei
Gesuiti precipitò la facciata, il campanile e la casa fu resa inabitabile. Per-
derono le loro chiese e conventi i Carmelitani, i Domenicani, 1 Crociferi ed
i Fate bene fratelli.
Catania — (ab. 24000, morti 16050) fu qmisi totalmente distrutta. Nella
sola cattedrale, ove si funzionava, al momento del terremoto si trovavano
raccolti circa 10.000 fedeli : solo 600 di questi si poterono salvare, gli altri
restarono uccisi sotto le rovine.
Caltabiano — distrutto.
Carlentini — (ab. 2751, morti 100) totalmente distrutto.
Cassa ro — (ab. 1453, morti 15) rovinato interamente.
Castiglione — caduto il castello e molte Ciise.
Chiaramonte — (ab. 4830, morti 3^3) quasi tutto rovinato, solo alcune
case basse rimasero in piedi : furono abbattuti due monasteri, tre conventi,
la Chiesa Matrice ed il castello.
Comiso — (ab. 5305, morti 90 [Mongitore] 269 [Boccone]) rovinata la
Chiesa Matrice : parte della Colleggiata e il convento dei PP. Conventuali :
nel resto pochi danni.
Fenicia [Mal passo vecchio| — (ab. 1651, morti 14) rovinata la Matrice,
una chiesa parrocchiale e due terzi dello case.
V
[1693] 167
Feria — (ab. 3610, morti 800) desolata interamente.
Floridi a — (ab. 1037, morti 20) totalmente distrutta.
Francavi Ila ~~ rovinata la maggior parte delle case e delle chiese.
Franco fonte — (ab. 2039, morti 345) tutto desolato.
Giarratana — (ab. 2981, morti 541) tutta rovinata con la Matrice ed il
Ciistello.
Lentini — ( ab. 10063, morti 1212 [Bocconb] 3000 [Mongitorb]) tutto
distrutto. Per la prima scossa del 9 rovinò in gran parte, per Taltra cadde
il rimanente.
Licodia — (ab. 4898, morti 753) molte case rovinate insieme alla Ma-
trice, ad un convento ed a due monasteri.
Linguaglossa — caduta la maggior parte delle case e delle chiese.
Mascali ^ (ab. 1998, morti 15) in parte rovinata: su 300 case, 140 fu-
rono danneggiate, 15 restarono incolumi, le altre furono distrutte.
Mascaluccia — (ab. 1413, morti 55) totalmente distrutta.
Massai uci a — morti 55.
Massanunziata — (ab. 394, morti 55) tutte le case abbattute eccet-
tuate due sole.
Mazzarino (Terranova) — (ab. 7696, morti pochissimi) nessun danno di
grande momento.
Menili — (ab. 5i80, morti 900, [Mongitorb, Boccone], 100 [Gallo])
<iosolata interamente.
Messina — (morti 29) à sofferto gravi danni. Rimasero fracassati il pa-
lazzo Reale, il Vescovado, il Seminario, molte cappelle e parte dei tetti della
chiesa di S. Francesco. Fu abbattuto il campanile della SS. Annunziata ;
qu(41o del Duomo ebbe qualche guasto alla guglia : risentirono pure danni
alcuni conventi e varie chiese. Molte case furono rovinate e moltissime pun-
tellate.
Mi li tei lo Val di Noto — (ab. 6438, morti 600 [Boccone] 1276 [Mon-
<H"'(»rb] solo 300 case rimaste in piedi, le altre distrutte.
Mineo — (ab. 67^, morti 1355) totalmente distrutto.
Mister bianco — (ab. 1891, morti 4) distrutto.
Modica — (ab. 18203, morti 3400) per metà abbattuta.
Monterosso — (ab. 2340, morti 2^) precipita interamente.
Naso — rovinarono parecchi edifìcii e soffrirono quasi tutte le case: il
Monastero per ì danni subiti fu abbandonato : la chiesa di S. Sebastiano ri-
masie distrutta. (G. Incudine : Naso illustrata, pag. 87-88). Secondo una re-
liizione sarebbero rovinate 500 case con 5 mòrti.
Ni co lo si — (ab. 840, morti 14) le 300 case furono tutte distrutte, 4 sole
♦^cettuate.
Nicosia — à sofferto danni il Duomo. Il Sig. Narbone nelle sue Notule
storiche di Xicosla, (pag. 81, Palermo 1852), dice che furono atterrati molti
r^diflcit ma che non si ebbero a deplorare vittime.
Ni scemi — (ab. 1483, morti 4) distrutta in gran parte.
Noto — (ab. 12043, morti 3000) tutto distrutto con la Matrice, lo chiose,
i conventi ed i monasteri.
Occhio là (Grammichele) — (abitanti 2910, morti 1407 [Mongitore] o
725 [Gallo], o 100 circa e 190 feriti [BoccjoneI ) tutta adeguata al suolo.
Palagonia — (ab. 1862, morti 40) un quinto delle case distrutte.
Palazzolo — (ab. 1572, morti 700) tutta atterrata.
Palermo — lesionata la maggior parte delle case: soffrirono danni in
special modo il palazzo reale e V ospedale di S. Bartolomeo : rovinò il cam-
panile di S. Nicolò da Tolentino con qualche detrimento della chiesa, e la
facciata del Monastero delle Vergini. Precipitò una gran volta nelle carceri
della R. Vicaria rovinando una cappella.
Patti ~ Si infranse Tarco maggiore della cattedrale, cadde Tabside della
cappella e molte statue* di marmo.* avvennero altri danni negli edificii
(N. Giabdina: PatH e la cronaca del tuo Vescovado, pag. 172-73, Siena 1818).
Paterno — (ab. 4011, morti 30) la maggior parte delle fàbbriche rovi-
nate: tutti i conventi infranti.
Pedara — distrutta.
Plachi — (ab. 715, morti 2) totalmente distrutto.
Ragusa — (ab. 9946, morti 5000) solo una terza parte dell'abitato rincaso
in piedi, quantunque malconcia: rovinarono la Matrice ed i conventi.
Randazzo — gravissimi danni.
S. Giovanni la Punta — (ab. 1082, morti 59) quasi totalmente di-
strutto, giacché un ottavo solo delle case rimase in piedi.
San Michele (ab. 1838, morti 1) poche case rovinate.
Sant'Agata Battiati — (ab. 1402, morti 20) di 150 case solo due ri-
masero in piedi.
Scicli — (ab. 9382, morti 2000) precipitati tutti i conventi, i monasteri,
le chiese: restarono solo in piedi alcuni palazzi, inabitabili però per le ro-
vine avvenute.
Scord la — (ab. 907, morti 33) per due terzi rovinata totalmente, un
terzo poi, quantunque lesionato, era ancora abitabile.
Siracusa (ab. 15399, morti 4000) in gmn parte la città rimase distrutta,
le chiese ed i palazzi caddero infranti, pochi eccettuati.
Sortine — (ab. 6316, morti 2500 [Boccone, Gallo] 1500 [Mongitohb])
abbattuto del tutto.
Spacca forno — (ab. 7987, morti 2200 | Boccone] 800 [Gallo] 400 [Mon-
gitorkI ) rovinato per una terza parte. I maggiori danni avvennero nella
parte inferiore.
Terranova — (ab. 5289, morti pochissimi) non ha sofferto molto: pre-
cipitò la facciata della Matrice con il campanile e parte della chiesa : qualche
danno ad un monastero.
Troina — caduta per metà la Chiesa Madre, gravi danni a quella di
S. Lucia ed ai monasteri, uno dei quali fu reso inabitabile.
Treca stagne — (ab. 3264, morti 1000 [Boccone] 500 [Monoitore, Gallo])
totalmente distrutto, essendo sole 3 case di 750 circa rimaste in piedi.
Tremestieri — (ab. 996, morti 90 [Boccone] 30 [Gallo, Monoitore])
di 350 case 70 rimasero in piedi, quantunque danneggiate, le altre furono
rovi nate.
[1693] 169
^— — — — — — ^— .-^.^ _ ^
Viagrande — (ab. 1602, morti 260 [Boccone, Mongitore] 90 [Gallo])
tutUi distrutta con le chiese: tre sole case rimasero in piedi.
Vittoria — (ab. 3950, morti 30 [GalloJ 200 [MongitoreJ) per meno di
metà distrutta: qualche danno alla Matrice e rovinati due conventi.
Vi zzi ni — (ab. 10678, morti 1434 [Boccone] 2000 [Mongitore, Gallo])
per due terzi abbattuto e per un terzo reso inabitabile.
Fenomeni presentati dal mare — Nel giorno 9 gennaio a 4^ (prima
scossa) una barca presso Malta trovò il mare, senza ragione alcuna,
burrascoso. D movimento dell' 11 gennaio (21^) fu osservato da molti
naviganti « perchè sotto il legno delle lor barche si sentiva una specie
di pulsazione dal fondo del mare 9, che si ritrasse dal lido ad Augusta,
a Messina, a Siracusa, a Catania ed in altri luoghi. Alcune galee nel
porto di Augusta si videro « mancar l'acqua » sotto la carena, onde i
piloti si scostarono dal lido, al quale furono poscia ricondotti dal ri-
tomo violento delle onde. Dopo questo primo movimento ne fu osser-
vato un altro, immediatamente susseguito da riflusso : il mare si ritirò
di 25-30 passi geometrici e quindi le acque si innalzarono sopra il
livello ordinario di circa 8 piedi. Alla spiaggia di Mascali al riflusso
le onde si innoltrarono poi fino oltre un miglio entro terra : a Taor-
mina si ritirarono di mezzo miglio : a Catania arrivarono fino alla
piazza S. Filippo ed innondarono i poderi e le fattorie circostanti alla
città. Nel porto di Messina si notarono dei pesci lasciati a secco, es-
sendosi abbassato il livello delle acque. A Lentini il mare ritiratosi
si gonfiò e poscia ritornò veementemente alla costa. A Siracusa tre
volte si ritirò per oltrepassare poi, ritornando, di oltre cinquanta passi
1 luoghi di consueto flagellati : per 15 giorni non si rinvennero pesci
ed i pescatori asserivano che le loro corde non bastavano più a toccare
il fondo.
Fenomeni tellurici — Un pezzo di campo a 3 miglia da Sortino si
avvallò di 8 palmi : un altro di 4 miglia di circuito, in Val di Noto,
si sprofondò di 12. Nelle montagne di Sortino successero dei grandi
franamenti di terreni, ed una cisterna, piena di acqua, scavata nella
roccia stessa, scivolò di mezzo miglio senza rompersi e perdere il suo
contenuto. Nella piazza di Siracusa si aprirono delle fenditure da cui
sgorgò acqua salmastra. Alle falde di Noto si determinò una profonda
voragine e c^osl pure ad Isola. Dal monte Etna ])recipitò parte della
cima. Nel territorio di Lentini dalle squarciature del suolo veniva con
violenza proiettata fuori arena ed acqua che costruirono sul suolo dei
inccoli monticelli.
Nell'area maggiormente commossa molte sorgenti si intorbidarono,
altre si asciugarono o divennero più copiose e molte altre vennero in
luce in tale occasione.
170
[1693]
■ ^ M. -f
Zone isosismiche — L'area ove il terremoto è stato disastroso è de-
limitata da una linea che racchiude i pressi di Acireale, di Catania,
e quindi Scordia, Militello, Mineo, Grammichele, Vizzini, Buccheri,
Chiaromonte, Biscari e Noto ; dalla parte di est è limitata dal mare
(fig. 10 : BB) ; ciò appunto spiega la violenta commozione delle acque
al momento della scossa.
L'epicentro del fenomeno con ogni probabilità trovasi entro l'area
suddetta e precisamente entro la zona elittica, in cui stanno inclusi
Lentini, Carlentini, Melilli, Sortino, Feria e Cassare (A).
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FiG. 10.
L'area rovinosa è delimitata dall' isosisma (CC) che include Lingua-
glossa, Mascali, Paterno, Rammacca, Caltagirone, Niscemi, Vittoria,
Scicli, Spaccaforno ecc.
La isosisma quasi rovinosa è molto irregolare; include Messina, Naso,
Troina, Regalbuto, Aidone, S. Michele e quindi in prossimità di Ter-
ranova di Sicilia va a mare (DD).
L' isosisma fortissima (EE), a quanto risulta, passa molto vicina alla
precedente.
[1693] 171
" - ^ ------ ■ - - - ■ ■
Ora mentre ^fessina e la costa della Sicilia fino a Naso risentirono
tortemente pel terremoto, che apportò anche danni abbastanza rile-
vAnti agli edificii, la vicina Reggio, andò affatto immune o quasi da
lesioni : la cronaca Cama pubblicata dal De Lorenzo {Mem. da servire
alla moria di Reggio ecc., voi. I, parte III, pag. 258) ricorda che al
i« gennaio in tale città fa sentito un terremoto che non destò la mi-
nima impressione, all' 11, a 21^, se ne ebbe un altro molto forte, della
durata di Vi d'ora (9ic) che causò grande spavento e fece suonare le
campane : a 22^ si senti una terza replica, ma non tanto forte.
Lo Spanò-Bolani (Storia di Reggio ecc., voi. II, pag. 47) scrive che
ìd tale occasione < Reggio ebbe un terrore indicibile, ma pur quan-
tunque sia stata scossa con gran violenza, non ne pati che pochissimi
guasti né alcun paese del distretto ebbe a soffrir gravi travagli » però
secondo il De Lorenzo, citato dal Mercalli, per il terremoto dell' 11
gennaio a Fiumara di Muro, sopra Catena, sarebbe caduta la torre
della chiesa maggiore con buona parte del castello e parecchie case, ed
altri danni sarebbero toccati ai villaggi vicini.
La scossa da questa parte si propagò abbastanza fortemente nelle
Calabrie ed in terra d' Otranto. A Mormanno, come risulta da docu-
menti ms., fa fatto un voto alla vergine per aver preservato la città
dal grande terremoto.
Nelle isole di Lipari, come notò Pietro Campo nella sua istoria ms.
citata dal Mongitore (Op. cit. pag. 411), fu sentita la scossa del giorno
9 : e quella dell' 11, presentò tre riprese ed incusse panico generale :
aggiunge egli che alcuni liparotti che si trovavano a Vulcano credet-
tero di venir inghiottiti dal mare.
Nella costa sicula settentrionale oltre alla linea Messina-Naso, ab-
biamo a sua volta visto che la sola città di Palermo risentì dei danni ;
e ciò mentre molte altre più prossime alla zona di maggior scuoti-
mento, come p. es. Girgenti, Trapani e Caltanisetta, andarono affatto
immuni : fra queste, contrariamente a quanto afferma il Privetera, dob-
biamo comprendere Sciacca, che, secondo il Savasta (Istoria delVorr.
terr. ecc. pag. 14) senti la scossa ma senza danni.
Il Di Diasi (*), citando il Vertot {Ilist. de Malte, lib. XIV, tom. V,
pag. 207), dice che in Malta le scosse durarono per tre giorni e rove-
sciarono molti edlflcii : ciò presso a poco ripete pure il Garzoni (Ist,
della repubblica di Venezia, voi. I, lib. XI, pag. 507, ivi MDCCV), che
MTive parlando di questo parossismo « ne V isola di Malta andò esente
dallo spavento -e dal danno » .
1) storta Cronologica dei viceré^ luogotenenti e presidenti dei regno di Sicilia, pa^^ u» :tó,
Palermo \9iSL
It2 [1693]
Oltre gli accennati terremoti, molte altre repliche funestarono in
queir anno e nei successivi la valle di Noto. Per tutto il mese di gen-
naio, scrive il Mongitore, non passò giorno senza sentirsi qualche scossa,
in particolare in Catania, in Siracusa, in Augusta, in Lentini, e nei
dintorni di Modica. Al giorno 11 di detto mese a Noto ne erano già
state avvertite oltre a 130. Nel febbraio la parte meridionale dell' isola
frequentemente paU scuotimenti e si udirono rombi sotterranei. Nel
susseguente marzo fra il promontorio Pachino e Catania, tremò con
frequenti ma interrotte scosse la terra. Al primo aprile, a circa 14**,
Catania fu cosi fieramente conquassata che caddero le poche reliquie
delle fabbriche rimaste in piedi e precipitò parte del castello Ursino.
In Siracusa pure andarono in rovina degli ediflcii e cosi pure in Au-
gusta, in Lentini ed in altre città.
L' Incudine nella sua storia di Naso (Op. cit., pag. 87-88) dice che
« di là a pochi giorni [dopo V 11] i tremuoti si successero, si conti-
nuarono ; il mare cominciò a fremere cosi tempestoso, che facea tre-
mar gli alberi e i cuori assai più. Quietato il mare prese a urlare la
terra con sotterranei tuoni e fragori... »
Il Privitera nota 12 terremoti nel 1694 ed il Roccaforte ne aggiunge
altri, cioè al 9 aprile uno a Patti ed al Capo d' Orlando ; nel 12 a Si-
racusa e nel 19 maggio ad Aci con la rovina di alcune fabbriche. Il
Boccone a sua volta dà notizia di una gagliarda scossa sentita a Me-
lilli nel 10 marzo, e di due altre avvenute a 15*^ (2*^ Va sera) del 20
in Augusta ; le quali per la loro violenza misero in costernazione gli
abitanti (').
Nemmeno durante V anno 1695 il suolo si rimise in quiete, giacché
al 20 aprile, a 18**, una forte scossa urtò Catania e la valle di Noto :
due altre in Catania furono sentite VS maggio ed al 23 settembre (22*») :
r ultima delle quali si propagò anche a Siracusa.
Nel 1696 si avverti un movimento sismico al 20 aprile (18**) inteso
pure in tutta la valle di Noto.
Come in altro luogo farò poi osservare, la forma speciale che à l'area
mesosismica del grande terremoto dell' 11 gennaio 1693, le varie scosse
localizzate e gli incrementi di intensità distruttiva verificatisi a Mes-
sina, a Naso ed a Palermo accennano allo scuotimento di una parte di
un esteso radiante sismico del quale altrove parlerò diffusamente.
Oltre al risveglio dei varii centri sismici, noto che l' Incudine nella
sua opera spesse volte citata scrive che « cessati i tremuoti, e fu dopo
maggio, si trovarono in sul matino 1' erbe e lo vie nelle campagne, le
case e le strade in Naso coverte di minutissima arena lucido-nericcia,
(l) Nella carta [hg. 10] trovansi segnate le zone epicentrali dei precitati terremoti.
[1693 - 1694] 173
simile a quella dell'eolio Vulcano,... > la quale notìzia ci fa supporre
che queir ignivomo monte abbia fatto per lo meno una eruzione di
C4'nere.
[5S5J 1693. Luglio 6. Mantova.
GuikAN A. : S/or, sUm., pag. 150 - perrey a. : Trembì. penins. Hai., pag. 29 - boccone: Museo
'ti .<^*rtf, pagr. 12 - Barupfaldi : Dell' i8tm\ di Ferrara, pag. 428.
Il 6 luglio, ad ore 10, a Mantova una fortissima scossa fece diroc-
care molti comignoli, qualche edificio e parte del palazzo ducale. A
Goito, secondo il Goiran, produsse identici effetti : a Ferrara incusse
aniversale timore : fu sentita senza danni a Venezia, a Padova ed a
Verona, ove in quell' ora se ne ebbero tre.
[.586] 1694. Aprile 8. S. Sepolcro (Arezzo).
pfcKREY A.: Trembì. pentns. ItaL, pag. 2&-90.
L'8 aprile (giovedì Santo) a San Sepolcro fortissime scosse che dan-
neggiarono alcune case e chiese : furono sentite intensamente ad Ur-
bino, a Città di Castello ed in diversi punti della Romagna.
^587J 1694. Settembre 8. Avellino e Basilieata.
\era e dattnta relazione del terr. - Pagicbelli O. b.: Tremuoto di Napoli, del Regno ^ ecc.
Nel giorno 8 settembre un disastroso terremuoto, verso le 17** V* ìtal.
colpiva le Provincie di Salerno, di Avellino e di Potenza estendendosi
anche nelle limitrofe.
Seguono dapprima le notizie sui danni arrecati alle varie località
topograficamente ordinate e quindi le conclusioni.
Provincia di Avellino : Circondario di Avellino.
A tri pai da — i danni ascesero a ducati 10000.
Avella — tutte le case anno sofferto.
Avellino — danni nelle case e chiese per otto mila ducati: caduta metà
doUa dogana : 2 morti.
Lauro — cadute molte case e molte altre lesionate. 1 morto.
Mercogliano — cadute 2 case, lesionata la chiesa.
Monte (Monterò) — notabilmente danneggiate case, chiese e conventi.
Danni di 45000 ducati.
Montevergine — il monastero assai danneggiato, il convento dell' o-
spizio di Loreto rimasto inabitabile.
M ugnano — rovinate tre case, lesionate molte altre.
Salza Irpina — danno alle case e chiese per 60000 ducati,
S. Michele di Scrino — danni agli edifìcii per 4000 ducati: 1 morto
f» 3 feriti.
S. Lucia di Scrino — danni alle caso e chiese per 6 mila duciitj,
Seriuo — daqni per 25 mila ducati,
174 [1694]
Circondario di Ariano.
Accadia — diroccate gran parte delle case ed alcune chiese, lesionate
le altre : nessun morto.
Ariano — caduta la maggior parte delle case, parte della Cattedrale,
del palazzo Vescovile, municipale, delle chiese e convento di S. Domenico,
di S. Francesco, della Collegiata, di S. Angelo: rovinate le altre chiese mi-
nori : 8 morti.
Cari fé — abbattuta la Chiesa maggiore e tutte le case, due sole eccet-
tuate: 90 morti ed altrettanti feriti.
Castel Baronia — caduta buona parte delle case, le altre offese: cosi
la Chiesa maggiore, il palazzo vescovile e quello baronale : 40 morti, molti
feriti.
Fiume ri — dieci case rovinate, le altre lesionate: 1 morto, molti feriti.
Grotta Minarda — minate alcune case, lesionate molte altre, cosi
pure le chiese: 10 morti, 5-10 feriti.
Mirabella Eclano — resa inabitabile, nessuna vittima.
Monteleone di Puglia ^ lesionato il solo castello.
S. Nicola Baronia — 30 case minate, le altre lesionate: 3 morti ed
altrettanti feriti.
S. Sossio — caduto un terzo delle case, le altre rese inabitabili : 3 morti
ed altrettanti feriti.
Tre vico — ruinate metà delle case, lesionate le altre: 12 morti. Il Mo-
roni {Diz. d^erud.y voi. XXVI, pag. 73) dice che fu inoltre abbattuta la catte-
drale mentre si celebrava, con Taltissimo suo campanile.
Z un geli — fidate 15 case, le altre lesionate: nessun morto, molti
feriti.
Circondario dt S. Angelo dei Lombardi :
Andretta — 50 case ruinate, lesionate le altre: 10 morti, 2 feriti.
Bagnoli Irpino — rovinato il convento dei PP. Domenicani.
Bisaccia — adeguate al suolo 200 case e tutte le chiese : 8 morti, qualche
ferito.
Cai r ano — poche case rimaste in piedi: 190 morti, *Xi feriti.
Calabritto — poche lesioni: 1 morto.
Calitri — interamente diroccato, abbattuto il castello: 700 morti, se-
condo altri 1200.
Caposele — cadute 150 case ed alcune chiese, le altre re<(e inabitabili :
40 morti, 60 feriti.
Con za — metà degli ediftcii diroccati: rovinata la Chiesa maggiore e
quelle di S. Menna e di S. Gaetano, il palazzo vescovile: 40 morti (altri 300).
Gesualdo — caduto un quarto del castello e 5-6 case: 2 morti.
Guardia Lombarda — quasi affatto rovinata: 280 morti e 150 feriti.
Lacedonia — ruinato un terzo delle case, le altre lesionate: 1 morto.
Lioni — dirute quasi tutte le case: 10 morti e 100 feriti.
Morra Ir pina — quasi affatto rovinata: 23 morti.
Monteverde — case cadute 13, lesionate 21 : nessuna vittima.
[1694] 175
Rocca San Felice — case cadute 80, aperte le altre : 10 morti.
Kucchetta S. Antonio — ruinate 55 case, le liltre lesionate. Danno
ih 4000 ducati: 10 feriti.
S. Mango — caduto un gran numero di case: 20 morti.
S.AngrelodeiL. — ruinate quasi tutte le case: 700 morti e 200 feriti.
S. Andrea di Gonza — affatto desolata: 100 morti (altri 50) e 50 feriti.
Senerchiji — ciise con molte lesioni: nessuna vittima.
Sorbo (Montella) ^ danni per 10 mila ducati.
Teora — quasi rovinata: 400, o secondo altri 300, morti.
Torrella dei L. — case quasi tutte rovinate: 50 morti e 40 feriti.
Villa Maina — palazzo baronale e IO case cadute, lesionate le altre:
21 morti (secondo altri 1 morto ed 1 ferito).
Provincia di Potenza : Circondario di Lagonbqro.
S. Martino d*Agri — lesionate tutte le case: la chiesa Madre cadente.
Nessuna vittima.
Sa reo dì ~ lesionate molte case e specialmente la chiesa Madre.
Circondario di Matbra.
Calciano (Gara|?uso) — danni alla chiesa Madrp.
Craco — caduta una casa, lesionata la chiesa Madre, nessuna vittima.
Gara gu so » di 15 case 5 rovinate, lesionata la chiesa Madre cui Ai ab-
battuto il campanile: nessuna vittima.
Grassano — lesionate varie case, la chiesa Madre e quella di S. Maria.
Pomari co — lesionate 70 case, 3 cappelle, la chiesa Madre ed il mona-
5>tero del PP. Riformati.
Sai andrà — molte case rovinata: 6 morti (altri 7 morti ma per paura).
S. Mauro Forte — molto danno alla chiesa Madre e ad alcune case ;
u^*ssun morto.
Stigliano — lesionate molte case, la chiesa Madre e quella di S. Pietro.
Tricarico — qualche casa caduta, il resto maltrattato : nessuna vittima.
Circondario di Melfi.
Atei la — buona parte rovinata, cosi la chiesa ed il palazzo baronale:
100 morti ed altrettanti feriti.
Barile — abbattute 35 case, caduto il campanile della cattedrale: 3
morti.
Bella — quasi tutta abbattuta ; ruinate 200 case, le altre inabitabili : di-
roccata la chiesa ed il palazzo baronale ; 250 morti (secondo altri 1300) e
lóO feriti.
Castel Grande — la maggior parte degli edifici diroccati; fra questi
la Chiesa maggiore: 17 morti.
Fo ronza — gravemente danneggiata la chiesa Madre ed il convento dei
PP. Riformati, le altre case poco lesionato.
Lavello — case notevolmente danneggiate, nessuna vittima.
Maschito — lesionate 20 caso.
Melfi — rovinate 56 case; il castello baronale Ciuluto per metà; danni
notevoli in tutte le case e chiese, specialmente in quelle di S. Agostino, di
176 [1694]
Ogni- Santi, e de) Cappuccini, nel monastero delle Monache e nella chiesa
Madre. (Danni : 40 mila ducati) 2 morti e 3 feriti. (')
Pesco Pagano — quasi tutto distrutto: 230 morti e 300 feriti.
RapoUa — minata la Cattedrale, it campanile ed altre chiese, il pa-
lazzo baronale: 100 case distrutte: 3-4 morti.
Rapone — sole 6 case rimaste in piedi : 54 morti e molti feriti.
Rionero in Vulture — di 20 case 8 ruinate: 5 morti.
Ripacandida — ruinate 40 case ed it campanile della Chiesa Maggiore
che, cadendo, danneggiò l'edificio : 1 morto.
RuTO di Puglia — quasi tutte le case cadute, nemmeno una abitarle;
400 morti : demolita la chiesa, un convento ed il castello.
Venosa — cjidde qualche edificio sacro e qualcun altro fU dannegf^ato:
nessun morto.
CiBCONDARIO DI PoTBNZA.
Abriola — parte delle case cadute o cadenti, nessun morto poiché gli
abitanti le avevano abbandonate.
Acerenza — nessun danno tranne al convento dei Minori Osservanti.
Albano di Lucania — alcune case rimasero danneggiate; cosi la chiesa
Matrice e quella della SS. Annunziata.
Arviglìano — cadute 20 casa; danneggiato il palazzo baronale e la
chiesa Madre : nessuna vittima.
Baraggiano — ruinate 4fl case, le altre lesionate : 1 morto e pochi
feriti.
Calvello — danneggiate varie case, la chiesa Madre, il convento di
S. Francesco e la chiesa parrocchiale di S. Niccolò.
Cancellara — danneggiata la chiesa Madre, caduta in buona parta
quella di S. Antonio, il castello baronale od alcune case: nessuna vittima,
Genzano — rimase inabitabile il palazzo baronale, le chiese di S. An-
tonio da P. e di S. Maria delle Grazie, il convento ed il monastero e parte
delle case grandemente danneggiate ; ne cadde una sola,
Marsiconuovo — à sofferto gravemente.
Picerno — 90 case cadute: abbattuta parte della chiesa Madre e di
quiille di S. Angelo, di S. Maria di L. : 5 morti e IO feriti.
Pietra fesa — cadute molte cnse, le altre inabitabili : nessuna vittima.
Pietragalla — cadute 10 case e 4 torri; le altre case, la chiesa Madre,
il palazzo baronale furono lesionate.
(1) <3. Araneo nelle Bue .Votn/e stanche della città di ì/elft, (pag. 35»^, Firenze i^se] è
del parere cbe 1 danni aleno stati molto magR-lorl del surrireriti, quasi Identici a quelli
rijKirtatl dal aluatlnlanl [bizlon. BeoQf, ecc.) e ciò perché dalle schede notarili risulta
die 11 terremoUi fu orribile e ctie vi Iti una grande quantità df case crollale, altre di-
venute malconcle, non esclusa la catturale, restaurata iwl nel 1*1^. La chlei>a pnrr.
di s. Nicola rovinò dalle rondainenta. Questo terremoto fece pure crollare la chiesa e
monastero deirll Agostiniani, per cui I frati Tiiroiio costretti a slofrttlare <»(m. Arciua'i
Vfsc. di Melfi}, Da una lettera del principe Dorla (12 aprile 1608) esistente nell'Aroh, del
(fastello, si rileva che I pp. [joinaschl chlesen) al detto principe un sussidio per riparare
la chiesa e 11 colleffio dal danni e dalle rovine del passati terremoti, del quali avvf
fiuclie una testimonianza In un quadro ad olio dipinto nel Duomo di Meli).
[1694] 177
Potenza — case ruinate 300, il resto danneggiato: fu lesionata la chiesa
della Trinità e parte del Castello: morti 4-5.
Ruoti — la maggior parte delle case e la chiesa Maggiore rovinate:
óO morti.
S. Angelo le Fratte — rovinato un terzo del paese: nessun morto.
Sasso — danneggiato le case: nessuna vittima.
Tito — la maggior parte delle case diroccate, eccettuate 40 rimaste mal-
concie : 100 morti, 450 fenti. Q)
Tri vigno — poche case rimaste in piedi.
Vaglio — lesionate molte case, alcune di queste cadute, cosi pure la
chiesa di S. Nicola e buona parte del convento del Carmine.
Vi et ri di Potenza — caduta più della metà (98) degli ediflcii, molti
altri lesionati : 50 feriti e 22 morti.
Provincia di Salbbno : Circondàbio di Campagna. .
Buccino — case cadute 3: nessun morto.
Castelnuovo di Conza — anno sofferto gli edifìci: un morto.
Coniano — rovinate 5 case ed altre danneggiate da massi sopra di esse
aiduti dalle circostanti rupi : 2 morti e 4 feriti.
Contursi — molte case lesionate: nessun morto.
Laviano — cadute 15 case, molte altro lesionate: morti 15.
Otta ti — danneggiata la chiesa di S. Domenico ed altri edificii : nessun
morto.
Palomonte — caduta la chiesa Madre, lesioni alle altre fabbriche: nes-
suna vittima.
Ricigliano — fu tutto lesionato: 57 morti. Secondo un*altra relazione
tutte le case rimasero distrutte e di 290 abitanti si salvarono solo 30 persone,
rimaste però ferite.
Romagnano al Monte «* case molto If^ionate: nessun morto.
S. Gregorio Magno — ca3e cadute 8, alcune altre danneggiate: 4
morti.
Santo Menna — per metà distratto: 40 morti, 250 feriti.
Sicìgnano — molte lesioni alle case, nessun morto.
Valva — rovinato il palazzo baronale, qualche danno alle case : 1 morto.
Valvano(?) — lesioni in tutte le fabbriche, molte delle quali cadute:
43 morti.
Circondario di Castbll amare di Stabia.
Castellamare di »Stabia — lesionato il Duomo, le chiese ed i collegi
dei Gesuiti e dei Minimi.
Ottaiano — lesionato il palazzo del principe e la chiesa.
Sorrento — lesionate molte case.
(1) in una annotazione ma. sul registri parrocchiali di Tito si dice che il terremoto
• r »vlnò... fra le altre questa povera terra di Tito a seirno che fossimo coBtrettl andar
al abitare nelll Pa<?llari e Baracche di Campa^rna per esserne demolite le case e la
(Milosa liagsrlore... solo morirono 70 persone che vollero fuggire... » (A>. Lombardi : Ceufio
iti trtmnoto avvenuto in Tito ecc., pag. 21-22, Potenza 1829).
Baaatta: Terremoti ecc. 12
178 [1694]
Vico Equense — 40 case rovinate, le altre lesionate,
ClBCONDARIO DI SaLA CONSILINA.
A.tena — case rovinato 20, le altre poco danneggiate: 4 morti.
Buon abitacolo — ediftcii molto lesionati.
Gaggi a no — danneggiate chiese e case: nessun morto.
Padula — gravi danni nelle fabbriche.
Policastro (S. Marino) — rovinata la cupola della Cattedrale, la quale
fu lesionata in più luoghi.
San Pietro di Diano — à soflferto grandemente: nessun morto.
S. Rufo — secondo una relazione fu gravemente danneggiato e fu reso
inabitabile il palazzo baronale : secondo un'altra il paese rimase distrutto.
Sant'Arsenio — quasi tutto rovinato: 1 morto.
Circondario di Salerno.
Acerno ■— case rovinate 7, le altre con qualche danno: nessun morto.
Capitignano — lesioni nella sola Chiesa parrocchiale.
Cava de' Tirreni: — piccoli danni nella Cattedrade, caduto metà del
campanile della chiesa dei Francescani con la rovina di tre cappelle : l'Ar-
civescovado fu reso inabitabile: qualche danno nelle case: morti 1, feriti 1.
Majori — diroccò qualche parte del convento dei PP. Francescani :
nessun altro danno.
Montecorvino — fabbriche danneggiate: nessun morto.
Polla — gravemente danneggiata.
Salerno — danneggiato il Duomo, il palazzo vescovile e quello del Tri-
bunale, la chiesa di S. Matteo, il convento dei PP. Agostiniani, le carceri e
molte case.
San Severino e casali -- anno notabilmento soflferto.
Tramonti — cadute 5 case e la Chiesa parrocchiale, lesionate le altre.
Provincia di Napoli.
Napoli — Le chiese, i palazzi e gli altri ediflcii rimasero, quali più,
quali meno lesionati : non accadde però alcuna rovina, nò si ebbero a de-
plorare vittime. I danni di maggiore rilievo furono i seguenti : La chiesa
dell'Arcivescovado soffri nell'altar maggiore, in una navata, nella cappella
di S. Gennaro e nella cupola: si dovette abbattere il cupolino della chiesa
dei PP. Gerolomini : la chiesa di S. Lorenzo fa lesionata : cadde una mu-
raglia nel monastero di S. Francesco : fu danneggiata la cupola di S. Maria
Maggiore e qualche lesione si apri nelle chiese di S. Maria di Cort., del
Gesù e Maria, di S. Teresa, di S. Paolo, di S. Pietro ad Ara, della SS. An-
nunziata: in quella della Maddalena rovinò una loggetta: soffrirono nota-
bilmente le chiese di S. Giorgio, di S. Maria della Pace, di S. Giovanni a
Mare e del Carmi nello. Nel quartiere di Porta Nolana diroccò una casa, fe-
rendo una fanciulla. Nel convento del Carmine Ciidde la croce di ferro sulla
torre del campanile ed una grossa pietra : furon danneggiati i monasteri
di S. Chiara, di S. Spirito e della Trinità, il collegio dei Gesuiti, il palazzo
Maddaloni e quello del duca di Monteleone. Non andarono immuni le chiese
ed i monasteri di S. Gregorio Armeno, il campanile di S. Severino, la chiesa
[1694] 179
6<i il convento della Sanità : S. Teresa, S. Ilaria della Stella, il convento di
S. Agostino, gr Incurabili/S. Carlo fuori PorUi S. Gennaro ecc.; insomma
poche furono le case che non ebbero qualche lesione.
Noia e Somma — anno sofferto le case.
Phovixcia di Casrrta.
A versa — rovinò il soffitto della Cattedrale ed il campanile del convento
(ii S. Antonio che, cadendo sulla chiesa, la diroccò : furono abbattute pa-
rtHThie case : nessun morto.
Capua — fu danneggiata la cupola della SS. Annunziata.
Nola — furono lesionati il palazzo vescovile, un monastero od alcune
Ciìse: in Lipari ne rovinarono due.
S. Maria di Capua Vetere. — cadde un torrione.
Peovincta di Foggia.
Ascoli Satriano — fu quasi del tutto adeguato al suolo. (Paci : Relaz.
dei trem. di Basilicata, pag. 61).
Provincia di Bari.
Acquavi va — vari danni.
Bari — Al demolito un campanile.
M od ugno — vari danni.
Spinazzola — rovinate due case, le altre con il palazzo baronale lesio-
nate: nessun morto.
Provincia di Lbcor.
Brindisi — In una cronaca citata da Ferrando Ascoli {La storia di Brin-
disi, pag. 267, Rimini 1886) si dice che il terremoto fu « orrendo » e fece
« tremare le mura delli abitati : e il mare si sommosse, come se fosse stato
una fortuna rotta, con aver apportato una puzza di fango che durò più di
mezzora continua, con terrore e spavento di tutti li cittadini... Non successe
alcun danno ». (C. Dr Giorgi : Ricerche sui ierr, avvenuti in Terra d*Otranto
ecc., pag. 12 estr.)
Mesagne — cadde una statua dalla facciata della chiesa del Salvatore.
Otranto — senti, come dice il Pacichelli, il terremoto € con poco tra-
vaglio >.
Le precedenti notizie ci permettono di tracciare l'andamento gene-
rale delle linee isosismiche delineate nella qui unita carta (flg. 11).
Anzitutto ci si presenta la zona mesosismica (A), quella cioè dei mas-
simi effetti dinamici che è delimitata da una linea che racchiude Melfi,
Risacela, 8. Sossio, Flumeri, Grotta Minarda^ Rocca S. Felice, Tor-
retta di L., S. Angelo de' L., Capo Sole, S. Menna, Muro, Ricigliano,
Bai vano, Vietri, Tito, Pignola, Tri vigno, Potenza, Atella, ecc., questa
arca k forma grossolanamente elittica con Tasse maggiore disposta da
NW a SE circa, che da Trivigno a Grotta Minarda misura chilometri
l»5 circa.
Grossolanamente concentrica alla precedente è la linea che delimita
180
[1694]
la zona disastrosa (B), che include Ascoli S., Accadia, Ariano, S. Mango.
Buccino, Pietrafesa, Sant' Angelo le Fratte, Abriola, ecc.
Entro r isosisma rovinosa (C) stanno Salza Irpina, Bagnoli I., Acerno,
Olivete Citra, Caggiano> Salandra, Tricarico, Cancellara, Pietra Galla,
Venosa, ecc.
Nella zona quasi rovinosa (D) Avellino e dintorni, Tramonti, Cava
Tirreni, Sicignano, Ottati, S. Rufo, Marsiconovo, S. Martino d' Agii,
Craco, Pomarino, Spinazzola, ecc.
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Fio. 11
In quella delle lesioni (E) : Capua, Napoli, Sorrento, Salerno, ecc.
Questo terremoto, secondo il Pacichelli, fu sensibile ad Ortona, a Lan-
ciano ed a Chieti, e, stando all'Amiani (Mem. istor. di Fano, pag. .309).
fu anche leggermente inteso a Fano. Il citato Pacichelli asserisce poi
che si propagò eziandio fino a Messina.
Poco o nulla sappiamo della forma e durata che à avuto la scossa :
a Napoli durò un « credo > ; in Tricarico la citata relazione dice che
« replicò 8 volte il teiTemoto, sempre con maggior vigore, a segno
tale che il Signor duca e sua famiglia furono obbligati ad uscire fuori
dalla piazza, e viddero il campanile di S. Francesco, che veniva a ca-
dere, e si abbandonava al suo luogo, piegandosi come una canna ». A
Brindisi, secondo la cronaca citata da Ascoli (La storia di Brindisi,
loc. cit.) e riportata dal De Giorgi (op. cit.), « durò per lo spatio di un
Credo prestamente recitato con aver tre volte una dopo 1' altra scossa
la terra ».
Parecchie furono le mutazioni avvenute nel regime delle acque e le
squarciature nel suolo occasionate dal teiTcmoto.
Si aprirono varie fenditure in Ricigliano, due nel cortile del castello
[1694-1605] 181
di Caiitrì molto langhe e profonde : un monte presso Teora si squarciò
«lalla cima per una lunghezza di 10 miglia : lo stesso fatto accadde nel
monte sovrastante a Tito. Nella piazza « Saracina > di Tricarico si
apri una lunga fenditura ecc.
A suo luogo ò notato il brusco movimento del mare successo a Brin-
disi, quantunque tale città si trova 5Ì lontana dal centro di scuotimento.
\el territorio di Tricarico al momento della scossa cessarono le
f«»uti di mandar fuori 1' acqua, che di poi sgorgò in maggior quantità
ma tutta torbida : la sorgente sulfurea presso Tito si asciuttò, e sgorgò
iu altra località alquanto distante.
Nessuna notizia abbiamo sulle repliche succedute al parossismo :
H^Io sappiamo che in Tricarico per molti giorni si sentirono delle scosse.
[óddj 1695. Febbraio 25. Asolo (Treviso).
0. AoNHLu : / terr. registr. nelle cr. lodig. ecc.. paff. 98 - Goiran a.: 5"^. sism. ecc., pagr. 20
<» 150; Aprend. /, pag. 7-9 e App. 11^ paj?. 5-6 e 32-35 - Malvasia-De Rossi : Documenti
ecc.. pap. 5 - Martellini : Cod. meteor., pagr. ^ - Piovene: Croti. terr. a Vicenza,
li;i;r, 4^50 - Scarpa : / terr. avv. in Treviso^ paff. 181 - T. Taramelli : Note illustr. carta
fffol. pror. Bellmio, pag. 210 - baruffaldi : VelV ist. di Ferrara, pag. 45^^ - G. Oar-
it)M : ittor. della repubbl. di Venezia ecc., Ivi MDCCV, voi. I, llb. xiii, pag. 619.
La notte dopo il 24 febbraio si sentirono in Asolo due scosse non
molto forti, runa a 2** ed a é*»*/? l'altra: nella mattina del 25 febbraio,
a 12** */j, se ne ebbe una fortissima sussultoria, seguita da tremolio
I»er la durata di un « credo » ; la sua intensità aumentò verso la fine,
a'iorquando cioè la terra cominciò a vacillare in senso E-W ed W-E
in modo tale che pareva che le case si dovessero urtare le une con
le altre. Questa nuova fase durò un altro « credo » e la sua in-
Kiisità fu sempre decrescente. Suonarono le campane : molte case,
chiese e torri furono rovinate {}) : si ebbero a deplorare circa 100 vit-
time. Si trovarono molti oggetti, quali statue, croci, ecc., completa-
mente girati. A Bassano la scossa durò un « credo e fece cadere al-
cuno case, qualche campanile : tutti gli edifìci ^rono quali più, quali
mono lesionati : un morto.
A Treviso non deve aver recato danni notevoli come si rileva dalla
^guente lapide commemorativa posta a destra deir altare maggiore
(iella cattedrale e precisamente nel pilastro che divide l'altare dal coro :
D. o. M.
DEI PAREO. VIRGINI. AC. D. LIBERALI PATRONO.
a' TERRAE. MOTU. V KAL. MAR. M. DC. VC.
URBI SERVATAE ERGO
LAUPADBM ARGENTEAM
EX PUS ELEMOSINI» CIVIUM
PROVI8 CIVIT. CON. AC. D. CUR.
il) Le case cadute furono IIOO e l'iOO quelle lesionate o cadenti :
182 [16951
A Vicenza il complicato movimento aismico durò, al dire del cro-
nista Bennasuttl, più di 4 « credi * ; causò panico grandissimo e danni
assai notevoli agli edificii (fra i quali alla chiesa di S. Eleuterio), al-
cuni dei quali furono rovinati uccidendo due ragazzi.
A Belluno fu forte ma non fece alcun danno : a Verona fu lang'o
un e credo » e fortissimo, avendo posto in terrore la città ma fortuna-
tamente non fece cadere che molti comignoli.
A Venezia si sentirono due lunghe e forti scosse ma nessun danno
si ebbe a lamentare ; cosi pure a Padova, a Mantova ed a Bozzolo ove
recò grande spavento. A Ferrara invece danneggiò i conventi dei
PP. Agostiniani e dei Domenicani ed alquanti camini. A Bologna fu
seiltita prima una scossa a 7*^ di notte, e quindi, a 12^ Vs? ^^' altra
che, quantunque violenta riuscì innocua : a Parma forse fece abbattere
qualche camino. A Lodi la prima scossa (4*^ Vf) ® ^* seconda (7** */«) ^^"
rono deboli, ma la terza (12'^ Ys) ^^ assai gagliarda, a due riprese, e
della durata di un « ave » : questa notizia vale presso a poco anche
per Milano.
Per parecchi mesi tutti i giorni si sentirono delle repliche sia ad
Asolo che a Ferrara, ove poi al 28, sul far del dì, se ne ebbe una che
recò minor danno della precedente, ma ugual spavento.
[589] 1695. Marzo 27. Leceo (Como).
Mbrcalli O.: Il terr. di Lecco del 20 mag. i897, pagr. 7-8 (eatr.)
In una cronachetta ms. del convento dei Capuccini di Lecco si ri-
corda che la mattina della domenica delle Palme (27 marzo), ad un'ora
avanti giorno, si sentirono due forti scosse, la seconda più gagliarda
per cui poco mancò che le persone, repentinamente risvegliate, non ca-
dessero dai letti. Fece precipitare a terra varii oggetti, distaccare dei
calcinacci ed incutere panico grandissimo nella popolazione.
[590] 1695. Giugno 11. Bigoorea (Roma).
Reìaxione del danno cagion. dui terr. ecc. - Boll. vulc. Hai., voi. xvn (1890), pagr. 99-W -
Commentano storico critico su r origine e le vicende dellu città e cattedrale di Montejia-
sconcj ivi 1841, pag. 186-88. (1)
Il 2 giugno, a 20'', si senti a Bagnorea una forte scossa per la quale
la popolazione spaventata abbandonò la città : lieve repliche si verifi-
carono nel di 8, ma alle 4^ della notte dei 10 ne ebbe una gagliarda
(1) Molte notizie relative a questo terremoto le ò estratte da un ms. dal titolo : Se-
hizfone del terremoto di Bagnorea del i695^ posseduto dalla Civica Biblioteca Berto di Gè
nova fleti- e relaz. mss. diverse: D bis. 1. 2. 12, pag. 2) che ò potuto consultare in grazie
della squisita gentilezza del marchese Giacomo Dorla. Altre notizie 6 avuto dal signori
K. zannlni di S. Michele in Teverina, e T. cX)lesanto di Bagnorea : a tutti grazie ia-
lini te.
[1695]
18S
che fece risvegliare gli abitanti : replicarono le scosse fino a 7^ dell' 11,
nel quale tempo un terremoto violentissimo urtò la città : ebbe la du-
rata di un < miserere » e fu susseguito, a 7*» 15", da un altro lungo
un « pater » : sì intensa fu la commozione del suolo che a mala pena
gli abitanti potevano reggersi in piedi.
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Fjg. 12.
In città nessun edificio rimase intatto : la parte detta « Civica »
soffrì molto di più, perchè oltre alla rovina della cattedrale, del palazzo
vt-scovile, del seminario, e delle chiese, tutte le costruzioni rimasero
in uno stato veramente deplorevole. Nella parte chiamata « Roda » fu
atterrato il convento di S. Francesco, notevolmente danneggiato quello
di S. Agostino ed il monastero delle monache : molti palazzi e case
andarono infranti. Si ebbero a deplorare 31 vittime e (51 persone ven-
nero ferite, 11 delle quali gravemente.
Lubriano restò affatto spianato con 2 morti e 3 feriti. Vetriolo
184 [1696 . 1696]
(fraz. di Bagnorea) ebbe danni notevoli, essendo diroccate parecchie
case causando qualche vittima : in Bolsena 7 furono i morti.
Grotte 8. Stefano e Celleno furono molto rovinate : a Castel di Piero
(oggi S. Michele in Teverina) crollarono affatto 12 case e 20 altre ri-
masero lesionate: con un danno di scudi 5000. Il palazzo baronale
risenti gravi lesioni e vi precipitò una volta: diroccò pure il granaio
baronale : nel primo il danno ascese a scudi 1000 e per rifare il secondo
ne occorsero altri 100. Vi furono tre^ morti e 20 feriti, di cui uno
gravemente. Civitella d' Agliano ebbe lievi lesioni nella chiesa par-
rocchiale e nelle abitazioni e medesimamente Graffignano e Roccal-
vecce : in Orvieto quasi tutte le case soffVirono e cosi pure qualche
voltino della facciata del Duomo.
Varii danni risentirono anche Latera. Gradoli^ Civita Castellana.
Viterbo, Castiglione e Civitella. La scossa fu sentita a Roma e più in-
tensamente a Frascati, a Tivoli e nei dintorni.
Dopo le 14^ si ebbe una replica fortissima che aumentò 1 danni :
e fino al 22 giugno altre leggere ma incessati : al 7 luglio, a 4^ di
notte, ne sopravvenne una assai veemente che mise in costernazione la
popolazione : e poi fino al 15 luglio quasi giornalmente qualche altra
commozione : a 20^ di questo giorno una nuova abbastanza forte.
Neir unita cartina (fig. 12) trovasi segnata la posizione della zona epi-
centrale e quella dei gravi danni.
[591] 1697. VesDvio
Perrey a. : Tremìfl. penins. Itah, pag. 31.
Durante .la conflagrazione vesuviana in Napoli si sentirono delle
scosse tali da far lesionare varie case. Il Sorrentino, testimonio ocu-
lare delPeruzione, nella sua Ist, del Monte Vesuvio (Napoli MDCCXXXIV)
parla, a pag. 131, di « strepitosi tremuoti » sentiti al principio di tale
eruzione (15 settembre) e di altri avvenuti al 15 novembre in occa-
sione di una ripresa nel dinamismo del vulcano, ma non dice cìie ab-
biano in Napoli apportato danni.
[592] 1697. Giugno 18. Firenze.
QiovANNOzzi a.: / terr, stor. Jtorent., pag. 8-9 (estr.)
Al 18 giugno, circa le 7^*/j pom., fu sentita in Firenze una scossa
che durò una mezza « ave maria » ; rimase alquanto danneggiata la
villa di Monte Gufoni degli Acciainoli. Detta notizia fa tolta dal Gio-
vannozzi dal diario ms. Settimanni già ricordato.
[503] 1697-98. Siena.
SOLDANi A.: Relaziona ecc., pag. 39-C3 e 77-S4.
Al 20 settembre 1697 cominciarono a sentirsi in Siena delle scosse
[1698 - 1700] 185
di terremoto : le maggiori avvennero circa le 22^ (4** Va pom.), le 23**,
la maggiore) e 4** di notte. Caddero alcuni pezzi di grondaia e qualche
corninolo e 8i produssero delle scalcinature nella chiesa di S. Spirito.
Nuove leggere commozioni fino a 21^ del giorno 21 : dopo il mezzodì
del 23 se ne sentirono altre: alle 8^ della notte del 26 si ebbe una
nuova ripresa, quindi al 27, a 15»» (9*» Va ant.), alle 13^ e 15* del 28 e
poscia qualche piccola scossa nel dì 29.
Verso il mezzodì del 30 se ne sentirono due sensibilissime seguite
1^ */, dopo da una fortissima — che causò qualche altra lesione, per
cui si dovettero puntellare alcune case — e da altre fino a 21*» circa :
al l^ ottobre due nuovi scotimenti cagionarono ancora qualche danno
alle fabbriche: nella mattina del 2 due scosse a 10*», ed altre nei giorni
4 e 6 : nella notte (2^ ant. circa) del 27 ottobre due molto forti.
Al 18 novembre piccoli scuotimenti ed al 10 dicembre a ò^ Va ^^
mattina e nella notte (1** Va a^^* ^eir 11), altri molto sensibili. Tra
il 20 e 21 dicembre, circa le 23*», cominciarono a riprendere nuo-
vamente vigore, anzi fì*a le 3 e 4*» della notte parca che tutta la città
dovesse cadere. Fino al 1<* marzo 1698 regnò grande tranquillità ; poi
in tale giorno, tra le 4 e 5**, — cioè, circa ad 11*» pom. — se ne senti-
rono due e nel dì 19 alla stessa ora altre più sensibili. La loro dire-
zione predominante fu WSW-ENE. 1 danni arrecati dalle maggiori
concussioni di questo periodo sismico ascesero a scudi 12000.
[594] I«98. Aprile 12. Vizzini, Militello (Sicilia).
MoNoiTORE A. : Mot. crofwl. dei terr. ecc., pag. 411-12.
Al 1** gennaio, circa le 21^, a Catania si sentì una forte scossa, che
a Palermo ed in altri luoghi dell'isola fu violentissima, talché alcuni
abbandonarono le case.
Al 12 aprile, a !•* di notte, una che a Palermo fu solo forte, mentre a
Catania fece rovinare alcune case, causando qualche vittima : a Vizzini
ei a Militello i danni furono più sensibili. A S. Michele fra Palermo
e Termini, ebbe luogo un franamento che causò la morte a tre capi
di bestiame.
[505] 1698. Maggio. Vesuvio.
I. ^oKKKsmso : Igtoria del Mante Vesuvio, pag. 197 e sef?., Napoli ITSl.
Al 19 di maggio, come prodromo di eruzione al Vesuvio « tremendi
fragori e scosse di terra »; altre a 2** di notte del 24 e poi durante
la conflagrazione.
[506] 1700. Gennaio 9. Faenza.
B. BioBi: Ann. della citta di Faenza, ivi 1811, voi. m, cap. XXxrv, i>ai?. TS,
Nella notte del 9 gennaio in Faenza fortissima scossa ond.-sussul. che
186 [1700 - 1702]
causò universale timore ; fu seguita da repliche più o meno gagliarde
sentite di tempo in tempo.
[597] 1700. Luglio 28. EmeDonzo (Ampezzo-Udine).
ToMMASi A,: / Urr, del Friuli^ pag. 198.
Al 28 luglio furono sentite — come si rileva dai registri parroc-
chiali — ad Emenonzo ed a S. Stefano di Piano scosse fortissime ;
nella prima località minarono delle case, e si screpolarono i muri
della chiesa ; sei persone perirono sotto le macerie.
[598] 1701. Settembre. Forlì.
OtARiNi F. : / terr. a Forlì ecc., pag. 58-67 - melli m.: Tractatus ecc., pag. 64.
Cii'ca le 23** del 3 settembre si senti in Forlì una scossa che re-
plicò due volte nel resto della giornata e nella notte altre 7 : dopo
parecchi giorni di tregua, al 10, circa le 2^ V2 ^ ^^ 7** ital. tre scosse
più gagliarde delle precedenti ed altre a 4^ V«i 6**? "^^ ^ ^^ Vs ^^^ 1^-
Furono sentite pure nelle città circonvicine, nel Ferrarese e nel Veneto.
[599] 1702. Messina-Reggio.
Carbone Grio. D.: / terr, di Calabria ecc., pa<?. 61 - Gallo C. D.: QH Ann. dèlia città dì
Messina^ ivi 1882, tom. iv, pag. 15-16 - de Lorenzo a.: Mem, da servire alla St.,. di
Reggio, voi. I, pagr. 261.
Il 16 febbraio, a 20^, ferissima scossa in Messina e Reggio e nella
Piana Calabrese, ove a Catona, a Polistera, e ad Oppido produsse
scricchiolio nelle travate ; al 16 marzo in Messina, a 19** V*^ ^^' alti'a.
non dissimile per intensità da quella dell' 11 gennaio 1693 : il popolo
usci dalle case. La cronaca Cama, citata dal De Lorenzo, ne registra
per Reggio una fortissima a 4^ ^4 ^ell*^ notte del 10 aprile. Il Perrey
(Op. cit., pag. 32) ricorda che verso la mezzanotte dell' 8 marzo si
sentirono forti detonazioni all' Etna sesruite da commozioni tellùriche.
o
[600] 1702. Marzo 14. Beneveito.
Baratta : Sul terremoto di Benevento ecc. - Orsini : Relazione sui danni cagionati ecc. -
PARRiNo D. A. : Del nuovo orribil tremuoto, ecc. - Distinta relazione delle scosse del tre-
muoto ecc.
Appena trascorse le 11*» del 14 marzo (^), in Benevento fu sentita una
prima scossa per la quale i cittadini, intimoriti, uscirono dalle case
notabilmente lesionate : fece abbattere la piccola chiesa di S. Lazzaro
(li in una relazione nis. che trovasi all'Archivio Segreto vaticano {hffsc. Carpinea,
voi. LVj Hi (lice che alla sera del 13 marzo si alzò un turbine R;i|?llardi8Slmo e che a
4 ore ital. fu avvertita una lieve scossa solo eia coloro che si trovavano in case meno
esposte al vento: che al 14, ad ore 11,15, si senti la prima forando scossa. lunf?a un « mi-
sererà» ed a 11,90 un'altra meno lung^a ma più intensa della prima.
[1702] 187
fQori Porta Raffina. Dopo 7 od 8 minuti si ebbe un secondo scuoti-
mento, fortunatamente leggero, e quindi, trascorso un quarto d' ora,
un terzo violentissimo che fece diroccare le fabbriche.
Il numero dei morti in città, ripartito nel modo seguente, fu di 159
! oltre ad un centinaio di feriti): mentre nel 1688 — come abbiamo
visto — ascese a 1367.
Parrocchia di S. Pietro de' Traseri : Anime 968 ; morti 42
>
S. Maria dì Costantinopoli
»
1646
»
20
»
S. Donato
»
1118
»
8
S. Stefano
»
1169
>
2
S. Salvatore
»
1236
»
4
della Verità
»
692
»
51
S. Marco di Savarìani
»
903
»
6
S. Modesto
»
554
»
17
Tutti gli edilìcii sì ecclesiastici che pubblici e privati risentirono
gravi lesioni ; moltissimi furono resi pericolanti ed in gran numero
furono quelli diroccati ed affatto distrutti (^).
Gravi danni ebbe la chiesa metropolitana, V episcopio e i templi di
S. Salvatore, di S. Andrea, di S. Donato, di 8. Modesto, di S. Cate-
rina, dei PP. Domenicani, di S. Francesco, dei PP. Agostiniani, dei
Gesuiti, della SS. Annunziata, di S. Lorenzo, dei Capuccini, ecc. ed i
monasteri di S. Pietro, di S. Vittoria ; rimasero atterrate, o quasi, le
chiese di S. Bartolomeo, di S. Maria di Costantinopoli, di S. Maria
della Verità, dei PP. Serviti, dei Fatebenefratelli, di S. Nicolò, di
S. Paolo, di S. Lazzaro, ecc. ; quelle di S. Stefano e di S. Sofia, e
qualche altra risentirono minori guasti.
Gravi lesioni e rovine si ebbero pure nel castello, nel palazzo del
governatore ed in quello del magistrato. Le mura della città in più
parti ftirono rovesciate : i ponti pregiudicati e delle case (specialmente
nella regione meridionale) moltissime furono diroccate, molte aperte in
modo tale da rendere necessario il loro abbattimento, e le rimanenti
rimasero con gravi lesioni.
Oltre Benevento, questo terremoto rovinò affatto Apice (30 morti),
Fragneto (morti 4) e quasi interamente Paduli e Montecalvo ; in Ariano
solo 20 case scansarono il generale rovinìo che costò 20 vittime umane.
Mirabella fu affatto distrutta con 200 morti ; quasi identica sorte toccò
A Pietra Elcina : in Pago fa disfatto il palazzo baronale con 12 case e
le altre rimasero lesionate. Tutti gli edificii di Melito furono aperti :
in Castel Baronia buona parte delle abitazioni tu adeguata al suolo e
(li NeUa rota nota citata in principio si trova un prospetto particolare^^iuto dei
danni subiti dagli edlflcll destinati al culto.
188 [170-Ì-1703]
le altre risentirono gravi fenditure. Gli abitati di Flumeri, di Trcvico
e di FontanaTOsa furono resi pericolanti : Grotta Minarda e S, Giorgio
in parte distrutti: Monte Melo (M. Miletto?) fu ridotto in un camnio
dì sassi : gli altri paesi e casali quali più quali meno soffì'irono danni.
In Napoli la scossa delle 11" {') dura nn « credo » e fece risvegliare
i dormienti : quella delle 11* '/s circa fu più intensa e lunga : fece tra-
ballare fortemente gli edificii, causando molto panico e lievi danni :
avendo solo fatto cadere un muro, sotto cui rimase cadavere una donna.
Queste scosse, od almeno la maggiore, fiiron pure avvertite a Lu-
cerà (G. B. D'Amelj: St. della cittì di Lucerà, pag. 228. ivi 1861). a
Rocca Monfina (Perbotta G. : La sede degli Aurunci, pag. 150. Na-
poli 1737) ed in Aquila.
In Benevento si di giorno che di notte nei di seguenti furon sentite
molte repliche : delle due maggiori, una avvenne al 2 aprile {12'' ital.)
fu molto forte . fini per distruggere quanto in detta città era rimasto
intatto, e si propagò fino a Napoli ; l'altra a 23'' circa del 6 aprile fece
diroccare tre palazzi e lesionare molti edifici rimasti ancora illesi.
La grande scossa, riassumendo, fu precetluta da uno scuotimento
abbastanza intenso, che avendo fatto uscire dalle case la maggior parte
dei cittadini, risparmiò in Benevento una vera ecatombe : essa fu di-
sastrosa entro un area di forma elittica con 1' asse maggiore disposto
quasi in senso 8E-NW. Questa zona, come si vede dalla fig. 9, è
compresa in quella del gran terremoto del 1688 (vedi) con il quale
questo ft molti punti di contatto. Noto che In ambedue questi parossismi
la città fu notevolmente più danneggiata nella parte più meridionale,
cioè verso il fiume Sabato : in ambedue inoltre la scossa principale fU
preceduta di circa mezz' ora da altro scuotimento abbastanza torte.
[601] 1703. Gennaio 14, Febbraio 2. Nareia, Aqiils.
Baouvi 6.: De Urremotu romano ecc.; HUt. i-omnnf Urratmotut ecc. e De prooretoone So-
nianl terraemolu ecc. - Capt'* F. ; Sul Itrrem. che a 2 di febbr. 1703 ecc. - Chbacar l.
Saeconlo iitor. de lerremoH ecc. - de Caholis : Selai. geiwi: delle rovine ecc. - Paroz-
zASi G. ; Nat, inlorno al /eri: del s febbraio 1703 ecc. - Kelaz. dei danni fatti dall' in-
nonda:, e teri: ecc. - Veridica e dlalmla relnz. ovvero diario de danni ecc. - Prosegui-
mento del diario ecc. - Rela:. distinta dei daiitil cagionati dai panati terr. ecc. - fm*
De Llanos ; Selaz. ovvero Uenerarlo ecc.
Di questo grande periodo sismico, uno dei maggiori che abbia af-
fitto r Italia centrale, presento riunite e discusse parecchie notizie. (*)
(1) In Miiwll alcuni lutCHero una lieve scossa nnche a 1 ore Ital.
[•i] Avevo preparato su questi l«rremotl uno studio monOKrQfico molto particolareg-
dialo, ma II rinvenimento di nuove ed Importanti notizie riguardanti I danni causati
mentre era glit In corso di stampa il presente lavoro, mi à Indotto, per non pregiu-
dicare la questione, a far del periodo sismico umbro- Abruzzese del l'Itti un santo molto
ristretto del principali fenomeni che à dato luogo, diacostandoml un poco dal metodo
t«outo sempre nella presente monoeraQa.
[1703] 189
Fenomeni precursori — Nel mese di ottobre 1702 cominciarono a
sentirei nell' Umbria alcune lievi scosse di terremoto : a 14** del 18 ot-
tobre se ne ebbe una a Roma intesa solo da poche persone. Al 14 no-
vembre un veementissimo scuotimento urtò Foligno : pare però sia stato
un fenomeno molto locale, giacché non ho trovato notizia alcuna per
altre località.
Prima grande scossa — Avvenne al 14 gennaio 1703 verso le 2*^ di
notte secondo il Baglivi fece rovinare completamente Norcia. Cascia fu
la città, che dopo la precedentemente nominata, ebbe i maggiori danni.
Il citato autore ammette che il centro di scuotimento sia stato fra
Norcia, Cascia e Leonessa. Confrontando le narrazioni sincrone vediamo
che l'Aquila per questo terremoto non risenti danni paragonabili a
quelli del 2 febbraio: e infatti TAntinori scrive: « dopo 1' un oi*a e V*»
verso le 2 della notte un tremoto della durata d' un credo scosse vio-
lentemente molti paesi fino a Roma^ e fece cadere nell'Aquila un cam-
panile col frontespizio della chiesa di S. Pietro di Bassa e porzione del
frontespizio di S. Quinziano... » Una relazione sincrona pubblicata dal
Cappa tace essa pure dei danni recati da questo terremoto : eguale a
quella dell'Antinori è la descrizione della scossa che si trova nella
anonima Relazione dei danni e dell' innondazioni ecc., sopra citata.
Questo terremoto io credo abbia prodotto gran parte dei danni che
avremo occasione di vedere, relativi ai territorii di Norcia e di Cascia,
danni che vennero aumentati dalle scosse sentite posteriormente al
14 gennaio e specialmente dal nuovo parossismo successo al 2 febbraio.
In Roma questa scossa, secondo il Baglivi, fu preceduta da forte
< vento » ebbe una durata di due < salutazioni angeliche > e lece fug-
gire le persone dalle case : non fece cadere alcun edificio ma solo aprire
delle fenditure nei muri e rompere le catene di ferro nell'aula del Cam-
pidoglio. In Foligno il movimento sismico durò per lo spazio di tre
« Ave Marie », con tre riprese sempre più veementi.
Il terremoto del 14 gennaio produsse parecchie mutazioni nel regime
della circolazione idrica sotterranea : a Roma, per esempio, in alcuni
pozzi crebbero le acque di oltre 10 palmi d'altezza, in altri invece di-
vennero torbide, oppure lattiginose.
Il monte Alvagnano, presso Cascia, fa sconvolto per una lunghezza
di oltre 1500 passi e per una larghezza di 32 palmi circa ; una grande
fenditura si apri anche nel monte Corvo.
Scosse susseguenti — La grande scossa del giorno 14 fu seguita poco
dopo da altra meno violenta : nella notte a Norcia ne furono sentite
moltissime e cosi pure nel di seguente : ivi la terra continuò poi a
ti-emare ogni giorno Ano al V febbraio e frequentemente furono intesi
forti rombi sotterranei,
190 [1703]
Seconda grande scossa — La maggiore replica avvenne a 21** circa
del 16 gennaio : con questo scuotimento Tepicentro mostra uno sposta-
mento verso l'Aquila : dai mss. Antinoriani, pubblicati dal Parrozzani,
si rileva che quivi fa più gagliardo che non il primo : restarono lesio-
nate molte case e chiese, e quelle di S. Pietro di Coppito e di 8. Maria
di Rojo furono rovinate interamente.
I danni maggiori causati dai due predetti terremoti fino al 16 gen-
naio, scrive ranoniino autore della delazione dei danni e delle innon-
dazioni ecc.^ accaddero in Montereale che fu quasi gettata a terra con
80 vittime ; in Cittareale, che rimase spianata, sole 50 persone riusci-
rono a scampare dal flagello ; identica sorte toccò a Borbona e ad
Accumoli ; Amatrlce fu quasi del tutto spianata, Posta e Leonessa eb-
bero gravi danni.
A giudicare dalle notizie raccolte questa scossa à avuto un centro
molto più superficiale. Per Norcia e Cascia nulla dice il De Carolis.
Ad Ascoli fu giudicata non inferiore alla prima per la durata ed a
questa quasi eguale per V intensità ; a Roma fu solo avvertita lieve-
mente e nel Diario Napoletano dal 1700 al 1709, pubblicato nelP Ar-
chivio Stor. Ital. (voi. X), mentre si trovano annotate le scosse del
14 gennaio e del 2 febbraio, si tace di questa, lo che indica che a
Napoli 0 fu ben lieve oppure nemmeno venne avvertita dalle persone.
Repliche — Come ò già detto, in Norcia, Cascia, Aquila e vicinanze
continuarono ad udirsi giornalmente delle repliche: di scosse individuate
almeno per il giorno abbiamo notizia di una breve ma violenta successa
in Ascoli nel di 21 gennaio, che portò panico ma nessun danno, e di
un'altra^ accaduta al 25, che riusci specialmente intensa a Norcia.
Terza grande scossa — In questo nuovo parossismo il centro si
mostra sicuramente — come dice il Raglivi — nell'Aquila. L'Antinori
dice che « alle ore 18 (2 febbraio) il tremoto replicò più impetuoso ed
a segno, che nello spazio di un miserere la città dell'Aquila intera fu
poco meno che rovinata. La scossa fu così veemente che gli edificii
alcuni in tutto ed altri in parte non potettero reggere e non ve ne fu
alcuno che non restasse lesionato. Anche le fabbriche più forti cedet-
tero come le abitazioni superiori del regio Castello e gran porzione del
Palazzo pubblico. Della chiesa di S. Bernardino non restarono che il
frontispizio, il coro, alcuni muri esteriori e il deposito del santo benché
lesionato. Furono le scosse nel princìpio di succussione da sotto in su,
ma infine di inchinazione... » Nella relazione ufficiale dell'Auditore
Alfonso Uria de Llanos si dice che Aquila « fu tutta distrutta senza
che vi sia l'estato edificio alcuno, con mortalità grande... » Infatti
secondo tale relazione il numero delie vittime sarebbe asceso a 2500
Qd a 200 quello dei feriti,
fl703] 191
I danni maggiori prodotti da questa scossa accaddero neir Aquilano,
però anche la parte dell' Umbria, colpita in special modo dal primo
parossismo, ne ebbe de' nuovi giacché finirono di rovinare un gran
numero di edifici! già semidiruti oppure fatiscenti. In Roma tale scossa
fu veemente ed al dir del Baglivi le case ondulavano come navi :
lo stesso autore aggiunge di aver visto . oscillare visibilmente Talto
campanile della chiesa degli Apostoli. Che Tarea di maggior scuoti-
mento si trovi, come ò detto, nell'Aquilano ne è prova il fatto che
oltre alia maggior violenza del movimento sismico ivi notata, si deter-
minarono in tale territorio molti franamenti, varie spaccature nel suolo
ecc. : i principali fenomeni di tale genere il lettore troverà più innanzi
^ommariamente notati.
Repliche — Dopo la scossa del 2 febbraio, continuò il suolo ad es-
sere urtato da nuovi e frequenti scuotimenti ; di quelli ben individuati
presento T elenco :
1703, Febbraio 3) Roma W 3/4, scossa che fece rovinare due archi del se-
condo recinto del Colosseo ; dal 3 al 25 una 0 più scosse lievi al giorno :
io) Roma T^ notte, una scossa sp)ecialmente sentita a Rieti ove si ebbero re-
pliche frequenti per 4 giorni con danni 0 rovine agli edificii ; 25-26) Norcia,
Mn. scossa licTe e breve; 3*», altra di un* « ave > forte quasi come quella del
jriorno 2 : molte muraglie atterrate : fu sentita anche a Roma ; 4*^, altra a
Norcia ; 5** circa, una breve ma gagliarda ; 6*», nuova scossa ed a 9** altre 2 -
Marzo //; Xarni una forte; i8 e 27) Aquila, alcune rovinose; 2i) Roma
una forte sentita anche ad Albano, Frascati, C. Gandolfo ; 27) Aquila, scossa
rovinosa sentita fortemente a Roma, Foligno e Spoleto ; 3i) Mg. [prima di]
Ri)ma ed Aquila, alcune mediocri - Aprile /) Aquila 5^ 30™ di sera, scossa,
ed altre al 2 ; 8) Roma, 12»» circa, forte scossa senza danno ; secondo il Gri-
maldi questo scuotimento avrebbe abbattuto interamente Cascia, già semi-
diruta dai precedenti parossismi. In una lettera sincrona pubblicata dal Goiran
(Sfronda appendice ecc. pag. 6-7 e 36, estr.) si rileva che nuovi danni ebbe
anche Spoleto, e che fu sentito nella Sabina, neir Umbria e nella Toscana
fino ad Arezzo; 6-7^ di sera, Roma, alcune scosse; i5) Aquila, una scossa;
2I\ Aquila e Roma, 9*» sera, scossa; 25) Roma, 5^ ital., forte scossa suss.,
fugra dalle case - Giugno 29) Spoleto e luoghi vicini, 23»» ital., veementissimo
l<»rremoto - Agosto) fino a questo mese repliche a Terni - Ottobre) Norcia,
una nel mese - Dicembre) nel mase a Norcia, Terni, Spoleto, Narni ecc., al-
cune scosse con nuovi danni.
1704, Febbraio 27) Foligno 3^ V4 circa, scossa che causò un po' di spavento.
Fenomeni d'indole geologica — Fra i fenomeni di indole geologica
occasionati dalla scossa del 2 febbraio, ò sopra ogni altro degna di
<ssor ricordata la voragine apertasi nei pressi del Monte Omaro vicino
a Sigillo : era essa larga canne 20 e lunga 25 ; con una fune munita di
grosso contrappeso, quantunque lunga 300 canne, non si riuscì a toc-
carne il fondo. Si racconta che al n^omento della formazione di tale
1J>2
[1708]
sqaarciatara uscirono « vampe di fnoco » e che per altri tre giorni
Teiinero emessi dei vapori.
L'unita figura, in cui // rappresenta detta voragine. 6 il fac-8Ìmile
di un disegno del tempo ancora inedito, conservato nelia biblioteca
Barberiana di Roma.
Altri rivolgimenti accaddero presso il villaggio delle Grotte, presso
Ci tt arcai e ed Antrodoco.
Danni — Seguono alcuni specchietti nei quali ò raccolto — secondo
i dati più attendibili — le notizie riguardanti i danni e le vittime cau-
sate dai terremoti del 1703.
Il numero dei morti in Aquila, come abbiamo visto, fa di 2500.
oltre a 200 feriti : quello delle vittime nelle ville circostanti alla città
fh dì 1000; il numero dei morti nel territorio Aquilano ascese a 7694
ed a irì6 la cifra dei feriti. In Norcia le vittime Girono 800 e nell'an-
tico contado, comprese Rocchetta e Ponte, ecc. appartenenti a Spoleto,
su 10707 abitanti 587 perirono sotto le rovine : in Cascia su 5032 vi
— ftiKuio 680 morti: il che ci d& un totale di oltre 9700 vittime.
a) Territorio di Norcu
Località
N. del
caae
Chiese
abltautl
i:sdute
cadute
Angriano
?
nessuno
—
—
reso inabitabile
Ancarano
300
—
—
—
daeneggiato
Argentine
&1
1
—
—
distrutto.
Belvedere
1
7
—
—
distrutto completamente
Campi
600
?
20
—
—
bastelluccio
?
?
?
_
_
Forai vo
158
62
-
3
aflfatto rovinato.
[1703]
Ida
LocaUtà
N. dei?ii
abitanti
N. del
morti
Case
cadute
Chiese
cadute
•
Frasca ro
120
17
—
quasi rovinato.
Le Gogne
147
3
«
—
in parte rovinato.
Montebuso
131
13
—
3
in buona parte distrutto.
Norcia
2800
800
—
distrutta completamente.
Nottoria
100
—
—
—
abitabile.
Oericchio
75
17
—
—
devastato.
Paganelli
37
27
—
1
affatto spianato.
Piedi ripa
40
1
—
quasi tutto distrutto.
Popoli
49
?
—
1
ridotto in pessimo stato.
Riselli ¥
86
4
—
—
in parte diruto.
S. Marco
170
53
—
—
affatto distrutto.
S. Pellegrino
—
—
—
—
—
S. Andrea
100
2
—
—
quasi total, disfatto.
Sa ve] li
160
83
—
2
distrutto totalmente.
Serravalle
253
3
20
—
in gran parte distrutto.
Valcadara
70
30
—
1
distrutto.
b)
Territorìo di Cascia
Località
N. degli
abitanti
N. del
morti
Case
cadute
Chiese
cadute
Aliena
100
3
—
quasi distrutta.
Atri
81
1
—
in gran parte dannegg.
Aveodita
117
95
—
2
affatto distrutta.
Buda
138
32
l
idem.
(/ascia
500
49
—
17
quasi distrutta.
Ciistel S. Maria
75
25
—
2
distrutto.
Castel S. Giovanni 107
17
—
3
quasti tutto distrutto.
Orasola
79
5
—
1
danneggiata in parte.
Chiavano
107
17
—
1
tutto distrutto.
Civita di Cascia
28
13
1
affatto distrutta.
Colforcella
77
nessuno
—
—
m qualche parte distrutta.
Colle d' A vendita
66
?
—
^
solo 2 case rimaste in piedi.
Colle Giacone
64
3
—
2
quasi distrutto.
Colle San Stefano
e Serviglio
75
22
—
1
completetamente distrutti.
Colinoti no
44
20
—
1
idem.
Coronella
39
18
—
1
distrutto in parte.
Fogliano
323
17
—
—
per mota distrutto, V altra
metà riattabile.
Logna
160
nessuno
—
1
in parte distrutta.
Manigi
73
15
—
1
distrutto affatto.
Maltignano
261
121
3
Ooosce
290
3
—
3
in parte rovinato.
Opagna, Cascine
e Tremerzo
140
16
— .
3
affatto distrutti.
Baratta : Terremoti ecc.
13
[1703]
*. degli
ibltautl
N.del
cadute
Chiese
caduto
■ T2
1
„
— poco danne^g'iat».
24
nessuDo
—
l quasi distrutto.
144
nessuDO
—
— in parte dannegg-ialo.
32
nessuno
—
— poco dann^ffiato.
157
1
„
— affatto demolita.
53
nessuno
_
1 in parte distrutto.
38
3
_
1 quasi tutta distrutti!.
210
32
— 1 in gran parte rovioato.
[In parte]
5»
20
_
1 quasi tutto distrutto.
145
69
-_
1 affatto rovinato.
95
44
-
1 quasi distrutto.
cj
TERRirORIO D
Spoleto
, dettll
Qllttlltl
N.del
morti
rase
cadute
Chiese
cadute
quasi rovinato,
quasi tutto spianato,
per meli abbattuta.
alquanto dannegg'iato.
quasi rovinati,
affatto distrutto.
1 — 1 affatto distrutta.
? — — per metà rovinato.
ssunu — ~ danneggiati.
alcune case distrutte.
— inabitabile.
inabitabile.
ridotta in pessimo stolto,
distrutto completamente,
non T\ì molto dannegg.
edifici danneggiati , ma
non rovinati.
vari danni,
tutto distrutto,
quasi inabitabili.
[170d)
195
d) LocautA
CONFINANTI DELLE MARCHE
Locslltà
N. degli N
.dei Case Cliiese
MM\^\^-%mKM^V^
abitanti morti cadute cadute
c / Mevalo, Chiu-
•^ [ sita
187
37 —
1
distrutti completamente.
.- 1 Orvano
80
— —
—
abitabile.
^ < Croce
128
— —
—
semplicemente scosso.
.2 1 Fematre
200
1
—
qualche danno.
h 1 Rìofreddo
80
— —
—
in parte caduto.
^ \ Rasenna
30
— —
qualche danno.
A rquata del Tronto —
— —
—
._
e ville
1800
15 40
—
il resto inabitabile.
Borgo (fraz.)
—
— —
—
edificii riattabiU.
Pescara (fraz.)
—
— 50
—
—
e) Alcune località deli
/ Aquila
Fuochi
Abitanti Morti
Feriti
Accumoli
300
-"
300
60
quasi totalmente distrutto
con i suoi casali.
Àmatrìce
~~*
•■"
200
molti
la maggior parte caduta con
i casali.
Antrodoco
200
1800
300
50
rovinata dalle fondamenta.
Arrìschia
2000
400
100
nessun edificio in piedi.
Barete
100
—
100
200
caduta nella maggior parte.
Borbona
V53
—
70
26
come la precedente.
Borgrhetto
100
—
30
alcuni
rovinata più della metà.
Campana
—
—
—
—
spianata.
Castel S. Angiolo
—
—
pochi
—
assai danneggiato.
Cittaducale
^~~
'■ ■
— —
4 case cadute, molte lesio-
nate ed inabitabili.
Citta reale
160
1000
500
—
spianata con i casali.
Colle
200
—
moltissimi —
quasi totalmente distrutto.
Leonessa
400
™~
1000
—
totalmente rovinata con i
casali ; 542 case abbatt.
Lagnano
150
—
40
alcuni
tutto distrutto.
Montereale e ca-
sali
600
6000
5Q0
150
nessuna casa rimasta in piedi
Onda
—
—
—
—
rimaste in piedi poche case.
Paganica
—
—
—
—
quasi tutta rovinata.
Pendenza
30
—
pochi
^
abbattuta interamente.
l^zzoli
^~
"~
200
200
la maggior parte caduto, il
resto inabitabile.
Posta
—
1600
504
106
_^
S. Gregorio
—
—
—
—
spianato.
S. Paolina
150
—
80
molti
abbattuta.
Scoppilo
—
—
—
—
spianato.
Tempera
—
-r-
.1,*
—
rovinati i mulini e le cartiere
196
[1703]
Chnclaaioni — per la natnra delle notizie mccolle non è possibilf
il poter determinare con rigorosità quale Bla la distribnzione dei danni
recati specialmente dalle due maggiori scosse (14. 1 e 2. II). Considerata
nel BUG complesso, 1' arca entro cui si ebbero i massimi effetti dina-
mici, A forma molto irregolare : a settentrione parto poco sopra Norcia
quindi passa per Cascia, Buda, Leonessa, Lugnano, Borbona, Sa&sa,
■^
f^'V-
l„ ■..JlUkjt.- -.,
1 -t—fc ; ' /«fi,, '>*" • '
' . I "r"* 51—,. .^
.SV,>.
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H*-^"'--
Fio. 13.
Scoppilo, Aquila e si spinge a mezzodi fino a Castelnuovo, donde ri-
salendo include Paganica. Pizzoli. Montereale, Amatricc, Accumoli. ecc.
Nella cartina qui nnita (fig. 13) si trova delimitata la parte della
zona dì massimo scuotimento clie si trova nel territorio umbro.
Volendo, entro i limiti del possibile, fissare quali Bieno stati le por-
zioni di tale area urtati in special modo dalla prima e dalla seconda
ccofisa, possiamo approssimativamente dire che quella del 14 gennaio
[I70:ij 197
>]ùn8e i suoi più funesti efiPetti fin quasi ai pressi di Cittareale, Ac-
cumoli escluso ed inclusa invece, secondo il Baglivl, Leonessa ; che la
zona più colpita dal parossismo del 2 febbraio si estende da Accumoli
a Cittareale fino a Castelnuovo e dalla parte di occidente si protrae
fino ai pressi di Cittaducale.
La seconda scossa che abbiamo considerata (21^. 16 genn.) colpì una
n.gìone intermedia giacché la sua area mesosismica rlsidta composta
della porzione meridionale della prima, e di quella settentrionale del-
l'altra, con maggiore tendenza però verso quest'ultima. Oltre a ciò
è necessario tener presente che qualche replica fti corocentrica ad altre
località : sono degni di essere qui menzionati : il terremoto del 15 feb-
ììraio che colpi in special modo Rieti e dintorni, quello dell' 8 aprile
ùiscia« e quello del 29 giugno Spoleto, ecc.
La zona dei danni considerevoli dalla parte di settentrione comincia
da Camerino e San Ginesio ed include Spoleto, Temi, Teramo, ecc. :
furono essi leggeri a 8. Severino Marche, Trevi, Todi, Narni, Poggio
Mirteto, Rieti, Solmona, Ascoli, ecc. La scossa del giorno 2 febbraio fu
fortissima o molto forte a Roma, a Velletri fino a Roccamonfina. Le
(lue maggiori furono intese innocuamente, ma con violenza^ a Gualdo
Tadino, Napoli, Viterbo, Perugia, Gubio, Matelica, Tolentino, Fossom-
brone, Urbino, Pistoia, Firenze, nella Romagna, ecc. Secondo il Ba-
llivi furono scosse lievemente anche Milano e Venezia.
Data la maggior vicinanza di Roma al centro Aquilano che non al
Norcino, si capisce come V attività del primo abbia su di essa agito
più intensamente che non V altra : il mare, anzi, alla foce del Tevere
ntd momento della scossa del 2 febbraio si ritirò, al dir del Baglivi,
di qualche passo dal lido per ritornarvi subito dopo.
[602] 1703. Monte Baldo (Verona)
(toiRAN A.: St. sUm. ecc., i>ag. 50 e 150 - Secwda appendice ecc., pa^r. 9-11.
Nei primi mesi dell' anno 1703 furono urtati violentemente i paesi
dello falde occidentali del M. Baldo, cioè, Malcesine, Cassone, ecc.
j^iacchè air 8 marzo quei di Malcesine convocarono i rappresentanti
(lei comani per far voti ai Patroni affinchè facessero cessare i fla-
grelli. Trovo che al 20 gennaio a Verona, circa a 20**, fu sentita una
torte scossa che non apportò alcun danno e che sopra il Garda avvenne
un grande franamento con rovina di parecchie case e con la morte di per-
sone. Può darsi che la scossa di Verona sia una ripercussione del mag-
gior terremoto del Baldo : essa fu sentita a Guastalla (^), leggermente
.1} Nella cronaca ma. del Resta, citata da Corradi [Ann. delle epidemia ecc., parte iv,
Cuc. T, pa^. 5-7], per Guastalla si ricordano due altre scosse, una avvenuta al 27 lufjrlio
\HQ e raltra al 7 dicembre 1704 in corrispondenza forse quest' ultima ad un terremoto
avvenuto a Bologna ed a Firenze (PKaiutv).
Id8 [1703 -Itóà]
a Brescia, secondo il Lais (Esame di un nuovo docum. metear. del se-
colo XVII in ordine alle idrometeore Bresciane^ in « Atti Pont. Acc.
N. Lincei » voi. XXXIX, pag. 250 (2) Roma 1886), ed anche a Mi-
lano, ove fa più che in altra parte della città, sensibile nella piazza
del « Verziere » come dicono gli Avvisi di Foligno (N. 5: 31 I 1703>
In quest' ultima città nel di 24 fìi avvertita nn altra lieve scossa che
pare sia stata più intensa a Lione (Avvisi di Foligno^ N. 6 : 8 II).
[603] 1703. PieHODte.
Baolivi a. : De progressione ecc. - MAraldi : Relations des trembl. ecc.
A 17^ circa del 13 maggio, secondo il Baglivi, a Grenova si senti una
scossa che il Perrey dice intesa anche a Carmagnola : il Maraldl dà
notizia di due lievi scuotimenti avvertiti in Qenova air 1 e 2 loglio,
r ultimo dei quali sarebbe stato solo sensibile alle persone che lavo-
ravano nel molo. Il mare si abbassò (da queir istante ?) di 6 piedi in
modo che le galee toccavano il fondo ; tale diminuzione di livello durò
per circa 15.°*
Secondo il Mercalli (ì terr, della Liguria ecc., pag. 29) nella notte
dal 28 ^1 29 dicembre furono sentite in Asti replicate scosse di terre-
moto per circa mezz' ora ; il Benevelli d' altra parte aggiunge che il
terremoto del 1703 fu violento anche a Carignano e forse allo stesso
anno 1703 e probabilmente a qualcuno dei terremoti precedentemente
ricordati od a quello di Milano-Lione (24 gennaio) di retro accennato
(N. 602) è da riferirsi la notizia data dal Mercalli (I terr, della Li-
guria^ loc. cit.) che a Villafranca (Pinerolo) sul principio del secolo XVII
ripetute scosse apportarono danni sensibili, obbligando le persone a sog-
giornare negli orti e nei giardini per circa un mese.
[604] 1703. Maggio 25. Montecassiio.
Pilla l. : Relax, dei treni, ecc., pag. 101.
Al 25 maggio, a 5*» Vz? grandissima scossa, e verso le 12*» altra più
intensa : varie repliche lievi fra cui una a 5** del 28 agosto.
[605] 17Ó4. Spoleto.
O. Mercalli : Vulc. e Jenom. vulc., pag. 230 - Taramelli : Dei terr. di Spoleto ecc. pag. 31 (estr.)
Il Mercalli scrive che al 20 maggio in Spoleto e dintorni si senti-
rono due scosse fortissime e che neir anno le repliche furono continue.
Il Taramelli non ricorda nel 1704 per Spoleto che una scossa avvenuta
a 3** Vi circa del 27 febbraio, intesa con spavento dalla popolazione.
[606] 1706. Aprile 14. Siena.
O. Campani e Toscani : Sui terr. arv. in Siena ecc. pag. 290.
Al 14 aprile in Siena tre scosse molto forti : nessun danno.
[1705-1706] 190
[607] 1705. Novembre 29. Montecassino, Abruzzi.
Pilla l. : Relaz, dei tretn. ecc., pa^f. 101.
A 10** del 29 novembre gagliardissima ma breve scossa a Montecas-
^ino intesa a S. Germano : non apportò danni alla Badia. Il De Marco
Monte Costino ecc., pag. 73) aggiunge che cagionò grandi rovine negli
Abmzzi. In dicembre varie repliche.
[60S] 1706. Marzo - Maggio. Reggio. Messina.
D. c.vBBoNi-Gftio : / terr. di Calaùria e di Sicilia ecc., pai?. 61 - De Lorenzo: Memorie per
servire alla Storta di Reggio ecc., voi. l, parte ili, pag. 261-2.
Nei mesi citati la Calabria ed il Messinese furono interessati da un
periodo sismico abbastanza forte, del quale ho ritrovato le seguenti
notizie :
Al 19 marzo, a 7*» 45" (notte), a Reggio violentissima scossa con
replica, intesa anche a Messina, al Faro, a Scilla : caduta di calci-
nacci : entro 2*» altra scossa a Reggio. Nel di 20, a 15**, nuova scossa
ond. a Reggio, a Gerace, a Bova, a Messina, al Faro, nella Piana. Nel
22 ad 8^ e 11"» ital. a Reggio due repliche : al 23 a 20*» ed V" (notte)
due altre intese anche nelle stesse località di quella del 19. Al 2 maggio
ad 8"* 45™ e 13*» 30*" a Reggio, a Palmi, a Cittanova due scosse ed
una a 19*» 15" del 13 a Reggio, a Bova, a S. Lorenzo ed a S. Agata :
altra a 13*» del 21 a S. Agata ed a Reggio.
Le scosse di questo periodo sismico pare siano riuscite più dannose
al Reggino che non al Messinese : si mostrarono abbastanza forti nella
Piana e si propagarono con minor intensità, anche nel versante ionico.
[609] 1706. Settembre 29. Sieilia, Trapani?
PfKRET A. : TrerHbh penins, Jtaì.y pag. 35.
Il Perrey, seguendo Von HoflF, scrive : al 29 settembre in Sicilia
terremoto che distrusse Trapano del Vasto (sic) a 15 miglia da Palermo :
Huot lo riporta al 30 ottobre ed aggiunge che vi furono 1000 vittime.
Questa notizia è piena di errori : nessun < Vasto » esiste in Sicilia
e tanto meno un e Trapano del Vasto » . Io credo con ciò si voglia
alludere a Termoli e Vasto in provincia di Chieti, cioè al grande ter-
remoto della Maiella del 3 novembre. Il Mongitore, autore accuratis-
simo, non ne fa cenno alcuno : egli nel 1706 registra solo (op. cit. pa-
gina 413) una o due scosse sentite a 14*» del 3 maggio a Palermo :
anche il Capocci non mette tale terremoto nel suo catalogo.
f610J 1706. Novembre 3. Maiella (Abruzzi).
A. D8 NINO: Il terremoto del noe in Sui mona - Distinta relazione del danno cagionato eco. -
A. perrklla : Effem. della prov. di Molise, voi. n, pa^. 235-37, isernia 1892.
liC scosse principali furono due : la prima, la maggiore, avvenne a
'21'» del 3 novembre, l'altra a 3^ circa della notte.
àOÓ [17061
Un cronista sincrono, citato dal De Nino, afferma che la più intensa
in Sulmona cominciò con un forte tremolio durato parecchi secondi,
susse^ito da un fortissimo urto verticale : in Napoli invece si ebl>e
dapprima un sussulto e poscia si senti ondulare ii terreno per consi-
derevole spazio di tempo.
Per quesfo terremoto in Campobasso restarono lesionate molte case
e cadde gran parte del campanile della Chiesa Maggiore ; Fornelli*
Roccacicuta e Bagnoli soffrirono notevolmente, neir ultima delle quali
località rovinò il palazzo del goveruatore. Chieti non risenti danni no-
tevoli che nel palazzo della R. Audienza e nelle carceri, che rimasero
minacciose di prossima rovina : il campanile della Chiesa Maggiore fu
pure molto lesionato. In Manoppello le chiese, le case ed i monasteri
furono affatto rovinati con 250 morti. Turri cadde per metà : 7 vit-
time. La parte di S. Valentino posta sul declivio precipitò totalmente.
Taltra fu solo molto conquassata e si ebbero in questa località a de-
plorare 10 vittime. Musellaro e Salle, alle falde della Maiella, furono
quasi disfatti e perdettero rispettivamente 15 abitanti V uno e 16 Tal tre.
In Caramanico, dalla parrocchia in basso tutto fu adeguato al suolo
ed il restante ebbe a soffi'ire molti danni con 20 morti circa. Uguale
numerp di vittime ebbe il piccolo paese di Lettomanoppello, che rimase
affatto distrutto ; identica sorte toccò ad Abbateggio ed a Serramona-
cesca : invece Tocco rimase rovinato per metà e l'altra parte minac-
ciosa di prossima caduta ; quivi morirono circa 100 persone. Lama de'
Peligni fu inabissata e solo dalla parte della montagna rimase qualche
muraglia : verso il vallone tutto fu ridotto in un mucchio di rovine :
a 130 quivi ascescero le vittime, oltre a 120 i feriti. Taranta fu ade-
guata al suolo e pianse la morte di 100 persone ed altrettanto fu il nu-
mero dei feriti ; nemmeno una casa quivi rimase abitabile, eccettuata
la piccola chiesa di S. Maria della Valle fuori dell'abitato : la vicina
Letto Falena fu essa pure disfatta e sotto le rovine rimasero oppressi
60 abitanti. Sotto al rovinio generale delle case di Falena perirono più
di 300 persone e 100 altre rimasero mortalmente ferite. Fara S. Martino
cadde per metà, il resto fu reso inabitabile : 5 morti e 120 feriti circa.
In Pescocostanzo si ebbero 11 vittime e pochissime case rimasero in
piedi ; in Bussi tre soli edifici, quantunque squarciati e cadenti, non
furono distrutti: quivi perirono 4 persone. In Pentinia furono trovati
più di 150 morti : 4 in Forlì del Sannio, paese rimasto tutto diroccato :
in Mon tenero Val Cocchiara ed a Cerro al Volturno molti edificii ca-
duti con 3 morti nel primo e 4 nel secondo. Gamberale fu tutto spia-
nato con 100 e più vittime. In Borrello tutti gli edifici rimasero o ca-
duti o cadenti, senza però caujsare nocumento alle parsone. Pòpoli fti
tutto fracassato e cosi pure Pettorauo; Archi e Bomba furono gravemente
[1706] àOl
(iauneggiati : ugnai sorte toccò .a Pacentro, ove, fi'a Taltro fu conquas-
sata la piccola chiesa della Madonna dei Sette Dolori (docum ms, Arch.
parr.) : in Pratola Peligna, sotto le macerie di molte case perirono 4
individui e molti altri edificii rimasero in istato minaccioso. Raiano,
Castiglione, Rocchetta e Rivisondoli furono tutti disfatti : in Agnone
oaddero 5 case ed il campanile della chiesa di S. Marco. Vasto sofifrl
assai: in Belmonte e Schiavi di Abruzzo caddero 10 case: in Castel di
San^nro precipitò il castello vecchio superiore con le case circostanti e
molte in quello inferiore. Rocca Cinquemiglia, Roccavalleoscura e Roc-
caraso furono disfatte interamente. Solmona fu quasi del tutto abbat-
tuta, pacche il solo convento dei Cappuccini, il campanile dell'Annun-
ziata ed il Palazzo Monti rimasero in piedi: rovinarono dalle fondamenta
fra gli altri edificii la Cattedrale, la chiesa dell'Annunziata (eccettuato,
rome 6 detto, il campanile), il Collegio de' Gesuiti, sotto cui 5 persone
rimasero schiacciate : nei monasteri di S. Monica, di S. Caterina, di
S. Chiara e di S. Agostino, si ebbero rispettivamente 2, 5, 0, 2 e 2 vit-
time : in quello dei PP. Predicatori 2 feriti soltanto. Secondo il De Nino
op. cit.) il numero dei morti in città ascese a 1000 dei quali 740 erano
persone ivi abitanti e le altre forestieri.
Soffri pure dei danni la Badia di S. Spirito del Morrone. Torre passeri
ed Acquaviva furono distrutti ; Celano, Gagliano, Aterno e Montereale
furono molto danneggiati ; Aquila solo leggermente. In Città di S. An-
gelo cadde il campanile della chiesa dedicata a S. Michele, come scrive
il Biodi (Man. stor. ed artist. degli Abnizzi, pag. 474, Napoli 1889),
che però erroneamente attribuisce il terremoto al 1709.
In S. Pietro Avellana caddero 60 case ed altre 28 in parte rimasero
abbattute ed in parte cadenti : neirabitato*rovinarono inoltre due chiese
ed in parte 8 masserie ed altre 7 appena fuori dalla città. Quivi 46
persone trovarono la molte : 35 di queste furono tosto estratte cadaveri
e le altre morirono poco dopo. A Castel del Giudice furono distrutte
totalmente 42 case, altre 60 gravemente lesionate : 4 masserie furono
totalmente disfatte entro V abitato ed altre 4 appena fuori rimasero
cadenti. I morti ascescero a 42 ed il danno, compreso quello arrecato
alla Matrice, alle altre chiese, all'ospedale ed agli editici pubblici, ascese
a 8406.20 ducati. I danni in Pescopennataro furono di ducati 9240. A
Cassino, come nota il Pilla, il terremoto fu assai violento e duraturo
e fu seguito da varie repliche, ma non causò alcun danno.
A Napoli, come trovo notato nel Diario Napoletano, già parecchie
citato (Arch. Star, per le prov. Napoletane, voi. X, pag. 479, Napoli
1885) la scossa delle 21^ non produsse alcun danno, ma causò grande
timore; a S** di notte ed a 12^ della mattina seguente si ebbero due
altre repliche, non sentite dalla generalità degli abitanti.
[1706-1707]
oa il terremoto fa pure, come nota il Gagliardi [Dell' infermo
Boma 1720, parte II, pag, 130) sentito con maggiore spavento
i entro cui il terremoto è stato disastroso & forma molto irre-
è racchiuBE età una linea (fig. 14) che inclade Manoppello.
lacesca, Fara S. Martino. Borrello, Pesco Pennataro, Castel
ice, S. Pietro Avellana, Forlì del Sannìo, Cerro al Voltamo.
a, Montenero V. C, Roccaraso, Pescocostanzo, Pettorano, Sol-
Etiano, Popoli, Castiglione e Torre Passeri.
Fio. H.
jentro di questo terremoto deve trovarsi nei dintorni delln
ove dopo il giorno 5 furono sentiti dei rombi cupi come epari
ieria e nei luoghi vicini piccole scosse : presso Pettorano.
aramanìco ed in altre località alle falde di detto monte ai apri-
te spaccature nel suolo.
ta figura mostra l'andamento delle principali zone isosismiche
area mesosismica disastrosa ; BB, rovinosa e G quasi rovinosa.
1707. Marzo 24. Dintorni di Acqaasparta (Perug-ia).
Il Btatu (Il BuiDR : j/ju. Cameralia Diversa, tomo XXIl, fo). lOH-lfl r. e v.
fine di marzo scosse fortissime urtarono i dintorni di Acqua-
aeciaimcnte le cosi dette • terre Amolfe » : la maggiore com-
accadde a SC" circa del giorno 24 di detto mese e fu seguita
ho pt^r tutta la notte seguente. Non si ebbero a deplorare né
né feriti : poche case furono interamente crollate, ma molUs-
[1707-1711] 203
sime per le lesioni subite, furono rese inabitabili. I luoghi che soffri-
rono maggiormente furono i seguenti : Colle di Campo ebbe i più gravi
danni e per restaurare l'abitato, quantunque piccolissimo, si stimarono
necessari più di 1000 scudi romani. La chiesa di Forzano fu ridotta
ad essere inservibile per le fenditure ricevute e per il tetto minaccioso
di rovina : le case del paese furono rese tutte pericolanti. La chiesa
di Fiorenzaola ebbe il tetto aperto, i muri screpolati con un danno di
1000 scudi : le case rimasero in piedi, quantunque in cattivo stato.
Litema e Fogliano furono danneggiati come il precedente abitato ;
Arezzo un po' meno. La chiesa di Messenano fu più rovinata di quella
di Fiorenzuola e l'abitato ricevette gravi danni. Macerino invece soffri
poco.
Nei cataloghi del Perrey, del Mercalli e del Malvasia-De Rossi non
si trovano notizie per i paesi circostanti riguardanti questo terremoto,
i cui effetti devono perciò essere stati oltremodo assai localizzati.
[612] 1707. Ottobre 16. Sicilia.
MONoiTORB ▲. : Utor, cronoL dei terr. ecc., pag. 413.
Al 16 Ottobre, a 8*^ Vt^ violentissimo terremoto in Catania^ Augusta,
Lientini, Piazza ed altri luoghi. Nessun danno.
[613] 1707. Marzo 3. Calubria?
D'aho SapolUano dal 1700 al i709 in « Arch. Stor. per le prov. Napol. » Anno x, fòsc. iv,
Vàg, 627, Napoli 1886.
11 citato diario reca testualmente : « Con lettere di Calabria sotto
il 3 di questo corrente mese [marzo] s' intese dopo vespero fortissimo
terremoto che ha portato gran danno airedificg di quelle terre, repli-
cando nella Basilicata, risolse la città di Maratea portarsi processio-
nalmente... >
[6U] 1709. Gennaio 8. Trapani.
MoNurroRB A.: Mar. crotwL det terr. di Sicilia ecc., pagr. 413.
A 4*» Vt deirS gennaio forte scossa a Trapani : a 6^ una replica. Al
U gennaio poi tre scosse a Catania, a Randazzo ed a Francavilla.
[615] 1711. Gennaio - Febbraio. Reggio Calabria.
pERBtT A.: Tremai, ecc., pag. 36 - db Lorenzo : Afem. da servire alia Si. ecc., voi. I, parte
m, pag. 208 - Db Rossi-Malvasia: Documenti ecc., pag. 10-1 1.
Il Perrey, seguendo Von HoflF, ricorda che al 7 gennaio fra le 3 e le
4^ della sera furono sentite a Kcggio Calabria tre scosse. La cronaca
sincrona del reggino Cama, pubblicata dal De Lorenzo, segnala a lò^ 30"'
di detto giorno una scossa, seguita mezz'ora dopo da replica : nessun
danno. Poi al 21 febbraio, ad 1^ 15"", una forte e due a brevi intervalli
204 [1712- 17U]
a 20 30'' del 27. Nei Documenti pubblicati da De Rossi e Malvasia si
riporta nna corrispondenza da Napoli del 17 febbraio, ove si narra che
non solo in Reggio fu sentito il terremoto con grande spavento, ma
anche in tatta la proviocia, senza però che apportasse grandi danni ;
che si propagò pare a Messina ed in altri luoghi dell' isola, che infine
gran parte delle popolazioni stavano attendate iu aperta campagna.
[616] 1712. B«H>.
PERREY A. : Trembl. penti». Ilaì., pag. 96.
Seguendo Von Hofif, il Perrey dice che sul principio dell'anno sì
senti a Roma una scossa che fece rovesciare una volta nel Seminario
Romano.
[617] 1712. Maggio. Caupobasso.
MiLVAsTA-I>E BOSSI: Documenti ecc., paff. Il - S.irsblu P.: UU. Beet., voi. vii, pa*f. '1,
lettera 39.
Circa i primi di maggio ai senti in Napoli una gagliarda scossa clie
incusse spavento nella popolazione ; In CampobaBso. per un terremoto
seguito da repliche, furono rovinate alcune case e chiese. Durante il
mese di maggio e fino al 15" giugno in Benevento parecchie forti,
[618] 1712. Luglio 16. BrniiaHe, Stilo (Calabria).
CAlmONK G. I>, ; / terr. Ai Calabria., paR, SCI - Ualvasia-Ue Rossi: Docunieiitl ecc., IKifT. 11.
Al 9 luglio, a 8*' Vii * Keggio e Stilo una scosBa; al 16. a 5* ital..
a Reggio una violenta, che a Bruzzano e Stilo f\i fortissima, avendo
causato delle fenditure in qualche muro. A questo terremoto allude
certamente la notizia, datata da Napoli 19 luglio, pubblicata da Mal-
vasia e De Rossi, che, cioè, in Calabria, sia stato sentito, con danni, an
nuovo terremoto.
Ha§safra (Lecce).
Al 3 e G gennaio scosse di terremoto a Bari : iu Massafra precipita-
rono 2 case.
[620] 1713. Marzo 25. Sessa.
M*LVAS1A-DK Russi : op. eli., pag. 11.
AI 25 marzo, di notte, a Sessa (Aurunca o Cilento?) fortissima
scossa : qualche danno.
[621] 1714. Agosto. Salerna.
Uai-vabia-Du ROSSI: op. CU-, PSR. 12.
Nell'agosto alcnne scosse fortissime fecero diroccare in Salerno quattro
^ I V
[1715 - 1716] 205
0 cinque case con morte di qualche persona ; furono intese anche in
Avellino.
[622] 1715. Febbraio 19 e 21. Reggio Calabria.
CARBONE Grio. d. : / terremoti di Calabria ecc., pag-. 62 - db Lorenzo A.: Mem. da $erv. alla
St. $ac. e e tv.... di Reggio^ voi. I, pag. 267.
A IG>^ del 19 febbraio a Reggio Cai. scossa sentita anche nella Piana
a Koccella ed a Caulonia: al 21, a 1^ e 5*" ant., due molto forti in Reggio
e nelle località citate che produssero screpolature negli intonaci delle
pareti : a 15^ ital. del 30 agosto a Reggio un altra ed a 7^ ital. del 14
settembre una seguita da replica più violenta.
Il Mongitore ricorda (Op. cit. pag. 413) che al 24 febbraio di questo
anno si ebbero 9 scosse a Naso ; non vi sarà errore di data, invece
che al 24 non si riferiranno al 21 ?
623] 1716. Sieilia.
MoNoiTORE A.: ist. cromi, de terr. ecc., pag. 441.
Al 21 febbraio, secondo Mongitore, furono sentite violenti scosse nel
Valdemone, specialmente a Castroreale. Nulla mi risulta per le Calabrie.
Per maggio e giugno il Perrey (Trembl. ecc., pag. 36) dice che in
Catania e Siracusa furono avvertite diverse scosse molto più violenti
ad Algeri, ove perirono sotto le rovine dei fabbricati circa 20000 per-
8<me, e che al 1° dicembre, a 4** di mattina, uno scuotimento violento
urtò Messina, e fu fortissimo a Catania, rovesciando varie case : ciò
secondo von Hoff.
Il Mongitore, dopo le scosse di Castroreale precedentemente accen-
nato, null'altro aggiunge : ciò mi fa ritenere erronee le notizie date
dal Perrey, tanto più poi che il Chesneau (*) riguardo al terremoto di
Algeria dice che il 3 febbraio a 2^ del mattino fa ivi sentita una prima
scossa disastrosa, seguita da repliche più o meno forti ed al 26 da una
nuova commozione intensa come la prima.
Secondo la cronaca Cama, pubblicata dal De Lorenzo (Op. cit., voi. I,*
pag. 267), a 10** */* ital. del 14 settembre, si ebbero in Reggio Calabria
tre scosse a breve intervallo.
[624] 1716. Ottobre 4. Cascia (Perugia).
C4K r:Hi V. C'. : Nonnulla de terraemotu ecc., pagr. 351.
Il Cocchi, scrivendo al Lancisi, dava notizia che « secunda noctis
bora [4 ottobre] vehementius consueto mota est terra » per cui ag-
giunge che anzi poco mancò che la città non fosse nuovamente di-
'1} cuBSNEAU B.: .Vote sur les tremhleììients de terre en Algerie ln« Ann. dee Mlnes »,
JHQvier 1802, pai?. 7-8 (estr.), Paris 1892.
206 [1717-1718]
strutta. Si aprirono g^^ndi screpolature nelle pareti. Lo spavento del
Cocchi e di tutti gli abitanti fu grandiSBimo.
e non si parli di repliche pare che il timore (e quindi
ansa) sia durata per parecchi giorni, perchè' egli scrive
si andava a letto con lo stesso animo con cui si sarebbe
alo,
•a notizia danno di questo terremoto i varii cataloghi e
sismiche.
Aprile 4. ' ViMri* (Siracusa).
lor. eroH. Oet lerr. di Sic., pag. IH.
leta della sera del 4 aprile an fiero terremoto urtò Vit-
vi cadere una casa, sotto le cni rovine sì ebbero a de-
ime : tale scuotimento si propagò in tutta la vai di Noto.
'Trembl. ecc., pag. 36) oltre alle scosse del 22 aprile, di
, poco, dà le seguenti notizie : maggio-gingno-Inglio pa-
oli in Sicilia — 15-17 giugno a Siracusa e Messina scosse
) qualche danno — 27-28 a Catania alcune violenti pre-
libi fortissimi.
re (loc. cit.) non ricorda queste scosse, ma invece le se-
lio, 4'' SO" ital. due a Catania — Ifl settembre, 17" ital..
t ed in vai di Noto — 21, altra nelle stesse località.
Aprile 22. Castrtreale (Messina).
nnuuu TrlMcriae terraemotu, pag. 125-131 - uoNaiTORsA.: J$t. Cromi. det
isto come già nel 1716 [623] fOB8ei*o state sentite a Ca-
) scosse : ora all' aurora del 22 aprile a Messina un for-
fu precursore di una scossa della durata di un ■ credo >
tllai'e le case e spaventare la popolazione. Fu forte sopra
reale che ricevette gravissimi danni : caddero alcune case,
,rono conquassate e rovinose : furono rotti tatti gli acque-
scossa fu intesa a Pozzo di Gotto, a Milazzo, a Kometta. a
Eolie, ecc.
Giugno. Liv«r««.
n M. S. ; Documenti ecc., pair. \ì.
imi giorni di giugno parecchie scosse a Livorno, alcune
tsai violenti.
Febbraio 20. Siracnsano e CatiBe.«e.
. eronol. del lerr. iti Sicilia, pag. 415.
raio, a IS"" '/s ital., a Nicosia (Catania), a Lentjni, a Car-
[1718 - 1719] 207
lentini (Siracusa), a Rogalbuto, a S. Filippo, a Gagliano (Nicosla), ad Ali-
mena (Cefalù) ed in altri luoghi vicini violenti scosse con qualche danno.
[629] 1718. Marzo 10. Noto (Siracusa).
UoNQiTORE A.: Op. Cit., pa«. 415.
Al 10 marzo a Noto terremoto gagliardissimo. Il Perrey (TrembL pen.
JtoZ., pag. 36) dice che verso il 18 marzo a Catania fafono intese nuove
scosse che fecero rovinare alcune case.
Al 19 giugno si ebbe, verso le 10** V21 ^^ A^ro scuotimento ad Au-
gusta ed al 25 e 29 agosto, rispettivamente a 3^ di notte ed a 23»» V,
ital., due lievi a Palermo.
^630] 1719. Gennaio 7. Prioli.
m%lvasia-De BOSSI: Documenti ecc., pag. 12 - pbrrby a.: Trembl. penins, Itah, pag. 37 -
Piovenb: Cron, terr. a Vicenza, pag. 50 - Scarpa: Terr. aw. a Treviso, pag. 181.
Verso le 3** della sera del 7 gennaio a Venezia una forte scossa della
durata di un « credo » incusse panico, fece cadere qualche comignolo
ed aprire varie lievi fenditure : pare — secondo i documenti Malvasia-
De Rossi — che abbia nel Friuli causati danni maggióri, avendo ivi
fatto cadere alcune case. Però il Tommasi, nel suo catalogo dei terre-
moti friulani, non parla di questo terremoto : sappiamo però che a Tre-
viso fece cadere qualche comignolo, che a Vicenza fu forte ma senza
danni, che si propagò anche a Padova, a Bologna, a Ferrara e lieve-
mente fino a Verona ed a Pesaro.
;tì31] 1719. Maggio 23. SiracDsa.
MoNorroRB A. : Istor, cronoL dei terr, ecc. pag. 415.
D 13 gennaio, a 2** V« ^ì notte, si sentì a Ragusa ed a Vizzini una
scossa che provocò grande spavento ; al 21 aprile, a 4** di notte, tre a
Catania ; a 3** del 19 maggio una a Palermo ed infine nel 23 maggio
un terremoto urtò Siracusa, Catania, Ragusa ed altre città. Il Perrey
(Op. cit., pag. 37), citando il Jour/iaZ historique- {^q^X. 1719: pag. 185),
registra al 23 maggio un terremoto a Siracusa che fece rovesciare più
c^ise e fh seguito per più giorni da repliche. Dubito dei dettagli ri-
(Tuardanti V intensità dati dal Perrey, perchè mi pare che se tale
scossa avesse recato danni, il Mongitore, autore accurato, V avrebbe
accennato.
[632] 1719. Giugno 27. Norcia (Perugia).
Maia'asia-De rossi M. S.: Documenti ecc., pag. 12 - moroni: Diz. a* erud., voi. LXIX,
pag. 35.
Dopo le 10*» V« del 27 giugno a Roma lieve scossa lunga un « ave » ;
fa gagliarda a Rieti, a Spoleto, a Foligno ed in altr^ luoghi circonv^-
[1720]
"oi'cia ed adiacenze fece cadere alcune case con morte di
ersona. Visso non pati alcun danno.
780. Gennaio 10. Alpi A|hih« (Toscana).
m: I terr. Apuani, paj?. 6 lestr.)
gennaio, a 9^, nelle Alpi Apuane fiera acoasa che forse corrì-
n quella registrata dal Perrey (Tretnbl. peniti». Ital., pag. 37)
2 a Genova ed a Livorno : altre lievi ad l*" ant. del 12. ad
el 13. a a*" ant, circa del 17 gennaio, e poi a IC pom. circa
) 13 maggio.
T20.Agvstu 27 28? Atina (Caserta),
aojsi: Dodiittenti ecc., pag- lS-13 - pilla l.: Relaz. dei Irem. ecc., piig. 102.
lite volte citati Documenti si apprende che al 27 o 28 agosto
furono sentite due scosse, le quali, quantunque innocue, ge-
grande apprensione : a Montecassino produssero danni all'ab-
icero rovinare alcune case nei dintorni.
nota per Montocassino una prima scossa assai gagliarda ad
del 7 giugno, ed an altra nella notte del 19 agosto molto forte
i intensa nella vicina Atina. La qual notizia, che forse * la
ta, si riferisce certamente alla scossa che i documenti Ual-
EÌ03SÌ affermano avvenuta al 27-28 con danno nei diittomi di
Ino.
720. Settembre 12. fler»» (Calabria).
ntbl. peniiu. Ital., pa(c. 37 - Malv*sia-de rossi: DoeuntetUi ecc., i>ag, 13 - uon-
.: Ittor, cromi, del (tir. ecc., pag. 415- db lorento; op. clt,, voi. i, pag. 261.
ey dA notizia di una scossa avvenuta il 9 settembre a Mes-
i quale città produsse qualche danno.
jettembi-e un fortissimo scuotimento in Gerace, cansò la ro-
nonastero con la morte di qualche religioso : pare che qn<«sta
n siasi propagata tino a Keggio, poiché la cronaca Cama.
i dal De Ijorenzo, e le notìzie del Carbone Orio accennano
eguenti : 15 gennaio, S" 45*° ital. scussa a Reggio sentita nella
Laureana ed a Nìcotcra ; questa scossa fu più forte a Mes-
irio di Roma, N. 9 : febbr. 1720) — a 10^ a Reggio nuova
ta pift violenta della precedente a Messina, ove a 11'', ne fu
altra — 27 aprile, 16'' una a Kf^ìo sentita a Rosamo, a
MonteleoiK', a Tiriolo ed a Maida — 28 aprile, 17" circa, una
ed a Tiriolo ed intinc al 17 dicembre, a 7", una a Reggio
a S** IS*" ilal., una ond. lunga e leggera seguita da replica
Il Mongitore alia sua volta non registra nel 1720 che una
ssa avvertita a 12" del 26 ottobre lievemente a PaleiTno,
[1723 - 1724] 209
[636] 1723. Monte Camino.
Ds Marco Q. : Monte Cassino ecc. pag: 73.
Il 30 maggio lieve scossa : un' altra era stata sentita nella settimana
innanzi propagatasi pure air abbazia di S. Vincenzo : al 15 luglio forte
terremoto sentito anche a S- Germano : a 11*^ */2 circa del 12 settembre
una fortissima con replica subito dopo : all' 11 ottobre un' altra molto
forte ed infine al 18 nuova scossa fortissima susseguita nella mattina
seguente da replica.
[637] 1724. Marzo 20. Lovere (Bergamo).
MiLYAsiA-DB Rossi: Documenti, pag. 13.
Al 20 marzo a Lovere e territorio gagliarda scossa con leggera re-
plica al 23 : fti sentita in Valtellina senza danni.
[636] 1724. Settembre 3. Reggino.
Cahbonb Grio d. : / terr. di Calabria^ pafi:. 62.
A 6*» ital. del 17 maggio a Cinquefrònde, a Polistena ed a Reggio ter-
remoto fortissimo con rombo : a 22** 7« ^^^ ^ agosto a Reggio, a Gal-
lico, a Calanna ed a Scilla scossa a quattro riprese della durata totale
di 1» : la prima e V ultima ftirono fortissime e produssero dei crepacci
nei muri.
[639] 1724. Settembre 11. Setacea (Qirgenti).
Savasta f.: Ist. dell* orr, terr» ecc., pag. 14 - monoitore a.: Istor. cronol. dei terr. ecc.,
pag. 415.
A Sciacca TU settembre forte scossa seguita da numerose repliche
fino ai primi di novembre : buona parte degli abitanti abbandonò le
case. A Palermo si intesero due scosse, una a 9*" della notte precedente
il 15 settembre e V altra, più intensa, a 22^ del giorno 18.
[tUO] 1724. Dicembre 11. Travale (Senese).
SoLDANi A. : Relazione ecc., pag. 15.
All' 11 dicembre, circa le 20** (1** pom.), in Siena una gagliardissima
scossa causò qualche leggero danno, vale a dire la caduta di qualche
comignolo e piccole lesioni ai muri, specialmente del convento dei
PP. Carmelitani scalzi. Nella regione Elei ne fece dei gravi, giacché
fece rovinare chiese e case : i paesi che soffersero maggiormente furono
Monte Ingegnoli, Fosini, e molto più ancora Travale, ove vennero ab-
battute 26 case; la Pieve e gli altri pochi ediflcii furono molto danneg-
giati, senza però che vi sia perita persona. Nella carta (fig. 52) sono
segnati l'epicentro e la zona mesosismica.
BARATTA : Terremoti ecc. ' 14
210 [1725-1726]
[641] 1725. Ottobre 28? Rmapia
QiJARiNi P.: / teìT, a Forlì, pa^. 61 - Pkrrey a.: Trembì. penins. Ital., pag. 88- B. Rioan
Ann. della città di Faenza^ voi. in, pag. 298 - O. Simom; Cronist. del com. di Medicina,
pag. 8TO-71.
In una cronaca ms. di un capuccino si legge che in Modigliana,
dopo la metà di ottobre, si sentirono varie forti scosse per più di 20
giorni : la popolazione intimorita abbandonò le case. Alla sera di S. Si-
mone (28 ott.) ve ne fu una si gagliarda che sconquassò tutto il con-
vento e la chiesa di detti padri : nel paese fu abbattuto un solo co-
mignolo.
A Faenza la scossa fa < orribile » e per alquanti giorni furono sen-
tite delle repliche : fu intensa a Forli, a Fontana ed a Casola ; recò
grande spavento a Medicina.
Secondo V Ottieri (Istoria delle guerre avv, in Europa e particolar-
mente in Italia ecc., Roma 1757, VITI, 174) i luoghi che soffrirono
maggiormente per questo terremoto furono Faenza, Brisighella, Berti-
nora. Modigliana e Terra del Solo.
Il Perrey al 4 novembre registra altre due scosse violenti a Faenza
ed al 28 di tale mese (non sarà ottobre V) una nuova che fece danneg-
giare gli edificii.
Secondo il Guarini al 15 novembre si ebbero in Forlì due scosse
ed una breve poi a 1** V*-
[642] 1726. Aprile 9. Monti) Uliveto (Senese).
SoLDANi A. : Jielaz. ecc., pag. &H5.
Circa le 4*» della notte del 9 aprile a Siena fortissima scossa seguita
da due altre leggere : causò si grande terrore che tutti abbandonarono
le case : fu più forte nei luoghi circonvicini e specialmente a sud della
città : a Monte Oliveto determinò qualche lesione e la caduta di una
volta di quella celebre spezieria.
[6431 1726. Settembre 1. Falerno.
Vera relaz. dell'orribile tremuoto ecc. - Ultima e vera relazione delV orribile tremuoto ecc.
MoNoiTORE A. : Palermo amtnonito ecc. - Resgitano : Vera e distinta relazione ecc
A 4** 5"» della notte un violentissimo tremuoto agitò non solo Palermo
ma i paesi circostanti per un circuito di 60 miglia circa : secondo al-
cuni il movimento sismico ebbe 5 riprese, secondo altri cominciò con
moto regolare e presentò 4 riprese sempre più forti.
Nello stesso istante il mare fremendo si ritirò dal lido con grande
spavento di quelli che si trovavano sulla spiaggia : una nave francese
lontana da Palermo 30 miglia, non molto distante da Ustica, traballò
con improvviso moto, talché il capitano credette di aver investito in
qualche scoglio o banco di arena : una barca presso il M. Gallo fu in
[1726] 211
•
pericolo di sommergerBÌ per il « rigonfiamento • e fremito dell'acqua.
I danni in Palermo farono gravissimi e di essi il Mongitore nella
sua citata opera Palermo ammonito ecc. dà una particolareggiata de-
>.*rizione quartiere per quartiere. Quello di S. Cristina fti il meno dan-
Dt'ggiato ma non restò totalmente illeso ; fra gli edificii più cospicui
che risentirono per il terremoto dobbiamo notare il palazzo reale, il
{grande ospedale, il monastero di 8. Chiara^ le chiese di S. Antonio
(ia Padova, del Carmine, del Gonfalone, del Salvatore : parecchie case
inoltre furono rovinate, altre lesionate ed a molte si dovettero tosto
apporre dei puntelli.
II quartiere di S. Agata risenti i maggiori disastri nelle chiese degli
Agonizzanti, di S. Vincenzo, di S. Maria della misericordia ; nei con-
venti di & Niceolò da Tolentino, di S. Caterìnii, della Martorana, di
S. Benedetto ecc. e nei palazzi di Campofronto, Del Carretto e Mella.
Molte case inoltre precipitarono al suolo e molte altre caddero nei di
sasseguenti : tutte le rimanenti ftirono lesionate, certune in modo tale
da rendere necessaria la demolizione dei piani superiori.
Il quartiere di S. Ninfa fd gravemente flagellato e sparso di rovine :
gravi danni furono inferii ai templi ed agli edificii pubblici e privati ;
molte case, benché non precipitate, restarono si offese e lesionate da
richiedere un pronto puntellamento.
Nel quartiere di S. Oliva si riscontrarono pure varie rovine nelle
chiese e nelle case.
Riassumendo le contrade pi& danneggiate furono le seguenti : il e Cas-
seromorto » dove cadde V isolato di case unito alla chiesa di S. Gio-
vanni e l'altro annesso alla chiesa di Porto Salvo : le case dietro porta
«Carbone», la contrada della «Fonderia», quella dei « Cassari », dei
< Spadari », degli Argentieri, la loggia dei « pannieri », la « Con-
ceria », la strada dei < Candelari », il largo « S. Onofrio », le strade
dol « Monte », dei « SS. Cosmo e Damiano », delle « Api », ed il piano
del < Papireto ». Farono parimenti danneggiati il largo « S. Anna »,
Ih piazza dei « Latterini » e la strada collaterale, la chiesa degli « Ago-
nizzanti », le contrade del « Giardinazzo », della « Ferrarla », la
chiesa di S. Niccolò Tolentino, la contrada del < Ponticello », la « Casa
professa » e « Ballerò ».
Riguardo i dintorni dobbiamo notare che dalla cima del monte Gallo
si staccò un grande masso ; che nel braccio del molo si aprirono due
fenditure una di 12 canne di lunghezza (*) e di 3 palmi di larghezza,
1* altra lunga 6 canne e larga 1 palmo e mezzo ; esse erano profonde
tino a toccare l'acqua del mare. Varie lesioni si determinarono anche
(1) lA canna è lun^a m. 2.065 circa: 8 palmi formano una canna.
212 [1726- 1727]
nel baluardo della Lanterna : in una località sopra la contrada « Torre
longa » caddero due casette di campagna sotto le cui rovine perì una
persona.
« Il maggior danno » nota il Mongìtore < fu in quel sito ove anti-
camente erano i due moli, che dall' uno e dall' altro fianco cingevano
r antica città di Palermo : che essendo fabbricati in parte più debole
poterono meno resistere.... quantochè [le case] fondate sopra sode rupi
resistendo con più vigore, ancorché sentissero lo scotimento, nulladi-
dimeno o restarono illese o fu lieve il loro danno ».
Le vittime del terremoto ascesero a 250 ed a 151 il numero d**i
feriti.
Questo scuotimento fn inteso fortemente a Marsala ed a Mazzara :
lievemente a Sciacca. A Trapani fece precipitare due palle ornamen-
tali del campanile dei PP. Carmelitani e nella fortezza della « Colom-
bara * morì oppresso un soldato.
Al 16 ottobre, a 10*" circa di mattino, si senti in Palermo una scossa
lieve, ed alcune altre minori al 19 e 20 di detto mese : nell' ultima
giornata testé ricordata un violento scuotimento urtò Cefalù, Tusa,
Calatabiano, Isncllo, Gratteri, Gerace e Gagliano, ove non apportò ro-
vine ma grande terrore ; al 26 settembre si ebbe un terremoto a Tra-
pani di cui parlerò a suo luogo. (N. 644).
[644] 1726. Settembre 26. Trapani.
MoNoiTORB A.: Istor, cromi, dei terr. ecc., pa(?. 418.
Al 26 settembre a Trapani ed a Monte S.- Giuliano un terremoto
fece abbattere 10 case e diroccare due celle nel convento dei PP. Ca-
puccini.
[645] 1727. Gennaio 5-7. Noto (Siracusa).
Monoitorea.: Istor. cromi, dei terr., pap. 410 - Relazione dell'orribile e spavetU. trem. ecc.
Nel giorno 5 gennaio, ad ore 8 Vs ital., in Noto due scosse atterri-
rono r intera città : nel giorno 6 si ebbero altri cinque scuotimenti a
poco intervallo l'uno dall'altro : il primo a 2*», il secondo a 3*», il terzo
a 3^ Vi fu più gagliardo degli altri due, il quarto circa a 3*» ^4 ^^ il
quinto a 4^ fu sì forte che fece uscire l' intera popolazione dalle case.
Nel giorno 7, a 7*» V2 i^^l- ^^ notte (0^45" ant. circa), altro molto forte:
indi a 18** ital. scossa fortissima e per intensità simile a quella dell'll
gennaio 1693 che distrusse la città.
Per questo scuotimento e per i maggiori precedentemente sentiti,
cadde a terra il muro della chiesa vecchia del monastero Francescano,
r arco maggiore del SS. Salvatore, aprendo pure l' intiera tribuna,
1' arco della chiesa vecchia di S. Maria di Gesù dei Min. Osservanti,
[1727J '2lì
parte del convento dei PP. minimi di S. Francesco da Paola ed altre
case di minore altezza : gravi fenditure si aprirono nelle fabbriche
nuove della città e tra queste la chiesa dell' Arcangelo S. Michele.
Malgrado tali rovine non si ebbero a deplorare vittime : due sole per-
sone rimasero gravemente ferite.
L' ultima scossa (18'^, 7 gen.) fu sentita, senza però alcun danno, e
nemmeno dalla generalità degli abitanti, ad Avola, a Palazzolo, a Spac-
caforno, a Modica, a Scicli, a Ragusa, a Vizzini, ad Augusta, a Sira-
cusa ed in altre località della vai di Noto, ed inoltre a Catania, a
Messina ed a Palermo.
[646] 1727. Maggio-ottobre. Sciacca (Girgenti).
MoNoiTORK A-: Op. cit., po^. 41S-19 - Savasta: Istor. delVorr. terr. ecc.
L' 8 maggio ad ore 11 74 ital. una orribile scossa, preceduta da
torte rombo, fece tremare tutte le fabbriche della città, la cui popola-
zione spaventata usci dalle case : fu seguita da rombi sotterranei non
accompagnati da sensibile tremolio del suolo. Intorbidarono i pozzi.
Por questa scossa e per le altre maggiori, di cui darò in seguito l'elenco,
.«^i produssero varie fenditure, facilmente però risarcibili, nelle fabbriche,
nella chiesa ed in alcune camere dei dormitorii del Collegio dei PP. di
(tcsù : nei conventi dei Minori Osservanti, dei PP. di S. Domenico
degli Agostiniani e dei Paolini ; nel monastero delle Giumare ed in
<luello di 8. Maria dello Spasimo. La torre del Castello nuovo di Pe-
ralta fu lesionata nelle quattro sue faccie. Non crollò però alcun edi-
tìcio. Le maggiori scosse nelle terre vicine furono intese solo legger-
mente.
Rkplichb: — Maggio 16) 11*», fortissima simile alla precedente; 2i) 2V,
soossii più lieve: continuano ad udirsi dei leggieri scuotimenti; Si) 7**, una
fortissima — Giugno 2) 12*», fortissima : in tutto il mese continuamente sia di
giorno che dì notte repliche lievi — Luglio 4) una veemente, il mare si ritirò
dalla spiaggia ; 5) nella giornata 5 scosse, di cui 2 fortissime e 3 leggiero ;
ih scosse forti ; i0-i5) giornalmente scosse lievi ; i6) 4*» notte, una fortis-
sima ; Ì7-2S) leggiere repliche più volte al giorno; 2f) 1*» di notte, una
molto forte ; 29) 4** notte, terremoto non tanto forte ; 30) 12*» V'4, una molto
f<»rte causò grandissimo spavento e produsse una grande fenditura nella
(;hi»^Ha dei Gesuiti : fu seguita da molte repliche sempre più incalzanti ; 3i)
lo"*',, scossa e rombo fortissimo — Agosto i) 16*», scossa fortissima simile a
(piella del 4 luglio ; 2) 10*» */2« altra fortissima : nello spazio di 30»"» 5 repliche
e 6 altre fra poco prima e poco dopo V € ave maria » ; a 3*» di notte altro
>ei o sette scosse di cui la prima fortissima e le altro leggiero : 3) 9*», scossa
veementissima, la più intensa del periodo sismico : proceduta da forte rombo
f»H» cadere dalla sommità delTorologio del monastero grande una grossa
palla di pietra del peso di 2 cantari ; 3-16) continue scosse leggiere ; i7) 6*",
214 [I72t - 1728]
una forte che fece ondulare i letti ; Ì7-25) il suolo stette in quiete ; 26) nella
giornata una forte di mezza < ave maria » ; 28) 4^ notte, due forti e pa-
recchie altre fino al yo settembre ; ii) 9^ Vx» una fortissima di mezza < ave
maria » susseguita da tre repliche leggiere ; i2) Id-IG*", una non tanto fort*^;
i5) 12*» circa, due lievi ; i7) 11^ una forte con rombi ; 18-28) continui rombi
e leggiere scosse ; 26) 4^ notte, fortissimo rombo sotterraneo, quindi calma
fino 3ÌV Ottobre 4) 9^ e 12^ due mediocri ; 6) 3^ notte, una fortissima che causò
panico; 9) IP, una sensibile ; iOdT) nessuna scossa: 18) 12*» ^,'4, una lun-
ghissima con due repliche lievi ; 26) 21*», una sensibile ; 28) 4*» notte, lievis-
sima scossa con replica ad 11*».
Il Mongitore aggiunge che al 28 maggio fu sentito un terremoto a
Paltsrmo, a Salaporuta, a Partanna, a S. Ninfa, a S. Margherita, a
yillafì*anca, a Girgenti e nelle terre vicine.
[647] 1727. Dicembre 15. Urbiiate.
Giov ANNETTI : Vfta di S. Smidio (relazione), pag. 33-'<M [m ediz.]
A 1*» ^4 della notte del 15 dicembre replicate scosse furono intese
al monastero di S. Michele Arcangelo della Congregazione Ulivetana,
detto della Gaiffa, diocesi di Urbino, per le quali il fabbricato rimase
molto danneggiato : vi precipitarono infatti delle volte e si aprirono
dei muri e degli architravi. Durante la notte varie repliche e nuovi
danni.
[648] 1728. Febbraio 8. RoecanonfiDa (Caserta).
Perrotta G. : Dtl treni, spav. ecc., pag. 150-52.
Air aurora dell' 8 febbraio in Roccamonlina grande urto sussultorio
che fece lesionare gravemente i muri delle case : il monastero de' Lat-
tani ebbe danni specialmente all'angolo di mezzodì. A 17*» replica forte :
la gente allora si ritirò all'aperto. Seguirono per circa 50 giorni molte
scosse precedute da rombo sotterraneo. La prima fa intesa leggermente
nelle regioni circostanti, le altre solo in Koccamonfina.
[649] 1728. Maggio. Nicastro (Catanzaro).
Malyasia-De bossi : Documenti ecc., pag. 16.
Sui primi di maggio scosse molto forti a Nicastro : i cittadini si
ricoverarono nelle campagne
[650] 1728. Dicembre 15. Paio.
P. M. amiani: Mem. istor. della città di Patio, parte n, pag. 328.
A 4*» della notte del 15 dicembre si sentì in Fano una scossa sì
lunga e gagliarda che la città pareva subissare : continuarono ad udirsi
repliche anche nel 1729.
[1729 - 1730] 215
1651] 1720. Giugno 23. Firenie.
(iiovAxxozzi G. : / Urr. stor. jlorfnt(ni/^a^. 9 (estr.) e Per una storia dei ierr. toscani, pa-
jrina n-ia .estr.) - O. Oiuntini : Lettera scieut. ecc., pag. 18-19 e 39 - J. M. Fioravanti :
Mem. stor. della citta di Pistoia, Lucca 1158, pajT. 484.
Fra r 1 ed il 2 giugno in Siena si ebbe una scossa gagliarda seguita
da tre lievi, le quali tutte non apportarono il menomo danno. Al 23
giugno, sul far della mattina, in Firenze grande scuotimento, preceduto
da lampo^ della durata di 10* : mezz' ora dopo replicò ma assai meno
intensamente. Il panico fu grandissimo : molti , temendo la rovina
(Ielle case uscirono all' aperto. Cadde però un solo camino in una
casuccia del Borgo di S. Lorenzo ed alcune finestre nella chiesa del
Carmine. La scossa fu sentita sensibilmente a Signa, nel Casentino
ove Prato vecchio fu più di ogni altra località scrollato) ed anche a
Pistoia, giacché il Fioravanti dice appunto che detta città nel giugno
fu scossa da replicati e forti terremoti che spaventarono grandemente
gli abitanti. Infatti poi a Firenze nello stesso mese se ne intesero altri
forti, particolarmente a 6** 7* *^'- ^^^ 26 ed a 9** V4 ant. del 22 agosto^
r ultimo dei quali incusse un po' di timore.
[652] 1729. Giugno 28 0 29. Patti, Milazzo, Castroreale (Messina).
lioNoiToiiB A. : Istor. croHol. dei terr. ecc.« pagr. 419.
L'A. citato scrive che a 17^ ìtal, del 28 giugno in Messina si senti-
rono tre acosse violenti e che a 18*» del di dopo a Patti, a Milazzo, a
Castroreale e luoghi vicini un terremoto causò qualche danno. Data la
vicinanza dei luoghi sopracitati, e la quasi concordanza delle ore, io
dubito che le predette due notizie si riferiscano ad un identico feno-
meno, del quale la data o neir una o nell'altra è errata.
[(5o31 1730. Marzo 28. Massa (Carrara).
G. GiovANNozzi : / teì*r. stor. Apuani, pag. 7 (estr.) - Malvasia-De Rossi : Documenti ecc.,
pai?, n.
Al 28 marzo circa le 7** (3*» ant.) - secondo i documenti del Mal-
va.Hia — a Massa una violenta scossa, causò la rovina di parecchie
case: fu lieve a Genova ed a Livorno e più sensibile a Pisa. Secondo
il Giovannozzi, che si appoggia ad alcune cronache, due sarebbero
state le scosse avvenute in Massa, circa le 6*» della notte (2^ ore ant.)
lo i)uali, quantunque forti, non avrebbero causato danno alcuno.
L'essersi inteso, anche leggermente, questo terremoto a Genova, mi
induce a ritenere che al suo epicentro per l'intensità possa essere col
locato per lo meno fìra i fortissimi.
Al 7 ottobre nella Lunigiana e specialmente nel territorio di Fiviz-
zano furono sentiti quattro scuotimenti, uno dei quali a mezzodì fu
assai sensibile, quantunque innocuo.
àie [naò]
•
[654] 1730. Maggio 12. Nere» (Perugia).
Giov ANNETTI M. : l'ila di S. Emidio ecc.. m edlz., Aquila 1187 ^Belaz.) paf?. 29-32 - Mal
vasia-Db bossi : Documenti ecc., pag. 17 - Perrey a. : Tremiti. peniM. Ital., pò*". 39 -
Vera e distinta relaz. del terr. ecc. - Veridica relaz. dei danni fatti ecc. - A. Cappello :
Mem. ist. di Accumoli, Ronaa 1829, voi. li, pag. 152 - Moroni : Diz, d*erud. ecc., volume
LXix, pag. 85 - P. Patrizi-Porti : Delle Mem. stor. di Norcia ecc., pag. 637-39.
Il 12 maggio, alle ore 10 V4 ì^al. (6*^ 30°» ant. circa) una scossa ter-
ribile susB.-ond., a tre riprese, danneggiò fortemente in Norcia il cam-
panile di S. Benedetto, una parte del quale essendo caduta sui sotto-
posti fabbricati loro apportò danni. Fu quasi del tutto atterrata la
chiesa di S. Maria, di cui rimasero i soli muri laterali : in più parti
fa rovinata quella di S. Giovanni : i conventi e le rispettive chiese dei
PP. Agostiniani e dei PP. Conventuali, furono rese del tutto inservibili e
cosi pure il Collegio delle Scuole Pie : gravi lesioni risenti pure quello
dei Riformati. I monasteri di S. Antonio, di S. Pace, di S. Caterina e
della Trinità non furono dopo la scossa più abitabili. Moltissimi danni
ebbe la chiesa e l'oratorio dei PP. Filippini : Tabitazione del Prefetto
(Castellina) ed il palazzo consolare rimasero molto danneggiati e cosi
pure tutti gli altri edifici sacri e le case. La scossa si propagò anche
a Roma : alle 19** V« (2** 7* pom.) una replica violentissima arreca
nuovi danni. In Norcia si ebbero a deplorare circa 200 vittime, ed a
500 ascese il numero dei feriti. Tutti, i villaggi circostanti alla città,
cioè il castello di S. Marino, S. Pellegrino, Savelli, Nottoria, Frascaro,
Val Cadara, Popoli e Pie' di Ripa furono pure rovinati con mortalità
di persone, ed in gran parte abbattuto quello di Campi. Sofft'irono
molto Ancarano, Abeto, Todiano e forse anche Leonessa (vedi N. 656).
Al dir del Cappello, Accumoli divenne un vero « scheletro ». Ad Ascoli
cadde una casa ed un architrave di una finestra. In Trevi i danni fu-
rono di non grave momento, precipitò però, secondo il Venuti, una
parte del cornicione del famoso tempio del Clitunno : Solmona soffY-i
molto per il terremoto di Norcia, che fu solo fortissimo ad Aquila, a
Cascia, a Vasto, ad Amatrice ed a Monteleone.
Seguirono molte repliche più o meno intense : al 27 si ebbe un nuovo
massimo sismico con una fortissima scossa, la quale destò molto panico
nella popolazione.
Vedi la zona mesosismica di questo terremoto nella figura 13.
[655] 1730. Giugno. San 6ÌDe8Ì« (Macerata).
G. Salvi : Mem. stor. di S. Ginesio^ Camerino 1889, pag. 286.
Nel giugno a S. Ginesio una violentissima scossa costrinse gli abi-
tanti ad uscire dalle case : fu sentita nei paesi vicini di Ripe e di Loro.
Pare che non vi siano stati danni gravi perchè furono fatte ftinzionl
sacre per essere stata la città preservata.
[1730-1731] 217
[656] 17S0. Giugno 12. Leonessa (Aquila).
( ti»oa : Catalogo ecc., I, pa^. 9SS.
Al 12 giugno^ secondo il Capocci, vi fu un terremoto nell'Abruzzo
che distrusse quasi per intero Leonessa. Dubito che la data sia errata
e che la notizia si riferisca al 12 maggio, vale a dire al grande terre-
moto di Norcia (N. 654).
[657] 1731. Lipari.
G. MEBCALU: Le eruzioni deW Isola Ai Vulcano ecc.. pag. 38 (estr.)
Molte scosse fecero tremare V isola di Lipari : dopo di cui successe
un violento e lungo periodo eruttivo di Vulcano.
[658] 1731. Marzo 20. Fo|^gfa.
a^RATTA if . : Sulla attiv. stsm nella Capitanata^ pa^. 10-12 e 42 (estr.] - Malvasia-de rossi :
Documenti ecc., pag. 17-19 - Relazione dello spav. tremuoto ecc. - Distinta relaz. delVorr.
(rem. ecc. - O. araneo : Not, stor. della citta di Meljl, Firenze 1806, pag. 36*^63.
In quest'anno le Puglie furono interessate da un grande periodo si-
Bmico« del quale le principali scosse avvenute nel suo principio furono
le seguenti :
A/dTM 20) 9*» '/j ital., una gagliardissima : 2i) 14**, una lieve : 22) 12^,
una a Foggia sentita anche a Barletta : 2^) 8^, una lieve : 29) nella gior-
nata una scossa.
La prima scossa a Foggia risultò composta di tre bruschi movimenti
dfl suolo, che fecero rovinare la maggior parte degli edificii si pub-
blici che privati : la prima durò 5"* (secondi ?), indi nello spazio di
un' «ave maria», si ebbe una nuova replica di identica forza: per
effetto della violenta commozione l'acqua traboccò dai parapetti dei
IK)zzi, sebbene questi avessero una profondità di 30-40 palmi.
OH immani scuotimenti determinarono la caduta di circa la terza
parte degli edificii ed i pochi rimasti in piedi furono lesionati in modo
tale da rendere vana ogni opera di ristauro ; anzi per le frequenti re-
pliche, che si sentirono dopo il parossismo del giorno 20, parecchie
case vennero posteriormente a diroccare. La Chiesa Maggiore fti in
vari luoghi rovinata ; crollarono in parte i monasteri della Annunziata
e di 8. Chiara ; scamparono da tanta distruzione il convento dei Padri
Cappuccini, quello delle Pentite, il palazzo vescovile, alcune poche
C4i8e ed i fondaci della piazza maggiore. Furono demoliti tutti i casini
situati nelle vigne e le masserie poste nella pianura foggese. I morti
asccscero a circa 500.
N.l territorio circostante alla città i danni, quantunque assai note-
voli, fhrono tuttavia incomparabilmente minori : ciò appunto mi induce
A ritenere che presso a Foggia debba collocarsi il centro sismico.
Ora mentre questa città esperimentò in modo così terribile l'azione
218 [1731]
distruggitrice del terremoto, Lucerà, al dir del D'Amelj {St. della città
di Lucerà, pag. 228, ivi 1861) restò incolume. A Barletta la grande
scossa del 20, durò un « miserere >, fece lesionare molti edifici i, c^der
parte della chiesa del Carmine e diroccare una porta della città. A
Cerignola rovinarono tutte le chiese ed in molte case si aprirono larghe
fenditure. : a sette quivi ascesero le vittime : fra il 20 ed il 25 ftirono
contate 15 repliche. In Troia risentì gravi danni il palazzo vescovile
e la Cattedrale e le altre fabbriche furono più o meno lesionate. Canosa
ebbe gli edifici suoi conquassati e deplorò qualche morto. Melfi soffri
molti danni : parecchie case crollarono, altre divennero inabitabili ed
i cittadini per ciò, e per timore delle continue repliche, fuggirono al-
l'aperto. L'abitato di Manfredonia risentì pure per il terremoto, che
presso la città fece cadere totalmente la masseria detta « Tre Santi >
dei PP. Certosini, uccidendo un monaco e 17 giovani che ivi lavoravano.
Il movimento del suolo durò quasi un quarto d' ora (?) a S. Giovanni
Rotondo : scricchiolarono i tetti e pericolò una piccola casa : in tale
località dopo il parossismo si senti ogni ora una scossa e per un mese
continuarono ad udirsene tre o quattro di giorno ed altrettante di notte.
Varii danni risenti pure S. Severo (*) ed Andria ; in Molfetta caddero
tre case uccidendo tre persone : in Ortanova si ebbe qualche rovina
nella chiesa e nel convento dei PP. Gesuiti, e cosi pure qualche danno
la commozione apportò ai fabbricati di Trani e di Barletta. A Bari la
scossa del 20 fu fortissima e quella del 21 fu stimata perfettamente
sussultoria : si determinarono parecchie lesioni in alcuni edificii ed in
una volta della chiesa di S. Hocco. La scossa del 20 fu sentita pure
fortemente a Rocca Monfina, ove produsse gravi fenditure nelle mu-
raglie e fu avvertita anche a Montecassino ed a Roma ; quivi presentò
tre riprese, la prima sussultoria, ed ondulatorie le altre due, con una
durata totale di un « miserere » , producendo grande panico nella popola-
zione. Dopo il parossismo del 20 marzo la terra, come abbiamo visto,
lu in continua convulsione e nei dintorni di Foggia, secondo il Perrey
(op. cit.) al 17 aprile erano già state avvertite 50 repliche maggiori con
la morte di 3600 persone.
Dalle notizie raccolte dai Malvasia -De Rossi sappiamo che fliio
alla metà di aprile si notarono ancora tre o quattro movimenti di
suolo per ogni giorno e ciò con nuovo danno dei fabbricati. Il 15 ot-
ti) F. De Ambrosio [La citta dt S. Severo in Capitanata^ pag. 140, Napoli 1875) non ri-
corda la scossa del 20 marzo, ma scrive che In ottobre In San Severo ne fU sentita una
fortissima che fece cadere degli edllìcil tra cui la Chiesa di s. Giovanni Battista. U Oer-
vaslo [App. cronol. da servire per una starla dtlìa città di San Severo ecc., pag. 83, Firenze
itni), con Tautorltà del Fraccacreta, dice che nel 1731, senza indicazione di data mensile,
11 terremoto danneggiò novellamente la città.
[1731] 219
tobre, circa le 21*", si intese un gagliardo terremoto che recò qualche
pregiudizio negli Abruzzi, e nei giorni seguenti si ebbero altri lievi
scuotimenti. Al 17 ottobre poi un'altra scossa causò nuove rovine nelle
città delle Puglie ed in special modo a Barletta ed a Canosa, ove sotto
le macerie restarono sepolte due persone : fu forte e causò costerna-
zione a Melfi : si propagò lievemente a Napoli.
Nelle ore antimeridiane del 30 dicembre un'altra replica assai in-
tensa costrinse gli abitanti di Foggia ad uscire dalle baracche : per ef-
fetto di tale commozione tellurica suonarono da per sé le campane :
non si produssero ulteriori danni. Nei mesi di gennaio, di febbraio e di
marzo 1792 si avvertirono altre repliche.
Come ò giÀ detto, l'area epicentrale di questo terremoto io la ritengo
ristretta ai soli dintorni di Foggia, nelle cui vicinanze deve collocarsi
indubbiamente il verticale sismico : nei pressi di tale città furono più
^avi i danni, più numerose le vittime e più frequenti ed intense le
repliche. Però siccome si ebbero lungo la marina della Puglie danni
ragguardevoli con vittime umane mi fa supporre, che oltre alle solite
cause di irregolarità nella produzione di essi, si sieno ridestati più o
meno contemporaneamente altri centri sismici : infatti risulta che le
scosse del 17 ottobre si mostrarono più intense a Barletta ed a Canosa.
[659] 1731. Aprile 26. MontecasslDO (Caserta).
it. Db Marco : Montecassino ecc., pat^. '74-'75.
Al 20 marzo forte scossa con replica intesa a S. Germano ed al-
trove : questa, con ogni probabilità è di origine esocentrica, in congela-
zione cioè, col grande terremoto di Foggia. Al 2 aprile, verso le 4^,
»«cossa fortissima in S. Germano : gli abitanti atterriti uscirono dalle
case. Al 26, ad 1^ di sera, altra fortissima ma breve scossa, susseguita
nella notte da 8 repliche, ft*a cui una molto sensibile a 7^ circa. La
prima fu intesa assai fortemente a S. Germano, ove recò grande spa-
vento : e cosi pure dicasi di Piedimonte, della Villa di Palazzolo e di
Terelle.
Al 27 agosto due altre scosse : al 28 una sensibile e due lievi : al
l*" settembre una susseguita da una replica : al 3 due o tre scosse e due
al 10, la prima delle quali intesa a S. Germano : al 24 ottobre una
sentita anche a Napoli.
[660] 1731. Novembre 18. GaUnese.
uoNGiToiiE A. : Jst. cron. dti terr. ecc., pa^. 420.
Al 18 novembre, a 8** Vi ^^ì notte, in Val di Noto e specialmente a
Catania, a Mineo ed a Troiua scossa si forte che buona parte della
popolazione, temendo delle repliche, si ridusse all' aperto.
220 [1731 - 1732]
[661] 1731. Pistoiese.
M. F, FIORAVANTI: Mem. star, della citta di Pistoia, pag. 4tn.
Verso la fine dell' anno replicate scosse urtarono Pistoia, causando
grande panico ma nessun danno : nella montagna furono più numerose
ed intense, ed in diversi luoghi produssero rovine di case.
Il Perrey (Trembl, ecc., pag. 40) ricorda una scossa lieve sentita in
Firenze a 6** di sera del 9 dicembre la quale forse potrebbe coincidere
con qualcuna delle maggiori avvertite del Pistoiese.
[662] 1732. Marzo 28. Milasso, Castroreale (Messina).
MoNQiTORE A. : Istor, croMì. dei terr. di Sic, pag. 42).
Nel 28 marzo a Milazzo, a Castroreale, a Pozzo di Gotto, a Messina
ed in altre parti della Sicilia violenta scossa susseguita da altre che
conquassarono tutte le cisterne dell'olio.
Nello stesso giorno, non so però se simultaneamente, si ebbe un ter-
remoto ad Alcamo e luoghi vicini.
[6631 1732. Agosto 1. Palermo.
MONOITORE A. : Op. Cit., pag. 420.
A 3^ della notte del V agosto forte scossa a Palermo seguita (7** ^/^
da una replica : molti fuggirono dalle case : la maggiore fu sentita a
Monreale ed adiacenze.
[664] 1732. Agosto 9-10. Imola, Forlì, Faenza.
Perrey A.: Tremai, penitts. Ital.. pag. 40.
Secondo il Jor, hisL (nov. 1732, pag. 341), citato dal Perrey, nella
notte del 9-10 agosto tre scosse causarono qualche danno ad Imola, a
Forlì ed a Faenza. Né il Guarini per Forlì, né il Righi per Faenza
parlano di questo terremoto.
[665] 1732. Marzo 29. Avellinese.
Distinta relax, del danno ecc. - Reìaziofie del tremuoto ecc. - Malvasia-Dk Rossi m.: Docu
menti ecc. pag. 20-21.
Mentre a Napoli non fu sentita che la scossa maggiore, in certe loca-
lità del salernitano questa fu preceduta da una leggera a 5*^ della notte
fra il 28 e 29 novembre (M. Il grande parossismo, accaduto verso le
(1) In un ma. della filbl. Casanatense di Roma (antica segnatura x. vn. 43: moderna
Cod. 2405 fol. XXI r. e v.) dal titolo Copia di lettere del Vescovo di Scala e Navello, scritte
li j e 9 Xbr. il 32 al Sin. Card, [aggiunta posteriore] sopra il terribile terremoto del Regno
di Napoli, si dice appunto che la scossa delle ore 13 iti di mattina fU preceduta da una
lieve verso le ore 5 deUa notte precedente.
[1732] 221
ore 13 ' 5 ital., distrasse completamente Ariano ('), sotto le cui rovine,
oltre ad un grandissimo numero di feriti, perirono 160 persone : nu-
mero che le relazioni ci dicono piccolo in proporzione air entità del
disastro, perchè fortunatamente la maggior parte della popolazione si
trovava in queir ora in campagna intenta ai lavori agricoli.
In Montefascoli caddero 86 case causando 5 morti e 20 feriti : gli
altri editicii con i conventi e le chiese vennero lesionati : Calvi, S. Naz-
Z!iro, S. Paolina, S. Pietro e S. Angelo ebbero la stessa sorte con com-
pli'ssivamente 22 chiese e 90 case cadute, e 6 morti ; Mirabella fU ri-
dotta in un vero mucchio di rovine (500 morti e 200 feriti) ; Bonito
( (Idc nella maggior parte contando 57 morti e 150 feriti, secondo una
relazione, mentre secondo V altra 150 morti e 300 feriti. In gran parte
ta distrutto Avellino con la total rovina dei quartieri chiamati la
« Terra », la « Murata », la « Fontana », « Borgo S. Antonio » e
< Carmine » : cadde pure la cattedrale ed il palazzo vescovile (morti 85
ffriti 53).
In Pietra de' Fusi cadde la maggior parte delle chiese e delle case, le
altre rimasero lesionate (morti 34 [oppure 100], feriti 40) ; Carife fa
del tutto spianata con 460 vittime e 150 feriti. Più della metà di Castel
Haronia fu adeguato al suolo, rimanendo il resto inabitabile (morti 18,
feriti 10) ; S. Sossio ebbe la stessa sorte e pianse 4 vittime ; in Flumeri
cai^o e chiese furono del tutto rovinate, qualcuna sola rimase in piedi,
resa però inabitabile (40 morti). Apice fu totalmente distrutto (50 morti,
1)0 feriti) ; tutte le case e le chiese di Paduli furono lesionale e la col-
leggiata ridotta in stato ruinoso (2 morti, pochi feriti). I paesi circo-
Manti a Serino soffrirono danni; i maggiori avvennero a S. Michele
che rimase distrutto con 25 morti e 50 feriti : negli altri si ebbero due
s<de vittime e qualche ferito. Cadde in parte Manocalzati (6 morti e
:\0 feriti). Gesualdo fti reso inabitabile (17 morti) : Cassano Irpino in
parte danneggiato (l morto ed 1 ferito). In Trevico 102 case furono
distrutte e lo restanti lesionate (3 morti e 20 feriti) ; Vallada quasi
tutta rovinata (10 morti e 74 feriti) : Grottaminarda totalmenle distrutta
i. Il imlazzo vescovile di Ariano — come risulta dalla sef^uente iscrizione posta sul
iHtto palazzo e riportata da vitale F- A. [Memorie (storiche degli uomini illustri della regia
r*(tn di Ariano, pag. 11-12, Roma MDCCLXXXViii) — per altre sette volte fu dal terremoto
distrutto :
D. 0. M.
KPISCOPIVM
TKHHAKMOTV SKITIKS EVERSVM
ANTISTITVMQVE AKUE SEITIES HEPARATVM
OCTAVA SIMILI MOTIONE
III GAL. DECKMB. MDCCXXXII
DENVO DISIECTVM
222 [1732]
I
(57 morti e 12 feriti) ; Gruardia Lombarda spianata affatto (52 morti v i
70 feriti) 8. Martino di Cervinara ebbe rovinato il convento de' Rìfor- i
mati, la chiesa di S. Catarina, il palazzo baronale e le altre chiese e
case inabitabili (1 morti).
Io Monte Rocchetta caddero la Golleg^iata, il palazzo baronale e
buona parte delle case, mentre le altre furono rese inabitabili (16 morti.
32 feriti) : ugual sorte toccò a Mancasi (1 morto), a Fragneto Monforte
(9 morti, 7 feriti), a Taorasi (1 morto) Hd a Morra (1 morto). Lioni fa
totalmente rovinato (35 morti, 70 feriti). In S. Angelo dei Lombardi le
fabbriche furono in parte adegnate al suolo ed in parte oltremodo le-
sionate (5 morti e moltissimi feriti). 8. Nicola Baronia ebbe SO case
cadute, le altre ripiene di fenditure gravi (5 morti, moltissimi feriti). I
paesi attorno a Montella sottostarono a notevoli rovine (16 morti. 10 fe-
riti) ; ZungoU fu totalmente distrutto (3 morti) ; a Gonza precipitò la
cattedrale mentre circa 70 persone ascoltavano la messa ; di queste W
rimasero cadaveri e 25 altre più o meno gravemente ferite ; molte case
caddero interamente, altre in parte, 11 resto t\i molto lesionato. In
S. Potito 27 case furono rovinate (2 morti, 2 feriti) ; uguale danno ebbe
Rocca S. Felice (2 morti, 1 ferito). Torre le Nocelle fa molto danneg-
giata (1 morto e 7 feriti) ; in Capo Sele la chiesa madre e quella dei
PP. Conventnali con il monastero furono distrutte, il resto della terra
disfatto (5 morti). In Castel Pranci caddero 15 caae, il resto fa note-
volmente lesionato (1 morto, 1 ferito) ; in Bisaccia Ihrono demolite 15
case e la chiesa madre (1 morto) ; iu Andretta la chiesa ed alcune case
ricevettero delle lesioni ; e nel precipitare ana torre del castello rima-
sero schiacciate 4 persone. Teora fu affatto distrutta (62 morti, moltis-
simi feriti) ; a Torrella caddero moltissime case con la chiesa ed il
convento di S. Francesco (30 morti, 60 feriti) ; a Paternopoli molti edl-
flcii furono diroccati, i restanti resi inabitabili (6 morti). In S. Giorgio
72 case distrutte con la collegiata, la chiesa e convento di S. I^>an-
ceaco : 5 edifici rosi inabitabili e 178 case con la chiesa e monastero
delle monache ed il palazzo baronale lesionati (1 morto ed 1 ferito). In
S. Nicola Manfredi i fabbricati vennero quasi affatto distrutti, malgrado
ciò si ebbe una sola vittima. In 8. Angelo all' Esca 5 case furono ab-
battute e le altre rese inabitabili (1 mono) ; danno simile soffrì anche
S. Stefano (1 morto ed l ferito).
Torrella, Arpala. 8. Barbato, Montella, Tufo e Dente Cane ebbero
molte case rovinale e parecchi morti ; Atripalda, Montemiletto. Monte
Aperto furono danneggiati senza mortalità di persone. In Montesarchio
precipitarono 4 chiese ed alcune case, le altre furono lese : Motecalvo
ebbe la stessa sorte : Benevento aoffi'l danni e pianse 2 vittime.
I^ seguenti località soffrirono notevolmento : Sumnionte, Chiosano,
[1732]
223
S. Domenico, Pannarano, Candida, Apollosa, S. Angelo a Scala, Mon-
H'faleone, S. Andrea di Conza^ Cairano, Carbonara, Montemarano,
Campolattaro, S. Maria a Torà, J'^^ntace, Vitulano, Monteverde, Nusco,
Atripalda, Frigento, Lapio, Castelvetere, Volturara Irpina, Serra Ro-
t'»ndi, Sanbarbato, Arpaia, S. Agata dei Goti, Cervinara, Paolise, Ospe-
(liiletto. Salza Irpina, Rocca Bascerana, Solofra, Sorbo, Prata, Monte-
snrchio, Toccanisi, S. Pietro Indelicato, Ceppaloni, Biccari, Capriglia,
Chianche^ Preturo, Altavilla Irpina, Chianchetella, Torrecuso, Bagnolo
Irpino, Mercogliano, S- Maria in Grisone, Ginestra, S. Giorgio la Mo-
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FlG. 15.
A, zona epicentrale; B, area disatrosa,- C, area rovinosa.
lara, Molinara, Accadia, Celle, Ginestra degli Schiavoni, Buonalbergo,
Pt'sco la Mazza, Pago, Pietraelcìna, Reino, S. Marco de' Cavoti, Pon-
t^landolfo, Fragoleto V Abate, S. Lupo, Casalduni ecc.
A Melfi, secondo V Araneo (Not, stor, della città di Melfi, pag. 363,
Firenze 1866) la scossa arrecò molti danni ai fabbricati ed in modo
preripno al convento dei Cappuccini del Monte Tabor; il castello soffri
varie lesioni e danni specialmente nella torre detta « della Galleria >
\{\ in un' altra ; a Rocca Monfina, secondo il Perrotta (La sede degli
Afirunci ecc., pag. 153-4), nelle case si aprirono delle fenditure e vi
fu qualche parziale rovina, specialmente nel casale dei < Ciciuni » ; il
■fK^n-
224 [1732 - 1735J
campanile della colleggiata fu gravemente danneggiato e fd uopo rifarne
4-5 palmi sotto il primo ordine.
A Napoli non vi fti edificio che non sia stato in qualche modo
danneggiato : la cattedrale sofiPrl molto nella maggior tribuna, e nella
navata destra ; le chiese di S. Maria della Pace, di S. Giorgio, di
S. Maria Magg. e di Donna Regina per le gravi fenditure furono rese
impraticabili al culto, e tutte le altre chiese e gli ediflcii soflPrirono
pure quali più, quali meno : 4 furono le vittime.
In Sorrento e Plano caddero a terra alquante case; in Pozzuoli, in
Salerno e nella costa Amalfitana la scossa incusse panico grandissimo
ma non apportò danni ; fu sentita dalle persone pure in Roma.
Neir unita cartina (fig. 15) è rappresentata approssimativamente la
distribuzione dei danni causati da questo terremoto. Neil' urea epicen-
trale stanno Ariano, Apice, Bonito, Grottaminarda, Mirabella, Guardia
Lombarda, Carìfe, Castel Baronia, Trevico, Vallada, Zungoli, e Flu-
meri, ecc. : quivi massimi furono gli effetti del terremoto ; a Mirabella
e luoghi vicini, secondo quanto raccontarono i superstiti (Malvasia-
De Rossi: Documenti ecc., pag. 20) l'urto suss. fìi violentissimo e
e sbalzò quasi in aria le fabbriche, le quali dopo profondate rovescia-
rono tutte dalla parte di tramontana ».
In questa zona si sentirono per parecchio tempo ripetute repliche
che più rade si ripeterono fino al principio dell' anno 1783. Le mag-
giori furono le seguenti :
i5 gennaio i733, verso le 8^ V4 di notte, leggere scosse in Napoli ; furono
più intense a Benevento e dintorni, ma però senza danni.
23 marzo ^ a 3^ V4 di notte, a Napoli scossa generalmente avvertita : in
Ariano e paesi vicini apportò nuovi danni.
[666] 1733. Gennaio 29. Calabritto (Avellino).
Capocci: Catalogo ecc., I, pag. 332 - Malvasia-de Rossi: DocutnetUi ecc., pa^.20- pprrey a.:
Tremai, penins. Ital., pag. 41.
Al 29 gennaio si sentì una leggera scossa a Napoli che fu più ga-
gliarda a Matera : ivi però non produsse danni ; si propagò più leg-
germente in molte località delle Puglie e della Basilicata : a Calabritto
fu disastrosa.
Per molti giorni continuarono ad udirsi delle repliche.
[667J 1735. Settembre 6. Monteleone, Pizzo (Catanzaro).
Malvasia-De Rossi: Documenti ecc., pag. 21.
Al 6 settembre a Monteleone, a Pizzo, ed a Briatico fìi sentita una
scossa con qualche danno. 11 Mongitore (op, cii.) ne registra una per
Messina nel glorilo 5,
[1736 - 1738J 225
r668] 1736. Aprile 23. Fpnt CouFerte.
BiLLiJET : Notiee sur ìes tremai ecc., pag. LXix.
Di primo giorno del 23 aprile scossa fortissima ; molti, atterriti, fug-
girono dalle case.
[669] 1736. Agosto 16. Ciminna, Nas* (Messina).
MoNoiTORE A..* Istar. cranol. dei terr, di Sic,^ pag. 421.
Al 16 agosto, a 22*», a Palermo una veemente scossa fece fliggire
tutti dalie case, giacché pareva che la città dovesse rovinare dalle
fondamenta ; tuttavia non risenti danno alcuno : lo stesso accadde a
Monreale e luoghi poco distanti ; a Ciminna invece parecchie case fu-
rono rovinate e Naso risenti notevoli danni.
[670] 1737? A?ellino.
AMATI A.: Diz. coroffr. dell Italia, voi. I, pag. 505.
L' Amati ricorda che Avellino nel 1569 e 1737 fu molto danneggiato
da terremoti. Questo ultimo scuotimento non è menzionato da altri scrit-
tori : dubito che V Amati, non citando il terremoto del 1732, per il
«jaale Avellino, come abbiamo visto, fu semi-distrutto, a questo paros-
sismo voglia alludere con la notizia surriferita.
[671] 1737. Giugno 11. San Casclano (Firenze).
«. GiuvANNozzi: / terr. star. Jtorentini, pa^. IO (eatr.)
A 1^ ant. deiril giugno fu sentito a Firenze una scossa che si mostrò
più gagliarda a Poggibonsi e specialmente a S. Casciano, ove causò
qaalche danno.
[672] 1738. Agosto? Bagnorea (Roma),
u ALv. IBI a-De Bossi: Docwnenti ecc. pa^. 22.
Circa i primi di agosto forte scossa a Montefiascone : gli abitanti
pernottarono all' aperto : a Bagnorea caddero alcune case. (*)
[673] 1738. Agosto 16. Val di Noto, CaUnia.
Obana Scolari: Cenni starici sulla città di Modica, Pag. 477, Ivi 1894.
Il suddetto autore sulla fede della « Sicilia ricercata nelle cose più
notevoli » (tomo II, pag. 419-21) dico che a 14** del 16 agosto- « mostrò
il suo furore il terremoto per cui risentirono qualche perdita Catania,
Noto, Siracusa ».
Il Gemmellaro (La vulc. dell'Etna^ pag. 171) ricorda esso pure in
(1; L'area mesoBlimlca di questo terremoto è delincata nella figura 12 con il cerchio
più iDtemo attorno a Bagnorea.
basatta: Terremoti ecc. i*"^
(1738-1739]
tal giorno un terremoto sentito nelle sopradette città ; il Mcrcalli ( Vulc.
e fen. vulc., pag. 232) erroneamente ecrlve Naso per Noto.
[674] 1738. Novembre 5-6. Parma.
lerr. di Parma, pag. 8-3 (estr.) - 3oihan o. ; Prima aprena. ecc., pa». 3
fi'a il 5 ed il 6 novembre a Parma cinque scosse: la 1',
intensa, avvenne ad S"" '/j, le altre di poi : caddero mol-
sia in città sia nello case di campagna : in moltissimi
nssero delle screpolature. Il movimento del suolo fa pre-
grande lampo. A Mirandola le scosse furono meno ga-
Parma (Papotti F. I.: Ann. della Mirandola, ivi 1877.
a cosi pure a Guastalla — secondo alcune memorie mse.
radi (Ann. delle epidemie, parte IV, pag. 104) — ove
0 poco danno. A Verona circa a 7" della notte ne furono
1 che generarono grande spavento.
sa, con ogni probabilità concorda con quella che i do-
I8ia-De Rossi (Op. cit., pag. 29) pongono avvenuta a
notte 4-5 ad 8'' circa.
Febbraio 13. l^oXSia.
attiv. Sism. t» Capitanata, paff. la (estr.} - Uai.vabia-Db Rossi: Docv-
'. S2 - Perrey a, : Treiabl. penliis. Hai., pag. 41.
aio un terremoto apportò a Fo^ia qualche danno : se-
;y le scosse furono tre assai violente, e sì propagarono
ito : 1 citati documenti ricordano che in tale città furono
e scuotimenti e che gli abitanti, per timori di repliche.
Ile baracche.
!, secondo il Perrey, in diversi luoghi della Puglia una
Maggio. Naso (Uesstna).
or. eroiiol. del Ieri: ecc., pas. tóì-ìl - Incudine C. : A'iwo flluslrata.
1, circa le 18'' ital., un gagliardo, terremoto scosse Naso
!i seguito da continue repliche fino alla metà della notte.
10 cinque altre scosse, ed a 2V '/t una violentissima della
minuto circa fece crescere lo spavento e causare grandi
giorni il suolo f\i perennemente agitato : al 15 le scosse
modo gagliarde e frequenti, una poi, a 4* ital. di notte.
ma : dopo di ciò in 5'" si sentirono altre 7 scosse con
uendo più o meno gagliarde, oltrepassarono il numero
giugno il periodo sismico ei può considerare terminato.
^
[1739-1740] 227
In Naao la mina fu immensa ; si resero inabitabili il convento dei
Minori osservanti, V ospedale ed il monastero ; ebbero gravi danni il
monte di pietà, la chiesa madre, nella quale si spostò la facciata e si
spezzarono tutte le comici, e fnron resi minosi la sacristia e l'oratorio
principale. Nella chiesa di S. Pietro furono slogati i pilastri del cam-
panile, conquassati gli archi, minata la cupola, e distrutta la sacristia ;
quella di 8. Salvatore ebbe la facciata e le volte lesionate : in quella
di S. Cono fu conquassata la sacristia e guasto il campanile. Soffri-
rono eziandio e gi*avemente la chiesa degli Angeli ed il campanile di
S. Sebastiano. Nel « Tocco » (luogo di ritrovo) si aprì una lunga scre-
polatura con avvallamento di terreno : si dovette rifare quasi intera-
mente la porta Piazza e varie altre case in quella occasione furono
per metà diroccate.
À S. Marco alcune chiese furono conquassate e diroccate parecchie
case di campagna, altre invece vennero solo screpolate : fii lesionato
il convento dei Cappuccini e il monastero delle monache si rese perv-
«riante. Non si ebbero a deplorare morti, ma un solo ferito.
Nella campagna si spaccò in più luoghi il suolo ; si asciuttarono od
intorbidarono le fonti ; si staccarono massi dalle montagne.
Le scosse furono sentite ad Alcara, a S. Salvatore, a Randazzo^ a
Milazzo, ecc.
1677] 1740. Marzo 6. Salenti (Trapani).
sioNoiTORB A. : Istor. crotìoL dei terr. ecc., pag. 420.
Il 6 marzo per un alluvione, o per un terremoto, o per causa del-
l' ano o dell' altra, in Salemi rovinarono due conventi. Nello stesso
tempo fu sentito una scossa a Sciacca.
[678] 1740. Marzo 6. Barga (Garfagnana).
Appena. alV elenco dei terr, di Parma^ pag. 3 (estr.) - Giovannozzi o.: / terr. st. apttani,
pàg. 8 (estr.) - Pbrrby a.: Trembl, penine. Ital., pagr. 42 - pilla l.: Istor, del trem.ecc,
pag. 205-6.
Il 6 marzo alle 12*» 7i i^al. (6"* */« a^t. circa) a Barga si senti una
terribile scossa che durò per lo spazio di un « ave, » incusse panico
grandissimo negli abitanti. Rovinarono diverse case, specialmente alla
Foraacetta ed a Bugllano, sotto le cui macerie rimasero estinte tre
persone. Tutti gli altri ediflcii, quali più, quali meno, risentirono dei
cianai; la collegiata di Barga ne ebbe dei gravissimi, perchè, essendo
preiùpitata una gran parte della sommità del campanile sulla chiesa,
una porzione del suo tetto venne fracassata : il resto poi del tempio
pati fenditure tali che lo resero inservibile.
In Modena la scossa fu assai forte, danneggiò le volte, i muri e
fece cadere dei Qomignoli. In Fanano furono lesionati molti fabbricati
228 [irio]
e gravi fenditure ebbero le chiese di Barigazzo, di Serpiano, di Groppo,
di Eiolunato, e di Mocogno.
La ecosaa fu sentita a Genova, a Milano ed a Parma; motto più for-
<^«^^».a a \foc=^ Carrara, a Pisa ed a Livorno: assai intensa fu pure a
■ò avervi causati danni notevoli. A Firenze questa ed
ad 1'', causò un po' di panico.
più colpita nei di Buceeaaivi furono avvertite parecehit;
meno frequenti nel resto dell' anno.
ugno. MsitelUeo (Perugia).
Ooeunientt ecc., pag. as.
i primi di giugno fa sentita una scossa che pare aia
a Montefalco (Spoleto), giacché ivi le campane diedero
ugno 13. Tsomina (Messina).
cronol, dei tcrr., pag. Qì.
a il 13 e 14 giugno, a 6'' ital., violenta acosaa a Taor-
reneralc : repliche a 7" della stessa giornata e poi nella
loto deve esaere atato molto localizzato : pare aozi che
iutito nemmeno a Messina, giacché il Gallo negli An-
citati (voi, IV, pag. 290) non ricorda cìie una scossa
11 maggio, ed il Mongitore un'altra sentita nel di 27.
intese una F>co8sa a Sciacca : al 24 maggio a 14>> '/, it.
;d al 27 una a Messina. All' 8 giugno in Sciacca si av-
Bse, delle quali alcune fortissime fecero uscire gli abi-
rimaste lesionato. Ad V" della notte del 13 giugno si
^uotimento susseguilo da 6 repliche e nello spazio di
r. L' iutcnsità fu maggiore in Sciacca che non altrove:
ropagò fino a Palermo.
irre del castello del Conte Luna fìi interesaata da lar-
ire : caddero tre volte, un pezzo di muro della scala e
e della cappella fu rovinata ed il restante tutto seon-
, conventi, monasteri risentirono danni ; specialmente
tcosco e la chiesa di N. S, del Giglio: nella Matrice cad-
. molte pietre e pezzi di stucco : nel monastero delle
irono tre camere : quello di S. Caterina e di Fasello
sgombrati. In città rovinarono circa 20 case, special-
[1741] 229
mente nella contrada « Raxhava » : il casino Calandrino fu abbattuto :
jrravi lesioni ebbero tutti gli altri edificii.
Dalla porta S. Calogero (che essa pure provò Timpeto della scossa)
^i produsse una grande squarciatura nel suolo che, passando dietro
alla chiesa del convento del Giglio, terminava alle mura : un' altra si
apri davanti al convento di . S. Domenico. Verso il mare si distacca-
rono dei massi di roccie.
A Mazzara si ebbe qualche danno specialmente alla chiesa di S. Ni-
colò lo Regale.
Nella notte del 26-27 giugno, a 6"* V4 ì^^^m ^°*^ nuova scossa in Sciacca
[>rodu88c altre lesioni : fu sentita da alcuni lievemente a Palermo.
;(>82] 1741. Aprile 15. Cremona.
L M vMNi : Mem. star, della città di Cremona^ ivi 1819, tom. I, pag. 200.
A Cremona una scossa apportò qualche danno alla ora soppressa
chiesa di S. Tommaso.
[683] 1741. Aprile 24. Fabriano (Marche).
G. AoNELu : / terr. regtstr. nelle ermi. Lodigiane eoe-, pagr. 95 - Append, alVelenco dei terr.
tti Parma ^ i)a«?. 3 [estr.) - Balbi f. : Discorso fatto in Fabriano ecc. - Distinta relazione
fifirorribiU terr. ecc. - Serpieri a. : Scritti di sismoL, tomo I, pag. 153 - Malvasia-
DE-Rossi : Documenti ecc., pag. 22-23 - Mercalli G. : Vulc. e fenom. vulc. ecc., pag. 300 -
(il ARiNi F. : / terr. a Forlì, pag- 62 - tommasi a.: / terr. del Friuli^ pag. 108- Piovene:
Cron. d^t terr. a Vicenza, pag. 50 - P. M. amiani : Mem. istor. di Fano ecc., pag. 334 -
MoROM : Dizion. d'erud., voi. LVI, pag. 293.
Xel di 24 aprile 1741, circa le 15*» V2 i^^^-- si senti nella Marca una
triplice scossa di terremoto per il quale Fabriano soffrì, più di ogni
akro paese, avendo i danni sorpassata la somma di scudi 100000 : in
quella tremenda congiuntura si ebbero 7 vittime, tre delle quali sotto
le rovine della chiesa dei Cappuccini. Al replicar delle scosse nella
chiesa di S. Venanzio diroccò la facciata, in quella di S. Nicolò il
campanile che, cadendo, fracassò la chiesa ; il tempio di S. Romualdo
fu ridotto in un mucchio di macerie : quello di S. Caterina fu lesio-
nato ; la chiesa di S. Benedetto con il convento e le case annesse ri-
sCTìtirono danni, per il cui ristauro furono preventivati necessarii 7000
scudi. Moltissime case dei privati vennero gettate a terra.
lu Serra S. Quirino (Corradi : Ann. delle epidemie, voi. VII, parte 11^
pag. 881) i guasti furono immensi sì nel paese che nel contado.
In Urbino tutte le case furono danneggiate (scudi 26999) : dirocca-
rono due torri antiche nel palazzo ducale : gli edificii che più risenti-
M-niirono gli effetti del terremoto furono le carceri, il convento di
S. Francesco (in cui oltre il campanile rovinarono i muri e le volte
•Iella chiesa nuova) la chiesa metropolitana, il palazzo ducale, T arci-
vescovile o quelli dei signori Corboli, Antaldi, De Praetis e Boni. Il
T^
23Ó [1741 - 1742]
monastero delle monache di S. Maria della Torre fìi reso inabitabile.
Nella parrocchia di S. Polo (S. Paolo) i danni furono si lievi che i re-
stauri importarono una spesa di soli scudi 11. SI ebbe a deplorare una
vittima e parecchi feriti.
In Camerino rovinò la maggior parte delle case, le altre furono rese
inabitabili perchè pericolanti : danni rilevanti si ebbero nella cattedrale
e nella chiesa di S. Venanzio : rovinò pure del tutto l'oratorio del Suf-
fragio. Nessuna vittima.
A Iesi i danni furono notevoli nelle chiese, nelle case e nei palazzi
in cui si aprirono dèlie grandi fenditure : cadde il campanile della
chiesa del SS. Sacramento sulla volta dell' edificio che rovinò com-
pletamente.
A Pesaro furono abbattuti vari camini e danneggiata la maggior
parte delle chiese, in modo speciale quella di S. Rocco, in cui cadde
il soffitto. Il palazzo vescovile ebbe tali lesioni nei muri e nelle volte
da render V edificio inabitabile.
In Fano non vi fu chiesa o palazzo che non abbia sofferto in modo
più o meno grave : nella campagna parecchie case furono demolite.
S. Severino e Matelica risentirono molti danni, e cosi pure qualche lo-
calità deir Umbria. A Recanati la scossa, al dir del Moroni, fu terri-
bile : essa poi fu forte a Trevi, a Forlì e Cesena ; a Mantova causò una
considerevole fenditura nel muro estemo del pubblico Archivio presso
la torre (Gionta : Il fioretto delle cron. di Mantova, ivi 1844, pag. 243) :
fu sentita a Roma, a Firenze, a Parma, a Lodi, ad Udine e in tutto
il Friuli : fu abbastanza sensibile a Vicenza.
Ai danneggiati da questo terremoto papa Benedetto XIV elargì un
soccorso di scudi 100000.
[684] 1741. Ottobre 1. Siena.
SoLDANi A. : Relazione ecc., pag. 64-63. '
Verso le 7** ital. del V ottobre due fortissime scosse causarono vari
danni alla città di Siena, cioè, lesioni alle volte sì dei palazzi che delle
chiese, specialmente nella metropolitana ed in quelle dei PP. Gesuiti, di
S. Domenico e delle monache di S. Gerolamo. Grande impressione nella
cittadinanza, che, spaventata, abbandonò le case : nella mattinata ftirono
sentite 18 repliche.
[685] 1742. Gennaio. Livorno.
Gentili g. : Osservai, sopra i trem. ecc: - Moreni : Lett. responsiva ecc. - Istoria giornaliera
dei tremuoti ecc. - Malvasia-de rossi : Documenti ecc., pag. 23-24 - pedini : Relaz, dei
terr. di Livorno, Pisa ecc. - zobi o- : Stor, civ. della Toscana dal MDCCXXXIII al
MDCCCXLVIII, tX)mo I, pag. 226-31, Firenze 1850.
Nel mese di gennaio un intenso periodo sismico interessò Livorno :
[I74à] 231
r elenco delle varie scosse li lettore lo troverà più avanti : qui reputo
necessario 11 dire che 1 massimi sisniici avvennero al 16, al 19 ed al
20, e che il massimo dei massimi accadde nel dì 27. Mentre le prime
tre scosse non produssero che screpolature, l' ultima, oltre a farle
aumentare di molto, causò anche parziali rovine. Rovinò la volta della
chiesa di S. Giovanni dei PP. Agostiniani, sotto la quale rimasero fe-
riti parecchi individui, due de' quali mortalmente ; caddero parimenti
certi piani nel palazzo Rosciano in « Venezia nuova » causando una
vittima e due feriti. Qua e là fu pure demolita qualche altra casa :
moltissime furono poi le danneggiate, specialmente nei muri intemi
e nelle volte : una quarantina circa dovettero essere puntellate : crol-
larono molti comignoli, e jfUrono lesionate parecchie torri, alcune delle
quali, per timore di altri guai, furono demolite.
La scossa del 27 causò anche vari fenomeni rotatorii come si scorse
nei pilastri della cappella del Lazzaretto di S. Rocco e nelle torri di
casa Ilermans.
La scossa del 19 fu sentita in mare da un capitano olandese fra il
capo Corso ed il capo Mele, sulle coste del mare di Genova: le altre
furono più sensibili ai bastimenti ed alle barche che si trovavano in
acqua.
I danni si limitarono alla sola città di Livorno giacché tutte le ville
ed i paesi che le sono circostanti, non risentirono nemmeno delle scre-
polature.
A Pisa le quattro maggiori scosse furono assai gagliarde : la più in-
tensa tu. sentita da Genova a Cecina e si propagò sensibilmente fino a
Liistra; a Firenze fa avvertita da pochi, da parecchi invece nella cam-
pagna senese.
Gli uomini alia marina videro la torre del fanale oscillare grande-
mente ed il fanalista, che si trovava nella stanza di mezzo, temè di
essere sbalzato in mare con la torre stessa.
Fu osservato che le acque del mare, dopo le prime commozioni, si
tronfiarono e che nei giorni 19 e 20 avevano sormontato di circa mezzo
braccio il livello ordinario : due ore prima del parossismo del 27 si
erano più di ogni altra volta innalzate.
Catalogo dbllb scosse — Gennaio i6) V" ^/j ital. sera, scossa intesa da
molti: 2*» */2» una breve; 2^^^, una più sensibile e generalmente avvertita;
^^ '. ., scossa più intensa della precedente, della durata di un < ave », che
cjmsò grande agitazione: i7) 10*» \2 matt., una replica; 11*», una assai sen-
sibile; 12*», una breve; 4**, una più sensibile delle tre precedenti: d8) nella
jriornata frequenti rombi sotterranei, simili a tuoni lontani: ^9) 17\ lieve
scuotimento ; 18*» */4, fortissima scossa ond. di un « ave », fece fermare l'oro-
logio della colleggiata; 18*» */2, replica minore; 18*» «Vi altra, ed a 22*»*/, una
tM [174»]
più sensibile: 20) IT*, scossa alquanto sensibile; 5*'/». una fortissima ond.,
gmnde abitazione: 21) ad ogni quarto d'ora circa piccole scosse con con-
tinui rombi : 22-24) nella g:iornata e nella notte qualche scossa appena sen-
sibile: 25) W' notle, una lieve: S6) come il 22-21: 27) 18*V4. scossa rovinosa
di 30-35', presentò tra riprese; dapprima si senti un forte tremolio, quindi
un'ondulazione E-W seguita da un sussulto violentissimo ; 23'', lieve scossa.
28-7) febbraio, nessuna scossa: 8) nella notte a 5^ una lieve: 8-9) 9^' ,
di notte, altra lieve, e poi fino alla llae di marzo qualche scossa sensibile.
[G86] 1743. Febb. 20. Malta [Oriente], Terra d'Otrast», CaUbrie. Musìiew.
De aionai C. : RMrehe tu t tei-r. in Terra d'Otranto, pag. 15-19 (eatr.) - Malv*3ia-De Boss: :
Doeumtntt ecc., pag. 84 - Tafl-ri t. ; Carmen dt Urr. h'erlt. ecc. - Perbev a. ; TreiMbl.
penlru. Ital., psg, 43 - D. Carbone Orio : / terr. di Calabria e Sicilia ecc., pag, ffi -
De Simone L. O. : lecce e i suol taonum, descriCtl ed illuttr., voi. I, pag. 331 e S'ite di
CUmat. Salentlna, pag-. 8 - C. D. Oai.lo: Ann, delia eliti di ìleisiaa ecc., voi. IV, pa-
gina 314-15 - p. l'ALUMBO : storia di Prancavllla, Lecce IBffl, pag. 271-3.
Al 20 febbraio, sulle 23" 'fi, in Francavilla (Lecce) violeatlssima
scoBsa per la quale il popolo fuggi dalle abitazioni temendone la ro-
vina. La chiesa di S. Eligio rimase smantellata e con la cupola rovi-
nata. Il monastero di S. Chiara soffri molti danni : gjan numero di
case e di palazzi furono rovinati : la chiesa madre e quella di S. Frnn-
cesco furono abbattute: tutte le altre rimasero lesionate. Si ebbero a
deplorare 7 vittime.
In Nardo il terremoto, preceduto da fortissimo rombo, produese i
maggiori danni. Diroccò il palazzo civico, seppellendo fra le sue ro-
vine l'archivio dell'università: cadde il seggio de' Nobili e furono
molto danneggiate le chiese di S. Michele Arcangelo, di S. Antonio da
Padova, di S. Gregorio Armeno, di S. Domenico, di S. Francesco d'As-
sisi, la cattedrale e moltissime case e conventi.
In Brindisi, secondo una cronaca brindisina, riportata dall' Ascoli
(op. cit. pag. 346), la scossa presentò tre riprese nello spazio di 2", e
fu « orribilissima » avendo fatto rovinare quasi tutte le abitazioni. Cad-
dero molti palazzi e molti altri non furono più abitabili ; le case gene-
ralmente rimasero danneggiate. Il Duomo fU reso inadatto alla celebra-
zione : sofil-1 danni il dormitorio dei PP. Riformati ; cadde la campana
del convento dei Capuccini danneggiando tre celle. Risentirono pure
la chiesa ed i dormitori dei conventi delle monache Patite e degli Agosti-
niani. Insomma nessuna casa o chiesa rimase illesa. Sotto le macerie
perirono due persone. Il cronista citato aggiunge che detto terremoto
« è stato cosi apaventoso che ritirandosi il mare facevansi vedere aper-
ture della terra ed il molo di porta Reale diviso in tre parti ».
Riguardo a Lecce la cronaca di F. A. Piccinini, citata dal De Giorgi,
dice che la scoBsa * orribile », durò per Io spazio di 6" (sic), che fece
scatenare gli edlBci dalle fondamenta, e che le pareti si toccavano le
[1743] 233
mie con le altre. Quantunque tutti i fabbricati siano rimasti in quella
congiontura lesionati, nessuno fu rovinato e nemmeno si ebbe a deplo-
rare vittima alcuna.
Danni notevoli ebbero pure Mesagne ed il sobborgo di Otranto.
Questo terremoto si propagò fino a Messina, giacché il Gallo, nei
suoi Annali, ricorda che a 23** V« circa del 20 febbraio un orribile e
lungo scuotimento non solo sbigottì i messinesi, ma fece lesionare anche
gli edifici principali e più solidi, che fu uopo puntellare.
Il De Lorenzo riguardo a Reggio dice c)ie alle 23^*45'" del 23 feb-
braio, dopo nna lieve scossa ne fu sentita una spaventosa, più intensa
di quella del 1693 (vedi N. 584) : ciò secondo la cronaca Cama : il cro-
nista Nava scrive che per tale scuotimento molte case restarono in
lie^gìo screpolate : che nei conventi della Concezione e dei Carmelitani
all' Angelo) vi fu qualche parziale rovina e che in qualche punto di-
roccò anche la cinta della città. Secondo il Carbone-Grio, questo ter-
remoto, che risultò di due scosse, la seconda delle quali molto più forte,
sarebbe stato avvertito non solo in Messina ed in Reggio, ma anche a
Palmi, a Bagnara ed a Cosenza.
Data la coincidenza dell' ora, credo che le notizie fomite dal De Lo-
renzo e dal Carbone Orio, si riferiscano anziché al giorno 23 al 20 feb-
braio, vale a dire al grande terremoto di Teri'a d' Otranto e del mes-
sinese, che, secondo i documenti Malvasia-De Rossi si propagò anche,
i>erò senza danni, a Milazzo.
Ora poi il Piovene, con l'autorità dei cronisti Dian e Favetta, scrive
nella sua Cronaca dei terremoti di Vicenza (pag. 50) che tale città, a
23"' ci-ca del 20 febbraio fu scossa da un gagliardo terremoto, per il
'|uale le campane suonarono da sé : secondo il cronista Araaldi invece
il movimento sismico fu duplice e lieve. Il Toaldo (Della vera infl. ecc.
pag. 210) aggiunge che in detto istante fu commossa anche a Padova,
e. secondo il Gionta (Fioretto ecc., pag. 248), anche Mantova.
Siamo così in presenza di un terremoto che urtò contemporanea-
mente la Calabria, il messinese, la penisola salentina e qualche punto
del veneto. Data la mancanza di notizie rigpiardanti punti intermedii,
si potrebbe supporre che le scosse avvenute nel giorno 20 si possano
••rdinare in due gruppi distinti di terremoti corocentrici casualmente
i?nccessi nel medesimo istante. Aggiungo però che i detti documenti
De Rossi- Malvasia recano inoltre la seguente notizia : « Roma 6 [marzo].
Culle lettere di Napoli si é inteso essere seguita ultimamente in quella
metropoli una scossa di terremoto senza danno », la quale, con ogni
probabilità, si riferisce essa pure al 20 febbraio: la stessa pubblica-
zione dice che nel giorno 20 di questo mese neir isola di Malta fu sentito
un < grossissimo > terremoto alle 23*^, replicato alle 8^, con danno no-
2U [1743-17-tó]
labile della città, in specie del palazzo del Gran Maestro, Dato ciò a\'Temo
nn terremc-to, con centro probabilmente in Oriente, che scosse in modo
violentissimo Malta e la penisola Salentina ; meno intensamente la Ca-
labria, il messinese, meno ancora Napoli, e che fa Bentìto anche in
modo sensibile sul versante adriatico, specie nel Veneto. Tale anda-
mento si presenta con le stesse modalità di altri terremoti d' Oriente
propagatisi in Italia in questi ultimi tempi.
Aggiungo inoltre che lo Schmidt (Si. ilber Erdbeben, pag. 162) dà
notizia di un terremoto rovinoso avvenuto nell' anno a Cefalonia.
\681] 1743. Aprile 24. Padova?
GOWAN A.: App. t txott al Catalogo ecc., pag. in-11 (estr,]
Il Goiran, da una memoria ms. sincrona, fa notare che al 24 aprile
1743. a 16* circa (U^ant.), in Vicenza si senti un terremoto composto
di ana duplice scossa : la prima non fu lieve, e l'altra piii gagliarda pro-
dusse panico ma senza nessun danno alla città tranne ad una catena
del Duomo : aggiunge però detta memoria che a Padova II terremoto
fece rovinare più di una fabbrica.
La notizia di Padova deve essere od erronea o certamente esagerata
perchè il Toaldo (Della vera infi. degli altri ecc., pag. 210) non re-
gistra per detta città, nel 1743, che una scossa a 23'' ital. del 20 feb-
braio corrispondente al terremoto precedentemente accennato.
[688J 1743-45. Calabrie, MessiiM».
AHCoviTO S. : Mem. sul fenom. mtleor. iS4i, pag. 93 - Cu'occi ; Catalano, 1, paff. SSa - Cak-
HONE Ohio D. ; / teer. di Calabria ecc., pag. 63 - M.\lv«st*-De Kos.si: Documenti ecc.,
Dag. ai-2j - U. D. Gallo: Oli Ann. della aita di Messina, IHt^, voi. iv, pag. ai5-ie, 9Ua,
86S, 368 - D. Spanò Bolani: Storia di Reggio di Calabria, voi. ii, pag. Td.
Abbiamo visto come nelle Cnlabrle enei messinese si sia propagato
abbastanza intensamente un terremoto (20 febbraio) di provenienza
orientale: ora il Gallo afferma che a 4'' di notte del 5 marzo 1743 una
nuova ed intensa scossa urtò Messina : essa non fu forte come quella
del 20 febbraio. Lo Spanò Bolani scrive poi — non ricordando ì feno-
meni sismici del febbraio — che al 7 dicembre di questo anno un ga-
gliardissimo terremoto colpi Keggio incutendo grande timore: che gli
ediflcii non ebbero che poche screpolature mentre In molti paesi della
Calabria, ed in ispecìe in S. Giorgio di Polistena, in Catanzaro ed in
Soriano furono rovinate moltissime case con mortalità di persone. Nella
stessa giornata, ad S*" di notte, anche a Messina (u avvertita una flc-
rissima scossa identica per intensità a quella del 20 febbraio : queste
due notizie certamente si riferiscono ad un unico fenomeno : a Messina
poi, a 3" di notte del 1" gennaio 1744. fu sentito un altro forte scuo-
timento che recò non poco spavento ed un nuovo a IO"" del 6 marzo. I
terremoti del 1743-44, secondo i Documenti Malvaaia-De Rossi, appor-
[1743-1746] 235
tnrono danni a Nìcotera, a Mileto e ad altri paesi della Calabria ultra :
neir ultima località citata sarebbero cadute la cattedrale e molte case:
a Catanzaro poi il movimento del suolo fa solo fortissimo e destò gli
abitanti.
Il Carbone Grio pone al 23 febbraio 1744 una scossa nella Calabria
meridionale, che produsse molte rovine in Sicilia (forse a Messina) e
fa seguita da un periodo sismico perdurato per due anni.
U Capocci mette i terremoti disastrosi nel 1743 ed aggiunge che si
rinnovarono nel 1744 e nel 1746 : che quelli del 1744 riuscirono più
forti a Messina, e che le repliche del 1746 furono invece più intense
nei pressi di Catanzaro.
Come si vede, quantunque esista fra gli autori una certa sconcor-
danza nelle date, tuttavia le varie notizie alludono ad un lungo periodo
sismico, che, a mio giudizio, interessò negli anni 1743-44 e forse anche
tino al 1747 (N. 696) le Calabrie ed il Messinese.
[689] 1743. Maggio 29. Ferrara.
Malt AsiA-DB ROSSI : Documenti ecc., pa^. ^1.
Al 29 maggio, circa le 17*" ital. di mattina, in Ferrara scossa di 2' ;
grande panico ; caduta di due comignoli. Fu seguita da due repliche.
[690] 1744. Blarche.
Maltasia-dk ROSSI: Documenti ecc., paK. ^ - Skrpieri a.: Scritti di sismol ecc., pa^. 153
voi. I - Antologia Romana, toI. v, n. 48« pag. 38^ Roma, mafir^io ìTt9,
Nei Documenti citati, si dice che nella notte 27-28 febbraio furono
sentite in Pesaro due forti scosse le quali recarono grande spavento.
11 Serpieri ne mette al 22-24 aprile alcune fortissime ad Urbino ed in-
fine la rivista e Antologia Romana » riferisce che nella notte fra il
26-27 maggio, a 3*» ital., fu sentita in Pesaro una violenta scossa che
causò grande spavento, ma nessun danno : pochi minuti dopo ne so-
pirono due altre di minor forza e durata, e varie repliche più o meno
leggere fino al 26 luglio successivo.
[t591] 1745. Marzo. Spoleto (Perugia).
BINA : Raifionam, sopra la cagione dei terr. ecc., pag. 21 - Malvasia-db rossi : Documenti
^c., pag. 25.
Verso la metà del mese di marzo, a Spoleto, nello spazio di 8 ore
ftirono intese 22 scosse che danneggiarono i fabbricati : questa notizia
data dal Bina è confermata dai citati Documenti, secondo i quali ri-
sulta che le scosse avrebbero cominciato a commuovere il suolo o sulla
ftne di febbraio o sul principio del mese vegnente e sarebbero state
sentite anche a Foligno e luoghi vicini, aiTecando spavento grandis-
simo, ma pare nessun danno.
236 [1745-1746]
[692] 1745. Ottobre. Monleeawiao (Caserta).
M\lva9ia-De rossi : DoeuìHtiiCI ecc., pag. 25 - Pill* l. : Seìax. ie Irtm. ecc.. pap. IM.
Nel di 3 ottobre si sentirono a Montccfts&ino varie bcobsc. le quali
replicarono nei giorni G, 10, 20, 22, 23 e 26 dello stesso mese e quindi
nei dì 1-6, 8 e 16 del auccessivo. Questo periodo sismico produsse
molta costernazione nei monaci dell'Abbazia e causò varie lesioni al-
l'edificio, specialmente sopra la porta maggiore della cbiesa. I maggiori
scnotimenti si propagarono anche a San Germano. Al 26 dicembre
altra replica ed al 15 gennaio 1746, a 11*" '/t- in* gagliarda ed alcune
lievi Balle primo ore del mattino del 18 marzo, a 3" del 12 agosto ed
innanzi lo spnntar del giorno del 4 ottobre.
Il Corradi invece (Ann. delle epidemie ecc., voi, IV, parte I, pag. 13tV)
citando 1 Diadi mss. di Montecassino, ricorda una scossa fortissima
avvenuta al 18 ottobre 1745, per la quale parve che il vetusto e famoso
tempio avesse a crollare. Aggiungono i Diarii predetti che sì seguita-
rono a sentire delle repliche fino alla metà di novembre.
[693] 1746. Luglio. Barga (Garfagnana).
Bakitt* m. : Alatile coiuld. slittet. sulla disMb. dei Uri: in Toscana, paff. 13 (eatr-l - Gio-
VANNoaa O, ; / Urr. Apuani, pas:. 8-9 (estr.) - TACLisuca ; Relazione giornaliera ecc. -
j, fi. FIORAVANTI: MeM- itor. della citta di Pittata ecc.. pag. 501.
Nel luglio il territorio di Barga fti interessato da un forte periodo si-
smico iniziatosi nel mattino del 9 con scosse non sentite generalmente.
Il Tallinucci, citato dal Giovannozzì, ci lasciò memoria delle seguenti;
Luglio iO) tre scosse avvertite da tutti ; 11) 18 scosse dì cui 2 gagliar-
dissime a 18'' [2'' pom.] ed a 21'' [5" pom.]; i.l) 14 scosse gagliarde; /■/> 5
scosse : 2 fortissime a 7" ',,, [3" ' /ant.] ed a 13" [O^ ant.}; 15) 5 scosse di
cui una fortissima; Ì6i 12 scosso, una della quali fortissima a S"" [l"" ant." ;
i7) dodici scosse di cui 6 gagliardissime: una a 3* '/[ [11" pom. del 16] e le
altre dalle 6" Vt alle 1" ';, [2" Vj - 3* > ; ant. del 17] ; 18) 12 scosse, 3 delle
quali incussero punico, a 2" ','i [10" pom. del 17], a \2^ [8" ant. del 18j ed a
22'" V( [6" ''t pom.] ; 19) 5 scosse, di cui una « orribile & a 24'' [S"" pom.J ; SOì
13 scosse: una «orribile» a U*' [10" ant.]; 21) 11 scosse, fra cui una fortis-
sima a 11'' [P pom.J ed altre tre simili a ì& ',', [2" '', pom.]; 22: 5 scosse
leggiere ed una forte alle 19'' '.'e (3" ' ; pom.) ; ^5) 2 scosse dì cui una ol-
tremodo intensa a 22" ^,, [6'' ',', pom.] ; fu la maggiore del periodo sismico ;
2'1) 4 scosse mediocri.
Durante il maggiore scnotimcnlo, al dir del Talìinucci * si videro
cozzare insieme i tetti delle case » e dai monti Pania, Gragno e vicini si
staccarono grosso frane, che precipitarauo con grande strepito a valle.
Queatc commozioni, od almeno le più intense, tìirono avvertite ab-
bastanza fortemente anche a Lucca ed a Pistoia. A proposito dell'ul-
tima citta lo storico Fioravanti ricorda che per 34 giorni fu commossa
da continui scuotimenti, che causarono grande panico.
[1746 - 1750] 237
Fra i fenomeni avvenuti in questo periodo sismico è utile ricordare
olle nel Serchio fu trovata morta una grande quantità dì pesci (cinque
0 seimila libbre).
[694] 1746. Ottobre 8. Opsaria (Friuli).
T-MM-isi A. : / tetr. dei Friuli, pag. 198.
L'8 ottobre, a 5*» di giorno, si senti ad Udine una scossa ed a 7^ di
notte parecchie altre che ad Orsaria (frazione di Premariaccio-Civi-
dale) fecero diroccare la chiesa.
[6^] 1747. Aprile 17. Noeera Umbra.
J/tf. deWArthirio di Stato di Roma.
Al 17 aprile 1747 un terremoto recò non solo alla città di Noeera,
ma eziandio a parte del suo territorio, danni gravissimi : le chiese più
di ogni altro edificio sofiFrirono detrimento : le case in parte caddero
ed in parte rimasero talmente sconnesse da essere rese quasi inabita-
bili. La Cattedrale ed il Vescovado furono assai malconci : la chiesa
dell'antico monastero di S. Stefano, distante due miglia dalla città, fu
rovinata. Dal 17 aprile al 23 maggio varie repliche. Il Perrey {Trembl,
l)enini, Ital.^ pag. 43) senza data mensile (ma prima di luglio) dice
che a Foligno, Noscia (Noeera ?) e città vicine una scossa violenta ro-
vesciò parecchie case : questa notizia certamente si riferisce a quella
di Noeera da me estratta dai mss. dell'Archivio di Stato di Koma.
-696] 1747. Settembre. Reggio Calabria.
ARoìviTo S. : Afem. sui fenom. meteor. 18 il, pag. 35 - roscitano p. : Mem. istor. Jllasof. d^i
t^rr. ecc., pagr. 6.
Nel settembre una scossa di terremoto produsse piccole lesioni nei
muri delle case di Reggio : fu susseguita nel corso di 2 mesi da 40.
repliche leggiere : parte della popolazione andò ad abitare in baracche.
[697] 1748. Settembre 11 o 18. Colli Laziali.
M\i.vAsiA-DE ROSSI M. S. : Documenti ecc., paj?. 25.
Alle 6** della notte deli' 11 o del 18 settembre in Roma una scossa di
j><>chi secondi fece cadere molti calcinacci nel palazzo della Cancel-
](Tia : pare sia stata piti violenta a Frascati ed a Marino.
r6981 1750. Febbraio 1. Aquila.
MU.YASJA-DB Rossi M. S.: op. cit., pag. 25.
Al V febbraio (*) fortissima scossa in Aquila : danni alle case.
I Malvasia e De Rossi (loc. cit.) attribuiscono la scossa al primo marzo : ciò é eviden-
ttMuente errato, giacché tale notizia venne tolta da una corrispondenza stata Inviatii df^
Najuiii il 17 febbraio ed Inserita nel giornali del tempo del 3 marzo.
[1750- 1751]
Lui*.
,, pag. 23 - Perhbt a. : Treitibl. penlnt. Hai., pag. 13.
A 2(? '/« ^^1'' ^ febbraio forte scossa a Koma seguita poco dopo da
altra più breve : nessun danno. A Frascati, a Mariao e ad Albano il
'" fece nacir molti dalle case. A Montcrotondo furono sentite
a Tivoli 8 con grande panico.
\y dice clie al 28 gennaio, a 2'' di sera, in Koma fa sentita
di qualche minuto (secondo?), la quale dopo un'ora fu se-
Bplica meno forte e quindi nella notte da una terza che a
ad Albano danneggiò delle case. All' 11 ftsbbaaio a Roma,
1 scuotimenti.
'&0. Settembre 17. Plime (Udine).
r ttrr. m Friuli, pa». 106.
il. di notte del 28 novembre a Pordenone si senti nna scossa
)urc a Fiume, ove alle 11" se ne ebbe un'altra più intensa:
dicembre replica ad Udine ed infine a 24'' '/i del giorno 17
benone ed a Fiume ; quivi a 5*" di sera furono sentite altre
lenti scosse sussultorìe, che fecero screpolare molte case : a
a IS^'/i altra più forte della precedente e tra le 11 e le IS'
repliche ad Udine ed a Pordenone e infine a IS" una lieve.
'51. Luglio 26. tlaiUo e K«Mra (Umbria).
imento ecc. - Malvasia-US Rosai: Doeuiaenll ecc., pag. iS-36 - Vera, tiiu/ra e
•.tallone ecc. - Stlatione più distinla ecc.
luglio, fta le 2" e le 2" '/t ital. della notte, in Nocera due
ro destare parecchie persone che abbandonarono le case: in
3ero maggiore intensità e cosi pure a Sigillo ed a Scheggia.
il. di quella stessa notte una veementìssima concussione at-
>itauti di Gnaldo che tosto lasciarono le case semidiroccale
iti, mentre il suolo continuava a scuotersi più o meno sen-
: una nuova scossa tosto sopraggiunse ed alle conquassate
apportò nuovi danni : rovinò il palazzo del pubblico, 1' ar-
, segreteria priorale : cadde il campanile, si staccò la gran
Tastante al campanile di S. Francesco, il quale, squarciato,
mila volta della chiesa : gravi rovine avvennero pnre nel
lei PP. Agostiniani : precipitò il campanile della chiesa di
che ne rimase malconcia. La chiesa dì S. Benedetto soffri
ini, però il suo campanile non rimase atterrato: il contiguo
cevette gravi lesioni ; cadde la casa presso alla chiesa di
La Rocca, solidissima costruzione, risenti notevoli danni.
to di Gualdo nella parte verso porta S. Benedetto (che con-
[1751] 239
duce a Perugia) fu atterrato affatto, talché le strade erano piene di
macerie alte anche 3 canne : specialmente fu colpita la contrada detta
« il Borgo >. La seconda parte ebbe le case con le facciate abbattute,
i tetti scoperchiati ed i muri pendenti ; T altra parte, versò porta
S. Facondino (che conduce alla Romagna) non fu affatto prostrata, ma
i muri subirono gravi lesioni. Fra tante rovine non si ebbero a deplo-
rare che 3 morti e qualche ferito.
Saa Pellegrino, Fossato di Vico, Pieve e Gaifana furono ridotti in
un mucchio di macerie.
In Nocera caddero diversi camini, uno dei quali, sfondato il tetto
di una casetta, ruppe il solaro di una camera uccidendo tre persone
che ivi stavano dormendo. In questa città rimasero danneggiati spe>
ciaimente quegli edificii che già erano minacciosi di rovina.
In Sigillo caddero quattro case con mortalità di due persone e molti
altri edificii furono resi inabitabili : a Scheggia ne rovinarono tre, cau-
sando una vittima : a Costacciaro il terremoto apportò vari danni spe-
cialmente al convento dei PP. Conventuali. A Gubio restò danneggiato
il palazzo vescovile, il monastero di S. Ubaldo fu ridotto in pessimo
stato ; la cattedrale, alcune chiese, i monasteri, i conventi ed in una
parola ogni edificio ebbe a risentire quale più quale meno per questo
terremoto : le case di campagna, specialmente quelle verso la porta
S. Agostino, furono generalmente conquassate : affatto demolita fu la
chiesa di Padule.
In Assisi (*) patirono tutte le fabbriche e certe case più antiche fu-
rono rovinate ; molto danneggiato fu il palazzo vescovile e molti altri
fabbricati furono lesionati e rimasero con i muri in modo pericoloso
strapiombanti. Spello ebbe la minaccia di vedere le case, le chiese ed
i conventi abbattuti.
In Foligno il terremoto atterrò una grande quantità di camini e due
stanze del palazzo Sceltrisa ; pati pure considerevolmente il duomo —
specialmente nella sua facciata della porta maggiore — e lo chiese di
S. Francesco e di S. Salvatore.
In Camerino e dintorni restarono pure lesionate le case ; a Città di
Castello diroccò la torre o la volta della cattedrale.
Cjualche danno risentì forse anche Perugia, ove, come a Terni, la
scossa produsse generale costernazione ; essa poi fu forte ad Arezzo,
un po' meno a San Gemini, a Monterotondo, a Tivoli ed a Civitaca-
Hteliana ; fu infine lievemente sentita anche a Roma.
(1 in Assist, secondo la « vera, nova e dlstlutJi relazione ecc. » la scossa nm^trlore
sviFPbbe avvenuta a ore 8, nel quale Istante un' aUra scossa, veeraentlHslma quasi come
la prima. fU sentita a Gualdo,
[17511
A Gualdo dopo la grande scossa, la terra fb jd continuo movlmenlo:
si sentirono fì^qucnt etneo te repliche intense e cupi rombi. Alla sera
del 28 febbraio si ebbero duo gagliardi scuotimenti e verso le 2* '/, ìt.
del 30 un' altro fu sentito a Noccra, a Sigillo ed a Gualdo, nella cui
ultima localim fece rovinare anche le tre uniche case fino allora ri-
maste intatte.
Fio. 16.
L' epicentro di questo terremoto si trova presso Gualdo : vale a dire
in posizione quasi centrale della zona mcaosismica che racchiudo S. Pel-
legrino. Fossato e Gaifaaa (flg. 16 A): la zona quasi rovinosa comprende
Scheggia, Costacciaro, Sigillo e Nocera (B); nella fortissima Città di Ca-
stello, Gobbio. Assisi, Spello, Foligno, Camerino, ecc. (C),
Falera*.
Nel mese due forti scosse apportarono vari danni alle e
Fra le 23 e le 24" ital. del 25 settembre forti scosse riempirono di
spavento la popolazione di Nai-ni : in città non recarono alcun danno,
ma in campagna fecero rovinare alcune case.
Riviera ligire di levaDk.
; Tremili, prniiis. ttal., pag. U.
[704] 1751. Novembre 21.
MEKCALrj O.: / Ifrr. della Llgiirta, paff. 30 - Perrev A,t
Verso lo W45'° ant. una scossa di terremoto produsse lesioni non
gravi agli ediflcli delta riviera ligure di levante fino a Genova : fu
sentita con minor intensità in quella di ponente fino a S. Remo, e
^■•.
[1752-1753] 241
leggermente anche nel milanese : a Genova fti molto forte, durò 5™ (se-
condi ?) : il mare nel porto si agitò violentemente ed i bastimenti ri-
sentirono r urto sismico.
Il Perrey registra al 1* dicembre nn' altra scossa, meno violenta
per Genova, ma che produsse alquanti danni sulla riviera occidentale.
Ciò però, secondo le notizie del Mercalli, non 6 conforme al vero : in
quel di snccesse invece un rovescio di vento che fece naufragare una
nave nelle acque di Portofino.
(705] 1752. Febbraio 16. Nizza,
y RRCALU Q. : / terr. della Liguria ecc., pa^r. 30.
Verso le 2** ant. del 16 febbraio scosse leggerissime a Nizza : a
4^45" ant. una forte con rombo e della durata di mezza «ave maria» :
molti che si trovavano a letto, spaventati, uscirono dalle case. Vennero
danneggiate le parti più elevate degli edificii. Detto terremoto fti for-
tissimo anche ad Oneglia.
Verso le 5** ant. a Nizza due piccole repliche e per alcune settimane
altre leggiere.
[706] 1752. Agosto? Città di Cagtello (Perugi»).
Malvasia-db Rossi : Documenti ecc., pag. 26 - Taramelli t. : Terr, di FolignOy pag. 82 (estr )
Prima del 23 agosto diverse scosse di terremoto recarono qualche
danno alle case di Città di Castello, le quali dalla popolazione furono
abbandonate : cosi i citati Documenti.
Il Perrey invece (Trembl, penins. Itnh pag. 44) ne registra una av-
venuta nella notte 13-14 di luglio ad Urbino, a Gubbio, a Gualdo, a
Foligno ed a Fabriano, e che fu sentita forse fortemente a Trevi.
;707] 1752. Settembre. Colli Lnziali.
M.\LVA9iA-DR RoHsi: Doa^mentt ecc., pag:. 26 - Pbrrey a.: Trembl. pen. Hai., pag. 14.
Secondo il Perrey nella notte 5-6 giugno ad Aricela, ad Albano, a
Genzano e circonvicini fu sentita una scossa : a 3^ del 21 se ne ebbe
una a Tivoli, e prima del 20 settembre, secondo i Documenti citati, in
Vclletri un forte terremoto mise in allarme la popolazione che abban-
donò le case : fu pure avvertito a Frascati ed a Marino. Sulla fine di
settembre (26 [Perrey]) di notte una forte concussione urtò Frascati,
Velletri e Marino, ove fece cadere due case e si propagò lievemente
tino a Roma. Nella notte 19-20 ottobre a Vclletri altro scuotimento.
[708] 1753. Febbraio. Modena.
Perrey a.: Op. clt., pagr. 45.
Sui primi di febbraio a Modena scoss.i fortissima : muri 8rre))olati.
Ciò secondo von Holf.
Baratta : Terremoti ecc. 16
ì
# ^^
242 [1753 - 1755J
[709] 1753. Marzo 9. Lnserna, Perosa (Piemonte).
Mercalli G.: / terr. della Liguria ecc., pag. 30^1 - Vassalli Bandi: Rapport ecc., pag". 132
perrey A.: Tremai, penins. Ital. ecc., pag. 45.
Verso le 2** pom. un forte terremoto urtò il Piemonte e la Savoia :
fu assai forte e cagionò danni considerevoli nelle valli di Lusema, di
Porosa e di Susa, presso il confine con il Delflnato. Il forte di Fene-
strelle sofiPri assai; in Pinerolo caddero molti fumaiuoli e tetti: ad Asti
rovinò parte del convento dei Cappuccini. Sulle montagne di Susa e
di Pinerolo - ove, secondo il Mercalli, pare abbia avuto il suo centro -
si sentirono rumori simili a colpi di cannona, ed in diversi punti si
aprirono squarciature nella terra, dalle quali sgorgarono copiose acque -
In Savoia si verificarono grandi scoscendimenti.
La scossa fu sentita con forza anche a Torino, ove durò 2" (se-
condi ?) ; fu abbastanza sensibile fino a Chambery ed a Ginevra, ove
le campane della torre alta diedero qualche tocco: fu infine leggeris-
sima a Nizza e forse avvertita anche a Gap (Alte Alpi).
Neir area centrale si ebbero 14 minori repliche : le prime, sentite
verso le 4** pom., furono intese anche a Torino : cosi pure dicasi di
quella accaduta a 2*» ant. del giorno 10.
[710] 1753. Aprile 2. Città di Pieve (Perugia).
pbrrey a.: Trenibl. penins. lial.j pa^. 45.
Secondo von Hofl", al 2 aprile scossa fortissima a Città di Pieve con
danni agli edificii.
[711] 1753. Maggio 26. San Gemini (Perugia).
Malvasja-db BOSSI: Documetiti ecc., pag. 20-27 - Taramelli t : Terr. Spoleto pa^. :i2 (estr.)
A San Gemini nel dì 26 maggio replicate scosse di terremoto reca-
rono non lievi danni e grande spavento : furono sentite anche ad
Amelia, a Todi, a Perugia ed a Trevi.
Il Pen-ey (Op. cit., pag. 45) erroneamente le pone al 26 aprile.
[712] 1754. Giugno 7. Lawo.
Malvasia-De Bossi ; op. cit., pag. 27.
«
Nella notte del 7 giugno forte scossa in Roma : fu molto più intensa
a Tivoli, Frascati, Valmontone, Palestrina, Ariccia e Castel Gandolfo.
Grande panico. Repliche per 15".
[713] 1755. Novembre 1. Lisbona.
Supplement aux re^ftectlom sur le desastre de Ushonne ecc., pagr. 35-36.
Al 1** novembre, verso le 10^ ant., terremoto disastrosissimo nel Por-
togallo, sentito leggermente a S. Remo, come afferma il Nota (Op. cit,
pag. 46) ed anche a Torino (Mercalli : / terr. della Liguria^ ecc.,
[1755] 243
pag. 31). A Milano la scossa fece oscillare le lampade delle chiese : ad
Abbiategrasso fece aprire e sbattere le porte : riguardo a Lodi TAgnelli
{/ terr. registr. ecc., pag. 95) pubblicò una annotazione sincrona rela-
tiva a questo terremoto, del seguente tenore : « questa mattina.... si è
reduto a muoversi, e non di poco, il baldacchino che sta sopra l'aitar
maggiore, come pure le lampade che sono in presbiterio, cosi che al-
cuni sono sortiti dal Duomo, ben persuasi come fosse ciò una specie di
terremoto. Infatti qualche altro segno ha dato altrove nella nostra
cittA, ma non tanto potente come nella detta cattedrale... »
[714] 1755. Novembre 1. Isola di Ponza.
mebc.\lu G. : Xote geol, e stsm. Isole Ponza, pag. 14 (estr.)
Nello stesso giorno ed alla stessa ora (10^ a.) del grande terremoto
fisbonese, a Ponza fa sentita una violentissima scossa per cui rovina-
rono due terzi delle case che allora esistevano neir isola. Ciò secondo
r Hamilton ; osserva il Mercalli che il parossismo citato quantunque sen-
tito in diverse parti dell' Italia superiore, in nessun luogo recò danni
di sorta : non fa quindi meraviglia che siasi propagato anche fino alle
isole Ponzio, ma non può ammettersi che vi sia arrivato con forza suf-
ficiente per cagionare grandi rovine, poiché a più forte ragione avrebbe
dovuto scuotere con eguale energia la Spagna nord orientale, la Francia,
le isole di Corsica e di Sardegna, ed altre regioni più vicine al foco-
lare sismico. Bisogna quindi ritenere che la grande scossa lisbonese
sia realmente giunta in modo sensibile sino a Ponza, e che quivi —
come causa occasionale — abbia determinato un terremoto locale molto
più violento. Nella carta che accompagna i terremoti del 1892 (vedi),
trovasi delineata la probabile zona isosismica sensibile.
|715] 1755. Novembre 18. Acquapendente, Grotte (Viterbo).
Malvasia-De Bossi : op. elt., pafir. 27 - Pbrrby a. : Trembl. pentìxs. Hai., pag. 46.
Nella notte del 5 maggio, secondo Malvasia-De Rossi, furono sentite
tre scosse senza danni a Viterbo ed a Bagnorea : il Perrey aggiunge
che furono molto violenti.
Ài 18 novembre ad Acquapendente ed a Grotte ne furono intese
altre parecchie che danneggiarono alcune case (fig. 12).
[716] 1765. Dicembre 9. Vallese (Svizzera).
Delle luttuose vicende dell* anno i755, pag. 92-94 - Bertrand e. : Mem. sur Ics tremhl. ecc.,
pa^. 48-98 - Suppleinent aux rejlections ecc., pa^?. 52.
Verso le 2*» */, pom. terremoto rovinoso nel Vallese sentito forte-
mente in Lombardia, nel Piemonte e nella Savoia ; a Torino la scossa
fu duplice : la prima fase, non avvertita da tutti, durò 4-6* : dopo
(loalche minuto successe una ripresa di 2% più leggiera della prece-
244 [1755 1756]
dente : ambedue ebbero direzione N-S. A Milano il movimento sismico
fu molto più violento, avendo in alcuni muri fatte aprire delle fen-
diture.
[717] 1755 6. Dicembre-Febbraio. Aneonitan©.
PERREY A. : Tremai, penins. Jtal.^ pag- 47 - Supplement atix rejlectlons ecc., pag. 39,
Al 25 dicembre (1755) nella provincia d'Ancona scossa fortissima.
Al l'* gennaio (1756) altra che causò pochi danni : al 5 febbraio nuova
replica.
[718] 1756. Febbraio 2. Sezae (Roma).
Malvasia'De Rossi : Documenti ecc., pag. 27.
Alle 21** ital. del 2 febbraio scossa molto forte di due minuti (se-
condi?) che non causò danni notevoli.
[719] 1766. Aprile 13. Treviso.
storia degli orrendi tremuotl ecc. - Supplement aux reMctions ecc., pagr. 70-71 - perrey a. :
op. clt., pag. 47.
Il 25 febbraio, a 22*» ital., a Bassano una scossa violenta fece uscire
molti cittadini che trovavansi in chiesa : a 7** di notte altra sensibile
canhe a Trento ed in vari luoghi del Veneto, specialmente a Feltre e
suo distretto.
Al 13 aprile a Venezia una di 30 ed a 3** di sera replica : ftirono
sentite a Padova, a Verona ed a Treviso : in quest' ultima città camini
rovesciati, case e chiese danneggiate : al 16, a 2^ 10'" ital. scossa a
2 riprese, precedute da forte rombo e nella notte 18-19 altra rex^lica
considerevole S E - N W. Noto che il Toaldo nulla dice per Padova.
[720] 1756. Agosto 17. Padova.
PERREY A.: op. Clt.. pag- 48.
Qualche minuto prima di mezzodì fortissimo uragano seguito da pa-
recchie forti scosse, che causarono vari daimi alla città. Il Toaldo non
riporta questo terremoto.
[721] 1756. Ottobre 22. Oriente.
Capocci : Catalogo, T, pag. 353 - Malvasia-De Bossi : Documenti ecc., pag. 27 - Perrbj a. :
op. clt., pag. 48 - Supplement aux rejlectfons ecc., pag. 93.
Il 22 ottobre, a 3** 30" pom., un violento e lungo terremoto in Na-
poli danneggiò ed abbattè molti comignoli : fu sentito anche in Calabria,
in Sicilia ed in Grecia. Nei Documenti Malvasia-De Rossi si dice che
in questo giorno -— senza indicazione di ora — fu avvertito un terre-
moto che agli edifici di Manfredonia non apportò alcun danno ma in
mare fece affondare una nave. Secondo il Supplement citato, a Napoli
[1757-1759] 245
la scossa sarebbe durata 4™ (secondi?) ed avrebbe danneggiati molti
odificii ed abbattati dei caminetti.
Queste notizie con ogni probabilità corrispondono ad un terremoto
esocentrico, propagatosi specialmente neir Italia meridionale. Il Perrey
[Mem, sur les trembl. de terre ressentis dans la Penins, Turco-Hellenique
etc, pag. 30) riferisce che al 20 ottobre in Morea si ebbero scosse
violenti, specialmente nel golfo di Lepanto e di Corinto e che si pro-
pagarono anche in Sicilia.
Nulla dicono i cronisti Salentini citati dal De Giorgi, per la Terra
d'Otranto.
n22] 1757. Agosto 6. Sìraensa.
PEiiRKY A. : Trembl. penins, lUiL. pagr- 48.
Il 6 agosto a Siracusa terremoto disastroso : la metà delle case sa-
rebbe stata distrutta : 10000 morti.
[l'23ì 1758. Gennaio 24. Ereolano (Napoli).
PERBET A. : Op. Cit., pag*. 48.
Al 24 gennaio scossa fortissima ad Ereolano.
1724] 1758. Novembre 1. Bronte (Catania).
Mebcaixi 6. : Vulc. € fenom. vuìc.^ pa^r. 2S4 - perrey a. : op. cit., pa^. 48.
Il Mercalli, citando TAlessi (Stor. crii, ecc., disc. VII), dice che al
l"" novembre, a 6^ ital., verso Bronte fu sentita una scossa fortissima :
il Perrey, seguendo von Hoflf, la registra come forte.
[725] 1759. Marzo 18. Pigtoia.
Pebrey a. r op. Cit., pag. 48.
Al 18 marzo scossa violenta a Pistoia : al 18 aprile altra.
[726] 1759. Marzo 30. Plnerolo (Torino).
Mercalli : / terr, della Liguria ()cc., pag. 82-33 - Casalis G. : Diz. geogr. stor, stat. comm,
degli Stati di S. M, il Re di Sardegna, voi. XV, pag. 819.
A 2*^ 30" pom., del 9 marzo in Pinerolo e paesi del circondario for-
tissima scossa di oltre 40«, che fece traballare i monti e le case. Nella
stessa giornata il fenomeno si ripetè per due volte con eguale violenza,
ed altre repliche furono sentite nei dì successivi. La più violenta di
tutte avvenne al 30 marzo : molte case in città furono distrutte e non
pochi individui perirono sotto le rovine. Per circa tre mesi si abitò
all'aperto essendo continuato il periodo sismico anche nell'aprile e nel
maggio successivi. Al iJ6 maggio, a 10^ 45°» pom., in Torino, gagliarda
scossa forse proveniente dal centro pinerolese : ed a 2*» Va (^ic) di tale
giornata, una assai sensibile, ma breve, in Genova.
[1759- 1T62]
[mi 1758. Maggio 20 e 26. MarsiMiiMTO (Potenza).
PBRKBT A. : op. Cit., pag. 49,
Al 20 e 26 maggio dae scosse a Napoli : pare Steno state più forti
■ " -■ -\: a, MarsiconaOTO tntU fuggirono sotto le tende.
9. Oiugno 14. S. Hiefaele !■ Teveriit. (Viterbese).
< 18 giugno ns» [notizia ms.)
igQO scossa assai gagliarda che fece lesionare 1 dae archi
be divide il paese di S. Michele in Teverina : non produsse
i9. Ottobre 5. Monte Oag«ino (Caserta).
UoHie Ceatino ecc., pag. '6.
aggio tre scosse gagliarde : al 13 luglio varie altre che can-
ire ai monaci : al 5 ottobre una molto forte, intesa anche
,no e paesi circostanti : quest'ultima determind l'apertura
e lesioTii.
W. Gennaio. Cawit (Perugia) ?
1. ctt., pag. 49.
Lio scossa nella marca d'Ancona : danni a Cascia.
il. Aprile 5. H«te Casda».
op. cIt., patt- ~i6.
no 16 febbraio una scossa, seguita nella notte da replica :
una molto forte con repliche successive : causarono qualche
a chiesa. AI 6 novembre due scoese ed una al 27.
2. Marzo-Luglio. Hn^llo (Toscana).
[: I terr. sior. Xugetlaìil, pag. 8-8 (estr.)
ilio (a S. Agata) dall' 11 marzo al 22 di luglio varie ecosse,
) delle quali avvenne fra le 23 e 24" (6-7" pom.) del 15
jQd.'SQSS. di qualche minuto.
IT (op. cit., pag. 46) dà notizia delle seguenti scosse : Marzo
!, nella Toscana e nel Bolognese parecchie - Aprile 13-14)
) 11 scosse alcuna delle quali assai forte ; 15) &' sera, a Fi-
ievi, ma più forti nel Mugello ; 17) nuove scosse nel Mugello;
lase rovinate - Luglio 28-29) nel Mugello otto scosse senza
iderevoli.
il Perrey la scossa maggiore sarebbe avvenuta al 17, se-
iovannozzi invece al 15: ma quest'ultima data merita piti
che tòlta da un'annotazione sincrona fatta sui libri pan-oc-
[1762 - 17631 247
chiali di S. Agata di Mugello, ove — in memoria di ciò — in detto
giorno di ogni anno, si fanno appunto processioni votive.
[733] 1762. Luglio-Agosto. Arìccia (Roma).
A. CHIGI: Mem. stor. delVanttchts$. Municipio ora terra dell* Ariccia ecc., Roma MDCCXCIV^
pa^g. 4*7-50.
Il giornale « Le Notizie del Giorno > (4 giugno, N. 43) reca la no-
tizia che nel 1762 in Ariccia furono sentite varie scosse di terremoto
per 34 giorni.
Ciò è inesattamente riferito perchè rilevo dall'opera del Chigi che
in detto anno dal 12 luglio al 12 agosto, isolatamente, in tal paese ed
in un solo punto furono intese delle detonazioni, che, quantunque ab-
biano recato molto timore agli abitanti, non produssero alcun danno.
r734j 1762. Luglio. Gasamicciola.
Malvasia-De Bossi : Docuìnenti ecc., pag. 27-28.
Il 23 luglio forte terremoto ncir isola d' Ischia che causò, oltre
grande panico, notevoli danni, avendo fatto cadere, fra l'altro, intera-
mente una chiesa in Casamicciola: nessuna vittima. Il Perrey {Tremhl.
penins. Ital., pag. 49) dice che le scosse furono 62 e vennero sentite
nella notte 2d-29 luglio.
[735] 1762. Ottobre 6. Poi^gio Picenze (Aquila).
Malvasia -De Rossi: op. cit., pag. 28 - Perrey : op. Cit., pag. 49.
Un violento scuotimento urtò Aquila e dintorni facendo cadere in
cittÀ vari camini e causando qualche danno alle chiese : fu più violento
a Poggio Picenze che restò quasi interamente diroccata e fu inteso
leggermente anche a Roma.
Il Perrey lo indica come avvenuto al 6 ottobre, il Malvasia-De Rossi
a 19^ del 29 o 23 settembre: quantunque tale data appaia più atten-
dibile, essendo la notizia tolta da una corrispondenza da Roma del 30
di detto mese, inserta ne giornali del tempo del 26 ottobre, tuttavia
i signori Malvasia e De Rossi devono essere incorsi in qualche errore
(li trascrizione, perchè di tale terremoto e dei gravi danni toccati ad
Aquila ed alla provincia omonima Nicolò Tomei lasciò memoria in un
carme dal titolo De terraemotu pridie nonas octobris 1762 {Carminum
Wì. 11^ Napoli 1765, pag. 101-2) secondo quanto riferisce C. Minieri-
Riccio nella sua Biblioteca storico topografica degli Abruzzi (Napoli 1862,
pag. 108). Il giorno e pridie nonas octobris » corrisponde appunto al
(il 6, conformemente alla data citata dal Perrey.
796] 17(^. Febbraio, Giugno. Bronte, Paterno, Nicolosi (Catania).
F. Ferrara: Deicriz. delVSlna^ pag. 122-23 • C. Qemmellaro : Vulcan. dell Etna, pa^. 119-21.
Nel febbraio 1763 la città di Bronte e gran parte del bosco vicino
[1763-1766]
furono urtati da scosse violentissime che di mano in mono si fecero
sempre più intense, finché nella notte del giorno 6 — dopo una forte
commozione, che arrecò grande spavento, giacché sembrava volesse
svellere l'abitato — si aprì in quei dintorni nna bocca eruttiva, che
fece fVa?aroBe eeplosioni, accompagnate da scuotimenti sensibili entro
35 miglia. Verso ia fine di febbraio terminò l' incendio.
0 un forte terremoto scosse il lx)sco di Paterno e con
aenza i villaggi di Nicolosi e di Pedara ; anche in Bìan-
sentirono gli effetti : quindi si apri una nuova bocca, cfae
ivit& fino al settembre.
Roeca Hontepiaio (Chieti) ?
, pag. 50.
(no a Rocca Montepiano si ebbero pioggie torrenziali, dn-
farono sentite diverse scosse ; al 24 poi successe un grande
Ciò secondo il Perrey. Nei foglio « Veridica e diatinta reta-
tneata ruina della terra di Montepiano nella Diocesi di
1 il di 24 giugno 1765 (in Roma MDCCLXV) . in cui am-
escrive lo scoscendimento verificatosi nel succitato giorno,
1 23 (e non al 22) ebbero luogo pioggie dirottissime, che
isa prossima della frana, ma ivi non si accenna meno-
coBse di terremoto-
Agosto. Piglio, ABagni (Roma).
isi : Documenti «ce., pag. %.
età d'agosto a Piglio, Anagni e luoghi circonvicini forte
ìe spavento, ma nessun danno.
Aprile-Maggio. Nieolosi (Catania).
a-ir. dtlVEtna, pag. lai - Oemmellano C. ; Vale. detlEtM, pa». 121-23.
aprile bcobbo violenti urtarono la parte meridionale del-
i notte, specialmente a Nicolosi, aumentarono di nnmero
,; crebbero ancora nel giorno seguente, dopo di che nella
una violenta eruzione accompagnata da frequenti scuoli-
egioni etnee ; in Aci ed a Catania i maggiori furono sen-
Dicembre 24-25. Foligno, NoreU (Perugia).
si; DocumeuU ecc., paj?. 29.
dicembre varie scosse nell' Umbria : apportarono qualche
ipecialmente a Foligno, a Norcia ed adiacenze, ove [\irono
[1767] 249
— — ^hM 1^ ^i— ,_^ ■ ■ Il !■ I - I - |- - - - - - - . _
[741] 1767. IsehU.
n' ASCI a: Storia dell'isola O" Ischia, pag. 471, Napoli 1868.
Per un terremoto fu distrutta la chiesa del Rotaro. ^
[742] 1767. Gennaio 21. Fivizzano (Massa).
GiovAN?(ozzi o. : / teìT, star. Apuani^ pag. 9-10 - Malvasi a-Dr Rossi : Documenti ecc., pa-
ttina 29 - Perrey a. : Tremai, penins. ItaL, pag. 61.
Il 21 gennaio a Fivizzano cominciarono a sentirsi delle scosse e
nella mattina di tale giornata, circa le 8^ Vs? i^® avvenne una di lunga
durata : mentre l'afflitta popolazione era accorsa in chiesa successero
due o tre repliche, la seconda delle quali, a 9** */£ circa, fu talmente
impetuosa che il sacro edificio fu presso a rovinare : fu visto aprirsi
e poi tosto rinchiudersi l'arco in pietra che sovrasta la tribuna presso
l'altare maggiore. Diroccarono molti camini ; fu gravemente lesionata
la volta della chiesa degli Osservanti ; l'ospedale, il Pretorio, la do-
irana del sale ebbero notevolmente a soffrire : moltissime case furono
lesionate e nel contado non pochi edificii furono dalla violenza del-
l' urto sotterraneo adeguati al suolo. Dopo di ciò seguirono numerose
repliche : dal 21 gennaio al 4 febbraio ne erano già state contate 36
tra forti e lievi.
Le maggiori scosse del 21, cioè quella delle 8** Va ® 9** Va ^^^^ oli-
rono intese da pochi in Firenze, da molti a Parma : a Pisa produssero
qualche screpolatura e fecero abbattere alcuni comignoli. A Livorno la
prima, più forte dell'altra, ebbe la durata di una breve « ave maria > :
due leggiere furono pure sentite a Genova.
[743] 1767. Febbraio 7. Liguria.
M4LVA$iA-DB ROSSI: Documenti ecc., pag. 29 • mercalli G.: / terr. della Liguria, pag. 83 -
Perrey a.: Tremai, penins. Ital. ecc., paer.51.
Circa le 11** ital. (4*» 15" ant.) a Genova lieve scossa seguita da altra
forte di SO", che causò qualche danno a molte case, a varie chiese e
monasteri ed alla nuova fabbrica dell' ospedale : a Torino ne furono
wntite tre ondulatorie N-S e tre pure a Nizza, con 1' ultima più forte.
A Savona pare che questo terremoto sia stato abbastanza intenso. A
21" ^,'4 (Z^ V« pom.) replica leggiera a Genova e così pure a ^^ '^/^
K^^ \'t pom. circa) del giorno 9.
[744] 1767. Maggio 26. (0 Val di Lanzo (Piemonte).
Pi.ruky : Op. cit., pag. 51 -T Malvasia-De Bossi : op. eli., pa(?. 29-90 - Mercalli : / terr. di
Liguria, pag. 83.
Al 26 maggio in Torino fu sentita una scossa lieve N-S di 3' a
d; U Perrey, sulla fede del Journal Hist., registra il terremoto al 27 maggio: li Mer-
caUl lo pone al 26 seguendo le Effem, meteor. deirosservatorio di Torino, data che è
certamente esatta.
2S0 [1767]
7^ 24™ pom. Essa fu più forte in Val di Lanzo, ove fece lesionare delle
volte di chiesa e rovinare qualche muro ; in questa occasione diroc-
carono alcune case in Laszo ed a Betangero caddero le mura di un
vecchio castello.
67. Giugno 4-5. Speleto (Perugia).
Bossi : Op. clt., pag. !9^ - Uercai.u G. : ^le. e /enom- vulc. ecc. pai;. 301 -
! Op. Ctt., pag. 51 - Tarauelu T. : Terr. ai Spoìflo, pag. 82-33 (eslr.) - San» A.;
N, di SpoleCo, parte li, psg. 2B9.
3tte fra il 4 ed il 5 giugno, a 6" ital. di sera, un veemente
urtò la città dì Spoleto e le regioni circostanti : la i-occa ri-
ivi lesioni e cosi pure il duomo: la chiesa degli Agostiniani.
SS. Filippo e Simone caddei-o in parte : diroccò il convento
erviti : fu reso inservibile quello di S. Paolo ; tutte le altre
nonasterl. i palazzi e le case risentirono danni gravi, dai
tati a piti di 100000 scudi : oltre a ciò, alcuni ediflcii fiirono
abbattuti. Castel S. Giovanni fii pure assai violentemente
ne si scoile dalla segnente iscrizione posta sopra la chiesa
le:
TEMPLVM. HOC.
8. JOANNI BABTISTAE SACRUH
INGENTI TEBHAE MOTV
NON . JVN . CIOIOCCLXVn
SVINA . CORRVPTVM
CLEMENS . Xin . PONT . UAX.
PBOCVRANTK . VINO . AB . AQAEP.
BESTITvrr
9ANCTIVS . MARICIVS . RECTOR
H. P.
sa si propagò fortemente anche a Roma. In Spoleto non si
fiorare che una vittima ed a 5 ascesero i morti nella cam-
^s tante.
.0 il mese di giugno frequenti repliche : le ma^iori avven-
ni giorno 2 di settembre, nella quale giornata furono intce«
ì scoese che recarono nuovi danni agli edificii si di città che
uà : nel 26-27 altre scosse.
767. Luglio U-15. Latti, S. Agata (Cosenza).
"rembl. ptn/ns. Hai., pag. 51.
5 luglio un terremoto recò gl'avi danni a Cosenza e fece ro-
eramenle Luzzi e S. Agata causando 40 vittime. Fji sentito
;ondo I' Arcovito, a Reggio e dal Golfo dì Squillace fino a
Repliche fino al giorno 18.
V
[1767 - l76dj 251
[747] 1767. Ottobre 19-22. Vesuvio.
pkbrb a.: op. cit., pajer. 51.
Al 19 e 22 ottobre si sentirono durante V eruzione al Vesuvio vio-
lenti e continue scosse. 11 De Bottls, testimonio oculare dell'eruzione,
non menziona nella descrizione che fece di tale fenomeno, le scosse
sopra indicate.
[748] 1768. Ottobre 19-20. Santa Soda (Romagna Fiorentina).
Vera rtìaziane dello spaventosissimo terremoto ecc. - Guarini f. : / terr. a Porli ecc. pag. 6!)-64
- Perbey a. : op. cit. pag. S2 - Gazzetta di Firenze, N. 43, 44 del 1768, pa^r. 183-187 -
Biam B. : Ann, della città di Faenza, voi. m, pag. 32P.
A Forlì in gennaio furono sentite diverse scosse : poi alla mezza-
notte fìra il 19 e 20 ottobre, ne avvenne una si lunga e violenta che fece
abbattere varii camini : fa seguita, poco dopo, da replica meno intensa.
In S. Sofia la prima scossa fece rovinare le migliori case, in ispecie
nella vicina campagna : la seconda fu più forte e caueò danni conside-
revoli giacché nessuna delle case, comprese le più robuste, potè soste-
nersi in piedi all' impeto del movimento sismico : una torre di anti-
chissima costruzione e con i muri alla sua sommità grossi 6 braccia
fu affatto demolita : il campanile della comunità rimase in strapiombo e
minaccioso di cadere : il ponte che divideva la Toscana dalla Romagna
perdette le e spallette > e nel suo mezzo si produsse una fenditura
lunghissima che lo divise in due parti. Le case esistenti nel contado
circonvicino andarono tutte infrante, con la perdita dei loro abitanti.
Più di 120 furono le vittime in Santa Sofia. Né solamente questa lo-
calità rimase si orribilmente colpita, ma eziandio gli altri paesi poco
distanti, fìra cui dobbiamo ricordare Mortano.
La scossa della mezzanotte fu gagliarda a Firenze, ove durò 6 bat-
tute di polso : alcuni quivi assicurano che fu preceduta da uno scuoti-
mento meno forte e seguita da altri, i maggiori dei quali a due ore di
distanza. Secondo il Toaldo (Della vera influenza ecc., pag. 210) fu
sentita anche a Padova : a Faenza il suolo ondeggiò lievemente.
Dopo il parossismo citato in Santa Sofia, specialmente nella stessa
notte, numerose repliche.
[749] 1768. Novembre 30. Castel Fiorentino, Montatone (Firenze).
le notizie del Mondo, N. 93: 13 dicembre ncs.
Nella notte del 30 novembre a Montaione, Gambassi e Castel Fio-
rentino violenti scosse atterrirono la popolazione senza recar danno.
Tale terremoto con tutta probabilità fu sentito a Firenze. I documenti
Malvasia-De Rossi (pag. 30) notano che nella notte del 31 dicembre
verso le 9** 7*» ^ Firenze si ebbe una breve ma gagliarda scossa pre-
ceduta da altra avvertita da pochi.
T-V"
253 [1770-1771]
[750] 1770. Giugno. Reggio, Messila.
Hamilton: Descriz. dei terr. ecc., In « Gibelln » (trad. ital.) pag. 272 - perrky: op. cit.,
pa^. 52 - R08CITAN0 : Mem. Mor. Jllosof. ecc., pag. 1 - Le notizie del Mondo^ N. 7A
[1 luglio 1770) e N. 56 (14 luglio).
Il Perrey dà notizia di una fortissima scossa avvenuta a Messina il
1° gennaio 1770 e di un altra sentita in Calabria ed in Sicilia nei
febbraio.
Nel di 8 giugno, verso le 5^ della notte, in Messina se ne ebbe una
forte seguita da repliche minori, non causò danno ma grandissimo spa-
vento (*). In Reggio si intesero in quella notte 22 scosse, quattro delle
quali molto forti ed in quattro mesi circa 130 (*) altre, per le quali si
aprirono molte fenditure nei muri e nelle volte.
I Documenti De Rossi-Malvasia (pag. 30) e parecchi altri autori
parlano di case e di palazzi caduti in Reggio : V Hamilton, a proposito
di questo periodo sismico, riferisce che V arcivescovo di Reggio gli
raccontò che in tale occasione gli abitanti sloggiarono dalle case, quan-
tunque non avessero ricevuti gravi danni.
[751] 1770. Dicembre 27. ValdarDO Saperiore.
Malvasia-De rossi: Documenti ecc., pag. 30 - Notizie del mondo^ N. 1: 1 genn. ITH.
Circa la mezzanotte del 27 dicembre forte scossa a Firenze seguita
da due lievissime repliche : grande panico. Cadde qualche comignolo.
Questo terremoto danneggiò molti luoghi del Valdamo superiore e sue
adiacenze, ove fece diroccare alcune case di campagna. Secondo Von
Hoff — citato dal Perrey (Tremòl. penins. ital. pag. 52) — fu sentito
a Siena.
[752] 1771. Gennaio 8. Livorno.
Halvasia'Db Rossi: Documenti ecc., pag. 90 - pilla l.: Relaz. del trem. ecc., pag. 211.
Gagliardissime scosse di terremoto dalla notte del 7-8 gennaio al 25
di detto mese urtarono Livorno : 15 furono gli scuotimenti : i due mag-
giori avvennero nel di 8, a 4^ ant. V uno, mezz' ora dopo V altro : cau-
sarono grande spavento nella popolazione, parte della quale abbandonò
la città. Le case risentirono lievi guasti e diroccò qualche vecchia
cappa di camino. Alcuni scuotimenti furono sentiti fino al 20 marzo :
a 9^ della sera del 12 se ne ebbe uno però assai meno forte di quelli
avvenuti all' 8. In questa circostanza parte della popolazione si ridusse
a Pisa, dal che si deduce che quivi non furono sentite le scosse od
almeno le maggiori si propagarono in modo assai leggero.
^1) Il Rosei tano mette. la. graivie sc^sa a. ore a li2 di notte.
2) I citati documenti pongono una scossa molto forte che recò a Messina danni ri
marchevoli a IB^re del 22 luglio (pag. 30j. •
\
[1771] 253
n33] 1771. Gennaio 28 - Aprile. Alba rCuneo).
benevelu C.: Sopra i trem. d'Alba ecc., pagr. n-19.
Le scosse del 1771 furono precedute da copiose pioggie nell'autunno
nel qaal tempo da alcuni ne furono sentite varie lievi. Il massimo si-
smico avvenne al 28 gennaio, circa le 22** ital. : per tutto il febbraio
gli scuotimenti furono forti : in marzo divennero leggeri : in 12 giorni
di febbraio si ebbero 150 scosse molto sensibili tutte accompagnate da
grande rombo e propagatesi anche a 7 miglia di distanza.
Non si ebbero né in Alba né nei dintorni (come Castiglion Falletto,
Monforte), danni degni di nota, ma bensì spavento e costernazione ge-
nerale. Il massimo sismico, come ò accennato, accadde al 28 gennaio
con le seguenti scosse: 11** 30™ ital. una forte, 12*^30" una mediocre,
21^ 45°* tre fortissime e tremolo cosi forte che gli uomini seduti si
sentivano alzar dalle sedie : esse causarono alcune piccole rovine, e
fecero cadere dei mobili in qualche casa : a 24*» tre fortissime : 2*» 30"
rumore continuo : 3^ 15" rombo con scossa. In alcune altre notti furono
pure sentiti dei rombi. Al 7 febbraio otto scosse forti e parecchie
lievi ; al 19, due forti e sei lievi, al 21 una abbastanza forte. (^)
L' estensione dell' area scossa fu minore di quella del 1786 (vedi).
[754] 1771. Febbraio. Valeano, Lipari (Eolie).
F. FERRARA: I campi fUgrei delia Sfcilia^ Messina 1810, pag. 234.
Al 17 febbraio, a 2** di notte. Vulcano, neir isola omonima, emise un
fortissimo rombo, preceduto da gagliarda scossa sentita in Lipari, ove
^li abitanti ne furono risvegliati. Cominciò quindi una forte eruzione
che continuò fino alla metà di maggio : però solo nel febbraio i pa-
n^ssismi eruttivi furono preceduti da fenomeni sismici.
