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Full text of "I terremoti d'Italia. Saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana"

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I  TERREMOTI  D' ITALIA 


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MARIO  BARATTA 


I  TERREMOTI  D'ITALIA 


SAGGIO  DI  STORIA 
GEOGRAFIA  E  BIBLIOGRAFIA  SISMICA  ITALIANA 

CON  130  SISMOCAIITOGUAMMI 


TORINO 

FRATELLI   BOCCA   EDITORI 

MILANO  ttOMA  FIRUN/.B 

Cono  Vittorio  Bm.,  il       Vladel  Dira^.Jlfrin         V.   Luinaclil   Su 
Dop.  Oen.  per  la  SlPllIn:  O.  Kiokkmj 


THE  NEW  YORK 

'PUBLIC  LIBRARY 

A6T0R,  LENOX  ANO 
TltDEN  FOUNDATIONS 

^       1901       L.    * 


PROPRIETÀ   LETTERARIA 


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Voghera -Tip.  Gatti- Rossi -Db  Foresta 


AL   PROFESSORE 

GIUSEPPE    MERCALLI 

CON   I.A   RIVERENZA    E   L'aFFETTO   DI    DISCEPOI/) 


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La  presente  pubblicazione  è  divisa   in  tre  parti.  Nella  prima^  uti 
lizzando  le  notizie  contenute  nei  cataloghi  generali  ed  in  quelli  parziali 
fi    regionali  con  moltissime  altre  da  me  ritrovate^  presento  al  cultore 
t/egli  studt  sismologici  una  particolareggiata  cronistoria  dei  maggiori 
paroesismi  italiani  (cioè  quelli  dai  sismologi  chiamati  molto  forti,  fortis- 
simi, rovinosi  e  disastrosi)  monograficamente  studiati.  Apposite  cartine 
dilucidano   la  distribuzione  delV  intensità   del   movimento   sismico    nei 
terremoti  più  intensi  o  più  importanti.  Inoltre  la  descrizione  di  ciascuno 
di  questi  è  prec^uta  da  un  cenno  sulle  fonti  da  cui  vennero  estratte  le 
notizie^   fatto  abbreviatamente  per   le  opere  di  indole  sismologica^  per 
<  exteneo  »  invece  per  quelle  di  indole  storica,  letteraria  ecc. 

Nella  seconda  parte  con  i  materiali  e  cx)n  le  conclusioni  della  prima 
viene  studiata  la  sismicità  di  ogni  regione^  cioè  sono  identificati  fra  loro 
quei  terremoti  che  presentano  somiglianza  di  caratteri  e  viene  fissata  la 
posizione  dei  vari  centri  e  distretti  di  scuotimento. 

La  terza  infine  comprende  una  ricca  bibliografia  delle  opere  riguar- 
danti i  terremoti  italiani. 

Per  quanto  siano  state  minuziose  e  lunghe  le  ricerche,  questo  lavoro, 
/ter  la  sìia  stessa  indole,  non  può  essere  completo  :  quindi  le  conclusioni 
cui  sono  pervenuto  nello  studio  topografico  sono  direttamente  connesse 
eoa  i  materiali  che  si  trovano  nella  cronistoria  sismica. 

Avverto  inoltre  che  lo  studioso  troverà  qualche  differenza  fra  Van- 
damento  delle  isosisme  tracciate  nei  cartogrammi  del  presente   volume 


w 


con  quelle  che  illustrano  le  memorie  e  le  note  che  eono  andato  pubbli- 
cando sui  maggiori  terremoti  avvenuti  dal  1891  in  poi  :  e  ciò  per  se- 
guire un  concetto  classativo  unico  per  V  intera  opera. 

Prima  di  chiudere  la  presente  avvertenza  mi  sento  in  dovere  di 
ringraziare  i  signori  Bibliotecarii  delle  Biblioteche  di  Roma  (Vittorio 
EmaniUle,  Ocuanatense,  Barberiniana,  Società  Geografica),  di  Pavia 
(Universitaria),  di  Milano  (Brera),  di  Napoli  (Nazionale)  e  tutti  coloro 
che  mi  fornirono  notizie  ed  indicazioni  sui  fenomeni  sismici. 

Voghera,  lugUo  i896'0iMre  1900, 


Mario  Baratta 


PARTE    PRIMA 


I  MAOaiORI  TERREMOTI  ITALIANI 

(CRONISTOBIA  DOCUMENTATA) 


Nell'anno  1  di  Cristo,  e  precisamente  nel  di  della  sua  nascita,  si 
(lice  sia  avvenuto  nn  grande  terremoto  in  tutto  11  mondo. 

Siccome  questo  fenomeno,  come  quello  successo  nel  33,  è  annoverato 
fra  i  prodigi  che  accompagnarono  la  natività  e  la  morte  di  Gesù,  così 
si  resta  in  dubbio  sulla  sua  veridicità  ;  la  critica  sismologica  ad  ogni 
modo  non  può  a  meno  che  escluderne  T  universalità. 

2     2.  3.  7.  Roma. 

H>Mro:  Terra  trenèatUe,  pag.  131  -  Baolivi;  Op.  omnia,  pag.  519. 

In  questi  anni  furono  a  Roma  grandi  terremoti  :  ciò  secondo  il 
Bardi  ed  il  Morigia. 

3;    15.  Roma. 

Bonito    op.  cit.,  pafif.  ITI  -  Baolivi  ;  op.  cit.,  pag.  519. 

Secondo  il  Seto  (Opus  ChronoL),  una  scossa  assai  gagliarda  atterrò 
gran  parte  delle  mura  di  Roma. 

4]    IS.  Marzo  24-25.  Reg^o  Calabria,  Sicilia. 

Capocci:  CdtftloQO  d^f  treni,  ecc.,  II,  i>ag.  319. 

Nella  notte  24-25  marzo  fortissimo  terremoto  presso  Reggio  Calabria 
e  in  Sicilia  :  Mallet  lo  pone  nel  17,  ma  dietro  Tacito,  Solino  e  Plinio, 
sembra  più  probabile  sia  avvenuto  nel  18.  La  data  del  giorno  è  tratta 
dal  Giornale  della  Storia  del  Mondo  di  L.  Dolce.  Accaddero  in  tale 
occasione  grandi  sconvolgimenti  nel  suolo. 

5,    20.  Roma. 

n.KtUvi:  op.  cit...  pagr.  519-20  -  Bonito:  op.  cit.,  \)[iff.  137. 

Secondo  alcuni  cronisti  avvenne  un  veemente  terremoto  che,  il  Mo- 
rigia, dice  essere  stato  accompagnato  da  grandi  portenti,  fra  cui  l' in- 
cendio del  Teatro  di  Pompeo. 


cit.,  pag.  137. 

Il  alTerina  che  in  tale  anno  Roma  fu  danne^iata  dal  terremoto. 


CH.,  pag.  630  -  BosiTO:  op.  Clt,  pog.  I3T-3S  -  Capocci:  op.  Clt.  II,  pag.  3tìO. 

eato  terremoto  rovinò  l'anfiteatro  di  Fidona  con  la  morte  di 
mila  persone^  o  di  ventimila  secondo  altri  (P.  Diacono),  le 
■ano  a  godere  lo  spettacolo.  Però  il  Capocci  giudiziosamente 
(op.  cit..  II,  pag.  380)  che  non  si  sa  bene  se  ciò  sia  accadoto 
)  del  tremuoto  o  per  difetto  dell'edifìcio. 


:orÌci  mettono  un  grande  terremoto  concomitante  alla   morte 
per  tale   fenomeno  valgono   le   ragioni  addotto  per  quello 
nell'anno  1. 

Capri. 

Mfc.  e  feii.  vuìr.,  pag.  SEI. 

incipio  di  marzo,  secondo  Svetonio,  nell'  isola  di  Capri  si 
scossa  fortissima. 

I.  NapoletaD*. 

!NEfA:    Quaal   S'at.,    llb.    VI. 

'ebbraio  orribile  terremoto  in  Campania  con  la  rovina  <IÌ 
ii  buona  parte  di  Ercolano,  di  Stabla  e  di  Pozzuoli  :  Nocera 
vagliata,  quantunque  non  abbiavi  cagionate  vittime.  A  Napoli 
notti  edifici  e  molte  ville  furono  distrutte  con  grande  morta- 
ndo  gli  studi  del  Prof.  De  Rossi,  e  specialmente  in  grazia  di 
■ilievo  rappresentante  uu  tempio  che  cade  per  effetto  del  tcr- 
i  conosce  che  gli  impulsi  sismici  sono  avvenuti  predominan- 
n    direzione   WSW  -  ENE   ed   in  quella   a   questa  perpendi- 

I  scosse  di  minor  importanza  precedettero)  la  maggiore. 


riami  fSelXMogfaphlsche  Klfhiiaheit;  è  rlavvlso.  rlBi)etlo  al  liaseorlllevo  del 
ie  l' inclinazione  verso  sinistra  «lei  tempio  non  sia  altro  che  un  effetto  di 
usalo  In  (juel  tempo:  eil  ajoiltitiffe  die  detta  rap preBen tallone  é  Infelice  e>l 
le  Bile  deduzioni  (lice  comprovate  Hnclie  ilal  fiittfl  die  non  fi  si  vede  ne 
0  vertlciile.  ne  alcun  cretto  o  lesione,  euli  è  quindi  duvvlso  clie  erronee, 
eno  non  fonduto  slum)  le  consldem:!li][il  del  i>e  itoHSl  reliitive  alla  direzione 


[t)8  -  IIGJ  5 

Tacito  le  pone  nel  62,  Svetonio  nel  64^  altri  nel  65  :  la  data  da  noi 
adottata  merita,  a  quanto  pare,  la  preferenza. 

Il]    68  o  69.  Chietino. 

B  »MTo  :  Terra  trem.^  pag.  151-56  -  Capocci  :  op.  cit.,  n,  381  -  Plinio  :  op.  clt.  lib.  Il,  cap.  83. 

Grande  tremnoto  nell'Abruzzo  citra.,  allora  contado  Marrucìno  :  av- 
vennero grandi  sconvolgimenti  nel  suolo  per  i  quali  i  prati  e  gli  al- 
beri furono  trasportati  da  un  luogo  all'altro  della  pubblica  strada  :  fu 
scossa  anche  Roma  ove,  al  dir  del  Sabellico,  il  movimento  sismico  fu 
accompagnato  da  grandi  fragori.  Questo  terremoto  per  le  solite  discre- 
panze cronologiche,  da  alcuni  è  posto  nel  70  e  da  altri  nel  69.  Si  tratterà 
proprio  di  un  terremoto  o  di  un  grande  franamento  di  terreno? 

0 

12]    79.  Novembre  23.  Regione  Vesuviana, 

e.  PUMI  CKciLii  Secundi  :  Epfstoìarum,  llb.  VI,  16  e  20  -  Seneca.  :  Nat.  Quaest.,  vi  cap. 

Nel  novembre  forti  terremoti  agitarono  il  suolo  della  Campania; 
nel  giorno  2.3  il  suolo  era  cosi  violentemente  scosso  che  pareva  tutto 
tiovesse  essere  rovinato  :  il  giorno  dopo,  verso  le  7  del  mattino  av- 
venne la  terribile  esplosione  vesuviana  a  tutti  nota  che  seppellì  Pompei, 
durante  la  quale,  al  dir  di  Plinio^  continuarono  a  sentirsi  dei  lunghi 
e  frequenti  scuotimenti.  Il  Prof.  M.  8.  De  Rossi  floc.  cit.j  dall'esame 
delle  lesioni,  è  d'avvisD  che  anche  questi  impulsi,  come  quelli  del  63, 
abbiano  interessato  il  suolo  nelle  due  direzioni  normali  fra  loro  :  NNW- 
SSE  e  W8W-ENE  (»). 

^13]    85.  Roma. 

Bn.uvi  :  op.  cU.,  pag.  520  -  Bonito  :  Terra  trem.,  pag.  168. 

Nell'anno,  secondo  il  Bardi,  a  Roma  terremoto  rovinoso. 

■••' 

,14:    ft4.  Roma. 

Bonito  e  Baouvi  :  Ice.  clt. 

I  due  autori  citati,  con  l'autorità  del  Bardi,  pongono  in  quest'anno 
un  terremoto  a  Roma  per  il  quale  molti  edifici  rimasero  rovinati. 

\h\    116.  Roma. 

Bonito:  Terra  trein.^  pag.  181. 

II  Bardi  afferma  che  mpltì  edifici  furono  in  Roma  dal  terremoto  in 
tale  anno  rovinati  :  secondo  altri  questo  scuotimento  sarebbe  avvenuto 
nel  117, 


l   Vanno  pure  eatetJe,  a  proposito  (i(*ll;i  dlrezioii**  ili  (iiiosto  terremoto,  le  rls*^rso 
Ritte  dal  Oerland  Intorno  a  Quella  avuta  da^li  siMiotlmiMìti  (loHaiiiio  ta. 


-.,  -j^-^rt  ^r'i^f^<r':'^,'y''^*<'r'-    ^    •.-.--        -j   »  - -.  <- j.-t  r-  ■  -  ^^    •- -•    -  ^- 


Cy  [150- 238  J 


[16]    IM).  Novembre.  Romagna. 

Serpiebi  :  Scritti  di  Sf^m,  n,  pa^.  192. 

Nel  novembre  scosse  frequenti  con  spaventevoli  muggiti  (rombi)  nella 
Romagna  ed  altrove. 


[17]    165. 
JteMoiTORE  :  Ist.  cromi,  dei  terr.  di  Sic,  pagr.  259. 


Palermo. 


In  uà  libro  di  A.  Guevara  si  dice  che  intorno  al  165  fu  visto  in 
Palermo  un  mostro  che  spaventò  i  cittadini,  alle  cui  apprensioni  sus- 
segui un  terremoto  grandissimo,  che  atterrò  2000  case  e  fece  perire 
circa  10.000  cittadini.  Molti  autori  convengono  però  che  tutto  il  citato 
libro  sia  un  impasto  di  favole,  epperciò  anche  favoloso  il  terremoto, 
chp  non  trovo  ricordato  da  altri  cronisti: 

■ 

[18]    177.  Sicilia. 

MONGITOBE  :  Op.  Cit.,  pag.  259. 

Nell'anno  terremoto  gravissimo  :  il  mare  agitato  assorbì  molte  città  : 
ciò  attesta  Rutilio  Benincasa,  e  dietro  di  lui  il  Coronelli  ed  il  Bonito 
(op.  cit.  190). 

[19]    191.  Roma. 

De  R0S8I  u.  S.  :  Meteor.  end..  I  pag.  208. 

Neir  anno  un  grande  terremoto  devastò  il  tempio  della  Pace  e  le 
circostanti  regioni  :  Erodiano  narra  persino  che  T  incendio  seguitone 
fu  causato  da  fiamme  uscite  d:dla>  terra. 

i20]    209.  Regione  Garganìea. 

Baratta  M.  :  SuìVattiiftì  sf.Viì.  in  i'ajJtanata.,  pag.  "   estr.) 

Il  Manicone  nella  sua  Fisica  Appulo-Garganica,  senza  alcuna  indi- 
cazione di  luogo  od  altro  particolare  qualsiasi,  afferma  che  in  t«le  anno 
nella  regione  Garganica  infieriva  il  terremoto. 

« 

\%\\    223.  Settembre  9  e  17.  Roma. 

Bonito  :  Teiera  treni.,  pag.  191. 

In  Roma  al  9  settembre  terremoto  fortissimo  che  replicò  poi  al  17 
dello  stesso  mese. 

22     238.  Vicenza. 

Pio^4£XK  G.  :  Cron.  dei  terr.  a  Vireuza^  pag.  n. 

Vicenza  fu  molto  danneggiata  da  uno  spaventoso  terremoto  che  in 
altri  luoghi  fece  danni  gravissimi  :  ciò  secondo  il  cronista  Castellini. 


(243- 290 f 


23:    243  o  245.  Verona. 

A .  itoiA.iN  :  st.  sfsm.  a.  prov.  Verona,  p.  16. 

Terribile  terremoto  che  in  Verona  apportò  grande  spavento  e  danni 
immensi  specialmente  nell'Anfiteatro  :  vogliono  certe  cronache  che  Tan- 
tichissima  città  di  Benaco  —  posta  sulla  riva  del  Garda  —  in  tale  con- 
^UDtura  sia  stata  distrutta. 

24     254.  Verona. 

G«>I1IAX  :  op.  cit.,  pag.  16. 

Neil'  anno  terremoto  che  fece  rovinare  parte  deir  arena,  del  teatro, 
«Ielle  mura  ed  un  gran  numero  di  case  e  di  altri  edifici. 

25^    255.  Catania. 

MuNorroBE:  istot*.  crofioì.  dei  ter  rem.  ecc.,  pag.  955. 

Secondo  il  citato  autore,  che  reca  l'autorità  del  P.  Ottavio  Gaetano, 
nel  giorno  del  supplizio  di  S.  Agata  a  Catania,  un  formidabile  terre- 
moto avrebbe  fatto  scuotere  la  città.  Il  Bonito  {Tei^a  trem,  pag.  194) 
lo  pone  al  5  febbraio  252  ed  il  Gemellare  (  Valcanol.  dell'Etna,  pag.  167Ì 
nel  253. 

2tr    258.  Roma. 

Il* 'MIO  M.  :  Terrn  (re tu.,  paff.  196. 

Secondo  Rutilio  Benincasa  nel  258  un  terremoto  rovinò  in  Roma 
più  di  mille  case  :  il  Morìgia  aggiunge  che  fu  accompagnato  da  grandi 
innalzamenti  deir  acqua  del  mare. 

27     260-61.  Vicenza,  Padova. 

Castellini  S.  :  Storia  della  città  di  Vicenza,  Ivi  1"783,  voi.  2.  pap.  60-61  -  Gennari  (ì.:  Annali 
della  Citta  di  Padova,  Parte  I.  pa^.  32.  Ba ssano  MDCCCiv. 

Il  Castellini  dice  che  nel  261  furono  in  Italia  terremoti  disastrosi 
accompagnati  da  mutazioni  nel  regime  delle  acijue  sotterranee  ;  per 
tali  scuotimenti  in  Vicenza  rovinarono  pubblici  e  privati  edifici.  Il 
Gennari  d'  altra  parte  racconta  che,  ad  accrescere  nel  2G0  le  calamita 
dei  Padovani  si  aggiunsero  tremuoti  sovvertitori. 

P^orse  le  due  notizie  si  riferiscono  ad  uno  stesso  terremoto,  o  per  lo 
meno  ad  un  medeaimo  periodo  sismico  che  interessò  le  due  provineie 
di  Vicenza  e  di  Padova,  e  del  quale  però  il  Goiran,  nel  suo  catalo^^o. 
trulla  dico  riguardante.  Verona. 


•  !/<•.>•       I  ..         I.» 


;28     290.  Luglio  2i.  Lodi, 

(ì.  AtLN'iui.u  :  /  tfrr.  regixtr.  nelle  cr.  lotììoiane.  i>aj?.  ìkmH. 

Una  cronaca  pubblicata   dj^l  Vignati  (St.  Lodigiani)  narra  che  du^^ 


8  [300-344] 

rante  le  peraecozioni  di  alenai  eanti,  avvenute  in  Lodi,  si  sentirono 
delle  scosse  fortìssìine  che  fecero  rovinare  in  più  punti  la  cittA  causando 
la  morte  dì  motti. 

[29]    300.  AUlla  (Potenza). 

Hercai.li  O.:  Vule.e  feti.  Tulr.,  pag.  380. 

NAil'Aiinn  Bd  Atella,  presso  U  Voltare,  terremoto  rovinoso. 

inaio  21.  Knu. 

r.,  pag.  aoi-5. 

n  cui  ta  sepolta  S.  Agnese  terremoto  fortissimo. 

vembre  2.  Vilcrba. 

ila  ell/à  ai  Viterbo.  Roma  111-2,  psg.  43-44, 

violento  ed  impetuoso,  clie  rovesciò  molti  edifici  e  ri- 
luccbio  di  rovine  anche  il  gran  tempio  di  Ereote.  La 
ito  terremoto  deve  però  essere  accolta  con  riserva,  di- 
acbe  avvenuto  al  momento  della  decapitazione  di  8.  Va- 
a  :  ciò  vale  pare  per  il  precedente. 

isto  6.  Caapula. 

Mg. -un. 

io,  citati  dal  Bonito,  ricordano  questo  terremoto  stato 
impania,  per  il  quale  sarebbero  cadute  12  o  13  citta.  Il 
le  sia  eguale  a  quello  del  344  (vedi). 

SEcili». 

'.  croitol.  del  teir.  iti  sic,  \>as.  381. 

li   Sicilia  patirono  per  un  gran  terremoto  ;. cosi  Rutìlio 

nche  il  Morigìa,  citato  pure  dal  Bonito  (pag.  208). 

luau. 

Bardi,  11    Bonito    dice  che  l' Italia   fu   danneggiata  da 


ile  U.  CaagHUiia. 

ce.,  I.  pafc.  33J:  II.  patf.  3^G. 

ifano  e   Cedreno  all'  11    aprile  terribile  terremoto  nella 
I  quale  furono  distrutte  parecchie  (12)  cittfi  :  fu  sentito 

■rra  trem.,  pag,  344)  è  d'  avviso  che  sia  identico  a  quello 
icci  invece  li  ritiene  distinti. 


[357-369] 


,36]    357.  .  Sicilia. 

A.  MoNotToas:  Istor.  croMl.  dei  Un.  di  Sic,  i>a^.  361. 

Per  scuotimenti  del  suolo  in  Sicilia  ed  in  parecchie  città  delle  isole 
si  ebbero  molti  morti  :  ciò  ricorda  6.  Filippo  da  Bergamo  nel  suo  sup- 
plemento cronologico. 

371    363  o  365  o  369.  Sicilia,  Reggio  G. 

A .  MoxoiTORS  :  op.  clt.,  pajf .  961-62  -  Spanò  Bolani  D.  :  St.  di  Heggio  Cai.,  voi.  I,  pag.  96» 
Napoli  1877  -  c.  D.  Oallo:  Oh  Ann.  della  città  di  Messina,  nuova  edlz..  voi.  l,  pag.  116, 
i\l  ì>rn. 

Per  un  terremoto,  secondo  il  Caruso,  il  Libanio  e  Paolo  Diacono, 
molte  città  dell'  isola  furono  diroccate  con  la  morte  dì  molte  persone  ; 
soggiungono  poi  i  citati  autori  che  il  mare,  in  tale  occasione,  abbia 
violentemente  innondato  le  terre.  Secondo  lo  storico  calabrese  Spanò 
Bolani  anche  Reggio  sarebbe  stata  violentemente  scossa. 

Alcuni  lo  pongono  nel  369;  ma  potrebbe  anche  darsi  che  questo 
terremoto  si  identifichi  con  quello  del  376  (vedi). 

:ì8]    365  0  369.  Luglio  21.  Veneto,  Lombardia:  Spoleto,  Trevi. 

A.  (ioiRAN:  St.  Sìa.  prov.  di  Ver.,  pag.  16  -  T.  Tarambli-i:  /  terr.  di  Spoleto,  pag.  16Ì-65  (W-'JS 
trsir.  -  Calvi  :  Efem.  Sacro  Prof.  di...  Bergamo,  Milano  1676,  voi.  U,  pag.  461  -  CASTKixiNrs. 
."^oria  tiella  citta  di  Vicenza,  Ivi  ITSS,  Voi.  Il,  pai?.  41  -  8.  A.  Mafi-ei:  Gli  Annali  di  Man- 
toc't.  Tortona  MDCLXXV,  llb.  5,  cap.  vii,  pag.  244-45  -  S.  Orsato  :  Historia  di  Padova,  Ivi 
MlKTLXXVin,  llb.  I,  part«  I,  pagr.  91  -  G.  piloni:  Historfa...  di  Belluno,  venetla  1607,  llb.  I, 
p.1}?.  39  verso. 

Al  21  luglio  terribile  terremoto  che  in  Belluno  rovesciò  un  grandis- 
simo numero  di  edifici  :  non  vi  fu  parte  di  Padova  che  non  abbia  sot* 
ferto  danni:  le  piCi  maltrattate  i\irono  le  vicinanze  di  Campo  Marzio^ 
ove  fu  distrutto  dalle  fondamenta  Toratorio  che  S.  Prosdocimo  aveva 
consacrato  a  S.  Maria.  A  Verona  cadde  una  parte  dell'  Arena.  Kiferi- 
scono  i  cronisti  che  per  questx)  immane  scuotimento  i  fiumi  abbiano 
cangiato  di  letto,  il  mare  si  sia  scostato  dal  lido  e  che  in  molti  monti 
si  sieno  determinate  frane  grandiof^.  Anzi,  secondo  alcuni,  TAnasso 
(il  Piave)  che  correva  nei  laghi  d'Alpagò,  ed  indi  passava  pel  territorio 
di  Ceneda  e  di  Serravalle,  cambiò  in  tale  occasione  corso,  giacché  una 
grande  frana  gli  sbarrò  il  letto. 

In  questo  giorno  per  lo  stesso  terremoto,  o  per  altro  successo  sin- 
cronamente, anche  Bergamo.e  Mantova  furotio  conquassate  :  nella  prima 
città  BoflTerse  maggiormente  la  parte  che  riguardava  Breno  ;  i  bargjii 
poi  di  Fabriciano  e  di  Pretorio  rimasero  quasi  distrutti. 

Taramelli  e  Corradi,  citando  il  Campdlo  ^ littoria  di  Sjwhto,  t.  I, 
Uh.  VII,  pag.  207,  ivi  1662),  dicono  .che  anche  Spoleto  non  andò  in  tal 
f^iomo  esente  da  rovine,  e  con  l'autorità  di  Xatalucci  Tiberio  ("//i^^/ra- 
zìoni   Btoriche   sulla  cititi  di    Trevij  rircriscoiio    cIkì    pure  a    Trevi   la 


10  [305  -  376] 


scossa  fu  violentissima.  Cosi  che  possiamo  concludere  che  contempora- 
neamente 0  quasi  avvenne  anche  il  risveglio  del  focolare  sismico  di 
Spoleto. 

Noto  inoltre  che  parecchi  cronisti  citali  dal  Perrey  {Mem,  sur  les 
trembl.  de  terre  ress.  dans  lapéninsule  Turco  Hellénique,  pag.  6\  e  dallo 
Schmidt  (Stud,  iiber  erdbeben,  ecc.  pag.  148)  ricordano  un  disastroso 
terremoto  avvenuto  nel  mattino  dello  stesso  21  luglio  365,  contempo- 
raneamente air  italico,  in  Oriente,  specialmente  in  Alessandria  e  Creta, 
accompagnato  da  violentissimo  maremoto. -Quantunque  parecchi  --  come 
vedremo  —  sono  i  casi  in  cui  un  terremoto  d'Oriente  si  sia  propagato 
fortemente  in  Italia,  in  special  modo  nella  Sicilia  e  nelle  provincie  me- 
ridionali, tuttavia  essendo  le  località  da  me  accennate  tutte  po3te  nella 
parte  settentrionale  (eccezione  fatta  per  Trevi  e  Spoleto,  di  cui  ho  già 
parlato)  sono  indotto  a  non  identificare  i  due  terremoti:  aggiungo  poi 
che  il  terremoto  d'Oriente  del  365  è  simile  a  quello  più  sotto  descritto, 
successo  nel  376  (vedi),  il  cui  maremoto,  che  gli  fu  concomitante,  se- 
condo quanto  narra  Cedreno,  venne  ad  urtare  fortemente  la  costa  Si- 
cula,  perciò,  anche  ammesso  che  la  data  da  me  accettata  per  quest'ul- 
timo sia  inesatta,  e  che  il  fenomeno  sia  accaduto  proprio  nel  365,  i  due 
terremoti  risulterebbero  aflPatto  distìnti:  l'italico  con  ogni  probabilità^ 
—  specialmente  avuto  riguardo  ai  fenomeni  che  ha  dato  luogo  - 
avrebbe  avuto  il  suo  centro  nel  Bellunese,  magari  ridestando  altri  centri 
sismici,  l'altro  invece,  quello  di  Oriente,  si  sarebbe  propagato  solo  in" 
Sicilia  sotto  forma  di  maremoto. 

[391    369.  Benevento. 

Sarxelli  p.  :  Uem.  cronol.  dei  Veseorl  ed  Arcicese.  della  s.   chiesa  di  Benevento,  'Napoli 
MDCXCI,  pag.  23. 

Orrendo  terremoto  in  Benevento  descritto  da  Simmaco  Seniore  In 
una  sua  epistola  dalla  quale  si  deduce  che  la  città  fu  completamente 
fracassata  dal  movimento  tellurico. 

[40]    376.  .  Grecia  e  Sicilia. 

MoNQiToRE  A.  :  Ist.  cromi,  dei  tecr.  ecc..  pag.  363. 

Cedreno  nelle  sue  storie  dice  che  in  Alessandria  fuvvi  un  si  grande 
terremoto  per  cui  il  mare  si  allontanò  dal  lido,  lasciando  in  secco  le 
navi:  per  questo  inusitato  fenomeno  molta  gente  accorse  alla  spiaggia, 
ma  tosto  le  onde  violentemente  ritornarono,  facendo  perire  circa:  700 
persone.  Nello  stesso  tempo  una  gran  parte  di  Crela^  dell'  Acaia,  della 
Beozia,  dell'Epiro  e  della  Sicilia  soffrì,  per  il  movimento  delle  ajcque 
verificatosi  alle  coste,  per  il  quale  le  navi  furono,  portate  a.  100  passi, 
dalla  riva. 


[392-492T  ir 

Il  Bonito  (Terra  trem.  pag^.  249),  seguendo  Licostene,  lo  pone  nel  377. 
Per  questo  terremoto  vedi  quanto  ho  detto  a  proposito  di  quello  del 
:^i;ó  o  369. 

Ai]    392.  Roma. 

BuMTO:  Op.  Cit.  pa^.  SSO. 

Secondo  il  Bardi  Roma  in  tale  anno  ebbe  a  subire  danni  a  causa 
di  terremoto. 

42     441-55.  Roma. 

Ijf*t.  MisTfìì.  in  «  jtfiBATORi:  Jìerufn  itaì.  scrfpt.,  »  voi.  i,  pag.  95  A. 

Terribile  terremoto  per  il  quale  rovinarono  parecchi  edifici. 

Io  credo  che  a  questo  parossismo  si  riferisca  pure  la  notizia  data 
dal  De  Rossi  (Meteor.  Endog,  I,  pag.  208j  che  lo  pone  nel  443  :  sarebbero 
in  Roma  cadute,  secondo  questo  autore,  molte  statue,  rovinati  i' portici 
nuovi  del  Foro  Romano  e  scosso  anche  il  Colosseo.  Il  Baronie,  ci- 
tato dal  Perrey  {TVembl.  Peninsule  Italique^  pag.  7),  ricorda  un  ter- 
remoto rovinoso  per  Roma  nel  442  e  cosi  pure  il  Moroni  {Dizionario 
di  Erudizione,  Voi.  XV,  pag.  19).  Il  Bonito  (op.  cit.,  pag.  276-77),  se- 
guendo il  Bardi,  dice  che  un  terremoto  nel  454  fece  rovinare  il  circo 
di  Roma,  il  quale  edificio  fu  di  bel  nuovo  da  altra  scossa  distrutto, 
socondo  lo  stesso  autore,  nel  455. 

10  credo  che  tutte  queste  notizie  si  riferiscano  ad  uno  stesso  fe- 
nomeno. 

I3~    467.  Ravenna  -  Roma. 

lUhHfcY  A.  :  Trembì.  pen.  Itaì.,  pag.  7  -  Bonito  M.  :  Tetra  tran,,  pag.  286. 

11  Perrey,  seguendo  il  Sigonio,  dice  che  tale  terremoto  in  Ravenna 
fu  fortissimo  ;  il  Bonito  lo  riporta  al  4GG  e  dice  che  detta  clttA  ne  ri- 
mase atterrita.  Secondo  il  Bardi  nel  467  vi  sarebbe  stato  un  terre- 
moto in  Roma  con  grande  danno. 

44'    477.  Roma. 

Bnjiivi  ;  Op.  clt..  pag.  .180  -  Bonito  :  Terra  treuì.,  pag.  287  -  De  Rossi  m.  S.  :  Mfteorol.  e/iffoo.. 
Voi.  1.  itag.  208. 

La  città  fu  scossa  per  40  giorni  continui  talché  rimase  molto  rovi- 
nato il  Colosseo.  * 

451    492.  Dicembre  26.  Ravenna. 

yFB<.ALU  G.:  l'ulr.  e  feti.  tuie.  pap.  22^). 

Terremoto  fortissimo:  ciò  secondo  il  Muratori. 


12  [493  -  624 


[46]    403.  Paglia. 

Baratta  m.  :  Sull'attività  sismica  in  Capitatiata^  pa^.  7  -  Bonito  M.  :  op.  clt.,  pa^r-  290. 

Il  Bonito,  con  Tautorità  del  Baronio  e  di  L.  Beyerlink  {Theatr,  mag, 
hum,,  tomo  7)  scrive  «  terremoto  in  Puglia^  presso  il  Gargano  »  : 
quindi  ricorda  che  detto  parossismo  fa  concomitante  alla  apparizione 
dell'Arcangelo  S.  Michele^  MW  avvenuta  (Monte  8.  Angelo). 

[47]  '  508.  Roma. 

MoRONi:  Dizionario  d'Erudizione^  voi  x^..  pag.  19. 

Terremoto  fortissimo  a  Roma,  per  cui  nel  Colosseo  rovinò  il  portico 
e  sprofondò  l'arena.  Non  trovo  citato  questo  fenomeno  da  altro  autore. 

[48]    553.  Roma. 

CAPOCCI  :  Catalogo^  ecc.,  n,  paff.  an-S8. 

Terremoto  che  infierì,  secondo  Cluverio,  40  giorni  a  Costantinopoli  e 
rovinò  anche  Roma.  Sono  certamente  stati  fenomeni  non  contemporanei. 

[49]    558.  Dicembre  25  (circa).  Aneona. 

A.  Peruzzi  :  Storia  d'Ancona  d/tUa  sua  fondazione  all'anno  MDXXXII,  voi.  I,  pag.   113  li, 
Pesaro  1885. 

Circa  il  Natale  un  furiosissimo  terremoto  scosse  la  città  di  Ancona 
fin  dalle  fondamenta  :  per  dieci  giorni  è  dieci  notti,  a  più  riprese,  si 
rinnovarono  i  terribili  scuotimenti.  Narrano  le  cronache  che  la  maggior 
parte  degli  edifici  ne  rimase  danneggiata  ;  parecchi  di  questi  furono 
atterrati  e  sotto  le  rovine  rimasero  spenti  non  pochi  cittadini.  In  tale 
occasione  dirupò  pure  il  fianco  del  Guasco  e  del  Monte  Conerò,  e  in 
gran  parte  fu  distrutta  ed  ingoiata  Tantichissima  Numana  (ora  Umana). 

[50]    600.  Toscana. 

Bonito-  M.  T:  erra  treni.,  pafir.»350  -  Rosaccio  :  Le  sei  età  del  mondo,  pag^.  19. 

Il  Bonito,  seguendo  Rutilio  Benincasa,  dice  che  in  questo  anno  la 
Toscana  patì  gran  danno  per  terremoto.  Ciò  ricorda  pure  il  Rosaccio. 

[51]    615.  Agosto.  Italia. 

A.  PERREY  :  Trembl.  pen.  Ital.,  pag.  7. 

Grande  terremoto  secondo  Sigonio  :  Il  Giovanozzi  (/  terr.  si.  Apuani, 
pag.  5,  estr.)  ricorda,  seguendo  una  croraca  ms.,  che  nel  mese  di  agosto 
si  senti  in  Pontremoli  una  grand»  scossa. 

[52]    624.  Toseana. 

Bonito  M.  :  Terra  (rem.,  pa^.  3.72. 

Il  Bardi  riferisce  che  la  Toscana  soffri  danni  per  terremoto.  Non 
sarà  lo  stesso  di  quello  che  il  Benincasa  pone  nel  600?  (^vedi). 


r659  -  797]  13 


n3     699.  Sieilia. 

te 

MoNurroRE  A.  :  Istor.  crottol.  ecc.,  tag.  Sft?. 

Il  Bardi  ed  il  Coronelli  ricordano  che  in  Sicilia  un  terremoto  causò 
g-ravi  danni,  geminando  rovine  in  molti  luoghi. 

54     678.  Arezzo. 

FvKt  LLi  P.  :  A  linai i,  ovrero  notfzie  istorlche  delV antica  citta  df  Arezzo,  Foligno  1717,  pag.  XI. 

NelTanno  citato  un  terribile  terremoto  rovinò  molte  città  e  distrusse 
gran  parte  di  Arezzo. 

.15     739.  Roma. 

MoRoxi  :  Diziotì.  d'erua.  Voi.  X\\  pag.  20. 

« 

Terremoto  che  danneggiò  il  Colosseo  :  non  lo  trovo  ricordato  da 
altri  scrittori. 

56      758.  lUlia. 

M.  s  vMTo  :  Vite  d^'  Duchi  di  Venezia,  In  «  Miratori  :  Rer.  ital.  script.^  »  voi.  xxil,  col.  446  U 
-  A.  DvxncLi  :  Chronicoìi  Vetietum,  In  «  miratori  :  op.  clt.,  »  Voi.  XII,  col.  140  K, 

Un  terribile  terremoto  avvenne  nel  tempo  e  nelFanno  dell'elezione 
di  Diodato,  Doge  IV  ;  molte  città  d' Italia  ricevettero  grandi  danni. 

;57]    778.  Treviso. 

PkRiiEY  A.  :  TrcMbl.  petti ns.  Ital.  pag.  S. 

.  Con  Tautorità  della  Grande  collection  des  historiens  del  Gaules  ecc. 
il  Porrey  pone  per  Treviso  ed  altrove  in  Italia  un  terremoto  disastroso 
per  il  quale  molti  edifìci  rimasero  rovinati  causando  48  vittime. 

i>3^    780.  Koma. 

M.^RoNi:  Diz.fàeìTud.,  voi.  XV..  pag.  20. 

Un  terremoto  danneggiò  il  Colosseo  :  questa  scossa  è  solo  ricordata 
dal  Moroni:  il  Bonito  (op.  cit.,  pag.  376),  seguendo  il  Bardi,  dice  che 
nel  71*0  si  sentirono  molti  scuotimenti  in  Roma. 

'm\    793.  Aprile  30.  Verona. 

(ioiKw  :  .v/.  Httm,,  ecc.  pag.  16. 

NelU  notte  del  30  aprile  terribile  terremoto  per  il  quale  V  intera 
città  di  Verona  e  luoghi  circostanti  patirono  gravissimi  danni  nelle 
case  con  la  morte  di  molte  persone  e  di  animali  :  rovinò  pure  porzione 
delTanfitcatro  ed  in  parecchi  punti  diroccarono  le  mura  della  città. 

W    797.  Aprile.  Sicilia. 

MoNoiTORK  A  :  Itt.  cronoi.  de  te  re,  pag.  36:i. 

Secondo  P.  Diacono  in  una  notte  del  mese  di  aprile  di   tale  anno, 


U  [801-815] 

la  Sicilia  e  Greta  farono  travagliate  da  un  terribile  terremoto  :  il  Bardi 
invece  di  Creta  pone  Costanti  napoli.  Seto  li  riporta  al  796;  nel  785 
r  IlUtoria  Miacell.  pabblìcala  dal  Muratori  (Jt6r.  ital.  script..  Voi.  I, 
parte  I,  col.  t  A),  secondo  la  quale  il  terremoto  di  Sicilia  e  Candia  sa- 
rebbe avvenuto  nell'aprile,  mentre  nel  maf^ìo  qttello  di  Costantinopoli 

.  Aprilo  30.  Italia. 

ale»  liertiniani  pnbblicatl  dal  Uaralori  (Rerum  ital.  script., 
f.  505,  col.  1  C,  Milano  1723)  ricordano  come  in  Spoleto  il 
i,  a  2''  circa  di  notte,  si  sentisse  un  veementlssimo  terre- 
tle  in  tutta  Italia  fta  causa  di  immense  rovine.  Molte  cittjt 
nanto  si  dice,  affatto  atterrate  e  molte  altre  assai  danneg- 
:iueBte  Uoma  stessa,  in  cui,  oltre  ad  altri  guasti,  fu  notevole 
i  quasi  tutto  il  tetto  della  Basilica  di  S.  Paolo.  Il  Moroni 
t  erud..  Voi.  XII,  pa^.  210)  aggiunge  anche  che  in  tale 
«vinato  l'altare  della  Confessione  ed  i  vari  ornamenti  di  cui 
o. 

Ili  (Vulc.  e  fenom.  vulc.,  pag.  283-84  e  360)  ricorda  come 
I  aprile  di  quest'anno  si  sentisse  un  orribile  terremoto  a 
lome  anche  in  Verona  ed  in  Bergamo  accadessero  rovine,  am- 
ie le  notizie,  riportate  pel  terremoto  del  793,  si  riferiscano 
esso  parossismo. 

le  notizie  raccolte  dal  P.  Giovannozzi  (/  terremoti  storici 
^.  5,  estr.)  risulta  che  alla  seconda  ora  della  notte  del  30 
<■  pom.)  in  Pontremoli,  come  ancora  in  tutta  Italia,  si  senti 
terremoto  che  fece  abbattere  case  private,    templi   e   molti 

che  tutte  le  accennate  notizie  difficilmente  possono  raccor- 
.  unico  terremoto,  ma  che  invece  si  debba  conchiudere  che 

sincronamente  —  giacché  abbiamo  visto  che  avvi  anche 
1  data  annuale  —  le  varie  parti  d'Italia  eopra  menzionate 
scosse  da  poderosi  movimenti  tellurici. 

Maggio  31.  Pii4«vs? 

■  ulc.  e  ftiioìii,  riitr.  ei-r.,  pag.  360, 

to  disastroso.  Questa  notizia  si  riferisce  con  certezza  al 
emoto  dell'  801. 


di  SIShiol.  voi.  II.  pan.  1!H. 

I  per  tutta  Italia  :  gravi  danni  a  Ravenna. 


[821-8901  15 


^4     821.  ^amorino. 

SKRnnu  A.  :  Op.  cit.  Voi.  I,  pag.  T2. 

Sulla  fine  d'  aprile  terremoto  fortissimo. 

65  843.  Napoli  ? 

mkmc\i.u  G.;  Le  §ìot(zie  sìsmo-rufc.  ecc.  paj?.  I  («^t.» 

I  Chronici  NeapoUtani  Fragmenta  (pag.  44)  riferiscono  che  per  opera 
(il  terremoto  caddero  molte  case  in  Napoli  :  tali  frammenti  la  critica 
storica  ha  dimostrato  di  compilazione  assai  posteriore  :  il  terremòto 
succitato  inoltre  non  è  rammentato  da  alcuna  cronaca  autentica. 

66  847.  Giug-no.  Beaevento,  Isernia. 

l>"Nno  :  Terra  tretn.  pai?.  S9<>-*i  -  Capocce  :  op.  eli.,  I  pajf.  338  e  II  31)1  -  Chron.  Monast.  Cassfn: 
llb.  I,  cap.  28.  tn  «  MrRAT-:  Rerum  ital.  scNpf.  »  Voi.  IV  pagr.  909  A-  Chronfcan  Vuìtumense, 
Mexn.  Voi.  I  parte  2,  pa^.  300  D  -  0.  v.  Ciahlanti  :  Meni,  hlst.  del  Sannio,  ecc.,  p.  2*23. 
itH^niia,  Mix;xxxxiv  -  V.  Secinara  F.  :  Tratf.  unfv.  ecc.,  pag.  91  -  Sarneuj  p.  :  Memor. 
CronoL  Vexcor.  ed  Arctresc,  sacra  eh.  Betier.  Napoli  MDCXLI  pag.  <*<  -  vii^eha  M.:  Chro- 
iiofotffa  Spisroftoruitt  et  Archt-KpìscoporuM  Metropolita Hae  Ecclesfae  Benerentanae,  Na- 
IMili  MIX'XXXVI,  i^ag.  51. 

In  tutta  la  regione  Beneventana  neir847,  secondo  alcuni,  o  neir848 
M'condo  altri,  si  senti  un  orrendo  terremoto,  pel  quale  molti  edifici 
caddero  a  terra  e  sotto  le  macerie  perirono  molto  persone.  Per  questo 
parossismo  Isernia  fu  quasi  interamente  distrutta  con  grande  numero 
di  vittime  :  presso  il  monastero  di  S.  Vincenzo  parecchie  case  furono 
rovinate  ;  nessun  danno  ebbe  a  risentire  Montecassino.  Fu  sentito,  se- 
condo il  Sigonio,  molto  fortemente  anche  a  Roma  e  ad  Ancona,  ove 
apportò  terrore. 

II  Chronicon  Sacri  monasterii  Sanctae  Trinitatis  cacensis  per  Petriun 
*ì**.  Sftl4*rno  Cancellario  (pag.  393)  dice  che  nel  844  fu  sentito  in  Salerno 
fd  in  altri  paesi  vicini  un  grave  terremoto  :  ma  dal  Pertz  e  dal  Koepkc 
fu  tale  cronaca  dimostrata  apocrifa  (Mercalli:  Le  notizie  sismovulcan, 
riferite,  ecc.  pag.,  1  [estr.]). 

67  853.  Botano  (Campobasso). 

M  v<.N  VII  V.  :  .Votine  iìitoriche,  ecc..  pajf.  aKMò  -  Saknki.m  p.:  òlchì.  CronoL  dei  vescovi,  ecc.. 

In  tale  anno  Boiano  fu  da  un  disastroso  terremoto  subissata  :  si 
i\Wi\  inoltre,  che  nel  luogo  della  città  siasi  formato  un  grande  lago  di 
:ic«iua  dolce. 

(^     890.  Milano. 

••  \i'>Hii.i\:  Sommario  c/trotwloffiro^  pajr.  105.  Herf^juno  .mdxcii. 

Un  terremoto  rovinò  molte  caso  in  Milano. 


16  [894  -  940] 


[69]    894.  Shbìo  e  Pn^lia. 

FragmefUum  historfae  LangoOardoruM,  ecc.  Jn  «  mukatori  :  Ber.  itah  script.  »,  voi.  2,  part^  l, 
pa£r.  280,  col.  I.  A. 

Per  tutto  il  Sannio  e  la  Puglia  terremoto  fortissimo  (ingens). 

[70]    894.  Verona. 

OoiRAN  A.;  storta  sinmira,  ecc..  pajr.  17. 

Secondo  il  Moscardo  una  scossa  causò  molti  danni  alla  eitt/i  e  f>ar- 
ticolarmente  fece  rovinare  gran  parte  del  teatro  con  la  morte  di  molte 
persone. 

{71]    896.  Rona. 

BONITO  M.  :  Terra  treni.,  pag.  409  -  G.  Baouvi:  op.  oumia,  pagr.  520. 

In  Roma  un  terremoto  violentissimo  fece  abbattere  gran  parte  della 
basilica  di  S.  Giovanni  in  Laterano,  V  altra  rimase  solo  lesionata.  Fu 
sentito,  dicesi,  in  tutta  Italia.  Alcuni,  fì'a  j  quali  il  Moroni  (Dizio- 
nariQ  d' erudiz.  ecc.  Voi.  LXII,  pag.  57),  lo  pongono  neir  897. 

[72]    998.  Calabria,  Principati? 

CAPoca  :  Catalogo,  e3C.  I.  pag.  338  ;  il,  pag.  392. 

• 

Gran  terremoto  in  Calabria  e  nei  Principati  citra  ed  ultra  :  ciò  pone 
il  Capocci,  seguendo  il  Di  Meo,  dietro  1'  Annalista  salernitano.  Però, 
come  è  notato  più  indietro  (N.  847),  tale  notizia  è  trtitta  da  una 
cronaca  apocrifa.  Solo  da  fonte  più  certa  sappiamo  che  in  tale  anno 
vi  furono  terremoti  rovinosi  in  Grecia,  (Bardi,  citato  da  Bonito  :  Terra 
trem,,  pag.  410)  ma,  come  osserva  il  Mercalli  (Le  notizie  sièmo-vulc.  ecc., 
pag.  2),  ninno  attesta  che  colpissero  anche  la  Calabria. 

[73]    936.  Napoli? 

Mercalu  g.  :  Le  notizie  sismo-tuie.^  pag.  5  (estr.) 

Secondo  i  Chronici  NeapoUtani  Fragmenta  (pag.  6)  sarebbe  avvenuto 
nel  936  in  Napoli  un  terremoto  con  rovina  di  chiese  e  di  rase  e  con 
la  morte  di  molti.  Ma,  come  ò  detto  per  il  terremoto  deir843,  tali  fVam- 
menti  sono  apocrifi  ed  il  fenomeno  non  si  trova  ricordato  da  alcuna 
cronaca  veridica  e  sincrona.  Anzi,  come  osserva  il  Mercalli,  il  falso 
cronista  lo  ha  descritto  con  le  precise  parole  con  cui  Romualdo  Saler- 
nitano ci  ha  tramandato  notizia  del  terremoto  di  Benevento  e  di  Ariano, 
avvenuto  nell'anno  990 

[74]    940.  Mllanwe. 

P.  Morigia:  Somm.  Chrouol.,  Ub.  5,  pag.  106-  RosAcao:  Le  sei  età  del  Mondo,  pag.  25. 

In  Milano  e  nel  Milanese  si  sentirono  grandi  scosse. 


[947-976]  17 


[75]    947.  TosesDS. 

BoMTo  M-  :  Terra  trem.^  pag*.  444. 

Neil'  anno  in  Toscana  grandi  terremoti. 

76]    950.  Siraeasa,  Catania? 

MncALU  3.  :  Le  notizie  sismo-vulc,  ecc.  pagr.,  16  (estr.) 

n  Codice  diplomatico  di  Sicilia  sotto  il  governo  degli  Arabi,  ecc. 
(Palermo  1790),  impostura  dell'abate  Velia  (Amari  M. :  8t.  dei  musuL 
in  Sicilia^  Tom.  I,  pag.  X),  da  nna  mendace  indicazione  di  un  grande 
terremoto  accaduto  dopo  il  tramonto  del  dì  24  agosto  in  Siracusa  con 
la  morte  di  1459  persone  (Tom.  II.  P.  II.  pp.  127-28). 

A  pag.  29,  ma  al  4  agosto  poi  si  pone  lo  stesso  terremoto  a  Catania 
ed  ancor  dopo  (pag.  139-40)  nel  medesimo  giorno  e  mese  in  entrambe 
]e  città,  riferendolo  però  al  951.  Notizie  tutte  mal  connesse  e  contrad- 
ditorie che,  per  quegli  anni,  non  sono  rammentate  da  cronisti  siculi. 

[77]  951.  Ligaria. 

y.  BONITO  :  op.  cit.,  pa^.  414-15. 

La  Liguria,  secondo  il  Bardi,  fa  travagliata  da  terremoti. 

:78]  963.  Luglio  22.  Sicilia. 

MoNorroRE  A.:  Wor.  cronol.  dei  terr.  ecc.,  pag.  968. 

G.  Buccellino  ricorda  cht  al  22  luglio  un  gran  terremoto  urtò  la 
Sirla  e  la  Sicilia,  distruggendovi  molte  città,  terre  e  paesi,  e  che  in 
quest'ultima  il  mare^  avendo  invasa  la  terra,  fece  annegare  molte  mi- 
gliaia di  persone. 

79]  968.  Dicembre  10.  Rossano  (Cosenza). 

('Aroca:  CataìOQO,  ecc.»  I,  pag.  336  e  n,  pag.  392. 

Tre  orribili  scosse  in  Calabria;  Rossano  ne  fu  rovinata:  nessuna 
vittima.  Ciò  secondo  il  Di  Meo  che  segue  Liutp;*ando. 

80]  973.  Anconitano. 

MfaffAUJ  o.  :  Yuìc,  e  fenom.  vulc.  ecc.,  pag.  381. 

La  marca  d'Ancona^ Ai  oppressa  da  terremoti. 

81]  974  Trevigiano. 

B^ìxiTo  u.  :  Terra  trem.,  pag.  415-16. 

Secondo  il  Bardi  la  marca  Trevigiana  fu  scossa  da  forti  terremoti. 

82;  976.  Gennaio  19.  Italia. 

P.  t>t.\(x>Ni:  De  Gestii  lanffofHÉrdorum,  In  «  mirat.:  Jier.  ffal.  script.  *  voi.  I.  parte  l.  pntr.  'MK 

In  detto  giorno  al  <  canto  dei  galli  »  terremoto  grande. 
Ukìlatta:  Terremoti  ecc,  2 


18  [977  -  990] 


[83]  977.  Toscana. 

Bonito  M.  :  op.  cit.,  pag.  416. 

Nell'anno  in  Toscana  grandi  scosse  di  terremoto. 

[84]    981  Benevento,  Capna. 

BONITO  M.  :  op.  Cit.,  pag.  416. 

Un  terremoto  fece  quasi  rovinare  le  dette  due  città  :  in  questo  anno 
lo  pone  anche  Rosacelo  (Le  sei  età^  ecc.,  pag.  26),  Licostene  nel  98.3, 
Ciacconio  nel  985,  ed  il  Bardi  nel  987.  Dubito  però  che  si  tratti  del 
terremoto  che  descriverò  sotto  V  anno  990. 

[85]     981.  Marzo.  Sicilia? 

MERCALLi  tì.  :  Le  noi.  sismo-vulc.  ecc.,  pag.  10  (est.) 

Il  Codice  diplomatico  di  Sicilia  sotto  il  governo  degli  Arabi j  di  cui 
ho  già  parlato  in  occasione  del  terremoto  del  950,  ha  nel  Tomo  II, 
parte  II,  pp.  583-92,  un  racconto  lungo  é  pieno  di  particolari  riguar- 
danti un  terremoto ,  del  quale  manca  ogni  altro  ricordo.  A  pag.  596 
vi  si  dice  inoltre  che  risenti  danni  tutta  la  Sicilia,  ed  in  special  modo 
Palermo,  Messina  e  Marsala.  Ma  tale  codice,  come  ho  detto,  è  un'  im- 
postura e  quindi  nessun  valore  à  la  notizia  sismica,  che  riporto  dal 
Mercalli  solo  per  non  far  cadere  altri  in  errore. 

[86]    990.  ^  Benevento,  Ariano. 

M.  BONITO  :  Terra  treni,  pag.  418-19  -  Capocci  :  Catalogo,  Il  pag.  392-93  -  Sarnelli  P.  :  Meni, 
cronoìog.  Vescov.  ed  Arclves.  ecc.,  pag.  67  -  M.  vipera  :  Chronologia  Bpisc.  ecc.,  pag.  75  - 
L.  MURATORI  :  Annali  d'Italia,  Voi.  v,  Milano  MDCCXLiv,  pag.  4»7  -  N.  Flammia:  storia 
della  Città  di  AriaìW,  Ivi  1893,  pag.  46  -  0.  Rinaldo  :  òf emorie  (storiche  della  fedelissiuta 
citta  di  Capua,  Napoli  MDCCLV,  voi.  I,  pag.  49. 

Mario  Vipera,  con  1'  autorità  di  Leone  Ostiense,  e  Romualdo,  arci- 
vescovo di  Salenìo,  ricordano  che  Benevento  fu  in  tal  modo  scossa  dal 
terremoto  che  in  città  caddero  15  torri  (fra  cui  quella  chiamata  «  della 
vipera  »)  e  che  restarono  oppresse  150  persone.  Anche  a  Capua  rovinò 
un  gran  numero  di  case  ;  Ariano,  Frigento  furono  per  metà  disfatte,  e 
così  pure  Gonza  (Basilicata)  nella  quale  rovinò  Tepiscopio  :  che  Ronza, 
presso  quest'  ultima,  fu  totalmente  distrutta  e  nemmeno  più  riedificata, 
e  che  infine  quasi  uguale  sorte  toccò  ad  Avellino. 

Ammirato  lo  pone  nel  989,  il  Ciarlanti  nel  988,  il  Vipera,  il  Sarnelli 
ed  il  Magnati  nel  986  :  tutti  questi  compilatori,  narrando  uguali  cir- 
costanze, mi  inducono  a  ritenere  che  vi  sia  stato  un  unico  terremoto 
avvenuto  nel  990,  come  lo  provano  le  più  veridiche  fonti  :  e  che  anche 
le    notizie  sul    terremoto  del    981  di    Benevento  e   di  Conza   più  sopra 

riferite  —  che  alcuni  poi  pongono  nel  983,  ed  altri  nel  985  e  nel  987  — 
si  riferiscano  pure  a  questo  parossismo,  giacché  gli  autori  allora  citati 

non  riportano  quest'  altro. 


[991-1005]  |0 


[97] -991.  Paglia, 

auiicnxi  p.  :  CronoloQia  det  Vescovi  ed  Arcivescovi  di  Siponto,  Manfredonia  MDCCXXX, 
pa^.  119. 

Spaventevole  terremoto  in  Siponto  (presso  1'  attuale  Manfredonia)  ed 
in  Puglia. 

[881    991.  Borgo  S.  Sepolcro, 

p.  FAarixi  :  Ann.  o  mem.  dt  S.  Sepolcro,  Foligno  1713.  pag.  9. 

Neir  anno  terremoto  disastroso  che  fece  diroccare  molte  case,  sotto 
le  cui  rovine  peri  un  gran  numero  di  abitanti. 

89]    995.  Siellia. 

MERCAixi  Q.:  Le  notizie  sismo-vuìc.  ecc.,  pag.  10  (est.) 

Il  Codice  diplomatico  citato  a  proposito  dei  terremoti  del  950  e  del 
981,  che  sappiamo  essere  un' impostura  del  Velia,  ricorda  (T.  Ili  P.  I. 
p.  256)  che  al  4  del  mese  di  Sciahaban  un  terremoto  disastroso  colpi 
Termoli,  Palermo  e  Milazzo.  Tale  notizia  non  merita  fede:  nessuna 
menzione  fanno  di  questo  terremoto  i  cronisti  siculi. 

^90j     1000. 

In  quest'anno  molte  cronache  ricordano  gravissimi  terremoti  i  quali 
danneggiarono  l'intero  mondo.  Queste  cronache  però  non  citano  alcuna 
città  speciale  che  sia  rimasta  distrutta  o  rovinata.  Dette  notizie  credo 
riflettano  le  })aure  della  distruzione  del  mondo  per  folgori  e  terremoti, 
che  Bi  doveva  appunto  compiere  nei  millenio. 

91]    1001.  Yoroaa. 

(ìoiran  a.  :  Storia  sismica  ecc.,  pag.  17. 

Un  grande  e  spaventevole  terremoto  fece  abbattere  un  grandissimo 
numero  di  case  con  la  morte  di  molte  persone. 

[92]    1004.  Padova. 

S.  Ob}<ato  :  I/istoria  di  Padova,  ivi  1678,  lib.  3.,  parte  l,  pag.  216. 

Neir  anno  un  terremoto  in  Padova  produsse  danni  rilevanti. 

93]     1004  0  1005.  )Ionte  Cassino. 

ANONIMI  MON.  Cass.  :  Bfeve  chronicon^  in  «  MrR.vTORi:  Rer.  (tal.  script.  »  voi.  v.,  pa^r.  5-"^, 
col.  l  e  2. 

Per  16  giorni  furono  sentite  in  Montecassino  delle  scoBse,  talché  in 
molti  luoghi  Al  lesionata  la  chiesa:  secondo  il  Sigonio«  citato  dai  Bo- 
nito (Terra  trem.y  pag.  423),  parecchie  altro  località  sarebbero  state 
danneggiate  da  tali  commozioni  sismiche. 


[1005    1083] 


)  11    B!tj:Ilvi  (Op.  omnia,  pag.  520)  dice  che  dal  gennaio  al 
Mitirono  delle  scosse  la  Roma. 


tm»  oraw)  «(rf.  «(.  Ai  Areizo,  ecc.,  pag.  xxv, 

30  tertemoto  che  fece  molta  danno  a  tale  città  ;  fti  sentito  in 

Bcaiia. 

1,  Aprile  11.  BrcKit  e  Ltabartla. 

Anmleon,  In  •  Uiràt.:  Reruoutal.  script.  ■  voi.  Xiv,  col.  8131  -  Aanolpui: 
Di.,  lib.  Ili,  cap.  XVI,  iD  •  ucRAT.  :  op.  clt.^>  vo).  IV,  pag.  31,  col.  1  a. 

li  Pasqua,  nel  mezzodì  e  sai  vespro,  due  grandi  scosse  in 
r  le  quali  molti  pezzi  di  mura  caddero  in  rovina  :  panico 
9  :  la  citta  dalla  maggior  parte  degli  abitanti  fu  kbttando- 
no  sentite  anche  a  Milano  ed  in  tntta  la  Lombardia. 
(Efemeride  sacro^rofano  di  Bergamo,  Milano  1676,  voi,  I, 
3  pone  nel  1060  e  dice  che  la  gente  necl  dalla  cltt&  per  gran 
Cavriolo  (Delle  Hitt.  della  cittrì  di  Brescia,  ecc.,  Venezia, 
LIV,  pag.  84)  nel  1064,  il  Ginlini  ('Jfem.  spettanti  alla  St. 
e.  di  Milano,  ivi  1854,  voi.  2.,  pag.  537)  nel  1065;  tutti 
rdando  nell' ammettere  che  il  t«ri'emoto  sia  avreonto  nel  di 

(che  nel  1060  cadeva  al  26  marzo,  all'  11  aprile  nel  1064 
larzo  nel  1065),  si  pnò  ritenere  che  le  singole  notizie  si  ri- 
kd  nn  unico  fenomeno:  la  data  da  me  preferita  merita  la 
inside  razione,  essendo  essa  dedotta  dalla  fonte  cui  attinsero 
pilatori. 
o  terremoto  nulla  dicono  gli  scrittori  veneti,  perciò  in  quelle 

non  deve  essere  stato  affatto  sentito,  oppure  —  come  è  piti 
-  molto  debolmente. 


:  Iti.  eronof.  dei  terr.  ecc.,  pag.  364. 

)  autore,  seguendo  il  Bardi,  dice  che  nel  1069  molti  terre- 
flsarono  la  Sicilia:  il. Caruso  li  riporta  al  1067,  senza  perà 
autorità  cai  egli  si  appoggia. 

S.  Ottobre  18.  CaUil». 

mi  trem.,  pag.  443. 

o  Fritschio,  il  Bonito  scrive  che  in  Catania  ed  In  molte  città 
fuvvi  un  terremofo  disastroso  per  il  quale  nella  prima  si 
indi  rovine,  sotto  le  quali  rimasero  vittima  20000  persone. 
Tripoli  e  Damasco  furono  pure  scosse,  ed  in  Costantinopoli 


•-  ^ 


[1087  - 1106]  31 


caddero  —  come  riferisce  il  Perrey  (Trembl.  penins,  Turco-Hell.  ecc., 
pag.  16)  —  chiese  e  case,  (contemporaneamente?)  Dubito  dell'autenti- 
cità di  questa  notizia  non  parlandone  il  Mongitore.  autore  accuratissimo. 

[m]  1087  o  1088.  Settembre.  Puglia. 

RoMiALoi II  ARcaiBp. Salern. :  Chron(con,\n  «  Mubat:  Rerum  itaì.  script.^  voi.  vn,  col. IT» B 
-  Lrpi  PROTospATB  :  Chrontcon^  In  «  mubat.  :  op.  cit.  »  voi.  V.,  pagr.  46  B.  -  Ignoti  Civis  Ba- 
Rfxsis:  Ckì'onicott,  in  «  mlrat:  op.  clt.  »  voi.  V.,  pag.  154,  col.  1 C. 

Neir  anno  terremoto  grandissimo  in  tutta  la  Puglia,  ove  furono  di- 
strutte torri,  castelli  e  case. 

Secondo  il  Chranican  S.  Stephani  in  rivo  mari»  sarebbe  stato  dan- 
neggiato pure  il  convento  di  S.  Stefano,  posto  neirAbbruzzo,  ed  anche 
la  città  di  Vasto  :  ma  detta  cronaca,  come  riferisce  il  Mercalli  (Le  no- 
tizie iisma-vulc,  ecc,  pag.  6)  è  apocrifa. 

;99]    1095.  Gennaio  14  e  18.  Beievento. 

e  Apooci  :  Catalogo,  eoe.  I,  pag.  889  ;  n,  pag.  896. 

Al  14  gennaio  grande  terremoto,  che  replicò  quattro  giorni  dopo, 
con  rovine  in  Benevento  :  ciò  secondo  V  Annalista  di  8.  Sofia,  ripor- 
tato dal  Di  Meo  :  il  Samelli  non  ne  fa  menzione. 

[ IGOj    1095.  Settembre  10  ?  Veneto. 

(ftjsBAN  A.:  St,  sis.  ecc.,  pag.  17  -  perrey  a.  :  Tremai,  penis.  ital,  ecc.,  pag.  120. 

Il  Golran,  con  1'  autorità  del  Della  Corte,  dice  che  nel  1095  Verona 
insieme  ad  altre  città  restò  quasi  del  tutto  deserta  ed  abbandonata  non 
tanto  per  la  morte  de'  suoi  abitanti,  quanto  per  la  fuga  di  essi,  causata 
dalla  fame,  e  da  un  grande  ed  orribile  terremoto  che  sulla  fine  del- 
l'anno  afflisse  molte  città.  Questa  notizia  credo  si  collegbi  con  quella 
riportata  dal  Perrey,  che  cioè  nella  notte  del  10  settembre  1095  (o  1096) 
fa  sentita  in  Venezia  una  fortissima  scossa. 

[101]    1104.  Gennaio  3.  Parmense. 

fftromeon  Parmense^  in  «  muratori:  Rerum,  itaì.  script.  »  voi.  IX,  pag*  759  e. 

Terremoto  grande  nel  Parmense. 

[102]    1104.  Aprile.  Li^nria. 

MiiNuu  B.  B.  :  Liguria  ùccidentale,  pag.  25. 

Neir  aprile  In  Liguria  terremoto  con  rovine  e  vittime. 

103]    1106.  Venezia. 

A.  Dakih'u  :  ChroHicon,  In  «  Murat.  :  Rerum,  ital.  script.  »  voi.  xil,  pag.  260  D.  -  M.  Sanoto 
Mte  de  Duchi  di  Venezia^  la  «  Murat.  :  Op.  cit.  »  voi.  xxil,  col.  483  A. 

Nel  marzo  in  Venezia  un  terremoto  grandissimo  rovinò  molte  chiese 


[1106-1117] 

!.  Il  Castellini  (Storia  della  città  di  Vicmza,  ivi  1783,  voi.  V, 
ce  che  *  si  per  il  terremoto  che  per  le  inDOndazioni  del 
jravvennero,  rimase  quasi  sommersa  la  eittft  di  Malamocco.  » 
nella  Bua  Storia  documentata  di  Venezia  (voi.  II,  pag.  23-24, 
4)  scrive  «  il  mare,  come  bcobso  dal  sno  fondo  penetrando 
tutti  i  porti  e  le  aperture  delle  lagune  superava  i  lidi  e 
lava...  Tante  case  rovesciate,  tanti  fondaci  guasti.  Un' in- 
lomparve  ingoiata  dai  flutti,  l'antica  Malamocco....  >  :  ciò 
I  dal  libro  di  Fiiiasi  sulle  procelle. 

crittori,  ed  il  terremoto  e  la  conseguente  innondazione  — 
comprende  bene  se  sia  con  il  primo  connessa  —  11  mettono 
tri  nel  1105  ;  io  li  ho  posti  nel  1106,  seguendo  la  cronaca 
'  pi&  sopra  citata. 

4.  ■  TIt«rb«. 

Irem.,  pag.  iói. 

11  Bardi  nell'  anno  sì  senti  in  Viterbo  un  forte  terremoto 
I  grandi  rovine.  Noto  che  il  Bubbì  (Itt.  della  città  di  Vi-r 
le  parla. 

4.  Bellinese? 

''ulc.  e  feti,  nufc-,  pag.  Sii. 

Ili,  citando  il  Trautwein  (Mittheil.  d.  d.  und.-Oetter.  Al- 
<),  ricorda  un  terremoto  fortissimo  avvenuto  nell'  anno.  Ciò 
be  con  quanto  scrive  il  Piloni  —  riportato  da  Fulcis  e  Tara- 
1  geol.  della  prov.  di  BelluTW,  pag.  204)  —  che  dà  notizia 
sismo  disastroso  avvenuto  in  Belluno  appunto  al  7  gennaio. 
le  Silvestro  Castellini  (Storia  della  città  di  Vicenza,  Tom.  V, 
■i  1783)  ricorda  un  terremoto  disastroso  nel  Trevigiano  nel 
il  Bonito  (Terra  trem.,  pag.  454)  con  1'  autorità  del  Sardo, 
ì  un  terremoto  sovverti  castelli,  ville,  chiese  e  monti  nella 
tina.  -Tutte  queste  notizie  hanno  errata  la  data  annuale  e 
o  certamente  al  grande  terremoto  lombardo-veneto  del  1117. 

7.  Gennaio  3.  Lonbftrdia,  Veneto. 

trem.,  pag.  456-66  -  Ooiban  a.:  Storta  sismica  ecc.,  pag.  Il  -  Malvasia-Ds 
imenit,  ecc.,  pag.  a  -  Pjoveke;  Cronaca  deiUrr.  di  Vicenia,  pag.  47-W  -  Ta- 
;lcisJ  :  Carla  gtol.  prov.  Belluno,  pag.  3<M-5  -  Bertrand  B.  :  Uemoire  sur  Im 
;,  "lO-  Annale»  CremoiieiiMi  In  •  Pebtj;!  Ifotitim.  Sertii.  Hfst.  »  Script, Voi.  XViii 
BONIFACIO  0.  :  //Istoria  Trlvinmm,  Trlvlgl  MDXCI,  pag.  145  -  Bobsi:  Btstretto 

ad  tao  del  Ptareiiitnl,  Piacenza  UDCCCXXIX,  pag.  lBl-<5  -  Calvi  D.  :  KP'e- 
o-profana  di  Bergamo,  Milano  Iffie,  voi.  I,  pag.  20  -  IO.  Capsom):  Notizie  fi- 
t  cHÌà  dt  Pania,  Ivi  ItfTS,  pag.  42  -  Castellini  a.  :  Storia  delia  città  di  Vicema, 
■n-v,  pag.  191  -  cavbiolo  w.  b.;  Delle  l/i$lonedfila  città  di  Brada,  fag.  Si  - 


[1117]  23 

Campi  p.  li.  :  Dell"  Aistoria  ecclesiastica  di  Piacenza,  ivi  MDGLI,  voi.  l,  pai;.  19$  -  Oks- 
N'ARI o.:  Annali  della  città  di  Padova,  parte  n,  pa?.  120,  Bassano  MDCCXylv  -  Giulini  G.: 
J#^JN.  spett.  alla  st.  al  gov.  ecc.  di  Milano^  ivi  1855,  II  ediz.,  pag.  54-55  -  Oiarblu  F.  : 
Storia  di  Piacenza,  ivi  1889,  voi.  I,  pag.  101  -  Manin i  L.:  Mem,  star,  della  città  di  Ore- 
Mona,  ivi  1819,  voi.  I,  pag.  200  -  Muratori  L.  A.:  Ann.  d'Italia,  Milano  MDCCXLIV, 
voi.  6,  pag.  384-^6  -  Odorici  F.  ;  Storie  Bresciane,  voi.  IV,  pagr.  228-29,  Brescia  1855  -  Or- 
bato 8.  :  Uist.  di  Padova,  ivi  1678,  pag.  28&^  -  Palladio  C.  F.  :  Bist.  della  prov.  del 
FriuU,  voi.  I,  pag.  169  A.,  Udine  MDCLX  -  boncetti  G.:  Mem.  star,  della  città  e  eh,  di 
Bergamo,  ivi  MDCCCVii,  voi.  ni,  pag.  36  -  Rovelli  :  Storia  di  Como,  parte  U,  pag.  120. 
Milano  MDCCXCIV  -  Sanuto  M.:  Vita  de',  duchi  di  Venezia,  in  «  Muratori:  Rerum, 
ital.  scnpt.  »  voi.  XXII,  col.  4«  C. 

Tutte  le  cronache,  e  quindi  le  storie  municipali  deli'  Alta  Italia,  ri- 
cordano un  fortisBimo  terremoto  sentitosi  circa  le  3^  della  notte  del 
H  gennaio  1117,  per  il  quale  moltissime  città,  paesi  e  castelli  ebbero  a 
risentire  gravi  rovine  ed  immensi  danni. 

A  Venezia  il  terremoto  fu  grandissimo  ;  in  Cividale  del  Friuli  cadde 
gran  parte  delle  mura  poste  verso  mezzodì,  con  due  torri  ;  V  intera 
provincia  di  Udine  ne  fu  agitata  :  in  Treviso  fn  abbattuta  gran  parte 
delle  mura  di  occidente  con  due  torri  e  molte  case. 

A  Belluno  si  ebbero  danni  simili  :  a  Padova  cadde  la  Basilica  di 
S.  Giustina  e  rovinò  interamente  la  cattedrale  il  cui  campanile  però, 
sebbene  lesionato,  rimase  in  piedi,  come  si  leggeva  sopra  una  lapide 
collocata  su  di  un  pilastro,  stata  posteriormente  distrutta  :  Me  terrae 
jérimo  nwtus  $ubvertit  ab  imo. 

In  Verona  cadde  una  porzione  delle  mura,  e  rimasero  diroccate 
torri,  campanili,  comignoli  di  camini  ed  il  recinto  dell'  Arena  detto 
e  r  Ala  »  :  a  Bologna  precipitarono  molte  case  :  a  Parma  una  gran 
parte  del  vescovado  :  a  Brescia  edifici  e  torri,  e  cosi  pure  a  Cremona 
ove,  fra  le  altre  costruzioni  che  furono  demolite,  fuwi  la  Cattedrale; 
in  Milano  molte  case  e  chiese  rimasero  abbattute,  causando  numerose 
vittime  ;  cadde  anche  la  torre  sotto  cui  si  adunava  il  patrio  consiglio, 
uccidendo  tutti  gli  adunati,  uno  solo  eccettuato. 

A  Monza  ed  a  Lodi,  il  terremoto  fu  pure  assai  violento  ;  a  Pavia 
molti  fabbricati  e  parecchie  parti  delle  mura  furono  abbattute.  È  pro- 
babile che  per  questo  terremoto  soffrissero  danni  anche  Como,  Ber- 
gamo e  che  in  Piacenza  rovinasse  in  quella  congiuntura  la  Cattedrale, 
^ia(!«hè  fu  rifatta  dopo  poco  tempo. 

11  Bertrand  aggiunge  che  nel  1117  (senza  data  mensile)  in  Svizzera 
fu  sentito  uno  dei  più  violenti  ed  estesi  terremoti,  per  il  quale  furono 
rovinate  case  e  castella  in  diverse  località:  ho  riportato  questa  notizia 
]»erchè  si  riferisce  certamente  al  terremoto  che  sconquassò  gran  parte 
(ieir  Alta  Italia. 

Durante  una  mezz'  ora  il  movimento  del  suolo  fu  quasi  continuo  e 
por  circa  40  giorni  si  sentirono  moltissime  repliche.  Ai  gravissimi  danni 


[1117-11201 

3ni  telluriche  si  a^^iaoBero  qnelli  causati  da  in- 
,  piuttosto  che  ad  effetto  di  terremoto,  io  ascrìvo 
dell'Adige  e  del  Po,  ricordata  da  vari  storici  e 

feriscono  che  in  tale  occasione,  per  la  violenza 
oltre  alle  solite  fenditure  del  stiolo,  all'  Intor- 
Ielle  fontane,  nn  intera  città,  sia  stata  dal  Ino^ 
Ita  ad  un  altro  poco  distante, 
ne  non  certo  piccola  che  racchinde  tale  notizia, 
lerve  ad  attestarci  che,  per  effetto  del  violento 
)  grandi  sconvolgimenti  nel  saolo  :  anzi  è  pro- 
nte narrando  i  cronisti,  come  la  località  in  coi 
itt&  poco  disiasse  dal  primitivo  posto,  il  feno- 
frande  scivolamento  di  terreni  saperflciali,  av- 
irealpina  o  collinesca,  come  si  è  verificato  in 
sismi  disastrosi, 
e  dei  cronisti  da  me  consultati  fornisce  circo- 
su  questo  fenomeno,  il  quale  credo  si  riduca  a 
«  s'aperse  nn  monte  verso  il  luoco  di  Avedana 
I,  sepelcndo  sotto  di  sé  un  grosso  villaggio,  con 

ritrovorno ».  Il  Gpmbruzzl  poi   ricorda  il 

,  il  Merclano,  e  quelli  delle  ville  seppellite,  che 


MontecasBin*  (Caserta) 
ai  S.  Germano,  pa? .  100. 

(che  segue  l'Anon.  Casslnese)  l'Abbazia  nel- 
ì  scossa  da   terremoti  i  quali  non  le  causarono 

recarono  al  vicini  paesi  di  Alvito,  Coccorusso 
osti  (Storia  della  Badia  di  ilonUcassino,  voi.  II, 
pone  nel  1U7  e  li  descrive  con  le  stesse  circo- 
mise  a  conquasso  e  disertò  la  Badia  e  tutte  le 
a  :  quelle  di  Cornino  [ora  Alvito],  Cocartizzo  e 

case  crollate  e  gente  non  poca  uccisa  ». 

Larii»?  (Campobasso) 

tccla.  della  dita  e  delta  diocesi  di  Larino,  Boma  MDCCXLiv, 

:nBe  nell'  anno  frequentissimi  terremoti  causa- 
.arino,  ove  furono  sentite  anche  venti  scosse  in 
le  questa   notizia   si    riferisca   invece  al  terre- 


[1125-1140]  25 


109]    1125.  Ottobre  11.  Benevento. 

D^  SHONARA  p.  :  Trait.  univ.  ecc.,  pag.  104-5  -  Falconis  benev.  :  Chronfcon^  In  «Murat.:  Eer. 

i/al.  9tript.  »  voi.  V,  pagr.  lof,  col.  1  e  2  -  pbrrklla  a.  :  L'antico  Sannio,  pa^r.  330,  Isemia 

1890  •  p.  Saknelu:  Mem.  cron.  Vesc.  ed  Arciv,  ecc.,  pagr.  9B  -  tri  a  q.  a.  :  Mem.  st.  civ, 

ed  eeeL..  di  Larino,  ecc.,  pag.  L^i^  -  vìpera  m.  :  ChronoU  Epis.  et  Archiep,  ecc.,  pag.  103. 

Nella  notte  dell'  11  ottobre  un  terribile  terremoto  in  Benevento  fece 
abbattere  quasi  totalmente  le  torri,  i  palazzi,  gli  ediflcii  e  le  mura 
della  città.  In  quella  notte  istessa  alla  prima  scossa  successero  altre  tre 
0  quattro  repliche,  ed  al  mezzodì  del  giorno  dopo  se  ne  ebbe  una  nuova 
fortissima.  Nella  regione  Frentana  e  Sannitica  si  propagò  in  modo  egual- 
mente terribile ,  e  Larino  risenti  gravi  danni  :  tra  i  luoghi  di  questa 
diocesi  restò  distrutto  il  monastero  di  8.  Felice  :  fu  pure  danneggiata 
la  facciata  della  cattedrale  di  Termoli  (^).  Le  repliche  durarono  per  15 
giorni. 

[110]    1139.  Monteeaisino. 

M.  Boxrro  :  Terra  tr.^  pafir.  471. 

Il  Bonito,  con  V  autorità  dell'  Anonimo  Gassinese,  scrive  chje  nel- 
Tanno  a  Montecassino  si  sentirono  scosse  molto  Intense. 

Ili]     1136.  Liguria. 

HiacALu  G.  :  /  terr.  delia  lÀQuria  ecc.,  pa^.  ^  -  anonymi  mon.  Cass.  :  Breve  chrotiicoti,  in 
«  MUBAT.  :  Rerum,  ital.  script.  »  voi.  v,  col.  2  A  -  Domno  Alberico  :  Chronol.  In  «  murat. 
Op.  clt.  »  voi.  V,  pafiT.  141,  col.  2  B. 

Neir  anno  terremoti  grandissimi.  I  citati  cronisti  li  riferiscono  al- 
l'anno  1135,  ma  siccome  dicono  che  avvennero  mentre  Lotario  entrava 
in  Liguria,  il  Mercalli  li  riporta  giustamente  al  1136,  anno  in  cui  detto 
imperatore  venne  in  Italia. 

fll2]     1139.  Gennaio  22.  Benevento. 

Faloonis  BfiNBv.  :  ChronicoHyìn  «  Mlrat.:  Rer.  ital.  sciHpt.  »  voi.  v,  pag.  131,  col.  1  B  -  Sar- 
NKLM  p.  :  Mem.  cronoL  dei  Vesc.  ed  Arciv.,  ecc.,  pa^.  94. 

Al  22  gennaio  «  al  primo  canto  dei  galli  »  terremoto  grandissimo 
che  parca,  soggiunge  il  cronista,  volesse  tutto  distruggere.  Alcuni  lo 
ritengono  avvenuto  nel  1140  ed  altri  nel  1138. 

;il3]    1140.  Febbraio  1.  Siracnsa. 

IIo.\oitore:  Istar.  cronol.  dei  terrem,  ecc.,  pag.  304^. 

Terribile  terremoto  che  atterrò  la  cattedrale  mentre  vi  si  ufficiava, 


il)  secondo  11  Chronicm  S.  Stephani  in  rivo  niaris,  come  dice  11  Mercalli  fu  notizie 
iwrto-rulc,  ecc.,  pag.  7)  nelle  isole  Tremiti  prima  del  terremoto  «  multos  i^nos  ex  piiteia 
Bulphurels  terra  evomit  »:  detto  8CUOtiii\ento  avrebbe  inoltre  recato  danni  al  monastero 
di  8.  Stefiino  posto  neU'  Abruzzo.  Ma  tale  cronaca  fu  dimostrata  apocrii^. 


[1140-1160] 


Qccidendo  tolti  qnelU  che  in  essa  erano  accorsi.  Fu  sentito  in  tatta  la 

Sicilia. 

Variano  gli   antori  nell'  assegnare  la  data  di  tale  parossismo  :   però 

dalla  circostanza  che  tatti  concordemente  affermano,  che  cadesse  il 
,  raccolta  la  gente  per  gli  oflSci  sacri,  si  deduce 
ti  dai  vari  cronisti  come  avvenati  nel  1070,  1071, 
4,  1099,  1100,  Ilio,  1130  e  1148  si  ridacono  ad 
fecondo  il  citato  Uongitore,  quantunque  sieno  i 
li  che  lo  riportano  al  1086,  non  si  può  accettare 
mdo  stata  la  Sicilia  per  oltre  due  secoli  sotto  la 
i  dei  saraceni,  non  era  libero  in  allora  il  culto 
ta  solo  libera  nel  1005,  allorquando  nell'  ottobre 
jero,  come  narra  Gaufrldo  Mal.-iterra,  autore  sìn- 
ini  a  questo  precedenti  non  poteva  esservi  tempio 
i  divini  uffici,  né  poi  è  verosimile  che  già  nel 
e  rialzata  la  cattedrale  caduta  per  il  terremoto. 


to  fortissimo  (vatde  magnue).  Il   Pilla  (Relaz.   de 
>!  P&S'  100)   lo  "pone  nel  1141. 


n  terremoto  fece  gravi  danni  a  Firenze. 

Hoileeusino. 

UL'BATOKi  :  Op.  al,  •  voi,  V,  pag,  66,  eoi.  a  A. 

:osse  fortissime.  . 

Benevento. 
,  pag.  381. 

do  r  Arcovito  ed  il  Moroni,  dice  che  in  questo 
Qto  ed  altrove  in  Italia  un  terremoto  rovinoso,  il 
Se  dal  Samelll  (Lettere  eccl.,  voi.  Ili,  pag.  108), 
indo  ». 

1,5. 

UI'I 

le  terremoto  nel  circondario  di  Fresinone,  a  Cec- 
eroU,   ove  allora  .  si  trovava   il .  pontefice,  di  cui 


[1163-1169]  27 


parla  la  croDaca   citata.  Replicarono   fortisBime  BCOBse   al   14  gennaio 
del  1161. 

Il  Bonito  (Terra  tretn,,  pag.  484)  pone  i  due  terremoti  nel  1161-62. 

[119]    1163.  Sicilia. 

MoNorroEs  A  :  Ist.  cronol,  de  terr.^  pag.  963.  -  Bonito:  op.  cit.,  pag.  497, 

Secondo  il  Bardi  ed  il  Bonito,  la  Sicilia  fu  travagliata  da  molte  e 
veementi  scosse. 


;i20|    1168.  Gennaio  10.  Pisa.  . 

Pilla  l.:  Istoria  del  tremuoto,  ecc.,  pag.  197  -  boncioni  r.:  Dell' istorie  Pisane,  pag.  855, 
Firenze,  1814. 

Un  terremoto  oltremodo  gagliardo  con  fortissima  romba,  scosBe  tal-* 
mente  la  città  ed  il  sobborgo  «  Chinseca  »  che  si  ebbe  pericolo  della 
sua  distrazione. 

[121]     1169.  Febbraio  4.  Gatonia  e  Siracnsano. 

MaNorroRB  A.  :  Istor.  cronol.  dei  terr,,  ecc.,  pag.  -  Sciuto  Patti  c.  :  Contrib.  alla  si.  dei 
terr,  in  Sicilia,  pag.  15-17  (estr.)  -  Da  Sbcinara  f.  :  Tratt,  univ,  ecc.,  pag.  106-7  -  Ro- 
MrALOi  Salernitani  :  Chronicon,  In  «  Murat.  :  Op.  cit.  »  voi.  vii,  col.  209  B-210  A  -  D.  Spanò 
B0LAN1  :  Storia  di  Seggio  Cai.,  voi.  i,  lib.  8,  cap.  5,  pag.  151,  Napoli  1857  -  fiore  g.  :  Della 
Calabria  illustrata.  Tomo  i,  pag.  286,  col.  2,  Napoli  1G91. 

Al  4  febbraio  circa  nn'  ora  di  notte,  mentre  nella  cattedrale  di  Ca- 
tania si  ufficiava,  si  furiosamente  fa  scossa  la  terra  che  precipitò  la 
chiesa  :  tutta  la  città  fd  distrutta  e  sotto  le  rovine  rimasero  morte  15000 
persone.  Lentini  fa  abbattuta  fin  dalle  fondamenta  e  cosi  pure  molte  altro 
città  e  castella  dei  Catanesi  e  dei  Siracusani. 

Fra  i  fenomeni  più  rilevanti  che  furono  causati  da  questo  immane 
scuotimento  ricorderò  che  il  mare  a  Messina  dapprima  si  ritirò  '  dal 
lido  per  poco  dopo  rovesciarsi  su  di  esso,  sorpasnando  i  suoi  limiti  e 
bagnando  anche  le  mura  della  città. 

A  Siracusa  —  che,  secondo  V  A.  della  Cronaca  Pisana,  citata  dal- 
l' Ugbelli,  rimase  per  metà  distrutta  —  la  fonte  Aretusa  divenne  tor- 
bida e  salata,  ed  un'altra  per  lo  spazio  di  due  ore  circa  non  diede  acqua 
e  poi  erompette  con  un  impetuoso  getto  di  color  rosBiccio. 

Secondo  il  Falcando,  autore  sincrono,  la  scossa  fa  violentemente 
sentita  in  tutta  la  Sicilia  ed  anche  in  Calabria. 

[122]    1169.  Ottobre.  Pistoia. 

F.  M.  FIORAVANTI  :  Mem.  istor,  della  citta  di  Pistoia,  Lucca  MDCCLvm,  cap.  xii,  pag.  194  - 
M.  A.  Salvi  :  Delle  historie  di  Pistoia,  ecc.,  Roma  mdclvi,  parte  n,  lib.  Il,  pag.  (KV97. 

Specialmente  nel  mese  di  ottobre  si  sentirono  continue  e  forti  scosse 
che  durarono  otto  giorni,  e  portarono  grande  panico  nei  cittadini,  1  quali 
ai  aspettavano  da -un  momento  all'altro  di  restar  sepolti  sotto  le  case. 


[U70-llfi4] 
:iu  9. 

n  •  UuRjtTORi:  Btruat  Ital.  teripl.  > 
terremoto  violentiBsImo  abbattè  parecchi  mari  della 
jf.  BcOBse  dararono  abbastanza  forti  par  circa  dieci 
ronista  euccitato  riferisce  che  in  tate  spazio  di  tempo 
ano  da  per  se. 

to  17.  B«ligM. 

lu.  In  <  ML'BAToni  :  op.  elt.  >  voi.  xviir,  pag.  Sia. 

rande  terremoto. 

Ariano,  Napoli. 
[,  'fiog.  310;  II.  pag.  «ffi-PEHREv  A.  :  Trtmbl.  penins.  Hai.,  pag.  \3- 

Ito  che  distrasse  una  gran  parto  di  Napoli.  Ariano 
la  voragine.  Il  Bonito  non  ne  parla  :  è  molto  dobbìo. 

to  15.  Qeavva. 

uà,  In  «  Hi'RATORi:  op.  cU.  »  voi.  V,  col.  356  D  •  CaNobBiO  :  Tùp. 
il.  di  Bei'ova.  Ivi  Wm.  vag.  1^  -  Bonito  :  Terra  Ir.,  pag.  493. 

noto  fortissimo  (maximua)  mentre  si  celebrava  il 
inzione.  Il  Canobbio,  togliendo  la  notizia  dal  Giasti- 
iBttino  del  14  agosto  e  dice  che  fu  molto  grande. 
IkI  Bonito,  ricorda  che  parimenti  Lodi  fa  dal  terre- 
a  :  ma  dì  ciò  non  parla  l' Agnelli  nelle  sue  notizie 
oti  lodigiani  spesso  citate. 


•UH  da  Ctreta,  pubblicati  dal  Petz,  ricordano  come 
detto  anno  si  facesae  con  molto  strepito  sentire  in 
bardia  e  specialmente  in  Verona  nn  violento  terrc- 
nare  molte  case  e  cadere  l'ala  dell'Arena.  Il  Mura- 
1184  ed  il  Bonito,  seguendo  Sigonio,  nel  1185,  nel 
1  pure  il  Tatti  (Gli  Annali  Sacri  della  città  di  Como, 
ig.  499,  §  105,  Milano  1683).  Nolo  che  il  Bonito,  se- 
scrive  che  fu  nel  1183  rovinata  gran  parte  della 
che  però  non  trovo  citato  da  altri  aatori  locali. 

:io  2i.  Vallo  Cosentln»  (Calabria). 

VEti  :  Mon.  kM.  tìiTia.  »  Tomo  xix,  pag.  819  •  D.  8pan<>  domni  ; 
voi  I,  pag.  Ijl,  Napoli  IrtTI. 

oto  per  tutta  U  Valle  del  Cratì.  Rimasero  diroccato 


[1184-1198]  29 


molte  chiese  e  fl'aiiati  e  spaccati  molti  monti.  Gravissimi  danni  subì 
Cosenza,  che  ne'rimase  quasi  distratta,  talché  secondo  il  Rossi  (Stòria 
de  terrem.  di  Calabria  ecc.,  pagf.  23)  i  pochi  cittadini  scampati  la  Tol- 
lero riedificare  più  verso  oriente,  salia  sponda  del  Grati.  A  Seggio  fu 
sentito  fortemente. 

Alcuni,  fra  cui  11  Grimaldi  (Dsscriz.  dei  terr.  ecc.,  pag.  51)  e  TAr- 
covito  (Mem,  dei  fenom.  mei.  1841^  pag.  29)  lo  pongono  nel  1181.  Il 
Perrey  (Trembl,  penins.  JtoZ.^  pag.  12)  sul  principio  dell'autunno 
dei  1186. 

i129]    1191.  Sidlia. 

A.  MoxGiTORB  :  Istor.  crottol.  dei  terr.  di  Sic.,  pag*.  374. 

Secondo  il  Bardi,  In  quest'anno  1  terremoti  afflissero  la  Sicilia. 

:idO]    1192.  Ar«ut. 

FvRCLu  P.  :  Ann.  ovp.  mem.  istor.  d'Arezzo  ecc.,  i>ag.  13. 

Grande  terremoto  in  Toscana  :  la  città  d'Arezzo  fu  in  gran  parte 
atterrata. 

|131]    1194.  tìaleaU  (Firenze). 

RsfKTTi  F.  :  Dizionario  Qeogr,  Fis.  Stor.  della  Toscana,  voi.  il,  pag*.  370,  Firenze  1835. 

In  questo  anno  fùvvi  un  grande  terremoto  ricordato  dalla  seguente 
iscrizione  posta  sulla  facciata  della  Chiesa  Battesimale  di  S.  Pietro  in 
Bosco  :  Hoc  opvs  est  actvm  post  partvm  Virginis  factvm.  Anno  milleìio 
centeno  qvarto  iwm  nongeno*  Ind.  XII  ....  et  eodem  anno  terremotvs 
magni  fuervnt  in  partibus  istis, 

[\%2\    1197.  Brescia,  Genova,  Lodi. 

Bonito:  Terra  trem.,  pag.  48S-1I9. 

lì  Bonito,  citando  Rutilio  Benincasa,  ricorda  un  terremoto  che  fece 
rovinare  gran  parte  di  Brescia,  di  Lodi  e  di  Genova  :  e  dall'  Endelechia^ 
dopo  aver  accennata  la  catastrofe  di  Brescia,  aggiunge  che  le  altre  due 
città  patirono  parimenti  per  terremoto.  I  fenomeni  saranno  stati  con- 
temporanei ?  —  Noto  però  che  rAgnelli  nelle  sue  notizie  sui  terremoti 
lodigiani  non  ne  parla.  Siccome  poi  né  il  Caffaro,  né  il  Giustiniani  re- 
gistrano tale  terremoto,  il  Mercalli  (J  terr.  di  Liguria,  ecc.  pag.  22; 
dubita  che  le  notizie  date  riguardino  i  terremoti  o  del  1182  o  del  1222. 

133:     1198.  Pozzuoli  (Napoli). 

».  M4XZKLLA:  Sito  et  Antichità  della  Città  di  Pozzvoìo,  ecc.,  paj?.  15,  In  Napoli  1(()6-  P.  Sar- 
sKLU  :  Guida  de"  foreetitri  curiosi  di  vedere..,  le  cose  più  notami  di  Pozzuoli,  ecc.,  Na- 

IioU  MDCXCI,  paff.  8t. 

La  Solfatara  fece  una  grande  eruzione  lanci^^ndo  proietti  che  dau- 


»  [1198-1222] 

aegglaroDO  tatto  il  paese,  e  nello  stesso  tempo  in  Pozzuoli  si  sentì  nn 
forte  terranoto  che  lesionò  tatti  gli  edifici. 

.    l_lEt4]    1198.  Sieill». 

liloNarròHB  A.  :  Iilor.  eronol.  ecc.,  pag.  8^^ 
JfeU'apno  terremoto  fortissimo. 

■.OttMUfti  fiùmaenoBoe,  in  •  uuhatoiii:  Rerum  Hai.  script.  *  voL  vii,  col.  SU  e. 
Nell'anno  terremoto  fortissimo. 

(136]    1205.  Sicilia. 

UONOCTOiiB  A.  :  op.  clt.,  pag.  tm. 

Terremoto  con  grave  danno  :  ciò  secondp  il  Bardi. 

[l?r|    1212.  VeauU. 

A.  Pekrey:  Trtmbl.  pm.  Itat.,  pag.  la. 

A  Venezia  terremoto  che  rovinò  delle  case  :  ciò   secondo  Von  Hoflf. 

[138]    1816.  aennaio  4.  ''WlU.' 

a:uuNi  O.:  Uetn.  tpett.  alta  St.  al  eoe.,  ecc.  ai  llilano.  voi,  iv,  pag.  329,  uilano  18SS. 
Terremoto  per  tutta  Italia. 

'  SaUaeo  (Bomaì. 

Terremoto  che  rovinò  del  tatto  U  Monastero  di  S.  Scolastica. 

[140]     1282.  Dicembre  25.  Alta  Italia. 

BOMTO  ìt.-.  Terra  Irem.,  pag.  SOj  e  aeg.  -  Ualvasi*-De  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  S-  pio- 
vene:  Cronaca  del  Urr.  a  Vicenza,  pag.  ìA  -  Afro  P.  :  Storia  della  atta  di  Parma.  Ivi 
ÙDCCXCllI,  voi.  IH,  pag.  116-n  -  Annaltì Brurietua,  lo  ^  PertI:  ìlonum.  Oertn.  Mal.- 
voi.  XViii,  pag-,  8W  -  Annate»  Veronemes,  In  «  Perti:  op.  clt.  »  voi.  XIX,  pag.  6  -  Bo- 
NiPAcao  Q.: /fU(.  rrfii(0<ana,  Trevle'l:UDXCi,'Pag:  230- Calvi  d.-.  Bftm.  taera-prof. 
di  Bergamo,  Milano  1677,  voi.  Ili,  pag.  158  ■  C^^tyi  p.  m.  :  Dell'HUt.  KClet.  di  Pfaceiiza. 
Ivi  MDCLI,  part,  U,  pag.  IO  -  Campo  A,:  CrfwoMfl/frfM.t. c/«(i «/wfr,  Milano  MDCxi.v, 
pag.  48  -  Canorbio  a.  B.  :  Topogr.  jliira  della  città  e  del  contorni  di  Qenova,  Ivi  liw. 
pag.  155  -  CAVRtoi.o  H.  :  Delle  HlSt.  Bresciane,  fireecla  MDLXXXV,  pag.  M  -  Dondi  a.  : 
Nollt.  ttof.  ed  artist.  del  Duomo  di  ìlodena,  Ivi  1016.  pag.  aóS-IiS  -  Qhilim  ;  Annali  di 
.ile»tandria,  Milano  16i1«,  pag.  %-  ai!iRARi>*cc[ :  Dell' f//it.  di  Bologna,  i\l  ìWì,  partii. 
pag.  14-i  -  oauNi  :  ifem.  tpett.  alla  al.  al  gov.  di  Milano  «se.,  ivi  1835.  tom.  iv.  pagine 
2WT9  -  ìlemorlalt  poleitatum  Seaunstum,  In  •  muratori  ;  JJw.  ilal.  script.  »  voi.  vni, 

col.  1104  E  -  MVHATOIU  L.  A.  :  Aiiìi.  d'Italia.  Milano  MDCC-VLIV,  voi.  VII,  pag.  m-T3  - 
-  tn-tn  8.  :  Ann.  della  citta  di  Bologna,  Ivi  IWO,  voi.  I,  pag.  Sii  -  Nccolio  a.  :  HUt.  del- 
rorig.  et  antica,  di  Rotfgo.  verona  UDI.XXXII,  pag.  fl7-9«  -  Oborici  P.  :  Storie  Bresciane. 
Brescia  1K36,  tomo  V,  pug.  aiS-l  l  -  palladio  :  Hlst.  della  Prov.  del  Friuli,  Indine  MDCLX. 
parte  I.  pag  820  B  -  Pancikoli  :  St.  della  citta  di  B'vglo.  ivi  li*IG,  pag.  165  -  Giarelli  P.  : 
Ut.  di  l'iareiiza,  ivi  IsmO,  toni.  1,  pag.  S".'». 

Questo  grande  terremoto,  sentito  circa  il  mezzodì  del   25   dicembre 
in  tutta  l'alta  Italia,  spiegò  a  quanto  pare  la  sua  massima  intensità  di- 


[1222  - 1223]  31 


stmttiva  nei  dintorni  di  Brescia:  in  questa  città  e  nei  Inogbi  a  lei 
circostanti  le  mura,  le  torri  furono  conquassate  fin  dalle  fondamenta, 
le  case  diroccate,  le  ville  rovinate  :  si  fanno  ascendere  a  10.000  il  nu-- 
mero  delle  vittime.  Molti  edifici  furono  pure  rovinati  in  Cremona  :  a 
Bergamo  caddero  alcune  torri  e  più  di  cento  case  con  la  morte  di  circa 
otto  centinaia  di  persone.  A  Milano  le  scosse  devono  essere  state  '  ab- 
biistanza  violente  perchè  la  popolazione  pensò  di  abbandonare  per  una 
settimana  le  case.  A  Bologna  molti  edificii  furono  guasti  ;  molte  case  e 
torri  andarono  in  rovina  a  Modena,  a  Piacenza,  a  Parma  ed  a  Reggio. 
A  Verona  il  terremoto  incusse  grande  panico,  e  fece  cadere  i  castelli 
di  Marano  e  di  Lasize  sul  Garda;  Vicenza  ebbe  abbattuti  molti  fabbri- 
cati e  pianse  parecchie  vittime  :  in  Rovigo  fu  -  rovinata  la  maggior 
parte  della  Chiesa  di  Santa  Giustina^  per  la  cui  caduta  molti  vennero 
ft^riti.  Diroccarono  gran  numero  di  case  e  parecchi  palazzi  anche  in 
Treviso  causando  molte  vittime,  anzi  il  rovinìo  della  Torre  de'  Tem- 
pesta fracassò  molte  case  e  parte  della  Chiesa  di  S^- Giovanni  del  Bat- 
tistero. A  Genova  la  scossa  fu  si  veemente,  che  la-  città  fu  in  pericolo 
(li  estrema  rovina  (*)  :  anche  nel  Friuli  si  propagò  con  notsvole  in- 
tensità. 

Per  circa  un  paio  di  settimane  si  ebbero  repliche  più  o  meno  forti, 
«'  molte  altre  fino  air  11  gennaio  deiranno  dopo. 

141]     1223.  Regione  Gargaiiica  (Foggia). 

BvhvTTA  M.  :  Sulì'athr.  sisfn.  nella  Capitatiatat  paff.  7  (est.)  -  Manicone:  Fisica  Appulo 
OarganH:a,  voi.  1,  pag.  110  -  MoRfrni  D.  :  Escursione  sclentfjlca  al  Gargam,  pag.  25  - 
Si.RNia.Li  P.  :  Crotìologfa  dei  Vescovi  ed  Arciv.  di  Siponto,  pag.  204. 

Il  Samelli  ricorda  che  nella  quaresima  del  1223  vi  fu  un  orribile 
terremoto  a  Siponto  (presso  l'attuale  Manfredonia)  per  il  quale  la  città 
fu  interamente  abbattuta,  essendo  rimaste  in  piedi  solo  poche  case.  Il 
Manicone  aggiunge  che  furono  pure  distrutti  Vico  Garganico,  Sfilesi, 
Santa  Tecla  (')  ed  altri  villaggi  :  quest'autore,  citando  S.  Agostino  {Cro- 
nici, para  III),  ricorda- che  a  Vieste  non  si  ebbero  a  deplorare  morti, 
«quantunque  molte  case  siano  rimaste  screpolate  o  sconnesse.  Secondo 
il  Moretti  nel  1223  si  sarebbero  pentite  frequenti  e  terribili  scosse  nella 
regione  garganica,  con  grave  pregiudizio  della  cospicua  città  di  Siponto, 
la  quale  poi,  da  una  nuova  e  più  terrìbile  commozione  del  suolo,  sa- 
rebbe rimasta  distrutta  nel  1225. 


1  U  oott.  O.  Martini,  citato  dal  Mercalli  (/  terr.  di  Liguria  ecc.,  pajr.  2:J)  ritiene  che 
molti  del  niinieroHi  pontoni  od  archi,  che  si  osservano  in  Ta^'trt:i  t,'etlatl  tra  casa  e  casa 
lier  sostenerle,  rimontino  al  terremoto  del  12->2. 

*  Questi  vlllagjrl  ora  più  non  esistono  :  11  primo  era  situato  tra  Monte  S^  Angelo  q 
iHjwhlci,  raltro  fra  Vieste  e  Manfredonia,  in  \lclnanza  al  mare. 


[1223  -  1228] 


»  del  1225  non  1*6  trovato  accennato  da  alcnno  de^i 
consaltat),  quindi  la  catastroTe  di  Siponto  io  1'  ò  posta, 
lei  Saraelli  e  del  Manicone,  antoii  accnratiseimi,  nel  1223. 
la  riferisce  pare  il  Moronl  {Dizion.  di  Erud.  ecc.,  voi,  C, 


\priie  21.  Breieia. 

itfedeim.  città  uitutnUa  ecc.,  Vllano  VDCxLV.  pa^.  <0  -  pehbbv  a.: 
ItaL  ecc.,  pBg.  12. 

izzanotte  del  21  aprile  fortissima  scossa  a  Cremona  :  tatti 
sventati  ascirono  dalla  clttft  e  non  rientrarono  cbe  dopo 
llcbe  :  cosi  il  Campo.  Il  Perrey  aggiunge  che  Brescia 
anni. 

Regine  Strgailei  (Fog^a). 
togtvjta  Qtner.  del  prom.  earganteo,  Napoli  IBSe,  pac-  133. 


Alpi  HaritllHe. 

eoe  >  script,  tom.  U. 

0  dell'anno  terremoto  disastroso  nelle  Alpi  circostanti  a 
Pro/enza:  sotto  alle  rovine  di  gran  parte  degli  edifici 
cinquemila  persone.  Ne  parlano  il  Sabellico,  ìl  Platina 
ti.  Alenai  lo  mettono  nel  1225  (Bonito),  altri  nel  1231 
iìl)  ed  il  Prost  nel  1205. 

Uano  18  (circa).  Italia. 

1  :  Soettmentì  ecc.,  pa(.  t. 

marzo  in  Italia  scosse  fortissime. 

Luglio.  Ischia. 

MAN.  :  ChronKm  ecc..  In  «  Huii:itoii[  :  Jt^m»  Ilal.  teripl.,  voi.  vir,  col. 

UAQ.:  r  mia  4'  Ischia  ed  il  tcrr.  ecc.,  nag.  16  (est.) 

citata  ricorda  che  nel  mese  di  luglio  mona  Itclae  sub- 
peruit  in  caealibda  sub  eo  deghitea  fere  teptingento»  ho- 
)ueste  parole  si  accenna  ad  un  grande  flranamento  di 
Epomeo  —  il  monte  d' Ischia  per  antonomasia  —  ma  6 
3,  osserva  il  Mercalli,  cbe  ci&  sia  stato  causato  da  un 
[uale  pare  accenni  il  verbo  tubvergu»  ett,  tanto  più  cbe 
emoti  ischiani  (1302  e  1883)  furono  accompagnati  da 
ioti:  è  pare  probabile,  secondo  il  citato  autore, cbe  11  di- 
duto  in  vicinanza  della  parte  più  atta  di  Casamicciola, 


[1229  - 1242]  33 


perchè  ivi  11  fianco  dell'  Epomeo  mostra  ancora  le  traccio  di  antichi  e 
grandiosi  scoscendimenti. 

147]     1229.  Bologna,  Roma. 

MALVA.S1A-  dk  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  2  -  Bonito  M.  ;  Terra  trem.^  pag.  51S-U. 

Il  Bardi  ed  il  Morigia,  citati  dal  Bonito,  dicono  che  in  Italia  nel 
1229  8Ì  ebbero  terremoti  grandissimi;  Malvasia-De  Rossi  riportano  la  se- 
guente notizia  tolta  da  memorie  mss.  del  Ghiselli  «  1229.  Qui  [in  Bologna] 
in  quest'anno  un  grandissimo  terremoto  che  durò  per  molti  giorni  con 
rovina  di  molti  edifìci  particolarmente  nella  campagna  di  Roma...» 
Non  credo  che  un  unico  terremoto  abbia  danneggiato  Roma  e  Bologna, 
avremmo  di  certo  avuto  notizia  di  qualche  punto  intermedio  :  quindi 
i  fenomeni  sono  stati  certamente  ben  distinti. 

[148]     1230.  Aprile  5.  Reggio  Calabria. 

FIORE  6.  :  Della  Calabria  illustr.,  tomo  i,  pag.  286,  col.  2. 

Dal  l*"  al  15  marzo  si  sentirono  dei  rombi  in  tutta  la  Calabria  ;  al 
5  aprile  scossa  fortissima  a  Reggio. 

[149]     1231.  Giugno  1.  MontecassiBO. 

PiLiJi  L-  :  Relaz.  dei  trem.  ecc.,  pag.  100  -  Bonito  m.  :  Terra  trem.,  pag.  517-18  -  Baglivi  g.  : 
Op.  omnia,  pag.  520  -  Moroni  :  D(z,  a*Erud.  ecc.,  voi.  XLVI,  pag.  174  -  Perblla  a.  :  Bf- 
f emende  deila  Prov.  di  Molise ^  isernla  1880,  voi.  l,  pag.  854  -  L.  tosti  :  st.  della  Badia 
di  Montecassino,  voi.  Il,  pag.  202,  Boma  188P. 

Riccardo  da  S.  Germano  nella  sua  cronaca  ricorda  che  verso  il 
mezzodì  del  V  giugno  un  gran  terremoto  afflisse  S.  Germano,  Monte- 
Cassino  e  luoghi  vicini.  Le  repliche  durarono  per  oltre  un  mese.  Dal 
monte  che  sovrasta  S.  Germano  si  staccarono  in  tale  occasione  molte 
frane  e  le  acque  delle  fonti  si  intorbidarono.  Produsse  danni  notevo- 
lissimi alle  chiese,  alle  case  ed  alle  torri  :  si  propagò  da  Capua  fìno  a 
Roma,  ove  (nello  stesso  tempo  ?)  cadde  parte  del  Colosseo.  In  provincia 
di  Molise  non  causò  danni  scrii. 

,150'     1234.  Dicembre  25.  Ferrara. 

K^^tneride  Astrologica  Istortca  di  Ferrara,  Ivi  1749,  pag.  195. 

Al  25  dicembre  grande  terremoto  in  Ferrara. 

1511     I5?45?.  Ottobre  24.  Vicenza. 

A.  (JoDi  :  Chronica,  In  «  Muratori  :  Rer.  ital.  script.  »  voi.  viir,  col.  86  C.  -  Castki.lim  S.  : 
iUoria  della  Città  di  Vicenza,  Ivi  1781,  voi.  Vili,  pag.  119. 

11  Godi  ricorda  che  sulla  sera  del  24  oltobre  in  Vicenza  fuvvi  un 
fH'andissimo  terremoto,  il  quale  invece,  secondo  il  Castellini  sarebbe 
avvenuto  due  anni  dopo  nel  dì  istcsso.  Tale  coincidenza  di  data  nien- 

Baratta  :  Terremoti  ecc.  a 


34  [1243-1248] 

Bile  ci  dimostra  che  le  dae  notizie  si  riferiscono  ad  nn  unico  fenomeno. 
del  qnale  ò  accettata  quella  del  cronista  e  non  l'altra  offertaci  da    tin 


8.  Sellerò  (Arezzo). 
'epolcro,  pag.  16. 

0  incnsBe  grande  panico. 

Lacca. 
ecc.,  Lucca  IBW,  voi.  i,  pug.  32, 

m  tre  terribili  scosse  fecero  balzare  la  popo- 
piirea  che  le  case  e  le  torri  dovessero  cadere. 

Nardi  (Lecce). 
TOBI  :  Rer.  dal.  script-  •  voi.  xxiv,  col.  BBl  e  -  BBS  A. 

fracassA  la  chiesa  e  fece  molti  danni.  Secondo 
rcalli  (Le  notizie  sismo-vulc.  ecc.,  pag.  8)  la 
Tte  compilazione  posteriore  e  nel  resto  di  poco 

1  spesso  falsa  ed  erronea  nelle  date  :  aggiunge 
se  detto  terremoto  fu  grande,  come  sì  asse- 
ceuno  altri  cronisti  del  tempo,  mentre  iiesBuno 

i  in  Italia  nel  1245  od  anni  prossimi. 

Spaleto  (Perugia). 

'  ecc.,  Foligno  lEn9,  parte  I,  pag.  7d. 

fortissimi  terremoti  scossero  talmente  la  citt& 
te  case  e  molte  torri. 

Savoia. 

MERCALLr  :  /  (err.  dtlla  Liguria  ecc.,  pag.  23. 

I.  ciuto  dal  Mercalli,  nella  valle  di  Uoriana 
listrutti  5  villaggi  e  vi  perirono  9000  persone, 
numero  di  animali. 


lUBiiTORl  :  Rer.  1 

)rtisBÌmo. 

Napeli? 

MTOW:  Op.  Clt,,  •  voi.  VII,  col.  UWj  D. 

poli  terremoto  grandisBimo  :  ciò  secondo  i  ci- 
nica moderna  li  à  dicUiarati  apocrifi,  e  perciò 


[1243-1256]  35 


la  notizia  del  toremoto  deve  essere  stata  inventata,  tanto  più  che  su 
ciò  nulla  dicono  i  cronisti  sincroni. 

130^    1249.  Luglio  25.  Lombardia, 

a  Como:  L'Historla  di  Milano,  Padoa  1646,  pag.  211  -  D.  calvi:  Fffem.  sacrihprof,.,  dt  Ber- 
gamo, Milano  1675,  voi.  U,  pag.  ^1  -  M.  Benito:  Terra  trem.,  pa^.  520  -  Goiran  a.  :  ,S^^ 
sisM,  ecc.,  pa^.  17. 

Circa  le  S*"  della  mattina  del  25  luglio  fu  sentita  in  Lombardia  una 
grande  scossa,  la  quale,  secondo  il  Bardi,  danneggiò  Milano  :  a  Verona 
fu  breve  e  leggiera. 

Vedi  a  proposito  di  questo  terremoto  Tannotazione  posta  al  seguente. 

;i60^    1249.  Settembre.  Reggio,  Modena. 

BiNiro:  Terra  trem.,  paf?.  519  -  Memoriale  potestaiurn  Regiemtum^  in  «  Muratori:  Rerum 
itnl.  script.  »  voi.  vni,  col.  117  A  -  Panciholi  G.  :  Si.  della  città  di  Reggio,  ivi  1846,  paj?.  193. 

In  una  sera  del  mese  di  settembre  si  senti  in  Reggio  un  gran  terre- 
moto che  riempi  di  spavento  la  città.  Con  questa  notizia  certamente  si 
collega  la  seguente  riferita  dal  Bonito,  con  l'autorità  del  Baronio,  che, 
cioè,  mentre  i  Bolognesi  cingevano  Modena,  venne  un  gran  terremoto 
il  ({uale,  con  il  suo  veementissimo  scuotimento,  fece  aprire  quasi  tutti  i 
tetti  della  città. 

Queste  notizie  non  avranno  forse  data  erronea  e  non  si  riferiranno 
al  terremoto  precedente,  cioè,  a  quello  successo  al  25  luglio  che  dan- 
neggiò la  Lombardia?  E  ciò  tanto  più  perchè  gli  scrittori  da  cui  ò 
desunto  quest'  ultimo  nulla  dicono  di  quello  avvenuto  nel  settembre. 

[161]    1254.  Novembre  25.  Napoletano? 

M.  SPINELLO:  Diurnali^  In  «  petz:  Moh.  Germ.  hist.  »  voi.  xvmi.  pag.  477  -  A.  beatillo: 
Hutoria  di  Bari,  Napoli  MDCXXXvn,  pag.  130. 

Nei  citati  Diurnali  trovasi  scritto  che  nella  notte  del  25  novembre 
8i  sentì  nel  Napoletano  un  terremoto  :  nell'edizione  fatta  dal  Muratori 
Rer.  ital.  acripL,  voi.  VII,  col  1077  C)  lo  si  riferisce  al  1253.  Il  Bea- 
tillo aggiunge  poi  che  in  Bari  per  una  burrasca  orribile  cadde  nel  mese 
di  aprile,  a  terra  un  campanile  della  chiesa  di  S.  Nicolò.  Ho  riprodotto 
qnest*  ultima  notizia  affinchè  non  si  creda  che  la  distruzione  del  cam- 
panile (del  rf»sto  accaduta  in  mese  diverso)  sia  stata  operata  dal  ter- 
remoto succitato. 

0  già  detto  a  proposito  del  terremoto  del  1248  come  poco  attendibili 
Bìeno  i  Diurnali  di  M.  Spinello. 

^l^j    1256.  Roma,  Anagnì. 

Pérrky  :  Tremìfl.  penins.  Ital.,  pagr.  13. 

Scossa  fortissima  a  Roma  e  ad  Anagni  :  nella  prima  località  suonò 
da  per  sé  la  campana  della  chiesa  di  S.  Silvestro. 


[1259  - 1269] 


me,  ìd  ■  MusATOM:  Ser.  (tal,  script.  >  voi.  vii,  col.  9-&  A. 

I  terremoto  disastroso.  Non  é  accenoato  dal  Mong^itore. 


»  voi.  VII,  col.  »tà  A. 
!  città  e  caetella  furono  scosse  da  un  fortlBsimo  terremoto. 

7.  Aprile  IO.  Bari? 

9ser  Mattceo  di  Oiovenazzo,  In  ■  I>m  :  op.  cit.  >  voi.  XIK,  pae.  491. 

rile  grande  terremoto  che  fece  cadere  il  campanile  di  Bari 
3.  Nell'edizione  dello  Spinello  fatta  dal  Muratori  Della  sua 
^ione  spesse  volte  già  citata  (voi.  VII,  col.  1103  D  E),  è 
1266,  nel  qaal  caso  occorre  cambiargli  data  mensile  e  rìfe- 
narzo.  essendo  accadalo  alla  domenica  delle  Palme.  Però, 
o  per  II  terremoto  del  1248,  data  la  falsità  dei  Diurnali, 
ueoo  che  essere  falsa  la  notizia  del  terremoto  surriferito. 

8  o  69.  Aneon»  ? 

OLIOL*  :  Cronica  ai  Bologna,  In  .  Ml-ratori  :  op.  clt.  •  voi.  xvlli,  col.  281  D  - 
»K»iiAiiiE.v9ia  :  Httl.  [mp.  Somaito-Oermanlc,  in  •  Uvhatobi  ;  op.  cit.  •  vo- 
Dl.  138  C. 

eo  della  Pugliola  scrive  ■  che  In  questi  tempi  [1268]  furono 
terremoti  per  modo  che  gran  parte  del  monte  di  Ancona 
mare  ■  e  Ricobaldo  riporta  ciò  pure,  attribuendoli  però  al- 
to incerto  se  qui  si  tratta  di  fenomeni  locali,  oppure  se  le 
e  Bi  riferiscano  al  terremoto  veneto  del  1268  o  69  che  segue  : 
ò  parrebbe  perchè  è  certo  che  se  questo  terremoto  fu  rovi- 
'egione  montuosa  del  Veneto  si  può  essere  propagato  anche 
tlle  Romagne  ed  alle  Marche.  Ma  però  si  potrebbe  obbiettare 
aoti  d'Ancona  sono  sempre  molto  localizzati,  acche  se  iu- 
ndi  ritenere  distinti  1  due  fenomeni. 

8  o  69.  Novembre  3-4.  TreviM,  F«ltre. 

,Vofc  lllustr.  alla  carta  geol.  della  Pr.  ai  lìfUuaii,  pap.  205  -  Bonifacio:  Hist. 
302,  i»i  MDXCI  -  G.  B.  VKftcì  :  St.  della  Marca  Tvicigtana.  voi.  I,  llb.  i,  p.-)- 
enezla  lisi. 

mezzanotte  fra  il  3-4  novembre  si  senti  per  tutta  la  pro- 
rcviso  ed  altrove  un  terremoto  veementissimo  che  incusse 
ore  alla  popolazione  :  in  Treviso  fec(.'  rovinare  gran  parte 
to  delle  monache  di  S,  Caterina;  a  Keltre  cagionò  danni 
Asolo  prostrò  al  suolo  parte   dell'antica    rocca.  Le  bcobbc 


[1269-1176]  37 


furono  fortemente  intese  anche  a  Padova,  come  ci  ricorda  un  Monaco 
in  nna  cronaca  pubblicata  dal  Muratori  (Monaci  Patavini  :  Chnmicon 
ife  rebus  gestes  in  Lombardia  praecipvs  et  Marchia  Tarvisana,  voi.  Vili, 
voi.  730  E).  Tanta  fu  la  violenza  del  movimento  sismico  che  gli  autori 
citati  ci  lasciarono  scritto  che  si  staccarono  grosse  frane  dai  monti  : 
alcune  delle  quali,  essendo  precipitate  nel  canale  della  Piave,  impedirono 
per  qualche  tempo  il  transito  degli  uomini  e  degli  animali. 

1^168]    Itl'l.  Toseana. 

B>MTo  M.  :  Terra  tretn.,  pag.  523. 

Nell'anno  la  Toscana  pati  per  terremoto. 
169^    1273.  Basilicata. 

M.  BONITO  :  op.  Cit.,  pa^.  523>24. 

Il  Bonito,  togliendo  la  notizia  da  un  ms.  deir Archivio  della  Zecca 
di  Napoli,  afferma  che  un  terremoto  causò  rovine  io  gran  parte  della 
Basilicata,  talché  Carlo  d'Angiò  commise  al  R.  Giustiziere  di  verificare 
orli  immensi  danni  per  proporgli  soccorsi  adeguati.  A  questo  terremoto 
si  riferisce  certamente  il  Moroni  (Diz.  d'Erud.,  voi.  LIV,  pag.  316)  il 
quale  scrive  che  nei  1268,  secondo  il  Collenuccio,  Potenza  fu  distrutta 
da  terremoto. 

Il  Capocci  (op.  cit.,  II,  pag.  408)  poi  avvisa  di  non  confondere 
((uesto  fenomeno  con  quelli  successi  nel  1268  e  nel  1253  [1254]. 

17C]    1275.  San  Damiano  (Piemonte). 

(^St'OtUca  Àstetìsia,  In  «  MunATORi  :  Rer.  ital.  script.  »  voi.  xi,  col.  1(?3  D. 

In  un  giorno  di  questo  anno,  sul  far  della  sera,  terremoto  fortissimo 
a  S.  Damiano. 

171]     1276.  Luglio  28  0  29.  Milano. 

B  »MTo  M.  :  Terra  (rem.^  pag.  521  -  Bosaccio  :  Le  sei  età  del  Afondo,  pag.  90-  Zerenohi:  Di- 
srorso  del  terr.  ecc.,  pag.  21  -  B.  Corio  :  VHlst.  di  Milam,  vinegia  MDUlll,  pag.  136 
vereo  -  (loiRARD.%cCT:  DelVHtst.  di  Bologna,  ivi  1597,  parte  I,  pag.  229  -  C affari.-  Ann. 
OrHuenses,  llb.  IX,  In  «  Muratori:  Rer.  ital.  script.^  tomo  VI,  col.  566  A. 

Nella  sera  del  28  o  29  luglio  al  tramonto  del  sole  in  Milano  e  din- 
t  )rni  grandissimo  terremoto  sentito  a  Bologna  e  fortemente  anche  a 
rinnova.  Milano  pare  abbia  sofferto  gravi  danni.  Secondo  il  cronista 
Sabbia,  citato  dalFAgnelli  (/  terr,  registr,  nelle  cron.  lodig.  ecc.  pag.  91), 
a  Lodi  e  contado  fu  fortissimo.  Lo  Zerenghi  lo  pone  nel  1273,  ed  il 
Bonito  poi,  a  pag.  523  della  sua  Terra  tremante,  in  tale  anno,  citando 
r  Endelechia  del  Gregorio,  erroneamente  ne  ricorda  un  altro.  Al  1276 
lo  auribuisce  infine  il  Rosacelo.  Il  Bonito  (op.  cit.,  pag.  521)  commette 
a  \  altro  errore,  giacché,  citando   il  Corio,  dice   essere   avvenuto   tale 


[1277-1279] 


al  29  luglio  1266,  mentre  il  Corio  esplicitamente  lo  attribuisce 
isteseo  dell'anno  1276. 

ÌT3.  S.  Sepolen  (.Arezzo). 

tnn.  0  tneia.  di  Borgo  S.  Sepolcro,  pag.  19. 


no  un  terremoto  atterrò  molte  case. 


Sptieto. 


del  Com.  di  Spoleto  ecc.,  parte  I,  pag,  113. 
no  terribili  scosse  fecero  rovinare  molti  edifici  con  mortalità 


377.  Luglio  20.  VurOBt. 

'(.  sum.  ecc.,  pag.  n. 

ieta  Dalla  Corte  ricorda  che  Ball'  imbranire  del  20  loglio  an 
10  terremoto  scosse  Verona  :  per  varie  ore  si  ebbero  forti 
caddero  molti  edifici  e  quasi  tutti  i  comignoli  del  camini  con 
mrecchie  persone  :  fìi  sentito  anche  a  Milano. 

g78.  Aprile  7.  Frinii? 

/  terr.  nel  Friuli,  pag.  193  -  Sansovino  :  Cronico  parile,  delle  cose  Satte  da  i 
L  app«Ddlce  alla  •  Venezia  citta  noblUeslma...  ecc.  •  Ivi  1603,  pag.  32. 

■emoto  fortissimo  fece  rovinare  parecchi  castelli  nei  Friuli  : 
Sansovino  in  tale  anno  ne  fa  sentito  uno  abbastanza  eensi- 
i  a  Venezia. 

Ì79.  Aprile  24.  Prilli. 

op.  clt.,  pag-.  193  '  Annaiei  Forojulleniei,  In  ■  Pbtz  :  ìton.  Alti.  Oerm.  >  Script, 
pag.  aoi  -  A.  DANDUi.i  :  Chronleoa  Venetum.  In  «  Ml-hatohi  :  Rer.  ttal.  tcrfpt.  • 
col.  397  A  -  pai.lauio  i  Hist.  della  prov.  del  Friuli,  tidlDe  UDCLX,  parta  7, 

pascolo  del  24  aprile  e  poscia  circa  la  mezzanotte,  due  scosse 
nel  Friuli  fecero  crollare  alcune  castella  con  mortalità  di 
L  Cividale  questo  terremoto  fu  rovinoso  ;  a  Venezia  fu  fortis- 
i  rinnovò  nel  di  30.  Il  Dandalo  lo  attribuisce  però  al  1278  : 
la  notizia  del  precedente  terremoto,  avvenuto  appunto  in 
data  dal  Sansovino,  si  potrebbe  riferire  a  questo  del  1279. 
(dio  invece  scrive  che  al  25  gennaio  si  ebbe  un  terremoto 
1  Friuli,  che  cagionò  gravissimi  danni  e  che  in  Aquileia  fece 
quasi  tutta  la  Cattedrale.  Io  credo  che  si  tratti  di  un  unico 
perchè  ì  cronisti  pubblicati  dal  Muratori  e  dal  Petz  non 
i  quello  avvenuto  al  25  gennaio,  ma  solo  dell'altro  accaduto 
e  :  evidentemente  l'errore  si  riduce  allo  sbaglio  della  sola  data 
:iacchè  il  crepuscolo  e  la  mezzanotte  del  di  24  potrebbero  es- 


[1279  - 1281]  39 


sere  ritenuti  come  facenti  parte  del  di  25,   contando  i  giorni,  come  si 
osava,  da  un  tramonto  all'altro. 

177]    1279.  Aprile  30.  Romagna,  Marche. 

Bjmto  M-:  Terra  trem.,  pag.  536  -  Guarini:  /  terr.  a  Forlì,  pag.  6-7  -  Conti  a.  :  Camerino 
e  i  suoi  dintorni.  Ivi  1872,  pag.  1(M  -  icetelli  a  :  Storia  di  Brisighella  e  della  valle  di 
Amane,  parte  l,  voi.  I,  Faenza  1869,  pag.  155-56  -  mini  q.  :  Marradi,  Castrocaro  1892, 
pag.  56  -  MURATORI:  Rer.  ital.  script.,  voi.  xxil  [Annales  Porolivemes  ecc.)  col.  146  B  - 
Pkbl-zzi  a.  :  Storia  di  Ancona,  Pesaro  1835,  voi.  Il,  pag.  27  -  Bepetti  e.  :  Dizion.  geog. 
,ns.  stor.  della  Toscana,  Firenze  1835,  voi.  n,  pag.  979  -  Sanzi  a.  :  St.  del  Com.  di  Spo- 
leto, parte  I.  pag.  119  -  Savini  p.  -.  St.  della  Citta  di  Camerino,  ivi  1864,  pag.  70-73. 

A  Forlì  sui  crepuscolo  del  30  aprile  e  poi  circa  la  mezzanotte  due 
scosse  si  forti  da  far  diroccare  parecchie  castella  nella  regione  mon- 
tuosa, causando  la  morte  a  molte  persone  :  Anche  Galeata  (Rocca 
S.  Casciano)  ebbe  a  soffrire  danni  giacché  fu  scosso  fin  dalle  fonda- 
menta il  monastero  di  S.  Ellero.  Questo  terremoto  si  propagò  per  le 
Romagne,  le  Marche  e  per  lo  Spoletino  recando  da  per  tutto  danni 
cavissimi.  In  Camerino  rimase  diroccato  V  altissimo  campanile  di 
S.  Maria,  la  torre  di  S.  Giacomo  ed  un  Monastero  sotto  le  cui  rovine 
pelarono  tutte  le  monache,  una  sola  eccettuata  :  caddero  pure  due  terzi 
dei  tetti  con  mortalità  di  persone  :  fu  abbattuto  un  castello  nel  piano 
di  Fiuminata  (Camerino),  anche  Castel  Raimondo  (Camerino)  ebbe  a 
risentire  vari  danni  e  cosi  pure  Brisighella  ;  parecchi  castelli  furono 
distrutti  fra  cui  quello  di  Castiglione  nella  valle  del  Lamone,  fra  le 
cui  rovine  molti  restarono  sepolti.  Il  terremoto  fu  sentito  a  Foligno,  a 
Xocera,  a  Spello,  a  Fabriano,  a  Cagli,  a  Matelica  ed  a  Cingoli  ;  in  modo 
più  lieve  anche  a  Venezia.  Ancona  non  andò  immune  da  danni  ;  a  Cer- 
reto di  Spoleto  le  scosse  devono  essere  state  abbastanza  forti  giacché 
risalta  che  gli  abitanti  del  comune  tennero  un  consiglio  sul  declivio 
della  montagna  presso  le  mura  del  Castello,  perchè  dentro  si  correva 
gran  rischio  della  vita. 

La  violenza  dell'  urto  sotterraneo  produsse  molti  effetti  permanenti 
nel  suolo,  giacché  i  cronisti  ricordano  vari  franamenti  allora  successi 
ed  altri  fenomeni,  fra  i  quali  che  tre  monti  e  due  laghi  restarono  del 
tutto  assorbiti. 

;i78]    1280.  Gennaio  25.  Bologna. 

OniRARDAcci  Ch. :  Dell' Hi$t.  di  Bologna,  ivi  1597,  parte  I,  pag.  256  -  S.  Mizzi  :   Ann.  della 
Citta  di  Bologna,  ivi  1840,  voi.  li,  pag.  147, 

Al  25  gennaio  grande  terremoto  in  Bologna  e  dintorni. 

;i79]    1281.  Sicilia. 

Uongitore  a.  :  Ist.  cronoL  dei  terr.  ecc.,  pag.  875. 

In  Sicilia  nell'anno  un  terremoto  apportò  danni  :  ciò  ricorda  il  Bardi. 


[X282  .  I2S91 


[1801     i:i88.  Gennnio  17.  Veiesi». 

Hai.,  pag.  133  -  ZEREsoni  F.  ;  DiKorso  iti  Urr.  ecc.,  paj.  91. 

rremoto  fortìBsimo  a  Venezia  :  alcuni  lo  pong:ono 
1285  e  certi  autori  aggiungono  che  anche  Milano  fa 
ìgglata. 

Ntpoli? 

.  13. 

oli  e  pacHÌ  cir<mnvicini  :  molti  ediflcii  rovinati  e  molti 
0  trovato  ricordato  da  altri  aatori.  Io  ritengo  poco 


wl.  ecc.,  pag,  ST5-T8. 

inaio  eruzione  dell'  Etna  con  fortissime  ecoBse  nelle 
il  Carré  ra, 

ibre  13.  Ferrara.^ 

iDRATORi:  Kir.  Ilat.  Kript.  ■  voi.  xv,  col.  838  A. 


terremoto  grandiBsimo. 


ti..  In  •  Ui:i(.iTOIIl  :  I 

jcana  grandi  terremoti. 

Roma, 
pae.  sas^. 

a  di  Onorio  IV,  riferisce  che  dorante  il  Conclave  1 
ino  da  quello  per  I  frequenti  e  forti  terremoti  che  si 
3oBÌo  aggiunge  che  la  sede  fu  vacante  per  dieci  mesi. 

e  U.  CreHOM. 

'.  aelle  ermi,  lodigiani,  pag.  91  -  Bonito  H.  :  op.  Cit.,  pag.  S2S  - 
Vilam,  Padoa  I&t6,  pag.  Ti». 

ona  e  Lodi  scossa  fortissima  :  il  Manini  {Mem.  ator. 
lona,  ivi  1819,  voi.  I,  pag.  200)  dice  che  nel  1280 
rte  scossa  recò  gravi  danni  ;  ciò  con  tutta  probabi- 
terremoto  del  1287  ricordato  da  molti  cronisti. 

Pistoia. 

tHimks,  ID  •  MCRITOHI  :  op.  Clt.  ■  Tol.  XI,  col.  IS98  A. 

itirono  per  parecchio  tempo  grandi  scosse  di  terre- 
isionarc  e  danneggiare  molte  case. 


[12fl2-l295j  41 


188]    1292. 

Pi  y\..  LrcExais  :  ffist.  BCCl.,  in  «  Muratobt  :  op.  Cit.  »  YOl.  XI.  col.  1296  D-K. 

Ncir^nno  in  Italia  molti  terremoti  specialmente  in  valle  di  Bivano  : 
fortezze  e  case  rovinate,  molti  morti. 

[  189J    1292.  S.  Sepolero  (Arezzo). 

FvRrLu  p.  :  Ann,  o  mem,  di  S.  Sepolcro  ecc.,  pag.  12. 

Grande  terremoto  che  fece  molti  danni. 

'190]    1293.  Luglio  11.  Pistoia. 

(  Kroiticon  Farmetise,  in  «  Muratori  :  op.  clt.  »  voi.  IX,  col.  825  B-G. 

Air  11  luglio  in  Pistoia  cominciarono  a  sentirsi  dei  grandi  tuoni 
che  durarono  per  24  giorni:  gravissimi  e  frequenti  ftirono  i  terremoti 
por  i  quali  molte  case  della  città  furono  abbattute  e  molte  altre  lesionate  : 
una  parte  della  maggior  chiesa  di  detta  terra  fti  rovinata  ed  il  capi- 
tano e  molti  morirono  sotto  le  macerie.  La  popolazione  aveva  già  ab- 
bandonato la  città. 

;i91]    1294.  Boiaao  (Campobasso). 

fitiMTo  M.  :  Terra  trem.,  pag.  529. 

Gravissimo  terremoto  nel  Sannio  :  Belano  ti  in  parte  rovinata.  Ri- 
solta dai  manoscritti  dell'Archivio  della  Zecca  di  Napoli,  che  la  città 
fn  liberata  da  metà  della  somma  che  doveva  pagare  all'  erario,  ap- 
punto in  vista  dei  gravi  danni  sofferti  per  tale  terremoto  che  causò  pure 
grande  mortalità  nei  cittadini. 

:i92]    1294.  Siena. 

SoLDAsi  A.  :  Reìat,  del  terr.  ecc.,  pag.  54. 

Secondo  S.  Tizio  spaventevoli  terremoti  in  diversi  tempi  atterrirono 
la  città:  forse  a  questi  terremoti  allude  il  Bardi  (Bonifo:  op.  cit., 
pag.  530)  scrivendo  che  in  Toscana  nel  1294  ne  furono  sentiti  molti. 

'193]    1295.  Settembre  3-17.  Bergamasco. 

(JoiftAN  ;  Si,  sism,  ecc.,  pag.  17  -  D.  Calvi  :  Sffem.  mcro-prof,  di  Bergamo,  Milano  16T7,  vo- 
lume ni,  pag.  •74  -  B.  CoRio  :  Z'  hist.  di  Milano^  vinegla  MDLlin,  pag.  155  verso  - 
A.  P.  Frisi  :  Afem,  st,  di  Monza,  ecc.,  Milano  MDCCXCIV  -  Q.  Giulini  :  Mem.  spettayiH 
ùìla  gt.  di  Milano,  ivi  1835,  voi.  IV,  pag.  772  -  L.  Tatti  z  De  gli  Ann.  sacri  della  Citta 
di  Como,  Milano  1683,  llb.  x,  pag.  779. 

Circa  Torà  nona  del  17  settembre  si  sentirono  delle  fortissime  scosse 
a  Milano,  che  in  Bergamo  incussero  grandissimo  terrore  ed  apporta- 
rono molti  danni.  Assai  gagliardo  fu  pure  questo  terremoto  a  Como  e 
provincia,  ove  gli  abitanti  ftirono  in  grave  apprensione.  Fu  certamente 
sentito  anche  a  Monza,  ma  la  cronaca  pubblicata  dal  Frisi  lo  dice  av- 


[1297-1298] 


Tenuto  a  9''  del  3  settembre.  Secondo  il  Dalia  Corte  in  Verona   ed    ia 

alenai  luoebi  del  sao  contado  si   senti   detta   scosBa,  che   ebbe   breve 

danno   che    la   caduta  di  alcuni   p^hi    co- 


li  senti   una   fortiaBÌma   scossa  che   apportò 
I  da  un  documento  ms.  sincrono. 

Pistsia,  AretM. 

7,  pAg.  3(B,  oap.  XXV  -  Jacopo  M.  Fioravanti  :  IftOT.  $tor. 
JDCCLVIII,  pag.  S4I  -  Pabulo  P.:  Annali...  Iti  Areizo^ec., 


lentirono  continui  e  fleriseimi  terremoti,  che 
i  e  torri  con  morte  dì  molte  persone.  Anche 
'anno  in  Arezzo  si  ebbe  un  gran  terremoto 
cansando  parecchie  vittime, 
difficilmente  saranno  stati  sincroni,  allude 
.ncense  nella  sua  Ilist.  Eccl.  (Muratori  :  Her. 
1219  B)  il  quale,  quantunque  li  riferisca  al 
nell'anno  vi  furono  grandi  terremoti  1  quali 


18»,  voi.  n,  pag.  S637. 

icona  fn  agitata  da  terremoti  che  non  le  por- 
lana  ne  fu  si  desolata  che  il  Pontefice  Boni- 
aovati  alla  Camera  apostolica. 

Rieti,  Spoleto. 

'à  detu  Pieee,  Perugia  ISSO,  pag.  52 -G.  Pellini^  Ddi'iiist. 
,  pas,  KH  -  A,  Sanii:  st.afl  Com.  di  Spoleto,  Foligaf)  It-T», 
.  :  Leu.  Eccl.,  voi.  Ili,  pag.  109  -  Oro.  villani  :  Storie.  Fio- 
chi vicini  si  sentirono  delle  scosse  che  fecero 
)Iti  palazzi,  torri  e  chiese  causando  un  gran 
ppennino  fu  abbattuto  interamente  il  Castello 
i  propagarono  in  tutu  1'  Umbria  e  danneg- 
3ve. 

sentirono  delle  repliche:   secondo  il  Bonito 
ita  il  Brozio,  il  periodo  sismico  sarebbe  du- 


[12d8  - 1302]  43 


rato  circa  sei  mesi  :  le  concussioni  telluriche  erano  si  forti  che  la  gente 
veniva  sbattuta  a  tefra. 

Alcuni  autori  come  il  Magnati  {Not.  istor,  de'  terr.^  pag.  87-89)  pon- 
gono questo  terremoto  nel  1300. 

[Id8]    1298.  Verona. 

OOQUN  A.  :  Si.  US.,  ecc.,  pSff.  17. 

Seguendo  il  Della  Corte,  il  Goiran  dice  che  verso  la  fine  dell'anno 
si  senti  in  Verona  e  contado  un  g^^andissimo  terremoto  che  causò  molte 
rovine.  Essendo  le  scosse  durate  per  più  giorni,  i  cittadini  si  ritira- 
rono ad  abitare  nelle  campagne. 

[199]    1300.  Liriia  (Campobasso) 

0.  D.  e  ▲.  haouano  :  Considerai,  stor.  sulla  Città  di  Larino,  Campobasso  1806,  pag.  170-71. 

Per  i  terribili  terremoti  del  1300,  che  durarono  fino  all'anno  seguente, 
l'antica  Larino  dovè  risentire  non  pochi  danni. 

■200]    1301.  €uee. 

Ca«aus  g.:  Diz.  star,  ecc.,  voi.  v,  pag.  786  -  Qiuuni  g.  :  Annali  d'Alessandria,  pag.  (77, 
MUano  lese. 

Un  terremoto  neiranno  citato  in  Cuneo  atterrò  molte  case  e  desolò 
numerose  famiglie  :  questo  fenomeno  è  probabilmente  identico  a  quello 
ricordato  dal  Ghilini  per  orribile  non  solo  in  Alessandria  ma  anche 
nei  paesi  circonvicini. 

[201]    1301.  Palermo. 

MoNuiTORB  ▲.  :  Istor,  eranol,  ecc.,  pag.  8T7. 

Gravissimi  e  fì*equenti  terremoti  nell'anno  fìirono  sentiti  in  Sicilia 
e  specialmente  a  Palermo,  ove  gettarono  a  terra  molti  edifici. 

[202]    1301.  Giugno  11-12.  Frinii. 

Annalet  Forcjulienses,  in  «  pbtz:  Mon.  Qerm.  hist.  »  voi.  xix  script.,  pag.  210. 

Air  aurora  dell'  11  giugno  in  tutto  il  Friuli  grandissima  scossa,  la 
quale  replicò  trascorso  il  mezzodì  ed  i  vespri  e  quindi  dopo  la  mez- 
zanotte del  di  seguente. 

;203]    1302.  Gennaio-Febbraio.  Iseliia. 

Boxrro  M.  :  Terra  trem,,  pag.  587. 

In  gennaio  o  febbraio  violentissima  eruzione  per  la  quale  venne  in 
luce  la  grande  colata  dell'^r^o  :  secondo  il  Bonito  è  probabile  che  sia 
stata  preceduta  da  terremoto,  giacché  Mons.  Reggio,  vescovo  di  Vico 
^aense,  dice  che  in  tale  occasione  caddero  a  terra  molti  edifici. 


[1303  -  1309J 


[204]    1303.  Ottobre  23.  VieeiEB-EBÌlis. 

PiovBNB:  Crùtutet  de  fare,  a  Vicenza,  pag.  -Ifl  -  morjitori:  Rer.  Hai.  teript.,  voi.  xv.  {Chto- 
meon  Sittìtse,  col.  901  A),  voi.  xvii  (j.  de  U(;s9is  :  Ckron.  Placentinum,  col.  4.SÓ  D),  to- 

, ,„  /«. ,. j,(j|  gjj  ^1  _  Q  poBBO:  J&THi*  nat.  itil  Uonast,  ai  Moft- 

.  '  anno  vm,  rase,  v,  pag.  esn,  uilano  1861. 


'.  settembre  a  Parma  e  dintorni  ed  in  vari 
sima  scOBBa  ;  cosi  la  cronaca  Parmense  :  ma 

reca  :  23  ottobre  a  Piacenza  grande  terre- 
Dbre  a  Ferrara  grandisBimo  terremoto.  Queste 
accordano  ad  nn  nnico  fenomeno  avvenuto 
llt&  alla  mezzanotte  fra  il  22  e  Ì3  ottobre, 
forte  a  Parma,  deve  essere  etato  sentito  ab- 
tie  a  Piacenza  e  viceversa:  se  fb  fortissimo  a 
t&  deve  aver  avuto  pressoché  a^ale  inten- 
lltre  a  ciò  la  cronaca  ddl  Monastero  di    Mo- 

sulla  mezzanotte  grande  scossa  della  lan- 
al  18  dicembre  nna  terribile  scossa  suBs^^ta 
i.  Ora  il  Piovcne  pel  1304  d&  notizia,  senza 
■;  di  nn  grande  terremoto  sentito  in  Vicenza 

nelle  case.  Potrebbe  quindi  darsi  che  la 
3  nell'  Emilia  ed  in  Lombardia  non  fosse 
di  quella  che  causò  rovine  a  Vicenza. 

Belano  (Campobasso). 
A.  AUATt  :  Dizion.  corogr.  Mt'ltalta,  voi.  i,  pag.  817,  col.  i. 

ciarlanti,  dice  che  Boiano  fa.  in  tale  anno  ab- 
o  terremoto  :  secondo  l'Amati  invece  sarebbe 


Como. 

'Itta  di  Como,  libro  I,  pag.  13. 

)   fta  sentita   nna  scossa  che   recò  non   poco 
e  alcnna  rovina  negli  edifici. 

Lacca. 

iURATOBi  :  Rer.  Ital.  script.  •  voi.  XI,  col.  laiT  B. 

crepuscolo,  in  Lacca  orribile   terremoto   che 
3  di  circa  40  miglia. 

Balano  (Campobasso). 

11.  I,  pag.  841,  col.  I. 

mldiruto  dal  terremoto  del  Ì30ó,  sarebbe  stato 
completamente  adeguato  al  suolo.  U  Bonito 


[1308-1315]  45 


però  non  ne  parla  ;  secondo  il  Perrella  invece  (Effemeride  della  Prov. 
di  Molise.  Isemia  1892,  voi.  II,  pag.  27)  all'  11  luglio  1309  sarebbero 
stato  sentite  in  Boiano  forti  scosse  che,  ripetutesi  in  altri  giorni,  fecero 
danneggiare  la  città,  entro  la  quale,  si  dice,  sieno  apparse  nuove 
sorgenti. 

209]    1308.  Gennaio  25.  Rimini. 

S>R"iKRi  A.:  Scruti  di  Sismol.^  voi.  Il,  pagr.   165,  189  -  Bicobaldi  Ferrariensis :  Campilatto 
ChronoL,  In  «  Muratori  :  Rer.  ital.  script.  »  voi.  IX,  col.  255  D. 

II  25  gennaio  prima  del  tramonto  del  sole,  terremoto  rovinoso  ; 
molti  pezzi  di  mura,  le  case  più  antiche  e  le  torri  furono  lesionate, 
qualche  edificio  fu  pure  diroccato:  nessun  fabbricato,  fì^a  cui  pare 
anche  rArco  di  Augusto,  andò  immune  da  danni. 

[210]     1309.  Sicilia. 

MoN(iiTOR£  A.  :  Ist.  cronol.  ecc.,  pag.  aT7. 

Molti  terremoti  fortissimi  in  Sicilia. 

211]    1310.  Reggio  Calabria. 

ARroviTo  s.  :  àfem,  dei  fenoni.  met.  ì84t,  pag.  »  -  Bonito  m.  :  Terra  trem.,  pag.  588. 

L'Arcovito,  seguendo  il  Roscitano,  scrive  che  Reggio  risentì  danni 
per  alcuni  terremoti  :  il  Bonito,  con  l'autorità  del  Bardi,  ed  il  Mongi- 
tore  (op.  cit.,  pag.  377)  danno  notizia  che  le  scosse  furono  forti  per 
tutta  la  Sicilia. 

.212]    1311.  Pinerolo  (Torino). 

VVSHU.U  Kandi  :  Rnpport.  ecc.,  pag.  132. 

Neiranno  terremoto  fortissimo  nella  regione. 

213"     1315.  Dicembre  3  Aquila. 

Hi  sunNARA  V.  :  Tran.  univ.  ecc.,  pag.  11  I-li  -  B.  Cirillo:  Annali  della  Città  di  Aquila  ecc. 
Roma  15":0,  pag.    18  -  Marchesi  s.  :    Compendio  storico  di   Cittnducale,  pag.  84,  Rieti 
IfflS  -  Vittori  o.  :  Stato  deW Aquila  degli  Abruzzi  ecc.,  pag.  3-4  (estr.) 

Al  3  del  mese  di  dicembre  si  sentirono  fortissime  scosse  che  fre- 
<iuenti  si  ripeterono  per  circa  30  giorni  con  intensità  sempre  crescente. 
Rovinarono  molti  edifici  :  la  chiesa  di  S.  Francesco  fu  una  delle  più 
danneggiate  :  la  popolazione  grandemente  intimorita  non  osava  abban- 
donare la  campagna,  ove  si  era  rifugiata,  per  riedere  alle  case. 

Questi  terremoti  con  gli  stessi  caratteri  furono  sentiti  pure  in  Cit- 
taducale,  ove  fecero  rovinare  molti  edilìci  :  lo  storico  Marchesi  agf^iungc». 
che  vennero  urtate  anche  le  regioni  circonvicine,  ma  che  pati  in  special 
modo  Aquila, 


agrario  28.  ntorbo  -  Xoitontvids  (Volterra). 

vaia  di  Viterbo,  Koma  UDCCXUI,  ps«.  191. 

ana  con  parole  enfatlcbe  ad  aa  parossiemo  accadalo  il 

illcame  di  Viterbo  e  dice  che  in  tale  occasione  la  terra 

BDte. 

^uh.  e  fenom.  vulc.,  pagr>  223),  ricorda   an   terremoto 

ISO  nell'anno  a  Honterotondo  nel  Volterrano. 

lobre  -  Dicembre.  Sleia. 

!t  trem.  ecc.,  pag.  51-56  -  Più.*  L.;  I»t.  <Ul  trtm.  ecc.,  pajf.  1S8  -  Chro- 
MUBATOBI  :  lUr.  ilal.  KTipt.  »  voi.  XV,  col.  e»  OD. 

>ttobre  e  di  dicembre  farono  in  Siena  sentiti  fortisaimi 
Imenti  i  qaali  però  non  apportarono  .danni  notevoli. 
lente  gagliardi  nel  dicembre  ed  allora  cansarono  panico 
)Bsa  maggiore  pare  sia  quella  avvenuta  al  16  di  questo 
sa  fece  suonare  le  campane  e  lesionare  gli  edifici.  Il 
pag.  529),  con  1'  autorità  di  Orlando  Malvolti  (St.  di 
lel  1319  ed  aggiunge  che  non  causarono  gravi  danni. 

Btaa. 

pag.  sao. 

toma  scossa  fortissima. 

Veaesis. 
W-,  pag.  580-10  -  Bosiiocio  :  Le  tei  età  dei  mondo,  pa?.  31. 

irremoto  che  fece  grandi  danni. 

Pisa. 
torte  Pisane  ecc.,  parte  ti,  pag.  Ili,  lu  ■  Arcb.  ator.  Ita],  >  voi.    vi. 

IBIS. 

irdo  riferisce  ohe  ftirono  grandissimi   terremoti,    e  che 
la  statua  di  N.  Donna,  dalla  facciata  del  Duomo. 


ca  st  ricorda  come  nei  mezzo  di  una  notte  di  gennaio 
un  fortissimo  terremoto. 

tbbraio  25.  Balogna. 

I3i.  di  Bologna,  Ivi  1651,  parte  n,  pag.  io   -  8.   Hczii:  Annali  di  Bo- 
ig.  13. 

o  nella  seconda  ora  della  notte  un  terremoto  fortissimo 
dìQci  ed  iacQBBe  grande  spavento. 


[1222  - 1223]  47 


[221]    1323.  Giugno  30.  Etna. 

MONGITORE  A.  :   IStOT,  CrOftOl,  d€i  UTT.  OCC.,  pSlg.  877. 

Secondo  il  Seto  si  sentirono  nel  detto  giorno  veementlssime  scosse 
nei  dintorni  Etnei. 

222]    1325.  Maggio  21.  Firenze. 

Gio.  Villani  :  Storie^  Fiorenza  1587,  pafir.  501. 

Nel  21  maggio,  dopo  il  snono  delle  3^,  fti  sentito  in  Firenze  nn 
grandissimo  terremoto  che  però  durò  poco.  Il  Bardi,  citato  dal  Bonito 
(Terra  trem.,  pag.  541),  lo  pone  nel  1326. 

[223]    1328.  Dicembre  1.  Norcia. 

B VOLIVI  G.:  op.  omnia,  pag.  513  -  Bonito  m.:  Terra  trem.,  pag.  541-42  -  Annales  Arretini, 
In  «  MURATORI  :  Rer.  (tal.  script.,  voi.  XXIV,  col.  857  C  -  Cronicon  Mutineme,  In  «  Mr- 
RATORi:  op.  clt.  »  voi.  XV,  col.  5*9  B-C  -  CONTI  A.  :  Camerino  e  i  suoi  dintorni,  ivi  187^, 
pag.  104  -  A..  Pabhetti  :  Cronache  di  Perugia,  voi .  l  (Cronaco  del  Moro)  Torino  1887  - 
ORAZIANI:  Cronaca  della  cittì  di  Pei*i*gta  ecc.,  in  «  Arch.  stor.  ital.  »  voi.  xvi,  parte I, 
pag.  101,  Firenze  1850  -  Patrizi  Porti  p.  :  Delle  mem.  stor.  di  Norcia,  ivi  1869,  pag.  W4-66  - 
pELUNi  F.  :  DeWhtst.  di  Perugia,  parte  l,  libro  vi,  pag.  504,  venetla  MDCLXIV  -  Sanzi  a.  : 
St.  del  Com.  di  Spoleto,  Foligno  1879,  pag.  208. 

Nel  mese  di  novembre  e  di  dicembre  fortissime  scosse  nel  territorio 
di  Norcia  :  la  maggiore  di  esse,  avvenne,  secondo  il  Baglivi,  a  V"  di 
notte  del  primo  dicembre  ;  caddero  le  mura,  le  torri,  le  case,  1  palazzi 
e  le  chiese  e  sotto  le  rovine  perirono  molte  persone  :  200  secondo 
alcuni,  4000  secondo  altri.  Similmente  Le  Preci  fu  in  tutto  e  per 
tutto  rovinato,  talché  dicono  non  vi  sia  rimasto  uomo  od  animale 
vivo  :  la  stessa  sorte  ebbe  pure  Montesanto  e  parte  di  Monte  S.  Mar- 
tino, di  Cerreto  e  di  Visse.  Camerino  provò  gravi  danni  :  fu  sentito 
anche  a  Foligno. 

Nella  figura  13  trovasi  tracciata  l'area  mesosismica  di  questo  ter- 
remoto. 

Il  Ghirardacci  ed  il  Bardi  ritengono  avvenuto  questo  periodo  si- 
smico nel  1329. 

Il  Perrey  (Trembl.  penins,  ItaL,  pag.  14)  seguendo  il  D'Acheri 
(  Spicilegium,  XI,  pag.  733)  mette  nel  settembre  alcune  scosse  disastrose 
a  Perugia  e  dintorni  e  poi  al  1*  dicembre,  con  la  scorta  del  Tarca- 
gnota,  il  terremoto  di  Norcia.  Né  il  Pollini,  né  la  cronaca  del  Moro 
da  me  consultati  parlano  dei  primi  ed  io  perciò  ritengo  erronea  la  notizia 
riferita  dal  Perrey.  Il  Secchi  (Escursione  scient,  ecc.,  pag.  16,  estr.) 
dice  che  Norcia  fu  in  tutto  od  in  parte  distrutta  da  un  terremoto  av- 
venuto al  14  dicembre  1321,  come  è  ricordato  nelle  storie  manoscritte 
del  Ciucci,  il  quale  però  deve  aver  confuso  il  1321  con  il  1328,  giacché 
il  primo  terremoto  non  è  meqzionAto  da  nessun  altro  storico  o  cronista, 
da  me  consultato, 


II.  eronol  M  terr.  ecc.,  pag.  »38. 

ci  fa  conoscere  come  Balle  23"  del  28  ^ogQO  1'  Etna  sì 
eruzione  e  che  al  paroBBÌBino  ernttivo  ne  sia  stato  concomi- 
lo-g%odinamico  :  infatti  farono  sentite  terribili  scosBe  che 
ire  o  lesionare  gli  abitati  posti  bì  ad  oriente  che  ad  occi- 
livomo  monte.  Dicono  che  in'  tale  occasione  molte  fonti 
no  iDarldite  e  che  BtJla  spia^^a  dirimpetto  a  Mascali 
I,  che  erano  alate  tirate  in  secco,  per  il  terremoto  o  per 
moTlmento  del  mare,  siano  state  portate  in  atjgna.  A  Ca- 
timento  ta  assai  sensibile. 

CM«ia. 

al.  tcript.  >  voi.  XIV,  col.  USi  B. 

SO  in  Cesena  cominciò  an  intenso  periodo  sismico  :  in 
ì  nella  notte  seguente  si  contarono  diciasette  scosse  ;  altre 
10  per  tatto  11  mese. 

CCMU. 

col.  1151  D. 

raio  salle  ore  del  mattino  grande  terremoto. 

Dicembre  4-5.  Veni». 

jm.  ecc.,  pag.  18-19. 

motte  f^a  il  4  e  5  dicembre  una  fortissima  scossa  in  Vc- 
lattere  un  grandissimo  numero  di  comignoli  e  rovinare 
1  dalle  fondamenta  :  furono  intese  repliche  più  o  meno 
[uenti  fino  al  mezzodì  del  giorno  5  ;  una  gagllardlBsima 
ultimo  di  dell'anno.  (Dalla  CorU,  Zagata). 

Maggio  15.  Hig«llo  (Toscana). 

yrie  Floreìiline,  FlreniB  isn,  parte  i,  voi.  i,  libro  vili,  pag.  fiee  H  -  3B7  A  - 
aat.  e  mod,  itti  ilwieUo,  Flreoze  m.t,  voi.  U.  pag.  900-301  ■  Villani  Oio.  ; 
;.,  cap.  XXVI,  pag,  HK. 

glo  una  falda  del  Monte  Falterona,  dalla  parie  che  scendo 

no  per  terremoto  scoscese  per  più  di  quattro  miglia  fino 
Castagno  >  subissando  uomini,  animali  ed  edifici.  Dubito 

m  si  tratti  di  terremoto,  ma  bensì  di  un  grandioso  fra- 
Gennaio  1.5-16.  Cesena. 

■s.  In  •  MrB.\ioiti  ;  Rer.  itiil.  .vript.  .  \o\.  svi.  col.  ITO  D. 

lezzaDOtte  fVa  il  15  ed  il  16  gennaio  terremoto  fortissimo. 


[1344  - 1348]  49 


[230:    1344.  Modena. 

A.  Doxoi  :  Xot.  sfor.  ed  art  del  Duomo  di  Modena^  Ivi  1896,  pa^^ .  256. 

In  una  notte  dell'anno  grande  terremoto. 

[231]    1315.  Gennaio  31.  Reggio  Emilia. 

S.  e  P.  DE  Gazata  :  Chron.  Regiense,  In  «  Muratori  :  Rer.  ttal.  script.  »  voi.  XVIII,  col.  60  B. 

Al  31  Gennaio  terremoto  fortissimo. 

[232]    1345.  Settembre  12,  Dicembre  22  ?  San  Sopolero. 

Gio.  VILLANI  ;  storie^  Fiorenza  1587,  pag.  858  -  Farulli  p.  t  Ann.  o  mem,  ecc.,  pag.  24. 

Il  Famlli  ricorda  che  nell'  anno  si  ebbe  in  Borgo  S.  Sepolcro  un 
terremoto  disastroso  per  il  qnale  molte  case  forono  distratte  con  mor- 
talità di  persone.  Potrebbe  darsi  che  questo  parossismo  corrisponda 
con  le  forti  scosse  che  il  Villani  dice  sentite  a  Firenze  al  12  settembre 
ed  al  22  dicembre. 

[233]    1346.  Febbraio  22. 
XBscALU  a.  :  Vulc.  e  fen.  vutc.^  pag.  285-7  -  S.  e  P.  db  Gazata  :   Càron,  Regiense,  in  «  Mu- 
ratori :  Rer.  ital.  script.  »  voi.  xvill^  col.  62  E  -  63  A  -  Ghilini  g.  :  Ann.  di  Alessandria 
ecc.,  Milano  1C66,  pag.  68. 

La  cronaca  muratoriana  ricorda  che  al  22  febbraio  vi  fa  un  terre- 
moto grandissimo  per  tutto  il  mondo,  per  il  quale  rovinarono  molte 
torri  e  molte  case.  In  una  cronaca  di  Monza,  secondo  quanto  riferisce 
il  Mercalli,  al  22  febbraio  è  pure  registrato  una  scossa  assai  gagliarda. 
Ed  il  Ghilini  dice  che  un  terremoto  al  24  (22)  si  fece  sentire  terribil- 
mente sia  in  Alessandria  che  in  altre  parti  con  la  rovina  di  molti  edifici. 

U  Dondi  {Not,  st.  ed  art.  del  Duomo  di  Modena,  ivi  1896,  pag.  256) 
da  solo  notizia  di  una  scossa  di  terremoto  avvenuta  in  Modena  1'  8  feb- 
braio nell'ora  del  primo  sonno. 

[234]    1348.  Gennaio  25.  Villaeo,  Veneto. 

AoxBLU:  /  lerr.  registr.  nelle  cr.  lodig.,  pag.  PI  -  Bonito  m.  :  Terra  trem.,  pag.  54547  e 
5B&^  -  BUONI:  Del  terremoto,  pag.  25  recto  -  Goiran  a.  :  Stona  sisni,  ecc.,  pag.  18  - 
PiovENE:  Cronaca  terr.  a  Vicenza,  pag.  48  -  Taramelli  t.:  Note  illustr.  cari.  geol.  prov. 
Belluno,  pag.  80M  -  tommasi  a.  :  /  terr.  del  Friuli  ecc.,  pag.  199-94  -  Bonifacio  :  Hi^t. 
Trivig.,  pag.  517  -  Càronicon  Placentinum-.  in  «  Muratori  :  Rer.  ital.  script.  »  voi.  xvi, 
col.  490  A.  -  DONDi  A.  :  Notiz.  st.  ed  art.  Duomo  Modena,  pag.  2S6  -  GRiRARUAca  :  Del- 
l' Hist.  di  Bologna,  1657,  pag.  190,  parte  n  -  Giovanni  da  Parma  :  Cronaca,  in  «  .S*^.  della 
città  di  Parma,  continuata  da  A.  Pezzana  »  Parma  MDCCCXXXVG,  voi.  i,  pag.  1346-400 
Uuzzi  8.  :  Annali  della  città  di  Bologna,  1841,  voi.  ni,  pag.  280  -  nicolio  a.  ,  Hist.  del- 
l'origine et  antichità  di  Rovigo,  verona  mdlxxxu,  pag.  196  -  Palladio:  Ilist.  delln  piov. 
di  Friuli,  Udine  MTX:lx,  voi.  I,  pag.  »i6  A  -  Sansovino  S.  :  Vemfia  città  nobiUss.  e  sin- 
golare, descritta  ecc.,  ivi  MDCLXin,  pag.  ^  -  Simoni  G.  :  Cronist.  del  coni,  di  Medicina, 
Bologna  1880,  pag.  136  -  Vero  G.  B.  :  Storia  de'la  Marca  Trevigiana  e  Veronese^  Venezia 
n®,  voi.  xm,  pag.  55  -  Villani  Giovanni  :  Storie,  Fiorenza  1587,  pag.  928  e  seff. 

Un  terribile  terremoto  disastroso  colpi  al  25  gennaio  1348,  verso  le 
23\  il  Goriziano,  il  Friuli,  il  Trevigiano,  il  Bellunese  e  si   estese  nel 

Baratta  :  Terremoti  ecc^  4 


1 


50  [1348] 

Veronese,  nel  Vicentino  ed  in  Lombardia  e  fa  sentito  anche  a  Pisa, 
in  Germania  ed  in  Dalmazia.  Nella  sola  Gamia  si  ebbero  a  deplorare 
più  di  mille  morti  :  la  commozione  del  snolo  dapprima  cominciò  lieve- 
mente  e,  dopo  una  breve  pausa,  si  senti  una  duplice  scossa,  la  cui 
durata  fu  valutata  eguale  al  tempo  occorrente  a  dire  tre  «  pater  >  e 
tre  «  ave  ». 

A  Villaco  nemmeno  una  casa  rimase  intatta  ;  rovinarono  moltissimi 
edifici  tra  cui  i  conventi  e  la  Chiesa  maggiore,  sotto  le  cui  macerie  si 
ebbero  a  deplorare  molte  vittime  ;  nel  suo  contado  più  di  sessanta  fra 
castelli  e  ville  furono  adeguate  al  suolo.  A  Tolmezzo  cadde  il  castello 
e  si  ebbero  moltissimi  danni;  a  Gemona  furono  demolite  interamente 
o  quasi  più  della  metà  delle  case  e  la  Chiesa  maggiore  s'ebbe  il  cam- 
panile tutto  lesionato  :  il  campanile  di  Venzone  subì  la  stessa  sorte  e 
molte  case  dell'abitato  vennero  abbattute.  Ad  Udine  precipitò  parte 
del  castello,  il  palazzo  patriarcale,  molte  fabbriche  e  quattro  grandi 
capitelli  del  campanile  :  a  Flagogua  crollò  il  castello,  seppellendo  la 
castellana  ed  i  famigliari.  A  San  Daniele  rovinò  pure  il  castello,  ad 
Aquileja  il  maggior  edificio  della  Chiesa,  a  Ragona  furono  abbattute 
due  torri  del  castello.  A  Pordenone  la  scossa  fu  pure  disastrosa:  a 
Saclle  cadde  la  porta  verso  il  Friuli.  In  Belluno  a  memoria  d'  uomo 
non  fu  inteso  un  si  forte  terremoto,  che  fece  crollare  chiese,  cam- 
panili e  case  :  anche  in  Treviso  e  provincia  si  ebbe  a  deplorare, 
insieme  con  la  rovina  di  torri  e  di  altri  edifici,  la  morte  di  molti  abi- 
tanti. A  Venezia  suonarono  da  per  se  le  campane,  caddero  i  campanili 
di  S.  Silvestro,  di  S.  Giacomo,  di  S.  Vitale,  di  Sant'Angelo,  tutta  la 
facciata  di  S.  Basilio  e  circa  sette  case.  A  Trento  ne  rovinarono  pure 
molte  e  sette  vennero  abbattute  in  Verona,  ove  molti  alti'i  edifici  ri- 
masero lesionati.  In  Vicenza  risenti  gl'avi  fenditure  la  torre  del  pa- 
lazzo, che  si  staccò  in  modo  rimarchevole  dal  contiguo  fabbricato.  A 
Rovigo  il  terremoto  fu  spaventevole,  ma  il  Bonifacio  non  parla  di  ro- 
vine :  a  Ferrara,  secondo  alcuni,  caddero  molte  torri  e  chiese,  secondo 
altri,  la  scossa  fu  solo  fortissima,  non  avendo  apportato  danni  di  grave 
momento.  A  Bologna  il  terremoto  produsse  un  panico  enorme  e  sulla 
piazza  ed  in  via  Galliera  fece  rovinare  molte  case,  alcune  torri  e  palazzi  ; 
parecchi  edifici  furono  pure  abbattuti  nel  contado.     . 

A  Modena  ed  a  Piacenza  la  scossa  fu  forte  :  a  Cremona,  Liodi,  Milano 
pare  che  il  terremoto  abbia  prodotto  delle  lesioni  :  fu  sentito  anche  in 
Alessandria,  come  ce  lo  attesta  lo  Schiavina  citato  dal  Mercalli  (/  terr. 
della  Liguria,  pag.  24). 

Interessanti  furono  i  fenomeni  prodotti  nel  suolo  da  questo  terribile 
parossismo.  A  Villaco,  secondo  il  Villani,  si  apri  nella  piazza  maggiore 
una  fenditura  in  forma  di  croce,  da  cui  dapprima  sgorgò  sangtie  (acqua 


[1348-1349]  51 


colorata?)  e  poi  acqna  in  gran  copia:  secondo  altri  la  parte  centrale 
del  paese  sarebbe  stata  inabissata  ed  in  sno  luogo  rimasto  un  lago  pro- 
fondissimo. Nella  lettera  di  alcuni  fiorentini  stabiliti  ad  Udine  pubblicata 
dal  Villani  neir  ultimo  capitolo  del  libro  XII  delle  sue  storie,  si  legge 
che  nel  contado  di  Villaco,  nella  valle  del  fiume  Atri  (?),  si  staccarono 
^andissime  f^ane  dai  monti  le'  quali,  precipitate  a  valle,  ne  sbarrarono 
l'alveo  per  una  lunghezza  di  dieci  miglia  ;  perciò  le  acque  a  monte, 
non  potendo  defluire,  si  innalzarono  sempre  di  più,  formando  un  lago. 

Riferisce  poi  che  il  Castello  di  Lemborgo  nella  montagna  fu  tra- 
sportato pel  terremoto  a  circa  dieci  miglia  dal  suo  primitivo  posto. 

A  Venezia  per  la  forte  commozione  del  suolo  restò  asciutto  il  fondo 
del  Canal  grande. 

Alla  prima  scossa  seguirono  molte  repliche  :  nella  regione  più  com- 
mossa se  ne  sentirono  per  circa  40  giorni,  a  Venezia  per  15,  a  Bologna 
per  5,  a  Piacenza  solo  nella  notte  del  25. 

Questo  grande  terremoto  alcuni  lo  ritengono  avvenuto  nel  1342  (Bardi, 
Ratilio  Benincasa),  altri  nel  1343  (Oirardi,  Tarcagnota,  Morigia),  o  nel 
1345  (Licostene,  Sansovino)  o  nel  1348  (Seto). 

[2%]    1348.  Nizzardo. 

MRRCALu  Q.  :  /  terr.  della  Liguria^  pa^.  24. 

Il  Mercalli,  citando  il  Prost,  ricorda  un  terremoto  rovinoso  nel  Niz- 
zardo per  il  quale  Roccabigliera,  Lantosca  e  Bollena  furono  rovinate. 

[236]    1349.  Settembre  9  o  10.  Abruzzi,  Sannio. 

BONITO:  Terra  trem.,  pa^.  56S-71  -  Capocci  :  op.  cit..  Il,  pàg.  412-17  -  De  Rossi  m.  8.  :  Afeteor. 
Endogena,  pag.  208  -  vittori  Q.  :  Stato  dell'Aquila  degli  Abruzzi  nei  grandi  periodi  sismici, 
pag.  5^  (est.)  -  B.  Cirillo:  Annali  della  città  d'Aquila  ecc.,  pag.  33  verso,  34  recto, 
Roma,  1570  -  MORONi:  Diz.  d'  erudiz.,  voi.  xv,  pag.  22  e  LXXiv,  pag.  125  e  Lxxvu, 
pag.  292  -  A.  Fabiietti  :  Cron,  della  città  di  Perugia^  voi.  l,  pag.  101,  Torino  1887  -  Ora- 
ziani :  CroH.  della  citta  di  Perugia,  in  «  op.  cit.  »  pag.  151  -  Bussi  F.:  Ist.  della  citta  di 
Viterbo,  pag.  197-98,  Roma  MDCCXLII  -  auct.  anon.  :  Breve  chron.  Attnensis  ecclesiae,  in 
«  Muratori  :  Rerum  Hai.  script,  »  voi.  vii,  col.  910  A  -  Anonymi  Cass.  :  Chronicon,  in 
«  Muratori  :  op.  cit,  »  voi.  v,  pag.  'ì5,  col.  1  A  B  -  P.  Peluni  :  Dell'  hist.  di  Perugia, 
parte  i,  libro  vn,  pag.  891,  venetia  mdclxiv. 

Il  Cirillo  nei  suoi  annali  scrive  che  «  in  Aquila  sopravvenne  un 
terremoto  dei  grandi  e  spaven^^evoli  che  si  sentissero  mai,  che  minò 
gran  parte  delle  mura  della  cittÀ  e  tanti  edificii  dì  chiese,  torri  e  ca- 
samenti, che  per  lo  spavento  del  terremoto  e  la  polvere  elevata  dalla 
rovina,  era  rimasto  ciascun  sbigottito.  Si  trovarono  morte  ottocento 
persone  di  ogni  sorta....  poche  chiese  rimasero  in  piedi....  ». 

L«a  quasi  completa  distruzione  d'  Aquila  è  ricordata  da  tutti  gli  sto- 
rici, ed  il  Vittori  dai  manoscritti  Antinoriani  rilevò  che  essendo  «  in- 
gombre le  strade  per  i  crollati  edifici,  riusci  faticoso  agli  addolorati 
consanguinei  il   ritrovare  i  cadaveri  dei  loro  cari.   Fuggirono  tuttavia 


52  [1349] 

i  più,  non  pensando  che  a  lor  salvezza,  e  per  nove  settimane  rimasero 
fiLori  città,  benché  fosse  incominciata  la  stagione  invernale.  E  quando 
si  pensò  a  sgombrare  i  cementi  e  i  calcinacci,  non  bastando  i  cittadini 
dell'  Aquila,  si  dovettero  chiamare  i  contadini  dei  paesi  limitrofi,  di 
Amitemo  e  di  Forcona.  Le  sole  rovine  della  chiesa  di  S.  Francesco, 
che  furono  trasportate  a  porta  Leoni,  e  'colà  ammucchiate,  finirono  col 
chiuderne  l'entrata:  né  si  pensò  più  a  riaprirla....  anzi  »  aggiunge 
poi  «  in  tale  prostrazione  d'  animo  erano  caduti  gli  abitanti,  che  sta- 
vano per  abbandonare  i  ruderi  e  ridursi  nelle  ville  del  contado...  > 

Questo  terremoto  non  fu  solo  disastroso  ad  Aquila  e  suo  contado, 
ma  il  monastero  di  Montecassino,  secondo  1'  anonimo  cassinese,  crollò 
dalle  fondamenta  e,  trovandosi  allora  i  fedeli  e  sacerdoti  nella  chiesa, 
molti  perirono  sotto  alle  macerie,  e  molti  altri  sotto  quelle  delle  case. 
San  Germano  fa  per  metà  distrutto  specialmente  nella  parte  posta  in 
piano  :  tutte  le  terre  della  Badia  furono  rovinate  eccettuato  Fratte  e 
S.  Vittore.  Patirono  gravi  danni  il  Castello  di  Valserano,  Sora  ed 
Atina  :  Venafro,  secondo  il  Ciarlanti ,  f\i  quasi  adeguato  al  suolo  con 
700  vittime;  in  Campobasso  (A.  Perrella:  Effem,  della  Prov.  di  Mo- 
liscy  voi.  I,  pag.  50)  cadde  il  monastero  di  S.  Maria  di  Fora,  lungi  circa 
8  km.  dalla  città  (*)  ;  in  Isernia  furono  distrutte,  oltre  la  chiesa,  le 
case  e  quasi  tutti  gli  edifici  di  beneficenza  ;  Venafro  fu  desolata  (6.  Co- 
tuono:  Mem,  stor.  ecc.,  pag.  225,  Napoli  1824);  in  Aversa  rovinò 
la  chiesa  maggiore  ed  in  Napoli  cadde  il  campanile  e  la  facciata  dei 
Duomo  e  gran  parte  di  S.  Giovanni  a  Maggiore  :  quivi  produsse  in 
oltre  parecchie  rovine  meno  notevoli.  La  azione  distruttiva  del  terre- 
moto si  estese  anche  a  S.  Agata  di  Puglia  —  come  ricorda  1*  agnelli 
nella  sua  Cronaca  (2*  ed.,  pag.  64,  Sciacca  1869)  —  e  ad  Ascoli  Sa- 
triano  —  come  risulta  dai  documenti  della  Zecca  citati  dal  Bonito. 

Homa  non  andò  immune  da  danni  giacché  ne  fd  percosso  il  Colosseo 
ed  il  cosidetto  tempio  della  Pace,  ossia  Basilica  di  Costantino:  precipitò 
pure  1'  antichissima  torre  dei  Conti,  presso  la  piazza  delle  Carrette,  ed 
anche  quella  delle  Milizie  ;  furon  danneggiate  le  chiese  di  S.  Paolo  e  di 
S.  Giovanni  Laterano. 

In  Temi  furono  sentite  pure  le  scosse  :  molte  torri  e  case  furono  in 
Perugia  abbatttute  e  danni  gravi  ebbero  a  subire  anche  S.  Sepolcro, 
Assisi,  Spello  e  Spoleto.  In  Viterbo  rovinarono  diverse  torri  e  case  ed 
altri  edifici  presso  la  chiesa  di  S.  Stefano  e  di  S.  Quirico,  tantoché  ri- 
masero sotto  le  rovine  quasi  tutti  gli  abitanti  di  dette  contrade  ed  una 
grande  quantità  di  popolo  che  stava  adunato  nelle  chiese  per  le  sacre 


(i)  Il  Perrella  lo  mette  però  al  5»  gennaio. 


[1349  - 1362]  63 


fonzioni.  Danni  gravi  apportò  pure  agli  edifici  di  Orvieto  (EphemeridU 
Urbevetanae^  in  «  Mubatori  :  Ber.  ital.  script.  »  voi.  XV,  col.  654  E). 

Questo  immane  scuotimento,  uno  dei  maggiori  che  abbiano  colpito 
1*  Aquila,  si  mostra  in  gran  parte  simile  a  quello  del  1703,  con  la  dif- 
ferenza però  che  in  quest'  ultimo  le  rovine  si  estesero  maggiormente 
verso  mezzodì.  Forse  risultò  disastroso  su  un  area  si  sviluppata  per  il 
ridestarsi  più  o  meno  contemporaneo  di  vari  centri  sismici. 

Quantunque  fra  le  località,  colpite  non  sia  ricordata  specificamente 
Norcia,  tuttavia  è  probabile  che  tale  città  abbia  subito  anch'  essa  una 
triste  sorte,  essendo  state  Spoleto,  Assisi  e  Perugia  molto  danneg- 
giate. 

Questo  terremoto  da  parecchi  storici  viene  confuso  con  quello  ve- 
neto del  1348  :  ma  ciò  è  improbabile,  essendo  succeduto  ad  un  anno  di 
distanza  ed  in  giorni  diversi^  V  uno  al  9-10  settembre  e  V  altro  al 
25  gennaio:  tale  errore  indusse  molti  a  ritenerlo  avvenuto  in  quest'ul- 
timo giorno. 

Pare  però  che  al  25  gennaio  1349  anche  T  Italia  meridionale  sia 
stata  scossa  da  un  forte  terremoto  giacché  il  Ciarlanti  reca  un  brano 
dì  memoria  tratto  dall'  Archivio  della  Cattedrale  di  Isemia  in  cui  si 
trova  scritto  «  Anno  domini  1349  de  mense  Januarii  in  nocte  Sancti 
Yincentii  post  coenam  fait  unus  multus  magnus,  et  ab  illa  fere  con- 
tinue faerunt  quasi  omni  mense  terraemotus  parvi  usque  ad  Festum 
Nativi tatis....  Gloriosae  M.  Virginis.  Die  vero  nona  mensis  septembris 
anni  praedicti,  sequenti  post  Festum  dictae  gloriosae  Nativitatis  S.  M. 
in  bora  mediae  tertiae  fuit  terremotus  tam  magnus,  et  tam  ingen* 
tissimae  potentiae,  quod  nemo  recordatur  similem  a  tempore  crea>- 
tionis...  ». 

[2Srf]    1S50.  Roma. 

Baouvi  :  Op.  omnia,  pa^.  580. 

Neil'  anno  orribile  terremoto. 

[238]     1850?  Nardo  (Lecce). 

CroHtcon  SeritiHun,  In  «  Muratori:  Rer,  ital.  script.  »  voi.  xxit.  col.  905  A  B. 

Xcir  anno  un  grande  terremoto  gettò  a  terra  buona  parte  della 
chiesa  del  monastero.  Come  ò  già  detto  pel  terremoto  del  1245,  questa 
notizia  va  accolta  con  molta  riserva,  essendo  la  cronaca  che  la  con- 
tiene di  veridicità  sospetta. 

[219]    1352.  Gennaio  25.  Catonia. 

ifoNoiTORK:  Isior.  crotu  dei  terr»  ecc.,  pag.  379. 

NelFa  notte  fortissima  scossa,  secondo  M.  Piazza. 


"*^~ 


54  [1362-1361] 


[240]    1352.  Dicembre  25.  S.  Sepolcro,  Città  di  Castello. 

Pilla  l.  :  Istoria  del  tremuoto  ecc.,  pag.  199  -  ammirato  S.:  Istar.  jior.,  Firenze  1647,  Ub.  x, 
pag.  549  C  •  Fa  RULLI  p.  :  Ann.  o  tnem.  di  Borgo  S.  Sepolcro  ecc.,  pag.  25  e  Annali,  ow. 
noHz.  stor.  di  Arezzo,  pag.  74  -  Gratiani  a.  m.  :  />e  scriptis  invita  Minerva,  Florentiae 
MDCCXLV,  voi.  I,  llb.  I,  pag.  31<32  -  Oraziani:  Cronaca  della  citta  di  Perugia,  in  «  Arch. 
st.  Ital.  »  voi.  XVI,  parte  l,  pag.  167,  Firenze  1850  -  M.  a.  M.  A.  v.:  Mera,  civil,  di  Città 
di  Castello,  ivi  1BI4,  voi.  I,  pag.  225  -  Moroni  :  Dizion.  di  erud.,  voi.  LXIX,  pag-.  94  - 
pELLiNi  p.:  Dell' ist.  di  Perugia,  venetia  mdclxiv,  parte  l,  lib.  vm,  pag.  929. 

Al  25  dicembre  sul  far  della  sera  grandi  scuotimenti  del  suolo  fe- 
cero abbattere  parte  degli  edifici  di  Borgo  S.  Sepolcro,  causando  oltre 
500  vittime  :  cadde  pure  in  tale  occasione  il  campanile  della  Badia,  di- 
roccò porzione  del  monastero  ed  andarono  a  terra  molti  pezzi  della  mura. 

La  Rocca  d'  Elei,  sul  confine  fra  Arezzo  e  Borgo,  fu  subissata  con 
tutti  quelli  che  vi  si  trovavano.  In  Arezzo  molti  edificii  furono  abbat- 
tuti con  qualche  vittima  :  Città  di  Castello  fu  pure  danneggiata.  Nella 
notte  poi  fra  il  31  dicembre  ed  il  1  gennaio  dell'  anno  susseguente,  e 
quindi  nel  mattino  di  questo  giorno,  si  rinnovarono  gli  scuotimenti  che 
finirono  per  rovinare  quanto  era  già  st^to  nelle  precedenti  concussioni 
lesionato.  Tale  nuova  scossa  fu  più  intensa  che  non  le  precedenti  a 
Città  (li  Castello,  ove  arrecò  nuovi  danni  ;  difatti  al  5  fu  ordinato  il 
ristauro  del  palazzo  pubblico,  dei  torrioni  delle  caserme  e  delle  mura 
della  città.  Questi  terremoti  furono  intesi  abbastanza  fortemente  anche 
a  Spoleto. 

[241]    1353.  Marzo.  RoHagu. 

Matteo  Villani  :  Istoria,  in  «  muratori  :  Rerum,  ital.  script.  »  voi.  XIV,  col.  227  A  B. 

"    Sui  primi  di   marzo  fortissime   scosse   in  Romagna.  Il  Baglivi  nel- 
V  anno  pone  un  terremoto  a  Roma. 

[242]    1358.  S.  Sepolcro. 

Farulu  p.:  Ann.  o  rnem.  di  S.  Sepolcro,  pag  26. 

Intensi  terremoti  atterrarono  gran  parte  della  città,  talché  molti  si 
ridussero  ad  abitare  in  campagna. 

[243]    13(M).  Sicilia. 

MoNoiTORB  A.:  Istor.  cron.  dei  terr.  ecc.  pag.  379. 

Secondo  il  Maurolico   ed  il  Bonflglio   gagliardissimi  terremoti  scos- 
sero la  Sicilia. 

[244J    1361.  Luglio  17.  Ascoli  Satriano  (Foggia) 

Bonito  m.:  Terra  trem.,  pag.  582  -  L.  agnelli:  Cronaca  di  S.  Agata  di  Puglia,  2.  ediz., 
Sclacca  1869,  pag.  54  -  S.  Bella  bona:  Ragvagli  della  città  di  Avellino,  Tranl  MDCLVI, 
pag.  207. 

Secondo   M.  Villani  «  ai  17  luglio  neir  ora  del    vespro  si  sentirono 
nella  Puglia  delle  forti  scosse  che  distrussero  quasi  interamente  la  città 


( 


'n 


[1361  -  136S]  56 


di  Ascoli  con  la  morte  di  4000  persone  e  che  in  Canosa  fecero  cadere 
parte  delle  mura  e  molti  edifici  ».  Anche  S.  Agata  fu  da  questo  ter- 
moto  alquanto  danneggiata. 

Il  Bardi  ed  il  Girardi  lo  pongono  nel  1360,  il  Martinier  (Diz,  geogr. 
h  585)  nel  1399. 

[215]    1361.  Dicembre  27.  Siena. 

Chnmica  Senese,  in  «  Muratori  :  Rer.  ital  script.  »  voi.  xv,  col.  169  B-llO  A. 

Al  mattino  del  27  dicembre  fortissime  scosse  in  Siena  ;  nella  gior- 
nata se  ne  sentirono  altre  sette  :  il  popolo  si  ridusse  ad  abitare  sotto  le 
tende  nelle  piazze. 

Il  periodo  sismico  durò  quattro  giorni  ;  nella  notte  se  ne  avverti- 
vano anche  17  o  18  tra  grandi  e  piccole.  Molte  case  e  fumaioli  furono 
atterrate. 

[246]    1365.  Marzo  4.  Ferrarese  e  Veneto. 

CkroHicoH  Bòtefìse,  In  «  Muratori:  Ser.  ital.  script  »  voi.  xv,  col.  487 C  -  Cronica  di  B<h 
ìogna^  In  «  Op.  clt.  »  voi.  xvm,  col.  477  CD. 

Nella  notte  del  4  marzo  le  cronache  citate  narrano  che  llirono  sen- 
tite grandi  scosse  in  Ferrara,  Treviso,  Padova,  Venezia  e  luoghi  vi- 
cini :  durarono  per  un'  ora. 

[247]    1365.  Aprile  7.  Bolo^a. 

ODiRARDAca  :  DelV  Hist.  di  Bologna,  ivi  1^  parte  n,  pag.  289. 

Ad  1**  della  notte  del  7  aprile  in  Bologna  fti  sentita  una  fortissima 
scossa  che  causò  grande  spavento  e  fece  rovinare  molti  edifici  pubblici 
o  privati,  fra  i  quali  tre  case  de'  Lambertini  da  Santa  Tecla  con  4 
morti.  Diroccò  pure  la  beccaria  di  R.  Guzzini  e  la  Torre  dei  Coreo- 
rati  nella  via  de'  Bagnaruoli  fu  lesionata  fin  dalle  fondamenta. 

Dopo  il  terremoto  si  ebbero  innondazioni,  pioggie  e  venti  di  straor- 
dinaria forza. 

[248]    1367.  Settembre  21.  Verona. 

OoiRAN  A.:  St  sism,  ecc.  pag.  18. 

Gli  storici  Della  Corte,  Moscardo  e  Zagata  riferiscono  che  al  21  set- 
tembre si  sentirono  due  violenti  scosse  che  causarono  la  rovina  di 
molte  case  e  la  morte  di  molti  individui. 

[249]    1369.  Monte  Gassino  (Caserta). 

MeacAUj  O.  :  Vulc.  e  fen.  tuie,  pag.  224. 

Il  Mercalli,  citando  il  Diz.  Corogr.  del  Zuocagni-Orlandini,  mette 
nelr  anno  1369  un  terremoto  rovinoso  per  Montecassino.  Tale  data  io 
la  ritengo  errata,  perchè  nessuno  dei  cronisti  cassinesi,  citati  dal  Pilla, 
e  dal  De  Marco,  ricordano  il  fenomeno. 


[1369  - 1383] 


Aleiuidria. 

71  ■  ubrcau.1  !  /  terr.  di  Liguria  ecc.,  pag.  M-85. 

Nella  notte  avanti  i!    1  febbraio  terremoto   grandissimo  :  molti  edi- 
ficiì  rimasero  danneggiati  ed  1  più  deboli  abbattuti:  cosi  il  QhiUnì.  Lo 
Schiavina,  citato  dal  Mercalli,  lo  mette  nella  notte  1-2  febbraio  ;  queata 
eferibile.  Fu  sentito,  secondo  il  Tatti,  anche  altrove. 

il09.  Novembre  26.  Honu  (Milano). 

:  Vule.  e  fot.  vulc.  ecc.,  pag.  881. 

X  cronachetta  ms.  il  Uercalll  potè  rilevare  che  al  26  novembre 
aa  grande  scoBBa  che  fece  rovinare  alcune  case. 

373.  Gennaio,  Aprile.  Vte«iu. 

ruaa:  Frag.  hai.  Yleettlinae,  In  ■  Uuhatorii  ÈeruiH.  Hai.  script.  ■  voi.  xm, 
B. 

giorno  di  gennaio  ed  in  uno  di  aprile,  sulla  notte,  due  for- 
:oBse  di  terremoto  a  Vicenza. 

1873.  Man^  1.  Veneiia. 

Vite  de'  aucAi  di  Vtneiia,  ta  «  Uukatou;  op.  clt.  »  voi,  XXH,  col.  518  D. 

lezia  al  1°  marzo,  verso  le  2*  di  giorno,  terremoto  grande  e 
al  19  maggio  ed  al  5  giugno. 

376.  Marzo.  Vieeiiu. 

UOS:  op.  Clt.,  col.  lS44A,la45A. 

dicembre  1375  alla  prima  decade  di  marzo  dell'  anno  snssc- 
Vicenzft  tre  scosBe  :  sul  mattino  del  12  marzo  una  b1  forte 
[>n  inferiore  a  quella  del  1348.  Nella  notte  del  19  marzo  scossa 
e  poi  in  quella  dell'  11  aprile  tre  altre,  ed  una  quarta  dopo. 

379.  Febbraio  10.  Pemn. 

tltiue,  In  ■  MURATORI:  Xer.  Hai.  script.  »  voi.  xv,  col.  503  E, 

rara,  dopo  le  IS*"  della  notte  del  10  febbraio,  poco  prima  dei- 
grande  terremoto  clic  risultò  di  parecchie  scosse,  giacché  il 
.fferma  U  movimento  sismico  esser  durato  per  20  minuti. 

1381.  Agosto  6.  Bina. 

:   Vulc.  OetfBtna,  pag.  168. 

aa  in  detto  giorno  terremoto  grandissimo. 

1383.  Luglio  24.  Panu. 

inciuu,  in  •  MmATORii  Rer.  Hai.  script.  *  voi.  XVI,  pag.  TTJ  C.  -  Pbzzana  a.  : 
Citta  di  Parma,  ivi  18S7,  voi.  I,  pag.  113. 

ma  a  S"  della  sera  del  24  luglio,  scossa  si  forte  che  Bernabò 


,  [1384  -  1389]  57 


Visconti,  il  quale  ivi  si  trovava,  stimò  opportuno  dormire  in  una  car- 
rozza nel  cortile  del  vescovado. 

Questa  scossa,  con  ogni  probabilità  corrisponde  a  quella  che  TAgnelli 
(I  terr.  regUt.  nelle  cr.  loddgiane,  pag.  91)  pone  come  fortemente  sen- 
tita a  Lodi  nel  26  luglio. 

[258]    1384.  Terant». 

V.  HINDI:  Manum,  sL  ed  artist  degli  Abruzzi^  Napoli  1889,  pa«.  10. 

Neir  anno  forti  terremoti. 

[259]    1385.  Settembre  19.  Vleenu. 

CONFORTI  pducis:  Ptoq,  Mst.  Ytcentinoe,  In  «  muratori:  Rerum,  Hai,  script.  »  voi  xm 
col.  1261  e. 

A  mezzodì  del  19  settembre  scossa  fortissima.  Il  Goiran  per  Verona 
non  ne  £&  menzione  alcuna. 

[260]    1885.  Settembre  29.  ForU. 

fioNou  p.:  Istone  della  cUta  di  Porli,  ivi  1661,  pag.  179. 

Allo  spuntiir  del  sole  gravissimo  terremoto  che  durò  per  lo  spazio 
di  un  «  pater  ». 

[261]    1387.  Luglio  11.  Forlì. 

Qi'ARiNi  p.:  /  ierr,  a  Farli,  ecc.,  pa^r*  9. 

All'  alba  dell'  11  luglio  terremoto  fortissimo  e  non  breve. 

:282]     1389  Fano. 

P.  II.  AMiANi  :  Mem,  ietor,  della  città  di  Fano,  Ivi  iiiSl,  parte  l,  pa^.  812. 

Sul  principio  della  primavera  forti  scosse  pregiudicarono  gli  edifici! 
e  segnatamente  fecero  rovinare  una  grande  torre. 

;263]    1389.  Agosto  20.  Moggio  (Udine). 

tAftAioLu  T.  :  Note  ilUatr,  alla  carta  geol  della  prov.  di  Selluno,  pag.  S06  -  a.  tommasi  : 
/  terremoti  del  Friuli  ecc.,  pag.  194. 

All'ora  ottava  del  20  agosto  per  un  terremoto  fu  danneggiata  la 
chiesa  di  Moggio  :  vi  ftirono  pure  rovine  in  altre  località.  La  scossa  fu 
molto  forte  ad  Udine  ed  a  Belluno. 

;264]    1389.  Ottobre.  S.  Sepolcro,  Città  di  Castello. 

Faìulu  p.:  Ann.  0  mem.  di  Borgo  S.  Sepolcro  ecc.,  pag.  ao  -Grati ani  a.  u.'-  De  scriptis 
invita  Minerva  ecc,  pag.  83  -  M.  O.  M.  A.  v.:  Mem.  civili  di  C.  di  Castello,  Ivi  1&44,  voi.  l, 
pag.  227. 

Neil'  Ottobre  un  terremoto  subissò  gran  parte  di  S.  Sepolcro,  cau- 
Barido  la  morte  a  molte  persone  :  questo  scuotimento  deve  certamente 


66  f  1390  - 1397]  . 


coincidere  con  quello  di  Città  di  Castello  di  cui  ò  trovato  notizia  nel- 
l'opera citata  :  ivi  le  scosse  cominciarono  al  18  ottobre  e  perdurarono 
per  oltre  un  mese  :  al  28  se  ne  ebbe  una  che  fece  cadere  molte  case  e 
diroccare  180  merli  delle  mura.  Il  Graziani  erroneamente  le  pone 
nel  1384. 

[265]    1390.  Settembre  19.  Measiu. 

O.  D.  GALLO:  Gli  annali  della  città  di  Messina,  [nuova  edlz.)  ivi  1979,  pag.  256. 

« 

Al  19  settembre  scossa  fortissima  a  Messina,  seguita  da  altre,  fino 
quasi  al  termine  dell'  anno  (27  dicembre)  ;  panico  nella  cittadinanza. 

[266]    1393.  Galeata,  BoloiE^na. 

Pbrrey  a.  :  Trembl.  penine.  Ital.  ecc.,  pag.  51  -  Guibardacx:i  :  DelVHist.  di  Bologna,  parte  il, 
pag.  466,  ivi  lt57. 

Il  Ghirardacci  dice  che  nell'  anno  in  Bologna  ftirono  sentite,  parti- 
colarmente nella  notte,  forti  scosse  di  terremoto  che  incussero  panico 
nella  popolazione.  Questa  notizia  con  ogni  probabilità  corrisponde  a 
quella  data  da  una  cronaca  anonima  bolognese  pubblicata  dal  Mura- 
tori (XVIII  col.  556  C  D)  e  riferita  al  5  luglio  ed  alle  molte  che  il 
Perrey  dice  essersi  sentite  in  Galeata  dal  30  maggio  al  15  giugno  con 
danni  notevoli  agli  edificii. 

[267]    1395.  SieilU. 

MoNoiTORB  A.  :  l8t.  cr,  dei  terr,  ecc.  pag.  8n». 

Secondo  il  Coronelli  ed  il  Bardi,  la  Sicilia  in  questo  anno  fu  afflitta 
da  terremoti. 

[268]    1396.  Nardo  e  Leeeese. 

Chronicon  Neritinum,  In  «  Muratori:  Rerum  ital.  script.  »  voi.  xxiv,  col.  908 BC. 

Terribile  terremoto  a  Nardo  e  nella  provincia  di  Lecce  chei  abbattè 
il  convento  dei  PP.  Benedettini  di  Racale. 

[269]    1896.  Settembre  30.  Porli. 

P.  QuARiNi  :  /  terr.  a  Porli  ecc.,  pag.  10. 

All'  aurora  del  30  settembre  una  scossa  gagliardissima  di  terremoto, 
lunga  un  «  pater  »,  spaventò  grandemente  la  popolazione  di  Forlì:  fu 
forte  anche  a  Cesena. 

[270]    1397.  Settembre  1,  ottobre  20.  Porli. 

GuARiNi  F.:  op.  cit,  pag.  10-11  -  bonoli  p.:  Istorie  delia  città  di  Porli,  ivi  1661,  pag.  188. 

All'  aurora  del  1  settembre  a  Forlì  una  scossa  assai  forte  e  lunga 
come  un  «  pater  »  :  nel  mese  altre,  e  così  pure  in  ottobi-e  :  a  5**  della 
notte  del  20  scossa  spaventevole,  di  15™  circa  di  durata,  con  repliche 
successive  fino  a  sei  ore. 


[1397  - 1403]  '  63 


[271]    1397.  Dicembre  26.  Bergamo. 

6.  AoNELU:  /  terr.  reffist.  nelle  cron,  lodig.  jtag.  91  -  3oiran  a.:  Si.  sism,  ecc.  pa^r.  18  - 
D.  Calvi  :  Sfem.  sacro  prof,  di  Bergamo,  Milano  1677,  voi.  ili,  pa^r.  456,  col.  2  -  Ghiuni 
Ann.  di  Alessandria  ecc.,  paer.  IB  -  Nicouo  a.:  Misi.  delV  orig.  et  antica,  di  Movigo,  ve* 
roaa  UDLXXXII.  pa?.  15»^  -  Spelta  :  Ilist.  dei  Vesc.  di  Pavia,  ivi  1602,  pag.  978. 

Circa  le  3**  del  26  dicembre  si  senti  un  fortissimo  ten*emoto  in  Ber- 
gamo, ove  fece  abbattere  molti  editicii  e  si  propagò,  al  dire  dello 
Spelta,  rovinosamente  in  tutta  la  Lombardia  :  fu  forte  a  Lodi,  a  Ve- 
rona, a  Rovigo  e  ad  Alessandria. 

[212J    1399.  Luglio  20.  Modena,  Bolofj^iia. 

Ann.  veteres  Mutinenses  ecc.,  in  «  Muratori  :  JUr  itaì,  script.  »  voi.  XI,  col.  83  C.  -  Fr.  Bartb. 
DELLA  PuouoLA  :  ffist.  MlsccU.  BonoHiensis,  In  «  muratori  :  op.  clt.  »  voi.  x  viu  col.  478  C  D 
Jac.  Db  dblayto:  Annales  Bstenses,  in  «  muratori:  Op.  clt.  »  voi.  xvm,  col.  958  D  - 
DONDi  A.:  Not.  stor.  ed  artist.  del  Duomo  di  Modena  ecc:,  pag.  156  -  Ghirardacci:  Del- 
l'Htst.  di  Bologna,  ivi  1667,  parte  n,  paer.  502  -  Alcune  date  di  terr.  in  Modena,  in  «  Qior- 
nalfl  n  Muratori  »  N.  140  :  91  maggio  1878. 

A  5^  della  notte  del  20  luglio  si  senti  in  Bologna  una  fortissima 
scossa  per  la  quale  la  campana  della  torre  del  Comune  diede  tre  o 
quattro  colpi  :  le  mura  dell'  orto  del  palazzo,  per  circa  10  pertiche,  si 
risentirono  ed  in  molti  luoghi  si  lesionarono  :  caddero  inoltre  molti 
merli  di  detto  palazzo  con  rovina  di  case.  Dopo  circa  un'  ora  si  ebbe 
un  intensa  replica.  Ambedue  queste  scosse  furono  intese  fortemente 
anche  u  Modena  ove  fecero  rovinare  una  quantità  di  case  :  a  Ferrara 
se  ne  senti  una  sola  a  circa  6**.  Nella  cronaca  di  F.  Bartolomeo  della 
Pogliola  sono  attribuite  al  25  luglio. 

[273]    1401.  Gennaio  29.  Bellono. 

Taramelli  t.:  note  must.  cart.  geol  prov.  Belluno,  pag.  S07, 

Al  29  gennaio  a  4*'  di  giorno,  secondo  il  cronista  Miari,  si  sentì  a 
Belluno  una  grande  scossa  ed  al  20  novembre  un'altra. 

;274J    1402.  Dicembre  5.  Farli. 

ocauki  p.:  /  terr.  a  Porli  ecc.,  pag.  12. 

Al  5  dicembre  circa  le  23^,  una  breve  ma  fortissima  scossa  fece  ro- 
vinare molti  edifici. 

•275J    1403.  Gennaio,  settembre.  Veneto. 

OoiRAN  A.  :  stor.  sism.  ecc.«  pag.  18  -  Taramelu  t.  :  Note  illustr.  ecc.,  pag.  207  :  A.  Tom- 
masi:  /  terr.  del  Friuli,  pag.  IM. 

Secondo  il  Dalla  Corte  per  quasi  tutta  la  Lombardia  al  3,  oppure, 
secondo  altri,  al  17  gennaio,  avvenne  un  grandissimo  terremoto  per  il 
quale  in  Verona  rovinarono  molti  campanili,  parecchie  case  e  quasi 
^tti  i  comignoli,  causando  anche  qualche  vittima.  Le  scosse  si  ripete- 
rono per  più  di  un'  ora. 


-» — w- 


60  '         [1403-1408] 


Secondo  il  cronista  Miari  al  12  gennaio,  in  nn  ora  avanti  giorno,  si 
senti  a  BelluDO  nn  terremoto  grandissimo  ed  nn  altro  a  2^  di  notte  del 
giorno  29  dello  stesso  mese. 

Secondo  il  De  Rubeis  al  6  settembre  poi  si  ebbe  nna  forte  scossa  nel 
Friuli  che  fece  in  parecchi  luoghi  rovinare  degli  edificii. 

[276]    1403.  Marzo  17.  Roma. 

ST.  infessuka:  Diario  della  città  di  Soma,  Boma,  1890,  pag.  9. 

Alla  mezzanotte  del  17  marzo  in  Roma  breve  scossa  :  il  Baglivi  (Op. 
omnia,  pag.  520)  dice  che  fu  V  ultimo  terremoto  forte  avvenuto  prima 
di  quello  del  1703. 

1277]    1404.  Febbraio  1.  Sellano. 

Taramelli  t.  :  Note  ili,  cart.  geol,  prov.  di  Belluno,  pag.  207. 

ÀI  V  febbraio,  quasi  presso  le  4^  della  notte,  scossa  grandissima. 

[278]    1406.  Settembre  16.  Napoli. 

Giornali  napoletani,  in  «  muratori  :  Ser.  ital.  script.  »  voi.  xxi,  col.  1071  D. 

Alle  3^  di  notte  grande  terremoto  a  Napoli,  ove  per  la  paura  tutti 
uscirono  dalle  case. 

[279 1    1408.  Firenze. 

Bonito  M.  *•  Terr,  trem.,  pag*  591-92. 

Secondo  il  Bardi  furono  nell'anno  molti  terremoti  a  Firenze  :  S.  An* 
tonino  aggiunge  che  non  fecero  molto  '  danno,  ma  arrecarono  grande 
spavento  nella  popolazione  che  pernottò  sotto  le  tende. 

[280]    1408.  Bologna. 

OHiRARDAca:  Dell'  ffist  di  Bologna,  U  parte^  pag.  578  -  S.  Muzzi:  Ann,  dtlla  città  di  Bo- 
logna, voi.  m,  pag.  80. 

Neir  anno  si  sentirono  in  Bologna  gravissime  scosse  che  fecero  suo- 
nare le  campane  del  comune  e  quelle  della  chiesa  di  S.  Pietro,  e  crol- 
lare parecchi  edifici. 

Negli  AnnaleB  estenses  di  F.  De  Delayto  (Muratori  :  Eer.  ital,  script., 
voi.  XVIII,  col.  1045  A)  trovo  ricordato  che  all'  aurora  del  3  gennaio 
fu  sentito  a  Ferrara  una  mediocre  ma  breve  scossa.  Corrisponderà  ad 
una  delle  maggiori  avvenute  in  tale  anno  a  Bologna? 

[281]    1408.  Novembre  5.  Etna. 

HoNoiTORB  A.  :  Ist,  cron.  dei  terr,,  pag.  ST9. 

In  questo  anno  V  Etna  fece  un  eruzione  e  nelle  regioni  circostanti 
al  vulcano  fa  sentita  una  fortissima  scossa  nella  notte  del  9  novembre  : 
11  panico  fu  terribile  :  le  repliche  durarono  per  dieci  giorni. 


[1409  - 1414]  61 


[282]    1409.  Novembre  15.  Pana. 

pezzana:  Storia  di  Parmn^  ivi  1812,  Tol.  n,  pag.  184. 

Il  terremoto  Bentito  nel  giorno  citato  atterrò  molti  merli  del  palazzo 
della  piazza  e  del  muro  di  S.  Agnese,  e  fece  inoltre  diroccare  molti 
comignoli.  La  prima  scossa  avvenne  a  19^,  la  seconda  a  20.^  Nelle 
Date  dei  terremoti  di  Modena  pubblicate  nel  giornale  «  Il  Muratori  » 
(X.  140  :  21  maggio  1873)  sotto  V  anno  1409  si  dice  che  si  sentirono 
grandissimi  terremoti  che  fecero  suonare  le  campane  :  questi  con  pro- 
babilità forono  la  eco  di  quelli  rovinosi  avvenuti  a  Parma. 

[283]    1410.  Catania. 

MoNorroBB  A.  :  Ut  cromi,  ecc.,  pag.  390-81 

À  Catania  terremoto  fortissimo  che  parve  volesse  far  diroccare  il 
monastero  di  S.  Nicolò  l' Arena. 

[284]    1410.  Giugno  10.  Verona. 

GoiRAN  A.  :  Storia  sism.  ecc.,  i>Bg.  18  -  Taramelli  t.  :  Note  iUustr.  ecc.,  pag.  208. 

A  Verona,  secondo  gli  storici  locali  Dalla  Corte  e  Zagata,  nella  notte 
del  10  giugno  un  grandissimo  terremoto  fece  cadere  molte  case,  con 
mortalità  di  persone,  e  fece  squarciare  in  più  luoghi  la  terra  :  tale 
scossa  avvenne,  secondo  il  cronista  Miari,  a  3**  di  notte  e  fu  in  Belluno 
fortissima. 

M.  Sanuto  (  Vite  de' du,chi  di  Venezia,  in  «  Muratori:  Ber,  ital.  script.  » 
voi.  XXII,  col.  853  DE)  non  ricorda  per  Venezia  scosse  sentite  al  10 
giugno,  ma  bensì  nota  che  al  10  agosto  si  ebbe  un  grandissimo  ura- 
gano il  quale  dal  vespro  durò  fino  a  22*^  facendo  cadere  case  e  cam- 
panili, annegare  quarantacinque  persone  :  aggiunge  inoltre  che  nella 
notte  precedente  (9-10)  forse  fu  avvertita  in  Venezia  una  leggera  scossa. 

|285]    1413.  Agosto  8.  Senese, 

SoLDANi  A.:  Meìazione  ecc.  pa^.  56. 

Il  di  8  agosto  cominciarono  a  sentirsi  in  Siena  dei  terremoti  che 
durarono  notte  e  giorno  :  cadde  il  Palazzo  di  Montingegnoli  e  molte 
altre  case  e  moltissimi  comignoli.  U  Bonito  (Terra  trem.  pag.  592-93) 
li  pone  nel  1514  ed  aggiunge  che  dette  scosse,  quantunque  fortissime, 
non  arrecarono  molti  danni. 

[288]    1414.  Vieste  (Foggia) 

Baratta  m.:  SulV  attiv.  sUm.  in  Capitanata,  pag.  8  (estP.)  -  Giuliani  V.  :  Mem.  star.  c(v.  ed 
ecela,  della  citta  di  Vieste,  \i  ed.,  Saluzzo  1873,  pagr.  129. 

In  quest'  anno  un  terribile  terremoto  rovii^ò  in  modo  tale  la  città 
di  Vieste  che  la  Regima  Giovanna  JI,  considerando  il  misero  stinto  \^ 
cui  si  trovavano  ridotti  i  cittadim,  li  esentò  dalle  imposte, 


[1414  -  1425J 

Agosto.  8.  Sepolcn  (Arezzo). 

del  trtM.  ecc.,  pag.  aco  -  s.  ammirato  ;  lil.  jn>r..  Plrenie  l«n,  parte  i. 
D.  BONtNSBoNt:  Sloìia  della  città  di  Firenze  dall'anno  i4t0  al  1490,  Flo- 
(xvni,  pag.  1-8  -  Fahulu  F,  :  Annali  ai  Arezzo,  pag.  93  e  Ann.  o  mem.  df 
ecc.,  pag.  S3  -  OiuHARDAcci;  Dell'Ulti,  di  Bologna,  parte  u,  pag.  601  - 
•nze.  In  •  Ul-ratori  :  Rtr.  ital.  Krtpt.  >  vul.  zix.  col.  KB  a  B. 

1  a^sto,  circa  le  22>>,  si  ebbe  ona  scobba  molto  forte  che 
lolozlonl  di  Pisa,  Firenze  e  Lacca  e  d'  altri  luoghi  della 
Beatita  con  intensit&  anche  a  Bolo^a.  In  Firenze  se  ne 
Itre  si  di  giorno  che  di  notte,  f^a  cai  una  nel  di  7,  all'ora 
i  seconda   al  tramonto  :  furono   qaestl  dae  8cnotÌmenti  si 

cittadini  uecirono  dalle  case,  temendone  la  rovina  :  cad- 
iccasione  in  tatto  od  in  parte  più  di  200  camini  insieme 
ro  e  tetto.  Qnesti  terremoti  corrispondono  probabilmente 
I  Faralli  dice  avvenuti  nell'  agosto  a  S.  Sepolcro,  ove  fe- 

gran  parte  della  città,  cansando  daeceuto  vittime,  e  nel- 
;zzo,  facendo  dlroocare  molti  edifici. 


'T^renibl.  penitu.  Ital.,  pag.  126)  ricorda  un  terremoto  av- 
ente e  Morano,  citando  il  Sanato,  Ora  questo  autore  nelle 
i  di  Venezia  pubblicate  dal  Moratori  (Jier.  ital.  script., 
di.  930  CD)  scrive  :  ■  in  questi  giorni  per  innondazione 
terra  sopra  Trento...  verso  Morano,  per  tremuoto  tra  dae 
con  case  600  e  dall'acqua  furono  trovate  annegate  anime 
}Ia  ■  tremuote  *  io  la  interpreto  per  movimento  di  terra, 
scoscendimento  o  franamento,  predisposto  dall'  iunonda- 
icordata,  e  non  per  nn  vero  movimento  sismico  nel  senso 
1  alla  parola. 

Siena. 
In  *  MuRATOM  :  Ser.  Hai.  tcnpc.  •  voi.  xix,  col.  43S  b. 

si  senti  una  grandissima  scossa   la  quale  darò  il  tempo 
'are  venti  paesi. 

Ottobre  20.  Cantrocar*.  (Rocca  S.  Casciano). 

Kcolta  di  falli  st.  rtgvard.  il  paese  di  Cattroearo,  Bocca  S.  Caeclano  1881, 

Otte  tremenda  scossa  :  per  an  quarto  d' ora  il  snolo  fa  in 
imento. 


(rem.,  pa^r.  S94. 

Bardi  in  t^le  anno  il  terremoto  fece  danni  a  {toma. 


[1425  - 1433]  63 


'292]    l'fói.  Agosto  10.  Ferrara. 

BroNi  '  Dei  terremoto,  pa^r.  24  verso  -  Dfarlo  ferrartae»  in  «  muratori  :  Iter,  ital,  script.  » 

TOl.  XXIV,  col.  185  ▲  B. 

Nel  Diario  citato  si  dà  notizia  che  a  Ferrara,  ad  1^  di  notte  del 
10  agosto  {S^  30»  pom.  circa)  si  senti  una  forte  scossa,  ed  1^  Vs  dopo 
due  altre  che  fecero  cadere  molti  camini.  Il  Buoni  invece  registra  un 
terremoto  al  12  agosto  e  dice  che,  quantunque  non  lieve,  non  apportò 
alcun  danno  alle  torri  del  Castello. 

Il  Sansovino  nel  suo  Cronico  (Op,  eit.^  pag.  45)  ricorda  che  nell'anno 
in  Venezia  fd  sentito  un  terremoto  e  importante  con  spavento  »,  il  quale 
potrebbe  con  probabilità  collegarsi  con  quello  di  Ferrara. 

[298]    1426.  Firense. 

S.  AMMIRATO  :  Ist.  Jlor.,  Ub.  XIX,  pag.  1433  B,  Firenze  1647. 

Neir  anno  molte  scosse  sbigottirono  grandemente  la  città. 

:294]    1427.  Arezzo. 

Farilu  p.  :  AfiHali  d* Arezzo,  pa^r.  M. 

Neil'  anno  un  orribile  terremoto  spaventò  tutti  i  cittadini. 

[2do]    1428.  Luglio  3.  Forlì  e  Ronagna. 

AnMles  FoToUvienus,  in  «  Muratori  :  Ber.  ital.  script.  »  voi.  xxn,  col.  215  B  -  Fr.  Hibronymi 
Ora.  Praed.:  Cronicon  ForoUviense  ecc.,  in  «  muratori:  Op.  cit.  »  tom.  xix,  col.  901 C. 

ÀI  3  luglio,  circa  il  levar  del  sole,  in  Forlì  fortissimo  terremoto  che 
incusse  panico  grandissimo  e  fece  cadere  buona  parte  delle  mura  della 
città  e  molti  camini.  Uguale  intensità  ebbe  pure  a  Cesena  e  nella  Ro- 
magna: fu  seguito  da  repliche  minori.  Ciò  secondo  la  cronaca  di  Fra 
(ìerolamo  :  negli  Annali  citati  il  terremoto  sarebbe  avvenuto  nel  giorno 
4  di  detto  mese. 

[296]    1429.  Venezia. 

ZKRENom  F.  :  Disc,  del  terr.^  pag.  21  -  Sansovino  :  Cronico  ecc.,  pag.  45. 

Neil'  anno  per  terremoto  furono  atterrate  molte  case.  Il  Sansovino 
lo  pone  nel  1426  (vedi). 

[2971    1430.  Agosto  12.  Siena. 

SoLDANi  p.  :  Beìaz.  ecc.,  pag,  57. 

Al  12  agosto,  alle  &"  di  notte,  fortissima  scossa  di  terremoto,  talché 
molti  abbandonarono  le  case:  ciò  secondo ^il  Tizio  (Hist.  Sen.). 

[2981    1433.  Maggio  (4).  Bolo^^na. 

P«i»RKY:  Tremai,  peti.  Ital,  pag.  15  -  Alcune  date  di  terr.  in  Modem,  N.  140  (21  mjHrgio  IHTJì  - 
i*.  òlvta  :  Annali  della  città  di  Bologna,  pag.  222  -  Aunales  Bononfem^es,  Fr.  Hikkonymi  dk 
bcrsrlus,  in  «  muratori  :  Ber.  ttal.  script.  »  tomo  xxiii,  col.  876  a. 

Il  Perrey,  citando  il  Sigoi^io,  schive  che  nel  maggio  a  Dolora  ftivvj 


U  [1436-  1145] 

□D  terremoto  Tiolentissimo  ;  il  Mozzi  ricorda  che  in  detto  mese  fn  le 
altre  calamità,  la  terra  ondeggiava  di  oontinno;  infine  negli  ■  Ann&les 
Sononienses  >  più  sopra  citati,  si  parla  di  rovine  causate  da  terremoti. 
La  scossa  maggiore  credo  sia  avrentita  al  4  maggio  poiché  in  questo 
di  ne  f^  sentita  una  a  Modena  ed  a  Forlì,  ove,  secondo  il  Goarini  (I 
terr.  a  Fbrli  ecc.,  pag.  15),  accadde  poco  prima  dell'ora  del  pranzo 
e  non  fa  tanto  forte. 

[299]    143S.  Marzo.  Sieu. 

J.  Bandtho  :  HUt.  SenetUU,  In  <  Mubatom  :  op.  clt.,  voi.  XX,  col.  4B  C  D. 

Stilla  fine  di  marzo  an  fortissimo  terremoto  fece  saonare  la  campana 
dotla  pubblica  torre  ed  abbattere  molti  tetti  ed  ornamenti  delle  case. 
Il  Soldanl  non  ne  fa  menzione. 

L300]    14SS.  Giugno  10.  Parma,  Piaenua. 

A.  De  Bipalt*  :  Ànnalet  PtacentitU,  In  ■  Iiuratori  :  Ser~  ital.  Kiipt.  ■  toI.  xS,  col.  STB  K  - 
b*»  A  -  Pbzzan*  a.:  Storia  Otlla  città  àt  Parma.  Ivi  IMS,  toI.  II,  peg.  403-4. 

Al  10  giogno,  a  T*"  ore  di  notte,  a  Parma,  &  Piacenza  e  Ino^l  vi- 
cini, come  Castelnuovo  Parmense,  Borgo  S.  Donnino  ecc.,  terremoto 
violento  che  fece  abbattere  molte  case.  In  Parma  rovinò  anche  porzione 
del  civico  palazzo. 

[301]    1439.  Giugno  21.  Creaeaa. 

Cavpo  a.  ;  Cremona  Jeam.  diti...  iUmtr.,  Milano  MDCXLV,  pag.  ili. 

Sul  far  del  giorno  (21  glagno)  terribilissimo  terremoto.  Il  Perrey 
{li'embl.  penim.  Ital.,  pag.  14),  citando  11  Campo  (loc.  cit.),  erronea- 
mente lo  pone  nel  1339. 

[303]    144£.  Sicilia. 

UoMorroBE  A.:  Istor.  cronol.  dtl  terr.,  pag.  881. 

Secondo  il  Bardi,  la  Sicilia  nel  1442  f^  molto  danneggiata  da  ter- 
remoti. 

[303]    1444.  Ibu. 

MoNorroRB  A.  :  Op.  Clt.,  pag.  381. 

Nell'anno  violento  terremoto  nei  paesi  circumetnei,  come  corteo  di 
una  eruzione. 

L.S04]    144ff.  Marzo  21.  Vereaa. 

A.  OoiRAN  ;  St.  eam.  ecc.,  pag.  18. 

Secondo  lo  storico  Zagata,  circa  le  20''  della  domenica  dell'  Ulivo 
(21  marzo)  si  ebbe  in  Verona  un  fortissimo  terremoto. 


[1448-1453]  65 


305'    1448.  Areico. 

Fabulu  p.  :  Ann.  owo.  fwt.  istar,  di  Arezzo,  pag.  181. 

Nell'anno  forte  terremoto  ma  senza  danni  (*), 

-306]     1448.  Messina. 

OvLLo  C.  D.  :  Oli  Ann.  della  città  di  Messina,  nuova  edlz..  Ivi  1879,  voi.  n,  pag.  S8S. 
Secondo  il  Sampieri  si  sentirono  nell'anno  terremoti  cosi  forti  che  i 

cittadini  abbandonarono  le  case  per  abitare  sotto  tende  in  campagna. 

[307]     1448.  Napoli. 

BONITO  M.  :  Terra  trem.,  pag.  509. 

Secondo  Licostene,  citato  da  Bonito,  nel  1448  un  terremoto  distrasse 
qnasi  totalmente  Napoli.  Il  Bonito  però  dubita  che  si  tratti  di  quello 
del  1456,  quantunque  il  citato  autore  riferisca  e  V  uno  e  l'altro. 

308]    1448.  Novembre  4.  Roma. 

s.  iNnsssuRA  :  Diario  della  città  di  Roma,  ivi  1890,  pag.  48. 

Grande  terremoto  in  Roma.  Vedi  la  nota  (^). 

1309]    1449.  Piaerolo  (Torino) 

v^s^4Lu  Bandi:  Sapport  sur  le  tremblement  de  terre  ecc.,  pag.  132. 

Nel  Pinerolese  terremoto  fortissimo. 


13101    1450.      .  Sleilia. 

UoxorroaB  A.  :  Ist.  cronol  dei  terr.  ecc.,  pag.  381. 

Neir  anno  in  Sicilia  gravi  e  continui  terremoti  rovinarono  quasi  dalle 
fondamenta  il  monastero  di  S.  Maria  di  Brolo,  come  ricorda  il  Pirri. 

i311|    1451.  Febbraio  22.  Spilimbergo  (Udine). 

ToiDiAsi  T.  :  /  terr.  nel  Friuli  ecc.,  pag.  194. 

Secondo  una  cronaca  looale,  circa  le  4^  della  notte  del  22  febbraio, 
fa  sentita  una  fortissima  scossa  della  durata  di  quasi  15  minuti  (secondi?). 

,312]    1453.  Settembre  28.  Firenze. 

(iiovASNozzi  :  /  terr,  star,  Jlor.,  pag.  5^  (estr.)  -  S.  ammirato  :  Istor.  Jlor.,  Ivi  MDCXLI, 
parte  II,  Ub.  XXII,  pag.  77  E-7d  A  -  D.  B0N1N8E0XI  :  St.  della  città  di  Firenze,  Ivi  MDCXXXVi 
|iag.  10^107  -  Cronica  di  Bologna ,  in  «  muratori:  Rer.  itnl.  script.  »  voi.  xvm.  col.  703  e 
SozoMEsi  pisToiu£N9i9  :  Specimen  Historiae,  in  «  muratori  :  op.  cit.  »  voi.  xvi,  col.  12f>4  a. 

Nella  notte  28-29  settembre,  circa  le  5*»,  in  Firenze  e  contado  scossa 
violentissima  che  durò,  al  dire  di  certi  cronisti,  due  «  pater  »  :  succes- 


'I  Alla  scossa  di  Arezzo  o  di  Roma  (N.  908)  corrisponde  con  probabilità  la  notizia  del 
NauiuccI  riportata  dal  Taramelll  [Dei  terr.  di  Spoleto  ecc.,  pjig.  27,  estr.)  clie,  cioè,  In 
Uile  anno  (U-W)  le  città  umbre  vennero  afflitte  dalla  peste  e  daj  terremoto. 

0A1U1T4;  Terretnoti  ecc.  5 


66  [1455-1456] 


aero  .poi,   a  breve  intervallo  di    tempo,  due  altri    movimeati  del  suolo 
assai  meno  intensi.  Per  questo  terremoto  caddero  1000  o  1500  case,  si 
produssero  larghe  aperture  nei  muri  :  il  maggior  danno  si  sarebbe  ve- 
rificato nel  contado  e  segnatamente,  secondo  il  Giovaunozzi,  nella  parte 
N  e  NE  del  suburbio  fiorentino,  a  San  Gallo,  a  Camerata  ed  a  Vìnci- 
ffliata  ;  parecchie   sarebbero  state   le  vittime.   In   Firenze,  aggiunge  il 
err,  a  Forlì  ecc.,  pag.  143  [6])  rovinò  tVa  I'  altro  la  biblio- 
ivento  di  S.  Marco,  —  Repliche  fino  al  febbraio,  or  più  or 
e,  sempre  però  meno  intense  della  grande  scossa. 

i.  Febbraio  3.  Spillnhergo  (Udine) 

irr.  del  Friuli,  pag.  IW. 

4"  della  notte  del  3  febbraio,  una  forte  scossa  nel  Frinii 
■e,  secondo  una  cronaca  locale,  qualche  edificio  in  più  di 
assime  a  Spilimbergo. 

i.  Dicembre  20.  Bologaa. 

>^T  u.  :  Documenti  ecc.,  pag.  3  -  Alcune  dattili  Urr.a  Modena  ecc.,  N.  140  : 
.8TJ  -  Cronica  di  Bologna,  in  «  uuratom;  Ser.  Hai.  *cript.  •  voi.  xtdi, 
W  A  -  F.  H.  Db  fiuRsiu-ia  :  Annales  Banonleniei,  In  <  Hlratori:  Op.  clt.  • 
»jl.  8R8  D  -  S.  Muzz[  ;  Ann.  della  città  di  Bologna,  toI.  IV,  pag.  itS. 
embre,  a  4''  30"  di  notte,  si  senti  in  Bologna  una  veemente 
lale  produsse  grande  panico  ed  la  città  fece  cadere  molti 
)nde  di  muri.  Il  campanile  di  S.  Uaria  del  Monte  diroccò 
>  metà,  e  molte  chiese  della  montagna  Bolognese  furono 
Nella  notte  sì  ebbero  due  altre  repliche,  una  a  5^  30™  e 
queste  e  la  prima  scossa  furono  avvertite  pure  a  Modena, 
menti  del  Malvasia,  pubblicati  dal  De  Rosei,  erroneamente 
ti  al  1445.  Il  Muzzi  pure  erra  scrivendo  che  questo  periodo 
gnese  avvenne  sul  principio  e  sulla  fine  del  1455,  mentre 
uto  dire  sulla  fine  del  1455  e  sul  principio  dell'anno  1456. 

ì.  Agosto  22.  Si«u. 

a  ecc.,  pag.  Sol. 

)sto  terremoto  che  arrecò  grave  disastro  in  Siena. 

S.  Dicembre  5.  Napvlebiiifl. 

ra  Ireiiianle.  pag.  601  e  aeg.  ■  Il  terrtmoto  del  1456  -  motta  b.  :  /  lerr.  di 
i45a  e  i4G6  -  BOMANO  Q.i  II  terr.  d^l  14S6:  Copta  di  una  lettera  man- 

\  questo  grande  terremoto,  uno  dei  ma^iori  che  abbia 
lia  meridionale,    abbiamo  anzitutto   ad  osservare   la  eolita 


In  generale  le  notule;  le  Conti  speciali  ven- 


[1456]  67 

discrepanza  delle  date  :  alcnni  lo  fanno  accadere  nel  1448,  altri  nel  1449 
0  nel  1450  od  anche  nel  1457  :  ma  documenti  irrefragabili  ci  inducono 
a  ritenere  che  nel  1456  sia  successo  tale  disastroso  parossismo,  causa 
di  tante  rovine  e  di  tante  vittime. 

Altra  questione  che  si  presenta  è  la  la.  sua  data  mensile  :  quantunque 
tutti  concordano  nello  ammettere  che  sia  avvenuto  nel  dicembre,  alcuni, 
come  il  Collenuccio,  dicono  che  si  cominciò  al  giorno  5  a  sentire  delle 
scosse  che  pare  sieno  continuate,  più  o  meno  interpolatamente,  fino  al 
30,  in  cui,  A  ore  16  di  notte,  successe  quella  di  maggiore  intensità  : 
tale  opinione  riportano,  oltre  il  Collenuccio  già  citato,  il  Lancellotti, 
il  Cirillo,  Fra  Andrea  della  Moraica,  Gonzalo  de  Illescas,  il  Morigia  ed 
altri  parecchi. 

Ammettono  invece  che  la  scossa  del  giorno  5  sia  stata  la  più  intensa, 
Platina,  Enea  Silvio  Piccolominl,  Fontano,  la  Cronaca  di  Isemia  ri- 
portata dal  Ciarlanti,  quella  dei  Vescovi  di  Ariano  riprodotta  dal- 
l' Ughelli,  quelle  di  Lupo  Protospata  e  del  Raimo,  il  Boscano,  il  Pas- 
saro,  il  Cotugno,  il  Sardo,  il  Biccioli,  il  Girardi,  il  Mazzella,  il  Dolce, 
lo  Zuppella,  ecc. 

Altri  inline  attribuiscono  le  rovine  a  due  scosse  egualmente  intense. 
Tona  successa  al  5  dicembre,  ad  11^  di  notte,  e  T  altra  al  30  a  16*": 
fra  questi  noterò  il  Chioccarello,  S.  Antonino,  il  Summonte,  il  Maiolino 
ed  il  Gutierrez  de  Torres. 

Fra  questa  discrepanza  parrebbe  che  V  opinione  degli  ultimi  sia  la 
più  meritevele  di  fiducia  :  ma  ciò  in  fatto  non  è,  perchè  coloro  che 
propendono  pel  giorno  cinque  vissero  tutti  in  tempi  assai  prossimi  a 
<luello  in  cui  successe  il  fenomeno,  anzi  il  Cotugno  ne  fu  spettatore  : 
essi  poi  e  con  testi  diversi  e  con  prove  irrefragabili  s'  accordano  nel 
fatto,  mentre  all'  incontro  di  quelli  che  sono  di  parere  opposto  (cioè, 
cre<lono  che  il  secondo  terremoto  sia  stato  il  più  formidabile)  nessuno 
fu  contemporaneo  all'  avvenimento,  anzi  tutti  hanno  seguito  molto  fe- 
delmente la  dizione  del  Collenuccio.  Noto  poi  infine  che  S.  Antonino, 
capo  dell'  ultima  serie  di  autori  citati,  quantunque  sincrono,  scriveva 
da  lontano  e  per  informazioni  avute. 

A  convalidare  maggiormente  V  opinione  sopra  espressa  giungono 
i  documenti  sincroni  venuti  ora  alla  luce  e  pubblicati  neir  Archivio 
storico  Napoletano. 

L' Ambasciatore  Senese  scriveva  in  data  7  dicembre  :  «  a  di  4  de 
questo,  sonate  le  XI  bore  venne  uno  terremoto....  »  Ercole  Marchese 
di  Ferrara  anche  egli  dava  partecipazione  dell'  avvenimento  con  una 
lettera  in  cui  dice  «  sabato  quarto  giorno  dello  stesso  mese  sino  alla 
domenica  verso  le  dodici  ore  avvenne  un  terremoto....  *.  L'Ambascia- 
tore milanese  Antonio  da  Trezzo,  dando  notizia  della  catastrofe  a  Fran- 


1 


68  *  [1456] 

Cesco  Sforza,  incomincia  cosi  la  sua  relazione  :  <  Sabato  passato  de 
nocte,  circa  le  due  bore,  venendo  la  domenica,  fò  qua  el  magiore  ter- 
remoto.... »  Ed  infine  un  ms.  sincrono  della  Universitaria  di  Pavia 
pubblicato  dal  Romano  concorda  con  ciò  pienamente,  giacché  riferisce 
che  «  MCCCCLVI  a  dy  quatro  de  dexembre  tra  le  X  e  XI  bora  e  durò 
per  un  decimo  dora  fu  in  lo  Reame  un  terremoto....  » 

Adunque  concludendo,  la  scossa  disastrosa  avvenne  nella  notte  del 
4-5  dicembre  tra  le  ore  10  e  11  e  durò  circa  6  minuti  (sic). 

Trattandosi  di  un  parossismo  cosi  importante,  faccio  seguire,  ordi- 
nate alfabeticamente  per  località,  le  notizie  raccolte  sui  danni  e  sai 
numero  delle  vittime  causate  dal  terremoto. 

Accadia  (Avellino)  —  fu  abbattuta  :  il  numero  dei  morti  non  è  conosciuto. 

Acerenza  (Potenza)  —  fuspianala  :  1200  morti. 

Acerra  (Caserta)  —  grandi  rovine. 

Acquavi  va  (d'Isernia?)  —  tutta  sprofondata:  35  morti. 

A  lessano  (Lecce)  —  si  sfasciò  qualche  casa  (Db  Sxmoni:  Note  di  ehm.  Sai. 
pag.  6-8). 

Ali  fé  (Caserta)  —  distrutta  interamente  con  il  castello:  morti  60  (se- 
condo Romano  100). 

Alvito  (idem)  —  distrutta  in  parte:  morti  27. 

Apice  (Benevento)  —  fu  del  tutto  spianato:  morti  500  (Romano)  o  1020 
(S.  Antonino)  o  2040  (Capocci). 

Aquila  —  Il  Cirillo  {Degli  Annali  della  città  di  Aquila  con  Vhiitarie  del 
suo  tempOj  pag.  71  v,-72r.,  Roma  1570)  scrive  che  «era  stupor  grande  vedere 
la  rovina  dei  palazzi  e  d*  altri  edifizii  della  città.  Le  colonne  della  Tribuna 
e  testudine  df^lla  chiesa  di  S.  Bernardino  si  spezzarono  tutte;  furon  le  cam- 
pane della  giustizia  e  deirorologio  scosse,  e  caddero  dalla  Torre  del  palazzo... 
Nel  palazzo  del  Capitano  furono  oppresse  assai  gente.  Fecero  parimenti  nel 
contado  assai  danni,  che  rovinò  il  Castel  di  S.  Sano  totalmente...  »  Secondo 
il  Secinara  (Trattato  univ,  ecc.,  pag.  117-18)  i  morti  furono  80,  oltre  quelli 
deir  ospedale. 

Ariano  (A^vellino)  —  quasi  totalmente  fu  distrutto  con  la  morte  di  molti. 
Le  vittime,  secondo  alcuni,  furono  600,  secondo  altri  1004  o  2200  :  quest'ul- 
tima cifra  sarebbe  confermata  anche  dal  vescovo  Orso  Leone,  che  ne  lasciò 
memoria  nella  seguente  iscrizione  posta  sul  palazzo  vescovile  verso  la  piazza 
grande,  come  riferisce  il  Barberio  {Catal,  Epis.  Arianj, 

FBRTVR  IN  OBKVCTVM  MONS  MOTVS  IMPROBVS  ICTV. 

TBRRAB  CASTRVM  SVBVBRTIT.  AEDBSQVE  DBIBCIT 

BIS   HOMINVM  MILLE  NOCTB  DIRVS   ILLE  TRADIDIT  VRNAB 

VRSVS.   LEO  PRABSVL.   POPVLOQVE  FOVENTB  DATVRVS 

NONIS  DECEMBRIS  1456  SVB  DIVO  ALFONSO   REGE,   ET 

HKNRICO  COMITE.   (*) 


(1)  F.  A.  VITALE:  Mem.  degli  uom,  ili  della  H.  Città  di  Ariano,  pag.  U,  Roma  MDCCLXXXVia. 


[1456]  69 

— ' — — — ^^— ^^^— — ..— ^— ^^ —  - 

Àrpaia  (Benevento)  —  fu  rovinata  interamente  ;  nessun  morto. 
Arpino  (Sera)  —  rovinata  la  rocca  e  la  chiesa  di  S.  Francesco. 
Ascoli  Satriano  (Foggia)  —  in  parte  distrutto  con  la  fortezza:  nessun 
morto. 

Atei  la  (Potenza)  —  fu  in  gran  parte  distrutta  (Paci:  Relaz.  terr.  185i^ 
pag.  34>. 

Avellino  —  danneggiato  (Bella  Bona  S.  :  Raggvagli  della  città  di  AveU 
Uno.  Trani  MDCLVI). 

Aversa  (Caserta)  —  rimasero  rovinate  molte  case  (400):  molto  danneg" 
g^iata  la  fortezza  ;  incerto  il  numero  dei  morti. 

Benevento  ^  per  la  maggior  parte  distrutto  con  350  vittime  secondo 
alcuni,  o  400,  o  500  secondo  altri. 

Biccari  (Foggia)  —  soffrì  grandi  danni  :  3000  (?)  vittime. 
Boia  no  (Campobasso)  —  spianato  interamente  con  eccidio  di  quasi  tutti 
gli  abitanti  :  i  pochi  salvati  si  rifugiarono  a  Civita,  villaggio  non  del  tutto 
rovinato. 

Bovino  (Foggia)  ~  in  buona  parte  distrutto. 

Brindisi  —  S.  Antonino  dice  che  quivi  le  rovine  seppellirono  quasi  tutti 
gli  abitanti  :  ciò  è  pure  confermato  da  A.  Della  Monaca  (Memoria  hist,  deU 
r  antkkiss.  e  fediss.  città  di  Brindisi,  pag.  514-15,  Lecce  1647)  che  scrive 
«  cadde  ella  [città]  quasi  tutta,  e  con  la  caduta  oppresse  1  propri  cittadini, 
non  vedendosi  altro  per  la  città  che  smisurati  mucchi  di  sassi,  di  palagi  che 
gli  uni  sopra  gli  altri  rovinavano....  » 

Burutu  (Barete?)  —  notevolmente  danneggiato. 
Busso  (Campobasso)  —  notevoli  danni. 
Caianello  (Caserta)  —  rovinato. 

Campobasso  —  fU  totalmente  atterrato:  il  numero  delle  vittime  ascese 
a  trentamila. 

Campochiaro  (Campobasso)  —  notevoli  danni:  circa  200  vittime* 
Canosa  di  Puglia  (Foggia)  —  fu  distrutta  interamente. 
Cantalupo  del  Sannio  (Campobasso)  —  distrutto  totalmente. 
Capua  (Caserta)  —  soffrirono  le  case,   600  circa  delle  quali  furono  di- 
strutte: cadde  il  ponte  :  molti  morti. 
Caramanico  (Chietì)  —  fu  distrutto. 

Carpinone  (Campobasso)  —  molto  danneggiato:  100  vittime. 
Carsoli  (Aquila)  —  tutta  caduta,  eccetto  11  case:  202  vittime. 
Casacalenda  (Campobasso)  —  notevolmente  danneggiata. 
Casaiduni  (Benevento)  —  fu  spianato  totalmente:  moltissimi  morti. 
Castel  di  Sangro  (Aquila)  —  nella  massima  parte  distrutto. 
Castellina  di  Sora  (Caserta)  —  danneggiata. 
Castelluccio  (Foggia?)  —  idem. 
Castelpetroso  (Campobasso)  —  spianato:  500  morti. 
[Castel]  San  Giovanni  (?)  —  pel  terremoto  precipitò  adciosso  al  paose 
una  enorme  frana  che  lo  ricoperse  e  causò  44  vittime. 

[Castel]  S.  Vincenzo  (Campobasso?)  —  fu  desolato:  alcuni  morti. 
Castiglione  de*  Scauli  ^  come  il  precedente. 


%  [1466] 

Cerreto  Sannita  (Benevento)  —  adegnato  al  suolo:  oltre  400  vittiine. 

Certanda  (?)  —  rovinata  interamente  con  160  morti. 

Ceree  (Benevento)  —  tutta  rovinata:  40  vittime. 

Ceree  piccola  (?)  —  rovinata:  88  morti  (Capocci:  op.  cit.  pag.  88). 

Circello  (Benevento)  —  adeguato  al  suolo:  molte  vittime. 

Civitanova  del  Sannio  (Campobasso)  —desolata:  alcuni  morti. 

Covatta  (?)  —  come  il  precedente. 

Cor  vara  (Teramo?)  —  sprofondata:  tutti  gli  abitanti  morti,  18  eccet- 
tuati. 

De  li  ceto  (Foggia)  —  rimase  distrutto. 

Dugenta  (fraz.  di  Melissano:  Benevento)  —  notevolmente  danneggiata. 

Du razzano  (Benevento)  —  come  la  precedente. 

Foggia  —  gravemente  danneggiata. 

Fondi  (Caserta)  —  caduti  in  gran  parte  i  portici. 

FoBsasecca  (fraz.  Faicchio:  Benevento)  —  desolata;  alcuni  morti. 

Fragneto  (Benevento)  —  notevolmente  danneggiato. 

Francolise  (Caserta)  —  le  case  tutte  guaste,  il  muro  di  cinta  del  ca- 
Btello  molto  lesionato  ;  nel  monte  su  cui  quest*  ultimo  si  eleva  si  aprirono 
in  più  luoghi  delle  fenditure. 

Freso  lo  ne  (Campobasso)  —  secondo  alcuni  rimase  spianalo,  secondo 
altri  caduto  solo  in  parte  :  il  numero  dei  morti  varia  fra  i  100  ed  i  ^0. 

Gaeta  (Caserta)  —  per  metà  rovinata  (Muratori:  Ann,  d'Italia). 

Guardialflera  (Campobasso)  —  rovinata  (G.  D.  ed  A.  Magliano  Consid. 
si.  sulla  città  di  Lavino,  pag.  340,  Campobasso  1895). 

Guardia  S.  Framondi  (Benevento)—  totalmente  atterrata  :  100  morti 
circa. 

Isernia  (Campobasso)  —  distrutta:  morti  1200  circa. 

Lab i ti n a  (?)  —  notabilmente  danneggiata. 

Lacedonia  (Avellino)  —  distrutta  ed  abbandonata. 

La  ri  no  (Campobasso)  —  rovinato  interamente  con  1313  morti.  Invece, 
seconda  i  signori  Magliano  (Consid,  st.  sulla  città  di  Lavino,  pag.  171)  questo 
terremoto  avrebl>o  distrutto  i  casali,  ma  non  apportato  gravi  danni  alla  citte, 
poiché  ninna  traccia  lasciò  suirarco  del  campanile  e  sulla  facciata  della  cat- 
tedrale che  non  furono  in  queir  epoca  restaurati.  Il  Barberio  —  riportato 
dair  Ughelli  —  fa  ascendere  i  morti  a  2000. 

Lecco  —  gravi  danni  (L.  G.  De  Simom  :  Note  di  climat.  Sai.  ecc.) 

Limatola  (Benevento)  —  completamente  distrutta:  moltissimi  morti. 

Lucerà  (Foggia)  —  Secondo  il  Sunimonte  rovinarono  300  case  ed  il  ca- 
stello :  sconosciuto  il  numero  dei  morti.  Secondo  il  D' Ameli  {Storia  della 
cittu  di  Limra,  pag.  2(>8,  ivi  1861)  il  terremoto  apportò  gravi  disastri  avendo 
fatto  crollare  buona  parte  del  castello,  300  case,  e  danneggiare  il  palazzo 
vescovile.  Molti  furono  i  morti. 

Macchiagodena  (Campobasso)  —  interamente  rovinata:  oltre 300  morti. 

Man  duri  a  (Lecce)  —  molto  danneggiata  (L.  G.  Db  Simone:  Note  di 
clim.  Sai,  ecc.) 

Melfi   (Potenza)  —  Secondo  S.  Antonino  fu  in   gran  parte  distrutta. 


[1456]  71 

G.  Araneo  (Notizie  stor.  della  città  di  MelJI,  pag.  338,  Firenze  1866)  dice  solo 
che  la  città  ebbe  a  soffrire  per  questo  terremoto. 

Mirabella  Eclano  (Avellino)  —  rovinata  interamente:  184  morti. 
Montecaivo  (di  Benevento  od  Trpino?)  —  sprofondato:  secondo  il  Sar- 
nelli  (Leti.  BccL,  voi  III,  pag.  109):  i  morti  furono  80. 

Montecassino  (Caserta)  —  Neirabbadia  caddero  a  terra  vari  utensili, 
le  campane  della  torre  suonarono  da  per  sé  (L.  Tosti  :  St.  della  Badia  di 
}tontecauinOy  voi.  Ili  pag.  134,  Roma  1889). 

Montecorvino  (Salerno  o  Potenza  f)  —  totalmente  distrutto. 
Morcone  (Benevento)  —  come  la  località  precedente. 
Napoli  —  fu  molto  danneggiata.   La  chiesa  di  S.  Giovanni   Maggiore 
rovinata  interamente,  quella  di  S.  Maria  Maggiore  pure  rovinata,  due  torri 
avanti  il  Vescovado  per  metà  abbattute  e  cosi  pure  il  campanile  di  S.  Arpino 
e  quello  di  S.  Eligio.   Nella  chiesa  di  S.  Agostino  quasi  tutta  una  navata 
laterale  fu  atterrata,  guasto  ne  fu  pure  il  coro  e  lesionato  il  resto  deiredi- 
tìcio.  La  chiesa  di  S.  Domenico  rimase  con  la  facciata  tutta  lesionata  ;  quella 
di  S.  Lorenzo  fu  poco  danneggiata,  ma  il  suo  dormitorio  e  Tabitazione  ven- 
nero quasi  distrutti.  Nella  chiesa  di  S.  Chiara  si  produssero  molte  fenditui'e 
e  fu  conquassato  in  parte  il  chiostro  :  neir  Incoronata  varie  fenditure.  Molte 
case  caddero  ;  la  Zecca  crollò  nella  maggior  parte  e  cosi  pure  il  palazzo  del 
Capitano.  Precipitarono  cinque  merli  dalla  torre  di  mezzo  di  Castel  deirOvo 
e  si  aprirono  delle  lesioni  nella  sua  chiesa.  Castel  S.  Elmo  fu  oltremodo  dan- 
negiato.  Tutte  le  case  non  rovinate,  rimasero  aperte.  Circa  a  100  ascesero  i 
murtì. 

Nardo  (Lecce)  —  gravemente  danneggiato  (L.  G.  Simoni:  Note  di  clim. 
SaL  ecc.) 

Nola  (Caserta)  -—  grandi  rovine. 
Gratino  (Campobasso)  —  notevolmente  danneggiato. 
Oria  (Lecce)  —  grandi  danni. 

Ortona  (Chieti)  —  rimasero  "diroccate  molte  case  ed  edifici  con  433  morti 
(V.  BiXDi  :  Monum.  stor.  ed  art,  degli  Abruzzi,  pag.  677,  Nap«)li  1889). 
Paduli  (Benevento)  --  rovinata  interamente,  con  oltre  1000  vittime. 
Palma  (Caserta)  —  rovinata  per  metà:  cadde  la  rocca. 
Pettorano  (Aquila)  —  desolata :.  alcuni  morti. 
Pi  esco  —  come  il  precedente. 

Pontelandolfo  (Benevento)  —  notevolmente  danneggiato. 
Pozzuoli  (Napoli)  —  S.  Mazzella  (Sito  ed  antichità  della  città  di  Pozzvolo 
e  del  suo  amenissimo  distretto,  ecc.,  pag.  15,  Napoli  1606)  scrive  «  a  30  di  de- 
cembre  del  1458  (*)  regnando  Alfonso  d'  Aragona  fu  altresì  da  terremoto 
guasta:  il  che  fu  con  gran  mortalità  d'huomini  :  onde  fece  notabile  ruina 
di  molti  edifici  pubblici  e  privati  ;  alcuni  da  fondamentii  rovinarono,  alcuni 
andarono  sotto  terra,  come  sorbiti ...» 


1)  U  Capocci  (CatalogOy  ecc.,  ni  pag.  If6)  dice  che  la  particolarità  del  «  regnando  Aì- 
/owo,  ecc.  »  distrugge  la  data,  essendo  questi  già  morto  nel  giugno  U58,  (luiiuii  la  iio- 
Uza  si  riferirebbe  al  terremoto  del  1456,  come  viene  anclie  a  suffhtgare  la  data  ineiiHlh?. 


[1156] 

lOteToli  danni. 

sso)  —  fu  rovinata  (A.  Psbrblla  :  Efem.  della  Prov.  di 

231,  Isernia  1892). 

basso  ?}  —  fa  desolato  :  alcuni  morti. 

Campobasso)  —   fu  rovinato  (Pebbella  :  loc.  di.) 

te  (fraz.  di  Cast ropig nano,  idem)  —  desolato:  alcuni 

I  —  come  la  località  precedente. 

ìglia  (Aquila)  —  completamente  distrutta. 

n)  —  del  tutto  rovinata:  parecchi  morti. 

ura  (idem)  —  come  Ja  precedente. 

ampobasso)  —  rovinata  (A.  Pbbsella  :  loc.  cit.) 

wlata:  alcuni  morti. 

t&  «  f u  gutista  tutta  quanta  >. 

Caserta)  —  rovinate  chiese  e  campanili. 

lana  (Campobasso)   —  molti   perirono  sotto  le  rovine 

[  :  Op.  Cit.  pag.   134). 

r  Goti   (Benevento)  —  la  città  fu  assai  conquassata 

che  appariscono  &tte  in  tale  0':casione  ne  ianno  chia- 

il  danno  sofferto  non   fu  dì  tanta  importanza,  quanta 

itori   riferito »  (F.  Raikone:  Oriffine  della  città  di 

f.  LVin,  Napoli  MDCCLXXXVIlI). 
Puglia  (Foggia)  —  <  f u  danneggiata  pur  essa;  co- 
irà perpendicolare  che  è  al  fianco  del  Castello  che  s'ae- 
noti  del   1"83  e  26  luglio  18(6  »  (L.  agnelli  :  Cronaca 
,  2.  ediz.,  pag.  54,  Sciacca  1869). 
?oggia?)  —  desolata:  alcuni  morti. 
rotte  fCampobas3o)  —  come  il  precedente. 
quale?)  —  corno  il  precedente. 

i  dell'Abruzzo?)  —  rovinato  interamente:  1200  morti. 
asso)  —  notevoli  d:mni,  ma  ron  grandi  rovine. 

—  come  il  precedente. 

a)  —  nella  massima  parte  ruìnata. 
tutto  rovinata:  46  morti. 
lasso)  —  tutto  spianato. 

iero  molte   case,  con   la  morte  di  200  e  più  persone 
e  civ.  della...   città  di  Teramo,  ecc.,  voi.  II,  pag,  126, 

lasso)  —  distrusse  il  terremoto  la  città  e  la  chiesa  cat- 
ta se   non   fosse  stata  prontamente  riparata  (G.  D.  e 
i.  st.  sulla  città  di  Larino,  pag.  319,  Campobasso  I89t). 
:>)  —  fu  interamente  distrutto, 
nnio  (Campobasso)  —  desolata,  alcuni  morti, 
ovinato  interamente:  35  morti. 

-  <  Nel  duomo  cagionò  molti  danni  nel  muro  della  Tri- 
e  nell'arco  sull'altare  maggioro,  nel  quale  arco  si  di- 


FiQ.  1  -  Gran  terremoto  napoletano  1456. 


staccò  una  grossa  pietra.....  Nella  città  si  deplorarono  intomo  a  dugento 
case  scomposte  ed  atterrate;  ma  nessuna  persona  morta.  »  {Memorie  stor.  della 
città  di  Troia  per  V.  Stefanelli,  pag.  159,  Napoli  1879). 

Ururi  (Campobasso)  —  fu  interamente  distrutto  (G.  D.  e  A.  MaglianO: 
Consid.  ecc.,  pag.  233). 

Vara  nello  (fraz.  Ariano:  Avellino)  —  desolato:  alcuni  morti. 
Vasto  (Chieti)  —  fece  crollare  gran  parte  delle  fabbriche,  sotto  le  cui 
rovine  perirono  più  di  300  persone  (L.  Marchbsani  :  SL  di  Vasto,  pag.  13). 
Venafro  (Campobasso)  —  fu  grandemente  danneggiato. 
Vincbiaturo  (idem)  —  rovinato  interamente:  129  morti. 
Vi t ulano  (Benevento)  —  del  tutto  rovinato. 
Zungoli  (Avellino)  —  notevolmente  danneggiato. 
Questi  sono  i  paesi   intomo  ai   quali  ho  potuto  raccogliere  qualche 
notizia  particolareggiata:  quantunque  il  materiale  sia  abbondante,  tut- 
tavia riesce  impossibile  il  poter  fare  del  fenomeno  uno  studio  con  gli 
odierni  criterii,  giacché  le  diverse  notizie  spesse  volte  sono  contraddi- 
torie e  molte  di  esse  certamente  esagerate. 

Riguardo  al  numero  dei  morti,  il  Fontano  li  fa  ascendere  a  24  mila, 
a  :X)  mila  il  Tarcagnota  ed  altri,  a  35  mila  il  Fazello^  a  60  mila  il  Pic- 
colomini,  certuni  poi  li  fanno  superare  anche  i  70  mila. 

Ad  ogni  modo,  cercando  di  sintetizzare,  possiamo  senza  tema  di  di- 
scostarci troppo  dalla  verità,  ritenere  che  Tarea  mesosismica  abbia  in- 
teressato la  regione  aquilana,  il  Molise,  il  Beneventano,  la  provincia  di 
Campobasso  e  parte  della  Basilicata,  avendo  presso  a  poco  la  forma  e 
le  dimensioni  rappresentate  nella  unita  cartina  (fig.  1). 

Noterò  che  oltre  alle  solite  anomalie  sulla  distribuzione  delle  rovine, 
spiegabili  con  la  costituzione  del  terreno,  con  la  natura  e  stato  delle 
costruzioni,  il  terremoto  fa  disastroso  a  Brindisi  mentre  lo  fu  meno 
nelle  regioni  circostanti  alla  nostra  area  mesosismica  ed  in  località  a 
questa  assai  più  vicine. 

Il  movimento  sismico  dalla  parte  di  settentrione  si  propagò  nel- 
r  Umbria,  nelle  Marche  ed  in  Toscana,  dalla  parte  di  mezzodì  giunse 
nelle  Calabrie  e  nel  Messinese  giacché  per  le  prime  il  Grimaldi,  par- 
lando del  parossismo  del  1783.  ricorda  che  nel  1456  <  le  Calabrie  in 
questa  generale  disavventura  del  Regno  furono  le  meno  danneggiate  » 
(pag.  82),  ed  il  Mongitore  nella  sua  molte  volte  citata  opera  sui  terre- 
moti di  Sicilia  (pag.  382),  con  V  autorità  del  Maurolico  e  del  Bonfìglio, 
scrive  che  in  Messina  la  scossa  fu.  si  forte  da  obbligare  la  gente  ad 
abbandonare  le  case. 

Le  antiche  memorie  parlano  di  città  state  inghiottite,  di  montagne 
spaccate,  di  laghi  formatisi,  di  squarciature  aperte  nel  terreno  esalanti 
pestilenziali  gas  e  vapori  :  fenomeni  che,  spogliati  di  quanto  vi  ha  ag- 
gionta  la  fantasia  e  la   paura,  si  riducono  air  ordine  ed  alla   propor- 


li  tU66  - 1457] 


zlone  di  quelli  che  accaddero  in  altri  tempi  e  che  avvengono  tuttora 
in  occasione  di  qualche  violento  parossismo  e  dei  quali  il  lettore  troverà 
molteplici  esempi  nel  corso  di  questo  lavoro. 

Nella  relazione  dell'Ambasciatore  Senese  (H  terr.  del  1456,  pag.  350-51) 
si  legge  che  in  Napoli  «  fo  ni  la  notte  si  gran  commocione  del  mare 
ohe  tutte  le  galee  e  navi  che  erano  in  porto  parevano  che  fossero  com- 
battute da  mille  diavoli  si  grande  rugna  e  percussione  tra  loro  face- 
vano che  chi  ci  era  suso  credette  pericolare....  »  ;  il  che  certamente 
dipese  dalla  propagazione  del  movimento  sismico,  come  altre  volte  si 
è  verificato.  Detto  oratore  aggiunge  poi  che  <  laqua  dei  pozi  e  dele 
cisterne  che  sono  in  Napoli  era  si  grande  la  tempesta  gli  era  dentro 
che  spingeva  laqua  de  fuori...  »  11  quale  fenomeno  è  eguale  a  quello 
successo  a  Foggia  nel  1731  ed  a  Bologna  nel  1779  (vedi). 

[317]    14561457.  S.  Sepolcro,  Città  di  Castello. 

Malvasia-de  Bossi  :  Documenti  ecc.,  pa^.  58  -  Chronicon  Eugubinum,  in  «  muratori  :  Ser, 
ital.  script,  YOl.  XXI,  col.  91  a  B  -  M.  G.  M.  A.  v.  :  Memorie  civili  di  Città  di  Castello, 
voi.  n,  peg.  25,  ivi  1814  -  L.  BoNAZzi  :  Storia  di  Perugia,  voi.  i,  pag.  674,  Ivi  lHr35  -  Pel- 
uni  p.  :  DeìVhistona  di  Perugia,  parte  n,  Ub.  xiii,  pag.  648,  venetla  mdclxiv  -  p.  Fa- 
RULU  :  Ann,  o  mem.  st.  di  Borgo  S.  Sepolcro,  pag.  38-8.  ammirato  :  Istor.  jlor.,  parte  n, 
lib.  xxui,  pag.  84  B,  Firenze  MDCXU. 

Al  5  dicembre  1456  cominciarono  a  sentirsi  in  Firenze  delle  scosse^ 
con  ogni  probabilità  provenienti  dal  radiante  napoletano  :  per  numero 
e  per  intensità  andarono  nei  giorni  seguenti  sempre  crescendo.  AI 
giorno  9  in  Borgo  S.  Sepolcro  si  ebbe  un  terremoto  che  durò  «  un 
pater  >  ed  in  tale  occasione,  al  dir  del  Farttlli,  «  la  torre  del  Torri- 
giano  due  volte  crollò  ». 

Al  26  aprile  del  1457,  circa  le  18*^,  si  ebbero  due  scosse  che  a  Città 
di  Castello  fecero  rovinare,  la  Chiesa  di  S.  Francesco  e  400  case, 
danneggiare  il  palazzo  del  governatore,  quello  del  podestà  e  tutti  gli 
altri  edifici.  I  morti  furono  circa  una  quindicina. 

I  danni  si  limitarono  fra  Città  di  Castello  e  Perugia,  ove  furono 
sentite  senza  nocumento,  quantunque  abbiano  causato  panico  :  ciò  pure 
dicasi  di  Gubbio. 

Dalla  sera  del  29  aprile  all'aurora  del  giorno  30  si  avvertirono  altre 
145  repliche  che  tennero  in  allarme  la  popolazione  :  T  ultima  produsse 
nuovi  danni.  A  5**V8  del  30  nuova  scossa  rovinosa  susseguita  da  re- 
pliche fino  al  4  maggio. 

Neil'  area  centrale  si  aprirono  delle  squarciature  nel  terreno. 

[318]    1457.  Agosto  23.  Bolo^a. 

Masini  p.  a.  :  Bologna  perlustrata  ec(^,  pag.  46*2,  Ivi  MDCL. 

A  10*"  del  23  agosto  si  fece  sentire  un  grande  terremoto  che,  al  dire 


[libi  - 1461]  75 


del  Masini^  fece  stare  in  apprensione  per  circa  un  quarto  d'  ora  i  cit- 
tadini. Questa  scossa,  che  detto  autore  dice  seguita  da  temporale  for- 
tissimo e  devastatore,  non  trovo  ricordata  da  altri  storici  ;  la  sua  con- 
comitanza con  il  temporale  poi  mi  fa  dubitare  dell'  autenticità. 

;319]    1457.  Dicembre.  Veneto. 

Sansovino  :  Cronico  ecc.,  pag.  48.  - 

Terremoto  notabile  in  Venezia  con  danno  di  molti  luoghi  deboli. 
Lo  storico  veronese  Dalla  Corte  (II,  pag.  416)  citato  dal  Goiran  (St 
8Ì9m,  ecc.,  pag.  18)  forse  alludendo  a  questo  terremoto  scrive  :  «  ma 
quello  che  più  di  ogni  altra  cosa  gli  animi  spaventò,  fa  il  vedere  nel 
mese  di  dicembre  dell'  anno  1457  cadere  per  alcuni  terribili  terremoti 
che  quasi  per  tutta  Italia  si  sentirono,  infiniti  edifici  ed  alcune  castella 
intiere  ed  nn  monte  appresso  il  nostro  lago  di  Garda  sopra  Salò  [pro- 
babilmente il  monte  S.  Bartolomeo]  quasi  gli  mancasse  sotto  il  ten*eno, 
s'ascose  gran  parte  nella  terra....  » 

Dubito  che  la  data  sia  errata  e  che  si  riferiscano  le  notizie  citate 
al  1456. 

.320]    1451.  Giugno,  agosto.  Baecino  (Salerno). 

De  Ratmo:  Annaies,  in  «  muratori:  Ber.  UaL  script.  »  voi.  xxm,  col.  384  B. 

Nel  giugno  ed  agosto  varie  scosse  di  terremoto  recarono  gravi  danni 
a  Buccino. 

[321]    1461.  Novembre  27.  Aquila. 

B.  Casti:  Anton  Lodovico  Antinori  ecc.,  pa^r.  111-12  -  a.  vittori:  Siato  dell'  Aquila  degli 
Abruzzi  ecc.,  pa^r.  6-11  (estr.) 

I  terremoti  in  Aquila  cominciarono  al  16  novembre  con  una  scossa 
che  fortunatamente  non  apportò  alcun  danno  :  il  movimento  sismico  di 
m&ggior  intensità  ebbe  luogo  nella  notte  del  27,  dopo  le  5^  :  gettò  a 
terra  chiese  e  case,  causando  la  morte,  si  in  città  che  nel  contado,  a 
molte  persone  :  la  popolazione  intanto  abbandonò  le  case  pericolanti. 
Due  ore  dopo  una  nuova  scossa,  non  meno  violenta  della  prima,  pro- 
dusse danni  ancora  maggiori. 

Nella  chiesa  di  S.  Maria  di  Collemaggio  cadde  la  cappella  grande, 
restò  fracassato  tutto  V  edificio  e  slogato  il  tetto  :  precipitò  in  gran 
parte  il  convento  attiguo  :  in  quella  di  S.  Matteo  rovinò  tutto  V  ospe- 
dale con  la  morte  di  molte  persone. 

S.  Maria  di  Forfona  e  S.  Maddalena  restarono  infrante  con  la  caduta 
di  una  parte  delle  mura.  Nella  chiesa  di  S.  Bernardino  diroccò  una 
grande  porzione  della  navata,  la  cappella  del  B.  Giovanni  da  Cape- 
itrano  e  tatti  i  pilastri  ed  oltre  alle  mura  lesionate,  cadde  a  terra  la  gran 


76  [1^61] 

cupola,  la  quale  battendo  sul  volto  della  sala  maggiore  dell'  ospedale,  la 
fece  precipitare. 

Le  chiese  del  locale  dell'  Intempera,  come  anche  le  ca^e,  patirono 
danni  minori  delle  altre.  Nella  parrocchia  di  8.  Maria  rovinò  nna  cap- 
pella con  porzione  di  tetto.  In  S.  Maria  di  Paganica  precipitò  la  mag- 
gior parte  d^e  travi  ;  nella  chiesa  di  S.  Silvestro  V  intero  campanile. 
Diroccarono  pure  la  facciata  del  tempio  di  S.  Leonardo,  gran  parte  di 
quella  di  Angelo  in  Via,  la  fontana  e  torre  di  S.  Lorenzo.  San  Giuliano 
della  Barete  rovinò  quasi  tutto  colla  torre,  e  cosi  pure  il  monastero  di 
S.  Croce  con  porzione  di  chiesa.  Lo  stesso  rovinìo  avvenne  nella  chiesa 
ed  abitazione  di  S.  Spirito.  Presso  la  contrada  detta  «  Riviera  »  re- 
starono atterrate  la  chiesa  di  S.  Pietro  di  Preturo  ed  in  parte  quella 
di  S.  Marinella.  Rovinò  la  maggior  parte  delle  fabbriche  prospicenti 
la  via  «  Gianvincioni  »  e  nella  e  Riviera  >,  oltre  alle  chiese  ed  alle 
torri,  restarono  adeguate  al  suolo  circa  settantacinque  case  con  la 
morte  di  sei  persone. 

Non  cadde  fortunatamente  la  chiesa  di  S.  Chiara  ;  però  ne  fu  per 
Intero  abbattuto  il  monastero.  Rovinò  più  della  metà,  di  quello  di 
S.  Pietro  di  Sassa,  ed  il  restante  rimase  oltremodo  lesionato  e  minac- 
cioso di  prossima  rovina.  Gran  parte  della  chiesa  di  Quinziano  andò 
a  terra  ;  tutte  le  case  di  Sassa  e  di  Pile  caddero  o  furono  rese  inabi- 
tabili. Nella  chiesa  di  S.  Domenico  fu  rovinata  la  navata  maggiore  ed 
un'altra  con  le  cappelle. 

Nel  convento  dei  frati  dell'  Osservanza  precipitarono  il  dormitorio, 
le  scale  e  tutti  gli  altri  casamenti  furono  guasti  e  lesionati.  Si  disgiun- 
sero le  mura  della  torre  di  S.  Biagio  e  di  S.  Vittorino  e  nella  chiesa 
rovinò  la  cappella  di  mezzo:  il  resto  non  ebbe  molti  danni:  pure  vi 
perirono  tre  persone. 

Nel  Duomo  cadde  un  muro  laterale  ed  alcune  cappelle  :  fu  pure  molto 
danneggiato  il  palazzo  vescovile  e  rimase  demolita  una  casa  attigna 
al  Duomo  stesso.  Le  chiese  di  S.  Maria  di  Roio  e  di  S.  Marciano  Gi- 
rono assai  malconcie,  quella  di  S.  Giovanni  cadde  in  parte,  le  altre 
di  S.  Maria  di  Rasino  e  di  S.  Andrea  patirono  allo  stesso  modo.  Nella 
chiesa  di  S.  Maria  di  Bagno  cadde  la  torre  con  piccola  porzione  della 
chiesa  :  caddero  in  S.  Agostino  le  mura  dell'  orto  e  buona  parte  delle 
celle  e  delle  ofìftcine,  e  nella  chiesa  porzione  della  facciata,  delle  cap- 
pelle e  del  tetto.  Nel  tetto  e  nelle  mura  patì  pure  molto  quella  di 
8.  Marco  :  in  quella  di  S.  Giusto  V  esteriore  fu  salvo,  ma  ftirono  fra- 
cassate le  cappelle. 

La  chiesa  di  S.  Flaviano  rimase  irriconoscibile  ;  in  S.  Francesco 
rovinò  una  navata,  il  tetto,  poi  le  cappelle  ed  il  convento  furono  oltre 
modo  malconci.  In  quella  di  S.  Maria  ad  Civitatem  rovinò  il  lato  verso 


[1461  - 1465]  77 


S.  Francesco.  Le  torri  patirono  maggiori  danni  che  non  le  chiese  :  cadde 
parte  del  palazzo  del  comune  ed  il  resto  risenti  lesioni  tali  che  fa  uopo 
puntellare  V  intero  edificio  :  tutte  le  altre  case  ebbero  danni  di  eguale  va- 
lore. Nel  rovinio  della  città,  di  cui  una  quarta  parte  rimase  adeguata  al 
suolo,  ed  il  rimanente  gravemente  lesionato,  si  ebbero  a  deplorare  dalle 
60  alle  80  vittime:  ed  altre  100  o  160  nel  contado.  Quivi  il  danno  fu 
molto  inegualmente  distribuito  :  risentirono  ma^iormente  gli  effetti  del 
parossismo  tellurico  i  seguenti  paesi:  S.  Eusonio,  in  cui  rovinarono  tutte 
le  case  e  le  chiese,  con  gran  numero  di  vittime  ;  Castelnuovo,  che  di- 
venne un  mucchio  di  sassi  ;  quivi  furono  pure  demoliti  i  torrioni  delle 
mura  :  28  fhrono  le  vittime.  In  Onda  non  restò  alcuna  casa  in  piedi  e 
si  piansero  parecchi  morti  :  cadde  quasi  del  tutto  Poggio  Picenze. 

In  Teramo  rovinò  una  grande  quantità  di  edifici,  tra  i  quali  le  chiese 
di  3.  Francesco,  di  8.  Domenico  e  di  8.  Bernardino. 

U  terremoto  fu  pure  inteso  a  Perugia,  secondo  quanto  ho  trovato 
nel  Pellini  (Delle  ffisL  di  Perugia^  Parte  II,  pag.  664),  ed  in  Boma, 
ove  più  volte  fece  suonare  la  campana  di  8.  Marcello. 

Dopo  la  grande  scossa  del  27  novembre,  la  terra  per  molto  tempo 
fu  in  continuo  movimento  ;  fra  le  maggiori  repliche  è  uopo  ricordare 
quella  avvenuta  al  4  dicembre,  che  f^  sentita  in  parecchie  località 
delle  Provincie  circostanti  e  che  fu  seguita  da  altre  per  tutto  il  mese  : 
fino  al  15  dicembre  taluno  asserisce  ne  sieno  state  sentite  più  di  cento. 

Alle  8^  della  notte  del  17  ne  avvenne  una  molto  forte,  che  incusse 
grande  panico  e  fece  cadere  molte  case,  lesionate  gravemente  dalle 
commozioni  antecedenti. 

Nella  notte  fra  il  3  ed  il  4  gennaio  1462,  a  4*"  circa,  si  ebbe  un  in- 
tenso scuotimento  susseguito,  a  6^  ore  della  notte  del  giorno  4,  da  un 
altro  che  pose  in  nuovo  sgomento  la  popolazione. 

U  periodo  sismico  può  ritenersi  terminato  al  3  febbraio. 

[3221    1463.  Settembre.  Firense. 

Bonito  m.  :  Terra  trem,^  pag.  633. 

Secondo  il  Girardi  si  senti  in  Firenze  una  fortissima  scossa  che 
portò  molti  danni  agli  èdiflcii. 

[323]    1405.  Aprile  6.  Verona. 

QoiRAN  A.  :  St.  Hsm.  ecc.,  pag.  18. 

Lo  Zagata  ricorda  che  al  6  aprile  si  senti  in  Verona  un  fortissimo 
0  forte  terremoto  :  ora  trovo  nel  Pezzana  (Storia  di  Parma,  voi.  Ili, 
pag.  256)  che  Parma  al  7  aprile  fu  spaventata  da  una  forte  scossa,  Vi 
Bara  uelP  una  o  nelP  altra  notizia  qualche  errore  di  data  ? 


78  [1465  - 1468] 


[321|    1466.  Maggio  15?  tlibbU  (Perugia), 

a.  Bebnio;  Cironteon  SuffulHHum,  In  •  Muratobi:  Ser.  ttal.  icrtpt.  ■  voi.  xxi,  col.  loae  C. 

Nel   di  di   6.  Ub&ldo  (13   iiiag:gìo?)  due   forti  scosee,    e  nella  notte 
seguente  una  terza  maggiore.  Forse  a  queste  commozioni  dei  snolo  al- 
lude  il   Bardi,  citato  dai   Bonito  (Terra  trem,,  pag.  638),  allorquando 
inno  si   sentirono  in  Toscana  molti  terremoti  :  giacché 
che  le  scosse   di   Onblo  si  siano  propagate  anche  abba- 
iente nella  Toscana. 

■eniiaìo  14.        ~  Salenituo  e  Basilicata. 

.  ai  Navolt  àegU  anni  use  e  uee,  pag.  irò  (entr.)  ■  De  fitvHO  :  AnnaUs, 
Op.  clt.  »  tomo  XXIII,  col.  «3  n  E. 

lO;  a  9''  di  notte,  ia  Napoli  ed  in  Capaa  fti  sentita  una 
3rte,  che  durò  per  io  spazio  di  un  <  miserere  >  :  non 
)  alcuno,  ma  inctisse  panico  grandissimo.  Invece  ne  ar- 
Salernìtano,  a  Buccino,   a  Pescopagano,   a  Gonza  e  ad 


Htobre  27-28,  dicembre  26.  flabUo. 

^vgvDinim,  la  >  Muratort:  op.  clt  >  voi.  XSI,  col.  1013  A. 

27-28  Ottobre   in  Gubbio  grande   terremoto  e  ad  ore  15 
e  altra  scossa  della  stessa  inteosltft. 

muglio.  Argenta  (Ferrara). 

ìwtt  J"  Argenta,  pag.  VS. 

16  avvenute  nel   luglio  rovinò  in  gran  parte  II  castello, 
}b1  molte  case  e  grande  porzione  dei  muri  di  cinta. 


Iella  notte  dei  22  d'  agosto  si  senti  in  Siena  una  scossa 
eguita  da  altre  pld  leggere  :  il  popolo  usci  dalle  case  e 
e  tende  all'aperto. 

0  ad  intervalli  le  commozioni  più  o  meno  sensibili  flnchd 
un  terremoto   assai   veemente  incusse  panico  grandis- 

ladere  dna  armi  del  merli  degli  nfBciali  •  della  Mer- 
li Campo.  Nessun  danno  alle  persone.  Il  periodo  sismico 
to  di  circa  160  scosse. 

Luglio  6.  Ri  mini. 

1  at  sinmologia,  voi.  ii,  pag,  166 

remoto  che  in  Rimii^i  recò  danai  gravisslmii 


1 


"■  ■  *■■■  ■ 


[1470-1474]  79 


[330]    1470.  Aprile  15.  Casio  Castello  (Bologna). 

Uvzu  s.  :  Ann.  della  città  di  Boloffna,  Ivi  1843,  voi.  Y,  pag.  20. 

Al  15  aprile  per  una  scossa  di  terremoto  rovinò  un  tratto  di  muro 
nel  castello  di   Casio  (fraz.  di  Vergato). 

[331]    1471.  Marzo.  Gobbio  (Perugia). 

CAroHic.  Suffud,,  in  «  muratori  :  Ber.  ital.  script.  »  voi.  xxi,  col.  1020  C. 

Nel  mese  di  marzo  a  Gubbio  scosse  frequenti  ed  assai  intense. 

[332]    1471.  Agosto  15.  Brescia. 

U.  BONITO  :  Terra  trem.,  pag,  934-35  -  Da  Seonara  F.  :  Tratt.  univ.  ecc.,  pag.  119  -  H.  Ca- 
'«'BioLO:  Delle  hist»  Bresciane^  Brescia  mdcxxx,  pag.  179. 

Il  Bonito,  seguendo  Licostene,  scrive  che  a  22^  del  giorno  citato  si 
senti  in  Brescia  un  terremoto  si  violento  che  i  cittadini  stimarono  vo- 
lessero cadere  le  case  :  secondo  il  Morigia  fa  seguito  da  una  grandi- 
nata riuscita  fatale  a  uomini  e  ad  animali.  Il  Cavriolo  ricorda  che  nel- 
l'anno  «  due  volte  squassò  il  terremoto  la  nostra  città  ». 

[333]    1472.  Maggio  14.  Friall. 

A.  TosocAsi  :  /  terr,  del  Friuli,  pag.  194. 

Ad  ore  20  del  14  maggio  si  ebbero  nel  Friuli  due  scosse,  la  prima 
forte,  e  fortissima  Taltra,  che  fece  screpolare  molte  case  :  furono  pure 
avvertite  a  Venezia. 

[334]    1473.  Febbraio  2.  Rlmini. 

OORRAoi  A.  :  Annali  delle  epidemie,  voi.  vn,  parte  l,  pag.  184. 

Al  2  febbraio  tuoni  orribili  e  terremoti  in  Rimini. 

[335]    1473.  Maggio  7.  Milano,  t 

ZBRKNooi  :  Discorfo  del  terremoto,  pagr.  21  -  D.  Calvi  :  l^em.  sacro-prof,  di  Bergamo,  voi.  ii, 
app.  -  D.  OoRio  :  r  hist.  di  Milano,  pag.  411  recto  -  F.  frisi  :  Mem.  st.  di  Monza,  voi.  m, 
pa^.  119  -  O.  Ohilini  :  Annali  d'Alessandria,  pa^;.  105  -  Ros accio:  Le  sei  età  del  mondo, 
paff.  33  -  Spelta  :  ffist.  dei  Vesc.  di  Pavia,  pa^.  439  -  A.  Db  Bipalta  :  Annales  Piacentini, 
in  «  MURATORI  :  Ber.  ital.  script.  »  voi.  xx,  col.  942  e  D. 

Circa  le  IS*^  del  7  maggio  in  Milano,  Pavia  e  Piacenza,  si  senti  un 
fortissimo  terremoto  che  violentemente  scosse  il  suolo  fra  il  Ticino  e 
l'Adda  (erroneamente  alcuni  scrivono  Adige)  facendo  cadere  moltissimi 
edifici,  con  la  morte  di  molte  persone. 

Il  Rosacelo  pone  il  terremoto  nel  1474  e  dice  che  in  Milano  farono 
rovinate  più  di  2000  case. 

[:e6J    1474.  Marzo  11.  Modena. 

A.  DONDi  :  Notizie  stor.  ed  art.  del  Duomo  di  Modena,  pag.  256. 

All'  11   marzo,  circa  le  3*»,  fu  sentila  una  ^ande  scossa  ch^  fece 


80  [1474-1483] 

Baonare  le  campane  e  rovinare  il  camino  delle  carceri,  n  Mercallì 
vtilc.  ecc..  pa^.  225),  cltandO:  Calegarl  e  Canestrini  {Storia 
'.  SoBBuolo  ecc.,  pa^.  150),  Bcrlve  che  nell'anno  si  ebbe  an 
1  Uudenese. 

.  Agosto.  Aaena. 

llrz.  ai  itoc.  fior,  ani.  ecc.  della  etttà  e  terre  Uarehigiane,  \o\. 


Bemabei  ricorda  che  al  18  agosto  cominciò  in  Ancona 
[smfco,  che  fece  abbattere  molti  comignoli  e  spaventare 
lopolazione  che  andò  ad  abitare  all'aperto.  Mentre  poi  si 
,a  messa  solenne  per  la  liberazione  dal  flagello,  si  senti 
losea  si  forte  da  f^r  fuggire  tutti  dalla  chiesa.  I  terremoti 
«echi  mesi  e  terminarono  al  22  maggio  1475. 

.  Ottobre  10.  PflHl. 

T.  ai  Forlì,  pag.  19. 

bre,  a  17",  in  Forlì  fortleslma  scossa  con  qualche  danno  : 
ihe  sia  stata  avvertita  anche  a  Kavenna,  giacché  li  Perrey 
in$,  Jtal.f  pag.  16)  ne  cita  una   quivi   sentita  verso   11    15 


,  Maggio.  Piviiua»  (Massa). 

u.  In  ■  MuxATORi:  Ser.  ftal.  stript.  >  voi.  xxa,  col.  SS1  D  e  313  A  B  - 
M.  della  atta  (U  Parma,  ecc.,  voi.  IV,  pag.  337  -  Vedbi*ni  l.  :  HUt.  del- 

I  citta  di  Modena,  Ivi  ISSI,  parte  n,  pag,  416. 

E  del  7  febbraio,  a  5"  circa,  si  senti  in  Parma  nna  grande 
a  si  ripetè  nella  notte  istessa  per  altre  tre  volte:  medesi- 
ilodena  lo  scuotimento  fU  si  forte  che  suonarono  da  per 
e  della  torre  del  Duomo  e  quelle  del  Palazzo.  È  probabile 
di  Pisa  e  Lucca,  riportata  dal  Perrey  (op.  cit.,  pa^.  128) 
senza  data  mensile,  si  riferieca  al  precedente  terremoto. 
letA  di  maggio  un  grandissimo  terremoto  nrtò  la  Lnni- 
lialmente  il  territorio  di  Fivizzano,  ove  17  case  furono 
ì  fondamenta  e  le  altre  rimasero  lesionate.  Tutti  gli  abl- 
rono  all'aperto.  Uguale  intensità  ebbe  lo  scuotimento  nei 
icini.  In  una  giornata  si  sentirono  16  repliche. 

.  Marzo  11.  Ferrara. 

noto,  pag.  W  verso  -  Diano  Ferrareu,  la  «  muratori  ;  op.  clt.  »  voi.  xxiv, 

notte  dell*  11  marzo  in  Ferrara  fu  sentita  una  fortissima 
quale  la  campana  di  Rigobello  suonò  cinque  colpi  :  tu 
tutto  il  contado. 


[1483  - 1487]  81 


'341]    14S3.    Agosto  11.  Forlì,  Cesena. 

GcA&iNi  F.:  /  terr,  a  Forlì  ecc.,  pag.  17-22.  ^ 

Verso  1^  della  notte  (11  agosto)  in  Forlì  scossa<  bì  gagliarda  e  lunga 
da  far  suonare  le  campane  delle  varie  torri.  Si  spaccò  il  pinacolo  del 
campanile  di  S.  Mercuriale  ;  le  chiese  e  le  case  dentro  e  fuori  la  città, 
e  molti  palazzi  ebbero  danni  considerevoli  :  rovinò  pure  un  gran  tratto 
del  chiostro  di  S.  Francesco.  In  causa  di  ciò  si  ebbero  a  deplorare 
parecchie  vittime.  Anche  a  Cesena  per  la  violenza  dell'  urto  caddero 
parecchie  case. 

Repliche^  minori  furono  sentite  per  lo  spazio  di  un  mese. 

;342]    1484.  Cervia  (Ravenna). 

F.VNTI-ZZI  M.  :  Monumenti  Ravennati,  vi,  pag.  499,  Venezia  1802. 

Neir  anno  in  Cervia  fortissimi  terremoti  :  il  consiglio  maggiore  di 
Ravenna  deliberava  di  ripararne  le  rovine. 

[313]    1484.  Gennaio  19-20.  Roma. 

Dtarium  Romanum  urbis  ab  anno  MCCCCLXXXI  ad  MCCCCXCIl  Auct.  anon.  Syncr.  notario 
DE  ANTIPORTA,  In  «  MURATORI:  RcT.  ital.  script.  »  tomo  III,  parte  il,  col,  1083  D. 

Verso  la  mezzanotte  fra  il  19  e  20  gennaio  forte  scossa  della  durata 
di  un'  «  ave  »  :  a  Roma  non  fece  danno  ma  si  bene  a  Lamentana,  a 
Castelnuovo  ed  in  molte  altre  terre. 

:344]    1486.  Febbraio  1.  Marche. 

BcoNi:  Del  terremoto  ecc.,  pag.  21  recto. 

Nelle  Marche  scossa  fortissima. 

[345]    1486.  Settembre  30.  Siena. 

A.  AixEORBTTi:  IHarii  Sanesi,  in  «  muratori  :  op.  clt.,  »  tomo  xxm,  col.  821  A. 

Al  30  settembre,  sul  far  del  di,  in  Siena  due  scosse  e,  poco  dopo, 
una  terza  molto  forte. 

'3461    1487.  Gennaio  11.  Verona. 

A.  ooiran  :  St,  sism.  ecc.,  pa^.  19. 

Secondo  lo  storico  Zagata,  circa  le  23''  dell'  11  gennaio  si  senti  un 
terremoto  per  il  quale  il  Biancolini,  nelle  addizioni  alle  storie  del  ci- 
tato autore,  afferma  che  rovinarono  alcune  case. 

3ITj    1487.  Dicembre.  Padova. 

Perbky  a.  :  Tremai,  pentm.  Ital.,  pag.  16. 

11  Perrey,  seguendo  il  Tarcagnota,  pone  nel  dicembre  del  1487  un 
itTremoto  in  Padova  con  la  rovina  della  chiesa  dei  Carmelitani.  Il  Bo- 
nito (Terra  trem.,  pag.  643)  lo  riporta  nel  148G. 

EiRATTA  :  Terremoti  ecc.  Q 


[1488  -  149Ì] 


Luglio  31.  Ptunoli  (Napoli). 

w,  pag.  StS.  * 

I  terredioto,  che,  seeoodo  11  Capaccio,  distrasse  case,  e 

mini. 


w.  erottol.  de  lerr.  ecc.,  pag.  883. 

)  afBisse  specialmente  Monte  Pelle^ino  presso   Palermo. 

S.  S«ptlcn  (Arezzo). 
>  m«m.  di  Borgo  S.  Sepolcro  ecc.,  pag.  se. 

Xa  gettò  a  terra  parecchie  case. 

Giugno  IO.  Aleara  (Messina). 

cronol.  de  lerr.  ecc.,  pag-  383. 

Sardo  ts  Sicilia  fD  nrtata  da  forti   terremoti   che   fecero 
Monastero   di   S.  Maria  del   Rogato,  presso   Alcara  nel 

Venna. 
H.  ecc.  pag.  a. 

riferisce  che  un  terremoto  fece  nell'anno  roTÌnare  in  città 
il   Moscardo   aggiunge,  che   sotto   le   macerie  perirono 


Hessina. 

U  Annali  delia  citta  it  MesHna,  nuova 

abre  1493  dalle  3"  di  notte  fino  a  7''  in  Messina  si  senti- 
e  violentissime  scosse  di  terremoto.  Nell'ora  settima  della 
ibbraio  1494  si  ebbero  altri  tre  scuotimenti  e  finalmente 
di  qnesto  Istesso  anno  replicarono  i  terremoti  con  grande 
mdo  dei  danni,  giacché  in  Messina  rovinarono  alcuni 
precipitò  la  parte  superiore  della  Porta  della  città  verso 
ia  buona  porzione  delle  mura  verso  settentrione.  Nessuna 


Giugno  13.  Niuardo. 

ielle  Alpi  Marttt;  In  «  Mon.  hlst.  patr.  ecc.  »  Script,  tomo  n,  col.  II»:. 

um  MDCCCXXXIX. 

o  di  Nizza  e  suoi  contomi  terremoto  f\iriosissimo.  Il  Prost, 
calli  {/  terr,  di  LiguTìa,  pag.  25),  Io  riporta  al  23  giugno 
he  spaventa   talmente  gli  abitanti  di  Nizza,    che   abban- 


[1494  - 1499]  83 


donarono  la  città,  ritirandosi  in  campagna,  da  cui  furono  richiamati 
per  editto  del  Magistrato.  Lantosca,  Roccabigliera  e  Bollena  flirono  ro- 
vesciate. La  scossa  pare  abbia  avuto  direzione  SW-NE. 

[355J    1494.  Novembre  19.  Pìm. 

PORTOV8NERI  G.  :  Memoriale  ecc.,  In  «  Arch.  stor.  Ital.  »  voi.  vi,  parte  ii,  pagr.  298,  Fi- 
renze 1845. 

Verso  la  sera  del  19  novembre  una  scossa  :  dalla  metà  di  qnesto  mese 
parecchie  sì  di  giorno  che  di  notte  :  alcune  delle  quali  molto  forti. 

[356]    1495.  Dicembre  13.  Ferrara. 

BUONI  :  Del  Urr.  ecc.,  pag.  24  vergo  -  Diario  Ferrarese^  In  «  muratori  :  Rer.  itaL  script.  » 
tomo  xxrv,  col.  816  B. 

Al  13  dicembre,  circa  le  20*»,  si  sentì  in  Ferrara  una  scossa  fortis- 
sima, che  fece  diroccare  più  di  30  comignoli  e  causò  altri  danni  :  durò 
un  «  pater  »  ed  un'  «  ave  ».  A  Venezia  recò,  secondo  il  Malìpiero 
(Ann.  Veneti^  in  e  Arch.  stor.  ital.  »  voi.  VII,  parte  II,  pag.  696,, Fi- 
renze 1844)  grande  spavento,  ma  nessun  danno. 

[357]    1496.  Giugno  4.  Siena. 

A.  ALLBORsm  :  Diarii  Senesi,  in  «  muratori  :  op.  cit.  »  tomo  xxui,  col.  857. 

Al  4  giugno  a  Siena  due  scosse  fortissime. 

358    1496.  Giugno-Dicembre.  Spoleto  (Perugia). 

MencALU  G.  :  Vule.  e  fen.  vulc.,  pag.  280. 

Il  Mercalli  riporta  dal  Natalucci,  che  scrive  sulla  fede  del  Mugoniò 
(autore  sincrono),  la  notizia  di  terribili  terremoti  sentiti  dal  giugno 
alla  fine  del  1496  e  che  causarono  molto  spavento  a  Spoleto,  a  Trevi  ed 
in  altri  luoghi  vicini  ;  risulta  però  che  a  Trevi  non  aiTecarono  alcun 
danno.  Al  6  agosto  fu  sentita  una  scossa  in  Orvieto  (Silvestro  (di) 
Ser  Tommaso  :  Diario,  Orvieto  1891),  la  quale  forse  corrisponde  ad  una 
delle  maggiori  avvertite  nelle  località  citate  dell'  Umbria. 

[350]    1498.  Aprile  11.  Aquila, 

p.  Mozzsm  :  Saggio  d*  if\fluenze  meteoriche  e  del  clima  sull'Agronomia,  pag.  87,  Teramo  1896. 

In  Aquila  all'  11  aprile  fortissima  scossa  ed  altra  al  giorno  12  dello 
stesso  mese. 

[360]    1499.  Novembre  19.  Mesoina. 

HoNotTORR  A.:  Ist.  cr.  dei  terr.  ecc.  pag.  885. 

Secondo  il  Maurolico,  circa  il  tramonto  del  sole  del  di  19  novembre 
av\'cnne  in  Sicilia  un  terremoto,  che  in  Messina  fece  rovinare  degli 
edifici.  Il  Sampieii  lo  pone  al  9  novembre  1498, 


84  [1500-1501] 


[961]    t500.  Gennaio.  MeraiM, 

MpNoiTORE  A.:  op.  cit.«  i>ag.  386  -  BONITO:  Terra  trem.,  pag,  647. 

Secondo  il  Coronelli,  replicate  scosse   tormentarono   Napoli  .e   Mes-^ 
Sina  :  11  Bonito,  che  segue  il  Bonflglio,  ricorda   che   fdrono   oltromodo 
forti  e  tali  da  far  rovinare  molti  edificii.  Forse  le  scosse  del  1499  e  le 
altre  avvenute  nell'anno  dopo  costituiscono  un  unico  periodo  sismico. 

[362]    1501.  Giugno  5.  ^    Modenese. 

Alcuna  date  ai  terremoti  in  Modena  ecc.  NN.  141  (22  mafirgio  1873)  e  143  (24  maergrio)  -Al 
cune  notizie  di  terr.  ricavate  dalie  cronache  Sassuolesi  -  a.  dondi  :  Notiz.  stor.  ed  artist. 
del  Duomo  di  Modena  ecc.,  pag.  254-55  -  8.  Muzzi  -.Ann.  della  città  di  Bologna,  voi.  v, 
pag.  4^  -  L.  VEDRiANi  .•  Ilist.  dell'antichissima  citta  di  Modena^  parte  n,  pag.  454. 

A  15^  del  5  giugno  si  senti  in  Modena  una  terribile  scossa  prece- 
duta da  fortissimo  rombo.  La  torre  Ghirlandina,  dicono  i  cronisti  con- 
temporanei, fu  vista  visibilmente  a  piegarsi  mostrando  quasi  di  volere 
cadere  :  precipitarono  molti  merli  del  palazzo  del  Vescovado,  del  pa- 
lazzo civico  e  delle  mura  ;  diroccò  la  parte  superiore  della  torre  di 
S.  Francesco,  la  cui  chiesa  fu  sconquassata  :  furono  abbattuti  molti 
fumaiuoli  e  molte  case,  molti  muri  e  molte  torri  furono  decapitate. 

Rovinò  la  chiesa  di  S.  Biagio,  quella  di  S.  Agostina  fu  molto  dan- 
neggiata :  il  duomo  risenti  gravi  danni  specialmente  nella  nuova  sa- 
cristia  e  nella  facciata  principale.  Molti  edifici  gravemente  pregiudicati 
dal  terremoto  caddero  poi  in  tutto  od  in  parte  nei  giorni  seguenti.  In 
città  si  ebbero  a  deplorare  otto  morti  e  molti  feriti,  alcuni  dei  quali 
molto  gravemente. 

In  Castelvetro  rimase  demolita  la  parte  superiore  della  rocca  grande 
ed  il  resto  tutto  lesionato  ;  della  rocca  bassa  fu  levato  il  tetto  ed  il 
rimanente  fu  ridotto  in  pessimo  stato.  In  parte  fu  pure  rovinata  la 
chiesa  :  fessurati  tutti  i  toiTioni  attorno  al  castello,  del  muro  di  cinta 
ne  caddero  circa  venti  braccia  insieme  a  molti  merli.  Delle  case  alcune 
furono  totalmente  abbattute,  altre  solo  in  parte,  ma  si  resero  inabitabili. 

Sassuolo  soflrì  molti  danni  :  Montegibbio  rimase  distrutto  e  cosi 
pure  Maranello  :  a  Gorzaao  (fraz.  Maranello)  rovinarono  due  case  :  a 
Zenzano  (fraz.  Savignano)  la  torre.  Il  Colombaro  (fraz.  Formigine)  in 
parte  fu  sconquassato  ;  a  Spezzano  (fraz.  Fiorano)  fu  abbattuta  la 
torre  ed  una  casetta. 

La  zona  maggiormente  colpita  sì  trova  delimitata  nella  figura  23. 

La  scossa  fu  molta  violenta  a  Parma,  fu  forte  a  Bologna  (*)  ed  a 
Ferrara  e  forse  a  Verona,  per   la   quale   città. il    Goiran  {Stor.  sism.. 


1)  Noto  però  che  il  cronistji  Nadi,  citato  da  C.  Ricci  [La  Madonna  del  terr,  ecc.,  pa- 
<^\i\n  881)  dice  che  le  scofise  a  Bolojjna  furono  «  oneste  »  :  quindi  non  dovrebbero  aver 
apportato  danno  alcuno. 


:[1«»-IS05)  M 


I  I  1   — «^^-^        — I  -I.  iJ  .  ...U    —.1      .    , 


pAg.  19  e  •  27  [39]  )  ne  riferisce  una  allo  stesso  giorno  ma  nel  mese  di 
loglio. 

Fra  i  fenomeni  causati  da  questo  violento  parossismo  dobbiamo  no- 
tare r  intorbidamento  delie  acque  delle  fontane,  ed  il  rigonfiamento  dei 
canali. 

Al  9  giugno  di  mattina  una  forte  replica  causò  nuovi  danni. 

[d63J    1502?.  Gittadncale  (Àquila). 

S.  MARcaEsi:  Comp.  star,  di  Cittaducale,  pag.  137-38,  Rieti  ISTTS. 

Neiranno  si  senti  in  Cittaducale  un  terremoto  sì  intenso  che  «  si 
spallarono  »  molti  edifici  e  case  private  e  se  ne  lesionarono  molte 
altre:  cadde  pure  la  parte  superiore  del  campanile  di  S.  Agostino. 
Continuarono  le  scosse  per  40  giorni  :  si  intorbidarono  le  acque  delle 
fontane. 

[3&i]    1502.  GeQDaio  23.  Urbino. 

SfiRpfERi  A.  :  Scritti  di  sismologia,  voi.  l,  pag.  152. 

A  mezzodì  circa  del  23  gennaio  ad  Urbino  terremoto  si  forte  che  a 
memoria  d'uomo  non  ne  era  stato  sentito  altro  maggiore. 

[965]    1502.  Maggio.  Cnneo. 

Casaus:  Diz.  geogr,  star.  stai.  comm.  degli  Stati  di  S.  M,  il  Se  di  Sardegna,  tomo  v,  pag.  761. 

Nel  maggio  per  terremoto  la  città  di  Cuneo  ebbe  a  sofiVire  danni  : 
le  scosse  si  rinnovarono  nel  settembre. 

:3661    1502.  Settembre  6.  Ancona. 

c»RAADi:  Annali  dtlle  epidemie  ecc.,  voi.  vn,  parte  l^  pa^.  257. 

Parecchie  città  e  fortezze  della  Marca  d'Ancona  furono  fortemente 
scosse  dal  terremoto.  Cosi  il  Corradi  itfie  cita  il  Gaspari. 

[367]    1504.  Novembre  1.  Bibbiena  (Arezzo). 

Landucci  :  Diaria  Fiorentino,  pag.  271,  Firenze  1883. 

Un  terremoto  rovinò  più  case  a  Bibbiena. 

[368]    1504-5.  Dicembre,  Genuaio.  Bologna. 

Bioxi?  Del  terr.,  pag.  55  recto  -  Ooiran  :  St.  sismica  ecc.,  pag.  19  -  GrARiNi  F.  :  /  terr.  a 
Forlì  ecc.,  pa;f.  26  -  Piovbne:  Cron  dei  terr.  a  Vicenza^  pag.  49  -  A.  P.  Masim:  Boìogim 
perlustrata^  Ivi  MDCL,  pagr.  032-33  -  O.  Mini  :  Illustr.  star,  dell'antico  ca^t.  di  Castrocaro^ 
Modlg^llana  1880,  pag*.  26-2-63  -  L.  A.  MiRATORl  :  Ann.  d'  Italia,  Mlliiuo  MDCUXLTX,  voi.  X, 
pag^.  W  -  S.  Mi'zzi:  Mnn.  della  città  di  Bologna,  tomo  v,  pag.  29. 

Al  31  dicembre  1504  cominciarono  di  notte  tempo  a  fjirsi  sentire  in 
Bologna  delle  scosse,  che  fecero  assai  danno  alle  case  della  città  e 
gnastarono  duo  cappelle  nelle  chiese  di   S.  Giacomo   e   di   S.  Martino 


^»l 


^  USOS-150^ 


Maggiore;  ft[tx)no  avvertite  a  Ferrara,  a  Venezia,  a  Vicenza,  a  Forlì,  a  Ca- 
strocaro  ed  a  Firenze  (Parenti:  IsL  Fior,  cit.  Corradi:  op.  cit.  VII,  267). 

Nella  notte  fra  il  2  e  3  gennaio  1505,  a  9^  ital.,  cioè  a  2^  30"  ant. 
circa,  se  ne  ebbe  una  fortissima,  seguita  nello  spazio  di  un'ora  da  altre 
quattro  sempre  più  intense,  tutte  ond-sussultorie.  Le  chiese  di  S.  Do> 
menico,  di  S.  Sebastiano,  di  S.  Maria  del  Monte  e  ideila  Misericordia 
furono  rovinate  :  precipitarono  le  torri  ed  i  tetti  :  le  chiese  di  S.  Mar- 
tino, di  S.  Francesco,  di  S.  Giacomo,  di  S.  Giovanni  in  Monte,  di 
S.  Felice,  della  Madonna  di  Galliera  ebbero  i  muri  e  le  volte  lesionate. 
Tutte  le  case  della  città  soffrirono  o  rovine  o  gravi  fenditure  :  cadde 
parte  della  torre  e  dei  merli  del  palazzo  Bentivogli  :  per  metà  fu  ab- 
battuta la  torre  dei  Servi  e  precipitarono  32  merli  del  palazzo  del 
comune.  In  Venezia  pure  molte  case,  chiese  e  campanili  andarono  in 
terra  e  la  gente  impaurita  fuggì  air  aperto  (Corradi  A.  :  op.  cit.,  vo- 
lume VII,  I,  pag.  1117). 

Questa  scossa  a  Verona  non  fece  danni  di  considerazione  e  cosi 
a  Vicenza  ;  a  Brescia  ed  a  Ferrara  (*)  fu  fortissima  :  fu  veemente  a 
Castrocaro  e  fu  intesa  a  Forlì.  Le  repliche  durarono  per  40  giorni,  appor- 
tando sempre  nuovi  danni  ;  diminuirono  quindi  di  numero  e  di  intensità  ; 
alla  fine  di  maggio  cessarono  del  tutto.  Secondo  il  Papotti  (Ann,  o  mem, 
8tor.  della  Mirandola,  ivi  1876  I,  7-8)  i  terremoti  durarono  4  anni. 

[969]    1505.  Gennaio  20.  RoMBgM. 

GuARiNi  F.  :  /  terr.  a  Porli  ecc.,  pag.  26-0.  mini:  Illustr.  stor,  delVantico  ctutelìo  di  Ca- 
strocaro ecc.,  pag.  262-6H. 

Al  2  gennaio  cominciarono  a  sentirsi  varie  scosse  nel  Forlivese,  ma 
queste  con  ogni  probabilità  non  sono  concentriche,  ma  la  eco  di  una 
fortissima  commozione  tellurica  che  ebbe  il  suo  centro  nel  Bolognese 
(ved.  N.  368)  :  nella  notte  del  2Q  se  ne  ebbe  una  violentissima  a  Forlì, 
ed  a  Castrocaro  ove  tutti  credettero  di  rimanere  sepolti  sotto  le*  rovine. 
A  questo  terremoto  con  ogni  probabilità  allude  il  Sardo,  citato  dal  Bo- 
nito (Terra  trem,,  pag.  650),  allorquando  dice  che  successe  neiranno 
un  terremoto  nel  Ferrarese  ;  con  ciò  si  prova  che  anche  quivi  si 
propagò  il  movimento  sismico. 

[370]    1506.  Marzo  6.  Ortona  (Chieti). 

T.  BiNDi:  Monum,  stor,  ed  artist.  degli  Abruzzi,  Napoli  1889,  pag.  697. 

Al  6  marzo  ad  Ortona  terremoto  più  violento  di  quello  del  1456  ; 
avvenne  a  3**  di  notte  e  seppellì  tre  intere  contrade. 


(l)  Brroneamente  il  Buoni  la  attribuisce  al  2  febbraio,  ma  coincidendole  ore,  e  di 
cendo  esplicitamente  che  la  scossa  sentita  in  Ferrara  fu  la  eco  del  terremoto  Bolognese 
Bi  comprende  beni&sinio  Terrore  commesso. 


-ftWf^ 


[16W  isogj  «ì 


Dubito  molto  che  tale  notizia  bì  riferisca  invece  che  ad  un  vero  ter- 
remoto, ad  un  grande  franamento  (^). 

[371]    1507.  Pinepolo  (Torino). 

vassaxxI'Bandi:  Rapport.  ecc.,  pag.  132. 

Neil'  anno  terremoto  fortissimo  nel  contado  di  Pinerolo. 

[372]    l&OS.  Ottobre.  Ferrara. 

Bix>Ni  :  Del  terr.,  pag.  &  recto. 

A  16*»  del  18  ottobre  grande  scossa  a  Ferrara  :  a  17^  del  26  una 
seconda  susseguita  da  replica  verso  la  metà  della  notte  :  al  27  altra 
scossa  ed  al  29  e  30  (14**)  repliche. 

Secondo  il  Serpieri  in  quest'  anno  neir  ex  stato  della  Chiesa  fu- 
roDO  sentite  molte  scosse. 

[373]    1509.  Febbraio  25.  ReiTS^o  Calabria. 

M.  BONITO:  Terra  trem,,  pagr.  657  -  Capoco :  Catalogo  ecc.,  m,  pa^r.  805  -  meicalu  O.:  / 
terr.  Napoletani  ecc.,  pag.  6  (estr.)  -  monoitorb  a.  :  Ist.  cron.  dei  terr.  ecc.,  pa^.  885-87 
-  Gli  Annali  della  citta  di  Messina  di  C.  D.  Gallo,  1B7S>,  voi.  u,  pag.  425-36  -  D.  Spanò 
BoLANi  :  Stor.  di  Reggio  Calabria,  voi.  l,  pag.  2S0. 

Al  25  febbraio,  da  l*'  dopo  il  tramonto  del  sole  fino  a  5*»  di  notte, 
in  Sicilia  e  specialmente  a  Messina  molte  scosse,  per  le  quali  i  citta- 
dini rimasero  spaventati  assai  :  il  periodo  sismico  essendo  continuato 
a  lungo  le  case  ebbero  danni  notevoli  e  furono  dalla  popolazione  abban- 
donate. Il  Pacca  aggiunge  che  diroccarono  molti  edificii  e  molti  merli 
del  castello  e  delle  mura  della  città. 

In  Reggio  caddero  buona  parte  delle  case  e  delle  mura  :  S.  Agata 
rovinò  quasi  affatto  perchè  e  essendo  fondata  sopra  un  monte  quello 
s' aperse  per  forza  dei  terremoti  ed  inghiottì  la  maggior  parte  degli 
edificii  col  castello...  » 

In  Reggio,  secondo  lo  Spanò  Bolani,  le  scosse  durarono  per  5  anni. 

[3741    1509.  Aprile  19.  Solarolo,  Faenza. 

Maltasia-De  Bossi:  Documenti  ecc.,  pag.  4  (estr.)  ■  Corradi  a.:  Annali  delle  epidemie  ^C.^ 
voi  VII,  parte  il,  pag.  285. 

Al  7  febbraio,  secondo  la  cronaca  ms.  Zili,  citata  dal  Corradi,  il 
terremoto,  lieve   rispetto  a  quello  del  1504  e  1505,  si   fece   sentire   in 


'Vi  II  giornale  «  Le  notizie  del  Mondo  »  [N.  31:  17  aprile  1782  riferendo  il  franamento 
•ncccsao  ad  Ortona  il  3  febbraio  1782  (vedi)  dicono  che  anche  nel  i526  ne  avvenne  uno 
consimile  per  il  quale  cadde  una  terza  parte  delle  case  della  città,  a  vaiandosi  nel  porto 
che  si  rese  Inservibile,  vi  furono  più  di  9000  morti.  Dubito  che  il  Blndi,  autore  per  dat« 
di  terremoti  poco  accurato,  abbia  a  questo  fenomeno  voluto  alludere  quando  riconia 
li  terremoto  del  IS06  (vedi). 


ifiSIO    1511] 


Bologna:  quivi  poi,  secondo  le  memorie  storiche  mas.  Ghiseni  prfhhli- 
cate  da  Malvasia  e  De  Rossi,  al  19  aprile  ei   ebbero   delle   scosse   che 
altrove  produssero  danni  :  fecero  cioè  rovinare  parte  della   Tortezza  di 
"     i  del  palazzo  e  fortezza  di  Faenza. 

I&IO.  Febbraio.  Alesuadri». 

.ittn.  di  Àletiandrfa,  pag.  122. 

bbraio  varie  scosse  di  terremoto  in  Alessandria  ed  in  altre 
le  qtiali  rovinarono  molti  ediflcii  con  la  morte  di  persone, 
/ina,  citato  dal  Mercalli  (J  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  26). 
i  al  febbraio  1511.  Il  Mercalli  poi  6  d'  avviso  che  la  notizia 
lavina,  con  data  errata,  si  riferisca  invece  al  terremoto  ve- 
26  marzo  1511- 

1511.  Marzo  26.  Prilli. 

Terra  trtm.,  pa^r.  ffi8-:6D  -  Goiban  \.  :  Storia  tiimica,  pag.  19  -  Ualvas:a-db 
•ofumenlt  ecc.,  pag.  4  -  Maooio  L.:  Bel  temm.  ecc.,  pag.  Ì9  (recto]  -  piovknb: 
■r.  in  Vicenza,  pag.  48  -  tahiimklij  t.  ;  A^ofc  illusCr.  eart.  ceol.  Belluno,  pag.  9«e 
4.!  Ale.  tìoc.  rlffuara.  i  terr.  <tet  Friuli,  pag.  95  (estr.)  -  tommasi  a.;  /  Urr.  del 
ìas-  lW-86  -  ArckeoQraJotriettmo,  1W9.  voi.  I,  pag.  18  -  bonifaqo:  Hiit.  Trivtg. 
t.  CS2  -  Castellini  S.:  SI.  Oetla  c/Uà  di  Vicenza,  voi.  SUI,  pag.  1»,  Vicenza 
.LLAnio  :  Belle  hUt.  della  prov.  di  Friuli,  voi.  II,  pag.  loe  B  K  -  Sansovino  ;  Cro- 
.,  pag.  !à. 

2ff'  e  le  20^  30""  del  26  marzo  violentissime  scosse  nel  Friuli 
intervalli  1' una  dall'altra;  ebbero  una  durata  di  circa  IO"  e- 
icompa^ate  da  grandi  rumori  sotterranei.  Ad  Udine  diroccò 
)  fin  dalle  fondamenta  e  la  loggia  vecchia,  che  allora  era  an- 
a  chiesa  di  S.  Giovanni  ;  dall'  alto  del  Duomo  precipitò  un 
Rovinarono  parecchie  case,  e  gli  edifici  che  non  crollarono 
tutti  ecrepolati. 

dale  fu  abbattuta  la  chiesa,  i  campanili  di  S.  Domenico  e  di 
esco  e  quello  del  monastero  della  Valle  e  circa  28  case.  A 
del  Monte,  Faedis,  Venzone  rovinarono  molti  fabbricati  :  a 
ed  a  Tolmino  caddero  I  rispettivi  castelli:  a  Cormons  ed  a 
danni  causati  dal  terremoto  furono  lievi  ;  in  Trieste  atterrò 
del  porto  con  gi-ande  porzione  di  mura  e  molte  case.  A  Gc- 
ommozione  tellurica  fu  assai  disastrosa  :  caddero  moltissime 
lormitorio  del  convento  di  S.  Agnese,  la  massima  parte  del 
3  di  S.  Clara,  le  chiese  di  S.  Maria  la  Bella  e  di  S.  Biagio 
,  e  le  croci  di  tre  campanili  ;  crollarono  pure  la  torre  delle 
na  parte  dei  fortilizii  delle  mura  del  comune  dalla  porta  degli 
i  tori'e  di  Battaglia:  le  case  che  non  furono  adeguate  al  suolo 
tutte  più  o  meno  danneggiate. 
Artegna  crollò   la  chiesa  di  S.  Martino,    come   risulta   dalla 


[1511]  (89 

■  ■'  ■  ■        ■  «  I    ■ 1.  g    ■•  ■ ■■ — 

B^^enCe  epigrafe  posta  sulla   porta   ed  allnslva   certamente   a  questo 
terremoto  : 

ANO.    DNI.   MO.   O.   V.   FVIT    EDI 

FICATA.    ECLESIA,    SCI.    MATINI 

A  TIRANISQVE.   DESTRVCTA 

ITERV.     REEDIFICATA  :    SUB     ANO 

1908.   P  TERREMOTVU.   CORRVIT 

ET    P  POPVLVM.    ARTENIEMSEM 

REPARATA.   ANO.  8ALVTIS.    1519 

C.   I.   A. 

A  Tolmezzo  rovinò  la  chiesa  ;  a  Sacile  gran  parte  del  palazzo,  il 
campanile  e  parecchie  case  e  camini.  A  Pordenone  fti  lesionata  la  torre 
del  campanile,  suonarono  da  per  sé  le  campane  e  caddero  parecchi 
fumaioli. 

Da  questo  ferremoto  vennero  pure  rovinati  Zucco,  Moruzzo,  Vil- 
lalta,  Fagagna,  Colloredo,  Pers,  Mels,  Fontanabona  :  Osoppo  cadde  solo 
in  parte  :  Pinzano  si  aperse  tutto. 

A  Belluno  cascarono  i  merli  delle  mura,  i  campanili  e  le  torri  ;  a 
Treviso  rovinarono  molti  edifici,  fra  cui  la  torre  di  S.  Francesco  :  a 
Venezia  caddero  a  terra  molti  camini,  merli  e  le  statue  che  erano 
sopra  la  chiesa  di  S.  Marco,  causando  qualche  vittima  ;  rovinò  pure 
qualche  casa. 

Padova  rimase  danneggiata  ;  a  Vicenza  furono  abbattuti  molti  co- 
mignoli ed  alcune  case  ;  a  Verona  il  terremoto  incusse  molto  panico, 
ma  fece  rovinare  solo  molti  camini  ;  a  Bologna  fu  solo  forte  ma  di 
breve  durata  :  fa  sentito  a  Lodi,  ove  la  scossa,  assai  lunga,  fece  muo- 
vere gli  edificii  (Arch,  stor,  lod,,  voi.  IX,  pag.  8). 

Fu  sentito  pure  ad  Urbino  —  come  ce  lo  attesta  la  lettera  di  Girolamo 
Lippomasso  citata  dal  Corradi  (Op.  cit.,  voi.  VII,  parte  II,  pag.  HOO)  — 
ove  non  Ai  cosa  da  conto  od  almeno  tanta  quanto  a  Cervia,  stanza  al- 
lora del  Papa,  il  quale  spaventato,  usci  dalla  camera  ove  si  trovava. 

Nell'area  di  maggiore  scuotimento  disseccarono  molte  sorgenti  e 
ne  apparvero  delle  nuove.  Pi'esso  Gemona  si  ebbero  vari  franamenti 
nei  monti  ;  il  Livenza  arrestò  momentaneamente  il  suo  corso  e  nella 
laguna  di  Venezia,  al  dir  del  Buoni,  V  acqua  dei  canali  fu  balzata  fino 
all'altezza  delle  finestre  delle  case. 

Nella  notte  furono  avvertite  ancora  quattro  o  cinque  scosse,  ma  de- 
boli e  brevi  :  seguitarono  quindi  a  farsi  sentire  delle  repliche,  come  si 
vedrà  più  avanti:  quella  sopravvenuta  air  8  agosto  fu  fortissima  a 
dividale  nel  Friuli,  ove  fece  crollare  una  parte  del  paese,  seppellendo 
sotto  le  macerie  circa  3000  persone,  e  diroccare  il  palazzo  patriar- 
cale, che  dal  terremoto  del   26  marzo  era  stato  assai  danneggiato. 


90  [1511- 1516] 


R^Ueàe  ^maggiori  —  Mabzo  27  :  nella  notte  ana  lieve  ad  Udine.  -  28  : 
20^  ad  Udine  una  breve  ma  abbastanza  forte  ;  Verona  dopo  le  18^  scossa  più 
leggera  dalla  prima,  e  cosi  pure  a  Vicenza,  a  Padova,  a  Treviso  ed  a  Ve- 
nezia. -  Aprile  1 :  2*^  notte,  ad  Udine  una  intensa  ma  breve  :  fu  forte  a 
Verona  ed  a  Vicenza;  6^  notte, ad  Udine  altra  forte,  sentita  pure  a  Verona; 
sul  crepuscolo  ad  Udine  altra  come  sopra.  -  Giugno  24:  4*^30"»  notte,  una 
forte  ad  Udine  ed  in  tutto  il  Friuli.  -  25:  4*»  30™  notte,  ivi  tre,  di  cui  una 
forte  e  lunga  un  «  credo  ».  -  26  :  3*»  notte  circa,  ad  Udine  e  Friuli  forte 
scossa  ;  rovinò  parte  del  muro  del  castello  di  Udine  ;  9^  e  10**  circa,  ivi,  altre 
due.  -  Agosto  8:  Fortissima  scossa  a  Cividale  (vedi  sopra).  -  16:  8**  notte, 
a  Sacile  una  scossa.  -  1512,  Gennaio  25:  Venezia  una  scossa  (Sanuto  :  DUirii 
XIII,  450).  -  Febbbaio  8  :  Venezia  una  scossa  - 13:  Una  ad  Udine»  che  fu  l'ul- 
tima del  periodo  sismico. 

[377]    1513.  Agosto  25.  MessiBa. 

e.  D.  Gallo:  QU  Ann.  della  città  di  Messina^  Ivi  1879,  voi.  IT,  pag:.  432.^ 

Al  sorger  del  sole  teiTemoto  orribile  per  la  forza  e  per  la  durata  : 
nessun  danno, 

[378J    1514.  Luglio  12.  Ctomona  (Friuli). 

ToMMAsi  A.  :  /  terr.  nel  Friuli,  pagr.  U6. 

Al  7  luglio  una  scossa  in  Venezia  (Sanuto  :  Diarii,  voi.  XXVIII, 
336)  ed  al  giorno  12  tra  le  22  e  le  23*^  terremoto  fortissimo  a  Gomena 
sentito  in  tutto  il  Friuli.  In  precedenza  ivi  si  erano  avvertite  le  seguenti 
scosse  :  al  1^  gennaio  una  breve  con  forte  rombo  ;  al  15  a  2**  altra  si- 
mile ;  al  30  a  22**  una  leggera.  Al  17  giugno  a  7^  circa  una  scossa  :  a 
19**  del  4  luglio  altra  mediocre.  Quindi  al  30  settembre  a  8*»  e  10*»  di 
notte  due  altre.  Il  Corradi  (op.  cit.,  pag.  316)  citando  il  Mulioni,  ne 
mette  invece  una  al  12  ed  un'altra  al  30  settembre. 