[755] 1771. Luglio ^27-30. Firenzuola (Firenze).
\otizie del Mondo, N. 63: 6 agosto 1771.
Nella notte 27-28 luglio varie scosse in Firenzuola e parecchie altre
nei giorni 29 e 30. Gli abitanti uscirono e si attendarono air aperto.
Non apportarono danni. Furono sentite più lievemente nei paesi vi-
cini (fig. 2).
[756J 1771. Agosto 13. Castiglion de' PepoH (Bologna).
Xotizit del Mondo, 17? 1, pag. 539.
Ncir agosto (forse il 13) nove scosse spaventarono la popolazione di
1} Negli anni Becruentl in Alba furono sentite altre scosse locali: ^77^ gennaio 20)
T ore :)0 minuti una ed altra alla stessa ora del 21 ; m4 febbraio ioj 2 ore 3U minuti it-
lina e nella notte 3 sensibilissime; ms febbraio i3] 11 ore 15 minuti Ital. e nella ::otte
seguenti In città e dintorni scosse molto sensibili.
[1771 - 1773]
Castiglion de' Pepoll : non causarono danni in paese ; non cosi però a
qualche casa di campagna. 11 Perrey (lYembl. penint. Ital. pag. 53)
mette al 13 agosto in Castiglione, nel Mantovano, nel Ferrarese e nel
Modenese scosse violenti.
[757] 1771. Agosto 15. BriaRU (Lombardia).
fioiu/e nel umido, ITTI, pn^. S3S, ;>:o.
Verso ie 2'' della notte del 15 agosto una forte scossa incnsse timore
Agli abitanti di Bergamo, di Brescia e dì Monza : si dice sia stata più
forte in Brianza.
(758j 1771. Agosto 17. Cl«litri.
Notliie ael Mondo, 1T7I. pag. 513.
Al 17 agosto, a 2*' pom.. a Cagliari una lieve scossa suss. ; a 7" pom.
replica più forte suss.-ond. di 40* accompagnata da cupo rombo : fa
sentita nell' isola di B. Pietro, a Teulada, nei pi'essi di Iglesìas, a Villa
Cidro e verso Nuoro con timore degli abitanti.
[759] 1772. Ottobre 12. * 8. Sepolcro (Arezzo).
Sfollile del UoHdo, ITB, pag. "15,
Al 12 ottobre varie scoBse molto forti circa le 9'' del mattino ed
altre a 2'' pom. e verso la mezzanotte : nessun danno.
A. Nardone; Notli. itoT. di NICMIo, pafc. GÌ, Palermo ISSì.
Nell'anno gravi e ti'equcnti scosse fiirono sentite in Nicoaia talché
la popolazione fìi costretta ad abbandonare le case ed a ritirarsi entro
baracche.
[Tfll] 1773. Febbraio aprile. Laiio.
UAI.VASIA-DE Bossi :ÌJocain«ii/f ecc., pag. 31 - F.Gionm: Storia di Albano Rom^ IBtS, pag. 353
- Notizie del Mondo 1778, pag, l«. 118 e 288.
Nella notte ft-a il 18 e 19 febbraio, verso le Z* ital-, in Frascati, in
Albano, in Rocca di Papa, in Rocca Priora e nei paesi circonvicini fìi
intesa una lieve scossa susseguita da repliche a i*" e ad S"" circa; l'ul-
tima fu assai sensibile e pose in spavento la popolazione. Continuò
poscia ad essere agitato il suolo. Le scosse sentite nella prima settimana
di marzo danne^iarono il palazzo Rospigliosi in Zagarolo. Nella notte
22 aprile, ad 8''. nuovo massimo sismico : in Frascati la scossa durò
un « ave » e fece uscire la popolazione dalle case : nel 23 ne fiirono
intese due altre leggere, a W la prima, ed a IS'' la seconda : parecchie
altre tino al 15 ottobre.
l
[1774 - 1776] 255
[762] 1774. Marzo 4. Parna.
Appena. alVelenco dei terr. di Parma, p&g, 3 (estr.) - perret : Op. cit., pag. 54 - Notizie del
Mondo, N. 21 : 12 marzo 1774 (1).
Secondo il Perrey nella notte 22-23 febbraio si ebbero due lievi
scosse a Parma : poi, a 6^ V* ^^t- ^^1 ^ marzo una forte suss.-ond. S-N
<ii 6*, preceduta da rombi, fece suonare i campanelli, muovere i vetri,
«' produrre panico generale. I cittadini abbandonarono le case : caddero
pochi comignoli. Tale terremoto fu preceduto e seguito da altri lievi,
A queste scosse, od a quelle di Brescia (N. 763) con probabilità,
corrisponde la notizia riferita dal Corradi (Ann, delle epidemie^ voi. VII,
II, pag. 913) che in Verona nel mese di febbraio e di marzo furono in-
tesi parecchi scuotimenti.
,763] 1774. Marzo 28-30. Brescia.
Sotìzie del Mondo, 1714, pap. 258.
Alle 4^ 4"* ant. del 28 o del 29 marzo sensibile scossa a Brescia che
ft-ce risvegliare parecchi : a 3*^ 49™ ant. del 30 un'altra di maggior in-
t<-nsitÀ e della durata di 4-5' : fece cadere una grossa palla di pietra
posta sopra una guglia della chiesa di S. Faustino.
'764] 1775. Ottobre 6 e 22. Vico (Corsica).
MEBCAI.U : Vulc. e fenom. vule. ecc., p&g. 235.
Al 6 e 22 ottobre a Vico scosse fortissime SE-NW.
[765] 1776. Febbraio 27. Malto.
p>.iiiiRY A. : Tremai, penins* lial., pa^. 54.
Al 27 febbraio, a 0** 15™ ant., scossa ond. S-N di 1" circa : fece le-
sionare, come nel 1743, la cupola dell^. cattedrale di Malta.
[766] 1776. Marzo 29. Rieti (Perugia).
MiLVASfA'DB BOSSI : Documenti ecc., pag. 31.
11 29 marzo gagliarda scossa nel territorio di Rieti ed anche nel-
i'Abbruzzo, che causò in taluni luoghi rovina di case senza produrre
vittime.
|767i 1776. Tramonti (Udine).
A. Pki«hby: Op. clt., pag. 51-55 - Piovkne: Cron. terr. di Vicenz<i, pagr. 51 Taramelli T. :
\ote iìlustr. carta geol. prov. Belluno, pag. 210 - tommasi a. : / terr. del Friuli, pag. 199
p / terr. acc. a Sutrio, pag. 136 - Vera relazione del terr. del 9, iO, ii luglio ecc.
Al 9 luglio a Tramonti si sentì una prima scossa ; a 22'* circa del
lo luglio due fortissime: ai Tramonti di Mozzo rovinò la chiesa: in
;i) Erroneamente é U terremoto attribuito al giorno 3 marzo.
256 [1776 - 1778]
quelli di Sopra e di Sotto si produssero danni; minori ne risentirono
pure Montereale, Andreis, Poffabro e Casasola (frazioni di Frisano) Me-
duno e Sequals. A Sutrio la scossa fu forte e della durata di un e ave »:
ÌSL pure gagliarda a Belluno ed a Venezia. A Trieste si sentirono tre
scoese ond. W-E : la prima di 30* fu un po' più forte. Il terremoto fu
generalmente avvertito a Vicenza e si propagò Ano a Lugano, ad Udine
ed a Padova (Toàldo : Della vera iìifluenza ecc., pag. 210).
Nelle località danneggiate nel di 11 cinque repliche leggiere ed
un'altra più lieve nel di 12.
[768] 1776-78. Abbadia S. Salvatore, Radìeofoni (Toscana).
Baratta m.; Ale. consid. sulla distrib. dei terr. in Toscana^ pag. 9-10 (estr.) - Visconti p.:
Lettera dei terremoti ecc.
I distretti vulcanici dell'Amiata e di Radicofani diedero luogo a ter-
remoti molto forti e localizzati che si fecero sentire negli anni 1776-78.
Il periodo sismico si apri con tre scosse sentite all' Abbadia S. Salva-
tore nei mese di marzo 1776 : nell' aprile-giugno ne erano già state
avvertite 20 ; il numero e V intensità loro decrebbe sempre fino al
marzo 1777, epoca in cui ripigliarono nuovo vigore : andarono poscia
aumentando di nuovo fino al maggio ; nel giugno e nel luglio scema-
rono di bel nuovo per aumentare poi nei tre mesi successivi ; alla fine
di ottobre il numero delle scosse era asceso a 122. In tutto il mese
di novembre 1' attività sismica andò perdendo di energia, e nel di-
cembre 1777 e nel gennaio susseguente parve essersi esaurita, se non
che agli ultimi del mese e nel successivo riprese essa nuovo vigore.
Le scosse, sussultorie od ondulatorie, erano accompagnate da rombi,
che spesse volte si sentivano anche senz' alcun apparente movimento
del suolo.
II massimo sismico avvenne al 5 ottobre 1777 : nella campagna cir-
costante all' Abbadia, a 3*^ dopo mezzodì, si ebbe una violenta scossa
cui, tre quarti d' ora dopo, sussegui una replica di minor conto. Al-
l'Abbadia, la prima fu assai leggera, però ivi fra le 4** 45" e le 5** pom.
si avverti un forte movimento suss.-ondulatorio della durata di 10* che
fece sconnettere le mura delle caso ; a Celle ebbe la stessa intensità :
a Radicofani (*) i danni f\irono maggiori.
Per effetto di queste scosse dal monte (Amiata ?) si staccarono grossi
massi, si intorbidarono le fonti, e nell' aria, secondo il Visconti, vi era
sparso un odore disgustoso di zolfo.
(1) Nei molte volte citati Documenti Malvasia-De Rossi (pa^r. 31) si dice che questa
pra^Uarda scossa avvenne verso le ore 5 pom. e che produsse danni notevoli alle case ;
a^iun^ono inoltre che « continua la romba sotterranea a farsi sentire in varii luo^rliì
di quelle montatane, e si>ecl al adente a S. Fiora, a 9a4is^ S. Salvatore..,. Oli abitanti souo
Y)8Clti dalle loro case, n
[1777 - 1778] 257
Nella notte sassegnente furono sentite più di 50 repliche, accpmpa-
^ate da rombi ; 1 ramori sotterranei continuarono ad udirsi anche
nell'aprile 1778.
Il Visconti nota che tali scuotimenti in generale furono oltremodo
localizzati, giacché molte scosse avvertite alla sommità del monte non
lo erano punto alla base e viceversa; la parte più frequentemente
e sensibilmente commossa fu quella situata verso la sua metà, dal
Iato prospiciente V Abbadia.
[769J 1777. Giugno 6. Brìndisi, Ctlabrie.
De Giorgi C. : Ricerche su i terr, ecc., pag. 19 (estr.) - Mercalli G. : / terr. di Calabria,
ecc., pa^. 28 (estr.)
Lo storico Ascoli, citato dal De Giorgi, dice che in Brindisi nel se-
condo trimestre del 1777 tre scosse spaventarono la popolazione : la
prima avvenne nel mattino del 18 aprile, la seconda nella sera del
9 maggio e la terza nel pomeriggio del 5 giugno. Apportarono grande
terrore, ma nessun danno che meriti di essere ricordato. Il Mercalli
trovò in un ms. del D^ Domenico Plgnatari di Monteleone la notizia
di una fierlssima scossa di terremoto sopravvenuta a 21^ circa del
6 giugno nella Calabria meridionale. Detto autore in altro luogo del
ms- riafferma che tale scossa fu orribile. Il Perrey (op. cit.), dalla Ocusz.
de France^ registra per le 4** di sera del 6 giugno una lieve scossa a
Roma molto più sensibile a Napoli : aggiunge poi che in Sicilia, in
Paglia ed in Calabria crollarono case e che ivi furono sentite scosse
anche prima del 5 giugno. Von Hoff registra una scossa per Messina
al 6 luglio. Ma con tutta probabilità V ultima notizia deir Ascoli e quelle
del Plgnatari, del Perrey e di von lloff riguardano un unico fenomeno.
[770] 1777. Agosto 19. Sora (Caserta).
PERRET A. : Trembl. penins, Ital, ecc., pag. 55.
A Sora, Isola e Veroli nel 19 agosto scosse fortissime con danno
alle case.
[HI] 1778. Febbraio 18. Uglian Caldo (Lunigiana).
Gazzetta Toscana, N. 9, 1778.
La mattina del 18 febbraio nei dintorni di Uglian Caldo parecchie
scosse : quindi per circa 15* la terra fu in continuo movimento : grande
spavento. Nessuna altra replica.
[772] 1778. Agosto 1-4. S. Sepolcro (Arezzo).
Perrey A. : op. clt., pagr. 55.
Dal 1° al 4 agosto a S. Sepolcro parecchie scosse fortissime : duo
sopratutto riuscirono più intense.
Baratta: Terremoti ecc. H
258 [1779]
[773] 1779. Bologna.
AUGUSTI M. : Dei Urr. di Bologna - Canterzani : Leti, sui terr. di Bologna ecQ e Lettera ra^f
Quaglio dei terr. ecc: - Cimaste hulugeo : Oss. mem. e rtOess. m li terr. ecc. - Db Cbabùt r
Descript, ed observ. sur les trernbl. de Bologne ecc. - Lettera responsiva ad altra ecc. -
Osservazioni sul terr. di Bologna ecc. - vooli j. : De terraemotu ecc. - G. Simoni : Cronist.
del com, di Medicina ecc., paer. 871 - Notizie del Mondo, NN. 9 (29 ^enn.) 13 (12 febbr.)
19 (4 marzo) 37 (6 ma«rglo) 46 (8 giugao) 48 (15 giugno) 49 (19 giugno) 5S (20 luglio)
ed 81 (9 ottobre).
Negli ultimi giorni del mese di maggio 1779, cominciarono in Bo-
logna a sentirsi delle scosse di terremoto che crebbero di intensità
neir 1-2 di giugno. A 12** V« ^^^ ^ ^^ ^® ^hh^ una violentissima che
causò non poco danno alla volta ed alla facciata della chiesa di S. Gre-
gorio dei PP. Crociferi, alle chiese dei mendicanti, di S. Petronio e di
S. Salvatore ; fece rovinare inoltre molti comignoli di camini e pro-
durre delle fenditure nei muri delle case. Gli abitanti, spaventati per
la forza e la frequenza dei movimenti tellurici, in parte abbandonarono
le case. Le scosse diminuirono di numero e di forza nei dì susseguenti,
ma al 10 (9** ant. circa) g-e ne ebbe una veemente che fece abbattere
qualche altro comìgnolo ed aprire nuove lesioni.
Quasi giornalmente furono avvertite repliche fino alla fine di giugno,
come si può vedere dall'elenco che segue al presente riassunto.
Dal 1° luglio la terra stette in quiete sino a 24^ del di 14, in cui si
ebbe un grande massimo sismico che fece atterrare una grande quan-
tità di camini, che causò gravi danni alle fabbriche specialmente
negli spigoli, e che pose nella costernazione gli abitanti, i quali ab-
bandonarono nuovamente le case. Però in tale occasione, fortunatamente
non si ebbero a deplorare vittime, ma solo qualche persona rimasta
ferita dalle pietre e dalle tegole precipitate dai tetti e dai pezzi di
cornicioni staccatisi dai muri.
Continuarono di poi le repliche : un nuovo massimo — però secon-
dario — si ebbe al 23 novembre con una scossa sismologicamente clas-
sificabile fra le fortissime.
I maggiori scuotimenti di questo interessante periodo sismico furono
sentiti anche nei dintorni ; lievemente a Ferrara ed un po' più inten-
samente ad Argenta. A Medicina fecero lesionare gli archi di ponente
e di settentrione della torre del pubblico orologio : ad Imola furono
sensibilissimi e cosi pure a Tossignano ove — come mi comunicò il
signor L. Albertazzi — incussero panico e fecero suonare le campane.
Sin dalle prime scosse, afferma l'Augusti, molti udirono un gorgoglio
intemo nei pozzi, le cui acque si mantennero torbide per parecchio
tempo : tali fenomeni erano più appariscenti allorquando il movimento
del suolo stava per incominciare.
Segue l'elenco deHe scosse :
[1779] 259
i779 Maggio [ultimi df] ne! dintorni di Bologna alcune - Giugno i-B) a
4^ >,'s ital. [mezzanotte] una violenta di 3^ preceduta da rombo, sentita anche
a Padova (Toaldo); 2) 4»» ^U ant., replica: in P V« altre 6 ond. di cui una
molto forte. Queste scosse furono intese a Tossignano, ove destarono panico
grandissimo : 12^ ^Z, ital. matt., a Bologna una forte suss. di 3* che fece
abbattere qualche comignolo : P sera, una sensibile ; 3-4) notte, alcune lievi
intese anche a Tossignano ; 4) 12*» ^/g» ^ina a Bologna più forte delle prece-
denti : durata 20-30* : ebbe 3 repliche, la 1* E-W, la 2»^ W-E, la 3* mista :
fu forte anche a Tossignano e sentita a Padova ; 5-6) lievi scosse ; 7) una
forte ond. ; 9) una sensibile. Le scosse dei giorni 7-9 pare sieno state più
forti nei dintorni della città ; iO) 13*» circa, fortissima E-W di 3-4» seguita
da ripresa : nuovi danni a Bologna : a Tossignano f(H;e suonar le campane :
forse fu sentita a Padova; i3) 8*», una brevissima innocua ; i6) IP V^ una lie-
vissima ; i8) 23^, ona medioem; 24} 10^ V«« ^ui^ mediocre e a 12^ una lie-
Tianna; 30} 5^, una lieve - Luglio i) una sussultoria ; i4) 2i^ ckKA [sera}
una fortissima a due riprese di 10-12" : gravi danni ; 21) 4*» ^U, una non av-
vertita da tutti; 28) 4^ una lieve: 11^ Ve una non intesa generalmente -
Agosto 3) 4*» ^'j e 12** ^/4, due non avvertite da tutti ; 9) 2*» sera, una leg-
giera ; iO e i3) due lievi ; i4) 3*» circa, una sentita da pochi : 4*» Va seni,
una mediocre avvertitii generalmente ; 22) 9*> V4> una intesa da pochi ; 24)
^ circa e 14*» */„ due lievi; 25 e 27) due scosse; 29) 23*», una sensibile
ma breve - Settembre 2) 23*» */4 circa, una lieve: 6*» notte, una sentita quasi
generalmente ; iO) 17*» ^U circa, una gagliarda ma breve, non fu intesa da
tutti ; a e 22) due sussultorie - Ottobre) calma - NovemJbre 4) 9*» notte, una
non avvertita da molti ; - 9) 2*» 3/^, una corno la precedente : 6*» notte, una
breve ma sensibile ; i6) una mediocre ; 23) 1*» 25»»» sera, una sensibile ; 2*» 8™
sera, una forte di 5 6\ nuove screpolature negli edificii: fu sentita a Padova
(ToALDO) : 4*» lo»»» notte, una lieve avvertita da pochi ; 24) 19*» */,, una corno
la precedente - Dicembre 5 e 5) qualche scossa ; S) 10*» 5/4, una breve sentita
da pochi ; i2 e i3) 1*» 10"» ital., due scosse; i5) 15*» */4 mattina, una legge-
rissima; iS e i9) alcune o lievi o mediocri - i7S0y Gennaio 22) 4*» */2, una
ond. abbastanza sensibile; 23) una scossa: 2*» notte, 2 forti a Tossignano;
27) 6*» 30»», ivi una mediocre; 30) 23*» 55"», una forte a Bologna; 5/) 2 ond.
mediocri - Febbraio 5) 4*» ant., una fortissima sentita a Milano e Verona;
6) 11*» 30»», una ond.-suss. molto forte di 30*: qualche danno; 7, iO^ it) 3
ondulatorie; 17) 2 sussultorie; 18) 3 suss. leggerissime; 21y 22) 2 ondul. ;
23) 22*» 45»»», una ond. ; 28) altra ond. - Marzo 1) una suss. ; 4) 13*» ^U, una
suss. ; 18) 14*» 20»»», una ond. - Aprile 28) 2*» pom., due lievi - Maggio 9)
nella notte una forte; 11) una lieve - Settembre 22) 3*» */2 p. e 4*» p. 2 scosse -
Ottobre-Dicembre) parecchie altre.
[774] 1779. Agosto-Dicembre. Vesnvio.
Capocci : Catalogo^ I, pag. 854 - Pkrrey a. : Tremiti, penins. Ital.^ pa^r. 56.
L'8 agosto, a 9*» pom., in Portici e dintorni una scossa fortissima
che fece lesionare i muri : al 30 settembre a Napoli se ne ebbe una
lieve : al 2 ottobre ad 1*» ^4 aut. una violenta oiid. E-W por la quale
260 [1779 - 1780]
Bofifrifono molte case anche a Massa ed a Sorrento. Nella notte (10^)
del 12 dicembre utia assai forte ond. a Portici ed a Resina.
• *
[775] 1779. Dicembre 24 e 31. Pistoiese.
Halvasia-db R09SI M. S. : Documenti ecc., pa^. 32.
Il 24 dicembre a 6** di sera a Pistoia forte scossa: ed a 5*» pom.
del 31 altra più forte che causò }>anico in città : fu più veemente a
S. Marcello Pistoiese, a Cutigliano e paesi circonvicini ove si sentirono
molte repliche.
[776] 1780. Gennaio 27. MalU.
Pbrrey a. : op. cit., pag". ^.
Al 27 gennaio, a 6^ di sera, in Malta tre violenti scosse che danneg-
giarono gli edifici.
[777] 1780. Aprile-Maggio. Sicilia, Calabrìs, Eolie.
DoLOMiBu D. : Mem. sopra i trem. ecc., Roma 1781. e Voyage aux iles Lipari^ pag. 28 - Ro-
sciTANO: Mem. Utor. filoso/, ecc., pag. 17 - Gallo : LetL scrUCe pelli terr, ecc., pag. xii
Carbone Orio D. : / terr. di Calabria, pag. 63 - De Lorenzo : Mem. da servire alla stor,
saera e civ. di Reggio ecc., voi. I, pag. 377-78 - Sarconi S. : Osserv. fatte nelle Calabrie
ecc., pag. 832 e 366 - Da Leone : Giorn. o notizie ecc., voi. t, pag. 16 - Notizie del Mondo,
1780, pag. 504.
Nella primavera del 1780 si ebbero forti scossts in Sicilia, in Ca-
labria e nelle Eolie. (*)
Il Dolomiea dice che « presso il villaggio di Ali ed a Fiumedenisi,
che sono in mezzo alla linea [fra Taormina ed il Faro] le snccussioni
furono cosi violente da far temere che vi si aprisse una bocca di vul-
cano. Ciascuna scossa rassomigliava allo sforzo di una mina, cui man-
cava la forza di far esplosione... » Durante questo terremoto nelle isole
Lipari si sentirono scosse quasi continuate ; V isola Vulcano eruttò
Aimo abbondante : i movimenti sismici cessarono solo dopo un violento
scuotimento, accompagnato da strepitoso boato, che sparse il terrore
iti tutte le isole vicine.
Tali notizie credo si accordino con quanto asserisce il Roscitano
per Reggio, che, cioè, in tale cittA, nell'aprile si ebbero dei terremoti
identici a quelli del 1770 (vedi) e che produssero gli stessi eflTetti, in causa
dei quali gli abitanti per due mesi dovettero stare nelle baracche : in
tale tempo furono sentite 60 repliche.
(1) Il MepcalU f/ terr. d€lla Calabria, pag. 28-29) dà notizia delle seguenti scosse:
Febbraio ia) ore 3 itjil- circa, Messina sensibile scossa — Marzo 2SJ ore 4,15 notte, ivi,
forte scossa die pareva dovesse far rovinare le fal)t)rlche, qualcuna ne fu danneggiata:
fuga dal e case; ore 5,13 e 8,15, due repliche - Aprile 9J ore 3,15 e 8,15 notte, ivi, 2 scosso
la seconda delle quali fortissima ; ore 8,t5, 9.15 e 9,36 Ital. (notte 9-l(») altre tre — iOJ ore
21,32, hi, scossa Qnd.-suss. - fino aU'8 maggio leggiere repUche,
[1780-1781] 261
Il De Lorenzo, dalla cronaca sincrona del Cama, aggiunge che alla
vigilia del « Corpus Domini » a 5^, si ebbe una scossa forte che non
recò alcun danno a Reggio : secondo poi il Garbone-Grio in tale città,
a 17^ 40™ del 2 maggio sarebbero state avvertite altre oscillazioni del
suolo.
U Sarconi poi ci attesta che V intensità di tali commozioni fti tale
da far produrre fenditure nel monte Baci presso Scilla, e da rendere
meno solide le fondamenta delle case di Messina.
Secondo le^ Notizie del Mondo, le scosse sentite anteriormente al
maggio, quantunque alcune siano state considerevoli, avrebbero pro-
dotto solo grandissimo spavento ma pochi danni.
plS] 1780. Maggio 25. RaveniiA.
Notizie ael Mondo, N. 47 : dO {giugno 1780.
Verso le 21^ Vs del 25 maggio due fortissime scosse fecero cadere
in Ravenna diversi comignoli : furono intese anche a Rimini, a Ce-
sena (*), a Padova ed anche a Venezia. (Vogu F. : De terrctemota ecc.
pag. 29). Nulla dice il Guarini per Forlì.
[779] 1780. Agosto 1-4. Tortona (Alessandria).
pbrret a. : Tremai, penins. JtaX., pa^. 58.
Nelle prime quattro notti del mese di agosto a Tortona parecchie
scosse assai forti.
r780] 1781. Gennaio 3. Monte Uliveto Mag^ore (Siena).
OeiXA Valle G. : Ossero, sul trem,, ecc.
Al mattino del 3 gennaio, circa le 3** V«> ^^ro rombo da scirocco
susseguito da scossa ond. della durata di 5 battiti di polso, interrotta
da lievi urti verticali : cominciò con un moto gagliardo e fini con un
tremolio simile a quello prodotto da un carro che si allontani. La du-
rata totale del fenomeno f\x di 76 battute di polso. Dopo poco altra
breve scossa, e, trascorsi 28", un nuovo tremito un poco meno gagliardo
del primo : ebbe questa nuova fase una durata di 52 battiti di polso.
Tali scuotimenti non causarono in Siena alcun danno. Alle 11*^ della
sera del 5 altra scossa di 7 battiti. Questa e le altre precedenti furono
accompagnate da rombi.
Il centro di scuotimento sembra sia stato nei pressi di Monte Oli-
veto Maggiore, a 25 Km. circa a S-E di Siena ; ivi già da alcuni giorni
prima erano state avvertite delle scosse, intese anche a Volterra ed
altrove.
(1) n Perrey (op. oit., pag. 57), segruendo vou HofT, erron*iamente Invece di Cesena
aeri ve Caserta.
26-i 11^81]
Le scosse più sensibili furono quelle delle 5^ ^4 àeììa sera del 2 e
specialmente le due sentite a 3*" Vs ^^^ ^ ^^^^ furono fortissime : il mo-
nastero e la chiesa ricevettero un danno di 1000 scudi circa.
[781] 1781. Febbraio 25. Ariccia (Roma).
Notizie del MondOy Hd, pag. It2.
Nella notte del 25 febbraio ad Ariccia forte scossa : la popolazione
abbandonò le case.
#
[782] 1781. Aprile 4 e Luglio 17. Faentint e Forlivese.
ARCHI D. : Nuova e distinta relax, ecc. - Baratta m. : Sui terr. di Romagna del i78i - Fer-
NiANi A.: Tre lettere sul terr. ecc. - Altra e più distinta relax. delVorrfbiU terr. ecc.
Questo grande periodo sismico con trasposizione di centro ebbe due
massimi : uno al 4 aprile, l'altro al 17 luglio. Nella mia nota sopra
citata ò pubblicato una serie completa di notizie riguardanti i danni
apportati, perciò ora mi limito ad un ristrettissimo riassunto e ad
esporre le conclusioni. Coloro che bramassero maggiori particolari po-
tranno ricorrere a detta monografia.
La scossa del 4 aprile, avvenuta a 3*» -3** V4 della notte, in Brisi-
ghella fu funestissima e danneggiò grandemente le case e le chiese :
il valore dei danni ascese per le chiese a scudi 4000, per i conventi
1900, per le chiese e canoniche di campagna 8500, per le case 2196.10,
ossia in totale 16596.10.
In Baccagnano di 22 case una sola cadde, altre 4 furono quasi ro-
vinate. In Boesino ne cadde una sola, 2 in Campiano ed in Castel-
nuovo, 6 a Cavina, 3 a Cottignola, 1 a Fognano, 4 a Montecchio, 5 a
Maronico, 3 a Paglia, 10 a Pideura^ 2 a Pieve di Tho, 5 a Poggio,
9 a Quartolo, 2 a Ritortolo ^ qualcuna a Bontana, 4 a S. Giorgio in
Camparano, 36 a S. Giorgio in Vezzano, 3 a S. Mamante, a S. Bar-
bara ed a S. Maria in Undecime, 2 a S. Lucia delle Spianate, quasi
tutte a Sama, 1 a Urbiano, a Valpiana ed a Vespignano. Nelle prece-
denti località le chiese vennero pure in tutto od in parte demolite op-
pure lesionate, e cosi dicasi delle altre case e si ebbe pure a deplo-
rare qualche vittima e parecchi feriti.
In Faenza per la veemente scossa tutti gli edificii soffrirono danni,
in specie la Cattedrale, le altre chiese e conventi, il palazzo vesco-
vile, quello pubblico ecc. I palazzi privati assai danneggiati in città
furono 6, quelli minaccianti in parte di rovinare 3, in parte rovinati
2, le case assai risentite 30, in parte minaccianti di rovinare 104, ro-
vinate in parte 46, le piccole case, che in parte erano minacciose di
rovinare furono 6 e 4 quelle in parte rovinate. Nei dintorni di Faenza
soffrirono molti danni Castel Raniero, Celle, Errano, S. Ruffillo : me-
(I7àlj 263
diocri Oriolo, Pergola, Pieve del Ponte, Rivalta, S. Silvestro, Scari-
cano e Tebano : leggieri Casale.
In Castel Bolognese i danni furono gravi : maggiori però a Bianca-
nigo, a S. Pietro in Laguna ed a S. Maria della Pace.
Il terremoto fu disastroso anche a Modigliana ed a Dovadola : fa
fortissimo a Forlì, a Cesena, a Ro^venna, e Ai sentito in altre località
come dirò fra poco. Dopo questa prima làcossa si avvertirono parecchie
altre repliche fra le quali una a 9*^ 30°^ ital. del 4 : una a Cesena nei
g^iomo 5 : nel 13-14 due scosse incussero grande panico a Faenza, Imola,
Forlì e Cesena : nella giornata del L5 se ne ebbe una assai sensibile a
Faenza: una nel 18 a Brisighella. Sulla prima mattina del 12 maggio
un intenso scuotimento fu sentito a Cesena, che pare sia stato molto
maggiore a Forlì : nel di 16 uno a Brighisella ; nel 10 luglio, a 19^ 15°",
a 20** 15", a 21*» 10" ed a 4** 15" quattro altri a Faenza, e così pure ad
S^ 15", a U^ 10", a IS"* 15", a 20^ 21", a 3^ 20", a 4'' 45" ed a 8»» e
10" del giorno 11 : in questa giornata a Cesena furono avvertite due
scosse con panico generale e sette a Castel Bolognese, ove a 8** di mat-
tina del 12 si ebbe una replica gagliarda ed una anche ad Imola ed a
Cesena. Nei giorni 12-13 luglio in Dovadola si ebbero vari scuotimenti ed
a 19*" del 13 una scossa fortissima a Faenza, ad Imola, a Forlì, a Cesena,
a Castel Bolognese ed in altre località circonvicine, ove fece cadere un
gran numero di camini e danneggiare parecchie fabbriche : nelle stesse
località a 5**, S^ e 10^ del 14 tre forti repliche seguite di tempo in
tempo da piccoli tremori del suolo.
Nel giorno 17 luglio un nuovo urto disastroso colpiva la Romagna :
avvenne questo a 14** 17" it.: in Faenza cominciò con un sussulto spa-
ventoso susseguito da ondulazioni più o meno forti e rapide e di diversa
durata. Quivi molti danni risentirono le case, i palazzi, le chiese, e
così pure a S. Giovanni in Quartireggio , a Bassiago, a Corleto, a
Reda, a S. Barnaba, ad Albereto, a Prada, a S. Silvestro, a Cesata, a
Scaldino, ad Oriolo, a S. Mamante : ma maggiori furono quelli accaduti
in Forlì, ove la scossa ebbe la durata di 30-40\ Altri danni furono
inferti agli edifìci di Brisighella, di Castel Bolognese e di Cesena.
Tanto la scossa del 4 aprile come quella del 17 luglio furono disa-
strose per la Romagna : quest' ultima poi deve essersi estesa su di
un'area certamentd maggiore ed accenna pure ad uno spostamento di
epicentro, giacché fu incomparabilmente più forte nel territorio Forli-
vese che in quello di Faenza e di Castel Bolognese.
L'area epicentrale del terremoto del 4 aprile comprende S. Giorgio,
S. Mamante, Montecchio, Pideura, Quartolo, Sarna, San Ruffìllo e
Poggio ; risulta cioè di forma elittica con l'asse maggiore approssima-
tivamente disposto da NW a SE, di circa 10 km.
ìèi
[lisi]
Neir area dei gravi danni stanno Biancanigo, Faenza, Pergola, Scari-
gnano, S. Giorgio in Camparano, Ritortolo, Paglia, Rontana, Tho, ecc.
La zona ove i danni furono minori, ma però assai sensibili, par-
tendo dal di sotto di Imola, racchiude Castel Bolognese, Borgo Face.
Rivai ta, S. Lucia delle Spianate^ S. Marnante in Oriolo, Urbiano, Do-
vadola, Modigliana, Campiano, Gavina^ ecc.
A Forli, a Tossignano, a Cesena ed a Ravenna i danni furono di
poco momento ; ad Argenta la scossa fu solo forte : njediocre a Vi-
cenza, a Pesaro ed a Bologna (Vogli F. : Dei terr. ecc., pag. 29) ed
infine lieve a Firenze, a Fossombrone, a Padova (Toaldo) ed a Parma.
Per la replica avvenuta nel 17 luglio è neceHsario avvertire che
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FlG. 17.
questa ebbe ad agire sopra edificii già in parte lesionati dalle scosse
precedenti : i maggiori effetti dinamici accaddero a Forlì e suo terri-
torio : però si può aggiungere che il nuovo scuotimento aumentò di
non poco le fenditure e le rovine neir area stata danneggiata dalla
scossa del 4 aprile.
Questo nuovo parossismo fu assai più forte del precedente anche a
Cesena ed a Ravenna ; a Firenze il movimento del suolo fu capace di
far suonare i campanelli, mentre il primo era stato si lieve da essere
solo inteso da poche persone : anche a Vicenza fu molto più sensibile
dell' altro. Per la prima scossa in molti luoghi si aprirono nella terra
large e profonde squarciaturc, come presso la chiesa di Castel Bolo-
gnese, e nelle vicinanze di Pergola, di Quartolo, ecc.
Al 10 ottobre nella notte a Faenza tre scosse e nello stesso tempo a
Brisighella undici leggere.
1783] 1781. Aprile 13.
Mercalli q. ; Note geol. e sism. Isole di Ponza, pag. 14-15.
Isola di PoBui.
L' 11 gennaio scossa molto forte a Ponza che fece lesionare il pen-
[1781] 265
nello del molo, all' angolo dove comincia la rampa della batteria. Al
13 aprile poi, a 14^ ital., a Ponza se ne ebbe una fortissima della du-
rata di 2 minuti (secondi?), susseguita poco dopo da due repliche», di
qaasi eguale intensità: causarono grande panico. Alle 23*^78 una nuova
scossa ma mediocre ed a 24^ */« ^^^ P^^ forte della precedente. Pare
che siano seguite altre repliche.
Nella figura che accompagna la descrizione dei terremoti del 1892
( vedi), trovasi tracciata la zona isosismica sensibile di questo terremoto.
r784] 1781. Giugno 3. Ca^^lì (Marche).
Baratta m. : Sul terremoto di Cagli ecc. - bertozzi : Lettera ali* Sminent. Cardinale Anto-
nelU ecc. - Succinto raonuaglio delle funestissime conseguenze ecc.
Il disastroso terremoto di Cagli avvenne alle ore 11^ ant. circa del
3 giugno: pare che sia stato preceduto nella notte da qualche scossa
assai leggera.
A Cagli durò lo spazio di un « miserere » ed incominciò con un
tremito, cui susseguì un urto e poi un violento moto ond. ; dopo una
breve pausa si ebbe una nuova ripresa violenta ed assai lunga : in
tale occasione fu vista la terra aprirsi e chiudersi istantaneamennte
ed oscillare in modo visibile gli alberi. Nei pressi di monte Nerone il
movimento sismico fa pi'eceduto da fortissimo scoppio, simile allo sparo
di un cannone. In Fossombrone si sentirono due scosse a 7" d' inter-
val]o« delle quali la prima fu più intensa e lunga : anche a Mercatello
presentò lo scuotimento due riprese e cosi pure a Cesena ed a Firenze.
Riguardo a S. Sepolcro il Sarti (Saggio di congetture ecc., pag. 16)
dice che € verso le 7^7* ^ P^^^ P^^ ^^ ^^^^ sentire... con la direzione
media fra il tramontano ed 11 levante, la prima scossa di ondulazione,
la quale riesci di uno spavento incredibile. Di li a un mezzo quarto
d'ora rinnovò la seconda, mista di ondulazione e di sussulto... di breve
durata >. A Fano le due scosse avvennero a 5 minuti di intervallo, ed
in Arezzo a 15 ; quivi poi la prima durò 3" (secondi ?) e V altra in-
vece fu più breve.
Nell'area più intensamente commossa le fenditure nel suolo rimasero
ad attestare la intensità della convulsione avvenuta ; da quanto ci è
stato trasmesso apprendiamo che qualche squarciatura raggiunse la
larghezza di un buon palmo.
Fa notata una straordinaria perturbazione nel regime delle sorgenti
specialmente di quelle situate alle falde dei monti Nerone e Jego: al-
cune di esse si intorbidarano, altre emisero acqua oltremodo torbida,
altre poi — come accadde alle cosidette « fontanelle > — si dissecca-
rono totalmente : una polla posta nel feudo < Rocca » e precisamente
nella località chiamata « Gorgo Cerbara « dopo il terremoto mandò fuori
ééé [i^8i]
l'w^g-. .1 ,ar ^^..-^iiij
acqua di color verdastro, che aveva, dicono, uno strano e spiccato odor
di zolfo. Da monte Jego si staccarono glossi massi : il Bertozzi ricorda
che un ampia selva di faggi, posta su un pendìo, smottò e precipitò a
gaisa di una impetuosa fiumana. Anche nei pressi di monte Nerone
avvennero varii franamenti : sopra tutto è degno di esser ricordato
quello verificatosi nella località chiamata « Ranco di Nino ». Effetti
permanenti nel suolo si riscontrarono pure alla discesa del < Molinello »
presso Carda, ove si produsse una grande voragine. Al e Sasso Sguizzo »
presso Cardella, dicesi sia avvenuto un dirupamento e che si sia aperta
una fenditura di tale ampiezza da lasciarvi passare un bue (?).
Dal monte Nerone si sentirono più numerosi e forti i muggiti o
bombili^ che tal montagna ha sempre — - però in modo meno sensibile
— mandato anche per V addietro ; alcuni di tali boati erano accom-
pagnati da tremiti del suolo.
I fenomeni acustici e le repliche furono assai frequenti nei primi
giorni dopo la gi*ande scossa : ne furono contati anche trenta o qua-
ranta nello spazio di 24.^ Scosse susseguenti più gagliarde furono intese
nei giorni 13, 15 e 21 giugno ed al 27 del mese susseguente.
Intorno a questo .terremoto ò pubblicato nella nota sopra citata un
ampio studio con la scorta di documenti nuovi da me ritrovati : per
ragioni di brevità e di opportunità non posso ora riprodurli : quindi
rimando il lettore a detto mio lavoro, accontentandomi qui di trascri-
vere le conclusioni con qualche aggiunta (*).
L' area di massima intensità comprende Urbania, Sant' Angelo in
Vado, Apecchio, Piobbico, Cagli, Falcano, ecc. : à forma elittica, ed
il suo asse maggiore, disposto in senso SE-NV circa, misura 27 km.
Entro questa zona se ne trova un' altra assai più piccola, con l'asse
maggiore disposto da SSE a NNW, di 10 km. circa: questa costituisce
r area epicentrale, la quale è sviluppata maggiormente nella parte set-
tentrionale a ridosso di monte Nerone : ivi si verificarono i massimi
effetti dinamici sugli ediflcii, ivi furono notate le maggiori perturbazioni
nel regime delle acque sorgenti, ed ebbero luogo infine i franamenti e
le spaccature nel suolo più gravi e più numerose : ivi infine furon sen-
titi, dopo la grande scossa, frequenti boati sotterranei e commozioni
più 0 meno numerose e forti. Entro questa zona, e, probabilmente nel
luogo segnato sulla carta, deve porsi V epicentro o verticale sismico.
La precedente zona, rispetto a quest' ultima, non è perfettamente
(l) xella carta, fig. 18, ad ogrni località è messo un segno corrispondente al mag-
giori 0 minori effetti dinamici causati dal parossismo del 13 giugno, in essa si corregga
Atecchio in Apecchio; Parchiuolo in Parchiaìe; B.zo de' Mucci in Palazzo dei Mucci; Tor-
rida in Torriola e valbina in VaWona. i due villaggi di Moria e di Badia di Naro devono
avere il segno corrispondente a quelli che anno sofferto gravi danni.
•v^fr-r
[lisi - 1^82] 267
concentrica, ma risulta assai più svUappata da NNW ad E circa : pare
che poi a mezzodì il movimento sismico abbia trovato un ostacolo nella
soa propagazione nel grappo montuoso della Serra Maggio.
V area entro cui si ebbero danni più o meno gravi agli edificii k
anch' essa forma predominantemente elittica, con il suo asse maggiore
disposto circa da NE a SW: rispetto alla precedente à maggior svi-
luppo dalla parte di greco, da cui si spinge fino a Cartoceto, a Mon-
davio, ecc. ; dal lato opposto sembra che abbia per confine il Tevere,
giacché cagionò danni anche a Città di Castello (^).
Naturalmente i paesi di questa zona posti più vicino all'area di mag-
gior scuotimento, in generale soffrirono maggiori danni che non quelli
che si trovano verso il lembo estemo ; oltre cui qua e \k qualche danno
accadde pure, ma in luoghi isolati o fra loro assai distanti, come per
esempio ad Esanatolia, a Fabriano, a Pioraco, ad A'fcevia, a Fano, ecc.
La scossa infine fu sentita a Firenze, ma in modo assai leggero.
Dal giorno 20 al 23 agosto in Cagli diverse repliche.
[785] 1781. Settembre 10. Carav8g||;io, Treviglio (Lombardia).
PKRRBT ▲. : Tremai, penins, Itaì., pa^. 5S-50 - ghacas : Diario ordinario^ N. 102, Roma 22 set-
tembre 1781 • Notizie del Mondo, N. 73 : 10 settembre 1781.
Ài 10 settembre, verso le 17^ ital., si senti a Milano una leggera
scossa intesa anche nei paesi circonvicini : dopo pochi minuti, fu sus-
seguita da replica che non apportò il menomo danno. Secondo il Perrey
questo terremoto fti avvertito anche a Mantova, a Padova, a Crema ed
a Lodi : in quest'ultima città fu forte E-W. A Caravaggio, a Trevlglio
ed a Cassano furono danneggiate alcune case.
[786] 1782. Gt5nnaio-marzo. Benevento.
Xotizie del Mondo, N. 9 (SO genn.), 10 (2 febbr.], 11 (6 febbr.) e 24 [23 marzo).
Dopo la mezzanotte dell' 11 gennaio fu sentita in Napoli una scossa
end. di 6* circa ; a Benevento le scosse furono 6 e tali da far suonare
da per sé le campane senza però arrecare danni notevoli. Sui primi di
marzo in Benevento e paesi circonvicini si intesero aitile 4 scosse che
fecero fuggire gli abitanti che si stabilirono sotto le tende.
f787] 1782. Febbraio 25. Ortona (Chieti).
Cipoca : Catalogo, I, pa^. 855 - binoi V. : Monumenti etor. ed artist. degli Aàruzu, Napoli
18B9, pag. 677.
Secondo il Capocci a 2S^ del 25 febbraio in Ortona si ebbe un ter-
remoto cui successe, a 3^ del mattino del di seguente, un glande fra-
namento.
\l) II. a. H. A. V. 9 Mem. citili di Citta di CoHello^ voi. n, pag. 156^ ivi 1SI4.
»' -'r^"
266 [1782 - 1783]
Il Bindi afiPerma che questo terremoto scosse la città con non minor
rovina di quella del 1456 e 1506 [1526]. Ora il Diario Notizie del mondo
(N. 31 : 17 aprile 1782) dice che 1** avanti V ave maria della sera il
tratto di terreno che è prospiciente al mare cominciò a muoversi ed a
3^ di notte era già oltreraodo avvallato, formando una specie di lunjara
e larga penisola nel mare : ma in tale relazione, abbastanza prolissa,
non si accenna menomamente a fenomeni sismici.
[788] 1782. Settembre 24. Honteporzio (Roma).
Cracas : Dfafio ordinario, N. 808, Roma 28 sett. ìH^st.
Il 24 settembre, a 18^ circa, in Frascati fu intesa una gagliarda
scossa : in Monte Porzio caddero molti camini e furono danneggiate varie
abitazioni. Pare che siasi propagata abbastanza sensibilmente anche a
Roma. *
[789] 1783. Febbraio-Marzo. Calabria e Messinese.
Baratta M. : / terr. di Calabria ecc. - Cobrao A.: ^femor. sopita i terr. ecc. - Da Leone :
Oiorn. e not. ecc. - Dolomielt d. : Meni, aopra i trem. ecc., Roma YTSi - Gallo a.: /rrtt.
scritte... sui tem. ecc. - Hamilton: Descriz. dei terr. ecc., in « Glbelin » (trad. Ital.i -
Mercalli G. : / terr. della Calabria ecc. - Masci a. : Diario estr. da una eruditiss. eco-
- Minasi G. : Relaz. verid. e Cont. ed app. ecc. - Roscit.\no p. : Àfem. istor. ecc. - Sar-
coNi M. : Istor. dei fenom. del trem. ecc. - vivenzio : Tstor. e teor. dei trem. e Istor. dei
trem. ecc. (1)
I grandi terremoti Calabri iniziati col 1783 si sono presentati sotto
forma di un lungo periodo sismico perdurato parecchi anni : delle varie
scosse sentite abbiamo il catalogo del Dr. Pignatari per Monteleone.
del Da Leone per Catanzaro, e del sig. A. Gallo per Messina.
Per essere imparziale devo accennare che furono preceduti da un
vero periodo sismico preparatorio, quello del 1780, di cui ò a suo tempo
parlato ed alla cui descrizione rimando il lettore. (N. 777).
II Roscitano (pag. 7) aggiunge poi che nel 1781-82 nella Piana fu
sentita qualche scossa : il Da Leone (pag. 16, voi. I) fa menzione di
un lungo scuotimento, susseguito da due repliche nello spazio di un ora,
sontito a Catanzaro il 25 luglio 1782.
Al 1<> gennaio 1783, ad ore 6.30 di notte, il Pignatari (Vivenzio, II.
pag. IV) registra una mediocre scossa avvertita a Monteleone e sog-
giunge inoltre che in parecchie notti del mese taluno raccontò d'aver
sentito qualche altro scuotimento : il Masci dà notizia di una lieve
scossa ond. di 3* sentita il 19 gennaio 1783 a S. Sofìa (Cosenza), ove a
22^ di una giornata dei primi di agosto o della fine di luglio dell'anno
precedente se ne era avuta una mediocre suss. di 2* con rombo.
(1) Non ho potuto riferire qui l'elenco depli scrittori del terremoti del ITSS, e ciò
per la sua lungrhezza: ò accennato solo quei^^ll autori clie ò spesso citato nel contesto.
fl783J 269
Riferisce il Vivenzio (I, pag. 159-60) che nella mattina del 5 feb-
braio 1783 alla marina di Bivona e di Pizzo il mare era tranquillo in
vicinanza del lido, ma in lontananza invece si mostrava < in un fervore
e bollimento insolito, benché senza alcun vento » talché alcuni pesca-
tori furono costretti di far ritorno a terra. Aggiunge poi il citato au-
tore che e avvenne presso Capo Rizzuto nella costa deir E. circa le
15'' un tremuoto di mare accompagnato da inondazione delle adiacenti
;)piaggie : e [che] vi fu alcuno che in detto luogo intese in terra qualche
piccola scossa... » Questo fenomeno, con ogni probabilità, si collega
con il seguente riferito dallo stesso Vivenzio (I, pag. 255) che cioè a
Cutro per la scossa del 5 febbraio non vi furono morti quantunque gli
edifici! avessero ricevute gravi lesioni « imperocché avendo poche ore
prima che avvenisse il rovinoso tremuoto de' 5 febbraio, veduto il
mare retrocedere dal loro lido, fuggirono tutti dalle case, temendo che
rimettendosi con furia gli avesse soverchiati, cosa che non avvenne... »
Connesso con i fenomeni precursori della immane catastrofe deve
ritenersi il seguente riferito dal Sarconi (pag. 385) e dagli altri sto-
riogrrafi dei calabri terremoti. « Fin dai primi giorni di febbraio [1783]
fuori di stagione, ed in qualche insolita copia un tal pesce [cicirelii]
compare.... nel mar di Messina. Air apparire prematuro e all'abbon-
danza di tal esca gradita non si fece attenzione né dai pescatori, né
(lai cittadini : ma la durata dei terremoti ed i posteriori sperimenti
mostraron troppo che codeste innocenti e piccole turbe del muto ar-
mento portavan seco il triste annunzio di prossimo tremuoto. Difatti
costantemente si osservò che air apparire dei « cicirelii » (questo é il
nome che ad essi si dà in Sicilia) succedette sempre il tremuoto o nel
priomo o nella durata della notte... » Questo fatto prova che in quelle
occasioni il sussulto del fondo del mare è stato assai energico, giacché
(l«»tti pesci, di mare profondo, avendo certamente provato l'impressione
della scossa, e trovato, per il continuo replicarsi de' fenomeni sismici,
un ambiente poco propizio alle loro funzioni fisiologiche, per il prin-
cipio della conservazione dell' esistenza, furono costretti ad abbando-
nare il fondo, silente loro dimora, divenuto a loro stessi pericoloso.
Premesso ciò veniamo alla descrizione delle maggiori scosse :
La prima grande scossa, venuta circa le 12*» Vi poni, del 5 feb-
braio 1783, produsse lo sconquasso e la distruzione generale degli edi-
ficii, determinò immani sconvolgimenti nel suolo e causò la morte a
parecchie migliaia di individui entro una zona estesissima di terreno.
L' area mcsosismica di tale disastroso scuotimento à forma di una olisse
molto allungato, il cui diametro maggiore é disposto in senso NE-SW
circa, 6 grossolanamente delimitata da una linea che passa sotto a Nico-
270
[1783]
tera, a Mileto, ad Arena, e seguendo il crinale dell'Appennino, corre fino
alle pendici deirAspromonte un po' al di sotto di S. Cristina e di Scido,
per andare a mare al di sotto di Scilla (flg. 19 B).
Fio. 19
Con le notizie raccolte dal Barconi e dal Vivenzio possiamo delimi-
tare un altra zona, ove la distruzione degli edifici non è stata totale :
^^^
[1783] 271
in essa sarebbero comprese le località di Nicotera, loppolo, Briatico, Mon-
teleone. Pizzo, Monterosso, Cbiaravalle, quindi la relativa isosisma (C)
passerebbe ai di qua di Badolato, Stilo, includendo Gretteria, Sidemo,
(rcrace, Bova, Melito, Reggio e Messina ; anzi V Hamilton (pag. 279) a
proposito di queste due città dice « certo è che la forza del tremuoto,
l>onchè violento, è stata ben poco considerevole a Messina ed a Reggio
in paragone della Piana >, lo che conferma pure il Sarconi, Nella
zona delle lesioni nel continente sono comprese S. Eufemia, Catanzaro,
e la parte della Sicilia che dall' imbasamento etneo si estende fino a
Patti ; quest' isosisma include pure V isola di Lipari, le muraglie del
cui castello, scrive il Vivenzio (I, pag. 264), dalla parte di mare risen-
tirono danno, come le altre abitazioni di tale isola e quelle della vicina
Stromboli.
Neir area mesosismica accennata possiamo inoltre distinguere una
zona epicentrale (A) dove non solo la maggior violenza della scossa, ma
anche la costituzione del suolo, à cospirato a rendere più ingenti gli
sconvolgimenti del terreno e quindi anche i danni ai fabbricati : in
questa zona sono compresi Bagnara, San Procopio, Sinopoli, Scido,
S. Cristina. Cosoleto, Tresilico, Varapodio, Cinquefondi, Terranova,
Molochiello, Rizzigoni, Radicena, Drosi, S3minara, Oppido, Castellace,
Gioia e Palmi (*).
Riguardo alla zona mesosismica della scossa del 5 febbraio bisogna
notare che si estende essenzialmente lungo la costa tirrenica e che ad
oriente V Appennino con il suo massiccio, à paralizzato il movimento
rovinoso in modo tale che il versante ionico presenta , rispetto alla
intensità degli eflPètti, una notevolissima differenziazione, rinvenendosi
ivi, come osserva il Sarconi (pag. 454) e danni di mediocre importanza
e tali che senza il duplicato e triplicato impeto dei terremoti forse la
rovina avvenutavi sarebbe rimasta nei semplici limiti di leggera le-
sione ».
Lia scossa del 5 febbraio è stata intesa piìi o meno sensibilmente in
tutta la Sicilia ; non produsse danno alcuno a Catania, ad Augusta, a
Sgnacca ed a Girgenti: fu lieve a Palermo.
Nel continente fu sentita in tutta la Calabria Citeriore, al capo Pa-
linuro. ad Agropoli (Vallo Lucania), a Vietri di Potenza e dalla parte *
di NNE si è propagata fino a Gallipoli (Lecce) ed a Monopoli (Bari).
Mentre il Sarconi ed il Vivenzio escludono che sia stata sentita a Na-
poli, r Hamilton (pag. 232) dice che questa, come d' altronde V altra
l; Questa Isoslsma passa tra Bag'nara e Sclllu escludendo però quest'ultima località
/iacclit!^ — come osserva il Sarconi (pa^r. SSTl] — per la prima scossa non vi successero
!♦♦ kTnvi rovine accadute nella Plana.
272 [1783]
del 28 marzo, ivi è stata intesa ; lo stesso ripete pure il diarìo 2^ no-
tizie del mondo (N. 27 : 2 aprile 1783).
Quantunque il Sarconi abbia fatto una diligente inchiesta sul modo
con cui è avvenuto il fenomeno, tuttavia da quanto à scritto poco o
nulla possiamo dire circa la forma che à avuto il movimento sismico:
a Terranova, dalla testimonianza del medico Taverna (Sarconi, pa^- 155)
si conclude che la scossa cominciò con un tremolio, cui sussegui xin
moto ondulatorio e poi un potente urto che fece rovinare la casa ove
detto medico si trovava : questi, in mezzo alle macerie, giacque con
il capo penzolone, sospeso a delle travi, fino a quando egli fu libe-
rato da un nuovo urto che lo proiettò ritto all' aperto : tale sorte toccò
pure ad altre pei*sone. La componente verticale del movimento deve
essere stata quivi assai grande perchè, come osserva il Sarconi (pag. 158-
« grosse masse di pavimento e di fondi di edificii [furon trovate] ri-
voltate in modo che la superficie era rovesciata è posta con la faccia
in giù in luogo di base e quella parte o di pavimento o di fabbrica,
che era la base, stava allo scoverto, e ove star suole la superficie >.
Nella stessa località furono notati anche dei fenomeni di proiezione : il
campanile della chiesa di S. Caterina fu in massima parte ridotto in
un ammasso di rovine, ma dalla metà ne fu troncato, quasi a taglio
netto, un pezzo della lunghezza di 11 palmi e poche linee, che fu pro-
iettato intiero nel bel mezzo della strada pubblica (Sarconi, pag. 150).
Ad Oppido si senti dapprima un sibilo con fremito, quindi un cupo
rombo, dopo il quale la terra cominciò ad ondulare regolarmente,
talché furono visti le travi dei soffitti uscire dalla loro cavità per
rientrarvi tosto : a questo movimento successe un urto immane, com-
plicato, che fece diroccare quasi la intiera città (idem, pag. 149).
A S. Anna di Seminara il movimento fu sussultorio dal basso al-
l' alto (VrvENZio) : a Bagnara la scossa fa dapprima orizzontale, poi
vorticosa'^ a Polistena ed a Palmi fu istantanea dal basso all'alto senza
il minimo preannunzio (Hamilton : pag. 273). A Scilla — secondo il
Minasi (Relaz. verid.) — cominciò con tremito quindi si ebbe un moto
ondulatorio regolare che fece pochi guasti ; a questo susseguì un mo-
vimento sussultorio e vorticoso. A Reggio il Roscitano (pag. 8) senti
« la prima scossa con un forte movimento incisivo, segui la seconda
con maggior moto di elevazione e cresceva a dismisura a momenti a
momenti la forza con moti misti e confusi : si senti orribilmente mug-
gire la terra... Ecco un moto tremulo eccessivo, il quale fattosi vor-
ticoso tre volte ci portò in giro > Invece secondo il cronista Pa-
lestìno (De Lorenzo, pag. 285), si ebbe dapprima una ondulazione di
intensità sempre più crescente e quindi un moto vorticoso. A Messina,
stando al Sarconi, (pag. 387) il terremoto cominciò con una lieve on-
[1783] 273
dalazione, alla quale tenne dietro un orribile e generale commozione
del mare e della terra: secondo A. Gallo (pag. LX), ad un lieve mo-
vimento ondulatorio ne succedette uno suss.-ondulatorio e vorticoso : il
Corrao poi riferisce (pag. XXIII) che si senti dapprima uno spaven-
tevole rombo, quindi debolissime scosse, poscia un complicato movi-
mento che presentò due riprese, separate da piccola interruzione. Tanto
il Gallo che il Corrao sono concordi nel valutare la durata della com-
mozione in 5".
Allontanandoci dall' area più violentemente commossa, troviamo che
il Pignatari a Monteleone (VnrENZio, 11^ pag. V) senti dapprima un
rombo, simile ad un cupo tuono avvertito in lontananza, quindi un
lieve « tremolamento > ; V urto che sopravvenne dopo fu * barcollante »
e gli altri < ondeggianti » andarono sempre crescendo dì forza. Il Pi-
gnatari notò egli pure una piccola pausa nel mezzo della durata dello
scuotimento, dopo la quale esso ripigliò con uguale veemenza, per ter-
minare, trascorsi circa 2™, con un piccolo tremito, simile a quello con
cui era cominciato. Secondo il Da Leone (voi. I, pag. 18) a Catanzaro
il moto dapprima fu solo orizzontale SWW-NEE, poscia suss., dopo di
che continuò il suolo a muoversi nella primitiva direzione con « inter-
mezzate trepidazioni > : la durata totale fa stimata dal citato autore
eguale a 2."*
Dalle testimonianze recate, senza tema di errare, possiamo concludere
che almeno neir area più intensamente scossa, il movimento del suolo
fu di poco preceduto dal rombo ; che cominciò con qualche tremito,
cui susseguirono ondulazioni, dapprima leggere, quindi sempre più forti :
che a queste tennero dietro varii urti sussultorii assai violenti, ed in-
fine altre ondulazioni e trepidazioni.
Anche il Vlvenzio (voi. I, pag. 160) -- sulla fede delle notizie raccolto
— annette che neir area centrale il suolo dapprima abbia cominciato
a tremare lentamente, quindi ad ondeggiare in senso SSW-NNE (*),
e che quindi siano seguiti molti urti sussultori. Però il Palestine (De
Lorenzo, pag. 285) afferma che e nella Piana il primo impeto fu su-
bitaneo e fortissimo » ; il che concorderebbe con quello che scrisse
THamilton per Bagnara, Polistena e Palmi, come più in dietro ò detto.
È necessario osservare che, come spesso nota il Barconi, gli edificii
caddero nelle più svariate direzioni, il che prova — come d' altronde
lo rivelano gli odierni registratori — che molto complesso fa il movi-
mento ondulatorio il quale anche in pochi istanti à cambiato spesse
volte di direzione: a ciò si deve ascrivere l'apparente impressione di
{!) Nella prima edizione 11 vivenzlo dice (pag. OCii) che II suolo da principio cominciò
ad ondegiriare violentemente da B ad w.
Maratta: Terremoti ecc, \^
►-:^'
274 [J783]
movimento vorticoso risentito da varii relatori accennati ed i molti
esempi di fenomeni rotatorii che la Commissione delia R. Accademia
delle Scienze di Napoli ebbe campo di osservare , fra cui i for&e
troppo ricordati -obelischi terminali delle guglie della Certosa di S. Ste-
fano del Bosco nella Calabria Ultra, e le gugliette che adornavano la
parte superiore della facciata della chiesa di S. Giovanni de' Fioren-
tini a Messina (pag. 393-4).
Neir area centrale, specialmente nei pressi di Oppido, Bitizzano,
Cosoleto, S. Cristina, Castellace, Sinopoli Vecchio, Terranova, ecc. si
produssero sconvolgimenti nel suolo tali da mutare in i^odo stabile
r aspetto del terreno : il Barconi nel suo lavoro di ognuno di essi ci
dà particolareggiata descrizione e tignii*^, da cui si deduce che ac-
caddero specialmente ove esistevano strette valli, percorse da fiumi o
da torrenti, e pendici tagliate a picco, oppure di ben poco inclinate :
quindi, secondo la pendenza del suolo, avvennero o spostamenti istan-
tanei di masse, oppure lenti o rapidi scivolamenti dei mantelli superfi-
ciali addossati al cristallino, per i quali insieme al terreno furono tra-
sportati gli alberi secolari che vi erano sopra impiantati, magari senza
che questi subissero danno alcuno.
Oltre a ciò, e sempre limitatamente a tali terreni, si produssero
spaccature più o meno estese, dislivelli nel suolo che contribuirono di
molto air aumento dei danni stessi.
Questo ordine di fenomeni fu la causa precipua della produzione dei
laghi nei territori di Seminara, di Sinopoli, di Cosoleto, di Sitizzano,
di Castellace, di S. Cristina, di Oppido, di Drosi e di Molocchio, di
ciascuno dei quali il Vivenzio (voi. Il, appendice) ci dà la estensione,
la profondità ed i lavori fatti per il loro prosciugamento.
Dopo la prima scossa il suolo continuò ad essere più o meno inten-
samente agitato : il sig. Grillo ad Oppido — riferisce a pag. 243 il
Barconi — sentì triplicare il terremoto con tale successiva frequenza
che in molte ore di tempo la terra fu o poche volte tranquilla o quasi
sempre « presa da oscura vibrazione ».
A Scilla, secondo un cronista citato dal De Lorenzo, si vedea il mare
ad ogni quarto d' ora invadere la terra e poscia ritirarsi, e ciò nello
spazio di 3" circa. A detta del Minasi (pag. XXV) nelle prime 24** dopo
il primo scuotimento si sentirono 140 repliche : il Gallo per Messina ci
riferisce (pag. VII) che dalle 19^ circa del 5 fino alla mezzanotte le
scosse si ripeterono a meno di un quarto d' ora di distanza Tuna dal-
l' altra. A Monteleone il Pignatari (Vivenzio, voi. II, pag. V-VI) dalle
19^ 20™ alle 23*» 45" ne contò 1 leggera, 8 mediocri ^ 5 forti ; dalie
• m
[1788] 275
0»» 45» alle 5^ 45"^ della notte 5-6 altre 90, che bì seguirono di 3 in 8, di
4 in 4 ed al più di 5 in 5 minuti, oltre ciò costantemente di 20 in 2Q
o da 30 in 30" se ne sentirono delle più forti precedute da rombo.
Così si viene a circa 1*»6" ant. del giorno 6, in cui una replica in-*
teneiasima inferse nuovi danni a Reggio, a Messina ed a tutti gli altri
luoghi stati precedentemente danneggiati (*). Ed è appunto in questa
occasione che successe il celebre disastro di Scilla. La violenza del-
l'urto fece precipitare con immenso fragore, per oltre 2 km. di costiera
un parte del monte Paci : il mare si ritirò, e, trascorso qualche tempo
dalla fine del terremoto (*), si senti un fremito partire dall' interno
della massa delle acque, che si rovesciarono con rapidità indicibile
sulla spiaggia. L' onda fremente fuggì e rifuggì ancora dal lido per
ritornare nuovamente furibonda sulla spiaggia, elevandosi quasi fino alla
sommità delle case e delle chiese ivi fabbricate, spargendo il lutto e
la desolazione. Circa un migliaio e mezzo di persone in quei fatali
istanti perdettero la vita, giacché, spaventate dalla prima scossa, dalle
reiterate repliche e dai franamenti che continuamente succedevano nei
monti circondanti V abitato, temendo di morire sotto le case, in gran
parte distrutte o rese pericolanti, si erano ricoverate solto le tende al
lido, oppure allogate entro barche sul mare, rimanendo così vittima
dell' immane rivolgimento (^).
Questo maremoto ebbe massima intensità a Scilla e quindi sull'op-
posta sponda della torre del Faro (A), ove 1' onda invase il lido cau-
sando la morte a molte persone ricoveratesi in piccole imbarcazioni
e si innoltrò di circa 600 passi, rompendo gli arginelli ed innondando
le campagne.
Sul lido della e marina grande > di Scilla, ricorda il Minasi, si vi-
dero gettate dall' acqua spugne e coralli, cose che non trovavansi che
a buona distanza dalla spiaggia, ove il mare à una discreta profondità.
(1) Al dir del Gallo (pag. LX) la scossa fu sussultoria e vorticosa al Beernodanon per-
mettere agri! uomini di re^rgersl in piedi, a Monteleone, secondo r osservazione del Pi-
irnatari (vivenzio, n, pagr. vi) fu orizzontale NNB-SSW con forte rombo, della durata di
90 secondi circa; a Catanzaro, secondo il Daleone (pag. 19), forse fu solo ondulatoria, più
intensa, ma più breve deUa prima, e cosi pure fra Cosenza e Rossano, ove abitava il
Mascl (loc. cit.)
Da documenti sincroni pubblicati dal Mercalli fi terr. della Calabria ecc., pag. 95,
estr.ì si apprende che la seconda scossa arrecò danni (irravlsslrai a Messina, però infe>
rieri a quelli della prima; e ciò contrariamente a quanto asserisce II Perrey (Op. cit.,
pa(r. 00).
(^ì vedi più avanti a pag. 281 quanto dico sul dlsantro di Scilla.
(d| Siccome la popolazione aveva abbandonato le case per ritirarsi alla marina dopo
la prima scossa, cosi non si ebbero vittime per la caduta degli ediftcii in occasione
della seconda.
- T'
27e [1763]
Il Sarconi rimase in dubbio dall'inchiesta fatta se a Messina il mare in
tale occasione avesse presentato fenomeni degni di menzione. Non è Im
probabile che ciò, in grado però assai lieve, sia avvenuto ; ma che, data
r oscurità della notte ed il panico che aveva invaso gli animi, sia pas-
sato inosservato, tanto più che a Taormina ed a Catania (pag. 409) in
quella circostanza si notò una « forte commozione delle acque >.
Un nuovo massimo sismico avvenne il 7 febbraio. Questo terre-
moto assai forte scosse T intera Calabria Ultra, ridusse in un mucchio
di rovine Soriano, Sorianello e Gerocarne (*) (area epicentrale A).
La sua area mesosismica rovinosa (B) comprende Arena, Serra
8. Bruno, Simbario, Brogniaturo, Capistrano, Pizzoni, Vallelonga e
S. Angelo : furono gravamento danneggiati Mileto, Monteleone, Male*,
rato, Acquare, Laureana, Chlaravalle, ecc.
A Monteleone, da quanto lasciò scritto il Pignatari (Vivenzio, II, 7>
si sentì, a 20^ 20™, un rombo accompagnato da un potente urto a due
riprese con una durata totale di 2'" 30* : aggiunge che i movimenti dal
basso air alto non furono piccoli e che le oscillazioni orizzontali si
rendevano visibili al solo guardare la terra: la scossa fu forte a Mes-
sina, a Catanzaro, e mediocre tra Cosenza e Rossano.
Alle 22** circa dello stesso giorno (7 febbraio) una veemente scossa,
predominantemente suss., in Messina fece cadere molti edificii ; ora
mentre a Reggio pare sia stata solo molto forte ed ond., ed affatto
innocua a Scilla, a S. Agata di Reggio causò varli danni: fu sentita forte-
mente a Monteleone, e si propagò in Calabria Citra. Questo scuotimento
pare sia stato di origine messinese.
Il primo marzo ad ore 8.30 ital. {2^ 15~ ant. circa) fu sentita in Mon-
teleone una nuova scossa che secondo il Pignatari (Vivenzio, II,
pag. XII) fu gagliardissima in tutta la sua durata (1^ 35") e specialmente
nell'ultima fase avvenuta dopo una lieve pausa : il movimento quivi, pre-
ceduto da forti rombi, fu dapprima ond. S-N e poi vorticoso. In Poliolo
(epicentro A) causò sommo danno « con distruggere gran parte delle abi-
tazioni (Vivenzio, I, pag. 244-45) e gravi danni apportò pure a Castel
Monardo, a Maierato, a Vallelonga, a S. Nicola, a Capistrano, a Fran-
cavilla e frazione Nicastrello. a Filogaso, a Mileto ed a Monteleone. A
Catanzaro fu più intensa dalla precedente ; fu molto forte a Re^o, a
(1) Presso Gerocarne riferisce il Sarconi (pag. 70) la terra al momento della scossa
vacillava ed ondeggiava come una nave, ed il suolo si apriva e chiudeva repentina-
mente ed alternativamente; presso Soriano poi, secondo lo stesso Sarconi, avvennero
molti sconvolgimenti nel suolo.
[1783J 277
a, come ci atteBta il Masci, ore fa Ond.
Il parossismo del 28 marzo (1'' !&" notte) spieg^ò la sua massima in-
tensità nei dintorni di Borgia (morti 33t), di S. Floro e di Girifalco
I morti 184), località state quasi rispettate dai terremoti antecedenti :
gravi danni apportò al paesi compresi nelt' istmo fì-a i golfi di S. Su^-
femia e di Sqaillace, si sul versante tirrenico che su quello ionico.
L' area disastrosa & forma elittica (B) e la relativa isosisma cbe la
circoscrive passa sopra a Pizzo, include la marina di gran parte del-
l'istmo, Vena, Caraffa, Squillace, Gasperina e Monterosso : mentre
l'iaosisma rovinosa (C) passa sopra Briatico, include Monteleone, S. An-
gelo, Serra S. Bruno, Badolato, Catanzaro, Soveria, Magisano, Taverna,
Serrastretta e in prossimità di Nicastro fa una insenatura in modo da
escludere tale città per andare quindi a mare.
L' ÌBOBisma delle gravi lesioni (DD) parte da Fuecaldo, include Lon-
gobucco ; nei pressi di Cotrone e Rocca Bemarda fa una ìosenatnra, e
sotto Cutro va amare per passare poi ad includere la intera provincia
di Reggio e Messina.
Entro il continente un ultima isosisma (EE) delle lesioni leggere da
Diamante corre a Crosia con una pronunciata Insenatura nei pressi
di Rossano, racchiude Cotrone e va a mare, escludendo Isola che ri-
sultò immune da ogni danno.
Quantunque l' intensità della scossa ed i danni Inferii agli edificii
aleno stati incomparabilmente minori di quelli causati dal primo terre'
moto, tuttavia 1' area interessata dalle onde sismiche in questa nuova
occasione fu molto maggiore : si produssero danni, come abbiamo visto,
nella Calabria Citeriore, aumentarono quelli della Ulteriore e del messi-
nese : poi fu sentita fortemente nella Basilicata, nel Principato Cìtra,
a Napoli, in Terra di Bari e di Otranto ed in tutta la Sicilia (').
A Catanzaro, (Da Leone, voi. I, pag. 27) ta scossa comincii) con un
movimento orizzontale cui segui un sussulto con irregolari trepidazioni :
gli urti verticali furono cosi violenti cbe le persone si sentivano balzare
in aria : secondo il Conte Ippolito U terremoto cominciò con un movi-
mento di ondulazione in senso SW-KE, cui susseguirono delle scosse
orizzontali, quindi vorticose : la durata fu stimata eguale a 10* circa,
per buona parte della qnale ed anche precedentemente fa sentito un
(1) Per le lievissime osci nazioni d'orlftine sismica osservate a, uilano dall'Ori ani e per
\e Indicazioni sismografi eli e ottenute durante 1 calabrt terremoti In Napoli dal pisano
vedi BxRATT* U. : Ricerche ttorlrlie stigli appareccM sismici, BOma IBM. vofi. 'ii-'H e 35 m,
e Per la storia della lUmologla ; sulla prnpagazlone a distala del movimenti sismici, noma
IWT, paff. lO-u (estr.)
278 [1783]
terribile muggito, che ad nn certo punto degenerò in uno scoppio come
di mina (pag. 298).
A S. Sofia di Cosenza, come scrive il Masci, la scossa fu suss.-on-
dulatoria di 20.' A Monteleone, secondo V osservazione del Pignatari
(VivENZio, voi. II, pag. XV), il rombo fu concomitante al movimento
del suolo durato 2« , e composto di urti sussultori e di ondulazioni
in vario senso, l' ultima delle quali, la più forte, ebbe direzione S-N :
a Messina il Gallo fa durare la scossa 28.' (pag. LX).
Prima di passare ad alcune deduzioni mi sento in obbligo di dire
che a rendere più disastrosi i terremoti calabri concorsero, oltre la
violenza e la durata delle scosse, due ordini di fatti :
a) nel mese di novembre 1782 cominciarono nella Calabria a cadere
ploggie diluviali, che non solo arrecarono danni alle campagne ed ai
fabbricati, ma fecero gonfiare i fiumi ed i torrenti ed in certi luoghi
trasformare il suolo in un terreno acquitrinoso : ora necessariamente
fra i varli strati di permeabilità diverse, V acqua si deve essere ac-
cumolata, e ciò appunto deve aver favorito oltre che gli scivolamenti
ed i franamenti di quelle estese porzioni di suolo che ò altrove accen-
nato, anche la formazione dei laghi ;
b) la natura geologica del terreno à avuto una fatale influenza sui
danni inferti agli edificii. Il Sarconi spesse volte ricorda che in mezzo a
località del tutto rovinate, se ne trovano di quelle in cui gli effetti delle
scosse furono relativamente e comparatamente lievi. La formazione
geologica della Piana Calabra è sciolta, disgregata, nò in alcun modo
connessa con il cristallino che in parte la circonda : quivi, come ac-
cadde in altri terremoti, i danni furono maggiori che non sulla roccia
dura, elevata : anzi il massimo dei massimi si ebbe appunto nelle lo-
calità ove sottili lembi si addossano al cristallino.
Esaminate sia pure succintamente le maggiori scosse del periodo si-
smico Calabro, appare evidente la presenza di varii centri o rculianti
di scuotimento dei quali ora è necessario rintracciare la posizione.
a) abbiamo vi^o che la scossa del 5 febbraio à spiegato la sua
massima intensità distruttiva nella Piana e precisamente in quella parte
che è prospiciente al lido fra Bagnara e Gioia. La presenza di gran-
diosi franamenti e smottamenti di suolo ivi successi, le profonde alte-
razioni nella circolazione sotterranea delle acque ed in generale tutti
quei fenomeni che sogliono verificarsi nel suolo della zona epicentrale
di un grande terremoto : i fenomeni dinamici causati dalla scossa at-
testanti il valore della componente verticale ecc., mi inducono a ritenere
che r impulso non sia partito dal mare : ad avvalorare questa ipotesi
[1783] 279
gioverebbe V asserto del Dolomieu (*), ma contro di ciò stanno i fatti
raccolti dalla Commissione Accademica che meritano brevemente di
essere ricordati.
Il Sarconi accenna ad un mediocre maremoto avvenuto in occasione
della prima scossa (5 febbraio) specialmente lungo le coste che da Mes-
sina si estendono al Faro, e da Scilla a Reggio.
A Messina, ricorda egli (pag. 400) il mare dapprima si avvallò,-
quindi, ritiratasi V onda dal lido con micidiale violenza lo innondò su-
perando la panchina, che fa in parte abbattuta o lesionata, ed innon-
dando porzione del teatro marittimo : anche a Reggio il mare usci dai
suoi limiti consueti ed invase specialmente la strada « de' Giunchi ».
Alla Catona vi fu pure qualche traccia di innondazione, e cosi pure alla
Torre del Faro e nel tratto che dal Pelerò va fino ai dintorni di Mes*
&ina, con la dififerenza che nelle parti più vicine a questa città fu molto
più sensibile (*).
Dopo il terremoto a Scilla il mare (Saroòni, pag. 335-36) si ritirò
dapprima per otto passi, quindi cominciò ad elevarsi, a fremere, ed in
ultimo a crescere a segno che bollendo (è la impressione ricevuta da
persona degna di fede — il sacerdote Pontillo — che si -trovava nel
bel mezzo dell' acqua, sopra uno scoglio) corse a ricuperare non solo
il tratto che prima occupava, ma eziandio una porzione di spiaggia su
cui erano arenati dei battelli con entro dei marinai^ i quali dovettero
per salvarsi afferrare i remi e mettersi a vogare.
Il Minasi, citato dal De Lorenzo (pag. 369), scrive che « un poco
prima che si sentisse il grande terremoto videsi scostare il mare len-
tamente dal lido della Canalea [di Scilla] per una decina di metri, e
tosto riprendere il moto ascensivo con la stessa lentezza fino a rag-
giungere il primitivo confine. Anche al Capo Cenide, dice Sarconi
(pag. 357), furono notate traccio dell' invasione dell' acqua, la quale
nel dì 5 si era mostrata — secondo gli abitanti — più bollente [vorti-
cosa] del solito, alterando anche il consueto corso della marea : in tale
stato si conservò fino al mattino del giorno 6. E lo stesso De Lorenzo
reca la notizia che alcuni naviganti nel golfo di Gioia, all' altezza del
capo Vaticano, dopo circa 8™ che ebbero sentita la scossa, scorsero che
le onde formavano due grandi cavalloni.
Il) Il Dolomieu (pa^. 11) dice che « la massa delle acque non ebbe movimento di flut-
tuazioni o di oscillazione, non s' Innalzò al disopra del suoi limiti ordinari ».
(2) A proposito di questo maremoto nota il sarconi (paK- 402) che « questa diversità
di azione dà luogro a credere che la forza mai?priore.... impiegata si fosse a sconvolfirere
e perturbare più queUa parte della « Cariddi » la quale è prossima al porto [di Messina]
che quella porzione di mare, ch'ò vicina a Rep^io, o Taltra, che costituisce la gola del
Faro ». . - '
m [1783]
E la veridicità delie notizie diligentemente raccolte dal Barconi è
anche confennata dal Vivenzio (voi. I, pag. 161) secondo cui il mare
che circonda la regione calabra, tanto all' ovest che al sud, fu violen-
temente agitato nel tempo della scossa e dalle osservazioni del Pigna-
tari (voi. II, pag. V), il quale dice che dopo la commozione a Roccella
sul Jonio ed a Nicotera il mare si ritirò per innondare poi la costa per
due o tre volte.
Così le varie narrazioni sincrone concordano tutte nello ammettere
un maremoto in occasione della prima scossa: ma confrontando i fe-
nomeni presentati dal mare in correlazione della seconda od in occasione
di terremoti avvenuti in altre regioni, nei quali T epicentro si trovava
indubbiamente a mare, si vede che sono del tutto inadeguati per ri-
tenere che r impulso sia da tale regione provenuto.
E ciò tanto più, facendoci la storia sismica conoscere che spesse
volte in occasione di terremoto con sicuro centro superficiale entro
terra, ma a non molta distanza dal lido, la massa delle acque ebbe a
partecipare in modo grandiosamente terribile al movimento della costa,
la quale ne rimase violentemente innondata.
b) V area epicentrale della seconda scossa è posta fra Scilla ed il
Faro : ma più vicina a quella località che non a questa si deve porre
il centro, indubbiamente situato a mare (*).
L' area dei maggiori danni si estende dalla regione occidentale del-
l' Aspromonte al capo i'ellaro da una parte, fra Scilla, Bagnara e Mes-
sina dair altra.
Pare fuori dubbio che il movimento sismico si sia comunicato anche
alle isole Eolie, giacché una nave greca — secondo il Corrao — (pa-
gina XXXII) — che si trovava verso Lipari, risenti V impressione di
un urto terribile, come se avesse toccato fondo, senza però ricevere
danno alcuno.
E qui credo necessario accennare una questione importante e dibat-
tuta : se, cioè, il terribile movimento della massa delle acque verifi-
catosi in Scilla dopo la seconda grande scossa, sia stato un vero
maremoto con questa connesso, oppure invece un effetto meccanico
del brusco e repentino scoscendere in mare del monte Campallà.
I sostenitori di questa seconda ipotesi si appoggiano in special modo
a quanto lasciò scritto il cronista sincrono Palestino •- citato dal
(1) In Scilla fu rovesciata la chiesa dello Spirito Santo, che nel cadere demoli tre
case ; altri 26 edifici furo::o distrutti. NeUa chiesa di S. Maria delle Grazie la massa delle
ac(iue sfondò la porta e vi penetrò dentro; lo stesso accadde in quella di S. Nicola, ove
il mare precipitò air interno per le finestre del fianco rivolto verso 11 lido; in tutte le
casa di questo rione le onde schiantarono porte^ finestre, smossero solai, ecc.
[1783] 281
1 I — ■ — — r- - •- .-.— — -^.— .
De Lorenzo (pag. 329) — che, cioè, Bcoscendimento e maremoto siano
accadati dopo mezz'ora dalla seconda scossa principale.
D'altra parte, secondo il D'. Pignatari (Vivknzio, II, pag. VI) « nella
scossa delle 7^ 30™ è, che si scoscende vicino Scilla il monte Campallà :
cagione forse per la qnale di essa se ne accorgon appena que' citta*
dini. Poco dopo ; ma non si presto, come vorrebbero taluni, soprav-
viene il famoso tremuoto di mare ne' lidi opposti di Scilla e di Torre
del Faro. Non cadon in questa scossa nuovi paesi ; ma ne' caduti si
accrescono le ruine, e negli altri le lesioni ». Ed il Sarconi (pag. 339-40)
accennata la seconda scossa, aggiunge: < in quel tremendo moto fu
tale il rivolgimento de' terreni, che una parte del gran monte Bacl..«
precipitò con orribile fragore... Erano rinvenuti appena quegli infelici
dal terrore conceputo... quanno repente, dopo pochi minuti ch'era ces-
sato il tremoto, udissi un fremito, e un secreto susurro, che approssi-
mandosi dall' in temo del mare.... » quindi sopraggiunse la veemente
innondazione.
Adunque il cronista Palestino si trova in disaccordo con quanto af-
fermano il Pignatari ed il Sarconi. Il primo fra la scossa e lo scoscen-
dimento e il susseguente maremoto, asserisce che sìa intercessa circa
mezz'ora, gli altri due invece ammettono che 1' un fenomeno sia suc-
cesso immediatamente, o quasi, all'altro. A me pare che, data la im-
mensa violenza che la mareggiata à spiegato in Scilla, l'altezza cui
l'acqua è pervenuta, la forza che à avuto alla Torre del Faro e l'es-
Bei*si il movimento reso sensibile fino a Catania, l'ascrivere tale formi-
dabile maremoto allo scoscendimento del monte Campallà, sia una causa
del tutto inadeguata alla spiegazione della terribile grandiosità del
fenomeno.
Anche ammesso che il franamento ed il successivo movimento del
mare sian successi a mezz'ora circa d' intervallo dalla scossa, come
appunto ricorda il Palestino, io ritengo che franamento e maremoto
siano stati causati dall' impulso sismico, vedendo in ciò una grande
analogia con i fenomeni accaduti a Concepcion nel dì 20 febbraio 1835.
Allora appunto il maremoto devastatore successe mezz'ora dopo che la
città era stata rovinata da un terremoto, siccome si legge nella de-
scrizione del capitano Fitzroy, testimonio oculare, riferita dal Suess
(L'appetto della terra, voi. I, pag. 121), che dice così : e Alle 11** 40*^ a.
[dei 20 febbraio] accadde la prima scossa a Concepcion, subito dopo la
generale rovina.... Mezz'ora dopo la scossa principale il mare si era
talmente ritirato, che navi che erano ancorate persino a 7 braccia di
profondità, rimasero a secco. Tutti gli scogli e i bassi fondi nel golfo
di Talcahuano erano visibili. Dopo di questo un'enorme ondata si spinse
per la strada occidentale tra Qairiquina e il continente, spazzando in-
282 [1783]
nanzi a sé tutto Bino a 30 piedi al di sopra dell'alta marea. La segril
una seconda ancor più grande e fragorosa, finalmente dopo pochi mi-
nati, una terza e la più potente... ».
e) con la scossa del 7 febbraio (20*» circa) il centro si è trasportato
verso Soriano e Sorianello, con quella del 7 febbraio (22** circa) verso
Messina, (*) e con quella del 1^ marzo verso Follia, e finalmente il pa-
rossismo del 28 marzo spiegò la sua massima forza nei dintorni di Gi-
rifalco e di Borgia ; quest'ultimo poi, come abbiamo visto, causò danni
immensi ai paesi attigui (per esempio a Monteleone) ed a quelli della
Calabria Ultra, ma bisogna por mente che quivi gli edifici avevano già
sofiTerto moltissimo per gli antecedenti terremoti. (*)
Per coloro cui potesse interessare aggiungo qualche notizia sullo
stato dei vulcani italiani durante il periodo sismico c;ilabro-siculo
del 1783.
Eolie. Il Ferrara (Mem. sopra i trem. della Sicilia in marzo J823,
pag. 36-37) scrive che « i vulcani delle Eolie presero molta parte ai
fatali tremuoti della Calabria e di Messina nel 1783. Stromboli fu quasi
sempre in straordinario travaglio ; molti giorni sembrò un toro infu-
riato che elevato sopra le onde spaventava con ì suoi muggiti la sven-
turata Calabria e la vicina Sicilia : Vulcano lo accompagnò spesso : i
suoi urli furono sempre terribili e immense le colonne di fumo e di
fuoco... ». Nella Descriz. dell' Etna (pag. 128) dice « dopo la scossa del
5 febbraio la montagna di Stromboli vomitò quasi sempre e più del solito
glòbi immensi di fiamme, e fece udire i suoi spaventevoli muggiti sino
in Calabria. Si osservò costantemente che i suoi momenti di calma
erano sempre seguiti dalle scosse che terminavano poi con eruttazioni
più copiose di fumo e di materie infuocate dalla bocca di quel vul-
cano.... »
(1) n viven/io (voi. n, pag. 296 [»!}) ebbe notizia da A. Faaano che al 7 febbraio 11R3,
àirora della scossa citata (22 ore] « 11 Jonlo che bagna li Udo di Stilo si elevò colle sue
onde in una scala di un'altezza smisurata, e spaventevole talmente, che gli stilotl guar^
dandola dalla distanza di sopra miglia quattro, ed elevata più di una sesta parte di
migUo, se ne atterrirono assai più del tremuoto dei cinque; imperocché per la faccia
che quella scala di mare presentava alla loro vista, temevano che, sbalzandosi sili loro
territorio, l'avrebbe tutto circondato e desolato. Quella si sostenne molto tempo sol-
levata ; indi caddero le onde con velocità niente corrispondente air altezza, ma come
dolcemente rallentandosi le forze sostenitrici ». Questo fenomeno piuttosto che un ma-
t^moto, come alcuni lo ritennero^ lo credo che sia stato una tromba, formatasi in con-
comitanza con la scossa.
(2) Fra le scosse minori quella del 14 ottobre 1784 ebbe 11 suo centro in Gerard ;
quelle del 26-28 aprile 1783 in Milazzo ; quelle del marzo e luglio 1786 in Naso ; quelle
deir ottobre 1781 e luglio 1785 in Cosenza ; il terremoto del 12 ottobre 1791 ebbe il suo
epicentro coincidente o quasi con quello del 7 febbraio 1783 (ore 20 circa).
{1T83] 283
Non so a quali fonti abbia il Ferrara attinte le notizie riguardanti lo
Stromboli, notizie che non trovo confermate da autori sincroni ; anzi l'Ha'-
milton (pag. 242) afiferma tutto il contrario « è stata fatta qui Tosser-
vazlone > scrive egli « che il vulcano Stromboli che è in faccia ed al-
l'intera vista della città, alla distanza di circa 50 miglia aveva gettato
meno forno e vomitato meno materia infuocata in tempo di questo ter-
remoto, di quello che avesse fatto in questi ultimi anni ».
Queste notizie, come ognuno vede, sono prettamente contradditorie
ma r osservazione dell' Hamilton mi pare abbia maggior peso, perchè
raccolta dalla viva voce dei contemporanei, tanto più poi che il Fer-
rara, opinando che i terremoti calabri fossero causati dallo Stromboli,
aveva un certo interesse nell' asserire fatti che venivano in suffragio
alle proprie vedute teoriche.
Riguardo a Vulcano, oltre alla citata notizia del Ferrara, sappiamo
che fa trovato nel 1785 in semplice fase di emanazioni di vapori dal
Trovantini ; che dal 12 settem][)re 1786 per un mese circa fece dello
esplosioni di cenere e che nel 1788 emetteva vapori.
JEtna. Il Ferrara (Descrizione dell' Etna^ pag. 129) dice che dopo
r eruzione del 1781 l'Etna si mantenne in quiete; anzi aggiunge che
durante i terremoti calabri « fb tanto assopito che nemmeno mostrò il
suo fumo giornaliero nel cratere ». Nel quale stato si sarebbe mantenuta
fino dopo la metà del giugno 1787. Invece nella Cronaca Reggina di au-
tore anonimo sincrono pubblicata dal De Lorenzo (voi. I, pag. 381) si
incorda che « in detto anno 1783 al 17 febbraio Mongibello eruttò gran
fuoco e pietre, ed il suo rimbombare si sentì per molti giorni ».
Vesumo, Dopo V eruzione del 1779 il Vesuvio stette in calma negli
anni 1780-82 : verso la metà, d' agosto 1783 si mise in attività che rad-
doppiò in settembre e presentò altri incrementi nel 1784, 1785 e spe-
cialmente nel 1786 : la fase eruttiva terminò dopo vari massimi con il
grande incendio del 1794 (vedi per maggiori particolari M. Baratta :
Il Vtsuvio e le sus eruzioni^ P^g* 97-115, Roma 1897).
Abbiamo visto (pag. 278) che oltre alla violenza ed alla durata delle
scosse, le condizioni geologiche e topografiche del suolo su cui sono
fondati i paesi, insieme con V azione delle pioggie, concorsero a ren-
dere più fatali i terremoti del 1783. A ciò bisogna aggiungere che la
vetustà e la cattiva costruzione dei fabbricati rese questi meno tetra-
goni agli urti sismici. Con ciò resta spiegata la grande mortalità delle
persone allora verificatasi.
Secondo le statistiche pubblicate dal Vivenzio nella Calabria Ulte-
riore perirono sotte le rovine 29451 persone ed altre 5709 por infermità
B^fuìte dopo il terremoto. Nella Cala)>ria Citeriore si ebbero a deplo-
•^ r
2U
[1783]
rare solo 5 vittime, cioè 2 in Apigliano, altrettante a Carolei ed 1 ad
Aiello.
Molto più conforme al vero è la statistica che accompagna il pre-
sente capitoletto, la quale venne redatta per ciò che riguarda i morti
su i libri parrocchiali, e per i danni dalle ispezioni ordinate dal Vi-
cario Geoerale Pignatelli. Essa fa pubblicata da Achille Grimaldi nel
1863 (La cassa sacra ecc.) e riprodotta dal Carbone Grio nelle molte
volte citata sua memoria sui terremoti di Calabria (pag. 142-53). Da
essa risulta che i morti nella Calabria furono 29515, cui aggiungendo
i 630 periti sotto le rovine nel messinese si avrebbe che il numero delle
vittime ascese a 30145. li Grimaldi (pag. 144) aggiunge inoltre che 2O0
paesi furono distrutti e che il danno materiale inferto alla sola Calabria
ascese a lire 132.812.500 ripartito nel modo seguente:
STATISTICA DEI MORTI
B DEL PROBABILE DANNO ARRECATO ALLA PRÓ2>RIETÀ
DAI TERREMOTI DELL'ANNO 1783.
a) Nelle Calabrie,
Località
Morti
Danni (1)
LocalitÀ
MorU
Danni
Ac(ìuaro d'Arena
10
150
Barbalaconi
3
60
Acquaro di Sinopol
i214
180
Belcastro
»
20
Africo
6
80
Bellantone
7
70
Àgnana
»
30
Benestare
»
30
Albi
2
30
Bianco
31
150
Àlafito
»
25
Bivongi
»
40
Altiiia
»
10
Borgia
332
300
Amaroni
4
60
Borello
8
50
Amato
2
35
Bova
»
50
Amendolea
2
35
Bovalino
8
80
Andali
>
25
Bracciara
18
70
Anoia
202
250
Brancaleone
»
25
Antonimina
2
60
Bratti rò
2
30
Apiglianello
»
10
Briatico
60
150
Arasi
6
40
Brivadi
1
25
Ardore
4
90
Brognaturo
i>
30
Arena
33
180
Bruzzano
»
20
Argusto
»
30
Calabro
26
70
Arietta
»
10
Calanna
2»
80
Anno
7
50
Cali mera
»
20
Badolato
2
60
Camini
»
30
Bagaladi
y>
30
Campo di Calabria
5
70
Bagnara
3331
600
Candidoni
40
150
[1] Il valore approssimativo dei danni per la Calabria è indicato in migliaia di ducati»
^uwn.mm
[l1SS]
285
Località
Morti
Danni
Località
Morti
Danni
C^DD Hello
19
60
Dafilnà di Arena
9
70
Canolo'
»
20
Daffinà di Tropea
1
40
Cannavo
4
40
Daffinacello
2
30
Cdpistrano
2
40
Dasà
55
150
Caraffa del Bianco
»
40
Davoli
8
70
Caraffa dì Cortale
80
120
Diminniti
6
40
Cardato
12
70
Dinami
:i5
80
Cardinale
1
50
Drapia
11
60
Careri
5
50
Drosi
47
120
Caria
»
20
Fabrizia
1
30
Caridà
52
150
Favelloni
4
40
Carlopoli
»
25
Feroleto della Chiesa 33
170
Careni
9
60
Feroletò di Nicastrc
) »
40
Careniti
»
15
Ferruzzano
35
80
Casalnuovo d* Àfrico 6
70
Filandari
6
60
Casal nuovo [Citta-
Filogaso
6
50
nuova]
2017
900
Fitiii
2
30
Casigrnana
»
20
Fiumara
22
100
Castel lace
115
100
Fossato
3
30
Cantei nnonardo
60
200
Francavilla
43
150
Castelvetere [Cau-
Francica
25
70
lonia]
95
250
Gagliano
»
20
Catanzaro
14
100
Gallato
»
25
Catena
15
80
-Galatoni
7
50
Cenadi
2
30
Galatro
341
250
Centrache
>
25
Gallico
17
80
Cerva
»
15
Garavati
»
15
Cessanìti
»
15
Garropoli
7
50
Chiaravalle
2
70
Gasperina
9
70
Ciano
6
70
Gasponi
4
40
Ciaramiti
>
10
Gerocarne
22
80
Cicala
»
25
Giffone
20
80
Ciminà
>
25
Gimigliano
16
70
Cinquefrondi
1343
400
Gioja
18
100
Coccorino
8
60
Gioiosa
7
150
Comerconi
6
50
Girifalco
184
150
rompami
24
100
Gizzeria
>
15
Condofuri
»
25
Gretteria
115
150
Condojanni
1
20
Guardavano
2
40
Cortale
171
160
lacurso
32
100
Cosoleto
178
200
latrinoli
312
300
Cotrone
» •
50
lonadi
1
225
Cropani
»
20
loppolo
3
30
Curinga
8
100
Isca
»
30
Cutro
»
50
Laccon^a
2
30
286
[17831
■ Località
Morti
Danni
Località
Morti
Dnani
Laganadi
7
50
Nao
1
20
Lam paloni
4
30
Nasiti
1
20
Laureana
58
200
Natile
10
50
Lìmbadr
26
60
Nicastro
>
50
Limpidi
15
40
Nicastrello
»
20
Longobardi
»
20
Nicotera.
14
70
Lubrichi
159
150
Olivadi
»
20
Maida.
76
120
Oppido
1198
400
Magìsano
>
15
Orsigliadi
1
10
Maierato
4
60
Orti
12
50
Maininola
103
400^
Palermiti
4
30
Mandaradoni di Brl-
Palizzi
»
15
atico
»
10
Palnfii
999
eoo
Mandaradoni di Lim
«
m
Panai a di Filogiìso
16
50
badi
3
30
Panala di Tropea
2
30
Manti neo
8
50
Pannaconi
6
50
Maranise
1
10 .
Papaglionti
2
20
Marcedusa
»
15
Paracorio
325
200
Marcelli nara .
47
120
Paravati
1
40
Maropati
226
300
Parghelia
5
50
Martone
7
60
Pavigliana
2
20
Melicuccà di Sorcio
10
80
Pazzano
»
20
Molicucca del Prio-
Pedavoli
V45
200
rato
167
200
Pentidattilo
»
20
Melicucc.0
67
150
Pentono
4
40
Melito
»
25
Pernocare
1
20
Mesìgnadi
241
200
Petrizzi
3
40
Mesuraca
»
20
Petronà
»
10
Migliano
3
40
Pimei
1
15
Migliorino
5
50
Piscopio
14
60
Mileto
50
"200
Pizzo
10
100
Moladi
3
30
Pizzoni
21
80
Molochio
600
300
Placanica
»
20
Monasterace
1
40
Plaizano
55
150
Montauro
»
30
Platanaia
>
10
Montebello
»
30
Podargoni
16
50
MoDteleone
14
150
Policastro
»
40
Montepaone
2
30
Polistena
2261
500
Monterosso
18
80
Polla
26
150
Montesanto
»
15
Poliolo
6
50
Montesoro
3
40
Pongadi
3
30
Mosorrófa
27
60
Potarne
4
40
Mottafìlocastro
4
50
Potenzoni
1
15
Mottaplati
25
100
Precaco re
»
10
^otta S. Giovanni
>
40
Pronia
7
50
[17831
28T
ijocalltà
Morti
Danni
Località Morti
Danni
Radicena
756
500
Stilo
1
30
Rag'hudi
»
10
Straveri no
3
30
Regrglo C.
119
2000
S. Agata del Bianco
»
30.
Riace
1
20
S. Agata di Reggio
78
200 V
Ricradi
5
50
S. Alessio
23
80
Rizzi g'oni
152
200
S. Andrea
»
20
Roccabernarda
»
15
S. Angelo
5
50
Roccaforte
»
30
S. Anna
70
100
Roccella
2
100
S. Barbara
• »
10
Romblolo
»
20
S. Basile
12
50
Rosati
15
80
S. Biase
»
15
Rosi&rno
203
200
S. Calogero
30
60
Sainbatello
6
40
S. Caterina
»
30
Satriano
2
30
S. Cono
2
20
Scaliti
»
10
S. Costantino di Bria
-
■ •
Scìconi
l
10
tico
3
30
Scido
169
200
S. Costantino di Fran
-
.
S^-hindilifà
8
50
cica
9
60
Scilla
1450
400
S. Cristina
760
300
Scrofario
15
50
S. Domenica
6
40
Sellia
»
20
S. Eufemia del Golfo
»
20
Seminare
1370
400
S. Eufemia di Si-
1 *
Serra
42
150
nopoli
945
300
Serrastretta
5
50
S. Elia
12
50
Sensale
»
10
S. Floro
106
150
Settìngriano
18
60
S. Giorgio 1312
500
Siderno
20
120
S. Giorgia
164
200
Siinbario
9
50
S. Giovanni di Gal-
Simeri
3
30
lico
1
20
Simiatoni
18
60
S. Giovanni di Gret-
Sinopoli
382
400
teria
27
80
Sìnopoli Vecchio
191
200
S. Giovanni di Ma-
Sitizzano
226
300
ranise
2
30
Sorbo
5
30
S. Giovanni di Mileto
1 8
50
Soriano
161
250
S. Giovanni di Par-
•
Soveraio
1
15
ghelia
1
20
Soveria
»
30
S. Giuseppe
4
40
Spadola
4
50
S. Gregorio
8
60
Spili nga
4
40
S. Ilario
>
20
Squillace
15
80
S. Lorenzo
5
60
Staiti
1
40
S. Luca
»
30
SI aletti
17
70
S. Marco
3
40
Stefanaconi
25
90
S. Martino
25
80
Sti^nano
15
60
S. Mauro
» .
10
Stillitanon*)
17
60
S. Nicola di Ardore
»
10
288
fl7831
Località
Morti Danni
S. Nicola di Manda-
radoni 10
S. Nicola di Orsigliadi »
S. Nicola di Valle-
longa
S. Onofrio
S. Pietro di Bivona
7
7
3
39
12
1
3
S. Pietro di Caridà
S. Pietro di Maida
S. Pietro di Milcto
S. Pietro di Tiriolo
S. JMetro di Taverna 1
316
25
S. Procopio
S. Roberto
S. Severi na
S. Soste
S. Stefano
S. Vito
Taverna
Terranova
Terreti
Tiriolo
159
1
6
1458
4
10
50
10
60
60
30
100
40
30
40
20
250
60
10
20
160
30
50
500
30
40
Località
Ti ritanti 11
Torre 4
Tresillco 310
Tripami 28
Tropea 20
Valanfìidi »
Vellelonga 28
Varapodio 497
Vazzano 29
Vena di Monteleone 2
Vena di Maida 26
Vincolise 2
ZaccanopoH 16
Zaccariite »
Zamarò 14
Zambrone 2
Zingarona »
Zungri 3
Zurgonadi 35
Morti Danni
40
30
200
100
60
10
100
300
80
20
50
30
50
10
40
20
10
30
80
Totale 29515 31250
Pari a Lire 13281^00
b) Nella Provincia di Messina,
LocaUtà
Morti
Danni
Località
Morti
Danni
Messina
617
750000
Linguaglossa
0
910
Rometta
2
27800
S. Lucia
1
700
Castro reale
2
7600
S. Martino
0
1700
Pozzo di Gotto
0
16000
Milazzo
0
8000
Monforte
1
20000
Patti
0
2000
Saiiipiero
2
5200
Randazzo
0
1200
Venetico
2
8000
Rocca
1
58000
Valdina
Calvaruso
1
0
9825
1000
•
Totale
630
919235
Condro
1
1300
Come ò già detto i terremoti calabro-mesBinesi che noi consideriamo
si presentarono sotto la forma di un lungo periodo sismico perdurato
parecchi anni, con varii massimi accentuati. Ora se noi confrontiamo
i singoli dati desunti dai varii cataloghi di repliche vediamo che molte
di queste scosse susseguenti furono essenzialmente corocentriche alle lo-
calità ove vennero sentite, vale a dire le dobbiamo ritenere come pro-
dotte dall'attività di speciali centri locali o contigui alle località stesse :
ma di ciò avrò occasione di parlare altrove.
*■-■ ■
[1783]
289
Come ò già accennato per cura del Dr. Pignatari di Monteleone,
abbiamo il più prezioso catalogo delle repliche sentite in detta città :
io non posso qui riportare il lunghissimo elenco, ma il lettore troverà
utile alcuni dati riassuntivi. La tabella unita contiene il numero delle
scosse avvertite durante gli anni 1783-86 distinte per mesi e classifi-
cate secondo la loro intensità : ad essa segue T elenco delle maggiori
scosse con opportuni riscontri.
TABELLA. RIASSUNTIVA
delle scosse registrate dal Dr. Pignatari di Monteleone Calah*o
durante gli anni i783'i786.
scossa
1
1
ili
o
a
o
^
§
1
1
1
tale
anno
0
0
1
!
<
i
i
i
•a
iTeo
1
1
Leggere
• • a *
2
142
163 39 26
9
24
26
19
24
21
8
503
Mediocri
• . ■ •
—
57
46 24 32
13
16
24
4
7
9
3
235
Forti . .
....
—
74
30 25 13
7
12
5
1
6
2
—
175
Molto forti
o fortiss.
17
8 2 1
1
2
—
—
—
1
—
32
Roti Dose o
disastrose
—
3
2
—
—
—
—
—
—
—
5
Totale
2
293
249 90 72
X7a4b
30
54
55
24
37
33
Il
950
Leggere
• • • •
10
8
19 7 10
13
4
1
11
2
4
2
91
Mediocri
• • . •
6
2
4-7
1
3
2
5
1
—
3
34
Forti . .
. • • *
—
1
1 - 3
—
2
2
6
—
—
1
16
Molti forti
o fortiss.
—
— . _ —
— .
1
1
1
3
Totale
16
11
24 7 20
14
10
5
22
4
4
7
144
Leggere
....
3
4
1 3 -
1
4
6
1
—
4
—
27
Mediocri
. a . •
2
1
1 7 1
1
—
—
l
—
2
1
17
Forti . .
• • • •
•^
— *
1 — —
—
—
2
—
—
—
1
4
Morto forti
0 fortiss.
—
—
- 2 -
—
—
—
—
—
—
—
2
Totale
5
5
3 12 1
2
4
8
2
6
2
50
Leggere
. . * •
3
4
7 1 3
—
1
2
—
—
—
21
Mediocri
. * • .
3
1
1 2 3
—
3
2
1
1
—
—
17
Forti . .
a . • .
—
—
1 - -
2
—
—
—
—
3
Molto forti
0 fortiss.
—
1
— — —
^
—
—
—
—
—
—
1
Totale
6
6
9 3 6
—
6
i
1
l
—
—
42
Baratta: Terremoti ecc.
19
290 [1783]
Cronologia delle maggiori o più importanti repliche :
1783 Febbraio 5) 19*^ ital. [giorno] scossa disastrosa [vedi testo]; 11"» notte
altra. 11** 45°» notte, Monteleone, fortiss. istantanea ond. SSW-NNE con forte
rombo — 6) 22»» ivi, fortiss. ond. SSW — 7) 20»» 20"» scossa disastrosa; 22»»
Monteleone una fortiss. ond. S ; a Messina fortiss. suss.-vort. ; 0»»45"*-6»» notte
M. Leone» 20 fortiss. istant. ond. SSW; 8»» e 11»» 45*", ivi, due altre fortias.
ond. SSW. — 8) 15»», 18»», 20»» 30" ivi, tre fortiss. ond.: fino a 2»» 30"» notte
9 fortiss. ond. SSW brevi : 5»» 15«» - Mn. tre fortiss. ond. SSW ; 8»» 45»», 11»», due
fortiss. : la 1* breve e la 2* di mediocre durata — i5) mattina, presso Fero-
leto della Chiesa una forte per la quale si innalziirono spaventosamente le
acque del Metramn [Vivknzio, 1, pag. 182]: forse corrisponde aduna sentila
a Monteleone come med. a 11»» — 22) 11»» notte, Monteleoiie, una fortiss.
ond. — 23) ivi, 14»» 0"» una fortiss. e lunga ond. SSW ; 16»» 33"» altra fortiss. ;
9»» notte, una come la 1* — 25) ivi, 22»» una lunga fortiss. ond. — 27) 11»» 30»",
ivi, una fortiss. ond. : circa la stessei ora (II»») due rombi, uno dei quali se-
guito da scossa fortiss. come le prime del 5 6.
Marzo i) 8»» 30»»» notte, Catanzaro scossa fortiss. maggiore delle altre per
intensità e durata: a Monteleone rovinosii ond. S-N di 1™ 35' circa: forte a
Messina — 4) 21»» 30»»» Monteleone una fortissima ond. : circa la stessa ora a
Catanzaro tre scosse assai gagliarde: a Messina una forte — 7) 21»» e 3»» nel
golfo di Squillace sotto Montauro rombo prolungato dal mare : verso le 9»»
grande scossai sensibilissima lungo quel littorale e non avvertita lungo il
tirrenico [Sarconi] — 9) 18»» 45»" Catanzaro una fortissima corrispondente
forse a quella sentita a Monteleone a 19»» 45™ come med. e breve — i3)
2»» 15"» notte, Monteleone una fortiss. ond. susseguita poco dopo da altra di
eguale intensità: 11»» altra fortiss. ond. — 26) ivi, 11»» 30"» una fortiss. —
27) 10»» 45»" altra fortiss. — 28) 1»» 16"» scossa disastrosa — 29) 5»» :I0»"
e 9»» 45"» Monteleone due fortissime.
Aprile 2) Monteleone, 18»» 30"» una istant. vert. : fu una delle maggiori fra
le fortiss. — 7) 9»» 45°» Catanzaro scossa con replica e ronìlK) fortiss. : fu lunga
ed intensa come quella del 5 febbraio — 8) 5»» 45"» Monteleone una fortiss. :
circa la stessa ora una a Messina — 25) 12»» circa, a Messina una molto forte
26-28) a Milazzo il Vivenzio scrive [voi. I, pag. 262-3] « che il tremuoto
della notte de* 26 aprì le muraglie della chiesa della guarnigione a ^egno di
minacciar prossima rovina, e quello del 27 e V altro della mattina del 28
aprile danneggiarono le volto di quei quartieri, che poco o nulla avevano
patito le primo scosse ». Le scosse sentite a Messina nei giorni 26-28 sareb-
bero le seguenti: 8»» mattina del 26 una vort. con rombo: nella mattina del
27 forse una ed a 6»» di notte ilei 28-29 scossa assai sensibile con romlx).
Quindi con ogni probabilità le scosse di Milazzo sono corocentriche.
Maggio i4} Catanzaro 4»» di notte, una fortiss. — i5) a Tropea una molto
forte [Hamilton] — 24) 6»» 15™ notte, Monteleone 1 fortiss. ond.; 4»» a Tuba
d' Oppido una forte, sentita a Catanzaro e forse a Messina — 26) Oppido
20»» 20™ una molto forte.
Giugno 5) 14»» Radicena una lunga e fortiss. — U) a Reggio C, secondo
il Roscitano [op. cit., pag. 10] nella giornata scossa fortiss. che fece rovinare
[1783] ?91
qualche mura: questa con ogni probabilità corrisponde a quella che il Gallo
ricorda come forte a 17^ per Messina — 23) 5** 20 notte, Monteleone una
fortiss. ond. sentita gagliardamente a Catanzaro, ove fu seguita da repliche
e da ondulazioni.
Luglio ii} 22*» 21" una molto forte a Reggio non sentita in tutta la pro-
vincia e forse legg. a Messina — 20) 19^ 15" Monteleone breve ma fortiss.
scossa ond. — 29) %f^ 15" violentissima scossa di 15" con rombo cho a Reggio
fece rovinare due case : nuovi danni a Gerace ed a Catanzaro. A Monteleone
fu tortiss. ond. ed a Cinquefrondi molto forte.
N'avembre 20) 19** 58" Monteleono fortiss. suss.
1784 Gennaio 7) Nella notte presso Roccella forte maremoto. Scrive il Vi<
venzlo (II, pag. 234) che « le acque sortirono dal... seno [del mare], ed alla-
garono con notabile danno buona parte di quelle campagne, restando ancora
intieramente abbattute molte picciole case e pagliari di Cavallari ». — 19)
nella sera maremoto: si gonfiò in tal modo il mare nel Faro che ruppe gli
argini, fossati e rialti, e si inoltrò fin dentro terra, specialmente nei terri-
tori della Fossa e di Catona con grave danno di molte possessioni, nelle quali
rovesciò gran quantità di alberi ed inondò molte terre. Cosi il Vivenzio nel
voi I ai pag. 218. A pag. 70 lo attribuisce invece al giorno 9. Il Pignatari
(VivBNZio,II, pag. XLIV) nella hotte del 9, circa 9*», registra una scossa lieve.
Settembre i2) 22*> 29" una forte a Monteleone, sensibile a Scilla : questa scossa
corrisponde forse a quella che, senza dato orario, i documenti Malvasia-De
Rossi pongono come fort« in Calabria con piccoli danni.
Ottobre i4) IV" 30 forte in Reggio con nuovi danni : a Gerace, secondo il
Vivenzio [I, pag. 222 e 32] durò 5" e fu stimata più intensa di quella del
2K marzo 1783; produsse nuove lesioni e qualche piccola rovina: simili
d'inni causò a Canolo : fu sensibile a Scilla. Pare sia passata inosservata a
Monteleone, ove il Pignatari ne indica una fortissima ond. SSW di 12* a
14^ 5." Ad una di queste scosse si riferisco certamente la seguente notizia
della < Gazzetta Civica Napolitana € {ìf, 3: 29 ottobre 1784, pag. 5]: < dopo
1* arrivo delle lettere di Calabria della scorsa sottiman>i, corre voce che siasi
sentita una grandissima scossa di tremuoto nella Calabria Citr^ e che abbia
cagionato la rovina di varie fabbriche nella città di Cosenza, ed in altre
citta e terre di questa provincia ».
Dicembre 23) 14^ 43" Monteleone scossa fortiss. ond. SW di 30* composta
di un urto leggero, di 2 riprese fortissime e di altre 3 sempre più lievi che,
secondo il Vivenzio [I, pag. 170] causarono nuove rovine.
i785 Febbraio 6) a Mg. a Reggio breve ma violenta scossa che produsse
forti lesioni alle case; fu sentita a Scilla.
Marzo ii) 2^ Scilla due scosse ed altra a 3^ : queste tre scosse con ogni
probabilità corrispondono a quelle che i docum. Malvasia-De Rossi [pag. 36]
flif^no in t'ile giornata sentite a Messina con nuovi danni — i7ì all'alba a
Reggio scossa fortissima sentita forse a Scilla ed a Monteleone [forte].
Aprile i3) 12*» 55" a Monteleone fortiss. ond. N S di 25* a 4 ripreso : fu
intesa a Scilla — 24) Monteleono 0*» 55" una fortiss. ond. \V-E di 15« a 2
riprese, la seconda delle quali più forte e susseguita da tremili per 10.*
292 [1783]
i786 Febbraio 23) Monteleone 14»» 10» una forliss. di 20.*
Marzo 9) terremoto disastroso a Naso, Milazzo, ecc. [vedi N. 803].
Il Plgnatari chiude il suo diligente catalogo con l' ottobre di quesf anno
[1786] : pare però che il periodo sismico non sia ancora completamente ter-
minato, perchè qua e colà furono sentite ancora delle scosse, le principali
delle quali sono le seguenti :
i787 Aprile 22-23) 8»» 15» ital. Reggio Calabria una forte: 8»» 45" altra
(sentita anche nella Piana [Palestino, Cabbonb-Gbio]) — 23) ivi, altra —
24) air alba unn quarta più intensa delle precedenti [Idem].
SettemlMre 20) 5^ ant. a Messina una fortiss. sentita anche in Calabria [Ca-
pocci].
i789 Febbraio 7) ^ 35" pom. a Messina, due fortiss. E-W: qualche ro-
vina a Reggio ed a Monteleone [Malvasia-Db Rossi].
. 1790 Giugno {primi d£) in Calabria due scosse con qualche danno [Notizie
del mondo N. 55 : 10 luglio].
Ottobre 28) in Calabria Ultra parecchie.
i79i Ottobre i2) 24*» ital., Serra, Mileto, Monteleone, Siderno terremoto
rovinoso (vedi N. 822).
i792 Maggio iO-ii) a Messina parecchie scosse, di cui una fortissima.
i793 nelVanno) a Reggio molte scosse piilt n meno forti [Carbonb-Grio].
Prescindendo da ogni considerazione teorica sulla distribuzione oraria
e mensile delle repliche, sulla influenza lunare ecc., possiamo dire che
da un semplice esame delle succinte notizie date, si rileva che dopo 1
i parossismi del febbraio-marzo 1783, le manifestazioni sismiche anda-
rono considerevolmente in linea generale sempre più scemando di nu-
mero e di energia. Però è doveroso accennare che mentre nel 1785
r attività endogena nella Calabria Ulteriore si mostrava affievolita, si
senti una scossa fortissima a Cosenza e quindi nel 1786 terremoti ro-
vinosi urtarono la parte nord orientale della Sicilia : ma di ciò parlo a
sno luogo.
[790] 1783. Febbraio. Montepaleiano. (Siena).
Gazzetta Toscana^ N. 9 : 1*783, pag. 35.
Prima del 21 febbraio in Montepulciano una scossa assai sensibile,
seguita, dopo qualche ora da replica leggerissima. Nessun danno. Il
Soldani {Relazione ecc., pag. 65) registra per Siena una scossa alquanto
sensibile verso le 9** V4 ^^^ 27 gennaio ed aggiunge che ne furono sen-
tite alcune altre fino al mese di giugno : due di queste (cioè quella del
5 e del 29) quantunque molto sensibili, non apportarono danni.
[791] 1783. Luglio 28. Val di Ledro (Trentino).
Notizie del Mondo, N. 65 : 13 agosto 1783.
A 6»» V2 della sera del 28 luglio a Riva di Trento scossa che ro-
vesciò alcuni CAD[^ini e molti mobili : nessun altro danno. Questo mo-
[1783 - 1785] 293
vìmcnto sismico turbò violentemente le acque del lago di Garda e la
scossa, a quanto dicesi, fu più gagliarda in Val di Ledro e luoghi
circonvicini. Il Perrey {Tremòl. penins. Ital.^ pag. 64) erroneamente
la dice accaduta al 26 luglio 1785.
[792] 1783. Novembre 7. Bolsena (Roma).
Malvasia-db Bossi: Documenti ecc., pag. 34.
A 7*^ del 7 novembre a Bolsena e luoghi circonvicini veemente
scossa : gli abitanti pieni di spavento fuggirono all'aperto. La data
settimanale di questo terremoto è erroneamente dal Perrey (loc. cit.)
attribuita al 17 : ma ciò non può essere giacché quella da me riferita
è tolta da una corrispondenza da Roma del 15 di detto mese.
[793] 1783. Novembre 15-16. Torrema^giore (Foggia).
Malvasia Db Rossi: op. cit., pag. 34 - L. aonblli: Cronaca di S. Agata di Puglia, Il ediz..
Sciacca ld69, pa^. 54.
Nel mese di novembre si ebbero due fortissime scosse a Torremag-
giore, la prima nella mattina del 15 a 10*" 15™, Taltra a 14^ 45'° del
giorno 16 ; parecchie case soffì*irono danni e gli abitanti per vario
tempo pernottarono all'aperto. Per questo terremoto si accrebbe in
S. Agata la fenditura prodotta dal terremoto del 1456 (vedi pag. 72).
[794] 1784. Marzo-Aprile. Ariecia (Roma).
Mal VASI a-Db Rossi : Documenti ecc., pa<?. 35.
In una notte del mese di marzo o di aprile a Frascati ad Albano,
a Marino, a Genzano, a Monte Porzio, a Monte Compatri e luoghi cirt
convicini furono sentite nello spazio di 2** 74 ^^^^^ forti scosse che mi-
sero in allarme la popolazione causando pocliissimi danni ; pare che
ad Ariccia sia in tale occasione caduta una casa.
[795] 1784, Marzo 30. Celle (Tortona).
Per&bt a. : Trembl, penins. Ital,. pag. 63.
Il :K) marzo a mezzodì ed alla sera scosse sensibili a Celle presso
S. Cersciano. In tutti i villaggi sopra un raggio di 7 leghe grande spa-
vento e ftiga dalle case.
[796] 1784. Ottobre. Coseoza.
Scossa fortissima con danni : vedi a pag. 291 fra le scosse princi-
pali e le repliche dei terremoti calabri del 1783.
[797] 1785. Febbraio-Maggio. Nieela, Serravalle (Marche).
U' AUGUSTI : lettera sopra i trem. ed aereomoti di Camerino e Serratane ecc.
A Huccia (Camerino) al 5 febbraio si sentirono delle scosse abbastanza
àà4 [1785]
forti, poi il suolo tornò in calma; ma nell'entrare deirequinozio in-
vernale 86 ne ebbero altre più forti e frequenti, fino a 30 per giorno ;
però non gettarono a terra nemmeno un camino né lesionarono i muri.
A Serravalle si ebbero capillari fenditure nei muri male costruiti. A
Muccia al 28 aprile più di 20-30 scosse in poche ore e molti rombi :
fra 1*» e 7*» V2 * SeiTavalle se ne contarono 5 brevi (V ultima delle
quali fu la maggiore) e 20 nel dì 29. Al 2 maggio, ad 1*» */« di notte,
a Biuccia una scossa sensibile accompagnata da rombo : produsse tre-
molio nelle invetriate : a 2*" V« ant. del 3 una forte che produsse scuo-
timento nei letti : da quest'ora alle 3^ '/< ^« altre 15, 1' ultima delle quali
fu più violenta e lunga (5-6'*) delle altre : le fu concomitante un rombo
simile allo sparo di un grosso pezzo di artiglieria. Dalle 4 alle 5^ ant.
parecchie altre. Si dice che Camerino e Serravalle sieno stati i luoghi
più colpiti. Tali scosse non furono avvertite a Sinigallià, a Gubbio, a
Fabriano, a Loreto, a Spoleto ed a Foligno.
\ [798] 1785. Luglio. Coaeiu.
Notizie del Mondo, N. 61 : 30 luglio.
Circa la metà di luglio scossa molto forte che causò qualche lesione
agli edifici.
[799] 1785. Settembre 12. Val di Saga (Piemonte).
Mbrcalli G. : / terr. della Liouria ecc., pag. 35.
Nella notte 11-12 settembre, a 0** 30" ant. forte scossa presso Torino
che certamente si identifica con quello che Von Hoff" registra al 12 set-
tembre, senza indicazione di ora : questo terremoto fu violento special-
mente in Val di Susa ove fece rovinare due case : fu forte anche a
Brian9on (Delfinato), ove non apportò danni e fu accompagnato da ru-
mori sotterranei : fu sentito a Grenoble con direzione N-S.
[800] 1785. Ottobre 2 e 9. Piedllneo (Perugia).
Baratta m. : / terr. Umóri del iiS5 - Oilii f. l. : Dtssert. Jls.-istor, sui terr. ecc.
Sul finire del 1785 e per parecchi mesi dell'anno susseguente, in-
tense e frequentissime commozioni agitarono il suolo dell' Umbria : la
scossa sentita verso le 3^ V4 ital del 2 ottobre e la replica del giorno 9
(10^ ital.) furono le più violente manifestazioni di tale periodo sismico.
In Piediluco la scossa del 2 ottobre (3»» 7^) durò un minuto (?) e
costrinse gli abitanti ad uscire dalle case, alcune delle quali tosto fu-
rono diroccate, con la morte di qualche individuo : questa scossa fu
forte a Spoleto, a Rieti, Norcia, Aquila ecc. e fu lievemente avvertita
anche a Roma.
Dopo tale commozione e per tutto il giorno seguente in Piediluco
[1785]
296
si paò dire che il suolo non sia siato mai tranquillo : a 6^ della sera
del 4 una nuova scossa fece ingrandire le screpolature e parecchie
altre furono intese nei giorni 5-6 : finalmente — dopo una scossa sentita
a Rieti a 4** */« ital. del giorno 9 — a IO** ital. di questa giornata un
nuovo parossismo colpi Piediluco finendo di desolare il povero paese :
per la violenza dell'urto nella Chiesa maggiore si ruppero i coperchi
delle sepoltuie e dagli avelli furono sbalzati fuori i cadaveri. Insieme
a Piediluco patirono molto Bonacquisto e Papigno (fig. 20 A) : molto
meno Collestatte, Montefì*anco, Palombaro, Tripozzo, Pelino, Arrone,
Castiglione, Torre Orsina, Labro, Mon'o Reatino ed Appuleggia (B) : meno
ancora Temi, Valle S. Martino, S. Mamigliano, Ferentino, Rieti, Colle
S. Angelo e Cittaducale (C). La scossa fu
assai forte a Spoleto, a Norcia, ad Aquila,
a Todi ecc., meno a Frascati, a Castel 6an-
dolfo, a Marino ed a Roma, ove, quantunque
non abbia portato danno, fece risvegliare le
persone, molte delle quali abbandonarono le
proprie case. Secondo Tosservazione dell' a-
bate Cavalli sarebbe quivi durata 14* circa. (^)
Presso Piediluco deve essere certamente
collocato l'epicentro di questo scuotimento:
ivi, oltre ai maggiori guasti si verificarono
dei fenomeni degni di menzione. Alle sponde
del lago, dietro la Chiesa di S. Antonio, si
formò una grossa buca con una fenditura nel terreno lunga 100 canne :
un'altra simile di lOD canne si rinvenne nella strada principale, ed una
terza fuori dell'abitato, estendentesi per 200 canne dal porto di S. Cle-
mente fino all' e ara di Marino ».
Dopo la scossa fu osservato che nel lago di Piediluco era morta una
grande quantità di pesci. Nel giorno e nella notte seguente al 2 ot-
tobre furono sentite più di 40 repliche e parecchie altre avvennero nei
di susseguenti fino al 23 : tutte furono precedute da rombo.
Al 13 ottobre, a 21*», mentre alcuni contadini stavano lavorando in
una tenuta detta « il Canale » sulla sponda del Velino, intesero dapprima
un rombo e poi videro che nel suolo si era prodotta una squarciatura
da cui con violenza era proiettata in aria della sabbia : cessato ciò,
la buca f\i trovata chiusa ed il teiTeno smosso e con una fenditura
lunga canne 50. Da ciò il Gilii argomenta che gli stessi fenomeni sieno
successi nella formazione delle altre precedentemente accennate.
Fig. 20.
li; Per le osserraziont fotte con II slsmoscopio a mercurio in Roma da A. Cavalli,
Tedi: Babatta u.f Ricerche storiche sugU apparecchi sismici. Roma IHDO (patr. Ì-IS).
à9é [nS5'llS6]
L'area di massimo scuotimento si estende fra il bacino della Nera e *
quello del Velino (A); si mostra assai ristretta, giacché gli effetti dinamici
sugli ediflcii sono andati rapidamente decrescendo talché, per esempio,
a Todi, a Norcia, ad Aquila ed a Roma il movimento sismico non k
causato danno alcuno ai fabbricati.
Le repliche continuarono nel novembre e dicembre : nella giornata
del 20 dicembre ne furono sentite più di sei (Ocizz. univ., N. 1 : 3 gen-
naio 1786) e nel N. 5 (17 gennaio) di tsle giornale si k una corrispon-
denza in data di Roma, 11 gennaio, la -quale dice che a Temi e luoghi
circonvicini si sentono ancora frequenti scosse^ che la popolazióne con-
tinua ad essere attendata, essendo le abitazioni rese inservibili. Altre
repliche furono sentite nel febbraio, nel maggio e nel giugno : (Gazz.
univ., N. 63 : 8 agosto). In data 31 maggio la citata Gazzetta (N. 45:
6 giugno) pubblica che a Temi e Narni replicate scosse fecero cadere
diversi comignoli : colla data 10 giugno (N. 48: 17 giugno) afferma che
continuare i terremoti a scuotere specialmente Temi, Narni, S. Ge-
mini e Morlupo (Castelnuovo di Porto) colla caduta di alcune case e
muraglie ; anzi il monastero posto neir ultima località testé indicata,
sarebbe stato reso inabitabile. Nel N. oS del 4 luglio si dice che al
21 giugno a Spoleto furono sentite 9 scosse fortissime che incussero
panico e fecero cadere molti comignoli. Al 26 luglio, a 4^ '/, dì sera,
a Terni un nuovo scuotimento fece fliggire la popolazione dalle case
{Oazz, univ.^ N. 63 : 8 agosto). Le varie scosse susseguenti alle due
maggiori non si possono considerare tutte come vere repliche, perchè
evidentemente prodotte dall'attività di diversi centri ; noto poi che
mentre le manifestazioni sismiche nei pressi di Terni andavano affie-
volendosi, commozioni assai intense colpivano Gubbio (15 genn. 1786)
ed Aquila (31 luglio), arrecando danni più o meno gravi agli edificii,
come vedremo in seguito (N."^ 801 e 805).
[801] 1786. Gennaio 15. Qibbio (Perugia).
Malvasia-Db Rossi : Documenti ecc., pag. 96 - Gazzetta universale^ N. 9 (31 gennaio \lèò)
pag. 72 e N. 16 (23 febbraio).
Al 15 gennaio la citata Gazzetta, (N. 9) dice che in Gubbio furono
avvertite diverse scosse gagliarde con panico generale, ma nessun
danno : secondo i Documenti Malvasia-De Rossi dal terremoto sareb-
bero state prodotte invece varie fenditure nelle case. Nel N. 16 della
Gazzetta universale^ con la data 18 febbraio, si dice che in Gubbio si
sentono ancora giornalmente 3-4 scosse lievi, mentre in una località
distante 8 miglia si ripetono quasi ad ogni ora. Senza precisare il
giorno aggiunge che ultimamente un forte scuotimento causò molto
panico a Terni.
Secondo il Perrey {Trembl. penins. ItaL, pag. 65) le scosse di
'ti «^
[1786] à9t
Gubbio del 15 gennaio sarebbero avvenute a 5^ 30" ed a 8^ 30° circa
della mattina.
[802] 1786. Febbraio. Venafro (Campobasso).
Gazzetta Universale^ N. 14 : 18 febbraio.
Circa i primi di febbraio violenta scossa a Venafro e vicinanze.
[803] 1786. Marzo 10, Luglio 24. Naso (Messina).
Gazzetta Universale^ N. 27 (4 aprile], 28 (8 aprile] e 96 (6 maergio) • O. Incudine: Naso illu-
strata ecc., pacr. 121.
Al 9 marzo una violenta scossa fece cadere buona parte di Patti,
di Milazzo e parecchie nuove case in Messina. Questi terremoti demo-
lirono interamente S. Piero Patti, la Chiesa di Tindari, Oliveri e Scala,
e furono sentiti fortemente anche nelle Calabrie. Questo parossismo,
come anche quello succeduto al 24 luglio, fu fatale a Naso : 72 case
furono ivi danneggiate insieme con la Chiesa Madre per L. 4517,50;
il monastero di S. Caterina per L. 4207,50, la Chiesa di S. Pietro per
L. 4645 e quelle del Salvatore per L. 3952,50, di S. Cono L. 4662,50.
Soffrirono eziandio le Chiese di S. Biagio, di S. Giovanni, di S. Nicolò
del Soccorso e degli Angeli, il forno pubblico e la casa comunale.
Kuinò il muro del « Tocco » Taltro del Piano del Castello con la parte
rimasta di questo stesso edificio, quello di Porta Marchesana e le mura
della cittÀ qua e colà furono abbattute e per rifarle furono stimate
necessarie L. 1785. I danni totali ascesero a L. 65132.
[8rU] 1786. Aprile 7. Lombardia.
Malvasia-db Bossi: 'Documenti ecc., pag. 36-97 - Perrry a. : Tremai- peniìis. Ital.^ pag. (6-
A. D. Rossi : Ristretto di storia patria ad uso det piacentini ecc., voi. v« pag. 118, Pia-
cenza 1833.
Verso 1^ ant. del 7 aprile in Milano lieve scossa ond. stata un po'
più forte a Monza, ove però non apportò alcun danno notevole. Fu
assai intensa Bergamo ; a Liscate caddero alcune vecchie case ; a Pia^
cenza il movimento del suolo impauri tutti gli abitanti, che uscirono
dalle case ; caddero molti camini ed alcune torricciole della Chiesa di
S. Antonino. Dicesi che Crema abbia in tale occasione molto sofferto.
Fa leggiera a N-S ed a Padova.
A Piacenza tu seguita da due repliche: a Milano al 13 altra scossa.
[805] 1786. Luglio-Ottobre. Lneolì, Aquila.
Ualvasia-db Rossi • Dpeumenti ecc., pa^. 37 - Gazzetta Universale^ N. 63 (d agosto), 07 (22
aiirofito) e 70 (2 settembre).
Mentre perdurava l'attività sismica neir Umbria (800), forti terremoti
colpirono l'Aquilano. Al 31 luglio, circa le 20^ Vs9 ^ Roma furono sentite
2d8 [1786]
due lievi scosse state sensibilissime in Ascoli^ In Cantalupo ed in Tivoli.
In Àquila furono si numerose e violenti che costrinsero la popolazione
ad abbandonare le case. La prima, avvenuta a 20*" Vii ^^ fortissima,
lunga e fece lesionare tutti gli edifici! : nella stessa sera in 1^ altre
quattro. Dal 31 luglio air 8 agosto 40 repliche ed altre più o meno
sensibili fino alla fine di ottobre : quella avvenuta a 12^* del 23 agosto
fu molto intensa. Ari3 ottobre continuo tremolio del suolo e nella
notte 13-14, circa le 5**, scossa fortissima che replicò poi con eguale
intensità a 12'^. I danni recati agli edificii da queste continue commo-
zioni furono rilevanti. II centro di tali terremoti fu Lucoli, ove il loro
numero e la loro intensità fa maggiore. Ivi furono sentiti molti rombi
sotterranei e le case dovettero essere abbandonate perchè inabitabili.
In novembre qualche altra scossa.
[806] 1789. Novembre. Alba (Cuneo).
Bbnbvklli : Sopra i terremoti ecc.
Il giorno 10 settembre fu sentita in Alba una scossa, ed all' 11 a
13*» 7* ^1^* triplice forte : al 13 se ne sentirono due, al 15 a 9*» di mat-
tina tre leggiere ed al 16 a 17*» ^/^ altre tre leggiere con rombo. In
ottobre nessuna scossa. Dopo una pausa, a 3*» ital. del 16 novembre se
ne ebbe un'altra e così al 17 (9** ital.) ed al 22 (9*» ital.) La madore
di questo periodo sismico avvenne al 24 novembre a 14** circa : fu un
triplice urto fortissimo propagatosi anche nei paesi circostanti. Al 25,
al 26, al 27 ed al 28 novembre altre leggiere scosse in Alba, rispetti-
vamente a 2*», 1*», 2*» e 10*» italiane. Al V dicembre ee ne ebbe una
forte in vari luoghi dei contomi e cosi pure al 7 : al ^ due scosse forti
suss. a 10*» Vj ital., a 3*» del 3 una lieve : fra 10*» e 12*» del 4 tre forti
e due meno intense : al 5 vari tremiti ed a 9*» forte scossa ; al 6 (15^ i
una lieve e tremiti continuati : a 6*» del 7 altra lieve e tremiti : airs
a 7*» tre lunghi rombi al sud e tremiti frequenti : cosi pure nel di 9 e
specialmenle nel 10 in cui furono quasi continui, cosi all' 11 : a 19*» e
23*» del 12 due scosse : al 13 ed al 16-19 tremiti vari : a 13*» del 20
due scosse lievi, a 3*» del 21 una leggiera : nel 'i2 si ebbero dei tremiti
ed a 8*» una scossa ; al 23 e 26 dei tremiti che divennero più frequenti
nel di 27, altri nel 28, più forti nel di 29, in òui a 7*» 45" fu sentita
una scossa: al 30 tremiti.
Nel gennaio 1787 furono sentite in Alba varie scosse (9*» ital. circa
del 3 e del 4: 11*» e 2*» ital. del 12, 9*» ital. del 22) e dei rombi nei
giorni 5 e 6, più forti a 10*» ital. del 13, frequenti nel 27 e rari nel
28. Nel principio di febbraio si provarono piccoli traballamenti (3, 4,
7, 13-16, 19-22 e 26) e furono sentite molte scosse leggiere in Alba,
state un po' più sensibili nelle colline circostanti. Tali fenomeni sempre
[17861 299
più leggiermente continuarono ancora per tutto il mese di marzo.
Come 6 già osservato, la scossa del 24 novembre 1786 fu la maggiore
e produsse solo poche leggiere fenditure, la caduta di qualche mattone,
dì 2-3 comignoli e pei contomi anche di du«) muraglie di cinta, però
costruite con materiale male cementato. Queste scosse furono sentite
assai distintamente ed in molti luoghi anche con maggiore intensità
che non in Alba fino à Ceresole, Sanfrè, Racconigi, Brà e CheraBCo,
dalla parte di ponente : a Monforte, Cinio, Rodello e Benevello da
quella di mezzodì : a Neviglie, Mangano, Neive e Castagnole delle Lan-
che dalla parte di levante : a Oovone, Vezza, Canale, Sommariva di
Perno da quella di mezzanotte.
In Asti si sentirono tre scosse mediocri in principio di dicembre ed
una sui primi di gennaio in giorni ed ore dissimili da Alba : e cosi
avvenne di varii scuotimenti avvertiti nei paesi circostanti, in specie a
Rodello* In Mongardino, ad Isola, a Costigliole, a Castine, a Cannelli
ed a Nizza Monferrato se ne sentirono due o tre di qualche intensità.
La scossa della mattina del 24 si propagò leggermente fino ad Acqui
a fìozzolasco, a Lisio, a Roccaverano, a Cortemiglia ed a Savigliano.
Sui primi di dicembre, dopo alcune forti scosse tra Rodello e Bene-
vello^ si sentirono molti replicati rimbombi simili a spari di arma da
fuoco e da Alba a Castine, nelle colline intermedie, spari continuati
simili a quelli di una batteria. I tremori alcune volte precedevano i
rombi, altre volte invece li susseguivano.
Il movimento sismico parve diretto da NE a SW. Secondo il Benevelli
« il punto di mezzo di questo ten*emoto per le notizie avute del mag-
gior o minor senso del medesimo, e per V estensione sua sovra descritta
|si potrebbe] situare tra Guarena e Monticello, ed il maggior fomite
nelle colline che circondano Comigliano. »
dOTT] 1786. Dicembre 25. Rimini.
ASTOLn M.: Narrai , dell' orr0. terremoto ecc. - Guarini p.: / terr. a Porli ^ pagr, "78 - Mal-
TAsiA-DK BOSSI: Documenti ecc., pai?. 37 - Parere ai un dottore Bolognese ecc. - piovene:
Cron, dei terr, a Vicenza^ pai?. 52 - Saggio di rijless, che non sono istoriche ecc. - Ser-
niRj A.: Sentii di sismologia, voi. il, pag. 191 -W - vannucci G.: Discorso istor. Jlloso-
Moecc. Cracab: Diario di Roma, N. 1256, Roma, 13 gennaio 1*97, pag. 21-23 - Gazzetta
Universale, N. 108 (26 dicembre 1"786], 2 (6 gennaio 17dnf) e 4 (13 Idem) - Notizie del mondo,
NN. l (3 genn. VTSn), 2 (6 idem), 6 (20 idem] e 20 (10 marzo).
A 9*» della notte precedente il giorno 20 dicembre in Rimini una
scossa : altre tre piccole consecutive si ebbero nel di 23, e poi e 13** e
U»» */, ital. del 24 due altre sensibili ond. NE-SW di 4-5' precedute da
rombo. A 2** ant. del 25, cioè dopo le 9** ital., ad un lampo sussegui
an muggito ed una violentissima scossa dapprima ond. NE-SW poi
vorticosa, e suss., e poscia di bel nuovo ond. nella stessa direzione.
Alle 2*» 45", 3*» 30™ ed a 11*» 15" ant. altre lievi scosse ondulatorie.
m [1166]
Tutte le fabbriche di Rimini (*) furono danneggiate specialmente nei
muri intemi : in quasi tutte si produssero larghe fenditure ; caddero
moltissimi comignoli : precipitarono alcune porzioni di tetti e di muri :
furono diroccate alcune piccole case, causando la morte a. nove per-
sone e ferendone altre. Soffersero pure danni i varii edificii sacri.
r arco di Augusto, il ponte Traiano e (a Dogana.
I danni recati dalle scosse non furono eguali in ogni quartiere della
città : il porto ili assai meno maltrattato che non il resto : il borgo
S. Domenico fu quello che più di ogni altro risenti gli effetti degli
scuotimenti. La torre della chiesa abbaziale di S. Giuliano fu rotta in
mezzo e spinta per piti di 4 pollici secondo la direzione NE-SW : anche
tutti i muri delle case che furono rovesciati caddero appunto da tale
parte.
Nei paesi vicini a Rimini gli effetti furono pure assai varii, giacché
alcuni risentirono pochi danni, altri invece moltissimi : Savignano fu
quasi totalmente distrutto: nella diocesi si ebbero a deplorare 18 morti
e molti feriti.
Nel suolo di Rimini in molte parti si produssero delle fenditure assai
visibìli.
La scossa maggiore si propagò specialmente lungo le coste del-
TÀdriatico ; fu mentita assai sensibilmente da Trieste e Venezia fino a
Fermo: entro terra si estese fino a, Genova. A -Forlì produsse panico
nella popolazione, ma non arrecò alcun danno : a Vicenza invece fece
suonare le campane e cadere qualche comignolo ; a Bologna fu molto
sensibile ond. di 20' circa ; a Mantova fu breve e della durata di pochi
secondi.
Oltre le scosse già ricordate a Rimini se ne sentirono altre minori :
nel di 25 se ne ebbero sei, che determinarono la caduta di qualche
fabbrica stata precedentemente danneggiata. Anzi per parecchi giorni
il suolo fu in preda a continui tremori e moti ondulatori, alcuni dei
(1) n Serpieri (Op. cit.) riporta le segnenti epigrafi commemorative del terremoto
del ìim.
I. Nel soffitto del coro della chiesa di Martino, ora S. Bartolomeo :
Sacris . Persolvtis . nocte . Nativitatis . D. N. Anno . MDCCLXXXVi . Hora . nona .
tmgoTe . orribili . tremvit . terra . et . vrbs . yehementissime . concvssa . tota . pene .
qvasaata . est . proximvm . excidi vm . civibvs . imminere . creditvm . bine . terrore .
percvlsi . fvgere . svb . Dio . manere . et . in . casis . ligneis , dies . aegros . trahere .
coacti . svnt . canonici . lateranenses . aedibvs . et . tempio . magno . svmtv . repa-
ratis . calamitatis . livivs . memoriam . paventes . adhvc . posteria . reliqvervnt .
nonis . martii . anno . MDCCLXXxvin.
n. Nel chiostro di S. Giovanni Battista*.
1786 — Nocte . Nativitatis . Domini . terraemotva . totam . disrvpit . vrbem.
ni. Nel chiostro di S. Francesco, ora Cattedrale :
Bcclesiam . tvrrim . clavstra . terraemotvs . impetv . anni . MDCCLXXXVI . partim
coUapsa . partim . collabentia . conventvs repara vit . MDCCLXXXYm.
»-
[1787 - 1788] 301
quali abbastanza sensibili, come appunto successe negli ultin^i giorni di
dicembre. Queste scosse furono talora precedute da tuoni lontani o da
sotterranei rombi, alcuni dei quali non susseguiti da sensibile mo-
vimento del suolo.
[808] 1787. Luglio 16 26. Ferrara.
Gazzetta universale^ N. 56 (21 luglio), N. €2 (4 agosto) e N. 64 (Il Idem).
A 14^72 ìt^l- dc^ 16 luglio a Ferrara gagliardissima scossa che
incusse spavento generale e fece cadere diversi camini ; fu sentita a
Pcidova (ToALDO : Della vera infl. ecc., pag. 211) : dopo mezzodì re-
plica più lieve : al 26, ad 8^ Vi? ant., una più gagliarda della prima causò
varie rovine negli edificii senza pregiudizio delle persone. Al 4 agosto
qualche altra scossa, alcuna delle quali molto sensibile. Furono tutte
assai loci'ilizzate.
[809] 1787. Ottobre 20-24. Siena.
Tìmpani e Toscani: Su i terr. avvenuti ecc., pag. 291 - Soldani a. : Relazione ecc., pag. 65.
Xei giorni 20-24 ottobre in Siena parecchie scosse, una delle quali
assai gagliarda indusse la popolazione ad uscire dalle case. Al 17 di-
cembre altra.
'810] 1787. Dicembre 26. Poppi (Arezzo)-
Pebkrt a.: Tremai, penins. /tal., pag. 6S.
Nel 26 dicembre nei dintorni di Poppi due scosse molto forti che
causarono qualche danno.
[811] 1788. Aprile 18. Fano (Pesaro).
Kttfzia estratta daW Archivio storico municipale.
Al 18 aprile, a 22*», in Fano una forte scossa : caddero moltissimi
cAiuini e tegole dalle grondaie dei tetti. Tutta la gente che trovavasi
raccolta in chiesa fuggi spaventata : per undici giorni repliche quasi
continue, avvertendosene anche 15 nello spazio di 24.^
[8121 1788. Ottobre 20. Tolmezzo (Udine).
ìIai.vabia-db Rossi: Documenti eoe , pag. J» - piovene: Cron. dei terr. a Vice^iza, pag. fO. -
Spanoano: Lettera in cui si dà raggìuiglio eco- - tf.llini a.: Alcuni doc. riguard. i terr.
tifi Friuli, pag. h-W (estr.) - tommasi a. : / terr. del Friuli, pag. 191 e Iterr. accaduti a
Suino, pag. 136.
La scossa del 20 ottobre 1788, che spiegò la sua massima intensità a
Tolmezzo, avvenne alle 4*» 72 '^^^»^ cioè, a IC» poni, circa : quivi fu
eminentemente sussultoria e della durata di 3-4.* Quaranta case furono
abbattute, le altre rimaste in piedi, ricevettero gravi fenditure da ren-
<lL»rne talune pericolanti. Nella fabbrica Linussi i muri furono fracas-
302 [1788 - 1789]
casati, le pietre delle porte e delle finestre smoBse dal proprio sito e
parte buttate a terra e parte spezzate ; caddero molti camini, vari pa-
vimenti ed in certe località si notarono degli avvallamenti nel suolo.
Fra gli ediflcii rimasti più malconci si deve annoverare il palazzo
de\ Giudizio (*) ed il Duomo che ricevette gl'avi lesioni con parziali
rovine nei portoni e nel campanile.
Il danno sali a 200000 ducati ; e 30 furono le vittime, delle quali
26 furono trovate già morte sotto le rovine e le altre 4 perirono poi
per gravi ferite riportate.
La scossa fu gagliarda a Paluzza ed a Sutrio, ove durò un « pater » :
si propagò in tutto il Friuli, fu forte a Padova (Toaldo : Della vera
infl. ecc., pag. 211); fu avvertita anche a Venezia e lievemente fino a
Vicenza.
A Tolmezzo per circa mezz' ora dopo la grande scossa, il suolo fu
in continua agitazione e fino al principio del novembre successivo si
sentirono parecchie (10-12) repliche ; fra le quali devo ricordare la
maggiore avvenuta a 15*» (8*» 15" ant. circa) del 1* novembre che fu
lieve a Sutrio ed assai sensibile a Tolmezzo: a 14** (4** 5™ ant. circa)
del giorno 5 dello stesso mese altra lieve scossa a Sutrio ed a Paluzza.
[813] 1789. Agosto 3-4. Tramonti (Udine).
QoiRAN A.: Si. sf^m. pr&v. Verona, pag. 20 - Perrey a.: Tremhl. penins, Ital., pag. 68 - rio
VBNB : Gran, treni, a Vicenza, pag. 52 • Tommasi a. : / terr. acc. a Sutrio, pag. 136 e /
terr. del FrtuU, pag. 1P9.
Al 16 marzo a Sutrio (8^ 72) ^^^ scossa, ed al 81 qualcuna nel
Friuli, propagatasi anche a Venezia ed a Vicenza : al 3 agosto, a 3*", una
violenta scossa urtò i Tramonti : fu avvertita a Sutrio, a Verona —
ove fece fermare il pendolo del Gagnoli — e sensibilmente anche a
Vicenza.
Alle 22^ del giorno 4 ai Tramonti : nuova scossa forte seguita a
Sutrio da lieve replica : fu avvertita a Verona, a Padova e sensibil-
mente a Vicenza.
Per queste due scosse ai Tramonti, specialmente a quelli e di sotto *
rovinarono tutti i tetti delle case, a moltissime delle quali vennero in-
ferte delle lesioni. In tale località si sentirono di poi per circa un mese
repliche di minor intensità.
(1) Ciò risulta dalla seguente iscrizione posta suir attuale palazzo del Tribunak*,
essendo crollato r antico :
CrRIA VETERI
ANNO MDCOLXXXVIli
TKRRAEMOTL' CONCESSA
BANG CIVES 8TATUERE
atDccxc
[1789J 303
■ -
Qualche scossa fu pure sentita a Padova nel dì 3 agosto (10** Vs»
forte) e 4 (5** '/j, più forte) e nel 5 se ne ebbe una anche a Vicenza.
[814] 1789. Città di Castello (Perugia).
u. G. M. A. V.: Mem, civtu di dita di Coòtello, ivi 1844, tom. n, pa^. 155^ e àfem, eccìes.
di Citta di Castello, ivi 1S43, tomo in, pag. 137-8S - Notizie politiche, ossia storia dei piii
famosi acveniìnenti del Mondo, tona, n, Roma 1789, pag. 640, 648, 669-';2 - Notizie del
Mondo, NN. 81 (10 ott.) e 83 (17 idem).
Al 30 settembre in Città di Castello, circa le 11*" Ve ì^^^m preceduta
da due rombi assai vibrati, simili a colpi di cannone, violentissima
scossa sussult. seguita da energica ondulazione: la durata totale di
tale scuotimento fu stimata di 2"* circa. Le fabbriche, anche più solide,
(•bl>ero rovinati i tetti ; caddero i monasteri ed i conventi, dirocca-
rono i campanili, si lesionarono gravemente le mura della città. Diroccò
parte della cattedrale e della grande cupola che, cadendo, ne sfondò
il pavimento : il palazzo vescovile fu quasi tutto diruto, e fu sfasciata
in parte la cupola di S. Maria del Belvedere : restarono invece quasi
illesi la chiesa di S. Sebastiano, il teatro e V ospedale.
La violenza del terremoto fece rovinare nei dintorni anche i più
piccoli abituri.
Alle Selci, quasi tutte le case (100) furono infrante e ridotte a mucchi
di rovine. Minori furono i danni recati a S. Giustino, a Cospaia. a
Borgo S. Sepolcro, quantunque in quest'ultima città abbia il terremoto
fatto rovinare molte fabbriche e recato gravi danni all' Episcopio, al
Pretorio e ad altri ediiicii con la morte di 2 persone.
Cerbaia e Lame furono per metà rovinate. A Grumale sotto le ma-
«'erie perirono 25 persone. Fra Città di Castello, Selci e villaggi adia-
<M-nti si ebbero oltre a 500 persone fra morte e ferite. Nella figura 89
^ delimitata V area mesosismica disastrosa (A) e la isosisma rovi-
nosa (A) di questo terremoto.
Lh scossa si propagò in gran parte dell' Umbria e della Toscana ;
fu sentita anche a Firenze.
Presso a Selci si squarciò il terreno ed uscirono due grosse polle di
acqua : nella villa del Bagno, ad un miglio circa da Città di Castello,
una polla che si era asciugata, riprese ad emettere acqua sulfurea.
Continuarono le scosse : all'll ottobre se ne ebbe una abbastanza
forte che fece uscire la gente dalle baracche.
1815] 1789. Ottobre. Solmona (Aquila).
ut fera su di un fenomeno ecc. - De Torres : JMtera ecc.
Ad Aquila nel secondo semestre di questo anno parecchie 8C(»8se
tra cui due abbastanza forti; la prima suss.-ond. di 30" avvenne a
\\^ \!^ del 2 ottobre e V altra ad S^ circa di notte del giorno 10 : que-
304 tl790- 1791]
Bt' altima^ secondo il De Torres, fti sass.-ond. E-W di 1* circa, e se-
condo altri risultò invece composta di un lungo tremito S-N perdurato
per 90.* A 4**74 della notte dell' 11 novembre una replica. Queste scosse
furono intese specialmente a Solmona ed in altri paesi, ove fecero de-
stare gli abitanti che uscirono air aperto. Ivi ne ftirono intese anche
varie altre non propagatesi fino in Aquila,
[816] 17SÒ. Tolmezn (Udine).
ToMMASi A. : / terr. del Friuli, pag. 109 e / Uit. acc, a Sutrto^ pag. 136.
Fortissime scosse colpirono la Carnla e massime Tolmezzo ove fe-
cero rovinare parecchi edificii, fra i quali la fabbrica Linussio: nclFanno
a Sutrio furono sentite due scosse, V una a 14^ 7t del 26 gennaio, e
l'altra, debole, a 3** del 16 luglio.
[8nj 1790. Marzo 31. Malti.
Pbrrby a. : op. clt., pag. 69.
A 8^ ant. del 31 marzo terremoto a Malta : crollarono parecchie
case.
[818] 1790. Aprile? Val di Noto, Caltaaisetta.
Notizie del mondo, N. 37 : 8 mp^gio 1790.
In una corrispondenza mandata al detto giornale da Napoli in data
24 aprile, si dice che recentemente un terremoto colpi la valle di Noto
apportandovi vari! danni e distruggendo Caltanisetta. Questa notizia è
certamente esagerata e corrisponde al terremoto che il Perry ammette
successo nel mese di maggio,' senza data mensile.
[819] 1790. Luglio 26. Poitreiioli (Massa).
QiovANNozzi G. : / terr. Apuani, pag. 10-11 eatr. - pbrrby a.: op. cit., pag. 60.
Il 26 luglio, forse a 5**45"pom., un forte terremoto urtò Pontremoli
danneggiando parecchi edificii : fu avvertito sensibilmente anche a Ca-
malore nel Lucchese.
[820] 1791. Gennaio. Afiila.
PERREY A. : Op. Clt., pag. 69.
Sulla fine di gennaio parecchie scosse in Aquila abbatterono delle
case : questa notizia tolta dal Perrey da von Hofl^ è riprodotta inte-
gralmente anche dal Capocci (Op. cit., I, 356).
[821] 1791. Ottobre 11. Foligio (Umbria).
Malvasia-de Rossi : Documenti ecc., pag. 39 - Rrriu Gentili : Nuove riflessioni ecc. pag.]35
- TARAMEI.LI T.: Sul terr. di Spoleto ecc., pag. 32 (estr.).
Circa le 20^ dell'll ottobre si senti in Foligno una gagliarda scossa
che causò grande panico e pregiudicò molti edificii, fra i quali il pa-
[IV911 305
lazzo dei Priori : alle « Case Nuove > villaggio snir appennino in ter-
ritorio di Foligno, lesionò le case e danneggiò i molini della « Faustina »
9ul Gii tonno, poco sotto la città di Trevi. La scossa fu fortemente sen-
tita a Spoleto ed a Tolentino. Nella prima di queste località nei giorni
aossegnenti varie repliche : nel di 14, f]*a la notte ed il giorno, ne fu-
rono contate 25.
[822] 1791. Ottobre 12. Dintorni di Monteleoiie Galaèro.
MERCALU O.: 7 terr. della Calaòr. merid. ecc., pag. 46-47.
Verso r ave maria (24^ ital.) terremoto disastroso, la cui area meso-
sismica fti nel circondario di Monteleone Calabro : rovinarono totalmente
od in gran parte 39 paesi e vi furono 15 vittime umane. Le lociedità
più colpite furono Mileto, Tropea, Pizzo, Serra S. Bruno, Sorlano,
Cortale, Jonadi, Rombiolo, S. Pietro di Caridà, S. Pietro di Maida,
S. Gregorio, S. Basile, S. Angelo, S. Barbara, Polla, Olivadi, Pizzoni,
Brognaturo, Limbadi, Migliano, Melicuccà, Dinami Calabro, Garropoli,
Simiatoni, Caridà, Simbario, Spadola, Vazzano, Gerocame, Potame,
Bracciaria, Pronia, Ciano, Arena, Dasà, Acquare, Francica e Sidemo.
Tutte, se si eccettua Sidemo, sono poste nei dintorni di Monte Jeio,
ovvero tra questo e il capo Zambrone. Quindi V epicentro di questo
terremoto, se non coincide esattamente, deve essere certamente vicino
a quello della scossa avvenuta a 20*" del 7 febbraio 1783 (pag. 276).
La prima scossa durò 50* e presentò movimenti di tutte le sorta : nel
suolo si aprirono ampie voragini e gli edificii più solidi si sfasciarono.
Nella notte 12-13 ottobre altri terremoti preceduti sempre da un cupo
rombo. Le repliche continuarono frequenti fino al 24 ottobre.
Achille Grimaldi (La cassa scicra^ pag. 45), citato dal Mercalli, dice
che tutta la Calabria venne agitata da questo terremoto (^), il cui centro
d' azione fu tra le pendici dell' Appennino, verso il Tirreno, nei pressi
di Monteleone.
Se a sole 15 ascesere le vittime, ciò si deve al baraccamento degli
edificii prescritto dopo il parossismo del 1783.
[823] 1791. Ottobre 13. Capri?
PERRBT A. : Op. Clt pag. 60.
Il Perrey reca che in détto giorno nella provincia di Cabri (forse
Capri ?) si senti un violento e disastroso teiTemoto che danneggiò gran-
demente gli edificii. II Capocci (Op. cit.) ommette tale notizia.
[\] A questo terremoto allude certamente il Malvasia De Rossi f Documenti ecc. pag. 30]
allorquando dice che nel 13 ottobre In Calabria Cu sentita ui)a fortissima scoss^ che ap-
portò nuoTl danni.
94RATTA: Terremoti ecc. ^
306 [1792 - 1794]
[824] 1792. Luglio 20. Strettnra (Spoleto).
Uss. Archivio di Stato di Roma - Notizia del Mondo, N. 62: 4 arrosto l'792.
Al 20 lagllo, a 4** ant., una forte scossa danneggiò in Strettura al-
cune case e chiese^ fra le quali quella recentemente costruita: la stessa
sorte ebbero parecchi edifici! nel territorio di Spoleto posti dalla parte
di Terni. A Roma, secondo le Notizie del Mondo^ la scossa fa lieve^
ma parecchie forti ne furono sentite a Rieti, a Temi, a Collestatte. a
Perugia, a Foligno, a Gubbio, e nei luoghi più vicini.
[825] 1793. Luglio 24 25. VenUtteie.
Mercalli G. : Note geol. e sism. sulle isole di Ponza, pagr. 15.
. Al 24 luglio, a 10*^20", 11*» 40" e 18»», tre forti scosse a Ventottene
che pare non abbiano portato danni importanti : e 9^ ^Z, del 25 una più
forte che fece lesionare la chiesa, l'ospizio e molti altri edificii, fra cui
la torre : furono sentite anche a Ponza però meno intensamente : ivi
ingrandirono le lesioni causate al molo dal terremoto del 1791. L'area
isosismica sensibile di questo terremoto è tracciata nella fig. 88.
[826] 1793. Agosto 2. Garfagnana.
QiovANNozzi G : / terr. st. Apuani^ pag. 11 (estr.)
Circa le 2*» pom. del 2 agosto forte terremoto a Castelnuovo di Gar-
fìignana e territorio: due ragazzi che erano su di un albero furono get-
tati a terra. Grande panico negli abitanti che abbandonarono le case :
fu sentito a Camaiore (Lucca) ed a Pistoia.
[827] 1793. Settembre 8. Modena.
Ale. date di terr. in Modena ecc. (il Muratori: n. 143: 24 maggrlo 18T3).
A 4*» V4 *nt- deir 8 settembre in Modena due forti scosse, V ultima
delle quali sì gagliarda da far suonare più colpi alla campana del pub-
blico orologio.
[828] 1794. Marzo 28. Campobasso (Provincia di)
PBRRBLLA A. : ^cm. stoT. della profo. di Molise, voi. i, pag. 212, isernla 1891.
Il 28 marzo 1794 scosse in varii paesi della provincia ; molte case
restarono danneggiate. Su questo terremoto non ò potuto trovare altra
notizia ; dubito che la data sia errata e che quanto riporta il Perrella
si riferisca a quello del giugno 12. (N. 831)
[829] 1794. Giugno 6, 30. Tramonti (Udine).
OoiRAN A.: Sec. App. ecc., pag. 14-15 e Storia sismica ecc., pag. 20 - piovene: Cron. terr. a
Vicenza^ pag. 52 - Pirona t., Taramklli t. e Tommasi a.: / terr. avv. a Tolmezzo ecc.,
pag. 18 (estr.) - tommasi a.: / terr. del Friuli, pag. 199 e / terr. acc. a Sutrio ecc.,
pag. 136.
Vergo lo 5*» di notte (1^ ^nt, circa) del 6 giugno a Tramonti, nella
fl794] 307
vallata del Medana, e probabilmente in tatto il Friuli si senti una leg-
giera. Bcossa ond. susseguita lo*" dopo da una violenta suss. accom-
pagnatB' di» cbm^q^ 6U effetti più disastrosi accaddero nel canale di
Cuna (valle del Silisia, dlpentenle dalla valle di Arzino, in cui sbocca
presso Chievolis) ove crollarono le case dalle fondamenta, si apersero
delle spaccatare nel suolo, e furono spezzati molti alberi. A Tramonti
(li Mezzo diroccò metà delle case, le altre fcirono tutte conquassate e
fesse ; rovinò pure la chiesa ed il coro nuovo. A Tramonti di Sopra
e di Sotto le rovine furono minori : ebbero tali paesi danneggiati i tetti:
la sacrìstia ed il campanile di Tramonti di Sotto rimasero rovinati.
Recò danni a Socchieve e fu fortemente sentito nella valle del Taglia-
mento. La scossa fa molto forte a Sutrio, a Colognola ai Colli, a Verona,
a Vicenza ed a Padova, ove ad 1^ ant., ne fti sentita una assai forte
di 6* seguita 1*^ Vs ^^P^ ^^ ^^^^ P^^ ^^^^^ della, durata di 3' (I. Pbnada :
Tavole meteor, necrol... dall' anno 1791 fino all'anno 1795 instituite^in
Padova, ivi 1794, pag. XCI).
A Sutrio nella giornata dieci scosse ed una forte verso 7^ intesa
anche a Vicenza e Colognola. Nella prima di queste località nella notte
del 7 se ne ebbero tre deboli, ed altre a 6*^ del 12, a 4^ del 16, ed a
11^ V, del 19.
A 9^ 30" del giorno 30 ai Tramonti un nuovo violento scuotimento
ondulatorio fece crollare parecchie case che, quantunque conquas-
sate dal precedente terremoto, erano rimaste in piedi. Molte per-
sone (dice una relazione ms. conservata neir Archivio parrocchiale) e
preci»unente i contadini che stavano nei prati a segar fieno, vennero
gettati a terra: sotto le rovine rimasero sepolti quattro individui. A
Sutrio fa forte e seguito da debole replica ; fvk lieve a Vicenza ed a
Verona, e fii sentito a Padova (Penada : loc. cit.).
A Sutrio al 3 luglio leggera scossa, ed un' altra assai tenue a
ìb^ del 22 ottobre.
Al 1* settembre altro terremoto rovinoso Tramonti.
[830] 1794. Giugno 7. Trieste.
.ircheografo mestino, voi. i, pag. 18, Trieste 1829.
Se non avvi errore di dato orario, mentre il centro sismico dei Tra-
monti [N. 829] era in attività con le scosse dianzi ricordate, a Trieste,
a 3** 32" ant. si sentirono parecchi forti scuotimenti preceduti da rombi,
che fecero oscillare quadri, screpolare i muri dei piani superiori delle
case, e cadere qualche camino : la gente spaventata se ne usci all'aperto.
Questa scossa con ogni probabilità si propagò nel veneto e corrispon-
derebbe a quella avvertita circa le 7*» ital. a Sutrio, a Vicenza e Co-
lognola, ricordata precedentemente.
308 [1794]
[831] 1794. Giugno 12. Ariano (Avellino).
GAPOoca: CaUttogo, I, pag. 336 - lettera prima del duca della torre suW eruzione del Ve-
suvio del iS QiUQUo i794, Napoli, ITW, pag. 1-2 - 8. Breislak ex. Wixspeare: Jfem-
sulVeruz. del Vesttvio acc, la sera de* i5 giugno il 94, Napoli. 1794, pag. 5.
La sera del 12 giugno, verso le 3** 20" ita!., in Napoli e nei paesi
circonvicini scossa lunga, non leggera : cominciò — secondo il Della
Torre — con un suss. non avvertito generalmente ; dopo 3* riprese con
tremito gagliardo e con moto ond. E-W di 4." L. de Buch (Neumayr :
Storia della terra^ trad. ital., voi. I, pag. 149, Torino 1895) scriveva
che il suolo di tutta la pianura della Campania [per questo terremoto]
oscillava come onde liquide da oriente ad occidente. I napoletani si
precipitarono dalle case sulle grandi piazze... Essi credevano le loro
case dovessero rovinare da un momento all'altro... » Con maggior in-
tensità fu sentita nelle parti di Avellino e di Ariano di Puglia, che
insieme a Dentecane e Montecalvo furono danneggiati.
-Buir ultimo foglio di guardia della copia dell' opera Origine d^ìla
città di S. Agata dei Goti dì F. Raimondi (Napoli MDCCLXXXVni)
che esiste nella Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma [segnatura Mie.
35 : 2, I, 19, opus. 2], ò trovato la seguente nota ms. relativa al detto
terremoto sentito in S. Agata dei Goti : e 13 giugno... in questa notte,
neir ora terza ed un quarto, si è udito da tutti un fiero terremoto,
perciò ognuno è uscito di casa, portandosi neir aperta campagna... »
A Napoli fu udita da pochi una replica a 5^ 72 ^d un' altra a 14^
della mattina veniente.
[832] 1794. Giugno 13-18. Yesvvio.
Baratta m. : Il Vesuvio e le sue eruzioni^ pag. 110-18.
Tutti gli Storici della grande conflagrazione vesuviana ricordano che
violenti scosse di terremoto furono sentite entro il raggio di un miglio
dal vulcano come fenomeni precursori e concomitanti della prima fase
del parossismo eruttivo : il luogo più colpito pare sia stato Torre del
Greco.
Le maggiori scosse avvennero nel giorno 15 giugno : a 9^ di sera
assai sensibili e numerosi scuotimenti interessarono i pressi del vul-
cano. Fra le 10 e le 11** di notte un forte terremoto fti sentito anche
a Napoli : a proposito del quale L. De Buch (Neumayr : op. cit.) dice
che € non era una ondulazione come l'altra volta [12 giugno : N. 8:U],
ma un irregolare sussulto che lacerava gli edifizi, mandava fragoro-
samente in frantumi le finestre, faceva saltare confusamente insieme
gli utensili nell'interno delle case... » Scoppiata l'eruzione, continua-
rono gli scuotimenti del suolo, non solo, a commuovere il monte, ma
si estesero fino a Napoli : dopo la mezzanotte cessarono quasi del tutto
talcliè durante il giorno 16 (6*» ant. circa : 4*» pom. due altre) e 17
[1796 - 1796] SOfl
'4^ ant. una) furono avvertiti solo alcuni deboli terremoti. Nella notte,
verso le 2*» ant. del 18, una nuova forte scossa terrorizzò gli uomini :
essa fu sentita particolarmente in Portici, Resina ed altri luoghi vicini
al monte.
[833] 1795. Agosto 15. Sin Gregorio (Tivoli-Roma).
Malvabia-De Rossi : Documenti ecc., p^. 39.
Nella notte del 15 agosto si sentirono in San Gregorio presso Tivoli
due fortissime scosse che fecero cadere tre case : fdrono avvertite anche
a Frascati, ma quivi non apportarono alcun danno.
[834] 1796. Febbraio 5. Aresso.
Babatta m. : Ale. cotistd. sulla Oistr. topogr. dei terr, in Toscana, pag. 5 (estr.) - pbrrby a. :
Tremhl. penins. Ital.j pai?. 70 - Malvasia-de bossi : Documenti ecc., pag. 39-40 - notizie
ael Mondo, NN. 13 (13 febbraio rì96) e 15 (20, n).
Circa le 2*» ant. del 1^ febbraio in Arezzo scossa sensibile seguita da
altra meno intensa: nei giorni -2 e 3 repliche meno gagliarde: a 3^45™
ant. del 5 una più gagliarda delle precedenti sentita fortemente, però
senza danni, a Firenze. In Arezzo sì produssero lesioni alle case, cad-
dero comignoli ; maggiori furono gli effetti dinamici a Giovi, Chiassa
e Subbiano : cadde pure una volta nel monastero dei Camaldolesi. La
popolazione abbandonò le case. Seguirono altre repliche fì*a cui due
assai sensibili a 6*" e 9^ ant. dello stesso giorno 5.
Nella fig. 89 è delimitata V area epicentrale (A) del terremoto del
5-II e la zona isosismica fortissima (B).
[835] 1796. Marzo 18. Casanieeiola (Ischia).
0. URBCALLi: L'isola d' Ischia ed il terr. del 28 luglio i883, pag. IS (estr.)
A 5** Va pom. del 18 marzo violento terremoto scosse risola d'Ischia :
fu disastroso soltanto a Casamicciola presso la parrocchia : ivi infatti
crollarono parecchie case e 7 persone rimasero sepolte sotto le macerie.
Nelle altre parti della città e nei diversi paesi dell' isola non causò
danno alcuno. Nella fig. 67 trovasi delimitata la zona entro cui crolla-
rono gli edificii per questo terremoto.
[836] 1796. Ottobre 22. Ferrara, Medieina (Bologna).
Malvasia-db Rossi : Documenti ecc., pag. 40 - Ooikan a. : Stor. sismica ecc., pagr. 20 - Se-
conda append, ecc., pag. 16-17 - Guarini p. : / terr. a Porli ecc , pag. 19 - piovene :
Cron. dei terr. a Vicenza^ pag. 53 - tommasi a. : / terr. nel Friuli , pagr. 199 • Notizie del
Mondo, NN. 87 (20 ottobre 1796) e H8 (2 nov.) - G. Simoni : Cronistoria del Com. di Medi-
cina, Bologna 188H, pag. 371.
Circa le 5* ant. del 22 ottobre a Ferrara forte scossa suss.-ond. S-N
di 1*° che danneggiò moltissimi edificii fra cui la cattedrale e fece ca-
dere molti comignoli. Questo terremoto a Medicina atterrò la gran
SiO [IT&b'. 179*8]
griglia della torre dell' orologio, facendovi inoltre spostare le quattro
torri che stanno a suoi lati : soffrì molto la chiesa dell' Osservanza
e precipitarono tutti i comignoli. Il movimento sismico fu più vio-
lento nella frazione Porto Novo, ove parecchie abitazioni coloniche
rimasero malconcio e fece aprire fenditure nei muri e nelle volte della
chiesa parrocchiale, il cui campanile, minaccioso di cadere, risentì
danni per 10000 lire circa.
A Bologna la scossa -- forte e lunga — fece rovinare molti co-
mignoli ; a Forli causò panico generale e fece precipitare qualche camino
ed una stalla. A Padova se ne sentirono due violenti, secondo il Toaldo
(Della vera infl. ecc., pag. 211) od una e orribile > secondo il Penada
(Tavole meteor,,.. dell'anno 1796 fino all'anno 1800..,^ Padova, 1807.
pag. XXI) ; a Vicenza il maggior scuotimento fìi preceduto da varie
scosse minori, e fece suonare le campane, atterrare qualche camino,
aprire delle lesioni e cadere la sommità del campanile della Miseri-
cordia. A Verona fii gagliardo, della durata di 15" e presentò due ri-
prese ; fu lungo e sensibile a Colognola ai Colli ; fu preceduto da rombi
a Genova, ove ebbe forma ond. E-W a due riprese, e fu leggermente
sentito a Milano ed anche in tutto il Friuli. Nel di 24 a Vicenza altra
scossa ma leggerissima.
[837] 1798. Maggio 26. Siena.
SoLDANi A. : Relazione del terr. acc, in Siena ecc. - mal vasi a-db rossi *. op. clt.« pag. 40.
Il 26 maggio, ad ore 1.10 pom., in Siena istantanea (5") e violentis-
sima scossa suss.-ond. preceduta da grande rombo che produsse in
città danni gravissimi. La chiesa ed il monastero di San Domenico fu-
rono resi quasi del tutto inabitabili : la volta della cappella del SS. Sa.
cramento nella chiesa dei PP. Agostiniani fu rovinata, ed assai dan-
neggiate quella della sacristia e del noviziato : uguale sorte toccò al
monastero della Rosa e molto peggiore alla chiesa di San Giuseppe, ed
al convento del Carmine. Precipitò la volta della chiesa di S. Spirito e
quella delle monache del Rifagio, sotto la quale rimasero morte due
persone ed un' altra fu gravemente ferita. Fu abbandonato il Conser-
vatorio monastico di S. Girolamo per i gravi danni subiti : la Metro-
politana risenti essa pure ingenti guasti nelle volte, nelle navate, nella
cupola del campanile ed in certe sue decorazioni : così pure dicasi del-
Tospedale maggiore e case attigue e del convento detto il * Paradiso».
Al palazzo Savini si dovettero apporre puntelli : il ghetto fu oltremodo
sconquassato e cosi pure V antica chiesa di S. Lorenzo : nel collegio
Temei caddero parecchie volte, ferendo sette individui uno dei quali
poco dopo spirò. Gravi danni risentirono il palazzo della Sapienza, il
monastero di S. Vigilio con la relativa chiesa e quelle di Castelvecchio
8 - 1799] 311
e dei Servi. SoBrirono maggiormeote gli effetti del ten'emoto i quar-
tieri di porta Ovile e di Fontebraada : ciò per la cattiva coetrazione
degli edifici! e per le coDdizioni logistiche: però tatti i fabbricati, sia
grandi, eia piccoli^ furono danneggiati nei tetti, nei muri si esteriori
che divisorii, e nei comignoli, moltisaimi dei qnalì furono demoliti.
Questo terremoto pare abbia avuto origine in vicinanza di Siena,
dalla parte di settentrione, ovp sono posti il convento dell' Osservanza
'etato oltremodo bersagliato dalla violenta concasBione del suolo), la
villa di vai Picciola e 1' Arbiola. I danni si estesero a tre miglia da
Siena: la scossa si propagò innocuamente nel Casentino e lievemente
anche ad ' Arezzo, a Monte 8. Savino, a Chiusdino, a Volterra ed a
Firenze.
Dopo uo' ora dal tramonto del sole in Siena si sentirono quattro
gonsìbili rombi con lieve scuotimento: a 7^ ant. del 27 replicò forte-
mente il terremoto, ma non apportò altri danni e ad 11^ '/t ^^^- ^^^^'^
scossa ma lieve ; a &'' ant. del 28 se ne ebbe nna nuova ond. ; a 7^ ant.
del 29 una sensibile, ed alla stessa ora del di dopo una lieve ; infine a
2^ ant. del i giugno due leggeri scuotimenti non avvitrtiti da tatti.
[S38] 1799. Ma^io 2D. Brescia, Crenona.
GoiKKS A.! Seconda App. ecc., pa«. 11-18 - Piovejjb: Cron. Oel lerr. a Vicenza, pag. 53.
Il 6 febbraio, a i^*U A^^tv scossa assai sensibile a Colognolaai Colli
lievemente avvertita a Padova (Penada F. : Tavole meUor. dall'anno..,.
1796 fino all'anno 1800..., Padova 1857 pag. LXXXIX) ed a Vicenza,
ove a 4" ant. del 7 si ripetè. Ad S*" pom. del 29 ma^io a Vicenza e
Colognola ai Colli scossa assai sensibile : ta e terrìbile > a Cremona,
recd danni a Brescia e fa sentita (8''32'° pom.) a Padova (Penada:
Op. cit., pag. XCIV).
Il Goiran (St, sitm. ecc., pag. 29), sulla fede del Tomaselli, ricorda
un lieve terremoto sentito a Verona nel di 29 giugno ; dubito che vi sia
Hb.tglio di data mensile e che tale notizia si riferisca al 29 maggio,
vale a dire al terremoto bresciano.
[838] 17M. Luglio 28. CaMerlno (Marche).
M. MoREScniM r Baglan. ttor. Jllos. sul Irem. ecc. - A. Coìjti : Camerino e tuoi aiiitornl, pa-
llina HC, Ivi 187-1 - C. MiBcor.INI : .VollUe itor. della proBin. di Pesani-Urbino, pnidiia
CCCXCm, Pesaro 186B - S. S»L¥i : Meni, tstor. di S. Olnesio, pa«. a9i>300, Camerino 1818.
Precedentemente al luglio era stata in Pioraco sentita qualche lieve
scossa : a 18*' ital. del 26 luglio se ne ebbe una mediocre che non causò
danni e nemmeno incusse grande spavento : si propagò nella Marca e
nell' Umbria: a 23'' una seconda scossa più forte e Itinga della prece-
dente urtò Camerino, apportando notevoli danni, poi all' « ave maria »
leggiera replica, ed infine fra 2'' ^j, e 3" un violentissimo terremoto
iié 11799].
suss.-oìid. N-S di 6" in detta città atterrò quasi tutti gli edifici^ fece
rovinare il vecchio Duomo e gran parte della Chiesa di 8. Venezie e
fece precipitare la cupola di quella di 8. Maria in Via. Maggiori danni
toccarono ai fabbricati meno solidi. In città si ebbero a deplorare 60
morti ed oltre a 50 feriti. I danni ascesero a 200000 scudi. Fra i feno-
meni allora verificatisi noterò che un pesantissimo e grosso pezzo di
travertino posto sulla parte più alta della facciata della Chiesa dei
PP. deir Oratorio fu sbalzato in mezzo alla piazza vicina senza che la
facciata sia rimasta in qualche parte sconnessa : nella Chiesa Metropo-
litana furono proiettate a notevole distanza nel circostante piazzale
quattro gugliette in pietra. In vicinanza dei Ponti, a circa 2^chilometri
a N-E della città, il terreno fu smosso e fessurato.
In Cessapalombo le case furono tutte atterrate dalle fondamenta :
ivi solo 9 persone rimasero estinte sotto le rovine, poiché quasi tutti
gli abitanti, atterriti dalla scossa preparatoria, avvenuta verso le 23^,
si erano di già rifugiati in aperta campagna : Pozzuplo, 8tatte, Torri-
cella rimasero interamente distrutti, mentre Casale, a soli 5 Km. da
Camerino non riportò danno alcuno : piccoli t\irono quelli inferti a
Piastra, a Muccia ed a Serravalle.
San Oinesio, dopo Camerino, soflFrl i maggiori danni : pare però che
non siano stati tanto gravi ; forse quivi il terremoto fece rovinare
il campanile della Chiesa di S. Agostino. Un'alta torre, sormon-
tata da un solido castello in ferro portante le campane, si squarciò in
più luoghi ed il detto castello fu sbalzato nella piazza a 20 piedi di
distanza. 8otto le rovine di una volta di una casa in via Alvaneto peri
una persona.
A Pioraco (*) fu rovesciato qualche pezzo di muro vecchio e vari co-
mignoli : il convento e la Chiesa di 8. Francesco furono assai dan-
neggiati ma non demoliti : si rese pure inabitabile la casa parrocchiale
e qualche altra. Neir ultima cantina del Borgo, di proprietà dei si-
gnori Mariani, cadde porzione di un tetto, le altre fabbriche ebbero
varie fenditure. Nei volti, nel pavimento e nella facciata della Chiesa
parrocchiale si aprirono leggerissime lesioni : rimase conquassata una
casa colonica ed in parte cadde una piccola Chiesa dei signori Mariani
e Bracci nella valle del « Paradiso » : il casino Bracci fd maltrattato.
La Chiesa di 8. Paolo nella villa della Costa fu sì lesionata che con-
venne smantellarla ; le case quivi sofi^irono tutte danni più o meno
gravi, ma nessuna fu demolita, se si eccetua parte di un piccolo tu-
gurio.
(1) Le notizie riguardanti Pioraco mi furono gentilmente comunicate dal Big. D. Lu-
dovico Ludovici, che le estrasae da mas. del tempo.
[1800 - 1802] 313
Le spiaggie metaurensi furono tutte afSitte dal terremoto e la città
(li Fano risenti danni assai minori dello spavento.
La scossa fa sentita nel Piceno, neir Umbria e debolmente si pro-
pagò fino a Roma.
Nella stessa notte fdrono sentite varie repliche, tra, le quali a 7^ una
più sensìbile : scuotimenti sempre più lievi si avvertirono nell'agosto e
poi specialmente nel settembre, trascorso il quale mese cessarono del
tutto.
[840] ISOO. Dicembre 29. Velletri (Roma).
Baratta m.: Materiali ecc., pa^. 5-6 - T. Bacco : Storia della città di Velletri^ ivi 1851
«. edl«., voi. I, pag. 821.
Circa le 6^ V2 <^^' <^6^^' ^^ dicembre ad Ariccia una scossa : verso
le 11^ V4 A^^- <^^^ 2^ ^^ Roma fu intesa da pochi una scossa ond. E-W
che fu forte a Marino ed a Castel Gandolfo : a Velletri gli scuotimenti
furono parecchi e si violenti che poco mancò che V intera città noi^
rimanesse subissata. Caddero alcuni comignoli e diversi massi di pietra
dalla facciata della chiesa di S. Martino. Non vi fu edificio che non
abbia riportate lesioni. Nel giorno stesso altre tre sensibili repliche.
Nel 1801, al 23 ottobre (11^30°* sera), a Roma una scossa ond. : a
T'SO' di mattino del 25 altra scossa suss. ed infine a 14*" ital. circa
del 26 una lieve suss.^ che a Monteporzio, ad Albano ed air Ariccia fu
più sensibile e seguita da replica. Nessun danno.
[841] 180L Ottobre 8. Bologna.
rakatta m.: Materiali ecc., pag. 83 - perrby a. : Trembl. penins. Ital, pag. 72.
Air 8 ottobre, ad 8**52«53» ant., a Bologna si senti una forte scossa
a tre riprese: la prima N€-8W con ondulazioni sempre decrescenti,
la 2^ e la 3^ più intense : la durata totale fu di 30.* La scossa fece
fermare uno dei pendoli deirosservatorio, suonare i campanelli, cadere
qualche camino. Fu intesa fortemente a Cesena ed in parte della Ro-
magna e lievemente a Vicenza ed anche a Padova (Penada : Tavole
meUor e necrol.,, dall'anno 1801 fino alVanno 1805 ecc., Padova, 1808
pag. XX. (*)
[812] 1801 2. Bardi (Piacenza).
A. BONCBi : lettera X... alVill, sig, aw. L, Bramieri ecc.
Sino dal mese di dicembre 1801 furono sentite parecchie ripetute
scosse di terremoto localizzato, comune però a tutta la montagna di Bardi:
da queir epoca a tutto il luglio 1802 furono contati circa un centinaio
(1) n Penada (op. clt., i>ag. zxv) re^stra poi per Padova una lieve scossa al 15
dicembre ISOl.
314 [1802J
di tali commozioni, ora gagliarde, ora leggere, precedute soventi volte
da profondo rombo. Entro la chiesa parrocchiale di Sperongia (a km. 35
a S di Piacenza) si accese spontaneamente nel maggio il gas idrogeno
solforato — cosi dice il relatore — di un chiuso sepolcro che spezzò
la lapide ed usci in una vampa : ciò accadde in seguito ad una forte
scossa sentita universalmente. Noto che questa potrebbe essere la pro-
pagazione del terremoto bresciano del 12 maggio di cui in appresso.
Nella sorgente minerale di Miano T acqua che prima aveva sopra
un sottile e scarso strato di nafta, al principio del 1802 « addivenne
il risaglimento di queir olio di sasso, così ferace e profondo, che di-
versi proprietari ne anno esitato centinaia di otri, proseguendo tutto
oggi [24 marzo 1805] perenne a segno la vena che quanto più se ne
attinge, vieppiù ne sottentra del nuovo a secondare le scaturigini ».
I terremoti di Bardi devono essere stati un fenomeno assolutamente
locale, perchè i cataloghi del Perrey, del Mercalli, del Malvasia e De
Rossi ed i Materiali da me pubblicati non recano alcuna notizia per
altre località che possa ritenersi in corrispondenza. Aggiungo solo la
notizia di una scossa che non trovasi menzionata nelle opere citate, che
cioè — come mi comunicò il sig. Gabbiani — il giornale d' Asti del-
l' abate Incisa, altrove già citato, ne indica una ivi avvenuta alquanto
prima della mezzanotte del novembre 1801 e che^ fu sentita da diverse
persone.
[843] 1802. Maggio 12. BresciaDO.
Baratta M. : Il Ceiremoto sentito in Lombardia ecc., pag.6-12 (estr.) - Caparrotti e. : Mein.
istor. Jisic. ecc.
Circa le 2*" pom. dell' 11 maggio a Soncino e Cremona forte scossa
che non arrecò danno alcuno nemmeno alle più deboli costruzioni, ma
sparse 1' allarme nella popolazione ; verso le 10^ SO*" ant. del giorno 12
ad Orzinovi e paesi vicini ad un fragore come di turbine, e quindi nd
un cupo rombo tenne dietro un fortissimo urto a tre riprese, la prima
suss. ed ond. le altre due : si violenta fu la commozione del suolo che
i lavoranti di campagna appena poterono reggersi in piedi, anzi alcuni
buoi vennero rovesciati a terra.
Nella mia nota sopra citata ò diffusamente parlato dei danni recati
da questo terremoto : qui riassumerò le principali circostanze.
A Soncino cinque case furono adeguate al suolo e parecchi edificii
sacri risentirono gravi fenditure e parziali rovine : molti fabbricati si
dovettero abbattere e molti altri puntellare : il danno recato ascese a
lire milanesi 1118870.18 ed il goverao per i risarcimenti contribuì con
lire 79780.7. A Gallignano crollarono pure parecchi edificii e la popo-
lazione ottenne per i danni lire mil. 28302 di sussidio. Ad Orzinovi su
[1802J
315
500 fabbricati 400 furono danneggiati; cioè alcuni del tutto rovinati ; altri
minaccianti rovina immediata, ed altri infine resi inabitabili : però bi-
sogna notare che i danni fiiron si gravi per trovarsi la maggior parte
delle coBtmzioni in cattive condizioni.
I seguenti paesi furono poi dal governo sovvenuti nella proporzione
sotto indicata, la quale in certo qual modo può servirci di guida nel-
r apprezzare il valore del disastro :
« I I É ■ 1 J **■ ,
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ArMulticsiiVKit tcMu M*II If9«
FiG. 21.
Romanengo lire milanesi 11386,11; Cumignano 182; Ticengo 833,6 ;
Albera Salvirola 1454,16; Melotta 511; Casaletto di Sopra 4670: Villa-
nuova 540: Fontanelle 1100; Casalbuttano 1500 e Bordolano 553.
A Crema la scossa ebbe tre riprese ond. S-N di 7-8* e fu preceduta
da rombo : tutte le case riportarono lesioni più o meno gravi ; il pa-
lazzo comunale fu in molte parti sconnesso : varie fenditure si aprirono
nel duomo, nelle altre chiese e nei diversi monasteri.
Secondo il Perrey, anche Chiari e Caravaggio non sarebbero stati
immuni da danni.
La scossa fu forte a Brescia ; lece aprire qualche fenditura neirepi-
Bcopio di Lodi : produsse seria apprensione negli abitanti di Cremona
^L. Manini : Mem. $tor. della città di Cremona^ voi. I, pag. 200, ivi
*• ^^w
316 [1802 - ld03]
1819), di Milano (ond. N-S, 2*) e dì Voghera: fu uq po' meno forte a
Pavia, ove però venne generalmente intesa (*). Fu mediocre a Mantova,
Verona, Vicenza, Padova (Penada : Tavole meteor. e necrol... dall'anno
1801 fino all'anno 1805 ecc., pag. XXXIX), Piacenza, Novi, Ales-
sandria ; un po' più risentita a Genova (ond. IO), ove causò qualche
timore. '
Fu leggera a Bologna, Chiavari, Oneglia e Torino e nel resto del
Piemonte e della Liguria ; e cosi pure a Ginevra, a Berna, a Roveredo
e nel Trentino.
Fra Soncino e Ticengo si aprirono varie screpolature nel suolo dalle
quali venne fuori acqua abbondante : V area mesosismica à forma elit-
tica (fig. 21 A) include Gallignano, Soncino, Ticengo, Orzinovi ecc. :
in questa zona oltre alla maggior intensità degli effetti dinamici fu-
rono più numerose le repliche. Nell'area dei danni (B) stanno Crema.
Casalbuttano, Bordolano, Chiari e forse anche Caravaggio : risulta cioè
di forma elittica con l'asse maggiore in senso NW-SE circa. Nella figura
trovasi delimitata anche la zona isosismica ove il terremoto fu forte (C)
e quella entro cui fu mediocre (D).
Il Perrey dice inoltre che a Bardi, presso Piacenza, si aprirono varie
fenditure nel suolo dalle quali si estrasse del petrolio, e che in tale
località continuarono a sentirsi repliche per altre tre settimane. Ma di
tale fenomeno il lettore trova un ampia relazione nel N. 842.
[844] 1803. Aprile 7. Aqoila, Teramo.
[Pannella g.] : Il terremoto in Teramo del i803.
Nella notte del 7 aprile, a ò^ V4 ì^^-» ^^ Teramo scossa che causò
qualche timore, ma nessun danno; fu preceduta da sotterraneo rombo
ed ebbe una durata di 5* ; nei paesi delia provincia più vicini ad
Aquila, al di qua della catena del M. Corno, furono sentite parecchie
repliche per 4 giorni susseguenti. In Aquila tali replicate scosse furono
molto più intense : dappertutto non produssero altro danno che la ca-
duta di qualche comignolo.
[845] 1803. Dicembre 12. Savoia.
Mbrcalli o. : / teir, della Liguria ecc., pag. 97.
Secondo Von HofiF, citato dal Mercalli, verso le 4^30" pom. del 12
dicembre in Savoia scossa con direzione S-N ; il M. Bianco fu in tale
occasione commosso si violentemente che dai suoi fianchi si staccò una
valanga di 100 piedi di altezza.
(1) Notizia ms. comunicatami dal chlariss. prof. P. Pavesi deìV Università di Pavia.
4-1805] 317
[StìS] 1804. Ottobre 18. Val d' Elsa (Senese).
Vilvasia-De Eossi : Documenlt eco,, pag- i\ - Campani e Toscani ; Su t terr. am>- in Slena,
pag. a9i - PILLA L. : iilor. dei (rem. ecc., pag. 213 - l. pecori : morta della (erra dt S. Be-
mlffKano, Ttrenze, 18S3, pag. SU.
Parecchie acoBse furono sentite nel Senese e particolarmente a Colle,
Po^gibonsi, San Gemignano : cominciarono nella sera del 5 ottobre : il
massimo aismico avvenne a 9' pom. del 18 e fti accompagnato e se-
goito da forti rombi. Le case nei paesi eluti vennero danneggiate e
abbandonate dagli abitanti. Un' altra scossa gagliarda si senti al 17 di-
cembre alta stessa ora.
Il Pecori, erroneamente pone qnesto terremoto nel 1805 e riguardo
San Gemignano aggiunge che la regina Maria Luisa mandò scudi 300
per soccorrere i poveri danneggiati {').
Le maggiori ecosse si propagarono anche a Siena ove dal 1° al 24
ottobre, al 2 novembre ed al 13 dicembre ne furono sentite diverse,
ed altre nell' anno sussegnehte al 4 e 23 marzo, al 18 giugno, al
-l Inglio ed al 28 dicembre.
[817] 1806: Luglio 3. OidU.
Fou e.: Uem. sul tremtwto, pac- SS.
Al 3 loglio scossa a Napoli, sentita da alcuni ed avvertita pure in
Baranello e da molti nella provincia di Bari. Questo movimento sismico
corrisponde — secondo il Poli — ad un disasti'oso terremoto avvenuto
ncir isola di Candla.
[848] I80&. Luglio 11. Valle di Hseeliia (Etna).
ausa u. : Btia:. »t. ed osaerv. ìull'emt. etnea del ises ecc., pag. 77 [lOj.
Nel 1805 all' Il luglio ebbe luogo un interna eruzione dell'Etna, e
poco dopo continui scuotimenti urtarono il Fondo di Macchia, ove ac-
cadde un terribile sconvolgimento simile in parte a quello verificatosi
nel 1865 (vedi).
[849] 1805. Luglio 26. H»IÌM.
BAkATTA if . : Ifatetiall ecc., pag. 7 - Capoui O. : Mtnt. sul trem. aeeaduto ecc. - n' Ono-
niio A. : lettera,., sul trem. ecc. - ualvasu-de bossi ; Documenti ecc., pag. 41-2 -
Pou L. ; Mem. tul trem. eoe.
I^ memoria principale intomo a questo disastroso terremoto è quella
del Poli che contiene motte notizie e 1' elenco ufficiale dei luoghi stati
'lanncggiati, il valore dei danni ed il numero delle vittime compilato
d' ordine del governo dalla direzione della Pulizia : ù cercato con il
materiale contenuto in detta relazione e con altre notizie raccolte di
a del danni 6 deUmltata dalla linea -
318 [1805]
fare nn lavoro di sintesi, alla cui maggior dilucidazione serve 1' unita
carta (flg. 22).
Feìiomeni precursori. — Alcuni ffoair prìHHi, nrsssf inamente nei di
25 luglio e irei 2^ eonhrcfaronsi ad udire dei rombi ed un reiterato
fragore entro le montagne del Matese : in qualche luogo del contado
apparvero delle meteore ignee (?) e fu sentita qualche scossa, fra cui
una a 1** della notte, a 21^ del giorno ed a 9^ della notte antecedente al
26. A 24^ di questa giornata a Boiano tutti gli animali si mostrarono
inquieti e fu notato che nella terra di Isemia e di Busso molte serpi
spontaneamente avevano abbandonato le loro tane. Nel giorno 25 le
acque di Boiano apparvero torbide e più calde del solito ed in Isemia
disseccarono varie sorgenti.
Ora e forma della grande scossa. — A 2^ 20" ital. del 26, ossia a
10^1"40»pom. (t.v.), si sentì in Napoli uno spaventevole rombo simile
allo scoppio* di una batteria od allo strepito di un grosso carro rapi*
damente scorrente su una strada lastricata ; dopo pochi istanti un vio-
lento moto Bussultorio fece smuovere i fabbricati e gli oggetti e quindi
un forte ondeggiamento NE^SW fece oscillare gli oggetti appesi ed i
mobili, scricchiolare le travate, suonare i campanelli e fermare i pen-
doli : dopo questa fase si ebbe un urto suss., quindi una ondulazione
complicatissima che causò, al dir del Poli, danni negli edificii. Tutte
le accennate fasi durarono circa 45.'
Il fenomeno non fu solo percepito in città, ma anche tutti i bastimenti
che si trovavano si nella rada che nelle acque di Capri, di Sorrento, di
Ponza e di Ventottene sperimentarono un urto tale che pareva all' e-
quipaggio di aver urtato sopra degli scogli. Secondo altre notizie la
scossa in Napoli risultò di otto urti suss. e di quattro ondulazioni.
Nella regione più commossa precedette pure il rombo ed il movi-
mento del suolo fu suss. dapprima, ondul. di poi con una durata pres-
soché eguale a quella di Napoli : uguale forma ebbe pure in Benevento
ove, secondo il Capozzi, durò più di 60.' In Roma fu solo ond. N-S di
38'. L'ora di Napoli (10** 1" 40" p. t. v.) fu dedotta da un pendolo astro-
nomico fermatosi appunto in detto istante : a Roma due altri pendoli
si arrestarono a 9** 58™ 30" (t. v.)
Intensità — La scossa fu oltremodo disastrosa per i paesi situati
alle falde orientali dei monti del Matese : Baranello, Busso, Cameli,
Cantalupo, Carpinone, Casalciprani, Frosolone, Guardiaregia, Macchia-
godena, Mirabello, Sant'Angelo in Grotte, S. Giuliano, S. Polo, Spineto,
e Vinchiaturo furono totalmente distrutti con la perdita di molti abi-
tanti : in Boiano cadde l' intera parte bassa della cittÀ e quasi egual
sorte toccò a Castel Petroso, a S. Massino, a Campochiano ecc.
Tutti (questi paesi sono inclusi nella zona epicentrale (A),
[1805] 319
n numero delle vittime e così ripartito :
Baranollo abitanti 2413 morti 298 feriti 204
Boiano
»
3433
»
124
»
—
Busso
»
1400
»
70
»
83
Cameli
»
1251
»
55
»
25
Oampochiaro
»
1384
»
?
»
—
Cantalupo del S.
»
1958
»
220
»
42
Carpinone
»
2000
»
50
»
49
Casalciprani
»
1300
»
186
»
30
Frosolone
»
4000
»
1000
»
46
Guardiaregia
»
1593
»
202
»
40
Colle d*Anchise
»
1156
»
50
»
30
Macchiagt)dena
»
2084
»
193
»
11
Mirabelle S.
y>
1940
»
352
»
31
Castelpetroso
»
2000
»
57
»
40
S. Massimo
»
1273
»
41
»
54
S. Polo
»
1080
y>
128
»
20
San Giuliano
y>
1804
»
92
y>
90
Spinete
y>
1948
»
300
»
10
Yinchiaturo
»
3000
»
305
»
214
Nell'area dei grandi disatri (B) sona compresi, oltre Isemia, ove su
6000 abitanti ne morirono 1000, e Campobasso, ove le vittime ascesero
a sole 39 (ab. 5412), Roccasicura (morti 1), Miranda (1), Sassano (2),
Pesche (à), Civitavecchia (2), Molise (1), Torrella di Sangro (6), Ripa-
li mosani (2), Toro (274), Campo di Pietra (11), Terrazzano (2), lelsi (27),
Sopino (63), Sassinoro (59), Morrone, Roccamandolfi (1), Castel Pizzuto,
Pettorano (2) e Formelli.
In questa zona devo notare che Castropignano rimase illeso, mentre
tatti 1 paesi circostanti furono più o meno rovinati.
Nell'area dei disastri minori (C) stanno Acquaviva, Carovilli, Civi-
tanova^ 8. Angelo Limosano, Ripabottoni, Riccia, Castelpagano, Colle
Sannita, Campolattaro ecc.
Nell'area rovinosa (D) S. Pietro Avellano, Capracotta, Caccavone, Ci-
vita campomarino, Lupara, Provvidenti, S. Bartolomeo in Galdo ; tale
zona poi con frequenti aumenti e diminuzioni di intensità comprende
parte del Beneventano, dell' Avellinese e della provincia di Caserta.
Parecchi danni risentirono puro Salerno, Averaa, Pozzuoli e Napoli
ove rarissime furono le case che andarono immuni. Molti guasti av-
vennero pure in Melfi, come ci attesta l'Araneo (Not. star, della città
di Melfl^ pag. 369, Firenze 1866), ed in S. Severo (F. De Ambrosio :
La città di S. Severo in OapitanatOj Napoli 1875). Matera non fu mi-
nimamente tocca. A Montecassino, come ricorda il Pilla (op. cit., pa-
ncina 105) il terremoto fi; violentissimo e causò grande spavento, ma
320
[1805]
per buona ventura nessun danno, salvo una piccola lesione nella Chiesa.
Abbiamo giÀ visto come la scossa si sia propagata anche nella ma-
rina napoletana : essa fu inoltre avvertita, senza alcun danno, neirisola
d'Ischia (6. Meroalli: L'ùola d'Ischia ecc., pag. 116); in Ventot^
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Fio. 22.
tene fu molto forte e fece rompere l'architrave sopra la porta mag-
giore della chiesa (Mercalli G. : Note geoìog. e sism. sulle isole di
Ponza, pag. 16).
A Segni, Anagni, Veroli e Roma la scossa fv^ pure sentita ; nelle
tre prin^e loci^li^ molto più sensibilmente che nell' ultima : si propago
[1805] 321
inoltre lo scaotìmento molto affievolito a Spoleto, Foligno ed a Came-
rino dalla parte di settentrione, e da quella di mezzodì giunse in Ba-
silicata, iù meno forte che nella provincia di Salerno : fa sentito leg-
germente poi a Lecce ed a Cosenza: la sola Calabria Ulteriore non
fa interessata da onde sismiche sensibili alle persone.
Mortalità — Secondo le cifre ufficiali date dal Poli, nella zona ove
il terremoto apportò danni gravi sopra una popolazione di 205.100
abitanti, 5573 persone rimasero morte ed altre 1538 ferite più o meno
gravemente. Nel solo antico contado del Molise, che sperimentò mag-
giormente i tristi effetti della commozione del suolo, -5274 su 89659 in-
divìdui perirono sotto le rovine e 1509 rimasero malconci.
Parecchie persone restarono vari giorni vive sotto le macerie ; un
gatto poi, al dir del Poli, fu estratto ancora vivo dopo 18 giorni.
Alcune cansiderazioni 8ui danni agli edifici — Il Poli dice che tutti
i luoghi che sono nel vallo di Boiano nella pianura che si estende da
Isernìa fino a Campobasso lungo le radici del Matese, ftirono i mag-
giormente danneggiati e similmente quelli situati sulle pianure contigue
ad altri monti, mentre i paesi che poggiavano sulle falde stesse anno
sofferto minor danno.
Gli edifici! più speciosi • solidi Anno ricevuto maggior detrimento
che non i deboli : ciò si è verificato non solo in Napoli, ma in tutte
le località colpite.
In una casa presso Campobasso, di forma quadrata, furono rasati
tutti gli spigoli.
Oli edificii, le cui travate erano disposte presso a poco nella dire-
zione della scossa, anno sofferto notabilmente nei tetti e nei piani su-
periori soltanto, laddove gli altri, che avevano le travature diametral-
mente opposte, sono stati conquassati fino alle fondamenta. Il Poli
aggiunge che alcune case in Baranello cambiarono la l<ft*o situazione.
Movimenti rotatorii e proiezioni — Tutte le croci, massime in Boiano,
forono svolte dalla loro posizione per un angolo di 20-30° ; altre ven-
nero distorte e piegate, come quella di Campochiaro, verso NE. Alcuni
camini in Napoli, in Caserta ed in altri luoghi si spezzarono oriz-
zontalmente e fu trovata la metà superiore sovrapposta alla rima-
nente in modo che gli spigoli di questa posavano sulla metà dei lati
della parte rimasta in posto. Molte statue vennero girate. Un grosso
basto in marmo nella galleria del principe di Tarsia in Napoli, f\i
svelto dal suo perno, cui era stabilmente conficcato, e proiettato alla
distanza di 30 palmi, dentro un giardino. Nella valle di Maddaloni
presso i RR. Acquedotti, il campanile della Chiesa del Salvatore, alto
60 palmi, ebbe la campana sbalzata alla distanza di 160 palmi : essa
]>oi fu trovata sepolta per metà nel suolo. Alcuni grossi pezzi del cor-
uva atta: Terremoti ecc. 21
322 11805]
nicione del campanile della Trinità in Campobasso furono proiettati
alla distanza di oltre 200 palmi.
Alcune grandi conche piene dì latte furono vuotate fino all'ultima
goccia, senza essere state rovesciate.
In Busso una persona che stava a letto fd sbalzata con tanta vio-
lenza che ritrovossi illesa nel suo stesso letto alla distanza di 200 palmi
dalle rovine della casa in cui era alloggiata. Identica sorte toccò ad
uno che abitava in una casa presso la Chiesa di Sepìno : crollati
ambedue questi edifici!, costui fu dalla violenza dell'urto slanciato fuori
e trovos^i a giacere sano e salvo nel suo letto sopra la predella del-
l'altare maggiore di detta Chiesa, stata completamente sfasciata.
Fenomeni geologici — Nel Molise e nei luoghi circostanti avvennero
molti sconvolgimenti nel terreno indicanti la intensità della commozione
tellurica : si aprirono molte aperture considerevoli e profondissime i
cui labbri trovaronsi rialzati anche di 7 palmi. Ciò accadde a Guar-
diaregia, a Morcone e nella sti*ada che da Campobasso conduce a
Busso. Le squarciature nella campagna di Bagnoli si estendevano al-
cune miglia : una in Castelfranco era lunga 2 miglia e larga 2 passi :
una a mezzodì di lelsi aveva una lunghezza di un quarto di miglio
ed una larghezza di 10 piedi : cosi un' altra nei pressi di S, Elia a
Pianisi.
Nel dì seguente al terremoto, verso la metà del monte di Bojano sì
aprirono due profonde voragini : in Acquaviva ed Isernia, un bosco
di 20 miglia circa di circonferenza fu interamente sconquassato^ il ter-
reno aperto e gli alberi svelti. Fra Calilri e Castiglione successe un
fenomeno identico e si apri pure una fenditura di 1 miglio di lun-
ghezza e di 5 palmi di larghezza. Nella regione « Piano della Gretta »
presso S. Bartolomeo in Caldo, si formò uno spacco ovale compren-.
dente circa cento moggia di terreno. Presso S. Giorgio la Molara un
monticello di dura roccia si infranse, il terreno adiacente si innalzò
di 40 palmi ed in vicinanza si aprì una profonda voragine entro cui
si gettarono le acque del Tammaro che — avendo trovato sbarrato
il loro libero corso — diedero luogo alla formazione di un vero lago,
mentre a 300 passi di distanza, nel letto del fiume si trovò innalzato
in parte il terreno ed in parte avvallato. Quivi, presso al castello di
Pietramajura, si aprì la maggior voragine della lunghezza di 1958 passi
geom. (2 miglia) e con l'ampiezza di 654 : ciò dette luogo, oltre a na-
turali sconvolgimenti del suolo, a rovine di numerosi ediflcii.
Grandi furono pure i mutamenti nel regime delle acque sotterranee ;
alcune fonti scomparvero, altre emisero acque torbide e puzzolenti. In
Bojano tre giorni dopo il terremoto, sorsero tre grandi torrenti d'acqua
che innondarono in breve tutta la campagna circostante : essi furono
[1805 - 18Q8J 323
attivi per 20 giorni, indi, dopo aver gradatamente scemata la loro
forza, si ridussero a piccoli rivi.
Il lago del Matese, dopo di aver altamente gorgogliato e maggìto
fra violenti ondeggiamenti darante il terremoto — che quivi si rese
ancora più spaventevole per la caduta di grossi ammassi di roccie di-
rupate dai monti cii'costanti — divenne torbido e limaccioso.
Repliche — Nei monti del Matese continuarono a sentirsi per pa-
recchio tempo molti rombi ; essi, per alcuni giorni dopo il terremoto,
furono oltremodo frequenti e poi si fecero sempre più rari. Giornal-
mente, neiragosto-dicembre furono avvertite altre scosse suss.-ond. :
neilc prime giornate ne succedevano anche 12 in 24*^. Quelle di cui ò
potuto raccogliere qualche indicazione sono le seguenti :
26 Luglio) 2^ ^U ì^al. scossa più debole della maggiore, sentita anche a Na-
p«)li. Nell'area centrale fu istantanea, violentissima e con cupo rombo - 5^ V4
ita!, altra debolissima avvertita a Napoli, Veroli, Ànagni, Segni e Roma -
29) alcune scosse nel circondario di Isernia - 4 e 6) agosto) altre come sopra
- 9) nella giornata a Yinchiaturo una - i5) Boiano 9*^ scossa violenta con
rombo, a 4^ e 5^ della notte due lievi - 20) 2^ sera, Guardiaregia scossa di
*• - 23) Campochiaro, 20^ circa, un rombo da NW - 24) Boiano, 13*» 40« e
17^ due scosse - 25) nel circondario d* Isernia qualche scossa - 29) Boiano,
quattro scosse di cui la prima ad 8^ 45'" ital. - 2 settembre) ivi 19^ circa,
una lieve N-S - 12) ivi 20** circa, quattro scosse di cui la terza assai sen-
sibile - Dicembre 8) nel Molise violentissima scossa. - 1806 Maggio 30) Boiano
e dintorni 11** ital. forte scossa - 2 giugno) ivi 14** una gagliarda sentita da
taluno anche a "Napoli (}).
[850] 1805. Ottobre 13. Nola, S. Maria di C. V. (Caserta).
Babatta m. : Materiali ecc., pag. 8P.
À 6** di sera del 13 ottobre a Napoli lieve scossa ond. ; a S. Maria
di Capua Vetere, a Nola e dintorni soffrirono danni gli edificii, uno
dei quali anzi i^ rovinato.
[851] 1806. Febbraio 12. Novellara, Correg/;io, ecc. (Emilia).
BiRATTA M«: Materiali ecc., paf?. 85 - Ooiran a.: /. Appendice eco,, Pag. 15 - Malvasia-
Db R09S]: Documenti ecc., pag^. 42-43 - Mbrcalli g.: Vulc. e fenom. vulc.^ pag. 312.
Alle 3*» e 3** 30" ant. circa in Novellara furono sentite due fortissime
scosse 8U88. che fecero cadere molti comignoli e danneggiare varie case
Hi in città che in campagna. A Correggio la seconda fu più forte del-
l'altra e fece abbattere più di 2(X) comignoli ; Gualtieri, Guastalla, Fab-
(1) Noto cbe airs agosto 1805 11 Vesuvio cominciò ad aumentare il suo consueto di-
namismo e che al 12 si ebbe un massimo eruttivo : vedi ba inatta m. : // Vesuvio e le sue
^ru:ion( (pag. 118-20] Boma 1807. i
~^--
324
[180C]
brico, Reggiolo e Campagnola in provincia di Reggio, e Carpi in quella
di Modena con le loro vicinanze soffrirono egaalmente.
La zona che comprende questi paesi à forma elittica con V asse
maggiore disposto da NW a SE di circa di 25 km. (fig. 23 e 25).
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Fig. 23.
A Milano (che dieta 145 km. circa da Novellara) la prima scossa fu
fortissima di IO preceduta da baleno ed accompagnata da forte rombo,
e la seconda ebbe pure la stessa intensità ; fecero cadere molti comi-
gnoli e causare qualche lesione ai fabbricati (*) ; invece a Mantova,
che ne dista soli 35, a quanto riferisce il Gionta (Il Fioretto delle
croruxche di Mantova continuato ecc., ivi 1844, pag. 322) le due scosse
quantunque si forti da produrre grande agitazione, non causarono
danno alcuno; e cosi pure. a Verona, a 70 km., il terremoto fu solo
forte ; ed a Vicenza, a 100 km. fu lieve : a Genova anche (155 km), la
prima fu leggera ond. intesa da molti, e la seconda solo da pochi.
L' epicentro di questo terremoto si trova presso Novellara.
A Correggio ed a Novellara, dopo le due scosse testé accennate ne
furono avvertite altre nel corso di tre mesi : non recarono però ulte-
riori danni : tali repliche cessarono poi verso il giugno.
[852] 1806. Marzo 31. Doleeaeqoa (Porto Maurizio).
Giugno 19. Nizza Marittima.
Canobbio: Topogr. Jls. della città di Genova ecc., pag. 115 - Malyasia-db Rossi : Docum. ecc.
pag. 43 - MBRCALLi Q. : Iterr. della Liguria ecc., pag. 37-3S - Pbrrey a. : Op. cit. pag. T».
A 2*" 55"» ant. del 12 febbraio a Genova scossa a due riprese intesa
da pochi ed avvertita pure a Milano ed in altre località, specialmente
Novellara ecc., come si è detto. Il diario Avanzini, citato dal Canobbio,
(1) A Milano ad 8 ore lieve replica di 3 secondi.
[18061 325
registra per Genova una scossa ond. S-N di pochi sec. a 7^ */« della
sera del 23 febb. : quest' ultima notizia è però dubbia.
Al 14 marzo leggero scuotimento a Dolceacqua. Nei Documenti Mal-
vasia-De Rossi trovo notizia di una forte scossa suss. sentita a Dolce-
acqua, a S, Remo ed a Ventimìglia a 9** 10" ant. del 31 marzo : nella
prima di quésta località avrebbe causato, oltre a panico grandissimo,
danni non lievi ai fabbricati : fu seguita da lievi repliche. Il Mercalli,
da giornali del tempo, dice che la scossa a Dolceacqua è stata violen-
tissima suss. ma di breve durata.
Il Perrey dà notizia di un altro terremoto sentito a Nizza Marittima
tra le 11 e 12*" pom. del 19 giugno, che avrebbe danneggiati gli edifici.
Air 8 dicembre, a 7^30'" pom., una lieve ond. a Genova, ed altra,
ma violenta, a 10*» 4"» ant. del 17.
[853] 1806. Aprile, ottobre. Palmi, Geraee (Calabria).
Capocci : Catalogo^ I, pa^. 867 - Baratta m. : MateriaU ecc., pa^. 86 • C. Db Stefani.* Bscuf-
siOfie scientoica nelle Calabrie ecc., in « Mem. R. ago. Lincei », serie ni, voi. xvm,
paer- 964.
11 prof. De Stefani nella sua monografia geologica sulle Calabrie,
scrive che nei dintorni di Gerace e precisamente nei terreni marnosi
sciolti, pliocenici e miocenici che giacciono intorno a roccie solide più
antiche verso il mare in circostanze identiche a quelle della Piana,
potè scorgere traccio del terremoto del 1806, meno grandiose, ma però
più ben conservate di quelle causate dal parossismo del 1783.
Ora il Capocci ricorda che al 9-10 aprile del 1806 furono sentite a
Reggio ed in altri luoghi della Calabria varie scosse che causarono
qualche danno, e che poi al 6 ottobre una forte commozione colpi Gè-
nxce : forse è questo il parossismo a cui allude il De Stefani : nei miei
« Materiali > trovo poi che prima del 16 giugno la Calabria e special-
mente Reggio e Palmi furono urtati da ripetute scosse per le quali
gli abitanti dovettero abbandonare le case.
Se queste notizie non alludono al terremoto del 9-10 aprile, siamo
così in presenza di un periodo sismico che, incominciato forse nella
Piana, ebbe a terminare poi sul versante ionico : lo che è successo
anche in altre occasioni, in cui però si ebbero danni limitati in am-
bedue le parti.
[854] 1806. Luglio 21. Monte Cassino (Caserta).
Q. De Marco: MoììU Cassino ecc., pagr. 77 Baratta M. : Materiali ecc., pag. 86.
Il De Marco riferisce che al 21 luglio (senza dato orario) uno dei
più lunghi e violenti terremoti colpi M. Cassino, recando pochi danni
alla Badia : fu seguito . 5-6" dopo da replica molto sensibile. Questa
scossai certamente corrisponde a quella ohe il Perrey ricorda per detto
826 [1806 - laorf
giorno ' come mediocre per il Sannio e per Sora, ed alla notizia da me
troyata riguardante un leggero terremoto ond. sentito fra le 10 e le 10^ */4
ant. a Roma ed a Napoli.
LB56] 1806. Agosto 26. Colli Ladali.
Baratta M.: Materiali ecc., pag. 86-*7 - Capocci: Catalogo^ I, pag. 357 - T. Baloo: Storia
della città di Velletri, 2. edlz., voi. I, ivi 1851, pag. 826 - F. Giorni : Storia di Albano,
aoma 1842, pag. 352.
Nella notte 25-26 agosto, a 4^ 30"" itaL, in Roma fu intesa da pochi
una lieve scossa di terremoto : a 13^ 20*° del 26 altra ma fortissima ond.
SE-NW di 10* che causò scuotimenti di mobili, suono di campanelli,
(irresto di orologi e qualche lieve danno, cioè la caduta di un camino
nel palazzo Giustiniani ed alcune scrostature negli stucchi delle chiese
di S. Carlo al Corao, di S. Andrea della Valle e della Chiesa nuova.
I luoghi più colpiti da questo terremoto furono Frascati, Genzano^
Nemi e Velletri.
A Velletri durò 28* e causò notevoli danni al palazzo comunale ed
alla cattedrale , fece cadere alcuni editicii, fì*a cui le chiese della Ma-
donna degli Angeli e di S. Maria Inviolata dei Padri Brasiliani : tutte
le abitazioni furono lesionate, alcune in modo tale da renderne neces-
saria la demolizione : non si ebbero a deplorare morti, ma parecchi feriti.
In Fr.jtscati furono danneggiate alcune fabbriche ed il palazzo della
Kufflnella fu reso inabitabile per le lesioni sofferte.
A Nemi rovinò il convento dei Minori Osservanti, e nella chiesa re-
lativa si aprirono larghe fenditure : ad Ariccia cadde la chiesa di
S. Nicola. Marino, Albano, Genzano, Civitalavinia, Cisterna, Cori, Giu-
liano, Rocca Massima, Sermoneta, Sezze e Pipemo ebbero anch' essi
danni : la scossa fu forte lungo il littorale di Ardea, Nettuno e Tcrra-
cina, ove il mare in quel momento si mostrò oltremodo agitato : fu
sentita anche a Napoli. A Roma a 13^ 30*° leggera replica ed altre due
a 1^ di mattina ed a 13»» 30" del 28.
[856] 1807. Gennaio 28. Isernia (Campobasso).
Baratta m. : Materiali ecc. pag. 87 - Perrey a. : Trenibl penins. ItaL, pag. 96.
Al 28 gennaio, a Q^ 45" di notte, ad Isernia fortissima scossa di 4*.
che non causò danni notevoli. Con eguale intensità fìi sentita nel Mo-
lise ove riesci, dicesi, quasi forte come quella del luglio 1805.
[857] 1807. Settembre 5. Riviera lijpire di ponente.
Mbrcalli G. : / ten\ delia Liguria ecc., pag. 38 - Vassalli Bandi : Jiapport sur le tr. ecc.
pag. 131 e Sopra il tremuoto che da 7 mesi ecc.
; ^ 3h 20«» pom. del 13 aprile leggera scossa a Genova, e ad 1*» 30° ant.
del 6 settèmbre una molto forte ad Albissola, a Savona, a Porto Mau-
rizio ed a San Remo, dove durò 14-15% recando spavento generale ma
fl807 - 1808] Ì2f
nessun danno, tranne la caduta di un 90I0 fumaiolo. A Genova fu ond.t
molto leggera e breve ; mentre ad est di questa città l\i poco 0 nulja
avvertila, essa ftl sensibile in Piemonte, a Cuneo e ad Alba, ove, se-
condo il Vassalli-Eandi {Sopra il tremuoto ecc.) fu gagliarda. In- Asti
(come mi comunicò gentilmente il sig. N. Gabbiani, che estrasse la
notizia dal Giornale d'Asti, ms. dell'abate S. G. Incisa, conservato
nella Biblioteca del Seminario vescovile di quella città) la scossa durò
2-3» e fece tremare le porte ed agitare le sedie (*).
Il Perrey aggiunge che fu leggera a Nizza ; invece secondo il citato
fisico torinese (Rapport sur le trembl, ecc.), sarebbe stata abbastanza
forte, giacché egli certamente a questa scossa allude quando^scrive che
nel settembre 1807 «une secousse eut lieu à Nice, département du Var;
elle fut si forte, qu'un grand nombre d' habitans en fut réveillé, et se
sauva de suit dans les rues ».
[%8] 1807. Novembre 10. Tramotola, Sapenara (Basilicata).
A. LOMBARDI: Cenno sul tremuoto di Basilicata^ pag. 19-21.
Xella notte del V novembre tra le 4^ e 5*" ant. si senti una prima
scossa che durò 10» circa ; nella notte del 10, circa la stessa ora, altra
più forte, seguita da una terza di 15-20' a 4-5^ ant. deiril, che fu for-
tissima a Viggiano, a Montemurro, a Sarconi, a Moliterno, a Saponara
ed a Tramutola. In quest'ultima località gli edifìcii soffrirono conside-
revoli lesioni e caddero alcune muraglie. 1 guasti furono maggiori in
Saponara, ove le abitazioni rimasero tutte screpolate ed il monastero
di S. Croce fti ridotto in tale stato da dover essere abbandonato.
Allo spuntar del dì 18 lieve replica seguita da altre nello stesso
giorno e nel di seguente. Alle 7** V2 ^^t* ^^^ 20 una scossa suss.-ond.
SE-NW di 24» circa, più violenta delle precedenti, recò ulteriori danni :
in tutte le case di Tramutola caddero le tegole e si allargarono note-
volmente le fenditure causate dalla scossa precedente : fu notato che
presso la fontana pubblica sorse una nuova sorgente. Dopo questo
nuovo massimo numerose repliche, benché leggere, fino al 25 novembre,
nella cui notte si ebbe una violenta ripresa: dopo di ciò continuarono
a farsi sentire giornalmente anche 12 scosse nello spazio di 24^ : ces-
sarono del tutto al 24 dicembre.
[S&è] 1808. Aprile 2. Valli del Penice e Gbisone (Torino).
B0S81 L. : Sapport sur le tremblement ecc. - Vassalli Bandi : Rapport sur le tremblement ile
terre ecc. e Sofra il tremuoto che da sette mesi ecc. - Mekcalli G. : / terr. della Li-
guria ecc., pa^. 38-12 e OtJ-Któ.
Le valli Pellico e Chisone nel 1808 furono agitate da un intenso periodo
(1) L'incisa ricorda pure per Asti una scossa sentita nella notte del 21 febbraio, a
% ore ani., che fu breve ma senaiblie ed a due riprese.
328
[1808]
sismico cominciato con una scossa, la maggiore, sentita alle 5^43°* p.
circa del 2 aprile.
A Torino presentò due riprese ond. a 2 secondi d'intervallo : ugnale
forma ebbe pure a Genova e ad Aix : a Marsiglia furono tre. la se-
conda delle quali più intensa : fuori dall' area . maggiormente colpita
parve esclusivamente ond. ; la direzione predominante a Torino fii
NW-SE ; a Chambery S-N ; a Marsiglia E-W ; a Gap S8W-NNE ed a
Brian9on E-W,
La scossa fu rovinosa a Lusema, a San Giovanni, a Bricherasio, a
Bibiana, a Torre Pellice, ad Angrogna, ad Abbadia ed a S. Grermano
cioè in buona parte della valle inferiore del Pellice ed in quella del
Chisone : tale area (flg.* 24 A) risulta di forma elittica alquanto r^o-
FiG. 24.
lare, e comprende le dette località, nelle quali rovinarono degli edificii
ma non vi furono vittime umane.
Allontanandoci da questa regione^ l' intensità del terremoto dimi-
nuisce sempre di più : cosi (B) a Pinerolo più di 400 case divennero
inabitabili : la stessa sorte toccò ad Osasco, a Cavour, a Barge, a
Villar Pellice ed a Villar di Lusema, a Pinasca ed a Villar Perosa:
furono minori i danni a Meano, Abries, Ristolas, Bobbio, Paesana,
Sanfront, Vigone, Buriasco, Roletto ecc. Infine (C) a Briangon vennero
solo rovesciate 7-8 camini e qualche vecchio muro : a Fenestrelle si
ebbero nel forte delle lievi lesioni ; a Carmagnola caddero pochi co-
mignoli. Tra Ton'e e Villar Pellice ft'anò parte di un monte che sta
contro al Vandalino.
Il terremoto si propagò molto più intensamente verso W (valle di
[1808] 329
« Gail >) : il Vassalli-Eandi da ciò argaiva che il centro fosse stato sotto
il colle di Abries, mentre il Bossi, osservando che i paesi a questo più
prossimi soffrirono minor danni degli altri, era d' opinione che detto
centro si trovasse fra Torre e Villar Pellice.
Lo scuotimento fd forte all' ospizio del Frejus, ad Embrum, a Gap,
a Torino, ad Asti, a Monticello e Magliano d' Alba, a Reietto, a Ca-
steFAlfero d'Asti, ad Incisa Belbo, a Malvicino d' Acqui : fti mediocre
a Grenoble, a Chambery, a S. Giovanni di Moriana, a Ginevra, a To-
lone, ad Antibo, a Lione, a Nizza, a Savona : fu leggero ad Ivrea, a
Biella, a Genova, a Milano, a Ma9on, a Monbrison, ecc.
Dalle osservazioni del Yassalli-Eandi risulta che le case fabbricate
sul teiTeno alluvionale e le più solide, a paritÀ di condizioni, soffri-
rono molto di più che non le altre.
Riguardo agli effetti della scossa dirò che molti pozzi rimasero
senz'acqua, in altri aumentò persino del doppio la quantità ordinaria :
pressoché tutte le fontane si intorbidarono ; alcune fonti asciugarono e
parecchie nuove scaturirono in diversi luoghi : in altre poi crebbe o
scemò la quantità ordinarla di acqua versata.
La prima replica avvenne a 9** Vi pom, dello stesso giorno 2 aprile
e fu poco meno forte della grande scossa : nelle prime 24** furono con-
tati circa 50 scuotimenti a Barge e 30 ad Abries, sentiti con o senza
detonazioni, molte delle quali, specialmente a Barge, a Bricherasio ed
a Torre Pellice, furono avvertite senza sensibile movimento del suolo.
A 2** ant. del 15 aprile nuova scossa che causò altri danni a Lu-
sema. a Barge ed a Pinerolo, e fu sentita con maggior forza a Saluzzo
ed a Torino, ove fece suonare i campanelli : fu seguita, a 2^ 30*° pom.
(la una replica e quindi, a 2^ 15™ ant., del 16, da un nuovo scuotimento
che aumentò le rovine nell' area centrale del primo terremoto e che,
secondo il Bossi, causò piccole fenditure a None, Riva, Irasca, ecc.
Dopo di ciò si senti nella zona più colpita un rumore sordo, accompa-
gnato da piccoli scuotimenti, perdurato quasi continuamente per circa 4.^
Con tale scossa^ osserva il Mercalli -- che ebbe una intensità ed
una estensione eguale o poco minore della prima (2 aprile), — pare
che il centro si sia spostato alquanto più a nord. Anche a Fenestrelle
le scosse del 16 e del 18 ebbero maggior energia da far supporre che
neir alta valle del Ghisone si sia messo in attività un centro speciale.
Come ò già detto, le repliche furono numerosissime specialmente
neir aprile e maggio, diminuirono assai di frequenza nel giugno, nel
luglio e neirottobre, nei quali ultimi mesi non se ne sentirono che 3-4 :
per il catalogo rimando al lavoro del Mercalli (pag. 38-43) ove si tro-
vano cronologicamente ordinate quelle ricordate dal Vassalli-Eandi con
r aggiunta di altre notizie tolte da varie fonti. Noterò solo che al 30
im [1808 - ISIOJ
ottobre (11** 15™ ant.) nuove scosse accrebbero a Torre Pellice i danni
nelle case già lesionate.
|860] 1808. Ottobre 26. LiyorBO.
Baratta M. : MaUìHali ecc., pag. 97-88.
Il 26 ottobre, fra le 8 e le 10** ital., si sentirono in Livorno lievi
scorse, ed a 22*» una forte avvertita pure nei sobborghi : molto panico,
caduta di qualche comignolo p soffitto^ screpolature nei muri delle case
che da taluni per timore vennero abbandonate.
[861] 1809. Agosto 14. Aqiila.
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 88 - Malvasia- Dk Eossi: Documenti ecc., pag. 44.
Il primo agosto, a circa 10*" pom., in Aquila vivissima scossa se-
guita, dopo Je 4*^ ant. del 2, da 20 lievi repliche. Al 3 parecchie altre,
fra le quali una sensibile a 24*^ ital. Nel di 5, secondo i Documenti
Malvasia-De Rossi, il movimento del suolo causò varii danni agli edi-
fìcii : nel 13 si contarono oltre 100 scosse. Secondo le notizie da me
raccolte, il massimo sismico sarebbe avvenuto a mezzodì del giorno 14.
Alle falde del monte Chiarina si sentirono molti rombi e furono sradi-
cati gli alberi e rimasero intorbidate le fonti. Secondo il Capocci (Ca-
talogo^ I, pag. 358) gli scuotimenti si estesero a molti luoghi degli
Abruzzi : e, secondo il Mozzetti (Saggio d'infl. ecc., pag. 87), le scosse
principiarono in luglio e perdurarono sino all'ottobre.
[862] (809. Agosto 25. Macerata.
Baratta M. : Materiali ecc. pag. 88.
Ad 1** 13°* pom. del 25 agosto a Macerata fortissima scossa suss.-ond.
di 8-10* che fece cadere grande quantità di comignoli, rovinare sette
od otto case e danneggiare tutte le chiese. Il palazzo prefettizio e le
carceri risentirono notevoli danni. Questo terremoto, secondo il Ser-
pieri (Scritti di SismoL^ voi. I, pag. 154), fu sentito anche ad Urbino,
ove durò circa 1™.
[863] 1810. Febbraio 16. Oriente.
Capocci: Cataldo, I, paj?. 858 - Baratta M. : Materiali ecc., pag. 88 - Oemmellaro: Vulr..
delV Etna, pag. 172 - lonoo A. : Mem. stor. sul trem. ecc, pag. 10.
Il 16 febbraio, a 10*» 55™ pom., in Napoli, scossa della durata di
quasi un minuto primo : ad Otranto ebbe forza spaventevole ed a Malta
fu terribile. Essa fu forte a Palermo (10^ 20°» p.), ove fece fermare il
pendolo deirOsservatorio. A Catania fu gagliarda suss. di 30» circa: e
fu sentita in tutta la regione etnea. Nella giornata (alla stessa ora?)
il Gemmellaro ricorda un violento terremoto a Messina e dintorni sen-
tito anche in Calabria, ed il Ferrara {8t, dell'Etna^ pag. 143) dice che
flSlOJ 331
nell'anno in Val di -Noto, forti e frequenti scosse misero in costerna-
zione gli abitanti. Il Perrey (Mem. sur les trembl. de terre resa, dans
la Peni7i$4 lurco-Helleniqtie etc, pag. 38) dà notizia di una scossa
molto forte sentita a 10^ 15"* di sera a Trieste, la quale corrisponde-
rebbe appunto al terremoto di cui parliamo, di probabile origino orien-
tale, tanto più che il Perrey stesso aggiunge che fu sentito in Africa
e neir isola di Cipro e che circa la stessa epoca la città di Candia fu
rovinata da un terremoto, per il quale perirono 20CX) persone. Con ogni
probabilità a questo istesso parossismo, corrisponde pure la notizia
data dal Chesneau {Note sur les trembl. de terre en Algerie^ pag. 12
estr.), che cioè nel 1809 o 1810 per due o tre scosse non molto vio-
lenti rimase danneggiato qualche edificio di Bona.
[864] 1810. Maggio 1. Maleesine (Verona).
BETTONi p. : yoU stor. ecc., pag. 6 (estr.) -■ Ooiran a. : Sfor. sism. ecc.,* pag. 20. '
Il 1^ maggio scossa fortissima a Maleesine e dintorni, sentita anche
suiropposta sponda bresciana del lago di Garda.
[8651 1*W- Luglio 6-7. Arezzo.
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 88.
Verso la mezzanotte fra il 6 e 7 luglio a Monte S. Savino, a Buc-
cine ed a Montevarchi due scosse : ad Arezzo la commozione del suolo
fa sì violenta che un. soldato, appoggiato ad un muro, venne sbattuto
a terra: in una casa furono rovesciati varii vasi: nessun danno. Fu
lievemente sentita a Vicenza, a Treviso, ad Udine e, secondo il Perrey
(TrembL pen. ItaL, pag. 79), anche a Siena.
[866] 1810. Ottobre. Mereatello (Urbino).
Pkrret k.: Trembl. penins. Hai., pag. "iO.
In principio di ottobre a Mereatello nell'Urbinate molte scosse, delle
quali cinque fortissime.
[867] 1810. Dicembre 25. Emilia.
BiRAtTA M.: Matertalt ecc., pag. 8S« - Malvasia-De bossi: Documenti^ pag. 45 - mkr-
CALU o. : Vnle. e fenom. vulc. ecc., pag. 312 - F. Guarini : / terr. di Forlì, pag. 86 -
movBNB O.: Cnm. dei terr. ecc., pag. 54 - a. tommasi : / terr. nel Friuli, pag. 18 (estr.)
- A. PBiuiBT: Op. cit., pag. TO - A. DE ROSSI: Ristretto di st. pàtria ecc., Piacenza 1833,
voi. V, pag. 367.
D 25 dicembre un terremoto recò gravi lesioni ad una casa di No-
vellara per lire 518 circa, cosi il Mercalli. Ora in questo dì, e precisa-
mente verso 1*^36" ant., a Milano fu Intesa una scossa tale da far ro-
vesciare in qualche casa gli arredi : a Parma se ne sentirono tre, due
delle quali assai violenti, ond. W-E di 1™ circa; a Modena ed a Pia-
[1810-18I1J
cenza, qnantanqae intense non produssero danni. Il terremoto a Vi-
cenza, a Verona (ond.-snss. di 9'), a Padova ed a Torino fti forte (');
fu avvertito nniversaimente ad Asti (ms. Incisa, vedi pag. 3*27) ; ad
Udine fa lieve (ond, SE-NW) : fti sentito anclie a Genova, Livorno
(forte), Firenze, Fiume (Udine), Trieste, Forlì, Kosbì e Ravenna.
/
^r-
-^9<.\
\v^^-..
^^>§i
Nella carta (flg. 25) sono tracciate la zona epicentrale (A) e la linea
ìsoaismica forte (B) e quella (C) che delimita I' area entro cai il terre-
moto è stato sensibile alle persone.
[868] 1811. Febbraio 18. Stm.
Babatt* m. : Materiali ecc. pa£. 88 ■ Perrey a, - Tretnbl. ptnin». ttal., Pagf. 19.
Al 16 febbraio, ad 11" 30" ant. circa, in Roma scossa ond. N-S
e nella notte del 18 una violenta, che fece cadere alcuni comignoli,
scuotere i mobili e causare molto timore; fa forte a Frascati, a Ti-
voli, ecc. Al 19, a l'i"" 15"" ital,, a Roma una lieve ond. N-S di 10* :
nella notte 5-6 marzo, a T"" e 9" ital. circa, due scosse S-N ed a 2^37"
della sera del 29 altra ond. E-W di 5.*
[869] ISll. Luglio 15. Appenoine Hodent».
Bahatta u.i Uateriali ecc., pag. H).
Al 15 luglio, verso le 11" 44" pom., si sentirono in Sassuolo forti
|1) rer verona nel Documenti ualvasEa-ne rorsI al rirerlsce che per la violenza della
scossa caddero molti camlnE ed una casetta In costei vecchio, i vari racconti sincroni
pul)bllcatl dal Golran {St. .*«m, ecc., pajt. 20; Appena, e Note al catal. ecc., pag. IB-H
e Srconda append. ecc., pag. 19-31] dicono clie (u forte, ma non parlano di danni.
[1811-1812] 333
scosse, r ultima delle quali sì veemente da far fuggire àlPaperto molta
gente e cadere qualche fVimaiolo : nella regione montuosa fu più intensa
e fece rovinare varil muri e comignoli. A Montebaranzone recò danni
di qualche entità : fh forte a Reggio, a Parma, a Livorno ed a Ge-
nova ; fu sensibile a Modena e lieve a Novi, a Voghera, a Bologna,
a Verona ed a Vicenza : passò inosservata in Alessadria, a Novi ed a
Voltaggio (^). Nella carta (flg. 23) è rappresentata parte dell'area me-
sosismica, e nella 25 la zona mesosismica (A) e l'area entro cui il ter-
remoto è stato violento (B).
[870] 1812. Marzo 22. Roma.
Baratta h. : Materiali ecc., pagr. 90.
A 3^ 20™ ant. (t. v.) del 22 marzo a Roma forte scossa suss.-ond.
SE^NW di 15' ; pare sia stata avvertita con maggior intensità nella
parte della città che dall' « Esquilino » va al « Pincio » ossia fra tra-
montana e levante. Le chiese di S. Pietro e di 8. Maria Maggiore ed
altre soffrirono danni nelle volte; cadde parte di un cornicione del
Colosseo, ed in molti edificii si aprirono crepacci più o meno con-
siderevoli. Nel palazzo Vaticano si ebbe, qualche lesione in un muro
della specola : ivi cadde pure un comignolo ed un altro fu molto lesio-
nato. Fuori porta S. Paolo rovinò una casa seppellendo tre persone :
pare che i luoghi suburbani siano stati i più danneggiati.
A 10*» 15"» ant. una replica ond. SE-NW poco sensibile : a 4** ant.
del 23 altra lieve : al 13 luglio, a 10 V^ pom. circa, una ond. ad Al-
bano.
[871] 1812. Settembre 3. Norcia (Perugia).
Secchi A. : Bscurs. scient, ecc., pa^c. 16.
Al 3 settembre terremoto rovinoso a Norcia : su questo parossismo
non ò trovato notizia alcuna, né il Secchi indica la fonte da cui V à
attinta.
[872] 1812. Settembre 11. Firenze.
Baratta m.: Sul centro sism. fiarentlno^ pai?. 149-46 - G. Giova nnozzi : / terr. stor. Jlorentint
paff. 10 (estr.)
Nella mattina dell' 11 settembre a San Casciano Val di Pesa ed
a Montespertoli varie scosse, tVa le quali una a 7*^ ant., che nell'ul-
tima località fu forte. Ad V" pom. una fortissima causò molti danni
alle case di San Casciano e maggiori in quelli della campagna adia-
;i) L'Incisa più sopra citato non ricorda che questa scossa sia stata intesa in Asti,
nella quale città Invece ne fu avvertita una lieve ad ove 1 Ifi ant, della stessix giornata
ed un altra precedentemente ad ore 5.10 (sic) del 16 febbraio.
334
L1812]
cente, specialmente dalla parte di mezzodì : non si ebbero fortunata-
mente a deplorare vittime, benché siano precipitati parecchi pavi-
menti. (Jaesto terremoto sconquassò tatti. 1 piccoli comuni situati fra. il
e Virginio » e la « Pesa », e specialmente Poppiano, S. Quirlco di
Collina, S. Niccolò in Cipollatico, Montagnana, Sallivolpe ecc. ; le due
chiese di Poppiano e di S. Quirico, nonché le rispettive abitazioni par-
rocébiali e case comunali divennero inservibili : la villa Guicciardini a
Poppiano rovinò in gran parte, ed in quasi simili condizioni furono ri-
dotte quelle degli Innocenti, Rodolfi, Ciccia Porci ed altri importanti
edificii in quel di Monterpestoli ; negli altri tre piccoli comuni citati i
danni ftirono un po' minori. Nessun morto, due soli feriti. Tale scossa
Fio. 26.
fu rovinosa anche a San Giovanni di Sugana (ove fece cadere la chiesa)
e varie case coloniche di Cerbaia. A S. Andrea in Percussina si do-
vette in un edificio apporre delle chiavi e rifare dei comignoli atter-
rati dalla violenza delle commozioni telluriche.
U area maggiormente colpita da questo terremoto si estende fra il
« Virginio » e poco oltre la « Pesa » ; é rimarchevole che il paese di
Montespertoli e le porzioni di comune che restano al di qua del e Vir-
ginio » non soffrirono alcun dannoj non ostante la veemenza dell'urto.
Firenze rimane fuori dall' area mesosismica, giacché ivi la commozione
(suss.-ond.) é stata solo forte, ma non à apportato il menomo danno:
inoltre ivi non furono sentite le varie scosse preparatorie, anzi nem-
meno quella più intensa avvenuta alle 7*^ ant.
[1812-1813]
335
A San Casciano ed a Montespertoli nei giorni 12-14 molte repliche*:
le maggiori avvennero a 2^ pom. del di 11 ed a 3^ ant. del 12: questa
ultima fa forte a Firenze e fortissima neir area centrale.
Le maggiori scosse si devono essere propagate anche a Siena, poiché
i sigg. Campani e Toscani (Bu i terr, avv. in Siena ecc., pag. 291)
ricordano che in tale città nei giorni 11-12 settembre furono sentiti
varii scuotimenti.
Nella qui unita cartina (fig. 26 ) ò segnato V epicentro (B) e V area
mesosi8mica (A) di questo terremoto.
[873] 1812. Ottobre 25. TrevigìftBÒ.
Bah \tta m. : Materiali ecc., pai;. 91-92.
Al 24 ottobre, a 2*> pom., a Sarmede una scossa; ad 8^ ant. circa del
giorno 25 a Belluno un forte scuotimento fece cadere 40 flimaioli ed
aprire varie fenditure nella volta della chiesa di S. Rocco : causò no-
tevoli danni a San Casciano, a Caneva, ad Aviano, a Polcenigo, a
Sequals, ove furono demoliti dei comignoli, lesionate delle case, le più
Fio. 27.
deboli delle quali vennero atterrate. Gravi danni patirono pure Sar-
mede e Pordenone: nella prima località, crollò anche la cima del cam-
panile, neir altra si dovette demolire la torre dell' orologio perchè
minacciosa di rovina.
I danni a Sequals ascesero a lire 60000 ; a Fanna a lire 40000 ; a
Cavasso Nuovo più di 30 famiglie rimasero senza tetto.
Fu pure in tale occasione danneggiato Conegliano e Valvassone. A
Treviso ed a Venezia la scossa fu si intensa da far cadere dei fumaioli :
fu forte a Vicenza, a Ferrara, a Trento, ad Udine, a Spilimbergo e
leggera a Trieste.
Nella cartina qui unita (fig. 27) con A è rappresentata la zona me-
t^08i^mica quasi disastrosa e con B V area rovinosa.
A Belluno a 10** ant. e ad 1^ pom. della stessa giornata due lievi
repliche.
[874 J 1813. Aprile 1-9. Ancona.
Baritta m. ; Materiali eoe, pafc 92
Dal 1^ al 7 aprile in Ancona varie scosse leggere precedute e s^-
336 Li813 - 1815]
galte da rombo ; a 3 e 7^ ant. del giorno 7 due assai sensibili con
rombo appena intese nei paesi circostanti entro il raggio di 8 miglia.
Non portarono danni. Con probabilità il loro centro in a mare, giac5chè
a 4 miglia dal lido, verso E e NE, furono osservati dei piccoli vortici.
Alle 11^ pom. leggero tremito del snolo che durò per parecchio tempo :
a 9** 30" ant. e 4** pom. del 9 due altre leggere scosse.
[875] 1813. Settembre 21. Faensa.
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 92-83 - Ouarini f. : / tei'r. a Porli^ pag. 8nf-90.
Circa le 8^45"° ant. del 21 settembre a Faenza una violentissima
scossa fece abbattere circa 6000 comignoli, molti muri divisori e le-
sionare tutti gli edificii, uno dei quali, dopo parecchie ore. venne a
diroccare : rimasero ferite 14 persone. Nei comuni del circondario fu-
rono abbattuti i soli comignoli. A Forlì la scossa fu fortissima (suss.-
ond. SW-NE di 8* a 2 riprese con forte rombo) e fece diroccare gran
numero di camini ; e cosi pure ad Imola (suss.-ond. NW-SE di 10-12*),
ove inoltre molti edificii furono lesionati. A Cesena fu forte, delia du-
rata di un « ave » , e causò molto panico nella popolazione ; a Ferrara
fu molto sensibile ond. di pochi secondi.
Maggiobi bbpliche — 21 seU,) P45" pom. a Forlì lieve e brevissima
scossa con rombo ; 22) 2** 25™ ivi altra simile - 7 ottóbre) 9*» 45" a. due brevi
ond. non molto forti con rombo; 10*^2™ ant. una leggera - 8) 8*» ant. una
scossa; 9) 0*»35"* ant. e 11** 23™ pom. due, T ultima sentita anche a Cesena
- i6) 11*» 43™ pom. forte e lunga scossa, e nella notte quattro altre - i8)
4*» 31" p. una ; 19) 2*» 27" ant. una scossa.
[876] 1814. Aprile 3. Pisa, Livorno.
Baratta m. : Materiali ecc, pag. 98 - Pilla l, : Istoria del tremuoto ecc., peer. 2ia-14.
Alle 3*» Vi *^^^t« del 3 aprile in Livorno una forte scossa di 20* con
rombo svegliò V intera popolazione che fuggi dalle case ; non produsse
grandi rovine. A Pisa ebbe la stessa intensità e causò notevoli screpo-
lature nella chiesa di San Giovanni e della Crocetta, e nei muri di
quasi tutte le case : fu avvertita anche a Genova, ove fu ond. di 5-6*:
quivi poi molti asseriscono di avere inteso una replica poco dopo. A
Livorno alle 8*» 30" ant. altra scossa ma meno forte della prima.
Noto che a Pisa ad 1^ ant. e dopo il mattutino del 25 dicembre
deiranno precedente (1813) era stato sentito un forte terremoto che aveva
fatto battere tre colpi al martello della campana della torre dell' oro-
logio pubblico.
[8^7] 1815. Febbraio 26. S. Orso (Schio- Vicenza).
Pio VENE: Cro7i. del terr. a Vicenza pag. 51.
Al 26 febbraio, a 7^ pom., leggerifisima scossa a Vicenza; fu sensi-
bile a Thiene e gagliardissima a 3, Orso.
[1816 - 1818] 337
[878] 1816-17. Seiaeea (Girgenti).
BAa.%TTA M. : Ma feriali ecc., pagr. M.
In Sciacca nel mese di dicembre (1816), durante la notte furono
:<tentiti vari rombi e deboli tremiti del suolo ; nel giorno 21 se ne ebbe
uno più sensibile dei precedenti, seguito da leggera scossa.
Ài 14 gennaio 1817, ad 1^ pom. circa, ne fu sentita un' altra lieve,
ed a 3^ 30"" pom., preceduta da immenso fìragore, una fortissima che
atterri la popolazione che usci dalle case : nei muri e nelle volte si pro-
dusse solo qualche leggerissima fenditura ; fu seguita da forte replica.
Questa scossa si propagò fino a Menfi ed a Sambuca, che ne rimase
danneggiata, e forse fu lievemente sentita • a Palermo. Alle 8^ pom.
fremito sotterraneo seguito da nuovi e più forti scuotimenti. Allo spun-
tare del giorno 15 replicarono i rombi e le scosse, talché nello spazio
dì 24"* ne furono avvertite ben 25 : durante il 16 se ne contarono 12 sen-
sibili ; fu notato che alla sera il mare si era ritirato 30 canne dal lido :
tale fenomeno durò fino al giorno 17, in cui furono sentite 5 scosse
Allo spuntar del 18 rombi e scosse frequenti posero in grande allarme
la popolazione : verso le 7^ pom. rombo molto sensibile seguito da forte
scuotimento che fece suonare le campane, e mezz' ora dopo terremoto
violento. Nel 19, al mattino, lieve scossa, ed alle 11^ pom. del 23 una
fortissima.
Fu notato che nel principio di questo terribile periodo sismico nel
pozzo del convento delle Oiumare V acqua si era intorbidata ed esa-
lava odore. di zolfo, e che (e stufe avevan cessato di emettere i con-
sueti vapori.
[879] 1817. Marzo 14 ed ottobre 19. Messina.
Malvasia-de BOSSI: Documenti ecc., pag. 47 - pbrrey a.: Tremai, penins. Itaì.y pag. 81.
Il 14 marzo, a 5^50°" ital. di sera (11^ dO"" pom.) scossa fortissima
con rombo a Messina : al 19 ottobre, a 3^ Vs ^^ mattina, altra lunga
che non causò danni rilevanti.
[880] 1817. Marzo 26. Frascati, Gensano (Roma).
Baratta h.: Materiali ecc., pai?. 05.
Circa le Q^ 30°^ ant. del 26 marzo a Frascati e Genzano scossa leg-
gera : verso le 5** */« ant. violenta commozione che incusse grande pa-
nico agli abitanti di dette città.
[881] 1818. Febbraio 20. Acireale, NicoiOAi, ecc. (Catania).
Baratta m.: Materiali ec<!., pag. 95-6 - lonoo A. : Memoria storico Jlsica ecc.
11 giorno 20 febbraio, verso 1*» 10™ ital. di sera, un gagliardissimo
terremoto scosse Catania, la intera regione etnea — ove fece considc-
Baratta : Terremoti ecc. 'U
338
[1818]
revoli guasti atterrando e sconquassando alcune città e villaggi — e
si' estese a quasi tutta la Sicilia, in parte della Calabria e lu sentito
persino a Malta.