[379]    1515.  Ottobre  25.  Verona,  Modena. 

A.  goiran:  st.  sism,,  pag.  19  -  T.  De*  btanchi  detto  De'  Lancellotti  :  Cron.  modenese,  voi.  I, 
pji^.  185,  Parma  1862. 

Circa  20^  del  25  ottobre,  secondo  lo  Zagata,  in  Verona  terremoto 
non  troppo  forte,  e  così  pure  a  Modena.  Fu  sentito  a  Venezia,  ove  fu 
breve,  quantunque  «  non  fo  picolo  »  come  scrive  il  Sanuto  {Diarii  XXI, 
250,  Venezia  1887).  A  Lodi  durò  un  «  credo  »  e  fece  tremare  le  case 
(G.  Agnelli  :  I  terr,  regist,  ecc.,  pag.  92). 

l380J    1516.  Marzo  9.  Yenesia. 

Mehcalli  &.:  Vulc.  e  fen.  vulc.  ecc.,  pag.  362. 

A  Venezia  grande  terremoto.  Il  Goiran  (op.  cit.  pag.  19)  per  Verona 
dà  notizia  solo  di  una  scossa  ivi  avvenuta  tra  le  3  e  4*»  della  notte  del 
21  marzo,  ed  il  Tommasi  (op.  cit.,  pag.  197)  ricorda   che   ad   11"»  del 


[1520-1522]  91 


2  marzo  fti  sentita  in  Gemona  ima  scossa  ;  nella  qnale  località  .al  20  di- 
cembre a  6**  V«  ed  a  7*»  se  ne  avvertirono  altre  due,  una  forte  ed  una 
mediocre. 

[881 1    15^.  Settembre  20.  Vicenza. 

PiovsKB:  Cr,  dei  terr.  a  Vicenza^  pag.  49. 

A  Vicenza  circa  il  20  settembre,  a  6^  di  notte,  forte  scossa  sentita 
non  solo  in  città  ma  anche  nel  territorio.  Per  Verona  il  Goiran  (Op. 
ciLj  pag.  19)  non  ne  registra  che  una  non  molto  forte  al  17  febbraio 
di  notte. 

[982]    1522.  Sicilia. 

MoNGiTORE  A.  :  l8t<yr.  cr<mol.  dei  terr.,  pag.  887. 

Terremoto  grandissimo. 

[383]    1522.  Luglio  6-7.  Udine,  Venezia. 

G.  mebcalu:  Vulc,  e  fenom.  vulc,  ecc.,  pag.  368  -  L.  G.  amaseo:  JHarii  udinesi  dall'anno 
1S0S  al  1541,  Venezia  ISSI,  pag.  267-68. 

Secondo  il  Mercalli  un  grande  terremoto  al  7  luglio  fu  sentito  in 
Venezia,  al  quale  certamente  allude  0.  Brittonìo  {Lettera  al  Duca  d'Ur- 
bino Francesco  Maria^  in  e  Cicogna  E.  A.  :  Iscriz.  Venez.  »  V,  16,  Ve- 
nezia 1842)  dicendo  che  nella  notte  6-7  luglio  furono  ivi  sentite  due 
scosse,  senza  però  indicarne  la  intensità.  Nei  Diadi  udinesi  sopra  ci- 
tati, trovo  le  seguenti  notizie  :  6-7  luglio,  6^  notte,  ad  Udine  grande 
scossa  ;  6^  una  meno  forte ,  7**  altra  lieve  :  furono  avvertite  generalmente 
dalle  persone  con  spavento.  Poco  prima  di  5**  della  notte  fra  il  24  e 
25  luglio  nuova  scossa  meno  forte  a  due  o  tre  riprese,  intesa  essa 
pure  dalla  generalità  degli  abitanti  :  al  1  agosto  altra. 

[384]    1522.  Ottobre  4.  Reggio  Emilia. 

Panoroli  Q.  :  St,  della  città  di  Reggio,  Ivi  1846,  pag.  163  -  T.  De  Bianchi  detto  De  Lakobl- 
Lom  :  Cron,  Modenense,  voi.  I,  Parma  1862,  pag.  413. 

A  7'*  di  notte  del  4  ottobre  in  Reggio  scossa  fortissima  che  portò 
molto  timore  :  fa  assai  sensibile  anche  a  Modena  :  nella  prima  località 
a  15^  circa  del  dì  dopo  se  ne  ebbe  un'  altra  meno  intensa.  Il  Vegi 
(HUtaria^  in  e  Bibl.  Hist.  ital,  »  anno  187^,  I,  pag.  65)  ricorda  che 
al  2  ottobre  un  terremoto  si  fece  sentire  in  Milano,  Pavia  e  luoghi 
circonvicini.  Questa  notizia  si  riferisce  con  probabilità  alle  scosse  di 
Reggio  e  di  Modena  riferite  più  sopra  al  di  4.  In  una  o  neiraltra  vi 
sarà  qualche  errore  di  data. 

[385]    1522.  Ottobre  13.  Cremona. 

A.  Campo  :  Cremona  fedeUss,  città  illustr.,  Milano  HDCXLV,  pacr- 137. 

Nella  notte  terremoto  di  non  molto  lunga  durata. 


■l^^^l 


m  II523-I530] 


[38(5]    1523.  GTiugno  20.         :  .  .Celeri». 

mergalli  G.  :  Vulc,  e  fenom,  mUe.  ecc.,  pag-.  302. 

Al  20  giugno  a  Venezia  terremoto  grande  :  il  Sansovino  nel  sno 
Cronico  non  lo  registra  e  nemmeno  ne  parlano  per  il  Friuli  i  Diarii 
udinesi  degli  Amaseo,  i  quali  danno  solo  notizia  di  una  scossa  sentita 
in  Udine  a  18**  della  notte  del  7  giugno. 

[387]    1527.  Ottobre.  PisUU. 

F.  M.  FIORAVANTI:  Meni,  stor,  della  città  di  Pistoia,  Lucca  l'TSB,  pa^.  413  -  Baiavi:  ifist.  Pi- 
stoiesi^ pag.  999. 

Neir  ottobre  Pistoia  fu  scossa  da  fortissimi  movimenti  tellurici,  che 
perdurarono  molto  tempo  e  fecero  rovinare  degli  editìcii,  sotto  i  quali 
perirono  molte  persone.  Si  sentirono  scosse  per  tutto  T  autunno. 

[388]    1528.  Novembre.         *  Noto  (Siracusa). 

MONOITORE  A.  :  op.  Clt.,  pag.  387. 

Il  Mongitore  con  V  autorità  di  V.  Littara,  dice  che  nel  novembre 
fu  sentito  in  Noto  un  violento  terremoto. 

[389]    1529.  Aprile.  Udine. 

TOMMAsi  A.:  /  terr.  del  Friuli,  pag.  197  -  L.  G.  amaseo  :  Diaiti  uditiesi ecc.,  pag.  304  -  Pal- 
ladio: St.  della  prov.  del  Friuli,  voi.  ii,  pag.  151  a- 

Il  Palladio  ricorda  che  nell'anno  per  due  volte  il  terremoto  infei*se 
danni  al  Friuli  :  gli  altri  autori  citati  registrano  le  seguenti  scosse  : 
Aprile  13-14:  mezzanotte  una  forte  in  Udine  e  provincia  sentita  uni- 
versalmente —  14:  a.  ^  una  breve  —  lo  :  dopo  pranzo  una  non  forte 
—  16  :  una  ad  ora  non  indicata.  Il  Sanuto  nei  suoi  Diarii  dice  che  al 
14  e  16  aprile  il  terremoto  fu  sentito  gagliardemente  in  Venezia  senza 
però  apportarvi  danni. 

[390]    1529.  Luglio  3.  Cremona. 

L.  Mancini  :  Mem.  stor.  della  citta  di  Cremona,  ivi  1819,  voi.  i,  pag.  200. 
Al  3  luglio  fortissima  scossa  con  non  piccoli  danni. 

■391]    1530.  Ottobre  6.    *  Siena. 

Malvasia-De  Bossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  i. 

Al  6  ottobre  fortissima  scossa  a  Siena  :  tali  terremoti  devono  aVer 
prodotto  degli  effetti  rotatorii,  giacché  si  ricorda  che  la  statua  di  S.  Ca- 
terina, posta  sulla  torre  della  chiesa  di  Campo  Regio,  rivoltò  le  spalle 
alla  città.  Cadde  pure  in  quest'  occasione  il  simulacro  di  Siena  che  il 
beato  S.  Ambrogio  teneva  in  mano. 

Questo  terremoto  non  è  ricordato  dal  Soldani,  ma  solo  dai  mss.  Gbi- 
selll  pubblicati  dai  signori  Malvasia  e  De  Sossio 


^■^^i^prii 


[1531  - 1537]  93 


:392J    l.i31.  Febbraio.  Firenze. 

B.  Targhi  :  Sttyria  jtorenUna,  Colonia  MDCCXXI,  pag.  477. 

Sul  far  del  giorno,  di  un  di  della  fine  di  febbraio  fortissima  scossa 
con  replica  verso  le  23**  del  giorno  dopo. 

;;393]    1533.  Gennaio  25.  Padova. 

siERCALu  Q.:  Vuìc.  e  fenom.  vulc.  ecc.,  pag.  962. 

Al  25  gennaio  scossa  fortissima  :  i  cataloghi  dei  terremoti  veronesi, 
vicentini,  bellunesi  e  friulani  spesso  citati  non  ricordano  alcun  terrea- 
moto  successo  sincronamente. 

.394]    1534.  Aprile  4.  Napoli. 

MERcvLLi  G.  :  /  terr,  Napol.  del  secolo  XVI,  pag.  7  (estr.) 

Neir  anno  frequenti  e.  terribili  terremoti  scossero  la  città  :  in  una 
giornata  se  ne  sentivano  anche  quattro  o  sei  :  nella  notte  antecedente 
al  sabato  santo  (4  aprile)  si  ebbero  due  o  tre  scuotimenti,  e  nella  mat- 
tina seguente  uno  gagliardissimo,  seguito  per  molti  mesi  da  altri,  fìra 
i  quali  deve  essere  ricordato  uno  accaduto  a  ^  dell'  8  novembre. 

;d^]    1536.  Marzo  23.  Etna. 

MosorroRE  A.:  Ut,  cromi,  ecc.,  pag.  38S^ 

La  Sicilia  tutta,  e  specialmente  Catania,  in  occasione  dell'  eruzione 
dell'  Etna,  provò  scosse  terribili. 

Filoteo,  autore  sincrono,  nella  sua  Aetnae  topographia  (fol.  8),  dice 
che  le  scosse  incussero  non  solo  timore  nei  paesi  circumetnei,  ma  fe- 
cero abbattere  delle  case.  Fra  le  fabbriche  rovinate  si  ricorda  che  il 
monastero  Benedettino  al  24  marzo  dapprima  desolato  dalle  scosse,  fu 
poi  arso  dalle  lave. 

;dg61     1536.  Luglio  15.  Nizza. 

MKhCALu  G.  :  /  terr,  della  Liguria  ecc.,  pagr-  28. 

Il  Mercalli,  con  l'autoritÀ  dello  Scagliero,  dice  che  all'ora  dei  vespri 
si  senti  un  orribile  terremoto  a  Nizza. 

[397]    1536.  Agosto  10  IL  Genova. 

//  Gran  terremoto  tratto  nella  città  di  Genova  ecc. 

Nella  notte  10-11  agosto,  circa  la  mezzanotte,  terremoto  si  forte  in 
Genova  che  fece  rovinare  case,  palf^zi'id  torri,  ed  uccidere  uomini  :  il 
movimento  sismico  presentò  tre  riprese..  Fuga  generale  dalle  case. 

;39Sì    1537.  Maggio.  Catania,  Corleone 

MiiNc.iTOBE  A.  :  /*/.  ermi,  dei  terr.,  pag.  389-no. 

Nuova  eruzione  dell'  Etna  con  vari   terremoti,  che  in  Catania  e  vi- 


94  [1537  - 1540] 


cinaoze   fecero  danne^iare  le   case  etate   abbandonate  dagli  abitanti. 
Furono  sentite  anche  a  Messina,  a  Palermo  ed  a  Trapani  :  la  cjttft  di 
Corleone  risentì  pure  dei  danni  (sincronamente?). 
Il  Fazelio  li  mette  nel  1536. 

[399]    1537.  Magg-io-Settembre.  Posutlt. 

Capocci  :  Catalogo  ecc.,  t,  pag.  343. 

il  mese  di  maggio  molti  terremoti  fortlsaimi  a  Napoli,  a  Poz- 
Inanze  :  al  26  settembre  a  Pozzuoli  uno  che  causò  gravi  danni. 

S7.  Novembre.  Savsu  (Genova). 

:  Liguria  Oee.,  pag.  SS- 

embre  terremoto  gagliardissimo. 

37.  TtsMia. 

rrr  trem.,  paff.  ra. 

il  Bardi,  in  Toscana  nell'  anno  si  senti  si  fortemente  il 
:he  causò  rovine  in  molti  luoghi.  Il  Bonito  con  tale  notizia 
lere  ai  terremoti  del  1538  ? 

38.  Aprile.  Husiia. 

Hot.  ero»,  mi  lerr.  ecc.,  pa«.  39o. 

to  mese  MesBina,  secondo  it  Samplerl,  fu  minacciata  da  ter- 
soti, che  produssero  grande  spavento. 

38.  Settembre  26-27.  Poinsli  (Napoli). 

ì  in  Pozzuoli  e  nei  paesi  vicini,  frequenti  e  forti  scosse 
li  nessuna  casa  rimase  illesa,  anzi  la  maggior  parte  mi- 
rovina.  Questi  terremoti  continuarono  fino  al  26-27  setr 
8,  nei  quali  giorni  la  terra  stette  in  contìnua  stazione.  Il 
irò  dal  lido  per  circa  duecento  passi  :  quindi,  precedala  da 
uotimento  del  suolo,  avvenne  una  conflagraaione  vulcanica, 
le  in  21  ore  sorse  <  Monte  Nuovo  >  nel  sito  dove  esistevano 
li  Tripergola,  fra  il  lago  d'Avemo  ed  il  Monte  Barbaro. 

39.  Sicilia. 

:  Ufor.  cnm.  dei  Urr.  ecc.  pag.  8Bo. 

io  ed  il  Coronelli  ricordano  che  la  Sicilia  nel  1539  fti  scossa 
ibi  le  terremoto. 

40.  Aprile  8.  Fermo  (Ascoli). 
ii»iache  della  citta  di  Ferma,  Firenze  1810,  pag.  196. 

rile  un  forte  terremoto  danneggiò  parecchi  edifici. 


[1540  - 1542]  95 


[4061    1&40.  Settembre  1.  Breseia. 

CX>RRAOE  A.:  Annali  delle  epidemie  ecc.,  voi.  vii,  parte  l,  pag.  424,  Bologna  1892. 

Secondo  la  cronaca  ms.   di   Pandolfo  Nassino  (pag.  d04)  conservata 
alla  Biblioteca  Qaeriniana,  al  1^  settembre  terremoto  molto  forte. 

[407]    1540.  Ottobre  23.  Savona  (Genova;. 

Maineri  b.  B.  :  Liguria  Occ,,  pag.  ^ 

Al  23  ottobre  ad  1^  dì  notte  due  terribili  terremoti  :   spavento  ge- 
nerale. 

[408]    1541.  Ottobre  2223. 
GBiuNi  :  Ann.  d'Alessandria,  pag.  146  -  Spblta  :  ffist.  dei  Vescovi  di  Pavia,  ivi  1602,  pag.  474. 

In  Alessandria  ad  1^  di  notte  del  22  ottobre  sì  senti  una  scossa 
leggera,  la  quale  in  altre  parti,  aggiunge  il  Ghilini,  fu  più  forte  e 
fece  rovinare  case  con  la  morte  di  persone.  Lo  Spelta  per  Pavia  dice 
cbc  alla  prima  ora  del  23  ottobre  fu  sentito  un  si  forte  terremoto  che 
fece  spaventare  tutti.  Il  Chiariss.  Prof.  P.  Pavesi  gentilmente  mi  co- 
munica che  i  mss.  Comi  {Anedocta  licinensia,  Bìbl.  Univ.  Pavia  :  mss. 
fas.  Robolìni)  ricordano  il  terremoto  di  Pavia  del  23  ottobre  1541,  la 
cui  relazione  doveva  trovarsi  neir Archivio  Civico  al  Reg.  litt.  1541-42. 
Il  Prof.  Mercalli  da  ultimo  (J  terr,  della  Liguria  ecc.,  pag.  26)  scrive 
che  il  Bonfadio  ne  gli  «  Annali  di  Genova  »  parla  di  insoliti  terremoti 
avvenuti  in  questa  città  nel  1541  senza  dame  la  data  mensile,  ma  che 
con  tutta  probabilità  si  riferiscono  alle  scosse  citate. 

[409]    1542.  Maggio  14.  Lombriaseo  (Pinerolo  -  Torino). 

Misceli,  di  Stona  patria,  Torino  1862,  l  p.  176. 

Il  cronista  Gianbemardo  Miolo  di  Lombriaseo .  registra  una  scossa 
«  formidabile  »  avvenuta  nella  prima  ora  di  notte  del  14  maggio. 

;410]     1542.  Giugno  13.  Macello  (Toscana). 

Bonito  m.  :  Terra  trem.,  pag.  6JM-90  -  E.  Franchi  :  Xota  sul  terr.  del  i8  maggio  i895  ecc., 
-  GiovANKozzi  G.  :  /  terremoti  storici  Àfugellani,  pag.  4-6  (estr.)  -  Malvasia  de  Rossi  : 
Documenti  ecc.,  pag.  4  -  S.  ammirato  :  Istorie  Fiorentine,  parte  n,  pag.  364  E-365  a  - 
L.  Chini  :  Storia  ant.  e  rnod.  del  Mugello,  Firenze  1816,  pag.  2(n-9,  voi.  Ili  -  Farulli  p.  : 
Ann,  ovv.  not.  st.  di  Arezzo,  pag.  195-96  -  J.  M.  Fioravanti:  Mem.  st.  della  citta  di  Pi- 
stoia, pag.  435  -  L.  Landucci  :  Diario  Fiorentino  ecc.,  Firenze  1883,  pag.  arn  -  Bepetti  : 
Diz.  eeoifr,  Jls,  stor.  della  Toscana,  voi.  v,  pag.  225-26,  Firenze  1843. 

Circa  le  &"  */«  del  mattino  (2^  ant.)  del  13  giugno  nel  Mugello  forte 
terremoto,  il  quale  con  maggior  violenza  infuriò  a  Scarperìa,  ove  il 
palazzo  vicariale  fu  completamente  distrutto  seppellendo  3  persone  :  la 
chieda  principale  e  quella  di  S.  Agostino  rimasero  quasi  del  tutto  ro- 
vinate :  nel  convento  del  Bo.sco  cadde  il  tetto  le  pareti  ed  i  tramezzi 
delle  celle  del  dormitorio  ;  le  mura  andarono  quasi   tutte   a   terra  ;    il 


96  [1542] 

campanile  rimase  oltremodo  lesionato.  Si  ebbero  a  deplorare  14  vittime. 
A  Sant'Agata  rovinarono  quasi  tutte  le  case  e  così  pure  a  Bontà  : 
nella  prima  perirono  6  persone,  nell'  altra  il  doppio.  A  Bosco  a  Frati 
cadde  il  convento  ;  alla  Cavallina  le  facciate  di  quattro  case,  mentre 
le  altre  tutte  furono  lesionate  e  rese  malsicure.  A  Barberino  rovina- 
rono molte  case  e  vi  morirono  parecchie  persone,  a  Borgo  S.  Lorenzo 
diroccarono  la  torre  e  16  case  con  8  vittime.  Galliano  fu  del  tutto  de- 
solata, con  20  morti  ;  Comugnole  con  12  poderi  fa  rovinata,  3  vittime  e 
12  feriti  :  uguale  sorte  toccò  a  Fagna  con  7  poderi  ed  a  Cresbiano  ove 
si  deplorarono  molte  vittime  ;  Pulicciano  si  ebbe  la  chiesa  in  gran  parte 
abbattuta  e  rovinato  il  campanile  ;  a  Mucciano  e  Vespignano  la  chiesa*; 
Bticciano  fu  tutto  conquassato  ;  in  Gattaia  e  Pagliaricci  molte  case  ro- 
vinate ;  Librafatta  e  Vemio  rimasere  spianati  ;  a  Tigliano  furono  de- 
molite 20  case  e  12,  oltre  la  chiesa,  a  S.  Giovanni  al  Corniolo  :  il  mo- 
nastero di  Luco  fu  rovinato  insieme  al  campanile.  Secondo  V  inchiesta 
fatta,  nel  Mugello  per  detto  terremoto  1288  case  (*)  furono  rese  Inabi- 
tabili e  si  ebbero  a  deplorare  113  vittime  e  circa  250  feriti,  oltre  un 
gran  numero  di  capi  di  bestiame  perduti.  Il  danno  ascese  a  300.000 
scudi. 

In  Pistoia  la  scossa  fu  fortissima,  incusse  gran  timore  alla  popola- 
zione e  nella  notte  istessa  fu  seguita  da  9  repliche  ;  a  Firenze  a  breve 
intervallo  furono  intese  sette  commozioni  che  fecero  fuggire  gli  abitanti 
dalle  case  ;  in  Arezzo  molte  case  furono  atterrate.  Il  terremoto  fu  sen- 
tito abbastanza  fortemente  a  Prato,  giacché  ivi  si  fecero  delle  divozioni 
per  essere  liberati  da  tale  flagello  ;  ad  Anghiari  fu  forte  e  fu  avver- 
tita assai  intensamente  anche  a  Bologna,  a  Volterra,  a  Pisa,  a  Lucca 
ed  iu  molte  altre  città. 

Queste  scosse  non. devono  essere  state  molto  forti  a  Pescia  perchè 
il  Balclasseroni  (P.  0.  B.  :  Istor.  della  città  di  Pescia  e  della  Valdinie- 
vole,  II  ediz.,  ivi  MDCCLXXXIV,  pag.  308)  mentre  ricorda  che  in 
tale  anno  i  Pesciatini  fecero  suppliche  per  non  essere  maggiormente 
aggravati  da  tasse  in  vista  delle  innondazioni  e  delle  locuste,  non  parla 
aSatto  di  terremoti. 

Per  oltre  50  giorni  nell'area  danneggiata  si  sentirono  delle  repliche, 
elle,  quantunque  abbastanza  forti,  non  causarono  ulteriori  rovine. 

[411]    1542.  Dicembre  10.  Siracafumo  e  Catanese. 

MONoiTOKE  A  :  Ist.  cromi,  de  terr.  ecc.,  pag*.  391-94. 

Forse  già  fin   dall'agosto  si  erano  cominciate  a  sentire  in  Sicilia,  e 


1   II  coutinuatore  del  Diario  del  Landiiccl  porta  a  1740  il  numero  delle  case  rovinate 
t'd  a  2si)  (luello  delle  persone  rimaste  ferite. 


[1542] 


97 


specialmente  nel  Siracnfiano,  delle  scosse  di  terremoto,  le  quali  aumen- 
tarono di  intensità  e  di  numero  sulla  fine  del  novembre  e  sui  primi  di 
dicembre,  a  23**  circa  di  questa  giornata  si  ebbe  un  grande  parossismo. 
In  Siracusa  caddero  moltissime  case,  diroccò  il  campanile  della  catte- 
drale e  rovinò  il  palazzo  vescovile.  In  Caltagirone  molti  edificii  furono 
abbattuti  specialmente  nelle  strade  delle  chiese  di  San  Giorgio,  di 
S.  Benedetto  fino  a  S.  Maria  di  Valverde  :  i  campanili  della  chiesa 
Maggiore  e  di  S.  Giorgio  furono  danneggiati,  anzi  il  secondo  rimase 
decapitato  ed  interessato  da  una  lunga   fenditura  ;   precipitò   pure   in 


FiG.  2. 


tale  occasione  la  parte  boreale  del  castello,  causando  9  morti.  Fu  ab- 
battuto il  castello  di  Sortine  ;  a  Mineo  la  rocca  e  moltissime  case  fu- 
rono distrutte  :  ugual  sorte  toccò  pure  al  castello  di  Vizzini,  mentre 
quoUo  di  Licodia  ebbe  solo  atterrata  la  parte  sua  più  elevata  :  Leoi> 
tini  rimase  in  gran  porzione  distrutto.  Catania, 

Militello  ed  altre  trenta  città  vicine  ebbero  le  mura  e  molte  case 
lesionate  ;  Palermo,  Trapani  e  Seiacca  forse  risentirono  esse  pure 
qualche  danno. 

In  Siracusa  la  fonte  «  Aretusa  »  ed  i  pozzi  della  cittc'i  per  (lualohò 
giorno  emisero  acqua  salmastra. 

Le  repliche  durarono  per  circa  40  giorni. 

Alcuni  cronisti  mettono  questo  terremoto  al  10  di  a<]:osto,  altri  al 
10  novembre  :  la  data  del  10  dicembro,  che  il  Mon<j^itorc  reca  sulla 
scorta  del  Fazello,  mi  sembra  la  preferibile. 

a^iiATTA  :  Terremoti  ecc*  7 


98  [1544  -  1549] 


[412]    1544.  Gennaio.  Calabria. 

FIORE  G.  :  Della  Calabria  illustr.  ecc.,  tomo  l.  pag.  287. 

Secondo  quanto  riferisce  il  Fiore,  per  forti  scosse  di  terremoto  av- 
venute in  Calabria,  molte  case  sarebbero  state  quasi  rovinate. 

[413]    1547.  Febbraio  10.  Reggio  Emilia,  Modena. 

L.  VEDRiANi:  ìfist.  delV  antichissima  città  di  Modena j  ivi  1667,  parte  II,  pag.  539  -  visdo- 
MiNi  A.  :  Alcune  cose  estratte  dalli  Diarii,  pag.  11,  Reg^o  B.  1881. 

A  20**  Vj  <^c1  10  febbraio  in  Modena  forte  terremoto  che  fece  cadere 
alcuni  merli,  comìgnoli  e  la  cima  del  campanile  di  S.  Domenico.  Fu 
più  intenso  a  Reggio. 

Al  7  marzo  fuvvi-una  nuova  ripresa  e  seguitarono  le  scosse  per 
una  settimana  :  poi  di  nuovo  e  gagliardamente  al  24,  onde  un  predica- 
tore per  timore  che  crollasse  la  torre,  pensò  di  lasciare  il  Duomo. 

Altre  scosse  molto  forti  avvennero  pure  in  Reggio  al  24  maggio 
1548,  ed  al  27  dicembre  1549. 

[414]    1547.  Luglio  31.  Savona  (Genova). 

Maineri  b.  e.  :  Liguria  Occ,  pag.  25. 

Al  31  luglio  in  Savona  fortissimo  terremoto  che  durò  un  «  crede  ». 

[415]    1548.  CaUnia. 

MONoiTORE  A.  :  Istor.  cronol.  dei  terr.  ecc.,  pag.  894. 

Nell'anno  un  terremoto  atterri  la  città  ed  apportò  non  pochi  danni. 
[416]    1549.  Calabria,  Messina. 

Fiore  O.  :  op.  cit.,  pag.  287  -  Monoitore  a.  :  op.  clt.,  pag.  394. 

Il  Fiore  scrive  che  al  31  maggio  fu  sentito  in  Calabria  un  nuovo 
terremoto,  presso  a  poco  della  stessa  forza  di  quello  del  1544;  il  Mon- 
gitore  invece  pone  nell'aprile  un  orrendo  terremoto  con  grande  panico 
della  cittadinanza  di  Messina.  Con  ogni  probabilità  le  due  notizie  ri- 
guardano un  identico  fenomeno  od  almeno  uno  stesso  periodo  sismico. 

[417]    1549.  Maggio  3.  Savona. 

Maineri  b.  E.:  Liguria  Occ-,pag.  25. 

Al  3  maggio,  circa  le  13*»,  due  s«osse  che  fecero  cadere  alquanti  co- 
mignoli. 

[4181     1549.  Maggio  14.  Alba  (Cuneo). 

e.  BKNEVELLI  :  Sopra  1  (rem.  ecc.  pag.  19. 

I  cronisti  Serralonga  d'  Alba  e  B.  Miolo  di  Lombrasco,  ricordano 
come  nella  mattina  di  detto  giorno  fu  sentito  in  Alba  un  grande  ter- 
remoto. 


[1550  - 1556]  99 


[419]     1550.  Ariano,  Vallo  di  Diano. 

CAPoca  :  Cutalogo  ecc.,  I,  pag.  313. 

Terremoto  disastroso  nelle  provincie  meridionali  :  Ariano  fu  di  bel 
nuovo  subissato  ed  il  Vallo  di  Diano  rimase  molto  danneggiato. 

Il  Fiore  (Della  Cai.  illustr.^  tomo  I,  pag.  287-8)  scrive  che  detto 
terremoto  avvenne  al  25  agosto  e  che  nel  Vallo  causò  la  rovina  di 
molti  luoghi.  Il  Bonito  (Terra  trem.y  pag.  647)  ricorda  un  terremoto 
sentito  in  Napoli  il  30  gennaio. 

[420]    1551.  Settembre  26.  Firenze. 

G.  GiovANNozzi  :  /  terr.  stor.  Fiorentini^  pag.  6  (estr.) 

Al  26  settembre,  alle  ore  23  circa  (5**  30"*  pom.),  in  Firenze  due  scosse, 
una  delle  quali  fu  molto  forte  e  V  altra  breve  :  apportarono  grande 
spavento.  Ciò  secondo  il  Diario  ms  del  Settimanni.  A  questo  terremoto 
deve  alludere  il  Bardi,  citato  dal  Bonito  {Terra  trerts,,  pag.  692),  di- 
cendo che  nell'anno  in  Firenze  furono  sentite  molte  scosse. 


421]    1554.  Novembre  28.  .  Firenze. 

O.  OiovANNozzi  :  op.  cit.,  pag.  6  (estr.) 

Al  28  novembre,  circa  2^,  in  Firenze  scossa  fortissima  della  durata 
di  circa  «  un  pater  »  :  fece  rovinare  molti  camini.  Ciò  secondo  il  Diario 
predetto. 

[422]     1555.  Novembre  2.    ,  Val  Seriana  (Lombardia). 

D.  c.%JLvi  :  Bfem.  sacro^rof.  di  Bergamo»  voi.  ni,  pag.  257. 

Al  2  novembre  un  terremoto  (?)  sconquassò  la  Val  Seriana  :  dai 
monti  di  Valgoglio,  circa  le  3*^  della  notte,  si  staccò  una  grossa  frana 
che  cadendo  a  valle  recò  alla  terra  di  Gromo  danni  negli  edifìcii.  Du- 
bito che  si  tratti  di  un  grande  franamento  non  connesso  a  fenomeni 
sismici  che,  dati  gli  effetti  prodotti,  avrebbero  dovuto  essere  stati  sen- 
titi in  altri  punti  della  Lombardia. 

I423J    I55«.  Aprile  20.  Bolena  (Nizzardo). 

p.  GioPFRBDo:  St.  delle  Alpi  Marittime^  In  «  Mon.  lilst.  patr.  ecc.  »  Scriptorum,  tomo  il, 
col.  1477,  Avg.  Taurin.  MIXXCXXXIX. 

A  Bolena  un  terr^oto  distrusse  buona  parte  delle  abitazioni,  seppel- 
lendo molti  sotto  le  rovine  :  ciò  si  rileva  dalla  seguente  iscrizione  posta 
nella  sagprestia  della  chiesa  parrocchiale  :  «  L'anno  155G  a  di  20  aprile 
per  il  terremoto  fatto  sono  morti  150,  e  quasi  il  luogo  tutto  distrutto». 

;424J     1556.  Novembre  17?  Rossano  (Cusonzci). 

PbRRKY  A.:  Tremai,  pentns.  Ital.,  pa«?.  19  -  Cai'occi:  op.  cit ,  III,  p.i;:.  WW  -  Mkhcalli  (4.  : 
/  terr.  Napoletani  ecc.,  pag.  8  (estr.) 

U  Perrey,  seguendo  Licostene,  ricorda  clic  neir  ajìrile  furono  sentite 


100  [1556  - 1561] 


in  Rossano  scosse  violentissime  che  fecero  crollare  le  case,  apportando 
danni  entro  nn  raggio  di  circa  30  miglia.  li  Capocci  d'  altronde  nota 
che  Licostene  cita  «  Rossana,  Astopiae  civitas  »  la  quale  non  ha  nulla 
a  che  fare  con  Rossano  Calabro.  Ma  nel  ms.  Pacca,  pubblicato  dal 
Mercalli,  si  trova  riportato,  con  V  autorità  di  B.  Mandile  (Libro  del 
prossimo  giudizio)^  che  ai  4  ottobre,  neir  ora  di  un  ecclisse  di  luna, 
avvenne  un  terremoto  in  uno  dei  casali  di  Cosenza,  che  cagionò,  oltre 
altri  danni,  la  rovina  del  campanile  di  una  chiesa. 

Questa  notizia  adunque  conferma  che  nella  Calabria  Citeriore  ebbe 
luogo  un  terremoto  rovinoso  :  ma  la  data  mensile  resta  molto  dubbia, 
giacché  il  solo  ecclisse  (parziale)  di  luna  visibile  nel  Cosentino  nel  1556^ 
accadde  al  17  novembre  verso  le  2^  e  non  già  al  4  ottobre,  come  scrive 
il  Pacca,  e  nemmeno  neir  aprile  secondo  Licostene. 

[425]    1557.  Caii|Mgiiaiio  (Ischia). 

D'ASCIA  G.  :  Storia  dell'isola  d'Ischia,  pag.  ^1-2,  NapoU  1888. 

Un  terremoto  fece  crollare  la  chiesa  del  villaggio  di  Campagnano. 

* 
[426 1    1558.  Aprile  13.  Sieaa. 

A.  SoLDANi:  Relazione  ecc.,  pag.  58  -  G.  Giovannozzi:  I  terr,  stor.  Jlor.  ecc.,  pag.  6-7  (estr.; 

Circa  le  14*»  30™  (9**  V«  ^^^•)  del  13  aprile  grandissimo  terremoto  a 
Firenze  e  in  quasi  tutta  la  Toscana.  In  Siena  apportò  vari  danni  al 
Duomo;  molti  abitarono  all'aperto.  L'acqua  di  Fontebranda  «  alzò  tre 
volte  più  di  due  braccia».  Le  storie  spesse  volte  citate  del  Fioravanti 
per  Pistoia  e  del  Farulli  per  Arezzo  nulla  ricordano  :  io  credo  che  a 
questi  terremoti  alluda  al  Bonito  con  quelli  da  lui  registrati  al  1537. 

[427]    1559.  Giugno  29.  Palermo. 

MoNc.iTORE  A.:  IsL  cronol.  dei  terr.,  pag.  3W. 

Al  29  giugno  forte  terremoto  in  Palermo,  ma  nessun  danno.  Il  Mer- 
calli (I  terr.  della  Caìàbr.^  pag.  17  [estr.])  scrive  che  nel  maggio  Reggio 
era  stata  travagliata  da  più  terremoti. 

[428]    1560,  Maggio  11.  Barletta,  BiseegUe. 

M.  ROMANO  :  Saggio  sulla  storia  di  Afolfetta,  Napoli  18J2,  parte  l,  pag.  159. 

Terribile  terremoto  che  recò  danno  a  molte  c^tà  fra  le  quali  Bar- 
letta e  Bisceglie,  ove  perirono  molti  cittadini. 

[429]    1561.  Luglio-agosto.  Vallo  41  Diano. 

BONITO  M.  :  Terra  treni.,  pag.  e9C>-99  -  Capocci  :  Catalogo,  III,  pag.  311-13  -  kirker  a.  :  Mun- 
(ius  suùterr.,  voi.  i  ;  iv,  pag.  io  -  mkrcalli  a.  :  /  fen\  NapoL  ecc.,  pag.  8-15  (estr.)  - 
UKLLA  BONA  d.  :  Ragvagli  della  città  di  Arenino,  Trani  MDCLVI,  pag.  233  -  vipera  m.  : 
C/i  rami.  Bpiscop.  ecc.,  pag.  175. 

La   prima  scossa   avvenne  verso   le  24»'  del    31  luglio   ed  interessò 


[I56IJ  101 

specialmente  la  Terra  di  Lavoro,  il  Principato  Citra  e  la  Basilicata  e 
sopra  tutto  riusci  disastrosa  a  Boccino,  ove  rovinò  gran  parte  del  pa- 
lazzo Martino,  duecento  case,  ed  alcune  chiese  :  le  altre  ed  i  restanti  edi- 
fìci! furono  conquassati  con  la  morte  di  100  persone  oltre  a  molti  feriti.* 
La  seconda  scossa^  sentita  a  4^  di  notte  del  V  agosto,  fu  violenta  ma 
però  meno  assai  della  prima  ;  la  terza  accadde  versò  il  mezzodì  del 
2  agosto,  fu  molto  sensibile,  ma  di  intensità  inferiore  a  quella  delle 
due  precedenti  :  scosse  giornaliere  si  fecero  sentire  fino  al  19  agosto 
in  cui,  a  20*",  si  ebbe  la  più  disastrosa,  che  causò  immensi  danni  e 
gran  numero  di  vittime  :  fu  sentita  in  Napoli  in  modo  affatto  innocuo.^ 
A  Palo,  presso  il  Sele,  rovinarono  40  case  e  vi  morirono  20  persone  } 
a  Sicignano  rovinarono  metà  degli  edificii  con  40  morti  :  a  Vietri  ne 
caddero  circa  50  e  vi  morirono  20  persone  :  a  Caggiano  metà  degli 
edifici  furono  diroccati  uccidendo  30  persone. 

Polla  ebbe  la  stessa  sorte  con  la  differenza  che  40  farono  i  morti. 
Sant'  Arsenio,  S.  Pietro  e  S.  Rufo  rimasero  affatto  spianati  :  nel  primo 
vi  perirono  80  persone  e  15  nel  secondo.  Diano  fa  rovinato  in  gran 
parte  dai  massi  che  rotolarono  dai  monti  ;  6  morti.  In  Ottati  dirocca- 
rono circa  30  case  e  vi  morirono  dieci  persone  ;  a  Pateliano  20  con  la 
morte  di  soli  8  :  a  S.  Giacomo  80  con  la  morte  di  6.  In  Atena  caddero 
i  campanili  delle  chiese  con  metà  degli  edifìcii,  sotto  i  quali  rimasero 
spenti  30  abitanti  :  a  S.  Angelo  della  Fratta  rovinarono  80  case  con  8 
morti  ;  ugual  numero  di  vittime  ebbe  Sala,  ove  diroccarono  20  fab- 
bricati. 

A  Balbano  precipitò  al  suolo  il  castello  e  circa  metà  dell'abitato 
causando  11  vittime.  Tito  fa  quasi  adeguato  e  pianse  100  morti  :  in 
Picemo  rovinò  la  terza  parte  degli  edificii  e  la  chiesa  maggiore  con 
20  morti.  A  Vignola  ne  morirono  8  e  caddero  20  case,  ed  in  Potenza 
10,  senza  alcun  danno  alle  persone  :  il  simile  anche  successe  a  Ruoti 
e  ad  Avigliano,  ove  15  furono  le  case  rovinate. 

In  Atella  ne  caddero  parecchie,  con  il  monastero  di  S.  Agostino,  e  vi 
rimasero  morte  quattro  persone.  In  Calitri  rovinò  per  metà  il  castello  : 
a  S.  Licandro  ed  a  S.  Fele  otto  case  furono  diroccate,  ed  a  Castel 
Grande  6;  questi  luoghi  furono  inmiuni  di  vittime,  mentre  una  si  ebbe 
a  deplorare  a  Bella,  ove  due  case  furono  dal  terremoto  demolite.  In 
Muro  ne  caddero  circa  60,  causando  40  morti  e  molti  feriti. 

L'  area  di  massima  intensità  entro  la  quale  il  movimento  sismico  è 
stato  disastroso,  si  estende  nella  parte  più  elevata  del  bacino  del  fiele, 
cioè,  nelle  valli  del  Tanagro  e  del  Calore  Superiore  (Vallo  di  Diano)  e 
comprende  i  paesi  di  Atena,  di  S.  Pietro,  di  Polla,  di  Buccino,  di 
Polo,  di  Sicignano,  di  Caggiano,  di  Vietri,  di  S.  Arsenio,  di  S.  Angelo 
delle  Fratte,  di  Sala,  di  S.  Giacomo,  di  S.  Rufo,  di  Ottati,  di  Vignola, 


102  [1561] 

di  Tito,  di  Picerno,  di  Balvano,  di  Muro,  di  Bella,  ecc.  :  questa  zona 
à  forma  elittica,  con  1'  asse  maggiore,  disposto  approssimativamente  in 
senso  N*S,  di  46  km.  di  lunghezza,  ed  il  minore  in  senso  E-\V  misurv 
circa  35  km. 

Neir  area  isosismica  rovinosa,  ove  cioè  la  concussione  tellurica  k 
causato  rovine  di  edificii  senza  vittime  umane,  sono  incluse  Potenza, 
Ruoti,  S.  Nicandro,  Avigliano,  S.  Fele,  Calatri  ecc. 

Avellino  si  trova  neir  area  isosismica  fortissima  perchè  ivi  le  case 
(che,  secondo  il  Bella,  oscillavano  fino  a  toccarsi)  rimasero  lesionate 
insieme  alla  torre  del  castello  ed  al  Vescovado:  a  Benevento  il  ter- 
remoto incusse  grande  timore,  ma  non  apportò  danni  :  fu  forte  a 
Napoli  e,  al  dire  del  Summonte  e  del  Pacca,  si  propagò  eziandio  in 
Sicilia. 

Interessanti  furono  i  fenomeni  prodotti  nel  suolo  dalle  scosse  più 
forti  :  presso  Bella  si  apri  una  spaccatura  di  circa  un  miglio  di  lun- 
ghezza ;  presso  Muro  si  formarono  delle  aperture  nel  suolo,  dalle  quali, 
al  dir  del  Pacca,  per  oltre  un  mese  uscirono  pietre  e  terra:  detto  fe- 
nomeno cessò  solamente  verso  il  20  settembre  in  seguito  a  forti  pioggìe. 
Il  Sele,  presso  Polla,  per  24  ore  restò  a  secco  ;  si  asciugarono  vtirie 
sorgenti  presso  Bella  e  poi  ricomparvero  intorbidate  e  calde.  Infine  il 
Kirker  racconta  che  un  colle  in  Basilicata  fu  per  intero  trasportato 
alla  distanza  di  tre  miglia. 

Nel  1562  si  ebbe  nel  Vallo  di  Diano  una  forte  scossa,  e  nel  1563 
un'  altra  di  notevole  intensità  urtò  Buccino  senza  però  portarvi  alcun 
danno. 

[430]    1561.  Novembre  11.  Reggio  Calabria. 

Mercali.1  G. :  /  terr.  di  Calabria  ecc.,  pa^.  n  !estrj 

Il  cronista  Zappia  ricorda  che  nel  citato  giorno  un  terremoto  fortis- 
simo scosse  Reggio  di  Calabria. 

[431]    1561.  Novembre  24.  Ferrara. 

BUONI:  Del  terr.,  pagr.  253  -  F.  Conti:  Ann.  di  Ferrara,  Ivi  1W5.  pag.  818  -  A.  Frizzi:  Mem. 
per  la  storia  di  Ferrara,  n  ed!z.,  Ivi  1848,  voi.  iv,  pag.  381  -  a.  S.\rdi  :  Delle  hist,  fer- 
raresi, aggiunte  di  più  quatta  libri  del  sig.  Dr.  Faustini,  ivi  1646,  pag.  45  (aggiunte). 

Al  16  novembre  si  sentì  in  Ferrara  una  debole  scossa  fra  le  10  e 
le  11*'  :  al  24  un  nuovo  movimento  sismico  fece  rovinare  moltissimi  ca- 
mini, atterrare  parecchi  fabbricati  ed  uccidere  anche  qualche  persona. 

[432]    1561.  Ravenna. 

Serhkri  a.  :  Scritti  di  sismologia,  voi.  Il,  pag.  192. 

Neil'  anno  un  forte  terremoto  atterrò  la  statua  di  Ercole  posta  nella 
piazza  maggiore  di  Ravenna. 


[1662  - 1564]  103 


m,    1562.  Aprile  6.  Palermo. 

VoNGiroftE  ▲.  :  istor.  cromi,  dei  terr.,  pa^.  805. 

All'ora  1*  e  7*  della  notte,  due  grandi  scosse  a  Palermo  :  a  8**  altra 
più  violenta  per  la  quale  la  campana  della  chiesa  di  S.  Antonio  diede 
tre  colpi. 

I  Diari  del  Paruta  e  del  Palmerino  (Bibl,  stor.  sicy  I,  25,  Palermo 
1860)  pongono  questo  terremoto  nel  giorno  16, 

[A3Ì\    1563.  Giugno  13.  Catania. 

AUATi  A.  :  Dizion.  coroQ.  dell'  Italia,  voi.  Il,  pag.  782. 

Al  13  giugno  terribile  scossa  a  Catania  :  il  Mongitore  ed  il  Gemmel- 
laro  non  la  ricordano. 

[435]     1564.  Luglio.  Pozzaoli  (Napoli). 

MkiRCALU  G.  :  /  terr.  Napol.  del  secolo  XIV,  pag.  17  (estr.) 

» 

II  Pacca^  citato  dal  Mercalli,  scrive  che  in  questo  anno  in  Pozzuoli 
hi  sentirono  quasi  continuamente  dei  terremoti,  molti  dei  quali  leggeri  : 
nel   luglio  ne   avvenne  uno   violento  e   poi  dopo  otto  giorni  un'  altro 
sentito  anche  a  Napoli.  Non  apportarono  danni. 

[436]    1564.  Luglio  20.  Alpi  Marittime. 

Mercalli  G.  :  /  terr,  della  Liguria  ecc.,  pag.  88-93  -  A.  Nota  :  Del  tremuoto  avrenuto  ecc., 
pag.  40  -  GioFFREDO  P.  :  Storia  delle  Alpi  Marittime,  In  «  Mon.  hlst.  patr.  »  Script. 
toro.  II,  col.  1531-36,  Aug.  Taurlnorum  MIXXJCXXXIX  -  3.  Rossi  :  Storia  della  città  di 
Ventimiglia,  Oneglia  1888,  pag.  dOO  e  seg. 

I  disastrosi  terremoti  nizzardi  del  1564  cominciarono  al  20  luglio 
verso  le  23^  ital.  ;  per  circa  50  giorni  si  sentirono  delle  repliche,  fra  le 
quali  una  rovinosa  al  5  agosto. 

L' area  centrale  di  questo  movimento  sismico  (zona  disastrosa)  com- 
prende r  alta  valle  Vesubia,  e  le  parti  a  questa  vicine  delle  valli  della 
Tinca  e  della  Roia  :  ha  forma  grossolanamente  circolare  con  un  dia- 
metro di  poco  oltre  i  25  km. 

La  Bollena  fu  quasi  affatto  rovinata  con  la  perdita  della  quarta 
parte  de'  suoi  abitanti  (600  morti,  14  feriti)  :  Belvedere  rimase  in  gran 
parte  adeguato  al  suolo  con  la  morte  di  50  persone  (secondo  altri  di  80) 
0  con  altrettanti  feriti.  A  Roccabigliera  si  ebbero  a  deplorare  22  morti 
ed  11  feriti  ;  a  Lantosca  alcune  case  rimasero  rovinate  ed  altre  minac- 
cìanti   rovina  :  5  vittime. 

La  Rocchia  fu  quasi  tutta  rovinata  :  a  Valdiblora  crollò  la  chiesa, 
seppellendo  una  persona,  ed  a  Clans  diroccarono  14  case.  Nella  valle 
della  Roja  rovinò  il  castello  di  Brigna  e  quello  di  Ventimiglia. 

Secondo  alcune  relazioni  tedesche  trovate  dal  Mercalli,  crollarono 
pure  Remple  (forse  Rimplas?),  Villaret  (Villars,  presso  Utelle?)  San- 
dalin  (?),  Morena  (?)  ed  il  castello  di  Cahours  (?)  insieme  al  ponte. 


104  [1560-156fJ 


A  San  Remo  la  scossa  fu  forte  e  fdrono  sentite  repliche  per  lo  spazio 
di  quasi  cinquanta  giorni.  A  Porto  Maurizio  la  popolazione  restò  per 
circa  altrettanto  tempo  attendata  all'  aperto, 

Gli  autori  sincroni  parlano  di  monti  spaccati  e  di  eruzioni  vulca- 
niche. Spogliati  da  ogni  esagerazione,  si  comprende  che  i  fenomeni 
sopraricordati  si  riducono  all'apertura  di  profonde  fenditure  nel  suolo 
ed  alla  emissione  di  gas  e  di  vapori. 

Al  momento  della  scossa  il  Vesubia  trattenne  il  suo  corso  ;  nel  porto 
di  Villafranca  fu  trovato  il  fondo  del  mare  abbassato  di  una  «  picca  » 
ed  al  di  sopra  si  notarono  poi  nuove  sorte  di  pesci  (fauna  profonda?); 
ad  Antibo  il  mare  invase  dapprima  la  spiaggia,  talché  parecchie  bot- 
teghe furono  innondate,  poi  si  ritrasse  di  tanto  da  lasciare  il  porto 
quasi  senz'  acqua. 

[437]    1566.  Maggio.  Pozzuoli  (Napoli). 

Mercalli  G.  :  /  terr,  Napol.  ecc.,  paif.  17  (estr.) 

Secondo  il  Pacca,  poco  dopo  le  18*»  del  23  gennaio  un  terremoto 
assai  sensibile  scosse  Napoli,  senza  causare  danni  di  sorta  :  verso  le 
\h^  del  1  maggio  si  ebbe  una  scossa  fortissima  :  a  4^  della  notte  fì*a  il 
6  e  7  dello  stesso  mese  fu  avvertito  generalmente  in  Napoli  un  terre- 
moto, che  il  Pacca  dice  abbia  avuto  sua  origine  in  Pozzuoli. 

Il  Bonito  (Terra  trem,^  pag.  706)  nel  1566  non  registra  che  un  solo 
terremoto  avvertito  in  Napoli  dalla  generalità  delle  persone  a  24*» 
del  31  luglio,  per  il  quale,  egli  dice,  tutti  gli  abitanti  si  diedero 
alla  fliga. 

[438]    1566.  Novembre  30.  Etna. 

Bonito  m.  :  Terra  trem.^  pag.  T03-4  -  Gallo  :  Terr,  i783,  pag.  XI  -  Monoitore  a.  :  Ist.  cron. 
dei  terr,,  pag.  395. 

In  occasione  di  una  forte  eruzione  dell'  Etna,  avvenuta  il  30  no- 
vembre, in  Sicilia,  e  specialmente  nei  dintorni  del  vulcano,  furono 
sentite  replicate  e  forti  scosse  di  terremoto  per  lo  spazio  di  due  giorni 
Randazzo  ne  rimase  rovinata.  A  Messina  tali  scuotimenti  non  appor- 
tarono danno  alcuno. 

[439]    1^67.  Agosto  27 "(verso  il).  Norcia  (Perugia). 

P.  Patrizi  Forti:  Mem.  stor.  di  torcia.  Ivi  1869,  pag.  500-1. 

La  città  di  Norcia  prima  del  27  agosto  fu  colpita  da  un  fortissimo 
terremoto  che  danneggiò,  fra  V  altro,  i  muri  del  palazzo  consolare,  le 
muraglie  di  cinta  ed  i  torrioni  ;  recò  inoltre  moltissimi  danni  al  mo- 
nastero di  S.  Antonio,  reso  poi  inabitabile  da  quelli  inferti  da  furio- 
sissimi uragani. 


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[1568  - 1570]  IÓ& 


[440]    15(»-69.  Pounoli  (Napoli). 

MfeACALu  G.  :  /  terr.  Xapol.  ecc.,  pa^.  17  (estr.) 

Il  Pacca,  citato  dal  Mercalli,  ricorda  che  nella  notte  fra  il  31  di- 
«•embre  1568  ed  il  1°  gennaio  1569  in  Napoli  e  dintorni  si  sentì  un  vio- 
lento terremoto  cbe  ebbe  sua  origine  in  Pozzuoli,  per  il  quale  «  cadde 
una  parte  di  quel  sasso  che  è  nelP  entrare  della  famosa  grotta  di  Lo- 
cullo,  posta  fì*a  V  una  e  V  altra  delle  dette  città  ». 

[441]    1570.  Aprile-maggio.  Pozzuoli. 

B3MTO  M.  :  Terra  trem.^  pag.  T(n  -  Capocci  :  Catalogo^  l,  pag.  344  -  mercalli  G.  :  /  terr.  Na- 
poìetani,  ecc.,  pag.  18  (estr.) 

Nella  notte  fra  il  30  aprile  ed  il  1*»  maggio,  circa  le  ore  4  V25  ^n  ter- 
remoto assai  forte  scosse,  secondo  il  Pacca,  Napoli  :  in  Pozzuoli  causò 
danno  a  qualche  edificio  e  particolarmente  air  ospedale.  Al  17  giugno, 
circa  le  16  */g,  si  intese  un'  altra  scossa  ma  assai  meno  intensa  della 
prima,  giacché  non  causò  il  minimo  danno.  Il  Summonte  .  (e  dietro  di 
lui  il  Bonito  ed  il  Capocci)  ricorda  un  terremoto  disastroso  per  Poz- 
zuoli il  17  giugno  1570,  e  non  menziona  il  primo  successo  al  30  aprile  : 
ma  dalle  notizie  del  Pacca,  che  sono  certamente  le  più  attendibili,  ri- 
sulta che  la  scossa  più  forte  è  stata  la  prima. 

,442]    1670.  Settembre  17.  Ferrara. 

Bonito  m.:  op.  clt.,  pag.  ÌOS-H  -  Solerti  A.  :  //  terr,  di  Ferrara  del  i570  -  Scarpa  :  Terr, 
avvenuti  in  Treviso  ecc.,  pag.  181  -  ami  ani  :  Memorie  Ut.  di  Fano,  parte  il,  pag.  209  - 
F.  L.  BERTOLDI:  Memorie  stor.  d'Argenta^  tomo  m,  parte  ni,  Ferrara  1864,  pag.  97-38  - 
F.  Co.sTi  :  Ann.  di  Ferrara,  Ivi  1845,  pag.  847-52  -  A.  Frizzi  .-  Mem.  per  la  St.  di  Ferrara, 
voi.  IV,  Il  edlz.,  pag.  290-98  -  S.  Muzzi:  Ann.  della  città  di  Bologna,  tomo  vi,  pag.  567  - 
L.  vedriani  :  Hist.  delVantich,  città  di  Modena,  ivi  1667,  parte  il,  pag.  ?74. 

Al  17  dicembre,  a  19**  del  mattino,  in  Ferrara  si  senti  una  prima 
scossa  della  durata  di  oltre  un  «  pater  >  ed  assai  violenta,  avendo 
latto  cadere  un  centinaio  di  comignoli,  rovinare  molti  merli  e*  terraz- 
zini, in  numero  di  circa  cinque  o  seicento  e  scompaginare  moltissimi 
odifìcii:  fu  seguita  da  molte  repliche,  fra  le  quali  specialmente  farono 
intense  quelle  avvenute  suir  imbrunire  della  giornata. 

A  3**  della  notte  una  nuova  scossa,  la  maggiore  e  la  più  lunga,  fece 
nel  vecchio  palazzo  del  castello  precipitare  un  tetto,  sotto  cui  rimasero 
morte  tre  persone. 

I  danni  in  città  farono  inestimabili  :  caddero  i  torrioni  ed  i  merli 
delle  antiche  mura,  quelli  del  palazzo  Contrary  (ora  Pepoli),  della  Ra- 
gione con  la  parte  occidentale  ed  una  torre.  Nel  castello  precipitarono 
le  sommità  delle  quattro  torri  con  parecchie  balaustrate  e  qualche  muro 
in  temo;  andarono  parimenti  a  terra  le  due  torricelle  del  duomo,  poste 
sopra  al  presbiterio  e  che  servivano  anticamente  per  le  campane  :  in 
pari  tempo  crollarono  molti  fregi  che  ne  adornavano  le  parti  terminali  ; 

9 


106  [1570] 

certi  archi  rimasero  sconnessi  e  la  facciata  deviò  un  po'  dalla  ver- 
ticale. 

Tutto  ciò  che  restava  di  Castelnuovo  (ora  mercato  dei  cavalli),  il 
palazzo  del  Paradiso,  quello  dei  Tassoni,  degli  Estensi  a  S.  Franc^esco, 
la  €  Corte  nuova  »  e  la  vecchia,  il  Vescovado,  la  Loggia  dei  Calzolai, 
le  chiese,  i  campanili,  ed  i  monasteri  di  S.  Francesco,  di  S.  Spirito, 
di  S.  Rocco,  di  8.  Stefano,  di  S.  Domenico,  di  S.  Maria  degli  Angeli, 
della  Certosa,  di  S.  Maria  della  Consolazione,  di  S.  Silvestro,  di  8.  Gior- 
gio e  di  S.  Bartolomeo  rimasero  od  in  tutto  od  in  parte  adeguati  al 
suolo.  Non  vi  fti  insomma  edificio  pubblico  e  privato  che  non  avesse 
risentito  danni  :  ciò  che  rimase  in  piedi  si  dovette  però  puntellare. 
Tutte  le  strade  erano  ingombrate  dalle  macerie,  sotto  le  quali  rimasero 
morte  un  centinaio  (130^150)  di  persone  (*). 

Fra  gli  effetti  prodotti  da  questo  terremoto  devonsi  notare  i  rombi 
sotterranei,  i  bagliori  repentini  neir  atmosfera,  il  gonfiamento  improv- 
viso delle  acque  del  Po,  certe  elevazioni  ed  avallamenti  del  suolo  lìiori 
Porta  S.  Pietro  e  S.  Paolo,  alla  torre  della  Fossa  ed  altrove  nei  Polesini 
di  S.  Giorgio  e  di  S.  Giovanni  Battista,  ove  avvennero  pure  emissioni 
violente  di  acqua  nerastra  e  di  arena. 

La  scossa  maggiore  fu  forte  a  Treviso,  a  Padova,  a  Bologna,  a  Ve- 
nezia \  fu  sentita  nel  modenese,  nel  reggiano,  nel  mantovano,  a  Fi- 
renze ed  a  Roma. 

Dopo  la  prima  scossa  del  17  novembre  si  avvertirono  moltissime  re- 
pliche (secondo  alcuni  150  nelle  prime  24*")  accompagnate  da  rombi 
sotterranei  specialmente  verso  le  20  e  24*»  (*)  ;  però  per  circa  nove  mesi 
non  vi  fu  giornata  in  cui  non  fosse  avvertita  una  od  anche  più  scosse, 


(1)  In  una  lettera  r Ambasciatore  Urbinate  Livio  Passeri,  pubblicata  dal  Solerti,  cosi 
descrive  fé  rovine  : 

«  Il  Castello  é  tutto  ft^acassato,  la  chiesa  di  S.  Giovanni  Battista  a  Ferrara,  quella 
di  S.  Francesco,  parte  di  quella  di  S.  Polo  e  di  quella  di  S.  Maria  del  vado,  ed  il  vesco 
vado,  tutto  fesso  e  cadute  le  campane;  caduto  similmente  il  campanile  di  S.  Gior^fio, 
quello  della  certosa,  quello  degli  Angeli,  quello  di  S.  Anna  e  rovinati  quasi  tutti  li 
monasteri  di  monache,  ed  insomma  tutta  questa  città  che  è  cosa  miserabile  e  lacri- 
mevole di  vedere....  U  danno  è  tanto  che  non  si  potria  estimare,  ma  si  dubita  di  peggio, 
perchè  un  altro  che  ne  venga  simile  a  quello  di  ieri  sera  di  sicuro  tutta  Ferrara  va  in 
terra....  »  Ed  il  Canigiani  a  questo  proposito  cosi  scrive  :  «  E  cosi  [Ferrara]  resta  tutta 
rovinata  nelle  sommità,  ed  in  qualche  particular  spianata  anche  affatto,  come  S.  Bor- 
tolo fuor  di  Ferrara  de'  frati  di  Cestello,  S.  Giorgio  dei  frati  di  Monteoliveto,  San  Gio- 
vanni de'  Canonici  Regolari,  la  Certosa,  il  campanile  ed  un  pezzo  di  chiesa,  il  Duomo 
in  parte,  S.  Francesco  la  facciata  di  testa  ed  una  nave,  S.  Paolo  tutta  la  Chiesa,  e  tutte 
le  case  di  Ferrara  senza  contar  i  particolari,  eccetto  pochissime  fatte  di  nuovo,  e  senza 
merli  o  camini  su  la  gronda...  » 

(2)  L'Ambasciatore  fiorentino  scriveva  che  «  siamo  a  ottanta  ore  che  cominciomo  1 
terremoti,  e  non  ci  hanno  dato  più  lungo  riposo  che  di  tre  ore,  le  quali  sono  state 
quasi  sempre  dalle  quindici  alle  18;  ed  alla  notte  non  punto,  ma  più  spesKl  più  tosto  e 
ma^^ori  di  queUl  del  giorno...  » 


[1570-1572]  107 


tutte  sempre  ondulatorie:  con  più  lunghi  intervalli  (*)  e  con  minor  vio- 

lenza  continuò  il  periodo  Bismico  fino  al  febbraio  1574,  dopo  di  che  le 
rt)mmo2noni  diminuirono  notévolmente  per  cessare  nel  1576,  nel  quale 
anno  fa  sentito  una  sola  scossa  ('). 

[443]    1671.  Aprile  20-21.  Spoleto  (Perugia). 

SiNsi  A.  :  St.  del  com,  di  Spoleto,  Foligno  1894,  parte  n,  pag.  246. 

Nella  notte  precedente  al  21  aprile  in  Spoleto  terremoto  si  violento 
che  pareva  dovessero  subissare  gli  edificii. 

[444]     1571.  Settembre  21.  Palermo. 

MoKGrroRE  A.  :  /«/.  enmol.  dei  terr,  ecc.,  pag.  896. 

Un  terremoto  violentissimo  atterri  i  cittadini.  Altra  scossa  era  stata 
avvertita  al  15  maggio. 

445]     1572.  Luglio  13.  Cartoeeto  (Pesaro). 

AMI  ANI:  Mem.  $tor.  di  Fano,  MDCX>  J,  parte  n,  pag.  212. 

Continuarono  in  Fano  a  sentirsi  neir  anno  dei  terremoti  con  grave 


lì  II  15  dicembre  U  Canlgiani  tentando  una  statistica  scnveva  che  le  scoBse  «...alno 
allt  23  venenlo  i  21  di  novembre  spesse^glorno,  ma  non  molto  torte  più  la  notte  che 
il  irlomo,  acotendo  assai  gagliardi  e  spessi  la  detta  notte  che  fu  r  ottava.  Poi  sino  al 
primo  di  Dicembre,  che  fu  il  terzo  venerdì  e  la  quindicesima,  si  passorno  con  scosse  e 
tremori  manco  spaventosi  e  più  radi  e  di  giorno  pochissimi,  se  non  verso  il  tramonto 
d^l  s)le  una  quasi  sampre.  Ma  quella  notte  moltipllcorno  sino  al  numero  di  sessanta 
«lai  tramontar  al  levar  del  sole.  B  da  poi  ritornorno  in  minor  numero  e  qui  di  manco 
forza,  ma  air  Intorno  furon  grandi,  maxime  verso  Belriguardo  e  verso  il  Bondeno,  lu- 
ne il  e  martedì  notte  alli  4  <  alli  5  del  presente.  U  quarto  giovedì  notte,  cioè  ieri  sera 
tece  otto  giorni,  e  ventidueslma  dal  principio  deiraccidente,  appresso  le  ventidue  ore 
ne  venne  uno  che  scosse  il  dir  d'  un  avemaria,  fortissimo,  e  fu  molto  grande  e  spa- 
ventDSo  se  bene  rovinò  poco  di  nuovo,  e  tutta  la  notte  sino  alle  sedici  ore  se  ne  senti- 
rono assai,  ed  il  resto  della  settimana  si  passò  con  quattro  o  sei  per  notte  piccoli,  sino 
a  ieri  sera,  che  fu  11  quinto  giovedì  e  la  ventinovesima,  che  aUe  due  ore  ne  venne  uno 
iTTandetto,  appresso  alle  sei  uno  grande,  lungo  e  spaventoso,  e  sino  alle  sedici  e  dicia- 
s'^iw.  che  noi  siamo  al  presente,  se  ne  sono  sentiti  quattro  o  cinque  :  ma  quello  delle 
SM*1  ore  rovinò  la  casa  i  Tassoni  in  su  la  ohiara,  e  nella  chiesa  di  S.  Andrea  d^rordine 
(U  s.  Agostino,  (d  in  molti  altri  luoghi...  » 

sul  primi  di  febbraio  1571  il  Canonico  Paola  Sacrati  scriveva  ad  Agostino  vallei-o, 
Vescovo  di  Verona,  che  il  terremoto  «  quotldie  nocte  praesertim  nos  a  somno  excltare 
non  cessat.  »  Sacrati  :  P  :  Bpistolarum^  lib.  lU,  pag.  152,  Ferrarle  15*9]  ed  ancora  poi  al  23 
(11  maggio  dello  stesso  anno  in  una  lettera  diretta  a  Marcantonio  Mureto  si  lamentava 
di  non  poter  attendere  a  suol  studil  perché,  non  essendo  la  terra  ancor  ferma  doveva 
dormire  in  aperta  campagna- 
Secondo  la  cronaca  ms.  deir  Olivi,  citata  dal  Solerti,  dal  16  novembre  1570  Ano  al- 
raono  1572  furono  numerate  oltre  duemila  scosse. 

A  Venezia  (Pbrrry:  Tremhl.  penins.  Ital.,  pag.  19)  dal  18  al  30  novembre  scosse  (luo ti- 
gnane: nei  primi  tre  giorni  ne  furono  sentite  ottantaquattro  delle  quali  96  forti,  a  Forlt 
<k  4Rfìn  :  /  terr.  a  Forlì  ecc.,  pag.  26-27)  al  IP  febbraio  1571  alcune  scosse  sensibili. 

'i,  Nel  dicembre  1773  Ferrara  veniva  scossa  di  bel  nuovo  per  due  giorni,  ed  ancora 
all'  ultimo  di  luglio  ed  al  primo  di  agosto  1571  e  sul  principio  del  settembre  1575. 


tm  [1575  -  15841 


danno  degli  edificii  ;  fu  memorabile  —  secondo  gli  atti  consigliari  — 
quello  avvenuto  a  22*^  del  13  luglio,  per  cui  fu  totalmente  rovinata  la 
roccia  di  Cartoceto  con  la  morte  di  alcuni  abitanti. 

[446]    1575.  Giugno  5.  Napoli? 

Mercalli  Q.  :  /  terr.  Napol.  ecc.,  pag.  18  (estr.) 

Il  5  giugno,  ad  1^  Vs  ^^  notte,  fortissimo  terremoto  che  danneggiò 
solo  due  case  del  mercato  minaccianti  i*ovina:  al  12  ottobre  scossa  a 
Napoli  e  nella  notte  28-29  novembre  una  a  Pozzuoli. 

[447]    1576.  Settembre  26.  Berptmo. 

D.  CALVI  :  Bfem,  sacro-prof,  di  Bergamo,  voi.  in,  pagr.  99,  col.  n. 

Allo  spuntar  del  sole  del  26  settembre  in  Bergamo  un  terremoto 
causò  la  rottura  di  molti  vetri,  particolarmente  nelle  chiese.  Questa 
scossa  forse  corrisponde  a  quella  che  il  Mercalli  (Vuìc,  e  ferìom,  vulc. 
d*  Italia^  pag.  227)  registra,  suirautorità  del  Formentini,  come  sentita 
nell'anno  a  Milano. 

[448]    1578.  Seiaeea  (Glrgenti). 

Savasta  :  Hist.  del  terr,  ecc.,  pag.  13  -  Ferrara  :  Mem.  sopra  i  trem.  di  Sicilia,  pag.  32  - 
MONOITOHB  A.  :  Op.  Cit.,  pag.  996. 

Il  Mongitore  ed  il  Savasta  ricordano  che  nell'anno  un  terribile  ter- 
remoto fece  traballare  la  cittÀ  con  grande  timore  degli  abitanti  :  se- 
condo il  Ferrara  Sciacca  sarebbe  stata   in   tale  occasione   rovinata. 

[449]    1582.  Cittadaeale  (Àquila). 

S.  Marchesi  :  Comp.  stor,  di  Cittaducale  ecc.,  Rieti  18115,  pag.  208. 

Nell'anno  molte  scosse  a  Cittaducale. 

[450]    1582.  Maggio.  Pozzuoli. 

Bonito  M.  :  Terra  treni.,  pag.  721-22. 

Nel  principio  di  maggio  i  terremoti  urtarono  violentemente  la  città 
di  Pozzuoli  :  furono  più  intensi  nel  mese  di  maggio  recando  notevoli 
danni  a  moltissime  case,  rovinando  affatto  le  più  deboli  e  lesionando 
le  più  forti.  Causarono  anche  delle  vittime.  Furono  sentiti  oltre  a  do- 
dici miglia  dalla  città  :  a  Napoli  si  ruppero  le  volte  delle  cisterne. 

[451]    1584.  Marzo  1.  Vallese,  Savoia. 

Mercalli  Q.  ;  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  26. 

Verso  mezzodì  un  terremoto  fortissimo  colpi  il  Vallese  e  la  Savoia 
(Perrey  e  Volger)  e  fu  probabilmente  sentito  anche  in  Piemonte.  Cer- 
tamente è  identico  a  quello  che  il  Moroni  (Dizion.  d'er'ud,^  tomo  76^ 
pag.  131)  dice  in  tale  giorno  ed  anno  essere  stato  rovinoso  nella  Sviz- 
zera, nel  Delftnato  e  nel  Piemonte. 


[1588  - 1591]  m 


[452]    1588  (vt^rso  il).  Dronero  (Cuneo). 

Mekcalli  :  /  terr.  ai  Liguria  ecc.,  pa^.  27. 

Terremoto  violento  nei  dintorni  di  Dronero  per  cui  cadde  una  torre  : 
è  ricordato  da  una  iscrizione  che  si  legge  su  una  lapide  neir  interno 
della  Chiesa  di  Montemale  presso  Dronero,  la  cui  iscrizione  dice  : 

1584.   DIE   7.   OCTOBRIS 
NOCTU   GELSA  CADENS  HORRENDO  EX  FULMINE  TURRIS 

DIRUrr  HAS  MISERE,    SALVIS  VIVENTIBUS,    AEDES 

NEC    SATIS    A3T    TERRAB    E    PENETRALIBUS    INGEN3 

MOTUS  QUO  ITBRUM  C0N8TRUCTA  PERIRE  COGUNTUR 

HAUD  ANIMO  FRATRES  FRANOUNTUR  CASIBUS  ISTIS 

SED    MOX    RESTAURANT    COELI    TERRAEQUE    RUINAM 

MABSAUAE  GABRIEL  COMMENDATARIUS  ATQUB 

MICHIAEL    ANTHONIUS    JURIS    UTRIUSQUE  FERITUS 

ANO   15S8  PRIMO  SEPTEMBRIS 

[453]    1391.  Maggio  24.  Reggio  Enilia. 

Corradi  a.  .-  Ann,  delie  epidemie  ecc.,  voL  vn,  parte  l,  pafir.  584. 

Secondo  il  cronista  Ferretti,  citato  da  Corradi,  terremoto  fortissimo 
a  Reggio. 

|454]    1591.  Luglio  10.  Vicenza,  Romagna 

PiovENB  O.  :  Cren,  dei  terr.  a  Vicenza,  pag.  49  -  Guabini  p.  :  /  terr.  a  Forlì  ecc.,  pag.  28  - 
BONou  F.  :  Ist.  delia  città  di  Forlì,  ivi  1661,  pag.  326. 

Al  10  luglio,  a  2^,  in  Vicenza  —  secondo  il  cronista  Garzadore,  citato 
dal  Piovene  —  fa  sentita,  e  cosi  pure  in  molti  luoghi  del  Vicentino, 
nna  scossa  che  recò  spayento  a  tutta  la  città  e  che  fece  cadere  molti 
comignoli.  In  questo  stesso  giorno  il  Oalliccioli  (Memorie  Venete  II, 
pag.  234,  Venezia  1795)  citato  dal  Corradi  (op.  cit.)  registra  una  fortis- 
sima scossa  sentita  in  Venezia  ed  il  Bonoli  una  a  Forlì  che  fece  cadere 
una  volta  in  un  palazzo.  A  questo  terremoto  si  collega  la  notizia  data 
dal  Mariani  (Trento  con  il  sìw  Concilio,  \\ì  1673,  pag.  331)  che  cioè  a 
Trento  e  dintorni,  nel  luglio,  fu  sentita  un'  intensa  scossa  che  però 
non  produsse  danni. 

A  Forlì  poi  nello  stesso  mese  ne  furono  avvertite  altre  due  ed  una 
terza,  pure  fortissima,  al  28  agosto,  propagatasi  anche  ad  Argenta  ed 
a  Ravenna.  ' 

Il  Mercalli  (Vulc,  e  fen.  vulc.^  pag.  362)  ricorda  un  intenso  scuo- 
timento a  Padova  al  14,  ed  il  Tommasi  (I  terr.  del  Friuli,  pag.  199j 
uno  lieve  ad  Udine  al  12,  poco  dopo  mezzodì. 

Il  Bonito  (Terra  tfem.,  pag,  728)  con  V  iiutorità  del  Morigia,  scrive 
«•he  il  terremoto  fece  grandi  danni  in  Romagna  ed  in  alcune  città  d\ 
I^ombardia, 


IJO  [1592    1597] 


[455]    1592.  Novembre  24.  Trevi  (Perugria). 

taràmelli  t.  :  Sui  terr.  di  Spoleto  ecc.,  pag.  27-8  (estr.) 

Al  24  novembre,  a  3**  di  notte,  in  Trevi  terremoto  molto  forte  che 
fece  screpolare  le  muragHt?  del  convento  da  S.  Maria  delle  Lacrime  e 
tutte  le  volte  della  relativa  chiesa,  facendo  anche  cadere  dei  calcinacci. 
In  città  abbattè  una  casa.  Nella  notte  si  sentirono  più  di  50  repliche. 
Ciò  si  rileva  da  un  ms.  dell'Archivio  Comunale  riportato  dal  Taràmelli. 

[456]    1593.  Marzo  8-9.  Bergamo. 

D.  Calvi:  Bffem.  stiero-prof.  di  Bergamo  ecc.,  voi.  I,  pa^.  297. 

Nella  notte  8-9  marzo  una  fortissima  scossa  in  Bergamo  fece  cadere 
moltissimi  camini. 

[457]    1593.  Aprile  24.  Corleone  (Palermo). 

MONoiTORE:  Istor.  cron.  dei  terr.  ecc.,  pag.  397. 

In  tutta  la  Sicilia  fu  inteso  un  terremoto  che  ebbe  il  suo  centro  in 
Corleone  ;  ivi  sull'alba  del  24  aprile  si  squarciò  il  suolo  sotto  il  quar- 
tiere di  S.  Niccolò  e  vicinanze  ^  non  perì  alcuna  persona,  ma  moltis- 
sime case  e  varie  chiese  (S.  Niccolò  e  S.  Caterina)  in  tale  occasione 
vennero  abbattute. 

[458]    1594^  Spoleto  e  Porrara. 

perbey  a.:  Tremhl.  penins,  Ital.,  pagr.  20. 

Il  Perrey,  citando  il  Mem.  de  ChronoL^  mette  nel  suo  catalogo  delle 
scosse  rovinose  nelle  due  sopraindicate  città  :  non  ò  trovato  altra 
notizia. 

[459]    1594.  Napoli,  Poizaoli. 

Pbrrey  a.  :  op.  cit.,  pag.  20. 

Nell'anno  a  Napoli  ed  a  Pozzuoli  violenti  scosse  durante  le  quali  il 
mare  si  ritirò  dal  lido  per  200  passi. 

[460]    1597.  Gennaio  29.  Lveiana  (Pisa). 

PILLA  L.  :  Heìaz.  del  treni.,  pag.  202. 

Il  Pilla,  da  notizia  estratta  da  una  cronaca  ms.  del  parroco  di  Lu- 
ciana, scrive  che  da  22*»  ad  1*»  della  notte  del  29  gennaio,  ivi  e  nelle 
colline  Pisane  furon  sentite  cinque  scosse  di  terremoto. 

[461]    1597.  Agosto  3-4.  Searperia  (Firenze). 

GiovANNOzzi  G.:  I  terr.  stor.  Mugelìani^  pag.  6  (estr.) 

Nella  notte  precedente  al  4  agosto  a  Searperia *e  luoghi  circonvicini, 
due  scosse  non  molto  intense  ed  alle  4^  7»  (mezzanotte)  una  fortissima 
che  nel  raggio  di  otto  miglia  arrecò  danni  notevoli  anche  ai  più  solidi 


[1598  - 1599]  111 


a 


•v 


edifici  con  morte  dì  qualche  persona.  A  Luco  il  terremoto   danneggiò 

gvHJi  parte  del  convento  delle  monache.  Le   scosse   furono   lievemente 

sentite  a  Firenze.  Ciò  ha  rilevato  il  Giovannozzf  dal  Diario  Settimanni. 

* 

La  zona  dei  maggiori  da^ini  trovasi  delimitata  nella  figura  2. 

[462]    1598.  Ottobre  (fine  di).  Naso  (Messina). 

MONGiTOKE  A.:  Istor.  cron,  dei  terr.  ecc.  i>agr.  897-96. 

Per  otto  giorni,  secondo  il  Mongitore,  fortissime  scosse  urtarono 
NhìK)  e  si  propagarono  forse  anche  a  Messina. 

Secondo  il  Gemmellaro  (Vulc.  delVEtna,  pag.  169)  il  periodo  si- 
smico cominciò  al  22  ottobre. 

[463]    1599.  Reggino  e  Messinese. 

D.  8PAN6-B0LANI:  St,  di  Seggio  di  Calabria,  voi.  l,  pa^.  291-92  -  monoitorb  a.:  op.  cit.,  pa- 
grina  32B. 

Lo  Spanò-Bolani  dice  che  neiranno  si  sentirono  in  Calabria  ed  in 
Sicilia  fìrequenti  scosse  :  cominciò  la  terra  a  scuotersi  agli  8  di  giugno, 
verso  le  19*",  e  per  più  di  continuarono  i  terremoti  rari  ma  gagliardi 
nel  giorno,  frequenti  e  lievi  nella  notte.  Ripresero  con  più  violenza 
nel  luglio  e  poi  con  grandissima  intensità  neiragosto.  In  Reggio,  in 
Messina  ed  in  altre  contrade  vicine  pubblici  e  privati  editici  risentirono 
gravi  danni  e  varie  fabbriche  restarono  lesionate  e  crollanti.  Tutti  i 
re^ni  lasciarono  la  città  per  abitare  in  campagna  sotto  tende^  ove 
restarono  per  circa  due  mesi,  vale  a  dire  fino  a  quando  ftirono  cessati 
gli  scuotimenti. 

A  questo  periodo  sismico  allude  certamente  il  Sampieri,  citato  dal 
Mongitore,  allorquando  dice  che  nell'anno,  senza  data  mensile,  i  Mes- 
sinesi, sbigottiti  dalle  replicate  scosse,  abbandonarono  le  loro  case. 

11  Fiore  (Della  Calabria  illvstr.,  tomo  I,  pag.  288)  pone  dei  terre- 
moti orribili  in  Calabria  nei  giorni  8,  12,  13,  14  novembre  :  date  che 
credo  errate. 

[464]    1599*-  1600.  Cascia  (Perugia). 

DK  Bo&«i  M.  S.  :  Meteor-  Bndoj.y  voi.  U,  pag.  SSS^I  -  P.  Patrizi  Forti  :  Delle  menior.  stor.  di 
Xorcia,  pag.  562. 

Dal  5  novembre  del  1599  al  19  gennaio  dell'anno  susseguente  in 
Norcia  fortissime  scosse  specialmente  di  notte  tempo  :  furono  sentite 
nell'intero  contado  e  danneggiarono  il  monastero  di  S.  Lucia,  la  torre 
s<ipra  la  porta  Massari  e  le  rocche  del  Comune. 

Da  una  relazione  ms.  da  me  trovata  alla  Biblioteca  Barberiniana  di 
Koma  (m9.  Oputcola  philosophica  142.  X.  foL  173-182)  si  apprende  che  in 
Cascia  e  luoghi  circostanti  cominciarono  a  sentii'si  delle  scosse  lievi 
sai  principio  deirottobre    1599  :  al  4  novcnibre  se  ne   ebbe   una   forte 


112  [1600-1601] 


che  fece  lesionare  molte  case,  ed  a  5**  della  notte  del  5  una  oltremodo 
violenta  e  lunga  fece  rovinare  in  Cascia  40  case  causando  8  vittime. 
Nei  luoghi  circostanti  a  detta  città  innumerevoli  furono  gli  edifici  di- 
strutti :  quivi  le  vittime  ascesero  a  40.  La  zona  mesosismica  è  deli- 
neata nella  fig.  13. 

Oltre  a  Cascia  ed  a  Norcia  soffrirono  danni  anche  Cerreto  e  qualche 
località  dello  Spoletino  e  del  territorio  di  Norcia,  ma  i  danni  maggiori 
avvennero  nella  prima  città.  11  terremoto  fìi  sentito  a  Roma,  a  Perugia, 
ad  Aquila,  ad  Ancona  ed  a  Pesaro. 

Dopo  la  scossa  del  5  si  ebbero  molte  repliche  forti  fino  al  6  gen- 
naio 1600  :  dal  qual  giorno  si  fecero  più  rare  e  deboli  :  al  10  gennaio 
si  senti  un  nuovo  scuotimento  intenso  quasi  come  i  primi. 

[465]    1600.  Luglio  5-6.  Firence. 

O.  QiOYANNozzi:  /  terr.  star.  Fiorentini^  pag.  1  (estr.) 

Ad  oi'e  7  pom.  del  5  luglio,  due  forti  scosse  di  terremoto  in  Firenze  : 
ebbero  breve  durata  e  si  susseguirono  a  piccolo  intervallo  :  ad  8**  pom. 
una  leggera^  ed  infine  all'alba  del  6  una  molto  forte  fece  cadere  qualche 
comignolo, 

[466]    1600.  Settembre.  Issime  (Aosta). 

Fabrbtti  a.  e  Vayra  P.  :  Il  processa  del  Diavolo  Od  Issime  nella  Valle  di  Gressoney,  To- 
rino 1891. 

Nel  settembre  il  terremoto  sconquassò  il  villaggio  di  Scima  (Issime) 
nella  valle  di  Gressoney  :  tanta  mina  parve  cosa  piuttosto  diabolica 
che  naturale,  onde  che,  compiuti  i  consueti  esorcismi,  e  la  terra  non 
ancora  posando,  si  aperse  Tanno  dopo  in  Aosta  il  processo  «  contra 
daemoncs  subterraneos  ibi  existentes  ad  efffectum  vastandi  aedificia, 
campos  et  prata  ommiaque  bona  sita  ab  una  parte  praedicti  loci  (op- 
pidi  Scimae)  ». 

[467]    1601.  Giugno  19,  Settembre  18.  Brescia. 

Corradi  a.:  Ann,  delle  epidemie  ecc.,  voi.  vii,  parte  li,  pag.  U96.  * 

Il  Corradi,  traendo  la  notizia  da  un  diario  ms.  di  Bianchi  G.  B., 
conservato  nella  Biblioteca  Queriniana,  dice  che  al  19  giugno  ed  al 
18  settembre  in  Brescia  furono  sentiti  terremoti  fortissimi. 

[468J    1601.  Agosto  10.  Italia  meridionale. 

perrey  a.  :  Trembl.  penins.  Ital,  pag.  20. 

Il  Perrey,  seguendo  Von  Hoff,  mette  al  10  agosto  neir  ex  regno  di 
Napoli  una  scossa  fortissima  ;  secondo  il  Capocci  (Catalogo^  ecc.  I, 
pag.  344)  questo  terremoto  avvenne  a  8^  ital.  di  mattino  e  fa  special- 
diente  intenso  in  Calabria  :  d'altra  parte  il  Mongifore  (Op.  cit,,  pag.  398) 


[1608-1609]  113 


dice  che  in  Messina,  secondo  lo  Sampierì,  si  sentirono  nell'  anno  frc- 
((aenti  scosse,  le  quali  devono  essere  state  abbastanza  forti,  giacché  il 
cronista  citato,  ricorda  che  si  fecero  pubbliche  preghiere  per  farle  ces- 
sare. 

[469J    1603.  Gennaio  25.  Siena. 

SoLUANi  :  Relazione  del  terr.  ecc.,  pa^r.  56. 

Al  25  gennaio  in  Slena  scosse  fortissime  spaventarono  i  cittadini. 

[470]    1603.  Luglio.  Etna. 

MoNoiTORB  A.  :  J$t.  cnm,  dei  terr,,  pag.  396  -  Ferrara  f.  :  Descriz.  delVBtna,  pag*  95. 

Secondo  il  Carrera,  nel  luglio  si  ebbero  fortissime  scosse  nel  peri- 
metro Etneo,  avendo  fatto  il  vulcano  una  eruzione. 

[471]    1604.  Perigia. 

p.  T.  S.  :  Ale.  not.  sui  terr.,  ecc. 

Neir  anno  scossa  rovinosa. 

[472]    1606.  Agosto  22.  Bergane. 

D.  (5ALV1  :  Bifem.  sacro-prof,  di  Bergamo  ecc.,  voi.  li,  pag.  612-18. 

Al  22  agosto  in  Bergamo  e  suo  territorio  una  fortissima  scossa  fece 
crollare  grande  quantità  di  comignoli. 

[473]    1606.  Dicembre  12.  Padova. 

MERCALLi  :  VuU.  e  fen.  vuìc.  ecc.,  pa^.  362. 

AI  12  dicembre  a  Padova  scossa  fortissima. 

[474]    1608.  Gennaio  6.  Reggio  Emilia. 

vi<i>0MiNi  A.:  Alcune  cose  estratte  dalli  Dtarii,  Appendice,  pag.  46,  Reggio  1881. 

Al  6  gennaio  scossa  fortissima  a  Reggio. 

[475]    1609.  Giugno  8.  Napoli. 

Bonito  m.  :  Terr.  trem.,  pag.  741. 

Verso  mezzodì  in  Napoli  una  scossa  fece  in  un  quartiere  cadere 
moltissime  case,  sotto  le  quali  perirono  132  persone.  Però  il  Bonito 
soggiunge  «  non  si  può  sapere  certo  se  fosse  stata  la  molta  pioggia 
che  fece  T  inverno  antecedente  o  terremoto...  » 

Per  parte  mia  mi  pare  logico  escludere  l'azione  sismica,  come  causa 
di  tale  disastro,  giacché  in  allora  avremmo  notizie  maggiori  e  più  com- 
plete, rigfuardanti  anche  località  vicine.  Il  Perrey  (Op.  cit.,  pag.  20) 
lo  reca  come  leggero(!)  ;  se  si  tratta  veramente  di  terremoto  avrebbe 
dovuto  chiamarlo  rovinoso. 

Baaatta:  Terremoti  ecc.  t^ 


[476]    160».  Luglio  20.  HìtMtn  (Catanzaro). 

AoATio  DI  Somma  :  /Jtotco  race,  ecc.,  pag.  188  -  Bosrro  M.  :  Terra  trem.,  pag,  Wl. 

Al  20  laglio  Nicastro  fa  rovinata  da  un  veemente  terremoto  che, 
secondo  l' Arcovito,  sconqaaaaò  pure  altre  piccole  terre. 

A  Messina,  da  quanto  ci  riferisce  il  Gallo  (LeiUre  scritte  pelli 
terremoti,  pag.  XI),  non  portò  alcun  danno.  Le  scosse  durarono  per 
molti  mesi.  i 

[477]    1610.  Giugno  4.  Cigltari. 

Notiift  del  ifonOo,  mi,  pag.  sa.  I 

Al  4  giugno  tale  cittft  fu  scossa  da  forte  tcn'cmoto,  come  ai  rileva 
da  una  iscrizione,  scolpita  in  marmo,  posta  nella  cattedrale  •  4  Ivmi 
TBBRAKUOTva  rAUTvs  EST  1610  ».  Von  Hoff,  seguendo  il  Lamannora, 
lo  riferisce  al  1618. 

[4TO]    1611.  Gennaio  15.  V«l  di  Lnsema  (Piemonte). 

VA38ALU-BANDI  ;  Kapport  BCC.,  pag.  126-27. 

Pietro  Gilli,  citalo  dal  Vassalli,  nella  sna  Hi$t,  eccl.  dee  Egliaet  re- 
formeea  recnetlles  en  quelques  vallea»  du  Piemont  (Genève  1G44,  p.  385) 
narra  che  in  detta  valle  si  fece  sentire  al  15  gennaio  1611  ano  del  più 
spaventosi  terremoti. 

[479]    t6tl.  Settembre  8.  Searperia  (Firenze).  1 

OiovANNom  G.;  /  Urr.  stor.  MUgeltani,  pag.  6-7  (eatr.)  ' 

Nella  notte  dell'  8  settembre  a  IS*"  pom.  si  ebbero  due  forti  scosse  a 
Firenze,  le  quali  spiegarono  la  maggiore  loro  intensità  nel  Mugello, 
ove  fecero  cadere  molti  muri,  lesionare  le  case  e  fendere  la  terra. 

Searperia  soStl  i  maggiori  danni  :  fabbriche  intere  furono  ivi  pro- 
strate al  suolo  :  il  palazzo  del  Vicario,  il  campanile,  il  convento  dei 
fidali  subirono  grave  detrimento,  giacché  dal  preventivo  fatto  per  risar- 
cirne i  danni,  risultarono  necessari  più  di  1000  scudi.  Nella  chiesa  si 
aprirono  larghe  fenditure  e  molte  grondaie  caddero  a  terra. 

In  tale  occasione  non  si  ebbero  a  deplorare  morti  o  feriti  grave- 
mente :  solo  qualche  persona  lo  fU  in  modo  lieve. 

Nella  stessa  notte  si  sentirono  varie  repliche  ed  altre  innocue  fino 
a  tutto  gennaio  1612. 

Nell'area  centrale  (flg.  2)  le  acque  dei  pozzi  e  delle  fonti  se  prima 
erano  scemate  o  scumparsc,  crebbero  o  ritornarono  ;  altre  sorgenti  in 
detta  occasione  invece  si  asciugarono. 

Queste  notizie  ftirono  desunte  da  un  ms.  sincrono  del  parroco  di 
Ceriiano,  presso  Searperia. 


[1612-1613]  115 


[4H0]    1812.  Gennaio  'Al.  Liguria  oeeidentale. 

ìiKRCALLi  Q.  :  /  Urr.  di  JJgurta  ecc.,  pag.  99-(^  -  Canobbio  :  TopogreOia  JMca  della  città  di 
Genova  ecc.,  pa^r-  155  -  GhiUìNi  G.  :  Annali  di  Alessandria,  pa^.  188,  Milano  1666  -  Oiof- 
FREDo  :  Storia  delle  Alpi  Marittime  ecc.,  col.  ITdi. 

L'  ultimo  giorno  di  gennaio,  verso  le  3*"  pom.,  a  Nizza  fa  sentita 
una  scossa  che  fece  dare  alcuni  tocchi  aila  campana  dell'  orologio 
grande,  ma  non  produsse,  a  quanto  pare,  danni  gravi. 

Il  Raiperti,  citato  dal  Mercalli,  afferma  che  a  Roccabigliera  il  mo- 
vimento sismico  fki  rovinoso,  talché  tale  paese,  già  danneggiato  dai 
terremoti  del  1494,  del  1556  e  del  1564,  fu  ricostrutto  sulla  sponda  op- 
posta del  fimne. 

Solla  riviera  ligfure  di  ponente  incusse  panico  grandissimo,  avendo 
gli  abitanti  abbandonate  le  case  :  a  Loano  ne  rovinarono  alcune  ed 
altre  ftirono  lesionate  :  nella  chiesa  e  nel  convento  dei  carmelitani  si 
aprirono  alcune  gravi  fenditure.  Il  Canobbio,  seguendo  V  annalista  Ca- 
soni, dice  che  verso  le  21*",  Genova  fu  scossa  per  ben  due  volte  da  un 
orribile  terremoto  :  in  Alessandria  secondo  il  Ghilini,  il  movimento 
sismico  (17^  circa),  fti  assai  leggiero  e  breve,  essendo  stato  avvertito 
da  pochi.  Nulla  dice  il  Nota  (Del  terremoto  ecc.)  per  S.  Remo. 

[481]    1613.  Agosto  25.  Naso  (Messina). 

MONaiTORjB  A.  :  Ist,  cronol.  dei  terr.  ecc.,  pa^r.  d9S-40O  >  C.  D.  Gallo  :  Qli  Ann.  della  città  di 
ìlessinOy  ivi  1681,  voi.  n,  pag.  188  -  C.  incudine  :  ?/aso  illustr-,  Napoli  1882,  pag.  '71-75. 

Preceduto  da  rombi  sotterranei  uditi  anche  qualche  mese  prima, 
allo  spuntar  del  sole  del  25  agosto,  un  veementissimo  terremoto  urtò 
Naso  :  cadde  il  tempio  di  S.  Pietro  de'  Latini,  cagionando  Ja  morte  a 
53  persone  che  ivi  ascoltavano  la  messa,  e  ferendone  altre  62.  Rovina- 
rono 200  fabbricati,  tra  i  quali  tre  palazzi  :  tutte  le  case  soffrirono 
danni  più  o  meno  gravi.  La  grande  piazza  fu  interamente  con  le  sue 

botteghe  distrutta  ;  il  castello  baronale  in  gran  parte  adeguato  al  suolo 
e  sconvolto  e  sconquassato  nel  resto.  Il  titolo  della  chiesa  madre  si 
ruppe  e  crollò  a  terra,  onde  fli  uopo  abbassarlo  di  14  palmi.  Molto 
danneggiato  rimase  il  campanile  di  S.  Cenone,  ed  in  gran  parte  at- 
terrato il  convento  dei  Minori  Osservanti  :  V  ospedale  scomposto  e 
rovinato.  Nel  piano  di  questo  si  apri  una  profonda  squarciatura  larga 
tre  metri  circa  ed  assai  profonda.  I  morti  in  città  furono  103.  Nella 
campagna  circostante  si  notarono  delle  fenditure  nel  suolo  e  vari  fra- 
namenti ('). 

'l  Sulla  porta  della  chiesa  degli  Osservanti  in  Naso  si  le^pre  la  seiruente  Iscrizione 
allusiva  al  terremoto  del  1612  :  •'  V"^^"*' 

BABC  IMAGO  OLORIOSAB  VIROIMS  MARIAE  DE  TIETATE  DIPICTA 
PUIT  ANNO  1552,  SED  P08TBA  ANNO  1613  DIE  25  AUOrSTI  A  MAGNO 
TBRRABMOTt*   DIRUTA,  ITKRCM  HE.«<TArRATA   AD   ANN.    IH  15. 


116  [1614-16171 


In  Messina,  secondo  il  Gallo,  nella  giornata  del  25  replicate  scosse 
causarono  qualche  danno  agli   edificii. 

Von  Hoflf  erroneamente  pone  questo  terremoto  al  24  agosto  1631. 

[482]    1614.  Novembre  24.  Calabria. 

Fiore  g.  :  Della  Calabria  illtistr.,  tomo  l,  pa^.  2B0,  col.  i. 

Secondo  il  Fiore  a  4**  della  notte  si  senti  in  Calabria  un  terremoto 
«  orribilissimo  ». 

[483J    1615.  Novembre  10.  Breseia. 

Corradi  a.  Ann.  delle  epidemie  ecc.,  voi.  vn,  parte  n,  paj?.  1200. 

Il  cronista  G.  B.  Bianchi  (ms.  della  Biblioteca  Queriniana),  citato  dal 
Corradi,  ricorda  un  terribile  terremoto  in  Brescia  e  territorio  della  du- 
rata di  un  «  credo  ».  Replicò  il  di  appresso. 

[484]    1616.  Spoleto  (Perugia). 

PETRUGci  :  Breve  trattato  del  terr.  ecc.,  pagr.  29. 

Il  citato  autore  dice  che  in  questo  anno  il  terremoto  fu  universale 
in  Sabina  e  che  non  solo  percosse  Spoleto  ma  si  fece  sentire  in  tutta 
r  Umbria. 

[485]    1617.  Gennaio  14.  Nizzardo. 

Mercalu  a.  :  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pa^.  27. 

Verso  le  5**  ital.  (notte)  terremoto  rovinoso  nel  Nizzardo  :  danneggiò 
vari  luoghi  fra  cui  Lantosca,  ove  fracassò  molte  case  senza  però  causar 
vittime.  Nella  campagna  di  Utelle  cinque  persone  restarono  oppresse 
sotto  le  rovine.  Per  parecchio  tempo  si  sentirono  delle  repliche. 

[486]    1617?  Maggio  24.  Padova. 

Da  una  lettera  del  Pereiso  a  Paolo  Gualdo,  scritta  da  Parigi  TS  di 
agosto  rileviamo  che  circa  il  giugno  di  questo  anno  Padova  ebbe  a  soffrire 
grave  incendio  e  fiero  terremoto^  con  danno  principalmente  delle  chiese 
di  Santa  Giustina  e  del  Santo,  non  che  dell'Orto  dei  Semplici  (Lettere 
d'uomini  illustri  che  fiorirono  nel  principio  del  secolo  decimo  settimo, 
Venezia  1744,  pag.  289).  Come  osserva  il  Corradi  (Ann.  delle  epidemie, 
ecc.,  voi  VII,  parte  II,  pag.  626)  ciò  non  fti  vero  terremoto,  ma  un 
movimento  brusco  dell'atmosfera  e  forse  anche  del  suolo,  causato  dallo 
scoppio  della  polveriera  accaduto  il  24  maggio,  come  ricorda  Rossi  Ni- 
colò nella  sua  Cronaca  di  Padova  (ms.  della  Bibl.  Civ.)  e  fVa  Girolamo 
Fromentoni  con  la  Breve  narratione  dello  spaventoso  incendio  successo 
in  Padova  con  alcune  gratie  ottenute  per  intercessione  del  glorioso 
8.  Antonio  (Padova  1617). 


[I6I8-162I]  117 


Ò  citato  questo  fatto  perchè  la  prima  notizia  potrebbe  trarre  qual- 
cuno in  errore  e  porlo  fra  i  veri  movimenti  sismici. 

[487J    1618.  Gennaio  18.  Nizzardo. 

MFiacALLi  G.  :  /  terr.  della  Li0ina  ecc.,  pag.  27. 

Secondo  i  mss.  dello  Scagliero,  citati  da)  Mercalli,  nei  giorni  14  e 
ir>  gennaio  nel  Nizzardo  furono  sentite  forti  scosse  che  non  causarono 
danni  :  al  18  verso  8*»  (ital.  ?),  se  ne  ebbe  una  fortissima  che  fece  «  se- 
parare le  muraglie  del  castello  di  Saorgio  con  gran  pericolo  di  alcuni 
che  stavano  prigioni  ».  Le  repliche  durarono  fino  al  4  maggio,  nel  qual 
«riomo,  sul  far  del  dì,  ne  fu  sentita  una.  Verso  la  mezzanotte  del  29 
settembre  nuovo  intenso  scuotimento  nel  Nizzardo  ed  altro  al  15  no- 
vembre sull'ora  del  tramonto. 

[488]    1618.    Settembre  4.  Piaro  e  Valtellina. 

Vrra  reìationt  del  grandissimo  terremoto  di  Piure  ecc.  -  Perrey  a.  :  op.  cit.,  pag.  21. 

A  24  ore  circa  del  4  settembre  (25  agosto  secondo  il  Perrey)  spiccò 
in  seguito  ad  un  terremoto,  la  montagfna  di  Ciliano  e  rovinò  addosso 
al  paese  di  Piuro,  demolendone  gli  edifìci  e  causando  la  morte  a  3500 
persone.  Ma  sembra  che  le  vittime  siano  state  1000  o  poco  più  :  insieme 
a  Piuro  subissava  il  villaggio  di  Schillano,  con  la  morte  di  tutti.  Cosi 
il  I^avizari  (Storia  della  Valtellina^  I,  243,  Capolago  1838). 

Quantunque  non  solo  la  citata  relazione  ma  anche  il  Perrey,  riten- 
gano tale  fenomeno  un  teiTemotc»,  io  credo  che  invece  si  riferisca  solo 
ad  un  grande  franamento  forse  nemmeno  connesso  a  movimenti  sismici. 

r4S9]    1619.  Gennaio  5.  Calabria. 

PioKB  o.  :  Della  Calabria  illustr.,  tomo  l,  pag.  289,  col.  I. 

Secondo  il  Fiore,  un  terremoto  fortissimo  apportò  danni  notevoli  in 
più  luoghi  della  Calabria. 

[490]    1619.  Dicembre  25.  Forlì. 

a«  ARixi  F.  :  /  terr.  a  Porli  ecc.,  pag.  29-90. 

A  18*»  del  25  dicembre  gi'ande  terremoto  a  Forlì. 

[491]    1621.    Luglio  16, 18.  Rimini. 

CoKKADi  A.:  Ann.  delle  epidemie  ecc.,  voi.  vn,  parte  II,  pag.  1201. 

Kipotute  scosse  di  terremoto  avvennero  in  Rimini  nei  giorni  16  e 
IH  laglio,  onde  il  popolo  atterrito  «  ad  supplicationes  statim  conver- 
tiiar  >-  Ciò  scrive  il  Corradi  con  l'appoggio  di  Villani  Mons.  Giacomo 
'De  vetusta  Arimini  Urbe^  ms.  cit.  da  Tonini  C.  :  Storia  civile  e  sacra 
riminese^  voi.  VI,  parte  I,  pag,  435,  Rimini  1887). 


[1621-1624] 


[492]    1«21.    Agosto  ».  CsUMs. 

BONITO  U.  ;  Trffa  (rem.,  pag.  748  -  Capocci  :  Catalogo  ecc.,  I,  pag.  315  e  m,  pag.  31S  -  Cot-o- 
siHO  V.:  Sui  lerr.  della  Calabria  ecc.,  pag.  58. 

Il  Capocci  nella  memoria  I,  dice  che  a  6"  della  notte  del  9  agosto 
si  ebbe  una  scossa  a  Napoli  con  qoalche  danno  :  e  nella  memoria  III 
cita  come  fonte  il  Bonito.  Uà  questo  antore,  che  estraase  la  notizia  dal 
Giornale  del  Governo  del  Regno,  in  quello  del  Card.  Zabatta  invece 
scrive  >  a  9  di  agosto  Itmedl  ad  hore  6  df  notte,  occorse  in  Napoli  un 
grandissimo  terremoto,  e  durò  un  buon  credo  ».  Il  Bonito  adunque  non 
parla  di  danni  :  Ta  scossa  di  Napoli  potrebbe  essere  riferita  al  terremoto 
che  il  Cotosimo  dice  avvenuto  nelle  Calabrie,  senza  indicarne  la  data 
mensile,  pel  quale  questa  regione  sarebbe  rimasta  danneggiata. 

[493]    1681.  Agosto  6.  S.  Ser«rt  (Foggia). 

Baratta  U.  ;  71  Urr.  Oarganieo  dtl  iei7,  pag.  18  (eBtr.) 

Il  6  agosto,  B*"  avanti  giorno,  nna  gagliardissima  scossa  a  S.  Severo 
fece  risvegliare  la  intera  popolazione,  la  quale  abbandonò  le  case  : 
segui  un  nuovo  scuotimento  :  pare  però  che  non  abbia  prodotto  danni 
materiali.  Fu  appena  intesa  nei  luoghi  vicini. 

[494]    1622.  Maggio  6.  Veiesia. 

G*u.icioLt  Q.  B.  :  Memorie  Venete  antteàe,  a,  pag.  285,  Venezia  1156. 

Il  6  maggio  per  an  quarto  d'ora  in  Venezia  furono  sentite  scosse 
assai  intense. 

[495]    H2i.  Febbraio  3.  Calabria. 

Fiore  Q.:  Delia  Catania  tHvsti:,  toro.  I,  pafr.  299,  col.  I. 

Secondo  il  Fiore,  terremoto  fortissimo  a  15''  circa,  della  durata  di 
on'  ■  ave  maria  >. 

[496]    1621.  Marzo.  ktfìn\M  (Ferrara). 

C.  CRESPINI:  Terr.  d'Argenta,  pag.  119  -  Db  Poardi  Q.  t.  Nova  relatume  del  grande  t  spae. 

terremoto  d'Argenta  ecc.,  -  F.  Bertoldi:  Stana  della  miracolata  Itìtmagine  di  S.  Maria, 

omero  deità  Madonna  della  Celietta  nella  terra  d'Argenta,  Faenza  a.  d.  pagina  tosa  - 
F.  Cont::  Ann.  di  Ferrara,  Ivi  lUi  e  seg.,  g  tóo,  pag.  1010. 

AI  6  ottobre  1G23  nella  provincia  di  Ferrara  fu  intesa  una  forte 
scossa,  cui  nei  giorni  2  e  3  febbraio  dell'anno  susseguente  (1624)  ten- 
nero dietro  due  altri  scuotimenti  più  intensi  del  precedente.  Seguirono 
quindi  delle  repliche  più  o  meno  frequenti  e  forti  fino  al  18  marzo, 
nel  qnai  di  a  Ferrara  se  ne  ebbe  una  che  fece  lesionare  alcune  fogno 
della  via  di  S.  Benedetto. 

Poco  prima  delle  9^  pom.  del  19  di  questo  mese,  un  cupo,  improv- 
viso e  prolungato  rombo  susseguito  da  forte  scossa  a  tre  riprese,  d' in- 


[1624]  119 

tensità  sempre  crescente,  ridusse  Argenta  alla  desolazione.  Furono  de^ 
molite  più  di  170  case  e  le  rimanenti  restarono  o  lesionate,  o  semidi- 
rate  e  minaccianti  immediata  rovina  :  nemmeno  un  edifìcio  fd  rispettato 
Lo  torri  che  servivano  di  difesa  alla  città,  in  numero  di  24,  furono 
((uasi  tutte  abbattute  ;  le  mura,  specialmente  quelle  poste  lungo  il  Po, 
vennero  trasformate  in  veri  mucchi  di  rovine.  Quattro  chiese  f\irono 
demolite  e  le  altre  squarciate  fin  dalle  fondamenta  :  una  parte  del 
Duomo  fu  rovinata,  la  chiesa  di  S.  Niccolò  ebbe  il  campanile  abbat- 
tuto, quella  dei  minori  osservanti  fa  interamente  rasa  al  suolo  :  il  solo 
tempio  di  S.  Maria  della  Celletta  rimase  intatto.  In  mezzo  al  generale 
nìvinìo  dei  fabbricati  non  si  ebbero  a  deplorare  che  25  o  28  vittime 
<<i  alcuni  feriti  :  noto  che  allora  la  popolazione  di  Argenta  era  oom- 
pf)Sta  di  1566  abitanti.  Uguale  sorte  ebbero  le  vicine  città  di  Boc- 
oaleone,  di  S.  Biagio  di  Pilo  e  di  Bando. 

La  scossa  si  senti  in  modo  gagliardo  a  Ferrara,  ove  causò  qualche 
lieve  lesione  e  fece  abbattere  molti  comignoli:  fii  pure  intensa  a  Ra- 
venna, a  Padova,  a  Bologna,  a  Venezia  (Galliccioli  :  op.  cit.  p.  235) 
e  ì»i  propagò  per  un  raggio  di  circa  60  miglia. 

Presso  Argenta  qua  e  là  si  squarciò  il  terreno  alluvionale  e  dalle 
aperte  voragini  irruppe  con  estrema  violenza  dell'acqua  limacciosa  e 
della  sabbia  nerastra  :  le  acque  nei  pozzi  crebbero  si  veementemente 
che,  sorpassati  i  ripari,  debordarono  allagando  le  vie.  Il  vicino  Po  di 
Primaro  e  le  valli  di  Campetto  a  sud  e  di  Gomacchio  a  nord,  sconvolte 
come  da  fiera  tempesta,  sollevarono  le  onde  flagellanti  le  sponde  e 
(Scuotenti  minacciosamente  le  arginature. 

Xella  notte  il  suolo  fu  in  continua  agitazione  :  a  ben  37  ascesero  le 
scosse  maggiori,  cioè  tali  da  far  suonare  le  campane  (*)  :  per  parecchio 
tempo  8i  sentirono  delle  repliche  anche  in  numero  di  quattro  o  cinque 
per  ogni  giornata  ;  cessarono  al  3  febbraio  1625  ('). 

[497]    1«24.  Ottobre  3-5.  Mineo  (Catania). 

MoNoiTORB  A.  :  Ist.  cronol.  dei  terr.  ecc.,  pag.  400. 

Il  3  ottobre  a  18*»  ed  al  5  a  5*»,  9*»  e  10*»  ore  di  notte  si  sentirono 
in  Militello  Val  di  Noto  delle  scosse  violenti  che  fecero  cadere  molti 
e<iifici  e  lesionare  gli  altri.  Si  ebbe  a  deplorare  qualche  morto  e  qualche 
f<Tito.  A  Mineo  forono  ancora  più  intense  e  fecero  crollare  le  case  : 
presso   Palagonia  sgorgò  una   fonte  di  acqua  calda  con  odor  sulfureo. 


1,  A  Ferrara  ne  Ui  sentita  una  neUa  mattina  del  20  marzo. 

■2)  Nella  Chiesa  di  S.  Niccolò  fU  apposta  una  lapide  commemorativa  del  terremoto 
la  cui  Iscrlilone  dice  •' 

D.  O.  M.  ìf.  BT  DIVO    JOSEPH.    OB    CUJUS  SUPBRNAJC    OPEM    SEDATO 
BOMBIU  TBBABMOTU  DIB  XIX  MARTI!  MDGXXIX  ECC. 


120  [1625  -  1626J 


[498]    1625.  Temoli  (Campobasso). 

PsRRBLLA  A.  :  Vantico  SanniOj  pag.  390,  isernia  1S90. 

Nell'anno  terremoto  funesto  a  tutta  la  regione  Frentana  :  gravi  danni 
alla  facciata  della  Cattedrale  di  Termoli. 

[499]    1625.  Dicembre  5-6.  Rìhìbì. 

Corradi  A.  :  Annali  delle  epidemie  ecc.,  voi.  vii,  parte  n,  pag:.  1204. 

Fiero  terremoto  in  Romagna  ;  Rimini  ed  il  suo  contado  al  5  e  6  di- 
cembre ebbero  alquanto  danno.  Cosi  il  Corradi,  che  cita  i  Diarii  di 
Bianchi  G.  B.  (ms.  della  Queriniana)  e  di  Pedroni  G.  A.  (ms.  della 
Gambalunga,  cit.  da  Tonini  C.  :  8tor.  civ.  e  sacra  riminese^  VI,  P.  I, 
pag.  452,  Rimini  1887). 

[500]    1626.  Marzo-Aprile.  Girifaleo  (Catania). 

AOATio  DI  Somma:  HisL  race,  dei  terr.  ecc.,  pa^.  1H9  -  Bonito  M.:  Terra  trem,^  pag.  T30  - 
Capocci:  Catalogo  ecc.,  Ili,  pag.  319  -  Perrey  a.  :  Treinbl.  penins.  ICal.,  pag  21  -  fiore  G. 
Della  Calabria  illustr,,  voi.  i,  pag.  289,  col.  il. 

Nel  1626  per  40  giorni  presso  Girifalco  si  sentirono  delle  scosse, 
che  fecero  quasi  interamente  rovinare  la  città  ed  aprire  delle  pro- 
fonde screpolature  nel  suolo  :  in  tale  occasione  anche  Catanzaro  ebbe 
a  soffrire  danni  nelle  chiese  e  nelle  case  :  così  il  Bonito.  Il  Perrev 
ammette  che  la  rovina  di  Girifalco  sia  avvenuta  al  22  febbraio  :  che  al 
27  marzo  sia  stata  sentita  in  Calabria  una  forte  scossa  e  tre  an- 
cora più  forti  nel  giorno  30:  che  al  4  aprile  un  terremoto  fortissimo 
della  durata  di  un'  e  ave  »,  seguito  da  15  repliche,  abbia  inferto  danni 
specialmente  a  Catanzaro,  ove  furono  giornalmente  sentite  fino  all'ot- 
tobre delle  scosse  :  che  infine  nel  maggio  nuovi  scuotimenti  rovinosi 
abbiano  urtato  la  Calabria.  Agazio  di  Somma  attesta  che  le  due  più 
violenti  commozioni  accaddero  al  25  marzo  ed  al  4  aprile  e  che  nello 
stesso  istante  di  questo  terremoto  Vulcano  abbia  fatto  forti  eruzioni.  Se- 
condo il  Fiore  la  prima  scossa  avvenne  al  27  marzo  ad  ore  19,  e  la 
maggiore  al  4  aprile.  L'Arcovito  poi  (Mera,  sui  fenom.  meteor,  1841,  pa- 
gina 31)  aggiunge  che  le  scosse  replicarono  nell'anno  seguente. 

[501]    1626.  Maggio  12.  MaeeraU. 

ZERENoni  F.  :  Discorso  sul  terremoto  ecc.,  pag.  10-11. 

AI  12  maggio,  a  22^  V2Ì  ^^  senti  una  prima  scossa  susseguita,  un  quarto 
d'ora  dopo,  da  altra  maggiore,  che  fece  cadere  molti  camini,  merli  e 
qualche  pezzo  di  muro  :  nel  Convento  dei  PP.  Agostiniani  detto  «  La 
Fonte  »  fece  diroccare  un  pezzo  di  volta.  Tra  dentro  e  fuori  città  fu- 
rono danneggiati  circa  60  luoghi  :  benché  questi  danni  non  siano  stati 
notevoli,  tuttavia  il  terremoto  recò  timore  grandissimo.  A  3*»  ore  della 
notte  un'  altra  scossa  fece  risvegliare  molte  persone. 


[1627]  121 

[502]    1637.  Luglio.  Aefnmoli  (Aquila). 

A.  Cappello:  Memorie  istoriche  di  Accumoli,  voi.  n,  pa^.  108-9,  Roma  1829. 

U  citato  autore  scrive  che  il  terremoto  di  Puglia  del  luglio  fece 
tremare  anche  la  provincia  aquilana  ed  Accumuli  stesso .  Tre  chiese  e 
varie  case  furono  rese  inservibili,  lì  Palazzo  del  quartiere  di  S.  Lo- 
renzo con  r intemo  teatrino  crollava  per  intero  uccidendo  il  custode  e 
sua  moglie.  Aggiunge  che  «  gli  uomini  del  quartiere  presero  a  questo 
uopo  la  deliberazione  di  aprire  provvisoriamente  Patrio  del  palazzo  del 
(loarto....  subissato  da  lo  terremoto...  »  Ora  sebbene  lo  storico  citato^ 
attribuisca  i  danni  subiti  da  Accumoli  al  terremoto  Garganico,  come 
ò  già.  detto  nella  mia  nota  :  Ancora  sul  terremoto  Gargantco,  (pag.  6,* 
estr.)  io  non  sono  propenso  a  ciò  credere  :  Accumuli  dista  in  linea 
retta  oltre  Km.  100  (^)  da  Ortona,  P  ultima  città  che  da  quella  parte 
sappiamo  essere  stata  danneggiata  :  oltre  a  ciò  l^andamento  generale 
delle  linee  tenderebbe  ad  escludere  che  i  danni  subiti  da  tale  città  si 
debbano  attribuire  a  quelP  istesso  parossismo  che  sconquassò  la  re- 
gione garganica  settentrionale  e  quindi  ad  ammettere  o  che  il  terremoto 
(ti  Accumoli  aia  per  pura  incidenza  avvenuto  contemporaneamente  al- 
Paltro,  oppure  che  Pattività  del  centro  garganico  abbia  indirettamente 
concorso  a  risvegliare  il  centro  aquilano,  o  che  infine  i  due  fenomeni 
non  siano  avvenuti  dincronamente,  ma  che  solo  posteriormente  —  come 
d'altronde  molte  volte  è  successo  —  sieno  state  confase  le  date  e 
(|aindi  identificati. 

[503]    1627.  Luglio  30.  Regione  Garganica  (Foggia). 

Baratta  M.  :  //  terr.  Garganico  del  1627  ;  Sulla  attività  sism .  nella  Capitana ta^  pa^.  8-9; 
Ancora  sul  terr.  Garganico  ecc.  -  De  Po  ardi  o.  v.  :  Nuova  relax,  del  grande  terr.  ecc.  - 
Foglia  G.  A.  :  Historico  discorso  ecc.  -  Mercalli  O.  :  Ragguaglio  del  terr.  successo  in 
Puglia  ecc.  -  Recit  veritabìe  et  expaventable  du  tremò,  de  terre  ecc.  -  Orlandi  G.  :  Vera 
relatione  del  pietoso  caso  successo  ecc.  -  Vera  relazione  e  ragg.  delli  danni  fatti  dal  tre- 
mvoto  ecc. 

Il  Lucchini  nel  ms.  da  me  pubblicato,  afferma  che  cominciarono  ad 
udirsi  leggere  scosse  nelP  ottobre  1626  e  poi  anche  nel  gennaio-aprile 
1627^  dopo  di  che  la  terra  stette  in  quiete  fino  al  30  luglio,  a  mezzodì 
circa  (16-17^  ital.)  della  quale  giornata  avvenne  la  scossa  disastrosa. 

Fra  i  fenomeni  precursori  dobbiamo  notare  P  intorbidamento  delle 
acque  nei  pozzi  e  molti  rombi  sotterranei. 

La  grande  scossa  fu  preceduta  da  intenso  rumore,  cui  successe 
un  ondeggiamento  del  suolo  a  tre  riprese,  sempre  più  forti  ;  quindi  un 
energico  movimento,  susseguito  da  tremiti  lunghissimi. 

A  Lucerà  il  suolo  ondeggiò  per  tre  «  credi  »  ed  uguale  forma  ebbe 


;ij  NeUa  mia  nota  citata  invece  di  lOO  Km.  é  scritto,  per  evidente  errore  di  ptampa,  20. 


[16271 


fuori  cioè  dall'area  dei  danni,  come  ci 

i,  i  palazzi,  le  torri,  furono  in  massima 
'orre   maggiore  fa  quasi   totalmente    di- 
lo   BQbl   la   stessa   sorte:    350   morti  — 
vinata  :  2000  morti  —  Cadde  gran  parte 
Ina  fu   rasa   al   saolo  :  150  morti  —  In 
0    distratti:  900  morti  —  San  Nlcandro 
rine  —  A  Chienti  caddero  molte  case. 
Queste  località  sono  comprese  Del- 
l' area  disastrosa  che  &  forma  semi- 
circolare, e  che  nella  parte  snperiore 
è  aperta  a  mare  :   però  è  necessario 
notare  che  da  essa  sono  escltise  le 
Tremiti,  giacché,  da  qoanto  mi  consta, 
tali  isole  non  ebbero  per  questo  terre- 
moto H  subire  gravi  danni.  (Fig.  3  :  A). 
Concentrica  alla  precedente  riesce 
la  zona  ove  fi  terremoto  è  stato  rovi- 
noso :    vi   stanno   racchiusi  Termoli, 
Castelnnovo  della  Daunia,  Lacera,  Kì- 
gnano  Garganico,  San  Giovanni  Ro- 
tondo, San  Marco  in  Lamìs  ecc.  (B  B). 
Neil'  area  dei  danni  minori,  che  si 
estende  maggiormente  lungo  il  litto- 
rale    adriatico,    sono   inclusi   Trani, 
Andria,   Cerignola,    Ascoli,    Bovino, 
Troia,  Castelluccio,  Celenza,   Larino, 
Vasto,   Lanciano  ed  Ortona  :  la   sua 
massima   lunghezza,  da  quest'  ultima 
citta  a  Trani,  misura  km.  205  circa. 
(CO. 

Oltre  a  questa  zona  poco  o  nulla 
sappiamo  degli  effetti  che  ha  pro- 
ra e  P.  Sarnclli  ci  ragguagliano  che  ta 
il  Secinara  che  si  trovava  a  Chieti  vide 
.  Andrea  <  ondeggiare  a  guisa  di  nave 
sento  si  propagò  leggermente  fino  a  Na- 
be  fino  a  Ragusa  ed  a  Smime  ('). 

o  [Ancora  sai  lerrt/nolo  Qarganico  ecc.,  pag.  1)  è 
ila  stalo  BCutlto  a  aa^usa,  ma  clie  le  nullazloDl 
il  pare  cosa  su  cui  fora  le  più  ampie  riserve. 


[1627]  123 

Dopo  la  grande  scossa  per  circa  cinque  ore  si  sentirono  nell'area 
più  intensamente  colpita  repliche  continue  ed  incessanti  :  ed  altre  mol- 
tissime avvennero  nella  giornata  e  nella  notte  vegnente,  tal  che  nes- 
suno ardiva  di  entrare  negli  abitati.  Nella  notte  del  9  agosto  si  fece 
sentire  nna  nuova  scossa,  avente  quasi  la  stessa  violenza  della  prima: 
essa  causò  nuove  rovine  e  fini  per  abbattere  quel  poco  che  ancora  in 
Serra  Capriola  era  rimasto  in  piedi,  causando  altre  50  vittime. 

Continuarono  poi  gli  scuotimenti,  ora  appena  sensibili  ed  ora  forti, 
sempre  accompagnati  da  rombi  :  al  6  settembre .  si  ebbe  un  nuovo  pa- 
rossismo preceduto  da  tempesta  e  da  tuoni  :  quest'ultimo  terremoto  ro- 
vinò quanto  si  era  già  andato  riattando  e  nuovi  danni  apportò  ai  fab^ 
bricati  di  Lucerà  (che  pochi  guasti  aveva  relativamente  risentito  per 
quello  del  /K)  luglio),  di  San  Severo  e  di  Torremaggiore. 

Riguardo  ai  fenomeni  d' indole  geologica  causati  dalla  disastrosa 
concussione  del  suolo,  parecchi  autori  citati  dal  Bonito^  con  evidente 
esagerazione,  parlano  di  laghi  assorbiti,  di  selve  sradicate,  di  valli 
aperte,  di  monti  adeguati  al  suolo  :  tutto  ciò  si  riduce  a  scoscendimenti 
di  terreno  ed  air  apertura  sulla  riviera  del  Fortore  di  squarciature 
profonde  da  cui  uscirono  acque  fangose. 

Un  fenomeno  spettante  alla  intema  circolazione  delle  acque,  consta- 
tato da  tutti  gli  storici  del  presente  terremoto,  si  è  che  le  acque  dei 
pozzi  crebbero  in  tale  copia  da  uscire  di  per  sé  all'esterno,  superandone 
i  parapetti.  \ 

Il  Foglia  accerta  che  «  il  mare  dalla  riviera  di  Fortore  e  di  S.  Ni- 
candro  al  ritirò  indietro  due  miglia  e  poi  usci  fuori  li  suoi  confini  oltre 
due  miglia...  »  ;  afferma  il  De  Poardi  che  e  il  lago  di  Lesina  era  stato 
molte  ore  senz'  acqua,  e  che  si  erano  trovati  molti  pesci  lontani  dal 
lago  per  il  che  si  diceva  che  il  furore  del  terremoto  avesse  alzato  due 
volte  il  fondo  del  lago...  ».  Queste  notizie  con  ogni  probabilità  riguar- 
dano un  unico  fenomeno:  essendosi  ritirato  il  mare  dalla  spiaggia,  il 
lago  di  Lesina,  che  è  un  lago  costiero,  profondo  pochi  metri,  e  che  co- 
munica con  il  mare  mediante  uno  stretto  canale,  deve  essere  rimasto 
all'asciutto:  ritornata  poi  indietro  l'onda  ed  avanzatasi  con  violenza 
per  parecchio  oltre  i  limiti  consuetamente  flagellati,  ne  venne  che,  fra 
questi  e  lo  spazio  innondato,  poterono  essere  depositati  e  lasciati  al- 
l' asciutto  dei  pesci. 

Che  il  maremoto  sia  stato  forte  ne  abbiamo  una  prova  in  questo 
che,  secondo  il  Cerqua,  riportato  dal  Mercalli,  «  in  Manfredonia  l'acqua 
del  mare  arrivò  insino  alla  metà  delle  muraglie  »,  vale  a  dire  il  mo- 
vimento violento  dell'acqua  si  propagò  abbastanza  intensamente  anche 
lungo  r  opposta  riviera  della  penisola. 

Mi  pare  evidente  che  il  centro  superficiale  dello  scuotimento  debba 


124  [1627-1631] 


in  questo  caso  ritrovarsi  nella  zona  più  fortemente  colpita.  Conside- 
rando la  forma  che  à  avuta  la  scossa,  gli  effetti  permanenti  lasciati  nel 
suolo,  le  alterazioni  apportate  alle  sorgenti,  fenomeni  tutti  che  sogliono 
accadere  nelle  aree  epicentrali,  io  sono  convinto  che  il  verticale  sismico 
si  trova  entro  terra  e  che  il  maremoto  sopraccennato  fu  un  effetto  del 
rapido  e  brusco  movimento  della  terra.  Ammesso  il  centro  a  mare  non 
si  comprenderebbe  come,  data  la  breve  distanza  fra  la  costa  prospi- 
ciente Lesina  e  le  isole  Tremiti,  queste,  come  ò  detto,  non  abbiano 
risentito  danno  alcuno. 

Oltre  a  ciò,  le  innumerevoli  repliche  sentite  prima  e  dopo  il  paros- 
sismo a  San  Severo,  ed  i  rombi  in  precedenza  ivi  avvertiti,  ci  inducono 
a  ritenere  questa  località  come  molto  prossima  all'  epicentro:  nei  pressi 
di  questa  città  furono  notati  inoltre  franamenti  e  spaccature  nel  suolo, 
e  alterazioni  nel  regime  dei  pozzi.  Cosi  che  dall'assieme  di  tutti  questi 
fenomeni  e  dal  complesso  dello  studio  del  terremoto,  io  sono  convinto 
che,  con  tutta  probabilità,  il  centro  superficiale  del  parossismo  del  1627 
debba  collocarsi  fra  S.  Severo,  Torre  maggiore  e  S.  Paolo  di  Civitate. 

In  queste  località  furono  inoltre  più  intènsi  gli  effetti  della  replica 
avvenuta  il  6  settembre,  la  quale  per  altro  accenna  ad  uno  spostamento 
di  centro  verso  Lucerà. 

Ed  ora  un  ultima  considerazione  circa  il  numero  dei  morti  :  secondo 
il  ms.  Lucchini,  da  me  pubblicato,  sarebbero  stati  4500:  il  Giuliani 
(grattato  del  monte  Vesuvio  e  de'  suoi  incenda  [pag.  105]  Napoli  1632) 
ed  il  Girardi  (Il  Mercvrìo  del  decimosettimo  secolo;  nel  qvale  si  con- 
tengono i  fatti  piv  illustri  succeduti  nel  Mondo  dal  1601  fino  al  1650  ecc. 
[pag.  265]  in  Napoli,  per  Giacinto  Passare,  MDCLXIV)  li  fanno  ascen- 
dere a  17000,  il  Cerqua  a  6000,  l'Orlandi  a  5500,  il  Foglia  a  4000  ed 
il  Sarnelli  a  1000.  Io  credo  che  parecchie  delle  cifre  testé  esposte  sieno 
esagerate,  e  che  al  vero  si  approssimino  il  Lucchini  ed  il  Foglia,  che 
si  mostrarono  così  accurati  nel  descrivere  il  fenomeno. 

[504]    1628.  Ottobre  3-4.  Parma. 

App.  aU'eleìico  dei  terr.  di  Parma,  pag.  2  (estr.) 

Nella  notte  fra  il  3  ed  il  4  ottobre,  a  23^,  due  scosse  fecero  cadere 
molti  comignoli  (Cronaca  Zunti), 

[505]    1630.  Maggio.  P«8cia  (Lucca). 

p.  o.  B.  :  Ist.  della  citta  di  Peseta  t  della  Valdinìevole.  ivi  MDCCLXXXiv,  pag.  325. 

Sui  primi  di  maggio  oì'ribile  terremoto  a  Pascià. 

[506]    1631.  Dicembre.  Vesuvio. 

Come  prodromo  della  gi*andiosa  conflagrazione  vesuviana  nel  luglio 


[1631  -  1635]  125 


cominciò  a  scuotersi  la  terra  :  e  già  al  15  dicembre  più  di  20  scosse 
erano  state  sentite  non  solo  nei  dintorni  del  vulcano  ma  eziandio  a  Na- 
poli :  nella  notte  16-17  più  di  100  volte  fu  commosso  il  suolo  ed  altre 
moltissime  repliche  furono  sentite  nei  giorni  seguenti  durante,  cioè, 
Fattività  eruttiva  e  qualcuna  anche  dopo.  Parecchie  di  queste  scosse 
furono  si  forti  da  destare  spavento  grandissimo  nei  cittadini  e  da  far 
lesionare  anche  qualche  casa  :  in  Torre  del  Greco  rovinò  buona  parte 
del  palazzo  arcivescovile.  (1) 

[507]  1633.  Febbraio  21-22.  Nieolosi  (Catania). 

l' MIRERÀ  P.  :  Il  Motigibello  descritto,  Catania  1G36,  pa».  12^29  -  Ferrara  C.  :  Descriz.  del- 
rsttM^  pag.  96-97  -  Oemmellaro:  Vulcaml.  dell'Etna,  paR.  97. 

Alla  mezzanotte  fra  il  21  e  22  febbraio,  un  violentissimo  terremoto 
urtò  il  solo  paese  di  Nieolosi,  atterrando  la  maggior  parte  delle  case 
nella  contrada  «  Piano  »  assieme  con  la  chiesa  della  Madonna  dell' Idria. 
Sotto  le  rovine  perirono  17  persone  e  molte  altre  furono  estratte  vive 
dalle  macerie.  Questa  scossa  (sentita  solamente  in  Nieolosi  e  non  nei 
luoghi  vicini)  fu  foriera  di  un  eruzione  etnea. 

[508]    1634.  Novembre  10.  Matera  (Potenza). 

G.  Gattini  :  \ote  star,  sulla  città  di  Matera,  Napoli  1882,  paff.  194-95. 

Al  10  novembre  un  terremoto  molto  forte  recò  danni  all'antico  con- 
vento dell'  Annunziata  di  Matera. 

[509]    1634-35.  Etna,  Treeasta^^ne  e  Messina. 

CiKRERA  P.:  //  Mongibfllo  descritto,  Catania  1636,  pag.  123-151  -  Ferrara:  op.  cit.,  pagine 
97-99  -  Oemmellaro  :  op.  cit.,  pa^.  9t^99. 

Continuando  1'  eruzione  dell'  Etna,  dal  17  al  19  dicembre  16.34  si  eb- 
bero varie  scosse  nelle  regioni  meridionali  dell'  ignivomo  monte  :  furono 
violentissime  e  continue  verso  l'alto,  e  debolmente  si  propagarono  fino 
a  Catania.  A  Trecastagne,  ai  pie  del  vulcano,  e  nelle  contrade  vicine 
fu  udito  al  22  dicembre,  a  2*»  di  notte,  un  violento  terremoto  che,  se- 
condo il  Carrera,  fece  cadere  alcune  case.  Parecchie  scosse  si  sentirono 
nel  gennaio  1635  :  al  10  e  24  febbraio  si  ebbero  riprese  oltremodo  vio- 
lente. Al  21  giugno,  quasi  ad  V"  di  notte,  a  Trecastagne  e  vicinanze 
una  leggera  ;  al  12  agosto  una  gagliardissima  fece  lesionare  e  rovinare . 
«lualche  fabbrica  in  Messina,  e  si  propagò  fino  a  Catania. 


1  ttirchlRftliiia  essendo  la  Bibllojrmfla  dell'  Incendio  Vesuviano  del  1(581  —  come  può 
ve<!»'rsi  neU'oiwra  del  Kurchelm  [liiblioiirajla  del  Vesuvio,  NjiikìIì  iso:)  —  mi  riew^e  perciò 
imjMiasiliIle  11  premettere  ai  brevi  accenni  sui  terremoti  del  HWi,  le  solite  fonti.  Per 
f.insi  un'Idea  di  tale  eruzione  11  lettore  può  consultore  11  riassunto  da  me  dato  nel  vo- 
lume :  //  Vesuvio  e  le  sue  eruzioni,  pag.  31-3S,  aoma  1*17, 


[16381 


[510]    I«38.    Marzo  37. 
AOATio  DI  SouHk:  Hulortco  racconto  ecc.  -  Colli  AURiaBHHii  :  Allra  nuova  e  più  piena 
rclalione  ecc.  -  D'Orsi  li^tio:  /  terremoti  Oelie  due  Calabrie  ecc.  -  Vera  rehUiom  del 
ipaemlevole  terremoto  ecc. 

Verso  la  sera  del  18  gennaio  in  Calabria  fii  sentita  ana  scossa  che 
non  fece  dflnno  alcuno  ;  fu  seguita  da  altre,  e  quindi  tra  le  20  e  21" 
dol  27  marzo  da  una  disastrosa  ctie  apportò  danni  immenal,  dei  quali 
seguono  in  transunto  le  notizie  ufKciali  ('). 

Cosenza  -  morti  25;  case  lesionate  587  ;  monasteri  dann^gìati  13;  ca- 
duto li  campanile  dell'arcivescovado  e,  secondo  l'anonima  relazione,  anche 
il  castello. 

OastiglioDe  —  tutto  rovinato,  morti  17;  casecadute  174. 

S.  Benedetto  —  grandemente  danneggiato,     »       3  »  80. 

S.  Pietro  di  Guarano  —  poco  danneggiato     »       1  »  60. 

Lappano  —  grandemente  danneggiato  »       &  »  56. 

Corno  —  danneggiato  più  del  precedente,       »        9  »  56. 

Zumpano  —grandemente danneggiato,  morti  10,  casecadute  117, chiese 5. 

Motta  —  idem  »       9  w         81       »     2. 

Rovello  —  idem  »       7  »         47       »     1, 

Rovito  ^  grandissimo  danno  »       5  »         M.reseina- 

bitubiii  case  82,  monasteri  3  e  chiese  3. 

Travetto  —  case  cadute  IS,  inabitabili  26,  chiese  1. 
Motta  ^  morti  6,  case  cadute  60,  lesionate  23. 
Colico  ^  in  gran  parte  distrutto,  poche  case  rimaste  in  piedi.  HoKi  23^ 
case  cadute  51. 

Cercito  —  morti  11,  case  cadute  34. 
Mennito  —  case  cadute  12;  il  resto  poco  danneggiato. 
Calderazzano  —  morti  15,  case  cadute  44. 
Spezzano  grande  —  morti  2,  case  cadute  44. 
Spezzano  piccolo  —  case  caduto  34. 
Macchia  —  morti  2,  case  cadute  60. 
Macchisi  —  case  cndutjj  9,  rese  inabitabili  3b. 
Figline  —  morti  126.  Tutte  le  case  cadute  e  tre  monasteri. 

•  Brancolise  —  morti  40.  case  cadute  108.  Quasi  tutto  rovinato, 
Cellara  morti    70,  case  cadute  200.  Idem. 

Piane  Grati  »      102  »  98.  Affatto  rovinato. 

Mangone  »      144  »  306.  Distrutto. 

S.Stefanodi  Roglìano  »     216  »  242.  Completamente 

ridotto  in  un  mucchio  di  mucorie. 

Rogliano  —  morti  246;  le  case  tutte  rovinate,  solo  poche  rimaste  in 
piedi  ma  pericolanti. 

Cuti  —  morti  74;  tutte  le  case  cadute. 


[1638] 


127 


Marzi  —  morti  74  ;  le  case  tutte  cadute. 
Carpenzano  —  morti  495;  tutto  rovinato. 
A 1 1  i  li  a  morti  655  ;  case  CJidute  235.  Tutto  distrutto. 

Malito  »      173  »  120.  Quasi  totalmente  distrutto. 

Belsito  y>     116  »  144.  Idem. 

Dipigpano        »         5  »  64.  Rovinata   1  chiesa  ed  11  mo- 

nastero dei  PP.  Riformati.  Il  paese  fu  perciò  quasi  tutto  disfatto. 

S.  Maria  —  morti  9,  case  cadute  38,  chiese  1.  Idem. 

Motta  »     5  »  1       »      1. 

Petrone  —  case  cadute  23. 

Viziosi  »  18,  chiese  1,  morti  5. 

•  Porchiadi  »  33       »     2       »      l. 

•  Mosconi  »  21       «•      2. 

Serritani  —  morti  14,  case  cadute  24.  Rimase  quasi  disfatto. 
Brunetto  —  case  cadute  14,  inabitabili  1. 
Tessano  »  23. 

•  Palcano  »  18. 

Lavignano  —  morti  5,  case  cadute  29,  ed  una  chiesa.  Fu  danneg- 
giato un  pò*  di  più  dei  precedenti. 

Casole  Bruzio  —  morti  5,  case  cadute  29. 
Verticilli  —  case  cadute  14,  chiese  2. 
Scalzati  »         55. 

Trenta  »         68. 

Feruci  »        36 ;  caduta  pure  la  chiesa  parrocchiale. 

Cribari  i>         11. 

Magli  »         65. 

Pedace  —  morti  14,  case  cadute  123,  un  monastero  rovinato. 
Jotta  »       3  »  28. 

Perito         »       7  »  60.  Danni  maggiori  dei  precedenti. 

Serra  Pedace  —  case  cadute  32. 

Pietrafitta  morti  46,  case  cadute  60,  chiese  2. 

Torzano  »     35,  case  e  chiesa  parrocchiale  disfatte. 

S.  Ippolito  y>       4,  case  cadute  38. 

•  Campitello  —  case  cadute  23. 

•  Cave  morti  5,  case  cadute  39. 

•  Malvitani         »     4  case  danneggiate  46. 

•  Vicinanza         y>     6,  case  cadute  60. 

•  S.  Nicola  »      1,  »  47. 

Aprigliano  Vico     »  45  »  150.  In  gran  parte  rovinato. 

•  S.  Nicola  »  32  »  34.  Tutto  rovinato. 
Petrone  »  3  »  20.  In  gran  parte  rovinato. 

•  Agostino  »  19  »  119.  Non  molto  rovinato. 

•  Corte  »  37  »  107.  Case  inabitabili  38. 
S.  Stefano  »  13  »  28. 

•  Pira  »  15  »           60. 
Paladina  »  1  »           15. 


[1638] 

'na  morti  5,  case  quasi  tutte  disralte.  Quasi  rovinato. 

la  »      5  idem, 

liano  »    18,  case  cadute  37.  idem. 

Calabro    »    3S  »        281.  Quasi  tutto  disMto.  Rovinato 

di  S.  Frao'«sco  da  Paola. 
Lia  morti  49,  case  cadute  334.  Rovinato, 

idi  »     10  »  28. 

ndini         »     50  »  238.  In  gran  parte  disfatto, 

lalupi        »       8  »  44.  Idem. 

Soprano  »     39  »  37,  chiese  2.  Quasi  interamente 

Sottano    »      57  »  48. 

i  B    234,  case  tutte  distrutte. 

case  cadute  4,   inaì>itabili  61.  Non   molto  danneggiato,  eccet- 

IIo. 

do  —  morti  8,  case  cadute  12,  inabitabili  20.  Il  castello  dan- 

—  case  rese  inabitabili  51. 

ranco  —  morti  53,  case  cadute  161.  Tutto  disfatto. 

-  morti  54,  case  caduto  243,  inabitabili  147.  Grandi  roTine. 

morti  31,  case  cadute  139. 
»       6  »  97. 

10  »        2  »  77. 

IO  —  case  cadute  171,  danneggiate  173. 
)  morti    4,  case  inabitabili  232. 

10  »    517.  Tutto  spianato. 

»       4,  case  inabitabili  30. 
ala  (Cleto)  »     53,  case  cadute  118. 

eddo  Bruzio         »      17,  »  65,   parecchie  inabit. 

;e  ~  morti  10,  case  inabitabili  76,  danneggiato  il  castello. 
:a3e  cadute  52,  inabitabili  81,  lesionata  1  chiesa  ed  1  monastero. 
Ilo  —  morti  1,  case  cadute  14,  caduta  1  chiesa. 

0  d'Amantea  —  morti  44,  casecaduto  188;  il  castello  quasi 
jsato. 

1  —  morti  44,  case  cadute  44,  qualche  danno  ad  1  monastero. 
otta  —  nessun  morto;  le  case  rese  inabitabili.  Fu  quasi  tutta 


»      6  »  tutte  o  quasi. 

»    11  »  92,  ìnabit.  66;  dannegg.  il  castello. 

»     1,  molte  Ciìse  cadute  e  quasi   tutte  le  altre  dan- 

—  case  caduto  70. 

0  Vena  —  morti  3,  caso  cadute  30,  inabitabili  72, 
ino  Sopr.       »    12  »         ì'fì,  molte  chiese  danneggiate. 


[ie38]  129 

Gimigliana  Sott.  —  95  case  tra  cadute  e  danneggiate. 

Tiriolo  —  morti  7,  case  cadute  o  danneggiate  90,  chiese  6,  il  castello 
à  sofferto  assai. 

Ussito  S.  Pietro  ~  cadute  35  case  di  costruzione  poco  solida. 

Squillace  —  case  cadute  35,  chiese  1. 

Marcellinara  —  morti  5,  case  cadute  42,  rese  inabitabili  35,  chiese  2. 

Chiaravalle  —  case  danneggiate  91. 

Staletti  —  case  cadute  16,  chiese  1. 

Francavi  Ila  «  morti  20,  case  diroccate  71,  ed  altrettante  malridotte. 
Si  troTavano  però  già  in  cattivo  stato. 

Iflotta  S.  Domizio  —  morti  19,  case  cadute  31. 

Montesoro  ~  case  cadute  71,  chiese  2. 

8.  Vito  sul  Ionio  —  case  cadute  7  e  94  lesionate. 

Belforte  —  morti  13,  case  cadute  25. 

Polia  —  case  cadute  40,  rese  inabitabili  84. 

Mi  lete  —  morti  3,  case  cadute  141. 

Francica  —  1  morto,  case  cadute  11,  lesionate  89. 

Pungadi  —  2  morti. 

Muta  ri  —  case  quasi  tutte  crollate,  nessuna  vittima. 

Cramasta  —  ebbe  la  stessa  sorte  del  precedente. 

8.  Costantino  Calabro  *-  idem. 

Bel  monte  —  morti  10,  case  inabitabili  76,  danneggiato  il  castello. 

Nocera  di  Castiglione  —  morti  44,  case  cadute  44,  qualche  danno  ad 
un  monastero. 

Terrati  d*  Aiello  —  case  cadute  53,  alcune  inabitabili. 

Serra  d*  Aiello,  morti  4,  case  cadute  16. 

A  le  Ilo  ~  morti  239,  case  tra  cadute  e  rese  inabitabili  408;  4  chiese,  le 
mura  e  le  torri  lesionate,  rovinato  il  castello. 

Castiglione  Marittimo  —  morti  101,  case  tutte  rovinate,  chiese  2. 

Scigliano  Diano  —  morti  451,  le  case  tutte  distrutta. 
Calvesi  »       80  idem. 

Sarra  »       51  idem. 

Lupia  »     104  idem. 

*  Petrise  i>       21  idem. 

Lupassi  »       66  idem. 

Pedevigliano  >       19,  caduti  quasi  tutti  i  fabbricati. 

Savuto  »       27,  cadute  quasi  tutte  le  case. 

Motta  S.  Lucia  »     532,  T abitato  fu  raso  ai  suolo. 

Confleuti  Sopr.  >       55,  case  tutte  cadute.  Gravi  danni  alla  chiesa. 

id.  Sott.  »     229,  case  cadute. 

Pitta  rei  la  »       37,  case  cadute. 

Nicastro  »   .1200,  tutte   le  case  cadute  con   chiese  e  con 

conventi. 

S.  Biase  »      767,  tutto  cfìsfatto. 

S.  Eufemia  »      143,       idem. 

Feroleto  »      171,       idem. 

baaatta  :  Terremoti  ecc.  0 


m  [1638] 

Girifalco    •  morti  -54,  le  case  quasi  tutte  cadutOi 

Panala-  »       80,  case  tutte  cadute. 

Filogaso  »      100,  case  cadute  118.  Fu  quasi  tutto  disfatto. 

Gas  teismo  nardo.         >       63^  quasi  tutto  distrutto. 

*  Montesanto  »       20,  quasi  tutto  caduto. 

K^atan  zaro  »         4,  case  rese  inabital^ili  18.ed  1  chiesa.  Gravi 

danni  al  Palazzo  dell*  Udienza,  a  quello  vescovile  ed  alla  chiesa  mag-gior^. 

Monterosso  —  33  case  cadute,  1  chiesa  e  Tospedale.  .     ^ 

,  ;•  Rocca  A^ngitola  —  1  morto,  case  cadttte33,  hoq.  reseresarcibìli  Ì6; 
rovinato  il  castello. 

Primari  —  case  e  chiese  cadute  JU.    •  ,  .    , 

Maierato  —  case  cadute  83. 

Cari  da  —  .  1  morto  e  14  case  cadute.  . 

S.  Pier  Fedele  —  1       »     ^34  >        .  ^        /     /      .' 

Caropali  —  case  cadute  83.  *     ,  •' 

S.Gregorio  »  7,  le  altre,  lesionale. 

San  Biase,  San  Nicola,  Copigno  —  com^  il  precedent^. 

Pi  scopio  —  case  cadute  56,  due  chiese  assai  danneggiate. 

Plaisano  —  quasi  tutte  cadute  le  case,  2  morti.         .        ^\' 

Briatico  —  6  case  cadute  e^  ^&&e  inabitabUi    . 

Santocono  —  case  danneggiate  62^ .       :^ 

•         •       •  « 

21.     ,       : 

7:   ■  •  " .. 

65.  .     ■  

22. 
30, 
42. 
20. 

Nelle  stesse  iQcalità,  nella  notte  27-28  marzo^  si  sentirono  altre  12 
repliche  e  parecchie  più  Jeggere  nelì' aprile  e  maggio  :: specialmente 
intense  furono  quelle  avvenute  al  3  di  quest'  ultimo  mese  ed  all'  alba 
(8**  ital.)  deirs  giugno  :  in  tale  giorno  si  ebbe  poi  un  nuovo  parossismo 
che  causò  nuovi  danni,  e  nella  notte  8-9  tra  le  5  e  6*>  ital.  un'  altra 
ingente  concussione  urtò  di  bel  nuovo*  la  Calabria, 

I  danni  maggiori  recati  da  questa  replica  furono  i  Seguenti: 

Castiglione  di  Cosenza  —  cadute  14  case,  rovinate  3  chiese  ed  un 
monastero.  Nessuna  vittima. 

Rovito  Fravetto  —  cadute  8  case,  3  morti. 

Corno  —  tutto  sconquassato,  11  morti. 

S.  Benedetto  di  Cosenza  —  cadute  14  Ciise. 

Zumpano  (e  territorio)  —  rovinate  22  case,  danneggiate  4  chiese. 

S.  Pietro  di  Guarano  —  abbattuti  o  resi  inabitabili  14  edifici. 

Lappano  —  demolite  5  case,   7  in  parte  rese  inabit.,  le  altre  lesionate. 

Rocca  di  Neto  —  abbattute   16  case,  7  in  parte  demolito  e  le  altre, 


S.  Mar.CiO  • 

>> 

.  Caaidoni 

.  » 

Sciconi 

» 

Gavezzoni 

)► 

Cessaniti 

» 

Mantine.a 

» 

Pannaconi 

> 

Paradisoni 

» 

[1638] 


isr 


poche  ecoettaate,  danneggriate.  Cadde  il  campanile  della  chiesamatrice.il 
monastero  di  S.  Agostino  fu  fracassato,  quello  di  S.  Benedetto  rimase  mal- 
concio. Nessuna  vittima. 

Longohucco  (e  territorio)  —  15  case  adeguate  al  suolo  e  108  rese  in- 
servibili. Nessun  morto. 

Scala  —  cadute  69  case  ed  altrettante  rese  inabitabili  :  24  morti. 

S.  Giovanni  in  Fiore  —  case  cadute  42,  rese  inabitabili  58. 

Ve  rzino  —  case  cadute  40,  rese  inabitabili  52:  morti  8. 

Casabuona  —  cadute  60  case,  38  rese  inabitabili  :  4  morti. 

Crosia  —  70  case  diroccate,  50  ridotte  in  pessimo  stato  :  2  morti. 

Z  a  n  gh  i  ~  case  cadute  31.  Abbattuta  la  chiesa  parrocchiale  ed  il  i^* 
stello:  4  morti. 

Rocca  Beraarda  —  cms  cadute  168,  rese  inabitabili  52;  diroccato  il, 
cmMIo,  le  carceri  e  10  chiese  :  morti  10. 

Mesuraca  —  case  cadute  108,  rese  inabitabili  90,  9  chiese  danneggiate  ; 
il  castello  ridotto  in  pessimo  stato. 

Policastro  —  case  cadute 337,  chiese  8:  case  rese  inabitabili  81,  chiese 
danneggiate  6.  Un  morto. 

Belc astro  —  case  danneggiate  172,  chiese  12. 

S  i  m  a  s  i  —  case  cadute  36,   rese  inabitabili  57,   notevolmente  danneg- 
giate 99,  fracassate  6  chiese  e  conventi. 


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FlG.  4. 
x"  area  eplcentrale;  B)  area  dlsastroBa  ;  c)  area  ({uasi  disastrosa  ;  D  aiva  rovinosa. 

Malgrado  V  abbondanza  dei  dati  surriferiti,  riesce  quasi  impossibile 
il  poter  stabilire  Tandamento  delle  linee  isosismiche  della  grande  scossa 


} 


132  [1638  - 1639] 


del  27  marzo  :  però  dal  complesso  delle  notizie  raccolte  pare  che  la 
zona  epicentrale  debba  porsi  nei  pressi  di  Nicastro  :  T  area  disastrosa 
si  estenderebbe  specialmente  lungo  il  vallo  Cosentino  a  nord,  ed  a  sud 
fino  a  Girifalco  ed  a  Polla.  L'  area  rovinosa  si  spingerebbe  da  Oppido 
fin  oltre  a  Bisignano.  (Fig.  4). 

Quantunque  la  zona  di  maggior  intensità  si  trovi  entro  terra,  tut- 
tavia il  mare,  presso  Pizzo,  al  dire  del  Recupito,  di  repente,  al  mo- 
mento della  scossa,  si  allontanò  dal  lido  per  circa  2000  passi. 

Il  numero  totale  delle  vittime  ascese  a  9581. 

Mentre  a  Reggio  la  scossa  del  27  marzo  fti  sentita  in  modo  violento 
però  senza  danni,  a  Messina  invece  fece  rovinare  il  campanile  della 
chiesa  maggiore  causando  qualche  vittima  :  anche  Milazzo  ne  rimase 
danneggiata  :  allo  Stromboli  il  vulcano  diede  un  fortissimo  scoppio  ed 
eruttò  violentemente  per  circa  quattro  ore  e  tale  parossismo  fu  poi  se- 
guito da  un  forte  scuotimento  del  suolo. 

La  scossa  deir  8-9  giugno  ebbe  una  diversa  provenienza,  avendo 
essa  in  modo  speciale  danneggiati  alcuni  paesi  del  versante  ionico:  il 
suo  centro  con  ogni  probabilità  si  trova  nel  Gotronese. 

[511]    1638.  Aprile.  Siena. 

SoLDANi  A.  :  Relazione  ecc.  pag.  50. 

Nel  mese  di  aprile,  dalla  Domenica  in  Albis  e  per  sette  giorni  con- 
secutivi, si  sentirono  in  Siena  varie  forti  scosse,  che  causarono  panico 
grandissimo  nella  popolazione,  ma  nessun  danno  :  cosi  il  Macchi,  ri- 
portato dal  Soldani. 

[512]    1639.  Ottobre  7-8.  Amatriee  (Aquila). 

Nuova  e  vera  relazione  del  terribile  e  spaventoso  terremoto^  ecc. 

Nella  notte  7-8  ottobre,  a  7^,  in  Amatriee  si  senU  una  scossa  che  fece 
risvegliare  le  persone  :  dopo  un  quarto  d'ora,  essendone  sopraggiunta 
un'altra  più  intensa,  gli  abitanti  abbandonarono  le  case  ;  venne  quindi 
alle  7**  Vi  circa  la  terza,  che  fu  rovinosa.  Cadde  per  questo  scuotimento 
buona  parte  del  palazzo  Orsini  e  di  quello  del  Reggimento  :  rovinarono 
la  maggior  parte  delle  case  e  delle  chiese,  fra  cui  quella  del  Crocefisso 
e  del  Sacramento.  Molti  furono  i  morti  ed  i  feriti  si  in  città  che  in 
campagna.  I  danni  ascesero  a  400,000  scudi.  Campo  Tosto  fu  in  parte 
rovinato  ;  S.  Martino  totalmente  ;  Collalto  fu  assai  mal  ridotto  ;  Pinaco 
cadde  in  parte  e  cosi  pure  Capricchia;  Cerva  e  Forcella  andarono  di- 
strutte ;  quasi  identica  sorte  toccò  a  Filetta,  a  Nescaia  e  Padarga.  La 
Loia  ebbe  a  subire  poche  rovine  ;  a  Cantone  e  Colle  Raso  rimase'  una 
sola  casa  in  piedi  ;  Corsenito,  Casale,  La  Rocca,  Torretta,  Pasciano 
S.  Iorio  e  Colle  Moresco  furono  tutti  conquassati.  In  Accumuli  rovinò 


[1640  - 1642]  138 


fra  l'altro  la  chiesa  dei  Francescani  e  si  ebbero  a  deplorare  molti 
morti.  Rocca  de  Balli  rimase  adeguata  ;  a  Poggio  Cancello  fu  danneg- 
pata  la  parte  circostante  al  palazzo  Cerasi  :  a  Montereale  cadde  il  pa- 
lazzo Ricci  :  a  Recanati  ed  a  Rieti  la  scossa  incusse  spavento  ma  non 
apportò  danni.  Nella  figura  13  trovasi  delineata  la  zona  mesosismica. 

Fino  a  9*^  di  notte  ad  Àmatrice  furono  sentite  molte  repliche  :  al  14 
ottobre  a  7^  */«  s®  ^^  ©^^®  ^^*  violenta,  che  fece  rovinare  altre  case 
e  cosi  pure  nuovi  danni  apportò  quella  succeduta  nel  giorno  17. 

[513]    1640.  Giugno  19.  Badolato  (Catanzaro). 

Bonito  m.:  Terra  trtm.^  pa^.  777  -  Di  Somma  A.  :  Historico  racconto  ecc.,  pa^r.  175. 

Nell'anno  si  ebbero  varie  scosse  in  Calabria:  al  19  di  giugno  per 
una  veemente  commozione  tellurica  rovinò  Badolato  posto  sulla  falda 
di  una  montagna:  oltre  a  300  ascesero  le  vittime.  Al  22  giugno  altra 
scossa  rovinosa  a  Badolato  e  nel  gennaio  e  marzo  1641  parecchie  lievi. 

[514]    1641.  Giugno  8-10.  Pontremoli  (Massa). 

G.  GiovANNozzi  :  /  terr.  st.  Apuani^  pa(f .  5  (estr.) 

Non  solo  in  Pontremoli,  ma  in  quasi  tutta  la  Lunigiana,  neir8-10  di 
^ugno  si  sentirono  scosse  fortissime  che  recarono  danni  a  molti  edi- 
ticil  :  così  dice  una  notizia  tratta  dal  Giovannozzi  da  memorie  mss. 

[515]    1641.  Giugno.  Cervia  (Ravenna). 

Serpisri  a.:  Scritti  di  SUmoU,  voi.  n  pag.  193. 

Nell'anno,  specialmente  prima  del  16  giugno,  forti  scosse  agitarono 
la  città  di  Cervia,  la  cui  popolazione  ne  fu  oltremodo  spaventata. 

Il  signor  F.  Forlivesi  {Cervia^  cenni  stor.  ecc.,  Bologna  1889,  pa- 
gina 186)  da  notizia  che  nel  1461  insoliti  scuotimenti  urtarono  non  solo 
la  città  di  Cervia  vecchia,  ma  molte  altre  località.  Tale  terremoto  non 
ò  trovato  accennato  da  altri,  e  il  citato  autore  non  ne  indica  la  fonte  ; 
dubitando  che  vi  sia  errore  di  stampa,  cioè  che  ii  1641  sia  stato  tra- 
mutato in  1461,  non  ò  messo  quest'  ultimo  nel  catalogo,  giacché  mi 
paro  che  le  due  notizie  si  riferiscano  ad  un  unico  fenomeno. 

[516]    1642.  Giugno  13.  Parma,  Lombardia. 

G.  Ao\Ki.Li:  /  tfrr.  reoist.  nelle  cro/i.  lodtufafte^pap.  92-  Avpend.  ali  eletìco  dei  terreui.  di 
Parata^  pajr.  2  (estr.)  -  G.  Mercalu:  Vide,  e  feiìom.  rulc.  ecc.,  paff.  292,  e  //  ierr.  di 
Leeco  ecc.,  pafir.  7  (estr.)  -  D.  Calvi  :  £jem.  sac.  prof,  di  BevijaiHo^  voi.  u,  pii^.  303- 

Verso  le  3*»  della  notte  fra  il  13  ed  il  14  giugno  si  senti  in  Bergamo 
un  forte  terremoto  che  apportò  alle  case  molti  danni,  specialmente  fa- 
cendovi abbattere  i  comignoli.  A  Milano,  secondo  il  Formentini,  citato 
dal  Mercalli,  cadde  il  campanile  di  S.  Stefano  :  a  Lecco  il  terremoto 
si  presentò  sotto  forma  dì  una  triplice  scossa  fortissima,    talché  sem^ 


ÌM  1.16^2  -  1644  j 


brava  volesse  atterrare  il  convento  è  la  chiesa  di  Pescarenico  con 
sommo  spavento  di  quelli  che  ivi  si  trovavano. 

Ora,  mentre  in  Lodi  incusse  panico  grandissimo  causando  forte 
scuotimento  di  mobili  e  di  tetti,  la  cronaca  Zunti  dice  che  in  Panna 
per  un  terremoto  avvenuto  nel  di  13  (senza  indicazione  di  ora)  farono 
abbattuti  molti  comignoli:  il  che  fa  rimaner  dubbiosi  se  si  tratta  di 
un  unico  terremoto  o  del  risveglio  del  centro  sismico  parmigiano  av- 
venuta in  concomitanza  con  il  lombardo. 

Questa  scossa,  secondo  quanto  ricorda  il  Ghilini  negli  Annali  di 
Alessandria  (pag.  236)  fu  in  questa  città  avvertita  da  poche  persone. 

[517]    1642.  Aprile  5.  Uvoniò. 

L.  Pilla:  istoT.  Oel  treni»  ecc.  pag.  203. 

Al  5  aprile,  dopo  il  vespro,  una  scossa  apportò  molta  confusione. 

[518]    1642.  Ottobre  12.  MoDteeassino  (Caserta). 

L.  Pilla  :.  Selaz,  dei  trem,  ecc.,  pag.  101. 

Al  12  ottobre  terremoto  molto  violento. 

[519]    1648.  Luglio  17.  Troiia  (Catania). 

MoNoiTORE  A.:  Ist.  cron.  d€i  trem.  ecc.  pag.  403. 

A  Troina  il  17  luglio  terremoto  che  fu  violentissimo  sopra  un'area 
di  otto  miglia  di  raggio  circostante  a  detta  città:  quasi  tutti  gli  abi- 
tanti uscirono  dalle  case  ;  precipitò  in  parte  la  Chiesa  maggiore  ed  il 
monastero  di  S.  Elia  d'Ambola. 

[520]    1644.  Febbraio  15.  '  Nizzardo. 

G.  mercalli  :  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  94-5. 

Al  15  febbraio  1644  due  scosse  violenti  di  terremoto  urtarono  la 
Valle  di  Vesubia  :  a  Belvedere  perirono  tre  persone  ed  altre  vittime 
si  ebbero  a  deplorare  a  Bolena  ed  a  Roccabigliera.  Apportò  qualche 
danno  a  Aix,  un  po'  di  più  a  Marsiglia,  più  ancora  a  Frcgus,  ove  la 
chiesa,  gremita  di  popolo,  tremò  in  modo  tale  che  pareva  dovesse  ro- 
vinare :  a  Nizza  fu  assai  forte.  Il  Gioffredo  nella  sua  molte  volte  citata 
storia  delle  Alpi  marittime  ai  danni  di  Belvedere  e  di  Roccabigliera  già 
accennati,  aggiunge  quelli  di  Lantosca,  ove,  dice,  rovinò  la  chiesa  e 
furono  abbattute  molte  case. 

La  scossa  fu  fortissima  ad  Oneglia  ed  a  Porto  Maurizio,  ove  la  po- 
polazione per  due  mesi  stette  attendata  ;  a  Taggia  i  fedeli  spaventati 
uscirono  precipitosamente  dalla  chiesa,  entro  cui  erano  adunati  per  la 
predica  ;  in  Alessandria,  il  Ghilini  ne'  suoi  Annali  (pag.  251)  dice  che 
fu  gagliarda  senza  però  apportare  danni^  ed  a  Genova  ebbe  presso  a 
poco  la  stessa  intensità. 


[1645  - 1646]  tsE 


;  »       ■    t 

Conclude  il  Mercalli  che  il  centro  di  scuotimento  fa  nel  Nizzardo: 
che  il  movimento  sismico  si  mantenne  molto  sensibile  ad  est;  fino  a 
Genova,  a  nord  fino  ad  Alessandria,  ad  ovest  fino  a  Marsiglia,  ossia 
sopra  un'area  di  circa  11000  Km*. 

La  prima  scossa,  avvenuta  circa  le  17*»,  a  Nizza  durò  un  «  miserere  »  ; 
fa  susseguita  da  sei  repliche  di  minor  intensità  e  lunghezza.  -     ■ 


.ì 


[521]    1646.  Ottobre  22.  Panana  (Modena). 

Al  22  ottobre  fortissima  scossa  in  Fanano  seguita  nella  notte  ,da 
quattro  repliche. 

[522]    1646.  Febbraio  22.    ,  Pàdova,/ : 

Mekcalu  G.:  Vulc.  e  fenam.  tuie,  ecc.,  pag.  302. 

Al  22  febbraio  scossa  fortissima  a  Padova.  "    . 

[523]    1646.  Aprile.  'Aquila,    " 

Da  Secinara  p.:  Trattato  unir,  ecc.,  pai?.  135^  -  F.  Mozzetti:  Sa{fgio  d'injiuèkze  meteor.  e 
dtl  clima  suWaffranomia  ecc.,  pag.  87. 

Nell'aprile  scossa  fortissima  seguita  da  altre  interpolatamente  sentite 
fino  al  giugno  :  questo  periodo  sismico  risultò  di  166  scuotimenti,  al- 
cuni dei  quali  fortissimi.  In  tale  occasione  non  diroccò  alcun  palazzo 
né  le  case  soffersero  danni  notevoli,  quantunque,  come  scrive  il  Seci- 
nara, fossero  agitate  siccome  «  navigli  sbattuti  dall'onda  >. 

[524]    1646.  Aprile  5.  Livorno. 

N.  Maori:  Discorso  cronol.  delV  origine  di  Livorno  ecc.,  pag.  55  e  256-50^  Napoli  1647. 

Al  5  aprile,  circa  le  22*»  in  Livorno  si  senti  dapprima  un  rumore 
improvviso  proveniente  dal  mare  e  della  durata  di  circa  un  «  credo  », 
quindi  un  fortissimo  terremoto  scosse  le  case  con  grande  impeto  :  una 
delle  tre  torri  del  Marzocco,  gfift  mezzo  rovinata,  fa  per  metà  abbat- 
tuta: caddero  molti  camini  e  terrazzi  e  moltissime  furono  le  case  che 
si  dovettero  incatenare.  Nelle  chiese,  particolarmente  nel  Duomo  e  nel 
Suffragio,  si  aprirono  fenditure  verticali.  Le  navi  in  porto  sentirono 
un  urlo  come  se  avessero  toccato  il  fondo.  Molti  lasciarono  la  città 
per  ridursi  a  Pisa  ed  a  Firenze.  I  pozzi  che  erano  senz'acqua,  dopo 
il  terremoto  si  riempirono.  Di  quando  in  quando  nei  giorni  seguenti 
qualche  scossa  :  degna  di  considerazione  fu  quella  avvenute  nella  stessa 
ora  del  di  17. 

[525]    1646.  Maggio  dO.  Montecassino. 

L  Pilla:  Beìat.  dei  trem.  ecc.,  pag.  101. 

Al  SO  maggio  in  Montecassino  terremoto  molto  violento. 


m  (1646J 

[526]    1646.  Maggio  31.  Re|;ioBe  Garganiea  (Foggia). 

Baratta  m.  :  SulVattiv,  Hsm.  in  Capitanata,  pag.  9  e  ^  (estr.)  -  Bonito  M.:  Tetra  trem,  ecc., 
pa^.  779  -  Capocct  :  Catalogo  ecc.  I,  pa^r.  S17  -  Giuliani  v.  :  Mem.  stor.  civ.  ed  eccl.  di 
Vieste^  paK.  l^  e  213  -  manicone:  Fisica  Appulo  Garganica,  voi.  i,  pacr.  210  -  P.  Sar- 
NELLi:  Cromi,  del  vesc  ed  arciv.  di  Siponto  tH5C.  pag.  388-?. 

Il  Samelli  scrive:  «  al  31  maggio  avvenne  il  garganico  tremuoto, 
scuotendo  il  monte  a  T*"  di  notte,  ed  in  Gargano  diede  il  crollo  a  100 
case  con  restame  solamente  cinque  persone  oppresse  sotto  le  rovine. 
In  Ischitella  non  rimasero  in  piedi  che  26  case,  le  altre  caddero  tatte 
opprimendo  96  persone  che  vi  restarono  estinte.  In  Rodi  ne  morirono 
4  e  molti  restarono  fiaccati  dalle  pietre  cadute.  In  Vico  100  case  rima- 
sero adeguate  al  suolo  con  la  morte  di  40  uomini.  Cagnano  perde  20 
case  ma  ninno  degli  abitanti.  Gli  orti  di  Carpino  si  trovarono  pieni 
delle  conchiglie  del  lago.  In  Manfredonia  5  case  e  15  abitatori  peri- 
rono ;  il  monastero  degli  Osservanti  di  S.  Francesco  fuori  le  mura, 
già  desolato  dai  turchi,  essendo  poi  stato  riparato,  per  questo  terre- 
moto si  vide  nella  pristina  rovina...  ». 

II  Bonito,  con  l'autorità  del  Torelli,  pone  fìra  i  paesi  rovinati  anche 
Peschici  e  S.  Giovanni  Rotondo.  Riguardo  a  Vieste  il  Giuliani  ricorda 
che  diroccò  nel  castello  il  palazzo  e  varie  case,  sotto  cui  perirono  85 
persone,  come  risulta  dalla  seguente  iscrizione  posta  a  destra  della 
porta  maggiore  del  Castello  stesso. 

PHILIPPUS  nn  DEI  GBATIA  BEX 

1646 
GOVER.®  ESTE.   R.**<»  EL.   DUQUE  D'ARCOS  ',   Y   PROB.» 
D.   IPPOUTO  DE  COSTANZO   A  81   DI  MATO   1646 
DIA  DI  CORP»....    UN  TERREMOTO.   MURIO  EL  CASTEL."^ 
Y  84  PERSONAS...   Y  ENTRANDO   A  GOVERNAR  EL 
CASTEL.^  EL  CAPPIAN  FRA.   D.   GABRIEL...   I  BRAVO 
FORMO  EST...   DIA  LUNA  NOVEM. 

Per  questo  terremoto  cadde  pure  in  Vieste  il  colossale  campanile 
dair  ultimo  piano  delle  campane,  come  risulta  dalla  lapide  ivi  fatta 
collocare  da  Mons.  Chimaglia,  la  cui  iscrizione  principia  cosi: 

D.  o.  M. 
VETUSTISSIMAM  HANC  TURRIM  TERRAEMOTU   ANNI 
MDCXLVI  QUASSATAM,    ATQUE  DISJECTAM.... 


Neirabitato  di  Vieste  fra  le  rovine  degli  edifici  furono  estratti  48  ca- 
daveri :  cosicché  il  numero  totale  delle  vittime,  come  infatti  risulta  dai 
registri  parrocchiali,  in  tale  città  ascese  a  132.  Secondo  quanto  asse- 
risce il  Capocci  parecchie  furono  le  scosse  di  terremoto  ivi  in  tal  epoca 
sentite,  alcuna  delle  quali  si  propagarono   pure  in  Calabria  e    nell'A- 


[164r-1653j  137 


brnzzo  ed  in  ispecial  modo  nella  città  di  Aquila,  ma  ciò  è  errato  perchè 
neirAqnilano,  come  abbiamo  visto  (N.  523)  [nell'aprile  si  sentirono 
sicosse  corocentriche.  Questo  terremoto  ha  adunque  colpita  la  intera  pe- 
nisola Galenica  e  specialmente  riuscì  rovinoso  nella  sua  parte  orientale  : 
daJIe  notizie  sopra  riferite  è  impossibile  fissarne  il  centro  :  però  con 
tatta  probabilità  trattasi  di  parecchi  focolari  sismici,  i  quali,  più  o 
meno  contemporaneamente,  anno  cooperato,  con  il  loro  risveglio,  a 
produrre  tante  rovine. 

[507]    1647.  Gennaio  13.  Pistoia. 

CoBiADi  A.:  Annali  delie  epidemie  ecc.,  voi.  n,  parte  u,  pag.  786. 

U  Corradi  che,  cita  il  Salvi  {HUtoria  di  Pistoia,  III,  pag.  507,  Ve- 
nezia 1692)  dice  che  Pistoia  afflitta  già  dalla  peste,  al  13  gennaio  ve- 
niva Urribilmente  scossa  dal  terremoto. 

[528]    1649.  Gennaio?  Messina. 

MONorroHs  a.  :  Ittor,  enmol,  dei  terr.  ecc.,  i^ag.  406  -  CAPooa  :  Catalogo,  l,  pag.  847. 

In  principio  d' anno  gravissimo  terremoto  a  Messina  ;  molte  navi 
colarono  a  fondo  :  in  sentito  anche  a  Reggio  Calabria. 

[529]    1650.  Marzo  12.  Monteeassino  (Caserta). 

PiuLA  L.:  Jielaz.  dei  trem.  ecc.  pag.  101  -  db  Marco  G.:  Monte  Cassino  ecc.,  pafi:.  72. 

Al  12  marzo  un  terremoto  moU^  violento  agitò  il  monastero  ed  i 
paesi  soggetti  alla  Badia. 

[530]    1651.  Etna. 

ftuujLAi  Descriz.  delVBtna^  pag.  100. 

Gagliarde  scosse  Airone  sentite  nella  regione  Etnea,  prodromo  del- 
l' eruzione  scoppiata  poi  nel  febbraio. 

[531]    1652.  Seiaeea  (Girgenti). 

Ferrara  :  Mem,  sopra  i  trem,  ecc.,  pa^r.  92  -  Savasta  :  Hist,  del  terr,  di  Sciacca  ecc.  pag.  14. 

Il  Savasta  scrìve  che  per  15  giorni  interpolatamente  furono  sentite 
in  Sciacca  delle  scosse  :  il  Ferrara  aggiunge  che  ftirono  violentissime. 

[532]    1653.  Agosto  15.  Porli. 

BoNou  P.:  Ist,  della  città  di  Forlì,  Ivi  1661,  Ub.  xn,  pa?.  ai5. 

Al  15  agosto  in  Forlì  terremoto  fortissimo  susseguito  da  varie  re- 
pliche di  minore  intensità. 

[533]    1653.  Settembre  27.  Cesena,  Faenza. 

Pnuunr  A.:  TrenUbl.  penine,  Ital.,  pag.  %i. 

Al  27  settembre  il  Perrey,  seguendo  Von  Hoff,  dice  che  in  Cesena 


*Ì38  [1654-1655] 


-  -  ■•- 


è  Faenza  una  scorsa  fortissima  fece  daìià^giare  alcune  case.  A  tiuesta 
tennero  dietro  nei  giorni  seguenti  varie  repliche. 

Tali  scuotimenti  non  saranno  gli  stessi  che  il  Bonoli  dice  intesi  a 
Forlì  al  15  agOHto  ?  Infatti  per  Forlì  né  il  citato  Bonoli,  né  il  Guarini 
ricordano  scosse  avvenute  al  27  settembre* 

[534]    1654.  Luglio  23.  Terra  di  Uvoro. 

Grimaldi:  Descr.  dei  trem.  della  Cal.^  pa^.  54  -  Perrby  a.:  Trembl.  penine.  TiaL,  pa^.  21- 
Pilla  L.  :  Selaz.  dei  tremuoti  ecc.,  pag.  101. 

Al  23  luglio  (*)  verso  le  5**  Vs  della  notte  un  disastroso  terremoto 
urtò  la  Terra  di  Lavoro  :  si  ebbero  molti  danni  a  Sora,  a  Pontecorvo, 
a  Roccasecca,  a  Piedimonte^  a  Belmonte,  ad  Atina,  ad  Alvito,  ecc.  : 
fu.  fortissimo  a  Montecassino;  ove  il  monastero,  secondo  le  croniiclLe 
mss.,  tremò  «  come  fosse  stato  una  canna  agitata  da  più  venti  >  : 
tutta  r  abbadia  ne  rimase  lesionata  :  eguale  intensità  spiegò  pure  a 
S.  Geimaiio.  Nel  monte  Corvo  si  produsse  una  grande  fenditura.  Le 
scosse  si  ripeterono  fino  al  12  agosto  maggiormente  sensibili  in  località 
situate  più  ad  Ovest  di  quelle  colpite  precedentemente. 

In  una  relazione  ms.  che  conservasi  nella  biblioteca  Barberiniana  di 
Roma  (mss.  XLVIII,  104,  fol.  61)  si  apprende  che  Isola  fti  molto  rovi- 
natH  con  la  mòrte  di  31  persone  ;  che  in  Arpico  diroccò  il  quartiere 
di  Civitavecchia,  il  campanile  di  S.  Michele,  con  115  morti  :  che  in 
Bora  si  ebbero  a  deplorare,  a  quanto  si  diceva,  400  vittime  :  cbè  in 
Castelluccio  caddero  7  case  con  19  morti  :  in  Arce  11  con  25  vittime. 
A  Pescolido  i  morti  furono  7  :  Casalvieri  fa  rovinato  ;  in  Veroli  64 
case  furono  rovinate  :  a  Monte  S.  Giovanni  più  della  metà  degli  edifìci 
rimasero  adeguati  al  suolo,  ed  in  Bausò  13  furono  le  case  distrutte. 
Secondo  6.  P.  M.  Castrucci  (Deacriz,  del  dìic,  di  Alvito  ecc.  pag.  32 
[1]  Napoli  1863,  4.  ediz.)  in  Alvito  il  terremoto  fece  cadere  la  chièsa 
di  S.  Gio.  Evangelista.  Fu  sentito  a  Roma  ed  in  Calabria. 

[535]    1654.  Settembre  8.  Atella  (Potenza). 

AM\Ti  A.:  Diz.  corogr.  dell'  Italia,  voi.  t,  pag.  481. 

L'  8  settembre  1654  Atella   per  un  violento   terremoto  rimase  quasi 

distrutta. 

[536]    1655.  Marzo  25.  *  Rocea  S.  Cassiano  (Firekize). 

JiekiziOììe  dei  successi  seguiti  nella  Rocca  San  Cassiano  ecc.,  pag.  14. 

Al  25  marzo  di  mattina  fortissima  scossa  che  però  non  causò  gravi 

danni. 


(1)  n  Perrey,  11  OrlmaUll  ed  il  Pilla  riferiacono  questo  tervemoto  al  23  luglio;  la  re- 
lazione ms.  e  più  sopra  citata  al  23  giugno. 


[I6gg-ìi[^9]  1M9 


[537]    1656;  Ottobre  17:   '    '^    r"  ''    •  :         S.  Severo  (Fo&già).   . 

B\B.iTTA  M.  :  Sulla  attit.  sisrn.  nella  Capitanata^  pag*.  10  e  42  (est.)  -v.  Oervasio:  Appunti 
croAol.  da  servire  per  una  storia  della  citta  di  S.  Severo,  Firenze  1871,  pag.  33  -  P.  Sar- 
NELU:  Cronol.  dei  Ves.  ed  Arciv.  di  Siponto,  pag.  404. 

Il  Gervasio  ricorda  che  noli'  anno  1656  nuovi  terremoti  si  sentirono 
in  San  Severo  che  ebbe  a  soffrire  altri  danni.  L'  epicentro  deve  essere 
stato  nei  dintorni  di  tale  città,  giacché  tanto  per  Monte  8.  Angelo  che 
per  Manfredonia  il  Safnelli  non  ricorda  danni,,  ma.  solo  una  scossa 
mentita  al  17  Ottobre. 

-  [538]    1657.  'Gennaio.'  ^        .       Lesina  (Foggia). 

CoRBADi  :  Annali  delle  epidemie  eco,,  voi.  vu,  parte  n^  pag;  Sps. 

Il  terremoto  fece  varii  danni  a  Lesina:  cosi  il- Corradi -che  cita  una 
lettera  del  Dazzi,  conservata  all'Archivio  di  Firenze  (Carteggio  medico ^ 
Filza  1471,  Legazione  di  Napoli,  I,  L).  Questa  notizia  non  si  riferirà 
alle  precedenti  scosse?  .       .       e 

f  •  *• 

[539]    1657.  Gennaio  29.  Calabria. 

Pekkst  a.  :  Tremai,  penins.  Ital.,  pag.  20.  - 

Il  Perrey,  togliendo  la  notizia  da  Von  HoflT,  dice  che  al  29  gennaio 
in  Napoli  ed  in  Calabria  si  send  una  scossa  breve  che  non  portò  danni 
Huot  riporta  senza  data  n^ensile  un  terremoto  successo  nei  medesimi 
luoghi,  aggìuBgendo  che  200  case  furono  distrutte  causando  2000  morti. 

E  molto  dubbio.  , 

[540]    1658.  Febbràio^marzo.  Malta. 

PeuiKY  A.  :  op.  elt,  pàg,  115  -  mercalu  g.  :  Vulc.  e  fenom.  vulc.  ecc.,  pag.  228. 

Secondo  Von  Hofif,  citato  dal  Perrey,  in  Malta  dal  18  febbraio  al 
13  maggio  furono  sentite  molte  scosse,  che  il  Mercalli  dice  fortissime. 

[541]    1658.  Giugno  10.                                                          Montècassino. 
Pilla  l.  :  Relat.  dei  trem.  ecc.,  pag.  101,  col.  2. 

Alle  10**  V»  i^l»  del  10  giugno  terremoto  grandissimo.' 

[542]    1656.  Novembre  10.  Catanzaro  (Calabria). 

ABcovrro  8.1  Mem.  sui  fen.  meteor.  i84l\  pag.  42  -  Mercalli  G.:  /  terr,  della  Calabria  ecc. 
pQ^.  86-»  -  MoNoiTORE  :  Istor.  cronoì.  dei  terr.  ecc.,  pag.  403  -  v.  d'amato  :  N/st.  della 
til.  fed.'e  fainos.  città  di'  Catanzaro, -^b^.  '239-42;  Napoli  1670. 

Il  5  novembre,  verso  le  6**  di  notte,  un  disastroso  terremoto  colpì 
la  regione  centrale  della  Calabria.  Soriano  fu  distrutto  e  pochi  abitanti 
poterono  salvarsi:  il  celebre  monastero  rovinò  non  solo  per  la  grande 
violenza  del  movimento  sismico,  ma  e:;iand,io  per  la  sua  ubicazione 
che  —  caaendo  fabbricato  sul .  declivio  di  un  colle  —  ne  facilitò  la 
caduta:  infatti  il  D'Amato  aggiunge  che  un  braccio  del  suo  dormitorio 


140  [1659] 

precipitò   nel  sottoposto    bttrrone.  Nella   città  le   case  distratte   fhrono 
112  ed  a,  160  ascesero  i  morti. 

I  danni  inferii  da  qaesto  terremoto  ai  vari   paesi  furono  i  sedenti 

desanti  dalla  relaziona  ufficiale  pubblicata  in  Napoli  nel  1660  e  ripro- 
dotta dal  Mercallì  : 

Sant'  Anernlo  (presso  Soriano)  .     distrutte  case  15,  chiese  —  morti  13 

Arena »109>5»      — 

I  le »  131        »       6       »     il 

I,  Pniuia,  Dasei »    50       >      —       »      17 

0,  Seminatri »3l>—       »     — 

1  (Uonteleone)  e  frazione  Uelicuccà         .  >    31       »     —       »      — 

Francica  .        .  »    71        >      —       »      ig 

Suoi  casali >55»—       »      — 

Monteleone  (case  solo  lesionate,  mr  Ito  dann.  castello) 

Piscopio  (idem) >135»—       >3 

S.  Gregorio  d'Ippona  (idem)       .        .        ,        .  ■  252       >     —       »       6 

S.  Ketro  e  Triparni  (fr.  Monteleone) .        .  >    40       »      —      »      — 

Calabro  (Mlleto) >    15       »     —      >       1 

Nao(Ionadi),S.  Pietro,  Paravati  e  Comparni  (Milet4i)  »    50       »     —       >      — 

Polìa (quasi  tutta  distr.)  »    203 

Castelmonardo  (Filadelfia) (quasi  tutto  dinr.)  »    103 

Monterosso »    41       >       4      >      16 

Montesora  (Filadelfia) »13>—      »      — 

Briatico »89>—      »56 

»       casali >52»—      »6 

Francavilla  Angitola »32»—      »5 

Fllogaso (quasi  tutta  distr.)  »    161 

Panaija  (Spilin^) (quasi  tutta  distr.)  i 

Sant"  Onofrio .  »    36       *     — 

Rocca  Angltola  (danni  simili  Pimenì  e  Mascherano)  »     8       »        1 

Montesanto  (Roccangitohi) >    16       »      ~ 

Capistrano »    46        »      — 

Vallelongra »    70       »      — 

San  Nicola  (da  Crlsa) »    93       »      ~ 

Vazzano »    70       »       4 

Torrepatola  t »37»     — 

Zimmarino? »60»      — 

Pizzoni »50»     — 

Stefenaconi »82»      — 

S.  Dimitrì  (Vallelonga) tutta  disfatta 

Belloforte  (presso  Vallelonga)      .        ...»    16       *      — 

Nicastrello  (fraz.  Capistrano)       ,        .        .       .  >    10       »      — 

Brugnaturo »28»     — 

Chiaravalle  Centrale tutta  distrutta 

San  Vito  al  Jonio »    56       »     — 


[1659] 


141 


Lucinadi  (Genadif) 

Serra  S.  Bruno  e  Spadola 

Caste]  vetere  (Càulonia) 

Placanica 

Monosterace   . 

Stilo        .... 

Stig'nano 

Riace      .        .       ,       . 

Camini  .... 

Guardavalle  . 

razzano  .... 

BÌTon^  .... 

S.  Caterina  (d'Ischa)     . 

Badolato 

Isca         .... 

S.  Andrea  Apostolo 

Satriano 

Davoli     .... 

San  Sostene  . 

Cardinale 

Petrizzi  .... 

SoTerato 


distrutte  case  13  chiese  —  morti  — 


» 


106 
67 
25 
66 
17 
68 
62 
11 
110 
12 
24 
111 
»  140 
»  67 
»  91 
96 
62 
36 
47 
8 

25 
60 
15 
30 
21 
85 
36 


> 
» 

» 
» 

» 


>  — 
»  — 
»  — 
»  — 
»  3 
»  — 
»  — 
»  3 
»  — 
»  2 
»  — 

>  — 
»  — 
»  — - 
»  — 

»  — 

»  — 


» 
» 


4 
24 

»  alcune 
»    96 
»    55 


» 

» 

» 
» 


14 

1 

17 


26 
19 
14 

8 
11 
15 

4 


66 


2 

1 


Montepaove 

Montauro 

Squiliace 

SanVEUa 

Olivadi 

Centrache 

Amaroni  (lesionate  le  case) 

Palermiti  (molte  case  lesionate)  . 

Borsria 

Staletti  (molte  case  lesionate)  .... 
Gu-ifalco  (nella  Terra  Vecchia)  .... 
San  Floro 

Dalle  precedenti  notizie  si  conclude  che  Tarea  mesosismìca  (fig.  5,  A) 
di  questo  terremoto  è  delimitata  da  una  linea  che  da  Castelmonardo 
per  Palermiti,  Olivadi,  Isca,  Badolato,  Santa  Caterina  d' Isca,  Serra 
S.  Bruno,  Arena,  Dlnami,  Paravati,  Mileto,  Francica,  San  Gregorio 
d' Ippona,  Piscopio,  esclude  Monteleone  e  quindi  Pizzo  dopo  aver  incluso 
Briatico. 

Adunque  ambedue  i  versanti  furono  colpiti  da  questo  gran  terre- 
moto :  ma  però  molto  più  il  tirrenico,  dalla  cui  parte,  a  mio  modo  di 
vedere,  deve  trovarsi  V  epicentro  dello  scuotimento  :  infatti,  secondo  il 
mio  parere,  entro  la  zona  mesosismica  si  potrebbe  delimitare  un  area 
epicentrale  di  forma  elittica  con  V  asise  maggioro   disposto  da  N  N  G 


iS2r 


[1659] 


a  8  8  W,  che  da  Arena  va  a  Castelmonardo  (ora.  Nuova  Filadelfia)  ed 
include  Follia,  Monterosso,  Capistrano,  Filogaso.  S.  Nicola,  Vallelonga, 
Yazzano,  Tizzoni,  Soriano,  Gerocame,  Arena,  ecc, 

La  forma  della  zona  mesosismica  si  potrebbe'  spiegare  anche  am- 
mettendo un  risveglio  di  qualche  centro  sismico  '  nel  versante  jonico, 
p.  es.  quello  di  Badolato,  il  quale  abbia  più  o  meno  contemporanea- 
mente agito  con  quello  tinrènico. 


Fio.  5. 

La  zona  rovinosa  è  delimitata  dalla  isosisma  (B  B)  che  da  Catanzaro 
corre  al  Tirreno  e  che  rientra  nel  continente  ancora  all'altezza  di  Cau- 
lonia  (B  B)  :  in  questa  area  troviamo  molta  diflferenzazione  nelle  rovine, 
spiegabile  con  i  soliti  principii  più  volte  accennati.  Il  D'Amato  dice 
che  Catanzaro  all'  impulso  violento  resistè  con  poco  nocumento  degli 
ediflcii;  Pizzo  invece,  secondo  il  Vivenzio  (IsL  dei  trem.  ecc.,  2*ediz., 
voi  I,  pag.  168),  rimase  molto  maltrattato. 

Nella  cronaca  reggina  Zappia  e  Catizzone  si  ricorda  che  detto  ter- 
remoto fu  sentito  abbastanza  sensibilmente  a  Reggio  ed  il  Mongitore 
aggiunge  che  si  propagò  anche  in  tutta  la  riviera  di  Messina,  come  ri- 
sulta da  una  relazione  stampata  in  Palermo  per  il  Bossio  nel  1660. 
Ag^fiunge  il  D'Amato  che  nella  terra  «  si  aprirono  in  diversi  luoghi 
profondissime  vpragini,  una  fra  Montesoro  e  Polla,  dentro  la  quale  si 


[1660  - 1^1]  14a, 


seppellì  quest'ultima:  un' altra  nelle  montagne  della  Ferrera,  la  terza 
nA  monte  di  S%  Giovanni  Terrestri  (?),  e  furono  di  tanta  profondità, 
c*he  per  canape  unite  non  vi  si  potè  trovare  ultimo  termine  ». 

«  *  * 

•T>43J    1660.  Modena. 

yemuani  Li:  lìist-  delVantich.  città  di  Modena^  ivi  1667,  n,  pag.  74. 

Nell'anno  innondazioni  e  terremoti  che  fecero  cadere  molti  camini, 

544J    1660.  Febbraio  lò.  Paiermo. 

iijMìiToaE  A.  :  Tst.  crottol.  dei  terr.^  pag.  '401. 

Nel  10  febbraio  si.^entirono  forti  scosse  a  Palermo,  avvertite  a  Mon- 
rrale,  a  Misilmeri,  a  Termini,  a  Trapani,  a  Sciacca,  a  Cefalù  ed  a 
Patti. 

|«>i5]    1661 .  Febbraio.  Palermo. 

MwNuiTORB  A.:  Istor.  croH.  dei  terr.  ecc.  pag.  4(M. 

« 

AI  31  gennaio  in  Palermo  una  scossa  :  al  13  febbràio  una  seconda 
più  intensa  ed  al  24,  a  9^  di  notte,  una  terza  che  fece  fuggire  i  citta- 
dini dalle  case.  Nella  notte  ségaente  si  ebbe  unar^^plica  più  lieve  a  5*» 
.Ula  fine  di  settembre  altre  due  scosse  a  Palermo,  a  "Messina,  a  Nicosia 
ed  in  altre  cittA  di  Sicilia.  ^.  ^ -,.  .•^i'"'  « 

[516]    1661.  Marzo  12.  ./v  Bergamaseo. 

D.  Calvi  :  J^in».  sacr.  prof,  ecc.,  voi.  I,  pagr.  306. 

Fierissimo  terremoto  che  causò  nel  territorio  Bergamasco  moltissimi 
(Ianni,  fra  cui  la  caduta  del  refettorio  del  PP.  di  Montecchio  éon 
qualche  morto  :  conquassò  pure  il  convento  dei  Capuccini  di  Albino. 
Produsse  franamenti  dai  monti  >e'  squÀfciature  nel  suolo.  Fu  preceduto 
V  seguito  da  scosse  piti  leggere. 

Forse  a  questo  terremoto  allude  la  seguente  notizia  data  dal  Perrey 
;pa^.  23),  dietro  Von  Hoff,  quantunque  ^i  riferisca  a  giorno  diverso  : 
17  gennaio  6**,  scossa  nel  milanese. 

[547]    1661.  Marzo  22.  Romagna. 

(it-ARiNi  G.  :  /  terr.  di  Forlì  ecc.,  pag.  30-82  -  Relax,  dello  spav.  terr.  22  marzo  i66i  ecc., 
-  Vera  refaz.  e  ragg-  del  spav.  terr.  ecc.  -Di  Castro  Massimo:  Relaz.  dei  successi  seguiti 
in  Bocca  San  Cassiano  ecc.  -  Barukfaldi  :  Delle  istorie  di  Ferrara,  Ivi  IT/O,  pagr.  82  - 
BoNou  p.  :  Istor.  della  citta  di  /'''orli,  pag.  »n  -  G-  Fabri  :  Sifem.  sacra  ed  istor.  di  Ra- 
venna antica.  Ivi  16T5,  pag.  71  -  B.  Repetti:  Dizion.  geogl.  stor.  della  Tose,  voi.  iv, 
pag.  810  -  B.  RioHi:  Ann.  della  città  di  Faenza,  voi.  Ili,  pag.  211  -  P.  Sarnelli:  lett. 
erri.,  lett.  3,  pag.  HO. 

(Questo  terremoto  cominciò  con  una  9cosa<a  disastrosa  sentita  circa  le 
r.»"  del  22  marzo  :  le  case  di  Pondo  furono  in  tutto  od  in  parte  abbat- 
tute con  mortalità  di  persone  e  di  bestiame  :  in  Mortane  rovinarono  (5 


"T" 


144 


[1661] 


case  con  2  morti  :  Galeata  fa  quasi  atterrata  giacché  92  case  e  2  chiese 
forono  demolite  e  rimasero  solo  in  piedi  5  o  6  fabbriche  ;  nella  fìrazione 
Pianetto  tatto  fu  distratto  con  mortalità  di  nomini  ;  nel  resto  del  suo 
contado  rovinarono  14  chiese  e  516  case. 

In  S.  Sofia  ne  caddero  30,  causando  25  morti  e  molti  feriti.  Furono 
affatto  rovinate  la  rocca,  le  case  e  le  chiese  di  Civitella,  ove  oltre  120 
persone  rimasero  morte  ed  un  altro  centinaio  ferite.  Rocca  S.  Casciano 
ebbe  le  sue  case,  le  su»  chiese,  il  castello  e  le  mura  quasi  affiatto  de- 
molite con  41  mocti  e  moltissimi  feriti. 


FiG.  6  (»). 

Predoppio  e  Fiumana  furono  i  luoghi  più  d'ogni  altro  colpiti:  (fig.  6  B) 
gli  edifici  rimasero  affatto  rovinati  e  si  ebbero  a  deplorare  molti  morti. 
Teodorano  fti  in  gran  parte  abbattuto  :  in  Meldola  tutte  le  case  rima- 
sero offese  e  specialmente  fu  danneggiata  la  rocca  ed  il  maschio:  cad- 
dero pure  parecchi  edificii  causando  4  vittime  e  molti  feriti.  Nel  paese 
di  Castrocaro  rovinarono  88  case  e  2  chiese,  in  campagna  236  abita- 
zioni e  2  chiese.  Terdoccio,  Valdoppio,  Gugliano,  Roversano  e  8.  Pietro 
in  Bagno  f\irono  pur  essi  quasi  abbattuti  :  in  Portico  di  Romagna  sof- 
fersero le  case  con  8  morti  e  molti  feriti  ;  Dovadcla  subì  la  medesima 
sorte. 

Questi  paesi  sono  tutti  compresi  nell'area  mesosismica  disastrosa  (B  1) 


(1)  IQ  questa  flgrura  la  dicitura  del  terremoto  del  1661  (A)  si  rirerlsce  a  quella  del 
1K70  (B)  e  viceversa. 


[1661  - 1662]  145 


h  forma  leggermente  elittìca  con  V  asse  maggiore,  lungo  km.  35,  quasi 
«lÌNposto  da  nord  a  sud  (*). 

L'area  isosismica  rovinosa  (B  2)  comprende  Marradi  (forse),  Tredop- 
j»i«j.  Modigliana  (*),  Faenza,  ove  i  varii  edifìci  risentirono  guasti  di  non 
grande  importanza  tranne  la  Cattedrale,  in  cui  furono  assai  maggiori. 
In  Forlì  fn  danneggiato  la  Torre  di  S.  Mercuriale  e  quelle  del  Duomo, 
<li  S.  Agostino  e  del  Pubblico  :  oltre  a  ciò  alcune  case  furono  lesionate 
e  qualcuna  in  parte  anche  rovinata.  Forlimpopoli  e  Bertinoro  ebbero 
pure  qualche  danno   e  Cesena   gravi   lesioni  alle  case  ed  alle  chiese. 

A  Faenza,  ad  Imola,  a  Rimini,  a  Bologna,  a  Modena  ecc.  caddero 
molti  camini  e  qualche  merlo  dalle  torri.  A  FeiTara,  a  Ravenna,  a 
Ctrvia  e  ad  Urbino  la  scossa  ebbe  forza  suffìciente  da  incutere  timore 
nella  popolazione  senza  produrre  danni. 

n  movimento  sismico  fu  assai  lungo  :  neir  area  centrale  durò  un 
«  credo  »  :  quivi,  e  specialmente  nei  pressi  di  Fiumana,  di  Predoppio, 
(li  Valdoppio  e  di  Rocca  d*Elmici,  causò  delle  fenditure  nel  suolo. 

Per  circa  40  giorni  fiirono  sentite  delle  repliche. 

[548]    1661.  Luglio.  Otranto  (Lecce). 

Boxrro  il.  :  Terra  trem.,  pag*.  TSe-O*. 

Secondo  G.  Brusson,  citato  dal  Bonito,  nel  luglio  ad  Otranto  vi  fu 
un  terremoto  ed  una  tempesta  cosi  furiosa  che  atterrò  molte  case  e 
chiese  con  la  morte  di  uomini  e  di  animali.  Da  questa  notizia  non  si 
comprende  se  sia  stato  per  causa  del  primo  o  del  secondo,  oppure  di 
ambedue,  che  rovinarono  gli  edificii.  Il  Riccioli  ricorda  che  in  Otranto 
neir  agosto  per  un  terremoto  rovinarono  24  case. 

rM9J    1662.  Novembre  6.  Soriano 

FioKE  o.:  Della  CaL  lUf$str.,  tomo  i,  pa?.  280,  col.  n. 

Il  Fiore  al  6  novembre  ammette  un  terremoto   nella  Calabria  Ulte- 


1;  Danni  subiti  dal  paesi  deir  ex  stato  di  Toscana  : 

case  rovinate  In  campacrna  N.  r244«  nelle  terre  N.  260 
Chiese      »  »  »      22  »         »      4 

Morti  »  »     161  »  »     "73 

capi  di  bestiame  grosso  morti  161,  Idem  minuto  211 

12;  A  Modi^Uana  trovasi  suUa  facciata  deir  Oratorio  della  Madonna  del  Cantone  la. 
Sfornente  epl^rrafe  commemorativa: 

D.   0,  M, 

PROTBCTO  DIVINIBUS  OPPIDO 

A  TBRREMOTU  HNITIMA    LOCA  VEXANTK 

ANNO    MDCLXl    Ml'TILANENSES,    XX    MARTIl 

RADEM    DEIPARAE   VIROINIS  «  DAL  CANTONE  » 

NrNCUPATAM 

90LRMNI    PROCESSIONE    QrOTANNIS 

♦  AnKUl'T  EX  VOTO 

Saiutta:  Terremoti  ecc.  V' 


146  [1662-1669] 


rìore  per  il  quale  rovinò  il  monastero  di  8.  Domenico  in  Soriano  :  la 
data  mensile  presso  a  poco  corrispondente  al  grande  parossismo  del 
1659  (vedi)  e  la  circostanza  della  caduta  di  detto  monastero,  mi  indu- 
cono a  ritenere  identici  i  due  terremoti  ed  errata  la  data  riferita  dal 
Fiore  e  seguita  dal  Capocci. 

[550]    1662.  Dicembre  29.  Padova. 

Mercalu  e.  :  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  363. 

Al  29  dicembre  scossa  fortissima  a  Padova. 

[551]    1666.  Aprile  14.  Botola. 

Bonito  M.  :  Op.  clt.,  pag.  191. 

Il  Bonito  scrive  che  a  ?*•  58""  pom.  del  14  aprile  i  terremoti  «  semi- 
narono calamità  in  Bologna  »  :  al  quale  fenomeno  certamente  allude  il 
BaruflEaldi  (Dell'  HUt.  di  Ferrara,  ivi  1700,  pag.  139)  allorquando  ri- 
corda che  nell'aprile  a  Ferrara  fu  sentita  una  sensibile  scossa,  la  quale 
fu  più  intensa  a  Bologna,  senza  però  avervi  fatto  danni  di  grande  con- 
siderazione. 

[552]      1667.  Spoleto  (Perugia). 

Mercalu  Gr.:  Vulc.  e  fenom.  tuie,  ecc.,  pag.  S29. 

Nell'anno  a  Spoleto  ed  in  altre  città  terremoto  rovinoso  (Natalucci: 
Indie,  8tor,) 

[553]    1667.  Aprile  6.  Rigasa  (Dalmazia). 

Relazione  de W orribile  terremoto  seguito  nella  citta  di  Ragusa,  altre  città  della  Dalmazia. 
Albania,  venetla  MDCLXVii  -  travaoini:  Super  observationibus  a  se  factis  ecc. 

Al  6  aprile  terremoto  disastroso  a  Ragusa  sentito  anche  a  Venezia. 

[554]    1669.  Marzo  11.  Nicolosi  (Catania). 

Ferrara  f.  :  Descr.  dell'  Etna,  pag.  101-7  -  Gemmellaro  C.  :  Vulcan.  dell'Etna,  pag.  102-12  - 
MONOITORE  A.-:  Op.  Cit.,  pag.  405. 

Dopo  il  tramonto  del  sole  dell'  8  marzo,  cominciarono  a  sentirsi  in 
Nicolosi  frequenti  scosse,  deboli  dapprima,  poscia  violente,  la  cui  forza 
non  si  esercitò  egualmente  sopra  tutti  i  villaggi  vicini.  Quello  di  Ni- 
colosi provò  commozioni  tali  che  gli  abitanti  non  potevano  reggersi  in 
piedi.  Durarono  queste  scosse  fino  al  di  11,  a  mezzodì  del  quale  un 
urto  poderoso  sconquassò  tutti  gli  edifici. 

Questo  fenomeno  fu  il  prodromo  della  grande  eruzione  eccentrica 
scoppiata  nei  pressi  deirinfelice  paese,  descritta  magistralmente  dal 
Borelli. 

Repliche  più  o  meno  forti  si  sentirono  durante  le  varie  fasi  dell'in- 
cendio, che  si  estinse  verso  la  metà  del  luglio. 


[1670-16T2J  .147 


[o^J    1670.  Luglio  16.  Verona. 

Goiit.%x  A.  :  Star,  sism.,  p^.  150  -  perrey  à.  :  Trenibh  penim.  Itaì.,  pag.  26  -  piovene  G.  : 
Lri  Urr.  a  Viceìtza,  pag,  49. 

Il  16  luglio  a  16^  circa,  in  Verona  si  senti  un  terremoto  che  al  dir 
del  cronista  Guadagni  fu  %  orribile  »  :  fu  pure  assai  gagliardo  a  Vi- 
cenza e  fu  forse  (benché  riferito  al  giorno  17)  sentito  a  Venezia  e  nel 
Tirolo. 

[oó6]     1671.  Giugno  20.  Modena. 

Alcune  date  dei  terr.  in  Modena  eoe.,  N.  143:  24  ma^lo  1613  •  dondi  a.:  Mem.  stor.  ed  ani. 
del  Duomo  di  Modena  ecc.,  pa^.  2M. 

Al  20  giugno,  tra  le  14*»  Vt  ®  ^®  15**>  si  sentì  in  Modena  una  scossa 
che  fece  gravi  danni  :  furono  abbattuti.  300  comignoli  ed  il  torriolo 
dell'  orologio  sopra  il  Palazzo,  il  quale,  cadendo,  ruppe  alcune  volte  e 
causò  qualche  vittima.  Rimase  lesionata  anche  la  torre  detta  «  la  mozza  » 
che  fu  uopo  demolire,  pendendo  oncie  18  verso  la  piazza.  Secondo  le 
memorie  del  Guadagni  -^  riportate  dal  Goiran  (8t.  sism,  prov.  di  Ve- 
rona, pag.  50)  —  questo  terremoto  fece  danni  notevoli  a  Reggio  ed  a 
Verona  fa  molto  gagliardo:  il  Bonito  aggiunge  (Op.  cit.  pag.  797)  che 
lu  sentito  anche  a  Bologna. 

[557]    1672.  Aprile  14.  Rimini. 

Bakatta  m.:  Sul  terr.  di  Rimini  del  i4  apr.  i672  -  bianchi  G.  :  Descrtz.  del  terr.  grande 
l'anno  teli  eoe.  -  Breve  racconto  del  terr.  seguito  in  Rimini  ecc.  -  Deplorarle  ragg.  del- 
l' orrtìt.  e  spav.  terr.  ecc.  -  Vera  relatione  dello  spav.  terr.  ecc.  -  Vera  relax,  del  terr. 
seguito  in  Rimtni  ecc.  -  Vera  relatione  del  terremoto  seguito  nella  Romagna  ecc.  -  Notitia 
e  vera  relatione  del  spavent.  terr.  ecc.  -  Serpieri  a.  :  Scritti  'ii  slòmol.,  voi.  li,  pag.  18i)-91 
p.  M.  AMIANI:  Mem.  Utor.  della  città  di  Fano,  parte  II,  pag.  206  -  O.  Barcffaldi:  Del- 
l' Hi$t.  di  Ferrara,  pag.  201  -  Cebchiari  G.  C.  :  Ristretto  stor.  della  città  di  Imola^  Bo- 
lui?na  l^*,  pag.  119  -  Compend.  della  Stor.  eccl.  e  lett.  della  città  di  Imola,  ivi  1810, 
pag.  318  -  O.  Fabri:  ^em.  sacra  ed  tstor.  di  Ravenna  ant..  Ivi  1675,  pag.  95  -  A.  Leoni: 
Ancona  illMtr.,  ivi  1^82,  pag.  318  -  B.  Righi  :  Ann.  della  dita  di  Faenza,  ivi  1841,  tom.  Il, 
j»ag.  2'0. 

Tra  le  21  e  22*»  del  14  aprile  si  elevò  d'  improvviso  dalla  parte  di 
tramontana  di  Rimini  un  temporale,  quindi  si  udì  un  fortissimo  rombo, 
rui  sussegui  una  gagliardissima  scossa  sussultoria-ondulatoria  che  pre- 
w'ntò  tre  riprese,  a  breve  intei'vallo  l'una  dall'altra  e  della  durata  to- 
tale di  un  «  credo  ^. 

A  Rimini  tutte  le  chiese  e  gli  edificii  principali  della  città  furono 
f»arzialmente  o  totalmente  diroccati  :  le  sole  case  più  basse  scamparono 
dalla  quasi  universale  distruzione,  quantunque  però  sieno  state  dan- 
n«*<rsciate  in  modo  tale  da  essere  rese  inabitabili. 

Nella  cattedrale  (che  fu  quasi  tutta  distrutta)  precipitarono  le  volte 
drlle  navate  e  delle  cappelle:  quasi  nello  stesso  modo  furono  danneg- 
giate le  chiese  dei  PP.  Teatini,  dei  PP.  Osservanti,  dei  PP.  di  S.  Pran- 
ci'sco,    in  quest'  ultima   precipitò  la  metà  della   cupola  :  le  altre,  che 


148 


[16721 


ebbero  gravi  lesioni  da  essere  rese  inservibili  al  culto,  furono  quelle  di 
S.  Gregorio,  di  S.  Agnese,  di  S.  Apollonia,  di  S.  Simone  e  di  S.  Bar- 
tolomeo: identica  sorte  toccò  al  monastero  dei  PP.  Agostiniani  quello 
dei  Domenicani  invece  fu  poco  danneggiato.  Fra  i  palazzi  che  più  risen- 
tirono gli  effetti  del  terremoto,  si  deve  ricordare  prima  di  tutti  quell  o 
del  Governatore,  in  cui  caddero  i  muri  intemi  e  furono  fracassati  i 
tetti  :  quello  dei  consoli  della  città,  che  fu  nella  sua  maggior  parte  di- 
roccato: una  sola  sua  cantonata  rimase  in  piedi,  però  con  pericolo  di 
rovina.  Nel  Vescovado  caddero  tutti  i  muri  divisorii.  Rovinò  il  pa- 
lazzo pubblico  con  la  sua  torre,  e  quella  dell'orologio  rimase  in  i)e6- 
simo  stato  :  i  palazzi  Tingoli,  Cavallini,  Modesti  ed  altri  parecchi  fu- 
rono oltremodo  danneggiati  :  crollò  inoltre  circa  la  metà  della  torre  dei 
Gambalunga. 


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Fio.  7. 


Le  fabbriche  illese  furono  poche  :  fra  queste  la  fortezza,  il  monte  di 
pietà  e  la  libreria  Gambalunga. 

Nel  borgo  di  S.  Bartolomeo  tutti  gli  edificii  furono  distrutti,  eccet- 
tuata la  chiesa  del  Carmine  :  in  quello  di  S.  Giuliano  una  sola  casa 
fu  atterrata.  Di  36  castelli,  che  soggiacevano  alla  città,  10  soli  rima- 
sero illesi  :  le  chiesa  della  Colonnetta,  distante  un  miglio  dair abitato 
fu  in  tutto  e  per  tutto  adeguata  al  suolo. 

Il  numero  delle  vittime,  secondo  i  dati  più  attendibili,  fli  di  circa 
200  ;  certe  relazioni  lo  riducono  a  100,  altre  invece  lo  fanno  ascendere 
a  500  ;  la  maggior  mortalità  si  ebbe  a  deplorare  o  sotto  le  rovine  delle 
chiese  (specialmente  in  Duomo,  in  S.  Francesco  da  Paola  ed  in  quella 
dei  PP.  Teatini),  essendo  avvenuta  la  scossa  mentre  si  ufiSciava,  oppure 


[1672]  149 

ni.'Ile  Strade  (per  esempio  in  quella  dei   Magnani  per  la  caduta   di   un 
muro)  o  infine  sotto  le  macerie  del  palazzo  pubblico. 

I  danni  in  città  ascesero  a  scudi  142,550  (a  136,549  secondo  il  Bo- 
nadies  citato  dal  Serpieri)  e  quelli  del  territorio  a  18,000  così  ripartiti  : 

Coriano scudi  3799 

S.  Andrea  in  Besaniga »  305 

S.  Andrea  in  Patrignano »  1007 

Casiano >  1872 

Monte  Colombo    .......  »  714 

San  Clemente »  3114 

Misano  •        , »  1956 

Castel  leale >  953 

Gesso »  379 

Gemmano »  1195 

San  Savino »  1154 

Mulazzano >  1280 

Monte  Tauro >  361 

CastelnuoYO,  paese  lontano  da  Rimini  15  miglia,  verso  Pesaro,  fu 
affatto  rovinato  senza  alcun  danno  alle  persone.  A  Cattolica  si  ebbero 
dei  danni  :  a  Pesaro  caddero  tutti  i  comignoli  e  rimase  atterrato  un 
dormitorio  nel  Convento  dei  Monaci  Bianchi  e  qualche  altra  casa  con 
un  danno  di  scudi  20,000  :  si  ebbero  a  deplorare  due  morti,  un  ferito 
mortalmente  e  qualche  contuso.  s 

A  Fano,  secondo  l'Amiani,  furono  demolite  molte  case  e  caddero  le 
torri  di  S.  Francesco  e  di  S.  Agostino  :  di  funestissima  conseguenza  fu 
la  rovina  di  quella  del  Duomo,  giacché  sotto  le  macerie  rimasero  se- 
lH>lie  molte  persone. 

Qualche  danno  ebbe  pure  Cervia  e  forse  Sinigallia  :  a  Iesi  rovina- 
rono tutti  i  comignoli  ;  ad  Urbino  si  produssero  delle  lesioni  nella  volta 
d<dla  Cattedrale  e  qualche  scrostatura  :  ad  Ancona,  secondo  il  Leoni, 
la  scossa  fu  s\  forte  da  far  suonar  la  campana  della  piazza.  A  Faenza 
fn  violenta,  non  causò  danni  ma  incusse  molta  paura  ;  ciò  dicasi  pure 
di  Ravenna,  di  Ferrara  e  di  Argenta  :  pare  invece  che  in  Imola  molti 
e<Uflci  rimanessero  danneggiati.  Senza  alcuna  conseguenza  la  commo- 
zione tellurica  fu  avvertita  a  Fossombrone,  a  Cagli  e  molto  probabil- 
mi*nte  a  Gubbio  ed  a  Bologna.  (*) 

II  contro  sismico  pare  debba  collocarsi  presso  Rimiui  e  precisamente 
un  po'  più  a  sud  della  città  ed  in  mare,  che  al  momento  della  scossa 


Ij  nella  fiKura  8  sono  rappresentate  le  isosisme  priucipali  dol  terremoto  del  107/ 
citje:  A)  zona  menoslsiuica  -  A  1  a  1)  zona  elei  danni  ma^^^iorl  -  A  2  a  *i]  zona  dei  danni 
iiiinon  o  deUe  lesioni. 


16Ó  [1672  -  168ÓJ 


(aggiungono  le  notizie  raccolte)  fii  visto   recedere   e   quindi,   spumegr- 
giando,  invadere  la  spiaggia  per  venti  passi  circa. 

Dopo  la  prima  scossa  in  Rimini  si  sentirono  molte  repliche,  tutte 
lievi,  eccetto  una,  avvenuta  a  23''   della   notte,    la   quale   quantunque 

non  abbia  causato  nuovi  danni,  apportò  grandissimo  spavento. 

[558]    1672.  Giugno  8.  Amatrìee,  Montereale  (Aquila). 

Capocci:  Catalogo  I,  pagr.  848  -  Perrby  à.  :  Trernbl.  penim.  Jtal.^  pag:.  36. 

L'8  giugno,  a  23  ore,  forte  teiTemoto  ad  Aquila  ;  in  Amatrice  ed  a 
Montereale  fece  gravi  danni  :  ciò  secondo  il  Capocci.  Il  Perrey,  se- 
guendo Von  Hoff,  scrive  che  in  Aquila  si  sentì  un  forte  terremoto  che 
si  estese  da  sud  a  nord  da  Montereale  fino  ad  Amatrice. 

[559]    1676.  Giugno  17.  Ivrea  (Piemonte). 

Nuova  e  vera  relazione  tf  '  un  terribile  terremoto  ecc. 

A  2l*»  circa  avvenne  il  terremoto  e  le  scosse  devono  essere  durate 
più  o  meno  continuate  per  circa  24*»  ;  tutti  i  cittadini  fuggirono  dalla 
città,  ove  rovinarono  parecchie  case  con  circa  500  morti.  Contempo- 
raneamente si  scatenò  un  furioso  uragano  ed  un  fulmine  colpi  una 
delle  quattro  torri  del  castello. 

[560]    1678.  Marzo  24.  Monte  Uliveto  (Siena). 

Malvasia  De  Rossi:  Documenti  ecc..  pag.  5  -  Soldani  a. :  Relazione  ecc.,  paff.  59. 

AI  24  marzo  ad  ore  17,  cioè  a  0*»  30"  pom.,  un  terremoto  assai  forte 
colpì  Siena  :  nessun  danno  ma  grande  spavento  ;  suonarono  le  campane 
di  tutte  le  chiese  :  a  Monte  Oliveto  incusse  terrore  senza  arrecare  danni 
agli  edifici,  ma  non  cosi  alle  persone. 

Nei  Documenti  del  Malvasia  De  Rossi  erroneamente  tale  scossa  sì 
dice  avvenuta  al  24  marzo  1679. 

[561]    1678.  Luglio  15.  Ferrara. 

B  A  RUFFALDI:  DelV  Historia  di  Ferrara,  pa^.  269. 

Al  15  luglio  fortissima  scossa  che  intimorì  tutti  i  ferraresi. 

[562]    1579.  Dicembre  12.  Stilo  (Reggio  Calabria). 

Fiore  a.  :  Della  Calabria  illustr.,  tomo  I,  pagr.  290,  col.  I. 

Secondo  il  Fiore  verso  le  2^  della  notte  del  12  dicembre  fu  sentita 
a  Stilo  una  forte  scossa,  che  però  non  apportò  danni.  Il  Capocci  (op. 
cit.,  parte  I,  pag.  348)  erroneamente  la  riferisce  a  Tito. 

[563]    1680,  Aprile  30.  «avi  (Alessandria). 

G.  DEsiMONi  :  Aptn.  stor.  della  città  di  Qavi  e  delle  sue  famiglie.  Alessandria  1896,  pag.  245. 

ìì  cronista  Ponte,  testimonio  oculare,  ricorda  che  un  fiero  terremoto 


[1683  -  1687]  161 


sul  mezzodì  del  30  aprile  colpi  Gavi  :  caddero  a  terra  i  buoi  ed  i  ca- 
valli sotto  gli  aratri  ;  le  persone  sia  in  quiete  sia  in  moto  appena  si 
potevano  reggere  in  piedi.  Furono  sentite  scosse  più  leggiere  negli 
anni  precedenti  e  seguenti. 

D  Mercalli  nella  sua  monografia  sui  terremoti  di  Liguria  e  di  Pie- 
monte non  reca  in  corrispondenza  della  data  citata  alcuna  altra  notizia. 

[564]    1683.  Agosto  23.  Basilicata. 

Perrkt  a.  :  op.  Cit.,  pag.  27. 

Nell'anno  due  grandi  terremoti  in  Basilicata. 

[ò65;     1683.  Dicembre  31.  '  Verona. 

GoiBAN  A.  :  Storia  Sismica  ecc.,  pag.  150. 

Secondo  le  memorie  mss.  del  Guadagni,  ^5^  ital.  del  31  dicembre 
una  scossa  abbastanza  lunga  incusse  grande  terrore  agli  abitanti  di 
Verona. 

[566]     1685.  Aprile  25.  Salernitano. 

BONTTO  M.  :  Terra  treni.,  pag.  ^99. 

Al  25  aprile,  e  per  parecchi  giorni  dopo,  violenti  scosse  a  Cava,  a 
falerno,  a  S.  Severino,  a  Vietri  ed  in  altre  località.  Nei  Documenti 
Malvasia- De  Rossi  (op.  cit.,  pag.  9)  trovo  la  seguente  notizia  estratta 
dai  giornali  del  tempo  (6  giugno)  «  di  Napoli  abbiamo  che  in  questa 
città  si  era  sentito  il  terremoto  con  gran  timore  del  popolo,  ma  senza 
aver  apportato  danno  alcuno  »,  la  quale  forse  corrisponde  alle  scosse 
riferite  dal  Bonito. 

567]    1686.  Giugno  13.  Palermo. 

MoNuiTORE  A.  :  IsL  crtMOl.  de  terr.  ecc.,  pag.  4(n. 

A  16  ore  circa  del  13  giugno  violento  terremoto  in  Palermo  :  il 
popolo  adunato  in  chiesa  precipitosamente  ne  uscì,  temendo  rovinasse 
l'edificio  :  panico  grandissimo.  Il  Perrey  (op.  cit.,  pag.  27),  seguendo 
Von  Hoflf,  aggiunge  che  si  estese  a  40  miglia  attorno  alla  città. 

,568]    1687.  Imola  (Bolog-na). 

Ai-BKROBBTTI  G.  :  COMpendio  della  Storia  df  Imola,  Ivi  1810,  I,  318. 

Nell'anno  violento  terremoto  ad  Imola. 

[5691     1687.  Aprile  25-26.  Amalfi  (Salorno). 

D*)MTo  M.  :  Terra  trem.,  pag.  ■;99. 

In  mai*zo^  a  Napoli,  secondo  il  Raglivi  (op.  cit.,  pag.  588),  fu  sentita 

una  lieve  scossa  ed  alle  5**  7«  ^^^^'  ^^^  -^  aprile,  secondo  il  Bonito,  una 

gagliarda  che  causò  grandissima  paura  agli  abitanti  i  quali   fuggirono 


Ià2  [l6B7  - 1688] 


dalle  case  rimaste  però  illese,  mentre  quelle  di  Amalfi  e  delle  ville 
adiacenti  riportarono  qualche  danno  e  molti  edifici  del  Positano  furono 
considerevolmente  lesionati. 

Il  Perrey  (op.  cit.,  pag.  27)  ed  il  Capocci  (op.  cit.,  I,  pag.  348)  ri- 
feriscono due  terremoti  :  uno  rovinoso  a  Napoli,  alle  5*»  */«  ^^*^-  ^^^ 
23  aprile,  l'altro  nel  Salernitano  alla  mezzanotte  del  25  stesso  mese. 
Il  Bonito,  autore  sincrono,  e  per  i  suoi  tempi  molto  accurato,  dà  no- 
tizia, come  abbiamo  visto,  solo  dell'  ultimo  :  ciò  e  la  considerazione 
che  le  5^  7s  ^^1-  corrispondono  appunto  alla  mezzanotte,  mi  fan  accet- 
tare l'asserto  del  Bonito  e  rifiutare  l'altra  versione. 

[570]    1687.  Ottobre  2.  Trope»  (Catanzaro). 

Bonito  m.  :  Terra  trem,,  pag.  799. 

In  settembre  varie  scoise  in  Calabria  :  al  2  ottobre  un  violentissimo 
terremoto  fece  cadere  in  Tropea  alcune  case  :  buona  parte  degli  abi- 
tanti si  poterono  salvare. 

[571]    1688.  Gennaio.  Pistieei  (Potenza). 

Perrey  A.  :  TremM.  penins.  ItaL  ecc.,  pag.  Ti. 

Il  Perrey,  seguendo  Huot  e  Von  Hoff,  dice  che  nel  Gennaio  sì  sen- 
tirono in  Basilicata  per  tre  giorni  intense  scosse  che  riuscirono  disa- 
strose a  Pisticci,  ove  2(XX)  persone  rimasero  vittima.  Il  Bonito  non  le 
ricorda. 

[572]    1688.  Aprile  11.  Romigia. 

Balduzzi  l.  :  Sulla  Madonna  di  Bagnacavallo  ecc.,  pag.  15-17  -  Oaddi  O.  :  lettera  istor.  cont. 
il  prod.  operato  ecc.  -  Guarini  p.  :  /  terr.  a  Forlì  ecc.,  pag.  82-52  -  malvasia-db  Bossi  : 
Documenti  ecc.,  pag.  5  e  9  -  Seepieri  a.  :  Scritti  di  sisniol.^  voi.  n,  pag.  192  -  Baruf- 
FALDi  G.  :  DelVHist.  di  Ferrara,  ivi  1700,  pag.  %8  -  F.  L.  bertoldi  :  Storia  della  Madonna 
della  Cellette^  pag.  53  -  G.  bonoli  ;  Storia  di  Lugo,  Faenza  MDCCXXXU,  pag.  181  e  Storia 
di  Cottiitnola  ecc.,  Ravenna  1754,  pag.  42-43  -  Compendio  della  St.  civ.  eccl.js  leti,  della 
città  di  Imola,  ivi  mdcccv,  pag.  318  -  a.  metelli  ;  Storia  di  Brisighella  ecc.,  parte  il, 
tomo  ni,  Faenza  1869,  pag.  219-20  -  e.  Riohi:  Annali  della  citta  di  Faenza,  ivi  I841, 
tomo  III,  pag.  264-65  -  a.  Simom  :  Cronistoria  del  Comune  di  Medicina^  Bologna  1880, 
pag.  282. 

La  prima  scossa  avvenne  air  11  aprile,  circa  il  mezzodì:  tre  furono 
gli  scuotimenti  che  a  questa  succedettero  :  V  uno  sempre  più  forte  del- 
l'altro ;  per  i  primi  due  gli  ediflcii  non  subirono  alcun  danno,  l' ultimo 
invece  riuscì  disastroso. 

A  Bagnacavallo  crollarono  molte  case,  e  tutte  le  altre  rimasero  le- 
sionate o  cadenti  ;  al  convento  di  S.  Francesco  fu  apposta,  per  poterlo 
sostenere,  una  vera  selva  di  puntelli  :  quello  di  S.  Gerolamo  fu  total- 
mente minato  :  il  monastero  di  S.  Giovanni  fu  in  parte  atterrato  ed 
i  1  parte  fracassato  :  la  relativa  chiesa  ed  il  campanile   quasi  del  tutto 


[1688] 


153 


demoliti  :    quella  di  S.  Michele  fu  scrostata   e   lesionata.    Nel   contado 
non  vi  furono  che  cinque  o  sei  morti  ed  alcuni  feriti.  (*) 

Cottignola,  più  che  gli  altri,  risenti  gli  effetti  terribili  del  terremoto 
giacché  poco  mancò  che  non  fosse  totalmente  tramutata  in  un  mucchio 
di  rovine:  cinque  sole  case  ed  il*tempio  dei  PP.  della  Compagnia  ri- 
masero in  piedi  :  a  35  ascesero  i  morti  e  ad  una  trentina  il  numero 
dei  feriti.  Anche  Russi  fti  quasi  atterrato  :  nella  valle  del  Lamone  le 
mine  furono  immense,  caddero  totalmente  due  case  situate  al  e  Colle 
delle  Calbane  >  e  parecchie  nella  valle,  cioè  a  Pontelungo,  alle  Osterie 


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FiG.  8  («). 

a  Castagneto  :  nella  valle  del  Marzeno  molti  muri  furono  abbattuti,  fu 
l<*sionata  la  chiesa  di  S.  Giorgio  in  Cepparano   e   quella   di   S.  Maria 

Maddalena  a  Scarignano  ebbe  abbattuto  il  campanile  :  sotto  le  rovine 
trovarono  la  morte  parecchie  persone.  In  Lugo  i  danni  furono  rilevanti, 
giacché  tutti  gli  edificii,  quali  più  quali  meno,  ne  risentirono  ;  in  special 
modo  rimasero  malconcie  le  chiese,  la  rocca,  il  palazzo  pubblico  ed  il 
granaio  dell'abbondanza.  Nella  chiesa  di  S.  Domenico  cadde  V  intera 
volta  della  navata  di  mezzo  ;  in  quella  di  S.  Francesco  le  volte  di  di- 


ti) Il  papa  Innocenzo  XI  sussidiò  i  danneggiati  di  Dagnacavuilo  con  uir  offerta  di 
flcudi  4000. 

(2)  Nella  fkgUTSL  S,  B  rappresenta  la  z^na  mes asismica  disastroia,  n  1  l' Isosisina  deli- 
mitante rarea  rovinosa  e  D2  la  isoslsnia  fortisiiinia. 


} 


154  [1688] 

verse  cappelle  della  seconda  navata  e  la  guglia  del  campanile  :  resta- 
rono pure  danneggiate  la  volta  del  tempio  di  S.  Agostino  e  quella  della 
Madonna  del  Molino. 

Gravi  furono  gli  effetti  causati  sugli  edificii  di  Soloralo  :  ad  Imola 
il  terremoto  fa  violento  e  restarono  maltrattate  le  abitazioni  dei  citta- 
dini :  cosi  dicasi  pure  di  Brisighella  e  di  Faenza.  A  Forlì  diroccò  una 
porzione  della  volta  della  navata  centrale  di  S.  Mercuriale  e  del  suo 
campanile  :  precipitarono  pure  alcune  volte  nei  monasteri,  molti  co- 
mignoli e  qualche  muro.  A  Ravenna  fu  atterrato  il  campanile  di  S.  Vi- 
tale e  subirono  danni  gravi  le  case  e  le  chiese  :  Marradi  invece  ebbe 
poco  a  soffrire. 

A  Bologna  la  scossa  durò  più  di  un  «  ave  »,  produsse  molto  spa- 
vento e  fece  screpolare  la  cupola  dell'  altare  maggiore  della  Madonna 
di  Loreto  nella  chiesa  di  S.  Bartolomeo  dei  PP.  Teatini  :  in  quella  di 
S.  Lucia  dei  Gesuiti  cadde  un  po'  di  calcinaccio  dall'  altare  maggiore. 
Pure  a  Medicina  la  scossa  fu  molto  forte;  incusse  panico  grandissimo 
e  fece  abbattere  qualche  comignolo  e  suonare  le  campane  del  pubblico 
orologio.  Ad  Argenta  atterrò  qualche  camino  :  a  Ferrara  causò  solo 
grande  timore  ;  fu  intesa  a  Venezia  ed  a  Padova. 

Per  quaranta  giorni  si  sentirono  delle  repliche  abbastanza  numerose 
e  forti  :  al  27  maggio  rinnovarono  le  scosse  accompagnate  da  rombi 
fortissimi:  causarono  nuovi  danni  agli  edificii  già  in  cattive  condizioni. 
Altri  scuotimenti  più  o  meno  gagliardi  si  sentirono  per  tutto  il  resto 
del  mese.  Al  18  agosto  si  ebbe  una  nuova  forte  ripresa  :  quindi,  di 
quando  in  quando,  varie  concussioni  fino  al  12  dicembre,  nella  quale 
epoca  la  terra  si  ridusse  in  quiete  :  però  al  15  e  19  marzo  1689  nuove 
scosse  abbastanza  forti  urtarono  il  territorio  Faentino. 

[573]  1688.  Maggio  31  -  Giugno  1.  Fano. 

Srhpieri  a.  :  Scritti  di  sistnol.^  tom.  Il,  pa^r.  192  -  P.  M.  amiani  :  Mem.  istor.  della  citta  di 
Fano^  parte  II,  pag.  304. 

Il  Serpieri  ricorda  che  dal  31  maggio  al  1"*  giugno  si  sentirono  in 
Fano  delle  scosse  che  produssero  gravissimi  danni  :  V  Amiani  a  questo 
proposito,  senza  indicare  la  data  mensile,  aggiunge  che  i  terremoti  cau- 
sarono grandi  danni  al  teatro  pubblico,  la  cui  torre  si  staccò  quasi 
affatto  dal  muro  che  le  serviva  di  appoggio,  e  che  nella  campagna 
molte  case  rimasero  atterrate.  In  un  giorno  furono  avvertite  quattro 
scosse,  una  più  violenta  dell'  altra. 

[574]    1688.  Giugno  5.  Beneventn. 

Vera  e  distinta  relazione  dell'orribile  e  spaventoso  terremoto  ecc.  -  Bonito  :  Terra  tremante 
-  Magnati  V.:  Xotitie  istor.  dei  terr.  ecc.  -  Perrella  a.:  Sul  trem.  d^l  5  gtugììo  1688 
ecc.  -  Sarnelli  p.  :  Racconto  del  trernuoto  ecc. 

Il   Sarnelli  ricorda  che  al   13  gennaio  si  senti   in   Benevento  una 


(16Sg]  155 

prìina  Bco68a,  susseguita,  a  22^  del  dì  seguente,  da  altra  assai  forte. 
Ad  ore  20  del  5  giugno  si  ebbe  un  primo  gagliardo  scuotimento  cui 
tenne  dietro,  un  quarto  d'  ora  dopo,  un  secondo  che  riusci  fatale  a  * 
Benevento  ed  a  molte  città  sì  di  questa  provincia  che  delle  circonvi- 
cine :  causò  pure  anche  gravi  danni  a  Napoli  e  lievemente  fu  sentito 
anche  in  Roma,  come  trovo  ricordato  nei  documenti  di  Malvasia-De  Rossi 
ipag.  9). 

Questa  scossa  fa  istantanea  e  dal  Sarnelli  paragonata  allo  scoppio 
dì  una  grande  mina  :  da  quanto  pare  in  Benevento  deve  essere  stata 
in  predominanza  verticale,  giacché  il  succitato  autore  ricorda  «  che 
furono  visti  nei  giardini  i  vasi  alzarsi,  ricadere  e  frangersi  nel  mede- 
desimo  luogo  d'onde  si  erano  alzati  ». 

Da  una  breve  relazione  del  Card.  Orsini  (*)  veniamo  a  conoscere  che 
nella  notte  seguitaronsi  a  sentire  degli  scuotimenti  :  per  intensità  fra 
le  varie  repliche  accadute  deve  essere  notata  quella  avvenuta  nel  giorno 
10,  la  quale  nei  dintorni  di  Benevento  f\i  assai  gagliarda  e  finì  di 
spianare  la  casa  dell'Albero  e  Fragnitello. 

Premesso  ciò,  passo  alla  descrizione  particolareggiata  dei  danni  ar- 
recatila Benevento  ed  alle  altre  località  :  queste  sono  riunite  alfabeti- 
camente in  gruppi,  secondo  1'  attuale  circoscrizione  amministrativa  per 
facililare  il  loro  rinvenimento  nella  carta  (fig.  9). 

Quando  non  è  tassativamente  indicato  si  intende  che  le  relative  no- 
tizie furono  tolte  dalle  opere  superiormente  elencate. 

Provincia  di  Benevento  :  Circondario  di  Benevento. 

Benevento  —  Nella  chiesa  Metropolitana  cadde  la  crociera,  il  coro  e  la 
Scicrìstia;  furono  conquassate  cinque  navate  sostenute  da  quattro  ordini  dì 
colonne,  che  però  non  furono  adeguate  al  suolo  ;  il  campanile  restò  intatto. 
Nella  Basilica  di  S.  Bartolomeo  cadde  la  cupola  maggiore,  grossa  circa  10 
palmi.  Rovinò  la  chiesa  di  S.  Pietro,  eccettuata  una  piccola  parte  del  coro  ; 
la  stessa  sorte  toccò  a  quella  di  3.  Spirito  e  di  S.  Maria  di  Costantinopoli. 
Nella  chiesa  di  S.  Paolo  precipitò  l'atrio  e  5  delle  8  colonne  :  sotto  le  ma- 
cerie furono  ivi  trovati  29  cadaveri  :  nel  convento  dei  SS.  Apostoli  rovinò  il 
dormitorio  in  causa  della  caduta  di  un  vicino  palazzo  :  precipitò  la  cupola 
della  Casa  Professa  della  C.  di  G.  demolendo  altre  tre  cupole  ed  uccidendo 
9  persone.  La  chiesa  delle  Monache  Benedettine  (S.  Gaudioso)  cadde  essa 
pure:  insomma,  per  dirla  In  una  parola,  tutte  le  chiese  risentirono  danni 
oltremodo  gravi.  L'episcopio  fu  quasi  affatto  rovinato,  ad  eccezione  dell'ar- 
chivio  della  cancelleria  e  della  biblioteca  che  rimase  però  in  stolto  pericolante. 

La  porta  Aurea  rimase  intatta  ;  il  palazzo  civico  in  poca  parte  fu  demo- 
lito: precipitò  una  porzione  del  cornicione  del  palazzo  de*  Macedoni  :  lutti 


1)  Relazione  ins.  genUlmente  comunicatami  dal  sij^iior  n.  Di  Renzo,  Direttore  del- 
rosaenratorlo  di  Beneventa 


156  [1688] 


■■(ita^^^MMMft^- 


gli  altri  edificii  privati  furono  conquassati.  Si  noti  che  i  quartieri  della  città 

verso  il  €  Sabato  »  furono  spianati  affatto,  mentre  in  quelli  verso  il  «  Ca- 
lore »  le  ciise,  quantunque  malconcie,  restarono  in  piedi. 

La  mortalità  non  fu  tanto  grande,  specialmente  fuori  di  città,  perchè  la 
scossa  avvenne  di  giorno,  mentre  tutti  attendevano  ai  lavori  agricoli. 

Dopo  quattro  di  si  trovarono  ancor  vivi  degli  uomini  sepolti  sotto  le  ro- 
vine: per  editto  arcivescovile  fu  constatato  uffìcialmente  il  numero  delle 
vittime;  i  risultati  dell' inchiesta  fatta,  trovarsi  riprodotti  nell' .unito  spec- 
chietto : 


Popolazioue 

Parrocchie 

prima 

del 

terremoto 

MorU 

Dispersi 

(1) 

Rimai 

San  Salvatore  a  Porta  Somma 

1038 

105 

17 

916 

Sant'  Angelo,      idem 

1014 

161 

853 

S.  Pietro  in  Tn^seris 

802 

116 

686 

S.  Marco  de'  Savariani 

805 

75 

730 

S.  Donato 

1039 

289 

750 

San  Giacopo 

1028 

273 

8 

747 

San  Modesto 

835 

245 

31       • 

569 

S.  Maria  di  Costantinopoli 

1273 

103 

99 

1071 

Ai  1367  individui  periti,  bisogna  aggiungerne  altri  200  che  erano  fore- 
stieri soggiornanti  in  Benevento  per  le  feste  religiose. 

La  mortalità  totale  sarebbe  cosi  ascesa  a  1577. 

Apice  —  del  tutto  spianata:  110  morti. 

Apollosa  (e  casali)  ^  4  morti. 

Bonea  —  senti  la  scossa  ma  non  ebbe  danni. 

Castelpoto  —  affatto  distrutto  con  32  vittime:  del  castello  non  rima- 
sero che  le  fondamenta. 

Coppaloni  -—  solo  pochi  edifici  rimasero  in  piedi. 

Fragneto  Mon forte  —  affatto  spianato.  Sotto  le  rovine  della  chiesa 
44  morti  ed  altri  83  sotto  le  macerie  delle  case. 

Montesarchio  —  non  fu  danneggiato:  cosi  pure  i  casali  Livaruni 
e  Betignano. 

Paduli  —  totalmente  distrutto:  113  morti. 

Pannar  a  no  —  scosso  senza  danni 

Paoli  se  —  come  il  precedente. 

Paupise  —  case  e  chiese  distrutte:  nessuna  vittima. 

Pescolamazza  —  conquassato:  9  morti. 

Pietraelcina  —  conquassata:  molti  danni  e  27  morti. 

San  Giorgio  la  Montagna  —  molte  case  danneggiate  fra  cui  il  pa- 
lazzo del  principe:  subirono  pure  danni  gli  edificii  della  frazione  S.  Agnese. 

San  Leucio  —  poche  rovine:  una  vittima.  Nella  frazione  Ma ca bei 
nessun   danno. 


[1)  Cio^,  partiti  dalla  città. 


[1688]  157 

San  Martino  Sannita  —  tanto  nel  comune  che  nella  frazione  Len- 
ta ce  nessun  danno. 

San  Nazzaro  —  conquassato,  molte  rovine:  1  morto.  Danneggiata  la 
frazione  Calvi  con  6  vittime. 

San  Nicola  Manfredi  —  danni  nelle  cs^sc  :  la  frazione  Monte  roc- 
chetta  conquassata  con  molte  rovine;  in  Pagliara  parte  delle  case  ca- 
dute; qualche  danno  a  S.  Maria  in  Orisene;  leggere  lesioni  alle  case  ed 
alla  chiesa  di  S.  Maria  in  Toro:  qualche  rovina  ed  1  vittima  a  Tocca  ni'se. 

Sant'Angelo  a  Cupolo  —  il  comune  con  i  casali  La  Motta,  Favelli 
e  Castello  furono  conquassati.  Nessun  danno  alla  frazione  Bagnara:  rovi- 
nato  Mon torso  con  10  vittime:  leggere  lesioni  a  Pastene  ed  a  Perillo. 

Tocco  —  spianato  affatto:  30  morti. 

Torrecuso  —  varie  rovine. 

Vitulano  —  molte  case  cadute:  nelle  parrocchie  di  S.  Maria  Maggiore, 
di  S.  Croce,  S.  Ciriaco  Foglianese  molte  rovine  e  rispettivamente  34,  12  ed  11 
vittime  :  quelle  di  Cacciano  Formillo  e  Cantana  molti  danni,  ma  nessun  morto. 

ClROONDABIO  DI  CbRRBTO  SANNITA. 

Apice  —abbattuta  dalle  fondamenta;  moltissimi  morti. 

Campolattaro  —  sconquassato:  10  vittime. 

Cerreto  Sannita  —  quasi  tutta  rovinata:  fra  la  città  ed  il  contado 
4()00  morti. 

Civitella  Licinio  (fraz.  Cusano Mutri)  —  quasi  totalmente abbattutji ; 
pochi  abitanti  salvati. 

Faicchio  —  tutto  conquassato:  5  morti. 

Guardia  Sanfromondi  —  le  case  in  gran  parte  abbattute,  le  altre 
gravemente  lesionate:  distrutto  il  convento  di  S.  Filippo  Neri  con  la  rela- 
tiva chiesa  ;  dei  religiosi  uno  solo  potò  scampare  dal  generale  eccidio. 

Lorienziello  —  molto  conquassato. 

Morcone  —  cadute  200  case;  le  altre  lese  o  conquassate:  9  morti  (se- 
condo altri  15). 

Pi  etra  r  ola  —  distrutta:  morti  400. 

Pontelandolfo  —  affatto  rovinato:  più  di  100  morti. 

San  Lorenzo  Maggiore  —  rovinati  i  palazzi  e  gli  altri  edificii  :  su 
2500  abitanti  300  morti. 

San  Lorenzo  Minore  —  totalmente  distrutto:  su  1000  abitanti  600 
morti.  Il  convento  e  la  chiesa  dm  Carmelitani  rimasero  conquassati. 

San  Lupo  —  tutti  gli  edifìcii  abbattuti:  su  800  abitanti  30  morti. 

San  Salvatore  Telesino  —  poche  case  lesionato. 

Sassinoro  —  rovinate  16  case:  11  morti  e  21  feriti.  La  chiosa  parroc- 
chiale* ed  il  campanile  caduti  dalle  fondamenta:  tutti  gli  altri  edifìcii  le- 
sionati (1). 


(Ij  La  notizia  è  riportata  dal  PerreUa  [i: Antico  Sannio  ecc.)  che  r  à  ricavata  da  una 
nota  deir  Arciprete  MasuUo  scritta  quattn)  f^riorni  doix)  la  fatale  scossii  :  oltre  le  notizie 
sopra  rli)ortate  al  dice  anche  che  in  quel  paese  il  movimento  sismico  ebbe  forma 
ond-BUBBultoria. 


158  [1688] 

Vita  la  no  (con  i  96  casali)  —  danneggiato  o  rovinato;  40  morti. 

Circondario  di  S.  Bartolomeo  in  Galdo. 

Ba 8 eli  ce  —  nessun  danno. 
.  Castel  paga  no  —  molti  edificii  rovinati,  altri  gravemente  danneggiati  ; 
morte  10  (Sarnelli)  o  20  (Magnati)  persone. 

Cercemaggiore  —  leggere  lesioni. 

.Ci  re  elio  —  gravi  danni  :  15  morti. 

Foiano  —  rovinato:  nessuna  vittima. 

Ginestra  —  nessun  danno. 

Molinara  —  scossa  con  danno.  ^ 

Re  ino  —  rovinato  totalmente. 

San  Giorgio  la  Molara  —  gravi  rovine:  4  vittime. 

San  Marco  de'  Cavoti  —  cadute  alcune  case:  9  morti  (Sarnelli).  Tutto 
conquassato  (Magnati). 

Provincia  di  Avrllino  :  Circondario  di  Avellino. 

Altavilla  Irpina  —  scossa  senza  danno  delle  persone. 

Atripalda  —  gravi  danni. 

Avellino  —  Lesionata  la  chiesa,  il  palazzo  vescovile;  il  convento  e  la 
chiesa  dei  Francescani  in  parte  diroccati  :  cosi  pure  la  chiesa  di  S.  Maria  di 
Costantinopoli  :  tutti  gli  altri  edifìcii  o  caduti  o  con  gravi  fenditure:  25  morti 

Cervi nara  —  il  paese  ed  i  18  casali  risentirono  assai  pel  terremoto: 
varie  case  cadute;  15  morti. 

Chi  anche  —  nessun  danno. 

Chianchetelle  —  assai  danneggiate  le  case  e  la  chiesa  parrocchialo. 

Chiusane  —  nessun  danno  ai  fabbricati. 

Donicella  —  conquassate  tutte  le  case,  danneggiate  le  due  chiese  par- 
rocchiali e  la  spaziosa  loggia  degli  antichi  conti  di  Nola. 

G  rottole  Ila  —  il  terremoto  fu  quivi  appena  inteso. 

Lauro  —  anno  sofferto  notabilmente  sia  le  chiese  parrocchiali,  che  quella 
dei  PP.  Agostiniani  :  i  relativi  campanili  si  dovettero  abbattere  perchè  mi- 
nacciosi :  il  monastero  delle  Benedettine  fu  talmente  rovinato  da  essere  ab- 
bandonato. 

Montefalcione  —  scosso  senza  danni. 

Montefuscoli  —  cadute  le  muraglie  della  chiesa  maggiore,  la  cui  cu- 
(Kìla  e  campanile  furono  fracassati  :  il  resto  oltremodo  lesionato.  Parecchie 
case  diroccate,  e  cosi  pure  due  palazzi.  Pare  che  non  vi  siano  state  vittime 
umane. 

Montemiletto  —  molti  danni.  La  frazione  Monteaperto  non  risentì 
alcun  detrimento. 

Monterò  —  gravemente  danneggiato:  caduto  il  palazzo  baronale  e  50 
case.  Nessuna  vittima. 

Moschiano  —  affatto  rovinato:  caduto  50  case. 

Petruso  —  nessun  danno. 

Pietra  de'  Fusi  —  pochi  danni  e  nessuna  vittima,  Così  pure  dicasi  della 
(razione  Dentecane. 


[1688]  159 

Pigna  no  (fraz.  di  Lauro  —  molti  danni. 

Quindici  —  molti  danni:  lesionata  la  chiesa. 

Rocca  Bascerana,  Rotondi,  Sant'  Angelo  a  Scala  -  Nessun  danno. 

S.  Martino  Valle  Caudina  —  scosso  leggermente. 

S.  Paolino  —  nessun  danno. 

Torre  delle  Nocelle  —  rovinata  una  casa. 

Torrioni  e  Tufo  —  pochi  danfii. 

ClRCONDABÌO  DI  ARIANO. 

Ariano  —  abbattuti  quasi  tutti  gli  ediflcii  sì  pubblici  che  privati:  di- 
roccata circa  la  metà  del  Duomo  e  buona  parte  della  chiesa  dei  Francescani  : 
20  morti. 

Bonito  —  Le  case  e  le  chiese  in  gran  parte  rovinate  ed  in  i^rte  lesio- 
nate :  cadde  una  antica  torre  e  porzione  dol  palazzo  e  castello  ducale,  e  del 
convento  dei  PP.  Predicatori. 

Greci  —  quivi  il  terremoto  fu  appena  inteso. 

Mirabella  —  su  450  case  sole  25  rimasero  in  piedi. 

Mon  teca  Ivo  —  case  cadute  60:  molte  vittime. 

Provincia  di  Caserta  :  Circondario  di  Caserta. 

A  versa  —  nessun  danro. 

Capua  —  la  scossa  causò  grande  panico  ma  produsse  una  sola  lesiont. 

Galluccio  e  Presenzano  —  gravemente  danneggiati. 

Circondario  di  Gabta. 
Conca  —  gravi  danni. 

Circondario  di  Nola. 

Nola  —  nessun  danno  tranne  spavento. 

Rocca  Mon  fin  a  —  caddero  alcune  case  nei  «  Ciciuni  »  La  piramide 
del  campanile  della  parrocchiale  del  Gallo  con  buona  parte  del  medesimo  fu 
ridotta  in  tale  stato,  che  fu  uopo  rifarla  poi  per  due  ordini  interi  ed  ap- 
IK>rvi  molte  catene  di  ferro.  Molte  screpolature  negli  ediflcii.  Per  soccorrere 
i  danneggiati  Innocenzo  XI  mandò  un  sussidio  di  ducati  4000  (Pbrrotta  G. 
La  sede  degli  Aurunci,  pag.  149-50). 

Circondario  di  Pikdimontb. 

A  li  fé  —  rovinata  buona  parte  delle  case,  caduto  il  duomo,  il  convento 
e  la  chiesa  dei  Francescani.  Oltre  30  morti. 

Alvi  guano  —  caduti  parecchi  ediflcii,  molti  altri  gravemente  lesionati. 
Spianato  il  palazzo  baronale  con  le  case  circostanti  e  cosi  pure  la  parrocchia 
con  il  relativo  campanile  :  molti  morti. 

Fossaceca  ■—  nessun  danno. 

Piedimonte  —  cadute  30  case,  la  chiesa  e  campanile  dell'Annunziata  : 
2<i  morti. 

Torà  —  gravi  danni. 

Circondario  di  Sora. 
Montecassino  —  Il  Pilla  nel  suo  lavoro  sui  terremoti  di  San  Germano 


160  [1688] 

dice  che  a  Montecassino  la  scossa  fu  molto  violenta,  ma  <;he  però  non  causò 
danni  all'abbazia. 

Provincia  di  Campobasso:  Circondario  di  Campobasso. 

Campolieto  e  Campo  di  Pietra  —  nessun  danno. 

Gamba  tesa  —  scosso. 

Gildo  ne  —  assai  danneggiato:  la  chiesa  maggiore  quasi  rovinata  e  cosi 
le  varie  case.  Un  morto  ed  un  ferito. 

lei  si  —  nessun  danno. 

Limosano,  Matrice,  Monacilioni,  Pietra  Catella  —  scossi 
senza  danni. 

Riccia  —  quasi  tutta  rovinata. 

Sant*  Angelo  Limosano,  S.  Elia,  S.  Giovanni  in  Galdo  —  nes- 
sun danno. 

S epino  —  rovinato  in  parte  il  convento  di  S.  Francesco  e  la  chiesa 
madre  ;  lesionate  le  case. 

Tufara  —  lievi  danni. 

Circondario  di  Isbrnia. 

Boi  ano  —  conquassati  i  pubblici  e  privati  ediflcii  ;  secondo  il  Percella 
sarebbe  rimasto  molto  lesionato  il  palazzo  vescovile. 

Campochiaro  —  rovinati  degli  ediflcii  ma  nessuna  vittima. 

Carpinone  —  Il  registro  della  chiesa  parrocchiale  non  contiene  alcuna 
indicazione  relativa  al  terremoto  e  nemmeno  ricorda  che  vi  furono  in  tale 
occasione  dei  morti. 

Guardiaregia  —  abbattuti  molti  ediflcii  si  pubblici  che  privati:  gli 
altri  per  le  lesioni  ricevute  furono  resi  inabitabili  :  70  morti. 

I sernia  —  nella  monografla  d'Isernia  pubblicata  nel  R^no  delle  due 
Sicilie  descritte  ed  illustrate,  si  dice  che  detta  città  ebbe  a  soffrire  danni  per 
il  terremoto  del  1688  :  nel  libro  dei  morti  il  Perrella  (Op.  cit.  pag.  551)  trovò 
notizia  di  una  donna  perita  sotto  le  pietre. 

Teano  —  lesionate  le  case  e  le  chiese,  rovinati  i  monasteri  delle  mo- 
nache di  S.  Caterina  e  quello  della  Vergine  detta  €  De  Floris  »;  uguale 
sorte  toccò  al  palazzo  vescovile ,  alla  cattedrale  ed  a  molti  ediflcii  :  un 
morto. 

Yenafro  —  non  pati  altro  danno  che  la  perdita  di  una  chiesa  dei 
PP.  Carmelitani.  Secondo  il  Cotugno  (Mem.  star,  di  Yenafro,  pag.  225,  Na- 
poli 1824)  sarebbe  caduta  la  sola  facciata  di  tale  tempio. 

Circondario  di  Larino. 

Guardialfiera  —  fu  rovinata  (G.  D.  e  A.  Magli  ano:  Consid,  star,  sulla 
città  di  Larino,  pag.  340,  Campobasso  1895). 

Provincia  di  Napoli. 

Napoli  —  Rovinò  la  gran  cupola  del  tempio  della  casa  Professa  dei  Ge- 
suiti con  due  altre  minori  e  nell*  intero  edifìcio  si  aprirono  grandi  e  perico- 
lose lesioni  :  sotto  le  macerie  restarono  morte  11  persone.  Tutti  i  fabbricati 
appartenenti  alla  compagnia  furono  pure  danneggiati.  Fra  gli  ediflcii  che 


[1688]  161 

soffrirono  per  il  terremoto  si  deve  notare  la  cupola  del  Tesoro,  le  chiese  dei 
PP.  Miuoriti ,  di  S.  Martino,  della  Sanità,  di  S.  Tomaso,  dei  PP.  Domeni- 
cani, di  S.  Maria  della  Verità,  della  SS.  Annunziata,  dei  Carmelitani  Scalzi 
della  Madonna  della  Pietà  e  dei  PP.  Benedettini  ;  quella  dei  Carmelitani  ebbe 
leso  il  campanile  e  due  dormitori!:  ugual  sorte  toccò  pure  a  quelle  del 
R.  Monastero  di  S.  Chiara,  di  S.  Ligorio,  della  Croce  di  Lucca,  di  S.  Gau- 
dioso, la  maggior  parte  del  quale  fu  rovinata  dalle  fondamenta,  e  cosi  dicasi 
di  tutti  gli  altri  monasteri,  specialmente  quello  di  S.  Maria.  Furono  pure 
danneg-giati  il  palazzo  reale,  alcune  porte  della  città  e  Castel  Capuano.  Ri- 
guardo gli  ediEcii  privati  poi  non  vi  fu  casa  o  palazzo  che  non  abbia  sof- 
ferto. Si  fece  ascendere  a  50  il  numero  dei  morti,  oltre  a  molti  feriti. 

Ott alano  —  danneggiato  gravemente  il  palazzo  del  principe. 

Sorrento  —  danneggiato. 

Pkovincia  di  Salbbno. 

Salerno  —  la  scossa  fU  molto  forte,  ma  pochi  e  leggeri  furono  i  danni 
inferti  a  qualche  edificio,  fra  cui  al  campanile  della  cattedrale. 

Cava  de'Tirreni  —  il  paese  con  alcune  frazioni  ricevè  qualche  danno 
in  alcuni  palazzi»  al  convento  di  S.  Francesco  eii  alla  cattedrale. 

Provincia  di  Potenza. 
Àtella  —  furon  rovinati  vari  pubblici  e  privati  edificii. 

PaoviNaA  DI  Foggia. 

Lesina  —  senti  la  scossa  ma  senza  danni. 

Lucerà  —  rimase  incolume  (G.  B.  d'Ambu  Storia  della  città  di  Lucerà^ 
piìg.  288,  ivi  1861). 

Provincia  di  Lbccb. 

G  a  latin  a  -»  la  scossa  fu  molto  intensa:  rimasero  lesionati  parecchi  edi- 
ficii fra  i  quali  il  campanile  della  chiesa  di  S.  Caterina  Novella  che,  poi, 
nella  stessa  sera,  precipitò  al  suolo. 

Provincia  di  Chibti. 

Chieti  —  la  scossa  fu  fortissima  e  fece  cadere  i  merli  del  campanile 
del  Duomo. 

Riaasumendo  le  notizie  precedentemente  esposte,  si  può  concludere 
che  la  scossa  principale  fu  preceduta  da  un'altra  avvenuta  circa  mez- 
z^ora  prima,  e  ciò  fu  una  delle  cause  per  cui  la  mortalità,  rispetto 
alla  intensità  del  parossismo,  rimase  relativamente  non  troppo  elevata  ; 
die  altre  scosse  minori  si  fecero  sentire  neirarea  più  fortemente  col- 
pita, fra  le  quali   degna  di  menzione  fh  quella  accaduta  il  giorno   10. 

Interessantissimi  furono  i  fenomeni  prodotti  nel  suolo  dalla  violen- 
tissima concussione  :  nel  territorio  di  S.  Giorgio  la  Molara,  verso  sud, 
>i  aprirono  delle  grandi  voragini,  alcuna  delle  quali  al  dire  del  Sar- 
nelli,  era  si  ampia  da  inghiottire  interi  mulini  ;  nella  oampagna  circo- 
stante a  S.  Marco  si  produsse  un'  altra  fenditura  di  tre  miglia  di  lun- 

Babatta;  ferrmati  ecc.  h 


162 


[1688] 


ghezza  ma  non  ampia  come  la  precedente.  Vicino  ad  Apice  sgorgò  nn 
fiume  lattiginoso  (??)  che  si  essicò  pochi  giorni  dopo:  la  cima  del 
Tabumo  si  aprì  e  da  essa  si  staccarono  grossi  ammassi  di  roccie.  L'a- 
nonimo autore  della  «  Relazione  »  in  principio  citata,  afferma  inoltre 
che  nel  tempo  del  terremoto  venne  a  mancare  il  corso  del  fiume  che 
scaturisce  nella  terra  di  Piédimonte,  alle  falde  dei  monti  del  Matese.  e 
che,  cessati  gli  scuotimenti,  Tacqua  ritornò  in  maggior  copia,  ma  calda 
e  puzzolente. 


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FiG.  9  0). 

Intorno  alla  forma  che  à  avuto  la  scossa  ò  di  già  riferito  che  essa 
nella  regione  più  colpita  fu  eminentemente  verticale  :  nulla  sappiamo 
della  sua  lunghezza  :  solo  il  Sarnelli  ci  attesta  che  le  montagne  di  Cer- 
vinara  furono  viste  visibilmente  muoversi  «  come  navi  fluttuanti  ». 

L'area  di  massima  intensità,  o  zona   epicenti'ale,  entro  la   quale   il 


(1)  Nella  figura  9  A  rappresentii  la  zona  epicentrale  :  BB  l'isosisma  delimitante  l'area 
disastrosa:  CC  la  quasi  disastrosa:  DD  la  rovinosa. 


[1688  - 1690]  163 


terremoto  del  1688  fh  disastrosissimo  è  delimitata  da  una  linea  che 
racchiude  Mirabella  E.,  Apice,  Benevento,  Apollosa,  Castelpoto,  Tocco, 
Vitulano,  Alvignano,  Alife,  Piedimonte.  Faicchio,  Cusano  M.,  Pietra 
Koia,  Cerreto  S.,  Guardia  S.  F.,  S.  Lupo,  Ponte  Landolfo,  S.  Lorenzo 
Magg.  e  Min.,  Campolattaro,  Fragneto,  Pietra  Elcina,  Montecalvo  I., 
Ariano  ecc.,  Racchiudendo  tutti  questi  paesi  veniamo  a  delimitare  la 
zona,  ove  massimi  furono  gli  efifetti  dinamici  del  terremoto  :  la  sua  forma 
<>  elittica  con  l'asse  maggiore,  disposto  approssimativamente  da  S  E  a 
X  W,  di  circa  70  Km.  e  il  minore  trasverso  di  poco  oltre  25. 

L' unita  carta  (fìg.  9)  mostra  la  distribuzione  dei  danni  di  questo  terre- 
moto: essa  risulta  molto  irregolare,  giacché  per  esempio,  mentre  essi 
furono  lievi  nella  plaga  a  sud  di  Benevento,  Atessa  invece  venne  in  gran 
parte  rovinata  e  così  pure  dicasi  di  qualche  località  del  Leccese. 

[575]    1((S8.  Luglio  23.  S.  Severo,  Torrenaggiore  (Foggia). 

frjMTo  il.  :  Terra  tretn.,  pag.  806. 

A  8*^  della  mattina  del  23  luglio  si  senti  un  terremoto  nella  Puglia 
e  nella  Calabria  :  a  S.  Severo,  a  Torre  Maggiore  ed  in  altri  luoghi  cir- 
costanti causò  non  gravi  danni,  ma  incusse  panico  grandissimo. 

[576J    1689.  Settembre  21.  Terra  di  Bari. 

BONITO  IL  :  op.  Cit.,  pag.  806. 

Al  21  settembre  un  forte  terremoto  urtò  la  terra  di  Bari.  A  Bari, 
a  Barletta,  ad  Andria  ed  in  altri  luoghi  circonvicini  rovinò  qualche 
casa  :  replicarono  le  scosse  nel  di  22,  causando  molti  altri  danni  spe- 
cialmente al  palazzo  del  Duca  di  Andria  :  la  popolazione  spaventata, 
abbandonò  le  case.  Seguirono  delle  repliche.  Nessun  danno  alle  persone. 

[o77]    1690.  Dicembre  4.  Villaco,  Veneto. 

BoMTo  M.  :  op.  cit.,  pagr.  808  -  GoiRAN  A.  :  Storia  sism.,  pag.  150. 

Secondo  le  memorie  mss.  di  N.  Guadagni  riferite  dal  Goiran,  a 
Verona,  a  2^  di  notte  del  4  dicembre  si  sentì  una  scossa  di  terremoto  : 
(juesta  notizia  con  probabilità  si  riferisce  al  terremoto  seguente  riportato 
dal  Bonito,  quantunque  questo  autore  lo  dica  avvenuto  a  23  ore  della 
stessa  giornata  :  a  Venezia  una  scossa  che  fece  suonare  dei  colpi  alla 
campana  maggiore  di  S.  Marco  :  causò  un  pò  di  spavento  e  fece  ca- 
den?  alcuni  camini  e  portò  qualche  lievissimo  danno  alla  chiesa  di 
S.  Giovanni  e  Paolo  ed  a  qualche  altra.  Fu  molto  violenta  a  Villaco, 
:i  I*arenzo,  a  Rovigno  ed  in  altri  luoghi  dell'  Istria.  Nella  prima  loca- 
litA  dicesi  abbia  rovinato  edifìcii  e  causati  danni  considerevoli  e  nella 
«^'oonda  che  abbia  fatto  cadere  varie  case  con  20  vittime.  A  Vienna  detta 
^coe8a  durò  un'  <  ave  »  ed  apportò  panico  :  fu  intesa  in  altri  luoghi.  A 
Venezia  a  3**  lieve  replica. 


[578]    1690.  Dicembre  22-23.  Xmttn. 

fera  e  dttl.  relaz.  del  terrW.  tirr,  ecc.  -  Leoni  :  Ancona  lUmtmta,  parte  II,  pag.  319-2D,  Ivi 
lg3i  -  AMiAM  P.  M.  :  Mem.  ttor.  di  Fano,  parte  n,  pag.  306. 

Alle  ore  8  circa  ital.  della  notte  22-23  dicembre  si  senti  in  Anconn 
un  langhissimo  scuotimento  tellurico  con  vari  urti,  della  durata  totale 
di  duo  ■  credo  »  che  fece  rovinare  buona  metà  degli  edificii.  Diroc- 
carono i  campanili  di  S.  Nicola  e  di  S.  Maria  della  Piazza  con  la  fac- 
ciata di  S.  Agnese  :  in  cattive  condizioni  restarono  quelli  di  S.  Pietro. 
dei  Domenicani  e  delle  Carceri.  Fu  rovinata  la  chiesa  di  8.  Crispino, 
della  Madonna  degli  Orti  :  patirono  il  palazzo  del  Governatore,  'quelli 
dei  signori  Ferretti  e  Antiqui,  quello  pubblico,  per  i  cui  ristauri  fu- 
rono poi  spesi  scudi  250  circa,  moltissime  caso  e  diversi  conventi.  Lo 
mura  della  città  si  apersero  in  piCi  luoghi  :  si  produssero  delle  spacca- 
ture in  qualche  via  e  cosi  pure  nel  monte  CoDero,'"ove  fa  lesionala  la 
chiesa  ed  alcune  celle  dei  Carmelitani.  Rovinarono  nel  territorio  mol- 
tissime case  e  specialmente  Slrolo  restò  in  molta  parte  danneggiato. 
Questo  terremoto,  che  fa  sentito  in  latta  la  Marca,  fece  gravi  danni 
anche  ad  Osimo  ed  a  Pano  :  in  quest'  ultima  città  fo  lesionato  il  teatro 
e  dalla  pubblica  torre  caddero  alcune  lastre  di  piombo,  che  servivano 
di  copritura.  Qualche  danno  patirono  pure  Loreto  e  Sinigallia.  Le  vit- 
time in  Ancona  ascesero  a  sole  sei  o  sette.  Nella  stessa  notte  si  senti- 
rono Il  repliche,  tt&  cu!  una  più  sensibile  a  11**  di  sera  :  per  molto 
tempo  nello  spazio  di  una  giornata  F>e  ne  avvertivano  tre  o  quattro  e 
ciò  fino  ai  marzo  1691. 

Le  notizie  pubblicate  dal  Malvasia- De  Rossi  {Documenti  ecc.,  pag.  10) 
ne  anno  una  in  data  15  agosto  1691,  nella  quale  si  dice  che  In  quel- 
l'epoca si  sentivano  ancora  delle  repliche. 

[579]    16ftl.  Muzarino  (Caltanisetta), 

a.  Oimha:  Della  stona  nat.  dtlle  nemme  ecc.,  pag,  488. 

La  città  di  Mazzarino  nel  1691  fu  tormentata  da  un  lungo  ed  in- 
tenso periodo  sismico  :  fu  osservato  che  ogni  scossa  era  preceduta  da 
nn  intenso  rtimore  sotterraneo  e  che  spesso  tale  rombo  non  era  seguito 
da  sensibile  scuotimento. 

Cerignols  (Foggia). 
n  Capttanata,  pag.  IO  (eetr.l 

In  una  chiesa  fuori  dell'abitato  si  legge  sotto  ad  una  iscrizione  com- 
memorativa della  battaglia  del  1503,  la  seguente  notizia:  <  Il  26  set- 
tembre 1691,  fu  un  terribile  terremoto  qua  nella  Cerignola  non  fece 
danno  per  gratin  di  Dio,  ed  in  questo  anno  fii  anco  la  peste  nella 
provincia  di  Bari  •, 


[1691-1693]  165 


(5811    1691.  Maggio  1.  Città  dì  Castello  (Perugia). 

M.  a.  M.  A.  V.  :  Mem.  civ.  di  Città  di  Castello,  ivi  ldl4,  tomo  n,  pag.  152. 

Al  1^  maggio  grande  terremoto  a  Città  di  Castello. 

[582]    1692;  Febbraio  27.  Monteeassino  (Caserta). 

PILO- A  L.  :  Belaz.  dei  trem.  ecc.,  pag.  101  -  Boll,  Vulc,  ItaL,  voi.  vra  (1880)  pag.  50. 

Al  27  febbraio  veemente  scossa  seguita  da  altre  minori  :  per  12*», 
dice  il  cronista,  udissi  un  rumore  «  a  guisa  di  mar  procelloso  >  :  re- 
plicarono le  scosse  nel  di  seguente  e  poi  al  22  e  26  marzo  successivo. 
In  nna  lettera  di  E.  Gattola,  pubblicata  nel  Boll,  del  Vulc.,  si  dice 
che  in  un  di  le  scosse  furono  più  di  dieci  e  che  per  molti  altri  giorni 
ne  avvennero  tre,  quattro,  cinque  ed  anco  sei  nello  spazio  di  24^. 

;583]    1692.  Ottobre  24.  Fano. 

P.  M.  AMUNi:  Mern.  istor.  di  Fam,  II,  pag.  909. 

Per  più  di  tre  mesi  giornalmente  si  sentirono  in  Fano  delle  scosse 
leggiere  :  crebbero  di  frequenza  e  di  intensità  nel  23  ottobre  a  3**  30"* 
di  notte  e  nella  sera  del  24  ne  avvenne  una  si  gagliarda  e  lunga  che 
tutti  credettero  di  sprofondare.  Molte  case  restarono  diroccate  dalle 
fondamenta.  Nessun  morto.  Il  periodo  sismico  perdurò  fino  al  25  di- 
cembre. 

« 

[584]    1693.  Gennaio  11.  Catania,  Valle  di  Noto. 

IMstfìUo  raoQuaQìio  ecc.  -  Relazione  dei  danni  cagionati  da  tremuoti  ect;.  -  Succinta  ed  esatta 
relazione  deWorrià.  terr.  ecc.  -  buroos  :  Descriptio  terrae^notus  ecc.  ;  Distinta  relazione 
dello  spat.  ecc. ,-  /m  Sicilia  piangente  ecc.  ;  Lettera  che  contiene  le  notizie  ecc.  -  buroos 
e  BoNAiuTo  :  Farticolarità  intomo  al  tremuoto  che  rovinò  ecc.  -  Boccone  p.  :  Museo  di 
Fìsica  ecc.  pag.  2-31  -  Hartop  m.  :  Congetture  ecc.  -  luck  p.  g.  :  De  //orrendo  terrae 
Siculoé  motu  ecc.  -  Monoitore  a.:  /stor.  cronol.  de'  terr.  di  Sicilia  ecc.,  pag.  406-11  - 
Paoua  b.  :  Lettera..,  del  tremuoto  di  Sicilia  ecc.,  pag.  134-53  -  Privitera  f.  :  /)olorosa 
troifcdia  di  Catania  distrutta  ;  Succinta  relaz.  del  trem.  ecc.  -  Sciuto  Patti  C.  :  Contriì), 
allo  studio  dei  terr.  di  Sicilia. 

Verso  la  sera  del  9  gennaio,  avanti  le  4*^  di  notte,  in  Siracusa  fu 
sentito  un  fremito  sotterraneo,  che  si  ripetè  circa  50  volte  ;  a  4*»  V21 
preceduta  da  rombo,  si  ebbe  una  fortissima  scossa  avvertita  in  molte 
parti  deir  isola  e  susseguita  nei  giorni  seguenti  da  molte  repliche 
tinche  al  giorno  11,  dopo  molti  rombi  sentiti  nella  giornata  in  Siracusa, 
circa  le  21^,  un  violentissimo  parossismo  distrusse  completamente  molte 
floride  città  e  popolose  borgate,  fra  le  quali  dobbiamo  segnalare  Ca- 
tania, ove  due  terzi  della  popolazione  rimase  schiacciata  dalle  rovine 
dello  case. 

Seguono  dapprima  le  notizie,  poi  le  considerazioni. 

Acireale  —  (ab.  12895,  morti  739)  rovinato  completamente,  solo  una  terza 
parte  delle  case,  quantunque  cadenti,  rimaste  in  piedi. 

Aci*  Catena,   8.  Lucia,   S.  Filippo,  S.   Antonio,  Valverde,   La 


166  [1693] 

Consolazione  (ab.  6363,  morti  rispettivamente 80,  92,  30, 114,  15  e  42> 
totalmente  o  quasi  del  tutto  distrutti. 

Aci-Bonaccorsi  (ab.  884,  morti  34)  per  cinque  sesti  distrutto:  molti 

feriti. 

Aci>Oastello  «  (ab.  331,  morti  32)  totalmente  distrutto. 

Aci- Trezza  —  (ab.  225,  morti  29)  totalmente  distrutto. 

Adornò  —  assai  dannegrgiato,  morti  34. 

Ai  dono  —  notevoli  danni  agli  edificii,  rovinati  due  quartieri,  caduta  la 
chiesa  Matrice,  il  monastero  di  S.  Caterina,  precipitato  il  castello,  e  le  chiese 
della  Nunziata,  di  S.  Biagio,  di  S.  Giovanni  e  buona  parte  di  S.  Antonio. 
Nella  parte  bassa  adeguata  al  suolo  la  chiesa  di  Leone  e  quella  dei  PP.  Do- 
menicani, quasi  rovinate  molte  case  ed  il  convento  dei  Domenicani.  Morti  50. 

Augusta  —  (ab.  6173,  morti  2300)  distrutta  per  il  terremoto  e  per 
r  incendio. 

Avola  —  (ab.  6225,  morti  300)  completamente  distrutta. 

Bis  cari  —  (ab.  1108,  morti  200)  totalmente  distrutto. 

Borrello,  Stella  Aragona  —  (ab.  172,  morti  2)  adeguata  al  suolo:  di 
130  case  due  sole  rimaste  in  piedi. 

Buccheri  ^  (ab.  3295,  morti  300)  [Boccx)nb]  452  [Mongitorb])  desolata 
solo  pochissime  case  rimaste  in  piedi,  ma  anche  queste  rovinate. 

Buscemi  —  (ab.  2194,  morti  900;  distrutta  dalle  fondamenta. 

Butera  —  ab.  3492,  pochi  morti)  non  ha  sofferto  danni  notevoli  che  nel 
monastero. 

Caltagirone  —  (ab.  12339,  morti  800)  per  metà  rovinata  e  dell'altra 
metà  una  parte  ha  sofferto  danni  risarcibili  e  l'altra  quasi  nulla.  Fra  gli 
ediflcii  rovinati  fUvvi  la  Chiesa  Matrice,  quella  di  S.  Giuliano,  di  S.  Giacomo 
ed  i  conventi  dei  PP.  Conventuali  e  di  S.  Bonaventura:  nel  collegio  dei 
Gesuiti  precipitò  la  facciata,  il  campanile  e  la  casa  fu  resa  inabitabile.  Per- 
derono  le  loro  chiese  e  conventi  i  Carmelitani,  i  Domenicani,  1  Crociferi  ed 
i  Fate  bene  fratelli. 

Catania  —  (ab.  24000,  morti  16050)  fu  qmisi  totalmente  distrutta.  Nella 
sola  cattedrale,  ove  si  funzionava,  al  momento  del  terremoto  si  trovavano 
raccolti  circa  10.000  fedeli  :  solo  600  di  questi  si  poterono  salvare,  gli  altri 
restarono  uccisi  sotto  le  rovine. 

Caltabiano  —  distrutto. 

Carlentini  —  (ab.  2751,  morti  100)  totalmente  distrutto. 

Cassa ro  —  (ab.  1453,  morti  15)  rovinato  interamente. 

Castiglione  —  caduto  il  castello  e  molte  Ciise. 

Chiaramonte  —  (ab.  4830,  morti  3^3)  quasi  tutto  rovinato,  solo  alcune 
case  basse  rimasero  in  piedi  :  furono  abbattuti  due  monasteri,  tre  conventi, 
la  Chiesa  Matrice  ed  il  castello. 

Comiso  —  (ab.  5305,  morti  90  [Mongitore]  269  [Boccone])  rovinata  la 
Chiesa  Matrice  :  parte  della  Colleggiata  e  il  convento  dei  PP.  Conventuali  : 
nel  resto  pochi  danni. 

Fenicia  [Mal  passo  vecchio|  —  (ab.  1651,  morti  14)  rovinata  la  Matrice, 
una  chiesa  parrocchiale  e  due  terzi  dello  case. 


V 


[1693]  167 

Feria  —  (ab.  3610,  morti  800)  desolata  interamente. 

Floridi  a  —  (ab.  1037,  morti  20)  totalmente  distrutta. 

Francavi  Ila  ~~  rovinata  la  maggior  parte  delle  case  e  delle  chiese. 

Franco  fonte  —  (ab.  2039,  morti  345)  tutto  desolato. 

Giarratana  —  (ab.  2981,  morti  541)  tutta  rovinata  con  la  Matrice  ed  il 
Ciistello. 

Lentini  —  (  ab.  10063,  morti  1212  [Bocconb]  3000  [Mongitorb])  tutto 
distrutto.  Per  la  prima  scossa  del  9  rovinò  in  gran  parte,  per  Taltra  cadde 
il  rimanente. 

Licodia  —  (ab.  4898,  morti  753)  molte  case  rovinate  insieme  alla  Ma- 
trice, ad  un  convento  ed  a  due  monasteri. 

Linguaglossa  —  caduta  la  maggior  parte  delle  case  e  delle  chiese. 

Mascali  ^  (ab.  1998,  morti  15)  in  parte  rovinata:  su  300  case,  140  fu- 
rono danneggiate,  15  restarono  incolumi,  le  altre  furono  distrutte. 

Mascaluccia  —  (ab.  1413,  morti  55)  totalmente  distrutta. 

Massai uci a  —  morti  55. 

Massanunziata  —  (ab.  394,  morti  55)  tutte  le  case  abbattute  eccet- 
tuate due  sole. 

Mazzarino  (Terranova)  —  (ab.  7696,  morti  pochissimi)  nessun  danno  di 
grande  momento. 

Menili  —  (ab.  5i80,  morti  900,  [Mongitorb,  Boccone],  100  [Gallo]) 
<iosolata  interamente. 

Messina  —  (morti  29)  à  sofferto  gravi  danni.  Rimasero  fracassati  il  pa- 
lazzo Reale,  il  Vescovado,  il  Seminario,  molte  cappelle  e  parte  dei  tetti  della 
chiesa  di  S.  Francesco.  Fu  abbattuto  il  campanile  della  SS.  Annunziata  ; 
qu(41o  del  Duomo  ebbe  qualche  guasto  alla  guglia  :  risentirono  pure  danni 
alcuni  conventi  e  varie  chiese.  Molte  case  furono  rovinate  e  moltissime  pun- 
tellate. 

Mi  li  tei  lo  Val  di  Noto  —  (ab.  6438,  morti  600  [Boccone]  1276  [Mon- 
<H"'(»rb]  solo  300  case  rimaste  in  piedi,  le  altre  distrutte. 

Mineo  —  (ab.  67^,  morti  1355)  totalmente  distrutto. 

Mister  bianco  —  (ab.  1891,  morti  4)  distrutto. 

Modica  —  (ab.  18203,  morti  3400)  per  metà  abbattuta. 

Monterosso  —  (ab.  2340,  morti  2^)  precipita  interamente. 

Naso  —  rovinarono  parecchi  edifìcii  e  soffrirono  quasi  tutte  le  case:  il 
Monastero  per  ì  danni  subiti  fu  abbandonato  :  la  chiesa  di  S.  Sebastiano  ri- 
masie  distrutta.  (G.  Incudine  :  Naso  illustrata,  pag.  87-88).  Secondo  una  re- 
liizione  sarebbero  rovinate  500  case  con  5  mòrti. 

Ni  co  lo  si  —  (ab.  840,  morti  14)  le  300  case  furono  tutte  distrutte,  4  sole 
♦^cettuate. 

Nicosia  —  à  sofferto  danni  il  Duomo.  Il  Sig.  Narbone  nelle  sue  Notule 
storiche  di  Xicosla,  (pag.  81,  Palermo  1852),  dice  che  furono  atterrati  molti 
r^diflcit  ma  che  non  si  ebbero  a  deplorare  vittime. 

Ni  scemi  —  (ab.  1483,  morti  4)  distrutta  in  gran  parte. 

Noto  —  (ab.  12043,  morti  3000)  tutto  distrutto  con  la  Matrice,  lo  chiose, 
i  conventi  ed  i  monasteri. 


Occhio  là  (Grammichele)  —  (abitanti  2910,  morti  1407  [Mongitore]  o 
725  [Gallo],  o  100  circa  e  190  feriti  [BoccjoneI  )  tutta  adeguata  al  suolo. 

Palagonia  —  (ab.  1862,  morti  40)  un  quinto  delle  case  distrutte. 

Palazzolo  —  (ab.  1572,  morti  700)  tutta  atterrata. 

Palermo  —  lesionata  la  maggior  parte  delle  case:  soffrirono  danni  in 
special  modo  il  palazzo  reale  e  V  ospedale  di  S.  Bartolomeo  :  rovinò  il  cam- 
panile di  S.  Nicolò  da  Tolentino  con  qualche  detrimento  della  chiesa,  e  la 
facciata  del  Monastero  delle  Vergini.  Precipitò  una  gran  volta  nelle  carceri 
della  R.  Vicaria  rovinando  una  cappella. 

Patti  ~  Si  infranse  Tarco  maggiore  della  cattedrale,  cadde  Tabside  della 
cappella  e  molte  statue* di  marmo.*  avvennero  altri  danni  negli  edificii 
(N.  Giabdina:  PatH  e  la  cronaca  del  tuo  Vescovado,  pag.  172-73,  Siena  1818). 

Paterno  —  (ab.  4011,  morti  30)  la  maggior  parte  delle  fàbbriche  rovi- 
nate: tutti  i  conventi  infranti. 

Pedara  —  distrutta. 

Plachi  —  (ab.  715,  morti  2)  totalmente  distrutto. 

Ragusa  —  (ab.  9946,  morti  5000)  solo  una  terza  parte  dell'abitato  rincaso 
in  piedi,  quantunque  malconcia:  rovinarono  la  Matrice  ed  i  conventi. 

Randazzo  —  gravissimi  danni. 

S.  Giovanni  la  Punta  —  (ab.  1082,  morti  59)  quasi  totalmente  di- 
strutto, giacché  un  ottavo  solo  delle  case  rimase  in  piedi. 

San  Michele  (ab.  1838,  morti  1)  poche  case  rovinate. 

Sant'Agata  Battiati  —  (ab.  1402,  morti  20)  di  150  case  solo  due  ri- 
masero in  piedi. 

Scicli  —  (ab.  9382,  morti  2000)  precipitati  tutti  i  conventi,  i  monasteri, 
le  chiese:  restarono  solo  in  piedi  alcuni  palazzi,  inabitabili  però  per  le  ro- 
vine avvenute. 

Scord  la  —  (ab.  907,  morti  33)  per  due  terzi  rovinata  totalmente,  un 
terzo  poi,  quantunque  lesionato,  era  ancora  abitabile. 

Siracusa  (ab.  15399,  morti  4000)  in  gmn  parte  la  città  rimase  distrutta, 
le  chiese  ed  i  palazzi  caddero  infranti,  pochi  eccettuati. 

Sortine  —  (ab.  6316,  morti  2500  [Boccone,  Gallo]  1500  [Mongitohb]) 
abbattuto  del  tutto. 

Spacca  forno  —  (ab.  7987,  morti  2200  |  Boccone]  800  [Gallo]  400  [Mon- 
gitorkI  )  rovinato  per  una  terza  parte.  I  maggiori  danni  avvennero  nella 
parte  inferiore. 

Terranova  —  (ab.  5289,  morti  pochissimi)  non  ha  sofferto  molto:  pre- 
cipitò la  facciata  della  Matrice  con  il  campanile  e  parte  della  chiesa  :  qualche 
danno  ad  un  monastero. 

Troina  —  caduta  per  metà  la  Chiesa  Madre,  gravi  danni  a  quella  di 
S.  Lucia  ed  ai  monasteri,  uno  dei  quali  fu  reso  inabitabile. 

Treca stagne  —  (ab.  3264,  morti  1000  [Boccone]  500  [Monoitore,  Gallo]) 
totalmente  distrutto,  essendo  sole  3  case  di  750  circa  rimaste  in  piedi. 

Tremestieri  —  (ab.  996,  morti  90  [Boccone]  30  [Gallo,  Monoitore]) 
di  350  case  70  rimasero  in  piedi,  quantunque  danneggiate,  le  altre  furono 
rovi  nate. 


[1693]  169 

^— —  — — —  — ^— .-^.^     _  ^ 

Viagrande  —  (ab.  1602,  morti  260  [Boccone,  Mongitore]  90  [Gallo]) 
tutUi  distrutta  con  le  chiese:  tre  sole  case  rimasero  in  piedi. 

Vittoria  —  (ab.  3950,  morti  30  [GalloJ  200  [MongitoreJ)  per  meno  di 
metà  distrutta:  qualche  danno  alla  Matrice  e  rovinati  due  conventi. 

Vi  zzi  ni  —  (ab.  10678,  morti  1434  [Boccone]  2000  [Mongitore,  Gallo]) 
per  due  terzi  abbattuto  e  per  un  terzo  reso  inabitabile. 

Fenomeni  presentati  dal  mare  —  Nel  giorno  9  gennaio  a  4^  (prima 
scossa)  una  barca  presso  Malta  trovò  il  mare,  senza  ragione  alcuna, 
burrascoso.  D  movimento  dell'  11  gennaio  (21^)  fu  osservato  da  molti 
naviganti  «  perchè  sotto  il  legno  delle  lor  barche  si  sentiva  una  specie 
di  pulsazione  dal  fondo  del  mare  9,  che  si  ritrasse  dal  lido  ad  Augusta, 
a  Messina,  a  Siracusa,  a  Catania  ed  in  altri  luoghi.  Alcune  galee  nel 
porto  di  Augusta  si  videro  «  mancar  l'acqua  »  sotto  la  carena,  onde  i 
piloti  si  scostarono  dal  lido,  al  quale  furono  poscia  ricondotti  dal  ri- 
tomo violento  delle  onde.  Dopo  questo  primo  movimento  ne  fu  osser- 
vato un  altro,  immediatamente  susseguito  da  riflusso  :  il  mare  si  ritirò 
di  25-30  passi  geometrici  e  quindi  le  acque  si  innalzarono  sopra  il 
livello  ordinario  di  circa  8  piedi.  Alla  spiaggia  di  Mascali  al  riflusso 
le  onde  si  innoltrarono  poi  fino  oltre  un  miglio  entro  terra  :  a  Taor- 
mina si  ritirarono  di  mezzo  miglio  :  a  Catania  arrivarono  fino  alla 
piazza  S.  Filippo  ed  innondarono  i  poderi  e  le  fattorie  circostanti  alla 
città.  Nel  porto  di  Messina  si  notarono  dei  pesci  lasciati  a  secco,  es- 
sendosi abbassato  il  livello  delle  acque.  A  Lentini  il  mare  ritiratosi 
si  gonfiò  e  poscia  ritornò  veementemente  alla  costa.  A  Siracusa  tre 
volte  si  ritirò  per  oltrepassare  poi,  ritornando,  di  oltre  cinquanta  passi 
1  luoghi  di  consueto  flagellati  :  per  15  giorni  non  si  rinvennero  pesci 
ed  i  pescatori  asserivano  che  le  loro  corde  non  bastavano  più  a  toccare 
il  fondo. 

Fenomeni  tellurici  —  Un  pezzo  di  campo  a  3  miglia  da  Sortino  si 
avvallò  di  8  palmi  :  un  altro  di  4  miglia  di  circuito,  in  Val  di  Noto, 
si  sprofondò  di  12.  Nelle  montagne  di  Sortino  successero  dei  grandi 
franamenti  di  terreni,  ed  una  cisterna,  piena  di  acqua,  scavata  nella 
roccia  stessa,  scivolò  di  mezzo  miglio  senza  rompersi  e  perdere  il  suo 
contenuto.  Nella  piazza  di  Siracusa  si  aprirono  delle  fenditure  da  cui 
sgorgò  acqua  salmastra.  Alle  falde  di  Noto  si  determinò  una  profonda 
voragine  e  c^osl  pure  ad  Isola.  Dal  monte  Etna  ])recipitò  parte  della 
cima.  Nel  territorio  di  Lentini  dalle  squarciature  del  suolo  veniva  con 
violenza  proiettata  fuori  arena  ed  acqua  che  costruirono  sul  suolo  dei 
inccoli  monticelli. 

Nell'area  maggiormente  commossa  molte  sorgenti  si  intorbidarono, 
altre  si  asciugarono  o  divennero  più  copiose  e  molte  altre  vennero  in 
luce  in  tale  occasione. 


170 


[1693] 


■      ^    M.  -f 


Zone  isosismiche  —  L'area  ove  il  terremoto  è  stato  disastroso  è  de- 
limitata da  una  linea  che  racchiude  i  pressi  di  Acireale,  di  Catania, 
e  quindi  Scordia,  Militello,  Mineo,  Grammichele,  Vizzini,  Buccheri, 
Chiaromonte,  Biscari  e  Noto  ;  dalla  parte  di  est  è  limitata  dal  mare 
(fig.  10  :  BB)  ;  ciò  appunto  spiega  la  violenta  commozione  delle  acque 
al  momento  della  scossa. 

L'epicentro  del  fenomeno  con  ogni  probabilità  trovasi  entro  l'area 
suddetta  e  precisamente  entro  la  zona  elittica,  in  cui  stanno  inclusi 
Lentini,  Carlentini,  Melilli,  Sortino,  Feria  e  Cassare  (A). 


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FiG.  10. 

L'area  rovinosa  è  delimitata  dall'  isosisma  (CC)  che  include  Lingua- 
glossa,  Mascali,  Paterno,  Rammacca,  Caltagirone,  Niscemi,  Vittoria, 
Scicli,   Spaccaforno  ecc. 

La  isosisma  quasi  rovinosa  è  molto  irregolare;  include  Messina,  Naso, 
Troina,  Regalbuto,  Aidone,  S.  Michele  e  quindi  in  prossimità  di  Ter- 
ranova di  Sicilia  va  a  mare  (DD). 

L' isosisma  fortissima  (EE),  a  quanto  risulta,  passa  molto  vicina  alla 
precedente. 


[1693]  171 

"      -    ^     ------  ■  -  -  -  ■  ■ 

Ora  mentre  ^fessina  e  la  costa  della  Sicilia  fino  a  Naso  risentirono 
tortemente  pel  terremoto,  che  apportò  anche  danni  abbastanza  rile- 
vAnti  agli  edificii,  la  vicina  Reggio,  andò  affatto  immune  o  quasi  da 
lesioni  :  la  cronaca  Cama  pubblicata  dal  De  Lorenzo  {Mem.  da  servire 
alla  moria  di  Reggio  ecc.,  voi.  I,  parte  III,  pag.  258)  ricorda  che  al 
i«  gennaio  in  tale  città  fa  sentito  un  terremoto  che  non  destò  la  mi- 
nima impressione,  all'  11,  a  21^,  se  ne  ebbe  un  altro  molto  forte,  della 
durata  di  Vi  d'ora  (9ic)  che  causò  grande  spavento  e  fece  suonare  le 
campane  :  a  22^  si  senti  una  terza  replica,  ma  non  tanto  forte. 

Lo  Spanò-Bolani  (Storia  di  Reggio  ecc.,  voi.  II,  pag.  47)  scrive  che 
ìd  tale  occasione  <  Reggio  ebbe  un  terrore  indicibile,  ma  pur  quan- 
tunque sia  stata  scossa  con  gran  violenza,  non  ne  pati  che  pochissimi 
guasti  né  alcun  paese  del  distretto  ebbe  a  soffrir  gravi  travagli  »  però 
secondo  il  De  Lorenzo,  citato  dal  Mercalli,  per  il  terremoto  dell'  11 
gennaio  a  Fiumara  di  Muro,  sopra  Catena,  sarebbe  caduta  la  torre 
della  chiesa  maggiore  con  buona  parte  del  castello  e  parecchie  case,  ed 
altri   danni  sarebbero   toccati  ai   villaggi  vicini. 

La  scossa  da  questa  parte  si  propagò  abbastanza  fortemente  nelle 
Calabrie  ed  in  terra  d'  Otranto.  A  Mormanno,  come  risulta  da  docu- 
menti ms.,  fa  fatto  un  voto  alla  vergine  per  aver  preservato  la  città 
dal  grande  terremoto. 

Nelle  isole  di  Lipari,  come  notò  Pietro  Campo  nella  sua  istoria  ms. 
citata  dal  Mongitore  (Op.  cit.  pag.  411),  fu  sentita  la  scossa  del  giorno 
9  :  e  quella  dell'  11,  presentò  tre  riprese  ed  incusse  panico  generale  : 
aggiunge  egli  che  alcuni  liparotti  che  si  trovavano  a  Vulcano  credet- 
tero di  venir  inghiottiti  dal  mare. 

Nella  costa  sicula  settentrionale  oltre  alla  linea  Messina-Naso,  ab- 
biamo a  sua  volta  visto  che  la  sola  città  di  Palermo  risentì  dei  danni  ; 
e  ciò  mentre  molte  altre  più  prossime  alla  zona  di  maggior  scuoti- 
mento, come  p.  es.  Girgenti,  Trapani  e  Caltanisetta,  andarono  affatto 
immuni  :  fra  queste,  contrariamente  a  quanto  afferma  il  Privetera,  dob- 
biamo comprendere  Sciacca,  che,  secondo  il  Savasta  (Istoria  delVorr. 
terr.  ecc.  pag.  14)  senti  la  scossa  ma  senza  danni. 

Il  Di  Diasi  (*),  citando  il  Vertot  {Ilist.  de  Malte,  lib.  XIV,  tom.  V, 
pag.  207),  dice  che  in  Malta  le  scosse  durarono  per  tre  giorni  e  rove- 
sciarono molti  edlflcii  :  ciò  presso  a  poco  ripete  pure  il  Garzoni  (Ist, 
della  repubblica  di  Venezia,  voi.  I,  lib.  XI,  pag.  507,  ivi  MDCCV),  che 
MTive  parlando  di  questo  parossismo  «  ne  V  isola  di  Malta  andò  esente 
dallo  spavento  -e  dal  danno  » . 


1)  storta  Cronologica  dei  viceré^  luogotenenti  e  presidenti  dei  regno  di  Sicilia,  pa^^  u»  :tó, 
Palermo  \9iSL 


It2  [1693] 

Oltre  gli  accennati  terremoti,  molte  altre  repliche  funestarono  in 
queir  anno  e  nei  successivi  la  valle  di  Noto.  Per  tutto  il  mese  di  gen- 
naio, scrive  il  Mongitore,  non  passò  giorno  senza  sentirsi  qualche  scossa, 
in  particolare  in  Catania,  in  Siracusa,  in  Augusta,  in  Lentini,  e  nei 
dintorni  di  Modica.  Al  giorno  11  di  detto  mese  a  Noto  ne  erano  già 
state  avvertite  oltre  a  130.  Nel  febbraio  la  parte  meridionale  dell'  isola 
frequentemente  paU  scuotimenti  e  si  udirono  rombi  sotterranei.  Nel 
susseguente  marzo  fra  il  promontorio  Pachino  e  Catania,  tremò  con 
frequenti  ma  interrotte  scosse  la  terra.  Al  primo  aprile,  a  circa  14**, 
Catania  fu  cosi  fieramente  conquassata  che  caddero  le  poche  reliquie 
delle  fabbriche  rimaste  in  piedi  e  precipitò  parte  del  castello  Ursino. 
In  Siracusa  pure  andarono  in  rovina  degli  ediflcii  e  cosi  pure  in  Au- 
gusta, in  Lentini  ed  in  altre  città. 

L' Incudine  nella  sua  storia  di  Naso  (Op.  cit.,  pag.  87-88)  dice  che 
«  di  là  a  pochi  giorni  [dopo  V  11]  i  tremuoti  si  successero,  si  conti- 
nuarono ;  il  mare  cominciò  a  fremere  cosi  tempestoso,  che  facea  tre- 
mar gli  alberi  e  i  cuori  assai  più.  Quietato  il  mare  prese  a  urlare  la 
terra  con  sotterranei  tuoni  e  fragori...  » 

Il  Privitera  nota  12  terremoti  nel  1694  ed  il  Roccaforte  ne  aggiunge 
altri,  cioè  al  9  aprile  uno  a  Patti  ed  al  Capo  d'  Orlando  ;  nel  12  a  Si- 
racusa e  nel  19  maggio  ad  Aci  con  la  rovina  di  alcune  fabbriche.  Il 
Boccone  a  sua  volta  dà  notizia  di  una  gagliarda  scossa  sentita  a  Me- 
lilli  nel  10  marzo,  e  di  due  altre  avvenute  a  15*^  (2*^  Va  sera)  del  20 
in  Augusta  ;  le  quali  per  la  loro  violenza  misero  in  costernazione  gli 
abitanti  ('). 

Nemmeno  durante  V  anno  1695  il  suolo  si  rimise  in  quiete,  giacché 
al  20  aprile,  a  18**,  una  forte  scossa  urtò  Catania  e  la  valle  di  Noto  : 
due  altre  in  Catania  furono  sentite  VS  maggio  ed  al  23  settembre  (22*»)  : 
r  ultima  delle  quali  si  propagò  anche  a  Siracusa. 

Nel  1696  si  avverti  un  movimento  sismico  al  20  aprile  (18**)  inteso 
pure  in  tutta  la  valle  di  Noto. 

Come  in  altro  luogo  farò  poi  osservare,  la  forma  speciale  che  à  l'area 
mesosismica  del  grande  terremoto  dell' 11  gennaio  1693,  le  varie  scosse 
localizzate  e  gli  incrementi  di  intensità  distruttiva  verificatisi  a  Mes- 
sina, a  Naso  ed  a  Palermo  accennano  allo  scuotimento  di  una  parte  di 
un  esteso  radiante  sismico  del  quale  altrove  parlerò  diffusamente. 

Oltre  al  risveglio  dei  varii  centri  sismici,  noto  che  l' Incudine  nella 
sua  opera  spesse  volte  citata  scrive  che  «  cessati  i  tremuoti,  e  fu  dopo 
maggio,  si  trovarono  in  sul  matino  1'  erbe  e  lo  vie  nelle  campagne,  le 
case  e  le  strade  in  Naso  coverte  di  minutissima  arena  lucido-nericcia, 


(l)  Nella  carta  [hg.  10]  trovansi  segnate  le  zone  epicentrali  dei  precitati  terremoti. 


[1693  -  1694]  173 


simile  a  quella  dell'eolio  Vulcano,...  >  la  quale  notìzia  ci  fa  supporre 
che  queir  ignivomo  monte  abbia  fatto  per  lo  meno  una  eruzione  di 
C4'nere. 

[5S5J    1693.  Luglio  6.  Mantova. 

GuikAN  A.  :  S/or,  sUm.,  pag.  150  -  perrey  a.  :  Trembì.  penins.  Hai.,  pag.  29  -  boccone:  Museo 
'ti  .<^*rtf,  pagr.  12  -  Barupfaldi  :  Dell'  i8tm\  di  Ferrara,  pag.  428. 

Il  6  luglio,  ad  ore  10,  a  Mantova  una  fortissima  scossa  fece  diroc- 
care molti  comignoli,  qualche  edificio  e  parte  del  palazzo  ducale.  A 
Goito,  secondo  il  Goiran,  produsse  identici  effetti  :  a  Ferrara  incusse 
aniversale  timore  :  fu  sentita  senza  danni  a  Venezia,  a  Padova  ed  a 
Verona,  ove  in  quell'  ora  se  ne  ebbero  tre. 

[.586]    1694.  Aprile  8.  S.  Sepolcro  (Arezzo). 

pfcKREY  A.:  Trembì.  pentns.  ItaL,  pag.  2&-90. 

L'8  aprile  (giovedì  Santo)  a  San  Sepolcro  fortissime  scosse  che  dan- 
neggiarono alcune  case  e  chiese  :  furono  sentite  intensamente  ad  Ur- 
bino, a  Città  di  Castello  ed  in  diversi  punti  della  Romagna. 

^587J    1694.  Settembre  8.  Avellino  e  Basilieata. 

\era  e  dattnta  relazione  del  terr.  -  Pagicbelli  O.  b.:  Tremuoto  di  Napoli,  del  Regno ^  ecc. 

Nel  giorno  8  settembre  un  disastroso  terremuoto,  verso  le  17**  V*  ìtal. 
colpiva  le  Provincie  di  Salerno,  di  Avellino  e  di  Potenza  estendendosi 
anche  nelle  limitrofe. 

Seguono  dapprima  le  notizie  sui  danni  arrecati  alle  varie  località 
topograficamente  ordinate  e  quindi  le  conclusioni. 

Provincia  di  Avellino  :  Circondario  di  Avellino. 

A  tri  pai  da  —  i  danni  ascesero  a  ducati  10000. 

Avella  —  tutte  le  case  anno  sofferto. 

Avellino  —  danni  nelle  case  e  chiese  per  otto  mila  ducati:  caduta  metà 
doUa  dogana  :  2  morti. 

Lauro  —  cadute  molte  case  e  molte  altre  lesionate.  1  morto. 

Mercogliano  —  cadute  2  case,  lesionata  la  chiesa. 

Monte  (Monterò)  —  notabilmente  danneggiate  case,  chiese  e  conventi. 
Danni  di  45000  ducati. 

Montevergine  —  il  monastero  assai  danneggiato,  il  convento  dell' o- 
spizio  di  Loreto  rimasto  inabitabile. 

M ugnano  —  rovinate  tre  case,  lesionate  molte  altre. 

Salza  Irpina  —  danno  alle  case  e  chiese  per  60000  ducati, 

S.  Michele  di  Scrino  —  danni  agli  edifìcii  per  4000  ducati:  1  morto 
f»  3  feriti. 

S.  Lucia  di  Scrino  —  danni  alle  caso  e  chiese  per  6  mila  duciitj, 

Seriuo  —  daqni  per  25  mila  ducati, 


174  [1694] 

Circondario  di  Ariano. 

Accadia  —  diroccate  gran  parte  delle  case  ed  alcune  chiese,  lesionate 
le  altre  :  nessun  morto. 

Ariano  —  caduta  la  maggior  parte  delle  case,  parte  della  Cattedrale, 
del  palazzo  Vescovile,  municipale,  delle  chiese  e  convento  di  S.  Domenico, 
di  S.  Francesco,  della  Collegiata,  di  S.  Angelo:  rovinate  le  altre  chiese  mi- 
nori :  8  morti. 

Cari  fé  —  abbattuta  la  Chiesa  maggiore  e  tutte  le  case,  due  sole  eccet- 
tuate: 90  morti  ed  altrettanti  feriti. 

Castel  Baronia  —  caduta  buona  parte  delle  case,  le  altre  offese:  cosi 
la  Chiesa  maggiore,  il  palazzo  vescovile  e  quello  baronale  :  40  morti,  molti 
feriti. 

Fiume  ri  —  dieci  case  rovinate,  le  altre  lesionate:  1  morto,  molti  feriti. 

Grotta  Minarda  —  minate  alcune  case,  lesionate  molte  altre,  cosi 
pure  le  chiese:  10  morti,  5-10  feriti. 

Mirabella  Eclano  —  resa  inabitabile,  nessuna  vittima. 

Monteleone  di  Puglia  ^  lesionato  il  solo  castello. 

S.  Nicola  Baronia  —  30  case  minate,  le  altre  lesionate:  3  morti  ed 
altrettanti  feriti. 

S.  Sossio  —  caduto  un  terzo  delle  case,  le  altre  rese  inabitabili  :  3  morti 
ed  altrettanti  feriti. 

Tre  vico  —  ruinate  metà  delle  case,  lesionate  le  altre:  12  morti.  Il  Mo- 
roni  {Diz.  d^erud.y  voi.  XXVI,  pag.  73)  dice  che  fu  inoltre  abbattuta  la  catte- 
drale mentre  si  celebrava,  con  Taltissimo  suo  campanile. 

Z  un  geli  —  fidate  15  case,  le  altre  lesionate:  nessun  morto,  molti 
feriti. 

Circondario  dt  S.  Angelo  dei  Lombardi  : 

Andretta  —  50  case  ruinate,  lesionate  le  altre:  10  morti,  2  feriti. 

Bagnoli  Irpino  —  rovinato  il  convento  dei  PP.  Domenicani. 

Bisaccia  —  adeguate  al  suolo  200  case  e  tutte  le  chiese  :  8  morti,  qualche 
ferito. 

Cai r ano  —  poche  case  rimaste  in  piedi:  190  morti,  *Xi  feriti. 

Calabritto  —  poche  lesioni:  1  morto. 

Calitri  —  interamente  diroccato,  abbattuto  il  castello:  700  morti,  se- 
condo altri  1200. 

Caposele  —  cadute  150  case  ed  alcune  chiese,  le  altre  re<(e  inabitabili  : 
40  morti,  60  feriti. 

Con  za  —  metà  degli  ediftcii  diroccati:  rovinata  la  Chiesa  maggiore  e 
quelle  di  S.  Menna  e  di  S.  Gaetano,  il  palazzo  vescovile:  40  morti  (altri 300). 

Gesualdo  —  caduto  un  quarto  del  castello  e  5-6  case:  2  morti. 

Guardia  Lombarda  —  quasi  affatto  rovinata:  280  morti  e  150  feriti. 

Lacedonia  —  ruinato  un  terzo  delle  case,  le  altre  lesionate:  1  morto. 

Lioni  —  dirute  quasi  tutte  le  case:  10  morti  e  100  feriti. 

Morra  Ir  pina  —  quasi  affatto  rovinata:  23  morti. 

Monteverde  —  case  cadute  13,  lesionate  21  :  nessuna  vittima. 


[1694]  175 

Rocca  San  Felice  —  case  cadute  80,  aperte  le  altre  :  10  morti. 

Kucchetta  S.  Antonio  —  ruinate  55  case,  le  liltre  lesionate.  Danno 
ih  4000  ducati:  10  feriti. 

S.  Mango  —  caduto  un  gran  numero  di  case:  20  morti. 

S.AngrelodeiL.  —  ruinate  quasi  tutte  le  case:  700  morti  e  200  feriti. 

S.  Andrea  di  Gonza  —  affatto  desolata:  100  morti  (altri  50)  e 50  feriti. 

Senerchiji  —  ciise  con  molte  lesioni:  nessuna  vittima. 

Sorbo  (Montella)  ^  danni  per  10  mila  ducati. 

Teora  —  quasi  rovinata:  400,  o  secondo  altri  300,  morti. 

Torrella  dei  L.  —  case  quasi  tutte  rovinate:  50  morti  e  40  feriti. 

Villa  Maina  —  palazzo  baronale  e  IO  case  cadute,  lesionate  le  altre: 
21  morti  (secondo  altri  1  morto  ed  1  ferito). 

Provincia  di  Potenza  :  Circondario  di  Lagonbqro. 
S.  Martino  d*Agri  —  lesionate  tutte  le  case:  la  chiesa  Madre  cadente. 
Nessuna  vittima. 

Sa  reo  dì  ~  lesionate  molte  case  e  specialmente  la  chiesa  Madre. 

Circondario  di  Matbra. 

Calciano  (Gara|?uso)  —  danni  alla  chiesa  Madrp. 

Craco  —  caduta  una  casa,  lesionata  la  chiesa  Madre,  nessuna  vittima. 

Gara gu so  »  di  15  case  5  rovinate,  lesionata  la  chiesa  Madre  cui  Ai  ab- 
battuto il  campanile:  nessuna  vittima. 

Grassano  —  lesionate  varie  case,  la  chiesa  Madre  e  quella  di  S.  Maria. 

Pomari  co  —  lesionate  70  case,  3  cappelle,  la  chiesa  Madre  ed  il  mona- 
5>tero  del  PP.  Riformati. 

Sai  andrà  —  molte  case  rovinata:  6  morti  (altri  7  morti  ma  per  paura). 

S.  Mauro  Forte  —  molto  danno  alla  chiesa  Madre  e  ad  alcune  case  ; 
u^*ssun  morto. 

Stigliano  —  lesionate  molte  case,  la  chiesa  Madre  e  quella  di  S.  Pietro. 

Tricarico  —  qualche  casa  caduta,  il  resto  maltrattato  :  nessuna  vittima. 

Circondario  di  Melfi. 

Atei  la  —  buona  parte  rovinata,  cosi  la  chiesa  ed  il  palazzo  baronale: 
100  morti  ed  altrettanti  feriti. 

Barile  —  abbattute  35  case,  caduto  il  campanile  della  cattedrale:  3 
morti. 

Bella  —  quasi  tutta  abbattuta  ;  ruinate  200  case,  le  altre  inabitabili  :  di- 
roccata la  chiesa  ed  il  palazzo  baronale  ;  250  morti  (secondo  altri  1300)  e 
lóO  feriti. 

Castel  Grande  —  la  maggior  parte  degli  edifici  diroccati;  fra  questi 
la  Chiesa  maggiore:  17  morti. 

Fo ronza  —  gravemente  danneggiata  la  chiesa  Madre  ed  il  convento  dei 
PP.  Riformati,  le  altre  case  poco  lesionato. 

Lavello  —  case  notevolmente  danneggiate,  nessuna  vittima. 

Maschito  —  lesionate  20  caso. 

Melfi  —  rovinate  56  case;  il  castello  baronale  Ciuluto  per  metà;  danni 
notevoli  in  tutte  le  case  e  chiese,  specialmente  in  quelle  di   S.  Agostino,  di 


176  [1694] 

Ogni-  Santi,  e  de)  Cappuccini,  nel  monastero  delle  Monache  e  nella  chiesa 
Madre.  (Danni  :  40  mila  ducati)  2  morti  e  3  feriti.  (') 

Pesco  Pagano  —  quasi  tutto  distrutto:  230  morti  e  300  feriti. 

RapoUa  —  minata  la  Cattedrale,  it  campanile  ed  altre  chiese,  il  pa- 
lazzo baronale:  100  case  distrutte:  3-4  morti. 

Rapone  —  sole  6  case  rimaste  in  piedi  :  54  morti  e  molti  feriti. 

Rionero  in  Vulture  —  di  20  case  8  ruinate:  5  morti. 

Ripacandida  —  ruinate  40  case  ed  it  campanile  della  Chiesa  Maggiore 
che,  cadendo,  danneggiò  l'edificio  :  1  morto. 

RuTO  di  Puglia  —  quasi  tutte  le  case  cadute,  nemmeno  una  abitarle; 
400  morti  :  demolita  la  chiesa,  un  convento  ed  il  castello. 

Venosa  —  cjidde  qualche  edificio  sacro  e  qualcun  altro  fU  dannegf^ato: 
nessun  morto. 

CiBCONDARIO  DI  PoTBNZA. 

Abriola  —  parte  delle  case  cadute  o  cadenti,  nessun  morto  poiché  gli 
abitanti  le  avevano  abbandonate. 

Acerenza  —  nessun  danno  tranne  al  convento  dei  Minori  Osservanti. 

Albano  di  Lucania  —  alcune  case  rimasero  danneggiate;  cosi  la  chiesa 
Matrice  e  quella  della  SS.  Annunziata. 

Arviglìano  —  cadute  20  casa;  danneggiato  il  palazzo  baronale  e  la 
chiesa  Madre  :  nessuna  vittima. 

Baraggiano  —  ruinate  4fl  case,  le  altre  lesionate  :  1  morto  e  pochi 
feriti. 

Calvello  —  danneggiate  varie  case,  la  chiesa  Madre,  il  convento  di 
S.  Francesco  e  la  chiesa  parrocchiale  di  S.  Niccolò. 

Cancellara  —  danneggiata  la  chiesa  Madre,  caduta  in  buona  parta 
quella  di  S.  Antonio,  il  castello  baronale  od  alcune  case:  nessuna  vittima, 

Genzano  —  rimase  inabitabile  il  palazzo  baronale,  le  chiese  di  S.  An- 
tonio da  P.  e  di  S.  Maria  delle  Grazie,  il  convento  ed  il  monastero  e  parte 
delle  case  grandemente  danneggiate  ;  ne  cadde  una  sola, 

Marsiconuovo  —  à  sofferto  gravemente. 

Picerno  —  90  case  cadute:  abbattuta  parte  della  chiesa  Madre  e  di 
quiille  di  S.  Angelo,  di  S.  Maria  di  L.  :  5  morti  e  IO  feriti. 

Pietra  fesa  —  cadute  molte  cnse,  le  altre  inabitabili  :  nessuna  vittima. 

Pietragalla  —  cadute  10  case  e  4  torri;  le  altre  case,  la  chiesa  Madre, 
il  palazzo  baronale  furono  lesionate. 


(1)  <3.  Araneo  nelle  Bue  .Votn/e  stanche  della  città  di  ì/elft,  (pag.  35»^,  Firenze  i^se]  è 
del  parere  cbe  1  danni  aleno  stati  molto  magR-lorl  del  surrireriti,  quasi  Identici  a  quelli 
rijKirtatl  dal  aluatlnlanl  [bizlon.  BeoQf,  ecc.)  e  ciò  perché  dalle  schede  notarili  risulta 
die  11  terremoUi  fu  orribile  e  ctie  vi  Iti  una  grande  quantità  df  case  crollale,  altre  di- 
venute malconcle,  non  esclusa  la  catturale,  restaurata  iwl  nel  1*1^.  La  chlei>a  pnrr. 
di  s.  Nicola  rovinò  dalle  rondainenta.  Questo  terremoto  fece  pure  crollare  la  chiesa  e 
monastero  deirll  Agostiniani,  per  cui  I  frati  Tiiroiio  costretti  a  slofrttlare  <»(m.  Arciua'i 
Vfsc.  di  Melfi},  Da  una  lettera  del  principe  Dorla  (12  aprile  1608)  esistente  nell'Aroh,  del 
(fastello,  si  rileva  che  I  pp.  [joinaschl  chlesen)  al  detto  principe  un  sussidio  per  riparare 
la  chiesa  e  11  colleffio  dal  danni  e  dalle  rovine  del  passati  terremoti,  del  quali  avvf 
fiuclie  una  testimonianza  In  un  quadro  ad  olio  dipinto  nel  Duomo  di  Meli). 


[1694]  177 

Potenza  —  case  ruinate  300,  il  resto  danneggiato:  fu  lesionata  la  chiesa 
della  Trinità  e  parte  del  Castello:  morti  4-5. 

Ruoti  —  la  maggior  parte  delle  case  e  la  chiesa  Maggiore  rovinate: 
óO  morti. 

S.  Angelo  le  Fratte  —  rovinato  un  terzo  del  paese:  nessun  morto. 

Sasso  —  danneggiato  le  case:  nessuna  vittima. 

Tito  —  la  maggior  parte  delle  case  diroccate,  eccettuate  40  rimaste  mal- 
concie  :  100  morti,  450  fenti.  Q) 

Tri  vigno  —  poche  case  rimaste  in  piedi. 

Vaglio  —  lesionate  molte  case,  alcune  di  queste  cadute,  cosi  pure  la 
chiesa  di  S.  Nicola  e  buona  parte  del  convento  del  Carmine. 

Vi  et  ri  di  Potenza  —  caduta  più  della  metà  (98)  degli  ediflcii,  molti 
altri  lesionati  :  50  feriti  e  22  morti. 

Provincia  di  Salbbno  :  Circondàbio  di  Campagna.  . 

Buccino  —  case  cadute  3:  nessun  morto. 

Castelnuovo  di  Conza  —  anno  sofferto  gli  edifìci:  un  morto. 

Coniano  —  rovinate  5  case  ed  altre  danneggiate  da  massi  sopra  di  esse 
aiduti  dalle  circostanti  rupi  :  2  morti  e  4  feriti. 

Contursi  —  molte  case  lesionate:  nessun  morto. 

Laviano  —  cadute  15  case,  molte  altro  lesionate:  morti  15. 

Otta  ti  —  danneggiata  la  chiesa  di  S.  Domenico  ed  altri  edificii  :  nessun 
morto. 

Palomonte  —  caduta  la  chiesa  Madre,  lesioni  alle  altre  fabbriche:  nes- 
suna vittima. 

Ricigliano  —  fu  tutto  lesionato:  57  morti.  Secondo  un*altra  relazione 
tutte  le  case  rimasero  distrutte  e  di  290  abitanti  si  salvarono  solo  30  persone, 
rimaste  però  ferite. 

Romagnano  al  Monte  «*  case  molto  If^ionate:  nessun  morto. 

S.  Gregorio  Magno  —  ca3e  cadute  8,  alcune  altre  danneggiate:  4 
morti. 

Santo  Menna  —  per  metà  distratto:  40  morti,  250  feriti. 

Sicìgnano  —  molte  lesioni  alle  case,  nessun  morto. 

Valva  —  rovinato  il  palazzo  baronale,  qualche  danno  alle  case  :  1  morto. 

Valvano(?)  —  lesioni  in  tutte  le  fabbriche,  molte  delle  quali  cadute: 
43  morti. 

Circondario  di  Castbll amare  di  Stabia. 

Castellamare  di  »Stabia  —  lesionato  il  Duomo,  le  chiese  ed  i  collegi 
dei  Gesuiti  e  dei  Minimi. 

Ottaiano  —  lesionato  il  palazzo  del  principe  e  la  chiesa. 
Sorrento  —  lesionate  molte  case. 


(1)  in  una  annotazione  ma.  sul  registri  parrocchiali  di  Tito  si  dice  che  il  terremoto 
•  r  »vlnò...  fra  le  altre  questa  povera  terra  di  Tito  a  seirno  che  fossimo  coBtrettl  andar 
al  abitare  nelll  Pa<?llari  e  Baracche  di  Campa^rna  per  esserne  demolite  le  case  e  la 
(Milosa  liagsrlore...  solo  morirono  70  persone  che  vollero  fuggire...  »  (A>.  Lombardi  :  Ceufio 
iti  trtmnoto  avvenuto  in  Tito  ecc.,  pag.  21-22,  Potenza  1829). 