Come fenomeni precursori furono notate, oltre il solito presentimento
degli animali, alcune oscillazioni nel livello delle acque marine, però
di dubbia origine endogena.
In Catania il movimento sismico ebbe due riprese a brevissimo in-
tervallo : dapprima fu suss. poi ond. E-W della durata totale di 20-25/
Molti furono gli oggetti girati dallo scuotimento ; in Catania un
masso di pietra nel palazzo dell' Università fu girato da oriente verso
mezzodì di 25" circa : in Acicatena, in Acireale molte croci furono con-
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Fio. 28.
torte e si osservarono parecchi altri fenomeni consimili. Nella chiesa
di Acicatena un « gastrone » di marmo posto alla sommità della fac-
ciata fu sbalzato a distanza. La seconda fase del movimento fu molto
più intensa e lunga che non la prima.
La scossa fu disastrosa ad Aciconsolazione, che fu adeguata al suolo
quasi interamente, ad Aci Platani, ove 170 case rimasero atterrate.
Aci S. Antonio e S. Filippo vennero in gran parte devastati, e cosi
pure Aci Catena, S. Lucia, S. Giacomo, San Giovanni di Galemo.
S. Gregorio, Mascalucia, Nicolosi, ecc (fig. 28 A).
La scossa causò poche rovine ma molte lesioni gravi a Viagrande,
a Borello, a Belpasso, a Motta S. Anastasia, a .Campo Rotondo, a
S. Pietro a Clarenza, a Gravina, a S. Agata Valverde, a Maletto, a
Castiglione, a Piedimonte (B) e ad Acireale. Causò lesioni gravi a
[1818] 339
ZaflTerana, a Randazzo, a Bronte e Paterno ; minori a Catania e leggieri
ai Ademo, a Biancavilla, ad Aci Trezza, ad Aci Castello, a Giarre,
a Miiscalì, a Fiumefreddo ed a Calatabiano (D).
I danni maggiori avvennero adunque su una zona ristretta di forma
molto irregolare (A) - con gli estremi a S. Giovanni di Calerno, Nicolosi
e<l Aci Catena - disposta sul versante meridionale dell'Etna. A partire da
tale area T intensità degli efifetti dinamici causati dalla brusca concus-
sione diminuiscono abbastanza regolarmente : però si incontrano due
eccezioni notevoli : Maletto sul lato NW sofiìi moltissimi danni ed ebbe
i suoi edificii in parte rovinati ed in parte danneggiati : attorno a tale
località abbiamo Brònte, che fu dal terremoto poco devastato e Ran-
dazzo, alle cui fabbriche furono inferte solo molte lesioni. Oltre a ciò
sul lato NE trovasi Piedimonte che fu in parte devastato ed in parte
maggiore danneggiato, mentre i vicini paesi di Linguaglossa e Casti-
glione ebbero solo molti edificii danneggiati. Lo che ci induce a rite-
nere che oltre al centro meridionale contemporaneamente se ne sieno
risvegliati altri presso le località sopra accennate.
Nell'area di maggiore commozione si aprirono varie fenditure nel
terreno : una se ne formò sulla strada innanzi la porta maggiore della
Chiesa di S. Giacomo, quartiere di Aci Catena : era lunga canne 6 e
larga nel principio un pollice e molto profonda ; un'altra della lun-
ghezza di una canna e mezza e della larghezza di più di un palmo si
aprì in S. Giovanni la Punta : una terza nella parte settentrionale del
monte Serra, presso Viagrande, ed una quarta finalmente nella con-
trada e Pizzillo >, fra Acireale e Mascali.
Le acque che scorrono pi'esso Acicatena crebbero di volume : au-
mentarono di attività le salse di Paterno, nelle cui vicinanze sgorgò
una polla di acqua salsa, limacciosa, che formò un piccolo cono imbu-
tiforme di pollici 2 di altezza.
Nella località cParaspolo», non molto lungi dal Simeto (a 150 canne
circa dalla spiaggia), 5-6" dopo il terremoto (*) sorsero all' improvviso
14 grossi getti di acqua salsa che si innalzarono fino a 6 palmi per
circa 20" e poi gradamente si abbassarono per sparire : dicesi che il
Simeto si sia soffermato neir istante della scossa, per riprendere tosto
immediatamente il suo corso. In quei paraggi il mare non fece che leg-
giere ondulazioni : si ritirava, cioè, di alcuni passi per ritornare subito
dopo al suo ordinario limite, battendo fortemente contro la spiaggia.
Una grossa barca, fermata a poca distanza dalla riva, presso la Bruca,
senti tre urti con grande sorpresa dei marinai.
;i) Il Ferrara [Descriziotìe deìV Etna eoe-, pagr. 149) dice che questo fenomeno successe
al 6 marzo.
340 [1818]
Il numero dei morti fu di 72 e di 18 quello dei feriti : la maggior
mortalità (33) avvenne a Zafferana che è fuori dell'area mesosismica,
perchè ivi cadde la volta della Chiesa, seppellendo sotto le macerie
30 persone (*).
La scossa, come ò detto, si estese a quasi tutta la Sicilia : Siracusa
Noto, Caltagirone, Piazza, Castrogiovanni, Nicosia e Messina inte-
sero lo scuotimento in modo più o meno sensibile : a Palermo (*) fu
abbastanza forte e cominciò con lieve sussulto per terminare con
ondulazioni regolari con una durata totale di 50* circa : oltre far na-
scere un po' di panico, fece fermare il pendolo della specola. Esso si
propagò in Calabria, a Reggio ed a Palmi, e fu sentito, come ò detto,
anche a Malta. Leggiere e reiterate scosse ed un cupo rimbombo sot-
terraneo furono intese di poi in Acireale e dintorni : fra le repliche
dobbiamo notarne una avvenuta a 10** V? i^*J» ^^^ 21 febbraio, che fu
sensibile, e due, sensibilissime e di non troppo breve durata a 9^ * ,
d'Italia del 28 : queste però furono più gagliarde in Val di Noto (N. 883».
Altre repliche avvennero fino al 2 marzo.
[832] 1818. Febbraio 23. Ligoria Oeeideatale.
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 95 - 3ay Lussac et Araoo: Trembl. en i8i8, pag. 431 -
Malvasia-De Rossi: Djcuinenti ecc., pag. 47 - Mercalli G. : l terr. della Ltguria ecc.
pagr. 44-15, 103-1 - vassallt-Kandi A. m. : Sopra il trem. del di 23 di febbraio ecc.
La prima scossa, la più intensa, avvenne a 7** 10" pom. del 23 feb-
braio : a S. Remo fu violentissima, danneggiò alcuni edifìci, fra cui la
Chiesa dcirospedale : a Diano Castello si ruppe una chiave della Chiesa
parrocchiale e soffersero danni i [fabbricati, specialmente la casa co-
munale ed una di proprietà privata : ad Alassio rovinarono alcune
porzioni di una casa; ad Oneglia recò danni non lievi ed a Vence nel
Nizzardo fece crollare qualche edificio, secondo la notizia di Gay Lussac
ed Arago, che pongono il terremoto a 7** di sera del 24 (fig. 29 A).
La scossa fu molto forte a Nizza, Portomaurizio, Albenga, Final-
borgo, Rialto, Badalucco, Savona, Celle Ligure, Frabosa, Drenerò, Vil-
lanova Solare, Carde, Acquij Alice e Nizza Monferrato (B).
Fu forte (C) ad Alba, Villa Stellone, Peccetto, Marsiglia ecc. ; sensi-
bile ad Asti, Torino e Genova e leggiera al Gran S. Bernardo, in Ales-
(l) La mortalità, secondo il Lon^^ fu distribuita nel seguente modo: AcibonaccorBi,
morti 2; Acireale, 3 (60 feriti),- Aci S. Antonio e S. Filippo, 3; Aclcatena. 6 (feriti 11);
S. Lucia, 1; Acl Consolazione, 2; s. Giacomo, 4; S. Gio. di Galerno, 2; Piedimonte, 7,-
Trecastatrne, 1; TrtMuestieri, 1 (4 feriti) e Zafferana, 33. A Gravina si ebbero 4 feriti; 2 a
S A^ata Battiati ed 1 a Bronte e ad Acl Trezza.
(2j A Palermo, ad ore 6,20 pom. del 6 gennaio, si era sentita una scossa ond. SK-NW
di 10 secondi che incu8.se timore ed unaltra a ore 3,42 ant. del giorno 8 (ond. K-w di
10 secondi a due riprese).
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341
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«mandria, in qualche località di questa provincia e nel circondario di
Ivrea : forse fu sentita anche a Milano.
La scossa a Torino ebbe due riprese: la prima ond. N-S di 4» e la
seconda, seguita dopo un intervallo di 3% fu pure ond. ma più sensì-
bile : a S. Remo durò 12* ed a Porto Maurizio IO.
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Il mare nella spiaggia di Antlbo — secondo Arago è Gay Lussac —
venne al momento del terremoto a sbattere con forza contro la spiaggia.
Alla scossa principale seguirono repliche più o meno sensibili per
parecchio tempo : una avvenne verso le 11'* pom. dello stesso giorno,
fu sensibile a Torino, a Cuneo, a S. Remo, a Marsiglia ecc. : a 2^ a.
34-2 [1818J
del 24 se ne ebbe una lieve a Torino: ad IV" ant. di tale giorno altra
sentita a S. Remo, a Nizza ed a Marsiglia.
Secondo il Vassalli parecchie altre scosse furono sentite nel Nizzanlo
fino al 2 marzo, alcune delle quali anche forti.
[883] 1818. Febbraio 28. Val di Noto (SiciUa).
LoNGo A.: Mem. stor. Jlsica sul trem. ecc., pag. 27 - Baratta m. : Materiali ecc., pag*. n.
Al 28 febbraio, a 9^ Vs^ ì^ Catania, secondo il Longo, si sentirono
due scosse abbastanza intense e lunghe, le quali furono più gagliarde
in Val di Noto, ove non poche città ebbero a soffrire molti danni. Il
Ferrara {Descriz. delVEtna^ pag. 149), senza indicazione di ora, af-
ferma che nel giorno 28 fu sentita una scossa a Palermo, la quale ri-
tengo corrisponda al tremuoto precedentemente indicato.
Al V marzo, a 3** 29" ant., TOsservatorio di Palermo registra una
scossa ond. E-W di 22% le cui ondulazioni furono forti e regolari, e
nel giorno 2, secondo le notizie da me raccolte, a Mineo ed a Pala-
gonia ed in Val di Noto si ebbe una scossa con danni. Dubito che la
data di quest' ultima sia eiTata e che tale terremoto corrisponda alla
scossa del l** marzo sentita a Palermo, oppure si identifichi con quella
del 28 febbraio.
A questo terremoto corrispondono certamente le seguenti notizie co-
municatemi dal signor C. Guzzanti, le quali, per essere state nel 1897
raccolte, dietro mia preghiera, dalla viva voce dei contemporanei, pog
sono contenere un evidente errore nelle date, quantunque non sia im-
probabile un risveglio del centro sismico di Miueo.
« La notte del 28 gennaro... [a Mineo] vi fu una scossa di terremoto
abbastanza sensibile seguita per otto giorni da continue e leggiere
scossette. Il giorno 5 febbraio poi, verso Tavemaria... fu avvertita una
fortissima scossa di teiTemoto, che produsse nelle campagne e nel
paese moltissimi danni. Nella Chiesa di S. Pietro si spezzò una delie
grosse catene di ferro della grande navata, che ebbe a soffrire varie
screpolature ; dal prospetto principale cadde una delle grandi statue
ornamentali. Nella Chiesa di S. Maria Maggiore fii distrutto parte del
campanile con la grande croce di ferro che lo sormontava. La chiesa
soffri varie e profonde lesioni. A S. Francesco il campanile si contorse
e la statua della Immacolata fa atterrata. Si spaccò la Chiesa d' Itria
e cadde buona parte del campanile del Collegio dei Gesuiti. I terremoti
durarono per molti giorni. Molti degli abitanti recaronsi nelle cam-
pagne, altri eressero baracche... e non rientrarono nelle proprie abi-
tazioni che verso il maggio. Si ebbe a deplorare qualche vittima e
molti furono i feriti».
Nei Materiali ecc. da me pubblicati trovo poi notizie di altre scosse
[)818]
M3
sentite a Palermo : una di SO» a 9^ 29" pom. del 4 marzo, tre o quattro
lievi a 10*» 45°» pom. dell' 8 e due leggiere ad S^ 30"* pom. del 20, ed
Infine una E-W di 10* circa ad V" 29" ant. del 13 aprile, seguita da
replica più lieve verso le 4** ant.
[884] 1818. Maggio 3. Ancona.
Baratta M- : Materiali ecc., pag. 96.
Alle 4^ pom. circa del 3 maggio forte scossa : panico grandissimo
ma nessun danno : tutta la popolazione abbandonò le case. Una scossa
mediocre era stata sentita nel giorno 30 aprile.
[885] 1818. Settembre 8. Madonii) (Sicilia).
Baratta ài. : Materiali ecc., pag. 96-97 - Scinà D. : Rapp. del viaggio alle Madonie ecc.
Il giorno 8 settembre 1818, a 10** 37" ant., a Palermo fu intesa una
i^cossa ond. E-W di 15% che fece fermare il pendolo deirOsservatorio.
Nei paesi circostanti i monti delle Madonie causò moltissimi danni
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FiG. 30.
specialmente a Petralia Soprana e Sottana, a Polizzi, a Caltavuturo ed
a Scillato, distrusse inoltre poche case all'occidente di Gerace Siculo e
ne abbattè varie a tramontana di Gangi ; Castelbuono, S. Mauro, Isnello,
Coliesano e località vicine sentirono la scossa con poco o nessun danno.
Il centro di questo terremoto parve essere tra le due Petralie e Polizzi.
Nella fig. 30 è indicata V area dei gi*avi danni e quella dei minori
recati da tale scuotimento.
Alle 11*» 30" pom. della stessa giornata a Palermo si senti una forte
scossa che non apportò alcun danno e che pare sia stata avvertita
solo nei dintorni della città. In settembre, in ottobre ed in novembre
nei paesi circostanti alle Madonie, furono intese varie repliche, special-
mente alle Petralie, a Polizzi ed a Caltavuturo ; a Castelbuono e Col-
iesano se ne rese sensibile solo qualcuna nell'ottobre e nel novembre:
nessuna invece a Pollina ed a Isnello. L'Osservatorio di Palermo non
ne segnala che una ad 11** 30°" pom. del 12 novembre, un'altra ad
8^20™ pom. del 14, seguita da replica ad 11^ pom. della stessa giornata:
ma queste scosse sono forse corocentriche.
Al 25 febbraio 1819, a 0** 24"" ant., Palermo fu urtata da un forte ter-
remoto ond. E-W di 35% a tre riprese, che fece fermare nuovamente
il pendolo della Specola : alle Madonie la scossa ebbe pressoché eguale
forma e durata ma una intensità incomparabilmente maggiore. Molti danni
causò a Castelbuono, a Ceraci, ad Isnello, a Collesano, a S. Mauro ed
a Lascari : minori a Pollina, a Gratteri ed a Cefalù. A Palermo ed a
Termini fu più gagliardo che quello deir8 settembre 1818. Fu sentito
anche ad Alimena senza però avervi apportato lesione alcuna. Se causò
qualche danno a Petralia Sottana, a Polizzi ed a Caltavuturo ciò suc-
cedette perchè le fabbriche erano già state indebolite dal precedente
terremoto.
Il centro di questo nuovo scuotimento pare sia stato nei pressi di
Castelbuono.
Nella cartina che accompagna la descrizione di questi terremoti si
trova delimitata anche la zona dei danni maggiori e quella dei lievi
inferti dal nuovo parossismo del 25 febbraio.
Dopo il 25 febbraio continuarono a sentirsi numerose e forti repliche
a Castelbuono, a Collesano, ad Isnello ed a S. Mauro, le quali furono
però insensibili a Petralia Soprana, a Buonpietro, a S. Maria del-
l' Olio ed a Scillato.
L'attività sismica fu abbastanza accentuata nel marzo e neiraprìle
dopo di che, le repliche decrebbero di numero e di energia per cessare
poi totalmente.
In occasione della scossa del 25 febbraio diroccò un gran masso e
parecchi altri si fessurarono suU'orlo delle montagne di Geraci, dalla
parte di mezzodì e di scirocco : la terra si squarciò il giorno appresso
nella regione « Mondoletto > in territorio di Collesano, sotto le Ma-
donie. Tale apertura, di forma elittica, comprendeva col suo circuito di
circa un miglio, quasi 30 salme di terra che furono qua e là ripiene
di fenditure ; la maggior larghezza dell'apertura era di 4-5 piedi, la
minore di 2-3 pollici e la profondità di 10 piedi circa. Nell'atto in cui
la terra venne a spaccarsi si udi un forte rumore.
Riguardo alle repliche noterò che esse furono sempre precedute da
rombo e che in aprile e maggio udissi talvolta un fragore cupo senza
che fosse seguito da sensibile scuotimento.
Rispetto al valore dei danni gioverà il seguente riassunto :
Caltavuturo abitanti 3408 danni in oncie 3492
Cefalù » 9000 » 300
Castelbuono » 7000 » 46109
Geraci » 2467 » 7239
[isifi
ì - 1819]
345
CoUesano
abitanti 3000 danni
in
oncie
7968
Isnello
»
2095
»
4224
PAtralia Soprana
»
3944
ì>
270
» Sottana
»
4300
»
1955
Polizzi
ì>
4000
»
11199
S. Mauro
»
3830
»
3759
Scillato
»
186
»
76
Lascari
»
508
»
421
L'area entro cai i maggiori scuotimenti fdrono sensibili non oltre-
passò da SE ed E Nicosia, da SW ed W Caltanisetta e Vallelonga: a
NW si estesero ma^iormente perchè farono sentiti a Palermo.
Le repliche farono — come ò detto — più localizzate, giacché pas-
sarono inosservate a Resattano, a Cefalù ed a Termini.
[886] 1818. Dicembre 9. Emilia.
Babatta u.: Materiali ecc., pag. 96 - Malvasu-Db Bossi: Documenti ecc., pag. 48 - Per-
REY A. : Tremai, penins. Ital., pag. S4.
Circa le 7^ pom. deirs dicembre in Parma lieve scossa sentita anche
a Genova, a Modena, a Reggio ed a Livorno. Alle 7*^ 52-55'^ pom. del
pomo 9 a Parma fortissima scossa SW-NE di 7-8% che fece cadere in
città molti comignoli, 17 dei qaali nella sola parrocchia di S. Qaintino ;
fu più violenta in alcuni paesi situati sulla sponda sinistra del torrente
Parma e specialmente a Langhirano e sua frazione Arola ed a S. Mi-
chele. A Reggio (suss.-ond. 5*) causò molto panico, fece tintinnare i
vetri e nella regione collinesca abbattè dei comignoli. Tale scossa fu
forte a Modena (S-N), a Genova (suss.-ond. S-N di 14»), a Vicenza, ove
durò circa un minuto, a Bottigliera presso Asti (ond. S-N di IO) ; fu
sentita a Verona e leggermente a Milano ed a Bologna (').
A 10** pom. del 10 lievi repliche a Reggio ed al 1« febbraio 1819,
ad 8^ ant., una leggiera a Parma.
La zona epicentrale e V area fortissima sono delineate nelle cartine
23 e 25 ; in quest' ultima poi è tracciata anche la zona isosismica
forte (C) e quella sensibile (D).
[887J 1819. Gennaio 8. LÌ£;oria oecidentale.
Baratta M. : Materiali ecc., pa^r. 97.
Verso le 11*» 30" p. dell' 8 gennaio a Portomaurizio varie scosse,
fra le quali una assai violenta ond. W-E, che causò danni a qualche
(1) Mentre stavo correggendo le bozze di stampa di questo foglio 6 trovato la notizia
cbe a Mantova la scossa del 9 die. fu gagliarda, della durata di parecchie secondi e che
fece crollare alcuni comignoli (Oionta: Il Jloretto delle cronache di Mantova continuato ecc.
ivi 1SI4, pag. 335). Quindi, se detta città non costituisce un punto Isolato di maggior
flcuotlmento, la taoslsma fortissima dovrebbe comprendere anche tale località.
346 [1819J
casa di poco buona costruzione : anche a S. Remo vari edifici ripor-
tarono notevoli fenditure. Tale scossa fu sentita fortemente non solo
dai bastimenti che erano in rada, ma eziandio nei paesi sulla mon-
tagna : fu sensibile ad Alassio ed a Genova : passò inavvertita a Nizza .
Nella notte a S. Remo due repliche lievi ed un'altra ad 1** IS*^ ani .
del giorno 9 : a 4^ ant. del 20 a Genova una lieve avvertita da pochi.
[888] 1819. Gennaio 25. Madonie (Sicilia).
Vedi 1818 : 8 settembre, N. 885.
[880] 1819. Maggio 26. Corneto (Roma).
Baratta M. : op. clt., pag. 91.
A 6*» ital. del 26 maggio una fortissima scossa a Corneto recò
guasti a varie case : dal terremoto fa ivi rovesciata la famosa cupola
detta « il Castello » e resa inservibile la Chiesa di S. Francesco. Fu
sentito lungo la costa del Mediterraneo con danni più o meno sensibili.
Secondo il Perrey {Trenìbl. penins, Ital,^ pag. 84) alla fine di questo
mese furono sentiti violenti scuotimenti a Viterbo : la qual notizia con
probabilità è errata, poiché i Documenti Malvasia-De Rossi (pag. 49\
accennato il terremoto di Corneto, aggiungono che nello stesso giorno
in cui questa città veniva danneggiata dal detto terremoto, quella di
Viterbo lo era da un uragano. Non è improbabile che la scossa di Cor-
neto sia stata sentita anche a Viterbo mentre infuriava un temporale,
per opera del quale sarebbero avvenuti altri sinistri.
[890] 1819. Maggio-Luglio. Etna.
Greco g. m. : Degli scrttt. che han tratt. dei trem. di Basilicata^ pa^r. idO - Mara vigna ( ;. :
Ist. dell incendio dell'Etna del mese di maggio iSiO, pag. 11, 16, Catania 181P.
Circa la mezzanotte del 27-28 maggio terremoto nella regione etnea :
nel giorno 28 varie repliche e nella notte fra il 1*> ed il 2 luglio in
Catania forte scossa, più intensa a Chiaromonte e nella notte del 26-27
altre due molto forti a Catania. Il Mar;ivigna nella sua monografia
suireruzione dell' Etna del 1819 ricorda che a 5^ ital. del 27 maggio
r ignivomo monte fu scosso da un terremoto che si estese abbastanza
sensibilmente fino alle sue falde e che si rese sensibile sino a Catania,
e che altre forti e frequenti furono ivi sentite fino al 22 giugno.
[891] 1819. Dicembre 24-25. Foligno (Umbria).
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 97.
Nella sera del 24 dicembre varie scosse a Foligno : replicarono nu-
merose e forti nel giorno 25 : incussero grande panico, ma nessun
grave danno.
[1820- L821] 347
[892] 1820. Mineo (Catania).
NotiyJa ms. comunicatami dal signor C. Guzzantl di Mineo-
Nell'anno forte terremoto a Mineo senza danni considerevoli.
[893] 1821. Marzo 22. Rieti (Umbria).
Baratta M. : op. cit., pag. 98. (1)
ÀI 22 marzo una scossa recò gravi danni a Rieti, e nel medesimo
tempo^ dicesl, si vide nscire dal fiume di « Canera > una colonna di
fuoco (?), la quale passando sopra la città, andò a gettarsi nel lago di
Cantalice.
[894] 1821. Agosto 2, Settembre 12. Catanzaro, Nicastro.
Baratta m. : op. cit., pag. 9H - Malvasia-De Rossi : Documenti ecc., pag. 49.
Il 2 agosto, circa le S^ ant., in Napoli da pochi fu sentita una leg-
giera scossa di 6* circa, che fu la eco di forte terremoto avvenuto nei
pressi di Catanzaro ove, sotto la rovina di alcune case perirono diverse
persone. Dopo un periodo di quiete, a 12** della notte del 12 (agosto o
settembre ?) a Catanzaro altra fortissima scossa, cui susseguì, quindici
minuti dopo, una replica ugualmente intensa, che apportò nuovi danni
a^li edificii, senza però fame rovinare alcuno. La stessa intensità
spiegò il terremoto nel circondario di Nicastro, ove al 6 ottobre fu-
rono inoltre sentite altre scosse.
r895] 1821. Ottobre. Siena.
Baratta m.: Materiali ecc.; pag. 98.
Dall' 11 al 14 ottobre in Siena varie scosse, specialmente circa le
12*» della notte e sul far del di di ciascun giorno. Ne furono intese
8-10 per ogni 24*», tutte lievi, ond. W-E, ed assai più sensibili a S. Co-
lomba, villa del collegio Tomei, a ponente della città. Nei giorni
15-16 varie repliche e 5 altre nella notte 18-19. Dopo una calma di
poco più di una giornata, ad 8^ 72 ^^^* ^^^ ^^ ^^& forte: nel mattino
del 24 varie più leggiere delle precedenti. Questo periodo sismico non
apportò alcun danno.
Campani e Toscani {Sui terr. avv. ecc., pag. 291) registrano dal-
1*8 ottobre al 15 novembre molte scosse « spaventevoli » ed altre quasi
giornaliere dal 13 al 27 ottobre.
[896] 1821. Novembre 22. Terremoto Adriatico.
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 98 e SulVattiv. sism. nella Capitanata^ pag:. 12-13 (estr.)
A 2** 15" ant. del 22 novembre a Napoli fu avvertita, non però ge-
li) Nei miei Materiali [loc. cit.) erroneamente tale terremoto è attribuito al maggio.
348 [1821 - 182:2]
neralmente, una lieve scossa ond. E-W di 18' circa, la quale a Ghie ti
fu forte ed incusse panico nella popolazione che usci all'aperto. I paes^i
situati lungo la costa adriatica dal Gargano a Termoli soflìùrono danni :
a Termoli ed a Porto Cannone gli scuotimenti furono sette, ond, E W :
quivi tutti gli abitanti uscirono dalle case rimaste danneggiate e qual-
cuna anche demolita. A Lesina molti fabbricati furono gravemente le-
sionati. Alle isole Tremiti caddero le mura del Castello, eccettuata la
parte di ponente ; a Foggia il terremoto fu sensibilidsimo ma non pro-
dusse danni : fu inteso in Campobasso e provincia : a Teramo fu av-
vertito da pochi.
Alla mezzanotte del 25 dicembre la costa del Gargano a Teramo fn
urtata da due forti scuotimenti ond. che non causarono danni.
Data la forma e V andamento della scossa, si comprende che il
centro del precedente terremoto sia stato a mare fra la costa di Ter-
moli e le isole Tremiti.
[897] 1822. Febbraio 19. Chambery (Savoia).
BiLLiET A. : Notice sur des tremblemerUs ecc., pag. Lxix.
Nel febbraio violentissimo terremoto a Chambery e dintorni, sentito
a S. Giovanni di Moriana e paesi circostanti. Il Vogler, citato dal Mer-
calli (I terr. della Liguria ecc., pag. 45) indica pel 19 febbraio un
terremoto forte con lesioni degli ediflcii nel Vallese ed in Savoia, cui
certamente si riferisce la notizia del Billiet sopra citata.
[898] 1822. Aprile 6-10. Nicosia (Catania).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 99 - Malvasia-de Rossi : Documenti ecc., pag*. 50-51.
Nella sera del 6 aprile in Nicosia e paesi adiacenti forte scossa che
recò gravi danni ai fabbricati : le commozioni telluriche replicarono
nei susseguenti giorni 8, 9 e 10 ; a circa le 4** pom. di quest' ultimo
un parossismo violento urtò detta città, spargendo la desolazione fra
gli abitanti, costretti ad abbandonare le case state danneggiate. A Ca-
pizzi, a Cesarò, a Sperlinga, a Troina ed in altri comuni circonvicini
le scosse furono innocue. Nel mattino dell' 11 nuovo scuotimento sen-
sibilissimo seguito da altre repliche.
[899] 1822. Luglio 14. Belvedere, Umbriatico (Cotronese).
Baratta M. ; Materiali ecc., pag. 99.
Ad 1^ di sera del 14 luglio, a Catanzaro una lieve scossa avvertita
anche a Cotronc, Umbriatico e Belvedere, nelle quali ultime due loca-
lità fu molto forte e causò qualche lesione. Al 30 luglio altra scossa a
Catanzaro.
[1823] 349
[900] 1823. Marzo 5. Naso, Falerno.
a\K %TTA. M. : Matertalt ecc., pag. 100-101 - Ferrara f. : Afemor. 8 pra i trem, della Sicilia
ecc. - RtftessUmi sul tremuoto avvenuto in Palermo ecc.
Il ^omo 16 febbraio, ad 11*" pom., in Palermo lievissima scossa di
terremoto: al 5 marzo, ad 1** 30"* pom., una lieve, ed alle 3^ pom. circa
una replica meno sensibile della precedente : queste ultime due furono si
forti a Naso che gli abitanti credettero prudenza abbandonare la città.
A 5* 37"* pom. dei giorno 5 un parossismo disastroso colpiva questa
città ed il littorale tirrenico sino a Patti. A Palermo, secondo il comu-
nicato deirOss«irvatorio, la scossa fu ond. della durata di 23" : secondo
il Ferrara invece si ebbe un urto suss., quindi un movimento ond.
]uù vigoroso, poscia un altro della stessa natura, ma meno forte, cui
seguì una quarta ripresa del tutto eguale alla seconda, quindi un nuovo
urto verticale come la prima fase : la durata totale fu stimata di 16-17"
e la direzione predominante NE-SW. A Patti durò 12" e 10 a Messina,
ove f\i ond. N-S. Palermo sofih:! molti danni e fu osservato che in questa
occasione furono devastati gli stessi rioiii, anzi precisamente le stesse
case che nel 1726 (vedi N. 643). In diversi luoghi caddero le parti più
alte degli edificii. in moltissimi dei quali si aprirono tosto o successi-
vamente (andando sempre più ingrandendosi) numerosi spacchi, sicché,
«luantunque poche sieno state le case rovesciate, moltissime furono le
devastate, molte le danneggiate e pochissime quelle che nulla ebbero
a «offrire.
Fra gli edifici danneggiati meritano menzione il palazzo Belsito cui
crollò parte del 4"*, del 3" e del 2** piano : le chiese di S. Francesco e
di S. Anna, e quella di S. Nicolò da Tolentino che perdette la volta
della navata principale ; il palazzo Lucchese, cui crollò un porzione del
maro estemo del 2'» piano e quello Valguamera che ebbe demolite varie
btanze.
I maggiori danni avvennero nel sobborgo < Molo », air Arsenale
della marina, al carcere detto «Sesta Casa» e presso porta «Clarbone».
In tale disastro si ebbero a deplorare 19 morti e 25 feriti.
In Monreale risenti pochissimi danni il monastero Benedettino, la
casa dei PP. Conviventi ed il Seminario. A Parco il Collegio di Maria,
il monastero, la parrocchia e qualche casa rustica. A Piana de' Greci
rovinarono i merli della toiTe. A Capaci t\i devastato assai il duomo,
due magazzini ed alcune case. A Ca^tellamare la sola casa comunale
(»bbe ingrandite le fenditure del 1819. Ad Alcano la scossa fu forte e
meno assai a Trapani.
Ad oriente di Palermo i danni furono maggiori ; ad Altavilla fu
colpito il ponte ; a Trabia il castello ; a Godrano il duomo ed alcune
rai^o furono tVacassate ; a Termini fu danneggiato il convento di S. An-
350
[1823]
tonino, il collegio di Maria e varie case particolari. In Lascari quasi
tutte le case furono danneggiate, alcune divennero inabitabili e caddero
molti muri ; Ogliastro fu poco colpito ; in Ciminna crollò V alto di un
campanile e rovinò gran parte della torre dell'orologio, uccidendo una
persona : a Rocca Palumba fu rovinata V unica chiesa ; in Corleone
fece cadere qualche fumaiolo e tettoia ; a Montemaggiore rovinò il
teatro, un magazzeno ed alcune case ; Cefalù ebbe vari danni sia entro
che fuori le mura, e così pure Pollina e Finale, ove 5 case caddero
r 11 marzo ; a Cerda furono colpite la chiesa ed alcune case e fti di-
strutto un forte : a Scillato soflfrl la volta della chiesa parrocchiale con
qualche casa particolare; in Gratteri la chiesa di S. Giacomo ed alcune
case : in CoUesano si ebbero a do.plorare danni considerevoli, e, fi'a
r altro, rovinò la gran fabbrica dell' ospedale. In Isnello aumentarono
le lesioni nelle case danneggiate del terremoto del 1819 : simile sorte
ebbero Gerace (ove il duomo fu ridotto in stato rovinoso), Gastelbuono
e S. Mauro. Naso fu quasi totalmente devastata ; un gran numero di
I I* a ds i*a»
Fio. 31.
case fu distrutto ; crollarono o furono in gran parte abbattuti 1' ospe-
dale, il monastero, le chiese di S. Pietro, delle Anime, di S. Demetrio
ed il duomo ; soflFri meno il quartiere del Salvatore. Non morirono che
due persone, avendo di già la popolazione, come sopra ò detto, abban-
donate le abitazioni per lo spavento causato dalle due scosse precorri-
trici del parossismo. La cattedrale di Patti, il palazzo vescovile e varie
case furono pure danneggiate ; nella chiesa di 8. Gio. Battista di Bar-
cellona Pozzo di Gotto si aprì una grande fenditura nel campanile,
minaccioso di rovina, l^a scossa fu forte ma senza danni a Milazzo ed
a 8. Lucia ; in Messina produsse alcune lievi lesioni. A Caltavuturo soffri
qualche edificio in cattivo stato ; ad Alimena f\i danneggiato il duomo
ed il convento. Il terremoto fu leggero a Catania, fu sentito da pochi
a Siracusa ed in qualche località della provincia dì Girgenti ; mentre
passò inosservata a Modica, fu invece abbastanza forte a Stromboli, a
Salina ed a Lipari.
Fu notato che le acque termali di Termini crebbero in occasione
del terremoto di quantità e divennero più calde e fangose.
[1823] 351
In Celala il mare repentinamente innondò il lido e quindi si ritrasse
■Biqwrtando dapprima verso terra alcane barche e poscia assai bru-
scamente riportandole al di ih del luogo, ove prima si trovavano; lo
stesso fenomeno, però con minor intensità, fu avvertito in tutto il lit-
torale fino a Palermo.
Nella contrada Pozzillo e S. Agata presso Ogliastro si aprirono di-
verso fenditure nel terreno che fu sconvolto sopra una estensione di
oOO salme : una squarciatura si determinò pure neir abitato di Naso.
Concludendo : la costa tra capo Orlando e capo Calava fu certa-
mente la più intensamente urtata dai fenomeni sismici ed io non esito
menomamente a porre quivi il centro principale di scuotimento : l'area
dei gravi danni si estende lungo la riviera da Patti a Palermo e poco
»i allontana dal mare : però pare che a Palermo cause topograflco-
geologiche e l'attività di un centro proprio (che in modo secondario
abbia agito) abbiano cooperato ad aumentare i danni.
L' unita cartina, che rappresenta V andamento delle principali iso-
hisme, mi dispensa di aggiungere ulteriori spiegazioni ; con A è indi-
cato Tepicentro della scossa 5-III ; con B il limite della zona isosismica
disastrosa ; con C quella della rovinosa ; con D la fortissima ; con E la
forte e con F la mediocre.
Dopo la grande scossa avvennero qua e colà delle repliche, come si
scorge dal qui unito elenco :
Marzo 6) Palermo, 3*» 30™ ani., alcune leggere scòsse; S. Lucia di Mi-
lazzo, 7^45"* e 9*» 30" ital. (notte), due forti con rombi intese a Messina e
non a Palermo ed altri luoghi occidentali : vari rombi ad intervalli - 8) Pa-
lermo 0*»15™ ant. leggere scosse - 26) ivi, 11*» 30™ ant. altra idem - 27) Fa-
vignana, forte scossa che fece cadere parte dell* antica fortezza seppellendo
22 persone - 3i) Messina, 20*» 52™ ital., mediocre scossa ond. di 5-6."
i Aprile) Ivi, 8*» 30™ e 10*» ital , due scosse : allo Stromboli, dopo aprile,
scosse frequenti che tennero in apprensione gli abitanti : risveglio eruttivo
del vulcano.
:'/? maggio Castelbuono, Isnello, 16*», breve ma forte scossa sentita anche
nelle vicinanze.
i2 giugno) Palermo, 5*» 45™ pom., lieve scossa.
i5 luglio) Milazzo, Messina, 20*», scossa sensibile : fu molto più forte spe-
cialmente a Scaletta e poi a Regalbuto, a Centorbi ed a S. Filippo : fu intesa
5i Catania, a Scicli e lievevemente a Caltagirone - 24 prima del) Palermo
<* villaggi circostanti varie scosse.
io agosto) Palermo 5*» ant., quattro scosse mediocri NE-SW : furono sen-
tito ad Alcamo, a Calataflmi, a Salemi, a Corleone, a Chiusa e leggermente
anche a Mazzara.
Le precedenti notizie ci fanno conoscere un fatto importantissimo,
^•he cioè non si ebbero vere repliche nell' nrea più profoudaviento
352 [1823 - 1825]
commossa, ma che invece, dopo il parossismo del giorno 5, si ridesta-
rono vari! centri di scuotimento, specialmente nei pressi di Milazzo, di
Messina, di Scaletta Zanclea, delle Eolie, delle Madonie, di Palermo
e deir isola di Favignana. Ma di ciò parlerò in altro luogo.
[901] 1823. Marzo 27. Isola di Favignana.
Vedi a pag. 351 fra le repliche del terremoto del 5 marzo 1823 (N, 899).
[902] 1824. Febbraio 4. Bobbio, Voghera (Pavia).
Baratta m.: Sul terr, vogherese ecc., pag. 4 5 (estr.)
A 10** 50™ pom. del 4 febbraio a Bobbio due forti scosse di 2-3% a
breve intervallo V una dall' altra ; molti per la violenza della commo-
zione e per la intensità del rombo furono risvegliati : a Voghera il
terremoto fu pure forte; durò 4», e causò la faga generale dalle case.
Fu avvertito anche a Varzi, a Vercelli (lieve E-W) : pare sia passato
inosservato a Genova. Non fu seguito da repliche.
[903] 1824. Agosto 12. Selvaplana (Romagna).
Baratta M. : Materiali ecc.. pagr. 101.
A 1^ ant. del 12 agosto a S. Piero in Bagno (fraz. di Bagno di Ro-
magna) tre scosse consecutive che fecero suonare le campane dell'oro-
logio pubblico : alle 8** ant. due repliche assai più intense fecero ab-
battere un comignolo; in alcuni luoghi vicini si aprirono lesioni nel
muri ; a Selvapiana, località più colpita, rovinò anche una muraglia.
Nei giorni 12-13 altre 20 repliche non forti.
[904] 1824. Dicembre 10-11. Corigliano, Lon^bveeo, Rossano (Cosenza).
Baratta M. : Materie^ eoe., pag. 102 - Perrby a. : Tremai, penins. Ital., pag. 88^.
Al 30 novembre a Catanzaro ed a Cosenza qualche lieve scossa
ond. : nella notte del 10-11 dicembre in Calabria Citra, e specialmente
a Corigliano ed a Longobucco , alcune scosse rovinose fecero ab-
battere varie case e causare tre vittime : nel mese (al 10 ?) un gran
numero di case cadde per terremoto pure a Rossano. Queste scosse si
propagarono anche a Reggio, giacché ivi nella notte del 10-11 ne fu-
rono avvertite, però non generalmente, 5 lievi.
Al 5 gennaio 1825, a 2*" pom., a Cosenza una lieve stata più forte
a Rossano ed a Corigliano, nei quali paesi però non apportò danni. Al
24 maggio, a 3** 30° ed Ji 9** pom., a Catanzaro due leggere scosse,
di 3% con rombo ed altre lievi a 3"* pom. del giorno 28 : al 25 luglio
una simile a Rossano.
[905] 1825. Ottobre 27. Isernia (Campobasso).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 102.
Ad 11** ant. del 27 ottobre ad Isernia scossa non lieve seguita da
[1826] 353
^dac repliche, T una delle qaall per la sua veemenza, spaventò la po-
polazione e causò qualche lieve guasto ad alcune case.
[906] 1826. Febbraio 1. Tito (Basilicata).
Baratta m.: Materiali ecc., pa^. 102-3 - Lombardi: Cenno sul tremuoto aw. in Tito ecc.
Verso le 5** del 1° febbraio a Najioli leggerissima scossa di pochi
secondi, intesa pure ad Avellino : a Tito fu violentissima suss.-ond.
X-S di 20* a due riprese, accompagnata da fragoroso rombo. Caddero
oltre la chiesa parrocchiale 60 case, molte rimasero in stato crollante,
le rimanenti ricevettero lesioni più o meno considerevoli : 7 furono i
morti e 4 i feriti gravemente. A Sasso 10 case furono rovinate ; a
Pictrafesa 5 e molte altre rimasero danneggiate.
A Potenza risentirono gravemente tutti gli cdificii si pubblici che
privati : caddero inoltre due o tre vecchi abituri. Il palazzo dell' In-
tendenza, il Vescovado, il monastero dei Riformati e V ospedale civico
fdrono ridotti a mal partito : il campanile della cattedrale usci di
piombo.
A Calvello cadde il coro della chiesa delle Teresiane, precipitò una
stanza del castello e la chiesa parrocchiale fu chiusa per precauzione.
In Brienza e Salvano molti edificii e chiese soffrirono danni conside-
revoli ; in quella dì Montemurro rovinò la parte superiore del campa-
nile ; in Tramutola furono abbattute le torri dell' ex badia dei Bene-
dettini, della Cappella del Soccorso e del soppresso convento degli
Osservanti : tutte le abitazioni rimasero danneggiate. A Marsiconuovo
cadde una parte del campanile ed una muraglia della chiesa di S. Maria
delle Grazie, nonché un muro in quella di S. Gennaro. A Sala gi*an-
demente soffk'irono le due chiese maggiori, caddero inoltre due vecchie
cHse ed un' altra rimase atterrata da una iVana distaccatasi dai monti
sovrastanti. In Atena si resero inabitabili 20 case, crollarono molti tetti
e mari, e la chiesa di S. Michele in parte fu diroccata : un morto e
un ferito. S. Arsenio soffri pure vari danni.
In Tito si intorbidarono le acque dei pozzi e nel luogo detto « Cro-
cevia » a NW dell' abitato, dalla terra squarciata venne fuori un getto
istantaneo di acqua : enormi macigni si staccarono dal colle Pesco-
grande, presso il quale avvennero altri sconvolgimenti nel suolo e sca-
turirono delle sorgenti.
L'epicentro di questo terremoto si deve porre presso Tito (fig. 32 A)
nt'll'aroa mesosisniica (B) sono comprese Pictrafesa e Sasso, località che
dopo Tito furono le più danneggiate : neir arca dei danni gravi (C)
stanno tutte le altre precedentemente nominate : essa à forma elittica
con r asse maggiore disposto da SE-NW con la massima lunghezza fra
Balvano e Montemurro, di km. 55 circa.
9AIUTTA ; Terremoti ecc. Zi
f »■> w
354
[1826]
Nei paesi del circondario di Lagonegro la scossa fu molto forte :
invece fa appena avvertita in quelli di Melfi e di Matera, ed a Napoli
che dista da Tito km. 125 circa.
"7 ^^5S"^5Sw ^
\
Cihr/J^
9onf
1
Fia. 32.
Air epicentro, dopo la prima scossa, nello spazio di un ora si sen-
tirono due repliche sensibili e altre nei di susseguenti con nuovi danni
agli edificii già conquassati. Air 11 febbraio si ebbe un nuovo scuoti-
mento alquanto forte ed altri al 4 e 18 (^) giugno, al 15 luglio, al 12
ottobre, air 8, 9 e 10 dicembre : tutte queste scosse furono ond. S-N,
avvertite anche a Potenza e nei vari paesi circostanti a Tito.
[907] 1826. Marzo 18. Pesaro.
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 103 - Gay Lussac-Arago : Li$te de$ trembh ecc. de 182g.
pag. 409-10.
Al 18 marzo, a 0*^20" ant., a Pesaro scossa assai forte SE^-NW : a
0*^50™ ant. altra più intensa durante la quale fu osservata una forte
agitazione del mare presso Sinigallia : ad V 14", 2^ 4" e 10*» 45» pom.
tre lievi repliche : ad V 45"" e Z^ 15'" ant. del 19 due altre leggerissime
SE-NW: un' altra simile, ma assai lunga, a 1*^45'» ant. del giorno 20, ed
infine a 4*» 20°» a. del 6 aprile una leggera sempre nella stessa direzione.
Le scosse del 18 devono essere state intese anche a Sinigallia, giacché
quivi nelle notti dal 15 al 18 furono avvertite frequenti scosse innocue.
La maggiore fu forte anche ad Ancona (0^ 15™ a.)
[908] 1826. Giugno 24. Benaeo, Val Sabbia (Lombardia).
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 103 - bettoni: Note star, sui terr., pag. 6 (estr.)
Nel giorno 24 giugno, ad l^^SO" pom. circa, gagliarde scosse nella
n) La scossa del 4 giugno a Potenza (ore lAò pom.) fu lieve ond. N-s di 12 secondi;
quella del di 18 avvenne a ore 5 ant. e fu suss.-ond. N-S di 10 sec. : non apportò danni.
>
TMf-g-
[1826-1827] 355
regione Benacense in particolar modo e nella Val Sabbia : a Vicenza
fu il terremoto sensibile e fece cadere dal palazzo Salvi un pezzo di or-
namento di nn finestrone (Piovene) : a Verona fu ond. SE-NW di al-
quanti secondi (Goirax), a Brescia ed a Mantova fu lieve, e così pure
a Venezia (E-W a 2 riprese di 3-4" ciascuna) : tale forma ebbe pure a
Pavia, ove la seconda fase, avvenuta dopo 3* dalla prima, fu più forte
ed ebbe direzione E-W. Questa scossa fu sentita a Milano, a Bassano,
a Genova, a Rovereto, a Trento ed a Innspruch.
[009] 1826. Ottobre Rocca San Gasciano (Firenze).
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 104.
Sai primi di ottobre forte scossa, seguita da circa :)0 repliche ; causò
grande spavento ma pochi danni.
[910] 1826. Ottobre 26. Mandaria (Terra d' Otranto)
Baratta M. : Op. Clt., pag. 104.
Il 26 Ottobre a Lecce e provincia, circa le 7^ pom., ili sentita una
forte scossa che a Manduria riuscì più violenta : ivi varie case furono
danneggiate. Forse questa scossa si propagò fino a Napoli, poiché il
Capocci (Catalogo^ I, pag. 360) ne ricorda una, senza indicazione di
dato orario, ond. NW-SW (?) avvertita in Napoli in tale giorno, e che
dice sentita anche in provincia di Bari.
[911] 1826. Novembre 11. Pavia.
Terremoto di Pavia ecc. - baratta m.: Op. cit., pag. 104.
Air 11 novembre, a h^ 28°* ant., a Pavia strepito violento, momen-
taneo, simile a colpo di cannone, susseguito da rombo e da una scossa
suss.-ond. SE-NW di 5" circa, che fece oscillare gli oggetti mobili :
nessun edificio ebbe a soflFrire sensibilmente. Il centro deve essere
stato nella campagna pavese ed a piccolissima distanza dalla città,
giacché oltre al raggio di 10 miglia geografiche non fu sentito alcun
scuotimento : anzi in città fu più intenso che non altrove : i luoghi di
campagna, nella direzione sopra accennata, sentirono la scossa più che
gli altri : a 6** ant. replica con rombo molto più debole della prece-
dente: a 6*» 30" ant., un'altra quasi insensibile e ad 8** 44™ e IO*' pom.
ancora due lievi.
[912] 1827. Giugno, Luglio. Ustica, Palermo.
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 101.
Al 21 giugno, a 10** 25' ant., a Palermo scossa stata più intensa ad
Ustica, ove fu preceduta da baleno e da rombo fortissimo : ne sogni reno
altre fino al 14 agosto, in cui a 5*^5'" ant. ne furono sentite due ond.
NE-SW rispettivamente di 7 e 10* ; grande panico ; uscita air aperto,
ma nessun danno.
T —^^9W^fmW
35B [1827 - 1828]
[913] 1827. Ottobre 30. Comica.
Gay lussac-araoo; Liste des trembl. de terre en 1827, pp^. a98.
Al 30 ottobre, a 5*» 20™ ant., due scosse nei cantoni di Tavaro, Tal-
lano e Sartena.
[914] 1827 28. Ponza, Ischia.
CovELu N. : Cenno sul tremuoto ecc.
All' 11 aprile 1827 una scossa molto violenta fu sentita neir isola
d* Ischia con direzione NWW-SEE : essa fu molto più forte a Ponza,
ove recò spavento : fu seguita nel giorno dopo da altra. Quivi gli abi-
tanti per 15 giorni dormirono all' aperto : furon sentiti molti rombi
senza movimento sensibile di suolo. Durante il 1827 si contarono, se-
conto il Covelli, altre 13 scosse deboli.
Alle 15** 15™ ant. del 2 febbraio 1828 avvenne un terremoto disastroso
in Ischia ; una forte detonazione precedette la scossa che a CaBamic-
ciola fu suss. a tre riprese, della durata di 4* circa. Al Fango e nella
parte occidentale di Casamicciola di sopra, dove e' è la parrocchia.
Casamenella, Piazza Majo, la spezieria, il terremoto fu i iù violento che
non altrove : crollarono molti edificii, e molti altri ricevettero gravi
fenditure : 28 morti, una cinquantina di feriti. A Lacco le case non
caddero, ma sofifrirono gravi danni ; fu forte, senza danni, a Forio, a
Serrafontana ed a Testacelo ; fu leggero ad Ischia. Tra Casamicciola e
Fango franarono grossi massi dai fianchi dell' Epomeo. Il terremoto
non fu sentito né a Precida, né sul continente. Nella mattina del 14
febbraio forte replica che causò nuove rovine presso Casamicciola. Altre
scosse meno forti verso la fine di giugno ed al 24 agosto (9*» ant.) del
medesimo anno.
Nella fig. 88 é delimitata la zona entro cui fu sensibile la scossa
dell' 11 aprile, e nella carta 67 V area entro cui crollarono le case per
effetto del terremoto del 2 febbraio 1828.
[915] 1828. Marzo 12. Palmi (Reggio Calabria).
Baratta M- : Materiali ecc., pa^. 105.
Il 12 marzo, ad ora che non conosco, a Reggio C. una scossa ond.
di 4' che si propagò fino a Paola : a Palmi caddero due piccole case
e furono lesionati vari edificii : molto panico, ma nessun danno alle
persone. Nel giorno 13 a Palmi ed a Reggio altre 5 scosse leggere.
[916] 1828. Aprile. Romagna.
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 105 - Serpieri a.: Scritti di Sismol.^ voi. I, pag. 155.
Nella notte 2-3 febbraio a Forlì ed a Firenze parecchie scosse leg-
gere ; dal 6 al 10 aprile a Forlì e Cesena molte, che pare abbiano re-
cato danni a Meldola. a Galeata ed a Bertinoro.
[1828]" 367
Le maggiori avvennero a 3^ ant. dell' 8, a mezzanotte fra V 8 ed il
9 e ad 1** circa del giorno 9 : le più forti causarono panico in Ancona,
Pesaro e Sinigallia.
Verso le 11*» 25" pom. dell' 11 aprile '\ Cesena scossa fortissima pre-
ceduta da lieve tremito e da forte rombo : fu avvertita a Forlì, a Ga-
ietta ; si propagò a Firenze (ond. E-W, SE-NW, E-W, 2()-22*), a Lucca
'ond. NW-SE, dopo 2-3" replica), a Bologna, ad Ancona, a Pesaro, a
Sinigallia, e leggermente a Venezia, a Mantova, ad Udine, a Vicenza,
a Trieste, in Dalmazia e forse anche fino a Chieti, a Penne ed a Roma.
lì numero degli scuotimenti sembra sia stato di 18.
[917] 1828. Aprile 11 o 14. Urbino.
BARATTA M.: lOC, Clt. - SeRPIERI a.: lOC. Clt.
Secondo le notizie da me pubblicate, a 14** 30" ital. deir 11 aprile si
senti in Urbino una forte scossa che incusse grande panico e fece in
molte case cadere dei calcinacci. Il Serpieri la pone nella notte 13-14
e dice che fu fortissima e fece rovinare la piccola cupola della chiesa
di S. Francesco e la statua della Speranza, posta sulla facciata del
duomo. .Fu avvertita anche a Città di Castello, a Perugia e più lieve-
mente a Foligno.
[918] 1828. Maggio 18. Marsala (Trapani).
BvRATTv M.: Op. Clt., pag. 106.
Al 18 maggio varie forti scosse fecero abbattere tre case a Marsala
o lesionarne parecchie altre : di 5 individui rimasti sepolti sotto le ro-
vincy uno solo fu salvato.
[919] 1828. Ottobre 5-8. Forlì.
Quarini f. : / terr. a Forli. pag. Ql-W.
O già parlato delle scosse sentite in Romagna dal febbraio all'aprilo
di questo anno : ora aggiungerò alcune notizie su un altro parossismo :
a 11** V2 ^^^' d®^ 5 ottobre due forti scosse incussero agli abitanti di
Forlì grande panico; alle 11** V? P« circa deir8 ottobre avvenne un nuovo
massimo sismico : una fortissima scossa ond. con intenso rombo, se-
guita da due repliche più leggere, urtò la stessa località determinando
r apertura di fenditure in diversi muri e facendo cadere qualche co-
mìgnolo. Tali scosse furono sentite leggermente a Pesaro (Gay Lussac-
Arago : Tableau trembl. 1828^ pag. 412). Nel 9 10 ottobre altre lievi.
[920] 1828. Ottobre 9. Vogherese e Bobbiese.
f'ARKNA G.: Sui terr. sent. in Piemonte ecc. - Baratta m. : Sul terr. vogherese del n ottobre
1894 ecc., pa^. 5-14 (estr.) e Materiali ecc., pag. 106 - mercalli g. : / terr. della Liguria
ecc., pag. 105-S.
Su questo terremoto ò raccolto e discusse parecchie notizie nella nota
sopra accennata, che in transunto con qualche aggiunta qui espongo.
358
[1828Ì
Forma della scossa e sua durata, — A Voghera il movimento si-
smico, secondo una notizia ms. dell' architetto Cattaneo, risultò di due
ondulazioni e di un sussulto, con una durata totale di 10* circa ; a
Novi fu ond.-suss. A Genova cominciò con un forte ma breve suss. e
durò con la successiva violenta ond. per circa 20.' A Milano si senti-
rono per circa IO» degli urti suss. piuttosto, forti, ma lenti e ripetuti
ad eguali intervalli di tempo. A Torino fa ond. della durata di 30* con
2 riprese nella intensità : a Scorzolengo d' Asti si ebbero pure due fasi,
ond. E-W con T intervallo di poco più di 1% la prima di 3» di durata,
l'altra di oltre 6 : uguale forma ebbe anche a Vercelli, con la diflTerenza
che r intervallo fra le due riprese fu stimato pari a 12-15* e la dire-
zione ESE-WNW.
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Fio. 33.
Concludendo dirò che la scossa maggiore fa lunga (20-30*) e risultò
composta di due fasi distinte.
Intensità, — A Gamminélla (fraz. di Godiasco) rovinarono tre case
sotto le cui macerie restarono sepolte 10 persone, tre delle quali ven-
nero estratte morte. Neil' abitato e cascinali di Montesegale 46 case
furono danneggiate per L. 4996. Nella frazione S. Paolo tutte le 16 case
furono dalla scossa o diroccate o ridotte a mal partito e sotto le rovine
si ebbero a deplorare 3 vittime e 7 feriti.
Rocca Susella fu pure assai danneggiata : nel comune di Trebbiano
Nizza furono danneggiate case 23 per lire 1434.50 : in quello di Cecina
67 por Uro 4764.00 : a Villa di Moto (S. Ponzo) 32 per lire 6436.90 :
[1828] 359
in Bagnara rovinò un edificio rustico causando la morte di una per-
sona e fu in gran parte abbattuta una vecchia torre (^) ; il Castello di
Oi*ainaIa (fraz. di Valdiuizza) fu pure in tale occasione^ assai danneg-
giato e reso inabitabile.
Tutti questi paesi sono compresi neir area mesosismica (flg. 33 A).
À Voghera, a Casteggio, a Montebello vennero danneggiati molti
edificii, così pure a Pinerolo Po (notizia ms.) ed a Robecco Pavese (*) ,
da questa parte la zona dei danni (B) si estende poco oltre a Pavia :
ove fra l'altro il teatro di fisica della R. Univeriità dovette essere ri-
costrutto per i danni sofferti (P. Pavesi : La strada delle Catene^ Pavia
1897, pag. 29) ; a Retorbido 11 edificii risentirono delle lesioni per
L. 934 : a Godiasco caddero tutti i comignoli, qualche danno ebbero
pure i limitrofi paesi del Tortonese. Simili a quelli di Voghera tocca-
rono a Novi Ligure ; fu pure danneggiato il castello Spinola in Tassa-
rolo ed un altro a Pozzolo. A Varzi, e specialmente a Bobbio, i danni
farono un po' minori di Voghera. A Genova parecchie case furono
lesionate e così pure a Sestri ed a Sampierdarena, ove cadde parte del
capolino della Chiesa Parrocchiale. La scossa fu abbastanza forte (C)
ad Oneglia, a Porto Maurizio, ad Alessandria, ad Alba ecc., fu forte
iD) a Nizza, a Torino, a Vercelli, a Milano, a Salò, ecc.
I limiti estremi della zona entro cui si propagò il movimento si-
smico (E) sarebbero da SSW ad W Tolone, Marsiglia, Pinerolo e Susa.
a N Lugano e da E a SSE Forli (?), Firenze e Livorno.
Dubbiamente io credo che il movimento sismico sia giunto fino a
Forlì, giacché non si riesce a distinguere se quivi le scosse sentite non
siano state piuttosto repliche dei terremoti locali cominciati alF8 ottobre.
L'area mesosismica risulta molto ristretta di forma elittica, il cui
asse maggiore fìra Roccasusella e Bagnara misura Km. 12 circa (A);
quivi, come abbiamo visto, furono maggiori i danni specialmente presso
la prima località, ove dovrebbesi trovare il centro sismico : allonta-
nandoci da questa zona gli effetti dinamici diminuiscono sempre più,
(!) Le notizie sui danni sono ufflciali e furono da me desunte dal risultati della in-
chiesta ordinata dal governo (Documenti mss. deir Archivio della Sottoprefettura di
vojjhera),
(2) In tutti i paesi sopra nominati i danni però non sono paragonabili fra loro ; a
Voghera, per esempio, furono molto maggiori. Dalla lettera del Sotto intendente Dattili
in (lata 13 ottobre 1888 (Arch. St. di Torino. N. 3154. Paesi: voouera) risulta che le car-
ceri ^Castello) ebbero del guasti tali però da non comprometterne la sicurezza : rufficio
flelle Ipoteche per le lesioni fu trasportato in altro luogo : r intendenza fu esente da
rovine, necessitando però urgenti riparazioni : la chiesa coli, sofferse considerevolmente;
\^ caaerma del carabinieri fu resa inabitabile. L'edificio del collegio convitto è stato
uno dei più maltrattati massime nei due vecchi bracci ; la relativa chiesa ed alcuni
luoghi deUe nuove fabbriche mostrano varie screpolature che fanno prevedere miigglori
mail in avvenire. Nel braccio vecchio caddero alcune volte.
• »<■»
60 [1828-18'Ì9l
in modo speciale dalla parte di settentrione : cosi mentre l' isosisma dei
danni (B) a nord si spinge non oltre a Pavia, verso mezzodì corre
fino a Genova, anzi ivi lo scuotimento violentemente si propagò pure
alle acque del porto, giacclie un' improvvisa marea spinse le navi le
une contro le altre.
Data la ristrettezza della zona danneggiata ed il grande sviluppo
dell'area ove lo scuotimento si rese più o meno sensibile alle persone,
dobbiamo ammettere che il recondito focolare sismico si trovi ad una
certa profondità.
L'ora della scossa oscilla intorno alle 3^ 20°" ant.
Fenomeni geologici — Dalla relazione ms. fatta d'ordine del Go-
verno dal Chimico Angelini Lorenzo e conservata nell'Archivio di Suto
di Torino (*) risulta che in varie località — ps. nei pressi di Lumello,
frazione di Trebbiano Nizza e di Vignola (fraz. di Pizzocorno) — ven-
nero in luce nuove sorgenti, la cui acqua però era scevra di sostanze
minerali. Le sorgenti minerali di Sales e di Retorbido in occasione del
terremoto non ebbero per nulla alterata la loro chimica composizione.
L'Angelini presenta un interessante elenco delle traccio lasciate dal
terremoto sul suolo, consistenti in franamenti e fenditure da alcune
delle quali vuoisi siano uscite fiamme. Detti fenomeni si verificarono
in territorio di Roccasusella, di Godiasco, di Montesegale, di Trebbiano
Nizza, di Pizzocorno, di Bagnara ecc.
Repliche — Dopo il maggior scuotimento del giorno 9 ottobre furono
intese, specialmente nella zona mesosismica, varie repliche, delle quali
sono riuscito ad accertare le seguenti :
Ottobre 9) 9*» ant., a Voghera scossa fortissima, sentita a Robecco Pavese
e forse a Genova ed a San Re,mo - iO) 0^ 35" a., scossa a Genova ; l^ 35"^ a.,
Voghera scossa mediocre, sensibile a Genova, leggiera a Novi e leggerissima
a S. Remo; 2^ 30™ a., Voghera fort»^ scossa: neirarea epicentrale qualche
nuovo danno, a Genova fu molto sensibile e cosi pure a Torino, a San Remo
ed a Novi ; 5*» 15" a., Voghera scossa sentita anche a Novi ; 6^ 30" a., Vo-
ghera e Genova scossa meno intensa di quella delle 2^ 30" ant.
Fino al 17 ottobre nell'alta valle della Stafferà altre scosse e cupi
rimbombi.
[921] 1829. Albano. (Roma).
Bass ANELLI : Sopra il treni, cke ha soferto la città di Albano ecc.
Il periodo sismico che nel 1829 agitò Albano ed altre località vicine,
(1) La detta relazione, che consta di paff. 10 di manoscritto, è datata da Voghera,
15 novembre 1828 ; Io V ò potuta consultare per V Interessamento addimostrato dal mio
amico Prof. Giacomo Gorrinl. Air Archivio di Torino porta la seguente segnatura :
N. 3674, Paesi in generale : Voghera e prov, vecchia numerazione 13577.
p
»
fl829] 361
può ritenersi cominciato nel 1828, poiché quivi ed a Frascati gìk a 7**
ant. circa dell' 11 maggio 1828 era stata sentita una intensa scossa di
terremoto : all'alba del 25 dicembre poi un nuovo scuotimento, seguito
(ia parecchie lievi repliche, nei primi giorni del gennaio 1829 urtò Al-
bano. Dopo una lunga tranquillità del suolo, si riaperse il periodo si-
smico con una scossa leggiera sentita nella notte 21-22 maggio 1829 a
4^ ital. (IP 48"" pom. circa) : a questa ne segui un'altra più sensibile
a 5^ '/^ ital. e quindi una molto forte ad 8^ ital. : quest' ultima fece
uscire tutti dalle case e fu più o meno intensamente sentita a Gen-
zano, a Nemi, a Civitavecchia, a Montecavo, a Rocca di Papa, a Castel
Gandolfo, a Marino, a Grottafernita, a Frascati e non oltre. Nella mat-
tina del 22 altre 5 repliche, la seconda delle quali (13^ Vi ì^^O incusse
panico nella popolazione ; a 18^ si ripetè il fenomeno. Nel giorno 23
otto nuovi leggieri scuotimenti, cioè 3 nel mattino, 2 durante il giorno
ed altrettanti nella sera e nella notte : tra questi uno ad S^ Vs ^ ^^^^^
e di qualche durata. In tutti i di successivi varie scosse : la più in-
tensa delle quali avvenne a 13^ Vt ^^^ ^^' ^^ ^^ giugno, a 14^ di mat-
tina, si ebbe la maggior commozione di questo periodo sismico : Io
scuotimento fa fortissimo suss. di lunga durata ed accompagnato da
forte rombo : suonarono i campanelli, si aprirono larghe fenditure
nei muri, caddero alcuni comignoli, parti di grondaie e porzioni di
intonaco.
In quasi tutti i giorni del giugno altre repliche : nel di 9 ne furono
contate 17 : nei di 19, 26 e 30 la terra stette in quiete. Nel luglio le
scosse si rinnovarono con minor forza e si notarono molte giornate di
calma : decrebbero ancora nel settembre, poi nell'ottobre • novembre,
per cessare del tutto dopo il 6 dicembre.
Mentre perdurava l'agitazione del suolo in Albano, vari terremoti
colpirono isolatamente qua e là qualche altra località del Lazio. La
scossa del 3 giugno 1829 (23** Ve) ^^ Più intensa a Genzano, a Gallerò,
ad Ariccia ed a Marino, che non a Castel Gandolfo, ad Albano ed a
Frascati. Una, avvenuta al 25 di detto mese, causò qualche danno ad
Aricela.
Nel di 26 si senti a Genzano uno scuotimento non avvertito che
lievemente ad Albano, ed infine al 13 luglio le commozioni furono più
intense a Nemi.
Le scosse ad Albano furono o solo suss. oppure suss.-ond. general-
mente con direzione N-S o SSW-NNE, di 1» di durata, le maggiori di
2-4\ Parecchie volte, a datare dal 29 maggio furono iìitese forti deto-
nazioni : al 31 se ne senti una forte alla Faiola, le altre ebbero diversa
provenienza: nel luglio si mostrarono localizzate al lago di Castel Gan-
dolfo e qualche volta in quello di Nemi : erano accompagnate da on-
362
[1829 - 1830]
dalazioni dell'acqua. In Marino, in Rocca di Papa e specialmente in
Albano gli edificii soffrirono maggiormente : a Monte Porzio, a Monto
Compatri, a Colonna, a Rocca Priora, a Velletri, a Nettuno, ad Ardea,
a Pratica ed a Roma non si senti che qualche lieve scossa sulla fine
di maggio o sui primi di giugno, allorquando cioè accadevano in Al-
bano le maggiori commozioni.
[922] 1829. Settembre 6. Cremoia.
Baratta M. : Materiali ecc., pag. Wì - Perrey a. : Tremhl. penins. Ital,, pag. 94.
Il 6 settembre, verso le 3*^ 25" pom. una scossa S-N di 4" con rombo
fece cadere in Cremona circa 150 camini e causò alcuni danni, princi-
palmente ai pubblici edificii ed alle chiese, nelle cui volte si produs-
sero qua e là varie screpolature. Nei paesi circonvicini fu meno in-
tensa : verso le 8** 15"» pom. qualche replica con rombo.
[923] 1830. Gennaio 26. Porrette (Bologna).
Baratta M. : op. cit., pag. KH - Qoiran A. : St. sism. ecc., pag. 22- Valvasia-De Rossi: iHh
cumenti ecc., pag. 56.
Il 26 gennaio a Lucca, alle 3*» 30" ant., fu sentita una lievissima
Ijf Cr»nA^/ion^ ^S»
l«50 «. ^ ^4.4.
196411-8 \%'Xa.^^^^
Fio. 34.
scossa SU8S. : a 5^, a Vergato una forte, ed a 5** 30™ ant. un' altra
maggiore della durata di 4'. Quest' ultima causò grande spavento nella
popolazione dei monti di Vimignano, Savignano, Vigo^ Montovolo e
[1831] 363
specialmente della Porretta, ove danneggiò tre capanne di pastori.
Dopo mezz'ora veemente replica. La scosBa delle 6** Vi fu molto sensi-
bile a Bologna, a Modena ed a Lucca, ove se ne intesero due a 3°" di
intervallo : fu pure avvertita a Verona e provincia e lievemente anche
a Torino.
Nella figura 34 con A è rappresentato Tepicentro e con A' A' por-
zione della zona mesosismica.
[924] 1831. Gennaio 2. Lagoneg;ro (Basilicata).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 107-8.
Alle 3^ pom. del 2 gennaio una violenta scossa di 20* circa, fece
lesionare tutti gli edificii di Lagonegro, dieci dei quali farono adeguati
al suolo : la Chiesa dei Cappuccini, ad un miglio deirabitato, rovinò
pur essa con parte del convento : si ebbe a deplorare una sola vittima.
À Lauria Inferiore caddero molte case : il tetto della Chiesa Madre,
precipitò mentre si ufficiava, causando un gran numero di feriti : anche
a Lauria Superiore molti edificii furono abbattuti, ma nessun danno ri-
sentirono le persone.
Nei giorni 8 e 9 a Trecchina altre scosse e nel giorno 13 in questa
località e nella vicina Maratea una oltremodo violenta per la quale la
Chiesa Madre giÀ, per le scosse precedenti, ridotta in cattivo stato,
ebbe a risentire gravissimi danni: in tale occasione cento case furono
molto lesionate. Quantunque questo nuovo massimo sismico si sia pro-
pagato a Lagonegro, non causò a tale città ulteriori guasti.
Le aree mesosismiche delle due scosse del 2 e del 13 gennaio sono
delineate nella fig. 32.
[925] 1831. Gennaio 2. Aieta (Cosenza).
Cipoca : Catalogo^ I, pafir. 862.
Ad Aieta (Paola) il due gennaio per un terremoto caddero varie
case. Dalle notizie che si anno non si sa se questo scuotimento sia
successo neir Istesso istante del precedente, col quale, in caso affer-
mativo (del che dubito) costituirebbe un unico fenomeno.
[926] 1831. Gennaio -Febbraio. Milazzo (Messina).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 108.
Il 28 gennaio, a 6*» 30" pom. circa, a Reggio Calabria ed a Messina
forte scossa senza danni : a Milazzo caddero alcune piccole case. A
Messina nella notte (8** 30*" ital.) una replica e fino al 10 febbraio a
Milazzo scosse IVequenti causarono grande panico nella popolazione,
la qaale si accampò all'aperto : i danni furono però di lieve momento.
364
[1831]
[927] 1831. Maggio 26. Castellare (Liguria).
Baratta m. : Materiali ecc., paff. 108-10 - Mercalli G. ; / terr, della Liguria ecc., pag. -n e
lOB-11 - NOTA k.: Del treni, avv. nella citta e prov. di S. Remo ecc.
Verso le 9^ ant. del 26 maggio presso Ceriana furono da una per-
sona sentiti alcuni rombi veementi, e circa le 7^ ant. dello stesso
giorno nei dintorni di San Remo fu avvertito un sotterranee! fremito
La maggiore scossa avvenne ad 11^ */« del 26 maggio : a San Remo co-
minciò con fremito cui seguì dapprima un urto verticale e quindi un
moto NW-SE di 44' : il mare un momento prima si ritrasse dalla sponda
ed i bastimenti nella rada provarono un grande urto. Castellaro fu il
paese che maggiormente provò gli eflfetti del terremoto : 52 case furono
atterrate e 49 rimasero inabitabili : si spaccò il volto della Chiesa par-
rocchiale e quello dell' Oratorio : 5 morti e 16 feriti ; a Bussana si
ebbero 24 case crollate e 49 rovinose: 1 morto ed 1 ferito; a Taggia
tutte le case soflFrirono molti danni : anche quivi vi fu una vittima e
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FiG. 35.
parecchi feriti. A S. Remo pochi ediflcii rimasero illesi, alcuni dei quali
posteriormente rovinarono, caddero inoltre diversi muri, dei cornicioni
e delle sofiStte e riportarono notevoli lesioni le Chiese di S. Stefano,
deirOspedale, il convento dei Cappuccini ed il Santuario dell'Assunta.
A Pompeiana caddero delle volte e si spaccarono dei muri : a Terzorio
rovinarono 2 case ed altre 8 furono gravemente lesionate. Ad Arma di
Taggia e a S. Stefano tutte le case riportarono, quali più quali meno,
dei danni nei muri e nelle volte. A Riva Ligure, a Cipressa ed a Ce-
riana i danni furono minori ma pure considerevoli, giacché pochissimi
ediflcii andarono esenti da guasti ed alcuni furono diroccati e altri
resi pericolanti : pochissimi ne toccarono a Baiardo, a Ventimiglia, a
Perinaldo, a Castel Vittorio, ed oltremodo leggieri furono quelli inferii
ai vari paesi del circondario di Portomaurizio.
La scossa fu infine leggerissima a Nizza, a Genova ed a Torino.
La zona mesosismica (flg. 35 a) comprende Taggia, Castellaro e
forse Bussana ; nella isosisma rovinosa (b) stanno S. Remo, Pompeiana
[1831] 365
— - ---- — ■■■II-— ■.■-■-■■^— — ...i-.. - ■ ■■ ■■■ ■^■^^i^.^^^
ecc. ; nella quasi rovinosa (e) Ceriana, Badalucco, Cipressa, S. Stefano
aJ mare : la zona fortissima (D) è limitata da una linea che include
Ventimiglia, Perinaldo, Baiardo, Castelvittorio, Montalto ePortomaurizio.
Dopo 11 terremoto si verificarono, i soliti cangiamenti nel regime
delle acque sotterranee: dal laghetto di S. Benedetto presso Taggia
uscirono quattro ore dopo la grande scossa vari zampilli ed il colle
delle Grande, fra Taggia e Castellare, si spaccò dalla parte di sud e
si sprofondò su piccolo tratto.
Dopo la scossa delle ore 11,30 ant. nell'area più commossa si sen-
tirono frequenti repliche : a San Remo, nelle prime 24** se ne ebbero
0-10 : a Castellaro in 58^ ne furono contate 14 : stante la loro piccola
intensità non furono tutte ricordate, ma solo registrate le maggiori :
tuttavia si sa che giornalmente, per parecchio tempo il suolo si scosse
incutendo timore e facendo allargare i crepacci delle case, Le mag-
g:iori repliche furono le seguenti :
26 viìaggio) 9^, 10*» 30"» e 11*» 32"» p., nelle loalità danneggiato 3 scosse,
la prima* e T ultima leggiere, la seconda più sensibile - 27) 8*» a., Taggia
1^10 scosse sensibili : nel mattino a San Remo alcune - 28) 0*» 45"» p., Arma
Pompeiana ecc. scossa che causò nuovi danni ; fu forte a Taggia, a S. Remo,
a Veotiniiglia ecc. - 29) 6*» 30"» p. una mediocre a S. Remo — Giugno 9)
V" 30°» a., una sensibile a S. Remo ed a Taggia: nelle stosse località altre
identiche a 2*» 58» p. dell'i/, a 10*» a. del /5, a 9*» 20«» e 11*» 45™ p. del i6,
ad 1*» a. del f 7 ed a 2*» a. del 29 la quale forse corrisponde ad una avver-
tita a Taggia nelU notte 28-29 - 30) San Remo, Taggia 6*» 30"» p. una scossa
- Luglio dO) Taggia 7*» 30» p. una scossa, 11*» 30» p. del 22 altre forti —
Kovembre 25) San Remo 1*» 45"» a. scossa assai forte — Dicembre i) ivi 8*» 45»
pom. altra sensibile e a 2*» 30» ital. del 4 altre a Taggia e Castellaro.
[928] 1831. Giugno - Luglio. Isola Gialla, Seiacca.
UE3U1ELLAR0 C. ; Reìazlonc dei fenotneni del nuovo vulc. ecc. - phbvost c. : Note sur V ile
Julia ecc.
Al 28 giugno, a 21*^ 15» ital. a Sciacca forte scossa ond. sentita
anche nella costa vicina e nel mare fra questa e V isola di Pantelleria:
a 13*» 45» del 29 altra intensa come la precedente : due repliche poi a
? e 9** 15» del 30, nel qual giorno ad 11*» 40» se ne ebbe una più forte
delle precedenti che causò molto panico nella popolazione : a 3*» 15»
replica forte, ed a 3*» 45» una fortissima susseguita a 4*» 15» da altra
più lieve. A 7*» di mattina ed a 4*» circa di sera del P luglio lievi
tremori : a 7*» del 2 scossa molto forte : a 16*» della stessa giornata
una alquanto intensa ed a 22*» altra lieve. Queste scosse ed altre pa-
recchie leggiere, avvertite da pochi, furono i prodromi deir eruzione
sottomarina : cessate le scosse, nel giorno 2 fu avvertito un insolito ri-
bollimento del mare tra la Sicilia e l'Affrica à 30 miglia circa, a S\V
366 [1831-1832]
di Sciacca e precisamente a 37*> 2' di lat. N. e SO*' 16' dì long. E. dal-
l' isola del Ferro. Tale eruzione sottomarina diede laogo alla forma-
zione dell'effimera isola Giulia o Ferdinandea, la cui massima estensione
fu raggiunta circa il 25 agosto, dopo di cui l'azione erosiva delle onde
ne iniziò la rapida demolizione. Al 16 settembre, a 9^p., forte scossa a
Sciacca ed al 15-16 dicembre varie altre ond., di intensità ugfoale a
quelle che precedettero l'eruzione.
[929] 1831. Settembre 11. Parmigiano.
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 109-10 - Colla a. : Belai, del trem, che à danneooiato ìa
città di Parma ecc., pag. '.2 - perrby a. : Trembl. penine. ItaL, pag. 15.
Il 13 luglio sul mattino a Parma due lievi scosse, ed a 3** 15"° pom.
un'altra : a 4"» 30"* pom. del giorno dopo una nuova, a due riprese, di
6% più intensa delle precedenti ; produsse qualche scrostatura e fa
avvertita a Modena (leggera), a Verona (ond. E-W, 3') ed a Vicenza
(sensib. 3»). All' 11 settembre, a 3"* 30" pom., a Parma un violento
scuotimento fece staccare molti pezzi di intonaco ed uscire molti dalle
case : a 7** 15™ pom. poi una violentissima scossa ond.-suss. NE-SW. di
8* con cupo rombo fece in cittA cadere 140 comignoli, un grosso pezzo
di cornicione e moltissime tegole e calcinacci : si produssero varie
screpolature nelle case e nelle chiese, fra le quali ricorderò quella di
S. Quintino. Nei villaggi adiacenti 1 danni ftirono maggiori : sotto le
rovine avvenute a Sorbolo rimasero ferite alcune persone. La scossa
fu pure violentissima a Reggio, ove 200 comignoli furono abbattuti
e gravi danni risenti il palazzo Benizzi. La scossa fu forte a Modena
ed a Sassuolo : fu avvertita a Mantova e leggermente a Genova, a
Ferrara, a Vicenza e si propagò abbastanza sensibilmente anche a Ve-
nezia. A 10^ pom. a Parma lieve replica : a -2^ 30" ant. del 12 altra
leggiera e infine a 6*» 30" ant. del 13 una sensibile ond. di 3.»
Nella figura 23 è delimitala la zona ove il terremoto fu fortissimo
e nella 25 aache quelle entro cui fu forte (B) e sensibile alle per-
sone (C).
[930] 1831. Novembre 23. Bojano (Campobasso).
A. PBRRELLA : EUTem. stor. della próv. di Molise^ voi. n, pag. 269, Isernia 1892.
A 12^ 17" ital. forte scossa suss.-ond. NW-8E di V a Boiano : dopo
mezz'ora altra meno violenta ond. SE-NW di 3" : glande panico, ma
nessun grave danno.
[931] 1831-32. Foligno (Perugia),
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 110-14 - Barloccbi S. : Relaz. sui terr. di FoUifno ecc. -
Rutili Gentili a. : Nottue dei terr. di Foligno ecc. ,- Rfjlessioni sulle cause natur. ecc. e
Nuove riflessioni ecc. - // terremoto del i832 nello stato Ecclesiastico ecc.
Il gioi-no 27 ottobre 1831, alle 11»» 45° ital. circa, a Foligno scossa
fl832J 367
ond.-suss. W-E di 8* che fece cadere molti comignoli, sofiStti e porzioni
di mori : nella notte e nei di seguenti varie repliche leggiere e brevi
(' quindi altre frequenti fino al 6 novembre, nel qual giorno, a 10** 46™
ital., una nuova violenta commozione del suolo di IO di durata venne
ad urtare la stessa cittÀ: essa fu seguita da due repliche nella gior-
nata e da varie altre nella notte seguente. Per tali scosse tutte le case
soffrirono danni e si dovette sgombrare il monastero di S. Lucia. Fu-
rono più leggiere a Spello, ad Assisi, a Spoleto ed a Montefalco.
A 2^ pom. del 13 gennaio 1832 si ebbe un nuovo parossismo suss.-
ond. di 12-16* : da questo giorno la valle umbra fu agitata fino al
"Zo febbraio con maggiore o minore gagliardia da frequenti scosse che
tornarono a flagellare i gìk crollanti ediflcii di Foligno, di Assisi, di
Spello, di Bevagna, di Cannara e di Bastia.
Ecco le notizie particolareggiate che ò potuto raccogliere. In Pe-
rog^ia il movimento sismico non fti lieve ma rispetto ai paesi di cui
fra poco parlerò, non apportò gravi danni : la torre di S. Pietro dei
Caesinesi fu vista ondulare visibilmente : il palazzo del governo, la
S<'ipienza e vari ediflcii ebbero alquanto a soffrire : nelle carceri la
Cappella e parecchie e seghete » soffrirono moltissimo ; caddero in
città non pochi comignoli e pressoché minimo fu il numero dei feriti.
A Bastia (case 276, abitanti 700) crollarono interamente i bastioni,
xl municipio, le carceri, il monte frumentario, le scuole Pie : le case
private furono, specialmente neir intemo, sconquassate : il monastero
delle monache in parte caduto ed in parte pericolante : le Chiese, {r&
cui la Collegiata, ftirono moltissimo danneggiate. Danni pari a scudi
centomila.
In Assisi tutte le Chiese — eccettuato il S. Convento — , tutti i pa-
lazzi della città e del territorio furono danneggiati: per i risarcimenti
del solo cenobio dei Cappuccini furono stimati necessari 2000 scudi.
Tali ripetute scosse cagionarono gravissime lesioni in tutte le parti
della Basilica degli Angeli ed annesso convento : si vide al momento
del terremoto il tetto del coro chiuderai ed aprirsi. In tali ediflcii si
determinarono tre grandi crepacci presso i tìnestroni : otto colonne e
qualche pilastro furono spezzati : la navata sinistra fu più danneggiata
dell'altra. La posta e le case della borgata furono rese inabitabili : nel
giorno 15 marzo per una nuova scossa si sfasciò la navata di mezzo e
rovinò la facciata.
A Torre Andrea, villaggio presso gli Angeli, cadde la casa cano-
nica; a Spello (4959 ab.) il collegio Felice, i templi, l'elegante teatro,
le case o furono affatto diroccate o rese inservibili ; Cannara (900 ab.)
fa quasi totalmente distrutta ; a Castellacelo (fra Spello ed Assisi) si
ebbero a deplorare 9 morti ; a Bettona (2000 ab.) tutte le fabbriche
-| m
368 [1832]
* III ■ . III. ii.i. ■ . I - ■ ■ I . -
soffrirono, ma più di ogni altra il convento e le Chiese di S. Crispolto
e S. Antonio, un po' meno quella di S. Caterina. Danni : IGOOO scudi.
A Foligno nessun fabbricato fu esente da guasti, quasi tutti fui-ono
resi ruinosi : tre sole case erano dopo la scossa ancora abitabili : crollò
del tutto il monastero di S. Lucia e parte del campanile di S* Maria
in Campìs ecc. Budine, borgata di Foligno, composta di 30 case, fu
tutta distrutta con 13 vittime ; Bevagna (ab. 4125) fu con Cannara la
più devastata : la grande Chiesa Collegiata fu quasi tutta demolita, il
palazzo comunale, la residenza del governatore, i conventi, le chiese
e la maggior parte delle case furono diroccate e ciò che rimase in
piedi era tutto lesionato ; 4 furono i morti e 250 i feriti. Le contrade
per intero distrutte furono quelle conducenti alla Porta Guelfa ed a
quella dei « mulini » : 150 case e 6 torri rimasero interamente ade-
guate al suolo. In Trevi (ab. 4247) tutte le case furono lesionate e bi-
sognevoli di speroni e di catene : la Chiesa delle Lagrime fra i vari
templi rimase più malconcia.
L'abitato di Montefalco (ab. 3398) risentì minori danni di Bevagna,
ma nella valle si ebbero a deplorare 70 morti. I danni ascesero a
2 milioni di scudi.
Dopo la scossa precedente indicata (2** pom.), ne furono intese altre
fra cui una a 3*» pom. che fu fortissima a Foligno ed a Bevagna. Fino
al 15 gennaio la terra fu in continuo movimento, sentendosi sempre
delle repliche, ora più leggere ed ora più gagliarde : ad 1^ di notte del
19 se ne ebbe una fortissima a Foligno, sentita anche a Perugia : nella
sera del 22 altre gagliarde, e così pure durante il 27, nella qual gior-
nata, per una nuova scossa, precipitò il convento di S. Francesco a
Cannara. Nel 29, ad 1** 30"* ital., una scossa fortissima danneggiò Trevi,
ove su 1172 case allora esistenti dopo questo periodo sismico 48 mi-
nacciavano rovina, 72 erano rese affatto inabitabili, 172 solo in parte,
579 con lesioni leggere e 301 erano ancora abitabili ; il danno totale
arrecato a tale città dai terremoti ascese a 52143.96 scudi.
Al 10 febbraio una gagliarda ripresa con due scosse a 12^ e 17** it.
più intense delle consuete, ed altre due al 13 marzo. Una di queste (2** a.)
uf assai sensibile a Foligno, forte a Perugia e fortissima (ond. SE-NW
4-5") ad Assisi, ove danneggiò grandemente la basilica degli Angeli,
come ò già detto; l'altra sentitasi a 4** 50" ant. circa, a Foligno fu assai
sensibile di 7% preceduta da cupo rombo : per essa gli ediflcii già dan-
neggiati di Bastia, di Cannara e quelli al Piano degli Angeli soffrirono
assai, ed in special modo il santuario in quest' ultimo ; ad Assisi la
scossa atterri gli abitanti e fece abbattere molte case rustiche; a Pe-
rugia fu solo forte.
J^^ella giornata del 13 nella valle umbra altri 27 niovin^enti sismici
[1832]
369
più o meno sensibili e nella notte 14-15 due lievi commozioni fecero
precipitare in parte la basilica degli Angeli, già ridotta per le prece-
denti scosse in cattive condizioni.
Fio. 36.
In questo intenso periodo sismico, se facciamo forse eccezione per
la Sf^ossa del 29 gennaio, che pare sia stata più che altrove forte a
Trevi, abbiamo che le principali commozioni fUrono causate da un
unico centro sismico forse situato nei pressi di Cannara e di Bevagna
(flg. 36 A); la zona dei gi*avi danni (B) comprende Bastia, Assisi, Mon-
tefalco, Trevi, Foligno, Spello, ecc. : da questa è esclusa Perugia ove
1 guasti furono molto minori (C) : pare che a Spoleto le scosse siano
riuscite affatto innocue.
Per gli scuotimenti del 13 gennaio presso Cantagalli, nella parte più
depressa della valle umbra, si formarono nel suolo molte screpolature
e si aprirono in alcune località dei fori tondi, da cui usci acqua mista
ad arena e fango.
Presso Cannara si innalzò fino all'orlo il livello deir acqua di un
pozzo, che improvvisamente poi, dopo una nuova scossa, si asciugò :
nella terra ivi furono notate infinite screpolature.
Tutte queste scosse ftirono per la loro azione localizzate : eccezione
fatta per quella del 13 gennaio, che fu avvertita dalla parte di setten-
trione fino a Cesena, a Camerino ed a Firenze, e verso mezzodì fino a
Roma.
[932] 183». Febbraio 21.
Baratta m.: ìlateriali ecc., pa^. 111.
Pozzuoli (Napoli).
Al 21 febbraio a Pozzuoli alcune lievi scosse : furono assai gagliarde
nelle campagne circostanti e specialmente nella località denominata
« Monte S. Angelo », ove danneggiarono alcune case rurali.
Baratta: Terremoti e^t 21
370
[1832]
[934] 1832. Marzo 8. Cotroiese (Calabria).
Bardita m.: Materiali ecc., pag. 11M2 - colosimo: Sul Urrem, della Calabria aw. eoe. •
Donato Q. : Mem. sulla cag. jls. dei trem. - Qkkco l. m. : Delle princ. opere intorno ai
calabri trem. ecc., pag. 106199 - zuccaro d. : Ist. de* trem, ecc.
Verso le ore 15 ita], dell' 8 marzo si senti nel Cotronese una scossa
leggera per la quale però parecchi abitanti rimasero faori dalle case :
alle 1^ 15°^ ital. un terremoto disastroso colpi tale regione. Secondo il
Colosimo la scossa e principiò leggera, ma dappoi andò crescendo a
tal modo, che dopo 20* in circa, addivenuta gagliardissima e violenta,
giunse a spezzare e gettare per terra moltissime fabbriche » ; lo Zuc-
caro invece ci attesta che ad un leggero tremolio segui dopo circa 3"^
una concussione disastrosa che < fli da principio ond. indi vorticofia e
col finir succussoria ». con una durata di 35.*
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Gaanuro • ^
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^-v-c
Fio. 37.
Il movimento sismico fu preceduto da fortissimo rombo e fu si vee-
mente da far barcollare le persone che si trovavano nell'aperta cam-
pagna e da far ondeggiare in modo visibile gli edificii.
I maggiori disastri avvennero specialmente nella valle del Tacina
(flg. 37 AA). Cutro fu ridotto in un ammasso di rovine : Policastro,
Roccabernarda, Rocca di Neto, Papanice, Marcedusa, S. Mauro f^ono
quasi distrutti. L' area rovinosa comprende (BB) poi Simeri, Soveria,
Magisano, Scilla, Altiliella, S. Severina, Scandale, Cotrone, Isola, Ca-
tanzaro (*), Melissa e Ciro.
(1) Fra gU edifici che In Catanzaro maggiormente risentirono gli effetti del terre
moto si devono annoverare li liceo, r intendenza, r ospedale civico, le carceri, ecc.
\
[18321
371
Neirisosisma fortissima (CC) sono racchiusi Cosenza, S. Giovanni in
Fiore, S, Demetrio Corone, San Lorenzo del Vallo, Castrovillari dalla
parte di nord : a snd la scossa fa solo invece forte e senza danni a
Monteleone ed a Reggio Calabria.
Da questa parte più o meno sensibilmente iti intesa in tutta la Si-
cilia, e da nord fu leggera fino nella Puglia ed a Napoli.
II danno ascese a oltre mezzo milione di lire; i morti furono 234 e
moltisaimi i feriti, distribuiti nel modo seguente :
HO
molti
molti
Cutro morti 60 ferii
Policastro
» 29[40J»
Rocca bernarda
» :u »
Mesurana
» 21 »
Marcedusa
\ 13 »
Rocca di Neto
> 10 »
Papanice
» 1 >
S. Mauro
» 5 »
ScUia
» 13 »
Scandale
» 7 »
S. Severìna
» 8 »
Altìliella
» ? »
molti
Belcastro
morti 6 feriti
— .
Cropani
»
3
»
30
Simeri
»
3
»
alcuni
Soveria
»
8
»
20
Catanzaro
»
4
»
parecchi
Isola
»
1
»
pochi
Girò
»
1
»
—
Gimigliano
»
6
»
alcuni
S. Senerina
»
6
»
—
Sersale
»
3
»
alcuni
Castello
»
2
»
>—
Magisano
»
1
»
20
n centro di scuotimento fti certamente nei dintorni di Cutro : lungo
il fiume Tacina si spaccò il terreno in vari luoghi e dalle fenditure
uscì acqua e arena ; il mare air imboccatura del menzionato fiume, al
momento della scossa invase parte del littorale : presso Policastro e
S. Severina si notarono parecchi scivolamenti di terreno.
Trascorsi ^4 ^' ora dalla prima scossa, segui una fortissima replica
(ond.-suss. di 36') e dopo altri 8" e successivamente 40", due altre ga-
gliarde di 8.* Nei giorni seguenti vari piccoli scuotimenti tennero agi-
tato il suolo: nel 10, a 18^ 7t ^^^m ^^ ^^^^ ^^^ nuova scossa ed altre
tre nella notte : fta queste specialmente intensa e lunga fu quella av-
vertita circa le S^ : nei giorni 11 e 12 si intesero parecchi scuotimenti
fra cui uno violento neir ultima giornata. Nel 18-21 piccole repliche :
a 11"» 5" ital. del 25 ima forte di 10." Durante il 3 aprile furono sentite
cape detonazioni sotterranee e nei giorni 10 e 12 piccole scosse ed
altre nel resto del mese in corso e nel maggio successivo.
|935] 1832. Marzo 13. Reggiano (Emilia).
BARATTA M. : Materiali ecc., pa^. 112 14 - Colla a. : Relax, del trem. ecc. - Narrazione del
tremuolo e dei danni recati ecc.
Circa le 7*» 45" ant. dell' 11 marzo nel Reggiano e nel Modenese
scossa abbastanza forte, avvertita debolmente a Lucca, a Milano, a Ge-
nova, a Verona ed a Vicenza ; alle 9** 45" a. circa replica più violenta
propagatasi come la procedente ; in Parma fu violenta (ond. SE-NW
372 11832]
di 6-7"), fece cadere in parte molti comignoli ed aprire delle leBioni.
Alle 9^ pom. circa lieve scossa. Nel dì 12, a 5^ ant., un altra leggera
a Parma : a 7^ 45"^ pure ant. una a Modena ed a 9*^ 45"° di mattina una
altra a Parma ed a Lucca. Finalmente verso le 4^ 20°" ant. del 13 un
rovinoso scaotimento interessò il Reggiano e le vicine regioni.
A Reggio la violenza del movimento sismico fece rovesciare circa
6000 comignoli e quasi tatti i terrazzi : le caserme di S. !&Iarco^ di
S. Domenico e di S. Francesco furono rese inabitabili : venne demolita
in parte la torre della cattedrale ; la chiesa di S. Prospero risenti non
pochi danni nelle volte, in quella di S. Giorgio precipitò la gran croce
e rovinarono alcune guglie ; in quella di S. Agostino fìi atterrata la
volta d' ingresso e lesionata la torre ; maggiori danni ebbe la chiesa di
S. Pietro e la facciata di quella di S. Francesco ; 8. Girolamo rovinò
in gran parte ; furono poi danneggiati S. Nicola e la B. V. della Ghiara,
il collegio dei gesuiti, la torre del Bordello, il Monte di pietà, il semi-
nario, r ospedale, il palazzo comunale^ e quello governativo, il tribu-
nale, il collegio di S. Pietro, quello della Concezione ed i varii con-
venti. I maggiori guasti alle case private accaddero nella parte nord
della città : ivi le mura stessa diroccarono con i terrapieni dalla porta
S. Croce sin presso al baluardo di S. Marco (*). Si ebbero a deplorare
sette feriti. A Castelnuovo di Sotto il terremoto recò immensi danni, e
cosi a Cà del bosco, ove per lo riparazioni alla sola chiesa furono pre-
ventivate necessarie lire 30000; Campegine, Bagnolo e S. Bernardino
non furono meno devastati nelle chiese, nelle canoniche e nelle abita-
zioni. La bella torre di Sesso si rese pericolante ed i danni subiti dalla
chiesa di questo paese ascesero a lire 19000, e quelli di S. Polo a
zecchini 15000.
Quattro Castella ebbe gravi danni nelle case e nelle chiese, le quali
in Bibbiano furono quasi rovinate.
A Parma la scossa (ond.-suss. di 10") fece crollare oltre un migliaio
di comignoli : tutti gli ediflcii soffrirono, si sprofondarono i tetti di tre
o quattro casupole: rovinò una porzione della volta dello scalone del
palazzo Poldi-Pòzzoni : gli ediflcii che più di ogni altro risentirono gli
effetti del terremoto furono i palazzi delle segreterie, della finanza, del
(1) valore approssimativo dei danni in Reggio :
Case private L. 1115000
caserme » 57000
Ediflcii pubblici .... » 39000
Luoghi pli » 47100
istituti di educazione ...» 44100
Chiese e conventi .... » 165561
Totale L. Ì4ffmx
[1S32] 378
tribunale, il convento del PP. Benedettini — una parte del quale si
rese inabitabile —, 1' Università, le chiese di S. Ulderico, la Steccata,
S. Rocco, r Annunziata, S. Quintino , 8. Tiburzio , S. Maria e la
SS. Croce. Nella casa penale crollò una volta ferendo 6 reclusi e pa-
recchie altre persone lo furono in città. I danni si fecero ascendere a
circa un milione di lire.
A Poviglio cadde un tetto : a 8. Leonardo (fraz. di Cortile S. Mar-
tino) un pavimento ed un' altro pure a 8. Lazzaro, ove due o tre in-
dividui rimasero feriti leggermente : in questa località si rese inabitabile
r albergo detto del « Portone ». In Traversetolo sofiFri la chiesa par-
rocchiale, precipitarono alcuni pezzi di volta e diroccarono due piccole
case, le altre tutte furono terribilmente conquassate ; nella frazione
Marciano cadde il volto della chiesa di 8. Pietro e le case ebbero danni
ragguardevoli.
A Ciano precipitò una parte deir ammasso roccioso sostenente il
castello e presso la canonica si apri una larga fenditura nel terreno.
In Correggio il collegio e molti altri edificii rimasero mal sicuri per
le lesioni ricevute ; 200 comignoli caddero in Carpi, la cui cattedrale
fti in molte parti fessurata ; a 8. Vittoria cadde una torre schiacciando
una persona. In Sassuolo invece precipitò un solo comignolo, ed in
Modena la scossa (suss.-ond. W-E, e N-8, di 10-12% seguita per altri
30* da tremiti) fece suonare le campane^ distaccare vari ornamenti agli
edificii, abbattere dei comignoli, ed aprire delle fenditure.
Xella cartina 23 sono delimitate due zone : quella dei danni più
^ravi, che à forma elittica con Tasse maggiore in senso SSW-NNE di
Km. 25 di lunghezza, e quella dei danni meno gravi. Nella figura 25
poi sono tracciate le aree isosismiche mediocre (B) e leggera (C).
A Bologna la scossa fu forte, a Mantova invece lieve e seguita 10"
dopo da replica; a Lucca fu breve ma violenta (ond. SE-NW8') fece suo-
nare qualche campanello ; a Ferrara incusse molto panico e cosi pure
a Verona ed a Vicenza ; fu alquanto forte a Venezia ed a Genova ; fu
avvertita a Milano e ad Alpignano, e da qualcuno anche ad Udine,
a Torino e forse anche a Lugano.
In generale in tutte' le suddette località il movimento sismico fu ab-
bastanza lungo e presentò due riprese.
Rbplichb. — Nella stessa notte 13-14 si sentirono in Modena ed in Reggio
varie repliche non molto forti. A 5*» 40*" ant. del 14 a Reggio una forte ond.
K-W, e cosi a Modena ove fu istantanea suss. con rombo : a 7^ 40°» ant. circa
altra forte ond. : a 8*» 41"* ant. a Parma due forti : a 4*> ant. del 15 a Modena
una sensibile scossa : dal 15 al 21 a Parma parecchie leggere, e nella notte
del 21 due o tre lievi ond. sentite anche a Modena. Nel giorno 24, a 9^ 21™ p.,
a Modena due leggere ond. intese anche a Reggio ed a Parma (SE-NW) ove
374 1 1832 - 18341
7*" dopo se ne avverti un' altra più sensìbile SE-NW di 4.* Nella notte 2H-29
a Parma una leggera ond. Al P aprile, ad P pom., a Reggio una leg^^era :
nella notte 11-12 a Panna due sensibili : a 3^14"" pom. del 19 a Modena e
Parma un' altra pure sensibile ond. : ad 1^ 14°" ant. del 20, a Mixlena alcune
leggere, ed infine all' 11 settembre a 7^ pom. a Reggio una gagliarda.
[93&] 1832. Novembre 24. Nieolosi, Belpam, Milo (Etna).
Baratta m. : Materiali ecc.) pag. 114 - Qemmbllabo C: La vulcanol. delVBtna, pag. 13&-41,
Verso la sera del 31 ottobre 1832 replicate scosse urtarono i din-
torni di Adernò, di Bronte e di Maletto con sensibile danno alle case
rustiche : furono i prodromi di una forte eruzione dell' Etna.
Al 5 novembre air Etna ed a Catania ne ftirono sentite alcune forti :
a 10^ 30™ ital. (mattina) del giorno 24 una violenta scossa urtò Nicolosi
e Belpasso, ove scompaginò tutte le caso : i vari! fabbricati furono le-
sionati e 5 di essi distrutti. Inoltre crollarono tutti i muri a secco delle
vigne : si ebbero a deplorare tre vittime e qualche ferito.
Nel giorno seguente si senti una seconda scossa che in S. Giovanni
la Punta produsse larghe fenditure neir alto del campanile, che poi
con terribile fracasso crollò al 29.
A Milo le scosse durarono fino al 26.
[937] 1833. Gennaio 19. Monteparano (Lecce).
Baratta m. : Materiali ecc., pa^. 114-15.
Al 19 gennaio, a 4*» 30" ant., a Lecce forte scossa ond. NE-SW che
destò gli abitanti e lesionò qualche edificio ; a Monteparano sottri danni
la chiesa Madre. Alle 5^ ant. altra scossa simile alla precedente. Fu-
rono sentite non lievemente a Foggia : si propagarono a Potenza, a
Bari, ed in generale in molte località delle provincie meridionali, in
taluna delle quali furono sentite lievi repliche.
[938] 1833. Aprile 4. Yieeiza ?
GoiRAN A. : Appendice e note ecc., pag^. 22 - baratta m. : Materiali ecc., pag. 87 - Piovekb O.
Crofi dei terr. a Vicenza^ pag. 55.
Ad 1*» ant. del 4 aprile in Verona forte scossa : a 3** 15-30" ant.
a Verona, a Ferrara ed a Vicenza una forte che non produsse alcun
.danno : neir ultima località fece suonare le campane.
Al 23 aprile, a 5** Vi P«? ^ Vicenza una leggera ed altre a 6** Vi ?•
del 7 maggio. .
[939] 1834. Febbraio 14. Pontremoli (Massa).
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 115-18 - Malvasia-De Rossi: Documenti ecc., pag. 63-W -
O. Garoiolli : Descrtz. del terreni, di Pontremoli - zobi : stor. civ, della Toscana ecc.,
pag. 577.
Al 13 febbraio, ad 1^ 15™ ant., a Pontremoli breve ma sensibile
[1834]
375
scossa ond. che fece risvegliare molti : al 14, a 2^ 15™ pom. circa, vio-
lento rombo susseguito da energica scossa suss.-ond . NW-SE di 10."
La fortezza ed il convento dei Gappaccini furono resi inabitabili ; il
pretorio, il seminario, il collegio, V ospedales il vescovado, il duomo
con tutte le altre chiese farono gravemente danneggiati ; atterrati per
la jRHggioT parte i camini ; lesionate tutte le case ; resi inservibili al
tragitto i due ponti di S. Francesco : neir edificio scolastico — ove si
trovavano adunati oltre 50 fanciulli — crollò la volta, ferendone gra-
vemente tre.
I danni maggiori avvennero a Caprio, a Val d' Antena, a Zeri, a
Guinadi, a Bratto, h Braia, a Cavezzano, a Groppo d' Alosio, a Filat-
tiera, a fiocca Sigillina, a Lusignano ed a Gigliana.
Fio. 38.
Albereto presso Borgotaro tu. quasi distrutto e in Borgotaro stesso
e dintorni gravissimi furono i danni causati agli edifici. Qualche danno
pare nbbiano risentito anche Bardi e Borgo S. Donnino.
Il movimento parve irradiare dal monte Molinatico ; nella cartina
imita (fig. 38) con A è indicato il probabile epicentro e con B il limite
della zona isosismica rovinosa o quasi.
Nella Toscana, secondo lo Zobi, i morti furono 60, e 120 le persone
gravemente ferite; moltissime furono quelle che riportarono lievi le-
sioni, he case danneggiate ftirono 4281, con un danno di 1836152 lire.
A Sarzana e Parma la scossa fu assai forte ; fa molto sensibile a
Genova ed a Bologna ; fu leggera a Modena, a Reggio, a Milano, a
Mantova, a Brescia ed a Torino.
A Borgotaro, dalle 2*» 30™ alle 3** 20™ pom. del giorno 14, si senti-
rono 10-12 scosse leggere: a 2^^/^- 3^ pom. a Pontremoli se ne ebbe
una forte ond. avvertita a Lucca, a Grenova ed a Parma ; a 9^ 15™ p.
un' altra e nella notte parecchie repliche. Nel giorno 15 a 1*» 16™ ant.
e 9^30™ pom. in Borgotaro varie scosse molto più intense che non a
Pontremoli, ove a 8^ ant., si ebbe un sensibile scuotimento.
376 [1834 - 1835]
Nel giorno 16 a Borgotaro e Pontremoli qualche scossa; a 5*» pom.
del 17 neir ultima località una forte commozione fece fuggire la popo-
lazione dalle case. Continuarono neir aprile-giugno a farsi sentire delle
repliche, alcune delle quali abbastanza violente.
[940] 1834. Luglio 4. S. Vitale di Bagaisa (Parma).
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 117.
Mentre 1' attività, sismica si era affievolita in quel di Pontremoli e
di Borgotaro, il 4 luglio, a 1^35"» ani. circa, una scossa ond. SW-KE
di 10* urtava Parma facendo ivi risvegliare gran parte degli abitanti :
a S. Vitale di Baganza essa fu molto più violenta e seguita da altre.
Fu forte a Genova, ove fece risvegliare gran parte della popolazione :
fti sensibile a Lucca, ove 5"" dopo fu seguita da lieve replica e fu leg-
gera infine a Bologna, a Modena, a Milano, a Brescia, a Verona ed a
Vicenza. Nella notte 3-4 a Parma due altre lievissime scosse ondula-
torie.
[941] 1834. Ottobre 4. Bologna.
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 117-18.
Ad 8^ pom. del 4 ottobre in Bologna fortissima scossa suss.-ond.
ENE-WSW di 8" preceduta da forte rombo. Presentò nella sua durata
due riprese a 4-5» d' intervallo, la seconda delle quali fu più intensa.
Notevoli danni a non pochi fabbricati, cioè, caduta di molti comignoli
di alcuni pezzi di ornamento di vecchie case, apertura di lesioni nei
muri e nelle volte. Fu piuttosto forte a Modena (ond. E-W, 5") e leg-
gera a Parma, a Venezia ed a Ferrara. Nella giornata dal 5 a Bologna
altre scosse lievi.
[942] 1835. Febbraio 6. Mugolio.
Baratta m. .' Materiali ecc., pag. 118 - Giovannozzi G. : / terr. st. Apuani, pag. 9 - Pilla l.
Jstor. del treni, ecc., pag. 215 - L. chiki: Storia ant. e mod. del Mugello, Firenze 18^76,
voi. IV, pag. 106.
Nel pomeriggio del 6 febbraio in Firenze alcune scosse, fra le quali
una notevole a 7*» 50" pom. ; il centro di questo scuotimento si appa-
lesò nel Mugello. A Borgo S. Lorenzo ne furono sentite due gagliar-
dissime suss.-ond. della durata di pochi secondi, precedute da forte
rombo, che fecero sbattere le imposte, rovesciare vari mobili, cadere
dei comignoli ed aprire delle lievi fenditure nei muri. Nei paesi circo-
stanti il terremoto fu più lieve : si deve però eccettuare Vicchio nel
quale i danni furono maggiori : a Luco furono di poco momento. Nella
fig. 2 trovasi delimitata V area mesosismica A, la isosismica fortissima
B, e la forte C.
Nei giorni seguenti parecchie repliche, ed altre leggere nel mesi se-
guenti: là maggiore avvenne a 10*> ant. del giorno 7 febbraio.
[1835] 377
[943] 18S5. Marzo 6. Gasliari.
Baratta M. - Materiali ecc , pag. 118.
Nella notte del 6 qualche lieve scossa ond. W-E a Cagliari.
|944] 1835. Marzo 23. Boves (Cuneo).
Baratta M. : Op. Cit., pag. 118.
A 9'^30» ant. del 23 marzo a Boves forte scossa W-E con rombo,
che fece rovesciare oggetti, screpolare varil muri, abbattere molti co-
mignoli e rendere pericolante una camerata dell'ospedale. Alle 11^ 30~ a.
replica.
[d45] 1835. Aprile 25. Borgotaro, Pontremoli.
Bajiatta m. : Op. clt, pag. 118 e aeg.
Abbiamo visto che durante il periodo sismico di Pontremoli del 1834
iX. 939) furono sentite varie scosse in Borgotaro, state più in questa
che non neir altra località violenti. Nel marzo 1835 le manifestazioni
sismiche in Borgotaro diventarono più numerose ed energiche : nel
giorno 8 si ebbe, a 9^30" ant., una forte scossa preceduta da rombo e
seguita mezz'ora dopo da una debolissima'; a 2*" 40» ant. del 16 una
leggera, e così ad 11>»45'» del 15 a>»rile. Nel giorno 20, a 4*» ant., a Bor-
gotaro e dintorni scossa fortissima ond. ; a &" ant. del 21 due forti,
ed a 2** pom. due altre fortissime e lunghe con intenso rombo : a 3*^ 45"
del 25 una violentissima scossa fece uscire la popolazione all' aperto ;
tu sentita con eguale intensità a Pontremoli, a Varese Ligure, a Com-
piano, a Bedonia e leggermente anche a Bardi.
Dopo questo parossismo il suolo si mise in quiete, interrotta solo al
10 maggio (lO'^SO" pom.) da una lieve commozione ed al V agosto
(8^ 45'" p.) da un rombo sotterraneo della durata di parecchi secondi.
[946] 1335. Ottobre 12. Castiglione, Cosenza.
Bossi a. A. ì Dei trem, della Cai, Cit. i835.
Verso 1^ pom. del 12 ottobre, preceduto da un baleno, in Cosenza
fremito sotterraneo con gagliardissima scossa, che risultò composta di
tre urti violentissimi, ai quali tenne dietro un assai forte moto ondu-
latorio e vorticoso : la durata totale fu stimata di 20.* La contrada lungo
la riva destra del Crati andò tutta in rovina : Cosenza e Rende furono
le sole località state assai danneggiate sulla sinistra.
Il terremoto fu fortissimo fino a S. Lorenzo Bellizzi dalla parte di
nord : ed a Tiriolo da quella sud : fu lievemente sentito nella Calabria
Ulteriore ed in Basilicata.
Nel resto della giornata il suolo fu in continuo moto e per tutto il
mese e per i successivi (novembre e dicembre) si sentirono frequenti e
378
[1835]
forti repliche, le maggiori delle quali accaddero al 22 novembre ed al
25 dicembre, le qaali non furono meno gagliarde della prima e causa-
rono nuovi danni. Furono tutte dirette da NW a SE, eccettuata V ul-
tima che ebbe direzione contraria. Da questi terremoti Castiglione tu
adeguato al suolo con ICX) morti e molti feriti : la Chiesa maggiore
screpolata nella cupola e nelle pareti, un convento di Cappuccini fu
infìianto con la relativa chiesa.
Il suolo fra Cosenza e Castiglione apparve screpolato; ivi si altera-
rono tutte le sorgenti. S. Pietro in Quarano ed il villaggio di S. Be-
.T'*'^
Fio. 39.
nedetto ebbero la stessa sorte ; gran parte delle case furono distrutte,
le altre tutte rese inabitabili : 20 morti ed oltre 100 feriti ; in Zumpano
alcune case farono atterrate, le altre lesionate ; nella frazione Rovella
tutti gli ediftcii flirono abbattuti e si piansero 2 morti e 50 feriti ; a
Lappano niun edificio rimase illeso, molti furono distrutti : 4 morti.
Tutti questi paesi sarebbero compresi neir area disastrosa (fig. 39 A).
A Casole rovinarono alcune case, sotto cui si ebbe una vittima : ugual
sorte toccò a Rose ed a Rende. A Cosenza in generale tutti gli edifìci
furono lesionati ; nel convento delle Cappuccinelle caddero i tetti^ altri
[1835 - 1836] 379
conventi in più parti farono rovinati : parecchi palazzi risentirono gravi
lesioni interessanti i muri dalla cima alle fondamenta : gravi danni
ebbero il vescovado, l'intendenza, il tribunale, le carceri, l'orfanotrofio
ed il castello ecc. I paesi dianzi ricordati sono posti nella zona dei
gravi danni (B).
S. Ippolito, Donnici, Piane Grati, Dipignano e Paterno risentirono
danni minori (C) ; lievi Paola, Cassano, S. Sofia, Corigliano, S. Lo-
renzo Bellizzi, Terrannova, Tarsia, Spezzano, S. Demetrio, Macchia e
Bìsignano da una parte e Tiriolo dall' altra (area fortissima : D).
Questa zona misurata nella sua maggio^ lunghezza da S. Lorenzo a
Tiriolo risulta di km. 105. L'epicentro, con ogni probabilità, deve
porsi nei pressi di Castiglione e di 8. Pietro in Ouarano.
[947] 1835. Dicembre 23. Monteeassiio (Caserta),
e. DB ka&oo: UofUecassino ecc., pafir. 78.
il 23 dicembre tre scosse fortissime o molto forti.
[948] 1836. Aprile 24. Rossaat (Cosenza).
ROSSI A. : Iki trem. nella Cai, atra Vanno i83e - de rosis l. : Deserà, del trem. ecc.
Alle &" 15°" ital. in Rossano fu sentito dapprima un rombo^ quindi
una tremenda scossa che, secondo il De Rosis, fti solo ondulatoria ma
veementissima per circa 30* e che andò quindi decrescendo sempre più,
in modo da perdurare per oltre 2."" Il Rossi invece afTerma che il mo-
vimento sismico fu dapprima verticale, quindi ondulatorio^ poscia vor-
ticoso : a questa prima fase, durata SO* circa, sarebbe susseguita una
pausa di 3", e quindi una ripresa fortissima.
In Rossano molti edificii rovinarono completamente : il duomo ebbe
atterrato il coro e parte della facciata di ponente ; il palazzo vescovile
in parte f^ distrutto ed in parte reso inabitabile ; semidirute rimasero
la chiesa dei Cappuccini, quella di S. Chiara e della Maddalena con i
rispettivi conventi. Il monastero dei Basilianl rimase molto malconcio,
e cosi pure i palazzi della sotto intendenza, del municipio e dell'ospe-
dale. Secondo la perizia ufficiale su 1538 edificii urbani, 370 fìirono in-
teramente distrutti ; 592 lesionati in modo da non essere suscettibili di
riparazione e gli altri 776 atti ad essere ancora riparati : il danno si
fece ammontare a ducati 400005. Crosia f\k interamente distrutta; in
Caloveto, La Scala e Cropalati alcune case fUrono adeguate al suolo,
tutte le altre rimasero lesionate, e nessuna illesa : a Calopezzati la
maggior parte degli edificii rovinati, e cosi pure dicasi di Paludi e di
Corigliano. Longobucco, Bocchlgllero, Cariati e Campana furono gran-
demente danneggiati: non ebbero a deplorare morti ma solo qualche
ferito. In San Demetrio ed in San Giorgio tutte le case furono danneg-
»
250
»
140
»
25
»
2
»
40
y>
0
»
9
»
5
»
1
»
1
»
50)
»
0
380 [1836]
giate, e le più deboli infrante : in Acri e Bisignano si ebbero edificii
crollati ; a Cosenza, a Castiglione, a Zampano, a Rose, a Motta, a Ro-
vito, a S. Demetrio, a Donnici, a S. Pietro ed a Rovella danni minori.
Riguardo al numero dei morti e dei feriti ecco la statistica ufficiale:
Rossano (quasi interamente distrutto) morti 259, feriti 89
Grosia (interamente distrutta)
Calopezzati (molto danneggiato)
Galoveto (in parte caduto)
Cropalati idem
Scala idem
Paludi idem
Totale 589 237
Secondo i Documenti Malvasia-De Rossi (Op. cit., pag. 65) anche a
Oinosa (Taranto) alcuni edificii sarebbero stati danneggiati.
Sulla costa le onde dapprima si avallarono, poscia innondarono la
riva invadendola in prospetto di Corigliano e di Rossano per circa 40
passi: lo stesso fenomeno accadde alla marina di Calopezzati, ove il
mare, ritirandosi, lasciò all'asciutto sul lido dei pesci : presso quest'ul-
tima località, nella contrada « Lozzi », non lungi dal luogo detto
« S. Elia », avvennero grandi sconvolgimenti nel terreno; in alcune
parti questo si rialzò di un palmo circa, ed in altre di altrettanto si
depresse. Alla marina chiamata < S. Angelo » venne fuori dai cre-
pacci apertisi nella terra, dapprima dell' arena, che formò dei muc-
chietti, e quindi anche delie acque tepide.
Mezz' ora dopo questo grande parossismo si ebbe una replica più
lieve, e dopo il 25 non mancarono le scosse a farsi sentire giornal-
mente : una assai forte avvenne a Rossano a 9^ aut. del 15 maggio e
causò qualche danno ; un' altra di 5-6% a 13*» 18" ital. del giorno 22.
fece cadere un cornicione di una chiesa, ed infine una terza, di quasi
eguale intensità, a S^ 20" ital. del 19 giugno. Al 27 luglio, verso le
8*» Vi dì mattina, in Rossano una nuova scossa fece crollare una mu-
raglia antica.
Il centro di questo terremoto pare a mare fina Rossano e Crosia: le
varie zone isosismiche sono rappresentate nella fig. 39, in cui cui rap-
presenta la mesosismica disastrosa : bb l' isosismica rovinosa e ce la
quasi rovinosa.
[949] 1836. Maggio 3-4. Roggio Calabria.
A. BOSSI: De' trem. nella Cai. CU. Vanno i836, pag. 28.
Secondo il citato Rossi nella notte 3-4 maggio a Reggio C. si ebbe
(1) Nel giorno seguente per la caduta di un muro si ebbe a deplorare una vittima
ed un contuso.
T»
[1836]
381
una lieve scossa, e nel mattino seguente nna più gagliarda ond, che
causò danni agli edìficii : per alcuni giorni a vari intervalli altre leg-
gere repliche. L' Arcovito, citato dal Mercalli (I terr. della Cai. ecc.,
pag. 50), non parla di questo terremoto, ma menziona le seguenti
scosse avvertite neir anno a Reggio :
Maggio 2) terremoti a Reggio (che siano quelli xhe il Rossi dice avver-
titi nel 34?)
Agosto 9) 6^ ital. (9-10 notte) una lieve; iO) \^ 45» ital. ivi due lunghe
e forti con rombo, forse sentite a Messina : 16^ altra piccola ; i5) \^ 4&» it.
una forte ; 16^ 50°^ altra scossa ; ^^ 2tìi^ una forte.
Nditembre i) 2^ ital. una mediocre.
[950] 1836. Giugno 12. Asolano (Veneto).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 119-20 - piovenb o. : Cnm, dei terr, a Vicenza ecc. pag. 55^.
Circa le 11^ pom. dell' 11 giugno a Bassano una scossa ; verso le
3* 30" ant. del giorno 12 replica più forte, però senza sinistri effetti ;
Liedolo^ Fonte, S. Ilaria (S. Eulalia) furono le località più danneggiate
./
--^ i^\
^^
^^.^-^
Fio. 40.
(flg. 40) quindi vengono 8. Zenone, Crespano e Possagno. Nei primi da"
60 a 70 case furono ridotte in stato rovinoso ; nella parrocchiale di
S. Ilaria la facciata rimase assai conquassata ed il campanile perdette
la porzione terminale della sua guglia. Nessun danno soffrirono le
chiese di Crespano e di Possagno. Neir area danneggiata su 1943
fabbricati 100 caddero interamente, 100 altri rimasero cadenti, 692 eb-
bero danni più o meno gravi, e 1151 restarono illesi.
A Venezia la scossa fh forte da far suonare i campanelli, muovere
i mobili, cadere oggetti anche grossi, e da far svegliare peisone.
Eguale intensitÀ ebbe a Verona (ove dopo 11"* si senti una replica), a
Vicenza, a Mantova ed a Brescia ; fu lieve a Ferrara, a Parma ed a
Milano,
382 [1836 ' 1837]
A Bassano nel corso della settimana altre 16 scosse, fra ctii una al
13 (IO»» 40- a.), al 14 (10»» 3« p.), al 16 (11»» 29» p.) ed al 18 (Pa.)
Al 15 luglio, a Q^ 45» pom., se ne ebbe Tina a Comedo, sentita anche
lievemente a Parma^ a Vicenza, a Venezia; a Comedo, a 1*»30» pom.,
altra replica. A mezzodì del 20 a Bassano si sentirono due scosse assai
sensibili che da Borse a Possagno causarono nuovi danni : a Crespano gli
abitanti si attendarono ; tìirono forti a Comedo, a Padova, a Vicenza :
sensibili a Verona e lievi a Parma, a Ferrara ed a Modena. A Bassano
a 10^^10» e ll»'52»pom. due altre: a 0»'42» ant. del 15 una gagliarda,
a 4»» ant. del 23 una lieve, e varie nel giorno 24.
[951] 1836. Luglio 8. Craco (Basilicata).
BOSSI A. : st&r. Urr, Cai. isas-ae^ pag. 88.
A mezzodì deli' 8 luglio scossa sentita nel vallo Cosentino; quivi
non produsse danni: a Craco, ove fu essenzialmente ond. S-N di 30",
fece lesionare tutti gli edificii.
[952] 1836. Luglio 17. Cosesza.
BOSSI A. A. : /)f trm, della Cai, CU, Vanno isae, pag. 23.
Dopo mezzodì del 17 luglio a Cosenza forte scossa ond. di parecchi
secondi : fu seguita, neir intervallo di 2», da due altre repliche più
lievi : pochi danni, ma grande spavento.
[953J 1836. Novembre 20. Lagonegro (Basilicata).
Baratta M.: Op. Clt, pag. 120-21 - Bossi A. A. '- Op. cit., pa^r. 82-^.
Verso le 8^ Vi ant. del 20 novembre forte scossa a Napoli ; a Lago-
negro fece rovesciare parecchie case, lesionare tutte le altre* aprire
fenditure nel suolo e causare varii franamenti. La vicina contrada
sofifM grandemente : Nemoli, Rivello, Trecchina, Latronico, Castelfranco,
Carbone, Chiaromonte, Montemurro, Corleto e Tramutola in provincia
di Potenza, Casalbuono e Montesano in quella di Salerno ebbero tutte
le fabbriche lesionate e le più deboli infrante. In Lagonegro 10 morti
e 40 feriti : a Montesano 2 morti e 10 feriti.
A Lagonegro nella giornata 26 scosse ed al 2 dicembre ivi e nei
dintorni nuove repliche.
. L' epicentro di questo terremoto deve trovarsi nei pressi di Lago-
negro (flg. 32 A) : r area rovinosa si mostra (B) assai ristretta e si
spinge fino a poco oltre Montesano : V isosisma dei danni (C) include
le altre località testé nominate.
[954] 1837. Aprile 11. Alpi Apeane (Toscana).
Baratta m.: Op. clt., pag. 121-2 - O. Garoiolli: Terr. nella Lunigiana ecc. - O. Giovax-
Nozzi : / terr. Apuani^ pag. 12 (estr.)
Circa le 6** pom. dell' 11 aprile un tremendo terremoto urtò Je Alpi
[1837]
383
Apuane. Ad Uglian Caldo su 100 case 93 furono Rovinate, e delle altre
p3che una sola era ancora servibile ; 5 morti e 18 feriti. A Argìgliano
toccò la stessa sorte: 24 case cadute. Monteflore, Regnano soggiacquero
a forti danni. In Minucciano caddero alcune c^se e parte dell' antica
torre : altri ediflcii furono grandemente lesionati, fra cui la residenza
del commissariato e quella dei carabinieri : vari feriti. Bargiola, Al-
biano e Renzano soffrirono pure gravi danni e così pure Antognano,
Zenzano^ Bugliatico. La zona ove il terremoto fu rovinoso adunque à
forma quasi circolare con il diametro di circa km. 10.
A Fivizzano la scossa, suss.-ònd., fece cadere pochi comignoli, qualche
cornicione, e causò screpolature nei muri intemi. A Lucca (ond.) fece
suonare i campanelli, oscillare gli oggetti appesi ed aprire qualche
cretto nei pavimenti. Essa fu poi sensibile a Modena ed a Parma, e
leggera a Grenova ed a Firenze.
•Titfiini)!».
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Fio. 41.
H centro di scuotimento pare sia stato nei pressi del e Pizzo d'Uc-
cello > la cui maestosa cima fu vista scuotersi e scagliare lungi da sé
le nevi che la ricoprivano. In vari luoghi si aprirono delle squarcia-
ture nel suolo e rotolarono dei massi : le termali di Equi emisero per
parecchi giorni acqua biancastra.
Neir unita cartina (flg. 41) è delimitata la zona epicentrale e l'area
mesosismica rovinosa.
A Fivizzano e ad Ugliano nella notte varie scosse : alla mattina
del 12 se ne erano contate 32, e 40 a tutto il giorno 16.
[955] 1H37. Aprile-Maggio. Monteeassino (Caserta).
Pilla L. : ^lat, dei trem. the alfUt^em la città di S. Germano^ ecc.
Sui primi di aprile a Villa, paesetto distante da S. Germano 3 miglia,
fa sentita una scossa molto energica che fece crollare alcuni muri a
secco e causò lievi danni ad alcune case. A 3^ ò^ ant. del giorno 12
S. Germano ed il monastero di Monte Cassino ftirono scossi da un ter-
remoto molto gagliardo, seguito 10°^ dopo da replica più veemente. Al
14 a 10^ p. scossa alc^uanto energica ed altre due lievi nel di 28 (4^ e
384 [1837 - 1838]
4>> 15<» ant.) Ad 8^ Vi ^- ^^^ ^ niaggio il suolo tremò fortemente, dopo
aver leggiermente oscillato. A 4^ Vt ^^^* ® ^^ Vs P- del 3 ed a 1^ 30"" a.
del 4 due scosse poco forti. Nel 5 a S. Germano una non avvertita a
Montecassino : neir 8 (4*^ Vs *i^'« ® ^^ Vj pom.) due leggiere ond. a
S. Germano ed a Montecassino: a 11^ pom. del 9 due altre a 2"" d'in<
tervallo. Nel giorno 11 (4*^ Vs &•) ^^^ leggiera oscillazione, alla quale
tenne dietro una gagliarda a 5^ Vt pom. e poi due altre leggiere a
7^ V4 pom. l' una e 2*^ ant. del 12 l'altra : in questo giorno il Monte
di Gassino fìi in vari punti commosso. Nel giorno 14 avvenne il massimo
sismico di questo interessante periodo : a 6^ a. un rumore cupo ognor
crescente precedette ed accompagnò lo forte scoesa, che parve dovesse
far rovinare tutte le case: la maggior parte dei monaci e degli abitanti
usciron precipitosamente dalle case.
Nel giorno 17 (0** 15°* 0** 45" e 1*» 15 pom.) tre scosse lievi, l' ultima
delle quali fti più forte a Montecassino che a S. (fermano : fino agli
ultimi del mese il suolo parecchie volte tremò, ma sempre lievemente :
nella notte del 5 giugno ed in quella del 6 qualche altro scuotimento.
Tutte queste scosse — quasi sempre suss. della durata di 5' circa —
furono tutte precedute ed accompagnate da rombi e sentite in localitÀ
ristrettissime. I danni causati alle costruzioni fìirono lievi : nessun edi-
ficio né in S. Germano, né alla Villa, né a Cairo, fu diroccato, solo in
molte case, le più solide ed il monastero non eccettuato, si aprirono
piccole lesioni.
[056] 1838. Febbraio 2. Valle Pastuia (Sard^rna).
BARATTA M. : Materiali ecc. pag. 123.
Al 2 febbraio, circa le 11^ Vs pom. in valle di Pastusia scossa che
fece cadere dalle circostanti alture grande quantità di sassi ed aprire
spaccature nel suolo.
[957] 1838. Febbraio 14. Folifpio, Spoleto (Umbria).
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 123.
A 3^ pom. del 5 gennaio a Spoleto due scosse gagliardissime : nel
giorno 14 febbraio a Foligno e dintorni, a 8** 30° ant., forte com-
mozione tellurica che incusse grande panico e causò piccoli danni :
Spoleto durò 12* ed i fabbricati gìk in cattive condizioni subiron
nuovi detrimenti : ne crollarono molti a Cerreto, ad Agliano, ad Acev
(fraz. di Gampello), a Sellano e nella sua frazione Postignano. Neil
giornata a Foligno varie repliche, fra cui una ad 1** 30"* della nott<
che fu si gagliarda da incutere spavento e causare lievi danni.
Ad 8^ 45"° ant. circa del 17 a Foligno forte scossa.
La zona mesosismica di questo terremoto é delimitata nella fi
^ra 13 (pag. 196).
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JelCaita mesosismiccL
»... . a/^rossi morivo x£ei €tQ.?tnt Savoia).
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% . cAe Aann^ sofferto jrapi ^eriodo di
0 , Btati mediocremente do^^^ ^j y^^^
O . che hanno sofferto */a^^^ ^^^^^^
===io (1839),
:ando: in
pom. del
[1838 - 1839]
385
igDO 23. Pesaro (Marche).
de terre ecc. ed Bffet d' un tremM. ecc. - baratta m. : Materiali ecc.,
A. : Scritti di Sismol.^ voi. i, pag. 85 e 155.
m. del 23 giugno a Pesaro due rombi seguiti da for-
nd. E-W di 5* : edificii lesionati, popolazione uscita al-
il terremoto l'acqua dei pozzi si innalzò di 4 piedi di
Qà/fff/^i, effetti produsse a Cartoceto, a Sinigallia e Fano : fu
ia e, secondo il Mamiani, anche a Scutari ed a Vienna.
quest' ultima affermazione , il Mamiani ( e quindi il
anche la notizia da me data nei Materiali citati — tolta
Piemontese (N. 129 : 7, VII) — contengono un evidente
è il Perrey {Mem. sur les trembl. de terre ressentis dana
rco-Hellenique ecc., pag. 48) ricorda per Scutari un ter-
a 9** 35™ pom. del 25 gennaio (e npn giugno), propaga-
er» \i0 4 Costantinopoli, neir Ungheria e nella Russia. La concor-
cÌH(/{srgOfs. e del giorno spiega Terrore. Su tale terremoto si tro-
particolareggiate ed interessanti notizie, sopratutto dal
ta geologico, nella memoria di M. Draghicenu Les trem-
terre de la Roumanie et dee pays environnants (pag. 3t-42,
96) : solo qui credo utile osservare che in Milano furono
pom. del 23 gennaio notate forti oscillazioni meccaniche
ccA/^ci c^ff^^tìoo , come si trova accennato nella mia nota : Per la
aiamologia : sulla propagazione a distanza dei movimenti
. 4 e 5 estr.)
^fr
y* Aif^
ior0/rt
Ca
18. Autunno. Val d* EIm (Toscana).
^ del trem, ecc., pag. 216.
tunno si sentirono varie scosse in Val d' Elsa, molto simili,
ido però dall' intensità, a quelle del 1804 (vedi N. 846). Dal
fottobre la terra fu quasi sempre commossa, nella notte i tre-
giomo i rombi non cessavano mai. I danni furono però lievi.
Campani e Toscani (pag. 291) non ricordano nell' anno 1838
k, che una scossa sentita al 30 luglio.
Sch
igìi 17^
1838-39. S. Giovanni di Moriana (Savoia).
: yotice sur dee trembl. ecc. - Baratta m. : Materiali ecc., paer. 129-25.
il 19 dicembre 1838 si iniziò un intenso e lungo periodo di
ihe urtarono in modo speciale i dintorni di S. Giovanni di Mo-
localitA adiacenti, lungo la valle dell'Are. Dopo la prima scossa
.1838 : 10^ 20™ p.) si ebbe una pausa lino al 27 febbraio (1839),
il numero delle commozioni andò sempre più aumentando : in
iriodo si ebbe la scossa maggiore, avvenuta a o^ 50°" pom. del
ltta: Terremoti ecc. 25
386
[1838 - 1839]
26 marzo : in seguito le commozioni diminuirono di numero e poche
ne furono sentite nel maggio e nella prima metà di giugno : segni poi
un nuovo periodo di calma che si protrasse fino al 4 ottobre, cui tenne
dietro una nuova ripresa di attività, che si mostrò assai accentuata
nel dicembre, per diminuire sensibilmente nel gennaio 1840 e cessare
quindi definitivamente con il 18 marzo.
La frequenza ed intensità delle scosse sono mostrate chiaramente
dal seguente specchietto :
Mesi
^ s
o oo
^ oo
Numero deUe scosse
8
••H
a
S
a
s
I
o
O «
Osservazioni
1838 Dicembre
1839 Febbraio
» Marzo .
» Aprile .
» Maggio .
» Giugno .
» Ottobre .
» Novembre
» Dicembre
1840 Gennaio
» Febbraio
ì> Marzo .
Totale
1
—.
_— .
..
_
1
1
2
3
—
1
—
1-
5
17
15
7
2
4
—
28
3
5
1
1
—
7
4
3
2
—
1
—
6
3
1
1
—
1
—
3
5
3
1
1
2
7
1
1
1
2
12
24
12
3
•
1
40
2
1
2
6
1
1
1
—
—
—
7
1
2
1
—
^
s
53
63
26
8
6
6
109
dal 19X11 38 al
27 II 39 quiete.
* parossismo.
dal 16 VI al 4 X.
quiete.
fino al 18.
La maggiore scossa avvenne, come ò detto, nel giorno 26 marzo 1839
(3^ 50'" sera), e le più forti al 19 dicembre 1838 (10»» 20» sera), al 4
(10** 25"» a.) e 26 (3^ 10™ p.) ottobre, al 5 novembre (3^ 29" ant.) ed
air 11 dicembre (3^25" a.) 1839. Queste, oltre a movimento di mobili,
suono di campanelli, produssero lesioni nei muri, fecero cadere del
comignoli e dei massi dalle montagne circostanti. La loro durata fu di
qualche secondo e consistevano ordinariamente in 2-3 oscillazioni sue-
r
[18^ - 1839]
387
c^sive e distinte, in senso NW-SE, qoaiH tutte precedute da rombo
(fig. 42).
Le località più colpite (A) furono S. Giovanni di Moriana, Albiez le
Jeune ed Albiez le Vieux, Montrond, S. Jean d'Arves, S. Sorlin de
Arves, Villarembert, Fontconvert, S. Pancrace e Jamer ; vengono
quindi (B) Villargondran, Montricher, Valloire, Albanne, Pontamafry,
S. Marie 8. Etienne de Cuives, S. Alban e S. Colomban des Villards,
Montvemier, Le Chatel, Hermillon, Montdenis, S. Julien ; furono meno
intense (C) a 8. Martin d'Are, 8. Remy, La Chambre, S. -Martin sur
la Chambre, Montaimont, Montpascal, 8. Martin la Porte e 8. MicheL
ASI
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S^.,A«^
Fio. 42.
Le scosse di marzo-maggio passarono inosservate nel dipartimento
delle Alte Alpi, benché in modo sensibile siano state sentite in quello
dell' Isere, specialmente ad Oisans, Allenont, Aures, Mont de Lent,
Venose ed Omon.
Il centro pare sia stato alle Aiguilles d' Arves. (m. 3200).
[961] 1839. Agosto 9.
Baratta if. : Materiali ecc., pag. 125.
Brescia.
Alle 9*» 45™ ant. del 9 agosto una scossa molto forte a Brescia che,
secondo la Cfrande Ulustr. del Lombardo Veneto (voi. Ili, pag. 257, Mi-
lano 1868), fu suss.-ond. SE-NW di 5».
[962] 1889. Agosto 27-28 (e seguenti). Reggio Calabria.
ARcoviTO 8.: Mem. sui terr. di Reggio 87 agosto 4839 e seg. ecc. - Terremoti di Reggio e
Mem. sopra le esser, meteor. i840 ecc. - baratta m. : Materiali ecc., pag. 125.
Qo\ 27 agosto 1839 in Reggio Calabria si iniziò un lungo periodò
388 [1839]
sismico, (0 continuato con qualche interruzione per tutto Tanno e per
buona parte del 1840. La prima scossa avvenne a 18*^ ital., fa forte
8U8S. a due riprese ad intervalli di 2% con una durata totale di ?• : a
20** se ne ebbe una leggiera e fra T una e l'altra furono sentiti cupi
rombi, senza apparente movimento del suolo. A ò^ 47" del 28 scossa
forte ond. N-S a due riprese, e per tutta la giornata, fino alla mezza-
notte del 28, altre 21 repliche, 10 delle quali forti, 3 mediocri ed 8
lievi. Nello spazio di 24*", cioè da una mezzanotte all'altra, le scosse
furono 22, di cui 11 lievi e 11 forti. Furono intese queste e le mag-
giori altre abbastanza intensamente anche a Messina ; a Reggio, secondo
le notizie da me raccolte, fecero rovinare alcune vecchie case ed un
campanile.
Nel giorno 29, 6 scosse, di cui 3 forti e 3 leggiere : nel 30, 3 leg-
giere ed 1 mediocre : nel 31, 3 forti e 1 lieve. Al 1° settembre se ne
ebbe una forte ed una sensibile : nel 2 e 3, due per ciascun giorno :
nel 5, tre (1 mediocre e 2 lievi) : nel 6, due (1 mediocre ed 1 forte) :
nel 7, tre (2 mediocri e 1 forte) e nel 9 una leggiera. Nel 13 e 16,
due lievi jfer ciascun giorno,: nel 17 una leggiera ed una mediocre:
nel 28 settembre e 2 ottobre una mediocre. Dopo una breve tregua,
ripigliarono al 20 ottobre nella cui giornata si senti una sola commo-
zione di mediocre intensità: al 21, cinque (3 forti e 2 leggiere): ai
22, quarantatre, (13 forti, 11 mediocri e 19 leggiere): al 23, ventuna
(7 forti, 9 mediocri e 5 leggiere) : al 24, otto (1 mediocre e 7 leggiere):
al 25, cinque (3 mediocri e 2 leggiere) : al 26, nove scosse (3 mediocri
e 6 leggere): al 3 nov. una lieve: al 4 una mediocre e una leggiera:
al 5, una mediocre : al 6, otto scosse (4 mediocri e 4 leggere) : al 7,
due mediocri ed una lieve : air8 e 27, una mediocre ed una lieve : al
9 e 10, una mediocre per giorno: all'I 1, due mediocri ed una leggiera:
al 12, una mediocre e due leggiere : al 13, due leggiere : al 16, 17 e
19, una lieve per ciascun giorno : al 3 dicembre, una mediocre ed una
leggiera : al 6, due leggiere : all' 8, una forte suss.-ond. di 8' : al 20
una mediocre ed al 30 una lieve. Tutte queste scosse furono accom-
pagnate da rombi e negli intervalli fra l'una e l'altra si sentirono cupi
rumori sotterranei.
Al 2 gennaio 1840, due leggiere ed un'altra al 3 : al 16 marzo, tre
leggiere ed una sensibile: al 17, tre leggiere, e due mediocri o forti:
al 18, 23 e 24, due lievi per ciascun giorno e così pure al 23 aprile,
(1) Noto Che ad ore 1,85 ant. del 20 maggio a Cosenza furono sentite tre scosse ond.-
BU8S.-ond. delle quali la seconda fu più intensa; detto terremoto fu forte ond. a Catan-
zaro e lieve a Mormanno. Ad ore 3,35 ant. a Catanzaro due altre scosse a 90-95 secondi
dMntervaUo e nel di 25 una nuova ma forte.
[1839 - 1841] 389
al 24 una forte, al 29 una mediocre, e così pure al 1^ luglio, al 13
agosto, al 20 dicembre : al 17, una leggiera ed al 29 una mediocre.
Noto di passaggio che mentre queste scosse perturbavano il terri-
torio Regino, al 18 agosto 1839, a 2^ ant., due forti scosse ond.-suss.
urtavano Cosenza ed altri luoghi della Calabria Citeriore causando
panico ma nessun danno.
[963] 1839. Ottobre 6. Arta (Friuli).
TOMMAsi A. : / terr. del Friuli^ pag. 201.
Il 6 ottobre, a 4^ 30™ ant., leggiera scossa in Udine : fa fortissima
ad Arta, ove furono sentite repliche per tutto il resto del mese.
[964] 1840. Febbraio 29. Lncea.
Baratta M. : Materiali ecc.. pag. 126.
Alle 2*» 20"* ant. del 29 febbraio fortissima scossa a Lucca, propa-
gatasi lievemente a Bologna ed a Tarma (ond.-suss. SE-NW, a 2 ri-
prese ad 1" d' intervallo).
[965] 1841. Ref^gio Calabria.
ARCOYTTO s. : Mem. dei fenom, meteor, isu ecc. - baratta m.: Materiali ecc., pag. 126-28.
Abbiamo già visto come sulla fine deiranno 1840 si incominciassero
nuovamente a sentire in Reggio delle scosse di terremoto (N. 962)
ora al 3-4 gennaio del 1841 si iniziò una nuova serie di numerosissimi
Bcaotimenti. A 4^ 15°' ital. in Reggio fortissima scossa a 6 riprese di
18' circa ; cominciò con 2-3 leggerissime oscillazioni, avvertite da pochi,
seguite da qualche forte sussulto e poi da 5 fortissime ondulazioni, le
maggiori delle quali ebbero direzione NW-SE, le mediocri SW-NE e
S-N le minori. Questo terremoto in Reggio incusse panico generale e
fece danneggiare alcuni edificii pubblici, come il palazzo della Inten-
denza, quello del Tribunale, il quartiere di S. Agostino, il carcere di
S. Francesco, la casa del comandante la guarnigione : anzi il primo
di tali fabbricati fu reso inabitabile. La più parte delle case ebbero
lesioni e sotto alcune rovine perirono 2 fanciulli e 3 persone. Fu forte
a Messina, fu sentito in molte altre località.
A questo terremoto tenne dietro un numero grandissimo di repliche,
come lo dimostra lo specchietto della pagina seguente.
Le maggiori (forti) avvennero a 10** 18™ ital.^ ad IV 13™ ed a 15*» 30°*
del 4 gennaio ed a 7** 30™ del 15 agosto.
Tale periodo sismico fu certamente corocentrico al territorio reg-
gino, ma la mancanza di dati non permette di poter fissare la vera
posizione del verticale sismico.
390
U841]
ff
Numero deUe
scosse
1
Mese
o
ì
2
1
Numero
totale
Gennaio . . .
4
28
48
80
Febbraio
1
Itì
17
Marzo .
—
1
7
8
Aprile . .
—
—
—
Maggio
—
—
1
1
Giugno . .
—
5
5
Luglio . .
—
—
—
Agosto . .
1
1
3
5
Settembre .
—
1
1
Ottobre .
—
1
8
9
Novembre .
10
10
Dicembre .
—
1
7
8
TOTAT.R N.
5
33
106
144
[966] 1841. Febbraio 21-22. San Marco in Lanis (Foggia).
Baratta m. : Sulla otHv. sism, nella Capitanata^ pag. 13.
Nella notte 21-22 febbraio in Napoli due lievi scosse, le quali, con
forma ond. furono avvertite anche a Chieti, a Lanciano, a Solmona, a
Larino, a Potenza, a Salerno, ad Isernia ed a Campobasso. In Foggia
rimasero lesionati parecchi edifìci : a S. Marco in Lamis furono abbat-
tute 2 éase, 200 altre rimasero lesionate e 30 cadenti ; la Chiesa Col-
legiata fu abbandonata : due feriti* A S. Giovanni Rotondo la scossa
fu breve suss. preceduta da rombi e produsse parecchie fenditure alle
case, una delle quali fu per diroccare. A S. Nicandro fu abbastanza
forte e seguita da repliche : non causò alcun danno.
L'epicentro di questo terremoto appare presso S. Marco in Lamis.
[967] 1841. Marzo 6. Casamiceiola (Isola d* Ischia).
Baratta M. : Materiali ecc., pagr. 127.
Ad l** poni, del 6 marzo ad Ischia forte scossa seguita 6" dopo, da
altra più lieve : a Lacco Ameno produsse poche lesioni e generale
spavento. Pare che il suo centro sia stato presso Casamiceiola giacché
[1841]
S91
ìvU secondo il Mercalli (L'Isola d'Ischia ecc., pag. 116), rimasero dan-
neggiate alcune case. Fu avvertita anche a Forio.
[968] 1841. Marzo 20. Lipari (ìsole Eolie).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 122.
Nella sera del 20 marzo a Lipari scossa si violenta che a memoria
d'uomo non ne era stata sentita altra più forte: nessun danno, ma pa-
nico generale. Si propagò con minor intensità fino ai paesi della costa
settentrionale della Sicilia prospicienti alle Eolie. Passò, a quanto pare,
inosservata nella Calabria.
[969] 1841. Giugno 8-9. Torre Passeri (Abruzzo).
Baratta H.: Materiali ecc., pafir 126-28.
A Torre Passeri a 2^ pom. del 21 febbraio due violenti scosse, la
prima ond. El-W di 3% l'altra suss. di 10* con forte rombo, causarono
grande panico, ma nessun danno.
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kTrictr*
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\^^?olm«nf" ^ ^' ^
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n»
Fio. 43.
Al 2 giugno in diverse località deir Abruzzo Ulteriore si sentirono
vari scuotimenti, fra cui uno ond. di €• a 10*» V« ìtal. a Torre Passeri,
Civitella Casanova, Cugnoli e Brittoli.
Neir8-9 giugno a Torre Passeri 7 scosse ond. W-E, la più lunga
di 22*, grande panico e qualche lesione in alcune case. Questo terre-
moto fu sentito ad Alanno, a Brittoli, a Castiglione, a Pescara, a Sol-
mona, a Lanciano ed a Chieti. Nella fig. 43 B sono rappresentate la
zona mesosmica e la isosismica sensibile di questo terremoto.
^ Nella notte del 16 a Solmona una nuova scossa causò del panico ma
nessun danno : ivi al 24 agosto, a 10^ ital.^ ne fu sentita un'altra lieve
(D) ; al 25 una forte a Caramanico (E) ed al 18 ottobre, a 20** 30"" circa
ita!., a Torre Passeri violenta scossa: causò grande panico ma nessun
danno.
392
[1841]
[970] 1841. Giugno 10. Taranta, Falena ecc. (Chieti).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 49.
A Chieti lieve scossa nella giornata che a Taranta ('), Torricella
Pellgna e Falena danneggiò vari edifici!. Nella prima località fdrono
atterrate 2 case. Nessuna vittima. Nella figura 43 con C è indicata la
zona mesosismica rovinosa di questo terremoto e con C la isosismlca
fortissima.
[971] 1841. Ottobre 6. Tolmeuo (Udine).
TOMMABi A.: / terr. del Friuli, pag. 201.
A 4^ ant. del 6 ottobre a Tolmczzo fortissima scossa end. di 15*
preceduta ed accompagnata da rombi: suono di campanelli, caduta di
qualche mobile. Nella giornata circa 12 repliche più leggiere, altre
poi nei ^ 7 ed 8, e fino circa la prima decade di novembre, D loro
numero complessivo asceso ad un paio di centinaia.
[972] 1841. Ottobre 15. Sani^inetto (Verona).
aoiRAN A. : storia stsm. ecc., pag. 6&^ e Sec, app. al cataloga 3cc.. pag. 23-80 e 44M5.
Verso la metà di ottobre Sanguinetto e dintorni furono agitati da un
intero periodo sismico propagatosi ad un piccolo raggio. Al 15 ottobre
a 2*» 15 ant. si intese prima un fortissimo scuotimento ond. SW-NE,
Isola df]laScAli
oBovolonr
y^ • ConcAiMriM
' / ''fono /
frrraro /^
.Cov#rii9l0 ^^
Fio. 44.
che fece risvegliare gli abitanti e suonare i campanelli : dieci minuti
dopo si sentì una cupa detonazione con scossa suss. : a 2*» 45"* ant,
una terza scossa : gli abitanti spaventati abbandonarono le case : a
3** 30*" ant. un nuovo rombo con sussulto più forte e finalmente a 4''
ant. circa , un'altra intensa detonazione susseguita da violenta scossa
suss. la qnale fece suonare le campane, lesionare le case e cadere
qualche comignolo. Durante il resto della giornata piccoli rombi e lievi
(1) Il Perrey [TrembL pentm. Ital., pag. 107) erroneamente Invece di Taranta scrisse
Taranto.
syr»»
[1842 - 1843] 393
tremiti: al tramonto del sole uno più forte ed a 11*» pom. del 16 una
leggiera scossa e qualche altra fino a 8** ant. del di dopo. All' 8 no-
vembre, a 11**% a., leggera detonazione e lieve scossa avvertita da
pochi. Tali scosse spiegarono la loro massima intensità a Sanguinetto
area mesosismica: fig. 44 A): furono molto forti (C) a Concamarise^ a
Nogaro, a Villimpenta, a Gazo ed a Govemolo ; meno a Bovolone, ad
Isola della Scala ed a Roncoferraio : a S. Pietro di Morubio ed in altri
comuni del distretto fìirono appena avvertite.
[913] 1842. Novembre 18. BelpMSO (Etna).
Baratta m. : Materiali ecc., pa<7. 128 - Gbmmellaro C. : Cenni star, suWeruz. dell' Etna del
i7 nov. 1842 (estr.)
Al 18 novembre scossa assai intensa su tutto il versante meridipnale
dell'Etna e principalmente a Piano della Vite, a Nicolosi, a Pedara ed
in ispecial modo a Belpasso, nel cui quartiere denominato < S. Antonio »
fece crollare alcune case.
Fu seguita da molte repliche, che furono specialmente forti e fre-
quenti nel 28 dicembre al Piano della Vite, ove continuarono fino al
giorno 25.
[974] 1843. Ottobre 2&-27. Magello (Toscana).
Baratta M.: op. cit., pag. 129 - Franciii b. : Nota sul terr, del i8 maggio i895 ecc.< pa-
jfina 1 (2) - aiovANNozzi O. : / terr. stor. mttgell.^ pag. 9 (estr.) - mazzbi a.i / terr. ve-
rijicati in Pistoia ecc., pafir. 104 - Pilla l. : Istor. del trem. ecc., pag. 216-17.
Al 25 ottobre, a 4** 30" ant, circa, a Firenze lieve scossa ond. N-S
(li 7% preceduta da forte rombo ; fu sentita anche a Lucca, a Bologna,
a Parma, a Genova e più intensamente a Reggio. Alle 5^ 10"" ant. a
Firenze ed a Lucca altra ma più sensibile della precedente : a 9^ p.
a Firenze una terza avvertita da pochi. Al 26, a 2^ 15°* ant., a Lucca
una non molto violenta, susseguita 3"" dopo, da replica leggerissima:
a 3^ 14'° ant. a Parma e Firenze (ond. N-S 3*) un'altra : a 4^ ant. una
a Lucca ; a 3^ 45"" pom., a Firenze una avvertita da pochi e cosi a
4^ 43" ant. del giorno 27.
Le precedenti scosse furono pure avvertite a Siena^ a Livorno ed a
Pisa : a Pistoia produssero grande spavento nella popolazione : furono
poi assai veementi in tutto il Muggello. P^re che Barberino sia stato
il paese più danneggiato (fig. 2), avendo ivi riportato serie lesioni le
varie case e la Chicca, ed essendo stata resa inabitabile la Cancelleria
comunale. In Vernio si verificarono pure danni assai gravi, invece fu-
rono lievi quelli toccati a Borgo S. Lorenzo.
[975] 1843. Dicembre 7-8. Misilmeri (Palermo).
Baratta If. : Materiali eci:., pag. 129.
A 7^ 30" ital. della notte 7-8 dicembre due forti scosse causarono
394 ' [1844 - 1845]
in Misilmeri del panico e fecero lesionare alcune casupole e diroccare
vari muri a Becco.
[976] 1844. Marzo 10. Forlì.
QUARiNi F.: / terr, a Porli, pag. 9547.
Sui primi di marzo replicate scosse intimorirono gli abitanti di Forlì :
al 5 marzo parecchie forti, e fra le 6*» V4 ® ^U P^^i' ^©1 giorno 10 una
8USS. più intensa delle precedenti fece diroccare molti comignoli, aprire
fenditure in alcuni muri, uno dei quali, in borgo Cotogno venne a ro-
vinare. Seguitarono nei dì seguenti le scosse : una replica lieve avvenne
nella notte 13-14 (Perrey : Liste des trembl. 1845^6, pag. 395) e tre
dopo il mezzodì del giorno 21.
[977] 1844. Luglio 17, Palestrina (Roma).
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 180.
Circa il 15 giugno cominciarono a sentirsi in Palestrina delle lievi
scosse : al 17 luglio se ne ebbe una più veemente, che causò vari
danni a parecchi edifici e fece uscir le persone dalle case: fa sentita
meno fortemente a Poli ed a Zagarolo.
[978] 1845. Gennaio 20. Tortonese (Alessandria).
Baratta M. : Materiali ecc., pag. 190.
A 6^ 15" ant. del 20 gennaio a Perleto lieve scossa ond. S-N di 3' :
a (rarbagna e paesi circonvicini fu forte ond. di 1* ; non apportò danni.
[979] 1845. Maggio-Giugno. Corleone (Palermo).
Pbrrey a. : Trembl. penins, Ital., pag. 138.
Al 18 maggio, verso sera, a Corleone scossa mediocre e molte altre
nei giorni 19, 20, 21 e 22, fra le quali alcune nel 19 e 22 fortissime
ond.-suss. Non causarono danni. Al 10 giugno un'altra sensibile ond. ;
ciò secondo il Perrey. Dalle notizie da me raccolte {Materiali ecc..
pag. 131) risulta sentita a Corleone a 6** 15" ital. (sera) del 20 giugno
una scossa che, quantunque abbastanza forte, non tu. avvertita general-
mente. Il Mercalli (Vulc. e fenom, vulc. ecc., pag. 248) ne riporta
inoltre una mediocre ond. nella sera del 20 agosto.
[980] 1845. Luglio 10-11. Matera (Potenza).
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 131.
Nel 10-11 luglio a Matera forte scossa suss.-ond. di 2* che dannegggiò
lievemente qualche edificio ; a Tolve fu sussultoria.
Questa scossa il Perrey (Liste des tremòL 1845-46, pag. 407), erro-
neamente la riferisce al 10 agosto : aggiunge poi che fu sentita a
»^*»r x^-
[1845 - 1846] 395
Bari e territorio e specialmente ad Altamura a Gioia, a Gravina ed a
Cassano delle Murgie, ove fu fortissima.
[961] 1845. Settembre 13. * Laeea.
Baratta H. : op. clt-, pag. 133.
A 1*» 15" (ant. o pom. od ital. ?) una violenta ma breve scossa suss.-
ond. E-W, con forte rombo. Secondo il Perrey (Liste dea trefnbl. 1845-46,
pag. 408-9) la scossa avvenne a 11*» 20°» p. del 14 e fti sensibilissima
a Parma (ond. NE-SW 3»), nel guastallese, nel modenese ed in qualche
località della Toscana, fra cui Firenze.
[962] 1845. Dicembre 21. Lubiana (Carniola).
PsaiLKT A. : Liste des tretribL i845'46, paer. 414-16.
A 9^ 20" p. a Lubiana, scossa fortissima che fece cadere dei comi-
gnoli e lesionare dei muri : fu sensibile a Trieste ed a Venezia, ove
fa ond., seguita a breve distanza da replica più lieve N-S. (^)
[963] 1846. Marzo 28. Oriente.
PQLRET A. : Mem. tretnbl, penins. Jtal.j pa^r. 139 - Baratta m. : Materiali ecc., pag. 181.
lì 28 marzo, a 4^ 45"° p., a Malta ed a Gozo forte scossa seguita,
qualche minuto dopo da replica più violenta e lunga a tre riprese,
che fece danneggiare vari edificii. Questo terremoto fu avvertito da
varie persone a Napoli (4*» 37" t. v. 1.), ove si sentirono due scosse,
5U3S. la prima, ond. l'altra : due scosse furono pure intese a Messina,
a Catania, a Noto, a Gallipoli, a Lecce ed a Brindisi. Secondo il Perrey,
in Italia la città più colpita sarebbe stata Noto.
11 terremoto del 28 marzo fu rovinoso a Candia, presso cui — se-
condo lo Schmidt (Studien ilber Erdbében) — si troverebbe l'epicentro.
Le repliche sentite a Malta al 16 (Mg. circa) ed al 22 aprile (8^ 45*° p.)
non si propaganmo in Italia.
[984] 1846. Aprile 22. Catania.
Malvasia-db ROSSI: Documenti ecc., pagr* TI,
Al 22 aprile, ad V" Vt di notte, a Catania scossa fortissima che pro-
dusse poche screpolature in qualche fabbricato: fu seguita da repliche
non violenti, ma che incussero però generale spavento, talché alcuni
abbandonarono le case. Al 28, verso le 6** ant., secondo il Perrey (Op.
cit., pag. 139), alcune altre forti. La prima di queste scosse potrebbe
corrispondere forse ad altro terremoto molto violento a Malta.
[Ij Bnroneamenie in « Baraita: Materiali ecCi (pa^:. 181) » Ai attribuita al 22.
396 [1846]
|985| 1846. Agosto 7. Siracwa.
Pbrhey a. : Liste des tremU. {845-46, pag. 442-3.
Nella sera del 7 in Siracasa violenta scossa : si dice che 20 persone
siano perite e che molte case siano state rovesciate.
[986] 1846. Agosto 8-9. Canpomaggiore, Graeo (Basilicata).
Baratta m. : Materiali ecc., pa^r* 181-
Verso le 5^ ital. della notte fra T 8 ed il 9 agosto si senti in Napoli
e dintorni una scosta intesa pure ad Avellino, a Salerno, a Bari ed a
Foggia. A Potenza fa assai forte, durò 12% e produsse screpolature nei
pubblici e privati edificii : fu assai intensa a Lagonegro, a Melfi, ad
Accettura, a Campomaggiore, a Graco ed a Pietrapertosa. A Campo-
maggiore e Craco si determinarono delle aperture in quasi tutte le case.
A 3^ della notte del di seguente a Potenza altra scossa di 3.*
[987] 1846. Agosto 14. CoUi
Calamai l.: Osserv. sugli cfetti prod, dal terr, ecc.: Poche parole sopra le osserv. del
Dr. L. Rossini ecc. ed Esame critico della replica ecc. - pilla l. : Poche parole sul tre
muoio ecc. e Lettre a M, AroQO sur le trembl, ecc. ed Istoria del tremuoto ecc. - Ros-
sini L. : Osserv. intomo al terrem, ecc. e Replica... alle parole del P- Luigi Calamai ecc.
- Savi p. : Relaz. dei fenom. presentati dai terr. ecc. - Tabani b. : Del terr, oca. tn To-
scana ecc. - teluni t. : Relaz. stor. dei danni cagionati dal trem. ecc.
Intorno a questo terremoto le due memorie principali pubblicate
sono quelle del Pilla e del Savi, e le notizie in esse contenute mi ser-
virono per fare una sintesi dei fenomeni presentati da questo interes-
santissimo parossismo.
La prima scossa, che fii la maggiore, avvenne al 14 agosto ad
1^ pom. circa.
Fenomeni precursori, (*) — Il giorno 7 agosto, ad 8** a., a Volterra,
a Pomarance, a Serra, a &fonte Scudario, a Ouardistallo, a Casale, a
Bibbona fu sentita una debole scossa di terremoto che passò inosser-
vata nella valle della Fine.
Dal 25 luglio cominciarono a sentirsi nel mare presso il Fanale di
Livorno dei cupi rumori sotterranei, i quali si resero assai più sensibili
nei giorni 12 e 13 agosto : essi erano accompagnati da insoliti mo vi-
ni ii Perrey f Liste des trembl. 1845-46 ecc.) Indica le sedenti scosse che si possono
ritenere come precorritrici del grande terremoto del 14 aerosto;
8 aprile) ore 4-5 a. Calci scossa ond. istantanea; 6 ore p. altra più forte (p. 435].
i7 maggio) ore 2.40 a. Pisa, una leggrera dubbia (ivi).
6 luglio) ore 2 e 7.80 a. Pon tederà, due brevi (p. 438).
/ agosto) ore 9 p. circa Castelflorentino una lieve istantanea; ore 10.90 pom. una sen-
sibile con rombo; ore 11.45 p. una forte suss. istant. con rombo (p. 442). veramente il
Perrey scrive che Castelfiorentino è neir ex regno di Napoli .* ma ciò ò evidentemente
errato. - ;? ; 6 ore a. Cascina e dintorni, violenta scossa vert. di 8 sec (Ivi).
fM ~-
[1846] 397
menti delle acque del mare, dei quali non poteva rendere ragione ade-
gnata la qualità e la forza dei venti in allora spiranti.
Fu notato inoltre, fra i molti esempi che potrei citare, che prima
del violento parossismo la fonte pubblica di Castelnuovo mandò fuori
piccolissima quantità di acqua torbida.
Forma della scossa, — Il Pilla in Pisa cominciò a sentire un fragore
che veniva rapidamente dalla parte della marina a ponente, il quale si
avanzava sempre più con forza crescente, quindi la sala in cui si tro-
vava imprese, dapprima a vibrare, quindi ad oscillare, con rumore
vorticoso. Affacciatosi alla finestra egli vide che le case e gli alberi
erano agitati in una maniera orribile con un moto di < va e vieni »
di estrema violenza : il suolo poi a poco a poco ritornò nella sua pri-
miera calma.
U Savi senti dapprima varie scosse suss. poco violenti, rapidamente
6UccedentÌBÌ, indi — dopo un istante di tregua — una ondulazione vi-
vacissima, diretta quasi S-N. Il moto del primo periodo fu medio-
cremente violento, molto più quello del secondo : < ma quest' ultimo >
osserva egli e non era una semplice oscillazione o movimento di va e
vieni, ma un' ondulazione irregolare, in più sensi, accompagnata da
le^eri innalzamenti ed abbassamenti, nella quale ondulazione *il moto
diretto da N a 8 prevaleva sugli altri ».
Nell.'i parte settentrionale della pianura pisana, e nei contigui monti
il fenomeno ebbe pressoché la stessa forma e cosi pure nelle altre lo-
calità di Viareggino, di Pietrasanta e delle Apuane ove fa avvertito
abbastanza sensibilmente il fenomeno.
In Livorno si senti dapprima una scossa ond. E-W con rombo, e
poscia vari urti suss. insieme a leggere ondulazioni N-S, ed infine
molte ondulazioni E-W che farono più forti di tutte le altre: la du-
rata totale fu stimata di 20.* Da Antignano al Plano della Cecina la
scossa ebbe, secondo il Savi, identica forma; tra S. Regolo e Luciana
dopo uno spaventevole rumore si senti solo un urto impetuosissimo; a
Lorenzana dapprima si avvertirono due urti suss. : quindi un violento
moto orizzontale, seguito da altri aventi direzione opposta al primo. A
Lugnano non si percepì rombo alcuno ma un moto ond. a due riprese
di 6." A Vico la scossa durò 16*, a Cascina 25*, a Buti 10*, a Monte-
nero 15*, a Pisa, secondo il Pilla, da 25 a 30.*
Le direzioni predominanti, oltre quelle indicate, furono le seguenti:
Rossignano N 20« E ; Cecina N 40° E ; Monte Scudaio N-S ; Guardi-
stallo N 10» W ; Casale N 20° W ; Orciano NW ; Castelnuovo della Mi-
sericordia N-S ; Gabro N-S ; Lupiana N 25° E ; Lorenzana WNW ;
S. Gio. a Scutriano NW-SE ; Elba NVV-SE e Lucca NW-SE.
InUfUfità, — L' area mesosismica à forma molto allungata, inco-
398 [1846] ,
mincia al 8 con il grappo di Montescadaio, di Guardistallo e di Ca-
sale, quindi, varcata la Cecina, comprende V insenatura ove &wi Ki-
parbella e quindi, restringendosi sempre più, entra nella valle del
torrente Fine, ove si trova Orciano, per dilatarsi fino alla parte supe-
riore delle valli di Torà e dell' Isola, ove stanno Lorenzana, Luciana e
S. Regolo. Quivi la scossa produsse i massimi effetti dinamici, distrug-
gendo quasi completamente gli abitati e le case coloniche circostanti :
Orciano fu il paese che più di ogni altro rimase sconquassato.
L' area rovinosa, procedendo da N verso S, comincia a Guasticcie^ a
Nugola, a Fauglia ; quindi comprende Lari, Casciana, Orciatico e poi
la relativa isosisma si addossa alla precedente.
L' isosisma dei danni minori va a sud poco oltre a Guasticele e
corre fino a S. Pietro, quindi si prolunga per la riva sinistra del fiume
Era, comprendendo forse Volterra, donde si parte e, volgendosi verso
occidente, include Bibona, per correre presso Rossignano e raggiun-
gere il suo punto di partenza.
Livorno, Pisa, Fucecchio stanno nella zona isosismica fortissima che
ad oriente si distende lungo T Evola, mentre ad occidente comprende
i colli livornesi. La zona isosismica molto forte o delle lievi lesioni
comprende Lucca e la pianura fra 1' Amo ed il Serchio, la regione
sottostante al lago di Bientina e quella fì'a TEvola e l'Elsa, l'alta valle
di Cecina e quelle del Possera, della Trossa e della Sterza di Querceto.
La scossa verso sud si propagò fino al Giglio e ad Orbetello, passò
inosservata a Montalcino, fa sentita verso oriente leggermente a Siena
ed a Firenze : verso settentrione fu avvertita a H[odena, sensibilmente
a Parma, da pochissimi a Milano ed a Genova : con qualche intensità
Tonda sismica interessò le isole di Elba, di Capraia, di Gorgog^a e di
Pianosa, leggermente parte della Corsica e per nulla la Sardegna. Nel-
r unita cartina (fig. 45) sono tracciate le principali zone isosismiche.
Danni e vittime. — Le vittime di questo terremoto, secondo il Pilla,
ascesero a circa 60, distribuite nel modo mostrato dallo specchietto
che trovasi nella pagina seguente, compilato in base alle notizie fomite
da questo autore e da quelle del Tabani (T).
Il Pilla nel suo coscienzioso lavoro osserva che varie farono le ano-
malie nella distribuzione dei danni riscontrate in questo terremoto,
talché vicino a case totalmente distrutte se ne trovavano altre rimaste
affatto illese od appena tocche. Ciò dipese : a) dalla forma degli edi-
ficii ; b) dalla loro solidità ; e) dalla forma del suolo ; d) dalla natura
geologica del medesimo ; in generale furono incomparabilmente mag-
giori nei luoghi situati sulle parti più elevate dei colli pliocenici e
quaternari formati da roccie friabili e cedevoli.
Fenomeni idrici e geologici, — Le acque termali dei bagni di Ca-
[1846]
399
80 lana in seguito al terremoto divennero lattiginose e si conservarono
in tale stato fino al giorno appresso.
Presso la foce della Fine, sulla sponda destra, si formò uno spacco
di oltre 100 braccia con direzione NW-SE ; sulla sponda della Cecina,
fra Riparbella e Monte Bendalo, si aprirono delle fenditure ed altre si
riscontrarono nei pressi di Guardistallo (N-S) e di Volterra. Fra Luciana
e Lorenzana, presso la Torà, si formarono delle numerose e piccole
cavita imbutiformi allineate secondo la dilazione NW-SE, dalle quali
venne inori acqua mista a sabbia azzurra. Molte altre polle si aprirono
sul fianco dei colli. Nei pozzi del pisano le acque si agitarono, e molte
fonti presentarono le solite variazioni riscontrate in tutti i grandi
terremoti.
LocaUtÀ
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1
FeriU
Orciano
Luciana
Monte Scudaio . .
Lorenzana e contado
Castelnuovo di Mis.
Riparbella .
S. Regolo •
Vivala
Guardistallo
113
83
135
131
140
137
99
inab.
761
19 m
34
dann.
650
8
30
dann.
1080
8
40 inab.
dann.
1006
7
9 ed
8 guaste
15
dann.
tutte
dann.
1500
circa
1450
5
3-4
—
—
100
2
—
—
40
3
—
—
1428
1
95 gravemente
75 più legg.
50
9 mortalmente
30 lesi
40
95 (T)
18
4 gravem. (T)
12
5 feriti
50 contusi
Rombi. — Subito dopo la grande scossa si sentirono, come vedremo,
numerose repliche e molti rombi : ad Orciano quasi ad ogni quarto
d' ora si intendeva un sordo rumore simile ad uno scoppio lontano di
cannone, ma un poco più prolungato e non cosi subitaneo. Il Dr. Lan-
Cini nei giorni 15-16 percepì tali rumori sotterranei a Rossignano ap-
plicando r orecchio sul terreno.
A Castelnuovo della Misericordia durarono fino al 28 agosto, e cosi
pure in varie località della vai di Fine. Anche al Fanale a Livorno
furono intesi dei rombi isolati, specialmente nella notte del 15 agosto,
al 12 settembre ed al 5 e 20 ottobre ; ivi oltre a ciò furono notati fìre-
quenti ed insoliti movimenti del mare.
400 * [1846]
. auliche. — Alla grande scossa de) 14 agosto tennero dietro moltis<
sime repliche sempre più leggere : il loro maggior numero non ag^tò
che la zona più intensamente colpita, ed alcune soltanto (le mag-
giori) si propagarono esteriormente. I colli di Monte Scudaio, di Guar-
distallo e di Casale non furono agitati dopo il 14 agosto. Ad Orciano,
a Scutriano, a Lorenzana ed anche a CastelnuoYO ed a Cabro seguitò
il suolo a rumoreggiare ed a scuotersi con più o meno fì'eqnenza ed
intensità, non solo durante la seconda quindicina di agosto, ma anche
nei primi tre giorni di settembre, indi restò tranquillo fino al mattino
del 12, epoca in cui la vai di Fine e parte di quella della Torà ftirono
di tempo in tempo turbate da scosse più o meno sensibili e da rombi.
Le repliche di cui ò potuto raccogliere notizie precise sono le se-
guenti :
Agosto i4) ^ 45"^ pom. Pisa una lieve ; 5*^ pom. Orciano una forte intesa
anche a Pisa e Livorno ; 10^ pom. circa, una forte a Pisa sentita a Livorno
e Lucca : fu molto forte o fortissima ad Orciano, a Montescudaio ecc. : nella
notte ad Orciano detonazioni e tremiti - i5) nelle %i^ ad Orciano 25 scosse :
le 4 più forti nella notte; 3^ pom. a Pisa una lieve; 3^ della notte Livorno
scossa con rombo -16) Orciano 6 scosse n^l giorno e 2 più torti nella notte:
X0h25m pom. a Livorno lieve - i7) Orciano 9 scosse nel giorno e 2 nella
notte - i8) Ivi, 2 lievi nel giorno e 2 nella notte; a 11^ della notte a Li-
vorno scossa lieve ond. -iP)3*^20°» ant. ivi una lieve: Orciano nel giorno 3
lievi scosse - 20) Livorno 5*» 15™ ant. e 2^ 30™ p. due scosse ; Orciano 1^ p.
circa una fortissima: cosi pure a Castelnuovo Misericordia: assai sensibile a
Livorno e lieve a Pisa ; 8^ 30™ pom.- Orciano altra lunga e forte, e ivi nella
notte 4 scosse con rombi - 2i) Livorno 2^ 15™ ant. una lieve : ad Orciano 2
leggere nella notte - 22) Orciano 9*^ p. una lieve - 23) Ivi, 6 leggere nel
giorno e 2 nella notte - 24) Ivi, 2 leggere - 25) Ivi, nella notte una legge-
rissima; 4^ ant. una lieve a Pisa, ed a 6^23™ p. una assai forte ond. a Ca-
stelnuovo della Misericordia - 26) Orciano nella notte una : a Livorno mare-
moto- 27) Livorno 9*» 50™ a. forte rombo inteso al faro e fortissima scossa
avvenuta in città con grande panico e qualche danno : fu lievissima a Pisa e
passò inosservata a Lorenzana e luoghi danneggiati al 14. Ad Orciano nel
mattino fortissima e lunga scossa e nella sera due altre lievi - 28) Orciano
nella notte una scossa. Castelnuovo della Mìs. dopo Mg. varie scossette e
rombi fino a 10*» della notte ; Livorno 9*» 55™ e 10** 30™ p. due scosse - 29]
Orciano nella notte scossa e rombo; 3*» 45™ a. Livorno scossa - 30) Orciano
due lievi con rombo - 3i) Ivi, 3*» 55™ pom. rombo senza scossa.
Settembre 2) San Regolo, Fauglia 2** 30™ ant. scossa mediocre nella notte
(2-3), una a Bagni S. Giuliano - 3) Livorno, 10*» ant., una lieve - 8) Or-
ciano, 11*» 45™ pom., una e 2 altre nella notte - iO) Ivi, 3*» ant., due lievi
con rombi ; 8*» 30 pom., Pisa una suss. istantanea - 12) Livorno, insoliti mo-
vimenti del mare e rombi - i4) Orciano, 9*» pom., lieve - 20) Pisa, 2-3*» a.,
lieve.
4 ottóbre) Livorno, 10*» 15™ pòm., forte rombo - 5) Orciano nella mattina
» -! ' »i-
FiG. 45 - Terremoto Colli pisani 1846
A) zona mesoaismlca - b) zona isoslsmica rovinosa - e) zona isoslsmica
del danni minori - D) zona isoslsmica fortissima.
[1846] 401
una scossa ~ 8) Castelauovo della Mis., Q^dO*» dnt., scossa assai sensibile;
Orciano, 11^ ant., una assai forte con rombi - ii) Livorno, IP 55" matt.,
lieve scossa e rombo - i9) Ivi, 12*» 17" pom., forte rombo e lieve scossa suss.
di 4»* - 20) 2^ notte, lieve scossa.
yovembre 7) Orciano lieve scossa a 8*» 30" ant. - 8) Ivi, 11^ 10" ant., forte
scossa suss. con rombo sentita a S. Luce, S. Regolo, Lorenzana, Fauglia ecc. :
1(^ p., altra minore - //) Ivi, 2^ a., una lieve - 24) Livorno, 8^ e 11^ 30" p.,
vari rooìbi - 25) Ivi, ^15" e 11*» 30" ant. due rombi; 10*» V4 pom., scossa
in Val dì Cecina (vedi più sotto).
Dicembre 3) Volterra scossa molto forte ed altra mediocre al 14 - 8) Cre-
spina (Fattglia) 8*» pom., forte scossa ed una lieve a 10*» -- 9) Pisa, 1*» ant.,
una lieve — iO) Ivi, 11*» ant., una lieve - i3) Volterra, cinque scosse.
Altre scosse furono sentite durante gli anni 1847 e 1848.
Replica del 25 novembre. — Alle 10*» V4 pom. di detto giorno, pre-
ceduta da forte rombo, si intese una violenta scossa ond. di 5-8.' Né
la pianura di Pisa, né la vai di Torà e neppure la parte settentrionale
della Val di Fine parteciparono al movimento ; ma tutta ne fu scossa
la Val di Cecina: Montescudaio, Guardistalio, Riparbella, Querceto,
Serra, Pomarance, Le Moie, Volterra, Beringone, Monte Cerboli, Castel-
nuovo Val di Cecina, Serrazzano, Libbiano, Fosini, ecc. furono violen-
temente agitati, e specialmente le cinque ultime località : a Rosignano
non fti inteso da tutti ; lo stesso dicasi di Castelnuovo della Misericordia :
a Nibbiaia invece fu si forte da far cadere un puntello. Alle Saline 0
Moje di. Volterra fu universalmente avvertito, mentre in città Ai assai
più debole: passò inosservato a Siena, e sensibilmente giunse fino a
Radicofani.
Questo terremoto ebbe, come si vede, diversa provenienza da quello
del 14 agosto : ma di ciò parlerò fra poco.
Centro del fenomeno — Esposti i fatti è necessario dire qualche cosa
sol centro o sui centri dei vari scuotimenti.
Il Pilla conclude il suo bel stridio, ammettendo che e l'impulso ge-
nerale del movimento sia stato lungi dal suolo toscano » e, conside-
rando che detto terremoto è stato immediatamente preceduto da con-
cussioni in vari punti delle provincie meridionali ed in alcune isole
del Mediterraneo e seguito da scosse nella Svizzera e nella Calabria,
sostiene che tutti questi fenomeni non provengono da tanti centri spe-
ciali ed indipendenti, ma bensì « da un medesimo focolare sotterraneo
dh*amando8Ì 1' azione ora in questa ora in quella parte della superficie
terrestre conforme le circostanze di sotto l'hanno favorita ». Quindi,
in base agli effetti distruttori riscontrati in relazione con la costituzione
litologica del suolo, crede che « V onda suscitatrice del tremuoto to-
scano sia venata dal mare, forse dal NW, forse ancora dal SW ». Il
Savi invece è d' avviso che « la sede » della causa di quelle spavon-
qaratta : Terremoti ecc. ^ 26
402 [1846]
tevoli catastrofi [debba] essere stata nella parte della terra che è ver-
ticalmente sottoposta a queir estenzione di paese, da noi denominato
spazio centrale [area mesosismica] * : opina inoltre che questo spazio di
azione sia con maggior probabilità costituito da una linea (asse sismico)
avente la direzione dei crinali dei monti che fiancheggiano la vai della
Fine : cioè, con altre parole, sarebbe stato urtato V asse long^tadinale
del fondo della gran vallata, diretto da N a S circa, limitatamente a
mezzodì non oltre a Ripabella ed al paese delle Contee, cioè, a Casale.
a Guardistallo, ecc.
Se noi consideriamo, come ò già detto, che questi ultimi paesi non
furono più perturbati dai fenomeni sismici avvenuti dopo il 14 agosto,
mentre a Lorenzana, a S. Regolo e ad Orciano il suolo seguitò per
parecchio tempo ad essere ancora in preda a commozioni più o meno
frequenti ed intense — difficilmente propagantisi ^ Pisa ed a Livorno
— e che inoltre nelle località citate furono sentiti rombi senza appa-
rente movimento di suolo, e che questi rombi, rassomiglianti a lontani
colpi di cannone, erano di non dubbia origine endogena, come ce lo
prova r osservazione fatta dal Dr. Pedini (pag. 399), ed oltre a ciò
aggiungiamo che il valore della componente verticale della grande
scossa ad Orciano, a Lorenzana, ecc. fu molto forte, talché le persone
si sentirono con gran violenza spinte verso 1' alto e vari mobili ed og-
getti pesanti vennero a distanza sbalzati ed il crollo delle fabbriche
avvenne in modo istantaneo, come osserva il Savi, e prima che fosse
avvertita ondulazione alcuna, anche ammesso che altre circostanze ab-
biano favorita la distruzione degli edifici!, non possiamo a meno che
concludere che il parossismo del 14 agosto ebbe il suo epicentro nella
zona mesosismica, limitatamente ai pressi di Luciana, di S. Regolo, di
Lorenzana e di Orciano.
Però d' altra parte abbiamo visto che in precedenza e durante il
periodo sismico susseguito alla commozione del 14 agosto furono av-
vertite a Livorno scosse locali, rombi isolati ed insoliti movimenti del
mare : ora tutti questi fenomeni io li credo dovuti all' attività di un
centro sismico livornese.
Infine la scossa del 7 agosto, che non interessò la vai di Fine« come
pure il terremoto del 25 novembre, ed altre commozioni furono pro-
dotte da un altro o da altri centri appartenenti al bacino della Cecina.
[988] 1846. Settembre 11 . Rossaio (Cosenza).
Baratta M. : Materiali ecc., pagr. 132.
Nella notte scossa abbastanza forte di 7-8* che produsse molto pa-
nico, ma non causò danni tranne la caduta di un loggiato, già in cat-
tive condizioni per vetustà o per altri terremoti.
-r-Tf—i-i^
[1848 - 1849J 403
[989] 1848. GoQDaio 11. Aogasta (Siracusa).
pfcBRBY A.: yott sur l€s trembl. ecc. en i848, ]>acr- 9^.
All' 11 gennaio, a S^ od*" ant., a Reggio Calabria fortissima scossa
oud. di 30* ; ad 1^ pom., in Sicilia una assai intensa seguita, qualche
minuto dopo, da replica ; ad Augusta fu rovinosa : a Noto, a Siracusa,
A Calaaiia canaò danni gravi ; a Messina fu forte ed a Mineo — se-
condo quanto mi comnnicò II aig. C. Guzzanti — fa fortissima ma
senza danni considerevoli. A 10^ pom. dei 15 una replica, ed a 2^ 30"^
e 4* 30" ant. del 16 altre in Val di Noto : a V" 45« ant. del 19 tre forti
a Reggio e ad 11^ pom. del 12 febbraio ivi due mediocri e qualche
altra scossa neir ottobre, nel novembre e nel dicembre successivi.
[990] 1848. Giugno. Senese.
Cajcp/ ni e TOSCANI: Su i terr. aw, in- Siena ecc. pag. 288-2fó - perkey a. : NoU sur les tremhl.
t848, pag. 8^36.
AI 15 aprile in Siena, a 9^ 12"» p., una scossa, e due a 3^ 30" e 7*» 30" p.
del 29 : due lievi a 10^ 20" e 10»» 30" p. del 5 maggio ; una fòrte ; a
n^ 30" p. dell' 11, molte nel di 12, delle quali due (3»» 10" a. e 5»» 45 p.)
assai forti : al 13 tre leggere ed una mediocre : due lievi al 15 ed una
legigerissima al 17 : una leggera per ciascun giorno nei di 6 o 7 giugno :
al 19 alcune di piccola intensità ed un'altra al 21 novembre. Tutte
queste scosse a Siena ebbero direzione WSW-ENE : il centro di questi
scuotimenti fìi nelle colline terziarie sulle quali riposano le Volte, Vi<
teccio, Llnari, ecc. : fecero qualche danno alle case nei paesi della
Montagnola.
[991] 1848. Luglio 5. Ventotene (Isole Pontine).
M KBCALLi G. : Note geol. e sism. isole Fonzie ecc., pa^. 16 (estr.)
A 5*» ital. circa del 5 luglio a Ventotene fortissima scossa ond. di
pochi secondi che fece risvegliare la popolazione, la quale si ridusse
ad abitare entro baracche. Tutte le fabbriche, il castello compreso,
furono lesionate. Fu sentita molto sensibilmente a Ponza.
[992] 1848-49. Novembre-gennaio. Aquila.
Cappa f.: Sul Urr, che à 2 Jédìb. il 03 ecc., pafir. H • Lettera dell'Intendente d'Aquila ecc.
Al 10 giugno .1848, a 12^ */* ^^ notte, una forte scossa suss.-ond.
W-E di 8-10» destò buona parte dei cittadini d'Aquila, alcuni dei quali,
iati mori ti, abbandonarono tosto le case : dal mese di novembre al gen-
naio dell' anno seguente forti scuotimenti agitarono la cittA : furono
assai localizzati, giacché passarono inosservati a S. Demetrio dei Ve-
stini, a S. Nicandro, a Barisciano ed in altre località circonvicine.
404 [1849]
[993] 1849. Gennaio 6. Toseua.
PERREY A.: Note sur les trembl. 1849, pagr. 216.
Al 1« gennaio, a 3»», a 4»» circa, a 5^ 15", a 6^ 30°^, a 10»» 20» e ad 11"" 45^
ant., varie scosse, ed altre leggere ma numerose ond. e ausa, a Firen-
zuola. La prima e 1' ultima delle quali furono le più intense : dair 1
al 6 altre lievi specie nella sera e nella notte : a 4^ ant. circa del 6
una più intensa delle precedenti, avvertita lievemente a Firenze, for-
temente a Firenzuola ; nei pressi di Mascheta e di Casetta di Tiara
(fraz. di Palazzuolo) causò qualche danno (fig. 2).
[994] 1849. Febbraio 17. SmAlinga e TorriU.
PERRET A. : yote sur les trembl. 1849, pa^. 4, 5 ed 8 (estr.)
A 1^48'" ant. del 17 febbraio a Sinalunga e Torrita fortissima ma
breve scossa ond. E-W, con intenso rombo ; fti molto forte a Foiano,
a Bettolle, ad Asciano, a Montepulciano, a Chianciano : fu leggera a
Cortona, a Monte S. Savino, a Siena, a Montalcino, a Pienza ed a
Chiusi ; passò inosservata ad Arezzo. A 2** ant. replica meno forte della
precedente e parecchie fino a 6** ant. tutte ond. E-W. Nei luoghi più
intensamente colpiti se ne ebbero altre fino al 21, fra le quali una
forte a mezzodì circa del 18. Al 18, a 10-11** pom., a Siena una leg-
gera. Al 3 marzo, a 10^ pom e ad 1^^"" ant. del 4 a Chianciano due
leggere ond. NE-SW: nel 10 ottobre, a 4** ant., a Chianciano ed a
Monté|)ulciano una ond. N-S ed a 9*» 46™ ant. in ambedue le dette lo-
calità generalmente fu avvertita un' altra scossa, pure N-S, in modo
leggero propagatosi anche a Monte S. Savino.
Nella figura 16 (pag. 240) sono delimitate la zona mesosismica fortis-
sima (A), Tarea isosismica molto forte (B) e quella leggiera (C).
[995] 1849. Giugno 17-18. LinoBe ecc. (Piemonte).
PERRBY A. •/ mte sur les trembl. i849, pag. 219, 222.
Nei giorni 17 e 18 giugno a Limone, a Vernante, a Tenda ed a
Vermepaga parecchie scosse assai forti talché pareva che le case do-
vessero cadere. Repliche nella notte 18-19 ed al 23 ; al 17 novembre,
a 4** 30°* ant., a Limone due mediocri suss.-ond. sentite anche a Mon-
dovì.
[996] 1849. Novembre 28. Borgotaro (Parma).
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 132 - Colla: Tremiti, dt terr. ecc.
Al 28 novembre, a 5*» 15'" pom., a Parma ed a Genova debolissima
scossa ond. ; a 7^ pom. altra più sensibile ond. S-N nella prima loca-
lità, ed E-W nella seconda. A Borgotaro nella giornata otto scosse,
cioè, due forti, quattro fortissime e due mediocre : le maggiori aweu-
[1849 - 1850] 405
nero a 2"» 15" pom., a 2*» 45" ant., a 5** 35" ed a 7*» pom. : quest'ultima
fu la più intensa di tutte. Parte degli abitanti faggi all'aperto : in quasi
mtte le case fenditure più o meno gravi ; caddero dei comignoli e delie
grondaie. A Pontremoli quella delle 7* pom. fti ond. G-W di 9-10* : fu
pure avvertita lievemente a Pisa.
Nel giorno 29 a Borgotaro cinque scosse (3*», 6** V4» 1^ *^t., 0*»45"
e 4'' pom.) ed alcune più deboli nella notte susseguente, ftA cui due a
3^ 45" e 4^ ant. del 30.
Segue r elenco delle principali repliche :
i8'É9. Dicembre i) nella mattina 5 scosse - 2) 2-4^ ant., 4 forti e nella
giornata circa 10 lievi - 5) 5*» ant., una leggera - 7) 6-7^ e 9^ due scosse e
molte oscillazioni lente - 8) 4*» poro, circa, una forte SE-NW - 9) ^ pom.
circa, una forte come la precedente - i0-i2 e 1419 e 24) varie scosse.
i850. Gennaio 5) 4>'30" ant., una lieve ond. - i7) lli^5&" pom., una forte
ond. segxiita da una debole - i9) 10^ 30" pom., una leggera preceduta da
romlx) - 22) 5^30" ant. una leggera ond. : fu. forte a Pontremoli e leggera
a Lucca e Livorno.
Fdbraio 3) ^ ant., lieve ond. - i2) 4*» 45" ant., lievissima ; a 5*» ant. (*)
una più sensìbile - 2S) 9^ 30" pom., una alquanto sensibile preceduta da
rombo fortissimo.
Aprile U) 11^45" ant., una lieve suss. - i2) 7*30" ant, una ond. - i4)
0^45" ant., una sensibile ond. preceduta da cupo rombo.
Novembre i8) 9^45" pom., lieve ond. preceduta da rombo. - 23) 8*» 30" p.,
una come la precedente - 25) 10^ 30" pom., altra simile.
1997] 1850. Gennaio 1. Etna.
Bakatta m.: Materiali ecc., pa^. 132 - Perrey a.: Note sur les trembl- isso^ pagr. 8 (estr.)
Verso mezzodì del 1^ gennaio a Catania leggera scossa ond. di 2-3*:
fa molto intensa a Biancavilla ed a Belpasso. ove fece rovesciare pa-
recchie case. Circa le 11^ V4 ^^^* ^^^ ^ ^ Catania replica sentita in
qualche località della provincia.
[998] 1850. Settembre 18. Modenese.
Baratta m* : op. clt., pagr. 131 - C. Cuistoni : Notiz, sui terr. aw. in Modena^ pag. 4, (estr.)
Al 18 settembre, a 7** 10" ant., a Modena forte scossa ond. SE-NW
(li 6* sentita maggiormente nei paesi posti a SE che non nella città,
ove però fece cadere parecchi fumaioli. A Bologna fu forte ond. SE-NW
fece suonare molti campanelli e lievemente anche la campana deiroro-
logio maggiore : fu sensibilissima a Reggio ed avvertita da pochi a
Parma ed anche, secondo il Goiran {St, sism. ecc., pag. 'iS), a Verona
'ond. E-W a 2 riprese a 20" d'intervallo). A 7*» 35" ant. a Modena re-
plica più leggera propagatasi fino a Ferrara.
(1) n Perrey le registra nelle rispettive ore pomeridiane.
^^^^^ I I 'F; '«,!.« J »
406 [1850 1851]
[999] 1850. Novembre 11. - S. NieaB^ro (Aquila).
Cappa F.: Sul terr, che à 2 Jehb. il 03 ecc , pag. 11-12.
A IO*' ant. deir 11 novembre un violentissimo terremoto di qualche
secondo di durata minacciò la distruzione deir intero paese di S. Ni-
candro ; i danni però si limitarono alla caduta di qualche comignolo
ed air apertura di lesioni più o meno gravi e numerose in tutte le
case. Dal monte Castello, sul cui fianco occidentale sorge detto paese,
si staccarono molti macigni.
La scossa si propagò con intensità minore a S. Demetrio, a Praia
d' Ansidonia, a Kipa Fagnano, ossia entro un raggio forse non supe-
riore ai 3-4 km. Non fii avvertita né in Aquila, né a Barisciano. A
S. Demetrio nella notte molti rombi sotterranei, 1 quali insieme ad altre
scosse non cessarono del tutto che nel giugno.
[1000] 185). Febbraio 5. lUUa Seltestri«nale, Svinerà.
Baratta m. : Materiaìi ecc., pa^. 134-35 - Perrbt A. : Note sur les tremai, ecc. en iSSi,
pag. S&1-55.
A 10"" 49" ant. circa terremoto in Svizzera, nel Tirolo e nella Lom-
bardia.
Italia '" La scossa fu fortissima a Colico, a Horbegnò, a Chiavenna,
a Sondrio, a BoUadore, a Grossotto ed a Tirano : fu forte a Sesto Ca-
lende, a Cremona, a Bergamo : a Brescia fu si gagliarda che un indì>
viduo venne balzato da sedere : a Milano (10** 49" 30* ant.) f\i ond. W-E
di .3" secondo alcuni, e secondo altri a tre riprese N-S : causò fendi-
ture in una casa e fece cadere dei sopramobili : fu più o meno forte
in Brianza, leggera a Verona, a Castiglion delle Stiviere, a Grolto, a
Mantova, a Pavia, a Parma ed intesa da qualcuno anche a Genova.
Svizzera — A Lugano fU istantanea E-W, avvertita generalmente,
però senza danni : le acque del lago mostrarono un istantanea agita-
zione ; a Switto fu forte ; a Schwgtz, a Berna e Zurigo pure ; a Baie
leggera. Nei pressi di Coirà e neli' Oberland si staccarono dei massi
di roccia.
[1001] 1851. Aprile 11. Messina.
Baratta m. : Op. cit., pag. 135 - Perrey : Note sur les tremai, en iSSiy pag. a58-o7.
Nel gennaio-aprile del 1851 periodo di scosse nel reggino e messi-
nese. Al 14 (P 50" a.) ed al 31 (9** 15" p.) gennaio due forti scuotimenti a
Keggio : al 2 febbraio (2** 10™ a.) altro forte seguito da repliche : nella sera
del 15 una forte scossa urtò Catanzaro ed un altra, a 10** 45" p. del 19, fu
sentita in questa località ed a Cosenza. Dopo qualche altro scuotimento
a 2^30™ a. dell' Il aprile a Reggio si ebbe una forte scossa, che però
non apportò danni : fu seguita da due lievi repliche. A Messina se ne
sentirono parecchie con panico, fra cui una, a 7^ ant., suss.-ond. con
r'
11951] 407
»
fortissimo rombo. Per questa e per le precedenti il panico causato nella
popolazione fa forte : le case da molti ftirono abbandonate : si produsse
qaalche lieve screpolatura in parecchi ediflcii : nel giorno seguente
varie repliche.
Alle precedenti manifestazioni sismiche sussegui una tregua di pa-
recchi mesi (*), fino cioè al 30 dicembre, gioiiio in cui cominciò un
nuovo gagliardo periodo di scuotimenti, dei quali dirò fra poco (N. 1006).
[10021 1851. Luglio 28. Bagni S. «ìdIìmo (Pisa).
perbby a.: Noie sur le$ tremai, en iSSi ecc., pag. 876-77.
Al 26 loglio, 3*" 5"^ ant, a Siena scossa molto forte ed a 4^ una re-
plica, ambedue ond. W-E intese anche fhori città. A 6^ 35"" p. del 28 a
Pisa una lieve con rombo : ai Bagni 8. Giuliano fu molto violenta :
suonarono da per sé parecchie volte i campanelli e la popolazione uscì
dalle case. Non fu intesa nò a Livorno, nò a Firenze. A 9^37°" a. del
29 a Pisa una lieve ed un' altra, ma dubbia, nel di 30.
[1003] 1851. Agosto 14. Vnlture (Potenza).
Paci: Relax, dei trem. Oi Basilicata ecc. - Palmibri e Scacchi: Della reg, vulc. del M. \uU
ture ecc.
Nella notte 7-8 giugno, a Svitai., in Melfi, Rionero, Barile e Rapolla
fa sentita una scossa ond. di 4' ed un' altra abbastanza forte special-
mente a Melfi nel di 29. Da più giorni prima del fatale scuotimento
il Vulture faceva sentire cupi rombi.
La grande scossa avvenne a 2*» 22™ 35» pom. (t. v. di Napoli) : nel-
Tarca di: maggior scuotimento il terremoto fu eminentemente sussul-
torio a parecchie riprese (*) e ciò è attestato -— secondo Palmieri e
Scacchi — dalle colonne infrante nella base o nelle connessure delle
pietre, senza essere uscite dal loro appiombo ; dalla rocca o Cimaiolo
di un camino in alto sbalzata e ricaduta sulla sua base istessa in po-
sizione diversa da quella che aveva. A Napoli la scossa fu suss.-ond.
molto risentita con direzione circa NNW-SSE e della durata di circa
20 secondi.
Melfi rimase completamente atterrata e la forma della scossa, gli
scoscendimenti e le aperture nel suolo, i rumori sotterranei con scosse
più lievi quivi sentite in precedenza ecc. ed altri fenomeni quivi osser-
vati fanno ritenere che presso questa città, debba essere collocato il
centro sismico (fig. 46).
(!) Noto però che ad ore 10 a. del 90 ottobre a ReRglo C. si ebbe una scossa mediocre.
12} Secondo una testimonianza raccolta da Palmieri e Scacchi (Op. cit., pai?. 129 [2]) un
Ok^getto mobile su una tavola fu visto saltare in alto e ricadere parecchie volte con
Knuxde forza.
408
L18511
In ordine al valore dei danni vengono quindi Rapolla (2) e Barile che
subirono una sorte poco diversa da quella toccata a Melfi, quindi Rio-
nero (3) e poi (4) Atella, Venosa, Lavello e Monteverde ecc. che ebbero
qualche rovina e gravissimi danni : minori (5) ne risentirono Ascoli Sa-
triano e Candela; solo lesioni (6) Àccadia, Cerlgnola, Canosa, Trani,
Bisaccia, Ruvo : lesioni leggere Lacedonla, Apricena, S. Nicandro^ Ca-
gnano, Rodi, Serracapriola, Biccari, Stomarella, Deliceto, Castellaccio
de' Sauri, Anzano, Ortona e Bari.
La scossa inoltre si prop.ig6 fino a Lecce, nella Calabria ; a Cam-
pagna fu forte e causò qualche nuova lesione air edificio dell' Intendenza
(ms. Are. Stato di Napoli) : fti sentita nell'isola d'Ischia (Mergalxj G. :
L'Isola d'Ischia ecc., pag. 117), a Caserta, in Avellino; interessò
r Abruzzo, e le onde microsismiche giunsero fino a Milano, ove fìi os-
servata una fortissima oscillazione meccanica nell' ago di declinazione
dell'Osservatorio di Brera (M. Baratta: Per la storia della SiemoL ecc.,
pag. 6).
I danni causati da questo terremoto furono immensi e la perizia uf-
ficiale li fece ascendere a quasi due milioni di ducati, cosi ripartiti :
Comuni
valore appros-
simativo del
danno alle pro-
prietà private,
pubbliche
ed
ecclesiastiche
In ducati
Osservazimi
Melfi
Barile
Rionero
Rapolla
Venosa
Ripacandida ....
Atella
Lavello
Monteverde ....
Altri in Capitanata (*)
Totale ducati
492282,00
220000,00
199222,00
55800,00
150000,00
16826,00
21588,00
»
25000,00
(1) Per Bipacandlda non si potè preci-
sare il danno aUe proprietà: per la riat-
tazione alle sue chiese abbisognarono
ducati 9630 comprese queUe di Atella e
di Lavello.
(2) I comuni che anno sofferto 11 ò elen-
cati precedentemente. AsooU (ù 11 più
danneggiato, di guisa che 11 valore delle
proprietà distrutte o lesionate si può sta-
bilire di ducati 20 mila per il solo Ascoli
e per 5 mila gli altri, Canosa compresa.
1180718,00
Riguardo agli edl fieli i professori Palmieri e Scacchi notarono che
le case in pendio caddero a preferenza di quelle situate in piano, e
• »- ■ >- -
[1851]
409
che di queste soffrirono molto meno in generale quelle a larga base
quadrata e di altezza mediocre, specialmente se poi avevano il tetto a
travi, ed erano munite di catene di ferro.
■l^K'r*
*ÌO(Alh
♦*» .
•0
10
£1
Fio. 46.
Dato che il terremoto distruttore non fa preceduto da forte scossa
preparatoria avvenuta poco prima, data la forma che à avuto il mo-
vimento sismico e la sua grande intensità, si comprende benissimo come
la mortalità causata dalie rovine sia stata molto elevata : la sua di-
stribuzione ci è indicata dal seguente specchietto :
Melfi
abitanti 9130,
morti 444,
feriti 100
Barile
»
4065
» 105
» 196
Rionero
»
10193
y> 63
» 98
Venosa
»
6533
> li
» —
Candela
»
?
» 3
» —
Lavello
»
3000
» 1
> —
Ripacandida
»
?
» \
» —
Atella
)»
!
» 0
» 2
Nel suolo in molti luoghi si aprirono lunghe e profonde fenditure :
a porta Calchiara in Melfi una i^quarciatura di oltre metri ] Vs ^'^ ^^i^-
^hezza, e poco lungi i ruderi delle mura di d^tta porta inghiottiti forse
da una più amplA voragine indicano abbastanza la intensità quivi avuta
dalia sismica convulsione : altre fenditure si aprirono vicino al ponte
« del Passo > fìra ì/iéìfL e Rapolla : molti ammassi di roccie si stacca-
rono dalie montagne : in molti pozzi le acque o mancarono od aumen-
tarono o si intorbidarono notevolmente; è da rimarcarsi che in Melfi
— ove si ebbero i maggiori disastri — le copiosissime acque di una
fontana non subirono alcuna variazione.
A 3^ 50" pom. (t. V.) in Napoli fti sentita una nuova scossa £-W di
più breve durata e di minor energia che non T altra : nei luoghi più
iPI^^^^^^^^VW.|«A^' i'.'J'.f^.HJkMiliWU*
■ V
yj
410 11851 - 1862]
colpiti dalla prima, questa fa preceduta da rombo e causò nuovi danni
agli edificii. In tali località prima di sera si ebbe una terza replica e
durante la notte (14-15) in Melfi e Rionero altre 14-15 scosse ; a Ripa-
candida solo 5 : nei di seguenti se ne sentirono una o due per giorno,
sempre più deboli e rare. Le maggiori avvennero al 20-22 ottobre
(queste fecero crollare una casa in Rionero), al 17 novembre, al 5 e 29
dicembre ed al 29 febbraio 1852.
[10041 1851. Settembre 6-7, Ganosa di Piglia.
Palmibri L. e Scacchi A.: Op. cit., pafir. 181 (estr.)
Mentre ancor perdurava il periodo sismico nel Vulture^ Canosa fa
colpita da una fortissima scossa ; ed infatti i citati autori scrivono :
« Canosa... soflPk*iva nella notte tra jl 6 ed il 7 settembre per tremuoto
che iu Melfi, Barile, Rapolla, Rionero, ecc. non era neppure avver-
tito... » Però in un giornale del tempo ho trovato la seguente notizia :
4i> 40°* ital. una scossa gettò la costernazione negli abitanti di Rionero,
) fu però leggera e non apportò danni : a Canosa allargò le vecchie fes-
sure e ne fece aprire delle nuove. Secondo il Capocci (Oaialogo ecc.,
I, pag. :i68) si estese anche alle provinole di Bari e di Otranto.
L* epicentro di questa scossa è indicato con A nella figura 46.
[1005] 1851. Ottobre 12. Albania.
Baratta M. : Materiali ecc., pafir. 136 - Palmieri e Scacchi: Op. clt.« pa^. 131-148.
A 7^ circa della mattina del 12 ottobre terremoto disastroso nell'Ai- i
bania : 2000 vittime : fii lieve a Lecce, e fu sentito a Taranto, a Bari,
a Barletta, a Canosa ed a Cerignola (ond. 6" circa) senza danni, ma con |
un po' di panico nella popolazione : forse fu inteso da pochi anche a I
Napoli. I
[1006] 1S51-52. Tr«8ÌliM (Reggio C). |
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 137-8- Paci G. m. : Breve relax, dei trem. ecc. j
Il territorio di Reggio Calabria nel 1851-52 fa precipuo x^ampo di una i
lunga serie di manifestazioni sismiche, alcune delle quali ebbero una
intensità anche abbastanza notevole. Abbiamo già veduto come sul i
principio deir anno, e specialmente nell* aprile 1851, varie scosse aves-
sero urtato Reggio^ ma sembra però che la maggior loro intensità ab-
biano spiegata a Messina. Il nuovo periodo sismico si apri con una
scossa discretamente forte intesa a 11^ 50°^ pom. circa del 30 di-
cembre 1851, susseguita poscia da altre lecere o mediocri : al 15
gennaio 1852, verso le 11^ pom. si ebbe un altro massimo che pare
abbia apportato delle lesioni agli edificii di Reggio : al 23, a 8^ 3""
aat., duo scosse fortissime : nel di 26, verso 1*" 25°" ant., a Monteleone
[1852]
411
una scossa suss. breve destò la maggior parte della popolazione, e fd
seguita a non luogo intervallo da altra meno forte : questa fu mediocre
end. a Tresiilco, forte a Reggio ed a Messina ed intesa anche a Gè-
race : a 3** 29"" ant. a Tresilico una suss. molto forte, sensibile a Reggio
ed a Messina : a 4^ 20^ ant. a Tresilico una fortissima di 6', a Messina
ed a Reggio la popolazione usci dalle case. Ma il massimo più intenso
avvenne circa le 8^ Vs pom. del 26 ; questa nuova scossa, a quanto
sembra, produsse i massimi effetti dinamici a Tresilico, nei cui fabbri-
cati si aprirono delle leggere screpolature. Il Paci, parlando di questi
terremoti, dice che < insino a maggio venivano scossi tutti i .comuni
della provincia, ma con maggior veemenza quelli che essendo compresi
tra Capo d' Armi e Capo Bruzzano, trovansi nella estrema regione della
Mesi
S
B
a-
za
So
Avvertenze
1851 Dicembre
1852 Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Agosto
Settembre
Novembre
4
2
2
—
40
24
li
6
23
2
6
I
—
2
3
2
_^_
1
1
l
^
—
__
—
—
—
— Nel soli giorni 80-31.
Al 9 sett., a ore 7.80 ant. circa, a
Rossano scossa BU8s.-ond. di 2 aec
•
Al 9 nov.. ore 8.40 circa, a Co-
senza due lievi scosse ond. .
catena degli Appennini, e con minore intensità gli altri su terreni ter-
ziari della pianura di Gioia sul Tirreno, distendendosi finalmente nella
provincia di Catanzaro ». Se il Paci allude alla scossa delle 11^50^ p.
del 15 gennaio, può darsi che V area più colpita sia appunto quella da
lui citata, e nulla avrei per parte mia da obbiettare alla stregua delle
notizie che si anno, ma è certo che, forse eccettuata la scossa delle
l'' 20" ant. del 26 gennaio, che pare sia stata più intensa a Monteleone,
per le altre successe in quel giorno, le località che più intensamente
provarono gli effetti delle scosse, farono Tresilico e dintorni, quindi
l' area mesosismica cadrebbe nella Plana, il che è confermato pure da
altra notizia da me desunta dai giornali del tempo, in cui si dice ap-
punto che in Bagnara da qualche tempo si sentono forti scosse per le
luu;. .L ,11 .j iji .^,111.111 ii«
412 [1862-1853]
quali gli abitanti stanno ricoverati in baracche. Riguardo a Reggio il
prof. Canale (notizia ms.) scriveva che gli edificii non anno riportato
gravi danni: molte lesioni che essi avevano avnto col terremoto del 3
gennaio 1841, e che si aveva curato di saldare, si sono in gran parte
aperte, qualche nuova lesione ebbero le fabbriche pesanti e non inca-
tenate : niun muro è crollato, neanche quelli che si trovano gìh gra-
vemente lesionati ed inclinati dalla linea a piombo ».
Nello specchio alla pagina precedente trovasi riassunto l'elenco delle
scosse compilato dall' Arcovito, alle quali ò aggiunto le àlite che mi
parvero assolutamente accertate.
[1007] 1852. Settembre 5^. Pettom*.
Paci: Del teì*remoto di Capasele, pag. 100.
Nella notte 6-6 settembre, verso le 6^, a Pettorano si senti un rombo,
cui successe il crollamento di una casa: vuoisi che ciò sia avvenuto
non per assoluta cagione di terremoto, ma piuttosto per la vetustà, della
fabbrica. Il Capocci incataloga tale fenomeno fra i terremoti ; per parte
mia sono poco propenso.
[1008] 1852. Dicembre 9. Torrema^iore (Foggia).
Baratta m. : SulV attività sismica nella Capitanata, paer. 13-14 (estr.)
Al 9 dicembre, a 5^ 15"» pom., in Foggia scossa suss.-ond. NW-SE di
alquanti secondi preceduta da forte rombo : a Torremaggiore crollò un
vecchia arco già in parte diruto : ad Apricena produsse qualche lievis-
sima lesione. Fu sentita, senza alcun danno, a S. Severo, a S. Paolo,
a Lefittna, a Serra Capriola, a Cerignola, a Lucerà, a Monte S. Angelo,
a S. Giovanni Rotondo, a Cagnano Varano, ecc.
[1009] 1853? Lago dì BoImde (Roma).
COSTA A. : Mov. sism. del suolo nel Viterbese, pa^r. 154.
Circa in quest'anno si sentirono quattro o cinque scosse piuttosto
forti, ma non localizzate come quelle del 1888 (vedi) ; causarono qualche
leggiera screpolatura nella cupola della Chiesa di Grotte di Castro (fi-
gura 12).
[1010] 1853. Febbraio 19. Avaro (Friuli).
ToMMASi A. : / terr. nel Friuli, pag. 201-3.
Al 17-18 febbraio frequenti rombi ad Amaro ed a IV ant. del 19
parecchie scosse fortissime ond. a brevi intervalli 1' una dall'altra, fe-
cero lesionare quasi tutti i muri delle case e franare grossi massi
dall'Amariana e dal S. Simeone.
Rbplichk — Febbraio 20) 6>» p., scossa di 3» seguita da altre leggerissime:
21) 8»» 1/, p. una di 3« - 22) i^ Vi P.» una di 5- - 23) U^ 10» a., una di 4»
[1853]
413
- 24) 11»» 12» a.,scossa di 8- - -85) 10*» 4» p., una di 7« - 26) 9»» a. e T» 11» p.
due brevi - BT) 6^ 3» p., una di 5* - 28) IV" 3» a., una di 7».
Marzo i) \\> 13» a., una dì 6» - 2) 1^ 15» a., scossa suss. a varie ripres©
di 8* - 5) T» 45» p., scossa di 3* - ^) 4^ a, e 3»» 16» p., una di 5 e l'altra di
6*; 10*» 30» p. altra scossa - iO) 5^ 3» a., e 10»» 5» p., due - i2) 10»» 15» a.,
una - i5) V 31» p., una - /6) 2»» 4» e 8»» 15» p., due - i7) 2»» 18» p., scossa
di 9« a varie riprese; 7*» ed 8»» 17» p., due altre - i8) 7>» 10» p., una - i9)
5^ 11» a., scossa di 4*.
Tutte queste repliche, accompagnate da sordi rombi, furono sentite entro
uD*area di 5 miglia di diametro.
[1011] 1853. Aprile 9. Caposeie (Avellino).
BARATTA M.: Matertali ecc., pag. ISMO - paq G. M.: Descriz. dei trem, di Caposeìe ecc. -
ManoKrUti delVArch. di Stato di Napoli.
n giorno 9 aprile, ad 1»» 45» pom., un fortissimo terremoto colpi in
ispecial modo le provincie di Avellino e di Potenza.
In Caposele le case in parte furono abbattute ed in parte rimasero
crollanti : sotto le rovine restarono spente 12 persone. A Teora diroccò
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jtoRm.
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Fio. 47.
un centinaio di case, moltissime furono rese inservibili e le altre sof-
frirono lesioni più 0 meno gravi, aumentate di poi dalle scosse susse-
guenti : gravi guasti furono inferti alla Chiesa Madre. Il danno ascese
a ducati 7000. A Lioni crollarono due case e furono lesionati tutti gli
edifici!, compreoa la chiesa : si ebbe un ferito. A Galabritto tutte le
case ftirono danneggiate e molte fhrono tosto puntellate per evitarne
la rovina.
Questi paesi sono compresi nella zcma rovinosa, la quale risulta di
forma quasi circolare : in linea retta la distanza che intercede fi*a
Lioni e Galabritto è di chilometri Ì0 circa (flg. 47 B). L'area dei
gravi danni (G) si estende a nord fin sotto a S. Angelo dei Lombardi,
comprende Senerchia e Quaglietta, che ebbero molti e gravi danni al-
l'abitato, e Campagna, iq cui soffrIroAQ t^tti gli ediQcii e specialmente il.
414 [1853]
palazzo della Sottointendenza, il Duomo e più ancora la gendarmerìa:
questa zona à pur essa forma elittica : si mostra più sviluppata risx>etto
alla precedente dalla parte di sud : la sua massima lunghezza e di
Km. 35 circa.
Nella zona delle lesioni (D), ossia dei danni minori, sono incluse le
seguenti località : S. Angelo dei Lombardi — ove fu assai danneggitp
il monastero di S. Francesco ed una casa si rese pericolante — Bagnoli,
Nusco, Montella -- ove si ebbe qualche lesione in talune chiese e case
— e cosi pure Acerno, ove i danni ftirono un po' più sensibili. In
Chiusane fu dannegg^iata una volta dell' ex chiesa di S. Sebastiano e
qualche altro edificio : in Solofìra e Monterò Superiore molte case fii-
reno lesionate e cosi pure in Salerno : Atripalda, Monteforte ed Avel-
lino ebbero pure qualche danno.
Se le notizie raccolte sono, come io credo, complete la zona entro
cui i danni furono più o meno gravi, sarebbe rispetto all'area epicen-
trale assai più sviluppata dalla parte di ovest.
L'epicentro del terremoto deve essere collocato nei pressi di Caposele
e Teora (A) e giacché quivi, oltre alla maggior intensità spiegata dal
fenomeno, oltre al maggior numero di repliche, fU notato che nei monti
soprastanti si produssero fenditure e franamenti.
La scossa fa sentita, senza danni, nel principato Citeriore ed Ulte-
riore : si propagò fino ai confini della provincia di Campobasso : fu av-
vertita leggermente a Foggia, a Melfi, a Potenza, in tutta la provincia
di Salerno ed a Napoli, ove fu suss.-ond. NE-SW, a Resina, a Marano
(Pozzuoli) ecc. ^
Ecco l'elenco delle maggiori repliche :
A Caposele a 3^ 45» p. del 9 aprile scossa fortissima suss.-ond. NW>SE
di 15' ; a 4*^ 50°" pom. una forte ond. e nel resto della giornata altre 15
mediocri. Nel giorno 10, a 2^ a., una fortissima ond.-suss. di 10* a S. An-
gelo dei Lombardi ; a Caposele nella giornata 12 leggiere, 1 forte (11^ a.)i
una molto forte (5^ p.) ed 1 mediocre. Neil* 11 a Caposele 15 scosse ; ad Avel-
lino a 9^ 45» a.; una ond. e ad 11^ à. una fortissima a S. Angelo dei Lom-
bardi. Nel 12 a Caposele 11 leggiere; ad Avellino a 2*^ e 6^ ital. 2 scasse,
r ultima delle quali fortissima ond., fece risvegliare la popolazione che usci
dalle caiie. Nel 13 a Caposele una mediocre a notte avanzata, ad Avellino
una ad 1^ a. e varie nella notte 13-14. Nel 14 a Caposele una mf^diocre ed
una forte al 15 a 3^ 8™ p., e due altre più forti a 8^ 30» a. del 16 ed a
3*" a. del 17. AU*8 maggio a 10^ a. una leggiera a Campagna: a 4^ 30*» p.
una molto forte E-W di 1' a Caposele, sentita lievemente ad Avellino e più
sensibilmente a Bagnoli, a Campagna ecc. Alle 8** 45» p. a Campagna una
sensibilissima che causò un po' di panico e fece allarga'*e le lesioni ; fu leggiera
a Caposele : a 10^ p. una lieve ad Avellino. Nel giorno 9 ad 1** a., una lieve
NW-SE a Caposele, ove dall' 1 al 9 giugno furono sentite più di 20 repliche
[1863 - 1854] 415
fra leggiere e mediocri. A 2^ dO<" ital. del 18 novembre lievissima scossa ud
ATeHino ed a Montoro. A 2^ p. al 3 dicembre una lievissima ma sensibile
$u5s.-ond. seguita 30» dopo da lieve replica a Caposele, Campagna, Eboli
ed Acerra.
[1012] 1853. Giugno 22. Urbino (Marche).
SEKPiEai A. : Scritti di SismoL, voi. I, pa^. 155-56.
A 0^ 28" ant. del 22 giugno ad Urbino scossa assai gagliarda : co-
minciò dapprima con uno scuotimento generale confuso che fece sbat-
tere le finestre, muovere i mobili, quindi TintensitÀ andò decrescendo :
mi dopo una brevissima pausa^ seguirono tre o quattro ondulazioni
assai lunghe. La Bcossa fu forte su tutta la linea Comacchio, Imola,
Forlì, Rimini, Pesaro, Sinigallia, Ancona, Macerata ; non fU sentita a
Firenze, a Bologna ed a CittÀ di Castello. Secondo il Perrey {Note sur
Uè trembL 1853^ pag. 14) si sarebbe propagata anche a Fisa ed a
Verona.
[1013] 1853. Agosto 2 Pomaranee, Volterra (Toscana).
Campani e Toscani : Su i terr. awen. ecc., pag. 293 - pbrrky A. : ^ote sur les trembl. ecc.^
en i8S3, pag. 1718 (estr.)
Al 17 maggio, a 4'* 17°> pom., a Siena scossa assai forte ond. E-W;
a 2^ 45*" ant, deirs giugno in Pistoia forte terremoto ond. E-W che si
estese in tutta la provincia e fa lievemente sentito a Firenze : a 3*» 30"
pom. del 23 a Pisa due leggieri scuotimenti ed infine a 9^ 15"* ant.
del 2 agosto nel Volterrano ibrte terremotò, sentito leggermente anche
a Siena, (ond.-suss. Er-W). A Volterra tale scossa fti violenta, ond. di
6-7' e fece cadere qualche pietra e tegola : a Pomarance e dintorhi,
centro del fenomeno, rimasero lesionati vari muri ed abbattuti dei co-
mignoli. La scossa fti inoltre sentita a Santa Muria in Monte (San Mi-
niato) ed a Lugnano, presso Pisa. Nella mattina del giorno 7 a Vol-
terra una replica.
•
[1014] 18&3. Settembre. 22. Spoleto (Perugia).
Baraita li. : Mattrtalt ecc., pag. 140.
U 22 settembre a Spoleto una scossa suss. atterrò vari camini : ne
fdrono intese parecchie altre, specialmente verso mezzodì, nei mesi di
luglio, di settembre, di ottobre e di dicembre.
[1015] 1854. Febbraio 12. Assisi, Spello (Perugia).
B\RATTA Bf . ; op. cit., pag. 141-2 • Sbrpikri : Scruti di Stsniol. voi. 1, pag. 156.
Nella sera dell' 11 febbraio a Perugia, ed a Foligno si ebbe una
M^088a che fa forte ad Assisi, ove fu seguita da vari rombi e da qualcDe
altro leggiero qiovimento. Sulla mezzanotte (11-12) replicò il terremoto
416 [1854]
a Peragia, sentito pure ad Absìbì ed a Foligno molto più. intensamente :
a 2^ ant. del 12 ad Assisi scossa fortissima soss. cui tennero dietro in
un'ora molte altre repliche. Infine a 6^ ant. a Perugia violento terre-
moto che causò grande panico nella popolazione la quale fug^ dalle
case, molte delle quali furono lesionate : gli edificii che subirono i
maggiori danni furono il convento e la caserma di S. Domenico : nel-
r ultima tre soldati rimasero feriti.
Gravi danni ebbero a soffHre Bastia, molte case della quale crolla-
rono e la maggior parte delle altre ftirono conquassate. Tra la Basi-
lica degli Angeli — che ebbe nuovi guasti — ed il territorio di Spello
molti casali furono demoliti, gli altri danneggiati : il Santuario dei
PP. Conventuali detto « Rivo torto » in parte fu diroccato ferendo
qualche persona. Ad Assisi ed a Foligno la scossa fti forte preceduta
da cupo rombo : non produsse danni, specialmente nella seconda loca-
lità, ma causò molto panico : ciò pure successe a Trevi. Questo terre-
moto fa sentito a Cittaducale e ad Urbino, ove, secondo il Serpieri,
risultò composto di un sussulto, seguito da 4-5 ond, SE-NW assai
strette e vibrate, e quindi, dopo una tregua di 7% da un altro urto
nella stessa direzione.
Nella cartina 36 (pag. 369) è delimitata la zona mesosiamica (I) e
r area isosismica fortissima (II).
A Foligno nella giornata e nella notte seguente, di tempo in tempo
qualche rombo senza scuotimento sensibile : nella notte 13-14 e fino ai
24 febbraio nella valle umbra varie repliche. Al 14 maggio, a 10^ p.*
a Bastia una scossa molto forte ond. di 3* propagatasi lievemente a
Perugia: alle 4^ SO*" ant. del 15 una più intensa della precedente e
cosi pure ad 8^ 30" ant.; alle 2^ 30°" pom. a Bastia nuova fortissima
scossa con rombo che incusse molto panico e fece allargare, le vecchie
fenditure: produsse spavento anche a Perugia e fti sentita a Bettonn,
ad Assisi, a Foligno ecc. ; a 10^ ant. altra replica di 8*.
[1016] 1854. Febbraio 12. CMeaza.
Baratta m. : MaterUiU ecc., pag. 141^ - Scaglione f. : Cenno stor,-Jllo9. sul terrtm. ecc. •
Malvabia-db Rossi : Documenti ecc., pag. 86-97 - Manoscritti delV Archivio ai Stato di
napoli.
Verso 1^ ital. della notte del 12 febbraio in Cosenza violentissima
scossa accompagnata da intenso rombo : la sua durata ùk stimata di
6-8" : questo terremoto causò in una parte del vallo Cosentino danni
gravissimi intorno ai quali ho trovato molti documenti all'Archivio di
Stato di Napoli : li pubblico in transunto perchè essi port&no molta
luce intomo a questo fenomeno.
' A Cosenza (ab. 13894 : morti 41) molte case Airone sconquassate,
le f^ltre tutte lesioi^f^te, pocl^e intQra,mente rovinate. Cadute quasi intQ-
[1854]
417
ramente la Chiesa del Carmine e quelle di S. Francesco — con il re-
lativo convento — e di S. Maria della Sanità furono in parte diroccate :
riiii^isero gravemente danneggiate la Chiesa ed il Monastero delle mo-
nache di Gesù e Maria, delle Cappuccinelle, dei Cappuccini, dei Rifor-
mati, dei Domenicani e delle Vergini : la Cattedrale, le Chiese di
S. Qaetano, di S. Nicola e quelle dei Conventi di S. Domenico, di
S. (riovanni Battista, delle monache di S. Chiara soffrirono assai. Il
castello, ove sorgeva il telegrafo, fu in parte diroccato ; T Intendenza,
il palazzo di Giustizia, la caserma dei gendarmi e dei soldati, Torfa-
notrofio, l'ospedale militare furono tutti conquassati ed in parte resi
minacciosi di rovinare : fu demolito T ultimo piano delle carceri, To-
Bpcdale civico soffrì danni minori ; nel palazzo comunale si ebbero
poche lesioni.
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FiG. 48.
A Donnici Soprano e Sottano (ab. 1496 : morti 191) tutte le case e
chiese furono distrutte e cosi pure nei rioni di Pietralìtta denominati
S. Ippolito (ab. 603) e Terzane (617) ove si ebbero 27 morti: in Piane
Crati (ab. 807 : morti 2) i danni furono gravissimi essendo molte case
crollate ed altre rese cadenti o gravemente lesionate : nel vicino paese
<li Figline invece nessun edificio demolito, ma tutti furono più o meno
lesionati. A Spezzano Grande caddero poche case e molto danneggiate
furono le chiese ed il carcere. A Trenta (ab. 1588 : morti 2) molte
case crollate, le altre con le chiese gravetnente lesionate : nella cam-
V'igna furono demoliti molti piccoli edifici rurali. A Zumpano (ab. 1117:
morti 3) molte case cadute, le altre lesionate o crollanti : tre chiese
in parte demolite : maggiori danni risenti il rione Rovella. San Fili
'ab. 4330 : morti 4) ebbe nel suo rione Bucita qualche casa crollat'i.
A Rende parte delle case furono atterrate e reso inabitabili o minac-
Bahatta : Terremoti ecc. ^^
418 [185J11
ciose di rovinare : tutte le chiese assai
delle case <li campagna per la violenzi
morti. Uguale aorte toccò a Marano Marchesato (ab. 2988: morti i a
Ceriaano {ab. 2120 : morti 6) a Mendicino (ab. 3986 : morti 10) a C.
stelfranco, a Dipignano (ab. 3826 ; morti 68) con i rioni Laurignano,
Pulsano e Tessano, a Paterno Calabro (ab. 2606: morti 4), a Carolei
(ab. 2469 : morti 13) ed anche a Caatiglione Cosentino. A Marano Prin-
cipato si ebbe a deplorare una vittima e molti feriti : quivi cadde solo
qualche casa, le altre farono molto conquassate : parecchie ne rovina-
rono pure a Montalto Uffogo.
La zona ove stanno compresi questi paesi (area mesosismica figura
48 A) ha forma elittica con l'asse maggiore disposto da NNW a SSE :
da Piane Crati a Moutalto Uffugo, misura Km. 25 circa; l'asse tra-
sversale da Cerisano a Zumpano risulta di Km. 15. L' area rovi-
nosa (B), ove, cioè, sono crollate solo alcune case, mentre tutte le altre
ricevettero gravi danni, comprende Figline, Pedace. San Pietro a Gua-
rano ecc. : anch'essa 6 ellttica, concentrica alla precedente, con l'asse
maggiore di Km. 30 circa.
Nell'area delle gravi lesioni (C), pure elittica, sono inclusi Altilia.
Scigliano, Carpanzano, Rogliano, Rose ecc. : oltre al perimetro di
quest'area si ebbe qualche lieve danno a Martirano. a Paola, a Ku-
scaldo, a Guardia Piemontese, ad Acquappeaa ed a Cetraro. La scossa
fu abbastanza forte a Catanzaro e lievemente fu sentita a Reggio Ca-
labria ed a Napoli, 1
Nell'area mesosismica, gìA accennata, possiamo distinguere una zona '
di massima intensità, essa pure elittica ed in gran parte — eccettuala
quella di NW — addossata alla mesosismica: il suo maggior diametro
— lungo Km. 17 -- sarebbe compreso fra Piane Crati e Rende: quivi
la violenza dell' impulso sismico causò grandi sconvolgimenti nel suolo
in cui si apersero numerose e profonde squarciature.
Repliche — Dopo la scossa disastrosa continuarono specialmente
nell'area più violentemente interessata dal terremoto a sentirsi delle
repliche, lo principali delle quali sono le seguenti (■) :
Febbbraio Ì3) S^ p., a Cosenza tre forti scosse - t-i-lT) varie lievi - S3-24y
alcune mediocri - 26) &• 15" p., una senza danni - 27) 0'' 40= p., una ed
a 4* 50'" p., una forte.
Marzo i) 2" p., violenta scossa suss.-ond. con rombo, grande panico, ma
(1) I.a intKrKlor parte delle notizie clie Busseguono furono da me estratte da aias.
dell'ArclilTlo di Stato di Napoli: si nota, rispetto alle ore, fra fjueste e quelle daU- <1h1
Perrey {KoU sur Itn li-eittbl.... en (855, I parile, pag. 33 e seg-.) e dallo scaglione iop. cit,
molta discordanza ; lo ò preferito quelle da me estratte, eeaendo tolte da corrlspondeiiii'
uftlclall. Noto che quando uon tì tassativa mente Indicata la locallt;ì in cui fu Bentit.1
la scossa, s' Intende che si riferisce a Cosenza.
[1854] 419
nessun danno tranne la caduta di qualche muro lesionato - 2-5) scosse lievi -
7' alcuni rombi - 13) l^ 50«" a. circa, altre - i6) 12*^ merid., una molto in-
tensa, panico^ altri danni ; 3^ p., una meno forte - i9) Catanzaro e dintorni
una scossa; nella notte a Cosenza una forte, altri danni - 2d) 11*^ 35"^ p.,
una scossa - 22) 10"* 30"» ant. una assai intensa ; 9*» 45™ p., una forte - 25)
3^ a., una alquanto forte - 26) 1^ 45" a., una leggiera e nella sera altra -
-38) 1^ 30™ a., una sensibile ; 11*» a., una un po' più forte - 30) 10*» 15"» a.,
una assai sensibile - 3i) 6*» a., una molto sensibile.
Aprile 1) 10*» a., una fortissima, nuovi danni ai fabbricati già lesionati,
fu sentita a Paola - 5) 6*» 25"» a., una lieve - 6) 11*» 15"» a., scossa meno in-
tensa di quella del 4 - 7) 7*» 30"» a. e 9*» ^U P- alcuni rombi - iO) 7*» 50"» p.,
una forte - //) 8*» 15"» p., Monteleone forte scossa ; 2*» 15"» p., Cosenza una
asisai sensibile - i3) 3*» 30"» e 4*» 30"» a., due lievi - i7) 9*» 15»" a., una me-
diocre - iS) 8*» p., San Giovanni in Fiore una forte - 23) 7*» 30» p., Messina
una sensibile di 4*.
Maggio 16) 0*» 57"» p., Cosenza forte scossa ond., panico - i7) 9*» 30"» a.,
una molto forte, causò poche lesioni - 29) 11*» 30"» p., violenta scossa suss.-
ond. di 3* preceduta da rombo, panico, fuga dalle case ; si ingrandirono le
vecchie lesioni e se ne produssero delle nuove : soffrirono danni specialmente
in Cosenza il Tribunale, il campanile della Chiesa deirOrfanotrofio, le scu-
derie della caserma di S. Teresa : fu sentita in tutto il circondario.
Giugno 16) 11*» 15"» a., una scossa, a 6*» p. altra forte che fece uscire pa-
recchi dalle case: fu sentita nei paesi limitrofi - 19) Nicastro, 5*» a., lieve,
che fu più sensibile a Nocera ed a Marti rane.
Agosto 5) 4*» p., una forte ; 8*» 30™ a., una forte - 2i) Castro vi Ilari, Mo-
rano e Cassano parecchie scosse - 24) Castrovillari forte suss. di 4" preceduta
da rombo, fuga dalle case, nessun danno - 29) 3*» a., Cosenza una sensibile
con rombo ; nessun danno.
Setiembre 9) 8*» 15"» p., una forte di 3» che fece uscir molti dalle case.
Ottobre 29) 3*» JK)"» a., una assai intensa.
Novembre 2) 7*» 15"» p.. una forte, molto panico.
Dicembre 9) 9*» p., una lieve preceduta da rombo.
Gennaio 1855: 29) 8*» 45"» p., una sensibile che produsse un po' di pa-
nico ed accrebbe le lesioni. Dopo le serie di scosse citate, il periodo sismico
fece una lunga sosta : la calma perdurò fino a circa la meta dell'agosto 1855,
epoca in cui si fecero sentire parecchie altre commozioni telluriche.
iionj 1854. Giugno 16. Imola.
«VR\TTA M. : Materiali ecc., pag. 141 3 - Serpieri a.: ScrUii di Sismologia ^ voi. I, pai?. 156.
A Bologna il 16 giugno, a 2*» 25"» pom., lieve scossa ond. N-S e poi
SW-NE, preceduta da sensibile rombo : fu fortissima ad Imola, ove la
cattedrale ed il palazzo comunale rimasero alquanto danneggiati : cadde
puro la volta di una chiesa di campagna. A Modena fu ond. SE-NAV di
T)* : ad Urbino suss.-ond. SW-NE di 8* : fu sentita, secondo il Perrey, a
Firenze, a Modigliana e nelle Romagne. A 6*» pom. a Bologna ed a Mo-
dena lievissime repliche ed altre ad Imola fino oltre al giorno 17.
420
[1854]
[1018] 1854. Dicembre 4. Sic^ia.
Perrey a. : Note sur les tnmbl, ecc. en 1854, pagr. 5W.
A 2^ a. del 4 dicembre a Siena fortissima scossa ond. E-W di 10* a 2
riprese, preceduta da rombo : fu seguita da replica nella stessa dire-
zione : parte della popolazione usci dalle case : fu sentita anche ad
Asciano ed a Montepulciano.
I signori Campani e Toscani (Op. cit.. pag. 293) al 4 dicembre ne
mettono una leggera : ed altre pure leggere al 22 maggio, al 16 giugno,
al 5 e 6 luglio ed al 10 dicembre.
[1019] 1854. Dicembre 29. Liguria Oecidentale.
Baratta m. : Materiali ecc., pag. 143 - mbrcalli g. : / terr. della Liguria ecc., pag. 111-13.
Ad 11** pom. circa del 28 dicembre a Genova, a Nizza ed a Pavia
lieve scossa avvertita da pochi : a V" ant. del 27 a Nizza una più forte
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FiG. 49.
della precedente con rombo. A 2*» 45" ant. circa, la Liguria occidentale
fi; colpita da un terremoto molto simile a quello del 1831 (vedi N. 927)
[1854 - 1856] 421
ma a questo superiore per la: vastità della regione interessata dalle
onde sismiche.
L' epicentro fu presso la spiaggia ligure tra Oneglia e Bordighera.
I paesi maggiormente colpiti furono Bordighera, 8. Remo, Poggio^
Taggia« Bussana e Oneglia, ove lo scuotimento fu rovinoso : minori
danni subì Porto Maurizio. La scossa non solo fa fortissima lungo la
riviera nizzarda da Grasse a Mentone, ed in quella ligure da Diano ad
Albenga : ma anche nell' intemo a Lebar, a Belvedere, a Lantosca, a
Tenda, a Briga, a Triora, a Robillant, a Vernante, a Cuneo, a Mon-
dovi, a Villanova, a Frabosa ed Erli : fu forte a Tolone, a Marsiglia,
a Dragnignan, a Lanslebourg, a Torino e dintorni, a Pinerolo, ad
Asti, ad Acqui, a Genova ed a Savona : fu mediocre a Chambery : leg-
gera a Lione, Bex, Domodossola, Novara, Milano, Pavia, Stradella,
e Verona : fu infine sentita anche a Rogliano in Corsica.
Le repliche che tennero dietro al parossismo furono in generale poco
immerose ed intense.
Nell'unita cartina (fig. 49) con AA è delimitata la zona mesosismica,
con A* A* la isosismica fortissima, con A*A* la forte e con A^A^ la
leggera.
[102t>] 1855. Gennaio 26-27. Regione Macchia (Etna).
Orassi m.: Seiaz. st. ed osserv. suWeruz, etnea, 1865, pagr. 77 (10).
Nella notte 26 27 gennaio nella regione Macchia nove scosse, al-
cune delle quali sì forti da far suonare le campane della chiesa che
e\)be la facciata scrostata e screpolata la volta : questi terremoti arre-
carono molti danni ai muri, alle case, alle cisterne nella strada detta
« del Bosco >, e produssero moltissime lesioni nelle altre fabbriche
del villaggio. La parte più intensamente colpita dai fenomeni sismici
fa il podere del signor A. Pennesi ; ivi gli urti sotterranei, oltre al-
l' aver grandemente danneggiate le fabbriche, aprirono una lunga fen-
ditura, che si prolungò al di là del prossimo torrente e da questo fino
al vigneto Rossi Tropea : nei dintorni di Macchia avvennero altri de-
vastamenti. Le repliche continuarono per 8 giorni con intensità sempre
decrescente. Questi terremoti circoscrissero la loro azione al fondo
Macchia e lievemente danneggiarono il villaggio di S. Giovanni : a
Oiarre ed a Milo ftirono appena sensibili.
L' area mesosismica di questi terremoti è rappresentata nella fi-
pura 53.
[1021] 1855. Maggio-giugno. Frascati (Roma).
Baratta M.: Materiali ecc., paj?. 141 - Ponzi: Sui terr. atv. in Frascati ecc.
Al 29 maggio, a 4** ant., a Frascati scossa ond. NNW-SSE, seguita
da quattro repliche successive si violenti da sgomentare gli abitanti :
42i tl855]
pare abbiano avnlo il loro cetilro nelle vie
intese ad Ariccia, a Gallerò, a Genzan
lonna ('). Al 29 giugno, a 4'' .3"" ant., a
oji«i. N-S, la più intansa del periodo sismic
littorale dì Castel Porziano, di Pratica e di Ardea. A questa tenner»
dietro repliche di intensità sempi'e decrescente a 4'' 30", a 5" IS" ed a
5^36"» ant,; quelle delle 5" 45"" e 7" 20"' ant. furono qtiasi impercetti-
bili : a ff" 45™ pom, nuova violenta scossa suss. preceduta da rombo ;
sparse il terrore in Frascati, si propagò nei paesi circonvicini e fa
sentita a Roma, però nella sola sponda sinistra del Tevere. Nella notH'
29-30 quattro i^pliche e nella giornata gusscguente altre meno intense.
Cigliari.
■, Il parte, pag. iS estr.;
Nella giornata una acoesa a Cagliari.
[1023] 1855. Luglio 25. Villese (Svizzera).
Bahatt* m.! MaterlaH ecc., pag. 141 - Favrb a.: jftm. sur. latrtmbì. e» (Sss-pebrev a.-
yole sur les tceuibì. en 1SS5, il parte, pag. 4N e aeg. 'estr.) - voloer O.: UHtersuriiuKir^
iieber das ìelzjàhrige era. ecc. - percalli O. ; / lerr. di Piemonte ecc., pag. »l-a(.
Verso 1" ant. (') del 2.') luglio terremoto i-ovinoso nel Vallese con
centro nei dintorni di Visp ffig, 49 B): fta sentito in tutto il Pienionfr
con qualche danno a Domodossola (suas.-ond, NW. 15-20* prec, rombo:
caduta di qualche volta e cornicione), ad Alagna (leggere lesioni), a
Kiva Valsesia (caduta della cupola eh. parr.) a Chatillon, ad Aosta, ai!
Ivrea (suss.-ond. NW od E, 6": rovina di qualche fumaiolo), a Sordevolo
(qualche fenditura nei muri, caduta di comignoli), aTorìno (ond. W-E.
8': idem): fu forte a Biella (ond. E-W), a Novara, ad Asti, a Pinerolo.
leggero nel rimanente. In Lombardia fu molto forte a Como (qualche
leggera lesione), forte a Milano (ond, E-W 5'). Vigevano (ond. W-Ei e
Hortara. Fu sentito a mezzodì fino a Genova (ond. E-W 8') : a levante
a Parma (ond. S-N). a Modena (Chistosi C. : Not. sui terr. ecc., pag. 5
[estr.]), a Mantova (ond. E-W) ed a Verona.
Nella cartina (flg. 49) sono rappresentate le principali ìsosisnie che
interessano il nostro territorio, cioè la fortissima e molto forte B'. la
forte B% e la lieve B.'
A Domodossola circa 1" 58'" pom. replica meno forte della prima.
Verso le 10" '/^ ant. del 26 altra scossa rovinosa nel Vallese, sentila
in Savoia, al Gran S. Bernardo, ed In Piemonte fino a Biella, ad Ivre.i.
(Ij Circa lo at«ssu ietintii al retiti una e
(^; L'ora dedotta dall'arresto di pendoli
pom. (t. v.j, per Torino 0 ore, b'i ni., j( sec.
[1855 - 1856] 423
» Vercelli, a Torino (suss.) ed anche a Milano {ÌQ^ 12» 40« a. : E-W, 15'),
Vile 2** 25" pom. terza replica principale nel Vallese sentita a Biella, a
Vercelli ed a Torino (ond. E-W 2-3*), ove fu più sensibile della prece-
ilente : a Milano (2»» 25" 40» pom.) fu forte ond. E-W di 3/ Ad ll»»ant.
circa del 28 quarta replica principale sentita leggermente in valle An-
sasca, al S. Bernardo, a Milano (11*»0"33» ant. ond. NE, l-VS) ed anche
a Parma (E-W).
[1024] ISoo. Novembre 8. Malta.
Pkkrkt a. : ?iote sur les trembl. &n i855, parte n, pag. 40 (estp.)
Air 8 novembre, circa le 7*» 30" ant., a Malta scossa lieve E-W se-
guita da altra fortissima che fece lesionare qualche casa.
11025] 1856. Maggio 1M2. Terra di Bari.
BARATTA M.: Materiali 6cc.« pag. 117.
A 8*» della notte 11-12 maggio in Bari due scosse fortissime ond.
SE-NW di 20* runa e di 3* l'altra, stata più intensa; susseguì
i[uindi una ripresa suss.-ond. di 12» : fuga generale dalle case. Queste
scosse furono sentite in tutta la provincia con pari intensità e causa-
rono ovunque panico : produssero piccole lesioni nella chiesa di Acqua-
viva e di Canosa, al Monte di Pietà di Barletta ed a qualche casa di
Cerato, ove inoltre fecero rovinare due tettoie, ferendo un paio di
persone.
[1026] 1856. Giugno 5. Pieve S. Stefano (Arezzo).
l'ERRET A*: Xote sur Us tremM. en i8ò6. paj?. 56 (estr.)
A 7^ pom. del 5 giugno a Pieve S. Stefano scossa fortissima con
danni considerevoli: fti, secondo il Serpieri (Scritti di SismoLj voi. 1,
pag. 157) sentita con mediocre intensità ad Urbino. Da tale giorno lino
al 25 a Pieve S. Stefano altri 60 scuotimenti suss. oppure ond. fra cui
uno ad 11*^45" pom. del 25 che fu molto forte e di S.* Queste scosse,
secondo il Perrey, si estesero meno dalla parte di S. Sepolcro che dal
Casentino.
1027] 1856. Agosto 21-22. Algeria.
CaESNEAr: iVote sur les trembl. de terre en Algerie^ pasr. 16-17, Paris 1892.
Il 21 agosto, a 10** pom. circa, il littorale della provincia di Costnn-
tina in Algeria da Bougie a Bona fu agitato da una violenta scossa,
rhe pare abbia avuto suo centro nella insenatura di Philippeville : tutti
^Hi abitati della valle del Saf-Saf furono danneggiati ed in special modo
(iaatonville e Robertville. Questa scossa si propagò in Sardegna. Nei
Documenti Malvasia De-Rossi (pag. 88) trovo la seguente notizia ri-
424 [1856 - 1
guardante Carloforte (Iglesiaa-Cagliari): 10'' 5"" pom. dne acosse ond. a
2' d'intervallo, di 2-3' ciascuna: la primn, preceduta da sordo roml-o-.
come tuoDO lontano, nelle case fece cadere a terr? varie stoviglie senza
causare alcun danno : durante la seconda ripresa si senti il suono dell.»
campana dell'orologio pubblico : queste due scosse, pure avvertite dai
pescatori ancorati con le loro barche nella rada, furono generalnienio
sentite ad Iglesias.
Tale terremoto destò un po' di apprensione anche a Nizz.i.
Ad 11"" 50"" ant. del giorno seguente nuove scosse fortissime danneg-
giarono gravemente Collo e Djii^jelli in Algeria e forse queste corri-
spondono a quelle sentite leggermente a Nizza verso il mezzodì, pri>
pagatesi forse anche a Genova.
Ascoli Satriau (Foggia).
^ Capitanati, pag. U lestr.l e Uatcruth ecc., pa|f. 116.
Alle 8'' 30" ita! della notte del 28 agosto lieve scossa ond. a Bovino,
ed a Castelluccio dei Sauri nella provincia di Foggia : ad Ascoli cau»A
grande panico nella popolazione che usci dalle case.
[1029] 1SS6. Ottobre 12. Bacino del Hedilerruea.
Baratta M. ; Matei-iall ecc., pair. 14617 ■ Schmiot : Studiti nber Errl6ebeii, pag. 4~-^.
Un tremuoto grandissimo verso le 2'' '/; ant. del 12 ottobre inic-
resBÒ r intero bacino del Mediterraneo ; fu disasiroeo a Candia ed a
Kodi ed in molte isole deirArcìpelago : l'epicentro, secondo lo Schmìdt.
sarebbe stato a mare tra Candia, Cipro e l'Egitto. Gravi danni an-eiTii
pure a Malta, fu forte a Foggia, fece uscire la popolazione dalle ca.-'e
di Catanzaro i si propagò in Terra di Bari e d'Otranto. {'} in Basili-
cata, in Capitanala, neH'.ibruzzo, nel Molise : a Napoli le acosse ftirono
due. la prima ond. N-S di 15". l'altra E-W dì 10" : fu avvertito nella
Sicilia (*)■ si senti ad Urbino, in modo lievissimo ad Ancona e fu in-
dicato da perturbazione negli apparecchi magnetici di Parma.
[1030] 18.57. Febbraio 1. Parml^an» e Reggiano.
Bauatta M. ; Materiali ecc.. pait. H"Ì-8 - Colla : ìfeUreologia ecc. - Berti : Sugli ali. Itrr,
ili Venezia - Qoiran : Afp. e note ecc., pag. 35 - Chistom C. : Xol. sul tfrr. ecc., pag. ó.
A 7" 10" pom. del 31 gennaio in Parma scossa debole ond. SEE^
NWW, avvertita anche a Guastalla : a 0'' 12'" ant. del 1" febbraio in
Parma tbrte terremoto di 6' suss.-ond. preceduto ed accompagnato da
(1) in Lecce e provincia ad ore 1 ant. scossa nnil. a 2 riprese con l' intervallo di lu !.
circa, e della durata di li a. circa. Deve essere slata assai Intensa giacche vennero u
(lucsti) uopo stublltte speciali divozioni come scrive 11 Uè Sanctls, citato dal De aionii
[Hicerche su I Ieri: in Terra a'OIraulo ecc., pan. 23, estr.}.
lineo mi coninnlca che quivi al 13 ottobre ni sentita una
iniUi per la guale i TabtirlcaU soffrirono varie leelODL
[1857]
rombo : 1' intera popolazione fa destata dal sonno, si arresi
"rnluofi. fa abbattuto il letto di una casa, cadde qualelie fd
H)>rirono lesioni anche ne^li edificii piii solidi. Il centro di :
[iittf sia risieduto fra Parma e Reggio, ove fu più gagliardo
t^>uesto terremoto fu piuttosto violento a Casalmaggiore.
,?uss.-ond. di 3' forte e poi per 30" decrescente) ed a Gua
y" : fu meno intenso a Mantova (ond. E-W): mediocre a Bo
nino e Colomo: sensibile a Padova (ond. E-W 2') e leggier
a Vicenza ed a Brescia: fu sentito da pochi a Milano ed a
mentre passd inosservato a Piacenza, a Genova, a Spezia,
Fio. CO.
Firenze, a Poniremoli e Borgotaro, fu avvertito in modo
Ferrara. I limiti della zoua interessata dal terremoto furoi
ad ovest, a sud gli appennini, ad est l'Adriatico e il Piave
prime e più meridionali pendici delle Alpi (').
[1031] 1S57. Marzo 7. Labiasi
BiBiTT* M.; op. clt., pat!. U8 - Betiti: op. eli.
Il 7 marzo, a 3" 20-30"* ant., a Lubiana si intesero 5 se
v̫imo intervallo P una dall'altra: la prima suss.-ond. N-t
1) SeUa Bg. SUi A Indica l'area mesoslRnilca Turtliwlina : A' la furte-ii
l<^:i;ern: <|ueat' ultima, per errore liicoreu nel iUbckho, deve essere ver»
Ouu ad Includere uilano.
426 [1857]
fa la più forte e laaga, le altre sempre
più debole — fu accompa^ata da rombo asaal sensibile. JNe meno
forti e numerose si giadicarono le scosse a ClagbenFart ed a Gurcb.
ove destarono gli abitanti, produBsero gravi screpolature nelle case t
fecero staccare dei pezzi di intonaco dalle pareti.
Fra Lubiana e Claghenfurt pare sia stato il eentro del movimento
sismico che si propagò poco dalla parte di settentrione : ad oriente
giunse fino ad Agram. scosse fortemente il Friuli, svegliò gli abitanti
di Trieste, fece suonare i campanelli e cadere qualche quadro a Ve-
nezia, si propagò con ìntensIlA decrescente nel Padovano, nel Vero-
nese, nel Vicentino, nel Bellunese, nel Trevigiano e nel Polesine: al-
l'isola Veglia fu forte ond. S-N di 4'.
Nella flg. 50 con BB è indicato il limite, cui giunsero le onde si-
smiche sensibili alle persone in Italia.
[10.32] 1867. Marzo 10. Valdobbiadtae (Treviso).
Luglio 11. Rovigo.