Baaatta:  Terremoti  ecc.  12 


178  [1694] 

Vico  Equense  —  40  case  rovinate,  le  altre  lesionate, 

ClBCONDARIO  DI  SaLA  CONSILINA. 

A.tena  —  case  rovinato  20,  le  altre  poco  danneggiate:  4  morti. 

Buon  abitacolo  —  ediftcii  molto  lesionati. 

Gaggi  a  no  —  danneggiate  chiese  e  case:  nessun  morto. 

Padula  —  gravi  danni  nelle  fabbriche. 

Policastro  (S.  Marino)  —  rovinata  la  cupola  della  Cattedrale,  la  quale 
fu  lesionata  in  più  luoghi. 

San  Pietro  di  Diano  —  à  soflferto  grandemente:  nessun  morto. 

S.  Rufo  —  secondo  una  relazione  fu  gravemente  danneggiato  e  fu  reso 
inabitabile  il  palazzo  baronale  :  secondo  un'altra  il  paese  rimase  distrutto. 

Sant'Arsenio  —  quasi  tutto  rovinato:  1  morto. 

Circondario  di  Salerno. 

Acerno  ■—  case  rovinate  7,  le  altre  con  qualche  danno:  nessun  morto. 

Capitignano  —  lesioni  nella  sola  Chiesa  parrocchiale. 

Cava  de'  Tirreni:  —  piccoli  danni  nella  Cattedrade,  caduto  metà  del 
campanile  della  chiesa  dei  Francescani  con  la  rovina  di  tre  cappelle  :  l'Ar- 
civescovado fu  reso  inabitabile:  qualche  danno  nelle  case:  morti  1,  feriti  1. 

Majori  —  diroccò  qualche  parte  del  convento  dei  PP.  Francescani  : 
nessun  altro  danno. 

Montecorvino  —  fabbriche  danneggiate:  nessun  morto. 

Polla  —  gravemente  danneggiata. 

Salerno  —  danneggiato  il  Duomo,  il  palazzo  vescovile  e  quello  del  Tri- 
bunale, la  chiesa  di  S.  Matteo,  il  convento  dei  PP.  Agostiniani,  le  carceri  e 
molte  case. 

San  Severino  e  casali  --  anno  notabilmento  soflferto. 

Tramonti  —  cadute  5  case  e  la  Chiesa  parrocchiale,  lesionate  le  altre. 

Provincia  di  Napoli. 

Napoli  —  Le  chiese,  i  palazzi  e  gli  altri  ediflcii  rimasero,  quali  più, 
quali  meno  lesionati  :  non  accadde  però  alcuna  rovina,  nò  si  ebbero  a  de- 
plorare vittime.  I  danni  di  maggiore  rilievo  furono  i  seguenti  :  La  chiesa 
dell'Arcivescovado  soffri  nell'altar  maggiore,  in  una  navata,  nella  cappella 
di  S.  Gennaro  e  nella  cupola:  si  dovette  abbattere  il  cupolino  della  chiesa 
dei  PP.  Gerolomini  :  la  chiesa  di  S.  Lorenzo  fa  lesionata  :  cadde  una  mu- 
raglia nel  monastero  di  S.  Francesco  :  fu  danneggiata  la  cupola  di  S.  Maria 
Maggiore  e  qualche  lesione  si  apri  nelle  chiese  di  S.  Maria  di  Cort.,  del 
Gesù  e  Maria,  di  S.  Teresa,  di  S.  Paolo,  di  S.  Pietro  ad  Ara,  della  SS.  An- 
nunziata: in  quella  della  Maddalena  rovinò  una  loggetta:  soffrirono  nota- 
bilmente le  chiese  di  S.  Giorgio,  di  S.  Maria  della  Pace,  di  S.  Giovanni  a 
Mare  e  del  Carmi  nello.  Nel  quartiere  di  Porta  Nolana  diroccò  una  casa,  fe- 
rendo una  fanciulla.  Nel  convento  del  Carmine  Ciidde  la  croce  di  ferro  sulla 
torre  del  campanile  ed  una  grossa  pietra  :  furon  danneggiati  i  monasteri 
di  S.  Chiara,  di  S.  Spirito  e  della  Trinità,  il  collegio  dei  Gesuiti,  il  palazzo 
Maddaloni  e  quello  del  duca  di  Monteleone.  Non  andarono  immuni  le  chiese 
ed  i  monasteri  di  S.  Gregorio  Armeno,  il  campanile  di  S.  Severino,  la  chiesa 


[1694]  179 

6<i  il  convento  della  Sanità  :  S.  Teresa,  S.  Ilaria  della  Stella,  il  convento  di 
S.  Agostino,  gr  Incurabili/S.  Carlo  fuori  PorUi  S.  Gennaro  ecc.;  insomma 
poche  furono  le  case  che  non  ebbero  qualche  lesione. 
Noia  e  Somma  —  anno  sofferto  le  case. 

Phovixcia  di  Casrrta. 

A  versa  —  rovinò  il  soffitto  della  Cattedrale  ed  il  campanile  del  convento 
(ii  S.  Antonio  che,  cadendo  sulla  chiesa,  la  diroccò  :  furono  abbattute  pa- 
rtHThie  case  :  nessun  morto. 

Capua  —  fu  danneggiata  la  cupola  della  SS.  Annunziata. 

Nola  —  furono  lesionati  il  palazzo  vescovile,  un  monastero  od  alcune 
Ciìse:  in  Lipari  ne  rovinarono  due. 

S.  Maria  di  Capua  Vetere.  —  cadde  un  torrione. 

Peovincta  di  Foggia. 

Ascoli  Satriano  —  fu  quasi  del  tutto  adeguato  al  suolo.  (Paci  :  Relaz. 
dei  trem.  di  Basilicata,  pag.  61). 

Provincia  di  Bari. 

Acquavi  va  —  vari  danni. 
Bari  —  Al  demolito  un  campanile. 
M  od  ugno  —  vari  danni. 

Spinazzola  —  rovinate  due  case,  le  altre  con  il  palazzo  baronale  lesio- 
nate: nessun  morto. 

Provincia  di  Lbcor. 

Brindisi  —  In  una  cronaca  citata  da  Ferrando  Ascoli  {La  storia  di  Brin- 
disi,  pag.  267,  Rimini  1886)  si  dice  che  il  terremoto  fu  «  orrendo  »  e  fece 
«  tremare  le  mura  delli  abitati  :  e  il  mare  si  sommosse,  come  se  fosse  stato 
una  fortuna  rotta,  con  aver  apportato  una  puzza  di  fango  che  durò  più  di 
mezzora  continua,  con  terrore  e  spavento  di  tutti  li  cittadini...  Non  successe 
alcun  danno  ».  (C.  Dr  Giorgi  :  Ricerche  sui  ierr,  avvenuti  in  Terra  d*Otranto 
ecc.,  pag.  12  estr.) 

Mesagne  —  cadde  una  statua  dalla  facciata  della  chiesa  del  Salvatore. 

Otranto  —  senti,  come  dice  il  Pacichelli,  il  terremoto  €  con  poco  tra- 
vaglio >. 

Le  precedenti  notizie  ci  permettono  di  tracciare  l'andamento  gene- 
rale delle  linee  isosismiche  delineate  nella  qui  unita  carta  (flg.  11). 

Anzitutto  ci  si  presenta  la  zona  mesosismica  (A),  quella  cioè  dei  mas- 
simi effetti  dinamici  che  è  delimitata  da  una  linea  che  racchiude  Melfi, 
Risacela,  8.  Sossio,  Flumeri,  Grotta  Minarda^  Rocca  S.  Felice,  Tor- 
retta di  L.,  S.  Angelo  de'  L.,  Capo  Sole,  S.  Menna,  Muro,  Ricigliano, 
Bai  vano,  Vietri,  Tito,  Pignola,  Tri  vigno,  Potenza,  Atella,  ecc.,  questa 
arca  k  forma  grossolanamente  elittica  con  Tasse  maggiore  disposta  da 
NW  a  SE  circa,  che  da  Trivigno  a  Grotta  Minarda  misura  chilometri 
l»5  circa. 

Grossolanamente  concentrica  alla  precedente  è  la  linea  che  delimita 


180 


[1694] 


la  zona  disastrosa  (B),  che  include  Ascoli  S.,  Accadia,  Ariano,  S.  Mango. 
Buccino,  Pietrafesa,  Sant'  Angelo  le  Fratte,  Abriola,  ecc. 

Entro  r  isosisma  rovinosa  (C)  stanno  Salza  Irpina,  Bagnoli  I.,  Acerno, 
Olivete  Citra,  Caggiano>  Salandra,  Tricarico,  Cancellara,  Pietra  Galla, 
Venosa,  ecc. 

Nella  zona  quasi  rovinosa  (D)  Avellino  e  dintorni,  Tramonti,  Cava 
Tirreni,  Sicignano,  Ottati,  S.  Rufo,  Marsiconovo,  S.  Martino  d'  Agii, 
Craco,  Pomarino,  Spinazzola,  ecc. 


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Fio.  11 

In  quella  delle  lesioni  (E)  :  Capua,  Napoli,  Sorrento,  Salerno,  ecc. 
Questo  terremoto,  secondo  il  Pacichelli,  fu  sensibile  ad  Ortona,  a  Lan- 
ciano ed  a  Chieti,  e,  stando  all'Amiani  (Mem.  istor.  di  Fano,  pag.  .309). 
fu  anche  leggermente  inteso  a  Fano.  Il  citato  Pacichelli  asserisce  poi 
che  si  propagò  eziandio  fino  a  Messina. 

Poco  o  nulla  sappiamo  della  forma  e  durata  che  à  avuto  la  scossa  : 
a  Napoli  durò  un  «  credo  >  ;  in  Tricarico  la  citata  relazione  dice  che 
«  replicò  8  volte  il  teiTemoto,  sempre  con  maggior  vigore,  a  segno 
tale  che  il  Signor  duca  e  sua  famiglia  furono  obbligati  ad  uscire  fuori 
dalla  piazza,  e  viddero  il  campanile  di  S.  Francesco,  che  veniva  a  ca- 
dere, e  si  abbandonava  al  suo  luogo,  piegandosi  come  una  canna  ».  A 
Brindisi,  secondo  la  cronaca  citata  da  Ascoli  (La  storia  di  Brindisi, 
loc.  cit.)  e  riportata  dal  De  Giorgi  (op.  cit.),  «  durò  per  lo  spatio  di  un 
Credo  prestamente  recitato  con  aver  tre  volte  una  dopo  1'  altra  scossa 
la  terra  ». 

Parecchie  furono  le  mutazioni  avvenute  nel  regime  delle  acque  e  le 
squarciature  nel  suolo  occasionate  dal  teiTcmoto. 

Si  aprirono  varie  fenditure  in  Ricigliano,  due  nel  cortile  del  castello 


[1694-1605]  181 


di  Caiitrì  molto  langhe  e  profonde  :  un  monte  presso  Teora  si  squarciò 
«lalla  cima  per  una  lunghezza  di  10  miglia  :  lo  stesso  fatto  accadde  nel 
monte  sovrastante  a  Tito.  Nella  piazza  «  Saracina  >  di  Tricarico  si 
apri  una  lunga  fenditura  ecc. 

A  suo  luogo  ò  notato  il  brusco  movimento  del  mare  successo  a  Brin- 
disi, quantunque  tale  città  si  trova  5Ì  lontana  dal  centro  di  scuotimento. 

\el  territorio  di  Tricarico  al  momento  della  scossa  cessarono  le 
f«»uti  di  mandar  fuori  1'  acqua,  che  di  poi  sgorgò  in  maggior  quantità 
ma  tutta  torbida  :  la  sorgente  sulfurea  presso  Tito  si  asciuttò,  e  sgorgò 
iu  altra  località  alquanto  distante. 

Nessuna  notizia  abbiamo  sulle  repliche  succedute  al  parossismo  : 
H^Io  sappiamo  che  in  Tricarico  per  molti  giorni  si  sentirono  delle  scosse. 

[óddj    1695.  Febbraio  25.  Asolo  (Treviso). 

0.  AoNHLu  :  /  terr.  registr.  nelle  cr.  lodig.  ecc..  paff.  98  -  Goiran  a.:  5"^.  sism.  ecc.,  pagr.  20 
<»  150;  Aprend.  /,  pag.  7-9  e  App.  11^  paj?.  5-6  e  32-35  -  Malvasia-De  Rossi  :  Documenti 
ecc..  pap.  5  -  Martellini  :  Cod.  meteor.,  pagr.  ^  -  Piovene:  Croti.  terr.  a  Vicenza, 
li;i;r,  4^50  -  Scarpa  :  /  terr.  avv.  in  Treviso^  paff.  181  -  T.  Taramelli  :  Note  illustr.  carta 
fffol.  pror.  Bellmio,  pag.  210  -  baruffaldi  :  VelV  ist.  di  Ferrara,  pag.  45^^  -  G.  Oar- 
it)M  :  ittor.  della  repubbl.  di  Venezia  ecc.,  Ivi  MDCCV,  voi.  I,  llb.  xiii,  pag.  619. 

La  notte  dopo  il  24  febbraio  si  sentirono  in  Asolo  due  scosse  non 
molto  forti,  runa  a  2**  ed  a  é*»*/?  l'altra:  nella  mattina  del  25  febbraio, 
a  12**  */j,  se  ne  ebbe  una  fortissima  sussultoria,  seguita  da  tremolio 
I»er  la  durata  di  un  «  credo  »  ;  la  sua  intensità  aumentò  verso  la  fine, 
a'iorquando  cioè  la  terra  cominciò  a  vacillare  in  senso  E-W  ed  W-E 
in  modo  tale  che  pareva  che  le  case  si  dovessero  urtare  le  une  con 
le  altre.  Questa  nuova  fase  durò  un  altro  «  credo  »  e  la  sua  in- 
Kiisità  fu  sempre  decrescente.  Suonarono  le  campane  :  molte  case, 
chiese  e  torri  furono  rovinate  {})  :  si  ebbero  a  deplorare  circa  100  vit- 
time. Si  trovarono  molti  oggetti,  quali  statue,  croci,  ecc.,  completa- 
mente girati.  A  Bassano  la  scossa  durò  un  «  credo  e  fece  cadere  al- 
cuno case,  qualche  campanile  :  tutti  gli  edifìci  ^rono  quali  più,  quali 
mono  lesionati  :  un  morto. 

A  Treviso  non  deve  aver  recato  danni  notevoli  come  si  rileva  dalla 
^guente  lapide  commemorativa  posta  a  destra  deir  altare  maggiore 
(iella  cattedrale  e  precisamente  nel  pilastro  che  divide  l'altare  dal  coro  : 

D.  o.  M. 

DEI  PAREO.   VIRGINI.    AC.    D.   LIBERALI  PATRONO. 

a'  TERRAE.   MOTU.  V   KAL.  MAR.  M.  DC.  VC. 

URBI  SERVATAE  ERGO 

LAUPADBM    ARGENTEAM 

EX     PUS    ELEMOSINI»    CIVIUM 

PROVI8  CIVIT.   CON.   AC.   D.   CUR. 


il)  Le  case  cadute  furono  IIOO  e  l'iOO  quelle  lesionate  o  cadenti  : 


182  [16951 

A  Vicenza  il  complicato  movimento  aismico  durò,  al  dire  del  cro- 
nista  Bennasuttl,  più  di  4  «  credi  *  ;  causò  panico  grandissimo  e  danni 
assai  notevoli  agli  edificii  (fra  i  quali  alla  chiesa  di  S.  Eleuterio),  al- 
cuni dei  quali  furono  rovinati  uccidendo  due  ragazzi. 

A  Belluno  fu  forte  ma  non  fece  alcun  danno  :  a  Verona  fu  lang'o 
un  e  credo  »  e  fortissimo,  avendo  posto  in  terrore  la  città  ma  fortuna- 
tamente non  fece  cadere  che  molti  comignoli. 

A  Venezia  si  sentirono  due  lunghe  e  forti  scosse  ma  nessun  danno 
si  ebbe  a  lamentare  ;  cosi  pure  a  Padova,  a  Mantova  ed  a  Bozzolo  ove 
recò  grande  spavento.  A  Ferrara  invece  danneggiò  i  conventi  dei 
PP.  Agostiniani  e  dei  Domenicani  ed  alquanti  camini.  A  Bologna  fu 
seiltita  prima  una  scossa  a  7*^  di  notte,  e  quindi,  a  12^  Vs?  ^^'  altra 
che,  quantunque  violenta  riuscì  innocua  :  a  Parma  forse  fece  abbattere 
qualche  camino.  A  Lodi  la  prima  scossa  (4*^  Vf)  ®  ^*  seconda  (7**  */«)  ^^" 
rono  deboli,  ma  la  terza  (12'^  Ys)  ^^  assai  gagliarda,  a  due  riprese,  e 
della  durata  di  un  «  ave  »  :  questa  notizia  vale  presso  a  poco  anche 
per  Milano. 

Per  parecchi  mesi  tutti  i  giorni  si  sentirono  delle  repliche  sia  ad 
Asolo  che  a  Ferrara,  ove  poi  al  28,  sul  far  del  dì,  se  ne  ebbe  una  che 
recò  minor  danno  della  precedente,  ma  ugual  spavento. 

[589]    1695.  Marzo  27.  Leceo  (Como). 

Mbrcalli  O.:  Il  terr.  di  Lecco  del  20  mag.  i897,  pagr.  7-8  (eatr.) 

In  una  cronachetta  ms.  del  convento  dei  Capuccini  di  Lecco  si  ri- 
corda che  la  mattina  della  domenica  delle  Palme  (27  marzo),  ad  un'ora 
avanti  giorno,  si  sentirono  due  forti  scosse,  la  seconda  più  gagliarda 
per  cui  poco  mancò  che  le  persone,  repentinamente  risvegliate,  non  ca- 
dessero dai  letti.  Fece  precipitare  a  terra  varii  oggetti,  distaccare  dei 
calcinacci  ed  incutere  panico  grandissimo  nella  popolazione. 

[590]    1695.  Giugno  11.  Bigoorea  (Roma). 

Reìaxione  del  danno  cagion.  dui  terr.  ecc.  -  Boll.  vulc.  Hai.,  voi.  xvn  (1890),  pagr.  99-W  - 
Commentano  storico  critico  su  r  origine  e  le  vicende  dellu  città  e  cattedrale  di  Montejia- 

sconcj  ivi  1841,  pag.  186-88.  (1) 

Il  2  giugno,  a  20'',  si  senti  a  Bagnorea  una  forte  scossa  per  la  quale 
la  popolazione  spaventata  abbandonò  la  città  :  lieve  repliche  si  verifi- 
carono nel  di  8,  ma  alle   4^  della  notte  dei   10  ne  ebbe  una  gagliarda 


(1)  Molte  notizie  relative  a  questo  terremoto  le  ò  estratte  da  un  ms.  dal  titolo  :  Se- 
hizfone  del  terremoto  di  Bagnorea  del  i695^  posseduto  dalla  Civica  Biblioteca  Berto  di  Gè 
nova  fleti-  e  relaz.  mss.  diverse:  D  bis.  1.  2.  12,  pag.  2)  che  ò  potuto  consultare  in  grazie 
della  squisita  gentilezza  del  marchese  Giacomo  Dorla.  Altre  notizie  6  avuto  dal  signori 
K.  zannlni  di  S.  Michele  in  Teverina,  e  T.  cX)lesanto  di  Bagnorea  :  a  tutti  grazie  ia- 
lini te. 


[1695] 


18S 


che  fece  risvegliare  gli  abitanti  :  replicarono  le  scosse  fino  a  7^  dell' 11, 
nel  quale  tempo  un  terremoto  violentissimo  urtò  la  città  :  ebbe  la  du- 
rata di  un  <  miserere  »  e  fu  susseguito,  a  7*»  15",  da  un  altro  lungo 
un  «  pater  »  :  sì  intensa  fu  la  commozione  del  suolo  che  a  mala  pena 
gli  abitanti  potevano  reggersi  in  piedi. 


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Fjg.  12. 

In  città  nessun  edificio  rimase  intatto  :  la  parte  detta  «  Civica  » 
soffrì  molto  di  più,  perchè  oltre  alla  rovina  della  cattedrale,  del  palazzo 
vt-scovile,  del  seminario,  e  delle  chiese,  tutte  le  costruzioni  rimasero 
in  uno  stato  veramente  deplorevole.  Nella  parte  chiamata  «  Roda  »  fu 
atterrato  il  convento  di  S.  Francesco,  notevolmente  danneggiato  quello 
di  S.  Agostino  ed  il  monastero  delle  monache  :  molti  palazzi  e  case 
andarono  infranti.  Si  ebbero  a  deplorare  31  vittime  e  (51  persone  ven- 
nero ferite,  11  delle  quali  gravemente. 

Lubriano   restò   affatto   spianato  con    2   morti    e   3    feriti.    Vetriolo 


184  [1696  .  1696] 


(fraz.  di  Bagnorea)  ebbe  danni  notevoli,  essendo  diroccate  parecchie 
case  causando  qualche  vittima  :  in  Bolsena  7  furono  i  morti. 

Grotte  8.  Stefano  e  Celleno  furono  molto  rovinate  :  a  Castel  di  Piero 
(oggi  S.  Michele  in  Teverina)  crollarono  affatto  12  case  e  20  altre  ri- 
masero lesionate:  con  un  danno  di  scudi  5000.  Il  palazzo  baronale 
risenti  gravi  lesioni  e  vi  precipitò  una  volta:  diroccò  pure  il  granaio 
baronale  :  nel  primo  il  danno  ascese  a  scudi  1000  e  per  rifare  il  secondo 
ne  occorsero  altri  100.  Vi  furono  tre^  morti  e  20  feriti,  di  cui  uno 
gravemente.  Civitella  d' Agliano  ebbe  lievi  lesioni  nella  chiesa  par- 
rocchiale e  nelle  abitazioni  e  medesimamente  Graffignano  e  Roccal- 
vecce  :  in  Orvieto  quasi  tutte  le  case  soffVirono  e  cosi  pure  qualche 
voltino  della  facciata  del  Duomo. 

Varii  danni  risentirono  anche  Latera.  Gradoli^  Civita  Castellana. 
Viterbo,  Castiglione  e  Civitella.  La  scossa  fu  sentita  a  Roma  e  più  in- 
tensamente a  Frascati,  a  Tivoli  e  nei  dintorni. 

Dopo  le  14^  si  ebbe  una  replica  fortissima  che  aumentò  1  danni  : 
e  fino  al  22  giugno  altre  leggere  ma  incessati  :  al  7  luglio,  a  4^  di 
notte,  ne  sopravvenne  una  assai  veemente  che  mise  in  costernazione  la 
popolazione  :  e  poi  fino  al  15  luglio  quasi  giornalmente  qualche  altra 
commozione  :  a  20^  di  questo  giorno  una  nuova  abbastanza  forte. 

Neir  unita  cartina  (fig.  12)  trovasi  segnata  la  posizione  della  zona  epi- 
centrale  e  quella  dei  gravi  danni. 

[591]    1697.  VesDvio 

Perrey  a.  :  Tremìfl.  penins.  Itah,  pag.  31. 

Durante  .la  conflagrazione  vesuviana  in  Napoli  si  sentirono  delle 
scosse  tali  da  far  lesionare  varie  case.  Il  Sorrentino,  testimonio  ocu- 
lare delPeruzione,  nella  sua  Ist,  del  Monte  Vesuvio  (Napoli  MDCCXXXIV) 
parla,  a  pag.  131,  di  «  strepitosi  tremuoti  »  sentiti  al  principio  di  tale 
eruzione  (15  settembre)  e  di  altri  avvenuti  al  15  novembre  in  occa- 
sione di  una  ripresa  nel  dinamismo  del  vulcano,  ma  non  dice  cìie  ab- 
biano in  Napoli  apportato  danni. 

[592]    1697.  Giugno  18.  Firenze. 

QiovANNOzzi  a.:  /  terr,  stor.  Jtorent.,  pag.  8-9  (estr.) 

Al  18  giugno,  circa  le  7^*/j  pom.,  fu  sentita  in  Firenze  una  scossa 
che  durò  una  mezza  «  ave  maria  »  ;  rimase  alquanto  danneggiata  la 
villa  di  Monte  Gufoni  degli  Acciainoli.  Detta  notizia  fa  tolta  dal  Gio- 
vannozzi  dal  diario  ms.  Settimanni  già  ricordato. 

[503]    1697-98.  Siena. 

SOLDANi  A.:  Relaziona  ecc.,  pag.  39-C3  e  77-S4. 

Al  20  settembre  1697  cominciarono  a   sentirsi  in  Siena  delle  scosse 


[1698  - 1700]  185 


di  terremoto  :  le  maggiori  avvennero  circa  le  22^  (4**  Va  pom.),  le  23**, 
la  maggiore)  e  4**  di  notte.  Caddero  alcuni  pezzi  di  grondaia  e  qualche 
corninolo  e  8i  produssero  delle  scalcinature  nella  chiesa  di  S.  Spirito. 
Nuove  leggere  commozioni  fino  a  21^  del  giorno  21  :  dopo  il  mezzodì 
del  23  se  ne  sentirono  altre:  alle  8^  della  notte  del  26  si  ebbe  una 
nuova  ripresa,  quindi  al  27,  a  15»»  (9*»  Va  ant.),  alle  13^  e  15*  del  28  e 
poscia  qualche  piccola  scossa  nel  dì  29. 

Verso  il  mezzodì  del  30  se  ne  sentirono  due  sensibilissime  seguite 
1^  */,  dopo  da  una  fortissima  —  che  causò  qualche  altra  lesione,  per 
cui  si  dovettero  puntellare  alcune  case  —  e  da  altre  fino  a  21*»  circa  : 
al  l^  ottobre  due  nuovi  scotimenti  cagionarono  ancora  qualche  danno 
alle  fabbriche:  nella  mattina  del  2  due  scosse  a  10*»,  ed  altre  nei  giorni 
4  e  6  :  nella  notte  (2^  ant.  circa)  del  27  ottobre  due  molto  forti. 
Al  18  novembre  piccoli  scuotimenti  ed  al  10  dicembre  a  ò^  Va  ^^ 
mattina  e  nella  notte  (1**  Va  a^^*  ^eir  11),  altri  molto  sensibili.  Tra 
il  20  e  21  dicembre,  circa  le  23*»,  cominciarono  a  riprendere  nuo- 
vamente vigore,  anzi  fì*a  le  3  e  4*»  della  notte  parca  che  tutta  la  città 
dovesse  cadere.  Fino  al  1<*  marzo  1698  regnò  grande  tranquillità  ;  poi 
in  tale  giorno,  tra  le  4  e  5**,  —  cioè,  circa  ad  11*»  pom.  —  se  ne  senti- 
rono due  e  nel  dì  19  alla  stessa  ora  altre  più  sensibili.  La  loro  dire- 
zione predominante  fu  WSW-ENE.  1  danni  arrecati  dalle  maggiori 
concussioni  di  questo  periodo  sismico  ascesero  a  scudi  12000. 

[594]    I«98.  Aprile  12.  Vizzini,  Militello  (Sicilia). 

MoNoiTORE  A.  :  Mot.  crofwl.  dei  terr.  ecc.,  pag.  411-12. 

Al  1**  gennaio,  circa  le  21^,  a  Catania  si  sentì  una  forte  scossa,  che 
a  Palermo  ed  in  altri  luoghi  dell'isola  fu  violentissima,  talché  alcuni 
abbandonarono  le  case. 

Al  12  aprile,  a  !•*  di  notte,  una  che  a  Palermo  fu  solo  forte,  mentre  a 
Catania  fece  rovinare  alcune  case,  causando  qualche  vittima  :  a  Vizzini 
ei  a  Militello  i  danni  furono  più  sensibili.  A  S.  Michele  fra  Palermo 
e  Termini,  ebbe  luogo  un  franamento  che  causò  la  morte  a  tre  capi 
di  bestiame. 

[505]    1698.  Maggio.  Vesuvio. 

I.  ^oKKKsmso  :  Igtoria  del  Mante  Vesuvio,  pag.  197  e  sef?.,  Napoli  ITSl. 

Al  19  di  maggio,  come  prodromo  di  eruzione  al  Vesuvio  «  tremendi 
fragori  e  scosse  di  terra  »;  altre  a  2**  di  notte  del  24  e  poi  durante 
la  conflagrazione. 

[506]    1700.  Gennaio  9.  Faenza. 

B.  BioBi:  Ann.  della  citta  di  Faenza,  ivi  1811,  voi.  m,  cap.  XXxrv,  i>ai?.  TS, 

Nella  notte  del  9  gennaio  in  Faenza  fortissima  scossa  ond.-sussul.  che 


186  [1700  - 1702] 


causò  universale  timore  ;  fu  seguita  da  repliche  più  o  meno  gagliarde 
sentite  di  tempo  in  tempo. 

[597]    1700.  Luglio  28.  EmeDonzo  (Ampezzo-Udine). 

ToMMASi  A,:  /  Urr,  del  Friuli^  pag.  198. 

Al  28  luglio  furono  sentite  —  come  si  rileva  dai  registri  parroc- 
chiali —  ad  Emenonzo  ed  a  S.  Stefano  di  Piano  scosse  fortissime  ; 
nella  prima  località  minarono  delle  case,  e  si  screpolarono  i  muri 
della  chiesa  ;  sei  persone  perirono  sotto  le  macerie. 

[598]    1701.  Settembre.  Forlì. 

OtARiNi  F.  :  /  terr.  a  Forlì  ecc.,  pag.  58-67  -  melli  m.:  Tractatus  ecc.,  pag.  64. 

Cii'ca  le  23**  del  3  settembre  si  senti  in  Forlì  una  scossa  che  re- 
plicò due  volte  nel  resto  della  giornata  e  nella  notte  altre  7  :  dopo 
parecchi  giorni  di  tregua,  al  10,  circa  le  2^  V2  ^  ^^  7**  ital.  tre  scosse 
più  gagliarde  delle  precedenti  ed  altre  a  4^  V«i  6**?  "^^  ^  ^^  Vs  ^^^  1^- 
Furono  sentite  pure  nelle  città  circonvicine,  nel  Ferrarese  e  nel  Veneto. 

[599]    1702.  Messina-Reggio. 

Carbone  Grio.  D.:  /  terr,  di  Calabria  ecc.,  pa<?.  61  -  Gallo  C.  D.:  QH  Ann.  dèlia  città  dì 

Messina^  ivi  1882,  tom.  iv,  pag.  15-16  -  de  Lorenzo  a.:  Mem,  da  servire  alla  St.,.  di 
Reggio,  voi.  I,  pagr.  261. 

Il  16  febbraio,  a  20^,  ferissima  scossa  in  Messina  e  Reggio  e  nella 
Piana  Calabrese,  ove  a  Catona,  a  Polistera,  e  ad  Oppido  produsse 
scricchiolio  nelle  travate  ;  al  16  marzo  in  Messina,  a  19**  V*^  ^^'  alti'a. 
non  dissimile  per  intensità  da  quella  dell'  11  gennaio  1693  :  il  popolo 
usci  dalle  case.  La  cronaca  Cama,  citata  dal  De  Lorenzo,  ne  registra 
per  Reggio  una  fortissima  a  4^  ^4  ^ell*^  notte  del  10  aprile.  Il  Perrey 
(Op.  cit.,  pag.  32)  ricorda  che  verso  la  mezzanotte  dell' 8  marzo  si 
sentirono  forti  detonazioni  all'  Etna  sesruite   da  commozioni  tellùriche. 


o 


[600]    1702.  Marzo  14.  Beneveito. 

Baratta  :  Sul  terremoto  di  Benevento  ecc.  -  Orsini  :  Relazione  sui  danni  cagionati  ecc.  - 
PARRiNo  D.  A.  :  Del  nuovo  orribil  tremuoto,  ecc.  -  Distinta  relazione  delle  scosse  del  tre- 
muoto  ecc. 

Appena  trascorse  le  11*»  del  14  marzo  (^),  in  Benevento  fu  sentita  una 
prima  scossa  per  la  quale  i  cittadini,  intimoriti,  uscirono  dalle  case 
notabilmente  lesionate  :  fece  abbattere  la  piccola  chiesa  di  S.  Lazzaro 


(li  in  una  relazione  nis.  che  trovasi  all'Archivio  Segreto  vaticano  {hffsc.  Carpinea, 
voi.  LVj  Hi  (lice  che  alla  sera  del  13  marzo  si  alzò  un  turbine  R;i|?llardi8Slmo  e  che  a 
4  ore  ital.  fu  avvertita  una  lieve  scossa  solo  eia  coloro  che  si  trovavano  in  case  meno 
esposte  al  vento:  che  al  14,  ad  ore  11,15,  si  senti  la  prima  forando  scossa.  lunf?a  un  «  mi- 
sererà» ed  a  11,90  un'altra  meno  lung^a  ma  più  intensa  della  prima. 


[1702]  187 

fQori  Porta  Raffina.  Dopo  7  od  8  minuti  si  ebbe  un  secondo  scuoti- 
mento, fortunatamente  leggero,  e  quindi,  trascorso  un  quarto  d'  ora, 
un  terzo  violentissimo  che  fece  diroccare  le  fabbriche. 

Il  numero  dei  morti  in  città,  ripartito  nel  modo  seguente,  fu  di  159 
!  oltre  ad  un  centinaio  di  feriti):  mentre  nel  1688  —  come  abbiamo 
visto  —  ascese  a  1367. 

Parrocchia  di  S.  Pietro  de'  Traseri  :  Anime     968  ;  morti  42 


> 

S.  Maria  dì  Costantinopoli 

» 

1646 

» 

20 

» 

S.  Donato 

» 

1118 

» 

8 

S.  Stefano 

» 

1169 

> 

2 

S.  Salvatore 

» 

1236 

» 

4 

della  Verità 

» 

692 

» 

51 

S.  Marco  di  Savarìani 

» 

903 

» 

6 

S.  Modesto 

» 

554 

» 

17 

Tutti  gli  edilìcii  sì  ecclesiastici  che  pubblici  e  privati  risentirono 
gravi  lesioni  ;  moltissimi  furono  resi  pericolanti  ed  in  gran  numero 
furono  quelli  diroccati  ed  affatto  distrutti  (^). 

Gravi  danni  ebbe  la  chiesa  metropolitana,  V  episcopio  e  i  templi  di 
S.  Salvatore,  di  S.  Andrea,  di  S.  Donato,  di  8.  Modesto,  di  S.  Cate- 
rina, dei  PP.  Domenicani,  di  S.  Francesco,  dei  PP.  Agostiniani,  dei 
Gesuiti,  della  SS.  Annunziata,  di  S.  Lorenzo,  dei  Capuccini,  ecc.  ed  i 
monasteri  di  S.  Pietro,  di  S.  Vittoria  ;  rimasero  atterrate,  o  quasi,  le 
chiese  di  S.  Bartolomeo,  di  S.  Maria  di  Costantinopoli,  di  S.  Maria 
della  Verità,  dei  PP.  Serviti,  dei  Fatebenefratelli,  di  S.  Nicolò,  di 
S.  Paolo,  di  S.  Lazzaro,  ecc.  ;  quelle  di  S.  Stefano  e  di  S.  Sofia,  e 
qualche  altra  risentirono  minori  guasti. 

Gravi  lesioni  e  rovine  si  ebbero  pure  nel  castello,  nel  palazzo  del 
governatore  ed  in  quello  del  magistrato.  Le  mura  della  città  in  più 
parti  ftirono  rovesciate  :  i  ponti  pregiudicati  e  delle  case  (specialmente 
nella  regione  meridionale)  moltissime  furono  diroccate,  molte  aperte  in 
modo  tale  da  rendere  necessario  il  loro  abbattimento,  e  le  rimanenti 
rimasero  con  gravi  lesioni. 

Oltre  Benevento,  questo  terremoto  rovinò  affatto  Apice  (30  morti), 
Fragneto  (morti  4)  e  quasi  interamente  Paduli  e  Montecalvo  ;  in  Ariano 
solo  20  case  scansarono  il  generale  rovinìo  che  costò  20  vittime  umane. 
Mirabella  fu  affatto  distrutta  con  200  morti  ;  quasi  identica  sorte  toccò 
A  Pietra  Elcina  :  in  Pago  fa  disfatto  il  palazzo  baronale  con  12  case  e 
le  altre  rimasero  lesionate.  Tutti  gli  edificii  di  Melito  furono  aperti  : 
in  Castel  Baronia  buona  parte   delle  abitazioni  tu  adeguata  al  suolo  e 


(li  NeUa  rota  nota  citata  in  principio  si  trova  un  prospetto  particolare^^iuto  dei 
danni  subiti  dagli  edlflcll  destinati  al  culto. 


188  [170-Ì-1703] 


le  altre  risentirono  gravi  fenditure.  Gli  abitati  di  Flumeri,  di  Trcvico 
e  di  FontanaTOsa  furono  resi  pericolanti  :  Grotta  Minarda  e  S,  Giorgio 
in  parte  distrutti:  Monte  Melo  (M.  Miletto?)  fu  ridotto  in  un  camnio 
dì  sassi  :  gli  altri  paesi  e  casali  quali  più  quali  meno  soffì'irono  danni. 

In  Napoli  la  scossa  delle  11"  {')  dura  nn  «  credo  »  e  fece  risvegliare 
i  dormienti  :  quella  delle  11*  '/s  circa  fu  più  intensa  e  lunga  :  fece  tra- 
ballare fortemente  gli  edificii,  causando  molto  panico  e  lievi  danni  : 
avendo  solo  fatto  cadere  un  muro,  sotto  cui  rimase  cadavere  una  donna. 

Queste  scosse,  od  almeno  la  maggiore,  fiiron  pure  avvertite  a  Lu- 
cerà (G.  B.  D'Amelj:  St.  della  cittì  di  Lucerà,  pag.  228.  ivi  1861).  a 
Rocca  Monfina  (Perbotta  G.  :  La  sede  degli  Aurunci,  pag.  150.  Na- 
poli 1737)  ed  in  Aquila. 

In  Benevento  si  di  giorno  che  di  notte  nei  di  seguenti  furon  sentite 
molte  repliche  :  delle  due  maggiori,  una  avvenne  al  2  aprile  {12''  ital.) 
fu  molto  forte .  fini  per  distruggere  quanto  in  detta  città  era  rimasto 
intatto,  e  si  propagò  fino  a  Napoli  ;  l'altra  a  23''  circa  del  6  aprile  fece 
diroccare  tre  palazzi  e  lesionare  molti  edifici  rimasti  ancora  illesi. 

La  grande  scossa,  riassumendo,  fu  precetluta  da  uno  scuotimento 
abbastanza  intenso,  che  avendo  fatto  uscire  dalle  case  la  maggior  parte 
dei  cittadini,  risparmiò  in  Benevento  una  vera  ecatombe  :  essa  fu  di- 
sastrosa entro  un  area  di  forma  elittica  con  1'  asse  maggiore  disposto 
quasi  in  senso  8E-NW.  Questa  zona,  come  si  vede  dalla  fig.  9,  è 
compresa  in  quella  del  gran  terremoto  del  1688  (vedi)  con  il  quale 
questo  ft  molti  punti  di  contatto.  Noto  che  In  ambedue  questi  parossismi 
la  città  fu  notevolmente  più  danneggiata  nella  parte  più  meridionale, 
cioè  verso  il  fiume  Sabato  :  in  ambedue  inoltre  la  scossa  principale  fU 
preceduta  di  circa  mezz'  ora  da  altro  scuotimento  abbastanza  torte. 

[601]    1703.  Gennaio  14,  Febbraio  2.  Nareia,  Aqiils. 

Baouvi  6.:  De  Urremotu  romano  ecc.;  HUt.  i-omnnf  Urratmotut  ecc.  e  De prooretoone  So- 
nianl  terraemolu  ecc.  -  Capt'*  F.  ;  Sul  Itrrem.  che  a  2  di  febbr.  1703  ecc.  -  Chbacar  l. 
Saeconlo  iitor.  de  lerremoH  ecc.  -  de  Caholis  :  Selai.  geiwi:  delle  rovine  ecc.  -  Paroz- 
zASi  G.  ;  Nat,  inlorno  al  /eri:  del  s  febbraio  1703  ecc.  -  Kelaz.  dei  danni  fatti  dall'  in- 
nonda:, e  teri:  ecc.  -  Veridica  e  dlalmla  relnz.  ovvero  diario  de  danni  ecc.  -  Prosegui- 
mento del  diario  ecc.  -  Rela:.  distinta  dei  daiitil  cagionati  dai  panati  terr.  ecc.  -  fm* 
De  Llanos  ;  Selaz.  ovvero  Uenerarlo  ecc. 

Di  questo  grande  periodo  sismico,  uno  dei  maggiori  che  abbia  af- 
fitto r  Italia  centrale,  presento  riunite  e  discusse  parecchie  notizie.  (*) 


(1)  In  Miiwll  alcuni  lutCHero  una  lieve  scossa  nnche  a  1  ore  Ital. 

[•i]  Avevo  preparato  su  questi  l«rremotl  uno  studio  monOKrQfico  molto  particolareg- 
dialo,  ma  II  rinvenimento  di  nuove  ed  Importanti  notizie  riguardanti  I  danni  causati 
mentre  era  glit  In  corso  di  stampa  il  presente  lavoro,  mi  à  Indotto,  per  non  pregiu- 
dicare la  questione,  a  far  del  periodo  sismico  umbro- Abruzzese  del  l'Itti  un  santo  molto 
ristretto  del  principali  fenomeni  che  à  dato  luogo,  diacostandoml  un  poco  dal  metodo 
t«outo  sempre  nella  presente  monoeraQa. 


[1703]  189 

Fenomeni  precursori  —  Nel  mese  di  ottobre  1702  cominciarono  a 
sentirei  nell'  Umbria  alcune  lievi  scosse  di  terremoto  :  a  14**  del  18  ot- 
tobre se  ne  ebbe  una  a  Roma  intesa  solo  da  poche  persone.  Al  14  no- 
vembre un  veementissimo  scuotimento  urtò  Foligno  :  pare  però  sia  stato 
un  fenomeno  molto  locale,  giacché  non  ho  trovato  notizia  alcuna  per 
altre  località. 

Prima  grande  scossa  —  Avvenne  al  14  gennaio  1703  verso  le  2*^  di 
notte  secondo  il  Baglivi  fece  rovinare  completamente  Norcia.  Cascia  fu 
la  città,  che  dopo  la  precedentemente  nominata,  ebbe  i  maggiori  danni. 

Il  citato  autore  ammette  che  il  centro  di  scuotimento  sia  stato  fra 
Norcia,  Cascia  e  Leonessa.  Confrontando  le  narrazioni  sincrone  vediamo 
che  l'Aquila  per  questo  terremoto  non  risenti  danni  paragonabili  a 
quelli  del  2  febbraio:  e  infatti  TAntinori  scrive:  «  dopo  1' un  oi*a  e  V*» 
verso  le  2  della  notte  un  tremoto  della  durata  d'  un  credo  scosse  vio- 
lentemente molti  paesi  fino  a  Roma^  e  fece  cadere  nell'Aquila  un  cam- 
panile col  frontespizio  della  chiesa  di  S.  Pietro  di  Bassa  e  porzione  del 
frontespizio  di  S.  Quinziano...  »  Una  relazione  sincrona  pubblicata  dal 
Cappa  tace  essa  pure  dei  danni  recati  da  questo  terremoto  :  eguale  a 
quella  dell'Antinori  è  la  descrizione  della  scossa  che  si  trova  nella 
anonima   Relazione   dei  danni  e  dell' innondazioni  ecc.,  sopra  citata. 

Questo  terremoto  io  credo  abbia  prodotto  gran  parte  dei  danni  che 
avremo  occasione  di  vedere,  relativi  ai  territorii  di  Norcia  e  di  Cascia, 
danni  che  vennero  aumentati  dalle  scosse  sentite  posteriormente  al 
14  gennaio  e  specialmente  dal  nuovo  parossismo  successo  al  2  febbraio. 

In  Roma  questa  scossa,  secondo  il  Baglivi,  fu  preceduta  da  forte 
<  vento  »  ebbe  una  durata  di  due  <  salutazioni  angeliche  >  e  lece  fug- 
gire le  persone  dalle  case  :  non  fece  cadere  alcun  edificio  ma  solo  aprire 
delle  fenditure  nei  muri  e  rompere  le  catene  di  ferro  nell'aula  del  Cam- 
pidoglio. In  Foligno  il  movimento  sismico  durò  per  lo  spazio  di  tre 
«  Ave  Marie  »,  con  tre  riprese  sempre  più  veementi. 

Il  terremoto  del  14  gennaio  produsse  parecchie  mutazioni  nel  regime 
della  circolazione  idrica  sotterranea  :  a  Roma,  per  esempio,  in  alcuni 
pozzi  crebbero  le  acque  di  oltre  10  palmi  d'altezza,  in  altri  invece  di- 
vennero torbide,  oppure  lattiginose. 

Il  monte  Alvagnano,  presso  Cascia,  fa  sconvolto  per  una  lunghezza 
di  oltre  1500  passi  e  per  una  larghezza  di  32  palmi  circa  ;  una  grande 
fenditura  si  apri  anche  nel  monte  Corvo. 

Scosse  susseguenti  —  La  grande  scossa  del  giorno  14  fu  seguita  poco 
dopo  da  altra  meno  violenta  :  nella  notte  a  Norcia  ne  furono  sentite 
moltissime  e  cosi  pure  nel  di  seguente  :  ivi  la  terra  continuò  poi  a 
ti-emare  ogni  giorno  Ano  al  V  febbraio  e  frequentemente  furono  intesi 
forti  rombi  sotterranei, 


190  [1703] 

Seconda  grande  scossa  —  La  maggiore  replica  avvenne  a  21**  circa 
del  16  gennaio  :  con  questo  scuotimento  Tepicentro  mostra  uno  sposta- 
mento  verso  l'Aquila  :  dai  mss.  Antinoriani,  pubblicati  dal  Parrozzani, 
si  rileva  che  quivi  fa  più  gagliardo  che  non  il  primo  :  restarono  lesio- 
nate molte  case  e  chiese,  e  quelle  di  S.  Pietro  di  Coppito  e  di  8.  Maria 
di  Rojo  furono  rovinate  interamente. 

I  danni  maggiori  causati  dai  due  predetti  terremoti  fino  al  16  gen- 
naio, scrive  ranoniino  autore  della  delazione  dei  danni  e  delle  innon- 
dazioni  ecc.^  accaddero  in  Montereale  che  fu  quasi  gettata  a  terra  con 
80  vittime  ;  in  Cittareale,  che  rimase  spianata,  sole  50  persone  riusci- 
rono a  scampare  dal  flagello  ;  identica  sorte  toccò  a  Borbona  e  ad 
Accumoli  ;  Amatrlce  fu  quasi  del  tutto  spianata,  Posta  e  Leonessa  eb- 
bero gravi  danni. 

A  giudicare  dalle  notizie  raccolte  questa  scossa  à  avuto  un  centro 
molto   più   superficiale.  Per   Norcia  e  Cascia  nulla  dice  il  De  Carolis. 

Ad  Ascoli  fu  giudicata  non  inferiore  alla  prima  per  la  durata  ed  a 
questa  quasi  eguale  per  V  intensità  ;  a  Roma  fu  solo  avvertita  lieve- 
mente e  nel  Diario  Napoletano  dal  1700  al  1709,  pubblicato  nelP  Ar- 
chivio Stor.  Ital.  (voi.  X),  mentre  si  trovano  annotate  le  scosse  del 
14  gennaio  e  del  2  febbraio,  si  tace  di  questa,  lo  che  indica  che  a 
Napoli  0  fu  ben  lieve  oppure  nemmeno  venne  avvertita  dalle  persone. 

Repliche  —  Come  ò  già  detto,  in  Norcia,  Cascia,  Aquila  e  vicinanze 
continuarono  ad  udirsi  giornalmente  delle  repliche:  di  scosse  individuate 
almeno  per  il  giorno  abbiamo  notizia  di  una  breve  ma  violenta  successa 
in  Ascoli  nel  di  21  gennaio,  che  portò  panico  ma  nessun  danno,  e  di 
un'altra^  accaduta  al  25,  che  riusci  specialmente  intensa  a  Norcia. 

Terza  grande  scossa  —  In  questo  nuovo  parossismo  il  centro  si 
mostra  sicuramente  —  come  dice  il  Raglivi  —  nell'Aquila.  L'Antinori 
dice  che  «  alle  ore  18  (2  febbraio)  il  tremoto  replicò  più  impetuoso  ed 
a  segno,  che  nello  spazio  di  un  miserere  la  città  dell'Aquila  intera  fu 
poco  meno  che  rovinata.  La  scossa  fu  così  veemente  che  gli  edificii 
alcuni  in  tutto  ed  altri  in  parte  non  potettero  reggere  e  non  ve  ne  fu 
alcuno  che  non  restasse  lesionato.  Anche  le  fabbriche  più  forti  cedet- 
tero come  le  abitazioni  superiori  del  regio  Castello  e  gran  porzione  del 
Palazzo  pubblico.  Della  chiesa  di  S.  Bernardino  non  restarono  che  il 
frontispizio,  il  coro,  alcuni  muri  esteriori  e  il  deposito  del  santo  benché 
lesionato.  Furono  le  scosse  nel  princìpio  di  succussione  da  sotto  in  su, 
ma  infine  di  inchinazione...  »  Nella  relazione  ufficiale  dell'Auditore 
Alfonso  Uria  de  Llanos  si  dice  che  Aquila  «  fu  tutta  distrutta  senza 
che  vi  sia  l'estato  edificio  alcuno,  con  mortalità  grande...  »  Infatti 
secondo  tale  relazione  il  numero  delie  vittime  sarebbe  asceso  a  2500 
Qd  a  200  quello  dei  feriti, 


fl703]  191 

I  danni  maggiori  prodotti  da  questa  scossa  accaddero  neir Aquilano, 
però  anche  la  parte  dell'  Umbria,  colpita  in  special  modo  dal  primo 
parossismo,  ne  ebbe  de'  nuovi  giacché  finirono  di  rovinare  un  gran 
numero  di  edifici!  già  semidiruti  oppure  fatiscenti.  In  Roma  tale  scossa 
fu  veemente  ed  al  dir  del  Baglivi  le  case  ondulavano  come  navi  : 
lo  stesso  autore  aggiunge  di  aver  visto .  oscillare  visibilmente  Talto 
campanile  della  chiesa  degli  Apostoli.  Che  Tarea  di  maggior  scuoti- 
mento si  trovi,  come  ò  detto,  nell'Aquilano  ne  è  prova  il  fatto  che 
oltre  alia  maggior  violenza  del  movimento  sismico  ivi  notata,  si  deter- 
minarono in  tale  territorio  molti  franamenti,  varie  spaccature  nel  suolo 
ecc.  :  i  principali  fenomeni  di  tale  genere  il  lettore  troverà  più  innanzi 
^ommariamente  notati. 

Repliche  —  Dopo  la  scossa  del  2  febbraio,  continuò  il  suolo  ad  es- 
sere urtato  da  nuovi  e  frequenti  scuotimenti  ;  di  quelli  ben  individuati 
presento  T elenco  : 

1703,  Febbraio  3)  Roma  W  3/4,  scossa  che  fece  rovinare  due  archi  del  se- 
condo recinto  del  Colosseo  ;  dal  3  al  25  una  0  più  scosse  lievi  al  giorno  : 
io)  Roma  T^  notte,  una  scossa  sp)ecialmente  sentita  a  Rieti  ove  si  ebbero  re- 
pliche frequenti  per  4  giorni  con  danni  0  rovine  agli  edificii  ;  25-26)  Norcia, 
Mn.  scossa  licTe  e  breve;  3*»,  altra  di  un*  «  ave  >  forte  quasi  come  quella  del 
jriorno  2  :  molte  muraglie  atterrate  :  fu  sentita  anche  a  Roma  ;  4*^,  altra  a 
Norcia  ;  5**  circa,  una  breve  ma  gagliarda  ;  6*»,  nuova  scossa  ed  a  9**  altre  2  - 
Marzo  //;  Xarni  una  forte;  i8  e  27)  Aquila,  alcune  rovinose;  2i)  Roma 
una  forte  sentita  anche  ad  Albano,  Frascati,  C.  Gandolfo  ;  27)  Aquila,  scossa 
rovinosa  sentita  fortemente  a  Roma,  Foligno  e  Spoleto  ;  3i)  Mg.  [prima  di] 
Ri)ma  ed  Aquila,  alcune  mediocri  -  Aprile  /)  Aquila  5^  30™  di  sera,  scossa, 
ed  altre  al  2  ;  8)  Roma,  12»»  circa,  forte  scossa  senza  danno  ;  secondo  il  Gri- 
maldi questo  scuotimento  avrebbe  abbattuto  interamente  Cascia,  già  semi- 
diruta  dai  precedenti  parossismi.  In  una  lettera  sincrona  pubblicata  dal  Goiran 
(Sfronda  appendice  ecc.  pag.  6-7  e  36,  estr.)  si  rileva  che  nuovi  danni  ebbe 
anche  Spoleto,  e  che  fu  sentito  nella  Sabina,  neir  Umbria  e  nella  Toscana 
fino  ad  Arezzo;  6-7^  di  sera,  Roma,  alcune  scosse;  i5)  Aquila,  una  scossa; 
2I\  Aquila  e  Roma,  9*»  sera,  scossa;  25)  Roma,  5^  ital.,  forte  scossa  suss., 
fugra  dalle  case  -  Giugno  29)  Spoleto  e  luoghi  vicini,  23»»  ital.,  veementissimo 
l<»rremoto  -  Agosto)  fino  a  questo  mese  repliche  a  Terni  -  Ottobre)  Norcia, 
una  nel  mese  -  Dicembre)  nel  mase  a  Norcia,  Terni,  Spoleto,  Narni  ecc.,  al- 
cune scosse  con  nuovi  danni. 

1704,  Febbraio  27)  Foligno  3^  V4  circa,  scossa  che  causò  un  po'  di  spavento. 
Fenomeni  d'indole  geologica  —  Fra  i  fenomeni   di   indole  geologica 

occasionati  dalla  scossa  del  2  febbraio,  ò  sopra  ogni  altro  degna  di 
<ssor  ricordata  la  voragine  apertasi  nei  pressi  del  Monte  Omaro  vicino 
a  Sigillo  :  era  essa  larga  canne  20  e  lunga  25  ;  con  una  fune  munita  di 
grosso  contrappeso,  quantunque  lunga  300  canne,  non  si  riuscì  a  toc- 
carne il  fondo.  Si  racconta  che  al  n^omento  della   formazione   di   tale 


1J>2 


[1708] 


sqaarciatara  uscirono  «  vampe  di  fnoco  »  e  che  per  altri  tre  giorni 
Teiinero  emessi  dei  vapori. 

L'unita  figura,  in  cui  //  rappresenta  detta  voragine.  6  il  fac-8Ìmile 
di  un  disegno  del  tempo  ancora  inedito,  conservato  nelia  biblioteca 
Barberiana  di  Roma. 

Altri  rivolgimenti  accaddero  presso  il  villaggio  delle  Grotte,  presso 
Ci  tt  arcai  e  ed  Antrodoco. 

Danni  —  Seguono  alcuni  specchietti  nei  quali  ò  raccolto  —  secondo 
i  dati  più  attendibili  —  le  notizie  riguardanti  i  danni  e  le  vittime  cau- 
sate dai  terremoti  del  1703. 

Il  numero  dei  morti  in  Aquila,  come  abbiamo  visto,  fa  di  2500. 
oltre  a  200  feriti  :  quello  delle  vittime  nelle  ville  circostanti  alla  città 


fh  dì  1000;  il  numero  dei  morti  nel  territorio  Aquilano  ascese  a  7694 
ed  a  irì6  la  cifra  dei  feriti.  In  Norcia  le  vittime  Girono  800  e  nell'an- 
tico contado,  comprese  Rocchetta  e  Ponte,  ecc.  appartenenti  a  Spoleto, 
su  10707  abitanti  587  perirono  sotto  le  rovine  :  in  Cascia  su  5032  vi 
— ftiKuio  680  morti:  il  che  ci  d&  un  totale  di  oltre  9700  vittime. 


a)  Territorio  di  Norcu 


Località 

N.  del 

caae 

Chiese 

abltautl 

i:sdute 

cadute 

Angriano 

? 

nessuno 

— 

— 

reso  inabitabile 

Ancarano 

300 

— 

— 

— 

daeneggiato 

Argentine 

&1 

1 

— 

— 

distrutto. 

Belvedere 

1 

7 

— 

— 

distrutto  completamente 

Campi 

600 

? 

20 

— 

— 

bastelluccio 

? 

? 

? 

_ 

_ 

Forai  vo 

158 

62 

- 

3 

aflfatto  rovinato. 

[1703] 


Ida 


LocaUtà 

N.  dei?ii 
abitanti 

N.  del 
morti 

Case 
cadute 

Chiese 
cadute 

• 

Frasca  ro 

120 

17 

— 

quasi  rovinato. 

Le  Gogne 

147 

3 

« 

— 

in  parte  rovinato. 

Montebuso 

131 

13 

— 

3 

in  buona  parte  distrutto. 

Norcia 

2800 

800 

— 

distrutta  completamente. 

Nottoria 

100 

— 

— 

— 

abitabile. 

Oericchio 

75 

17 

— 

— 

devastato. 

Paganelli 

37 

27 

— 

1 

affatto  spianato. 

Piedi  ripa 

40 

1 

— 

quasi  tutto  distrutto. 

Popoli 

49 

? 

— 

1 

ridotto  in  pessimo  stato. 

Riselli    ¥ 

86 

4 

— 

— 

in  parte  diruto. 

S.  Marco 

170 

53 

— 

— 

affatto  distrutto. 

S.  Pellegrino 

— 

— 

— 

— 

— 

S.  Andrea 

100 

2 

— 

— 

quasi  total,  disfatto. 

Sa  ve]  li 

160 

83 

— 

2 

distrutto  totalmente. 

Serravalle 

253 

3 

20 

— 

in  gran  parte  distrutto. 

Valcadara 

70 

30 

— 

1 

distrutto. 

b) 

Territorìo  di  Cascia 

Località 

N.  degli 
abitanti 

N.  del 
morti 

Case 
cadute 

Chiese 
cadute 

Aliena 

100 

3 

— 

quasi  distrutta. 

Atri 

81 

1 

— 

in  gran  parte  dannegg. 

Aveodita 

117 

95 

— 

2 

affatto  distrutta. 

Buda 

138 

32 

l 

idem. 

(/ascia 

500 

49 

— 

17 

quasi  distrutta. 

Ciistel  S.  Maria 

75 

25 

— 

2 

distrutto. 

Castel  S.  Giovanni    107 

17 

— 

3 

quasti  tutto  distrutto. 

Orasola 

79 

5 

— 

1 

danneggiata  in  parte. 

Chiavano 

107 

17 

— 

1 

tutto  distrutto. 

Civita  di  Cascia 

28 

13 

1 

affatto  distrutta. 

Colforcella 

77 

nessuno 

— 

— 

m  qualche  parte  distrutta. 

Colle  d' A  vendita 

66 

? 

— 

^ 

solo  2  case  rimaste  in  piedi. 

Colle  Giacone 

64 

3 

— 

2 

quasi  distrutto. 

Colle  San  Stefano 

e  Serviglio 

75 

22 

— 

1 

completetamente  distrutti. 

Colinoti  no 

44 

20 

— 

1 

idem. 

Coronella 

39 

18 

— 

1 

distrutto  in  parte. 

Fogliano 

323 

17 

— 

— 

per  mota  distrutto,  V  altra 
metà  riattabile. 

Logna 

160 

nessuno 

— 

1 

in  parte  distrutta. 

Manigi 

73 

15 

— 

1 

distrutto  affatto. 

Maltignano 

261 

121 

3 

Ooosce 

290 

3 

— 

3 

in  parte  rovinato. 

Opagna,  Cascine 

e  Tremerzo 

140 

16 

— . 

3 

affatto  distrutti. 

Baratta  :  Terremoti  ecc. 


13 


[1703] 


*.  degli 
ibltautl 

N.del 

cadute 

Chiese 
caduto 

■    T2 

1 

„ 

—        poco  danne^g'iat». 

24 

nessuDo 

— 

l        quasi  distrutto. 

144 

nessuDO 

— 

—       in  parte  dannegg-ialo. 

32 

nessuno 

— 

—       poco  dann^ffiato. 

157 

1 

„ 

—        affatto  demolita. 

53 

nessuno 

_ 

1        in  parte  distrutto. 

38 

3 

_ 

1        quasi  tutta  distrutti!. 

210 

32 

—          1        in  gran  parte  rovioato. 

[In  parte] 

5» 

20 

_ 

1        quasi  tutto  distrutto. 

145 

69 

-_ 

1       affatto  rovinato. 

95 

44 

- 

1       quasi  distrutto. 

cj 

TERRirORIO   D 

Spoleto 

,  dettll 

Qllttlltl 

N.del 
morti 

rase 
cadute 

Chiese 
cadute 

quasi  rovinato, 
quasi  tutto  spianato, 
per  meli  abbattuta. 
alquanto  dannegg'iato. 

quasi  rovinati, 
affatto  distrutto. 


1  —  1        affatto  distrutta. 

?         —       —       per  metà  rovinato. 

ssunu     —        ~        danneggiati. 

alcune  case  distrutte. 
—       inabitabile. 


inabitabile. 

ridotta  in  pessimo  stolto, 
distrutto  completamente, 
non  T\ì  molto  dannegg. 
edifici   danneggiati ,    ma 
non  rovinati. 


vari  danni, 
tutto  distrutto, 
quasi  inabitabili. 


[170d) 


195 


d)  LocautA 

CONFINANTI   DELLE   MARCHE 

Locslltà 

N.  degli       N 

.dei       Case     Cliiese 

MM\^\^-%mKM^V^ 

abitanti        morti     cadute    cadute 

c  /  Mevalo,  Chiu- 

•^  [      sita 

187 

37         — 

1 

distrutti  completamente. 

.-  1  Orvano 

80 

—         — 

— 

abitabile. 

^  <  Croce 

128 

—         — 

— 

semplicemente  scosso. 

.2  1  Fematre 

200 

1 

— 

qualche  danno. 

h  1  Rìofreddo 

80 

—         — 

— 

in  parte  caduto. 

^  \  Rasenna 

30 

—         — 

qualche  danno. 

A  rquata  del  Tronto     — 

—         — 

— 

._ 

e  ville 

1800 

15         40 

— 

il  resto  inabitabile. 

Borgo  (fraz.) 

— 

—         — 

— 

edificii  riattabiU. 

Pescara  (fraz.) 

— 

—         50 

— 

— 

e)  Alcune  località  deli 

/  Aquila 

Fuochi 

Abitanti     Morti 

Feriti 

Accumoli 

300 

-" 

300 

60 

quasi   totalmente  distrutto 
con  i  suoi  casali. 

Àmatrìce 

~~* 

•■" 

200 

molti 

la  maggior  parte  caduta  con 
i  casali. 

Antrodoco 

200 

1800 

300 

50 

rovinata  dalle  fondamenta. 

Arrìschia 

2000 

400 

100 

nessun  edificio  in  piedi. 

Barete 

100 

— 

100 

200 

caduta  nella  maggior  parte. 

Borbona 

V53 

— 

70 

26 

come  la  precedente. 

Borgrhetto 

100 

— 

30 

alcuni 

rovinata  più  della  metà. 

Campana 

— 

— 

— 

— 

spianata. 

Castel  S.  Angiolo 

— 

— 

pochi 

— 

assai  danneggiato. 

Cittaducale 

^~~ 

'■   ■ 

— — 

4  case  cadute,   molte  lesio- 
nate ed  inabitabili. 

Citta  reale 

160 

1000 

500 

— 

spianata  con  i  casali. 

Colle 

200 

— 

moltissimi  — 

quasi  totalmente  distrutto. 

Leonessa 

400 

™~ 

1000 

— 

totalmente  rovinata  con    i 
casali  ;  542  case  abbatt. 

Lagnano 

150 

— 

40 

alcuni 

tutto  distrutto. 

Montereale  e  ca- 

sali 

600 

6000 

5Q0 

150 

nessuna  casa  rimasta  in  piedi 

Onda 

— 

— 

— 

— 

rimaste  in  piedi  poche  case. 

Paganica 

— 

— 

— 

— 

quasi  tutta  rovinata. 

Pendenza 

30 

— 

pochi 

^ 

abbattuta  interamente. 

l^zzoli 

^~ 

"~ 

200 

200 

la  maggior  parte  caduto,  il 
resto  inabitabile. 

Posta 

— 

1600 

504 

106 

_^ 

S.  Gregorio 

— 

— 

— 

— 

spianato. 

S.  Paolina 

150 

— 

80 

molti 

abbattuta. 

Scoppilo 

— 

— 

— 

— 

spianato. 

Tempera 

— 

-r- 

.1,* 

— 

rovinati  i  mulini  e  le  cartiere 

196 


[1703] 


Chnclaaioni  —  per  la  natnra  delle  notizie  mccolle  non  è  possibilf 
il  poter  determinare  con  rigorosità  quale  Bla  la  distribnzione  dei  danni 
recati  specialmente  dalle  due  maggiori  scosse  (14. 1  e  2.  II).  Considerata 
nel  BUG  complesso,  1'  arca  entro  cui  si  ebbero  i  massimi  effetti  dina- 
mici, A  forma  molto  irregolare  :  a  settentrione  parto  poco  sopra  Norcia 
quindi   passa  per   Cascia,  Buda,    Leonessa,    Lugnano,  Borbona,  Sa&sa, 


■^ 


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Fio.  13. 

Scoppilo,  Aquila  e  si   spinge  a  mezzodi    fino  a  Castelnuovo,  donde  ri- 
salendo include  Paganica.  Pizzoli.  Montereale,  Amatricc,  Accumoli.  ecc. 

Nella  cartina  qui  nnita  (fig.  13)  si  trova  delimitata  la  parte  della 
zona  dì  massimo  scuotimento  clie  si  trova  nel  territorio  umbro. 

Volendo,  entro  i  limiti  del  possibile,  fissare  quali  Bieno  stati  le  por- 
zioni di  tale  area  urtati  in  special  modo  dalla  prima  e  dalla  seconda 
ccofisa,    possiamo  approssimativamente  dire  che  quella  del   14   gennaio 


[I70:ij  197 

>]ùn8e  i  suoi  più  funesti  efiPetti  fin  quasi  ai  pressi  di  Cittareale,  Ac- 
cumoli  escluso  ed  inclusa  invece,  secondo  il  Baglivl,  Leonessa  ;  che  la 
zona  più  colpita  dal  parossismo  del  2  febbraio  si  estende  da  Accumoli 
a  Cittareale  fino  a  Castelnuovo  e  dalla  parte  di  occidente  si  protrae 
fino  ai  pressi  di  Cittaducale. 

La  seconda  scossa  che  abbiamo  considerata  (21^.  16  genn.)  colpì  una 
n.gìone  intermedia  giacché  la  sua  area  mesosismica  rlsidta  composta 
della  porzione  meridionale  della  prima,  e  di  quella  settentrionale  del- 
l'altra,  con  maggiore  tendenza  però  verso  quest'ultima.  Oltre  a  ciò 
è  necessario  tener  presente  che  qualche  replica  fti  corocentrica  ad  altre 
località  :  sono  degni  di  essere  qui  menzionati  :  il  terremoto  del  15  feb- 
ììraio  che  colpi  in  special  modo  Rieti  e  dintorni,  quello  dell'  8  aprile 
ùiscia«  e  quello  del  29  giugno  Spoleto,  ecc. 

La  zona  dei  danni  considerevoli  dalla  parte  di  settentrione  comincia 
da  Camerino  e  San  Ginesio  ed  include  Spoleto,  Temi,  Teramo,  ecc.  : 
furono  essi  leggeri  a  8.  Severino  Marche,  Trevi,  Todi,  Narni,  Poggio 
Mirteto,  Rieti,  Solmona,  Ascoli,  ecc.  La  scossa  del  giorno  2  febbraio  fu 
fortissima  o  molto  forte  a  Roma,  a  Velletri  fino  a  Roccamonfina.  Le 
(lue  maggiori  furono  intese  innocuamente,  ma  con  violenza^  a  Gualdo 
Tadino,  Napoli,  Viterbo,  Perugia,  Gubio,  Matelica,  Tolentino,  Fossom- 
brone,  Urbino,  Pistoia,  Firenze,  nella  Romagna,  ecc.  Secondo  il  Ba- 
llivi furono  scosse  lievemente  anche  Milano  e  Venezia. 

Data  la  maggior  vicinanza  di  Roma  al  centro  Aquilano  che  non  al 
Norcino,  si  capisce  come  V  attività  del  primo  abbia  su  di  essa  agito 
più  intensamente  che  non  V  altra  :  il  mare,  anzi,  alla  foce  del  Tevere 
ntd  momento  della  scossa  del  2  febbraio  si  ritirò,  al  dir  del  Baglivi, 
di  qualche  passo  dal  lido  per  ritornarvi  subito  dopo. 

[602]    1703.  Monte  Baldo  (Verona) 

(toiRAN  A.:  St.  sUm.  ecc.,  i>ag.  50  e  150  -  Secwda  appendice  ecc.,  pa^r.  9-11. 

Nei  primi  mesi  dell'  anno  1703  furono  urtati  violentemente  i  paesi 
dello  falde  occidentali  del  M.  Baldo,  cioè,  Malcesine,  Cassone,  ecc. 
j^iacchè  air  8  marzo  quei  di  Malcesine  convocarono  i  rappresentanti 
(lei  comani  per  far  voti  ai  Patroni  affinchè  facessero  cessare  i  fla- 
grelli.  Trovo  che  al  20  gennaio  a  Verona,  circa  a  20**,  fu  sentita  una 
torte  scossa  che  non  apportò  alcun  danno  e  che  sopra  il  Garda  avvenne 
un  grande  franamento  con  rovina  di  parecchie  case  e  con  la  morte  di  per- 
sone. Può  darsi  che  la  scossa  di  Verona  sia  una  ripercussione  del  mag- 
gior terremoto  del  Baldo  :  essa  fu  sentita  a  Guastalla  (^),   leggermente 


.1}  Nella  cronaca  ma.  del  Resta,  citata  da  Corradi  [Ann.  delle  epidemia  ecc.,  parte  iv, 
Cuc.  T,  pa^.  5-7],  per  Guastalla  si  ricordano  due  altre  scosse,  una  avvenuta  al  27  lufjrlio 
\HQ  e  raltra  al  7  dicembre  1704  in  corrispondenza  forse  quest'  ultima  ad  un  terremoto 
avvenuto  a  Bologna  ed  a  Firenze  (PKaiutv). 


Id8  [1703 -Itóà] 


a  Brescia,  secondo  il  Lais  (Esame  di  un  nuovo  docum.  metear.  del  se- 
colo XVII  in  ordine  alle  idrometeore  Bresciane^  in  «  Atti  Pont.  Acc. 
N.  Lincei  »  voi.  XXXIX,  pag.  250  (2)  Roma  1886),  ed  anche  a  Mi- 
lano, ove  fa  più  che  in  altra  parte  della  città,  sensibile  nella  piazza 
del  «  Verziere  »  come  dicono  gli  Avvisi  di  Foligno  (N.  5:  31  I  1703> 
In  quest'  ultima  città  nel  di  24  fìi  avvertita  nn  altra  lieve  scossa  che 
pare  sia  stata  più  intensa  a  Lione  (Avvisi  di  Foligno^  N.  6 :  8  II). 

[603]    1703.  PieHODte. 

Baolivi  a.  :  De  progressione  ecc.  -  MAraldi  :  Relations  des  trembl.  ecc. 

A  17^  circa  del  13  maggio,  secondo  il  Baglivi,  a  Grenova  si  senti  una 
scossa  che  il  Perrey  dice  intesa  anche  a  Carmagnola  :  il  Maraldl  dà 
notizia  di  due  lievi  scuotimenti  avvertiti  in  Qenova  air  1  e  2  loglio, 
r  ultimo  dei  quali  sarebbe  stato  solo  sensibile  alle  persone  che  lavo- 
ravano nel  molo.  Il  mare  si  abbassò  (da  queir  istante  ?)  di  6  piedi  in 
modo  che  le  galee  toccavano  il  fondo  ;  tale  diminuzione  di  livello  durò 
per  circa  15.°* 

Secondo  il  Mercalli  (ì  terr,  della  Liguria  ecc.,  pag.  29)  nella  notte 
dal  28  ^1  29  dicembre  furono  sentite  in  Asti  replicate  scosse  di  terre- 
moto per  circa  mezz'  ora  ;  il  Benevelli  d'  altra  parte  aggiunge  che  il 
terremoto  del  1703  fu  violento  anche  a  Carignano  e  forse  allo  stesso 
anno  1703  e  probabilmente  a  qualcuno  dei  terremoti  precedentemente 
ricordati  od  a  quello  di  Milano-Lione  (24  gennaio)  di  retro  accennato 
(N.  602)  è  da  riferirsi  la  notizia  data  dal  Mercalli  (I  terr,  della  Li- 
guria^ loc.  cit.)  che  a  Villafranca  (Pinerolo)  sul  principio  del  secolo  XVII 
ripetute  scosse  apportarono  danni  sensibili,  obbligando  le  persone  a  sog- 
giornare negli  orti  e  nei  giardini  per  circa  un  mese. 

[604]    1703.  Maggio  25.  Montecassiio. 

Pilla  l.  :  Relax,  dei  treni,  ecc.,  pag.  101. 

Al  25  maggio,  a  5*»  Vz?  grandissima  scossa,  e  verso  le  12*»  altra  più 
intensa  :  varie  repliche  lievi  fra  cui  una  a  5**  del  28  agosto. 

[605]    17Ó4.  Spoleto. 

O.  Mercalli  :  Vulc.  e  Jenom.  vulc.,  pag. 230  -  Taramelli  :  Dei  terr.  di  Spoleto  ecc.  pag.  31  (estr.) 

Il  Mercalli  scrive  che  al  20  maggio  in  Spoleto  e  dintorni  si  senti- 
rono due  scosse  fortissime  e  che  neir  anno  le  repliche  furono  continue. 
Il  Taramelli  non  ricorda  nel  1704  per  Spoleto  che  una  scossa  avvenuta 
a  3**  Vi  circa  del  27  febbraio,  intesa  con  spavento  dalla  popolazione. 

[606]    1706.  Aprile  14.  Siena. 

O.  Campani  e  Toscani  :  Sui  terr.  arv.  in  Siena  ecc.  pag.  290. 

Al  14  aprile  in  Siena  tre  scosse  molto  forti  :  nessun  danno. 


[1705-1706]  190 


[607]    1705.  Novembre  29.  Montecassino,  Abruzzi. 

Pilla  l.  :  Relaz,  dei  tretn.  ecc.,  pa^f.  101. 

A  10**  del  29  novembre  gagliardissima  ma  breve  scossa  a  Montecas- 
^ino  intesa  a  S.  Germano  :  non  apportò  danni  alla  Badia.  Il  De  Marco 
Monte  Costino  ecc.,  pag.  73)  aggiunge  che  cagionò  grandi  rovine  negli 
Abmzzi.  In  dicembre  varie  repliche. 

[60S]     1706.  Marzo  -  Maggio.  Reggio.  Messina. 

D.  c.vBBoNi-Gftio  :  /  terr.  di  Calaùria  e  di  Sicilia  ecc.,  pai?.  61  -  De  Lorenzo:  Memorie  per 
servire  alla  Storta  di  Reggio  ecc.,  voi.  l,  parte  ili,  pag.  261-2. 

Nei  mesi  citati  la  Calabria  ed  il  Messinese  furono  interessati  da  un 
periodo  sismico  abbastanza  forte,  del  quale  ho  ritrovato  le  seguenti 
notizie  : 

Al  19  marzo,  a  7*»  45"  (notte),  a  Reggio  violentissima  scossa  con 
replica,  intesa  anche  a  Messina,  al  Faro,  a  Scilla  :  caduta  di  calci- 
nacci :  entro  2*»  altra  scossa  a  Reggio.  Nel  di  20,  a  15**,  nuova  scossa 
ond.  a  Reggio,  a  Gerace,  a  Bova,  a  Messina,  al  Faro,  nella  Piana.  Nel 
22  ad  8^  e  11"»  ital.  a  Reggio  due  repliche  :  al  23  a  20*»  ed  V"  (notte) 
due  altre  intese  anche  nelle  stesse  località  di  quella  del  19.  Al  2  maggio 
ad  8"*  45™  e  13*»  30*"  a  Reggio,  a  Palmi,  a  Cittanova  due  scosse  ed 
una  a  19*»  15"  del  13  a  Reggio,  a  Bova,  a  S.  Lorenzo  ed  a  S.  Agata  : 
altra  a  13*»  del  21  a  S.  Agata  ed  a  Reggio. 

Le  scosse  di  questo  periodo  sismico  pare  siano  riuscite  più  dannose 
al  Reggino  che  non  al  Messinese  :  si  mostrarono  abbastanza  forti  nella 
Piana  e  si  propagarono  con  minor  intensità,  anche  nel  versante  ionico. 

[609]    1706.  Settembre  29.  Sieilia,  Trapani? 

PfKRET  A.  :  TrerHbh  penins,  Jtaì.y  pag.  35. 

Il  Perrey,  seguendo  Von  HoflF,  scrive  :  al  29  settembre  in  Sicilia 
terremoto  che  distrusse  Trapano  del  Vasto  (sic)  a  15  miglia  da  Palermo  : 
Huot  lo  riporta  al  30  ottobre  ed  aggiunge  che  vi  furono  1000  vittime. 

Questa  notizia  è  piena  di  errori  :  nessun  <  Vasto  »  esiste  in  Sicilia 
e  tanto  meno  un  e  Trapano  del  Vasto  » .  Io  credo  con  ciò  si  voglia 
alludere  a  Termoli  e  Vasto  in  provincia  di  Chieti,  cioè  al  grande  ter- 
remoto della  Maiella  del  3  novembre.  Il  Mongitore,  autore  accuratis- 
simo, non  ne  fa  cenno  alcuno  :  egli  nel  1706  registra  solo  (op.  cit.  pa- 
gina 413)  una  o  due  scosse  sentite  a  14*»  del  3  maggio  a  Palermo  : 
anche  il  Capocci  non  mette  tale  terremoto  nel  suo  catalogo. 

f610J    1706.  Novembre  3.  Maiella  (Abruzzi). 

A.  D8  NINO:  Il  terremoto  del  noe  in  Sui  mona  -  Distinta  relazione  del  danno  cagionato  eco.  - 
A.  perrklla  :  Effem.  della  prov.  di  Molise,  voi.  n,  pa^.  235-37,  isernia  1892. 

liC  scosse  principali  furono  due  :  la  prima,  la  maggiore,  avvenne  a 
'21'»  del  3  novembre,  l'altra  a  3^  circa  della  notte. 


àOÓ  [17061 

Un  cronista  sincrono,  citato  dal  De  Nino,  afferma  che  la  più  intensa 
in  Sulmona  cominciò  con  un  forte  tremolio  durato  parecchi  secondi, 
susse^ito  da  un  fortissimo  urto  verticale  :  in  Napoli  invece  si  ebl>e 
dapprima  un  sussulto  e  poscia  si  senti  ondulare  ii  terreno  per  consi- 
derevole spazio  di  tempo. 

Per  quesfo  terremoto  in  Campobasso  restarono  lesionate  molte  case 
e  cadde  gran  parte  del  campanile  della  Chiesa  Maggiore  ;  Fornelli* 
Roccacicuta  e  Bagnoli  soffrirono  notevolmente,  neir  ultima  delle  quali 
località  rovinò  il  palazzo  del  goveruatore.  Chieti  non  risenti  danni  no- 
tevoli che  nel  palazzo  della  R.  Audienza  e  nelle  carceri,  che  rimasero 
minacciose  di  prossima  rovina  :  il  campanile  della  Chiesa  Maggiore  fu 
pure  molto  lesionato.  In  Manoppello  le  chiese,  le  case  ed  i  monasteri 
furono  affatto  rovinati  con  250  morti.  Turri  cadde  per  metà  :  7  vit- 
time. La  parte  di  S.  Valentino  posta  sul  declivio  precipitò  totalmente. 
Taltra  fu  solo  molto  conquassata  e  si  ebbero  in  questa  località  a  de- 
plorare 10  vittime.  Musellaro  e  Salle,  alle  falde  della  Maiella,  furono 
quasi  disfatti  e  perdettero  rispettivamente  15  abitanti  V  uno  e  16  Tal  tre. 
In  Caramanico,  dalla  parrocchia  in  basso  tutto  fu  adeguato  al  suolo 
ed  il  restante  ebbe  a  soffi'ire  molti  danni  con  20  morti  circa.  Uguale 
numerp  di  vittime  ebbe  il  piccolo  paese  di  Lettomanoppello,  che  rimase 
affatto  distrutto  ;  identica  sorte  toccò  ad  Abbateggio  ed  a  Serramona- 
cesca  :  invece  Tocco  rimase  rovinato  per  metà  e  l'altra  parte  minac- 
ciosa di  prossima  caduta  ;  quivi  morirono  circa  100  persone.  Lama  de' 
Peligni  fu  inabissata  e  solo  dalla  parte  della  montagna  rimase  qualche 
muraglia  :  verso  il  vallone  tutto  fu  ridotto  in  un  mucchio  di  rovine  : 
a  130  quivi  ascescero  le  vittime,  oltre  a  120  i  feriti.  Taranta  fu  ade- 
guata al  suolo  e  pianse  la  morte  di  100  persone  ed  altrettanto  fu  il  nu- 
mero dei  feriti  ;  nemmeno  una  casa  quivi  rimase  abitabile,  eccettuata 
la  piccola  chiesa  di  S.  Maria  della  Valle  fuori  dell'abitato  :  la  vicina 
Letto  Falena  fu  essa  pure  disfatta  e  sotto  le  rovine  rimasero  oppressi 
60  abitanti.  Sotto  al  rovinio  generale  delle  case  di  Falena  perirono  più 
di  300  persone  e  100  altre  rimasero  mortalmente  ferite.  Fara  S.  Martino 
cadde  per  metà,  il  resto  fu  reso  inabitabile  :  5  morti  e  120  feriti  circa. 
In  Pescocostanzo  si  ebbero  11  vittime  e  pochissime  case  rimasero  in 
piedi  ;  in  Bussi  tre  soli  edifici,  quantunque  squarciati  e  cadenti,  non 
furono  distrutti:  quivi  perirono  4  persone.  In  Pentinia  furono  trovati 
più  di  150  morti  :  4  in  Forlì  del  Sannio,  paese  rimasto  tutto  diroccato  : 
in  Mon tenero  Val  Cocchiara  ed  a  Cerro  al  Volturno  molti  edificii  ca- 
duti con  3  morti  nel  primo  e  4  nel  secondo.  Gamberale  fu  tutto  spia- 
nato con  100  e  più  vittime.  In  Borrello  tutti  gli  edifici  rimasero  o  ca- 
duti o  cadenti,  senza  però  caujsare  nocumento  alle  parsone.  Pòpoli  fti 
tutto  fracassato  e  cosi  pure  Pettorauo;  Archi  e  Bomba  furono  gravemente 


[1706]  àOl 

(iauneggiati  :  ugnai  sorte  toccò  .a  Pacentro,  ove,  fi'a  Taltro  fu  conquas- 
sata la  piccola  chiesa  della  Madonna  dei  Sette  Dolori  (docum  ms,  Arch. 
parr.)  :  in  Pratola  Peligna,  sotto  le  macerie  di  molte    case  perirono  4 
individui  e  molti  altri  edificii   rimasero  in  istato   minaccioso.    Raiano, 
Castiglione,  Rocchetta  e   Rivisondoli  furono  tutti   disfatti  :    in   Agnone 
oaddero  5  case  ed  il  campanile  della  chiesa  di  S.  Marco.  Vasto   sofifrl 
assai:  in  Belmonte  e  Schiavi  di  Abruzzo  caddero  10  case:  in  Castel  di 
San^nro  precipitò  il  castello  vecchio  superiore  con  le  case  circostanti  e 
molte  in  quello  inferiore.  Rocca  Cinquemiglia,  Roccavalleoscura  e  Roc- 
caraso  furono  disfatte  interamente.  Solmona  fu  quasi  del   tutto  abbat- 
tuta, pacche  il  solo  convento  dei  Cappuccini,  il  campanile  dell'Annun- 
ziata ed  il  Palazzo  Monti  rimasero  in  piedi:  rovinarono  dalle  fondamenta 
fra  gli  altri  edificii  la  Cattedrale,  la  chiesa  dell'Annunziata  (eccettuato, 
rome  6  detto,  il  campanile),  il  Collegio  de'  Gesuiti,  sotto  cui  5  persone 
rimasero  schiacciate  :  nei  monasteri   di    S.  Monica,  di    S.  Caterina,  di 
S.  Chiara  e  di  S.  Agostino,  si  ebbero  rispettivamente  2,  5,  0,  2  e  2  vit- 
time :  in  quello  dei  PP.  Predicatori  2  feriti  soltanto.  Secondo  il  De  Nino 
op.  cit.)  il  numero  dei  morti  in  città  ascese  a  1000  dei  quali  740  erano 
persone  ivi  abitanti  e  le  altre  forestieri. 

Soffri  pure  dei  danni  la  Badia  di  S.  Spirito  del  Morrone.  Torre  passeri 
ed  Acquaviva  furono  distrutti  ;  Celano,  Gagliano,  Aterno  e  Montereale 
furono  molto  danneggiati  ;  Aquila  solo  leggermente.  In  Città  di  S.  An- 
gelo cadde  il  campanile  della  chiesa  dedicata  a  S.  Michele,  come  scrive 
il  Biodi  (Man.  stor.  ed  artist.  degli  Abnizzi,  pag.  474,  Napoli  1889), 
che  però  erroneamente  attribuisce  il  terremoto  al  1709. 

In  S.  Pietro  Avellana  caddero  60  case  ed  altre  28  in  parte  rimasero 
abbattute  ed  in  parte  cadenti  :  neirabitato*rovinarono  inoltre  due  chiese 
ed  in  parte  8  masserie  ed  altre  7  appena  fuori  dalla  città.  Quivi  46 
persone  trovarono  la  molte  :  35  di  queste  furono  tosto  estratte  cadaveri 
e  le  altre  morirono  poco  dopo.  A  Castel  del  Giudice  furono  distrutte 
totalmente  42  case,  altre  60  gravemente  lesionate  :  4  masserie  furono 
totalmente  disfatte  entro  V  abitato  ed  altre  4  appena  fuori  rimasero 
cadenti.  I  morti  ascescero  a  42  ed  il  danno,  compreso  quello  arrecato 
alla  Matrice,  alle  altre  chiese,  all'ospedale  ed  agli  editici  pubblici,  ascese 
a  8406.20  ducati.  I  danni  in  Pescopennataro  furono  di  ducati  9240.  A 
Cassino,  come  nota  il  Pilla,  il  terremoto  fu  assai  violento  e  duraturo 
e  fu  seguito  da  varie  repliche,  ma  non  causò  alcun  danno. 

A  Napoli,  come  trovo  notato  nel  Diario  Napoletano,  già  parecchie 
citato  (Arch.  Star,  per  le  prov.  Napoletane,  voi.  X,  pag.  479,  Napoli 
1885)  la  scossa  delle  21^  non  produsse  alcun  danno,  ma  causò  grande 
timore;  a  S**  di  notte  ed  a  12^  della  mattina  seguente  si  ebbero  due 
altre  repliche,  non  sentite  dalla  generalità  degli  abitanti. 


[1706-1707] 


oa  il  terremoto  fa  pure,  come  nota  il  Gagliardi  [Dell'  infermo 
Boma  1720,  parte  II,  pag,  130)  sentito  con  maggiore  spavento 


i  entro  cui  il  terremoto  è  stato  disastroso  &  forma  molto  irre- 
è  racchiuBE  età  una  linea  (fig.  14)  che  inclade  Manoppello. 
lacesca,  Fara  S.  Martino.  Borrello,  Pesco  Pennataro,  Castel 
ice,  S.  Pietro  Avellana,  Forlì  del  Sannìo,  Cerro  al  Voltamo. 
a,  Montenero  V.  C,  Roccaraso,  Pescocostanzo,  Pettorano,  Sol- 
Etiano,  Popoli,  Castiglione  e  Torre  Passeri. 


Fio.  H. 

jentro  di  questo  terremoto  deve  trovarsi  nei  dintorni  delln 
ove  dopo  il  giorno  5  furono  sentiti  dei  rombi  cupi  come  epari 
ieria  e  nei  luoghi  vicini  piccole  scosse  :  presso  Pettorano. 
aramanìco  ed  in  altre  località  alle  falde  di  detto  monte  ai  apri- 
te spaccature  nel  suolo. 

ta  figura  mostra  l'andamento  delle  principali  zone  isosismiche 
area  mesosismica  disastrosa  ;  BB,  rovinosa  e  G  quasi  rovinosa. 

1707.  Marzo  24.  Dintorni  di  Acqaasparta  (Perug-ia). 

Il  Btatu  (Il  BuiDR  :  j/ju.  Cameralia  Diversa,  tomo  XXIl,  fo).  lOH-lfl  r.  e  v. 

fine  di  marzo  scosse  fortissime  urtarono  i  dintorni  di  Acqua- 
aeciaimcnte  le  cosi  dette  •  terre  Amolfe  »  :  la  maggiore  com- 
accadde  a  SC"  circa  del  giorno  24  di  detto  mese  e  fu  seguita 
ho  pt^r  tutta  la  notte  seguente.  Non  si  ebbero  a  deplorare  né 
né  feriti  :  poche  case  furono  interamente  crollate,   ma   molUs- 


[1707-1711]  203 


sime  per  le  lesioni  subite,  furono  rese  inabitabili.  I  luoghi  che  soffri- 
rono maggiormente  furono  i  seguenti  :  Colle  di  Campo  ebbe  i  più  gravi 
danni  e  per  restaurare  l'abitato,  quantunque  piccolissimo,  si  stimarono 
necessari  più  di  1000  scudi  romani.  La  chiesa  di  Forzano  fu  ridotta 
ad  essere  inservibile  per  le  fenditure  ricevute  e  per  il  tetto  minaccioso 
di  rovina  :  le  case  del  paese  furono  rese  tutte  pericolanti.  La  chiesa 
di  Fiorenzaola  ebbe  il  tetto  aperto,  i  muri  screpolati  con  un  danno  di 
1000  scudi  :  le  case  rimasero  in  piedi,  quantunque  in  cattivo  stato. 
Litema  e  Fogliano  furono  danneggiati  come  il  precedente  abitato  ; 
Arezzo  un  po'  meno.  La  chiesa  di  Messenano  fu  più  rovinata  di  quella 
di  Fiorenzuola  e  l'abitato  ricevette  gravi  danni.  Macerino  invece  soffri 
poco. 

Nei  cataloghi  del  Perrey,  del  Mercalli  e  del  Malvasia-De  Rossi  non 
si  trovano  notizie  per  i  paesi  circostanti  riguardanti  questo  terremoto, 
i  cui  effetti  devono  perciò  essere  stati  oltremodo  assai  localizzati. 

[612]    1707.  Ottobre  16.  Sicilia. 

MONoiTORB  ▲.  :  Utor,  cronoL  dei  terr.  ecc.,  pag.  413. 

Al  16  Ottobre,  a  8*^  Vt^  violentissimo  terremoto  in  Catania^  Augusta, 
Lientini,  Piazza  ed  altri  luoghi.  Nessun  danno. 

[613]    1707.  Marzo  3.  Calubria? 

D'aho  SapolUano  dal  1700  al  i709  in  «  Arch.  Stor.  per  le  prov.  Napol.  »  Anno  x,  fòsc.  iv, 
Vàg,  627,  Napoli  1886. 

11  citato  diario  reca  testualmente  :  «  Con  lettere  di  Calabria  sotto 
il  3  di  questo  corrente  mese  [marzo]  s' intese  dopo  vespero  fortissimo 
terremoto  che  ha  portato  gran  danno  airedificg  di  quelle  terre,  repli- 
cando nella  Basilicata,  risolse  la  città  di  Maratea  portarsi  processio- 
nalmente...  > 

[6U]    1709.    Gennaio  8.  Trapani. 

MoNurroRB  A.:  Mar.  crotwL  det  terr.  di  Sicilia  ecc.,  pagr.  413. 

A  4*»  Vt  deirS  gennaio  forte  scossa  a  Trapani  :  a  6^  una  replica.  Al 
U  gennaio  poi  tre  scosse  a  Catania,  a  Randazzo  ed  a  Francavilla. 

[615]    1711.  Gennaio  -  Febbraio.  Reggio  Calabria. 

pERBtT  A.:  Tremai,  ecc.,  pag.  36  -  db  Lorenzo  :  Afem.  da  servire  alia  Si.  ecc.,  voi.  I,  parte 
m,  pag.  208  -  Db  Rossi-Malvasia:  Documenti  ecc.,  pag.  10-1 1. 

Il  Perrey,  seguendo  Von  HoflF,  ricorda  che  al  7  gennaio  fra  le  3  e  le 
4^  della  sera  furono  sentite  a  Kcggio  Calabria  tre  scosse.  La  cronaca 
sincrona  del  reggino  Cama,  pubblicata  dal  De  Lorenzo,  segnala  a  lò^  30"' 
di  detto  giorno  una  scossa,  seguita  mezz'ora  dopo  da  replica  :  nessun 
danno.  Poi  al  21  febbraio,  ad  1^  15"",  una  forte  e  due  a  brevi  intervalli 


204  [1712- 17U] 


a  20  30''  del  27.  Nei  Documenti  pubblicati  da  De  Rossi  e  Malvasia  si 
riporta  nna  corrispondenza  da  Napoli  del  17  febbraio,  ove  si  narra  che 
non  solo  in  Reggio  fu  sentito  il  terremoto  con  grande  spavento,  ma 
anche  in  tatta  la  proviocia,  senza  però  che  apportasse  grandi  danni  ; 
che  si  propagò  pare  a  Messina  ed  in  altri  luoghi  dell'  isola,  che  infine 
gran  parte  delle  popolazioni  stavano  attendate  iu  aperta  campagna. 

[616]    1712.  B«H>. 

PERREY  A.  :  Trembl.  penti».  Ilaì.,  pag.  96. 

Seguendo  Von  Hofif,  il  Perrey  dice  che  sul  principio  dell'anno  sì 
senti  a  Roma  una  scossa  che  fece  rovesciare  una  volta  nel  Seminario 
Romano. 

[617]    1712.  Maggio.  Caupobasso. 

MiLVAsTA-I>E  BOSSI:  Documenti  ecc.,  paff.  Il  -  S.irsblu   P.:    UU.  Beet.,  voi.  vii,   pa*f.  '1, 
lettera  39. 

Circa  i  primi  di  maggio  ai  senti  in  Napoli  una  gagliarda  scossa  clie 
incusse  spavento  nella  popolazione  ;  In  CampobaBso.  per  un  terremoto 
seguito  da  repliche,  furono  rovinate  alcune  case  e  chiese.  Durante  il 
mese  di  maggio  e  fino  al  15"  giugno  in  Benevento  parecchie  forti, 

[618]    1712.    Luglio  16.  BrniiaHe,  Stilo  (Calabria). 

CAlmONK  G.  I>,  ;  /  terr.  Ai  Calabria.,  paR,  SCI  -  Ualvasia-Ue  Rossi:  Docunieiitl  ecc.,  IKifT.  11. 

Al  9  luglio,  a  8*'  Vii  *  Keggio  e  Stilo  una  scosBa;  al  16.  a  5*  ital.. 
a  Reggio  una  violenta,  che  a  Bruzzano  e  Stilo  f\i  fortissima,  avendo 
causato  delle  fenditure  in  qualche  muro.  A  questo  terremoto  allude 
certamente  la  notizia,  datata  da  Napoli  19  luglio,  pubblicata  da  Mal- 
vasia e  De  Rossi,  che,  cioè,  in  Calabria,  sia  stato  sentito,  con  danni,  an 
nuovo  terremoto. 

Ha§safra  (Lecce). 

Al  3  e  G  gennaio  scosse  di  terremoto  a  Bari  :  iu  Massafra  precipita- 
rono 2  case. 

[620]    1713.  Marzo  25.  Sessa. 

M*LVAS1A-DK  Russi  :  op.  eli.,  pag.  11. 

AI  25  marzo,  di  notte,  a  Sessa  (Aurunca  o  Cilento?)  fortissima 
scossa  :  qualche  danno. 

[621]    1714.  Agosto.  Salerna. 

Uai-vabia-Du  ROSSI:  op.  CU-,  PSR.  12. 

Nell'agosto  alcnne  scosse  fortissime  fecero  diroccare  in  Salerno  quattro 


^   I V 


[1715  - 1716]  205 


0  cinque  case  con  morte  di  qualche  persona  ;  furono   intese   anche   in 
Avellino. 

[622]    1715.  Febbraio  19  e  21.  Reggio  Calabria. 

CARBONE  Grio.  d.  :  /  terremoti  di  Calabria  ecc.,  pag-.  62  -  db  Lorenzo  A.:  Mem.  da  $erv.  alla 
St.  $ac.  e  e  tv....  di  Reggio^  voi.  I,  pag.  267. 

A  IG>^  del  19  febbraio  a  Reggio  Cai.  scossa  sentita  anche  nella  Piana 
a  Koccella  ed  a  Caulonia:  al  21,  a  1^  e  5*"  ant.,  due  molto  forti  in  Reggio 
e  nelle  località  citate  che  produssero  screpolature  negli  intonaci  delle 
pareti  :  a  15^  ital.  del  30  agosto  a  Reggio  un  altra  ed  a  7^  ital.  del  14 
settembre  una  seguita  da  replica  più  violenta. 

Il  Mongitore  ricorda  (Op.  cit.  pag.  413)  che  al  24  febbraio  di  questo 
anno  si  ebbero  9  scosse  a  Naso  ;  non  vi  sarà  errore  di  data,  invece 
che  al  24  non  si  riferiranno  al  21  ? 

623]     1716.  Sieilia. 

MoNoiTORE  A.:  ist.  cromi,  de  terr.  ecc.,  pag.  441. 

Al  21  febbraio,  secondo  Mongitore,  furono  sentite  violenti  scosse  nel 
Valdemone,  specialmente  a  Castroreale.  Nulla  mi  risulta  per  le  Calabrie. 

Per  maggio  e  giugno  il  Perrey  (Trembl.  ecc.,  pag.  36)  dice  che  in 
Catania  e  Siracusa  furono  avvertite  diverse  scosse  molto  più  violenti 
ad  Algeri,  ove  perirono  sotto  le  rovine  dei  fabbricati  circa  20000  per- 
8<me,  e  che  al  1°  dicembre,  a  4**  di  mattina,  uno  scuotimento  violento 
urtò  Messina,  e  fu  fortissimo  a  Catania,  rovesciando  varie  case  :  ciò 
secondo  von  Hoff. 

Il  Mongitore,  dopo  le  scosse  di  Castroreale  precedentemente  accen- 
nato, null'altro  aggiunge  :  ciò  mi  fa  ritenere  erronee  le  notizie  date 
dal  Perrey,  tanto  più  poi  che  il  Chesneau  (*)  riguardo  al  terremoto  di 
Algeria  dice  che  il  3  febbraio  a  2^  del  mattino  fa  ivi  sentita  una  prima 
scossa  disastrosa,  seguita  da  repliche  più  o  meno  forti  ed  al  26  da  una 
nuova  commozione  intensa  come  la  prima. 

Secondo  la  cronaca  Cama,  pubblicata  dal  De  Lorenzo  (Op.  cit.,  voi.  I,* 
pag.  267),  a  10**  */*  ital.  del  14  settembre,  si  ebbero  in  Reggio  Calabria 
tre  scosse  a  breve  intervallo. 

[624]    1716.  Ottobre  4.  Cascia  (Perugia). 

C4K  r:Hi  V.  C'.  :  Nonnulla  de  terraemotu  ecc.,  pagr.  351. 

Il  Cocchi,  scrivendo  al  Lancisi,  dava  notizia  che  «  secunda  noctis 
bora  [4  ottobre]  vehementius  consueto  mota  est  terra  »  per  cui  ag- 
giunge che  anzi  poco  mancò  che   la   città   non   fosse   nuovamente   di- 


'1}  cuBSNEAU  B.:  .Vote  sur  les  tremhleììients  de  terre  en  Algerie  ln«  Ann.  dee  Mlnes  », 
JHQvier  1802,  pai?.  7-8  (estr.),  Paris  1892. 


206  [1717-1718] 


strutta.  Si  aprirono  g^^ndi  screpolature  nelle  pareti.  Lo   spavento   del 

Cocchi  e  di  tutti  gli  abitanti  fu  grandiSBimo. 

e  non  si  parli  di  repliche  pare  che  il  timore  (e  quindi 
ansa)  sia  durata  per  parecchi  giorni,  perchè'  egli  scrive 
si  andava  a  letto  con  lo  stesso  animo  con  cui  si  sarebbe 
alo, 

•a  notizia  danno  di  questo  terremoto  i  varii  cataloghi  e 
sismiche. 

Aprile  4.  '    ViMri*  (Siracusa). 

lor.  eroH.  Oet  lerr.  di  Sic.,  pag.  IH. 

leta  della  sera  del  4  aprile  an  fiero  terremoto  urtò  Vit- 
vi  cadere  una  casa,  sotto  le  cni  rovine  sì  ebbero  a  de- 
ime  :  tale  scuotimento  si  propagò  in  tutta  la  vai  di  Noto. 
'Trembl.  ecc.,  pag.  36)  oltre  alle  scosse  del  22  aprile,  di 
,  poco,  dà  le  seguenti  notizie  :  maggio-gingno-Inglio  pa- 
oli in  Sicilia  —  15-17  giugno  a  Siracusa  e  Messina  scosse 
)  qualche  danno  —  27-28  a  Catania  alcune  violenti  pre- 
libi fortissimi. 

re  (loc.  cit.)  non  ricorda  queste  scosse,  ma  invece  le  se- 
lio, 4'' SO"  ital.  due  a  Catania  —  Ifl  settembre,  17"  ital.. 
t  ed  in  vai  di  Noto  —  21,  altra  nelle  stesse  località. 

Aprile  22.  Castrtreale  (Messina). 

nnuuu  TrlMcriae  terraemotu,  pag.  125-131  -  uoNaiTORsA.:  J$t.  Cromi. det 

isto  come  già  nel  1716  [623]  fOB8ei*o  state  sentite  a  Ca- 
)  scosse  :  ora  all'  aurora  del  22  aprile  a  Messina  un  for- 
fu  precursore  di  una  scossa  della  durata  di  un  ■  credo  > 
tllai'e  le  case  e  spaventare  la  popolazione.  Fu  forte  sopra 
reale  che  ricevette  gravissimi  danni  :  caddero  alcune  case, 
,rono  conquassate  e  rovinose  :  furono  rotti  tatti  gli  acque- 
scossa  fu  intesa  a  Pozzo  di  Gotto,  a  Milazzo,  a  Kometta.  a 
Eolie,  ecc. 

Giugno.  Liv«r««. 

n  M.  S.  ;  Documenti  ecc.,  pair.  \ì. 

imi  giorni  di  giugno  parecchie  scosse  a  Livorno,  alcune 
tsai  violenti. 

Febbraio  20.  Siracnsano  e  CatiBe.«e. 

.  eronol.  del  lerr.  iti  Sicilia,  pag.  415. 

raio,  a  IS""  '/s  ital.,  a  Nicosia  (Catania),  a  Lentjni,  a  Car- 


[1718  - 1719]  207 


lentini  (Siracusa),  a  Rogalbuto,  a  S.  Filippo,  a  Gagliano  (Nicosla),  ad  Ali- 
mena  (Cefalù)  ed  in  altri  luoghi  vicini  violenti  scosse  con  qualche  danno. 

[629]    1718.  Marzo  10.  Noto  (Siracusa). 

UoNQiTORE  A.:  Op.  Cit.,  pa«.  415. 

Al  10  marzo  a  Noto  terremoto  gagliardissimo.  Il  Perrey  (TrembL  pen. 
JtoZ.,  pag.  36)  dice  che  verso  il  18  marzo  a  Catania  fafono  intese  nuove 
scosse  che  fecero  rovinare  alcune  case. 

Al  19  giugno  si  ebbe,  verso  le  10**  V21  ^^  A^ro  scuotimento  ad  Au- 
gusta ed  al  25  e  29  agosto,  rispettivamente  a  3^  di  notte  ed  a  23»»  V, 
ital.,  due  lievi  a  Palermo. 

^630]     1719.  Gennaio  7.  Prioli. 

m%lvasia-De  BOSSI:  Documenti  ecc.,  pag.  12  -  pbrrby  a.:  Trembl.  penins,  Itah,  pag.  37  - 
Piovenb:  Cron,  terr.  a  Vicenza,  pag.  50  -  Scarpa:  Terr.  aw.  a  Treviso,  pag.  181. 

Verso  le  3**  della  sera  del  7  gennaio  a  Venezia  una  forte  scossa  della 
durata  di  un  «  credo  »  incusse  panico,  fece  cadere  qualche  comignolo 
ed  aprire  varie  lievi  fenditure  :  pare  —  secondo  i  documenti  Malvasia- 
De  Rossi  —  che  abbia  nel  Friuli  causati  danni  maggióri,  avendo  ivi 
fatto  cadere  alcune  case.  Però  il  Tommasi,  nel  suo  catalogo  dei  terre- 
moti friulani,  non  parla  di  questo  terremoto  :  sappiamo  però  che  a  Tre- 
viso fece  cadere  qualche  comignolo,  che  a  Vicenza  fu  forte  ma  senza 
danni,  che  si  propagò  anche  a  Padova,  a  Bologna,  a  Ferrara  e  lieve- 
mente fino  a  Verona  ed  a  Pesaro. 

;tì31]    1719.    Maggio  23.  SiracDsa. 

MoNorroRB  A.  :  Istor,  cronoL  dei  terr,  ecc.  pag.  415. 

D  13  gennaio,  a  2**  V«  ^ì  notte,  si  sentì  a  Ragusa  ed  a  Vizzini  una 
scossa  che  provocò  grande  spavento  ;  al  21  aprile,  a  4**  di  notte,  tre  a 
Catania  ;  a  3**  del  19  maggio  una  a  Palermo  ed  infine  nel  23  maggio 
un  terremoto  urtò  Siracusa,  Catania,  Ragusa  ed  altre  città.  Il  Perrey 
(Op.  cit.,  pag.  37),  citando  il  Jour/iaZ  historique- {^q^X.  1719:  pag.  185), 
registra  al  23  maggio  un  terremoto  a  Siracusa  che  fece  rovesciare  più 
c^ise  e  fh  seguito  per  più  giorni  da  repliche.  Dubito  dei  dettagli  ri- 
(Tuardanti  V  intensità  dati  dal  Perrey,  perchè  mi  pare  che  se  tale 
scossa  avesse  recato  danni,  il  Mongitore,  autore  accurato,  V  avrebbe 
accennato. 

[632]    1719.  Giugno  27.  Norcia  (Perugia). 

Maia'asia-De  rossi  M.  S.:  Documenti  ecc.,  pag.   12  -  moroni:  Diz.  a*  erud.,  voi.  LXIX, 
pag.  35. 

Dopo  le  10*»  V«  del  27  giugno  a  Roma  lieve  scossa  lunga  un  «  ave  »  ; 
fa  gagliarda  a  Rieti,  a  Spoleto,  a  Foligno  ed  in   altr^  luoghi  circonv^- 


[1720] 

"oi'cia  ed   adiacenze   fece   cadere   alcune   case  con  morte   di 
ersona.  Visso  non  pati  alcun  danno. 

780.  Gennaio  10.  Alpi  A|hih«  (Toscana). 

m:  I  terr.  Apuani,  paj?.  6  lestr.) 

gennaio,  a  9^,  nelle  Alpi  Apuane  fiera  acoasa  che  forse  corrì- 
n  quella  registrata  dal  Perrey  (Tretnbl.  peniti».  Ital.,  pag.  37) 
2  a  Genova  ed  a  Livorno  :  altre  lievi  ad  l*"  ant.  del  12.  ad 
el  13.  a  a*"  ant,  circa  del  17  gennaio,  e  poi  a  IC  pom.  circa 
)  13  maggio. 

T20.Agvstu  27  28?  Atina  (Caserta), 

aojsi:  Dodiittenti  ecc.,  pag-  lS-13  -  pilla  l.:  Relaz.  dei  Irem.  ecc.,  piig.  102. 

lite  volte  citati  Documenti  si  apprende  che  al  27  o  28  agosto 
furono  sentite  due  scosse,  le  quali,  quantunque  innocue,  ge- 
grande  apprensione  :  a  Montecassino  produssero  danni  all'ab- 
icero  rovinare  alcune  case  nei  dintorni. 

nota  per  Montocassino  una  prima  scossa  assai  gagliarda  ad 
del  7  giugno,  ed  an  altra  nella  notte  del  19  agosto  molto  forte 
i  intensa  nella  vicina  Atina.  La  qual  notizia,  che  forse  *  la 
ta,  si  riferisce  certamente  alla  scossa  che  i  documenti  Ual- 
EÌ03SÌ  affermano  avvenuta  al  27-28  con  danno  nei  diittomi  di 
Ino. 

720.  Settembre  12.  fler»»  (Calabria). 

ntbl.  peniiu.  Ital.,  pa(c.  37  -  Malv*sia-de  rossi:  DoeuntetUi  ecc.,  i>ag,  13  -  uon- 
.:  Ittor,  cromi,  del  (tir.  ecc.,  pag.  415-  db  lorento;  op.  clt,,  voi.  i,  pag.  261. 

ey  dA  notizia  di  una  scossa  avvenuta  il  9  settembre  a  Mes- 
i  quale  città  produsse  qualche  danno. 

jettembi-e  un  fortissimo  scuotimento  in  Gerace,  cansò  la  ro- 
nonastero  con  la  morte  di  qualche  religioso  :  pare  che  qn<«sta 
n  siasi  propagata  tino  a  Keggio,  poiché  la  cronaca  Cama. 
i  dal  De  Ijorenzo,  e  le  notìzie  del  Carbone  Orio  accennano 
eguenti  :  15  gennaio,  S"  45*°  ital.  scussa  a  Reggio  sentita  nella 
Laureana  ed  a  Nìcotcra  ;  questa  scossa  fu  più  forte  a  Mes- 
irio  di  Roma,  N.  9  :  febbr.  1720)  —  a  10^  a  Reggio  nuova 
ta  pift  violenta  della  precedente  a  Messina,  ove  a  11'',  ne  fu 
altra  —  27  aprile,  16''  una  a  Kf^ìo  sentita  a  Rosamo,  a 
MonteleoiK',  a  Tiriolo  ed  a  Maida  —  28  aprile,  17"  circa,  una 
ed  a  Tiriolo  ed  intinc  al  17  dicembre,  a  7",  una  a  Reggio 
a  S**  IS*"  ilal.,  una  ond.  lunga  e  leggera  seguita  da  replica 
Il  Mongitore  alia  sua  volta  non  registra  nel  1720  che  una 
ssa  avvertita  a  12"  del  26  ottobre  lievemente  a  PaleiTno, 


[1723  -  1724]  209 


[636]    1723.  Monte  Camino. 

Ds  Marco  Q.  :  Monte  Cassino  ecc.  pag:  73. 

Il  30  maggio  lieve  scossa  :  un'  altra  era  stata  sentita  nella  settimana 
innanzi  propagatasi  pure  air  abbazia  di  S.  Vincenzo  :  al  15  luglio  forte 
terremoto  sentito  anche  a  S-  Germano  :  a  11*^  */2  circa  del  12  settembre 
una  fortissima  con  replica  subito  dopo  :  all'  11  ottobre  un'  altra  molto 
forte  ed  infine  al  18  nuova  scossa  fortissima  susseguita  nella  mattina 
seguente  da  replica. 

[637]    1724.  Marzo  20.  Lovere  (Bergamo). 

MiLYAsiA-DB  Rossi:  Documenti,  pag.  13. 

Al  20  marzo  a  Lovere  e  territorio  gagliarda  scossa  con  leggera  re- 
plica al  23  :  fti  sentita  in  Valtellina  senza  danni. 

[636]    1724.  Settembre  3.  Reggino. 

Cahbonb  Grio  d.  :  /  terr.  di  Calabria^  pafi:.  62. 

A  6*»  ital.  del  17  maggio  a  Cinquefrònde,  a  Polistena  ed  a  Reggio  ter- 
remoto fortissimo  con  rombo  :  a  22**  7«  ^^^  ^  agosto  a  Reggio,  a  Gal- 
lico, a  Calanna  ed  a  Scilla  scossa  a  quattro  riprese  della  durata  totale 
di  1»  :  la  prima  e  V  ultima  ftirono  fortissime  e  produssero  dei  crepacci 
nei  muri. 

[639]    1724.  Settembre  11.  Setacea  (Qirgenti). 

Savasta  f.:  Ist.  dell*  orr,  terr»  ecc.,  pag.  14  -  monoitore  a.:  Istor.  cronol.  dei  terr.  ecc., 
pag.  415. 

A  Sciacca  TU  settembre  forte  scossa  seguita  da  numerose  repliche 
fino  ai  primi  di  novembre  :  buona  parte  degli  abitanti  abbandonò  le 
case.  A  Palermo  si  intesero  due  scosse,  una  a  9*"  della  notte  precedente 
il  15  settembre  e  V  altra,  più  intensa,  a  22^  del  giorno  18. 

[tUO]    1724.  Dicembre  11.  Travale  (Senese). 

SoLDANi  A.  :  Relazione  ecc.,  pag.  15. 

All'  11  dicembre,  circa  le  20**  (1**  pom.),  in  Siena  una  gagliardissima 
scossa  causò  qualche  leggero  danno,  vale  a  dire  la  caduta  di  qualche 
comignolo  e  piccole  lesioni  ai  muri,  specialmente  del  convento  dei 
PP.  Carmelitani  scalzi.  Nella  regione  Elei  ne  fece  dei  gravi,  giacché 
fece  rovinare  chiese  e  case  :  i  paesi  che  soffersero  maggiormente  furono 
Monte  Ingegnoli,  Fosini,  e  molto  più  ancora  Travale,  ove  vennero  ab- 
battute 26  case;  la  Pieve  e  gli  altri  pochi  ediflcii  furono  molto  danneg- 
giati, senza  però  che  vi  sia  perita  persona.  Nella  carta  (fig.  52)  sono 
segnati  l'epicentro  e  la  zona  mesosismica. 

BARATTA  :  Terremoti  ecc.  '  14 


210  [1725-1726] 


[641]    1725.  Ottobre  28?  Rmapia 

QiJARiNi  P.:  /  teìT,  a  Forlì,  pa^.  61  -  Pkrrey  a.:  Trembì.  penins.  Ital.,  pag.  88-  B.  Rioan 
Ann.  della  città  di  Faenza^  voi.  in,  pag.  298  -  O.  Simom;  Cronist.  del  com.  di  Medicina, 
pag.  8TO-71. 

In  una  cronaca  ms.  di  un  capuccino  si  legge  che  in  Modigliana, 
dopo  la  metà  di  ottobre,  si  sentirono  varie  forti  scosse  per  più  di  20 
giorni  :  la  popolazione  intimorita  abbandonò  le  case.  Alla  sera  di  S.  Si- 
mone (28  ott.)  ve  ne  fu  una  si  gagliarda  che  sconquassò  tutto  il  con- 
vento e  la  chiesa  di  detti  padri  :  nel  paese  fu  abbattuto  un  solo  co- 
mignolo. 

A  Faenza  la  scossa  fa  <  orribile  »  e  per  alquanti  giorni  furono  sen- 
tite delle  repliche  :  fu  intensa  a  Forli,  a  Fontana  ed  a  Casola  ;  recò 
grande  spavento  a  Medicina. 

Secondo  V  Ottieri  (Istoria  delle  guerre  avv,  in  Europa  e  particolar- 
mente in  Italia  ecc.,  Roma  1757,  VITI,  174)  i  luoghi  che  soffrirono 
maggiormente  per  questo  terremoto  furono  Faenza,  Brisighella,  Berti- 
nora.  Modigliana  e  Terra  del  Solo. 

Il  Perrey  al  4  novembre  registra  altre  due  scosse  violenti  a  Faenza 
ed  al  28  di  tale  mese  (non  sarà  ottobre  V)  una  nuova  che  fece  danneg- 
giare gli  edificii. 

Secondo  il  Guarini  al  15  novembre  si  ebbero  in  Forlì  due  scosse 
ed  una  breve  poi  a  1**  V*- 

[642]    1726.  Aprile  9.  Monti)  Uliveto  (Senese). 

SoLDANi  A.  :  Jielaz.  ecc.,  pag.  &H5. 

Circa  le  4*»  della  notte  del  9  aprile  a  Siena  fortissima  scossa  seguita 
da  due  altre  leggere  :  causò  si  grande  terrore  che  tutti  abbandonarono 
le  case  :  fu  più  forte  nei  luoghi  circonvicini  e  specialmente  a  sud  della 
città  :  a  Monte  Oliveto  determinò  qualche  lesione  e  la  caduta  di  una 
volta  di  quella  celebre  spezieria. 

[6431    1726.  Settembre  1.  Falerno. 

Vera  relaz.  dell'orribile  tremuoto  ecc.  -  Ultima  e  vera  relazione  delV  orribile  tremuoto  ecc. 
MoNoiTORE  A.  :  Palermo  amtnonito  ecc.  -  Resgitano  :  Vera  e  distinta  relazione  ecc 

A  4**  5"»  della  notte  un  violentissimo  tremuoto  agitò  non  solo  Palermo 
ma  i  paesi  circostanti  per  un  circuito  di  60  miglia  circa  :  secondo  al- 
cuni il  movimento  sismico  ebbe  5  riprese,  secondo  altri  cominciò  con 
moto  regolare  e  presentò  4  riprese  sempre  più  forti. 

Nello  stesso  istante  il  mare  fremendo  si  ritirò  dal  lido  con  grande 
spavento  di  quelli  che  si  trovavano  sulla  spiaggia  :  una  nave  francese 
lontana  da  Palermo  30  miglia,  non  molto  distante  da  Ustica,  traballò 
con  improvviso  moto,  talché  il  capitano  credette  di  aver  investito  in 
qualche  scoglio  o  banco  di  arena  :  una  barca  presso  il  M.  Gallo  fu  in 


[1726]  211 

• 

pericolo  di  sommergerBÌ  per  il  «  rigonfiamento  •  e  fremito  dell'acqua. 

I  danni  in  Palermo  farono  gravissimi  e  di  essi  il  Mongitore  nella 
sua  citata  opera  Palermo  ammonito  ecc.  dà  una  particolareggiata  de- 
>.*rizione  quartiere  per  quartiere.  Quello  di  S.  Cristina  fti  il  meno  dan- 
Dt'ggiato  ma  non  restò  totalmente  illeso  ;  fra  gli  edificii  più  cospicui 
che  risentirono  per  il  terremoto  dobbiamo  notare  il  palazzo  reale,  il 
{grande  ospedale,  il  monastero  di  8.  Chiara^  le  chiese  di  S.  Antonio 
(ia  Padova,  del  Carmine,  del  Gonfalone,  del  Salvatore  :  parecchie  case 
inoltre  furono  rovinate,  altre  lesionate  ed  a  molte  si  dovettero  tosto 
apporre  dei  puntelli. 

II  quartiere  di  S.  Agata  risenti  i  maggiori  disastri  nelle  chiese  degli 
Agonizzanti,  di  S.  Vincenzo,  di  S.  Maria  della  misericordia  ;  nei  con- 
venti di  &  Niceolò  da  Tolentino,  di  S.  Caterìnii,  della  Martorana,  di 
S.  Benedetto  ecc.  e  nei  palazzi  di  Campofronto,  Del  Carretto  e  Mella. 
Molte  case  inoltre  precipitarono  al  suolo  e  molte  altre  caddero  nei  di 
sasseguenti  :  tutte  le  rimanenti  ftirono  lesionate,  certune  in  modo  tale 
da  rendere  necessaria  la  demolizione  dei  piani  superiori. 

Il  quartiere  di  S.  Ninfa  fd  gravemente  flagellato  e  sparso  di  rovine  : 
gravi  danni  furono  inferii  ai  templi  ed  agli  edificii  pubblici  e  privati  ; 
molte  case,  benché  non  precipitate,  restarono  si  offese  e  lesionate  da 
richiedere  un  pronto  puntellamento. 

Nel  quartiere  di  S.  Oliva  si  riscontrarono  pure  varie  rovine  nelle 
chiese  e  nelle  case. 

Riassumendo  le  contrade  pi&  danneggiate  furono  le  seguenti  :  il  e  Cas- 
seromorto  »  dove  cadde  V  isolato  di  case  unito  alla  chiesa  di  S.  Gio- 
vanni e  l'altro  annesso  alla  chiesa  di  Porto  Salvo  :  le  case  dietro  porta 
«Carbone»,  la  contrada  della  «Fonderia»,  quella  dei  «  Cassari  »,  dei 
<  Spadari  »,  degli  Argentieri,  la  loggia  dei  «  pannieri  »,  la  «  Con- 
ceria »,  la  strada  dei  <  Candelari  »,  il  largo  «  S.  Onofrio  »,  le  strade 
dol  «  Monte  »,  dei  «  SS.  Cosmo  e  Damiano  »,  delle  «  Api  »,  ed  il  piano 
del  <  Papireto  ».  Farono  parimenti  danneggiati  il  largo  «  S.  Anna  », 
Ih  piazza  dei  «  Latterini  »  e  la  strada  collaterale,  la  chiesa  degli  «  Ago- 
nizzanti »,  le  contrade  del  «  Giardinazzo  »,  della  «  Ferrarla  »,  la 
chiesa  di  S.  Niccolò  Tolentino,  la  contrada  del  <  Ponticello  »,  la  «  Casa 
professa  »  e  «  Ballerò  ». 

Riguardo  i  dintorni  dobbiamo  notare  che  dalla  cima  del  monte  Gallo 
si  staccò  un  grande  masso  ;  che  nel  braccio  del  molo  si  aprirono  due 
fenditure  una  di  12  canne  di  lunghezza  (*)  e  di  3  palmi  di  larghezza, 
1*  altra  lunga  6  canne  e  larga  1  palmo  e  mezzo  ;  esse  erano  profonde 
tino  a  toccare  l'acqua  del  mare.  Varie  lesioni  si  determinarono  anche 


(1)  lA  canna  è  lun^a  m.  2.065  circa:  8  palmi  formano  una  canna. 


212  [1726-  1727] 


nel  baluardo  della  Lanterna  :  in  una  località  sopra  la  contrada  «  Torre 
longa  »  caddero  due  casette  di  campagna  sotto  le  cui  rovine  perì  una 
persona. 

«  Il  maggior  danno  »  nota  il  Mongìtore  <  fu  in  quel  sito  ove  anti- 
camente erano  i  due  moli,  che  dall'  uno  e  dall'  altro  fianco  cingevano 
r  antica  città  di  Palermo  :  che  essendo  fabbricati  in  parte  più  debole 
poterono  meno  resistere....  quantochè  [le  case]  fondate  sopra  sode  rupi 
resistendo  con  più  vigore,  ancorché  sentissero  lo  scotimento,  nulladi- 
dimeno  o  restarono  illese  o  fu  lieve  il  loro  danno  ». 

Le  vittime  del  terremoto  ascesero  a  250  ed  a  151  il  numero  d**i 
feriti. 

Questo  scuotimento  fn  inteso  fortemente  a  Marsala  ed  a  Mazzara  : 
lievemente  a  Sciacca.  A  Trapani  fece  precipitare  due  palle  ornamen- 
tali del  campanile  dei  PP.  Carmelitani  e  nella  fortezza  della  «  Colom- 
bara  *  morì  oppresso  un  soldato. 

Al  16  ottobre,  a  10*"  circa  di  mattino,  si  senti  in  Palermo  una  scossa 
lieve,  ed  alcune  altre  minori  al  19  e  20  di  detto  mese  :  nell'  ultima 
giornata  testé  ricordata  un  violento  scuotimento  urtò  Cefalù,  Tusa, 
Calatabiano,  Isncllo,  Gratteri,  Gerace  e  Gagliano,  ove  non  apportò  ro- 
vine ma  grande  terrore  ;  al  26  settembre  si  ebbe  un  terremoto  a  Tra- 
pani di  cui  parlerò  a  suo  luogo.  (N.  644). 

[644]    1726.  Settembre  26.  Trapani. 

MoNoiTORB  A.:  Istor,  cromi,  dei  terr.  ecc.,  pa(?.  418. 

Al  26  settembre  a  Trapani  ed  a  Monte  S.-  Giuliano  un  terremoto 
fece  abbattere  10  case  e  diroccare  due  celle  nel  convento  dei  PP.  Ca- 
puccini. 

[645]    1727.    Gennaio  5-7.  Noto  (Siracusa). 

Monoitorea.:  Istor.  cromi,  dei  terr.,  pap.  410  -  Relazione  dell'orribile  e  spavetU.  trem.  ecc. 

Nel  giorno  5  gennaio,  ad  ore  8  Vs  ital.,  in  Noto  due  scosse  atterri- 
rono r  intera  città  :  nel  giorno  6  si  ebbero  altri  cinque  scuotimenti  a 
poco  intervallo  l'uno  dall'altro  :  il  primo  a  2*»,  il  secondo  a  3*»,  il  terzo 
a  3^  Vi  fu  più  gagliardo  degli  altri  due,  il  quarto  circa  a  3*»  ^4  ^^  il 
quinto  a  4^  fu  sì  forte  che  fece  uscire  l' intera  popolazione  dalle  case. 
Nel  giorno  7,  a  7*»  V2  i^^l-  ^^  notte  (0^45"  ant.  circa),  altro  molto  forte: 
indi  a  18**  ital.  scossa  fortissima  e  per  intensità  simile  a  quella  dell'll 
gennaio  1693  che  distrusse  la  città. 

Per  questo  scuotimento  e  per  i  maggiori  precedentemente  sentiti, 
cadde  a  terra  il  muro  della  chiesa  vecchia  del  monastero  Francescano, 
r  arco  maggiore  del  SS.  Salvatore,  aprendo  pure  l' intiera  tribuna, 
1'  arco  della  chiesa  vecchia  di   S.  Maria  di  Gesù  dei  Min.  Osservanti, 


[1727J  '2lì 

parte  del  convento  dei  PP.  minimi  di  S.  Francesco  da  Paola  ed  altre 
case  di  minore  altezza  :  gravi  fenditure  si  aprirono  nelle  fabbriche 
nuove  della  città  e  tra  queste  la  chiesa  dell'  Arcangelo  S.  Michele. 
Malgrado  tali  rovine  non  si  ebbero  a  deplorare  vittime  :  due  sole  per- 
sone rimasero  gravemente  ferite. 

L'  ultima  scossa  (18'^,  7  gen.)  fu  sentita,  senza  però  alcun  danno,  e 
nemmeno  dalla  generalità  degli  abitanti,  ad  Avola,  a  Palazzolo,  a  Spac- 
caforno,  a  Modica,  a  Scicli,  a  Ragusa,  a  Vizzini,  ad  Augusta,  a  Sira- 
cusa ed  in  altre  località  della  vai  di  Noto,  ed  inoltre  a  Catania,  a 
Messina  ed  a  Palermo. 

[646]     1727.  Maggio-ottobre.  Sciacca  (Girgenti). 

MoNoiTORK  A-:  Op.  cit.,  po^.  41S-19  -  Savasta:  Istor.  delVorr.  terr.  ecc. 

L'  8  maggio  ad  ore  11 74  ital.  una  orribile  scossa,  preceduta  da 
torte  rombo,  fece  tremare  tutte  le  fabbriche  della  città,  la  cui  popola- 
zione spaventata  usci  dalle  case  :  fu  seguita  da  rombi  sotterranei  non 
accompagnati  da  sensibile  tremolio  del  suolo.  Intorbidarono  i  pozzi. 
Por  questa  scossa  e  per  le  altre  maggiori,  di  cui  darò  in  seguito  l'elenco, 
.«^i  produssero  varie  fenditure,  facilmente  però  risarcibili,  nelle  fabbriche, 
nella  chiesa  ed  in  alcune  camere  dei  dormitorii  del  Collegio  dei  PP.  di 
(tcsù  :  nei  conventi  dei  Minori  Osservanti,  dei  PP.  di  S.  Domenico 
degli  Agostiniani  e  dei  Paolini  ;  nel  monastero  delle  Giumare  ed  in 
<luello  di  8.  Maria  dello  Spasimo.  La  torre  del  Castello  nuovo  di  Pe- 
ralta  fu  lesionata  nelle  quattro  sue  faccie.  Non  crollò  però  alcun  edi- 
tìcio.  Le  maggiori  scosse  nelle  terre  vicine  furono  intese  solo  legger- 
mente. 

Rkplichb:  —  Maggio  16)  11*»,  fortissima  simile  alla  precedente;  2i)  2V, 
soossii  più  lieve:  continuano  ad  udirsi  dei  leggieri  scuotimenti;  Si)  7**,  una 
fortissima  —  Giugno  2)  12*»,  fortissima  :  in  tutto  il  mese  continuamente  sia  di 
giorno  che  dì  notte  repliche  lievi  —  Luglio  4)  una  veemente,  il  mare  si  ritirò 
dalla  spiaggia  ;  5)  nella  giornata  5  scosse,  di  cui  2  fortissime  e  3  leggiero  ; 
ih  scosse  forti  ;  i0-i5)  giornalmente  scosse  lievi  ;  i6)  4*»  notte,  una  fortis- 
sima ;  Ì7-2S)  leggiere  repliche  più  volte  al  giorno;  2f)  1*»  di  notte,  una 
molto  forte  ;  29)  4**  notte,  terremoto  non  tanto  forte  ;  30)  12*»  V'4,  una  molto 
f<»rte  causò  grandissimo  spavento  e  produsse  una  grande  fenditura  nella 
(;hi»^Ha  dei  Gesuiti  :  fu  seguita  da  molte  repliche  sempre  più  incalzanti  ;  3i) 
lo"*',,  scossa  e  rombo  fortissimo  —  Agosto  i)  16*»,  scossa  fortissima  simile  a 
(piella  del  4  luglio  ;  2)  10*»  */2«  altra  fortissima  :  nello  spazio  di  30»"»  5  repliche 
e  6  altre  fra  poco  prima  e  poco  dopo  V  €  ave  maria  »  ;  a  3*»  di  notte  altro 
>ei  o  sette  scosse  di  cui  la  prima  fortissima  e  le  altro  leggiero  :  3)  9*»,  scossa 
veementissima,  la  più  intensa  del  periodo  sismico  :  proceduta  da  forte  rombo 
f»H»  cadere  dalla  sommità  delTorologio  del  monastero  grande  una  grossa 
palla  di  pietra  del  peso  di  2  cantari  ;  3-16)  continue  scosse  leggiere  ;  i7)  6*", 


214  [I72t  - 1728] 


una  forte  che  fece  ondulare  i  letti  ;  Ì7-25)  il  suolo  stette  in  quiete  ;  26)  nella 
giornata  una  forte  di  mezza  <  ave  maria  »  ;  28)  4^  notte,  due  forti  e  pa- 
recchie altre  fino  al  yo  settembre  ;  ii)  9^  Vx»  una  fortissima  di  mezza  <  ave 
maria  »  susseguita  da  tre  repliche  leggiere  ;  i2)  Id-IG*",  una  non  tanto  fort*^; 
i5)  12*»  circa,  due  lievi  ;  i7)  11^  una  forte  con  rombi  ;  18-28)  continui  rombi 
e  leggiere  scosse  ;  26)  4^  notte,  fortissimo  rombo  sotterraneo,  quindi  calma 
fino  3ÌV  Ottobre  4)  9^  e  12^  due  mediocri  ;  6)  3^  notte,  una  fortissima  che  causò 
panico;  9)  IP,  una  sensibile  ;  iOdT)  nessuna  scossa:  18)  12*»  ^,'4,  una  lun- 
ghissima con  due  repliche  lievi  ;  26)  21*»,  una  sensibile  ;  28)  4*»  notte,  lievis- 
sima scossa  con  replica  ad  11*». 

Il  Mongitore  aggiunge  che  al  28  maggio  fu  sentito  un  terremoto  a 
Paltsrmo,  a  Salaporuta,  a  Partanna,  a  S.  Ninfa,  a  S.  Margherita,  a 
yillafì*anca,  a  Girgenti  e  nelle  terre  vicine. 

[647]    1727.  Dicembre  15.  Urbiiate. 

Giov ANNETTI  :  Vfta  di  S.  Smidio  (relazione),  pag.  33-'<M  [m  ediz.] 

A  1*»  ^4  della  notte  del  15  dicembre  replicate  scosse  furono  intese 
al  monastero  di  S.  Michele  Arcangelo  della  Congregazione  Ulivetana, 
detto  della  Gaiffa,  diocesi  di  Urbino,  per  le  quali  il  fabbricato  rimase 
molto  danneggiato  :  vi  precipitarono  infatti  delle  volte  e  si  aprirono 
dei  muri  e  degli  architravi.  Durante  la  notte  varie  repliche  e  nuovi 
danni. 

[648]    1728.  Febbraio  8.  RoecanonfiDa  (Caserta). 

Perrotta  G.  :  Dtl  treni,  spav.  ecc.,  pag.  150-52. 

Air  aurora  dell'  8  febbraio  in  Roccamonlina  grande  urto  sussultorio 
che  fece  lesionare  gravemente  i  muri  delle  case  :  il  monastero  de'  Lat- 
tani  ebbe  danni  specialmente  all'angolo  di  mezzodì.  A  17*»  replica  forte  : 
la  gente  allora  si  ritirò  all'aperto.  Seguirono  per  circa  50  giorni  molte 
scosse  precedute  da  rombo  sotterraneo.  La  prima  fa  intesa  leggermente 
nelle  regioni  circostanti,  le  altre  solo  in  Koccamonfina. 

[649]    1728.  Maggio.  Nicastro  (Catanzaro). 

Malyasia-De  bossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  16. 

Sui  primi  di  maggio  scosse  molto  forti  a  Nicastro  :  i  cittadini  si 
ricoverarono  nelle  campagne 

[650]    1728.  Dicembre  15.  Paio. 

P.  M.  amiani:  Mem.  istor.  della  città  di  Patio,  parte  n,  pag.  328. 

A  4*»  della  notte  del  15  dicembre  si  sentì  in  Fano  una  scossa  sì 
lunga  e  gagliarda  che  la  città  pareva  subissare  :  continuarono  ad  udirsi 
repliche  anche  nel  1729. 


[1729  - 1730]  215 


1651]    1720.  Giugno  23.  Firenie. 

(iiovAxxozzi  G.  :  /  Urr.  stor.  jlorfnt(ni/^a^.  9  (estr.)  e  Per  una  storia  dei  ierr.  toscani,  pa- 
jrina  n-ia  .estr.)  -  O.  Oiuntini  :  Lettera  scieut.  ecc.,  pag.  18-19  e  39  -  J.  M.  Fioravanti  : 
Mem.  stor.  della  citta  di  Pistoia,  Lucca  1158,  pajT.  484. 

Fra  r  1  ed  il  2  giugno  in  Siena  si  ebbe  una  scossa  gagliarda  seguita 
da  tre  lievi,  le  quali  tutte  non  apportarono  il  menomo  danno.  Al  23 
giugno,  sul  far  della  mattina,  in  Firenze  grande  scuotimento,  preceduto 
da  lampo^  della  durata  di  10*  :  mezz'  ora  dopo  replicò  ma  assai  meno 
intensamente.  Il  panico  fu  grandissimo  :  molti ,  temendo  la  rovina 
(Ielle  case  uscirono  all'  aperto.  Cadde  però  un  solo  camino  in  una 
casuccia  del  Borgo  di  S.  Lorenzo  ed  alcune  finestre  nella  chiesa  del 
Carmine.  La  scossa  fu  sentita  sensibilmente  a  Signa,  nel  Casentino 
ove  Prato  vecchio  fu  più  di  ogni  altra  località  scrollato)  ed  anche  a 
Pistoia,  giacché  il  Fioravanti  dice  appunto  che  detta  città  nel  giugno 
fu  scossa  da  replicati  e  forti  terremoti  che  spaventarono  grandemente 
gli  abitanti.  Infatti  poi  a  Firenze  nello  stesso  mese  se  ne  intesero  altri 
forti,  particolarmente  a  6**  7*  *^'-  ^^^  26  ed  a  9**  V4  ant.  del  22  agosto^ 
r  ultimo  dei  quali  incusse  un  po'  di  timore. 

[652]    1729.  Giugno  28  0  29.  Patti,  Milazzo,  Castroreale  (Messina). 

lioNoiToiiB  A.  :  Istor.  croHol.  dei  terr.  ecc.«  pagr.  419. 

L'A.  citato  scrive  che  a  17^  ìtal,  del  28  giugno  in  Messina  si  senti- 
rono tre  acosse  violenti  e  che  a  18*»  del  di  dopo  a  Patti,  a  Milazzo,  a 
Castroreale  e  luoghi  vicini  un  terremoto  causò  qualche  danno.  Data  la 
vicinanza  dei  luoghi  sopracitati,  e  la  quasi  concordanza  delle  ore,  io 
dubito  che  le  predette  due  notizie  si  riferiscano  ad  un  identico  feno- 
meno, del  quale  la  data  o  neir  una  o  nell'altra  è  errata. 

[(5o31    1730.  Marzo  28.  Massa  (Carrara). 

G.  GiovANNozzi  :  /  teì*r.  stor.  Apuani,  pag.  7  (estr.)  -  Malvasia-De  Rossi  :  Documenti  ecc., 
pai?,  n. 

Al  28  marzo  circa  le  7**  (3*»  ant.)  -  secondo  i  documenti  del  Mal- 
va.Hia  —  a  Massa  una  violenta  scossa,  causò  la  rovina  di  parecchie 
case:  fu  lieve  a  Genova  ed  a  Livorno  e  più  sensibile  a  Pisa.  Secondo 
il  Giovannozzi,  che  si  appoggia  ad  alcune  cronache,  due  sarebbero 
state  le  scosse  avvenute  in  Massa,  circa  le  6*»  della  notte  (2^  ore  ant.) 
lo  i)uali,  quantunque  forti,  non  avrebbero  causato  danno  alcuno. 

L'essersi  inteso,  anche  leggermente,  questo  terremoto  a  Genova,  mi 
induce  a  ritenere  che  al  suo  epicentro  per  l'intensità  possa  essere  col 
locato  per  lo  meno  fìra  i  fortissimi. 

Al  7  ottobre  nella  Lunigiana  e  specialmente  nel  territorio  di  Fiviz- 
zano  furono  sentiti  quattro  scuotimenti,  uno  dei  quali  a  mezzodì  fu 
assai  sensibile,  quantunque  innocuo. 


àie  [naò] 

•  

[654]    1730.  Maggio  12.  Nere»  (Perugia). 

Giov ANNETTI  M.  :  l'ila  di  S.  Emidio  ecc..  m  edlz.,  Aquila  1187  ^Belaz.)  paf?.  29-32  -  Mal 
vasia-Db  bossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  17  -  Perrey  a.  :   Tremiti.  peniM.  Ital.,  pò*".  39  - 
Vera  e  distinta  relaz.  del  terr.  ecc.  -  Veridica  relaz.  dei  danni  fatti  ecc.  -  A.  Cappello  : 
Mem.  ist.  di  Accumoli,  Ronaa  1829,  voi.  li,  pag.  152  -  Moroni  :  Diz,  d*erud.  ecc.,  volume 
LXix,  pag.  85  -  P.  Patrizi-Porti  :  Delle  Mem.  stor.  di  Norcia  ecc.,  pag.  637-39. 

Il  12  maggio,  alle  ore  10  V4  ì^al.  (6*^  30°»  ant.  circa)  una  scossa  ter- 
ribile susB.-ond.,  a  tre  riprese,  danneggiò  fortemente  in  Norcia  il  cam- 
panile di  S.  Benedetto,  una  parte  del  quale  essendo  caduta  sui  sotto- 
posti fabbricati  loro  apportò  danni.  Fu  quasi  del  tutto  atterrata  la 
chiesa  di  S.  Maria,  di  cui  rimasero  i  soli  muri  laterali  :  in  più  parti 
fa  rovinata  quella  di  S.  Giovanni  :  i  conventi  e  le  rispettive  chiese  dei 
PP.  Agostiniani  e  dei  PP.  Conventuali,  furono  rese  del  tutto  inservibili  e 
cosi  pure  il  Collegio  delle  Scuole  Pie  :  gravi  lesioni  risenti  pure  quello 
dei  Riformati.  I  monasteri  di  S.  Antonio,  di  S.  Pace,  di  S.  Caterina  e 
della  Trinità  non  furono  dopo  la  scossa  più  abitabili.  Moltissimi  danni 
ebbe  la  chiesa  e  l'oratorio  dei  PP.  Filippini  :  Tabitazione  del  Prefetto 
(Castellina)  ed  il  palazzo  consolare  rimasero  molto  danneggiati  e  cosi 
pure  tutti  gli  altri  edifici  sacri  e  le  case.  La  scossa  si  propagò  anche 
a  Roma  :  alle  19**  V«  (2**  7*  pom.)  una  replica  violentissima  arreca 
nuovi  danni.  In  Norcia  si  ebbero  a  deplorare  circa  200  vittime,  ed  a 
500  ascese  il  numero  dei  feriti.  Tutti,  i  villaggi  circostanti  alla  città, 
cioè  il  castello  di  S.  Marino,  S.  Pellegrino,  Savelli,  Nottoria,  Frascaro, 
Val  Cadara,  Popoli  e  Pie'  di  Ripa  furono  pure  rovinati  con  mortalità 
di  persone,  ed  in  gran  parte  abbattuto  quello  di  Campi.  Sofft'irono 
molto  Ancarano,  Abeto,  Todiano  e  forse  anche  Leonessa  (vedi  N.  656). 
Al  dir  del  Cappello,  Accumoli  divenne  un  vero  «  scheletro  ».  Ad  Ascoli 
cadde  una  casa  ed  un  architrave  di  una  finestra.  In  Trevi  i  danni  fu- 
rono di  non  grave  momento,  precipitò  però,  secondo  il  Venuti,  una 
parte  del  cornicione  del  famoso  tempio  del  Clitunno  :  Solmona  soffY-i 
molto  per  il  terremoto  di  Norcia,  che  fu  solo  fortissimo  ad  Aquila,  a 
Cascia,  a  Vasto,  ad  Amatrice  ed  a  Monteleone. 

Seguirono  molte  repliche  più  o  meno  intense  :  al  27  si  ebbe  un  nuovo 
massimo  sismico  con  una  fortissima  scossa,  la  quale  destò  molto  panico 
nella  popolazione. 

Vedi  la  zona  mesosismica  di  questo  terremoto  nella  figura  13. 

[655]    1730.  Giugno.  San  6ÌDe8Ì«  (Macerata). 

G.  Salvi  :  Mem.  stor.  di  S.  Ginesio^  Camerino  1889,  pag.  286. 

Nel  giugno  a  S.  Ginesio  una  violentissima  scossa  costrinse  gli  abi- 
tanti ad  uscire  dalle  case  :  fu  sentita  nei  paesi  vicini  di  Ripe  e  di  Loro. 
Pare  che  non  vi  siano  stati  danni  gravi  perchè  furono  fatte  ftinzionl 
sacre  per  essere  stata  la  città  preservata. 


[1730-1731]  217 


[656]    17S0.  Giugno  12.  Leonessa  (Aquila). 

(  ti»oa  :  Catalogo  ecc.,  I,  pa^.  9SS. 

Al  12  giugno^  secondo  il  Capocci,  vi  fu  un  terremoto  nell'Abruzzo 
che  distrusse  quasi  per  intero  Leonessa.  Dubito  che  la  data  sia  errata 
e  che  la  notizia  si  riferisca  al  12  maggio,  vale  a  dire  al  grande  terre- 
moto di  Norcia  (N.  654). 

[657]    1731.  Lipari. 

G.  MEBCALU:  Le  eruzioni  deW  Isola  Ai  Vulcano  ecc..  pag.  38  (estr.) 

Molte  scosse  fecero  tremare  V  isola  di  Lipari  :  dopo  di  cui  successe 
un  violento  e  lungo  periodo  eruttivo  di  Vulcano. 

[658]    1731.  Marzo  20.  Fo|^gfa. 

a^RATTA  if .  :  Sulla  attiv.  stsm  nella  Capitanata^  pa^.  10-12  e  42  (estr.]  -  Malvasia-de  rossi  : 
Documenti  ecc.,  pag.  17-19  -  Relazione  dello  spav.  tremuoto  ecc.  -  Distinta  relaz.  delVorr. 
(rem.  ecc.  -  O.  araneo  :  Not,  stor.  della  citta  di  Meljl,  Firenze  1806,  pag.  36*^63. 

In  quest'anno  le  Puglie  furono  interessate  da  un  grande  periodo  si- 
Bmico«  del  quale  le  principali  scosse  avvenute  nel  suo  principio  furono 
le  seguenti  : 

A/dTM  20)  9*»  '/j  ital.,  una  gagliardissima  :  2i)  14**,  una  lieve  :  22)  12^, 
una  a  Foggia  sentita  anche  a  Barletta  :  2^)  8^,  una  lieve  :  29)  nella  gior- 
nata una  scossa. 

La  prima  scossa  a  Foggia  risultò  composta  di  tre  bruschi  movimenti 
dfl  suolo,  che  fecero  rovinare  la  maggior  parte  degli  edificii  si  pub- 
blici che  privati  :  la  prima  durò  5"*  (secondi  ?),  indi  nello  spazio  di 
un'  «ave  maria»,  si  ebbe  una  nuova  replica  di  identica  forza:  per 
effetto  della  violenta  commozione  l'acqua  traboccò  dai  parapetti  dei 
IK)zzi,  sebbene  questi  avessero  una  profondità  di  30-40  palmi. 

OH  immani  scuotimenti  determinarono  la  caduta  di  circa  la  terza 
parte  degli  edificii  ed  i  pochi  rimasti  in  piedi  furono  lesionati  in  modo 
tale  da  rendere  vana  ogni  opera  di  ristauro  ;  anzi  per  le  frequenti  re- 
pliche, che  si  sentirono  dopo  il  parossismo  del  giorno  20,  parecchie 
case  vennero  posteriormente  a  diroccare.  La  Chiesa  Maggiore  fti  in 
vari  luoghi  rovinata  ;  crollarono  in  parte  i  monasteri  della  Annunziata 
e  di  8.  Chiara  ;  scamparono  da  tanta  distruzione  il  convento  dei  Padri 
Cappuccini,  quello  delle  Pentite,  il  palazzo  vescovile,  alcune  poche 
C4i8e  ed  i  fondaci  della  piazza  maggiore.  Furono  demoliti  tutti  i  casini 
situati  nelle  vigne  e  le  masserie  poste  nella  pianura  foggese.  I  morti 
asccscero  a  circa  500. 

N.l  territorio  circostante  alla  città  i  danni,  quantunque  assai  note- 
voli, fhrono  tuttavia  incomparabilmente  minori  :  ciò  appunto  mi  induce 
A  ritenere  che  presso  a  Foggia  debba  collocarsi  il  centro  sismico. 

Ora  mentre  questa  città  esperimentò  in  modo  così  terribile  l'azione 


218  [1731] 

distruggitrice  del  terremoto,  Lucerà,  al  dir  del  D'Amelj  {St.  della  città 
di  Lucerà,  pag.  228,  ivi  1861)  restò  incolume.  A  Barletta  la  grande 
scossa  del  20,  durò  un  «  miserere  >,  fece  lesionare  molti  edifici  i,  c^der 
parte  della  chiesa  del  Carmine  e  diroccare  una  porta  della  città.  A 
Cerignola  rovinarono  tutte  le  chiese  ed  in  molte  case  si  aprirono  larghe 
fenditure.  :  a  sette  quivi  ascesero  le  vittime  :  fra  il  20  ed  il  25  ftirono 
contate  15  repliche.  In  Troia  risentì  gravi  danni  il  palazzo  vescovile 
e  la  Cattedrale  e  le  altre  fabbriche  furono  più  o  meno  lesionate.  Canosa 
ebbe  gli  edifici  suoi  conquassati  e  deplorò  qualche  morto.  Melfi  soffri 
molti  danni  :  parecchie  case  crollarono,  altre  divennero  inabitabili  ed 
i  cittadini  per  ciò,  e  per  timore  delle  continue  repliche,  fuggirono  al- 
l'aperto. L'abitato  di  Manfredonia  risentì  pure  per  il  terremoto,  che 
presso  la  città  fece  cadere  totalmente  la  masseria  detta  «  Tre  Santi  > 
dei  PP.  Certosini,  uccidendo  un  monaco  e  17  giovani  che  ivi  lavoravano. 
Il  movimento  del  suolo  durò  quasi  un  quarto  d'  ora  (?)  a  S.  Giovanni 
Rotondo  :  scricchiolarono  i  tetti  e  pericolò  una  piccola  casa  :  in  tale 
località  dopo  il  parossismo  si  senti  ogni  ora  una  scossa  e  per  un  mese 
continuarono  ad  udirsene  tre  o  quattro  di  giorno  ed  altrettante  di  notte. 
Varii  danni  risenti  pure  S.  Severo  (*)  ed  Andria  ;  in  Molfetta  caddero 
tre  case  uccidendo  tre  persone  :  in  Ortanova  si  ebbe  qualche  rovina 
nella  chiesa  e  nel  convento  dei  PP.  Gesuiti,  e  cosi  pure  qualche  danno 
la  commozione  apportò  ai  fabbricati  di  Trani  e  di  Barletta.  A  Bari  la 
scossa  del  20  fu  fortissima  e  quella  del  21  fu  stimata  perfettamente 
sussultoria  :  si  determinarono  parecchie  lesioni  in  alcuni  edificii  ed  in 
una  volta  della  chiesa  di  S.  Hocco.  La  scossa  del  20  fu  sentita  pure 
fortemente  a  Rocca  Monfina,  ove  produsse  gravi  fenditure  nelle  mu- 
raglie e  fu  avvertita  anche  a  Montecassino  ed  a  Roma  ;  quivi  presentò 
tre  riprese,  la  prima  sussultoria,  ed  ondulatorie  le  altre  due,  con  una 
durata  totale  di  un  «  miserere  » ,  producendo  grande  panico  nella  popola- 
zione. Dopo  il  parossismo  del  20  marzo  la  terra,  come  abbiamo  visto, 
lu  in  continua  convulsione  e  nei  dintorni  di  Foggia,  secondo  il  Perrey 
(op.  cit.)  al  17  aprile  erano  già  state  avvertite  50  repliche  maggiori  con 
la  morte  di  3600  persone. 

Dalle  notizie  raccolte  dai  Malvasia -De  Rossi  sappiamo  che  fliio 
alla  metà  di  aprile  si  notarono  ancora  tre  o  quattro  movimenti  di 
suolo  per  ogni  giorno  e  ciò  con  nuovo  danno  dei  fabbricati.  Il   15  ot- 


ti) F.  De  Ambrosio  [La  citta  dt  S.  Severo  in  Capitanata^  pag.  140,  Napoli  1875)  non  ri- 
corda la  scossa  del  20  marzo,  ma  scrive  che  In  ottobre  In  San  Severo  ne  fU  sentita  una 
fortissima  che  fece  cadere  degli  edllìcil  tra  cui  la  Chiesa  di  s.  Giovanni  Battista.  U  Oer- 
vaslo  [App.  cronol.  da  servire  per  una  starla  dtlìa  città  di  San  Severo  ecc.,  pag.  83,  Firenze 
itni),  con  Tautorltà  del  Fraccacreta,  dice  che  nel  1731,  senza  indicazione  di  data  mensile, 
11  terremoto  danneggiò  novellamente  la  città. 


[1731]  219 

tobre,  circa  le  21*",  si  intese  un  gagliardo  terremoto  che  recò  qualche 
pregiudizio  negli  Abruzzi,  e  nei  giorni  seguenti  si  ebbero  altri  lievi 
scuotimenti.  Al  17  ottobre  poi  un'altra  scossa  causò  nuove  rovine  nelle 
città  delle  Puglie  ed  in  special  modo  a  Barletta  ed  a  Canosa,  ove  sotto 
le  macerie  restarono  sepolte  due  persone  :  fu  forte  e  causò  costerna- 
zione a  Melfi  :  si  propagò  lievemente  a  Napoli. 

Nelle  ore  antimeridiane  del  30  dicembre  un'altra  replica  assai  in- 
tensa costrinse  gli  abitanti  di  Foggia  ad  uscire  dalle  baracche  :  per  ef- 
fetto di  tale  commozione  tellurica  suonarono  da  per  sé  le  campane  : 
non  si  produssero  ulteriori  danni.  Nei  mesi  di  gennaio,  di  febbraio  e  di 
marzo  1792  si  avvertirono  altre  repliche. 

Come  ò  giÀ  detto,  l'area  epicentrale  di  questo  terremoto  io  la  ritengo 
ristretta  ai  soli  dintorni  di  Foggia,  nelle  cui  vicinanze  deve  collocarsi 
indubbiamente  il  verticale  sismico  :  nei  pressi  di  tale  città  furono  più 
^avi  i  danni,  più  numerose  le  vittime  e  più  frequenti  ed  intense  le 
repliche.  Però  siccome  si  ebbero  lungo  la  marina  della  Puglie  danni 
ragguardevoli  con  vittime  umane  mi  fa  supporre,  che  oltre  alle  solite 
cause  di  irregolarità  nella  produzione  di  essi,  si  sieno  ridestati  più  o 
meno  contemporaneamente  altri  centri  sismici  :  infatti  risulta  che  le 
scosse  del  17  ottobre  si  mostrarono  più  intense  a  Barletta  ed  a  Canosa. 

[659]    1731.  Aprile  26.  MontecasslDO  (Caserta). 

it.  Db  Marco  :  Montecassino  ecc.,  pat^.  '74-'75. 

Al  20  marzo  forte  scossa  con  replica  intesa  a  S.  Germano  ed  al- 
trove :  questa,  con  ogni  probabilità  è  di  origine  esocentrica,  in  congela- 
zione cioè,  col  grande  terremoto  di  Foggia.  Al  2  aprile,  verso  le  4^, 
»«cossa  fortissima  in  S.  Germano  :  gli  abitanti  atterriti  uscirono  dalle 
case.  Al  26,  ad  1^  di  sera,  altra  fortissima  ma  breve  scossa,  susseguita 
nella  notte  da  8  repliche,  ft*a  cui  una  molto  sensibile  a  7^  circa.  La 
prima  fu  intesa  assai  fortemente  a  S.  Germano,  ove  recò  grande  spa- 
vento :  e  cosi  pure  dicasi  di  Piedimonte,  della  Villa  di  Palazzolo  e  di 
Terelle. 

Al  27  agosto  due  altre  scosse  :  al  28  una  sensibile  e  due  lievi  :  al 
l*"  settembre  una  susseguita  da  una  replica  :  al  3  due  o  tre  scosse  e  due 
al  10,  la  prima  delle  quali  intesa  a  S.  Germano  :  al  24  ottobre  una 
sentita  anche  a  Napoli. 

[660]     1731.  Novembre  18.  GaUnese. 

uoNGiToiiE  A.  :  Jst.  cron.  dti  terr.  ecc.,  pa^.  420. 

Al  18  novembre,  a  8**  Vi  ^^ì  notte,  in  Val  di  Noto  e  specialmente  a 
Catania,  a  Mineo  ed  a  Troiua  scossa  si  forte  che  buona  parte  della 
popolazione,  temendo  delle  repliche,  si  ridusse  all'  aperto. 


220  [1731  - 1732] 


[661]    1731.  Pistoiese. 

M.  F,  FIORAVANTI:  Mem.  star,  della  citta  di  Pistoia,  pag.  4tn. 

Verso  la  fine  dell'  anno  replicate  scosse  urtarono  Pistoia,  causando 
grande  panico  ma  nessun  danno  :  nella  montagna  furono  più  numerose 
ed  intense,  ed  in  diversi  luoghi  produssero  rovine  di  case. 

Il  Perrey  (Trembl,  ecc.,  pag.  40)  ricorda  una  scossa  lieve  sentita  in 
Firenze  a  6**  di  sera  del  9  dicembre  la  quale  forse  potrebbe  coincidere 
con  qualcuna  delle  maggiori  avvertite  del  Pistoiese. 

[662]    1732.  Marzo  28.  Milasso,  Castroreale  (Messina). 

MoNQiTORE  A.  :  Istor,  croMì.  dei  terr.  di  Sic,  pag.  42). 

Nel  28  marzo  a  Milazzo,  a  Castroreale,  a  Pozzo  di  Gotto,  a  Messina 
ed  in  altre  parti  della  Sicilia  violenta  scossa  susseguita  da  altre  che 
conquassarono  tutte  le  cisterne  dell'olio. 

Nello  stesso  giorno,  non  so  però  se  simultaneamente,  si  ebbe  un  ter- 
remoto ad  Alcamo  e  luoghi  vicini. 

[6631    1732.  Agosto  1.  Palermo. 

MONOITORE  A.  :  Op.  Cit.,  pag.  420. 

A  3^  della  notte  del  V  agosto  forte  scossa  a  Palermo  seguita  (7**  ^/^ 
da  una  replica  :  molti  fuggirono  dalle  case  :  la  maggiore  fu  sentita  a 
Monreale  ed  adiacenze. 

[664]    1732.  Agosto  9-10.  Imola,  Forlì,  Faenza. 

Perrey  A.:  Tremai,  penitts.  Ital..  pag.  40. 

Secondo  il  Jor,  hisL  (nov.  1732,  pag.  341),  citato  dal  Perrey,  nella 
notte  del  9-10  agosto  tre  scosse  causarono  qualche  danno  ad  Imola,  a 
Forlì  ed  a  Faenza.  Né  il  Guarini  per  Forlì,  né  il  Righi  per  Faenza 
parlano  di  questo  terremoto. 

[665]    1732.  Marzo  29.  Avellinese. 

Distinta  relax,  del  danno  ecc.  -  Reìaziofie  del  tremuoto  ecc.  -  Malvasia-Dk  Rossi  m.:  Docu 
menti  ecc.  pag.  20-21. 

Mentre  a  Napoli  non  fu  sentita  che  la  scossa  maggiore,  in  certe  loca- 
lità del  salernitano  questa  fu  preceduta  da  una  leggera  a  5*^  della  notte 
fra  il    28  e  29   novembre  (M.  Il   grande  parossismo,   accaduto  verso  le 


(1)  In  un  ma.  della  filbl.  Casanatense  di  Roma  (antica  segnatura  x.  vn.  43:  moderna 
Cod.  2405  fol.  XXI  r.  e  v.)  dal  titolo  Copia  di  lettere  del  Vescovo  di  Scala  e  Navello,  scritte 
li  j  e  9  Xbr.  il 32  al  Sin.  Card,  [aggiunta  posteriore]  sopra  il  terribile  terremoto  del  Regno 
di  Napoli,  si  dice  appunto  che  la  scossa  delle  ore  13  iti  di  mattina  fU  preceduta  da  una 
lieve  verso  le  ore  5  deUa  notte  precedente. 


[1732]  221 

ore  13  '  5  ital.,  distrasse  completamente  Ariano  ('),  sotto  le  cui  rovine, 
oltre  ad  un  grandissimo  numero  di  feriti,  perirono  160  persone  :  nu- 
mero che  le  relazioni  ci  dicono  piccolo  in  proporzione  air  entità  del 
disastro,  perchè  fortunatamente  la  maggior  parte  della  popolazione  si 
trovava  in  queir  ora  in  campagna  intenta  ai  lavori  agricoli. 

In  Montefascoli  caddero  86  case  causando  5  morti  e  20  feriti  :  gli 
altri  editicii  con  i  conventi  e  le  chiese  vennero  lesionati  :  Calvi,  S.  Naz- 
Z!iro,  S.  Paolina,  S.  Pietro  e  S.  Angelo  ebbero  la  stessa  sorte  con  com- 
pli'ssivamente  22  chiese  e  90  case  cadute,  e  6  morti  ;  Mirabella  fU  ri- 
dotta in  un  vero  mucchio  di  rovine  (500  morti  e  200  feriti)  ;  Bonito 
(  (Idc  nella  maggior  parte  contando  57  morti  e  150  feriti,  secondo  una 
relazione,  mentre  secondo  V  altra  150  morti  e  300  feriti.  In  gran  parte 
ta  distrutto  Avellino  con  la  total  rovina  dei  quartieri  chiamati  la 
«  Terra  »,  la  «  Murata  »,  la  «  Fontana  »,  «  Borgo  S.  Antonio  »  e 
<  Carmine  »  :  cadde  pure  la  cattedrale  ed  il  palazzo  vescovile  (morti  85 
ffriti  53). 

In  Pietra  de'  Fusi  cadde  la  maggior  parte  delle  chiese  e  delle  case,  le 
altre  rimasero  lesionate  (morti  34  [oppure  100],  feriti  40)  ;  Carife  fa 
del  tutto  spianata  con  460  vittime  e  150  feriti.  Più  della  metà  di  Castel 
Haronia  fu  adeguato  al  suolo,  rimanendo  il  resto  inabitabile  (morti  18, 
feriti  10)  ;  S.  Sossio  ebbe  la  stessa  sorte  e  pianse  4  vittime  ;  in  Flumeri 
cai^o  e  chiese  furono  del  tutto  rovinate,  qualcuna  sola  rimase  in  piedi, 
resa  però  inabitabile  (40  morti).  Apice  fu  totalmente  distrutto  (50  morti, 
1)0  feriti)  ;  tutte  le  case  e  le  chiese  di  Paduli  furono  lesionale  e  la  col- 
leggiata  ridotta  in  stato  ruinoso  (2  morti,  pochi  feriti).  I  paesi  circo- 
Manti  a  Serino  soffrirono  danni;  i  maggiori  avvennero  a  S.  Michele 
che  rimase  distrutto  con  25  morti  e  50  feriti  :  negli  altri  si  ebbero  due 
s<de  vittime  e  qualche  ferito.  Cadde  in  parte  Manocalzati  (6  morti  e 
:\0  feriti).  Gesualdo  fti  reso  inabitabile  (17  morti)  :  Cassano  Irpino  in 
parte  danneggiato  (l  morto  ed  1  ferito).  In  Trevico  102  case  furono 
distrutte  e  lo  restanti  lesionate  (3  morti  e  20  feriti)  ;  Vallada  quasi 
tutta  rovinata  (10  morti  e  74  feriti)  :  Grottaminarda  totalmenle  distrutta 


i.  Il  imlazzo  vescovile  di  Ariano  —  come  risulta  dalla  sef^uente  iscrizione  posta  sul 

iHtto  palazzo  e  riportata  da  vitale  F-  A.  [Memorie  (storiche  degli  uomini  illustri  della  regia 

r*(tn  di  Ariano,  pag.  11-12,  Roma  MDCCLXXXViii)  —  per  altre  sette  volte  fu  dal  terremoto 

distrutto  : 

D.  0.  M. 

KPISCOPIVM 

TKHHAKMOTV    SKITIKS    EVERSVM 

ANTISTITVMQVE    AKUE   SEITIES    HEPARATVM 

OCTAVA  SIMILI  MOTIONE 

III    GAL.    DECKMB.   MDCCXXXII 

DENVO  DISIECTVM 


222  [1732] 

I 

(57  morti  e  12  feriti)  ;  Gruardia  Lombarda   spianata  affatto  (52  morti  v    i 
70  feriti)  8.  Martino  di  Cervinara  ebbe  rovinato  il  convento  de'  Rìfor-    i 
mati,  la  chiesa  di   S.  Catarina,  il  palazzo  baronale  e  le  altre  chiese  e 
case  inabitabili  (1  morti). 

Io  Monte  Rocchetta  caddero  la  Golleg^iata,  il  palazzo  baronale  e 
buona  parte  delle  case,  mentre  le  altre  furono  rese  inabitabili  (16  morti. 
32  feriti)  :  ugual  sorte  toccò  a  Mancasi  (1  morto),  a  Fragneto  Monforte 
(9  morti,  7  feriti),  a  Taorasi  (1  morto)  Hd  a  Morra  (1  morto).  Lioni  fa 
totalmente  rovinato  (35  morti,  70  feriti).  In  S.  Angelo  dei  Lombardi  le 
fabbriche  furono  in  parte  adegnate  al  suolo  ed  in  parte  oltremodo  le- 
sionate (5  morti  e  moltissimi  feriti).  8.  Nicola  Baronia  ebbe  SO  case 
cadute,  le  altre  ripiene  di  fenditure  gravi  (5  morti,  moltissimi  feriti).  I 
paesi  attorno  a  Montella  sottostarono  a  notevoli  rovine  (16  morti.  10  fe- 
riti) ;  ZungoU  fu  totalmente  distrutto  (3  morti)  ;  a  Gonza  precipitò  la 
cattedrale  mentre  circa  70  persone  ascoltavano  la  messa  ;  di  queste  W 
rimasero  cadaveri  e  25  altre  più  o  meno  gravemente  ferite  ;  molte  case 
caddero  interamente,  altre  in  parte,  11  resto  t\i  molto  lesionato.  In 
S.  Potito  27  case  furono  rovinate  (2  morti,  2  feriti)  ;  uguale  danno  ebbe 
Rocca  S.  Felice  (2  morti,  1  ferito).  Torre  le  Nocelle  fa  molto  danneg- 
giata (1  morto  e  7  feriti)  ;  in  Capo  Sele  la  chiesa  madre  e  quella  dei 
PP.  Conventnali  con  il  monastero  furono  distrutte,  il  resto  della  terra 
disfatto  (5  morti).  In  Castel  Pranci  caddero  15  caae,  il  resto  fa  note- 
volmente lesionato  (1  morto,  1  ferito)  ;  in  Bisaccia  Ihrono  demolite  15 
case  e  la  chiesa  madre  (1  morto)  ;  iu  Andretta  la  chiesa  ed  alcune  case 
ricevettero  delle  lesioni  ;  e  nel  precipitare  ana  torre  del  castello  rima- 
sero schiacciate  4  persone.  Teora  fu  affatto  distrutta  (62  morti,  moltis- 
simi feriti)  ;  a  Torrella  caddero  moltissime  case  con  la  chiesa  ed  il 
convento  di  S.  Francesco  (30  morti,  60  feriti)  ;  a  Paternopoli  molti  edl- 
flcii  furono  diroccati,  i  restanti  resi  inabitabili  (6  morti).  In  S.  Giorgio 
72  case  distrutte  con  la  collegiata,  la  chiesa  e  convento  di  S.  I^>an- 
ceaco  :  5  edifici  rosi  inabitabili  e  178  case  con  la  chiesa  e  monastero 
delle  monache  ed  il  palazzo  baronale  lesionati  (1  morto  ed  1  ferito).  In 
S.  Nicola  Manfredi  i  fabbricati  vennero  quasi  affatto  distrutti,  malgrado 
ciò  si  ebbe  una  sola  vittima.  In  8.  Angelo  all'  Esca  5  case  furono  ab- 
battute e  le  altre  rese  inabitabili  (1  mono)  ;  danno  simile  soffrì  anche 
S.  Stefano  (1  morto  ed  l  ferito). 

Torrella,  Arpala.  8.  Barbato,  Montella,  Tufo  e  Dente  Cane  ebbero 
molte  case  rovinale  e  parecchi  morti  ;  Atripalda,  Montemiletto.  Monte 
Aperto  furono  danneggiati  senza  mortalità  di  persone.  In  Montesarchio 
precipitarono  4  chiese  ed  alcune  case,  le  altre  furono  lese  :  Motecalvo 
ebbe  la  stessa  sorte  :  Benevento  aoffi'l  danni  e  pianse  2  vittime. 

I^  seguenti  località  soffrirono   notevolmento  :  Sumnionte,  Chiosano, 


[1732] 


223 


S.  Domenico,  Pannarano,  Candida,  Apollosa,  S.  Angelo  a  Scala,  Mon- 
H'faleone,  S.  Andrea  di  Conza^  Cairano,  Carbonara,  Montemarano, 
Campolattaro,  S.  Maria  a  Torà,  J'^^ntace,  Vitulano,  Monteverde,  Nusco, 
Atripalda,  Frigento,  Lapio,  Castelvetere,  Volturara  Irpina,  Serra  Ro- 
t'»ndi,  Sanbarbato,  Arpaia,  S.  Agata  dei  Goti,  Cervinara,  Paolise,  Ospe- 
(liiletto.  Salza  Irpina,  Rocca  Bascerana,  Solofra,  Sorbo,  Prata,  Monte- 
snrchio,  Toccanisi,  S.  Pietro  Indelicato,  Ceppaloni,  Biccari,  Capriglia, 
Chianche^  Preturo,  Altavilla  Irpina,  Chianchetella,  Torrecuso,  Bagnolo 
Irpino,  Mercogliano,  S-  Maria  in  Grisone,  Ginestra,  S.  Giorgio  la  Mo- 


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FlG.   15. 

A,  zona  epicentrale;  B,  area  disatrosa,-  C,  area  rovinosa. 

lara,  Molinara,  Accadia,  Celle,  Ginestra  degli  Schiavoni,  Buonalbergo, 
Pt'sco  la  Mazza,  Pago,  Pietraelcìna,  Reino,  S.  Marco  de'  Cavoti,  Pon- 
t^landolfo,  Fragoleto  V  Abate,  S.  Lupo,  Casalduni  ecc. 

A  Melfi,  secondo  V  Araneo  (Not,  stor,  della  città  di  Melfi,  pag.  363, 
Firenze  1866)  la  scossa  arrecò  molti  danni  ai  fabbricati  ed  in  modo 
preripno  al  convento  dei  Cappuccini  del  Monte  Tabor;  il  castello  soffri 
varie  lesioni  e  danni  specialmente  nella  torre  detta  «  della  Galleria  > 
\{\  in  un'  altra  ;  a  Rocca  Monfina,  secondo  il  Perrotta  (La  sede  degli 
Afirunci  ecc.,  pag.  153-4),  nelle  case  si  aprirono  delle  fenditure  e  vi 
fu  qualche  parziale  rovina,  specialmente  nel  casale  dei  <  Ciciuni  »  ;  il 


■fK^n- 


224  [1732  -  1735J 


campanile  della  colleggiata  fu  gravemente  danneggiato  e  fd  uopo  rifarne 
4-5  palmi  sotto  il  primo  ordine. 

A  Napoli  non  vi  fti  edificio  che  non  sia  stato  in  qualche  modo 
danneggiato  :  la  cattedrale  sofiPrl  molto  nella  maggior  tribuna,  e  nella 
navata  destra  ;  le  chiese  di  S.  Maria  della  Pace,  di  S.  Giorgio,  di 
S.  Maria  Magg.  e  di  Donna  Regina  per  le  gravi  fenditure  furono  rese 
impraticabili  al  culto,  e  tutte  le  altre  chiese  e  gli  ediflcii  soflPrirono 
pure  quali  più,  quali  meno  :  4  furono  le  vittime. 

In  Sorrento  e  Plano  caddero  a  terra  alquante  case;  in  Pozzuoli,  in 
Salerno  e  nella  costa  Amalfitana  la  scossa  incusse  panico  grandissimo 
ma  non  apportò  danni  ;  fu  sentita  dalle  persone  pure  in  Roma. 

Neir  unita  cartina  (fig.  15)  è  rappresentata  approssimativamente  la 
distribuzione  dei  danni  causati  da  questo  terremoto.  Neil'  urea  epicen- 
trale  stanno  Ariano,  Apice,  Bonito,  Grottaminarda,  Mirabella,  Guardia 
Lombarda,  Carìfe,  Castel  Baronia,  Trevico,  Vallada,  Zungoli,  e  Flu- 
meri,  ecc.  :  quivi  massimi  furono  gli  effetti  del  terremoto  ;  a  Mirabella 
e  luoghi  vicini,  secondo  quanto  raccontarono  i  superstiti  (Malvasia- 
De  Rossi:  Documenti  ecc.,  pag.  20)  l'urto  suss.  fìi  violentissimo  e 
e  sbalzò  quasi  in  aria  le  fabbriche,  le  quali  dopo  profondate  rovescia- 
rono tutte  dalla  parte  di  tramontana  ». 

In  questa  zona  si  sentirono  per  parecchio  tempo  ripetute  repliche 
che  più  rade  si  ripeterono  fino  al  principio  dell'  anno  1783.  Le  mag- 
giori furono  le  seguenti  : 

i5  gennaio  i733,  verso  le  8^  V4  di  notte,  leggere  scosse  in  Napoli  ;  furono 
più  intense  a  Benevento  e  dintorni,  ma  però  senza  danni. 

23  marzo ^  a  3^  V4  di  notte,  a  Napoli  scossa  generalmente  avvertita  :  in 
Ariano  e  paesi  vicini  apportò  nuovi  danni. 

[666]    1733.  Gennaio  29.  Calabritto  (Avellino). 

Capocci:  Catalogo  ecc.,  I,  pag.  332  -  Malvasia-de Rossi:  DocutnetUi ecc.,  pa^.20-  pprrey  a.: 
Tremai,  penins.  Ital.,  pag.  41. 

Al  29  gennaio  si  sentì  una  leggera  scossa  a  Napoli  che  fu  più  ga- 
gliarda a  Matera  :  ivi  però  non  produsse  danni  ;  si  propagò  più  leg- 
germente in  molte  località  delle  Puglie  e  della  Basilicata  :  a  Calabritto 
fu  disastrosa. 

Per  molti  giorni  continuarono  ad  udirsi  delle  repliche. 

[667J    1735.  Settembre  6.  Monteleone,  Pizzo  (Catanzaro). 

Malvasia-De  Rossi:  Documenti  ecc.,  pag.  21. 

Al  6  settembre  a  Monteleone,  a  Pizzo,  ed  a  Briatico  fìi  sentita  una 
scossa  con  qualche  danno.  11  Mongitore  (op,  cii.)  ne  registra  una  per 
Messina  nel  glorilo  5, 


[1736  -  1738J  225 


r668]    1736.  Aprile  23.  Fpnt  CouFerte. 

BiLLiJET  :  Notiee  sur  ìes  tremai  ecc.,  pag.  LXix. 

Di  primo  giorno  del  23  aprile  scossa  fortissima  ;  molti,  atterriti,  fug- 
girono dalle  case. 

[669]    1736.  Agosto  16.  Ciminna,  Nas*  (Messina). 

MoNoiTORE  A..*  Istar.  cranol.  dei  terr,  di  Sic,^  pag.  421. 

Al  16  agosto,  a  22*»,  a  Palermo  una  veemente  scossa  fece  fliggire 
tutti  dalie  case,  giacché  pareva  che  la  città  dovesse  rovinare  dalle 
fondamenta  ;  tuttavia  non  risenti  danno  alcuno  :  lo  stesso  accadde  a 
Monreale  e  luoghi  poco  distanti  ;  a  Ciminna  invece  parecchie  case  fu- 
rono rovinate  e  Naso  risenti  notevoli  danni. 

[670]    1737?  A?ellino. 

AMATI  A.:  Diz.  coroffr.  dell  Italia,  voi.  I,  pag.  505. 

L'  Amati  ricorda  che  Avellino  nel  1569  e  1737  fu  molto  danneggiato 
da  terremoti.  Questo  ultimo  scuotimento  non  è  menzionato  da  altri  scrit- 
tori :  dubito  che  V  Amati,  non  citando  il  terremoto  del  1732,  per  il 
«jaale  Avellino,  come  abbiamo  visto,  fu  semi-distrutto,  a  questo  paros- 
sismo voglia  alludere  con  la  notizia  surriferita. 

[671]    1737.  Giugno  11.  San  Casclano  (Firenze). 

«.  GiuvANNozzi:  /  terr.  star.  Jtorentini,  pa^.  IO  (eatr.) 

A  1^  ant.  deiril  giugno  fu  sentito  a  Firenze  una  scossa  che  si  mostrò 
più  gagliarda  a  Poggibonsi  e  specialmente  a  S.  Casciano,  ove  causò 
qaalche  danno. 

[672]    1738.  Agosto?  Bagnorea  (Roma), 

u ALv. IBI a-De  Bossi:  Docwnenti  ecc.  pa^.  22. 

Circa  i  primi  di  agosto  forte  scossa  a  Montefiascone  :  gli  abitanti 
pernottarono  all'  aperto  :  a  Bagnorea  caddero  alcune  case.  (*) 

[673]    1738.  Agosto  16.  Val  di  Noto,  CaUnia. 

Obana  Scolari:  Cenni  starici  sulla  città  di  Modica,  Pag.  477,  Ivi  1894. 

Il  suddetto  autore  sulla  fede  della  «  Sicilia  ricercata  nelle  cose  più 
notevoli  »  (tomo  II,  pag.  419-21)  dico  che  a  14**  del  16  agosto-  «  mostrò 
il  suo  furore  il  terremoto  per  cui  risentirono  qualche  perdita  Catania, 
Noto,  Siracusa  ». 

Il  Gemmellaro   (La  vulc.  dell'Etna^  pag.  171)  ricorda  esso  pure  in 


(1;  L'area  mesoBlimlca  di  questo  terremoto  è  delincata  nella  figura  12  con  il  cerchio 
più  iDtemo  attorno  a  Bagnorea. 

basatta:  Terremoti  ecc.  i*"^ 


(1738-1739] 


tal  giorno  un  terremoto  sentito  nelle  sopradette  città  ;  il  Mcrcalli  (  Vulc. 
e  fen.  vulc.,  pag.  232)  erroneamente  ecrlve  Naso  per  Noto. 

[674]    1738.  Novembre  5-6.  Parma. 

lerr.  di  Parma,  pag.  8-3  (estr.)  -  3oihan  o.  ;  Prima  aprena.  ecc.,  pa».  3 

fi'a  il  5  ed  il  6  novembre  a  Parma  cinque  scosse:  la  1', 
intensa,  avvenne  ad  S""  '/j,  le  altre  di  poi  :  caddero  mol- 
sia  in  città  sia  nello  case  di  campagna  :  in  moltissimi 
nssero  delle  screpolature.  Il  movimento  del  suolo  fa  pre- 
grande lampo.  A  Mirandola  le  scosse  furono  meno  ga- 
Parma  (Papotti  F.  I.:  Ann.  della  Mirandola,  ivi  1877. 
a  cosi  pure  a  Guastalla  —  secondo  alcune  memorie  mse. 
radi   (Ann.  delle   epidemie,  parte   IV,    pag.  104)    —  ove 

0  poco  danno.  A  Verona  circa  a  7"  della  notte  ne  furono 

1  che  generarono  grande  spavento. 

sa,  con  ogni  probabilità  concorda  con  quella  che  i  do- 
I8ia-De  Rossi  (Op.  cit.,  pag.  29)  pongono  avvenuta  a 
notte  4-5  ad  8''  circa. 

Febbraio  13.  l^oXSia. 

attiv.  Sism.  t»  Capitanata,  paff.  la  (estr.}  -  Uai.vabia-Db  Rossi:  Docv- 
'.  S2  -  Perrey  a,  :  Treiabl.  penliis.  Hai.,  pag.  41. 

aio  un  terremoto  apportò  a  Fo^ia  qualche  danno  :  se- 
;y  le  scosse  furono  tre  assai  violente,  e  sì  propagarono 
ito  :  1  citati  documenti  ricordano  che  in  tale  città  furono 
e  scuotimenti  e  che  gli  abitanti,  per  timori  di  repliche. 
Ile  baracche. 
!,  secondo  il  Perrey,  in  diversi    luoghi  della  Puglia  una 


Maggio.  Naso  (Uesstna). 

or.  eroiiol.  del  Ieri:  ecc.,   pas.   tóì-ìl   -   Incudine  C.  :    A'iwo  flluslrata. 

1,  circa  le  18''  ital.,  un  gagliardo,  terremoto  scosse  Naso 
!i  seguito  da  continue  repliche  fino  alla  metà  della  notte. 
10  cinque  altre  scosse,  ed  a  2V  '/t  una  violentissima  della 
minuto  circa  fece  crescere  lo  spavento  e  causare  grandi 
giorni  il  suolo  f\i  perennemente  agitato  :  al  15  le  scosse 
modo  gagliarde  e  frequenti,  una  poi,  a  4*  ital.  di  notte. 
ma  :  dopo  di  ciò  in  5'"  si  sentirono  altre  7  scosse  con 
uendo  più  o  meno  gagliarde,  oltrepassarono  il  numero 
giugno  il  periodo   sismico  ei  può  considerare  terminato. 


^ 


[1739-1740]  227 


In  Naao  la  mina  fu  immensa  ;  si  resero  inabitabili  il  convento  dei 
Minori  osservanti,  V  ospedale  ed  il  monastero  ;  ebbero  gravi  danni  il 
monte  di  pietà,  la  chiesa  madre,  nella  quale  si  spostò  la  facciata  e  si 
spezzarono  tutte  le  comici,  e  fnron  resi  minosi  la  sacristia  e  l'oratorio 
principale.  Nella  chiesa  di  S.  Pietro  furono  slogati  i  pilastri  del  cam- 
panile, conquassati  gli  archi,  minata  la  cupola,  e  distrutta  la  sacristia  ; 
quella  di  8.  Salvatore  ebbe  la  facciata  e  le  volte  lesionate  :  in  quella 
di  S.  Cono  fu  conquassata  la  sacristia  e  guasto  il  campanile.  Soffri- 
rono eziandio  e  gi*avemente  la  chiesa  degli  Angeli  ed  il  campanile  di 
S.  Sebastiano.  Nel  «  Tocco  »  (luogo  di  ritrovo)  si  aprì  una  lunga  scre- 
polatura con  avvallamento  di  terreno  :  si  dovette  rifare  quasi  intera- 
mente la  porta  Piazza  e  varie  altre  case  in  quella  occasione  furono 
per  metà  diroccate. 

À  S.  Marco  alcune  chiese  furono  conquassate  e  diroccate  parecchie 
case  di  campagna,  altre  invece  vennero  solo  screpolate  :  fii  lesionato 
il  convento  dei  Cappuccini  e  il  monastero  delle  monache  si  rese  perv- 
«riante.  Non  si  ebbero  a  deplorare  morti,  ma  un  solo  ferito. 

Nella  campagna  si  spaccò  in  più  luoghi  il  suolo  ;  si  asciuttarono  od 
intorbidarono  le  fonti  ;  si  staccarono  massi  dalle  montagne. 

Le  scosse  furono  sentite  ad  Alcara,  a  S.  Salvatore,  a  Randazzo^  a 
Milazzo,  ecc. 

1677]    1740.  Marzo  6.  Salenti  (Trapani). 

sioNoiTORB  A.  :  Istor.  crotìoL  dei  terr.  ecc.,  pag.  420. 

Il  6  marzo  per  un  alluvione,  o  per  un  terremoto,  o  per  causa  del- 
l' ano  o  dell'  altra,  in  Salemi  rovinarono  due  conventi.  Nello  stesso 
tempo  fu  sentito  una  scossa  a  Sciacca. 

[678]    1740.  Marzo  6.  Barga  (Garfagnana). 

Appena.  alV  elenco  dei  terr,  di  Parma^  pag.  3  (estr.)  -  Giovannozzi  o.:  /  terr.  st.  apttani, 
pàg.  8  (estr.)  -  Pbrrby  a.:  Trembl, penine.  Ital.,  pagr.  42  -  pilla  l.:  Istor,  del  trem.ecc, 
pag.  205-6. 

Il  6  marzo  alle  12*»  7i  i^al.  (6"*  */«  a^t.  circa)  a  Barga  si  senti  una 
terribile  scossa  che  durò  per  lo  spazio  di  un  «  ave,  »  incusse  panico 
grandissimo  negli  abitanti.  Rovinarono  diverse  case,  specialmente  alla 
Foraacetta  ed  a  Bugllano,  sotto  le  cui  macerie  rimasero  estinte  tre 
persone.  Tutti  gli  altri  ediflcii,  quali  più,  quali  meno,  risentirono  dei 
cianai;  la  collegiata  di  Barga  ne  ebbe  dei  gravissimi,  perchè,  essendo 
preiùpitata  una  gran  parte  della  sommità  del  campanile  sulla  chiesa, 
una  porzione  del  suo  tetto  venne  fracassata  :  il  resto  poi  del  tempio 
pati  fenditure  tali  che  lo  resero  inservibile. 

In  Modena  la  scossa  fu  assai  forte,  danneggiò  le  volte,  i  muri  e 
fece  cadere  dei  Qomignoli.  In  Fanano  furono  lesionati  molti  fabbricati 


228  [irio] 

e  gravi  fenditure  ebbero  le  chiese  di  Barigazzo,  di  Serpiano,  di  Groppo, 
di  Eiolunato,  e  di  Mocogno. 

La  ecosaa  fu  sentita  a  Genova,  a  Milano  ed  a  Parma;  motto  più  for- 
<^«^^».a  a  \foc=^  Carrara,  a  Pisa  ed  a  Livorno:  assai  intensa  fu  pure  a 
■ò  avervi  causati  danni  notevoli.  A  Firenze  questa  ed 
ad  1'',  causò  un  po'  di  panico. 

più  colpita  nei  di  Buceeaaivi  furono  avvertite  parecehit; 
meno  frequenti  nel  resto  dell'  anno. 

ugno.  MsitelUeo  (Perugia). 

Ooeunientt  ecc.,  pag.  as. 

i  primi   di  giugno   fa  sentita  una  scossa  che  pare   aia 
a  Montefalco  (Spoleto),  giacché  ivi  le  campane  diedero 


ugno  13.  Tsomina  (Messina). 

cronol,  dei  tcrr.,  pag.  Qì. 

a  il  13  e  14  giugno,  a  6''  ital.,  violenta  acosaa  a  Taor- 
reneralc  :  repliche  a  7"  della  stessa  giornata  e  poi  nella 

loto  deve  esaere  atato  molto  localizzato  :  pare  aozi  che 
iutito  nemmeno  a  Messina,  giacché  il  Gallo  negli  An- 
citati  (voi,  IV,  pag.  290)  non  ricorda  cìie  una  scossa 
11  maggio,  ed  il  Mongitore  un'altra  sentita  nel  di  27. 


intese  una  F>co8sa  a  Sciacca  :  al  24  maggio  a  14>>  '/,  it. 
;d  al  27  una  a  Messina.  All'  8  giugno  in  Sciacca  si  av- 
Bse,  delle  quali  alcune  fortissime  fecero  uscire  gli  abi- 
rimaste  lesionato.  Ad  V"  della  notte  del  13  giugno  si 
^uotimento  susseguilo  da  6  repliche  e  nello  spazio  di 
r.  L' iutcnsità  fu  maggiore  in  Sciacca  che  non  altrove: 
ropagò  fino  a  Palermo. 

irre  del  castello  del  Conte  Luna  fìi  interesaata  da  lar- 
ire  :  caddero  tre  volte,  un  pezzo  di  muro  della  scala  e 
e  della  cappella  fu  rovinata  ed  il  restante  tutto  seon- 
,  conventi,  monasteri  risentirono  danni  ;  specialmente 
tcosco  e  la  chiesa  di  N.  S,  del  Giglio:  nella  Matrice  cad- 
.  molte  pietre  e  pezzi  di  stucco  :  nel  monastero  delle 
irono  tre   camere  :  quello  di    S.  Caterina  e   di  Fasello 

sgombrati.  In  città  rovinarono  circa  20  case,  special- 


[1741]  229 

mente  nella  contrada  «  Raxhava  »  :  il  casino  Calandrino  fu  abbattuto  : 
jrravi  lesioni  ebbero  tutti  gli  altri  edificii. 

Dalla  porta  S.  Calogero  (che  essa  pure  provò  Timpeto  della  scossa) 
^i  produsse  una  grande  squarciatura  nel  suolo  che,  passando  dietro 
alla  chiesa  del  convento  del  Giglio,  terminava  alle  mura  :  un'  altra  si 
apri  davanti  al  convento  di .  S.  Domenico.  Verso  il  mare  si  distacca- 
rono dei  massi  di  roccie. 

A  Mazzara  si  ebbe  qualche  danno  specialmente  alla  chiesa  di  S.  Ni- 
colò lo  Regale. 

Nella  notte  del  26-27  giugno,  a  6"*  V4  ì^^^m  ^°*^  nuova  scossa  in  Sciacca 
[>rodu88c  altre  lesioni  :  fu  sentita  da  alcuni  lievemente  a  Palermo. 

;(>82]    1741.  Aprile  15.  Cremona. 

L  M  vMNi  :  Mem.  star,  della  città  di  Cremona^  ivi  1819,  tom.  I,  pag.  200. 

A  Cremona  una  scossa  apportò  qualche  danno  alla  ora  soppressa 
chiesa  di  S.  Tommaso. 

[683]    1741.  Aprile  24.  Fabriano  (Marche). 

G.  AoNELu  :  /  terr.  regtstr.  nelle  ermi.  Lodigiane  eoe-,  pagr.  95  -  Append,  alVelenco  dei  terr. 
tti  Parma ^  i)a«?.  3  [estr.)  -  Balbi  f.  :  Discorso  fatto  in  Fabriano  ecc.  -  Distinta  relazione 
fifirorribiU  terr.  ecc.  -  Serpieri  a.  :  Scritti  di  sismoL,  tomo  I,  pag.  153  -  Malvasia- 
DE-Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  22-23  -  Mercalli  G.  :  Vulc.  e  fenom.  vulc.  ecc.,  pag.  300  - 
(il  ARiNi  F.  :  /  terr.  a  Forlì,  pag-  62  -  tommasi  a.:  /  terr.  del  Friuli^  pag.  108-  Piovene: 
Cron.  d^t  terr.  a  Vicenza,  pag.  50  -  P.  M.  amiani  :  Mem.  istor.  di  Fano  ecc.,  pag.  334  - 
MoROM  :  Dizion.  d'erud.,  voi.  LVI,  pag.  293. 

Xel  di  24  aprile  1741,  circa  le  15*»  V2  i^^^--  si  senti  nella  Marca  una 
triplice  scossa  di  terremoto  per  il  quale  Fabriano  soffrì,  più  di  ogni 
akro  paese,  avendo  i  danni  sorpassata  la  somma  di  scudi  100000  :  in 
quella  tremenda  congiuntura  si  ebbero  7  vittime,  tre  delle  quali  sotto 
le  rovine  della  chiesa  dei  Cappuccini.  Al  replicar  delle  scosse  nella 
chiesa  di  S.  Venanzio  diroccò  la  facciata,  in  quella  di  S.  Nicolò  il 
campanile  che,  cadendo,  fracassò  la  chiesa  ;  il  tempio  di  S.  Romualdo 
fu  ridotto  in  un  mucchio  di  macerie  :  quello  di  S.  Caterina  fu  lesio- 
nato ;  la  chiesa  di  S.  Benedetto  con  il  convento  e  le  case  annesse  ri- 
sCTìtirono  danni,  per  il  cui  ristauro  furono  preventivati  necessarii  7000 
scudi.  Moltissime  case  dei  privati  vennero  gettate  a  terra. 

lu  Serra  S.  Quirino  (Corradi  :  Ann.  delle  epidemie,  voi.  VII,  parte  11^ 
pag.  881)  i  guasti  furono  immensi  sì  nel  paese  che  nel  contado. 

In  Urbino  tutte  le  case  furono  danneggiate  (scudi  26999)  :  dirocca- 
rono due  torri  antiche  nel  palazzo  ducale  :  gli  edificii  che  più  risenti- 
M-niirono  gli  effetti  del  terremoto  furono  le  carceri,  il  convento  di 
S.  Francesco  (in  cui  oltre  il  campanile  rovinarono  i  muri  e  le  volte 
•Iella  chiesa  nuova)  la  chiesa  metropolitana,  il  palazzo  ducale,  T  arci- 
vescovile  o  quelli   dei  signori   Corboli,  Antaldi,  De  Praetis  e  Boni.  Il 


T^ 


23Ó  [1741  - 1742] 


monastero  delle  monache  di  S.  Maria  della  Torre  fìi  reso  inabitabile. 
Nella  parrocchia  di  S.  Polo  (S.  Paolo)  i  danni  furono  si  lievi  che  i  re- 
stauri importarono  una  spesa  di  soli  scudi  11.  SI  ebbe  a  deplorare  una 
vittima  e  parecchi  feriti. 

In  Camerino  rovinò  la  maggior  parte  delle  case,  le  altre  furono  rese 
inabitabili  perchè  pericolanti  :  danni  rilevanti  si  ebbero  nella  cattedrale 
e  nella  chiesa  di  S.  Venanzio  :  rovinò  pure  del  tutto  l'oratorio  del  Suf- 
fragio. Nessuna  vittima. 

A  Iesi  i  danni  furono  notevoli  nelle  chiese,  nelle  case  e  nei  palazzi 
in  cui  si  aprirono  dèlie  grandi  fenditure  :  cadde  il  campanile  della 
chiesa  del  SS.  Sacramento  sulla  volta  dell'  edificio  che  rovinò  com- 
pletamente. 

A  Pesaro  furono  abbattuti  vari  camini  e  danneggiata  la  maggior 
parte  delle  chiese,  in  modo  speciale  quella  di  S.  Rocco,  in  cui  cadde 
il  soffitto.  Il  palazzo  vescovile  ebbe  tali  lesioni  nei  muri  e  nelle  volte 
da  render  V  edificio  inabitabile. 

In  Fano  non  vi  fu  chiesa  o  palazzo  che  non  abbia  sofferto  in  modo 
più  o  meno  grave  :  nella  campagna  parecchie  case  furono  demolite. 
S.  Severino  e  Matelica  risentirono  molti  danni,  e  cosi  pure  qualche  lo- 
calità deir  Umbria.  A  Recanati  la  scossa,  al  dir  del  Moroni,  fu  terri- 
bile :  essa  poi  fu  forte  a  Trevi,  a  Forlì  e  Cesena  ;  a  Mantova  causò  una 
considerevole  fenditura  nel  muro  estemo  del  pubblico  Archivio  presso 
la  torre  (Gionta  :  Il  fioretto  delle  cron.  di  Mantova,  ivi  1844,  pag.  243)  : 
fu  sentita  a  Roma,  a  Firenze,  a  Parma,  a  Lodi,  ad  Udine  e  in  tutto 
il  Friuli  :  fu  abbastanza  sensibile  a  Vicenza. 

Ai  danneggiati  da  questo  terremoto  papa  Benedetto  XIV  elargì  un 
soccorso  di  scudi  100000. 

[684]    1741.  Ottobre  1.  Siena. 

SoLDANi  A.  :  Relazione  ecc.,  pag.  64-63.  ' 

Verso  le  7**  ital.  del  V  ottobre  due  fortissime  scosse  causarono  vari 
danni  alla  città  di  Siena,  cioè,  lesioni  alle  volte  sì  dei  palazzi  che  delle 
chiese,  specialmente  nella  metropolitana  ed  in  quelle  dei  PP.  Gesuiti,  di 
S.  Domenico  e  delle  monache  di  S.  Gerolamo.  Grande  impressione  nella 
cittadinanza,  che,  spaventata,  abbandonò  le  case  :  nella  mattinata  ftirono 
sentite  18  repliche. 

[685]    1742.  Gennaio.  Livorno. 

Gentili  g.  :  Osservai,  sopra  i  trem.  ecc:  -  Moreni  :  Lett.  responsiva  ecc.  -  Istoria  giornaliera 
dei  tremuoti  ecc.  -  Malvasia-de  rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  23-24  -  pedini  :  Relaz,  dei 
terr.  di  Livorno,  Pisa  ecc.  -  zobi  o-  :  Stor,  civ.  della  Toscana  dal  MDCCXXXIII  al 
MDCCCXLVIII,  tX)mo  I,  pag.  226-31,  Firenze  1850. 

Nel  mese  di  gennaio  un  intenso  periodo  sismico  interessò  Livorno  : 


[I74à]  231 

r  elenco  delle  varie  scosse  li  lettore  lo  troverà  più  avanti  :  qui  reputo 
necessario  11  dire  che  1  massimi  sisniici  avvennero  al  16,  al  19  ed  al 
20,  e  che  il  massimo  dei  massimi  accadde  nel  dì  27.  Mentre  le  prime 
tre  scosse  non  produssero  che  screpolature,  l' ultima,  oltre  a  farle 
aumentare  di  molto,  causò  anche  parziali  rovine.  Rovinò  la  volta  della 
chiesa  di  S.  Giovanni  dei  PP.  Agostiniani,  sotto  la  quale  rimasero  fe- 
riti parecchi  individui,  due  de'  quali  mortalmente  ;  caddero  parimenti 
certi  piani  nel  palazzo  Rosciano  in  «  Venezia  nuova  »  causando  una 
vittima  e  due  feriti.  Qua  e  là  fu  pure  demolita  qualche  altra  casa  : 
moltissime  furono  poi  le  danneggiate,  specialmente  nei  muri  intemi 
e  nelle  volte  :  una  quarantina  circa  dovettero  essere  puntellate  :  crol- 
larono molti  comignoli,  e  jfUrono  lesionate  parecchie  torri,  alcune  delle 
quali,  per  timore  di  altri  guai,  furono  demolite. 

La  scossa  del  27  causò  anche  vari  fenomeni  rotatorii  come  si  scorse 
nei  pilastri  della  cappella  del  Lazzaretto  di  S.  Rocco  e  nelle  torri  di 
casa  Ilermans. 

La  scossa  del  19  fu  sentita  in  mare  da  un  capitano  olandese  fra  il 
capo  Corso  ed  il  capo  Mele,  sulle  coste  del  mare  di  Genova:  le  altre 
furono  più  sensibili  ai  bastimenti  ed  alle  barche  che  si  trovavano  in 
acqua. 

I  danni  si  limitarono  alla  sola  città  di  Livorno  giacché  tutte  le  ville 
ed  i  paesi  che  le  sono  circostanti,  non  risentirono  nemmeno  delle  scre- 
polature. 

A  Pisa  le  quattro  maggiori  scosse  furono  assai  gagliarde  :  la  più  in- 
tensa tu.  sentita  da  Genova  a  Cecina  e  si  propagò  sensibilmente  fino  a 
Liistra;  a  Firenze  fa  avvertita  da  pochi,  da  parecchi  invece  nella  cam- 
pagna senese. 

Gli  uomini  alia  marina  videro  la  torre  del  fanale  oscillare  grande- 
mente ed  il  fanalista,  che  si  trovava  nella  stanza  di  mezzo,  temè  di 
essere  sbalzato  in  mare  con  la  torre  stessa. 

Fu  osservato  che  le  acque  del  mare,  dopo  le  prime  commozioni,  si 
tronfiarono  e  che  nei  giorni  19  e  20  avevano  sormontato  di  circa  mezzo 
braccio  il  livello  ordinario  :  due  ore  prima  del  parossismo  del  27  si 
erano  più  di  ogni  altra  volta  innalzate. 

Catalogo  dbllb  scosse  —  Gennaio  i6)  V"  ^/j  ital.  sera,  scossa  intesa  da 
molti:  2*»  */2»  una  breve;  2^^^,  una  più  sensibile  e  generalmente  avvertita; 
^^  '. .,  scossa  più  intensa  della  precedente,  della  durata  di  un  <  ave  »,  che 
cjmsò  grande  agitazione:  i7)  10*»  \2  matt.,  una  replica;  11*»,  una  assai  sen- 
sibile; 12*»,  una  breve;  4**,  una  più  sensibile  delle  tre  precedenti:  d8)  nella 
jriornata  frequenti  rombi  sotterranei,  simili  a  tuoni  lontani:  ^9)  17\  lieve 
scuotimento  ;  18*»  */4,  fortissima  scossa  ond.  di  un  «  ave  »,  fece  fermare  l'oro- 
logio della  colleggiata;  18*»  */2,  replica  minore;  18*» «Vi  altra,  ed  a  22*»*/,  una 


tM  [174»] 

più  sensibile:  20)  IT*,  scossa  alquanto  sensibile;  5*'/».  una  fortissima  ond., 
gmnde  abitazione:  21)  ad  ogni  quarto  d'ora  circa  piccole  scosse  con  con- 
tinui rombi  :  22-24)  nella  g:iornata  e  nella  notte  qualche  scossa  appena  sen- 
sibile: 25)  W'  notle,  una  lieve:  S6)  come  il  22-21:  27)  18*V4.  scossa  rovinosa 
di  30-35',  presentò  tra  riprese;  dapprima  si  senti  un  forte  tremolio,  quindi 
un'ondulazione  E-W  seguita  da  un  sussulto  violentissimo  ;  23'',  lieve  scossa. 
28-7)  febbraio,  nessuna  scossa:  8)  nella  notte  a  5^  una  lieve:  8-9)  9^'  , 
di  notte,  altra  lieve,  e  poi  fino  alla  llae  di  marzo  qualche  scossa  sensibile. 

[G86]  1743.  Febb.  20.  Malta  [Oriente],  Terra  d'Otrast»,  CaUbrie.  Musìiew. 
De  aionai  C.  :  RMrehe  tu  t  tei-r.  in  Terra  d'Otranto,  pag.  15-19  (eatr.)  -  Malv*3ia-De  Boss:  : 
Doeumtntt  ecc.,  pag.  84  -  Tafl-ri  t.  ;  Carmen  dt  Urr.  h'erlt.  ecc.  -  Perbev  a.  ;  TreiMbl. 
penlru.  Ital.,  psg,  43  -  D.  Carbone  Orio  :  /  terr.  di  Calabria  e  Sicilia  ecc.,  pag,  ffi  - 
De  Simone  L.  O.  :  lecce  e  i  suol  taonum,  descriCtl  ed  illuttr.,  voi.  I,  pag.  331  e  S'ite  di 
CUmat.  Salentlna,  pag-.  8  -  C.  D.  Oai.lo:  Ann,  delia  eliti  di  ìleisiaa  ecc.,  voi.  IV,  pa- 
gina 314-15  -  p.  l'ALUMBO  :  storia  di  Prancavllla,  Lecce  IBffl,  pag.  271-3. 

Al  20  febbraio,  sulle  23"  'fi,  in  Francavilla  (Lecce)  violeatlssima 
scoBsa  per  la  quale  il  popolo  fuggi  dalle  abitazioni  temendone  la  ro- 
vina. La  chiesa  di  S.  Eligio  rimase  smantellata  e  con  la  cupola  rovi- 
nata. Il  monastero  di  S.  Chiara  soffri  molti  danni  :  gjan  numero  di 
case  e  di  palazzi  furono  rovinati  :  la  chiesa  madre  e  quella  di  S.  Frnn- 
cesco  furono  abbattute:  tutte  le  altre  rimasero  lesionate.  Si  ebbero  a 
deplorare  7  vittime. 

In  Nardo  il  terremoto,  preceduto  da  fortissimo  rombo,  produese  i 
maggiori  danni.  Diroccò  il  palazzo  civico,  seppellendo  fra  le  sue  ro- 
vine l'archivio  dell'università:  cadde  il  seggio  de' Nobili  e  furono 
molto  danneggiate  le  chiese  di  S.  Michele  Arcangelo,  di  S.  Antonio  da 
Padova,  di  S.  Gregorio  Armeno,  di  S.  Domenico,  di  S.  Francesco  d'As- 
sisi, la  cattedrale  e  moltissime  case  e  conventi. 

In  Brindisi,  secondo  una  cronaca  brindisina,  riportata  dall'  Ascoli 
(op.  cit.  pag.  346),  la  scossa  presentò  tre  riprese  nello  spazio  di  2",  e 
fu  «  orribilissima  »  avendo  fatto  rovinare  quasi  tutte  le  abitazioni.  Cad- 
dero molti  palazzi  e  molti  altri  non  furono  più  abitabili  ;  le  case  gene- 
ralmente rimasero  danneggiate.  Il  Duomo  fU  reso  inadatto  alla  celebra- 
zione :  sofil-1  danni  il  dormitorio  dei  PP.  Riformati  ;  cadde  la  campana 
del  convento  dei  Capuccini  danneggiando  tre  celle.  Risentirono  pure 
la  chiesa  ed  i  dormitori  dei  conventi  delle  monache  Patite  e  degli  Agosti- 
niani. Insomma  nessuna  casa  o  chiesa  rimase  illesa.  Sotto  le  macerie 
perirono  due  persone.  Il  cronista  citato  aggiunge  che  detto  terremoto 
«  è  stato  cosi  apaventoso  che  ritirandosi  il  mare  facevansi  vedere  aper- 
ture della  terra  ed  il  molo  di  porta  Reale  diviso  in  tre  parti  ». 

Riguardo  a  Lecce  la  cronaca  di  F.  A.  Piccinini,  citata  dal  De  Giorgi, 
dice  che  la  scoBsa  *  orribile  »,  durò  per  Io  spazio  di  6"  (sic),  che  fece 
scatenare  gli  edlBci  dalle  fondamenta,  e  che  le   pareti  si  toccavano  le 


[1743]  233 

mie  con  le  altre.  Quantunque  tutti  i  fabbricati  siano  rimasti  in  quella 
congiontura  lesionati,  nessuno  fu  rovinato  e  nemmeno  si  ebbe  a  deplo- 
rare vittima  alcuna. 

Danni  notevoli  ebbero  pure  Mesagne  ed  il  sobborgo  di  Otranto. 

Questo  terremoto  si  propagò  fino  a  Messina,  giacché  il  Gallo,  nei 
suoi  Annali,  ricorda  che  a  23**  V«  circa  del  20  febbraio  un  orribile  e 
lungo  scuotimento  non  solo  sbigottì  i  messinesi,  ma  fece  lesionare  anche 
gli  edifici  principali  e  più  solidi,  che  fu  uopo  puntellare. 

Il  De  Lorenzo  riguardo  a  Reggio  dice  c)ie  alle  23^*45'"  del  23  feb- 
braio, dopo  nna  lieve  scossa  ne  fu  sentita  una  spaventosa,  più  intensa 
di  quella  del  1693  (vedi  N.  584)  :  ciò  secondo  la  cronaca  Cama  :  il  cro- 
nista Nava  scrive  che  per  tale  scuotimento  molte  case  restarono  in 
lie^gìo  screpolate  :  che  nei  conventi  della  Concezione  e  dei  Carmelitani 
all'  Angelo)  vi  fu  qualche  parziale  rovina  e  che  in  qualche  punto  di- 
roccò anche  la  cinta  della  città.  Secondo  il  Carbone-Grio,  questo  ter- 
remoto, che  risultò  di  due  scosse,  la  seconda  delle  quali  molto  più  forte, 
sarebbe  stato  avvertito  non  solo  in  Messina  ed  in  Reggio,  ma  anche  a 
Palmi,  a  Bagnara  ed  a  Cosenza. 

Data  la  coincidenza  dell'  ora,  credo  che  le  notizie  fomite  dal  De  Lo- 
renzo e  dal  Carbone  Orio,  si  riferiscano  anziché  al  giorno  23  al  20  feb- 
braio, vale  a  dire  al  grande  terremoto  di  Teri'a  d'  Otranto  e  del  mes- 
sinese, che,  secondo  i  documenti  Malvasia-De  Rossi  si  propagò  anche, 
i>erò  senza  danni,  a  Milazzo. 

Ora  poi  il  Piovene,  con  l'autorità  dei  cronisti  Dian  e  Favetta,  scrive 
nella  sua  Cronaca  dei  terremoti  di  Vicenza  (pag.  50)  che  tale  città,  a 
23"'  ci-ca  del  20  febbraio  fu  scossa  da  un  gagliardo  terremoto,  per  il 
'|uale  le  campane  suonarono  da  sé  :  secondo  il  cronista  Araaldi  invece 
il  movimento  sismico  fu  duplice  e  lieve.  Il  Toaldo  (Della  vera  infl.  ecc. 
pag.  210)  aggiunge  che  in  detto  istante  fu  commossa  anche  a  Padova, 
e.  secondo  il  Gionta  (Fioretto  ecc.,  pag.  248),  anche  Mantova. 

Siamo  così  in  presenza  di  un  terremoto  che  urtò  contemporanea- 
mente la  Calabria,  il  messinese,  la  penisola  salentina  e  qualche  punto 
del  veneto.  Data  la  mancanza  di  notizie  rigpiardanti  punti  intermedii, 
si  potrebbe  supporre  che  le  scosse  avvenute  nel  giorno  20  si  possano 
••rdinare  in  due  gruppi  distinti  di  terremoti  corocentrici  casualmente 
i?nccessi  nel  medesimo  istante.  Aggiungo  però  che  i  detti  documenti 
De  Rossi- Malvasia  recano  inoltre  la  seguente  notizia  :  «  Roma  6  [marzo]. 
Culle  lettere  di  Napoli  si  é  inteso  essere  seguita  ultimamente  in  quella 
metropoli  una  scossa  di  terremoto  senza  danno  »,  la  quale,  con  ogni 
probabilità,  si  riferisce  essa  pure  al  20  febbraio:  la  stessa  pubblica- 
zione dice  che  nel  giorno  20  di  questo  mese  neir  isola  di  Malta  fu  sentito 
un  <  grossissimo  >  terremoto  alle  23*^,  replicato  alle  8^,  con  danno  no- 


2U  [1743-17-tó] 


labile  della  città,  in  specie  del  palazzo  del  Gran  Maestro,  Dato  ciò  a\'Temo 
nn  terremc-to,  con  centro  probabilmente  in  Oriente,  che  scosse  in  modo 
violentissimo  Malta  e  la  penisola  Salentina  ;  meno  intensamente  la  Ca- 
labria, il  messinese,  meno  ancora  Napoli,  e  che  fa  Bentìto  anche  in 
modo  sensibile  sul  versante  adriatico,  specie  nel  Veneto.  Tale  anda- 
mento si  presenta  con  le  stesse  modalità  di  altri  terremoti  d'  Oriente 
propagatisi  in  Italia  in  questi  ultimi  tempi. 

Aggiungo  inoltre  che  lo  Schmidt  (Si.  ilber  Erdbeben,  pag.  162)  dà 
notizia  di  un  terremoto  rovinoso  avvenuto  nell'  anno  a  Cefalonia. 

\681]     1743.  Aprile  24.  Padova? 

GOWAN  A.:  App.  t  txott  al  Catalogo  ecc.,  pag.  in-11  (estr,] 

Il  Goiran,  da  una  memoria  ms.  sincrona,  fa  notare  che  al  24  aprile 
1743.  a  16*  circa  (U^ant.),  in  Vicenza  si  senti  un  terremoto  composto 
di  ana  duplice  scossa  :  la  prima  non  fu  lieve,  e  l'altra  piii  gagliarda  pro- 
dusse panico  ma  senza  nessun  danno  alla  città  tranne  ad  una  catena 
del  Duomo  :  aggiunge  però  detta  memoria  che  a  Padova  II  terremoto 
fece  rovinare  più  di  una  fabbrica. 

La  notizia  di  Padova  deve  essere  od  erronea  o  certamente  esagerata 
perchè  il  Toaldo  (Della  vera  infi.  degli  altri  ecc.,  pag.  210)  non  re- 
gistra per  detta  città,  nel  1743,  che  una  scossa  a  23''  ital.  del  20  feb- 
braio corrispondente  al  terremoto  precedentemente  accennato. 

[688J    1743-45.  Calabrie,  MessiiM». 

AHCoviTO  S.  :  Mem.  sul  fenom.  mtleor.  iS4i,  pag.  93  -  Cu'occi  ;  Catalano,  1,  paff.  SSa  -  Cak- 
HONE  Ohio  D.  ;  /  teer.  di  Calabria  ecc.,  pag.  63  -  M.\lv«st*-De  Kos.si:  Documenti  ecc., 
Dag.  ai-2j  -  U.  D.  Gallo:  Oli  Ann.  della  aita  di  Messina,  IHt^,  voi.  iv,  pag.  ai5-ie,  9Ua, 
86S,  368  -  D.  Spanò  Bolani:  Storia  di  Reggio  di  Calabria,  voi.  ii,  pag.  Td. 

Abbiamo  visto  come  nelle  Cnlabrle  enei  messinese  si  sia  propagato 
abbastanza  intensamente  un  terremoto  (20  febbraio)  di  provenienza 
orientale:  ora  il  Gallo  afferma  che  a  4'' di  notte  del  5  marzo  1743  una 
nuova  ed  intensa  scossa  urtò  Messina  :  essa  non  fu  forte  come  quella 
del  20  febbraio.  Lo  Spanò  Bolani  scrive  poi  —  non  ricordando  ì  feno- 
meni sismici  del  febbraio  —  che  al  7  dicembre  di  questo  anno  un  ga- 
gliardissimo terremoto  colpi  Keggio  incutendo  grande  timore:  che  gli 
ediflcii  non  ebbero  che  poche  screpolature  mentre  In  molti  paesi  della 
Calabria,  ed  in  ispecìe  in  S.  Giorgio  di  Polistena,  in  Catanzaro  ed  in 
Soriano  furono  rovinate  moltissime  case  con  mortalità  di  persone.  Nella 
stessa  giornata,  ad  S*"  di  notte,  anche  a  Messina  (u  avvertita  una  flc- 
rissima  scossa  identica  per  intensità  a  quella  del  20  febbraio  :  queste 
due  notizie  certamente  si  riferiscono  ad  un  unico  fenomeno  :  a  Messina 
poi,  a  3"  di  notte  del  1"  gennaio  1744.  fu  sentito  un  altro  forte  scuo- 
timento che  recò  non  poco  spavento  ed  un  nuovo  a  IO""  del  6  marzo.  I 
terremoti  del  1743-44,  secondo  i  Documenti   Malvaaia-De  Rossi,  appor- 


[1743-1746]  235 


tnrono  danni  a  Nìcotera,  a  Mileto  e  ad  altri  paesi  della  Calabria  ultra  : 
neir  ultima  località  citata  sarebbero  cadute  la  cattedrale  e  molte  case: 
a  Catanzaro  poi  il  movimento  del  suolo  fa  solo  fortissimo  e  destò  gli 
abitanti. 

Il  Carbone  Grio  pone  al  23  febbraio  1744  una  scossa  nella  Calabria 
meridionale,  che  produsse  molte  rovine  in  Sicilia  (forse  a  Messina)  e 
fa  seguita  da  un  periodo  sismico  perdurato  per  due  anni. 

U  Capocci  mette  i  terremoti  disastrosi  nel  1743  ed  aggiunge  che  si 
rinnovarono  nel  1744  e  nel  1746  :  che  quelli  del  1744  riuscirono  più 
forti  a  Messina,  e  che  le  repliche  del  1746  furono  invece  più  intense 
nei  pressi  di  Catanzaro. 

Come  si  vede,  quantunque  esista  fra  gli  autori  una  certa  sconcor- 
danza nelle  date,  tuttavia  le  varie  notizie  alludono  ad  un  lungo  periodo 
sismico,  che,  a  mio  giudizio,  interessò  negli  anni  1743-44  e  forse  anche 
tino  al  1747  (N.  696)  le  Calabrie  ed  il  Messinese. 

[689]    1743.  Maggio  29.  Ferrara. 

Malt AsiA-DB  ROSSI  :  Documenti  ecc.,  pa^.  ^1. 

Al  29  maggio,  circa  le  17*"  ital.  di  mattina,  in  Ferrara  scossa  di  2'  ; 
grande  panico  ;  caduta  di   due  comignoli.  Fu  seguita  da  due  repliche. 

[690]    1744.  Blarche. 

Maltasia-dk  ROSSI:  Documenti  ecc.,  paK.  ^  -  Skrpieri  a.:  Scritti  di  sismol  ecc.,  pa^.  153 
voi.  I  -  Antologia  Romana,  toI.  v,  n.  48«  pag.  38^  Roma,  mafir^io  ìTt9, 

Nei  Documenti  citati,  si  dice  che  nella  notte  27-28  febbraio  furono 
sentite  in  Pesaro  due  forti  scosse  le  quali  recarono  grande  spavento. 
11  Serpieri  ne  mette  al  22-24  aprile  alcune  fortissime  ad  Urbino  ed  in- 
fine la  rivista  e  Antologia  Romana  »  riferisce  che  nella  notte  fra  il 
26-27  maggio,  a  3*»  ital.,  fu  sentita  in  Pesaro  una  violenta  scossa  che 
causò  grande  spavento,  ma  nessun  danno  :  pochi  minuti  dopo  ne  so- 
pirono due  altre  di  minor  forza  e  durata,  e  varie  repliche  più  o  meno 
leggere  fino  al  26  luglio  successivo. 

[t591]    1745.  Marzo.  Spoleto  (Perugia). 

BINA  :  Raifionam,  sopra  la  cagione  dei  terr.  ecc.,  pag.  21  -  Malvasia-db  rossi  :  Documenti 
^c.,  pag.  25. 

Verso  la  metà  del  mese  di  marzo,  a  Spoleto,  nello  spazio  di  8  ore 
ftirono  intese  22  scosse  che  danneggiarono  i  fabbricati  :  questa  notizia 
data  dal  Bina  è  confermata  dai  citati  Documenti,  secondo  i  quali  ri- 
sulta che  le  scosse  avrebbero  cominciato  a  commuovere  il  suolo  o  sulla 
ftne  di  febbraio  o  sul  principio  del  mese  vegnente  e  sarebbero  state 
sentite  anche  a  Foligno  e  luoghi  vicini,  aiTecando  spavento  grandis- 
simo, ma  pare  nessun  danno. 


236  [1745-1746] 

[692]    1745.  Ottobre.  Monleeawiao  (Caserta). 

M\lva9ia-De  rossi  :  DoeuìHtiiCI  ecc.,  pag.  25  -  Pill*  l.  :  Seìax.  ie  Irtm.  ecc..  pap.  IM. 

Nel  di  3  ottobre  si  sentirono  a  Montccfts&ino  varie  bcobsc.  le  quali 
replicarono  nei  giorni  G,  10,  20,  22,  23  e  26  dello  stesso  mese  e  quindi 
nei  dì  1-6,  8  e  16  del  auccessivo.  Questo  periodo  sismico  produsse 
molta  costernazione  nei  monaci  dell'Abbazia  e  causò  varie  lesioni  al- 
l'edificio, specialmente  sopra  la  porta  maggiore  della  cbiesa.  I  maggiori 
scnotimenti  si  propagarono  anche  a  San  Germano.  Al  26  dicembre 
altra  replica  ed  al  15  gennaio  1746,  a  11*"  '/t-  in*  gagliarda  ed  alcune 
lievi  Balle  primo  ore  del  mattino  del  18  marzo,  a  3"  del  12  agosto  ed 
innanzi  lo  spnntar  del  giorno  del  4  ottobre. 

Il  Corradi  invece  (Ann.  delle  epidemie  ecc.,  voi,  IV,  parte  I,  pag.  13tV) 
citando  1  Diadi  mss.  di  Montecassino,  ricorda  una  scossa  fortissima 
avvenuta  al  18  ottobre  1745,  per  la  quale  parve  che  il  vetusto  e  famoso 
tempio  avesse  a  crollare.  Aggiungono  i  Diarii  predetti  che  sì  seguita- 
rono a  sentire  delle  repliche  fino  alla  metà  di  novembre. 

[693]    1746.  Luglio.  Barga  (Garfagnana). 

Bakitt*  m.  :  Alatile  coiuld.  slittet.  sulla  disMb.  dei  Uri:  in  Toscana,  paff.  13  (eatr-l  -  Gio- 

VANNoaa  O,  ;  /  Urr.  Apuani,  pas:.  8-9  (estr.)  -  TACLisuca  ;  Relazione  giornaliera  ecc.  - 

j,  fi.  FIORAVANTI:  MeM-  itor.  della  citta  di  Pittata  ecc..  pag.  501. 

Nel  luglio  il  territorio  di  Barga  fti  interessato  da  un  forte  periodo  si- 
smico iniziatosi  nel  mattino  del  9  con  scosse  non  sentite  generalmente. 

Il  Tallinucci,  citato  dal  Giovannozzì,  ci  lasciò  memoria  delle  seguenti; 

Luglio  iO)  tre  scosse  avvertite  da  tutti  ;  11)  18  scosse  dì  cui  2  gagliar- 
dissime a  18''  [2''  pom.]  ed  a  21''  [5"  pom.];  i.l)  14  scosse  gagliarde;  /■/>  5 
scosse  :  2  fortissime  a  7"  ',,,  [3"  '  /ant.]  ed  a  13"  [O^  ant.};  15)  5  scosse  di 
cui  una  fortissima;  Ì6i  12  scosso,  una  della  quali  fortissima  a  S""  [l""  ant."  ; 
i7)  dodici  scosse  di  cui  6  gagliardissime:  una  a  3*  '/[  [11"  pom.  del  16] e  le 
altre  dalle  6"  Vt  alle  1"  ';,  [2"  Vj  -  3*  >  ;  ant.  del  17]  ;  18)  12  scosse,  3  delle 
quali  incussero  punico,  a  2"  ','i  [10"  pom.  del  17],  a  \2^  [8"  ant.  del  18j  ed  a 
22'"  V(  [6"  ''t  pom.]  ;  19)  5  scosse,  di  cui  una  «  orribile  &  a  24''  [S""  pom.J  ;  SOì 
13  scosse:  una  «orribile»  a  U*'  [10"  ant.];  21)  11  scosse,  fra  cui  una  fortis- 
sima a  11''  [P  pom.J  ed  altre  tre  simili  a  ì&  ',',  [2"  '',  pom.];  22:  5  scosse 
leggiere  ed  una  forte  alle  19''  '.'e  (3"  '  ;  pom.)  ;  ^5)  2  scosse  dì  cui  una  ol- 
tremodo intensa  a  22"  ^,,  [6''  ',',  pom.]  ;  fu  la  maggiore  del  periodo  sismico  ; 
2'1)  4  scosse  mediocri. 

Durante  il  maggiore  scnotimcnlo,  al  dir  del  Talìinucci  *  si  videro 
cozzare  insieme  i  tetti  delle  case  »  e  dai  monti  Pania,  Gragno  e  vicini  si 
staccarono  grosso  frane,   che  precipitarauo  con  grande  strepito  a  valle. 

Queatc  commozioni,  od  almeno  le  più  intense,  tìirono  avvertite  ab- 
bastanza fortemente  anche  a  Lucca  ed  a  Pistoia.  A  proposito  dell'ul- 
tima citta  lo  storico  Fioravanti  ricorda  che  per  34  giorni  fu  commossa 
da  continui  scuotimenti,  che  causarono  grande  panico. 


[1746  -  1750]  237 


Fra  i  fenomeni  avvenuti  in  questo  periodo  sismico  è  utile  ricordare 
olle  nel  Serchio  fu  trovata  morta  una  grande  quantità  dì  pesci  (cinque 
0  seimila  libbre). 

[694]  1746.  Ottobre  8.  Opsaria  (Friuli). 

T-MM-isi  A.  :  /  tetr.  dei  Friuli,  pag.  198. 

L'8  ottobre,  a  5*»  di  giorno,  si  senti  ad  Udine  una  scossa  ed  a  7^  di 
notte  parecchie  altre  che  ad  Orsaria  (frazione  di  Premariaccio-Civi- 
dale)  fecero  diroccare  la  chiesa. 

[6^]    1747.  Aprile  17.  Noeera  Umbra. 

J/tf.  deWArthirio  di  Stato  di  Roma. 

Al  17  aprile  1747  un  terremoto  recò  non  solo  alla  città  di  Noeera, 
ma  eziandio  a  parte  del  suo  territorio,  danni  gravissimi  :  le  chiese  più 
di  ogni  altro  edificio  sofiFrirono  detrimento  :  le  case  in  parte  caddero 
ed  in  parte  rimasero  talmente  sconnesse  da  essere  rese  quasi  inabita- 
bili. La  Cattedrale  ed  il  Vescovado  furono  assai  malconci  :  la  chiesa 
dell'antico  monastero  di  S.  Stefano,  distante  due  miglia  dalla  città,  fu 
rovinata.  Dal  17  aprile  al  23  maggio  varie  repliche.  Il  Perrey  {Trembl, 
l)enini,  Ital.^  pag.  43)  senza  data  mensile  (ma  prima  di  luglio)  dice 
che  a  Foligno,  Noscia  (Noeera  ?)  e  città  vicine  una  scossa  violenta  ro- 
vesciò parecchie  case  :  questa  notizia  certamente  si  riferisce  a  quella 
di  Noeera  da  me  estratta  dai  mss.  dell'Archivio  di  Stato  di  Koma. 

-696]    1747.  Settembre.  Reggio  Calabria. 

ARoìviTo  S.  :  Afem.  sui  fenom.  meteor.  18  il,  pag.  35  -  roscitano  p.  :  Mem.  istor.  Jllasof.  d^i 
t^rr.  ecc.,  pagr.  6. 

Nel  settembre  una  scossa  di  terremoto  produsse  piccole  lesioni  nei 
muri  delle  case  di  Reggio  :  fu  susseguita  nel  corso  di  2  mesi  da  40. 
repliche  leggiere  :  parte  della  popolazione  andò  ad  abitare  in  baracche. 

[697]  1748.  Settembre  11  o  18.  Colli  Laziali. 

M\i.vAsiA-DE  ROSSI  M.  S.  :  Documenti  ecc.,  paj?.  25. 

Alle  6**  della  notte  deli'  11  o  del  18  settembre  in  Roma  una  scossa  di 
j><>chi  secondi  fece  cadere  molti  calcinacci  nel  palazzo  della  Cancel- 
](Tia  :  pare  sia  stata  piti  violenta  a  Frascati  ed  a  Marino. 

r6981    1750.  Febbraio  1.  Aquila. 

MU.YASJA-DB  Rossi  M.  S.:  op.  cit.,  pag.  25. 

Al  V  febbraio  (*)  fortissima  scossa  in  Aquila  :  danni  alle  case. 


I  Malvasia  e  De  Rossi  (loc.  cit.)  attribuiscono  la  scossa  al  primo  marzo  :  ciò  é  eviden- 
ttMuente  errato,  giacché  tale  notizia  venne  tolta  da  una  corrispondenza  stata  Inviatii  df^ 
Najuiii  il  17  febbraio  ed  Inserita  nel  giornali  del  tempo  del  3  marzo. 


[1750- 1751] 


Lui*. 

,,  pag.  23  -  Perhbt  a.  :  Treitibl.  penlnt.  Hai.,  pag.  13. 

A  2(?  '/«  ^^1''  ^  febbraio  forte  scossa  a  Koma  seguita  poco  dopo  da 
altra  più  breve  :  nessun  danno.  A  Frascati,  a  Mariao  e  ad   Albano    il 

'"   fece  nacir  molti  dalle   case.  A  Montcrotondo   furono   sentite 

a  Tivoli  8  con  grande  panico. 

\y  dice  clie  al  28  gennaio,  a  2''  di  sera,  in  Koma  fa  sentita 
di  qualche  minuto  (secondo?),  la  quale  dopo  un'ora  fu  se- 
Bplica  meno  forte  e  quindi  nella  notte  da  una  terza  che  a 
ad  Albano  danneggiò  delle  case.  All'  11  ftsbbaaio  a  Roma, 
1  scuotimenti. 

'&0.  Settembre  17.  Plime  (Udine). 

r  ttrr.  m  Friuli,  pa».  106. 

il.  di  notte  del  28  novembre  a  Pordenone  si  senti  nna  scossa 
)urc  a  Fiume,  ove  alle  11"  se  ne  ebbe  un'altra  più  intensa: 
dicembre  replica  ad  Udine  ed  infine  a  24'' '/i  del  giorno  17 
benone  ed  a  Fiume  ;  quivi  a  5*"  di  sera  furono  sentite  altre 
lenti  scosse  sussultorìe,  che  fecero  screpolare  molte  case  :  a 
a  IS^'/i  altra  più  forte  della  precedente  e  tra  le  11  e  le  IS' 
repliche  ad  Udine  ed  a  Pordenone  e  infine  a  IS"  una  lieve. 

'51.  Luglio  26.  tlaiUo  e  K«Mra  (Umbria). 

imento  ecc.  -  Malvasia-US  Rosai:  Doeuiaenll  ecc.,  pag.  iS-36  -    Vera,  tiiu/ra  e 

•.tallone  ecc.  -  Stlatione  più  distinla  ecc. 

luglio,  fta  le  2"  e  le  2"  '/t  ital.  della  notte,  in  Nocera  due 
ro  destare  parecchie  persone  che  abbandonarono  le  case:  in 
3ero  maggiore  intensità  e  cosi  pure  a  Sigillo  ed  a  Scheggia. 
il.  di  quella  stessa  notte  una  veementìssima  concussione  at- 
>itauti  di  Gnaldo  che  tosto  lasciarono  le  case  semidiroccale 
iti,  mentre  il  suolo  continuava  a  scuotersi  più  o  meno  sen- 
:  una  nuova  scossa  tosto  sopraggiunse  ed  alle  conquassate 
apportò  nuovi  danni  :  rovinò  il  palazzo  del  pubblico,  1'  ar- 
,  segreteria  priorale  :  cadde  il  campanile,  si  staccò  la  gran 
Tastante  al  campanile  di  S.  Francesco,  il  quale,  squarciato, 
mila  volta  della  chiesa  :  gravi  rovine  avvennero  pnre  nel 
lei  PP.  Agostiniani  :  precipitò  il  campanile  della  chiesa  di 
che  ne  rimase  malconcia.  La  chiesa  dì  S.  Benedetto  soffri 
ini,  però  il  suo  campanile  non  rimase  atterrato:  il  contiguo 
cevette   gravi    lesioni  ;  cadde    la  casa   presso  alla   chiesa  di 

La  Rocca,  solidissima  costruzione,  risenti  notevoli  danni. 
to  di  Gualdo  nella  parte  verso  porta  S.  Benedetto  (che  con- 


[1751]  239 

duce  a  Perugia)  fu  atterrato  affatto,  talché  le  strade  erano  piene  di 
macerie  alte  anche  3  canne  :  specialmente  fu  colpita  la  contrada  detta 
«  il  Borgo  >.  La  seconda  parte  ebbe  le  case  con  le  facciate  abbattute, 
i  tetti  scoperchiati  ed  i  muri  pendenti  ;  T  altra  parte,  versò  porta 
S.  Facondino  (che  conduce  alla  Romagna)  non  fu  affatto  prostrata,  ma 
i  muri  subirono  gravi  lesioni.  Fra  tante  rovine  non  si  ebbero  a  deplo- 
rare che  3  morti  e  qualche  ferito. 

Saa  Pellegrino,  Fossato  di  Vico,  Pieve  e  Gaifana  furono  ridotti  in 
un  mucchio  di  macerie. 

In  Nocera  caddero  diversi  camini,  uno  dei  quali,  sfondato  il  tetto 
di  una  casetta,  ruppe  il  solaro  di  una  camera  uccidendo  tre  persone 
che  ivi  stavano  dormendo.  In  questa  città  rimasero  danneggiati  spe> 
ciaimente  quegli  edificii  che  già  erano  minacciosi  di  rovina. 

In  Sigillo  caddero  quattro  case  con  mortalità  di  due  persone  e  molti 
altri  edificii  furono  resi  inabitabili  :  a  Scheggia  ne  rovinarono  tre,  cau- 
sando una  vittima  :  a  Costacciaro  il  terremoto  apportò  vari  danni  spe- 
cialmente al  convento  dei  PP.  Conventuali.  A  Gubio  restò  danneggiato 
il  palazzo  vescovile,  il  monastero  di  S.  Ubaldo  fu  ridotto  in  pessimo 
stato  ;  la  cattedrale,  alcune  chiese,  i  monasteri,  i  conventi  ed  in  una 
parola  ogni  edificio  ebbe  a  risentire  quale  più  quale  meno  per  questo 
terremoto  :  le  case  di  campagna,  specialmente  quelle  verso  la  porta 
S.  Agostino,  furono  generalmente  conquassate  :  affatto  demolita  fu  la 
chiesa  di  Padule. 

In  Assisi  (*)  patirono  tutte  le  fabbriche  e  certe  case  più  antiche  fu- 
rono rovinate  ;  molto  danneggiato  fu  il  palazzo  vescovile  e  molti  altri 
fabbricati  furono  lesionati  e  rimasero  con  i  muri  in  modo  pericoloso 
strapiombanti.  Spello  ebbe  la  minaccia  di  vedere  le  case,  le  chiese  ed 
i  conventi  abbattuti. 

In  Foligno  il  terremoto  atterrò  una  grande  quantità  di  camini  e  due 
stanze  del  palazzo  Sceltrisa  ;  pati  pure  considerevolmente  il  duomo  — 
specialmente  nella  sua  facciata  della  porta  maggiore  —  e  lo  chiese  di 
S.  Francesco  e  di  S.  Salvatore. 

In  Camerino  e  dintorni  restarono  pure  lesionate  le  case  ;  a  Città  di 
Castello  diroccò  la  torre  o  la  volta  della  cattedrale. 

Cjualche  danno  risentì  forse  anche  Perugia,  ove,  come  a  Terni,  la 
scossa  produsse  generale  costernazione  ;  essa  poi  fu  forte  ad  Arezzo, 
un  po'  meno  a  San  Gemini,  a  Monterotondo,  a  Tivoli  ed  a  Civitaca- 
Hteliana  ;  fu  infine  lievemente  sentita  anche  a  Roma. 


(1  in  Assist,  secondo  la  «  vera,  nova  e  dlstlutJi  relazione  ecc.  »  la  scossa  nm^trlore 
sviFPbbe  avvenuta  a  ore  8,  nel  quale  Istante  un'  aUra  scossa,  veeraentlHslma  quasi  come 
la  prima.  fU  sentita  a  Gualdo, 


[17511 


A  Gualdo  dopo  la  grande  scossa,  la  terra  fb  jd  continuo  movlmenlo: 
si  sentirono  fì^qucnt  etneo  te  repliche  intense  e  cupi  rombi.  Alla  sera 
del  28  febbraio  si  ebbero  duo  gagliardi  scuotimenti  e  verso  le  2*  '/,  ìt. 
del  30  un'  altro  fu  sentito  a  Noccra,  a  Sigillo  ed  a  Gualdo,  nella  cui 
ultima  localim  fece  rovinare  anche  le  tre  uniche  case  fino  allora  ri- 
maste intatte. 


Fio.  16. 


L'  epicentro  di  questo  terremoto  si  trova  presso  Gualdo  :  vale  a  dire 
in  posizione  quasi  centrale  della  zona  mcaosismica  che  racchiudo  S.  Pel- 
legrino. Fossato  e  Gaifaaa  (flg.  16  A):  la  zona  quasi  rovinosa  comprende 
Scheggia,  Costacciaro,  Sigillo  e  Nocera  (B);  nella  fortissima  Città  di  Ca- 
stello, Gobbio.  Assisi,  Spello,  Foligno,  Camerino,  ecc.  (C), 


Falera*. 


Nel  mese  due  forti  scosse  apportarono  vari  danni  alle  e 


Fra  le  23  e  le  24"  ital.  del  25  settembre  forti  scosse  riempirono  di 
spavento  la  popolazione  di  Nai-ni  :  in  città  non  recarono  alcun  danno, 
ma  in  campagna  fecero  rovinare  alcune  case. 


Riviera  ligire  di  levaDk. 

;  Tremili,  prniiis.  ttal.,  pag.  U. 


[704]     1751.  Novembre  21. 
MEKCALrj  O.:  /  Ifrr.  della  Llgiirta,  paff.  30  -  Perrev  A,t 

Verso  lo  W45'°  ant.  una  scossa  di  terremoto  produsse  lesioni  non 
gravi  agli  ediflcli  delta  riviera  ligure  di  levante  fino  a  Genova  :  fu 
sentita   con  minor   intensità   in    quella  di   ponente   fino  a   S.  Remo,  e 


^■•. 


[1752-1753]  241 


leggermente  anche  nel  milanese  :  a  Genova  fti  molto  forte,  durò  5™  (se- 
condi ?)  :  il  mare  nel  porto  si  agitò  violentemente  ed  i  bastimenti  ri- 
sentirono r  urto  sismico. 

Il  Perrey  registra  al  1*  dicembre  nn'  altra  scossa,  meno  violenta 
per  Genova,  ma  che  produsse  alquanti  danni  sulla  riviera  occidentale. 
Ciò  però,  secondo  le  notizie  del  Mercalli,  non  6  conforme  al  vero  :  in 
quel  di  snccesse  invece  un  rovescio  di  vento  che  fece  naufragare  una 
nave  nelle  acque  di  Portofino. 

(705]    1752.  Febbraio  16.  Nizza, 

y RRCALU  Q.  :  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pa^r.  30. 

Verso  le  2**  ant.  del  16  febbraio  scosse  leggerissime  a  Nizza  :  a 
4^45"  ant.  una  forte  con  rombo  e  della  durata  di  mezza  «ave maria»  : 
molti  che  si  trovavano  a  letto,  spaventati,  uscirono  dalle  case.  Vennero 
danneggiate  le  parti  più  elevate  degli  edificii.  Detto  terremoto  fti  for- 
tissimo anche  ad  Oneglia. 

Verso  le  5**  ant.  a  Nizza  due  piccole  repliche  e  per  alcune  settimane 
altre  leggiere. 

[706]    1752.  Agosto?  Città  di  Cagtello  (Perugi»). 

Malvasia-db  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  26  -  Taramelli  t.  :  Terr,  di  FolignOy  pag.  82  (estr  ) 

Prima  del  23  agosto  diverse  scosse  di  terremoto  recarono  qualche 
danno  alle  case  di  Città  di  Castello,  le  quali  dalla  popolazione  furono 
abbandonate  :  cosi  i  citati  Documenti. 

Il  Perrey  invece  (Trembl,  penins.  Itnh  pag.  44)  ne  registra  una  av- 
venuta nella  notte  13-14  di  luglio  ad  Urbino,  a  Gubbio,  a  Gualdo,  a 
Foligno  ed  a  Fabriano,  e  che  fu  sentita  forse  fortemente  a  Trevi. 

;707]    1752.  Settembre.  Colli  Lnziali. 

M.\LVA9iA-DR  RoHsi:  Doa^mentt  ecc.,  pag:.  26  -  Pbrrey  a.:  Trembl.  pen.  Hai.,  pag.  14. 

Secondo  il  Perrey  nella  notte  5-6  giugno  ad  Aricela,  ad  Albano,  a 
Genzano  e  circonvicini  fu  sentita  una  scossa  :  a  3^  del  21  se  ne  ebbe 
una  a  Tivoli,  e  prima  del  20  settembre,  secondo  i  Documenti  citati,  in 
Vclletri  un  forte  terremoto  mise  in  allarme  la  popolazione  che  abban- 
donò le  case  :  fu  pure  avvertito  a  Frascati  ed  a  Marino.  Sulla  fine  di 
settembre  (26  [Perrey])  di  notte  una  forte  concussione  urtò  Frascati, 
Velletri  e  Marino,  ove  fece  cadere  due  case  e  si  propagò  lievemente 
tino  a  Roma.  Nella  notte  19-20  ottobre  a  Vclletri  altro  scuotimento. 

[708]    1753.  Febbraio.  Modena. 

Perrey  a.:  Op.  clt.,  pagr.  45. 

Sui  primi  di  febbraio  a  Modena  scoss.i  fortissima  :  muri  8rre))olati. 
Ciò  secondo  von  Holf. 

Baratta  :  Terremoti  ecc.  16 


ì 


#  ^^ 


242  [1753  -  1755J 


[709]    1753.  Marzo  9.  Lnserna,  Perosa  (Piemonte). 

Mercalli  G.:  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  30^1  -  Vassalli  Bandi:  Rapport  ecc.,  pag".  132 
perrey  A.:  Tremai,  penins.  Ital.  ecc.,  pag.  45. 

Verso  le  2**  pom.  un  forte  terremoto  urtò  il  Piemonte  e  la  Savoia  : 
fu  assai  forte  e  cagionò  danni  considerevoli  nelle  valli  di  Lusema,  di 
Porosa  e  di  Susa,  presso  il  confine  con  il  Delflnato.  Il  forte  di  Fene- 
strelle  sofiPri  assai;  in  Pinerolo  caddero  molti  fumaiuoli  e  tetti:  ad  Asti 
rovinò  parte  del  convento  dei  Cappuccini.  Sulle  montagne  di  Susa  e 
di  Pinerolo  -  ove,  secondo  il  Mercalli,  pare  abbia  avuto  il  suo  centro  - 
si  sentirono  rumori  simili  a  colpi  di  cannona,  ed  in  diversi  punti  si 
aprirono  squarciature  nella  terra,  dalle  quali  sgorgarono  copiose  acque - 
In  Savoia  si  verificarono  grandi  scoscendimenti. 

La  scossa  fu  sentita  con  forza  anche  a  Torino,  ove  durò  2"  (se- 
condi ?)  ;  fu  abbastanza  sensibile  fino  a  Chambery  ed  a  Ginevra,  ove 
le  campane  della  torre  alta  diedero  qualche  tocco:  fu  infine  leggeris- 
sima a  Nizza  e  forse  avvertita  anche  a  Gap  (Alte  Alpi). 

Neir  area  centrale  si  ebbero  14  minori  repliche  :  le  prime,  sentite 
verso  le  4**  pom.,  furono  intese  anche  a  Torino  :  cosi  pure  dicasi  di 
quella  accaduta  a  2*»  ant.  del  giorno  10. 

[710]    1753.  Aprile  2.  Città  di  Pieve  (Perugia). 

pbrrey  a.:  Trenibl.  penins.  lial.j  pa^.  45. 

Secondo  von  Hofl",  al  2  aprile  scossa  fortissima  a  Città  di  Pieve  con 
danni  agli  edificii. 

[711]    1753.  Maggio  26.  San  Gemini  (Perugia). 

Malvasja-db  BOSSI:  Documetiti  ecc.,  pag.  20-27  -  Taramelli  t  :  Terr.  Spoleto  pa^. :i2  (estr.) 

A  San  Gemini  nel  dì  26  maggio  replicate  scosse  di  terremoto  reca- 
rono non  lievi  danni  e  grande  spavento  :  furono  sentite  anche  ad 
Amelia,  a  Todi,  a  Perugia  ed  a  Trevi. 

Il  Pen-ey  (Op.  cit.,  pag.  45)  erroneamente  le  pone  al  26  aprile. 

[712]    1754.  Giugno  7.  Lawo. 

Malvasia-De  Bossi  ;  op.  cit.,  pag.  27. 

« 

Nella  notte  del  7  giugno  forte  scossa  in  Roma  :  fu  molto  più  intensa 
a  Tivoli,  Frascati,  Valmontone,  Palestrina,  Ariccia  e  Castel  Gandolfo. 
Grande  panico.  Repliche  per  15". 

[713]    1755.  Novembre  1.  Lisbona. 

Supplement  aux  re^ftectlom  sur  le  desastre  de  Ushonne  ecc.,  pagr.  35-36. 

Al  1**  novembre,  verso  le  10^  ant.,  terremoto  disastrosissimo  nel  Por- 
togallo, sentito  leggermente  a  S.  Remo,  come  afferma  il  Nota  (Op.  cit, 
pag.   46)   ed  anche   a   Torino   (Mercalli  :  /  terr.  della  Liguria^  ecc., 


[1755]  243 

pag.  31).  A  Milano  la  scossa  fece  oscillare  le  lampade  delle  chiese  :  ad 
Abbiategrasso  fece  aprire  e  sbattere  le  porte  :  riguardo  a  Lodi  TAgnelli 
{/  terr.  registr.  ecc.,  pag.  95)  pubblicò  una  annotazione  sincrona  rela- 
tiva a  questo  terremoto,  del  seguente  tenore  :  «  questa  mattina....  si  è 
reduto  a  muoversi,  e  non  di  poco,  il  baldacchino  che  sta  sopra  l'aitar 
maggiore,  come  pure  le  lampade  che  sono  in  presbiterio,  cosi  che  al- 
cuni sono  sortiti  dal  Duomo,  ben  persuasi  come  fosse  ciò  una  specie  di 
terremoto.  Infatti  qualche  altro  segno  ha  dato  altrove  nella  nostra 
cittA,  ma  non  tanto  potente  come  nella  detta  cattedrale...  » 

[714]    1755.  Novembre  1.  Isola  di  Ponza. 

mebc.\lu  G.  :  Xote  geol,  e  stsm.  Isole  Ponza,  pag.  14  (estr.) 

Nello  stesso  giorno  ed  alla  stessa  ora  (10^  a.)  del  grande  terremoto 
fisbonese,  a  Ponza  fa  sentita  una  violentissima  scossa  per  cui  rovina- 
rono due  terzi  delle  case  che  allora  esistevano  neir  isola.  Ciò  secondo 
r  Hamilton  ;  osserva  il  Mercalli  che  il  parossismo  citato  quantunque  sen- 
tito in  diverse  parti  dell'  Italia  superiore,  in  nessun  luogo  recò  danni 
di  sorta  :  non  fa  quindi  meraviglia  che  siasi  propagato  anche  fino  alle 
isole  Ponzio,  ma  non  può  ammettersi  che  vi  sia  arrivato  con  forza  suf- 
ficiente per  cagionare  grandi  rovine,  poiché  a  più  forte  ragione  avrebbe 
dovuto  scuotere  con  eguale  energia  la  Spagna  nord  orientale,  la  Francia, 
le  isole  di  Corsica  e  di  Sardegna,  ed  altre  regioni  più  vicine  al  foco- 
lare sismico.  Bisogna  quindi  ritenere  che  la  grande  scossa  lisbonese 
sia  realmente  giunta  in  modo  sensibile  sino  a  Ponza,  e  che  quivi  — 
come  causa  occasionale  —  abbia  determinato  un  terremoto  locale  molto 
più  violento.  Nella  carta  che  accompagna  i  terremoti  del  1892  (vedi), 
trovasi  delineata  la  probabile  zona  isosismica  sensibile. 

|715]    1755.  Novembre  18.  Acquapendente,  Grotte  (Viterbo). 

Malvasia-De  Bossi  :  op.  elt.,  pafir.  27  -  Pbrrby  a.  :  Trembl.  pentìxs.  Hai.,  pag.  46. 

Nella  notte  del  5  maggio,  secondo  Malvasia-De  Rossi,  furono  sentite 
tre  scosse  senza  danni  a  Viterbo  ed  a  Bagnorea  :  il  Perrey  aggiunge 
che  furono  molto  violenti. 

Ài  18  novembre  ad  Acquapendente  ed  a  Grotte  ne  furono  intese 
altre  parecchie  che  danneggiarono  alcune  case  (fig.  12). 

[716]    1765.  Dicembre  9.  Vallese  (Svizzera). 

Delle  luttuose  vicende  dell* anno  i755,  pag.  92-94  -  Bertrand  e.  :  Mem.  sur  Ics  tremhl.  ecc., 
pa^.  48-98  -  Suppleinent  aux  rejlections  ecc.,  pa^?.  52. 

Verso  le  2*»  */,  pom.  terremoto  rovinoso  nel  Vallese  sentito  forte- 
mente in  Lombardia,  nel  Piemonte  e  nella  Savoia  ;  a  Torino  la  scossa 
fu  duplice  :  la  prima  fase,  non  avvertita  da  tutti,  durò  4-6*  :  dopo 
(loalche  minuto   successe  una  ripresa  di  2%  più   leggiera   della   prece- 


244  [1755    1756] 


dente  :  ambedue  ebbero  direzione  N-S.  A  Milano  il  movimento  sismico 
fu  molto  più  violento,  avendo  in  alcuni  muri  fatte  aprire  delle  fen- 
diture. 

[717]    1755  6.  Dicembre-Febbraio.  Aneonitan©. 

PERREY  A.  :  Tremai,  penins.  Jtal.^  pag-  47  -  Supplement  atix  rejlectlons  ecc.,  pag.  39, 

Al  25  dicembre  (1755)  nella  provincia  d'Ancona  scossa  fortissima. 
Al  l'*  gennaio  (1756)  altra  che  causò  pochi  danni  :  al  5  febbraio  nuova 
replica. 

[718]  1756.  Febbraio  2.  Sezae  (Roma). 

Malvasia'De  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  27. 

Alle  21**  ital.  del  2  febbraio  scossa  molto  forte  di  due  minuti  (se- 
condi?) che  non  causò  danni  notevoli. 

[719]    1766.  Aprile  13.  Treviso. 

storia  degli  orrendi  tremuotl  ecc.  -  Supplement  aux  reMctions  ecc.,  pagr.  70-71  -  perrey  a.  : 
op.  clt.,  pag.  47. 

Il  25  febbraio,  a  22*»  ital.,  a  Bassano  una  scossa  violenta  fece  uscire 
molti  cittadini  che  trovavansi  in  chiesa  :  a  7**  di  notte  altra  sensibile 
canhe  a  Trento  ed  in  vari  luoghi  del  Veneto,  specialmente  a  Feltre  e 
suo  distretto. 

Al  13  aprile  a  Venezia  una  di  30  ed  a  3**  di  sera  replica  :  ftirono 
sentite  a  Padova,  a  Verona  ed  a  Treviso  :  in  quest'  ultima  città  camini 
rovesciati,  case  e  chiese  danneggiate  :  al  16,  a  2^  10'"  ital.  scossa  a 
2  riprese,  precedute  da  forte  rombo  e  nella  notte  18-19  altra  rex^lica 
considerevole  S  E  -  N  W.  Noto  che  il  Toaldo  nulla  dice  per  Padova. 

[720]    1756.  Agosto  17.  Padova. 

PERREY  A.:  op.  Clt..  pag-  48. 

Qualche  minuto  prima  di  mezzodì  fortissimo  uragano  seguito  da  pa- 
recchie forti  scosse,  che  causarono  vari  daimi  alla  città.  Il  Toaldo  non 
riporta  questo  terremoto. 

[721]    1756.    Ottobre  22.  Oriente. 

Capocci  :  Catalogo,  T,  pag.  353  -  Malvasia-De  Bossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  27  -  Perrbj  a.  : 
op.  clt.,  pag.  48  -  Supplement  aux  rejlectfons  ecc.,  pag.  93. 

Il  22  ottobre,  a  3**  30"  pom.,  un  violento  e  lungo  terremoto  in  Na- 
poli danneggiò  ed  abbattè  molti  comignoli  :  fu  sentito  anche  in  Calabria, 
in  Sicilia  ed  in  Grecia.  Nei  Documenti  Malvasia-De  Rossi  si  dice  che 
in  questo  giorno  -—  senza  indicazione  di  ora  —  fu  avvertito  un  terre- 
moto che  agli  edifici  di  Manfredonia  non  apportò  alcun  danno  ma  in 
mare  fece  affondare  una  nave.  Secondo  il  Supplement  citato,  a  Napoli 


[1757-1759]  245 


la  scossa  sarebbe  durata  4™  (secondi?)  ed  avrebbe  danneggiati  molti 
odificii  ed  abbattati  dei  caminetti. 

Queste  notizie  con  ogni  probabilità  corrispondono  ad  un  terremoto 
esocentrico,  propagatosi  specialmente  neir  Italia  meridionale.  Il  Perrey 
[Mem,  sur  les  trembl.  de  terre  ressentis  dans  la  Penins,  Turco-Hellenique 
etc,  pag.  30)  riferisce  che  al  20  ottobre  in  Morea  si  ebbero  scosse 
violenti,  specialmente  nel  golfo  di  Lepanto  e  di  Corinto  e  che  si  pro- 
pagarono anche  in  Sicilia. 

Nulla  dicono  i  cronisti  Salentini  citati  dal  De  Giorgi,  per  la  Terra 
d'Otranto. 

n22]    1757.    Agosto  6.  Sìraensa. 

PEiiRKY  A.  :  Trembl.  penins,  lUiL.  pagr-  48. 

Il  6  agosto  a  Siracusa  terremoto  disastroso  :  la  metà  delle  case  sa- 
rebbe stata  distrutta  :  10000  morti. 

[l'23ì    1758.  Gennaio  24.  Ereolano  (Napoli). 

PERBET  A.  :  Op.  Cit.,  pag*.  48. 

Al  24  gennaio  scossa  fortissima  ad  Ereolano. 

1724]    1758.  Novembre  1.  Bronte  (Catania). 

Mebcaixi  6.  :  Vulc.  €  fenom.  vuìc.^  pa^r.  2S4  -  perrey  a.  :  op.  cit.,  pa^.  48. 

Il  Mercalli,  citando  TAlessi  (Stor.  crii,  ecc.,  disc.  VII),  dice  che  al 
l""  novembre,  a  6^  ital.,  verso  Bronte  fu  sentita  una  scossa  fortissima  : 
il  Perrey,  seguendo  von  Hoflf,  la  registra  come  forte. 

[725]    1759.  Marzo  18.  Pigtoia. 

Pebrey  a.  r  op.  Cit.,  pag.  48. 

Al  18  marzo  scossa  violenta  a  Pistoia  :  al  18  aprile  altra. 

[726]    1759.  Marzo  30.  Plnerolo  (Torino). 

Mercalli  :  /  terr,  della  Liguria  ()cc.,  pag.  82-33  -  Casalis  G.  :  Diz.  geogr.  stor,  stat.   comm, 
degli  Stati  di  S.  M,  il  Re  di  Sardegna,  voi.  XV,  pag.  819. 

A  2*^  30"  pom.,  del  9  marzo  in  Pinerolo  e  paesi  del  circondario  for- 
tissima scossa  di  oltre  40«,  che  fece  traballare  i  monti  e  le  case.  Nella 
stessa  giornata  il  fenomeno  si  ripetè  per  due  volte  con  eguale  violenza, 
ed  altre  repliche  furono  sentite  nei  dì  successivi.  La  più  violenta  di 
tutte  avvenne  al  30  marzo  :  molte  case  in  città  furono  distrutte  e  non 
pochi  individui  perirono  sotto  le  rovine.  Per  circa  tre  mesi  si  abitò 
all'aperto  essendo  continuato  il  periodo  sismico  anche  nell'aprile  e  nel 
maggio  successivi.  Al  iJ6  maggio,  a  10^  45°»  pom.,  in  Torino,  gagliarda 
scossa  forse  proveniente  dal  centro  pinerolese  :  ed  a  2*»  Va  (^ic)  di  tale 
giornata,  una  assai  sensibile,  ma  breve,  in  Genova. 


[1759- 1T62] 


[mi    1758.  Maggio  20  e  26.  MarsiMiiMTO  (Potenza). 

PBRKBT  A.  :  op.  Cit.,  pag.  49, 

Al  20  e  26  maggio  dae  scosse  a  Napoli  :  pare  Steno  state   più    forti 
■     "    -■     -\:  a,  MarsiconaOTO  tntU  fuggirono  sotto  le  tende. 

9.  Oiugno  14.  S.  Hiefaele  !■  Teveriit.  (Viterbese). 

<  18  giugno  ns»  [notizia  ms.) 

igQO  scossa  assai  gagliarda  che  fece  lesionare   1    dae  archi 

be  divide  il  paese  di  S.  Michele  in  Teverina  :  non  produsse 


i9.  Ottobre  5.  Monte  Oag«ino  (Caserta). 

UoHie  Ceatino  ecc.,  pag.  '6. 

aggio  tre  scosse  gagliarde  :  al  13  luglio  varie  altre  che  can- 
ire  ai  monaci  :  al  5  ottobre  una  molto  forte,  intesa  anche 
,no  e  paesi  circostanti  :  quest'ultima  determind  l'apertura 
e  lesioTii. 

W.  Gennaio.  Cawit  (Perugia)  ? 

1.  ctt.,  pag.  49. 

Lio  scossa  nella  marca  d'Ancona  :  danni  a  Cascia. 

il.  Aprile  5.  H«te  Casda». 

op.  cIt.,  patt-  ~i6. 

no  16  febbraio  una  scossa,  seguita  nella  notte  da  replica  : 
una  molto  forte  con  repliche  successive  :  causarono  qualche 
a  chiesa.  AI  6  novembre  due  scoese  ed  una  al  27. 

2.  Marzo-Luglio.  Hn^llo  (Toscana). 

[:  I  terr.  sior.  Xugetlaìil,  pag.  8-8  (estr.) 

ilio  (a  S.  Agata)  dall'  11  marzo  al  22  di  luglio  varie  ecosse, 
)  delle  quali  avvenne  fra  le  23  e  24"  (6-7"  pom.)  del  15 
jQd.'SQSS.  di  qualche  minuto. 

IT  (op.  cit.,  pag.  46)  dà  notizia  delle  seguenti  scosse  :  Marzo 
!,  nella  Toscana  e  nel  Bolognese  parecchie  -  Aprile  13-14) 
)  11  scosse  alcuna  delle  quali  assai  forte  ;  15)  &'  sera,  a  Fi- 
ievi,  ma  più  forti  nel  Mugello  ;  17)  nuove  scosse  nel  Mugello; 
lase  rovinate  -  Luglio  28-29)  nel  Mugello  otto  scosse  senza 
iderevoli. 

il  Perrey  la  scossa  maggiore  sarebbe  avvenuta  al  17,  se- 
iovannozzi  invece  al  15:  ma  quest'ultima  data  merita  piti 
che  tòlta  da  un'annotazione  sincrona  fatta  sui  libri   pan-oc- 


[1762  - 17631  247 


chiali  di  S.  Agata  di  Mugello,    ove  —  in  memoria  di  ciò  —  in   detto 
giorno  di  ogni  anno,  si  fanno  appunto  processioni  votive. 

[733]    1762.  Luglio-Agosto.  Arìccia  (Roma). 

A.  CHIGI:  Mem.  stor.  delVanttchts$.  Municipio  ora  terra  dell* Ariccia  ecc.,  Roma MDCCXCIV^ 
pa^g.  4*7-50. 

Il  giornale  «  Le  Notizie  del  Giorno  >  (4  giugno,  N.  43)  reca  la  no- 
tizia che  nel  1762  in  Ariccia  furono  sentite  varie  scosse  di  terremoto 
per  34  giorni. 

Ciò  è  inesattamente  riferito  perchè  rilevo  dall'opera  del  Chigi  che 
in  detto  anno  dal  12  luglio  al  12  agosto,  isolatamente,  in  tal  paese  ed 
in  un  solo  punto  furono  intese  delle  detonazioni,  che,  quantunque  ab- 
biano recato  molto  timore  agli  abitanti,  non  produssero  alcun  danno. 

r734j    1762.  Luglio.  Gasamicciola. 

Malvasia-De  Bossi  :  Docuìnenti  ecc.,  pag.  27-28. 

Il  23  luglio  forte  terremoto  ncir  isola  d' Ischia  che  causò,  oltre 
grande  panico,  notevoli  danni,  avendo  fatto  cadere,  fra  l'altro,  intera- 
mente una  chiesa  in  Casamicciola:  nessuna  vittima.  Il  Perrey  {Tremhl. 
penins.  Ital.,  pag.  49)  dice  che  le  scosse  furono  62  e  vennero  sentite 
nella  notte  2d-29  luglio. 

[735]    1762.  Ottobre  6.  Poi^gio  Picenze  (Aquila). 

Malvasia -De  Rossi:  op.  cit.,  pag.  28  -  Perrey  :  op.  Cit.,  pag.  49. 

Un  violento  scuotimento  urtò  Aquila  e  dintorni  facendo  cadere  in 
cittÀ  vari  camini  e  causando  qualche  danno  alle  chiese  :  fu  più  violento 
a  Poggio  Picenze  che  restò  quasi  interamente  diroccata  e  fu  inteso 
leggermente  anche  a  Roma. 

Il  Perrey  lo  indica  come  avvenuto  al  6  ottobre,  il  Malvasia-De  Rossi 
a  19^  del  29  o  23  settembre:  quantunque  tale  data  appaia  più  atten- 
dibile, essendo  la  notizia  tolta  da  una  corrispondenza  da  Roma  del  30 
di  detto  mese,  inserta  ne  giornali  del  tempo  del  26  ottobre,  tuttavia 
i  signori  Malvasia  e  De  Rossi  devono  essere  incorsi  in  qualche  errore 
(li  trascrizione,  perchè  di  tale  terremoto  e  dei  gravi  danni  toccati  ad 
Aquila  ed  alla  provincia  omonima  Nicolò  Tomei  lasciò  memoria  in  un 
carme  dal  titolo  De  terraemotu  pridie  nonas  octobris  1762  {Carminum 
Wì.  11^  Napoli  1765,  pag.  101-2)  secondo  quanto  riferisce  C.  Minieri- 
Riccio  nella  sua  Biblioteca  storico  topografica  degli  Abruzzi  (Napoli  1862, 
pag.  108).  Il  giorno  e  pridie  nonas  octobris  »  corrisponde  appunto  al 
(il  6,  conformemente  alla  data  citata  dal  Perrey. 

796]    17(^.  Febbraio,  Giugno.  Bronte,  Paterno,  Nicolosi  (Catania). 

F.  Ferrara:  Deicriz.  delVSlna^  pag.  122-23  •  C.  Qemmellaro  :  Vulcan.  dell  Etna,  pa^.  119-21. 

Nel  febbraio  1763  la  città  di  Bronte  e  gran  parte  del   bosco   vicino 


[1763-1766] 


furono  urtati  da  scosse  violentissime  che  di  mano  in  mono  si  fecero 
sempre  più  intense,  finché  nella  notte  del  giorno  6  —  dopo  una  forte 
commozione,  che  arrecò  grande  spavento,  giacché  sembrava  volesse 
svellere  l'abitato  —  si  aprì  in  quei  dintorni  nna  bocca  eruttiva,  che 
fece  fVa?aroBe  eeplosioni,  accompagnate  da  scuotimenti  sensibili  entro 
35  miglia.  Verso  ia  fine  di  febbraio   terminò  l' incendio. 

0  un  forte  terremoto  scosse  il  lx)sco  di  Paterno  e  con 
aenza  i  villaggi  di  Nicolosi  e  di  Pedara  ;  anche  in  Bìan- 

sentirono  gli  effetti  :  quindi  si  apri  una  nuova  bocca,  cfae 
ivit&  fino  al  settembre. 

Roeca  Hontepiaio  (Chieti)  ? 

,  pag.  50. 

(no  a  Rocca  Montepiano  si  ebbero  pioggie  torrenziali,  dn- 
farono  sentite  diverse  scosse  ;  al  24  poi  successe  un  grande 
Ciò  secondo  il  Perrey.  Nei  foglio  «  Veridica  e  diatinta  reta- 
tneata   ruina   della   terra  di  Montepiano   nella  Diocesi  di 

1  il  di  24  giugno  1765  (in  Roma  MDCCLXV) .  in  cui  am- 
escrive  lo  scoscendimento  verificatosi  nel  succitato  giorno, 
1  23  (e  non  al  22)  ebbero  luogo  pioggie  dirottissime,  che 
isa  prossima  della  frana,  ma  ivi  non  si  accenna  meno- 
coBse  di  terremoto- 
Agosto.  Piglio,  ABagni  (Roma). 

isi  :  Documenti  «ce.,  pag.  %. 

età  d'agosto  a  Piglio,  Anagni  e  luoghi  circonvicini  forte 
ìe  spavento,  ma  nessun  danno. 

Aprile-Maggio.  Nieolosi  (Catania). 

a-ir.  dtlVEtna,  pag.  lai  -  Oemmellano  C.  ;  Vale.  detlEtM,  pa».  121-23. 

aprile  bcobbo  violenti  urtarono  la  parte  meridionale  del- 
i  notte,  specialmente  a  Nicolosi,  aumentarono  di  nnmero 
,;  crebbero  ancora  nel  giorno  seguente,  dopo  di  che  nella 
una  violenta  eruzione  accompagnata  da  frequenti  scuoli- 
egioni   etnee  ;  in  Aci  ed  a  Catania  i  maggiori  furono  sen- 

Dicembre  24-25.  Foligno,  NoreU  (Perugia). 

si;  DocumeuU  ecc.,  paj?.  29. 

dicembre  varie  scosse  nell'  Umbria  :  apportarono  qualche 
ipecialmente  a  Foligno,  a  Norcia  ed  adiacenze,  ove  [\irono 


[1767]  249 

—  — ^hM      1^ ^i— ,_^ ■  ■  Il  !■  I  -      I  -  |-  -  -  -     -       -  -  .  _  

[741]    1767.  IsehU. 

n' ASCI  a:  Storia  dell'isola  O"  Ischia,  pag.  471,  Napoli  1868. 

Per  un  terremoto  fu  distrutta  la  chiesa  del  Rotaro.  ^ 

[742]    1767.  Gennaio  21.  Fivizzano  (Massa). 

GiovAN?(ozzi  o.  :  /  teìT,  star.  Apuani^  pag.  9-10  -  Malvasi a-Dr  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pa- 
ttina 29  -  Perrey  a.  :  Tremai,  penins.  ItaL,  pag.  61. 

Il  21  gennaio  a  Fivizzano  cominciarono  a  sentirsi  delle  scosse  e 
nella  mattina  di  tale  giornata,  circa  le  8^  Vs?  i^®  avvenne  una  di  lunga 
durata  :  mentre  l'afflitta  popolazione  era  accorsa  in  chiesa  successero 
due  o  tre  repliche,  la  seconda  delle  quali,  a  9**  */£  circa,  fu  talmente 
impetuosa  che  il  sacro  edificio  fu  presso  a  rovinare  :  fu  visto  aprirsi 
e  poi  tosto  rinchiudersi  l'arco  in  pietra  che  sovrasta  la  tribuna  presso 
l'altare  maggiore.  Diroccarono  molti  camini  ;  fu  gravemente  lesionata 
la  volta  della  chiesa  degli  Osservanti  ;  l'ospedale,  il  Pretorio,  la  do- 
irana  del  sale  ebbero  notevolmente  a  soffrire  :  moltissime  case  furono 
lesionate  e  nel  contado  non  pochi  edificii  furono  dalla  violenza  del- 
l' urto  sotterraneo  adeguati  al  suolo.  Dopo  di  ciò  seguirono  numerose 
repliche  :  dal  21  gennaio  al  4  febbraio  ne  erano  già  state  contate  36 
tra  forti  e  lievi. 

Le  maggiori  scosse  del  21,  cioè  quella  delle  8**  Va  ®  9**  Va  ^^^^  oli- 
rono intese  da  pochi  in  Firenze,  da  molti  a  Parma  :  a  Pisa  produssero 
qualche  screpolatura  e  fecero  abbattere  alcuni  comignoli.  A  Livorno  la 
prima,  più  forte  dell'altra,  ebbe  la  durata  di  una  breve  «  ave  maria  >  : 
due  leggiere  furono  pure  sentite  a  Genova. 

[743]    1767.  Febbraio  7.  Liguria. 

M4LVA$iA-DB  ROSSI:  Documenti  ecc.,  pag.  29  •  mercalli  G.:  /  terr.  della  Liguria,  pag.  83  - 
Perrey  a.:  Tremai,  penins.  Ital.  ecc.,  paer.51. 

Circa  le  11**  ital.  (4*»  15"  ant.)  a  Genova  lieve  scossa  seguita  da  altra 

forte    di  SO",  che  causò   qualche  danno   a  molte  case,  a  varie  chiese  e 

monasteri   ed  alla  nuova  fabbrica   dell'  ospedale  :  a  Torino  ne  furono 

wntite  tre  ondulatorie  N-S  e  tre  pure  a  Nizza,  con  1'  ultima  più  forte. 

A   Savona  pare  che   questo  terremoto  sia  stato  abbastanza   intenso.  A 

21"  ^,'4   (Z^  V«   pom.)   replica   leggiera  a   Genova   e   così   pure   a  ^^  '^/^ 

K^^  \'t  pom.  circa)  del  giorno  9. 

[744]    1767.  Maggio  26.  (0  Val  di  Lanzo  (Piemonte). 

Pi.ruky  :  Op.  cit.,  pag.  51  -T  Malvasia-De  Bossi  :  op.  eli.,  pa(?.  29-90  -  Mercalli  :  /  terr.  di 
Liguria,  pag.  83. 

Al   26  maggio   in  Torino   fu  sentita   una   scossa   lieve   N-S   di  3'  a 


d;  U  Perrey,  sulla  fede  del  Journal  Hist.,  registra  il  terremoto  al  27  maggio:  li  Mer- 
caUl  lo  pone  al  26  seguendo  le  Effem,  meteor.  deirosservatorio  di  Torino,  data  che  è 
certamente  esatta. 


2S0  [1767] 

7^  24™  pom.  Essa  fu  più  forte  in  Val  di  Lanzo,  ove  fece  lesionare  delle 
volte  di  chiesa  e  rovinare  qualche  muro  ;  in  questa  occasione  diroc- 
carono alcune  case  in  Laszo  ed  a  Betangero  caddero  le  mura  di  un 
vecchio  castello. 

67.  Giugno  4-5.  Speleto  (Perugia). 

Bossi  :  Op.  clt.,  pag.  !9^  -  Uercai.u  G.  :  ^le.  e  /enom-  vulc.  ecc.  pai;.  301  - 
!  Op.  Ctt.,  pag.  51  -  Tarauelu  T.  :  Terr.  ai  Spoìflo,  pag.  82-33  (eslr.)  -  San»  A.; 
N,  di  SpoleCo,  parte  li,  psg.  2B9. 

3tte  fra  il  4  ed  il  5  giugno,  a  6"  ital.  di  sera,  un  veemente 
urtò  la  città  dì  Spoleto  e  le  regioni  circostanti  :  la  i-occa  ri- 
ivi  lesioni  e  cosi  pure  il  duomo:  la  chiesa  degli  Agostiniani. 
SS.  Filippo  e  Simone  caddei-o  in  parte  :  diroccò  il  convento 
erviti  :  fu  reso  inservibile  quello  di  S.  Paolo  ;  tutte  le  altre 
nonasterl.  i  palazzi  e  le  case  risentirono  danni  gravi,  dai 
tati  a  piti  di  100000  scudi  :  oltre  a  ciò,  alcuni  ediflcii  fiirono 
abbattuti.  Castel  S.  Giovanni  fii  pure  assai  violentemente 
ne  si  scoile  dalla  segnente  iscrizione  posta  sopra  la  chiesa 
le: 

TEMPLVM.    HOC. 

8.    JOANNI    BABTISTAE   SACRUH 

INGENTI  TEBHAE  MOTV 

NON   .  JVN   .  CIOIOCCLXVn 

SVINA    .    CORRVPTVM 

CLEMENS    .    Xin    .    PONT    .   UAX. 

PBOCVRANTK    .   VINO    .    AB   .    AQAEP. 

BESTITvrr 

9ANCTIVS    .    MARICIVS   .    RECTOR 

H.    P. 

sa  si  propagò  fortemente  anche  a  Roma.  In  Spoleto  non  si 
fiorare  che  una  vittima  ed  a  5  ascesero  i  morti  nella  cam- 
^s  tante. 

.0  il  mese  di  giugno  frequenti  repliche  :  le  ma^iori  avven- 
ni giorno  2  di  settembre,  nella  quale  giornata  furono  intce« 
ì  scoese  che  recarono  nuovi  danni  agli  edificii  si  di  città  che 
uà  :  nel  26-27  altre  scosse. 

767.  Luglio  U-15.  Latti,  S.  Agata  (Cosenza). 

"rembl.  ptn/ns.  Hai.,  pag.  51. 

5  luglio  un  terremoto  recò  gl'avi  danni  a  Cosenza  e  fece  ro- 
eramenle  Luzzi  e  S.  Agata  causando  40  vittime.  Fji  sentito 
;ondo  I'  Arcovito,  a  Reggio  e  dal  Golfo  dì  Squillace  fino  a 
Repliche  fino  al  giorno  18. 


V 


[1767  -  l76dj  251 


[747]    1767.  Ottobre  19-22.  Vesuvio. 

pkbrb  a.:  op.  cit.,  pajer.  51. 

Al  19  e  22  ottobre  si  sentirono  durante  V  eruzione  al  Vesuvio  vio- 
lenti e  continue  scosse.  11  De  Bottls,  testimonio  oculare  dell'eruzione, 
non  menziona  nella  descrizione  che  fece  di  tale  fenomeno,  le  scosse 
sopra  indicate. 

[748]    1768.  Ottobre  19-20.  Santa  Soda  (Romagna  Fiorentina). 

Vera  rtìaziane  dello  spaventosissimo  terremoto  ecc.  -  Guarini  f.  :  /  terr.  a  Porli  ecc.  pag.  6!)-64 
-  Perbey  a.  :  op.  cit.  pag.  S2  -  Gazzetta  di  Firenze,  N.  43,  44  del  1768,  pa^r.  183-187  - 
Biam  B.  :  Ann,  della  città  di  Faenza,  voi.  m,  pag.  32P. 

A  Forlì  in  gennaio  furono  sentite  diverse  scosse  :  poi  alla  mezza- 
notte fìra  il  19  e  20  ottobre,  ne  avvenne  una  si  lunga  e  violenta  che  fece 
abbattere  varii  camini  :  fa  seguita,  poco  dopo,  da  replica  meno  intensa. 
In  S.  Sofia  la  prima  scossa  fece  rovinare  le  migliori  case,  in  ispecie 
nella  vicina  campagna  :  la  seconda  fu  più  forte  e  caueò  danni  conside- 
revoli giacché  nessuna  delle  case,  comprese  le  più  robuste,  potè  soste- 
nersi in  piedi  all'  impeto  del  movimento  sismico  :  una  torre  di  anti- 
chissima costruzione  e  con  i  muri  alla  sua  sommità  grossi  6  braccia 
fu  affatto  demolita  :  il  campanile  della  comunità  rimase  in  strapiombo  e 
minaccioso  di  cadere  :  il  ponte  che  divideva  la  Toscana  dalla  Romagna 
perdette  le  e  spallette  >  e  nel  suo  mezzo  si  produsse  una  fenditura 
lunghissima  che  lo  divise  in  due  parti.  Le  case  esistenti  nel  contado 
circonvicino  andarono  tutte  infrante,  con  la  perdita  dei  loro  abitanti. 
Più  di  120  furono  le  vittime  in  Santa  Sofia.  Né  solamente  questa  lo- 
calità rimase  si  orribilmente  colpita,  ma  eziandio  gli  altri  paesi  poco 
distanti,  fìra  cui  dobbiamo  ricordare  Mortano. 

La  scossa  della  mezzanotte  fu  gagliarda  a  Firenze,  ove  durò  6  bat- 
tute di  polso  :  alcuni  quivi  assicurano  che  fu  preceduta  da  uno  scuoti- 
mento meno  forte  e  seguita  da  altri,  i  maggiori  dei  quali  a  due  ore  di 
distanza.  Secondo  il  Toaldo  (Della  vera  influenza  ecc.,  pag.  210)  fu 
sentita  anche  a  Padova  :  a  Faenza  il  suolo  ondeggiò  lievemente. 

Dopo  il  parossismo  citato  in  Santa  Sofia,  specialmente  nella  stessa 
notte,  numerose  repliche. 

[749]    1768.  Novembre  30.  Castel  Fiorentino,  Montatone  (Firenze). 

le  notizie  del  Mondo,  N.  93:  13  dicembre  ncs. 

Nella  notte  del  30  novembre  a  Montaione,  Gambassi  e  Castel  Fio- 
rentino violenti  scosse  atterrirono  la  popolazione  senza  recar  danno. 
Tale  terremoto  con  tutta  probabilità  fu  sentito  a  Firenze.  I  documenti 
Malvasia-De  Rossi  (pag.  30)  notano  che  nella  notte  del  31  dicembre 
verso  le  9**  7*»  ^  Firenze  si  ebbe  una  breve  ma  gagliarda  scossa  pre- 
ceduta da  altra  avvertita  da  pochi. 


T-V" 


253  [1770-1771] 


[750]    1770.  Giugno.  Reggio,  Messila. 

Hamilton:  Descriz.  dei  terr.  ecc.,  In  «  Gibelln  »  (trad.  ital.)  pag.  272  -  perrky:  op.  cit., 
pa^.  52  -  R08CITAN0  :  Mem.  Mor.  Jllosof.  ecc.,  pag.  1  -  Le  notizie  del  Mondo^  N.  7A 
[1  luglio  1770)  e  N.  56  (14  luglio). 

Il  Perrey  dà  notizia  di  una  fortissima  scossa  avvenuta  a  Messina  il 
1°  gennaio  1770  e  di  un  altra  sentita  in  Calabria  ed  in  Sicilia  nei 
febbraio. 

Nel  di  8  giugno,  verso  le  5^  della  notte,  in  Messina  se  ne  ebbe  una 
forte  seguita  da  repliche  minori,  non  causò  danno  ma  grandissimo  spa- 
vento (*).  In  Reggio  si  intesero  in  quella  notte  22  scosse,  quattro  delle 
quali  molto  forti  ed  in  quattro  mesi  circa  130  (*)  altre,  per  le  quali  si 
aprirono  molte  fenditure  nei  muri  e  nelle  volte. 

I  Documenti  De  Rossi-Malvasia  (pag.  30)  e  parecchi  altri  autori 
parlano  di  case  e  di  palazzi  caduti  in  Reggio  :  V  Hamilton,  a  proposito 
di  questo  periodo  sismico,  riferisce  che  V  arcivescovo  di  Reggio  gli 
raccontò  che  in  tale  occasione  gli  abitanti  sloggiarono  dalle  case,  quan- 
tunque non  avessero  ricevuti  gravi  danni. 

[751]    1770.  Dicembre  27.  ValdarDO  Saperiore. 

Malvasia-De  rossi:  Documenti  ecc.,  pag.  30  -  Notizie  del  mondo^  N.  1:  1  genn.  ITH. 

Circa  la  mezzanotte  del  27  dicembre  forte  scossa  a  Firenze  seguita 
da  due  lievissime  repliche  :  grande  panico.  Cadde  qualche  comignolo. 
Questo  terremoto  danneggiò  molti  luoghi  del  Valdamo  superiore  e  sue 
adiacenze,  ove  fece  diroccare  alcune  case  di  campagna.  Secondo  Von 
Hoff  —  citato  dal  Perrey  (Tremòl.  penins.  ital.  pag.  52)  —  fu  sentito 
a  Siena. 

[752]    1771.  Gennaio  8.  Livorno. 

Halvasia'Db  Rossi:  Documenti  ecc.,  pag.  90  -  pilla  l.:  Relaz.  del  trem.  ecc.,  pag.  211. 

Gagliardissime  scosse  di  terremoto  dalla  notte  del  7-8  gennaio  al  25 
di  detto  mese  urtarono  Livorno  :  15  furono  gli  scuotimenti  :  i  due  mag- 
giori avvennero  nel  di  8,  a  4^  ant.  V  uno,  mezz'  ora  dopo  V  altro  :  cau- 
sarono grande  spavento  nella  popolazione,  parte  della  quale  abbandonò 
la  città.  Le  case  risentirono  lievi  guasti  e  diroccò  qualche  vecchia 
cappa  di  camino.  Alcuni  scuotimenti  furono  sentiti  fino  al  20  marzo  : 
a  9^  della  sera  del  12  se  ne  ebbe  uno  però  assai  meno  forte  di  quelli 
avvenuti  all'  8.  In  questa  circostanza  parte  della  popolazione  si  ridusse 
a  Pisa,  dal  che  si  deduce  che  quivi  non  furono  sentite  le  scosse  od 
almeno  le  maggiori  si  propagarono  in  modo  assai  leggero. 


^1)  Il  Rosei tano  mette. la. graivie  sc^sa  a. ore  a  li2  di  notte. 

2)  I  citati  documenti  pongono  una  scossa  molto  forte  che  recò  a  Messina  danni  ri 
marchevoli  a  IB^re  del  22  luglio  (pag.  30j.  • 


\ 


[1771]  253 

n33]    1771.  Gennaio  28  -  Aprile.  Alba  rCuneo). 

benevelu  C.:  Sopra  i  trem.  d'Alba  ecc.,  pagr.  n-19. 

Le  scosse  del  1771  furono  precedute  da  copiose  pioggie  nell'autunno 
nel  qaal  tempo  da  alcuni  ne  furono  sentite  varie  lievi.  Il  massimo  si- 
smico avvenne  al  28  gennaio,  circa  le  22**  ital.  :  per  tutto  il  febbraio 
gli  scuotimenti  furono  forti  :  in  marzo  divennero  leggeri  :  in  12  giorni 
di  febbraio  si  ebbero  150  scosse  molto  sensibili  tutte  accompagnate  da 
grande  rombo  e  propagatesi  anche  a  7  miglia  di  distanza. 

Non  si  ebbero  né  in  Alba  né  nei  dintorni  (come  Castiglion  Falletto, 
Monforte),  danni  degni  di  nota,  ma  bensì  spavento  e  costernazione  ge- 
nerale. Il  massimo  sismico,  come  ò  accennato,  accadde  al  28  gennaio 
con  le  seguenti  scosse:  11** 30™  ital.  una  forte,  12*^30"  una  mediocre, 
21^  45°*  tre  fortissime  e  tremolo  cosi  forte  che  gli  uomini  seduti  si 
sentivano  alzar  dalle  sedie  :  esse  causarono  alcune  piccole  rovine,  e 
fecero  cadere  dei  mobili  in  qualche  casa  :  a  24*»  tre  fortissime  :  2*»  30" 
rumore  continuo  :  3^  15"  rombo  con  scossa.  In  alcune  altre  notti  furono 
pure  sentiti  dei  rombi.  Al  7  febbraio  otto  scosse  forti  e  parecchie 
lievi  ;  al  19,  due  forti  e  sei  lievi,  al  21  una  abbastanza  forte.  (^) 

L'  estensione  dell'  area  scossa  fu  minore  di  quella  del  1786  (vedi). 

[754]    1771.  Febbraio.  Valeano,  Lipari  (Eolie). 

F.  FERRARA:  I  campi  fUgrei  delia  Sfcilia^  Messina  1810,  pag.  234. 

Al  17  febbraio,  a  2**  di  notte.  Vulcano,  neir  isola  omonima,  emise  un 
fortissimo  rombo,  preceduto  da  gagliarda  scossa  sentita  in  Lipari,  ove 
^li  abitanti  ne  furono  risvegliati.  Cominciò  quindi  una  forte  eruzione 
che  continuò  fino  alla  metà  di  maggio  :  però  solo  nel  febbraio  i  pa- 
n^ssismi  eruttivi  furono  preceduti  da  fenomeni  sismici. 

[755]    1771.  Luglio  ^27-30.  Firenzuola  (Firenze). 

\otizie  del  Mondo,  N.  63:  6  agosto  1771. 

Nella  notte  27-28  luglio  varie  scosse  in  Firenzuola  e  parecchie  altre 
nei  giorni  29  e  30.  Gli  abitanti  uscirono  e  si  attendarono  air  aperto. 
Non  apportarono  danni.  Furono  sentite  più  lievemente  nei  paesi  vi- 
cini (fig.  2). 

[756J    1771.  Agosto  13.  Castiglion  de'  PepoH  (Bologna). 

Xotizit  del  Mondo,  17?  1,  pag.  539. 

Ncir  agosto  (forse  il  13)  nove  scosse  spaventarono  la  popolazione  di 


1}  Negli  anni  Becruentl  in  Alba  furono  sentite  altre  scosse  locali:  ^77^  gennaio  20) 
T  ore  :)0  minuti  una  ed  altra  alla  stessa  ora  del  21  ;  m4  febbraio  ioj  2  ore  3U  minuti  it- 
lina  e  nella  notte  3  sensibilissime;  ms  febbraio  i3]  11  ore  15  minuti  Ital.  e  nella  ::otte 
seguenti  In  città  e  dintorni  scosse  molto  sensibili. 


[1771  - 1773] 


Castiglion  de'  Pepoll  :  non  causarono  danni  in  paese  ;  non  cosi  però  a 
qualche  casa  di  campagna.  11  Perrey  (lYembl.  penint.  Ital.  pag.  53) 
mette  al  13  agosto  in  Castiglione,  nel  Mantovano,  nel  Ferrarese  e  nel 
Modenese  scosse  violenti. 

[757]    1771.  Agosto  15.  BriaRU  (Lombardia). 

fioiu/e  nel  umido,  ITTI,  pn^.  S3S,  ;>:o. 

Verso  ie  2''  della  notte  del  15  agosto  una  forte  scossa  incnsse  timore 
Agli  abitanti  di  Bergamo,  di  Brescia  e  dì  Monza  :  si  dice  sia  stata  più 
forte  in  Brianza. 

(758j     1771.  Agosto  17.  Cl«litri. 

Notliie  ael  Mondo,  1T7I.  pag.  513. 

Al  17  agosto,  a  2*'  pom..  a  Cagliari  una  lieve  scossa  suss.  ;  a  7"  pom. 
replica  più  forte  suss.-ond.  di  40*  accompagnata  da  cupo  rombo  :  fa 
sentita  nell'  isola  di  B.  Pietro,  a  Teulada,  nei  pi'essi  di  Iglesìas,  a  Villa 
Cidro  e  verso  Nuoro  con  timore  degli  abitanti. 

[759]    1772.  Ottobre  12.  *  8.  Sepolcro  (Arezzo). 

Sfollile  del  UoHdo,  ITB,  pag.  "15, 

Al  12  ottobre  varie  scoBse  molto  forti  circa  le  9''  del  mattino  ed 
altre  a  2''  pom.  e  verso  la  mezzanotte  :  nessun  danno. 


A.  Nardone;  Notli.  itoT.  di  NICMIo,  pafc.  GÌ,  Palermo  ISSì. 

Nell'anno  gravi  e  ti'equcnti  scosse  fiirono  sentite  in  Nicoaia  talché 
la  popolazione  fìi  costretta  ad  abbandonare  le  case  ed  a  ritirarsi  entro 
baracche. 

[Tfll]    1773.  Febbraio  aprile.  Laiio. 

UAI.VASIA-DE  Bossi  :ÌJocain«ii/f  ecc.,  pag.  31  -  F.Gionm:  Storia  di  Albano  Rom^  IBtS,  pag.  353 
-  Notizie  del  Mondo  1778,  pag,  l«.  118  e  288. 

Nella  notte  ft-a  il  18  e  19  febbraio,  verso  le  Z*  ital-,  in  Frascati,  in 
Albano,  in  Rocca  di  Papa,  in  Rocca  Priora  e  nei  paesi  circonvicini  fìi 
intesa  una  lieve  scossa  susseguita  da  repliche  a  i*"  e  ad  S""  circa;  l'ul- 
tima fu  assai  sensibile  e  pose  in  spavento  la  popolazione.  Continuò 
poscia  ad  essere  agitato  il  suolo.  Le  scosse  sentite  nella  prima  settimana 
di  marzo  danne^iarono  il  palazzo  Rospigliosi  in  Zagarolo.  Nella  notte 
22  aprile,  ad  8''.  nuovo  massimo  sismico  :  in  Frascati  la  scossa  durò 
un  «  ave  »  e  fece  uscire  la  popolazione  dalle  case  :  nel  23  ne  fiirono 
intese  due  altre  leggere,  a  W  la  prima,  ed  a  IS''  la  seconda  :  parecchie 
altre  tino  al  15  ottobre. 


l 


[1774  - 1776]  255 


[762]    1774.  Marzo  4.  Parna. 

Appena.  alVelenco  dei  terr.  di  Parma,  p&g,  3  (estr.)  -  perret  :  Op.  cit.,  pag.  54  -  Notizie  del 
Mondo,  N.  21  :  12  marzo  1774  (1). 

Secondo  il  Perrey  nella  notte  22-23  febbraio  si  ebbero  due  lievi 
scosse  a  Parma  :  poi,  a  6^  V*  ^^t-  ^^1  ^  marzo  una  forte  suss.-ond.  S-N 
<ii  6*,  preceduta  da  rombi,  fece  suonare  i  campanelli,  muovere  i  vetri, 
«'  produrre  panico  generale.  I  cittadini  abbandonarono  le  case  :  caddero 
pochi  comignoli.  Tale  terremoto  fu  preceduto  e  seguito   da  altri  lievi, 

A  queste  scosse,  od  a  quelle  di  Brescia  (N.  763)  con  probabilità, 
corrisponde  la  notizia  riferita  dal  Corradi  (Ann,  delle  epidemie^  voi.  VII, 
II,  pag.  913)  che  in  Verona  nel  mese  di  febbraio  e  di  marzo  furono  in- 
tesi parecchi  scuotimenti. 

,763]    1774.  Marzo  28-30.  Brescia. 

Sotìzie  del  Mondo,  1714,  pap.  258. 

Alle  4^  4"*  ant.  del  28  o  del  29  marzo  sensibile  scossa  a  Brescia  che 
ft-ce  risvegliare  parecchi  :  a  3*^  49™  ant.  del  30  un'altra  di  maggior  in- 
t<-nsitÀ  e  della  durata  di  4-5'  :  fece  cadere  una  grossa  palla  di  pietra 
posta  sopra  una  guglia  della  chiesa  di  S.  Faustino. 

'764]    1775.  Ottobre  6  e  22.  Vico  (Corsica). 

MEBCAI.U  :  Vulc.  e  fenom.  vule.  ecc.,  p&g.  235. 

Al  6  e  22  ottobre  a  Vico  scosse  fortissime  SE-NW. 

[765]    1776.  Febbraio  27.  Malto. 

p>.iiiiRY  A.  :  Tremai,  penins*  lial.,  pa^.  54. 

Al  27  febbraio,  a  0**  15™  ant.,  scossa  ond.  S-N  di  1"  circa  :  fece  le- 
sionare, come  nel  1743,  la  cupola  dell^.  cattedrale  di  Malta. 

[766]    1776.  Marzo  29.  Rieti  (Perugia). 

MiLVASfA'DB  BOSSI  :  Documenti  ecc.,  pag.  31. 

11  29  marzo  gagliarda  scossa  nel  territorio  di  Rieti  ed  anche  nel- 
i'Abbruzzo,  che  causò  in  taluni  luoghi  rovina  di  case  senza  produrre 
vittime. 

|767i    1776.  Tramonti  (Udine). 

A.  Pki«hby:  Op.  clt.,  pag.  51-55  -  Piovkne:  Cron.  terr.  di  Vicenz<i,  pagr.  51  Taramelli  T.  : 
\ote  iìlustr.  carta  geol.  prov.  Belluno,  pag.  210  -  tommasi  a.  :  /  terr.  del  Friuli,  pag.  199 
p  /  terr.  acc.  a  Sutrio,  pag.  136  -  Vera  relazione  del  terr.  del  9,  iO,  ii  luglio  ecc. 

Al  9  luglio  a  Tramonti  si  sentì  una  prima  scossa  ;  a  22'*  circa  del 
lo  luglio  due   fortissime:  ai   Tramonti  di    Mozzo  rovinò  la  chiesa:  in 


;i)  Erroneamente  é  U  terremoto  attribuito  al  giorno  3  marzo. 


256  [1776  -  1778] 


quelli  di  Sopra  e  di  Sotto  si  produssero  danni;  minori  ne  risentirono 
pure  Montereale,  Andreis,  Poffabro  e  Casasola  (frazioni  di  Frisano)  Me- 
duno  e  Sequals.  A  Sutrio  la  scossa  fu  forte  e  della  durata  di  un  e  ave  »: 
ÌSL  pure  gagliarda  a  Belluno  ed  a  Venezia.  A  Trieste  si  sentirono  tre 
scoese  ond.  W-E  :  la  prima  di  30*  fu  un  po'  più  forte.  Il  terremoto  fu 
generalmente  avvertito  a  Vicenza  e  si  propagò  Ano  a  Lugano,  ad  Udine 
ed  a   Padova  (Toàldo  :  Della  vera  iìifluenza  ecc.,  pag.  210). 

Nelle  località  danneggiate  nel  di  11  cinque  repliche  leggiere  ed 
un'altra  più  lieve  nel  di  12. 

[768]    1776-78.  Abbadia  S.  Salvatore,  Radìeofoni  (Toscana). 

Baratta  m.;  Ale.  consid.  sulla  distrib.  dei  terr.  in  Toscana^  pag.  9-10  (estr.)  -  Visconti  p.: 
Lettera  dei  terremoti  ecc. 

I  distretti  vulcanici  dell'Amiata  e  di  Radicofani  diedero  luogo  a  ter- 
remoti molto  forti  e  localizzati  che  si  fecero  sentire  negli  anni  1776-78. 
Il  periodo  sismico  si  apri  con  tre  scosse  sentite  all'  Abbadia  S.  Salva- 
tore nei  mese  di  marzo  1776  :  nell'  aprile-giugno  ne  erano  già  state 
avvertite  20  ;  il  numero  e  V  intensità  loro  decrebbe  sempre  fino  al 
marzo  1777,  epoca  in  cui  ripigliarono  nuovo  vigore  :  andarono  poscia 
aumentando  di  nuovo  fino  al  maggio  ;  nel  giugno  e  nel  luglio  scema- 
rono di  bel  nuovo  per  aumentare  poi  nei  tre  mesi  successivi  ;  alla  fine 
di  ottobre  il  numero  delle  scosse  era  asceso  a  122.  In  tutto  il  mese 
di  novembre  1'  attività  sismica  andò  perdendo  di  energia,  e  nel  di- 
cembre 1777  e  nel  gennaio  susseguente  parve  essersi  esaurita,  se  non 
che  agli  ultimi  del  mese  e  nel  successivo  riprese  essa  nuovo  vigore. 

Le  scosse,  sussultorie  od  ondulatorie,  erano  accompagnate  da  rombi, 
che  spesse  volte  si  sentivano  anche  senz'  alcun  apparente  movimento 
del  suolo. 

II  massimo  sismico  avvenne  al  5  ottobre  1777  :  nella  campagna  cir- 
costante all'  Abbadia,  a  3*^  dopo  mezzodì,  si  ebbe  una  violenta  scossa 
cui,  tre  quarti  d'  ora  dopo,  sussegui  una  replica  di  minor  conto.  Al- 
l'Abbadia, la  prima  fu  assai  leggera,  però  ivi  fra  le  4**  45"  e  le  5**  pom. 
si  avverti  un  forte  movimento  suss.-ondulatorio  della  durata  di  10*  che 
fece  sconnettere  le  mura  delle  caso  ;  a  Celle  ebbe  la  stessa  intensità  : 
a  Radicofani  (*)  i  danni  f\irono  maggiori. 

Per  effetto  di  queste  scosse  dal  monte  (Amiata  ?)  si  staccarono  grossi 
massi,  si  intorbidarono  le  fonti,  e  nell'  aria,  secondo  il  Visconti,  vi  era 
sparso  un  odore  disgustoso  di  zolfo. 


(1)  Nei  molte  volte  citati  Documenti  Malvasia-De  Rossi  (pa^r.  31)  si  dice  che  questa 
pra^Uarda  scossa  avvenne  verso  le  ore  5  pom.  e  che  produsse  danni  notevoli  alle  case  ; 
a^iun^ono  inoltre  che  «  continua  la  romba  sotterranea  a  farsi  sentire  in  varii  luo^rliì 
di  quelle  montatane,  e  si>ecl  al  adente  a  S.  Fiora,  a  9a4is^  S.  Salvatore..,.  Oli  abitanti  souo 
Y)8Clti  dalle  loro  case,  n 


[1777  - 1778]  257 


Nella  notte  sassegnente  furono  sentite  più  di  50  repliche,  accpmpa- 
^ate  da  rombi  ;  1  ramori  sotterranei  continuarono  ad  udirsi  anche 
nell'aprile  1778. 

Il  Visconti  nota  che  tali  scuotimenti  in  generale  furono  oltremodo 
localizzati,  giacché  molte  scosse  avvertite  alla  sommità  del  monte  non 
lo  erano  punto  alla  base  e  viceversa;  la  parte  più  frequentemente 
e  sensibilmente  commossa  fu  quella  situata  verso  la  sua  metà,  dal 
Iato  prospiciente  V  Abbadia. 

[769J    1777.  Giugno  6.  Brìndisi,  Ctlabrie. 

De  Giorgi  C.  :  Ricerche  su  i  terr,  ecc.,  pag.  19  (estr.)  -  Mercalli  G.  :  /  terr.  di  Calabria, 
ecc.,  pa^.  28  (estr.) 

Lo  storico  Ascoli,  citato  dal  De  Giorgi,  dice  che  in  Brindisi  nel  se- 
condo trimestre  del  1777  tre  scosse  spaventarono  la  popolazione  :  la 
prima  avvenne  nel  mattino  del  18  aprile,  la  seconda  nella  sera  del 
9  maggio  e  la  terza  nel  pomeriggio  del  5  giugno.  Apportarono  grande 
terrore,  ma  nessun  danno  che  meriti  di  essere  ricordato.  Il  Mercalli 
trovò  in  un  ms.  del  D^  Domenico  Plgnatari  di  Monteleone  la  notizia 
di  una  fierlssima  scossa  di  terremoto  sopravvenuta  a  21^  circa  del 
6  giugno  nella  Calabria  meridionale.  Detto  autore  in  altro  luogo  del 
ms-  riafferma  che  tale  scossa  fu  orribile.  Il  Perrey  (op.  cit.),  dalla  Ocusz. 
de  France^  registra  per  le  4**  di  sera  del  6  giugno  una  lieve  scossa  a 
Roma  molto  più  sensibile  a  Napoli  :  aggiunge  poi  che  in  Sicilia,  in 
Paglia  ed  in  Calabria  crollarono  case  e  che  ivi  furono  sentite  scosse 
anche  prima  del  5  giugno.  Von  Hoff  registra  una  scossa  per  Messina 
al  6  luglio.  Ma  con  tutta  probabilità  V  ultima  notizia  deir Ascoli  e  quelle 
del  Plgnatari,  del  Perrey  e  di  von  lloff  riguardano  un  unico  fenomeno. 

[770]    1777.  Agosto  19.  Sora  (Caserta). 

PERRET  A.  :  Trembl.  penins,  Ital,  ecc.,  pag.  55. 

A  Sora,  Isola  e  Veroli  nel  19  agosto  scosse  fortissime  con  danno 
alle  case. 

[HI]    1778.  Febbraio  18.  Uglian  Caldo  (Lunigiana). 

Gazzetta  Toscana,  N.  9,  1778. 

La  mattina  del  18  febbraio  nei  dintorni  di  Uglian  Caldo  parecchie 
scosse  :  quindi  per  circa  15*  la  terra  fu  in  continuo  movimento  :  grande 
spavento.  Nessuna  altra  replica. 

[772]    1778.  Agosto  1-4.  S.  Sepolcro  (Arezzo). 

Perrey  A.  :  op.  clt.,  pagr.  55. 

Dal  1°  al  4  agosto  a  S.  Sepolcro  parecchie  scosse  fortissime  :  duo 
sopratutto  riuscirono  più  intense. 

Baratta:  Terremoti  ecc.  H 


258  [1779] 

[773]    1779.  Bologna. 

AUGUSTI  M.  :  Dei  Urr.  di  Bologna  -  Canterzani  :  Leti,  sui  terr.  di  Bologna  ecQ  e  Lettera  ra^f 
Quaglio  dei  terr.  ecc:  -  Cimaste  hulugeo  :  Oss.  mem.  e  rtOess.  m  li  terr.  ecc.  -  Db  Cbabùt  r 
Descript,  ed  observ.  sur  les  trernbl.  de  Bologne  ecc.  -  Lettera  responsiva  ad  altra  ecc.  - 
Osservazioni  sul  terr.  di  Bologna  ecc.  -  vooli  j.  :  De  terraemotu  ecc.  -  G.  Simoni  :  Cronist. 
del  com,  di  Medicina  ecc.,  paer.  871  -  Notizie  del  Mondo,  NN.  9  (29  ^enn.)  13  (12  febbr.) 
19  (4  marzo)  37  (6  ma«rglo)  46  (8  giugao)  48  (15  giugno)  49  (19  giugno)  5S  (20  luglio) 
ed  81  (9  ottobre). 

Negli  ultimi  giorni  del  mese  di  maggio  1779,  cominciarono  in  Bo- 
logna a  sentirsi  delle  scosse  di  terremoto  che  crebbero  di  intensità 
neir  1-2  di  giugno.  A  12**  V«  ^^^  ^  ^^  ^®  ^hh^  una  violentissima  che 
causò  non  poco  danno  alla  volta  ed  alla  facciata  della  chiesa  di  S.  Gre- 
gorio dei  PP.  Crociferi,  alle  chiese  dei  mendicanti,  di  S.  Petronio  e  di 
S.  Salvatore  ;  fece  rovinare  inoltre  molti  comignoli  di  camini  e  pro- 
durre delle  fenditure  nei  muri  delle  case.  Gli  abitanti,  spaventati  per 
la  forza  e  la  frequenza  dei  movimenti  tellurici,  in  parte  abbandonarono 
le  case.  Le  scosse  diminuirono  di  numero  e  di  forza  nei  dì  susseguenti, 
ma  al  10  (9**  ant.  circa)  g-e  ne  ebbe  una  veemente  che  fece  abbattere 
qualche  altro  comìgnolo  ed  aprire  nuove  lesioni. 

Quasi  giornalmente  furono  avvertite  repliche  fino  alla  fine  di  giugno, 
come  si  può  vedere  dall'elenco  che  segue  al  presente  riassunto. 

Dal  1°  luglio  la  terra  stette  in  quiete  sino  a  24^  del  di  14,  in  cui  si 
ebbe  un  grande  massimo  sismico  che  fece  atterrare  una  grande  quan- 
tità di  camini,  che  causò  gravi  danni  alle  fabbriche  specialmente 
negli  spigoli,  e  che  pose  nella  costernazione  gli  abitanti,  i  quali  ab- 
bandonarono nuovamente  le  case.  Però  in  tale  occasione,  fortunatamente 
non  si  ebbero  a  deplorare  vittime,  ma  solo  qualche  persona  rimasta 
ferita  dalle  pietre  e  dalle  tegole  precipitate  dai  tetti  e  dai  pezzi  di 
cornicioni  staccatisi  dai  muri. 

Continuarono  di  poi  le  repliche  :  un  nuovo  massimo  —  però  secon- 
dario —  si  ebbe  al  23  novembre  con  una  scossa  sismologicamente  clas- 
sificabile fra  le  fortissime. 

I  maggiori  scuotimenti  di  questo  interessante  periodo  sismico  furono 
sentiti  anche  nei  dintorni  ;  lievemente  a  Ferrara  ed  un  po'  più  inten- 
samente ad  Argenta.  A  Medicina  fecero  lesionare  gli  archi  di  ponente 
e  di  settentrione  della  torre  del  pubblico  orologio  :  ad  Imola  furono 
sensibilissimi  e  cosi  pure  a  Tossignano  ove  —  come  mi  comunicò  il 
signor  L.  Albertazzi  —  incussero  panico  e  fecero  suonare  le  campane. 
Sin  dalle  prime  scosse,  afferma  l'Augusti,  molti  udirono  un  gorgoglio 
intemo  nei  pozzi,  le  cui  acque  si  mantennero  torbide  per  parecchio 
tempo  :  tali  fenomeni  erano  più  appariscenti  allorquando  il  movimento 
del  suolo  stava  per  incominciare. 

Segue  l'elenco  deHe  scosse  : 


[1779]  259 

i779  Maggio  [ultimi  df]  ne!  dintorni  di  Bologna  alcune  -  Giugno  i-B)  a 
4^  >,'s  ital.  [mezzanotte]  una  violenta  di  3^  preceduta  da  rombo,  sentita  anche 
a  Padova  (Toaldo);  2)  4»»  ^U  ant.,  replica:  in  P  V«  altre  6  ond.  di  cui  una 
molto  forte.  Queste  scosse  furono  intese  a  Tossignano,  ove  destarono  panico 
grandissimo  :  12^  ^Z,  ital.  matt.,  a  Bologna  una  forte  suss.  di  3*  che  fece 
abbattere  qualche  comignolo  :  P  sera,  una  sensibile  ;  3-4)  notte,  alcune  lievi 
intese  anche  a  Tossignano  ;  4)  12*»  ^/g»  ^ina  a  Bologna  più  forte  delle  prece- 
denti :  durata  20-30*  :  ebbe  3  repliche,  la  1*  E-W,  la  2»^  W-E,  la  3*  mista  : 
fu  forte  anche  a  Tossignano  e  sentita  a  Padova  ;  5-6)  lievi  scosse  ;  7)  una 
forte  ond.  ;  9)  una  sensibile.  Le  scosse  dei  giorni  7-9  pare  sieno  state  più 
forti  nei  dintorni  della  città  ;  iO)  13*»  circa,  fortissima  E-W  di  3-4»  seguita 
da  ripresa  :  nuovi  danni  a  Bologna  :  a  Tossignano  f(H;e  suonar  le  campane  : 
forse  fu  sentita  a  Padova;  i3)  8*»,  una  brevissima  innocua  ;  i6)  IP  V^  una  lie- 
vissima ;  i8)  23^,  ona  medioem;  24}  10^  V««  ^ui^  mediocre  e  a  12^  una  lie- 
Tianna;  30}  5^,  una  lieve  -  Luglio  i)  una  sussultoria  ;  i4)  2i^  ckKA  [sera} 
una  fortissima  a  due  riprese  di  10-12"  :  gravi  danni  ;  21)  4*»  ^U,  una  non  av- 
vertita da  tutti;  28)  4^  una  lieve:  11^  Ve  una  non  intesa  generalmente  - 
Agosto  3)  4*»  ^'j  e  12**  ^/4,  due  non  avvertite  da  tutti  ;  9)  2*»  sera,  una  leg- 
giera ;  iO  e  i3)  due  lievi  ;  i4)  3*»  circa,  una  sentita  da  pochi  :  4*»  Va  seni, 
una  mediocre  avvertitii  generalmente  ;  22)  9*>  V4>  una  intesa  da  pochi  ;  24) 
^  circa  e  14*»  */„  due  lievi;  25  e  27)  due  scosse;  29)  23*»,  una  sensibile 
ma  breve  -  Settembre  2)  23*»  */4  circa,  una  lieve:  6*»  notte,  una  sentita  quasi 
generalmente  ;  iO)  17*»  ^U  circa,  una  gagliarda  ma  breve,  non  fu  intesa  da 
tutti  ;  a  e  22)  due  sussultorie  -  Ottobre)  calma  -  NovemJbre  4)  9*»  notte,  una 
non  avvertita  da  molti  ;  -  9)  2*»  3/^,  una  corno  la  precedente  :  6*»  notte,  una 
breve  ma  sensibile  ;  i6)  una  mediocre  ;  23)  1*»  25»»»  sera,  una  sensibile  ;  2*»  8™ 
sera,  una  forte  di  5  6\  nuove  screpolature  negli  edificii:  fu  sentita  a  Padova 
(ToALDO)  :  4*»  lo»»»  notte,  una  lieve  avvertita  da  pochi  ;  24)  19*»  */,,  una  corno 
la  precedente  -  Dicembre  5  e  5)  qualche  scossa  ;  S)  10*»  5/4,  una  breve  sentita 
da  pochi  ;  i2  e  i3)  1*»  10"»  ital.,  due  scosse;  i5)  15*»  */4  mattina,  una  legge- 
rissima; iS  e  i9)  alcune  o  lievi  o  mediocri  -  i7S0y  Gennaio  22)  4*»  */2,  una 
ond.  abbastanza  sensibile;  23)  una  scossa:  2*»  notte,  2  forti  a  Tossignano; 
27)  6*»  30»»,  ivi  una  mediocre;  30)  23*»  55"»,  una  forte  a  Bologna;  5/) 2 ond. 
mediocri  -  Febbraio  5)  4*»  ant.,  una  fortissima  sentita  a  Milano  e  Verona; 
6)  11*»  30»»,  una  ond.-suss.  molto  forte  di  30*:  qualche  danno;  7,  iO^  it)  3 
ondulatorie;  17)  2  sussultorie;  18)  3  suss.  leggerissime;  21y  22)  2  ondul.  ; 
23)  22*»  45»»»,  una  ond.  ;  28)  altra  ond.  -  Marzo  1)  una  suss.  ;  4)  13*»  ^U,  una 
suss.  ;  18)  14*»  20»»»,  una  ond.  -  Aprile  28)  2*»  pom.,  due  lievi  -  Maggio  9) 
nella  notte  una  forte;  11)  una  lieve  -  Settembre  22)  3*»  */2  p.  e  4*»  p.  2  scosse  - 
Ottobre-Dicembre)  parecchie  altre. 

[774]    1779.  Agosto-Dicembre.  Vesnvio. 

Capocci  :  Catalogo^  I,  pag.  854  -  Pkrrey  a.  :  Tremiti,  penins.  Ital.^  pa^r.  56. 

L'8  agosto,  a  9*»  pom.,  in  Portici  e  dintorni  una  scossa  fortissima 
che  fece  lesionare  i  muri  :  al  30  settembre  a  Napoli  se  ne  ebbe  una 
lieve  :  al  2  ottobre  ad  1*»  ^4  aut.  una  violenta  oiid.  E-W  por   la  quale 


260  [1779  - 1780] 


Bofifrifono  molte  case  anche  a  Massa  ed  a  Sorrento.   Nella  notte   (10^) 
del  12  dicembre  utia  assai  forte  ond.  a  Portici  ed  a  Resina. 

•   * 

[775]    1779.  Dicembre  24  e  31.  Pistoiese. 

Halvasia-db  R09SI  M.  S.  :  Documenti  ecc.,  pa^.  32. 

Il  24  dicembre  a  6**  di  sera  a  Pistoia  forte  scossa:  ed  a  5*»  pom. 
del  31  altra  più  forte  che  causò  }>anico  in  città  :  fu  più  veemente  a 
S.  Marcello  Pistoiese,  a  Cutigliano  e  paesi  circonvicini  ove  si  sentirono 
molte  repliche. 

[776]    1780.  Gennaio  27.  MalU. 

Pbrrey  a.  :  op.  cit.,  pag".  ^. 

Al  27  gennaio,  a  6^  di  sera,  in  Malta  tre  violenti  scosse  che  danneg- 
giarono gli  edifici. 

[777]    1780.  Aprile-Maggio.  Sicilia,  Calabrìs,  Eolie. 

DoLOMiBu  D.  :  Mem.  sopra  i  trem.  ecc.,  Roma  1781.  e  Voyage  aux  iles  Lipari^  pag.  28  -  Ro- 
sciTANO:  Mem.  Utor.  filoso/,  ecc.,  pag.  17  -  Gallo  :  LetL  scrUCe  pelli  terr,  ecc.,  pag.  xii 
Carbone  Orio  D.  :  /  terr.  di  Calabria,  pag.  63  -  De  Lorenzo  :  Mem.  da  servire  alla  stor, 
saera  e  civ.  di  Reggio  ecc.,  voi.  I,  pag.  377-78  -  Sarconi  S.  :  Osserv.  fatte  nelle  Calabrie 
ecc.,  pag.  832  e  366  -  Da  Leone  :  Giorn.  o  notizie  ecc.,  voi.  t,  pag.  16  -  Notizie  del  Mondo, 
1780,  pag.  504. 

Nella  primavera  del  1780  si  ebbero  forti  scossts  in  Sicilia,  in  Ca- 
labria e  nelle  Eolie.  (*) 

Il  Dolomiea  dice  che  «  presso  il  villaggio  di  Ali  ed  a  Fiumedenisi, 
che  sono  in  mezzo  alla  linea  [fra  Taormina  ed  il  Faro]  le  snccussioni 
furono  cosi  violente  da  far  temere  che  vi  si  aprisse  una  bocca  di  vul- 
cano. Ciascuna  scossa  rassomigliava  allo  sforzo  di  una  mina,  cui  man- 
cava la  forza  di  far  esplosione...  »  Durante  questo  terremoto  nelle  isole 
Lipari  si  sentirono  scosse  quasi  continuate  ;  V  isola  Vulcano  eruttò 
Aimo  abbondante  :  i  movimenti  sismici  cessarono  solo  dopo  un  violento 
scuotimento,  accompagnato  da  strepitoso  boato,  che  sparse  il  terrore 
iti  tutte  le  isole  vicine. 

Tali  notizie  credo  si  accordino  con  quanto  asserisce  il  Roscitano 
per  Reggio,  che,  cioè,  in  tale  cittA,  nell'aprile  si  ebbero  dei  terremoti 
identici  a  quelli  del  1770  (vedi)  e  che  produssero  gli  stessi  eflTetti,  in  causa 
dei  quali  gli  abitanti  per  due  mesi  dovettero  stare  nelle  baracche  :  in 
tale  tempo  furono  sentite  60  repliche. 


(1)  Il  MepcalU  f/  terr.  d€lla  Calabria,  pag.  28-29)  dà  notizia  delle  seguenti  scosse: 
Febbraio  ia)  ore  3  itjil-  circa,  Messina  sensibile  scossa  —  Marzo  2SJ  ore  4,15  notte,  ivi, 
forte  scossa  die  pareva  dovesse  far  rovinare  le  fal)t)rlche,  qualcuna  ne  fu  danneggiata: 
fuga  dal  e  case;  ore  5,13 e  8,15,  due  repliche  -  Aprile  9J  ore  3,15  e  8,15  notte,  ivi,  2 scosso 
la  seconda  delle  quali  fortissima  ;  ore  8,t5,  9.15  e  9,36  Ital.  (notte  9-l(»)  altre  tre  —  iOJ  ore 
21,32,  hi,  scossa  Qnd.-suss.  -  fino  aU'8  maggio  leggiere  repUche, 


[1780-1781]  261 


Il  De  Lorenzo,  dalla  cronaca  sincrona  del  Cama,  aggiunge  che  alla 
vigilia  del  «  Corpus  Domini  »  a  5^,  si  ebbe  una  scossa  forte  che  non 
recò  alcun  danno  a  Reggio  :  secondo  poi  il  Garbone-Grio  in  tale  città, 
a  17^  40™  del  2  maggio  sarebbero  state  avvertite  altre  oscillazioni  del 
suolo. 

U  Sarconi  poi  ci  attesta  che  V  intensità  di  tali  commozioni  fti  tale 
da  far  produrre  fenditure  nel  monte  Baci  presso  Scilla,  e  da  rendere 
meno  solide  le  fondamenta  delle  case  di  Messina. 

Secondo  le^  Notizie  del  Mondo,  le  scosse  sentite  anteriormente  al 
maggio,  quantunque  alcune  siano  state  considerevoli,  avrebbero  pro- 
dotto solo  grandissimo  spavento  ma  pochi  danni. 

plS]    1780.  Maggio  25.  RaveniiA. 

Notizie  ael  Mondo,  N.  47  :  dO  {giugno  1780. 