UArtATTt M. ; op. Cit., pag. 14H - Berti : op. clt.
Nella notte del 10 marzo a 4'' ant. fu sentita da pochi nna lìevo
scossa a Venezia ed a Treviso : a Valdobbiadene ed a Pieve di Soligo
fu assai più intensa ed accompagnata da sensibile rombo. A 9'' 29" p.
dell' 11 luglio a Rovigo forte scossa dapprima ond. NW-SE e poi suss.
a 2 riprese della durata totale di 8' : molte persone ritte in piedi bar-
collarono, suonarono i campanelli, cadde un comignolo. Questa scossa
fu lieve a Venezia e sentita anche a Treviso. Nella sera a Rovigo due
repliche leggiere ed a 2*' ant. del 12 un'altra simile.
Nella Sgara 50 con C è indicata la zona entro cui fu sensibile il
terremoto del IO marzo : con D l'epicentro e l'area entro cui lu av-
vertito quello dell' 11 luglio.
[1033] 1857. Dicembre 16. Bssilicats, Salenilaio.
GnEco M.: Degli scrillort càe Aa» Irati, del (rem. ai Basilicata, pag. 55-iaa.
Sn questo grande terremoto il lavoro che merita la più alta consi-
derazione è senza dubbio quello del Mallet The great Xeapolitan ear-
thquake of 1HÓ7 (U voi., London 1863), che costituisce un vero mo-
dello del genere ; ma disgraziatamente non avendolo potuto trovare ìd
alcuna delle biblioteche, presso cui ò istituit* le ricerche per fare il
prosente lavoro, mi fa giocoforza servirmi solo dell' opera del Greco
dianzi citatala, che contiene in transunto la memoria del Battista (Sui
terremoti di Basilicata) e del Racioppi (Sui tremtioti di Bollicata difl
dicembre l'^Ò7) — e dei documenti da me estratti all' Archivio di Stato
di Napoli, costituiti dalle notizie ufficiali circa i danni ed il nomerò
dei morti e dei feriti, causati dal suddetto terremoto.
[1857]
427
La prima scossa, avvenuta alle 10** 15™ pom., durò 20", fu suss. e
^v|fuita, dopo S"" circa, da un' altra più terribile e di più lunga durata.
io per la zona di maggior scuotimento. Fuoi'i dell'area dei danni si
ìfo ^eneralmei\te due scosse ond., la seconda delle quali più in-
m$a della prima.
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FiG. 51.
Per questo immane terremoto Montemurro, Tramutola, Calvello, Vig-
(?iano e Saponara vennero quasi adeguati al suolo ; molti e molti paesi
e città del Principato Citra e della Basilicata furono o del tutto o quasi
rovinati.
428 [I85rj
Il Mallet potè fare 177 determinazioni riguardanti la direzione della
scossa in 78 diverse località e sottopose tutti i valori ottenuti al cal-
colo per dedurre la giacitura del centro : 16 di tali linee si incontrano
neir intemo di un circolo di 456 m. di raggio ed altre 32 nell'interno
di un circolo del raggio di m. 1851. Detto centro si troverebbe prcis^o
Caggiano (*). Dagli angoli di emergenza calcolò con il metodo a tutti
noto, la profondità dell' ipocentro, la quale sulla base delle diverse os-
servazioni fu ritenuta oscillare fra un massimo di 15870 ed un minimo
di 5090, vale a dire ad una media di 10730 metri.
Con i dati desunti dalle relazioni uflSciali da me consultate all'Ar-
chivio di Stato di Napoli, ò costruita V unita cartina, che devesi rite-
nere solo come provvisoria (fig. 51). L'area mesosismica (A) disastrosa à
una forma elittica, quasi regolare, il cui asse maggiore in senso NWW-
SEE misura chilometri 85 circa ed il minore 50. I paesi posti al li-
mite esteriore di tale zona sono : Ricigliano, Baragiano, Potenza, Vaglio,
Trivigno, Pietra Pertosa, Stigliano, Aliano, S. Arcangelo, Roccanova.
Carbone, Castel Saraceno, Sarconi, Montesano, Padula, Sala, Atena,
San Arsenio, S. Pietro, Polla, Auletta... Il presupposto centro del Malki
si troverebbe quasi all'estremo lembo settentrionale di tale zona. L'area
rovinosa (B) nel suo complesso à forma essa pure elittica, ma dalla parte
di nord circa forma un' accentuata insenatura che racchiude Lavello.
Canosa e Spinazzola. In questa zona si notauo maggiori irregolarità
nella distribuzione dei danni: alcuni paesi, come, per esempio, Gara-
guso, Salandra, Ferrandina..., furono quasi rovinati, mentre altri, come
Chiaroraonte, Castelluccio, Lagonegro... ebbero comparativamente danni
minori.
La zona fortissima (C) dalla parte di W, NW e N si spinge fino ad
Amalfi, a Nocera, ad Avellino, a Bovino, a Deliceto ed a Manfredonia
Da W, SW a S raggiunge la costa tirrenica da Amalfi alla marina sot-
tostante a Maratea: da S, SE e NE si spinge fino quasi a Castrovilhiri
ed include Taranto: da NfC e N per Noci, Acquavi va e Grumo raggi unp'
Molfetta e quindi il mare : noto fin d' ora che Bari ne resta esclusa.
Questo terremoto verso WNW e N f u molto forte a Castellamare. a
Nola^ a Lucerà, ed a Foggia, e forte fino a Napoli (*), a Capua, a
Carpinone, a Spinete, a Termoli ed a Guglionesi. Verso NNE fu solu.
come ò detto, forte a Bari : verso SE fu pure forte a Castrovillari, a
Paola ed a Cosenza : fu mediocre a Catanzaro e si propagò lievemente
(1) Potrebbe darsi, come vedremo, che a produrre tante rovine ed un area mesosi-
smica 8l sviluppata, abbia cooperato 11 risveprlio di due centri, uno presso Caggrlano, e
raltro neir area compresa fra Tramutola, Saponara, vigilano e Montemuiro.
(2) Dal documenti che possiedo nulla mi risulta per Ischia, ma con ogni probabilità
fu Ivi la scossa sentita.
[18571
429
tino a Reggio (*), mentre verso NE leggere ondulazioni furono sentite
fino a Lecce.
I danni causati dallo scuotimento furono immensi : nel Principato
Ci tra il numero dei morti ascese a 2700, nella Basilicata a 9591 ed a
1411 quello dei feriti.
Negli specchietti che seguono ò radunato vari dati statistici, special-
mente relativi alla mortalità, desunti dai manoscritti dell' Archivio di
Napoli, eccezione fatta per quelli segnati con asterisco che furono tolti
da un estratto fatto dal De Longraire (Etvdes sur lea trembl, de terre
ecc., pag. 66-70) dei dati offerti dal Mallet.
Morti e feriti causati dal terremoto del 16 Dicembre 1857
in Proviocia di Potenza.
Località
popolaz.
nel 1857
N.dei
morti
N. dei
feriti
Località
Popolaz.
nel 1857
N.dei
morti
N. dei
feriti
A bri ola
3456
1
1
• Montemurro
7002
5000
500
Aliano
1920
^
28
• Paterno
2500
122
—
Anzi
4086
1
—
Picerno
4819
26
9
Armento
3590
37
37
Pisticci
?
—
1
Balvano
5829
—
1
Potenza
12628
22
11
Barile
4205
2
2
• Roccanova
1940
83
27
• BrìenzA
5350
151
30
Salandra
?
1
3
Calvello
5829
99
40
S. Angelo le Fr
'. 1644
63
22
• Cancellara
3004
—
1
• S. Arcangelo
3950
96
17
• Carbone
2318
39
19
• S. Chirico R.
3351
5
—
* Ciistelsaraceno 3123
127
138
• S. Martino
1623
6
23
Corleto P.
»263
12
42
• Sflponara
4010
2000
70
Craco
1906
3
—
Sarconi
1194
32
4
Gallicchio
1367
16
98
Sasso di C.
2877
4
1
Guardia P.
1885
85
53
• Senise
4556
1
4
* LanreDzana
7665
7
8
Spinoso
2839
45
35
Mariitea
7116
1
• Tito
4939
257
—
• Marsiconovo
7528
89
• Tramutola
4538
1*77
52
• Marsicovetere 3403
90
Tursi
3573
1
—
Melfi
?
1
—
Vietri
L3425]
1
^
* Missanello
1084
14
50
• Viggiano
6634
800
200
Repliche. — Dopo la grande scossa delle 10"* 15™ pom. si ebbero re-
pliche un ora dopo, ed altre nella notte 16-17 e con maggior violenza
alle 3** e h^ ant. Nel giorno seguente e poi per più di un anno con-
tinuò la Basilicata e le regioni circostanti ad essere scosse più o meno
frequentemente ed intensamente. Le maggiori repliche e quelle bene
l) Dalla parte di w-nw non ò potuto ritrovare notizie sul limite dell'lsosisma me-
fllocre e lieve.
Merli, feriti e danai etniati
In ProTiiT
Atena ....
4403
Auletla ....
3521
Cangiano . . .
4121
Diano (Tegriano) .
7314
Montesano . . .
5fó<S
Padula . . . .
8125
Pertosa ....
1179
Polla
6644
Kicigliano . . .
2319
Roscigno . . .
1284
Sala OoDsilìna .
8294
S. Pietro al Tanagr
mn
Sant'Arsenio . .
4135
121 ! 526
liJOftj
ISOOrWi
60001
18000H
lóOOno
3000i>>3
9700^1
3000fi
1120(>ii
132iX)'i
individuate per ore e per località sono ricordate nel seguente elenco
compilato sai dati offerti dal Perrey f.Vote tur les trembl. de lerr. en
J858 ecc.), dal Capocci (Catalogo de' tremuoti ecc., I, pag. 375-78). dnl
Del Giudica (Ragguaglio dei princ. fenomeni avv. nel Regno dvranU
il 1858) e dai Materiali da me pubblicati (pag. 149-52). i
i857 Dicembre i8-30) Castellamare molte scosse più o meno lievi - /:'.|
Salerno, l*" e 10'' a., due scosse. 5'' 30™ p., altra ; Napoli, &• p. una - ?0| Na-
poli, P p., scossa; Salerno, 5^46'» p., una. Nei giorni 20-21 a Lagonegm
qualche scossa. A Castrovillari una molto forte - SS) Napoli, l^ p., seos-;;!
sentita pure a Salerno - 23) Balvano una - 26) Montemurro, 3'' e 6" a., iluc
violenti - 28) Sala, 9" pom., una molto forte - 29) ivi, 6" e 7*30» p., due
altre: la prima forte anche a Potenza; ivi nella notte altro.
1858 Gennaio 1) Napoli, U'' p., tre mediocri. Secondo il Del Giudice a
12'' a Caggiano ed altri paesi scossa molto violenta, di 5', preceduta da nimixi;
essa fece cadere alcune case già procedentemente lesionate - 3) in Bjisiii
cata una furto, sentita lievemente a Napoli - Ci) Terremoto a Castelluctìo In-
feriore (vedi N. 1034); Polla, \(\^ IS"' p., una mod. - 7) Ivi. alU stessii oni.
altra - 8) Castrovillari, 3'' to'" p., una alquanto forte. Ad U"" p., una piu
lieve e giornalmente varie - 10-i5) Polla, parecchie : al 14 ivi una stata
[1358] 431
l!-;'ve a Napoli ed al 15 una mediocre - 18) Calvello. 1*30" ital., una forte
et] 'iltre - 19) Potenza e Calvello, 10" 'Z, sera, una lunga ond. sentita forte-
m-.'nte a Matera : ivi dal 19 al 20 altre : nella notte 19-20 una forte a Canosa
di Puglia -??; Basilicata e Principato Citra, 0" 45°' a., acossa. A S. Angelo
<ìi'i Lombardi, 3''15'" a., una suss. di 6.* Nella notte 22-23 a Mure
:.'.vi Matera nella notte una sentita a Canosa: a Potenza nuoT
forte a Brìenza ed a Muro - 24) Potenza, Canosa e Muro, vai
2G Potenza, 9^ pom., una scossa - 27) Ivi, 3*'45» a., due lievi
Uatera, alcune forti.
Fdtbraio 5) Polla, 11'' 20" a., una mediocre - 23) Balvano,
una lieve, e nella sera (23'> SO*" ital.) una forte a Saponara - 24-2
rata varie. A 6" a., del 25 una a Latronico ed altra nella not
- ?'t Mootemurro, Vigliano, W' prima dell'allm, una forte: fug
27-30) Potenza, alcune.
Mario 5-6) Lagonegro, nella notte, tre lunghe. Montemurro
lina - 6-7) Matera, Craco, PJsticcì, Montescaglioso e Salandra, f
a Uarsiconovo altri danni, A Vibonati quella delle 3" di sera cagii
f'ivina ; questa fu avvertita anche a Napoli. Ad l*» 15™ a. del "
nna lieve sus3.-ond.: a Tramutola numerose rovine: nel monasti
Salerno) caduta di alcune travi ; fu sensibile a Vallo. A 2'' 50°' p
una und. ; a Lagonegro due violente di 9-10. ■ Ivi, ad 8'' p., replic
A Vilxinati, Sapri e Casaletto varie case rovinate : forse furon
Ijturia, Rìvello e Trecchina con nuovi danni - 8) Salerno, ni-ì
una ond. . fu lieve a Potenza e molto forte in altro località, aj
mutola. A 5" a. a Lagonegro violenta di 5-tl', con lievi danni :
a Vibonati e lieve a Paola - iO) Montemurro, parecchie - 12) S
Vinati, varie - ió-lT) Basilicata, alcune scosse - 23) Potenza,
nn;i lieve. Ad l''30°' p., a Potenza, Saponara, Tramutola ed Anzi
pochi Janni a Sala - 31) Lagonegro, varie,
ApriU 1) Potenza, 9" pom., una sensibile - 9} Basilicata e
C'ilra, varie - 17) Potenza e Polla, V' \h'° a., una forte ond. ed alt
tj-nza, 1 P Be'" p., una ond. - 19) Ivi, 2" Be'" a., una forte. Le scos
ransarono molti danni ad Alianello - 28) Potenza, 8'' ',', a., una
fu lìensibilissima a Salerno e fortiss. a Polla - 30) Potenza, 8'' \h"
ond. di 20" (pari alla 1' del 16, XII. 57): a Polla nuove rovine.
Maggio 9) In Basilicata una - 30} Potenza, 4" notte, una si
ivi, sul mattino, una lieve.
Giugno 3) Ivi, sul mattino, una sentita anche a Napoli - i
l''30" matt., lieve - 12) Spinosa, una di 12' - 13) Potenza, 7^ a
siiss.-ond. di 8* - 14) In Basilicata alcune.
Luglio 2} Tursi, S"" p., una hove - 4) Potenza, 16'' '/» ital., un
i" IS" a., lieve - 12) In Basilicata, una forte - 14) Ivi, W 20'", al
Ivi, parecchie.
Agoitù 6) Bella, 11" Vi a., una suss.-ond. S-N di 3" di Inter
iU I- terremoto (16, Xll. 1857).
Ottobre 12) Moliterno, 2-2'" SC" sera, sensibile ond. 15*: nella
'il 13 continui rombi.
432 [1856]
Novembre 14) Brìenza, S*" ital., forte scossa - 18) Ivi, Vl^, altra meoo in-
tensa - 19) Bella, 9" a-, forte suss., 5 6", sentita a Santo Fole - 29) Potenza,
11"" a., una breve. Sala, 6" e 7" 30" p., due forti di lOia-. A Potenza, a I
6^46'° p., una forte ond. j
1859 Febbraio 4) Salvano, scossa di 3' ; danni alla chiesa parroccliiale - |
iO) Potenza, g"" p.. Mossa ond. di 5' prec. da rombo: panico. Fu più vio- 1
lenta a Montemurro ed a Saponara ; fu sentita a Vietri, a I.aurenzana, Barile.
Corleto, Vigg-iano, Matera, nell'Abruzzo Ulteriore ed ìn Terra di Bari: nes- ,
sun danno.
[1034] 1858. Gennaio 6, Ca§te[liicd« Inferiore (Potenza).
Baratta M.: MattHriU ecc., pag. 119.
A 4''3l> p. a Castelluccio Inferiore scosb» che apportò maggiori
danni alla chiesa parr. che non il terremoto del 16 die. 1857 : fu scn-
eibile a Lagonegro e dintorni. A Gastrovillari nella giornata e nel dì 8
varie acosee forti, mediocri o lievi.
DeHMie (Cuneo),
pa?. ^6 (estr.)
A 3" 30° pom. a Maiola, a Gaiola, a Cuneo e dintoT'ìi forte scossa
E-W di 4-5", seguita, qualche minuto dopo, da altra meno intensa e
lunga. Fa fortissima nel territorio di Demonte: a Fedio — fi-azione di
detta località — fece rovesciare un forno ed un tetto : fu avvertita
pure a Kavigliano, a Cavallermaggiore ed In altri luoghi vicini.
[1036] 1868. Ottobre 10. Briidisi.
BuiATTA U.: VafórUIf ecc., pag. 151 - Dml Giudicb F.: iiHW- tWpWne./WWn. ecc. iS5S,
pag. 8*.
Il 10 ottobre, a g'-SO" ant. circa, a Lecce, a Taranto, a Bari, a
Canosa ed a Gioia forte scossa ond. di 6* : ad Alessano fu suse. di 10".
produsse panico : qualche lesione nella chiesa arcivescovile di Brìndisi.
[1037] 1858. Ottobre-novembre. Pinerol» (Torino).
Baratta M.: Op. Clt-, pag. 158 - F. Riccardo Sallo; StoHa di Alatsio, parte II, pag. Vii,
dilavar! IBfO.
Al 25 ottobre, a 2''42"'30' a., a Pinerolo (') breve ma forte scoss.i
ond. N-S preceduta da cupo rombo: a 7" 45'" pom, del 30 una leggera
ond. SE-NW ; a 5'^ 45™ ant. del 31 una mediocre stata lieve a Torino :
(1) A Pinerolo eranal avvertite antecedentemente altre scosse. H Pem'y fyok tre.
tHSS, pag. 3S e 3^1 ne ricorda due: una ad ore UM pom. del 4 marzo die fu onci,
forte rombo e l' altra al iS di di'tto mese. Kel Materiati da me puliblicaU (pair. lai
trova notizia di una Torte scossa ond. Ivi sentita ad ore 1.15 ant. dell' 11 apiile.
[1859]
a 0' SS" pum. del 1' novembre ana » Pinerolo intesa anche ad Oneglia :
a i)''36«' pom. del 5 ed a lO^SO" pom. del 7 due altre.
(jueetc scosse spiegarono la loro maggiore intensità ad I
presso Pinerolo, ove riuscirono rovinose.
[1Q3S] 1859. Oennaio 20. ColUllo (Trei
BtHATTA M. : Uatertati ecc., pag. 193 - berti A. : Sul Un: di Ventila dei so geim.
A 8^ Òft" ant. del 20 gennaio, in Venezia forto scossa ond.
prese, la prima N-S e i' altra, più intensa, ENE-T/SW, della da
tidc di 10* : questo terremoto in molte case fece anonare 1 cam
cil oscillare oggetti appesi. A Collalto (fraz. di Refì*ontolo) le
precedute ed accompagnate da rombo, furono tre : ond. SSE la
sussoltorie le altre due, con una durata totale di 10.' Ivi le mi
castello, eccettuate quelle ad occidente, non patirono gravi da;
aprirono varie lesioni nella sua torre e nella porzione moderna
lata ; il filatoio, la casa parrocchiale, la chiesa e quasi tutte
furono danneggiate, specialmente quelle della parte occident
fenditure dei muri del piani superiori erano tutte verticali,
larghe anche 6-8 cm.
I danni nei paesi circostanti (flg. 50 E) furono meno gravi
glori in quelli ad occidente, anche se più lontani, cioè : Falzè
di Soligo, Semaglia, Moriago, Col 8. Martino, Guia, Combai,
S. Pietro di Barbozza ecc., e fino a Valdobbiadene ed a Vidor
staccarono gli intonachi, cadde qualche comignolo, si screpolò i
muro : a 8. Pietro precipitò la parte terminale del campanile,
cidento la scossa fu molto violenta fino a Scrravalle ed a Cei
un po' meno a Gonegliano : a Segusino fu Invece appena sensit
Questa zona di maggior intensità (E') h forma elittica, con
maggiore disposto da NE-SW : fra Valdobbiadene e Serravalle,
Km. 25 circa: Il minore, al precedente perpendicolare, risulta i
Km. 20.
Da questa zona l'intensità andò scomando notevolmente, con
ilosi più forte lungo la bassa pianura, ed in special modo nel
l^iano. e verso il mare che non dalla parto delle Prealpi e del
Infatti a Saclle la scossa (NE-SW) fece suonare i campanell
ilere vari oggetti : uguale intensità, ebbe ani colli dell' Asol.
Treviso (N-S) fece cadere qualche comignolo ; a Venezia, comi
iletto, fece suonare I campanelli ed oscillare gli oggetti apposi,
nuova zona (E') A forma elittica con il suo asse maggiore ii
NXW-SSE.
L'area di mediocre scuotimento (E'), ove stanno, fra gli alt
Inno (NE-SW), Bassano e Padova (NNW-SSK). ft forma quasi ci
B^tuTTA : Terremoti ecc.
434 [18591
e, come la precedente, rispetto alla zona mesosismica, rì8<ilta svilap-
pata quasi intieramente dalla parte meridionale.
La scossa fo avvertita da pochi (E^), a Trieste, ad Udine, ad Ar-
ronzo, ad À^rdo; da parecchi a Trento e si propagò fino alla linea del
Garda a levante, ed a mezzodì tino sulla sinistra del Po.
A Collalto (E), centro superficiale del movimento siamico. qtiesto fu
accompa^ato da rombo fortissimo : allontanandoci da tale localiiii
andò sempre più affievolendosi talché a Venezia, che dista Km. 50, fu
solo inteso da qualcuno.
La prima scossa a Padova fu notata a &■> 58" 38* ant. (t. t. 1.).
A Collalto dopo il 20 gennaio scosse giornaliere, le quali, benclu'
lievi e meno lunghe (5* circa), recarono altri danni alle case. Le mag-
giori, accompajrnate da forti rombi, furono sentite nella sera del 2S e
sul meriggio del 30, a 7" ant. e 6" 30"" pom. del 1° febbraio, al mat-
tino del 2; parecobie altre a 4''. 6"=, T' ant., fira le 0* ed 1" e le 8-9''
pom. del 19 e le O** e S** ant. del 20 : a mezzanotte f^a il giorno 8-9 una
molto forte e fra le 2-3^ ant. del 29 aprile una fortissima seguita da
altre ogni 3, 4, 6 giorni fino al 31 maggio: in questo mese se ne eh
bero due assai intense a mezzodì ed a 0' 45"° pom. del 20 maggio
ed una terza a 3^ pom. del giorno 31.
[1039] 1859. Febbraio 17-18. AmIfIm (Aquila).
BtR*TTA U. : Materiali ecc., pag. isa - PEHitEr k.: f/ole ecc. iss9, pag. 43.
Verso rs marzo, secondo il Perrey, nell'Abruzzo, specialmente ad
Amatrice, scosse violenti : secondo le notizie da me raccolte, nel 17-1»^
febbraio ne sarebbe stata sentita una forte ond. senza danno, sc^iUt
da repliche fino al 27 febbraio.
[1040] 1859. Aprile 12.
Seaese.
upANi e TOSCANI : Su 1 Urr. ave.
In Siena ecc.
- FONDELLI V.: Della pnDab. ano. rUI U,
ecc., pag. US e SS - toscani c.
: 5» ( terr. m
rm. in Sina ecc.
Nella sera del 30 gennaio 1859 tre scosse fortissime ad Asciano, a
Monte Olivcto ed a Buonconvento. una sola delle quali si propagò lie-
vemente fino a Siena, la quale città, dall' 11 al 19 aprile fU (onestala
da un intenso periodo sismico.
La prima lieve scossa venne avvertita a 9'' 25"" pom. del giorno 11
ed a 9'' iÒ™ pom. se ne ebbe una seconda ma mediocre : le altre mi
giorni e nelle ore seguenti:
t2 aprile) 3'' 30'" a. mediocre, 4" 21'" forte, 4'' 28" fortissima, 4* 35-, 4*' 41".
4'' TjS"', 5h um^ 51. 45„,_ 5h 51^ g g^ a. sotte mediocri ; 6" 37" e 7* 24" a. duo
forti ; 8" 45'", 8'' 45'" 20" a. due leggere ; 9* 10" a. una mediocre ; 9* ao™ a.
unn leggera : IO»- 4'" e 10" IO" a. due forti ; lO^- 15'", 10» SO" e IO»" 45" a. Xk
loggore ; IO* 55" a. una leggerissima ; 1 1"" 35'" a. una leggei^ ; 0* 8" p. una
[1859]
435
mediocre; 0*^22™ p. una leggera; 2^3"* p. una fortissima; 2*» 25" p. una
leggera; 3*», 3*» 4™, 3*» 20«», 4*» 20™ e 6** 5™ pom. cinque leggerissime - i3)
• (y> 15" a. una leggera ed altre a • 3**, * S*" 33™ (questa fu più forte nella
contigua campagna a NE) e • 6** 45™ a. - i4) • V^ 40™, • 3*» 4™ e * 4** 5™ tre
leggerissime - i5) 4*» a, una leggera - i6) * 3^ 15™, • 3^ 55™ e * 5^ 15™ p. tre
leggere - i7) 4^ 19™. -V" 34™ a. e 5»» p. tre leggere - i8) 0^ 15™ e 4»» 19™ a.
due leggere - i9) * 2** 0™ p. e • 4*» 6™ p. due leggerissime.
XB. Le scosse segnate con asterisco nella memoria del Toscani sono
riferite alle rispettive ore p., mentre in quella dei Toscani e Campani
alle ant. o viceversa. Io ò seguito il primo scritto.
Kwyii
*
'CUt4i
■••
ImBs^
!7Xfn.
^«BiB^wiioy
:*v ■'•-wy
FiQ. 52.
Le maggiori di tutto queste scosse furono quelle sentite nel 12, cioè
a 4*» 28™ ant. (di 6-7% a 3 riprese) ed a 2»» 3™ pom. ; quest' ultima fu
ancora più forte, ma di brevissima durata. Tutte le scosse f\irono o
precedute od accompagnate da rombo forte e prolungato : in generale
furono ond. : però quelle delle 7*» 24™ ant. e 2*» 3™ pom. anche miss.
Per tutto il giorno 12, 13 e fino alle prime ore del 14 si sentirono inoltre
piccoli tremiti.
L' area più colpita (fig. 52) è limitatissima : à forma elittica e com-
I»rende V Osservanza, Montelìscaì, Fontebecchì, Uopini e la villa Co-
lombaio: ivi quattro o cinque fabbricati riportarono danni rilevanti.
Anche in Dofana e Presciano si ebbero lesioni : in Siena caddero dei
436 [1859]
camini e si determinò qualche fenditura nei muri. Questa zona è per-
fettamente eccentrica alla principale che si trova nella sua parte a NW.
mentre dalla parte di SE è limitata dall' Arbia.
La scossa fu tale da incutere panico grandissimo in una ristretta
area ogivale, il cui asse da S. Gemignano ad Asciano misura km. 45.
A Monteroni d^ Arbia, alle Volte, a S. Colomba, a Castellina, a
Querciagrossa, a S. Giovanni, a Castelnuovo della Berardenga le mag-
giori scosse furono abbastanza sensibili : esse furono avvertite legger-
mente in pochi paesi del Valdarno Superiore, della Val di Chiana, del
monte di S. Fiora e della Maremma.
Nella unita figura le zone sopra accennate sono delimitate dalle linee
a tratti ( ).
[1041] 1859. Agosto 22. Norcia (Perugia).
BARATTA M. : Materialt ecc., pagr. 153 - mannoccdi l. : Relaz. del trem, ecc. - G. piebha-
RiNi: Intorno al terr. di Norcia ecc. - Relazione della Commissione ecc. - Segcbi a.:
Bscurs, scienL ecc.
Alcuni giorni prima del 22 agosto cominciarono a sentirsi in Norcia
varie scosse di terremoto, ma assai leggere, quando, circa l** 32"^ pom.
di detta giornata, preceduta da una forte detonazione sotterranea^ se
ne ebbe una oltremodo violenta suss. -ond. NE-SW a 3 riprese succes-
sive, runa più intensa dell' altra, e della durata totale di 6-7." In cittA
buona metà degli edifìci, specialmente quelli di debole costruzione, fu
adeguata al suolo, causando 101 vittime ed una sessantina di feriti :
gli altri risentirono gravi danni specialmente nei piani superiori. I
quartieri, costruiti sul pendìo della collina verso levante e ponente,
abitati da povera gente, furono letteralmente distrutti. Le chiese in
gran parte diroccate : rovinato il palazzo comunale, danneggiato quello
del governo : i due monasteri di monache — e 'particolarmente quello
di S. Pace — rimasero quasi del tutto sconnessi.
Danni quasi eguali soffrirono i paesi di Campi, Villa S. Angelo e
Capo del Colle, che distano da Norcia rispettivamente km. 7 e 5.
Abeto, Tediano, Ancarano circa la metà ; Frascaro, a km. 6, poco più
di un terzo : Cascia, a km. 10, ebbe qualche danno ma in proporzione
assai leggero se si eccettua il convento dei Francescani, che di già in
cattivo stato, si rese in qualche parte inabitabile. A Visso (km. 15) gli
effetti del terremoto furono piccolissimi, e nulli poi a Trevi (km. 30)
La scossa fu lievemente sentita a Camerino, lontano da Norcia km. 37.
a Pesaro ed a Roma, che ne distano 120 il primo e 115 la seconda.
Le due principali zone isosismiche sono rappresentate nella cartina
della flg. 13 a pag. 196.
Il Padre Secchi notò che la costituzione del suolo ebbe una influenza
grandissima sulla distribuzione dei danni : sembra che il centro sia stato
[1860 - 1861] 437
nei pressi di monte Pattino ('). Per più e più giorni, fino alla fine del-
r anno, nella notte si sentirono delie repliche e frequentissimamente dei
cupi rimbombi, che parevano aver origine dai monti Pattino e Ca-
pregna : in ogni notte se ne contavano perfino una quarantina.
[1042] 1860. Maggio 27 o 30. Norcia (Perugia).
Mbrcalu O. : Vulc. e fenom. vulc. ecc., pag. 261.
Il Mercalli, sulla scorta del Perrey, ricorda che al 27 o 30 maggio
in Norcia furono sentite nuove scosse rovinose.
[1043] 1860. Luglio 19. CoUalto, Oda (Treviso;.
Berti A.t Sul terr. di Venezia del i9 luglio i860.
A 4** 37" 40 p. (t. V.) a Venezia si sentirono due non lievi scosse ad !• di
intervallo e della durata totale di 6-8* : il moto fu orizzontale, a brevi
e rapide ondulazioni E-W oppure, secondo altri, N-S : a Treviso fu più
forte, a Valdobbiadene ancora di più ; anzi quivi le scosse flirono pa-
recchie, due delle quali più intense suss. di 6-8% precedute tutte ed
accompagnate da forte rombo. I danni furono piccoli : cadde qualche
camino, si screpolarono parecchie muraglie e poche case furono pun-
tellate. A Quia si fessurarono due archi nella chiesa e crollò qualche
muro.
L'intensità del movimento andò scemando verso 'Pieve di Soligo e
più ancora verso CoUalto ove ebbe il suo centro il terremoto del 1859
(X. 1038). La scossa infine più o meno sensibilmente fa avvertita nella
vallata bellunese, a Rovigo, a Verona ed a Trieste. L' area mesosi-
smica di questo terremoto è rappresentata nella fig. 50.
[1044] 1861. Gennaio 28. S. Sofia (Romagna Toscana).
BvRATTA M.: Materiali ecc., pa^. ibi.
Al 27 gennaio, a 7*» 30" pom., cominciarono a sentirsi in S. Sofia
di Romagna delle scosse : a 6*" 30"* a. ed a 3*» 10° pom. del 28 due
forti commozioni fecero ivi scuotere le imposte, cadere dei calcinacci
e screpolare i muri dei fabbricati. Nella giornata varie repliche ed a
7^ 20" a. del 29 una forte susseguia da parecchie deboli.
[1045] 1861.. Febbraio 9. Malta.
perrbt a.: Xote sur les tremai. i86i, pa^. 56 e t863, pa^r. 37.
A 10** pom. deir 8 febbraio a Malta lieve scossa ed a 0^ 35" ant.
del 9 febbraio un' altra di 15' circa con rombo : a Valletta un' ala del
(l) A Norcia e nel suoi pressi dopo la (grande scossa le fontane si inarrldirono, ma
tosto ripresero ad emettere deUe acque molto torbide.
438 [1861]
palazzo del governatore e qualche casa nei punti più elevati della città
furono danneggiate. Pare che questo terremoto si sia propagato abba-
stanza intensamente anche in Sicilia, giacché il Perrey aggiunge che
causò danni a Modica. Ad L^ a. replica a Malta.
[1046] 1861. Marzo 16. Varese Li|^re.
Perrey A.: Note sur les trembl, en i862, pag. W 'estr.)
Al 16 marzo, verso 1** */j a., a Genova lieve scossa : a Varese Li-
gure fu molto forte e preceduta da intenso rombo e per tutta la gior-
nata seguita da molte repliche : comignoli caduti, e muri lesionati.
[1047] 1861. Maggio 9. Città della Pieve (Perugia).
Baratta m.: Materiali ecc., pag. lM-55.
Il 1^ maggio, verso le 3^ pom., nei dintoi*ni di Montepulciano scossa
ondulatoria stata assai più intensa nelle confinanti regioni deirUmbria.
A 2*» 53° ant. del giorno 9 a Perugia una triplice scossa della dorata
di SO* fece risvegliare la maggior parte degli abitanti : per questo ter-
remoto tutte le case di Città della Pieve soffrirono danni : gli ediflcii
isolati, come, per esempio, la chiesa di S. Pietro, furono demoliti : si
ebbero a deplorare due morti e vari feriti. A Cetona i danni furono
pure assai gravi : nelle chiese, nella caserma dei carabinieri ed in
molte case si aprirono fenditure, ed alcuni edificii furono puntellati. A
Chiusi rovinarono due comignoli, e qualche guasto si produsse nelle
chiese di S. Francesco e della Misericordia, ed in alcune case. A Mon-
tepulciano la scossa (suss.-ond. SE-NW di 8»), preceduta da rombo,
svegliò la popolazione e fece suonare i campanelli : quivi, come pure
a Chianciano, a Sarteano, a Padano, a Piegaro ed a Monteleone molti
uscirono dalle case : fu pure forte a Radicofani, ad Arcidosso ed a Si-
nalunga, ove fece cadere qualche comignolo.
L'area centrale (fig. 16 A : pag. 240) di questo terremoto comprende
Cetona e Città di Pieve, nella quale ultima città gli effetti dinamici del
movimento sismico furono più intensi che non altrove : ivi nella gior-
nata furono inoltre intese oltre 50 repliche. In detta figura ò pure deli-
mitata la zona fortissima o molto forte B e la forte C.
Tra le 3^ e le 4> ant. a Perugia due scosse appena sensibili: a
4^ ant. una debole di 30' : a 7** pom. a Città di Pieve una violenta
ed altre fino a 2^ ant. del giorno 10. A 10*^ 45°^ pom. delP 11 una forte
end. a Montepulciano ed a Chinsi : a 0*" 15™ pom. ivi una violenta di 8.»
Nel giorno 13 a Pienza, a Sinalunga e nei luoghi colpiti precedente-
mente una scossa, che a Cetona recò qualche altro danno : a Monte-
pulciano fu forte e della durata di 5* : nel 21, a 10** pom., a Chiusi una
leggera e quindi ad l*" di notte una più forte suss., propagatasi a Cetona,
**■
V
[1861] 439
a Sarteano e più lievemente a Montepulciano. Nel 22, a 3^ a., una poco
sensibile in quest' ultima località ed a 7^ 15"^ a. a Cetona una forte.
[1048] 1861. Ottobre 16. Porli.
QrARiNi F. : / terr. a Forli^ pa^r. 96-99 - Malvasia-De Rossi: Documenti ecc., pa^. 101 -
pbrrey a.: XaU sur les tretnàL i86i, pag. 96 > piovene g.: Cron, dei terr, a Vicenza,
pajf. 56.
Il 16 ottobre, a 4^ 45"* pom., in Forlì scossa fortissima sentita con
eguale intensità a Forlimpopoli, ed a Ravenna e propagatasi anche a
Bologna, a Venezia, a Trieste, a Rimini e lievemente fino a Vicenza.
A Forlì produsse screpolature in vari muri e fece cadere moltissimi
comignoli : a Ravenna durò 5" e causò V abbattimento di qualche fu-
maiolo e r apertura di fenditure.
A Ravenna, ad 11^ 45" pom. lieve replica : aForll, a 2*» 30" e 6*» a.
del 17 due altre lievi, V ultima delle quali fìi pure avvertita a Ra-
venna.
[1049] 1861. Novenribre 19-28. Potensa.
perret a. : Note sur les trembl, en isei, pag. 99.
Nel 19 novembre a Potenza scossa che causò qualche danno : nei
fi^iorni 26 e 27 altre molto forti ed a 9** 55" p. del 28 una nuova assai
intensa per la quale la popolazione usci air aperto.
[1050] 1861. Dicembre 9. Vesovio.
Baratta h. : Il Vesuvio e le sue eruzioni^ Roma 1897, paf?. 152IK - Palmieri L. : Intorno al-
V incendio vesuviano cominciato il di 8 die» i86t, Napoli 1862 - Perret a. : Note sur les
tremai. i86i, pa«r. 102-3 e i862^ pa^. 108.
Nei giorni 5 e 6 dicembre V imbasamento del Vesuvio fu in preda
a piccolissimi tremiti percettibili ai soli strumenti dell' Osservatorio
Vesuviano : al 7 le scosse furono pure avvertite dalle persone : creb-
bero infine di intensità e di frequenza nel di 8, specialmente dalle
11*» ant. alle 2*'30" pom. : alle 3** pom. circa si squarciò il cono ad 1
miglio circa da Torre del Greco dando luogo al principio di una eru-
zione eccentrica, che alla sera del 9 si può considerare come già ter-
minata. A 6** 15° ant. del giorno 9 a Torre del Greco una scossa fece
lesionare parecchie case e chiese ; fu sentita sensibilissimamente a Na-
poli ed a Resina. Nella giornata parecchie altre forti : nel di 10 due
lievi al Vesuvio, air 11 una forte (4*» 15" sic) e qualcuna nel 12-15: 5
sensibili al 16, 1 lievissima al 17 : 3 al 23 : 4 al 24 : 2 al 25 : 1 al 26,
27, 29, 30 e 31. Nel 2-3 gennaio 1862 molte lievi : nel 10, 12, 14 e 19
iiualcuna forte : al 22 altre lievi : ad 11'' ant. del 27 una assai forte :
nel 28-29 varie lievi e cosi pure al 12, 22, 26 e 28 febbraio.
440 [1863-1864]
[1051] 1863. Monteeassino (Caserta).
Bollettino dell' Osserv. del. Collegio Romano, 1868, pag. 61.
Al 19 gennaio, a 7^ ant. circa, a Montecassino una violenta ed istan-
tanea scossa suss. produsse alcune lesioni al monastero : fu forte anche
a S. Germano, ove fece crollare qualche vecchia casa ed aprire varie
fenditure nei muri. Fino ad 1*» 30° ant. altre 7 ond. leggere ; dalle
4^ 30° alle 6*» 30° pom. tre repliche ed a vari intervalli rombi, qual-
cuno dei quali accompagnato da lieve tremito. Al 20, fra 1** 30" e 4^ a,,
tre sensibilissime ond. : ad 11** 30° ant. una più forte delle tre prece-
denti ; a 4*» 30" pom. replica, e nella notte varie lievi. Nel 21, a
3*» 30° ant., una sensibile ond. e nella giornata vari rombi e tremiti :
al 22, a 10** 30° pom., una forte e alti'e lievi; al 23, a 10** 15° p., una
e poi altre lievi ; nel 24, ft'a 1** e 3** ant., due lievi ; ad 1** pom. una
molto sensibile ed alle 11*» pom. una forte: fra le 10** pom. del 25 e
3** ant. del 26 tre scosse e cosi pure nel di susseguente : al 27, ad
11** 15° a., quattro sensibili a pochi secondi d'intervallo, ed a 10** 30° p.
del 28 una lieve.
[1052] 1863. Gennaio 30. Casanieeiola.
OHEVALLBY DE RivAS: lettera su di un terr, ecc. - Baratta m. : Materiali ecc., pa^. 156.
Nel 30 gennaio, a 0^30° pom., a Casamicciola forte scossa ond.
E-W di 2" che nella campagna circostante fece cadere qualche muro a
secco e franare varie roccie dall' Epomeo ; fti sentita ad Ischia, a
Barano, a Testacelo, a Fontana, a Forio, a Lacco ed anche a Ventotene.
Nel 22 marzo una replica a Casamicciola ed al 29 aprile due altre,
cioè, una lieve suss. con cupo rombo a 6** 30° p., e V altra pure leg-
gera ad 8** p.
[1053] 1864. Febbraio-marzo. Appennino Bolognese.
Baratta m. : Materiali ecc., pajf. 156-57 - chistoni c. : Notizie sui terr. ecc., paff. 5-6 -
PERREY A. ; Xote sw les trembl. i864, pag. 49-51 e 53-55.
Al 7 febbraio, a 7** 45™ pom., a Modena diverse scosse ond. a 10-12»
d' intervallo, la seconda delle quali più forte. Nel giorno 8, a 6** 55°* p..
in Modena due altre ond. N-S a 5-6' d' intervallo : questo terremoto a
Castel d' Alano (Vergato) fu forte a SE-NW : ivi furono sentite molte
scosse, alcune delle quali fortissime anche a Vergato, a Pradura, a
Sasso e specie a Porretta, ove al 7 ne furono avvertite più di 40 tra
ond. e suss. sempre precedute ed accompagnate da rombi più o meno
intensi. L' area mesosismica di questo terremoto è delineata nella car-
tina 34 a pag. 362.
Seguirono le seguenti repliche :
9 febbraio) 3«* a. e 12»* merid. a Castel d' Aiano altre - iO) 4^ 30™ p. una
ri864] 441
forte - i2) 7" a. e 4" p. due altre - i3) 8^ a. e i4) 9'' a. due mediocri; Della
notte i-i-i5 a Vergato quattro mediocri, state perù più intense a Porretta -
i'-\ i*" ly" p, a Modena due end. sensibilissime - 18) 11"* a. a ^' '-
^'nsiMle sentita anche a Savìgnano ■ i9 a Villa d' Alano nel)
brusche scosse: a Porretta altre.
Afarto 9) l*" a. a Parma usa forte e T" a. una lieve.
Al 15 marzo, a 2^ 45"" ani. a Modena fu sentito un terrei
snitd di una serie di riprese isolate a brevi intervalli le une
e della durata totale di 15" circa : le prime furono or
Mitre SUS9.. e quindi ancora ond. A Vergato tali Bcosse fi
violenti e precedute da ben distinto rombo: causarono pan
e guasti considerevoli, cioè danni in molte case, caduta
>nioli e di una cornice di pietra del campanile. A Tolè (fl
^ato). a Savignano (fraz. di Tavemoia Reno) e specie a 2
remoto ebbe la stessa intensità e fece cadere il campa
comignoli, ed aprire fenditure nei muri della chiesa (v
pag. 362),' A Pracchia ed a Porretta fu molto forte, e cosi
naglione. A Firenze la scossa fa brusca ed a 3 riprese ; a
{iresentò 3 ond. a 25' d'intervallo con la 2' più intensa. F
Parma, a Reggio e leggermente a Mantova ed a Vicenza.
Al 16 marzo, a 4'' ant., a Borgotaro mediocre scossa, «
una lieve : nella notte alcune a Vergato ed a Modena : ne
n Bologna nella mattina del 4 aprile ancora alcune ond. a
tl064] 1864. Dicembre 12.
RiHATTA U.: Sla/erlall ecc., pag. 157 - Tcnin;T
A 4" 49" 32* pom. a Firenze scossa ond, di 10* circa, ci
bile a Bologna e lederà a Modena : a 5" òS" pom. a Firens
lieve, ed a e"" 50° p. una terza appena sensibile. Nel Mug
Barberino, a Scarperia ed a Firenzuola dalle 5" poni, cin
notte fra il 12 e 13 ne furono sentite circa 13, specie fra le
i danni quivi arrecati non furono tanto considerevoli ; il <
iiii stato presso Firenzuola (Hg. 2, pag. 97),
[\(&Sl 1864. Dicemttre 2i o 31. S. Nioadr* Qarganieo
h^»^^TA M.: Sull'altictla sismira nella Capllaiiala, pair. 11-15- Palmikki L. :
a proposito (tei lerr. di S. Xlra/iitro - Pkhhev a. ; Xole )ur les treiiibl, eec
Tii. SS, m, ta, 03, -!se ea.
Intorno al periodo sismico che scosse un'area limitatissi;
.1 S. Nìcandro, il Perroy reca le seguenti notizie :
Febbraio 22) a S. Nìcandro scossa ond. di 2' intesa anche a 3
nttù — Marzo 23) V' di notte, una ond. simile alla precedei
furie — Aprile S) 2^ a., circa, una verticale intesa Ano a Foggi
guita da altra più breve - S** 30™ p. a Manfredonia brusca scossa assai forte i
sentita anche a Munte S. Angelo (suss.-ond.) ed a Foggia (ond. 3 sec.) — I
Maggio i2) ei-SO" p., a S. Nicandro una verticale seguita da altra ond, '
assai forte. Nel mese altre scosse leggiere — Giugno tS) df" a., una forto a
S. Nicandro. — Settembre 14) altra forte - 22) 2^ sera, una ond.-suss. di 4*
assai forte, sus'^eguita da due altre meno intense — Dicembre 30) 21 scossa' I
- Si [o forse 50]} una che danneggiò le abitazioni.
Secondo notizie da me pubblicate la maggiore scossa sarebbe avve-
nuta ni 28 dicembre verso l*" pom. con danno di tutte le case del
paese e sarebbe stata seguita, dopo 2-3'°. da replica meno intensa.
Le maggiori scosse di questo periodo furono intese anctie a I.«sìna
ed a Vieste : oltre a movimenti sismici fhrono sentiti in S. Nicandro
anche dei rombi isolati.
Il Prof. Palmieri dice che dal maggio 1864 al maggio 1869 io S. Ni-
candro furono contate 58 scosse.
[1056] 1865. Luglio 19. Elu (Regione Macchia).
Sri.ì'E9TKi o, : Relaz. sopra t trem. dell'Etna - 1 fenom. vulc. presentati dall'Etna tul ises-tìe
ecc., pa^. Sia-lS - Okabs) il.-. Retai, star, ed osierv. sull'erui. tUll.Elna del i865 ecc.
pag. «-81.
Il 30 gennaio 1' Etna, dopo un parossismo geosismico, si squarciò
in un'altra regione (2.200 m.) del fianco ENE fino alla base di Monte
Frumento dando luogo ad un fragoroso incendio: con lo scadere del
giugno, terminò l' ultima fase eruttiva, cui tenne dietro, dopo una
tregua, un'accentuata serie di scosse di terremoto : la più notevole delle
quali avvenne a 2'' ant. della notte 18-19 luglio. Il movimento del
suolo, preceduto da fortissimo rombo, risultfì di un formidabile urto
suss. istantaneo, seguito da un accentuato movimento ond. &W. L'area
di massimo scuotimento (fig. 53) si trova alla base delle colline (tim/je.
Salice e Muacarello, nel territorio di Giarre e specialmente nella loca-
lità detta Fondo di Macchia, dal paese di tal nome che vi è prossimo:
è essa alquanto ristretta, della ^larghezza di quasi un chilometro e
della lunghezza di circa 7., longitudinalmente diretta da WNW ad ESE
dalla base di detti monti fino quasi al mare. Al di qua ed al di là di
tale zona la scossa si fece seutire nei centri abitati piii o meno pros-
simi : verso tramontana a S. Alfio, a S. Giovanni e con intensità suc-
cessivamente decrescente tino all'Annunziata, a Mascali, a Piedimonic j
e verso mezzodì a S. Ven^^rina, a S. Leonardello e lei^ermente lino
ad Acireale : si può dire che oltre ad un'area con il raggio di 20 chi-
lometri a partire dalla base dei' citati monti, il suolo non abbia parte-
cipato all' interna convulsione : a Catania, p. e. essa passò affatto inav-
vertila. Il Fondo di Macchia sperimentò la maggior violenza del mo-
vimenlo sismico, che ivi fece atterrare totalmente il villaggio omonimo,
[1865]
443
le cui 90 case fttrono ridotte in un mucchio di macerie : dei 200
abitanti w salvarono solo quelli che si trovavano fuori dagli edificii,
A 52 ascesero i morti ed a 45 le persone più o meno gravemente
ferite.
li paese di Macchia, a poca distanza dalla zona di massimo scuo-
timento, andò immune, mentre a Baglio, a Rondinella, a Scarronazzi,
a S. Yenerina il numero delle case distrutte fu ragguardevole, ma
molto minore che al Fondo : poche furono quivi le vittime. A Mangano
a S. Leonardello gli effetti furono minori : ivi le case ftirono sconnesse
e rese minacciose di rovina.
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FiG. 53.
La grande scossa del 19 aprile non fa la sola che commosse tale
regione : sulla stessa zona con un raggio di 20 chilometri e ritenuto
per centro il Fondo Macchia, furono sentite con intensità diversa altre
tre scosse, 1' ultima delle quali a 3** ^/g pom. : nella notte 23-24 luglio
fu scosso fortemente anche Piedimonte e Linguaglossa. Nel di 25 del
mese altre 4 scosse più o meno leggiere ed al 26 due fortissime agi-
tarono il Fondo Macchia ed i luoghi limitrofi : e con eguale intensità e
con moto suss. si ripeterono nel di 28. Nella notte 31 luglio-l<* agosto
due scuotimenti urtarono maggiormente S. Yenerina con replica a
444 [1865 - 1866]
2^ ant. del 2 agosto. Si può dire che il buoIo sia stato continuameDta
tormentato a brevi intervalli di tempo da oscillazioni ond. fino al
giorno 8 agosto. Nel 9 altre tre scosse : la prima, avvenuta ad l'* ant..
e la seconda alle 6*" ant. furono maggiormente intense a S. Venerina,
a Mangano ed a S. Leonardello. Verso 1*" ant. del 10 agosto la popo-
lazione si mise in grande timore per una forte scossa, segata da due
repliche a 3^ pom. ed a 10^ pom. del 18, che fecero fuggire molti abi-
tanti dalle proprie case : ciò fu un bene perchè nel giorno successivo
(10), ad l*" Vs pom., una forte scossa suss.-ond. produsse danni rag-
guardevoli in Acireale e più specialmente fece cadere dei fabbricati
nelle contrade Carrico e Mortara estendendosi a 3- Tecla, a Pileri, a
Zuccanazzi, cioè, in tutta la costa marittima Acense. In seguito fino al
23 agosto qua e là varie scosse, le quali, benché leggiere, pure servi-
rono a mantenere per molto tempo gli abitanti in continue e gravi
apprensioni.
•
[1057] 1865. Settembre 21. Città di Castello (Perugia).
Pekrey a.: Note sur les trembl. i86B^ pag. 102 - Scarpellini C. : Terr. avvetwti in alcuiie
città a' Italia nel i865 e isee ecc.
Al 21 settembre, a 9** 50™ pom. ad Urbino forte scossa ond. NW-SE
di 8*; a Perugia ed altrove neir Umbria fu fortissima ond. di 8», se-
guita da 5 altre mediocri. Nella parte alta della città caddero parecchi
tetti ed un gran numero di comignoli : a Città di Castello fecero invece
tali scuotimenti rovinare varie case e produssero danni gravi. Al
22, a 3^ 15°», a 4^ 15™ ed a 6** ant, e poi ad V 52", a 3*» 15™ ed a
10** 3™ pom. altre leggiere : a 3^ ant. del 23 una ond. e nei giorni 26
27 e 28 altre.
Dal 21 al 24 in Val di Pierla, presso Cortona, parecchie scosse for-
tissime e repliche fino al 5 ottobre.
Nell'ottobre 1 e 2 a Perugia parecchie leggiere ad intervalli ed altre
nella notte del 3 e del 5, nella mattina del 6 e del 15 e nella sera
del 16.
[1058] 1866. Febbraio 1 e 21. Le Vene (Spoleto).
Secchi A. : Sur des tremhì. ecc.
Il 22 gennaio a Spoleto una scossa : al 1° febbraio alle « Vene » (sor-
genti del Clitunno); presso Spoleto, alcune scosse molto forti ed altre
nel di 21 e poi nel 17 marzo. Queste scosse fecero aprire delle lesioni
considerevoli nell'abitato e varie fenditure nel suolo : furono molto lo-
calizzate, poiché a qualche chilometro di distanza furono percepite solo
lievemente.
f
- r
[1866 - 1867] 445
1050] 1866. Agrosto 11. Monte Baldo (Verona).
barktta G. : Fenom. fisici in Monte Baldo - Relaz. descritt. ed analisi scien. dei femmeni
.nsico-ifeoìooiei in Monte Baldo ecc.
Sui primi di aprile a Cassone cominciarono a sentirsi intensi rombi
e vari tremiti del saolo, nel giorno 13 giugno una forte detonazione
con scossa suPR.-ond. dalla parte della riviera tra Malcesine e Castel-
letto con propagazione del movimento alle acque del Garda, fino alla
sponda lombarda. Per tre settimane successive furono meno intensi e
frequenti i rombi ed 'i tremiti che scuotevano i caseggiati di detti
luoghi. A mezzanotte dell' 11 agosto la popolazione di questi paesi fu
svegliata da una forte detonazione, seguita da terremoto che fece ca-
dere molti camini, vari architravi e porzioni di muri : nella notte si
sentirono centinaia di rombi. Per tale terremoto si determinarono dei
grandi scoscendimenti di macigni e si dovette puntellare la Chiesa
dei SS. Benigno e Caro. Al V novembre forte detonazione e tremiti
del suolo : nel pomeriggio del giorno 7 altra con scossa ond. ed al-
Talbeg^iare deir8 un analogo fenomeno risvegliò la popolazione.: fu
seguito da rombi di minor intensità per circa 15°". Il centro di questi
fenomeni parve al Baretta essere stato presso le vette sovrastanti a
Cassone.
;i060] 1867. Agosto 15-16. Casamiceiola (Isola d* Ischia).
mercalli O. : Z' Isola d' Ischia ecc., pag:. 117.
Nella notte del 15-16 agosto (0** */« ant.) forte scossa che cagionò
(lualche lesione nelle case di Casamicciola : quantunque sentita più leg-
germente nelle altre parti dell' isola si propagò anche fino a Napoli.
[1061] 1867. Novembre 1. (») Siena.
Baratta M. : Materiali ecc., p&g, 159.
A 5"» 15" pom. del 1* novembre a Siena una forte scossa che* incusse
panico generale; fece suonare i campanelli, dare alcuni tocchi alla
campana del « Mangia » e rovinare uno o duo comignoli. Due lievi
repliche, avvertite da pochi a 2^ ed a 4** pom. del giorno dopo.
[1062] 1867. Novembre 13. Aaletta (Salerno) e Marlgliano (Caserta).
Ukrgauj O. : Vulc, e Jcnom. vulc. ecc., pa^p. 267.
Al 13 novembre a Marigliano alcune scosse fortissime : poco dopo
ad Aaletta tre di eguale intensità.
11063] 1867. Novembre 25. Refiina, Torre del Greco (Napoli).
Baratta .M.: Materiali ecc., pag. 155 - Perrey a.: Tremiti, ecc. Ì866-67, pa^?. 196-97.
Nei giorni 3, 13, 14 e 22 al Vesuvio parecchie scosse : al 25 Torre
,1) per errore di stampa nel mio citato lavoro fu attribultn al (riorno 7.
del Greco fa b1 violentemente commosso che la popolAzione sì credeva
di veder rinnovati i disastri del 1861 : nella notte 25-26 molti scaoti-
menti a Kesina : non causarono danni rilevanti, tranne la caduta di
una scala di ana casa ed una grrave fenditura in un'altra. Nel 1868.
specialmente nei giorni 3, 5. 8, 9, 10 e 12-23 gennaio varie altre.
[1064} ISftS. Febbraio 20. HalMsi» (VeronR^.
Uescalli a. : Vule. e fenom, vulr., pag. 268 - Ooiban : st. lUm. ecc., pag. V2».
Il Mercalli scrive che durante il gennaio e febbraio al Monte Baldo,
specie a Malcesine, furono sentite quasi giornalmente delle acoEse. al-
cune delle quali, in modo preclpao nel di 20, fortissime. Il Goiran non
ricorda questo terremoto ma solo una scossa stata forte a Riva alle
10" pom. del 22 maggio, sentita pare a Rovereto ed a Condino, od
altra a IO** 30" pom. del 23 (non sarà la stessa?) intesa a Verona, a
Malcesine, a Cassone ed in tutta la catena del Baldo.
[1065] ISftS. Giugno 17. H«Bl« AaisU (Senese).
Baratti M. : Uattrtalt ecc., pag. 150.
A 3" ant. del 17 giugno a Siena lieve BC0B8,a ond. W-E : fa violen-
tissima nel paesi del monte Amiata. le cui popolazioni furono molto
spaventate, avendo ivi quasi tutte le case ricevuto qualche danno.
[1066] 1869. Febbraio 7. Siena.
PONDELLT V, : Dtlla probabile origine del lerr. ecc., pag. 3-4 e 83 - Peurby : .Vote sur Ut
trembl. isea, pag. 51.
Circa le &• ant. del 7 febbraio in Siena cupo e sotterraneo rombo
seguito da fortissime scosse di 10', che fecero ondeggiare le fabbriche
e spaventare tutti 1 cittadini : ad ana breve pausa tennero dietro altre
riprese. ond. per 8', e quindi, dopo un intervallo di qualche minuto,
altre ancora più violenti per 11*, dapprima ond. poi susa. Queste com-
mozioni fecero suonare i campanelli, cadere una quantità di comignoli
ed alcune statue dai loro piedestalli.
Furono violenti a Fontebecchi ed a Monteliscai : arrecarono allo
fabbriche situate fuori di Porta Pispini e specialmente a quelle di
P." Romana, danni maggiori che non i terremoti del 1859 (vedi N. 1040'i.
Questo terremoto si propagò lievemente fino ad Arezzo, a Firenze
ed a Perugia.
Nel giorno 8, a 6'' 30*" ant. lieve scossa a Siena ed altra ond. a
2*- 45°' pom. del 13 marzo.
[1067] 1869. Pebbraio 13. Alwu.
l'ERKEv A.: yo/e sur Ics treiiihi. ecc. tH69: iiag. Til.
A 4'' pom. di detto giorno scossa suss. molto forte.
[18G9] 44T
[1068] I8S9. Marzo 31. Sai flivvsnni Rotood* (Foggia).
BiinTTA M. : ShU'oII. slim. In Capitanala, pag. 15 [entr.]
Al 31 marzo, verso le 2 pom., a San Giovanni Rotondo scossa ausa.
(li 4* che fece lesionare molti fabbricati e cadere un comignolo. A
S. Marco In Lamie fa abbastanza forte, ma tale però da non prodarre
danni gravi come a S. Giovanni Rotondo. Si propagò in tW ' " "
ed anche in provincia di Benevento.
[106»] ms. Giugno 25. Vergalo, Z«i», Culo (
BiHtTTA U. : Materiali ecc., pag. 82 - Chistom C. : Notule tut lerr. ecc., pe
Il giorno 25 giugno, a 2'' 58" p., a Modena scossa a va
sì ebbe dapprima nn arto bubs. di 2-3', quindi, dopo una
licbe ondulazioni S-N : la dnrata totale del tenomeno ta
11-12' : fu seguito da forte rombo e fece cadere in citt& (
mai nolo.
Fa fortissimo a Vergato, a Marzabotto, a Zocca, a Capi
vicini, ove vennero rovinate alcune casupole : nella prima
ebbero m deplorare 2 vittime e 2 feriti in uo'altra. A Ca
di Caaio-Casola, la scossa ta seguita da due più lievi ed a:
seusibili al castello, atterrò 7 comignoli, diverse porzion:
parte dell'antichissima torre comunale. A Bologna fu forU
ili 10" : fu pure forte e bubs. a Firenze, a Vicenza (N-S), mi
f leg^rmente fu sentita a Siena, Forlì, Urbino e forse an
Ki>lla figura 34 (pag. 362) con B è delimitata la zona me
con B'B' parte dell' isosisma fortissima.
[l<no] ISS». Settembre 26. San Geminiai
l>EHiieT : ìfote tur lei frenai. Iseo, pag. 81-% « isto pag. W.
n 24 settembre a Slena, a S. Geminiano, a Colle V:
Castel fiorenti no, a Volterra, a Certaldo ed a Poggibonsl
'CWnoe 10 ott., pag. 417).
Al 26, a 6^ 2.1°' pom., a Siena nna lieve scossa avverti
S. Geminiano, a Certaldo ed a Poggibonsl, ove fa seguita
repliche meno sensibili: alle 9''45"' pom. circa, a Slena un;
«lata fortissima euss. nelle snccitate località, (ove la mi
ilclle case ftirono danneggiate) e specialmente nella parte !
miniano in cui due edificìi fVirono rovinati. Tale scossa fu
\nmente anche a Firenze.
Nella notte in Siena varie repliche, state più intense a
Po^lbonsi ed a San Geminiano e meno a Colle Val d'Elf
tioreutino ed a Volterra.
Nelle stesse località a 2'
forte con rombo. A Siena i
a 3" 15" ant. del 28.
[1071] 18B9. Novembre 28. nviiwie
Merculll Q.: I UT: della Calaòrla ecc., pag. 63-8S - Pbhxby a. : ffoU sur tet tremi/!. r~
ise9, ecc.
A] 30 gennaio (S* a.) ed al 21 febbraio {7" a.) a Catanzaro 2 scos^ee
ond. ed an'altra forte a 2" IS™ ani. del 30 loglio : una a Reggio ed a
Fio. 54.
Catanzaro al 22 agosto, 10" 15" pom. ; al 28 agosto, verao mezzanotte
fu scosso molto fortemente Pizzoni : al 12 settembre (e*" IG" a.) lejr-
giermente Catanzaro s ai 21 novembre (l*" 30™ ital. notte) Cosenza; al
Ut) la Calabria Ullcriore ed infine al 28 a Monteleone terremoto vin-
[1869] 449
Lentissimo N-S di 7* con rombo che fece rovinare alcune case mal
ostruite.
Fu molto forte a Mileto, a Nicotera, a Soriano, a Pizzoni, a Fila-
elfia, a Monterosso, a Pizzo, in tutto il circondario di Monteleone ed
1 quello di Nìcastro fino a Tiriolo : fa meno avvertito nel circondario
ì Catanzaro, meno ancora in Cosenza e da pochissimi a Castrovillari.
"a forte a Laureana, a Polistena, ad Oppido, a Serrata ed a Chiara-
alle : meno forte a Cotrone, appena avvertito a Reggio e solo sensi-
bile a Messina.
Nella cartina (flg. 54) sono delimitate oltre al centro superficiale
V. le principali linee isosismiche, cioè: B la molto forte : C la forte:
j la sensibile ed E la lieve.
Rkplichb — Alle 8»» 33~ p. del 28, ed a 1*» p. del 29 a Monteleone due
n<)lto forti : nella notte 29-30 altro tre abbastanza sensibili ; 3^ 44*^ a. del
r dicembre una lieve, 8** 45" a. una più sensibile: Ù^ 44™ a. del 6, 3*» 53™ e
ì^ ir>« a. del 7 e nella notte 7-8 altre lievi : a 1*» 13"" p. deir8 una forte ed a
|b 49m p^ una lieve: nella notte 8-9 parecchie leggerissime e cosi pure a
,^ 43™ e 2^ 43"» p. del 9 ed a 4»» 51» a. e 9^ 11™ p. del 10 : le ultimo duo
'on rombo : nel 14, a 7^40™ p. e nel lo, u 5** 10™ a., 0** 54™ p. tre lievi : nel
ciorno 15 una abbastanza forte a Reggio : nella notte 15-16 a Monteleone
ilcnne leggerissime: nel 18 altre in Calabria: a 9^ 40™ p. del 25 una leg-
gerissima a Monteleone, ove a 5** 4™ p. del 26 ed a 4^ 55™ a. del 28 se ne
'ihljero altre leggiere.
C<mtìnuarono ancora a farsi sentire scosse leggerissime: nel 31 gennaio
I^GO a 10*» 30™ a. una lieve n Catanzaro : a 11*» 30™ a. del 5 marzo una iden-
ira a Monteleone e cosi pure a 11^ 15™ a. delT 11 aprile: a Catanzaro se ne
?bbe una anche lieve a 2» 40™ p. del 15 giugno.
[1072] 1S69. Novembre 29. AosU (Piemonte).
BjII. mens. di MoìicaUert, voi. IV, fase. 12, pagr. 151, 1869.
Al 29 novembre, a 5^ 38™ poro, ad Aosta scossa ond. alquanto in-
tensa che fece tremare i vetri delle finestre.
[1073; 1869. Dicembro 13. Sassnolo (Modena).
B\rn.TTA M. : Materiali ecc., papr. 160 - Chistom C. : Notìzie sui terr. ecc., pa^. T - Pkrrey :
Xnte sur ìes IrembL iseOy paf?. 112-13.
A 3** 53™ a. a Modena due fortissime detonazioni, seguite da energici
nrti SU88., cui tennero dietro lunghe e forti ondulazioni S-N di lo*
vnn rombo : tale terremoto causò qualche danno a Sassuolo : nei monti
|.r«-s.s') Vezzano si apri ima lunji^ii e profonda fenditura. A Re{.^.i,no la
-.Mssa fu più forte (ond. ESE-WNW) elio non a Parma, ove fece risvc-
•;:liare parecchie persole, f(.»ce suonare qualche campanello ed arrostare
•lei pendoli. Fu piuttosto intensa a l'errara (ond. 20') e lieve a Bolo^Mia,
Baratta : Terremoti ecc. 2J)
••"k-r- ^ T-i-^i»*,
450 [1870J
• - «■ ■--■■■ ■ 1 — ' — ■ "
(ond. NNE-SSW), a Verona (due riprese E-W), a Padova (2 ripreso),
a Genova, ad Urbino ed a Forlì (ond. NE-SW), secondo il Gaarinl
(op. cit., pag. 101).
[1074] 1870. Febbraio 8. Ancona.
Baratta m. : Materiaìi ecc., pag. 161 - boulard: Extrait d' une lettre ecc.
A 5^ 30"^ pom. deirs febbraio in Ancona violenta scossa suss.-ond.
W-E di 10' che causò panico generale, fece cadere dei comignoli e
produsse in ogni casa delle screpolature : in qualche edificio di Capo-
dimonte i danni furono più rilevanti. Nel fabbricato della Corte d'Ap-
pello si ebbero non lievi lesioni. Nel contado crollò la sommità del
campanile della Chiesa delle Grazie. Ad Osimo si ebbero notevoli scx)n-
nessioni negli edifici! : a Gallignano, al bivio della strada che conduce
a Polverigi, cadde un gruppo di casette e fu danneggiata la chiesa.
Tale scossa fu fortissima a Loreto ; forte a Macerata, a Iesi, a Sini-
gallia ed a Urbino (Serpiebi : op. cit., voi. I, pag. 158) : lieve a Fano
ed a San Benedetto del Tronto.
[1075] 1870. Giugno 20. Ittiredda (Sardegna).
Conti : Mem. e ttat. sui terr. ecc., paf^. 36.
A 9** 22" ant. del 20 giugno ad Ittireddu (Ozieri-Sassari) scossa forte
di 5' con leggiero rombo.
[1076] 1870. Giugno 24. Oriente.
PERRBY A. : Note sur les treml>l. i87o, pag. 10&-11.
Verso le 6*» pom. un intensissimo terremoto colpi l'Oriente ed in
special modo V Egitto e l'Asia Minore con probabile epicentro nel
Mar Rosso. Si propagò pure in Italia ove fu sentito verso le 5** 15-30"*
pom. a Locorotondo (ond.), a Bari (*), a Catanzaro (forte E-W), a Reggio
(leggiero), a Messina (forte ond.), ad Acireale (ond. a 3 riprese, lungo.'
a Catania e specialmente a Vizzini e Caltagirone. Riguardo a Mineo il
signor C, Guzzanti mi comunicò che nelle ore pom. di detto giorno fu
sentita una forte scossa che causò lievi danni : la quale notizia riguarda
certamente il terremoto in discorso, che inoltre fu registrato dai sismo-
grafi dell'Osservatorio di Napoli (suss.-ond. NW-SE : 6*» 16** 22» pom.)
e forse fu avvertito anche ad Urbino.
[1077] 1870. Ottobre 5. Cesenza.
Conti d. : Mem. e stat. sui terr. ecc.
Abbiamo visto che la Calabria Ulteriore (specialmente i dintorni
(1) A Locorotondo ad 1 ora pom. circa dello stesso ^riorno era Qtata avvertita urja
prima scossa ond. : a Bari una a ore l,») pom.
Lv-tY.r./''
[1870] 451
■ ■■! Il .1.- I.I.. I I I I— II. . -
di Monteleone e di Catanzaro) sulla fine del 1869 fu agitata da un vio-
lento periodo sismico (N. 1071) : ora, mentre l'attività andava quivi
assopendosi, reiterate scosse urtarono di tempo in tempo la Calabria
Citeriore: al 9 marzo (9** 45°» a.) a Cosenza ne fa sentita una ond. di
2* propagatasi anche nei paesi dei dintorni : a 5^ pom. del 18 una più
lieve e cosi pure a 9*» 45" pom. del 6 aprile (ond. 2"') : a 9^ 45" pom.
deil'8 maggio se ne ebbe una suss.-ond. di 1% ed all'alba del 25 una
forte di 4% poi due lievi ad 11** 30" e 11^ 35" (ant. o pom.?) del 24
pugno, una ond. di 4* a 6* 10" pom. del 28, una lieve a 11^ 40" ant.
dei 9 luglio ed altre due della stessa intensità a 4^ (ond.) e 5*" ant.
suss. 4") del 16 ed a 9** 25" pom. del 14 settembre.
A 5*» 55" pom. del 4 ottobre a Cosenza gagliardissima commozione
nnd. -suss.-ond. della durata di 12-30* : fu preceduta da un rombo lun-
ghissimo e vibrato por il quale moltissimi spaventati uscirono dalle
case, ponendosi cosi in salvo : diroccarono i muri, rotolarono le cam-
])Hne, si smossero le colonne. Tutte lo case, state già indebolite dai
terremoti del 1854 (vedi) soffrirono nuovi danni : più di 100 di esse
ebbero interi muri diroccati, 15 uscirono di piombo : i tetti poi furono
lesionati e sconvolti. Fra gli edificii più cospicui che risentirono per
questo terremoto si deve ricordare la Cattedrale, il palazzo di giustizia
la Prefettura, la Caserma e specialmente Tantico castello. Le screpo-
lature in massima parte erano verticali.
Mangone fu quasi tutto distrutto : Figline Vegliaturo ebbe grandis-
simi danni : Cellara fu in buona parte atterrata, e così pure S. Stefano
e Piane Crati, il quale ultimo rimase diroccato per metà : 80 ftibbriche
furono atten*dte ed Aprigliano. Questi paesi costituiscono Parca mese-
sismica (flg. 64, I). Oltre a questi dirò che Celico ebbe gravi danni,
che Rovella, Zumpano e Motta furono in parte conquassati, che in
Pietrafitta rimasero abbattute sette case e che parecchie ne caddero
[)ure in Longobucco. A Rossano molte furono lesionate e cosi pure in
Corigliano e Bisignano da una parte e ad Amantea dall'altra.
In tutta la provincia di Cosenza 1600 case furono danneggiate più o
mono gravemente.
La scossa fu fortemente sentita (V) a Pizzo ed a Squillace verso
mezzodì ; a Fuscaldo dalla parte di settentrione e lievemente (VI) fu
intesa da Scalea a Roseto, a Reggio ed a Messina. La Salsa di S. Sisti,
a 12 chilometri da Cosenza, fece contemporaneamente al terremoto una
tortissima eruzione.
In Piane Crati, Figline, Cellara, Mangone, S. Stefano, Longobucco,
ecc. si ebbero a deplorare, secondo il Conti, 117 morti e 179 fe-
riti. Secondo le notizie da me trovate, la mortalità sarebbe così di-
Btribtiita :
452
[18701
Cellara
Mangone
Piane Grati
Longobucco
Aprigliano
Collico
morti 13 feriti molti
» 36 » 56
» 4 » 11
» 30 > —
» 5 » —
» 4 » —
S. Stefano
Figline V.
Pietra Atta
S. Stefano
Rossano
morti 11 fenti 5
» 19 )» 40
» 3 » pochi
» 9 » —
» 2 > —
Repliche — Alia prima triplice scossa ne seguirono altre di minor
intensità e nella notte istessa, in 11'', se ne contarono sino a 42 : le
più sensibili suss. farono 14, della durata media di 2-3*. Le repliche
di maggior conto furono le seguenti :
Ottobre 5) %^ 8°» a., ond.-*uss. ; IV" 15» a., ond.-suss. di 3»; 0*» 5" p. una
suss. meno lunga e forte della precoàente; 4*» 45™, 5** 50™, 8** 5™ p., altre leg-
giere ; 10** p., una forte di 4» — 6) 9*» 10"» a , forte scossa suss.-ond. di 3* :
10*» a., lieve ond.-suss. ; 11*» 15" a., 0*» 30™ p. e 1*» 15"» p. altre suss.-ond. di
2' ; 2*» 55"», 4*» 15™ e 7*» 55™ p. altre lievi — 7) 2*» a., lungo rombo con due
lievi scosse ; 0*» 30™, 1*» 30™ e 4*» 55™ p., tre scosse ; 5^, 6*» 50™ p. due piccole
suss. — 8) 3*» 20™, 4*» 5™, T" 30, 10*» 32™, 11*» 45™ a., lievi scosse; 7*» 30™ e
8>» 45™ p., due forti — 9) 10*» 40™ p., una suss. di 2» — iO) 11*» 30™ p., una
— ii) 9*» a., 1*» 45™ p., due lievi — 12) 11*» 30^»» a., 6*» p., due lievi nei paesi
circostanti a Cosenza — i3) 11*» 40™ a., 6*» 40™ p. due, la prima lieve, Taltra forte
— i4) 0*» 8™ a., fortissima di 6-7*, gravi danni nei paesi ove nella giornata
ne furono sentite due altre lievi — 15) 11*» 32™ a., 4*» 6™ p., due sensibilis-
sime nei paesi — i6) 1*» p., forte suss. ; 4*» 43™ p., fortissima suss.-ond. di
7" che causò nuovi danni — i7) 5*» 10™, 5*» 45™ p., due lievi ond. !• — i8^
0*» 30™ a., scossa ; 7*» 50™ p., 2 rombi con lieve oscillazione — d9) 9*» 30™ a.,
due rombi fortissimi e piccole scosse, cosi pure a 5*» 50™ (lieve) e 8*» 45™ p.,
(forte) ; 11*» 45™ p., fortissima suss. 3* che fece nuovi danni a Corigliano —
20) 5*» a^ lieve ; 10*» 35™ p., a Cosenza forte suss. preceduta da rombo 2»,
a Paola lesionò molte cascine — 2i) 1*» a., forte rombo ; 8*» 45™ p., altriì con
scossa ond. — 22) 0*» 25™ p., rombo — 23) 9*» p., rombo con scossa lieve —
24) 10*» a., una ond. — 25) 7*» p., lieve rombo e scossa sens. ; 0*» 30"» p.,
rombo forte e scossa nei paesi ad W. di Cosenza — 26) 5*» p., lie^e ond. —
27) 11*» 45™ a., lieve ond. ; 5*» p., rombo ; 7*» 42™ p., ima lieve ; 8^ 9*» rombi
con forte ond. — 28) 1*» a., forte seguita da altra forti.ssima 5» ; 2*» 48™ a.,
una con rombo; 9*» 45"» a., una ond.-suss. 2»; 3*» 10™ p., lieve — 29) 1*» p.,
lieve a Cosenza, nei paesi sensibilissima suss.-ond. ; 6*» p., rombo forte —
30) 8*» 45™ a., scossa ond. 2» ; 7*» 34™ p., rombo con due lievi scosse succes
si ve ; 9*» 40™ p., scossa ond. con rombo V.
Notemhre i) 9*» 30"» p., rombo forte — 2) 3*» 30™ a., lieve scossa ; 7*» p.,
rombo e altro a 7*» 55'" p. con scossa sensibile — 3) 8*» 40™ a., una sensibile
nei paesi danneggiati — 4) 2»' 15"' a., scossa ond. forte ad Aprigliano, Fi-
gline e Mangone, altra lieve a 8»» 3"» p. — 5) 4*» a., a Cosenza e località ci-
tate lieve ond. ~ 6*) 11*» 45»' a., una sensibile; 7*» p., rombo. Mn, scosssì
forte — 7) 7*» a., a Cosenza lieve ond. forte ad Aprigliano ; 10*» p., una lievo
con rombo — iO) 7*» 30"» p., rombo; 11*» 1(3'" p., scossa suss. di 2« ; 11*» 48™
X
I
j
[1870] 453
p., altra ond. più forte nei casali — Ì2) 0^ 35*" a., lieve suss. — d3) 10*» a.
lieve; altre a l"» 30"» e 10^ 11" p. ; fu forte a Pietrafltta; 11*» p., lieve
rombo — i4) 2^ 10"» e 3*» a., due lievi a Cosenza, forti nei paesi — /7)
2^ 10» a., scossa ond. con rombo — 48) 4*» a., lieve rombo ; 7*» 45"» a., scossa
suss. ; 1*» 35"» p., a Cosenza poco sensibile, fortissima nelle campagne , 8*» 30"»
e 8»» 45" p., due lievi ond. — 49) 3*» 30"» a., forte suss. 2', altra a 5^ 40"» p. (?) ;
•jb iQm p^^ ii0ve scossa suss. con rombo, altra più forte a 9*» 5"» p. —
20) ^ 10"» p., rombo — 2i) 3»» p., lieve snss.-ond. — 22) 3»» 45»" a., lieve
con rombo — 23) 3*» 35'" a., lievissinfia — 2^) 5*» 40'" p., lieve con rombo;
y* p., una sensibile — 23) 5*» 32"» a., rombo; 1*» 10"» p., scossa che fu fortis-
sima nei paesi danneggiati ; 8*» 15"» e 9*» 9"» p., due altre — 26) 8*» a., una
suss. 2» che a Figline e Cellara fu sensibilissima — 27) 8^ 11" ant., forte
rombo — 28) 7*» p., lungo rombo; Mn. forte scossa suss. — 29) 11*» 36"» a.,
lieve a Cosenza, sensibile nei dintorni.
Dicembre i) 7*» 40"» e 10*» 15"» a., due scosse : Mn. forte suss. — 2) 6*» a. e
2*» p. (f) due lievi — 3) 4*» 45"» a., lungo rombo e altro fortissimo a 11*» 35"»
a. — //)!*» 12"* p., scossa ona.-suss. 2" — 42) 5*» 30"» a., lieve ond. con
rombo : Mg. leggiera 3*» preceduta da rombo — i4) 7*» e 9*» 10"» a., due lunghi
e forti rombi — i5) 4*" 18"» p., scossa con rombo — i6) Mn. rombo con lie-
vissima scossa a Cosenza, più sensibile nei dintorni — i7) 5*» a., lieve ond.
— yp) 4^ e 7^ IO" a., lievi a Cosenza, la seconda fu forte a Celico — 20)
1*» 15» p., una lieve — 28) 2*» 45"» p., lieve ond. — 30) 4*» 45" p., forte
ond. ^.
Il periodo sismico continuò meno intenso anche durante il 1871 : le mag-
giori scosse furono le seguenti : 29 Giugno i87i) 9*» 45'»» p., una scossa forte
a Cosenza ; fu fortissima a Grimaldi — Lttglio 23) 9*» p., a Cosenza una poco
sensìbile, fu fortissima nella Sila (Pbbrby A. : Note ecc. i87i, pag. 106-10).
[1078] 1870. Ottobre 30. Forlivese.
Baratta m.: MaUriaU ecc., pag. 162-03 - Olarini: / terr. a Forlì, paff. 101-29 - Micnisz:
Sui recenti terremoti di Bologna.
Il periodo siamico forlivese del 1870 cominciò il 30 ottobre con una
tremenda scossa suss. -ond. di 8', seguita, 10" dopo, da altra meno
forte, ma pure gagliarda (M. Per questo terremoto crollarono molti edifici
a Meldola, e nella localitA di campagna chiamate « Dogherla » e le
« Caminate » ; lo stesso dicasi di Teodorano. A Bertinoro 1 danni, se
non egualmente importanti, furono assai gravi, giacché in moltissime
case caddero tutti i muri interni e le volte. A Castrocaro si ebbero
per le rovine a deplorare parecchi morti e feriti. A Forlimiiopoli ed a
Forlì il ten*emoto produsse gravissime fenditure : molto minori furono
({uelle di Cesena, di Ravenna, e di Rocca S. Casciano.
;i; L'ora di Bologna è 7 ore, 37 m., 1 a. p. ; di Firenze "J/ió; di Modena ".ai). N»*i miol
MaitfitiU 'pag. 102) per errurc di KUtiupa o riferita la scossa al j^iorno io.
454
II centro di scuotimento pare eia stato presso )e Camiunte: l'area
mesosismica rovinosa comprende (flg. 6, png. 144) Finmana, Meldola.
Teodorano e Bertinoro {'); la quasi rovinosa (A') Forlì e Forlimpopolì :
la fortisBima (A') Ravenna . Montiano , Civitella e Cesena. Qaesu
scossa fu sensibile a Caste Ibolo^eae ed a Modena (ond. NNE-SS%V n
tre riprese di 3-4' ciascuna a 2-3" d' intervallo) : meuo a Bolo|^a. a
Reggio e Rimini : fa avvertita inoltre in mott£ località del Veneto.
(Padova- Venezia), dell' Emilia, della Toscana e delle Marche.
Dal giorno 30 in poi gli scuotimenti si rinnovarono con molta tVc-
quenza, con intensità decrescente, ma con varie recrudescenze : fra le
repliche alquanto energiche si debliono annoverare quelle avvenute .i
2" 30", 4'' 30" e 6" ani. del 31: nel pomeriggio di questa giornata fu
sentita anche una forte scossa a Castel Bolognese. Dal 1° al l'2 no-
vembre a Forlì e nei luoghi stati danneggiati repliche, però in gene-
rale lievi, insieme a cupe detonazioni : aumentarono di intensità al 12.
in cui «e ne ebbero due foni a 2'' IS" e ad 8'' 45" p. : decrebbero tìo"
alla notte 19-20, nella quale cominciarono a risentirsi nuove detona-
zioni e rombi seguiti da scuotimenti. Nella notte 20-21 la terra fu in
preda a continui tremori: si ebbero scosse leggere insieme ad altre più
forti a li-lS"", 2'' 30™ e 4'' 30™ ant. : quella delle 2'"/j a. fìi oltremodu
forte: alle 11''- 30™ a. altra violentissima che fece uscire tutti dalle case
e causò qualche danno. Nel 22 varie repliche : nella notte 22-23 tre j
forti ed alire due nel mattino: ad 8» 30'° p. del 24 una lunga: nei I
giorni 24-28 molte (nella notte 25-2tl furono meno frequenti e sensibili : |
a 7" 30™ pom. del 27 una alquanto forte. Nei giorni 3 e 4 dicembr-' '
qualche commozione con rombo: nel 7 una sensibile ad l'>45"' p,. e
cosi ad ll''4,ó'" a. dell' 8 : ad ll'S'" p, una forte a Forlì che causò
panico e fu seguita da scosse minori : a Meldola se ne contarono ttL'
intense che fecero cadere qualche muro già danneggiato. Neil' 11 due
scoctse a 2^ e 6''4ó"' ant. : la prima fii pure sentita a Meldola : at It^.
dopo una tregua, si notò qualche leggero scuotimento, ed un'altro a
W ',', p. del 30. Dal 6 al 21 gennaio 1871 a Forlì varie leggerissime :
nel 22, ad 8'' 45"' p.. una legger.i, ed altra simile a S"" 30™ p. : a 10* ' , p.
poi una violenta suss.-ond.. la quide in Forlì incusse panico immen^
e fece cadere vari camini e qualche pezzo di maro gi& pericolante :
presso a poco eguali efteiti produsse a llavcnna, maggiori a Fiumana:
lievemente fu semita anche a Firenze ed a Modena. Altre ecosse nel
restante del mese. (]aindi nel fehbrnio e nei successivi.
1 V • -'
[1871] 455
T •» . Bi
[1079] 1871. Marzo 24. Pice(^!« S. Bernardo.
Boli. mens. deìVOsserv. di Moncalieri^ voi. vi, fks. 3 (1871), pagr. 34.
Al 24 marzo 1871, a 5** 10™ ant., scossa piuttosto intensa ond. S-N,
preceduta da cupo rombo : fece cadere degli oggetti dalle mani di
c{uelli che li tenevano.
[1080] 1871. Luglio 10-14. Cascia (Perugia).
Baratta M. : Moieriali ecc., pag. 163.
Nella giornata del 10 luglio a Cascia 20 scosse delle quali 4-5 piut-
tosto forti : fino a 6*» pom. del 14 dodici repliche : furono sentite anche
a Spoleto. Noto che al 14, a 6** 20'" p., si ebbe a Camerino una scossa
ond. ed a 6** 7" p. una ad Urbino.
[1081] 1871. Agosto 1. Torre Milelto (Foggia).
Baratta m. : Sulla aUtv. sism. nella Capitanata, pag^. 15 (estr.)
Al 16 giugno (10** ant.) a Torre Miletto scossa molto forte suss. :
nella notte 18-19 una forte ; ad 11*» p. del V agosto due fortissime di
5*; a Mg. del 2 una leggera ed a 4*'20° (a. o p. ?) del 27 settembre
una forte di 2.*
[1082J 1871. Agosto 13. Casoli (Chieti).
Baratta m.: Materiali ecc., pag. 161.
Nella sera lieve scossa, più tardi seguita da replica più forte ond.
di 6-7% sentita pure in altre località. Nessun danno di grande rilievo.
[1063] 1871. Ottobre. Acqnasparta (Perugia).
PERRKT A.: }/ote sur les tremiti. i«7/, pag. 129.
Nel giorno 4 ottobre, a 4^ pom., ad Acquasparta lieve scossa ; nel
giorno 8, a 7"» 30" e ad 8*» a., a 3*» 30™ e 4^ p., quattro altre, e cosi
pure a 7'»45™, 10»» 30°» ed 11»» a. del 9, a 7»» a. del 10 ed a 4»» 30"» a.
del 13 ; a 4»» e 9»» a. del 15 due mediocri ; a 10»» p. del 17 una di qualche
secondo, preceduta da rombo ; a 3»» 30°» a. del 18 altra simile ; a 2»» a.
del 19 una e parecchi rombi nella giornata ; ad 11' 30°» a, del 20 altra
di qualche secondo e tutti i giorni fino al 31 scosse quotidiane. A
7** 15" e 10*» pom. del 1** novembre parecchie altre. Durante tale pe-
riodo sismico alcune scosse solo furono fortissime: due delle prime
suss., le altre ond. N-S.
[1084] 1871. Ottobre 22. Chianti (Senese).
Baratta M.: Materiali ecc., pag. 161 - Perrey a.: Note sur ìes trembl. i87i, pag, 13().
A 2*» pom. del 22 ottobre a Siena una scossa seguita nella notte da
altre : tutte furono lievi : a Vagliagli (fraz. di Castelnuovo Berardonga)
la prima fu violentissima. Quivi nella notte e nel di seguente (2:J} il
456 [1871 - 1873]
suolo fu in continua oscillazione : gravi danni nelle case : nella villa
r < Aiolà » varie fenditure nei muri maestri : la popolazione si ridusse
all' aperto. Anche a Castelnuovo Berardenga, secondo il Perrey, le
scosse spiegarono quasi la stessa intensità (fig. 52, pag. 435).
[1085] 1871. Novembre. Caldarola (Macerata).
Baratta M.: Materiali ecc, pag. 164.
Dal 22 novembre frequenti scosse ond. S-N localizzate al solo paese
ed ai dintorni : in ciascuna notte se ne sentirono anche 15-20, ad in-
tervalli regolari e quasi ad ore fisse.
[1086] 1872. Maggio 14. Cividale (Udine).
TOMMASi A.: / terr. del Friuli ecc., pag. 209-4.
A 6** Vi P' d®l 1^ viaggio ad Udine forte scossa suss. di 4* seguita
da altre tre appena sensibili : a Cividale fece cadere qualche camino e
produsse screpolature in molte case : a 9** p. altra preceduta da rombo.
Le repliche, quantunque deboli, continuarono per un mese circa, cioè
fino alla metà di giugno. Le maggiori furono le seguenti : maggio lo)
V" a. Cividale scossa piuttosto forte, lieve ad Udine: 11 giugno) 11*» 45™ p.
una forte a Cividale ed altra a Mn. del 12 che destò tutti gli abitanti.
[1087] 1872. Dicembre 12. Monte Cassino (Caserta).
Bull. Vulc. Hai., voi. n, pag.
A 1^ p. del 12 dicembre a Cassino ed a Mola di Gaeta mediocre
scossa, che a Montecassino fu molto forte e fece danneggiare V arco
maggiore della chiesa.
[1088] 1873. (0 Gennaio 19. Colli Laziali.
De Bossi m. S. : Le fratture vulc. laziali, ecc.
In quest' anno la regione vulcanica laziale ed il territorio circo-
stante furono interessati da un intenso periodo sismico cominciato nel
giorno 15 gennaio con una forte scossa sentita a Subiaco (9^ 15™ a. i :
nel lG-17 qualche leggerissima commozione fu avvertita a Castel Gan-
dolfo, ed alla mezzanotte del 18 se ne ebbe una lieve a Roma, a Nemi
ed a Genzano. Il massimo accadde nel dì 19, in cui — preceduta da
due lievi scosse a 4** e 5^ a. circa e da una più risentita verso le 5** 50°" a.
!i)Con il 1K73 cominciò il Prof. M. S. De Rossi la pubblicazione del suo pregiato ^^
lettino del Vufcaìnsr/ìo Jtaliano, nel quale trovasi raccolta ed ordinata una serte nume-
ro8issima di notizie sismiche: perciò da ((uesto anno, salvo casi eccezionali, ò descritti
l terremoti con maggior brevitji, ommettendo in particolare la serie cronologica delle
repliche.
[I85SJ
- - se ne ebbe ana fortÌBsima verso le 6" 30" a. : qncata fec
Castel Gaadolfo, Nemi e M. Ponzio cadere dei calcinacci
pi'odarre movimento di mobili, suono di campanelli ecc. s
Tivoli, a M. Compatri, a Roma, a C. Gandolfo, alle Prato
bauo, a Genzano, a Cìvitalavlnia ed a Velletri : fu mec
montone e lieve a Zagarolo, Paleetrina, AnguiUara, Roc
Ciciliane. Subiaco, Anticoli, Anagni ed Anzio, le quali Io(
tano la zona etata scossa, oltre cai fa isolatamente sentii
molto dubbiamente a M. Cassino.
.'Hr- ....»■•■&;:;;:•••-...,
Fia. 55.
Nella cartina qni unita (fig, 55) è indicnta con A la z
smica molto forte, con B la isosismica forte e con C la 1[<
Qnesto terremoto ebbe il suo centro nel sistema valcai
le ncque dei laghi di Nemi e di Castel Gandolfo si mostrar
la solfara delle Fratocchie aumentò di energia nelle sue ei
Al 20 gennaio qualche lievissima replica.
[1089] 1873. Marzo 12. 'Caiieriao, S. tìi^eaia
\\K\. I>oua DI MOMBBLLo: SUI terrtmot' ecc. - M. S. De Ri>ssi: [ Urr. dell'
Sulla eontlnuailone dtl periodo slsm. ecc. - Belluini G. : Sulle Ituttraz. d
■ ti. Ohsi: Sul terr. dtl ti nutria (gja - Sbhpibbi a.: Sul tar. d'Urbino
ti is mano 1873: Nuove osserr-az. mi terr. ecc.; Rapporto delle oitereai
terremoto e le tue lemil ecc. - Hall. Vuìe. Hai., voi I, pog. XIV-XX.
Intorno a questo grande terremoto pubblicò studii mol
reggiati il Serpieri ; con i dati da questo raccolti e coi
I)e Rossi ò costruita 1' unita carta Hismica (fig. 50) dalla iji
'< •-— - ♦' «v-wp "T^
45d [1873]
1.* che !1 terremoto, avvenuto verso le 9** i" pom. ('), riuscì rovi-
noso a Camerino, a Fabriano ed a San Ginesio; quivi i danni faron*
un po' maggiori, anzi la frazione Morello venne quasi del tutto d'
strutta.
2.^ che r isosìsma che include i paesi che ebbero danni mìnr^r:
(sona fortissima o quasi rovinosa) à uno sviluppo molto irr^olare •.-
comprende Mondavio, Urbino (che fu la località più danneggiata di quef tt
zona), Cagli, Perugia, Città di Pieve, Orvieto, Todi, Spoleto, Amandola,
Cingoli, ecc.
3.^ che l' isosisma forte e molto forte si estende da Peniial)iIIi.
Città di Castello, Bagnorea e dintorni, Frascati, Tivoli, Farra, Naml.
Norcia, Teramo, Ascoli, Fermo, Civitanova, Fano, Cartoceto, ecc.
4.^ che r isosisma mediocre da Rimini corre a Firenze, Sieua, (i
vitavecchia, Roma, Velietri, Anagni, Sora e lungo la costa adriatitn
da Giulianova ad Ancona-Rimini.
5.^ che la zona lievemente scossa comprende buona parte del ^'<'
neto, quasi tutta V Emilia, parte della Lombardia, la Liguria occiden-
tale, il Pisano, il Volterrano ed il Grossetano : quindi la relativ^i
isosisma corre da Anzio a Foggia per includere la costa adriatica da
Lesina (Foggia) a Giulianova.
6.*^ che il movimento sismico si propagò con intensità mediocn,
oppure leggera lungo la costa dalmata.
7.° che il terremoto fu sentito in qualche località isolata, p. es. in
Aosta^ Moncalieri, Cosenza, Altamura, ecc.
8.® che qua e là si notarono frequenti incrementi di intensità e il
effetti dinamici, oppure vere diminuzioni spiegabili con le ragioni ornai
note : osservo che i maggiori incrementi avvennero od in località altr^
volte colpite da terremoti corocentrici od in paesi fondati su terreni
incoerenti.
9.^ che a Camerino e San Ginesio — che costituiscono i paesi più
colpiti — il movimento cominciò con un sussulto, poi ed in gene-
rale si ebbero due serie di ondulazioni, aventi fra loro direzione n^r
male o quasi.
J0.<* che quasi da per tutto la scossa fu preceduta da rombo.
11.^ che tutta la zona interessata dalle onde sismiche sia nella pe-
nisola, sia nella costa dalmata, fu scossa da un solo terremoto provc^
niente dalla regione epicentrica od epicusica indicata, che quindi It
maggiori differenze orarie — impossibili ad essere spiegate con \^
odierne vedute sulla velocità di propagazione delle onde sismiclie -i
(1) Urbino ore 9.4,30; Firenze ore 5.3 5iC; noia ore 9.4 1[3; Roma ore 9.5; Caioerlfli
ore 9.5,30 ; Padova ore 9.6 li3.
1
■tw-^ r'vi'r
[1873] 459
!)i debbono imputare, come d'altronde si è riscontrato nei recenti mag-
giori terremoti, alla difficoltà ed ai metodi usati neir apprezzare il
primo istante o la fase di massima intensità, prescindendo dal diverso
modo con cui erano regolati gli orologi.
12.*' che in qaalche località alla prima scossa tennero dietro altre
repliche.
[1090] 1873. Maggio 16. Sasraolo (Modena).
(HisTONi C: Noùtie sui teì^r. ecc., pai?. 8-9 (estr.j - Bull. Vuìc. Ital., voi. ii, pag. vii vili.
Alle 8^30*° p. del 16 maggio in Modena tre sensibili scosse che fe-
cero dare qaalche tocco alle campane e fermare dei pendoli : a Sas-
suolo caddero varie tegole e si rovesciarono dei fumaioli : alcuni dei
quali rovinarono pure a Reggio ed a Scandiano. La scossa fu assai
forte a Castelvetro, mediocre a Porretta, debole a Guastalla ed a
Panna : fa avvertita a Piacenza ed anche a Venezia, e forse dagli
istromenti Bismic! di Mancalieri (Torino).
[1091] I87S. Oiagno 29. " Bellanm.
tahamelxi t.: yole Ulusir. carta gtoU prov. Bell., pa^?. 196-208 - hobpbr h.: Iku ercUfeàen
con Belluno ecc. - Taramblu e Pirona : Sul terr. Bellunese ecc. - Rath o. : Dos erdbeìten
rem Belluno ecc. - Denza p.: // terr, del 29 giugììo i$T3 ecc. - Hobrnes R.: SrOàeben-
studien ecc. ; BrdòeòenhunOf eoe. - falb r.: Dos erdb. von Belluno ecc. ; Dell'ultimo terr.
di Belluno ; Oedanken und. studien iiòer den Vulcanismi ecc. - Oorini p. : \Sulle cause
dei terr. ecc. - de rob.si; in « Bull. Vulc» Hai. ». voi. n, pag. xi e seg.
Il giorno 13 giugno, circa le 2** a. a Moggio forte scossa avvertita
in tutto l'alto bacino del Tagliamento ; nel giorno 29, a 4** 58-59* a.,
preceduta da rombo, una violentissima scossa suss.-ond. di 15* circa,
battè la regione veneta. I massimi effetti dinamici si ebbero neir Ai-
pago e nella valle del Piave, in cui son posti Belluno e Ponte nell'Alpi
e Visome, e nella valle del Meschio nel Trevigiano, dove stanno Vit-
torio, Fadalto, Sarmede e Cappella.
Belluno per due terzi fu ridotto i^ un ammasso di macerie e di case
luinaccianti immediata rovina : rimase specialmente danneggiato il
Borgo Garibaldi, poco invece quello del Piave. Vittorio, e in special
la sezione Ceneda, ebbe un terzo delle case cadenti e gli altri due for-
temente conquassati : i 32 villaggi dell' Alpago e 20 circa nel trevi-
giano fdrono completamente distrutti o gravemente danneggiati. Fra i
primi avvi Puos, Cornei, Farra, Spert, Boi'soi, Chies, Lamosano, Funes,
Pedol, Montanes, Alpaos, Curago, Plois, Pieve, Torres e Quers nel-
l'Alpago; e lì presso &occher e Ar8i^ : Ponte dell'Alpi e Visome nella
Val di Piave : Fadalto, Rane e Gava di Montaner in quella del Meschio.
Rovinarono più o meno Valdenogher, Tambre, Tamhruz, LaviuA, Ir-
righe, Codenzan, Villa, Schiucaz, e Sitran neir Alpago, Santa Croce,
Basso Fadalto e Capodlmonte in quelle vicinanze. Cappella, Sarmede,
-..n--.-r
460
[1873]
Osigo, Villa di Villa e ColleUmberto nel trevigiano ; Stevenà, Saron-
Maniago^ Fanna. Gavazzo, Claut, Cimolais, Barcls ed Andreis ito
Friuli.
La scossa fa fortissima ad Agordo, Arsiè, Treviso, Venezia, S. Vit*
Udine, Spilimbergo, Trieste, Venezia, Verona, Nave, Salò, Rovereto, eco
fu molto forte a Tolmezzo, Cividale, Pordenone, Palmanova, Trem-^
FiG. 57.
Regione sconquassata dal terremoto Bellunese [da Taramelli).
I
Vicenza, ecc. : fu forte a Lubiana, Padova, Rovigo, Mantova, BresciaJ
Colilo, ecc. : mediocre i Ferrara, Chiari , Lodi , Milano , Bergamo.
Como, ecc. : leggera a Pola, Ancona, Rimini, Forlì, Bologna, Parma,
Borgotaro, Sarzana, Piacenza, Voghera, Genova, Vicenza, Biella, To-
rino, ecc. : leggerissima a Camerino, Perugia, Livorno e Firenze. Se-
condo alcuni questo terremoto inoltre sarebbe stato sentito anche ad
Augusta, nel Salisburgo (*) e nella Stiria. \
\ì) Secondo Hoefer questo terremoto sarebbe invece stato indipendente e posteriori'
ùi 2 minuti a quello BeUuneae.
[1873J 461
Alcune sorgenti neir area di maggior scuotimento si disseccarono
poraneamente, altre diedero acqua torbida e Analmente ne vennero
luce diverse. La direzione generale delle scosse fri SSE-NNW o l'op-
9ta ; il suolo si squarciò in molti luoghi , hì aprirono varie fenditure
asi sempre con direzione noimale a quella delle scosse : le due mag-
òn\ lunghe qualche centinaio di metri, si vedevano sull'alto dosso di
aldenogher e Busa : altre a Lavina nella strada Borsoi-Palughetto, ai
ulini di Chies, tra Montanes ed Alpaos. Il monte Fenerola a NE di
irrighe, si squarciò dal basso air alto per tutta la sua altezza con una
spaccatura di 30 cm. alla base. Grandi frane si staccarono dai monti,
ipecialmente dalle « Prese », dal Pascolet », ecc. Nel tratto che sta
Tra i poggi di Chies, Irrighe si aprì al 29 giugno una spaccatura con
curva elittica abbracciante un' area di 4 km. circa ; su tale estensione
(atto il terreno, che consta di roccia marmosa miocenica, si mise in
lentissimo movimento di discesa ed al 10 luglio continuava a progre-
dire, percorrendo circa cm. 1 V«"2 all'ora.
Neil' Alpago si ebbero a deplorare 30 vittime e 18 feriti : nel trevi-
sano il numero maggiore dei morti si riscontrò nelle chiese ; cosi a
Sarmede (9 morti e 35 feriti), a Cappella (3 morti), a 8, Pietro di Fel-
icito (38 morti e 30 feriti circa).
Dopo la prima scossa il suolo specialmente nel!' Alpago ed al Bosco
•ili Consiglio fti in continuo movimento; al 3 luglio (9** 47" a.) a Ponte
neir Alpi ed a Tambre scuotimento fortissimo : nel 5 le commozioni si
fecero più frequenti a S. Croce e Vittorio, specialmente a Belluno —
ove compirono la distruzione del duomo ,— ed a Cima Fadatto ove
fece rovinare le case già lesionate e cadenti. Alle 2^43™ a. dell' 11,
Puos e Farra d'Alpago furono urtati da una fortissima scossa, appena
avvertita a Belluno. Al 22 luglio {V 5"^ p.) a Vittorio ed a Belluno
scossa foltissima : ad l*" 10*° p. del 27 a Belluno altra fortissima, molto
forte neir Alpago, a Vittorio, sentita a Venezia (ove fece cadere dei
comignoli), a Pordent%e e Padova. A 8^ 15™ a. deir8 agosto una scossa
fortissima portò nuovi danni a Belluno, Peron e Vittorio e nel giorno
21 (10*" 5™ a.) a Sarmede ne furono avvertite due pure fortissime, sen-
sibilmente propagatesi lino ad Udine ed a Belluno.
Falb e Bitner collocarono Topicentro ad oriente del lago di S. Croce :
Hoefer crede piuttosto che si trovi sopra Quantin, a ponente del lago,
e che vicino al paesello di Cornei vi sia stato un epicentro secondario:
secondo questi il primo sarebbe stato profondo 8 km. : a Taramelli e
Pirona parve che si trattasse di una fortissima scossa proveniente da
SE, che poi si decompose in molte direzioni al contatto delle masse
terziarie colle mesozoiche, nel Trevigiano, come nel Bellunese e nel
Friuli e che rovinò specialmente i terreni alluvionali e morenici.
462 [1873]
[1092J 1^73. Luglio 12. Soraio (Caserta).
Marinoni G. : // terr. del Circond. Sorano - Santoro p. : Descriz, del Urr. avvenuto in A l-
vUo ecc. - Bull. Vuìc. Ital., voi. ii, pag. xx-xxvii.
Il 12 luglio, preceduta a 5"» a. da una lieve, a 7*" a. circa una ro-
vinosa scossa urtò il territorio Sorano, propagandosi in provincia di
Roma e negli Abruzzi. Il movimento del suolo nella regione centrale
fu suss.-ond. della durata di 10" circa.
In Alvito si produssero larghe lesioni nei fabbricati e qualche ro-
vina ; a S. Donato 40 case rimasero guaste ed una ebbe il tetto spro-
fondato ; a Picinisco 2 case furono atterrate e 52 lesionate: in Atina
non si ebbero a deplorare rovine, ma in molti cdiflcii si aprirono le-
sioni oltremodo gravi : in Sora ne furono abbatttuti due e tutti ^li
altri più 0 meno danneggiati : uno ne cadde a Casallatico ; danni gra-
vissimi risentirono Settefrati, Isola Liri e Belmonte : in Arpino dovette
sloggiare il collegio Tuscolano (flg. 55 a). Civltella, Alfedena, Villetta
Barrea , Pescoasseroli , Alatri , Veroli , San Biagio, Ceprano, Fresi-
none, ecc. (6) ebbero case e chiese danneg^ate. La scossa fu molto
forte ad Anagni ; forte a Castel di Sangro, Gassino, Yelletri, Rocca dì
Papa (e) ; mediocre (d) a Solmona, Aquila, Isernia, Venaft^ e Pale-
strina ; sensibile a Frascati, M. Porzio, Castel Gandolfo, Roma ; lieve
a Tivoli, Subiaco, Caserta, Napoli, Orvinio, ed anche ad Urbino.
Al momento della scossa maggiore il Melfa arrestò il suo corso, che
poi riprese, ma con acqua torbida, per 20™ circa : si notarono inoltre
le solite comparse e scomparse di sorgenti.
Dopo la scossa maggiore in Sora altre repliche a 9** */« ® l^** *• però
lievi : nella regione centrale alla sera ne erano già awenutNe 11. Le
maggiori furono le seguenti :
i8 luglio) 8»> a. forte ad Alvito - 20) ^ 30« e 3*^ a., 8»» p. ivi tre forti -
23) 1*» 25-30™ a., ivi due forti • 26) 11** 15" p. scossa fortissima ad Arpino,
Sora, Isola: arrecò qualche lieve danno e fece fuggire la gente dalle case.
[1093] 1873. Settembre 11. Cosenu.
Bull Vulc. ItaL, voi. Ili, pag. ix.
Alle 10** 3"^ ant. fortissima scossa suss.-ond. N-S di 3» che causò
varie lesioni nelle case.
[1094] 1873. Dicembre 13-15. Mii^iaio (Caserta).
Bull. Vulc. ital.j voi. Ili, pag. XX.
Al 13 luglio, quasi contemporaneamente cioè air inizio del periodo
sismico che scosse la valle del Liri, e durante questo, cominciarono a
sentirsi in Mignano, presso Roccamonflna, frequenti scuotimenti, talora
ond., talora suss. ; nel dicembre divennero molto più frequenti giacché
r -I
}«?S - 1OT41 463
se ne avvertivano circa 6-7 in ogni giornata, tra leggieri e forti, sempre
seguiti da rombi. Al 13 ed al 15 due fortissime scosse causarono gravi
danni alla casa comunale ed a vari edificii : pare che anche a S. Pietro
in Fine abbiano prodotto identici effetti (flg. 55 I). Tali scosse furono
sensibili (II) a Rocca d' Evandro, Galluccio, Rocca Monfina, Conca
della Campania ed a Vallecupa. Nel gennaio 1874 furono meno fte-
<[uenti ; qualcuna fu sentita ancora nei successivi me^i di febbraio e
di marzo.
'1095] 1874. Febbraio 3. Potenxa Pieena (Macerata).
Bufi. tmns. Osserv. di Jiancalierf, voi. ix, pagr. 35.
A 7*^ ant. circa, una scossa molto forte fece cadere dei comignoli
senza produrre altri danni.
11096] 1874. Febbraio 24. Aquila.
Bhil vulc. Hai., Tol. ui, pag. xxvm.
Il 24 febbraio, a. 7^ 52°* ant. ad Aquila una forte scossa ond. W-E
e N>S di 7* che fece suonare i campanelli, cadere dei <;alcinacci, delle
tegole ed aprire poche screpolature. Fu abbastanza intensa a Colmu-
rane, a Macerata, a Jesi, ad Ascoli ed a Ripatransone, ove fece suo-
nare dei campanelli ed oscillare dei lumi appesi. Fu sensibile ad Ancona
ad Urbino ed a Camerino ; lieve in provincia di Roma ed a Temi. Ad
Ascoli, nelle prime ore del 25, due lievissime scosse.
[1097] 1874. Luglio 13. Val di Laoio (Torino).
Bull, meiu, deWOsserv. di MoncalUri, voi. ix, pag. 114.
A 6^ 45" pom. a Bussoni, a Metterà ed altrove nella Valle di Lanzo
scossa assai forte suss.-ond. £-W di 5' preceduta da intenso rombo :
fu più sensibile nei dintorni di Ccres, allo sbocco delle due valli di
Lanzo e di Ala.
[1098] 1874. Settembre 17. Italia Sette.itrionale.
Bull. Vulc. Hai., voi. Ili, pag. X xm.
Un interessantissimo terremoto interessò V Italia Settentrionale e più
debolmente la parte centrale ad 8^ 30°* pom. circa del 17 settembre.
1^ mancanza di buone notizie impedisce di determinare il centro : la
scossa produsse a Lerici qualche fenditura nei muri, e cosi pure a La-
vagna ed a Chiavari, ove fece anche fuggire le persone dalle case ; a
Lacca, Ferrara, Bauro e Cento fece cadere dei comignoli : a Parma
fece rovinare parecchi fumaiuoli, screpolare delle fabbriche e causare
grande spavento; a San Pier d'Arena molte case furono lesionate.
La scossa fU molto forte a Spezia, a Sarzana, nella Lunigiana, a
B-
464 [187^]
Pisa, a Vignola, a Genova, ad Alassio ; fu forte a Nizza, a Piacenza,
a Mantova, a Padova ed a Livorno ; fu. mediocre a Melazzo, nel Mon-
ferrato, a Vercelli, a Milano, a Borgotaro, a Guastalla, a Salò, a De-
senzano, a Custoza, a Vicenza, a Kiva di Trento, nel Bellunese, nei
Friuli, nel Trevigiano, nel Polesine, a Firenze, ad Empoli ecc. ; fa
leggiera ad Asti, a Torino, a Biella, a Domodossola, a Lugano, a Como.
a Monza, a Bergamo, a Colilo, a Venezia, ad Urbino, ad Ancona ed a
Portoferraio. Tale terremoto fu inoltre registrato da parecchi strumenti
di stiizioni sismiche dell' Italia Centrale.
[1099] 1874. Settembre 26. Randazzo (Catania).
Bull. Vulc. Ital.^ voi. m, pa^. xxxvni-xi.
Dopo un parossismo geodinamico (') V Etna il 29 agosto si apri nel
suo fianco NNE ft'a Randazzo e Molo (m. 2500) : i fenomeni eruttivi
cessarono dopo circa 3 giorni, e contemporaneamente — o quasi — al
termine deireruzione si sentirono varie scosse, la cui massima inten-
sità ebbe luogo a Randazzo : la maggiore, avvenuta alle 2*" 30™ pom.
del 26 settembre, causò moltissime screpolature nelle case e grande
panico nella popolazione.
[1100] 1874. Ottobre 7. Ronagna.
BuU. Vulc. Ital.^ voi III, pafir. xli-xlvii.
A 5** p. circa del 27 settembre a Bologna si sentì una forte scossa, che
fu fortissima a Monghidoro e nelle sue frazioni Campeggio e Pietra-
santa, a Firenzuola ed a S. Andrea di Savena (fig. 58) : ad 8** pom. a
Monghidoro alcune lievi repliche e così pure a 4*» 30" ant. del 28, nel
29-30 e dal 1<> al 5 ottobre. Alle 4*^ 48™ pom. circa del giorno 7 le due
vallate del Lamone e del San terno furono scosse da un fortissimo ter-
remoto che a Tossignano fece cadere dei comignoli e dei cornicioni e
screpolare dei muri : Castel del Rio, Fontana, Casalfiuminese, Casola
Valsenio, Riolo, Marradi, Palazzuolo e Valnera ebbero danni presso a
poco simili. Il centro dello scuotiménto parve essere tra Palazzuolo.
Valnera e Tirli, ove le scosse furono suss.-ond. (ftg. 58. A).
Questo terremoto fu molto forte (A') a Modigliana, a Firenzuola, a
Vicchio, a Portico di R., ove fece suonare i campanelli e causare qualche
lievissima lesione : fu forte (B'') a S. Sepolcro, a Scarperia, a Bologna,
e ad Imola: fu mediocre (B'") a Faenza, ;i Meldola ed a Forlì: leg-
giero a Reggio, a Modena, a Vignola, a Vernio, a Ronta, a Porretta.
a Pistoia, a Prato, ad Empoli, a Firenze, a Rignano, a Pergola, n
Cagli, a Cesena, a Bertinoro ed a Lugo.
molto
1) Le nia^'^^lorl scosse furono le seguenti due: Agosto 30} ore 11^30 p., Raiidaxzo
Lo forte — Setfc/nf>re 3] sera, ivi altra Identica.
T"^'
[1874 - 1875]
465
Altre due scosse fortissime a Tossignano ed a Marradi a 6^ e 6** 28™
pom.., r altima delle quali fa stimata più intensa della precedente :
parecchie repliche poi nei giorni 7-8 e 18-22 ottobre, qualcuna delle
75C
'*M*0
jj ^^^ix::^
I i
.j8!ap*.V^'
J
FlG. 58.
«juali fu plii intensa a Ronta di Mugello, ove poi al 14 novembre
■ 2*» a.) ne fu intesa una forte, susseguita da altra (6** 30**' ant.) meno
breve, ma più leggiera.
fi 101] 1874. Dicembre 6. Sonno (Caserta).
liuN. Vulc. Uaì., voi. IV, pag. TS-*».
Verso le 4** 50™ pom. del 6 dicembre il circondario di Sora fu ur-
tato da un nuovo terremoto riuscito rovinoso ad Alvito, a Poeta, ad
Acquafondata. a Villa S. Lucia, a Gallinaro, a San Donato, a Scapoli,
a Pes^ocostanzD, (fìg. 60 A): fu fortissimo (A') a Sora, ad Isola Liri,
a«i Arpino, ad Arce, a Monte Cassino ed a 8. Elia Fiumerapido : molto
forte (A") a Ceprano : forte (A'") a Veroli, a Fresinone ecc. : mediocre
I A"") a Tivoli, a Roma^ a Frascati, ad Albano, a Valmontone, ad Anagni,
a Velletri. a Cisterna di Roma ed a Napoli : sensibile a Norma, a Rocca
Massima ed a Caserta : debole a Sezze. a Terracina, ad Aquila : fu pure
sentito ad Ancona, a Pesaro e forse a Viterì)o ed a Firenze.
Dopo questa scossa sia a Sora che ad Alvito parecchie repliche : ed
altre nel giorno 7, alcune delle quali violenti : neH' 8 solo leggiere on-
dalazioni.
[11021 1875. Gennaio 8. Acireale (Catania).
Bulì. Vuìc. rtal., voi. n, pa^. If «: IV, pap. 82.
A 9** 10" pom. del 7 gennaio in Acireale e dintorni breve scossa
Baratta: Terrttnoti ecc. :^o
466 [1875]
Bues. ; a 0^ ib" ant. delI'S, precednta da ictenso rombo, veemente con-
casaione che fece uscire gli abitanti dalle case : la zona più colpita da
questo Cerr<!iaoto trovasi nella parte Biiperiore del territorio, circa ad
occidente della città e specialmente nella contrada denominata > Tostu
di vipera > e conBecutivamente nelle contigae > Fossa dell'Acqua > e
t Malovrio >. Nella prima per un miglio attorno si produssero delle
fenditure nel buoIo e furono abbattute varie case di campala e pa-
recchi muri a eecco fiancheggianti le strade ; nelle altre due i danni
pare siano Btati un po' minori. La scossa si propagò ad Àci S. Àntoaio.
ad Aci Catena, a PiBano, a 8. Venerina, a Riposto, ecc.
A 7" '/» *"'■ ^^"' 8 due lievi repliche.
L'area mesosismica di questo terremoto trovasi delimitata nella car-
tina della fig. 53 (pag. 443), ove per errore fu attribuita al 1674.
RìhìbÌ, C«ReiaUco, Cervia.
ri voi. II OtgU Scritti di Sumologta.
Un grande terremoto colpi l' Italia Centrale nella notte 17-lS marzo :
te onde sismiche intcresearono gran parte dell' Italia &ettentrÌon.-iK'
(Veneto, Emilia, Lombardia) ed alcune Provincie della meridionale.
Zara, Belluno, Udine, Milano, Pareli» (Ivrea), forse il Nizzardo, Yel-
letrì e Cliietì rappresentano i punti estremi noti, cui giunsero le onil<>
sismiche percettibili alle persone. Essendo molto conosciuti e diffusi.
specialmente per opera del P. Giovannozzi, le opero del Serpieri per la
ristampa fattane, presenterò in questo mio scritto le conclusioni dell'>
studio topografico, cui Berviranno di dilucidazione le varie linee ìsosi-
smiche tracciate nella figura 56.
a) La accasa, avvenuta verso le 0* bV ant, del 18 marzo ('), rius<i
rovinosa o quasi a Cesenatico, a Rimini ed a Cervia, ove caddero mol-
tissimi comignoli, precipitarono delle volte ed alcuni muri, si aprirono
delie fenditure nelle case ecc. : i maggiori avvennero nella prima i-
neir ultima di dette località.
b) La scossa fu fortissima a Ravenna, a Ceseni, a San Marino, a
Monte Fiorito, ad Urbino, a Serrungherina, a Cartoccio, a Pesaro ecc.
e) Fu molto forte a Ferrara, a Bagnacavallo, a Rocca S. Casciann.
a Forlì, a S. Angelo, a Mondaino, a Sinigallia, a Fano ecc.
d) Fu forte a Pela, a Brisighella, ad Alfonsino, a Meldola. a Mn-
digliana, a Fonico, a S. Sofia, a Bagno di Romagna, a Caglia a Fa-
briano, a Camerino, a Macerata, ad Ancona, a Jesi ecc.
e) Fu mediocre a Lussiu, a Trieste, a Patmanova, a Chioggia. a
[1875] 467
Venezia, a Treviso, a Padova, a Trento, a Bologna, a Firenze, a Bib-
biena, ad Arezzo, a Città di Castello, a Sinaiunga, a Perugia, ad
Ascoli Piceno, a Fermo, a Porto S. Giorgio ecc.
f) Leggiera o sensibile ad Udine, a Belluno, a Pavia, a Parma,
nel Lucchese, nel Volterrano, a Siena, a Homa, nel Velletrano, ad
Aquila, a Chieti, a Penne ecc.
g) Fu sentita isolatamente in qualche località del Piemonte (Par-
rella [Ivrea]) e forse del Nizzardo.
h) Nella regione di massimo scuotimento la scossa f\i suss.-ond.,
con direzione predominante SE-NW : a Cesenatico però cominciò con
una ondulazione. In questa zona furono fi'equenti gli effetti rotatorii
ed il moto fu preceduto da rombo.
i) Nella strada Cervia - Cesenatico si apri una fenditura lunga
Km. 1 circa e larga in certi punti 15 cm.
l) Al momento della scossa un maremoto violento ebbe luogo a
poca distanza dalla spiaggia di Rimini-Cervia.
m^ Nella località più colpite, specialmente a Cervia, dopo la prima
scossa per parecchio tempo furono sentiti, sia di giorno che di notte,
varie repliche, in generale però leggiere.
n) Qua e colà neirarea scossa si notano le solite variazioni nella
intensità e nei relativi effetti dinamici, come d'altronde è sempre suc-
ceduto nei grandi terremoti,
[1104] 1875. Ottobre 24. Bellnno.
In un manoscritto anni or sono comunicatomi dal defunto mio
amico D'. A. Negri, trovo notizia di una scossa molto forte intesa a Bel-
luno verso le 9** pom. del 24 ottobre, la quale fece suonare i campa-
nelli nelle case ed aprire alcune lievi lesioni. Tale scossa corrisponde
certamente a quella che il Boll, del Vulc. Ital. (voi. IV, pag. 128) dice
intesa a 9*» 13" p. di tale giornata a Belluno (suss.-ond. NE-SW di 3») e
che il Tommasi nel suo catalogo (I terr, del Friuli ccc,^ pag. 204) ri-
corda anche per Pordenone (suss.-ond.), ove ad 11^ p. Ili intesa una
replica.
[1105J 1875. Dicembre 6. S. Giovanni Rotondo (Foggia).
Baratta M.: Sul r attività sismica nella Capitanata^ pag. 16-21 (estr.) - Palmieri L.: llterr.
del e die. ecc.
Un esteso terremoto colpi nella notte 5-6 dicembre V Italia meridio-
nale e parte della centrale. La regione di massimo scuotimento com-
prende (fìg. 50 A) San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo, nelle
quali località la commozione del suolo è riuscita rovinosa : nella prima
molte case furono danneggiate ed una rovinata, nella seconda 150 cdi-
468
[1875J
ftcii risentirono gravemente gli effetti dei terremoto, e due crollaroìio
interamente : quattro furono le vittime. Lesioni generali ebbero Monte
S. Angelo, Manfredonia, Foggia, Biccari, Bovino e Troia ; lievemente
furono pure danneggiate Mattinata, San Severo e le isole Tremiti :
dalla distribuzione dei danni risulta che le onde distruggitrici, favorite
forse dalla natura del suolo, si propagarono maggiormente dalia parto
di SW : dalle altre parti il movimento non à causato danni di sorta,
quantunque sia stato fortissimo.
Lungo il littorale Adriatico V area scossa raggiunse la sua massima
espansione : verso SW, interessò le Provincie di Benevento, di Cam-
pobasso, di Salerno e parte della Basilicata, andando a terminare verso
il mare Tirreno.
Sb0à
Fio. 59.
I punti estremi ove la scossa fu sensibile alle persone, procedendo
dalla parte settentrionale, sono Urbino, Camerino, Aquila, Roma, Anzi
(Potenza), Matera, Locorotondo e Brindisi : nella quale ultima località
quantunque si lontana dal supposto epicentro, la scossa fu assai sen-
sibile. La massima lunghezza dell' area scossa corre da Brindisi ad
Urbino, che distano 555 km. circa.
Insensibile alle persone, oppure dubbiamente avvertita da qualcuno
giunse r ond. a Bologna e Parma neir Italia settentrionale, a Cosenza
nella meridionale, distanti rispettivamente km. 468, 547 e 273 circa d»
S. Marco in Lamis ; anche a Palermo, che è a 443 km. in linea retta
da tale località, fu pure avvertito nello stesso istante un lieve scuo-
timento.
La scossa ebbe — sperialmento nella regione ove produsse effetti
dinamici più intensi — una considerevole durata, dipendente forse dal
succedersi a brevi intervalli di impulsi distinti o da fenomeni di rifles-
sione : di ciò si à una ricontorma nei dati raccolti, in cui i diversi re
latori parlano di varie scosse, oppure di parecchie riprese. In tale arw
\
[1875 - 1876J 4G9
il movimento sismico fu predominantemente suss., preceduto od ac-
compagnato da rombo, inteso pure in parecchie altre località.
Le ore più attendibili sono le seguenti : Urbino 3** 21" a., Parma
a»" 30", Napoli 3*» 24™, Capodimonte S^ 28"^, Bologna 3*» 45™ ; neir area
scossa fortemente i buoni dati diffettano : Foggia da 3^ 21™ a.
Nella cartina qui unita (fig. 59) con A è indicata l'area mesosismica ;
con B la isosisma fortissima ; con C la molto forte ; con D la forte ;
con E la mediocre e con F la lieve.
Specialmente a San Marco in Lamis ed a San Giovanni Rotondo si
sentirono parecchie repliche nei giorni 6-12 dicembre, qualcuna delle
quali si estese anche alle località circostanti.
[1106] 1876. Aprile 29. Monte Baldo (Verona).
Buu. yuic. itaL, voi. v e vi.
Circa la metà del marzo a Malcesine una scossa ed altre nel 18, 19
e 20 dello stesso mese : durante tutto V aprile nella catena del monte
Baldo scuotimenti leggerissimi, rombi e detonazioni sotterranee con
tremiti del suolo. Verso il 26, tali fenomeni ebbero maggiore intensità;
quindi nel giorno 29, in mezzo a molte scosse lievi o mediocri^ ad
11*» 50™ a. ne fu intesa una rovinosa a Cassone, fortissima a Malce-
bine ed a Ferrara di Monte Baldo ; a 0** 15™ p. altra fortissima in que-
st' ultima località ed a 9^ p. una terza assai intensa : alla mezzanotte
poi una molto forte, che fu fortissima a Cassone : nella notte 'e nel
giorno 30 parecchie forte e mediocri ; e così pure al 1° maggio, in cui
se ne avverti, ft'a le altre, una fortissima ad 11*» 50™ ant. Nei giorni
2. 3, 4 e 22 di tale mese si continuò a sentire qualche commozione, in
generale di lieve o di mediocre intensità, qualcuna però forte, finché
ai 29 se ne ebbero a Malcesine ed a Cassone 4 fortissime ad 11** .30™,
ad 11"» 45™ a. ed a 0»» 15™ e 2^ p.
Nei mesi susseguenti il suolo fu quasi sempre in quiete solo, qualche
urto e detonazione fu sentita al 7-10 e specialmente al 12 luglio, al 9,
10 e 12 dicembre. Al 5 febbraio 1877 una forte commozione urtò a 5^5™
pom. Malcesine, Cassone e Ferrara M. B. : un' altra ad 8^ 30™ pom. la
sola Cassone, riuscendo lieve nelle due citate località ; al 7, 13, 23 e
•Jl febbraio qualche scossa: al 21 detonazioni fragorose. Una nuova
scossa fortissima colpi Malcesine al 1*^ ottobre 1877, ad %^ 20™ a. circa.
Negli intervalli altre scosse più o meno sensibili, tremiti e detonazioni
.'u^sai gagliarde.
11107] 1876. Maggio 20. Spoleto (Perugia).
Unii. Vulc. ItaL, voi. IV, paK. 49; V, pag. 47-48, ai-ló, 88.
Ai 22-24 marzo a Spoleto qualche lieve scossa ed altre al P aprile
470 []
(11». 40°" a. sensibile), al 2 (9''45'" a. mediocre), al 3 {0* 20" p. molto forte-,
al 4 {7'' 1Ò-" a. forte end.), al 4-6. all' 8-10. al 13 (0^ 20» a. forte,, al
14, al 17 varie lievi, ed al 2. 4 e 18 mag^o. Ad l''30" ant. del i^J
maggio una fortissima snss.-ond. ESE-WNW di 3-4* lece cadere dei co-
mignoli, dei mm'i e delle volte : fu sentita a Fermo, a Norcia ed a
Cerreto di Spoleto. Parecchie repliche nel corso della giornata : 1« map
glori si estesero seusibilmcDle fino al luogo denominato • le Valli », a
5 miglia da Narni. Qualche altra scossa al 1° e 9 giugno. Ripigliarono
sulla fine di ottobre, ma furono allora più frequenti e forti a Monte
Luco presso Spoleto.
Secondo il prof. Ricci (Bull. Vulc. Ital., Ili, pag. 30) il focolare
di questo terremoto fti presso Monte Martano a NW di Spoleto.
[U08] 1876. Magg'io-gingno. CariMne (PHlermo).
Cacciatobe-Doderlein ; Sulle recenli coiiDult. ecc. - Cresciuanno F. P. : / terr. «* (1 NKsrfl
Oli. ili Corìeone ecc. - Bull. Vale, ital., voi. V, pa^. 83-86, HÌ-4Ì.
Sulla fine di aprile in Corìeone scosse leggere o mediocri con rombi :
la maggiore delle quali, avvenuta a C a. del 22 aprile, fece suonare i
campanelli : nel 24-25 maggio aumentarono di numero ; nel giorno 25.
a 4''35"' a., una Ionissima susa. ed un altra di eguale intensitil a
7i> 45" a. : queste fecero lesionare alcuni fabbricati, cadere varie por-
zioni di cdiflcii. fra cni una volta gi& in cattivo stato : fu sentita a
Bisacquino, Gagliello, Roccamena, Campofiorito. Pizzi, Mezzoiuso, Fi-
cuzza-Marineo che distano rispettivamente da Corìeone km. 13, 12, 13.
7, 15, 15 e 19. Il centro era nei pressi dì Corìeone, ove più numerose
e più localizzate furono le repliche.
Dopo il massimo del 24-25 maggio, qaasi giornalmente, frequenti
scosse ond. : nella notte del 10>11 giugno, dopo una breve, tregua, uua
commozione fortissima arrecò nuovi danni alla città, facendo cadere
qualche muro, danneggiando 14 case ed aprendo molte fenditure nei
fabbricali, fra cui una nella volta dell'ospedale. Tale scossa si propag<^
au un area più estesa della precedente, essendo stata sentita a Bisac-
quino (km. 13), a Marineo (km. 19), a Palazzo Adriano (km. Ifi), a
Piana de' Greci (km. 20) e vuoisi anche a Misilmeri (km. 28) ed a
Palermo (km, 35).
Nella notte 24 giugno scossa forte a San Giuseppe Jato : al 9 agosto
una leggera a Corìeone e più forte a NE, cioè, a Perdio ; al 13 un'altra
stata più intensa a SW. cioò, a San Giacomo Collo e Colli ; una nuova
al 10 più sentita a Fontana Argento ed ai 23 a Drago. Ad l^S" a.
del "ìG agosto forte scossa snss.-ond. che in Corìeone fece cadere dti
calcinacci ed abbattere un fumaiolo: nella notte dell' 11 ottobre nn
forte a Farucco, presso Giuliana. Decrebbero poi tali scuotimenti ài
[1876] 471
numero, per crescere nuovamente nella 2* e 3* decade di ottobre, nella
1* e 3* decade del novembre e nel successivo dicembre.
[1109] 1876. Maggio-giugno. Gargano (Foggia).
Bull. Vulc. Ital.^ voi. V, pag. 86 - Baratta M. : SulV attiv, sism. nella Capitanata, pag. 25,
(estr.)
11 citato BuUettfno del Vulcanismo reca le seguenti notizie :
29 maggio) al Gargano ed a Manfredonia scosse rovinoso - 29-30) notte,
al Gargano scosse fortissime precedute da boati - U giugno) terremoto al
Oargano - 24) ivi, altro forte.
Intorno a tali terremoti non mi fu dato di raccogliere altre notizie,
nemmeno allorquando nel 1893 fui a Manfredonia, ove ancora nella
mente di tutti ò trovato impressa la memoria del panico causato dalle
scosse del 6 dicembre 1875 : da ciò sono indotto h credere che la forza
delle scosse soprarlcordate sia stata notevolmente esagerata.
[IIIG] 1876. Settembre 13. Reggio Calabria.
mercalu O. : / terr, della Cai. ecc., pag. 178.
Al 13 settembre, tra mezzanotte ed 1^ a., due scosse a Reggio Ca-
labria^ la prima fortissima, la seconda meno : allarme nella popolazione
e lievi danni alle fabbriche ; cadde un pezzo di cornicione del duomo.
Tali scuotimenti furono sentiti a Palmi ed in altri comuni della pro-
vincia. A Messina se ne avverti uno innocuo, ma abbastanza forte : fu
molto forte al Capo Spartivento e leggero a Tropea (Bull, Vulc, ItaLj
voi. V, pag. 141).
[1111] 1876. Ottobre 26. Palestrina (Roma).
M. s. Db bossi: Quadri stat, topogt. giom. dei terr.... d'Italia.... Ì875-76 ecc. - Bull. Vulc.
Ital., voi. VI, pag. 45-19.
11 giorno 26 ottobre, verso le 3*> 20™ p. una fortissima scossa di 6-7»
urtò Palestrina, producendo fenditure nelle volte e nei muri, caduta di
travi, di qualche camino e danneggiando buona parte dei fabbricati,
specialmente il palazzo vescovile, quello dei sigg. Fiumana, la pre-
tara, ecc. : essa fu più intensa nella parte bassa della città che non
nella alta. Questa scossa fu poi fortissima a Poli ed a Gallicano,
ifig. 60 B). Fu molto forte a Rocca di Papa, a Monte Cava, a Monte
Porzio e Castel S. Pietro, ove fece suonare i campanelli e cadere dei
calcinacci : fu forte (B') a S. Gregorio, a Clciliano, a Sambuci, a Ti-
voli, a Genzano a Velletri, a Valmontone ed a Genazzano ; mediocre
(B") ad Anagni, a Siibiaco ed a Monterotondo ; sensibile a Cappa-
doccia ed a Frascati ; lieve a Cori, Alatri, Arsoli, Vicovaro e forse a
Sezze (B'").
Sia nei monti Albani che a Palestrina varie repliche ; qualche scossa
47i>
[1876-18771
fa sentita isolatamente a Ferentino. Le maggiori repliche di Palestrìna
furono le seguenti :
26 ottobre) 9*» 55'" p. una poco sensibile - 27) ^ a, una ond. avvertita
generalmente ; &" 30™ p. lieve - 3d) 3^ 55" a. una piuttosto sensibile - 3 no
^ÌÌÓMA
*y*fmé'
FiG. 60.
vernare) P 45™ a. e 5*» 5™ a. due poco sensibili - iO) 1^ 57" p. una avvertita
da tutti, e cosi pure a 0^25™ a. deir ii - d2) 9*^30" p. una lieve • iS-iO)
notte, una lievissima - i9) 10*» 15™ p. sensibile - 29 dicembre) 10*» 25™ a., una
mediocre.
[1112] 1877. Marzo 3. Val di Greve (Toscana).
Bull. Ville. Jtal.^ voi. VI, pag. 53.
11 3 marzo, a 2^ 9"* 26' a., a Firenze mediocre scossa ond. WNW-ESE
preceduta da rombo : fu fortissima in vai di Greve ed in vai di Pesa e
debole ad Empoli.
[1113] 1877. Mag"gio 21-22. CoseaM.
Bull. Ville. ItaL, Voi. VI, pag. 101.
11 20 maggio, a ò'^òO"» p., a Cosenza ed a Catanzaro leggera scossa
TT"
[1877J 473
tmd. NE-SW di 3" : a lO'^SO" a. circa del 21 a Cosenza fortissima ond.
X&SW di 3" : fu forte ond. di IO" a Catanzaro, ove si ebbe, 10°» dopo, una
replica : fìi lieve a Tropea. Alle 4^* e 4*» 30" p. a Catanzaro due repliche :
a 10^ 40" p. a Cosenza una ond. NE-SW. Verso le 2*» a., o, secondo
altri, le S^ 30" ant. del 22 a Catanzaro e Cosenza scossa fortissima.
[1114] 1877. Agosto 16 e 24. Veroli (Roma).
u. 3. De Rossi: Periodo sismico' laziale e della valle delLiriecc. - Bull. Vulc. Ital., voi. vi,
pa^. 102-5.
Ad 1*» 24" pom. del 16 agosto una scossa assai forte, suss.-ond. S-N
di 5*, spaventò la popolazione di Rocca di Papa, che uscì all' aperto :
suonarono i campanelli : fu molto forte a Castel Gandolfo, forte ad
Ariccia, a Zagarolo, a Gallicano, a Velletri ed a M. Cavo : mediocre
a Palestrina, Valmontone e Roccapriora ; sensibile a Genzano ; lieve a
Albano e leggerissima ad Anagni.
Questo terremoto fu seguito da parecchie re}»liche e ad intervalli da
leggere scosse sentite nei di seguenti a Subiaco, a Ceccano, a Rocca
Priora ed a Palestrina.
Al 24 agosto, a 3^ 54" ant. circa, nuovo massimo sismico con una
scossa rovinosa a Veroli (fig. 60 C) e fortissima ad Alatri, a Prosinone,
a Banco, ad Arce, ad Isola Liri, a Cassino, ad Anagni ed a Jenne;
molto forte a Ceccano, a Sezze, a Terracina, a Rocca Massima, a
Rocca di Papa, a Castel Gandolfo, a Genzano ed a Cisterna di Roma :
torte ad Albano, a Tivoli, a San Gregorio, a Poli, a Casapè, a Can-
terano, a Subiaco, ad Affile, a Ponza, a Maenza, a Giuliano ed a
Ceccano ; mediocre a Genazzano, a Palestrina ed a Roma ; leggera a
Sonnino, a Vallecorsa, a Caserta, a Benevento, a Rocca Antica ed in-
fine leggerissima a Monte Fortino.
Dopo questo terremoto lievi repliche nei Colli Laziali, nella valle
del Liri, a Ceccano, a Cassino, ecc.
[1115] 1877. Ottobre 8. Piecolo S. Bernardo (Piemonte).
liuu. vif/c. Ital., voi. VI, paff. 105.
Circa le 5^ 20" a., scossa molto forte o fortissima al Piccolo S. Ber-
nardo : fu forte a Bra, mediocre ad Aosta e paesi valdostani ; sensi-
^>ile a Biella ; leggiera a Ceresole Reale, ad Oropa, ad Ivrea, a Val-
chiosella, a Sagra S. Michele ; fu inoltre sentita a Cogne, a Saluzzo,
« Mondovi, a Moncalieri e forse in varie località della Francia, della
Savoia e della Svizzera.
[1116] 1877. Dicembre 23. Viterbese (Roma).
ìiuU. Vulc. Jtal, voi. V, paK. 34-36.
Nella notte del 22 e verso le 5»» 8" ant. del 23 dicembre a Viterbo
474 [1877 - 1878]
lieve scossa: a 6** 3"» ant. una forte suss.-ond. E8E-WNV di 2-3» con
rombo, fece suonare qualche campanello.
L'area mesosismica di questo terremoto comprende La Cura e it?
Capannaccie : nella prima cadde qualche comignolo e la gente^ spa-
ventata, usci dalla Chiesa, ove si trovava adunata: nella seconda in-
vece fece diroccare delle tegole: quivi ebbe direzione NW-SE.
Oltre che a Viterbo, fu forte suss.-ond. di 10" ant. a S. Martino, a
Ronciglione, a Vetralla ed a Capranica : un po' meno a Bagnala (NW-
SE), a Caprarola, a Civita Castellana, ad Oriolo, a Velano, a Manziana.
a Barbarano, a S. Giovanni ed a Bieda ; fu mediocre a Sutri ed a To-
scanella ed iniine lieve a Mai*ta sul Bolsena.
L'epicentro di questo terremoto, che si trova presso la Cura di Ve-
tralla, è delineato nella fig. 12 (pag. 183), ove è anche delimitata la zoda
isosismica forte e quella quasi forte.
A 3** 45" ant. del V gennaio lieve replica.
[1117] 1878. Gennaio 22. Saluio.
BulL mens. dell' Osserv. di AfoncaUeriy voi. xni (1818) pasr- 19*
A 7^ 44"" ant. del 22 gennaio a Saluzzo scossa molto forte con rombo :
nella^ Chiesa di S. Bernardino fece cadere dei frammenti di calce dalla
volta : fu forte (N-W di 4") a Crissoto ed a Pinerolo (2''), ove fu preceduta
da rombo : fa leggiera a Drenerò.
[11181 1978. Marzo 6. Val di Piave (Belluno).
Bull. Vulc. Ital., voi. VI, pag. 167.
A 10** 14° ant. circa a Busche (ft-az. di Cesio Maggiore), a S. Giu-
stina ed in altri villaggi lungo il Piave, breve ma fortissima scossa
suss. registrata anche dagli apparecchi sismici di Bologna (10*" 14°* 16* a.
[1119] 1878. Marzo 12. Bolognese e RomagBa.
Bull. vulc. Ital.^ voi. v, pag. 3e-45; vf; varil luoghi.
Nel novembre e dicembre 1877 in Tossignano varie scosse, le più
forti delle quali ad 11*» 5*" ed 11*» 15" pom. del 12 novembre : nel gen-
naio qualcuna leggiera. Il massimo sismico accadde a 10^ 26"" pom.
circa del 12 marzo (fig. 62) : a Quaderna d' Ozzano fece screpolare
la volta della Chiesa parr. e cadere un pezzo di cornicione ; a Castel
S. Pietro precipitare un centinaio di comignoli e danneggiare un muro
dì un oratorio : a Varignana abbattè qualche camino ed a S. Lorenzo
della Gaiana (Monte S. Pietro) diroccare il culmine di un tetto. Detta
scossa fu molto forte (B) a Tossignano, a Fontana Elice, a Cascia V., a
Loiano, a Casalecchio dei Conti ed a Castenaso : fa mediocre a S. Pietro
in Guzzano, a Bologna, a Reggio E. ed a Oderzo : fu sensibile a Fer-
■rw-t.- v-v' — --^ - - - ^--i— ^-
L1878] 475
ara : leggiera ad Asiago, a Padova, a Rimini, a S. Pietro Capo Fiume,
I^ugo^ ad Urbino ed a Venezia : fu infine leggerissima a Firenze.
Nella notte, specie a Quaderna, varie repliche ed altre per tutto il
lese di marzo, però sempre leggiere o mediocri.
A 10^ 36°' ant. del 5 aprile nuova scossa fortissima a Castel S. Pietro,
(Quaderna ed a Tossigaano : fa forte suss. a Bologna e lieve a Rovigo.
Nei giorni 5, 6, 7 a Quaderna varie scosse : fra mezzodì ed 1^ pom,
ieir 11 aprile a Varignana una molto forte ed altre a Bologna nel
aa^gio. A 3^ dd"* pom. del 4 giugno scossa fortissima a Loiano (A), forte
i Tossignano ed a Varignana (B), mediocre a Bologna ed a Porretta,
sensibile a Quaderna ed a Firenze, lieve a Lucca ed a Fiesole.
A Bologna, Tossignano, Quaderna, Loiano nel luglio-ottobre qualche
MM)8sa. A 6** 49" pom. circa del 9 novembre una fortissima a Vari-
^lana ed a Tossignano : questa fu forte in qualche località circostante ;
nediocre a Quaderna, a Bologna, a Firenze, ad Urbino e leggiera a
Rovigo. Seguirono poi varie repliche (vedi fig. 62).
1120] 1878. Giugno 7. Cartif^naBO (Cuneo).
BitU. Vulc. Ital, voi. v, pa^. 134 5; vif pa^. 183-4.
Al 31 maggio (5^ 45"^ ant.) a Pinerolo scossa forte : al 1^ giugno
ilO^ 45"* ant.) una sensibile sentita a Mondovl ed in alcuni luoghi del
Piemonte e della Liguria : al 2 (1*» 30" ant.) una forte a Cairo Monte-
notte, ed a 11^ 25'" pom. circa del 7 una fortissima a Cartignano, ove
fece cadere qualche tetto e riaprire vecchie screpolalure : fu molto
forte a San Stefano Belbo e nei paesi delle Langhe : fu forte a Castel
Delfino, ad Alba, a Saluzzo, a Cuneo, a Barge, a Crissolo : mediocre
a Savona, a Mondovì, a Dronero, a Demonte, a Cavour, a Paesana, a
Valfcnera (Asti) ed a Pinerolo : leggiera a Porto Maurizio ed a Men-
tone : fu inoltre più o meno sensibilmente avvertita a Boves, Bra,
Cherasco, Cavallermaggiore. Ruati - Cesani, Frabosa Soprana, Cervira,
Macello, Faule, Marsaglia, Murazzano ecc. e dai soli apparecchi a
Moncalieri.
Nella maggior parte delle dette località la scossa fu ond. , fu però
ond.-suss. a Valmaira, a Cartignano, a Dronero e nei vicini paesi di
Boves, Demonte, Ruata-Cesani e Saluzzo : la sua durata fu stimata da
2-3* a 6-7» : in provincia di Cuneo fu preceduta da rombo. Il movi-
mento sismico fu unico dappertutto, eccezion fatta per Dronero e De-
monte, ove presentò due riprese a breve intervallo.
A 2^ a. deir8 scossa molto forte a Saluzzo e qualche altra al 2-3
dicembre a Dronero ed a Saluzzo : al 25 novembre (4'» 52™ 5* a.) una
forte a Pinerolo, Crissolo, Saluzzo, e Sacra S. Michele, sentita in pa-
recchie località.
476 [187(11
[1121] 187S. Settembre 10. VMit»M (Massa).
aiav*NNozzi a, ; / Irrr. Apva»!, pag. H [estr.) - Bull. Vule. Ital., voi. vn, pag. ti.
A 2" H2'° pom. del 10 eeltembre a Fivizzano una fortissima scnss»
ond.-BUsB, di u-6* con cupo rombo, fece cadere dei comifiDOli ed udm
volta e produsse varie screpolature : nei vicino paese di Soliera pare
sia stata ancora piìi inteoBa. Fa pare fortissima a Bainone; m^lto
forte a Sarzaua, forte a Livorno e Bedonia ; mediocre a Lacca, If^-
giera a Chiavari e Genova : fu indicata dagli apparecchi sismici di
Firenze e di Bologna. Nella figura 41 (pag. 383) trovasi delineato li?-
picentro e parte dell'area isosismica fortissima di questo terremoto.
[1122] 1878. Settembre 15. l'nbrìi.
BioKi A. : / Urr. Umbri del allembre 1878 - Bull. vul. fiat., voi. VII, pag. 42-41.
I terremoti che scossero I' Umbria, massime nei giorni 15 e 16 st?t-
lerabi-e, riuscirono più intensi fra Castel Rltaldi e M." Falco, dappoicho
nei paesetti Brana, Hercatello, Fratte e Turrita e dintorni, situati fri
Fio. CI.
le anzi dette località, fecero cadere quasi per intiero 10-15 case, ren-
dendone inabitabili altre 40; per le fenditure, gli spostamenti di mari.
la caduta di comignoli, le rotture nei pavimenti, nelle volte e nelle
tettoie minacciarono rovina un altro centinaio di fabbricati. La prima
scossa, stata rovinosa per i paesi dianzi ricordati, avvenne ad 8'' 20" a.
del 15 settembre. h\i fortissima a Bettona, a Giano, a Foligno, a Spo-
leto: forte a Trevi, a Norcia, a Caprarola (Viterbo) : mediocre a Bastìa,
ad Assisi, a Camerino, a Kioti e ad Aquila : leggera a Perugia, a
[1879J 477
Formo, ad Amelia, a Terni, a Roma ed a Rocca di Papa. Nella re-
srioue centrale seguirono repliche frequenti. Quasi identica per inten-
<ità e forse maggiore per gli effetti causati fra C. Ritaldi e M. Falco
fu quella sentita ad 1^ 53™ p., ed un po' minore l'altra avvenuta ad
l*» .55" a. del giorno 16: moltissime poi furono le forti e molto forti
ivi sentite. Altri scuotimenti tennero in agitazione la regione mesosi-
sniica Ano al 19, dopo il quale scemarono piano piano di numero e di
intensità, per cessare verso il 25: ripresero poi nuovamente nelle ore
pomeridiane del 30.
Nell'area mesosismica (flg. 61) le scosse furono essenzialmente suss.-
ond. : le maggiori ebbero quivi una durata di circa 7" ; eccentricamente
furono in modo predominante ondulatorie. Nella cartina 94 con A* è
delimitata la zona isosismica fortissima, e con A' quella entro cui il
terremoto fu forte e mediocre.
[1123] 1878. Ottobre 4. Mineo (Catania).
Silvestri O. : Sulla doppia eruz. dell' Etna scoppiata il 26 maggio 1879, pagr. 9-4, Catania,
I8fl9 - c. GuzzANTi : Notizie ms.
11 4 ottobre 1878, ad 1*» 46" a., un terremoto agitò fortemente Mineo,
Palagonla, Vizzini, Scordia, Militello, Caltagirone e meno intensamente
Catania, Acireale, GiaiTe, Riposto, Piedimonte e Mascali. Le conse-
guenze dannose di questo terremoto designarono il territorio di Mineo
come centro di scuotimento. Ivi la scossa fu fortissima ond.-suss. di
12-15* a tre riprese e seguita verso le 4**- e 6** a. da altre due forti,
tutte accompagnate da intenso rombo. Oli ediflcii e le case tutte, sia di
città che di campagna, soffrirono danni più o meno gravi, in alcune
anzi assai considerevoli. Con queste scosse si iniziò un lungo periodo
sismico perdurato fino all' 8 dicembre : si sentirono in questo intervallo
frequenti oscillazioni e cupi rombi, in alcuni giorni assai forti e fre-
quenti. L' ultima scossa avvenne nella sera deli' 8 dicembre.
Nei paesi vicini oltre la prima scossa (1** 46™ a. del 4 ott.) non ne
fu avvertita alcun'altra.
11124] 1879. Gennaio-luglio. Lago di Garda.
«oiRAN A.: Stor, $ism. ecc., pagr. 139-42 - Bull. mìe. Ual.^ voi. vii, paff. 92-93.
Nel gennaio a Malcesine (Verona) e, specialmente nei giorni 7 e 26.
fccossc più o meno sensibili e cupi rombi senza scuotimento : continua-
rono questi fenomeni nel febbraio successivo. A 7** 45™ a. del giorno 14
a Gargnano (8alò) forte scossa suss. seguita da altra di eguale natura,
t' quindi da una terza fortissima, stata intensa a Goglione di Sopra :
forte a Colilo, a Verona e nella regione del M. Baldo ; mediocre a
Como ; sensibile a Tirano ed a Sondrio e leggiera ad Oderzo, a Bel-
luno, a Brescia, a Vicenza, a Milano ed a Riva Valdobbia.
.JTS
11879]
Nella giornata le detonazioni a Halceaìne fiirono moderate : poco
Beneiblli e rare nei mese di marzo e di aprile : nel maggio predominò
la calma : i fenomeni endo^ni preeentarono un notevolìBBimo incre-
mento nei mesi di gin^ao e di luglio, durante i quali a Halcesine e
Cassone si ebbero bcobsc frequenti (qualcuna delle quali forte) e rombi;
Intensi e continui.
IU25] 1879. Febbraio 23. Cascia (Perugia).
DB BOSSI M. S.: Notate Slam, relativt alle tumucM del BS-SS febbraio isj» «ce - Bua.
pule, tìal, voi. vn, pE«. 03.
Nel 22 febbraio furono sentiti in Norcia molti rombi sotterranei t
nel di 23 parecchie pìccole scosse : nella sera poi del medesimo giorno,
a 7" 30™ p. circa, una scossa suss.-ond. di 10* circa colpi in special modo
Norcia, Cascia e Serravalle. Nella prima località fa estremamente fonc.
tanto che I caseggiati ne soffrirono gravemente, massime nella r^tone
di Cascia, dove tutte le case si fendettero da cima a fondo. Fu forte a
Roma, ad Ascoli, a Camerino e ad Amelia; Ai sensibile ad Aquila:
leggera a Fermo ed a Nami, e leggerissima a Viterbo ed a Velletrì.
Seguirono In Norcia pare<-.chie repliche.
[1126] 1879. Aprile 27.
Bull. mie. ttal., voi. vn, paff, 148-44.
Bonagsa.
Fra il 25 aprile ed il 3 maggio a Palazzuolo di Romagna si ebbi :
oltre 500 scosse piti o mono sensibili : al 27 aprile, da Mn. a 4^ ant..
si ripeterono con insolita ft^qnenza, propagandosi anche a Harradi.
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Dalle 4" alle 5" a., la terra parve quietarsi, quando circa le 5" 6" a.
l'alazzuoio e Caaola Valsenìo furono colpite da uno scuotimento rovi-
noso, che fu molto forte a Casio, a Modigliana. a Tossigoano: forte .n
Bologna, Castel del Rio. Guzzano ; mediocre a Firenze ed a Forlì.
Qualche replica segui pure nella giornata: dopo il parossismo lestó
[18791 479
LCceoBato, la terra fa continuamente urtata da scosse più o meno
Ieri : nel giorno 28 a Palazzuolo ne furono sentite circa 100; nei 29
iltrc 30, ed 80 nel di 30, alcune delle quali violenti. Al mattino del
L" maggio scosse leggere, più fì*equentL furono nel pomeriggio ; a
>*" 48*° p. due fortissime a Palazzuolo, forti a Modigliana. Nel 2 maggio
lai mattino alle 9*» a. scosse ad ogni ora-; divennero più frequenti da
^^ a. a 0** p.; alle 11** 20" a. ne furono sentite due fortissime: nel po-
caeriggio furono più rare : in questa giornata il numero degli scuoti-
menti ascese a 50. Nel dt 3 a 30, nel 4 a 10 (leggeri) e dal 5 al 31
:^-4 per giorno ; al V giugno 3 lievi, 2 nel 5 ed 1 nel 15. Tutte queste
scosse furono accompagnate da cupo rombo.
In tale periodo sismico il centro di scuotimento parve essere nei
pressi di Sommorio, a 5 km. al N. di Palazzuolo. Nella qui unita car-
tina (tig. 62) è delimitata l'area epicentrale, la zona isosismica rovinosa
e quella entro cui il terremoto del 27 aprile è stato fortissimo e forte.
[1127] 1879. Giugno 21. Udine, Pontebba (Friuli).
Bull, vulc, ital.^ voi. vn, iMig. ni - Tommasi a. : / terr. del FriuU^ pag. 204.
Nel giorno 15 giugno, a 10^ 57°" a., a Tolmezzo lieve scossa ond. ;
a 10** 15* a. del 21 ad Udine, Cividale, Tarcento e Gemona una lieve
ond. seguita, a 5** IO"" p., da replica ; a 5^ 15"* a. del 22 ad Udine una
scossa fortissima fece cadere un soffitto ; fu pure fortissima a Pon-
tebba ; forte ond. a Tolmezzo (7-8*) ed a Venezia ; mediocre ad Oderzo ;
sensibile a Gonegliano e leggera ad Ampezzo, a Treviso, a Trieste ed
a Vicenza; fu sentita anche a Gorizia. Al 23, a 1**45"* a., ad Tarcento
scossa mediocre.
[1128] 1879. Luglio-agosto. ' Etna.
Relazione della Comm, nominata... per lo studio dell eruzione dell'Etna del 26 maggio i879,
\ìAg. 81S-19 - Silvestri o. : Fenom. delV Etna succ. alVult. eruz. ecc.
Dopo lo scoppio della doppia eruzione eccentrica dell'Etna avvenuto
il 26 maggio e precisamente dopo chB il vulcano nel giugno terminò im-
provvisamente di emettere lava, ebbe principio un periodo di commo-
zioni che tennero agitati 1 suoi fianchi. Al 17 giugno, a 7^50"" a., in
Catania scossa assai forte ond. W-E di 10* a 2 riprese, la quale fU ge-
neralmente avvertita in tutta la zona orientale dell' Etna con un mas-
simo di intensità — dimostrato da una quasi generale distruzione dei
fabbricati e dei muri stradali — in un area che abbraccia circa 2 km.
(li larghezza per 4 di lunghezza, diretta in senso ESE-WNW ; in
tale zona i danni maggiori,' che rappresentano V area epiassiale, si
SODO manifestati a partire dalla curva di 500 m. e scendono a quella
di 200 circa. In essa sono compresi (fìg. 53, pag. 443) le contrade di
S. Michele, Guardia, Linera, i paesi di S. Venerina, di Bongiardo e la
480 [1879]
borgata Macchia :* in questa zona il movimento fu perfettamente verti-
cale dal basso all' alto ; al di fuori invece ond. per oltre 20 km. ; i
centri e i fabbricati sparsi nelle campagne da un lato ed all'altro di
detta zona, risentirono le sole ondulazioni e non soffrirono danni di
entità. I morti tlirono 10 e notevole il numero dei feriti.
Il terremoto del 17 non fu isolato : fu preceduto da altre sco^e sen-
tite solo neir area mesosismica : la 1^ al 15 giugno, a 2^ a., la 2-* a
6*» 30*" p. del 16 e la 3* a S^ p. di detta giornata ; esse furono tutte end.,
non produssero danni, ma allarme nella popolazione.
Dopo la scossa delle 8** a. del 17 ne furono avvertite due altre, una
ad 11^ p. dello stesso giorno e V altra a 4** 5*" a. del di susseguente :
furono assai forti a S. Venerina, a Bonglardo e Dagala e si propaga-
rono sensibilmente a piccola distanza.
Le maggiori repliche tYirono le seguenti : alle 8^ 30" a. del 26 luglio
e ad 1*" 30°" a. dei 27 presso la borgata Macchia, a Muscarelio, a Giarre.
a Riposto e rispettive adiacenze comprese in una zona rettilinea assali
ristretta sul fianco orientale dell' Etna, scossa ond. che causò qualche
danno ai fabbricati ed in campagna alcuni scoscendimenti di terreno
(vedi figura citata).
Ad 11*" 16" p. del 3 agosto forte scossa che agitò il territorio di
Linguaglossa suL fianco NNE, causando grande panico nella popolazione
di questo paese e in quello di Piedimonte, e fin anco a Moio : nessun
danno grave, tranne screpolature in qualche edificio : tale scossa fu più
veemente e suss. nella regione elevata e deserta dell'Etna : i lavoranti
che attendevano alla costruzione dell' osservatorio presso la Casa degli
Inglesi (3000 metri) ne rimasero atterriti ; ad un livello più basso,
presso i nuovi ci*ateri, il suolo si spaccò con fenditure estese e pro-
fonde, alcune delle quali larghe cm. 30.
A 11** 7? P« d®l ^ agosto nel territorio di Acireale due forti scosse
suss. la 1* ed ond. 1' altra che fu consecutiva e preceduta da tuoni
sotterranei molto sensibili : causarono qualche fenditura nel suolo e
qualche lieve danno ad alcune case : i danni maggiori si osservarono
lungo una linea che si parte dal punto ove si trovano gli ultimi segni
della violenza della scossa del 17 giugno e che per circa 6 km. pro-
segue fino oltre il paese di Aci Fatane, presso Acireale. Quivi e nello
adiacenze a 2^ p. del di 15 agosto si sentì una scossa ond. abbastanza
forte ma senza danni. Ad 11*» 33™ a. del giorno 30 in Messina, Reggio
Calabria e nei paesi circostanti due scosse ondulatorie.
[1129] 1880. Gennaio 27. Piecolo S. Bernardo (Piemonte).
Boll. mens. oss. di Afoncalien\ voi. XV (1880 , pa^. 19. ^
Nel 27 gennaio, a 9** p., due scosse, la prima lieve, 1' altra, avve-
nuta 10™ dopo, fortissima.
-T>-. , ' ,^ T-
[1880] 481
[1130] 1880. Luglio 4. Vallese (Piemonte).
FOREL F. A.: Les trembìements de terre etudies par la Comm. sism. Suisse: de nov. 1879
a jin d€C. i880^ In « Arch. des Se. ph. et nat. », tome vi, pag. 477-79, Genève 1881 -
Bull. nule, ital.^ voi. VII, pag. 136-33 e IX, pag. 56 e 57 - Boll. mes. dell' Oss. di Mmicor-
Uerf, voi. XV, pag. 132-33, 621-2?.
Due fdrono le scosse del 4 luglio ; una, la più estesa, fu sentita nel
mattino, e V altra nella sera.
La prima avvenne a 9** 32" a. circa e fu quasi rovinosa nel Vallese,
a Briegy Simplon e nella vallata d' Urseren, località che possono essere
considerate come costituenti V area mesosismica. La scossa fti fortis-
sima o molto forte a Varzo e Valvedro (ai piedi del Sempione), ove fece
allargare le antiche screpolature della chiesa parr. e ne produsse altre
numerose e larghe nella navata maggiore. A Rinasco ed a Carcoforo la
popolazione fuggi dalla chiesa spaventata : sulla strada Varallo-Fobello
rovinò parte della volta della chiesa della Madonna degli Anlcetti, già
iu cattivo stato. A Kiva Valsesia si vide oscillare la croce del campa-
nile. La scossa fu pure forte a Domodossola^ a Vanzone, a Gressoney,
a Ayas e ad Oropa ; fu mediocre a P.* S. Martin, a Chatillon, ad Aosta,
fu scDsibile a Biella e leggermente n propagò a sud fino a Strambino,
ad Ivrea ed a Vercelli ; ad est alle sponde del Lago Maggiore e giunse
fino a Milano ed a Poschiavo : isolatamente poi fu sentita anche a Verona.
La durata del movimento sismico variò dai 3 ai IO ; la direzione
predominante fti TE-Wo la SE-NW"; il rombo fu sentito nelle valli del-
l' Ossola e della Sesia, non che in qualche luogo più vicino del Cana-
vese (ps. a Borgoftanco). Nella maggior parte della località il movi-
mento sismico fu solo ond., in alcune suss. ; in certune presentò
parecchie riprese (4 a Locarne, 2 a Chatillon).
Escludendo Verona, che, come ò detto, è una località isolata, l'area
interessata dalle onde sismiche nella sua massima larghezza da Ver-
celli a Lenzkirch misura 305 km. e nella larghezza da Genève a Po-
schiavo km. 280 circa.
La seconda grande scossa avvenne a 8*» SS"" p. circa ; fu meno im-
[>ortante della prima e sentita in alcune località della vai Levantina,
del Lago Maggiore, del Canavese, della valle d'Aosta ; si estese più
nelle valli dell'Ossola e della Sesia ed in quelle del Biellese. In generale
fu ond. più lieve e breve dell' altra : durò dai 3 ai 5« ; nella sola Kiva
Val Sesia fu accompagnata da rombo. Gli assi dell'arca commossa mi-
surano rispettivamente 240 e 160 km. circa.
[11311 1S80. Luglio. Romagna.
Bull. tuie, ital.^ voi. IX, \YA^. 57-50.
Air 8 luglio cominciarono a sentirsi a Brisighella, a Faenza e luoghi
vicini delle scosse : nella giornata ne furono inlese 5 ed altrettante
Baratta : Terremoti ecCt 31
482 [1880]
nella notte ; la maggiore di tutte avvenne ad 8** 30'" a. Nei giorni f,
10, ed 11 a Brisighella 5-6 scosse nella giornata ed altrettante nella
notte : qualche commozione fu pure intesa a Palazzuolo ed a Quaderna.
Dal 12 al 22 i movimenti sismici si fecero più rai'i : a 2*" 50™ a. del 23 n
Riolo ne furono sentiti tre, l'ultimo dei quali fortissimo suss.-ond.: a
Brisighella furono soli due sensibili suss. con rombo. Nel 24 a Palaz-
zuolo qualche replica.
[1132] 1880. Luglio. Ischia e Venutene.
Mercalli G. : L'Isola d'Ischia^ pajf. 117 ; N7te geol. e sism. sulle isole di Ponza, pa^. n-b
(estr.) - Bull. vulc. ttal.^ voi. vni, pag. l.'W-aB, 166^, e voi. ix, pag. 59-eo.
Il 24 luglio, a 3^ 40^ a., a Ventotene scossa ond. E-W di 1» prece-
duta da rombo: essa con ogni probabilità fu sentita a Ponza e Forio
d' Ischia : alle 6** 35™ a. un' altra preceduta da rombo che in Ventotein-
causò grande panico e lesionò molti edificii : fece aprire una squarcia-
tura lungo la volta della chiesa di S. Candida, e delle fenditure di 2 cm.
di larghezza all' angolo SE della chiesa parrocchiale : fu sensibile a
Procida, ove fu seguita da replica immediata, ed avvertita pure a
Forio d'Ischia (fìg. 88). A 7** p. a Ventotene scossa preceduta da rombo
sentita anche a Forio. Nel giorno 25, a 3** 30™ a. circa, scossa molto
forte neir isola d' Ischia, a Forio ed a Casamicciola (ond.), forte a
Ventotene (ond. E-W prec. rombo), a Procida, a Napoli, a Massalu
brense e ad Anticoli (Fresinone) ; sensibile a Maenza, a Giuliano Ro-
mano, a Pratica, a Ripi ed a Frascati ; leggerà a Montecassino (ond.
10") ; fu forte anche a Ponza. A Forio d'Ischia replica forte a 3^ 45*" a.
ed altre più deboli a 5'', a 9*» 15" ed a 11** a. Alle B"* 55" a. una scossa
neir isola di Procida sentita anche a Ventotenne e durante le 24*» rt^
pliche leggere ad intervalli. Al mattino del 26 luglio scossa leg;gera a
Ventotene, ed alle 10** p. una lieve a Forio, registrata dagli strumenti
sismici di Napoli (Spec. Univ,) Ad 1** 30" a. e 4*» 30" p. del 27 due scosse
leggere a Forio d' Ischia ; a Ventotene una lieve nella mattina ed ali»*
3'' p. una ond. E-W di V con rombo ed altre tre repliche. A 4** 25'"p.
del 30 detonazione con scossa ond. E-W di 1" a Ventotene ed a Forio.
Da tutte queste notizie, osserva il Mercalli, si deduce che durame
questo periodo sismico il centro di scuotimento si è spostato ; nel
giorno 24 si trovava presso Ventotene, mentre nel 25-26 presso Ischia.
<' probobilmente ad occidente di quest'isola. Perciò le prime scosse
ebbero la loro massima intensità a Ventotene e non furono avvertif*'
i^onsibilmente fino a Napoli ; le seconde invece, furono più forti nel-
r isola d' Ischia che a Ventotene, ed abbastanza sensibili fino a Fra-
tjcnti ed a Massalubrense (Castel 1 amare). Le prime, affatto locali, eb-
bero centro poco profondo : le altre furono sensibili entro un'area di
J
[1880-1881]
oltre 200 cbilomctrì di diametro massimo, e certamente pni-t
Qn centro situato a notevole profonditi.
ri 133] ISSO. Novembre 9. Agran e
Bull. rulc. [tal., voi. ix, pag. 6S.
A 7^ 20" ant. terremoto disastroso ad Àgrnm e rovinoso a
jì propagò pure in Italia ove fti fortemente Inteso a Trieste, i
mente ad Udine, sensibilmente a Bologna, ad Urbino ed a Vii
inoltre avvertito leggermente ad Asiago, a Venezia, a VolpegI
Iona), a Fermo, a Bellnno, a Baasano e ad Ancona: e registi
apparecchi sismici di varie stazioni dell' Italia centrale.
[1134] 1880. Dicembre I. HlatretU (M(
Bìtlt. rute. Ual, voi. IX, liag. ffJ-68.
Al 1" dicembre, ad 11'' ant., fortissima scossa snss. a Misti
puita, ad 1" 30" pom. da altra lieve e poi da nna molto forte
a f>^ pom. del 14 dicembre.
[11%] ISSI. Gennaio-novembre. Bai
Hall. ault. itaL. voi. VHI, pag. 4M ; voi. ix, pag. 100 e Heg. ; 133-4 e ISMO - Boi
iQtterv. di Monealun, voi. i, pag. 21 e 123,
Un interessante periodo sismico tenne agitata a varie r
Koniagna e parte dell' Emilia nell'anno 1881.
Al 15 gennaio (11** 15" p.) a Bdsigheila e Tossignano liev<
V.c\ dì 24. a 5» 4" pom. una scossa fortissima preceduta da ;
v.irie riprese colpi Bologna, ove tfece danneggiare vari edifici
il tempio di S. Lorenzo e cadere dei fumaiuoli: anche nel San
S. Luca, vicino alla città, si riscontrarono delle fenditure nel
A Pergola di Campeggio rovinò un casolare; a Scannello (fr.
l-oi«no) si ebbero vari guasti nelle fabbriche ; a Quaderna fu
la Chiesa (fig. 63 A). Questo terremoto fu mollo forte a Guzz
fece cadere dei calcinacci : fu forte {A') a Loiano, Castel Sa
f'Hsalecchio, Verzuno ed a Reggio ; fu mediocre (A") a Pan
rara, Tossignano, Krisighella, Palazzuolo di K. ; fu leggiere
l'rbiuo. a Firenze, a Porretta, a Rovigo ed a Trieste.
Seguirono a questa scossa pareccliie repliche a Palazzuolc
(lima ed a Loiano, fra cui una molto forte al 2.'> gennaio (S**
Al 2 febbraio il centro di scuotimento si trasportò a Russ
7" 10" ant. fu sentita una scossa fortissima (B), avvertita rnerg
finche a Ravenna, a Forlì, a Brìeighella e ModJgliana, e pit
leggermente a Palazzuolo, (ìuzsano, ecc. Ad I"" 8" ant. del 3
l'I H V 45'" a. del 4 due forti scosse a Brisighella (0).
\\ 14 febbraio, con |a scossa sentita a 0'' 50"' ItO" ant., il
[1881]
spostò naovamente, giacché questa fa fortissima a Qoaderna (D). fone
(D*) a Bologna (ond.-suss.), a Loiano, a Casalccchio de Conti ; fu seu
sibila a Palazzaolo e leggermente sentita a Sanguinetto (Verona, a
Reggio £., a Ravenna, a Prato ed a Firenze.
Al 4 maggio, a 5** 38" pom., a Bologna, a Casalecchio de' Conti ed
a Loiano scossa molto forte ed altra a 3*^ 38"' 35" pom. del giorno 11.
Un nuovo evidente spostamento di centro si ebbe con la scossa dei
28 settembre (6** 38"» ant. circa); questa fu fortissima a Cesena ed a
Bertinoro (E): nella prima città il movimento sismico ond.-sass., pre-
ceduto da cupo rombo, determinò la caduta di vari fumaiuoli e l'aper-
tura di screpolature nei muri ; a Bertinoro fece rovinare vari comi-
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Fio. 63.
gnoli ed una torre in costruzione : alla villa Prati, presso detta cittii.
distrusse una casa colonica, però già in cattivo stato.
Questa scossa fu forte (E*), ond. NNE-SSW a 3 riprese della durati
di 7' circa, a S. Agata Fcltria ed a Forlimpopoli : fu lederà (E-; a
Forlì, Riraini, Pesaro, Urbino, Città di Castello, Arezzo, Siena, Firenzi\
n(5l Mugf;:ello, nel resto della Romagna ed a Bologna : fu sentit^i fra
Pistoia e Prato ed anche isolatamente a Verona e ad Alessandria.
Nel giorno e durante il 29 e 30 a Cesena leggere repliche.
[1136] 1881. Febbraio 12. Regione Mae«liia (Etna).
Silvestri o. : Sulla esplosione eccentr. ecc.. pag. 23-25 (estr.j.
Il dì 10 febbraio, a 9*» pom., in Acireale e vicinanze leggiero terre-
moto ond. Nella notte 11-12, a 3^ ant., uno più forte pure ond. scosse
[1881] 485
5. Venerina, e fu sentito in molti punti del territorio di Giarre, come
p. e. alla Borgata Macchia, a S. Matteo, nella regione < Coda di Volpe >
I Treponti ed a Giarre : si rese sensibile anche nelle contrade supe-
riori e cosi pure nella soggiacente pianura di Mascali. Lo scuotimento
quantunque piuttosto gagliardo, non produsse danni d' importanza :
però arrecò spavento specialmente agli abitanti della borgata Macchia,
riedificata completamente sulle rovine del disastroso terremoto del 1865
vedi N. 1056). Le località più scosse furono le contrade Coda di Volpe
3 Macchia (vedi flg. 53, pag. 443) : nella prima, una casa campestre
isolata ebbe fenditure nei muri intemi ed esterni, nell'altra rimesero
danneggiati la volta superiore ed i muri di fianco della chiesa ; a
3. Matteo furono atterrate alcune piccole case rustiche e vari muri
lì cinta fabbricati a secco. Al 13, a 6'' 15"° ant. lieve scossa ond. a
Catania: al 27 dalle 9^ ant. a Mn. nel territorio di Bongiardo e di
Mangano il suolo a brevi intervalli di 15-20*" fu agitato da ripetute
scosse ond., 12 delle quali furono più forti e capaci di incutere timore.
Durante questo mese in Mineo cupi rombi, senza sensibile movimento
del suolo.
[1137] 1881. Marzo 4. Isola dMsehia.
Mbrcalli g.: I terr. neW isola d'Ischia ecc., pag. 11-12 (estr.); L'isola d'Ischia ecc. pagine
in- 18 - J. Lavib: The earth. in Ischia; Notict of the earth. of. Ischia of March 4. isst-
Palmieri L. : Sul terr. di Casatnicciola ecc. - M. S. Db rossi : Intorno all'odierna Jose
dei terr. in Italia ecc. - Bull vulc. ital., voi. ix, pag» 106 e seg.
Il giorno 4 marzo, ad 1** 5™ pom., un terremoto violento si fece sen-
tire a Casamicciola, talché molti uscirono all'aperto : dopo qualche mi-
nuto scossa ancora più forte, suss.-ond. di 7% che fece rovinare la
maggior parte delle case presso « Casa Menella » a Casamicciola ; ne
cadde qualcuna al Fango ed a Lacco Superiore : patirono lesioni gli
edificii di Forio, di Monterone e di Fontana. La scossa si propagò in
tatti i paesi deir isola, senza arrecare danni : si senti leggermente al-
l'isola di Precida, a Miseno, nei campi Flegrei, all'isola di S. Stefano
e da qualcuno a Ponza : passò inosservata a Napoli. Il centro di tale
terremoto fu certamente nei dintorni di Casamicciola, ove rovinarono
più o meno completamente 249 case e si ebbero a deplorare 121 morti
e 140 feriti : si calcolano ad oltre 900 mila lire i danni inferti agli
edificii.
Nella fig. 67 trovasi delimitata la zona entro cui sono crollate le
case per questo terremoto.
Nei marzo 1881 il terremoto replicò nuovamente a 0** 5" ant. del 7
con una scossa sentita principalmente nella contrada Purgatorio (Ca-
t*Hmicciola) ed a Lacco : a 2*» 7"* a. a Casamicciola una lorte suss. di
3*: nella notte 15-16, dopo la Mn., a Casamicciola terza scossa che lu
486 [1881] •
■ ■ ■■ ■■■■■■■»■ i* ^tkZm ■■ ■III, ■ - — - ■■ ■■■ ■■■^^^■■»^«H I .^.1
breve ma forte e risentita a Lacco ed a Serrafontana : fd preceduti
da rombo e danneggiò anche le case della parte inferiore di ^Casa-
micciola, rispettate dalla catastrofe del 4: ad 1^ ant. del 17 altra sen-
sibile scossa a Casamicciola ed a Barano: a 7*^ ant. del 27 fortissimo
rombo a Casamicciola preceduto da forte scossa ed un altro con scossa
ad 8*" 30°" p. del 18 luglio ; quest' ultimo fu sentito anche a Fango ed
adiacenze.
[1138] 1881. Marzo 11. Unbm.
Bull. vulc. (tal., voi IX, pag. 106-7 e Vìf^l - M. S. de rossi*. Analisi dei principali terr, ecc.
pag:. 48 {estr.)
Nel marzo 1881 un nuovo periodo sismico interessò parte dell' Um-
bria, destando allarme nella popolazione. I principali terremoti sentiti
a Spoleto furono i seguenti : a 2*» 10" p. del 4 marzo scossa leggera ond.
Wm\^-ESE di 1-2» ; altra lieve a 2»» 30» a. del 7 ; a 10»» 46» a. dell' 8
una mediocre ed una debole a 2** a. del 9 ; nel giorno 11, ad 11»» 15"* a..
lieve scossa a Spoleto, sensibile a Foligno ; altra a 0»* 30™ p. leggiera
a Spoleto, Assisi, Perugia, Todi ; sensibile a Castelli Ritaldi e S. Gio-
vanni : due dei massimi avvennero a 4»»55"p. ed a 11»» 50" p. deiril.
Le maggiori furono forti a Spoleto, molto di più a Foligno, a Trevi,
a Castelli Ritaldi, a Campello ; meno ad Assisi, a Perugia ed a Todi :
qualcuna fu sentita anche a Terni ed in località circostanti. Nella notte
11-12 a Terni ne furono intese 19, alcune delle quali fortissime, ed a
Rieti 4 in due ore ed altre qua e là nel giorno 11. L'orìgine di queste
scosse pare che di poco si discosti da quella dei terremoti umbri del
1878 (vedi N. ir22) ; a Spoleto, salvo un po' di spavento, aumentata
dal suono dei campanelli, dal cadere dei calcinacci, dell'allargarsi di
fenditure nei muri, e lungi dalla città dal cadere di qualche comignolo,
benché intensi come quelli del 1878, non apportarono altro danno.
Sui primi di novembre il periodo sismico ebbe una nuova ripresa
con alcune forti scosse ed altre mediocri e leggiere.
[1139J 1881. Aprile 27-28. Polistena (Calabria).
Boll, tnens. Ossevr. di Moncaliert, serie II, voi. I, pag. 104.
Tra le 11»' 50"' pora. del 27 e le 0»^ ant. del 28 a Reggio C. e provincia
forte scossa : a Polistena lece cadere il pavimento dell' ufficio della
agenzia delle tasse : a Paola e Gioia Tauro fu forte ; piuttosto sensibile
a Montelconc ed a Messina ; leggiera a Tiriolo ed a Catanzaro.
[1140] 1881. Luglio 22. Savoi*.
FOREL F. A.: I^s tremhl. de terre ettuììès par la Comm. sism. Suisse pendant Vannée isSi, in
« Ardi, dea Se. ph. et nat. » voi. xi, I)a{,^ 150-7, Genève 1884 - Boll. mens. dellOssen
di Afofìcalierf, serie II, voi. I, pai?. HO 1.
Verso le 3^ ant. violenta scossa sentita in Piemonte, in Provenza,
[1881]
noi Oslfinat?, in Savoia, neilu Franca Contea, nella Borgo;
Basso Vallcae, a Ginevra, a Vanti, a Neuchatel. a Friburgo, :
a Bilie e nell'Alsazia. Il centro di questo terremoto fu nel
della Savoia, tra S. Giovanni di Horiana, Moutiers, La Chamb
vard e Cliambeiy, ove flirono rovesciati dei comignoli e dai
degli edillcii. Tale scossa fa forte a Modane, ed in Italia
d' Ala (end.), a Susa e dintorni (due scosse ond.) ed alla 1
S. Michele (tre ond.); mediocre a Bardonccchia ; leggera ad
Ceresole Reale, a Pollone, a Sordevolo, a San Giovanni, a Borf
ad Oropa, a Graglia, a Torino, a Domodossola, a Fossano, i
lieri, e fu sentita anche in Alessandria.
[1141] ISSI. Settembre 10. OratpOi (C
Huii. vuk. mi., voi. IX, pag. 121-88 e IW.
Il giorno 10 settembre, ad S** ant., una scossa rovinosa •
sogna e Lanciano : nell' ultima JocalItA tutte le volte ed i mi
case furono o danneggiati o rovinati : ugnate sorte ebbero 1(
una delle quali fu atterrata; molte persone furono ferite e qui
restò vittima. Ad Orsogna tntte le case furono più o meno
giate, secondo la ma^^ore o minore loro soliditA ed altezza : a
totalmente : le guglie dei campanili rimasero spostate, cadd<
soffitti, volte e pareti ; le mura ciclope in diversi punti furoni
late : le 6 chiese tutte lesionate e in parte cadute. Sei indìvie
Hijro vittima ed una sessantina di persone vennero ferite.
Al di fuori dalla zona che comprende i due paesi testé cit
iiicsosismica - flg. 43 A : pag. 391), il terremoto riuscì quasi rovi
a Castelfrentano. a Guardiagrele, a Villa Ariclli, ad Arielli, ;
Sanoiiica, a Orecchio, a Giuliano Tcattuo, e nella regione lit
8, Vito Chietino, ad Ortona e Pescara : quivi la scossa fece
giare gravemente tutte le case e chiese, cadere delle volte, ce
molte lesioni (A") a Torino del Sangro, ad Atcssa, a Solinona
fa forte a Vasto, a Popoli, ad Aquila, a Fermo ed a Ripatrs
fu leggermente sentito anche a Napoli. La località più danuej
Orsogna: ivi la scossa, preceduta da fortissimo rombo, fu (
leggermente ond. e poi fortemente suss. della durata di 7.
forma ebbe pure a Lanciano, ove perft la dnrata fu stimata d
moltissimi furono gli oggetti ruotali dal movimento sismico,
ricir area dei danni generalmente fu suss. -ond. dì 4',, ed altro
esclusivamente ondulatorio.
Al 10 settembre, a 8" S"', a 10" a. e \^ pom. ed a 2*^ a. d
Orsogna altre ecosse leggere : nella sera del 22 quivi ed a Ci
tano una sensibile: nell'ultima di tali località ad 11'' 5"' un
nov. ana forte ed una sensibile a 4* 15" ant. dell' 11 febbraio 1882. A
3'' ant, del 12 febbraio a Chieti, a Castelfrentano, a Lanciano, a tVan-
cavilla, a S. Vito, ad Ortona e ad Orsogna replica foriissima precc<lQta
e seguita da altre leggere ; fu sensibile a Vasto (ond.-auss. N-S, '2-'ò').
a 3" del 15 una sensibile ad Orsogua.
[1142] 18S1-82. ViterbMC.
Bull. mie. iitti., voi. IX, pag. il, n, i-a-3, iso e aos-a.
Dopo .alcune scosse sentite a Caprarola, presso il lago di Vico, al
19 sett. (1881) cominciò nella regione di Bolsena e di Viterbo un lungo
periodo sismico: al 19 sett., a S** a., a Viterbo scossa leggerissima, ed
a 10'' 10™ p. altra lieve, sentila anche a Celleno : due leggere ond. eì
ebbero a Montefiascotie a 4'' e G* a. del 20 : a &" 30" a. poi a Celleno
una fortissima scossa suss.-ond. E-W di 4-5' fece uscire la popolazione
dalle case : essa fu forte a S. Micliele in Teverina, mediocrtt a Ba-
gnorea e passò inossarvata a Viterbo. A 3" p. del giorno 21 a Home
flascone lieve replica. Tra le S"* e le 8" 45" p. del 22 nov. il Bulicame
aumentò notevolmente 1' attività delle sue manifestazioni : a 4'' 45™ a.
del 29 nov. a Viterbo debole scossa ed a G*" 43" a. una forte. Questa
ultima fu fortissima a Toscanclla ed a Roccarespampani (tig. 12) e
leggera a Montefiascone.
A Latera il periodo sismico durò per tutto il dicembre 1881 in forma
di rari e leggeri scuotimenti: ma dal principio di gennaio (1882) in
poi, per circa un mese, le scosse divennero più frequenli ond. e ge-
neralmente deboli, quindi sentite solo di notte. Due furono abbastanza
forti : una di esse verso la fine di gennaio, notte tempo, fu ond. S-S
di 2-3', produsse la rovina di 5 case già fatiscenti, sotto le cui macerie
rimasero vittima alcune persone, e gravi lesioni negli altri fabbricati.
A Bocca Respampani fu tanto forte da far cadere a terra alcune per-
sone e da minare qualche muro. Piccoli scuotimenti perdurarono fino
a circa la metà di febbraio.
Nella cartina 12 (pag. 183) sono tracciate le principali isosleme delle
scosse di questo periodo.
[1143] 1882. Febbraio 15.
CoU, BokUo (Pavia).
ATTA M. : Sul Urr. VoaJi. del n oli. 1X94 ec
e, pag. U-15 (eatr.l - Boll. mnw. dtirossftr
m Moncalierl, Berle II, voi. Il, faa. III.
Circa 1" a. del 15 febbraio leggera scossa a S. Sebastiano Curone
ed a Varzi ; a 5'' 50" a, circa della stessa giornata a Mongiardino, a
Dova, a Gabella, a Carrcga, a Còscia scossa abbastanza forte suss.-ond.
SW-NE di 5' circa, che in alcuni luoghi fece cadere utensili di cucina
ed a Dova qualche calcinaccio: fu piuttosto forte a Coli (ond. 16-17'),
[188al 48»
.1 Bobbio (end.), ad Ottone, a S. Sebastiano, a Varzi ed a Ferrerìe (ond.
S-X prec. rombo). Questo terremoto fa avvertito meno sensibil ""•"*" "
Tortona, ove presenti*! tre riprese snes., a pochi secondi d' inti
ie^ermente si propagò fino a Piacenza e Parma : passò ino6S€
Voghera.
A .3" 45" p. del 15 a Coli una replica violenta come la pr
altra ad U" 45= p. ; a O' 10" ed a O"" 30" a. del Ifi a Bobbio ■
bni^tanza sensibili da recare spavento : a 4** a. una a Coli, ove
hI 20 ne furono sentite varie altre, 1' ultima delle quali avvi
I" ant. del 21. 11 centro di questo scuotimento pare sta stato m
dì Monte Ebro.
Castiwe, BoTetti (Bergi
I, voi. II, pag. X.
Il giorno 27 febbraio, a T*" 30"" a. circa, una fortissima bcosi
rig. 64. A) Castione della Presolana e Kovetta; nella prima
Fio. «4.
fece abbattere alcani comignoli, nell' altra aprire qualche f(
niella volta della chiesa. Fu abbastanza forte (A') a Vilmino
ciiosò scricchiolio di mobili e suono di qualche campanello : qu
l'idamente perdette di intensità, giacché fb solo sensibile (A") a i
a Ponte, a Tirano e fino a Bolladore, vale a dire si propag
J90 Ll^2]
maggiormente dalla parte di settentrione; fu infine leggera (A*" • i
Brescia, a Gmmello, a Bergamo, a Chiesa, a Morbegno, a Delebio. a
Como, a Pallanza ed un po' più sensibile ad Omavasso ed in Val Brf-
gaglia. Passò inosservata sulla sponda bresciana del Garda e nei luo^b.
elevati, come allo Spinga, allo Stelvio, a Cino ecc. A 9** 7"" p. a Ber-
gamo ed a Grumello replica leggera: nel giorno 7 marzo, a 4** 10™ p..
nelle valli di Musocco e Bregaglia varie scosse e qualcuna neir 8 ad
Omavasso (7"» 58", 8»^ 7" a. ; 8»» 26» p.)
[1145] 1882. Maggio 10-12. Ali Siperiore (Messina).
SiLVBSTBi 0. : Sulla esplosione ecc. dell' Bttia ecc., pagr. 37 (estr.)
Nei giorni 10-12 marzo frequenti scosse ad Ali Superiore : non % i
furo^io danni, quantunque si siano prodotte varie spaccature nel suolo.
Furono avvertite entro ad un brevissimo raggio ; infatti, appena in-
tese a Fiumedinisi, non giunsero nemmeno sensibilmente alla marina
di Ali.
[1146] 1882. Maggio 26. Cascia (Perugria).
Taramelo t. : Dei terr. di Spoleto ecc., pagr. 177 - Bull. nule. Hai., voi. X, pa^. 160 e se*!
La mattina del 26 maggio, a 5** Vi *• circa, un forte terremoto un <
Cascia e tutta la regione circostante di Norcia, 4i Ascoli, di Temi, di
Fermo, di Assisi, di Spoleto e di Perugia. A Cascia 15 furono le scosse.
una delle quali produsse danni di qualche importanza. Pare che ancht
a Visso siano caduti dei comignoli ed avvenuti altri piccoli guasti. A
Trevi fra le 4** e le 6** a. furono sentite 3 scosse, una delle quali piut-
tosto forte ; a Spoleto furono moltissime ed intense, e durarono fino a
O*" p. senza arrecare danno alcuno. Con questo terremoto cominciò un
accentuato periodo sismico che interessò specialmente Cascia ; moltf
scosse furono sentite nel resto di maggio, sulla fine di giugno, in
luglio, al 22-23 agosto, parecchie nel scjttembre e molte dal 16 ottobre
in poi, nel novembre (specialmente al 6), nel dicembre e poi nel g-c n-
naio 1883.
[1147] 1882. Giugno 6. Isernia, Monterodnni (Campobasso^
Bull. vulc. ital.^ voi. X, pagr. 106 e seg. - Boll. mens. delV Osserv. di Moncalieri, serie n.
voi. II, pag. If2 e ne-T - A. perrella: Elfem. della prov. di Molise ecc., voi. :.
pag. 363, 965 e 368.
Il 6 giugno, a 6*" 40"" ant., in Isemia fortissima scossa ond.-sus>.
NE-SW di 5-6' : a 6** 50™ a. altra meno lunga ed intensa e quindi una
terza : per queste commozioni restò danneggiata la Sottoprefettura, il
quartiere dei soldati e molte case : a Monteroduni il movimento sismico
fu molto più forte, giacché qualche edificio urbano e parecchie c^s*»
rurali furono rovinate. A Longano restò danneggiata la casa Veneziale, ed
a Cantal upo fu chiusala chiesa parrocchiale, minacciando essa rovina.
{
[188^1
La scossa fu fortissinia a Pettorenello M., a Molise, a Gantalupo nel
Saonio, a Vinchiataro : fra forte e mediocre a Cassino, a VenaiVo, a
Caijtel di Sangro, ad Ag:noue, a Montazzoli, a San Mar
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Fra. 65.
a Campobasso, a Piediinonte. a Faiccbio, a Cerreto,
Napoli : fu leggera a Vasto, ad Alatri e isolatamente
di Papa ed a Camerino e registrata dai soli «trumen
Roma, a Bologna ed a Splnca di Mestre.
Nella unita cartina (flg. 65) si trovano delimitati l'epi
fortissima A' e la forte -me diocre A".
Neil' area più commossa varie repliche nei giorni
segnentì : al 21 ottobre, a 5" 45"" p., una forte a Cauta
da altra sensibile, ed al 3 dicembre (l' a. circa) ana i
492
[1882]
[1148] 1882. Luglio 11, agosto 9. Si«u.
Fondelli V.: Della prob, orfg del terr. ecc., pag. *^26 - Boll, metts. dell' Oss. di MonccUf v,
voi. II. pag. Hd-TO.
Ad 1»» a. circa dell' Il luglio cominciarono a sentii*BÌ delle scosse i
Siena, le maggiori delle quali avvennero fra 9*" 52™ ed 11^ 33" a. <l
detta giornata : per la loro frequenza i cittadini nella notte successi v
dormirono all' aperto. Da tale giornata fino al 9 agosto furono avver-!
tite non meno di 70 scosse, la più parte leggere o leggerissime, oltre
ad un tremito della terra quasi continuo ; le maggiori furono le ^«^
guenti : luglio 11) 11»» 8"», 11^ 33"» a., 4»» 17« e b^ 2'° 8» p. - 12) V 52» a.,
e»» 1™ a. e S»» p. - 13) 4*^ 12'", 4»» 28" 5- a., 2^ 35°» 9- p. - 21) 10»» 15"» 25» p.
Parecchie furono congiunte a rombi prolungati. Lo spazio agitato da
queste zone fu assai limitato giacché non furono sentite né a Staggia,
né a Rapolano ed appena giunsero le vibrazioni al versante sene«;e
del Chianti ed ai monti di Montemaggio ed a quelli che coronano la
Valle di Rosia. Le scosse furono più forti e numerose ad 1-3 miglia a
SW, SSW della città di Siena, e precisamente nelle località dette Cost.i
al Pino, Costa dei Fabbri, Montalbuccio, Loreto, S. Leonardo e For
nacella (vedi la cartina 52 a pag. 435).
[1149] 1882. Agosto 16. S. Beiedetto del Tronto (Ascoli Piceno).
Bull. vulc. ital.^ voi. X, pag. 182.
Il giorno 15 agosto (10*» p.) a S. Benedetto del Tronto sensibile
ScthKm.
^'itkt
ChiVh*
Fio. 66.
scossa, ed a 3^ 19"» a. circa del 16 altra ma fortissima ond. a due ri-
prese : uguale intensità ebbe pure a Grottammare (ond.-suss. S-N 6'
[1882 - 1883] 493
con rombo) ed a Cupramarittima (suss.-ond. 10-12»). Questo terremoto
— nella cui area mesosismica stanno le citate località (fig. 66, A) —
Hpco si propagò nell'interno della penisola : sappiamo solo che fti forte
B) ad Acquavi va Picena, ad Oflflda e ad Ascoli, e meno (C) a Pedaso,
a Ripatransone (ond.-suss.-ond.), a Fermo (suss. prec. da rombo) a Co-
lonnella, a Civitella del Tronto ed a Teramo.
[1150] 1883. Marzo. Etna.
Silvestri O. : Sulla esplosione eccentrica dell'Etna ecc. - Bull. vulc. ital., voi. x e xi.
Nel giorno 20 marzo, verso le 3^ a, la gigantesca massa dell' Etna
8u tutta intera (a sua ampia base cominciò ad assumere un fì'equente
e lento tremito ed a scuotersi a brevi istanti con moti più intensi : a
Nicolosi furono specialmente risentite le scosse avvenute a 3** 30", li
5^ 52", ad 8** 3" ed a 9*" 39" ant. Contemporaneamente si fecero sentire
deboli commozioni anche nei paesi più elevati dell' Etna sul versante
meridionale, cioè a Belpasso, a Pedara, a Trecastagne ecc. A 0*" 14",
a 2»» 12", a 2" 46" ed a 3»» 43" p. gli scuotimenti furono più intensi a
Paterno. Durante poi V intera giornata a Nicolosi continue scosse
(la maggior parte suss.) arrecarono danni alle case malferme : esse
furono più deboli a Linera, a Bongiardo, a S. Venerina. a Dagala, a
Macchia, a Milo ed a Zafferana: però in quest'ultima località qualche
edificio rustico fU danneggiato e venne rovinato qualche muro a secco.
A \^ 1", 4*» 11" e 4*» 57" p. tre forti scosse ad Acireale e ad 8*» 37" p.
una forte a Giarre, a Linguaglossa e ad Adornò. In tutta la notte 20-21
frequenti e leggere commozioni tennero agitato a brevi intervalli il paese
di Nicolosi ; durante il giorno 21 continuò il tremito ; le scosse maggiori
avvenute in tale giornata furono le seguenti : 0** 26" a. e 5^ 17" p. ad
Acireale ; 1** 50" a. a Riposto ; 3** 14" a. a Qiarre ; 6*» 4" a. a Mister-
bianco ; 8** 21" a. a Biancavilla e 6** 15" p. a Paterno. A S. Venerina,
a Dagala, a Bongiardo, a Linera, a Calatabiano ed in tutti i paesi del
fianco occid. dell'Etna nel corso del 21 furono sentite scosse frequenti
e quasi tutte leggere ; qualcuna un po' più intensa fece cadere qualche
muro a secco ; ad Aci S. Antonio furono abbastanza forti da incutere
terrore negli abitanti che abbandonarono le case. In generale nel giorno
21 le commozioni furono più fi'equenti che nella giornata precedente e
nella bassa zona periferica del vulcano V aumento del dinamismo si
estrinseco con il solo maggior numero degli scuotimenti, sul versante
meridionale, presso il limite inferiore della zona boschiva, ed in un'arca
elittlca con il diametro maggiore di 5-6 km. in senso NNE-SSW, le
Hcosse flirono suss. e, oltre ad essere più numerose, ebbero una inten-
hìUì molto maggiore. Nelle ore pom. del 21 nella bassa zona perime-
trale dell'Etna, le ecosse furono più sensibili, specialmente a Nicolosi,
494 [1883]
ove prodassero scricchiolio dei pavimenti e dei muri : Belpasso, Borello.
Mascalucia, Tremestieri, Trecastagni e Pedara, località tutte poste in-
tomo a Nlcolosi, risentirono contemporaneamente, quantunque in minor
proporzione, un incremento nei tremiti del suolo durante le prime ore
della notte 21-22.
A 0^ 45» 8. del 22 marzo scossa forte a Nicolosi, seguita da tremiti
continuati ; ad 1^ 15"^ a. una mediocre a Catania, che a Nicolosi fu
violenta suss. a 3 riprese a 3-4* d' intervallo accompagnata da rombo :
essa fece rovinare molti abituri, per di più alcune chiese e case anche
solide vennero danneggiate : a 5 km. al N fu più intensa : si sconvolse
e si spaccò il suolo nel piano dei « Renazzi » e Tunica casa campestre
ivi esistente, detta « de' Renazzi » o e Guardiola », fu abbattuta. A Zaf-
ferana Etnea crollò pure qualche debole e vetusto edificio. Contempo-
raneamente avvenne il principio di un eruzione eccentrica nel piano
suddetto.
Subito dopo i tremiti del suolo ed i fenomeni sismici cessarono dì
interessare V intera massa etnea, essendosi localizzati presso la squar-
ciatura : il paese di Nicolosi, vicino al teatro eruttivo, partecipò a queste
condizioni dinamiche, per le quali nei giorni 21-24 rovinarono altre case
già fatiscenti.
L' eruzione a poco a poco nel periodo di 3 giorni rimase aborbita
(24) : dopo di ciò ritornarono tosto a fai*si sentire più frequentemente non
solo dei terremoti parziali, ma anche delle commozioni generali a tutta
la massa del vulcano. Le maggiori scosse furono le seguenti : 8^ 2^»^ e
S^ 54™ ant. del 26 due forti a Biancavilla; 9»» 35" a. una forte a Bei-
passo, a Nicolosi ed a Biancavilla; 4" 11"* p. altra forte a Biancavilla ;
per questa e per le precedenti avvenute nella giornata, gli abitanti, spa-
ventati, fuggirono dalle case, alcune delle quali, essendo pericolanti.
vennero puntellate.
Tale stato di cose durò fino al 30 marzo indebolendosi sempre di
])iìi : a 4^ 15"" ant. di tale giornata forte scossa di 8' a Nicolosi ; a
!V' 58'" a. del 5 aprile una scossa fortissima a Riposto e ad Acireale ;
molto forte suss. a Nicolosi, forte a Giarre e sentita in tutto il peri-
inctro etneo. A 7** 30" p. del 27 aprile altra forte a Nicolosi, ed a
2'' 25'" a. del 28 una nuova di eguale intensità fece ivi crollare alcuni
casolari. A 4^ 30"" p. nello stesso 28 Nicolosi fu scosso leggermente da
una commozione stata assai intensa nel vicino paese di Torre di Grifo.
(ne soffrirono alcune case. A 7^30"" a. e ll**34™p. del 12 maggio forte
scossa suss. presso Nicolosi, specialmente nella contrada « Grotta d'An-
gela » sopra Ragalna. A 5*^45'" a. dell' 11 maggio una fort« a Zaffo-
rana ; a 0^ 36"" a, del 3 giugno a Nicolosi una assai forte ond. od altra
minore ad P a. ; a 9** 45" a. del 17 a Nicolosi una piuttosto forte : 9
r^
ipi
fT^ — " ^
[48831
495
^ 47'° a. del 24 una forte a Zafferana, a Dagala ; fu fortissima in alcuni
punti fra le suddette località, ed a Milo, nei quali fece cadere varii muri
a secco e qualche vecchia casa di campagna. Al 28 settembre alcune
intense commozioni agitarono S. Maria di Licodia : a 6^ p. del 13 no-
vembre a Nicolosi scossa seguita, 30™ dopo, da replica: queste a Zaf-
ferana ed a Pisano furono più intense e causarono qualche lesione in
vecchie case e molto panico. Al 20 dicembre, ad 1^ 20^ a., nuova forte
scossa sentita a Nicolosi ed a S. M. di Licodia, i cui abitanti, colti
da panico, uscirono dalle case.
[1151] 1883. Luglio 28. Casamieciola.
baldacci l. : Alcune osserv. sul terr. ecc. - de rossi m. S. : Raccolta di fatti, relax, e ìtibl.
ecc. - GuiscARDi o. : // terr, d' Ischia ecc. - J. L vvis : Monograph of the earth. of Ischia
ecc. - MERCALLi a. : L'isola d'Ischia ed il terr, ecc. - Palsueri L. oOlialoro a. : Sul terr,
dell isola d'Ischia ecc.
A Casamicciola fu avvertita generalmente circa le 8^ Vs ^^^* ^^^ ^
laglio una scossa con rombo e pochi minuti prima del parossismo del
giorno 28 ne fu intesa una lieve, pure con rombo.
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FiG. 67.
rm Mercalll) — 1 casa Menella, 2 Piazza Majo, 3 Si)ezlerla, 4 villa Sauvi\ 5 Grande
j^»iiU .ella, 6 Piccola Sentinella, 1 via Nuova, 8 Monie della Misericordia, 9 s. I*asc|uale,
]«i Villa Balsamo, 11 villa Maresca.
Il terremoto che causò i disastri a tutti noti, fu unico, od avvenne
a 0*» 25" pom. : nell'arca dei maggiori danni non fu preceduto imme-
496 [1883]
diatamente da rombo, ma invece ne fd accompagnato : la scossa fa
8U8S. ond. della durata di 15* ed anche più. A Barano, a Testacelo,
ad Ischia ed a Bagno un rumore sotterraneo precedette la scossa, la
quale fu anche in questi luoghi prima suss. poi ond. : fuori dall' isola
fu solo lievemente ondulatoria.
Riguardo ài danni sofferti, il Mercalli — che io ò seguito esclusi-
vamente — divide i paesi dell' isola nel seguente modo :
A Casamicciola, a Forio alto e nella parte superiore di Lacco crol-
larono in parte o totalmente quasi tutte le case e vi furono moltissìmt?
vittime. A Ciglio, a Panza ed a Filmano crollarono in parte o total-
mente molte case con parecchie vittime. A Fontana, a Barano, a Pieio.
a Moropane, a Forio Marina ed a Lacco Marina, alcune case rovina-
rono in parte e molte altre furono gravemente lesionate : vi fnron :•
parecchi feriti (a Forio Inferiore 1 morto). A Testaccìo, a Campagnano.
a S. Antonio molte case furono lesionate, alcune anche gravemente. Al
Castello d' Ischia e fuori dell' isola non vi furono danni, eccettuaci
qualche piccola lesione nei vecchi muri della Chiesa del bagno penale
di Precida. A Procida la scossa fu molto sensibile ; a Napoli fu avver-
tita pure sensibilmente : a Ponza passò in generale inosservata. Li
violenza dell' urto fece distaccare due grandi frane dall' Eponeo di circa
31500 mq. ciascuna : inoltre nel suolo a Casamicciola e dintorni si
aprirono in molti luoghi delle spaccature. Dallo studio delle direzioni
il Mercalli stabilisce che l'epicentro di questo gran terremoto sia stato
presso la casa Menella (fig.^ 67 AA); risulta esso di un'area elittica
molto schiacciata il cui asse maggiore corrisponde ad una generatrice
del gran cono dell' Gponeo : dallo studio degli angoli di emergenza,
ossen'-ati in diversi punti dell'area colpita^ il Mercalli potè poi conchiu-
dere che, almeno con probabilità il centro di scuotimento sia stato a
a m. 1200 di profondità.
In conseguenza della grande scossa si ebbero a deplorare 3075 vlt>
time, di cui 2313 morti e 762 feriti, non compresi i contusi. Il danno
arrecato agli immobili superò al certo i 10 milioni di lire. Maggiori
ragguagli appaiono dal quadro compilato sulle notizie ufficiali che si
trova nella pagina seguente.
L' immensità del disastro non è totalmente da atttribuirsi alla vio-
lenza del terremoto, ma in parte è dovuta alla cattiva costruzione dogli
edifìcii ed alle sfavorevoli condizioni del suolo: rispetto a quest'ultime
a parità di lontananza dall'epicentro i danni farono massimi dove le
case si trovavano su terreno ondulato od in pendio, costituito da marne
o tufi poco omogenei e consistenti, specialmente se situate sul ciglio
di colline in tal modo costituite : furono minori nei fabbricati posti in
piano nelle sabbie poco coerenti delle spiaggie q specialmente dove il
[1883]
497
Bottosaolo è di roccia molto compatta : furono poi minimi negli edi-
fìci situati sulle masse trachitìche.
Località
Casamìcciola
Lacco- A meno
Forio (con la fraz. Panza)
Serrara (con le fraz. Fon-
tana e Ciglio ....
Barano (con le fraz. Moro-
pane e Fiatano) . . .
Ischia
4300
1800
6800
2000
4600
6600
26100
vittime
morti
(2)
1784
146
345
28
10
2313
feriti
448
93
190
21
10
Numerarcene abitazioni
762
prima
deUa
scossa
672
389
2713
e)
1159
e)
2693
crol-
late
537
269
1344
65
63
dan-
negg.
134
102
977
973
1430
Illese
1
18
392
121
200
Note — (1) GII stranieri morti furono 51 — (2) compresi i morti ne^ll ospedali di Napoli
— (3) Per questi paesi furono contate non lo case, ma le camere o vani.
Dopo la scossa fatale delle 9^ 25'° pom. si ebbero altre 6 piccole re-
pliche a Casamìcciola tra le 9^ 30*" e le 12^ della notte : una sensibi-
lissima con rombo fu avvestita a ò** ant. del 29 luglio. A Forio in
generale non si avvertirono le piccole scosse della notte 28-29 : meno
una dopo la Mn. che, in luogo intermedio fra questo paese e Casamìcciola,
fu molto forte. A Panza si avvertì una piccola scossa a Mn. ed una
alle 2^ ant. dnl 29 e nella mattina di questa giornata si udirono repli-
cati rombi ad intervalli. Dal 29 luglio al 3 agosto molte altre scosse,
tutte leggiere, a Forio se ne contarono 15. 11 Del Balzo nella sua
Cronaca del terr. di Casamìcciola^ nota per questa città nel 29 una
scossa lieve con rombo a Mg., una a 0*" 30™ pom. del V agosto ed
altra a 4** pom. : quest' ultima forte tanto da far crollare alcuni muri
lesionati : nel 2 una lieve a 0^30°" pom. ed altra più tardi, ambedue con
rombi : a 10** ant. del 3 leggiera scossa ond. di pochi secondi che fece
crollare qualche muro lesionato, ed a 2'' ^/j pom. una molto più forte a
Casamìcciola, a Forio, a Lacco, avvertita sensibilmente anche nelle
altre parti dell' isola : per questa scossa a Forio rovinò una casa ed a
Fiaiano, a Barano ed a Fontana si aprirono nuove lesioni. Dopo il
:J agosto le repliche furono meno frequenti e lofrgierc : a Casamìcciola
ne fu avvertita una airs agosto, una seconda a 6^ ^'4 a. del 12, una terza
nella notte 14-15 , nei giorni 16-16 parecchi rombi a Fontana : a 9*^ 25"
^AKATTÀ : Terremoti ecc. 82
498 [1883 - 1884]
pom. del 9 settembre altra scossa e poi una nuova a 2*» a. del 10:
nella notte 21-22 due scosse, più sensibili nella parte alta di Caaamic-
dola che verso il mare ; fecero esse cadere alcuni muri già lesionati.
A 9^ pom. del 7 dicembre forte rombo sentito in quasi tutti i paesi
dell' isola ed altro meno intenso a 9** p. del 22.
[1152] 1883. Luglio 25. Cosena.
Bull. vulc. ital., voi. XI, pag. 23.
A 10** 50™ ant, a Cosenza scossa molto forte ond. SE-NW a 3 riprese
della durata di 12* ; fu forte a Tiriolo (SE ; 2 riprese, di cui la 2* più
lieve) ; sensibile a Nicastro e Tropea ; lieve a Gerace.
[1153] 1883. Settembre 2. Monti Alleili (Roma).
Bull. vulc. ital., voi. XI, pag. 33.
A 2^ 30"" ant. ad Anagni e Castel Gandolfo fu intesa una sensibile
scossa avvertita leggermente a Palestrina ed a Rocca di Papa : a 8^ S'^
pom. un terremoto fortissimo colpi i Monti Albani : Tarea di massima
intensità, ove fu raggiunto il grado Vili della nota scala De Ros.si-
Forel, comprende Frascati, Grottaferrata, Rocca di Papa e Monte Cavo,
à forma elittica assai allungata in senso NW-SE : oltre ad essa il ter-
remoto si propagò molto più intensamente ad est, e, mentre a Pale-
strina, a Zagarolo, a S. Vito e ad Anagni fu molto forte o forte, a
Colonna, a Monte Porzio, a Monte Compatri, a Marino, a Castel Gan-
dolfo, ad Albano, ad Ariccia, a Genzano ed a Velletri, località molto
prossime all'area mesosismica, e ad Artena, a Segni, a Cave, a G^naz-
zano ed a Subiaco fu solo mediocre. Sappiamo inoltre che dalla parte
settentrionale fu sentito fino a Poggio Mirteto. La scossa maggiore fa
seguita da varie repliche.
[1154] 1884. Gonnaìo 10. Abrnsxì.
Bull. vulc. (tal., voi. XII, pag. 40 - Boll. mens. dell' Oss. di Moncalieri^ serie n, voi. iv,
pag. 22-23.
A h^ 30"* pom. circa, a Notaresco fortissima scossa ond. N-S di 1*
circa : a Giulianova fu ond.-suss. di 2' con rombo e seguita , dopo
1% da altra E-W più intensa : uguale intensità ebbe pure a Mosciano
S. Angelo, a Monte Pagano, a Morrò d'oro, ad Atri ed a Città S. Au-
gelo (fìg. 66 A, pag. 492); la scossa fu sensibile (B) a Cupramarittìma
ed a Fermo (ond. SE-NW di 8*) dalla parte di settentrione e dall'op-
posto lato a Penne (suss. 4-5') , fu leggiera ond. a Chieti ed a Teramo
(SW-NE).
Possiamo, per quanto incomplete le nostre notizie, affermare che l'area
mesosismica à forma elittica molto ristretta con l'asse maggiore diretto
[1884]
in senso della costa adriatica, che Mk MoBcfano e CittA 8. A
snra Km. 30 circa : la scossa dalla parte di N. si propagò mi
gamente Qdo a. Fermo, mentre verso mezzodì ed occidente
smica interessò una zona limitatissima. Dato ciù forse non è ini
ctie il SQO centro o radiante si trovi a. mare.
A Gmlianova nel mese qnalclie replica.
[ll^J IHM. Gennaio 10. Etna (Ci
Bull, pule, ital., voi. xn, pag. 40-11.
Alle 9" 35™ pom. a Linguaglossa scossa fortissima: medio
colosi, neir intero perimetro etneo, a Castiglione di Sicilia, i
ed a Castroreale ; ugnale intensità ebbe pure a Reggio Cala
epiicà dopo brevi istanti e forse anche a Messina, ove si i
replica trascorsi IO"". Verso le 10^ 15" pom. altra scossa med
dintorni dell'Etna, a Messina, a Castiglione, e. Novara ed i
reale, nella quale ultima località pare sia stata molto più int
Varie altre firono sentite nei giorni 14, 15, 18. 25, 27 e 2
[Ud6] IS84. Maggio 4. Honteleone (Cata
Bull, vale, ttai., voi. XII, pag. T6 e 101.
Il giorno 18 aprile, ad S* 12"" ani., scossa mediocre a '.
0'' 13" pom. del 4 maggio scossa fortissima a Montcleone (^
Tiriolo fa seasibile bqss. e seguita dopo 3', da replica pure
SSE-NNW : fU leggiera a Catanzaro e dintorni : due scosse fui
lievemente sentite a Tropea, a Gerace ed a Palmi (suss.)
[1167] 1884. Agosto 15. Vìg§« (Ma(
Bull. tuie, tlal., voi. xn, pajr. ISl-
Nella giornata a Vlsso parecchie scosse, qualcuna delie qn
sima, si propagò anche nei paesi adiacenti dell' Umbria e dellf
Ventuno fùrouo gli scuotimenti.
Pontoslio (B
Nel giorno 12 settembre, a 8" 23" ant., lieve scossa in qn
!a Lombardia: pare che il centro superficiale del fenomeno
fra l'Oglio e l'Adda, poco lungi da Bergamo : infatti epiegò la
intensità a Pontoglio, a Treviglio ed altrove tra l'Adda e 1'
Pontogllo la scossa fu sass.-ond. e fece cadere parecchi fiimi
Romano fu forte, fu molto sensibile a Martincngo, a Palosco,
nico, a Cividate al Piano, a Caravaggio, a Treviglio ed un pc
Bergamo, a Crema, a Lodi ecc. 11 movimento giunse al Po,
500 [1884]
non rabbia oltrepassato almeno in modo sensibile. La scossa si pr^^
pagò di preferenza ad occidente del centro indicato : infatti lungo
l'Adda, a Calco, a Canonica ed a Vaprio crollarono oggetti appesi ai
muri : a Monza ed a Milano fu avvertita la scossa da molte persone :
fu sentita in tutta la Brianza, nel Lecchese, nel Comasco e nel Varesotto
con intensità sempre decrescente, talché a Varese non venne generalmentt^
avvertita. È probabile cbe sia stato sentito anche sul Lago Maggiore.
poiché qualche leggiero movimento si rese sensibile a qualche persona
in Valsesia, a Varallo e ad Alagna.
A nord dell'area mesosismica la scossa si sentì sensibilmente in
molti paesi del Bergamasco e' del Bresciano, in Val Seriana ed in Val
Camonica : a Brescia alcuni avvertirono uno scricchiolio d' impostt- :
più ad oriente si notò una leggiera scossa N-S a Bussolengo sulla
destra dell'Adige ed in alcuni punti della città di Verona. A Vicenza,
a Mantova ecc. la scossa passò aff&tto inosservata : concludendo l'area
del terremoto del 12 settembre, ha forma elittica, il cui asse maggiore
corre al piede delle Alpi Ticinesi, Orobiche e Lombarde dalla Sesia
all'Adige e Tasse minore è prossimo alla linea Lodi-Bergamo : l'epi-
centro è nel Bergamasco forse nei pressi di Pontoglio. Nella cartina 64
a pag. 489 trovasi rappresentato il centro superficiale, l'area mesosi-
smica molto forte e le zone isosismiche forte e leggera.
[1159] 1884. Novembre 27. Franela, PieH»te.
Bull. Ville, ital., voi. xn, pag. 138-147.
Verso le 11** 15" pom. un terremoto quasi rovinoso colpi i versanti
W. ed E. del gruppo del Chaberton e del Monte Genevre. La scossa tu
quasi rovinosa a Brian9on (fig. 49 C, pag. 420), ove crollarono 2 c^^
rustiche : a S. Catherine si ebbero danni gravi. La scossa si propagò
in Francia ed in Italia : nel nostro versante, nelle case di Cesana T.
si aprirono molti crepacci : crollò in Melegnate l'alta guglia del cam-
panile. A Oulx la scossa forte, lunga, lunga, suss.-ond. fece suonare
i campanelli : ad Exilles abbastanza intensa : quasi eguale violenza
ebbe a Torino, Pinerolo, Fessane, Centallo ed a Vinadio.
I limiti entro i quali si sentì il terremoto nella Svizzera occidentale
furono Ginevra ed Interlachen : passò inosservato a Berna : fu a\-ver-
tito in Francia, nella Savoia e fino a Lione e verso sud fu inteso a
Montone, Antibo, Nizza e Marsiglia.
Ij'andamento delle principali isosisme è rappresentato nella eitat.i
cartina, ove con CC è delimiUita l'area mesosismica quasi rovinosa, eoa
C^C^ la isosisma fortissima, con C*C* la forte o quasi e con C'C^ la lieve.
Due repliche seguirono 3-4™ trascorsa la mezzanotte ad intervalli di
pochi minuti l'una dall'altra. In alcune località presso l'area di maggior
<
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rs — \^fW.^ r
[1885] 501
scuotimento, come al Moncenisio, a Pinerolo ed altrove, si avvertì una
langa serie di scuotimenti a 4** circa del 28 : ed in altre si sentirono
varie lievi scosse intermedie.
[1160] 1885. Gennaio 24. Porto Maurizio.
BulL rulc. ital., voi. xni, pag. 12.
Verso le 9»» 12» pom. scossa molto forte di 2« ond. SSE-NNW a Por-
tomaurizio : cagionò qualche leggiero guasto nel palazzo della Prefet-
mra : a S. Remo fu forte suss.-ond. di 3* preceduta da intenso rombo,
alla marina fuga dalle case. Fu forte anche a Taggia e molto sen-
ubile a Badalucco.
[1161] 1885. Febbraio 10. Riviera ligaro orientale.
Bull. mie. Ual.^ voi. xui, pagr, 18 - Boll. mens. Osserv. di Moncaìieri, voi. v, pàg. 40.
Al 10 febbraio, ad 1*'40™ pom., forte scossa suss.-ond. a Genova, pre-
[!eduta da sordo rumore : ebbe parecchie riprese con intensità decre-
scente: ad 1^ 45" pom. altre scosse. Esse furono diversamente sentite
in vari punti della città e riuscirono più sensibili nei sestieri S. Matteo,
Banchi, S. Teodoro. Questo terremoto fu specialmente sentito nella Li-
^ria orientale. A Vallechiara si dice sia crollato un sofifitto : la scossa
iu forte 8US8. di 6* a S. Margherita Ligure, a Taverna d' Orerò (Chia-
rari), e cosi a Berga, a Vegni (fraz. di Carrega) e Dova Superiore
fraz. di Mongiardino), ove fu suss.-ond. con rombi : si senti sensibil-
mente a Megli, presso Recco, e leggermente a Chiavari (ond. SW-NE
a 2 riprese).
[1162] 1H85. Aprile 10. Antìeoli di C, Aveszano.
BhU. vulc. ital., voi. xin, pag. 86-7 - Boll. mens. delV Osservatorio di Moncalieri^ voi. v,
pag. 70-11.
Verso le 2*» 44" ant. del 10 aprile un forte terremoto colpi una parte
iella provincia di Roma, degli Abruzzi e si propagò in quella di Ca-
serta e deir Umbria : i massimi effetti dinamici si ebbero ad Anticoli
ii Campagna e ad Avezzano, ove la scossa fu fortissima : nell'area più
*.oramo8sa il movimento sismico fu a due riprese, la seconda delle
]uali più intensa. Colle notizie che si hanno non si riesce a determi-
lare l'andamento delle isosisme : solo possiamo dire che il terremoto
k'erso sud fu sensibile fino ad Isernia, a Cassino ed a Gaeta: che lungo
a costa mediterranea tra questa città e lo sbocco del Tevere fu meno
intenso che sui monti Sabini ed Albani, e che a nord venne segnalato
incora come mediocre ad Àquila, a Luccoli ed a Rieti, ancor meno a
Spoleto e leggiero a Viterbo. In certe località il terremoto fu prece-
luto da una scossa preparatoria meno intensa e seguito da varie re-
pliche: ad Avezzano p. e., le scosse si ripeterono fino al mattino del'll.
5Ó2 [lSè&]
[1163J 1885. Luglio 1. Veroanto (Cuneo). j
Boll. mens. delVOsserv. di Moncaliert, serie II, voi. v, pag. 125.
A 1^ 15" ant. circa del 1** luglio a Vernante forte scossa end. di 3*
con rombo intenso ; fece uscire la popolazione dalle case, causare
molte screpolature nei muri e nei soffitti e cadere dai tetti alcuni pezzi
di lavagna. A Valdieri fu breve, mediocre suss. con rombo. Quivi altra
scossa al 23 luglio (2*» 25" pom. circa), che fu leggiera a Demonte, ed
una terza sensibile a 4^ 32" ant. del 16 agosto. A Valdieri al 2 marzo
(0»» 25" a.) era stata avvertito un sensibile terremoto NE-SW di più,
secondi di durata.
[11641 1885. Settembre 17. Beneveito.
De RENZO: Il terremoto di Benevento ecc. - C. De Giorgi: Sui terremoti di Benevento - Bv':.\
tuie, ital-, voi. XIII, pag. 89-90.
A 7^ a. del 17 settembre in Benevento leggera scossa, sciita da
altre due della stessa intensità ad 8** ed a 8** 30" a. ; a 10** 35" a. se nei
ebbe una quarta ma fortissima ; fu preceduta ed accompagnata da in-
tenso rombo, cominciò con un sussulto di brevissima durata cui segui
una fase ond. con vibrazioni di piccola ampiezza ; la durata totale fu
stimata di IO'' circa. Questo terremoto produsse scuotimento di muri,
fenditure più o meno leggere in tutti i fabbricati, specialmente nti
vecchi : fece cadere un comignolo e rese due o tre case inabitabili. La
parte della città che risentì più fortemente per la commozione del
suolo fu la più bassa, prossima alla confluenza del Sabato e del Calore :
ivi si ebbero i fabbricati più lesionati. Dall' esame delle fenditure il
De Giorgi stabili che le ondulazioni maggiori in Benevento ebbero di-
rezione predominante NE SW. Tale scossa fu fortissima a S. Angelo
a Cupolo, a Paduli ed a Buonalbergo (fig. 65 A, pag. 491) ; forte «A'
a Castelpoto, a Pago Velano, ad Apice, a S. Leucio, ad Arpaise, «i
S. Martino Valle Caudina e ad Apollosa; fu leggera (A") a Morcone.
a S. Marco de' Cavoti, a S. Paolina, a Pannarano, a Paolise, ad Amo-
rosi ed a ToiTccuso ; fu inoltre isolatamente sentita a Napoli ed a
Torre del Greco.
Repliche: 0'', 0^ 45*", W^, 5^, 7**, 9^ ed 11^ p. della stessa giornata scosse
sensibili; a 5^ .V)'" a. del 18; a 5*» 42™ p. del 19 una mediocre ed altre a
4»» 15"", 4»» 30'», 4»» 52'", \\^ 32'" a. del 20 ; V 30«, 3»», 2^ 30» e 1^ p. del 21, a
5^ 40"* e 7** a. del 23, due nel 25 e qualcuna nelT ottobre.
[1165J 1885. Settembre -ottobre. Nicolosi (Etna).
Silvestri 0.: Fenom. geoiiinatnici a Nicolosi sul V Etna - Platania J. ; Zes trembl. de terre
de Xicolosi ecc.
Nel luglio si ebbe un'eruzione di vapori e di ceneri dal cratere cen-
trale dell'Etna, preceduta da lievi scosse, avvertite in varii punti delle
fl885J 503
pendici etnee. Tali commozioni si resero più sensibili nella decrescenza
dei fenomeni eruttivi : le più intense furono sentite a Nicolosi e Bei-
passo al 24 luglio (8** 30" a.) ed a Biancavilla e Bronte nel dì 30
(4** 20" a.) dello stesso mese. Neil' agosto continuò detta fase eruttiva
che — quantunque sempre decrescente — presentò alternative, e quindi
nel settembre poi venne a cessare. A 8^ 5™ a. del 25 settembre a Ni-
colosi violento urto, seguito da un movimento dapprima suss. poi ond.
si propagò a breve distanza, giacché a Belpasso fu parzialmente av-
vertito : ad Acireale indicato dai eoli strumenti (varie ond. WNW-ESE)
mentre a Catania non si rese nemmeno sensibile agli apparecchi. A Ni-
colosi, centro del fenomeno, molte case ebbero danni nei muri e nelle
volte. A 9^ a. del 26 settembre a Nicolosi altra scossa suss. di minor
intensità, avvertita dai soli sismoscopi a Biancavilla : a 6^ 55*° a. del
27 una debole intesa da qualche persona anche a Giarre. Dal 25 set-
tembre al V ottobre a Nicolosi oltre gli accennati, furono avvertiti
altri lievi scuotimenti. A 3** 30" a. del giorno 2 ottobre un nuovo for-
tissimo urto suss. recò in Nicolosi maggiori danni che non i prece-
denti: grande fu il panico, tutti fuggirono dalle case; la maggior parte
delle quali, in un alle chiese, ebbero i muri principali, le volte e gli
archi aperti, sconnessi, portati fuori di piombo od attraversati dal fondo
alla cima da fenditure : i maggiori danni accaddero nella parte occi-
dentale del paese (quartieri di Piazza, S. Francesco, Carmine) ed in
quella a SE (quartieri Purgatorio, S. Giuseppe, Collegiata, Grasso).
Alcune straRle ben lastricate fuiono attraversate da squarciature ; la
chiesa, sita nel centro di Nicolosi, ebbe il campanile spaccato per metà
in direzione trasversale, e le ampie volte interne e le mura sue ftirono
tutte sconnesse e lesionate, talché dai periti ne fu consigliata la de-
molizione. Ad Acireale i soli strumenti sismici avvertirono una scossa
ond. 8SW-NNE.
Dopo il 2 ottobre nulla più avvenne di sinistro, salvo qualche rara
ed insignificante oscillazione.
[1166] 1885. Novembre. Salina (Eolie).
O. MERCALLi: La fossa di Vulc, e lo Stromb. 1884-86^ pa^. 2 (estr.)
Al 16 novembre, a 0^ 30"" a., neir isola di Salina tre forti scosse
senza danni ; ftirono sentite specialmente in contrada Lingua : nella
notte 19-20 due sensibili in Filicudi.
Noto che al 25 giugno, a 2^30°' p., si era avuta una scossa alquanto
forte ma innocua a Stromboli ed una leggera a 2** a. del 5 ottobre, la
quale forse corrisponde ad una sensibile N-S avvertita ad Oppido Ma-
mertina (alle 2^ 40°^ a.) ed a quella stata sensibile (a 2^ a. circa) in
Catanzaro.
504 (1885 - 1886]
[1167] 18S5. Dicembre 24. Ferrandioa, ÌUt«n (Potenza».
Bull vuìc. iCal, voi. xm, pag. Uo e voi. xiv, pag. 55,
Tra le 11*^50" a. e le 0^20"» p. a Ferrandina. Salandra, Grotiole,
S. Mauro Forte, Matera e Pomarico fortlBslma scossa preceduta da in
tenso rombo ; a Potenza tre scosse ond. A S. Mauro Forte fu ^egaita
da altra : a Ferrandina a 6** 20" p. del 2 gennaio 1886 una nuova fur-
tissima con rombo.
[1168J 1S85. Dicembre 26. Molise.
Bull. vulc. ital.^ voi. xin, pag. Uo-U.
Alle 11^ 45"" p. del 25 dicembre leggerissima scossa a Cantalupo del
Sannio : a 2*» 45*" del 26 a Boiano una un po' più risentita e finalmente
a 3*» a. circa una quasi rovinosa a Baranello, Vinchiaturo, Oratinn,
Ferrazzano, Mirabello Sannico, Toro, Gildone, lelsi , Ripalimosani.
San Giovanni in Galdo. Tutte queste località, Campobasso compres^t
(ove però la scossa [N-S di 5-6'] fli un po' più leggera), costituiscono
r area mesosismica (fìg. 65 B, pag. 491) ; a Boiano fu fortissima (B' ; :
fu forte (B'') suss.-ond. a Morcone, a Cantalupo nel Sannio^ a S. An-
gelo in Grotte, a Castel Petroso, a Macchiagodena, a Cameli ed a Fro-
Bolone. Air infuori di questi paesi poco sappiamo di questo terremoto,
chea Benevento fu mediocre ond. ; che fu leggero a S. Maria di Capua
Vetere ed avvertito da qualcuno a Napoli.
Nel citato Bollettino del Vulc. per S. Maria di C. V, si reg'lstra a
;^h 3m lina scossa dell' 8* grado (De Rossi-Forel) ; io credo che in ciò vi
sia un errore di stampa e si debba invece di 8° leggere 3®, a meno che
non si tratti di un terremoto corocentrico a tale località, e che quindi
la notizia di Napoli a questo si riferisca.
A 4^^ a. a Ferrandina, a Salandra, a S. Mauro Forte, a Grottole, a
Matera, a Pomarico trovo indicata nel citato Boll, una scossa di 3':
questa notizia potrebbe riferirsi al terremoto precedentemente accen-
nato, essendo le ore date in tempo locale o con grossolana approssi-
mazione, oppure ad una replica del terremoto corocentrico del 24 di-
cembre (vedi).
[1169] 1886. Gennaio 17. Aricela (Roma).
Bull. vulc. t'tal^ voi. XIV, pag. 55-56.
Ad Ariccia, circa le 8** a., fortissima scossa suss. a tre riprese della
durata di 3-4" con rombo da SW : fu suss. con eguale intensità a Gai-
loro ; raggiunse il grado VI a Genzano ed a Montecavo, ove però fu
ond.-suss. seguita, dopo qualche minuto da replica ; fli mediocre suss.
con rombo ad Albano ed avvertita da qualcuno a Montecavo. Ad
%^ l?"* a. ad Ariccia una leggera : circa 15" dopo una forte sentita ad
^DBI9**V
[1866]
505
Albano e forse a Ganzano. Ad Aricela nella giornata qualche altra
replica.
[1170] 1886. Febbraioluglio. Calabria.
Bull. vule. itaì.^ voi. xiv - Boll. mens. delVOsi. di Moncalieri, serie li, voi. vi, pag. 51-53,
Gl-es, 80.
Un interessante periodo sismico scosse la Calabria Ulteriore e la
Citeriore nel febbraio-luglio : quantunque pochissimi siano stati i danni
recati dalle numerose scosse, alcune delle quali solo riuscirono fortis-
sime, tuttavia, per quanto vedremo nella seconda parte di questo la-
voro, i fenomeni sismici avvenuti in quest'anno sono molto importanti.
Credo bene di far precedere V elenco delle scosse, avvertendo che al
10 gennaio alla Fossa di Vulcano era cominciato un periodo d'attività
con esplosioni di ceneri e di massi incandescenti, ripetutesi debolmente
fino ai 25, e fortemente verso le 9^ 45" p. del 26, con riprese dopo al-
cuni giorni di calma, airil febbraio ed al 31 marzo.
Fio. 68.
Febbraio 1 — 10*» p. circa, Monteleone scossa forte ; Pizzo leggiera di 3-4» a
2 riprese ; Oppido leggera suss. di 13* ; Gerace due scosse
NK-SW con rombo ; Tropea due scosse, la 1* ond. e suss.
l'altra; Arena nella giornjita varie scosse.
Arena nella giornata parecchie scosse, e così pure in qualche
villaggio vicino a Pizzo; Pizzo 4 e 5^ a. duR lievi.
- Pizzo, Arena parecchie scosse ; pomeriggio Pizzo due lievi :
nella sera a Reggio una ond.
- Arena, e. s.
8^25" p. Pizzo leggera suss.
- Arena, e. s.
8*» 45" a., 6*» p. Pizzo due lievi.
■ 1^ 35-45" a. Monteleone fortissima
ond. di 1*; Limpidi fortissima ; fu
sentita leggermente a Pizzo (suss.-
ond. 6-7»), a Tropea ed a Gerace (2
riprese NW-SE).
9*» 25" a. Pizzo scossa ond.
2
3
4
5
6
Mileto nella giornata
continue scosse ond. ; va-
rie ad Arena.
506
L1886]
7-8
9
Arena, parecchie scosse.
all'alba, Gioiosa lieve
^, 5»>30°» a. Lipari due sensibili suss.
6»» 30» a. ivi, altra lieve
6^ 55" a. Pizzo, mediocre con rombo ;
7*» a. a Gerace una ond. leggieris-
sima
8^ a. Pizzo, una leggera
8** 30" a. Lipari, una lieve suss.
Dalle 2»» a. alleo"» 12» p.
a Francica 1() scosse, al-
cune delle quali forti.
gh 4001 a. Pizzo, una mediocre con e rombo.
J le altre lievi ; tutte con
Laureana e Mileto av-
vertite varie scosse.
Monteleone, nel matti-
no 6 scosse.
10
10-11
11
Ripresa di attivila erut-
tiva a Vulcano.
11-12 .
12 -
13 -
U -
18 -
19 -
Marzo 6 -
26
31
Aprile 5
25 -
rombo ; 8*» 50" a. a Gerace sensib.
NE-SW
9*^ a. Gerace, forte e breve scossa
suss. ; fu forte a Mileto e leggera
ad Oppido (E-W; 9») ed a Pizzo.
10*^25" a. Gerace, lieve scossa.
11*^ a. Lipari, lieve suss.
Mg. Pizzo, lieve.
4h 42m^ 5h i5m e 7h ^Q" p. Gerac3,tre leggere,
notte. Pizzo, vari tremiti quasi insensibili.
Polistena, Laureana, varie scosse spocial mente nella l* località
Arena, tre scosso.
Monteleone, tre scosse tra mediocri
e forti.
Mileto, varie.
7^ ^" p., Pizzo, una lieve,
notte. Pizzo, qualche lieve tremito.
11^ 40" p. ivi, lieve scossa.
Laureana, frequenti scosse con rombi.
4*» a. Pizzo, tre leggerissime.
Il»» 45" p. Reggio C, lieve ond. N-S.
2^ 30" a. Gerace, sensibile W-E.
4»» 45" (?), 9*» 45" a. ivi, due leggiere W-E.
2'» a., Cosenza, sensibile scossa.
7*» 30" a., Marano Marchesato, Rende, scossa rovinosa (v. testo),
9»» 55" a., Monbilto Uffago, scossa fortissima, lieve a Cosenza.
Uh 20" a., Cosenza, una lieve.
9*> a., Montalto Uffugo, una lieve.
8"» 30" p., Lipari, scossa suss. leggiera.
8*» p.. Fossa di Vulcano, grande eruzione di cenemi.
S^ 13" a., Gerace, fortissima scossa
SW-NE di 8* con rombo : Oppido
due lievi W-E di 4» ciascun:i.
9^ 20" a., Cosenza, lieve ENE-WSW
di 1« preceduta da rombo.
2»» 5" p., Cosenza, lieve e breve scossa : 2*» 30" p., Monlaliu
Uffugo, lieve.
(
Al i8 maggio comincia
un'eruzione eccentrica del-
\VEtna. Lo Stromboli in
\ calma.
[1886] 507
Aprile 28 — 9" lo" p., Montalto Uffugo, una tra forte e mediocre orece-
dutu da rombo.
Luglio 20 — 1" 25™ a., Lipari, scossa abbastanza forte on
rombo.
]>' attività sismica in questo periodo cominciò adu
starsi nei pressi di Monteleone, ove verso le 10* p. de
sentita una forte scossa che fece risvegliare le perso
caJcinacci (flg. 68 A) ; dopo varii scuotimenti sentiti a Pi
forse caasati dallo stesso centro, il giorno 6, a7i"/i »• «
scossa fece (B) in Monteleone rovinare alcuni muri che e
in cattivo stato e qualche casupola nella borgata Limp
qnaro). Segairono scosse corocentriche a Lipari ed a C
pliche nelle località precedentemente colpite i nel g
massimo sismico non tanto per la violenza delle manife
per la loro frequenza. Dal 10 al 19 qua e là, speciali
labria Ultra, varie scosse ; dal 19 febbraio al 5 marzo
qoale r attività si trasportò nei pressi di Cosenza. Pi
lieve commozione, a 7'''/ta. circa del 6 marzo, scossa
Cosenza (ond. ENE-WSW di 23'), la quale incusse mi
abitanti e fece aprire qaalchu crepaccio nei muri ; a I
sato crollarono parecchie case, lo stesso dicasi di Moi
di Rende, nella quale ultima località rovinò la chiesa (
scossa fa forte a Catanzaro, a Monterosso, a Mileto, a
meno a Tiriolo. Dopo qualche replica nella stessa gi<
Balla Sue del mese un risveglio di attività sismica
eruttiva a Vulcano (31) : nell' aprile un nuovo massiu
Gerace nel giorno 5 e qualche scossa a Montalto Uffu)
della 3» decade e quindi al 20 luglio una a Lipari. Al
cominciata un'eruzione eccentrica dell' Etna, di cui pa
[ini] 1886. Maergio-luglio. I
iBciDUCOKO S. I Penom. geod. che prec. itceomp. ecc. - Ball. nule, ila!..
Alle 11" 24" a. del 18 maggio l'Etna cominciò nn'c
grande esplosione dal cratere centrale, preceduta, 10"
forte scossa, che a Paterno produsse panico nella pò
11'' a. in poi 8U<^cesse in tutto il perìmetro circumeti
sensibile tremito di suolo interrotto da spessi e forti t
e là, ra^ungendo un massimo di intensità, mìsero in ^
la popolazione: tali massimi furono i seguenti: 11", 11
a Pfltemó ; 0" 5" p. a Riposto ; S"" 24"° p. ad Acireale
Poco dopo la mezzanotte fra il 18 e 19, a O^SS"* a. (d<
squarciò radialmente in una località tra I monti Nero, '
w& [lése]
e Pinnttello, a m. 1100 di altezza : in coincidenza si ebbe un esteso ter-
remoto predominantemente susa., fort« In modo speciale a Biancavilk
ed a Belpaaso. Cominciata la deiezione deJia lava persistè nel snolo un
forte tremito generale, interrotto da violenti concussioni sentite ora ad
Acireale, a Riposto, a Giarre, a Zafferana da nna parte, ora a Paterno,
a Biancavilla ed Adernò dall' altra. I massimi avvennero a i? 20~ e
9" SS- a. (Riposto) ed a WS" a. (Giarre). Alle 5" 12- a. del 20 terre-
moto pinttosto forte nella regione orientale etnea, specialmente a Ri-
posto, ove a 6''45°' &. si sentì una naova violente replica. Dopo ciò le
scosse agitarono specialmente il versante opposto verso Biancavilla e
qnindi ancora violentemente, a 4** 53*° p., Riposto ; alle 10^ p. Bianca-
villa ta nuovamente scossa da una poderosa concussione. Nel giorno
SI, benché più rari, vi furono alcuni terremoti di una certa intensità cbe
si manifestarono quasi tutti di preferenza sul versante orientale di'l
Fio. 69.
vulcano. 1 massimi avvennero a 0" 48'", 0'' 50" ed a la*" p. a Riposto.
Nel 22 si constatò una notevole diminuzione nella frequenza ed intcn-
Bit& delle acosse che urtarono in modo speciale il Banco SW. : n^i
23 diminuì ancora il numero dei macrosismi, ma aumentò la loro ener-
gia, Bpecialmente sul fianco occidentale ; i maggiori f\irono quelli sentiti
a 0^ 33" e \^ 31™ a. a Riposto. Nel 24, a 6" 5" a., nna forte scossa suss.
colpi Biancavilla ed a T*" 10°" p. altra di eguale intensità, propagatasi
meno sensibilmente anche n Riposto. Nei giorni 25-26 regnò calma ma-
crosismìca nelle regioni etnee: nel 27 si ebbe un risveglio (2'' 27"° p.i
con una forte scossa a Riposto. Nel 28-29 deboli manifestazioni che au-
mentarono poi nel di successivo : a 6'' 6'" a. del 31 un forte terreinoi"
prevalentemente suss. urtò gran parte del versante orientale dell' Etna.
raggiungendo la massima intensità a Zafferana. Nel 1-3 giugno calma:
a 0^13*° p. del 5 fortissima scossa che irraggiò su tutto l'intero basa-
mento del vulcano : a Lìners, a Mangano, a S. Oio^
BoDgiardo. a S. Venerina ed a Zafferana Etnea crolli
a secco, alctme case rurali di poco buona costruzione
promessa In BtabilitA di parecchi fabbricati (flg. 69 i
Giarre, a Riposto e ad Acireale, meno (C) a BelpasBC
Biancavilla, Paterno, Catania, Linguaglossa e Rnndaz
Adernò e Bronte. Le relative isoBÌsme di questo teri
presentate nell' nnita cartina. La scossa ebbe in genei
la prima ond. E-W, suss. 1' altra con una durata tot
2" U" p. scossa ond. E-W piuttosto forte a Biancavi
possiamo considerare chiuso il periodo dei fenomeni
co m pannarono 1' eruzione etnea.
Nei giorni 6-9 giugno nessuna scossa sensibile ; ad
una quasi forte suss.-ond. spaventò la popolazione d
avvertita con gagliardla ad Adernò e leggermente a<
urlo, però meno intenso, fii sentito a 10^ IS" p. del g
di questo mese al ;U luglio succeeeivo gli scuotimenti
meno forti, ebbero loro sede principale sul versante or
ove, a 6'' 15'° p. del 22 giugno, avvenne un terremoto
cialmcnte a Giarre ed a Riposto, meno ad Acireale
bile a LioguagloBsa. A O 28*° p. del 2<l scossa tra fo
Giarre ed un'altra colpi pure tale località ad l''30'°
luglio qualche scossa ad Acireale, a Giarre. ecc. ; nel
trasportò dal versante orientale a quello di SW, dui
Belpasao e Biancavilla ; le maggiori commozioni fb
7" 12" e 7'' SI" p. del 10 luglio che urtarono "aternò.
forte terremoto a Riposto: ad 11''40'' a. uno tra m
Giarre ed a 0''25°' p. uno molto forte a Riposto int€
anche in Giarre. Inseguito ai terremoti avvenuti in (
aprirono varie spaccature nel labbro occidentale della
rana, di Bongiardo o di S. Venerina, nel tratto coni
miciaro e Fiore di Cosimo per nna estensione di clrc
[11721 1886. Agosto 27.
fluii, vulc. Ita}., voi. xiv, pag. 138-43.
Verso le 10" 50° p. un terremoto disastroso colpì la
Filiatrla : oltre essersi propagato in tutta la Grecia,
riolle Cicladi, in Egitto, in Siria, fu sentito a Malta
l' Italia. I limiti deli' area scossa nella nostra penis<
le Alpi dalle Carnichc alle Lepontinc : ad occidente O
ed Alessandria rappresentano i punti limiti cui giunt
sismiche sensibili ; il resto del Piemonte e |« Ligurif
'T:
IV s
lì
610 [1886]
in quiete : la isoBisma limite quindi dai pressi di Alessandria segue la
linea del Po flnc a Man torà, quindi include Bologna, Pergine e Roma e
P intero resto della penisola (versante adriatico, mediterraneo e ionico).
La Sicilia interamente fu commossa e cosi pure le Eolie ed Ischia: la
Sardegna e la Corsica pare non sieno state interessate dalle onde si-
smiche. La maggiore violenza del fenomeno fu sperimentata nei paesi
e nelle città prossime al mare e verso il sud della penisola, ove recò
spavento, ma nessun danno. Lo scuotimento ebbe lunga durata : in
quasi tutte le località prevalse la forma ondulatoria ; in multe la com-
mozione presentò due riprese, a breve intervallo P una dall' altra.
[1173] 1886. Settembre 5. Pìemonta.
Bull. vulc. ital.j voi. xiv, pag. 143-4 - Mercalli q.: / Urr. della Liguria ecc., pag. in-19.
Questo terremoto, avvenuto verso lo 9** 15" p., sì estese in tutto il
Piemonte ed in parte delle limitrofe provincie della Lombardia, della
Liguria ed in parecchio località della Francia e della Svizzera. La
massima intensità fu a Coazze e Pinasca, ove si screpolarono quasi
tutti gli edificii e caddero molti fumaioli; anche a Volvera rovinarono
dei cotógnoli e si aprirono delle fenditure nei muri delle case, alcune
delle quali soffrirono alquanto ; minori danni avvennero a Condove,
Chiusa S. Michele, S. Antonino, Vayes, Chiavrie, S. Ambrogio To-
rinese ecc. (ttg. 29 I, pag. 341). La scossa fu violenta nell'area (2) deli-
mitata dalP isosisma che da Balme d' Ala, include Lanzo, S. Fran-
cesco al Campo, Sciolze, Torino, Moncalieri, None, Vigone, Barge,
Cesana, Melezet, ecc. : in questa zona però si notano frequenti anomalie
nelP intensità, che in generale — come facilmente si può immaginare
— fu maggiore nei paesi posti vicino all'area mesosismtca. In qualche
località come a Cesana, a Melezet, a Susa, a S. Francesco al Campo
ed a Sciolze si ebbe pure qualche lieve danno. L' area ove il terre-
moto in generale fu mediocre (3) è delimitata da una linea che include
il Piccolo S. Bernardo, Aosta, Oropa, Abbiategrasso, Alessandria, Cuneo,
Boves, ecc. : fu leggero in molte località della Svizzera, della Brianza.
a Como, a Milano, a Tortona, a Volpeglino, a Nervi, a Genova, a Sa-
vona e Loano. La prima scossa risultò di due fasi distinte a breve
intervallo, sicché presso il centro fece l' impressione di un solo movi-
mento, e parve molto breve, prevalentemente suss. e preceduta da
rombo. La percezione distinta delle due fasi avvenne specialmente nelle
località lontane. La durata possiamo ritenerla di 3-4.* La scossa si pro-
pagò più facilmente a N che a S, nella massa delle Alpi occidentali,
perciò, mentre fu sensibile a Berna, passò inosservata nel Nizzardo.
A Casellette (circ. di Torino) al 6 (2»» a.), 12 (6*» 15 a.) e 13 (ll»»30»p.)
b} ebbero alcune leggere scosse. Al 15, a 7** 25-30" p., xmet, forte replica
[1886 - 1887]
fu sentita a Condove e Coazzc : fa mediocre a Viti, a Meana ed a Pì-
nerolo : leggera a Chiamonte e Casellette, e sentita a Balme d' Ala ed
a Fenestrelle.
[1174] 188». Ottobre 15.
Bull. tuie, ttal., voi. XVI, pag. 143 - cbibtoni c. : ffotiiU sul ierr. ec(
A 3" 29" ant. a Parma una Bcossa molto forte subb
di 6' svegliò la popolazione, e, secondo notizie da n
mente, fece anche cadere qualche comignolo : fti fo
ed a Modena, ove fu istantanea ond. NE-3W, e med
Fa sentita più o meno intensamente a S. Pancrazio. ;
tino, a S. Lazzaro, a Golese, a Trecasali, a Fonti
a Zibello, a S. Secondo, a Colorno, a Mezz'ani, a Fi
a Lesignano. a Palma, a Langhirano, a Calestano,
Parma, a Montechiarogolo, a Bedonia, a Varzi, ecc.
[U75] 1887. Gennaio 26-27.
dknia: la Ann. Se. Ind., XMV, pa^. lOO-l - Bull. vuìc. ita!., voi. XV-]
Il 26 gennaio, a 2'' 30°* pom., in Aquila, preceduta
forte scossa suss.-ond. NE-SW di 5' : a T" 45" ed a
dcboliBsIme e qualche minuto prima di mezzanotte i
di 2' con rombo fece fuggire le persone dalle case. A
giorno 27 intenso rombo con violenta scossa suBs.-ond.
fu la maggiore del periodo sismico : a 5'' 30" ant. rep
X-S di 1' ed altre debolissime con rombo a 4'^ 30° i
10* 45- pom. del 28, a 3" 20" ant. del 30, a a" 50"
braio, a 4* 8- ant. del 3 ; a 6" SS™ ant. del 3 una fort
S*" ant. una lieve ed altra a 2" 50° pom. del 4 e vari
11-20. L'area di scuotimento sensibile pare limitata a
convicini : il centro sarebbe stato presso la città
probabilìt& nel territorio di Rolo, ove alcune repliche
Aquila furono sentite' più fortemente : da tale locali!
venire anche i rombi.
[1178] 1887. Febbraio 23.
ìlBRCALU Q. e TARiMBLLt T. : Il UrF. liguTe dft g3 /el>br. 1887 - \sau
In Liguria ecc. |1)
Come fenomeni precursori si ebbero quattro scosse
;i) Per brevltft ò rlirarCalo le sole Indlrazionl delle lue prlncip
moto lifcure. IO i) seiruito (|um1 esci ubi va mente 11 Mercalli nel lui
calo nella monogra&H sul terTeinotl della LlKiirla e <M l'iciuonte:
Wlton le troverà indicate nella BlbllograQa.
512
[1887]
nella notte 22-2^ febbraio sa qnasi tatta l'area colpita poco dopo dal
parossismo : le scosse rovinose farono tre : la prima, più forte di tutto,
avvenne verso le 6** 20™ ant., la seconda fortissima aumentò le rovine
fti sentita 9°" dopo : la terza, più forte della seconda, ma assai più
breve, alle S^ 53"" ant. In tutta l'area più danneggiata la prima scossa
durò SO" circa e risultò dalla successione quasi immediata di 2 scosse
iin ciascuna delle quali il movimento parve prima suss. poi ond. La
seconda fase fu la più forte specialmente per il sussulto, eccettuato
però, nel Nizzardo ed in Francia, dove parve più sensibile la prima.