Verso  le  21^  Vs  del  25  maggio  due  fortissime  scosse  fecero  cadere 
in  Ravenna  diversi  comignoli  :  furono  intese  anche  a  Rimini,  a  Ce- 
sena (*),  a  Padova  ed  anche  a  Venezia.  (Vogu  F.  :  De  terrctemota  ecc. 
pag.  29).  Nulla  dice  il  Guarini  per  Forlì. 

[779]    1780.  Agosto  1-4.  Tortona  (Alessandria). 

pbrret  a.  :  Tremai,  penins.  JtaX.,  pa^.  58. 

Nelle  prime  quattro  notti  del  mese  di  agosto  a  Tortona  parecchie 
scosse  assai  forti. 

r780]    1781.  Gennaio  3.  Monte  Uliveto  Mag^ore  (Siena). 

OeiXA  Valle  G.  :  Ossero,  sul  trem,,  ecc. 

Al  mattino  del  3  gennaio,  circa  le  3**  V«>  ^^ro  rombo  da  scirocco 
susseguito  da  scossa  ond.  della  durata  di  5  battiti  di  polso,  interrotta 
da  lievi  urti  verticali  :  cominciò  con  un  moto  gagliardo  e  fini  con  un 
tremolio  simile  a  quello  prodotto  da  un  carro  che  si  allontani.  La  du- 
rata totale  del  fenomeno  f\x  di  76  battute  di  polso.  Dopo  poco  altra 
breve  scossa,  e,  trascorsi  28",  un  nuovo  tremito  un  poco  meno  gagliardo 
del  primo  :  ebbe  questa  nuova  fase  una  durata  di  52  battiti  di  polso. 
Tali  scuotimenti  non  causarono  in  Siena  alcun  danno.  Alle  11*^  della 
sera  del  5  altra  scossa  di  7  battiti.  Questa  e  le  altre  precedenti  furono 
accompagnate  da  rombi. 

Il  centro  di  scuotimento  sembra  sia  stato  nei  pressi  di  Monte  Oli- 
veto  Maggiore,  a  25  Km.  circa  a  S-E  di  Siena  ;  ivi  già  da  alcuni  giorni 
prima  erano  state  avvertite  delle  scosse,  intese  anche  a  Volterra  ed 
altrove. 


(1)  n  Perrey  (op.  oit.,  pag.  57),  segruendo  vou  HofT,  erron*iamente  Invece  di  Cesena 
aeri  ve  Caserta. 


26-i  11^81] 

Le  scosse  più  sensibili  furono  quelle  delle  5^  ^4  àeììa  sera  del  2  e 
specialmente  le  due  sentite  a  3*"  Vs  ^^^  ^  ^^^^  furono  fortissime  :  il  mo- 
nastero e  la  chiesa  ricevettero  un  danno  di  1000  scudi  circa. 

[781]    1781.  Febbraio  25.  Ariccia  (Roma). 

Notizie  del  MondOy  Hd,  pag.  It2. 

Nella  notte  del  25  febbraio  ad  Ariccia  forte  scossa  :  la  popolazione 
abbandonò  le  case. 

# 

[782]    1781.  Aprile  4  e  Luglio  17.  Faentint  e  Forlivese. 

ARCHI  D.  :  Nuova  e  distinta  relax,  ecc.  -  Baratta  m.  :  Sui  terr.  di  Romagna  del  i78i  -  Fer- 

NiANi  A.:  Tre  lettere  sul  terr.  ecc.  -  Altra  e  più  distinta  relax.  delVorrfbiU  terr.  ecc. 

Questo  grande  periodo  sismico  con  trasposizione  di  centro  ebbe  due 
massimi  :  uno  al  4  aprile,  l'altro  al  17  luglio.  Nella  mia  nota  sopra 
citata  ò  pubblicato  una  serie  completa  di  notizie  riguardanti  i  danni 
apportati,  perciò  ora  mi  limito  ad  un  ristrettissimo  riassunto  e  ad 
esporre  le  conclusioni.  Coloro  che  bramassero  maggiori  particolari  po- 
tranno ricorrere  a  detta  monografia. 

La  scossa  del  4  aprile,  avvenuta  a  3*» -3**  V4  della  notte,  in  Brisi- 
ghella  fu  funestissima  e  danneggiò  grandemente  le  case  e  le  chiese  : 
il  valore  dei  danni  ascese  per  le  chiese  a  scudi  4000,  per  i  conventi 
1900,  per  le  chiese  e  canoniche  di  campagna  8500,  per  le  case  2196.10, 
ossia  in  totale  16596.10. 

In  Baccagnano  di  22  case  una  sola  cadde,  altre  4  furono  quasi  ro- 
vinate. In  Boesino  ne  cadde  una  sola,  2  in  Campiano  ed  in  Castel- 
nuovo,  6  a  Cavina,  3  a  Cottignola,  1  a  Fognano,  4  a  Montecchio,  5  a 
Maronico,  3  a  Paglia,  10  a  Pideura^  2  a  Pieve  di  Tho,  5  a  Poggio, 
9  a  Quartolo,  2  a  Ritortolo  ^  qualcuna  a  Bontana,  4  a  S.  Giorgio  in 
Camparano,  36  a  S.  Giorgio  in  Vezzano,  3  a  S.  Mamante,  a  S.  Bar- 
bara ed  a  S.  Maria  in  Undecime,  2  a  S.  Lucia  delle  Spianate,  quasi 
tutte  a  Sama,  1  a  Urbiano,  a  Valpiana  ed  a  Vespignano.  Nelle  prece- 
denti località  le  chiese  vennero  pure  in  tutto  od  in  parte  demolite  op- 
pure lesionate,  e  cosi  dicasi  delle  altre  case  e  si  ebbe  pure  a  deplo- 
rare qualche  vittima  e  parecchi  feriti. 

In  Faenza  per  la  veemente  scossa  tutti  gli  edificii  soffrirono  danni, 
in  specie  la  Cattedrale,  le  altre  chiese  e  conventi,  il  palazzo  vesco- 
vile, quello  pubblico  ecc.  I  palazzi  privati  assai  danneggiati  in  città 
furono  6,  quelli  minaccianti  in  parte  di  rovinare  3,  in  parte  rovinati 
2,  le  case  assai  risentite  30,  in  parte  minaccianti  di  rovinare  104,  ro- 
vinate in  parte  46,  le  piccole  case,  che  in  parte  erano  minacciose  di 
rovinare  furono  6  e  4  quelle  in  parte  rovinate.  Nei  dintorni  di  Faenza 
soffrirono   molti  danni   Castel  Raniero,  Celle,  Errano,   S.  Ruffillo  :  me- 


(I7àlj  263 

diocri  Oriolo,  Pergola,  Pieve  del  Ponte,  Rivalta,  S.  Silvestro,  Scari- 
cano e  Tebano  :  leggieri  Casale. 

In  Castel  Bolognese  i  danni  furono  gravi  :  maggiori  però  a  Bianca- 
nigo,  a  S.  Pietro  in  Laguna  ed  a  S.  Maria  della  Pace. 

Il  terremoto  fu  disastroso  anche  a  Modigliana  ed  a  Dovadola  :  fa 
fortissimo  a  Forlì,  a  Cesena,  a  Ro^venna,  e  Ai  sentito  in  altre  località 
come  dirò  fra  poco.  Dopo  questa  prima  làcossa  si  avvertirono  parecchie 
altre  repliche  fra  le  quali  una  a  9*^  30°^  ital.  del  4  :  una  a  Cesena  nei 
g^iomo  5  :  nel  13-14  due  scosse  incussero  grande  panico  a  Faenza,  Imola, 
Forlì  e  Cesena  :  nella  giornata  del  L5  se  ne  ebbe  una  assai  sensibile  a 
Faenza:  una  nel  18  a  Brisighella.  Sulla  prima  mattina  del  12  maggio 
un  intenso  scuotimento  fu  sentito  a  Cesena,  che  pare  sia  stato  molto 
maggiore  a  Forlì  :  nel  di  16  uno  a  Brighisella  ;  nel  10  luglio,  a  19^  15°", 
a  20**  15",  a  21*»  10"  ed  a  4**  15"  quattro  altri  a  Faenza,  e  così  pure  ad 
S^  15",  a  U^  10",  a  IS"*  15",  a  20^  21",  a  3^  20",  a  4''  45"  ed  a  8»»  e 
10"  del  giorno  11  :  in  questa  giornata  a  Cesena  furono  avvertite  due 
scosse  con  panico  generale  e  sette  a  Castel  Bolognese,  ove  a  8**  di  mat- 
tina del  12  si  ebbe  una  replica  gagliarda  ed  una  anche  ad  Imola  ed  a 
Cesena.  Nei  giorni  12-13  luglio  in  Dovadola  si  ebbero  vari  scuotimenti  ed 
a  19*"  del  13  una  scossa  fortissima  a  Faenza,  ad  Imola,  a  Forlì,  a  Cesena, 
a  Castel  Bolognese  ed  in  altre  località  circonvicine,  ove  fece  cadere  un 
gran  numero  di  camini  e  danneggiare  parecchie  fabbriche  :  nelle  stesse 
località  a  5**,  S^  e  10^  del  14  tre  forti  repliche  seguite  di  tempo  in 
tempo  da  piccoli  tremori  del  suolo. 

Nel  giorno  17  luglio  un  nuovo  urto  disastroso  colpiva  la  Romagna  : 
avvenne  questo  a  14**  17"  it.:  in  Faenza  cominciò  con  un  sussulto  spa- 
ventoso susseguito  da  ondulazioni  più  o  meno  forti  e  rapide  e  di  diversa 
durata.  Quivi  molti  danni  risentirono  le  case,  i  palazzi,  le  chiese,  e 
così  pure  a  S.  Giovanni  in  Quartireggio ,  a  Bassiago,  a  Corleto,  a 
Reda,  a  S.  Barnaba,  ad  Albereto,  a  Prada,  a  S.  Silvestro,  a  Cesata,  a 
Scaldino,  ad  Oriolo,  a  S.  Mamante  :  ma  maggiori  furono  quelli  accaduti 
in  Forlì,  ove  la  scossa  ebbe  la  durata  di  30-40\  Altri  danni  furono 
inferti  agli  edifìci  di  Brisighella,  di  Castel  Bolognese  e  di  Cesena. 

Tanto  la  scossa  del  4  aprile  come  quella  del  17  luglio  furono  disa- 
strose per  la  Romagna  :  quest'  ultima  poi  deve  essersi  estesa  su  di 
un'area  certamentd  maggiore  ed  accenna  pure  ad  uno  spostamento  di 
epicentro,  giacché  fu  incomparabilmente  più  forte  nel  territorio  Forli- 
vese che  in  quello  di  Faenza  e  di  Castel  Bolognese. 

L'area  epicentrale  del  terremoto  del  4  aprile  comprende  S.  Giorgio, 
S.  Mamante,  Montecchio,  Pideura,  Quartolo,  Sarna,  San  Ruffìllo  e 
Poggio  ;  risulta  cioè  di  forma  elittica  con  l'asse  maggiore  approssima- 
tivamente disposto  da  NW  a  SE,  di  circa  10  km. 


ìèi 


[lisi] 


Neir  area  dei  gravi  danni  stanno  Biancanigo,  Faenza,  Pergola,  Scari- 
gnano,  S.  Giorgio  in  Camparano,  Ritortolo,  Paglia,  Rontana,  Tho,  ecc. 

La  zona  ove  i  danni  furono  minori,  ma  però  assai  sensibili,  par- 
tendo dal  di  sotto  di  Imola,  racchiude  Castel  Bolognese,  Borgo  Face. 
Rivai ta,  S.  Lucia  delle  Spianate^  S.  Marnante  in  Oriolo,  Urbiano,  Do- 
vadola,  Modigliana,  Campiano,  Gavina^  ecc. 

A  Forli,  a  Tossignano,  a  Cesena  ed  a  Ravenna  i  danni  furono  di 
poco  momento  ;  ad  Argenta  la  scossa  fu  solo  forte  :  njediocre  a  Vi- 
cenza, a  Pesaro  ed  a  Bologna  (Vogli  F.  :  Dei  terr.  ecc.,  pag.  29)  ed 
infine  lieve  a  Firenze,  a  Fossombrone,  a  Padova  (Toaldo)  ed  a  Parma. 

Per  la   replica  avvenuta  nel   17   luglio  è  neceHsario   avvertire  che 


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FlG.   17. 

questa  ebbe  ad  agire  sopra  edificii  già  in  parte  lesionati  dalle  scosse 
precedenti  :  i  maggiori  effetti  dinamici  accaddero  a  Forlì  e  suo  terri- 
torio :  però  si  può  aggiungere  che  il  nuovo  scuotimento  aumentò  di 
non  poco  le  fenditure  e  le  rovine  neir  area  stata  danneggiata  dalla 
scossa  del  4  aprile. 

Questo  nuovo  parossismo  fu  assai  più  forte  del  precedente  anche  a 
Cesena  ed  a  Ravenna  ;  a  Firenze  il  movimento  del  suolo  fu  capace  di 
far  suonare  i  campanelli,  mentre  il  primo  era  stato  si  lieve  da  essere 
solo  inteso  da  poche  persone  :  anche  a  Vicenza  fu  molto  più  sensibile 
dell'  altro.  Per  la  prima  scossa  in  molti  luoghi  si  aprirono  nella  terra 
large  e  profonde  squarciaturc,  come  presso  la  chiesa  di  Castel  Bolo- 
gnese, e  nelle  vicinanze  di  Pergola,  di  Quartolo,  ecc. 

Al  10  ottobre  nella  notte  a  Faenza  tre  scosse  e  nello  stesso  tempo  a 
Brisighella  undici  leggere. 


1783]    1781.  Aprile  13. 
Mercalli  q.  ;  Note  geol.  e  sism.  Isole  di  Ponza,  pag.  14-15. 


Isola  di  PoBui. 


L'  11  gennaio  scossa  molto  forte  a  Ponza  che  fece  lesionare  il  pen- 


[1781]  265 

nello  del  molo,  all'  angolo  dove  comincia  la  rampa  della  batteria.  Al 
13  aprile  poi,  a  14^  ital.,  a  Ponza  se  ne  ebbe  una  fortissima  della  du- 
rata di  2  minuti  (secondi?),  susseguita  poco  dopo  da  due  repliche»,  di 
qaasi  eguale  intensità:  causarono  grande  panico.  Alle  23*^78  una  nuova 
scossa  ma  mediocre  ed  a  24^  */«  ^^^  P^^  forte  della  precedente.  Pare 
che  siano  seguite  altre  repliche. 

Nella  figura  che  accompagna  la  descrizione  dei  terremoti  del  1892 
(  vedi),  trovasi  tracciata  la  zona  isosismica  sensibile  di  questo  terremoto. 

r784]    1781.  Giugno  3.  Ca^^lì  (Marche). 

Baratta  m.  :  Sul  terremoto  di  Cagli  ecc.  -  bertozzi  :  Lettera  ali*  Sminent.  Cardinale  Anto- 
nelU  ecc.  -  Succinto  raonuaglio  delle  funestissime  conseguenze  ecc. 

Il  disastroso  terremoto  di  Cagli  avvenne  alle  ore  11^  ant.  circa  del 
3  giugno:  pare  che  sia  stato  preceduto  nella  notte  da  qualche  scossa 
assai  leggera. 

A  Cagli  durò  lo  spazio  di  un  «  miserere  »  ed  incominciò  con  un 
tremito,  cui  susseguì  un  urto  e  poi  un  violento  moto  ond.  ;  dopo  una 
breve  pausa  si  ebbe  una  nuova  ripresa  violenta  ed  assai  lunga  :  in 
tale  occasione  fu  vista  la  terra  aprirsi  e  chiudersi  istantaneamennte 
ed  oscillare  in  modo  visibile  gli  alberi.  Nei  pressi  di  monte  Nerone  il 
movimento  sismico  fa  pi'eceduto  da  fortissimo  scoppio,  simile  allo  sparo 
di  un  cannone.  In  Fossombrone  si  sentirono  due  scosse  a  7"  d' inter- 
val]o«  delle  quali  la  prima  fu  più  intensa  e  lunga  :  anche  a  Mercatello 
presentò  lo  scuotimento  due  riprese  e  cosi  pure  a  Cesena  ed  a  Firenze. 
Riguardo  a  S.  Sepolcro  il  Sarti  (Saggio  di  congetture  ecc.,  pag.  16) 
dice  che  €  verso  le  7^7*  ^  P^^^  P^^  ^^  ^^^^  sentire...  con  la  direzione 
media  fra  il  tramontano  ed  11  levante,  la  prima  scossa  di  ondulazione, 
la  quale  riesci  di  uno  spavento  incredibile.  Di  li  a  un  mezzo  quarto 
d'ora  rinnovò  la  seconda,  mista  di  ondulazione  e  di  sussulto...  di  breve 
durata  >.  A  Fano  le  due  scosse  avvennero  a  5  minuti  di  intervallo,  ed 
in  Arezzo  a  15  ;  quivi  poi  la  prima  durò  3"  (secondi  ?)  e  V  altra  in- 
vece fu  più  breve. 

Nell'area  più  intensamente  commossa  le  fenditure  nel  suolo  rimasero 
ad  attestare  la  intensità  della  convulsione  avvenuta  ;  da  quanto  ci  è 
stato  trasmesso  apprendiamo  che  qualche  squarciatura  raggiunse  la 
larghezza  di  un  buon  palmo. 

Fa  notata  una  straordinaria  perturbazione  nel  regime  delle  sorgenti 
specialmente  di  quelle  situate  alle  falde  dei  monti  Nerone  e  Jego:  al- 
cune di  esse  si  intorbidarano,  altre  emisero  acqua  oltremodo  torbida, 
altre  poi  —  come  accadde  alle  cosidette  «  fontanelle  >  —  si  dissecca- 
rono totalmente  :  una  polla  posta  nel  feudo  <  Rocca  »  e  precisamente 
nella  località  chiamata  «  Gorgo  Cerbara  «  dopo  il  terremoto  mandò  fuori 


ééé  [i^8i] 


l'w^g-.  .1    ,ar  ^^..-^iiij 


acqua  di  color  verdastro,  che  aveva,  dicono,  uno  strano  e  spiccato  odor 
di  zolfo.  Da  monte  Jego  si  staccarono  glossi  massi  :  il  Bertozzi  ricorda 
che  un  ampia  selva  di  faggi,  posta  su  un  pendìo,  smottò  e  precipitò  a 
gaisa  di  una  impetuosa  fiumana.  Anche  nei  pressi  di  monte  Nerone 
avvennero  varii  franamenti  :  sopra  tutto  è  degno  di  esser  ricordato 
quello  verificatosi  nella  località  chiamata  «  Ranco  di  Nino  ».  Effetti 
permanenti  nel  suolo  si  riscontrarono  pure  alla  discesa  del  <  Molinello  » 
presso  Carda,  ove  si  produsse  una  grande  voragine.  Al  e  Sasso  Sguizzo  » 
presso  Cardella,  dicesi  sia  avvenuto  un  dirupamento  e  che  si  sia  aperta 
una  fenditura  di  tale  ampiezza  da  lasciarvi  passare  un  bue  (?). 

Dal  monte  Nerone  si  sentirono  più  numerosi  e  forti  i  muggiti  o 
bombili^  che  tal  montagna  ha  sempre  — -  però  in  modo  meno  sensibile 
—  mandato  anche  per  V  addietro  ;  alcuni  di  tali  boati  erano  accom- 
pagnati da  tremiti  del  suolo. 

I  fenomeni  acustici  e  le  repliche  furono  assai  frequenti  nei  primi 
giorni  dopo  la  gi*ande  scossa  :  ne  furono  contati  anche  trenta  o  qua- 
ranta nello  spazio  di  24.^  Scosse  susseguenti  più  gagliarde  furono  intese 
nei  giorni  13,  15  e  21  giugno  ed  al  27  del  mese  susseguente. 

Intorno  a  questo  .terremoto  ò  pubblicato  nella  nota  sopra  citata  un 
ampio  studio  con  la  scorta  di  documenti  nuovi  da  me  ritrovati  :  per 
ragioni  di  brevità  e  di  opportunità  non  posso  ora  riprodurli  :  quindi 
rimando  il  lettore  a  detto  mio  lavoro,  accontentandomi  qui  di  trascri- 
vere le  conclusioni  con  qualche  aggiunta  (*). 

L'  area  di  massima  intensità  comprende  Urbania,  Sant'  Angelo  in 
Vado,  Apecchio,  Piobbico,  Cagli,  Falcano,  ecc.  :  à  forma  elittica,  ed 
il  suo  asse  maggiore,  disposto  in  senso  SE-NV  circa,  misura  27  km. 

Entro  questa  zona  se  ne  trova  un'  altra  assai  più  piccola,  con  l'asse 
maggiore  disposto  da  SSE  a  NNW,  di  10  km.  circa:  questa  costituisce 
r  area  epicentrale,  la  quale  è  sviluppata  maggiormente  nella  parte  set- 
tentrionale a  ridosso  di  monte  Nerone  :  ivi  si  verificarono  i  massimi 
effetti  dinamici  sugli  ediflcii,  ivi  furono  notate  le  maggiori  perturbazioni 
nel  regime  delle  acque  sorgenti,  ed  ebbero  luogo  infine  i  franamenti  e 
le  spaccature  nel  suolo  più  gravi  e  più  numerose  :  ivi  infine  furon  sen- 
titi, dopo  la  grande  scossa,  frequenti  boati  sotterranei  e  commozioni 
più  0  meno  numerose  e  forti.  Entro  questa  zona,  e,  probabilmente  nel 
luogo  segnato  sulla  carta,  deve  porsi  V  epicentro  o  verticale  sismico. 

La   precedente  zona,    rispetto  a   quest'  ultima,  non    è  perfettamente 


(l)  xella  carta,  fig.  18,  ad  ogrni  località  è  messo  un  segno  corrispondente  al  mag- 
giori 0  minori  effetti  dinamici  causati  dal  parossismo  del  13  giugno,  in  essa  si  corregga 
Atecchio  in  Apecchio;  Parchiuolo  in  Parchiaìe;  B.zo  de'  Mucci  in  Palazzo  dei  Mucci;  Tor- 
rida in  Torriola  e  valbina  in  VaWona.  i  due  villaggi  di  Moria  e  di  Badia  di  Naro  devono 
avere  il  segno  corrispondente  a  quelli  che  anno  sofferto  gravi  danni. 


•v^fr-r 


[lisi  - 1^82]  267 


concentrica,  ma  risulta  assai  più  svUappata  da  NNW  ad  E  circa  :  pare 
che  poi  a  mezzodì  il  movimento  sismico  abbia  trovato  un  ostacolo  nella 
soa  propagazione  nel  grappo  montuoso  della  Serra  Maggio. 

V  area  entro  cui  si  ebbero  danni  più  o  meno  gravi  agli  edificii  k 
anch'  essa  forma  predominantemente  elittica,  con  il  suo  asse  maggiore 
disposto  circa  da  NE  a  SW:  rispetto  alla  precedente  à  maggior  svi- 
luppo dalla  parte  di  greco,  da  cui  si  spinge  fino  a  Cartoceto,  a  Mon- 
davio,  ecc.  ;  dal  lato  opposto  sembra  che  abbia  per  confine  il  Tevere, 
giacché  cagionò  danni  anche  a  Città  di  Castello  (^). 

Naturalmente  i  paesi  di  questa  zona  posti  più  vicino  all'area  di  mag- 
gior scuotimento,  in  generale  soffrirono  maggiori  danni  che  non  quelli 
che  si  trovano  verso  il  lembo  estemo  ;  oltre  cui  qua  e  \k  qualche  danno 
accadde  pure,  ma  in  luoghi  isolati  o  fra  loro  assai  distanti,  come  per 
esempio  ad  Esanatolia,  a  Fabriano,  a  Pioraco,  ad  A'fcevia,  a  Fano,  ecc. 

La  scossa  infine  fu  sentita  a  Firenze,  ma  in  modo  assai  leggero. 

Dal  giorno  20  al  23  agosto  in  Cagli  diverse  repliche. 

[785]    1781.  Settembre  10.  Carav8g||;io,  Treviglio  (Lombardia). 

PKRRBT  ▲.  :  Tremai,  penins,  Itaì.,  pa^.  5S-50  -  ghacas  :  Diario  ordinario^  N.  102,  Roma  22  set- 
tembre 1781  •  Notizie  del  Mondo,  N.  73  :  10  settembre  1781. 

Ài  10  settembre,  verso  le  17^  ital.,  si  senti  a  Milano  una  leggera 
scossa  intesa  anche  nei  paesi  circonvicini  :  dopo  pochi  minuti,  fu  sus- 
seguita da  replica  che  non  apportò  il  menomo  danno.  Secondo  il  Perrey 
questo  terremoto  fti  avvertito  anche  a  Mantova,  a  Padova,  a  Crema  ed 
a  Lodi  :  in  quest'ultima  città  fu  forte  E-W.  A  Caravaggio,  a  Trevlglio 
ed  a  Cassano  furono  danneggiate  alcune  case. 

[786]    1782.  Gt5nnaio-marzo.  Benevento. 

Xotizie  del  Mondo,  N.  9  (SO  genn.),  10  (2  febbr.],  11  (6  febbr.)  e  24  [23  marzo). 

Dopo  la  mezzanotte  dell'  11  gennaio  fu  sentita  in  Napoli  una  scossa 
end.  di  6*  circa  ;  a  Benevento  le  scosse  furono  6  e  tali  da  far  suonare 
da  per  sé  le  campane  senza  però  arrecare  danni  notevoli.  Sui  primi  di 
marzo  in  Benevento  e  paesi  circonvicini  si  intesero  aitile  4  scosse  che 
fecero  fuggire  gli  abitanti  che  si  stabilirono  sotto  le  tende. 

f787]    1782.  Febbraio  25.  Ortona  (Chieti). 

Cipoca  :  Catalogo,  I,  pa^.  855  -  binoi  V.  :  Monumenti  etor.  ed  artist.  degli  Aàruzu,  Napoli 
18B9,  pag.  677. 

Secondo  il  Capocci  a  2S^  del  25  febbraio  in  Ortona  si  ebbe  un  ter- 
remoto cui  successe,  a  3^  del  mattino  del  di  seguente,  un  glande  fra- 
namento. 


\l)  II.  a.  H.  A.  V.  9  Mem.  citili  di  Citta  di  CoHello^  voi.  n,  pag.  156^  ivi  1SI4. 


»'  -'r^" 


266  [1782  - 1783] 


Il  Bindi  afiPerma  che  questo  terremoto  scosse  la  città  con  non  minor 
rovina  di  quella  del  1456  e  1506  [1526].  Ora  il  Diario  Notizie  del  mondo 
(N.  31  :  17  aprile  1782)  dice  che  1**  avanti  V  ave  maria  della  sera  il 
tratto  di  terreno  che  è  prospiciente  al  mare  cominciò  a  muoversi  ed  a 
3^  di  notte  era  già  oltreraodo  avvallato,  formando  una  specie  di  lunjara 
e  larga  penisola  nel  mare  :  ma  in  tale  relazione,  abbastanza  prolissa, 
non  si  accenna  menomamente  a  fenomeni  sismici. 

[788]    1782.  Settembre  24.  Honteporzio  (Roma). 

Cracas  :  Dfafio  ordinario,  N.  808,  Roma  28  sett.  ìH^st. 

Il  24  settembre,  a  18^  circa,  in  Frascati  fu  intesa  una  gagliarda 
scossa  :  in  Monte  Porzio  caddero  molti  camini  e  furono  danneggiate  varie 
abitazioni.  Pare  che  siasi  propagata  abbastanza  sensibilmente  anche  a 
Roma.  * 

[789]    1783.  Febbraio-Marzo.  Calabria  e  Messinese. 

Baratta  M.  :  /  terr.  di  Calabria  ecc.  -  Cobrao  A.:  ^femor.  sopita  i  terr.  ecc.  -  Da  Leone  : 
Oiorn.  e  not.  ecc.  -  Dolomielt  d. :  Meni,  aopra  i  trem.  ecc.,  Roma  YTSi  -  Gallo  a.:  /rrtt. 
scritte...  sui  tem.  ecc.  -  Hamilton:  Descriz.  dei  terr.  ecc.,  in  «  Glbelin  »  (trad.  Ital.i  - 
Mercalli  G.  :  /  terr.  della  Calabria  ecc.  -  Masci  a.  :  Diario  estr.  da  una  eruditiss.  eco- 
-  Minasi  G.  :  Relaz.  verid.  e  Cont.  ed  app.  ecc.  -  Roscit.\no  p.  :  Àfem.  istor.  ecc.  -  Sar- 
coNi  M.  :  Istor.  dei  fenom.  del  trem.  ecc.  -  vivenzio  :  Tstor.  e  teor.  dei  trem.  e  Istor.  dei 
trem.  ecc.  (1) 

I  grandi  terremoti  Calabri  iniziati  col  1783  si  sono  presentati  sotto 
forma  di  un  lungo  periodo  sismico  perdurato  parecchi  anni  :  delle  varie 
scosse  sentite  abbiamo  il  catalogo  del  Dr.  Pignatari  per  Monteleone. 
del  Da  Leone  per  Catanzaro,  e  del  sig.  A.  Gallo  per  Messina. 

Per  essere  imparziale  devo  accennare  che  furono  preceduti  da  un 
vero  periodo  sismico  preparatorio,  quello  del  1780,  di  cui  ò  a  suo  tempo 
parlato  ed  alla  cui  descrizione  rimando  il  lettore.  (N.  777). 

II  Roscitano  (pag.  7)  aggiunge  poi  che  nel  1781-82  nella  Piana  fu 
sentita  qualche  scossa  :  il  Da  Leone  (pag.  16,  voi.  I)  fa  menzione  di 
un  lungo  scuotimento,  susseguito  da  due  repliche  nello  spazio  di  un  ora, 
sontito  a  Catanzaro  il  25  luglio  1782. 

Al  1<>  gennaio  1783,  ad  ore  6.30  di  notte,  il  Pignatari  (Vivenzio,  II. 
pag.  IV)  registra  una  mediocre  scossa  avvertita  a  Monteleone  e  sog- 
giunge inoltre  che  in  parecchie  notti  del  mese  taluno  raccontò  d'aver 
sentito  qualche  altro  scuotimento  :  il  Masci  dà  notizia  di  una  lieve 
scossa  ond.  di  3*  sentita  il  19  gennaio  1783  a  S.  Sofìa  (Cosenza),  ove  a 
22^  di  una  giornata  dei  primi  di  agosto  o  della  fine  di  luglio  dell'anno 
precedente  se  ne  era  avuta  una  mediocre  suss.  di  2*  con  rombo. 


(1)  Non  ho  potuto  riferire  qui  l'elenco  depli  scrittori  del  terremoti  del  ITSS,  e  ciò 
per  la  sua  lungrhezza:  ò  accennato  solo  quei^^ll  autori  clie  ò  spesso  citato  nel  contesto. 


fl783J  269 

Riferisce  il  Vivenzio  (I,  pag.  159-60)  che  nella  mattina  del  5  feb- 
braio 1783  alla  marina  di  Bivona  e  di  Pizzo  il  mare  era  tranquillo  in 
vicinanza  del  lido,  ma  in  lontananza  invece  si  mostrava  <  in  un  fervore 
e  bollimento  insolito,  benché  senza  alcun  vento  »  talché  alcuni  pesca- 
tori furono  costretti  di  far  ritorno  a  terra.  Aggiunge  poi  il  citato  au- 
tore che  e  avvenne  presso  Capo  Rizzuto  nella  costa  deir  E.  circa  le 
15''  un  tremuoto  di  mare  accompagnato  da  inondazione  delle  adiacenti 
;)piaggie  :  e  [che]  vi  fu  alcuno  che  in  detto  luogo  intese  in  terra  qualche 
piccola  scossa...  »  Questo  fenomeno,  con  ogni  probabilità,  si  collega 
con  il  seguente  riferito  dallo  stesso  Vivenzio  (I,  pag.  255)  che  cioè  a 
Cutro  per  la  scossa  del  5  febbraio  non  vi  furono  morti  quantunque  gli 
edifici!  avessero  ricevute  gravi  lesioni  «  imperocché  avendo  poche  ore 
prima  che  avvenisse  il  rovinoso  tremuoto  de'  5  febbraio,  veduto  il 
mare  retrocedere  dal  loro  lido,  fuggirono  tutti  dalle  case,  temendo  che 
rimettendosi  con  furia  gli  avesse  soverchiati,  cosa  che  non  avvenne...  » 

Connesso  con  i  fenomeni  precursori  della  immane  catastrofe  deve 
ritenersi  il  seguente  riferito  dal  Sarconi  (pag.  385)  e  dagli  altri  sto- 
riogrrafi  dei  calabri  terremoti.  «  Fin  dai  primi  giorni  di  febbraio  [1783] 
fuori  di  stagione,  ed  in  qualche  insolita  copia  un  tal  pesce  [cicirelii] 
compare....  nel  mar  di  Messina.  Air  apparire  prematuro  e  all'abbon- 
danza di  tal  esca  gradita  non  si  fece  attenzione  né  dai  pescatori,  né 
(lai  cittadini  :  ma  la  durata  dei  terremoti  ed  i  posteriori  sperimenti 
mostraron  troppo  che  codeste  innocenti  e  piccole  turbe  del  muto  ar- 
mento portavan  seco  il  triste  annunzio  di  prossimo  tremuoto.  Difatti 
costantemente  si  osservò  che  air  apparire  dei  «  cicirelii  »  (questo  é  il 
nome  che  ad  essi  si  dà  in  Sicilia)  succedette  sempre  il  tremuoto  o  nel 
priomo  o  nella  durata  della  notte...  »  Questo  fatto  prova  che  in  quelle 
occasioni  il  sussulto  del  fondo  del  mare  è  stato  assai  energico,  giacché 
(l«»tti  pesci,  di  mare  profondo,  avendo  certamente  provato  l'impressione 
della  scossa,  e  trovato,  per  il  continuo  replicarsi  de'  fenomeni  sismici, 
un  ambiente  poco  propizio  alle  loro  funzioni  fisiologiche,  per  il  prin- 
cipio della  conservazione  dell'  esistenza,  furono  costretti  ad  abbando- 
nare il  fondo,  silente  loro  dimora,  divenuto  a  loro  stessi  pericoloso. 
Premesso  ciò  veniamo  alla  descrizione  delle  maggiori  scosse  : 

La  prima  grande  scossa,  venuta  circa  le  12*»  Vi  poni,  del  5  feb- 
braio 1783,  produsse  lo  sconquasso  e  la  distruzione  generale  degli  edi- 
ficii,  determinò  immani  sconvolgimenti  nel  suolo  e  causò  la  morte  a 
parecchie  migliaia  di  individui  entro  una  zona  estesissima  di  terreno. 
L'  area  mcsosismica  di  tale  disastroso  scuotimento  à  forma  di  una  olisse 
molto  allungato,  il  cui  diametro  maggiore  é  disposto  in  senso  NE-SW 
circa,  6  grossolanamente  delimitata  da  una  linea  che  passa  sotto  a  Nico- 


270 


[1783] 


tera,  a  Mileto,  ad  Arena,  e  seguendo  il  crinale  dell'Appennino,  corre  fino 
alle  pendici  deirAspromonte  un  po'  al  di  sotto  di  S.  Cristina  e  di  Scido, 
per  andare  a  mare  al  di  sotto  di  Scilla  (flg.  19  B). 


Fio.  19 

Con  le  notizie  raccolte  dal  Barconi  e  dal  Vivenzio  possiamo  delimi- 
tare un  altra  zona,  ove  la  distruzione  degli  edifici  non  è  stata  totale  : 


^^^ 


[1783]  271 

in  essa  sarebbero  comprese  le  località  di  Nicotera,  loppolo,  Briatico,  Mon- 
teleone.  Pizzo,  Monterosso,  Cbiaravalle,  quindi  la  relativa  isosisma  (C) 
passerebbe  ai  di  qua  di  Badolato,  Stilo,  includendo  Gretteria,  Sidemo, 
(rcrace,  Bova,  Melito,  Reggio  e  Messina  ;  anzi  V  Hamilton  (pag.  279)  a 
proposito  di  queste  due  città  dice  «  certo  è  che  la  forza  del  tremuoto, 
l>onchè  violento,  è  stata  ben  poco  considerevole  a  Messina  ed  a  Reggio 
in  paragone  della  Piana  >,  lo  che  conferma  pure  il  Sarconi,  Nella 
zona  delle  lesioni  nel  continente  sono  comprese  S.  Eufemia,  Catanzaro, 
e  la  parte  della  Sicilia  che  dall' imbasamento  etneo  si  estende  fino  a 
Patti  ;  quest'  isosisma  include  pure  V  isola  di  Lipari,  le  muraglie  del 
cui  castello,  scrive  il  Vivenzio  (I,  pag.  264),  dalla  parte  di  mare  risen- 
tirono danno,  come  le  altre  abitazioni  di  tale  isola  e  quelle  della  vicina 
Stromboli. 

Neir  area  mesosismica  accennata  possiamo  inoltre  distinguere  una 
zona  epicentrale  (A)  dove  non  solo  la  maggior  violenza  della  scossa,  ma 
anche  la  costituzione  del  suolo,  à  cospirato  a  rendere  più  ingenti  gli 
sconvolgimenti  del  terreno  e  quindi  anche  i  danni  ai  fabbricati  :  in 
questa  zona  sono  compresi  Bagnara,  San  Procopio,  Sinopoli,  Scido, 
S.  Cristina.  Cosoleto,  Tresilico,  Varapodio,  Cinquefondi,  Terranova, 
Molochiello,  Rizzigoni,  Radicena,  Drosi,  S3minara,  Oppido,  Castellace, 
Gioia  e  Palmi  (*). 

Riguardo  alla  zona  mesosismica  della  scossa  del  5  febbraio  bisogna 
notare  che  si  estende  essenzialmente  lungo  la  costa  tirrenica  e  che  ad 
oriente  V  Appennino  con  il  suo  massiccio,  à  paralizzato  il  movimento 
rovinoso  in  modo  tale  che  il  versante  ionico  presenta ,  rispetto  alla 
intensità  degli  eflPètti,  una  notevolissima  differenziazione,  rinvenendosi 
ivi,  come  osserva  il  Sarconi  (pag.  454)  e  danni  di  mediocre  importanza 
e  tali  che  senza  il  duplicato  e  triplicato  impeto  dei  terremoti  forse  la 
rovina  avvenutavi  sarebbe  rimasta  nei  semplici  limiti  di  leggera  le- 
sione ». 

Lia  scossa  del  5  febbraio  è  stata  intesa  piìi  o  meno  sensibilmente  in 
tutta  la  Sicilia  ;  non  produsse  danno  alcuno  a  Catania,  ad  Augusta,  a 
Sgnacca  ed  a  Girgenti:  fu  lieve  a  Palermo. 

Nel  continente  fu  sentita  in  tutta  la  Calabria  Citeriore,  al  capo  Pa- 
linuro.  ad  Agropoli  (Vallo  Lucania),  a  Vietri  di  Potenza  e  dalla  parte  * 
di  NNE   si  è   propagata  fino   a  Gallipoli  (Lecce)  ed  a  Monopoli  (Bari). 
Mentre  il  Sarconi  ed  il  Vivenzio  escludono  che  sia  stata  sentita  a  Na- 
poli,  r  Hamilton  (pag.    232)  dice  che   questa,  come  d'  altronde  V  altra 


l;  Questa  Isoslsma  passa  tra  Bag'nara  e  Sclllu  escludendo  però  quest'ultima  località 
/iacclit!^  —  come  osserva  il  Sarconi  (pa^r.  SSTl]  —  per  la  prima  scossa  non  vi  successero 
!♦♦  kTnvi  rovine  accadute  nella  Plana. 


272  [1783] 

del  28  marzo,  ivi  è  stata  intesa  ;  lo  stesso  ripete  pure  il  diarìo  2^  no- 
tizie del  mondo  (N.  27  :  2  aprile  1783). 

Quantunque  il  Sarconi  abbia  fatto  una  diligente  inchiesta  sul  modo 
con  cui  è  avvenuto  il  fenomeno,  tuttavia  da  quanto  à  scritto  poco  o 
nulla  possiamo  dire  circa  la  forma  che  à  avuto  il  movimento  sismico: 
a  Terranova,  dalla  testimonianza  del  medico  Taverna  (Sarconi,  pa^-  155) 
si  conclude  che  la  scossa  cominciò  con  un  tremolio,  cui  sussegui  xin 
moto  ondulatorio  e  poi  un  potente  urto  che  fece  rovinare  la  casa  ove 
detto  medico  si  trovava  :  questi,  in  mezzo  alle  macerie,  giacque  con 
il  capo  penzolone,  sospeso  a  delle  travi,  fino  a  quando  egli  fu  libe- 
rato da  un  nuovo  urto  che  lo  proiettò  ritto  all'  aperto  :  tale  sorte  toccò 
pure  ad  altre  pei*sone.  La  componente  verticale  del  movimento  deve 
essere  stata  quivi  assai  grande  perchè,  come  osserva  il  Sarconi  (pag.  158- 
«  grosse  masse  di  pavimento  e  di  fondi  di  edificii  [furon  trovate]  ri- 
voltate in  modo  che  la  superficie  era  rovesciata  è  posta  con  la  faccia 
in  giù  in  luogo  di  base  e  quella  parte  o  di  pavimento  o  di  fabbrica, 
che  era  la  base,  stava  allo  scoverto,  e  ove  star  suole  la  superficie  >. 
Nella  stessa  località  furono  notati  anche  dei  fenomeni  di  proiezione  :  il 
campanile  della  chiesa  di  S.  Caterina  fu  in  massima  parte  ridotto  in 
un  ammasso  di  rovine,  ma  dalla  metà  ne  fu  troncato,  quasi  a  taglio 
netto,  un  pezzo  della  lunghezza  di  11  palmi  e  poche  linee,  che  fu  pro- 
iettato intiero  nel  bel  mezzo  della  strada  pubblica  (Sarconi,  pag.  150). 
Ad  Oppido  si  senti  dapprima  un  sibilo  con  fremito,  quindi  un  cupo 
rombo,  dopo  il  quale  la  terra  cominciò  ad  ondulare  regolarmente, 
talché  furono  visti  le  travi  dei  soffitti  uscire  dalla  loro  cavità  per 
rientrarvi  tosto  :  a  questo  movimento  successe  un  urto  immane,  com- 
plicato, che  fece  diroccare  quasi  la  intiera  città  (idem,  pag.  149). 

A  S.  Anna  di  Seminara  il  movimento  fu  sussultorio  dal  basso  al- 
l' alto  (VrvENZio)  :  a  Bagnara  la  scossa  fa  dapprima  orizzontale,  poi 
vorticosa'^  a  Polistena  ed  a  Palmi  fu  istantanea  dal  basso  all'alto  senza 
il  minimo  preannunzio  (Hamilton  :  pag.  273).  A  Scilla  —  secondo  il 
Minasi  (Relaz.  verid.)  —  cominciò  con  tremito  quindi  si  ebbe  un  moto 
ondulatorio  regolare  che  fece  pochi  guasti  ;  a  questo  susseguì  un  mo- 
vimento sussultorio  e  vorticoso.  A  Reggio  il  Roscitano  (pag.  8)  senti 
«  la  prima  scossa  con  un  forte  movimento  incisivo,  segui  la  seconda 
con  maggior  moto  di  elevazione  e  cresceva  a  dismisura  a  momenti  a 
momenti  la  forza  con  moti  misti  e  confusi  :  si  senti  orribilmente  mug- 
gire la  terra...  Ecco  un  moto  tremulo  eccessivo,  il  quale  fattosi  vor- 
ticoso tre  volte  ci  portò  in  giro >  Invece  secondo   il   cronista  Pa- 

lestìno  (De  Lorenzo,  pag.  285),  si  ebbe  dapprima  una  ondulazione  di 
intensità  sempre  più  crescente  e  quindi  un  moto  vorticoso.  A  Messina, 
stando  al  Sarconi,  (pag.  387)  il  terremoto  cominciò  con  una   lieve  on- 


[1783]  273 

dalazione,  alla  quale  tenne  dietro  un  orribile  e  generale  commozione 
del  mare  e  della  terra:  secondo  A.  Gallo  (pag.  LX),  ad  un  lieve  mo- 
vimento ondulatorio  ne  succedette  uno  suss.-ondulatorio  e  vorticoso  :  il 
Corrao  poi  riferisce  (pag.  XXIII)  che  si  senti  dapprima  uno  spaven- 
tevole rombo,  quindi  debolissime  scosse,  poscia  un  complicato  movi- 
mento che  presentò  due  riprese,  separate  da  piccola  interruzione.  Tanto 
il  Gallo  che  il  Corrao  sono  concordi  nel  valutare  la  durata  della  com- 
mozione in  5". 

Allontanandoci  dall'  area  più  violentemente  commossa,  troviamo  che 
il  Pignatari  a  Monteleone  (VnrENZio,  11^  pag.  V)  senti  dapprima  un 
rombo,  simile  ad  un  cupo  tuono  avvertito  in  lontananza,  quindi  un 
lieve  «  tremolamento  >  ;  V  urto  che  sopravvenne  dopo  fu  *  barcollante  » 
e  gli  altri  <  ondeggianti  »  andarono  sempre  crescendo  dì  forza.  Il  Pi- 
gnatari  notò  egli  pure  una  piccola  pausa  nel  mezzo  della  durata  dello 
scuotimento,  dopo  la  quale  esso  ripigliò  con  uguale  veemenza,  per  ter- 
minare, trascorsi  circa  2™,  con  un  piccolo  tremito,  simile  a  quello  con 
cui  era  cominciato.  Secondo  il  Da  Leone  (voi.  I,  pag.  18)  a  Catanzaro 
il  moto  dapprima  fu  solo  orizzontale  SWW-NEE,  poscia  suss.,  dopo  di 
che  continuò  il  suolo  a  muoversi  nella  primitiva  direzione  con  «  inter- 
mezzate trepidazioni  >  :  la  durata  totale  fa  stimata  dal  citato  autore 
eguale  a  2."* 

Dalle  testimonianze  recate,  senza  tema  di  errare,  possiamo  concludere 
che  almeno  neir  area  più  intensamente  scossa,  il  movimento  del  suolo 
fu  di  poco  preceduto  dal  rombo  ;  che  cominciò  con  qualche  tremito, 
cui  susseguirono  ondulazioni,  dapprima  leggere,  quindi  sempre  più  forti  : 
che  a  queste  tennero  dietro  varii  urti  sussultorii  assai  violenti,  ed  in- 
fine altre  ondulazioni  e  trepidazioni. 

Anche  il  Vlvenzio  (voi.  I,  pag.  160)  --  sulla  fede  delle  notizie  raccolto 
—  annette  che  neir  area  centrale  il  suolo  dapprima  abbia  cominciato 
a  tremare  lentamente,  quindi  ad  ondeggiare  in  senso  SSW-NNE  (*), 
e  che  quindi  siano  seguiti  molti  urti  sussultori.  Però  il  Palestine  (De 
Lorenzo,  pag.  285)  afferma  che  e  nella  Piana  il  primo  impeto  fu  su- 
bitaneo e  fortissimo  »  ;  il  che  concorderebbe  con  quello  che  scrisse 
THamilton  per  Bagnara,  Polistena  e  Palmi,  come  più  in  dietro  ò  detto. 

È  necessario  osservare  che,  come  spesso  nota  il  Barconi,  gli  edificii 
caddero  nelle  più  svariate  direzioni,  il  che  prova  —  come  d'  altronde 
lo  rivelano  gli  odierni  registratori  —  che  molto  complesso  fa  il  movi- 
mento ondulatorio  il  quale  anche  in  pochi  istanti  à  cambiato  spesse 
volte  di  direzione:  a  ciò  si  deve  ascrivere  l'apparente  impressione  di 


{!)  Nella  prima  edizione  11  vivenzlo  dice  (pag.  OCii)  che  II  suolo  da  principio  cominciò 
ad  ondegiriare  violentemente  da  B  ad  w. 

Maratta:  Terremoti  ecc,  \^ 


►-:^' 


274  [J783] 

movimento  vorticoso  risentito  da  varii  relatori  accennati  ed  i  molti 
esempi  di  fenomeni  rotatorii  che  la  Commissione  delia  R.  Accademia 
delle  Scienze  di  Napoli  ebbe  campo  di  osservare ,  fra  cui  i  for&e 
troppo  ricordati -obelischi  terminali  delle  guglie  della  Certosa  di  S.  Ste- 
fano del  Bosco  nella  Calabria  Ultra,  e  le  gugliette  che  adornavano  la 
parte  superiore  della  facciata  della  chiesa  di  S.  Giovanni  de'  Fioren- 
tini a  Messina  (pag.  393-4). 

Neir  area  centrale,  specialmente  nei  pressi  di  Oppido,  Bitizzano, 
Cosoleto,  S.  Cristina,  Castellace,  Sinopoli  Vecchio,  Terranova,  ecc.  si 
produssero  sconvolgimenti  nel  suolo  tali  da  mutare  in  i^odo  stabile 
r  aspetto  del  terreno  :  il  Barconi  nel  suo  lavoro  di  ognuno  di  essi  ci 
dà  particolareggiata  descrizione  e  tignii*^,  da  cui  si  deduce  che  ac- 
caddero specialmente  ove  esistevano  strette  valli,  percorse  da  fiumi  o 
da  torrenti,  e  pendici  tagliate  a  picco,  oppure  di  ben  poco  inclinate  : 
quindi,  secondo  la  pendenza  del  suolo,  avvennero  o  spostamenti  istan- 
tanei di  masse,  oppure  lenti  o  rapidi  scivolamenti  dei  mantelli  superfi- 
ciali addossati  al  cristallino,  per  i  quali  insieme  al  terreno  furono  tra- 
sportati gli  alberi  secolari  che  vi  erano  sopra  impiantati,  magari  senza 
che  questi  subissero  danno  alcuno. 

Oltre  a  ciò,  e  sempre  limitatamente  a  tali  terreni,  si  produssero 
spaccature  più  o  meno  estese,  dislivelli  nel  suolo  che  contribuirono  di 
molto  air  aumento  dei  danni  stessi. 

Questo  ordine  di  fenomeni  fu  la  causa  precipua  della  produzione  dei 
laghi  nei  territori  di  Seminara,  di  Sinopoli,  di  Cosoleto,  di  Sitizzano, 
di  Castellace,  di  S.  Cristina,  di  Oppido,  di  Drosi  e  di  Molocchio,  di 
ciascuno  dei  quali  il  Vivenzio  (voi.  Il,  appendice)  ci  dà  la  estensione, 
la  profondità  ed  i  lavori  fatti  per  il  loro  prosciugamento. 

Dopo  la  prima  scossa  il  suolo  continuò  ad  essere  più  o  meno  inten- 
samente agitato  :  il  sig.  Grillo  ad  Oppido  —  riferisce  a  pag.  243  il 
Barconi  —  sentì  triplicare  il  terremoto  con  tale  successiva  frequenza 
che  in  molte  ore  di  tempo  la  terra  fu  o  poche  volte  tranquilla  o  quasi 
sempre  «  presa  da  oscura  vibrazione  ». 

A  Scilla,  secondo  un  cronista  citato  dal  De  Lorenzo,  si  vedea  il  mare 
ad  ogni  quarto  d'  ora  invadere  la  terra  e  poscia  ritirarsi,  e  ciò  nello 
spazio  di  3"  circa.  A  detta  del  Minasi  (pag.  XXV)  nelle  prime  24**  dopo 
il  primo  scuotimento  si  sentirono  140  repliche  :  il  Gallo  per  Messina  ci 
riferisce  (pag.  VII)  che  dalle  19^  circa  del  5  fino  alla  mezzanotte  le 
scosse  si  ripeterono  a  meno  di  un  quarto  d'  ora  di  distanza  Tuna  dal- 
l' altra.  A  Monteleone  il  Pignatari  (Vivenzio,  voi.  II,  pag.  V-VI)  dalle 
19^  20™  alle  23*»  45"  ne  contò  1  leggera,  8  mediocri   ^   5   forti  ;  dalie 


•    m 


[1788]  275 

0»»  45»  alle  5^  45"^  della  notte  5-6  altre  90,  che  bì  seguirono  di  3  in  8,  di 
4  in  4  ed  al  più  di  5  in  5  minuti,  oltre  ciò  costantemente  di  20  in  2Q 
o  da  30  in  30"  se  ne  sentirono  delle  più  forti  precedute  da  rombo. 

Così  si  viene  a  circa  1*»6"  ant.  del  giorno  6,  in  cui  una  replica  in-* 
teneiasima  inferse  nuovi  danni  a  Reggio,  a  Messina  ed  a  tutti  gli  altri 
luoghi  stati  precedentemente  danneggiati  (*).  Ed  è  appunto  in  questa 
occasione  che  successe  il  celebre  disastro  di  Scilla.  La  violenza  del- 
l'urto fece  precipitare  con  immenso  fragore,  per  oltre  2  km.  di  costiera 
un  parte  del  monte  Paci  :  il  mare  si  ritirò,  e,  trascorso  qualche  tempo 
dalla  fine  del  terremoto  (*),  si  senti  un  fremito  partire  dall'  interno 
della  massa  delle  acque,  che  si  rovesciarono  con  rapidità  indicibile 
sulla  spiaggia.  L' onda  fremente  fuggì  e  rifuggì  ancora  dal  lido  per 
ritornare  nuovamente  furibonda  sulla  spiaggia,  elevandosi  quasi  fino  alla 
sommità  delle  case  e  delle  chiese  ivi  fabbricate,  spargendo  il  lutto  e 
la  desolazione.  Circa  un  migliaio  e  mezzo  di  persone  in  quei  fatali 
istanti  perdettero  la  vita,  giacché,  spaventate  dalla  prima  scossa,  dalle 
reiterate  repliche  e  dai  franamenti  che  continuamente  succedevano  nei 
monti  circondanti  V  abitato,  temendo  di  morire  sotto  le  case,  in  gran 
parte  distrutte  o  rese  pericolanti,  si  erano  ricoverate  solto  le  tende  al 
lido,  oppure  allogate  entro  barche  sul  mare,  rimanendo  così  vittima 
dell'  immane  rivolgimento  (^). 

Questo  maremoto  ebbe  massima  intensità  a  Scilla  e  quindi  sull'op- 
posta sponda  della  torre  del  Faro  (A),  ove  1'  onda  invase  il  lido  cau- 
sando la  morte  a  molte  persone  ricoveratesi  in  piccole  imbarcazioni 
e  si  innoltrò  di  circa  600  passi,  rompendo  gli  arginelli  ed  innondando 
le  campagne. 

Sul  lido  della  e  marina  grande  >  di  Scilla,  ricorda  il  Minasi,  si  vi- 
dero gettate  dall'  acqua  spugne  e  coralli,  cose  che  non  trovavansi  che 
a  buona  distanza  dalla  spiaggia,  ove  il  mare  à  una  discreta  profondità. 


(1)  Al  dir  del  Gallo  (pag.  LX)  la  scossa  fu  sussultoria  e  vorticosa  al  Beernodanon  per- 
mettere agri!  uomini  di  re^rgersl  in  piedi,  a  Monteleone,  secondo  r  osservazione  del  Pi- 
irnatari  (vivenzio,  n,  pagr.  vi)  fu  orizzontale  NNB-SSW  con  forte  rombo,  della  durata  di 
90  secondi  circa;  a  Catanzaro,  secondo  il  Daleone  (pag.  19),  forse  fu  solo  ondulatoria,  più 
intensa,  ma  più  breve  deUa  prima,  e  cosi  pure  fra  Cosenza  e  Rossano,  ove  abitava  il 
Mascl  (loc.  cit.) 

Da  documenti  sincroni  pubblicati  dal  Mercalli  fi  terr.  della  Calabria  ecc.,  pag.  95, 
estr.ì  si  apprende  che  la  seconda  scossa  arrecò  danni  (irravlsslrai  a  Messina,  però  infe> 
rieri  a  quelli  della  prima;  e  ciò  contrariamente  a  quanto  asserisce  II  Perrey  (Op.  cit., 
pa(r.  00). 

(^ì  vedi  più  avanti  a  pag.  281  quanto  dico  sul  dlsantro  di  Scilla. 

(d|  Siccome  la  popolazione  aveva  abbandonato  le  case  per  ritirarsi  alla  marina  dopo 
la  prima  scossa,  cosi  non  si  ebbero  vittime  per  la  caduta  degli  ediftcii  in  occasione 
della  seconda. 


-    T' 


27e  [1763] 

Il  Sarconi  rimase  in  dubbio  dall'inchiesta  fatta  se  a  Messina  il  mare  in 
tale  occasione  avesse  presentato  fenomeni  degni  di  menzione.  Non  è  Im 
probabile  che  ciò,  in  grado  però  assai  lieve,  sia  avvenuto  ;  ma  che,  data 
r  oscurità  della  notte  ed  il  panico  che  aveva  invaso  gli  animi,  sia  pas- 
sato inosservato,  tanto  più  che  a  Taormina  ed  a  Catania  (pag.  409)  in 
quella  circostanza  si  notò  una  «  forte  commozione  delle  acque  >. 

Un  nuovo  massimo  sismico  avvenne  il  7  febbraio.  Questo  terre- 
moto assai  forte  scosse  T  intera  Calabria  Ultra,  ridusse  in  un  mucchio 
di  rovine  Soriano,  Sorianello  e  Gerocarne  (*)  (area  epicentrale  A). 

La  sua  area  mesosismica  rovinosa  (B)  comprende  Arena,  Serra 
8.  Bruno,  Simbario,  Brogniaturo,  Capistrano,  Pizzoni,  Vallelonga  e 
S.  Angelo  :  furono  gravamento  danneggiati  Mileto,  Monteleone,  Male*, 
rato,  Acquare,  Laureana,  Chlaravalle,  ecc. 

A  Monteleone,  da  quanto  lasciò  scritto  il  Pignatari  (Vivenzio,  II,  7> 
si  sentì,  a  20^  20™,  un  rombo  accompagnato  da  un  potente  urto  a  due 
riprese  con  una  durata  totale  di  2'"  30*  :  aggiunge  che  i  movimenti  dal 
basso  air  alto  non  furono  piccoli  e  che  le  oscillazioni  orizzontali  si 
rendevano  visibili  al  solo  guardare  la  terra:  la  scossa  fu  forte  a  Mes- 
sina, a  Catanzaro,  e  mediocre  tra  Cosenza  e  Rossano. 

Alle  22**  circa  dello  stesso  giorno  (7  febbraio)  una  veemente  scossa, 
predominantemente  suss.,  in  Messina  fece  cadere  molti  edificii  ;  ora 
mentre  a  Reggio  pare  sia  stata  solo  molto  forte  ed  ond.,  ed  affatto 
innocua  a  Scilla,  a  S.  Agata  di  Reggio  causò  varli  danni:  fu  sentita  forte- 
mente a  Monteleone,  e  si  propagò  in  Calabria  Citra.  Questo  scuotimento 
pare  sia  stato  di  origine  messinese. 

Il  primo  marzo  ad  ore  8.30  ital.  {2^  15~  ant.  circa)  fu  sentita  in  Mon- 
teleone una  nuova  scossa  che  secondo  il  Pignatari  (Vivenzio,  II, 
pag.  XII)  fu  gagliardissima  in  tutta  la  sua  durata  (1^  35")  e  specialmente 
nell'ultima  fase  avvenuta  dopo  una  lieve  pausa  :  il  movimento  quivi,  pre- 
ceduto da  forti  rombi,  fu  dapprima  ond.  S-N  e  poi  vorticoso.  In  Poliolo 
(epicentro  A)  causò  sommo  danno  «  con  distruggere  gran  parte  delle  abi- 
tazioni (Vivenzio,  I,  pag.  244-45)  e  gravi  danni  apportò  pure  a  Castel 
Monardo,  a  Maierato,  a  Vallelonga,  a  S.  Nicola,  a  Capistrano,  a  Fran- 
cavilla  e  frazione  Nicastrello.  a  Filogaso,  a  Mileto  ed  a  Monteleone.  A 
Catanzaro  fu   più  intensa  dalla  precedente  ;  fu  molto  forte  a  Re^o,  a 


(1)  Presso  Gerocarne  riferisce  il  Sarconi  (pag.  70)  la  terra  al  momento  della  scossa 
vacillava  ed  ondeggiava  come  una  nave,  ed  il  suolo  si  apriva  e  chiudeva  repentina- 
mente ed  alternativamente;  presso  Soriano  poi,  secondo  lo  stesso  Sarconi,  avvennero 
molti  sconvolgimenti  nel  suolo. 


[1783J  277 

a,  come  ci  atteBta  il  Masci,  ore  fa  Ond. 


Il  parossismo  del  28  marzo  (1''  !&"  notte)  spieg^ò  la  sua  massima  in- 
tensità nei  dintorni  di  Borgia  (morti  33t),  di  S.  Floro  e  di  Girifalco 
I  morti  184),  località  state  quasi  rispettate  dai  terremoti  antecedenti  : 
gravi  danni  apportò  al  paesi  compresi  nelt'  istmo  fì-a  i  golfi  di  S.  Su^- 
femia  e  di  Sqaillace,  si  sul  versante  tirrenico  che  su  quello  ionico. 

L'  area  disastrosa  &  forma  elittica  (B)  e  la  relativa  isosisma  cbe  la 
circoscrive  passa  sopra  a  Pizzo,  include  la  marina  di  gran  parte  del- 
l'istmo,  Vena,  Caraffa,  Squillace,  Gasperina  e  Monterosso  :  mentre 
l'iaosisma  rovinosa  (C)  passa  sopra  Briatico,  include  Monteleone,  S.  An- 
gelo, Serra  S.  Bruno,  Badolato,  Catanzaro,  Soveria,  Magisano,  Taverna, 
Serrastretta  e  in  prossimità  di  Nicastro  fa  una  insenatura  in  modo  da 
escludere  tale  città  per  andare  quindi  a  mare. 

L'  ÌBOBisma  delle  gravi  lesioni  (DD)  parte  da  Fuecaldo,  include  Lon- 
gobucco  ;  nei  pressi  di  Cotrone  e  Rocca  Bemarda  fa  una  ìosenatnra,  e 
sotto  Cutro  va  amare  per  passare  poi  ad  includere  la  intera  provincia 
di  Reggio  e  Messina. 

Entro  il  continente  un  ultima  isosisma  (EE)  delle  lesioni  leggere  da 
Diamante  corre  a  Crosia  con  una  pronunciata  Insenatura  nei  pressi 
di  Rossano,  racchiude  Cotrone  e  va  a  mare,  escludendo  Isola  che  ri- 
sultò immune  da  ogni  danno. 

Quantunque  l' intensità  della  scossa  ed  i  danni  Inferii  agli  edificii 
aleno  stati  incomparabilmente  minori  di  quelli  causati  dal  primo  terre' 
moto,  tuttavia  1'  area  interessata  dalle  onde  sismiche  in  questa  nuova 
occasione  fu  molto  maggiore  :  si  produssero  danni,  come  abbiamo  visto, 
nella  Calabria  Citeriore,  aumentarono  quelli  della  Ulteriore  e  del  messi- 
nese :  poi  fu  sentita  fortemente  nella  Basilicata,  nel  Principato  Cìtra, 
a  Napoli,  in  Terra  di  Bari  e  di  Otranto  ed  in  tutta  la  Sicilia  ('). 

A  Catanzaro,  (Da  Leone,  voi.  I,  pag.  27)  ta  scossa  comincii)  con  un 
movimento  orizzontale  cui  segui  un  sussulto  con  irregolari  trepidazioni  : 
gli  urti  verticali  furono  cosi  violenti  cbe  le  persone  si  sentivano  balzare 
in  aria  :  secondo  il  Conte  Ippolito  U  terremoto  cominciò  con  un  movi- 
mento di  ondulazione  in  senso  SW-KE,  cui  susseguirono  delle  scosse 
orizzontali,  quindi  vorticose  :  la  durata  fu  stimata  eguale  a  10*  circa, 
per  buona  parte  della  qnale  ed  anche  precedentemente  fa  sentito  un 


(1)  Per  le  lievissime  osci  nazioni  d'orlftine  sismica  osservate  a,  uilano  dall'Ori  ani  e  per 
\e  Indicazioni  sismografi  eli  e  ottenute  durante  1  calabrt  terremoti  In  Napoli  dal  pisano 
vedi  BxRATT*  U.  :  Ricerche  ttorlrlie  stigli  appareccM  sismici,  BOma  IBM.  vofi.  'ii-'H  e  35  m, 
e  Per  la  storia  della  lUmologla  ;  sulla  prnpagazlone  a  distala  del  movimenti  sismici,  noma 
IWT,  paff.  lO-u  (estr.) 


278  [1783] 

terribile  muggito,  che  ad  nn  certo  punto  degenerò  in  uno  scoppio  come 
di  mina  (pag.  298). 

A  S.  Sofia  di  Cosenza,  come  scrive  il  Masci,  la  scossa  fu  suss.-on- 
dulatoria  di  20.'  A  Monteleone,  secondo  V  osservazione  del  Pignatari 
(VivENZio,  voi.  II,  pag.  XV),  il  rombo  fu  concomitante  al  movimento 
del  suolo  durato  2« ,  e  composto  di  urti  sussultori  e  di  ondulazioni 
in  vario  senso,  l' ultima  delle  quali,  la  più  forte,  ebbe  direzione  S-N  : 
a  Messina  il  Gallo  fa  durare  la  scossa  28.'  (pag.  LX). 

Prima  di  passare  ad  alcune  deduzioni  mi  sento  in  obbligo  di  dire 
che  a  rendere  più  disastrosi  i  terremoti  calabri  concorsero,  oltre  la 
violenza  e  la  durata  delle  scosse,  due  ordini  di  fatti  : 

a)  nel  mese  di  novembre  1782  cominciarono  nella  Calabria  a  cadere 
ploggie  diluviali,  che  non  solo  arrecarono  danni  alle  campagne  ed  ai 
fabbricati,  ma  fecero  gonfiare  i  fiumi  ed  i  torrenti  ed  in  certi  luoghi 
trasformare  il  suolo  in  un  terreno  acquitrinoso  :  ora  necessariamente 
fra  i  varli  strati  di  permeabilità  diverse,  V  acqua  si  deve  essere  ac- 
cumolata,  e  ciò  appunto  deve  aver  favorito  oltre  che  gli  scivolamenti 
ed  i  franamenti  di  quelle  estese  porzioni  di  suolo  che  ò  altrove  accen- 
nato, anche  la  formazione  dei  laghi  ; 

b)  la  natura  geologica  del  terreno  à  avuto  una  fatale  influenza  sui 
danni  inferti  agli  edificii.  Il  Sarconi  spesse  volte  ricorda  che  in  mezzo  a 
località  del  tutto  rovinate,  se  ne  trovano  di  quelle  in  cui  gli  effetti  delle 
scosse  furono  relativamente  e  comparatamente  lievi.  La  formazione 
geologica  della  Piana  Calabra  è  sciolta,  disgregata,  nò  in  alcun  modo 
connessa  con  il  cristallino  che  in  parte  la  circonda  :  quivi,  come  ac- 
cadde in  altri  terremoti,  i  danni  furono  maggiori  che  non  sulla  roccia 
dura,  elevata  :  anzi  il  massimo  dei  massimi  si  ebbe  appunto  nelle  lo- 
calità ove  sottili  lembi  si  addossano  al  cristallino. 

Esaminate  sia  pure  succintamente  le  maggiori  scosse  del  periodo  si- 
smico Calabro,  appare  evidente  la  presenza  di  varii  centri  o  rculianti 
di  scuotimento  dei  quali  ora  è  necessario  rintracciare  la  posizione. 

a)  abbiamo  vi^o  che  la  scossa  del  5  febbraio  à  spiegato  la  sua 
massima  intensità  distruttiva  nella  Piana  e  precisamente  in  quella  parte 
che  è  prospiciente  al  lido  fra  Bagnara  e  Gioia.  La  presenza  di  gran- 
diosi franamenti  e  smottamenti  di  suolo  ivi  successi,  le  profonde  alte- 
razioni nella  circolazione  sotterranea  delle  acque  ed  in  generale  tutti 
quei  fenomeni  che  sogliono  verificarsi  nel  suolo  della  zona  epicentrale 
di  un  grande  terremoto  :  i  fenomeni  dinamici  causati  dalla  scossa  at- 
testanti il  valore  della  componente  verticale  ecc.,  mi  inducono  a  ritenere 
che  r  impulso   non  sia  partito  dal  mare  :  ad  avvalorare  questa  ipotesi 


[1783]  279 

gioverebbe  V  asserto  del  Dolomieu  (*),  ma  contro  di  ciò  stanno  i  fatti 
raccolti  dalla  Commissione  Accademica  che  meritano  brevemente  di 
essere  ricordati. 

Il  Sarconi  accenna  ad  un  mediocre  maremoto  avvenuto  in  occasione 
della  prima  scossa  (5  febbraio)  specialmente  lungo  le  coste  che  da  Mes- 
sina si  estendono  al  Faro,  e  da  Scilla  a  Reggio. 

A  Messina,  ricorda  egli  (pag.  400)  il  mare  dapprima  si  avvallò,- 
quindi,  ritiratasi  V  onda  dal  lido  con  micidiale  violenza  lo  innondò  su- 
perando la  panchina,  che  fa  in  parte  abbattuta  o  lesionata,  ed  innon- 
dando porzione  del  teatro  marittimo  :  anche  a  Reggio  il  mare  usci  dai 
suoi  limiti  consueti  ed  invase  specialmente  la  strada  «  de'  Giunchi  ». 
Alla  Catona  vi  fu  pure  qualche  traccia  di  innondazione,  e  cosi  pure  alla 
Torre  del  Faro  e  nel  tratto  che  dal  Pelerò  va  fino  ai  dintorni  di  Mes* 
&ina,  con  la  dififerenza  che  nelle  parti  più  vicine  a  questa  città  fu  molto 
più  sensibile  (*). 

Dopo  il  terremoto  a  Scilla  il  mare  (Saroòni,  pag.  335-36)  si  ritirò 
dapprima  per  otto  passi,  quindi  cominciò  ad  elevarsi,  a  fremere,  ed  in 
ultimo  a  crescere  a  segno  che  bollendo  (è  la  impressione  ricevuta  da 
persona  degna  di  fede  —  il  sacerdote  Pontillo  —  che  si -trovava  nel 
bel  mezzo  dell'  acqua,  sopra  uno  scoglio)  corse  a  ricuperare  non  solo 
il  tratto  che  prima  occupava,  ma  eziandio  una  porzione  di  spiaggia  su 
cui  erano  arenati  dei  battelli  con  entro  dei  marinai^  i  quali  dovettero 
per  salvarsi  afferrare  i  remi  e  mettersi  a  vogare. 

Il  Minasi,  citato  dal  De  Lorenzo  (pag.  369),  scrive  che  «  un  poco 
prima  che  si  sentisse  il  grande  terremoto  videsi  scostare  il  mare  len- 
tamente dal  lido  della  Canalea  [di  Scilla]  per  una  decina  di  metri,  e 
tosto  riprendere  il  moto  ascensivo  con  la  stessa  lentezza  fino  a  rag- 
giungere il  primitivo  confine.  Anche  al  Capo  Cenide,  dice  Sarconi 
(pag.  357),  furono  notate  traccio  dell'  invasione  dell'  acqua,  la  quale 
nel  dì  5  si  era  mostrata  —  secondo  gli  abitanti  —  più  bollente  [vorti- 
cosa] del  solito,  alterando  anche  il  consueto  corso  della  marea  :  in  tale 
stato  si  conservò  fino  al  mattino  del  giorno  6.  E  lo  stesso  De  Lorenzo 
reca  la  notizia  che  alcuni  naviganti  nel  golfo  di  Gioia,  all'  altezza  del 
capo  Vaticano,  dopo  circa  8™  che  ebbero  sentita  la  scossa,  scorsero  che 
le  onde  formavano  due  grandi  cavalloni. 


Il)  Il  Dolomieu  (pa^.  11)  dice  che  «  la  massa  delle  acque  non  ebbe  movimento  di  flut- 
tuazioni o  di  oscillazione,  non  s' Innalzò  al  disopra  del  suoi  limiti  ordinari  ». 

(2)  A  proposito  di  questo  maremoto  nota  il  sarconi  (paK-  402)  che  «  questa  diversità 
di  azione  dà  luogro  a  credere  che  la  forza  mai?priore....  impiegata  si  fosse  a  sconvolfirere 
e  perturbare  più  queUa  parte  della  «  Cariddi  »  la  quale  è  prossima  al  porto  [di  Messina] 
che  quella  porzione  di  mare,  ch'ò  vicina  a  Rep^io,  o  Taltra,  che  costituisce  la  gola  del 
Faro  ».         .  -  ' 


m  [1783] 

E  la  veridicità  delie  notizie  diligentemente  raccolte  dal  Barconi  è 
anche  confennata  dal  Vivenzio  (voi.  I,  pag.  161)  secondo  cui  il  mare 
che  circonda  la  regione  calabra,  tanto  all'  ovest  che  al  sud,  fu  violen- 
temente agitato  nel  tempo  della  scossa  e  dalle  osservazioni  del  Pigna- 
tari  (voi.  II,  pag.  V),  il  quale  dice  che  dopo  la  commozione  a  Roccella 
sul  Jonio  ed  a  Nicotera  il  mare  si  ritirò  per  innondare  poi  la  costa  per 
due  o  tre  volte. 

Così  le  varie  narrazioni  sincrone  concordano  tutte  nello  ammettere 
un  maremoto  in  occasione  della  prima  scossa:  ma  confrontando  i  fe- 
nomeni presentati  dal  mare  in  correlazione  della  seconda  od  in  occasione 
di  terremoti  avvenuti  in  altre  regioni,  nei  quali  T  epicentro  si  trovava 
indubbiamente  a  mare,  si  vede  che  sono  del  tutto  inadeguati  per  ri- 
tenere che  r  impulso  sia  da  tale  regione  provenuto. 

E  ciò  tanto  più,  facendoci  la  storia  sismica  conoscere  che  spesse 
volte  in  occasione  di  terremoto  con  sicuro  centro  superficiale  entro 
terra,  ma  a  non  molta  distanza  dal  lido,  la  massa  delle  acque  ebbe  a 
partecipare  in  modo  grandiosamente  terribile  al  movimento  della  costa, 
la  quale  ne  rimase  violentemente  innondata. 

b)  V  area  epicentrale  della  seconda  scossa  è  posta  fra  Scilla  ed  il 
Faro  :  ma  più  vicina  a  quella  località  che  non  a  questa  si  deve  porre 
il  centro,  indubbiamente  situato  a  mare  (*). 

L'  area  dei  maggiori  danni  si  estende  dalla  regione  occidentale  del- 
l' Aspromonte  al  capo  i'ellaro  da  una  parte,  fra  Scilla,  Bagnara  e  Mes- 
sina dair  altra. 

Pare  fuori  dubbio  che  il  movimento  sismico  si  sia  comunicato  anche 
alle  isole  Eolie,  giacché  una  nave  greca  —  secondo  il  Corrao  —  (pa- 
gina XXXII)  —  che  si  trovava  verso  Lipari,  risenti  V  impressione  di 
un  urto  terribile,  come  se  avesse  toccato  fondo,  senza  però  ricevere 
danno  alcuno. 

E  qui  credo  necessario  accennare  una  questione  importante  e  dibat- 
tuta :  se,  cioè,  il  terribile  movimento  della  massa  delle  acque  verifi- 
catosi in  Scilla  dopo  la  seconda  grande  scossa,  sia  stato  un  vero 
maremoto  con  questa  connesso,  oppure  invece  un  effetto  meccanico 
del  brusco  e  repentino  scoscendere  in  mare  del  monte  Campallà. 

I  sostenitori  di  questa  seconda  ipotesi  si  appoggiano  in  special  modo 
a  quanto   lasciò   scritto   il   cronista   sincrono   Palestino   •-   citato    dal 


(1)  In  Scilla  fu  rovesciata  la  chiesa  dello  Spirito  Santo,  che  nel  cadere  demoli  tre 
case  ;  altri  26  edifici  furo::o  distrutti.  NeUa  chiesa  di  S.  Maria  delle  Grazie  la  massa  delle 
ac(iue  sfondò  la  porta  e  vi  penetrò  dentro;  lo  stesso  accadde  in  quella  di  S.  Nicola,  ove 
il  mare  precipitò  air  interno  per  le  finestre  del  fianco  rivolto  verso  11  lido;  in  tutte  le 
casa  di  questo  rione  le  onde  schiantarono  porte^  finestre,  smossero  solai,  ecc. 


[1783]  281 

1    I  — ■ —         —         r- -  •- .-.— — -^.— . 

De  Lorenzo  (pag.  329)  —  che,  cioè,  Bcoscendimento  e  maremoto  siano 
accadati  dopo  mezz'ora  dalla  seconda  scossa  principale. 

D'altra  parte,  secondo  il  D'.  Pignatari  (Vivknzio,  II,  pag.  VI)  «  nella 
scossa  delle  7^  30™  è,  che  si  scoscende  vicino  Scilla  il  monte  Campallà  : 
cagione  forse  per  la  qnale  di  essa  se  ne  accorgon  appena  que'  citta* 
dini.  Poco  dopo  ;  ma  non  si  presto,  come  vorrebbero  taluni,  soprav- 
viene il  famoso  tremuoto  di  mare  ne'  lidi  opposti  di  Scilla  e  di  Torre 
del  Faro.  Non  cadon  in  questa  scossa  nuovi  paesi  ;  ma  ne'  caduti  si 
accrescono  le  ruine,  e  negli  altri  le  lesioni  ».  Ed  il  Sarconi  (pag.  339-40) 
accennata  la  seconda  scossa,  aggiunge:  <  in  quel  tremendo  moto  fu 
tale  il  rivolgimento  de'  terreni,  che  una  parte  del  gran  monte  Bacl..« 
precipitò  con  orribile  fragore...  Erano  rinvenuti  appena  quegli  infelici 
dal  terrore  conceputo...  quanno  repente,  dopo  pochi  minuti  ch'era  ces- 
sato il  tremoto,  udissi  un  fremito,  e  un  secreto  susurro,  che  approssi- 
mandosi dall'  in  temo  del  mare....  »  quindi  sopraggiunse  la  veemente 
innondazione. 

Adunque  il  cronista  Palestino  si  trova  in  disaccordo  con  quanto  af- 
fermano il  Pignatari  ed  il  Sarconi.  Il  primo  fra  la  scossa  e  lo  scoscen- 
dimento e  il  susseguente  maremoto,  asserisce  che  sìa  intercessa  circa 
mezz'ora,  gli  altri  due  invece  ammettono  che  1'  un  fenomeno  sia  suc- 
cesso immediatamente,  o  quasi,  all'altro.  A  me  pare  che,  data  la  im- 
mensa violenza  che  la  mareggiata  à  spiegato  in  Scilla,  l'altezza  cui 
l'acqua  è  pervenuta,  la  forza  che  à  avuto  alla  Torre  del  Faro  e  l'es- 
Bei*si  il  movimento  reso  sensibile  fino  a  Catania,  l'ascrivere  tale  formi- 
dabile maremoto  allo  scoscendimento  del  monte  Campallà,  sia  una  causa 
del  tutto  inadeguata  alla  spiegazione  della  terribile  grandiosità  del 
fenomeno. 

Anche  ammesso  che  il  franamento  ed  il  successivo  movimento  del 
mare  sian  successi  a  mezz'ora  circa  d' intervallo  dalla  scossa,  come 
appunto  ricorda  il  Palestino,  io  ritengo  che  franamento  e  maremoto 
siano  stati  causati  dall'  impulso  sismico,  vedendo  in  ciò  una  grande 
analogia  con  i  fenomeni  accaduti  a  Concepcion  nel  dì  20  febbraio  1835. 
Allora  appunto  il  maremoto  devastatore  successe  mezz'ora  dopo  che  la 
città  era  stata  rovinata  da  un  terremoto,  siccome  si  legge  nella  de- 
scrizione del  capitano  Fitzroy,  testimonio  oculare,  riferita  dal  Suess 
(L'appetto  della  terra,  voi.  I,  pag.  121),  che  dice  così  :  e  Alle  11**  40*^  a. 
[dei  20  febbraio]  accadde  la  prima  scossa  a  Concepcion,  subito  dopo  la 
generale  rovina....  Mezz'ora  dopo  la  scossa  principale  il  mare  si  era 
talmente  ritirato,  che  navi  che  erano  ancorate  persino  a  7  braccia  di 
profondità,  rimasero  a  secco.  Tutti  gli  scogli  e  i  bassi  fondi  nel  golfo 
di  Talcahuano  erano  visibili.  Dopo  di  questo  un'enorme  ondata  si  spinse 
per  la  strada  occidentale  tra  Qairiquina  e  il  continente,  spazzando  in- 


282  [1783] 

nanzi  a  sé  tutto  Bino  a  30  piedi  al  di  sopra  dell'alta  marea.  La  segril 
una  seconda  ancor  più  grande  e  fragorosa,  finalmente  dopo  pochi  mi- 
nati, una  terza  e  la  più  potente...  ». 

e)  con  la  scossa  del  7  febbraio  (20*»  circa)  il  centro  si  è  trasportato 
verso  Soriano  e  Sorianello,  con  quella  del  7  febbraio  (22**  circa)  verso 
Messina,  (*)  e  con  quella  del  1^  marzo  verso  Follia,  e  finalmente  il  pa- 
rossismo del  28  marzo  spiegò  la  sua  massima  forza  nei  dintorni  di  Gi- 
rifalco e  di  Borgia  ;  quest'ultimo  poi,  come  abbiamo  visto,  causò  danni 
immensi  ai  paesi  attigui  (per  esempio  a  Monteleone)  ed  a  quelli  della 
Calabria  Ultra,  ma  bisogna  por  mente  che  quivi  gli  edifici  avevano  già 
sofiTerto  moltissimo  per  gli  antecedenti  terremoti.  (*) 

Per  coloro  cui  potesse  interessare  aggiungo  qualche  notizia  sullo 
stato  dei  vulcani  italiani  durante  il  periodo  sismico  c;ilabro-siculo 
del  1783. 

Eolie.  Il  Ferrara  (Mem.  sopra  i  trem.  della  Sicilia  in  marzo  J823, 
pag.  36-37)  scrive  che  «  i  vulcani  delle  Eolie  presero  molta  parte  ai 
fatali  tremuoti  della  Calabria  e  di  Messina  nel  1783.  Stromboli  fu  quasi 
sempre  in  straordinario  travaglio  ;  molti  giorni  sembrò  un  toro  infu- 
riato che  elevato  sopra  le  onde  spaventava  con  ì  suoi  muggiti  la  sven- 
turata Calabria  e  la  vicina  Sicilia  :  Vulcano  lo  accompagnò  spesso  :  i 
suoi  urli  furono  sempre  terribili  e  immense  le  colonne  di  fumo  e  di 
fuoco...  ».  Nella  Descriz.  dell'  Etna  (pag.  128)  dice  «  dopo  la  scossa  del 
5  febbraio  la  montagna  di  Stromboli  vomitò  quasi  sempre  e  più  del  solito 
glòbi  immensi  di  fiamme,  e  fece  udire  i  suoi  spaventevoli  muggiti  sino 
in  Calabria.  Si  osservò  costantemente  che  i  suoi  momenti  di  calma 
erano  sempre  seguiti  dalle  scosse  che  terminavano  poi  con  eruttazioni 
più  copiose  di  fumo  e  di  materie  infuocate  dalla  bocca  di  quel  vul- 
cano.... » 


(1)  n  viven/io  (voi.  n,  pag.  296  [»!})  ebbe  notizia  da  A.  Faaano  che  al  7  febbraio  11R3, 
àirora  della  scossa  citata  (22  ore]  «  11  Jonlo  che  bagna  li  Udo  di  Stilo  si  elevò  colle  sue 
onde  in  una  scala  di  un'altezza  smisurata,  e  spaventevole  talmente,  che  gli  stilotl  guar^ 
dandola  dalla  distanza  di  sopra  miglia  quattro,  ed  elevata  più  di  una  sesta  parte  di 
migUo,  se  ne  atterrirono  assai  più  del  tremuoto  dei  cinque;  imperocché  per  la  faccia 
che  quella  scala  di  mare  presentava  alla  loro  vista,  temevano  che,  sbalzandosi  sili  loro 
territorio,  l'avrebbe  tutto  circondato  e  desolato.  Quella  si  sostenne  molto  tempo  sol- 
levata ;  indi  caddero  le  onde  con  velocità  niente  corrispondente  air  altezza,  ma  come 
dolcemente  rallentandosi  le  forze  sostenitrici  ».  Questo  fenomeno  piuttosto  che  un  ma- 
t^moto,  come  alcuni  lo  ritennero^  lo  credo  che  sia  stato  una  tromba,  formatasi  in  con- 
comitanza con  la  scossa. 

(2)  Fra  le  scosse  minori  quella  del  14  ottobre  1784  ebbe  11  suo  centro  in  Gerard  ; 
quelle  del  26-28  aprile  1783  in  Milazzo  ;  quelle  del  marzo  e  luglio  1786  in  Naso  ;  quelle 
deir  ottobre  1781  e  luglio  1785  in  Cosenza  ;  il  terremoto  del  12  ottobre  1791  ebbe  il  suo 
epicentro  coincidente  o  quasi  con  quello  del  7  febbraio  1783  (ore  20  circa). 


{1T83]  283 

Non  so  a  quali  fonti  abbia  il  Ferrara  attinte  le  notizie  riguardanti  lo 
Stromboli,  notizie  che  non  trovo  confermate  da  autori  sincroni  ;  anzi  l'Ha'- 
milton  (pag.  242)  afiferma  tutto  il  contrario  «  è  stata  fatta  qui  Tosser- 
vazlone  >  scrive  egli  «  che  il  vulcano  Stromboli  che  è  in  faccia  ed  al- 
l'intera vista  della  città,  alla  distanza  di  circa  50  miglia  aveva  gettato 
meno  forno  e  vomitato  meno  materia  infuocata  in  tempo  di  questo  ter- 
remoto, di  quello  che  avesse  fatto  in  questi  ultimi  anni  ». 

Queste  notizie,  come  ognuno  vede,  sono  prettamente  contradditorie 
ma  r  osservazione  dell'  Hamilton  mi  pare  abbia  maggior  peso,  perchè 
raccolta  dalla  viva  voce  dei  contemporanei,  tanto  più  poi  che  il  Fer- 
rara, opinando  che  i  terremoti  calabri  fossero  causati  dallo  Stromboli, 
aveva  un  certo  interesse  nell'  asserire  fatti  che  venivano  in  suffragio 
alle  proprie  vedute  teoriche. 

Riguardo  a  Vulcano,  oltre  alla  citata  notizia  del  Ferrara,  sappiamo 
che  fa  trovato  nel  1785  in  semplice  fase  di  emanazioni  di  vapori  dal 
Trovantini  ;  che  dal  12  settem][)re  1786  per  un  mese  circa  fece  dello 
esplosioni  di  cenere  e  che  nel  1788  emetteva  vapori. 

JEtna.  Il  Ferrara  (Descrizione  dell'  Etna^  pag.  129)  dice  che  dopo 
r eruzione  del  1781  l'Etna  si  mantenne  in  quiete;  anzi  aggiunge  che 
durante  i  terremoti  calabri  «  fb  tanto  assopito  che  nemmeno  mostrò  il 
suo  fumo  giornaliero  nel  cratere  ».  Nel  quale  stato  si  sarebbe  mantenuta 
fino  dopo  la  metà  del  giugno  1787.  Invece  nella  Cronaca  Reggina  di  au- 
tore anonimo  sincrono  pubblicata  dal  De  Lorenzo  (voi.  I,  pag.  381)  si 
incorda  che  «  in  detto  anno  1783  al  17  febbraio  Mongibello  eruttò  gran 
fuoco  e  pietre,  ed  il  suo  rimbombare  si  sentì  per  molti  giorni  ». 

Vesumo,  Dopo  V  eruzione  del  1779  il  Vesuvio  stette  in  calma  negli 
anni  1780-82  :  verso  la  metà,  d' agosto  1783  si  mise  in  attività  che  rad- 
doppiò in  settembre  e  presentò  altri  incrementi  nel  1784,  1785  e  spe- 
cialmente nel  1786  :  la  fase  eruttiva  terminò  dopo  vari  massimi  con  il 
grande  incendio  del  1794  (vedi  per  maggiori  particolari  M.  Baratta  : 
Il  Vtsuvio  e  le  sus  eruzioni^  P^g*  97-115,  Roma  1897). 

Abbiamo  visto  (pag.  278)  che  oltre  alla  violenza  ed  alla  durata  delle 
scosse,  le  condizioni  geologiche  e  topografiche  del  suolo  su  cui  sono 
fondati  i  paesi,  insieme  con  V  azione  delle  pioggie,  concorsero  a  ren- 
dere più  fatali  i  terremoti  del  1783.  A  ciò  bisogna  aggiungere  che  la 
vetustà  e  la  cattiva  costruzione  dei  fabbricati  rese  questi  meno  tetra- 
goni agli  urti  sismici.  Con  ciò  resta  spiegata  la  grande  mortalità  delle 
persone  allora  verificatasi. 

Secondo  le  statistiche  pubblicate  dal  Vivenzio  nella  Calabria  Ulte- 
riore perirono  sotte  le  rovine  29451  persone  ed  altre  5709  por  infermità 
B^fuìte  dopo  il   terremoto.  Nella  Cala)>ria  Citeriore  si  ebbero  a  deplo- 


•^  r 


2U 


[1783] 


rare  solo  5  vittime,  cioè  2  in  Apigliano,  altrettante  a  Carolei  ed  1  ad 
Aiello. 

Molto  più  conforme  al  vero  è  la  statistica  che  accompagna  il  pre- 
sente capitoletto,  la  quale  venne  redatta  per  ciò  che  riguarda  i  morti 
su  i  libri  parrocchiali,  e  per  i  danni  dalle  ispezioni  ordinate  dal  Vi- 
cario Geoerale  Pignatelli.  Essa  fa  pubblicata  da  Achille  Grimaldi  nel 
1863  (La  cassa  sacra  ecc.)  e  riprodotta  dal  Carbone  Grio  nelle  molte 
volte  citata  sua  memoria  sui  terremoti  di  Calabria  (pag.  142-53).  Da 
essa  risulta  che  i  morti  nella  Calabria  furono  29515,  cui  aggiungendo 
i  630  periti  sotto  le  rovine  nel  messinese  si  avrebbe  che  il  numero  delle 
vittime  ascese  a  30145.  li  Grimaldi  (pag.  144)  aggiunge  inoltre  che  2O0 
paesi  furono  distrutti  e  che  il  danno  materiale  inferto  alla  sola  Calabria 
ascese  a  lire  132.812.500  ripartito  nel  modo  seguente: 

STATISTICA  DEI  MORTI 

B  DEL  PROBABILE  DANNO   ARRECATO  ALLA   PRÓ2>RIETÀ 

DAI  TERREMOTI  DELL'ANNO   1783. 

a)  Nelle  Calabrie, 


Località 

Morti 

Danni  (1) 

LocalitÀ 

MorU 

Danni 

Ac(ìuaro  d'Arena 

10 

150 

Barbalaconi 

3 

60 

Acquaro  di  Sinopol 

i214 

180 

Belcastro 

» 

20 

Africo 

6 

80 

Bellantone 

7 

70 

Àgnana 

» 

30 

Benestare 

» 

30 

Albi 

2 

30 

Bianco 

31 

150 

Àlafito 

» 

25 

Bivongi 

» 

40 

Altiiia 

» 

10 

Borgia 

332 

300 

Amaroni 

4 

60 

Borello 

8 

50 

Amato 

2 

35 

Bova 

» 

50 

Amendolea 

2 

35 

Bovalino 

8 

80 

Andali 

> 

25 

Bracciara 

18 

70 

Anoia 

202 

250 

Brancaleone 

» 

25 

Antonimina 

2 

60 

Bratti  rò 

2 

30 

Apiglianello 

» 

10 

Briatico 

60 

150 

Arasi 

6 

40 

Brivadi 

1 

25 

Ardore 

4 

90 

Brognaturo 

i> 

30 

Arena 

33 

180 

Bruzzano 

» 

20 

Argusto 

» 

30 

Calabro 

26 

70 

Arietta 

» 

10 

Calanna 

2» 

80 

Anno 

7 

50 

Cali  mera 

» 

20 

Badolato 

2 

60 

Camini 

» 

30 

Bagaladi 

y> 

30 

Campo  di  Calabria 

5 

70 

Bagnara 

3331 

600 

Candidoni 

40 

150 

[1]  Il  valore  approssimativo  dei  danni  per  la  Calabria  è  indicato  in  migliaia  di  ducati» 


^uwn.mm 


[l1SS] 


285 


Località 

Morti 

Danni 

Località 

Morti 

Danni 

C^DD  Hello 

19 

60 

Dafilnà  di  Arena 

9 

70 

Canolo' 

» 

20 

Daffinà  di  Tropea 

1 

40 

Cannavo 

4 

40 

Daffinacello 

2 

30 

Cdpistrano 

2 

40 

Dasà 

55 

150 

Caraffa  del  Bianco 

» 

40 

Davoli 

8 

70 

Caraffa  dì  Cortale 

80 

120 

Diminniti 

6 

40 

Cardato 

12 

70 

Dinami 

:i5 

80 

Cardinale 

1 

50 

Drapia 

11 

60 

Careri 

5 

50 

Drosi 

47 

120 

Caria 

» 

20 

Fabrizia 

1 

30 

Caridà 

52 

150 

Favelloni 

4 

40 

Carlopoli 

» 

25 

Feroleto  della  Chiesa  33 

170 

Careni 

9 

60 

Feroletò  di  Nicastrc 

)      » 

40 

Careniti 

» 

15 

Ferruzzano 

35 

80 

Casalnuovo  d* Àfrico     6 

70 

Filandari 

6 

60 

Casal  nuovo  [Citta- 

Filogaso 

6 

50 

nuova] 

2017 

900 

Fitiii 

2 

30 

Casigrnana 

» 

20 

Fiumara 

22 

100 

Castel  lace 

115 

100 

Fossato 

3 

30 

Cantei  nnonardo 

60 

200 

Francavilla 

43 

150 

Castelvetere  [Cau- 

Francica 

25 

70 

lonia] 

95 

250 

Gagliano 

» 

20 

Catanzaro 

14 

100 

Gallato 

» 

25 

Catena 

15 

80 

-Galatoni 

7 

50 

Cenadi 

2 

30 

Galatro 

341 

250 

Centrache 

> 

25 

Gallico 

17 

80 

Cerva 

» 

15 

Garavati 

» 

15 

Cessanìti 

» 

15 

Garropoli 

7 

50 

Chiaravalle 

2 

70 

Gasperina 

9 

70 

Ciano 

6 

70 

Gasponi 

4 

40 

Ciaramiti 

> 

10 

Gerocarne 

22 

80 

Cicala 

» 

25 

Giffone 

20 

80 

Ciminà 

> 

25 

Gimigliano 

16 

70 

Cinquefrondi 

1343 

400 

Gioja 

18 

100 

Coccorino 

8 

60 

Gioiosa 

7 

150 

Comerconi 

6 

50 

Girifalco 

184 

150 

rompami 

24 

100 

Gizzeria 

> 

15 

Condofuri 

» 

25 

Gretteria 

115 

150 

Condojanni 

1 

20 

Guardavano 

2 

40 

Cortale 

171 

160 

lacurso 

32 

100 

Cosoleto 

178 

200 

latrinoli 

312 

300 

Cotrone 

»   • 

50 

lonadi 

1 

225 

Cropani 

» 

20 

loppolo 

3 

30 

Curinga 

8 

100 

Isca 

» 

30 

Cutro 

» 

50 

Laccon^a 

2 

30 

286 


[17831 


■  Località 

Morti 

Danni 

Località 

Morti 

Dnani 

Laganadi 

7 

50 

Nao 

1 

20 

Lam  paloni 

4 

30 

Nasiti 

1 

20 

Laureana 

58 

200 

Natile 

10 

50 

Lìmbadr 

26 

60 

Nicastro 

> 

50 

Limpidi 

15 

40 

Nicastrello 

» 

20 

Longobardi 

» 

20 

Nicotera. 

14 

70 

Lubrichi 

159 

150 

Olivadi 

» 

20 

Maida. 

76 

120 

Oppido 

1198 

400 

Magìsano 

> 

15 

Orsigliadi 

1 

10 

Maierato 

4 

60 

Orti 

12 

50 

Maininola 

103 

400^ 

Palermiti 

4 

30 

Mandaradoni  di  Brl- 

Palizzi 

» 

15 

atico 

» 

10 

Palnfii 

999 

eoo 

Mandaradoni  di  Lim 

« 

m 

Panai  a  di  Filogiìso 

16 

50 

badi 

3 

30 

Panala  di  Tropea 

2 

30 

Manti  neo 

8 

50 

Pannaconi 

6 

50 

Maranise 

1 

10    . 

Papaglionti 

2 

20 

Marcedusa 

» 

15 

Paracorio 

325 

200 

Marcelli nara    . 

47 

120 

Paravati 

1 

40 

Maropati 

226 

300 

Parghelia 

5 

50 

Martone 

7 

60 

Pavigliana 

2 

20 

Melicuccà  di  Sorcio 

10 

80 

Pazzano 

» 

20 

Molicucca  del  Prio- 

Pedavoli 

V45 

200 

rato 

167 

200 

Pentidattilo 

» 

20 

Melicucc.0 

67 

150 

Pentono 

4 

40 

Melito 

» 

25 

Pernocare 

1 

20 

Mesìgnadi 

241 

200 

Petrizzi 

3 

40 

Mesuraca 

» 

20 

Petronà 

» 

10 

Migliano 

3 

40 

Pimei 

1 

15 

Migliorino 

5 

50 

Piscopio 

14 

60 

Mileto 

50 

"200 

Pizzo 

10 

100 

Moladi 

3 

30 

Pizzoni 

21 

80 

Molochio 

600 

300 

Placanica 

» 

20 

Monasterace 

1 

40 

Plaizano 

55 

150 

Montauro 

» 

30 

Platanaia 

> 

10 

Montebello 

» 

30 

Podargoni 

16 

50 

MoDteleone 

14 

150 

Policastro 

» 

40 

Montepaone 

2 

30 

Polistena 

2261 

500 

Monterosso 

18 

80 

Polla 

26 

150 

Montesanto 

» 

15 

Poliolo 

6 

50 

Montesoro 

3 

40 

Pongadi 

3 

30 

Mosorrófa 

27 

60 

Potarne 

4 

40 

Mottafìlocastro 

4 

50 

Potenzoni 

1 

15 

Mottaplati 

25 

100 

Precaco  re 

» 

10 

^otta  S.  Giovanni 

> 

40 

Pronia 

7 

50 

[17831 


28T 


ijocalltà 

Morti 

Danni 

Località             Morti 

Danni 

Radicena 

756 

500 

Stilo 

1 

30 

Rag'hudi 

» 

10 

Straveri  no 

3 

30 

Regrglo  C. 

119 

2000 

S.  Agata  del  Bianco 

» 

30. 

Riace 

1 

20 

S.  Agata  di  Reggio 

78 

200  V 

Ricradi 

5 

50 

S.  Alessio 

23 

80 

Rizzi  g'oni 

152 

200 

S.  Andrea 

» 

20 

Roccabernarda 

» 

15 

S.  Angelo 

5 

50 

Roccaforte 

» 

30 

S.  Anna 

70 

100 

Roccella 

2 

100 

S.  Barbara 

•  » 

10 

Romblolo 

» 

20 

S.  Basile 

12 

50 

Rosati 

15 

80 

S.  Biase 

» 

15 

Rosi&rno 

203 

200 

S.  Calogero 

30 

60 

Sainbatello 

6 

40 

S.  Caterina 

» 

30 

Satriano 

2 

30 

S.  Cono 

2 

20 

Scaliti 

» 

10 

S.  Costantino  di  Bria 

- 

■  • 

Scìconi 

l 

10 

tico 

3 

30 

Scido 

169 

200 

S.  Costantino  di  Fran 

- 

. 

S^-hindilifà 

8 

50 

cica 

9 

60 

Scilla 

1450 

400 

S.  Cristina 

760 

300 

Scrofario 

15 

50 

S.  Domenica 

6 

40 

Sellia 

» 

20 

S.  Eufemia  del  Golfo 

» 

20 

Seminare 

1370 

400 

S.  Eufemia  di  Si- 

1     * 

Serra 

42 

150 

nopoli 

945 

300 

Serrastretta 

5 

50 

S.  Elia 

12 

50 

Sensale 

» 

10 

S.  Floro 

106 

150 

Settìngriano 

18 

60 

S.  Giorgio                1312 

500 

Siderno 

20 

120 

S.  Giorgia 

164 

200 

Siinbario 

9 

50 

S.  Giovanni  di  Gal- 

Simeri 

3 

30 

lico 

1 

20 

Simiatoni 

18 

60 

S.  Giovanni  di  Gret- 

Sinopoli 

382 

400 

teria 

27 

80 

Sìnopoli  Vecchio 

191 

200 

S.  Giovanni  di  Ma- 

Sitizzano 

226 

300 

ranise 

2 

30 

Sorbo 

5 

30 

S.  Giovanni  di  Mileto 

1    8 

50 

Soriano 

161 

250 

S.  Giovanni  di  Par- 

• 

Soveraio 

1 

15 

ghelia 

1 

20 

Soveria 

» 

30 

S.  Giuseppe 

4 

40 

Spadola 

4 

50 

S.  Gregorio 

8 

60 

Spili  nga 

4 

40 

S.  Ilario 

> 

20 

Squillace 

15 

80 

S.  Lorenzo 

5 

60 

Staiti 

1 

40 

S.  Luca 

» 

30 

SI  aletti 

17 

70 

S.  Marco 

3 

40 

Stefanaconi 

25 

90 

S.  Martino 

25 

80 

Sti^nano 

15 

60 

S.  Mauro 

»    . 

10 

Stillitanon*) 

17 

60 

S.  Nicola  di  Ardore 

» 

10 

288 


fl7831 


Località 


Morti      Danni 


S.  Nicola  di  Manda- 
radoni  10 

S.  Nicola  di  Orsigliadi  » 

S.  Nicola  di  Valle- 
longa 

S.  Onofrio 

S.  Pietro  di  Bivona 


7 
7 
3 
39 
12 
1 
3 


S.  Pietro  di  Caridà 
S.  Pietro  di  Maida 
S.  Pietro  di  Milcto 
S.  Pietro  di  Tiriolo 
S.  JMetro  di  Taverna    1 

316 
25 


S.  Procopio 
S.  Roberto 
S.  Severi na 
S.  Soste 
S.  Stefano 
S.  Vito 
Taverna 
Terranova 
Terreti 
Tiriolo 


159 

1 

6 

1458 

4 

10 


50 
10 

60 
60 
30 

100 
40 
30 
40 
20 

250 
60 
10 
20 

160 
30 
50 

500 
30 
40 


Località 

Ti  ritanti  11 

Torre  4 

Tresillco  310 

Tripami  28 

Tropea  20 

Valanfìidi  » 

Vellelonga  28 

Varapodio  497 

Vazzano  29 
Vena  di  Monteleone     2 

Vena  di  Maida  26 

Vincolise  2 

ZaccanopoH  16 

Zaccariite  » 

Zamarò  14 

Zambrone  2 

Zingarona  » 

Zungri  3 

Zurgonadi  35 


Morti      Danni 


40 

30 

200 

100 

60 

10 

100 

300 

80 

20 

50 

30 

50 

10 

40 

20 

10 

30 

80 


Totale     29515     31250 
Pari  a  Lire  13281^00 


b)  Nella  Provincia  di  Messina, 


LocaUtà 

Morti 

Danni 

Località 

Morti 

Danni 

Messina 

617 

750000 

Linguaglossa 

0 

910 

Rometta 

2 

27800 

S.  Lucia 

1 

700 

Castro  reale 

2 

7600 

S.  Martino 

0 

1700 

Pozzo  di  Gotto 

0 

16000 

Milazzo 

0 

8000 

Monforte 

1 

20000 

Patti 

0 

2000 

Saiiipiero 

2 

5200 

Randazzo 

0 

1200 

Venetico 

2 

8000 

Rocca 

1 

58000 

Valdina 
Calvaruso 

1 
0 

9825 

1000 

• 

Totale 

630 

919235 

Condro 

1 

1300 

Come  ò  già  detto  i  terremoti  calabro-mesBinesi  che  noi  consideriamo 
si  presentarono  sotto  la  forma  di  un  lungo  periodo  sismico  perdurato 
parecchi  anni,  con  varii  massimi  accentuati.  Ora  se  noi  confrontiamo 
i  singoli  dati  desunti  dai  varii  cataloghi  di  repliche  vediamo  che  molte 
di  queste  scosse  susseguenti  furono  essenzialmente  corocentriche  alle  lo- 
calità ove  vennero  sentite,  vale  a  dire  le  dobbiamo  ritenere  come  pro- 
dotte dall'attività  di  speciali  centri  locali  o  contigui  alle  località  stesse  : 
ma  di  ciò  avrò  occasione  di  parlare  altrove. 


*■-■  ■ 


[1783] 


289 


Come  ò  già  accennato  per  cura  del  Dr.  Pignatari  di  Monteleone, 
abbiamo  il  più  prezioso  catalogo  delle  repliche  sentite  in  detta  città  : 
io  non  posso  qui  riportare  il  lunghissimo  elenco,  ma  il  lettore  troverà 
utile  alcuni  dati  riassuntivi.  La  tabella  unita  contiene  il  numero  delle 
scosse  avvertite  durante  gli  anni  1783-86  distinte  per  mesi  e  classifi- 
cate secondo  la  loro  intensità  :  ad  essa  segue  T  elenco  delle  maggiori 
scosse  con  opportuni  riscontri. 


TABELLA.   RIASSUNTIVA 
delle  scosse  registrate  dal  Dr.  Pignatari  di  Monteleone  Calah*o 

durante  gli  anni  i783'i786. 


scossa 

1 

1 

ili 

o 
a 

o 

^ 

§ 

1 

1 

1 

tale 
anno 

0 

0 

1 

! 

< 

i 

i 

i 

•a 

iTeo 

1 

1 

Leggere 

•           •           a           * 

2 

142 

163    39    26 

9 

24 

26 

19 

24 

21 

8 

503 

Mediocri 

•           .           ■           • 

— 

57 

46    24    32 

13 

16 

24 

4 

7 

9 

3 

235 

Forti  .     . 

.... 

— 

74 

30    25    13 

7 

12 

5 

1 

6 

2 

— 

175 

Molto  forti 

o  fortiss. 

17 

8     2      1 

1 

2 

— 

— 

— 

1 

— 

32 

Roti  Dose  o 

disastrose 

— 

3 

2 

— 

— 

— 

— 

— 

— 

— 

5 

Totale 

2 

293 

249    90    72 
X7a4b 

30 

54 

55 

24 

37 

33 

Il 

950 

Leggere 

•    •    •    • 

10 

8 

19      7    10 

13 

4 

1 

11 

2 

4 

2 

91 

Mediocri 

•    •    .    • 

6 

2 

4-7 

1 

3 

2 

5 

1 

— 

3 

34 

Forti  .    . 

.    •    •    * 

— 

1 

1    -      3 

— 

2 

2 

6 

— 

— 

1 

16 

Molti  forti 

o  fortiss. 

— 

— .    _    — 

— . 

1 

1 

1 

3 

Totale 

16 

11 

24      7    20 

14 

10 

5 

22 

4 

4 

7 

144 

Leggere 

.... 

3 

4 

1      3    - 

1 

4 

6 

1 

— 

4 

— 

27 

Mediocri 

.         a          .         • 

2 

1 

1      7      1 

1 

— 

— 

l 

— 

2 

1 

17 

Forti  .    . 

•          •         •         • 

•^ 

— * 

1    —    — 

— 

— 

2 

— 

— 

— 

1 

4 

Morto  forti 

0  fortiss. 

— 

— 

-      2    - 

— 

— 

— 

— 

— 

— 

— 

2 

Totale 

5 

5 

3    12      1 

2 

4 

8 

2 

6 

2 

50 

Leggere 

.    .    *    • 

3 

4 

7      1      3 

— 

1 

2 

— 

— 

— 

21 

Mediocri 

.    *    •    . 

3 

1 

1      2      3 

— 

3 

2 

1 

1 

— 

— 

17 

Forti  .    . 

a            .            •            . 

— 

— 

1    -    - 

2 

— 

— 

— 

— 

3 

Molto  forti 

0  fortiss. 

— 

1 

—    —    — 

^ 

— 

— 

— 

— 

— 

— 

1 

Totale 

6 

6 

9      3      6 

— 

6 

i 

1 

l 

— 

— 

42 

Baratta:  Terremoti  ecc. 


19 


290  [1783] 

Cronologia  delle  maggiori  o  più  importanti  repliche  : 

1783  Febbraio  5)  19*^  ital.  [giorno]  scossa  disastrosa  [vedi  testo];  11"»  notte 
altra.  11**  45°»  notte,  Monteleone,  fortiss.  istantanea  ond.  SSW-NNE  con  forte 
rombo  —  6)  22»»  ivi,  fortiss.  ond.  SSW  —  7)  20»»  20"»  scossa  disastrosa;  22»» 
Monteleone  una  fortiss.  ond.  S  ;  a  Messina  fortiss.  suss.-vort.  ;  0»»45"*-6»»  notte 
M.  Leone»  20  fortiss.  istant.  ond.  SSW;  8»»  e  11»» 45*",  ivi,  due  altre  fortias. 
ond.  SSW.  —  8)  15»»,  18»»,  20»» 30"  ivi,  tre  fortiss.  ond.:  fino  a  2»» 30"»  notte 
9  fortiss.  ond.  SSW  brevi  :  5»»  15«»  -  Mn.  tre  fortiss.  ond.  SSW  ;  8»»  45»»,  11»»,  due 
fortiss.  :  la  1*  breve  e  la  2*  di  mediocre  durata  —  i5)  mattina,  presso  Fero- 
leto  della  Chiesa  una  forte  per  la  quale  si  innalziirono  spaventosamente  le 
acque  del  Metramn  [Vivknzio,  1,  pag.  182]:  forse  corrisponde  aduna  sentila 
a  Monteleone  come  med.  a  11»»  —  22)  11»»  notte,  Monteleoiie,  una  fortiss. 
ond.  —  23)  ivi,  14»»  0"»  una  fortiss.  e  lunga  ond.  SSW  ;  16»»  33"»  altra  fortiss.  ; 
9»»  notte,  una  come  la  1*  —  25)  ivi,  22»»  una  lunga  fortiss.  ond.  —  27)  11»»  30»", 
ivi,  una  fortiss.  ond.  :  circa  la  stessei  ora  (II»»)  due  rombi,  uno  dei  quali  se- 
guito da  scossa  fortiss.  come  le  prime  del  5  6. 

Marzo  i)  8»»  30»»»  notte,  Catanzaro  scossa  fortiss.  maggiore  delle  altre  per 
intensità  e  durata:  a  Monteleone  rovinosii  ond.  S-N  di  1™  35'  circa:  forte  a 
Messina  —  4)  21»»  30»»»  Monteleone  una  fortissima  ond.  :  circa  la  stessa  ora  a 
Catanzaro  tre  scosse  assai  gagliarde:  a  Messina  una  forte  —  7)  21»»  e  3»»  nel 
golfo  di  Squillace  sotto  Montauro  rombo  prolungato  dal  mare  :  verso  le  9»» 
grande  scossai  sensibilissima  lungo  quel  littorale  e  non  avvertita  lungo  il 
tirrenico  [Sarconi]  —  9)  18»»  45»"  Catanzaro  una  fortissima  corrispondente 
forse  a  quella  sentita  a  Monteleone  a  19»»  45™  come  med.  e  breve  —  i3) 
2»»  15"»  notte,  Monteleone  una  fortiss.  ond.  susseguita  poco  dopo  da  altra  di 
eguale  intensità:  11»»  altra  fortiss.  ond.  —  26)  ivi,  11»»  30"»  una  fortiss.  — 
27)  10»»  45»"  altra  fortiss.  —  28)  1»»  16"»  scossa  disastrosa  —  29)  5»»  :I0»" 
e  9»»  45"»  Monteleone  due  fortissime. 

Aprile  2)  Monteleone,  18»»  30"»  una  istant.  vert.  :  fu  una  delle  maggiori  fra 
le  fortiss.  —  7)  9»»  45°»  Catanzaro  scossa  con  replica  e  ronìlK)  fortiss.  :  fu  lunga 
ed  intensa  come  quella  del  5  febbraio  —  8)  5»»  45"»  Monteleone  una  fortiss.  : 
circa  la  stessa  ora  una  a  Messina  —  25)  12»»  circa,  a  Messina  una  molto  forte 
26-28)  a  Milazzo  il  Vivenzio  scrive  [voi.  I,  pag.  262-3]  «  che  il  tremuoto 
della  notte  de*  26  aprì  le  muraglie  della  chiesa  della  guarnigione  a  ^egno  di 
minacciar  prossima  rovina,  e  quello  del  27  e  V  altro  della  mattina  del  28 
aprile  danneggiarono  le  volto  di  quei  quartieri,  che  poco  o  nulla  avevano 
patito  le  primo  scosse  ».  Le  scosse  sentite  a  Messina  nei  giorni  26-28  sareb- 
bero le  seguenti:  8»»  mattina  del  26  una  vort.  con  rombo:  nella  mattina  del 
27  forse  una  ed  a  6»»  di  notte  ilei  28-29  scossa  assai  sensibile  con  romlx). 
Quindi  con  ogni  probabilità  le  scosse  di  Milazzo  sono  corocentriche. 

Maggio  i4}  Catanzaro  4»»  di  notte,  una  fortiss.  —  i5)  a  Tropea  una  molto 
forte  [Hamilton]  —  24)  6»»  15™  notte,  Monteleone  1  fortiss.  ond.;  4»»  a  Tuba 
d'  Oppido  una  forte,  sentita  a  Catanzaro  e  forse  a  Messina  —  26)  Oppido 
20»»  20™  una  molto  forte. 

Giugno  5)  14»»  Radicena  una  lunga  e  fortiss.  —  U)  a  Reggio  C,  secondo 
il  Roscitano  [op.  cit.,  pag.  10]  nella  giornata  scossa  fortiss.  che  fece  rovinare 


[1783]  ?91 

qualche  mura:  questa  con  ogni  probabilità  corrisponde  a  quella  che  il  Gallo 
ricorda  come  forte  a  17^  per  Messina  —  23)  5**  20  notte,  Monteleone  una 
fortiss.  ond.  sentita  gagliardamente  a  Catanzaro,  ove  fu  seguita  da  repliche 
e  da  ondulazioni. 

Luglio  ii}  22*»  21"  una  molto  forte  a  Reggio  non  sentita  in  tutta  la  pro- 
vincia e  forse  legg.  a  Messina  —  20)  19^  15"  Monteleone  breve  ma  fortiss. 
scossa  ond.  —  29)  %f^  15"  violentissima  scossa  di  15"  con  rombo  cho  a  Reggio 
fece  rovinare  due  case  :  nuovi  danni  a  Gerace  ed  a  Catanzaro.  A  Monteleone 
fu  tortiss.  ond.  ed  a  Cinquefrondi  molto  forte. 

N'avembre  20)  19**  58"  Monteleono  fortiss.  suss. 

1784  Gennaio  7)  Nella  notte  presso  Roccella  forte  maremoto.  Scrive  il  Vi< 
venzlo  (II,  pag.  234)  che  «  le  acque  sortirono  dal...  seno  [del  mare],  ed  alla- 
garono con  notabile  danno  buona  parte  di  quelle  campagne,  restando  ancora 
intieramente  abbattute  molte  picciole  case  e  pagliari  di  Cavallari  ».  —  19) 
nella  sera  maremoto:  si  gonfiò  in  tal  modo  il  mare  nel  Faro  che  ruppe  gli 
argini,  fossati  e  rialti,  e  si  inoltrò  fin  dentro  terra,  specialmente  nei  terri- 
tori della  Fossa  e  di  Catona  con  grave  danno  di  molte  possessioni,  nelle  quali 
rovesciò  gran  quantità  di  alberi  ed  inondò  molte  terre.  Cosi  il  Vivenzio  nel 
voi  I  ai  pag.  218.  A  pag.  70  lo  attribuisce  invece  al  giorno  9.  Il  Pignatari 
(VivBNZio,II,  pag.  XLIV)  nella  hotte  del  9,  circa  9*»,  registra  una  scossa  lieve. 

Settembre  i2)  22*>  29"  una  forte  a  Monteleone,  sensibile  a  Scilla  :  questa  scossa 
corrisponde  forse  a  quella  che,  senza  dato  orario,  i  documenti  Malvasia-De 
Rossi  pongono  come  fort«  in  Calabria  con  piccoli  danni. 

Ottobre  i4)  IV"  30  forte  in  Reggio  con  nuovi  danni  :  a  Gerace,  secondo  il 
Vivenzio  [I,  pag.  222  e  32]  durò  5"  e  fu  stimata  più  intensa  di  quella  del 
2K  marzo  1783;  produsse  nuove  lesioni  e  qualche  piccola  rovina:  simili 
d'inni  causò  a  Canolo  :  fu  sensibile  a  Scilla.  Pare  sia  passata  inosservata  a 
Monteleone,  ove  il  Pignatari  ne  indica  una  fortissima  ond.  SSW  di  12*  a 
14^  5."  Ad  una  di  queste  scosse  si  riferisco  certamente  la  seguente  notizia 
della  <  Gazzetta  Civica  Napolitana  €  {ìf,  3:  29  ottobre  1784,  pag.  5]:  <  dopo 
1*  arrivo  delle  lettere  di  Calabria  della  scorsa  sottiman>i,  corre  voce  che  siasi 
sentita  una  grandissima  scossa  di  tremuoto  nella  Calabria  Citr^  e  che  abbia 
cagionato  la  rovina  di  varie  fabbriche  nella  città  di  Cosenza,  ed  in  altre 
citta  e  terre  di  questa  provincia  ». 

Dicembre  23)  14^  43"  Monteleone  scossa  fortiss.  ond.  SW  di  30*  composta 
di  un  urto  leggero,  di  2  riprese  fortissime  e  di  altre  3  sempre  più  lievi  che, 
secondo  il  Vivenzio  [I,  pag.  170]  causarono  nuove  rovine. 

i785  Febbraio  6)  a  Mg.  a  Reggio  breve  ma  violenta  scossa  che  produsse 
forti  lesioni  alle  case;  fu  sentita  a  Scilla. 

Marzo  ii)  2^  Scilla  due  scosse  ed  altra  a  3^  :  queste  tre  scosse  con  ogni 
probabilità  corrispondono  a  quelle  che  i  docum.  Malvasia-De  Rossi  [pag.  36] 
flif^no  in  t'ile  giornata  sentite  a  Messina  con  nuovi  danni  —  i7ì  all'alba  a 
Reggio  scossa  fortissima  sentita  forse  a  Scilla  ed  a  Monteleone  [forte]. 

Aprile  i3)  12*»  55"  a  Monteleone  fortiss.  ond.  N  S  di  25*  a  4  ripreso  :  fu 
intesa  a  Scilla  —  24)  Monteleono  0*»  55"  una  fortiss.  ond.  \V-E  di  15«  a  2 
riprese,  la  seconda  delle  quali  più  forte  e  susseguita  da  tremili  per  10.* 


292  [1783] 

i786  Febbraio  23)  Monteleone  14»»  10»  una  forliss.  di  20.* 

Marzo  9)  terremoto  disastroso  a  Naso,  Milazzo,  ecc.  [vedi  N.  803]. 

Il  Plgnatari  chiude  il  suo  diligente  catalogo  con  l' ottobre  di  quesf  anno 
[1786]  :  pare  però  che  il  periodo  sismico  non  sia  ancora  completamente  ter- 
minato, perchè  qua  e  colà  furono  sentite  ancora  delle  scosse,  le  principali 
delle  quali  sono  le  seguenti  : 

i787  Aprile  22-23)  8»»  15»  ital.  Reggio  Calabria  una  forte:  8»»  45"  altra 
(sentita  anche  nella  Piana  [Palestino,  Cabbonb-Gbio])  —  23)  ivi,  altra  — 
24)  air  alba  unn  quarta  più  intensa  delle  precedenti  [Idem]. 

SettemlMre  20)  5^  ant.  a  Messina  una  fortiss.  sentita  anche  in  Calabria  [Ca- 
pocci]. 

i789  Febbraio  7)  ^  35"  pom.  a  Messina,  due  fortiss.  E-W:  qualche  ro- 
vina a  Reggio  ed  a  Monteleone  [Malvasia-Db  Rossi]. 

.  1790  Giugno  {primi  d£)  in  Calabria  due  scosse  con  qualche  danno  [Notizie 
del  mondo  N.  55  :  10  luglio]. 

Ottobre  28)  in  Calabria  Ultra  parecchie. 

i79i  Ottobre  i2)  24*»  ital.,  Serra,  Mileto,  Monteleone,  Siderno  terremoto 
rovinoso  (vedi  N.  822). 

i792  Maggio  iO-ii)  a  Messina  parecchie  scosse,  di  cui  una  fortissima. 

i793  nelVanno)  a  Reggio  molte  scosse  piilt  n  meno  forti  [Carbonb-Grio]. 

Prescindendo  da  ogni  considerazione  teorica  sulla  distribuzione  oraria 
e  mensile  delle  repliche,  sulla  influenza  lunare  ecc.,  possiamo  dire  che 
da  un  semplice  esame  delle  succinte  notizie  date,  si  rileva  che  dopo  1 
i  parossismi  del  febbraio-marzo  1783,  le  manifestazioni  sismiche  anda- 
rono considerevolmente  in  linea  generale  sempre  più  scemando  di  nu- 
mero e  di  energia.  Però  è  doveroso  accennare  che  mentre  nel  1785 
r  attività  endogena  nella  Calabria  Ulteriore  si  mostrava  affievolita,  si 
senti  una  scossa  fortissima  a  Cosenza  e  quindi  nel  1786  terremoti  ro- 
vinosi urtarono  la  parte  nord  orientale  della  Sicilia  :  ma  di  ciò  parlo  a 
sno  luogo. 

[790]    1783.  Febbraio.  Montepaleiano.  (Siena). 

Gazzetta  Toscana^  N.  9 :  1*783,  pag.  35. 

Prima  del  21  febbraio  in  Montepulciano  una  scossa  assai  sensibile, 
seguita,  dopo  qualche  ora  da  replica  leggerissima.  Nessun  danno.  Il 
Soldani  {Relazione  ecc.,  pag.  65)  registra  per  Siena  una  scossa  alquanto 
sensibile  verso  le  9**  V4  ^^^  27  gennaio  ed  aggiunge  che  ne  furono  sen- 
tite alcune  altre  fino  al  mese  di  giugno  :  due  di  queste  (cioè  quella  del 
5  e  del  29)  quantunque  molto  sensibili,  non  apportarono  danni. 

[791]    1783.  Luglio  28.  Val  di  Ledro  (Trentino). 

Notizie  del  Mondo,  N.  65  :  13  agosto  1783. 

A  6»»  V2  della  sera  del  28  luglio  a  Riva  di  Trento  scossa  che  ro- 
vesciò alcuni  CAD[^ini  e  molti  mobili  :  nessun   altro   danno.  Questo  mo- 


[1783  - 1785]  293 


vìmcnto  sismico  turbò  violentemente  le  acque  del  lago  di  Garda  e  la 
scossa,  a  quanto  dicesi,  fu  più  gagliarda  in  Val  di  Ledro  e  luoghi 
circonvicini.  Il  Perrey  {Tremòl.  penins.  Ital.^  pag.  64)  erroneamente 
la  dice  accaduta  al  26  luglio  1785. 

[792]    1783.  Novembre  7.  Bolsena  (Roma). 

Malvasia-db  Bossi:  Documenti  ecc.,  pag.  34. 

A  7*^  del  7  novembre  a  Bolsena  e  luoghi  circonvicini  veemente 
scossa  :  gli  abitanti  pieni  di  spavento  fuggirono  all'aperto.  La  data 
settimanale  di  questo  terremoto  è  erroneamente  dal  Perrey  (loc.  cit.) 
attribuita  al  17  :  ma  ciò  non  può  essere  giacché  quella  da  me  riferita 
è  tolta  da  una  corrispondenza  da  Roma  del  15  di  detto  mese. 

[793]    1783.  Novembre  15-16.  Torrema^giore  (Foggia). 

Malvasia  Db  Rossi:  op.  cit.,  pag.  34  -  L.  aonblli:  Cronaca  di  S.  Agata  di  Puglia,  Il  ediz.. 
Sciacca  ld69,  pa^.  54. 

Nel  mese  di  novembre  si  ebbero  due  fortissime  scosse  a  Torremag- 
giore,  la  prima  nella  mattina  del  15  a  10*"  15™,  Taltra  a  14^  45'°  del 
giorno  16  ;  parecchie  case  soffì*irono  danni  e  gli  abitanti  per  vario 
tempo  pernottarono  all'aperto.  Per  questo  terremoto  si  accrebbe  in 
S.  Agata  la  fenditura  prodotta  dal  terremoto  del  1456  (vedi  pag.  72). 

[794]    1784.  Marzo-Aprile.  Ariecia  (Roma). 

Mal  VASI  a-Db  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pa<?.  35. 

In  una  notte  del  mese  di  marzo  o  di  aprile  a  Frascati  ad  Albano, 
a  Marino,  a  Genzano,  a  Monte  Porzio,  a  Monte  Compatri  e  luoghi  cirt 
convicini  furono  sentite  nello  spazio  di  2**  74  ^^^^^  forti  scosse  che  mi- 
sero in  allarme  la  popolazione  causando  pocliissimi  danni  ;  pare  che 
ad  Ariccia  sia  in  tale  occasione  caduta  una  casa. 

[795]    1784,  Marzo  30.  Celle  (Tortona). 

Per&bt  a.  :  Trembl,  penins.  Ital,.  pag.  63. 

Il  :K)  marzo  a  mezzodì  ed  alla  sera  scosse  sensibili  a  Celle  presso 
S.  Cersciano.  In  tutti  i  villaggi  sopra  un  raggio  di  7  leghe  grande  spa- 
vento e  ftiga  dalle  case. 

[796]    1784.  Ottobre.  Coseoza. 

Scossa  fortissima  con  danni  :  vedi  a  pag.  291  fra  le  scosse  princi- 
pali e  le  repliche  dei  terremoti  calabri  del  1783. 

[797]    1785.  Febbraio-Maggio.  Nieela,  Serravalle  (Marche). 

U'  AUGUSTI  :  lettera  sopra  i  trem.  ed  aereomoti  di  Camerino  e  Serratane  ecc. 

A  Huccia  (Camerino)  al  5  febbraio  si  sentirono  delle  scosse  abbastanza 


àà4  [1785] 

forti,  poi  il  suolo  tornò  in  calma;  ma  nell'entrare  deirequinozio  in- 
vernale 86  ne  ebbero  altre  più  forti  e  frequenti,  fino  a  30  per  giorno  ; 
però  non  gettarono  a  terra  nemmeno  un  camino  né  lesionarono  i  muri. 
A  Serravalle  si  ebbero  capillari  fenditure  nei  muri  male  costruiti.  A 
Muccia  al  28  aprile  più  di  20-30  scosse  in  poche  ore  e  molti  rombi  : 
fra  1*»  e  7*»  V2  *  SeiTavalle  se  ne  contarono  5  brevi  (V  ultima  delle 
quali  fu  la  maggiore)  e  20  nel  dì  29.  Al  2  maggio,  ad  1*»  */«  di  notte, 
a  Biuccia  una  scossa  sensibile  accompagnata  da  rombo  :  produsse  tre- 
molio nelle  invetriate  :  a  2*"  V«  ant.  del  3  una  forte  che  produsse  scuo- 
timento nei  letti  :  da  quest'ora  alle  3^  '/<  ^«  altre  15,  1'  ultima  delle  quali 
fu  più  violenta  e  lunga  (5-6'*)  delle  altre  :  le  fu  concomitante  un  rombo 
simile  allo  sparo  di  un  grosso  pezzo  di  artiglieria.  Dalle  4  alle  5^  ant. 
parecchie  altre.  Si  dice  che  Camerino  e  Serravalle  sieno  stati  i  luoghi 
più  colpiti.  Tali  scosse  non  furono  avvertite  a  Sinigallià,  a  Gubbio,  a 
Fabriano,  a  Loreto,  a  Spoleto  ed  a  Foligno. 

\     [798]    1785.  Luglio.  Coaeiu. 

Notizie  del  Mondo,  N.  61  :  30  luglio. 

Circa  la  metà  di  luglio  scossa  molto  forte  che  causò  qualche  lesione 
agli  edifici. 

[799]    1785.  Settembre  12.  Val  di  Saga  (Piemonte). 

Mbrcalli  G.  :  /  terr.  della  Liouria  ecc.,  pag.  35. 

Nella  notte  11-12  settembre,  a  0**  30"  ant.  forte  scossa  presso  Torino 
che  certamente  si  identifica  con  quello  che  Von  Hoff"  registra  al  12  set- 
tembre, senza  indicazione  di  ora  :  questo  terremoto  fu  violento  special- 
mente in  Val  di  Susa  ove  fece  rovinare  due  case  :  fu  forte  anche  a 
Brian9on  (Delfinato),  ove  non  apportò  danni  e  fu  accompagnato  da  ru- 
mori sotterranei  :  fu  sentito  a  Grenoble  con  direzione  N-S. 

[800]    1785.  Ottobre  2  e  9.  Piedllneo  (Perugia). 

Baratta  m.  :  /  terr.  Umóri  del  iiS5  -  Oilii  f.  l.  :  Dtssert.  Jls.-istor,  sui  terr.  ecc. 

Sul  finire  del  1785  e  per  parecchi  mesi  dell'anno  susseguente,  in- 
tense e  frequentissime  commozioni  agitarono  il  suolo  dell'  Umbria  :  la 
scossa  sentita  verso  le  3^  V4  ital  del  2  ottobre  e  la  replica  del  giorno  9 
(10^  ital.)  furono  le  più  violente  manifestazioni  di  tale  periodo  sismico. 

In  Piediluco  la  scossa  del  2  ottobre  (3»»  7^)  durò  un  minuto  (?)  e 
costrinse  gli  abitanti  ad  uscire  dalle  case,  alcune  delle  quali  tosto  fu- 
rono diroccate,  con  la  morte  di  qualche  individuo  :  questa  scossa  fu 
forte  a  Spoleto,  a  Rieti,  Norcia,  Aquila  ecc.  e  fu  lievemente  avvertita 
anche  a  Roma. 

Dopo  tale  commozione  e  per  tutto  il  giorno   seguente  in   Piediluco 


[1785] 


296 


si  paò  dire  che  il  suolo  non  sia  siato  mai  tranquillo  :  a  6^  della  sera 
del  4  una  nuova  scossa  fece  ingrandire  le  screpolature  e  parecchie 
altre  furono  intese  nei  giorni  5-6  :  finalmente  —  dopo  una  scossa  sentita 
a  Rieti  a  4**  */«  ital.  del  giorno  9  —  a  IO**  ital.  di  questa  giornata  un 
nuovo  parossismo  colpi  Piediluco  finendo  di  desolare  il  povero  paese  : 
per  la  violenza  dell'urto  nella  Chiesa  maggiore  si  ruppero  i  coperchi 
delle  sepoltuie  e  dagli  avelli  furono  sbalzati  fuori  i  cadaveri.  Insieme 
a  Piediluco  patirono  molto  Bonacquisto  e  Papigno  (fig.  20  A)  :  molto 
meno  Collestatte,  Montefì*anco,  Palombaro,  Tripozzo,  Pelino,  Arrone, 
Castiglione,  Torre  Orsina,  Labro,  Mon'o  Reatino  ed  Appuleggia  (B)  :  meno 
ancora  Temi,  Valle  S.  Martino,  S.  Mamigliano,  Ferentino,  Rieti,  Colle 
S.  Angelo  e  Cittaducale  (C).  La  scossa  fu 
assai  forte  a  Spoleto,  a  Norcia,  ad  Aquila, 
a  Todi  ecc.,  meno  a  Frascati,  a  Castel  6an- 
dolfo,  a  Marino  ed  a  Roma,  ove,  quantunque 
non  abbia  portato  danno,  fece  risvegliare  le 
persone,  molte  delle  quali  abbandonarono  le 
proprie  case.  Secondo  Tosservazione  dell'  a- 
bate  Cavalli  sarebbe  quivi  durata  14*  circa.  (^) 

Presso  Piediluco  deve  essere  certamente 
collocato  l'epicentro  di  questo  scuotimento: 
ivi,  oltre  ai  maggiori  guasti  si  verificarono 
dei  fenomeni  degni  di  menzione.  Alle  sponde 
del  lago,  dietro  la  Chiesa  di   S.  Antonio,  si 

formò  una  grossa  buca  con  una  fenditura  nel  terreno  lunga  100  canne  : 
un'altra  simile  di  lOD  canne  si  rinvenne  nella  strada  principale,  ed  una 
terza  fuori  dell'abitato,  estendentesi  per  200  canne  dal  porto  di  S.  Cle- 
mente fino  all' e  ara  di  Marino  ». 

Dopo  la  scossa  fu  osservato  che  nel  lago  di  Piediluco  era  morta  una 
grande  quantità  di  pesci.  Nel  giorno  e  nella  notte  seguente  al  2  ot- 
tobre furono  sentite  più  di  40  repliche  e  parecchie  altre  avvennero  nei 
di  susseguenti  fino  al  23  :  tutte  furono  precedute  da  rombo. 

Al  13  ottobre,  a  21*»,  mentre  alcuni  contadini  stavano  lavorando  in 
una  tenuta  detta  «  il  Canale  »  sulla  sponda  del  Velino,  intesero  dapprima 
un  rombo  e  poi  videro  che  nel  suolo  si  era  prodotta  una  squarciatura 
da  cui  con  violenza  era  proiettata  in  aria  della  sabbia  :  cessato  ciò, 
la  buca  f\i  trovata  chiusa  ed  il  teiTeno  smosso  e  con  una  fenditura 
lunga  canne  50.  Da  ciò  il  Gilii  argomenta  che  gli  stessi  fenomeni  sieno 
successi  nella  formazione  delle  altre  precedentemente  accennate. 


Fig.  20. 


li;  Per  le  osserraziont  fotte  con  II  slsmoscopio  a  mercurio  in  Roma  da  A.  Cavalli, 
Tedi:  Babatta  u.f  Ricerche  storiche  sugU  apparecchi  sismici.  Roma  IHDO  (patr.  Ì-IS). 


à9é  [nS5'llS6] 


L'area  di  massimo  scuotimento  si  estende  fra  il  bacino  della  Nera  e  * 
quello  del  Velino  (A);  si  mostra  assai  ristretta,  giacché  gli  effetti  dinamici 
sugli  ediflcii  sono  andati  rapidamente  decrescendo  talché,  per  esempio, 
a  Todi,  a  Norcia,  ad  Aquila  ed  a  Roma  il  movimento   sismico  non  k 
causato  danno  alcuno  ai  fabbricati. 

Le  repliche  continuarono  nel  novembre  e  dicembre  :  nella  giornata 
del  20  dicembre  ne  furono  sentite  più  di  sei  (Ocizz.  univ.,  N.  1 :  3  gen- 
naio 1786)  e  nel  N.  5  (17  gennaio)  di  tsle  giornale  si  k  una  corrispon- 
denza in  data  di  Roma,  11  gennaio,  la  -quale  dice  che  a  Temi  e  luoghi 
circonvicini  si  sentono  ancora  frequenti  scosse^  che  la  popolazióne  con- 
tinua ad  essere  attendata,  essendo  le  abitazioni  rese  inservibili.  Altre 
repliche  furono  sentite  nel  febbraio,  nel  maggio  e  nel  giugno  :  (Gazz. 
univ.,  N.  63  :  8  agosto).  In  data  31  maggio  la  citata  Gazzetta  (N.  45: 
6  giugno)  pubblica  che  a  Temi  e  Narni  replicate  scosse  fecero  cadere 
diversi  comignoli  :  colla  data  10  giugno  (N.  48:  17  giugno)  afferma  che 
continuare  i  terremoti  a  scuotere  specialmente  Temi,  Narni,  S.  Ge- 
mini e  Morlupo  (Castelnuovo  di  Porto)  colla  caduta  di  alcune  case  e 
muraglie  ;  anzi  il  monastero  posto  neir  ultima  località  testé  indicata, 
sarebbe  stato  reso  inabitabile.  Nel  N.  oS  del  4  luglio  si  dice  che  al 
21  giugno  a  Spoleto  furono  sentite  9  scosse  fortissime  che  incussero 
panico  e  fecero  cadere  molti  comignoli.  Al  26  luglio,  a  4^  '/,  dì  sera, 
a  Terni  un  nuovo  scuotimento  fece  fliggire  la  popolazione  dalle  case 
{Oazz,  univ.^  N.  63  :  8  agosto).  Le  varie  scosse  susseguenti  alle  due 
maggiori  non  si  possono  considerare  tutte  come  vere  repliche,  perchè 
evidentemente  prodotte  dall'attività  di  diversi  centri  ;  noto  poi  che 
mentre  le  manifestazioni  sismiche  nei  pressi  di  Terni  andavano  affie- 
volendosi, commozioni  assai  intense  colpivano  Gubbio  (15  genn.  1786) 
ed  Aquila  (31  luglio),  arrecando  danni  più  o  meno  gravi  agli  edificii, 
come  vedremo  in  seguito  (N."^  801  e  805). 

[801]    1786.  Gennaio  15.  Qibbio  (Perugia). 

Malvasia-Db  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  96  -  Gazzetta  universale^  N.  9  (31  gennaio  \lèò) 
pag.  72  e  N.  16  (23  febbraio). 

Al  15  gennaio  la  citata  Gazzetta,  (N.  9)  dice  che  in  Gubbio  furono 
avvertite  diverse  scosse  gagliarde  con  panico  generale,  ma  nessun 
danno  :  secondo  i  Documenti  Malvasia-De  Rossi  dal  terremoto  sareb- 
bero state  prodotte  invece  varie  fenditure  nelle  case.  Nel  N.  16  della 
Gazzetta  universale^  con  la  data  18  febbraio,  si  dice  che  in  Gubbio  si 
sentono  ancora  giornalmente  3-4  scosse  lievi,  mentre  in  una  località 
distante  8  miglia  si  ripetono  quasi  ad  ogni  ora.  Senza  precisare  il 
giorno  aggiunge  che  ultimamente  un  forte  scuotimento  causò  molto 
panico  a  Terni. 

Secondo   il   Perrey   {Trembl.  penins.    ItaL,   pag.    65)   le   scosse  di 


'ti «^ 


[1786]  à9t 

Gubbio  del  15  gennaio  sarebbero  avvenute  a  5^  30"  ed  a  8^  30°  circa 
della  mattina. 

[802]    1786.  Febbraio.  Venafro  (Campobasso). 

Gazzetta  Universale^  N.  14  :  18  febbraio. 

Circa  i  primi  di  febbraio  violenta  scossa  a  Venafro  e  vicinanze. 

[803]     1786.  Marzo  10,  Luglio  24.  Naso  (Messina). 

Gazzetta  Universale^  N.  27  (4  aprile],  28  (8  aprile]  e  96  (6  maergio)  •  O.  Incudine:  Naso  illu- 
strata ecc.,  pacr.  121. 

Al  9  marzo  una  violenta  scossa  fece  cadere  buona  parte  di  Patti, 
di  Milazzo  e  parecchie  nuove  case  in  Messina.  Questi  terremoti  demo- 
lirono interamente  S.  Piero  Patti,  la  Chiesa  di  Tindari,  Oliveri  e  Scala, 
e  furono  sentiti  fortemente  anche  nelle  Calabrie.  Questo  parossismo, 
come  anche  quello  succeduto  al  24  luglio,  fu  fatale  a  Naso  :  72  case 
furono  ivi  danneggiate  insieme  con  la  Chiesa  Madre  per  L.  4517,50; 
il  monastero  di  S.  Caterina  per  L.  4207,50,  la  Chiesa  di  S.  Pietro  per 
L.  4645  e  quelle  del  Salvatore  per  L.  3952,50,  di  S.  Cono  L.  4662,50. 
Soffrirono  eziandio  le  Chiese  di  S.  Biagio,  di  S.  Giovanni,  di  S.  Nicolò 
del  Soccorso  e  degli  Angeli,  il  forno  pubblico  e  la  casa  comunale. 
Kuinò  il  muro  del  «  Tocco  »  Taltro  del  Piano  del  Castello  con  la  parte 
rimasta  di  questo  stesso  edificio,  quello  di  Porta  Marchesana  e  le  mura 
della  cittÀ  qua  e  colà  furono  abbattute  e  per  rifarle  furono  stimate 
necessarie  L.  1785.  I  danni  totali  ascesero  a  L.  65132. 

[8rU]    1786.  Aprile  7.  Lombardia. 

Malvasia-db  Bossi:  'Documenti  ecc.,  pag.  36-97  -  Perrry  a. :  Tremai-  peniìis.  Ital.^  pag. (6- 
A.  D.  Rossi  :  Ristretto  di  storia  patria  ad  uso  det  piacentini  ecc.,  voi.  v«  pag.  118,  Pia- 
cenza 1833. 

Verso  1^  ant.  del  7  aprile  in  Milano  lieve  scossa  ond.  stata  un  po' 
più  forte  a  Monza,  ove  però  non  apportò  alcun  danno  notevole.  Fu 
assai  intensa  Bergamo  ;  a  Liscate  caddero  alcune  vecchie  case  ;  a  Pia^ 
cenza  il  movimento  del  suolo  impauri  tutti  gli  abitanti,  che  uscirono 
dalle  case  ;  caddero  molti  camini  ed  alcune  torricciole  della  Chiesa  di 
S.  Antonino.  Dicesi  che  Crema  abbia  in  tale  occasione  molto  sofferto. 
Fa  leggiera  a  N-S  ed  a  Padova. 

A  Piacenza  tu  seguita  da  due  repliche:  a  Milano  al  13  altra  scossa. 

[805]    1786.  Luglio-Ottobre.  Lneolì,  Aquila. 

Ualvasia-db  Rossi  •  Dpeumenti  ecc.,  pa^.  37  -  Gazzetta  Universale^  N.  63  (d  agosto),  07  (22 
aiirofito)  e  70  (2  settembre). 

Mentre  perdurava  l'attività  sismica  neir  Umbria  (800),  forti  terremoti 
colpirono  l'Aquilano.  Al  31  luglio,  circa  le  20^  Vs9  ^  Roma  furono  sentite 


2d8  [1786] 

due  lievi  scosse  state  sensibilissime  in  Ascoli^  In  Cantalupo  ed  in  Tivoli. 
In  Àquila  furono  si  numerose  e  violenti  che  costrinsero  la  popolazione 
ad  abbandonare  le  case.  La  prima,  avvenuta  a  20*"  Vii  ^^  fortissima, 
lunga  e  fece  lesionare  tutti  gli  edifici!  :  nella  stessa  sera  in  1^  altre 
quattro.  Dal  31  luglio  air  8  agosto  40  repliche  ed  altre  più  o  meno 
sensibili  fino  alla  fine  di  ottobre  :  quella  avvenuta  a  12^*  del  23  agosto 
fu  molto  intensa.  Ari3  ottobre  continuo  tremolio  del  suolo  e  nella 
notte  13-14,  circa  le  5**,  scossa  fortissima  che  replicò  poi  con  eguale 
intensità  a  12'^.  I  danni  recati  agli  edificii  da  queste  continue  commo- 
zioni furono  rilevanti.  II  centro  di  tali  terremoti  fu  Lucoli,  ove  il  loro 
numero  e  la  loro  intensità  fa  maggiore.  Ivi  furono  sentiti  molti  rombi 
sotterranei  e  le  case  dovettero  essere  abbandonate  perchè  inabitabili. 
In  novembre  qualche  altra  scossa. 

[806]    1789.  Novembre.  Alba  (Cuneo). 

Bbnbvklli  :  Sopra  i  terremoti  ecc. 

Il  giorno  10  settembre  fu  sentita  in  Alba  una  scossa,  ed  all' 11  a 
13*»  7*  ^1^*  triplice  forte  :  al  13  se  ne  sentirono  due,  al  15  a  9*»  di  mat- 
tina tre  leggiere  ed  al  16  a  17*»  ^/^  altre  tre  leggiere  con  rombo.  In 
ottobre  nessuna  scossa.  Dopo  una  pausa,  a  3*»  ital.  del  16  novembre  se 
ne  ebbe  un'altra  e  così  al  17  (9**  ital.)  ed  al  22  (9*»  ital.)  La  madore 
di  questo  periodo  sismico  avvenne  al  24  novembre  a  14**  circa  :  fu  un 
triplice  urto  fortissimo  propagatosi  anche  nei  paesi  circostanti.  Al  25, 
al  26,  al  27  ed  al  28  novembre  altre  leggiere  scosse  in  Alba,  rispetti- 
vamente a  2*»,  1*»,  2*»  e  10*»  italiane.  Al  V  dicembre  ee  ne  ebbe  una 
forte  in  vari  luoghi  dei  contomi  e  cosi  pure  al  7  :  al  ^  due  scosse  forti 
suss.  a  10*»  Vj  ital.,  a  3*»  del  3  una  lieve  :  fra  10*»  e  12*»  del  4  tre  forti 
e  due  meno  intense  :  al  5  vari  tremiti  ed  a  9*»  forte  scossa  ;  al  6  (15^  i 
una  lieve  e  tremiti  continuati  :  a  6*»  del  7  altra  lieve  e  tremiti  :  airs 
a  7*»  tre  lunghi  rombi  al  sud  e  tremiti  frequenti  :  cosi  pure  nel  di  9  e 
specialmenle  nel  10  in  cui  furono  quasi  continui,  cosi  all'  11  :  a  19*»  e 
23*»  del  12  due  scosse  :  al  13  ed  al  16-19  tremiti  vari  :  a  13*»  del  20 
due  scosse  lievi,  a  3*»  del  21  una  leggiera  :  nel  'i2  si  ebbero  dei  tremiti 
ed  a  8*»  una  scossa  ;  al  23  e  26  dei  tremiti  che  divennero  più  frequenti 
nel  di  27,  altri  nel  28,  più  forti  nel  di  29,  in  òui  a  7*»  45"  fu  sentita 
una  scossa:  al  30  tremiti. 

Nel  gennaio  1787  furono  sentite  in  Alba  varie  scosse  (9*»  ital.  circa 
del  3  e  del  4:  11*»  e  2*»  ital.  del  12,  9*»  ital.  del  22)  e  dei  rombi  nei 
giorni  5  e  6,  più  forti  a  10*»  ital.  del  13,  frequenti  nel  27  e  rari  nel 
28.  Nel  principio  di  febbraio  si  provarono  piccoli  traballamenti  (3,  4, 
7,  13-16,  19-22  e  26)  e  furono  sentite  molte  scosse  leggiere  in  Alba, 
state  un  po'  più  sensibili  nelle  colline  circostanti.  Tali  fenomeni  sempre 


[17861  299 

più  leggiermente  continuarono  ancora  per  tutto  il  mese  di  marzo. 
Come  6  già  osservato,  la  scossa  del  24  novembre  1786  fu  la  maggiore 
e  produsse  solo  poche  leggiere  fenditure,  la  caduta  di  qualche  mattone, 
dì  2-3  comignoli  e  pei  contomi  anche  di  du«)  muraglie  di  cinta,  però 
costruite  con  materiale  male  cementato.  Queste  scosse  furono  sentite 
assai  distintamente  ed  in  molti  luoghi  anche  con  maggiore  intensità 
che  non  in  Alba  fino  à  Ceresole,  Sanfrè,  Racconigi,  Brà  e  CheraBCo, 
dalla  parte  di  ponente  :  a  Monforte,  Cinio,  Rodello  e  Benevello  da 
quella  di  mezzodì  :  a  Neviglie,  Mangano,  Neive  e  Castagnole  delle  Lan- 
che dalla  parte  di  levante  :  a  Oovone,  Vezza,  Canale,  Sommariva  di 
Perno  da  quella  di  mezzanotte. 

In  Asti  si  sentirono  tre  scosse  mediocri  in  principio  di  dicembre  ed 
una  sui  primi  di  gennaio  in  giorni  ed  ore  dissimili  da  Alba  :  e  cosi 
avvenne  di  varii  scuotimenti  avvertiti  nei  paesi  circostanti,  in  specie  a 
Rodello*  In  Mongardino,  ad  Isola,  a  Costigliole,  a  Castine,  a  Cannelli 
ed  a  Nizza  Monferrato  se  ne  sentirono  due  o  tre  di  qualche  intensità. 

La  scossa  della  mattina  del  24  si  propagò  leggermente  fino  ad  Acqui 
a  fìozzolasco,  a  Lisio,  a  Roccaverano,  a  Cortemiglia  ed  a  Savigliano. 

Sui  primi  di  dicembre,  dopo  alcune  forti  scosse  tra  Rodello  e  Bene- 
vello^  si  sentirono  molti  replicati  rimbombi  simili  a  spari  di  arma  da 
fuoco  e  da  Alba  a  Castine,  nelle  colline  intermedie,  spari  continuati 
simili  a  quelli  di  una  batteria.  I  tremori  alcune  volte  precedevano  i 
rombi,  altre  volte  invece  li  susseguivano. 

Il  movimento  sismico  parve  diretto  da  NE  a  SW.  Secondo  il  Benevelli 
«  il  punto  di  mezzo  di  questo  ten*emoto  per  le  notizie  avute  del  mag- 
gior o  minor  senso  del  medesimo,  e  per  V  estensione  sua  sovra  descritta 
|si  potrebbe]  situare  tra  Guarena  e  Monticello,  ed  il  maggior  fomite 
nelle  colline  che  circondano  Comigliano.  » 

dOTT]    1786.  Dicembre  25.  Rimini. 

ASTOLn  M.:  Narrai ,  dell' orr0.  terremoto  ecc.  -  Guarini  p.:  /  terr.  a  Porli ^  pagr,  "78  -  Mal- 
TAsiA-DK  BOSSI:  Documenti  ecc.,  pai?.  37  -  Parere  ai  un  dottore  Bolognese  ecc.  -  piovene: 
Cron,  dei  terr,  a  Vicenza^  pai?.  52  -  Saggio  di  rijless,  che  non  sono  istoriche  ecc.  -  Ser- 
niRj  A.:  Sentii  di  sismologia,  voi.  il,  pag.  191 -W  -  vannucci  G.:  Discorso  istor.  Jlloso- 
Moecc.  Cracab:  Diario  di  Roma,  N.  1256,  Roma,  13  gennaio  1*97,  pag.  21-23  -  Gazzetta 
Universale,  N.  108  (26  dicembre  1"786],  2  (6  gennaio  17dnf)  e  4  (13  Idem)  -  Notizie  del  mondo, 
NN.  l  (3  genn.  VTSn),  2  (6  idem),  6  (20  idem]  e  20  (10  marzo). 

A  9*»  della  notte  precedente  il  giorno  20  dicembre  in  Rimini  una 
scossa  :  altre  tre  piccole  consecutive  si  ebbero  nel  di  23,  e  poi  e  13**  e 
U»»  */,  ital.  del  24  due  altre  sensibili  ond.  NE-SW  di  4-5'  precedute  da 
rombo.  A  2**  ant.  del  25,  cioè  dopo  le  9**  ital.,  ad  un  lampo  sussegui 
an  muggito  ed  una  violentissima  scossa  dapprima  ond.  NE-SW  poi 
vorticosa,  e  suss.,  e  poscia  di  bel  nuovo  ond.  nella  stessa  direzione. 
Alle  2*»  45",  3*»  30™  ed  a  11*»  15"  ant.  altre  lievi  scosse  ondulatorie. 


m  [1166] 

Tutte  le  fabbriche  di  Rimini  (*)  furono  danneggiate  specialmente  nei 
muri  intemi  :  in  quasi  tutte  si  produssero  larghe  fenditure  ;  caddero 
moltissimi  comignoli  :  precipitarono  alcune  porzioni  di  tetti  e  di  muri  : 
furono  diroccate  alcune  piccole  case,  causando  la  morte  a. nove  per- 
sone e  ferendone  altre.  Soffersero  pure  danni  i  varii  edificii  sacri. 
r  arco  di  Augusto,  il  ponte  Traiano  e  (a  Dogana. 

I  danni  recati  dalle  scosse  non  furono  eguali  in  ogni  quartiere  della 
città  :  il  porto  ili  assai  meno  maltrattato  che  non  il  resto  :  il  borgo 
S.  Domenico  fu  quello  che  più  di  ogni  altro  risenti  gli  effetti  degli 
scuotimenti.  La  torre  della  chiesa  abbaziale  di  S.  Giuliano  fu  rotta  in 
mezzo  e  spinta  per  piti  di  4  pollici  secondo  la  direzione  NE-SW  :  anche 
tutti  i  muri  delle  case  che  furono  rovesciati  caddero  appunto  da  tale 
parte. 

Nei  paesi  vicini  a  Rimini  gli  effetti  furono  pure  assai  varii,  giacché 
alcuni  risentirono  pochi  danni,  altri  invece  moltissimi  :  Savignano  fu 
quasi  totalmente  distrutto:  nella  diocesi  si  ebbero  a  deplorare  18  morti 
e  molti  feriti. 

Nel  suolo  di  Rimini  in  molte  parti  si  produssero  delle  fenditure  assai 
visibìli. 

La  scossa  maggiore  si  propagò  specialmente  lungo  le  coste  del- 
TÀdriatico  ;  fu  mentita  assai  sensibilmente  da  Trieste  e  Venezia  fino  a 
Fermo:  entro  terra  si  estese  fino  a,  Genova.  A -Forlì  produsse  panico 
nella  popolazione,  ma  non  arrecò  alcun  danno  :  a  Vicenza  invece  fece 
suonare  le  campane  e  cadere  qualche  comignolo  ;  a  Bologna  fu  molto 
sensibile  ond.  di  20'  circa  ;  a  Mantova  fu  breve  e  della  durata  di  pochi 
secondi. 

Oltre  le  scosse  già  ricordate  a  Rimini  se  ne  sentirono  altre  minori  : 
nel  di  25  se  ne  ebbero  sei,  che  determinarono  la  caduta  di  qualche 
fabbrica  stata  precedentemente  danneggiata.  Anzi  per  parecchi  giorni 
il  suolo   fu  in  preda   a  continui  tremori  e  moti  ondulatori,  alcuni  dei 


(1)  n  Serpieri  (Op.  cit.)  riporta  le  segnenti  epigrafi  commemorative  del  terremoto 
del  ìim. 

I.  Nel  soffitto  del  coro  della  chiesa  di  Martino,  ora  S.  Bartolomeo  : 

Sacris  .  Persolvtis  .  nocte  .  Nativitatis  .  D.  N.  Anno  .  MDCCLXXXVi  .  Hora  .  nona  . 
tmgoTe  .  orribili  .  tremvit  .  terra  .  et  .  vrbs  .  yehementissime .  concvssa  .  tota  .  pene . 
qvasaata  .  est  .  proximvm  .  excidi vm  .  civibvs  .  imminere  .  creditvm  .  bine  .  terrore . 
percvlsi  .  fvgere  .  svb  .  Dio  .  manere  .  et  .  in  .  casis  .  ligneis  ,  dies  .  aegros  .  trahere  . 
coacti  .  svnt  .  canonici  .  lateranenses  .  aedibvs  .  et  .  tempio  .  magno  .  svmtv  .  repa- 
ratis  .  calamitatis  .  livivs  .  memoriam  .  paventes  .  adhvc  .  posteria  .  reliqvervnt  . 
nonis  .  martii  .  anno  .  MDCCLXXxvin. 

n.  Nel  chiostro  di  S.  Giovanni  Battista*. 

1786  —  Nocte  .  Nativitatis  .  Domini  .  terraemotva  .  totam  .  disrvpit  .  vrbem. 
ni.  Nel  chiostro  di  S.  Francesco,  ora  Cattedrale  : 

Bcclesiam  .  tvrrim  .  clavstra  .  terraemotvs  .  impetv  .  anni  .  MDCCLXXXVI  .  partim 
coUapsa  .  partim  .  collabentia  .  conventvs  repara vit .  MDCCLXXXYm. 


»- 


[1787  - 1788]  301 


quali  abbastanza  sensibili,  come  appunto  successe  negli  ultin^i  giorni  di 
dicembre.  Queste  scosse  furono  talora  precedute  da  tuoni  lontani  o  da 
sotterranei  rombi,  alcuni  dei  quali  non  susseguiti  da  sensibile  mo- 
vimento del  suolo. 

[808]    1787.  Luglio  16  26.  Ferrara. 

Gazzetta  universale^  N.  56  (21  luglio),  N.  €2  (4  agosto)  e  N.  64  (Il  Idem). 