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FiG. 70 (da Mbrcalli)
Dappertutto poi la seconda fase si complicò pel sopraggiungere di
movimenti indiretti, cioè riflessi, ovvero partenti dal verticale sismico
scosso pel primo e più fortemente, ovvero, infine, suscitati da cause
locali messe in attività dal primo scuotimento. Perciò molti nella se-
cooda fase ebbero T impressione di « movimento vorticoso » ed in
varie località, per esempio a Mentone, sono stati straordinariamente
numerosi i movimenti rotatorii intorno ad un'asse verticale degli og-
getti poggiati liberamente sulle basi. Il terremoto si rese sensibile
sopra un' area subcircolare di 568000 Kq. terminata a sud >»resso
Roma ed in Sardegpna, ad est presso Pordenone, ad ovest presso Per-
pig^ano, infine a nord a Bigione ed a Basilea.
Il Mercalli à diviso quest'area in 5 zone isosismiche (fig. 70) cioè:
l*. 55ona nj^sosismica (A), dove spi^o compreso tutte Je grapdi rovine e
[1887]
le disfp^zie personali, 8i stende per circa Km. lOOInngoil litto:
Menione ed ÀlhisBoIa, mentre è assai ristretta entro terra per
pioni principali che sono ; a) la posizione del eentro in mare,
ancbo l'area mesosismica si è estesa in (j^an parte su questi
sviluppo dulie roccle cristalline antiche nell'Appennino ligure, :
hanno rimandato per riflessione, ovvero trasmesso senza urli, i
mento sismico. Pare per questo secondo motivo cessano quasi
visamente le roviue ad est di Albissola, ad ovest di Nizza ed :
verso Tenda ed Ormea. 2'' - Zona isosismica quasi rovinosa
quale presenta un maggior sviluppo a nord verso la regione co
del Piemonte, denominata le < Langhe > . 3' - Zona isosmica fo
rCì. la quale offre il massimo sviluppo un po' più a NN ^ in ce
con la precedente, estendendosi fino a Torino e nel bass3 Ca
dove il terremoto pare sia stato rinTorzato dalle onde riflesso d
soide gncissicn del Gran Paradiso e dallo spessore non molto
che ivi anno le alluvioni recenti e quaternarie. 4* - Zona isr
Inrle (D). 5" - Zona iaosismica leggiera (E). In queste ultime
movimento fu quasi esclusivamente ond. e notevole per la re
e l'ampiezza delle ondulazioni.
Dallo studio particolareggiato delle direzioni delle scosse il I
mnclade che in tutta la parte dell'Appennino ligure maggir
scossa, non ne esiste una dominante, la quale accenni ad un c|
lineare parallelo alla costa ligure, invece le direzioni delle s<
gran maggioranza convergono in mare tra Oneglia e S. Remo
samente a 15-20 Km. circa a sud della spiaggia: perciò egli
che ivi sia da porsi l'epicentro principale del fenomeno ; mi
pure che uu centro sismico secondario abbia ajito nel mare di
ed abbia preceduto nella sua azione il centro principale e cid
la scossa nel Nizzardo primieramente pare sia cominciata <
jitiante prima che altrove, secondariamente perchè ebbe nella su
Taso la massima intensltil, mentre altrove si verificò il contrarie
ii>rzo luogo venne rinforzata — specialmente presso Meutone —
«ostanze locali.
Il Prof. Issel invece, considerando che il terremoto princip;
fi propagò entro un'area assai sviluppata in lunghezza, manifc:
con intensità qnasì uguale in punti assai lontani, distribuiti lUDf
zona, ammette che l' impulso sia provenuto da un'asse sismico <
in seneo SW-NI5, totalmente sotto acqua, e che quindi la coi
(IfUn costa che accoglie Diano Marina, Oneglia e Porto Mauriz
vandosi per necessiti più prossima all'asse stesso, abbia sub
raa^iore intensità gli effetti degli scuotimenti. Considerando p<
stribuzione geografica dei paesi e paeselli cho subirono i n
BARA-rTA Ttrremoll eot:
514
[1887]
danni (tenendo anche in debito conto la natura del suolo) egli deduca
che una forte impulsione si ebbe anche lungo una zona ben diversa-
mente orientata dalla precedente, nella quale si trovano situate le valli
superiori del Nervia, del Roia, della Vesubia e della Tinca. Questa
zona accenna ad un secondo asse — lungo il quale le oscillazioni fu-
rono un po' meno gagliarde — diretto da NNW a SSE, che passerebbe
per Mentono, Castellar, Castillon. il forte di Barbonnet e più a setten-
trione fra la BoUène e Clans : oltre a Montone, verso mezzodì, esso si
prolungherebbe alquanto nel fondo marino.
Dallo studio delle direzioni il Prof. Mercalli, & potuto inoltre con-
cludere che in molte località durante la prima scossa cambiò due o
forse piCi volte la direzione del movimento sismico, talché spesso tra
le diverse direzioni ne trovò due dominanti sensibilmente normali fra
di loro.
Interessanti furono i fenomeni verificatisi in mare; diversi basti-
menti fra la Corsica e la Riviera ligure occidentale vennero scossi in
tutti i sensi, come se avessero sbattuto contro un fondo duro. Sulla
spiaggia della Riviera di Ponente, il mare al momento della prima
scossa, si abbassò alquanto ritornando subito dopo al livello primitivo.
A Nizza, a S. Remo ed a Savona si raccolsero sulla spiaggia, dopo il
terremoto, pesci morti e rarissimi a trovarsi nella stagione invernale.
Dallo studio dell'angolo d'emergenza in diversi punti dell'area col-
Fio. 71 (Da Mercalli)
A, area mesosismlca - B, area Isoslsmlca forte - C, lieve.
plta dal terremoto, il Mercalli potè conchiudere che almeno con qualche
probabilità, il centro sia stato a circa 18 Km. di profondità.
In conseguenza delle prime tre scosse di questo terremoto restarono
morto sotto le rovine degli edificii 640 persone e circa 166 ferite più
0 meno ^j^ravemente. Il valore dei danni accertati nelle tre Provincie
di Porto Maurizio, di Genova e di Cuneo ascese a L. 22.303.569,
L' unita tabella ci fa conoscere la distribuzione della mortalità e
dei danni nei vari circondari della Liguria e del Piemonte.
[18871
515
Noto però che alcune circostanze naturali ed altro dipendenti dai
metodi di costruzione, favorirono ad aumentare od a far diminuire il
valore degli effetti dinamici del movimento sismico,
Circondarlo
G
O
136663
Morti
G
il
Si
G
258
169
73
359
205
12
5
13
—
31
45
17
7
30
?
—
—
2
640
462
5<
104
56 ^
a ^
o
C9
62316
76621
61271
99302
238057
159970
201506 - — _
6959852
6272880
2509100
6131512
?
493274
139857
- - 77294
166277 — — -.
108368 — —
19800
Portomaurizio . . .
S. Remo
Albenga
Savona
Nizzardo
Mondovì
Cuneo
Alba
Saluzzo
Acqui
Totale
Dopo le prime tre grandi scosse, durante tutto il giorno 23 e nella
notte 23-24 vi furono numerose repliche, ma in generale leggiere e
sentite solo neli' area mesosismica, se si eccetua una, quasi fortis-
sima, avvenuta alle 2*^ 10™ ant. del 24 ; nei giorni seguenti le repliche
leggiere continuarono, diminuendo mano mano di frequenza, iino al-
l' 11 marzo, quando si sentì un'altra scossa assai forte (fig. 71). Queste
due repliche (24 II ed Hill) presentarono aree di propagazione presso
a poco eguali per estensione, ma notevolmente eccentriche tra loro,
poiché la prima si estese assai verso la Liguria orientale fino a Spezia,
la seconda invece fu più sensibile verso la Francia. Altre repliche
forti avvennero nel marzo 29, a 10^50™ ant., nel maggio 20, a 8** 15"'
ant. (molto forte), nel luglio 17, a 11** 30" pom., e abbastanza forti al
12 aprile, a 11*» 37" pom.. ed al 30 settembre, a 7** 35™ pom. L'arcadi
questi scuotimenti corrisponde alla zona epicentralc della grande scossa
del 23 febbraio e più esattamente alla sua parte orientale : quindi sono
da riferirsi, (come la replica delle 2^ 10" ant. del 25 febbraio) all'at-
tività del centro più orientale.
616 [1887]
Dai 21 febbraio 1887 fino a tatto II febbraio 1388 farono Bcotite 189
scosse ligure-nizzarde e 61 piemontfìsi. le quali tutte si trovano inca-
talogate nella memoria dei Professori Taramelli e McrcalH. Queste
ultime sono in generale feuomeni molto localizzati dovuti a centri spe-
ciali delle valli alpine. Le altre in generale si possono cousiderarc
come vere repliche dei terremoto disastroso del 23 febbraio, ma anche
tra esse ce ne sono alcane in cui pare che il centro si sia spostato ;
citcrft, per esempio, le scosse delle O"" 20" del 24 febbraio e delle 8*20" a.
del 21 maggio, che sembrano provenienti dal dintorni di Savona.
[I178J 1887. Maggio 20.
Mercalu a. : U terr. Hi I^€o del SO maggio 1887.
Lmc« (Como).
Verao le 5'' 13*° ant., del 20 maggio, una scoesa abbastanza intensa
svegliò bruscamente gli abitanti di Lecco e sito territorio : qaìvi dap-
prima fu Inteso un fortissimo rombo quindi un movimento composto
Fio. 72.
di 12-13 successive pulsazioni del suolo decisamente- sassattorie. A
Lecco, oltre al risveglio generale dello persone, fece acricchiolare le
impalcature, rompere qualche vetro, ma fortunatamente non produsse
alcun danno : solo sì inifrandl nn poco qualche fenditura preesistente
in muri di tramezzo mal sostenuti. La scossa fu sentita con i caratteri
ora (Ics;;ritti e con intensità poco minore in tutti i paesi a nord di
LiiccD fino a Loarca: a sud fino a Somasca ed n Garlate, ad ove^t
fino ad Annone, a Puaiano ed a Givate. Però sulla sponda destra del
lago, a Halgrate, Valmadrora, Sala e Galblate il rombo ed il movi-
■^-^7'
[1887J 517
mento, quantanqae con gli stesAi caratteri che in Lecco, ebbero una
intensità un poco maggiore e nella Chiesa di Valmadrera si staccò
pure, da una screpolatura già esistente nel coro, qualche calcìnnccio.
A Ballabio Inferiore e Superiore fu meno intensa che a Lecco e così
pure ad Erve, a Calolzio, a Carenno, a Monte Marenzo, a Nava, a
Valbuona e ad Onno : a Burzio, a Pasturo e ad Introbbio fu avvertita
leggermente da pochi, e così a Brumano, ad Airuno, a S. Go.ucsio, a
Brivio, a Calco, a Caprino, a S. Maria Hoe, a Rovagnate, a Barzago e ad
Erba. Passò affatto inosservato a Mandello. Tra Valmadrera, Malgrate
e Galbiate il movimento (area epicentrale) fa decisamente suss., altrove
predominò Tond. Il centro deve essere stato poco profondo. Nella car-
tina unita (fìg. 72) è rappresentata con A Tarea mesosismica molto
forte, con A' la forte, con A" la mediocre e con A'" la leggiera.
[1179] 1887. Maggio 23. Iesi (Ancona).
Boll, dell Oss. di Mmcalteri^ voi. vii, pag. 1034 - Bull. vulc. ita!., voi. xvi i-xx, pag. %\.
Nel giorno 25 maggio, a 6^27"» a., a Cingoli fu sentita una forte
scossa, che fa meno intensa a S. Oinesio, avvertita a Macerata e leg-
germente anche a Foligno, Norcia, Cerreto di Spoleto, Visso, Preci,
Monte Falco, ecc. : alle 9*» 45" p. della stessa giornata a Cingoli una
replica.
A 2^35° a. circa dol 26 una scossa molto violenta ond. urtò Iesi,
ove fece cadere alcuni comignoli ; sulla collina, a 4 km. circa ad W
della città, alcune ciise rimasero lesionate ; questo terremoto fu forte
lungo tutto la costa adriatica da Civitanova Marche per Ancona-Sini-
gallia fino a Fano, e neir interno della penisola fino a Cingoli ; fu
meno intenso a Fermo e Camerino e sentito lievemente anche a Ra-
senna (Spoleto) ed a Città di Castello. A 5*» 30™ a. a Iesi e Cingoli
una replica più leggera della pi'ecedente, che fa sentita da qualcuno a
Sinigallia, ove, a 9** a., replicò nuovamente il terremoto : ad P p.
circa a Iesi altra scossa; a 2*» 45™ p. 'del 27 maggio una nuova con-
cussione urtò Cingoli e si propagò fino ad Ancona.
[11801 1887. Luglio 17. Candia (Isola).
Boll. mens. delV Oss. di MoncaUeri, serie n, voi. vili, pag. 137-10.
Alle 8^45"* a. (t. m. R.) un fortissimo terremoto con danni colpi
risola di Candia e di Rodi e si propagò in Italia; fu avvertito in
quasi tutta la Sicilia con prevalenza sussultoria e con intensità varia-
bile dal leggero al mediocre : la massima intensità fu raggiunta nella
zona orientale e specialmente a Palagonia ed a Mineo ; in quasi tutte
le località furono intese due scosse ad l"-l" */« d' intervallo : la se-
conda delle quali assai più intensa. Nel continente le onde sismiche
618
[18871
interessarono le Calabrie e le Puglie presentando T identico carattere
della duplicità, ma furono solo ondulatorie, se si eccettua Reggio.
[1181] 18S7. Novembre 9. ForliFese.
DBNZA P.: / terr. di nov. e die. i887, pafr. 4-6 - G. Giovannozzi In « Denza: Op. cit. » e
Notine ed articoli ecc., pag. 11 - Boll. mem. dell' Oss. di Moncalieri^ Serie il, voi. vui.
pag. 7-9.
Il 9 novembre, fra 1** 30" e 30" 30* a., una scossa molto forte fu
sentita a Forlì e Rocca S. Casciano : nella prima località e nel tratto
compreso fra V una e V altra cadde qualche comignolo (fig. 73 A) :
molto intensamente fu commossa la regione circostante in cui si tro-
vano (B) Faenza, Brisighella , Modigliana, Premilcuore ecc. : verso
mezzodì il movimento si estese (E) da Pesaro-Urbino, a Siena : verso
ovest da questa città fino alla linea Firenze-Parma -Verona : verso
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Fio. 73.
settentrione giunse alla regione montuosa del Vicentino e Trevigiano
ed infine dalla parte di est al mare.
La intensità del movimento si propagò abbastanza fortemente più a
settentrione che non a mezzodì, giacché mentre da queste parti V iso-
sisma mediocre si estende solo (C) fino a Cesena, S. Sofia e Ronta di
Mugello, dall'altra, oltre una grande insenatura attorno a Bologna che
spinge r isosisma — escludendo questa città — fino a comprendere Mo-
dena, essa corre al di là di Massa Superiore, di Vicenza, di Padova e
di Venezia e quindi scendo a Rovigo-Lendinara.
Nell'area di maggior intensità le scosse furono tre a brevissimo in-
tervallo r una dall'altra : le prime due ond., l'altra suss. Anche in
parecchi luoghi vicini furono sentiti parecchi scuotimenti a brevi ri-
prese : a Venezia e Spinea la seconda avvenne 7" dopo la prima. A
/
[1887]
519
LcndiDam si ebbero altre scosse leggiere a l*" 40" e 2'' SO"- a. ; a Forlì
una ìeg^risaimA a 3" Ib" a. Il Bussalto fh notato in varie locnlitA vi-
cine alla regione centrale soprat'ttto in quelle poste snlle fal<Ic di:l'
l'Appennino; nelle altre predominò il moto ond. La durata fli
di 3-5" pei Inoghi maggiormente colpiti, fa invece alquanto pi*
gala altrove. In Romagna le scosse furono precedute da rombo
che desiù moltisBime persone, parecchie delle quali uscirono al
Microsismicamente questo terremoto fu segnalato dagli ap
L di Alessandria, Honcalierì e di Chiavari.
[1182] IS87. Novembre U.
Pi
La mattina del 14 novembre, a G'' 48°' a. un terremoto d
chevole intensità colpiva Firenze ed i suoi dintorni : ic cittA j
fa violenta, rapidissima (5-6') e preceduta da intenso rombo : fi
\'
Fio. 74.
dominanza ond. N-S, non fece danno, né recò grande spaventa
an solo comignolo. Dalle notizie raccolte dal Giovannozzi risi
!a regione pìft intensamente colpita fu la parte SW. del subu
remino, fuori della Porta Romana e S. Frediano: ivi tutti a
che la romba parve quo scoppio di mina e che il moto fu pre
sussnltorio. S. Felice ad Emu, Galluzzo, Scandicci, Tozzolali
tosa, Marignolle e Monte Oliveto costitulscoilo le località pifi
ifig. 26, pag. 334 e flg. 71 a) ivi la scossa è stata molto foru
r ultima località fece cadere un vecchio muro, e nei monast
520 [1887]
r ultima fece staccare dalle volte qualche calcinaccio. A partire dalla
rogìone sopra descritta, area quasi circolare di 5 chilometri di diametro,
r intensità del movimento sismico andò mano a mano diminuendo e
la scossa assunse sempre più il carattere ondulatorio.
Questo terremoto fu forte (fig. 74 b) a Firenze, S. Casciano V. P.
Lastra a Signa ecc. ; mediocre (e) a Bagno a Ripoli, Pontassieve, Ruf-
fina, Impruneta, Campi ecc., fu leggiero o quasi (dj a Sesto, Fiesole,
Pelago, Rignano, Londa, Figline, Poggibonsi, Castelfiorentino, S. Mi-
niato, Fucecchio e Lamporecchio; fti molto lieve (e) a Calenzano, Dico-
mano, Incisa, Barberino, Montevarchi, Siena, San Geminlano, Certaldo,
Calcinala, Monsummano, Cantagallo ecc.
Inoltre, ma dubbiamente, fu avvertito da qualche persona ad Arezzo,
Volterra, Pisa, Lucca, Pescia ecc.
[1183] 1887. Dicembre 3. Valla Cosentino.
AGAMENNONE: Il tctr. del Vallo Cosentino del 3 dicembre 1887.
Oltre a qualche scossa preraratoria, il terremoto del 3 dicembre
constò di 2 commozioni principali : la prima, avvenuta a 4** 45°> ant.
circa, fu più intensa dell'altra ed assai più lunga (12* circa): a Mon-
grassano (Stazione ferroviaria) fu sussultoria, nelle altre località, com-
preso Bisignano, fu predominantemente ond. : in qualcuna però co-
minciò con una fase suss. più o meno leggiera. La seconda, sentita a
6*» 25" ant. circa, fu generalmente meno intensa dell'altra, eccettuato
in un gruppo di località poste ad W e NW. della stazione di Mongras-
sano : fu pure in generale più breve facendo eccezione per Reggiano
e S. Sosti : questa nuova scossa nell'area più concussa fu suss., altrove
suss. -ond. Per la prima rimasero gravemente lesionati moltissimi edi-
fici, pochi dei quali furono rovinati ; per la seconda molte fabbriche
vennero sconquassate, ma fortunatamente con pochi danni alle per-
sone, avendo la maggior parte delle quali già abbandonate le c^ise.
L'epicentro di questo terremoto pare debba porsi tra la stazione di
Mongrassano ed il paese di Bisignano, più a questo che non a quello
vicino. Con i dati raccolti dall'Agamennone ò tracciato 1' unito sismo-
cartogramma (fìg. 75) da cui risulta che la zona mesosismica disastrosa
comprende (A) Bisignano e dintorni, la maggior parte delle cui case fu-
rono lesionate gravemente e molte interamente crollate. Nella zona rovi-
nosa, che è molto ristretta e di forma elittica, sono comprese la stazione
Mongrassano e S. Sofia (B).
L'area tra fortissima e rovinosa comprende (C) Reggiano, S. Marco
Argentare con la relativa stazione e quella di Lattarico: tale zona, rispetto
alla precedente, è molto più espansa verso NW. L' isosisma molto forte
è assai irregolare, comprende le stazioni di Cassano e di Spezzano,
[18871
Tarsia. S. Cosimo, S. Demetrio C, Acri, Luzzi, li
scaldo, S. Sosti ed Àltomontn : si nota uq notevole a
fctti dinamici a Paola. I limiti estremi dell'isosisma f
bicaro, Castrovillarì e Cassano a N. : Coriglisno, Kost
nd E : Castiglione, Cosenza, ecc. a 8. ; il mare fra
FiG. 75.
caro ad W. : l'ieosisma mediocre (f) verso aettentrion
de] Pollino : ad E. da Sibari a Manda tonccio, da qncsto
e sotto Amantea e Rossano verso mezzodì : ad W. & p'
tirrenica. Infine la leggiera (G) da Salerno a Bernaldd
ad Orioli e Cariati, a Tiriolo, Catanzaro, Serra S. 1
Meaaina e Stromboli. Il terremoto passò inosservato
5^ [1887 - 1888]
Bella, Taranto, lungo la costa del golfo fra le stazioni di Metaponto e
di Amendolara, nei Cotronese, a Gerace ed a Lipari.
Alle due forti scosse seguirono altre più o meno leggiere per circa
15 giorni di segaito : due lievi furono avvertite in Bisignano a 7*» 17" a.
del 7 diceyibre.
A Bisignano cadde qualche frana dal monticello centrale soprastante
al paese : un'altra maggiore avvenne a poca distanza da S. Sosti.
[1184] 18K7. Dicembre U. Bormio (Sondrio).
Denza f. : / Urr. di nov. e die. ecc., pag. 19-14.
V^rso le 1^ 30"» ant. a Sondalo fu sentito un intenso fragore, simile ad
un tuono, e quindi un urto veementissimo cui segui (sempre perdurando
il rombo, ma con carattere di quello prodotto da un enorme carro tra-
scinato su di un selciato) un moto ond. £-W di 4-5* : traballarono gli
oggetti appesi, si arrestarono dei pendoli, le persone furono quasi tutte
risvegliate, si scossero fortemente le soffitte. A ricordo d'uomo non erasi
sentito un terremoto di tale intensità : a Bormio fu ancora più vee-
mente e forte da questo paese a Sondalo, mediocre da Sondalo a Ti-
rano, meno sensibile da Tirano a Sondrio, oltre cui non fu avvertito,
mentre leggermente si propagò al nord del Trentino, nell' Engadina e
regioni limitrofe. A 7** 45" ant. a Sondalo altra scossa solo ond. meno
intensa e lunga della precedente. Nella cartina 64 a pag. 489 con C è
delimitata l'area mesosismica molto forte, con C* la forte, con C* la
mediocre e con C^ la sensibile.
[11851 1888. Febbraio 25. StronMi' (Eolie).
Mercalli G. : L'fsola di Vulc. e Io SlrombnH, Ì886-S8, pag*. 5-7.
Verso le 6*» 21"^ pom. a Stromboli terremoto fortissimo : cominciò
con due scosse leggere ond., dopo le quali ne segui una assai più forte
suss. di breve durata. Alcune persone caddero a terra, molte case si
screpolarono, rovinò qualche vecchio muro : una casa si dovette pun-
tellare e la Chiesa di S. Bartolo ebbe la volta spaccata. Anche al-
l'aperta campagna il movimento del suolo fu moltp sensibile : dalla
< Sciarra del Fuoco > si staccarono molte pietre. La direzione della
componente orizzontale fu ENE-WSW. Al 21 marzo, ad ore 8,50 ant.,
un'altra scossa ond. di brevissima durata e di mediocre intensità ac-
compagnata da rombo causò molto spavento, ma nessun danno ; una
terza avvenne poi a 4^ 6'" pom. del 22 maggio : questa fu violenta
quasi come la prima (25 febbraio), ma di più breve durata. Tali
terremoti furono rist*'etti alla sola isola di Stromboli, tanto che non
vennero avvertiti neppure in Panaria, né in altra del gruppo delie
Eolie. Al 3 agosto cominciò un forte periodo eruttivo all' isola Vulcano,
durante il quale si sentirono leggiere scosse a Lipari e nel Messinese.
A 11** 6*° ant. del 26 dicembre si ebbe una scosBa subb.
mente avvertita a Messina : e nella mattina dello stesso giornc
cellona ed a Castroreale due leggerissime e quattro alquan
sentite a Spadafora con spavento della popolazione : si verificò
screpolatura nelle fabbriche, ma senza alcun danno : Alle 2" 1
poi scossa leggiera e Lipari.
[1186] 1888. Luglio e. Ti
De Boesi U. 8.: ìfasiiml lUm. ilat., tass, pag. Isa-i. - Boll. meni. oss. ai Ifoncr
tembre 1888.
Due terremoti assai intensi si fecero sentire nella regione te
l'ano a 5" e l'altro a IO*" pom. circa : non avvennero disasiri,
mancarono i danni : dall'esame dell'area di massimo scuotii
De Kossi ritiene che l'epicentro sia stato nell' ultimo tratto di
Vomano cioè a Teramo (danni di lieve momento in cittii, n
qualche casolare in campagna), a Notaresco, Basciano. Gu<T
mano, Ganzano e Forcella.
[1187] 1888. Agosto-settembre. S. Ur«BEO Nuovo 'Vitei
ao boss: M. S. -. llasilml sism. Hai. anno mei. isss, pa?. 20^-6 - Costa a . : Sfop.
nel ViteTbtM ecc. - Ball. vulc. ilal., voi. xv-xvi, pag. me» - Boll. mens. rf
d( l/OHcalleri, serie II, voi. vili, pa«. 152-8 e m.
Dairil agosto in poi la regione del Iago di Bolsena, spcci
la parte Bettentrionale, fu agitata da un forte periodo sismico.
scosse cominciarono a sentirsi a Latcra e S. Lorenzo Nuovo '
IO'' pom., qnella avvenuta in detta ora a Grotte di Castro fu
forte: verso lo 11'' 30"" p. altra meno intensa e ad !'■ ant. del
l'iii leggiera, e così pure nd 8'' 30°" pom. dello stesso 12. Le s(
presero con qualche energia al 30 di agosto : a SHb'" pom. se
una piuttoBto forte segait» (in replica leggerissima b" dopo:
gencralmtnte ond. NNW-SSE. estendendosi su questa linea con
inicnsltA da Marta e Cnpodimonte sulle rive del lago, Ano ad
pendente: su tale linea, che forma 1' asse maggiore dell' ai'ea
scossa, i paesi più colpiti dalla veemenza degli urti e dai f
rombi furono S. Lorenzo Nuovo e Grotte di Castro. 1 limiti >
minore dentro i quali le scosse furono pure abbastanza sen
trovano in Bolsena a levante ed in Latcra a ponente. Per h
(^ostruzione degli editicii i danni furono minimi. Al 31 agosto,
id a 4'' ant. del 1° settembre due .-iltre scosse : a Grotte di G
a S. Lorenzo Nuovo a U'' 5'" ant. del 2 settembre altra lieve:
;i 1" .tO" e i'' ant. e 10" pom. del 3 tre lievi ; in ambedue le
calila a 4'' ant. e 2'' pom. del 6 due leggerissime; a 4'' ant. ■
S. Lorenzo i-ombi replicati: quivi ed a Grotte a 3''35'"p. dell
524
[1888 - 1889j
sensibile con rombo ed altra nel giorno 18 ad 1^ ant. e cobì pare a
di' 20- e 11^ pom. Nella cartina a pag. 18^ (fig. 12) è delimitata Tarea
mesosismica e l' isosismica sensibile.
[1188] 1888. Settembre 26. Gaagl (Palenno).
SILVESTRI 0. : Etna, Sicilia ed isole mìe, adiacenti nel 1888 ecc., pag. 352-3.
A 4^* 30™ ant. del 26 settembre a Oangi tre scosse consecutive, una
delle quali molto forte incusse panico generale nella popolazione e fece
cadere degli oggetti, senza apportare danno notevole agli edifici.
[1189] 1889. Marzo 8. Bologna.
Boll. mens. dell' Oiserv. di Moncalieri, voi. IX, pag. T7-9 - Suppl. al Boll. Mei. dell' V. C. it
Meteor., anno X[, N. 19 (20 marzo 1888).
Alle 3*^ 47"* 4' ant. fa sentito in Bologna un gagliardo terremoto
composto di due scosse vivissime a brevi minuti d' intervallo V una
dall'altra e della durata di 5' la prima e di 3* l'altra : non arrecarono
danno notevole : scricchiolarono i mobili, tintinnarono i vetri, suona-
■t 7 . 1 . f
\y?w'
.:>.•&
Fio. 76.
rono i campanelli e le campane, cadde un vecchio comignolo del pa-
lazzo comunale già in cattive condizioni, rimasero infranti dei vetri e
si produsse qualche piccola screpolatura in alcune case (fig. 76 A).
Fuori di Bologna il terremoto fu meno intenso : fu quasi forte a
Castel Maggiore e mediocre (B) entro un'area elittica il cui asse maggiore
à per punti estremi Lonigo e Firenzuola, ed il minore Carpi e Co-
macchio, le quali località distano rispettivamente da Bologna Km. 100.
40, 50 e 70 circa : vale a dire la scossa si propagò con intensità me-
diocre molto dì più dalla parte di nord, verso il Vicentino.
Verso sud fu sentita debolmente fino a Firenze (C), verso nord nella
pianura Padovana ed a Verona : dalla parte di occidente a Mantova,
a Parma, Reggio : si propagò quindi fino quasi a Porretta e fu sentita
anche a Massa, Spezia, Chiavari e ad Altare (Savona).
Dopo 4-5° circa, si ebbe una lieve replica : in molte località la
prima scossa fu accompagnata da rombo.
PegK'o Catlas (Perugia).
[1190] 1881. Aprilo 6.
Bull, inent. OtlVOs*. di ilmeaUeri, voi. a, pag. »-llD.
Verso le 3* SO" p. «na scossa euss. con rombo imeneo fi
qualche calcinaccio : fa piti forte a Catino che a Foggio e
anche a Cantalnpo, a Galnntiao e fino ad 1 km. da Poggio M
le I(y e le IO** '/> P- dne repliche più brevi, la eeconda dellt
intensa : a 7^ a. de) 9 una forte ed altre più o meno leggeri
lieve rombo maBsime nella notte fino al giorno 27 maggio,
tobre an' altra sensibile (8'' 45°> p.)
L1191] I8SB. Maggio 27.
Su GioTuii ìd Fiare (C
Bull. mena. deU' On. ai Uoncaltert, voi. IX, pag. Ilo.
A 11'' IS" p. Utta forte scossa ond. fece cadere qualche p
Calibri
Verso le S" 10" p. del 10 gennaio una forte scossa ond.
3' fece oscillare le imposte a Tirlolo: fii seguita a 2" a.
una replica (fig. 77 A) : nella stessa giornata, verso le 8>' 10
scossa allo Stromboli (B). Al 7, 8,17 e 18 febbraio, e 2 aprile
vario scosse lievi a Messina (C): ad 8''45''e IC^p. del 6 aprile e
ond. scossero il Forte Spuria (Messina) propagandosi la prir
Fio. T7.
holmente a Oanzirri (D) : nel maggio qualche altra scossa a 1
giorno 9 (10^ IS", 11* 30™ p.) e nel 14 {i^bh" p.) l'ultima
più sensibile: a Stromboli se ne senti una lieve a 7'' 35" a.
Lipari due cioè a 9* 43" a. del 10 ed a 11"" 18- p. del 19(11
10* a. del 29 maggio una scossa leggera seguita da altra for
Intenso rombo fece scricchiolare le porte e dar dei rìntocch
pano di Bova : pare sia stata più intensa ad Africo (E) giacché i
un pezzo di muro : fu sentita a Bova Marina, Condofuri,
Roccaforte (E') o sensibilmente anche ad Oppldo Mamertina
tiuestfl scossa subentrò un periodo di quiete tino al & otto
526 [1889]
verso le 2^52" p., 'ina forte scossa snss.-ond. dì 2* urtò Tropea (F)
facendovi cadere alquanto intonaco nel duomo : fu forte suss. a Rosamo
e dintorni, allo Stromboli (F') : fu sensibile ad Oppido M. con caduta
di un po' di intonaco : fa avvertita sensibilmente a Palmi, a Scilla, a
Forte Spuria, al Faro, a Ganzirri (F")«. e leggermente a Geracc Supe-
riore. Quivi poi (G), 6** 43" pom. del 14, fu generalmente intesa una
scossa ond. NE-SW di 2" stata sensibile ad Oppido. A 2^ 34" a. del 23
novembre scossa mediocre a Lipari (H) con rumori e tremolìo di vetri
(eruzione fortissima a Vulcano) ed altra a 2*" 23" a. del 21 dicembre.
[L193] 1889. Agosto 25. Patrasso.
Bull, meìis. dell' Oss. di Mancai ferl^ voi. IX, pag. 161.
Il 25 agosto, a 9** 15" p. circa (t. m. Atene) violentissimo terremoto
con epicentro nel golfo di Patrasso ; si propagò in Italia ove fu mag
giormente inteso in Terra d' Otranto, a Lecce e dintorni, come Oria,
Nardo, Brindisi : si rese sensibile a Pomarico, ad Avellino, a Pozzuoli,
e fu sentito nella zona SE della Sicilia (Siracusa, Vizzìni e Mineo), e
leggermente anche a Messina.
m
[1194] 1889. Agosto 26. Castel di Sangro (Aquila).
Bull, ntens. dell'Oss. di Moncalieri, voi. ix, pag. 161.
Fra le 6** e 6** 5" a. un terremoto urtò la regione dell'Aquilano e del
Molise : a Castel di Sangro provocò la caduta di calcinacci e V aper-
tura di lievi crepacci nelle mura dell'ospedale. Fu sensibilmente inteso
a Montecassino e da poche persone ad Isemia ed a Solmona.
[1195] 1889. Tolmezzo (Udine).
Taramelu t., Pirona g. a. e tommasi a.: Dei terremoti avvenuti in Tolmezzo ecc., nel-
Vanno i889.
Il periodo sismico del 1889 cominciò a Tolmezzo il 24 giugno, a
4^ 30°^ a. con una scossa suss.-ond. E-W di 5* abbastanza intensa da
destare le persone dal sonno : a 7** 45" a. ne segui una più breve ma
assai sensibile ed altre leggere nella giornata. Nei giorno 25, a 2*» 25" a.,
a Tolmezzo una nuova commozione suss. di 5" incusse panico grandis-
simo, fece suonare parecchi campanelli, distaccare dei calcinacci : fu
seguita nella giornata da lievi repliche e da cupi rimbombi : nel giorno
26 non si avverti scossa alcuna : nel 27 invece se ne ebbero varie sen-
sibili. Fino oltre la metà di agosto non successe alcun fenomeno degno
di menzione se si eccettua un rombo sentito circa la mezzanotte del
6 luglio, accompagnato da leggerissima scossa mentre in questa gior-
nata, ad ora non precisata, si avvertirono due scosse nella valle del-
l' Incaroio. A 2^ 15"* a. del 21 agosto una nuova commozione ond. di
pnrecch
e inacci
altra se
di uo p^
forte re
cbiolan
fenditoi
neva. 6
Emcno)
AI legni
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Hcgnitt
scnll a
r inter
' 528 [1889J
scuotimento ond-suss.-ond. di 5' accompagnato da forte boato : si arre-
starono i pendoli, si riaprirono vecchie fenditure, se ne produssero
delie nuove, taluna sì grave da compromettere la stabilità degli edì-
ficii : il carcere, il tribunale ed alcune case soffersero danni di non
lieve momento (B). A Caneva, quantunque a poco più di 1 km. da
Tolmezzo, fu meno intensa, e cosi pure a Moggio (SSW-NXE, seguita
5™ dopo da altra): fu forte oppure quasi forte (B") a Vinaia, Avosacco.
Sezza, Paularo^ Illeggio : tu sensibile a Buttrio e leggera ad Exemon.
Quinis, Emenonzo, Socchievc, Ampezzo, Preone, Lauco, Villa Santina.
Resciutta : fu leggerissima a Forni, Clauzetto, Vito d'Assio : fti insen-
sibile a Paluzza ed a Pinzano. Nello stesso giorno 13 ottobre alla for-
tissima scossa, testé succintamente descritta, ne seguirono due altre:
la prima abbastanza gagliarda da far cadere alcune pietre dai muri di
cinta : l'altra molto più leggera. Ad 1** 30" p. a Dierico (C; furono intese
due scosse assai vicine, passate inosservate altrove: al 14 ottobre di
mattino ad Avosacco (F) una scossa ed altra abbastanza sensibile nel
giorno 15 passato tranquillo a Tolmezzo, ove nei di seguenti fino al 27
si ebbero parecchie scosse, qualcuna delle quali un po' sensibile. Il 3
novembre, a 9** e 9** 45" a., due scosse ai Tramonti e nel 10 varie altre
tra le 7^ e le 10^ p. sentite con qualche forza a Forni di Sotto e ad
Ampezzo (I e I").
Qualche scossa isolata fu sentita pure a Moggio (G) dopo il 13 ot*
tobre ; ad Allegnidis e Lauco (H) al 16 ottobre (4^ a.), ed a Meduns (L)
nella sera del 9 novembre.
[1196] 1889. Dicembre 8. Regione GargaBica (Foggia).
Baratta m. : Sulla attività sismica nella Capitatìata, pag. 25-Sl (estr.)
Su questo estesissimo terremoto nella memoria citata trovasi un
quadro in cui si trovano riunite tutte le notizie che mi fu possibile
rintracciare. Dall' esame m dalla discussione dei dati, risulta quanto
segue.
Per effetto di questa scossa a Vico si ebbero non pochi danni agli
edificii ; suonarono le campane, si arrestarono gli orologi, si rovescia-
rono degli oggetti mobili, caddero dei pezzi di cornicioni, di calci-
nacci, si screpolarono degli edificii anche di buona costruzione e pa-
recchie colonne del porticato del nuovo fabbricato scolastico, sebbene
munite di catene di ferro. A Cagnano Varano caddero delle pietre
dalla volta della chiesa. Al semaforo di Torre Miletto si ebbero diverse
lesioni nella volta di una stanza superiore. A S. Marco in Lamis si
aprirono parecchie fenditure in diverse case del paese ed aumenta-
rono in modo minaccioso quelle della chiesa collegiata prodotte dal
terremoto del 1841 (N. 966). Ad Apricena crollarono due volte. Alle isole
[1889]
Tremiti la Bcossa diede laogo a molte Bpflc-atare ai vt
causando danni anche agli altri. Queste località sare
nell'area mesoBÌBmica del terremoto (flg, 79 a).
La zona forte si mostra notevolmente espansa langi
dionale dell' Adriatico : la relativa isosiemn corre eotto
Lncera ed infine passa appena al di qua di Aprìcena (
La linea delimitante la zona di mediocre intensità e
rotondo, Pomarico, Kavo, Benevento, Roccamonfina, Si
Caldarota, Penne, Annone, CìTitacampomarico, Termol
La isoeisma leg^ra comprenderebbe Brindisi, Le
S, Albata, Avellino, Napoli, Vellctri, Roma, Poggio S.
Rieti, Firenze, Bologna, Salò, Desenzano, Marostica,
L-d inBne Belluno, Longarone, Gemona e Venezia [dd).
Nella zona isosismica leggerissima, vale a dire ove i
Fio. 79.
terremoto dalle persone, ma venne solo avvertito dagli
rcbbero incinse Ischia, Siena, Possano, Alessandria e
modosaola, vale a dire quest' area si mostrerebbe notev
nella parte occidentale dell' Italia superiore.
Riguardo all' altra sponda dell' Adriatico poco o i
sapere : secondo l'Ufficio idrografico di Pola la scossa
!!0lo in questa città, ma anche in Dalmazia. Però in
aensibile alle persone, passò affatto inosservata al sìs
strumenti magnetici. Ija direzione della scuola nautica
colo comunicò che quivi si senti pure una scossa oi
durata maggiore di 2* e colla direziono da Greco a Li
fu accompagnata da lungo rombo : essa venne avvertii
Interpellata la direzione della Società di navlgazio
liana se qualche piroscafo di stazione in uno del port
u «laivi transitante, avesse inteso la scossa, rispose
mandante dell' < A. Vespncci >, ormeggiato nel mal
BAKiTTAi Ttrremoti ecc.
530 [1889]
cembro in Ancona, a 100 metri dalla banchina, aveva notato che raria
era alquanto burrascosa, e che il mare nel porto era oltremodo ag:itato
ed in modo tale da non corrispondere punto alla forza del vento di
WSW. che debolmente in allora spirava.
La massima lunghezza dell' area scossa correrebbe da Salò a Lecce.
misurando 850 km. circa.
La commozione tellurica «bbe una durata abbastanza lunga, dovuta
od al succedersi di parecchie scosse a brevi intervalli, oppure a riprese
nella intensità.
Dair andamento dell' Isosisma fortissima e dalla forma della scossa
avuta in quest' area pare che il centro dello scuotimento si debba
collocare in mare, fra le isole Tremiti e la costa settentrionale della
penisola garganica.
Le ore più attendibili per il primo istante della scossa sono :
Spinea di Mestre . . . 6** 15"* 23* ant. (i, m. Roma)
Piacenza 6. 13. 30 » >
Parma 6. 12. 36 » »
Bologna 6. 12. 5 > »
Firenze 6. 12 0 » y>
Per le località prossime air srca di maggior scuotimento si può forse
ritenere che la scossa sìa stata sentita circa le 6*» 8" ant.
[1197] 1889. Dicembre 12-13. S. Piero e Ba^o in Rosagna (Firenze).
Fra le 11»» 50 e le 12»> p. della notte 12-13 dicembre a S. Agata
Feltria si senti una scossa che fece muovere le imposte : fu abbastanza
forte a Bibbiena e più intensa a S. Piero ed a Bagno di R. ove fece ca-
dere due fumaioli. A 4*» 5"» a. del 13 a S. Agata altra sensibile ond.
che fece muovere sensibilmente le porte e gli oggetti appesi.
[I198J 1S89. Dicembre 25. Dintorni dell' Etia.
SILVESTRI o. e S. ARCIDIACONO: EUa, SiciU^, ecc. ìlei ranno i889,:p^g, 26-27 - Bull, fnent.
dell' Oss. di Moncalieri, voi. X, pag. 30-1.
Un terremoto intenso e localizzato colpì, a 6^ 23" p. del 25 dicembre
il fianco SE. dell' Etna nei territori di Zafferana e di Acireale, special-
mente il tratto della costa marittima posta superiormente all'ultima
delle due localitA. Infatti a Carico, Linera, S. Tecla, Mortaro, S. Maria
Malati (fig. 69, pag. 508, a) molte case di campagna, anche solidamente
costruite, furono assai danneggiate e, benché non completamente rovo-
sciate, furono in modo si grave lesionate da essere rese inabitabili : al-
cune abitazioni rurali farono abbattute : uguale sorte toccò ad un gran
nnmero di muri a secco : si ebbero a lamentare pochi
la scossa fa ond.-BUSS. dì 25' ; innusse grande panici
che aacl all'aperto e fece suonare alcQDÌ tocchi alla
logio : aguale IntenslU ebbe pure a Zafferana (6), ove
A Giarre e Viajjrade (e) fu generalmente avvertita per
bili : a Riposto, a S. Alilo a Nicotosi, a Pedara,
Trecastagai (dj la scossa non fu intesa generalmen
oscillare delle lampade a lunga sospensione, ma nes
movimento del suolo, segnalato come ond. dagli sti
vatorio. Al 26 fìtrono avvertite altre leggere scos8<
colpite, fra cui una verso le 11** a. e l'altra a 3'
cadere qualche casa gi& conquassata dal precedente
[1199] 1890. Marzo 26. Ui
Bull. binu. deil'Ou. di Uonealtert, toL X. i»g- ti • Suppl. al Boll.
Num. IV (10 aortle ISBO).
Questo terremoto fii sentito nelle provincìe di £
Trentino, in quelle di Vicenza, di Verona ed in una
tellina. La zona di massimo scuotimento pare sìa
//'
::.-. ^.
r^lZ
?' I
:^«
;-v^::l!--.r.2:,gfe:'
FlQ. 80.
meridionale del Cadore : a hongaronc due urti inton
piU forte del primo) produssero oltre che dei crepa'
nature, grande sbigottimento negli abitami. Partendo
ilig. 80 A), il movimento andft a poco a poco diminuer
farle (A') a Belluno, Feltro, Vittorio, Oderzo, S. Vito d
u ^auria : iu qucst' ultima fu anche notato qualcl
mediocre (A") a Pordenone, Codroipo, Treviso, Bassan
532 L18W - 1891]
e Rocca Pletore : fa leggero a S. Daniele, ad Udine, a Spinea, a Bar-
barano, a Rovereto, a Pergine, a Cavalese, ecc. : a Venezia pare sìa
passato inosservato alle persone : fu indicato dai soli apparecchi sismici
a Bologna, a Firenze, ecc. La scarsezza delle notizie non permette di
delimitare con maggior precisione le isosisme. Nella maggior parte
dei luoghi più scossi il moto predominante fu V ond. ; però in qual-
cuna delle località più colpite non mancò il suss. In parecchi punti,
come a Longarone, Rocca Pletore, Treviso, Conegliano, Spinea, Ve-
rona, le scosse farono due : ad Oderzo se ne ebbero tre, la prima suss.
le altre due ond. NW-SE. A Longarone le due scosse avvennero a 5"
d' intervallo. Riguardo all' ora Treviso da 9*» 8" p. ; Spinea 9** 9" 26»,
Asolo 9*" 10-12", Belluno 9^ 12", Bologna 9»» 12» 42« (Osserv.) e 9*» 13™ 24'
(S. Luca) e Firenze 9*» 19." La durata del movimento fu assai lunga
specialmente nei luoghi più nordici : a Codroipo fa stimata di quasi 3(>\
di 32* a Conegliano, di 23" a Barbavano e di 10» a Pordenone : a Lon-
garone infine di 6" la prima e di 4-5" 1' altra. Quivi, come a 8. Vito,
Codroipo, Feltre, Oderzo, alla scossa fu contemporaneo il rombo.
[1200] 1890. Maggio 24-25. PaDtellerìa.
Ricco a. : Terr. soUev. ed eruz. sott. a Pantelleria ecc., pag. 4 (estr.)
Al 24-25 maggio del 1890 nelle contrade Gadir, Tracine, Ghirlanda,
Serraglio, Rackbale, fino a Scauri, cioè nella parte SE. dell' isola, vi
fa un forte terremoto con rottura di una quarantina di cisterne d'acqua :
nei quindici giorni successivi si produsse un sollevamento della costa
NE. deir isola da Punta Caruscia a Punta Tracine.
Circa il 12 giugno 1890, verso sera, si fece sentire una nuova scossa
ed altra parecchi giorni dopo : né V una né 1' altra farono avvertite
nella città di Pantelleria.
[1201] 1891. Gennaio-agosto. Eolie.
Suppl. al Boll, rneteor. ecc., N. 2 (16. n), 3 (21. m), Il (1. vi) e 14 (15 x).
In quest' anno a varie riprese le Eolie, specialmente V isola di Sa-
lina, furono scosse da terremoti.
Gennaio 16 — T'^SG" a., Salina, forte ond. di 7» sentita anche a Lipari.
26 — 4*» 10™ a., Stromboli, fortissima e breve scossa (il cratere ri-
prende attività).
Giugno 27 — 0^45™ p., Salina, forte ond. NNE. di 3»: 1»»2»50« p., lieve
ond. di 1*: P 11" 48" p., fortissima ond.: 4*» 56" p., sensibile
ond. di 3."
Licglio 11 — 5»»1« a., Salina, leggera ond. di 2»: 5»» 35" a., altra ond. di 3*
piuttosto forte.
Agosto 31 — 7*^48" a., Stromboli, forte seguita da eruzione : a 7^ a, circa
scossa a Maida (Catanzaro).
[189IJ 533
[1202] IS9I. GeDDaio 20. Valline. Pienone.
Suppl. al Boll. tHtieor., anno Xlii, N. « (te febbraio IBBI) - Boll. metu. dtlf Ou. di Uotica-
lien, voi. XI, pa£. 5fr4.
U terremoto del 20 gennaio ei estese Bopra ana notevole zona d'Italia,
della Svizzera e Francia : in Italia il movimento si propagò eopratutto
sul versante meridionale ed orientale delle Alpi Penninc, e
panto delle Lepontine, cioè delle valli dell' Ossola, delle
Bielleee e di Aosta; microsismicamente fu indicato dagli a[
smici di Moncaliei'i, Fossano ed Alessandria: però in xaoà
(inalcnno f^ inteso anche ad Albenga (Genova). La prìm;
venne a i"" 10-20" a., la seconi^a a 4" 36™ a. circa e la terza a
la principale fu la seconda. Nei luoghi piti settentrionali,
dell' Ossola e della Sesia, fa prevalentemente end. con liei
della dorata di 6-10": caasd rumore allo porte ed alle fine;
zione di og^ttì appesi. L'intensità andò quindi diminuent
valenza della forma ond. e con la durata di 1-4.' In Va
Sesia ed Aosta si senU un forte e prolungato rombo, che In
fa stimato precedente, in altri concomitante o susseguente al
Il centro pare sia stato nel Vallese, ove però non prodnsa
cune. I limiti estremi interessati dalle onde furono a I
S. Albenga, ad E. Meema, ad W. S. Malo : escludendo S.
benga. come punti scossi isolatamente, si devono sostituir
mente Biella e Bourg.
[1203] 1881. Aprilo 24. Pesci
Rupp. V al Boi. HtìVUff. C. ai UtUor., anno Xin, N. 152 (I. Vi, 91).
Circa le 7'' 45" a. del 24 aprile a Pescia scossa istantam
rombo ; fece suonare dei campanelli e cadere qualche co
sentita con rombo a Villa Basilica e da pochi a Monte C
Xìevole, a Montecarlo ed a Vellano : passò infine inosserva
ed a Lamporecchio. Ad l" p. a Pescia replica simile, ma p
[1204] 1891. Muggì» 0. Swnio
Suppl. V al Boll. tneleoT., n. 102 (I. vi. Si) - Cacciahau o. b.; Il ttrr. Sora
Al 9 maggio, verso l*" 15"" a., un terremoto abbastanzi
Sora ed Isola Liri (flg. 81 A) : la scossa, suss.-ond., fu
tutti per forte tremolio ; anzi molti, spaventati, abbandonai
caddero delle pietre, dei pezzi di intonaco, si arrestarono d
Il movimento del suolo si propagò fortemente (A') fino a l
Avezzano, a Filettino, ad Alatri, a Supino, a FrosinOE
Secca, a Cassino, a Vicalvi ed a Villa Vallclonga e medioci
fa sentito a Velletri, a Geccano e ad Atlna ; più deboli
53^
[iggij
biaco ed infliie da. pochi a Ceprano od a Rocca di Papa. L'epicentri
di questo terremoto si deve trovare nei preesi di Sora ed Isola Liri.
Come bì vede molto dlvcrea fu la propagazione dalle varie pani del
supposto epicentro. Verso S. le onde sismiche giunsero solo fino oli»
linea Ceccano-Po&-Cassino, vale a dire fra i 20-30 km. di distanza:
passarono inosservate a Palvaterra, Pico e Picinisco (25 circa) ed a
Villetta Barrea (30) e non giunsero a Castellone, cioè alla distanza
FlG. 81.
di 40 km. circa; a nord invece si estesero maggiormente, giacche
giunsero ad Ovindoli (50) : ad W, dopo avere interessato fortemente
parte del circondario di Frosinone, si spinsero sensibilmeate fino a
Rocca di Papa (75 km. circa). La zona commossa da questo scuoii-
mento à foima elittica il cui asse maggiore, da Picinisco ai Colli l'o-
ziali, misura 100 km. circa, ed il minore, da Ovìndolì a Pofl, circa 70.
[1205] ISSI. Giu^o 7. VeraacM.
Baratta U. : /( Itrr. veronese dei 1 Qlivno ecc. - A. Gothan ; n Urr. veron. ael 7 aim'
iSOt i I due Brandi terr. del 7 Qiìtgno e del SI agoslo ecc.
Su questo fenomeno ò pubblicato una estesa relazione, perciò qui
mi accontento di riferire i principali risultati dello studio fatto : nelli
costruzione della qui unita carta (tig. 82) ò apportate parecchie raodi-
flcazioni al primo tracciato delle varie isosisme, e cid per nniformanui
ai concetti direttivi del presente lavoro.
[1891] 535
Non mancarono i fenomeni precursori fra cni alcune acceee lievi, una
avrertita circa le 11* p. del giorno 6, ed altre fra 1" e 1'''/» a. de] 7 in
parecchi paoli del veneto e della limitrofa regione bresciana : i-nnì mira
<iaalche minuto prima del grande pavossismo pareccliit
zioni fnrono sentite qua e I&. La scossa rovinosa avvenn*
■ Osserv. astr. di Padova) ed in tutta l' arca danneggi
10-12': cominciò con un intenso sussulto, cai tennero di
dulazioni ; nelle lontane prevalse, rare eccezioni fatte, li
Questo terremoto si rese sensibile su una zona assa
forma quasi di triangolo, con la base a nord, contro
quella appuntita a SE, lungo cioè il versante Adriatico,
Le località estreme ovi fu sentita la scossa, procede
N. ecc., furono Trieste [205 km.], Anronzo [162], Borm
venna [163], Domodossola [230], Torino [280], Asti [240],
Cliiavari [200], Lerict [190J, Massa [185], Pisa [210], Fin
bino [230], Ravenna [147] ed il litorale adriatico Ano a
6 detto sopra {').
Con la scorta dei dati raccolti possiamo dividere l'ai
ÌBosismicbe: la zona mesosismica rovinosa (A) compren
Badia Calavena, Castagne, Cogolo, Marcenigo, Scorgi
Tregnago e Trettene : ivi parucchie case rimasero distru
inabitabili e qna e la si ebbe pure a deplorare qualche
Ìj' andamento generale delle isosìsme quasi rovinoe
sima (C), forte (D), mediocre (G) e leggera (F) è di:
caru che mi dispensa da )>rolisse descrizioni : solo q^
qualche particolarità. La zona quasi rovinosa (B) rispi
sismica si espande verso oriente ; mentre la isosisma fo
trova quasi egualmente sviluppata da tntle le partì del
gior scuotimento : però tale ìsosisma verso i monti Lesi
brusca insenatura rientrante.
La Ìsosisma forte (D) & un decorso molto irregolare :
E. raggiunge i 39 km. circa, a NE. 45 circa, a N. 30, a I
circa 50, a SW. 45 circi ; invece dalla parte di S. e di f
allunga in modo da comprendere Mirandola, Badia Poi
Uovigo ed anche Comacchio, la quale ultima località e
centrale considerato 120 km. circa ; per di più noto che
preaa fra Badia Polesine, Sdenta e Itovigo si appalesi
incremento di Intensità; dal lato del Garda tale Isosie
la sponda veronese fino sotto Malcesine, mentre sull' op[
536 [1891]
si protrae in modo da includere Salò ed i suoi dintorni. La ìsosiflmic
mediocre (E) a N. corre fino a 110 km. di distanza da Badia C.-Tr<
gnago ; ad W. giunge a Novara, che ne dista 200 e ad E. Latisai]
ed Udine a 145 e 170 km. rispettivamente; n SW. l'intera LfOinellìB
viene tagliata fuori, mentre restano inclusi l' oltre Po Pavese, Ale
sandria [215], Cassine [225] e Novi : Massa-Carrara, Castelnuovo i
Garfagnana e Lucca sono compresi in una nuova profonda insenatun
che si diparte da Pellegrino Parmense e Fiorano, situati rispettiva
mente a 132 ed a 115 km. di distanza, mentre Lucca rimane a 10
circa. Verso SW. circa per la linea Fiorano, Bologna, Lugo, Ravenn«
r isosisma mediocre va a mare ; di notevole abbiamo incrementi eeu
sibili di intensità a Tirano, a Soncino, a Baricella ed a Cavazacch^
rina. Dell' isosisma leggera (F) dirò che ad W. raggiunge i 280 km. t
ad E. i 205 : verso N. poco o nulla sappiamo : a SW. tale zona è limitatj
dal mare da Genova a Pisa : verso SE. circa si spinge fino ad Urbino
cioè a 230 km. circa. Però debbo notare che in questa direzione U
scossa fu lievemente intesa anche a Caldarola ed in modo isolato a
Borgo Collefegato che distano rispettivamente km. 300 e 400 circa.
Alla grande scossa del 7 giugno, tennero dietro numerosissimi mo-
vimenti del suolo, interessanti specialmente la regione più colpita:
durante i mesi di giugno e di luglio si avvertirono repliche quasi
giornaliere, le quali andarono poscia di mano in mano scemando di
numero e di intensità, presentando qua e là dei massimi assai accen-
tuati. Le principali furono le seguenti : quella del 7 giugno a 5^ Ve P*
circa stata fortissima a Crespadoro, ove fu giudicata più forte di quella
delle 2*^6° a. circa; quella delle 8''30" a. circa dell' 11 giugno stata
fortissima a S. Giovanni Ilarione, a Cogolo, a Badia Calavena, a Tre-
guano, a Marcenigo, a Guldizzolo ed a Cauriano. Nel giorno 15 giugno,
a 2^ 25" p., scossa violenta a Ponte sul Mincio ed a Somma Campagna :
nel giorno 29 dello stesso mese, ad 8^ p. circa, altra fortissima a Badia
Cai., a Cogolo ed a Marcenigo; al 20 agosto, a 10**74P-i * Velo Ver.
a Badia C. ed a S. Mauro in Saline. Di quella deli21 agosto ~ la
principale fra tutte quelle sentite dopo il parossismo del 7 giugno —
darò fra poco qualche notizia riassuntiva : intanto aggiungerò che dai
catalogo delle repliche inserto nella mia memoria, appare che la mag-
gior parte di esse furono vere ripetizioni del terremoto del 7 giugno:
ma che qua e colà si ebbero fenomeni sismici d' indole locale, vale a
dire provenienti dal ridestarsi di altri centri di scuotimento, forse in-
fluenzati dalla commozione principale.
La replica del 21 agosto, dianzi ricordata, fu abbastanza forte da
recar nuovi danni ai fabbricati ; avvenne a 9** pom, circa e fu vio
lenta in special modo a Badia Calavena, Bolca, Cazzano di Tramigna,
■ ■ — i _ ■
Cu0/Mtc'*, .fit«A««'^
• Torino
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■SLJAiS^.
4
FiG. 82 - Terreni
[imi] 537
itro. Colà, Mezzane, S. Mauro in Saline. Perini, Tregns^ e Cliiampo ;
rovinò qnalctie casa intatta o danneggiata precedentemente ; fece
«attere parecchi muri, moiti comignoli, aprire nuove fenditure ed
irgarne aitre preesistenti (6g. 82 a).
Dall' andamento generale del fenomeno — le cui ia
nte nella carta — Io sono convinto che questa scoss
ierare come una vera replica di quella del 7 giugno
larìtA che anche In questa commozione le Isosìsme ci
ee intensamente {b) e mediocremente (e) scosse verse
juanto allungate e che si riscontra un notevole incrt
tti dinamici sulla sponda bresciana del Benaco. L' a
nna triangolare i cui vertici sono Longaronc, Bologn
lea retta fì'a Iiongarone e Garlasco corrono 265 '.
lesto paese e Bologna poco oltre 200 e cosi pure fra
irone. Longarone, Bologna e Garlasco distane risi
adia C.-Tregnago 115, 120 e 180 km. circa ; vale a d
; propinò molto più verso W. nella valle Padana, che
arti.
[1206J 1891. Agosto 1. Li|
MI. meta, atifou. ai ìioncalien, rol. xi, pag. 168.
Alle 2''30°' p. circa, fu sentita nna scossa nella par
iel versante adriatico, cioè nelle provinole di Savcnn
Ferrara : in generale fu ond. : e ond.-suss. nelle loca
Intensa. L' area più commossa sembra essere stata tra
Faenza e Lngo : ivi fece oscillare e cadere oggetti, C'
abbattere un fumaiolo. Fu seguita da repliche minori.
[1207] 1891. Ottobre 1. Nooteeu
Boll, titmt. Oell'OU. at Moncalieri, toI. xii, pa?. 8.
A 6^ 57" p. del 1° ottobre a Monteeasslno si intese ti
che fu si forte da far aprire alcune nuove lesioni e e
vecchie : nella sacristi» dell'Abbadia caddero alcnni pE
la sua durata fu stimata di 2-3. * A l^A'^ pom. una s
10" 30" p. circa una replica ed altra poco prima di
1" 'Zb" a. del 2 scossa abbastanza sensibile : a 4'' a. un
ÌD seguito. Anche a Cassino fìirono intese in modo si
popolazione nscl dalle case : a Villa 8. Lucia fu avv<
e noD fortemente : fu sensibile a Piedlraonte e leggei
resto questa e le altre passarono inoeservate nei vari
cini^ come si vede dalla cartina che ai trova a pag. 5
539 [1891]
•A^^M^K>
[1208] 1891. Ottobre 6. Sellant (Perugia).
Boll, tnens. di Moncalieri, voi. xil, pag. 8-9.
Verso la 1^ 27*° a. una scossa [abbastanza forte colpi Sellano, ove
produsse screpolature in qualche casa e fece cadere dei calcinacci ed
un comignolo : questa è la localitÀ dove il ten*emoto fu sentito più
intensamente : fu avvertito da moltissimi a Trevi, a Cerreto, a Preci.
a Caldarola e più o meno sensibilmente su una zona elittica che da
Pioraco si protende fino a Poggio S. Lorenzo in senso N-S e da Spello
a Sarnano in direzione normale : V asse maggiore risulta quindi di
circa 110 km. ed il minore di 50. Fu seguito da qualche replica.
Nella figura 94 sono delimitate la zona mesosismlca fortissima B e
la isosima forte B' e sensibile B".
[1209] 1891. Ottobre 14-26. Pantelleria asola).
Baratta m. : Oh odierni fenom, endog. di Pantelleria ecc. - Ricoò A. : Terrem., solìevaMento
ed eruz. sott. ecc.
Nel giorno 14 ottobre, a 3^45™ p., a Pantelleria scossa suss.-ond.
N-S di 5' preceduta da lieve rombo : altre suss. a 4** 40", h^ e 5*» 20^ p. :
dalle 6^ p. del 14 a 7^ p. del 15 ad intervalli di circa mezz'ora varie
altre scosse suss. abbastanza notevoli, precedute da rombi : a S** 40" e
7^ 30°" ant. due alquanto forti. Alle 2^ Vt A- presso la punta Kamscia
violento scuotimento ond. NE-SW : dalle 7** p. del 15 alle 4*» p. del IG
altre scosse suss.-ond. N-S più o meno violenti, ad intervalli di circa
mezz' ora, tutte precedute da rombo : quindi parecchie più deboli : a
Punta Karuscia ad 8** 30" p. del 17 una forte ond. E-W con qaalche
danno. Tali terremoti furono specialmente intensi nella città di Pantel-
leria e nelle vicine campagne molto popolate ; V impressione e lo spa-
vento fu assai grande, quantunque fortunatamente i danni siano stati
lievi. Non vi furono che 5-6 case lesionate e altre lievemente screpo-
late: una sola già in cattivo stato, fu fatta abbattere per precauzione.
Nel giorno 17, verso le 11^ Vs) cominciò la nota eruzione sottomarina
che perdurò in attività grande nel 18-19 : dopo di che decrebbe per
cessare totalmente nel 24. Cominciata V eruzione, le scosse scemarono
di intensità e di numero per ripigliare nuovamente maggior vigore
cessati i fenomeni di indole eruttiva, per poscia terminare del tutto
nel giorno 26.
[1210] 1891. Novembre 7. TaorMina (Messina).
SuppL I al Boll, meteor. ecc., N. 1 (1 genn. 18^].
A 6*» 37"^ 30" p. forte scossa ond. SW-NE di 3» a Taormina seguita,
a 6** 47™ p., da altra leggerissima. A 6*» 42" 30* p. una leggera su^. di
2* a Messina ed a 6^45*" p. una sensibile suss. a Giarre, e lieve ond.
a Biposto.
[1891-1892]
[12111 IMI- Dicembre 8. CUtà di Castello (Peruf
Suifpl. al Boli, meteor., n. I [1 gennaio 1SI3) e 3 (1 rebbr.)
A 8*7, p. circa dell' 8 dicembre a Ciltft di Castello forte
ond. NE-SW stata più intensa nelle valli del Nlccone, di S, 1a
Morra: nell'antica chiesa dei Leoncini, a cavaliere IVa le due
varie screpolature. Questo terremoto fu mediocre (D) a Citcm
Lisciano Niccone e legare (E) a Perugia, a Magione, a Castigli
Lago, a Passignano, ad Arezzo, a S. Sepolcro, a Borgo Pace, i
tona ed a Umbertide. L' area scossa è elittica con 1' asse m&gg
senso qnasi N-S che fra Borgo Pace e Perugia misura km. 60 <
Nella cartina fig. 89 è delineata l'area mesosìsmica molto fo
e le zone isosismiche forte, mediocre e leggera.
A mezzanotte fra I' 8 ed il 9 replica nelle valli succitate
pure a Magione e Passignano. Alle 4** a. del 9 altra lieve e qi
10^ 55°" a. una abbastanza sensibile a Perugia e lieve a Magi
9'' ri"" p. del 10 a Perugia scossa stata avvertita anche a Pass
ed a Castiglion del Lago.
[1212] IS9I. Dicembre 22. StM
Pulì. mens. OtUOu. <U Moncaiierl, voi. xii, pag. 42.
A 9' 3*° ant. a Sondrio forte scossa suss.-ond. di &■ con rom
produsse qualche screpolatura in alcuni edificlì : nell' abitato di
letti (fì'az. di Torre S. Maria in vai Malenco) caddero nella
pezzi di soffitto e vi fU allarme nella popolazione (fìg. 64, pag. '.
Questa scossa fu molto sensibile (D') a Foppolo (Bergamo), ov
tremolio di mobili ; fu meno intensa a Teglio e leggera a Pon
tellina: passò inosservata ad Averara ed a Corteno.
[1213] 1S98. Gennaio 6. Hiviera del Lago di Uarda (Verona-Breì
B iRATTA il. : Il letr. della riv. Bresc.- Veron. eco. - Bettoni p. : It ierr. att a [wti
ecc. - OoiRAN A.; Sul terr. Brtac.-Vtroa. del 5 ueiin. iS9S ecc.
Mentre continuavano a sentirsi scosse a Badia Calavena,
gnago e paesi adiacenti, si notò che l' attività sismica tendeva
tarsi verso occidente : circa le 5" S" p. del 5 gennaio nn fort<
moto scosse la regione Benacensc. Il centro super&ciale di qut
rossismo deve trovarsi nel bacino del Garda; infatti esso sf
massima Intensità a Campazzi (località posta a circa 1 km. i
Bardolino) ove rovinò un porticato ; a Salò ove fece cadere dei 1
ed aprire gravi fenditure negli edificii: a Vobarno, Barbarano,
zocco, Qavardo, Fasano, Cisano e Gargnano la scossa fu pur<
sima (flg. 82 I). Intense radiazioni sismiche (II) si spinsero
Brescia ed alle sponde del lago d' Idro, Interessarono la intiera <
540 [1892]
del Benaco e giuiiBero ad est fino ad Arsiero, a Valli dei Signori, a
Recoaro, a Badia Calavena ed a Verona. Con mediocre intensità la
scossa fii sentita (III) a Livigno (Sondrio), a Pisogne (Brescia), a Oo-
logia, a Barbarano ed a Trento : e leggermente (IV) si propagò più
oltre : i ponti estremi dei quali si à notizia sono Chiavenna, Milano.
Pavia^ Parma, Modena, Este, Padova, Spinea e Miane : vale a dire fra
85-125 km. dal centro della linea Salò-Bardolino.
Nella zona centrale la scossa fu eminentemente snss. : al snssnlto
tennero poi dietro varie ondulazioni : e fu, 5°* dopo, seguita da leggera
replica : in varie località fu accompagnata da forte rombo, paragonato
al rumore prodotto dal passaggio di pesanti carri. La durata media fa
stimata di circa 4' : a Recoaro e Villa di Salò fu valutata 6*, a Salò
7*, a Bedizzole 9% a Magugnano 15." Riguardo air istante preciso in
cui avvenne i migliori dati sono i seguenti : Brescia 5*^ 5*" 9* p. ; Spinea
di Mestre 5^ 5« 48« ; Alessandria 5*» 5» 50» ; Firenze 5*» 5" 58* e Pa-
dova 5*» 6™ 27.'»
[1214] 1892. Gennaio 22. Colli Laziali.
Baratta h. : Il Urr. laziale ecc. - Db Rossi M. S. : Il terr. del 22 genn, i892 - Galu l. :
Il terr. del 22 genn. ecc.
Nell'area mesosismica un intenso moto predominantemente suss.
della durata di 8* circa, fu concomitante ad un forte rombo : questa
area (quasi rovinosa) cade sul versante settentrionale dei Colli Laziali
e comprende Genzano, Civitalavinia e Velletri (flg. 81 B') : l'epicentro
nello studio da me fatto si dovrebbe porre (B) tra Genzano e Civita-
lavinia, località più colpite ove, appunto si ebbero danni più o meno
gravi in tutte le case. L'area scossa si estende in quasi tutta la pro-
vincia di Roma e di Aquila, in parte di quelle di Umbria, di Caserta,
di Benevento, e di Campobasso.
La carta (flg. 81), ove è rappresentato l'andamento delle isosisme*
fortissima (B"), molto forte (B'"), forte (B""), mediocre (B'"") e
leggiera (B""") mi dispensa da particolareggiata descrizione : solo dirò
che nell'area fortemente scossa si riscontrano due notevoli incrementi
di intensità nei pressi di Palestrina e di Segni.
La scossa si mantenne forte dalla parte di terra quasi generalmente
fra i 30-40 Km. dall'epicentro : eccettuato verso SE., da cui giunse
fino a Ceccano, vale a dire a 60 Km. circa. La isosisma mediocre
corre con diverse insenature con un raggio di 60-70 Km. : il minimum
si ha nei pressi di Scandriglia e di Orvinio ; il massimo ancora dalla
parte di SE, vale a dire verso Montecassino e Gaeta. I punti estremi
in cui fu sentito il terremoto, procedendo dalla costa del mare ad W,
sarebbero Cerveteri (60 Km.), Ronciglione (75), Orte (87), Spoleto (117),
l
[1892]
MI
Ciitaducale (80). Aquila (92), Bocca di Mezzo (92), Solmona (107),
Campobasso (167) e Sessa Aoronca (115): vale a dire anche dalla parte
di SE. il terremoto ti è propagato maggiormente.
Oltre a ciò aggiungo che a Fabriano, a 185 Km. circa, isolatamente
la scossa fu pure sentita dalle persone.
L'ora In cui avvenne può ritenersi 11" 25" 12" (+ 6') pom.
Piemoate.
Verso le 6" 26"' pom. una forte scossa di terremoto colpi la valle di
Aosta ed il Canavesano e si propagò in quasi tutto il Piemonte. Ad
Hone, Bard, Donnaz, Pont 8. Uartin e Llllianes si ebbero screpolature
nelle case e cadde qualche comignolo (zona mesosismica, flg. 83 A) ;
qualche danno si notò pare a Chatlllon, lesime, Valchiusella, Bajo,
-^■i-Vj^
Fm. 83.
Borgoflranco, Vistrorio, Fiorano, Vico e Pavone : racchiudendo questi
paesi con una linea si determina la zona che provò il terremoto molto
rortemente : 6 di forma elittica, molto irregolare perchè (B) presenta
una grande insenatura; il suo asse maggiore disposto da NNW. a SS£.
misura 40 Km. circa ed il minore raggiunge solo la metà.
Nella carta trovasi riprodotto l'andamento delle isoelsme : a N. il ter-
remoto si propagò foi-se fino a Oìlchen nel Vallese, a NE. a Bacone, ad E.
a Borgosesla, a SE. a Vercelli, a S. a Torino, a SW. ad Exilles, ad NW.
ad Aosta, Isolatamente la scossa fu avvertita anche a Chiavari. Nel-
542
[1892]
l'area mesoBismica essa fu suss. : a Pont S. Martin fu istantanea ver-
ticale e fu paragonata allo scoppio di una mina: a Bard fu preceduta
da leggiere ondulazioni : in quasi tutte le località fa accompagnata da
rombo più o meno forte, ed in poche seguita da leggiera replica.
[1216] 1892. Marzo 7 - luglio. I^le K«lie e Calabria.
SuppL al Boll, Jfeteor. Num. 68 (15 ma^rgio 1892), 09 (1 aprile), 70 (1 maggio), 71 (1 giugno.
75 (15 agosto) e7G (1 settembre).
De>)bo avvertire che al 23 gennaio, verso 0^ 45°* ant. un esteso ter-
remoto colpi la parte orientale della Sicilia e specialmente il Siracu-
sano spiegando la sua maggiore forza (senza però produrre alcun danno i
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Fio. 84.
in una zona ristretta la cui massima lunghezza corre tra Palagonia e
Noto (fig. 84 A) : questa scossa fu leggermente sentita anche a Messina,
mentre passò del tutto inosservata a Reggio Calabria : al 3 febbraio
poi (3** ant. circa) si ebbe una lieve ed isolata scossa a Novara di Si-
cilia (B).
A 0^ 52" p. circa del 7 marzo una scossa molto forte urtò Lipari (C) :
fa essa forte a Salina, Naso e Milazzo (C), ove causò panico gene-
rale e fa più o meno sensibilmente avvertita (C") a Zafferana, a Ran-
dazzo, a S. Stefano di Camastra ed a Bagnara Calabra. Al 16 marzo,
ad !•* 38" pom., circa, un terremoto rovinoso colpi l'isola di Alicuri (D)
in cui fece crollare 5 case e danneggiare molte altre, causando una
vittitna : farono pure danneggiate varie case a Pilicuri ed a Salina (D* )
Tale scossa fu forte (D'') a Lipari ed a Stromboli e quasi egualmente in-
tl892] 543
(ensa a S. Stefano di Camastra: fa eeosibile (D'") a Castelbuono, a
Xovara di S. ed a Milazzo : leggiera a Hilitello Rosmarino. Mirto,
Ke^io C, Kandàzzo, Bronte, Messina, Catania, Cefalù, Petralia Sot-
tana, ed isolatamente fa sentita anche a Mineo. Ad Alicari e Fiiicurl
in avvertita una replica più leggiera 5" dopo e poi in 24'' altre 8 a
diversi intervalli. Noto che II cratere dello Stromboli in quel tempo
non presentò variazioni notevoli nel suo dinamismo. Nella notte 18-19
marzo altre due scosse a Filicnri che probabilmente corrispondono a
quelle date per Alicnri come successe nella notte 19-20. Nel giorno 22
nuovo terremoto ad Alicnri. Al 6 aprile (7^ 8" p.) da pochi in Messina
fa avvertita ana leggiera scosta ondalatoria (E).
li giorno 7 aprile, a 4* 50" ani., scossa sentita generalmente a Reggio
(m) : meno intensamente a Messina e leggermente a Sinopoli ed a De-
iianoaa ; alle 5" 56" pom. nn nuovo forte terremoto predominantemente
sass.. colpi Reggio: fa generalmente sentito a Messina: fa forte a Si-
nopoli, Delianova, Valanidi (F) ; sensibile {?") alle Saline di Melilo P, S.
a Laganà, a S. Alessio e Fiumana d! Maro ; leggiero (F") a S. Lo-
renzo, Bagatadi e Bagnara ; passò infine inosservato a Gerace, Citta-
nova. Polistena. Gioia e Rizzlgoni.
Secondo il Mercalll (/ terr. della Calabria merid. ecc., pag. 185) da
cai ò tolte parte delle notizie riguardanti queste ultime scosse, a Lam-
pcri, tra Sinopoli ed Aspromonte, sarebbero state avvertite parecchie
ticossc ond. nella sera del 6, e presso questa località dovrebbe trovarsi
il centro del fenomeno.
Al 2 luglio {i?- ant.) forte scossa a Pizzo ed e Monteleone (G): più
o meno sensibilmente avvertita (G') a Filadelfla, Maida, Cortale, Ga-
spcrlna e Soriano e passata inosservata a Brìadco , Soveria ed a
Keroleto ; alle 7" l.")" ant. della stessa giornata replica sensibile a Mon-
teleone (H) ed alle 0" 5"" ant. del 3 una mediocre a Tiriolo (I).
Alle 9*' 30°" pom. del 4 luglio forte scossa suss. di 3* a duo riprese
a Stromboli, ove recò grande panico alla popolazione (L); fti an po'
meno intensa a Milazzo ed a Messina (L'); mediocre a Nicotera ed a
Tropea e le^iera e Gioia T., a Rogamo, a Cortale. a Briatìco ed a
Reggio C. (L").
11217] 1892. Aprile giugno. R«f;ione Oirgtiica (Foggia).
VxjiKTm. il.: Sul Urr.garganict del i»9?! Sul periodo usai, farganlco ecc.; Sull'attinta
titm. tifila Capitanitta, pati-. 31-35 (patr.)
Del periodo sismico che nel 1892 afflisse la regione garganica nella
seconda memoria sopraindicata ò presentato uno studio particolareg-
giato : esporrò solo in succinto le notizie più importanti sullo princi-
pali scosse, cui servirà di dilucidazione 1' unita cartina (flg. 85).
I--
544
[1892]
Prima scossa (20 IV, 4^^ 43™ p. circa t. m. R.) — Spiegò la sua massima
intensità a Mattinata (A), ove si ebbero varie fenditure nelle case: fumoUc^
forte (A*) anche a Monte Saraceno ed a Vieste, anzi in quest* ultima locolita
qualche vecchio fabbricato riportò leggiere lesioni. Fu sentita (A'^) in qua!>i
tutta la provincia di Foggia ed in qualche punto di quelle di Bari e di
Potenza. I limiti ove essa fu sensibile furono : Isole Tremiti, S. Severo, Bic-
cari, Troia, Venosa, Canosa e Bari. La massima lunghezza della zona scossa
da questa città alle Tremiti misura Km. 155 circa.
Seconda scossa (20 IV, 5*^ 26-30™ p.) — L*area di scuotimento (B") è iden
tica a quella precedente : nuove lesioni si ebbero a Vieste (B) : a Monte Sa-
raceno e Mattinata fu giudicata meno forte della prima (B'), al contrario a
Vieste, a Venosa ed a Biccari : notevolmente maggiori furono pure le tracde
date dal sismografo Cecchi a Benevento.
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\*'tl^
fi ^,'Si «e .
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• •• w
FiG. 85.
Terza scossa (20 IV, 5*» 40» p. circa) — Assai sensibile a Vieste e leggiera
a Monte Saraceno.
Quarta scossa (20 IV, TO'" p.) — Leggiera a Monte Saraceno e Mattinata.
Circa le 10*» 15"» p. ne fu sentita una lieve a Monte Falcone Valfortore, ma
dubito che si tratti di un fenomeno locale.
Quinta scossa (26 IV, 0^ 50" p. circa) — Fu forte a Vieste, mediocre a
Monte Saraceno, sensibile a Canosa e leggerissima a Benevento.
Sesta scossa (9 V, 5*» a.) — Lieve a Foggia ed inosservata nelle località
circostanti (d).
Settima scossa (15 V, 8^ a. circa) — Abbastanza forte a Monte Saraceno e
lieve a Vico, a Peschici, a Vieste, a Monto S. Angelo, a S. Marco in LamLs
a S. Giovanni Rotondo od a Foggia.
Ottava scossa (17 V, 8*» 3" a.) — Lieve a Foggia (rf).
Nona scossa (1 VI, 1*» 45°» a.) — Abbastanza sensibile ed a tre riprese alle
Tremiti.
Decima scossa (5 VI, 4*» 20"» p.) — Sentita a S. Giovanni Rotondo (e).
Undecima scossa (6-7 VI, 11*» 30°» p. - 0*» a.) — Leggiera alle Tremili, a
Vieste, a Monte S. Angelo ed a Mattinata.
Dodicesima scossa (7 VI, 0*» 28°» ant. circa) — La maggiore violenza si
manifestò alle Tremiti, ove determinò lesioni in parecchi muri : fu intesa in
quasi tutta la provine)^ di Foggia, in parte di quelle di Bari e di Campo-
[1892] 545
- — ■ ■ ■■■111 ■■ ■■■ I. i.fc
trasso e si estese in qualche punto della Basilicata, del Chietino, dell* Avel-
linese, della Terra di Lavoro. La maggior lunghezza dell'area interessata
dalle onde sensibili alle persone, si ebbe lungo la costa deir Adriatico per
un tratto di circa 250 Km. in linea retta da Vasto al confine fra le Provincie
di Bari e di Lecce : radiazioni microsismiche giunsero a Benevento, Roma.
Rocca di Papa ed a Firenze. L* isosisma leggiera 0) nella parte meridionale
è molto simile a quella della prima scossa, ad eccezione di una ristretta
insenatura a Locorotondo : nella parte settentrionale si anno due prolunga-
menti, uno presso Solmona e Taltro ad Isola Liri, Sora ed Arpino, sedi di
importanti manifestazioni sismiche corocentriche.
Tredicesima scossa (7 VI, 5*» a.) — Lieve a Rodi Garganico (a).
Quattordicesima scossa (10 VI, 8** a.) — Leggiera a San Giovanni Ro-
tondo (e).
QuituUcesimu scossa (12 VI, IP 12" p.) — Solo avvertita a Vico (b).
Sedicesima scossa (16 VI, 4^ p. circa) — Molto forte con lesioni a Matti-
nata : tra forte e mediocre a Vieste, Monte Saraceno, Manfredonia, Monte
S- Angelo, Vico, Torre Miletto, Cerignola, Canosa, Trani ecc. : lieve nel resto
del Gargano, a Poggio Imperiale, ' ad Apricena, a S. Severo, a Lucerà, ad
Accadia, a Lavello, a Ruvo, a Bari e ad Acquaviva delle Fonti.
Diciasettesima scossa (16 VI, 5^ p. circa) -- Mediocre a Mattinata e Monte
Saraceno, e lieve a Rodi ed a S. Giovanni R.
Diciottesima scossa (19 VI, 11^ 30*» p.; — La zona colpita da questo ter-
remoto stato forte a Mattinata, è assai ristretta ; fu esso sensibile a Vieste, a
S. Giovanni R. ed a Foggia, leggiero a Vico, a Cagnano, a S. Nicandro ed
a Trani, p^issò inosservato alle Tremiti.
Diciannovesima scossa (21 VI, 11»» 15» p. circa) — Fu assai forte a Matti-
nata, meno a Monte Saraceno e sentita mediocremente a Vieste, Vico, Ca-
gnano, Monte Sant'Angelo, S. Giovanni Rot. ^ Foggia.
Ventesima e ventunesima scossa (22 VI, 0*» 30" e 3*» a.) — Leggiere e sen-
tito solo a Vico (b).
[1218] 1S92. Maggio 17. Carpineti (Emilia).
Suppl. al Boll, Meteor., N. 18 (15 luglio 1892).
Verso le 4*» 8" ant. del 17 maggio una scossa molto forte colpi Car-
]>ineti nel Reggiano, senza arrecarvi però danni rilevanti, ma solo fa-
condovi aprire piccole lesioni in alcune case. Fu forte a Marola ed a
Sologno, ove incusse un po' di panico, fece scuotere fortemente i mo-
bili e dare qualche tocco ai campanelli ; fu mediocre a Pieve Pelago,
a Castclnuovo di Garfagnana ed a Massa Carrara, vale a dire si pro-
pagò molto più intensamente dal lato montuoso, verso mezzodì : fu
lieve a Reggio, Modena, Fiorano, Castellarano, Pavullo, Sestola, Barga
e Trasilico : passò inosservata in parecchie localitii circostanti : fu in-
'1) Nella cartina con e è Indicata la zona molto forte, C la forte, C" la mediocre e
C" la lieve.
Baratta Terrtmott ec<% 3ó
546 [1892]
fine indicata dagli etramenti sismici di Bologna (4' 8" 15* a.) e di
Firenze {4" 8- 47- a.). A Carpineti a 10* SO" p. del giorno 16 alcuni
affermano di aver sentito una lieve scoeea preparatoria.
[1219] 1892. Giugno 24. CUil (Udine).
Suppl. al Boll, i/eteor., K. 7!> (1S agoeto \9S),
Al 22 giugno, verso le IC" pom., io alcune località del Frinii lieve
scossa : nella notte 23-24, a ff" 20°" ant. circa, nn fortissimo terremoto
urtò Clftut (fig. 86 A), ove crollarono alcuni comignoli, si prodOBSero
delle screpolature nei muri, alcuni dei quali, già in cattivo stato, ven-
nero a cadere : a Bai'cis si ebbero varie scrostature e fenditure (À).
Fio. 86.
Tale scossa fti forte (A") «Belluno, a Longarone, a Kanrls, a Haniago. a
Vivaro, ad Avianoed aKarra d'Alpogo : fu mediocre (A'") ad Auronzo,
a Cibiana, a S.Vito Cadore, a Rocca Pletore, a Felire, a 6. Giustina B.,
a Conegliano. ad Oderzo, ad Azzano, a Sesto al Kegbena, a Porlogruaro.
a S. Giorgio di Nogaro. a Palmanova ed a Trasaghis : fu leggiera (A"")
nelle altre località del Friuli e del Bellunese poste all' infìiori della
lineii clic racchiude i paesi ricordati, la quale include pure Trieste.
Rovigno, Ceggia, Follina, Quero ed Arsiè. Ora, mentre a Vicenza
passò inosservata alle persone, a Schio fu abbastanza sensibile e leg-
giera a Verona. Nelle località più colpite fn accompagnata da forte
rombo e presentò due riprese. A Farra, a 2" 4" pom. della stessa gior-
nata, altra sossa che caustì del panico nella popolazione,
[1892] 647
[1220] 1892. Giugno 30. Veronese.
Suppì. al Boll. Meteor. N. Tb [15 agosto 1802).
Continuano le scosse nel Veronese ; a 7** 15° pom. del 30 giugno
Badia Calavena fu colpita da un nuovo scuotimento assai forte accom-
pagnato da cupo rombo, che fece aprire nuovi crepacci nei muri. A
Valli dei Signori cadde qualche tegola. Fu sentito in molte località
del Veronese e del Vicentino. Varie altre repliche, fra cui una forte a
Badia C. ad 11^ 85°> a. circa del 5 luglio la quale fu appena avvertita
a Trei^ago.
[1221] 1892. Luglio. Etna.
Suppl, al Boll. Meteor, 1892. - varli luoghi.
Abbiamo visto la scossa di Stromboli del 4 luglio parlando del pe-
riodo sismico Eolico-Calabrese del 1892 (N. 1217), ora aggiungerò che
al 7 luglio (CH* 45" - 1** a.) a Reggio secondo il Mercalli (loc. cit.) si
ebbe nn leggiero tremito passato inosservato alla maggioranza della
popolazione. Nel di susseguente (8) qualche scossa lieve o mediocre a
Biancavilla e Nicolosi : a 2^' 34<» ant. circa del 9 una fortissima in
tutto r imbasamento del vulcano : a Zafiferana (fig. 84 a) si screpola-
rono degli edifici e fu abbattuto qualche muro : in contrada Calanna
(a Km. 2 V* a NW. del paese) un individuo rimase schiacciato dai
massi staccatisi dalle alture prossime : qualche lieve screpolatura
si determinò pure in Giarre ed in Riposto : la scossa fa forte (b) a
Linguaglossa, a Biancavilla ed a Nicolosi, i cui abitanti uscirono al-
l'aperto spaventati dal forte movimento dei mobili e dal rintocco delle
campane : fu mediocre (cj a Castiglion di Sicilia, a Randazzo, a Bronte,
ad Ademò, a Paterno, a Belpasso, a Mascalucia, a Viagrande ed a
Trecastagni : mentre a Catania fu indicata dai soli strumenti, a Mineo
invece fu avvertita da qualche persona. Da quest'ora fino a mezzodì
frequenti scuotimenti tennero agitato il suolo, specialmente a Riposto,
a Belpasso ed in altri paesi circumetnei, finché verso 1** 20°* pom. si
squarciò il lato meridionale dell' Etna a N. del teatro eruttivo del 1886.
Durante il periodo eruttivo continuano le scosse, le maggiori delle
quali furono le seguenti :
Luffiio 0) IP SO"» p., molto forte a Zafferana - H) P a., ivi, una fortis-
sima che apportò alcune lesione ai fabbricati : altre due simili alla prece-
dente a P 30™ e 2'» 45™ a. - iS) a Paterno a 0»» 35™ ed P 55™ a. due forti ;
a 8. Maria di Licodia a T* 29™ a. una fortissima che danneggiò qualche
fabbricato : fu più o meno intensamente intesa in tutto il perimetro etneo —
Agosto i) 2^25™ a. circa forte a Randazzo, a Linguaglossa ed a S. Venerila
ecc. - 'ij 3*» 31™ ant. alla cima dell' Etna una forte.
Noto poi che nelle Eolie si ebbero le seguenti scosse :
Agosto 7) IO*» 32™ p., Stromboli forte scossa : panico — Settetnbre 5) 3^ e
548 L1892]
45"» a., Filicuri, una forte : caduta di pezzetti di intonaco — Novembre -é
4h 2», 6** 34™ a., Stromboli due lievi in coincidenza di forti esplosioni del
vulcano.
[1222] 1892. Agosto 9. Veronese.
Suppl. al Boll. Meteor. N. 78 (1 ottobre 1892).
Al 9 agosto 1892 una scossa fortissima di terremoto colpi nuova-
mente il Veronese, estendendosi per quasi tutto il Veneto ed in parte
del Bresciano : fu inoltre sentita in qualche località dell' Emilia e della
provincia di Bergamo. A Badia Calavena, a Cbiampo. ad Altissimo, a
Crespadoro, a Vestena, a S. Piero M. ed a Selve di P. fece aprire nuovi
crepacci, produrre scrostamenti nei muri e cadere qualche fumaiuolo
(fig. 86 B) : fu forte (B') ad Arsiero, Fimon, Zevio, Verona, Erbezzo ecc. :
fu mediocre (B'') in buona parte dalla provincia di Vicenza, sulla ri-
viera veronese del Garda e anche a Salò, ed infine fu sentita legger-
mente (B'") a S. Giustina, Segusino, Treviso, S. Dona di Piave, Venezia^
Spinea, Rovigo, Ferrara, Ficarolo, Ceneselli, Nogarole, Castiglione delle
Stiviere, Bergamo, Lovere, Rovereto, ed isolatamente anche a Bologna.
Noto come anche in questo terremoto V isosisma delimitante la zona
interessata dalle onde sensibili forma un prolungamento accentuato
verso il Ferrarese. La massima ampiezza di questa zona è in senso
E-W e corre da Bergamo a S. Dona di Piave, per una lunghezza di
circa 220 Km. ; in senso S-N, da S. Giustina a Ferrara, misura 145 Km.
circa, includendo Bologna giungerebbe a quasi 190. L' istante del prin-
cipio della scossa si può ritenere 8** 58-59"» ant. : nell'area centrale
il movimento sismico fu suss.-ond. di 3-4' accompagnata da forte
rombo.
L1223J 1892. Novembre 15-16. Isola di Poiia.
MERCAI.L1 G. : yole geol. e sism. sulle isole di Ponza,
Nei giorni 15-16 novembre replicate scosse misero in allarme l' in-
tera popolazione dell' isola di Ponza : non arrecarono però danni d' im-
portanza, ma solo grande timore : pare però che già in uno degli ul-
timi giorni doU'ottobre nella parte meridionale dell'isola fosse stata av-
vertita una scossa molto leggiera. Ecco in transunto le notizie fomite
dal Mercalli nell'opera citata riguardante tale periodo sismico. La prima
leggiera fu avvertita al semaforo a 7*" 25" ant. del 15 ; un'altra un pò
più sensibile a 7^ 45'" ant. ed una terza leggerissima verso 1** 45" p.,
queste passarono inosservate alla gran maggioranza degli abitanti di
Ponza e non furono intese fuori dell' isola. Alle IP 20~ pom. della
stessa giornata una scossa predominantemente suss. ed in parte end,
SW-NE di intensità assai maggiore delle precedenti, venne quasi gè-
[1892]
649
ueralmente percepita per scricchiolio di imposte, tintinnio di vetri ecc.:
quasi tutta la popolazione uscì all'aperto : nessun danno. Fu avvertita
sensibilmente al Faro, cioè alFestremità dell' isola, passò inosservata
ai Forni (parte settentrionale) e nell'isola Zanone : fu leggermente intesa
a Palmarola ed in mare da una barca, a 30 Km. circa ad W. di Ponza.
fa sentito un rombo come un tuono. Vergo le 3*» 12" ant. del giorno
16, preceduta da un forte sibilo, in tutta Ponza altra scossa alquanto
più forte di quella delle 11*" p. del 15: fu essa pure suss.-ond. ed ab-
bastanza lunga : nessun danno d' importanza, eccetto qualche insigni-
ficante lesione e caduta di varii calcinacci. Fu sentita con quasi
eguale intensità in tutta la parte meridionale dell' isola (Ponza città,
Conti, Scotti Alti e Bassi, Semaforo e Faro) : a Forni non fu general-
mente avvertita : fu lieve a Zanone, più sensibile a Palmarola, quivi
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Pia. 88 (Da Mbrcalli)
anzi forse non meno che a Ponza città, giacché si staccarono dei massi
dalle roccie a picco presso la < Forcina » e si sfasciarono alcuni mu-
ricciuoli a secco : fu lieve a Vento tene : non si propagò in alcun punto
del continente, solo fu registrata dagli apparecchi sismici di Roma
(3*» 12" 25* a. principio, 3** 12" 43' a. massimo) e di Rocca di Papa.
Alle 6** 10" a. altra scossa suss. ond., che a Ponza fu mediocre ma
non avvertita da tutti : passò inosservata a Forni ed altrove. Alle 8** e
50" ant. circa nuova commozione che urtò la parte meridionale del-
l'isola: fu più breve e poco meno intensa di quella delle 3** 12°» ant. :
la sua durata fu stimata di 5-6* : venne avvertita leggermente a Forni ;
f^ abbastanza sensibile a Palmarola e passò inosservata a Zanone : in
mare presso la Punta della Guardia a S. dell' ìsola una barca provò un
forte urto , infine pare che sia stata avvertita lievemente a Ventoteno :
fu registrata dagli apparecchi sismici di Roma (8** 51" 32* princì-
pio, 8"» 51" 46" massimo) e di Rocca di Papa. Verso le 0*» 10" pora.
altra scossa lieve a Ponza ; una nuova commozione alquanto più sen-
sibile, venne avvertita al Faro e da molte persone in città a 7*^ 45" p.
ambedue passarono inosservate ai Forni, però la seconda pare sia stata
650
[1892]
avvertita debolmente a Yentotene. Nella mattina del 17 in Ponza molti
rombi non accompagnati da ecnotimento sensibile tranne dne volte a
7^ 25"^ ed a 11^ 25"° ant. : secondo alcnni sarebbe avvenuta una scossa
lieve anche verso le 4** ant. Dal 17 novembre all' 11 dicembre nessuna
scossa, tranne qualche rombo nella notte : a 6** 8" p. delF 11 dicembre
in Ponza nuova scossa con forte rombo, non generalmente sentita: Lo
fu però da qualche persona in Zanone : passò inosservata al Faro di
Ponza. Molti affermano di aver sentito nella notte 11-12 diversi rombi,
ma senza scossa e qualche persona una lieve verso le 9^ pom. del 12.
Nella unita cartina (fig. 88) è delimitata con la linea 1 l'area
mesosismica delle scosse 15-16 XI, e con la zona isosismica
sensibile.
L1224] 1892. Novembre 21. Città iì Castello (Perugia).
Suppl. al Boll, meteor. ecc. N. 81 (1 gennaio 1803).
A 10^ pom. circa del 16 novembre a Città di Castello una leggiera
scossa : a 0^ 15 ant. del 17 una alquanto forte fece destare molti : fu
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Fig. 89.
seguita, a 2^ ant. da lievissima replica : pare che queste scosse siano
state locali perchè a circa 1 Km. dalla città, passarono affatto inosser-
vate. Ad 8^ pom. del 21 dello stesso mese nuova forte suss.-ond che
fece suonare i campanelli e indusse molti ad abbandonare le case. Gli
abitanti di Fraccano e Caifirenze furono ì maggiormente allarmati :
nella Chiesa Parrocchiale della prima di tali località rovinò il campa-
[1892 - 1893]
551
niie e la chiesa risenti danni, non tanto per la caduta di quello, ma
per le lesioni inferte a' suoi muri principali : le case limitrofe ebbero
molti camini atterrati (Area mesosismica fig. 89 A) Questa scossa fu assai
sensibile (C) a Selci, 8. Giustino ed a Citema : fu lieve (D) a Pieve
S. Stefano^ Anghiari, 8. Sepolcro, Cagli, Cantiano, Montone, Monte-
varchi ; passò inosservata a Verghereto, Bibbiena, Arezzo, Umbertide
e Scheggia. L'area scossa k forma elittica : da Pieve S. Stefano a
Cantiano misura poco più di 50 Km.
Ad S^ 15-25°" pom. replica più debole e qualche altra nella notte
21-22; a 4^3"* pom. del 28 nuova scossa abbastanza forte che alla**mò
di bel nuovo la popolazione di Città di Castello : fu lievemente intesa
ad Anghiari ed a 8. Giustino.
[1225] 1892 93. Dicembre 29 - gennaio 9. Romai^na.
Suppl. al Boll, metear. ecc. N. 82 (15 gennaio 1803) e N. 83 (1 febbraio).
Alle 2'* 48« pom. del 29 dicembre 1892 a Cascia Valsenio, a Palaz-
zuolo di R., a Marradi ed in diverse località circostanti cominciarono
a sentirsi delle scosse : furono leggere a Loiano, Riolo, Brisighella, Por-
Jti
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■^^^^ «^ — » ^ ^ ^
Fia. 90.
lieo, Borgo 8. Lorenzo, Scarperia, Monghidoro ecc. (fig. 90A"); me-
diocri (A') a Firenzuola, a Marradi, a Valnera, Fontana, S. Godenzo,
Vicchio ecc. mentre a Castel del Rio (A) fecero cadere alcuni comignoli ed
aprire varie screpolature, però non gravi, in qualche casa : a Monzuno
detto terremoto causò pure delle scrostature nei muri. Per tutta la
notte 29-30 repliche a brevissimi intervalli. Una scossa abbastanza forte
urtò Marradi a 9'» 11"" p. del 29 (C) ed una Firenzuola a 3»» 21"* ant.
circa del 30,(B). A 7^ 23"" a. del 9 gennaio 1893 un nuovo scuotimento
552
[1893J
fu sentito nella Romagna, ma con centro diverso : a Loiano fu molto più
intenso dei precedenti (a) : riuscì mediocre (a*) ad Imola, a Fontana Elice,
a Riolo ed a Solarolo : l'area entro cui fu sensibile (a") trovasi limitata da
una linea quasi elittica che include Baricella, Bologna, Castiglion dei Pe-
poli, Marradi, Portico, Faenza e Massa Lombarda : a S. Pietro in Casale.
Castel Maggiore, Vergato, Porretta, Scarperia, Rocca S. Casclano, Co-
tignola e Lugo passò affatto inosservato : isolatamente però fu sentito
a Mirandola. Questa e la maggior scossa del 29 dicembre furono re-
gistrate dagli apparecchi sismici di Firenze e di Bologna.
[1226] 1893. Gennaio 25.
Baratta m.: Sul terr. Lucano del 25 gennaio 1893.
Lieania.
Questo esteso terremoto fu preceduto da qualche scossa preparatoria :
verso le 2** ant. se ne ebbe una lieve a Volturara Appula : alle 11*» e
50*° ant. circa una pure leggiera a S. Arsenio ; pochi minuti prima
FiG. 91
delle 12»» merid. una suss. a Picerno e circa a (^ 20°* p. una ad Alba-
nella. La grande scossa delle 0^ 21™ pom. fu sopratutto intensa in pro-
vincia di Salerno e nei limitrofi paesi della Basilicata : si estese a
S. fino a Maratea, quindi pro^/edendo verso E. fu sentita al di qua di
Corleto Perticara, Laurenzana e Trivigno, località in provincia di Po-
tenza ; nelle Puglie i limiti sono Andria, Canosa, Cerignola, Ortanova, e
Foggia : verso settentrione Accadia, Ariano, Benevento, Vitulano, Capua,
Trentola : dalla parte di occidente fu commosso V intero littorale da
Maratea fin oltre Napoli, V isola di Procida compresa : passò però
inosservato ad Ischia: sotto forma microsismica fu registrato dagli
V
■TW^
[1893] 653
apparecchi sismici di Velletri, di Rocca di Papa (0** 22° 38" p. prin-
cipio) e di Roma (0** 22" 25* p. principio, 0»» 23" 20 p. fase massima).
L'area mesosismica fortissima (A) comprende Petina, Auletta e Per-
tosa, neile quali si ebbero lesioni più o meno gravi. L'andamento delle
isosisme molto forte (con qualche lievissima lesione o scrostatura),
forte, mediocre e lieve è rappresentata dall' unita cartina (ftg. 91) da
cui risulta che la zona isosismica molto forte (B) à forma alquanto ir-
regolare, predominantemente allungata in senso SE-NW, la cui massima
lunghezza raggiunge circa 60 Km. estendendosi in parte lungo il corso
del Tanagro ed il Vallo di Diano: quella forte (C) à presso a poco la
stessa forma, ed è pure allungatata in senso NW-SE : dalla parte set-
tentrionale è più estesa, giacché si spinge fino a Monterò, a Nocera ed
a Salerno. A Montoro ed a Capaccio si ebbero due notevoli aumenti
neir intensità che causarono qualche lieve lesione ; verso S-SSW forma
un' altra espansione spingendosi l' isosisma fino ad includere Castel-
labate e Vallo. L' isosisma mediocre (D) à pure una forma che arieggia
quelle precedentemente descritte : il massimo sviluppo si k ancora
verso settentrione, con un notevole aumento di intensità a S. Maria di
Capua V., ove il movimento del suolo produsse qualche lesione nella
sala del Tribunale. La zona ìsosismica leggiera (E), quantunque an-
ch'essa maggiormente espansa a settentrione, fa un notevole rigonfia-
mento lungo la linea Andria-Foggia.
Leggiero fu il sussulto anche nella zona più colpita : altrove prevalse
la forma ond. : la durata sensibile del movimento sismico fu stimata
da 4 ad 8".
Pochi minuti dopo la gi*ande scossa lieve replica : la maggiore di
queste avvenne verso le 11** 44" ant. del 28 gennaio: questa fa forte
specialmente a Polla, fu generalmente avvertita a Laurino ed a Sala
ed indicata dagli apparecchi sismici di Benevento, di Rocca di Papa e
di Roma : pare però che in questa replica il centro si sia spostato un
po' più a mezzodì di quello della precedente, posto certamente nel-
l'area mesosismica indicata.
[1227] 1893. Gennaio 29. Stromìioli (Eolie).
Suj^pl. al Boli, meteor., N. 85 (1 magerio 1H93).
Alle 2** 10" ant. scossa suss. molto forte e della durata di pochi se-
condi che generò molto panico nella popolazione, la quale uscì al-
l'aperto : fu causata da una violentissima esplosione del vulcano.
[1228] 1893. Aprile 1. Etna.
SuppU al Boll tneteor, N. 86 [l giugno 1803).
Verso le 7^ 7" e 7** 30" ant. del 1** aprile a ZafTerana due scosse
554
[1893]
assai sensibili ed a 8** 8"^ a. circa altra, ma fortissima, soss. che causò
grande panico nella popolazione, la quale usci all'aperto : nella campa-
gna rovinò qualche muro a secco : a Viagrande si produsse qualche
lesione nei fabbricati (fig. 92 a). Questo terremoto scosse quasi tutta
la gran massa montuosa dell' Etna : fu forte a Trecastagni e Nicolosi.
mediocre (b) a Giarre, Randazzo, Belpasso e Catania : fu lievemente
sentito a Biancavilla ed anche a Mineo.
L'ora data da Catania come principio è 8^ 8" 57* ant. circa.
[1229] 1893. Mante Albuo Elieoia (Messina).
SuppL al Boll. meUor, ecc. N. S7 (15 vi, 1808), 88 {1 VII), 89 [15 VI'), 90 (1 Vili), 91 (i5 Vili ,
92 (1 IX), 91 (11 XI) e 96 (1 XII) - Ricco A. : La lava incand. nel craL centr. deilBlna ecc.
Circa le 2** 16" ant. del 22 aprile, preceduta da una lieve scossa
sentita circa un quarto d'ora prima a Patti, terremoto fortissimo con
gravi lesioni a S. Piero Patti, a S. Barbara, a Monte Albano E., a
FiG. 92.
Floresta, a Roccella, ed un pò minori a Basico, Novara di S. e MaJ-
vagna (fig. 92 A). Fu molto forte (B) a Francavilla, Lingua^lossa,
Molo, Randazzo, Patti, Furnari, Tripi, ecc. ; forte (C) ad Oliveri, Fal-
cone, Castiglione, Piedimonte, Taormina, Maletto, Raccuia, Lipari, Ca-
stroreale e Milazzo : mediocre (D) a Filicuri, Brente, Biancavilla, Giarre,
Reggio, Messina, ed infine leggiero a Militello, Zaffcrana, Rosarno, Ra-
dicena e Cinquefondi ; fu inoltre isolat^imente sentito anche a Mineo.
Circa 10" dopo due altre scosse lievi a Patti. Continuò poi un in-
tenso periodo sismico, le cui maggiori riprese avvennero verso le 4^ e
20" ant. dello stesso 22 aprile. Tale scossa parve che a Monte Al-
bano sia stata più intensa della prima e si propagò quasi come la
precedente : a 0^ 53" a. del 23 altra forte specialmente a Linguaglossa.
a Taormina ed a Brente : a 2'' 52" pom. della stessa giornata una
[189S]
555
nuova intensa specie a Lingaaglossa, a Bronte, a Randazzo, a Taor-
mina, a Novara, a Roccella, a Montalbauo, ed a Castiglione ; alle 3^ e
47™ pom. altra molto forte a Moio, ed alle 4** 40" pom. una forte a
Patti : ivi il movimento del suolo nel pomeriggio del 23 pare sia stato
continuo: al 25 aprile a 10** 40" ant. una forte a Bronte ed a Ran-
dazzo ; nel 28 a 6^ 20°^ pom. una a Filicuri ed alle 7^ pom. una molto
sensibile a Linguaglossa. Nel 2 maggio, alle 11^ 17" ant. circa, scossa
molto forte a Novara, forte a Patti, a Monte Albano ed a Tortorici.
Nei giorni 3-4 maggio parecchie a Patti ed a S. Piero Patti : al 6 una
ad Ustica (di cui più sotto) : alle 9*" 8" ant. del 7 una assai sen-
sìbile a Filicuri. Alle 11^ ant. circa del V giugno scossa forte a Roc-
cella, a Montalbano ed a Patti : alle 3^ ant. circa del 3 giugno altra
molto forte a Montalbano, a Naso ed a Patti : a 9** 25" ant. deir 8
forte terremoto a S. Piero Patti : a 5** 30" pom. del 5 luglio tre ab-
bastanza forti a Barcellona : a 5^ 45" ant. del 7 una fortissima a Roc-
cella Valdemone: a S^ 50™ ant. dell' 11 agosto una forte a Stromboli
preceduta da violentissima eruzione c:l infine nel 25-26 settembre due
forti a Patti.
Come si vede forse molte volte si ebbe a verificare spostamento di
centro : ma la prima scossa mostrò il suo epicentro presso Montalbano ;
ivi accaddero i maggiori effetti dinamici, anche tenuto in debito conto
la natura del suolo e la qualità delle costruzioni.
fl230] 1893. Maggio 11.
Suppl. al Boll. meUor., N. 83 (1 lugUo 1899).
Ustica (Palermo).
Nel mese di maggio, mentre perdurava, benché affievolita, rattivit£\
VuMMb IIV97
FiG. 93.
sismica nei pressi di Patti e di Monte Albano Elicona, l' isola di Ustica
fa spesse volte urtata da scosso di terremoto: la prima, avvenuta a
556 [1893]
2^ 15"* a. circa del giorno 6, fu generalmente intesa in tale isola. e«.
avvertita anche da pochi a Trapani (ftg. 93 a), mentre passò inosser-
vata a Paceco, a Palermo, a Castellamare del Golfo e nelle isole Eoìk.
A 9^8"^ a. del 7, come ò già detto, terremoto localizzato alla sola Fi-
licuri. A 0*» 15°» ant. dell' 11 nuova scossa ad Ustica, seguita ali-.
3b iQm p^^ (ja una seconda, ma forte e da tutti intesa con panico (A :
si scossero in tale occasione le imposte, e si screpolarono anche al-
cune pareti dell' edificio semaforico. Al Capo Gallo ed a Monte Peli*^'-
grino (BB) fu avvertita generalmente per rumore intenso alle porte ed
alle finestre; a Palermo (C) non fu intesa da tutti, ma fece fermare ii pen-
dolo Mudge di quell'osservatorio, ove fu stimata ond.-suss. ENE-WSW :
fu pure mediocre a Castelbuono e lieve (DD) a Termini, Carini, Par-
tinico, Castellamare, Monte S. Giuliano ed a Trapani. Alle 3** 24" pom.
della stessa giornata ad Ustica forte replica, sentita pure intensamente
a Palermo : alle 3^ 32™ p. ad Ustica altra, ma debole, passata inavver-
tita altrove, ed infine alle 3** 49° p. una terza alquanto forte propaga-
tasi fino a Palermo.
[1231] 1893. Giugno 14. E^ir«.
SuppL al Boll, meteor.y N. 91 (1 agosto 1893).
A 7^ 30° a. (t. m. R.) terremoto rovinoso nell'Epiro : il villaggio di
Chimara, riportò gravi danni, sofiersero maggiormente Cuce (al S. di
Valona) ed i villaggi del circondario di Curvelles. Questa scossa g:
propagò sensibilmente nelle Puglie : essa fu abbastanza forte ad Otranto
e Lecce ; un po' meno ad Alessano : ove non arrecò danni, ma mise
in allarme la popolazione : a Nardo la campana del pubblico orolo^'
diede qualche tocco. Fu lieve o sensibile a Corate, a Canosa, a Ceglie,
a Francavilla, a Sava, a Copertino, a Calatone, a Parabita, a Taviano
ed al Capo di S. Maria di Leuca. Il movimento sismico nelle località
dianzi citate fu solo ond., a due riprese e della durata di circa 3* :
sotto forma microsismica fu registrato dagli apparecchi degli Osserva-
tori di tutta Italia.
[1232] 1893. Agosto 2. Montereale (Aquila).
Suppl. al Boll, meteor.^ N. 93 {1 ottobre
Un terremoto molto forte colpì circa le 2* a. Montereale, produ-
cendo qualche fenditura nelle case (area mesosismica fig. 94 a) : questa
scossa fu forte (h) a Capitignano, Antrodoco, Leonessa, Arrone, Scheg-
gino, Spoleto e Cerreto : zona che k forma molto irregolare, e predo-
minantemente, rispetto airepicentro, sviluppata verso NW. Neil' unita
cartina è tracciato anche V andamento delle isosime mediocre (e) o
lieve (d), I punti estremi dell' area scossa dalla parte di N. e di W.
(
[1893]
istano circa 70-80 km. da Kontereale : dalle altre l' espansione è molto
lìnore, Bpccialmente verso E. Questa scossa f\t quasi ovuoque ond.
ellH durata di circa 4-5.* A Monteleone dì Spoleto dalle lO^'/t P- <iel
V'Uf" '•'y"-\A •'*^*!*—
agosto alle 2* a. del giorno 2 furono sentito circa 15 scosee ed nna
itina a Cascia: le ma^iori con qnalcbe trasposizione di epicentro,
) però a 2'' 2" ed a 2'' 43" a. del 2 agosto stesso.
[1233J 1893. Agroste 10.
iK.iTTA u.: Intono ai fcnom. tt
Hittiiiata (Foggia).
I. att. nella penti. Oargaalea ecc.
Dopo II periodo sismico dell' aprile-giugno 1692 (N. 1217) prescln-
lendo da qualche lieve movimento tellurico, la tranqaillitA del buoIo
>arcva ritornata nella regione Garganica, quando sul finire del giugno
irt'JS incominciarono nel pressi di M. Saraceno a sentirsi nuovamente,
■on una intensità e con un crescendo veramente terribile, nuove scosse
Va le quali sono da ricordare quelle del 1» (3" 30" p. circa) e del 27
aglio (4" 40™ p. circa), lo quali per la loro intensità causarono non
ievi danni all' edificio semaforico di M. Saraceno, al faro, alla vetusta
> solidissima torre del Porto, all'abitato di Mattinala ed alle numerose
-asc rurali di cui è cosparsa la florida pianura che ò sottostante. Verso
e ',)■> óO'" p. del 10 agosto una nuova scossa, il massimo dei massimi,
iistruggcva quasi completamente detto paese e rovinava quasi tutti i
numerosi ed isolati fabbricati colonici della campagna. Questa scossa
Tu intesa in modo sensibile entro un' area la quale comprende la in-
Liora penisola garganica e sue adiacenze ed è estesa maggiormente
lunghesso la costa adriatica con gli estremi a S. Salvo (Chieti) ed a
Rutìglìano (Bari) ; oBservo che il movimento sismico si è
n'tsai più sensibilmente dalla parte di mezzogiorno che ni
onde microsUroiche giunsero fino a Benevento, Ischia, Rocca
Roma, Lecce, Padova e Pavia. La zona centrale o meso
estende (flg. 95 BB') dalia Pnnta Rossa di M. Saraceno alla
l'orto, e comprenda la borgata di Mattinata, la piana sottos
relative adiacenze. Verso la marina è lunga km. 5 circa, de
si spinge per poco meno di i km. entro la parte Inferiore (
del Carbonara.
L'area isosismlca rovinosa (AA'), ove cioè si ebbero sol
rovine di ediScii, è concentrica alla precedente e verso SSE. gin
Mattinatella ; la molto forte o forte Inclade (flg. 96 iA) M. S.
ìfnnfVedonia (') e si spinge fin sotto Vieste : la mediocre comp
Vieste, Rodi, Peschici, Vico, Cagnano, S. Giovanni Rot, j
Margherita di Savoia ; in generale nella sua parte inferiore
erica alla precedente, ma si protrae in modo sensibile lango
del Barese, facendo una piccola insenatura presso Corato. I
ìsoaismica leggera (dd) si trovano le isole Tremiti, e la III
delimita, corre vicino n 8. Severo, Lucerà, Bovino, Accadia
Spinazzola, Gruma Appula ed a RutigUano.
Nell'area piil intensamente commossa il movimento sismico
25*, e risultò composto di una fase sussuttoria violentissima
Unea, cui susseguirono varie ondulazioni fortissime : In quef
ebbe puro Impressione di < movimento vorticoso > e straordiE
namerosi furono gli esempi di oggetti girati sulla propria b
isosisma fortissima la fase verticale andò rapidamente dlmi
intensità, rimanendo però ben poco variati gli altri elementi
il terremoto fu solo mediocre o leggero, fa percepita, salvo
cczioni, la sola ondulazione.
Gli effetti dinamici furono assai più intensi lungo due line
esso corre lungo il golfo di ManfVedonla (flg. 05 mn), l'i
valle del Carbonara (pp') : riescirono aopratutlo disastrosi alli
Rossa >. Dallo studio particolareggiato dei fenomeni t\ii i
collocare l'epicentro in prossimità di tale località (oj, ove prc
s' intersecano i due assi sismici : la profondità da cui prove
pulso, dedotta dall' angolo di emergi^nza della scossa, rlsut
f-t» km. circa.
Dopo ti massimo del 10 agosto II movimento del suolo ;
Ij Nella mia memoria Sulfaltlrira ìì^hiIci nella Capitanala a puff. 36 [et
dopo la parola • BfaUliiBt«lla ■ a^glunttere • IsualaniFi mollo torte Include
iinimeseu dal UiMgrnro, U. variare completamente il kdbo del periodo,
560 [1894]
di M. Saraceno fa quasi continuo : anzi dopo tale scossa in meno di
24^ si poterono contare 50 repliche.
Nel luglio le scosse furono giornaliere ; neir agosto, e specialmento
neir ultima decade, si mostrarono ancora numerose, ma però in one-
rale assai meno frequenti : nel settembre ed ottobre divennero più
rare : nel novembre, poche eccezioni fatte, regnò calma quasi assoluta
che si protrasse fino al 5 dicembre, dal qual giorno si notò un aumento
sia rispetto il numero, sia per l'intensità delle scosse e quindi un nuovo
massimo sismico a 1^ 20°" p. del 18 con una forte scossa che a Matti-
nata causò grande panico e rese necessario lo sgombro di due case già
lesionate.
Il periodo sismico può dirsi terminato nel principio della seconda
metà del gennaio L894.
[1234] 1803. Ottobre 27. Bellnese.
Snppl. al Boll, meteor. N. 96 (15, xil 1893).
Alle 5^ 31"* p. a Longarone ed a Farra d' Alpago una scossa molto
forte (fig. 86 C) produsse, specialmente nella prima località, tremolìo
di grandi oggetti, suono di campanelli, alcune fenditure nei muri e la
caduta di qualche fumaiolo ; fu forte (C) a Cansiglio, Barcis, ed tm
po' meno forse a Ponte nel!' Alpi : riuscì mediocre (C") nel Cadore» a
Belluno, a Sospirolo, a Feltro, a Conegliano, ad Oderzo, ad Aviano. a
Claut e ad Auronzo. La zona entro cui fu leggera (C") è delimitau
da una linea includente Verona, Vicenza, Estc, Padova, Mestre, Porto
gruaro, Cordovado, Gemona e Sappada.
A Longarone la scossa fu suss.-ond. di 3* : nelle altre localitÀ pre
valse la forma ondulatoria e fu di breve durata.
[1235] 1894. (>) Febbraio 9. Veronese.
Baratta m.: // terr. veron. del 9 febbr. i894.
Nel giorno 9 febbraio un nuovo fortissimo terremoto colpi il vero-
nese : dall' esame dei dati e dallo studio cartografico si vede che la
zona ove fu più violenta la commozione del suolo, si estende fra l'Adige
ed il torrente Chiampo : infatti la scossa fu sentita con maggior inten-
sità a Bosco Chiesa Nuova, a Velo Veronese, a Badia Calavena« a
Tregnago, a Crespadoro, ecc. ; ivi, per effetto del brusco movimento,
si produssero varie fenditure nei muri dei fabbricati. Racchiudendo
con una linea tali località, veniamo a delimitare V area meeosismio.^
(tìg. 86 D) : sono pure in essa compresi gli abitati di Selve di Progne j
(1) Con il 1 gennaio 1804 le ore sono espresse In Tempo mboiq dell' ecropa Centrale
^ vengono contate da una mezzanotte airaltra.
[1894] 561
e di Vestenanova, nei quali però la BCOBsa non produsse che grande
panico nella popolazione eenza alcuna lesione agli edificii. Quivi il mo-
"vimento del buoIo è cominciato con un energico sasBUlto per terminare
eoa una più o meno complicata ondulaz. : la durata totale non avrebbe
ecceduto 1 3' circa. In parecchie località uu cupo rombo fii contempo-
ranco alla scossa : a Chiampo invece su sseguen temente, a 5' 1' uu'
tlall'altro, furono sentiti due forti boati. Nella zona isosismica forte (D
dove, cioè, il terremoto fli generalmente inteso con spavento, avcnd
causato tremolio di grandi oggetti, di mobili, suono di campanelli ecc
sono compresi Negrar, Mezzane, Montecchio, Arzlgnano, AltlBslmo
Trisslno ; In generale quivi la scossa è stata snss.-ond. di H* : quest
nnova zona, quasi concentrica alla precedente, è assai ristretta ed u
po' più espansa dalla parte di SW. L' isosisma che racchiude le locj
liti ove il terremoto è stato mediocre (D"), vale a dire non avvertii
universalmente, corre da Ala, a Ferrara di M. Baldo, a Caprino V,
S. Pietro Inc., a Verona, a Zevio, a Cucca, a Cologna V, a Novent
Vie, a Vicenza, a Thiene, a Schio ed a Posina ; quivi fu percepit
dai sensi od una sola ondul. od un moto dapprima predominante ond.
e poi brevemente snss., di durata variabile dai 3 ai 5.* Infine un
linea (D'") passante sopra Belluno, Aviano, 8. Dona di Piave, Venezia
Chioggla, Estc. Legnago, Sangninetto, Desenzano, Salò, Vestono, Rìv
e Trento delimita la zona di leggero scuotimento : però con tutta prt
habilitA la scossa fu pure da pochissime persone intesa anche a Brescis
l'avia e Bologna rappresentano punti affatto isolati ove la commoztou
si rese senaiblle a qualche rara pei-sona. Radiazioni microsismiche gìur
aero inoltre a Piacenza ed a Firenze.
Considerando l' ubicazione dell' area più violentemente scossa, v«
diamo che con tutta probabilità le forze endodinamiche hanno agit
sulla zona Tregnago-Badla Calavena, vale a dire sa una parte d(
rtidiante urtato dal parossismo del giugno 1S91.
Per meglio fissare le idee, se prendiamo come verticale sismico 1
punto intermedio fra le due località sopracitatc, vediamo die la scoss
si è propagata In modo molto diverso, giacché i punti estremi eh
anno segnalato II movimento tellurico, sono assai diversamente dìstanl
dal supposto epicentro: abbiamo, cioè, a N. Trento (km. 61); a NE
Belluno (km. 107) ; a NNE. Aviano (128) ; ad E. San Dona di P. (110)
Venezia (92) ; a SSE. Chioggia (95) ; a SE. Estc (53) ; a S. Legnago
Sangninetto (45) ; ad W. Brescia (73) ed a WNW. Vestonc (f.2) ; bì pu
qnindi dire che 1' area sismica commossa si estende maggiormente d
IWE. verso NE., mentre dalla parte di 8. le onde sismiche furon
sensibili allo persone — eccezione fatta per Bologna {km. 115) —
distanze assai minori.
BAium Terrtmott w^-. 36
562 [1894]
L' ora della scossa air epicentro può ritenersi molto prossima a
13^ 48*° circa : per le località lontane si possono ritenere come più si-
cure le seguenti :
Padova (Osserv. Organo) 13»» 48» 5* t. m. E. C. « / km. 50
(Osserv. Astr.) 13.49. 19 !2.i j^ »
Spinea 13. 48. 20 1 1 1 » 82
Treviso 13.48. 30 tt 30») | « 1 » 87
Bologna W. 48. 45 ^«2 \ » ne
Piacenza 13.50 (+ 10») 2 S 1 ^125
Pavia 13. 49. 8 (± IO») g fe » 163
Firenze 13. 48. 7 (+ 10*) 3 ^ \ » 1^
[1236] 1894. Marzo 5. Lecco (Como).
Baratta m.: Il terremoto di Lecco del s marzo i894.
Verso le 22*» 14" a Castello, Lecco e Ma^ianico fu sentita univer-
salmente una breve scossa di terremoto che sensibilmente si propagò
a Canzo, a Valmadrera, a Civate, ad Annone, a Merate, a Caprino ed
a Pasturo ed isolatamente fu intesa da pochi a Monza. L'area entro cui
questo scuotimento fu sensibile à forma (fig. 72 B', pag. 516) pressoché
elittica con V asse maggiore disposto in senso S-N. circa : escludendo
Monza, località ove dubbiamente oppure — come ò detto — in modo
affatto isolato, fu avvertito da qualche rarissima persona, la massima
lunghezza della zona scossa correrebbe da Merate a Pasturo, che in
linea retta distano circa km. 30. Castello, Lecco e Maggianico sono i
paesi ove con maggior intensità fu avvertito il movimento del suolo :
essi sono disposti (B) su una linea di 4 km. circa di lunghezza che corre
in senso SE-NW ; quivi la scossa, almeno da principio, è stata decìsa-
mente suss. I massimi effetti si ebbero a Maggianico : ivi quelli che
erano a letto furono svegliati e dopo la scossa principale fu avvertita
anche una replica. Presso codesto paese io sarei proclive a collocare il
verticale sismico, il cui epicentro, per la ristrettezza dell' area scossa
deve trovarsi a piccola profondità.
[1237] 1894. Marzo 16. Isola di Pantelleria.
Suppl. al Boll, meteor., N. 103 (15 maggio 1894).
A 4'* 32"* una scossa suss. con rombi causò diverse screpolature al-
l' edificio semaforico.
[1238] 1894. Marzo 26. Lesina (Foggia).
Baratta m. : SuUa attività sism. nella Capitanata^ pag. ar7-40 (estr.)
Dal concetto generale che mi sono fatto nella visita alle località
colpite, e dal complesso delle notizie raccolte risulta che questo terre-
[1894]
663
moto h spiegato la sua maesiina violenza a Lesina e nel tratto di costa
prospiciente l'abitato di detto paese. Nei luog^tii ove gli effetti dinamici
furono maggiori, nn rombo simile ad nna profonda detonazione ac-
compagnò la scossa principale che causò molte fenditure nei mnri e
nelle volte dello case, alcune delle quali, gì& in cattivo sti
fenditure ricevute, si dovettero sgombrare : l' urto sotten
inoltre cadere parecchi comignoli. Le scosse sentite furono le
SS III) S^iiO" circa, una lieve - 26) 0''5'" scossa fortissima (
l"" 30= una non generalmente avvertita ; 2'' IS» una forte pn
rombo : &*■ circa, una sentita quasi da tutti ; 11'' 30'° una lieve -
circa, una forte - 30} 11" 30"° una scossa.
I danai prodotti ai fabbricati derivarono unicamente da
Fio. 96.
mento delle 0" 5" de) 26 marzo. L' area scossa da questo ter
sulta di forma semicircolare confinando a settentrione con il
zona mcBOfiismica comprendo (flg. ÌI6 A) t' abitato di Lesina
Fortore : nell'isosisma fortissima, che è assai ristretta, sono rac<
Hipaltae Po^io Imperlale: nella mediocre (CC) S. Nicandro,
S. Severo, S. Paolo. Sen-a Capriola e Chienti : nella leggera
gnano, S. Marco In Lamìs, San Giovanni Kot., 3. Martino ii
Larino, Porto Cannone, Campomarino e Termoli. Tutte le z(
nate sono concentriche le une alle altre e verso N. apert'
r ultima si perde pure a mare senza racchiudere le Isole Ti
la scossa k passata inosservata. Sulla costa ad E. della Pi
Pietre Nere si aprirono nella sabbia varie cavità. Il centro
meno secondo le osservazioni da me fatte, deve porsi vicino
e con ogni probabilità a mare, nei pressi della Torre Fortor
I^a grande scossa fu registrata poi dagli apparecchi sìsmic
(ff-S" principio, C 5" 15' fase massima, 0" S-" 45™ flne) e di S
± 30" principio, ()»■ 7"' 30* fine).
564
[1894]
[1239] 1894. Maggrlo 28. Vigpanello (Basilicata).
M. Baratta : /( ferr. di Viogianello (Basilicata) del 88 maggio i894.
Questo terremoto à spiegata la sua massima intensità in una zona
assai circoscritta entro cui stanno i paesi di Vi^ianello, Rotonda, Ca-
stelluccio Inferiore e di Episcopia (fig. 97 A), nelle quali località si
ebbero varie fenditure più o meno gravi nei fabbricati. A Viggianello.
luogo più colpito, rovinarono 5 case già fatiscenti e molte altre diven-
nero inabitabili : questa zona (mesosismica) k forma elittica con V asse
maggiore (NNE-SSW) lungo km. 17 circa. La isosisma fortissima u
molto forte (B), cha racchiude le località ove la scossa fu universal-
_^ Awtj;^ AcvoM* ^iji^-**
ì
\
Scala Vm
/
Vfer,*
« ■
3)/
FiG. 97.
mente intesa con panico, suono di campanelli e qualche lesione com-
prende Missanello, S. Arcangelo, Castel Saraceno, Latronico, Laino.
Papasidero, Orsomarso, Verbicaro, S. Sosti, Cerchiara Calabra, S- Lo-
renzo Bellizzi, Alessandria del Carretto, Terranova di Pollino, S. Co-
stantino Albanese, Noepoli, S. Giorgio Lucano, Teana, Chiaramonte.
Carbone, S. Arcangelo, ecc. : in complesso quest' area — in cui, ri-
spetto alla intensità, si risconti*ano le solite eccezioni, specialmente
nella sua parte posta a mezzodì — à anch' essa forma elittica con
r asse maggiore fra N-S e NNE-SSW : la sua massima lunghezza, da
S. Sosti a Missanello misura 70 km. circa. La zona isosismica me-
diocre (C) comprende Guardia Piemontese, Bonitati, Belvedere Mar.,
S. Agata di Esaro, Roggiano Gravina, S. Marco Argentano, Cerzeto.
Spezzano Albanese, M. Giordano, Nocara, Oriolo, Kotondella, Tursi,
[1894] 565
Montalbano Jonico, Craco, Stigliano, Corleto e Guardia Pertìcara, Vig-
giano, Monte Murro, Spinosa, Saponara di Grumento, Sarconi, Lagonegro,
Kivello, Maraten, Tortora, Aieta, Scalea, Diamante, ecc. ; dalla parte
di SSW. si perde a mare. Tale area, concentrica alla precedente, à,
come questa, forma elittica, con V asse medesimamente orientato ; il
diametro massimo, fra Fuscaldo e Stigliano misura km. 110 circa. I
limiti compresi dalla isosisma lieve (D) sono il Capo Palinuro, Laurino,
Vietri di Potenza, Trivigno, Miglionico, Laterza, Castellaneta, Mottola,
Montemesola e Taranto dalla parte settentrionale ; S. Giorgio, S. De-
metrio e Bisignano dalla meridionale, località che distano da Viggianello
rispettivamente km. 69, 74, 82, 69, 74, 94, 100, 107, 124, 112, 53,
49 e 52 circa.
Radiazioni microsismiche insensibili alle persone furono registrate
dagli apparecchi sismici dei seguenti Osservatorii, che da Viggianello
disiano il numero di km. presso indicato.
Località Principio Massimo Fine
Portici [147km] 21>»19»10»(t.m.E.c) — —
Ischia [198 » ] 21. 12. 32 (dubbio) 21»»15™46« a 21»»18»9» incerto
Mineo [324 »] 21.16.30 — —
RtKxa di Papa [347 » ] 21 . 17. 18 21»^ 17*» 30- 21»» 18'» 50*
Roma [368 » ] 21. 15. 30 21. 18. 10 21. 21. circa
Siena [539 » 1 21. 17. 45 21. 19. 45 21. 22. 15-
Noto che i dati suesposti appartengono tutti a località non solo
esteriori alla zona più violentemente commossa, ma eziandio a quella
entro cui è stato il terremoto sensibile alle persone.
[12401 1894. Luglio 29-agosto 3. Isola di Salina (Eolie).
Baratta m.: Intorno ai recenti fenom. endog. avv. nella reg. etnea ^ pag. 4-5 (wtr.)
Nel maggio 26-27 scosse frequenti a Stromboli in relazione con ri-
prese di attività di quel vulcano. Al 29 luglio (4*» 16'") lieve terremoto
a Kandazzo : a 17^ 5" di questa giornata movimento del suolo abba-
stanza sensibile e che incusse un po' di panico agli abitanti delle bor-
gate di Salina. Tale scossa però deve essere stata locale, giacché non
risalta sia stata avvertita dalle persone nò a Lipari, né a Filicuri, e
nemmeno, sotto forma microsismica, registrata dagli apparecchi di Ca-
tania e Mineo. Al V agosto (13*» 35" circa) una nuova scossa ond.-suss.
seguita da replica colpi la stessa isola : fu più forte di quella del
29 luglio ed intesa generalmente dagli isolani, molti dei quali impauriti
abbandonarono le proprie abitazioni : fu inoltre sentita assai intensa-
mente a Filicuri ed anche a Lipari. Durante il giorno 2 a Salina due
altri movimenti del suolo, ma di poco momento, V uno a 7^ 35'° ed a
[1894]
20'' circa l' altro. Perà bisogna notare che fra il giorno 2 e =*, ad in-
tervalli più o meno lunghi, parecchie furono le OBcillazioni del bqoIo.
avvertite da qualche persona : a ?■■ 29" del 3 nuova scossa che pro-
dusse al semaforo forte tremolio di oggetti, fece spezzare una delle ali
dell' albero dei segnali, rompere qualche vetro e fermare l' orologio
dell' tifficio.
[1241] 1X94. Agosto 7-8.
A U.: op. Clt. - Ricco A.:
Et» (Catania). |
Breve rtlaz. tui ttrr. del 7 td a agosto 1S94 ecc. !
Dopo tina tregua di parecchi giorni dai terremoti dì Salina, si aprì
una nnova fase sismica, le cui manifestazioni ebbero loro sede nella
regione etnea : devo però notare che il periodo piii violento di questi
terremoti fa preceduto dal risveglio del centro sismico di Hineo. ore,
alle 8* 42" 30* del 7 agosto, fu avvertito un lieve movimento snes. per-
fettamente locale. La prima delle due violenti scosse accadde a 13^ 58'
Fio. 98 (da Ricco).
del giorno 7 : essa preparò a Zerbate, Fieri, Pisano ecc. le rovine che
dovevano avvenire dopo, per effetto, cioè, dell' altro parossismo : tale
scossa fu avvertita quasi generalmente a Nlcolosi, a Trecastagni ecc.
e fu iafìne registrata dagli apparecchi sismici di Mineo. Nella regione
più violentemente commossa parecchie repliche, fra le quali sono da
ricordarsi quelle avvenute a 23" 4™ e 2Z^ 50" del giorno 7 ed a 2" -13'
dell' 8 agosto. A 6" t6" di questa giornata nuovo violentissimo terre-
moto che abbattè molte case causando la morte a parec<'hie persone.
L' area mesosismica, lunga circa 5 km. e larga 1 '/r^. * (fig- 98 A)
la forma di un disse con l'asse maggiore in senso NW-SE. e comprende
le borgate di Fieri, Pisano, Siiacchiere e Zerbate, ove molte case fUrono
completamente diroccate, altre gravemente lesionate o demolite in parte.
La zona delle gl'avi fenditure (B) à pure eguale forma ed orientazione :
parto essa dalla base del M. Pricoco, sì estende nella regione Cavotia.
comprende Saro e si prolunga Ano alia Fossazza. Nella zona Isosismica
fortissima stanno Civita, Bonglardo, S. Venerina e Carico : verso SE. va
tino ad Acireale. I>a zona ove 11 terremoto SU generalmente avvertito
[1894] 567
per movimento di mobili, per oscillazione di lampade, ecc. comprende
Riposto, GiarrCy Zafferana, Trecastagni, Nicolosi, Aci S. Antonio, ecc. :
dalla parte S. arriva fino quasi a Catania : tale zona nella parte orien-
tale resta aperta a mare : quella entro terra à forma elittica con il
diametro lungo la costa di km. 26 circa. L' ultima zona che si può
delimitare è quella che comprende i paesi di Linguaglossa, di Ran-
dazzo, di Biancavilla, di Paterno, di Belpasso, ecc., nei quali il terre-
moto non è stato generalmente inteso : essa interessa T intero imbasa-
mento etneo. Quantunque una parte di essa cada a mare, tuttavia si
vede che accenna alla forma di elisse, con V asse maggiore disposto
come quello dell' area mesosismica. Però è necessario osservare che a
Mineo ed a Noto la scossa isolatamente è stata pure avvertita da qualche
individuo allo stato di qxdete. Trattandosi di terremoti avvenuti nel-
r intervallo di poche ore è difficile il poter precisare se i due scuoti-
menti abbiano avuto un identico centro, oppure se con la seconda
concussione esso si sia spostato.
Dopo le due accennate scosse continuarono a sentirsi, specialmente
nella zona mesosismica, parecchie repliche e si ridestarono pure altri
centri sismici.
[1242] 1894. Ottobre 17. Livelli (Pavia)?
Babatta m.; Sul terr. vogherese del n ottobre 1894 ecc.
A Livelli di Bagnarla, alle ore 5.17, una scossa molto forte ond. a
2 riprese, a 15* circa d' intervallo e della durata totale di 30*, oltre a
tremolìo di mobili, produsse lievi lesioni a qualche vecchia casa. Questo
terremoto (tìg. 33, pag. 358, I) fu sensibile alle persone entro un' area
elittica con V asse maggiore disposto fra N-S. e NNW.-SSE. : la inassima
lunghezza della ^ona si à fra Bobbio e Voghera (40 km. circa). Livelli fu
il paese ove il movimento del suolo è stato più intenso che non altrove :
ivi venne pure sentito qualche altro scuotimento, però assai lieve,
nella notte precedente al giorno 17 : presso tale località, ò collocato
il centro sismico : a partire da questo punto le ondulazioni sismiche
sono andate estinguendosi assai più rapidamente dalla parte di S. cìie
non da N., ove pare non abbiano oltrepassato il limite della zona
collinesca di Voghera, Casteggio e Broni.
[1243] 1894. Novembre 16. Calabria.
Babatta m. : l terr. di Calabria ; Il terr. Calabro siculo ecc. - Mkrcalli O. : 7 terr. della
Cai. ecc., imfiT. 22K-55 (1).
La scossa disastrosa, avvenuta in Calabria verso le 18*» 52 del 16 no-
vembre (*), fu preceduta da diversi piccoli scuotimenti preparatori av-
11} per questo terremoto ò seguito il beUlaslmo studio del prof, ifercalli sopra citato.
568
[1894]
vcrtiti qoJl e là: durante Io steeso giorno 16 furono sentite in inti^
1' area maggiormente colpita dal paroesismo tre scosse, la 1' a 6* 13».
la 2» verso mezzodì, la 3» verso le 18." La acoasa dìsaatrosa a Messina
ed a Catania ragginnee la sua massima intensità a 18^52" e rUnltò di
2-3 riprese ben individuate si vicino che lontano dal centro del terre-
moto : tali fasi non solo si distinsero per la loro diversità nella inten-
sità, ma anche per la forma del moto : nella 1' prevalse la componente
orizzontale, nella 2* la verticale, nella 3* 1' orizzontale in varie diny
zioni : il massimo pare sia stato nel mezzo della dnrata, in corrispon
denza, cio6, col massimo della verticale.
I paesi seriamente danneggiati si trovano posti sol versante nord
Fio. 99.
occidentale dell' Aspromonte, cioè nell' alta valle del Petrace e sulla
costa tirrenica tra il Capo del Pezzo e Palmi. Entro 1' area indicata
il terremoto fu disastroso o rovinoso : complessivamente si ebbero a de-
plorare 96 morti e 800 feriti distribuiti in 14 paesi. La zona mesosismica
disastrosa è delimitata (tìg. 99 A) da una curva alquanto irregolare ed
estesa maggiormente nel senso di un parallelo, avendo circa 10 km,
N-S. tra Palmi e S. Cristina: essa comprende oltre questi paesi Ba-
gnara con Solano, Seminata, S. Procopio e Castellaci d' Oppido.
L' area rovinosa (B) pare non abbia oltrepassato Villa S. Giovanni
a S. e Gioia Tauro a N. : però presenta una deviazione notevole verso
Kosarno. mentre il terremoto fu solo fortissimo nella sua frazione
S. Ferdinando ed a Cinquefondi, a Folistena, a S. Giorgio Horgeto ed
[1894] 569
n, CittanoTA. A Gioia Tauro vi fii qualche ferito, ma i danni alle case
non furono gravi. La scossa fu rovinosa ad Oppido, Lubrichi, Delia-
nova. Sinopoli, CoBoleto, Helicuccft S. Anna di Seminara. Al limite
dell'area rovinosa stanno Villa S. Giovanni, Catona, S. Alessio d'Aspro-
monte, Piati, Radicena e Rizzì^ni ; Scilla sofM poco.
Il terremoto fa fortissimo o quasi — ossia cagionò lesiot
alle case, ma per lo piCi leggere od almeno non tali da ren
liitabili — a (C) Messina Ganzirri, Forte Spuria, Villa S.
Campo di Calabria. Reggio, Gallina. Polistena, Cinquefrond
Rometta e nell' isola di Stromboli. Gravi danni sì ebbero p
geologiche a Stefanaconl, Trìpami ed a S. Onofrio; pochi
Vena, Pizzo e Monteleone.
Nella zona molto forte (D), ove cioè la scossa causò lesioi
leggere o qualcuna grave sporadica in edifici già lesionati, :
presi Cittanova, 8. Giorgio Morgeto, Mammola, Canolo, Serra
Monteleone, Pizzo, Briatico, Pizzonl. Potenzoni, Zungri, Mai
labro. Candidoni, Borgia, Maida, Gerace Superiore, Sidemc
Roccella Jonica, Caraffa, Vena Snp. ed Inferiore, S. Caloj
Nel circondario dì Reggio il terremoto fu molto forte a £
Montebello Jonlco, Roccaforte ed in Sicilia a Milazzo, Rocce
mone, Saponara-Villafrancia, Monteforte S. Giorgio, Itala, S.
Riva, LingtiagloBsa, Kandazzo e Brente. A Melilli, Mineo e ]
torse per ragioni locali, si ebbe pure qualche lesione negli e
li terremoto diminuì rapidamente d' intensità verso il Jon
.1 Capo dell'Armi, a Capo Spartlvento, Melito P. Salvo, G
<lerno Marina, Stilo, ecc. non superò il grado di forte (E),
produsse lesioni neppure lievi. Verso N. l' isosisma forte coi
circondari dì Nicastro e di Catanzaro. Si deve notare che a
Cortale ed a Borgia cagionò qualche leggera fenditura e che a
fu inteso con spavento ; invece a Cotrone la scossa principale
tita solo leggermente e le altre passarono inosservate. In SiciI
moto fu forte fino a Patti e circondario, a Catania, Paterno,
Caltagirone, Vizzini, Sortìno, Licodla Eubca, ecc. e rinforzò
punti del circondario di Caltagirone come Ò più sopra detto.
L'intensità della scossa fu mediocre (P) nel circondario d:
e nella parte più meridionale della Sicilia, a Siracusa, a Noto
infine fu leggera (G) ed avvertita da pochi Ano a Licata
lermo : pare sia passata inosservata nella parte più occidei
Sicilia. Verso nord, ossia nel continente, l'Intensità dimin
mente : Infatti a Scigliano ed a S. Giovanni in Flore ed
circondario di Cosenza fu mediocre o sensibile. A Mormanno I
e pare sia questa locatità il limite settentrionale nella Calab
570 [1894]
vi fa però un notevole rinforzo di intensità nella Basilicata 8ad-oc<!;ì-
dentale, cioè a Lagonegro, a Lauria ed a Montemorro. Gli nltìmì
punti dove il terremoto fh inteso dalle persone in modo leggerissimo
sono Malori (Salerno) e Pomarico (Potenza).
Più lontano segnalarono il passaggio dell' onda i delicati stramenti
sismici di Portici, Ischia, Benevento, Rocca di Papa, Roma, Siena,
Pavia ed anche quelli di Nicolaiew in Russia;
Messina 18*» 52" O» [± qualche sec.] (ora d' arresto del pendolo dell' Os-
servatorio).
Catania 18»» 48™ 5a« (principio) ; \8^ 51" 1-52» (fiase massima).
Ischia 18*» 53" (principio).
Roma 18*»52°25» (principio).
Rocca di Papa 18*'53"5» (principio).
Siena 18*» te» (principio): 18*»57«»30* (massimo).
Pavia 18*» 55"» 45» (principio): 19^0" 13» (fine).
Dallo studio della direzione che k avuta la scossa e dalla costruzione
cartografica, il Mercalli conclude che buon numero di queste direzioni
si riuniscono sul versante nord-occidentale di Montalto d' Aspromonte,
tra Piati e Delianova, e tra esse vi sono quelle che per Messina, Se-
minara, Oppido e per altre località corrispondono alla prima fase della
scossa. Ma un numero pure ragguardevole di direzioni s' incrociano in
mare tra Palmi e il Capo Pelerò, a pochi chilometri dalla costa. Parve
adunque al Mercalli che le due fasi principali di cui è risultata la
scossa disastrosa del 16 novembre abbiano avuto due epicentri distinti,
cioè la prima sul versante occidentale deirAspromonte, tra S. Cristina
e Delianova, la seconda nel mare di Palmi.
La scossa irraggiata da questo secondo epicentro sarebbe stata più
intensa della prima.
Per il terremoto disastroso del 16 novembre in molti luoghi le acqne
sorgive subirono alterazioni temporanee, si verificarono spaccature ed
abbassamenti locali : il mare alla spiaggia non presentò alcun fenomeno
degno di menzione.
Dopo la grande scossa delle 18*» 52»» seguirono numerose repliche in
tutta Tarea più danneggiata ; in alcune località nella notte 16-17 se ne
contarono fino 40-60: le principali furono sette, cioè quelle avvenute
a 20*» circa, 21*^ 15"», 23*» 7" e 23*» 34°» del 16 ; ad 1*» 45"» circa, 3*» 35°», e 7*»
circa del 17. La maggiore delle quali fu la quarta, ossia quella sentita
a 23** 34™ (del 16). Quelle seguite dal 18 novembre a tutto il 1895 fu-
rono 168, nessuna delle quali può essere paragonata per intensità alle
scosse del 16 novembre ; sei sole raggiunsero una intensità tra il grado
molto forte o fortissimo e sono le seguenti : 23*» 34°», 16 XI 94 ; 17** 8'",
9 XII ; 19*» 7"», 20 1 1895 ; 23*» 31«», IO II ; 18*» 44», 26 VII e 17»» 33"», 18 XI.
[1894] 571
Distribuendo per mesi le sopra indicate repliche si ottengono i se-
guenti risaltati, dai quali si rileva che il periodo sismico non cessò
bruscamente, ma andò spegnendosi a poco a poco.
Mesi I II III IV V VI VII VII IX X XI XII
1894 — — — — — — — — — — 33 21 scosse
1895 53 13 25 12 — 4 7 — 4 6 2 — >
[1244] 1894. Novembre 27. Breseiano.
Baratta m.: Il terr. sent. in Lombardia il i7 novembre i894 ecc.
La zona mesosismica di questo terremoto si estende nel territorio
sottostante al lago d'Iseo (fig. 21, pag. 315, A): à forma quasi circo-
lare con il diametro di circa 25 Km. e comprende Brescia, Nave, Adro,
Chiari, Provezze, Rodengo, Iseo, Ome ecc. : quivi il movimento del
suolo à causato varie lesioni ai fabbricati e determinata la caduta di
pochi comignoli, di alcuni pezzi di cornicione e di soffitti e della parte
terminale di qualche muro. In tale zona si riscontrano però alcune lo-
calità, quali^ per esempio, Rovereto ed Ospitaletto che rimasero Immuni
da ogni e qualunque minimo danno. Al di ftiori di quest'area lo scuo-
timento si è propagato abbastanza regolarmente giacché la intensità
degli effetti diminuisce sempre più di mano in mano che ci allonta-
niamo dall'area precedentemente nominata.
La scossa è stata forte (B), cioè à determinato il risveglio generale
degli abitanti, l'arresto d'orologi, l'abbandono delle abitazioni per parte
di molti in Grumello del Monte, Soncino, Orzinovi, Cizzago, Bagnolo
e Manerbio Mella. Desenzano, Salò e dintorni, Iseo, Gardone, Lavenone,
Pisogne.
Nella zona isosismica mediocre (C) sono racchiusi elusone. Lecco,
Correnno Plinio, Dongo, Bemate, Treviglio, Martinengo, Lodi, Soncino,
Ticengo, Castel Visconti, Verolanuova, Mosio, Bozzolo, Medole, Solfe-
rino, Sermione colla sponda veronese del Garda, Verona, Ficarolo, Stlcnta,
Bondeno, Ferrara, Cologna, Bassano, Arsiè, Feltre, Roveredo, Trento,
Edolo e le località intermedie : di notevole riscontriamo il profondo spe-
rone che si protende nel Ferrarese, quello meno accentuato che si
spinge fino a Bassano e Feltre, l'altro che corre sul ramo di Lecco e
sulla parte superiore del lago di Como. Oltre a ciò si notarono aumenti
di intensità a Verona, a Lonigo, a Barbarano, a Corenno Plinio ed a
Lodi, ove la scossa fa stimata come forte.
Infine la linea isosismica che delimita la regione ove il terremoto
fu lieve, passa (D) sotto Bormio, comprende Chiavenna, Varzo, Domo-
dossola, Scopello, Oropa, Biella, include Vigevano, Garlasco, Pavia,
Stradella e l'Oltrepò Pavese, quindi Piacenza, Parma, Reggio, Modena,
Baricella, Crespino, Adria, Chloggia, Venezia, Treviso, Mei ecc. Inoltre
672 [1894]
il terremoto isolatamente fa sentito a Marradi, a Facecchio (Firenze) ed
a Novi (Alessandria). Dairesame dell' intera area interessata dalle onde
sismiche sensibili alle persone si dedace che il terremoto si è propa-
gato tanto ad E. che ad W. della zona mesosismica quasi ad eguale
distanza : che dalla parte di settentrione si è fermato in generale al
limite della regione alpina, che a mezzodì V isosisma lieve si è irra-
diata fino presso a poco al limite della formazione quaternaria.
L'area scossa fortemente rispetto alla mesosismica non risalta di-
sposta concentricamente, ma più sviluppata dalla parte di occidente,
cosi pure dicasi di quella ove il movimento del suolo è stato di mediocre
intensità.
L'epicentro del terremoto del 27 novembre non si può per ragioni
facili ad essere immaginate, determinare con la necessaria precisione:
si deve però trovare nell'area mesosismica più sopra accennata, a par-
tire dalla quale — come si è visto — l' intensità del movimento tellu-
rico è andata sempre più diminuendo.
In quanto alla profondità del focolare sismico si ha con tutta cer-
tezza ragione di credere che sia stata abbastanza notevole, perchè
lievi furono gli effetti dinamici prodotti nell'area più intensamente
colpita dalla scossa,, la quale d'altronde si è irraggiata su una zona
assai estesa, che nella sua maggior lunghezza, da Venezia a Monteasi-
naro in senso E-W circa, misura Km. 435.
Riguardo l'ora in cui è stata avvertita abbiamo i seguenti dati più
attendibili : Pavia 6*^ 7« 55« ; Padova 6>» 9» ; Bologna 6»» 9« 56» ; Fi-
renze 6*^ 9" 45» ; Siena 6*» 10"* e Roma &" 13» 18*.
[1245] 1894. Novembre 28. Foniaso (Belluno).
SuppL al BolL Meteor, N. 115 [l marzo 18d5).
Il 28 novembre, a 17** */* circa, a Fonzaso (fig. 86 E) scossa fortis-
sima con rombo che produsse varie fenditure nelle case e fece cadere
dei comignoli ; a Feltro e ad Arsiè, ove fa suss., fece suonare i cam-
panelli ed incutere panico nella popolazione : fu mediocre ond.-suss. a
Valstagna e lieve ond. a Belluno, Agordo ed a S. Giustina (E').
L'ora data da Padova è 17^ 16"* 56».
Nella notte a Foozaso 5 repliche con rombi e fino al 2 dicembre
due 0 tre altre lievi suss. in ogni giornata : a 7^ del 2 dicembre una
relativamente forte.
[1246| 1894. Dicembre 12. Livorno.
Suppl. al BolL meteor. ecc., N. 115 (l marzo 1895).
A 12*» 15"» a Livorno scossa ond.-suss. a 2 riprese, la seconda
delle qu.ili più intensa ed avvertita generalmente per suono di cam-
^T^
^fiM-r
r,.-. r ;^ .
7VTT
[1894 - 1895]
573
panelli e caduta di calcinacci : fece pure aprire qualche cretto in una
casa ed in un edificio scolastico di recente costrutto. A 23*" 57°" della
stessa giornata forte boato ed a 0^ 4" del 13 una replica avvertita da
parecchi.
[1247] 1894. Dicembre 27. Isola di Filieorl (Eolie).
Suppl, al Boll, meteor. ecc., N. 116 (15 marzo lt)95].
Mentre perdurava ancora TattivitÀ sismica nella Calabria Ultra e
nel Messinese iniziatasi il 16 novembre (N. 1243) furono sentite varie
scosse neir isola di Filicuri. La prima, lieve, avvenne a 6** 55" del
27 dicembre^ la seconda, fortissima suss.-ond. di 5% sentita H°* dopo,
produsse lesioni in tutti gli edificii anche di buona costruzione: fece
crollare i più vecchi edificii ed alcuni muri a secco. A Salina fu forte ;
fu generalmente «avvertita a Stromboli ed a Patti, ove causò panico :
fu mediocre a Castelbuono, a S. Stefano di Gamastra ed a Reggio : fu lieve
a Messina, a Catania (6*» 58" 46*), a Mineo, a Vizzini ed a Licodia.
A 7** 9" a Filicuri replica lieve suss. e fino ad 11*» altre tre avver-
tite da pochi : a 23*^ 15" una suss. intesa da parecchi.
[1^48] 1895. Febbraio 27. Clant (Udine).
Baratta m. : / terr, avvenuti in Italia durante Vanno i895, pa^. 30-34.
A 16*^ 38" a Claut una scossa ond. di 3' molto forte (flg. 100 a) che
FiG. 100.
causò varie screpolature in parecchie case : fu forte ond. a J^onga-
rone (ò) ; fb tra forte e mediocre o mediocre (e) a Maniago, a Causi-
574
[1895]
glio, a Farra d'Alpago, ad Aviano, a Vivaro, a S. Martino al Tag-lìi-
mento, a Pordenone, a Bacile, a Valdobbiadene ed a Pollina : In eertt
località come a Gansiglio, Aviano, Canova e Sacile fu notato nn leggen.
aumento di intensità. Fu lieve (d) a Forni di Sopra, Gemona, Motta di
Livenza, Treviso, Padova, Noventa Vie, Vicenza, Canova di BoaD.i
(Asiago), Fonzaso, Feltro, S. Giustina, Belluno ecc.
Quasi ovunque, prevalse la forma ond. e la scossa fa di breve
durata.
A Longarone e Claut, località nell'area mesosismica (6), fra le 0^ e
0** 16°" circa del 28 altra scossa, quasi identica alla precedente, che
pare passata inavvertita altrove : a Claut a 6^ del 3 marzo una re-
plica più leggiera delle altre.
[1249] 1895. Marzo 23. Conneeliif (Ferrarai.
Baratta m. : / terr» avv. in Italia nel i895, pag. 40 e seg.
Il 23 marzo a Comacchio una fortissima scossa suss.-ond. G-W di 3'
preceduta da rombo, causò varie screpolature in diverse case e fece
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Fio. 101.
cadere una trentina di comignoli e larghi pezzi di soffitto (fig. 101 A :
quasi uguale forza (B) ebbe ad Ostellato, ove però causò danni minori,
avendo cioè prodotto solo qualche lieve cretto in poche case male co-
struite e la rovina di qualche fumaiuolo. A Codigoro incusse un po' di
panico ; fu mediocre a Lago Santo, a Migliarino, a Portomaggiore. ad
Argenta ed a Conselice (6'), e leggiera (B'') su un'area assai allungata,
i cui estremi sono ad oriente la costa dell' Adriatico da Ravenna a Ve-
[1895]
575
ezia : a sud Rayenna, Russi e Medicina : ad occidente questa città,
[olinella, Baricella, Ferrara, Este, Padova e Fontaniva : a nord Fon-
iiniva. Murano, Spinea e Venezia. Isolatamente fu sentita a Pesaro
fientre passò inosservata a Cesenatico, a Foriimpopoli ecc. L'ora in cui
vvenne può ritenersi sia 13^ 12*° : detta scossa fu registrata dagli ap-
larecchi sismici di Firenze (princ. 13^ 14" 13* : mass. 13^ 14" 19»), Siena
princ. 13*» 14™ 43« [± IO»]), Pavia, Roma (princ. 13»» 15™ IO), e Padova
princ, 13^ 12» 15- : fine 13^ 21").
Qaa e là varie scosse più o meno sensibili tennero dietro alla prin-
cipale : la maggiore fu quella avvenuta a 11*» 48™ del 30 luglio, che a
i^omacchio (suss. di 6" con rombo), fece cadere qualche fumaiuolo ; fu
'orte (A') ad Argenta ed a Codigoro, mediocre a Portomaggiore, sentita
id Ostellato, a Lagosanto e leggermente a Ferrara, a Copparo e ad Este.
Dirca 5°^ dopo una replica più breve e leggiera della precedente, la
[^uale fti intesa in parecchie località del basso ferrarese.
[1250J 1895. Aprile 13. Catenese, SiraeiMno.
ARCIDIACONO S. : Sul terr. del is aprile ecc. - b.ìratta m. : Notizie sui terr. isos^ pagr. 55-61.
Il giorno 16 aprile, verso le 16**, specialmente nel Siracusano, ter-
remoto molto forte. Dalle notizie raccolte risulta che la massima in-
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Fio. 102.
tensità si verificò a Licodia ed a Vizzini (fig. 102 A), ove si produssero
lesioni in molte case, ove cadde qualche muro e varie porzioni di cor-
nicioni: fu inteso molto fortemente con panico e piccole lesioni (B) a
Mineo, a Granmichele, a Buccheri, a Chiaramonte, a Ragusa Inferiore,
a Biscari ed a Vittoria : fu forte (C) a Caltagirone, a Palagonia, a
Scordia, a Militello, a Melili!, a Sortine, a Feria, a Floridia, a Monte-
rosso, a Giarratana, ad Avola, a Noto, a Rosolini, a Modica ed un po'
più fortemente a Scicli : mediocremente (D) a Terranova, a Niscemi,
576
[1895]
a Mirabella, a Ramacca, a LentinU a Canicattl, a Spaccafomo ed \
Pachino; lievemente a Catania, a Siracusa ecc.
Riguardo al principio della scossa V osservatorio di Mineo da 1^
(± 1") e quello di Catania 16»» 1" 20.'
Dall'esame delle curve isosismiche si vede che esse sono molto ir-
regolari, abbastanza serrate verso nord, talché mentre da questa parte
la scossa fu lievemente sentita solo fino a Catania, dal lato meridionale
essa si propagò fino a Gozo neir isola di Malta.
[1251] 1895. Aprile 14. Libiana e Veieto.
BAR vTTA M. : Sulla propagaz. in Italia del terr. di Ltibtana ecc.
11 disastroso terremoto che nel giorno 14 aprile colpi Lubiana e din-
torni, si propagò in modo abbastanza violento in buona parte del Ve-
neto, e più 0 meno sensibilmente fa sentito anche in Lombardia, nel
^/Tl
:7-x
Y-f
tim
Fio. 103.
TEmilia, nella Romagna, nelle Marche ed in qualche località della
Toscana e dell' Umbria. In Italia V isosisma fortissima o molto forte, ove
cioè si sono avuti danni materiali, fortunatamente ridotti a sole scre-
polature negli edificiì, alla caduta di comignoli o di qualche porzione
di muri vecchi o pericolanti (fig. 103 AA), da Gemona nel Friuli, per
Montereale, Cansiglio, Conegliano, Treviso, Mogliano Veneto, Mestre,
si spinge fino a Venezia per terminare a mare all' incirca sopra a
Chioggia : essa, cioè, si estende dalle pendici della regione montuosa
prealpina al golfo di Venezia. La zona fortemente colpita comprende
(BB) la parte alta del Friuli, il Bellunese, il Vicentino, il Padovano,
la parte SE della provincia di Venezia, quella di Rovigo ed all' incirca
la metà del Ferrarese. La Isosisma che delimita la zona ove il terre-
[1895] 577
moto è stato mediocre (CC) da Bolladore in provincia di Sondrio, paesa
per Pisogne, Asola, Bozzolo, Guastalla, Crevalcore, Baricella, Conse-
lice e termina sotto Ravenna. L'area leggermente commossa (DD) è
racchiasa da ana linea passante al di 1& di Chiavenna, di Como, dì
Mede, di Parma e di Reggio: ora mentre nell' Emilia il limite tra la
piannra e TApetinino segna il contino dell'area scossa, verso Bologna
la nostra iaosisma fa una grande insenatura, che si protendo Ano a
S. Miniato (Fi'enze), quindi corre ad Arezzo e Città, di Castello e poscia
per Spoleto va a terminare a mare, passando al di sopra di Ascoli Pi-
ceno. Genova costitnisce un punto isolato ove la scossa fa sentita da
(gualche rarissima persona : essa poi, però dubbiamente, pare sia stata
avvertita anctie a Cittadncalc (Aquila). I fenomeni di riflessione del-
rontla sismica, le condizioni locali, e forse il risveglio di altri centri
sismici, anno aumentato in molti punti (per esempio : S. Giustina e
Mei nel Bellanesc ; riviera bresciana del Lago di Garda ecc.) l' inten-
sità del movimento e quindi gli etfetti prodotti, ma però nel complesso
l'andamento delle isoslsme si può ritenere sìa quello accennato e rap-
presentato dalla nostra carta.
Il movimento del suolo — avvenuto verso le 23" IT" — si è pro-
pagato sotto forma microsismica anche ad Alessandria, a Pavia, a Siena,
a Roma, a Rocca di Papa, a Velletri, ad Ischia ed a Portici.
Padova 23" 17" 16" (principio).
Firenze l'Oss. Coli. Quercie) 23" 17"" 30* (principio).
(Osa, Ximeniano) 23"n"'!S' (principio),
Pavia 23" IT» 30- (princìpio) 23''21"'0' (massimo) 23" 31- 30' (fine).
Siena 13.17. 50. [± 20*] Iprincipio).
Ischia 23.18. 1. (principio).
Roma 23.18. 15. (principio).
Bocca di Papa 28. 18. 26. (principio).
Portici 23. 20. 25. »
La scossa k avuto una considerevole durata in tutti i punti, special-
mente in quelli ove fu sentita con maggiore Intensità : moltissime re-
lazioni accennano a varie riprese presentate dal movimento, lo che è
confermato anche dai diagrammi sismograHci.
Nella zona maggiormente colpita, la commozione tellurica fti prece-
liuta ed accompagnata da un forte e cupo rombo.
Dopo la grande scossa, per alcun tempo, nell'area fortissima, il suolo
!i continuato n tremare : trascorsi circa 2-3", un secondo urto sismico
fu di bel nuovo ivi sentito : lo principali repliche da noi bene identifi-
cate avvennero a circa 23" 42°" del 14 aprile; a C 2'", u O*" 52'", a 3"
315"', a 4" la- ed a 6" 52" del giorno 15.
Bakatta Terrtmoli ov-. '<fl
578 [1895]
[1252] 1895. Aprile 16. Gammtrato e S. Oioranni Gettiai (Glrgenti).
Baratta m. : Terr. d'Ital. i895^ pag. 107.
A 13** 7™ circa del 16 aprile a Cammarata (Bivona) scossa suss. di
3' con forte rombo : per qaesta e per le repliche sussegaenti, la popo-
lazione allarmata uscì all'aperto. A S. Giovanni Gemini fa suss.-ond.
SE-NW con rombo : fa intesa da tutti ma non produsse alcuna fendi-
tura : passò inosservata ad Alessandria della Rocca^ a Bivona, a Castel
Termini, a Castronuovo di Sicilia ed a Palazzo Adriano. A 19*» 50"» a
Cammarata replica meno intensa e lunga della precedente ed altre tre
simili a 20»» 47™, a 21»» ed a 21»» 15» ; a 8. Giovanni Gemini in 15"^
verso le 21»» quattro altre simili per intensità alla principale.
[1253] 1895. Maggio 18. Firenze.
ABETTi A. : Il primo istaìtte della gran scossa di terr. del i8 maggio ecc. - Baratta m.: //
terr. Jlor. del i8 maggio iS95 - destefanc c. : Osservai, geol. sul terr. di Firenze ecc. -
QiovANNozzi G., p. B. VINA8SA 6 V. PiMPiNELLi : Nota preliminare sui terr. Jlor. del i895 -
pittei c, : Terr. del i8 maggio i895 - Baddi a. : Il terr. di Firenze del i8 maggio i89S
ed Alcune osserv. sul terr. ecc. - vinassa p. e. : Brevi appunti sul terr. Jlor. ecc.
Il 18 maggio in Firenze e nelle vicine cam}>agne scossa rovinosa,
seguita da altre minori, la quale con intensità sempre decrescente si
propagò, come vedremo, molto lontano.
La regione più fortemente scossa fu — secondo il Prof. Destefani (*) -
assai ristretta ed irregolare (fig. 26 B, pag. 334) : sarebbe limitata a
N. dair Ema, salvo due prolungamenti di qua e di là delle colline di
Poggio Imperiale e del Pian dei Giullari, per modo da comprendere il
tratto del Bagno a Eipoli alla Badia fin presso al Bandino ed il quar-
tiere del Romito in Firenze. Però il confine dell'area più scossa fa una
curva a mezzogiorno lungo V Ema stessa fino al Ponte ed a Grassina.
Ad E. la regione costeggia la base del monte Pilli e del Poggio di
Montisoni, taglia V Ema e la Grassina, che poi costeggia fino all' Im-
pruneta. A sud da questa località si spinge fin sotto alla Cà Vecchia
ed. allo Spedaletto: di qui, verso W., abbastanza regolarmente segue la
parte del versante sinistro della Greve fino al Ponte all'Asse, quindi
la collina di S. Gaggio fino a Firenze.
In questa zona la scossa non produsse però dappertutto identici ef-
(1) Al Elgnorl Giovannozzl, vinassa e PimpinelU (op. cit., pa^r. H) parve « più proba-
bile che l'origine di tutto 11 fenomeno debba collocarsi piuttosto a Percusslna, presso
la villa già Fenzi, che non a Poz7:olatico, presso la villa Larderei ». Secondo ring Bas-
sani (Il focolare del terr. di Firenze del is maggio i895) 11 radiante parti profondamente
sotto Castello a nnw. di Firenze, e mantenendosi forse sempre nel terreni terziari, sali
obllfiimmente a SSK. passando sotto la città [di Firenze], verso Grassina e Tlmpruneta.
Questa idea l'ing. Bassani sta sviluppando In una serie di articoli che va pubblicando
nel Bullettinj Mensile della società Meteorologica italiana.
»y-y-
[1895]
579
Tetti : si notano dne aree più commosse (flg, 26 AA), la prima, la più
fortemente colpita, si trova a .SW., à forma elittica con Tasse in senso
NE-SW. e comprende la Casa Vecchia, il Gentilino, S. Adrea in Per-
cnssina, la Villa Fenzi, il Villino, Spedaletto ecc. : nella seconda, pure
elittica, ma con Tasse E-W., sono racchiuse San Martino, le ville Bossi e
Duprè ed Appeggi. In queste due aree la scossa fu disastrosa : nel ri-
manente si ebbero case e chiese rovinate. Galluzzo, Impruneta furono
assai gravemente danneggiati, poco meno Tavernuzze ; vengono ppi
Jmuf
/^ta\ Ai»\^ > - ^ -w .
lUi^èmy
\
lusi:
Fio. 104.
Pozzolatico, 8. Gersolò, Bagno a Ripoli ; poco meno Vacciano, S. Gaggio
e Due Strade.
A partire da queste località si ebbero più o meno gravi lesioni
(flg. 104 C) a Firenze, a Brezzi, a Signa, a Calcnzano, a Fiesole, a Pon-
tassieve, a Rignano, a S. Casciano Val di Pesa, a Greve, a Monte-
spcrtoii, a Montclupo Fiorentino ecc., che si trovano racchiusi in una
zona quasi circolare di Km. 35 circa di diametro. È però necessario
avvertire che nei paesi situati alla periferia di tale area — la più in-
terna della unita cartina — il valore dei danni diminuisce sensibilmente
Al di fuori della zona in cui stanno le località testé nominate, la scossa
non produsse effetti dannosi, ma in modo forte fu sentita (D) a Prato,
a Barberino di Mugello, a Borgo S. Lorenzo, a Dicomano, a Bibbiena,
ad Incisa, a Keggello, a Figline Valdaruo, a Montevarchi, a Barberino
580 [1895]
Val d' Elsa, a Poggibonsi, a S. GimigDano, a Colle Val d' Elsa, a
S. Minimo, ad Empoli ed a Fucccchio.
Fu mediocre (E) a Baggiano, a Pistoia, a Cantagallo, a Firenzuola,
a Marradi, a Camaldoli, a S. Sepolcro, a Castellina in Cbianti. a Radda.
a Ciistelnuovo Berardenga, a Siena, a Monte S, Savino, a Sovicille. ad
Asciano, a Montajone, a Peccioli. a Lari, a Pontedera, a Latigoano. a
Calci, ad Asciano di Pisa, a Lacca, a Barga, a Castelaaovo di Garfa-
gnana ecc. Dobbiamo però notare che a Portico di Romagna, compreso
pure in questa zona, si ebbe quaiclie lesiono però non coasidcrevolc.
La linea che delliutta la zona ove la scossa fu leggiera (FF), par-
tendo da Chiavari, include Bagnono e quindi, con un'accentuata inse-
natura comprende Parma e poscia Modena. Bologna, Ravenna, Forlì.
S. Agata Feltria, Città di Castello, Montepulciano, Plenza, Montalcino,
Roccasirada, Cbiusdino, Castelnuovo Val di Cecina, Pomarance. Montc-
i^atini Vai di Cecina, Livorno, Viareggio, Pisa, Bagni San Giuliano,
Massa Marittima e Spezia.
La zona del rari danni, dai più gravi ai più leggieri. & uno sviluppo
di Km.' 1000 circa, quella ove la scossa è stata forte mUnra Km.* 3000 :
di Km.' 6500 circa ò la mediocre ed Infine di 16500 circa la le^iera :
l'arca totale interessata dalle onde scnsIbiU raggiungerebbe ad un
dipresso 27000 Km.' circa.
Siccome il massimo dei danni si ebbe nel suburbio di Firenze, pren-
dendo questa località come punto di riferiuiento, eoa la scorta della
unita cartina si vede che la scossa si è propagata maggiormente ad
WNW. ed a NNW., dalle quali parti corrispondono le due più grandi
insenature : anche la linea isosismtca mediocre fra WNW. e NW. e più
precisamente presso Barga, ne fa un'altra assai accentuata: d'altra parie
r isosisma forte a SSE. in corrispondenza del Chianti, mostra una in-
senatura rientrante. Mentre da WNW. ad WSW. l'area scossa & per
contine ia costa del mare, oltre cui non sembra siasi propagata l'onda
sismica, noi pressi di Livorno, cioè da WSW, circa per S., l' iaoaisma
lieve va entro terra, essendo 11 terremoto passato inosservato alle per-
sone a Hontescudaio. a Cecina, a Grosseto, ecc.
Sotto forma di movimento microsismico li passaggio dell'onda fu poi
registrato dagli apparecclii sismici di Ferrara, Roma, Padova. Spoleto,
Ischia. Rocca di Papa, Vellctri, Piacenza, Pavia, ecc.: a Spine» dì Mestre
lii scossa fii avvertila oltre che dagli strumenti, anche da qualche per-
sona. Fuori d' Italia pare che 11 solo sismografo della Facoltà di Scienze
di Grenoble (Francia) abbia registrato il passaggio dell'onda. (')
Data la grande vicinanza di Firenze all'area centrale, data la grande
II) KiLiAs : iy,Ki-ciil/oii) ìlml-i'if full» a Srencblt, \a • C. R. • 21 Juin 18B5.
[I8d5] 581
vcloGÌt& con cui si propagano le onde sismiche bì può ritenere che
fura avata dal K. Oaserratorio Astronomico di Arcetri, cioè 20^ 50*° e
H6* corrisponda con ogni desiderabile approssimazione all' istante della
scossa all'epicentro : all' infbori del qnale si ebbero 1 seguenti dati per
il principio del movimento ;
Siena distanza da Firenze Km. 50 — 20<' 55» 40* t. m. E. e.
Padova » » » 190 — 20 56 10
Boma » » »230 — 2056 15
fiocca di Papa » » »%0 — 205630
Ischia » » »400 — 20 57 23
Grenoble » » »460-2O5935
Dopo la grande scossa il saolo fiorentino fa npesBO agitato da re-
plicbe, le maggiori delle quali furono le segaenti ; 22*: 50" dei 18 V
1895 ; 14'' 50"' del 30 V ; l"- 3" 55- del 6 VI ; 9" 35-" 30- del 12 XI ;
10" 14" del 31 XII; 5" 14- SC' dell* 11 II 1896; 0^ IO-" del 15 IV;
10^ 45- del 26 V; ig"- 44^ del 20 VI.
La maggioranza delle repliche urlò le stesse lochlitA colpite ni 18
ninggio 1895; qualcuna però fu prodotta dall'iittività di altri centri:
Il P. Giovannozzt, per esempio, avverte {Il periodo sism. Fior, ecc.,
p:ig. 6 [catr.]) che quella delle 0^ 10" del 15 aprile 1896 pare abbia
avuto un'origine identica al gran terremoto del 1812 (vedi N. 872).
ri251] 1895. Maggio SO. Spot«l<>.
Baratta m. : Terremoti a' Italia iSOi ecc., pag. lao e ae^, ■■ Tabamelli t, : Dei terrem. di
Spoleto nell'anno tsos ecc.
Il 20 maggio, a 16'' 32°» circa. Spoleto fti colpita da una vecmenlo
scossa anas.-ond. SSW.-NNE. di 6-7' che fece acrepolare dei muri,
cadere qualclie volta e molti comignoli ed accrescere lo strapiombo di
Fio. 105.
alcuni fobbrlcad che furono puntellati. Se si ecceltuano due feriti, non
si ebbero altre disgrazie personali : su 813 case entro le mura di Spo-
leto 750 furono piil o meno danneggiate per L. 225000. Questi effetti
furono localizzati intomo a detta cittfl (flg. 105 A) : In scossa spiegò
5^2 [Igtój
Hna intensità maggiore nella massa montuosa : fa forte a Giano ed a
Terni : mediocre (B) a Scheggino, a Castelli Rìtaldi, a Trevi, a Sk.*l-
lano, a Foligno, a S. Gemini ed a Narni e lieve (C) a Perugia, ad As-
sisi, a Norcia, a Monteleone di Spoleto, a Leonessa, a Monte Castrini,
a Todi ecc. : cosi concludendo Tarea scossa .-^ forma elittica con Tasse
maggiore da Perugia a Leonessa (Km. 75) ed il minore trasversale da
Todi a Norcia (Km. 55 circa). Isolatamente da qualcuno fa intesa
anche a Firenze : fu poi registrata dagli apparecchi sismici di Roma,
di Rocca di Papa, di Siena, da cui si dedussero i seguenti dati :
Siena princ. 16*» 32"» 57» t. m. E. C. ; ptiass. — fine —
Rocca di Papa »16 332 »_ » —
Roma > 16 33 5 » W 33» 30» » 16>» 35» circa
Nel mese di maggio si ebbero 3 scosse leggiere : 2 in quello di
giugno ; 1 leggiera ed 1 mediocre in agósto : nel settembre 16 leggiere,
4 mediocri, 2 forti (21»» 9°» e 23»» 37» del 20) ed 1 molto forte {2^ 31»
del 21); nell'ottobre 4 leggiere e 3 mediocri, ed infine nel novembre
1 mediocre.
Mentre perdurava l'attività sismica del centro spoletino se ne ride-
starono altri vicini come risulta dalle seguenti notizie :
LuffUa 29 — 13»» 12°», Giano, una mediocre (fig. 105 a).
Agosto 17 — 16»» 28», Cerreto di Spoleto, una mediocre {b),
» 25 — 1»» 17™ circa, una forte a Sellano (B), sentita (B'j assai sen-
sibilmente a Foligno, a Trevi, a Spoleto, a Vallo, a Scheg-
gi no, a Monteleone, a Leonessa, a Norcia ; leggermente a
Montefalco e registrata dai sismometrografì di Roma : a Sel-
lano ad 1»» 49"» e 2»» 56°» due lievi repliche.
Settembre 25 — 10»» 55™, Norcia una mediocre (e).
Ottóbre 16 — 4»» 50™, Giano, una lieve ed a 23»» 40™ altra quasi forte {a).
Novembre 9—0»» 20™, Narni, una sensibile {d).
[1255] 1895. Maggio 25. Crespino (Rovigo).
Baratta M. : Terremoti tf ' Italia 4895, pag. 133-S5.
A Crespino, a Papozze ed a Rovigo verso le 12»» 42™ scossa mediocre
generalmente intesa (fig. 101 a) ; a Villanova Marchesana fece cadere
alcuni comignoli e dei calcinacci e produrre qualche lesione ai fabbricati :
tali danni si verificarono in case attigue all' argine del Po. La scossa
fu leggera ond. (b) a Volta Scirocco, a Rettinella ed a Mescla; passò
inosservata a Lendinara, ad Occhiobello ed a Copparo i fu infine regi-
strata dal microsismografo Vicentini a Padova (12»» 42™ 50* princìpio).
Circa 2™ dopo lieve seplica ed a 21»» altre ripetute con rombo e qual-
cuna nei giorni 29-31.
r
[I895J 683
[1256] 1895. Giugno 10. FoUin» (Treviso).
Baratta H. : Notizie terr. itah i895, pag". 187 e aegr.
Di qaesto terremoto, quantunque le notizie raccolte sieno discreta-
mente numerose, tuttavia riesce molto difficile lo studio cartografico
suir intensità per le grandi anomalie che si riscontrano nella distribu-
zione degli effetti. Questa a Pollina fu ond.-suss. N-S di 3* con forte
rombo : fu intesa generalmente dalle persone, produsse fenditure leg-
gere in diverse case e fece diroccare qualche comignolo : circa 1^ prima
era stato inteso un movimento sismico preparatorio. A Valmareno poi
causò oltre a panico lesioni e cadute di camini. Queste due località si vi-
cine costituirebbero Tarea più intensamente colpita (fìg. 100 A, pag. 57H) :
a Cornuda, Montebelluna, Treviso ed Oderzo la scossa fu forte (B) : i
limiti della irregolarissima zona, ove il movimento fu di mediocre in-
tensità sono rappresentati dalle seguenti località (C) : Longarone, Vi-
varo, Podresca, Gradisca, Latisana, S. Dona di Piave, Spinea, Rovigo,
Crespino, Stienta, Bondeno, Cologna Veneta, Lonigo, Montebello Vi-
centino, Colze, Fontaniva, Valli dei Signori, Ala, Valstagna, Asolo,
Feltre e Belluno; in questa zona, che dalla parte di sud à un esteso
prolungamento che la spinge fino a toccare il ferrarese e quel di Ilo-
vigo, si notano molti aumenti di intensità (per esempio : Rovigo) e
molte diminuzioni (Recoaro, Vicenza). La scossa fu lieve (D) in una
zona che à per confini Auronzo, Gemona, Trieste, Rettinella, Argenta,
Mannirolo, Desenzano, Salò e Tirano : noto un aumento di intensità
a Salò e dintorni ecc., ove il movimento ebbe una forza classificabile
fra quelli di ordine mediocre. Riguardo all' ora i dati che meritano
più fiducia sono i seguenti dedotti da apparecchi registratori :
Siena 2»» 47"» 26» principio 2»» 47" 55' massimo 2»» 55™ fino
Bologna 2. 48. 58 » — —
Firenze 2. 49. 13 i± 5-) — -
Pavia 2. 49. 30 (±30«) — 2. 51. 30 »
A 2*» 58" 55» a FoUina una replica : quivi fu poi e forse isolatamente
sentita la scossa molto forte che colpi Lubiana e Stein ad 8^ 55'" circa,
della stessa giornata, la quale fu registrata dal microsismografo Vicen-
tini a Padova (8^ 37™ ?• principio : 8»» 38« 43" massimo : 8M3'" 12» fine).
Nello stesso giorno 10, a 22'' 24°", a Follina replica mediocre ; a 1^
dcir 11 una lieve ed a 9** 35™ circa una molto sensibile.
[1257] 1895. Giugno 30. iqaiUno.
Baratta M.: Terremoti d' Italia 1895^ pag. IIC-H.
Verso le 4t^^U ^^^ ^ g^i^gno, un ristretto terremoto urtò parte del
lerritorio aquilano, riuscendo molto forte a Poggio Picenze. Fu lieve-
584 [1895]
mente sentito ad Aquila a Fossa, a S. Demetrio ne' Vestini ; pa^sò
inosservato in località attigue. I sismometrografi di Roma registrarono
il passaggio di onde microsismiche comincianti a 4*" 48*° 50."
[1258] 1895. Luglio 19. BasiUeata.
Baratta M. : Terremoti d' Italia i895, pa^. 156^.
Verso le 10** V4 ^^ terremoto di non forte intensità urtò in specie
la regione adiacente air alto bacino dell' Agrl^ estendendosi poco nella
Basilicata ed ancor meno nel Salernitano. Fu molto forte a Marsic^n
novo, a Montesano sulla Marcellana ed a Moliterno : fu forte o mediocre
a Castelsaraceno, ad Armento, a Corleto Perticara ed anche — seb-
bene appaia isolatamente — a Pomarico : fa lieve a Brienza, a Sala ed
a LagonegTO : infine passò inosservato a Sanza, a Polla ed a Tito. II
sismografo di Benevento in corrispondenza, a 10** 44", diede alcune
traccie.
[1259] 1895. Agosto 7. Modenese?
Baratta m.: Notizie terr. Italia i895j pag. 162-67.
Di questa scossa che à colpito buona parte dell'Italia settentrionale
e molte località della centrale riesce difficile non solo tracciare le iso-
sisme, ma pur anco di determinare quale sia stata la vera area di
maggior scuotimento : pare però che questa si debba trovare neir Ap-
pennino modenese. A Sestola il movimento del suolo causò panico in
molte persone : fece tremare i vetri e le porte, staccare minuti pezzi
di calcinacci specie nel Castello : ivi fu sì sensibile T inclinazione dei
muri che alcune pereone affacciate alle finestre ebbero l'impressione di
capitombolare fuori : anche a Fanano ed a Fiumalbo fu assai forte
giacché pel panico molti uscirono dalle case.
Oltre a queste località generalmente parlando la scossa ebbe minore
intensità, giacché solo in modo mediocre fU sentita a Villaminozzo. a
Sillicano, a Massa Carrara, a Serravezza, a Poscia, a Borgo a Bug-
giano, a Cascina, a La Rotta, a Pontedera, a Fucecchio, a Signa, a
Firenze, a Prato, a Pistoia ed a Vergato : possiamo cioè dire che, ri-
spetto alla presupposta zona mesosismica, quella mediocre risulta molto
più espansa dalla parte di sud che non altrove ; infatti mentre Tisosisma
relativa da nord non arriva nemmeno al limite della zona montuosa
dell' Appennino Emiliano, a sud invece oltrepassa perfino la linea del-
l' Arno : è da notarsi pure il prolungamento che questa zona fa verso
occidente, spingendosi fino a Serravezza ed a Massa Carrara.
L'area entro cui la scossa fu leggera è al contrario molto sviluppata
a settentrione : fu sentita a Portoferraio e nell' Elba, a Lari, a Pisa, a
Viareggio, a Sarzana e dintorni, a Lucca, a Gallicano ed a Pieve Fa-
-»-Tl-,Ji»r-
[1895] 685
sciana, neir Emilia da Piacenza a Bologna : Pavia, Milano, Erba e
dintorni, e Cinsone rappresentano i limiti occidentali ; verso setten-
trione elusone, Ala, Valli dei Signori, Feltre, Asola, Spinea e Cava-
zuccherina sono i punti estremi che sentirono sensibilmente lo scuoti-
mento : verso est le onde Interessarono le Provincie, di Padova, di
Rovigo e di Ferrara fino al mare : da Argenta V isosisma limite si
accosta air area mediocremente scossa includendo Firenzuola e Borgo
S. Lorenzo ed escludendo la Romagna, le Marche ed anche il Senese.
Mentre questa scossa fu sentita in tutta la riviera veronese del lago
di Garda, a Milano, nella parte coUinesca del comasco, in quella mon-
tuosa del bergamasco, passò inosservata nella regione pianeggiante
di queste provinole e, stando alle notizie, anche in tutto il bresciano^
il cremonese ed il mantovano.
Riguardo air ora i migliori dati desunti dagli apparecchi sono i
seguenti :
Pavia 20^ 49™ 20« principio : 20»> 51«» circa, massimo ; 20^ 52» 40" fine
Firenze 20. 49. 32 (Hh 10*) — —
Yarlungo 20. 49. 45 — —
Padova 20.50 S12'5S' * '"•'"
20. 50. 34 » —
Lucca 20.49.57 — —
Bologna 20.50.12 — —
Siena 20.50.20 — 20. 52. 20 circa
Roma 20.51.10 — —
[1260] 1895. Agosto 9. Isole Tremiti, Chietino.
Baratta M.: Il terr. dell' Adriatico ecc.
La scossa di terremoto del 9 agosto, sentita specialmente nella re-
gione centrale della nostra penisola, si mostrò più che in altro luogo
violenta lungo il versante adriatico nel tratto che corre da S. Salvo
ad Ortona a Mare.
L'area di maggior scuotimento comprende anzitutto Vasto (epicentro
fig. ip6 A), ove, per effetto del terremoto, caddero due fumaioli e qualche
tegola, si staccarono alcuni pezzi di intonaco, e crollò anche un muro
di una piccola casa : a Tollo, a Scemi, a S. Salvo e ad Ortona (BB) la
commozione produsse qualche lieve lesione ai fabbricati, specialmente
se di debole costruzione. A S. Nicola delle Is. Tremiti si apri qualche
piccola fenditura nel pavimento dell' edificio semaforico. Oltre a questi
paesi nell' arca mesosismica (molto forte) sono compresi pure S. Vito
e Torino del Sangro, località rimaste immuni da ogni danno. Riguardo
alla forma che ivi à avuta la scossa si può dire che, generalmente
parlando, & presentato due fasi, od ambedue suss., o suss. la prima ed
ond. l'altra: la durata totale della parte sensibile allo persone fu sti-
586
[1896]
mata di 8-10* circa: molti dei relnitori accennano ad un rombo stato
di poco precursore, oppure alla scossa concomitante.
All' infuori dell' area ove stanno rinchiuse le località dianzi ricordate,
il movimento sismico, serbando gli stessi caratteri, si è propagato for-
temente (CC) a Francavillà sul Mare, a Chieti, a Penne, ad Atru a
Pietra Camela, a Teramo, a Solmona, a Fraine, a Termoli, a Campo-
marino, a S. Martino in Pensilis, a Lesina ed a Poggio Imperiale.
L' area isosismica mediocre (DD) è delimitata da una linea che.
partendo dal mare passa sopra Trani, include Candela, Benevento,
Campobasso, Isernia, Rocca di Papa, Tivoli, Monterotondo, Castelnuovo
di Porto, Terni, Spoleto, Sellano, Samano, Monte Giorgio, ecc. ; a
Monterubbiano infine termina a mare.
irUCriM mAMU flIMSmilU.
'***^
ysuuM
Fio. 106.
I punti estremi ove il terremoto è stato sensibile alle persone (EE),
furono Bari, Ginosa, la penisola Sorrentina, Napoli, Gaeta, Roma.
Siena, Firenze e Ferrara.
Ad Ischia, a Piacenza, a Padova, a Pavia ed a Mineo (Catania) le
ondulazioni sismiche furono avvertite solo da delicatissimi strumenti.
Riguardo all' opposta sponda dell' Adriatico, da Spalato a Trieste
risulta che il suolo si è pure contemporaneamente commosso, ma in
modo lieve, anche per le località poste dirimpetto alla zona mesosi-
smica : lo che ci induce ad ammettere che questo terremoto sia di
origine prettamente italiana. Dallo studio dei vari elementi della scossa
risulta che 1' area epicentrale od epiassale deve trovarsi con tutta pro-
babilità in mare fra le Tremiti ed il tratto di costa che va da Ortona
tlSdSj 587
a S. Salvo (fórse di rìmpetto a Vasto) e più a questa che non a quelle
vicina.
La zona mesosiamica ristretta ed allungai», 1 minimi danni in essa
avuti, messi a riscontro con la grande estensione di suolo Intaresaata
dalle onde sismiche seasibìli, ci indncono ad ammettere che i
profooditA eia pervenato l'impulso.
Klgaardo all' istante in cai 6 avvenuta la scossa, mane
buoni dati orari per le località pid intensamente colpite ; dò :
dedotti da strumenti sismici :
Ischia
\& 38- 54-
principio :
; 18^39-50'
massimo:
18» 43"
Benevento
18.37
_
-
Velletri
18.37
_
-
Roma
18.38.15
_
18.47
Rocca di Papa 18. 38. 13
—
-
Pavia
18. 38. 30
_
18.49
Siena
18. 33. 50
_
Padova
18.38.<5
18. 39. 17
18.45.30
19. ci
Portici
18. 38. 55
_
18.42
Firenze
18.39.50 {+ IO-)
—
-
Uineo
18. 41 {± ale. sec.)
-
[1261] 1895. Settembre 4. Ranigns. 1
BiniTT* u.: Noitz. tui teir. Ital. isos, pag. tSD e aeg. - Ti-:iBrcto Q.: Ter.
meena, ToKsna ecc.
Dne scosse preparatorie furono sentite una nel giorno 2 (
e r altra nel 4 (IS*) a Rocca S. Casciano : il vero periodo si
minciò in qnesta giornata a 14" 'f, circa con una scossa stata
a Querciolano (flg. 6 C, pag. 144}, mollo forte a Portico e p'
sensibile «Ile persone (C) a Tredozio, a Rocca S. Casciano,
cnore, a Calcata, a Civitella, a Modigliana, a Marradi, a Val
vale a dire entro una zona quasi circolare di '^5-30 km. di d
La seconda scossa principale avvenne a 15" 49" circa entr
area, fu registrata dagli apparecchi sismici di Firenze (15" 49"
e di Padova (15" SI" 13') ; la terza, meno intensa, a le* IO" (
sensìbile ai soli apparecchi di Firenze: la quarta, a 17" 34" e
sia stata più forte delta prima, fu registrata a Firenze (17'' 34"
ed a Padova (17" 37"" 30") : la quinta scossa principale fu nn
bile solo a Valncra e microsismicamente indicata dai sisr
Firenze (18"48"20* i 15'). La sesta avvenuta a 20^ circa p
servata ftaort dall' area sensibile. Oltre a queste scosse ne fu
tite molte altre più o meno leggere.
I danni più o meno gravi ai fabbricati si limitarono al sol<
588 [IfitìS]
Querciolano; ivi dovettero essere sgombrate parecchie case rovinanti:
si produBBero molti crepacci nei muri e furono abbattuti vari comìgnoli.
Nei giorni 13, 14, 17 e 18 settembre a Kocca S. Casciano pareccbic
altre repliche.
[1262] 1896. Ottobre 25. PaSgitoui (Senese).
Baratta u, : NotiiU terr. Italia IS9S, pag. 19! e seg.
Col giorno 19 ottobre nn periodo sismico cominciò a travagliare Pog-
gibonei ed altre località del Senese, perìodo non tanto grave per la
intensità delle scosse ma bensì per la loro frequenza : di queste In
maggior parte fn corocentrica a Poggibonsi. alcune però pare abbiano
spiegato la loro massima forza iu altre località quali, per esei^pio.
S. Giraignano (3" 27"' dei 20; 6" 3» 55' del 21), Greve (22" 44" del 24ì.
e Castellina in Chianti (7" del 25). Nel giorno 19 furono sentite in
Pog^ibonsi 7 scosse leggere corocentriche e 3 mediocri, nel 20 rispet-
tivamente 5 e 2, nel 21 tre lievi, nel 25 sette leggere. 1 mediocre ed 1
fortissima, nel 26, 28 e 30 rispettivamente 1, 3 ed 1 tutte lievi. Il mas
Simo sismico avvenne ad l" 24" circa del 25 ottobre : a Po^ibonsi delta
scossa, EUss.-ond. SW-NE di 4', svegliò di soprassallo la popolazione, parte
della qnalc usci all'aperto : rovinò qualche Cimaiolo, fece aprire grandi
screpolature in due chiese dei dintorni (Sg. 104 ti, pag. 579). A San Gi-
mignano, a Colle Val d' Elsa, a Ccrtaldo, a Barberino, a S. Casciano
vai di Pesa, a Greve, a Radda, a Castellina ed a Siena (b) la scossa la
forte, talché le persone risvegliate prese da panico, in parte abbando-
narono le case : non si ebbero a lamentare danni tranne qaalche lieve
fenditura apertasi in case male costruite di Greve. Con mediocre inten-
sità (e) fu sentita a Castel Fiorentino, a Pontassieve. a Figline Valdamo,
a Montevarchi ed a Castelnuovo della Bcrardenga e leggermente (dj a
Pomarance. a Volten-a, a Peccioli, a Montajone, a Fucecchio, a Pistoia,
a Sesto Fiorentino, a Lastra, a Firenze, a Kapolano, a Monteront
d' Arbia, ad Asciano di Siena ed a Chiusdlno ; in modo isolato fu av-
vertito da qualcuno a Pienza e generalmente dalle personq a Val-
nera (Mflrradi).
I dati orari più attendibili sono i seguenti : Firenze 1" 'ii" 58" (± 10")
e Siena l"- 25'" 12- (+ 30').
[1263] 1895. Novembre 1. (') BcHi,
La scossa del 1° novembre non 6 stata preannunziata da alcun feno-
meno sismico precursore non solo sensibile alle persone ma nemmeno
w
tl«95]
589
iadicato da delicati apparecchi a registrazione continua collocati nel-
r arca stessa di maggior scuotimento, i tracciati dei quali appaiono
perfettamente rettilinei e menomamente perturbati fino air istante in
cui è cominciato il brusco movimento del suolo. In Roma, sia per te-
stimonianza delle peraone, sia per V esame degli effetti prodotti, la
scossa è stata predominantemente ond. S-N. Riguardo agli effetti di-
namici sugli edifici si aprirono molte screpolature — alcune delle quali
anche gravi — nei muri, nelle volte, e negli spigoli delle case, due
delie quali furono per previdenza fatte sgombrare. Al Malpasso ed
alla vicina Torre Pagnotta oltre a molte screpolature cadde qualche
porzione di vecchio muro : varie lesioni si riscontrarono pure a Casale
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'Méfééint
Fio. 107
AA zona mesoslsmica ; bb area Isosismlca forte; OC mediocre e DD leggera.
di Decima, Fiumicino, al faro di S. Michele, ad Ostia, a Castel Porzìano
ed alla Cecchignola. In tutte queste località la scossa fu ond. ed i
danni ricevuti, considerata la costruzione, lo stato e la ubicazione dei
fabbricati sono perfettamente paragonabili a quelli di Roma, forae ec-
cettuato Fiumicino, ove furono un po' minori.
A partire dalla zona che racchiude dette localitÀ non si k altra no-
tizia di danni, anzi V intensità del movimento è andata da per tutto
rapidamente estinguendosi : come si vede dall' unita cartina le varie
arce, dalla zona mesousmica alla leggera, &ono aperte a mare. Riguardo
all' epicentro dirò che con tutta probabilità si trova a mare; a) per la
forma predominantemente ond. che à avuta la scossa nelle località più
colpite ; b) per la mancanza di alterazioni nel regime della circolazione
sotterrauen dQlle ftcque ; e) perchè «essup rombo fi; a Roma, al MaJ^
90 11895 - 1896]
passo, ecc. sentito in concomitanza del movimento del suolo, ma fa solo
notato a Torre 8. Michele in vicinanza, cioè, della costa. Tatti quesxì
fenomeni che sogliono verificarsi nelle zone sovrastanti al focolare «>
radiante sismico, nel terremoto romano mancano completamente : a cii*
aggiungendo V agitazione del mare avvenuta a Fiumicino e la scom-
parsa dei pesci lungo il littorale, viene suffragata 1' opinione mia che
il centro debba porsi a mare, a qualche km. dal lido, e più precisa-
mente in corrispondenza della costa contro il Malpasso (*).
La replica del giorno 6 (3*^ 28") che f\i sentita con gli stessi caratteri
di lieve ondulazione e con identica intensità neir area mesosismica ed
in qualche punto della forte, viene a porgere un'altra prova di quanto
più sopra ò detto.
Riguardo V ora in cui fu sentita la scossa del 1** novembre si pn^
ritenere l^ 37" 40.»
[1264] 1896. Marzo 18. Acireale (Catania).
Palazzo L.: Not. terr. Ital. i896y pag. 19-20.
A 21** 40™ ad Acireale forte ma breve scossa, a due riprese, a 3-4*
d' intervallo 1' una dall' altra, sentita quasi generalmente : ad WNW.
della città fece crollare qualche muro di campagna, e produsse qualche
screpolature in alcuni fabbricati e cisterne. Fu sentita ad Aci S. An-
tonio e microsismicamente registrata a Catania (21** 40" 3* principio).
[1265] 1896. Aprile 17. Monte S. Angelo (Foggia).
Palazzo L.: op. clt.« pag. 30.
A 12*» 53™ circa a Monte S. Angelo scossa ond. NNE-SSW di 3» intesa
generalmente per forte tremolio di oggetti : fenditure nuove in alcune
case, in altre riapertura di vecchie lesioni.
[1266] 1896. Luglio 8-9. tìranaglione (App. Bolognese).
Palazzo L.: op. cit., pag. 68-9.
Verso le 2*" 51°* del giorno 8 luglio a Granagliene una scossa sil«ìs.
molto forte pose in allarme la popolazione : fu intesa fortemente spe-
cialmente a Pracchia, a Piteccio, a Porretta, un po' meno a Prato, a
Pistoia ed a Sestola ; in modo mediocre a Montese, a Gastiglion de' Po-
poli, a Barberino ed infine leggermente a Fiumalbo ed a Pavullo. (Vedi
tìg. 58, pag. 465).
(1) Il prof. M. S. De Rossi fi terr. della città dt Roma, pag. 19) dice che al passo della
Cecchipnola 1 residui del movimento mostravansl più forti perfino nello sconquasj«n
delle macerie e che poco al di là di tale punto apparivano traccia appena visibili dei
terremoto: In vista di qìò B\r\ì couchiudc che alla (;;ccchlgnola dovrebbe collocarsi W
picentro.
fl896]
L' area interessata dalle onde sismiche & forma elìttica cor
maggiore di circa 70 km. ed il minore di poco [iù della metà
niato fu 8C0S30 isolatamente. Varie furono le repliche che. a b
terv^alli, seguirono la scossa principale : a Pistoia fino a 6" ne
contate 5 altre, a Granaglione, alla distanza di 2-3°', 11. l'ultii
quali, avvenuta verso le 3''40°', fu più sensibile delle preccdent
ebbero altre a T", a 7* 15", a 9" e ad 11*" ; a Pon-etta furono
parte ond. ed in parte suas. Vei-so le 13' 21" piccolo massimo,
16" 32" ana nuova scossa urtò la stessa località : però con ogni
bilitft si cambiò l' epicentro, giacché questa, al contrario de
cedenti, ta avvertita dalle persone a Firenze ed .'i Lari, menti
inosservata nel modenese (flg. 58 C).
Varie repliche furono inteso noi giorno 9 (l' nltima a 13
cinesto giorno.
A Granaglione parecchie case rimasero screpolate.
[1267Ì 1896. Ottobre 16.
iftATT* U.: Il terr. nella riv llg. occ. e
UsmrìA Oecide
'l 16 ott. taso - pALJkiEo L.: oj). cu., pai
L' area entro cut il terremoto del 16 ottobre i; stato sce
aperta a mare : i suoi limiti sono determinati (flg. 108 d) da u
che passa sopra Salnzzo, Asti, Alessandria, Novi e quindi
per andare amare poco oltre Genova. Volendo poi considerare
di Spezia — località della riviera orientale ove o solo isolntan
sentita dalle peraoQi; -- dopq Alessandria farebbe r isosisma i
592 [1896]
fonda insenatura lungo la detta riviera. Nel Nizzardo pare sia stata
solo intesa lungo la riviera.
La scossa è stata fortissima a San Remo e ad Oneglla, ma special-
mente nella prima località : fu molto forte con qualche piccola lesione
ad Andora e ad Albenga : l'andamento dell' isosisma che racchiude la
zona fortissima e molto forte è assai irregolare presentando molti salti
dipendenti in special modo dalla natura geologica del terreno. Nella
unita cartina sono tracciate le varie isosisme: (a fortissima e molto
forte ; b forte ; e mediocre e d lieve) ; notasi diminuzione di effetti a
Triora e Borgomaro, ed un aumento assai sensibile ad Alba.
• Il movimento alla marina fii suss.-ond. : in generale presentò due
riprese, il che concorda con i dati istramentali di Alessandria e di
Padova : nel porto di Savona 1^ navi sentirono un urto. Riguardo al-
l' istante del principio abbiamo di attendibile i soli dati di Alessandria
7*» 15"» 40» (± 5-), Pavia 7** 16«» 30« e Padova 7*» 16" SO». Si era in
precedenza sentita qualche scossa preparatoria e qualche replica tenne
dietro alla principale sopra descritta. Questa pare abbia avuto il centro
di scuotimento in mare fra S. Remo ed Oneglia.
[1268] 1896. Dicembre 1. Pontcbbi (Udine).
Palazzo L. : op. cit., pagf. 162.
A 3** 25" forte scossa suss. seguita da repliche a 3** 55" e 9^ 15"^:
si produssero leggiere screpolature in parecchie case. A Gemona versu
le 3*" 30" scossa avvertita da parecchi : questi scuotinienti sembrano
molto localizzati giacché ad E. si propagano solo fino a Malborghetto
e da S. a SW. a Resia^ Gemona e Moggio. A Gemona dalle 2^ del
mattino qualche detonazione ed altre meno forti verso le ore 6 */$ dei
giorni 2-3.
[1269J 1896. Dicembre 25. Colli Plsaai.
Baratta m. : Sui terr. Pisano-Livornesi del Ì896-97.
Verso le 7** 43" del 29 novembre si senti una scossa forte a Livorno
propagatasi con mediocre intensità ad Orciano, Lorenzana e Rossignano
e lievemente a Vico, Cascina, Pon tederà, Lari, Fauglìa, Peccioli e Ca-
pannoli : verso le 9** 28" una replica a Livorno : al 25 una fortissima
scossa suss.-ond. di 3-4' colpi Orciano: fu molto forte a Lari, Loren-
zana, Capannoli e Ponsacco. La zona mesosismica in cui stanno rac-
chiuse dette località, à forma elittica con l'asse maggiore SW-NE, di
30 Km. circa. La scossa fu forte a Vico, Pon tederà. Cascina, Colle
Salvetti e Fauglia. A Livorno, Calci, fiuti, Bientina, Peccioli, Chiane.
e Laiatico fa mediocre ed infine lieve a Camaiore, Villa Basilica, Lucca,
Pisa, Fucecchio, S. Miniato, Guardistallo, PQmarwce, Castclnuovo V.,
■ * — f--T -i-
[1896 - 1897] 693
Cecina e Montieri. La massima lunghezza dell'area scossa da Camaiore
a Montieri misura Km. 115. Microsismicamente fd registrata dagli ap-
parecchi sismici di Firenze che indicarono per principio 1** 33" Vs
(± SO*). Fra le 4»» 49"* e le 5»» 45" Monticiano, Chiusdino, Massa Mar
rittima e Pomarance danno notizie di una scossa : malgrado la discor-
danza delle ore io sono proclive ad ammettere che dette notizie riguar-
dino un unico terremoto avvenuto verso le 5** 36" (Some fu registrato
dal microsismografo Vicentini a Siena)^ che avrebbe interessato parte
del Volterrano, del Massetano e della limitrofa regione del Senese e
sarebbe forse stato inteso in qualche punto del Pisano.
[1270] 1897. Gennaio 6-7 e 19. (») Umbria.
La parte settentrionale dell' Umbria nella notte 6-7 gennaio fu col-
pita da tre scosse a breve distanza V una dall'altra ; furono esse V i-
nizio di un lungo periodo sismico con terremoti frequenti ma oltremodo
localizzati a vari centri di scuotimento. La prima di dette scosse av-
venne circa a 3** del 7, la seconda a 3^ 17" e la terza verso le 3*» 45"
della stessa giornata : la più importante ed estesa fu la seconda che
spiegò la massima intensità a Spello, ove fece cadere qualche comi-
gnalo : fti forte poi ad Assisi, a Foligno, a Montefalco ed a Giano ;
mediocre a Perugia, a Collazzone e Trevi ed infine lieve a Gubio e Temi,
la cui distanza rappresenta il maggiore asse dell'elisse scossa che mi-
sura circa 90 Km. A Roma i sismometrograft indicarono come principio
del terremoto 3*^ 18" 50» ± 10% a Firenze 3^ 19" 4» ± b\ Dopo questa
scossa si sentirono moltissimi altri scuotimenti la maggior parte dei
quali — come ò già detto — furono oltremodo localizzati, talché, per
esempio, alcune scosse abbastanza forti in un paese passarono inav-
vertite in quelli circostanti : vari furono i centri che si misero in atti-
vità ; oltre a Spello, alcune scosse irraggiarono da Assisi, Bettona,
Cannara, Foligno, Collazzone, Deruta, Giano, Montefalco, Castelli Ri-
taldi. Massa Martana, Spoleto, Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera, Mon-
teleone, Cascia, Temi, Città di Q^stello ecc.
I maggiori terremoti cui diedero luogo furono i seguenti : quello
del 19 gennaio spiegò la massima intensità presso Vallo di Nera e
specialmente a Muceiaforo, villaggio distante circa 5 Km. ad £., ove
caddero dei calcinacci e diversi camini : i sismometrografi di Roma
indicarono come principio del movimento sismico 20** 25" 30» (+ IO»).
[]) ìA descrizione dei terremoti dal N. 1270 in avanti fu ricavata dal notiziario pul)-
blicato in appendice al Bollettino della Società Sismologica italiana.- per brevità fu omessa
la relativa citazione ad ogni ^. Allorquando fu usata anche altra fonte, questa venne
caso per caso indicata.
Baratta Terremoti ecc. 8S
594 [1897]
Un'altro colpi Val fabbrica a 9*^ 45"* circa del 1« marzo, tacendovi ca-
dere qualche comignolo e producendo fenditure — alcune anche gravi —
nei muri delle case. Ivi era pure stata sentita una scossa assai intensa
a 19'» Vi circa del 23 febbraio. Al 22 marzo verso 1** in detta località
si ebbe una replica molto forte.
Mentre questi fenomeni sismici si avvicendavano nel suolo Umbro,
la vicina Aquila nel gennaio era pur essa interpolatamente agitata da
scosse molto localizzate, la maggiore delle quali, avvenuta a 18*" 30^
dell' 8, fu forte in detta città, ma molto più a Rojo, località posta a
5 Km. verso SSW. Qualche scossa isolata fu pure sentita a Montereale.
Per tutto l'anno si può dire il suolo dell' Umbria sia stato conti-
nuamente scosso da piccoli terremoti locali e da scosse esocentriche,
irraggiate in modo speciale dalle vicine Marche.
Fra le maggiori manifestazioni sismiche corocentriche è utile ricor
dare le seguenti :
Maggio 2) a Città di Castello, preceduta da una scossa lieve avvertita a
23*» 45°» del 1°, a 17»» 46°» del giorno 2 una forte, stata leggermente sentita
a Montone e passata inosservata in altre località circostanti. Fu però regi-
strata dai sismografi dell' Osserv. Xim. di Firenze a IT» 46"» 42» + 15».
Maggio i4) 7»» circa, una suss.-ond. forte specie a Massa Martana.
Maggio i8) 2*» circa, scossii assai forte a Bastia, un po' meno ad Assisi.
a Valfabbrica, a Cannara ed a Foligno : fu mediocre a Perugia ed a B^-
vagna e lieve a Serravalle del Chienti. Fu seguita, verso le 3»» ^/^ da altra
meno intensa ed estesa.
Maggio 27) 22*» 15™ circa, scossa che colpi in modo speciale Valfabbrica,
estendendosi più o meno sensibilmente fino a Bastia ed a Perugia.
Giugno 23) 9»» 35°» circa, terremoto forte a Gualdo Tadino e ad Esanatolia
propagatosi fino a Fossati di Vico, a Belforte del Chienti, a Sefro ed a
Fabriano — 23»» 45"» circa, scossa forte a Citt^ di Castello non avvertita al-
trove : nel di susseguente quattro repliche più lievi.
Giugno 30 ì) 7»» 30"», una forte e localizzata a Campello sul Clitunno.
Lv^lUì 2) 4»» 45«» circa, forte a Castelli Ritaldi, mediocre a Spoleto e lieve
a Scheggino ed a Trevi.
Lv^lio i9) 19»» 30"», forte a Giano : pare non sia stata avvertita in località
a questa vicinissime.
Agosto 24) 10»» 45°» circa, un terremoto urtò lo Spoletino con epicentri»
nei pressi di Cerreto: alle 21»» »;« circa replica meno intensa, ma più estesi» :
allo 5»* 30"» del 26 altra quasi forte ed ancora di bel nuovo a 9*» B»" del 27.
Sembra anzi, secondo il Dott. Valentetti che queste ultime non siano stale
segnalate nei paesi circostanti.
Settembre i2) 1»» 55", scossa assai forte con centro forse presso Spello, ovn
furono più intense e numeroso varie repliche susseguenti.
Novembre- Dicembre) In questi mesi vàrie volte Gubbio fu colpito da scosse
localizzate, alcune delle quali anche abbastanza intense : le maggiori av-
[1897] 595
vennero a 6^ 30«» ed a 18** 30™ circa del 13 XI, ad P circa del 14 e verso
le l^ del 18 Xn.
[1271] 1897. Gennaio 27. Reeoaro (Vicenza).
Nella notte fra il 26 ed il 27 gennaio nn terremoto urtò parte del
Trentino e delle Provincie di Verona e di Vicenza, spiegando la mas-
sima intensità (fli molto forte) a Reeoaro : fu forte a Valli del Signori,
ad Ala, a Rovereto ; un po' meno a Trento : fu abbastanza sensibile
a Pergine, a Vestenanova ed a Ceno, ed inUne venne avvertito da
pochi a Verona, a Dolce ed a Pastrengo. I microsismografi Vicentini
diedero come principio della perturbazione sismica in Padova 2** 35™
e 54» .
Alle 3^ 50" del 27 replica, stata quasi forte a Reeoaro, sensibile
ad Ala e lieve a Rovereto. Ad Ala poi, a 0** 10™ del 31 gennaio, scossa
dubbia ed a 1*" 26™ una forte susseguita da altra leggerissima a 3^ :
tali scosse sembrano essere state assai localizzate, giacché non risultano
avvertite 'altrove, ad eccezione di una sensibile, successa a 14** 1™ del
31 che fu lievemente intesa a Rovereto. Ad Ala nuova replica sensibile
a 3»» e 50*» del 3 febbraio.
[1272] 1897. Febbraio 12. Sieilia, Calabria.
Nella notte 11-12 febbraio un esteso terremoto colpi Malta, la parte
orientale della Sicilia (Siracusano, Gatanese, Messinese), le Eolie e la
Calabria — eccettuato il versante jonico della Sila, da Rossano a Cro-
panl — propagandosi pure lungo parte della costa salernitana ed in
qualche punto del Tarantino e di quel di Bari. L' unita cartina (fi-
gura 109) rappresenta Tandamento dell' isosisma molto forte AA, della
forte o quasi BB e della lieve CC. Dall'esame di tale costruzione car-
tografica e da quello dei dati possiamo dire che al Cozzo Spadaro (a) lo
scuotimento spiegò forse la maggiore intensità ; che la scossa fu forte
o quasi lungo tutta la costa orientale della Sicilia da Pachino a Mes-
sina e neir intemo in una insenatura racchiudente Giarratana, Mineo,
Palagonia ecc. Allontanandoci da tale zona, V intensità nel resto del-
l' isola andò rapidissimamente diminuendo : spiegò pure quasi la stessa
forza a Milazzo, nelle Eolie e sui due versanti dell'Aspromonte : in
quel di Monteleone, esclusa però Tropea, tale zona restringendosi
grandemente, taglia V istmo fra i due golfi, e quindi, per Borgia e Ti-
riolo, si prolunga fino a Celico.
La disposizione generale delle isosisme AA e BB fa supporre ragio-
nevolmente che sia stato in occasione di questo terremoto urtato un
sistema più o meno complesso di radianti.
596
[1897]
Le ore più attendibili per la scossa sono le segaenti in t. m. £. e. :
Catania 0^ 33™ 7» principio 0»* 34" >,, circa mass. Ù^ a?*» 50* fin*»
0*» 33™ 40» circa »
Messina
Portici
Ischia
Roma
0*^ 33™ 56»
Qh 33m 40»
0^ 34™ 45»
Strasburgo 0^ 39™ 51» ± 8-
»
0»» 35™ » »
0*» 35™ 45» - 0»» 40™ »
0^ 37™ 6» fine
0*» 44™ circa »
0»» 48™ » ».
^^^^P3X.
FiG. 109.
[1273] 1897. Aprilo 27. S. Valentino (Chieti).
Verso le 3^ \\ del giorno 27 una scossa di terremoto molto forte
colpi S. Valentino : fu forte a Tocco, a Torrepasseri e ad Alanno, lo-
calità poste nel bacino del Pescara. Mentre fu anche forte a P.enne,
che si trova a Km. 25 al N. di S. Valentino, fu solo mediocre a Cati-
gnano ed a Cararaauico che ne distano rispettivamente 13 e 10. Fu
sensibile a Capestrano, a Popoli, a Guardiagrelc ed a Chieti. Le loca-
' J
[1897] 697
I I ■ I ■ 1^^^^^^^»^^^ ■■ ■! I ■■ *■■■■— ^.1 ■■■».-l1l»« ■■■^■■1 ■■-■■■■^■■■W Mll ■ ■ ■■ - ^
lità estreme nelle quali il terremoto fu avvertito da qualche persona
sono, procedendo da oriente, S. Vito, Città S. Angelo, Bisenti, Castelli,
Ovindoli, Castelvecchio Subequo : verso mezzodì pare che la massa
della Maiella abbia paralizzata la propagazione del movimento macro-
sismico. Noto inoltre che la scossa è passata inosservata a Pescara.
Come ora molto prossima al primo istante del terremoto possiamo rite-
nere 3*» 17".
[1274] 1897. Maggio 8. Colonna (Roma).
La prima scossa (2^ 52"» Vs) ^^ sentita nei Colli Laziali ed a Tivoli ;
la seconda (2*» 53"») fu più sensibile della precedente specie a Rocca di
Papa, a Marino ed a Frascati : la terza (2*» 55*) fu intensa in modo
precipuo a Colonna, a Frascati, a Monte Porzio, a Monte Compatri, a
Rocca di Papa, a Zagarolo, a Poli ecc. A. 2*» 56" V4 * Rocca di Papa
ed a Frascati replica sensibile, ed altre nelle località ove fu forte la
principale (la 3*) a 3** IG"», a 4*" 12"*, a 4*» 24°» ed a 7^ 52™ per dir solo
delle più importanti. La maggiore, come ò detto, fu la terza : essa, se-
condo le notizie a me pervenute, fu in special modo intensa a Colonna,
presso cui dovrebbe trovarsi il centro : l'area entro cui fu forte, com-
prendente le località dianzi citate e forse anche Rocca di Papa, è assai
irregolare, con la sua maggior lunghezza secondo la direzione NE.-SW.
circa. La zona mediocre, elittica, include Cesano, Montergtondo, S. Vito,
Valraontone, Nemi, Ariccia, Albano, Castel Gandolfo, Roma : il suo
asso maggiore, da Cesano a Valmontone, misura Km. 60 circa ed il
minore, al precedente perpendicolare, 30-35 : rispetto alla prima è ol-
tremodo sviluppata dalla parte di NW. La zona di leggiero scuotimento,
elittica e concentrica alla precedente, include Fiano, Palombara, Su-
biaco, Paliano, Segni, Velletri, Cisterna di Roma, Civitalavinia ecc. :
il suo asse maggiore misura Km. 75 circa: verso N. ha un prolunga-
mento che da Fiano per Poggio Mirteto raggiunge Narni : compren-
dendo questa località, i limiti estremi cui si spinsero le onde macrosi-
smiche (Nami-Cisterna) disterebbero fra loro 105 Km. circa. La scossa
passò infine inosservata oltre che in tutto il littorale romano da Net-
tuno a Fiumicino (compreso pure Pontegalera) anche a Sezze, a Guar-
cino, a Fara, a Civita Castellana, a Nepi, a Bracciano ecc.
Il Prof. M. S. De Rossi (Intorno al terr. Laziale del giorno 8 maggio
1S97), non so su quali notizie fondandosi, ritiene che il centro sia piut-
tosto stato a Monte Compatri, ove lo scuotimento fu suss. e furono in-
tese 11 repliche.
[1275] 1897. Maggio 15. Sicilia NW., Ustica (Palermo)
Circa le 14'' 45'" del 15 maggio un terremoto assai sensibile colpi
698 [1897]
la parte NW. della Sicilia e V isola d' Ustica. L' intensità del moTi-
mento fu maggiore da Monte S. Giuliano a Palermo (quivi produsse
anche qualche lesione nel palazzo reale) e ad Ustica : nel!' intemo
della Sicilia andò rapidamente diminuendo, eccezione fatta per Cor-
leone. Nella cartina 93 a pag. 555 con mm è rappresentato il limite
dell'area fortemente scossa : con nn quello della mediocre e con oo il
confine della zona enti*o cui la scossa è stata sensibile alle persone.
Di particolare si nota che il terremoto è stato abbastanza sensibilmente
inteso anche a Cagliari ed a Forio nell' isola d' Ischia. La determina-
zione del centro riesce molto dubbia : di ciò parlerò più diffusamente
nella seconda parte. Noto che ad Ustica la scossa fu suss. ; suss.-ond.
a Trapani; a Monte S. Giuliano, al Capo Gallo, a Palermo, a Piana
de' Greci ed a Ciminna : infine ond. altrove.
Per principio della scossa Palermo dà 14** 44°> 50 : dai diagrammi
di apparecchi sismici si rilevano i seguenti dati relativi agli Osserva-
tori sotto segnati :
Catania 14»» 45°» 4»
Firenze
14»» 46» 50*
Ischia 45" 7»
Padova
46»»
Portici 46"» 47»
Potsdam
47"»
Rocca di Papa 45°» 6"
Nicolaiew
52»», 1
Roma 44°» 50»
Wilhelmshaven
53», 4
Alle 15*» circa, ad Ustica, a Castellamare del Golfo, a Trapani ed a
Palermo altra scossa più lieve della precedente, propagatasi pure a
Forio. Dati orari :
Catania 15*» 1™ 50» Portici 15*» 2» 24*
Ischia 1» Roma 2"»
Alle 15*» 36°» una replica debolissima a Palermo che non risulta in-
tesa da persone in altre località, ma bensì registrata dagli apparecchi
sismici di Mineo, di Catania (15*» 36°» 54« — 15*» 37°» 2«) di Ischia (15^
37°» 19') e di Rocca di Papa (15*» 37°» 50»). Alle 16*» del giorno 16 altra
lieve a Palermo.
[1276] 1897. Maggio 28. Greeia, Malta, Sicilia, Italia ueridionale.
Il terremoto avvenuto circa la mezzanotte fìra il 28 e 29 maggio
commosse una ragguardevole estensione di suolo prospiciente il bacino
deir Jonio, deirAdriatico e del Tirreno : infatti ne fu interessata quasi
tutta la Grecia, T isola di Malta, parte della Sicilia, delle Puglie, della
Basilicata, della Terra di Lavoro, qualche località del territorio Moli-
sano, Abruzzese e delle Marche. Lo studio cartografico dell' intensità
con cui fu sentita la scossa presenta le più svariate anomalie, tanto
che presso località nelle quali il movimento sismico fu stimato forte.
'»r-
[1897]
699
se ne trovano altre parecchie in cui fu solo sentito debolmente, op-
pure Ti passò affatto inosservato.
L'unita cartina (fìg. 110) rappresenta la distribuzione geografica
dell' intensità, serve a facilitare i cenni che seguono.
Riguardo la Grecia (S. A. Papavasiliou : Lw^ dee trembl. de terre
observés en Grece durarti V année 1897, in « Bollett. Soc. Sism. Ital. »
. /òffa.
-€:,
1 **-■-*--'*■ "^^
Fio. Ilo.
Voi. Ili, pag. 10 [estr.] ) dirò che a Zante la scossa raggiunse il grado
IV della scala De Rossi-Forel e cosi pure in altri luoghi posti in specie
lungo la costa della penisola Turco-Ellenica, fra Valona e Calamata :
altrove pare sia stata , generalmente parlando, più lieve : i limiti
estremi dei quali si à notizia essere giunta sono V isola di Sira n'cllc
Cicladi, Calcide e Lamia nella Tessala : noto però che passò inosser-
vato a Giannina, a Monastir ed a Cettigne.
600 tl69T]
■
In Sicilia la scossa fu tra molto fort*i e forte a Scicli ed al Capo di
Cozzo Spadaro : fa forte in una zona allungata comprendente Chiaro-
monte) Vizzini, Granmichele, Militello, Mineo e Palagonia : la zona
mediocre circonda quella precedentemente descritta, spingendosi però
con un prolungamento fino ad includere la costa fra C^taEia ed Aci-
reale, per ricomparire ancora presso Messina. La leggiera interessa il
resto del circondario di Noto e di Siracusa ad oriente, mentre ad oc-
cidente r isosisma limite include Biscari, Caltagirone e Maletto, essendo
passato lo scuotimento inavvertito a Butera, a Pietraperzia, a Troina,
ecc. Il tratto superiore alla costa Acense, cioè di Taormina, pare
non abbia partecipato al movimento sismico : lo stesso dicasi del litto-
rale settentrionale, prospiciente le Eolie, queste comprese.
In Calabria : a Reggio fu forte-mediocre ; mediocre fu poi ad Op-
pido ed a Sinopoli : noto invece che ad Africo fu forte, mentre passò
inosservata a Melito ed a Gerace. Con mediocre intensità la scossa
urtò il tratto Tropea-Monteleone, leggermente invece fu intesa a Ro-
sarno, a Soriano ed a Badolato ; mediocre riuscì pure a Tirìolo, inav-
vertita a Filadelfia. Le località, del versante ionico incluse da una
linea passante per Spezzano Albanese, Acri e Cropani non avvertirono
il movimento del suolo, che leggiero, ossia inteso solo da pochi, fu
a Cetraro, a Castrovillari ecc. : ad Amantea fu mediocre, insensibile
a Spezzano, come ò testé detto, ed a Rotondella, come vedremo.
Per le Puglie notiamo anzitutto che l'estremo lembo della penisola
Salentina, cioè il triangolo Taviano, Otranto, Capo S. Maria di Leuca,
fu commosso fortemente e cosi pure Brindisi, Oria, Cantellaneta e Gi-
nosa : in modo mediocre fu avvertita a Lecce, a Gallipoli, a Bari ed
a Cerignola ; leggiero altrove.
Nel restante della penisola degno di esser notato sì è che il tratto
di costa adriatica fra Termoli e S. Benedetto del Tronto non fu scosso,
mentre lungo il littorale Fermo - Civitanova Marche - Numana il ten^e-
moto fu lievemente sentito. Oltre V ultima località nominata non si
ebbe più indizio di scossa sensibile alle persone. Nel continente, pre-
scindendo dal gruppo marchigiano che si trova isolato, i limiti della
zona interessata sono Larino, S. Severo, Bovino, Solofra, Acerenza,
Pisciotta, Pomarico e Bernalda. Quindi si trova ancora una zona che
non partecipò al movimento : è essa di forma rettangolare con gli
estremi a Vibonati e Scalea sul versante tirrenico, a S. Mauro Forte
e Rotondella suirjonico. L' isosisma confine include ancora Castrovil-
lari, Cetraro, Tiriolo, la costa tirrenica da Monteleone a Reggio, Africo,
Oppido, Soriano e Tiriolo.
In quasi tutte le nostre stazioni la durata della scossa, generalmente
parlando, fu alquanto lunga : cosi pure a Zante, ove il Dottor Malfari la
>'
[mi]
éói
valutò di 36% cioè mag^giore anche di quella avuta dal grande terre-
moto del 17 aprile 1893. Stando poi agli apprezzamenti personali in
molte località italiane 1 vari relatori segnalarono 2 (Cozzo Spadaro,
Patagonia e Mlneo in Sicilia ; Monteleone in Calabria ; Gallipoli, Lecce,
Oria^ Ostuni, Ginosa, Castellaneta, Ruvo e Cerignola in Paglia ed anco
Pisciotta nel Salernitano), oppure 3 riprese (Scicli, Oppido). L' inter-
vallo ira r una e l'altra fu variamente apprezzato : risultò di V a Ce.-
riguola, di 2 ad Ostuni, di 5 a Castellaneta, di 6 a Lecce, di 9 ad
Oria ed infine di 20* a Bari. Quasi dappertutto (eccezione : Oria e Gi-
nosa) la seconda fase fu stimata più intensa e lunga della prima. Uguale
forma ebbe pure il movimento sismico a Calamata e ciò concorda pure
coi diagrammi degli strumenti sismici : a Mineo, per esempio, il sismo-
metrografo Brassart lasciò un tracciato da cui si rileva che a 23*" 40""
e 35" si ebbe la prima fase e che a 23*» 41™, cioè dopo 2b* d' intervallo,
cominciò la seconda.
In Sicilia la scossa fece predominantemente V impressione di un
movimento suss.-ond. : nelle Calabrie invece e nelle Puglie parve solo
ond. : però qualche relatore accenna ad un sensibile sussulto avvenuto
sia in precedenza, sia susseguentcmente al moto ond. La forma dianzi
ricordata per la Sicilia rimane confermata dai sismogramma di Mineo,
ove in corrispondenza della seconda fase il sismometrografo Brassart
diede traccio anche nella linea della componente verticale : a Catania
invece i delicati apparecchi dell'Osservatorio, non mostrarono punto
alterato il tracciato della verticale.
Dair insieme dei dati si può arguire che il centro del terremoto fu
nel mare Jonio e, con ogni probabilità, più alla costa sicula ehe non
altrove vicino.
Riguardo all'ora della scossa i dati desunti dagli apparecchi regi-
stratori Hono elencati nella qui unita tabella :
Catania
23»» 38» 8-57- p
rìnc
Mineo
40
35
»
Ischia
39
13
y>
Portici
40
23
»
Roma
39
10-15
»
Rocca di Papa
40
59
»
Siena
40
0
»
Firenze
42
13
»
r*cidova
39
30
»
Nicolaiew
40,1
»
41
0
»
43 30 »
40
41
38
26
»
— »
42
0
y>
45 0 »
41
20-42"
53-
53 0-24»» »
41
30
»
45 0 »
—
»
— »
^
»
— »
—
»
58 0 »
44.1
»
— »
Trascorsi circa ó"* dalla precedente scossa, si ebbe una replica:
essa Al lieve a Zante, a Taviano, a Brindisi, a S. Angelo dei Lom-
bardi ed a Solofra.
002 [1897]
[1277] 1897. Giugno 11. Trevigiano.
Il terremoto che verso le 12*» ^i ^'''^ parte delle provincie venete,
spiegò la sua massima intensità (fu molto forte) presso i villaggi di
Cornuda, di Maser e di Volpago (fig. 80 B, pag. 831) : fu forte (B*
a Feltre, a Quero, ad Asolo ed a Vedelago ; mediocre (B") a Belluno,
a S. Giustina, a FoUina, a Treviso, a Campo Sanpiero, a Kossano ed
a Valstagna; infine leggiero (B'") a Sarmede, ad Oderzo, a Spinea^ a
Padova ed a Quinto Vicentino. Ora della scossa: Spinea di Mestre
12*» 40°» 52» ; Padova 12»» 42°» 34-.
Segtd una seconda scossa, suscitatasi forse a maggior profondità,
che non raggiunse all'epicentro le stessa intensità della precedente,
ma si propagò a distanza maggiore, talché i limiti estremi coi fa sen-
tita sono ad E. Concordia ; a SEE. S. Dona di Piave ; a SSW, Galzi-
guano ; a SW. Grisignano ; ad W. Mason ed a NW. Arsiè e Lamon. In
talune località fu giudicata più intensa della prima e fii, al contrario
dell'altra, registrata dagli strumenti sismici di Firenze. Ora della scossa :
Spinea 14»» 3» 47% Padova 14»» 3»»» e Firenze 14»» 10"» 5» + 15».
[1278] 1897. Giugno 24. Apeeehio (Pesaro).
Il 15 maggio, verso le 2»» 10", una forte scossa colpì Cantiano : pare,
quantunque localizzata, sia stata più intensa di un'altra, avvenuta
circa le 21»» 10" della stessa giornata, la quale spiegò pure la massima
sua violenza presso tale località e che si irraggiò fino ad Acqualagna.
a S. Angelo in Vado, a Città di Castello, a Montone, a Gubbio ed a
Sassoferrato.
Apeeehio poi, dopo varie scosse preparatorie, fu colpito, verso le
20»» del 24 giugno, da un terremoto molto forte, a due riprese, con
rombo. Esso fu forte a Piobbico, un po' meno a Cagli, a Frontone,
a Cantiano, a Città di Castello, a Serra e ad Acqualagna : e leggiero
a Borgo Pace, ad Urbania ed a Montone. Fu forse pure da qualche
persona, ma dubbiamente ed in modo isolato, inteso a Monte Carotto,
Ore più attendibili : Città di Castello 2tf» S"^ ; Firenze 20»» 5»» (+ 30*).
Fra le 20»' 45" e le 21»» replica più debole.
Al 25 giugno, a 2»» circa, scossa forte a Cantiano : alle 15»» 45" circa
del 15 ottobre altra che pare sia stata più intensa ad Apeeehio.
[1279] 1897. Giugno 30. Epiro (Grecia).
Dal 30 giugno al V luglio un periodo di frequenti scosse urtò Ja-
nina : la terza, la più violenta, causò ivi pochi danni ma molto panico :
essa fu intesa leggermente sulla costa adriatica dall'estremo limite
della penisola Salentina alla costa settentrionale del Gargano, com-
♦1
t
[1897] 603
preso S. Giovanni Rotondo. Secondo certe notizie sarebbe stata pure
avvertita da pochissime persone anche a Messina.
Ore dedotte dagli apparecchi sismici :
Catania 15«» 49» 39« principio 15»» 52» 17« massimo W ^ ^' fine
Messina
51 »
Mineo
50 30 »
Portici
50 13 »
Ischia
50 7 »
Rocca di Papa
52 10 »
Roma
51 40 (± 5») »
Firenze
53 (±30-) »
53 10
»
^—
»
»
—
»
»
52 36
y>
»
—
p
»
56
»
»
50 10
»
»
—
»
[1280] 1897. Luglio 15. Lvbiana, Veneto.
La scossa quasi rovinosa sentita in Lubiana verso le 7^ del 15 luglio
fu avvertita anche in parecchie località del Veneto, specie del Friuli.
La zona nel territorio italiano interessata da onde sensibili à forma
molto irregolare, presentando due grandi insenature sporgenti, in una
delle quali sta Gemona e nell'altra Motta di Livcnza e Sacile. I limiti
dell'area interessata sono a settentrione Cividale a 90 Km. da Lubiana :
quindi, mentre il terremoto passò inosservato a Stregua, a Rodda ed a
Plastichis (a 75, 80, 90 Km.), ili sentito, come ò detto, a Gemona posta
a 116 Km. : V isosisma limite poscia rientra per includere Udine (106)
ed escludere Pezzuole (105), Codroipo (112), Zoppolo (137) e Pordenone
(145), mentre include Sacile (156) e quindi Motta di Livenza (150), La-
tisana (125) e Marano (HO). In tutte queste località lo scuotimento fti
lieve, ond. e di brevissima durata. Ore dedotte dai registratori :
Spinea
—
principio
6»» 59» 5«
massimo
— fine
Padova
6>» 56»
»
—
»
T» 5» »
Ferrara
—
»
6 59
»
— »
Verona
7 0
»
7 0 6-12
»
7 2 30 »
Firenze
6 58
22
r>
—
»
— »
Ischia
6 58
10
»
7 0 5
»
7 1 50 »
Siena
6 55
y>
y>
— »
Potsdam
7 2 circa
»
7 3,6
»
7 5 »
[1281] 1897. Luglio 27. Pìmb#.
Baratta M.: Sui terretnoti Pisano-Livornesi del iSQe-QT,
Dopo i terremoti del novembre-dicembre 1896 (N. 1269) il suolo pi-
sano stette in grande calma interrotta solo da due lievissime scosse
intese a Livorno nei giorni 12 (19»* 48») e 13 (5»») gennaio 1897 : nel
luglio di quest'anno nuovi scuotimenti urtarono la provincia di Pisa.
Ecco l'elenco delle principali scosse :
604 tlSÒf]
Luglio 27) 1^ a Lucca una lieve; 5*^ circa, una sensibile ond. a Volterra:
10^, Ponsacco (Pisa) scossa fortissima di cui in appresso; 10*» 50"* circa. Fon-
sacco, La Rotta, Pontedera, Lari, Capanno]! e Vico replica più lieve della
precedente : a 10'' 51"* 52" (+ 5') una lieve a Firenze avvertita da un solo
apparecchio dell' Osservatorio Ximeniano ; 11*» 25", Ponsacco, una sensibib'
intesa pure a Capannoli ; 13* 50"» e 17*», Ponsacco, due scosse ; 19*», ivi e
La Rotta una ed altre nella giornata fra cui una a 22*» — 28) 22*» 50"» circa,
Ponsacco, violenta ond. susseguita da replica : fu forte a Pontedera, abba-
stanza sensibile a Lari, Cascina e Latignano : leggiera a Pisa ed a Fucec-
cbio (22*» 52"» ± 1"») e leggerissima a Firenze (22*» 50"» ± 30») ; nella notte
due lievi a Vico — 29) 1*» 50°», 3*» e 9*», Pontedera tre scosse ; 16*» 55» circa,
ivi, una forte suss., stata pure forte a Ponsacco, ove nella gi(«rnata ne furontj
intese altre — 30) Ponsacco, nella notte 29-30 due scosse, di cui una a
3*» 30"». — Agosto 4-5) Pontedera, nella notte due, ed altre in quella 5-6.
I danni, di lieve importanza, furono causati unicamente dalla scossa
maggiore (10** 2"» VII 27) che in Ponsacco fece cadere parecchi comi-
gnoli, aprire varie fenditure e danneggiare 5-6 case : in Pontedera i
guasti furono ancora minori* Tale scossa fu poi forte, o quasi^ a La
Rotta, a Capannoli, a Lari, a Perlgnano ed a S. Maria in Monte ; fu
mediocre a Latignano, a Vico, a Castelfranco di Sotto, ad Asciano di
Pisa ; leggiera a Livorno, a Lucca, a Monte Carlo, a S. Miniato, a Fa-
cecchio, ad Orciano, a Siena, a Filellote e ad Empoli. Pkssò inosser-
vata a Viareggio, a Monsummano, a Lamporecchio, a Montaione, a
Laiatico ecc. L' intensità del movimento sismico dai dintorni di Pon-
sacco (epicentro) è andata rapidamente diminuendo, specie dalla parie
di S. e di SE. L'area scossa à forma elittica, il cui asse maggiore
da Livorno ad Empoli, misura 55 Km. circa. Tutti i paesi posti
al limite della zona interessata in modo sensibile dallo scuotimento
non distano da Ponsacco oltre i 30 Km. Però le onde sotto forma
microsismica riuscirono ad influenzare gli apparecchi sismici di Firenze
(10*» 2'^ 2» + 10' Osserv. La Querele ; IO*- 2"» 14» ± 5» Osserv. Ximen.
e di Siena (10** circa) posti rispettivamente a Km. 55 e 65 circa.
[1282] 1897. Settembre 6. S. Miniato, Faeecchlo (Firenze).
II terremoto di cui al presente numero, fu molto forte a Fucecchio
ed a S. Miniato^ che sono appunto le località più intensamente colpite :
fu forte a Prato, a Lucca, ad Asciano di Pisa, a Pontedera, a Ponsiìcco.
a Lari e ad Empoli : questa zona rispetto alla mesosismica è assai
sviluppata dalla parte di occidente, mentre da oriente presenta un
grande prolungamento. Il limite dell'area entro cui fu mediocre, par-
tendo da Carrara include Gallicano, Barberino di M., Pontassleve, Fi-
renze, Figline v. A. e Greve ;. quindi, per una insenatura rientrante
[1897] 605
in corrispondenza alla vai d' Elsa, V ìsosisma si addossa alla prece-
dente : verso occidente i limiti sono Pisa, Massarosa e Pescaglia. No-
tansi vari aumenti (Barberino di M.^ Gallicano ecc.) e diminuzioni di
intensità (Montale, Bor^o a Mozzano ecc.) I limiti della zona isoslsmica
leggiera sono Ameglia (80 Km. da Fucecchio-S. Miniato), Fosdinovo
(80), Fivizzano (85), Piazza (70), Castelnuovo G. (55), Riolunato (60),
Lama Mocogno (70), Montese (65), Castiglion de' Popoli (55), Firen-
zuola (65). Stia (70), Poppi (75), Talla (75), Montevarchi (60), Colle
v. E., Volterra ed Asciano (35), Collesalvetti (30) e Viareggio (50).
Da ciò risulta che molto inegnale fu la propagazione della scossa
rispetto alla zona di maggior scuotimento : infatti verso W. raggiunse
solo i 45: a NW. 80-85: a N. 65 70: a NE. 65 (però da questa parte
si deve notare che olti*e Firenzuola V isosisma limite fa una accentuata
insenatura rientrante, non essendo la scossa stata sentita a Scarperia
ed a Vicchio a 55 Km. circa) : verso E. 70-75 : a SE. 35-40 : a S. e
ST/. 35. Abbiamo cosi in primo luogo che le onde sensibili si propa-
garono H maggior distanza dalla parte di NW., N., NE. ed E. che non
verso SE., S., SW., ed W. : che il massimo sviluppo della zona sen-
sibile si à verso NW., il minimo da S. e SW. La massima larghezza
della zona scossa fra Ameglia e Talla — in senso, cioè, NWW-SEE. —
risulta di 150 Km. : fra Volterra e Lama, cioè da S-N,, raggiunge solo
i 105.
Ora della scossa : Fucecchio 4*» 6" 45* (+ 1™) ; Pistoia 4*» 10" ; Fi-
renze 4^ 10" 44» (± 10») Osserv. Ximen. ; Varlungo 4»» 11» 12- {± 2").
[1283] 1S97. Settembre 21. Sinigallia (Ancona).
Baratta m.: Sul terremoto di SinfgaìUa del 21 settenibre 1897.
Fra i terremoti avvenuti in Italia nel 1897, il presente è certamente
1] nello stato più esteso : ecco le conclusioni alle quali sono pervenuto
nello studio da me fattone : La località più intensamente colpita fu
( flg. Ili A) Sinlgallia, ove il terremoto fece lesionare più o meno sen-
sibilmente quasi tutti i fabbricati, cadere molti comignoli, alcuni sof-
titti e porzioni di edifici elevati e di cornicioni : oltre a ciò in tale
città si dovettero tosto puntellare due o tre edifici in causa dei danni
loro infortì dallo scuotimento.
A partire da Sinigallia V intensità degli effetti causati dalla scossa
è andata decrescendo in modo più o meno rapido e regolare : minori
furono quelli subiti da Fano e da Mondolfo (BB); minori ancora
nelle seguenti località racchiuse nella zona isosismica molto forte, al
cui limite esteriore si trovano (CC) Pesaro, Coriano Urbino, Cagli,
Gubbio, Sassoferrato, Cerreto d' Esi, Camerino, Caldarola, Cingoli, Fi-
lottrano, Ancona e Falconara: in questa ssona notansi vari aumenti d^
606
[1897]
intensità (ps. ad Urbino, a Fossombrone, a Sarchi, a Castelplanio, a
Camerino, a Caldarola ecc., ove la scossa fa fortissima) e varie dimi-
nuzioni (ps. Polverigi, Maiolati, StaflPblo ecc., ove fti solo forte).
L' isosisma delimitante l'area fortemente scossa (DD) include Rimini,
Sant' Arcang^elo, Sant'Agata Feltria, S. Giustino, Città di Castello,
Montone, Umbertide, Magione, Spina, Bevagna, Castelli Rìtaldi, Spo-
leto, Terni, Narni, Monteleone di Spoleto, Norcia, Ascoli Piceno, S. Be-
FlG. 111.
nedetto del Tronto e l' intera costa adriatica da questa città a Carne-
rano. Si notano i soliti aumenti (ps. a Sant'Agata F., Assisi, Monte-
monaco ecc. ove fu molto forte) e diminuzioni di intensità (ps. fu
mediocre a Pegli ed a Nocera Umbra : leggiera a Trevi).
Le località poste al contine dell'area mediocre (EE) sono : Cervia,
Argenta, Massa Lombarda, Faenza, Forlì, Camaldoli, Bibbiena, Arezzo,
Tuoro, Città di Pieve, Bagnorea, Rieti, Tossicela, Teramo, Civitella del
Tronto ecc. I limiti dell'area scossa (FF) sono i seguenti che distano
[1897] 607
da Sinigallia il numero di chilometri presso segnati : nel Veneto : Co-
drolpo (245), Maniago (270), Gemona (280), Claut (285), Ferarolo (300),
Agordo (295), Rovereto (295), Klauzen (345), Bozen (340), Marostica
(250), Fontaniva (240), Padova (210), Este (205), Sanguinetto (220) e
Picarolo (195) — nella Lombardia ed Emilia : Sermide (210), Poggio
Renatico (180), Bologna (175), Imola (140) e Monznno (170) — nella
Toscana: Cantagallo (175), Vergemoli (230), Camaiore (235), Livorno
(240), Lucca (220), Pistoia (190), Firenze (160), Poggibonsi (170), Siena
(155) e Pienza (140) — neir Umbria e nel Lazio : Viterbo (170), Ve-
tralla (180), Roma (210), Frascati (215), Albano (225), Poggio Mirteto
(170) e Poggio S. Lorenzo (165) — negli Abruzzi: Aquila (150), Ca-
pestrano (165), Popoli (180) e Chieti (170). Mentre si scosse tutta la
costa veneta da Comaochio alla Friulana, pare invece non abbia par-
tecipato al movimento sismico quella fra Francavilla (170) e Qiulia-
nova (120). In questa zona leggiera si notano vari aumenti di inten-
sità, essendo stato mediocremente avvertito lo scuotimento ad Oderzo,
a Marostica, a Firenze, a Radda e con forza ad Este ed a Bresega:
invece passò inosservato nelle seguenti località attorniate da altre ove
il terremoto è stato più o meno sensibilmente inteso : Sarmede, Len-
dinara, Marradi, Dicomano e Giano dell' Umbria.
La scossa fu sentita pure in parecchi luoghi d'oltr'alpe e cosi pure
nel litorale dalmata, ed in ispecie neir Istria, ove fa stimata tra leg-
giera e mediocre, eccezione fatta per Pola, a 135 km., ove pare sia
stata forte.
La massima lunghezza della zona commossa da questo terremoto
corre tra Klauzen e Popoli, che da Sinigallia distano rispettivamente
Km. 345 e 180 e tra di loro 530 circa.
Con ogni probabilità l'epicentro trovasi a mare a pochi chilometri
dalla costa di Sinigallia. Quivi secondo le notizie da me raccolte il
movimento alla generalità degli abitanti si presentò con forma predo-
minantemente ond. : però secondo alcuni cominciò con una ond. e solo
sul finire fli inteso qualche urto verticale : secondo altri invece ebbe
da prima una fase di sussulto, seguita poscia da due energiche ondu-
lazioni a brevissima distanza V una dall'altra ed aventi ambedue dire-
zione E-W., dedotta non solo dalla impressione personale, ma anche
dalla caduta di oggetti. Circa la durata della commozione le varie re-
lazioni a me pervenute non si accordano troppo, come del resto suole
sempre accadere : chi la valutò di 5-6', chi di 20-25* : avverto che,
con probalità, i primi si accostano forse maggiormente al vero.
Ora del principio della scossa : Pesaro 13** 57» lo* (+ 1™) ; Urbino
13*» 58»; Bologna 14»> 0» 12- (Ossorv. Met.), 14»^ 0» 35» (Oss. S. Luca):
Ferrara U^ 0" 0" ; Firenze 14^ 0'» 30» (Osserv. Met.), 14*» 0" 13' ± 5"
608 [1897]
(Osserv, Ximen.) ; Roma U^ 0^ 5« ± 5» ; Rocca di Papa 13»» 59- 55- :
Padova U^ 0°» 2* ; Ischia 14»» 0" 25» ; Portici 14*» 2~ 9* ; Lubiana 14'»
0™ 3« ; Utrecht 14»» 2» 30».
[1281] 1897. Ottobre 28. Santo Vittoria in Mntenano (Ascoli Piceno).
Questo terremoto merita di essere qui accennato solo per l' impor-
tanza che à per lo studio della sismicità della regione. La località, più
colpita fu Santa Vittoria in Matenano, ove per l' intensità che ivi h
avuto, può essere la scossa stimata tra le molto forti e le forti : fa me-
diocre a Caldarola, sensibile a Cessapalombo e lieve a S. Severino, a
Visso, ad Amandola, a Monte Giorgio : passò inosservata nelle varie
località circostanti. L'ora più attendibile è : 11*» 40-45".
[1285] 1897. Novembre 16. San Qnirico d*Oreia (Senese).
Al 28 ottobre, fra le 5 e le 6*», a San Quirico d'Orcia furono intese
parecchie scosse, che si rinnovarono nei giorni 29-31, insieme a fre-
quenti rombi sotterranei, paragonabili ad un forte urto od allo scoppio
di una mina : tali rombi furono molto più intensi che non le scosse.
Nei di successivi aumentò la frequenza di queste manifestazioni specie
nelle ore mattutine. Le varie scosse furono assai localizzate, che poco
avvertite a Bagno Vigonì e non a Tor Renieri, a Castiglion d' Orcia
ed a Pienza, località vicinissime a San Quirico. La scossa più intenes»
del periodo sismico fu quella accaduta a 5*» 50"» circa del 16 novembre :
a San Quirico fu più lunga e forte delle precedenti, fu forte a Pien^^,
ove causò panico negli abitanti (^) ; mediocre a Castiglione ed a Baon-
convento ; sensibile a Montepulciano, a S. Giovanni d'Asso, a Montal-
cino ; infine lieve a Sinalunga, a Trequanda, ad Asciano ed a Chian-
ciano. Tali località sono comprese in una zona quasi circolare de!
diametro di 32 - 35 chilometri circa. Repliche più o meno leggiere
furono sentite nella notte stessa ed altre nei giorni 16, 23 (ad 1*» So'
una assai veemente con rombo ad Orciano d' Orda, ove fu stimata p»iù
forte delle precedenti : fu piuttosto intensa a Pienza ed awertitJi a
Castiglione), 26, 29 e 30 novembre.
L1286] 1897. Dicembre 6. San Giovanni in Fiore (Cosenza).
Su questo terremoto, non al certo importante per la sua intensità
ma per lo studio della sismicità della regione, poche sono le notizie a
mia cognizione. Pare sia stato più intenso a San Giovanni in Fiore,
(1) A Pienza al 26 giugno, ore 3 circa, era stata avvertita una lieve gcossa localizzata
ed altra aenslblle verso le 22 ore del ao,
[1897]
609
ove la scossa, preceduta da forte rombo, fece svegliare parte della po-
polazione : fti mediocre a Bocchigliero, sensibile a Savelli ed a Verzino
e lievemente sentito ad Aprigliano, a Celico, ed a Spezzano Albanese,
località che dal supposto epicentro distano rispettivamente km. 30, 35
e 60 circa. Ora della scossa : 4** 15-30°.
[1287] 1897. Dicembre 18. C. di Castello, M^. Nerone SW (Marche, Umbria)
Baratta M. : Terremoti di Città di Castello - Issbl A. : Il terr. del i8 die. 1897 a Città di
CasMlo ecc. e Consideraz. suppl. intomo ai terr. Umbro-Marchigiani ecc.
La scossa maggiore, preceduta da una molto lieve, sentita verso le
22*» 15"* del giorno 17, avvenne circa le 8^ 25° del di successivo. I
Ov
t Ararti \ •
JS-j21
Àmmm
Fio. 112.
fenomeni che accompagnarono e precedettero di pochi istanti tale scuo-
timento furono quelli stessi generalmente descritti per gli altri paros-
sismi della medesima regione : non mancarono il rombo, slmile a soffio
di vento impetuoso, una fugace meteora luminosa, un sensibile turba-
mento nel regime delle sorgenti termo-minerali e la consueta agitazione
degli animali. A Città di Castello il movimento del suolo, durato ad
un dipresso 12*, cominciò con un energico sussulto per terminare con
una ondul. E-W. ; a San Sepolcro fu suss.-ond. di 6'.
Dalla discussione dei dati e delle notizie raccolte risulta che la zona
mesosismica indicata da qualche rovina parziale di fabbricati di cattiva
BARATTA; Terremoti ecc. 89
610 11897J
costruzione o fondati sopra suolo malfermo, e dalla caduta di molti
comignoli e da numerose lesioni negli edifici, è relativamente angusta :
essa comprende Àggiglioni, San Giovanni di Vignollo, Montcma^giore.
Colle Lungo, Pietralunga ecc., località quasi tutte poste a settentrione.^
di Città di Castello (fig. 112 A). La zona fortissima e molto forte i B
a figura rozzamente quadrangolare con gli estremi a S. Sepolcro, a
Piobbico, a Secchiano ed a Promano : al limite dell'area forte (C,
stanno Arezzo, Castiglion Fiorentino, Perugia, Gubbio, Sassoferrato.
Frontone, Cagli, Urbino, Peglio, Sant'Angelo in Vado, Borgo Pace ecc.
n limile della mediocre (D) è segnato dall' isosisma includente Bagno
di Romagna, Camaldoli, Montevarchi, Sinalunga, Cortona, Foligno.
Gualdo, Monte Carotto, Saltara ecc. Finalmente al confine dell'area
interessata da onde sismiche sensibili alle persone sonvi le seguenti
(E) : Cesena, Imola, Bologna, Sogliano, Poppi, Firenze, Pistoia. Fu-
cecchio. Greve, Pienza, Città della Pieve, Spoleto, Amandola, Casti-
gnano, Monte Giorgio, Macerata, Filottrano, ed il littorale adriatico
fra Ancona fin sotto Cervia.
Di notevole si à che le isosiste forte, mediocre e lieve (C.D.E.) in
corrispondenza della valle del Tevere, fanno una grande insenatura
in modo da spingere 1' ultima isosisma fino a Spoleto nel bacino del
Clitunno : questa poi mostra due accentuati prolungamenti, uno fra
Cesena e Bologna e l'altro fra Firenze e Pistoia-Fucecchio.
Il centro del parossismo trovasi con ogni probabilità a SW. della
vetta del Monte Nerone.
Riguardo all'ora della scossa dai sismogrammi furono desunti i se-
guenti dati relativi al principio :
Firenze 8»^ 24°» 45 + 5» (Oss. Met.) e &" 24'" 5 + 10» (Oss. Xim.) ; Bologrna
gh 25'» 0* : Roma 8^ 24'" 20-25" + 3» principio : &" 25"> 0-45« massimo : 8^ 35^^
circa, fine; Rocca di Papa &" 24" 22-42" principio: S^ 24™ 50' -25" 30» mas-
simo ; S^ 30" circa fine ; Ischia &" 24" 48" principio : 8^ 25*" 37-58" massimo :
8h 27" 49-53" fine; Portici S^ 25" 45" principio : 8»» 26" 47" fine; Pavia
8h 24" 20" principio : 8'' 27" 0" fine ; Lubiana 8>» 25" 31" principio : 8^ 29" e
30" circa, fine; Strasburgo 8** 25" 26» principio; &" 26" 35" massimo; 8»» 36»
fine.
Dopo il parossismo citato a Città di Castello furono sentite molte
repliche : anzi si calcola che dal 17 XII 97, al 6 I 98 ne siano state
avvertite altre 20 : ad Aggiglioni per ben due giorni la terra fu in
continuo movimento, talché mi fu scritto che nei giorni 18 e 20 furono
ivi intesi oltre 100 scuotimenti : parecchie volte il suolo tremò ancht-
a Borgo S. Sepolcro, a Fossombrone, a Cagli : in quest' ultima locaìiiA
per 8 giorni furono avvertite varie repliche, tutte lievi, oltre ad un
continuo e quasi impercettibile movimento. Durante questo periodo
i
_ w
I
[1897] 611
sismico più frequenti furono i rombi nei pressi del Monte Nerone ed
in altre località.
Delle repliche meritano speciale menzione le seguenti :
i9 Dicembre i897) 6** 45« circa, scossa che spiegò la massima intensità a
Città di Castello e fu fortemente intesa a Cagli, a Frontone e Gubbio (loca-
lità poste tutte ad oriente di detta città e rispettivamente a 35, 40 e 28 chi-
lometri da essa) ed anche a Perugia (40 Km.) : a pochi chilometri ad occi-
dente invece, ps. aMonterchi, Citerna ecc. fli lieve. La zona scossa è elittica :
diametro maggiore Castiglion Fiorentino - Caldarola , Km. 105; minore
Chiusi - Urbino, Km. 70 circa. Ora : Siena 6»» 42™ ; Firenze 6*» 41«» 4» + 10».
Dicembre 21-22) 23^ 20« circa, scossa stata abbastanza forte a Città di
Castello ; mediocre ad Urbania e Cantiano ; lieve a San Sepolcro, Monte
S. Maria Tiberina Ora : Firenze 23»» 23" 30* ± 30« : Siena 23^ 21™ ; Roma
23«» 22» 52» :J: 3».
Dicembre 27) 2^ circa, scossa che spiegò la sua maggiore intensità in una
zona ristretta includente Apecchio e Pieve S. Stefano, distanti fra loro chi-
lometri 30 circa : fu forte a S. Angelo in Vado, Urbania, Urbino, Fossom-
brono. Cagli, Città di Castello, Monte S. Maria Tib. ; fu mediocre a S. A gatti,
Feltria, Sassocorvaro, Pergola, Monte Carette, Arcevia, Fraccano, Cantiano,
Scheggia, l'essate di Vico e Pioraco. Al limite della zona scossa stanno Mer-
cato Saraceno, Pesaro, Saltara, Fabriano, Troia, Caldarola, Foligno (aumento
di intensità), Assisi, Perugia, Passignano, Montevarchi. Limiti estremi Mer-
cato Saraceno -Foligno Km. 115; Montevarchi - Troia Km. 145. Ora: Ur-
bino 2*» 3» ; Firenze 2^ 5"^ 5" (± 5») ; Siena 2^ 5™ ; Roma 2^ 4'», 8 ; Rocca di
Papa 2>» 5» :«• ; Ischia 2>» 5™ 30".
Tutte queste scosse, con ogni probabilità furono originate dallo
stesso centro sismico che diede il parossismo del 18 XII, del quale si
debbono considerare come vere repliche. Quella invece sentita nella
sera del 20 dicembre (stata registrata dai sismografi di Firenze a IS**
10™ */, + 30») sembra essere invece stata più intensa a Frontone.
[1288] 1897. Dicembre 25. Catino (Umbria).
Nel giorno 25 dicembre, verso le 2*» 30™, a Catino (fi*az. di Poggio C.)
lieve scossa, susseguita a 3^ circa, da altra più intensa che fece risve-
gliare tutti gli abitanti. Questa fti iivvertita più o meno sensibilmente
a Roccantica, a Poggio Mirteto e a S. Valentino, vale a dire entro
una zona assai ristretta addossata al massiccio del Monte Tancia, sul
versante SW., e più precisamente, secondo il Dottor E. Ricci, su una
zona lineare di quel versante ad altitudine intermedia tra la pianura
tcverina e le cime del sistema montuoso. Le scosse non furono inteso
né e valle di quei luoghi: ps. airOsteria rossa di Galantina (m. 150?)
uè a monte : ps. ai Ruderi del Tancia (m. 900 ?) : le località citate
612
[1897 - 1898]
ove furono sensibili si allineano in senso S.-N. ad altitudine fra i 300
ed i 400 metri.
Verso le 3^ Vs ^^ ^^^^ ^^^ nuova replica di quasi eguale intensità
della prima ed altre insieme a rombi anche isolati furono avvertite
nello stesso giorno e nei successivi fino al principio del gennaio 1898 ;
quindi si ebbe una nuova ripresa nella notte 19-20 di questo mese, a
3^ della quale fU avvertita una forte scossa e quindi dei tremiti fino
ad 11^ e poscia un altro lieve sussulto ad l*" del 27, con il quale si
chiude il periodo sismico.
[1289] 1898. Gennaio 16. Argento, Portovag^ere (Ferrara).
Come fenomeni precursori dobbiamo notare una sensibile scossa sen-
tita ad Argenta ed a Portomaggiore poco dopo il mezzodì del giorno
16 gennaio, stata registrata dai sismografi di Spinea di Mestre (12'' 4
a
'Attua
' — f^ <. ■ — •— rtK
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Fio. 113.
e 7') : il massimo sismico accadde verso le 13 */< della stessa giornata.
Nelle due citate località il movimento sismico riusci quasi rovinoso:
(fig. 113 A) : nella prima fu suss.-ond. di 8» con fortissimo rombo : fu
molto forte a Molinella (B) e forte (C) a Ceppare, a Ferrara, a Bari-
cella ed a Conselice ; un po' meno a Poggio Renatico, a Massa Lom-
barda e ad Alfonsino . La zona entro cui fu sentita la scossa dallo
persone (D) include Comacchio, Lagosanto, Codigoro, Bondeno, S. Felice,
Bologna, Medicina, Imola, Bagnacavallo ecc. Però verso N. si à ub
accentuato prolungamento che per Este e Montagnana in provincia di
Padova , spinge V isosisma fino ad includere Verona e Barbarano.
i
[1898] 613
Verso S. poi ne abbiamo una minore che protrae detta isosista fino a
Forlì, ove la scossa fu intesa dalle persone, mentre passò inosservata
a Lugo, a Cotignola ed a Russi, località più vicine.
Ora del principio del movimento :
Ferrara 13»» 10"» 10» + qualche sec. Firenze 13»» 10» 40* + 1»
Bologna (S. Luca) 10 52 Pavia 10 22
id. (Osser.) 11 10 ±5»
A Codigoro verso le Q^ V« del giorno 17 si ebbe una leggiera re-
plica : alle S^ 47°» altra stata più sensibile ad Argenta che a Porto-
maggiore : altra identica a 3»» 35"» circa del 9 febbraio : quindi calma
fino alle 3*» 36"» del 6 marzo, nel qual istante fu sentito un forte scuo-
timento susseguito a 4»» 48"» da replica meno sensibile. La prima di
queste due pare sia stata pure più intensa ad Argenta che non a Por-
tomaggiore ; della seconda manchiamo di notizie per quest' ultima
località.
Un'altra intensa scossa accadde verso il mezzodì del 9 marzo : ar-
recò danni maggiori ad Argenta, un po' minori a Por tomaggiore ; fti
forte ad Ostellato (ò) ; mediocre (e) a Massa Fiscaglia, a Ferrara, a
Malalbergo, a Baricella, a Medicina, a Conselice, a Massa Lombarda,
ad Alfonsine ed a Comacchio, ed infine fu lieve (d) a Finale ed a Russi.
Ora mentre il movimento sismico passò inosservato nella zona Ficarolo,
Pincara, Sanguinetto e Cologna, ed anco a Soave, fu sentito legger-
mente (m) a Verona ed a Trissino.
Ora della scossa :
Ferrara 11»» 45"» 30» + 30* Firenze (Oss. Ximen.) IP 47»» 9*
Bologna (S. Luca) 47 10 Lubiana 47 32
Padova 46 5 Spinea 47 59
Tale scossa fu seguita da molte repliche e da rombi, come lontani
colpi di cannone, specie durante il marzo : le maggiori furono le se-
guenti : 9 III 18»» 35"» ; 10 III 2»» 13"» ; 11 Ul 2»» 14«» e 13»» 28«» e 16 III
13»» 13"».
[1290] 1898. Febbraio 20. Cividale (Friuli).
Dopo alcune scosse di lieve momento sentite nella notte 19-20 feb-
braio in qualche località del Friuli e regione confinante e, dopo un
mediocre scuotimento avvenuto a 5»» 52°» in Cividale, poco prima delle
6»» dello stesso giorno 20 tale città fu urtata da una concussione tel-
lurica di intensità classificabile fra le quasi rovinose, I danni si limi-
tarono alla sola Cividale, se si eccetua qualche lieve fenditura verifi-
catasi in Vernasco, a Stregua, ad Udine, a Buttrio in Piano, a Sa-
vogna, a Cemitza ed a Otaletz. La zona entro cui la scossa è stata
6U [1898]
■ - ■■■ - — .
forte nel territorio italiano include al suo estremo Radda, Attimi^
Udine, Trivignano e Palmanova, località che distano da Civldale rispet-
tlvamente Km. 13, 15, 14, 16 e 20. Nella zona mediocre, la quale dà
noi è più sviluppata a NW., al suo lembo esterno stanno ii'iastichis.
Tramonti di Sopra, Osoppo, Meretto e Latisana, posti rispettivamente
a Km. 17, 40, 55, 30, 30 e 47 dal centro. Infine l'area isosismica in-
teressata dal movimento appena sensibile alle persone passa al di là di
Pontebba, di Paluzza, di S. Vito, di S. Daniele, di Codroipo, e di
Portograaro a Km. 48, 57, 66, 33, 36 e 56 da Cividale: quindi si :
un accentuato prolungamento verso SW. in modo da includere S. Dona
di Piave, Treviso, Venezia, Este e Stanghella, che distano da CividAk
rispettivamente Km. 60, 100, 110, 164 e 165. Infine noto che fuori
dalla zona testé descritta, la scossa isolatamente fu intesa da qualcun^
a Mason nel Vicentino a Km. 146 circa.
Riguardo il territorio appartenente all'Austria, le località estreme
furono Preth, Sava, Packenstein, Cilli. Montpreis, Schalkendorf e Bellay.
a 40-140 Km. da Cividale.
Il movimento sismico ove spiegò maggior intensità fu preceduto da
rombo e risultò nella sua durata sensibile composto di varie riprese.
Ora della scossa :
Cividale 5^ 57"» ± 3™ Firenze 5»^ 58« 30« ± 30»
Padova 57 26" Livorno 58+1"*
Verona 57 45 Lubiana 58 circa
A tale intensa manifestazione tenne dietro (6** */« circa) una replica
stata abbastanza sensibile a Cividale ed avvertita pure in parecchie
località, e quindi qualche altra nella stessa giornata e nei di susse-
guenti. Al 12 aprile poi, verso le 20*» si ebbe una nuova scossa meco
intensa di quella successa al 20 febbraio, ma pure tale da causare lievi
e nuovi danni a Cividale, località che può ritenersi ancora come centro
del fenomeno. Raffrontando l'area mesosismica della precedente scos^
con quella entro cui fu sensibile quest'altra, si vede che questa è
più limitata dalla parte di E., NE. e SW. e più espansa invece verso
S. e SE.
Ora della scossa :
Cividale
20»» 15°»
Lubiana
20»» 20°»
Trieste
20 5-
Fola
22
[1291] 1898. Marzo 4. Appennino Parmigiano e Reggiano.
Questo terremoto, quantunque abbia spiegato nella regione più com-
mossa una intensità tale da produrre solo danni di non grave rilievo
tuttavia per Testensione della sua area macrosismica assume una grande
[1898] 615
mportanzA, avcudo esso intereasato quasi tutta l'Emilia, l'intera Lom-
■ardia, grau parte del Veneto, porzìoue della Toscana, tutta la Liguria
irientale e qualche località delle altre regioni a queste couflnantì.
L' unita canina (flgura 114) rappresenta la posizione delle varie
ione isoaismicbe ; cioè l'epicentrale fortissima (A), la molto forte (6),
éi6 tmè]
- - - " — - —
mezzodì segue in modo abbastanza regolare la precedente ; verso nord
invece h uno sviluppo ed un decoi*so che sembra assai bizzarro, pre-
4
sentando notevoli irregolarità, specie dei prolungamenti che si spingono
fino ad includere Milano, Como, Gardone, Salò, Gallio ed anco Rovigo.
L' isosisma lieve segue abbastanza l'andamento della mediocre : di no-
tevole abbiamo che la scossa fti sentita a Cairo Montenotte e che verso
Ferrara si à un notevole e stretto prolungamento che per Arg^enta si
spinge fino e Brisighella ; inoltre si notano sensibili aumenti di inten-
sità a Chiavari e dintorni, a Brescia, a Bologna, a Fucecchio ed a
Pisa.
Riguardo dir ora della scossa i vari dati non sono troppo concordanti
e ciò per la differenza del tempo campione, per la varia sensibiliti
de^li apparecchi adoperati a determinare il primo istante e per la
diversa velocità con cui si è propagato lo scuotimento nelle varie di-
rezioni : ecco i principali :
Parma 22^ 7"* Padova (Osser.) 22^ 8" + 1™ Cina
Reggio E. 8 ±5" id. (Prof. Vicentini) 6 52»
Modena 9+2» Milano 20 10 circa
Piacenza 8+20» Pavia 22 3 8* »/j
Genova 9 Roma 8 0 ±5»
Firenze (Oss. Met.) 7 + 10-15» Rocca di Papa 8 0
id. (Oss. Xim.) 7 7» ± 15- Ischia 7 7
id. (Oss. La Querele) 8+1" Lubiana 8 24 ± 5»
Livorno 10+1 Grenoble 8 34 + 1«
Bologna (Ossetv.) 5 10» Strasburgo 7 49
id. (S. Luca) 9 44 Wight (Inghilterra) 13 46
Nella zona stata più intensamente commossa pare che il movimento
sismico sia stato suss.-ond. con una durata di 10-12* ; ivi in generalo
il rombo à preceduto lo scuotimento.
Qua e là dopo V accennato massimo sismico si ebbero leggere repli-
che, ma in generale poco intense e numerose.
[1292] 1898. Aprile 4. Castravillari (Cosenza).
Un picciolo e corto periodo sismico che qui trova un semplice ac-
cenno non per T intensità avuta, ma perchè servirà a determinare la
posizione e V attività di una speciale area, urtò Castrovillari e dintorni.
La prima scossa, avvenuta verso le 15** del 4 aprile, fu ivi suss. e spa-
ventò la popolazione : fu abbastanza sensibile a Cassano suU' Jonio e
lieve a Saracena. A 20^ circa replica sensibile a Cassano e nella notte
quattro lievi a Castrovillari, che con Cassano e Firmo fu nuovamente
urtato verso le 11^ Va - 12»» da altro terremoto. Al 13 aprile, a 13»» circa,
nuova scossa ond. a Castrovillari ed altra verso le 21*» 21" del 17.
9
[1898]
(129S] 1898. Maggio U. S. Hsrii il Lie*
Bieco A : TerrtfOio etneo Oel u magato iBi».
A 5" 45°* 48* del 14 maggio t\i generalmente avvertita
ana mediocre scossa, la quale ai rese più o meno senelb
tutte le stazioni circumetnee, con un maBsiroo a SW. ed
NE. del vulcano. Produsse lievi lesioni ad Adernò ed a 1
po' maggiori a Paterno ed ancora di più a Biancavllla : in
di Licodia parecchie case furono totalmente diroccate, vai
zialmente, e le altre tutte in modo più o meno grave dai
Ragalna i danni furono minori.
L'epicentro di questo terremoto deve ritrovarsi nei prese
di Licodia, giacché da tale località l'intensità va dlmii
anche in modo molto rapido, il che ci indica un epicentr
fondo. Detta scossa fu mediocre oltre che in Catania, anc
fa aensibìle a Zafferana e lieve a Riposto, a Randazzo ed
Ora mentre passò inosservata al nord a Moio ed a Caslig
cilia, località distanti dall'epicentro poco oltre i 35 cbii(
sud sentita quasi da tutti a Mineo e ad Angusta che ne d
tivamente 43 e 52 circa. Sotto forma mlcrosismica infine
dal microsismografo Vicentini a Catanzaro.
A S. Maria il movimento del snolo fu dapprima sass. <
temente ond. ; nei luoghi meno colpiti prevalse l'ond., ec
per Mineo (ond.-euss.) e per Augusta (suss.).
Alle 7^ 2" 58* a Catania fu intesa una replica sentita
sensibilmente fino entro la zona, che con mediocre Intensità
movimento sismico della prima commozione : tale scossa fì
a Biancavilla, ove fece aumentare 1 danni prodòtti dalla
fu pure registrata dal microsismografo Vicentini a Catanzj
22, a l?** 3^** circa, altra replica a Biancavllla.
[1294] 18». Giugno 2. Tripolliu (Grecia), Italia i
Verso la mezzanotte fta il 2 e 3 giugno Tripolizza nel
conquassata da un veemente terremoto che causò gra\
anche a molte altre città. In Atene la scossa ih molto foi
mento sismico si propagò sensibilmente pare in Italia,
parte della regione occideotale della Sicilia, qualche locai
labria, l'Intera penisola Salentina e buona porzione del
Bari e di Taranto. Lo studio dolla distribuzione dell' int
in Italia dallo scuotimento, presenta le più svariate an
natura di quelle che abbiamo riscontrato in occasione e
del 28 maggio 1897 (1276]. Infatti procedendo dalla Sici!
anzitutto che fìi sentito llevemento a Ragusa, a Giarratai
618 [18d8]
e mediocremente a Mineo, mentre passò inosservato nelle varie loca-
lità circostanti. In mezzo poi ad una zona che non partecipò affatto al
movimento sismico ne troviamo un'altra stata sensibilmente commossa:
in qnesta sono comprese Centuripe e Catania : V intera regione etnea
e quella dei monti Peloritani e Nebrodi, insieme alla costa dello streuo
fra Aci ed i pressi di Messina, come pure la settentrionale prospiciente
i golfi di Milazzo e di Patti non si commosse menomamente : solo in
Messina lo scuotimento fu sentito mediocremente e cosi pure in Keggio.
A Scilla invece il terremoto passò inosservato, mentre a Gioia e ad
Oppido fu leggermente avvertito dalle persone e cosi pure, sebbene
attorniati da una zona rimasta immobile, a Longobardi e ad Acqoap-
pesa. Il versante ionico della Calabria, l' intera regione della Sila e
del Vallo non parteciparono alla commozione, che leggermente fu in-
tesa a Tursi nel versante del golfo tarentino. Nelle Puglie l'area scossa
comprende anzitutto Bari e quindi l' isosisma limite fa un prolunga-
mento per includere Spinazzola, per poscia oltre Gioia e Castellaneta
scendere a Taranto e comprendere V intera costa fino al Capo S. Maria
di Leuca e da questo ad Ostuni sul versante adriatico. Tale zona fi
scossa lievemente^ eccezione fatta per Taranto e per l'estrema punta
dello sprone salentino, ove, secondo il De Giorgi {Ricerche su i ttrr,
avv, in Terra d* Otranto^ pag. 93) lo scuotimento è stato un po' più
sensibile. Noto però che la scossa passò inosservata a Vemole ed a
Carpignano, località poste nei pressi di. Martano, ove fu avvertita dalle
persone.
Ora della scossa (principio delle registrazioni) :
Catania 23»^ S» 17» Rocca di Papa 23»» 9" 15*
Catanzaro 8 19 Firenze 15 — + 5*
Ischia 9 3+10» Lubiana 12 —
Portici 8 59
[1295] 1898. Giugno 28. RieU (Umbria).
Baratta m. : Il terr. Sabitw- Abruzzese ecc. : Nuove considerai, sul terremoto dt Sieti ecc -
3RUCCHIETTI G. : Sul terr. di Rieti ecc. - Marinelli l. : Mem. sui terr. di Rieti ecc.
Dopo il periodo sismico localizzato di Poggio Catino, terminato sulla
fine del gennaio 1898 [1288], l'agro reatino, verso le 3»» 57» dell'B fcbbr.
fu scosso da un mediocre terremoto che pare abbia avuto suo centro
nei pressi di Rieti : i limiti estremi cui si propagarono le ondulazioni
sensibili alle persone furono Leonessa, Micigliano, Clttaducale, Rocca
Simbalda, Poggio S. Lorenzo, Poggio Mirteto, Poggio Catino, Monta-
sola e Papigno. Tale scossa fu seguita da due repliche — una meno
intensa verso le 4^ 10" e l'altra lieve 10" dopo — le quali pare siano
passate inosservate altrove. Quindi circa i primi del mese di marzo
ì
fl698j
6ld
t^mm-^mam^^t^mM^
fu forse intesa in Rieti una nuova scossa, ma di piccolissima intensità;
poscia al 27 giugno (1^ circa) altra lieve ed ancora poi una un po' più
sensibile verso le 0^ Vs ^^ giorno 28. Nella notte stessa un paros-
sismo violentissimo fece lesionare (specie neir intemo) tutte le case,
rovinare volte, tetti, pavimenti, comignoli, ecc. I danni^ secondo la
particolareggiata descrizione del signor Marinelli, per entità e per
estensione furono maggiori nella parte più elevata, presso a poco al
centro della città (Piazza Vittorio Emanuele) : fuori ebbero a soffrire
molto i soli fabbricati costruiti sulla collina prospiciente il NE. A pro-
darre tanti disastri concorsero oltre alla violenza dello scuotimento,
ancbe precipuamente le pessime condizione di costinizione degli edificii.
FiG. 115.
Riguardo alla natura della scossa, secondo le notizie raccolte dal
signor Brucchietti, possiamo ritenere che fu — ove più intense riusci-
rono le sue manifestazioni — preceduta per 15* circa da forte rombo :
essa cominciò con violenza, andò quindi diminuendo per tornare a cre-
scere di bel nuovo sulla fine : la sua durata, almeno nella parte sen-
sibile alle persone, fu stimata di 10" circa. Anche a Roma io ebbi la
impressione di una duplice fase ; la seconda delle quali più intensa
deiraltra, ad intervallo di 1,5 - 2* e con una durata totale di circa 6'.
Per rispetto alla direzione i dati desunti dal Brucchietti concordano nel
ritenerne per Rieti due predominanti, una NE.-SW. e Taltra perpendi-
colare, cioè, NW.-SE. L'epicentro, secondo il citato autore, dovrebbe
trovarsi nei pressi di Coppaelli Basso rimasto interamente distrutto. Per
6^ [1693]
r intensità dei danni viene quindi Rieti (flg. 115: A), poscia Cittaducalee
8. Rafina (B) : l'area entro cui lo scuotimento fu fortissimo si estende (C)
a N. fino a Lugnano ed a 8. va restringendosi fino a Casa Prota: fu
molto forte entro una zona assai irregolare che comprende (D) procedendo
da NE., Leonessa e Pie' del Poggio (ove fu notato un aumento negli
efltetti), Rivodutri, Morrò, Labro, Temi, Nami, Collescipoli, Poggio Ca-
tino e Mirteto, Maiano, Toricella ecc. Ai limiti della zona fortemente
commossa stanno (E) Poggiodomo, Spoleto, Contigliano, M.*®S. Giovanni.
Filacciano, Fiano, Borgo Velino ecc. L'area urtata con mediocre in-
tensità è molto estesa e si spinge in modo da interessarci come lo di-
mostra la relativa isosisma (F), gran parte dell' Umbria, delle Marche,
del Viterbese, del circondario di Roma, i Colli Laziali, la regione pre-
nestina e sublacense e parte dell'Aquilano. Nella detta carta sono
inoltre tratteggiate le zone entro cui lo scuotimento è stato sensi-
bile (Q) ed anche quella che segna il limite della regione interessata
dalle onde sismiche leggiere (H), le quali noto che non furono perce-
pite che in qualche località (Nettuno e Terracina) del littorale tirreno
e che solo nei pressi di 8inigallia V isosisma limite si spinge fino alla
costa adriatica, mentre da per tutto, altrove, detta linea, stando alle
notizie, passa sempre entro terra.
I limiti estremi cui fa sentito il terremoto sono i seguenti che di-
stano dall' epicentro il numero dei chilometri presso segnati : a N,
Mondolfo Km. 150 e Pergola 128; a NNW. Valfabbrica 86; a NW.
Foiano 130 ; a NWW. Fienile 85 e Latera 90 ; ad W. Toscanella 80 :
ad WSW. Bracciano 68 ; a 8. Velletri 80 ; a SSE. Terracina 125 e
Fondi 120 ; a SE. San Pietro in Fine 135 ed Avezzano 60 ; a SEE.
Scanno 100 ed Aquila 40 ; ad E. Pianella 95 ; a NEE. Atri 90 ; a NE.
Ancarano 95 ; a NNE Osimo 130 e Sinigallia 148.
Quindi la massima estensione dell'area commossa si à in senso quasi
N.-S., cioè tra Mondolfo e Terracina che distano fra loro 270 Kin. ; tra
Foiano e Scanno corrono circa 220 Km. NW.-SE. : Toscanella e Pia-
nella, cioè circa da E. ad W., sono distanti fra loro poco oltre i 175 Km.
Riguardo all' istante del principio del movimento sismico avuto dai
registratori dei vari osservatori servono i seguenti dati :
Rocca di Papa
Oh 38»
40-42-
Ferrara
0^ 46» circa
Roma
38
18
Pavia
43 20»
Ischia
39
6 + 10-
Catanzaro
38 33
Portici
39
32
Catania
40 40
Firenze (Oss. Xin
len.) 39
5 -j- 5»
Lubiana
40 circa
Dopo tale parossismo in Rieti si ebbe una replica leggiera ad 1^
circa : altra mediocre per tale località, meno intensa a Cittaducale e
sentita anche in parecchie dell' Umbria, dell'Aquilano ed in qualcuna del
[1898]
621
territorio romano confinante con l'agro reatino, avvenne a 4** 56" 45'
circa del giorno 29 giugno. Nel luglio Buccessivo altre scosse.
[1296] 1898. Luglio 2. SinJ (Dalmazia).
Un parossismo di grande violenza distrusse verso le 5*^ V4 ^^^ giorno
2 loglio Siig e parecchie località circostanti : le ondulazioni sismiche
vennero avvertite dalle persone anche in Italia, a Caldarola ed Osimo
nelle Marche, a Spinea presso Venezia ed a Kodi nella Capitanata. Il
loro passaggio poi venne segnalato dagli strumenti dei vari osservatori,
da cui si ebbero per principio del movimento sismico, gli istanti seguenti :
Catanzaro
5h 17m
38»
Catanifak
5»^ 19» 52-
Portici
18
13
Velletri
20
Roma
19
1 4- 0°»1
Ferrara
21 4- 30-
Rocca di Papa
19
7
Modena
22 -f 10*
Casamicciola
19
11
Nicolaiew
22
Lubiana
19
30
Pavia
23 38 + 3»
Firenze (Oss. Xim.)
19
32+1-
Shide (Inghilt
erra) 27 24
Con questo terremoto, per non protrarre più a lungo la stampa delle
due altre parti del libro, vien chiusa la cronistoria dei maggiori terre-
moti italiani. Se giungeranno a tempo le notizie per il restante del-
l'anno 1898 verranno inserte neirappendice.
[cumso 11 lo Febbraio 1900],
APPENDICE
La compilazione di un catalogo di terremoti à il difetto, comune a
tutte le opere di identico genere, di non essere mai completa por
quanto accurate siamo state le ricerche di notizie e di documenti.
Durante la stampa della prima parte del presenle volume vennero
in luce vari lavori, fra i quali segnalerò quello del Benassì sui ter-
remoti di Parma, il Saggio della raccolta De Rossi ecc., contenenti
parecchie nuove notizie, varie delle quali pure io ò ancora ritrovate
in ulteriori ricerche fatte.
.Tutto questo materiale che non trovò posto nella cronistoria viene
inserto nella presente appendice.
È necessario avvertire che le singole notizie sono disposte crono-
logicamente : per i terremoti non stati già accennati o descritti segue
la numerazione progressiva adottata ; invece le notizie che servono
di complemento alla descrizione dei fenomeni già introdotti nel cata-
logo sono segnate con ['J e nel contesto del paragrafo viene accen-
nato anche al numero cui si riferiscono, del quale portano la data e
r indicazione della località, a meno che l'aggiunta non venga a mo-
dificarle.
['] 365 o 369. Veneto, LvabkHii, SpoleU, Trevi.
Aggiunta al N. 38. — I! Mariani, citato dui Goiran (/ Lavini di
Marco, papr. 8) vuolo che la catastrofe di doni Lavini sia avvenuta
appunto per lo spaventevole terremoto menzionato nel testo (pag. !>) il
<|uale. come abbiamo visto, danneggiò molto Verona.
624 [615 - 1106*]
[•] 615.
Il terremoto del mese d'agosto del 615 [N. 51] è ricordato da Ana
stasins Bibl. in De vitis Roman. Pont, (Muratori : Eer. ital. script..
voj. ITI, parte I, pag. 135 B).
[12971 672. Pistoia.
H. A. Salvi : Delle Historie di Pistoia^ Roma MDCLVi, voi. l, pag. 29.
Orribili terremoti scossero neiranno Pistoia, sicché ninno si sentivi
più sicuro di stare in città.
[1298] 745 circa. Yeiiem.
GALLicaoLi G. B. : Delle Memorie Venete antiche» voi. n, pag. 232, Venezia mdocxgv.
Secondo V Erizzo tale terremoto rovinò molti editicii e secondo ce
altro cronista fu terribile in tutte le isole.
[1299J 840 circa. Veiezu.
Gallicgiou G. B. : op. clt, voi. n, pag. 232.
Nell'anno terremoti.
[•] 1088. Settembre. P«gM«-
Aggiunta al N. 98. — Secondo alcune notizie ricavate dal De Giorgi
{Ricerche su i terrem. avv. in Terra d'Otranto ecc., pag. 7 estr.) in
Otranto sarebbero crollate parecchie case e franato un angolo del
Castello.
[1300] 1093. Ottobre 3. Veiieiii.
GALLicaou G. B. : op. Clt., pag. 232.
In Venezia terremoto violentissimo che « storse » alquanto il cam-
panile di S. Angelo : ciò secondo il Corner (Dee. XV, 297). Non sarà
questo terremoto eguale a quello del 1095 [N. 100]?
[*] 1104. Farm.
Il terremoto di Parma del 3 gennaio [101] è ricordato pure nella
Chronica di Fr. loh. de Cornazano {Mon, Jiist, ad prov. Parmensem d
Placentinam pertinentia, Parma 1858, pag. 355) ove si dice che le
scosse durarono per 30 giorni : detto cronista però ritiene tal periodo
sismico successo nel 1100.
['] 1106. Veaesta.
Il terremoto da me posto al 1106 [N. 103] è ricordato pure dal G*/-
liccioii {Delle Mem, Venete ant.^ voi. II, pag. 232) il quale, sull'auto-
t 'Otp^wrj : ^fy
[1117- 1248*] 625
ita dell' Erizzo, lo dice avvenuto nel 1105, aggiungendo che rovinò
Ltolte case e specialmente la Chiesa di S. Marco.
[-] 1117. Lombardia, Veneto.
Su questo grande terremoto, di cui ho parlato nel N. 106 (pag. 22-24),
'> ritrovato le seguenti altre notizie :
Nel Chronicon Parmense (pag. 2) pubblicato nella citata raccolta di
locumentl di storia patria, vien riferito al 1116 « MCXVI fuit maxi-
tnus terraemotus per triginta dies in octava sancti lohannis Evange-
Listae, tertio die intrantis mensis Jan navi 9.
Il Galliccioli {Delle mem, venete ant.^ voi. II, pag. 232) lo pone nel
1114, e dice che in Venezia fece atterrare la chiesa di S. Emagora.
[1901] 1123. Dicembre 25. Venezia.
Oalliccioli G. b. : Delle Mem. Vetiete ecc., voi. il, pag. 232.
Un grande terremoto fece cadere in Venezia un lato di S. Giorgio :
ciò secondo una cronaca antica. Alcuni scrittori lo pongono nel 1125,
r Erizzo nel 1129. Dubito molto su queste date : anzi per la coincidenza
del giorno io sono proclive a credere che tali notizie si riferiscano al
terremoto del 1222, successo appunto nel 25 dicembre [N. 140J, che
sappiamo essere stato rovinoso a Treviso, a Vicenza ecc
[1902] 1196. Autunno. Pistoia.
M. A. Salvi : Delle Historie di Pistoia, Roma mdclv:, voi. l, pag. 109.
Nell'autunno qualche scossa che causò più panico che danno.
[*] 1222. Dicembre 25. Alta lUlia.
Alle notizie date al N. 140 su questo terremoto (pag. 30-31) ag-
giungo la seguente che si riferisce a Padova : « Die sequenti nntivi-
tatìs Domini fuit magnus terraemotus in Paduae > {Chronicon Patavinum
in « Muratori: Ant, Ital, medii aevi » voi. IV, col 1129 E). A Parma
il terremoto fu € grande > come ricorda Fr. Salimbene Parmense nella
8ua Chronaca (Mon. Hist. ad prov. Parmensem etc.)
[1903] 1233. Venezia.
G vLUCCiou G. B. : Op. cit., voi. II, pag. 232.
Terremoto che rovinò circa metà di Venezia. Non si riferirà anche
questa notizia al terremoto del 1222?
[•] 1248. Savoia.
Riguardo al terremoto della Savoia, di cui al N. 156, il fìillict
' }fem. sur les tremai, de terre,, en Savoie^ pag. 250) dice che al 25 di-
baratta ; Terremoti ecc. 4o
1
626 [1249 - 1280*]
cerabre avvenne la caduta del Monte Grenier come si legge nella
seguente : « Ecclesìa Sancti Mauricii de Marchiis etc. infra dictaiìi
parroccliiam et venerabilis conventus Fr. Minorum de observaniin
Beatae Mariae de Myans : ibi terminata fuit mina quae de anno Do-
mini 1248, septlmo calendas decembris, cecidit de aspero monte, et
qainque parrocchias destruxit et signanter villam Ecclesiamque S. An-
dreae... ». A questo fatto, il quale piuttosto che un vero terremoto
sarebbe un gi*ande franamento, allude con evidente amplificazione,
Matteo Parris nella sua Hist, Anglicana,
[*] 1249. Bmilia.
Alle notizie date su questo terremoto [N. 160], aggiungere le seguenti:
In un giorno di settembre fra Torà nona ed il vespro in Parma gi*ande
teri'emoto {Yii, Salimbene Parmensis : Chronaca in « Mon. hist. patriae
ecc. > Parmae 1857, pag. 159). Riguardo a Reggio una cronaca ricorda
che nel settembre un gi'ande terremoto fece crollare molte case. {Ba-
ratta M. : Materiali II, pag. 5). Tale notizia sarebbe a provare che
questo terremoto non deve confondersi con il lombardo successo al 2ó
luglio (vedi N. 159).
[1304] 1275. Aprile 24, 30. Venezia.
(jalliccioli G. b. : Delle Meni. Venete ant., voi. Il, pagr. 292.
Grandi terremoti in Venezia.
[•] 1279. Friah.
Al terremoto di cui al N. 176 credo alluda il Galliccioli {DelU
mem, -Venete ant,, voi. II, pag. 232) — che però lo pone nel 1280 —
con la notizia che sull'ora di vespro in Venezia fu sentita una si or-
ribile scossa talché molti fuggirono all'aperto.
[*] 1279. Romagna, Marche.
Fr. Salimbene Parmense nella sua molte volte citata Chronaca,
(pag. 273-4) scrive a proposito di questo terremoto descritto al N. 177.
che due parti di Camerino furono distrutte con molti morti : che Fa-
briano, Matclica, Cagli, S. Severino, Cingoli, furono rovinate e così
pure Nocera, Foligno e Spello : che nella Romagna e sui monti fra
Bologna e Firenze molti castelli furono distrutti con grande perdita di
uomini.
[•] 1280. Gennaio 25. Bergamo.
Il Calvi nelle sue Effem, Sacro-profano di Bergamo molte volte ci-
tate (voi. I, pag. 135), ricorda per detto giorno un terremoto grande;
[1283 . 1319*] 627
tale notizia concorda per la data con quella data al N. 178, riguar-
dante Bologna.
[*] 1283. Gennaio 17. Venezia.
Galliccioli G. B. : op. clt.« voi. II. pagr- 232.
All'ora del veapro un grande terremoto fece rovinare quasi tutti i
camini e la torre di Mestre. Questa notizia si riferisro al terremoto da
me descritto al N. 180, come successo nell'anno 1282.
[1305] 1293. Napoli.
Baratta h. • Saggio dei nuU. per una storia dei terr. aw. in Italia, raccolti dal Professore
M. S. De Bossi, pa^r. *7.
Il Salazaro (Brevi connd. sugli Affreschi del Monast, di D. Regina
del secolo XIII^ pag. 94). ricorda un terribile terremoto che fece ab
battere gran parte di detto monastero e della chiesa. Non sarà questo
terremoto quello dubbio da me accennato al N. 181, come successo
nel 1282?
[1906] 1299. Sobiaeo (Roma).
De Rossi m. S. -Baratta: Saggio dei fnat. ecc., pag. 7.
Le Tabukie Ann. Oron, Subì, ricordano per il 1299 un terremoto
rovinoso. Credo che questa notizia riguardi il terremoto che io, dietro
il Moroni [N. 139], 6 posto all'anno 1216.
[*] 1301. Novembre 30. Canee.
S. Maccario nella sua Cronologia storica della Citti di Cuneo (ivi
1889, pag. 17) ci dà la data soprasegnata per il terremoto descritto al
N. 200 e stato disastroso 0 rovinoso si in Cuneo che nel territorio.
[•] 1303. Ottobre?
A complemento delle notizie date al N. 204 dirò che una cronaca
emiliana inserta nei « Mon. hist. ad prov. Parm. et Plac. pertinentia »
Parma 1858, pag. 116) dice che nel 1303 molti terremoti furono sen-
titi in Venezia e'Slavonia e che molte torri furono rovinate specie a
Fano ed a Sinigallia.
(13071 1319. Mente Cassine (Caserta).
Dk Rossi M. 8. : Saggio dei Mat. ecc. pubbl. da Baratta M., pag. 7.
Secondo il Lanni {8. Elia sul Rapido ecc., paff. 11 [3]) nell'anno
citato un terremoto avrebbe quasi distrutta la Badia. Tale terremoto
non trovasi notato nella cronistoria dei teiTemotì cassincsi fatta dal
IMUa, molte volte citata. Dubito poi che la suesposta notizia si rife-
risca al parossismo del 1349 [N. 236 e 236*].
628 [1328 - 1349*]
[•] 1328. Dicembre 1. Norcia.
Secondo una comunicazione ms. fatta dal Franceschinì al Professor
M. S. De Rossi {Saggio dei mai. ecc. pubbl. da M, Baratta, pag. 7.
nel 1328 anche Cascia sarebbe stata colpita da terremoto disastroso.
Tale notizia viene a modificare l'area mesosismica di questo parossismo
tracciata nella cartina 13.
[*] 1348. Gennaio 25. Villaeo, Veneto.
Alle notizie date al N. 234, aggiungere che il terremoto fti « spa-
ventoso » a Reggio Emilia (Baratta M. : òfat. per un catal. dei terr.
Ital,^ fase. II, pag. 5).
Riguardo ai fenomeni geologici causati da questo immane scuoti-
mento, ricordato anche dal Petrarca in una sua lettera, dirò che se-
condo il Catullo, citato dal Goiran {Storia sismica ecc., pag. 52), sa-
rebbero da riferirsi le prime rovine avvenute nel monte Antelao. lì
Neumayr {Storia della terra, trad. ital. voi. I, pag. 288) dà i seguenti
particolari sul franamento del Dobratsch presso Villaco. togliendoli
dall'opera dello Schaubach sulle Alpi tedesche : « la frana di Dobratsch,
per quanto poco nota, è uno dei più terribili fenomeni del genere, f
la grande frana di Rossberg è quasi nulla al suo confronto. Due borghi
e 17 villaggi furono seppelliti: la valle del Gali fu. trasformata in un
lago, e solo con pena il fiume potè aprirsi un passaggio fra le macerie :
ancora adesso la valle è per questa ragione paludosa. Anche oggi si
trovano scavando delle case, ed in queste degli scheletri ».
[*] 1349. Settembre 9 o 10. Abraui, SaDiìe.
Alle notizie date al N. 236, aggiungere le seguenti raccolte dal
Prof. De Rossi {Saggio dei mat. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 8i :
Il 9 settembre, secondo il Lanni {S.Elia sul Rapido, pag. 36), tranne
S. Vittore, Fratte (ora Ansidonia) ed alcune case di S. Germano, per
terremoto furono inabissate tutte le terre della Badia di Monte Cassino :
e questa con quelle. A 100 ascesero le vittime. Di alcune rimase solo
il nome (cioè, Teramo, Piumacola, S. Stefano, Mortula, S. Pietro a
Monastero, le Giunture ed i villaggi di S. Pietro e di S. Paolo della
Foresta) : altre invece risorsero tra le quali S. Elia Fiumerapido. 11
Padre Tavolieri nelle sue memorie di Atina dice che nel 1250 (data
evidentemente errata e da correggersi in 1349) fu adeguato al suolo il
Castello di Alvito.
Il Maggiulli {Otranto, Ricordi, Lecce 1893, pag. 153), citato d;U
De Giorgi {Ricerche su i terr. avv. in Terra d'Otranto, pag. 8 estr.-,
suirautorità dell'anonimo Cassinese, registra un terremoto in provincia
di Lecce, ed aggiunge che in Otranto franò un pezzo di muraglia.
[1367 - 1448*] 629
Non è improbabile che anche quivi abbia prodotto danni, tanto plii
che, come ft detto a png. 52, sappiamo aver sofferto Ascoli " -- —
Sant'Agata dì Pnglia. Anzi forse la compilazione posterlo
sotto il nome dt Chronicon Neniinumy allude a qaesto terrei
notizia da me data al N. 238 e riferita al 1350.
La notizia riguardante Viterbo stampata a pag. 52-3, è
dal Della Tuccia {Cron. di Viterbo in « Doc. di stor. ital. \
dì Toscana . voi. V, pag. 34, Firenze 1872).
ri308] I3fi7. SsDt' Elia FiinerspidA (
l>u Rossi U. 9. : Saggio dei mal. ^cc. pubbl. da M. BinAi-r*, img. 8.
Per un terremoto vt;nne distrutta una chiesa.
[130&] 1383. Febbraio 34.
ANONIMO F:oR. : Diario datt'aano i3SS al 1389, pag. 4.'il.
Nella notte del 3 febbraio, a 12'', in Firenze grandissimo
molto panico : replica meno intensa circa II vespro del d) i
iRi: Aut. Ital. Jftd. -im ecc. • vou iv, col. M
Era gi& chiara la luce del gioi*no quando in Aquila e t
sentita una intensa ma breve scossa : qualche lieve rovina.
[*] 1399. Luglio 20. Hsdcna,
Alle notizie date al N. •à'ì2. aggiungere la seguente, trat
teriali De Rossi gìA citati (pag. 8) che riguarda una scossa
sentita a Pistoia nel mese di luglio, la quale si riferisce
alle scosse di Modena e di Bologna.
Nell'agosto grande terremoto.
Ì1312] 142S. Novembre 10.
N. DOHiiONA : Cronaca in < Muritori : Ant. Ital. ecc. > voi. VI, col. nn C.
Nella notte terremoto molto forte: nessun danno.
ri313] U48. Aprile 20. Città di Castello (
De Bossi U. S.: Sawi» dei mal. ecc., pubbl. ila U. Baratta, pag. 9.
Secondo una notizia cstratta dal De Rossi {Cod. Vat. ".''■
nn violento terremoto avrebbe fatto cadere a Citt& di Cac
case, causando la morte a molti individai.
'1
630 [145-2 - 1456*]
[1314] 1452. Settembre. Almuiria.
Archivio Star. Lombardo, voi. vin, pag. 491, Milano 1802.
Da un ms. dell'Archivio di Stato di Milano (Registro ducale 129 A.
fol. 308 r."") risulta che un fortissimo terremoto fece in Alessandria
squarciare un pezzo del muro della rocca del Gastellazzo, sicché si
mostrarono urgenti le necessarie riparazioni.
[*] )453. Settembre 28. Firenie.
Alle notizie date alle pagine 65-66 su questi terremoti [N. 312] ag-
giungo che 8. Antonino (Chronicorum P. Ili, tit. XII, cap. XIV, § IH.
Lngduni 1586: IV. 58:^) avverte che i danni agli edificii in Firenze non
furono molti e pochissimi i morti.
[1315] 1455. GenDaio. Otranto (Lecce).
De Giorgi c. : Ricerche su i terr. avv. in Terra d* Otranto, pag. 9 (estr.)
La cronaca Leccese del Coniger pubblicata dal Tafuri {Opere^ vo
lume II, pag. 476) ricorda che le provincie meridionali nel gennaio
furono urtate da terremoti, che fecero rovinare parecchi luoghi e che
in Terra d'Otranto gli abitanti furono costretti a dimorare per più
giorni all'aperto. Questa notìzia con certezza si riferisce però non ad un
fenomeno nuovo, ma al grande terremoto del 1456 [N. 316].
[*] 1455. Dicembre 20. Bologim.
I terremoti di Bologna del 20 dicembre [N. 314] furono si violenti
da far dire al cronista Nadi (Diario Bolognese^ pag. 34, Bologna 188<m
che se non fossero stati i corpi santi nelle chiese la città sarebbesl
certamente sprofondata.
[*] 1456. Dicembre. Napoletano.
Aggiunte al N. 316 tratte dalle Ricerche su i terr, avvenuti in Terra
d'Otranto ecc. (pag. 9-11 estr.) di C. De Giorgi.
II cronista Cardami (Diari in e Tafuri : Opere, voi. II, pag. 561)
ritiene avvenuto il terremoto ad 11*» del 5 dicembre 1456; lo storico
Merodio (Ilist. Tarent. IV, XVIII) lo riporta invece al 1458: il primo
aggiunge inoltre che in Terra d' Otranto per più giorni durarono le
repliche.
Notizie particolareggiate per le seguenti località :
Alessano (Lecce) — gravemente danneggiata (Cardami: loc. cit.)
Brindisi (id.) •— nota il De Giorgi (op. cit., pag. 11) che i danni pro-
dotti in questa città dal terremoto furono molto esagerati perchè esistono
tuttora parecchi ediflcii si dentro che fuori Brindisi, anteriori al secolo XV
[1456-1472*] 631
«1 io buone condizioni statiche. Forse più del terremoto, aggiunge, influì
la peste del U57 a decimarne sensibilmente la popolazione.
Castro (Disoj — gravemente danneggiata (Cardaui).
Lecce — I. Ant. Ferrari nella sua Apologia paradosska (Lecce 1788, pa-
gina 696) dice che il convento dei Carmelitani fu diroccato dal terremoto
che « dalla porta di S. Bia^o sin dentro il Casale di Lequile ruinù ocrni
cosa, mettendo in terra gli alberi, le case e le villo e quanto troA
Nardo — fu rovinata la parte boreale della Cattedrale col ta
copriva la maniere navata (B. Tafchi: DelVorlgine, ilio et ant. .
di Nardo. Napoli 1848, voi. I, pag. 500).
Taranto — soffri molto per i terremoti (Mbbodio ; loc. cit.)
Inflne ritardo a questo ^ande parossismo noto die fu c<
sentito anche a Roma, giacché la cronaca di Paulo dello Mi
> Il Baonarrotti > 1875, pag. 114), riportala dal Do Rossi (.S
materiali ecc., pubbl. da M. Baratta, pag. 9) — riferendola
giorno 6 — dà notizia che ad 11' in Roma fu avvertita una
forte che le campane di 8. Silvestro diedero ire tocchi. Li
danza dell'ora suffraga questa mia asserzione.
[■] 1485. Aprilo. Hegfi»
Al N. 323 abbiamo ricordata — togliendola dallo Zagai
scossa molto forte sentita nel giorno C aprile in Verona, e da
un intenso terremoto sentito in Parma noi giorno 7. Ora noli
riori venute a mia cognizione (Baratta M. : Mat. per un catal
pag. 5) recano che per un terremoto a SO"" circa del 15 .
Keggio suonarono le campane e caddero molti comignoli. Qi
queste notizie abbiano ('ata discorde fra loro, credo si rifer
un unico fenomeno, che pare sia stato in Reggio più intenso
a Parma ed a Verona.
[*] 1467. Agosto - settembre.
Riguardo ai terremoti di Siena [X. 328] il Della Tuccia
già citata Cronaca di Viterbo (pag. 1192) scrive che il num
scosse, incominciate al 22 agosto, ascese a 170: però esse n
cadere alcun edificio ■ né ci morse che sole 3 persone >.
[1316] 1472. Volttrn
ANT. HivANi : Comm. ae bello Volaterraiio, lu ■ ui-n*ToHi : Str. Hai. ttript. •
col. 19 E,
Mentre i fiorentini stavano sotto Volterra che loro sì era
< lerraomotuB urbem et castra concussil... >
632 [1480-15Ó5*]
[1317] 1480. AsetU PittM.
DE Rossi M. S. : Sangio dei mat ecc., pubbl. da M. b.uiatta, pag. 9.
La Cromica Ascolana conservata nella Biblioteca Vaticana, neon
un terremoto grande ed intenso con repliche consecutive per cirj
un'ora : causò danni notevoli al territorio di Spinetoli, di Monte S. P-
e particolarmente in quello di Monteprandone, ove fece cadere
pezzo di muraglia verso la marina.
[1318] 1485. Reggit EvUia.
Baratta M. ; Materiali ecc., n, pag. 5.
Nell'anno grande terremoto.
[•] 1601. ModeocM.
Alle notizie date al N. 362, aggiungere che a Reggio per nn tcrr-
moto violento rovinarono parecchie case (M. Baratta : Materiali ecc..
II, pag. 6).
[*] 15022. Cnet.
Riguardo ai terremoti di Cuneo, di cui al N. 365, il Maccario fO-
noi, stor, della Città di Cuneo^ ivi 1889, pag. 42) ricorda solo uni
scossa successa al 23 settembre che fece atterrare molti edifìci.
[•] 1504.
Il Galliccioli {Delle Mera. Venete ecc., II, pag. 233) dice che per
un terremoto fortissimo in Venezia caddero molte case : che tutti sr"
abitanti fuggirono all'aperto e che il campanile di S. Marco si vedeva
tremare cosi fortemente che sembrava dovesse precipitare a terra.
Questa notizia si riferirà al terremoto bolognese di cui al N. 368.'
[*] 1504-5. Bologna.
Molte notizie riguardanti questo terremoto [N. 368] furono da mt
come si vede a pag. 86, tolte dal Corradi : ò spogliato posteriormente
il Diario Bolognese del Nadi (Bologna 1886) pubblicato a cura del Ricci
e del Bacchi della Lega, dal quale riporto le seguenti notizie in tran-
sunto (pag. 335-39) :
La prima scossa, accaduta ad 11*» ^4 della notte 30-31 XII, fece ca-
dere vari edifici e molti camini, e causare altri grandissimi danni : se-
guirono, innanzi giorno, tre repliche : un'altra veementissima concus-
sione avvenne a 9^ V2 della notte del 2 gennaio 1505 : fu maggiore
della prima : nessuna casa di Bologna rimase intatta. Rovinò la grande
sala, con le volte e la facciata del Palazzo Bentivoglio, insieme al tor-
[1505-1530*]
□o, ai camini ed ai merli delle mura. Rovinò pare la faccif
iA& del signor Giberto ; nella ChieBa di B. Giacomo si lesiona
olte, bI spezzò la chiave ; in qaella dei Serri cadde parte del
della cnpola : nel monaetero furono screpolate delle volte et
ati mori e comignoli. La CbieBa di S. Francesco ebbe lesic
olle, spezzata la chiave ed una cupola. La Chiesa di N. D. di
bbe diroccata ana porzione della torre che, cadendo, prodos
Ianni al fabbricato. Nel palazzo dei Signori rovinarono moli
'Otte, camini e mari. Le mura della città ebbero abbattuti moli
urono lesionate le torri delle porte, cui caddero le copertui
orre degli AeiDelli precipitò la cupola superiore ed un merlo,
nfine rovinate tutte le volte del portico della Chiesa di S. Vlt
[*] 1505.
Una notizia venata posteriormente a mia cognizione ricorc
in Reggio Emilia per un terremoto fossero causate molte * mi
che la gente dormiva sotto baracche (Baratta M. : Materiali
pag. 6). Con tutta probabilità si riferisce al terremoto bolog^
3 gennaio 1505 [N. 368].
[*] I5II. Marzo 26.
Aggiunta alle notizie date a pag. 88-90 [N. 37fi] su ques
moto. — In Venezia, secondo il Galliccloli (Delle mem. Ven
voi. II. pag. 233-34) il terremoto, successo a 20'' '/,. fece cade
camini o molte case, rovinò muri e campanili : quello di S. i\
< vorzè * di sopra delle colonnelle e dalla facciata della cblcf
piwrono cinque pezzi di marmo ed una piccola colonna. Vai
Nel rimanente dell'anno altre scosse.
Il Muralti (Annalia, pag. 141, Mediolani 1861) dice che pe
terremoto, che in Como fu grandissimo, < vlna quasi omnia
elTecU BUnt : nonnnlloa artritica ìnfirmìtat« detentos, terrae
Iccto sorgere coegit >.
[1319] 1524. Reggi» I
nAHATTA u.: UaUriali ecc., II, paff. 6.
Nell'anno terremoto forlissimo.
[*j 1530. Novembre 11.
Sai terremoti del 1530 [N. 391], che io ò posti al 6 novembi
l'aatorìlft del Ohiselli. ò trovato che il Malavolti (Dell'Ili
Siena, parte III, pag. 137 recto, Venetia HDXCIX) li pone e
\-- w— -/-f^,-
634 [1540 - 1547*]
cadati nella notte di S. Martino (11 novembre) .con spavento della
città e dei dintorni. Questa data è da preferire alla precedente.
[1320] 1540. Toseau.
B. SEONi: Storie Fiorentine, Aug^usta MDCCXxm, paj?. 248.
Nell'anno terremoti fortissimi.
['] 1542. ^ Piemonte.
Il terremoto accennato al N. 409 fa sentito formidabilmente nel
Piemonte. {Cronaca di G. B. Miolo di LoMBmASCO in « Misceli, di St.
Ital. » voi. I, pag. 176. Torino 1862).
[*] 1542. Mugello (Toscana).
Notizie di scosse sentite a Pistoia tratte da cronache mss. (De Rossi
M. S. : Saggio dei mater, ecc. pabbl. da M. Baratta, pag. 10) e rife-
rentisi ai periodo Magellese, di cai al N. 411.
Giugno d3) 6*» 30™ ital., scossa di un « credo » leggiera • d8y 8*», una lieve
- 20) 18»», scossa.
Agosto (3) 18^ 30"», una lieve - 26) due, la prima leggiera e Taltra me-
diocre.
[•] 1545. Giugno 9. ValUrese.
BENA8SI p. : Mat. per la stor. dei fenom. stsm. della ree. Parmense, pag*. 1(^-11.
L'A citato, reca le seguenti notizie estratte da mss. :
Al 9 giugno, verso le 20'» forte scossa nel Parmigiano e Piacentino
specialmente nella parte montuosa : in Parma sembra abbia prodotto
pochissimi danni ; in Borgotaro molte case ebbero i tetti atterrati e
dieci di esse furono rovinate ; a Tiedolo ne fu spaccata per mezzo una ;
a Pontremoli rovinò metà del volto della Chiesa dell' Annunziata e si
ebbero notevoli danni.
Vicino a Pontremoli, narrano i cronisti, usci una sorgente con tale
impeto che « ne causò una nebbia, che durò in aria per due ore, ove
case cosi aflPondaronsi ed in parte spaccossi il sassoso monte detto
Groppo di Gori ». Anche a Tiedolo furono notati vari sprofondamenti
del suolo.
Le scosse in Borgotaro durarono per otto giorni.
[*] 1547. Febbraio 10. Reggio Emilia.
Complemento delle notizie del N. 413. — Il terremoto del 10 feb-
braio fu violento a Reggio ; fece cadere molti comignoli e screpolare
la torre del Duomo. Fino al 7 marzo repliche quotidiane. (Baratta:
Materiali ecc, IL pag. 6). In Parma tale terremoto fu piuttosto leg-
[1547 - 1570*] 635
gìerOj come si rileva da una cronaca ms. citata dal Benaasi (Mai. per
la SL 9i$m, della reg. Parmense^ pag. 11), la quale ricorda come in
Reggio fossero rovinati 400 comignoli, molte case, con la morte di 45
persone, oltre un numero maggiore di feriti.
La scossa del 27 dicembre 1549, citata a pag. 98, avvenne a 12^
(Baratta M. : Materiali ecc., II, pag. 6).
[*] 1549. Maggio 13. Alba (Cuneo).
La Cronaca di O. B. Miolo di Lombriasco (Misceli, di Stor. Ital.j
voi I, pag. 188) pone il terremoto descritto al N. 418, al 13 maggio.
[1321] 1650. Febbraio 28. Confo.
S. Macgahio : Cronologia storica della Città di CuneOy ivi 1889, pa^. 50 - Grasso Dalmazzo :
Cronaca in « Misceli, di St, Ital. » voi. XIT, pag. 867, Torino 1971.
Scossa tanto gagliarda che fece scuotere visibilmente la torre del
comune ed i campanili delle chiese : cosi il Maccario. La cronaca
del Grasso ricorda detto terremoto come accaduto circa Torà del vespro
ed aggiunge che il campanile pareva che voltasse al basso e poi tor-
nava a drizzarsi, che le acque saltarono fuori dalle cisterne, che cad-
dero fornelli, sassi e mattoni.
[*] 1554. Novembre 28. Firenie.
I terremoti, appena accennati al N. 421, sono cosi descritti da Ber-
nardo Segni (Storie Fiorentine, lib. XIV, pag. 378, ed. cit.) : al 28
novembre, a 2^ Vi ^^ notte « terremoto grandissimo che scuotendo per
ispazio di tempo non piccolo, fece quasi in ogni casa della città, rovi-
nare qualche camino, quando poi s' intese che fuori a poche miglia
non era stato sentito o poco. Dette gi*ande spavento. »
A pag. 373 ricorda un altro terremoto sopravvenuto sulla mezza-
notte di un giorno dell'anno innanzi, che causò grande panico.
r*] 1564. Luglio 20. Alpi Marittine.
II terremoto delle Alpi Marittime [N. 436] fu sentito anche nel Pie-
monte, giacché Grasso Dalmazzo nella sua Cronaca (in « Misceli, di st,
Ital, ^ voi. XII, pag. 388), ricorda che al 20 luglio a 2^ di notte e poi
a 6^ avanti Talba fu sentito il terremoto nel Piemonte, ma senza danno,
mentre La Bollena ne rimase distrutta.
[•] 1670. Novembre 17. Ferrara.
Riguardo ai terremoti ferraresi [N. 442] il Galliccioli (Dells Mem,
Venete ecc., voi. II, pag. 234) dice che in Venezia suir imbrunire Ai
636 [1570-1584*]
sentito un terremoto non molto grande, ma che replicò per tutta la
notte con scosse maggion. Lo scuotimento del 17 novembre f\i sentito
non lievemente anche a Keggio Emilia (Baratta M. : Materiali ecc.
II, pag. 6) e con certo panico a Parma, come si rileva da un ms.
citato dal Benassi (Materiali ecc., pag. 12).
[1322] 1572. Giugno 4. Parma.
Benassi : Mai. per la St. dei fenom, s(^m. della reg. Parmense^ pag. 12.
Da un ms. si rileva che a 3^ di notte per una scossa cadde un tor-
rione sopra il palazzo dell' uditore criminale : in un altro ms. si ^c-
cenna a detto terremoto ma con ore e particolari diversi, dicendo cht
lo scuotimento, avvenuto a 10^ ^/^ circa, fece cadere molti comignoli e
produrre molto timore.
[1323] 1576. Aprile 13. FieMMfe.
G. Cambiano di Buffia : Afemoraàili dal i542 al i6ii in « Misceli, di Storia Ital. » voi. ix.
pag. aoo, Torino 1870.
Nel giorno 13 aprile, piovendo, al levar del sole, grande terre-
moto.
[*] 1582. Maggio. PozEOoli (Napoli).
Dopo aver citati questi terremoti [N. 450] dietro Tautorità del Bo-
nito, ò ritrovate le seguenti notizie : D Costo (Memoria delle cose più
7iotabili accadute nel Regno di Napoli, in Napoli MDCXVIII, ristam-
pato nel 1639, pag. 62-3) dice che « entrando neiranno grandi terre
moti a Napoli fecero guastare l'acquedotto il « Formale » ed a Pozzuoli
rovinare molte case con qualche morto ». Nella Giuntai di tre libri ^i
Tomaso Costo al Compendio delV Istoria del Regno di Napoli (Ve-
ne tia MDCXXXVIII, pag. 114 recto) si dice che in maggio i terremoti
danneggiarono assai Pozzuoli ; che si estesero più di 12 miglia e che
in Napoli fecero rompere molte cisterne.
[*] 1584. Marzo I. Vallese, Sama.
Aggiunte al N. 451. Il Billet (Mem, sur les trembL de terre,,, en
Savoie, pag. 251) dice chft lo Spon nella sua Histoire de Genève (I, 825 ,j
ricorda detto terremoto che a Ginevra gettò a terra qualche camino e
che ebbe una durata di 10-12 minuti (secondi?). Parecchi villaggi sa-
rebbero stati distrutti.
[1321| 1584. Settembre 10. San Piero in Bagno (Romagna Tos.)
Db Bossi m. S. : Saggio del Mat. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 11.
Al 10 settembre, a 2^ di notte, terremoto che causò molte rovine e
[1584 - 1635*] 637
Tittìme in 8. Piero in Bagno. Qaesta notizia, senza indicazione di fonte,
ò ritrovata fra i mss. De Rossi, e credo si accordi con la seguente
data dal Serpieri (Scritti di sismologia, voi. II, pag. 166) e riguar-
dante Kimini : e 1584, settembre - Forte ^scossa] ^.
[1325] 1586. Gennaio 12. Borgo S. Donnino (Parma).
bbn ASSI : Mat. per la st. dei fenom. sism. della reg. Parmense, pag. 12.
Da una cronaca ms. si rileva che a 14-15'* furono sentite in Borgo
S. Donnino due scosse con grande panico. I cronisti non aggiungono
notizia riguardante Parma.
[*J 1591. Luglio 10. Veneto, Romagna.
Aggiunta al N. 454. — A Venezia il terremoto fu forte : una cam-
pana di S. Marco, per la scossa, diede tre colpi lid uno quella dei
Saracini dell'Orologio (Galliccioli : Delle Mem, Venete ecc., voi. II,
pag. 334).
[13261 1.592. Marzo 7. Piemonte.
0. Camhiano : Memorabili ecc. in « Mise, di St. Hai. » voi. ix, pag. 236.
Nella notte grande terremoto.
[•] 1600. Settembre. Issime (Aosta).
Ho riferito al N. 466 il terremoto di Issime del settembre 1600:
alle notizie date aggiungo ora la seguente tolta dal Billiet (Mera, sur
les trembl, de terre,., en Savoie, pag. 252-3) riguardante un fenomeno
che con detto terremoto potrebbe riattaccarsi. Racconta lo Spon nella
sua Hist. de Genève (tomo I. pag. 417), che al 16 settembre il Rodano
fece in tre o quattro riprese una specie di flusso e di riflusso straor-
dinario, come se il letto si fosse per tre o quattro volte dapprima
rialzato e poi abbassato. Data la coincidenza del mese, potrebbe darsi
che tale fenomeno, come ò accennato, ripeta la sua causa da movi-
menti sismici avvenuti nella regione alpina.
[*J 1608. Gennaio 6. Reggio Emlia.
Alla notizia data al N. 474, aggiungere le seguenti : Nella notte
del 31 dicembre 1607 una violenta scossa fece traballare in Reggio gli
cdìficil e suonar le campane. A 6** circa poi del 6 gennaio 1608 un
terremoto fortissimo fece rovinare molti camini (Baratta M. : Mate-
riali ecc., II, pjig. 7 e De Rossi M. S. : Materiali ecc., pag. 11).
[*] 1634-35. Etna, Trecastagne e Messina.
A complemento delle notizie date al N. 509 dirò che il Recupero
638 [1635 - 1653*]
{Stor, Nat. e gener. delV Etna, voi. II, pag. 61-55), che segae nna cro-
naca anonima, dice che le scosse cominciarono il 14 dicembre 1654 e
che da questo di al 18 a Trecastagne, Via Grande e Pedara ftirono in-
tesi grandi terremoti cosi di giorno, come di notte e con tanta violenza
che le popolazioni dei citati paesi abbandonarono le abitazioni. NelU
notte del 18, avanti Taurora, ad 11*», ne fa sentito uno oltremodo vio-
lento.
Al 15 febbraio si ripeterono gli scuotimenti, che si fecero più ga-
gliardi nel di 24; altra intensa scossa successe al 21 giugno.
[1327] 1638. Ottobre 6. Parma.
BBNA88I : Mot. per la st, dei fenom. sism. deUa reg. Parmense, pag. H.
Secondo lo storico Sanseverini, grande scossa che fece abbattere
centinaia di comignoli e danneggiare molti muri.
[*] 1642. Giugno 13-14. Parma, Lombardia.
Aggiunta alle notizie date al N. 516 (pag. 133-4). — Nella notte a
Mantova tre scosse che apportarono grande spavento ma poco danno.
(GiONTA : Il Fioretto delle Cron. di Mantova continuato ecc., ivi 1884.
pag. 168).
[•] 1646. Aprile 28. Aquila.
Aggiunta alle notizie date al N. 523. — I terremoti cominciarono
nel giorno 28 aprile : la popolazione fu costretta ad abitare ftiori delle
case. Caddero molti fumaiuoli, gli aporti dei cornicioni ed i merli delle
torri furono sbalzati nelle vie: ciò secondo il Boll. Mens, dell' Osseer.
di Moncalieri (luglio 1888, pag. 110).
[*] 1648. Gennaio 13. Pistoia.
Notizie da aggiungere al N. 527. — Questo terremoto accadde nel
1648 e non nel 1647 come fu scritto a pag. 137 : cosi il Salvi {DelVllist.
di Pistoia^ Roma MDCLVI, voi. II, pag. 306) da me ora nuovamente
consultato. Al 24 ottobre scossa forte.
[*] 1653. Agosto 15. Porli, Cesena
Nel citato giorno intensi terremoti fecero cadere in Cesena la cappella
di S. Maria del Monte. Questa notizia, estratta da mss. del tempo, venne
comunicata al Prof. De Rossi e quindi da me pubblicata nel Saggio
dei mat. ecc. (pag* 12), corrisponde a quella riportata per Forlì al
N. 532.
[16H-1671*] 639
[*] 1654. Luglio 23. Terra di Unro.
il terremoto di cui al N. 534, fu sentito in Àlatrl — quantunque
riportato ni giorno 24 dal De Pesinis nella sua storia del P
di Sisto I, citata dal De Rossi (Saggio dei mot, ecc. pubbl. d
RATTA, pag. 12).
1*] 1657. Genniiio. Lnxina (Fi
Il terremoto di Lesina, di cui al N. 538, fu sentito a Vie
nico : infatti il Boll. mena, dell' Osaerv. di Moncalieri {marzo 1
la notizia che a Vico per i fì-eqnenti scuotimenti la popolazi
miva in qnci tempo nelle baracche,
[•| 1661. Marzo 22. Ri
Aggiunta al N. 547. — Questo terremoto pare sia stato li
mollo più violento di quello del 1653 [N. 532*] e fu avverti
in Firenze, come risnlta da una nota del Prof. Meucci, ripo
Ramona (Dk Rossi M. S. : Snggio dei mal. eec, pubbl. da M.
pag. 12).
l'J 1667. Aprile 6. fUgiss (Dal
Questo terremoto, di cui al N. 553, fa sentito (IC- ital.
nnt. t. m. 1.) anche a Brindisi, ove secondo la Storia di
Ascoli (Himini 1886, pa^. 251}), citata dal De Giorgi {Ricerche
avv. in Terra d'Otranto, pag. 12 estr.). causò terrore ma nessi
[*J 1669. Marzo U. Nioltsl (Ci
A complemento delle notizie date al N, 554 riporto dal
•f<tor. nat. e gener. dell' Etna, voi. II, pag, 61-61) le seguen
k- 3** della notte dell' 8 marzo cominciarono a sentirsi delle
Xicolosi le quali por essersi poi fatte piil intense la popolazlo
ilonò i letti : erano si forti che si vedeva, dice il Macrì, m
tiTra, gli alberi e le fabbriche « come se fossero stati legni
acqnc >. Seguitando nel di 0 e 10 le scosse, cominciarono
<li.'lle case: a 6'' della notte del 10 una intensissima produsse
ili i|nasi tutti i fabbricati : altra oltremodo veemente successe m
do! di 11. e questa fu concomitante all'apertura della frattura
Tra le 111 e 20" repUea violentissima susseguila da altra ni
intensa.
{'J 1671. Giugno 2A. Modeu, Re|;^«
Aggiunta al N. 556. — A U"- circa del mattino a Reggio
640 [li
che fecero danneggiare molte chiese, roTÌnare comignoli e cadere per
met& la facciata di S. Gerolamo Z. Questa notizia è dal cronista erro-
neamente attribuita al maggio ; ma la coincidenza dell'ora e la ooti2ia
data a pag. 147, tolgono ogni dubbio che essa corrisponda al terre-
moto modenese di cui ò parlato, piuttosto che a quello di Rimìni. ac-
caduto al 14 aprile. (U. Baratta : Materiali ecc. Il, pag. 7.)
l'j 1SS8. Aprile 11. BsHagia.
Fra le noto mas. De Rosai (Saggio dei mat. ecc. pubbl. da M. Ba-
ratta, pag. 12) trovasi la notizia di una scossa che con cupo rombo,
ali' • ave maria » del 27 maggio, fece crollare tutte le case di Cesen».
Essa si riferisce alla intensa replica del grande terremoto di Komagmi.
di cui al N. 572 (paff. 154) : pare perciò che tale nuova manifestazione
abbia colpito più intensamente Cesena che non altrove.
Il Galliccioli {Delle Mem, Venete ecc.. voi. II, pag. 223) dà la se-
guente notizia: A 17'' del 17 aprile in Venezia terremoto fortissimo
che fece cadere dei camini ed una fabbrica rìmpetto alla chiesa di.-llA
Carità. In S. Maria Formosa tre volte crollò il terreno, s'apri il volto.
e cadde rovinando marmi e sepolcri. Dubito che tale notizia si riferìsci
iovecc all' 11 aprile, vale a dire al grande terremoto di Romagna dì
cai al N. 572.
['] 1<88. Giugno 5. Beaereil».
Il terremoto disastrosissimo di Benevento di cui al N. 574 fu sen-
tito lievemente in qualche parte dì Roma (Malvasia ■ De Rossi : Do-
euvienti ecc., pag. 9).
['] un. Luglio e. Haitora.
Alle notizie date al N. 585 aggiungere la seguente che tolgo d.il
Gionta (Il Fioretto delle Cron. di Mantova continuato ecc., p. 195-9Gi.
La prima scossa in Mantova fu sentita verso le 10^ del mattino del
giorno 6 luglio : dopo mezz'ora due repliche assai forti : spavento ge-
nerale. Nella sera del 9 altra gagliarda. Caduta di alcuni fnmaiuoli.
La cronaca guastallcse del Resta, citata dal Benassi (Materiali ecc..
pag. 14-15), dice che a 5* cominciò a tremare la terra, che cadde metA
della rocca di Goito, e che seguitando per un mese continuo a scq-j-
torsi il suolo, rovinò del tutto.
A IO* tre scosse terrorizzarono Mantova: le repliche continuaronu
per un mese.
[1694-1703*] 641
Il Prof. A. Tommasi gentilmente mi comunicò che sulla facciata del-
l'Oratorio della Madonna del Canossa in Mantova esiste una epigrafe
che ne ricorda il motivo della costruzione : essa dice : d. o. m. | et. |
MARI^ VIR6INI HATRI | GB CIVES SERVATOS | IRRUENTIBUS TERRAE MG-
TTBUS I ANNO DONI | MDCLXXXXI [n].
[*J 1694. Settembre 8. Avellino, Basilieata.
Nelle note raccolte dal Prof. De Rossi (Sagfjio dei mai. ecc. pubbl.
da M. Baratta, pag. 12) né ò trovata una estratta dal Maldacea (Si,
di Alassa Lubrense^ pag. 107), secondo il quale autore, circa il 1695 o
1696, un terremoto avrebbe fatto in Massa Lubrense (Castellamare di
Stabia) rovinare il palazzo Vescovile, che cadde dalla parte della strada.
Dopo circa 16 mesi per un'altra scossa sarebbe diroccata la parte già
riattata. La prima notizia si riferisce certamente al grande terremoto
sopra citato, successo all' 8 settembre 1694, di cui al N. 587 : l'altni
potrebbe alludere o ad un terremoto locale o ad una replica successa
parecchio tempo dopo il grande massimo sismico.
[•] 1695. Febbraio 25. Asolo (Treviso).
Le maggiori scosse che desolarono Asolo [N. 588] furono sentite anche
in Reggio Emilia : quella successa al mattino del 25, a 7^ (?), fu la più
intensa, quantunque senza danni (Baratta M. : Materiali ecc., II,
pag. 7). - A Parma quella delle 12*" fu fortissima e della durata di un
€ credo > : fece cadere alcuni comignoli ed un tetto di una casa od
aprire una piccola fenditura nella Cappella della Madonna della Neve.
(Cron. Borra citata dal Bekassi: Materiali ecc., pag. 15). A Guastalla
fece rovinare la cima della torre dei Servi, il Torrino, il volto della Cap-
pella di S. Giovanni Battista, la cima della torre di S. Francesco, il
volto del Claustro delle monache di S. Carlo e la maggior parte do!
camini ; le case tutte risentirono lesioni ; cadde pure la cuspide della
torre del Rosario della Pieve (da una cron. citata dal Benassi).
[1328] 1699. Alife (CasQ^ta^
Dk Rossi H. S.: Soqoìo dei mot. ecc. pubbl. da M. Baratta, pa^r. 13.
Nell'anno scossa molto forte sentita anche in Alatri (De Persiis :
Del Pont, di Sisto /, pag. 411).
[*] 1703. Norcia, Aquila.
Aggiunte al N. 601 e precisamente al § Fenomeni precursori (pa-
Pfina 189). — In Cascia nell'autunno 1702 furono intese reiterate scossi* :
fra le quali una al 18 ottobre assai gagliarda, che recò seria appreii-
Bakatta : Terremoti ecf\ ii
642 [1703-
Bìone. Nel novembre continuarono i
edificio e bÌ produssero vari danni. (De Rossi M. S. : Saggio dei mot.
ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 13).
Lo studio sul grande terremoto del 1703 da me intrappreso, accen-
nato a pag. 188 (2), trovandosi al momento di licenziare il presente
foglio di stampa già a buon punto, credo utile accennare alcnne con-
clusioni (che perft non si debbono ritenere come definitive) alle qual.
sono pervenuto, riguardanti le aree pleistosismictie del tre massimi av-
venuti in quel memorabile periodo di soaotimenti, conclusioni cbr
vengono in parte a modificare quanto a questo proposito ò dotto i
pag. 196-97.
Nella prima grande scossa (14 gennaio) la zona raesosismica ehb-}
forma elittica, molto ristretta, con il diametro massimo fì-a Norcia e
Leonessa : quella della seconda (16 genn. 'ìV") è pure elittica e rin
chiude Accumuli, Amatrice, Cittareale, Posta, Borbona, Paganica, Mon
tereale ecc. : la terza (2 febbraio) ebbe, come ò detto, centro nel-
l'Aquila e spiegò i massimi effetti in un'area anch'essa elittica, il cui
maggior diametro coiTC da Antrodoco a Caatelnuovo : di ciò parlerò
più diffiisamente nella seconda parte di questo lavoro : noto qui c):<-
per le nuove notizie che ó pubblicate in quest'appendice, parrebbe tlie
le scosse avvenute antecejen temente al primo massimo sismico abbiano
avuto loro centro nei pressi di Cascia.
Nani (Perugia).
!, pubbl. da M. Bah ATTA, pag. 14.
L' Eroli nella sua Miscellanea storica Nariienie (voi. I, pag. 4D5.
nota) ricorda un terremoto che produsse grandi danni e panico intensv
si in Narni che in altri luoghi. Rovinò in tale occasione il convento
di S. Domenico.
[•J 171». Giugno. NoreÌB, Cucia (Umbria).
Aggiunta alle notizie date al N. 632. — Il Cocchi nella saa lettera
De immani hysterico effectu [IV Kal. Jul. 1719J in « Th. SyDENHAJi :
Opera medica . (Venetiis 1762, pag. 355) scrive : « tura Cassia, tura
Nursia einsdem calamitatis consortes, quae hoc nato recens saecolo cc-
ciderunt, jam nnnc in novis audificiis alte dehiscunt, imo aliquot Op-
pida Nursiae ditionia subiecta, nempe Abbatia Sancii Eutitii, famosa
Litliiotomorum patria, vulgo le Preci, Tuturanum, Saccovesium, Villa
Crucis, Castrum vetus et alia, si non prostrata sunt, fere in rumam
prnpendent.... »
[1723 - 1738*] 643
[1330] 1723. Roceamonfina (Caserta).
Mai.vasu-db Rossi: Documenti ecc., pag. 104-5.
In una notte della fine di giugno o del principio di luglio nel ter-
ritorio di Roceamonfina varie acosse : danni di lieve momento.
[1331] 1732. Febbraio 4. Parma.
BENAssi: Mai. per la st. dei fenom. sism. della reg. Parmense, pag. 18-10.
A 12*» del 4 febbraio, in Parma, scossa non avvertita da tutti; ad
1** di sera altra che fece spaventare gli abitanti della città e del ter-
ritorio, cadere dei comignoli, lesionare la Chiesa dei Gesuiti e minare
nel contado qualche casa mal costruita. A 3-4'' due lievi repliche : a
4»* ^/4 una gagliarda, altra ad S*» circa e verso le IO*' ancora una lieve.
Nella notte fra il 6 e 7, a 6** V«i nuova scossa ma senza danni : a
7** del 19 una leggiera e poi a 16** V2 ^^^ ^^^te : a 22*» del 27 due re-
pliche che fecero cadere vari comignoli. Al 4 marzo repliche alquanto
Bensibili : al 18 leggiere ed ancora altre al 30 aprile.
Al maggiore terremoto alludono i Documenti Malvasia - De Rossi
(pag. 19) con una notizia datata da Milano 13 febbraio, in cui si
dice che giovedì scorso fu sentita in Parma una fiera scossa che recò
grande spavento.
Nulla riferiscono a questo proposito le notizie riguardanti Reggio e
Modena.
[•] 1732. Novembre 28-29.
Aggiunta alle notìzie del N. 665. — Il terremoto fti forte a Castel-
lamare di Stabia, ma non vi portò danni. (De Rossi M. S. : Saggio ecc.
pag. 14).
[•] 1738. Novembre 5-6. Parma.
A^iunta alle notizie del N. 674, — Da documenti mss. pubblicati
dal Benassi {Materiali ecc., pag. 20-22) risulta che la prima scossa fu
sentita ad 8** precise della notte 5-6 novembre e che replicò per altro
(juattro volte nello spazio di un'ora ed ancora leggermente a 22*» * /^.
Caddero per la prima oltre a duemila comignoli ; si aprirono scrcpa-
ture in moltissime case, chiese e monasteri : con uguale intensità si
estese fino a Borgo 8. Donnino e nelle campagne del territorio : si dice
che abbia avuto il centro verso la Toscana.
A Guastalla fu sentita con minor gagliardia. giacché non danneggiò
che qualche casa e chiesa.
Nella notte del 5 nov. a Reggio Emilia varie scosse, V ultima dello
<]uaH fa g2igliarda 0 causò del panico, ma nessun danno. (Baratta M. :
Materiali ecc., IL pag. 7).
644 [1740 - 1766*]
Air 8 novembre, a 12*" scossa non tanta sensibile a Parma, appena
sentita nel piacentino e poco nel reggiano.
[*] 1740. Marzo 6. Bar^ (Gar&g^nana).
Aggiunte al N. 678. — Nella notte del 6 marzo a Reggio tre foiti
scosse che causarono panico (Baratta M. : Materiali ecc., II, pa^. 7>.
Furono le scosse di Barga assai sensibili anche a Pistoia (De Rossi M. S. :
Saggio dei mai. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 14). La scossa del
giorno 6 fli lieve a Modena, ove nel di 8, a 12**, ne fu intesa una se-
conda e forse ancora un'altra a 5-6** della notte. (Bekassi : Mater, ecc..
pag. 22).
[*] 1741. Aprile 24. Fabriano (Marche).
Aggiunte al N. 683 — Il terremoto fu forte a Cesena, senza cau-
sarvi danni. Avrebbero anche sofferto Sinigallia, Recanati, Gubbio ed
Urbino (De Rossi M. S. : Saggio dei MaL ecc. pubbl. da M. Baratta,
pag. 14-15).
[1332] 1755. Ottobre 15. Chanbery (Savoia)).
BiLLiET A. : Mem. sur les trembl. de terre en Savoie, pa^r. 255-S6
Riferisce il Billiet che il Dacquin nella sua traduzione del Saggio
Metereologico del Toaldo, stampata a Chambery nel 1784 (pag. 271»
ricorda che a 0*" 10°* p. del 15 ottobre 1755 tale città fti urtata da una
scossa assai forte di 2-3' preceduta da sordo rombo di egual durata,
che vi fece cadere qualche comignolo. Essa fu meno intensa nelle cam-
pagne circostanti ed a Ginevra.
[*] 1755. Novembre 1. LiBbtaa.
Aggiunta alle notizie del N. 713. — li Dacquin nella traduzione
francese dell'opera del Toaldo : Saggio Metereologico (pag. 27) già citata,
dice che a Chambery la scossa lisbonese fu sentita sì leggermente che
parecchi non se ne accorsero nemmeno (Billiet : Mem, sur les trembl.
de terr, en Savoie, pag. 257-58).
[1333] 1759. Affile (Roma).
M. S. DB ROSSI : Saggio dei Materiali ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 15.
Il Palmieri nella sua Topogr. stat. dello St. Pont, ricorda che nel
1759 Affile (Subiaco) soggiacque ad un terribile terremoto.
[•J 1766. Aprile. Nieolosi (Etna).
Aggiunta al N. 739. — Ad 1^ di notte del 26 aprile varie scosse in
[1766-1776*]
Kicoloai : nella notte a 9. Nicola l'Arena ne ftirono contate 1'
acuotimenti urtarono una zona di teiTeno che cominciava da E
Xicoloai. Pedara, Trecaatagni sino a Fieri e Pisano ; nella reg
fcriore, cioè a Mascalncia, a Tremestìerì, a S. Giovanni la Pn
passarono Inosservate. Nella giornata del 27, per le continue
siooi del suolo, la popolazione di Nicoloai fa costernata, e poi
veementissima replica, avvenuta a mezz'ora di notte, abbai
case. Cominciarono allora i fenomeni erettivi che, come 6
pag. 248, furono accompagnati da vari fenomeni sismici. Ag|
qui che al 13 loglio una forte scossa urtò Acireale e sne v
fino a Zafferana e che al IH settembre, circa le 9** '/ti "^ ^^
un'altra a Paterno. (Recupero: Stor, gener. e Nat, dell'Etna,
pag. 133-44).
[1334] 1767. Pietranula (Romagna Tos
FoiuKRoui UH BONouROY : Secand raemoir tus lei Petrole et tur da vapeurs in}
coiamunrs Hans qutlque» partiti de V Italie In ■ HIst, et Mem. de l'Acad. dea i
Annee unccLXX, pag. ii-at, parla IT)3.
Nell'anno varie scosse assai forti nei dintorni di Pietram
zione di Firenzuola).
[*] I7e8. Ottobre 19-20. Snta SoSa (Romagna Fiorec
Aggiaata al N. 748. — Le scosse furono forti a Cesena, ov
uscire la gente dalle case. Pare che almeno la maggiore sia si
tìta anche a Roma (M, S. Db Rosisi : Saggio dei Mater. ecc. p
M. Babatta, pag. 16).
[-1 1773.
Aggiunta al N. 761. — In Ariccia dal 18 febbraio al 15
saccessivo 19 scosse, con un massimo assai intenso al 22 di
^De Rossi: Saggio dei Mal. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag.
[•] 1774. Marzo 4. P
La scossa del 4 marzo, di cui al N. 762, fu avvertita ac
Ouastallese (Bei^assi : Mal. per la st. tism. Parm., pag. '^5) ; j
poi a 12^ V* del giorao 8 lieve terremoto : altro leggero a 5"
mattino del 15 ed ano forte ad l** 33'° ant. del 21 (loc. cit.).
L'I 1776. Luglio 9-12. TrtBonU (C
Aggiunta al N. 767. — A 20* 40- del 10 luglio forte Bcosi
nozla. (Oaluccioli : Delle mem. venete ant., voi. Il, pag. 235
[It78-l780*j
[•] 1778. Febbraio 18.
Aggiunta al N. 771. — A 3* di sera del 18 febbraio lieve scossa n
Parma, ove forse ne erano state intese altre nel giorni addietro (Bekassi :
Materiali ecc.. pag. 27).
ttrìì.
Il Gunrinì, citando lo Scannelli (Itelaz. dei ricorti fatti in Forlì alla
SS. Vergimi del Fuoco ecc., pag. 9) dice che all' 11 gìngno una scossa
causò in Forlì assai spavento e fece abbattere molti comignoli. Secondo
il Perrcy (op. cit.) sarebbe stata intesa anche a Padova e secondo una
notizia del Tornieri, riportata dal Piovene (Oon. terr. Vicenza, p. 51 1
anche a Vicenza. Il cronista Dian, citato dallo stesso Piovene. registra
poi una forte scossa sentila a Vicenza al 18 novembre, la quale forse
corrisponde a quella data dal Pcrrey come successa in Padova a 18'
di detto giorno e nella giornata a Trieste.
[-] 1779. B«l«^a.
Scosse scniitc a Parma in corrispondenza del periodo sismico bolo-
gnese, di cui al N. 773.
i779, Oiiigno 1) T" ',\ matt,, una sensibile - 10) fl" matt., altra - Lìtslio
14) &' sera, lieve E-W. : a Bolug-na si dice sia stata violenta, di 30' ed abbia
causata la caduta di più di 300 comignoli - Novembre 23) 1^ *,', sera, una
sensìbile - S-l) una lieve - S9) 8* '', sera, scossa - 1780, Oennaio 23) 9>' ' ^
spra, una E-W. - Fehbraw 6) 4'' ',', notte, breve scossa E-W., nessun danno :
provenne da Bologna ovi> fu assai violenta quantunque non abbia pro-
dotto notevoli deterioramenti ai fabbricati : fu sentita anche a Ciuaslalla
(Benassi; Materiali ecc., pag. 27-28).
['] 1779. Dicembre. Pistoi«s«.
Aggiunte al N. 775. — Nel Saggio dei Mat. ecc. raccolti dal Pro-
fossure M. S. De Rossi e da me pubblicato (pag. 16) trovansi notizie
un po' diverso da quelle date a pag. 260 : la prima scossa, avvenuta a
5'' òtì'" pom. del 24 dicembre fa molto Ibrle e produsse panico gene-
rale ; l'altra delle 4" 25° (pom.?) del 31 sarebbe stata invece lie-
vissima.
[•] 1780. Aprile-maggio. Sicilia, Calabria, Eelic.
lUgufirdo a questi terremoti descritti al N. 777. il Recupero (Storia
nat. e gener. dell'Etna, Catania 1815. voi. II, pag. 146) dice che ftt-
rono molto sensibili e violenti in Messina e nei villaggi ad essa vicini :
ed aggiunge di più che fu vista in AH intieramente rovesciata da ana
[1781 - 1790*1
forte scossa l'antica torre clie prima del 1780 era ben conservata e
Bcaza lesione alcuna.
[*] 1781. Aprile i. Faentìu e FsrliveM.
Aggiunte al N. 782. — La BCOSBa del 4 aprile Tu forte di 4* a Pi-
stoia e gagliarda eoa intenso rombo a Cesena (De Rossi M. S. : Saggio
dei Mat. ecc. pnbbl. da M, Baratta, pag. 16).
[•] 1781. Giugno 3. Cigli (Marche).
Il dis.tstroso terremoto'di Cagli, di cai al N. 784, fii lorte e duplice
a Cesena (De Rossi M. S. : op. cit., pag. 16).
[*] 1785. Ottobre 2 e 9. PìedilMO (Umbria).
A complemento delle notizie date al N. 800 riporto l'elenco delle
scosse sentite in Roma secondo le osservazioni del Calandrclli, che si
trovano nelle Ephemerides Societatis metereologicae Palatinae .' Obser-
vationes Anni 1785 (Manheima 1767).
1785. Ollobre 2} 10* pom. «ossa ond. - 9j 4" ant., ond. NW.-SE. di 20- ;
ì*' '', ant., scossa avvertita da parecchi - 131 V' 5" ant. scossa ond, istan-
t-inea ed appena sensibile — Novemtre 3J Al tramonto a Terni una scossa -
i2J 3" ant. a Roma, scossa intesa da parecchi : a Terni ne ora stata avver-
tita una ad V ant.
L*] 1786. Aprile 7. UMbardia.
La scossa di 1" ant. (notte 6-7 aprile) fu violenta a Parma, ove recò
gravi danni alle case : a Piacenza fece cadere alcuni camini (Benassi :
Materiali ecc., pag. 29).
[*J I78S. Dicembre 35. RIhìiI.
11 disastroso terremoto di Kimini, di cui al N. 807, fu veemente a
Cesena, ove causò grande apprensione e fu seguito da replica meno
intensa, (Db Rossi M. S. : op. cit. pag. \lj ; fu sentito anche a P.nrma
i^Dekassi: Materiali ecc., pag, 29).
[*] 1790. Voi di Nota, CaltaniKetm.
Al N. 818 ò parlato di questo terremoto sulla fede delle notizie dil
Pcrrey e di quelle da me raccolte, aggiungendo però che esse mi sem-
bravano assai esagerate. Ora il fenomeno in discorso io credo clic si ri-
duca a quanto sto per dire, che riporto dal Bianconi {Storia natar. dei
terreni ardenti ecc., pag. 37, Bologna 1840), che cita il Le Coq (Qeul.
(548 [1790 - 1806*]
tomo II. pag. 112) : nel 1790 in 8. Maria di Niscemi (Terranova d:
Sicilia - Caltanisetta) dopo sette scosse, molte fenditure apertesi nel suolo
vomitarono zolfo, petrolio, acqua calda, vapori ed un torrente di fango
che scorse per quasi due ore, coprendo uno spazio lungo 60 e largc»
20 piedi circa.
['] 1793. Agosto 2. GarfSiigiiaDa.
La scossa delle 2** pom. circa, di cui al N. 826, fu (1^ 55™ pòm.
ond. S-N a Pistoia (De Rossi M. S. : Saggio dei MaL ecc. pubbl. da
M. Baratta, pag. 17) ed avvertita a Parma, ove a 2-3** pom. del 1
ne era stata intesa un' altra ond. meno sensibile (Benassi : Materiali
ecc., pag. 30).
[*] 1796. Ottobre 22. Ferrara, MedidBa (Bologrna).
Aggiunta al N. 836. — La scossa delle 5^ ant. circa fu assai sensi-
bile anche a Parma (Benassi : Materiali ecc., pag. 30).
[•] 1799. Luglio 28. Camerino (Marche).
Aggiunta al N. 839. - Dalle 19*» circa del 28 alle IS^ del dì dopo,
a Jesi oltre 40 scosse, le maggiori delle quali a '2** e 5*» (o 3** ?) incus-
sero grande panico (Bettanini G. : Contrib, alla st. dei feìwm, sismici
e nioteorici^ ecc.)
[*] 1802. Maggio 12. Breseiaio.
Aggiunta al N. 843. — Il grande terremoto bresciano fu sentito a
Savona ed a Legino, come risulta da una notizia ms. del De Monti
(M. S. De Rossi : Saggio dei Mat. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 18\
ed a Parma, ove ebbe forma ond. W-E. e fu susseguito, a 5» d' inter-
vallo, da nuovo tremito (Benassi : Materiali ecc., pag. 30).
[*] 1806. Febbraio 12. Emilia.
Aggiunta al N. 851. — Il terremoto delle 3-3** V4 *^^^« ^ fortissimo a
lleggio ed assai sensibile suss. a Padova. La seconda scossa, avvenuta
circa mezz'ora dopo, a Reggio fu meno intensa : a 7** V* *^^^- replica,
nella giornata altre 4 più lievi e. 20 nei successivi 40 giorni. A Padova
a 3^ V4 ^^^' dei 26 febbraio una lieve ed altra simile a 5*» ant. del
28. (M. Baratta : Materiali ecc., II, pag. 7-8 ; De Rossi M. 8. : Saggio
dei Mater. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 18-19).
Riguardo a Parma le notizie del Benassi (op. cit., pag. 31) riportano
una scossa < terribile > stata ivi sentita, nell'i notte di S. Romualdo
[7 febbraio] ed una gagliarda a 3^ ant. del 12 per Guastalla, segui»
[1806-1811*] 649
da varie repliche. La notizia riguardante Parma à evidentemente la
data errata riferendosi come la seconda al giorno 12, vale a dire al
grande terremoto emiliano. *
[•J 1806. Agosto 26. Velletri.
Il terremoto di cai al N. 855, fli con ogni probabilità forte anche
a Sora ; a Rocca di Papa distrasse quasi il quartiere più alto dell'abi-
tato detto « la fortezza > e fece rovinare anche la cattedrale (De Rossi
M. S. : Saggio dei mater. ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 19).
[1336J 1809. Monte Compatri (Roma).
Db Rossi M. 8. : Saogio dei Mater. ecc., pubbl. da M. Baratta, pag. 19.
Neir inverno, durante circa 30 giorni, frequenti scosse che causa-
rono in Monte Gompatri molti danni, avendo esse fatto cadere tutti i
camini e screpolare le case. In generale furono intesi 2-3 scuotimenti
per ogni 24*", accompagnati tutti da frequenti rombi sotterranei. Tali
fenomeni furono molto localizzati giacché si propagarono appena ed in
modo lievissimo a Monte Porzio.
[1337] 1810. Aricela (Roma)
De Rossi M. S. : op. Clt., pag. 19.
Neiranno terremoto assai violento con danni a case ed a templi.
[•] 1810. Luglio 6-7. AreEzo.
La scossa di cui al N. 865, da me posta alla Mn. del 6-7 luglio, fa
sentita anche assai sensibilmente e con una durata di 4' a Padova,
ove dai registri dell'Osservatorio risulta avvenuta ad 11** 20® pom. del
giorno 6 (De Ros8I M. S. : Saggio, pag. 19).
[*] 1810. Dicembre 25. Emilia.
Aggiunte al N. 867. -> La scossa f\i fortissima a Reggio (1^ 45"> a.),
ove causò qualche fenditura e fece cadere alcuni comignoli (Baratta :
Materiali ecc., pag. 8) ; fu forte e lunga a Padova (1** 45" ant. circa),
fu lieve a Trieste e sentita anche a Pistoia (De Rossi M. S. : Saggio
elei Mai. ecc., pubbl. da M. Baratta, pag. 20). Nei dintorni di Parma
per esempio, a Torrechiara, fu meno violenta che in città (Renassi :
Materiali ecc., pag. 31-32).
[*] 1811. Roma.
Aggiunte al N. 868. — Da alcune notizie mas. raccolte dal De Rossi
(Saggio ecc., pag. 20) risulta che in una notte d'estate (forse a 2*" ^4 ì^^*
'7"
650 [1811-1817*]
del 29 maggio ?) fu in Roma sentita una forte scossa, per la quale molti
uscirono all'aperto.
[*] 1811. Luglio 15. Appenniio ModeK6M.
Aggiunte al N. 869. — La scossa della notte fu sentita intensamente
a Padova (11** 55°* pom.) ed a Reggio, ove fece cadere molti comignoli
ed aprire lievi lesioni. Questa notizia tolta da memorie locali (Ba<
RATTA : Materiali ecc., II, pag. 8) è erroneamente ivi attribuita alle
6** ant. (Ivi e De Rossi M. S. : Saggio^ pag. 20).
[•] 1813. Settembre 21. Faenza.
Aggiunte al N. 875. — La scossa delle 8*» 45" ant. fu forte e pro-
lungata a Cesena ove incusse panico nella popolazione ; di tratto in
tratto ivi repliche più lievi.
Quella delle 11^ 43" pom. del 16 ottobre (vedi pag. 3.%) nelle no-
tizie del De Rossi (op. cit., pag. 20) è posta al 17 (11** 45°), come assai
forte, e seguita 1** dopo da altra ; panico grandissimo ; molti abbando-
narono le case.
[*] 1814. Aprile 3. Pisa, Lirorno.
Alle notizie date al N. 876 aggiungere che nel giorno 3 aprile fu-
rono intese ripetute scosse a Pistoia (De Rossi M. S. : Saggio^ p. 20 1.
[1338] 1815. Agosto. Pistoia.
Perrey a. : TremOl, pentm. Hai, • Db Rossi M. S. : Saggio dei Mai. ecc. pubbl. da M. Ba-
ratta, pag. 20.
Secondo il Perrey in Firenze al 1® agosto una forte scossa : secondo
le notizie De Rossi in detto giorno ne fu sentita una anche a Pistoia,
ove al 12 ripetuti scuotimenti infersero qualche danno agli edifici.
[1339] 1817. Marzo 11. Savola.
BiLLiET : Afem. sur les tremhh de terre en Savoie, pag. 262-3.
Al 17 gennaio, ad 1^ di sera, leggiera scossa ad Ouches presso
Chamony ; altre due a 5** del mattino del 19 ed a 4^ pure di mattino
del 20. Air 11 marzo, a 9»» 20" p., violenta scossa ad Ouches ed in
tutta la valle di Chamony, seguita da moltissime repliche ; ne furono
contate 12 in 24*". Tale terremoto fu sentito in tutta la Svizzera occi-
dentale e nella Savoia : fu avvertito da pochi a Chambery ; fu lieve
nel Comasco (Mercalli : / terr. del Piemonte ecc., pag. 44) e forse
con probabilità anche nel Piemonte.
[Ì818 - 1831*] 651
[*] 1818. Dicembre 9. Emilia.
Le scossa avvenuta ad 8^ pom. circa, di cui al N. 886, fa forte
inche a Padova (De Rossi M. S. : Saggio dei Mater, ecc. pubbl. da
^I. Baratta, pag. 20).
[*J 1822. Febbraio 19. Chanbery (Savoia).
A complemento delle notizie date al N. 897 aggiungo le seguenti
astratte dal Billiet (Mem. sur les trembl, de terre.,, en Savoie^ pagine
2G5-68). A 9** 55°" ant. violenta scossa a Chambery ed in tutta la Savoia :
nelle prima località muri lesionati e 1200 comignoli caduti. Pare che
il centro sia stato non lungi da Chindrieux en Chautagne, ove lo scuo-
timento fu più forte che non alti*ove : infatti allontanandoci in ogni
senso da tale luogo T intensità va diminuendo. Le repliche non furono
intese che a Chautage ed in qualche luogo vicino.
[*] 1828. Ottobre 9. Vogiierest e Bobbiese.
Aggiunte al N. 920. — La scossa delle 3»> 20°> ant. fu ond. NW.-
SE. a Parma e sentita anche a Guastalla ; a Paima a 2^ ant. del 10
ottobre replica appena sensibile (Renassi : Materiali ecc., pag. 35).
[•] 1828. Ottobre 5-8. Forlì.
Scosse sentite a Cesena in corrispondenza del periodo sismico for-
livese di cui al N. 919.
Ottobre 5) una scossa - 8) 9*» pom., una forte ; 11*» 30™ pom., una fortis-
sima, seguita 5-6 minuti dopo da replica più intensa e lunga; IP 45°» p.,
replica e varie altre Ano a 5*» ant. del 9) 11*» ant. una scossa - iO) 3*» ant.,
una sensibile - li) 3»> ant. circa, tre scosse a brevi intervalli e generalmente
avvertite; 11*» ant., una; 1*» pom. una sensibile; 1*» */« pom., altra - i2)
varie scosse - i3) tre scosse - 14) varie lievi - io) tre nella notte - 16) nella
n«)tto precedente vario e qualcuna durante il giorno; 8*» */« pom. una forte
a Mn. replica - 20) Mg. circa, una; 1*» pom., una sensibile - 23) 1*» ant.,
una mediocre - 24) nella notte precedente una scossa - Novembre 28) 5*» a.,
una sensibile - 50) 11*» pom., una - Dicembre 28) nel mattino una mediocre
- i829. Gennaio 5) 0*» ant. circa, una sensibile (Db Rossi : Saggio dei Mater.
ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 21-22).
[*] 1831. Settembre 11. Parmigiano.
Aggiunte al N. 929. — Già nel marzo 11-13 erano state sentite in
Roprgio varie scosse : altre a 10** */« ant. del 13 luglio ed a 4*» ant. del 14.
11 terremoto delle 7*» pom. circa deir 11 settembre fU ivi violentissimo di
7% 0 causò grande panico e molti danni. Uguale intensità ebbe pure
652 [1831-
a Bagnolo ed a Castel nuovo di Sotti
pag. 6).
La 8C0B9a del 11 luglio, i'' '/i
delle 7'' '/i dell' 11 settembre fu ii
mente avvertita la replica delle &• ant. del 13 (Behassi : Mot. rtor.ì
tUm. Parmense, pag. 36-37). I
[*] 1832. Marzo 13. R«gSÌu« (Emilia).
Affgiante al N. 935. — Le due scosse dell' 11 marzo faroao bcntiif
anche a Padova.
Nel 13 una breve ma forte a Reggio a 3" 10" ant. Il terremoio Ji-
sastroso per questa cittÀ (suss.-ond. di 11' con rombo) si propa^ ancìie
a Padova, ove a i^ 37'° 4', 9 ant. furono intesi quattro sruotimeaii. di
cui il secondo ond. E-W. di 5'.
Aggiunta alle repliche. — Giugno 6) 3^ pom., Reggio E., due brevi om], -
ti) V" 46" (ant., pom./) una lieve) - i4) 7* 30° ant., scossa - i5) 4" ÓK- e
9" 30" ant., due - Settembre i) una forte sui monU del reggiano - //) 0^ d-''
ant., una forte con panico a Reggio. (M. Baraita : Mater. ecc., H, pa^. S-^.
e Saggio dei Mal. raccolti dal Prof. M. S. Db Rossi ecc., pag. 22).
Riguardo a Guastalla il Benassi nei citati Materiali per la storiai
sismica Parmense (pag. 46) aggiunge le seguenti notizie ;
Marzo ti) 8* '/». ^ '/» ant. due lievi - 12) ^ '!, ant., leggiera - 3" ' .
più forte e 4» '/t gagliardissima - i4) 8^ ^/t ant., sensibile -fJ-S9) tremori
Altre repliche degne di nota :
Agosto 31) ì^ ^It ant., debole a Langhirano, Castrignano ecc.: più sens-
sibile a Mondilo di Sasso, Camperà, Scurano, sentita a Bercelo ed a Pont'^--
molì : a Suolo di Vetto gli abitanti uscirono all'aperto - Dieembre 17) 9" p..
due scosse assai sensibili ed altra a Mucina, a Compiano e vicini - 18) A-^
ant. altre tre scosse, una delle quali forte.
['] 1833. Aprile 4. Vleuia?
La scossa delle 3" 15 ant. di cui al N. 938, fu sentita a Padov.n
(M. S. Db Rossi : Saggio ecc., pag. 23) e leggermente anche a Gua-
stalla (Besassi : Materiali ecc., pag. 50).
['J 1S34. Febbraio U. Paitrenoli (Massa).
La grande scoesa delle 2" 15*° pom. circa, di cui al N. 939, fa sen-
tita, a Reggio E. (M. Baratta : Materiali ecc., II, pag. 9) e legger-
mente anche a Guastalla (Belassi : Materiali ecc., pag. 51).
Riguardo a Borgotaro nel citato lavoro del Benassi sì trovano i se-
[18M-1838*] 653
nenti particolari. La grande scossa ebbe una durata di 8' e fu bub-
>^uita da 10 repliche in meno di nii'ora;l8 popolazione si rldasee al-
uperto; caddero molti fnmainoll e qnasi tutti gli edtflciì ftirono più
meno danneggiati : parecchi feriti, nessun morto. In meno di 44 ore
irono contate circa 40 scosse {op. cit., pag, 51),
Hepliche maggiori :
Aprite 2.5Ì S"" ^U ant., Borgotaro, violentissima con fortissimo rombo -
taggio 2) Mg., Pontremoli, violenta - i6) 6* Zó" pom., Parma delwlisiima;
Il forte suss. 4-5* preceduta da rombo a Borgotaro.
C'] 1834, Luglio 4. S. ViUle di Bsginu (Parma),
I>a scossa delle \> 35~ ant,. di cui al N, 940, fu sentita a Reggio E.,
icvcmente a Padova (M. S, De Rossi : Saggio ecc., pag. 23) ed a
vaastalla. A Sao Vitale di B. rovinarono parecchi edifici, tra cui la
i^hiesa parrocchiale (Benassi : op. cit., pag, 55),
[*] lilU. Ottobre 4. BologM.
Il terremoto bolognese del 4 (N, 941) fu sentito anche a Padova
[XI. 8, De Rosai: op. cit,, pag. 23).
[*] 1S3S. Giugno 12. AsdUdo (Veneto).
La grande scossa delle 3'' SO"- ant, [N. 950] fu leggiera a Guastalla
^BKyA8.si: Materiali ecc., pag. 58) ed avvertita anche a Padova (tri-
plice ond. S-N.), ove furono intese anche le seguenti repliche: 15 luglio,
(y. 4j^n 441 pom., una lieve : mg. circa del 20 una lieve ond. di 5' [fu
sensibile anche a Guastalla] con replica a 10** 15°> pom. ; altre nella
nottf! 20-21, a 3" pom. del 21 ed a 7" 48°' pom, del 26 settembre : in-
tosa, quest'ultima pure a Mbdena ed a Venezia (M. S. De Rossi: op.
cit., pag. 23).
i'] 1S37. Aprile 11. Alpi Apune (Toscana).
II grande terremoto delle 6'' pom, circa [N, 954] ta sentito anche a
Reggio, ove fece dare alcuni tocchi alla campana dell'orologio della
piazza (Baratta: iUatertah'ecc. Il, pag. 9) e lievemente a Fiumalbo nei
Modenese (H, S. De Rossi : op. cit. pag. ìì3) ed a Guastalla (Bei^assi :
Materiali, pag. 54).
|-J 1838. Giugno 23. P«uro.
Il terremoto delle O** 45™ pom., di cui al N, 958, fu sensibilmente
avvertito a Cesena (H, 3. De Rossi: op, cit., pag. 23).
654 [1841 - 1867*]
[1340] 1841. Dicembre 2. Chanberj (SaToia).
BiLLiET : Mem. sur les trembl... en Savoie^ pag. 215.
A 1^ SS»" pom., a Chambery, violenta scossa preceduta da sordo
rombo : fu sentita a Grenoble, a Lione, a Belley, a Seyssel, a Nantua.
a Chalon, a Magon, ad Annecy, a S. Grervais ecc. A Chambery ed a
Ramilly parecchi camini caduti, muri e volte lesionate. Ad 11'' 32*° p.
del 9 dicembre replica sensibile ed a 2*» 30" (ant. ?) del 14 una llevo.
[*] 1843. Ottobre 25. Molilo (Toscana).
Aggiunte al N. 974. — La grande scossa delle 4** 30"* ant, del 25
fu forte suss.-ond di 8-10* a Pistoia, ove incusse panico generale e fu
seguita, poco dopo, da replica meno intensa e da altre a breve inter-
vallo. La principale fu intesa pure a Fiumalbo. Nel giorno 28 a 3** lo™
pom., scossa a Fiumalbo ed alle 3** ^O*" pom. una a Pistoia, (M. S.
De Rossi: Saggio^ pag. 24).
[*] 1853. Giugno 22. Urbino (Marche).
Aggiunte al N. 1012. — La scossa delle 0^ 28°" ant. circa del 22
giugno fti violenta e preceduta da forte rombo a Cesena. Quivi nel
22, 24-27 novembre varie repliche ond. lunghe e sensibili ed a 5^ 45" p.
del 28 una nuova : allarme nella popolazione per i continm movi-
menti del suolo. Al V dicembre una scossa ed altre nei 3, 4, 11 e 21,
(M. S. De Rossi: Sciggio ecc., pag. 25). Air 11 dicembre, a 3** 30*" p.
ad Urbino una forte NE.-SW. (Serpieri : Scritti di sismoL^ voi. I,
pag. 156).
[*] 1854. Giugno 16. Imola.
La scossa delle 2^ 25" pom. [N. 1017J fti lieve anche a Pistoia
(M. S. De Rossi : Saggio ecc., pag. 26), a Parma (ond. NW.-SE.) ed a
Guastalla (Benassi: Materiali ecc., pag. 72).
[*| 1856. Ottobre 12. Bacino del HediterraDoo.
Il terremoto delle 2^ V< ^^^* [^* 1029] fa senza alcun danno inteso
a Palermo : Gran Michele invece rimase assai danneggiato. Il Perrey
{Note sur le» trembL en 1856^ pag. 69), da cui tolgo queste notizie, er-
roneamente pone r ultima localiUi in provincia di Palermo, invece che
in quella di Siracusa.
[*] 1857. Febbraio 1. PanBÌj;iano e Regi:iaiio.
Aggiunte al N. 1030. — La scossa delle 7** pom. circa del 31 gen-
[1857-1861*1 655
naio fa lieve a Reggio (Baratta : MaUrtali, II, pag. IO) ed a Gna-
stnlla (Belassi: Materiali ecc., pa<. 75-76).
Qnella delle C '/* *ut. del 1" febbraio a Reggio fece crollare qnalcbe
comignolo (Baratta : loo, cìt.) : a Guastalla fu forte ond. di 5' prece-
duta da rombo : fu mediocre a Colorno ed a Borgo 8. Donnino (Be-
XASfli : loc. cit.) e sentita (ond. S-N., l',15) anche a Padova (De Rossi:
Saggio ecc., pag. 26).
[•J 1857. Marzo 7. UHM», Veaeto.
La Bco38« delle 3' '/i ««'• c'rca [N. 1031] fti forte anche a Padova
(De Rossi M. S. : Saggio ecc., pag. 26).
[•] 1857. Luglio 11. RoTig».
La scossa delle S** 30"° pom. circa [N. 1032] fa intesa anche a Pa-
dova (De Rossi M. S. : Saggio ecc., pag. 27).
[I31I] 1857. Dicembre. Ber^Bma.
Secondo ana notizia gentilmente comunicatami dal Prof. T. Tara-
melli, in un mattino di una giornata della prima quindicina di di-
cembre sarebbe stata avvertita in Bergamo una scossa tale da incu-
tere grande spavento e da far cadere dei comignoli.
I [*] 1860. Luglio 19. CallilU, Onla (Treviso).
La scossa di cui al N. 10*3, fu duplice {i^ 42" pom. t. v.) anche a
Padova (De Rossi M. S. : Saggio ecc., pag. 27) ed avvertita da pochi
a Parma (Bbnassi: Materiali ecc., pi^. 78).
|;*| 1861. Maggio 9. CitU Mìu Pieve (Perugia).
La scossa delle S*" ant, circa del 9 [N. 10i7j fa sentita abbastanza
Intensamente anche a Viterbo, ove, poco dopo le 0^ ant. del 19 luglio,
fu intesa altra scossa, meno sensibile della prima (De Rossi M. S. :
Saggio ecc., pag. 27.
[-1 1861. Ottobre 16. Feri).
Aggiunte al N. 1048. — La scossa del 16 fa fortissima, di 10* a Ce-
Hcna, ove fece danneggiare tutte le fabbriche ; con ogni probabiUtA
fu pure assai intensa a Porlimpopoli : fu infine intesa anche a Padova
(4" 47" pom.: ond. NNE., 6-7'). — La replica delle U'' pom. fu in-
. tesa pare « Cesena, ove a 4*" 45°' ant. del 17 si ebbe una scossa ed
656 [1861 - 1869*]
altre due nel di 20 ed ali' 8 dicembre (De Rossi M. S. : Saggio ecc.,
pag. 27).
[1342] 1861. Dicembre 12. Monte Poriie (Roma).
M. S. DB BOSSI : SaoQio dei mater. pubbl. da M- Baratta, pag. 27).
A 7'' ant. a Monte Porzio triplice scossa di 12* stimata piU intensa
di quella del 19 gennaio 1873 [N. 1088]. A Frascati fa forte e nel pa-
lazzo della Raffinella fece suonare i campanelli : ciò secondo notizie
mss. raccolte dal Prof. De Rossi. Classifico quesfo terremoto fìra i for-
tissimi 0 molto forti perchè secondo il citato De Rossi (Le fratture
vulc, Lazialiy pag. 29 estr.) a Monte Porzio la scossa del 19. I. 1873
fece cadere molti calcinacci.
[*] 1864. Febbraio-marzo. Appennino Bolognese.
Aggiunte al N. 1053. — La scossa del 7 febbraio (8** pom. circa) fu
lieve a Pistoia ; quella dell' 8 (6** 50" pom. circa) fli ivi più intensa
della precedente. A Pistoia a 5^ pom. del 10 altra lieve. Il terremoto
del 15 marzo (2*^ 50" a. circa) fii in tale città lungo ed ond, (De Rossi
M. S. : Saggio dei mater, ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 27) ; a Parma
fa lieve ma avvertito da molti (Bekassi : Materiali ecc., pag. 79).
[•] 1864. Dicembre 12. Mugello (Toscana).
La scossa delle 4** 49° pom. [N. 1054] fu forte a Pistoia, ove in
precedenza, alle 3** 30" pom. dell' 11, ne era stata intesa un'altra di
eguale intensità. Neil' 11-12 poi varie repliche. (De Rossi M. S. : Saggio
dei mater. pubbl. da M. Baratta, pag. 28).
[•] 1866. Febbraio. Le Vene (Spoleto).
Aggiunte al N. 1058. — Al 1* febbraio fu sentita in Campello la
prima di una serie di scosse che perdurarono anche per tutto il marzo
seguente in numero di 100-200 per ogni 24** ; le piti forti accaddero al
V ed al 15 febbraio e produssero qualche lesione nei fabbricati più
deboli. Si apri una fenditura lunga circa un miglio sul fianco del
monte circostante al paese. (De Rossi M. S. : Saggio dei m^xter. ecc.
pubbl. da M. Baratta, pag. 28).
[•] 1869. Giugno 25. Vergato, Zocea, Casio (Bologna).
Aggiunta al N. 1069. — La scossa delle 2^ 58" pom. f\i forte a Ce-
sena ed a Pistoia (ond.) — Al 14 luglio, ad ore 5 50" ant., una lieve
a Bologna (suss. di 3») ed a Pistoia: fu molto più intensa a Porrelta
'^-f"
[1869 - 1873*] 657
(De Rossi M. S. : Saggio ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 29) e pare
non sia stata avvertita anche a Modena.
L*J 1869. Dicembre 13. Sassoolo (Modena).
Aggiunte al N. 1073. — La scossa delle 3** 5R" circa fu mediocre
end. N-S. a Fiumalbo, e forte ond. a Reggio ed anche a Bologna (ond.
X-S. di 5») come risulta dai registri deirOsservaloiio. (De Rossi M. S. :
Saggio ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 29).
[1343] 1870. Marzo 1. Ciana (Carinzia).
Pkrrry a.: Xoie sur les trembì. i870, pag. 15 e se^ruentl.
Verso le 8** 57" pom. terremoto rovinoso a Ciana ed in altre loca-
lità vicine : fu sentito più o meno sensibilmente a Tolmezzo, a Chioggia,
a Venezia ed anche, secondo il Serpieri {Scritti di Sismol. I, pag. 158),
ad Urbino (8*» 40" pom. due scosse assai sensibili).
[*] 1870. Ottobre 30. Forlivese.
Aggiunte al N, 1078. — La scossa delle 7** 30* pom. circa fa for-
tissima a Faenza e forte a Cesena ; fu lieve a Siena, Pistoia e Padova:
in quasi tutte queste località dopo un certo intervallo fu sentita una
replica. (M. S. De Rossi : Saggio ecc. pubbl. da M. Baratta, pag. 30).
[1344] 1871. Luglio 29. Montesendaio, Giardistallo (Pisa).
De Bossi M. S. : Sa^gto dei Mater. pubbl. da M. baratta, pagr. 90-31.
Un terremoto rovinoso colpì verso le 9*» V4 pom. Montescudaio, ove
fece abbattere varie case e ne rese per di più 40 su 170 afifatto inabi-
tabili : la località, più danneggiata sembra essere stata Guardistallo, sotto
le cui macerie 50 persone rimasero 0 morte o ferite. A Bibbona ed a
Casale i danni furono minori. Tale terremoto fu forte a Firenze (9** 43'°
pom. [t. m. 1.] ond. SW.) ed a Bologna (9** 45'° 34* pom.) ; fu più o
meno sensibilmente sentito a Pisa, a Livorno a Portoferraio, ed anche
a Siena (lieve ond. 4*).
*] 1873. Maggio 16. Sassuolo (Modena).
Aggiunta al N. 1090. — Contrariamente a quanto ò detto a pag. 459,
che ò tolto dal Chistoni {Not, sui terr. avv. a Modena ecc., pag. Sì, le
notizie invero più attendibili date nel 11 fascicolo dei miei Materiali
fpag. IO) portano a ritenere che la scossa citata a Reggio non abbia
prodotto il benché menomo danno : ciò concorda pure con quanto tro-
vasi riferito nel Bollettino del Vulc. Ital. (Voi. II, pag. VII).
Baratta: TerremoH ecc. 12
658 [1878 - 1885*]
[1345] 1878. Febbraio 12 o 13. CaseU (Perugia).
Una notizia gentilmente comunicatami mi fa conoscere che al 12 feb-
braio 1878, ad ora non nota, fu sentita in Cascia una scossa molto
forte che produsse panico, fece suonare i campanelli ed aprire varie
screpolature. Il « Bollettino del Vulcanismo Italiano » (Voi. VI, pa-
gine 166-67) per il 12 febbraio non reca alcuna notizia di terremoti
umbri : ad 8** */« pom. trovo però registrata una lieve scossa ond. per
Montefortino (22 Km. NNV. di Ascoli) e poi alla stessa ora, ma riferita
al 13, una sensibile SE.-NW. a Narni, ad Amelia e ad Orte, ed infine
a 9^ 4^ pom. una lievissima a Koma. La coincidenza dell'ora e la vi-
cinanza di Montefortino al territorio umbro mi fanno dubitare che la
notizia si riferisca al giorno 13, vale a dire al terremoto umbro e così .
pure quella da me data per Cascia.
[1346] 1882. Settembre 18. Monte Baldo (Verona).
Bullettino del Vulcanismo Italiano, voi. x, pag. 189.
Nella sera del 17 settembre a Castelletto di Brenzone varie scosse
ond. sensibili : nel 18 a Cassone una fortissima, un po' meno intensa
nei paesi del Baldo e forte suss. a Verona. A questa certamente al-
lude il Mercalli {Le inondazioni ed i terr, di Verona, pag. 27-28) di-
cendo che ai piedi del Baldo se ne sentirono molte, qualcuna delle
quali tanto forte da far crollare una casa a Cassone.
Questo massimo fu preceduto da calma macrosismica perdurata nei
mesi di gennaio-agosto 1882, susseguente ad uno dei soliti periodi di
attività endogena, cioè di scosse e rombi, in generale lievi, sentiti dal-
l'agosto al dicembre 1881.
[*] 1885. Febbraio 10. Appennino Llgnr«.
Il terremoto del 10 febbraio [N. 11611, secondo notizie particolari da
me raccolte, sarebbe stato sentito più intensamente che altrove a Dova,
Berga e Vegni, località deirAppennino ligure.
[1347] 1885. Febbraio 26. Ref^giano (Emilia).
Bullettino del Vulcanismo Italiano^ voi. xiil, pag. 20-21.
Su questo terremoto, quantunque molto incomplete e poco numerose
siano le notizie, è necessario un breve cenno riassuntivo. Lo scuoti-
mento presentò due fasi, specialmente accentuate neirarea intensamente
scossa : la seconda delle quali per intensità e per durata superò la
prima. La zona più colpita, quantunque indeterminata, fu nei dintorni
di Reggio e precisamente nella regione collinesca : ivi caddero dei calci-
nacci e secondo mie notizie si produssero lievi fenditure. Fu assai forte la
[1885*] 659
soossa entro una zona elittica poco sviluppata comprendente Reggio,
Marcia, Scandiano, Montericco ecc. ; l'area forte o quasi à forma pres-
soché elittica con l'asse maggiore in senso NW-SE. circa, che, fra
Parma e Montese misura una sessantina di chilometri : ed il minore,
al precedente perpendicolare, fra Modena e Castelnuovo ai Monti, rag-
giunge circa 50 Km. È necessario poi notare che V isosisma forte in
corrispondenza di Castelfranco, di Castelvetro e di Vignola fa una in-
senatura rientrante, avendo in questi paesi V intousità del movimento
sismico raggiunto un grado minore. La zoiica mediocre verso mezzodì
raggiunge la linea Firenzuola - Massa (Km. 100), che distane ambedue
da Reggio circa 85 Km. ; all' incontro verso settentrione si spinge fino
in vai d'Adige : ad oriente l' isosisma corre fra Firenzuola e S. Boni-
facio (Km. 140) ; verso occidente fra Massa e Piacenza (Km. 120) e
i^uindi con una grande insenatura bipartita include Milano e Calco
in quel di Lecco. Perciò la massima larghezza della nostra zona corre
fra Calco e Firenzuola, che in linea retta distano Km. 235 circa, e
rispettivamente da Reggio 150 la prima ed 85 la seconda. Infine i
limiti dell'area interessata da moto sismico sensibile alle persone sono
verso mezzodì Lucca e Firenze ; a SE. Sant'Agata Feltria ed Urbino :
a levante Pesaro, Crespino, Rovigo e Venezia ; a NE. Spinea ; a N.
Rovereto ; a NW. Vimercate e Sesto S. Giovanni ; ad occidente No-
vara, Vigevano, Genova ; a SW. la costa tirrenica da Genova a Chiavari
e quella sottostante a Massa e forse più oltre ancora.
Riguardo all'ora in cui avvenne il terremoto i migliori dati sono i
seguenti : Padova 9*» 45™ 27» pom. ; Firenze 9** 46" ; Bologna (S. Luca)
9»* 46« 8» ; Modena 9^ 46°» 50» ; Spinea 9** 47™ ; Venezia 9*» 48" e Parma
9»» 49".
[1348] 188 >. Giugno 17. Morrò Reatino (Sabina).
Ric:ci A.: ReUiz. suì fenom. st'jtm. avv. in Spoleto ecc. e Reìaz. sul fenom. sism. del n corr.
- • Boll. vulc. ital. \ voi. XII, pag. 62-63.
Nel giorno 9 giugno, verso le 9** 33" pom. a Spoleto scossa suss.-
ond. a 2 riprese NE. e NW. della durata di 5-6" ; non causò danni,
ina fece tremare i mobili e suonare qualche campanello. Pare sia stata
corocentrica : fu sensibile a Trevi e lieve a Narni.
Nel 17 dello stesso mese a Spoleto, alle 2** 18" pom., fu sentito un
rombo istantaneo e debole, e poi, alle 11** 34" 30' pom. un ampio mo-
vimento ond., dapprima SE. e quindi NE. della durata di 2-3». Tale
scossa fU esocentrica, giacché risulta aver spiegato la massima inten-
siti! a Morrò Reatino, ove fece cadere un volto e lesionare varie caso.
A Rivodutri fa molto forte : fu forte a Rieti (ond. 8*), a Leonessa,
ed a Terni : mediocre a Spoleto ed a Narni ; leggiera a Perugia ed
infine, forse, leggererissima ad Aquila.
660 [1886 - 1889*]
[1349] 1886, Luglio 28. Ceceano (Eoma).
Bull Vulc. It II., Voi. XIV, pag. 138 - Notizie particolari da me raccolte.
A 7*^ 29" ant. una scossa molto forte avvertita da tutti in Ceccano
fece cadere un fumaiuolo e causò panico. Il movimento sismico si
compose di due forti urti suss. e di un terzo meno sensibile e quindi
di una leggiera scossa ondulatoria con una durata totale di 2' circa.
Detta scossa fu avvertita meno intensamente a Pofi, ad Amara ed a
Fresinone ; passò inavvertita a Ceprano ed a Pratica.
[•] 1886. Ottobre 15. PanupaHO.
Complemento del N. 1174. — Il Benassi nella sua più volte citata
monografìa (Materiali per la st. dei fenom, sisni, della reg, Parmeiu^,
pag. 93-103) riporta molte notizie nuove e particolareggiate su questo
terremoto, che ci permettono una sintesi un po' più chiara di quanto
fu fatto nella cronistoria (pag. 511). Risulta infatti che a Parma (suss.-
ond. N.-S.) ed a Felino (ond. S.-N. 15-20) fece atterrare qualche fu-
maiuolo : anche a Mezzani ne cadde uno e cosi pure a Traversetolo,
ove inoltre si staccarono anche dei calcinacci. Lo scuotimento fti forte a
Sessa, Colorno, Cortile, Golese, Fontevia, S. Pancrazio, Noceto, Mede-
sano, Lesignanò, Vigatti, S. Lazzaro, Sorbolo ed anche, come ò detto, a
CoiTeggio ed a Modena ; fu mediocre a Reggio, a Montechiarugolo, a
Tizzano V. P., a Varsi e lieve a Zibello, Trecasali, S. Secondo, For-
novo, Lesignanò, Neviano ecc. ; passò infine inosservato a Varano, Com-
piano, Borgotaro, Berceto, Palanzano ecc.
[1350] 1887. Aprile 14. Asolo (Treviso).
Bull, del Vulc, Ital., voi. xvii, pag. 81.
Circa le 2*» 10-15" ant. del U aprile a Bassano, a Borso, a Maro-
stica, a Treviso, a Canizzano, a Feltre, a Valdobbiadene ed a Pieve
di Soligo furono intese varie scosse che spiegarono la loro massima in-
tensità ad Asolo, avendo ivi raggiunto il grado Vili della scala De Rossi-
Forel. A Spinea di Mestre corrispondentemente si ebbero traccie si-
smografiche a 2** 11" 6%, a 2»» 15" 19* ed a 2^ 21" 31» ant.
[13511 1889. Luglio 21. Viterbese (Roma).
Suppl. al Boll. Meteor., Anno Xl, N. 213 (1 agosto 1889).
Verso l*' 30" pom. a Latera forte scossa ond. S.-N. di 4' : alle 10*
poni, circa altra ond. W.-E. di 5» meno intensa. Tali scosse furono
intese anche a Valentano, ad Ischia di Castro ed a Farnese : anzi nelle
ultime due località si dice abbiano tatto cadere due speronate di
muro.
l
'1 -
[1880 - 1891*] 661
[1^2] 1889. Novembre 28. Abruzzi.
Suppì. al Boll. Meteor., Anno XI, N. 851 {n dicembre 1889).
Fra le 8 ed 8** V4 pora. a San Lorenzo (fraz. di Acciano) scossa
molto forte per la quale cadde il volto di un salone ed un comignolo :
fu avvertita da molti a Caldarola, ad Acquasanta, ad Ascoli Piceno ed
a Penne : fu lieve a Rieti ed indicata dai sismoscopì di Tivoli e di
Frascati.
Verso 1^ SO^-i*» ant. del 29 lieve scossa a Penne.
[1353] 1890. Febbraio 15. Val d'Elsa (Toscana).
31OVANN0ZZ1 G. : Periodo d'agitaz. del suolo del i§ febbraio ecc. - Suppl. al Boll. Meteor.^
Anno XII, N. 69 (10 marzo 1890).
Verso V' ant. del 15 febbraio fu sentita una leggiera scossa a Pog-
pribonsi : alle 2^" 21*° ant. altra stata sensibile a Firenze e lieve a Siena :
([uindi alle 2** 45™ una nuova debolissima a Poggibonsi : alle 3** 35'" e
8* ant. si ebbe ivi un piccolo massimo sismico con uno scuotimento
stato abbastanza intenso anche a Vallombrosa ed a Pontassieve e più
o meno sensibile in tutto il Senese, nel Volterrano, a Firenze, a S. Mi-
niato, a Montevarchi ecc. A 4*» 9°* 6' ed a 8»» 20" 3" pure ant. due de-
boli repliche a Poggibonsi* lievemente, specie l'ultima, propagatasi
fino a Firenze.
A Barberino V. E., soggiunge il Giovannozzi, sia realtà, sia ecci-
tazione d'animo gli abitanti notarono ogni giorno, per più settimane
diverse scossette. Al 21, ad 1*» 35" 8' ant. a Firenze fu registrata una
scossa più debole di quelle del 15, ed altra più lieve ancora a 2»» 9"^
ant. : ambedue furono bene avvertite nei luoghi ove erano stati più
intensi gli scuotimenti del 15. Nei giorni 24, 26 e 28 febbraio, e 4, 13,
14 e 17 marzo qualche lieve movimento sismico i\i registrato dai deli-
cati apparecchi sismici dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze : al 26,
i\ 2*» 6" 4» a., si ebbe in Val d' Elsa e nel Chianti un nuovo forte terre-
moto inteso da qualcuno anche a Siena. Dopo di ciò pare che le ma-
nifestazioni sismiche abbiano commosso di preferenza il Mugello : però
al 4 maggio, ad 1^ 9°* pom. in corrispondenza di una traccia ottunuta
in Firenze dai predetti strumenti, si ebbe un nuovo terremoto abba-
stanza forte in Val d' Elsa e dintorni, specie a Barberino.
Secondo il Giovannozzi il centro di questi scuotimenti f\x in detta
valle (forse a Barberino), ove produssero scalcinature, ma nessun
danno serio.
[1354J 1891. Giugno 15. Alto baciso del Mineio (Mantova- Verona).
Suppl. X al Boll. Meteor. N. 232 (20 vni 1891).
Ò accennato a questo terremoto parlando (pag. 536) delle maggiori
662 [1891 - 1«97*]
repliche del grande parossismo veronese del 7 giogno : reputo per-
necessario presentare una brevissima sintesi dei dati raccolti.
La scossa fu molto forte nell'alto bacino del Mincio specie a Ponti
b/M, S. Martino della Battaglia, Castelnuovo, Peschiera ed un i>o' men»
a Sommacampagna ed a Cnstoza : in tutte le accennate località i danni
si limitarono a lievi lesioni. Tale zona k forma ovale con Passe mag-
giore in senso WNW.-ESE. che, fra 8. Martino e Sommacampagna
misura 20 Km. circa. Essa fu poi forte a Cavriano, Gnidizzole, Val-
leggio, Descnzano ecc. : mediocre o lieve entro un' area elittica con
Tasse maggiore SSW.-NNE. circa, che da Mosio a Caprino misura una
sessantina di chilometri. Al lembo estremo vengono a trovarsi Sai»».
Caprino, Verona, Mosio, Castiglione e Salò.
Pare che nella zona più commossa il movimento sismico sia stat-
in predorainanza suss. : riguardo all'ora i dati sono alquanto incerti:
Verona dà 2^ 26°» pom. ; Desenzano 2*» 29°» ± 2" e Salò 2** 35"".
[1355] 1891. Luglio 14 e 15. Trevi, Gampello (Umbria).
Suppl. XT al Boll. Meteoi'. N. 2U (1 settembre 1891).
A 6*» 58™ ant. del 14 luglio una scossa assai forte urtò Trevi, ovf
fece cadere dei calcinacci ; fu intensa a Cerreto di S., sensibile n
Giano ed a Spoleto e lieve ad Acquasparta, Scheggino e Rieti. Alle
7h 13»^ 7h 43™ ant., 0^ 43" e 2»» 27" pom. della stessa giornata repliche
leggiere a Trevi.
A 10*» 10" ant. circa del 15 luglio una scossa violenta colpì Campellc
facendovi suonare veementemente i campanelli e causando lievi danni a;l
una casa : fu sensibile a Trevi e lieve a Montefalco.
[1356] 1892. Gennaio 21. Aqmlanr
Sujypl. LXVii (1 marzo 1892] e LXIX (1 aprile) al Boll. Meteor.
Nel giorno 21 gennaio, circa le 9^ pom. a Pescorocchiano fu sentite
una forte scossa suss. stata molto forte nella frazione Casa Olivieri:
fu pure intensa a Borgo Collefegato e nella valle Cicolana : e lieve a«i
Aquila, ad Avezzano, a Subiaco ed a Filettino.
Noto che verso le 11^ 25" pom. del 22 si ebbe un intenso terremoi'.'
laziale [N. 1214], che interessò anche parte dell'Abruzzo Aquilano.
[•j 1897. Dicembre 18. C. di Castello, M.*« Nerone SW. (Marche-Umbria;.
Correzione al N. 1277. — Per un errore a pag. 610 venne detto eh».'
le località più colpite da questo terremoto invece che ad oriente *\
trovano a settentrione di Città di Castello : ciò fu pure ripetuto gran-
cfunente nella cartina 112 che accompagna detta descrizione.
[1898*]
[*1 1898. Marzo 4. Appenaino Pimii,
Complemento al N. 1291. — Sa questo terremoto il BenaE
nel suo lavoro {Mater. per la ator. dei fenom. sitm. nella regii
mense, pag. 119-131) molte ed importantissime notizie diligen
raccolte e controllate, che vengono a modificare alquanto l'ani
delie isotìiate tracciate nella carta (flg. 114) che accompagna
marlH descrizione del terremoto da me fatta.
Il movimento eisniico fu quasi rovinoso entro un'area posi
vallata del torrente Parma, comprendente le seguenti località : L
(rasale a SSW. di S. Michele di Tiorre) Tiorre, Torchiara, Vìdia
taleto, Stadirano ecc. Il diametro massimo di tale zona, orìe
senso N-9, circa, non misura che Km. 6.
La scossa fu fortlBSima a S. Michele de' Gatti, ad Àrola, a D
•A Tordenaso, a Langhirano, a Mulazzano, a Leeignano de Bag
riusci molto forte a S. Vitale di Baganza, a Felino, a Sirog:
Traversctolo ecc., località tutte poste, eccezion fatta per la pr
r Enza e la Baganza.
Nelle altre parti l'andamento della isosista molto forte segi
corso tracciato nella carlina ; come pure nessuna moditlcazione
l'andamento delle isosisme fortc-lo^iera del nostro sismo-carto^
Questo terremoto, come nota il Benassi (pag. 131), giudican<
effetti materiali prodotti, spiegò un massimo di intensità a SE
diana, nel declivio della collina, località segnata da parecchie
recente data : in base a ciò potrebbe chiamarsi terremoto del
del Parma.
Nelle località più colpite si udì da prima come un fragore i
impetuoso, o di un uragano lontano accompagnato da un llev
meato sussultorlo e, ad Intervallo di pochissimi secondi, danna
fase ondulatoria.
La forza delio scuotimento nei luoghi maggiormente colpiti
da impedire alle persone di reggersi in piedi.
Per quanto consta al Benassi non accaddero fì-ane, nò le
si mostrarono intorbidate, né soffrirono variazioni nel livello d
acque. Ma ai cosi detti < vulcanelti > o < barbogli > di Rivalt
bero etati sentiti del boati con eruzioni più forti dell'ordinario
Repliche leggiere avvennero nella regione collincsca vers
•J'2 '/i"23 delle stessa notte, passate però inavvertite a Parmi
scuotimento non iiiieso da tutti si ebbe circa le 4'' '/( ^^^ ™*'
gacnle; altri lievi otto giorni dopo ed infine ancora una set
distanza di un mese.
L'J I8»8. Giugno 28. Rieti {Per
Aggiunta al N. 1295. — Fra le rcpiiclio degne di essere me
664 [1898*]
avvi quella sentita verso le 17 Va - 18^ del 30 agosto che fta molto forte
a Cittaducale, forte a Monte S. Giovanni, un po' meno a Rieti, e meno
ancora a Cantalice ed a Poggio S. Lorenzo. Invece un'altra accaduta
circa le 20** 13"" del 9 settembre riusci molto più intensa a Rieti che
non a Cittaducale.
Durante il periodo sismico che scosse la Sabina, neir Umbria si
ebbero vari scuotimenti localizzati ed irraggianti da centri diversi : ri-
corderò fra gli altri quelli di Castel del Piano sentiti al 22 - 27 set-
tembre, che commossero abbastanza sensibilmente Perugia.
[1957] 1898. Luglio 31. GianBÌna (Epiro).
Vereo le 7*» 40™ del 31 luglio un terremoto fortissimo colpi Giannina :
fu forte a Prevesa e sentito a Valona nell'Albania ed a Patrasso nella
Grecia. Si propagò ma in modo appena sensibile alle persone in qualche
località della Terra d'Otranto, come Lecce, Torchiarolo, Nardo e Jie-
sagne : microsismograficamente poi fu registrato dagli apparecchi dei
principali osservatorii, che diedero come principio del movimento si-
smico gli istanti seguenti :
Portici 1^ 40»" 58» Roma 7»» 42" —
Rocca di Papa 41 30 Spinea di Mestre 42 5»
Catania 41 31 Lubiana 42 55
Casamicciola 42 — Mineo 43 —
[13581 1898. Agosto 6 ed 11. Messinese.
G. mercalli : / recenti terremoti del Messinese.
Il giorno 5 agosto, verso le 9*», in Rometta e Messina fu avvertila
una lieve scossa, preludio di un gran numero di altre più o meno
violenti : circa le 2^ V« del di dopo un veemente scuotimento colpì
Messina, riuscendo fortissimo a Larderia, Tremestieri e Zaffarla, fra-
zioni di detta città, poste a poca distanza della costa sottostante,
dalla parte di mezzodì, sul versante orientale dei monti peloritaui.
Tale scuotimento riusci molto forte a Rometta e forte oltre che a
Messina, a Milazzo, a Castroreale, a Guidomandri, a Reggio, a Scido
ed a Mileto ; mediocre a Bauso, a Lipari, a S. Teresa, a Motta S. Gio-
vanni ed a Scilla ; infine lieve a Mandanici, a Rosamo, a Radicena.
ad Oppido ed a Staiti.
Il sismometrografo di Catania tracciò un diagramma dal quale si
rivelano le seguenti fasi :
Comp. NE. : fase iniz. 2^ 34°» 18-36- ; mass. ass. 2^ 34°» 49» : fine 2^ 20^ 45-"
» NW. » 2 34 24-35 » 2 34 35-35» 6* » 2 40 45
Continuarono per il resto della detta giornata, e per i giorni 7>9,
a
[1898*] 665
sentirsi in Rometta ed a Messina delle repliche ; quando verso le 14^
e 35" del 9 io Catania fu avvertito dalla generalità degli abitanti uno
scuotimento che le notizie possedute ci fanno conoscere provenuto da
un focolare più meridionale posto a SWW. della città. La località, ove
fu stimato più intenso, pare sia stata appunto Raddusa : ivi il movi-
mento sismico constò di una fase iniziale durata 3-4" e di intensità
classificabile fra la forte e la mediocre, cui^ dopo una pausa di 20*,
sussegui una ripresa più intensa. Tale forma concorda con il tracciato
del sismometrografo di Catania : infatti sulla componente NE.-SW. dopo
una breve fase preliminare (14'* 35" 16'), il movimento prende forza ; alle
14^ 35'° 56* raggiunge il massimo per decrescere in seguito e quindi ces-
sare del tutto a 14** 37" 2* ; sulla NW.-SE. alla fase preliminare ini-
ziatasi a 14^ 53" 13') sussegue un rapido aumento con massimo a 14^
:i5"' 43% e quindi una decrescenza per cessare totalmente a 14*» 40" 16'.
Questo terremoto fu assai sensibile a Mineo e più o meno legger
mente avvertito a Granmichele, a Licodia, a Palagonia. Noto che passò
inosservato nel messinese e nella Calabria.
Nel giorno 10 e fino oltre al pomeriggio deir 12 varie scosse agita-
rono Rometta ; quindi verso le 13*> 55" di questa giornata successe un
nuovo massimo con centro ancora diverso, essendo stato più che altrove
intenso in tale località e quindi a S. Piero, a Rocca Valdina, a Spa-
dafora, a Torregi*otta, a Monforte ed a Saponara. A Messina riuscì
molto forte, giacché il « Giornale di Sicilia » scrive che quasi tutte le
chiese ed i fabbricati riportarono lesioni. In Sicilia fu forte a Mi-
lazzo, a Randazzo, e mentre fu solo sensibile a Naso, a Riposto ed a
Catania, fa mediocre a Mineo ed a Melilli, località assai più distanti.
Noto che fu pure mediocre a Lipari ed avvertito da pochi ad Avola
nel siracusano : V intera massa dell' Etna non partecipò in modo sen-
sibile alle persone allo scuotimento. In Calabria f\i generalmente in-
teso a Reggio e ad Oppido ; con minor forza a Scilla, a Radicena ed
a Scido ; lievemente a Motta ; passò infine inavvertito lungo la costa
ionica da Melito a Stilo. Dal sismometrografo di Catania si ricavano
le seguenti fasi :
Comp. NE.-SW. : princ. 13** 53" 30» : mass. 13** 53" 59" : fine 13*» 57" 19»
» NW.-SE. » 53 37 » 53 55-54" 16» » 14 3 53
Seguitarono nel giorno 12 e poi durante il 13 ad udirsi altre re-
pliche, in generale però lievi : una assai sensibile avvenne a 4** 30"
del 14 agosto. Essa fu forte a Rometta, un po' meno a Reggio ed a
Messina, meno ancora ad Oppido ed a Scilla e lievemente ed in modo
isolato fU intesa a Sortine in quel di Siracusa.
Nei giorni seguenti fino al 24 varii scuotimenti continuarono ad
urtare Rometta, 1 maggiori dei quali si propagarono fino a Messina:
666 [1898*]
quindi, dopo nna tregua di varie giornate, durante il 29-30 si eh'd^
una ripresa con qualche altra scossa mediocre, e poscia, dopo nuov^
pausa, altre al 17 e 2), 24 e 29 settembre.
[1359] 1898. Agosto 25. Visso (Macerata).
p. SBN8INI : Un mese di terremoti nel comune di Visso.
Un periodo di scosse assai frequenti urtò i dintorni di Visso, ria-
scendo più che altrove intenso nei villaggi di Rasenna, di Mevale, di
Chiusita (traz. di Visso) e di Renaro (fraz. di Sellano), che risentirono
danni abbastanza gravi. Tale periodo si aprì con un massimo avvenuto
a 17*"- V2 circa del 25 agosto (Microsismografo Vicentini a Rocca di
Papa : princ. 17*" 37" 46» ; fine 41™ 45»), il quale, fortissimo nelle dianzi
citate località, riuscì molto forte a Preci ; forte a Visso, Sellano, Cer-
reto e Foligno ; mediocre a Rieti, Spoleto, Sarnano, Caldarola e Cer-
reto d' Esi ; e lieve infine a Bolognola, S. Severino, Macerata^ Cupra-
montana, Lieonessa, Cantalice e Magliano Sabino. Il movimento sismici
si propagò adunque entro una zona oltremodo ristretta ma assai allun-
gata in senso NNE.-SSW. : i punti estremi che risentirono sensibil-
mente lo scuotimento sono da una parte Magliano e dall' altra Cii-
pramontana e Macerata, che distano fra loro Km. 130 circa.
Dopo tale scossa per circa un mese furono intese repliche più "
meno frequenti e sensibili con un nuovo màssimo verso le 15^ *;\ del
12 settembre, che recò qualche altro danno nei villaggi ricordati.
Uguale provenienza ebbero con probabilità le due scosse umbro
marchigiane del 9 (23*> Vg circa) e 10 (14*^ V*) settembre. Invece var.
scuotimenti sembrano essere irraggiati da altri centri march igi<ini :
ricorderò quello avvenuto vei'so 1** 7? del 15 settembre che tu coro-
centrico a Caldarola.
[1960] 1898. Novembre 1-3. Catanese, Siraeasaio.
Bollettino mensile dell' Osserv. di Mineo, anno xu, novembre ISOS - Notizie varie niss.
Il giorno V novembre, a 12*» 20", a Vizzini fti sentita una lievo
scossa, quindi verso le 16** 7°* della stessa gioiniata un'altra abba6tanz.i
forte colpi la regione posta fra Mineo, Piazza Armerina, Butera e Ni-
scemi, estendendosi più o meno nei paesi circostanti, specie in quelli
posti a SE. : mentre fu lieve a Scicii, ad Augusta ed a Catania e
passò inosservata a Siracusa, nelle regioni etnee, ed a Taormina, fu
sensibilmente intesa a Messina e lievemente a Palermo, le quali loca-
lità risultano in modo isolato commosse.
Seguitarono nei dintorni di Mineo e di Caltagirone a sentirsi delie
repliche, più o meno intense e numerose, quando verso le IV" 24" del
giorno 2, un secondo massimo sismico urtò con maggior violenza le
[1898*] 667
anzi citate regioni, rinsceado specialmente intenso nella zona compresa
fra Giarratana, Melillì, Minco, Calta^irone, Balera, Terranova dì SI
cilia e Vittoria. Questa scossa a Catania, quantunque lieve, fu stimata
più sensibile delia precedente: essa però passò inosservata non solo a
Palermo ma anche a Messina.
Il terzo massimo, il maggiore per intensitA ed estensione, accadde
A T" del 3 novembre : la zona pleistosismica comprende Gran Micliele,
Caltagirone, S. Michele, Butera e Niscemi : qnivl 11 movimento sismico
riuscì fortissimo: fli Invece molto forte a Mineo, a Ghlaromonte, a
Terranova, a Mirabella ; forte o quasi fu stimato a Lìcodia, a Vizzinl,
a Giarratana, a Ragusa, a Vittoria ecc. ; sensibile a Licata, a Pietra-
perzia, a Ccntaripe, ad Adornò, ad Acireale, a Catania, ad Angusta,
A Pachino, e lieve a Girgentl, a Campobello, aPozzallo: mentre passò
inosservato a Taormina, f» da qualche persona inteso a Messina e forse
anche a Malta.
Nei luoghi più colpiti qualche replica.
Val Sabbia, Sali (Brescia).
Il giorno 16 novembre, verso le H*" .'■0'°, una scossa discretamente
forte, tale cioè da causare la caduta di pezzi di intonaco, colpi Salò e
Preseglie, riuscendo più o meno intensa a Barbarano, Idro, Colilo,
Bovegno, Gardone, Guzzago, Brescia e S. Zeno ; e lieve a Maderno,
Pisogne, Adro, Serie, posti rispettivamente a Km. 15, 27, 35 e 17 da
Preseglie, località che rappresentano 1 punti estremi, ove il movimento
sismico si rese sensibile alle persone, giacché sappiamo essere passato
inosservato a Tignale, Darfo, Trescore, Chiari, Travagliato, Bagnolo,
Castenedolo, Rezzato e snll'opposta sponda vei-onese del Benaco.
Questo terremoto ebbe il suo epicentro nella Val Sabbia, ove deter-
minò qualche smottamento di roccic.
Pare non sia stato seguito da repliche.
\ìaSl] I89S. Novembre. Bwg* Pace, Mercalells (Urbinate).
Un singolare periodo di scosse, frequenti, ma in generale non vio-
lenti, sul principio della seconda decade di novembre cominciò a com-
muovere una zona molto limitata del territorio urbinate, che comprende
Mercatello e Borgo Pace, località in cui furono piCi numerosi e lorti
gii scuotimenti, giacché 1 paesi limitrofi, quali Lamoli e Sestlno non
risentii'ono che assai debolmente alcuni pochi, corrispondenti appunto
alle ma^iori manifestazioni che colpirono le dianzi citate due lo-
ralità.
La forma predominante del moto sismico fu il snssalto accompagnato
n
668 [1898*]
da continui rombi, alcuni dei quali fUrono intesi senza alcun tremi' :•
sensibile. Il periodo si iniziò con una scossa abbastanza risentita av
venuta a 10^ U"" del 19 novembre e seguita da altre parecchie : ceni
dalle 20^ Vs ^^^ ^^ ^^^^ ^^ ^^^ mattino del di seguente furono cou
tate una ventina di repliche più o meno sensibili ed una dozzina
dalle 12^ Vs alle 18*" V, della stessa giornata (20) ; fra tale ora e le
23*^ Vt si ebbero dieci altre scosse. Nel giorno 21 ne furono intese tre
e due nella notte 21-22 : nel 22 diciasette, di cui una (10*" 45"") abba-
stanza forte : nel 23 sei, fra le quali quella delle 0^ 10°" in Borgt-
Pace fu stimata la più intensa del periodo sismico. Altre due si ebber:
nella mattina del di 24 e da questa giorrata alla fine del mese ne
furono intese parecchie nella notte, in generale però lievi. Dopo nnà
tregua alle 18'' Vt deir8 gennaio 1900, in Mercatello e Borgo Pace si
ebbe un forte scuotimento suss. e quindi vari altri nei giorni 9-10.
Fatta eccezione del timor panico, tali fenomeni non causarono altr*
effetto.
Noto che la vicina Urbania, a 21>» 54™ del 29 novembre provò una
sensibile scossa affatto locale.
[1363] 1898. Novembre 27. Semvalle del Chienti (Macerata).
Un terremoto classificabile fra i molto forti, colpi fra 1*» ed l'* ' .
del 27 novembre Serravalle de' Chienti : lo scuotimento fti forte a Cal-
darola, Castel Raimondo, Visso, un po' meno a Sefro, Matelica e Sar-
nano ; mediocre a S. Ginesio e lieve a Pergola, Sassoferrato, Fabriano
Assisi, Preci, Poggiodomo, Monte S. Martino e Cingoli, che rappre
sentano le località estreme cui giunsero le onde sismiche sensibili alle
persone. Verso le 20^ del giorno precedente (26) era stata sentita a
Pioraco una sensibile scossa stata lieve a Caldarola ed a Castel Rai-
mondo.
[1364] 1898. Dicembre 15 (circa). Sta Vito (Cagliari).
Notizie tolte dai giornali recano che in San Vito furono avvertite
alcune scosse per le quali la popolazione rimase assai spaventata.
- ' "' I
PARTE SECONDA
DISTRIBUZIONE TOPOGRAFICA DEI TERREMOTI ITALIANI
(SAGGIO DI GEOGRAFIA SISMICA)
Come introduzione a questa seconda parte credo utile riportare le
parole che precedono il mio studio suirattività sismica nella Capitanata :
Le ricerche sui terremoti antichi, insieme allo studio monografico
di ogni singola scossa che viene ai nostri di a colpire una data re-
gione, servono alla identificazione dei vari centri o radianti di scuo-
timentOt da cui risulta, in modo evidente» Y intimo nesso che lega i
fenomeni di ordine sismico con la speciale costituzione geologica e
teclonica della regione stessa.
Per mezzo di tale studio retrospettivo, e, se è lecito il dire, attuale,
dei vari fenomeni di cui è stata ed ò tuttora campo la crosta dal
nostro globo, si viene a rendere manifesto lo speciale abito sismico
di un dato luogo, cioè si viene ad ammettere ohe i vari terremoti
corocentrici sieno una ripetizione 1* uno dalFaltro, dato essenziale per
lo studio dei terremoti in genere ed in ispecie per la costruzione
delle carte sismiche.
Già il Serpieri (^) nel 1876, a proposito del terremoto di Rimini av-
venuto nella notte del 17-18 marzo 1875, scriveva : € Facilmente si
comprende il grande vantaggio che può venire dallo studio di siffatte
identificazioni, che si riduce infine a classificare i fenomeni avvenuti
in un lungo lasso di tempo in un medesimo paese, in tanti gruppi fra
loro distinti per forme particolari... Noi arriveremo a tracciare nella
(1) Srrpibri a.: Scritti di Sismologia ^ voi. il, pa^. 196, Flrence 18SD.
672 INTRODUZIONE
lunga vita di un secreto e fisso focolare le fasi ed i periodi di attività
che ne formano la speciale fisionomia, distinguendo un focolare da un
altro, imperciocché non sarà da dubitare che i terremoti simili, più
volte riprodottisi in un medesimo luogo, dipendano da fissi e deter-
minati focolari strettamente collegati ai radianti medesimi. E inoltre
vi sarà buona speranza di scoprire in più casi il progressivo crescere
o calare delle loro anticipate o ritardate esplosioni, tutte notizie... fiuo
ad ora insperate ed anzi troppo lontane dai presenti propositi della
scienza. Ma potremo disegnare i maggiori e più costanti centri della
vita mteriore del pianeta, dai quali si diramano le poderose correnti (??*
che arrivano alla superficie dei nostri radianti, passando cosi dalla Si-
smologia della superficie, alla sismologia sotterranea, dalla cognizione
degli effetti alla esatta determinazione delle cause: del che infine
la Sismologia deve occuparsi se aspira ad assumere dignità di scienza :
le quali considerazioni insegnano ai moderni sismologi due cose di
gran rilievo: quanto sarebbe importante di radunare esatte de-
scrizioni DEI terremoti più ANTICHI : QUANTA ATTENZIONE DEBBA MET-
TERSI NEL BEN DESCRIVERE I TERREMOTI CHE NOI STESSI SENTIAMO,
Imperciocché le descrizioni dei terremoti antichi servono allo studio
della loro identificazione coi nuovi ; e le descrizioni dei nuovi servi-
ranno al medesimo intento pei nostri posteri... »
Con il concetto di identificare i singoli terremoti corocenbHci di
una data regione, partendo dalla base indiscutibile dei fatti raccolti e
discussi, ò iniziato fino dal 1894 lo studio sulla distribuzione topografica
dei terremoti in Italia, intorno al quale ò già pubblicato qualche saggio
regionale, ed al quale apporto una nuova e più ampia contribuzione
con il presente studio.
Dopo la mia prima pubblicazione su questo genere di ricerche, sodo
venute in luce, specie per la intelligente operosità dei Professori Mer-
calli e Giovannozzi, vari lavori di corografia sismica, dei quali mi
sono largamente servito nel presente studio, che ritengo tuttora come
un saggio preliminare, che spero di poter correggere, ampliare ed in
certi punti, rimasti buii, meglio dilucidare, se mi sarà dato di fere
del presente volume una nuova edizione.
Le notizie che anno servito di base alla determinazione dei centri
o radianti ed alla identificazione dei vari terremoti sono quelle che
fornvano oggetto della precedente cronistoria : ò creduto però utile
tener conto di alcune manifestazioni sismiche di minore importanza.
rSTRODUZIONE
figuranti nei cataloghi più noti. Per evitare poi un soverchio
di citazioni pei* quesl' ultime fu ommessa la foiit^ ; per le ali
trovasi a Iato della data indicato fra parentesi quadre il nu
gressivo loro attribuito, avvertendo che quando questo è si
asterisco vuol dire che la relativa descrizione à suo con
neirappeodice.
Le vane regioni in cui si trova divisa la trattaz'uue, rij
confini, non corrispondono punto a quelle pn'ilicoamminial
ciò perchè spesso i terremoti di una detsnninata località
maggior atiìaità di caratteri e mutua corrispondenza con qu
distretto sismico appartenente ad altra regione. Cosi, ad ese
scuotimenti di Borgotaro, si trovano per questo appunto
pali con quelli irraggiati dai pressi di Pontremoli, incluso
stretti della Toscana. D'altra parte i centri di Pieve S. Stefi
S. Sepolcro (Arezzo) anziché alla Toscana, come appartenenl
bacino del Tevere, sono compresi nella regione umbra, cui
gate anche il focolare marchigiano di Visso, che fa parte dei
sismico detrailo bacino della Nera.
Nelle singole cartine trovasi segnato il limite della zona ej
e certe volte — quando ciò non fu possibile — deli*area mei
dei vari terremoti considerati; tale delimitazione ho fatto sol
i dati raccolti permettevano di eseguirla in modo esauriente.
Per le scosse minori o per quelle fra le maggiori che m
il loro centro, oppure produssero i massimi efTetti dinan
un'area circoscritta ai pressi di una determinata località, ò ut
sempre, secondo il caso, od un piccolo cerchio od una pìccola
scosse di minor conto, quelle cioè non comprese nella precet
DÌstoria, non anno, rare eccezioni fatte, trascritta sulla carti
lativa data.
Rispetto alle ore credo utile tener presente che per le d
riori al 1860, allorquando non è indicato so siano antimei
pomeridiane, si ritengono contate con il sistema italiano : dal
poi sono espresse in tempo medio dell' Europa centrale e nur
una mezzanotro all'altra.
Bakatti .- Terremcti ei
, T ---"
I. - Nizzardo e Liguria
(Fio. 116).
La catastrofe Blemica del 1887 ba richiamata l'attenzioD
dlosi sulla siBmicitji di questa regione, intorno alla quale
bella monografia del Prof. Mercalli, di cui mi eono molto
presente e nel seguente capitolo.
Bacino della Tinca e del Vesubia. — Questa zona fu col
remoti molto importanti ed assai violenti : quello del 1556
disastroso a La Bollena ; quasi rovinoso a Lantosca quell
[485j : Roccabigliera nel 1612 [480] fu da una concussione
nata: località tutte che dà i parossismi del 1494 [354]. del
del 1644 [520] insieme a Belvedere e ad altre terre clrcost
sempre dal terremoto conquassate. Porse il maggiure pan
sato dall' attività di questo centro ò quello del 1564 [
ogni probabilità poi il disastroso terremoto del 1227 [144], e
aver scosso il Nizzardo e la Provenza, arto le precitate
identifica con i precedenti massimi sismici.
Nizza, — Lo stndio dei terremoti nizzardi ci porta nd
l'esistenza di nn centro, forse posto a mare nel pressi di
sua attività potrebbero ascriversi il lurremoto del 1536
assai veemente: la forte scossa del "ì? xi 1771, il terremo
1806 [852] e quello quasi forte del 21 xii 18G1.
Pochi a mia conoscenza sono i terremoti osoccntricì scu
zardo, eccezione fatta per quelli provenienti dalla Liguria «
1
676
CAPITOLO I
fra i più noti ricorderò i seguenti irraggiati dal Piemonte : 1753, 1808.
1878 e 1884 ; dalla Lombardia (Oltre Po Pavese) 1828 ; dall' Emilia :
1873 ; dall'Algeria : 1856. Inutile è aggiungere che tali terremoti non
causarono danno alcuno.
Bacino della Rota. — Abbiamo il centro di Saorgio destatosi violen-
temente nel 1618 [487].
Riviera ligure occidentale. — Questo distretto comincia dalla Roia e
si estende fino a Savona. Abbiamo visto, parlando del terremoto ligure
del 1887 [1176] come, con ogni probabilità, secondo gli studi del Pro-
fessor Mercalli, Tepicentro principale debba porsi tra Oneglia e S. Remo
ed il secondario, risvegliatosi, qualche istante prima, nel mare di Nizza.
Ora, secondo il mio modo di vedere, esiste dal Nizzardo ai pressi di
Savona un grande radiante sismico, che spesso in tutto od in parte
viene urtato, dando luogo a vari terremoti, la cui area mesosismica.
oppure cpicentrale od epiassiale, in tutto od in parte coincide.
Esaminando brevemente i principali e più importanti terremoti co-
roccntrici, descritti particolareggiatamente nella parte prima, con la
scorta della qui unita tabella — nella quale con progressione sono di-
sposte le diverse località della riviera e con una croce + sono indicate
quelle maggiormente colpite — risulta evidente l'esistenza di questo
asse.
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1852 [705]
1806 III 31 [852]
!. 1806 VI 19 ,8521
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\ 1807 IX 5 [857]
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\ 1818 II 23 [^22]
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1854 XII 29 [1019]
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1885 I 24 [1160]
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I
fnzZARDO - LIGCRIA
677
Parecchie bcosbc, leggiere, mediocri e forti risultano corocentriclie
a Porto Maurizio; qufisi tutte ritengono dei caratteri dei g: — •" '—
remoti gih citati e bì possono identificare con quello mollo fa
nel 1865 [1160].
Vari poi sono i centri seeondari : il principale è quello d
della Nevia, alla cui attività si deve ascrivere il terremoto
31 m [852], con centro nei pressi di Dolceacqua. Altri di i
portanza si anno nel pressi di Pieve di Teco {ps. 1891 vr 5
Alassio (pa. 1884 iv 11 e 1889 vi 9).
Venendo poi tale radiante in una, od in tutte, od tu
urtato, si riescono a spiegare — tenendo in debito conto la
da cui proviene l' impulso, la costituzione litologica del sott
cui Bono fondati i paesi — le varie anomalie che si riscont
forma, posizione ed estensione dell'area di maggior scuotimi
Noto che il terremoto del 1803 [927] sì mostrò più forte a
presso Taggia, che non alla marina : ciò potrebbe dipendei
Fio. 116.
cause dianzi ricordate, oppure realmente dal fatto che il con
irriiggiò detto scuotimento sia posto entro terra : a tal uopo
ptire il terremoto del 14 marzo 1874 sbito violento dalla
Arma di Taggia a quella di S. Homo e ncll' interno tino a
cosi pure la scossa avvenuta a 5'' '/, circa del 19 vii 1894. k
a S. Remo ed a Taggia.
I terremoti esocciitrlci sentiti nella riviera ligure òccldcnta
alle notizie a mia cognizione, non sono mollo numerosi : qui
pagarono in specie e fortemente quelli del nizzardo (15tM, 16
molto meno gli altri irraggiati dai vicini centri piemonte
ancora quelli delle altre regioni circostanti.
Savona. — DifficiI mente, se forse escludiamo il grande i
del 1807, l'area di maggior scuotimento dei grandi terremoti
viera occidentale oltrepassa Alassio : anzi noto che in Sai
causarono effetti dinamici di gran lunga minori che non ii
località poste più ad occidente: anche il terremoto del 1887 -
'.'cr-f-
^
678 CAPITOLO r
il Mercalli — inferse solo spaccature più o meno g^avi alla generalità
degli edifici, due solo dei quali, di antica costruzione, ebbero i muri
interni del tutto rovinati per lo sprofondarsi dei volti : i quali danni
sono ben lievi rispetto ai gravissimi toccati alle località più occi-
dentali.
L'esistenza di un centro nei pressi di Savona (flg. 118) è posta in
luce dai terremoti del 1537 [400], 1540 [407], 1547 [414] e 1549 [417 1 e
da molte scosse più o meno intense, registrate nei vari cataloghi, le
cui date non corrispondono a quelle dei fenomeni sismici sentiti nel
restante della riviera.
Noto inoltre che parecchie repliche susseguenti al grande parossismo
del 23 febbraio 1887 si mostrarono più intense a Savona che non nel-
l'area stata nel sopraindicato giorno completamente messa a soqquadro :
fra queste citerò le seguenti : 24 n, 0^ 20" pom. forte a Savona :
6 ni, 4^ 17°* a. una stata forte anche ad Albissola ; 4 v, 1^ ant. quasi
forte a Savona ; 21 v, 7^ 20°" ant. una abbastanza forte, nella stessa
località
Fra le maggiori scosse corocentriche sono da ricordare quelle del
1767 n 7 e del 1881 vn 22.
Qualche scossa fu pure intesa ad Altare: ps. quelle dell' 11 marzo
1890 e deir8 agosto 1895 ; al 4 settembre di questo anno fU ivi sentito
un sensibilissimo scuotimento che interessò Savona e Finalborgo. Anche
dai pressi di Cairo Montenotte sembrano essere irraggiate varie scosse
(ps. 1878 VI 2).
Rispetto ai terremoti esocentrici è necessario il dire che le concus-
sioni della riviera occidentale e del nizzardo sono state sentite con certa
intensità ; riguardo agli altri terremoti meritano di essere ricordati
quelli provenienti dal Piemonte (1808, 1878, 1886) ; accennerò infine
che ad Altare fu isolatamente sentito il terremoto bolognese del 1889
[1189].
Genova. — Oltrepassata Savona, i caratteri della sismicità assumono
un abito diverso ; dopo il centro secondario situato nei pressi di Ck)go-
leto, scosso nel 16 vm 1813 (ftg. 118), arriviamo a Genova.
Per la città le notizie sismiche risultano molto abbondanti, ma, rare
eccezioni fatte, sono la eco di scuotimenti irraggiati da centri esteriori.
Il solo terremoto che sembra corocentrico è quello del 10-11 vin 1536
[397] e, se non provenne dalla riviera, la scossa del 1767 n 7 [743].
Come osserva il Mercalli, le cronache antiche registrano varii terre-
moti intensi per gli anni 1176, 1182 [126], 1217, 1377, i quali, con ogni
probabilità, non sono corocentrici, ma provenienti dal distretto sismico
della riviera occidentale o da altra regione limitrofa. Infatti nei tempi
KIZZARDO - LIGURIA 679
a noi più vicini, allorquando cioè, le notizie pervenuteci sono più ab-
bondanti e complete, i due più intensi terremoti che anno colpito
Genova furono il Vogherese - Bobbiese del 1828 [920], e quello di Diano
Marina del 1887 : si può dire che, fatte le debite proporzioni per Tin-
tensità avuta dallo scuotimento all'epicentro, ii primo à causato effetti
dinamici molto maggiori.
Certi autori ricordano che la Liguria fu travagliata da concussioni
telluriche nel 951 [77], 1104 [102], e nel 1136 [111], senza indicazione
specificata di località : anche tali parossismi, con certa probabilità, si
riferiscono a Genova e per quanto può sembrare ovvio, a terremoti che
anno avuto origine nel distretto della riviera occidentale.
Moltissimi sono i terremoti esocentrici sentiti a Genova, provenienti
dai distretti sismici della riviera occidentale, del Piemonte, della Lom-
bardia, dell'Emilia e della Toscana. Limitandoci a citare i soli mag-
giori ricordati nella nostra cronistoria, abbiamo : daila riviera occiden-
tale e nizzarda: 1612, 1644, 1807, 1818, 1819, 1831, 1854, 1887, 1896 -
dal Piemonte: 1808, 1851, 1886 — dalla riviera orientale: 1751, 1861, 1885
— dalla Lombardia: 1197*, 1222*, 1276, 1802, 1828 — dall' Emilia
e Romagna : 1786, 1796, 1806, 1810, 1811, 1818, 1832, 1834, 1873 — dalla
Toscana : 1719, 1729, 1740, 1767, 1814, 1834, 1837, 1843, 1846, 1878 —
dalle Marche: 1781, 1873 — dal Veneto: 1873, 1891, 1895 (Lubiana:
isolatamente).
Le date dei terremoti precedentemente numerati stampate in corsivo
si riferiscono a massimi sismici che causarono danni più o meno sen*
sibili all'abitato di Genova.
Riviera ligure orienhile (fig. 117). — Fra i distretti sismici liguri,
quello della riviera di levante è quello che ha una sismicità molto meno
accentuata: in certi suoi terremoti l'area sismica è abbastanza vasta,
in altri invece oltremodo localizzata.
Centro sismico molto ben definito è quello situato fra 1' Antola e
r Ebro : il terremoto del 1882 [1143] fu più che altrove intenso di Dova,
ed un po' meno a Mongiardino, a Gabella, a Coscia ed a Carrega, vale
a dire ebbe un' area mesosismica sviluppata a settentrione di Dova :
quello del 1885 [1161*] colpì in special modo Dova, Berga e Vegni, vale
a (lire la sua zona mesosismica risulta più espansa a mezzodì di Dova.
Tale centro à dato inoltre varie scosse minori sentite specialmente
a Dova : ricorderò quella forte avvertita a 9** ^4 a^^« <icl 1886 x 13.
Nel 1751 [704] un terremoto causò lesioni non gravi nella riviera di
levante e fu sentito fortemente a Genova : dat^i la vicinanza del centi o
sopraindicato ed il fatto che, come ò detto a suo luogo, il movimento
nel 1885 si è propagato con maggior intensità verso SE., potrebbe tale
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6gCJ
C'ADITOLO t
fenomeno essere stato prodotto dall'attività di tale centro, oppure anch«%
ma più difficilmente, da quello di Varese Ligure, di cui parlerò fra
poco.
Un centro di poca attività si trova fra Recco e Rapallo, come ce
l'attesta la forte scossa ivi sentita circa le S^ */« ant. del 1892 ix 22.
Più ad oriente troviamo Varese Ligure, dai cui pressi irraggiò il for-
tissimo scuotimento del 1861 [1046] : tale località è compresa nell'area
mesosismica dei terremoti di Borgotaro e Pontremoli (vedi più avanti
del 1545 e del 1835 ; e quindi abbiamo Bargone che ci à dato una serie
numerosa di scosse più o meno sensibili, ma tutte assai localizzate.
Varese, con Scurtabò, Favale, Chiavari, e Casarza Ligure si trova
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Fio. 117.
compreso .nell'area di forte scuotimento — in cui stanno anche Le-
vaggì, Borzanasca, Mezzanego, e Certenoli — di un terremoto sentito
fra le 2 e S*" ant. del 19 v 1893, il cui centro, per la natura delle no-
tizie, non si può fissare, ma che certamente risulta proprio alla regione
ligure orientale.
Geograficamente apparterrebbero alla Liguria i centri sismici di
Spezia e di Sarzana, dei quali parlerò nel capitolo riguardante la Lu-
nigiana.
Riguardo ai terremoti esocentrici sentiti in questo distretto, noto che
frequentemente fu commosso dalle onde sismiche irraggiate dui centri
della Toscana e deirEmilia, e meno frequentemente da quelli della
Lombardia (1802, 1828), del Piemonte (1884, 1886), e più raramente
ancora da quelli del Veneto (1891) e delle Marche (1873). D grande
terremoto Ligure del 1887 urtò la nostra regione con intensità variabile
fra la forte e la mediocre.
II. - Piemonte
(Fio. 118).
Dùtretto «Umico di Val Vermenagna. — li terremoto de
ebbe un'area mcsosismica assai estesa da Tenda oltre Veri
lità colpita da terremoto corocentrico nel 1885 [1103]. e da
forti nel 2G-27 xi 1892: quindi abbiamo il centro di Boves
remoto del 1835 [944], e molte scosse, più o meno intense,
quelle del 1824 i 14-15.
Centro di Valdìeri (Val di Gesso). — Questo centro ft dai
scosse, non di grave intensità, e quasi tutte molto locai
ricordare boìo te maggiori citerò quelle sentite il 12 xii 18
vui 1885.
La scossa del 6 iv 1894 {Vi'' circa) più clic a Valdieri pi
intensa a Roaschia.
Questa regione risenta in ispecie i terremoti dei centri
mcnagna e spesso ai scuote con Vinadio (ps. 9 vi 1893).
Jiacino della Stura. — li centro di Vinadio & dato anch
rose scosse abbastanza localizzate : noto che la sua attività,
notizie note, risulta alquanto Buperiorc a quella di Valdier
Fra le maggiori commozioni irraggiate da questo centro
dare le seguenti : 1889 10 novembre ; 1890 1" febbraio e 5
lt^91 7 luglio ; 1893 2 gennaio e 9 giugno : 1894 27 febbrs
luglio : 1897 S e 15 maggio.
Dai pressi di Demontc ebbero origine, oltre il tcrrcmot
H035]. parecchie scosse forti (ps. 1844 x 13: 1889 26 in).
Le cronache di Cuneo ricordano che nel 1301 [200*] tale
pita da un terremoto rovinoso stato < orribile > in Alessai
trovo; varie scosso fortissime furono intese nel maggiosett
[3C5*] ed ancora nel 1550 [1321]. Ma è cosa difllcile il dire
rossismi dipendono dall'attività di un centro proprio, oppu
stati causati dal risveglio dei focolari corocentrici della va
0 della vai Vermenaga.
Bacino dell'Ellero. — Forse nella valle dell'Ellero esisl
centro sismico alle cui attività si devono le scosae di e
nolo notizia per Mondovl, ed anche quelle che quivi risoli
6B2
CAPITOLO n
più intensamente che altrove (ps. 1871 giugno 24 ; 1872 aprile 26 ; 18S'
Inglio varie).
Val Maira. — Il terremoto del 7 giugno 1878 [1120] fu più intens-j
a Cartignano, presso cui ebbe suo centro : alla attività di questo ascriv?
il terremoto fortissimo avvenuto a Dronero circa nel 1588 [452] e p^i
recchie scosse sensibili corocentriche ivi sentite nel dicembre 18^7.
Altro centro, però secondario, si trova più ad occidente^ nei pressi
di Frazzo, da cui irraggiarono le forti scosse sentite nel :K>-31 agosto
1888 e quella del 3 marzo 1S87, stata intensa nel vicino paese di
Marmora.
: rx^
5T5ST
Fio. 118.
Val Wraita, — Distinguiamo in questo bacino due centri però am-
bedue secondarli ; il primo, il superiore, che ha dato le scosse di Bel-
lino (21 IV 1880 ; 28 xi 1884), di Castel Delfino (23 v 1873 ; 22 x 1880)
e di Sampeyre (30 iv 1878 ; 30 xi 1879 ; 4 n e 17 xi 1885 ; 21 iv 1887):
terremoti tutti, insieme agli altri che per brevità non ò nominato,
prodotti dall'attività di un identico focolare, oppure di un poco esteso
radiante. Il centro inferiore trovasi presso Villanovetta, del quale
^'V^^'^V
PIEMONTE 683
icorderò, come esempio della sua tipica attività, la scossa del 7 marzo
Bdd (9-9^ Vs pom.)^ stata abbastanza forte e relativamente alquanto
stesa.
Alto Ixtcino del Po. — In questa regione abbiamo due centri sismici
lolto secondarli, il primo è situato nei pressi di Crissolo ed alla sua
ttivit& dobbiamo molte scosse leggere o mediocri tutte assai loca-
[zzate : per esempio : 15 e 18 xi 1888 ; 27 v^ 4 vm e 16 xu 1889 ; 13
1890. Il secondo, un po' più attivo, è sito vicino a Paesana : per
[ucsto incorderò le forti scosse suss. ivi sentite nel 26 xn 1887, nel 16
V* 1888 (susseguita per circa 30°" da altre sensibili) e nel 14 vm 1891.
ireneralmente tali scuotimenti si sentono anche a Saluzzo.
Saluzzo. — Presso Saluzzo ebbe suo centro il fortissimo terremoto
lei 2'2 I 1878 [1117], stato solo forte a Crissolo, ed a Pinerolo e lieve a
)ronero. Noto poi che una scossa del 25 xi di tale anno fu forte tanto
i Saluzzo quanto a Crissolo ed a Pinerolo.
Pi aerolese. — Questo distretto sismico comprende i bacini del Pel-
ice, del Chisone e della Dora Riparia fino a Condove.
Terremoto caratteristico è quello del 1808 [859] presentatosi sotto
forma di un lungo periodo sismico ; il centro principale si appalesò fra
Forre* Luserna e S. Germano. Però si ebbe a riscontrare qualche
spostamento di centro : per esempio le scosse del 16 e 18 aprile par-
irero irraggiate dall'alta valle del Chisone.
All'attività del centro principale ascrivo tutti i terremoti pinerolesi,
cioè quelli del 1311 [212], 1449 [309], 1607 [371], 1542? [409*], 1611?
[478], 1759 [726], 1858 [1037] e cosi pure la maggior parte delle scosse
leggiere, mediocri o forti, di cui abbiamo solo notizia per Pinerolo
ps. 1812 luglio 23 ; 1878 maggio 31 ; 1881 gennaio 31 ecc.), per Torre
(ps. : 1818 aprile 7 ecc.), per Luserna (1895 agosto-settembre.) ed anco
forse quelle di Cavour.
U secondo centro, però indeterminato, à dato il teiTemoto del 1753
[709] che causò danni nella vallata del Pellice^ del Chisone e di Susa.
Noto l'esistenza di un centro secondario ma ben individuato nella
valle della Dora Riparia, posto nei dintorni di Susa : la scossa, sentita
circa le 13^ del 20 aprile 1898 fu forte a Susa ed a Bussoleno, lieve a
Novalesca e passò inavvertita ad Usseglio, a Rubiana, a Coazze, ad
Exilles ed a Meana. Con questa si identifica pure l'altra sentita a Susa
il 15 aprile 1890 e con probabilità anche con il terremoto rovinoso del
1785 [799], propagatosi fortemente fino a Torino.
La dipendenza fra la sismicità della valle di Susa con quella dei
684 CAPITOLO rf
centri citati è anche dimostrata dal terremoto piemontese del l^-
[1173], che ebbe il suo epicentro fra Condove, Pinasca e Volvera. i
disopra di Pinerolo.
Noto che tutta questa regione insieme a parte del territorio di Cui:
partecipò in special modo al grande terremoto, che ebbe suo centr
nei pressi di Briangon, successo il 27 novembre 1884 [1159].
Bacino della Stura. — A due centri principali ed uno secondari'
il primo è posto al disopra di Ceres : (terremoto [1097] 1874). Taltr
nei pressi di Lanzo (terremoto [774] 1767) : all'attività di quest' ultìni
ascrivo pure le scosse più o meno sensibili sentite a Lanzo (ps. 1^ miif:^.
1886) ed a Coazzolo (ps. 20 gennaio 1892).
Il centro secondario, che trovasi nei dintorni di Balme, à dato un di
scroto numero di scosse di minor importanza (ps. 1887, 25 settembre
Torino. — Le notizie riguardanti i terremoti sentiti a Torino n :
risalgono oltre la metà del eccolo XVIII, volendo solo restringere
Tesame, come ò fatto nella parte prima, ai soli maggiori scuotimenti
Nel seguente elenco ò raccolto, oltre le date, la provenienza di ciascnn
terremoto e quando mi fu possibile V intensità avuta in Torino :
1753 Pinerolese, Susa, /or/tf; 1755 Lisbona; 1755 Vallese, mediocre; Htr:
Genova; 1802 Bresciano, leggiei*o\ 1808 Pinerolese, /(?r/tf ; 1810 Emilia, yb/V<.
1818 Liguria occ, mediocre-^ 1828 Vogherese-Bobbiese, /(?^'/^ ; 1830 Appenniiiu
Bolognese, leggiero ; 1831 Riviera Ligure occ, leggiero*^ 1832 Regg'ìano. %-
giero; 1834 Brescia, leggiero] 1854 S. Remo, forte; 1855 Vallese, mollo forfè.
1858 Pinerolese; 1873 Bellunese, leg^/iero; 1873 Emilia, leggiero; 1881 Savoin.
leggiero; 1884 Briancon, /or/e; 1886 Val di Susa e del Òhisone, fori^; 1.^7
Liguria occ., forassimo; 1891 Veronese, leggiero; 1892 Bara, leggiero.
Oltre a ciò molte altre scosse minori provenienti dai centi'i di Lanzo,
del Pinerolese, deir alto Po' dei distretti sismici della regione enneade,
e cosi pure qualcuna corocentrica alla Liguria occidentale ed al-
l'* Emilia si propagò più o meno sensibilmente fino a Torino.
Riguardo poi alle scosse, di cui abbiamo solo notizia per questi
città devono essere irraggiate, con ogni probabilità, dalle vicine valli :
ciò dicasi pure per quelle di Moncalieri.
Bacino della Dora Baltea. — L'attività sismica corocentrica del-
Palto bacino della Dora Baltea è prodotta dai seguenti centri ben
identificati:
a) del Piccolo S. Bernardo, che è il più attivo — Terremoti fortis-
simi del 1871 [1079], del 1877 [1115] e del 1880 [1129] : molte scosse
assai sensibili (ps. 1873 gennaio 20 ; 1882 febbraio 22 ; 1891 febbraio 9i.
h) del Monte Bianco : che à originato il veemente tetri
0.'! [B45] e le Bcosae del febbraio 1804.
e) del Gran San Bernardo, pure assai attivo. Scosse magg
gennaio ; 1868 7 febbraio ; 1881 9 giugno ; 1882 noveml
tre pareccliie più o meno sensibili.
Dall'uno o dall'altro di qnesti centri provenne il ten
agosto 1890, stato sensibile fra Pr6 St. Didier, Cormayeai
•to S. Bernardo.
Aosta nel 1869 fa artuta da un terremoto molto forte [1
lutnnno 1807 era stata intesa una scossa intensa che pare
nsibìle a Prè 8t. Didier. DI altri scuotimenti (ps. 1867 die
t(ì!> novembre 29 ; 1873 giugno 12 ; 1879 giugno 7) od ab!
nizia per Aosta o quivi risultano essere stati più intensi. T
rrcmoti io li ritengo corocentrici, dipendenti, cioè, da an
^tiotimento situato nei pressi delia città.
Due centri secondarii, che Anno dato un certo numero di
meno sensibili, si trovano presso Cogne e Chatìtion (ps. 1840
Fra Bard e Donnaz ebbe origine il caratteristico terremoi
,~il5| e varie scosse più o meno intense avvertite a Bard, fi
uHlIe del 15 febbraio 1875.
Quantunque Issime si trovi nella valle del Lys, nel cui )
remo esistere un altro centro secondario, tuttavia data la
anza a quello di Bard e considerando che nel citato terr
?92 issime ebbe a risentire qualche danno, io sono proclivi
ere all'attività di tale centro anche 1 terremoti che nel 1
onquassarono tale località.
Per Ivrea abbiamo il grande terremoto del 1676 [559], ce
i possono idcnlifìcare le scosso più o mono sensibili ma cor
vi sentite : (ps. 1824 febbraio 3-4 ; 1875 febbraio 14).
Ricorderò infine il piccolo centro di Gressoney la Trii
'alle del Lys, che h dato luogo a qnalche lieve manifesti
895 agosto 21).
niella. — La zona Biella. GragUa. Oropa costituisce una
cosse frequenii, ma tutte di leggiera o mediocre Intensi
naggioii manifestazioni ricorderò le seguenti: 1873 ngost
elibraio 11 ; 1880 agosto 2.
Alto bacino della Sesia. — Fra Alagna e Varallo abbiamo
secondari da cui irraggiarono terremoti abbastanza numero
mt-diocre o lieve intensità: il primo comprende la regione f
Kiva Valdobbia e Moiiia, le cui maggiori manifestazioni si
686 CAPITOLO n
dioori scosse sentite al 17 dicembre 1872 ed al 29 marzo 1878 ; l*altr<
fìra Varallo e Vocca, che ci à date le sensibili scosse del 21 marzo 18^
e deir 11 aprile 1892, oltre ad nn certo numero di più lievi conmc-
zioni, il cui elenco non è il caso di qui riportare:
Regione sismica delV Ossola. — Comprende tre centri, affatto seron
dar! : il primo fra Baceno e Mozzio, alla cui attività dobbiamo la fone
scossa del 1891 20 dicembre ; il secondo, fra Domodossola e Varzo.
(1885 novembre 20, mediocre ; 1895 dicembre 4, sensibile) ed il ter?*:
infine nei pressi di Omavasso (1882 febbraio 27, parecchie nel 1883-
1885).
TuttA la regione settentrionale del Piemonte, in ispecie quella si-
tuata fra la Dora Baltea e l'Ossola risente le manifestazioni del centro
di Visp nel Vallese (ps. terremoto 1855 [1023]; 1891 [1202]) e di queU.
situato nei pressi del Sempione (ps. 1880 [1130]).
Nella regione appenninica del Piemonte troviamo vari centri, i prin-
cipali dei quali sono i seguenti:
Alba. — I terremoti del 1549 [418*], del 1771 [753] e del 1786 [806
si identificarono fra loro e con le sensibilissime scosse sentite nei feb-
braio 1774 e 1775, neir 11 dicembre 1889 e con tutte le altre più o
meno sensibili di cui abbiamo notizia solo per Alba e forse anche
per Era.
Astigiano, — Il terremoto del 1275 [170J di S. Damiano, quello forte
di Castel Alfero successo nel 1765, come pure parecchie notizie di
scosse sentite in Asti, le cui date non corrispondono a quelle di ter-
remoti originati in focolari circostanti, ci rivelano la probabile esi-
stenza di un centro astigiano, del quale non sono riuscito a fissare
nemmeno approssimativamente la posizione.
Acqui. — Qualche scossa affatto localizzata fìi sentita in Acqui (ps.
1893 febbraio 16).
Ovada - Oavi, — Presso Ovada ebbero loro centro le scosse del 21-2*2
ottobre 1823 e del 6 luglio 1897; il terremoto fortissimo del 1680 [563
sembra sia stato corocentrico a Gavi. Noto infine che al 28 maggio 18? i
(7** V4 *^^0 ^^ft scossa piuttosto forte urtò Bazzaluzzo, Capriata. Ca-
stelvero, Castelletto, Silvano e Molare, riuscendo lieve a Novi, a Gavi.
e ad Ovada : tal^ manifestazione quindi non mi pare si possa identl-
PIEMONTE 687
are con quelle causate dal centro di Ovada, abbastanza ben identi-
ato, e nemmeno con il terremoto di Gavi testé ricordato.
Tortonese. — Il terremoto del 1845 [978] e la scossa del 1858 ebbero
loro centro sui colli di Garbagna e farono sentiti più o meno sensi-
Imente a Tortona : con questi io credo di poter identificare le scosse
l 1780 [7791 e del 20-22 settembre 1867 delle quali abbiamo solo no-
:ia per tale città, ed anche quella lieve del 4 luglio 1880 sentita a
)rtona, a Volpeglino, a Viguzzolo, a Volpedo ecc. Il tortonese par-
cipa in ispecie ai terremoti della Liguria occidentale ed a quelli ir-
ggiatl dai centri dell' Antola e dell' Ebro, e dell'alta valle della Stafferà
nello del 1828 causò qualche danno).
Tortona in occasione del terremoto del 30 aprile 801, soflTerse al-
iante (^) e cosi pure per quello successo nel giorno di Natale dell'anno
Ì22 C).
Il parossismo del 1846 [233], che sappiamo essere stato rovinoso in
lessandria, fece sprofondare molti tetti anche in Tortona, ove le
^osse, a diversi intervalli, perdurarono per quindici giorni (^).
Koto infine che nel vicino paese di Volpeglino fti sentito isolatamente
terremoto di Agram del 1880.
AUssandrixi. — Questa città venne spesso urtata da terremoti : faccio
eguire un elenco delle maggiori scosse ivi propagatesi indicando, per
uanto mi è possibile, l' intensità ivi spiegata ed il luogo di provenienza.
1301 Cuneo ; 1348 Villaco ; 1397 Bologna, /or/« : 1511 Friuli ; 1612 Nizzardo ;
642 Lombardia-Bmilìa, leggiero ; 1644 Nizzardo, forte ; 1802 Bresciano, me-
io€re\ 1818 Riviera lig. occ, lieve\ 1828 Vogherese; 1881 Bologna, lieve \
866 Messenìa, Ueve ; 1886 Val di Susa e di Chisone, mediocre ; 1887 Liguria
ce., fortissimo ; 1891 Veronese, mediocre ; 1896 Liguria occ. ; lleve\ 1898 Ap-
»6Duino Parmigiano, lieve.
Come ognuno paò vedere Alessandria risente molto facilmente le
commozioni irraggiate dai centri delle vicine regioni ; esse però, stando
ille notizie che posseggo, sono sempre riuscite innocue, eccezione fatta
>er quella del 1887.
Nella cronistoria si trovano descritti dei terremoti più o meno ro
(1/ o. Salice: Annali Tortonesi, Torino 1869, voi. l, pag. 100 (aggiunta alla i>ag. 14).
(2; op. clt , pag. 965^. Questa notizia, da aggiungere a quelle delle pagine 80-81 e
G£ (appendice] fu dal salice tolta da Ilario Malaspina, che la estrasse da un leggendario
delle monache di 8. Eufemia di Tortona.
{31 Op. cit., voi. n, pag. 62-63 (Torino 1870) — Notizia da aggiungere a quelle date a
|tt(r. 49 — veramente il Salice dice che al 22 gennaio comparve una grande massa
di vapori In cielo, veduta pur anco nelle circostanti terre, quindi, aggiunge che si
BeDtirono delle scosse per lo spazio di tempo suindicato,
w
688 CAPITOLO ni
vinosi per Alessandria, avvenuti negli anni 1369 [250], 1452 [1314] e
1510 [375]. Ma le notizie dei fenomeni sismici sentiti in quest'ul-
timo scorcio di specolo non ci porgono luce alcuna per rintracciare U
posizione del centro di scuotimento.
D'altra parte è uopo pure avvertire che Alessandria rimase danneg-
giata dal terremoto del 1346 [233], che sappiamo essere stato rovinoso r
quasi in Tortona (vedi a pag. 687 [3]) ed inteso fortemente a Monz<^:
e che fu inoltre sentito quello del 1541 [408], stato assai intenso a
Pavia ed anche, pare, nella Liguria.
III. - Lombardia
(Fio. 119).
La Lombardia, sismologicamente parlando, & per confini a N. lo
Alpi, ad W. il Terdoppio, a S. il Po e ad E. il Chiese ed in parte il
Mincio, perchè, come dirò più avanti, i centri del bacino benacensc —
posti tanto sulla sponda bresciana, quanto su quella veronese — mo-
strano, forse per la costituzione tectonica della regione, una evidente
connessione, in modo da costituire una ben distinta regione sismica.
Milanese. — Nella cronistoria sismica dei secoli XVIII e XIX tro-
viamo pochissime volte ricordata Milano fra le località state, sia pure
lievemente, danneggiate da movimenti sismici. Nei tempi antichi invece
i terremoti vi dovevano essere assai più frequenti e fatali giacchi*,
come racconta lo storico Giulini, nel 1216 i giudici del milanese or-
dinavano ai signori di ristabilire « le loro proprie case, i muri dellt^
quali servivano anche di recinto alla fortezza, ancorché fossero caduti
0 per terremoto o per opera dei nemici ».
Infatti troviamo menzionati da cronisti e da storici terremoti più ••
meno rovinosi per gli anni 890 [68], 940 [74], 1249 [159] e 1276 f 171 J:
ma per tali parossismi, senza alcuna particolareggiata notizia menzio-
nati, non sappiamo altro che causarono danni a Milano o tutto al più
vengono ricordati anche i dintorni come località fortemente colpite :
ciò rende a noi impossibile il poter stabilire non solo il centro, ma
anche se dette scosse siano stati fenomeni corocentrici od esocentrici
al territorio milanese.
Maggiore luce ci viene a portare il grande terremoto lombardo del
3 maggio 1473 [335], che sappiamo aver scosso violentemente il suolo
fra il Ticino e l'Adda con danni a Milano, a Pavia ed a Piacenza.
Si mostra in questo caso connessa la sisn^icità del territorio milanese
LOMBABDIA 689
e pavese con quella dell' Emilia. Ciò è atile ricordare, perchè in altre
occasioni tale fatto si è pure reso evidente. Cosi, ps. nel giorno 21 feb-
braio 1877 una scossa ondai, di origine piacentina urtò lievemente
Milaao ; altre poi di minor conto, che ebbero il loro epicentro nei
pressi di Salsomaggiore ^ di Borgo S. Donnino, furono in
eguale intensità tanto a Piacenza e Parma, qtianto a Slil
Monza.
Parecchi terremoti emiliani causarono danni n llilano, op
reno ivi intesi assai più intensamente che non r.cUe località cir
p». il terremoto del 12 febbraio 1806 [851*], stato rovinoso a 1
ed a Corre^^o, fu fortissimo a Milano, posto a Km. 145, m
solo forte a Mantova a Km. 35 ed a Verona a 70 ; fa sensìb
nova a 155 e lieve a Vicenza a Km. 100 circa.
Anche il terremoto del 1810 [867*], fortissimo a Novellara,
intensamente tanto a Milano, quanto a Parma, a Piacenza e(
tova, località assai più vicine al centro di ecaotimento. Pe
credo utile accennare che il terremoto del 26 febbraio 1885 [Il
fortissimo sai colli reggiani, fa fortemente inteso a Milano
parve solo leggiero a Sesto, a Vimercate od a Chignolo Po ;
grande terremoto dell'Appennino parmense del 4 marzo 1898
le cai onde macrosismiche interessarono quasi tutta 1' Italia s
Bpiegi!» un sensibile aumento di intensità nel territorio milane
masco.
Prescindendo da ciò, voglio qui ricordare un piccolo scd
avvenuto a 22" 8™ circa dell'8 agosto 1897 : fa questo lieve t
nure ed a Castel 8. Giovanni in provincia di Piacenza, a I
Lodigiano In quella di Milano ed a Soriasco sui colli dell' Oltr
vose, e passò inosservato nello località a queste circostant
scossa da tale minuscolo terremoto è assai ristretta, inietti fra
e Borghetto, le località più distanti, corrono appena una trentli
lometrl : ma 1' essere stato entro la zona colpita sentito da
con eguale intensità, ci fa ragionevolmente supporre che 1'
fuo tocolare, non sin troppo superficiale. Concludendo : abbi;
arca sismica che interessa il lembo estremo dell' Oltre Po {be
da quella del 1828) confinante con il territorio piacentino e e
lanese.
Ora. data la vicinanza che à tale zona a Piacenza ed a Pa
la facilità che anno i terremoti dell'Appennino emiliano (comi
biamo visto e come a tempo opportuno daremo altri csemp
pagarsi intensamente nei miliincs'', se. a mo' di esempio, am
uno scuotimento disastroso all'epicentro, potremo ragionevolm
porro che le vibrazioni macrosismiche abbiano tale potenziali
BuuTTA 1 Ttrrtmoti ecc>
690 CAPITOLO ni
care danni anche agli edificii di Milano. E per avvalorare maggiormente
la supposizione fatta posso aggiungere che i cronisti e gli storici che
ci diedero notizia del terremoto del 1473, non menzionano fra i luoghi
danneggiati né Como, né altre località poste più a nord di Milano.
A parte tali considerazioni, è utile pure «tener presente che eslBie un
piccolo centro sismico, il quale, per le poche notizie che possiedo, non
mi risulta ben individuato : verso le 5** del 3 dicembre 1898, a Milano,
a Monza e ad Abbiategrasso furono intese due sensibili scosse che
parvero suss., le quali, con quasi eguale intensità furono percepite in
altre località fra cui Bernate, Moltrasio, Magenta, Vigevano, Garlasco
e Gorgonzola ; e molto più leggermente entro una zona assai allungata,
ai cui limiti stanno Arcisate, Galliate. Sannazzaro de' Burgondi, Vo-
ghera, alcuni paesi dei colli dell' Oltre Po Pavese - Zavattarello escluso -
Corteolona, Codogno ecc. : terremoto che per le ragioni note deve esser
partito da regioni abbastanza profonde.
Fra i terremoti esocentrici sentiti a Milano è necessario ricordare
come principali, i seguenti :
a) provenienti dal Bergamasco : 1295, 1576, 1642, 1661, 1781, 1884
— h) dal Bresciano e Cremonese: 1222, 1287, 1786, 1802, 1894 -
e) dair Oltre Po Pavese : 1828 — d) dall' Emilia : 1383, 1522, 1796.
1806, 1810, 1818, 1832, 1834, 1857, 1873, 1885, 1895, 1898 — e) dal
Piemonte : 1808, 1886 — f) dal bacino gardense : 1826, 1879, 1892 —
g) dal Veneto: 1117, 1277, 1348, 1511, 1695, 1836, 1873, 1891 1895 — A.
dalla Romagna, Toscana e Marche : 1741, 1834, 1846, 1873, 1875 — i)
dalla Riviera ligure : 1751 (levante) ; 1818, 1854, 1887 (ponente) — l) da
Sondrio e dal Vallesc : 1755, 1851, 1855, 1880 — m) da Lisbona : 1755.
Alcuni di (luesti terremoti esocentrici causarono danni più o meno
sensibili anche a Milano : cosi, quello veneto del 1117 [106] fece cadere
case, chiese ed altri edificii, fra cui la torre del patrio consiglio;
quello bresciano del 1222 [140] deve aver infortì guasti non lievi se
la popolazione — come narrano i cronisti — si tenne lontana dallo
case per oltre una settimana. Il terremoto dell'Alta Lombardia del l-'95
[193] apportò pure notevoli danni agli edificii : quello del 1642 [516]
fece cadere il campanile di S. Stefano : infine dirò che lo scuotimento
del 17 aprile 1786 [804], che sembra irraggiato dai pressi di Crema,
mentre fu lieve a Milano, fu forte a Monza e molto più a Liscate, ove
fece rovinare qualche vecchia casa. Ò già ricordato il terremoto di
Novellara del 1806, che a Milano fu molto forte, ed infine dirò che
ebbe pure eguale intensità quello corocentrico della Valtellina del 1851.
Monza, — Questa città si trova compresa neirarea interessata dalla
scossa del 3 dicembre 1898, già ricordata. Di un terremoto successo al
LOMBARDIA
26 novembre 1369 [261]. sapendo ao]o che fece rovinare alca
Monza, non riesce possibile il poterne fissare, anche con lo
prossimazione la (irovenienza. In generale tale città partecip
moti cbe scossero Milano ed è menzionata fra i laog^hi forteme
dallo scnotimento di origine piemontese del 1346.
Lodigiano. — Per Lodi trovo ricordato un terremoto rov
cesso nell'anno 290 [28] ; questa notizia, se veritiera, non av<
riscontro con le date dei parossismi bresciani o milanesi od
ci potrebbe rivelare la presenza di qnalcliu eentro pifi o me:
Ò gi& parlato della partecipazione che deve il suo bìrritorio a
sismici del vicino piacentino, e come Borgbetto sia comp
zona scossa dal piccolo terremoto del 1897, Ora forse all' i
tale ignoto centro si debbono ascrivere quei terremoti, di cu
solo notizia per Lodi, oppure ritenerli cansate dal risveglio e
focolare situato nel bresciano, nei pressi di Soncino, Ticcngi
cui parlerò a sno tempo. Noto infine che Lodi partecipò ali
stazioni sismiche che agitarono il suolo milanese. : vi giunsi
il terremoto veneto del 1117, fortissimo quello di Cremona
di Villaco del 1348, forte il parmigiano dei 1383, il bergai
15t97, il tVinlano del 1511, il bergamasco-parmigiano del 164*2 •
del 1695. Riuscì inoltre sensibile in Lodi il terremoto di
del 1749 0 quello di Troviglio del 1781 : infine fu molto foi
di Orzinovi e di Soncino del 1802.
Pavia. — All' 11 novembre 1826 nn terremoto molto forte
il (;entro nella campagna pavese, a piccolissima distanza d;
la qnaie fu danneggiata dal terremoto voglierese-bobbieBe
nella cui area mcsosismica passarono invece inosservate ie
1826. Forse all'attività di tale centro appartengono pure le i
che vari cronisti dicono ivi sentite nella notte del 30 dicem!
Pavia fu rovinata dal grande terremoto veneto del lin
come abbiamo visto, per quello del 1276 : qualche lieve dan
in occasione del parossismo del 1541 e del 1828, irraggiato
limo dalla regione montuosa del voghcrese e del hobbicse. I
inoltre sentiti i terremoti del bresciano (1802. 1894} : alcuni p
dal bacino del Bcnaco (1826, 1879), dalla Liguria occidenl
1887) dall' Emilia (1898), dal Veneto (1873, 1891, 1894), di
|'I895), dalla Romagna (1875) dal Mantovano, (1891) ecc. An
posilo del terremoto veronese del 1894 giova ricordare (
venne in tale occasione isolatamente commossa.
Presso Pavia abbiamo due località che sebbene con non I
692
CAPITOLO m
quenza, danno notizie di scosse, che sembrano assai localizzate, op-
pure che si scuotono sensibilmente in occasione di terremoti esocentrici
che interessano la Lombardia : esse sono Casorate Primo e Garlasco :
per la prima ricorderò la sensibile scosf^a delle 19*» 50" del 4 marz >
1898 : per la seconda le due lievi sentite a 9** 40" pom. del 2 settem-
bre 1891 e Taltra avvenuta a 1^ ant. circa del 14 luglio 1892, V nlHmn
delle quali risultò di parecchie riprese.
Oltre Po Pavese. — I colli dell' Oltre Po Pavese partecipano ai
movimenti sismici della Lombardia, della Liguria e dell' Emilia e più
raramente a quelli del veneto : nella parte montuosa abbiamo un centn»
Fio. 119.
sismico nei pressi di Roccasusella al quale dobbiamo il terremoto ro-
vinoso del 1828 [920], la scossa molto forte del 1894 [1242], il terremoto
del 1824 [902] e con probabilità anche il piccolo scuotimento sentilo
in Voghera a o^ ant. del 14 settembre 1829.
I terremoti provenienti dal centi'o o dai centri dell'Àntola e del-
l' Ebro, mentre furono intesi a Bobbio, a Varzi ed a Tortona, passa-
rono inosservati a Voghera.
II terremoto di Cella di Bobbio del 1784 [795], che sappiamo es^
sere stato inteso con eguale veemenza nei villaggi circostanti entro un
raggio di 7 leghe, con grande probabilità non dipendo dall'attività di
i
ano speciale centro alamico, ma bensì di qnello dianzi ric<
difficilmente dal focolare tortonese di Garbagna.
Chmo. — E^li è diffìcile il poter stabilire ee il terremo
[206] sia corocentrico, oppure 8Ì debba ritenere causato da
qualche centro, situato altrove, ps, nel milanese. Questa lo<
presa nella zona scoBsa dal piccolo terremoto del 3 die
(cf^. pag. 690). A Como fu forte o molto forte il disastros
del milanese del 1473 e molto forte quello del ValIcBC del
rovinoso il veneto del 1117. Fu inoltre sentito più o meno i
il terremoto bergamasco del 1295. il friulano del 1511,
del 1873. l'emiliano del 1873, quello del bacino gardens
di Sondrio del 1882. il bergamasco del 1884, il piemontese
ligure del 1887, il veronese del 1891, quello di Lubia'
ed infine il movimento sismico irraggiato dall'Appennino
nel dì 4 marzo 1898.
Lecco. — Il terremoto del 20 maggio 1887 [1178] ebbe
superflciftle presso Valtnadrera. sulla sponda destra del 1;
con la scossa del 5 marzo 1694 [1236] ì paesi più colpiti
stello. Lecco e Maggianico, con un massimo di effetti in <
località, ove dopo lo scuotimento principale fu awertiu
di minor conto. Alt'attivitJl di uno di questi due centri (e
liilitA a quella del secondo) si deve ascrivere il terremoto
1695 [589], che in Lecco produsse solo qualche lieve danr
panico grandissimo nella popolazione.
Bergamo. — Nel 1280 [178*] fu sentito un « grande »
cui data coincide con quella di un parossismo che con cgi
colpi Bologna; nel 1295 [193] un'altro apportò gravi danr
molti ediflcii della quale caddero ancora per identica ragioi
26 dicembre 1397 [271] ; fortissimi riuscirono gli scuotime
nel 26 settembre 1576 [447], nella notte 8-9 marzo 1593 |
.'igosto 1606 [472] e nel dicembre 1857 [1341]. Di tutti ques
od abbiamo solo notizie riguardanti Bergamo, oppure ris
essere stati più intensi che non altrove.
Il terremoto del liìGI [54C|, fu disastroso ad Albino, a
metri a NE. di Bergamo, nella valle Seriana, la qua
stata urtata da altra veemente concussione successa il
15.5."» [422], che determinò grandi franamenti nei monti (
Dato ciò, ci troviamo ad avere una zona sismica alla cui
694 CAPITOLO irr
siamo forse ascrivere anche i terremoti bergamaschi più sopra ri-
cordati.
Anche il parossismo del 13 giugno 1642 [516*], che causò molti
danni a Bergamo, che in Milano fece rovinare il campanile di S. Stefano,
e che fu forte a Lecco, a Lodi e molto più a Parma (giacché ivi sap-
piamo che fece cadere molti comignoli) ed un po' meno a Mantova,
pare abbia avuto suo centro nel bergamasco, quantunque la intensità
spiegata a Parma possa far supporre il risveglio di altro centro sismico,
oppure che cause litologiche e tectoniche abbiano fatto aumentare —
come ò già detto — notevolmente V intensità degli effetti prodotti.
Riguardo ai terremoti esocentrici si propagarono in Bergamo i se-
guenti : dal Cremasco 1786, dal Bresciano 1894, dall' Emilia 1873, 1898.
dalla regione benacense 1892, dal Veneto 365, 1117, 1873, 1891 e 1892.
dalla Valtellina 1851, da Lubiana 1895, dalla Liguria 1887, dalla Mes-
senia 1886, ecc. ecc.
A NE. sui monti di Castione, fra TOglio ed il Serio, avvi un centro
sismico ben identificato alla cui attività dobbiamo la scossa del 27 feb-
braio 1882 [1144].
A mezzodì di Bergamo un nuovo focolare sismico si trova nei pressi
di Treviglio : nel terremoto abbastanza forte del 12 settembre 1884
[1158] l'area mesosismica comprende Pontoglio, Treviglio ed altre lo-
calità circostanti fra l'Oglio e l'Adda : allo stesso centro è pure da
ascriversi la scossa del 10 settembre 1781 [785] stata fortissima fra
Cassano, Treviglio e Caravaggio.
Nel basso bacino del Serio abbiamo Crema che nel 1786 [804*J sofi'ri
danni per un terremoto stato fortissimo anche a Piacenza, a Parma e
nei pressi di Milano: ma vedremo che la sismicità di questa città di-
mostrasi collegata con quella di un attivo centro bresciano.
Sondrio. — Il grande terremoto del 1851 [1000] fu fortissimo a Chia-
venna, a Colico, a Morbegno, a Sondrio, a Bolladore, a Grossotto ed
a Tirano, vale a dire urtò in modo precipuo l' intera zona racchiusa
fra l'alto bacino dell'Adda e quello del Liro : ora, entro questa zona
troviamo due centri sismici principali ed altri secondarli : il primo
posto nei pressi di Bormio, è messo in luce dal ten'emoto del 14 di-
cembre 1887 [1184], stato appena sensibile a Sondrio. D'altra parte
invece la scossa del 22 dicembre 1891 [1212], stata più che altrove in-
tensa in tale città ed a Torre 8. Maria in Val Malenco, ci pone in
evidenza la posizione del secondo.
Un centro secondario si trova fra Tirano e Grossotto : non ha dato
che movimenti di minor importanza, fra i quali la forte scossa sentita
verso le 3** del 13 novembre 1895.
LOAfBARDIA 695
Poco dopo il mezzodì del 12 dicembre 1874 fu sentito allo Stelvio
uno scuotimento assai forte, ed altri simili si trovano registrati nei
cataloghi del terremoti e pare siano irraggiati dai pressi di tale monte,
come lo farebbe supporre quella del 4 settembre 1897 : forse tali mo-
vimenti sismici si possono identificare per provenienza con quelli di
Bormio.
Infine ò a suo luogo notato che la catastrofe di Piuro del 1618 [488],
più. che vero terremoto si debba considerare come un grande scivola-
mento di terreni.
Riguardo ai terremoti esocentrici si può dire che questa regione ri-
sente della attività sismica dei centri d'oltr'alpe, di quelli del berga-
masco (1723, 1882, 1892) e che qualche terremoto della riviera gardense
(ps. 1879), del veronese (ps. 1891), del bresciano (ps. 1894) e della
Liguria Occidentale (ps. 1887), di Lubiana (1895), del trevigiano
(1895) si fece sentire con varia intensità, però in generale non notevole.
Bresciano. — Prescindendo dalla regione del Garda, di cui parlerò
più avanti, nel bresciano dobbiamo distìnguere due centri sismici prin-
cipali, individuati dai terremoti del 1802 e del 1894.
Il primo [843] fu rovinoso da Orzinovi a Crema e da Fontanella a
Casalbuttano, mentre a Brescia fu scossa solo lievemente : nelPaltro
[1244] invece tale città si trova inclusa nella zona mesosismica e le
località più danneggiate nel 1802 a questa sono esteriori. All'attività
del primo, posto forse nei pressi di Soncino, dobbiamo ascrivere le
scosse che nel maggio 1789 tennero in allarme la popolazione di tale
paese, e forse anche il terremoto lodigiano del 290 [28] già ricordato.
Considerando poi che nel 1802 Crema sofiT*! gravi danni, trovandosi
essa appena esteriormente alla zona epicentrale del nostro terremoto,
con ogni probabilità il parossismo del 1786 [804] (cfr. pag, 690), si può
ritenere una manifestazione dello stesso centro sismico.
All'attività del secondo fra i principali •— quello che à dato il ter-
remoto del 1894 — io asr.rivo i terremoti che sappiamo riusciti più o
meno fatali a Brescia e dintorni, quali quelli del 1064 [95], del 1222
[140] — uno dei maggiori ricordati nella storia sismica della Lom-
bardia — del 1223 [142], del 1471 [332], del 1540 [406], del 1601 [467],
del 1615 [483], del 1774 [763], del 1S39 [961] e forse anche quello del
1197 [132]. Parecchie sono poi le scosse forti-leggiere date da questo
centro : ma per brevità non credo opportuno citare esempi.
Nel bresciano poi abbiamo vari altri centri di secondaria importanza
nell'alto bacino dell'Oglio (Breno, Lovere), in quello del Mella (Collio)
ed in vai Sabbia.
I centri di Breno e di Collio anno dato parecchie scosse in generale
^'J
696 CAPITOLO m
tutte leggiere ed oltremodo localizzate: a quello di Lovere dobbìani<-
il terremoto del 20 marzo 1724 [637] ed il gagliardo scaotimento dei
7 dicembre 1888 : al focolare di vai Sabbia il terremoto del 24 ^a^o
1826 [908] e le varie scosse state maggiormente intense a Bagolino ecc.
Riguardo al terremoto del 1826 aggiimgo che si può identificare con
quello accaduto nel novembre 1898 [1361] : in ambedue 1 casi la mas-
sima intensità fu nella vai Sabbia, ma si commosse violentemente anche
parte della riviera gardense : però V intensità e l'area di scuotimenl»
del primo furono di gran lunga maggiori che non nel secondo.
Fra i principali terremoti esocentrici sentiti in Brescia, ricorderò
che in primo luogo tale città deve avere sofferto per il parossismo
veneto del 1117, che vi riusci rovinoso anche quello veronese del 1183
e fortissimo il cremonese del 1799. Furono ivi inoltre sentiti con varia
intensità il terremoto cremonese del 1513, i benacensi del 1826, 1879 e
1892, i bergamaschi del 1882, 1884, i veronesi del 1891, 1892 e 1894
(isolatamente), l'asolano del 1836, il bellunese del 1873, quello della
Carniola del 1895, gli emiliani del 1834, 1857 e 1898, il valtellinese
del 1851, il ligure del 1887 e quello di Pontremoli del 1834.
Cremonese. — Presso Cremona avvi un altro centì'o di scuotimento :
sappiamo che il terremoto del 6 settembre 1829 [922] colpì più inten-
samente la città che non i paesi circonvicini : con questo si identifi-
cano quello rovinoso del 1287 [186], il « terribilissimo » del 1439 [301],
i due molto forti sentiti nel 1522 [385] e nel 1741 [682], il fortissimo
del 1529 [390], molti altri di minor conto e forse anche quello del
1779 [838].
Cremona fu danneggiata dal terremoto del 1222 (bresciano) e da
quello successo al 1348 (Villaco- Veneto) : furono ivi avvertite sensibil-
mente fra gli altri il terremoto bresciano del 1802, quello cremasco del
1786, il valtellinese del 1851, il veronese del 1891, quello di Lubiana
del 1895 ecc. ecc.
Mantovano, — Nel distretto sismico mantovano abbiamo vari centri
sismici : uno secondario nei pressi di Mosio alla cui attività si debbono
molte scosse localizzate, delle quali solo le maggiori — ps. quella sen-
tita verso le 6^ V? ant. del 4 novembre 1889 — si propagano anche
lievemente all' intorno. Dei centri principali uno appartiene al bacino
del Benaco e di ciò parlerò più avanti ; l'altro è situato fra Goito e
Mantova, località comprese nella zona mesosismica del terremoto del
1693 [585*], che può ritenersi come il tipico. All'attività di questo
ascrivo le varie scosse di minor conto di cui abbiamo solo notizia per
Marmirolo e che a tale luoofo sembrano localizzate.
BACIKO BEKACÈKSE 697
Rign^ardo i terremoti esocentrici dirò che a Mantova si avvertirono
n ispecie quelli irraggiati dai centri veneti (365, 1695, 1836, 1873, 1891,
1895), lombardi (1642, 1781, 1786, 1802, 1826, 1828, 1851, 1894) ed
emiliani (1570, 1806, 1818, 1831, 1832, 1857, 1864, 1874, 1889 e 1898) :
fa inoltre sentito sensibilmente qualcuno dei maggiori terremoti pro-
venienti dalla Romagna (1828, 1875), dalle Marche (1741, 1873), dalla
Liguria (1887), dal Vallese (1855), dalle Apuane (1834), dalla Carniola
[1895) e dall'Oriente (1743, 1886).
Alcuni fra questi terremoti esocentrici vi causarono anche danni :
ps. il veneto del 365 ed il bergamasco del 1642 : quello marchigiano
del 1741 fece aprire qualche lieve lesione, e quello reggiano del 1818
determinò la caduta di alcuni comignoli, mentre fa senza il menomo
pregiudizio sentito a Modena.
IV. - Bacino Benacense
(FiG. 119).
La delimitazione dei confini del distretto sismico bresciano, mentre
riesce, come si è detto, assai netta dalla parte di occidente^ altrettanto
è poco chiara da quella di oriente : cosi a mo' d'esempio vediamo che
il terremoto del 5 gennaio 1892 [1213] presentò su ambedue le sponde
del Iago di Garda una spiccata identità di caratteri ; quello del 15
giugno 1891 [1354] interessò con la sua area mesosismica la parte me-
ridionale del bacino, riuscendo essa egualmente espansa sopra le due
opposte sponde del Mincio.
Il distretto sismico benacense, la cui sismicità costituisce il vero
anello di congiunzione fl:a quella della Lombardia e del Veneto, è de-
limitato ad oriente dall'Adige e ad occidente dal Chiese ; in esso si
trovano parecchi centri sismici, alcuni dei quali — ps. quelli di Salò,
di Malcesine e Cassone — anno dato e danno luogo a terremoti assai
localizzati e fì-equenti ; altri invece producono parossismi che urtano
tanto la riviera bresciana quanto quella veronese.
Sulla riviera brescianaabbiamo anzitutto il centro di Desènzano che à
dato luogo a parecchi scuotimenti, alcuni dei quali anche abbastanza
forti, come sarebbe quello successo verso le 4** ant. del 2 maggio 1866Ì
al centro di Salò sono pure da attribuire parecchie scosse di terre-
moto, alcune delle quali pure assai intense. Gargnano venne fra altro
urtato da un violento terremoto corocentrico nel febbraio 1879 [1124],
ed infine abbiamo un altro centro presso Riva, in vai di Ledro, alla
cui attività si deve il terremoto del 28 luglio 1783 [791].
698 CAPITOLO IV
Sulla sponda veronese troviamo il distretto del Monte Baldo con li
serie dei suoi terremoti localizzati a Malcesine, a Cassone, a Castellet!*.-
di Monte Brenzone, a Ferrara di Monte Baldo ecc., preseDtanti^i
sempre sotto forma di lunghi, interminabili periodi di scuotimenti a
vari massimi, acc;ompagnati da rombi e da detonazioni frequenti, ai-
cune delle quali anche non susseguite da sensibile movimento di suo!<>:
i principali di questi periodi sismici si ebbero negli anni 1703 {\0'2l
1809-10 L864], 1866 [1059], 1868 [1064], 1876-77 [1106], 1879 [1124], ISS'2
[1346] ed altri minori nel 1782, nel 1870, nel 1880 ecc. (')
Nella parte meridionale del lago troviamo un nuovo centro messo in
luce dalla scossa avvenuta ad 8*» */« pom. circa del 26 settembre 1883.
che pare abbia avuto la sua massima intensità fra Cola e Doraeg-liano.
Dei terremoti che anno urtato ambedue le sponde ò già menzionalo
quello del 5 gennaio 1892 [1213], il cui centro superficiale si trova l'orse
nel bacino del Garda, avendo spiegato la sua massima intensità a Cam-
pazzi, a Salò, a Gargnano, a Vobamo, a Barbarano, a Soprazocco ecc.
Quello del 15 giugno 1891 [1354] interessò in special modo la zona
dell'alto bacino del Mincio in cui stanno Ponti, S. Martino, Castelnuovo
e Peschiera.
Per meglio far vedere il legame che unisce i centri delle due op-
poste sponde ricorderò che durante i vari periodi sismici del Baldo,
spesso si ebbe a notare un risveglio violento anche dei centri della
riviera bresciana : cosi la forte scossa di Desenzano più indietro ricor-
data (1866) avvenne dopo che sul principio d'aprile eransi cominciati
a sentire in Cassone rombi e tremiti del suolo e prima del vivace in-
cremento di manifestazioni sismiche iniziatosi con il 13 giugno suc-
cessivo : il terremoto di Gargnano, avvenuto a 7** 7* ^^^' ^^^ ^^ ^^^
braio 1879, accadde appunto dopo che dal gennaio Malcesine era tra-
vagliata da scosse più o meno sensibili, le quali nella predetta gior-
nata divennero moderate e quindi sempre meno intense e numerose nel
marzo, aprile e maggio successivo
Fra i terremoti esocentrici sentiti in questa regione, predominano
quelli provenienti dal vicino veronese e dai centri bresciani ; in minor
numero si sentono quelli causati dal risveglio di altri focolari sismici
della Lombardia, del Veneto, dell' Emilia ecc.
(1] Nella primavera deiranno 1899 alcuni eriomaU divul^rono la notizia di un ac-
centuato e violento perioio di scosse nel Baldo: ricerche da me tAtte fi supposti fenom,
iism. del M, Baldo ecc.) anno messo in evidenza la insussistenza di tale asserto.
VENETO 699
V. - Veneto
(Fio. 120).
Lia regione veneta à per confini, sismologicamente parlando, a sud
il Po, ad est il mare e le Alpi del Friuli, a nord pure le Alpi, ad
ovest l'Adige : in essa troviamo vari distretti sismici con un numero
grandissimo di centri, alcuni dei quali anno dato anche in questi ul-
timi anni terremoti noti per i danni causati.
Veronese. — La storia sismica veronese, redatta con grande cura
dal Prof. Agostino Goiran, k messo in luce moltissimi terremoti i quali
anno conquassato Verona ; ma disgraziatamente per la maggior parte
di tali parossimi non abbiamo altre notizie che quelle riguardanti solo
la città. I maggiori registrati nella cronistoria, riusciti più o meno
fanesti agli abitanti e dannosi agli edifici, sono i seguenti, che pos-
siamo ritenere corocentrici al veronese : 243 o 245 [23], 254 [24], 793
L59], 894 [70], 1001 [9l], 1095 [100], 1183 [127], 1277 [174], 1298 [198],
1334 [227], 136'^ [248], 1403 [275], 1410 [284], 1445 [304], 1487 [346],
1492 [352], 1670 [655] e 1683 [565].
Quelli accaduti negli anni 793 e 1298 anno spiegata la stessa in-
tensità anche nella regione circostante alla città : quello del 1095 fu
sentito in molti luoghi della Lombardia ; quello del 1277 a Milano :
quello del 1403 fu fortissimo a Belluno e si propagò in Lombardia :
quello del 1410 fu pure fortissimo a Belluno : infine quello del 1670
sappiamo essere stato assai gagliardo a Vicenza e che si propagò a
Venezia e nel Tirolo. Anche per questi ultimi pare che la località più
colpita sia stata Verona.
Considerando il grande periodo sismico, iniziatosi con il giorno
7 giugno 1891 [1205], troviamo che la scossa principale riuscì rovinosa
specie entro una zona elittica fra Badia Calavena e Tregnago in vai
d' lllasi ; furono inoltre scosse violentemente le località circostanti del
territorio vicentino e veronese e Verona stessa non andò esente da
danni : io credo che il risveglio di tale radiante o centro si vicino alla
città, sia stato la causa dei gravi danni risentiti negli anni succitati :
con ciò però non voglio escludere l'esistenza di qualche altro centro
locale fomite di piccoli scuotimenti.
Alla grande scossa del 7 giugno tennero dietro numerose repliche
che interessarono specialmente i luoghi più colpiti : verso il dicembre
1891. mentre, cioè, l'attività del focolare di vai d' lllasi andava sce-
700 CAPITOLO V
mando, le manifestazioni sismiche mostrarono una spiccata tendenza &
trasportare la loro sede ad occidente del centro primitivo, cioè, versu
la regione benacense, ove al 5 gennaio 1892 [121H] si ebbe qael for-
tissimo parossismo che interessò ambedue le sponde del lago, del quale
ò più sopra parlato (cfr. pag. 697-98).
Se consideriamo però i vari massimi sismici secondali vediamo cbf
— rarissime eccezioni fatte, quantunque Tarea entro cui sono stali
maggiormente inte^ abbia oscillato un po' a levante ed un po' ad oc-
cidente della zona pleistosismica del 7 giugno (e si capisce facilmente
giacché le scosse susseguenti ebbero ad agire su edifici già in parte
diruti, ovvero più o meno sconnessi) — si possono ritenere vere
repliche della scossa principale. Fra le eccezioni, oltre all'accennato
terremoto del 5 gennaio 1892, ricorderò la scossa del 15 giugno 18^1
[1354] che colpi i dintorni di Peschiera e di Sommacampagna, e quella
del 7 giugno (5*» V4 PO ^^ ^1® anno, la quale sembra essere stata pia
intensa a Crespadoro : della seconda ò già avuto occasione di parlare,
dell' ultima mi riservo di dire più oltre due parole.
Nel veronese troviamo un altro centro sismico ben individuato nei
pressi di Sanguinetto, alla cui attività dobbiamo ascrivere come tipico
il periodo di scuotimenti localizzati sentiti nell'ottobre 1841 [972] e
parecchie altre scosse di minor conto.
Fra i terremoti esocentrici causarono danni gravi od abbastanza
rilevanti gli scuotimenti del 365 (bellunese), del 1117 (veneto), del 1222
(bresciano) e del 1348 (Villaco) ; minori quelli del 1295 (bergamasco),
dal 1504-5 (Bologna), del 1511 (Friuli), del J695 (Trevigiano) e del
1873 (bellunese) : si propagarono inoltre più o meno sensibilmente 1
seguenti provenienti: a) dal bresciano: 1799, 1802, 1826, J879, 18H4,
1894 - b) dal vicentino : 1833, 1897 - e) dal trevigiano e dal bellunese :
1756, 1836, 1859, 1860, 1890, 1893 - d) dal Friuli, dalla Venezia e
territorio al di là delle Alpi: 1516, 1690, 1739, 1857, 1892, 1«95,
- d) dal ferrarese: 1796, 1898 - e) dall' Emilia e Romagna : 1501, 1671,
1738, 1774, 1796, 1806, 1810, 1811, 1818, 1830, 1832, 1834, 1857, 1869,
1875, 1881, 1885, 1887, 1888, 3895 e 1898 - e) dalle altre regioni lom-
barde : 1249, 1397, 1693, 1828 - f) dalla Liguria occidentale: 1854,
1887 - g) dal Vallese 1880 (isolatamente).
Vicentino. — Le stesse difficoltà che abbiamo trovato per Verona,
cioè l'aggruppamento delle notizie intorno al maggior centro abitato,
ci rendono assai malagevole la individuazione dei focolari sismici vi-
centini. Del periodo di scuotimenti veronesi, iniziatosi con il 1891, al-
meno le maggiori manifestazioni non solo anno interessato con la zona
di grave scuotimento qualche località del vicentino, ma si sono propa-
ì
^atì fortemente fino a Vicenza : tattaria dal confronto
massimi eÌBinici che ànuo colpito le due città si ricono
identificano ; come pure amo ricordare che la scosea i
1810 fa molto più gagliarda a Vicenza che non a Vere
dicasi di quella del 4 aprile 1833 [938*], la quale in Vi
da due repliche di minor conto, passato inosservate a
Conviene pure tener presente che nelle stessa gior
lentemente era commossa la regione veronese fra Tr
Calavena, veniva pure, verso le S"" V4 pom., sentita a
scossa fortissima, giudicata più intensa di quella dell
proveniente daH'anzidetto focolare e stata molto forte
AltisMmo.
Q^-S^-^^
0
FiQ. 120.
Presso Recoaro ebbe suo centro il terremoto del i
[1271] ed infine a Sant'Orso più che altrove f\i gagliai
gennaio 1815 [S??], propagatosi solo leggermente a VI
Altri centri secondari si ftnno nei pressi di Valli d
Areiero : questi due focolari, che mutuamente si influen
manifestazioni, non si possono però identificare, perct
sentita verso la mezzanotte fra il 30 ed il 31 agosto
3U8s.-ond. ad Arsiero e solo mediocre a Valli, mentre (
braio 1895 (IS" ■/, circa) fu forte in tale località e n
siero. Inoltre bisogna tener presente che quest' altjma
a Recoaro e lieve a Sant'Orso e che passò inavvertite
ad Ala od a Bosco Chiesanuova, il che ci prova e
I distinto eziaodio dai già ricordati di Bocoaro, di Sanf Oi^i.
jpadoro, di Tregaago ed anco da qaello di Aia. L'esistenza
lite focoiare poi ci è rlveiata daiie scosse del 31 gennaio IS'.''!
lag. 595] sentite poco dopo cbe Recoaro era stato artato dj
jicnti abbastanza intensi [1271]. Quello avvenato verso le ore
^/^ del 18 agosto 1897 ad Aia fu forte, brevissimo e snssnl-
n modo da sembrare l'effetto di nna grande eeplosione : a Vali.
a atessa intensità e riuscì meno sensibile a Crespadoro. a Po-
Rovereto.
•0 centro secondarlo si trova presso Nove, alla cni attività ascrivo
isa del 3 aprile 1887, propagatasi da Uason ad AgngUauo, e se-
a None, da due repliche, una mediocre, a 10^ pom. circa, i-
mcno sensibile verso la mezzanotte. Con questa si identifici
nella avvenuta a IO' ant. circa del 29 maggio l><87. stata fork-
a None, meno a MarosUca e meno ancora a Bassano.
:he Bassano spesse volte fa urtato da terremoti, ma tale località.
3gicamente parlando, come si vedrà In seguito, si ^igmppa molto
^icamente al distretto sismico trevigiano.
adunque, dovendo escludere il focolare di Tregnago come IV'-
ei terremoti vicentini, e considerata la presenza al nord di Vi
di varii centri. I quali in quest'ultimi tempi anno dato terremoij
anza numerosi, quantunque di intensità relativamente leggiera.
lo che i vari parofisismì, dei quali abbiamo notìzia solo per Viccnz»
lono ritenere di origine locale e forse rappresentanti le maggiori
stazioni di qualcuno dei centri ricordati.
iù grandi terremoti coroccntricl riasciti dannosi a Vicenza sono
accaduti negli anni seguenti: 238 [22], 260-61 [27], 1242 [151'.
ÌOil, 1373 [252], 1375-76 [254], 1385 [259] e 1520 [381].
nardo il parossismo del 238 il cronista Castellini diceche fu più
:o in altri luoghi; quello del 260-61 fa intenso anche a Padova:
del 1520 fu forte pure nel territorio. Infine aggiungerò cbo
>timento sentito nel giorno 4 aprile 1833 [938*1 fu forte anche
ma.
parossismo del 1591 [454], che fece cadere In Vicenza molli co-
li, parlerò in seguito,
nardo i terremoti esocentrici sentiti a Vicenza, noto i segnenii
loro provenienza :
Veneto 1348. 1511, 1670. 1695, 1717, 1743, 1776, 1788, 1789. 1812.
1859, 1860, 1873, 1879, 1880 (Agram), 1890^^1891, 1892, 1893. ISlU.
27 u), 1895 (Lubiana). 1895 {IO vi) ; daÙ' Emilia 1504-5, lT',>i;,
806, 1810, 1811, 1818, 1831, 1832, 1834, 1857, 1864, 1869, 1873. Ifief'.
dalla Lombardia 1222, 1802, 1826, 1879, 1894 ; dalla Romagna
591, 1781, (4 IV e 17 vn): 1786, 182*", 1875, 1»78, 1887
741, 1873; dalla ToBcaDa 1810: dalla Liguria 1887; e
889 ; dall' Oriente 1743, 1886.
Alcani di qaesti terremoti causarono pare danni pib
i Vicenza : cosi riuscirono rovinosi quelli del 1222, del
: del 1693 { fortissimi o molto forti qaelli del 1504-5, de
lei 1826 e del 1873.
L.O commozioni di origine veronese e vicentina e qu
:eBc e della Romana &nno dimostrato spesse volte ane
lenza : cosi per esempio 11 terremoto del 1304, stato di
3cnza, fu fortissimo a Ferrara e viceversa quello de) ]
rovinoso a Kavenna ed a Forli, riuscì fortissimo a Vici
dova ; quello poi del 1796. rovinoso a Medicina ed a P<
po' meno a Ferrara ed a Forlì, fu fortissimo a Vicenza
Oltre a ciò noto che i terremoti veronesi accaduti
anni — come si scorge dalle cartine che abbiamo dato
colpo d' occhio come l'intensità subisca, specie nel ferr
incrementi, talché le varie isosisme in corrispondenza
presentano dei prolungamenti assai accentuati. Kitorn
qaesto argomento parlando dell' attività, sismica del fei
Homagna, I cui tci-remoti corocentrici alla lor volta nel "^
rale, presentano incrementi notevoli di intensità, oppure
saccesBo per quello di Argenta del 1898 (9 m), si comi
ad una zona di calma, un'area veneta assai limitata.
Trevigiano. — Il 12 giugno 1836 [950' un terremoto
il territorio di Bassano e di Asolo con epicentro nei pr
di Fonte e di S. Enlalia. Bastano ed Asolo provarono
la concussione del suolo, ma non ebbero In tale occasic
menomo danno ; nella prima di queste località furonc
guentcmente molte repliche, certamente irraggiate dal
ciale sopra Indicato. All'attività del quale Io ascrivo pui
moto sentito il 25 febbraio 1756 [719] a Bassano e le m(
avvenute nel corso degli anni — alcune delle quali
1822) anche abbastanza intense ~ che risaltano essere
a Bassano che altrove.
Anche il terremoto che nel 25 febbraio 1695 [588] Beo
si propagò in modo quasi rovinoso a Bassano, io lo rlt
da tale centro ; e cosi dicasi delle scosse sentite ad A
26-27 maggio H61 (qualcuna abbastanza violenta) e d(
14 aprile 1887 [1350].
Fra questo centro e quello che nominerò fra poco si
704 CAPITOLO V
smica Maser-Cornada, epicentro del terremoto molto forte sentito 1 1;
giugno 1897 [1277], il quale fu meno violento ad Asolo.
Abbiamo quindi il centro dì Collato e quello di Valdobbiadene-Gui.i:
il primo à dato il terremoto del 20 gennaio 1859 [1038], susseguito d.
un periodo numeroso di repliche — alcune delle quali abbastanza vet -
menti — sentite più o meno continuamente fino agli ultimi del mag^. :
airattività del secondo si deve il terremoto meno intenso dei pree*
dente che nel giorno 19 luglio 1860 [1043] urtò in special modo Goi..
e Valdobbiadene. Tali centri risultano assai bene distinti gia€2chè l'in
tensità, del movimento sismico nel 1860 è andata rapidamente dimi-
nuendo dalla parte di Collalto, focolare dello scuotimento succe:^
nel 1859.
Infine a settentrione si trova il centro di Follina, cui si deve il
terremoto del 10 giugno 1895 [1256] : in questa località forse isolatamect*.
fu sentita la scossa molto forte che colpì Lubiana e Stein ad 8^ 37-
circa della stessa giornata.
Le maggiori manifestazioni dei centri accennati si propagarono moltJ
violentemente fino a Treviso: così, per esempio, quelle del 1695 e del 18.'.*'
riuscirono fortissime : fortemente furono poi intese quelle del 1860 e d» i
1895. Riguardo il terremoto del 1839 non posseggo speciale notizia, n.*
deve essere stato assai intenso, giacché fu violento a Verona, a Vi-
nezia, a Vicenza ed a Mantova.
Della scossa del 13 aprile 1756 [719] sappiamo essere stata fortissima;
a Treviso ed intensa a Padova, a Verona ed a Venezia : la cronistoria:
sismica ci ricorda pure un disastroso terremoto successo in Treviso nel-
l'anno 778 [57] ; ora tali parossismi io li ritengo causati dal risveglia
di qualcuno dei centri sismici trevigiani : così pure dicasi di quello
violento che colpì tale regione nel 974 [81], e dell' altro accadut.
nel 1268 o 1269 [167], T ultimo dei quali parrebbe invece irraggiato dal
focolare asolano.
Vedremo poi, parlando del grande terremoto del 1873 come la si-
smicità di una parte del territorio trevigiano sia connessa con quella
della regione bellunese.
Riguardo agli esocentrici dirò che Treviso fu rovinata dal terremot.-»
bresciano del 1222: che risentì danni minori in occasione della violentis-
sima concussione che distrusse Villaco nel 1348 : che di bel nuovo sofiri
gravi rovine per il parossismo friulano del 1511. Fortemente fh avver-
tita la maggior scossa del periodo sismico ferrarese del 1570 : qaaiclie
lieve danno subì ancora in occasione del terremoto del 1717, che ebbe
suo centro nel veneto (forse nel Friuli) : e maggiori per l'altro del 1812
che provenne da Fauna e Cavasso, ed anche per il bellunese del 1873.
Riuscirono inoltre più o meno ^ sensibili i seguenti terremoti irrag-
\
riati dal Veneto : 1857, 1859, 1890, 1891 (6 vi 21 vm) 1892 (2
^lu), 1893, 1894, 1895, 1898: dalla Eomagna : 1875, 1878,
' Kmilia : 1872, 1895 ; dalla Lombardia : 1879, 1894 ; da La
1895; dalle Marche : 1897 ; dalla Toscana : 1810 ; dalla Ligai
lalla Capitanata 1889.
.Bellunese. — A settentrione della regione sismica trev
descritta, troviamo il centro di Fonzaso, da cnì iri.iggid 1
fortissimo del 28 novembre 1894 [1245], che fu forte a I
Arsiè e mediocre a Santa Giastina ; noto che al massimo i
nero dietro fino ai 2 dicembre pareccliii) repliche.
Ad Arsiè poi al 22 agosto 1892 (l*- 20°> ant.) era stata
forte scossa, passata inosservata a Fonzaso.
Nel novembre 1851 presso Feltre e precisamente alle fald
Tomntico larono intesi rombi e tremiti nnmerosissimi : tale
notevoli danni in occasione del terremoto del 1268 o 126
lentamente nruta dalla scossa del 25 febbraio 1756 : di qu
nomeni 6 gìk parlato altrove a proposito del centri trevigi,
gino 703-4).
Il villaggio di Basche (fraz. di Cesio) provò, più del eli
violenza del terremoto del 6 marzo 1878 [1118], assai localizz.
passò inosservato a Feltre ed a Belluno,
Il grande terremoto bellnnese del 187H [1091], second
Falb e Bittner, ebbe il sao epicentro ad oriente del lago d
Uòfer crede sia da porsi piuttosto sopra Quantin, a ponen
Ingo, e che Cornei nell'Alpago sia stato an epicentro sec
Prufessori Firona e Taramelll parve di rilevare che si sia
una scossa assai violenta, proveniente da SE., la quale pc
pose in molte direzioni al contatto delle masse terziarie co
zolche nel trevigiano, nel bellnnese, nel Friuli e che ritiBi
specie nel terroni di aliavìone e di morena.
Secondo il mio modo di vedere il centro del terremoti
opinano Falb e Bittner, ad oriente dal lago di 8. Croce e p
fra Pnos, Farra, Tambre e Cima Fadalto : il violento mo
smico irraggiatosi riascl poi, come crede il Taramelli, e
rovinoso nelle località situate su terreni alluvionali e mor<
tanque, come vedremo, pare che esista un centro sismico
nel pressi di Sarmede, località che con i paesi circostanti
frire molte rovine in occasione del parossismo del 187S.
Il maggior numero e lo pib violenti repliche susseguite
remoto urtarono l'Alpago ed in Ispecie le località citat
esempio, la scossa dell' 11 luglio, stata fortissima a Faos <
Bautta .• nrrmoti ecn.
706 CAPITOLO V
fu appena avvertita a Bellano. Però qualche scuotimento colpi più vio-
lentemente che non altrove i dintorni di questa località : quello del 27
luglio, a mo' d'esempio, fu ivi fortissimo mentre riuscì solo molto forte
no^rAlpago ed a Vittorio. Noto infine che verso le b^ ant. dei 21 a^str.
fu sentito un intenso rombo il quale causò molto panico nella popola-
zione : esso fu susseguito da altri fino alle 10^, allorquando due vio-
lentissime scosse causarono nuovi danni in Sarmede e si propag^arono
meno intensamente fino a Belluno e ad Udine.
Con il terremoto del 1873 si identifica la scossa avvenuta ad 11^
pom. circa del 29 dicembre 1885, che colpi specialmente Bellone.
8. Croce, Vittorio e Conegliano : ed anche quella delle 3** ant. circ<i
deir 11 gennaio 1892 stata forte a Farra, a Canslglio ed a Belluno e
più o meno sensibile in varie località del veneto.
A settentrione dell'area sismica deirÀlpago abbiamo un altro centri*
nei pressi di Longarone, alla cui attività dobbiamo il terremoto de!
26 marzo 1890 [1199] stato ivi fortissimo e cosi pure quello del 27 ot-
tobre 1893 [1234] : quest' ultimo si propagò con grande intensità anche
a Farra. Molte altre scosse minori à eziandio dato tale centro : ricor-
derò, a mo' d'esempio^la forte sentita circa le 7** pom. del 20 luglio 1884.
Il terremoto del 1873, che ebbe suo centro nell'Alpago, fu rovinosa
a Belluno ; dei terremoti irraggiati da Longarone quello del 1890 fu
forte a Belluno, l'altro del 1893 si propagò, come ò detto, con maggior
intensità verso TAlpago ed il territorio di Conegliano e riuscì solo me-
diocre in tale città ; dato ciò, anche fatte le necessarie proporzioni
per r intensità diversa avuta all'epicentro, mi pare che il focolare che
più direttamente agisce su tale città sia quello dell' Alpago ; all'attività
del quale sono propenso ad ascrivere il paressimo molto forte ivi
sentito il 24 ottobre 1875 [1104], e tutti gli altri di cui abbiamo o solo
notizia per Belluno — quali ad esempio quelli del 29 gennaio 1401
[273] e del 1^ febbraio 1404 [277] — oppure che risultano essere quivi
stati più intensi che non in altre località, a meno che — come ò già
accennato a proposito delle repliche che tennero dietro al parossismo
del 1873 — non esista un vero centro bellunese ben distinto da quello
dell' Alpago.
Rispetto ai terremoti esocentrici riuscirono disastrosi a Belluno i due
che sconquassarono il Veneto nel 365 o 369 e nel 1117 ; rovinoso quello di
Villaco (1348) ; molto forte l'altro che ebbe suo centro a Moggio (1389i:
danni non tanto gravi apportarono a suoi edifici i due parossismi ve-
ronesi del 1403 e del 1410 ; rovinoso invece fd lo scuotimento fi*iulano
del 1511 e fortissimo quello che distrusse Fauna e Cavasse nel 18)2.
Fra i terremoti esocentrici che non apportarono danno alcuno pre-
dominano per intensità e numero quelli provenienti dai focolari sismica
del trevigiano (1696, 1859, 1H60, 1895, 1897) ; quindi vengon
irraggiati dal Friuli (J776, 1892) e dal Teroneae (1891 6 ti e
1892 9 vra, 1894 9 u). Furono inoltre sentiti in Belluno parei
lua^iori terremoti della Carniola (1857, 1895), della Croazli
delle Marcile (1873, 1897) e dell' Emilia (1873, 1898) : meno fa
ed intensamente il bellanese fa interessato dai paroesiBmi che
la Lombardia (1879), la Homagna ()875) e la Liguria occ. (18*
reg'ione infine è compresa nella zona entro cui si rese sei
grande terremoto della Uessenia del 1886, e quello dì Capita
1889.
JVtuIt. — Lo studio della sismicità del Friuli ci porta ad an
anzitutto un centro presso Claut, che à dato due terremoti ass
tcristici : il primo, successo al 24 giugno 1892 [1219], fu a Gli
cc-utro) fortissimo e molto forte a Barcis : l'altro, avvenuto al
bralo 1895 [1248], ebbe lo stesso centro superficiale, ma mentr
pagò fortemente a Longarone, l'area entro cui fu forte si mostr
assai più espansa verso il lato meridionale.
Questo centro A dato inoltre molti terremoti di minor conte
nere assai localizzati : fra i più forti ultimamente sentiti sono <j
vorare 1 seguenti avvenuti al 12 marzo e 13 ottobre 1896 e ^
mezzanotte fra 1' 1 ed il 2 febbraio 1898 ecc.
Assai interessante per fissare la posizione dei centri di souc
friulani è lo studio del periodo sismico che scosse la Gamia n
U195], durante il quale sì riscontrarono frequenti trasposizioni di
come risulta dalle notizie a suo tempo date e che qui riassum
A) Centro di Tramonti : scosse 3 nov. 9* e 9'' 45» p. ; 10 nov.
B) » nei pressi di Meduno: scossa 0 nov. sera.
0) » - » Allegnidis e Lauco : 16 ottobre.
D) i> di Tolmezzo: scosse 25 giugno, 21 e 26 agosto, 12- IS
E) » nei pressi di Avosacco; scosse 14 e 15 ottobre.
F) R di Dierico: scossa 13 ottobre 1>> 30°* p.
G) » di Moggio: varie scosse dopo il 13 ottobre.
H) » di Questis : scossa del 5 settembre.
Il centro di Tramonti (A) h dato inoltre il terremoto del 9-1
1776 [767J, slato rovinoso specie a Tramonti di Mezzo, e su:
(In varie repKche. Vari anni dopo, cio6 al 16 marzo 1789 [81
violenta scossa urtò tale regione ed al 3-4 agosto successivo ui
p.trossi8mo, seguito da repliche per circa un mese, sconquassi
monti di Sotto. Al 6 giugno 1794 [829] un altro violento scuo
riuscì rovinoso specialmente ai Tramonti dì Mezzo : al massimo
tennero dietro, anche in questa occasione, numerose scosse, fra
o, Seqnals ecc., località Ticine a qaella colpita la sera del 9 no-
3 18H9.
scossa che spieg& la eaa massima intensità a Laaco (C) provenne
centro vicino alla cni attività dobbiamo il terremoto rovinoso
snonzo successo nel giorno 28 luglio 1700 [597].
centro di Tolmezzo (D) irraggiò il terremoto disastroso del %
ì 1788 [812J, quello rovinoso del 1790 [816], U periodo sismica
ire -10 novembre 1841 1971] e l'altro di minore importanza «v-|
I nel gennaio 1670 : e ciò oltre numerose scosse forti, mediocri '
centri di Dierico (P) e di Questis (H) non conosco altre mani-
OQÌ : di quello di Moggio (6) abbiamo il terremoto rovinoso dd
isto 1389 [263] ed in&ne con la scossa di Avosacco (E) possiamo
Icare il terremoto del 6 ottobre 1839 [963] — snssegaito da in-
periodo sismico — che spiegò la sua massima intensità nclU
Arta, e forse anco le scosse di cai abbiamo solo notizie per Sntrìo.
isti sono i focolari che nel 1889 si sono ridestati più •} meno
ilmente. Pur completare poi la nostra corografia è nopo acc«n-
alcani altri che si trovano nel I^Mnli. In primo luogo viene quello
'denone - Fiume, il cui terremoto caratteristico è quello del set-
) 1750 [700] ; quindi il centro di Spilimbergo colpito in modo
imo nel giorno 22 febbraio 1451 [311] é rovinosamente ancora ^I
Taio 1455 [313J.
pressi di Tolmezzo abbiamo 11 focolare di Amaro, di coi ricorderò
Itiaeime scosse sentite dal gennaio al marzo 1853 [1010], propa-
entro un'area di 5 miglia.
centro di Gemona dobbiamo fi terremoto del marzo 1511 [376'
1 rovinoso oltre che nel Friuli anche nella Venezia, nel Iielln-
nel trevigiano, nel padovano, nel vicentino e fortissimo net ve-
;. Le repliche susseguite al parossismo fhrono tutto corocentrìche.
one fatta per qaella successa nel dì 8 agosto che, come vedremo,
na ad uno spostamento di centro, essendo riuscita più Intensa ^
ile. Nel 12 luglio 1514 [378] Gemona txx colpita nuovamente da
coBsa fortissima.
5sao Pontebba ebbero loro centro i violenti scuotimenti del 1* di-
e 1896 [1268] e forse anche quello di identica forza accaduto nel di
igno 1879 [1127].
terremoto del 1279 [176] pare sia stato più intenso a Cividale. ds
Dblamo visto essere in-aggiftto lo scuotimento deir8 agosto 1511 sus
tnEfTBffù 10^
)ee;ixito al grande parossismo di Gemona. Con qneste manifestazioni si
dentificano pure la scossa fortissima del 14 maggio 1872 [1086] con le
repliche che le furono susseguenti. Terremoto tipico di questo centro
h a,nche quello quasi rovinoso avvenuto il 20 febbraio 1898 [1290] con
il suo massimo secondario del 12 aprile.
Presso Orsaria infine spiegarono la massima intensità alcune scosse
avvertite nella notte dell' 8 ottobre 1746 [694].
Con questa rapida rassegna abbiamo posto in luce l'esistenza di
molti centri sismici friulani, alcuni dei quali anno dato luogo a terre-
moti molto localizzati, altri invece a fenomeni riusciti più o meno
dannosi a tutta la regione : dato ciò sarebbe assolutamente temerario
il voler determinare all'attività di quale centro o distretto si debbano
ritenere causati quelli accaduti nel 1278 [175], 1301 [202], 1472 [333] e
1529 [389], pei quali non abbiamo che vaghe notizie generali.
Fra i terremoti esocentrici danneggiarono specie Udine ed il Friuli,
quello del 134« ohe ebbe il suo centro nei pressi di Villaco, il bellunese
del 1873 e quello di Lubiana del 1895. Altri infine interessarono il
territorio senza causare lesione alcuna: f^a questi prevalgono di nu-
mero i terremoti emiliani (1796, 1810, 1832, 1873), e quindi altri coro-
centrici del bellunese (1890, 1893), del trevigiano (1895), del veronese
(1891), della Carniola (1857, 1897), della Croazia (1880), della Romagna
(1828, 1875), delle Marche (1741, 1897), della Toscana (1810) e della
Capitanata (1889).
Trieaie. — Trieste partecipa agli stessi movimenti sismici che scuo
tono la Venezia (vedi § qui appresso), riuscendovi però più intensi
quelli che provengono dalla Carniola o dai centri dalmati.
Di terremoti corocentrici non ne conosco che uno, del resto molto
dubbio, avvenuto nel 1794 [880].
Venezia. — I cataloghi sismici molte volte ricordano essere stata
Venezia danneggiata da terremoti, le cui date non trovano riscontro
con quelle di parossisnli avvenuti in regioni confinanti. Citerò i se-
guenti accaduti negli anni 745 [1298*], 840 [1299*], 1093? [1300*], 1105
o 1106 [103*], 1212 [137], 1233? [1303*], 1275 [1304*], 1282 o 1283 o
1286 [180*], 1321 [217], 1373 [253], 1410 [1311*], 1429 [296], 1457 [319],
1516 [380], 1522 ? [383], 1523 [386] e 1622 [494].
Nessuno però dei terremoti accaduti in questo secolo, nel quale le
notizie sismiche risultano assai più complete, pare abbia avuto suo
centro nei pressi di Venezia. Questa città risenti gravi danni per i
terremoti lombardo-veneti del 365 o 369, del 1117, del 1222 (Brescia),
del 1348 (Villaco), del 1504 (Bologna?), del 1688 (Romagna) ; e leg-
Ilo CAPINOLO V
gieri per quelli del 1570 (Ferrara), del 1717 (Friuli), del 1690 (Villac^ .
del 1812 (Fauna e Cavasse), del 1873 (bellunese) e del 1895 (Lnbian:! .
Fra i terremoti riusciti innocui a Venezia predominano quelli «li
origine friulana (1278, 1279, 1472, 1776, 1788, 1892, 1898). quindi yn
altri irraggiati dai centri delle varie regioni venete (1695, 1756, In 7
1860, 1895, 1897 trevigiano; 1591 Vicenza; 1670, 1891, 1892, 1894 vr
ronese ; 1893 bellunese) o del territorio posto a levante della Venez:;»
(1667, 1898 Dalmazia ; 1845, 1857 Camiola ; 1870 Istria) ; del ferrane
(1895, 1898) ; della Romagna e Marche (1277, 1786, 1838, 1861, 1870
1873, 1875, 1878, 1887, 1897); dell'Emilia (1857, 1873, 1885); dei:
Lombardia (1693, 1894) ; della Liguria (1887) ; della Capitanata (1S6"V'
e di Messenia (1886).
Padova. — La stessa indipendenza fra le date dei maggiori terre-
moti corocentrici che abbiamo riscontrato esistere fra Verona e Vicenzs
troviamo eziandio per Padova, che sappiamo essere stata con violenza
urtata negli anni 802 ? [62] ; 1004 [92], 1487 [347], 1533 [393], im
[473], 1646 [5221, 1662 [550] e 1756 [720] ; terremoti le cui date n«.n
corrispondono punto a quelle di altri parossismi provenienti da focolari
proprii delle regioni circostanti.
Nessun dato ci porta a poter fissare anche approssimativamente h
posizione di un centro speciale, alla cui attività si dovrebbero gli anzi
citati terremoti, e nessuna luce in proposito ci porgono anche le scosse
di minor importanza successe in questi ultimi anni. Di notevole sulla
sismicità di questa regione ci resta a dire che il terremoto accaduto
neiranno 260 o 261 [27] riusci dannoso a Padova e forse più a Vi-
cenza, senza aver recato, a quanto pare, guasti a Verona, giacché non
ne fanno menzione i cronisti locali.
Il terremoto del 365 o 369 (bellunese?), dell' 801, del 1117, del V2'2'2
e del 1511 (Friuli) causarono danni gravi a Padova e lievi quello del
1268 (bellunese). Fra gli innocui esocentrici predominano quelli irrag- i
giati dal centri veneti (1695, 1717, 1756, 1767, 1776, l''88, 1789, 17^4,
1833, 1836, 1857, 1859, 1860, 1873, 1891, 1892, 1894, 1895, 1897) : dai
ferraresi (1624, 1787, 1796, 1895, 1898) ; dagli emiliani (1779, 1801.
1806, 1810, 1811, 1818, 1832, 1834, 1857, 1873, 1885, 1888, 181)5.
1898) ; dalla Lombardia (1693, 1781, 1786, 1799, 1802, 1828, 1894) ; dalla
Romagna (1688, 1780, 1781, 1861, 1870, 1875, 1878, 1887). Meno fre-
quentemente si risentono quelli provenienti dai focolari sismici marchi-
giani (1873, 1897), oppure della Toscana (1810) e della Liguria (1887 1.
Fra i terremoti esteri noterò che a Padova furon più o meno sensibil-
mente intesi i due della Camiola del 1857 e del 1895 e quello del 174;)
proveniente dall'Oriente.
l
s
Jìovigo. — U terremoto successo al 25 mag^o 1895 [1255] <
i*. presenza di un centro eisinico nei pressi dì Villanova Marc
secondo le notizie che possediamo Intorno alla scossa motto i
^■ioi.-QO 11 luglio 1857 [1032*] parrebbe che a Rovigo sia stata
tcxxsa che altrove : ma con ogni probabilità, tale fenomeno fa
cla.1 risveglio del focolare anzidetto, che dieta soli Km. 10
cit.t&. Qualche scossa — ps. la forte e localizzata sentita
a** ant. del 25 novembre 1893 — pare Irraggiata Invece dai ]
Sdenta.
Kigaardo ai fenomeni esocentrici ricorderò che il grande tt
lombardo del 1222 fu rovinoso a Rovigo : nessuna notizia ò p
trovare circa l'intensità avnta dalle grandi commozioni del 3^
1 117 : come pare dei maggiori parossismi che urtarano nei sec
i-iori al presente le regioni circostanti, sappiamo solo che veei
giunse 1! terremoto bergamasco del 1397 : per quelli avvenuti
conda metà del secolo XIX, dirò che furono avvertiti forteme
^uentl: 1873 (bellunese), 1891 (veronese) e 1895 (Lubiana) ; k
mente; 1875, 1885. 1887 (Romagna) e 1898 (Emilia): ed in modo 1
1859, 1860 (trevigiano) : 1892, 18a4 (veronese); 1881, 1885, 18*
(Kmilia); 1873, 1897 (Marche); 1886 (Messenia) ; 1887 (Liguria
(.Capitanata).
VI. - Ferrarese
{Fra. 120).
Ferrara, — Come terremoto tipico causato dall'attivitA di
centro, si deve ricordare il grande periodo dt scuotimenti 1
con il 16 novembre 1570 [442*] e perdurato più o meno interroi
Uno quasi allo spirare dell'anno 1575. Il maseimo sismico, avy
3" circa della notte del 17 novembre 1570, riuscì veramente d
por Ferrara, nei cui dintorni rimasero localizzati 1 maggiori e
namicl, mentre le onde sismiche sensibili alle persone si prop
ad una notevolissima distanza.
Tutte le scosse di tale grandioso periodo parvero irraggia
stesso centro sismico, quindi le possiamo ritenere come vere
della principale concnasione, eccezione fatta per alcane rius
intense a Bondeno, ove esiste un centro secondarlo. Infatti 1
storia sismica ricorda che in tale località al 23 gennaio 1843 f
una scossa isolata ed altro at 21 aprile e 13 settembre 1897,
Ili CAPÌTOLO V^
nomeni perfettamente locali, e passati inavvertiti nei paesi circon-
vicini.
All'attività d^ì centro ferrarese ascrivo tutti i terremoti corocentrici
che sappiamo aver causato danni più o meno gravi alla città: cioè i
seguenti : 1234 [150], 1285 [183], 1365 [246], 1379 [255], 1425 [292;,
1483 [340], 1495 [356], 1508 [372], 1561 [431], 1594 ? [458], 1678 1561J-
1743 [689] e 1787 [808].
Oomacchio. — Del centro di Comacchio non conosco che il terremoto
tipico del 1895 [1249], che colpì specialmente tale località ed un po'
meno la vicina Ostellato.
Argenta. — Il terremoto del 1898 [1289] ebbe il suo centro nei pressi
di Argenta, da cui fu originato il parossismo del 1624 [496] — che può
essere considerato come il tipico — e l'altro pure rovinoso accaduto
nel 1467 [327]. Moltissime scosse più o meno sensibili isolatamente
sentite in Argenta, sono da ritenersi come manifestazioni dell'attività
sismica di tale focolare.
Portonovo, — Infine abbiamo un nuovo centro nei pressi di questa
località, che viene messo in evidenza dal terremoto del 1796 [836*],
stato quasi rovinoso a Medicina e fortissimo a Ferrara.
I terremoti ferraresi, specie quelli di Comacchio, di Argenta e di
Ferrara, ritengono, sismologicamente parlando, caretteri molto simili
a quelli proprii della regione veneta, la quale di preferenza viene in-
teressata sensibilmente dalle radiazioni provenienti dagli anzi citati foco-
lari. Così ps. per il terremoto del 1365 sono ricordati oltre Ferrara, come
luoghi intensamente colpiti, anche Treviso, Padova, Venezia e località
vicine ; quelli del mese di agosto 1425 e del 13 dicembre 1495 causa-
rono grande spavento in Venezia : il massimo sismico del 1570 fu vio-
lento a Venezia, a Treviso ed a Padova e così pure quello di Argenta
del 1624.
Gioverà pure ricordare a questo proposito che la scossa del 16 gen-
naio 1898, mentre passò inavvertita a Bondeno e ad Ariano, che distano
ambedue Km. 45-50 da Argenta, fa lievemente sentita ad Este, a Mon-
tagnana, a Verona ed a Barbarano : quella poi del 9 marzo, stata in-
sensibile entro la zona Ficarolo - Sanguinetto - Cologna - Soave Pincara,
lievemente commosse Verona e Trissino.
Anche i terremoti di Comacchio del 1895 presentarono pure tale ca-
ratteristica ; l'area entro cui il movimento fu sensibile alle persone é
assai allungata in senso N-S. e specialmente espansa dalla parte set^
tentrionale, cioè nel territorio di Rovigo, di Padova e di Venezia ; la
località più lontana da Comacchio che & avvisato il terrenu
essere Fontanlva, in qael dì Padova, che dista circa Km. 1(
ad oriente abbiamo Barlceila a boIì 50 ed a mezzodì Bass
stanza di qaasi 40 Km.
Avvicinandoci alla Romagna, tale tendenza tende a dimii
fatti il terremoto di Portonovo del 1796 si connette giJl quasi i
quelli dell' Emilia e Romagrna : infatti esso fa fortiesimo o i
a Ferrara, a Padova ed a Vicenza, causò quasi eguali effetti
anche a Bologna ed a Forlì.
A Ferrara nasci rovinoso il terremoto di Villaco del 134
sime 0 molto forti lo maggiori scosse del periodo sismico
del 1504-5; i terremoti modenesi del 1501, il trevigiano del 16
di Argenta del 1624, dell' Emilia 1873 e di Romagna del 1661
Rispetto ai terremoti innocui predominano per intensità e
qneili irraggiati dai centri bolognesi (1399, 1408, 1666, 1767, 1
1878, 1889) e romagnoli (1505, 1672, 1688, 1701, 1813. 1870, 1
1887) ; vengono poscia gli scuotimenti originati dagli altri ^
liani (1831, 1832, 1857, 1869, 1895, 1898) ; dai veneti (1717, 1
1836, 1873, 1691, 1892) ; dai lombardi (1693, 1894) e dai m
(1873, 1897); fa Inoltre sentito a Ferrara il terremoto di L
1887, di Lubiana del 1495, delie Tremiti e del Chietino par
ed isolatamente la grande concassione che colpi Firenze nel
tale anno.
Argenta partecipa agli stessi scaotimenti esooentrici che art
rara : per di più sappiamo che vi catisò qaalche danno il |
della Romagna del 1688, stato a Ferrara solo forte, e che vi
giansero quelli dei 1591 e del 1781 ; quest' ultimo deve certa
sere stnto inteso anche in tale città. Manco dì notìzie sai di
da Argenta in occasione del terremoto del 1796, ma coi
r intensitA avata in Ferrara e la sua maggior vicinanza ali
non può a meno detto parossismo che avervi causato delle :
VII - Emilia
(FlG. 1211.
Piacentino. — La provincia di Piacenza, slsmologlcamentf
Interessante delle altre che costitoiscono la regione emìiiai
sono le notizie che sono riuscito a raccogliere e da tale ma
certissime risaltano pure le deduzioni. Abbiamo visto: a) ci
la Lombardia e Piacenza furono danneggiate da un grande »
m^^^^tm^mmmm
Ili CAPITOLO tncf
[335], di cai non sappiamo, per mancanza di dati, precisare il Inog-o «ii
origine ; b) che in occasione di nn terremoto saccesso nel 1786 [804] —
che pare irraggiato dai pressi di Crema — in Piacenza caddero molti
comignoli ; e) che la piccola scossa del 21 febbraio 1887 (cfr. pag. 08*^
urtò con quasi eguale intensità Piacenza e Milano : d) che infine queliii
deir 8 agosto 1897 (loc. cit.) interessò gli estremi lembi dell' Oltre Po
pavese e del territorio lodigiano e piacentino. Tali fatti ci mettono in
evidenza la correlazione già indicata fra l'attività sismica del piacen-
tino e quella della Lombardia.
Riguardo ai terremoti esocentrici sentiti in Piacenza noterò che il
grande parossismo veneto del 1117 causò con probabilità varie rovine-
ai suoi edifici, i quali violentemente vennero commossi anche dal ve-
neto - emiliano del 1304 e da quelli di Novellara del 1810 e di Liguria
del 1887 ; in modo mediocre fu sentito il bresciano del 1802, il reg;giano
del 1885, il veronese del 1891, il parmigiano del 1898 e lievemente i
seguenti : bellunese 1873, emiliano 1873, appennino bobbiese 1882, bre-
sciano 1894, modenese 1895, Lubiana 1895...
Un centro di terremoti molto localizzati si trova neirappennino pia-
centino, nei dintorni di Bardi, come ce lo attesta il periodo sismic:
del 1801-2 [842] ed altre scosse lievi, ps. quella delle 20^ del 7 marzn
1898. Quivi furono sentite la maggior parte delle scosse esocentriche
avvertite a Piacenza, e con maggiore intensità quelle Irraggiate dai
centri di Pon tremoli e di Borgo taro.
Regione tra Piacenza e Parma» — Il grande terremoto del 143S
[300] fu rovinoso tra Parma e Piacenza : in tale triste congiuntura '
soffrirono in pari grado anche Castelnuovo e Borgo San Donnino : nulla I
a questo riguardo dicono le cronache modenesi, le reggiane e le lom-l
barde ; possiamo ritenere il centro situato fra Piacenza e Parma. For^e
non si va tanto errati se lo si ripone nei pressi di Borgo San Donnino,
località che, come ò detto, partecipò in modo violento alla concussione
tellurica, e presso cui ebbe origine un altro veemente terremoto, queib
del 12 gennaio 1586 [1325], che non si trova ricordato nelle cronache di
Parma. Per di più non mi pare fuori proposito far menzione di uno
scuotimento, il quale quantunque lieve, presenta grande interesse per
lo studio sismo-topografico della regione, cioè della scossa successa
il 6 dicembre 1885, che presso Salso spiegò la sua massima forza,
riuscendo solo lieve a Parma, a Piacenza, a Milano, a Monza, a Kecco,
a Chiavari, a Genova ed a Massa Carrara. Data la grande vicinanzii
di Borgo San Donnino a Salso, mancando per il terremoto del 1438 di
notizie particolareggiate riguardanti quesi' ultima località, io credo che
ambedue tali manifestazioni sismiche si possano ritenere causate dal-
I'attÌTit& di nn unico centro, e che, fatte le debite p
diversa inteneità avata all'epicentro, anche il terren
possa con quella identificare. A questo centro ascrive
bile scossa sentita a Bor^o San Donnino circa le 7'
maggio 1872 lievemente intesa a Parma ed a Genova
remoto del 18 giugno 1896 (4" 43"" circa), clie a Bo
fu assai sensibile e che più o meno lievemente si pr
zona elittica, al cui lembo esteriore stanno Cortemag
qnato, Salsomaggiore, Medesano, Noceto e che passò
a Parma qoanto a Piacenza.
La piccola scossa del 1885 già ricordata ci forni
prova del nesso che lega la sismicità dell' Emilia a q
bardia: e se tale lieve scnotimento si è, come alti
oltre Milano, a maggior ragione potremo ritenere che
stato nentito il terremoto del 1438 ed altri parecchi di
È degno di essere ricordato che it parossismo del 16
detto (pag. 694), pare abbia avuta il suo centro nel
fortissimo a Milano e spiegò uguale intensità anche f
risultò solo forte a Lodi.
Parma. — Riguardo a Parma oltre che dal terren
1438 [300], di cni 6 più volte accennato, rimase piò
giata dai segnenU : 1104 3 i [lOl*], 1383 24 vn [257],
1438 [300], 1545 9 vi [*1. 1572 4 vi [l3-ia]. 162t) S
6 X [1327], 1732 4 li [1331], 1738 5-6 XI [674*], 1774
0 xu [886], 1831 11 IX [929], 1857 1 n [1030] e 1886
Per i terremoti del 1104, 1383, 1572, 1628, 1638
ritrovato che notizie riguardanti Parma ; dell' altro s'
sappiamo essere stato meno intenso a Modena ; nnlla d
riguardo le cronache di Reggio e di Piacenza, siamo
tenero tali terremoti di origine entocentrtca. Nel pai
del 1738 e del 1818 risulta stato, oltre che la città, li
tado. Di quello del 1438 ò già parlato. Del terremoto
suo epicentro nei pressi di Borgotaro, come degli alti
1831 e nel 1857, che causarono danni, abbastanza gr.
lieve momcQto l'altro, parlerò in apposito capitolo.
Vediamo ora di precisare le zone pleistosismlche d
centrici parmigiani piili noti. Quello del 1834 [940*]
centro nei pressi di San Vitale di Baganza ed il
[1291] in vai della Parma, vicino a Torrechlara; si 1
fiirono rovinosi all'epicentro e sentiti solo fortemente
città venne urtata con maggior violenza ohe non I
1
716
cAFTfotJò tra
successe in occasione del terremoto del 1886 [1174*], il quale in Pamu
riusci molto forte ; questo massimo sismico venne irradiato da un
focolare assai superficiale^ perchè poco estesa è la zona entro cui m
sensibile alle persone, malgrado che per V intensità avuta nella sua area
mesosismica sia classificabile frs. i molto forti ; essa risulta assai espansa
con forma di un C, ai cui estremi stanno Parma e Traversetolo.
Il terremoto del 1818 [886*] fti fortissimo a Parma, molto più a Lan-
ghirano ed a S. Michele e causò qualche danno sui colli del reggiano:
quantunque le notizie che posseggo siano assai incomplete, dirò che
(Fio. 121).
a me sembra di intravvedere un'area mesosismica molto simile a queliti
dello scuotimento del 1886.
Più a mezzodì, nel bacino deir Enza, troviamo il centro secondario di
Vairo - Palanzano, fomite delle forti scosse sentite al 3 marzo 1844 ed
al 20 ottobre 1893. A SW. ne abbiamo un altro nei pressi di Bercelo, da
cui sembra abbia avuto origine uno scuotimento avvertito il 23 agosto
1856 : quantunque però non sia improbabile che tale scossa possa essere
irraggiata dai pressi di Borgotaro, che con Pontremoli fa parte di nn
distretto sismico, le cui manifestazioni — eccettuata quella del 1545 --
riuscirono sempre innocue per Parma.
Fra i terremoti esocentrici, degni di essere ricordati noterò i due
rovinosi del 1117 (yeneto) e del 1222 (brCBCiano), il qo
18H2 (restano) ed ì segnenti altri che apportarono da
portanza : 1249 (reggiano) ; 1301 (Vicenza - E^milia) ; If
1545 (valtareee) ; 1695 (Asolo) ; e qaeeti oltre i dae foi
e del 1786, atati di gi& accennati.
Dei terremoti rinsciti solo più o meno sensibili ne
provenienU: dall'Emilia: 1465, 1547, 1806, 1810, 1885,
1811, 1850, 1869, 1873, 1895 (modeneBe); 1779, 1834. 1
1S81, 1889 (bolognese); 1570, 1796 (ferrarese) — dalla L
1882 (appennino vogherese bobbiese) ; 1802, 1894 (t
(Benaco) ; 1851, 1855 (Valtellina- Vallese) ; 1693 (Mantova
1873 (bellanese) ; 1891 (veronese) ; 1836, 1860 (asola
biana) — dalla Toscana : 1470, 1778, 1793, 1834, 1837
1845 (Incchese) ; 1843 (Mugello) ; 1846 (pisano) ; 1895 (]
Romagna: 1781, 1786, 1875, 1887 — dalle Marche: 1
(isolatamente) — dalla Liguria : 1687.
Kagione fra Parma e Reggio. — Fra il bacino del
e quello del Crotolo esiste un'area sismica di coi con
moti caratteristici : il primo, saccesso nel 1831 [929*], o.
a Reggio, a Sorbolo, a Castelnuovo di Sotto, a Bag
meno a Parma ; il secondo, avvennto nel 1857 [1030*],
consegnenze: qaeste dae commozioni, rioscite più intt
ritengo causate dal risveglio di an identico centro sisi
le dnc accennate città, ma più a questa vicino : di
seguente capitolo.
Reggio. — Le cronache e storie reggiane ricordano
moti che violentemente urtarono la citt& : fra qaesti
negli anni 1345 [231], 1485 [1318], 1524 [1319], 1591 [i
non presentano alcun riscontro con le date di parossii
modenesi ; di uno invece accaduto nel 1465 [323*] sap
gato maggior IntenaitA a Reggio che non a Parma
cosi dicasi di qnello del 1249 [160*] rispetto a Pann
dell'altro avvenuto nel 1522 [384*] ancora rispetto a 1
luc^hi di Lombardia. Inftne abbiamo quello del 1547 [
rovinoso a Heggio, fortissimo a Modena e piuttosto lì(
Tali notizie ci inducano ad ammettere l'esistenza
regione sismica, le cui manifestazioni urtano molto p
Keggio che non le città circostanti dell' Emilia.
Un primo gruppo di terremoti corocentrici reggii
focolare sismico di Noveliara, la cui attività ne k
718 CAPITOLO vn
zialmente tipici : nell'area mesosismlca del primo, successo nel 18(X
[Sdì***], stanno oltre Novellara, anche Correggio, Reggiolo, Guastalla^
Carpi, Campagnola, Fabbrico ecc. ; intomo al secondo, accaduto nel
1810 [867*], sappiamo solo che fu fortissimo a Novellara. Bisogna tener
presente poi che il primo riuscì molto forte a Reggio e forte a Parma
ed a Modena, e che l'altro — quello del 1810 — in Reggio fece ca-
dere alcuni comignoli e scosse fortemente le altre due città.
Questi due terremoti si propagarono con grande intensità anche a
Milano (anzi quello del 1806 vi causò qualche danno) e furono avver-
titi più 0 meno sensibilmente entro una zona assai sviluppata nell' Italk
superiore.
L'area mesosismica del grande terremoto reggiano del 1832 [935*|.
che si estende da S. Polo d' Ensa a Castelnuovo, includendo Reggio,
ci mette in evidenza una nuova zona sismica, le cui manifestazioni
devono specialmente agire su tale città; infatti i danni ivi causati ^i
tale parossismo furono di gran lunga superiori a quelli risentiti d&
Parma, e questi maggiori di quelli sofferti da Modena.
Con il terremoto del 1832 identifico l'altro del 1885 [1347] — stalo
forte a Reggio e molto più intenso nella regione collinesca posta ne:
dintorni della città.
Oltre a ciò, se noi esaminiamo le notizie date nella parte prima,
sui due terremoti del 1831 [929*] e del 1857 [1030*], vediamo che am-
bedue riuscirono assai più intensi a Reggio che non a Parma e che
la regione posta fra queste due località provò con maggior energia la
concussione : ciò mi induce non solo ad identificare fra loro gli accen-
nati parossismi, ma anche con quelli del gruppo testé accennato (1832 e
1885) e così pure con le scosse minori di cui abbiamo o solo notizia
per Reggio, o che risultano essere state quivi più intense che al-
trove : fra queste comprendo pure la scossa della sera del 24 marzo
1833, che mise in allarme quella popolazione e l'altra, successa nella
notte 5-6 ottobre 1848, che causò panico grandissimo e fu seguita di
repliche fino sul far del giorno.
A mezzodì di Reggio troviamo due centri : dal più importante, sito
nei pressi di Carpinoti, ebbe origine il terremoto del 17 maggio 1S92
[12181; all'attività del secondo che si trova nel bacino della Secchia
nelle vicinanze di Sologno, dobbiamo manifestazioni di minor inten-
sità, fra le quali due forti scosse sentite nell' 11 marzo 1889.
Fra i terremoti esocentrici oltre ai modenesi ed ai parmigiani — al-
cuni dei quali causarono anche qualche danno (per esempio : 1671, 1811
e 1818) — riusci in Reggio rovinoso il parossismo del 1222, e forse anco
quello di Villaco del 1348, e fortissimo il bolognese del 1504-5. Inoltre
furono più 0 meno sensibilmente sentiti i seguenti provenienti dalla
EHILU 719
LiOinl>ardia : l'W2, 1894 — dal Veneto: 1695 (Asolo), 1891 (veronese),
1895 (Lubiana), — dal bolognese : 1864, 1878, 1881 — dal ferrarese ;
1570 — dalla Toscana: 1740, 1834, 1837 (Apuane); 1843 (Mugello) —
dalla Romagna : 1874 — dalle Marche 1873.
Modena. — Due soli fra i grandi terremoti reggiani urtarono Mo-
dena con intensità tale da causarvi danni : invece in occasione di
<luello del 1671 [556*] — che inferse danni gravissimi a questa città —
Reg'gio ebbe a sofiPt'ire un po' meno ; anche il parossismo del 1501 [362*],
riuscito disastroso a Modena, fu rovinoso a Reggio.
Il centro di scuotimento sembra essere stato nella parte bassa della
nostra zona mesosismica, e precisamente nella regione montuosa di
Sassuolo, . di Castelvetro, di Marancllo, di Montegibbio ecc. Con questo
terremoto si. identifica l'altro successo nel 1671 [556*]. del quale ò par-
lato poco prima; quello del 1811 [869*], che sappiamo essere stato più
che in Modena intenso nei pressi di Sassuolo, di Montebaranzone, ecc.,
ed anche quello del 1850 [998] che fece in città cadere alcuni comignoli.
Anche il terremoto del 1869 [1073*] fu fortissimo a Sassuolo e forte a
Modena ed un po' meno a Reggio ; quello del 1873 16 v [1090*] fu molto
forte a Sassuolo ed a Scandiano. Io credo che tutti questi terremoti
costituiscano le manifestazioni più energiche dell'attivitA di un unico
centro sismico posto fra Montebaranzone e Sassuolo ; focolare che
agisce con energia tanto su Modena che su Reggio, ma più su quella
che non su questa città : che quindi tutti gli altri terremoti dei quali
abbiamo solo notizia per Modena si possano con i precedenti identificare.
I maggiori sarebbero accaduti negli anni seguenti : 1344 [230]. 1471
[:-i36]. 1660 [543], 1753 [708] e 1793 [827]. Del rovinoso terremoto del
1399 [272] parlerò più oltre. Noto però certe piccole scosse sembrano
avere il loro centro un po' più a SE, vale a dire fra Modena, Vignola
e Castelfranco nell'Emilia.
Fra i terremoti esocentrici che urtarono il territorio modenese pa-
recchi causarono danni ; fra questi citerò in primo luogo quelli irrag-
giati dal vicino reggiano (per esempio 1832) e quindi vari altri prove-
nienti da focolari diversi : cosi successe nel 1661 per un terremoto
che afflisse la Romagna : nel 1740 pel parossismo di Barga ; nel 1869
allorquando venne urtata violentemente la regione montuosa del bo-
lognese.
Altri più numerosi interessarono il modenese senza causarvi danni:
fra questi noto i seguenti colla loro provenienza ; dall'Emilia: 1522, 1810,
1885 (reggiano) ; 1409, 1818, 1834, 1857, 1898 (parmigiano) ; 1433, 1455,
1767, 1830, 1864, 1874, 1889 (bolognese) ; 1570 (ferrarese) — dalla Toscana
1834 (Pontreraoli) ; 1837 (Ugliancaldo) ; 1845 (lucchese) ; 1846 (pisano)
CAPITOLO vn
)
ii'ireDze) — dalla Lombardia ; 1828 (Vogherese) ; 1802 e 1894
) — dalla Liguria occ. : 1854, 1887 — dalla Romagna : 1864. t^i
- dalle Marche 1873 — dal Veneto : 1873, 1891 ; 1895 (Lnbiana';
Villaco) — dal Valleae : 1855.
<ioTi« lUmica del Monte Cimane. — Nei presa! di qaesta montAgXJ
ao una zona con i terremoti di Sestola, di Panano e di Fiam&it»,
iati prototipo sarebbe il terremoto del 1895 [1259] e forse aiiL-lM{
meno particolareggiatamente descritto, che nrt6 Pacano nà
521]. Con i precedenti sono da identificare varie minori maIIi^^
li fì-a cnl la scosBa del 17 gennaio 1896, rlasclta pi& intensa i
o; quella del 13 maggio buccobsÌto che arto specialmente Sestcli
Case di Cervarola ■ (a SW. di detta località, snlia via del Ci-
ed infine Io scuotimento avvenuto nel di 8 dicembre dello stesso
ìhQ colpi Fanano e forse nn po' meno Finmalbo.
qaesta regione si sentono gli stessi terremoti esocentricì rvtì-t-
Modena : con minor intensità quelli irraggiati dai focolari posi.
jntrione di tale città e più fortemente quelli del basso appennio:
lese e della Toscana, alcuni dei quali — per esempio, 1896 (Gra
De), 1897 (San Miniato) — urtarono la regione del Cimone Benzi
farsi più oltre.
rione Bisnica di Zocca. — Altra regione sismica del modenese si
nei pressi di Zocca, le cui manifestazioni sono intimamente con-
con quelle di Ver^to e di Porretta, del distretto sismico dell'ap-
io bolognese, alla cui descrizione rimando per brevità il lettore,
luotimenti urtarono violentemente Modena ; è da ricordarsi a que^i'
lito che quello successo nel di 25 giugno 1869 [1069*] In talv
^osò qualche piccolo danno.
ogna. — Le scosse del terremoto disastroso modenese del 1501
>, secondo il cronista Nadi, < oneste > in Bologna, vale a dire
evono avervi prodotto danni di considerazione ; all'incontro tali'
loffrl alquanto in occasione del violentissimo parossismo del 13'.':'
stato in Modena disastroso. Queste due manifestazioni io U'.ii
di poterle ft-a loro identificare : per la prima abbiamo noiizit
particolareggiate dalle quali risulta accertata l'origiue modencso;
iuvcce potrebbe accennare od al focolare indeterminato che ;i' -
detto esistere a SE. di Modena, fra questa città e Vignola e Ca-
nee, oppure ad uno spostamento di epicentro verso il bolognese,
propriamente forse verso la regione montuosa, tanto più cbe k
tei maggiori terremoti bolognesi e modenesi noti coincidono e che
EHIUA 721
più grandiose e ben conosciate manifestazioni ìrrag^rlate da tali
3ntri (pe. qaetle del 1864 e del 1869) furono sentite molto più intensi-
tezite a Modena che non a Bo'ogna.
f*re68o Bologna esiste an centro sismico al qnalo dobbiamo con ogni
robabilità le maggiori concossioni sentite in Bologna, le cni date non
rovano riscontro alcnno con 1 terremoti corocentrlci di altri distretti
ctl'Emilia e della Romagna. Ne abbiamo una prova evidente nei tor-
eiuoto del 1889 [1189J, che in Bologna causò o,:;:ilche lieve danno,
ncntro fa avvertito con minor intensità giA a pochi chilometri di dl-
tanza, a Castelmaggiore, a Zola ecc.
Anche ncll' attivo ed energico periodo di Bcnotimenti che nel 1779
773"*] commosse Bologna le maggiori manifestazioni — quantunque
ton tali da causare danni gravi — ma però assai più intense della
icoBsa del 1889 dianzi menzionata — riuscirono solo fortissime In
;ittà e molto forti nella vicina Medicina. All'attività del centro bo-
. Danese ascrivo i seguenti terremoti : .1174 [124j, 1229 [147], 1323 [220],
i;Jtì5 [247], 1408 [280], 1438 [298], 1457? 1318], 16(i6 |551], 1801 [841] e
1834 [941].
La maggiore fra le manifestazioni di tale focolare è il grande periodo
sismico iniziatosi con il 31 dicembre 1504 e perdurato per tutto il maggio
dell'anno saccessivo [366*]. che causò danni immensi e Bologna e
qualche guasto anche a Verona, a Vicenza, a Ferrara e forse a Venezia.
Abbiamo visto che mentre la scossa del 1889 rAjscl molto forte (tale
cioè da causare lievi danni) a Bologna, nella vicina Zola fa solo sen-
sibile : questa località si trova quindi esteriormente all'area pleistosi-
smica del terremoto considerato, però dai suoi pressi sembrano Irraggiare
alcune scosse. Ita le quali una abbastanza forte e del tutto localizzata
sentita verso le S*" '/» del 2 febbraio 1898 e seguita nello spazio di '/i
d'ora da due repliche.
Dei terremoti esocentricl riuscirono rovinosi per Bologna quelli del
1117 (bellunese), del 1222 (bresciano) e del 1348 (Vlllaco) ; e fortissimi
o molto forti 1 seguenti di origine romagnola 1393, 1661 e 1688: cosi
dicasi del ferrarese del 1570 e di quello di Medicina - Portonovo del
1796 ; furono inoltre sentite più o menu sensibilmente parecchie altre
maggiori manifestazioni dei centri sismici delle Romagoe (1672, 1781,
1786, 1828, 1861, 1864, 1874, 1875, 1879) ; dell' Emilia (1501, 1671. 1811,
1818, 1830, 1832, 183A, 1850, 1864, 1869, 1885, 1895, 1898); del fer-
rarese (1624); della Toscana (1542, 18114. 1840, 1843. 1871, 1895; del
Veneto (IS'l, 1695, 1717. 1873, 1891, 1892); della Lombardia (1276,
1802, 1894) e più raramente quelle irraggiate dalle Marche (1873. 1897),
Liguria (1887) e Puglia (1889): e ciò oltre a vari terremoti d'oltralpe,
fra cui quello di Agram (1880), di Hessenia (1886) e d! Lubiana (1895).
bjuutta : Terrmuti ecc. 4S
^f^r - .. ....._... -- »^.-,j^.
722 CAPITOLO vra
Appennino bolognese. — I terremoti del dicembre 1465 [314*], che
furono violentissimi a Bologna, pare siano stati ancora più veementi
nella regione montuosa del bolognese, ove si possono distinguere vari
centri sismici ; il terremoto del 15 marzo 1864 [1053] ebbe il suo epi>
contro fì'a Vergato, Tolè, Zocca e Savignano; quello del 1869 [IO?/
colpi spi^cialmente Casio, Vergato, Marzabotto, Zocca, ecc. : con quest >
si identifica il terremoto rovinoso del 1470 [330]. Nei pressi di Porretia
ebbero origine i parossismi del 7 febbraio 1864 [1053*], del 26 gennaio
1830 [923] e molte altre scosse di minor importanza. Noto che i terre-
moti porrettani, se di qualche intensità, — come i due testé citati -
tendono a propagarsi con maggior violenza verso Vergato, Sasso, ecc.
Dal centro del Granaglione provennero le scosse dell' 8-9 loglio ISi^f-
[1266] ed infine da quello di Castlglion de' Popoli il terremoto d»l
1771 [756], e parecchi altri di minor conto, fra cui quello sentito vers
il mezzodì del 28 settembre 1897.
Questa regione partecipa specialmente ai terremoti esocentrici ir
raggiati dai vari centri emiliani, romagnoli e toscani.
1 1
Vili - Romagna
(Fio. 122)
Abbiamo accennato, parlando dell' Emilia, Il centro sismico bolo-
gnese : ora dirò che* l'attività di tale focolare si è mostrata spesse volte
in correlazione con quella di altri centri appartenenti alla grande re-
gione sismica della Romagna. La sismicità di questa si presenta io
modo molto complesso ed assai intricato per il grande numero di centri,
per la loro attività e per le trasposizioni che si sogliono avvertire al-
lorquando le manifestazioni perdurano per un tempo più o meno lungo.
Per rendere maggiormente semplice la determinazione dei focolari,
è assai utile il considerare i principali periodi sismici.
Regione tra il Savena ed il Senio. ~ Seguendo il criterio dianzi
espresso, prendiamo in sommario esame gli scuotimenti successi negli
anni seguenti :
A - Periodo sismico 1874 [1100]:
1<» - 27 IX : fortissima scossa a Monghidoro, Campeggio, Pietramala, Firen-
zuola, S. Andreadi Savena ;
2° - 7 X : scossa con centro nella regione Tjrli ;
— l
ROMAGNA 723
2^ - 1 x: dopo la precedente scossa due fortissime a Tossignano e Marradi ;
4'' - quindi Fattività sismica si trasporta nel Mugello con scosse forti specie
a Ronta.
B - Periodo sismico 1877-78 [1119] :
1<» - 1877 XI - XII : fgrte a Tossignano ;
2*> - 1878 12 III: scossa rovinosa con epicentro a Castel S. Piotro;
^ -^ » S iTr fiirtiflsima a Castel S. Pietro e Tossignano ;
•i"" - » 4 VI : fortissima a Loiano ;
5» - » 9 XI : fortissima Tossignano, e Yangn.ìna.
C - Periodo sismico 1879 [1126J :
1<> - Scosse numerose a Palazzuolo: 27 iv rovinosa Palazzuolo e Casola con
epicentro a Trerio e Sommorio ;
2^ - moltissime repliche a Palazzuolo.
D - Periodo sismico 1880 [1131] :
1^ - Varie scosse a Brisighella ;
2^ - yarie a Palazzuolo ;
d<» - 23 TU : fortissima a Riolo.
E - Periodo sisniico 1881 [1135] :
P - 24 i: fortissima scossa a Pergola di C, Scannello, Quaderna e Bologna ;
2^ « repliche a Palazzuolo, Quaderna, Loiano e Tossignano ;
d*" - 2 II : fortissima a Russi ;
i^" - 3 e 4 II : due forti a Brisighella ;
&> - 14 n : fortissima a Quaderna ;
6« - 4 y : molto forte a Bologna, Loiano e Casalecchio dei Conti ;
70 - 28 IX : fortissima a Cesena e Bertinoro ;
8<> - 25 XI : fortissima a Casalecchio de C. e Castel S. Pietro.
F - Terremoto del^ V agosto 1891 [1206] :
Centro nei pressi di Lugo.
6 - Periodo sismico 1892 93 [1225] :
l"" - 1892 29 XII : fortissima scossa a Castel del Rio ;
2'' - » 29 XII (9^ 11°^ p.) : scossa abbastanza forte a Marradi ;
3* - » 30 XII (3*» 21™ a.) : scossa a Firenzuola ;
4'> - 1893 9 I : forte a Loiano ;
•V - qualche replica a Marradi ;
6"* - qualche replica a Firenzuola.
Ora considerata T ubicazione delle aree epicentrali e pleistosismiche
delle yarie scosse sentite nei citati periodi sismici, si rlleya la esistenza
dei seguenti gruppi di centri :
I - Focolari situati nei pressi di Loiano, Campeggio, Monghidoro, Fi-
renzuola ;
CAPITOLO \
H - nei pressi di (juadoroB, Castel Sbd Pietro, ecc. ;
III - nei pressi di Costei del Ri», Ptilazzuolo, Casola Val Senio, TDssi^aD<'.
Riolo, Marradi ;
IV - nei dìntiirni di Brisighelln :
V - In quelli di Russi;
VI - nei dintorni di D«rlinoro e Cesena.
E ciò olti'fi ai centro bolognese, che chiameremo B% ed a quello di
konta del Mugello (M).
Dal centri del primo f^nippo Tennero irraggiate le segaenti comm -
zioni : la scossa fortissima per Loiano del 4 ti 1678' (B4) : qualcbi-
replica del perìodo del 18M1 (E2) e qnella del 1893 i 9 (G4).
•^i-™
Fio. 122
Oltre al centro di Loiano abbiamo anche quelli di Firenzuola e di
Pietramala. Il primo — che indicheremo con Fi — à dato oltre a varila
scosse minori, fra le quali la G3, Il piccolo periodo sismico del 27-;i0
luglio (771 [755], e quello del 1864 [1054], le cui manifestazioni, stnic
si intense, nel Mugello, irr;igginrono appunto dei pressi di Firenzuola,
anzi forse da quelli di Mosclieta e Casetta di Tiara, località che più
di Firenzuola furono con TÌoIenza urtate da numerosi scuotimenti scn
liti dal 1° al 6 gennaio 1849 [993].
Dai centro di Fietramala — che chiamerò P — proTennero le scossi?
localizzate del 1767 [1334].
Dai centri dei secondo gruppo : le scossa 187S m 12 (B2> : quelle
corocentricbe a Quaderna del periodo sismico 1881 (E2)ì e le altre E5
od E8 dello stesso periodo.
In questo gruppo abbiamo due centri principali di scnotimeuio :
ftOUAGKA
a) nei pressi di Quaderna (E2, E5) — b) fri
lecchio {B2, E8).
Dai centri del terzo grappo : la scossa 18
plica che nrtò la linea Tossigaano-Marradi (
l:i 1879 IV 27 (Ci) e le repliche snssegnenti
1880 (D2); la 1880 vii 23 (Da): le repliche d
(E2) ; la 1892 x 29 (Gì).
Centri principali di questo grappo : a) ne
Castel del Rio (A2 e forse GÌ) — b) presso
regione * Tre Rio > e < Sommorio > nei pressi i
K2) e parecchi altri terremoti, fVa cni la 8C(
pressi di Rido (D3). E ciò oltre i centri sec
nera. U primo — che indicherò con M — h
iG2) e parecchie altre, di cnl qualcuna abbai
del centro valnerino (Fa) bì devono aserivei
per esempio le numerosissime sentite nel pò:
(G2), la forte delle 2'' 47- pom. del 19 ii 181
Nel quarto gruppo abbiamo un centro unii
che a dato le scosse DI del 1880 e le due S
Nel qaioto trovasi pure un centro nnico
n 2 : G3) e cosi anche nel sesto, posto fra <
!\ 28 : K7) : ma di questi ultimi tre parlerò
Parecchi terremoti accennati sommariame
capitolo e descritti particolareggiatamente n
tano avere avuta un'area mesosismica circo!
centri indicati, ma invece inno effettivamenti
più estesa, entro la quale si trovano due o
Tali manifestazioni sismiche o ripetono la le
minatesi a maggiore profondità in uno dei cei
loro zona pteistosismica, oppure sono dovuto
cronodivar! centri, come molte altre voltesi
periodi sismici assai prolungati. Cosi per es<
[Al), che fa fortissima a Monghldoro e sue
sarebbe stata causata dal risveglio del gtup
e forse anco di quello di Loiano. J^a scossa 1
gruppo III, e precisamente dai centri 111 lì
IV 5 fa Interessato il gruppo II e III e prec
risveglio dei contri II li g III li -^ cosi purt
nel 1878 Xi 9 (B5), Kignai'do lo scuotimento
ritenerlo dovuto al risveglio del centro di Le
distinto con li A. e del bolognese B".
Fra 1 terremoti esocontricl degno di i
726 CAPJToiiO Tiir
Marr%di è compreso nella zona rovinosa del ^ande terremoto roma-
gnolo del 1661 ed in quella fortissima del ravennate del 1688 : inoltre
fva. gli ultimi massimi sismici furono sentiti più o meno sensibilmente
i seguenti provenienti : da Forlì, 1870 : dai dintorni di Rocca S. Cà-
sciano, 1887 : da Bologna, 1889 ; dal Gargano, 1889 ; da Verona^ 1891 :
da Lubiana, Querciolano e Firenze del 1895 ; da Sinigallia del 1897.
Regione Imolese e Ftientina, — Nel grande periodo sismico che io-
teressò la Romagna e le Marche nel 1781 [782] abbiamo avuto tre
scosse principali : una al 4 aprile, la seconda al 3 giugno e la terza al
17 luglio.
L'area epicentrale della prima è nei pressi di Brisighella : i mag-
giori effetti dinamici causati dalla seconda avendo interessato i dintorni
di Cagli mi riservo a parlarne nel capitolo riguardante le Marche; h
terza urtò in ispecie i pressi di Forlì e fu stimata assai più forte a Ce-
sena ed a Ravenna che non la prima.
Questa, come ò già detto, ebbe suo centro nei dintorni di Brisighella
e si identifica con le scosse del quarto gruppo precedentemente accen-
nate (DI, E4), con la forte scossa del V aprile 1887 {dM ant. circa) e con la
sua replica avvenuta poco dopo la mezzanotte. Questo centro si ri8vegìi'>
pure in occasione del grande terremoto che sconquassò la Romagna e
le Marche nel 1279 [177*], come dirò più avanti.
È noto che il terremoto del 4 aprile 1781 recò maggiori danni a
Faenza che non a Forlì ; quindi all'attivitÀ di tale centro potrebbero
essere attribuiti tutti quei parossismi che risultano aver colpito più quelln
città che non questa: però è necessario tener presente la probabile esi-
stenza di un centro sismico fra Faenza, Russi e Forlì, di cui parlerò
fra poco, e quella di un' area di scuotimento nel ten'itorio faentino, U
quale con i dati che posseggo risulta male definita.
Troviamo nel 1700 [596] Faenza colpita da scosse intense^ che pare
non siano state dannose a Forlì, giacché le cronache locali non ne fanno
menzione alcuna : Imola, Faenza e Forlì risentirono per 1 terremoti for-
tissimi accaduti al 9-10 agosto 1732? [664] ed al 21 settembre 1813 [875*;:
Solarolo e Faenza per un altro successo nel 1509 [374]. Infine abbiamo
il terremoto del 1854 [1017] che recò danni abbastanza sensibili ad
Imola, la quale nel 1687 [568] fu scossa da un violento terremoto.
Noto che nel grande parossismo del 1688 [572*] — che abbattè CJotti-
gnola e Russi — Solarolo, Imola e Faenza soffrirono danni rilevanti.
Il territorio faentino ed imolese partecipa ai movimenti sismici pro-
venienti da centri della Romagna proprianiente detta e della Romagna
Toscana, alcuni dei quali, per esempio quelli del 1661, 1688, 1781, cau-
sarono danni più o meno gravi. Fra gli irraggiati da altri tbcolari
ROMAGKA 727
ricorderò il bolognese ed il garganico del 1889. il veronese del 1891,
luelli di Labiana e Firenze del 1895, di Sinigallia e Città di Castello
del 1897, di Argenta del 1898, ecc.
m
I^orlì. — li groppo dei terremoti forlivesi si mostra assai complesso:
quello del 1781 [782] danneggiò Forlì e specie il territorio compreso
fra tale cittÀ, Faenza e Russi ; il centro adunque parrebbe trovarsi fra
il N., rw. ed il NW. Invece in quello del 1887 [1181] l'area meso-
sismica è compresa fra Forlì e Rocca S. Casciano. Questo terremoto
si id«)ntifica con quello del 1661 [547], irraggiato dai dintorni di Fiumana
e di Predoppio e con raltro del 1870 [1078], il cui centro si mostrò si-
tuato Ira Dogheria e le Caminate. Ora r area mesosismica del 1661 è
più sviluppata verso S, SW. dell'altra, la quale invece risulta maggior-
mente espansa dalla parte di N e di £. La zona isosismica rovinosa
del 1661 corrisponde presso a poco a quella del terremoto del 1725 [641],
eccezione fatta per Forlì, che in occasione di tale parossismo non ebbe
a soffrire danni di sorta, stando almeno ai cronisti citati dal Guarini.
Uguale centro ritengo abbiano avuti altri terremoti imperfettamente
conosciuti: cioè quello del 1505 1369], che colpi Forlì e Castrocaro ;
del 1424 [290], riuscito disastroso in quest' ultima località ; del 6-10
aprile 1828 [919], stato intenso a l^eldola, a Bertinoro e anche a Ga-
lea ta. — Detto centi'o si risvegliò pure in occasione del grande terre-
moto marchigiano - romagnolo dei 1279 [177'*'], giacché sappiamo essere
in tale occasione diroccati parecchi castelli nella regione montuosa del
forlivese : ma dì ciò parlerò più a lungo in altro paragrafo.
Abbiamo cosi provato l'esistenza di due centri r.he maggiormente
agiscono su Forlì : uno a settentrione circa e l'altro a mezzodì della
città, quantunque anche il parosissmo ravennate del 1688 si sia propa-
gato quasi rovinosamente fino a tale cittÀ.
Ora questa località fu più o meno danneggiata dai seguenti terremoti
esocontrici e corocentrici, le date degli ultimi sono stampate in corsivo :
1279 [177]?, 1323 [219], 1385 [260], 1387 [261], 1396 [263], 1397 [270],
1402 [274], 1428 [295], 1479 [338], 1483 [341], 1505 [369], 1501 [464],
1619 [490], 1653 [5321, 1661 [547], 1688 [572], 1701 [598], 1768 [748],
i77^ [1335], 1781 iv 4 e vii 17 [782], 1796 [936], 1813 [875] 1828 X
^ [919*], 1844 [976], 1861 [1048], 1870 [1078], 18H7 [1181J.
Dall'esame obbiettivo dei fatti a me pare più possibile che all' atti-
vità del centro posto a mezzodì, quello cioè, che à dato fVa gli altri,
i parossismi del 1661 e del 1870, si debbono ascrivere i terremoti di
cui abbiamo solo notizia per Forlì, tanto più che in queste due occa-
sioni i danni infarti a Cesena furono considerevolmente minori : quindi
ammettendo che tali terremoti siano stati nella loro area pleistosismica
726 CApfrotx) vm X
Il - — - — — — — — - — — ^ — -^ - -
solo fortissimi o molto forti, può darsi benissimo che Cesena sia rimaci,
o talmente immane da danni, oppure ne abbia risentiti ai pochi da ei^-
sersene perduta la memoria. Se i detti ten*emo ti fossero stati causati
dair attività del centro posto circa a settentrione di Forlì aTrenmi<
certamente avute notizie di danni anche per Faenza.
Riguardo ai terremoti forlivesi è necessario tener presente quest-
fatto : parlando dcirkttività sismica del ferrarese, ò accennato la leu
denza che anno gli scuotimenti a tale regione corocentrici di propagare,
intensamente nel Veneto : tale tendenza, quantunque in modo meuc
spiccato presentano pure i forlivesi. Di ciò ne abbiamo una prov^
nel sismocartogramma del terremoto del 1887 (flg. 73, pag. 518) ir.
cui si vede che le varie isosiste si espandono più verso settentrione
che da qualunque altra parte e che V isosista delimitante la zona entr
cui il movimento sismico è riuscito sensibile alle persone, si estenda
verso il N. e NW, Ano a Bassano ed a Treviso, che dlstano rispetti-
vamente dalla congiungente Forlì- Rocca S. Casciano Km. 180 e 175.
mentre verso il mezzodì lo scuotimento si andò ammorzando appena
oltre Siena, Urbino e Pesano a Km. 100, 70 ed 85. Aggiungo inoltre che
il terremoto successo V 11 giugno 1778 [1335], stato fortissimo a Forlì,
fti inteso anche a Padova ed a Vicenza ; cosi pure vedremo a suo luogo
che anche i ten*emoti ravennati e riminesi mostrano eguale particc-
larità.
Ò già accennato quali siano i terremoti esocentrici che si propaga*
rono fino a Forlì con intensità tale da produrvi danni (cfr. pag. 727; :
molti altri irraggiati da centri diversi giunsero più o meno sensi hi::
alle persone, primi fra. tutti quelli provenienti dai limitrofi focolari della
Romagna^ quindi ne vengono altri di origine marchigiana (1741, 185:^,
1873, 1897), dell'Appennino emiliano (1810, 1869 vi 25 e xn 13), delU^
Toscana (1895); deirOltre Po Pavese (1828)?, della Liguria (1887), del
Gargano (1889, 1895), di Lubiana (1895), di Argenta (1898) ecc- ecc.
Cesenate. — Sappiamo che i terremoti del 1428 [295], del 1483 [341 '.
del 1653 [532-33*] e del 1828 x 8 [919*] colpirono intensamente si Forlì
che Cesena : così pure dicasi di quello del 16 ottobre 1861 [104S* .
Ciò potrebbe far supporre che tali parossismi siano causati dall' aitiviuì
del centro che à dato i terremoti dol 1661 e del 1870. È necessario
però tener presente che le cronache cesenati ricordano terremoti più
o meno dannosi per gli anni 1331 [225], 1334 [226] e 1337 [228], dato
che non trovano alcun riscontro con quelle dei parossismi forlivesi.
Aggiungerò di più che la replica del terremoto ravennate successa al
27 maggio 1688, come ò detto a pag. 640, fu rovinosa a Cesena, otc
ebbe una intensità maggiore che non entro la zona pleistosismica dei
r-^-rry^-^j- - ,, ^ # ■ ■^>W." - , % .^; ''■ VK ^'
ttoìixo^X 7i9
principale scuotimento : anche la scossa avvenuta ad 11^ 25°* p. dell' 11
siprile 1828 [916] fu più forte a Cesena che non a Forlì. Questi fatti
tendono a farci ritener^ ben fondata V esistenza di un focolare sismico
cesenate, di cui ora cercheremo di fissare la posizione. La scossa
tortissima del 28 settembre 1881 [1135], che riusci veementissima a
Cesena ed a Bertinoro, appartiene, come abbiamo visto, aj sesto gruppo
dei centri sismici già indicati (pag. 725) : essa si identifica con altre
parecchie, fra cui quella che urtò assai sensibilmente Bertinoro e Ce-
sena, un po' meno Terra del Sole e Castrocaro, meno ancora Ci vitella
e solo lievemente Forlì e Dovadola. La porzione di tale area sismica,
disposta secondo la congiungente' Cesena- Forlì, ci potrebbe rendere ra
^ione come in molti casi queste due città siano state violentemente
commosse e come in certi altri (ps. per la scossa dell' 11 aprile 1828)
Cesena abbia con maggior violenza partecipato allo scuotiinento.
D'altra parte invece qualche terremoto di minor importanza (ps. la
scossa delle 3*» 74 ^^^' ^^^ ^ ^ 1887) ci farebbe intravvedere un centro
posto a sud circa della città.
Alcuni dei maggiori terremoti provenienti dai vari focolari della
Romagna causarono danni agli edificii di Cesena (ps. 1661, 1688, 1781,
1870); fìra gli innocui prevalgono per numero ed intensità i- romagnoli,
quindi in secondo grado i marchigiani (1741, 1781, 1853, 1873, 1897):
furono inoltre più o meno sensibilmente sentiti i ten*emoti di Bologna
del 1881, del Gargano dei 1889 e 1895, di Lubiana e di Firenze
del 1895, di Città di Castello del 1898 ; il ligure del 1887, mentre
passò inosservato a Cesena, riuscì a Bertinoro un po' più sensibile che
non a Forlì.
Romagnal Toscana, — Dai pressi di Qaerciolano irraggiarono le
scosse del 1895 [1261] state molto forti a Portico e sensibilissime a
Rocca 8. Casciano : all'attività di tale centro ascrivo pure tutti gli
scuotimenti riusciti più o meno intensi in tale località : scosse abba-
stanza numerose, alcune delle quali anche violenti, ps. il terremoto del
22 marzo 1655 [536] e quello dell'ottobre 1826 [909]. Altro centro tro-
vasi fra Premilcuore e Portico. Alla sua attività dobbiamo il periodo
sismico iniziatosi il 18 settembre 1888 ; durante detto giorno e nei due
successivi furono intesi oltre una ventina di scuotimenti seguiti da altri,
i quali tutti, eccezion fatta per il primo, furono ond. ed abbastanza
localizzati, giacché inavvertiti a S. Godenzo ed a Rocca S. Casciano.
Nella valle del Bidente troviamo Santa Sofia e Mortane terribilmente
conquassati dal terremoto successo nella notte 19-20 ottobre 1768 [748],
il quale si identifica con le scosse sentite nel 27-29 gennaio 1861 [1044].
Noto che al 17 febbraio 1898 una sensibile scossa suss. fVi sentita in
730 CAPITOLO rnr
Mortane che passò inavvertita a S. Sofìa. Forse all'attività di tal^
centro, cui si devono numerose scosse, dobbiamo ascrivere il terremoto
del 1194 [131] — che sappiamo essere stato violento nella vicina Go-
leata e suoi dintorni — e quelli del 1393? [266J. Esteriormente al-
l'area mesosismica del grande terremoto del 1661 abbiamo un altro
distretto sismipo nel bacino del Savio che comprende San Piero, Bagno
di Romagna e Selvapiana. Il terremoto del 12-13 dicembre 1889 [UIC
colpi Bagno e San Piero ; quello del 1824 [903] San Piero e Selvapiana :
infine di un altro, successo nel 1584 [1324] sappiamo solo essere stato
disastroso a San Piero (*).
La posizione delle aree epicentrali dei due terremoti citati (1824 e
1889) ci potrebbe far supporre la presenza di due centri di scuotimento,
tanto più che una scossa avvenuta al 6 ottobre 1894, che urtò parte della
Romagna e delle Marche, fu più che altrove intensa a Ba^o, mentre
un'altra sentita al 26 novembre 1897 sembra abbia con maggior vee-
menza colpito San Piero, ove al 7 marzo 1858, dal*» ant. alia sera,
furono avvertiti numerosi, intensi e localizzati scuotimenti.
Questa regione partecipa generalmente parlando agli stessi terremoti
esocentrici che scuotono Forlì.
Ravennate. — Abbiamo visto (pag. 725) che la scossa del quinto
gruppo (1881 n 2 : E3) fu fortissima a Russi : con questa, fatte le debite
proporzioni, si identifica il grande terremoto del 1688 [572*], che oltre
a Russi fu disastroso a Bagnocavallo ed a Cottignola e che apportò
gravi danni a Ravenna. Questa città fu colpita da violenti parossismi
tellurici nel 467 [43], 492 [45]", 815 [63], 1561 [432] e 1780 [778], i quali
(quantunque incomplete siano le notizie) ritengo di identificarle essi
pure con i precedentemente accennati.
Con il terremoto del 1688 si identifica anche quello del 1591 [454*',
che notizie posteriori (*) mi fanno conoscere essere stato rovinoso a
Ravenna e dintorni e fortissimo a Forlì.
Poche ed incomplete sono pure le notizie sulla scossa avvenuta al
(1) Aggiunta al N. 1321 (pag. 636-37). — Nel Diario Fiorentino di A. Lapini, già citato,
trovasi ricordata {pag. 236] una scossa non troppo forte sentita a Firenze ad ore 2^ della
sera del 10 luglio, la quale in S. Maria ed in S. Piero in Bagno causò graTissimi danni,
avendo fatto rovinare cinquecento case. Questa notizia corrisponde per Torà e per la
data — eccezione fatta per il mese — a quella dei mas. De Rossi : se a tale terremoto si
riferisce l'annotazione trovata dal Serpieri riguardante Urbino, dobbiamo ritenere il fe-
nomeno come successo nel settembre.
(2) Aggiunta al N. 454 ipag. 109 e 837). — Nel Diario Jlorentino di A. Lapiki pubbUwto
da G. O. Cor AZZINI (Firenze 1900) si dice clie dal 6 al 18 luglio 1591 a Ravenna e dintorui
furono sentiti grandissimi terremoti che fecero rovinare gran numero di case causando»
la morte a molte persone, in Ravenna precipitò gran parte del Duomo (pag, 318).
ROMAGITA 731
L^ ag^osto 1891 [1206], che violentemente commosse la regione compresa
:ra Ravenna, Forlì, Faenza e Lngo : potrebbe essa essere stata ori-
y'inata o dal centro posto a settentrione di Forlì, ed identificarsi allora
3on il terremoto del 1781, oppure, come mi pare più ovvio, con quello
del 1688, avendo questo causato danni anche a Lugo, a Ravenna, a
Forlì e da Faenza.
Anche i terremoti di questa regione presentano la particolarità già
altrove notata (cfr. pag. 712 e 728) di propagarsi con maggiore inten-
Bìtii verso il Veneto. Così, per esempio, considerando i due maggiori
e più noti parossismi corocentrici, quelli, cioè, del 1591 e del 1688,
troviamo che il primo, stato rovinoso all'epicentro, fu fortissimo a Ve-
nezia ed anche a Vicenza; Taltro poi che nella sua zona pleistosismica
spiegò un' intensità di gran lunga superiore, causò maggiori danni a
Venezia che non a Bologna, la prima delle quali località dista dal sup-
posto epicentro oltre 120 Km., e la seconda invece supera appena i 50.
Ravenna partecipa in ispecie ai terremoti irraggiati dai centri si-
tuati nel territorio di Forlì, di Imola, di Faenza e di Rimini -- qual-
cuno dei quali vi causò pure danni più o meno gravi (ps. 1781, 1861,
1870, 1875 ecc.) — ed anco a quelli fra gli esocentrici, le cui onde
giunsero ad attraversare sensibilmente tali regioni.
Centri a mare, — Ne abbiamo due principali uno nei pressi di Ri-
mini e l'altro in quelli di Cervia. All'attività del primo dobbiamo i
ten-emoti del i:K)8 [209], 1468 [329], 1473 [334], 1621 [491], 1625 [499 1,
1672 [557] e 1786 [807] e molti altri stati più o meno intensi. Al ri-
sveglio del secondo sono da attribuirsi i terremoti del 1484 [342] e del
1641 [515].
Nel grande terremoto adriatico del 1875 [1103] si ridestarono am-
bedue tali centri, essendo tale commozione riuscita rovinosa o quasi,
tanto a Cesenatico, quanto a Rimini ed a Cervia.
La tendenza a propagarsi con maggior facilità ed intensità verso il
Veneto si riscontra pure nei terremoti adriatici di questa regione si-
smica, quantunque in modo meno spiccato che per le altre già accen-
nate nel corso di questo capitolo.
I maggiori terremoti ravennati, forlivesi, cesenati e marchigiani
furono sentiti sì a Rimini che a Cervia, località incluse anche nell'area
commossa dal parossismo friulano del 1511, e da quelli del Gargano del
1889 e del 1895; di Verona del 1891, di Lubiana e Firenze del 1895.
San Marino. — Il territorio di questa repubblica è pochissimo sog-
getto ai terremoti ; il Vaiinucci, che attribuiva tale incolumità ad uno
smisurato cavo esistente presso le mura, aggiunge che una volta, es-
732 CAPITOLO IX
Bendo stato otturato, ne venne che la città non ta più immiine coil*
prima, da scosse, quantunque quelle sentite posteriormente siano statt
molto leggiere. Il Perrey da notizia di uno scuotimento abbastanz.i
forte avvertito a S. Marino e presso Avellino nel giorno 24 gemmi
1787 ; dubito della autenticità di tale notizia, o per lo meno mi pare
che si debba trattare di due fenomeni ben distinti ed assolutamentt
indipendenti.
Rispetto ai terremoti esocentrici si può dire che interessano il terri-
torio sanmarinese specie quelli provenienti dai centri sismici del!
Marche e della Romagna : cosi deve certamente essere stato ivi intea
il parossismo del 1672 ; quello del 1786, al dire del Vannucci, n
in generale da pochi inteso nella città, ma inferse qualche liev
danno al monastero delle monache « situato sul forte del duro massai) > .
cosi pure dicasi di quello del 12 marzo 1873; con maggior gaglianl:.
fu invece tale regione urtata in occasione dello scuotimento del gioir
18 marzo 1875. Essa risulta compresa nella zona commossa dai terremor.
di Lubiana del 1895, della Capitanata e Chietino pure del 1895, di Sic:
gallia e del Monte Nerone del 1897 ecc.
IX - Marche
(Fio. 123 e 125).
Cagli. — Nel grande periodo sismico del 1781, come si è visto (cfr.
pag. 726), abbiamo avuto tre scosse principali : la prima corocentrica
al territorio faentino ; la seconda a quello di Cagli e la terza al forli-
vese. Ora se noi esaminiamo il fatale terremoto del 1279 [177*], riuscita'
disastroso specialmente nella parte montuosa del forlivese, a Brisighella.
in quel di Faenza ed a Camerino e dintorni, vediamo che diversifìc^i
dal precedentemente nominato, per essere state le varie aree sismiche
scosse contemporaneamente. Malgrado le notizie siano incomplete a me
sembra che nel 1279 si siano risvegliati nello stesso tempo, o quasi —
come, secondo il Mercalli, sarebbe successo in Liguria nel 1887 —
parecchi centri: cioè i due accennati del forlivese e del faentino, quello
di Cagli ed il focolare camerinese.
Le più violenti scosse sentite in Cagli irradiano da quello situato
alle falde orientali del Monte Nerone : tipica manifestazione delFattirìtà
sarebbe il parossismo del 1781 [784], che causò danni immensi ad Ur-
bania, a Sant'Angelo in Vado, ad Apecchio*, a Secchiano e località
vicine. Tale centro à dato inoltre parecchie scosse nel 1843, ricordale
ci miei Materiali (I, pag. 129), e che notizie posteriori mi à
DDOBcere essere stnte alquanto più intense di quello i;he las
orre la notizia da me prima trovata Anche il terremoto sent
» T"* */, ani. del 9 aprile 1884 provenne dallo stesso centro :
ifatti fa stimato più intenso che non a Città di Cafitello ad Uri
Bìguardo poi ai terremoti esocentrici risentiti a Cagli, a Perj
irò che predominano per numero e per intensit& quelli irrag
'icini centri delle Marche, della Homagna, dell' Umbria ecc.
Durante il periodo sismico del 1897 [1287*], le cui maggior
tazioni si devono nacrivere — come vedremo — all'atlivil
-.entro ben diverso da quello del 1781, parecchie scosse semb
pinate da focolari secondari compresi, od appena esteriori alla
'OsismlCA di tale scuotimento: cosi, ps., parvero più intensi
.l«ino quelle del 16 maggio e 25 giugno 1897, e ad Àpecchl
icosse avvertite al 24 gingno e 15 ottobre [1278] dello etesso
oeccsaario anche ricordarne un' altra accaduta cii'ca le 11
aprile 1896, la quale fu quasi forte a Sant'Angelo in Vado
inosservata a Borgo Pace ed a Mercatello. Quest' ultima locf
pena esteriore alla zona mesosismica del 1781, sul principio
dell'anno 1810 venne commossa da una serie di scuotimenti, s
quali fortissimi [886], che io identifico con quelli del periodo
del novembre - dicembre 1896 [1362], i quali, furono abbastam
lle'cateUo ed a Borgo Pace, e, rare eccezioni fatte, passarono
tili nei paesi circostanti.
Urbino. — I terremoti del centro di Cagli urtano con iute
tevole Urbino. Questa cittA però fu colpita da varie mani
corocentriche, quali quelle del 1502 [364], 1744 [690], 1828 [9Ì
[1012]. Il terremoto del 1828 [917] avvenne durante un per
intercBBò parte della Romagna e delle Marche ; e ciò adduce
velia prova del nesso che lega ì centri sismici di tali regioni
reso ancora più evidente dal grande parossismo del 1741 [6
urtft con grande intensità la linea Urbino - Fabriano, con un
verso quest' ultima località.
Noto perù che parecchi terremoti di minore importanza ci
l'esistenza e l'attività del contro urbinate : ricorderò solo pei
un esemplo la scossa forte sentita nel 20 marzo 1867.
Del terremoti esocentrici riuscì ad Urbino quasi rovinoso
eiiimo di Cagli del 1781 ; fortissimo il riminese del 1875
Torlc quello proveniente da Sinigatlia accaduto nel 1897: i sef
farono avvertiti' con intensità variabile dalla forte alla leggit
venienU dalla Romagna: 1661, 1854, 1878, 1881 (24 i). 18fi
734
CAPITOLO rx
1887 — dalla Toscana ed alto bacino del Tevere : 1694, 1856, li?97 -
dalle Marche ed Umbria: 1809, 1854 — dair Emilia : 1869 (due -
dal Veneto : 1891 — dagli Abruzzi e Sorano : 1873, 1874, — dalle Pc
glie : 1875, 1889, 1895 — dall' estero : 1856 (Candia), 1870 (Ciana -^
Oriento), 1880 (Agram), 1886 (Messenia) e 1895 (Lubiana).
Pesaro - Sinigallia, — Nel mare prospiciente Pesaro ebbero loco epi-
centro le scosse molto forti sentite nel 1744 [690], i eoi maggiori ef
fetti furono assai localizzati: cosi pure dicasi del breve periodo sismic
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Fio. 123
iniziato col 18 marzo e terminato al 6 aprile 1826 [957] che fa solo for-
tissimo in tale località, quantunque più o meno sensibilmente siano
giunte le onde sismiche a Sinigallia e ad Ancona.
Parecchie sono le scosse, anche forti, che ci à dato tale centro : per
brevità ricorderò solo quella sentita nel mattinò del 7 aprile 1859.
A Pesaro riuscì fortissimo il terremoto di Rimini del 1672 e qaas<i
rovinoso quello di Fabriano del 1741 ; furono inoltre avvertiti quello i^\
Norcia-Cassia del 1599, del Friuli del 1717, della Romagna del 1781 e
.828, d' Urbino del 1653, 11 eorano del 1874, l'arJmeBC del 1
Li Messenia del 1886, di Romagna del 1887, di Fo^ia del 1:
>iana del 1895, il chietiiio dello stesso anno e qaelll di Sin
:;Utft di Castello accaduti nel 1897.
Fano fti colpita da parossismi corocentricì nel 1389 {2G2
573], nei 1692 [583], nel 1728 [650] e nel 1788 [811] : alle <
tate non si fa menzione che della città e dei dintorni : il
iel 1572 [445] invece oltre che in Fano riuscì rovinoso a
che nel 1838 [958] partecipò allo scaotlmento che con pai
urtò Pesaro, Fano e Sinigidtia.
A Fano riuscì rovinoso il terremoto del 1303 [204*] e qi
nitano del 1690; quasi rovinoso il marchigiano del 1741 e<:
raggiati da Rimini sncceasi nel 1672 e nel 1875.
Xel bacino metanrense troviamo più ad ovest il centro
di Fossombrone che A dato luogo, fra l'altro, alla violenta
tita verso la sera del 22 agosto 1865, ansseguita da dne Ile
nella notte susseguente.
Nel mare di Sinigallia — compresa nella zona mesosismi
remoto del 1838 ed in quella rovinosa del 1303 [204*] — el
epicentro il terremoto adriatico del 1897 [1283], il quale coi
manifestazione tipica di tale focolare, e molti altri minoi
qualche scoesa del marzo l^'ì6, ed il piccolo terremoto del i
10 marzo 1890, stato forte appunto a Sinigallia, sensibile a
Corinaldo e lieve a Pesaro : ciò dicasi pare della replica su
giorni dopo.
In Sinigallia causarono lievi danni i due parossismi de
mini) e del 1690 (Ancona) ed in modo più o meno sensibile
avvertiti altri irraggiati dai centri delle Marche, della ]
dell' Umbria.
Camerino. — Questa citt.'i fu colpita nell'aprile 821 [64]
remoto fortissimo, intorno al quale non mi fu dato di rit
particolareggiate notizie. Nel febbraio - maggio 1785 [797
scuotimenti urtarono tale cittA insieme a Muccia ed a Sen
caliift che nulla sofl^lrono per il grande terremoto del 1799
il quale Camerino Invece fu conquassato insieme a Cessa]
Pozzuolo, a Statte ecc. Tale terremoto riuscì rovinoso a Pi
San Ginesio.
Siamo cosi in presenza di due centri uno a SW. e l'altro
di Camerino. Il primo, Il meno attivo, è posto nei pressi di
località che più delle altre sof^l per il terremoto del 1785
dato e presso cui ebbe II suo epicentro il lieve parossismo de
736 CAPITOLO IX
1898 con il quale si identifica. La vera posizione del secondo non riest
bene d sterminata, ma non deve essere tanto lungi da Camerino ; alL^
attività di questo io ascrivo le varie manifestazioni che più intensameme
anno 820S80 tale città : cosi ps« la forte scossa ivi sentita nelle priiDt
ore del mattino dei 10 luglio 1887, propagatasi nei circostanti pae<i
delle lilarche e dell' Umbria.
Ò più sopra accennato il terremoto del 1741, il quale sconquassi!*
specialmente la regione fra Serra S. Quirlco, Fabriano e Camerino, k
più importanti località poste nell'area epicentrale, e si propagò più v
meno rovinosamente fino a Fano, a Pesaro, ad Urbino, riuscendo ancfct
molto forte a Mantova. Ora, se poniamo mente che nel 1279 [177*
per il terremoto già molte volte ricordato, soffi'irono oltre che Ci
merino, Fiuminata e Castelraimondo, anche Fabriano, Matelica« Ciò
goli e S. Severino e che risentirono danni anche Spello, Ancona.
Cagli e la Romagna, noi possiamo ammettere che venne urtato parte
della grande zona sismica delle Marche, e che si risvegliarono pan-
contemporaneamente o quasi alcuni centri della Romagna, la cai atti-
vità cooperò alla produzione delle immense rovine che allora si ebbero
a deplorare.
L'estesissimo terremoto del 13 marzo 1873 [1089] riusci rovinoso a
Camerino, a Fabriano e specialmente a S. Ginesio e suoi dintorni : ad
Urbino si ebbe un notevole aumento di intensità. Ora, considerando che
i dintorni di Camerino, come ò detto, furono in modo isolato colpiti
da terremoti corocentrici, e che S. Ginesio — appena esteriore all'areit
pleistosìsmica del 1799 — venne violentemente commosso nel giugno 17:^'
[655] da una violentissima scossa corocentrica, ne risulta che nel 187:«
fu urtata parte della regione sismica sconvolta nel 1741, nel 1799 t
nel 1730.
Un centro secondario si trova nei pressi di S. Severino Marche : è
messo in luce dal terremoto successo nel mattino del 28 aprile 1898.
Per i terremoti esocentrici ricorderò che Camerino si trova entro
la zona interessata dal passaggio delle onde irraggiate dai vari centri
delle Marche, della Romagna (1875), dell' Umbria (1751, 1832, 1865,
1878, 1879, 1882, 1898) ; meno frequentemente ivi si risentono i terre-
moti degli Abruzzi (1874), del Molise e Sànnio (1885, 1882), della Ca-
pitanata (1875, 1889, 1895).
Anconitano, — In questa regione oltre al centro di Sinigaliia, posto
a mare, di cui ò già fatto menzione parlando del focolare di Pesaro
con l'attività del quale si mostra in correlazione, abbiamo un altro
centro pure a mare ed egualmente ben determinato. I parossismi cau-
sati dal suo risveglio mostrano quasi sempre effetti localizzati nei prosbi
MARCHE 787
. Ancona, come appunto è successo nel 1268 [166], 1474 [337], 1502
;66], 1813 [874], 181S [884] e nel 1869 [1067]. In quello del 1870 [1074]
L zoiia delle lesioni si spinge alquanto entro terra : per quelli del
58 [49], 1298 1 196] e 1690 [678] sappiamo che venne intensamente ur-
Lto anche il littqrale meridionale di Sirolo e di Numana.
Tutti questi terremoti io li ritengo prodotti da un unico centro,
osto, come 6 detto a mare : e con questi si identificano pure i parossismi
el 973 [80] e del 1502, che sappiamo aver danneggiato varie località
ella provincia di Ancona e così anche le scosse fortissime che al 25 di-
einbre 1755 ed al 1<^ e 5 gennaio 1756 [717 1 urtarono tale provincia.
Detto centro inoltre à dato molte scosse di minor importanza, che
presentarono eguali caratteri ; citerò solo quelle sentite dal V al 9
iprile 1813, alcune delle quali, state assai sensibili in Ancona, furono
ippena avvertite nei paesi circostanti entro un raggio di circa otto
niglia.
Ancona non andò immune di danni per il terremoto del 1279 [177*]
3 così pure per quello di Sinigallia del 1897 [1283] ; furono inoltre
ivi più o meno sensibilmente intesi i terremoti di Cassia del 1599, di
Fabriano del 1741, d' Urbino del 1873, di Candia del 1856, di Romagna
del 1828, di Fabriano e del Friuli del 1873, dell'Aquila e del sorano
del 1874, della Capitanata del 1875 e 1889, della Messenla del 1886,
di Lubiana del 1895, dell' Umbria e Marche del 1897.
Nel medio bacino dell' Esine e precisamente nei pressi di Iesi esiste
un centro secondario di scuotimenti che à dato il terremoto del 26
maggio 1887 [1179], stato in tale località più intenso che non nei paesi
circostanti. Dai pressi di Osimo pare sia irraggiato un terremoto suc-
cesso al 27 settembre 1892.
Macerata» — Abbiamo già diffusamente accennati i terremoti di Ca-
merino : ora succintamente parlerò di altri centri del territorio mace-
ratese : un primo focolare trovasi appunto nei dintorni della città che
nel 1626 [501] e nel 1809 [862] fu colpita da due parossismi rovinosi ;
all'attività di tale centro si devono altre scosse, alcune delle quali
asBai intense : ^ fra esse ricorderò quelle sentite nella notte 6-7 marzo
1813 e sul primo mattino del 20 maggio 1873.
Centro secondario si à presso S. Severino da cui ebbe origine il
piccolo terremoto marchigiano del 28 aprile 1898.
Presso l'area sismica di Camerino -S. Ginesio avvi Caldarola, nei
coi pressi trovasi un focolare, la cui attività si estrìnseca con frequenti
scuotimenti oltremodo localizzati : citerò quelli del novembre 1871
[1085], del 14 gennaio 1889, del 19 dicembre 1894 e qualche altra scossa
più 0 meno sensibile.
BARATTA : Terremoti eco. 4*7
-9 — i~-ir
738 CAPITOLO IX
Abbiamo anche il centro di Potenza Picena, alla cai attività ascrìvo
il terremoto del 3 febbraio 1874 [1095].
Di un centro sismico costiero nei pressi di Civitanova Marche, come
di nn altro posto nell'alto bacino del Tenna, essendo le loro manife-
stazioni più direttamente collegate con quelle del territorio ascolano,
parlerò trattando della sismicità di quest' ultima regione : e ciò dica^si
pure per quello di Visso, appartenendo al distretto della Nera, fkrò men-
zione a suo luogo, parlando dei terremoti umbri.
A Recanati riuscì molto forte il terremoto di Amatrice del 1639: a
S. Severino ed a Matelica identica intensità spiegarono quelli di Fabriano
del 1741 e di Cagli del 1781. Oltre a ciò riuscirono più o meno intensi
i terremoti di Foligno del 1791, di Urbino del 1853, di Ancona del
1870, di Fabriano del 1873, di Aquila del 1874, di Rimini e della Ca-
pitanata del 1875, di Messenia del 1886, di Lubiana del 1895.
Ascoli. — La regione compresa fì'a il bacino del Chienti, quello del
Tenna e deir Aso partecipa ai terremoti del distretto Camerino - S. 6i-
nesio, ma al suo abito sismico contribuiscono pure le manifestazioni di
alcuni centri propri, male determinati, fra cui uno posto fra Samano
e Magliano di Tenna, ed un altro un po' più a settentrione, fra Pan-
sola e Mogliano (1883 xn 18).
Riguardo a Fermo abbiamo notizie di un terremoto assai intenso
sopravvenuto nel 1540 [405], che con probabilità si identifica con la
scossa forte avvertita specie in tale località ed a Magliano il 15
giugno 1892 (6»» 8" ant.).
A Fermo si sentono specie i terremoti provenienti dai centri sismici
delle Marche, dell' Umbria (ps. 1875, 1879), della Romagna (1786, 1875».
degli Abruzzi (1881, 1884, 1895). Non passarono quivi inosservati '
anche i ten*emoti della Capitanata del 1875 e 1889, quello di Agram
del 1880 e di Lubiana del 1895.
I
\ Altri centri si trovano nei pressi di Porto Civitanova Marche e dì
S. Vittoria in Matenano. Il primo, posto a mare, à dato varie scosse,
quasi tutte lievi, tranne qualcuna (ps. 1892 iv 21) abbastanza sensibile ;
la maggior manifestazione del secondo si è il terremoto molto forte
del 28 ottobre 1897 [1284],
Più a mezzodì troviamo anzitutto il centro isolato di Ripatransone.
la (*.ui manifestazione tipica si è la scossa forte del 18 settembre 1888.
(7^ 26"), e quindi lungo il littorale adriatico l'area sismica di Cupra-|
marittima, Grottamare e S. Benedetto del Tronto, alla cui attivirA
si devono parecchi scuotimenti, fra cui uno abbastanza forte successo
nel 16 agosto 1882.
Vedremo parlando degli Abruzzi come la sismicità dell'alto bacino
del Tronto dipenda dall'attività del distretto Ajnàtrice- Accumuli,
TCM3CANA 739
Nel corso medio trovasi Ascoli, concussa fortemente nel 1480 [1317]
per un terremoto la col zona mesosismica si trova mi po' più ad oriente,
nei pressi di Spinetoli e di Monte Prandone. Con questo si identificano
tutte le scosse più o meno intense (fra le quali quelle dell' 1-2 maggio
1898) di cui abbiamo solo notizia per Ascoli.
Quivi riusci fortissimo il terremoto di Norcia del 1703 e rovi-
noso quello del 1730: furono inoltre sensibilmente in tosi i seguenti:
Fabriano - Camerino 1873, Aquilano 1873, 1889 e 1893, Bimini 1875,
Messenia 1886, Foggia 1889 e Rieti 1898.
X * Toscana
(Fio. 117 e 124).
Borgataro ' PantremoU, — A SW. di Parma abbiamo il centro di
Borgotaro, cui dobbiamo periodi di scuotimenti assai lunghi ed a vari
massimi urtanti non solo tale località ed i suoi dintorni, ma anche Fon-
tremoli, il cui focolare spesso in tali occasioni si ridesta: di qui la
ragione dell'aggregazione di quest'area sismica alla Toscana. I maggiori
dei terremoti irraggiati dai pressi di Borgotaro accaddero nel 1545
[♦], 1835 [9451 e nel 1849 [996]. Il primo oltre a Borgotaro colpi in-
tensamente Tiedoli e Pontremoli : il secondo ebbe forse eguale esten-
sione di zona mesosismica, ma minor intensità ; neir ultimo infine Bor-
gotaro risulta la località più intensamente colpita, sebbene qualche
scossa (ps. quella del 22 gennaio 1850) sia riuscita più forte a Pontre-
moli.
Con ogni probabilità anche la intensa commozione sentita a Bedonia
verso le 2*» */* *nLt. del 29 dicembre 1888 irraggiò da tale centro, che
à dato molte altre scosse più o meno violenti, fì*a le quali le seguenti :
1842 aprile 7, 3»» 35™ p. ; 1843 gennaio 19, 9^ a. ; novembre 22, ì^ Vj Lfu
lieve a Borgotaro e più sensibile a Tiedoli] ; dicembre 2, 5** V4 ® 13,
6^ a. ; 1844 febbraio 23, 7»» 35"^ p.
Per il terremoto del 1834 [939], con epicentro alle falde del monte
Molinatico, Pontremoli e Borgotaro sofiVirono in egual grado ; quindi
non ò improbabile che anche i due parossismi del 1545 e del 1835 ab-
biano avuta identica origine e si identifichino con quello testò ricor-
dato, e cosi pure con gli altri successi nel 1641 [514] e nel 1790 [819J.
dei quali abbiamo notizia solo per Pontremoli (*).
(1) Pontremoli fU rovinata dal terremoto deir 801 (cfr. pag. 14).
740 CAPITOLO X
J I
Neir area mesosismica del parossismo del 1835 si trova yare^
Ligure, centro del fortissimo terremoto del 1861 [1046]. di cui ò par-
lato a proposito della sismicità della Liguria orientale (cfr. pag. SSO .
Bagnone. — Fra la regione sismica testé descritta e quella deli
Apuane trovasi il centro di Bagnone, alla cui attività, dobbiamo pa
recchie scosse fra le quali quelle del 4 aprile 1889 che, accompagnar^
da rombi, misero in allarme la popolazione di tale paese e delle cìrcon
vicine località. Anche nel di 22 luglio 1894 fu intesa a Bainone uiin
scossa stata ìiieno intensa a Mulazzo : a Pontremoli in tale occasion-.
non fu avvertito che un cupo rombo non accompagnato da movlmentj
sensibile del suolo.
Alpi Apuane, — Costituiscono una regione sismica ben individua:.,
con parecchi centri.
a) nei pressi di Soliera : al suo risveglio si deve il tipico terrem'j
del 10 settembre 1878 [1121].
h) a settentrione del Pizzo d' Uccello : terremoto tipico causato dal
l'attività di questo centro è quello del 1837 [954], che ebbe il suo epi
centro fra Argigliano ed Ugliancaldo : con questo si identifica pure !.
scossa molto forte' del 1778 [771*].
Si nel 1878, quanto nel 1837 Fivizzano — fatta la debita proporzion
per la diversa intensità del movimento sismico avuta all'epicentro —
ebbe a soffrire dei danni. Considerando poi la piccola e quasi egua!»
distanza che esiste fra tale località da una parte ed Argigliano e S'
liera dall'altra, vediamo che quello di Soliera (1878) colpì molto più
intensamente Fivizzano : sappiamo inoltre che in occasione del terre-
moto del 1481 [339] e del J767 [742] tale località con i paesi del conUid:
furono nello stesso modo danneggiate; quindi questi parossismi li possiam
ritenere causati dall'attività dell' uno o dell'altro centro testé ricordati.
e) nei dintorni di Barga: due i maggiori terremoti causati dal risveglir)
di questo focolare : il primo, accaduto nel 1740 [678*], fu rovinoso
specie alla Fornacetta ed a Bugliano : l'altro, avvenuto nel 1746 [693J.
si presentò sotto forma di un periodo sismico a vari massimi per-
durato per circa un mese. Alla attività di questo centro ascrivo le
varie scosse forti sentite a Castelnuovo di Garfagnana, fra cui quella
del 179*3 [826*],
Nella regione delle Apuane si propagano in specie i terremoti pro-
venienti dall' Emilia e dalla Toscana e meno facilmente, e solo i mag:-
giori, quelli della Liguria, del Veneto ecc.
«>
Regione litoranea fra Spezia e Massa, — Vari sono i centri situati
in questa regione, essi per gli effetti prodotti si possono ritener
affatto secondari.
Il 31 loglio 1860 fa avrertlta nna forte scossa snse. a Spezia
'Jl maggio 1875 an'altra di eguale intensità : ora alle 2" 14" pom.
g-iagno 1890 abbiamo on terremoto più che in città fu sensibij
circostanti colline di Oaggiola : eguali caratteri presentarono ]
(lue scosse del 17-lS agosto snccesaivo, la prima delle qaali (17, 2^
fa solo ed in modo dubbio avvertita a Spezia, mentre sappiamo
stata sensibile a S. Venerio ; l'altra invece fii sensibile si in ci
3ui colli di Gaggiola.
La scossa del 15 febbraio 1898 {IT" '/* circa) accenna all'es
(li an centro nei pressi di Sarzana, giaccliò il movimento del snol
con rombo) ùl affatto circoscritto a detta località.
Il centro che & dato la maggior manifestazione è quello di
del quale come tipico terremoto possiamo ritenere quello succei
1730 [653].
Pistoia. — Molte volte nella cronistoria sismica abbiamo ri<
Pistoia per i suoi violenti terremoti, intomo ai quali mandili
notizie por i paesi circostanti. Degni di menzione sono quelli ai
negli anni 672 [1297], 1169 [122], 1196 [13021. 1289 [187], 1293 [19
[1051. 1527 [387], 1648 [5-27*], 1731 [661], 1759 [725], 1779 [77.5*]
[1338] ('), 1 quali tutti — eccezione fatta per quello del 1648 —
scntarono sotto forma di periodi sismici più o meno lunghi.
I terremoti del 1731 [661] furono più numerosi e violenti ne
filone montuosa; quelli del 1779 [775*| riuscirono più veen:
San Marcello ed a Cutigliano : noto che a settentrione di
bacino del Bisenzio, esiste un centro sismico, il quale nel 1899.
luogo ad un ten'emoto che urtò violentemente tale regione, ca
danni anche a Pistoia.
Ciò premesso i vari massimi sismici -pistoiesi dianzi ricordat
che dal centro del 1779, potrebbero essere irraggiati da quest'a
cui posiziono, per mancanza di dati, non sono riuscito ancora a I
a meno che non, si tratti — ciò che non credo — di fenome
centrici : la vicinanza dei focolari mtigcllani, delle Apuane
parte montuosa del bolognese — alcuni terremoti dei quali, ps,
del 1542 e del 1399, sappiamo aver causato qualche danno ai
Pistoia — potrebbero dar qualche fondamento a tale suppoaizio
|l) Fra le scofiae di minor Importanza riconlerO quelle accadut« nellentrarf
ttinno dei 835 che 11 salvi (oii. clt. i 3C) ctilama orribili, ma ;clie causaTono
ti'rrure; e quelle Huntitc per due giorni e due uottl nella stessa epoca deira
[od., Clt. I lt|, « cosi altre sentite nel 0 marzo 1737, nell' 6 giugno ì<ea ecc.
742 CAPITOLÒ i
Rispetto ai terremoti esocentrici di preferenza sono avvertiti qoeL
provenienti dai vari distretti della Toscana (Mugello 1542, 1843: ¥r
renze 1729, 1887, 1895, 1897 ; Apuane 1740, 1746, 1793 ; livornese e :..
sano 1814, 1846, 1896 ; senese 1895) e dell' Emilia e Romagna (lol^.\
1781, 1810, 1854, 1864, 1870, 1873, 1881, 1885, )896, 1898): meno fre^
quentemente gli altri irraggiati dalla Liguria (1887) ; dal Veneto (18*n:
e dalle provinole umbro - marchigiane (1897 21 ix t» 18 xh).
Lucca. — Nel 1244 [153] e nel 1306 [207] Lucca risentì gravi danni
per terremoti ; scosse violenti urtarono pure tale città nel 1840 [i^t^À,
e nel 1845 [981]. Da quale centro sieno irraggiate queste manifestazioDì
non sono riuscito a fissare : considerando gli scuotimenti successi ii
questi ultimi anni trovo abbastanza assicurata l'esistenza di un foc'^
lare nei pressi di Poscia, località che nel 1891 [1203] fu urtata da um
scossa fortissima, la quale con minor intensità ùi avvertita nei pae>i
circostanti. Con tale terremoto identifico quello del 1630 [505], che
sappiamo essere ivi stato « orribile ».
Causarono danni, però lievi, i terremoti esocentrici del 1414 ? (S. Se
polcro), del 1837 (Ugliancaldo), del 1873 (Emilia) e del 1846 (pisano .
Altri invece interessarono il territorio lucchese senza produrvi danni:
cosi ps. i mugellani del 1542 e del 1843 ; gli apuani del 1740, 1748.
1790, 1793 e 1878 ; i pisani del 1896 e 1897 ; i fiorentini del 1895 e
1897 ; gli emiliano - romagnoli del 1828, 1830, 1832, 1834, 1874, 1875.
1878 e 1898 ; il vogherese del 1828 ; il ligure del 1887 ; il veronese del
1891 e quello marchigiano del 1897.
Mugello, -— Costituisce un distretto ben individuato : le maggior
manifestazioni sismiche corocentriche sono le seguenti : 1542, 1597
1611, 1762, 18H5, 1843 e 1864. Ò escluso da questo cenno il parossismi
del 1335 [228], il quale più che un vero movimento sismico risulta ni
grande franamento avvenuto nei pressi di Dicomano. Degli altri terre
moti quello del 1835 [942] ebbe il centro nei pressi di Vicchio ; quell
del 1597 [461] e 1611 [479] a Scarperia ; del 1848 [974*] a Barberini
donde irraggiarono pure le scosse dell' aprile 1890; il terremoto de
1762 [732] irraggiò da Sant'Agata ed un altro a^enuto nel 1731 d^
Ronta ; questo focolare secondario si risvegliò varie volte, fira le qual
citerò quello dell'ottobre 1874, allorquando cioè era appena terminate
un periodo di attività sismica nella vicina Romagna (cfìr. pag. 465).
Il grande parossismo del 1542 [410] colpi V intera regione mugel
lana, la quale partecipa in specie alle scosse esocentriche provenit^nt
dai vicini centri pistoiesi, fiorentini e della Romagna : anzi molte volu
i terremoti di Firenzuola, nell'alto bacino del Santerno, si propagane
TOSCANA 742$
preferenza nel Mugello causandovi qualche danno, come è successo
1864 [1064*].
FHreme, — Nella descrizione particolareggiata dei tre massimi si-
smici fiorentini accaduti in questo secolo, e precisamente negli anni
3.812, 1887 e 1895, risulta evidente che l'abitato di Firenze rimase
sempre appena esteriore alla zona di maggior commozione : considerata
poi la posizione rispettiva delle tre aree mesosismiche si vede che tali
:inanifestazioni non furono causate dal risveglio di uno stesso focolare.
Il terremoto del 1812 [872] ebbe una intensità notevolmente mag-
falere ed una zona pleistoslsmica pressoché della stessa estensione di
quella del 1887 [1182], ma situata un po' più a mezzodì di quest' ul-
tima : il parossismo del 1895 [1253] iu, sotto ogni riguardo, superiore
agli altri due e la sua area mesosismica, che in parte si sovrappone a
quella del 1887, riesce appena a lambire quella del 1812.
Nel terremoto del 1895 abbiamo avuto due regioni di massimi effetti
dinamici : una situata nei pressi di Percusslna e l'altra in quelli di
Grassina e di S. Martino. Nel periodo sismico che tenne dietro al
maggiore scuotimento, le varie scosse si possono ritenere causate dal-
Tattività di un unico centro, quello che k dato la principale, eccezione
fatta per due : nella replica del 6 ottobre 1895 (12^ 22°*) la parte più col-
pita fu la campagna ad E. e SE. di Firenze, essendo riuscita più in-
tensa a Pontassieve ; in quella delle 0^ 10"^ del 15 aprile 1896 la mas-
sima intensità, secondo il Oiovannozzi, risultò a Cerbaia, a S. Giovanni
in Sugana, a Hontespertoli ecc. ; vale a dire questa scossa si identifica
perfettamente con il terremoto del 1812.
Il parossismo del 18 giugno 1697 [592] che a Firenze non fu avvertito
dalla generalità degli abitanti, fti fortissimo a Monte Oufoni : data
la grande vicinanza di questa località a Poppiano, a Montespertoli, a
S. Niccolò a C. ecc., luoghi stati più intensamente colpiti nel 1812, ri-
tengo di identificare i due fenomeni. Lo stesso dicasi per quello del 1737
[671] che causò qualche danno a S. Casciano e forse anche per l'altro
accaduto al 3 marzo 1877 [1112], il quale assai più che in Firenze sap-
piamo essere stato intenso in vai di Greve ed in vai di Pesa.
Pare però che esista un altro centro sismico posto verso il setten-
trione di Firenze : nella notte f^a il 28 e 29 settembre 1453 [312*] un
fortissimo terremoto colpi la città danneggiando in specie la parte N.
e NE. del suburbio, San Gallo, Camerata e Vincigliata : anche la scossa
del 5 aprile 1839, secondo il Giovannozzi, fu molto più forte a Fiesole
che non a Firenze : da tale centro potrebbe essere anche irraggiato il
sensibile scuotimento delle 20^ 37" circa del 20 aprile 1898.
Data la vicinanza di questi centri alla città, riesce molto difficile i|
itftbilire da qaati siano stati causati i rari terremoti che àun
danni più o meno fp'avi a Firenze, cÌo6 i seg:Qeiiti : 1148 [ÌV-
!22], 1383 [1309], 1403 L279], 1426 [293], 1463 [322], 1531 >:) ,
tao], 1554 [421*j e 1600 [465]. Di questi od abbiamo solo notizis
reuze o sappiamo essere quivi stati piil intensi clie non altrove.
proposito di quello successo nel 1554 [421*] nota lo storico SejD-.
usò maraviglia il fattx> che mentre in cittA in tale occasione :3
bbattuti moltieaiml comignoli, poche miglia lontano la scos^^
sentita solo lievemente.
territorio fiorentino esistono due altri centri sismici, uno uri
di Castel fiorentino, l'altro in quelli di San Hiniato ; del priiu '
I nel paragrafo destinato all' illustrazione della sismicità del ba-
sii' Elsa : del secondo, cioè quello di Fucecchio e San Uìnìat :>.
no ritenere come manifestazione tipica 11 terremoto del G sit
: 1897 [12821. Deguo di ricordo si è che queste due localitA fi-
no molto fortemente il parossismo pisano del 184fi.
I terremoti esocentrici pare abbia causato danni all'abitato di
e quello di S. Sepolcro del 1414 : fu sentita fortemente la con-
le corocenti'ica del Mugello del 1542, più o meno sensibilmente
isimo sismico ferrarese del 1570 ed i parossismi del 1661 (Ro-
). del 1731 (pistoiese), del 1741 (Fabriano) e del 1789 (Citià
tello). Riuscì mediocre il terremoto della Romagna - Toscana dt^l
leggiero il mugellanD del 1597 e mediocre quello di Barga del
lievi ancora i terremoti di Livorno del 1742, di Fivizzano del
della Romagna Fiorentina del 1768, della Romagna del ITS]
di Cagli pure del 1781 (5 vi) e del Senese del 1798 ; fortemente
lagarono fino a Firenze quelli che urtarono il Valdarno sapc-
nel 1770 ed il territorio forlivese nel 1781 (17 vn).
secolo XIX — specialmente nella seconda meti — le notizie
remoti abbondano in grazia delle indefesse ricerche ed alle os-
oni dei sismologi fiorentini Cecchi, Bertelli e Giovannozzi ;
no cbe Firenze è compresa fra località scosse fortemente dai
oti del Mugello (1835), di Firenzuola (1849, 1864), dell'Appennino.
esc (1869) e dai Volterrano (1871) : mediocremente fhrono avver-
srremoti del senese (1890), delle Marche (1873, 1897), dell'Emilia
e della Romagna (1875, 1879) ; leggermente l'apuano del 1837. il
del 1846, i senesi del 1869 (due) e 1895, i romagnoli del 1870.
.874, 1881 e 1887 ; gli emiliani del 1881, 1885, 1889 e 1898 : U
no del 1894, il ligure del 1887, il garganico del 1889, il vero-
el 1891, l'umbro -marchigiano del 1897, di Lubiana del 1895 e
'remiti del 1895. Infine più o meno sensìbilmente furono avver-
fgucnti : di Novellara del 1810, di Cesena e di Voghera del 1828.
TOSCAl^A 745
di Cannara del 1832, del Mugello del 1848, di Lucca del 1845, di Ur-
inino del 1853 (?), di Imola del 1854 e di Vergato del 1864 (15 in).
Senese, — Molti sono i terremoti corocentrici del territorio senese
od assai complessa risulta la sua sismicità. I principali centi*i circo-
stanti alla città sono i segfuenti :
a) a N. NE. tra l'Arbiola, Fontebecchi e TOsservanza : terremoti
1798 [837], 1859 [1040] e 1869 [1066].
b) a NWW. presso S. Colomba : terremoto tipico 1821 [895]?
e) a SW. presso Volte, Linari ecc. : terremoti 1848 [990J e 1882
[1148].
Discostandoci alquanto troviamo quest'altri :
d) al N. Vagliagli ; da questo centro irraggiano le scosse del 1871
[10S4J e, secondo il Fondelli {Della pì*ob, orig. ecc., pag. 28), anch-ì
quelle del marzo 1866, state appena avvertite in Siena, e cosi pure altre
accadute nell'estate ed autunno 1883, una sola delle quali (2^ 20"^ p.
IX 17) fu un po' più violenta, avendo causata alquanta apprensione
nei cittadini. Ebbero pure eguale origine i due piccoli terremoti del
27 febbraio e 7 maggio 1893 descritti dal Prof. Vicentini (Cenni sui
terr, ecc.)
e) a NW. abbiamo la regione sismica dell' Elsa : il terremoto del
1804 [846] inferse danni a Colle, a Poggibonsi ed a San Oeminiano
presso cui ebbe suo centro. Quest' ultima località più che le altre venne
colpita nel 1838 [959] e nel 1869 [1070]; Poggibonsi invece risenti in
modo precipuo la maggior parte delle scosse del periodo sismico del
1895 [1262], qualcuna delle quali però urtò San Geminlano (quindi ri-
sulta identificabile con il terremoto del 1869), oppure Greve (forse ri-
sveglio di un centro fiorentino) o Castellina in Chianti (identificabile con
il terremoto del 1871).
Varie minori manifestazioni sismiche sono attribuibili all'attività di
questo distretto : alcune di esse anno colpito in special modo Poggi-
bonsi (= terremoto 1895) — ps. : 1894 febbraio 27 ; 1897 novembre 1-2
— altre San Geminiano (= terremoto 1869) — ps. : 1896 giugno 25 ;
1897 maggio 21 e 22 — altre infine anno urtato violentemente le tre
accennate località, quasi si siano risvegliati contemporaneamente i vari
centri : citerò a questo proposito la scossa 1890 novembre 30 : 2** */« p.
Infine il periodo sismico del febbraio-marzo 1890 [1353] parve irraggiare
— secondo il Giovannozzi — dai pressi di Barberino.
Quantunque non appartenenti al territorio senese noto che nella
parte superiore del bacino dell' Elsa esiste un'altro centro sismico : i
terremoti del 1768 [749] riuscirono molto violenti a Montaione, a Gam-
bassi ed a Gastelfiorentino. Quest' ultima località fu colpita isolatamente
746 CAPlf OLD ^
da qualche altro terremoto: il 4 novembre 1893 ps. uno scuotim^ito
assai intenso fece svegliare di soprassalto la popolazione : tale fenomeno
fa oltremodo localizzato, che le onde sismiche non giunsero nem-
meno ad influenzare i sensibili strumenti sismograftci dell'Osservatorio
Ximeniano di Firenze posto alla distanza di circa Km. 30. Nel 20-21
maggio 1894 altre numerose scosse colpirono la stessa località : una di
esse (16»» 14'» del 20) terrorizzò l' intera popolazione, cui parve si do-
vessero, per il movimento schiantare le case : noto poi inoltre che
anche al V agosto 1893 Castel Fiorentino risenti una scossa stata più
intensa che a Montaione ed a Montespertoli.
Del centro di Fucecchio 8. Miniato ò altrove parlato (cfr. p. 744).
f) a SW. trovasi il centro di Travale — che & dato i terremoti
del 1413 [285] e del 1724 [640] — appartenente al bacino del Cecimi
di cui a suo luogo.
g) a SE. esiste un centro presso Asciano di Siena, alla cui attività
dobbiamo parecchie scosse di minor importanza : noterò le due forti
deir 8 gennaio 1851 e del 9 gennaio 1898 avvertite più debolmente a
Siena.
h) altro centro più meridionale esiste nei pressi di Monte Olivete
Maggiore risvegliatosi nel 1678 [560], nel 1726 [642] e nel 1781 [780].
All'attivitÀ di questo focolare sono da ascriversi anche quelle scosse,
che il Fondelli (op. cit., pagina 28) dice sentite posteriormente al
1859, le qtiali urtarono violentemente il suolo compreso tra Asciano,
Monte Oliveto e Buonconvento, estendendosi con forza a S. Giovanni
d'Asso, a Monterongriffoli, ove causarono delle screpolature nelle case,
mentre a Siena furono appena avvertite dalle persone.
Della regione sismica deirOrcia parlo più avanti.
i) a SEB. e precisamente dai pressi di Tòrrita e di Sinalunga eb-
bero origine i terremoti del 1849 [994]. Queste località ftirono violen-
temente urtate dal terremoto di Città di Castello del 1861.
Fra questa regione sismica e quelle di Monte Oliveto e deirOrcia
trovasi Montepulciano scosso fortemente nel 1783 [790] forse da feno-
meno corocentrico e nel 1849 dal parossismo di Torrita. Qualche scossa
— ps. : 24-25 marzo 1851 — pare sia stata corocentrica a tale loca-
lità e cosi pure dicasi di qualche replica del terremoto del 1861.
l) Infine verso E. abbiamo il centro secondario di Castelnuovo Be-
rardenga dal quale irraggiarono parecchie scosse di minor conto : ri-
corderò quelle lievi dell' 8 e 14 febbraio 1895 passate inavvertite al-
trove. Questa località risenti fortemente i terremoti del 1871 (gruppo d).
Premessa questa rapida rassegna, vediamo quali siano i centri le
pui manifestazioni anno scosso più intensamente Slena.
HobcaUx
l' Groppo (Centro Osservanza) — qaestl terremoti
del centro alla città ebbero quivi come all'epicentro
tensità.
2° Groppo (8. Colomba) — leggieri in Siena.
3" Grappo (Volte ecc.) — Siena rimane faori dall'
elabe a subire danni.
4" Grappo (VagliagH) — I terremoti del 1871, stati
centro, furono a Siena solo lievemente avvertiti : lo i
scosse minori, bene inteso fatte le debite proporzioni,
5° Grappo (Bacino dell' Elsa) — Anche i maggiori
BciroDO sempre innocal a Siena.
6° Groppo (Travale) — I terremoti del 1721 caasaro
a. Siena.
7° 8' e 9' Groppo (Asciano - Monte Olivete) — Inn
Da qnanto ò detto testé risalta che ad eccezione <
Travale del 1724, che causò qualche danno a Siena, ,
dai centri dei vari grappi ricordati, riuBcirono tutti i
fatta per quelli del primo, il cai centro trovasi, come
vicino alla città. Quindi se 1 nostri criteri possono s
nell' interpretazione dei lenomeni avvenuti in tempi
con certa probabilità ascrivere come manifestazioni
terremoti maggiori ricordati per Siena dai vari croni
senza alcuna particolareggiata notizia per le località
qaelli avvenuti negli anni 1294 [192], 1320 [215], 1361
1430 [297], 1436 [299], 1456 [315], 1467 [328*], 1486 |
1530 [391*], 1603 [469], 16S8 [511], 1697-98 [593],
[6841, r87 [809], 1854 [1018], 1867 [1061], i quali
riuscirono a Siena molto forti, oppure fortissimi o
Ciò bene Inteso senza voler escludere che tali fono
Btituire le maggiori manifestazioni dell' attività sismi
(in specie di quelli di Travale, delle Volte o di S.
quali si sia conservata la sola notizia di Siena, come
importante (').
Frequenti, frequentissime sono le scosse di mlnoi
si sentono a Slena. Essa però, come ò detto, parte
agli scuotimenti Irraggiati dal centri più lontani del
torio e quindi a maggior ragione a qaelli a questo ei
ni quali ricorderò che prevalgono qaelli di origine
(1) ò escluso dal novero il terremoto del ISSO (4%], perché, lecon
nuta ora a mia conoscenia e ritrovata nel Diario di Agostino Lap
cauMto danni anche In Val d'Amo, nel Cblantl ecc.
748 CAPITOLO X
1737, 1812, 1887 e 1895 ; Pisa 1846 ; Livorno 1742 ; volterrano 1-?' >
e 1871 ; Arezzo 1810 ; Mugello 1843.) Con minor intensità e freqneriz?
interessano la città i terremoti provenienti dalla Romagna (1870, iST-ì.
1881, 1887), e più raramente gli emiliani (1869), i liguri (1887), i marchi
giani (1873) e quelli dell' Italia meridionale (1895).
Regione sismica delVOrcia. — A mezzodì del centro di Monte Olire:'»
trovasi il distretto sismico dell' Orcia con due centri principali : uno
nei pressi di S. Quìrico e l'altro vicino a Rocca d'Orcia. A S. Quiricc
furono più numerose ed intense le scosse del periodo sismico dell'ot-
tobre-novembre 1897 [1285], le quali — eccezione fatta per la princi-
pale (xi IG), — passarono inosservate oltre che in quasi tutti i laoghi
circostanti anche a Rocca ed a Castiglione d' Orcia, località che nel
10-14 novembre 1888 furono urtate da vari forti scuotimenti preceduti
da detonazioni con centro nel luogo detto la « Poderina >, e che pas-
sarono invece inavvertite a S. Quirico. — Porse dal centro di S. Quiric^j
irraggiò la maggior parte delle scosse di cui abbiamo solo notizia per
Pienza, quantunque qualcuna (ps. : 1889 vn 16 : 11** p. circa) pare sia
stata più intensa nei pressi di S. Giovanni d'Asso (gruppo h).
Regione delV Amiaia e Radicofani, — Dal marzo 1776 all'aprile 1778
[768] un intenso e frequente periodo sismico urtò le suddette regioni
e di preferenza i pressi di Abbadia S. Salvatore sul lato orientale
(leirAmiata ; con il massimo accaduto nel di 5 ottobre 1777 il centro
parve trasportarsi verso Radicofani, località stata maggiormente dan-
neggiata.
Nel 1868 [1065] i paesi dell'Amiata furono violentemente commossi
da un forte terremoto corocentrico, di cui non sono riuscito a trovare
notizie particolareggiate :
Nel 1861 l'intera regione dell'Amiata e di Radicofani partecipò vio-
lentemente ai terremoti che ebbero loro epicentro fra Cetona e Città
della Pieve.
Livorno, — Il 5 aprile 1646 [52-1] una scossa fortissima colpi Livorno :
l'impulso con ogni probabilità provenne dal mare : i teri'emoti del 1742
[685] ebbero pure il loro centro a mare : i danni in ambedue i casi
furono limitati alla sola città, anzi le ville ad essa adiacenti nulla eb-
bero a soffrire. Anche i massimi sismici del. 1642 [517], 1717 [627],
1771 [752], 1808 [860] e 1894 [1246] ebbero identica orìgine e presen-
tarono gli stessi caratteri, primo fra tutti la grande localizzazione
degli effetti dinamici.
TOSCANA
749
lì solo terremoto del 1814 [876] urtò Pisa e Livorno con qnasi ugnale
intensità.
Lo scuotimento del 12 dicembre ]^^94 [1246], quantunque stato re-
la^tivamente agli altri accennati di intensità poco notevole, ci porge un
oaempio deirandamento tipico delle isosisme del centro livornese, le cui
maggiori manifestazioni, per esempio quelle del 1742 e del 1814, si
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propagarono sensibilmente Ano a Genova. Credo utile qui ricordare che
io piccole scosse sentite dal 31 luglio al 2 agosto 1875, secondo il Ber-
telli, quantunque abbastanza sensibili e si estesero ad una piccolissima
zona con diversa intensità, cioè, furono più forti nelle adiacenze delia
città verso Bocca d'Arno, piccolissime all'Ardenza e nulle a Montenero».
Il centro livornese si ridestò pure in occasione del periodo sismico
■»«na
750 TO8CAKA
pisano del 1846 con scosse locali, rombi ed insoliti moTimeuii del mare.
Tutte le manifestazioni sismiche di tale centro dalle più intense a qneiiv
di minor importanza presentano identità di caratteri fenomenologici.
Fra i terremoti esocentrici sentiti in Livorno prevalgono quelli ir-
raggiati dai centri delle Apuane (leggieri 1720, 1729 ; forti 1740. 1767.
1878); vengono quindi i corocentrici emiliani (1810, 1811, 1874), i pisani
(1846, 1896), dei quali quello del 1846 fu fortissimo. A Livorno inoltre
ftirono sentiti i seguenti terremoti : il vogherese dei 1828 ed il mugel-
lano del 1843 ; fortemente il ligure del 1887 e lievemente i fiorentini
del 1895 e 1897, i marchigiani del 1873 e 1897, il volterrano del 1871*
quello deirappennino parmigiano del 1898 ecc. ecc.
Isola d' Elba. — Non conosco alcun terremoto corocentrico dell' isola
d'Elba e poche sono pure a mia notizia le scosse esocentriche ivi av-
vertite. Noterò che vi giunse lieve lo scuotimento che nel 1846 devastò
il pisano, quello del 1871 che urtò il basso bacino della Cecina e del
1887 che sconquassò la Liguria occidentale; mentre passò inosservato
il grande terremoto fiorentino del 1895, fti sentito quello del 7 agosto
di tale anno, irraggiato dalla regione del Cimone (modenese); fu ivi
pure sensibile l'estesa concussione di origine emiliana successa nei 1873.
PUano. — Il grande terremoto del 14 agosto 1846 [987] ebbe, se-
condo lo studio da me fatto, suo centro nei pressi di Orciano: i feno-
meni che si andavano preparando e svolgendo nel focolare pisano fiourono
tali da ridestare pure non solo la sopita attività del centro livornese
(scosse locali, movimenti del mare, rombi, ecc.), ma anche quella di
un altro focolare situato nel basso bacino del Cecina, ove in antece-
0
denza al 7 agosto era stata intesa una debole scossa, e susseguente-
mente, al 25 novembre, un terremoto rovinoso : la prima passò inos-
servata nei colli pisani, il secondo fu lievemente avvertito.
Il terremoto del 1846 pare una ripetizione di quello accaduto nel
29 gennaio 1597 [460], che sappiamo aver infierito a Luciana e paesi
vicini. Le scosse del 1896 [1269], con centro pure nei centri di Orciano,
mostrarono di esser state originate dallo stesso focolare, ma rispetto
a questo parossismo ebbero una intensità molto, molto minore e l'area
mesosismica invece che fino a Casal Orando, come nel 1846, si estende
(la Orciano a Ponsacco, località da cui irraggiarono dei terremoti ab-
bastanza violenti e localizzati.
I fenomeni sismici che urtarono nel 1896-97 il suolo pisano-livornese
furono simili a quelli successi nel 1846 : in ambedue i casi si risveglia-
rono distintamente il centro livornese, quello pisano e 1' ùIìto situato
nel bacino del Cecina.
^ìr?* V. •* • r»- •• " *» , »» ■ II* ^ • I • J* <i« •«
CAPITOLO X 751
Il centro di Orciano k fornito molte manifestazioni minori. Degno di
essere ricordato è il piccolo periodo Bismico dell' 8-16 dicembre 1883 ;
cLopo una scossa sensibile sass. avvenuta a 6^ pom. dell' b stata intensa
&<! Orciano ed a Fanglia, fUrono intesi dei boati ad ore quasi determi-
nate (11*^ ant., 5 ed lli^ pom. circa) ; nel di 14 i fenomeni acustici e
Bismlci si fecero più numerosi ed intensi ; continuarono poscia . nel 15
per cessare totalmente al mezzodì del giorno 16. All' attività di tale
centro ascrivo pure le scosse abbastanza forti di cui abbiamo solo no
tizie per Lorenzana.
Presso Ponsacco esiste un altro centro ridestatosi nel 1897 con le scosse
tipiche, ma non troppo violenti [1281], sentite dal 27 luglio al 4-5 agosto
che recarono all'abitato di tale paese lievi danni.
Altro focolare trovasi fra Bagni S. Giuliano ed Orciano di Pisa : questo,
oltre alla maggior concussione avvenuta nel 1851 [1002] •— stata lieve
a Pisa ed inavvertita a Livorno — à dato varie scosse forti, Ara cui
una nel di 4 0 5 settembre 1850, e due nel mattino del 24 febbraio 1898 ;
quest'ultime furono assai intense nel vicino paese di Asciano e passa-
rono inosservate a Calci, a Vecchiano ed in altre località circostanti
del pisano e del lucchese.
Di questi tre centri quello di Orciano è quello che agisce con magggior
violenza su Pisa ; alla sua attività con tutta probabilità possiamo ascri-
vere i terremoti del 1168 [120], del 1322 [218] e del 1494 [855], dei
quali non sappiamo altro che recarono danni più o meno sensibili a
detta città.
Però anche per vart terremoti esocentrici Pisa risentì qualche danno :
ricorderò a questo proposito quello del 1414 originario dal baóino del-
l'alto Tevere, del 1767 proveniente dalle Apuane, del 1814 dal livor-
nese e del 1873 dall' Emilia.
Fra gli innocui sono da menzionare i due apuani del 1729 e 1740,
il livornese del 1742, 1 volterrani del 1858 e del 1871, i fiorentini del
1887 e del 1895, i mugellani del 1542 e del 1843, gli emiliani del 1849
e 1898, i marchigiani del 1853 e del 1873, il ligure del 1887 ed il ve-
ronese del 1891,
VoUerratio. — Il bacino del Cecina costituisce un distretto sismico
ben identificato con vari centri ; nella parte superiore trovasi quello di
Travale, da cui irraggiarono i terremoti del 1413 e del 1724, dei quali
ò parlato nel paragrafo riguardante il senese (cfr. pag. 746). Viene
quindi Volterra scossa fortemente nel 1472 [1316] e quindi nel 1853
[1013] da altra concussione irraggiata dai pressi di Pomarance.
Il terremoto del 1472 con ogni probabilità si deve considerare come
^n fpnon^e^o loca{e ; infatti parecc)iie scosse i^lnon mostraroi^o IprQ
752
centro nei pressi di Volterra ; per esemplo quella del 27 loglio Ii^jT
(S** circa) fa sensibile ed affatto localizzata e cosi dicasi di nn' aJt»
avvertita verso le 11^ '/■ del 24 aprile 1896.
Anche il centro di Pomarance & dato laoi^ a varie manifestazioni:
per essere breve mi restringerò a citare nn esemplo, cioè, la scossa
del 12 novembre 1893. Alta sna attivitA si deve pure il terremoto de;
25 novembre 1846 la cai zona centrale, come 6 detto (cfr. pag. 40li.
comprende Lìbbiano. Serrazzano, Monte Cerboli, Caatelnoovo Val di
Cecina e Fossini, località vicinissime a Pomarance; con ogni probabi-
lità anche quello del 7 agosto 1846 ebbe identica provenienza.
Infine pel centro di Guardistallo abbiamo 11 tipico terremoto del
1871 [1344*].
Poche sono le notizie sol terremoti esocentrlci sentiti nel volterrano:
sappiamo che fortemente interessò tale regione quello del Mogello del
1M2 e lievemente I senesi del 1781, 1869 e 1895, il fiorentino del 189:>.
il livornese del 1896, il ligare del 1887 e quello di Romagna del 18T5.
Qrotteto. — Abbiamo visto parlando del territorio senese qnale sin
la sismicità della regione dclI'Amlata. DI notevole in qaesta provincia
troviamo il centro di Monterotondo, la cui maggiore manifestazione (-
costituita dalla fortissima scossa sentita nell'anno 1320 [2I4J: poche sono
quelle ili minor momento ricordate nei cataloghi sismici: ne citerò nna
sensibile sentita il 1° settembre 1897, che sembra stata oltremodo loca-
lizzata, giacché fìi inavvertita a Montieri, a Monteverdi ed a Suvereto.
Un centro secondario esiste nei pressi di Massa Marittima: à dat->
parecchie scosse tra le quali le seguenti : 1849 luglio 14 ; 1851 gen-
naio 2 ; 1878 novembre 24 ; 1880 aprile 20 ; 1886 dicembre 8 ; 1891 feb-
braio 18 ; tutte oltremodo localizzate ; 1' ultima fu lieve a Moctlerì ed
a Monticclano e passò inosservato a Monteverdi.
Infine pare che presso Follonica, e forse nel mare, esista un aliro
centro di scuotimento messo in evidenza da qualche rara e lieve scoerà
(ps. : 1850 giugno 5), la quale per altro potrebbe essere Irraggiata dal
centro dì Massa Marittima.
Arezzo. — L'alto bacino dell'Amo cosUtnlsce un distretto sismico
con sismicitA abbastanza ben determinata rispetto quella delle circo-
stanti regioni.
Arezzo fu colpita nel 678 [54], 1005 [94], 1192 [130], 1298 [195],
1427 [294], 1448 [305] e nel 1810 [8G5*] da terremoti più o meno rovi-
nosi, che con tutta probabilità si identificarono con quelli del \~i%
[834], che ebbero il contro loro un po' a nord della città, gli edifici
della quale risentirono qualche 1
UMBRIA 753
I terremoti di S. Sepolcro del 25 dicembre 1352 [240] e dell'agosto
14:16 [257] fecero abbattere vari edifici di Arezzo: così pare dicasi di
Quello del 1542 che ebbe suo centro nel Magello; molto forte riuscì in
ta.le cìtik il parossismo di Cagli del 1781: riguardo ai terremoti eso-
ceiìtrici innocui predominano quelli irraggiati dai focolari sismici della
toscana, delle Marche, della Romagna e dell' Umbria.
Più a settentrione troviamo il centro di Bibbiena danneggiata nel
1505 [367], e quindi quello di Poppi nel 1787 fSK).
Un centro secondario si trova presso Camnldoli : alla sua attivitA
dobbiamo molte scosse più o meno intenso tra le quali ricorderò quelly
del 19 giugpio 1895, del 9 febbraio 1898 scuotimenti abbastanza sensi-
l>ili ed assai localizzati.
Spesse volte, in occasione di terremoti non troppo intensi, si scuote
con quasi la stessa intensità V intera zona da Subbiano a Camaldolì.
Manifestazione di uno di questi centri è certamente il terremoto del
27 dicembre 1770 [251], che danneggiò parecchie località del Valdarno
superiore, i cai focolari con probabilità si sono risvegliati anche nel
1558 ([426] : vedi la nota (0 a pag. 747). Dal centro del 1796, appena
esteriore ad Arezzo, irraggiano certamente tutte quelle scosse più o
meno sensibili di cui abbiamo solo notizia per detta città (ps. 18(;4
settembre 24).
XI - Umbria
(FiG. 125 e 126).
Distretto sismico deWalto baciìio del Tevere. — In (|Ucsto distrett't)
si distinguono alcune zone principali di scuotimento ed altre secon-
darie : la prima di quelle è situata nei pressi di Pieve Santo Stefano :
un'altra fra S. Sepolcro e Città di Castello; una terza ad oriento di
questa località ed infine una è posta un po' più a mezzodì, sulla si-
nistra del Tevere. Il centro di Pieve Santo Stefano nella storia dei
terremoti si mostra poco attivo ed à dato luogo a fenomeni assai lo-
calizzati : molto complesse sono le altre zone, con vari centri, spesse
volte agenti indipendentemente ed altre invece in correlazione tra loro.
Esaminiamoli brevemente. Una scossa, avvenuta e 7** pom. del 5 giu-
gno 1856 [1026], ebbe il suo epicentro presso Pieve Santo Stefano: tu
seguita da altre di minor importanza : rocarono esse danni considere-
voli a detta località, ma pare siano riuscite innocue a 8. Sepolcro,
quantunque sentite più o meno sensibilmente.
Babatta : Terremoti ecc. ih
'ty-»
754
CAPITOLO XI
i<
San Sepolcro isolatamente — almeno secondo quanto mi consta -
fa danneggiato più o meno gravemente da terremoti accaduti ne^ii
anni 991 L88J, 1243 [1521, 1277 [172], 1292 [189], 1358 [242;, 1489 [350 .
1772 [759] e 1778 [772] : intorno a questi massimi sismici non abbiain
notizie clie riflettenti detta località. Del disastroso parossismo del Vòa:ì
[232] sappiamo essere stato forse inteso fortemente a Firenze : qaell •
del 1694 [586] si propagò con grande intensità a Città di Castello f
scosse anche le Marche e la Romagna ; i terremoti del 1414 [287] cal-
sarono in S. Sepolcro circa 200 vittime e riuscirono rovinosi eziandi •
ad Arezzo: quelli del 1389 [2641 furono ivi molto più violenti che n^n
nella vicina Città di Castello e cosi pure dicasi di quelli disastru^i^-
simi del 1352 [240], che fecero abbattere molti edifici anche in Arezz-^
Siamo forse in presenza di due centri, uno dei quali sembra situai
fra S. Sepolcro e Arezzo : a questo uopo sarà bene ricordare che un.»
O^ ^
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~AmìQ
'"^r - )^^è
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H,^é
Fio. 125
forte scossa verso le 6** 15™ del 4 gennaio 1894 urtò Citerna ed An-
ghiari, riuscendo lieve a Caprese, a S. Sepolcro ed in altre località.
Abbiamo visto cosi come alcuni terremoti corocentrici di S. Sepolcro
siano riusciti dannosi anche a Città di Castello: a ciò forse, oltre alla
maggior intensità avuta all'epicentro, cooperò il ridestarsi di uno spe-
ciale focolare che à dato luogo, fra gli altri, ai terremoti del 144j^
[3131, del 1691 [581] e del 1752 [706].
Nel periodo sismico del 1456-57 [317] il primo massimo (1456 xii 9
colpi a quanto pare specialmente S. Sepolcro, il secondo (1457 iv ^1(\\
invece riusci disastroso a Città di Castello : i danni prodotti da tale
scossa e dalle molte repliche corocentriche si estesero fra tale città e
Perugia.
I terremoti del 1789 i814] spiegarono la loro maggior violenza fra
Città di Castello ed il villaggio di Selci: la prima rimase in buona
parte distrutta, e l'altro fu ridotto in un vero cumulo di rovine : verso
settentrione gli effetti dinamici sugli edifici diminuirono tosto, giacclit*
"vr-^^-^r
UMBRIA 755
f arono di molto minor momento a Santa Giustina, a Cospaia ed a
3. Sepolcro, quantunque quivi siano stati atterrati molti fabbricati.
Più a levante dei precedenti ebbe origine il terremoto del 1892
' 12J4] che commosse più intensamente Fraccano e Caifirenze, ed an-
cora molto più ad est irraggiò quello del 18 dicembre 1897 [12871, il
cui centro trovasi fifa Castel Guelfo e Pietralunga alle falde del Monte
N^erone e della Serra Maggio, regione opposta o qvjìKÌ a quella stata
« teatro » del parossismo del 1781 [784] che distrusse Cagli e molte
altre località situate su quel versante di dotto nodo montuoso (cfr.
pag. 732-33).
Alcune scosse di minor conto sentite in questi ultimi anni ci pro-
vano resistenza di un centro sismico secondario nei pressi di Cittii di
Castello ; per non essere troppo prolisso ricorderò quelle che pi'ecedet-
tero il massimo sismico del 1892 (cfr. pag. 550) successe a 10^ pom.
della sera del 16 novembre ed a 0** 15" e 2*» ant. del di vegnente : fu-
rono esse tutte tre suss.-ond ed interessarono sensibilmente una zona
limHjrttanna di aaolo cìieostante alla cittA, non avente oltre un chilo-
metro di raggio.
I centri sismici testé indicati sono posti tutti nella regione a sinistra
del Tevere : sulla destra ne segnalerò uno a SSW., precisamente fra
Morra e San Leo, località incluse nell'area mesosismica del terremoto
del 1891 [1211]. Questa concussione tellurica, che produsse nelle citate
località qualche lieve screpolatura, fu stimata forte a Città di Castello,
mediocre a S. Sepolcro e lieve a Perugia. Simili rapporti nella distribu-
zione dell'intensità •— fatte sempre le debite proporzioni per la maggior
violenza avuta o supposta alTepicentro — ebbero altri terremoti : ps.
lineilo del 1865 [t057J fu quasi rovinoso a Città di Castello e fortissimo
a Perugia: tale manifestazione con probabilità si identifica con quella
già ricordata del 26 aprile 1457, che sappiamo appunto aver danneg-
giato i luoghi compresi fra dette due città.
Fra i terremoti esocentrici degno di essere ricordato si è che il
parossismo aquilano del 1349 inferse vari danni a S. Sepolcro.
Gubbio, — Fra il distretto sismico dell'alto bacino del Tevere e
quello del Topino, che fra poco considereremo, avvi il centro di Gubbio :
per gli anni 1465-66 [324 e 326 J e 1471 [331 J le cronache eugubine recano
notizie di gravi terremoti. Ricorderò inoltre che nel 1786, mentre pcr-
durcva l'attività sismica nei pressi di Piediluco, fu sentita in Gubbio
al 15 gennaio [801] una fortissima scossa accompagnata da altre mi-
nori che pare siano state più numerose ed intense ad un miglio circa
dalla città.
Un periodo di scosso coroc^ntriche abbastanza frequenti e sensibili
756
CAPITOLO XI
fa sentito nel 1897 dal 2 novembre alla metà del mese saccessivo, a)
lorquando cioè vari centri umbri erano ripetutamente scossi da terr*-
moti non molto intensi ma assai numerosi.
Distretto sismico del Topino e del Chiose io. — Per il terremoto di!
1761 [701] che colpi Gualdo e Nocera, Gubbio soffrì molti danni e
così pure Perugia e Città di Castello : il centro, secondo lo studio ds
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FiG. 126
me fattone, risultò fra Fossato di Vico e Gaifaoa, non molto lungi
forse da Gualdo Tadino, ove più che altrove fu intenso il piccolo ter-
remoto umbro-marchigiano dal 23 giugno (O*» V2) l^^^. Airattività di
tale focolare ascrivo pure le scosse del 1747 [696] che sappiamo aver
afflitta Nocera, compresa nella zona danneggiata dai terremoti {\^\
1270.
UMBRIA 757
Il terremoto dell' 11 ottobre 1791 [821 J sì gagliardo a Foligno da
pregiadicare case e palazzi, pare irraggiato dai pressi delle « Case
nuove », località posta a levante ed a pochi chilometri di distanza.
Foligno fa inoltre pregiudicata dai terremoti che urtarono la bassa
valle del Topino nel 1831-32 e nel 1854, da quelli di Sellano - Cerreto
nel 1838, di Norcia nel 1766, di Gualdo nel 1751 e dal parossismo
umbro- marchigiano del 1279 : spesse volte, come è successo nel piccolo
periodo sismico del maggio 1890, furono intese scosse esocentrìche
(prodotto da qualcuno dei centri che fra poco conosceremo) e forte
mente altre irraggiate dal focolare di Trevi.
Nel periodo sismico del 1831-32 [931] quasi tutte le manifestazioni
principali ebbero origine da un focolare con probabilitÀ situato nei
pressi di Cannara e di Bevagna : in quello iniziatosi con V 11 febbraio
1854 [1015] i danni maggiori accaddero fra Bastia e Spello. Tali due
aree mesosismiche non coincidono totalmente ma so^o in parte, esten-
dendosi quella del 1854 molto più a NW. dell'altra.
Un centro sismico ben individuato si trova nei pressi di Spello, da
cui ebbero origine i tre scuotimenti sentiti rispettivamente a .S^, 3^ 17'"
e 3*" 45™ della notte 6-7 gennaio 1897 [1270], inizio di un lungo periodo
di scosse numerosissime, ma non molto intense, e con frequente traspo-
sizione di centro. Al 12 settembre 1897, ad 1** 55*, una forte scossa,
susseguita da repliche, ebbe suo centro a Spello, presso cui gli scuoti-
menti risultarono più numerosi ed intensi che non nelle altre località
circostanti : ricordo che questo paese fu rovinato dal terremoto del
1279.
Entro r area mesosismica del terremoto del 1854 trovasi Bastia
che più di Cannara, di Assisi, di Val Fabbrica e di Foligno risenti
una scossa avvenuta a 2^ circa del 18 maggio 1897 : esteriormente a
tale zona sì à Valfabbrica colpita da uno dei massimi sismici (iii 1)
del 1897 [12701 e da altra scossa di minor conto successa nella notte
del 27 maggio dello stesso anno.
Perugia. — Perugia per essere la città più importante dell' Umbria
e per la sua speciale posizione, merita un cenno meno sommario re-
lativo alla sua sismicità. Le storie ricordano che neiranno 1604 [471] essa
fu conquassata da un terremoto rovinoso, intorno al quale non mi fu
possibile rinvenire notizie riguardanti altre località dell' Umbria e delle
Marche. In tale città poi furono sentite nel corso degli anni parecchie
scosse leggiere e mediocri, che sembrano irraggiate da un prossimo
focolare. Cosi ps., quella del 13 novembre 1891 (1** 56" ant.) che fece
scuotere i vetri e cadere dei calcinacci ed alcune altre (ps. 22-23 set-
tembre 1898) pare siano state più intense fra Perugia e Castel del Plano.
Peiù tutti 1 maggiori paros
orìgine esocentrica ; dato cid sono molto in dubbio se il terremoto de!
l&yi debba essere ritenuto come unn maggiore manifestazione di gual-
cano dei centri che con la loro maggior attività agirono ed agiscono
su Perugia, oppure d[ quello o di quelli che sembrano dar laogo n\h
scosse dì lieve intensità piCi sopra accennate.
Perugia rimase quasi rovinata dal parossismo umbro - abmzzeae del
1340 : soffri con probabilità gravi danni nel 1457 in occasione del disa-
stroso terremoto di Città di Castello: gravi furono pure ì danni infcrti ai
suoi edìitcii dal parossismo del 1831-32 (Cannara e Bevagna), minori
per quello del 1751 (Gualdo e Nocera) e lievi per quelli del IK'4
(Spello, Bastia, Assisi), del 1865 (Città di Castello) e del 187S iCa
merino).
Le scosse del grande terremoto che nel 1703 devastò parte del-
l' Umbria e dell'Aquila pare siano riuscite innocue a Perugia, quan-
tunque sentite in modo assai violento.
Molti terremoti irraggiati dagli altri centri umbri, da quelli deltf
Marche, degli Abruzzi, del Lazio, della Toscana e della Romai^A ii
sono propagati sensibilmente Ano a Perugia senza arrecarvi danni di
sorta.
Distretto siamico del CUtanao e della Maroggia. — Foligno oltre es-
sere violentemente, e con pregiudizio de' suoi edifici scossa dai ter-
remoti del distretto sismico del Topino, viene pure urtata, qualche
volta anche con danno, da quelli che irraggiano dai centri del distretto
del Clitunno e della Maroggia.
Il periodo sismico umbro del 1878 [1122] con 1 suoi tre massimi
(15-16 ix) interessò in special modo ì paesetti situati fra Montefalco e
Cflst'ìlli Kitaldi ; anche le scosse del 1881 [1138] irraggiarono dallo
stesso centro, ma ebbero una intensità molto minore. Con questi dite
terremoti si deve identificare lo scuotimento molto forte che sui primi
di giugno del 1740 [679] colpi Montefalco.
Appena esteriormente alla zona del 1878 troviamo altri centri, perà
secondari. Durante il periodo sismico del 1831-32 si senti (i 29) una
scossa fortissima a Trevi, località colpita dal terremoto del '592 [4;wi,
da quello molto forte del 14 luglio 1801 [1355] r da molte altre scosse
corocentrìche di forte, mediocre o leggiera intensità (ps. : 1878 ottobre
25 ; 1B80 febbraio 3 : 1800 maggio 7-19 [alcune] ; 1891 luglio 14 ; 189S
febbraio 21, 25-26. Trevi fu poi danneggiala, ma non gravemente, dai
parossismi esocentricl del 365, del 1703 e del 1730.
Altro centro si trova presso le Vene (sorgenti del Clitunno) e Spello,
le cut case nel febbraio - marzo 1866 [1058*] furono danneggiate da una
UMBRIA
Aoi*ìe di scuotimenti con minor inteasità
Isolare irraggiò anche la violenta scof
molte altre minori, pa. la forte e localh
1397.
Alcuni scuotimenti di minor conto e
Ititaldi (pg. 1897, luglio 2) od altri pare
trionali del monte Martano (pB. 1890 aei
IH97 loglio 19, ecc.).
Spoleto. — Nel 1876 [1107], durante!
ctttft fa concQSSA da un lungo periodo i
raggiare dalla parto NW, e precisamenl
ripresa dell'ottobre le scosse riuscirono
nei pressi del monte Luco. Nei terremo
namici sugli ediflcii furono locnlìzzati p
solo in qualche replica secondaria parve
Cerreto, Norci» e Narni. località che al
(la altri fenomeni corocentrici. Da uno
seguenti terremoti riasciti piii o meno
H;i]. 1246 [155], 1277 1173], 1496 [3581,1
n:67 [552], 1703 vi 29 [601], 1704 [605],
4 [SOO] e 1853 [1914].
I terremoti del 1878 più sopra accen
Spoleto, e cosi pure dicasi — proporzio
avuta nella regione centrale — dì quell
rovine insieme a Kieti per un parossisii
parlerò tì-a poco trattando del centro rea
parossismo umbro-aquilano del 1349 e gr
successo nel 1703 o da quello di Cerreti
Rispetto al terremoti esocentrici inn
sentiti specialmente quelli irraggiati dal
Altro foi-.olare affatto secondario si tr
nei pressi di Massa (ps. 1897 maggio 1^
Per i ten-emotl delle • Terre Arnolfe
tengono all'alto bacino della Maròggia,
la regione sismica di Acqunsparta (pag.
Ditlretto dell'alto bacino della Xern.
prende Cascia e Norcia, storicamente v<
commozioni e nel nOfi colpito da uno i
V, micidiali parossismi che ricordi la sto
Comprende vari eentri posti al di qufl <
760
^ Buo oompleBSo essere «lelimitAto da an qu.tdrilatero con gli aiif^li Fi
^- spetti vati lente poeti ad Accra, a Visse, a Castellacelo di Norci:t e<l a
7 Cascia.
f Mentre in quasi tutti ì parossismi di cui fra poco avrò occasione di
!' parlare Visso rimase immune di danni, oppure — come nel 1328 e
forse nel 1882 — ne ricevette ben pochi, dai pressi di questa localit.^
L, irraggiarono parecchi terremoti, presentatisi sotto forma di tanghi pe-
E riodi sismici: i maggiori dei quali furono quelli del 1884 (1157] e del
fi 1898 [1359], i cui massimi si propagarono nei vicini paesi delle Marche
^ e dell' Umbria.
F^ 1 terremoti del 1507 [439] e del 1812 |871] causarono parecchi danni
a Norcia : di essi abbiamo solo notizie rlgaardanti )a città ed i suoi
1 pressi. In quello del 1659 [1041], che causò la rovina di una boona
, metà degli edifici, l'area epicentrale si distende verso settentrione,
giacché quasi in egnal modo furono danneggiati anche Campi e Villa
S. Angelo, molto meno Abeto e Todiano e meno ancora Frascaro. In
Cascia e Visso i danni furono minimi. Il centro parve posto nei pressi
del monte Pattino, a N. circa della città, ove piii numerose furono le
repliche e molto più forti 1 rombi di Indole sismica. E^ale origine
ebbero pure le scosse che al 27 o 30 maggio 1860 [1042] recarono nuovi
danni a Norcia: queste forse non sono altro se non repliche del pa-
rossismo del 1859.
Nel terremoto del 1730 [654] l'area pleistosismica si trova sìtoatji
dalla parte opposta, vate a dire da SSE. : Infatti oltre a Norcia fu-
rono rovinati 8. Marco. 8. Pellegrino, Savelli, Nottoria, Frascaro, Val-
cadara, Popoli e Pie di Ripa : Campi a settentrione boStì assai meno e
cosi pure dicasi di Ancarano, di Abeto e di Tediano. Noto pure ciie
mentre ad Accumoli ed a Solmona nell' Abruzzo detto terremoto Fa di-
sastroso riuscì solo fortissimo a Cascia.
Nel 1328 [223] e nel 1719 [632] insieme a Norcia soffrirono danni
di pari grado Cascia, Preci e altre località poste a S. N. e NW. : ciò
forse è dovuto al risveglio dello speciale centro di Cascia. Infatli
nell'ottobre 1716 [624] parecchie scosse, una delle quali fortissima,
colpirono delta città : un terremoto successo nel gennaio 1760 [730]
f"ce danneggiare i suoi edifici : nel 1871 [1080] fu tormentata da un
accentuato periodo di scuotimenti : nel 1878 [1345] fu urtata da una
scossa corocentrica fortissima : qualche nuovo danno le causò il terre-
molo del 26 maggio 1882 [1146], seguito da una serie numerosissima
di repliche oltremodo localizzate Ano al gennaio dell'anno susseguente.
Iticoi-derò pure le scosse precorritrici dei parossismi del 1703 sentite
nell'ottobre 1702 (cft-, pag. 642), sulle quali mi riservo di riparlare.
All'attività del centro di Cascia ascrivo i M^neoU lerremotì rlnsciti
OMBRIA 741
pnre rovinosi o quasi a Norcia, forse per il ridestarsi piCt o meno con-
temporaneo del centro che abbiamo visto agire presso questa località:
«osi il periodo sismico iniziatosi sol principio dell'ottobre 1599 [i&i],
il cai massimo In Cascia fece rovinare molte case e cansare la morte
a varie persone e nei luoghi circostanti atterrare innnmerevolf edifici con
molte vittime: assai simile a questo si mostra il terremoto del 23 feb-
braio 1879[lli!5](').
Premesse queste notizie relative ai centri di Norcia e di Cascia, alla
loro ii^dipendenza e mutua corrispondenza, consideriamo il grande pa-
rossismo del 1703 [601]. La prima grande scossa ~~ preceduta da mi-
uori manifestazioni ~ avvenne al 14 gennaio : ebbe il sao centro
noi pressi di Norcia, i cai edifici fatano rovinati. È nopo tener presente
cbe rispetto ai danni Cascia (le cai case erano già state lesionate dallo
acosse precotritrici del novembre 1702) viene in secondo luogo ; e che
le massime rovine si spingono Ano a Leonessa ; dato ciò risalta questo
parossismo identificato con qnetlo del 1730 già ricordato. Con la se-
conda grande scossa, successa il giorno 16, it centro si trasporta fin
Accnmoli, Amatricc, Cittareale, Posta, Montcreale ecc. ecc. : il terzo pa-
rossismo infine fece completamente rovinare Aquila.
Molte delle repliche furono corocentriche ai tre focolari sopraindi-
ctiti. altre ad altri già identificati, oppure più avanti contemplati : le mng-
giori ben individuate sono le seguenti: qaellii del 15febbralo che colpi Rieti
(centro reatino), dell' 8 aprile cbe fa più intensa a Cascia (centro lo-
cale) e del 29 giugno stata più che altrove avvertita a Spoleto (cfr.
pag. 759).
Il risveglio dei centri sismici aquilani in correlazione con scosse
avvenate nella regione umbra non si è solo verificato nel 170^, ma
in parecchia altre occasioni fra cui le seguenti : il terremoto del 1349
fu disastroso nell'Aquila e rovinoso a Perugia, ad Assisi, a Spello ed
n Spoleto: nel 1730 con il parossismo disastroso per Norcia. Solmona
rimase rovinata: durante il perlododiscuotunentiche nel 1785-86 interes-
sarono parte del suolo umbri, varie scosse fortissime colpirono Aquila
causando qualche danno agli edifici : infine mentre nel 1697 vari centri
dell' Umbria davano non dubbie prove della loro attività con terremoti
frequenti ma non troppo intensi, la vicina Aquila era pure interpolata-
mente agitata da scosse riuscite più intense e numerose a Roio.
Abbiamo visto come certi terremoti di Norcia e di Cassia — ps.
qudii del 1328 e del 1719, ed anche il grande parossismo del 1703 —
|l) Come ò ftia detta Ipas. HI; oaaenàovl duiiblo sulla esuttt^xu della notiila del
[«rremoto del 1130 (OS], resta per ora esctun l'eaLiIfliiza di uà centri) ipealale. Clù ricor-
derò anche più siantL
762
siftno riusciti dannosi anche sull'opposta sponda della Nera : da qat^u
parte lo studio topograflco dei fenomeni sismici corocentrici ci fa ii.
travvedere la esistenza di speciali centri ben distinti dai precettenii.
Nel 14 febbraio 1838 [957] molti fabbricati crollarono in Cerreto, Acers.
A^l inno, BclIanoePosti^aano peranascoB9achesappiamoaverdanneggi.il''
anche Spoleto. Il terremoto del 1891 [1208] fu sismolog^icamente molto
forte a Sellano, località spesso ricordata nei cataloghi sismici per frc
quenti commozioni di minor importanza e quasi sempre localizznte. per
esempio quella del 26 febbraio 1898 (IS*-), Anche dai pressi di Cerreto .il
Spoleto sembrano irraggiare scuotimenti minori : ascrivo all'atlività di
qnesto centro il piccolo terremoto del 24 agosto 1897 con le scosse eu?-
seguenti non segnalate nemmeno nei paesi circostanti.
Infine in questa importante regione sismica abbiamo un altro ccntr"
nei pressi di Mucciafora colpita, fra l'altro, da uno dei massimi «'gen-
naio 19) del periodo sismico del 1897 spesse volte ricordato [1270],
Regione aiemica d' Acquasparta. — Dal 17 al 31 ottobre 1871 flOSS
in Acquasparta furono sentite quotidianamente olire a rombi, nnmp-
roàissime scosse : i pressi della città e precisamente le cosi dette « Terre
Amolfe » furono urtate dagli scuotimenti della primavera del 1707
[610] riusciti qnasi rovinosi specie a Colle di Campo.
Regione tUmica del basso bacino della Nera. — A qnesto distretto
appartiene il centro di Strettura danne^iata con altre vicine localit.'i
dal terremoto del 20 luglio 1792 [824].
Le molte scosse più o meno sensibili -avvertite a Terni con opni
probabiliti non sono coroccntricbe, ma manifestazioni dell' attività ilei
focolare di Plcdltnco, aggregato alla regione sismica del Velino.
Parecchi furono gli scuotimenti di non grande intensità ed assai lo-
calizzati che colpirono San Gemini : la maggior manifestazione di questo
focolare è II terremoto del 26 maggio 1753 [711]: sismologicamente bì
mostra a questo molto simile un altro situato nei pressi di Namì, coi
dobbiamo, fra l'altro, i due massimi del 1714 [1329] e del 1751 [703).
Centro dì Orte. — La scossa del 17 aprile 1896 {5^ '/» circa) stata
forte e suss. ad Orte, forse ci fa intravvedcre la presenza di un centro
secondario, tanto più che sappiamo essere passata inosservata ad ,*tii-
gliano, a Giove, a Nnrni, ad Otricoli, a Soriano, a Penna ed a Bas-
sano in Teverina, località tulle vicinissime.
Distretto sismico del Velino. ■- In questa zona dobbiamo distiogaerc
tre centri principali : ano situato alla confluenza del Velino con la
Nera, ossia l'area dei terremoti di Piedilaco: ^li altri due bi
rispettivamente nei pressi di Rieti e di Cittadncate.
1 terremoti del 1785 [800] mostraroDO — almeno le mani
maggiori — il loro centro a Pledilaco, che insieme a Paplg
Bnonaqaisto rimase in gran parte distrutto. Barante l'attivitA
focolare nell'anzl citato periodo si risvegliarono, come ò detto,
eugubino e l'aqnilaoo. In gran parte le scosse sentite a Tei
tengo manifestazioni di questo focolare.
Per le scosse del 1785 pochi danni risenti Morrò Reatini
cai ebbe suo centro il terremoto del 17 giugno 1885 [1.^48]
La zona sismica di Rieti fu colpita da manifestazioni coro
nel 29 marzo 1776 [766] ed al 22 marzo 1821 [893]. Questa
nel 1898 [1295J fa conquassata da un violeotissimo terremob
centro pare aia stato nei pressi di Goppaelli, che si identifl
(lue precedentemente ricordati. Parlando del parossismo del 1
png. 191, e 761) ò accennato come una delle repliche allora e
(L'i n, 7" Hai.) sia stata corocentrica a Rieti, località che pìi
altra ebbe a soffrirne tristi consegueuze (').
Assai difficile è il poter stabilire ae il terremoto del 30 i
1298 [197] aia dovalo al solo risveglio del centro reatino, [
cronache ricordano che oltre Rieti e luoghi vicini fu dai
anche Spoleto con i dinlorni : potrebbe darsi — come altrove
come altre volte 6 successo — che sincronamente o quasi si
gliato anche il focolare spoletino, cooperando esso pure, coi
ininifestazioai, a produrre immense rovine ed a causare gri
mero di vittime.
Ne^li ultimi terremoti reatini del 1893 Cittaducale risenti n
vino che non Rieti ; nel 1703 ebbe qualche casa caduta e mo
nate e reso inabitabili, mentre le vicine località di Pendenz
7) e di Antrodoco (a Km. 21) rimasero distratte. È probabile'
sofferto anche in occasione dei terremoti del 1461, giacché
maggiori parossismi aquilani (quali qaclli del 1703 e del 13
careno danni ai suoi edifici, che lievemente ebbero pare a s(
1785.
Cittaducale nel 1502 [363] fa travagliata per 40 giorni da
(1) O. Ot»ei)uenl« nel siio libro Dti Protl/n» narra clie nell'anno ffV di R<
teme motu aeiles sncrae In oppldo a(rrtB<]ue ctomiuotae. Sa^n qulbue foru
••rat, discussa. Pontes Irruptl. Blpae labentls Huinlnibuslnaquaniprcvoliits
Inferni exauilUl. Et post paucos dies, tiune concussa erant, corruenint... •
avvenuti .illora si In Rieti clie nel suo territorio ci fìinno ritenere che qutv
aere eolloesto l'epicentro, e perciò con tutta probubilllft io creJo al possa
tale paroastsmo con quello del ISM.
v^
764 CAPITOLO XI
scuotimenti e da altri fortissimi nel 1582 [449]. Qaesti ci rivelano U
presenza di uno speciale centro, le cui manifestazioni non si po8soii<
identificare con quelle dei vicino focolare reatino. Oltre alla maggior
manifestazione sismica del 1898, che abbiamo già ripetuto essere star.ì
più intensa a Rieti, nuova prova ci porgono alcune repliche sus^t^
guenti : quella del 30 agosto (18*' circa) fu molto più forte a Cittaduc.i]»'
che non a Rieti : un'altra invece, avvenuta nella sera del 9 settembre,
riuscì più intensa neir ultima località che non nella prima. Il centr»
di Cittaducale à dato luogo a parecchie manifestazioni lievi-forti tra i^'
quali ricorderò le seguenti : 1842 nov. 25 ; 1853 sett. 24 ; 1856 marzo
10; 1881 ag. 14 e nov.l8; 1891 giugno 20 ecc.
Fra i centri secondari ricordiamo quello di Posta (fig. 127)« locali:;
distrutta dal secondo massimo sismico del 1703, presso cui ebber
origine alcune forti scosse nell'ottobre 1851.
A mezzodì nel bacino del Salto abbiamo il centro pure secondari',
di Pescorocchìano, alla cui attività dobbiamo il terremoto molto forte
del 21 gennaio 1892 [1356].
Centro sismico di Poggio Catino, — Abbiamo come prova deir«tti-
vità di questo centro i due periodi sismici deiraprile 1889 [1190] e del
dicembre 1897 -gennaio 98 [1288], le cui scosse furono sensibili solo
entro un'area limitatissima.
Altro centro di importanza quasi trascurabile si à nei pressi di
Poggio S. Lorenzo, alla cui attività dobbiamo alcune scosse riuscite
sempre innocue (ps. : 1896 genn. 12 e febbr. 24; 1897 gens. 31). Questi
scuotimenti furono tutti oltremodo localizzati ; all' incontro un altro
avvenuto nel dì 22 gennaio 1890 (8** V4 P^^a» circa) — fu abbastanzci
sensibile a Poggio S. Lorenzo e a Montelibretti ed un po' meno a Scau-
driglia ed a Tivoli, meno ancora in un'altra località. Con i dati che
posseggo non è possibile il fissare la posizione del centro : è certo però
che vien posta in evidenza una zona sismica che forse si protende fino
a Tivoli per unirsi quivi con un'area male determinata, di cui parlerò
più avanti.
Regione sismica di C. di Pieve - Cetona, — Forse più propriamente
dovrebbe essere unita alla Toscana : nel 1861 [1047] Cetona e Città di
Pieve fui'ono colpite da scosse rovinose con le quali si identi6cA il
terremoto del 1753 [710], che sappiamo aver danneggiato l'ultima lo-
calità. Questo centro si risvegliò pure nel 1298 [197], allorquando ven-
nero abbattuti Rieti e Spoleto, come ò già detto.
ABRUZZI 765
•
XII - Abruzzi
(Fio. 127).
Alto Ixicino del Tronto e dell' Aterno. — Questo distretto comprende
la regione fra Montereale, Amatrice ed Accumoli.
Il grande terremoto dei 1689 [512J ebbe il suo centro in Amatrice che
rimase in gi*an parte diroccata: Io gravi rovine in tale occasione si
estesero a settentrione fino ad Accumoli^ verso mezzodì invece non
oltrepassarono Amatrice. Il terremoto del 17-18 febbraio 1869 [1039] si
può considerare come una replica di tale parossismo.
Dai pressi di Accumoli irraggiarono gli scuotimenti del 1627 [502]
saccessi in coincidenza con il periodo sismico garganico che distrusse
Lesina ed altre località della costa settentrionale di tale penisola. La
scossa del 7 novembre 1883 (4** ant.) fu violenta si in Amatrice che in
Accumoli, m«*ntre una delle due repliche (4** 30™ ant.) fu più sensibile
in quella località, e la seconda (6^ ant.) maggiormente in quest' ultima.
Presso Montereale ebbe suo epicentro l'estesa ma non troppo violenta
concussione del )i agosto 1893 [1232J propagatasi con maggior intensità
lungo il bacino della Nera : uguale origine ebbero pure varie scosse
minori sentite nel gennaio 1897. Montereale rimase molto danneggiata
dal terremoto della Maiella del 1706.
Nell'area di massimo scuotimento del parossismo del 1672 [558] si
trovano Amatrice e Montereale.
Le località comprese in questo distretto furono abbattute dai grandi
terremoti umbro - abruzzesi del 1703 : anzi il secondo massimo sismico
allora accaduto — 16 gennaio — irraggiò, come ò già notato (cfr. pa-
gine 642 e 761) da questo distretto, essendo riuscito più che altrove
disastroso ad Accumoli, ad Amatrice, a Cittareale, a Posta, a Borbona,
a Paganica, a Montereale ecc. ecc. Per T altro parossismo del 1730
Accumoli fu rovinata ed Amatrice risenti invece danni minori.
Del piccolo centro di Posta ò parlato a pag. 764.
Basso bacino del Tronto, — Trovasi quivi il centro Civitella - Anca-
rano di secondaria importanza, messo in luce da vari terremoti, fra i
quali quello di mediocre intensità avvenuto a 4-4*^ 15*" del 14 agosto
1894. passato inosservato a Bellante, Campii e Sant'Omero. Potrebbe
darsi che questo centro formasse con quello di Spìnetoli (cfr- pag. 739Ì
un' unica regione sismica.
766
CAPITOLO xn
Bacino del Vomano» — Per la regione montuosa del Gran Sas^
d' Italia pochi sono i terremoti con sicuro epicentro dalla parte del
bacino del Vernano : fra queste dobbiamo ricordare le scosse più o
meno frequentemente sentite a Pietra Oamela (ps. 1889 luglio 6 : un:*
forte ad 11** ant. susseguita a 2'' pom. da altra abbastanza sensibile'.
Teramo fu rovinata dal terremoto del Matese del 1456 : soffrì im-
mensi danni per quelli del 1461 ; pochi forse per quelli del 1703, del
1706 e del 17^0.
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FiG. 127
Ora la cronistoria sismica ricorda che tale città nel 1384 [258] ebbe
a provare scosse gagliardissime, le quali, stando alle notizie date nella
prima pai te, non trovano alcun riscontro con le date di fenomeni origi-
nati da centri abruzzesi. Siamo forse in presenza di una manifestazione
se non corocentrica a Teramo, almeno al suo territorio. A suffragare
ciò servono i due terremoti del 1884 e del 1888. Nel parossismo
dell' 8 luglio 1888 [1180] l'abitato di tale città risentì lievi danni in-
ABRUZZI 707
sicine a Notaresco, a Basciano, a Gaardia, a Forcella ecc., località
tutte poste nel basso bacino del Voms^no. Qaesto terremoto non può
ai certo identificarsi con quello del 10 gennaio 1884 [1154] che urtò
iu modo speciale una zona costiera fra Mosciano e Città di S. Angelo,
il quale, benché molto forte nella sua zona pleistosismica, fu solo lieve-
mente sentito a Teramo.
All'attività di uno di questi due focolari, e con maggior probabilità
H quella del primo, si devono tutte le scosse che risultano state molto
più violenti a Teramo che non in altri luoghi (ps. 1822 luglio 10).
Oltre ai già citati terremoti esocentrici furono quivi avvertiti i se-
guenti: 1803 Aquila (forte), 1821 Gargano-Chieti (leggiero); 1851 Vul-
ture ; 1856 Candia (mediocre) ; 1873 Marche (forte) : 1882 S. Benedetto
del Tronto (leggiero) ; 1895 Tremiti - Chietino ; 1897 Sinigallia e 1898
Kieti (sensibili).
Aquila. — Fra le città dell' Italia centrale Aquila fu certamente
quella che soggiacque alle maggiori rovine causate dai parossismi en-
dogeni.
Nel secolo XIV due grandi catastrofi colpirono detta città negli
anni 1315 e 1349 : minori furono i danni causati dallo scuotimento del
1398 ; nel secolo XV gran parte venne adeguata al suolo nell'anno
1456 ed ancora poi nel 1461 : qualche lesione risentirono i suoi edifici
nel 1423 e nel 1498. Il secolo XVI non ricorda alcun parossismo : ri-
guardo al XVII troviamo nel 1646 un nuovo terremoto che causò
qualche danno : nel XVIII abbiamo anzitutto la grande catastrofe del
1703, i parossismi minori del 1786 e del 1791 e gli altri ancora meno
violenti del 1750 e del 1762. Nel secolo attuale i danni causati da ter-
remoti furono lievi e poco frequenti (1803, 1809, 1874, 1887).
Degno di essere ricordato si è che i grandi parossismi aquilani
successi nel 1315, 1461, 1498, 1646, 1786, 1791, 1809, 1848-49 e 18b7
si sono presentati tutti sotto forma di periodi sismici più o meno lunghi
con un rilevantissimo numero di scosse : per gli altri, cioè quelli ac-
caduti nel 1349, 1398, 1762, 1750, 1803, 1874, non abbiamo notizia che
di un' unica scossa ; ma, specialmente per i fenomeni successi in
epoche antiche, potrebbe risultare per la mancanza di notizie relative
2igli scuotimenti minori.
Abbiamo ripetutamente detto (cfr. pag. 642 e 761) che in occasione
dei grandi terremoti umbro - abruzzesi del 1703 -[601] A«|uila ebbe a
soffrire pochi danni per la prima grande scossa (14 gennaio), maggiori
per la seconda (16 gennaio), e grandissimi per la terza (2 febbraio),
che distrusse quasi completamente la città causando oltre 2500 vittime
e che mise a so(iquadro la regione circostante. Gravi difficoltà si sono
768 CAPITOLO xn
presentate nella determinazione, sia pare approssimata, della zona scos-:»
dai singoli massimi sismici, perchè i terremoti successivi ebbero sempre
ad agire sa edifici gi& molto indeboliti.
A suo luogo ò parlato della posizione dell'area pleistosismica de
primi due terremoti (cfì*. pag. 642, 761 e 765) ; riguardo il terzo tutti
gli storici della terribile catastrofe sono concordi nello ammettere che
sia irraggiato dal territorio limitrofo ad Aquila (^). I magg^iori danni
infatti dal lato di SE. non si spinsero oltre a Castelnuovo ed a Cam-
pana : da quelli di N W. e di N. non sorpassarono Pendenza, Antrodoc-*
e Barete.
Considerando ora che entro la zona pleistosismica del terremoto dtl
1461 [321] stanno oltre Aquila, Sassa, Pile, S. Eusonio, Roio. Castel-
nuovo, Onda, Poggio Picenze ecc., possiamo ritenere che l'area mes^-
sismica del terremoto del 1703 (in scossa : 2 febbr.) e del 1461 si spin-
gono dal lato meridionale fin quasi allo stesso limite : dalla parte d.
NAY. invece quella del 1703 risulta molto più espansa : però è neces
sario tener presente che tale scuotimento ebbe ad agire, come testé ••
detto, su edifici che avevano gìh sofferto per i primi due massimi.
Dato ciò non mi sembra di andare oltre ad una logica interpretazione
dei fatti con l' identificare i due terremoti.
Similmente, considerando che per il terzo massimo sismico del iTOo
soffri gravi danni anche Cittaducale, e sapendo che il parossismo del
1315 [213] riuscì rovinoso per tale località e per la regione circostante
ma specialmente per l'Aquila, vediamo che con og^i probabilità anche
tale fenomeno può essere identificato con i due precedentemente ri-
cordati.
Premesso ciò, vediamo di determinare la posizione del focolare o
dei focolari di scuotimento, le cui manifestazioni urtano con grande
energia Aquila.
Anzitutto, per non intralciar la via, dirò che per i terremoti dt\
1398 [1310], 1423 [1312], 1498 |359], 1646 [523*], 1750 1698], 1791 [820i.
1809 [861] e 1874 [1096] non abbiamo alcuna notizia particolareggiata).
Il periodo di scuotimenti del 1887 [1175], stati sensibili entro un'area
assai circoscritta, ebbe centro nei pressi di Roio, località bei*sagliar;i
dai terremoti del 1461 e del 1703, da cui irraggiarono anche varie
concussioni minori (ps. 1897 i 8 : 18*» 30™ circa).
(1) ò i^iii al;rave accennato (cfr. png. 761) che varie volle i centri aquilani si sono
ridestati in correlazione con periodi sismici umbri; su ciò oltre a quauto ò detto a
proposito del jrrandl par /ssisnii del 1*0:^, posso aggiungere che nel 17^-86, mentre i>er-
duravano le manifestazioni sismiche nel centri della regione del Velino, forti terremoti
colpirono 1 aquilano e specialmente i dintorni di Luooll [N. 805]. Ciò pure successe nt>I
Mn allorquando cioò, vari focolari umbri mostrarono un risveglio, parecchie scoss»»
agitarono Aquila con centro nel pressi di Roio (cfr. pag. 501).
l'f^
ABRUZZI 769
Più a mezzodì troviamo il centro di Lucoli con le scosse del 1786 [805].
Gii scuotimenti del 1848-49 [992] quantunque riusciti abbastanza
violenti ad Aquila, non furono intesine a S. Nicandro, né a Barisciano,
né in altre località poste a breve distanza : quelli del 1762 [735] invece
furono più intensi a Poggio Picenze e si identificano con quello avve-
uato al 30 giugno 1895 [1257], propagatosi leggermente fino ad Aquila,
Un centro secondario si h nei pressi di S. Demrtvi j ne' Vestini, da
cui irraggiò la forte scossa suss. delle 9*" -IO'" /ì]ìt. circa del 25 aprile
1884.
Ali' 11 novembre 1850 [999] un violento terremoto urtò S. Nicandro
e meno intensamente S. Demetrio^ Prata d'Ansidonia e Ripa Fagnano,
senza essere stato nemmeno inteso nò ad Aquila né a Barisciano. Av-
verte il Cappa (Sul terremoto ecc. pag. 12-13) che le oscillazioni del
suolo in S. Nicandro sono frequenti ma non mai si propagano oltre la
zona entro cui spiegò la sua azione il terremoto del 1850 ; pochi anni
dopo invece si fecero sentire per lunghi mesi in Barisciano continue
scosse senza che se ne avvertisse alcuna in S. Nicandro : aggiunge per
di più il citato autore che parecchi anni prima del 1871, nel mese di
settembre, sì forti scuotimenti avvennero in San Pio delle Camere da
costringere i terrazzani ad abbandonare le case ed a ripararsi sotto ca-
panne, mentre gli abitanti di Tussio, che da S. Pio dista solo chilo-
metri 3, e dove i terremoti vuoisi siano ignoti (almeno i vecchi affer-
mano di non ricordarsene alcuno) dall' alto della collina guardavano,
ti-anquilli spettatori, lo strano accampamento.
Dei terremoti dianzi citati, eccezion fatta per quello del 1762, quelli
provenienti dal lato di SSPj. itnno urtato meno fortemente Aquila che
non gli altri irraggiati dai vicini centri di Roio e Lucoli posti al sud.
Il terremoto del 1803 [844] colpì fortemente TAciuila e meno inten-
i»amente i paesi dell'Abruzzo teramano allo falde del monto Corno.
Ora siccome anche i parossismi del 1461 e del 1703 — fatto lo debite
]>roporzìoni per V intensitA rispettiva avutii alTepicentro — riuscirono
più o meno dannosi anche al territorio di Teramo, non ò improbabile
che anche tiuelli del 1806 possano essere con i precedenti identificati.
Riepilogando possiamo dire che attorno ad Aquila trovansi vari
centri ; cioè due a S., Itolo e Lucoli: altri a SSE., cioò Poggio Picenze,
S. Nicandro, Barisciano e S. Pio delle Camere ; che i centri meridio-
nali scuotono con maggior violenza la citt/i : che riguardo agli altri
quello di Poggio Picenze nel 1762 produsse a' suoi edifici danni sensi-
bili. Dato ciò riesce molto difficile il poter decidere non solo da quale
focolare siano irraggiali i parossismi del 1461, 1703 o 1806, ma anche
se si debbano ritenere causati dal risveglio più o meno conconiitanlc
di due o più centri.
Baratta .• Terremoti ecc. U>
770 CAPITOLO xn
Oltre ai terremoti molto forti, fortissimi, rovinosi e disastrosi di cui
ò già parlato, in Aquila furono avvertiti numerosissimi scuotimenti di
più lieve importanza aventi i caratteri dei maggiori parossismi: degc.
di essere ricordati sono i seguenti : 1825 x 23-30 ; 1836 iv 25 ; 1857 i
4,17 e 24 ; 1885 iv 11 ecc.
Tatti i fenomeni di cui ò parlato fino ad ora anno avuto senza alcun
dubbio origine locale ; riguardo ai terremoti sicuramente esocentriei
dirò che il grande parossismo del 1456 fu per Aquila disastroso (^i e
quello della Mait^lla del 1706 vi causò qualche danno. Riuscirc'iì-
aflPatto innocui i seguenti provenienti da altri focolari abruzzesi : ITt^J
(forte) — dair Umbria : 1599, 1785 (forte), 1859, 1878 (mediocre), l8Ti^
(sensibile) — dal chietino : 1881 (torte), 1895 (mediocre) — dal Lazio
e dalla Terra di Lavoro : 1873 (mediocre), 1385 (mediocre), 1892 (leg-
giero) — dalle Marche : 1873 (leggiero) ecc.
Centro di Acciano, — Sull'Aterno trovasi anche un centro secondari',
nei pressi di Acciano, interposto fra il distretto sismico aquilano e
quello della Majella, di cui parlerò nel seguente paragrafo : alla sua
attività dobbiamo il terremoto del 28 novembre 1889 [1352] stato molto
forte a S. Lorenzo.
»
Al bacino del Corno — che partecipa all'attività dei centri di Cit-
taducale, Rieti, Cascia e Norcia, e quindi sismologicamente collegato
con r Umbria — apparterrebbe il centro di Leonessa, se la notizia del
terremoto del 1730 [656], come ò già detto (cfr. pag. 217 e 761 [1]), non
fosse de mettere in dubbio.
Del centro secondario di Trasacco parlerò nel capitolo riguardante*
la Terra di Lavoro : quello di Cittaducale trovasi aggregato con il fo-
colare reatino alla regione umbra (cfr. pag. 763).
Distretto sismico della Majella, — Il grande terremoto del 1706 [610,
irraggiò dalla regione della Majella e del monte Morrone: la sua area
mesosismica è assai irregolarmente espansa, includendo il suo lembo
esteriore, come ò già detto, Manoppello, Torre Passeri, Bussi, Solmona.
Pettorano, Castel di Sangro, Cerro al Volturno, Forli del Sannio, Tor-
ricella Peligna ecc. Malgrado l'abbondanza delle notizie non è facile il
determinare la posizione deirepicentro di tale movimento (*).
(1) Del terremoto del 1456 parlerò con magjflori particolari nel paragrafo destinato
ad illustrare la sismicità del Matese.
'2) Il grande terremoto successo neir anno 68 e 69 [11], che sappiamo aver scosso 11
territorio chietino producendovi grandi sconvolgimenti nel suolo, e che fu sentito a
Roma, data l'estenzione dell'area colpita e V Intensità avuta potrebt)e identificarsi con
quello del 1706.
ABRUZH 771
I»*' m*
Entro la zona più intensamente colpita da tato disastrosissima con-
cussione tellurica trovasi vari centri, che conviene specificatamente
porre in evidenza.
a) Torre Passeri. — Nel 1841 [969] un periodo assai localizzato colpì
in special modo Torre Passeri, località rasa al suolo dal terremoto del
1706 ; però bisogna notare che alcune scosse si mostrarono più violenti
a Solmona (vi 16 e viii 24) ed a Caramanico (vm 25).
Manifestazioni dello stesso centro sono da ritenere le due violenti
scosBe del 21 febbraio 1841 con le quali si iniziò tale serie di scuoti-
menti : il massimo dell' 8-0 giugno e la replica del 18 ottobre che pose
termine a detto periodo : altre scosse irraggiate da tale focolare sono
le seguenti : 1843 n 7 e 1844 in 5 (9»» pom.)
b) S. Valentino. — Dai pressi di questa località — una parte della
quale fu rovinata dal parossismo del 1706 — ebbe origine Io scuoti-
mento del 27 aprile 1897 [1273], stato meno intenso a Torre Passeri.
e) Caramanico. — Località in parte adeguata al suolo nel 1706, e
centro della forte scossa del 25 agosto 1841.
d) Solmona. — Dai pressi di questa città irraggiarono le scosse
dell' ottobre 1789 [815] e molte altre, alcune delle quali assai intense,
come 1841 vi 16 (notte) ; 1881 vi 27-28 (notte), ecc. ecc.
A Solmona riusci disastroso il terremoto del Ma tese del 1456 e quello
della M^elia del 1706 : fortissimi quei di Piediluco del 1785, di Or-
sogna del 1881 e delle Tremiti e chietino del 1895 : forte il Sorano del
1881 e mediocre l'altro irraggiato dalla stessa regione nel 1873 ; leg*
gieri quelli di Foggia del 1892, di Castel di Sangro del 1889, dei colli
laziali del 1892, ecc. ecc.
e) Taranta e Palena. — Per il terremoto del 1706 questi due paesi
rimasero adeguati al suolo: il parossismo del 10 giugno 1841 [970] com-
mosse violentemente Taranta, Palena e Torricella Peligna ma in special
modo la prima di questa località.
f) Castel di Sangro. — Nel 1706 soffri gravi danni per il grande
terremoto della Majella (1706); nei suoi dintorni ebbe origine la scossa
molto forte del 26 agosto 1886 [1194].
Centro di Casoli e di Orsogna. — Appena esteriormente alla grande
zona del parossismo del 1706 trovasi Casoli, da cui irraggiarono oltre
il terremoto molto forte del 13 agosto 1871 [1082], quelli meno violenti
del 16 marzo 1863 (11*» ant.) e del 28 gennaio 1864 (pomeriggio).
Nei pressi di Orsogna e di Lanciano ebbe origine lo scuotimento
quasi rovinoso del 10 settembre 1881 [1141].
Chieti, — I centri sismici della Maiella agiscono con violenza su
772 CAPITOLO xra
Chieti. che trovasi compreso nella zona isosismica quasi rovinosa dtl
terremoto del 1706. Molte scosse sentite a Chieti (ps. 1845 xii 20 21,
notte) sappiamo infatti che più che in tale località furono intense in
vari paesi vicini a detto rilievo montuoso.
Chieti fu pure rovinata dal grande terremoto del Matese del 1456 :
parecchi altri di origine esocentrica furono ivi sentiti con intensità
tale da esser classificabili fra i forti : sono da ricordarsi ps. i seguenti:
Benevento 1688 ; Gargano 1627 ; Termoli 1821 ; Tremiti e Chietino 1875
e 1895. Altri invece furono solo più o meno sensibili : ps. Torre Pas-
seri 1841; Marche 1873; Romagna 1875; ascolano 1882; Abruzzo te-
ramano 18M4 ; Messenia 1886 ; Sinigallia 1897 ecc. ecc.
Centri a mare. — Della sismicitÀ della regione costiera che si estende
a mezzodì di Vasto (terremoti del 1821, 1854 e 1895) parlerò nel capi-
tolo riservato allo studio delle manifestazioni sismiche della Capitanata.
I fenomeni successi in Ortona nel 1506 [370], 1526 ? (cfr. pag. S7
[IJ) e 1782 [78] non sono terremoti ma grandiosi franamenti di terreno.
XIII - Lazio
(FiG. 128-120-130)
Il Lazio comprende quattro regioni sismiche ben determinate : il
viterbese, Roma-Fiumicino, i colli albani ed il bacino dell' Aniene con
Monterotondo e Castelnuovo di Porto.
Nel 1881-82 il viterbese fu afflitto da una serie numerosa di scosse,
poche delle quali fortunatamente raggiunsero tale intensità da produrre
gravi lesioni e parziali rovine. In tale spazio di tempo le varie mani-
festazioni sismiche non spiegarono la loro massima forza entro un^unica
area determinata e costante, ma dallo studio topografico si ebbe campo
di constatare la frequente variabilitÀ della zona più colpita dai vari scuo-
timenti. Infatti taluni di essi riuscirono più intensi a Caprarola, altri
a Celleno, a Toscanella, a Rocca Respampani ed anco a Latera : da ciò
la presenza di speciali centri di attività più o meno direttamente col-
legati, che in questo capitolo cercheremo di fissare, identificando i
terremoti da ciascuno di essi causati.
Distretto HÌsmico del lago di fìoUena, — Dopo che gli accennati ter-
-r^i— I
LÀZtO
in
remoti del settembre-novembre 1881 [1142] ebbero — come vedremo —
colpito in special modo la parte ad oriente ed a mezzodì del lago, nel
dicembre furono intese a Latera varie scosse, quasi tutte deboli e rare:
N^el gennaio susseguente (1882) gli scuotimenti si fecero più forti e nu-
merosi, anzi due di essi furono capaci di produrre danni entro una
zona che va da Latera a Rocca Respampani. Noto che al 29 novembre
1881 una scossa fortissima aveva colpito con massima energia tale lo
calità e la vicina Toscanella.
Presso al centro di Latera sonvene due altri : uno a 8SW. tra Far-
nese ed Ischia di Castro, messo in luce dal terremoto del 21 luglio
1889 [1351], e Taltro nei pressi di Grotte di Castro. Per quest' ultimo
ricorderò che circa Tanno 1853 [1009] quattro o cinque scosse riusci-
jWrsI
GÌ PAI!
•.' •\Toicanrlb Qyttirho
TerXTJg
-*"^-^^
Fio. 128
reno più che altrove intense in tale paese, che dall' 11 agosto alla fine
del settembre 1888 [1187] t\i travagliato da un intenso periodo sismico
che colpi anche fortemente S. lioreuzo Nuovo, mentre la scossa del
18 novembre 1755 [715] aveva spiegata la sua maggior intensità, fra
Grotte ed Acquapendente.
Poche sono a mia notizia le scosse minori sicuramente irraggiate da
tali centri : ricorderò la sensibile sentita a Latera sul primo mattino
del 2 luglio 1890 : un'altra pure sensibile urtò verso la sera dell' 8
agosto 1890 San Lorenzo e Latera, ove fra le 3 e le 4*» ant. del di dopo
fa inteso un sussulto stimato più intenso del precedente. A S. Lorenzo
Nuovo alle 5** V* ^^t. del 24 maggio 1892 si ebbe uno scuotimento ond.
assai sensibile, che lievemente commosse Grotte e passò inavvertito in
varie località vicine : infine a Latera fu forte un poco esteso terremoto
accaduto a 3»» 7,-4'» del 14 febbraio 1896, stato mediocre a Grotte e
lieve a Oradoli e ad Acquapendente ecc.
774 CAPITOLO xm
Dalla parte orientale^ del lago abbiamo un nuovo distretto sismk-
con i centri principali situati presso Bagnorea, S. Michele in TeTerin^
Celleno e Montefiascone.
Esaminiamone brevemente l'attività. Fra 1 terremoti corocentrìci :!
maggiore è quello del 1695 [590], la cui terza scossa — il massim
sismico — avvenuta a 7^* ital. del giorno 11 giugno, ebbe un'area me-
sosismica includente tale città e Lubriano. All'attività di questo centro
ascrivo pure la scossa rovinosa dell'agosto 1738 [672].
Presso S. Michele in Teverina, compreso nella zona dei g^avi danni
del terremoto dei 1695, irraggiò lo scuotimento molto forte accadoi*
il 14 giugno 1759 [728]. All'attività del centro di Celleno è da ascri
versi la fortissima scossa delle 6^ V« ant. del 20 settembre 1881 [1142 .
Infine da quello di Montefiascone irraggiò solo qualche scossa che non
à prodotto danni di sorta. Potrebbe però darsi che questo focolare ctì
il precedente ricordato invece di essere distinti costituiscono un' nnica
area di attività sismica.
Viterbo. — Questa città nel 306 [31], nel 1114 [104] e nel 1320 [214;
fu colpita da terremoti rovinosi o disastrosi, l' ultima volta in occasione
di un violento parossismo avvenuto al Bulicame, che aumentò pure U
intensità delle sue manifestazioni nella sera del 22 novembre 18^1.
mentre cioè perdurava l'attività sismica nel distretto di Bolsena.
Il disastroso terremoto di Bagnorea del 1695 causò danni anche a Vi-
terbo ; qu^lo di Toscanella e Rocca Respanpani del 1881 — stato for-
tissimo nell'area epicentrale — fa violentemente inteso a Viterbo : così
pure dicasi di quello del 1877 che ebbe, come vedremo, il suo epi-
centro a ponente circa del lago di Vico. Questi fatti potrebbero far
nascere il dubbio che i tre terremoti più sopra ricordati siano stati eso-
centrici, vale a dire irraggiati da qualcuno dei più attivi focolari già
individuati, le cui notizie riguardanti la zona centrale siano andate
smarrite, e solo ricordate quelle inerenti a Viterbo, la città più cospicua
delia regione. Tuttavia la cronistoria sismica del Lazio, assai completa
per quest' ultimo quarto di secolo — specie in grazia della sagace at-
tività del Prof. M. S. De Rossi, da poco tolto ai nostri studi — ci
ricorda una discreta serie di scosse più o meno sensibili^ le quali
sembrano affatto localizzate ai pressi di Viterbo. E ciò non può far
maraviglia se teniamo presente che appunto a soli 2 chilometri ad oc-
cidente di questa città trovasi il « Bulicame », la manifestazione di at-
tività idrotermale a tutti conosciuta.
Dei minori scuotimenti sentiti a Viterbo ricorderò solo i due se-
guenti notati dal Della Tuccia nelle sue Chronache della Città di 17- j
terbo (pag. 6S) : 1458, aprile 18 a mezzodì scossa ed alla stessa ora circa 1
LAZIO 775
lel giorno 24 altra di mezza « ave » sentita in tutto il paese ed in altri
Per il terremoto nmbro - abruzzese del 1349 Viterbo rimase in qualche
>A.x*t;e rovinata; quelli del 1703 pare siano invece riusciti od innocui
>cl abbiano prodotto pochissimi danni, quantunque violentemente ri-
pentiti. Vari terremoti provenienti dall' Umbria (1740, 1861, 1878, 1898) ;
astile Marche (1873, 1897) ; dai colli laziali (1892) e dal centro romano
[^1395) e sorano (1874) furono quivi sentiti più o meno sensibilmente,
ma. senza alcun danno. Noto infine che tale città, trovasi al limite
estremo dell'area commossa dal grande parossimo ligure del 23 feb-
braio 1887.
Regione sismica del Lago di Vico. — Abbiamo due centri principali,
uno ad oriente, poco attivo, nei pressi di Caprarola, da cui irraggia-
rono le varie scosse preparatorie del periodo sismico 1881 - 82 : Taltro
ad occidente, presso la Cura di Vetralla, stata colpita dal terremoto
del 23 dicembre 1877 [1116].
Centro di Corneto. — Ad occidente del distretto sismico preceden-
temente menzionato e precisamente nei pressi di Corneto. esiste un
focolare non troppo ben determinato, forse posto a mare, alla cui at-
tivitii dobbiamo il fortissimo terremoto del 26 maggio 1819 [889] e
forse anche le tre scosse sentite nel di 17 aprile 1869 {2^ V4» 3^ */« ®
4^ a. circa) a Corneto, a Montalto ed a Civitavecchia.
Roma. — Negli antichi tempi la città di Roma fu soggetta a coa-
vulsioni sismiche violentissime : nel 560 (ab Urbe) ps. il suolo tremò
per quarantadue giorni continui, e nel 559 furono si numerose e fre-
(laenti le scosse che dovette il Senato proibirne l'annunzio, escludendo
quasi questo fenoratmo dal novero dei prodigi. L'alta sismicità che aveva
questa regione è rispecchiata anche in una leggenda la quale à attribuito
a S. Benedetto la profezia che la città sarebbe caduta piuttosto per la
violenza -delle forze della natura che per la mano degli invasori e del
tempo.
I maggiori terremoti che sovvertirono o danneggiarono più o meno
sensibilmente gli edifici di Roma, le cui date non corrispondono a
(laelle di massimi sismici di centri circostanti, sono accaduti negli
anni d.C. 2 [2], 3 [2], 7 [2], 15 [3], 20 [5], 25 [6], 85 [13], 94 [14],
116 [15], 191 [19], 223 [21], 258 [26], 304 [30], 392 [41], 441 0 443 o
455 [421, 477 [44], 508 [47], 553 [48], 739 [55], 780 [58], 896 [71], 1287
185], 1321 [216], 1350 [237], 1403 [276], 1425 [291], 1448 [308] ecc.
\
11 ij CAPITOLO Xiri
Da questa vapìdissiiua enumerazione si scorge che ì terremoti ^ì
sono fatti con il tempo più rari, e che dopo il secolo XV non si ànn- •.
stando ai documenti a me noti, notizie di scosse riuscite dannose alla
clttj\ che siano, od almeno si possono supporre corocentriche : dnjK.
una tregua di circa due secoli — interrotta solo dalla scossa Ibrtìssiiua
del 1712 — in quello presente si h una ripres;» abbastanza signnifìcanti'
con i terremoti del 1811, 1812, 1805, dei (|uali qui appresso dirò tmù
a lungo.
Roma nei secoli a noi più prossimi fu, è ben vero, colpita da molte
scosse, ma difficilmente ebbe a risentirne danni. Malgrado la grande
vicinanza del distretto sismico dei monti Albani, poche volte, per la
natura stessa di questi terremoti, essa fu compresa nell'area delle le-
sioni : ricorderò che in occasione del grande terremoto del 1806 [8ri,5j
— uno dei più intensi e conosciuti di tale regione — riuscito disastrosa:»
a Nemi, a Frascati, a Genzano e sopratutto a Velletri, in Roma non
cadde che un solo comignolo e non si apri che qualche screpola tur:i :
uguali effetti causò quello di Frascati del 1748 [697] e molto maggiori
r ultimo accaduto il 19 luglio ).899 del tutto simile, tranne che nella
intensità, al precedente.
Invece, di preferenza, alcuni fra i più violenti parossismi che af-
flissero r Umbria e gli Abruzzi, giunsero fino a Roma con intensità
tale da causarvi danni abbastanza gravi : ricorderò a questo proposito
quelli successi negli anni 801, 1349 e 1703.
Il terremoto del V novembre 1895 [1263] fu certamente di origine
romana, ed h avuto — a mio modo di vedere — il centro a mare, e
precisamente presso la costa prospiciente il casale del Malpasso (fig. (30).
Sappiamo che Roma fu anche danneggiata da un terremoto successo
nel di 22 marzo 1812 [870]; in questa occasione fuori porta S. Paolo
la concussione tellurica fece rovinare un'edificio. Da questa circostanza
si può arguire che la zona più colpita è situata dalla stessa parte di
quella del 1895, per cui io non dubito punto di identificare fra loro questi
terremoti, notando che in questa, come nella occasione precedentemente
accennata, lo scuotimento riusci innocuo nei colli laziali. Uguale pro-
venienza ebbe pure, a mio modo di vedere, la scossa del 18. febbraio
1811 [868], che in Roma fece cadere molti comignoli, e che in Frascati
fu avvertita fortemente ma senza danni : e forse infine la stessa ori-
gine ebbe eziandio quella molto forte accaduta, secondo von Hoff. sul
principio deiranno 1712 [616| ed anche quella del V dicembre 1893
(P ^4 pom.) sentita sensibilmente, ma in modo affatto, isolato a Fiumi-
cino e che non venne n-^jmmeno registrata dagli apparecchi sismogra-
^fici degli Osservatori di Roma.
I maggiori terremoti esocentrlci sentiti in Roma sono quelli avve-
LA2KI 777
nuti negli anni ed irraggiati dalle regioni qui appresso ricordate : dai
colli laziali : 1748, 1751, 1752, 1782, 1800, 1806, 1829, 1855, 1873, 1892.
1897, 1899 — dal viterbese: 1695 — dall' Umbria: 1349-49, 1703, 1719,
1730, 1751, 1767, 1785, 1792, 1832, 1859, 1878, 1898 — dalle Marche :
1741, 1799, 1783, 1897 — dall'Abruzzo aquilano: 1349, 1703, 1762,
1786, 1874, 1885 — dalla Campania e Terra di Lavoro : :^4, 1654,
1805, 1S06, 1873, 1874 — dal beneventano, Molise ed avellinese : 847,
1456, 1732, 1805 — dal chietino e dalla Capitanata : 68 o 69, 1706,
1875, 1889, 1895 — dal ferrarese e dalla Romagna : 1570, 1773, 1875
— dalla Messenia: 1886.
Colli IcLziali. — I terremoti di indole vulcanica, sia che apparten-
gono a sistemi attivi o spenti, sono caratterizzati da una grande loca-
lizzazione dei loro effetti : infatti, in generale essi colpiscono anche in
modo si violento da produrre rovine e disastri, aree assai ristrette e
si propagano, la maggior parte delle volte, entro una zona limitatissima:
il che ci può fornire un certo criterio nell'apprezzare la relativa poca
profonditi del loro epicentro.
Nel capitolo in cui studieremo le manifestazioni sismiche deir Etna,
sia quelle che precedono, oppure sono concomitanti o susseguenti alle
grandi conflagrazioni eruttive, ripetutamente vedremo con le varie
scosse trasportarsi da un luogo all'altro il centro superficiale di scuo-
timento. Ora questi fenomeni si possono appunto anche constatare du-
rante! periodi d'attività sismica dei vulcani spenti: nel sistema laziale
abbiamo un caratteristico esempio nei fenomeni occorsi durante l'anno
1829, accuratamente descritti dal Bassanelli. La maggior parte delle
scosse sentite dal maggio al novembre di tale anno spiegarono la loro
massima intensità ad Albano, anzi alcune di esse non furono nemmeno
intese nei paesi circonvicini : altre invece urtarono di preferenza loca-
lità diverse : ps., quella del \\ giugno più che in Albano fu violenta
a Genzano, alTAriccia, a Galloro ed a Marino ; un'altra accaduta al
25 giugno causò danni all'Aricela ; un'altra ancora isolatamente colpi
Genzano (26 vi), ed infine — per terminare — parecchie sentite nel
IH luglio più che altrove furono intense a Nemi.
La det^^rminazione suilìcientemente approssimata del centro superfi-
ciale di scuotimento spesse volte riesce assai difficile anche con il con-
corso di numerose e ben specificate notizie con tutta cura raccolte e
con il sussidio dello studio cartografico della distribuzione dell'intensità
uvuta dal terremoto entro la zona interessata dalle onde macrosismiche:
e ciò perchè condizioni tcctoniche e litologiche concorrono a mascherare
778
CAPITOLO nn
il supposto epicentro. Tali difficoltà diventano ancora maggiori, sltìzi
talvolta insormontabili, allorquando si tratta di vecchi terremoti, in-
torno ai quali abbiamo notizie incomplete, poco omogenee e spesse
volte mancanti di quegli' elementi essenziali che servono a guidare il
sismologo nello studio e nella identificazione dei fenomeni. Per le ma-
nifestazioni sismiche dei distretti vulcanici tali difficoltà, per quanto 6
detto sopra, diventano poi ancora maggiori : quindi nel nostro caso
sarà bene di non spingere l'analisi oltre il limite che comportano le
notizie raccolte.
Ecco pertanto i principali centri sismici :
a) Colonna. — Oltre a numerose scosse leggiere e mediocri, come
fenomeno tipico dell'attività di questo centro, il più lontano dal ciglio
del gran cono laziale, ricorderò il terremoto dell'S maggio 1897 iVH-i].
b) Montecompatri. — Terremoto dei 1809 [1336].
e) Monte Porzio. — Terremoti fortissimi del 1782 [788] e del 1801
1342] : tale località venne violentemente colpita dal parossismo del
1873 (cfr. § e).
Fio. 129
d) Frascati. — Terremoti tipici sono quelli sentiti nel maggio-giugno
1855 [1021], il cui centro con probabilità fu verso Marino. Queste due
località furono colpite in modo speciale dai terremoti del settembre
1748 [697], che, fatte le debite proporzioni, si identificano con quello del
19 luglio 1899 riuscito rovinoso a Frascati, Grottaferrata e Marino (*).
Anche la scossa del 22 aprile 1773 fu più che altrove violenta a Fra-
scati : il piccolo terremoto laziale del 15 gennaio 1895 riuscì invece
più intenso a Marino.
(Il Vari giorni dopo il terremoto del 19 luglio 1899, servendomi di un materiale un
po' scarso, pubblicai una piccola nota preliminare su tale fenomeno, nella quale già
dicevo che esso si poteva identificare con tutta probabilità con quelli del 1748 e del
1855. Ciò venne esattamente confermato dallo studio del Cancani: Terremoto laziale dd
i9 giugno i899 [pag. 6 estr.).
e) Rocca di Papa - Monte Cavo. — Questo centro ha dato un gran
numero di scosse minori : per citarne solo due degli ultimi accadati ri-
corderò quelli del 16 agosto 1877 [1114] e 18 gennaio 1898 (15^ 50 e
\&^ 24).
Bocca di Papa e Monte Cavo partecipano violentemente ai terremoti
del vari centri laziali, e la radiale sismica che congiunge dette loca-
litò con Frascati fu con veemenza urtata nel settembre 1883 [1153] :
il 7 agosto 1884 un terremoto abbastanza forte colpi la Rocca ed Albano
e nel 1873 [1088] uno fortissimo interessò Monte Porzio, Marino, Castel
Oandolfo e Nemi. Del centro secondario esistente presso questo lago
dirò in appresso.
f) Albano, — Terremoti caratteristici sono quelli del 1829 [921] già
citati. Per la radiale Albano-Rocca di Papa (vedi § e).
g) Ariccia. — Da questo focolare irraggiarono varie scosse sentite
nella notte 25 febbraio 1781 [781], nella primavera del 1784 [794], nel
1810 [1337] e parecchie del periodo sismico del 1829 [921], fra le quali
quella avvertita nel giorno 25 giugno. Oltre a queste maggiori mani-
festazioni sono da ricordare quelle sentite il 14 marzo 1763, il 22 giugno
1773, il 7 febbraio 1884 (in tale località quasi tutti gli abitanti ftiggi-
rono dalle case, mentre alla Rocca lo scuotimento f\i avvertito da pa-
recchi e da pochi ad Albano ed a Oenzano, da nessuno a Velletrl), il 18
settembre .e V ottobre 1892, il 12 marzo 1893 ecc.
Noto da ultimo il terremoto del mattino del 17 gennaio 1886 [1169]
stato sopratutto intenso air Ariccia ed a Oalloro.
h) Nemi. — All'attività di questo centro, violentemente ridestatosi
con resteso terremoto laziale del 1873 [1088], che, come ò detto (§ e),
colpì anche Monte Porzio, Marino, e Castel Gandolfo, sono da ascri-
vere molte scosse minori, fìra le quali quelle sentite il 13 luglio 1829.
i) Oenzano, Civitalavinia. — Fra queste due città ebbe il suo epi-
centro il grande terremoto laziale del 22 gennaio 1892 [1214] ; varie
scosse spiegarono poi la loro maggiore intensità neir una o nell' altra
delle due località : per Oenzano ricorderò quella del 26 giugno 1829 e
per Civitalavinia i piccoli terremoti laziali del 16 agosto e 6 novembre
1897.
l) Velletri. — Alle 6^ 30*° pom. del 14 gennaio 1888 f\i sentita in
questa città una scossa, intorno alla quale il prof. I. Galli, à fatto uno
studio molto particolareggiato : quantunque sismologicamente classifi-
cabile fra le mediocri, essa passò affatto inosservata altrove, tranne
forse ma in modo dubbio, a Civitalavinia. Tale scossa è da ascriversi
al centro velletrino, la cui attività ci à dato il terremoto del 1800 [840]
e quello rovinoso dell'agosto 1806 [8^5*]. Numerosissime sono le mani-
festazioni sismiche di minor momento fornite da questo centro, come
risulta dalle diligenti notizie raccolte dal Galli.
V
780 CAPITOLO xni
Il piccolo terremoto laziale del 13 novembre 1897 riuscì forte spe
cialmente a Velletri ed a Cisterna di Roma.
I centri accennati non sono che i principali, ed i terremoti ricor
dati costituiscono quelli che si possono chiamare « tipici » per ciascun
focolare. Si comprenderà di leggieri che data una regione sì disturbata
come è un'area vulcanica, nella quale l'attività endogena & causato
varie fratture, poscia più o meno bene rimarginate, e che data la na-
tura litologica oltremodo varia del suolo su cui sono fondati i paesi.
si debbano riscontrare molte anomalie nella distribuzione dell'intensità!
avuta dallo scuotimento e degli effetti prodotti Tali anomalie non sono
altro chd apparenti ed in gran parte dipendenti od alle ragioni teste
esposte, oppure dovute alle notizie incomplete a noi giunte serventi
di base alla discussione: ciò devesi però quasi esclusivamente rife-
rire ai terremoti di antica data. Fra i laziali, per quanto 6 detto,
riesce molto difficile la identificazione dei seguenti : 1750 [699], 17oi^
[707J, 1754 [712] ecc. '^
Fra i principali terremoti esocentrici avvertiti nei colli Albani ri-
cordo quelli accaduti negli anni sottosegnati con la relativa regione di
provenienza : Da Roma : 1811, 1895 — dal viterbese : 1695 — da Pa-
lestrina-Veroli : 1876, 1877 — da Tivoli : 1795 — dall' Umbria : 1703.
1785, 1878, 1S98 — dall'Abruzzo aquilano : 1703, 1885 — dal casertano:
1873, 1874, 1891 — dal Molise e beneventano : 1882 — dal chietino e
dalla Capitanata : 1875, 1889, 1895 — da Ischia : 1880 — dalle Marche
e Romagna: 1799, 1873, 1875, 1898 — dalla Messenia: 1886.
Nella grande regione sismica che comprende il bacino deli'Aniene.
Tivoli^ Castelnaovo di Porto e Monterotondo, abbiamo pochi centri
principali e molti secondari, dei quali nei seguenti paragrafi designe-
remp la posizione e studieremo l'attività.
Vallepietra. — Questo centro secondario à dato varie scosse (1890
II 28 forte ; v 4 altra identica seguita da replica ; 1891 ix 1* forte ;
1S97 IX 4 una forte prettamente suss. seguita da altra sensibile : ix 5
una debole) le quali generalmente riescono sensibili nella solo citata
località, qualcuna delle maggiori però si propagò più o meno sensibil-
mente fino a Trevi nel Lazio ed a Capistrello.
Sabiaco, — Questa località fa in patte rovinata da un terremoto
successo nel 1216 [139], o, secondo alttì nel 1299 [1306], Quivi furono
inoltre avvertite varie scosse passate inosservate altrove, ps. : 1867
LAZIO 781
un 19 forte; 1868 vni 2-3 mediocre; 1871 ix 1«; 1873 iv U forte; ISlò
XII 5 debole. Di una Bola, successa nel 30 luglio 1876 forte a Subiaco,
sappiamo essere stata avvertita mediocremente ad isola Li ri è legger-
mente ad Alatri ed a Montecassino.
L'esistenza di un centro sublacense rimane da quanto ò detto fhori
di ogni dubbio : riguardo alla sua posizione la seguente notizia dataci
dal Ponzi, ci porge luce in proposito. Racconta egli (Sui terremoti av-
venuti in Praecati ecc. pag.5ecc.) che ad alcune persone di Subiaco degne
di fede« trovandosi esso nella valle di Cona, in un mattino d' autunno del-
l'anno 1819-50 circa, «all'avanzar del giorno un cupo e forte rombo si
fece sentire sotto i loro piedi, e tale che li riscosse e mise in orgasmo.
Faggivano i contadini impauriti... sgomentati ancor essi cercavano al-
lontanarsi... quand'ecco traballare il suolo sotto i loro piedi per una
improvvisa e violenta scossa che li arrestò e li smarrì. Girato attoi*no
lo sguardo tanto più s'accrebbe il loro spavento nel vedere quelli stessi
brani di roccie distaccati precipitare giù per la discesa con gran fra-
gore, trascinando seco alberi, siepi, capanne e tutt'altro che si trovava
fino alle radici dove scorre la Cona.... >. Di questo terremoto non ab-
biamo notizia per nessun altra località circostante. Secondo il mio modo
di vedere il centro che à dato le varie scosse sentite a Subiaco è ap-
punto — per la grande vicinanza di questa località — quello da cui
irraggiò il terremoto descritto dal Ponzi, alla cui attività ascrivo pure
il violento parossismo del 1759 ]1333], che sappiamo solo aver dan-
neggiato Affile.
Sambuci, — Il centro secondario di Sambuci à dato poche manife-
stazioni: quella successa il 27 dicembre 1894 fu suss. con rombo si-
mile allo scoppio di una mina, passò inosservata altrove. All'attività di
questo focolare ascrivo pure il terremoto del 28 ottobre 1894 stato
specialmente forte a Sambuci ed a Rocca Giovane.
Tivoli' Monterotondo. — Nel periodo sismico del 1750 [699J furono
sentite a Tivoli ed a Monterotondo alcune scosse che ci mettono in
evidenza una zona di scuotimenti, la quale, con probabilità, si protrac
Ano a Castelnuovo di Porto, come lo indica il terremoto del 1484 [343J.
Molte scosse minori sembrano corocentriche a Tivoli (ps. 1868 viii 11;
1875 XI 4 ecc.). All'attività di questo distretto sismico ascrivo pure il
forte terremoto sentito a Monterotondo il 15 luglio 1824.
San Gregorio di 8a»»ola, — Fra i centri di Tivoli e Palesi rina tro-
vasi San Gregorio colpito da intenso terremoto la notte del 15 agosto
782 CAPITOLO XIV
1795 [833] il quale non sembra originato dal centro di Tivoli, avendo
ivi lo scuotimento avuto un'intensità molto minore.
Paleatrina, — Il distretto sismico di Palestrina costituisce il verc>
anello di congiunzione fi*a la sismicitÀ della regione dell'Amene e
quella del Sacco, appartenente ad un'altra ben determinata (Liri-Ga-
rigliano), di cui parlerò in apposito capitolo.
Zagarolo, — Da questo centro ebbero origine le scosse sentite nella
prima settimana del marzo 1773 [761 1. Tale località è compresa nel-
l'area scossa violentemente dai terremoti di Palestrina del 1844.
Attualmente sono compresi nel compartimento del Lazio i territori
di Palestrina, di Montelanico, delle paludi Pontine, di Fresinone, dì
Ceccano, di Anagni e di Veroli, che sismologicamente invece si ag-
gregano alla regione seguente.
XIV - Terra di Lavoro
(Fio. 129).
Questo compartimento non comprende solo sotto 1' aspetto sismico
la provincia di Caserta propriamente detta, ma eziandio l' intero ba-
cino del Liri - Garigliano, cui si aggiunge anche la regione del Fucino
e delle paludi Pontine.
Regione fra Palestrina e Montelanico. — Il centro più settentrionale
di questa regione ò quello di Palestrina : le sue maggiori manifestazioni
costituiscono il periodo sismico del 1844 [977], il cui massimo interessò
anche Poli e Zagarolo. Altro terremoto tipico 6 il rovinoso del 26 ot-
tobre 1876 [1111] stato fortissimo a Poli ed a Gallicano.
Molte furono le manifestazioni di minor importanza irraggiate da
tale centro, come pure vari terremoti provenienti specie dal Lazio
(1873, 1877, 1883, 1892, 1895, 1897), dal sorano e più raramente dalle
Marche e dall'Umbria furono avvertiti con maggior o minor sensi-
bilità nel territorio prenestino.
Presso Palestrina abbiamo alcuni focolari secondari : uno ad Ar-
TERRA DI LAVORO 783
tena che à dato il terremoto del 13 giugno 1881 estesosi specialmente
SU.Ì colli laziali ; alla saa attività dobbiamo forse anche la scossa sentita
il 16 gennaio 1876 a Valmontone, intomo alla quale non abbiamo
anitre notizie.
Presso Rocca Massima esiste un altro piccolo centro da cui irraggiò
la. forte scossa suss. del 25 ottobre 1874 (2^ ant.) passata inosservata
altrove : è da notare che in questo luogo ordinariamente non si sentono
terremoti e che non fu nemmeno avvertito il parossismo laziale del
12 marzo 1873.
All'attività del centro di Montelanico dobbiamo, fra l'altro, la forte
scossa sentita nel di 15 agosto 1894, stata mediocre a Carpineto ed a
Cori.
Paludi Pontine. — Ò ricordato parlando del focolare sismico di
VcUetri (cfr. pag. 780) che un piccolo terremoto laziale, avvenuto nel
di 13 novembre 1897, sia riuscito forte in tale città ed a Cisterna. In
questa area sismica male determinata è pure compreso Giulianello
presso Cori, ove furono nel novembre 1889 sentite varie scosse che
sembrano corocentriche.
Oltre a ciò sotto V aspetto sismico è necessario tener presente il
centro di Sezze, che à dato le scosse fortissime del 1756 [718] e pa-
rer*xhie altre manifestazioni sismiche minori, fra cui il piccolo periodo del
19 - 29 marzo 1864, la scossa del 17 agosto 1889 ed un' altra, pure
lieve, al 3 gennaio 1894, l'ultima delle quali sappiamo essere passata
Inavvertita in tutti i paesi circostanti.
A Torre Tre Ponti, località a 10 Km. a ponente di Sezze ed a
5 Km. a libeccio di Sermonenta, circa ad 1^ ant. del 8 aprile 1885 f\i
sentita una scossa tale da far svegliare le persone che ivi si trovavano;
tale scuotimento fu affatto locale.
Anagni. — Questo distretto sismico comprende vari focolari. Abbiamo
il tipico terremoto dell'agosto 1765 [738] che colpi Anagni e Piglio :
osso certamente si identifica con quello del 1256 [162], con la forte
scossa quivi sentita nella prima quindicina dell'agosto 1765, e forse con
quella del 17 ottobre 1880 stata forte ad Alatri ed a Banco e lieve a
Ceccano.
A SSE. di Avezzano trovasi il centro secondario di Trasacco, alla
cui attività dobbiamo la violenta scossa del 15 aprile 1887, stata un
po' meno intensa ad Avezzano ed in altri luoghi posti al sud, e lieve
ad Aquila.
Anagni risentì qualche danno per il terremoto di Alvito del 1873 e
per quello laziale del 1883: furono ivi inoltre più o meno sensibilmente
784 CAPITOLO XIV
sentito le concussioni sorane del 1654 e 1891, di Benevento - Campo-
basso del 1805 e 1882 : dei colli laziali del 1873, di Palestrina del
1876, d'Ischia del 1880, delle Marche del 1873, di Rieti del 1898. di
Foggia del 1875 e 1S89, di Messenia del 1886.
Frosinone- Ciccano. — Nel 1160 e 1161 [118] furono forse sontitt-
in Fresinone alcune scosse fortissime, che non si sa se corocentriche
od irraggiate dai focolari di Veroli o di Ceccano : noto che tale loca-
lità fu commossa da un forte scuotimento nel mattino del 29 gennaic
1850. Le notizie sui terremoti successi in questi ultimi anni ci porgon:
un po' di luce in proposito, giacché sappiamo che Fresinone ed A latri
sono appena esteriori alla zona epicentrale del parossismo di Veroli
del 1877 di cui parlerò fra, poco, quindi con ogni probabilità, i terre-
moti di cui abbiamo notizia solo per Fresinone dipendono dairattlvit;'t
del centro dianzi ricordato.
L'esistenza del focolare di Ceccano viene comprovata dal terremoto
molto forte del 1886 [134'9], col quale si identificano pure gli scuoti-
menti del periodo sismico iniziatosi con il 9 maggio 1170 [123J e con
quelli sentiti nel 1200 [135].
Queste località devono aver sofferto abbastanza considerevolmente
per il terremoto sorano del luglio 1654.
Veroli, — Al lembo esteriore della zona dei terremoti sorani del
1654 e del 1777 trovasi Veroli, presso cui si à un centro sismico^ che
ci à dato il rovinoso ten*emoto del 1877 [1114]. Alla attività di questo
focolare dobbiamo pure il piccolo periodo sismico del 12-17 giugni^
1897 : dopo una scossa lieve, avvenuta e 9^ 20" del 12 non avvertitjì
in alcun luogo tranne che in Veroli, si sentirono due repliche del tuttu
identiche a IS"» circa del 13 ed a 20** */* ^^^ giorno 16 : verso le 12*» * ,
del 17 se ne ebbe una quarta più intensa della precedente, che causai
molto panico nella popolazione e che fu affatto localizzata.
Al centro di Veroli sono pure da attribuirsi le scosse del 1160 ,11?^^
e quelle di cui abbiamo notizia per Fresinone.
Sorano, — Questo distretto à una sismicità abbastanza elevata. Per
lo studio topografico è necessario considerare brevemente la posizione
delle zone plelstosismicho dei terremoti del 1873, 1874 e del 1891.
Qucst' ultimo [12041 ebbe indiscutibilmente il suo epicentro fra Sera
e Fontana Liri e riuscì solo mediocre ad Atina. Quello del 1874 [1101 1
mentre fu rovinoso ad Alvito, a Postii, a Villa S. Lucia, ad Acqua-
fondata ecc. ecc., fu solo fortissimo a Sera e ad Isola Liri, Il terre-
TERRA DI LAVORO
785
ixxoto del 1873 [1092} infine ebbe la sua zona mesosismica coincidente
ÌTi parte con quelle dei dae precedenti parossismi. Quindi secondo il
mio modo di vedere abbiamo due centri principali ben distinti. Il
primo, situato nei pressi dì Isola Liri, à dato oltre il terremoto del
1S91 il disastroso parossismo del 1654 [534]^ la cui area mesosismica —
non descritta nella figura 130 — si estende da Veroll ad Alvito e da
A.rce a Pescosolido ; quello del 1777 (la cui are» mesosismica com-
prende pure Veroll, altro centro ben determinato che & dato — come
s).l3biamo visto — il terremoto del 1877) e varie scosse, parecchie delle
ctuali forti, sentite specie ad Isola ed a Sora, ps. 1879 m 3 ad Isola
Tina forte snss. ; 1897 ix 17 e xn 3 ivi tre scosse forti passate inav-
vertite altrove ecc. Dal secondo centro, che trovasi un po' più a SE.
<lel precedente, irraggiò il terremoto del 1874 e forse anche quello del
1 120 [108]. Noto che si il penultimo come quello del 1891 mostra-
(^^'-^^
^'*^Ukeft Gir-
Fio. 130
rono una speciale tendenza a propagarsi verso V Abruzzo aquilano,
unto che nel parossismo del 1874 l'area pleistosismica si estende da
Villa S. Lucia fino a Pescocostanzo. Il terremoto del 1873, dovuto in-
vece al risveglio di ambo i centri, si propagò più intensamente in
senso E.-W. circa.
Entro l'area mesosismica dei due terremoti del 1873 e del 1874 tro-
vasi Atina danneggiata nel 1720 [634] da una concussione tellurica stata
forte e Montecassino, la quale si identifica con uno dei due terremoti
dianzi citati.
A Sora e ad Atina riuscirono rovinosi i terremoti del 1349 (Abruzzo),
del 1688 (Benevento), del 1691 (Avellino-Basilicata), del 1805 (Matese);
disastroso il grande parossismo napoletano del 1456 e fortissimo quello
di Veroli del 1877: furono ivi inoltre sentiti più omeno sensibilmente
i seguenti : 1J06 Monte Cassino ; 1875, 1889, 1892 e 1895 Capitanata:
1892 Colli laziali : 1895 Roma : 1873 Marche : 1886 Messsenia.
Baratta : Terremoti ecc.
.'jO
786 CAPITOLO XIV
S. Elia Fiumerapido. — Fra il centro di Atina e quello di Monie-
cassino trovasene un altro appunto nei pressi di tale località. L' ìsosisma
rovinosa del terremoto del 1874 presso S. Elia fa una brusca insena-
tura, in modo da escludere tale località per comprendere invece Villa
S. Lucia ed Acquafondata.
Abbiamo però notizia di un terremoto successo nel 1367 [1308] dol
ricordato dalle cronache cassinesi. Sono indotto a ritenerlo un fenomeno
corocentrico, anche perchè nei cataloghi sismici troviamo qualche volta
ricordato S. Elia per scosseoltrcmodo localizzate: ps. quella sentita nella
notte 17-18 giugno 1897 fu suss. e si intensa da far uscire molti al-
l'aperto, mentre non fu avvertita né nella vicina Cassino, né in altri
paesi circostanti.
Monte Cassino, — Questa località è oltremodo interessante per le
ricerche sismologiche per il gran numero di scosse corocentriche che
in essa si risentono specialmente sotto forma di lunghi periodi sismici
e per la grandissima loro localizzazione talché difficilmente e solo le
maggiori sono risentite nella vicina S. Germano.
Fra i maggiori sono da ricordarsi i seguenti : 1004-5 [93], 1135 [ilO].
1140 [114], 1152 [116], 1231 [149], 1369? [2491, 1642 [518], 1646 [525],
1650 [529], 1658 [541], 1692 [582% 1703 [604], 1705 [6Ò7], 1720 [e.^i].
1723 [636], 1731 [659], 1745 [692], 1759 [729], 1761 [731], 1806 [854].
1835 [947], 1837 [955], i863 [1051], 1872 [1087] e 1891 [1207].
Secondo quanto ò detto altrove il terremoto del 1705 non parrebbe
di origine cassineae, ma irraggiato dall'Abruzzo.
A Montecassino riuscirono disastrosi i terremoti abruzzo-sannitici
del 1348-49; fortissimi o molto forti quelli sorani del 1654, 1720.
1874 ; il beneventano del 1688 ; gli abruzzesi del 1703, del 1706, e
quello di Veroli del 1877. Furono inoltre più o meno sensibilmente
sentiti i terremoti del Molise dell' 847, 1456, 1805 e 1882; i sorani del
1120, 1873, 1891 ; quelli d'Aquila del 1885, 1889 ; di Foggia del 1731,
1875, 1889 ; d' Ischia del 1880 ; dei colli laziali del 1873, 1875 e 1892.
Mignano. — A SE. di Cassino trovasi il centro di Mignano : nel 1873
[1094], mentre la valle del Liri era funestata dal periodo sismico spesse
volte nel presente capitolo ricordato, furono sentite varie scosse di cui
qualcuna fortissima a Mignano ed a S. Pietro in Fine. Tali scuotimenti
furono corocentrici ed assai localizzati : all' attività di questo focolare
attribuisco le varie scosse sentite isolatamente a S. Pietro in Fine, le
quali in generale sono di mediocre intensità.
Rocca Monflna. — La maggiore manifestazion''. data da questo centro
NAPOLI 787
è costituita dal grande terremoto del 1728 [648], e da quello molto forte
d.el 1723 [1330], ambedue presentatisi sotto forma di periodi sismici. Fra
quelli di minor conto ricorderò la scossa abbastanza intensa ivi sentita
nel pomerìggio del 10 novembre 1888.
Fra i terremoti esocentrici faccio notare che Rocca Monfina fu scossa
fortemente dal parossismo riuscito nel 1731 rovinoso a Foggia, e che
quello di Ariano del 1732 vi causò qualche parziale rovina.
Oaeta. — Un centro secondariissimo, con probabilità posto a mare,
trovasi nei pressi di Formia e di Gaeta: alla sua attività dobbiamo una
lieve scossa sentita verso le 2*» V2'3'* ant. del 26 agosto 1881.
XV - Napoli
(Fio. 131).
Questo compartimento sismico comprende quattro distretti : Nola,
Capua e dintorni formano il primo ; il Vesuvio e Pozzuoli il secondo ;
r Isola d' Ischia e Tarcipelago pontino gli altri due. Esaminiamone par-
ti tamente Pattivi tit.
Nola 'Capua, — Le fortissime scosse del 13 novembre 1867 [1062|
ci farebbero intravvedere un centro nei pressi di Marigliano : non sa-
pendo se tale localitii sia inclusa nella zona mesosismica del terremoto
del 13 ottobre 1805 [850], che colpì in special modo S. Maria di Capua
Vctere e Nola, né d'altra parte essendo noto quale sia stato il vero
epicentro di tale scuotimento, non possiamo per ora arbitrarci ad
identificare i due fenomeni. Con ogni probabilità il parossismo del
1297 [194] fu causato dal risveglio di tale focolare, giacché venne col-
pita maggiormente Capua ed il suo territorio.
È necessario tener presente che parecchi terremoti irraggiati dalle
zone sismiche circostanti interessarono questa regione presentando note-
voli aumenti di intensità. Eccone alcuni esempi : 981 (Benevento), 990
(Bone vento- Ariano), 1456 e 1805 (Matese) ; 1857 (Lucania), 1885 (Molise):
1803 (Lucania) ecc. ecc. Tale fenomeno suole anche avverarsi in occa-
siono di scuotimenti minori : citerò, ps., il seguente caso : 1895 ii
1, S^ 24°» circa (beneventano-avellinese).
Vesuvio, — La regione circostante all' imbasamento del vulcano
costituisce una zona di attività sismica non elevata, ma caratterizzata
788 CAPITOLO XV
dalla poca frequenza di terremoti eorocentrici aventi intensità tale fi;,
produrre danni.
Dopo i due grandi parossismi degli anni 63 [10] e 79 [121, abbiano
i seguenti massimi : 1631-32 [506], 1697 [591], 1698 [595], 1758 [723;,
1767 [7471, 1779 [7741, 1794 [832], 1861 [1050], e 1867 [1063], i cui effètti
però furono quasi sempre circoscritti alla regione vesuviana.
Dei terremoti del 324 [32J e 344? [35] che colpirono la Campania.
non conosciamo da quale regione siano stati irraggiati ; cosi pure dicasi
per certi altri di cui abbiamo solo notizia per Napoli.
Napoli, — Questa città si trova interposta fra la zona sismica ve-
suviana e quella di Pozzuoli : oltre a ciò devesi tener presente che i
terremoti del Matese e del beneventano tendono ad interessare violen-
temente il territorio di Napoli.
Non conosciamo l'origine degli scuotimenti del 1293 [305], 1406 [27S\
1448 [307], 1534 [394] e 1575 [446] che causarono danni più o men.>
sensibili alla città. Quivi furono avvertiti disastrosamente i vesuviani
del 63 ; rovinosamente quelli d'Aquila del 1349, del Matese del 1456,
di Benevento del 1688, di Avellino del 1694. Riuscirono fortissimi i
segueiiti : Vesuvio 1631, Ariano 1732, Oriente 1756, Matese 1805: molto
forti: Pozzuoli 1537 e 1582, Benevento 1702, Melfi 1851, Capitanata
1875 ; forti : Salerno -Po te uza 1466, Vallo di Diano 1561, Pozzuoli 1566,
1568-69, 1570, 1594, Calabria 1621, penisola sorrentina 1685, Amalii
1687, Norcia 1703 (ii 14), Maiella 1706, Campobasso 1712, Atina 1720.
Calabrie 1783, Ariano 1794, Lucania 1857, Messenia 1886 ; mediocri :
Oriente 1743, Lagonegro 1836, Vesuvio 1861, Isernia 1882, Ischia lb83.
Vallo di Diano 1893, Tremiti - Chietino 1895 ; lievi : Calabritto 1733.
Candia 1805, Nola 1805, Montecassino 1806, Termoli - Gargano 1821;
Catanzaro 1821, leccese 1826, Tito 1826, Cotrone 1832, Malta 1846.
Albania 1851 (dubbio), Caposele 1853, Cosenza 1854, Casamicciola 1867.
Marche 1873, Sorano 1873, Orsogna 1881, Benevento 1885 (isolatamente).
Furono infine inoltre avvertiti dalle persone, ma con intensità a me
sconosciuta i seguenti : Pozzuoli 1564, Abruzzo aquilano 1703 (ii 2\
Benevento 1782, Vesuvio 1794, Colli laziali 1806, Malta 1810, Craco
1846, Candia 1856 ecc.
Pozzuoli, — Sull'attività di questo distretto dirò che il parossismo,
presentato dalla Solfatara nel 1198 fu accompagnato da un intenso
massimo sismico [133], al quale successe un periodo di riposo perdu-
rato fino al 31 luglio 1488 [348], in cui uno scuotimento disastroso mise
a soqquadro la città. Ta'c fenomeno, susseguito da una sèrie numerosa
di scosse violenti — può considerarsi come il prodromo della confla-
NAPOLI 789
^razioae che diede origiue a Monte Nuovo nel 1538 [403]. Cessata la
fase eruttiva, continuò l'attività sismica a tener agitato il territorio
puteolano: si ebbero scosse violenti nel 1564 [435], 1566 [437], 1568-69
L440], 1570 [441], 1582 [450*] e 1594 [459]. Dalla fine del secolo XVI
in poi poche sono le notizie di scosse veramente corocentriche sentite
i\ Pozzuoli, quasi tutte (1887 v 17, 3»» 30™ pom. lieve — 1889 iv 18,
4** pom. sensibile suss.; ix 21, 11*» p. due sensibili suss.-ond. — 1S90 in
17, 4** 45™ ant. leggera suss., 18, 6** 30™ pom. sensibilissima ond. — 1891
I 7, 2*" ant. sensibile, al N. della Solfatara; fece crollare un muro
a. secco e cadere oggetti nelle case — 1892 x 10, 3*" 35™ ant. sensibile
ond. ; 19, 11*» 55™ pom. forte ond. sentita nella regione d'Agnano) fu-
rono leggiere, eccezion fatta per quelle del 1832 [932] che urtarono
gagliardamente il territorio vicino alla città.
Mentre parecchie delle scosse citate furono sentite durante pe-
riodi di maggior attività nelle manifestazioni della Solfatara, V incre-
mento verificatosi nel dicembre 1898 — stando alle relazioni del pro-
fessori Bassani {Di una piccola bocca apertasi nel fondo della Solfatara,
in « Rend. R. Acc. delle Se. Napoli » fase. 12, Napoli 1898) e Mercalli
(Sul Vesuvio e nei Campi Flegrei, in « Appennino Meridionale » Anno II,
fase. 1-2, Napoli 1900) — non pare sia stato accompagnato da feno-
meni sismici.
Pozzuoli partecipò agli stessi terremoti esocentrici che urtarono Na-
poli : degno di essere ricordato si è che vi riuscì disastroso il paros-
sismo vesuviano del 63 e forse anche quello del 79 ; rovinoso lo scuo-
timento irraggiato dal Matese del 1456 e forse anche il beneventano del
1688, e fortissimo quello del Sannio del 1805.
«
Ischia, — Nota il Prof. Mercalli che la storia sismica anteriormente
al 1762 non ricorda terremoti disastrosi per questa isola senza che
siano stati accompagnati o preceduti da eruzioni. Farebbe eccezione
soltanto quello del 1228 [146], il quale tuttavia avvenne 74 anni prima
della conflagrazione del 1302 [203J.
L'area dei terremoti ischiani, per eccellenza vulcanici, ò molto li-
mitata in confronto alla loro intensità.
I maggiori parossismi (1762 [734], 1796 [835], 1828 [914!, 1841 [967],
1863 [1052], 1867 [1060], 1880 vii 25-26 [1132] e 1881 [1137]) urtarono
in special modo Casamicciola e con ogni probabilità si possono identi-
ficare con il grande terremoto del 1883 [1151], la posizione del cui
epicentro, nei pressi di Casa Menella, trovasi segnata nella figura 67
a pag. 495. Però i due terremoti del 1557 1425] e del 1767 [741] non
ebbero probabilmente il loro centro noi pressi di Casamicciola : da ciò
si deduce che le forze endogene Anno urtato anche altri punti del fianco
790 CAPITOLO XV
dell' Epomeo lontani dal focolare di Casa Monella. Ciò verrebbero a ctn-
fermare anche le scosse sentite nel 1884 : qaella avvenuta a 2^ 5» p
del 28 marzo passò inosservata a Casamicciola ed irraggiò dai pre^^
di Serrara e Fontana, l'altra del 23 luglio, 0*» 8" pom., da quelli 'h
Panza - Forio. Ora forse anche la replica del 3 agosto 1883 ebbe il >!
centro verso quest' ultima località, la quale risenti maggiori danni ch-^
non Casamicciola : infine noto che la replica del 14 febbraio 1828 ùll
neggiò più le campagne che non l'abitato cittadino.
Per «luello speciale isolamento sismico che si veridca per le is»:».^
vulcaniche, messo in luce dal Prof. Mercalli, pochi sono 1 terreni-r;
esocentrici sentiti nell' isola d' Ischia, nei cui riguardi devesi notart
che quello di Ponza del 1827 venne fortemente inteso ; che la sco>?
del 1881, stata fortissima a Ventotene^ fu sensibile ad Ischia ed a Fe-
rie e che nella prima di queste località fu avvertito il terremoto del
Vulture del 1851 << quello del Ma tese del 1805. Con ogni probabiit.
inoltre devono avere interessata, sia pure lievemente V isola, quetrli
scuotimenti esocentrici che urtarono Napoli con intensità tale da prc
durvi danni. Noto infine che il terremoto lucano del 1893, stato mediocp-
a Napoli, mentre fu lievemente sentito a Precida, passò affatto inosser-
vato ad Ischia.
Riguardo ai terremoti esocentrici degno di essere notato si è che-
Io scuotimento che urtò in modo speciale la pai'te NW. della Sicilia e
r isola d' Ustica, avvenuto il 15 maggio 1897 [1275], fu sentito sensi-
bilmente a Forio d' Ischia : così pure la replica successa un quarto
d'ora dopo : ambedue passarono invece inosservate a Yent(»tene e sulla
costa del continente.
Isole Pontine. — I terremoti corocentrici di questo arcipelago, per
quanto ripetutamente ò detto (cfr. pag. 777) sono fenomeni molto
ristretti ; nessuno di essi — come giustamente osserva il Mercalli — si
propagò in modo sensibile fino al vicino continente, e solo pochi fino
alle isole Flegree (1827, 1880 vii 24) ; alcuni poi neppure furono av-
vertiti in tutte le isole dello stesso gruppo.
Quivi il citato Mercalli distingue due centri ben determinati, cioì*
uno presso Ventotene, a cui si devono i terremoti del 1793 [825], 184^
[991] e 1880 vii 24 [1132] e Taltro presso Ponza, da cui ebbero origine
quelli del 1755 |714], 1781 [783], 1827 [914] e 1892 [1223].
Probabilmente poi i terremoti del gennaio - aprile 1781, del 22 firiugno
1824 e del 26 ottobre 1856 si identificano per l'area e per il centro
con quelli del 15-17 dicembre 1892. In questo periodo sismico il centro
di scuotimento nei giorni 15-16 novembre fu situato in mare, poco
lungi dall' isola di Ponza tra S. e SW. : la scossa dell' 11 dicembre
MOUSE 79 1
invece accenna ad uno spostamento di focolare, sito fra tale isola e
Quella di Zannone.
Di tatti i terremoti sentiti nel grappo pontino sei soli farono eso-
oentrici : 1805 (M.ntese), 1863, 1880 vn 25, 1881 e 1883 (Ischia). È no-
tevole che vi siano passati inosservati alcani scaotimenti sentiti in
<iuasi tutta Italia : ps. 1881 xi 16 ; 1886 viii 27 (Messenia) ; 1887 vii
17 (Grecia e Turchia) e che taluni che causarono molte rovino nella
Terra di Lavoro (ps. 1456, 1688 ecc.) non vi abbiano recato danni di
sorta, eccettuato quello del 1805, che a Ventotene fu molto forte.
XVI . Molise
(Fia. 131).
Regione sismica del Malese. — Il disastroso terremoto del 1805 |849]
mise a soqquadro in special modo le falde dei monti del Matese da
Carpinone a San Giuliano del Sannio e da Frosolone a Boiano. Tale
concussione si identifica con quella tremenda successa nel 1456 [316*],
in quale sconvolse non solo tali località, ma causò rovine immense nel
territorio di Avellino, di Benevento, di Potenza, di 'Caserta, dell' A-
bruzzo. delle Puglie e di Napoli. E ciò forse non solo per la maggiore
intensità avuta dal movimento sismico nella regione epicentrale, ma
anche per il ridestarsi di centri abruzzesi, pugliesi ecc. Vedremo, par-
lando della sismicità delle Paglie, come altre volte in occasione di
vari terremoti irraggiati dui pressi di quest'area sismica si siano veri-
ficati in quella regione notevoli incrementi dì intensità.
Infatti paragonando la zona mesosismica del terremoto del 1805 con
quella del 1456, a me pare che — anche fatte le debite proporzioni
per la diversa intensità avuta dal movimento sismico airepicentro —
la rovina di tanti paesi su di un'area sì estesa, che interessa gran
parte dell' Italia centrale e meridionale, non possa ragionevolmente
spiegarsi con il risveglio di un solo centro sismico, quello del Matese.
Per parte mia sono proclive ad ammettere che più o meno sincrona-
mente si siano ridestati vari focolari ed in specie quelli compresi nella
grande regione di scuotimenti che si estende quasi senza interruzione
dai pressi di Aquila fino alla Basilicata, nella quale abbiamo visto e
vedremo irraggiare i terremoti più disastrosi che abbiano scosso quella
parte della nostra penisola. Parlando della sismicità della Terra di
Otranto ritornerò nuovamente su questo argomento.
Nel terremoto del 1805 Boiano rimase completamente distrutto : tale
792
CAPITOLO XVI
paese venne pure spianato in quello del 1456 ed anteriormente ne^ii
anni 853 [67J, 1294 [191], 1305 [205] e 1307 o 1309 [208], per 1 quali
parossismi non possediamo notizie per altre località. In questo secolo
danni di gran lunga minori si ebbero nel 1831 [930]. Tutte queste ma-
nifestazioni io le ritengo causate da un identico focolare (quello del
1805), la cui attività si è estrinsecata durante il corso degli anni anche
con scuotimenti di minor gagliardia (ps. 1850 in 27-28).
Cosi pure forse con i parossismi del 1456 e del 1805 si identifica
quello deir847 [66], che distrusse quasi completamente Isemia e causò
molti danni a Benevento : altrettanto dicasi di quello del 1807 [856],
se pure quest'ultimo, di cui non abbiamo particolareggiate* notizie,
non si collega meglio air attività del centro di Monterodani presso
Isemia.
^^r^*»^
Fio. 131
Entro la zona del grande terremoto del 1805 trovansi Frosolone e
Spinete dai cui pressi irraggiarono parecchie scosse nell'ottobre - no-
vembre 1891. Appena esteriormente forse abbiamo il centro secondario
di San Martino Valle Caudina, dai cui pressi sembra essere provenuto
il forte scuotimento del l^ febbraio 1895 (8*^ 23«» circa).
Isemia, — Nel 1805 Isemia fu quasi adeguata al suolo e nel 1456
fu totalmente distrutta. Tale città soflfli anche per i terremoti dell' 847,
1807, 1825 e 1882.
Il parossismo dell' 847 [66] distrusse quasi totalmente la città, causò
danni gravi nel territorio beneventano e si propagò fortemente fino a
Roma ed Ancona : qu«llo del 1807 [856] scosse con eguale intensità
anche il Molise : l'altro del 1882 [1147] ebbe suo centro presso Monte-
roduni, vale a dire forse un po' più ad occidente di quello del 1805;
BENEVENTANO ED AVELLlNfiSK 793
però la sua area mesosìsmica di ben poco differisce da quella di
quest' ultimo.
I due parossismi dell' 847 e del 1807 forse si aggruppano meglio
con quelli del 1456 e 1805, di cui ò parlato nel paragrafo precedente;
Taltro del 1882 con ogni probabilità si identifica con quelli del 1825
[905] di cui abbiamo solo notizie per Isernia, e del 1786 [802] che sap-
piamo solo essere stato gagliardo nei pressi di Venafro.
Isei'nia e Venafro lYirono pure rovinati dai parossismi del 1349 e
del 1688.
Campobasso, — Tanto nel 1805 quanto nel 1882 la città trovasi
esteriormente alla zona pleistosismica : invece in quella dello scuoti-
mento del 1885 [1168] vi si trova compresa, quantunque Tarea meso-
sismica in parte si sovrapponga con quelle precedenti.
Con il terremoto del 1885 forse si identifica lo scuotimento del
1712 [617] stato rovinoso a Campobasso e forte a Benevento, a Napoli
ecc. ecc.
Campobasso fu rovinata dai terremoti del 1349 (Abruzzo), 1456 (Mo-
lise), 1688 (beneventano) e 1706 (Maiella) ; danni minori risenti per quelli
del 1120 (Alvito), 1231 (Montecassino) e minimi per il parossismo della
Capitanata del 1875.
Oltre a quelli che ò già avuto occasione di nominare furono sentiti
nel Molise più o meno sensibilmente i seguenti terremoti principali :
Candia 1805 (pare solo a Baranello), Montecassino 1806, Gargano-Termoli
18216 1841, Vulture 1851, Avellino 1853, Candia 1856, Termoli 1857 (sen-
tito a Carpinone ed a Spinete), Marche? 1873, sorano 1873; Anticoli-
Avezzano 1885, Messenia 1886, Gargano 1889, Lazio 1892, Gargano
1892, Chietino -Tremiti 1895 ecc. ecc.
XVII - Beneventano ed Avellinese
(Fio. 31).
Benevento, — Per precisare meglio la posizione del centro dei ter-
remoti che fatalmente anno scosso tale città è necessario confrontare
Tarea mesosismica delle più violenti e conosciute manifestazioni, cioè
quello del 1688 |574], del 1702 [600] e del 1885 [1164],
Anzitutto — tolte le troppo accentuate sinuosità dell' isosisma che
delimita le tre aree plcistosismiche, dipendenti essenzialmente da con-
dizioni affatto locali di ordine topografico - geologico oppure edilizio —
794 CAJ>iToLo xvn
vediamo che le due ultime sono comprese nella zona del primo, il
quale k avuto incomparabilmente una intensità assai maggiore. Per i
parossismi del 1688 e 1702 venne notevolmente più colpita la pane
meridionale della città, cioè quella verso il fiume Sabato: è da notare^
che in ambedue tali luttuose occasioni la scossa principale fu p^ec€^-
duta di circa una mezz'ora da uno scuotimento abbastanza intenso, lì
terremoto del 1885 fu assai veemente nella regione più bassa, cioè in
quella prossima alla confluenza del Sabato con il Calore.
Dall'esame dei vari fenomeni presentati da tali parossismi si pu<'>
ritenere che, quantunque abbiano avuta una intensità assai diversa,
furono, od almeno sembrano, prodotti dall'attività di uno stesso centro.
Con questi si identificano pure i seguenti altri accaduti negli anni
369 [39], 981 [84], 1095 [99], 1139 [112], 1158 [117], 1782 [786], 173.3 i
12 (cfr. pag. 224) e forse anche quello del 1125 [109] se non dipen-
dente dal focolare del Matese, e del 990 [86], se pure non si collega
meglio con quelli avellinesi e della Basilicata (1732 o 1694).
Esaminando ora i fenomeni sismici di minor importanza vediamo
che qualcuno di questi à colpito qualche località compresa nella zona
concussa dai ire accennati massimi sismici. Abbiamo anzitutto il centro
di Alife, al limite occidentale della zona pleistosismica del 1688, che
à dato la scossa molto forte del 1699 [1328].
Vei'so 1^ pom. del 6 marzo 1892 a Benevento fu intesa una lieve
scossa che ad Apice fu violenta e suss. e che passò invece inosservata
a Montecalvo Irpino, località a soli 13 Km. a SE. Apice e S. Giorgio
la Montagna più che altri paesi vennero colpiti da uno scuotimento
successo nella notte del 24 febbraio 1886. Il centro di tali fenomeni
sembra dunque essere nei pressi di Apice, località che nel 1688, nel
1702 e nel 1732 venne completamente distrutta e che risulta appena
esteriore alla zona pleistosismica dei terremoti del 1885 : S. Giorgio
la Montagna in tutti i citati casi ebbe sempre a risentire meno violen-
temente gli effetti della concussione tellurica.
Benevento nel 1456 rimase in massima parte distrutto : gravi danni
risentì pure per i terremoti del 1694, 1732 (A^riano) e 1805 (Matese).
minori per quelli del 1561 (Vallo di Diano) e del 1875 (Capitanata).
Furono inoltre ivi sentiti i seguenti principali terremoti : fortemente :
1627 Gargano, 1712 Campobasso — mediocremente : 1886 Messenia,
1889 e 1895 Tremiti - Gargano — lievemente : 1877 Veroli, 1892 Colli
laziali ecc. ecc.
Ariano. — Questa città, compresa nella zona pleistosismica dei
grandi terremoti beneventani del 1688 e del 1702, fu pure distrutta
totalmente nel 1456 e quindi ancora per il parossismo del 29 novembre
BENEVENTANO ED AVELIJNESE
1732 [665], la cui area epicentrale si estende da Apice a
pressi di Sant'Angelo de' Lombardi, vale a dire è inter
beneventane del 168*" e 1702 e l'altra del 1694 che int.
torio di Avellino e della Basilicata, della qnale parlerò
Per quanto 6 detto e per quello che avrò ora occs
riesce impossibile lo stabilire con quale dei terremoti ci
titicarsi quello del 1180 [l25J che sappiamo aver disti
mente Ariano e causate rovine a Napoli : cosi pure d
saccesso nel 990 [H6), che mise a soqquadro Beneventt
g-ento. Gonza ecc. ecc.
Ariano è appena esteriore alla zona dei massimi dan
parossismo del 1694 [587|, che si spinge dai pressi d
oltre Potenza e nella quale trovansi incluse in tutto od
del 1561, 1732, 1826. 1851, 1853 e 1857.
Con il terremoto del 1732 si identificano i sedenti: 1
sima del 23 marzo 1733 (S*" '/, notte) che si può ritener
una replica di tale parossismo : quello successo nel 1
subbissò Ariano e danneggiò il Vallo di Diano : lo 6<
1794 [831] che causò danni ad Ariano, a Montecalvo e
potrebbe darsi, come ò giA detto, anche con quello del
Centro di QiposeU. — Il terremoto del 9 aprile 185ì
vinoso a Teora ed a Caposele, molto di pili che non a
((ueslo si identifica l'altro successo nel 1733 [666], il t
«ver distrutto quest' ultima località.
Centri' Becoìtdari del territorio avellÌ7U«e, — Forse un
esiste nei pressi di Frigento,
Un'altro, quantunque non bene messo in chiaro, con
vasi nei pressi di Sant'Angelo del Lombardi, località ai
alili zona pleistoslsmica del terremoto del 1732, ed inclus
1694. Ivi dal 9 novembre 1897 al 27 dicembre successlv
varie scosse abbastanza intense chi sembrano fenomeni
Avellino. — Gravi rovine ebbe a sopportare questa (
remoto del 990: a sole lesioni si ridussero i danni iuTei
flci da quello di Basilicata del 1561 ; i tre altri massimi s
del 1694 e del 1732 già ricordati produssero immensi di
tunqne non espressamente menzionata, Avellino non dev
immune di danni in occasione del parossismo benevent
in minore proporzione sofferse pure per quelli del 1456
I8.'i7 e forse anche por l'altro del 1805.
706 CASTOLO XVllI
Inoltre furono più o meno sensibilmete intesi i seguenti : 1714 >
lerno, 1783 Calabrie, 1851 Vulture, 1875 Foggia, 188(5 Messenia, 1.^-
Gargano e Patrasso, 1893 Lucania, 1895 Tremiti -Chietino, 1897 Gre^.
ecc. ecc. Degno di essere ricordato si è che in Accadia il terreni
del Vulture del 1851 causò qualche lieve danno.
» • . '
XVIII - Salernitano e Basilicata
(Fio. 31).
La grande zona di scuotimento dai pressi di Alifc, per Benevent-
Ariano, Sant'Angelo dei Lombardi mediante l'area mesosismica di
grande terremoto del 1694, di cui ò gi& parlato, si estende in provine,
di Potenza, interessando quelle di Melfi (1851), del Vallo di Diano (15r.i
1857, 1893), di Tito (1826) ecc. ecc.
Vallo di Diano. — Del grande terremoto Lucano del 1561 [42*»^
è difficile precisare la posizione del vero focolare : secondo il Malie
quello del parossismo del 1857 I.1003J si troverebbe nei pressi di Cai:
giano : ma data la poca precisione che anno i metodi oggidì propost
per la determinazione del centro, e le difficoltà che si presentano nell.
loro pratica applicazione, si comprende come f2icilmente si poss^nii'
commettere errori.
Secondo il mio modo di vedere detto centro — od almeno il prin
cìpale — dovrebbe trovarsi invece nei pressi di Auletta e di Petina, c(»
stituenti, come vedremo, l'area mesosismica del terremoto del 1893.
Paragonando le due aree mesosismiche dei parossismi del 1561 e dv
1857 vediamo che in parte si sovrappongono : l' ultima però rìsnlt;
più sviluppata verso SSE. ed un po' meno invece dalla parte di NW-SW.
così che alcuni paesi — come ps. Buccino, Muro ecc. — comprebi
nella zona del 1561 — risultano asteriori a quella del 1857 : questa per<ì
nel suo complesso à una estensione almeno tre volte più grande del
l'altra.
Il terremoto del 1857 oltre ad una maggior estensione che potreì)be
anche, ciò che io (frodo, dipendere dal risveglio di alcuni centri che si
rinvengono, come dirò in appresso (*), nella sua zona pleistosismica, ebbi;
(1) I focolari che possono aver cooperato con 11 loro rlsveffllo a produrre gli estt'sis
si mi p:ii;i3ti accaduti nel l<»7, sarebbero stati, oltre 11 principale di Auletta, quelli di
Tito e Traniutola - Saponara.
SALERNITANO E BASILICATA 797
iTiA intensità più grande ; ne segue quindi che il centro debba aver
i«^ito ad una maggior profondità e che più intenso sia stato anche
1 movimento all'ipocentro. E probabile che la posizione del focolare
>rÌTicipa]e sia stata in ambedue 1 casi od eguale oppure assai vicina.
Presso Caggiano, ma a qualche chilometro un po' più a SW., tro-
srojsi l'epicentro del terremoto del 1893 [1226], nella cui zona raes)si-
sTTiica stanno Auletta, Petina e Pertosa. Auletta fu pure colpita da
=500336 fortissime nel novetib^'e 1867 [1062] che si identiticano con quella
dianzi citata.
Nel terremoto del 1826 [906] il centro invece appare nei pressi di
T*ito^ posto a Km. 15 circa a NE. di Caggiano. A nord di questa località
ne abbiamo uno secondario fra Vietri di Potenza e Balvano : una
scossa sentita nell' 8 aprile 1887 (11** 21" pom.) fu più che altrove intensa a
Rai vano : una seconda avvenuta nella notte 13-14 febbraio 1896 (l^'-l** */«)
fu forte e causò panico a Vietri, mentre riuscì mediocre a Balvano;
infine un'altra intesa a 7*" V4-8** ^^^ ^^ aprile 1897 riusci violenta in
ambedue le citate località.
Fra Balvano e Tito trovasi Picerno colpito intensamente da un ter-
remoto accaduto nel dì 1° settembre 1893 (8** Vs ant. circa), stato un
po' meno forte a Tito e meno ancora a Potenza ed a Ruoti. Questo
scuotimento non può identificarsi con quello del 1826 [906], perchè in
<[aesta occasione, come abbiamo visto e come si scorge dal sismocar-
togramma 32 (pag. 354), i danni subiti da Tito furono incomparabil-
mente superiori a quelli di Balvano.
Buccino nel 1451 [320] fu colpito da rovinosi scuotimenti che con
ogni probabilità irraggiarono dallo stesso centro che quelli del 1561 e
del 1857 ; esso trovasi incluso nella zona mesosismica del primo e come
ò già notato (cfr. pag. 796) è appena esteriore a quella del secondo.
Questa città insieme a Pescopagano ed a Gonza fu danneggiata
nnche da un terremoto successo nel 1466 [325]: la mancanza di no-
tizie particolareggiate impedisce di poter identificare questo scuotimento,
che però si può ritenere irraggiato dalla grande zona sismica del
1694 1561-1857.
Gonza fu rovinata pure dal parossismo del 990 [86] già ricordato.
Patema, — Questa città è compresa nella zona mesosismica dei
f^randi terremoti del 1694 e del 1857, che ebbero, come abbiamo visto,
ben diversa provenienza. Perciò riesce ben difficile il poter dire con
(inali parossismi si possano identificare le scosse — sia pure molto forti,
ps. quelle sentite nel 19-28 novembre 1861 [1049] — intorno alle quali
non abbiamo notizie che per Potenza. Oltre a ciò dobbiamo tener pre-
sente che forse per la vicinanza^ le manifestazioni del centro di Tito
798 CAPITOLO xvm
possono urtare con violenza anche tale città, e ne abbiamo ana prov .
nel te:'remoto del 1826, che infense ai suoi edifici danni paragonahih >
quelli risentiti da Balvano, Marsiconovo, Montemurro ecc.
Oltre ai ten^emoti del 1694, del 1826 e del 1857 già ricordati, cau-
sarono gravissime rovine quelli del 1273, provenienti forse dal Vallo el
identificabili con il parossismo del 1694, e del 1456, originario dal Ma-
tese — e lievi lo scuotimento del 1846 irraggiato dai pressi di Craco.
Furono inoltre sentiti più o meno sensibilmente i seguenti : 1706 Maielln
(dubbio), 1732 avellinese, 1733 Calabritto, 1783 Calabria (forte), 18*ó
Matese, 1832 cotronese, 1833 leccese, 1853 Caposele (lieve), 1875 Gar-
gano (forte), 1886 Messenia (forte), 1887 Vallo cosentino (mediocn* .
1S89 Vico garganico (mediocre), 1893 Auletta - Petina (mediocre). 18i.^'>
Tremiti - Chietino (leggiero) ecc. ecc.
Ricordo inoltre che In Basilicata si propagò rovinosamente il terre-
moto disastroso del 1278 già citato e che quello del 1466 [325] riusci
rovinoso a Pescopagano.
Del parossismo del 1273 [169] stato disastroso in Basilicata e di quello
fortissimo del 1683 [564] non posseggo notizie particolareggiate.
Marsiconovo - Saponara. — Un' altra zona di scuotimenti con un
centro ben determinato si trova più a SE. di quella testé nominata ed
è pure, come la precedente, inclusa nella zona pleistosismica del terre-
moto del 1857.
Il caratteristico parossismo del 1807 [8581 — i c^i massimi effetti dina-
mici si riscontrarono a Saponara ed a Tramutola -— si identifica con
quello del 19 luglio 1895 [1258] stato molto forte a Marsiconovo, a
Montesauo ed a Moliterno, ed anche con un'altro successo nel 175".*
[727] del quale abbiamo solo notizie per Montemurro e con tutte le
scosse più o meno sensibili quivi risentite (ps. 1874 ix 10, 8** pom.
circa, ecc).
Piaggine. — Esteriormente alla zona violentemente commossa nel
1561 abbiamo fi centro secondario di Piaggine alla cui attività dob-
biamo le scosse deir 11 novembre 1873, che non produssero danni, ma
fecero fuggire le persone dalle case.
Regione sismica Lago negro - Maratta, — La zona preceden temoni e
accennata per Lagonegro, Trecchina e Maratea raggiunge il mare. Como
manifestazioni tipiche dobbiamo considerarne tre principali : due suc-
cesse nel 1831 ed un'altra nel 1836.
Il terremoto del 2 gennaio 1831 [924] fu rovinoso a Lauria ed a
Lagonegro : con le repliche del giorno 8-9 il centro si trasportò nei
SALERNITANO E BASIUCATA 799
pressi di Trecchina, la quale nel giorno 13 insieme a M^iratea fu col-
pita da un violento parossismo che produsse gravi danni, mentre non
ne recò ulteriori a Lagonegro.
Lo scuotimento del 1836 [953] colpi essenzialmente questa città nei
cui pressi maggiori furono i danni e più numerose e forti le repliche;
l'area mesosismica però si spinge invece del tutto verso settentrione,
fino quasi a Montesano, località compresa nella zona pleistosismica del
terremoto del 1895 (cfr. pag. 798).
Con il terremoto del 1836 si può identificare la scossa avvenuta
circa la mezzanotte 11-12 giugno. 1898 stata forte a Lagonegro, meno a
Laurìa e un po' meno ancora a Maratea : con quello dei 2 gennaio 1831
l 'altra avvenuta circa le 4^ Vs a^^- ^^^ ^^ gingilo 1890 stata intesa si a Lago-
negro che a Lauria.
Questa regione partecipa ai fenomeni corocentrici che scuotono Po-
tenza e la zona del Vallo : degno di essere ricordato si è che il grande
terremoto Calabro del 1894 presentò un notevole rinforzo di intensità
a Lagonegro, a Lauria ed a Montemurro.
Area sismica del Pollino. — Questa zona costituisce l'area più me-
ridionale della Basilicata : oltre la quale la sismicità assume un carat-
tere essenzialmente diverso. Come terremoto tipico possiamo conside-
rare quello del 1894 [1239] che colpi specialmente Viggianeilo, Kotonda,
Castelluccio Inf. ed Episcopia alle falde settentrionali dei Pollino :
tale manifestazione si identifica con la scossa fortissima del 6 gennaio
1858 [1034], stata corocentrica a Castelluccio Infer., ove apportò mag-
giori danni che non il grande parossismo del 16 dicembre 1857.
Questa regione partecipa in specie ai terremoti della Calabria e
della Basilicata.
Craco, — La scossa dell' 8 luglio 1836 [951] mette in evidenza l'e-
sistenza di questo centro secondario cui ascrivo pure un'altra avvenuta
nella notte dell' 8-9 agosto del 1846 [986], stata intensa anche a Cam-
pomaggiore.
Se il terremoto di Pisticci del gennaio 1688 [571) ricordato da Huot,
Von HofF e dal Perrey non à data erronea e non si riferisce al pa-
rossismo beneventano dello stesso anno, potrebbe essere stato prodotto
dall'attività del centro di Craco.
Matera, — 11 tipico terremoto fortissimo che nel giorno 24 dicembre
1885 [1167] colpi Ferrandlna, Matera ed altre località vicine si iden-
tifica certamente con gli altri due successi nel 1634 [508! e nel 1845
[980] dei quali abbiamo sole notizie per Matera. e con le scosse che
i
800 CAPITOLÒ xvin
sappiamo essere quivi state più intense che non nei vicini luoghi >pd.
1853 X 11, IO"» pom. circa; 1893 iii 6, 2^ 5™ ant. ecc.)
Per i terremoti del 1456 e del 1561 non abbiamo notìzie particola-
reggiate, ma con probabilità Matera ebbe a soffrire danni abbastanza
gravi: per quello del 1694 abbiamo visto come molte localitÀ eirc*.^
stanti abbiano avuto in generale le case lesionate e qualcuna rovinata.
Varie lesioni vi produsse pure il terremoto di Melfi del 1851, e lievi quello
di Capitanata del 1875: fortemente ma senza alcun danno la cittÀ fa colpita
nel 1732 (Ariano) ; 1805 (Matese) ; 1857 (Lucania) ; 1886 (Messenia :
furono ivi inoltre più o meno sensibilmente sentiti i seguenti : 1S'2^\
Tito ; 1831 cotronese e 1893 Viggianello. A Pomarico inoltre furono
avvertiti i terremoti di Patrasso del 1889 e di Calabria del 1894.
Vulture. — Nella zona mesosismica del parossismo del 1694 è com-
presa la regione del Vulture che nel 1851 [1003] fa messa a soqquadi-n
da un violentissimo e caratteristico terremoto, che spiegò la sua mag-
giore intensità nei dintorni di Melfi, presso cui ò collocato Tepieentro.
Atella fu in tale occasione quasi rovinata : ma il valore dei danni
ricevuti fu assai minore che non quelli infortì a Melfi, a Rapolla, a
Barile ed a Rìonero : tuttavia ascrivo all'attività di questo centro i
due terremoti stati rovinosi ad Atella nell'anno 300 [29] e nel 1654
[535]. All'attività del centro di Melfi sono da attribuirsi pure tutte le
scosse più o meno intense ivi sentite (ps. notte 31 marzo 1813).
Nella regione del Vulture riuscirono disastrosi i terremoti seguenti :
1456 Matese ; 1561 Vallo di Diano (rovinoso ad Atella) ; 1688 beneven-
tano — rovinoso quello di Foggia del 1731 — fortissimi : 1732 Ariano :
1805 Matese ; 1857 Vallo di Diano.
Furono inoltre più o meno sensibilmente avvertiti i seguenti : 1826
Tito (lieve), 1846 Craco, 1853 Cciposele (lieve) ; 1875 Capitanata (forte),
1886 Messenia (forte), 1892 Gargano (lieve a Lavello), 1893 Vallo di
Diano (forte), Gargano (forte a Lavello) 1897 Mar Jonio (lieve).
A proposito del terremoto garganico del 1893, dirò che nella zona
isosismica leggera si nota una importante eccezione appunto a Lavello,
ove il movimento sismico, rispetto ai punti circostanti, ebbe un aumento
di intensità, giacché fu generalmente avvertito dagli abitanti e fece
fermare molti orologi a pendolo. Quivi poi a 0** 4" ant. del di susse-
guente (11) fu avvertita una scossa leggiera ed affatto locale.
Del versante tirrenico abbiamo già {.reso in esame la sismicità di
Maratea (cfr. p. 798-99) : ora considereremo quella della zona compresa
fra questa località e la penisola sorrentina.
SALERNITANO E BASIUCATA 801
IHsciotta. ~ Qaesta località merita di essere menzionata perchè ivi
L resero sensibili il terremoto siculo - calabrese del 12 febbraio 1897 e
nello del 28 maggio dello stesso anno originario del mar Jonio. Le
ondizioni speciali di propagazione di questi due massimi sismici sono
[idicate chiaramente dai tracciati delle carte 109 e 110. Quivi inoltre
iirono avvertiti i seguenti parossismi : 1561 Vallo di Diano (con danni),
783 Calabria (forte), 1854 Cosentino, 1857 Lucania (fortissimo), 1875
capitanata (lieve), 1894 Calabria (lieve). Vi passnroiio però inavvertiti
segruenti : 1889 Gargano, 1894 Viggianello e icj95 Tremiti - Chietino.
Salerno, — Questa città ebbe a deplorare delle rovine in occasione
lei terremoti del Matese del 1456, del Vallo di Diano del 1561 e del-
'avellinese e Basilicata del 1694 : minori furono quelli inferti dagli
litri parossismi accaduti nel 1688 (Benevento), 1805 (Matese) e 1857
Lucania). Adunque i massimi che sconvolsero la grande zona di atti-
rìUì. sismica che quasi dall'estremo lembo della Basilicata, per il sa-
ernitano, ravellinese, il beneventano raggiunge si può dire senza
Ileana interruzione il distretto del Matese, tono urtato anche il Salerno
L^on intensità tale da produrre danni.
D'altronde sappiamo che tale città è compresa insieme a Vietri,
a Cava ecc., nella zona mesosismica dello scuotimento del 1685 [566],
il cui focolare deve trovarsi a mare, con il quale identifico quelli del-
l'agosto 1714 [621], che sappiamo solo essere stati fortissimi. Salerno
risentì inoltre più o meno sensibilmente i seguenti terremoti : 1732
Ariano (forte), 1783 Calabria (forte), 1846 Craco, 1851 Vulture ^forte),
1853 Caposele (lieve), 1886 Messenia (forte), 1887 Vallo Cosentino (lieve),
1893 Lucania (forte), 1894 Calabria (lieve), 1895 Tremiti - chietino
(lieve) ecc.
Penitola sorrentina. — La costa fra Amalfi e Positano fu colpita da
una scossa fortissima corocentrica nel 25-26 aprile 1687 [569], la quale
irraggiò certamente da un focolare sito nel mare, che con quello sa-
lernitano testé Hccennato fa parte di un poco esteso radiante.
Tale penisola non deve essere rimasta immune di danni in occa-
sione del terremoto del 1456 : soffiai alquanto per quello del 1694 : il
parossismo di Ariano del 1732 fu rovinoso a Sorrento, a Piano e solo
forte a Castellamare e ad Amalfi : violenti, ma senza sinistri effetti riu-
scirono quelli del 1688 (Benevento), 1805 (Matese), 1857 Lucania (fu
però molto forte ad Amalfi) e 1875 Capitanata. Un po' meno intenso fu
lo scuotimento di Aulctta - Petina del 189^ e solo qualche luogo della
penisola venne urtato dal terremoto delle isole Tremiti e del chietino
del 1895.
Baratta: Terremo/^ ecc. 51
802 CAPITOLO XIX
ti
Capri. — I fenomeni sismici avvenuti in questi ultimi anni non
porgono alcuna luce sulla sismicità di quest' isola : quindi non riesca
possibile il poter stabilire se il terremoto del 37 [9] e quello del lT:i
[8231 — se tale notizia è esatta — siano corocentrici od esocentrid
dipendenti, per esempio, dal centro di Amalfi o da quello di Salerno.
Capri deve partecipare, ma in minor grado, ai terremoti che urtan»»
la penisola sorrentina : di notevole non aggiungo che v^i fa sentiti^
leggermente quello della Lucania del 1893.
XIX - Puglie
(Fio. 132).
I
I
Costa fra Oriona e Peschici. — La zona litoranea fra Ortona e Ter-
moli fu scossa da un intenso parossismo avvenuto nel di 9 agosto 1895.
[1260] che ebbe, secondo lo studio da me fatto, suo epicentro nel mare
di Vasto, cioè fra la costa chietina e le isole Tremiti, ma più a quella
che non a queste vicino.
Una scossa sues. fu sentita verso le 5** pom. del 1** febbraio 1854 a
Termoli ed a Guglionesi ; un'altra alla mezzanotte del 4 marzo sac-
cessivo colpi questi due paesi con Larino, che nel 1300-1301 [199] provò
terribili concussioni originate, credo, dal medesimo centro : cosi pure
dicasi di altra manifestazione, cioè del terremoto che nel 1625 [4981
colpì Termoli, se la notizia ritrovata non à data erronea e non si ri-
ferisce al grande parossismo del 1627, di cui parlerò fra poco.
Termoli fu gravemente danneggiato dal parossismo del 1125 per il
quale Larino non rimase incolume : fu anche rovinato dal sannltico
del 1456, di cui ò già trattato (cfr. pag. 791) e sul quale, esaurita la
rapida rassegna dei focolari pugliesi, sarà utile ritornare: crollarono
in ta'e occasione gran parte di case anche in Vasto e ad Ortona. Per
il terremoto garganico del 1627 soffrirono gravissimi danni i paesi
posti a mezzodì di Termoli e minori quelli fra questa città ed Ortona.
Venendo al nostro secolo troviamo che tale località risenti molto for-
temente il terremoto del Vulture del 1851 : solo forte vi riuscì quello
del 1857 (Lucania) e del 1875 (Gargano) : l'altro parossismo del 1880
pure di origine garganica, urtò la costa con intensità fra la mediocre
e la lieve ; così pure dicasi della xn replica (7 vr) del periodo si-
smico del 1892 : leggermente vi si fece sentire quello di Lesina del
1894 : isola^^^amente fu colpito S. Salvo dallo scuotimento del 1893 che
distrusse Mattinata, ed infine il litorale a mezzodì dì Termoli fu Uè-
■^^
PUGLIE 803
veniente interesBato dal terremoto di Grecia del 1897 e quello fra detta
località e Vasto mediocremente dallo scuotimento di Meesenia del 1886.
I terremoti deiraprlle 1894 [1238] spiegarono incontestabilmente la
loro massima violenza a Lesina e sul tratto di costa prospiciente Ta-
bi tato del paese: malgrado quivi abbiano causato lesioni a quasi tutte le
case del paese, il moto sismico non si propagò in modo sensibile fino
alle Tremiti. Tale massimo sismico si identifica con un Hltro successo
nel 1657 [638*].
Ora il terremoto del 22 novembre 1821 [896] ebbe il suo centro a
mare, ma colpi con maggior violenza Lesina, Chienti ed L paesi posti
a settentrione della prima località : quindi 11 centro uno dovrebbe tro-
varsi fìra la costa prospiciente Lesina e le dette isole, ma però sempre
più vicino a quella che non a queste, vale a dire od identificarsi con il
parossismo del 1627, oppure potrebbe essere stato causato dal risveglio
di un vero radiante su cui si trovano due centri : quello di Termoli e
di Lesina.
II terremoto delTestate 1871 [1081] con varie altre scosse irra^a-
rono invece dalla punta Miletto; altri da Rodi, da Vico, da Ca>
gnano ecc.
Riepilogando adunque abbiamo nel tratto di costa fì'a Ortona e Pe-
schici i seguenti centri :
a) Vasto: terremoto tipico 1895 [1260].
b) Termoli : idem 1854 n 1 e m 4.
e) Lesina : idem 1657 [538*] e 1894 [1238] — varie scosse minori
ps. 1898 I 19-20.
d) Punta Miletto : idem 1871 [1081] : scosse minori ps. 1872 m 21-
22, 1873 XI 14, 1874 m 23. Quivi è da notarsi che fu molto forte il ter-
remoto di Vico Oarganico del 1889, del quale parlo al § f.
e) Rodi : Oltre alla tredicesima scossa (vi 7) del periodo sismico
garganico del 1892, questo centro k dato le seguenti : 1855 ix 22 : 1857
I 14: 1858 m 13 e 31; 1860 v 3-4. Noto che quivi fti isolatamente
avvertito il terremoto di Sinj (Dalmazia) del 1898 e che si ebbero mol-
tissimi danni per quello garganico del 1646.
f) Vico : all'attività di questo centro dobbiamo 11 tipico terremoto
del 1889 [1196] e varie scosse minori, ps. 1853 xii 28, 1887 v 20 ; al-
cune del periodo sismico garganico del 1892, cioè la 15"»* (vi 12), 20"*
e 21*»* (vi 22) ed il piccolo terremoto delle 1^ 50" del 24 luglio 1897.
La massima parte di Vico rimase adeguata al suolo per il citato
parossismo garganico del 1646 e per quello del 1223.
La zona costiera settentrionale della penisola garganica risenti gravi
804 CAPITOLO XIX
rovine per il terremoto del 1627, minori per quello di Foggia dM 173*
e minimi per Taltro accaduto nel 1875 : fenomeni tutti irraggiati dj
centri della Capitanata, i cui altri massimi sismici furono quivi inte&i
con varia intensitÀ. Molto forte vi riuscì pure il terremoto di Melfi tlt l
1851 e di Messenia del 1886 e forse quello del Matese del 1805 : vio-
lentemente ma senza danni furono avvertiti altri parecchi, tra, cui il
beneventano del 1688 e quello lucano del 1857.
Isole Tremiti. — Alcuni scrittori, ft*a cui il Manicone nella sua Fi
sica Appulo * Garganica^ sono propensi a far derivare il nome di Tn^
miti da < tremore», ritenendo tali isole soggette a ft'equenti e gravi
movimenti sismici. A questo proposito il Coccarella nella Cronicn
istoriale di Tremiti^ composta nel 1508 e stampata a Venezia nel ltV14
(pag. 12), ed il Kibera con il Successo dei canonici regolari lateranensi
nelle loro isole Tremitane ecc. (Venezia 1604) esplicitamente invece
affermano che furono cosi chiamate dall'aspetto di tre monti divisi da
un braccio di mare, cioè 8. Maria, S. Giacomo e S. Nicola, e il Cap-
perara (dalla quantità di capperi che ivi si trovano). Questi due autori,
ambedue assai minuziosi, non fanno mai menzione di terremoti che
abbiano afflitto le Tremiti, la cui sismicità negli anni a noi più vicini,
risulta molto inferiore a quella della costa di Termoli e del Gargano ( ' '.
Però abbiamo notizia di alcune scosse che sembrano corocentrlche : p&.
1883 IX 28, 10»» 45» pom. ; 1884 vi 3, 2^ 30°* e 2*» 45'» pom. ; 1895 v 10,
21^ V*' ® così pure sembrano irraggiate dallo stesso centro sottomarino
la 9* (vi 1) e 12'"* scossa (vi 7) del periodo sismico del 1889 [1217J.
l'ultima delle quali fu molto forte. Fortissimi o molto forti riuscirono
quivi i parossismi garganici e della costa di Termoli del 1821, 1875.
1886 e 1895 : leggieri quelli di Mattinata del 1892 (iv 20 : 1" scossa) e
del 1893 ; insensibili alle persone invece quelli del Gargano del 1889
e della Grecia del 1897.
San Severo - Torromaggiore. — La più grande manifestazione coro-
centrica che abbia colpita quest'area sismica ò il grande parossismo
del 1627 [503] che rase al suolo S. Severo, Torremaggiore, S. Paolo.
Serra Capriola, Lesina, Apricena, S. Nicandro ecc., causando oltre
quattromila vittime : il suo centro fu fra le tre prime di tali località.
Con questo terremoto si identificano i seguenti : 1621 [493], 1656 [537],
(l) Forse un accenno relativo alla sismicità delle Tremiti si trova in una cronaca.
però ritenuta apocrifa (cfr. pajf. 25 [1]), In cui si narra ch€ olle Tremiti prima dello
scuotimento del 1125 da pozzi solforosi sarebljero vetiutl in luce del Aioclil (vapori.
Altro fatto consimile si dice avvenuto nel giorno 15 maggio 1816, come ò trovato rac-
contato dai giornali del tempo (cfr. Baratta m. : Materiali L pag. 15).
» .-
PUOLic 805
1G88 [575], 1783 [793] e 1852 [1008] riusciti però di gran lunga meno
dannosi.
San Nicandro Oarganico. — Nei pressi di questo paese esiste un
centro assai superficiale, fomite di numerosissimi ma poco intensi scuo-
timenti, dei quali come essenzialmente tipici, si possono ricordare
quelli successi neir anno 1864 [1055]. Altro periodo affatto simile al
precedente, ma assai meno violento, si ebbe nel 1886 : il Palmieri
nell'adunanza del 12 luglio della R. Accademia delle Scienze di Na-
poli, comunicava che verso la metà del maggio di tale anno gli scuo-
timenti, da parecchi mesi iniziati, si erano fatti più veementi : da
notizie tolte dal giornale quotidiano II liama di Napoli (23 x 1886) si
apprende che nell'ottobre perduravano ancora le manifestazioni e che
dalla mezzanotte del 21 alle 3^ a. del 22 di tale mese erano state intese sei
nuove scosse, le quali, come le precedenti — aggiunge il diario citato
— ebbero un'area mesosismica assai circoscritta, essendo state sentite
quasi esclusivamente entro l'abitato del comune. Il Boll, del Vulc. It»
(XrV pag. 145-48) dà notizia delle seguenti : ix 17, 10*» 30™ ant. una
sensibile: xi 9, 7*» 11» pom. una forte.
San Marco in Lamis e San GHovanni Rotondo. — Alcuni terremoti
di questo distretto colpirono più intensamente la prima di queste lo-
calità, altri la seconda ed infine certuni ambedue con la stessa vio-
lenza. L'epicentro del parossismo rovinoso del febbraio 1841 [966] fu
indiscutibilmente nei pressi di S. Marco, quello del 1869 [1068] vicino
a S. Giovanni : l'estesissimo scuotimento del 6 dicembre 1875 [1105]
che interessò gran parte dell' Italia centrale e meridionale fu rovinoso
in ambedue tali paesi.
Dal focolare di San Giovanni Rotondo irraggiarono due scosse del
periodo sismico garganico del 1892, cioè la 10™* (vi 5) e la 14"* (vi 10) :
cale località con og^i probabilità fu rovinata dal grande parossismo
del 1646 : a S. Marco in Lamis fti molto forte il terremoto di Vico
Garganico del 1889.
Cagnano. — Alcune scosse abbastanza sensibili sembrano essere ir-
raggiate da un focolare posto nelle vicinanze di tale paese. Ricorderò
a mo' di esempio la seguente : 1850 x 21 e xi 2.
Questa località è appena esteriore alla zona di massimo scuotimento
del terremoto del 1646.
In generale si può dire che questa regione partecipò agli stessi
terremoti esocentrici sentiti lungo la costa : fortissimo fu il parossismo
606 CAPITOLO XIX
di Foggia del 1731 e del HoIlBe del 1805. Qaello di Hessenia del 18^
in generale ta meno violento che non lango la zona litoranea setten-
trionale. Infine ricorderò che il terremoto dell' Epiro del 30 gingno l"*^'.
ta sentito fino a S. Giovanni Rotondo.
Cbita fra Vieste e Manfredonia. — Abbiamo doe centri BÌsmici &:>t
tomarlni: uno nel mare prospiciente Vieste, l'altro in quello di Jlan-
iVedónia.
a) Vieste — Terremoto tipico è il rovinoso del 1414 [286] : qoesTi
centro si è risvegliato anche nel periodo sismico del 1892 [1217] irrag-
giando la 2» (iv 20, 5'' 30" pom.), la 3» (iv 20, 5" 40" pom.) e la ':•■
(iv 26, C 50™ pom.) scossa. Questa località rimase rovinata dal terre-
moto del 1646 di cui parlerò fra poco : causarono lesioni più o men:
gravi al suoi edifici, in proporzione airintenalta avuta al loro epicentro,
i vari massimi sismici di Mattinata (ps. 1223, 1892,
Fio. 132
b) Mattinata — Di qnesto centro, situato a mare, nei pressi della
Punta Rossa, il terremoto tipico è quello disastroso del 10 agosto 1893
[1233] con le dae maggiori scosse (vn 1", 3" 30" pom. e 27, 4'' 40" pom.)
che precedettero tale massimo sismico e con la ma^ior parte delle nu-
merosissime repliche che gli furono susseguenti.
In'aggiarono pure da tale centro i più violenti scaotimenti del 1802
[1217] cioè la 1- (IV 20), la 4' (iv 20, leggera), la 7' (v 15. forte), la
16' (vi 16, molto forte), la 17' {vi 16, mediocre), la 18 (vi 19. forte) e
la 19" (vi 21, forte) scossa.
Lo stesso dicasi dei parossismi del 493 [46], 991 [87] e 1223 [141] ctl
anche delle scosse del 1876 [1109], la cui violenza, secondo quanto a
suo luogo ò detto, venne notevolmente esagerata.
Con ogni probabilità sono pure da attribuire all'attività di tale centro .
tutti gli scuotimenti più o meno sensibili risentiti a Monte Sant' An-
gelo: p9. 1850 I 27-30: 1896 re 17 [1265].
Premesse le notizie sui var! centri noi possiamo ora considerare il i
grande terremoto del 1646 [526] che colpi l'intiera penisola garganica ,
PUGLIE 807
riuscendo rovinoso specie nella parte NE.: con tutta probabilità trat-
t a.si del risveglio di parecchi focolari : il principale fu quello di Vieste,
L secondali di Rodi, di Gagnano, di Mattinata e forse anche quello di
3. Giovanni Rotondo.
Riguardo ai terremoti esocentrici dirò che in occasione di quello
del 1627 che distrusse S. Severo e Torremaggiore, il violento movi
inento del mare verificatosi sulla costa settentrionale del promontorio
g^siTf^amco si propagò abbastanza intensamente anche lungo V opposta
riviera. Qualche danno vi produssero i parossismi del 1731 (Foggia) e
del 1875 (S. Giovanni Rotondo e S. Marco in L.) : abbastanza intensi
riuscirono poi i seguenti: 1726 Oriente, 1886 Messenia, 1889 Vico Gar-
^anico, 1895 Tremiti-Chietino, 1897 Grecia. La terribile concussione
della Lucania e Basilicata del 1857 commosse in modo fortissimo Man-
fredonia e solo forte Vieste.
«
Foggia. — Nel 1731 [658] Foggia fu colpita da un terremoto i cui
maggiori effetti dinamici si limitarono ai dintorni della città, allenta-
Tiandoci dalla quale i danni si fecero incomparabilmente minori. Ora«
come abbiamo visto e, come dirò ancora più avanti, mentre Lucerà
restò incolume, a Cerignola ed a Canosa lo scuotimento riuscì rovinoso
e quasi a Barletta ed a Molfetta : alcune repliche accennarono al ri-
sveglio di un centro proprio nei pressi di queste località.
Con questo terremoto si identifica la scossa molto forte del 13 feb-
braio J739 [675].
L'esistenza del focolare sismico di Foggia oltre che dal parossismo
del 1731 e dalle sue repliche, la maggior parte delle quali ivi riuscirono
più numerose ed intense, è comprovata anche da numerose scosse state
ivi più o meno sensibili : ricorderò ad esempio quella sentita ad 11** Vs
pom. del 3 dicembre 1812 che, abbastanza forte in città, passò inav-
vertita nei paesi vicini. Altre violenti accaddero nel 1866 x 13, 11^ 30"
pom. ; 1882 m 24, 3^ 30*^ ant. Da tale focolare irraggiò pure qualche
leggera commozione del periodo sismico del 1892 [1217], vale a dire la
6^ (v 9) e 1' 8* (V 17).
Foggia fu danneggiata dai terremoti del 1456 (Matese), del 1627
(San Severo) ; lievemente nel 1851 (Vulture), 1857 (Lucania) e 1875 (S.
Gio. Rotondo). Furono ivi più o meno sensibilmente avvertiti i se-
guenti : 1688 Benevento, 1853 Caposele, 1856, Bacino del Mediterraneo
(forte) ; 1873 Marche : 1886 Messenia (mediocre) ; 1889 Vico Garganico
(forte) ; 1892 Mattinata (12*, 18* e 19* scossa; ; 1893 Lucania ; 1893
Mattinata; 1S95 Tremiti-chietino.
Lucerà. — La replica avvenuta nel di 6 settembre del grande terre-
aOS CAPITOLO XIX
moto garganico del 1627, che, come ò detto (cfìr. pag. 804), ebbe il n
epicentro nei pressi di 8. Severo, Torremaggiore, accenna ad nt'^
spostamento di centro verso Lacera, che riportò nuovi danni, mentr-r
pochi ne aveva ricevuti per il massimo del 30 luglio. Ciò comprova
pure una scossa sentita poco dopo le 6^ pom. dell' 11 dicembre 1802
che ivi fiL sensibilissima e generalmente avvertita, mentre passò ìn<-f^
servata nei paesi circostanti.
Questa città rimase distrutta dal terribile scuotimento del 145f> ^
mentre non sofferse danni per quello del 17B1, che irraggiò dalla vicina
Foggia, qualcuno, però di lieve momento, ne ebbe a risentire per i\
terremoto lucano del 1857 e per l'altro che colpi San Giovanni R. *
San Marco in L. nel 1875.
La città trovasi compresa nella zona interessata dai seguenti prin-
cipali massimi sismici: 1688 e 1702 Benevento; 1805.Matese; 18>^^
Messenia; 1889 Gargano (forte); 1892 Gargano 12* (vi 7 -Tremitìi .
16* (vi 16 - Mattinata) scossa; 1893 Mattinata; 1895 Tremiti-chietino.
Distretto sismico Ascoli Satriano - Cerignola. — Comprende due centri
abbastanza ben determinati :
a) nei pressi di Ascoli Satriano : terremoto tipico si è quello assai
forte successo nella notte 28-29 agosto 1856 [1028], che si identifica con
l'altro disastroso del 1361 [244], stato meno intenso a Canora. Fra le
manifestazioni minori ricorderò quella delle 2^ 30*" pom. del 13 di-
cembre 1883.
b) Cerignola : terremoto tipico 26 settembre del 1691 [580] : scosse
minori 1881 xii V 2^ 15« e 9^ V^ pom.
Queste località vennero danneggiate dai terremoti del 1349 (Abruzzi
e Sannio), 1456 (Sannio), 1694 (Avellino-Basilicata), 1731 (Foggia): mi-
nori guasti soff'rirono per quelli del 1627 (S. Severo), 1851 (Melfi), 1857
(Lucania). Furono inoltre più omeno sensibilmente avvertiti i seguenti :
1852 Albania (forte), 1875 Gargano (forte), 1886 Messenia, 1889 Vico
Garganico (mediocre), 1892 Tremiti (12* scossa: forte) e Mattinata (16*).
1893 Vallo di Diano, 1893 Mattinata, 1895 Tremiti-chietino (mediocre-
forte), 1897 Grecia. In quest'ultima occasione si ebbe a constatare un
notevole aumento di intensità nei pressi di Cerignola.
Regione sismica Barletta- Bari. — Il terremoto del 1560 [428; di-
sastroso a Barletta ed a Bisceglie, si identifica con quello del 21 set-
tembre 1689 [576], che colpi rovinosamente Bari, Barletta ed Andria, e
con l'altro fortissimo successo nella notte 11-12 maggio 1856 [1025]^ la
cui area mesosismica comprende pure Acquaviva e Canosa.
Il grande ten*emoto del 1731, come già ò detto, si propagò con
PUOUE 809
danni lango questa zona : anzi la scossa del 17 ottobre fti più che a Foggia
iriolenta a Barletta ed a Canosa.
Riguardo ai terremoti esocentrici dirò che Trani si trova al limite
delia zona dei danni sensibili del parossismo del 1627 : che qualche
gnasto apportarono ai paesi fìra Bari e Barletta quelli del 1694 (Avel-
llno e Basilicata), del 1851 (Vulture) e del 1857 (Lucania).
Il grande massimo sismico del 1783 n 5 fu sentito a Monopoli :
CI nello del 28 marzo dello stesso anno urtò la Terra di Bari; quivi
fortemente fu inteso il terremoto di Candia del 1805, d' Albania 1852,
di Brindisi del 1858, di S. Giovanni Rotondo del 1875. Furono inoltre
sentiti in modo più o meno sensibile i seguenti : 1833 leccese, 1845
Matera. 1851 Canosa, 1856 Bacino del Mediterraneo, 1870 Oriente, 1886
Messenia, 1889 Gargano, 1892 Gargano 1* scossa (iv 20), 2* (iv 20), 12*
(vi 7), 16» (vi 16), 18» (vi 19), 19* (vi 21, lieve a Trani), 1893 Matti-
nata, 1895 Tremiti-chietino, 1897 Grecia. 1H97 Epiro, 1898 Grecia.
Oltre a ciò noto che ad Altamura fu avvertito isolatamente il terre-
moto marchigiano del 1873, e che quello di Lucania del 1893 commosse
lievemente Andria e Cerato senza interessare sensibilmente la regione
litoranea.
«
Canosa. — Abbiamo visto come questa località, sia compresa un'Ila
zona mesosismica del terremoto del 1689 ed in quella del 1361 che
ebbe suo epicentro nei pressi di Ascoli S. e della scossa del 17 ottobre
1731 (cfr. pag. 808). Tale città, fu colpita da un fortissimo scuotimento
nella notte del 6-7 settembre 1851 [1004] avvenuto mentre ancora per-
durava l'attività sismica del centro del Vulture (cfr. pag. 800). Alcune
scosse di minor conto sembrano inoltre essere quivi state più intense
che alti'ove.
Riguardo ai terremoti esocentrici Canosa partecipò in ispecie a quelli
che urtarono Cerignola e la costa soprastante a Bari. Fu danneggiata
dai terremoti del 1627 (Gargano), 1851 (Vulture) e 1895 (Adriatico);
quello del 1857 (Lucania) vi riuscì rovinoso. Fra gli innocui credo utile
ricordare solo i seguenti : 1858 Brindisi (forte), 1892 Gargano (1* scossa
- rv 20 : 5* - IV 26 sensibile - 16» - vi 16 forte), 1893 Epiro ecc.
Centri secondari. — Esteriormente air area mesosismica del terre-
moto 1856 trovansi forse alcuni centri secondari male determinati.
a) di Triggiano : messo in luce da una scossa avvenuta a 0^ pom.
circa del 2 giugno 1S93 ivi stata sensibile, leggiera a Rutigliano ed a
Bari ed inavvertita a Giovinazzo.
b) di Bpinazzola : dai dintorni di questa località rovinata dal terre-
810 CAPITOLO XIX
moto del 1857, pare siano irraggiate alcune scosse minori : ps. 1860 ir
26, 2»» ital.
Locórotondo. — Cosi pure alcune scosse sembrano provenire dai
pressi di questo luogo : citerò, ps. una forte del 28 ottobre 1890 (9^ ani.)
che passò inosservata altrove.
Rispetto ai mov^imenti sismici esocentrici quivi si risentono qaelli
che scuotono la Terra di Bari e d' Otranto : per di più noto che isolata-
mente venne avvertita la dodicesima scossa (vi 7) del periodo sismico
garganico del 1892.
Brindisi' Otranto. — Per la sismicità del versante adriatico della
penisola Salentina abbiamo anzitutto degna di essere menzionata la
scossa molto forte sentita a Brindisi al 10 ottobre 1858 [1036] e quella
d'Otranto del 1661 [548], che sembrano ambedue provenienti da centri
affatto locali. Forse anche il grande terremoto del 1087 o 1088 [98^] è
stato un fenomeno corocentrico al temtorio di Brindisi - Lecce.
Al N. 769 (pag. 257) ò parlato di tre scosse sentite a Brindisi nel
1777 : notizie trovate posteriormente mi permettono di completare quelle
date sulla fede dello storico Ascoli. Andrea Pigonati, che ivi allora si
trovava per i lavori del porto (Memoria del riaprimento del porto di
Brindisi sotto il regno di Ferdinando IV.,, Napoli MDCCLXXXI), ri-
corda che la scossa del 18 aprile (ond. N.-S. di 30*) avvenne ad 11*» ital.
circa e fu intesa in tutta la provincia senza alcun danno ; che la se-
conda, del 9 maggio (1^ 15" ital.), pure ond. ma di durata assai mag-
giore, cioè di 2°» circa, spaventò la popolazione che fuggi dalle case (Op.
cit. pag. 50) e che infine la terza accadde a 21*" 6°" del 6 giugno (Op. cit.
pag. 55). Le date delle prime due non trovano alcun riscontro con quelle
di altri terremoti sentiti nella penisola salentina ; la terza invece pare
la eco di un violento terremoto Calabro.
Messa in luce resistenza di vari centri pugliesi e con la scorta di
quanto su altri dirò nei paragrafi seguenti, credo necessario ritornare
nuovamente sul grande terremoto del 1456; che abbiamo detto coro-
centrico al Matese (cfr. pag. 791). Le rovine in tale tremenda e mici-
diale concussione interessarono anche le Puglie, parecchie località delle
quali risentirono danni di gran lunga superiori ad altre più vicine
al Matese. Ciò non può ritrovare adeguata spiegazione se non con
l'ammettere — come ò già altrove detto (loc. cit.) — il risveglio di
vari centri, fra cui anche di qualcuno pugliese. Però è necessario
tener presente che alcuni parossismi irraggiati da focolari sismici
dell' Italia meridionale, cioè dalla regione beneventana, avellinese e
Puaiits 811
I — ^"^^^ III ■ Il I II I 1^ I I — .i^^i— PH^P^i, I I I »» III II II
dalla Capitanata, &nno avuto una marcata tendenza a propagarsi verso
la Ten*a di Bari e di Otranto con intensità abbastanza notevoli. Citerò,
a mo' d'esempio, il parossismo del 1688 che distrasse Benevento, il
quale mentre fa solo forte a Lesina ed a Lacera, che distano rispetti*
vamente Km. 95 e 65, fa fortissimo a Galatina in qael di Lecce, a
a Km. 300 circa. Lo scaotimento del 1694 vi fece danneggiare pare
molti luoghi, fra cui Brindisi, Bari ecc. Il parossismo di Foggia del
20 marzo 1731 urtò molto più violentemente Barletta, Andria, Mol-
fetta, Trani ecc. che non la vicinissima Lucerà. Per di più con la re-
plica del 17 ottobre successivo il centro di scuotimento si trasportò
indiscutibilmente verso Barletta. In^ne aggiungerò che molte manife
stazioni sismiche irraggiate dal golfo di Manfredonia si estesero con
la loro zona sensibile molto di più lungo la costa barese che non su
quella chietina.
Il terremoto d'Oriente del 1743 fu rovinoso o quasi in Terra di
Otrantp : quivi specialmente furono avvertiti i maggiori scuotimenti
della Grecia, alcuni dei quali, ps. quello del 1886, anche con lievi
danni. Rispetto alla propagazione di quest' ultimo la zona della peni-
sola salentina che fu più intensamente colpita risulta assai ristretta
e disposta fra Taranto ed Ostuni - Brìndisi. Noto che l'area scossa dal
terremoto della Sicilia e Calabria del 12 febbraio 1897, come lo di-
mostra la cartina 109, nella Terra d' Otranto à forma allungata fì*a
Taranto e Bari, e che presso Brindisi si notò un aumento abbastanza
sensibile di intensità in occasione del terremoto di Grecia -Malta del
28 maggio 1897.
In questa zona fu avvertito il terremoto del 1349 e forte vi riuscì
quello del 1694 (Avellino - Basilicata). In Terra d'Otranto non passarono
inosservati i seguenti : 1693 siracusano e catanese ; 1777 Calabria?
178:) in 28 Calabria ; 1805 Molise (lieve) ; 1832 catanese (lieve) ; 1846
Oriente ; 1851 Melfi ; 1851 Canosa ; 1852 Albania ; 1856 Bacino del Me-
diterraneo ; 185'^ Lucania ; 1875 San Giovanni Rotondo ; 1886 Messenia
(mediocre a Lecce e molto forte a Brindisi) ; 1889 Patrasso ; 1889
Gargano ; 1893 Epiro ; 1897 Grecia - Malta (a Brindisi, Lecce e ad Otranto
si ebbe un notevole aumento di intensità; ; 1897 Epiro ; 1898 Grecia ;
1898 Giannina (Epiro). Per i terremoti del 1777 (iv 18 e v 9) vedi
quanto ò detto a proposito della sismicità di Taranto.
Lecce. — Riguardo alla sismicità di Lecce nuU'altro mi resta a dire
che questa città partecipa ai terremoti che scuotono la regione Brin-
disi - Otranto, di cui al paragrafo precedente. Noterò solo che la scossa
quasi rovinosa che colpi MassafVa nel 1713 fu sentita molto fortemente
a Lecce e che il grande terremoto d'Oriente del 1773 fece aprire con-
siderevoli e gravi fenditure in tutti gli edifici.
812 CAPITOLO XIX
C^olfo di Taranto, — Su questo versante abbiamo vari centarì, tutù
di secondaria importanza :
a) Gallipoli — Airattività di questo focolare ascrivo alcune mani-
festazioni minori Ara cui le forti scosse del 20 febbraio 1745.
Questa località partecipa, come tutte quelle di cui parlerò, ai ter-
remoti che scuotono la penisola salentina: aggiungerò che quivi fn
avvertito il terremoto Calabro del 5 febbraio 1783, e quello di Oriente
del 1846.
h) Nardo — Fra gli storici è sorta una lunga discussione dalla quale
rimase comprovata la non autenticità della Cronaca Neritina: quindi
si dovrebbe mettere in dubbio anche la realtà dei fenomeni naturali
in essa accennati e quindi anche le notizie dei terremoti stati rovinosi per
Nardo nel 1245 [154] e del 1396 [268J. Io non voglio qui entrare in una
questione affatto estranea al mio assunto, tuttavia mi pare che, anche
ritenute apocrife le notizie dei citati parossismi, sia abbastanza compro-
vata resistenza di un centro neritino che in questi ultimi anni à dato
luogo a varie manifestazioni poco intense ed assai localizzate, fra le
quali citerò la forte scossa ivi sentita verso le 11^ ant. del 13 maggio
1890.
Questa località più che gli altri paesi della penisola salentina risentì
rovine per il terremoto d'Oriente del 1743.
e) Manduria — Terremoto tipico quello fortissimo del 26 ottobre
1826 [910]. nivale località Ai molto danneggiata dal parossismo del 1846.
e) Monteparano. Dai suoi pressi irraggiò lo scuotimento del 19 gen-
naio 1833 [937], stato meno intenso a Lecce.
f) Massafra — Terr*3moti tipici i due quasi rovinosi del 3 e 6 gen-
naio 1713 [619] : varie scosse minori fì-a cui quella delle 10^ Vt pom.
del 9 aprile 1893 stata mediocre a Taranto e lieve in altri luoghi.
g) Mottola — À dato questo focolare varie scosse minori, fìra cai
1898 VI 29.
Taranto, — Questa località partecipò ai terremoti esocentrici avver-
titi nella penisola salentina e le varie scosse che sembrano avvertite
isolatamente a Taranto forse irraggiano dal vicino centro di Massafra
0 da quello di Mottola.
Di notevole trovo che il grande parossismo lucano del 1857 fu molto
forte a Taranto e cosi pure quello di Messenia del 1886 : inoltre fU
ivi sentito lortemente il terremoto d'Albania del 1852 e leggermente
quello del Pollino del 1894 ed il siracusano del 1897.
A Ginosa sembra sia stato per lo meno fortissimo il terremoto di
Eossano del 1836.
CALABRIE 813
XX - Calabrie
FiG. 133
Le Calabrie costitaiscono ana reg^ionc della più alta Bismicità : anche
limitandoci a considerare i soli centri e distretti principali, vedremo
nel corso del presente capitolo quanti siano numerosi i focolari da cui in
og^ni tempo sono irraggiati terremoti violentissimi. Data tale complessa
sismicità riesce impossibile il tener conto di alcuni parossismi (1544 [412],
1614 [482], 1619 [489], 1621 [492J, 1624 [495], 1657 [539] e 1707 [613]),
intorno ai quali manchiamo assolutamente delle notizie riguardanti le
località colpite.
Marmanno^ Ckutrovillari, — Le varie scosse sentite a Mormanno
(ps. le forti del 1889 iv 25-26 ; 1890 vi 22) appartengono alle manife>
stazioni del distretto sismico del Pollino (cft*. pag. 799) ; qualcuna però
sembra più che a Mormanno essere stata intensa a Verbicaro (ps. 1894
vn 8).
Il centro secondario di Castrovillari à dato vari terremoti, quasi
tutti poco intensi ed assai localizzati : fl'a i più forti ricorderò i seguenti:
1841 via 18, 9'» nnt. ; 1845 v 31, 6»» pom. e vi V V ant. ; 1854 vra
22 : i due massimi sismici sono costituiti dalla scossa successa nella
notte 20 21 dicembre 1857 (cfì*..pag. 430) e dal breve periodo sismico
deir aprile 1898 [1292].
Degno di essere ricordato si è che oltre Castrovillari i terremoti
della Calabria Citra si sono propagati quasi sempre senza causare effetti
dannosi, e cosi pure dicasi di quelli irraggiati dai centri della Basilicata.
Vallo Cosentino, -^ È il distretto sismico della Calabria Citra che à
la più elevata sismicità. Il terremoto del 1887 [1183], che colpi in
special modo i dintorni di Bisignano, ebbe un'area meaosismica molto
ristretta. Al contrario successe In occasione del parossismo del 1854
[1016], la cui zona di massimo scuotimento si estese lungo il Vallo da
Montalto Uffugo a Paterno : essa fu poi parzialmente colpita dalle zone
pleistosismiche dei terremoti del 12 ottobre 1835 [946] e del 6 marzo
1886 [1170]: la prima à forma eiittica con il diametro maggiore fra
Castiglione Cosentino e Zumpano sulla destra del Crati : Taltro à egual
forma, ma si estende Invece fra Montalto Uffùgo e Marano Marchesato,
sulla riva sinistra di detto fiume.
Con il terremoto del 1854 si può forse identificare il parossismo del
814 CAPITOIiO XX
1184 [128], che sappiamo aver rovinato Cosenza e la regione del Vaile.
Infine abbiamo lo scuotimento del 5 ottobre 1870 [1077] che colpi con
maggior violenza una zona più a mezzodì della precedente, entro
cui stanno Figline Vegliaturo, Cellara, S. Stefano e Piane Grati.
La regione del Vallo partecipò con grandissimo danno al terremoti'
Calabro del 27 marzo 1638 con epicentro nei dintorni di Nicastro e
con la zona di massimo scuotimento ft*a i pressi di Cosenza e quelli
di Polla : la sua parte inferiore risenti altri danni per la scossa della
notte 8-9 giugno successivo : questa regione poi fino a Bisignano soffrì
di bel nuovo qualche rovina e lesioni più o meno considerevoli per i
parossismi calabri del 1783.
Riguardo ai terremoti esocentrici noto che nel Vallo si risentirono
tutti i fenomeni che più o meno sensibilmente &nno scossa Cosenza.
Cosenza. — Parecchi terremoti fortissimi o molto forti sentiti in
Cosenza, sembrano fenomeni corocentrici ; fì*a questi ricorderò i se-
guenti : 1784 [796], 1785 [798], 1836 [952], 1873 [1093], 1877 [1113] e
1883 [1152]; e ciò oltre a varie altre scosse, alcune delle quali anche
abbastanza violente ps. 1826 x 29; 1840 vm 18; 1846 m 11; 1850 vn
15-16 ; 1854 ni 1 e 16, rv 4 e ix 9 ; 1855 i 29, vm 17 e 20 e ix 7 e 17;
1859 n 16-24 ; 1860 vi 14 ; 1863 i 20 ; 1864 i 19 ecc. ecc.
Per ricercare la regione d'onde irraggiarono tali scuotimenti è ne-
cessario prendere in esame i danni causati a Cosenza dai maggiori
parossismi del Vallo : quello del 1184 sappiamo aver distrutto quasi
completamente la città, che rimase nel 1835 grandemente danneggiata
quantunque l'abitato sia estetùore alla zona più intensamente colpita.
Nel terremoto del 1854 Cosenza è compresa nella zona mesosismica ed
ivi furono sentite moltissime repliche, alcune delle quali abbastanza
violenti. I danni sofferti per quello del 1870 furono di gran lunga inferiori
a quelli toccati a Figline, a Piane, a S. Stefano ecc. e cosi pure dicasi
per lo scuotimento del 1886, rispetto alla zona mesosismica, ben s' in-
tende fatte le debite proporzioni per la diversa intensità avuta dal
movimento sismico airepicentro. Infine nel terremoto di Bisignano del
1S87 Cosenza trovasi esteriore anche all'area delle minori lesioni.
Ora le scosse fortissime o molto forti dianzi citate, e tutte le altre
abbastanza numerose che sappiamo aver colpito Cosenza, si debbono
ritenere fenomeni corocentrici alla regione del Vallo ; ma considerata
la posizione delle aree mesosismiche — specialmente quelle degli scuo-
timenti del 1854, 1835 e 1870 — ed i danni risentiti in tali occasioni,
non si può dire con quale di questi parossismi si possono identificare.
Riguardo ai terremoti esocentrici è utile ricordare che Cosenza
-fr
CALABRIE 815
^enne sconquassata dal parossismo di Nicastro del 1638 ; rarie rovine vi
causarono i terremoti calabri del 1783 e qualche danno quello cotro-
nese del 1832. Furono ivi iaoltre sentiti più o meno sensibilmente i
seguenti : 1456 Matese ; 1743 Malta - Oriente ; 1805 Sannio (leggiero) ;
1736 Craco; 1851 Melfi; 1857 Vallo di Diano ed Agri (forte); 1869
M^onteleone ; 1873 Marche ? (isolatamente leggiero) ; 1886 Messenia (me-
diocre) e 1894 Piana calabra (leggiero).
Rossano. — Il terremoto cosentino del 1870 ftiori dall'area me-
soslsmica riuscì rovinoso a Longobucco, località gravemente danneg-
giata dal parossismo cotronese della notte 8-9 giugno 1638 e compresa
insieme a Rossano ed a Corigliano in una zona sismica ben deter-
minata.
Eossano fu distrutto da terremoti violentissimi successi nel dicembre
968 [79] e neiranno 1556 [424]; sub! gravi danni insieme a Corigliano
ed a Longobucco nel dicembre 1824 [904] enei 24-25 aprile 1836 [948j.
Tutti i terremoti precedentemente ricordati ed anche il minore del
1^*46 [988] si identificano fra loro : quello del 1836, intomo al quale
abbiamo un materiale abbastanza completo, risulta aver avuto il centro
a mare, e precisamente nel lido prospiciente Rossano e Grosia.
Poche sono (e manifestazioni miDori date da questo centro : per
brevità ricorderò solo quelle della notte 11 settembre 1867.
Rossano è esteriore alla zona danneggiata dai terremoti Calabro-
messinesi del 1783 ; Crosia invece si trova compresa in quella dei
guasti leggieri. Longobucco in quella delle gravi lesioni causate dalla
scossa del 28 marzo. Questa località poi soffri rovine abbastanza gravi
per lo scuotimento cotronese del 1638 (vi 8-9) : danni lievi apportò a
questa regione il paressimo del 1832.
San Giovanni in tHore - Belvedere. — Fra la regione sismica di Ros-
sano e quella del Tacina, che fl*a poco prenderemo in considerazione,
abbiamo due centri sismici :
a) San Giovanni in Fiore. Focolare poco attivo : scosse quasi sempre
oltremodo localizzate. Maggiori manifestazioni sono i terremoti del 27-
28 maggio 1889 [1191] e del 6 dicembre 1897 [1286]. Altre forti : 1854
IV 19 e VI 18; 1890 ix 24; 1891 in 14; 1893 xn 1 ecc. ecc.
Mentre tutti i terremoti citati — ad eccezione di quello del 1897 —
furono fenomeni prettamente locali, una forte scossa successa a 2** 7^
circa del 30 gennaio 1894 colpi San Giovanni in Fiore e quasi con
eguale intensità Bocchigliero, Verzino. Pallagorio, Strongoli, Cutro ecc.
stendendosi sensibilmente air interno da Tiriolo a Cropalati e dalla ma-
rina di Calopezzati a quella di Catanzaro,
816 CAPITOLO XX
b) Belvedere - Umbriatioo. Dai pressi di questa località irraggiò U
violent'ssimo scuotimento del 14 luglio 1822 [899J.
Questa regione è esteriore alla zona stata danneggiata dai grandi
terremoti calabri del 1783, ma è compresa invece in quella dti due
parossismi cotronesi del 1638 (vi 8-9) e del 1832.
Ootronese. ~ Il terremoto dell' 8 marzo 1832 [934] mette in luce
una zona sismica con epicentro nei pressi di Cutro ed espansa specie
lungo il bacino del Tacina. Lo scuotimento deir 8-9 giugno 1638 [510
irraggiò certamente dal cotronese, ma, stando ai dati noti, la sua area
mesosismica non corrisponderebbe perfettamente a quella del 1832 : in-
fatti le località state da quello più colpite sarebbero compre3e in
una zona elittica lontana dal mare, comprendente Rocca Bemarda, Pe-
tilia, Mesurara e^c. : ma ciò potrebbe con ogni probabilità dipendere
da mancanza di notizie particolareggiate per altri paesi.
Per i grandi terremoti calabri del 1783 Cutro risenti gravissime e
numerose lesioni ai suoi edifici, pochi dei quali sofiìrirono in Altilia,
Cotrone, S. Severina, mentre Cotronei, Isola e Scandalo andarono im-
muni da ogni danno. Quello del 1894 fti inteso solo leggermente.
Tanto in occasione dei due parossismi del 1638 (vi 8-9) e del 1832
Cotrone trovasi ftiori dell'area di maggiori effetti dinamici, quantunque
quello del 1832 vi sia stato rovinoso e gravi danni vi debba aver ap-
portato l'altro del 1638 (vi 8-9) : ora le scosse di cui abbiamo solo no-
tizia per detta località — fra cui le forti : 1842 iv 1 e 11-12, 1855 vni
2-3, 1894 I 30 e vin 22 — potrebbero essere irraggiate dal centro
di Cutro e quindi identificarsi con il terremoto del 1832. Però noto
che quella del 22 agosto 1894 testé citata, mentre fu avvertita gene-
ralmente con panico a Cotrone, passò inavvertita a S. Severina.
Da questa area sismica provenne il piccolo maremoto susseguito da
lieve scossa, avvertita a Capo Rizzuto poco prima della prima grande
scossa del periodo sismico Calabro del 1783 (cfr. pag. 269).
Nicastro. — Il disastrosissimo terremoto del 27 marzo 1638 [510]
ebbe il suo epicentro nei pressi di Nicastro, ma come abbiamo visto,
mise a soqquadro la regione interposta fra Cosenza e Girifalco e Borgia,
località da cui irraggiarono altre violente manifestazioni corocentrichc.
Con il citato parossismo identifico il rovinoso del 20 luglio 1609
[476], quello molto forte del 1728 [649], forse anche lo scuotimento
quasi rovinoso del 12 agosto 1821 [894] e varie altre scosse riuscite
innocue, fra cui le seguenti forti : 1826 vin 31, 1868 vn 10 ecc., ecc.
Per il parossismo del 1659 Nicastro soffti qualche danno e forse
anche per quello del 1791 : nel 1783 ebbe poche case rovinate e le
*
OALABRIE
817
altre lesionate: il terremoto Calabro del 1894 non vi apportò il menomo
clarino. Tatti i maggiori parossismi del Vallo Cosentino, quantunque
toc-temente avvertiti (eccezion fatta per quello di Bisignano del 1887
olle fa lieve), non causarono ai suoi ediUci la più piccola lesione.
Borgia - Oirifalco. — Dai pressi di Girifalco, Borgia e San Floro,
e^bbe origine il grande terremoto del 28 marzo 1783 [789] che si iden-
FiG. 13:j
tifica con gli scuotimenti rovinosi che nel marzo - aprile 1626 [500] tor-
mentarono Girifalco, causandovi gravi rovine.
Da questo stesso distretto irraggiò la scossa avvenuta a 3** ant. circa
del 26 ottobre 1893, stata forte specie a Borgia.
Per i terremoti del 1783 Girifalco in parte fu distrutto ed in parte
i suoi edifici furono resi inabitabili ; Borgia all' incontro venne com-
pletamente abbattuta : nel 1638 tali località sono comprese nella zona
disastrosa, e nel parossismo del 1659 in quella quasi rovinosa : solo
in Borgia lo scuotimento del 1894 causò qualche leggiera fenditura.
Baratta / Terremoti eoe. ^
818 CAPITOLO XX
Catanzaro. — Fra le regioni sismiche di Girifalco e di Nicasiro.
sorge la città di Catanzaro. Questa città fa molto danneggiata dal ter-
remoto del 1626, che ebbe, come testé ò detto, suo epicentro nei pressi
di Girifalco : nel 1638 risenti gravi rovine (epicentro Nicastro), nel 1*>59
pochissimi danni (epicentro Arena - Castelmonardo) e vari nel 1743.
Nel 1783, in occasione dei grandi terremoti calabri, ebbe pochissimi
guasti per le prime due grandi scosse (epicentro: Piana e Scilla;,
maggiori per quella del V marzo (epicentro : Follia), maggiori ancora
per le altre due successe al 28 marzo (epicentro : Girifalco - Borgia
ed al 29 luglio (epicentro, come dirò fra poco, si trova nel versante
jonico). Rovinoso vi giunse il terremoto cotronese del 1832 e fortissimi
o molto forti quelli di Cosenza del 1870 e del 1884.
Ora vari danni ebbero anche i suoi edifici per alcune scosse sentite
neli'estate-autunno 1821 [894] ; anzi pare che questi scuotimenti accen-
nino un centro ben distinto da quello di Nicastro. A tale conclusione
ci apporterebbe pure ìt> studio di alcune scosse avvenute durante ii
periodo sismico del 1869 (ps. vii 30) e specialmente in quello grandioso
che sconvolse la Calabria ed il Messinese nel 1783 (ps. 1783 m 9 e rv 5 e
7) le cui date non trovano riscontro con quelle segnalate in Monteleone
dal dottor Pignatari ed anche di altre che sembrano irraggiate dai
pressi di Tiriolo.
Riguardo ai terremoti esocentrici furono quivi in modo affatto in-
nocuo sentiti più 0 meno sensibilmente i seguenti : 1743 Malta- Oriente :
1832 Cotronese ; 1854 Cosenza (forte) ; 1856 Candia (forte) ; 1857 Basi-
licata e Salernitano (mediocre) ; 1877 Cosenza (forte) ; 18S1 Polistena
(leggiero); 1886 Messenia (mediocre) ; 1887 Bisig^ano (lieve) : 1894 Piana
calabra (forte).
Litorale del Golfo di Sant' Eufemia, — Il terremoto rovinoso del-
l'ottobre 1687 [570] colpi in special modo Tropea, presso cui ebbero
anche loro centro alcune scosse del periodo sismico iniziatosi nel 1788
(ps. 1783 V 15). Questo centro con ogni probabilità è a mare.
Dai pressi di Monteleone irraggiò il violentissimo terremoto del 28
novembre 1869 [1071], la scossa fortissima del 4 maggio 1884 [1156J,
molti scuotimenti del periodo sismico del 1783 ed anni seguenti (vedi
a questo proposito a pag. 290-91), le più intense manifestazioni del pe-
riodo sismico del 1886 [1170], il cui massimo del 6 febbraio colpi pure
la borgata Limpidi, la scossa del 2 luglio 1892 [1216] ecc. ecc.
Dai pressi di Monteleone ebbe orìgine il terremoto del 12 ottobre
1791 [822] che agitò quasi V intera Calabria facendo rovinare molte
località ; parrebbe che a causare tante rovine abbia cooperato il ri-
sveglio di vari centri, primi fra tutti quelli di Soriano, quindi quelli
di Pizzo, di Briatico e di Tropea.
CALABRIE 819
La scossa successa a 3^ ant. del V genuaio 1865 e le repliche suc-
cessive sembrano state più intense a Briatico : altre invece — ps. varie
elei 1886 [1170] — colpirono più fortemente Pizzo. Infine parecchi
terremoti urtarono con violenza varie di queste località : ricorderò ps.
lo scuotimento delle 4*» ant. del 2 luglio 1892 che fa forte a Pizzo ed
a Monteleone : quello del 6 settembre 1735 [667] che inferse qualche
danno a queste due città ed a Briatico.
Infine noto che una forte scossa successa nel pomeriggio del 5 ot-
tobre 1889 [1192] colpi Tropea e spiegò qui3i la stessa intensità a
Stromboli ed a Rosamo : anche il terremoto del 22 settembre 1891 (4*»
^/i ant.) fu sentito con quasi eguale forza a Stromboli e sulla costa cala-
l:>ra : ma su ciò ritornerò a parlare.
I grandi terremoti calabri del 1783 apportarono nel loro complesso
sì a Monteleone che a Pizzo ed a Briatico danni rilevantissimi ; minori
iic risenti Tropea : gravi fnrono quelli inferti dai parossismi del 1638
e del 1659. In tali località furono inoltre più o meno sensibilmente
avvertiti con frequenza gli scuotimenti irraggiati dai centri della Ca-
labria Ultra I, ed in minor numero quelli della Citra e del Messinese.
A Tropea ed a Monteleone riusci fortissimo il terremoto Calabro del
1894, ed a Pizzo solo molto forte.
Follia 'Sariano. — Il terremoto del 7 febbraio (20»» 20») 1783 [789
pag. 276)1 ebbe suo centro nei pressi di Soriano, Taltro accaduto al V
marzo invece colpi in modo funesto essenzialmente Pollia e dintorni.
Ora Sorlano in occasione del parossismo del 1659 [542] fu si terribile
mento conquassato che pochi de' suoi abitanti poterono sfuggire al-
l'immane catastrofe ; anche Pollia in tale occasione venne quasi adeguata
al suolo. L'area epicentrale à forma elittica, con 1' asse maggiore in
senso NNE-SSW, che include Arena, Castel Monardo, Pollia, Monterosso,
Capistrano, Filogaso, Pizzoni, Soriano, Gerocarne ecc. ecc. vale a dire
comprende le due aree epicentrali urtate separatamente negli scuoti-
menti del 7 febbraio e del 1^ marzo 1783.
II terremoto del 7 dicembre (*) 1743 [Cì>^S] con probabilità irraggiò
pure dai pressi di Soriano : le notizie che si ^nno intorno a questo
massimo sismico sono poco numerose, tuttavia l' identificazione pare
non si possa mettere in dubbio ; aggiungerò inoltre che la zona pici-
stosismica di questo terremoto corrisponde quasi a quella rovinosa del
7 febbraio 1783 ; 20»» 20'» [789 (pag. 276)].
(1) AjTsrlunta al N. 688 (paff. 224). il Dr. F. Pljfnatari ù potuto (Pel terremoto dei 1743
ecc.) far conoBcere Torà In cui avvenne tale terremoto, che secondo un ms. del tempo
sarebbe accaduto a di 7,45 notte.
820 CAPITOLO XX
Piana Calabra, — Questa regione sismica è nettamente definita dalla
linea che delimita la zona della prima grande scossa dei terremoti Ca-
labro-messinesi del 1783 (cfr. pag. 269), con la quale si identificano le
seguenti manifestazioni sismiche: il terremoto del 1702 [599], qualche
scossa del 1806 [853], il terremoto del )2 marzo 1828 [915], il periodo
sismico del 1851-52 [1006], le scosse del 13 settembre 1876 [1110] e
del 28 aprile 1881 [1139], il grande scuotimento del 1894 [1243] ecc.
Il centro con probabilità trovasi a mare, non molto lungi dalla cost^
fra Bagnara e Palmi, ma spesse volte, per la natura del terreno, le
varie manifestazioni sembrarono più intense in altre località comprese
nell'area mesosismica della prima scossa del 1783, e specialmente a
Polistena, ad Oppido, a Tresilico ecc. ecc.
Riguardo ai ten*emoti esocentricl la Piana partecipò a quelli stessi
che sogliono scuotere Reggio : in generale però ivi furono sentiti molto
più fortemente quelli originati dai focolari della Calabria Ultra II e
più affievoliti vi giunsero gli altri irraggiati dal messinese.
Degno di speciale menzione è il terremoto di Messenia del 1886 che
eccezionalmente risultò molto forte ad Oppido.
Scilla. — Questo centro è a mare : alla sua attività oltre a mani-
festazioni minori dobbiamo la seconda grande scossa del 1783 (cfr.
pag. 275 e 280) susseguita dal celebre maremoto di cui ò parlato a
lungo nelle testò citate pagine.
Con tale fenomeno sismico si identifica pure la scossa stata molto
forte a Gallico, Calala, Scilla e Reggio del 3 agosto 1724 [638] e cosi
pure varie repliche dei periodi sismici del 1783 ed anni seguenti (ps.
1784 VI 7 alcune violenti) e del 1894.
Reggio. — I terremoti del 18 [4], del 362 [37], del 1509 [373], del
1549 [416], del 1599 [463] e del 1780 [777], ed altri parecchi anno colpito,
stando alle notizie da me ritrovate, con eguale intensità tanto Reggio
quanto Messina. Ò già a suo luogo parlato dei danni int<erti a tali
città dai vari bene identificati massimi sismici del periodo di scuoti-
menti iniziato con il febbraio 1783 : è necessario tener presente che
sì la prima che la seconda delle principali scosse causò rovine consi-
derevoli a Reggio ed a Messina, le due più antiche e popolose città che
si trovano nella zona violentemente commossa. Ora, come ognuno può
facilmente immaginarsi, per i terremoti avvenuti in epoche antiche, ci
sono state conservate dai cronisti e dagli storici, solo le notizie riguar-
danti i danni causati ai più cospicui centri abitati, quindi riesce im-
possibile il poter stabilire, alla stregua dei fatti conosciuti, se le scosse
rovinose o disastrose in principio di questo paragrafo ricordate, siano
manifestazioni del centro di Scilla o di quello della Piana.
OALABRIE 821
Faccio inoltre osservare che varie notizie ci inducono ad ammettere
Inesistenza di un focolare speciale messinese (di cui parlarò in apposito
capitolo) e di un altro reggino, intomo al quale è necessario ora bre-
vemente accennare.
Vari sono i terremoti che furono più intensi a Reggio che non a
Messina : citerò i principali : 1230 [148], 1310 [211], 1561 [430], 1747
[696], 1770 [750], 1783 VI 11, 1785 n 6 e m 17 [789], 1836 [949], 1839 [962],
1841 [965J, 1876 [1110], 1892 iv 7, 4»^ 50™ ant. ed anche la replica del
parossismo del 1894 avvenuta alle 23** 7" del 16 novembre, la quale fu
Torte a Reggio e solo sensibile a Messina e nella Piana.
Riguardo alla posizione anche approssimata di questo centro poco o
nulla sappiamo : ricorderò che la scossa delle 5*» 7* pom. circa del 7
aprile 1892 [1216] fu forte specie nel triangolo Reggio- Valanidi-Sinopoli,
e che il piccolo terremoto Calabro delle 8** 40° circa del 19 maggio
1897 colpi in modo speciale Bagaladi : il primo fu un po' meno intenso
a Messina^ il secondo invece vi passò completamente inosservato e
riasci solo leggiero a Reggio.
I terremoti della Piana urtarono sempre violentemente la città
di Reggio, che riportò — proporzionalmente all'intensità avuta, dallo
scuotimento airepicentro — danni più o meno gravi. Con minor energia
anno invece agito su Reggio le manifestazioni sismiche irraggiate dai
focolari messinesi, qualcuno dei quali però vi causò lievi guasti.
Degli altri esocentrici prevalgono quelli originati dai focolari della
Calabria Ultra II (1638 forte ; 1659 forte ; 1743 fortissimo ; 1869 leg-
giero) e della Citra (1824 ; 1854 leggiero ; 1870 leggiero ; 1887 mediocre).
Più difficilmente si risentono i terremoti eolici (1S92 e 1894 lievi) e si-
racusani (1693 e 1897 forti) ; difficilmente si propagano lino a Reggio
lo scosse di origine etnea (1818 ; 1884 mediocre) e dei centri conti-
nentali (ps. 1456 Matese, 1857 Lucania). In tale città infine furono sentiti
alcuni terremoti d'origine orientale che anno commosso parte dell' Italia
meridionale e della Sicilia (ps. 1743 fortissimo; 1810; 1870 leggiero;
1886 mediocre ; 1898 mediocre).
Versante Ionico. — Ò altrove notato (cfr. pag. 271) come in occa-
sione dei gi'andi terremoti calabri del 1783, il versante jonico sia stato
poco sconquassato dalle terribili concussioni in allora accadute : a suo
tempo ò poi anche accennato come alcune manifestazioni di indole si-
smica (maremoti, scosse) si possono ritenere fenomeni endogeni coro-
centrici a tale versante. Ora cercheremo di fissare la posizione dei
principali focolari, ommet tendo quello cotronese, avendone a suo tempo
parlato (cfr. pag. 816). Ecco i principali :
a) Montauro — Presso questa località, nel golfo di Squiilace, tre-
822 OAPTTOLO tX
viamo un centro s<)condario messo in evidenza dai fenomeni success
nel dì 7 marzo 1783 [789 (pag. 290)1. Montauro trovasi esteriormenie
alla isosisma delimitante la zona dei più gravi danni del paro8Sisiiir>
del 1659, per il quale però ebbe varie case rovinate : nel 1783 Tabi-
tato in parte venne distrutto ed in parte reso inabitabile.
b) Davoli — Da questo focolare, pure secondario, irraggiò fìra raitr«:>
una scossa alquanto forte successa sulT imbrunire del 12 luglio 1836.
Per il terremoto del 1659 tale paese soffrì maggiori danni che non
Montauro : per quelli del 1783 invece quasi egualmente.
e) Badolato — Terremoto tipico è quello del 19 giugno 1640 [51oj.
che^ con le repliche che tennero dietro al massimo sismico, distrusse
tale paese, il quale sofifii rovine e pianse varie vittime per il paros-
sismo Calabro - messinese del 1783.
d) Stilo — Manifestazione tipica è la scossa molto forte del 12 di-
cembre 1679 [592j. Per il terremoto del 1659 ebbe poche case distrutte :
per quelli del 1783 gli edifici furono tutti lesionati e resi inabitabili.
Il terremoto del 16 luglio 1712 [618] fti di pretta origine ionica*
avendo violentemente colpita la zona litorale fra Stilo e Bruzzano, lo-
calità che nel 1783 fa in parte distrutta.
e) Roccella Jonica — Nel mare prospiciente questa località ebbe
origine il maremoto della notte del 7 gennaio 1784 (cfr. pag. 291) :
Roccella e Caulonia soffrirono per il terremoto del 1715 [622] stato pure
molto forte a Reggio.
f) Gerace — Di tutti i considerati è il focolare più importante da
cui sono irraggiate varie manifestazioni, cioè : il terremoto rovinoso del
12 settembre 1720 [635], varie scosse dei periodi sismici del 1783 (ps.
1783 VII 29 e 1784 x 14), 1806 (ps. x 6), del 1886 (ps. iv 5) e del 1889
(ps. X 14), e varie altre quivi state più intense che altrove, oppure af-
fatto locali (ps. 1854 vm 9, 1855 ix 14 ecc.)
A Gerace ed a Gancio la scossa del 14 ottobre' 1784 fu stimata assai
più intensa di quella del 28 marzo 1783; Gerace nel 1783 in parte fu^
distrutto ed in parte reso inabitabile.
Presso questa città trovasi Sidemo, Tunica località del versante jonico
che risenti gravissimi danni in occasione del parossismo del 12 ottobre
1791 [822]: per quelli del 1783 soffrì nello stesso grado di Gerace.
g) Africo — Fra Africo e Bova ebbe suo centro il terremoto del
29 maggio 1889 [1192].
Faccio notare che ad Africo fu molto forte il terremoto jonico del
28 maggio 1897 e che a Bova fu fortissimo quello di Messenia del
1886 : nel 1783 mentre la prima di tali località venne interamente di-
strutta, Taltra soffri in minor grado, giacché i suoi edifici solo in
parte furono rovinati.
ISOLE EQUE 823
Il verBante jonico testé considerato in occasione del terremoto Calabro
del 1894 fa urtato con forza ; non andarono esenti da danni, qoan-
txinqae lievissimi, Gerace, Sidemo, Ardore, ecc.
XXI - Isole Eolie
FiG. 133.
Le isole componenti T arcipelago eolico parteciparono in modo vio-
lento ai periodi sismici Calabro - messinesi del 1780 e del 1783; senza
alcun danno vi giunsero pure altri terremoti della costa sicula (ps.
1693, 1717, 1823) e calabra, e qualcuno di provenienza orientale (ps.
1886 Messenia).
Alicuri, — Nel mare fra quest' isola e* la vicina Filicuri ebb« suo
centro il terremoto del 16 marzo 1892 [1216], il più violento fenomeno
sismico deir Eolle registrato nella cronistoria sismica. Uguale origine
ebbero pure le repliche che tennero dietro al massimo sismico.
Rispetto ai terremoti esocentricl è da notarsi che il parossismo Ca-
labro del 1894 fu in quest' isola sentito solo lievemente.
IHlicuri. — Vari danni risentì quest' isola per il terremoto di Fili-
curi del 1892 : forte vi giunse quello di Salina del 1894 e mediocre
quello di Monte Albano Elicona del 1893. Oltre a questi fenomeni eso-
centricl, in quest' isola ebbero origine vari scuotimenti che si possono
ritenere corocentrici, il maggiore dei quali si è il terremoto del 27 di-
cembre 1894 [1247], che si identifica certamente con altre scosse minori,
per esempio la 1895 i 9.
Aggiungo inoltre che il signor Arcidiacono (Sul periodo eruttivo del-
l'Etna dal 19 luglio al 5 agosto 1899, in € Atti Acc. Gioenia di Se.
Nat. » Serie IV, Voi. XIII, N. 17, Catania 1900, pag. 9) dà notizia di
un nuovo massimo sismico accaduto a Filicuri nella notte del 30 giugno
1899. A 22*» 15" fu ivi sentita una forte scossa ond. N.-S. seguita da
altre cinque nel!' intervallo di 1*» ^4^ meno intense, ma assai sensibili.
Gli abitanti spaventati si riversarono all'aperto; molti fabbricati ri-
portarono lesioni.
Salina. — Le più intense manifestazioni di questo centro sono co-
stituite dal periodo sismico 29 luglio -3 agosto 1894 [1240]. Scosse vio-
lenti accaddero al 16 novembre 1885 [1166] ed al 27 giugno 1891 [1201]
e altre alquanto forti al 29 luglio 1894 e all' 11 gennaio 1897.
824 OAPITOLO XXI
Quivi Al fortissimo il parossismo di Alicnrl del 1892 e forti qnellì di
Naso - Palermo del 1823, di Lipari del 1892, di FiUcnri del 1894, d.
Calabria del 1894 ecc.
Lipari. — Quest' isola, la maggiore del gruppo delle Ek)lie, spesso è
scossa da terremoti in generale lievi, i maggiori dei quali quasi sempre
in coincidenza con i periodi eruttivi di Vulcano : ps. 1731 [657]. Per'»
non mancano scosse di natura locale, la più intensa delle quali è quelU
sentita nel di 20 marzo lb41 [968] : in generale però sono lievi e n<:>n
si propagano air infuori deir isola.
Dei parossismi esocentrici ricorderò che i Calabro -messinesi del 178-^ e
1894 furono assai intensi e che abbastanza forti vi giunsero i seguenti :
1823 Naso - Palermo ; 1893 Monte Albano - Elicona ; 1894 Salina....
Vulcano. — In generale le eruzioni di questo vulcano avvengODo
senza scuotimenti importanti di suolo.
Stromboli. — I maggiori parossismi di Stromboli sono accompagnati
da scosse abbastanza violenti ma che difficilmente si propagano aJ-
r infìiori deir isola. Ricorderò i terremoti fortissimi del 25 febbraio
e del 22 maggio 1888 [1185], del 26 gennaio 1891 [1201] e del 29 gen-
naio 1893 [1227]. Fra i minori non sono da ommettere i seguenti:
1882 XI 14-29 ; 1885 vi 25 ; 1892 vm 7 ; 1893 i 29 e vm 11 ; 1894 v
26-27 ; 1896 vn 13 e xn 13 ; 1897 vn 17 ecc.
Tutti questi terremoti irraggiano dal focolare vulcanico e sono origi-
nati da quelle cause stesse che determinano quei parossismi eruttivi, che
di tempo in tempo sogliono interrompere la ritmica e caratteristica
attività del vulcano.
Però alcuni terremoti urtarono con violenza tanto V isola di Stromboli
quanto la prospiciente costa calabrese : ad esempio lo scuotimento ac-
caduto circa a 4^ V4 ^i^^* ^^^ ^^ settembre 1891, sentito con quasi
eguale intensità si lungo la costa da Maratea a Messina che allo Strom-
boli (quivi però fu un po' più lieve), accenna ad un centro con pro-
babilità posto a mare, fra V isola di Stromboli e la costa tirrenica, —
sulla quale abbiamo anche i centri di Pizzo, di Briatico e di Tropea (cfr.
pag. 818-19) — ma più al lido Calabro vicino. A questo uopo ricorderò
pure la scossa del 5 ottobre 1889 già menzionata (cftr. pag. 819) sen-
tita con quasi eguale intensità sia a Stromboli che a Tropea ed a Ro-
sarno e lievemente a Scilla, al Faro ed a Gerace.
Infine un altro scuotimento successo circa a 9*^ Vt pom. del 4 lu-
glio 1892 [1216] accenna ad un epicentro fra V isola di Stromboli e
la costa fra Milazzo e Messina. Infatti tale commozione stata forte nella
-» » I --
SICILIA 825
3 rima località, lo fa un po' meno nella seconda e riuscì sensibile a
Messina, Nicotera, Tropea, e lieve a Gioia ed in altri luoghi fra cui
Roggio Calabria.
XXII - Sicilia
La Sicilia presenta varie regioni sismiche assai importanti : prime
fra tutte il messinese, V Etna, il siracusano ed in secondo grado Palermo
oon Ustica, le Madonie, il trapanese e Sciacca : specie nelle prime si
riscontrano numerosi centri, alcuni de' quali bene determinati.
Data tale complessa sismicità, riesce impossibile il poter stabilire da
quale regione sismica siano stati originati parecchi violenti terremoti,
intorno ai quali non abbiamo che vasche notizie generali quali sarebbero,
quelli successi negli anni seguenti : 177 [18], 326 [33], 357 [36], 659 [53].
797 [60], 963 [78], 1069 [96], 1163 [119], 1191 [129], 1198 [134], 1205
[136], 1281 [179], 1309 [210], 1360 [243], 1395 [267], 1442 [302], 1450
[310], 1522 L382], 1539 [404]
Esaminiamo separatamente la sismicità di questi distretti di attività
endogena.
A) MESSINESE (Pig. 134).
Messina. — - Ò altrove accennato (cfìr. pag. 820-21) come Messina abbia
partecipato insieme a Reggio di Calabria a molti terremoti riusciti più
o meno funesti per ambedue le città : così pure 6 parlato dei danni
causati a Messina dai terremoti del 1783 e della probabile esistenza di
un centro sismico zancleano da cui sarebbero irraggiati i seguenti ter-
remoti stati più 0 meno dannosi ai suoi edifici: 1390 [265], 1448 [306],
1493-94 [353], 1499-1500 [360-361], 1513 [377], 1538 [402], 1635 vili 12
[509], 1720 IX 9 [635], 1817 [879], 1851 iv ii [1001]. E ciò oltre a molte
scosse violenti del periodo sismico iniziato nel 1783, che troppo lungo
sarebbe voler enumerare, ed a varie altre riuscite violenti, ma innocue
(ps. 1509 ii-iv ; 1720 i 15 ; 1875 v 24 ; 1889 varie).
Anche la notizia del violento maremoto accaduto in occasione del
parossismo del 1649 [578], che colpi più intensamente Messina che non
ìlGggif^n mi pare sufficiente indizio per far ritenere con certa probabilità
tale fenomeno di origine messinese.
Ora per poter, sia pure con approssimazione, fissare la posizione del
centro o dei centri di scuotimento, le cui manifestazioni anno urtato
ed urtano in modo speciale la città, è necessario prendere in esame
826
CAPITOLO xxn
i maggiori terremoti corocentrici al territorio zancleano, e precisa
mente quelli delle qaali, per le notizie a noi giunte, riesce possibile
fissare la zona di più intensa commozione. Consideriamo i segnenti :
Anno
Località più colpita
intensità avuta a li^sia
1613
Naso (disastroso)
qualche danno
un
Castroreale (rovinoso)
non si parla di danni
1729
Patti, Milazzo Castroreale (forte)
forte
1732
Milazzo, Castroreale (molto forte)
molto forte
1736
Cimìnna, Naso
?
1739
Naso (disastroso)
?
1740
Taormina (forte)
forse non avvertito
1783
Milazzo (molto forte)
forte
1786
Naso (disastroso)
quasi rovinoso
1823
Naso -Palermo (disastroso)
molto forte
1831
Milazzo (fortissimo)
?
1880
Mistretta (fortissimo)
•
forte
1888
Spadafora (molto forte)
id.
1893
Monte Albano Elicona (fortissimo)
mediocre '
1898 vili 6
Larderia, Tremestieri, Zaffarla (fort.*")
forte?
» vili 11
Rometta (fortissimo)
molto forte '
1
Adunque fra i terremoti considerati quelli irraggiati dai pressi di
Naso e di Rometta furono quelli che, proporzionalmente airintensità avuta
all'epicentro, furono con maggior violenza sentiti a Messina. Degli scuo-
timenti di cui abbiamo solo notizia per questa città, specialmente ì più
recenti, se fossero provenuti dal focolare di Naso, a me pare che qualche
notizia sarebbe a noi giunta: i centri di Larderia e di Rometta sono
inoltre i più vicini alla città e tali paesi, rispetto all'importanza econo-
mica, politica e scientifica di Messina, sono quasi trascurabili : quindi
a me sembra di non andare oltre ad una logica interpretazione dei
fatti con il supporre che gli scuotimenti dei quali abbiamo solo notizia
per Messina, o che quivi risultano stati più intensi, siano identificabili
in massima con quelli successi nel 1898.
Oltre ai fenomeni provenienti dai focolari messinesi, a quelli che ab-
biamo considerati come messinesi-reggini ed a quelli della Plana Calabra,
recò danni gravissimi il parossismo di Nicastro del 1638 ed il disastroso
SICILIA ' 827
erremoto siracnrano-catanese del 1693. Furono inoltre più o meno
(onsibilmente intesi i seguenti : 1456 Molise (forte) ; 1537 Etna ; 1566
vtitndsLZzo (forte) ; 1638 Nicastro ; 1659 Soriano (forte) ; Avellino, Basi-
icata 1694 (lieve); Val di Noto 1726; Malta-Oriente 1743 (fortissimo);
M£ilta 1810 (forte); Acireale-Nicolosi 1818 ; Cotronese 1832 ; Malta 1846;
^Vngu8ta (Siracusa) 1848 (forte) ; Tresilico (Reggio C.) 1852 (forte) ;
Monteleone 1869 (lievp) ; Oriente 1870 (forte) ; Cosenza 1870 (lieve) ;
Polistena (Calabria) 1881 (sensibile) ; Linguaglossa (Etna) 1884 (me-
diocre) ; Messenia 1886 (mediocre) e 1889 ; Eolie 1892 ; Filicuri (Eolie)
1894 (lieve); Siracusano 1897 (forte) ; Bacino delJonio 1897 (mediocre) ;
Tripolizza (Grecia) 1898 (mediocre) ; Mineo-Caltagirone 1898 xi 1» e S*»
(isolatamente).
Premesse le notizie sulla sismicità di Messina, è necessario ora rin-
tracciare la posizione dei principali centri di scuotimento. In questa
provincia lo studio topografico dei terremoti corocentrici ci porta a
conoscere due importanti distretti : il primo comprendente la zona lito-
rale orientale fra il Faro e Taormina, il secondo quella settentrionale
fra il Faro ed il Capo Orlando.
Faro-Taormina, — Questa i*egione, che venne violentemente inte-
ressata dai terremoti del 1780, di cui vedremo ora il probabile luogo
d'origine, comprende i seguenti focolari di scuotimento :
a) Faro — Qualche scossa di piccolissima importanza (ps. 1889 iv
6) sembra essere irraggiata più che a mezzodì a settentrione circa della
città e precisamente tra il Forte Spuria e Ganzirri.
b) Dintorni di Messina — A pochi chilometri a mezzodì della città,
e precisamente dai pressi di Larderia, Tremestieri e Zafifaria, ebbe ori-
gine il terremoto fortissimo del 6 agosto 1898 [1358], con il quale foi*se
8i identifica la maggior parte degli scuotimenti che abbiamo ricordati
a pag. 825.
e) Scaletta — Quivi ebbero origine le scosse localizzate del 13 luglio
1823 (900: pag. 351).
d) Ali - Fiumedenisi — I terremoti del 1780 [777 J colpirono in special
modo le due citate località : si identificano con quelli del 10-12 marzo
1882 [1145J, che riuscirono intensi ad Ali Superiore ed appena avvertiti
alla marina ed a Fiumedenisi.
e) Taormina — Dai pressi di questa città irraggiarono le violenti
scosse del 18-14 giugno 1740 [680] e quelle del novembre 1891 [1210]
che fra loro si identificarono.
Faro - Capo Orlando, — In questo disti*etto, che à una sismicità
828
CAPITOLO XXII
molto più elevata del precedente, troviamo isegaenti centri prìncipali-
a) Rometta — Dai pressi di RomettH irraggiò il terremoto fortidsJn.
deir 11 agosto 1898 [13581 e molte le repliche susseguenti ; così pir:
dicasi di alcune scosse del 1893.
h) Milazzo - Castroreale — Dai dintorni di Milazzo irraggiarono !v
scosse fortissime del 26-28 aprile 1783 [789 : pag. 290] e le rovinose *\ •
gennaio febbraio 1831 [926]. Le due forti intese nella notte del 6 mar?
1823 [900 ; pag. 351] pare siano state più che altrove violenti a S. Luci: .
A Gastroreale furono invece assai più dannose le scosse sentite nr.
1716-17 [626] ed intense quelle del 1846 vn 27, 1888 xn 26, eoe,
Milazzo, Castroreale e Pozzo di Gotto ebbero qualche danno per :]':
terremoto sentito nel di 28 marzo 1732 [662] : tali località insieme
Patti avevano già sofferto per altre scosse avvenute sul flnir del giujrr
1729 [652].
I
1
Fio. 134
I terremoti calabri del 1783 causarono danni anche a questi paesi ;
quelli del 1894 furono forti a Milazzo ed intensi a Patti : la prima di
queste località fu pure danneggiata dal parossismo di Nicastro del 1638.
Patti invece lo venne lievemente da quello di Monte Albano Elicona
del 1893 e soffri pure alcun poco per il grande terremoto siracusano
del 1693. A Castroreale e dintorni furono intese nel 1894 varie scosso
provenienti dal focolare di Linguaglossa.
e) Monte Albano Elicona. — Terremoti tipici possono essere conside-
rati quelli del 1893 [1229], quantunque qualche scossa sembra irraggiata
da centri secondari posti nelle vicinanze di Rometta, di Novara di
Sicilia ed anche di Moio.
d) Naso — Da questo centro, il più attivo, irraggiarono i violenti
terremoti dell'ottobre 1598 [462], del 25 agosto 1613 [481], del 16 agosto
-f- —
SICILIA 829
736 [669], del maggio 1739 [676], del marzo-luglio 1786 [803] e varie
coBPe della primavera del 1823 [900].
Htfe scosse del 1786 danneggiarono assai oltre a Naso^ S. Piero Patti,
>llveri, Tindarl, Scala ed anche Messina. Nel grande terremoto del
.B23, come ò detto, le prime scosse furono fortissime a Naso e solo
iciremente avvertito a Palermo : il massimo sismico riuscì disastroso a
^^a80 e danneggiò gravemente per le cause già accennate (cfr. pag. 351)
:utto il litorale fino a Palermo. Con tale parossismo si identifica quello
lei 1736 [669] stato rovinoso a Naso ed a Ciminna, e forte a Palermo.
Per il grande terremoto siculo del 1693 Naso risenti gravi danni:
Ivi furono intese pure scosse corocentriche (cfV. pag. 172), fra cui
quella del 9 aprile 1694, che urtò la zona Patti - Capo Orlando.
Mistretta. — La maggior manifestazione di questo centro è il vio-
lento terremoto del 1-14 dicembre 1880 [1134], che si identifica con le
scosse forti ivi sentite nel 3 e 4 ottobre 1867.
B) ETNA (Pig. 134).
Tutte le grandi eruzioni eccentriche dell' Etna, per le forze istesse
che determinarono le squarciature radiali e reiezione del magma la-
vico, sono sempre precedute, accompagnate e susseguite da un corteo
più o meno lungo ed intenso di fenomeni sismici. Siccome poi tali
squarciature sogliono avvenire sui vari fianchi del cono ed a varie
altezze, ne viene che l' intera regione vulcanica è soggetta a terremoti :
però in certune, specie le più basse, sogliono i movimenti sismici es-
sere più numerosi e violenti : tali terremoti però, per le ragioni state
già altrove accennate (cfr. pag. 777), sono fenomeni eminentemente
localizzati, caratteristica vera di quelli di indole vulcanica.
Non è qui il luogo di parlare del meccanismo di questi movimenti
del suolo e dei loro rapporti topografico - cronologici con le manifesta-
zioni eruttive : in questo capitolo cercheremo solo di fissare le regioni
più colpite dai terremoti, enumerando solo quelli che si possono con-
siderare come veramente tipici. Quindi da questa rapida rassegna sono
ommessi parecchi fenomeni, primi ft*a tutti i seguenti successi negli
anni 1285 [182], 1323 [221], 1329 [224]. 1381 [256], 1408 [281], 1444
[303], 1536 [395], 1566 [438], 1603 [470], e 1651 [530], intorno ai quali
manchiamo di ogni notizia particolareggiata, sapendosi solo che urta-
rono violentemente la regione etnea.
LingiLoglossn. — Terremoto tipico il fortissimo della sera del 10 gen-
naio 1884 [1155]. Il 3 agosto 1879 [11281 una scossa molto forte colpi
tale localit'i insieme a Piedimonte ed a Molo.
830 CAPITOLO X3UI
Noto che qualche scossa sentita nel 1893, mentre cioè perdaravan*
le manifestazioni sismiche nei pressi di Monte Albano Elicona (cfr. pa
gina 828), si mostrò più che altrove intensa a Molo.
Raìid<izzo. — li parossismo endo-geodinamico che costituì il cortei
dei fenomeni eruttivi avvenuti nel 1874 [1099] colpi in special moti
Randazzo : ciò pure era accaduto in occasione dei terremoti del m.i-
vembre 1566 [4381.
Ademò'BronU- MiUtto, — Dai pressi di Brente irraggiarono vio
lentissime scosse nel novembre 1758 [724] e nel febbraio 1763 [73ò..
Tale località poi insieme a Maletto e ad Àdernò ò compresa nell'are;;
mesosismica del fortissimo terremoto del 31 ottobre 1832 [936]. Stand
alle notizie fornite dai migliori cataloghi, alcune scosse Bembrerebbeni
corocentriche ad Adernò ; ma siccome questa località venne anche, sia
pure lievemente, danneggiata dai terremoti di S. Maria di Licodia dei
maggio 1898 (cfr. § seg.) potrebbe darsi che le scosse ricordate solo
per Adernò siano irraggiate oltre che dal centro di Brente, anche da
quello di S. Maria di Licodia.
(j
Santa Maria di Licodia. — Terremoto tipico è quello rovinoso dei
14 maggio 1898 [1293], che si identifica con la scossa fortissima del
13 luglio (7^ Vt ant.) 1892 [12211 e con le violenti del 28 settembre
1883 [1150].
Uguale orìgine ebbe pure il terremoto del 3 maggio 1899 (22'' ^4^
che urtò il fianco SW. dell' Etna, causando grande spavento nella po-
polazione e qualche danno ai fabbricati di S. Maria di Licodia, Ka-
galna, Biancavilla e Belpasso, come ricorda in due recenti scritti
r Ing. S. Arcidiacono {Sui terremoti del 3 maggio 1899, in « Boll. Acc.
Gioenia ecc. » Fase. LX e Sul periodo eruttivo delV Etna dal 19 luglio
al 5 agosto 1899, in « Mem. Acc. Gioenia » Serie 4*, Voi. XIII).
Nel parossismo del 1898 soffrirono danni anche Biancavilla e Paterno
ed in modo minore Belpasso, quindi non è improbabile che lo scuoti-
mento del V gennaio 1850 [997], che fece rovinare varie case a Bian-
cavilla ed a Belpasso, si identifichi esso pure con quelli precedentemente
ricordati.
Paterno. — Dai pressi di questa località, che risentì danni per il
parossismo del 1898 di S. Maria di Licodia, irraggiarono scosse abba-
stanza numerose e localizzate ma non troppo violenti : ps. 1886 \ti 10
[1171] e 1892 VII 13 [1221]. Altre commozioni quivi sentite costituirono
SICILIA 831
prodromi ed i fenomeni concomitanti dei parossismi eruttivi presen-
ti dalle Saiinelle a tutti note.
m
I^elpdsso, — Una scossa accaduta nel di 18 novembre 1842 [973]
.iril>ra aver colpito più intensamente Belpasso, quantunque sia stata
Lolenta anche a Nicolosi ed a Pedara. Il terremoto del 24 novembre
^32 [936] urtò violentemente Belpasso e Nicolosi.
Per gli scuotimenti irraggiati dal centro di di S. Maria di Licodia
el 1850 e del 1898 Belpasso ebbe a sofiVire qualche danno.
Nicolosi. — Dei centri meridionali il focolare situato nei pressi di
ricolosi è certamente quello che à dato luogo alle più numerose e
lello stesso tempo alle più violenti manifestazioni. Alcuni dei maggiori
erremoti che anno afflitto Nicolosi si sono presentati come fenomeni
iffatto localizzati, talché la rovina dei fabbricati od i danni in generale
urono limitati al solo paese od anche ad una sola parte di questo.
[Ricorderò a questo proposito i seguenti : 1633 [607], 1669 [554], 1883
[II 21-22 [1150] e 1885 ix-x [1165]. Altri invece interessarono con
eguale intensità zone più o meno estese : cosi ps. il terremoto del 1763
736] colpì Nicolosi e Pedara, quello del 1766 [739*] sconquassò oltre
Nicolosi anche Belpasso, Fieri, Pisano, Trecastagne ecc. La zona de-
vastata dal parossismo del 1818 [881] è assai irregolare comprendendo
Nicolosi, Acicatcna, S. Lucia, S. Filippo, S. Gregorio, 8. Giovanni di
Qaierno, Mascalucia ecc. ecc.
Il terremoto del 1842 [973], come ò già detto^ scosse con eguale
intensità anche Belpasso.
Treccutagne. — È compreso nella zona mesosismica del terremoto
del 26 aprile 1766; questa località nel 22 dicembre 1634 [609] fa più
che le altre colpita da un violento scuotimento susseguito da repliche
assai intense.
Acireale. — Questa località è spesso agitata da terremoti: ma siccome
('' anche il maggiore fra, ì centri abitati della zona SE. dell' Etna, ne
viene che abbondantissime sono le notizie di scuotimenti, dei quali
ora cercheremo di trovare il luogo di probabile origine. Quello del
1818 ebbe, come abbiamo visto, suo centro a NWW. della città, cui
causò solo poche rovine; quello del 1875 [1102] ad W. e fu in Aci-
reale forte ; del 1879 vni 5 [1128] stato molto forte, fti fortissimo da
Carico ad Aci Patanè ; del 1889 [1198] fu in Aci violento ma senza danni,
pochi dei quali ne causò in una zona ristretta che corre dai pressi di
Bongiardo a Santa Tecla. Nel 1894 [124)1 la zona disastrosa comprende,
832 CAPITOLO xxn
come vedremo Fieri, Pisano ecc. a NW. ; Acireale è nella zona isosi
smica fortissima. Infirie il terremoto del 1896 [1264] staio forte it
città, fu molto forte ad WNW., e con probabilità si identifica con il
parossismo del 1875.
Da quanto ò detto e da quanto dimostra pure la cartina (fig. oS
risalta che le zone mesosismiche dei due terremoti del 1875, del 18TV
vni 5 e del 1889 sono quelle che si trovano più vicine ad Acireale,
quindi può anche darsi che trattandosi di scuotimenti violenti avve-
nuti in zone abitate da popolazioni sparse, non ci siano g-ionle che
le notizie riguardanti la maggiore e più colta città della regione.
La costa accuse venne quasi completamente adeguata al suolo d«J
parossismo siracusano - catanese del 1693; quivi più che altrove far on*'
intensi gli scuotimenti del 19 maggio 1694 (pag. 172).
Zafferana^ Pisano^ 8, VeneriTia. — Questa regione à una sismicità abb^v
stanza complessa. Il terremoto dell' 8 luglio 1892 [1221] colpi in special
modo Zafferana che con Fieri, Pisano e Bongiardo è inclusa nella zona
quasi rovinosa^ dello scuotimento avvenuto nel pomeriggio del 5 g'ingno
1886 [1171]. L'area mesosismica del parossismo del 17 giugno WT,^
[1128] corre — come abbiamo detto — in senso ESE.-WNW., dalla
regione < Monacella » a Carico, con centro forse fra 8. Venerina, Bon-
giardo e Dagala, località in cui riuscirono più intense le repliche sus-
seguite al massimo sismico, le quali si propagarono in modo sensibile
solo a piccola distanza. Da questo centro irraggiò pure qualche scossai
fortissima del 1865 e del 1883. Infine la zona pleistosismica del 1894
[1241] comprende le borgate di Fieri, Pisano ecc. e quella del 1889
[1198] dai pressi di Bongiardo si prolunga, come ò già detto, fino alla
costa acense.
Regione Macchia. — Le scosse quasi rovinose del 1805 [848], e dei
1855 [1020] si identificano — eccezion fatta per l'intensità — con fi
micidiale parossismo del 1865 [1056], la cui area pleistosismica fu, ri-
spetto a quelle dei precedenti, assai estesa. Il terremoto del 1881 ii 12
[1136] sembra aver colpito una regione più ad oriente di quella del 1855,
ma però sempre inclusa in quella del 1865. L'area di massima inten-
sità dello scuotimento avvenuto al 27 luglio 1879 [1128] invece che
verso ESE. piega verso ENE. raggiungendo Giarre e Riposto.
Giarre e Riposto, — Abbiamo visto or ora che la zona pleistosi-
smica della scossa del 1879 (vii 27) dalla regione Fondo Macchia si
spinge fino a Giarre e Riposto : dato ciò tutte le varie scosse che sem-
brano colpire con maggior violenza fra i vari centri etnicoli tali lo-
SIOIL.IA
833
oalità, oppure risaltano quivi sentite isolatamente, io le ritengo identi-
ficabili con il citato scuotimento del luglio 1879, oppure irraggiate da
c|Tialeuno dei centri vicini, quali quello di Zafferana, di Bongiardo
occ. ecc. Qualcuna però deve costituire un fenomeno locale giacché
sappiamo che i periodi parossismali della salsa «Fondachello», situata
appunto presso Giarre, f\iron preceduti e forse accompagnati da forte
^scuotimento.
L' intera regione etnea fu totalmente mes:a a soqquadro dal grande
terremoto siculo del 1693 : forse qualche dcinno vi apportarono le mag-
giori scosse Calabre del 1783 ; a Randazzo fu lievemente sentito il ter-
remoto di Naso del 1739 ; a Giarre quello di Taormina del 1891 : a
^aiferana e Randazzo giunse lieve la scossa di Lipari del 7 marzo 1892 ;
£1 Randazzo e a Brente quella di Alicuri del 16 marzo successivo. Il
parossismo Calabro del 1894 fu molto forte in queste ultime due loca-
lità ed a Linguaglossa : forte negli altri paesi della regione etnea, in
cui passò affatto inosservato quello siracusano - catanese del 1895 ; tra
forte e lieve vi giunse lo scuotimento siracusano del 12 febbraio 1897,
e sensibile o leggiero quello d'origine orientale del 28 maggio succes-
sivo. A Randazzo venne infine sentito il terremoto messinese del 10
agosto 1898 ed in qualche località etnea riuscirono più o meno sensi-
bili gli scuotimenti siculi del 1898 (novembre 1 - 3).
C) CATANESE *
Fra la regione sismica etnea e quella siracusana avvi Catania. Questa
città fu nel 255 [25], 1352 [239], 1410 [283], 1548 [415] e 1563 [434] col-
pita da terremoti violenti, intorno ai quali non possediamo notizie
particolareggiate. Venendo ai tempi più recenti vediamo quale sia la
provenienza e la intensità {dd^ disastrosissimo ; d, disastroso ; r, rovi-
noso ; ^, fortissimo ; m/", molto forte) dei maggiori e più conosciuti
^ fenomeni sismici che anno scosso Catania.
Anno
Provenienza
intensità avuta
• in Catania
1693
Val di Noto {dd)
disastrosissimo
1698
Vizzini, Militello (d)
rovinoso
1718 (III)
Noto (r)
f()rtissimo
1719
Siracusano (?)
?
1727
Noto (r)
sentito
1731
Mineo, Troina {mf)
molto forte
Bakatt A : Terremoti ecc.
ó;^
834
CAPITOLO xxn
Anno
Provenienza
intensità avata 1
in Catania
1738
Noto, Siracusa (/)
fortissioìo
1783
Messinese-Calabria (dd)
sentiti
1810
Oriente-Malta
forte
1818 (II 20)
Nicolosi-Acireale (dd)
forte
1818 (II 28)
Mineo (r)
forte
1819
Chiaromonte [Etna] (f)
forte 1
1823
Naso-Palermo (d)
leggiero
1832
Etna (r)
abbastanza forte
1846
Candia
forse molto frrte
1848
Augusta (r)
fortissimo
1850
Biancavilla,Belpasso (r)
lieve
1856
Oriente
sentito
1870
Oriente
sentito
1879
S . Veneri na ecc.f Etna] [d)
forte
1883 (iir 22)
Nicolosi, Zafferana {q r)
mediocre
1886 (VI 5)
S. Veneri na ecc. (r)
mediocre
1886
Messenia
forte •
1887
Candia
sentito
1889
Li nera, S. Tecla {q r)
leggerissimo
1892
Alicuri [Eolie] (r)
leggiero
1892
Zafferana Etnea (mf)
non avvertito
1893
Viagrande (mf)
mediocre
1894
Zerbate, Fieri (d)
sentito
1894
Calabrie (dd)
forte
1895
Vizzini-Licodia (//")
leggiero
1897
Noto (mf)
forte 1
1
1897
Grecia, Malta
1
mediocre
1898
S. Maria di Licodia (r)
mediocre
1898
Tripolizza
mediocre
1898 (vili 10)
Messinese (w/)
sensibile
1898
Palagonia, Mineo (mf)
sensibile
SICILIA 835
Dallo specchio dianzi riportato si scorge che, prescindendo dai ter-
remoti di origine orientale, quelli provenienti dal siracusano anno col-
pito Catania con intensità abbastanza notevole in proporzione a quella spie-
data nell'epicentro: aggiungo inoltre che parecchi grandi terremoti etnei,
quali quelli di Nicolosi dei 1633, jlel 1766 e del 1885, della regione
Macchia del 1805, 1855 e 1865, ecc. di Arcireale del 1875, quantunque
violentissimi, non giunsero fino a Catania con intenslià tale da essere
sentiti dalle persone: lo stesso dicasi dei maggiori irraggiati dalla vi-
cina Nicosia, di quelli di Sciacca, delle Madouie ecc.
Quindi con maggior probabilità quei violenti terremoti di cui ab-
biamo notizia solo per Catania^ furono originati nel distretto sismico
siracusano.
TYoina ' Nicosia. — Nella provincia di Catania abbiamo anche i due
centri sismici secondari di Troina e di Nicosia. Dal primo irraggiò il
circoscritto terremoto del 1643 [519]: dal secondo le scosse molto forti
del 1773 [760] e del 1822 [898]. A Nicosia furono molto forti gli scuo-
timenti del 1718 [628], a Troina quello del 1731 [660], che pare con
canale intensità abbiano urtato anche Catania e Mineo.
Del centro di Mineo parlo diffusamente nel paragrafo riguardante
la sismicità del siracusano.
D) SIRACUSANO (Fig. 135).
Lentini, Sortino, Feria. — Il grande terremoto siculo del 1693 [584],
che causò tante rovine ed un numero gi'andissimo di vittime, ebbe il
suo epicentro fra Lentini, Carlentini, Melilli, Sortino, Perla, Cassare,
ecc. Esso si identifica con quello del 1169 [121], che sappiamo ivn.
l'altro aver abbattuta Catania e Lentini ; con quello del 1542 [411] in-
torno al quale abbiamo notizie abbastanza particolareggiate, da cui ri-
Hulta che venne interamente conquassata la regione Siracusa - Melilli -
Caltagirone - Licodia; con gli altri minori accaduti nel 1707 [612], 1718
[028], 1719 [631] e 1738 [673] e forse anche con quello dell' 11 gennaio
1848 [989], se non venne irraggiato da un centro speciale nei pressi di
Augusta.
Siracusa. — Nel 1693 la città, quantunque esteriore alla zona dei
massimi danni, fu rovinata dal grande terremoto accennato nel para
grafo antecedente : essa si trova pure air infuori dello arce pleistosi-
smiche dei parossismi del 1895 (centro di Licodia - Vizzini) e del 1897
(centro di Noto).
836
CAPITOLO xxn
Io credo che tutti i terremoti di cui abbiamo solo notizie per Sira-
cusa (ps. 1140 [113], 175" [722] ecc.) abbiano avuta eguale provenienza
di quello del 169.*^ con il quale si debbono identificare.
In Siracusa ed in Val di Noto in generale furono intesi i seguenti
terremoti : 1783 Calabrie ; 1810 Malta, forte ; 1818 Nicolosi - Acireale ;
1823 Naso - Palermo, lieve ; 1846 Malta ; 1886 Grecia, forte ; 1889 Mes-
senia ; 1894 Calabria ; 1897 Ionio ; 1898 Tripolizza (leggero a Rago&a
ed a Giarratana).
Auguèixi, — Pare che forse nel mare prospiciente questa città esista
un centro secondario che avrebbe dato, ps. la scossa del 20 marzo
1694 (pag. 172), uno degli scuotimenti susseguiti al grande parossismo
siculo del 1693 ; tale fenomeno pare sia stato ad Augusta più intenso
che non altrove. Da tale centro irraggiò pure il terremoto del 1848
[989], se, come ò detto altrove (cfr. pag. 835), non si identifica invece
con quello del 169H.
Temnotm
Fio. 135
Augusta rimase in questa occasione totalmente distrutta. Quivi iso-
latamente fu sentito il terremoto rovinoso di S. Maria di Licodia del
1898.
Noto, — Da (luesto centro irraggiarono i terremoti accaduti negli
nnni seguenti : 1528 [388]. 1718 [629], 1727 [645] ed anche quello del
12 febì)raIo 1807 [1272]. e cosi pure dicasi delle scosse sentite nel 16-18
giugno 181M).
Noto nel 1(>93 fu totalmente distrutto e provò piti che le altre loca-
lità la violenza del terremoto di Candia del 1846 [983] ; isolatamente
ivi fu sentito il parossismo etneo che distrusse Zerbate, Fieri, Pisano
o(!c. nel 1894.
Licodia -Vizzini. — Entro la zona stata conquassata nel 1693, ma
SICILIA 837
esteriormente all'area epicentrale, trovansi Licodia e Vizzini, località
piùdi tutte le altre violentemente colpita dal terremoto del 13 aprile 1895
[1250] : invece quello successo nella notte del 12 aprile 1698 [594] riuscì
più gagliardo a Vizzini ed a Militello.
Mirteo. — È uno dei centri abbastanza attivi .che dà luoj^o a terre-
moti non troppo violenti, alcuni dei quali oltremodo localizzati come
sarebbero quelli accaduti negli anni 1820 [892] e 1878 [1123J : altri
invece, come quello del 1818 [883], colpirono tale città e Caltagirone :
per un'altro accaduto nel 1624 [497] soffri in ispecie Mineo e quindi
Militello e forse anco Palagonia; per uno avvertito nel 1731 [660] eb-
bero danni in pari grado Mineo, Catania e Troina.
Sugli interessantissimi terremoti del 1898 [1360] sfortunatamente
non possediamo particolareggiate notizie : tuttavia dallo scarso mate-
riale risulta Mineo compreso nella presupposta zona pleistosismica della
prima e seconda scossa ed esclusa da quella della terza, la quale co-
stituisce il massismo sismico.
In Mineo spesse volte si risentirono isolatamente terremoti irraggiati
da centri etnei, eolici e messinesi passati inosservati nelle località cir-
costanti ps. 1892 m 16 Alicuri ; 1892 vii 9 Zafferana Etnea ; 1893 iv
1« Viagrande ; 1893 iv 22 Mont' Albano Elicona ; 1894 xii 27 Filicuri
(insieme a Vizzini ed a Licodia) ; 1894 Zerbate, Fieri (Etna) ; 1898 S.
Maria di Licodia; 1898 vm IO Messinese (insieme a Melilli).... Oppure
ivi il movimento sismico apparentemente ebbe a subire un notevole
aumento di intensità, come è successo in occasione di vari altri scuo-
timenti : ps. 1856 Bacino del Mediterraneo (insieme a Gran Michele) ;
1870 Oriente ; 1886 Messenia ; 1887 Candia e 1894 Calabria (insieme a
Palagonia) ; 1898 vi 2 Tripolizza...
Altre volte infine il centro di Mineo à dato luogo a scosse affatto lo-
cali in antecedenza a qualche parossismo o periodo sismico etneo od
eolico.
I grandi terremoti siracusani causarono danni più o meno gravi a
Mineo, secondo la maggiore o minore intensità avuta all'epicentro.
Vittoria, — Dai pressi di Vittoria — stata semidistrutta nel 1693 —
ebbe origine il terremoto quasi rovinoso dell'aprile 1717 [625].
Niscemi» — Nelle vicinanze di S. Maria di Niscemi nel 1790 [818*]
si sentirono terremoti violenti e locali in correlazione ad un parossismo
presentato da una salsa.
Quanto ò detto a proposito di Siracusa iuT riguardo ai terremoti
838 CAPITOLO xxn
esocentrici, bì può estendere a tutta la regione considerata : difficil-
mente ivi si risentono gli scuotimenti di origine etnea, e solo si rendono
sensibili i maggiori irraggiati dai centri calabri ; prevalgono qaelli ori-
ginari dall'oriente, che sogliono presentare talvolta notevoli incrementi
di intensità.
E) RESTO DELLA SICILIA (Fig. 136).
Mazzarino. — Questa località partecipa ai terremoti che scuotono
la regione siracusana, quantunque vi debbano giungere assai afSevo-
liti : ps. il disastrosissimo parossismo del 1693 — come abbiamo vistai
(cfr. pag. 167) — vi inferse pochi danni e quello del IH95 vi passò
inosservato. Relativamente con maggior intensità vi si avvertirono
gli scuotimenti del centro di Mineo del 1898 (cfr. pag. 837). Dai suoi
pressi irraggiò un lungo ed intenso periodo sismico affatto locale suc-
cesso nel 1691 [579].
Eegione delle Salse. — Le salse di Caltanisetta (Terrapilata) e di
Xirbi sono pure centri di fenomeni sismici oltremodo localizzati. Così
pure dicasi delle Macalube di Girgenti, il cui parossismo, ad esempio^
successo nel 29 settembre 1777, fu secondo il Ferrara (/ campi flegrei
della Sicilia, pag. 45, Palermo 1810) preceduto ed accompagnato da
tremiti del suolo.
CammaraiM e San Giovanni Gemini. — Queste due località sono
comprese in una zona ristrettissima scossa da forti commozioni locali
successe il 16 aprile 1895 [1252].
\a, — Da questo ceatro ben individuato irraggiarono i terre-
moti del 1578 [448], 1652 [531], 1724 [639] e 1727 [646], che fiirono fe-
nomeni violentissimi, ma tutti assai localizzati. Il periodo sismico del
1740 [681] invece, almeno il massimo sismico, apportò qualche danno
anche a Mazzara del Vallo a 50 Km. circa a NW. di Sciacca, e fa
inteso anche a Palermo. Le scosse del 1816-17 [878] causarono qualche
lesione a Sambuca a 15 Km. a N. di Sciacca: infine quelle sentite nel
18'U [928] avvennero in correlazione con i fenomeni eruttivi successi nel
mare di Pantelleria, di cui parlerò in apposito capitolo.
Ad eccezione dei terremoti del 1578 e del 1724, di cui abbiamo no-
tizie poco particolareggiate, tutti gli altri sopra accennati si sono pre-
sentati sotto forma di periodi sismici più o meno lunghi, a vari mas-
simi, durante i quali vennero intesi anche molti rombi d'origine en-
dogena.
t .
SICILIA
839
Con il centro dì Sciacca io credo connessi anche altri fenomeni
oltre quelli di Pantelleria ; ps. Terozione avvenuta nel 4-5 ottobre nel
mare di Siculiana, qualche scossa sentita a Girgenti ecc.
Poche sono le notizie dei terremoti esocentrici sentiti a Sciacca :
ricorderò quelli originati da Palermo del 1660 e del 1726, i calabri del
1783 e del 1894 ; il parossismo della Valle di Noto del 1542 vi causò
qualche danno.
Isola di Pantelleria, — Abbiamo visto come sul finir del giugno
1831 [928] forti scosse urtassero la costa di Sciacca ed il mare fra
questa e l' isola di Pantelleria, prodromi della nota eruzione sottoma-
rina che diede luogo all'effimera isola Giulia : altri scuotimenti furono
poi intesi anche cessati i fenomeni eruttivi.
Nel 1890 [1200] la parte SE. di tale isola ì)i interessata da scuoti-
Fio. 136.
menti passati invece inosservati nella città di Pantelleria ; altre nume-
rose scosse si ebbero poi nel 14-26 ottobre 1891 [1209], fenomeni pre-
cursori, concomitanti e susseguenti a quelli d' indole eruttiva iniziati
il 17 e terminati al 24 dello stesso mese.
Una scossa molto forte fu sentita a Pantelleria anche al 16 marzo
1894 [1237].
Trapani, — Abbiamo anzitutto il centro di Marsala con il terremoto
tipico del maggio 1828 [918] e con qualche scossa minore, ps. la forte
sentita verso le 10»» Vi po^a. del 29 novembre 1890, passata inavvertita
a Licata, a Mazzara ed altrove. La notizia data al N. 677, relativa
al terremoto del 1740 ci farebbe intravvedero un centro nei pressi
di Salemi : quantunque essa ci faccia nascere dei forti dubbi sul^a
sua autenticità, tuttavia l'esistenza nei pressi di tale località di una
area sismica è messa in evidenza da una piccola scossa successa al
19 maggio (1** Vt pom.) 1891, che causò grande allarme a Salemi (ove
840 CAPITOLO xxn
fu intesa a 7^ V4 Poni- circa una replica) e che fu più o meno sen-
sibile a Calatafimi, Vita, Gibellina, ecc.
L' isola di Favignana à anch'essa un centro sismico da cui irraggia
il fortissimo scuotimento del 27 marzo 1823 [900] avvenuto in corri-
spondenza del periodo sismico che afflisse Naso e Palermo.
I terremoti del 1259 [163] e 1709 [614] colpirono più che altrove
Trapani ; quelli del 1726 [644] tale città e Monte S. Giuliano.
Riguardo i terremoti esoòentrici sappiamo solo che fu sentito quello
molto forte di Palermo del 1660 e che fortissimo vi giunse il disastroso
parossismo, pure palermitano, del 1726 : qualche danno vi recò quello
siracusano del 1542 ; inoltre ftirono avvertiti i due terremoti di Usti<*a
del 1893 e del 1897 : ma di ciò parlerò a suo luogo.
«
Palermo, — Se consideriamo i maggiori teiTemoti palermitani, quale
quello del 1726 [643], scorgiamo di leggieri dalle descrizioni riportate
che gli effetti dinamici sugli edifici furono massimi in città, allonta-
nandosi dalla quale i danni diminuirono sempre in maniera oltremodo
sensibile. Con i terremoti del 1726 identifico i seguenti più o meno
dannosi successi negli anni 1248 |157], 1301 [201], 1489 [349]. 1559
[427], 1562 [433], 1571 [444], 1660 [544]?, 1661 [545], 1686 [567], 1726
[643], 1732 [663] e 1751 [702].
II grande terremoto del 1823 [900] merita una speciale menzione :
per tale violentissima concussione Naso venne distrutta (cfr. pag. 829),
Palermo risenti gravissime rovine e fu danneggiata V intera costa set-
tentrionale della Sicilia, con un massimo secondario nei pressi di Ce-
falù. Ò testé detto che i terremoti corocentrici di Palermo sono feno-
meni essenzialmente locali, infatti il maggiore, ed il più particola-
reggiatamente descritto, quello del 1726, che distrusse parecchi edifìci
e costò la vita ad oltre duecento persone, non causò danni in altri
luoghi e solo fortemente, ma in modo quasi innocuo, fu inteso a Tra-
pani : d'altra parte abbiamo visto (cfìr. pag. 829) che anche i fenomeni
sismici corocentrici di Naso sconquassano più o meno fortemente solo
tale cittA o tutto al più, come ps. quello del 1786, danneggiano le lo-
calità costiere ad oriente della città. Dall'esame di questi tatti si viene
ad ammettere resistenza di un grande asse sismico che da Naso corre
fino a Palermo, avvicinandosi forse alla costa nei pressi di Cefalù. Su
questo asse si troverebbero due centri principali : uno nei pressi di
Naso e Talt^o in quelli di Palermo, i quali anno dato ciascuno proprie
manifestazioni. Le scosse preparatorie del 1823 irraggiarono dal foco-
lare di Naso : infatti mentre quivi sono state violentissime, a Palermo
riuscirono solo leggiere : il massimo sismico del 5 marzo fu causato in-
vece dal risveglio di ambedue i focolari : infine le varie repliche colpirono
SICILIA 841
isolatamente questi ed altri centri della Sicilia, più o meno fra di loro
connessi.
Con il parossismo del 1823 a me pare si identifichi — come ò già
detto (loc. cit.) — quello del 1736 |669] che danneggiò Naso e Ciminna
e fa inteso violentemente a Palermo.
Misilmeri. — Da questo centro secondario pai-e siano provenute al-
cune scosse fortissime del 7-8 dicembre 1843 [975].
Rispetto ai ten*emoti esocentrici prevalgono per intensità quelli della
Val di Noto : cosi proporzionatamente alla forza avuta ed alle rovine
causate nella zona pleistosismica, furono più o meno dannosi a Palermo
quelli del 1542 e 1693 ed intensi gli altri del 1698, 1727, 1810, e 1818 :
vengono quindi gli originari da Sciacca (1724, 1740, 1816-17). dall'isola
di Ustica (1827, 1893, 1897), dalle Calabrie (1894) e da varì altri centri
locali (ps. 1818-19 Madonie). Fra i ten*emoti etnei mi risulta solo essere
stato lievemente avvertito quello di Acireale-Nicolosi del 1818.
Isola di Ustica, — Con il centro di Palermo si collega pure sismo-
logicamente r isola di Ustica.
Alcune scosse quiv^i sentite non si propagarono all' infuori dell' isola:
quelle successe del 1893 [1230] presentarono alcune particolarità degne
di essese rilevate. La scossa del 6 maggio (2^ Vi a^^* circa) f^ gene-
ralmente intesa ad Ustica, e mentre passò inavvertita a Palermo ed a
Castellamare, venne sentita da pochi a Trapani : quella dell' 11 maggio
(&*' V4 aiit.) fu essenzialmente locale per Ustica, mentre un'altra avve-
nuta a 3** V4 pom. circa dello stesso giorno, fu quivi più che altrove intensa,
e forte al Capo Gallo, a Monte Pellegi'ino, mediocre a Palermo e lieve a
Trapani. Ciò dimostra l' intima dipendenza dei fenomeni sismici con
gli speciali radianti e forse ci mette in evidenza la presenza di due
centri, con probabilità posti a mare, uno a SE. e l'altro a SW. del-
l' isola di Ustica (*). Oltre a ciò in tale terremoto è uopo ricordare che
si notò un incremento considerevole di intensità nei pressi di Castel-
buono, località vicina all'epicentro del terremoto delle Madonie del 1818
(cfr. pag. 842), e che mentre l' isola di Ustica veniva commossa, uno
scuotimento generalmente avvertito (v 6 : 9** 8"™ ant.) urtava Filicuri,
mettendo in luce il nesso che collega queir isola con i centri eolici
(cfr. pag. 823-24).
(1) La scossa delle ore 5,7 pom. del 27 febbraio I8HO, stata sensibile ad Ustica, fU lieve
a Palermo ed a Trapani ; neir ultima di queste località furono sentite nel mattino
del ss (9,50 ant.) e sulla sera del 3 mano (6,96 pom.) due lievi repliche.
842 - CAPITOLO XXII
Anche il terremoto del 15 maggio 1897 [1275] colpi Ustica ed un
pò meno violentemente Palermo : questo nuovo terremoto presentò un»
particolarità veramente notevole, quella di essere stato sentito a Ca-
gliari ed a Forio d' Ischia (cft*. pag. 790) e di aver presentato un no-
tevole aumento di intensità nei pressi di Corleone, che vedremo colpita
da terremoti corocentrici.
Anche la violenta scossa di Ustica del 21 giugno 1827 [912] fti assai
forte a Palermo, ove susseguentemeute furono intesi scuotimenti locali
Uno al 14 agosto successivo.
Corleone. — Per completare la serie dei terremoti palermitani è
necessario ricordare quelli di Corleone : essenzialmente tipico è il lungo
periodo sismico del 1876 [1108], le cui maggiori manifestazioni produs-
sero qualche lieve danno e furono sentite entro una zona oltremodo
limitata. Parecchie di tali scosse pare siano state più intense in alcune
località circostanti, fenomeno di trasposizione di centro verificatosi in
altri periodi sismici composti di scosse frequenti e poco estese : ps.
quello di Tolmezzo del 1889, della penisola garganica del .1892 ecc.
Manifestazioni del centro di Corleone sono pure il terremoto rovinoso
del 1593 [457] e le scosse forti del 1^45 [979].
A Corleone si notò un aumento di intensità in occasione del terre-
moto di Ustica - Palermo del 1897, e tale città soflPtì anche danni per
quello accaduto nel 1537 [398], non si sa se contemporaneamente ad un
altro di probabile origine etnea che determinò guasti a Catania.
Mculonie. — Nel grande terremoto del 1823 [900] si riscontrò un au-
mento negli effetti dinamici sugli edifici in prossimità delle Madonie.
ove poi al 28 maggio (cfr. pag. 351) si ebbe una scossa breve ma forte
(16^) che colpì in modo speciale Castelbuono, Isnello e luoghi vicini.
Tale scossa si identifica con il secondo massimo sismico del 1818-19
[885]. Il primo, avvenuto nel mattino dell' 8 settembre 1818, ebbe il suo
centro fra Scillato e le due Petralie e si identifica con le scosse più o
meno sensibili quivi sentite : l'altro, accaduto nelle notte del 25 febbraio
1819, irraggiò dai pressi di Lascari-Castelbuono-Geraci e si identifica
con la scossa del 28 maggio 1823 testé citata, con quella del 16 ottobre
1726 [645], avvenuta posteriormente al disastroso parossismo che scon-
quassò Palermo, e con tutte le altre che sembrano a Castelbuono più in-
tense che altrove.
Ad oriente dall' area epicentrale della scossa del terremoto dell' 8
settembre 1818, e compreso nella zona dei guasti minori inferti da tale
scuotimento, trovansi Gangi lievemente danneggiato da alcuni movi-
MALTA 843
menti BiBmici saccesBi nel settembre 1888 [1188], i quali per altro po-
trebbero identificarsi con il parossismo del 1818 (ix 8).
Dei terremoti esocentrici dirò che a Petralia fti lievemente sentito
quello di Àlicuri del 1892 (m 16) e mediocremente il Calabro messinese
elei novembre 1894.
XXIII - Malta.
Parecchi violenti terremoti, quali quelli del 1658 [540], 1776 [765].
1780 [776], 1790 [817], 1855 [1024] e 1861 [1045], sembrano fenomeni
corocentrici : però la mancanza di particolareggiate notizie rende im-
possibile il poter fissare lepo sizioni, sia pure approssimatamente, del loro
focolare.
A Malta si risentono i graadi terremoti siracusani : ricorderò a questo
proposito che il parossismo del 1693 scosse l'isola con intensità tale da
causarvi rovine e che quelli del 1895 e 1897, quantunque air epicentro
fortissimi o molto forti, furono ivi sensibilmente intesi dalle persone. Dei
terremoti etnei mi consta che solo quello del 1818 (epicentro Nicoiosi-
Acireale) fb avvertito nell'isola. Infine noto che alcuni parossismi di
origine orientale (1743, 1856) causarono pure qualche danno agli edifici;
altri invece (1867, 1870, 1895), quantunque sensibili, non produssero il
minimo guasto.
XXIV - Sardegna e Corsica.
Sardegna. — Quantunque vaste regioni di quest'isola siano occupate
da roccie eruttine terziarie, ed in parecchie si rinvengano coni vulcanici
quaternari ancora benissimo conservati, tuttavia essa è pochissimo sog-
ggetta a fenomeni sismici. Nella parte meridionale abbiamo un centro le
cui manifestazioni - 1615 [477], 1771 [758], 1835 [943] e 1855 [1022] —
vengono più o meno sensibilmente avvertite a Cagliari : è situato con
ogni probabilità verso occidente, come ce lo indicherebbe lo scuotimento
del 1771, che commosse risola di S. Pietro, Teulada^ V Iglesiente ecc.
Noto che il grande terremoto d'Algeria del 1856 [1027] fa sentito
fortemente a Carloforte nell'isola S. Pietro e ad Igiesias e che quello di
844 CAPITOLO XXIV
Ustica-Palerno del 1897, quantunque solo sensibilissimo nell'area plei-
stosismica, venne inteso a Cagliari.
Nella parte meridionale-orientale abbiamo il centro localizzato di
S. Vito, messo in luce dal terremoti del 1898 [1364].
In quella superiore si trova un focolare nei pressi di Ittereddu, scasso
fortemente nel giugno 1870 [1075]. Noto che a Sassari fri lievemente
inteso il grande parossismo ligure del 1887.
In Sardegna passarono inosservati anche i grandi terremoti che in-
teressarono più o meno sensibilmente il bacino del Mediterraneo.
Corsica. — Pochissime sono le notizie di terremc^ti corocentricl delU
Corsica (1775 [764 1, 1827 [913]) e le poche che possediamo non ci per-
mettono di trarre alcuna conclusione sulla topografia dei centri.
In parte dell'isola fu sentito il terremoto pisano del 1846; aRo^liano
quello di S. Remo del 1854 : il grande parossismo ligure del 1887 fa
fortissimo a Bastia e forte nel resto della Corsica.
(Chiuso il 30 arrosto 19(H)].
s
\
PARTE TERZA
SAGGIO DI BIBLIOGRAFIA SISMICA ITALIANA
Nella presente bibllogratla si trovano, oltre gli scritti speciali sui Tart terremoti
successi in Italia Ano a tutto 11 1898, anche quelli di indole generale e cosi pure pli
studi sulla fenomenologia sismica, sulle teorie e sulle corr^azioni delle commozioni
telluriche con altri fenomeni, eccezion fatta per le memorie e per le note descrittive
di apparecchi, oppure quelle riguardanti i moti microsismici, la forma, la natura e la
durata del moto del suolo. Sono pure escluse le opere storiche, sebbene contengano
notizie di terremoti, a meno che queste — per la loro importanza — non costituiscano
uno speciale capitolo.
Abbati B. - Epitome metheorologica de' tremoti con la cronologia
di tutti quelli che sono occorsi in Roma dalla creatione del mondo
fin agi' ultimi Successi sotto il Pontificato del regnante Pontefice
Clemente XI il di 14 gennaro, giorno di domenica su le due della
notte meno un quarto, e 2 di febbraro del corrente anno 1703 ecc.
Roma 1703.
Abetti a. - Il primo istante della gran scossa di terremoto del 18
maggio 1895 notata in Àrcetri (in e Boll. Soc. Sismol. Ital. » voi. I,
fase. VII, pp. 138-42). Roma 1895.
A<X)ADEHiA DELLE SCIENZE DI NAPOLI - Istoda dc' fenomeni del tremuoto
avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell'anno 1783, posta in
luce ecc. Napoli 1784.
Contiene il lavoro del Barconi (vedi).
Agatio di Somma - Historico racconto de i terremoti della Calabria
dell'anno 1638 fin'anno 41 composto ecc. Napoli 1641.
AoNELU G. - I terremoti registrati nelle cronache Lodigiane (in « Arch.
Stor. per la città e comuni del circond. di Lodi » serie II, voi. XIV,
fase. II, pp. 90-96). Lodi 1895.
Agnello di S. Maria [frate] - Trattato scientifico delle cause che con-
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Vtilisslmo à Theologi, Filosofi, Astrologi ecc. Napoli 1632.
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Il cap. n « Selsmlche verhaltnlsse : t) ii itallen, pag. 189-40 ; la tav. in riproduce
rabbozzo di carta slsmlcMi d' Italia del Prof. Taramela.
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— Idem. idem, (in « Ann. Scient. Ind. » voi. XXIV, 1887). Milan
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contiene : Geologia e Mineralogia : § 5 « i terremoti » pp. 331-37 - § LO « Teorie
dei terremoti di Oppermann » pp. 83^^. ^
— Idem. idem, (in « Ann. Scient. Ind. » voi. XXVI, 1889). Milano
1889.
Contiene : Geologia, Mineralogia e Paleontologia : § 9 « Le emozioni prodotte dai
terremoti » pp. 371-75 - § Il « Le fratture della corteccia terrestre ed 1 terre-
moti » pp. 375-76.
Annuario Scientifico Industriale - Vedi Canestini : « Geol. e Pa-
leont. » - D'Ancona : « Min., Geol. e Paleont. » - Denza F. : < Met^or.
e Usica del globo > - Anfosso C. : « Storia Nat. » e Giovannozzi G. :
« Meteor. e fisica del globo » .
Antonucci M. - Relazione del funestissimo terremoto successo in Pa-
lermo al 1^ settembre 1726. Palermo 1726.
Apares J. - De in universa Calabria terraemotu« eius causis, signis.
efiectibus, temporibus et locis. Messanae 1639.
Appendice all'elenco dei terremoti di Parma (in « Boll, del Com. Agr.
Parmense » N. 4). Parma 1895.
Aquila B. - Dissertazione critica filosofica su le riflessioni pubblicate
in rapporto alla cagione fisica de' tremuoti della Calabria nell'anno
1783. Ls. 1. e d.]
Arabia F. S. - Relazione storica del tremuoto di Basilicata nell'anno
1851. Napoli 1862.
Arago - Vedi Gay Lussac.
Archi D. - Nova e più distinta relatione dell'orrendo terremoto acca-
duto li 4 aprile 1781 nella città e diocesi di Faenza e di quanto in
seguito si è fatto a cagione del medesimo. Faenza 1781.
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vincia di Siracusa (in « Ann. Uff. Centr. di Met. e Geod. » voi. XVI,
1894, parte I, pp. 169-76). Roma 1896.
I/estratto à la data del 1895. *
— l?^enomeni geodinamici che precedettero, accompagnarono e segui-
rono l'eruzione etnea del maggio - giugno 1886 (in « Atti Accad.
Gioenia di Se. Nat. » voi. VI, serie 4). Catania.
— Yedi : Silvestri 0.
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« Atti Soc. Econ. di Calabria Ultra I » voi. II, fase, l*') Reggio Ca-
labria 1838.
— Memoria sopra le osservazioni meteorologiche che ebbero luogo nel
corso dell'anno 1839. Ibidem, fase. II.
— Terremoti di Reggio [1839] (in « La Fata Morgana » anno II,
n. 5: lo novembre 1839, pp. 33-34). Reggio Cai. 1839.
— Memoria su terremoti occorsi qui in Reggio [Cai.] a' 27 agosto 1839
ed in continuazione fin agli 8 settembre (in « La Fata Morgana *
anno II, n. 4 : 15 settembre, pp. 25-27). Reggio Cai. 1839.
— De fenomeni metereologici osservati in Reggio Calabria nel corso
deiranno 1839 (in « Atti Soc. Econ. della Cai. Ult. ») [?].
— Memoria sopra le osservazioni meteorologiche ch'ebbero luogo nel
corso dell'anno 1840 (in « Atti Soc. Econ. della I Cai. Ult. » voi. II,
fase. IV, pp. 17-26 e tabella 6-7). Reggio Cai. 1842.
Parla dei terremoti di Ref?firio Gal. successi nel 1840.
— Memoria de' fenomeni metereologici, ch'ebbero luogo in Reggio nel
corso dell'anno 1841 osservati e registrati dal Soc. ord. della Soc.
Econ. ; con un'appendice de' tremuoti occorsi nelle varie epoche in
diverse parti e de' recenti a nostra memoria accaduti in questa
nostra cittA e provincia (in « Atti Soc. Econ. della I Cai. Ult. »
voi. Ili, fase. V, pp. 17-37 e tabella G-7). Reggio Cai. 1843.
Argoli a. - Pandosion Sphaericum, in quo siugula in Elementaribus
regìonibus, atque, Aetherea, mathematice pertractantur. Patavii 1644.
(Contiene : Cap. vi « ne terreinotu » pajf. 'Zi 21.
Armeni A. - Cenni storici topografici di Picdiluco e dintorni. Foligno
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Contiene (pap. 41-(iO) un j? sul terremoti <li Pledlluoo del ncC> estratto quasi com-
pletamente dal lavoro tjpeclule del (ìii.i (vedi .
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Baratta.- Terremoti e<M\ 54
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suo fratello Padre Don Agostino, Parroco nel Monastero di San Pietro
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Il Gentili nella sua memoria sui terremoti di Livorno (1*742), a p. xiv, ricorda
che tale A. scrisse sul terremoti.
Avviso d' vna lettera delT XI d'ottobre MDLXIX nella quale si narra
deirorrendo, e spauenteuol caso successo nell' Illustrissima Città di
Napoli, d'acque, di tremoti, e venti. Con dichiaratione delle Chiese,
e Palazzi, e case rouinate, co il numero de morti, e feriti, come
leggendo intenderete [s. d. e 1.].
Parla di un turbine avvenuto fra le 2 ed 8 ore del 6 ottobre che distrusse icuì
case, causando 8 mila vittime: però, malgrado il titolo, non si accenna a
terremoti.
Avviso d' vna lettera de XVII d'ottobre del MDLXIX. Venuta di Pe-
rugia, la qual narra de' grandissimi Tremoti & Venti che sono stati
nel svo Contado. Doue intenderete le rouina del le Ville, Palazzi,
Case, & Vigne, & Boscaglie, con il numero delle persone morte, &
feriti. Cosa marauigliosa da intendere. In Fiorenza [s. d.].
Racconta di un turbine accaduto a 5 ore della notte dei 13 ottobre lò59, ma
che non sembra stato accompairuato da terremoto.
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È annessa alla traduzione Italiana dell'opera di T. Fischer: « La penisola Ita-
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Contiene le notizie di terremoti sentiti in Regrgio dall'anno 1223 in avanti,
compilate da Reoinus e ^ià pubblicate neirAlmanacco reggiano «il crostolo »
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É ristampato auclie nella « Rivista Scient. ind. » Firenze 1899.
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65-69, 81-88; XVIII 1898, pp. J-9, 17 24, 33-37, 49-59,65-73 e XIX
1899, pp. 13-19, 32-35.... Torino 1895....
La pubblicazione di questo lavoro non ò ancora terminata.
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— Sopra i tremuoti d'Alba e de' contorni, parole.... con l'aggiunta
dell'esatto giornale astro-meteorologico del sig. Can. Core. Dal mese
di agosto 1786, a tutto febbraio 1787 e lo stato celeste dei mesi di
Marzo e d'Aprile, e della relazione del terremoto di Rimìni minuta-
mente circostanziata... 2-^ ediz. corretta, riordinata ed accresciuta.
Asti 1787.
— Giornale astro - meteorologico osservato e compilato in Alba nel
MDCCLXXXVIII ed altre osservazioni che servono di supplemento
alle sue parole sul terremoto ecc. Torino 1788.
— Pronostici planetarii, punti lunari e cabalette per 1' anno 1789 con
alcune utili e dilettevoli notizie. Torino [?].
A pa{?. 23 11 Giorn. antro-metercologico pel 1788 ed a pagr. 5S il Glorn. dei terre-
moti d'Alba del 1786.
BIBUOORAFIA 857
Bri^^kowitz C. J. - Heiaen von Neapel in die umliegenden Gegenden,
nebst einige Notizen (iber das letzte Erdbeben in Neapel. Berlin
1806.
Bhirio - Vedi : Camera de' Deputati.
Bbrmokdi e. • Comitato provinciale di soccorso pei danneggiati dal
terremoto nella provincia di Porto Maurizio. Relazione e rendiconto.
Porto Maurizio 1888.
Bkrnaudo I. - Il tremuoto di Calabria, discorso. Napoli 16B9.
Bkroaldi F. - Opusculum de terraemotu et pestilentia cum annota-
mentis Galeni. Bononiae 1550.
Bertelli 6. - Alcune notizie sul' violentissimo terremoto che danneggiò
la città di Firenze e parte della provincia la sera del 18 maggio
1895, a ore 20,55, (in « Boll. mens. Oss. di Moncalieri » serio II,
voi. XV, pp. 15-17). Torino 1895.
Bertelli T. - Alcuni appunti sul terremoto del 7 ottobre 1874 e de-
scrizione speciale di esso (in « Atti Pont. Acc. dei N. Lincei » voi.
XXVIII, pp. 49-54). Roma 1875.
L'estratto porta la data del 1974.
— Contro gli affetti rovinosi dei terremoti (in « La Nazione » 26 ot-
tobre 1887). Firenze 1887.
— Brevi considerazioni sulla causa dei terremoti (in « Boll. mens. del-
rOss. di Moncalieri » serie II. voi. VII, pp. 70-71). Torino 1887.
— Alcune osservazioni intomo al terremoto del 23 febbraio [1887] presso
Firenze e conseguenze pratiche dedotte (in « Boll. mens. dell' Oss.
di Moncalieri » voi. VII, pp. 57-58). Torino 1887.
— Osservazioni fatte in occasione di una escurzione sulla Riviera Li-
gure di ponente dopo i terremoti ivi seguiti nell'anno 1887 (in « Boll,
mens. dell' Oss. di Moncalieri » voi. Vili, N. 6-8). Torino 1888. e
(in < Mem. Pont. Acc. N. Lincei » voi. Ili, pp. 129-53). Roma 1888.
— Di alcune teorie e ricerche elettrosismiche antiche e moderne (in
€ Boll, di Bibl. e di St. delle Se. Mat. ecc. » voi. XX). Roma 1888.
— Riassunto di alcuni concetti teorici e pratici riguardanti la sismo-
logia (in « Atti Pont. Acc. N. Lincei » voi. XLI). Roma 1888.
— Delle vibrazioni sismiche e delle indicazioni sismometriche. Nota II.
(in « Mem. Pont. Acc. N. Lincei • voi VI, pp. 67-221). Roma 1890,
— Di alcuni moti tromometrici osservati in Sicilia nelle eruzioni etnee
del 1883, 1886 e 1892 e di quella sottomarina di Pantelleria dell'ot-
tobre 1891 (in « Atti Pont. Acc. N. Lincei ^ voi. XLVI (1892-93)
pp. 17 24). Roma 1803, e (in « Boll. mens. dell'Oss. di Moncalieri »
voi. XII, pp. 132-36). Torino 1892.
— Sulle indicazioni degli strumenti sismici (in « Atti Pont. Acc. N.
Lincei » voi. XLI (24 aprilo 1892), pp. 1113-16). Roma 1892, e (in
858 filBLIOORAFIA
< Boll. mens. dell'Osa, di Moncalieri » serie II, voi. XII« fksc. V.
pp. 79-80). Torino 1892.
Bertelli T. - Alcune considerazioni sul terremoto. Firenze 1895.
— Un documento del principio del secolo XVn riguardante la sismo-
logia (in « Atti Pont. Acc. N. Lincei ' voi. XUX, (1895-96), pp.
39-43). Roma 1896.
Bertholon de Saint Lazàre - Sur un Para-tremblement de terre & un
Para-volcan (in « Rozibr : Obervations sur la physique.... » voi.
XIV, pp. 111-122). Paris 1779.
Berti E. - Sugli ultimi tremuoti di Venezia (in < Atti I. R. lat. Ve-
neto ecc. » voi. II, serie III, pp. 553-59). Venezia 1857.
— Sul terremoto di Venezia del 29 gennaio 1859 (in « Atti I. R. Idt.
Veneto * voi IV). Venezia 1859.
— Sul terremoto di Venezia del 19 luglio 1860 (in « Atti I. R. Ist.
Veneto » serie III, voi. VI, pp. 65-74). Venezia 1860.
Bertoldi F. L. - Storia della miracolosa immagine di S. Maria, ovverc*
della Madonna della Celletta nella terra d'Argenta. Faenza [1761].
Nel cap. xn deUa parte i : Orribile terremoto ecc. In Argenta (pp. 46^).
Bertozzi L. a. - Lettera dell' eminentissimo Cardinale. Antonelli su]
terremoto accaduto in Cagli il di 3 dello scorso giugno 1781 :in
€ Ant. Romana > voi. Vili, pp. 365, 373, 377, 385 e seg). Roma
1781.
Bertrand E. - Memoire sur les tremblements de terre avec quatre
sermons a cette occasion.... Nouvelle edition. Veny 1756.
Bettanini 6. - Contribuzione alla storia dei fenomeni sismici e meteo-
rici (in « Giorn. scien. delle Scuole second. ital. > voi. I, pp. 123-
26). Ie9i^l891.
Bettoni P. - Nota storica sui terremoti (in « Ann. Uff. Cent, di Meteor.
e Geod. » voi. VIII, parte IV, 1886). Roma 1888.
— Il terremoto del 7 giugno [1891] (in « La Gazzetta di Brescia » 11
giugno). Brescia 1891.
— Il terremoto del 7 giugno [1891] nella riviera di Salò (Lago di Garda)
(in « Boli. mens. Oss. di Moncalieri » serie II, voi. XI, pp. 138-
39). Torino 1891.
— Il terremoto del 5 gennaio 1892 sul Lago di Garda (in « Boll. mens.
Oss. di Moncalieui » serie II, voi. XII, pp. 60-62). Torino 1892.
— Terremoto a Salò [9 agosto 1898] (in « Boll. mens. Oss. di Monca-
lieri » voi. XVIII, pp. 60-61). Torino 1898.
■— Il terremoto del 16 novembre 1898 a Salò (in « Boll. mens. Oss. di
Moncalieri » voi. XIX, pp. 2-3). Torino 1899.
Bianchi G. - Descrizione del tremuoto grande cKé fti in Arimino Tanno
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BIBUOGRA^A 859
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1746.
Bianconi O. L. - Osservazioni sul terremoto di Bologna (in < Opere »
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BiAzzi F. - A proposito di terremoti (in « Eco di Bergamo »). Bergamo
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H1L.LJET A. - Notice snr ies tremblements de terre que Ton a éprouvé
dans la province de Manrienne depuis le 19 ,décembre 1838ja8qae
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— Memoire snr Ies tremblements de terre ressentis en Savoie, (in
« Mem. de TAcad. R. de Savoje » tom. XIH (tom. I, e II), pp.
245-282 e pp. XC-XCCI). Chambery 1848.
Bina A. - Ragionamento sopra la cagione de' tremnoti ed in particolare
di quello della terra di Gualdo e di Nocera neir Umbria seguito
l'anno 1751. Perugia 1751.
— Ragionamento sopra la Cagione de' Tremnoti... Dato nuovamente in
luce dal sig. Conte Aurelio Miari con una lettera dello stesso Padre
intorno alle Meteore infiammate scritta al suddetto sig. Conte. Carpi
1756.
BiBCARi (Principe di) — Vedi : Pensante Peloritano.
BiTTNER A. • Beitrftge zur Eenntniss des Erdbebens von Belluno vom
29 Juni 1873 (in « Sitzungsber. d. K. Akad. d. Wiss. Wlen » 69,
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1884 et 1887 (in « C. R. de l'Acad. des Se. » voi. 104, pp. 335-36).
Paris 1887.
Bogcardo 6. - Sismopirologia. Terremoti e vulcani ed oscillazioni del
suolo. Genova 1869.
— Terremoto. (Articolo in « Nuova Enciclopedia Italiana ecc. » ediz.
VI, voi. XXII, pp. 7-16). Torino 1887.
Boccone A. - Il terremoto abborto di virtù lussureggianti nel mondo,
ode prima. Il terremoto flagello speciale de i sacrileghi profanatori
de' tempii, ode seconda. Forlì 1672.
Boccone P. - Museo di fisica e di esperienze variato e decorato di os-
servazioni naturali ecc. Venetia 1697.
Contiene : esser. I e li: « Intorno U terremoto della Sicilia se^rulto Tanno 1698 »
pp, %2\. Osserv. m : « intorno a 1 danni seguiti dal terremoto in varie città e
terre della Sicilia » pp. 21-24. Osserv. iv : « intorno 11 terremoto della Sicilia
seguito ranno 1C03 ». pp. 25-31.
Bollettino decadico dell' Osservatorio ed Archivio Centrale Geodina-
mico presso il R. Comitato Geologico ; anno 1 1885 e II 1886. Roma
1885-6.
860 BIBUOaRAFtA
Bollettino delia Società Sismoiogica Italiana, voi. I, Roma 1895 : voi. li.
Modena 1896 : voi. Ili, Modena 1897 : voi. IV, Modena 1398- [S^n^^
la pubblicazione].
Bollettino mensuale pubblicato per cura deirOsservatorio Centrale dei
R. Collegio Carlo Alberto in Moncalieri. Torino...
contiene oltre a memorie anche notizie di fenomeni sismici ed eleiiclil m«-i.
sili di scosse.
Bollettino meteorico dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e di Geodina
mica. Roma. Supplemento : Notizie di terremoti pervenute all' Uff.
Centr. di Met. e Geod. Roma 1887... 1895.
Segue patitamente anno per anno Tilenco ed il numero dei supplementi, av
vertendo che con il supplemento lU del 1892 fu introdotta una numeraziortr
pro^*es8iva a cominciare dal primo supplemento del I6£r7, giacché In quest'
anno ne furono pubblicati 15; nel 18Htf nessuno; nel 1889 ventitre ; ti^'.
IH90 nove e nel 1891 diciasette.
— Anno IX (1887) : i;n. 56 (25 febbraio), 57 (26 febbraio), 59 (28 febbraio .
60 (1° marzo), 61 (2 marzo), 62 (3 marzo), 63 (4 marzo), 64 (5 marzo .
66 (7 marzo), 68 (9 marzo), 71 (12 marzo), 73 (14 marzo), 80 rjl
marzo), 199 (18 luglio) e 202 (21 luglio).
cx>ntiene quasi esclusivamente le notizie sul terremoto U^re del iSRr? e suli^'
repliche susseguenti.
— Anno XI (1889) : nn. 32 (1*> febbraio), 46 (15 febbraio), 60 (Pmarzo\
70 (11 marzo), 79 (20 marzo), 91 {V aprile), 101 (11 aprile), 121 (1'
maggio), 137 (17 maggio), 152 {V giugno), 166 (15 giugno), 1S2
{V luglio), 196 (15 luglio), 213 (1^ agosto), 228 (16 agosto), 245 '2
settembre), 259 (16 settembre), 274 (1» ottobre), 289 (16 ottobiv-.
306 (2 novembre), 320 (16 novembre), 337 (3 dicembre) e 351 (17
dicembre).
Contiene le notizie sul terremoti avvenuti dairi gennaio al io dicembre itK».
— Anno XII (1890): nn. 1 (2 gennaio), 11 (16 gennaio), 3(10 marzo), 4
(10 aprile), 5 (13 maggio), 6 (27 maggio), 7 (28 luglio), 8 (23 set-
fìmbre) e 9 (24 novembre).
Contiene le notizie sui terremoti dal 3 novembre 1889 al 28 ottobre 1890 con il
supplemento per Tanno 1889.
— Anno XIII (1891): nn. 1 (2 gennaio), 2 (16 febbraio), 3 (21 marzo \
4 (12 maggio), 5 (P giugno), 6 (10 luglio), 7 (20 luglio). 8 {V agosto..
9 (10 agosto), 10 (20 agosto), 11 (1^ settembre), 12 (15 settembre),
13 (1^ ottobre), 14 (15 ottobre). 15 (1<> novembre), 16 (15 novembse)
e 17 (15 dicembre).
contiene le notizie sisniiclie dal 28 ottobre 1H90 al 31 ottobre 1891
— Anno XIV (1892) : nn. 1 (P gennaio), 2 (!<> febbraio). [3] 67 {V marzoì,
68 (15 marzo), 69 {V aprile), 70 (V maggio;, 71 {V giugno), 72 (15
giugno), 73 (15 luglio), 74 {V agosto), 75 (15 agosto), 76 {V set-
tembre), 77 (15 settembre), 78 (1° ottobre), 79 (V novembre) ed 80
(15 dicembre).
Contiene le notizie sismiche dairi novembre 1891 al 17 novembre 1892 con il sup-
plemento per ranno l«9l.
BIBLIOGRAFIA 861
— Anno XV (1893) : nn. 81 (1« gennaio), 82 (15 gennaio), 83 (r febbraio),
84 (1" marzo), 85 (1^ maggio), 86 (1° giugno), 87 (15 giugno), 88
(V luglio), 89 (15 luglio), 90 (V agosto), 91 (15- agosto), 92 (V set-
tembre), 93 (P ottobre), 94 (V novembre), 95 (1° dicembre) e 96 (15
dicembre).
Contiene le notizie sismiche dal 16 novembre 1892 al 5 novembre 18^3 con 11
supplemento per Tanno 1892.
— Anno XVI (1894) : nn. 97 (1° gennaio), 98 (V febbraio), 99 (15 febbraio).
100 (15 marzo), 101 (1*» aprile), 102 (1<> maggio), 103 (15 maggio),
104 (15 giugno), 105 {ì^ luglio), 106 (15 luglio), 107 (1" agosjto), 108
(1*» settembre), 109 (1*» ottobre), 110 (1° novembre), 111 (15 novembre),
e 112 (15 dicembre).
Contiene le notizie sismiche dair 8 novembre 1893 al 29 ottobre 1894 ed il sup-
plemento per ranno 18ii3.
— Anno XVII (1895): nn. 113 (16 gennaio), 114 (16 febbraio), 115 (V
* marzo) e 116 (15 marzo).
Contiene le notizie sui terremoti dal 2 novembre al 31 dicembre 189i con sup-
plemento per tale anno.
BOLT3HAU8ER A. - Vedi: Silvestri 0.
BoMBicci L. - Sui terremoti. Bologna 1870.
K riprodotto nel volume dellautore : « Scienza Popolare » pp. 99141. Bologna 1883.
— Sul terremoto di Romagna, lettera al Prof. G. Orsi (in « Corriere
delle Marche » 20 gennaio 1871).
— I terremoti di Bologna (in « Gazzetta dell' Emilia » n. 50-51-52).
Bologna 1882.
Trovasi riprodotto nel volume citato « Scienza Popolare » a pp. 145^.
— La influenza luni solare sui terremoti [?].
Trovasi riprodotto in « Scienza PoiKtlare » pajf. ie9-'73.
— Sulla costituzione fisica del globo terrestre, suirorigine della sua
crosta litoide, sulle cause dei moti sismici che più frequentemente
vi avvengono (in « Mem. della R. Acc. delle Se. di Bologna » serie
IV, tomo Vili). Bologna 1887.
BoMBicci L. - Vedi : Michez.
BoNAiUTo V. - Vedi : Burgos e Bonaiutus.
BoxAJUTus V. - An Account of the Earthquakes in Sicilia, on the
Ninth and Eleventh of January 1692-3, ti*anslatcd.... and comuni-
cated by the M. Malplghius (in # Phil. Trans. » voi. XVIII, 1694,
pp. 2-10). London 1695.
— Vedi : Buroo.
BoNDi A. - Ipotesi snlle cause dei terremoti in « Tre discorsi di St.
Nat. » pp. 7-21). Forlì 1876.
Bonito M, - Terra tremante ovvero continuntìone de' terremoti dalU
creatione del Mondo lino al tempo presente ecc. ». Napoli 1691.
BoNOMi A. - Vulcani e teiTf»moti (in « Atti i. r. Acc. degli Agiati >
anno V). Rovereto 1887.
862 BIBUOOBAFIA
Bordi L. - Sul Gargano. Foggia 1892.
Parla nrequentemente dei terremoti garganici.
Boscowrrz A. - Lea tremblements de terre. Paris [a. d.]
Contiene : « Lea trembl. de terre de la Calabre » 1783] pp. 187-195; e « La catasta'
phe d' lachla » 1883, pp. 197-224.
— Les volcaDs et les tremblements de terre. Paris [s. d.].
Bossi B. - La causa principale dei terremoti e di altre perturbazioni
della natura. Portomaurizio 1887.
Bossi L. - Rapport sur le tremblement de terre etc. - Rapporto sai ter-
remoto che si è cominciato a sentire ai 2 d'aprile 1808 nelle valli
del Pelis, del Clusone e del Po : fatto alla classe delle Scienze Fi-
siche e Matematiche dell' Accademia Imperiale di Torino nella se-
duta del 2 maggio anno suddetto da A. M. Vassalli Eandi, pabbli-
cato per ordine del sig. Prefetto del Po. Estratto del Socio L. Ros<i
colle osservazioni particolari del medesimo (in « Giom. della Soc.
d' Incoragg. delle Se. e delle Arti ecc. » tomo III, pag. 49-75, 137-
157). Milano 1808.
BoTTARi - Lezioni tre sopra il tremuoto. Roma 1748.
Bottone D. - De immani Trinacriae terraemotu idea historico - physica
in qua non solum telluris concussiones transactae recensetur, sed
novissimae Anni 1717. Messanac 1718.
BouLARD - Extrait d'une lettre... a M. le Ministre des affaires étrangèrcs
(in « C. R. de l'Acad. des Sciences » voi. 70, pp. 502-503). Paris
1870.
Lettera sul terremoto di Ancona deir 8 febbraio 1870.
Bouquet de la Grye - Note sur le tremblement du 23 fevrier [1887] a
Nice (in « C. R. de l'Acad. des Se. » voi. 105, pag. 202-3). Parib
1887.
Brami L. -
Scrisse una relazione sul terremoto di Citta di castello del 1*389, ivi stampat^t.
come si ricorda nelle « Meni. civ. di CìiUi di Castello » voi. TI, pa^. 156. di
M. G. M. a. V.
[Brocchi G. A.j - Riflessioni imparziali sopra Topuscolo: Il terremoto
di Messina [di Pagani Cesa].
Citato e transuntato (in « Oiorn. Lett. » n. xxm, [Venezia] 1*483, col. 235-213.
Brucchetti G. - Sul lerremoto di Rieti del 28 giugno 1898 (in « Boll.
Soc. Sism. Ita!. » voi. IV, pp. 76-88). Modena 1898.
BuccA L. - Osservazioni sugli ultimi terremoti etnei dello scorso agosto
ri81)4] (in « Boll. mens. Acc. Gioenia di Se. Nat. » fase. XXXVIII,
dicembre 1804, pp. 8-12). Catania 1894.
— Gli ultimi terremoti delle regioni etnee (in « Giom. di Sicilia » 10,
11, 12 settembre). Palermo 1894.
BuLiFoy A. - All'Altezza serenissima di Cosmo III granduca di To-
scana, ragguagliandola d'alcuni notabili successi nella fiorita terra
BIBLIOGRAFIA 863
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ist, poi. ed ernd. » raccolta II, pag. 44-47). Napoli 1693.
BuLiFON A. - Lettera Hll'Eccmo Sig. D. Gio. Fran. Pacecco Mendoza
ecc. Si da pieno ed accurato ragguaglio del tremuoto successo li
5 giugno 1688 in Napoli (in « Lett. Mem. ecc. » raccolta III, pp. 73-
113). Napoli 1693.
BuLiFON F. - Air illustrissimo e Reverendis. Mons. D. Francesco Maria
Pignatelli Arcivescovo di Taranto inviandogli la narrazione dei
prodigi operati dal Glorioso S. Filippo Neri nella persona dell' Emi-
nentissimo Sig. Cardinale Orsini (in € Lett. mem. istor. ecc. » rac-
colta II, pp. 30-43). Napoli 1693.
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del 3 novembre 1706. Napoli 1706.
BuLLETTiNO DEL VULCANISMO ITALIANO, redatto dal Prof. M. S. De
Rossi - Voi. V (1874), voi. 2» (1874), voi. 3^ (1876), voi. 4" (1877),
voi. 50 (1878), voi. 6« (1879), voi. 7^ (1880), voi. 80 (1881), voi. 9«
(1882), voi. IO» (1883), voi. IV (1884), voi. 12° (1886), voi. IB^ (1886),
voi. 14° (1887), voi. 15'>-16° (1888-89), voi. IV (1890), voi. 18°-20°
(1897). Roma 1874-1894.
BuMALDi A. - Vera relatione de' gran prodigi! e spaventosi terremoti
nuovamente occorsi nell' una e nell'altra Calabria sotto il di 26 di
Marzo 1638, col nome delle Città, Castelli, Ville e luoghi rovinati
per causa di detto terremoto, con mortalità di più di cinquantamila
persone^ stampata ad istanza di Agostino Pasquetti Romano. Bo-
logna 1638.
Buoni I. A. - Del tremuoto. Modena 1571.
BuROOs A. - Terrac-motus Siculus anni MDCXCIII descriptus (in « I.
G. Graevii : Thesaurvs antiq. et histor. Siciliae » voi. IX, pag. 88
e seg). Lugduni Batavorum 1723.
— Distinta relatione dello spauentoso eccidio cagionato dai terremoti
ultimamente con replicate scosse, accaduti a 9 e 11 Gennaro 1693,
nel Regno di Sicilia. Napoli 1693.
— Sicilia piangente su le rovine delle sue più belle città atterrate da'
tremuotì agli undici di Gennaio dell'anno 1603 etc. Palermo 1693.
— Lotterà... scritta ad un suo amico, che contiene le notizie fin'ora
avuto de' danni caggionati in Sicilia da Tremuoti a 9, 11 gennaio
1693 [?1.
— An Extract of the account mentioncd in the forcgoing Letter, taken
out of an Italian Paper, Written by... (in « Phil. Tran. » pp. 630-
38). London.
BuR*".os A. e Bonajutds V. - Details sur le tremblement de terre qui
ruìna la Sicile en 1693 (in « Oibelik : Abregé des Trans, philos.
864 BIBUOORAFIA
de la Soc. R. de Londre » tradnc. parte I, Hist. Nat. voi. I, pp.
21-42). Paris 1787.
— Vedi : Bonaiutus.
BuROo A. e BoKAiUTO V. - Particolarità intorno ai tremaoto che nilnò
la Sicilia nel 1693 (in « Oibeliv : Gomp. delle Trans, filos. della
Soc. Reale di Londra recate in Italiano ecc. » parte I, Tomo I.
pp. 23-43). Venezia 1793.
BuRioLi P. - Vera relatione del Terremoto e Vorragine occorsa nel
Vesauio il di 16 dcccmbre 1631 à bore 12 etc. Bologna 1632.
BusiN P. - Terremoto del 18 luglio 1883 nel!' isola d' Ischia (in e Gaz-
zetta d' Italia » 6 agosto 1883.
Cacciamali G. B. - Il terremoto Sorano del 9 maggio 1891 (in e Ann.
Uff. Centr. Met. e Geod. » serie II, voi. XI, 1889, parte 3% pp. 1-6..
Roma 1892.
L'estratto porta la data del 1891.
Cacciatore G. e Doderleix P. - Sulle recenti convulsioni sismiche in
Corleone. Palermo 1876.
Cafiero F. e Pennisi G. - Attività sismica dell' Etna nel mese di aprile
1883 (in « Boll. mens. Oss. Moncalieri » serie II, voi. Ili, n. 9.
p. 84 e n. 10, p. 102-3). Torino 1883.
Calamai L. - Osservazioni... su gli effetti prodotti dal terremoto dato
in Toscana nelPagosto del 1846. Firenze 1846.
— Poche parole sopra le osservazioni del Dott. Luigi Rossini intorno
al terremoto delle colline Pisane e Livornesi. Firenze 1846.
— Esame critico della replica del Dott. L. Rossini alle parole del
Prof. L. Calamai intorno al terremoto delle colline Pisane e Livor-
nesi. Firenze 1847.
Cambray Digny - Vedi : Camera dei Deputati.
Camera dei Deputati - Provvedimenti a favore dei danneggiati dal
terremoto del 28 luglio 1883 nell' isola d'Ischia. Disegno di legge
(in «Atti Pari. » Legisl. XV, 1* sess., 18S2-83, documento N. US).
Roma 1883.
— Relazione della commissione sul disegno di legge : Provvedimenti
ecc. (in « Op. cit. » n. 148 A). Roma 1883.
Inatta relazione ò (leU'on. R. De zerbi.
— Provvedimenti pei danneggiati dai terremoti [1887] nelle provincio
di Genova. Porto Maurizio e Cuneo. Disegno di legge fin « Atti
Paiiam. » legisl. XVI, 1* scss. 1886-87; documenti n. 159). Roma
18H7.
— Relazione della Commissione sul disegno di legge : Provvedimenti
ecc. (in « id. id. » documenti n. 159 A). Roma 1887.
I.a relazione e dell'on. ferio.
■
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— Relazione della Commissione sul disegno di legge : Provvedimenti
ecc. (in € Op. cit. » doc. N. 83 A). Roma 1895.
La relazione è deiron. Cambray Di(;ny.
— Documenti relativi alle oblazioni per i danneggiati dal terremoto
della Calabria e di Sicilia e alla gestione dei t'ondi raccolti (in
« Atti parlam. » legisl. XIX, 1* sessione, 1895-96, doc. XXXIX).
Roma 1896.
— Elenco delle oblazioni a favore dei danneggiati dal terremoto per-
venute al Ministero dell' Interno, alle Prefetture di Reggio Calabria,
Messina, Catanzaro e alle Sottoprefetture di Monteleone e di Palmi
e resoconto della gestione dei fondi a tutto il mese di novembre
1896 (in « Atti parlam. » loc. cit., doc. XXXIX bis). Roma 1896.
Campagna G. - Istoria funesta delli terremoti accaduti in Calabria Ultra
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Cabipani G. - Su i terremoti che travagliarono la città e i contorni di
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Campani G. e Toscani G. - Su i terremoti avvenuti in Siena nell'aprile
del 1859 e nei tempi precedenti (in « Il Nuovo Cimento » voi. IX,
pp. *J74-93). Pisa 1859.
Cancani a. - Sul così detto presentimento degli animali nei terremoti
(in « Boll. Soc. Sismol. Ital. » voi. II, pp. 66-74). Modena 1896.
— Barisal-guns, Mistpoeflfers, Marina (in « Boll. Soc, Sism. Ital. » voi.
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— Il terremoto adriatico - marchigiano del 21 settembre 1897 (in « Boll.
Soc. Sism. Ital. » voi. IV, 1898, pp. 202-21). Modena 1899.
— Periodicità dei terremoti adriatico -marchigiani e loro velocità di
propagazione a piccola distanza (in € Rend. R. Acc. dei Lincei »
voi. Vili, pag. 76-79). Roma 1899.
Canestrini G. - Geologia e Paleontologia (in « Ann. Scient. Industr. >
voi. ITI, 1866). Milano 1867.
Contiene: Terremoti ed eruzioni della Salsa di paterno, p. 361 - Terremoti di
Spoleto, p. 862 - Terremoti di Sicilia, p. 362 - Terremoti in Monte Baldo, p. 8Ga.
Canobbio G. B. - Topografia fisica della città e dei contorni di Ge-
nova. Genova 1840.
Parla del terremoti a p. 155 e del maremoti a pp. 155^.
Canterzani S. - Lettera... ragguaglio dei terremoti clic replicatamente
sono stati sentiti a Bologna e sue vicinanze dal primo di Giugno a
tutto il mese di Luglio di quest'anno 1779 e più oltre ancora (in
« Nuovo Magazzeno toscano » voi. VI, pag. 58-73). Firenze 1779.
Baratta : Terremoti ecc. 55
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Canterzani S. - Lettera... sul terremoto di Bologna degli anni 177r*-
1780 e sulla causa fisica di un tale disastro. Bologna 1834.
Cantoni G. - I terremoti (in « II Crepuscolo » anno II, nn. 7-8 : 16 <^
23 febbraio 1851) e (in « Studii su la Filosofia Naturale » pp. 17-31 .
Pavia 1865.
Capecelatro e. - Breve relatione fatta dal consigliere Capece Lair
delegato.... a rivedere i danni nelle provincie di Calabria cagionati
dal terremoto succeduto a 27 di marzo 1638.
È pubblicata in appendice ai libro di Lutlo d'Orsi (vedi).
Capialbi (Conte) - Notizie di Nicolò Maria Pacifico. Napoli 1849.
11 Greco (Delle prlnc. opere intorno al cai. terr. p. 99) ricorda che in quesu-
volume sono raccolte alcune lettere deir Abate Pacifico indirizzate da ns
poli (ottobre 1783 - settembre 1786) al De Pigrnatari relativi ai terremoti c«i
labri del 1*783.
Capocci E. - Catalogo de' tremuoti avvenuti nella parte continentali
del Regno delle Due Sicilie posti in raffronto con le eruzioni vul
caniche ed altri fenomeni cosmici, tellurici e meteorici (in « Atti
R. Ist. d'Incoragg. », voi. IX, pp. 337-78). Napoli 1861.
Questo catalogo va dall'anno 19 a. C. al 29 agosto 1858.
— Memoria Seconda sul catalogo de' tremuoti nella parte continentale
del Regno delle Due Sicilie. Investigazioni e documenti relativi a
ciascun tremuoto e cose notevoli offerte dai più terribili. 1"^ Epoe^:
dalla nascita di G. C. sino alla invenzione della stampa (in « Op.
cit. » voi. IX. pag. 379-421). Napoli 1861.
— Memoria Terza sul catalogo dei tremuoti ecc. 2» Epoca : dalla in-
venzione della stampa sino al presente secolo (in e AttiR. Ist. d'In-
corag. alle Se. Nat. » voi. X, p. 293-H27).Napoli 1863.
Questa parte non fu terminata contenendo solo 1 documenti giustificativi fln<>
al 1631.
Capozzi G. - Memoria sul tremuoto avvenuto nel contado di Molise
nella sera de' 26 luglio dell'anno 1805. Benevento [s. d.].
Cappa F. - Sul terremoto che a' 2 di febbraio 1703 rovinò l'Aquila e
molti paesi di Abruzzo. Aquila 1871.
Capparotti C. - Memoria isterico fìsica del terremoto accaduto in
Lombardia li 12 maggio 1802. Milano 1802.
Capponi D. - Ricordo del terremoto in Liguria del 23 febbraio 1887.
Genova 1887.
Carboni- Grio D. - I terremoti di Calabria e di Sicilia nel secolo XVTIL
Napoli 1884.
— Il terremoto in Calabria (in « 11 Secolo » 22-23 nov). Milano 1894.
Cardoxe a. - Saggio di poetici componimenti. - Suir ultima eruzione del
Vesuvio, poemetto. Sul funestissimo tremuoto avvenuto in Casamic-
ciola, ode. Napoli 1828.
Cardoso F. - Discurso sobre el monte Vesuuio, insigne por sua rvinas.
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famoso por la muerte de Plinio. Del prodigioso incendio del ano
passado de 1631, y de sus causas naturales, y el origen verdadero
d.6 los terremotos, vientos, y tempestades, etc. Madrid. 1633.
Carklli G. - Delle nuove opere pubbliche ne' reali dominii di qua
dal Faro (in < Ann. Civ. del Regno delle Due Sicilie » voi. LXVII,
fase. 132). Napoli 1859.
Contiene a pp. 46-51 11 § : « cenno della spesa fatta in materiali e mano d'opera
da' BB. Ministri delle Finanze, dei Lavori PP.. .della Guerra e della Marina
in sollievo de' dannegfri&ti dal tremuoto del 16 dicembre 1857 nelle Pro-
vincie di Principato citeriore e Basilicata, oltre quella erogata air uopo
stesso dal Beai Ministero deir interno.
Carena G. - Sul terremoto sentito in Piemonte e specialmente nella
provincia di Voghera nell'ottobre 1828 (in « Mem. R. Acc. delle Se.
di Torino » voi. XXXIII, p. XLm). Torino 1829.
Carlucci M. - Horrendi terraemotus dici XVI mensis decembris anno
1857 in oppido Vincianelli poetica brevis enarratio. Neapoli 1858.
Carrera P. - Il Mongibello descritto... Nel quale oltra diuerse notizie
si spiega r historia degr in^.endi, e le cagioni di quelli ecc. In Ca-
tania 1636.
Casaorande G. a. - Saggio sopra la diversità d^lla natura, cagioni ed
effetti dei tremuoti e specialmente di quelli, che hanno scosso molti
luoghi dello Stato Pontificio^ ed altre molte parti dell' Europa nel-
l'anno 1781 ecc. Iesi 1782.
Casamicciola nella notte del 28 luglio 1883. |s. d. e 1.].
Casamicciola prima e dopo il disastro del 1883 (in < La Natura » voi.
Ili, n. 72, pag. 293). Milano 1885.
Cassiani G. B.
Scrisse un opuscolo sul terremoto di Parma del 1832, ivi pubblicMito (Tiix)grafla
Blanchon), secondo ricorda il fienassl « Materiali ecc. » (p. 21).
Casti E. - Anton Ludovico Antinorl e le sue molteplici opere edite ed
inedite. Aquila 1887.
Contiene a pp. 111-22 la descrizione trattai dai niss. antinorlani dei terremoti
aquilani del 1461-62.
Castiglione C. - Panormitani terrae motus descriptio, Carmen. Pa-
normi 1726.
Cavalli A. - Lettera... a S. E. il sig. Duca di Sermoneta (in « Anto].
Romana » voi. XII, fase. XVI, pp. 121-23). Roma 1785.
— Lettera II... a S. E. il Sig. Duca Francesco Gaetani di Sermoneta
(in € Op. cit. » fase. XVII, pp. 129-31). Roma 1785.
Oontenf?ono notizie sul terremoti umbri del 1783.
Cecchi F. - Terremoto del 5 aprile 1885 in Firenze (in « La Nazione »
6 aprile). Firenze 1885.
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moire de M.' Billiet sur les trembleraents de terre ressentis en Savoie
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Charistini D. - Diatriba historico-physica de terraemotn Calabriae An.
R. S. MDCCLXXXIII ecc. Neapoii 1786.
Charlon e. - Note sur le tremblement de terre du 23 février 1887 «in
« Bull. Vulc. Ital. » voi. XIV, pp. 18-23. Roma 1887.
Chistoxi C. - Carta magnetica dell' Italia superiore e sue relazioni colle
aree sismiche (in «'Mem. Soc. degli Spettrosc. Ital. ^ voi. XVI '.
Roma 1887.
— Sulle relazioni fra le aree sismiche e le linee isomagnetiche (in
« Ann. Soc. Ing. ed Arch. ital. » voi II, pp. 253-57). Roma 1887.
— Notizie sui terremoti avvertiti a Modena dal 1830 al 1895 ricavate
dai registri del R. Osservatorio (in « Mem. R. Acc. di Se. lett. ed
arti > voi. XII, serie 2^^). Modena 1896.
Chracas L. a. - Breve discorso metheorologico de' terremoti con Lt
cronologia di tutti quelli che si sono sentiti in Roma dalia crea-
zione del mondo fino al recente occorso... su le 2 della notte meno
un quarto del dì 14 gennaio 1703. Roma 170.^.
— Racconto storico de' terremoti sentiti in Roma, e in parte dello
Stato Ecclesiastico e in altri luoghi la sera del 4 di gennaio e la
mattina de' 2 di febbraio dell'anno 1703 ecc. Roma 1704.
Cristic H. M. The Earthquake [Liguria 1887] (in « Nature » voi.
XXXV, n. 906 : march. 17, p. 462). London 1887.
Chun K. - Das Erdbeben auf Ischia (in « IlJustrirte Zeitung » Aprii
2nd., p. 265-68). 1881.
CiABORRi G. - Testificazione... d'essere rimasto vivo per tredici giorni
sotto le rovine di Cerreto senza cibo alcuno (in « Bulifon A. : Lett.
mem. i3t. ecc. » raccolta 2% pp. 394 e seg). Napoli 1693.
SI riferisce al terremoto di Benevento del 1688.
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Scrisse sul terremoto di Bologna dell'ottobre 1801 secondo ricorda U D' Onofrio
a pa?. 32 della « Lettera ad un amico ecc. » (vedi).
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Piacenza (in < Ann. Uff. Centr. Meteor. e Geod. » serie II, voi. VIII,
1886, parte 4% p. 173. Roma 1888.
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regnum, anno 1731, vexantis (in « Phil. trans. R. Soc. » voi. XXX Vili,
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Soc. R. de Londre » trad. de Bremond, voi: IX, p. 398). Paris 1745.
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« Bibl. Ital. » voi. LXXVIIL pp. 144-47). Milano 1835.
— Terremoti sentiti in diverse parti del globo : 1^ Supplemento alla
nota dei terremoti deiranno 1834 inserta in questa Biblioteca tomo
78^ p. 144 : 2° Nell'anno 1835 (in « Bibl. Ital. * tomo LXXXIII).
Milano 1836.
— Terremoti sentiti in diverse parti del globo neir anno 1836 (in
« Bibl. Ital. » voi. LXXXVI, pp. 425-29). Milano 1837.
— Terremoti sentiti in diverso parti del g^lobo nel Tanno 1837, (in
« Giorn. Astr. per Tanno lrt39 » pp. 108-114). Parma.
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« Giorn. Astr. per Tanno 1840 ♦ voi. VII, pp. 106 e seg).
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di innumerevoli persone, stampata ad istanza di Agostino Pasquetti
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Contiene : Parte i, capo v : « Della vulcanici tà, terremoti » p. 6&^.
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Contiene: § III. « Les tremblements de terre » pp. 10&4S.
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• T-
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— Quadro generale statistico - topografico giornaliero dei terremoti av-
venuti in Italia nell'anno meteorico 1875 (dicembre 1874 - novembre
1875) col confronto di alcuni altri fenomeni (in « Atti Pont. Acc.
N. Lincei > voi. XXIX, pp. 518-19). Roma 1876.
— Quadri statistici topografici giornalieri dei terremoti avvenuti in
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fase. 6-8, pag. 50-62). Roma 1877.
— Quadri statistici topografici giornalieri dei terremoti avvenuti in
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ecc. (in « Mem. Pont. Acc. N. Lincei » voi. V, pp. 160-89). Roma
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« Mem. Pont. Acc. N. Lincei * voi. VI). Roma 1891.
Contiene un « Nuovo pensiero sull'origine del tremuoto di Liioi Vanni ».
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Moncalieri » serie II, voi. XII, n. 4, p. 62) Torino 1892 e (in
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novembre 1890 (in « Ann. Meteor. Ital. » voi. VII, pp. 239-256).
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Ne esistono due edizioni una in quarto di p. 8, Taltra in quarto di p. 2 ed una
bianca.
— La medesima corretta dairautore.... ed accresciuta di note in lindi
questa. Napoli li 7 luglio 1794.
— Nuove riflessioni sul Vesuvio con un breve dettaglio de' paraterre-
moti. Premessi i luoghi degli antichi scrittori che han parlato di
questo vulcano. Napoli 1794.
— Lettera ad un amico in provincia sul tremuoto accaduto a 2r>
luglio, e seguito dair eruzione vesuviana de' 12 agosto del con-ente
anno 1805 colla narrazione di tutti i più rilevanti fenomeni ch'esigono
le vedute del naturalista, in cui si dà conto delle cagioni di essi.
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890 filBUOGRATIA
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dal terremoto dalli 14 Gennaro lino alli 2 di febraro 1703, con no
esattissimo ragnaglio di tutte le Sacre funzioni et opere pie fatte
in questo tempo nella città di Roma ecc. Roma 1703.
— Proseguimento del diario ovvero distinta relazione dei danni e scuo-
timenti fatti dal terremoto tanto in Roma quanto fnori dalli 24 <i:
febbraro per tutto il mese di maggio p. p. il tutto raccolto ecc.
Roma 1703.
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rando la città da tremuoti, che con grande orror Taffligevano : e
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ron probablliUi ne esiste una edizione fatta nel nH3 a Messina e ristampata a
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Contiene : § « Terremoti » (pp. 1^73] ed a pp. 166-1'73 « Tavola delle eruzioni
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essa e dalla precedente intorno a coloro che hanno scritto de' calabri
tremuoti dal 1783 al 1857, ed alcune avvertenze su d' un tentativo
Baratta.' Terremoti ecc.. 5*7
1
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contiene : voi. I. Caput, li : Praefatio « De horrendla terraemotibus anno 1<>3k
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suae periculo praesens, elus occasione magna Naturae arcana didicit. »
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IjETTera dell'Intendente di Aquila al Ministero dell'Interno (ìn« Il gran
Sasso d'Italia » voi. XI, pp. 189-90). Aquila 1848.
Tratta di una scossa sentita 11 10 erlugno ìHiS.
Lettera responsiva scritta all'illustrissimo sig. Conte N. N. in cui di-
stintamente, e con pi^na verità si descrive quanto è accaduto per
l'occasione dei tremuoti replica tamen te sentiti a Livorno ne' mesi
di gennaio, febbraio e marzo fino al di 19 del medesimo di questo
anno 1742. Pisa 1742.
Secondo 11 Pilla (« istoria del tremuoto » p. 207) ne sarebbe A. 11 canonico Moreni.
Lettera responsiva ad altra in cui rlchiedevasi che diligentemente si
notasse quanto accadeva in Bologna in occasione de' terremoti dello
scorso anno 1779. Bologna 1780.
Lettera (Seconda) in cui si legge la continuazione ed il lucidamente
dei danni cagionati in Napoli e nel Regno dall' orribile terremoto
accaduto nella notte de' 26 luglio 1805. [Roma 18051.
Lettera storico-critica sulla causa dei terremoti. Pavia 1783.
Lettera su di un fenomeno che si sperimentò dopo il tremuoto avve-
nuto nell'Aquila il giorno 11 dello scorso novembre [1789] (in « An-
tol. Romana » voi. VI, fase. 46, pp. 261-66 e fase. 47, pp. 269-74).
Roma 1790.
Lettera - Vedi : Copia ed Avviso ecc.
Lettre sur un tremblement de terre de Calabrie [in data 2 settembre
1783] (in « Journ. des Sav. » pp. 839-841). 1783.
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LuMBisAXi HoRATU - De febribus lib. III. In quibus de earumdem es-
sentia, signis, prognostico et curatione agit. Amplius de Peste, febri
pestilentiali curatione et praecau tiene Liber quartus. Item de ter-
raemotu prout pestis causa est Reipublicae opprime utile et necessario
Disputatio unica. Napoli 1629.
— De febribus, peste et terraemotu. Urbini 1631.
È la stessa opera della precedente.
LussANA S. - Osservazioni sismiche dei mesi di novembre e dicembre
1894 fatte col microsismografo Vicentini (in « Atti. R. Acc. dei Fi-
siocritici » serie IV, voi. VII, pp. 57-65). Siena ]895.
— Osservazioni sismiche fatte col microsismografo Vicentini nell'Osser-
vatorio geodinamico di Siena. Nota II (in « Atti R. Acc. dei Fisio-
critici » serie IV, voi. VII, pp. 233-37). Siena 1895.
Lyell C. - Principes of Geology. Tenth and entirely revised edition.
London 1868.
Nel voi. n, cap. xxix, pp, 113-35, si parla dei grandi terremoti calabri del 1783.
— Principes de Geologie, trad. francese. Paris 1843-48.
Nel voi. in. cap. VII, pp. 316-371 Bi tratta dei terremoti calabri del 1783. L'ultima
edizione francese è del 1873.
Maccalini R. - L' Osservatorio geodinamico di Aquila nell'anno 1885 (in
« La Palestra Aternina » fase. 12^, anno 1885, p. 353). Aquila 1885.
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lA prima parte contiene un catalogo generale di terremoti fino all'anno 1155:
la seconda fino al 17^4 e la terza fino al iai3.
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Melloni - Vita di S. Domenico. Napoli 1791.
Contiene una nota sul terremoto del 5 febbraio 1783.
Memoria storica sul tremuoto di Acireale, e de suoi contomi più dan-
neggiati li 20 febbraio 1818 a un ora di notte. Seconda edizione
ampliata di una lettera del Senato di Messina, di ulteriori dettagli
sul detto giorno e degli avvenimenti degli 11 e 12 marzo. Acireale
1818.
Non conosco la prima edizione cU questa memoria.
Mercalli G. - I terremoti deir Isola d' Ischia (in « Atti Soc. Ital. di
Se. Nat. » voi. XXIV). Milano 1881.
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— I terremoti e le eruzioni dell' Isola d' Ischia (in « Rassegna Nazio-
nale » voi. XVII, pp. 40-52). Firenze 1884.
— L'isola d'Ischia ed il terremoto del 28 luglio 1883 (in « Mcm. li.
Ist. Lombardo di Se, eLett. » voi. XV [VI della serie III], fase. 2",
pp. 99-154). Milano 1884.
— Sulla natura del terremoto ischiano del 28 luglio 1883 (in « Rend.
R. Ist. Lombardo ecc. » serie II, voi. XVII, fase. 19", pp. 842-56).
Milano 1884.
— Il terremoto sentito in Lombardia nel 12 settembre 1884 (in « Atti
Soc. Ital. di Se. Nat. » voi. XXVIII) Milano 1885 e (in « Boll. mens.
deirOss. di Moncalieri » serie II, voi. IV, pp. 159-61). Torino 1885.
— Vulcani e tenomeni vulcanici d' Italia. Milano [s. d.]
— Le case che si sfasciano ed i terremoti (in « La Rassegna Nazio-
nale » anno VI, voi. XXI, pp. 255-64). Firenze 1885.
— La Fossa di Vulcano e lo Stromboli dal 1884 al 1886 (in < Atti Soc.
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Mercalli G. - Il terremoto di Liecco del 20 maggio 1887 (in « Atti
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— L' isola di Vulcano e lo Stromboli dal 1886 al 1888 (in e Atti Sr»o.
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— I terremoti napoletani del secolo XYI ed un manoscritto inedito di
Cola Aniello Pacca (in < Boll. Soc. Geol. Ital. » voi. X, fase. 2
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— Noto geologiche e sismiche sulle Isole di Ponza (in e Mem. della
R. Acc. delle Se. Mat. » voi. VI, serie II, n. 10). Napoli 1893.
— Il terremoto sentito in Napoli nel 25 gennaio 1893 e lo stato attuale
del Vesuvio (in « Boll. mens. dell'Osserv, di Moncalieri ^ serie II,
voi. XIII, fase. 5% pp. 65-66). Torino 1893.
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« Arch. stor. per le prov. napoletane » Anno XXII, fase. 1*). Nh-
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una monografia sismica regionale (in « Mem. della Soc. Ital. delle
Se. detta dei XL » serie III, voi.. XI, pp. 117-266). Roma 1897.
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crife 0 sospette (in «Arch. stor. per le prov. napol. » voi. XXIIL
fase. 2«). Napoli 1898.
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e delle Calabrie» n. 241: 4 5 settembre). Messina 1898.
— Vedi anche Taramelu T,
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Meteorologia cioè discorso de le impressioni humide & secche gene-
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Scritta la presente in forma epistolare ad un amico in assenza.
Messina [1783].
— Continuazione ed Appendice sopra i tremuoti descritti nella Rela-
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pubblicata» nel supplementi al Bollettino meteorico (vedi). Dal 1895 in \h)Ì
912 BIBUOORAFIA
in api)eQ(lice al « Boll, della Soc. Sismologica Italiana » : e precisamente
quelle riguardanti i terremoti del 1805 al voi. l ; del 1(06 al voi. il ; del l^CT
al voi. in e IV : del 1896 al voi. v« La pubblicazione continua, il titolo e
però un po' mutato : per il 1895 e 1896 « Notizie sui terremoti avvenuti in
Italia durante Tanno... » e per il 1897 e 1898, tanto per cambiare, alla parola
avvenuti fu sostituita quella di osservati.
Notizie ricavate, ed osservazioni fatte in contado di Molise e precisa-
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& incendj del monte Vesvvio, cominciando dal dì 16 del mese di
decembre 1631, per insino alli 5 di gennaro 1632. Napoli 1632.
— La ristampata lettera con aggiunta di molte cose notabili, del signor
Nicolò Maria Oliva scritta all'Illvstriss. Signor Abbate D. Flavio Rvffo
nella quale dà vera & minuta relatione delli segni, terremoti & in-
cendij del monte Vesvvio, cominciando dalli 10 del mese di decembre
1631 per insino alli 16 di gennaro 1632. Napoli 1632. -
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pp. 28:i-296) Napoli 1853.
— Descrizione del tremuoto avvenuto in Caposele e nei limitrofi co-
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(in « Rend. R. Acc. delle Se. » anno 1862. fase. 4°, p. 144). Napoli
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— Delle scosse di terremoto avvenute all' Osservatorio meteorologico
Vesuviano nell'anno 1863, quali furono registrate dal sismografo
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— Nuova corrispondenza tra i terremoti del Vesuvio e V eruzione di
Santorino (in « Rend. R. Acc. delle Se. » anno VI, fase. 5**, p. 130).
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— Alcune osservazioni a proposito de' terremoti di S. Nicandro (in
« Rend. R. Acc. delle Se. » 1869 : 5 giugno, p. 98). Napoli 1869.
— Nuovi fatti di corrispondenza tra le piccole agitazioni del suolo al
Vesuvio ed i terremoti lontani (in « Rend. R. Acc. delle Se. » anno
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— Scosse risentite al Vesuvio in occasione dcH'ultiraa eruzione dell'Etna
(in « Rond. R. Acc. delle Se. fis. e raat. » anno II, p. 199). Napoli
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— Osservazioni sul terremoto del 26 agosto 1869 (in « Rend. R. Acc.
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— Sulle scosse di terremoto avvertite in Napoli il dì 24 giugno 1870
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cembre 1869 al 31 dicembre 1870 (in « Rend. R. Acc. delle Se. »
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Questa nota trovasi riprodotta in « conti : Mem. e stat. sul terr. della prov. di
Ckxsenza ecc. » p. 81.
— Intorno ad alcune scosse avvertite in vari siti d' Italia (in « Rend.
• R. Acc. delle Se. » anno X, p. 124). Napoli 1871.
— Il sismografo dell' Osservatorio Vesuviano ed i terrexnoti contempo-
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— Indicazioni del sismografo dell' Osservatorio [Vesuviano] dal 1865
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— Il sismografo dell'Osservatorio Vesuviano e quello della Specola
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dal 21 al HI del prossimo passato mese di luglio [1880] (in « Rend.
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— Sul terremoto di Gasamicciola [1881] (in « Rend. R. Acc. delle Se. »
anno XX, fase. 4% pp. 82-87). Napoli 1881.
— Il terremoto di Schio del dì 4 aprile, quello della provincia di
Reggio del di 28 dello stesso mese e gli apparecchi sismici dell'Os-
servatorio Vesuviano e della Specola Universitaria (in « Rend. R.
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— Note sur les tremblements de terre ressentis en 1848 (in « Mém.
Acad. des Se. de Dyon » 1849, parte II, pp. 1-40) e (in « Bull. Acad.
Belgique, tome XVI, P, pp. 323-29, e tome XVII, 1% pp. 216 e
seg.) Bruxelles 1849.
— Note sur les tremblements de terre ressentis en 1849, suivie d' un
supplément pour 1847 et 1848 (in « Mèra. Acad. de Dijon » 1850,
parte II, pp. 51-70) e (in « Bull. Acad. R. Belgique » voi. XVII, n. 3,
pp. 216-35). Bruxelles 1850.
— Note sur les tremblements de terre ressentis en 1850 (in « Bull. Acad*
R. Belgique » tome XVIII, n. 4, pp. 291-307) Bruxelles 1851. Idem
avec suppléments pour les années antérieures (in « Mém. Acad. des
Se. de Djjon» 1851, I, pp. 1-36). Dijon 1851.
— Note sur les tremblements de terre ressentis en 1851 (in € Bull.
Acad. R. Belgique, tome XIX, 1"" parte, pp. 353-96). Bruxelles 18,52.
— Idem avec suppléments pour les années antérieures (in « Mém. Acad.
des Se. de Dijon » 1852-53, II, pp. 1-65). Dijon 1853 V
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parte II, pp. 79-128) e (in « Bull. Acad. des Se. de Belgiqne » voi,
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— Note sur les tremblements de terre en 1853 (in « Mém. Acad. D^'on »
1854, parte II, pp. 1-55) e (in < Bull. Acad. K. Belgique » tome
XXI, n. 6, parte I, pp. 457-95). Bruxelles 1854.
— Note sur les tremblements de terre en 1854 avec suppléments pour
les années antérleures (in « Bull, de TAcad. R. Belgique > tome XXII,
n. 6, 1* parte, pp. 526-72). Bruxelles 1855.
— Note sur les trembl. ecc. en 1855 avec suppléments ecc. (in « Bull,
de TAcad. R. de Belgique » tome XXIII, 2» parte, n. 7, pp. 23-68
e tome XXIV, n. 1, pp. 64-128). Bruxelles 1856 e 1857.
— Note sur les trembl. de terre en 1856 avec ecc. (in « Mém. cour.
ed autres mém. Acad. R. de Belgique » coli, in 8°, tome VIII). Bra-
xelles 1860.
— Note sur les tremblements de terre en 1857 avec suppléments ecc.
(in « Mém. cour. R. Acad. de Belgique » coli, in 8*, tome X). Bru-
xelles 1860.
— Note sur les tremblements de terre en 1858 avec suppléments ecc.
(in « Mém. cour. ed autres mém. Acad. R. Belgique » coli, in 8^".
tome XII). Bruxelles 1861.
— Note sur les tremblements de terre en 1859 avec suppléments ecc.
in « Acad. R. Belgique. Mém. couron. Coli, in S^* tome XIII).
Bruxelles 1862.
— Note sur les tremblements de terre en 1860 avec suppléments ecc.
(in « Mém. cour. Acad. R. Belgique » coli, in 8*», tome XIV). Bru-
xelles 1862.
— Note sur les tremblements de terre en 1861 avec suppléments ecc.
(in « Mém. Acad. R. Belgique » coli, in 8<», tome XVI). Bruxelles
1864.
— Note sur les tremblements de terre en 1862 avec ecc. (in « Mém.
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— Note sur les tremblements de terre en 1863 avec suppléments pour
Ics années ant. de 1843 à 1862 (in * Mém. Acad. R. Belgique »
coli, in 8% voi. XVII, n. 5). Bruxelles 1865.
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les années ant. de 1843 à 1863 (in « Mém. cour. Acad. R. Belgique »
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'■. ■• w"^»".~~?^,"i — *»; « — • •*w- 't^ «^ "^ ^i~ ■ * -w—^-^ji\
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— Note sur les tremblements de terre en 1869 avec suppléments pour
les années ant. de 1843 à 1868 (in < Mém. cour. et autr. mém. Acad.
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— Note sur les tremblements de terre en 1870 avec supplément pour
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020 BlBUOCrRAFlA
labria Ulteriore, e specialmente avvertite nella città di Monteleon^-
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Riguarda i terremoti calabri del 1783 : le notizie vanno dal 5 febbraio al 30 agosui.
PiGNATARi D. - Giornale tremuotico (in G. Vivenzio: « latorin de' treni.
ecc. » voi. II, pp. i-Ixxxiii). Napoli 1788.
Riproduce le notizie precedenti con l'aggiunta deirelenco delle scosse sentito^-
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Alla sezione vi parla delle cause del terremoti. Trovasene un transunto nel4«^
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— Poche parole sul tremuoto che ha desolato i paesi della costa To-
scana. Pisa 1846.
— • Lettre a M. Arago sur le tremblement qui vient bouleverser une
partie de la Toscane (in « C. R. de l'Acad. des Se. » voi. XXIII,
pp. 468-77). Paris 1846.
— Extrait d'une Lettre., a M. Arago (in « C. R. de l'Acad. des Se. »
voi. XXIII, pp. 988-90). Paris 1846.
Nell'indice di detto volume (p. 1212) è cosi intitolata: « Lettre sur des phéno-
ménes volcaniques manifestés vers la findeTannée ld46dansunde8points
de la mer qui baigne les còtes de la Sicile ». Parla di scosse di terremoto
e delleruztone sottomarina avvenuta nei pressi della costa di Siculiana.
— Istoria del tremuoto che ha devasfito i paesi della costa di Toscana
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usque ad totum 1655 [sic], insta hypotheses Philippi Lansbergi ad
long. gr. 35 cum tractatu de transmutationis elementoru [sic] causa ef-
ficiente ec. Atque Methodo breuissima describendl coelestem flguram.
Addita nonnullorum terrsemotuum observatione. Tomus primus. Ti-
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citato dal Riccardi nella sua « Bibl. Mat. » voi. il« parte i, col. 823.
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parla del terremoti sentiti specie a Sclacca durante la fase eruttiva.
PRn^ETERA - Succinta relazione del tremnoto del 1693. Catania 1694.
— Dolorosa tregedia rappresentata nel regno di Sicilia nella citt& di
Catania, in cui il venenoso serpe tremuoto con varie stratagemma
demostra le feneste sciagure della caduta città, come anco d'alcane
altre città ecc. Con le memorie de' passati tremuoti causati dal gran
Mongibello con suoi incendj ecc. Catania 1695.
Proctob R. a. - Le Vésuve et Ischia (in « Rev. mens. d'Astr. Pop. »
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10 aprile 1536 (in « Atti Soc. Ligust. di St. Patria » voi. X, fase.
40, pp. 804-11). Genova 1876.
E' la riproduzione della relazione sincrona « U erran terremoto eoe. del 1593 » a
suo luogo accennata.
Prosa e versi provenienti da Cesena intorno al Discorso isterico filo
sofico sopra il tremuoto che nella notte del di 25 dicembre dell'anno
1786 dopo le ore 9 scosse orribilmente la città di Rimini e varj
paesi vicini. Venezia 1787.
Prost Otto - Notice sur le tremblement de terre du 29 dee. 1854
compare a ceux des siecles precédents. Nice 1855.
Provenzau S. • Sulle perturbazioni atmosferiche in tempo di terremoto.
(in « Mem. Pont. Acc. N. Lincei » voi. V, pp. 83-95). Roma 1889.
— Se lo scambio di elettrico trsL l'atmosfera e la terra possa essere
causa immediata di terremoto (in e Atti Pont. Acc. N. Lincei > Voi.
XLII, pp. 9-11). Roma 1889.
Racconto (Breve) del terremoto seguito in Rimini il dì 14 aprile 1672.
Modena e Pavia [s. d.]
Racconto (Distinto) delli terremoti accaduti nel corrente anno 1 725 in
diverse parti sino a quest' ultimo occorso li 18 settembre. Venezia
e Ferrara [1725].
Racconto (Compendioso) di più incenc^, inondazioni, fenomeni e terre-
moti accaduti in diverse parti del Mondo nel passato anno 1755 e
nel principio del corrente 1756 raccolti da notizie degne di fede.
Roma 1756.
BIHLIOGRAF'IA 923
Raccioppi G. - Sui tremuoti di Basilicata del dicembre 1857. Napoli
1868.
Ràddi a. - Il terremoto di Firenze del 18 maggio 1895 (in < Monitore
Tecnico » fase. XIII, anno 1895). Milano 1895.
— Alcune osservazioni sul terremoto del 18 maggio 1895 in Firenze
(in e Giom. Scient. di Palermo » anno IV, nn. 5-6). Palermo 1897.
Eaoguaolio (Distinto) del spauentevole terremoto accaduto nel regno
di Sicilia li 9 & 11 del mese di gennaro 1693. Roma 1693.
Raoguaglio (Vero e distinto) dello stato di Cascia e suo territorio prima
e doppo li terremoti seguiti nel presente anno MDCCtlI. Roma 1703.
Raguaolio (Vero e distinto) dell' borrendo terremoto seguito nella città
di Roma e nel Regno di Sicilia. Dove s' intende come sono profon-
date alcune città e spiantate molte ville e castelli con la morte di
molte migliaia di persone. Milano e Bergamo 1703.
Ragguaglio (Deplorabile) dell'orribile e spauentevole terremoto sentitosi
per tutta la Romagna, la Marca ma principalmente nella città di
Rimini, su 1' bore 22 incirca del 14 aprile 1672. Rimini 1672.
Ragguaglio (Succinto) delle funestissime conseguenze apportate alla
città di Cagli ed altri luogbi di questa legazione di Urbino dal for-
midabile terremoto avvenuto la mattina del 3 giugno 1781. Pesaro
1781.
Ragoxa D. - Il mese di febbraio in Modena (in « Mem. della R. Acc.
di Se. lett. ed arti di Modena » serie II, voi. V, pp. 168-81). Mo-
dena 1887.
A pp. 115-81 Si parla del terremoto del 23 febbraio ISSI e di altri accaduti nel
mese di febbraio.
— Catalogo dei terremoti avvenuti in Modena e adiacenze» di cui si
conserva memoria (in « Ann. Uff. Centr. di Meteor. e Oeod. » serie
II, voi. Vili, 1886, parte 4*, pp. 175-176). Roma 1888.
Ramiielli C. F.
n Moronl (« Diz. di erud. » tomo xxv, p. 145) dice che TA. citato descrisse 11
terremoto di Follano del 1832 in ottava rima nel fase. 45 deir «Amico della
Gioventù » e poi a parte con lettera dedicatoria al Cav. L. SaasoU Persicetano.
Rampazzi F. M. - Discorso fisico e morale sopra le cause del terremoto.
Ronciglione 1703.
Rath 6. - Das Erdbeben von Belluno am 29 Juni 1873 (in « Neues
Jahrbuch flir Min. Geol. u. Palaeont. » Seit 705-18). Stuggart 1873.
Ratzel - Das Erdbeben auf Ischia am 28 juli [1883]. [?]
Recchia L. - Vulcani e terremoti. Roma 1881.
RÉciT véritable et expouventable du tremblement de terre arrivé & la
Pouille, province du Royaume de Naples ou plusieurs villes et vii-
lages ont eté ruinez, avcc un nombre infiny de personnes morts et
autres prodiges estrangens. Paris 1627.
924 m&UOORAFlA
Reclus e. - La terre. Voi. I. Lea Continents. Paris 1883.
Contiene : Cap. n. Les tremblements de terre (pp. 696-796) in cui si parla del ter
remoU d' Italia.
— Nouvelle (Jeographie Universelle. Voi. I. L' Europe Meridionale.
Paris 1876.
A pp. 4S1-96 parla del terremoto di Calabria del ITSB, e di quello di Basìlica^
del 1857. .
Recupito G. C. - De novo in universa Calabria terraemotu cong^mi-
natus nuncius. Neapoli 1638.
— De Vesvviano Incendio Et De Terraemotv Calabriae, Nvntivs In
Lvcem Itervm Editvs... Romae 1644.
— De Vesvviano Incendio et de Terraemotu Calabriae Nuntius. Romae
1670.
Regnault F. - Efifets du tremblement de terre de Calabre en 1783
(in € Magaz. Pittor. » Tome I, n. 24). [?] 1834.
Regikus * Notizie dei terremoti sentiti in Reggio Emilia dall'anno 1223
in avanti (in Almanacco « Il Crostolo » 1880). Reggio Emilia 1880.
Dette notizie furono ristampate da M. Baratta nel secondo fascicolo del « Ma-
teriali ecc. » (vedi).
Regnault (Padre) - Trattenimenti -fisici d' Aristo e d' Eudoseio^ o sia
Fisica Nuova in dialoghi ecc. Trad. dal francese. Venezia.
Nel voi. i[ (Venezia 1740) a pp. 70-74 si parla di terremoti.
Regolamento edilizio per i comuni dell' isola d' Ischia danneggiati
dal terremoto del 28 luglio 188."). Roma 1884.
Reid C. - The Earth'quake in the Riviera [1887] (in « Nature » voi.
XXXV, n. 190, pp. 634-5). London 1887.
Relation (An exact) of the famous Earthquake and Eruption of Mt.
Etna. London 1775.
Relation du desastre arrivé a Messine en Sicile et dans la Calabrie
Ulterieure... le 5 février 1783. Paris [1783].
Relazione. Le seguenti relazioni anonime sono poste in ordine crono-
logico^ secondo cioè Vanno del terremoto cui si riferiscono,
— Vera relatione del grandissimo terremoto e compassionevole infortunio
successo a di 14 di settembre 1618 alla infelice terra di Plur nello
stato de' Grisoni sopra alla quale è caduta una montagna grandis-
sima, che r ha rovinata, e sepolta, con morte di tutti gli abitatori,
che ascendono a 3 mila e più. Viterbo 1618.
— Vera relatione delli danni fatti dal tremuoto nel regno di Napoli
con Testirpatione di molte città et luoghi, et mortalità grandissima
di gente. Milano 1627.
— Vera relatione del spauentevole terremoto successo alli 27 di marzo
su le 21 ore nelle provincie di Calabria Citra ed Ultra dove si nar-
rano tutte le rovine causate nelle città, terre e castelli^ con li nomi
di essi e con la morte delle persone. Roma 1638.
T
fl
^v•
BIBUOORAFIA 925
Vera relatione e ragg^vaglio dato con lettere del spauentoso Terre*
moto successo in Romagna il di 22 Marzo 1661. Roma 1661.
Relatione dello spaventoso terremoto sentitosi li 22 marzo 1661 in
Romagna, dove distintamente si descrivono le particolarità delle
case minate, morti e feriti ed altri danni da quello causati. Forlì
1661.
Vera relatione del Terremoto Segvito Nella Romagna, e Marca II
Giouedi Santo & 14. Aprile del corrente Anno 1672 à bore 22. Brac-
ciano [s. d. ma 1672].
Vera e succinta Relazione del Terremoto seguito nella Romagna e
Marca, posta in ottava rima, con il lamento che fa la città di Ri-
mini, con raltre città offese. Forlì 1672.
Vera relatioae del terremoto seguito nella Romagna e Marca il Gio-
vedì Santo, a' 14 aprile del corrente anno 1672, a bore 22 con
r haggiunta dei nomi delle chiese, palazzi e case cadute per detto
tremuoto. Ronciglione 1672.
Vera relatione dello spaventoso terremoto seguito nella città di Ri-
mini il Giovedì Santo 14 aprile del presente anno 1672. Bologna
1672.
Nuova e vera relazione d' un terribile terremoto e fuoco seguito
nella città di Invrea nell'anno presente li 17 giugno 1676. Carma-
gnola, Genova, Lucca, Siena e Ronciglione 1676.
Veridica e distinta relatione del terribile Terremoto seguito nella
città di Ancona & suo territorio alle otto bore, & vn quarto di
notte delli 22 di decembre dell'anno 1690. Ancona 1691.
Altra edizione fu stampata a Roma nello Ptesso anno.
Sincera ed esatta relazione deironùbile terremoto seguito neir isola
di Sicilia il di 11 di Gennaio 1693 colla nota delle città e Terre
sprofondate, de' morti e luoghi che hanno patito e con tutte le
particolarità più degne da essere registrate. Aggiuntavi l'orazione
contro il terremoto. Roma 1693.
Relazione de' danni cagionati da terremoti sentiti nel Regno di Si-
cilia cavata dall' ultime lettere di Messina sotto li 28 gennaro 1693.
Roma 1693.
Verissima e distinta relatione del terribile e spaventoso terremoto
seguito in Siracusa, Augusta, Cattania, Messina ed altre città e
luoghi della Calabria, Principato alli 6 di Gennaro 1693 con il
danno di molti milioni e morti di più di cento mila persone. In Ve-
nezia, in Bergamo 1693.
Vera relatione di quello ò successo nell'ultimo terremoto in Sicilia
1693 [italiano e francese]. Toulon 1693.
Vera e distinta relatione dello spaventoso e f\inesto terremoto ac-
9226 BIBLIOGRAFIA
caduto in Napoli e parte del sao reg^o il giorno 8 di settembre 16^4.
Dove si da ragguaglio delli danni che il medesimo ha cai^onat"
in molte parti del Regno ed in particolare nelle tre Provincie di
Principato Citra, Ultra e Basilicata. Napoli e Roma 1694.
— Vera e distinta relazione del terremoto accaduto in Napoli e parte
dei suo Regno il giorno 3 di settembre 1694 ecc. Napoli 1694.
— Relazione del terremoto accaduto in Napoli il giorno 8 settembre
1694. Napoli 1694.
•— Distinta relazione delle scosse del tremuoto seguito a' 14 marzo.
2 e 6 aprile del corrente anno 1702 sentito in questa fedelissima
città di Napoli, ove minutamente si descrivono tutti i danni fatti
alla cittÀ di Benevento, ed in molte terre circonvicine. Napoli [1702].
— Distinta Relazione deirorribile e spauentoso terremoto accaduto alli
14 del presente mese di Marzo nella Città di Benevento, e nelle
terre di Mirabelle, Apice, Fontanarosa, ed altri luoghi cireonvicini.
il tutto sinceramente estratto da una copia di Lettera venuta da
Napoli. Roma 1702.
— Veridica e distinta relazione, ovvero Diario de' danni fatti dal ter-
remoto de' 14 gennaio 1703 con un esattissimo ragguaglio di tutto
le sagre funzioni ed opere pie fatte in questo tempo ecc. Roma
1703.
— Relazione de' danni fatti dall' innondazioni e terremoti nella città
di Aquila ed altri luoghi circonvicini dalli 14 del mese di gennaro
fino all'8 del mese di febbraro 1703. Roma 1703.
— Relazione distinta dei danni cagionati da' passati tremuoti nel regno
di Napoli e nello Stato di Santa Chiesa in quest'anno 1703. Na-
poli 1703.
— Distinta relazione del danno cagionato dai tremuoto succeduto a di
3 di novembre 1706 secondo le notizie pervenute a questo Ecc. Sig.
Viceré ecc. ed altre raccolte da varie lettere particolari. Napoli 1706.
— Relazione di alcune funzioni fatte dalla città di Forlì li 28 maggio
l'anno MDCCVI per la festa del publico voto alla prodigiosa imma-
gine della Madonna del Fuoco sua protettrice per la liberazione da'
tremuoti, in occasione di scuoprirsi la Cupola della Cappella di
detta Santissima Immagine dipinta dal Cavalier Carlo Cignani.
Forlì [s. d.]
— Relazione o sia Diario, e Ragguaglio distinto del funestissimo ter-
remoto accaduto nella Città di Palermo la Domenica primo del
mese di Settembre 1726 alle ore 4 della notte seguente. Palermo,
Napoli, Firenze, Bologna 1726.
— Altra distinta Relazione dell'orribile terremoto accaduto nella cittt'i
di Palermo al primo settembre 1726. Napoli 1726.
BIBLIOORAFIA 927
Ultima vera relazione deirorribile ti*emaoto saccesso in Palermo la
notte del primo giorno di settembre ad ore 4 d'Italia. Palermo 1726.
Relazione dell'orrendo e spaventoso tremuoto che scosse ben nove
volte la regale cittÀ di Noto. Per tre giorni continuati nel coibente
mese di gennaio di quest'anno 1727. In Palermo 1727.
Distinta relatione di quanto è occorso nella città di Napoli il giorno
11 di ottobre 1727. Di un orribile temporale, con saette e scosse di
terremoto a segno che tutto quel gran Popolo si ritrova molto af-
flitto. Bologna [s. d., ma 1727].
Vera e distinta relazione del terremoto seguito nella cittÀ di Norcia
e suo contado, il di 12 di maggio 1730. Firenze 1730.
Veridica relazione de' danni fatti dalle scosse di terremoto all'anti-
chissima città di Norcia. Roma 1730.
Relazione. Foligno [1730].
Parla dei terremoti di Norcia del 1706 e 1780.
Distinta relazione dell'orribile tremuoto accaduto in quasi tutto il
regno di Napoli ma col danno maggiore nella città di Foggia. Na-
poli 1731.
Relazione dello spaventoso terremoto intesosi la mattina del 20 marzo
di quest'anno 1731 con danno indicibile della città della Puglia.
Roma 1731.
Distinta relazione del danno cagionato dal tremuoto del di 29 no-
vembre 1732 in tutta la provincia di Montefuscoli o sia Principato
Ulteriore. Napoli 1733.
Relazione del tremuoto intesosi in questa città di Napoli ed in al-
cune Provincie del Regno nel di 29 novembre 1732 ad ore tredici e
mezza. Napoli 1732, e 2* edizione ivi 1805.
Relazione del terremoto sentitosi in Napoli ed in alcune Provincie
del Regno a' 29 novembre 1732. Lucca [s. d.].
Distinta relazione dell'orribile terremoto seguito nello scaduto mese
di aprile del corrente anno 1741 nelle città di Camerino, Urbino,
Pesaro, Iesi e Fabriano. Roma e Palermo 1741.
Relazione giornaliera de' terremoti seguiti in questa città di Livorno
nel mese di gennaio 1742. Livorno 1763.
Relazione de' terremoti di Livorno, di Pisa & [1742], e delle consecu-
tive pubbliche preghiere. Pisa e Roma 1742.
Vera, nuova, e distinta relazione dell' orribile terremoto occorso il
giorno di lunedi 26 luglio 1751, nella provincia dell'Umbra, e nella
parte del Farlo, fattosi sentire cosi terribile, che lo scuotimento sor-
passò di gran lunga quello inteso nelli anni 1703 e 1730 ecc. Foli-
gno 1751.
Relaziono più distinta dell'orribile tremuoto, e rovina cagionata nel-
928 BIBLtOORAFU
rillastrisslma ed inclita terra di Gualdo, Diocesi di Nooera li 2«'i
luglio MDCCCLI. Foligno 1751.
— Vera e distinta relazione di un terribilissimo terremoto accadm<>
nella città di Fiume posta sulle frontiere della Carniola, e dell'Austria
in Oermania il di 17 decembre 1750. Macerata 1750.
— Vera relazione dello spayentosissimo terremoto seguito nella Terra
di Santa Sofia nella Romagna Toscana la notte precedente il dì
20 di ottobre 1768. Firenze 1768.
Ne esiste anche una edizione romana (per il Puccinelli 1?S8).
— Vera e distinta relazione del terremoto accaduto li 9, 10 e 12 luglio
1776 in varie ville del Friuli, nei monti di Tramonti. Udine e Ve-
nezia [1776].
— Altra e più distinta relazione deirorribile terremoto sentito in Faenza
la sera de' 4 aprile 1 1781] colla più esatta notizia de danni avvenuti
tanto in città che diocesi, de' favori ottenuti da Maria SS. delle
Grazie e delle funzioni fatte in tale occasione. Faenza [1781].
— Relazione istorico-fisica de' terremoti accaduti in Messina quest'anno
1783 più un'appendice col numero delle scosse fino al 6 aprile. [Mes-
sina 1783?]
n MercaUi («i terr. della Calabria Merid. ecc.» p. 12) avverte che di tale rela-
zione ne furono pubblicate in Messina varie edizioni, alcune anonime e^l
altre con il nome deir A. che è Andrea Oallo (vedi).
— Relazione dell'orrendo terremoto seguito nella Sicilia e Calabria il
giorno 5 febbraio del corrente anno 1783, ricavata dalle notizie tì-
cevutesi per più consecutivi ordinarj colle lettere da Napoli. Bo-
logna [1783].
— Relazicme maggiormente circostanziata dell'orrendo terremoto seguito
nel regno della Sicilia e specialmente nella provincia della Calabria
ultra dalli 5 febbraio a tutto il 7 marzo del corrente anno 1783.
ricavata dalle notizie spedite al R. Governo di Napoli. Bologna [1783].
— Relazione de' provvedimenti del Real Gk) verno per accorrere ai
danni de' tremuoti in Basilicata e in altri comuni di Capitanata e
Principato Ulteriore [1851]. Napoli 1853.
Trovasi riunita alla relazione del prof. Paci sul terremoti del 1®1 (pp. 111-282;.
— Relazione della Commissione speciale nominata per provvedere ai
danni cagionati in Norcia dal terremoto del 22 agosto 1859. Roma
1861. {
— Relazione delle vicende successe a Sante scrittore in seguito al ter-
remoto del 29 giugno 1873. Belluno 1874.
— Relazione del disastro di Casamicciola avvenuto la sera del 28 luglio
1883. Milano 1883.
— Relai^ione del Comitato centrale di soccorso per i danneggiati del-
l'isola d'Ischia. Napoli 1885.
-,- w
BIBUOGRAFU 929
— Relazione della Commissione reale pei danneggiati del terremoto
nelle Provincie di Genova, Porto Maurizio e Oaneo. Roma 1895.
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Kesutano (Principe di) - Vera, e distinta relazione dell'orribile Tremuoto
accaduto nella cittÀ di Palermo al di primo del mese di settembre
deiranno 1726 tradotta fedelmente da una lettera scritta in lingua
spagnuola dal principe Resutano, Pretore della città di Palermo, sotto
il (li 6 di detto mese. Napoli e Firenze 1726.
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Parte II : Oggetti lanciati a distanza, velocità di propagazione, pro-
fondità dell'epicentro, repliche, confronto col terremoto del 1783 (in
« idem. idem. * fase. 2**, pp. 35-45). Roma 1899.
Sono queste due note riprodotte In « Boll. Soc. Slsmol. Ital. » voi. v, pp. 157-1^.
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Riflessioni sul tremuoto avvenuto in Palermo il giorno 5 marzo 1823.
Palermo 1823.
Nel rh)nte8plzio 11 titolo comincia cosi : « Sul tremuoto avvenuto riflessioal
di • • • ».
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Roio Y Torres - Tremblores de tierra 23 febrero 1887 (in « Crònica
Cietlftca » pp. 117). Barcelona 1887.
Roller T. - Un tremblement de terre a Naples et la charitè du gou-
vernement Napolitain. Genève 1860.
— Il governo borbonico innanzi alla coscienza dell'umanità, ossia prov-
vedimenti dei governo nella tremenda catastrofe del terremoto del
16 dicembre 1857. Trad. ital. di G. Galdi. Napoli 1861.
Romano G. - Il terremoto del 1456 (in e Arch. Stor. per le Provincie
napolet. » anno XIII, fase. 4''). Napoli.
Ne fu fatta una ristampa a Pavia senza data.
Romei A. - Dialogo., diuiso in due giornate. Nellaprima delle quali si tratta
delle cause vniuersali del terremoto, e di tutte le impressioni, & appa-
renze, che, con stupor del volgo, neiraria si generano. Nella seconda
del Terremoto, della Salsedine del mare, della via Lattea e del flusso,
e reflusso del mare s'assegnano cause particolari diuerse d'Aristotele,
e da qualunque fllosofo sin' ad bora ne babbi scritto. Ferrara 1587.
BIBUOORAFIA 931
Ronchi A. - Lettera... diretta colla data de' 24 marzo 1805 airiUostris.
Sig. Avvocato Luigi Branieri (in e Nuovo Giom. dei Letterati *
- tomo IV, pp. 97-106). Pisa 1806.
Parla di terremoti sentiti a Bardi nel 1801-2.
RosAccio G. - Le sei età del mondo... con brevità descritte. Roma 1614.
— Teatro del cielo e della terra. Trevigi 1642.
Contiene : Cap. v. « Del terremoto e sue cause » pp. lS-15.
RosciTANO P. - Memoria istorico-filosofica de' terremoti della città di
Reggio Calabria in occasione dello smisurato terremoto di questo
anno 1783. Messina 1783.
RosETTi E. - La Romagna, geografia e storia. Milano 1894.
contiene : « Efata dei terremoti^ pestilenze, carestie ed altri fenomeni straordl-
naril ». (pp. 808-5).
Rossi A. A. - De' tremuoti della Calabria Citeriore nell'anno 1835 (in
« Ann. Civ. del Regno delle due Sicilie » tomo X. fase. 19®, pp.
11-23). Napoli 1836.
— De' tremuoti nella Calabria Citeriore l'anno 1836 (in « Ann. Civ.
del Regno delle due Sicilie > tomo XII, fase. 23% pp. 12-33). Napoli
1836.
Rossi D. - Il terremoto di Sicilia. Azione mimica. Milano 1831.
Rossini L. - Osservazioni intorno. al terremoto delle colline Pisane e
Livornesi del 14 agosto 1846. Livorno 1846.
— Replica... alle parole del Prof. Luigi Calamai in tomo al terremoto
deUe colline Pisane e Livornesi. Firenze 1846.
Ruffo S. - Istoria dell'orrendo terremoto accaduto in Palermo 1^ set-
tembre 1726. Palermo 1726.
— De Horrendo Terraemotv Qui Contigit Panormi Nocte Post Kalend.
Sept. cloloccxxvi Tractatvs Historicus Qvem Ex Italico In Latinvm
Sermonem Conversvm Adiecta Praefatione Atqve Tabvla Urbis Pa-
normi. Edi Cvravit. C. Frid. Richter. Lipsiae cloloccxxvn.
— Hlstorla horrendi terraemotus qui accidit Panormi die 1^ sept. 1726.
Lipsiae 1727.
Rutili Gentili A. - Notizie dei terremoti di Fuligno e riflessioni sulle
cause naturali dei medesimi. Fuligno 1832.
— Riflessioni sulle cause naturali dei presenti terremoti [1832].... pre-
sentate all' Accademia dei Lincei. Roma 1832.
— Nuove riflessioni sulle cause dei terremoti di Fuligno. Fuligno 1832.
Sacco F. - Le tremblement de terre du 23 févricr 1887 en Italie (in
« Bull. Soc. Belge de Géol. Paléont. et Hydr. > tomo I). Bruxelles 1887.
Saggio di riflessioni che non sono istoriche ne filosoflcho intorno il
« Discorso isterico fliosoflco sopra il tremuoto ecc. » stampato prima a
Cesena e poi in Faenza ecc. 2^ edizione. Lucca 1787.
Non conosco la prima edizione di questo opuscolo.
932 BIBU06RAFIA
[Salpi F.] - Saggio di fenomeni antropologici relativi al tremuoto ot
vero riflessioni sopra alcune oppinioni pregiudiziali alla pubblica o
privata felicità fatte per occasion de' tremuoti avvenuti nelle Ca-
labrie Tanno 1783 e seguenti. Napoli 1787.
L' A. pubblicò questo libro con la sola sigla iniziale Ab • * • * S • ' * •
Salikbeni P. G. - Il Rabbino e i tremuoti di Calabria. Poema morale
2* edizione. Napoli 1789.
Non conosco la prima edizione di questo poema.
Salsano D. - Descrizione di un sismometro, ossia misura terremoto (in
€ Opusc. scelti sulle Scienze e sulle Arti ecc. » voi. VI, pp. 274-76 ■.
Milano 1783, e (in « Nuovo Giorn. Encicl. » anno 1783, pp. 89-95).
Vicenza 1783, e (in e Antologia Romana > voi. IX, pp. 422-24). Roma
1783.
Vi si trova relenco dei movimenti sismici [febbraio < settembre 1783) regisuatl
dal pendolo sismografico del Salsano, che io 6 anche riprodotto, nei § $ 2i-
81, delle mie « Ricerche storiche sugli apparecchi sismici » Roma 1896.
Sandrini L. - Delle scosse di terremoto in Palazzuolo di Romagna dal-
l'aprile al giugno 1879 (in « Bull. Vulc. Ital. » voi. VI, pp. 139-44).
Roma 1879.
Sanna Solaro P. G. M. - l terremoti, ricerche sulle cause che li pro-
ducono. Prato 1887.
Questo lavoro fa pubblicato prima nei fascicoli della « Civiltà Cattolica » del 1*<T.
Santini A. - Il Quattordici Agosto del 1851. Raccolta di prose e di versi
a beneficio dei danneggiati dai tremuoti di Basilicata. Napoli 1851.
Santoro P. - Descrizione del terremotò avvenuto" in Alvito e nei co-
muni limitrofi nel 1873 (in « Bull. Vulc. Ital. » voi. I, pp. 158-6:>).
Roma 1874.
Santulli G. - Giornale degli ultimi tremuoti di Calabria (in giornale
« La Verità » n. 4), Monteleone Calabro 1870.
Sarconi M. - Osservazioni fatte nelle Calabrie, e nella frontiera di Valde-
mone su i fenomeni del tremuoto del 1783, e sulla Geografia Fisica
di quelle regioni. [Napoli 1784].
Costituisce ropera « istoria de' fenomeni del tremuoto a-venuto nelle Calabrie
e nel valdemone nell'anno 1:83 posta in luce dalla R. Acc. delle Se. e delle
Belle Lett. di Napoli ».
Sardo A. - Discorsi. Venetia 1586.
Contiene : « Discorso del terremoto » pp. 167-207.
Sarnelli P. Racconto del Tremuoto che distrusse la città di Bene-
vento a' 25 di giugno 1688, Fatto per lettera missiva all' lUu
strissimo ed Eruditissimo Signore, il Signore Antonio Magliabccchì,
Bibliotecario di S. A. S. (Gap. XXIV delle « Memorie dell'Insigne
Collegio di S. Spirito della città di Benevento di P. Sarnelli » pp.
68-92.) Napoli 1688.
— Perchè dalla venuta di Cristo al mondo sieno più frequenti i terre-
r^ ^ V ^ i- T'irw, ■ ' ^^r^;*
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cini (in « Atti Soc. Econ. di Cai. Citr. » anno 1854). Cosenza 1855.
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— Sulli terremoti avvenuti in Roma negli anni 1858 e 1859 (in « Con*.
Scient. di Roma > Anno XII, n. 25). Roma....
— Influenza della luna nei terremoti. Sui terremoti avvenuti in Roma
negli anni 1860 e 1861 (in < Corrisp. Scient. di Roma > Anno XII,
n. 33 : 12 febbraio). Roma 1862
— Terremoti avvenuti in alcune città d' Italia nel 1865 e 1866 relati-
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Riprodotto la « Scritti di aismologla » voi, l, pp. MG.
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Lomb. » serie II, voi. VI, pp. 299-3] 0). Milano 1873.
Riprodotto In « Scritti di Slsmolo^a » voi. l, pp. 13-21.
— Rapporto delle osservazioni fotte sul terremoto avvenuto in Italia la
sera del 12 marzo 1873 (in< Suppl. alla Meteor. Ital. >). Roma....
Riprodotto in « Scritti di Sismologria » voi. i, pp. 35-166.
— Il terremoto e le sue leggi. Urbino 1874.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. i, pp. 167-205.
— Sullo studio della perturbazione elettrica foriera del terremoto (in
« Riv. Scient. Industr. »). Firenze 1874.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. i, pp. 207-17.
— Nuove osservazioni sul terremoto avvenuto in Italia il 12 marzo
1873 e riflessioni sul presentimento degli animali per i terremoti
(in « Rend. R. Ist. Lombardo ecc. » serie II, voi. VI, pp. 398-403).
Milano 1873.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. l, pp. 25-38.
— Determinazione delle fasi e delle leggi del grande terremoto avve-
nuto in Italia, nella notte 17-18 marzo 1875 (in e Rend. R. Ist.
Lomb. » serie II, voi. Vili, pp. 864-66). Milano 1875.
Riprodotto In « Scritti di Sismologia » voi. n, pp. 185-140.
— Sul terremoto avvenuto in Italia la notte del 17 al 18 marzo 1875.
Prime note e riflessioni (in < Suppl. alla Meteor. Ital. » anno 1875,
fase. 1% pp. 3-31). Roma 1876.
Ripro lotto In « Scritti di Sismologia » voi. Il, pp. 1-99.
— Documenti, nuove note e riflessioni sul terremoto della notte 17-
18 marzo 1875 (in e Suppl. alla Meteor. Ital. » anno 1875, fase. 4'',
pp. 3-51). Roma 1876.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. Il, pp. 51-134.
— Il terremoto di Rimini della notte 17-18 marzo 1875, e considera-
zioni generali sopra varie teorie sismologiche. Urbino 1878.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. n, pp. 141-99.
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filBLtOORAFIA 935
— L'avvenire della sismologia e la predizione de' terremoti (in « Riv.
Se. Ind. > voi. X, pp. 98-102). Firenze 1878.
— Dell' influenza lunisolare sui terremoti (in « Bend. R. Ist. Lombardo »
voi. XV, pp. 564-67). Milano 1882.
Riprodotto in « Scritti di sismologia » voi. n, pp. 201-206.
— Sul terremoto d' Ischia del 28 luglio 1883 (in « Riv. Scient. Ind. »
voi. XV, pp. 237-45). Firenze 1883.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. n, pp. 207-16.
— Sul terremoto dell' isola d' Ischia del 28 luglio 1883 (in « Rend. R.
Ist. Lombardo » serie II, voi. XVI, fase. 19^", pp. 969-81). Milano
1883.
Riprodotto in « Scritti di Sismologia » voi. n, pp. 217-32.
— Scritti di Sismologia nuovamente raccolti e pubblicati da 6. 6io-
VANNOZZL Parte I (Il terremoto del 12 marzo 1873) Firenze 1888.
Parte II (I terremoti del 18 marzo 1875 e del 28 luglio 1883). Fi-
renze 1889.
Serbao e. - De' tremuoti e della nuova Filadelfia in Calabria. Com-
mentario. Napoli 1785.
Sbtfart J. F. - Allgemeine Geschichte der Erdbeben. Frankfurt -Lei-
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tecturae utilitatem concinnatum. Venetiis 1756.
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della Prov. di Catania > N. 57). Catania 1865.
— Sur l'éruption actuelle de 1' Etna (in e C. R. de l'Acad. des Se. »
voi. LXI, pp. 212-13). Paris 1865.
Parla dei terremoti etnei del 1865.
— Sur un tremblement de terre ressenti en Sicile le 26 mars 1866 (in
< C. R. de l'Acad. des Se. > voi. LXII, pp. 1122-23). Paris 1866.
— I fenomeni vulcanici presentati dall' Etna nel 1863-64-65-66, consi-
derati in rapporto colla grande eruzione deU1865. Catania 1867.
— Sulla doppia eruzione ed i terremoti dell' Etna nel 1879. Catania
1879.
— Fenomeni dell'Etna successivi all'ultima eruzione [1879] (in e Bull.
Vulc. Ital. > voi. VI, nn. 8-11, pp. 119-124). Roma 1879.
— Riassunto dei fenomeni vulcanici più rimarchevoli avvenuti nella
regione etnea durante i mesi di aprile - agosto del 1881 (in « Boll,
mens. dell' Oss. di Moncalieri > serie II, voi. I, n. 8, pp. 171-72).
Torino 1881.
— Spoglio di osservazioni fatte sulle condizioni dell' Etna dal maggio
all'agosto 18S2 (in « Boll. mens. dell'Oss. di Moncalieri » serie II,
voi. II, n. 8, p. 179). Torino 1882.
— Osservazioni geodinamiche fatte nella R. UniversitÀ di Catania du-
936 BIBLlOaBAFtA
rante il mese di loglio 1883 (in « Gazz. di Sicilia > 9 agosto 1883i.
Silvestri 0. - L'acqua, il faoco ed i terremoti nella fisica del Globo (ìb
< Arcadia della Cariti »). Lonigo 1883.
— Sulla esplosione eccentrica dell' Etna avvenuta il 22 marzo 3883 e
sul contemporaneo parossismo geodinamico -eruttivo ecc. (in «Atti
Acc. Gioenia di Se. Nat. » serie III, voi. XVII). Catania 1884.
— Fenomeni etnei [luglio 1885] (in « Boll. mena. dell'Ose, di Monca-
lieri » serie II, voi. V, n. 8, pp. 127-28). Torino 1885.
— Fenomeni geodinamici a Nicolosi suir Etna [1885] (in « Boll. mens.
deirOss. di Moncalieri » serie II, voi. V, pp. 191-92). Torino 1885.
— L'Etna nel 1885 (in « Ann. Meteor. Ital. » voi. h pp. 192-201). To
rino 1886.
— Etna e Sicilia nel 1887 sotto il punto di vista dei fenomeni eruttivi
e geodinamici (in < Ann. Meteor. Ital. » voi. Ili, pp. 309-23). To-
rino 1888.
— Etna, Sicilia ed isole vulcaniche adiacenti sotto il punto di vista
dei fenomeni eruttivi e geodinamici avvenuti durante Tanno 188^S
(in « Atti Accad. Gioenia di Se. Nat. >) Catania 1889, e (in « Ann.
Meteor. Ital. » voi. IV, pp. 316-55). Torino 1889.
— Sul terremoto etneo del 25 dicembi*e 1889. Nota (in « Boll. mens.
dell' Acc. Gioenia di Se. Nat. » nuova serie, fase. 11"^ e 12^, p. 15 .
Catania 1890.
SiLVESTia O. ed Arcidiàcono S. - Etna^ Sicilia ed isole vulcaniche adia-
centi sotto il punto di vista dei fenomeni eruttivi e geodinamici av-
venuti durante l'anno 1889, (in < Atti Acc. Gioenia di Se. Nat. »
serie IV, voi. II) Catania 1890 e (in « Boll. mens. dell'Oss. dì Mon-
calieri » serie II, voi. X, pp. 22-25, 42-44 e 55-58) Torino 1890, e (in
« Ann. Meteor. Ital. » voi. V, pp. 267-70). Torino 1890.
Silvestri 0. e Boltshauskr A. - I terremoti di Mineo in provincia
di Catania, dell'ottobre e novembre 1878 accompagnati da singolari
fenomeni di rombe. Catania 1878.
Società Meteorologica Italiana. - Vedi « Bollettino mensuale dell'Os-
sei'vatorio di Moncalieri » .
Società Sismologica Italiana - Vedi « Bollettino della... »
SoLDANi A. - Relazione del terremoto accaduto in Siena il di 26 maggio
1798. Siena 1798.
Solerti A. - Il terremoto di Ferrara nel 1570 (in « Rassegna Emiliana >
anno II, fase. 10% pp. 517-28)... 1890.
Riprodotto nel volume dell' A. « Ferrara e la Corte Estense nella seconda meta
del secolo xvl i dialofirhi di Annibale Romei »pp. 41-30. atta di Castello 1^91
SoRET J. L. - Le tremblement de terre du 23 février [1887] en Suisse
(in « C. R. de TAcad. des Se. » tomo CIV, pp. 764-15). Paris 1887.
. C*^ •• . "^ . - ^ -^y^^ «." ' ^ ' ^^." - - •*>
B3LI0GRAPU 937
SoRET J. L. - Sur le tremblement de terre du 23 février 1887 (in « C. R.
de l'Acad. des Se. » tomo CIV, pp. 1088-89. Paris 1887.
— [Tremblement de terre du 23 février 1887] (in e Arch. des Se. phis.
et nat. » tomo XVIII, pp. 307-10, e.XIX, pp. 386-9). Genève 1887-88.
— Nonveaux renseignements sur les tremblements de terre du 23 février
1887 (in « Arch. des Se. phys. et nat. » serie li, voi. XIX, p. 386).
Genève 1888.
Spallanzani L. - Viaggi alle due Sicilie e in alcune parti dell'Appen-
nino. Pavia 1792-93.
Al voi. IV, cap. XXV : « stato In cui dair Autore fu trovata Messina dopo 1 tre-
muoti del 1788. Si accennano In questa occasione gV infausti accidenti av-
venuti a queir infelice città » pp. 142-155. Neir edizione di Milano (182$-26.
detto capitolo si trova nel voi. ii, pp. 482-40.
Spampinato B. - Osservazioni sui tremuotì in occasione del tremuoto
che scosse orribilmente la cittÀ di Catania la sera del 20 febbraio
1818. Catania 1818.
Spanoano G. - Lettera... in cui si da ragguaglio del terremoto acca-
duto in Tolmezzo la notte de' 20 ottobre 1788 (in « Antologia Ro-
mana » voi. V, n. 39, pp. 310-11) Roma 1789, e (in « Opuscoli scelti
sulle Se. e sulle Arti » voi. XI, pp. 352-53). Milano 1788.
Spanò M. - Il trionfo di Reggio sopra la liberazione dei tremuoti del
5 a 11 gennaio 1693, descritto in 89 ottave. [?].
È citato da Spanò Bolani D. nella « Storia di Reggio Calabria » [voi. i, p. 210]
Spectacolo (Lagrimoso) della misera Città di Catania neir Isola di Si-
cilia, la quale fu distrutta li 15 Gennaio del corrente anno 1693 da
uno spaventoso terremoto etc. Viterbo 1693.
Spina D. - Calabria distrutta o sia V istoria genuina e veridica del
tremuoto de' 5 febbraio 1783. Rime in canto eroico. Napoli 1789.
Squinabol S. Cenni di Geografia Fisica e di Geologiai Livorno 1900.
Tratta dei terremoti a pp. 189-52.
Sportelli G. - Napoli flagellata da Dio con V horribilissimo terremoto
acaduto a' 5 di Giugno ad bore 21 in giorno di Sabato, vigilia delle
Pentecoste nell'anno 1688. Napoli 1688.
Statistica delle scosse di terremoto annotate neiralta Italia durante
Tanno 1881 (in « Boll. mens. dell'Oss. di Moncalieri » serie II, voi.
II,' n. 3, pp. 59-61). Torino 1882.
Stefanini D. G. - Il terremoto del 7 giugno [1891] a Bologna (in « Boll.
mens. dell' Oss. di Moncalieri » serie II, voi. XI, n. 10, p. 155).
Torino 1891.
Stephan e. - Le tremblement de terre du 23 février 1887 & l' Obser-
vatoire de Marseille (in « C. R. de l'Acad. des Se. » voi. CIV, pp.
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Stoppani a. - Note ad un corso annuale di Geologia. Parte^I. Milano
1865.
contiene: cap. xxn, « i terremoti » (p. ao6 16).
938 BXBLtOQBAFU
Stoppaci A. - Corso di Geologia, voi. I. Milano 1871.
contiene: Gap. xm, « i terremoti » (pp. 43&^)« ^ Di quest^opera é tuttora ir
corso di stampa una nuova edizione con note ed aggiunte di A. Malladsj.
— I terremoti. Conferenza tenuta il 28 maggio 1885. Transunto (in e La
Natura * voi. Ili, n. 76, p. 336). Milano 1885.
Storia degli orrendi tremuoti che ne' mesi di novembre e dicembre
deiranno MDCCLV hanno desolato Lisbona, e varie altre Città del
Portogallo, della Spagna, della Francia, deir Irlanda, della Ger-
mania, deir Africa e d'altre regioni... Seconda edizione accrescinu
di una nuova relazione de' tremuoti che si sentirono nei mesi di
gennaio e febbraio dell'anno seguente 1756 in molte parti dell' £n
ropa e principalmente in varie città dello Stato Veneto... con una
dissertazione infine sopra le cagioni del Tremuoto. Venezia 1756.
Storia (La) dei terremoti in Toscana (in « U Diritto » 26 mag^gio \
Roma 1895.
Strafforbllo 6. - La Patria. Geografia dell'Italia. Voi. I. Introda
zìone generale. Torino 1890.
contiene : g xiv Terremoti (pp. le^TQ).
Strinati E. - Terremoti (in « Natura ed Arte » voi. 1 : 1894-95, fase.
III, pp. 248-52). Milano 1894.
Si riferisce al terremoti calabri del 1804.
Sturani F. C. - Philosophia ecletica h. e. exercltanionibus accademicae
ecc. Attdorfii Noricorum 1686.
La esercitazione xi tratta : « De terraemoUbus eorumque accidentibus et cau-
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— Sulla registrazione a Roma del terremoto calabro-messinese del 16
novembre 1894 (in « Rend. R. Acc. dei Lincei » serie V, voi. III).
Roma 1894.
— Sulla diversa intensità di movimento nell'area scossa dal terremoto
romano del 1^ novembre 1895 (in « Rend. R. Acc. dei Lincei » serie*
V, voi. IV, pp. 221-23). Roma 1895.
— Terremoto di Roma del V novembre 1895. Roma 1896.
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moto seguito nella città di Pesaro, nel quale si innalzò due palmi
di uomo la terra. Alcuni cittadini per una o due ore, altri per tutta
la notte restarono smemorati. Ad altri caderon dagli occhi lacrime
involontariamente. E benché siano passati molti mesi dal detto ter-
remoto, in alcuni verso, la notte si sveglia involontaria lacrimatione
(in « La Galleria di Minerva » voi. V, pp. 287-88). Venezia 1706-
T. G. - Vedi : Tissandier 6.
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terremoto successo nella cittÀ della Matrice e suo stato, con pati-
mento ancora di Accumolo e luoghi circonvicini, sotto li 7 del pre-
sente mese di ottobre 1639 con la morte compassionevole di molte
persone, la perdita. di bestiami d'ogni sorta e con tutto il danno
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dandogli ragguaglio d' una successiva quantità di Terremoti, che da
due anni in qua si sono fatti sentire nel territorio della sua Patria.
siccome a Kadicofani poco di là distante^ con alcune riflessioni
sopra i fenomeni dai quali sono stati accompagnati (in « Nuovo Ma-
gazzeno Toscano » voi. II, pp. 1-18). Firenze 1778.
Vitale P.
Scrisse, secondo il Mougitore « Palermo ammonito ecc. » p. 5 [vedi], una rela*
zione sul terremoto di Palermo del 1728.
Vittori G, - Stato dell'Aquila degli Abruzzi nei grandi periodi sismici
del 1315, 1349 e 1461-62 (in « Boll. Soc. Stor. Abruzzese » anno
VIII, fase. 16°). Aquila 1896.
VrvENzio G. - Istoria e teoria de' tremuoti in generale ed in partico-
lare di quelli delle Calabrie, e di Messina del MDCCLXXXIII. Na-
poli 1783.
— Istoria de' tremuoti avvenuti nella provincia della Calabria ulteriore
r^^=Tr^?:i
BIBLIOORAPU 947
e nella città di Messina nell'anno 1783 e di quanto nella Calabria
fu fatto per lo suo risorgimento fino al 1787, preceduta da una
teoria, ed istoria generale de' tremuoti. 2 voi. Napoli 1788.
Volante A. - Tellurico bacio e danza : la terra a cui vien la gobba.
Ragionamento sui terremoti. Torino 1887.
— La luce nel terremoto. Torino 1895.
VoGLi J. - De terraemotu, qui calendis juniis anno 1779 Bononiam
vexare coepit (in « De Bononiensi scient. et art. Instituto atque
Academia commentari!» tomus VII, opuscola, pp. 27-38). Bononiae
1791.
Volger Otto - Untersuchungen tiber das Philnomenen der Erdbeben
in der Schweiz. Gotha 1855.
Bruditisslma monografia riguardante 1 terremoti della Svizzera, che contiene
pure molte notizie per le parti limitrofe del Piemonte (Mercalli O. : « I terr.
deUa Liguria ecc. » p. C).
— Untersuchungen tlber das letztj&hrige erdbeben in Central - Europa
(in < A. Petermakn : Mittheilungen aus J. Perthes' Geogi*. Anstalt
ecc. » heft III, p. 85-102). Gotha 1856.
Volturno Tirenio - Il terremoto autielettrico. Bologna 1779.
Voto di Jepte (II) - Dramma sacro per musica da cantarsi nella città
dell'Aquila in occasione si celebra nella Chiesa Cattedrale li di an-
niversario della prodigiosa liberazione dal tremuoto seguito nel di 6
ottobre 1762 in ringraziamento al di lei amatissimo tutelare S. Emi-
dio... Aquila [1801].
Votum Civitatis Messanae Sanctissimae Virgini Mariae de Litera, fa-
ctum die XI Januarii 1695 ob beneflcium liberationis a Terraemo-
tibus. Messina 1695.
È riprodotto in « C. D. Gallo: Oli Ann. della Città di Messina » nuova edizione
voi. ni, libro v. pp. 438-90. Messina 1881.
Vuou L. - Lettera su di un fenomeno che si sperimentò dopo il tre-
muoto avvenuto nell'Aquila il giorno 11 nov. 1790. [Napoli 1790].
Wabburton M. - Dlssertation sur les tremblements de terre et les éru-
ptions de feu. Paris 1764.
Wild - Ueber die Wirkung des Erdbebens vom 23 Februar 1887 im
magnetlachen Observatorium zu Pawlowsch. [?J.
WoLF J. H. - Das am 5 Homung 1783 verungluckte Messina in seiner
chemaligen gltozenden Ge&talt, und nunmehrigen werwastung ge-
schildert von einen Angenseugen. Prag, Wien 1783.
WoLF G. - Das erdbeben an der Riviera ara 23 februar 1887. Siegen
[s. d.].
X. - Particolari interessanti del terremoto del 23 febbraio 1887 (in
« Rassegna Nazionale » voi. XXXIV, pp. 337-42). Firenze 1887.
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busque exinde profluentibus ecc. Pistoia 1782.
Transunto In « Giornale Letterario ecc. » n. 8, p. 63, col. 1-2, anno Mixxxxxxin
Alll confini d' Italia [ma Venezia.].
Zantedeschi F. - De l' influence de la lune dans les tremblements de
terre, et des conseguences probabies qui en dérivent sur la forme
ellipsoidale de la Terre, et sur les oscìliations des pendules (in « C.
R. de l'Acad. des Se. » tomo XXXIX, pp. 375-77). Paris 1854.
— Breve riassunto di tremuoti, di vittime di fulmini, e di grandini
desolatrici [1870] (in « Atti R. Ist. Veneto » serie III, voi. XV, pa-
gine 2015-18). Venezia 1870.
Zappoli M. a. - Sul fatale terremoto ultimo [1883] di Casamicciola.
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1873 (in « Il Pirla » anno I.) Napoli
Zenger C. V. - Le parallelisme des phénomènes sismiques en févrìer
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et des eruptions volcaniques (in « C. R. de l'Acad. des Se. » voi.
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ZuccARO A. M. - Istoria dei tremuoti degli 8 marzo e seguenti di detto
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ZuouoLO G. - Del terremoto, Trattato nel qual si vede intorno a questo
movimento opinion diverse dall'altre pubblicate fin qui. Bologna
1571.
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Calabrie nell'anno 1783. Napoli 1784.
Zurcher et Margolle - Volcans et tremblements de terre. Paris [1866].
APPENDICE.
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Il trattato II del libro III a \in capitolo « De terraemotu ».
Alstedius J. H. - Scientiarvm oranivm Encyclopaediae. Lugduni 1649,
Nel tomo II, il libro IV (p. 140-11) « De ventis et terraemotu ».
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Baratta M. - Lo scoppio del dinamitificio di Avigliana e la Geofìsica
(16 gennaio 1900). Torino 1900.
Bernoulli J. - Ad precedentes litteras & narrationem D"* Textoris re-
sponsio (in « Opera Omnia » tomo IV, pp. 614-21). Genevae et Lau-
sannae 1742.
B' una risposta ad uno scritto di textor (vedi) Indirizzato al Bernoulli.
Cermenati M. Lo scoppio della polveriera di Vigna Pia (Roma) e la
Geologia. Roma-Siena 1891.
contiene due note interessanti la sismologia e state inserte nel « BoU. del Na
turalista » anno xi (1891) pp. 77-ei e 98-97.
CoRDENONS F. - Étude sur les tremblements de terre et les volcans
(in < Arch. des Se. phys. et nat. » tome X). Genève 1883.
Danza E. - Breve discorso deirincendio succedato a 16 dicembre 1631
del Vesuvio e luoghi circonvicini e dei terremoti della città di Na-
poli. Trani 1632.
De Llanos a. - Relazione ovvero itinerario ftitto dall'auditore D. A. U.
De Llanòs per riconoscere li danni causati dalli passati terremoti se-
guiti li 14 gennaro,e 2 febbraro MDCCIII, con il numero dei morti,
e feriti nella provincia dell' Abbruzzo Citra e luoghi circonvicini
per darsi di essi distinta notizia al signor Vice Re di Napoli. Roma
1703.
Deix)renzo G. - Studio geologico del Monte Vulture (in e Atti R. Acc.
delle Se. di Napoli » memoria 1^, serie II, voi. X), Napoli 1900.
Parla fì^uen temente sulla origine del terremoti.
GUnther S. - Handbuch der geophysik. Zveite gUnzlich umgearbeitete.
Aufage . Stuttgart 1897...
Nel voi. I avvi il cap. IV intitolato : « Brdbeben » (pp. 485-901.)
GuzzANTi e. - Terremoto di Mineo del 21 giugno 1888 (in « Gazzetta
di Catania » 23-24 giugno). GaUnia 1888.
Humboldt (De) A. - Cosmos. Essai d'une description physique du Montica
[Varie edizioni].
Nella II edizione milanese (1846) tratta de' terremoti a pp. 168-75 del voi. ii.
JoHNSTON La VIS H. J. - Volcans et tremblements de terre (in « Aiìti.
Géolog. Univer. » tome V. 1888, pp. 629-55). Paris 1889.
Contiene un riassunto bibliografico di varli lavori su terremoti italiani.
LucHESi A. - Contribuzione allo studio del grande terremoto napole-
tano del decembro 1857 (in « Boll. Soc. Sism. Ital. > voi. VI, pp.
67-70). Modena 1900.
Contiene una lettera di a. lupo di Cangiano relativa a tale terremoto.
Lupo A. - Vedi : Luchesi A.
Marangoni C. - Gravi errori di stima sulla direzione delle nuvole o
del terremoto (in < Kend. R. Acc. dei Lincei »). Roma 188....
Mrrcalli G. - Elementi di Mineralogia e di Geologia. Milano... [Varie
edizioni].
Nella seconda edizione [s. d.] si tratta del terremoti nel % 151-58, pp. 290-^.
950 BIBUOORAFIA
»
Mercalli 6. - I terremoti della Liguria e del Piemonte (in « Bassegna
Nazionale » fase, del V dicembre 1897). Firenze 1897.
Pasanisi F. M. - Testo di Geografia. 2* edizione. Roma 1898.
Tratta del volcanl e terremoti a pp. Tff^Sd,
Rasse&na delle Scienze Geologiche in Italia. Voi. I, 1891 ; voi. II, 1892
e voi. Ili, 1893. Soma 1892-1894.
Ck>ntiene le recensioni bibliograficlie degli scritti riguardanti i terremoti ita-
liani pubblicati negli anni lsol-08.
Recupero G. - Storia naturale e generale dell' Etna... Opera postuma
arricchita di moltissime interessanti annotazioni dal suo Nepote
Agatino Recupero. Volumi due. Catania 1815.
Parla frequentemente del maggiori terremoti etnei.
Rudolph E. - Die fortschritte der Geophysik der Erdrinde (in « Geogr.
Jahrbuch » voi. XX, pp. 265-370).
VI al trova tranauntata brevissimamente la maggior parte del lavori italiani
Silvestri 0. - Der Aetna in den Jahren 1S63-1866 mit besonderer Be-
ziehung auf die grosse Eruption von 1865. Trad. di G. Rath (in
« N. Jahrbuch fUr Minerai., Geol., u. Pai. »). Stuttgart. 1869.
Riguardano 1 fenomeni slamici deireruzlone le pp. 49^ deirestratto.
— Un viaggio all'Etna. Torino 1879.
Nel cap. VI si parla del terremoti disastrosi del Id^ specie a pp. 143-45.
Silvestri 0. e Grablovitz G. - Fenomeni geodinamici inerenti alle
esplosioni eruttive di Vulcano (Art.. I del Cap. Ili della < Relazione
scientifica della Comm. incaricata dal Governo degli studi sa le
eruzioni dell'Isola di Vulcano incominciate il 3 agosto 1888 e ter-
minate il 22 marzo 1890 » in « Ann. Uff. Centr. dì Meteor. e Geod. *
Voi. X, parte IV, pp. 125-37). Roma 1891.
Textor. - De terraemotibus Carolo Hesychii factis (in < J. Berkoulu:
Opera Omnia » voi. IV, pp. 502-18). Genevae et Lausannae 1742.
[rhiitso il 2i Ottobre i90Cf\
ERRATA - CORRIGE.
Pag.
Linea
Errata
Corrige
41
1
1903
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"73
18
1451
1461
105
20
Settembre 17
Novembre 17
27
17 Dicembre
17 Novembre
1«)
12
Girifalco (Catania)
Girifalco (Catanzaro).
137
9
1617
1648
189
80
Novembre 10
Novembre 6
146
7
I terr. della Liguria
vulc. e fenom. vulc.
209
18
Settembre 8
Agosto 8
2»
27
Marzo 29
Novembre 29
293
27
Celle (Tortona)
Cella di Bobbio (Pavia)
29
celle
cella
297
6
Marzo 10
Marzo 9
846
1
Gennaio 25
Febbraio 23
856
18
15.15 ant.
10.15 ant.
861
7
ore 11 li4
ore 11 1|4 ant.
877
20
ore 8,45
8,45 ant.
898
12
sud
nord
420
19
del 27
del 29
487
9
CoUalto, Gula
Guia.
441
24
Mugello (Toscana)
Firenzuola (Homagna Toscana]
450
84
Ottobre 5
Ottobre 4
463
28
1874
1878
469
88
Maggio 20
Maggio 22
477
12
Al
A'^
13
A2
A"'
4T9
16
Giugno 21
Giugno 22
481
1
vallese (Piemonte)
Vallese e Piemonte
490
9
Maggio 10 12
Marzo 10 12
511
12
Formosa di Taro
Fornovo di Taro
589
27
Gennaio 6
Gennaio 5
7i9
27
Romagna, Toscana
Romagna Toscana
136
83
1885
1806
782
15
Fig. 129
Fig. 180
-m
29
Fig. 81
Fig. 181
'796
7
Fig. 81
Fig. 131
iì- '• ^ r- 'COU
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