A  14^72  ìt^l-  dc^  16  luglio  a  Ferrara  gagliardissima  scossa  che 
incusse  spavento  generale  e  fece  cadere  diversi  camini  ;  fu  sentita  a 
Pcidova  (ToALDO  :  Della  vera  infl.  ecc.,  pag.  211)  :  dopo  mezzodì  re- 
plica più  lieve  :  al  26,  ad  8^  Vi?  ant.,  una  più  gagliarda  della  prima  causò 
varie  rovine  negli  edificii  senza  pregiudizio  delle  persone.  Al  4  agosto 
qualche  altra  scossa,  alcuna  delle  quali  molto  sensibile.  Furono  tutte 
assai  loci'ilizzate. 

[809]    1787.  Ottobre  20-24.  Siena. 

Tìmpani  e  Toscani:  Su  i  terr.  avvenuti  ecc.,  pag.  291  -  Soldani  a.  :  Relazione  ecc.,  pag.  65. 

Xei  giorni  20-24  ottobre  in  Siena  parecchie  scosse,  una  delle  quali 
assai  gagliarda  indusse  la  popolazione  ad  uscire  dalle  case.  Al  17  di- 
cembre altra. 

'810]    1787.  Dicembre  26.  Poppi  (Arezzo)- 

Pebkrt  a.:  Tremai,  penins.  /tal.,  pag.  6S. 

Nel  26  dicembre  nei  dintorni  di  Poppi  due  scosse  molto  forti  che 
causarono  qualche  danno. 

[811]    1788.  Aprile  18.  Fano  (Pesaro). 

Kttfzia  estratta  daW  Archivio  storico  municipale. 

Al  18  aprile,  a  22*»,  in  Fano  una  forte  scossa  :  caddero  moltissimi 
cAiuini  e  tegole  dalle  grondaie  dei  tetti.  Tutta  la  gente  che  trovavasi 
raccolta  in  chiesa  fuggi  spaventata  :  per  undici  giorni  repliche  quasi 
continue,  avvertendosene  anche  15  nello  spazio  di  24.^ 

[8121    1788.  Ottobre  20.  Tolmezzo  (Udine). 

ìIai.vabia-db  Rossi:  Documenti  eoe ,  pag.  J»  -  piovene:  Cron.  dei  terr.  a  Vice^iza,  pag.  fO.  - 
Spanoano:  Lettera  in  cui  si  dà  raggìuiglio  eco-  -  tf.llini  a.:  Alcuni  doc.  riguard.  i  terr. 
tifi  Friuli,  pag.  h-W  (estr.)  -  tommasi  a.  :  /  terr.  del  Friuli,  pag.  191  e  Iterr.  accaduti  a 
Suino,  pag.  136. 

La  scossa  del  20  ottobre  1788,  che  spiegò  la  sua  massima  intensità  a 
Tolmezzo,  avvenne  alle  4*»  72  '^^^»^  cioè,  a  IC»  poni,  circa  :  quivi  fu 
eminentemente  sussultoria  e  della  durata  di  3-4.*  Quaranta  case  furono 
abbattute,  le  altre  rimaste  in  piedi,  ricevettero  gravi  fenditure  da  ren- 
<lL»rne  talune  pericolanti.    Nella  fabbrica  Linussi   i  muri  furono  fracas- 


302  [1788  - 1789] 


casati,  le  pietre  delle  porte  e  delle  finestre  smoBse  dal  proprio  sito  e 
parte  buttate  a  terra  e  parte  spezzate  ;  caddero  molti  camini,  vari  pa- 
vimenti ed  in  certe  località  si  notarono  degli  avvallamenti  nel  suolo. 

Fra  gli  ediflcii  rimasti  più  malconci  si  deve  annoverare  il  palazzo 
de\  Giudizio  (*)  ed  il  Duomo  che  ricevette  gl'avi  lesioni  con  parziali 
rovine  nei  portoni  e  nel  campanile. 

Il  danno  sali  a  200000  ducati  ;  e  30  furono  le  vittime,  delle  quali 
26  furono  trovate  già  morte  sotto  le  rovine  e  le  altre  4  perirono  poi 
per  gravi  ferite  riportate. 

La  scossa  fu  gagliarda  a  Paluzza  ed  a  Sutrio,  ove  durò  un  «  pater  »  : 
si  propagò  in  tutto  il  Friuli,  fu  forte  a  Padova  (Toaldo  :  Della  vera 
infl.  ecc.,  pag.  211);  fu  avvertita  anche  a  Venezia  e  lievemente  fino  a 
Vicenza. 

A  Tolmezzo  per  circa  mezz'  ora  dopo  la  grande  scossa,  il  suolo  fu 
in  continua  agitazione  e  fino  al  principio  del  novembre  successivo  si 
sentirono  parecchie  (10-12)  repliche  ;  fra  le  quali  devo  ricordare  la 
maggiore  avvenuta  a  15*»  (8*»  15"  ant.  circa)  del  1*  novembre  che  fu 
lieve  a  Sutrio  ed  assai  sensibile  a  Tolmezzo:  a  14**  (4** 5™  ant.  circa) 
del  giorno  5  dello  stesso  mese  altra  lieve  scossa  a  Sutrio  ed  a  Paluzza. 

[813]    1789.  Agosto  3-4.  Tramonti  (Udine). 

QoiRAN  A.:  Si.  sf^m.  pr&v.  Verona,  pag.  20  -  Perrey  a.:  Tremhl.  penins,  Ital.,  pag.  68  -  rio 
VBNB  :  Gran,  treni,  a  Vicenza,  pag.  52  •  Tommasi  a.  :  /  terr.  acc.  a  Sutrio,  pag.  136   e  / 
terr.  del  FrtuU,  pag.  1P9. 

Al  16  marzo  a  Sutrio  (8^  72)  ^^^  scossa,  ed  al  81  qualcuna  nel 
Friuli,  propagatasi  anche  a  Venezia  ed  a  Vicenza  :  al  3  agosto,  a  3*",  una 
violenta  scossa  urtò  i  Tramonti  :  fu  avvertita  a  Sutrio,  a  Verona  — 
ove  fece  fermare  il  pendolo  del  Gagnoli  —  e  sensibilmente  anche  a 
Vicenza. 

Alle  22^  del  giorno  4  ai  Tramonti  :  nuova  scossa  forte  seguita  a 
Sutrio  da  lieve  replica  :  fu  avvertita  a  Verona,  a  Padova  e  sensibil- 
mente a  Vicenza. 

Per  queste  due  scosse  ai  Tramonti,  specialmente  a  quelli  e  di  sotto  * 
rovinarono  tutti  i  tetti  delle  case,  a  moltissime  delle  quali  vennero  in- 
ferte  delle  lesioni.  In  tale  località  si  sentirono  di  poi  per  circa  un  mese 
repliche  di  minor  intensità. 


(1)  Ciò  risulta  dalla  seguente  iscrizione  posta  suir  attuale  palazzo  del  Tribunak*, 
essendo  crollato  r  antico  : 

CrRIA   VETERI 

ANNO  MDCOLXXXVIli 

TKRRAEMOTL'     CONCESSA 

BANG  CIVES  8TATUERE 

atDccxc 


[1789J  303 

■  - 

Qualche  scossa  fu  pure  sentita  a  Padova  nel  dì  3  agosto  (10**  Vs» 
forte)  e  4  (5**  '/j,  più  forte)  e  nel  5  se  ne  ebbe  una  anche  a  Vicenza. 

[814]    1789.  Città  di  Castello  (Perugia). 

u.  G.  M.  A.  V.:  Mem,  civtu  di  dita  di  Coòtello,  ivi  1844,  tom.  n,  pa^.  155^  e  àfem,  eccìes. 
di  Citta  di  Castello,  ivi  1S43,  tomo  in,  pag.  137-8S  -  Notizie  politiche,  ossia  storia  dei  piii 
famosi  acveniìnenti  del  Mondo,  tona,  n,  Roma  1789,  pag.  640,  648,  669-';2  -  Notizie  del 
Mondo,  NN.  81  (10  ott.)  e  83  (17  idem). 

Al  30  settembre  in  Città  di  Castello,  circa  le  11*"  Ve  ì^^^m  preceduta 
da  due  rombi  assai  vibrati,  simili  a  colpi  di  cannone,  violentissima 
scossa  sussult.  seguita  da  energica  ondulazione:  la  durata  totale  di 
tale  scuotimento  fu  stimata  di  2"*  circa.  Le  fabbriche,  anche  più  solide, 
(•bl>ero  rovinati  i  tetti  ;  caddero  i  monasteri  ed  i  conventi,  dirocca- 
rono i  campanili,  si  lesionarono  gravemente  le  mura  della  città.  Diroccò 
parte  della  cattedrale  e  della  grande  cupola  che,  cadendo,  ne  sfondò 
il  pavimento  :  il  palazzo  vescovile  fu  quasi  tutto  diruto,  e  fu  sfasciata 
in  parte  la  cupola  di  S.  Maria  del  Belvedere  :  restarono  invece  quasi 
illesi  la  chiesa  di  S.  Sebastiano,  il  teatro  e  V  ospedale. 

La  violenza  del  terremoto  fece  rovinare  nei  dintorni  anche  i  più 
piccoli  abituri. 

Alle  Selci,  quasi  tutte  le  case  (100)  furono  infrante  e  ridotte  a  mucchi 
di  rovine.  Minori  furono  i  danni  recati  a  S.  Giustino,  a  Cospaia.  a 
Borgo  S.  Sepolcro,  quantunque  in  quest'ultima  città  abbia  il  terremoto 
fatto  rovinare  molte  fabbriche  e  recato  gravi  danni  all'  Episcopio,  al 
Pretorio  e  ad  altri  ediiicii  con  la  morte  di  2  persone. 

Cerbaia  e  Lame  furono  per  metà  rovinate.  A  Grumale  sotto  le  ma- 
«'erie  perirono  25  persone.  Fra  Città  di  Castello,  Selci  e  villaggi  adia- 
<M-nti  si  ebbero  oltre  a  500  persone  fra  morte  e  ferite.  Nella  figura  89 
^  delimitata  V  area  mesosismica  disastrosa  (A)  e  la  isosisma  rovi- 
nosa (A)  di  questo  terremoto. 

Lh  scossa  si  propagò  in  gran  parte  dell'  Umbria  e  della  Toscana  ; 
fu  sentita  anche  a  Firenze. 

Presso  a  Selci  si  squarciò  il  terreno  ed  uscirono  due  grosse  polle  di 
acqua  :  nella  villa  del  Bagno,  ad  un  miglio  circa  da  Città  di  Castello, 
una  polla  che  si  era  asciugata,  riprese  ad  emettere  acqua  sulfurea. 

Continuarono  le  scosse  :  all'll  ottobre  se  ne  ebbe  una  abbastanza 
forte  che  fece  uscire  la  gente  dalle  baracche. 

1815]    1789.  Ottobre.  Solmona  (Aquila). 

ut  fera  su  di  un  fenomeno  ecc.  -  De  Torres  :  JMtera  ecc. 

Ad  Aquila  nel  secondo  semestre  di  questo  anno  parecchie  8C(»8se 
tra  cui  due  abbastanza  forti;  la  prima  suss.-ond.  di  30"  avvenne  a 
\\^  \!^  del  2  ottobre  e  V  altra  ad  S^  circa  di  notte  del  giorno  10  :  que- 


304  tl790-  1791] 


Bt'  altima^  secondo  il  De  Torres,  fti  sass.-ond.  E-W  di  1*  circa,  e  se- 
condo altri  risultò  invece  composta  di  un  lungo  tremito  S-N  perdurato 
per  90.*  A  4**74  della  notte  dell' 11  novembre  una  replica.  Queste  scosse 
furono  intese  specialmente  a  Solmona  ed  in  altri  paesi,  ove  fecero  de- 
stare gli  abitanti  che  uscirono  air  aperto.  Ivi  ne  ftirono  intese  anche 
varie  altre  non  propagatesi  fino  in  Aquila, 

[816]    17SÒ.  Tolmezn  (Udine). 

ToMMASi  A.  :  /  terr.  del  Friuli,  pag.  109  e  /  Uit.  acc,  a  Sutrto^  pag.  136. 

Fortissime  scosse  colpirono  la  Carnla  e  massime  Tolmezzo  ove  fe- 
cero rovinare  parecchi  edificii,  fra  i  quali  la  fabbrica  Linussio:  nclFanno 
a  Sutrio  furono  sentite  due  scosse,  V  una  a  14^  7t  del  26  gennaio,  e 
l'altra,  debole,  a  3**  del  16  luglio. 

[8nj    1790.  Marzo  31.  Malti. 

Pbrrby  a.  :  op.  clt.,  pag.  69. 

A  8^  ant.  del  31  marzo  terremoto  a  Malta  :  crollarono  parecchie 
case. 

[818]    1790.  Aprile?  Val  di  Noto,  Caltaaisetta. 

Notizie  del  mondo,  N.  37  :  8  mp^gio  1790. 

In  una  corrispondenza  mandata  al  detto  giornale  da  Napoli  in  data 
24  aprile,  si  dice  che  recentemente  un  terremoto  colpi  la  valle  di  Noto 
apportandovi  vari!  danni  e  distruggendo  Caltanisetta.  Questa  notizia  è 
certamente  esagerata  e  corrisponde  al  terremoto  che  il  Perry  ammette 
successo  nel  mese  di  maggio,'  senza  data  mensile. 

[819]    1790.  Luglio  26.  Poitreiioli  (Massa). 

QiovANNozzi  G. :  /  terr.  Apuani,  pag.  10-11  eatr.  -  pbrrby  a.:  op.  cit.,  pag.  60. 

Il  26  luglio,  forse  a  5**45"pom.,  un  forte  terremoto  urtò  Pontremoli 
danneggiando  parecchi  edificii  :  fu  avvertito  sensibilmente  anche  a  Ca- 
malore  nel  Lucchese. 

[820]    1791.  Gennaio.  Afiila. 

PERREY  A.  :  Op.  Clt.,  pag.  69. 

Sulla  fine  di  gennaio  parecchie  scosse  in  Aquila  abbatterono  delle 
case  :  questa  notizia  tolta  dal  Perrey  da  von  Hofl^  è  riprodotta  inte- 
gralmente anche  dal  Capocci  (Op.  cit.,  I,  356). 

[821]    1791.  Ottobre  11.  Foligio  (Umbria). 

Malvasia-de  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  39  -  Rrriu  Gentili  :  Nuove  riflessioni  ecc.  pag.]35 
-  TARAMEI.LI  T.:  Sul  terr.  di  Spoleto  ecc.,  pag.  32  (estr.). 

Circa  le  20^  dell'll  ottobre  si  senti  in  Foligno  una  gagliarda  scossa 
che  causò  grande  panico  e  pregiudicò  molti   edificii,  fra  i  quali  il  pa- 


[IV911  305 

lazzo  dei  Priori  :  alle  «  Case  Nuove  >  villaggio  snir  appennino  in  ter- 
ritorio di  Foligno,  lesionò  le  case  e  danneggiò  i  molini  della  «  Faustina  » 
9ul  Gii  tonno,  poco  sotto  la  città  di  Trevi.  La  scossa  fu  fortemente  sen- 
tita a  Spoleto  ed  a  Tolentino.  Nella  prima  di  queste  località  nei  giorni 
aossegnenti  varie  repliche  :  nel  di  14,  f]*a  la  notte  ed  il  giorno,  ne  fu- 
rono contate  25. 

[822]    1791.  Ottobre  12.  Dintorni  di  Monteleoiie  Galaèro. 

MERCALU  O.:  7  terr.  della  Calaòr.  merid.  ecc.,  pag.  46-47. 

Verso  r  ave  maria  (24^  ital.)  terremoto  disastroso,  la  cui  area  meso- 
sismica  fti  nel  circondario  di  Monteleone  Calabro  :  rovinarono  totalmente 
od  in  gran  parte  39  paesi  e  vi  furono  15  vittime  umane.  Le  lociedità 
più  colpite  furono  Mileto,  Tropea,  Pizzo,  Serra  S.  Bruno,  Sorlano, 
Cortale,  Jonadi,  Rombiolo,  S.  Pietro  di  Caridà,  S.  Pietro  di  Maida, 
S.  Gregorio,  S.  Basile,  S.  Angelo,  S.  Barbara,  Polla,  Olivadi,  Pizzoni, 
Brognaturo,  Limbadi,  Migliano,  Melicuccà,  Dinami  Calabro,  Garropoli, 
Simiatoni,  Caridà,  Simbario,  Spadola,  Vazzano,  Gerocame,  Potame, 
Bracciaria,  Pronia,  Ciano,  Arena,  Dasà,  Acquare,  Francica  e  Sidemo. 
Tutte,  se  si  eccettua  Sidemo,  sono  poste  nei  dintorni  di  Monte  Jeio, 
ovvero  tra  questo  e  il  capo  Zambrone.  Quindi  V  epicentro  di  questo 
terremoto,  se  non  coincide  esattamente,  deve  essere  certamente  vicino 
a  quello  della  scossa  avvenuta  a  20*"  del  7  febbraio  1783  (pag.  276). 

La  prima  scossa  durò  50*  e  presentò  movimenti  di  tutte  le  sorta  :  nel 
suolo  si  aprirono  ampie  voragini  e  gli  edificii  più  solidi  si  sfasciarono. 

Nella  notte  12-13  ottobre  altri  terremoti  preceduti  sempre  da  un  cupo 
rombo.  Le  repliche  continuarono  frequenti  fino  al  24  ottobre. 

Achille  Grimaldi  (La  cassa  scicra^  pag.  45),  citato  dal  Mercalli,  dice 
che  tutta  la  Calabria  venne  agitata  da  questo  terremoto  (^),  il  cui  centro 
d' azione  fu  tra  le  pendici  dell'  Appennino,  verso  il  Tirreno,  nei  pressi 
di  Monteleone. 

Se  a  sole  15  ascesere  le  vittime,  ciò  si  deve  al  baraccamento  degli 
edificii  prescritto  dopo  il  parossismo  del  1783. 

[823]    1791.  Ottobre  13.  Capri? 

PERRBT  A.  :  Op.  Clt  pag.  60. 

Il  Perrey  reca  che  in  détto  giorno  nella  provincia  di  Cabri  (forse 
Capri  ?)  si  senti  un  violento  e  disastroso  teiTemoto  che  danneggiò  gran- 
demente gli  edificii.  II  Capocci  (Op.  cit.)  ommette  tale  notizia. 


[\]  A  questo  terremoto  allude  certamente  il  Malvasia  De  Rossi  f Documenti  ecc.  pag.  30] 
allorquando  dice  che  nel  13  ottobre  In  Calabria  Cu  sentita  ui)a  fortissima  scoss^  che  ap- 
portò nuoTl  danni. 

94RATTA:  Terremoti  ecc.  ^ 


306  [1792  - 1794] 


[824]    1792.  Luglio  20.  Strettnra  (Spoleto). 

Uss.  Archivio  di  Stato  di  Roma  -  Notizia  del  Mondo,  N.  62:  4  arrosto  l'792. 

Al  20  lagllo,  a  4**  ant.,  una  forte  scossa  danneggiò  in  Strettura  al- 
cune case  e  chiese^  fra  le  quali  quella  recentemente  costruita:  la  stessa 
sorte  ebbero  parecchi  edifici!  nel  territorio  di  Spoleto  posti  dalla  parte 
di  Terni.  A  Roma,  secondo  le  Notizie  del  Mondo^  la  scossa  fa  lieve^ 
ma  parecchie  forti  ne  furono  sentite  a  Rieti,  a  Temi,  a  Collestatte.  a 
Perugia,  a  Foligno,  a  Gubbio,  e  nei  luoghi  più  vicini. 

[825]    1793.  Luglio  24  25.  VenUtteie. 

Mercalli  G.  :  Note  geol.  e  sism.  sulle  isole  di  Ponza,  pagr.  15. 

.  Al  24  luglio,  a  10*^20",  11*»  40"  e  18»»,  tre  forti  scosse  a  Ventottene 
che  pare  non  abbiano  portato  danni  importanti  :  e  9^  ^Z,  del  25  una  più 
forte  che  fece  lesionare  la  chiesa,  l'ospizio  e  molti  altri  edificii,  fra  cui 
la  torre  :  furono  sentite  anche  a  Ponza  però  meno  intensamente  :  ivi 
ingrandirono  le  lesioni  causate  al  molo  dal  terremoto  del  1791.  L'area 
isosismica  sensibile  di  questo  terremoto  è  tracciata  nella  fig.  88. 

[826]    1793.  Agosto  2.  Garfagnana. 

QiovANNozzi  G  :  /  terr.  st.  Apuani^  pag.  11  (estr.) 

Circa  le  2*»  pom.  del  2  agosto  forte  terremoto  a  Castelnuovo  di  Gar- 
fìignana  e  territorio:  due  ragazzi  che  erano  su  di  un  albero  furono  get- 
tati a  terra.  Grande  panico  negli  abitanti  che  abbandonarono  le  case  : 
fu  sentito  a  Camaiore  (Lucca)  ed  a  Pistoia. 

[827]    1793.  Settembre  8.  Modena. 

Ale.  date  di  terr.  in  Modena  ecc.  (il  Muratori:  n.  143:  24  maggrlo  18T3). 

A  4*»  V4  *nt-  deir  8  settembre  in  Modena  due  forti  scosse,  V  ultima 
delle  quali  sì  gagliarda  da  far  suonare  più  colpi  alla  campana  del  pub- 
blico orologio. 

[828]    1794.  Marzo  28.  Campobasso  (Provincia  di) 

PBRRBLLA  A.  :  ^cm.  stoT.  della  profo.  di  Molise,  voi.  i,  pag.  212,  isernla  1891. 

Il  28  marzo  1794  scosse  in  varii  paesi  della  provincia  ;  molte  case 
restarono  danneggiate.  Su  questo  terremoto  non  ò  potuto  trovare  altra 
notizia  ;  dubito  che  la  data  sia  errata  e  che  quanto  riporta  il  Perrella 
si  riferisca  a  quello  del  giugno  12.  (N.  831) 

[829]    1794.  Giugno  6,  30.  Tramonti  (Udine). 

OoiRAN  A.:  Sec.  App.  ecc.,  pag.  14-15  e  Storia  sismica  ecc.,  pag.  20  -  piovene:  Cron.  terr.  a 
Vicenza^  pag.  52  -  Pirona  t.,  Taramklli  t.  e  Tommasi  a.:  /  terr.  avv.  a  Tolmezzo  ecc., 
pag.  18  (estr.)  -  tommasi  a.:  /  terr.  del  Friuli,  pag.  199  e  /  terr.  acc.  a  Sutrio  ecc., 
pag.  136. 

Vergo  lo  5*»  di   notte  (1^  ^nt,  circa)  del  6  giugno  a  Tramonti,  nella 


fl794]  307 

vallata  del  Medana,  e  probabilmente  in  tatto  il  Friuli  si  senti  una  leg- 
giera. Bcossa  ond.  susseguita  lo*"  dopo  da  una  violenta  suss.  accom- 
pagnatB'  di»  cbm^q^  6U  effetti  più  disastrosi  accaddero  nel  canale  di 
Cuna  (valle  del  Silisia,  dlpentenle  dalla  valle  di  Arzino,  in  cui  sbocca 
presso  Chievolis)  ove  crollarono  le  case  dalle  fondamenta,  si  apersero 
delle  spaccatare  nel  suolo,  e  furono  spezzati  molti  alberi.  A  Tramonti 
(li  Mezzo  diroccò  metà  delle  case,  le  altre  fcirono  tutte  conquassate  e 
fesse  ;  rovinò  pure  la  chiesa  ed  il  coro  nuovo.  A  Tramonti  di  Sopra 
e  di  Sotto  le  rovine  furono  minori  :  ebbero  tali  paesi  danneggiati  i  tetti: 
la  sacrìstia  ed  il  campanile  di  Tramonti  di  Sotto  rimasero  rovinati. 
Recò  danni  a  Socchieve  e  fu  fortemente  sentito  nella  valle  del  Taglia- 
mento.  La  scossa  fa  molto  forte  a  Sutrio,  a  Colognola  ai  Colli,  a  Verona, 
a  Vicenza  ed  a  Padova,  ove  ad  1^  ant.,  ne  fti  sentita  una  assai  forte 
di  6*  seguita  1*^  Vs  ^^P^  ^^  ^^^^  P^^  ^^^^^  della,  durata  di  3'  (I.  Pbnada  : 
Tavole  meteor,  necrol...  dall'  anno  1791  fino  all'anno  1795  instituite^in 
Padova,  ivi  1794,  pag.  XCI). 

A  Sutrio  nella  giornata  dieci  scosse  ed  una  forte  verso  7^  intesa 
anche  a  Vicenza  e  Colognola.  Nella  prima  di  queste  località  nella  notte 
del  7  se  ne  ebbero  tre  deboli,  ed  altre  a  6*^  del  12,  a  4^  del  16,  ed  a 
11^  V,  del    19. 

A  9^  30"  del  giorno  30  ai  Tramonti  un  nuovo  violento  scuotimento 
ondulatorio  fece  crollare  parecchie  case  che,  quantunque  conquas- 
sate dal  precedente  terremoto,  erano  rimaste  in  piedi.  Molte  per- 
sone (dice  una  relazione  ms.  conservata  neir  Archivio  parrocchiale)  e 
preci»unente  i  contadini  che  stavano  nei  prati  a  segar  fieno,  vennero 
gettati  a  terra:  sotto  le  rovine  rimasero  sepolti  quattro  individui.  A 
Sutrio  fa  forte  e  seguito  da  debole  replica  ;  fvk  lieve  a  Vicenza  ed  a 
Verona,  e  fii  sentito  a  Padova  (Penada  :  loc.  cit.). 

A  Sutrio  al  3  luglio  leggera  scossa,  ed  un'  altra  assai  tenue  a 
ìb^  del  22  ottobre. 

Al  1*  settembre  altro  terremoto  rovinoso  Tramonti. 

[830]    1794.  Giugno  7.  Trieste. 

.ircheografo  mestino,  voi.  i,  pag.  18,  Trieste  1829. 

Se  non  avvi  errore  di  dato  orario,  mentre  il  centro  sismico  dei  Tra- 
monti [N.  829]  era  in  attività  con  le  scosse  dianzi  ricordate,  a  Trieste, 
a  3** 32"  ant.  si  sentirono  parecchi  forti  scuotimenti  preceduti  da  rombi, 
che  fecero  oscillare  quadri,  screpolare  i  muri  dei  piani  superiori  delle 
case,  e  cadere  qualche  camino  :  la  gente  spaventata  se  ne  usci  all'aperto. 
Questa  scossa  con  ogni  probabilità  si  propagò  nel  veneto  e  corrispon- 
derebbe a  quella  avvertita  circa  le  7*»  ital.  a  Sutrio,  a  Vicenza  e  Co- 
lognola, ricordata  precedentemente. 


308  [1794] 

[831]    1794.  Giugno  12.  Ariano  (Avellino). 

GAPOoca:  CaUttogo,  I,  pag.  336  -  lettera  prima  del  duca  della  torre  suW  eruzione  del  Ve- 
suvio del  iS  QiUQUo  i794,  Napoli,  ITW,  pag.  1-2  -  8.  Breislak  ex.  Wixspeare:  Jfem- 
sulVeruz.  del  Vesttvio  acc,  la  sera  de*  i5  giugno  il 94,  Napoli.  1794,  pag.  5. 

La  sera  del  12  giugno,  verso  le  3**  20"  ita!.,  in  Napoli  e  nei  paesi 
circonvicini  scossa  lunga,  non  leggera  :  cominciò  —  secondo  il  Della 
Torre  —  con  un  suss.  non  avvertito  generalmente  ;  dopo  3*  riprese  con 
tremito  gagliardo  e  con  moto  ond.  E-W  di  4."  L.  de  Buch  (Neumayr  : 
Storia  della  terra^  trad.  ital.,  voi.  I,  pag.  149,  Torino  1895)  scriveva 
che  il  suolo  di  tutta  la  pianura  della  Campania  [per  questo  terremoto] 
oscillava  come  onde  liquide  da  oriente  ad  occidente.  I  napoletani  si 
precipitarono  dalle  case  sulle  grandi  piazze...  Essi  credevano  le  loro 
case  dovessero  rovinare  da  un  momento  all'altro...  »  Con  maggior  in- 
tensità fu  sentita  nelle  parti  di  Avellino  e  di  Ariano  di  Puglia,  che 
insieme  a  Dentecane  e  Montecalvo  furono  danneggiati. 

-Buir  ultimo  foglio  di  guardia  della  copia  dell'  opera  Origine  d^ìla 
città  di  S.  Agata  dei  Goti  dì  F.  Raimondi  (Napoli  MDCCLXXXVni) 
che  esiste  nella  Biblioteca  Vittorio  Emanuele  di  Roma  [segnatura  Mie. 
35  :  2,  I,  19,  opus.  2],  ò  trovato  la  seguente  nota  ms.  relativa  al  detto 
terremoto  sentito  in  S.  Agata  dei  Goti  :  e  13  giugno...  in  questa  notte, 
neir  ora  terza  ed  un  quarto,  si  è  udito  da  tutti  un  fiero  terremoto, 
perciò  ognuno  è  uscito  di  casa,  portandosi  neir  aperta  campagna...  » 

A  Napoli  fu  udita  da  pochi  una  replica  a  5^  72  ^d  un'  altra  a  14^ 
della  mattina  veniente. 

[832]    1794.  Giugno  13-18.  Yesvvio. 

Baratta  m.  :  Il  Vesuvio  e  le  sue  eruzioni^  pag.  110-18. 

Tutti  gli  Storici  della  grande  conflagrazione  vesuviana  ricordano  che 
violenti  scosse  di  terremoto  furono  sentite  entro  il  raggio  di  un  miglio 
dal  vulcano  come  fenomeni  precursori  e  concomitanti  della  prima  fase 
del  parossismo  eruttivo  :  il  luogo  più  colpito  pare  sia  stato  Torre  del 
Greco. 

Le  maggiori  scosse  avvennero  nel  giorno  15  giugno  :  a  9^  di  sera 
assai  sensibili  e  numerosi  scuotimenti  interessarono  i  pressi  del  vul- 
cano. Fra  le  10  e  le  11**  di  notte  un  forte  terremoto  fti  sentito  anche 
a  Napoli  :  a  proposito  del  quale  L.  De  Buch  (Neumayr  :  op.  cit.)  dice 
che  €  non  era  una  ondulazione  come  l'altra  volta  [12  giugno  :  N.  8:U], 
ma  un  irregolare  sussulto  che  lacerava  gli  edifizi,  mandava  fragoro- 
samente in  frantumi  le  finestre,  faceva  saltare  confusamente  insieme 
gli  utensili  nell'interno  delle  case...  »  Scoppiata  l'eruzione,  continua- 
rono gli  scuotimenti  del  suolo,  non  solo,  a  commuovere  il  monte,  ma 
si  estesero  fino  a  Napoli  :  dopo  la  mezzanotte  cessarono  quasi  del  tutto 
talcliè   durante   il   giorno  16  (6*»  ant.  circa  :  4*»  pom.   due   altre)   e   17 


[1796  -  1796]  SOfl 


'4^  ant.  una)  furono  avvertiti  solo  alcuni  deboli  terremoti.  Nella  notte, 
verso  le  2*»  ant.  del  18,  una  nuova  forte  scossa  terrorizzò  gli  uomini  : 
essa  fu  sentita  particolarmente  in  Portici,  Resina  ed  altri  luoghi  vicini 
al  monte. 

[833]    1795.  Agosto  15.  Sin  Gregorio  (Tivoli-Roma). 

Malvabia-De  Rossi  :  Documenti  ecc.,  p^.  39. 

Nella  notte  del  15  agosto  si  sentirono  in  San  Gregorio  presso  Tivoli 
due  fortissime  scosse  che  fecero  cadere  tre  case  :  fdrono  avvertite  anche 
a  Frascati,  ma  quivi  non  apportarono  alcun  danno. 

[834]    1796.  Febbraio  5.  Aresso. 

Babatta  m.  :  Ale.  cotistd.  sulla  Oistr.  topogr.  dei  terr,  in  Toscana,  pag.  5  (estr.)  -  pbrrby  a.  : 
Tremhl.  penins.  Ital.j  pai?.  70  -  Malvasia-de  bossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  39-40  -  notizie 
ael  Mondo,  NN.  13  (13  febbraio  rì96)  e  15  (20,  n). 

Circa  le  2*»  ant.  del  1^  febbraio  in  Arezzo  scossa  sensibile  seguita  da 
altra  meno  intensa:  nei  giorni  -2  e  3  repliche  meno  gagliarde:  a  3^45™ 
ant.  del  5  una  più  gagliarda  delle  precedenti  sentita  fortemente,  però 
senza  danni,  a  Firenze.  In  Arezzo  sì  produssero  lesioni  alle  case,  cad- 
dero comignoli  ;  maggiori  furono  gli  effetti  dinamici  a  Giovi,  Chiassa 
e  Subbiano  :  cadde  pure  una  volta  nel  monastero  dei  Camaldolesi.  La 
popolazione  abbandonò  le  case.  Seguirono  altre  repliche  fì*a  cui  due 
assai  sensibili  a  6*"  e  9^  ant.  dello  stesso  giorno  5. 

Nella  fig.  89  è  delimitata  V  area  epicentrale  (A)  del  terremoto  del 
5-II  e  la  zona  isosismica  fortissima  (B). 


[835]    1796.  Marzo  18.  Casanieeiola  (Ischia). 

0.  URBCALLi:  L'isola  d' Ischia  ed  il  terr.  del  28  luglio  i883,  pag.  IS  (estr.) 

A  5**  Va  pom.  del  18  marzo  violento  terremoto  scosse  risola  d'Ischia  : 
fu  disastroso  soltanto  a  Casamicciola  presso  la  parrocchia  :  ivi  infatti 
crollarono  parecchie  case  e  7  persone  rimasero  sepolte  sotto  le  macerie. 
Nelle  altre  parti  della  città  e  nei  diversi  paesi  dell'  isola  non  causò 
danno  alcuno.  Nella  fig.  67  trovasi  delimitata  la  zona  entro  cui  crolla- 
rono gli  edificii  per  questo  terremoto. 

[836]    1796.  Ottobre  22.  Ferrara,  Medieina  (Bologna). 

Malvasia-db  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  40  -  Ooikan  a.  :  Stor.  sismica  ecc.,  pagr.  20  -  Se- 
conda append,  ecc.,  pag.  16-17  -  Guarini  p.  :  /  terr.  a  Porli  ecc ,  pag.  19  -  piovene  : 
Cron.  dei  terr.  a  Vicenza^  pag.  53  -  tommasi  a.  :  /  terr.  nel  Friuli ,  pagr.  199  •  Notizie  del 
Mondo,  NN.  87  (20  ottobre  1796)  e  H8  (2  nov.)  -  G.  Simoni  :  Cronistoria  del  Com.  di  Medi- 
cina, Bologna  188H,  pag.  371. 

Circa  le  5*  ant.  del  22  ottobre  a  Ferrara  forte  scossa  suss.-ond.  S-N 
di  1*°  che  danneggiò  moltissimi  edificii  fra  cui  la  cattedrale  e  fece  ca- 
dere molti  comignoli.   Questo   terremoto  a   Medicina  atterrò  la   gran 


SiO  [IT&b'.  179*8] 


griglia  della  torre  dell'  orologio,  facendovi  inoltre  spostare  le  quattro 
torri  che  stanno  a  suoi  lati  :  soffrì  molto  la  chiesa  dell'  Osservanza 
e  precipitarono  tutti  i  comignoli.  Il  movimento  sismico  fu  più  vio- 
lento nella  frazione  Porto  Novo,  ove  parecchie  abitazioni  coloniche 
rimasero  malconcio  e  fece  aprire  fenditure  nei  muri  e  nelle  volte  della 
chiesa  parrocchiale,  il  cui  campanile,  minaccioso  di  cadere,  risentì 
danni  per  10000  lire  circa. 

A  Bologna  la  scossa  --  forte  e  lunga  —  fece  rovinare  molti  co- 
mignoli ;  a  Forli  causò  panico  generale  e  fece  precipitare  qualche  camino 
ed  una  stalla.  A  Padova  se  ne  sentirono  due  violenti,  secondo  il  Toaldo 
(Della  vera  infl.  ecc.,  pag.  211)  od  una  e  orribile  >  secondo  il  Penada 
(Tavole  meteor,,..  dell'anno  1796  fino  all'anno  1800..,^  Padova,  1807. 
pag.  XXI)  ;  a  Vicenza  il  maggior  scuotimento  fìi  preceduto  da  varie 
scosse  minori,  e  fece  suonare  le  campane,  atterrare  qualche  camino, 
aprire  delle  lesioni  e  cadere  la  sommità  del  campanile  della  Miseri- 
cordia. A  Verona  fii  gagliardo,  della  durata  di  15"  e  presentò  due  ri- 
prese ;  fu  lungo  e  sensibile  a  Colognola  ai  Colli  ;  fu  preceduto  da  rombi 
a  Genova,  ove  ebbe  forma  ond.  E-W  a  due  riprese,  e  fu  leggermente 
sentito  a  Milano  ed  anche  in  tutto  il  Friuli.  Nel  di  24  a  Vicenza  altra 
scossa  ma  leggerissima. 

[837]    1798.  Maggio  26.  Siena. 

SoLDANi  A.  :  Relazione  del  terr.  acc,  in  Siena  ecc.  -  mal  vasi  a-db  rossi  *.  op.  clt.«  pag.  40. 

Il  26  maggio,  ad  ore  1.10  pom.,  in  Siena  istantanea  (5")  e  violentis- 
sima scossa  suss.-ond.  preceduta  da  grande  rombo  che  produsse  in 
città  danni  gravissimi.  La  chiesa  ed  il  monastero  di  San  Domenico  fu- 
rono resi  quasi  del  tutto  inabitabili  :  la  volta  della  cappella  del  SS.  Sa. 
cramento  nella  chiesa  dei  PP.  Agostiniani  fu  rovinata,  ed  assai  dan- 
neggiate quella  della  sacristia  e  del  noviziato  :  uguale  sorte  toccò  al 
monastero  della  Rosa  e  molto  peggiore  alla  chiesa  di  San  Giuseppe,  ed 
al  convento  del  Carmine.  Precipitò  la  volta  della  chiesa  di  S.  Spirito  e 
quella  delle  monache  del  Rifagio,  sotto  la  quale  rimasero  morte  due 
persone  ed  un'  altra  fu  gravemente  ferita.  Fu  abbandonato  il  Conser- 
vatorio monastico  di  S.  Girolamo  per  i  gravi  danni  subiti  :  la  Metro- 
politana risenti  essa  pure  ingenti  guasti  nelle  volte,  nelle  navate,  nella 
cupola  del  campanile  ed  in  certe  sue  decorazioni  :  così  pure  dicasi  del- 
Tospedale  maggiore  e  case  attigue  e  del  convento  detto  il  *  Paradiso». 
Al  palazzo  Savini  si  dovettero  apporre  puntelli  :  il  ghetto  fu  oltremodo 
sconquassato  e  cosi  pure  V  antica  chiesa  di  S.  Lorenzo  :  nel  collegio 
Temei  caddero  parecchie  volte,  ferendo  sette  individui  uno  dei  quali 
poco  dopo  spirò.  Gravi  danni  risentirono  il  palazzo  della  Sapienza,  il 
monastero  di  S.  Vigilio  con  la  relativa  chiesa  e  quelle  di  Castelvecchio 


8  - 1799]  311 

e  dei  Servi.  SoBrirono  maggiormeote  gli  effetti  del  ten'emoto  i  quar- 
tieri di  porta  Ovile  e  di  Fontebraada  :  ciò  per  la  cattiva  coetrazione 
degli  edifici!  e  per  le  coDdizioni  logistiche:  però  tatti  i  fabbricati,  sia 
grandi,  eia  piccoli^  furono  danneggiati  nei  tetti,  nei  muri  si  esteriori 
che  divisorii,    e  nei   comignoli,    moltisaimi   dei   qnalì  furono  demoliti. 

Questo  terremoto  pare  abbia  avuto  origine  in  vicinanza  di  Siena, 
dalla  parte  di  settentrione,  ovp  sono  posti  il  convento  dell'  Osservanza 
'etato  oltremodo  bersagliato  dalla  violenta  concasBione  del  suolo),  la 
villa  di  vai  Picciola  e  1'  Arbiola.  I  danni  si  estesero  a  tre  miglia  da 
Siena:  la  scossa  si  propagò  innocuamente  nel  Casentino  e  lievemente 
anche  ad  '  Arezzo,  a  Monte  8.  Savino,  a  Chiusdino,  a  Volterra  ed  a 
Firenze. 

Dopo  uo'  ora  dal  tramonto  del  sole  in  Siena  si  sentirono  quattro 
gonsìbili  rombi  con  lieve  scuotimento:  a  7^  ant.  del  27  replicò  forte- 
mente il  terremoto,  ma  non  apportò  altri  danni  e  ad  11^ '/t  ^^^-  ^^^^'^ 
scossa  ma  lieve  ;  a  &''  ant.  del  28  se  ne  ebbe  nna  nuova  ond.  ;  a  7^  ant. 
del  29  una  sensibile,  ed  alla  stessa  ora  del  di  dopo  una  lieve  ;  infine  a 
2^  ant.  del  i   giugno  due  leggeri  scuotimenti  non  avvitrtiti  da  tatti. 

[S38]    1799.  Ma^io  2D.  Brescia,  Crenona. 

GoiKKS  A.!  Seconda  App.  ecc.,  pa«.  11-18  -  Piovejjb:  Cron.  Oel  lerr.  a  Vicenza,  pag.  53. 

Il  6  febbraio,  a  i^*U  A^^tv  scossa  assai  sensibile  a  Colognolaai  Colli 
lievemente  avvertita  a  Padova  (Penada  F.  :  Tavole  meUor.  dall'anno..,. 
1796  fino  all'anno  1800...,  Padova  1857  pag.  LXXXIX)  ed  a  Vicenza, 
ove  a  4"  ant.  del  7  si  ripetè.  Ad  S*"  pom.  del  29  ma^io  a  Vicenza  e 
Colognola  ai  Colli  scossa  assai  sensibile  :  ta  e  terrìbile  >  a  Cremona, 
recd  danni  a  Brescia  e  fa  sentita  (8''32'°  pom.)  a  Padova  (Penada: 
Op.  cit.,  pag.  XCIV). 

Il  Goiran  (St,  sitm.  ecc.,  pag.  29),  sulla  fede  del  Tomaselli,  ricorda 
un  lieve  terremoto  sentito  a  Verona  nel  di  29  giugno  ;  dubito  che  vi  sia 
Hb.tglio  di  data  mensile  e  che  tale  notizia  si  riferisca  al  29  maggio, 
vale  a  dire  al  terremoto  bresciano. 

[838]    17M.  Luglio  28.  CaMerlno  (Marche). 

M.  MoREScniM  r  Baglan.  ttor.  Jllos.  sul  Irem.  ecc.  -  A.  Coìjti  :  Camerino  e  tuoi  aiiitornl,  pa- 
llina HC,  Ivi  187-1  -  C.  MiBcor.INI  :  .VollUe  itor.  della  proBin.  di  Pesani-Urbino,  pnidiia 
CCCXCm,   Pesaro  186B  -  S.  S»L¥i  :  Meni,  tstor.  di  S.  Olnesio,  pa«.  a9i>300,  Camerino  1818. 

Precedentemente  al  luglio  era  stata  in  Pioraco  sentita  qualche  lieve 
scossa  :  a  18*'  ital.  del  26  luglio  se  ne  ebbe  una  mediocre  che  non  causò 
danni  e  nemmeno  incusse  grande  spavento  :  si  propagò  nella  Marca  e 
nell'  Umbria:  a  23''  una  seconda  scossa  più  forte  e  Itinga  della  prece- 
dente urtò  Camerino,  apportando  notevoli  danni,  poi  all'  «  ave  maria  » 
leggiera  replica,  ed  infine   fra   2''  ^j,  e  3"  un   violentissimo    terremoto 


iié  11799]. 

suss.-oìid.  N-S  di  6"  in  detta  città  atterrò  quasi  tutti  gli  edifici^  fece 
rovinare  il  vecchio  Duomo  e  gran  parte  della  Chiesa  di  8.  Venezie  e 
fece  precipitare  la  cupola  di  quella  di  8.  Maria  in  Via.  Maggiori  danni 
toccarono  ai  fabbricati  meno  solidi.  In  città  si  ebbero  a  deplorare  60 
morti  ed  oltre  a  50  feriti.  I  danni  ascesero  a  200000  scudi.  Fra  i  feno- 
meni allora  verificatisi  noterò  che  un  pesantissimo  e  grosso  pezzo  di 
travertino  posto  sulla  parte  più  alta  della  facciata  della  Chiesa  dei 
PP.  deir  Oratorio  fu  sbalzato  in  mezzo  alla  piazza  vicina  senza  che  la 
facciata  sia  rimasta  in  qualche  parte  sconnessa  :  nella  Chiesa  Metropo- 
litana furono  proiettate  a  notevole  distanza  nel  circostante  piazzale 
quattro  gugliette  in  pietra.  In  vicinanza  dei  Ponti,  a  circa  2^chilometri 
a  N-E  della  città,  il  terreno  fu  smosso  e  fessurato. 

In  Cessapalombo  le  case  furono  tutte  atterrate  dalle  fondamenta  : 
ivi  solo  9  persone  rimasero  estinte  sotto  le  rovine,  poiché  quasi  tutti 
gli  abitanti,  atterriti  dalla  scossa  preparatoria,  avvenuta  verso  le  23^, 
si  erano  di  già  rifugiati  in  aperta  campagna  :  Pozzuplo,  8tatte,  Torri- 
cella  rimasero  interamente  distrutti,  mentre  Casale,  a  soli  5  Km.  da 
Camerino  non  riportò  danno  alcuno  :  piccoli  t\irono  quelli  inferti  a 
Piastra,  a  Muccia  ed  a  Serravalle. 

San  Oinesio,  dopo  Camerino,  soflFrl  i  maggiori  danni  :  pare  però  che 
non  siano  stati  tanto  gravi  ;  forse  quivi  il  terremoto  fece  rovinare 
il  campanile  della  Chiesa  di  S.  Agostino.  Un'alta  torre,  sormon- 
tata da  un  solido  castello  in  ferro  portante  le  campane,  si  squarciò  in 
più  luoghi  ed  il  detto  castello  fu  sbalzato  nella  piazza  a  20  piedi  di 
distanza.  8otto  le  rovine  di  una  volta  di  una  casa  in  via  Alvaneto  peri 
una  persona. 

A  Pioraco  (*)  fu  rovesciato  qualche  pezzo  di  muro  vecchio  e  vari  co- 
mignoli :  il  convento  e  la  Chiesa  di  8.  Francesco  furono  assai  dan- 
neggiati ma  non  demoliti  :  si  rese  pure  inabitabile  la  casa  parrocchiale 
e  qualche  altra.  Neir  ultima  cantina  del  Borgo,  di  proprietà  dei  si- 
gnori Mariani,  cadde  porzione  di  un  tetto,  le  altre  fabbriche  ebbero 
varie  fenditure.  Nei  volti,  nel  pavimento  e  nella  facciata  della  Chiesa 
parrocchiale  si  aprirono  leggerissime  lesioni  :  rimase  conquassata  una 
casa  colonica  ed  in  parte  cadde  una  piccola  Chiesa  dei  signori  Mariani 
e  Bracci  nella  valle  del  «  Paradiso  »  :  il  casino  Bracci  fd  maltrattato. 
La  Chiesa  di  8.  Paolo  nella  villa  della  Costa  fu  sì  lesionata  che  con- 
venne smantellarla  ;  le  case  quivi  sofi^irono  tutte  danni  più  o  meno 
gravi,  ma  nessuna  fu  demolita,  se  si  eccetua  parte  di  un  piccolo  tu- 
gurio. 


(1)  Le  notizie  riguardanti  Pioraco  mi  furono  gentilmente  comunicate  dal  Big.  D.  Lu- 
dovico Ludovici,  che  le  estrasae  da  mas.  del  tempo. 


[1800  - 1802]  313 


Le  spiaggie  metaurensi  furono  tutte  afSitte  dal  terremoto  e  la  città 
(li  Fano  risenti  danni  assai  minori  dello  spavento. 

La  scossa  fa  sentita  nel  Piceno,  neir  Umbria  e  debolmente  si  pro- 
pagò fino  a  Roma. 

Nella  stessa  notte  fdrono  sentite  varie  repliche,  tra,  le  quali  a  7^  una 
più  sensìbile  :  scuotimenti  sempre  più  lievi  si  avvertirono  nell'agosto  e 
poi  specialmente  nel  settembre,  trascorso  il  quale  mese  cessarono  del 
tutto. 

[840]    ISOO.  Dicembre  29.  Velletri  (Roma). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pa^.  5-6  -  T.  Bacco  :  Storia  della  città  di  Velletri^  ivi  1851 
«.  edl«.,  voi.  I,  pag.  821. 

Circa  le  6^  V2  <^^'  <^6^^'  ^^  dicembre  ad  Ariccia  una  scossa  :  verso 
le  11^  V4  A^^-  <^^^  2^  ^^  Roma  fu  intesa  da  pochi  una  scossa  ond.  E-W 
che  fu  forte  a  Marino  ed  a  Castel  Gandolfo  :  a  Velletri  gli  scuotimenti 
furono  parecchi  e  si  violenti  che  poco  mancò  che  V  intera  città  noi^ 
rimanesse  subissata.  Caddero  alcuni  comignoli  e  diversi  massi  di  pietra 
dalla  facciata  della  chiesa  di  S.  Martino.  Non  vi  fu  edificio  che  non 
abbia  riportate  lesioni.  Nel  giorno  stesso  altre  tre  sensibili  repliche. 

Nel  1801,  al  23  ottobre  (11^30°*  sera),  a  Roma  una  scossa  ond.  :  a 
T'SO'  di  mattino  del  25  altra  scossa  suss.  ed  infine  a  14*"  ital.  circa 
del  26  una  lieve  suss.^  che  a  Monteporzio,  ad  Albano  ed  air  Ariccia  fu 
più  sensibile  e  seguita  da  replica.  Nessun  danno. 

[841]    180L  Ottobre  8.  Bologna. 

rakatta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  83  -  perrby  a.  :  Trembl.  penins.  Ital,  pag.  72. 

Air  8  ottobre,  ad  8**52«53»  ant.,  a  Bologna  si  senti  una  forte  scossa 
a  tre  riprese:  la  prima  N€-8W  con  ondulazioni  sempre  decrescenti, 
la  2^  e  la  3^  più  intense  :  la  durata  totale  fu  di  30.*  La  scossa  fece 
fermare  uno  dei  pendoli  deirosservatorio,  suonare  i  campanelli,  cadere 
qualche  camino.  Fu  intesa  fortemente  a  Cesena  ed  in  parte  della  Ro- 
magna e  lievemente  a  Vicenza  ed  anche  a  Padova  (Penada  :  Tavole 
meUor  e  necrol.,,  dall'anno  1801  fino  alVanno  1805  ecc.,  Padova,  1808 
pag.  XX.  (*) 

[812]    1801  2.  Bardi  (Piacenza). 

A.  BONCBi  :  lettera  X...  alVill,  sig,  aw.  L,  Bramieri  ecc. 

Sino  dal  mese  di  dicembre  1801  furono  sentite  parecchie  ripetute 
scosse  di  terremoto  localizzato,  comune  però  a  tutta  la  montagna  di  Bardi: 
da  queir  epoca  a  tutto  il  luglio  1802  furono  contati  circa  un  centinaio 


(1)  n  Penada  (op.  clt.,  i>ag.  zxv)  re^stra  poi  per  Padova  una  lieve  scossa  al  15 
dicembre  ISOl. 


314  [1802J 

di  tali  commozioni,  ora  gagliarde,  ora  leggere,  precedute  soventi  volte 
da  profondo  rombo.  Entro  la  chiesa  parrocchiale  di  Sperongia  (a  km.  35 
a  S  di  Piacenza)  si  accese  spontaneamente  nel  maggio  il  gas  idrogeno 
solforato  —  cosi  dice  il  relatore  —  di  un  chiuso  sepolcro  che  spezzò 
la  lapide  ed  usci  in  una  vampa  :  ciò  accadde  in  seguito  ad  una  forte 
scossa  sentita  universalmente.  Noto  che  questa  potrebbe  essere  la  pro- 
pagazione del  terremoto  bresciano  del  12  maggio  di  cui  in  appresso. 

Nella  sorgente  minerale  di  Miano  T  acqua  che  prima  aveva  sopra 
un  sottile  e  scarso  strato  di  nafta,  al  principio  del  1802  «  addivenne 
il  risaglimento  di  queir  olio  di  sasso,  così  ferace  e  profondo,  che  di- 
versi proprietari  ne  anno  esitato  centinaia  di  otri,  proseguendo  tutto 
oggi  [24  marzo  1805]  perenne  a  segno  la  vena  che  quanto  più  se  ne 
attinge,  vieppiù  ne  sottentra  del  nuovo  a  secondare  le  scaturigini  ». 

I  terremoti  di  Bardi  devono  essere  stati  un  fenomeno  assolutamente 
locale,  perchè  i  cataloghi  del  Perrey,  del  Mercalli,  del  Malvasia  e  De 
Rossi  ed  i  Materiali  da  me  pubblicati  non  recano  alcuna  notizia  per 
altre  località  che  possa  ritenersi  in  corrispondenza.  Aggiungo  solo  la 
notizia  di  una  scossa  che  non  trovasi  menzionata  nelle  opere  citate,  che 
cioè  —  come  mi  comunicò  il  sig.  Gabbiani  —  il  giornale  d'  Asti  del- 
l' abate  Incisa,  altrove  già  citato,  ne  indica  una  ivi  avvenuta  alquanto 
prima  della  mezzanotte  del  novembre  1801  e  che^  fu  sentita  da  diverse 
persone. 

[843]    1802.  Maggio  12.  BresciaDO. 

Baratta  M.  :  Il  Ceiremoto  sentito  in  Lombardia  ecc.,  pag.6-12  (estr.)  -  Caparrotti  e.  :  Mein. 
istor.  Jisic.  ecc. 

Circa  le  2*"  pom.  dell'  11  maggio  a  Soncino  e  Cremona  forte  scossa 
che  non  arrecò  danno  alcuno  nemmeno  alle  più  deboli  costruzioni,  ma 
sparse  1'  allarme  nella  popolazione  ;  verso  le  10^  SO*"  ant.  del  giorno  12 
ad  Orzinovi  e  paesi  vicini  ad  un  fragore  come  di  turbine,  e  quindi  nd 
un  cupo  rombo  tenne  dietro  un  fortissimo  urto  a  tre  riprese,  la  prima 
suss.  ed  ond.  le  altre  due  :  si  violenta  fu  la  commozione  del  suolo  che 
i  lavoranti  di  campagna  appena  poterono  reggersi  in  piedi,  anzi  alcuni 
buoi  vennero  rovesciati  a  terra. 

Nella  mia  nota  sopra  citata  ò  diffusamente  parlato  dei  danni  recati 
da  questo  terremoto  :  qui  riassumerò  le  principali  circostanze. 

A  Soncino  cinque  case  furono  adeguate  al  suolo  e  parecchi  edificii 
sacri  risentirono  gravi  fenditure  e  parziali  rovine  :  molti  fabbricati  si 
dovettero  abbattere  e  molti  altri  puntellare  :  il  danno  recato  ascese  a 
lire  milanesi  1118870.18  ed  il  goverao  per  i  risarcimenti  contribuì  con 
lire  79780.7.  A  Gallignano  crollarono  pure  parecchi  edificii  e  la  popo- 
lazione ottenne  per  i  danni  lire  mil.  28302  di  sussidio.  Ad  Orzinovi  su 


[1802J 


315 


500  fabbricati  400  furono  danneggiati;  cioè  alcuni  del  tutto  rovinati  ;  altri 
minaccianti  rovina  immediata,  ed  altri  infine  resi  inabitabili  :  però  bi- 
sogna notare  che  i  danni  fiiron  si  gravi  per  trovarsi  la  maggior  parte 
delle  coBtmzioni  in  cattive  condizioni. 

I  seguenti  paesi  furono  poi  dal  governo  sovvenuti  nella  proporzione 
sotto  indicata,  la  quale  in  certo  qual  modo  può  servirci  di  guida  nel- 
r  apprezzare  il  valore  del  disastro  : 


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FiG.  21. 

Romanengo  lire  milanesi  11386,11;  Cumignano  182;  Ticengo  833,6  ; 
Albera  Salvirola  1454,16;  Melotta  511;  Casaletto  di  Sopra  4670:  Villa- 
nuova  540:  Fontanelle  1100;  Casalbuttano  1500  e  Bordolano  553. 

A  Crema  la  scossa  ebbe  tre  riprese  ond.  S-N  di  7-8*  e  fu  preceduta 
da  rombo  :  tutte  le  case  riportarono  lesioni  più  o  meno  gravi  ;  il  pa- 
lazzo comunale  fu  in  molte  parti  sconnesso  :  varie  fenditure  si  aprirono 
nel  duomo,  nelle  altre  chiese  e  nei  diversi  monasteri. 

Secondo  il  Perrey,  anche  Chiari  e  Caravaggio  non  sarebbero  stati 
immuni  da  danni. 

La  scossa  fu  forte  a  Brescia  ;  lece  aprire  qualche  fenditura  neirepi- 
Bcopio  di  Lodi  :  produsse  seria  apprensione  negli  abitanti  di  Cremona 
^L.  Manini  :  Mem.   $tor.  della  città  di   Cremona^  voi.   I,  pag.  200,  ivi 


*•  ^^w 


316  [1802  -  ld03] 


1819),  di  Milano  (ond.  N-S,  2*)  e  dì  Voghera:  fu  uq  po'  meno  forte  a 
Pavia,  ove  però  venne  generalmente  intesa  (*).  Fu  mediocre  a  Mantova, 
Verona,  Vicenza,  Padova  (Penada  :  Tavole  meteor.  e  necrol...  dall'anno 
1801  fino  all'anno  1805  ecc.,  pag.  XXXIX),  Piacenza,  Novi,  Ales- 
sandria ;  un  po'  più  risentita  a  Genova  (ond.  IO),  ove  causò  qualche 
timore.  ' 

Fu  leggera  a  Bologna,  Chiavari,  Oneglia  e  Torino  e  nel  resto  del 
Piemonte  e  della  Liguria  ;  e  cosi  pure  a  Ginevra,  a  Berna,  a  Roveredo 
e  nel  Trentino. 

Fra  Soncino  e  Ticengo  si  aprirono  varie  screpolature  nel  suolo  dalle 
quali  venne  fuori  acqua  abbondante  :  V  area  mesosismica  à  forma  elit- 
tica  (fig.  21  A)  include  Gallignano,  Soncino,  Ticengo,  Orzinovi  ecc.  : 
in  questa  zona  oltre  alla  maggior  intensità  degli  effetti  dinamici  fu- 
rono più  numerose  le  repliche.  Nell'area  dei  danni  (B)  stanno  Crema. 
Casalbuttano,  Bordolano,  Chiari  e  forse  anche  Caravaggio  :  risulta  cioè 
di  forma  elittica  con  l'asse  maggiore  in  senso  NW-SE  circa.  Nella  figura 
trovasi  delimitata  anche  la  zona  isosismica  ove  il  terremoto  fu  forte  (C) 
e  quella  entro  cui  fu  mediocre  (D). 

Il  Perrey  dice  inoltre  che  a  Bardi,  presso  Piacenza,  si  aprirono  varie 
fenditure  nel  suolo  dalle  quali  si  estrasse  del  petrolio,  e  che  in  tale 
località  continuarono  a  sentirsi  repliche  per  altre  tre  settimane.  Ma  di 
tale  fenomeno  il  lettore  trova  un  ampia  relazione  nel  N.  842. 

[844]    1803.  Aprile  7.  Aqoila,  Teramo. 

[Pannella  g.]  :  Il  terremoto  in  Teramo  del  i803. 

Nella  notte  del  7  aprile,  a  ò^  V4  ì^^-»  ^^  Teramo  scossa  che  causò 
qualche  timore,  ma  nessun  danno;  fu  preceduta  da  sotterraneo  rombo 
ed  ebbe  una  durata  di  5*  ;  nei  paesi  delia  provincia  più  vicini  ad 
Aquila,  al  di  qua  della  catena  del  M.  Corno,  furono  sentite  parecchie 
repliche  per  4  giorni  susseguenti.  In  Aquila  tali  replicate  scosse  furono 
molto  più  intense  :  dappertutto  non  produssero  altro  danno  che  la  ca- 
duta di  qualche  comignolo. 

[845]    1803.  Dicembre  12.  Savoia. 

Mbrcalli  o.  :  /  teir,  della  Liguria  ecc.,  pag.  97. 

Secondo  Von  HofiF,  citato  dal  Mercalli,  verso  le  4^30"  pom.  del  12 
dicembre  in  Savoia  scossa  con  direzione  S-N  ;  il  M.  Bianco  fu  in  tale 
occasione  commosso  si  violentemente  che  dai  suoi  fianchi  si  staccò  una 
valanga  di  100  piedi  di  altezza. 


(1)  Notizia  ms.  comunicatami  dal  chlariss.  prof.  P.  Pavesi  deìV  Università  di  Pavia. 


4-1805]  317 

[StìS]    1804.  Ottobre  18.  Val  d'  Elsa  (Senese). 

Vilvasia-De  Eossi  :  Documenlt  eco,,  pag-  i\  -  Campani  e  Toscani  ;  Su  t  terr.  am>-  in  Slena, 
pag.  a9i  -  PILLA  L.  :  iilor.  dei  (rem.  ecc.,  pag.  213  -  l.  pecori  :  morta  della  (erra  dt  S.  Be- 
mlffKano,  Ttrenze,  18S3,  pag.  SU. 

Parecchie  acoBse  furono  sentite  nel  Senese  e  particolarmente  a  Colle, 
Po^gibonsi,  San  Gemignano  :  cominciarono  nella  sera  del  5  ottobre  :  il 
massimo  aismico  avvenne  a  9'  pom.  del  18  e  fti  accompagnato  e  se- 
goito  da  forti  rombi.  Le  case  nei  paesi  eluti  vennero  danneggiate  e 
abbandonate  dagli  abitanti.  Un'  altra  scossa  gagliarda  si  senti  al  17  di- 
cembre alta  stessa  ora. 

Il  Pecori,  erroneamente  pone  qnesto  terremoto  nel  1805  e  riguardo 
San  Gemignano  aggiunge  che  la  regina  Maria  Luisa  mandò  scudi  300 
per  soccorrere  i  poveri  danneggiati  {'). 

Le  maggiori  ecosse  si  propagarono  anche  a  Siena  ove  dal  1°  al  24 
ottobre,  al  2  novembre  ed  al  13  dicembre  ne  furono  sentite  diverse, 
ed  altre  nell'  anno  sussegnehte  al  4  e  23  marzo,  al  18  giugno,  al 
-l  Inglio  ed  al  28  dicembre. 

[817]     1806:  Luglio  3.  OidU. 

Fou  e.:  Uem.  sul  tremtwto,  pac-  SS. 

Al  3  loglio  scossa  a  Napoli,  sentita  da  alcuni  ed  avvertita  pure  in 
Baranello  e  da  molti  nella  provincia  di  Bari.  Questo  movimento  sismico 
corrisponde  —  secondo  il  Poli  —  ad  un  disasti'oso  terremoto  avvenuto 
ncir  isola  di  Candla. 

[848]    I80&.  Luglio  11.  Valle  di  Hseeliia  (Etna). 

ausa  u.  :  Btia:.  »t.  ed  osaerv.  ìull'emt.  etnea  del  ises  ecc.,  pag.  77  [lOj. 

Nel  1805  all' Il  luglio  ebbe  luogo  un  interna  eruzione  dell'Etna,  e 
poco  dopo  continui  scuotimenti  urtarono  il  Fondo  di  Macchia,  ove  ac- 
cadde un  terribile  sconvolgimento  simile  in  parte  a  quello  verificatosi 
nel  1865  (vedi). 

[849]     1805.  Luglio  26.  H»IÌM. 

BAkATTA  if .  :  Ifatetiall  ecc.,  pag.  7  -  Capoui  O.  :  Mtnt.  sul  trem.  aeeaduto  ecc.  -  n'  Ono- 
niio  A.  :  lettera,.,  sul  trem.  ecc.  -  ualvasu-de  bossi  ;  Documenti  ecc.,  pag.  41-2  - 
Pou  L.  ;  Mem.  tul  trem.  eoe. 

I^  memoria  principale  intomo  a  questo  disastroso  terremoto  è  quella 
del  Poli  che  contiene  motte  notizie  e  1'  elenco  ufficiale  dei  luoghi  stati 
'lanncggiati,  il  valore  dei  danni  ed  il  numero  delle  vittime  compilato 
d' ordine  del  governo  dalla  direzione  della  Pulizia  :  ù  cercato  con  il 
materiale   contenuto  in   detta  relazione    e  con  altre  notizie  raccolte  di 


a  del  danni  6  deUmltata  dalla  linea  - 


318  [1805] 

fare  nn  lavoro  di  sintesi,  alla  cui  maggior  dilucidazione  serve  1'  unita 
carta  (flg.  22). 

Feìiomeni  precursori.  —  Alcuni  ffoair  prìHHi,  nrsssf inamente  nei  di 
25  luglio  e  irei  2^  eonhrcfaronsi  ad  udire  dei  rombi  ed  un  reiterato 
fragore  entro  le  montagne  del  Matese  :  in  qualche  luogo  del  contado 
apparvero  delle  meteore  ignee  (?)  e  fu  sentita  qualche  scossa,  fra  cui 
una  a  1**  della  notte,  a  21^  del  giorno  ed  a  9^  della  notte  antecedente  al 
26.  A  24^  di  questa  giornata  a  Boiano  tutti  gli  animali  si  mostrarono 
inquieti  e  fu  notato  che  nella  terra  di  Isemia  e  di  Busso  molte  serpi 
spontaneamente  avevano  abbandonato  le  loro  tane.  Nel  giorno  25  le 
acque  di  Boiano  apparvero  torbide  e  più  calde  del  solito  ed  in  Isemia 
disseccarono  varie  sorgenti. 

Ora  e  forma  della  grande  scossa.  —  A  2^  20"  ital.  del  26,  ossia  a 
10^1"40»pom.  (t.v.),  si  sentì  in  Napoli  uno  spaventevole  rombo  simile 
allo  scoppio*  di  una  batteria  od  allo  strepito  di  un  grosso  carro  rapi* 
damente  scorrente  su  una  strada  lastricata  ;  dopo  pochi  istanti  un  vio- 
lento moto  Bussultorio  fece  smuovere  i  fabbricati  e  gli  oggetti  e  quindi 
un  forte  ondeggiamento  NE^SW  fece  oscillare  gli  oggetti  appesi  ed  i 
mobili,  scricchiolare  le  travate,  suonare  i  campanelli  e  fermare  i  pen- 
doli :  dopo  questa  fase  si  ebbe  un  urto  suss.,  quindi  una  ondulazione 
complicatissima  che  causò,  al  dir  del  Poli,  danni  negli  edificii.  Tutte 
le  accennate  fasi  durarono  circa  45.' 

Il  fenomeno  non  fu  solo  percepito  in  città,  ma  anche  tutti  i  bastimenti 
che  si  trovavano  si  nella  rada  che  nelle  acque  di  Capri,  di  Sorrento,  di 
Ponza  e  di  Ventottene  sperimentarono  un  urto  tale  che  pareva  all'  e- 
quipaggio  di  aver  urtato  sopra  degli  scogli.  Secondo  altre  notizie  la 
scossa  in  Napoli  risultò  di  otto  urti  suss.  e  di  quattro  ondulazioni. 

Nella  regione  più  commossa  precedette  pure  il  rombo  ed  il  movi- 
mento del  suolo  fu  suss.  dapprima,  ondul.  di  poi  con  una  durata  pres- 
soché eguale  a  quella  di  Napoli  :  uguale  forma  ebbe  pure  in  Benevento 
ove,  secondo  il  Capozzi,  durò  più  di  60.'  In  Roma  fu  solo  ond.  N-S  di 
38'.  L'ora  di  Napoli  (10**  1"  40"  p.  t.  v.)  fu  dedotta  da  un  pendolo  astro- 
nomico fermatosi  appunto  in  detto  istante  :  a  Roma  due  altri  pendoli 
si  arrestarono  a  9**  58™  30"  (t.  v.) 

Intensità  —  La  scossa  fu  oltremodo  disastrosa  per  i  paesi  situati 
alle  falde  orientali  dei  monti  del  Matese  :  Baranello,  Busso,  Cameli, 
Cantalupo,  Carpinone,  Casalciprani,  Frosolone,  Guardiaregia,  Macchia- 
godena,  Mirabello,  Sant'Angelo  in  Grotte,  S.  Giuliano,  S.  Polo,  Spineto, 
e  Vinchiaturo  furono  totalmente  distrutti  con  la  perdita  di  molti  abi- 
tanti :  in  Boiano  cadde  l' intera  parte  bassa  della  cittÀ  e  quasi  egual 
sorte  toccò  a  Castel  Petroso,  a  S.  Massino,  a  Campochiano  ecc. 

Tutti  (questi  paesi  sono  inclusi  nella  zona  epicentrale  (A), 


[1805]  319 

n  numero  delle  vittime  e  così  ripartito  : 

Baranollo  abitanti  2413    morti  298    feriti  204 


Boiano 

» 

3433 

» 

124 

» 

— 

Busso 

» 

1400 

» 

70 

» 

83 

Cameli 

» 

1251 

» 

55 

» 

25 

Oampochiaro 

» 

1384 

» 

? 

» 

— 

Cantalupo  del  S. 

» 

1958 

» 

220 

» 

42 

Carpinone 

» 

2000 

» 

50 

» 

49 

Casalciprani 

» 

1300 

» 

186 

» 

30 

Frosolone 

» 

4000 

» 

1000 

» 

46 

Guardiaregia 

» 

1593 

» 

202 

» 

40 

Colle  d*Anchise 

» 

1156 

» 

50 

» 

30 

Macchiagt)dena 

» 

2084 

» 

193 

» 

11 

Mirabelle  S. 

y> 

1940 

» 

352 

» 

31 

Castelpetroso 

» 

2000 

» 

57 

» 

40 

S.  Massimo 

» 

1273 

» 

41 

» 

54 

S.  Polo 

» 

1080 

y> 

128 

» 

20 

San  Giuliano 

y> 

1804 

» 

92 

y> 

90 

Spinete 

y> 

1948 

» 

300 

» 

10 

Yinchiaturo 

» 

3000 

» 

305 

» 

214 

Nell'area  dei  grandi  disatri  (B)  sona  compresi,  oltre  Isemia,  ove  su 
6000  abitanti  ne  morirono  1000,  e  Campobasso,  ove  le  vittime  ascesero 
a  sole  39  (ab.  5412),  Roccasicura  (morti  1),  Miranda  (1),  Sassano  (2), 
Pesche  (à),  Civitavecchia  (2),  Molise  (1),  Torrella  di  Sangro  (6),  Ripa- 
li mosani  (2),  Toro  (274),  Campo  di  Pietra  (11),  Terrazzano  (2),  lelsi  (27), 
Sopino  (63),  Sassinoro  (59),  Morrone,  Roccamandolfi  (1),  Castel  Pizzuto, 
Pettorano  (2)  e  Formelli. 

In  questa  zona  devo  notare  che  Castropignano  rimase  illeso,  mentre 
tatti  1  paesi  circostanti  furono  più  o  meno  rovinati. 

Nell'area  dei  disastri  minori  (C)  stanno  Acquaviva,  Carovilli,  Civi- 
tanova^  8.  Angelo  Limosano,  Ripabottoni,  Riccia,  Castelpagano,  Colle 
Sannita,  Campolattaro  ecc. 

Nell'area  rovinosa  (D)  S.  Pietro  Avellano,  Capracotta,  Caccavone,  Ci- 
vita campomarino,  Lupara,  Provvidenti,  S.  Bartolomeo  in  Galdo  ;  tale 
zona  poi  con  frequenti  aumenti  e  diminuzioni  di  intensità  comprende 
parte  del  Beneventano,  dell' Avellinese  e  della  provincia  di  Caserta. 

Parecchi  danni  risentirono  puro  Salerno,  Averaa,  Pozzuoli  e  Napoli 
ove  rarissime  furono  le  case  che  andarono  immuni.  Molti  guasti  av- 
vennero pure  in  Melfi,  come  ci  attesta  l'Araneo  (Not.  star,  della  città 
di  Melfl^  pag.  369,  Firenze  1866),  ed  in  S.  Severo  (F.  De  Ambrosio  : 
La  città  di  S.  Severo  in  OapitanatOj  Napoli  1875).  Matera  non  fu  mi- 
nimamente  tocca.  A  Montecassino,  come  ricorda  il  Pilla  (op.  cit.,  pa- 
ncina 105)  il  terremoto  fi;  violentissimo   e   causò   grande  spavento,  ma 


320 


[1805] 


per  buona  ventura  nessun  danno,  salvo  una  piccola  lesione  nella  Chiesa. 
Abbiamo  giÀ  visto  come  la  scossa  si  sia  propagata  anche  nella  ma- 
rina napoletana  :  essa  fu  inoltre  avvertita,  senza  alcun  danno,  neirisola 
d'Ischia  (6.  Meroalli:  L'ùola  d'Ischia  ecc.,  pag.  116);  in  Ventot^ 


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Fio.  22. 


tene  fu  molto  forte  e  fece  rompere  l'architrave  sopra  la  porta  mag- 
giore della  chiesa  (Mercalli  G.  :  Note  geoìog.  e  sism.  sulle  isole  di 
Ponza,  pag.  16). 

A  Segni,  Anagni,  Veroli  e  Roma  la  scossa   fv^  pure  sentita  ;    nelle 
tre  prin^e  loci^li^  molto  più  sensibilmente  che  nell'  ultima  :  si  propago 


[1805]  321 

inoltre  lo  scaotìmento  molto  affievolito  a  Spoleto,  Foligno  ed  a  Came- 
rino dalla  parte  di  settentrione,  e  da  quella  di  mezzodì  giunse  in  Ba- 
silicata, iù  meno  forte  che  nella  provincia  di  Salerno  :  fa  sentito  leg- 
germente poi  a  Lecce  ed  a  Cosenza:  la  sola  Calabria  Ulteriore  non 
fa  interessata  da  onde  sismiche  sensibili  alle  persone. 

Mortalità  —  Secondo  le  cifre  ufficiali  date  dal  Poli,  nella  zona  ove 
il  terremoto  apportò  danni  gravi  sopra  una  popolazione  di  205.100 
abitanti,  5573  persone  rimasero  morte  ed  altre  1538  ferite  più  o  meno 
gravemente.  Nel  solo  antico  contado  del  Molise,  che  sperimentò  mag- 
giormente i  tristi  effetti  della  commozione  del  suolo,  -5274  su  89659  in- 
divìdui perirono  sotto  le  rovine  e  1509  rimasero  malconci. 

Parecchie  persone  restarono  vari  giorni  vive  sotto  le  macerie  ;  un 
gatto  poi,  al  dir  del  Poli,  fu  estratto  ancora  vivo  dopo  18  giorni. 

Alcune  cansiderazioni  8ui  danni  agli  edifici  —  Il  Poli  dice  che  tutti 
i  luoghi  che  sono  nel  vallo  di  Boiano  nella  pianura  che  si  estende  da 
Isernìa  fino  a  Campobasso  lungo  le  radici  del  Matese,  ftirono  i  mag- 
giormente danneggiati  e  similmente  quelli  situati  sulle  pianure  contigue 
ad  altri  monti,  mentre  i  paesi  che  poggiavano  sulle  falde  stesse  anno 
sofferto  minor  danno. 

Gli  edifici!  più  speciosi  •  solidi  Anno  ricevuto  maggior  detrimento 
che  non  i  deboli  :  ciò  si  è  verificato  non  solo  in  Napoli,  ma  in  tutte 
le  località  colpite. 

In  una  casa  presso  Campobasso,  di  forma  quadrata,  furono  rasati 
tutti  gli  spigoli. 

Oli  edificii,  le  cui  travate  erano  disposte  presso  a  poco  nella  dire- 
zione della  scossa,  anno  sofferto  notabilmente  nei  tetti  e  nei  piani  su- 
periori soltanto,  laddove  gli  altri,  che  avevano  le  travature  diametral- 
mente opposte,  sono  stati  conquassati  fino  alle  fondamenta.  Il  Poli 
aggiunge  che  alcune  case  in  Baranello  cambiarono  la  l<ft*o  situazione. 

Movimenti  rotatorii  e  proiezioni  —  Tutte  le  croci,  massime  in  Boiano, 
forono  svolte  dalla  loro  posizione  per  un  angolo  di  20-30°  ;  altre  ven- 
nero distorte  e  piegate,  come  quella  di  Campochiaro,  verso  NE.  Alcuni 
camini  in  Napoli,  in  Caserta  ed  in  altri  luoghi  si  spezzarono  oriz- 
zontalmente e  fu  trovata  la  metà  superiore  sovrapposta  alla  rima- 
nente in  modo  che  gli  spigoli  di  questa  posavano  sulla  metà  dei  lati 
della  parte  rimasta  in  posto.  Molte  statue  vennero  girate.  Un  grosso 
basto  in  marmo  nella  galleria  del  principe  di  Tarsia  in  Napoli,  f\i 
svelto  dal  suo  perno,  cui  era  stabilmente  conficcato,  e  proiettato  alla 
distanza  di  30  palmi,  dentro  un  giardino.  Nella  valle  di  Maddaloni 
presso  i  RR.  Acquedotti,  il  campanile  della  Chiesa  del  Salvatore,  alto 
60  palmi,  ebbe  la  campana  sbalzata  alla  distanza  di  160  palmi  :  essa 
]>oi  fu  trovata  sepolta  per  metà  nel  suolo.  Alcuni  grossi  pezzi  del  cor- 
uva  atta:  Terremoti  ecc.  21 


322  11805] 

nicione  del  campanile  della  Trinità  in  Campobasso  furono  proiettati 
alla  distanza  di  oltre  200  palmi. 

Alcune  grandi  conche  piene  dì  latte  furono  vuotate  fino  all'ultima 
goccia,  senza  essere  state  rovesciate. 

In  Busso  una  persona  che  stava  a  letto  fd  sbalzata  con  tanta  vio- 
lenza che  ritrovossi  illesa  nel  suo  stesso  letto  alla  distanza  di  200  palmi 
dalle  rovine  della  casa  in  cui  era  alloggiata.  Identica  sorte  toccò  ad 
uno  che  abitava  in  una  casa  presso  la  Chiesa  di  Sepìno  :  crollati 
ambedue  questi  edifici!,  costui  fu  dalla  violenza  dell'urto  slanciato  fuori 
e  trovos^i  a  giacere  sano  e  salvo  nel  suo  letto  sopra  la  predella  del- 
l'altare maggiore  di  detta  Chiesa,  stata  completamente  sfasciata. 

Fenomeni  geologici  —  Nel  Molise  e  nei  luoghi  circostanti  avvennero 
molti  sconvolgimenti  nel  terreno  indicanti  la  intensità  della  commozione 
tellurica  :  si  aprirono  molte  aperture  considerevoli  e  profondissime  i 
cui  labbri  trovaronsi  rialzati  anche  di  7  palmi.  Ciò  accadde  a  Guar- 
diaregia,  a  Morcone  e  nella  sti*ada  che  da  Campobasso  conduce  a 
Busso.  Le  squarciature  nella  campagna  di  Bagnoli  si  estendevano  al- 
cune miglia  :  una  in  Castelfranco  era  lunga  2  miglia  e  larga  2  passi  : 
una  a  mezzodì  di  lelsi  aveva  una  lunghezza  di  un  quarto  di  miglio 
ed  una  larghezza  di  10  piedi  :  cosi  un'  altra  nei  pressi  di  S,  Elia  a 
Pianisi. 

Nel  dì  seguente  al  terremoto,  verso  la  metà  del  monte  di  Bojano  sì 
aprirono  due  profonde  voragini  :  in  Acquaviva  ed  Isernia,  un  bosco 
di  20  miglia  circa  di  circonferenza  fu  interamente  sconquassato^  il  ter- 
reno aperto  e  gli  alberi  svelti.  Fra  Calilri  e  Castiglione  successe  un 
fenomeno  identico  e  si  apri  pure  una  fenditura  di  1  miglio  di  lun- 
ghezza e  di  5  palmi  di  larghezza.  Nella  regione  «  Piano  della  Gretta  » 
presso  S.  Bartolomeo  in  Caldo,  si  formò  uno  spacco  ovale  compren-. 
dente  circa  cento  moggia  di  terreno.  Presso  S.  Giorgio  la  Molara  un 
monticello  di  dura  roccia  si  infranse,  il  terreno  adiacente  si  innalzò 
di  40  palmi  ed  in  vicinanza  si  aprì  una  profonda  voragine  entro  cui 
si  gettarono  le  acque  del  Tammaro  che  —  avendo  trovato  sbarrato 
il  loro  libero  corso  —  diedero  luogo  alla  formazione  di  un  vero  lago, 
mentre  a  300  passi  di  distanza,  nel  letto  del  fiume  si  trovò  innalzato 
in  parte  il  terreno  ed  in  parte  avvallato.  Quivi,  presso  al  castello  di 
Pietramajura,  si  aprì  la  maggior  voragine  della  lunghezza  di  1958  passi 
geom.  (2  miglia)  e  con  l'ampiezza  di  654  :  ciò  dette  luogo,  oltre  a  na- 
turali sconvolgimenti  del  suolo,  a  rovine  di  numerosi  ediflcii. 

Grandi  furono  pure  i  mutamenti  nel  regime  delle  acque  sotterranee  ; 
alcune  fonti  scomparvero,  altre  emisero  acque  torbide  e  puzzolenti.  In 
Bojano  tre  giorni  dopo  il  terremoto,  sorsero  tre  grandi  torrenti  d'acqua 
che  innondarono  in  breve  tutta  la  campagna  circostante  :    essi    furono 


[1805  -  18Q8J  323 


attivi  per  20  giorni,  indi,  dopo  aver  gradatamente  scemata  la  loro 
forza,  si  ridussero  a  piccoli  rivi. 

Il  lago  del  Matese,  dopo  di  aver  altamente  gorgogliato  e  maggìto 
fra  violenti  ondeggiamenti  darante  il  terremoto  —  che  quivi  si  rese 
ancora  più  spaventevole  per  la  caduta  di  grossi  ammassi  di  roccie  di- 
rupate dai  monti  cii'costanti  —  divenne  torbido  e  limaccioso. 

Repliche  —  Nei  monti  del  Matese  continuarono  a  sentirsi  per  pa- 
recchio tempo  molti  rombi  ;  essi,  per  alcuni  giorni  dopo  il  terremoto, 
furono  oltremodo  frequenti  e  poi  si  fecero  sempre  più  rari.  Giornal- 
mente, neiragosto-dicembre  furono  avvertite  altre  scosse  suss.-ond.  : 
neilc  prime  giornate  ne  succedevano  anche  12  in  24*^.  Quelle  di  cui  ò 
potuto  raccogliere  qualche  indicazione  sono  le  seguenti  : 

26  Luglio)  2^  ^U  ì^al.  scossa  più  debole  della  maggiore,  sentita  anche  a  Na- 
p«)li.  Nell'area  centrale  fu  istantanea,  violentissima  e  con  cupo  rombo  -  5^  V4 
ita!,  altra  debolissima  avvertita  a  Napoli,  Veroli,  Ànagni,  Segni  e  Roma  - 
29)  alcune  scosse  nel  circondario  di  Isernia  -  4  e  6)  agosto)  altre  come  sopra 
-  9)  nella  giornata  a  Yinchiaturo  una  -  i5)  Boiano  9*^  scossa  violenta  con 
rombo,  a  4^  e  5^  della  notte  due  lievi  -  20)  2^  sera,  Guardiaregia  scossa  di 
*•  -  23)  Campochiaro,  20^  circa,  un  rombo  da  NW  -  24)  Boiano,  13*»  40«  e 
17^  due  scosse  -  25)  nel  circondario  d*  Isernia  qualche  scossa  -  29)  Boiano, 
quattro  scosse  di  cui  la  prima  ad  8^  45'"  ital.  -  2  settembre)  ivi  19^  circa, 
una  lieve  N-S  -  12)  ivi  20**  circa,  quattro  scosse  di  cui  la  terza  assai  sen- 
sibile -  Dicembre  8)  nel  Molise  violentissima  scossa.  -  1806  Maggio  30)  Boiano 
e  dintorni  11**  ital.  forte  scossa  -  2  giugno)  ivi  14**  una  gagliarda  sentita  da 
taluno  anche  a  "Napoli  (}). 

[850]    1805.  Ottobre  13.  Nola,  S.  Maria  di  C.  V.  (Caserta). 

Babatta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  8P. 

À  6**  di  sera  del  13  ottobre  a  Napoli  lieve  scossa  ond.  ;  a  S.  Maria 
di  Capua  Vetere,  a  Nola  e  dintorni  soffrirono  danni  gli  edificii,  uno 
dei  quali  anzi  i^  rovinato. 

[851]    1806.  Febbraio  12.  Novellara,  Correg/;io,  ecc.  (Emilia). 

BiRATTA  M«:  Materiali  ecc.,  paf?.  85  -  Ooiran  a.:  /.  Appendice  eco,,  Pag.  15  -  Malvasia- 
Db  R09S]:  Documenti  ecc.,  pag^.  42-43  -  Mbrcalli  g.:  Vulc.  e  fenom.  vulc.^  pag.  312. 

Alle  3*»  e  3**  30"  ant.  circa  in  Novellara  furono  sentite  due  fortissime 
scosse  8U88.  che  fecero  cadere  molti  comignoli  e  danneggiare  varie  case 
Hi  in  città  che  in  campagna.  A  Correggio  la  seconda  fu  più  forte  del- 
l'altra e  fece  abbattere  più  di  2(X)  comignoli  ;  Gualtieri,  Guastalla,  Fab- 


(1)  Noto  cbe  airs  agosto  1805  11  Vesuvio  cominciò  ad  aumentare  il  suo  consueto  di- 
namismo e  che  al  12  si  ebbe  un  massimo  eruttivo  :  vedi  ba inatta  m.  :  //  Vesuvio  e  le  sue 
^ru:ion(  (pag.  118-20]  Boma  1807.  i 


~^-- 


324 


[180C] 


brico,  Reggiolo  e  Campagnola  in  provincia  di  Reggio,  e  Carpi  in  quella 
di  Modena  con  le  loro  vicinanze  soffrirono  egaalmente. 

La   zona  che   comprende   questi   paesi   à    forma   elittica  con  V  asse 
maggiore  disposto  da  NW  a  SE  di  circa  di  25  km.  (fig.  23  e  25). 


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Fig.  23. 

A  Milano  (che  dieta  145  km.  circa  da  Novellara)  la  prima  scossa  fu 
fortissima  di  IO  preceduta  da  baleno  ed  accompagnata  da  forte  rombo, 
e  la  seconda  ebbe  pure  la  stessa  intensità  ;  fecero  cadere  molti  comi- 
gnoli e  causare  qualche  lesione  ai  fabbricati  (*)  ;  invece  a  Mantova, 
che  ne  dista  soli  35,  a  quanto  riferisce  il  Gionta  (Il  Fioretto  delle 
croruxche  di  Mantova  continuato  ecc.,  ivi  1844,  pag.  322)  le  due  scosse 
quantunque  si  forti  da  produrre  grande  agitazione,  non  causarono 
danno  alcuno;  e  cosi  pure. a  Verona,  a  70  km.,  il  terremoto  fu  solo 
forte  ;  ed  a  Vicenza,  a  100  km.  fu  lieve  :  a  Genova  anche  (155  km),  la 
prima  fu  leggera  ond.  intesa  da  molti,  e  la  seconda  solo  da  pochi. 

L'  epicentro  di  questo  terremoto  si  trova  presso  Novellara. 

A  Correggio  ed  a  Novellara,  dopo  le  due  scosse  testé  accennate  ne 
furono  avvertite  altre  nel  corso  di  tre  mesi  :  non  recarono  però  ulte- 
riori danni  :  tali  repliche  cessarono  poi  verso  il  giugno. 

[852]    1806.  Marzo  31.  Doleeaeqoa  (Porto  Maurizio). 

Giugno  19.  Nizza  Marittima. 

Canobbio:  Topogr.  Jls.  della  città  di  Genova  ecc.,  pag.  115  -  Malyasia-db  Rossi  :  Docum.  ecc. 
pag.  43  -  MBRCALLi  Q.  :  Iterr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  37-3S  -  Pbrrey  a.  :  Op.  cit.  pag.  T». 

A  2*"  55"»  ant.  del  12  febbraio  a  Genova  scossa  a  due  riprese  intesa 
da  pochi  ed  avvertita  pure  a  Milano  ed  in  altre  località,  specialmente 
Novellara  ecc.,  come  si  è  detto.  Il  diario  Avanzini,  citato  dal  Canobbio, 


(1)  A  Milano  ad  8  ore  lieve  replica  di  3  secondi. 


[18061  325 

registra  per  Genova  una  scossa  ond.  S-N  di  pochi  sec.  a  7^  */«  della 
sera  del  23  febb.  :  quest'  ultima  notizia  è  però  dubbia. 

Al  14  marzo  leggero  scuotimento  a  Dolceacqua.  Nei  Documenti  Mal- 
vasia-De  Rossi  trovo  notizia  di  una  forte  scossa  suss.  sentita  a  Dolce- 
acqua,  a  S,  Remo  ed  a  Ventimìglia  a  9**  10"  ant.  del  31  marzo  :  nella 
prima  di  quésta  località  avrebbe  causato,  oltre  a  panico  grandissimo, 
danni  non  lievi  ai  fabbricati  :  fu  seguita  da  lievi  repliche.  Il  Mercalli, 
da  giornali  del  tempo,  dice  che  la  scossa  a  Dolceacqua  è  stata  violen- 
tissima suss.  ma  di  breve  durata. 

Il  Perrey  dà  notizia  di  un  altro  terremoto  sentito  a  Nizza  Marittima 
tra  le  11  e  12*"  pom.  del  19  giugno,  che  avrebbe  danneggiati  gli  edifici. 

Air  8  dicembre,  a  7^30'"  pom.,  una  lieve  ond.  a  Genova,  ed  altra, 
ma  violenta,  a  10*»  4"»  ant.  del  17. 

[853]    1806.  Aprile,  ottobre.  Palmi,  Geraee  (Calabria). 

Capocci  :  Catalogo^  I,  pa^.  867  -  Baratta  m. :  MateriaU  ecc.,  pa^.  86  •  C.  Db  Stefani.*  Bscuf- 
siOfie  scientoica  nelle  Calabrie  ecc.,  in  «  Mem.  R.  ago.  Lincei  »,  serie  ni,  voi.  xvm, 
paer-  964. 

11  prof.  De  Stefani  nella  sua  monografia  geologica  sulle  Calabrie, 
scrive  che  nei  dintorni  di  Gerace  e  precisamente  nei  terreni  marnosi 
sciolti,  pliocenici  e  miocenici  che  giacciono  intorno  a  roccie  solide  più 
antiche  verso  il  mare  in  circostanze  identiche  a  quelle  della  Piana, 
potè  scorgere  traccio  del  terremoto  del  1806,  meno  grandiose,  ma  però 
più  ben    conservate  di   quelle   causate  dal  parossismo  del  1783. 

Ora  il  Capocci  ricorda  che  al  9-10  aprile  del  1806  furono  sentite  a 
Reggio  ed  in  altri  luoghi  della  Calabria  varie  scosse  che  causarono 
qualche  danno,  e  che  poi  al  6  ottobre  una  forte  commozione  colpi  Gè- 
nxce  :  forse  è  questo  il  parossismo  a  cui  allude  il  De  Stefani  :  nei  miei 
«  Materiali  >  trovo  poi  che  prima  del  16  giugno  la  Calabria  e  special- 
mente Reggio  e  Palmi  furono  urtati  da  ripetute  scosse  per  le  quali 
gli  abitanti  dovettero  abbandonare  le  case. 

Se  queste  notizie  non  alludono  al  terremoto  del  9-10  aprile,  siamo 
così  in  presenza  di  un  periodo  sismico  che,  incominciato  forse  nella 
Piana,  ebbe  a  terminare  poi  sul  versante  ionico  :  lo  che  è  successo 
anche  in  altre  occasioni,  in  cui  però  si  ebbero  danni  limitati  in  am- 
bedue le  parti. 

[854]    1806.  Luglio  21.  Monte  Cassino  (Caserta). 

Q.  De  Marco:  MoììU  Cassino  ecc.,  pagr.  77     Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  86. 

Il  De  Marco  riferisce  che  al  21  luglio  (senza  dato  orario)  uno  dei 
più  lunghi  e  violenti  terremoti  colpi  M.  Cassino,  recando  pochi  danni 
alla  Badia  :  fu  seguito .  5-6"  dopo  da  replica  molto  sensibile.  Questa 
scossai  certamente  corrisponde  a  quella  ohe  il  Perrey  ricorda  per  detto 


826  [1806  -  laorf 


giorno  '  come  mediocre  per  il  Sannio  e  per  Sora,  ed  alla  notizia  da  me 
troyata  riguardante  un  leggero  terremoto  ond.  sentito  fra  le  10  e  le  10^  */4 
ant.  a  Roma  ed  a  Napoli. 

LB56]    1806.  Agosto  26.  Colli  Ladali. 

Baratta  M.:  Materiali  ecc.,  pag.  86-*7  -  Capocci:  Catalogo^  I,  pag.  357  -  T.  Baloo:  Storia 
della  città  di  Velletri,  2.  edlz.,  voi.  I,  ivi  1851,  pag.  826  -  F.  Giorni  :  Storia  di  Albano, 
aoma  1842,  pag.  352. 

Nella  notte  25-26  agosto,  a  4^  30""  itaL,  in  Roma  fu  intesa  da  pochi 
una  lieve  scossa  di  terremoto  :  a  13^  20*°  del  26  altra  ma  fortissima  ond. 
SE-NW  di  10*  che  causò  scuotimenti  di  mobili,  suono  di  campanelli, 
(irresto  di  orologi  e  qualche  lieve  danno,  cioè  la  caduta  di  un  camino 
nel  palazzo  Giustiniani  ed  alcune  scrostature  negli  stucchi  delle  chiese 
di  S.  Carlo  al  Corao,  di  S.  Andrea  della  Valle  e  della  Chiesa  nuova. 

I  luoghi  più  colpiti  da  questo  terremoto  furono  Frascati,  Genzano^ 
Nemi  e  Velletri. 

A  Velletri  durò  28*  e  causò  notevoli  danni  al  palazzo  comunale  ed 
alla  cattedrale ,  fece  cadere  alcuni  editicii,  fì*a  cui  le  chiese  della  Ma- 
donna degli  Angeli  e  di  S.  Maria  Inviolata  dei  Padri  Brasiliani  :  tutte 
le  abitazioni  furono  lesionate,  alcune  in  modo  tale  da  renderne  neces- 
saria la  demolizione  :  non  si  ebbero  a  deplorare  morti,  ma  parecchi  feriti. 

In  Fr.jtscati  furono  danneggiate  alcune  fabbriche  ed  il  palazzo  della 
Kufflnella  fu  reso  inabitabile  per  le  lesioni  sofferte. 

A  Nemi  rovinò  il  convento  dei  Minori  Osservanti,  e  nella  chiesa  re- 
lativa si  aprirono  larghe  fenditure  :  ad  Ariccia  cadde  la  chiesa  di 
S.  Nicola.  Marino,  Albano,  Genzano,  Civitalavinia,  Cisterna,  Cori,  Giu- 
liano, Rocca  Massima,  Sermoneta,  Sezze  e  Pipemo  ebbero  anch'  essi 
danni  :  la  scossa  fu  forte  lungo  il  littorale  di  Ardea,  Nettuno  e  Tcrra- 
cina,  ove  il  mare  in  quel  momento  si  mostrò  oltremodo  agitato  :  fu 
sentita  anche  a  Napoli.  A  Roma  a  13^  30*°  leggera  replica  ed  altre  due 
a  1^  di  mattina  ed  a  13»»  30"  del  28. 

[856]    1807.  Gennaio  28.  Isernia  (Campobasso). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.  pag.  87  -  Perrey  a.  :  Trenibl  penins.  ItaL,  pag.  96. 

Al  28  gennaio,  a  Q^  45"  di  notte,  ad  Isernia  fortissima  scossa  di  4*. 
che  non  causò  danni  notevoli.  Con  eguale  intensità  fìi  sentita  nel  Mo- 
lise ove  riesci,  dicesi,  quasi  forte  come  quella  del  luglio  1805. 

[857]    1807.  Settembre  5.  Riviera  lijpire  di  ponente. 

Mbrcalli  G.  :  /  ten\  delia  Liguria  ecc.,  pag.  38  -  Vassalli  Bandi  :  Jiapport  sur  le  tr.  ecc. 
pag.  131  e  Sopra  il  tremuoto  che  da  7  mesi  ecc. 

;  ^  3h  20«»  pom.  del  13  aprile  leggera  scossa  a  Genova,  e  ad  1*»  30°  ant. 
del  6  settèmbre  una  molto  forte  ad  Albissola,  a  Savona,  a  Porto  Mau- 
rizio ed  a  San  Remo,  dove  durò  14-15%  recando  spavento  generale  ma 


fl807  - 1808]  Ì2f 


nessun  danno,  tranne  la  caduta  di  un  90I0  fumaiolo.  A  Genova  fu  ond.t 
molto  leggera  e  breve  ;  mentre  ad  est  di  questa  città  l\i  poco  0  nulja 
avvertila,  essa  ftl  sensibile  in  Piemonte,  a  Cuneo  e  ad  Alba,  ove,  se- 
condo il  Vassalli-Eandi  {Sopra  il  tremuoto  ecc.)  fu  gagliarda.  In- Asti 
(come  mi  comunicò  gentilmente  il  sig.  N.  Gabbiani,  che  estrasse  la 
notizia  dal  Giornale  d'Asti,  ms.  dell'abate  S.  G.  Incisa,  conservato 
nella  Biblioteca  del  Seminario  vescovile  di  quella  città)  la  scossa  durò 
2-3»  e  fece  tremare  le  porte  ed  agitare  le  sedie  (*). 

Il  Perrey  aggiunge  che  fu  leggera  a  Nizza  ;  invece  secondo  il  citato 
fisico  torinese  (Rapport  sur  le  trembl,  ecc.),  sarebbe  stata  abbastanza 
forte,  giacché  egli  certamente  a  questa  scossa  allude  quando^scrive  che 
nel  settembre  1807  «une  secousse  eut  lieu  à  Nice,  département  du  Var; 
elle  fut  si  forte,  qu'un  grand  nombre  d'  habitans  en  fut  réveillé,  et  se 
sauva  de  suit  dans  les  rues  ». 

[%8]    1807.  Novembre  10.  Tramotola,  Sapenara  (Basilicata). 

A.  LOMBARDI:  Cenno sul  tremuoto  di  Basilicata^  pag.  19-21. 

Xella  notte  del  V  novembre  tra  le  4^  e  5*"  ant.  si  senti  una  prima 
scossa  che  durò  10»  circa  ;  nella  notte  del  10,  circa  la  stessa  ora,  altra 
più  forte,  seguita  da  una  terza  di  15-20' a  4-5^  ant.  deiril,  che  fu  for- 
tissima a  Viggiano,  a  Montemurro,  a  Sarconi,  a  Moliterno,  a  Saponara 
ed  a  Tramutola.  In  quest'ultima  località  gli  edifìcii  soffrirono  conside- 
revoli lesioni  e  caddero  alcune  muraglie.  1  guasti  furono  maggiori  in 
Saponara,  ove  le  abitazioni  rimasero  tutte  screpolate  ed  il  monastero 
di  S.  Croce  fti  ridotto  in  tale  stato  da  dover  essere  abbandonato. 

Allo  spuntar  del  dì  18  lieve  replica  seguita  da  altre  nello  stesso 
giorno  e  nel  di  seguente.  Alle  7**  V2  ^^t*  ^^^  20  una  scossa  suss.-ond. 
SE-NW  di  24»  circa,  più  violenta  delle  precedenti,  recò  ulteriori  danni  : 
in  tutte  le  case  di  Tramutola  caddero  le  tegole  e  si  allargarono  note- 
volmente le  fenditure  causate  dalla  scossa  precedente  :  fu  notato  che 
presso  la  fontana  pubblica  sorse  una  nuova  sorgente.  Dopo  questo 
nuovo  massimo  numerose  repliche,  benché  leggere,  fino  al  25  novembre, 
nella  cui  notte  si  ebbe  una  violenta  ripresa:  dopo  di  ciò  continuarono 
a  farsi  sentire  giornalmente  anche  12  scosse  nello  spazio  di  24^  :  ces- 
sarono del  tutto  al  24  dicembre. 

[S&è]    1808.  Aprile  2.  Valli  del  Penice  e  Gbisone  (Torino). 

B0S81  L.  :  Sapport  sur  le  tremblement  ecc.  -  Vassalli  Bandi  :  Rapport  sur  le  tremblement  ile 
terre  ecc.  e  Sofra  il  tremuoto  che  da  sette  mesi  ecc.  -  Mekcalli  G.  :  /  terr.  della  Li- 
guria ecc.,  pa^.  38-12  e  OtJ-Któ. 

Le  valli  Pellico  e  Chisone  nel  1808  furono  agitate  da  un  intenso  periodo 


(1)  L'incisa  ricorda  pure  per  Asti  una  scossa  sentita  nella  notte  del  21  febbraio,  a 
%  ore  ani.,  che  fu  breve  ma  senaiblie  ed  a  due  riprese. 


328 


[1808] 


sismico  cominciato  con  una  scossa,  la  maggiore,  sentita  alle  5^43°*  p. 
circa  del  2  aprile. 

A  Torino  presentò  due  riprese  ond.  a  2  secondi  d'intervallo  :  ugnale 
forma  ebbe  pure  a  Genova  e  ad  Aix  :  a  Marsiglia  furono  tre.  la  se- 
conda delle  quali  più  intensa  :  fuori  dall'  area .  maggiormente  colpita 
parve  esclusivamente  ond.  ;  la  direzione  predominante  a  Torino  fii 
NW-SE  ;  a  Chambery  S-N  ;  a  Marsiglia  E-W  ;  a  Gap  S8W-NNE  ed  a 
Brian9on  E-W, 

La  scossa  fu  rovinosa  a  Lusema,  a  San  Giovanni,  a  Bricherasio,  a 
Bibiana,  a  Torre  Pellice,  ad  Angrogna,  ad  Abbadia  ed  a  S.  Grermano 
cioè  in  buona  parte  della  valle  inferiore  del  Pellice  ed  in  quella  del 
Chisone  :  tale   area  (flg.*  24  A)  risulta  di  forma  elittica  alquanto  r^o- 


FiG.  24. 

lare,  e  comprende  le  dette  località,  nelle  quali  rovinarono  degli  edificii 
ma  non  vi  furono  vittime  umane. 

Allontanandoci  da  questa  regione^  l' intensità  del  terremoto  dimi- 
nuisce sempre  di  più  :  cosi  (B)  a  Pinerolo  più  di  400  case  divennero 
inabitabili  :  la  stessa  sorte  toccò  ad  Osasco,  a  Cavour,  a  Barge,  a 
Villar  Pellice  ed  a  Villar  di  Lusema,  a  Pinasca  ed  a  Villar  Perosa: 
furono  minori  i  danni  a  Meano,  Abries,  Ristolas,  Bobbio,  Paesana, 
Sanfront,  Vigone,  Buriasco,  Roletto  ecc.  Infine  (C)  a  Briangon  vennero 
solo  rovesciate  7-8  camini  e  qualche  vecchio  muro  :  a  Fenestrelle  si 
ebbero  nel  forte  delle  lievi  lesioni  ;  a  Carmagnola  caddero  pochi  co- 
mignoli. Tra  Ton'e  e  Villar  Pellice  ft'anò  parte  di  un  monte  che  sta 
contro  al  Vandalino. 

Il  terremoto  si   propagò  molto  più   intensamente  verso   W  (valle  di 


[1808]  329 

«  Gail  >)  :  il  Vassalli-Eandi  da  ciò  argaiva  che  il  centro  fosse  stato  sotto 
il  colle  di  Abries,  mentre  il  Bossi,  osservando  che  i  paesi  a  questo  più 
prossimi  soffrirono  minor  danni  degli  altri,  era  d'  opinione  che  detto 
centro  si  trovasse  fra  Torre  e  Villar  Pellice. 

Lo  scuotimento  fd  forte  all'  ospizio  del  Frejus,  ad  Embrum,  a  Gap, 
a  Torino,  ad  Asti,  a  Monticello  e  Magliano  d'  Alba,  a  Reietto,  a  Ca- 
steFAlfero  d'Asti,  ad  Incisa  Belbo,  a  Malvicino  d'  Acqui  :  fti  mediocre 
a  Grenoble,  a  Chambery,  a  S.  Giovanni  di  Moriana,  a  Ginevra,  a  To- 
lone, ad  Antibo,  a  Lione,  a  Nizza,  a  Savona  :  fu  leggero  ad  Ivrea,  a 
Biella,  a  Genova,  a  Milano,  a  Ma9on,  a  Monbrison,  ecc. 

Dalle  osservazioni  del  Yassalli-Eandi  risulta  che  le  case  fabbricate 
sul  teiTeno  alluvionale  e  le  più  solide,  a  paritÀ  di  condizioni,  soffri- 
rono molto  di  più  che  non  le  altre. 

Riguardo  agli  effetti  della  scossa  dirò  che  molti  pozzi  rimasero 
senz'acqua,  in  altri  aumentò  persino  del  doppio  la  quantità  ordinaria  : 
pressoché  tutte  le  fontane  si  intorbidarono  ;  alcune  fonti  asciugarono  e 
parecchie  nuove  scaturirono  in  diversi  luoghi  :  in  altre  poi  crebbe  o 
scemò  la  quantità  ordinarla  di  acqua  versata. 

La  prima  replica  avvenne  a  9**  Vi  pom,  dello  stesso  giorno  2  aprile 
e  fu  poco  meno  forte  della  grande  scossa  :  nelle  prime  24**  furono  con- 
tati circa  50  scuotimenti  a  Barge  e  30  ad  Abries,  sentiti  con  o  senza 
detonazioni,  molte  delle  quali,  specialmente  a  Barge,  a  Bricherasio  ed 
a  Torre  Pellice,  furono  avvertite  senza  sensibile  movimento  del  suolo. 

A  2**  ant.  del  15  aprile  nuova  scossa  che  causò  altri  danni  a  Lu- 
sema.  a  Barge  ed  a  Pinerolo,  e  fu  sentita  con  maggior  forza  a  Saluzzo 
ed  a  Torino,  ove  fece  suonare  i  campanelli  :  fu  seguita,  a  2^  30*°  pom. 
(la  una  replica  e  quindi,  a  2^  15™  ant.,  del  16,  da  un  nuovo  scuotimento 
che  aumentò  le  rovine  nell'  area  centrale  del  primo  terremoto  e  che, 
secondo  il  Bossi,  causò  piccole  fenditure  a  None,  Riva,  Irasca,  ecc. 
Dopo  di  ciò  si  senti  nella  zona  più  colpita  un  rumore  sordo,  accompa- 
gnato da  piccoli  scuotimenti,  perdurato  quasi  continuamente  per  circa  4.^ 

Con  tale  scossa^  osserva  il  Mercalli  --  che  ebbe  una  intensità  ed 
una  estensione  eguale  o  poco  minore  della  prima  (2  aprile),  —  pare 
che  il  centro  si  sia  spostato  alquanto  più  a  nord.  Anche  a  Fenestrelle 
le  scosse  del  16  e  del  18  ebbero  maggior  energia  da  far  supporre  che 
neir  alta  valle  del  Ghisone  si  sia  messo  in  attività  un  centro  speciale. 

Come  ò  già  detto,  le  repliche  furono  numerosissime  specialmente 
neir  aprile  e  maggio,  diminuirono  assai  di  frequenza  nel  giugno,  nel 
luglio  e  neirottobre,  nei  quali  ultimi  mesi  non  se  ne  sentirono  che  3-4  : 
per  il  catalogo  rimando  al  lavoro  del  Mercalli  (pag.  38-43)  ove  si  tro- 
vano cronologicamente  ordinate  quelle  ricordate  dal  Vassalli-Eandi  con 
r  aggiunta  di  altre  notizie  tolte  da  varie  fonti.  Noterò  solo  che  al  30 


im  [1808  -  ISIOJ 


ottobre  (11**  15™  ant.)  nuove  scosse  accrebbero  a  Torre  Pellice  i  danni 
nelle  case  già  lesionate. 

|860]    1808.  Ottobre  26.  LiyorBO. 

Baratta  M.  :  MaUìHali  ecc.,  pag.  97-88. 

Il  26  ottobre,  fra  le  8  e  le  10**  ital.,  si  sentirono  in  Livorno  lievi 
scorse,  ed  a  22*»  una  forte  avvertita  pure  nei  sobborghi  :  molto  panico, 
caduta  di  qualche  comignolo  p  soffitto^  screpolature  nei  muri  delle  case 
che  da  taluni  per  timore  vennero  abbandonate. 

[861]    1809.  Agosto  14.  Aqiila. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  88  -  Malvasia- Dk  Eossi:  Documenti  ecc.,  pag.  44. 

Il  primo  agosto,  a  circa  10*"  pom.,  in  Aquila  vivissima  scossa  se- 
guita, dopo  Je  4*^  ant.  del  2,  da  20  lievi  repliche.  Al  3  parecchie  altre, 
fra  le  quali  una  sensibile  a  24*^  ital.  Nel  di  5,  secondo  i  Documenti 
Malvasia-De  Rossi,  il  movimento  del  suolo  causò  varii  danni  agli  edi- 
fìcii  :  nel  13  si  contarono  oltre  100  scosse.  Secondo  le  notizie  da  me 
raccolte,  il  massimo  sismico  sarebbe  avvenuto  a  mezzodì  del  giorno  14. 
Alle  falde  del  monte  Chiarina  si  sentirono  molti  rombi  e  furono  sradi- 
cati  gli  alberi  e  rimasero  intorbidate  le  fonti.  Secondo  il  Capocci  (Ca- 
talogo^ I,  pag.  358)  gli  scuotimenti  si  estesero  a  molti  luoghi  degli 
Abruzzi  :  e,  secondo  il  Mozzetti  (Saggio  d'infl.  ecc.,  pag.  87),  le  scosse 
principiarono  in  luglio  e  perdurarono  sino  all'ottobre. 

[862]    (809.  Agosto  25.  Macerata. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.  pag.  88. 

Ad  1**  13°*  pom.  del  25  agosto  a  Macerata  fortissima  scossa  suss.-ond. 
di  8-10*  che  fece  cadere  grande  quantità  di  comignoli,  rovinare  sette 
od  otto  case  e  danneggiare  tutte  le  chiese.  Il  palazzo  prefettizio  e  le 
carceri  risentirono  notevoli  danni.  Questo  terremoto,  secondo  il  Ser- 
pieri  (Scritti  di  SismoL^  voi.  I,  pag.  154),  fu  sentito  anche  ad  Urbino, 
ove  durò  circa  1™. 

[863]    1810.  Febbraio  16.  Oriente. 

Capocci:  Cataldo,  I,  paj?.  858  -  Baratta  M. :  Materiali  ecc.,  pag.  88  -  Oemmellaro:  Vulr.. 
delV  Etna,  pag.  172  -  lonoo  A.  :  Mem.  stor.  sul  trem.  ecc,  pag.  10. 

Il  16  febbraio,  a  10*»  55™  pom.,  in  Napoli,  scossa  della  durata  di 
quasi  un  minuto  primo  :  ad  Otranto  ebbe  forza  spaventevole  ed  a  Malta 
fu  terribile.  Essa  fu  forte  a  Palermo  (10^  20°»  p.),  ove  fece  fermare  il 
pendolo  deirOsservatorio.  A  Catania  fu  gagliarda  suss.  di  30»  circa:  e 
fu  sentita  in  tutta  la  regione  etnea.  Nella  giornata  (alla  stessa  ora?) 
il  Gemmellaro  ricorda  un  violento  terremoto  a  Messina  e  dintorni  sen- 
tito anche  in  Calabria,  ed  il  Ferrara  {8t,  dell'Etna^  pag.  143)  dice  che 


flSlOJ  331 

nell'anno  in  Val  di -Noto,  forti  e  frequenti  scosse  misero  in  costerna- 
zione gli  abitanti.  Il  Perrey  (Mem.  sur  les  trembl.  de  terre  resa,  dans 
la  Peni7i$4  lurco-Helleniqtie  etc,  pag.  38)  dà  notizia  di  una  scossa 
molto  forte  sentita  a  10^  15"*  di  sera  a  Trieste,  la  quale  corrisponde- 
rebbe appunto  al  terremoto  di  cui  parliamo,  di  probabile  origino  orien- 
tale, tanto  più  che  il  Perrey  stesso  aggiunge  che  fu  sentito  in  Africa 
e  neir  isola  di  Cipro  e  che  circa  la  stessa  epoca  la  città  di  Candia  fu 
rovinata  da  un  terremoto,  per  il  quale  perirono  20CX)  persone.  Con  ogni 
probabilità  a  questo  istesso  parossismo,  corrisponde  pure  la  notizia 
data  dal  Chesneau  {Note  sur  les  trembl.  de  terre  en  Algerie^  pag.  12 
estr.),  che  cioè  nel  1809  o  1810  per  due  o  tre  scosse  non  molto  vio- 
lenti rimase  danneggiato  qualche  edificio  di  Bona. 

[864]    1810.  Maggio  1.  Maleesine  (Verona). 

BETTONi  p.  :  yoU  stor.  ecc.,  pag.  6  (estr.)  -■  Ooiran  a.  :  Sfor.  sism.  ecc.,* pag.  20.  ' 

Il  1^  maggio  scossa  fortissima  a  Maleesine  e  dintorni,  sentita  anche 
suiropposta  sponda  bresciana  del  lago  di  Garda. 

[8651    1*W-  Luglio  6-7.  Arezzo. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  88. 

Verso  la  mezzanotte  fra  il  6  e  7  luglio  a  Monte  S.  Savino,  a  Buc- 
cine ed  a  Montevarchi  due  scosse  :  ad  Arezzo  la  commozione  del  suolo 
fa  sì  violenta  che  un.  soldato,  appoggiato  ad  un  muro,  venne  sbattuto 
a  terra:  in  una  casa  furono  rovesciati  varii  vasi:  nessun  danno.  Fu 
lievemente  sentita  a  Vicenza,  a  Treviso,  ad  Udine  e,  secondo  il  Perrey 
(TrembL  pen.  ItaL,  pag.  79),  anche  a  Siena. 

[866]    1810.  Ottobre.  Mereatello  (Urbino). 

Pkrret  k.:  Trembl.  penins.  Hai.,  pag.  "iO. 

In  principio  di  ottobre  a  Mereatello  nell'Urbinate  molte  scosse,  delle 
quali  cinque  fortissime. 

[867]    1810.  Dicembre  25.  Emilia. 

BiRAtTA  M.:  Matertalt  ecc.,  pag.  8S«  -  Malvasia-De  bossi:  Documenti^  pag.  45  -  mkr- 
CALU  o.  :  Vnle.  e  fenom.  vulc.  ecc.,  pag.  312  -  F.  Guarini  :  /  terr.  di  Forlì,  pag.  86  - 
movBNB  O.:  Cnm.  dei  terr.  ecc.,  pag.  54  -  a.  tommasi  :  /  terr.  nel  Friuli,  pag.  18  (estr.) 
-  A.  PBiuiBT:  Op.  cit.,  pag.  TO  -  A.  DE  ROSSI:  Ristretto  di  st.  pàtria  ecc.,  Piacenza  1833, 
voi.  V,  pag.  367. 

D  25  dicembre  un  terremoto  recò  gravi  lesioni  ad  una  casa  di  No- 
vellara  per  lire  518  circa,  cosi  il  Mercalli.  Ora  in  questo  dì,  e  precisa- 
mente verso  1*^36"  ant.,  a  Milano  fu  Intesa  una  scossa  tale  da  far  ro- 
vesciare in  qualche  casa  gli  arredi  :  a  Parma  se  ne  sentirono  tre,  due 
delle  quali  assai  violenti,  ond.  W-E  di  1™  circa;  a  Modena  ed  a  Pia- 


[1810-18I1J 


cenza,  qnantanqae  intense  non  produssero  danni.  Il  terremoto  a  Vi- 
cenza, a  Verona  (ond.-snss.  di  9'),  a  Padova  ed  a  Torino  fti  forte  ('); 
fu  avvertito  nniversaimente  ad  Asti  (ms.  Incisa,  vedi  pag.  3*27)  ;  ad 
Udine  fa  lieve  (ond,  SE-NW)  :  fti  sentito  anclie  a  Genova,  Livorno 
(forte),  Firenze,  Fiume  (Udine),  Trieste,  Forlì,  Kosbì  e  Ravenna. 


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Nella  carta  (flg.  25)  sono  tracciate  la  zona  epicentrale  (A)  e  la  linea 
ìsoaismica  forte  (B)  e  quella  (C)  che  delimita  I'  area  entro  cai  il  terre- 
moto è  stato  sensibile  alle  persone. 

[868]    1811.  Febbraio  18.  Stm. 

Babatt*  m.  :  Materiali  ecc.  pa£.  88  ■  Perrey  a,  -  Tretnbl.  ptnin».  ttal.,  Pagf.  19. 

Al  16  febbraio,  ad  11"  30"  ant.  circa,  in  Roma  scossa  ond.  N-S 
e  nella  notte  del  18  una  violenta,  che  fece  cadere  alcuni  comignoli, 
scuotere  i  mobili  e  causare  molto  timore;  fa  forte  a  Frascati,  a  Ti- 
voli, ecc.  Al  19,  a  l'i""  15""  ital,,  a  Roma  una  lieve  ond.  N-S  di  10*  : 
nella  notte  5-6  marzo,  a  T""  e  9"  ital.  circa,  due  scosse  S-N  ed  a  2^37" 
della  sera  del  29  altra  ond.  E-W  di  5.* 

[869]    ISll.  Luglio  15.  Appenoine  Hodent». 

Bahatta  u.i  Uateriali  ecc.,  pag.  H). 

Al    15    luglio,  verso  le    11"  44"  pom.,  si  sentirono   in   Sassuolo  forti 


|1)  rer  verona  nel  Documenti  ualvasEa-ne  rorsI  al  rirerlsce  che  per  la  violenza  della 
scossa  caddero  molti  camlnE  ed  una  casetta  In  costei  vecchio,  i  vari  racconti  sincroni 
pul)bllcatl  dal  Golran  {St.  .*«m,  ecc.,  pajt.  20;  Appena,  e  Note  al  catal.  ecc.,  pag.  IB-H 
e  Srconda  append.  ecc.,  pag.  19-31]  dicono  clie  (u  forte,  ma  non  parlano  di  danni. 


[1811-1812]  333 


scosse,  r  ultima  delle  quali  sì  veemente  da  far  fuggire  àlPaperto  molta 
gente  e  cadere  qualche  fVimaiolo  :  nella  regione  montuosa  fu  più  intensa 
e  fece  rovinare  varil  muri  e  comignoli.  A  Montebaranzone  recò  danni 
di  qualche  entità  :  fh  forte  a  Reggio,  a  Parma,  a  Livorno  ed  a  Ge- 
nova ;  fu  sensibile  a  Modena  e  lieve  a  Novi,  a  Voghera,  a  Bologna, 
a  Verona  ed  a  Vicenza  :  passò  inosservata  in  Alessadria,  a  Novi  ed  a 
Voltaggio  (^).  Nella  carta  (flg.  23)  è  rappresentata  parte  dell'area  me- 
sosismica,  e  nella  25  la  zona  mesosismica  (A)  e  l'area  entro  cui  il  ter- 
remoto è  stato  violento  (B). 

[870]    1812.  Marzo  22.  Roma. 

Baratta  h.  :  Materiali  ecc.,  pagr.  90. 

A  3^  20™  ant.  (t.  v.)  del  22  marzo  a  Roma  forte  scossa  suss.-ond. 
SE^NW  di  15'  ;  pare  sia  stata  avvertita  con  maggior  intensità  nella 
parte  della  città  che  dall'  «  Esquilino  »  va  al  «  Pincio  »  ossia  fra  tra- 
montana e  levante.  Le  chiese  di  S.  Pietro  e  di  8.  Maria  Maggiore  ed 
altre  soffrirono  danni  nelle  volte;  cadde  parte  di  un  cornicione  del 
Colosseo,  ed  in  molti  edificii  si  aprirono  crepacci  più  o  meno  con- 
siderevoli. Nel  palazzo  Vaticano  si  ebbe,  qualche  lesione  in  un  muro 
della  specola  :  ivi  cadde  pure  un  comignolo  ed  un  altro  fu  molto  lesio- 
nato. Fuori  porta  S.  Paolo  rovinò  una  casa  seppellendo  tre  persone  : 
pare  che  i  luoghi  suburbani  siano  stati  i  più  danneggiati. 

A  10*»  15"»  ant.  una  replica  ond.  SE-NW  poco  sensibile  :  a  4**  ant. 
del  23  altra  lieve  :  al  13  luglio,  a  10  V^  pom.  circa,  una  ond.  ad  Al- 
bano. 

[871]    1812.  Settembre  3.  Norcia  (Perugia). 

Secchi  A.  :  Bscurs.  scient,  ecc.,  pa^c.  16. 

Al  3  settembre  terremoto  rovinoso  a  Norcia  :  su  questo  parossismo 
non  ò  trovato  notizia  alcuna,  né  il  Secchi  indica  la  fonte  da  cui  V  à 
attinta. 

[872]    1812.  Settembre  11.  Firenze. 

Baratta  m.:  Sul  centro  sism.  fiarentlno^  pai?.  149-46  -  G.  Giova nnozzi  :  /  terr.  stor.  Jlorentint 
paff.  10  (estr.) 

Nella  mattina  dell'  11  settembre  a  San  Casciano  Val  di  Pesa  ed 
a  Montespertoli  varie  scosse,  tVa  le  quali  una  a  7*^  ant.,  che  nell'ul- 
tima località  fu  forte.  Ad  V"  pom.  una  fortissima  causò  molti  danni 
alle   case  di  San   Casciano  e   maggiori  in  quelli  della  campagna  adia- 


;i)  L'Incisa  più  sopra  citato  non  ricorda  che  questa  scossa  sia  stata  intesa  in  Asti, 
nella  quale  città  Invece  ne  fu  avvertita  una  lieve  ad  ove  1  Ifi  ant,  della  stessix  giornata 
ed  un  altra  precedentemente  ad  ore  5.10  (sic)  del  16  febbraio. 


334 


L1812] 


cente,  specialmente  dalla  parte  di  mezzodì  :  non  si  ebbero  fortunata- 
mente a  deplorare  vittime,  benché  siano  precipitati  parecchi  pavi- 
menti. (Jaesto  terremoto  sconquassò  tatti.  1  piccoli  comuni  situati  fra.  il 
e  Virginio  »  e  la  «  Pesa  »,  e  specialmente  Poppiano,  S.  Quirlco  di 
Collina,  S.  Niccolò  in  Cipollatico,  Montagnana,  Sallivolpe  ecc.  ;  le  due 
chiese  di  Poppiano  e  di  S.  Quirico,  nonché  le  rispettive  abitazioni  par- 
rocébiali  e  case  comunali  divennero  inservibili  :  la  villa  Guicciardini  a 
Poppiano  rovinò  in  gran  parte,  ed  in  quasi  simili  condizioni  furono  ri- 
dotte quelle  degli  Innocenti,  Rodolfi,  Ciccia  Porci  ed  altri  importanti 
edificii  in  quel  di  Monterpestoli  ;  negli  altri  tre  piccoli  comuni  citati  i 
danni  ftirono  un  po'  minori.  Nessun  morto,  due  soli  feriti.  Tale  scossa 


Fio.  26. 

fu  rovinosa  anche  a  San  Giovanni  di  Sugana  (ove  fece  cadere  la  chiesa) 
e  varie  case  coloniche  di  Cerbaia.  A  S.  Andrea  in  Percussina  si  do- 
vette in  un  edificio  apporre  delle  chiavi  e  rifare  dei  comignoli  atter- 
rati dalla  violenza  delle  commozioni  telluriche. 

U  area  maggiormente  colpita  da  questo  terremoto  si  estende  fra  il 
«  Virginio  »  e  poco  oltre  la  «  Pesa  »  ;  é  rimarchevole  che  il  paese  di 
Montespertoli  e  le  porzioni  di  comune  che  restano  al  di  qua  del  e  Vir- 
ginio »  non  soffrirono  alcun  dannoj  non  ostante  la  veemenza  dell'urto. 
Firenze  rimane  fuori  dall'  area  mesosismica,  giacché  ivi  la  commozione 
(suss.-ond.)  é  stata  solo  forte,  ma  non  à  apportato  il  menomo  danno: 
inoltre  ivi  non  furono  sentite  le  varie  scosse  preparatorie,  anzi  nem- 
meno quella  più  intensa  avvenuta  alle  7*^  ant. 


[1812-1813] 


335 


A  San  Casciano  ed  a  Montespertoli  nei  giorni  12-14  molte  repliche*: 
le  maggiori  avvennero  a  2^  pom.  del  di  11  ed  a  3^  ant.  del  12:  questa 
ultima  fa  forte  a  Firenze  e  fortissima  neir  area  centrale. 

Le  maggiori  scosse  si  devono  essere  propagate  anche  a  Siena,  poiché 
i  sigg.  Campani  e  Toscani  (Bu  i  terr,  avv.  in  Siena  ecc.,  pag.  291) 
ricordano  che  in  tale  città  nei  giorni  11-12  settembre  furono  sentiti 
varii  scuotimenti. 

Nella  qui  unita  cartina  (fig.  26  )  ò  segnato  V  epicentro  (B)  e  V  area 
mesosi8mica  (A)  di  questo  terremoto. 

[873]     1812.  Ottobre  25.  TrevigìftBÒ. 

Bah  \tta  m.  :  Materiali  ecc.,  pai;.  91-92. 

Al  24  ottobre,  a  2*>  pom.,  a  Sarmede  una  scossa;  ad  8^  ant.  circa  del 
giorno  25  a  Belluno  un  forte  scuotimento  fece  cadere  40  flimaioli  ed 
aprire  varie  fenditure  nella  volta  della  chiesa  di  S.  Rocco  :  causò  no- 
tevoli danni  a  San  Casciano,  a  Caneva,  ad  Aviano,  a  Polcenigo,  a 
Sequals,  ove  furono  demoliti  dei  comignoli,  lesionate  delle  case,  le  più 


Fio.  27. 

deboli  delle  quali  vennero  atterrate.  Gravi  danni  patirono  pure  Sar- 
mede e  Pordenone:  nella  prima  località,  crollò  anche  la  cima  del  cam- 
panile, neir  altra  si  dovette  demolire  la  torre  dell'  orologio  perchè 
minacciosa  di  rovina. 

I  danni  a  Sequals  ascesero  a  lire  60000  ;  a  Fanna  a  lire  40000  ;  a 
Cavasso  Nuovo  più  di  30  famiglie  rimasero  senza  tetto. 

Fu  pure  in  tale  occasione  danneggiato  Conegliano  e  Valvassone.  A 
Treviso  ed  a  Venezia  la  scossa  fu  si  intensa  da  far  cadere  dei  fumaioli  : 
fu  forte  a  Vicenza,  a  Ferrara,  a  Trento,  ad  Udine,  a  Spilimbergo  e 
leggera  a  Trieste. 

Nella  cartina  qui  unita  (fig.  27)  con  A  è  rappresentata  la  zona  me- 
t^08i^mica  quasi  disastrosa  e  con  B  V  area  rovinosa. 

A  Belluno  a  10**  ant.  e  ad  1^  pom.  della  stessa  giornata  due  lievi 
repliche. 

[874 J    1813.  Aprile  1-9.  Ancona. 

Baritta  m.  ;  Materiali  eoe,  pafc  92 

Dal  1^  al  7  aprile   in  Ancona   varie  scosse    leggere   precedute  e  s^- 


336  Li813  -  1815] 


galte  da  rombo  ;  a  3  e  7^  ant.  del  giorno  7  due  assai  sensibili  con 
rombo  appena  intese  nei  paesi  circostanti  entro  il  raggio  di  8  miglia. 
Non  portarono  danni.  Con  probabilità  il  loro  centro  in  a  mare,  giac5chè 
a  4  miglia  dal  lido,  verso  E  e  NE,  furono  osservati  dei  piccoli  vortici. 
Alle  11^  pom.  leggero  tremito  del  snolo  che  durò  per  parecchio  tempo  : 
a  9**  30"  ant.  e  4**  pom.  del  9  due  altre  leggere  scosse. 

[875]    1813.  Settembre  21.  Faensa. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  92-83  -  Ouarini  f.  :  /  tei'r.  a  Porli^  pag.  8nf-90. 

Circa  le  8^45"°  ant.  del  21  settembre  a  Faenza  una  violentissima 
scossa  fece  abbattere  circa  6000  comignoli,  molti  muri  divisori  e  le- 
sionare tutti  gli  edificii,  uno  dei  quali,  dopo  parecchie  ore.  venne  a 
diroccare  :  rimasero  ferite  14  persone.  Nei  comuni  del  circondario  fu- 
rono abbattuti  i  soli  comignoli.  A  Forlì  la  scossa  fu  fortissima  (suss.- 
ond.  SW-NE  di  8*  a  2  riprese  con  forte  rombo)  e  fece  diroccare  gran 
numero  di  camini  ;  e  cosi  pure  ad  Imola  (suss.-ond.  NW-SE  di  10-12*), 
ove  inoltre  molti  edificii  furono  lesionati.  A  Cesena  fu  forte,  delia  du- 
rata di  un  «  ave  » ,  e  causò  molto  panico  nella  popolazione  ;  a  Ferrara 
fu  molto  sensibile   ond.  di  pochi  secondi. 

Maggiobi  bbpliche  —  21  seU,)  P45"  pom.  a  Forlì  lieve  e  brevissima 
scossa  con  rombo  ;  22)  2**  25™  ivi  altra  simile  -  7  ottóbre)  9*»  45"  a.  due  brevi 
ond.  non  molto  forti  con  rombo;  10*^2™  ant.  una  leggera  -  8)  8*»  ant.  una 
scossa;  9)  0*»35"*  ant.  e  11**  23™  pom.  due,  T  ultima  sentita  anche  a  Cesena 
-  i6)  11*»  43™  pom.  forte  e  lunga  scossa,  e  nella  notte  quattro  altre  -  i8) 
4*»  31"  p.  una  ;  19)  2*»  27"  ant.  una  scossa. 

[876]    1814.  Aprile  3.  Pisa,  Livorno. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc,  pag.  98  -  Pilla  l,  :  Istoria  del  tremuoto  ecc.,  peer.  2ia-14. 

Alle  3*»  Vi  *^^^t«  del  3  aprile  in  Livorno  una  forte  scossa  di  20*  con 
rombo  svegliò  V  intera  popolazione  che  fuggi  dalle  case  ;  non  produsse 
grandi  rovine.  A  Pisa  ebbe  la  stessa  intensità  e  causò  notevoli  screpo- 
lature nella  chiesa  di  San  Giovanni  e  della  Crocetta,  e  nei  muri  di 
quasi  tutte  le  case  :  fu  avvertita  anche  a  Genova,  ove  fu  ond.  di  5-6*: 
quivi  poi  molti  asseriscono  di  avere  inteso  una  replica  poco  dopo.  A 
Livorno  alle  8*»  30"  ant.  altra  scossa  ma  meno  forte  della  prima. 

Noto  che  a  Pisa  ad  1^  ant.  e  dopo  il  mattutino  del  25  dicembre 
deiranno  precedente  (1813)  era  stato  sentito  un  forte  terremoto  che  aveva 
fatto  battere  tre  colpi  al  martello  della  campana  della  torre  dell'  oro- 
logio pubblico. 

[8^7]    1815.  Febbraio  26.  S.  Orso  (Schio- Vicenza). 

Pio  VENE:  Cro7i.  del  terr.  a  Vicenza  pag.  51. 

Al  26  febbraio,  a  7^  pom.,  leggerifisima  scossa  a  Vicenza;  fu  sensi- 
bile a  Thiene  e  gagliardissima  a  3,  Orso. 


[1816  - 1818]  337 


[878]    1816-17.  Seiaeea  (Girgenti). 

BAa.%TTA  M.  :  Ma  feriali  ecc.,  pagr.  M. 

In  Sciacca  nel  mese  di  dicembre  (1816),  durante  la  notte  furono 
:<tentiti  vari  rombi  e  deboli  tremiti  del  suolo  ;  nel  giorno  21  se  ne  ebbe 
uno  più  sensibile  dei  precedenti,  seguito  da  leggera  scossa. 

Ài  14  gennaio  1817,  ad  1^  pom.  circa,  ne  fu  sentita  un'  altra  lieve, 
ed  a  3^  30""  pom.,  preceduta  da  immenso  fìragore,  una  fortissima  che 
atterri  la  popolazione  che  usci  dalle  case  :  nei  muri  e  nelle  volte  si  pro- 
dusse solo  qualche  leggerissima  fenditura  ;  fu  seguita  da  forte  replica. 
Questa  scossa  si  propagò  fino  a  Menfi  ed  a  Sambuca,  che  ne  rimase 
danneggiata,  e  forse  fu  lievemente  sentita  •  a  Palermo.  Alle  8^  pom. 
fremito  sotterraneo  seguito  da  nuovi  e  più  forti  scuotimenti.  Allo  spun- 
tare del  giorno  15  replicarono  i  rombi  e  le  scosse,  talché  nello  spazio 
dì  24"*  ne  furono  avvertite  ben  25  :  durante  il  16  se  ne  contarono  12  sen- 
sibili ;  fu  notato  che  alla  sera  il  mare  si  era  ritirato  30  canne  dal  lido  : 
tale  fenomeno  durò  fino  al  giorno  17,  in  cui  furono  sentite  5  scosse 
Allo  spuntar  del  18  rombi  e  scosse  frequenti  posero  in  grande  allarme 
la  popolazione  :  verso  le  7^  pom.  rombo  molto  sensibile  seguito  da  forte 
scuotimento  che  fece  suonare  le  campane,  e  mezz'  ora  dopo  terremoto 
violento.  Nel  19,  al  mattino,  lieve  scossa,  ed  alle  11^  pom.  del  23  una 
fortissima. 

Fu  notato  che  nel  principio  di  questo  terribile  periodo  sismico  nel 
pozzo  del  convento  delle  Oiumare  V  acqua  si  era  intorbidata  ed  esa- 
lava odore. di  zolfo,  e  che  (e  stufe  avevan  cessato  di  emettere  i  con- 
sueti vapori. 

[879]    1817.  Marzo  14  ed  ottobre  19.  Messina. 

Malvasia-de  BOSSI:  Documenti  ecc.,  pag.  47  -  pbrrey  a.:  Tremai,  penins.  Itaì.y  pag.  81. 

Il  14  marzo,  a  5^50°"  ital.  di  sera  (11^  dO""  pom.)  scossa  fortissima 
con  rombo  a  Messina  :  al  19  ottobre,  a  3^  Vs  ^^  mattina,  altra  lunga 
che  non  causò  danni  rilevanti. 

[880]    1817.  Marzo  26.  Frascati,  Gensano  (Roma). 

Baratta  h.:  Materiali  ecc.,  pai?.  05. 

Circa  le  Q^  30°^  ant.  del  26  marzo  a  Frascati  e  Genzano  scossa  leg- 
gera :  verso  le  5**  */«  ant.  violenta  commozione  che  incusse  grande  pa- 
nico agli  abitanti  di  dette  città. 

[881]    1818.  Febbraio  20.  Acireale,  NicoiOAi,  ecc.  (Catania). 

Baratta  m.:  Materiali  ec<!.,  pag.  95-6  -  lonoo  A.  :  Memoria  storico  Jlsica  ecc. 

11  giorno  20  febbraio,  verso  1*»  10™  ital.  di  sera,  un  gagliardissimo 
terremoto  scosse  Catania,  la  intera  regione  etnea  —  ove  fece  considc- 

Baratta  :  Terremoti  ecc.  'U 


338 


[1818] 


revoli  guasti  atterrando  e  sconquassando  alcune  città  e  villaggi  —  e 
si'  estese  a  quasi  tutta  la  Sicilia,  in  parte  della  Calabria  e  lu  sentito 
persino  a  Malta. 

Come  fenomeni  precursori  furono  notate,  oltre  il  solito  presentimento 
degli  animali,  alcune  oscillazioni  nel  livello  delle  acque  marine,  però 
di  dubbia  origine  endogena. 

In  Catania  il  movimento  sismico  ebbe  due  riprese  a  brevissimo  in- 
tervallo :  dapprima  fu  suss.  poi  ond.  E-W  della  durata  totale  di  20-25/ 

Molti  furono  gli  oggetti  girati  dallo  scuotimento  ;  in  Catania  un 
masso  di  pietra  nel  palazzo  dell'  Università  fu  girato  da  oriente  verso 
mezzodì  di  25"  circa  :  in  Acicatena,  in  Acireale  molte  croci  furono  con- 


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Fio.  28. 

torte  e  si  osservarono  parecchi  altri  fenomeni  consimili.  Nella  chiesa 
di  Acicatena  un  «  gastrone  »  di  marmo  posto  alla  sommità  della  fac- 
ciata fu  sbalzato  a  distanza.  La  seconda  fase  del  movimento  fu  molto 
più  intensa  e  lunga  che  non  la  prima. 

La  scossa  fu  disastrosa  ad  Aciconsolazione,  che  fu  adeguata  al  suolo 
quasi  interamente,  ad  Aci  Platani,  ove  170  case  rimasero  atterrate. 
Aci  S.  Antonio  e  S.  Filippo  vennero  in  gran  parte  devastati,  e  cosi 
pure  Aci  Catena,  S.  Lucia,  S.  Giacomo,  San  Giovanni  di  Galemo. 
S.  Gregorio,  Mascalucia,  Nicolosi,  ecc  (fig.  28  A). 

La  scossa  causò  poche  rovine  ma  molte  lesioni  gravi  a  Viagrande, 
a  Borello,  a  Belpasso,  a  Motta  S.  Anastasia,  a  .Campo  Rotondo,  a 
S.  Pietro  a  Clarenza,  a  Gravina,  a  S.  Agata  Valverde,  a  Maletto,  a 
Castiglione,  a   Piedimonte   (B)   e   ad  Acireale.  Causò   lesioni   gravi  a 


[1818]  339 

ZaflTerana,  a  Randazzo,  a  Bronte  e  Paterno  ;  minori  a  Catania  e  leggieri 
ai  Ademo,  a  Biancavilla,  ad  Aci  Trezza,  ad  Aci  Castello,  a  Giarre, 
a  Miiscalì,  a  Fiumefreddo  ed  a  Calatabiano  (D). 

I  danni  maggiori  avvennero  adunque  su  una  zona  ristretta  di  forma 
molto  irregolare  (A)  -  con  gli  estremi  a  S.  Giovanni  di  Calerno,  Nicolosi 
e<l  Aci  Catena  -  disposta  sul  versante  meridionale  dell'Etna.  A  partire  da 
tale  area  T  intensità  degli  efifetti  dinamici  causati  dalla  brusca  concus- 
sione diminuiscono  abbastanza  regolarmente  :  però  si  incontrano  due 
eccezioni  notevoli  :  Maletto  sul  lato  NW  sofiìi  moltissimi  danni  ed  ebbe 
i  suoi  edificii  in  parte  rovinati  ed  in  parte  danneggiati  :  attorno  a  tale 
località  abbiamo  Brònte,  che  fu  dal  terremoto  poco  devastato  e  Ran- 
dazzo,  alle  cui  fabbriche  furono  inferte  solo  molte  lesioni.  Oltre  a  ciò 
sul  lato  NE  trovasi  Piedimonte  che  fu  in  parte  devastato  ed  in  parte 
maggiore  danneggiato,  mentre  i  vicini  paesi  di  Linguaglossa  e  Casti- 
glione ebbero  solo  molti  edificii  danneggiati.  Lo  che  ci  induce  a  rite- 
nere che  oltre  al  centro  meridionale  contemporaneamente  se  ne  sieno 
risvegliati  altri  presso  le  località  sopra  accennate. 

Nell'area  di  maggiore  commozione  si  aprirono  varie  fenditure  nel 
terreno  :  una  se  ne  formò  sulla  strada  innanzi  la  porta  maggiore  della 
Chiesa  di  S.  Giacomo,  quartiere  di  Aci  Catena  :  era  lunga  canne  6  e 
larga  nel  principio  un  pollice  e  molto  profonda  ;  un'altra  della  lun- 
ghezza di  una  canna  e  mezza  e  della  larghezza  di  più  di  un  palmo  si 
aprì  in  S.  Giovanni  la  Punta  :  una  terza  nella  parte  settentrionale  del 
monte  Serra,  presso  Viagrande,  ed  una  quarta  finalmente  nella  con- 
trada e  Pizzillo  >,  fra  Acireale  e  Mascali. 

Le  acque  che  scorrono  pi'esso  Acicatena  crebbero  di  volume  :  au- 
mentarono di  attività  le  salse  di  Paterno,  nelle  cui  vicinanze  sgorgò 
una  polla  di  acqua  salsa,  limacciosa,  che  formò  un  piccolo  cono  imbu- 
tiforme di  pollici  2  di  altezza. 

Nella  località  cParaspolo»,  non  molto  lungi  dal  Simeto  (a  150  canne 
circa  dalla  spiaggia),  5-6"  dopo  il  terremoto  (*)  sorsero  all'  improvviso 
14  grossi  getti  di  acqua  salsa  che  si  innalzarono  fino  a  6  palmi  per 
circa  20"  e  poi  gradamente  si  abbassarono  per  sparire  :  dicesi  che  il 
Simeto  si  sia  soffermato  neir  istante  della  scossa,  per  riprendere  tosto 
immediatamente  il  suo  corso.  In  quei  paraggi  il  mare  non  fece  che  leg- 
giere ondulazioni  :  si  ritirava,  cioè,  di  alcuni  passi  per  ritornare  subito 
dopo  al  suo  ordinario  limite,  battendo  fortemente  contro  la  spiaggia. 
Una  grossa  barca,  fermata  a  poca  distanza  dalla  riva,  presso  la  Bruca, 
senti  tre  urti  con  grande  sorpresa  dei  marinai. 


;i)  Il  Ferrara  [Descriziotìe  deìV  Etna  eoe-,  pagr.  149)  dice  che  questo  fenomeno  successe 
al  6  marzo. 


340  [1818] 

Il  numero  dei  morti  fu  di  72  e  di  18  quello  dei  feriti  :  la  maggior 
mortalità  (33)  avvenne  a  Zafferana  che  è  fuori  dell'area  mesosismica, 
perchè  ivi  cadde  la  volta  della  Chiesa,  seppellendo  sotto  le  macerie 
30  persone  (*). 

La  scossa,  come  ò  detto,  si  estese  a  quasi  tutta  la  Sicilia  :  Siracusa 
Noto,  Caltagirone,  Piazza,  Castrogiovanni,  Nicosia  e  Messina  inte- 
sero lo  scuotimento  in  modo  più  o  meno  sensibile  :  a  Palermo  (*)  fu 
abbastanza  forte  e  cominciò  con  lieve  sussulto  per  terminare  con 
ondulazioni  regolari  con  una  durata  totale  di  50*  circa  :  oltre  far  na- 
scere un  po'  di  panico,  fece  fermare  il  pendolo  della  specola.  Esso  si 
propagò  in  Calabria,  a  Reggio  ed  a  Palmi,  e  fu  sentito,  come  ò  detto, 
anche  a  Malta.  Leggiere  e  reiterate  scosse  ed  un  cupo  rimbombo  sot- 
terraneo furono  intese  di  poi  in  Acireale  e  dintorni  :  fra  le  repliche 
dobbiamo  notarne  una  avvenuta  a  10**  V?  i^*J»  ^^^  21  febbraio,  che  fu 
sensibile,  e  due,  sensibilissime  e  di  non  troppo  breve  durata  a  9^  *  , 
d'Italia  del  28  :  queste  però  furono  più  gagliarde  in  Val  di  Noto  (N.  883». 
Altre  repliche  avvennero  fino  al  2  marzo. 

[832]  1818.  Febbraio  23.  Ligoria  Oeeideatale. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  95  -  3ay  Lussac  et  Araoo:  Trembl.  en  i8i8,  pag.  431  - 
Malvasia-De  Rossi:  Djcuinenti  ecc.,  pag.  47  -  Mercalli  G. :  l  terr.  della  Ltguria  ecc. 
pagr.  44-15,  103-1  -  vassallt-Kandi  A.  m.  :  Sopra  il  trem.  del  di  23  di  febbraio  ecc. 

La  prima  scossa,  la  più  intensa,  avvenne  a  7**  10"  pom.  del  23  feb- 
braio :  a  S.  Remo  fu  violentissima,  danneggiò  alcuni  edifìci,  fra  cui  la 
Chiesa  dcirospedale  :  a  Diano  Castello  si  ruppe  una  chiave  della  Chiesa 
parrocchiale  e  soffersero  danni  i  [fabbricati,  specialmente  la  casa  co- 
munale ed  una  di  proprietà  privata  :  ad  Alassio  rovinarono  alcune 
porzioni  di  una  casa;  ad  Oneglia  recò  danni  non  lievi  ed  a  Vence  nel 
Nizzardo  fece  crollare  qualche  edificio,  secondo  la  notizia  di  Gay  Lussac 
ed  Arago,  che  pongono  il  terremoto  a  7**  di  sera  del  24  (fig.  29  A). 

La  scossa  fu  molto  forte  a  Nizza,  Portomaurizio,  Albenga,  Final- 
borgo,  Rialto,  Badalucco,  Savona,  Celle  Ligure,  Frabosa,  Drenerò,  Vil- 
lanova  Solare,  Carde,  Acquij  Alice  e  Nizza  Monferrato  (B). 

Fu  forte  (C)  ad  Alba,  Villa  Stellone,  Peccetto,  Marsiglia  ecc.  ;  sensi- 
bile ad  Asti,  Torino  e  Genova  e  leggiera  al  Gran  S.  Bernardo,  in  Ales- 


(l)  La  mortalità,  secondo  il  Lon^^  fu  distribuita  nel  seguente  modo:  AcibonaccorBi, 
morti  2;  Acireale,  3  (60  feriti),-  Aci  S.  Antonio  e  S.  Filippo,  3;  Aclcatena.  6  (feriti  11); 
S.  Lucia,  1;  Acl  Consolazione,  2;  s.  Giacomo,  4;  S.  Gio.  di  Galerno,  2;  Piedimonte,  7,- 
Trecastatrne,  1;  TrtMuestieri,  1  (4  feriti)  e  Zafferana,  33.  A  Gravina  si  ebbero  4  feriti;  2  a 
S  A^ata  Battiati  ed  1  a  Bronte  e  ad  Acl  Trezza. 

(2j  A  Palermo,  ad  ore  6,20  pom.  del  6  gennaio,  si  era  sentita  una  scossa  ond.  SK-NW 
di  10  secondi  che  incu8.se  timore  ed  unaltra  a  ore  3,42  ant.  del  giorno  8  (ond.  K-w  di 
10  secondi  a  due  riprese). 


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«mandria,    in   qualche  località   di  questa   provincia  e  nel  circondario  di 
Ivrea  :  forse  fu  sentita  anche  a  Milano. 

La  scossa  a  Torino  ebbe  due  riprese:  la  prima  ond.  N-S  di  4»  e  la 
seconda,  seguita  dopo  un  intervallo  di  3%  fu  pure  ond.  ma  più  sensì- 
bile :  a  S.  Remo  durò  12*  ed  a  Porto  Maurizio  IO. 


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Fio.  29. 

Il  mare  nella  spiaggia  di  Antlbo  —  secondo  Arago  è  Gay  Lussac  — 
venne  al  momento  del  terremoto  a  sbattere  con  forza  contro  la  spiaggia. 

Alla  scossa  principale  seguirono  repliche  più  o  meno  sensibili  per 
parecchio  tempo  :  una  avvenne  verso  le  11'*  pom.  dello  stesso  giorno, 
fu  sensibile  a  Torino,  a  Cuneo,  a  S.  Remo,  a  Marsiglia  ecc.  :   a  2^  a. 


34-2  [1818J 

del  24  se  ne  ebbe  una  lieve  a  Torino:  ad  IV"  ant.  di  tale  giorno  altra 
sentita  a  S.  Remo,  a  Nizza  ed  a  Marsiglia. 

Secondo  il  Vassalli  parecchie  altre  scosse  furono  sentite  nel  Nizzanlo 
fino  al  2  marzo,  alcune  delle  quali  anche  forti. 

[883]    1818.  Febbraio  28.  Val  di  Noto  (SiciUa). 

LoNGo  A.:  Mem.  stor.  Jlsica  sul  trem.  ecc.,  pag.  27  -  Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag*.  n. 

Al  28  febbraio,  a  9^  Vs^  ì^  Catania,  secondo  il  Longo,  si  sentirono 
due  scosse  abbastanza  intense  e  lunghe,  le  quali  furono  più  gagliarde 
in  Val  di  Noto,  ove  non  poche  città  ebbero  a  soffrire  molti  danni.  Il 
Ferrara  {Descriz.  delVEtna^  pag.  149),  senza  indicazione  di  ora,  af- 
ferma che  nel  giorno  28  fu  sentita  una  scossa  a  Palermo,  la  quale  ri- 
tengo corrisponda  al  tremuoto  precedentemente  indicato. 

Al  V  marzo,  a  3**  29"  ant.,  TOsservatorio  di  Palermo  registra  una 
scossa  ond.  E-W  di  22%  le  cui  ondulazioni  furono  forti  e  regolari,  e 
nel  giorno  2,  secondo  le  notizie  da  me  raccolte,  a  Mineo  ed  a  Pala- 
gonia  ed  in  Val  di  Noto  si  ebbe  una  scossa  con  danni.  Dubito  che  la 
data  di  quest'  ultima  sia  eiTata  e  che  tale  terremoto  corrisponda  alla 
scossa  del  l**  marzo  sentita  a  Palermo,  oppure  si  identifichi  con  quella 
del  28  febbraio. 

A  questo  terremoto  corrispondono  certamente  le  seguenti  notizie  co- 
municatemi dal  signor  C.  Guzzanti,  le  quali,  per  essere  state  nel  1897 
raccolte,  dietro  mia  preghiera,  dalla  viva  voce  dei  contemporanei,  pog 
sono  contenere  un  evidente  errore  nelle  date,  quantunque  non  sia  im- 
probabile un  risveglio  del  centro  sismico  di  Miueo. 

«  La  notte  del  28  gennaro...  [a  Mineo]  vi  fu  una  scossa  di  terremoto 
abbastanza  sensibile  seguita  per  otto  giorni  da  continue  e  leggiere 
scossette.  Il  giorno  5  febbraio  poi,  verso  Tavemaria...  fu  avvertita  una 
fortissima  scossa  di  teiTemoto,  che  produsse  nelle  campagne  e  nel 
paese  moltissimi  danni.  Nella  Chiesa  di  S.  Pietro  si  spezzò  una  delie 
grosse  catene  di  ferro  della  grande  navata,  che  ebbe  a  soffrire  varie 
screpolature  ;  dal  prospetto  principale  cadde  una  delle  grandi  statue 
ornamentali.  Nella  Chiesa  di  S.  Maria  Maggiore  fii  distrutto  parte  del 
campanile  con  la  grande  croce  di  ferro  che  lo  sormontava.  La  chiesa 
soffri  varie  e  profonde  lesioni.  A  S.  Francesco  il  campanile  si  contorse 
e  la  statua  della  Immacolata  fa  atterrata.  Si  spaccò  la  Chiesa  d' Itria 
e  cadde  buona  parte  del  campanile  del  Collegio  dei  Gesuiti.  I  terremoti 
durarono  per  molti  giorni.  Molti  degli  abitanti  recaronsi  nelle  cam- 
pagne, altri  eressero  baracche...  e  non  rientrarono  nelle  proprie  abi- 
tazioni che  verso  il  maggio.  Si  ebbe  a  deplorare  qualche  vittima  e 
molti  furono  i  feriti». 

Nei  Materiali  ecc.  da  me  pubblicati  trovo  poi  notizie  di  altre  scosse 


[)818] 


M3 


sentite  a  Palermo  :  una  di  SO»  a  9^  29"  pom.  del  4  marzo,  tre  o  quattro 
lievi  a  10*»  45°»  pom.  dell'  8  e  due  leggiere  ad  S^  30"*  pom.  del  20,  ed 
Infine  una  E-W  di  10*  circa  ad  V"  29"  ant.  del  13  aprile,  seguita  da 
replica  più  lieve  verso  le  4**  ant. 

[884]    1818.  Maggio  3.  Ancona. 

Baratta  M-  :  Materiali  ecc.,  pag.  96. 

Alle  4^  pom.  circa  del  3  maggio  forte  scossa  :  panico  grandissimo 
ma  nessun  danno  :  tutta  la  popolazione  abbandonò  le  case.  Una  scossa 
mediocre  era  stata  sentita  nel  giorno  30  aprile. 

[885]  1818.  Settembre  8.  Madonii)  (Sicilia). 

Baratta  ài.  :  Materiali  ecc.,  pag.  96-97  -  Scinà  D.  :  Rapp.  del  viaggio  alle  Madonie  ecc. 

Il  giorno  8  settembre  1818,  a  10**  37"  ant.,  a  Palermo  fu  intesa  una 
i^cossa  ond.  E-W  di  15%  che  fece  fermare  il  pendolo  deirOsservatorio. 
Nei  paesi  circostanti   i    monti   delle   Madonie   causò   moltissimi   danni 


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FiG.  30. 

specialmente  a  Petralia  Soprana  e  Sottana,  a  Polizzi,  a  Caltavuturo  ed 
a  Scillato,  distrusse  inoltre  poche  case  all'occidente  di  Gerace  Siculo  e 
ne  abbattè  varie  a  tramontana  di  Gangi  ;  Castelbuono,  S.  Mauro,  Isnello, 
Coliesano  e  località  vicine  sentirono  la  scossa  con  poco  o  nessun  danno. 
Il  centro  di  questo  terremoto  parve  essere  tra  le  due  Petralie  e  Polizzi. 

Nella  fig.  30  è  indicata  V  area  dei  gi*avi  danni  e  quella  dei  minori 
recati  da  tale  scuotimento. 

Alle  11*»  30"  pom.  della  stessa  giornata  a  Palermo  si  senti  una  forte 
scossa  che  non  apportò  alcun  danno  e  che  pare  sia  stata  avvertita 
solo  nei  dintorni  della  città.  In  settembre,  in  ottobre  ed  in  novembre 
nei  paesi  circostanti  alle  Madonie,  furono  intese  varie  repliche,  special- 
mente  alle  Petralie,  a  Polizzi  ed  a  Caltavuturo  ;  a  Castelbuono  e  Col- 
iesano se  ne  rese  sensibile  solo  qualcuna  nell'ottobre  e  nel  novembre: 
nessuna  invece  a  Pollina  ed  a  Isnello.  L'Osservatorio  di  Palermo  non 
ne  segnala   che   una  ad   11**  30°"  pom.  del  12  novembre,   un'altra  ad 


8^20™  pom.  del  14,  seguita  da  replica  ad  11^  pom.  della  stessa  giornata: 
ma  queste  scosse  sono  forse  corocentriche. 

Al  25  febbraio  1819,  a  0**  24""  ant.,  Palermo  fu  urtata  da  un  forte  ter- 
remoto ond.  E-W  di  35%  a  tre  riprese,  che  fece  fermare  nuovamente 
il  pendolo  della  Specola  :  alle  Madonie  la  scossa  ebbe  pressoché  eguale 
forma  e  durata  ma  una  intensità  incomparabilmente  maggiore.  Molti  danni 
causò  a  Castelbuono,  a  Ceraci,  ad  Isnello,  a  Collesano,  a  S.  Mauro  ed 
a  Lascari  :  minori  a  Pollina,  a  Gratteri  ed  a  Cefalù.  A  Palermo  ed  a 
Termini  fu  più  gagliardo  che  quello  deir8  settembre  1818.  Fu  sentito 
anche  ad  Alimena  senza  però  avervi  apportato  lesione  alcuna.  Se  causò 
qualche  danno  a  Petralia  Sottana,  a  Polizzi  ed  a  Caltavuturo  ciò  suc- 
cedette perchè  le  fabbriche  erano  già  state  indebolite  dal  precedente 
terremoto. 

Il  centro  di  questo  nuovo  scuotimento  pare  sia  stato  nei  pressi  di 
Castelbuono. 

Nella  cartina  che  accompagna  la  descrizione  di  questi  terremoti  si 
trova  delimitata  anche  la  zona  dei  danni  maggiori  e  quella  dei  lievi 
inferti  dal  nuovo  parossismo  del  25  febbraio. 

Dopo  il  25  febbraio  continuarono  a  sentirsi  numerose  e  forti  repliche 
a  Castelbuono,  a  Collesano,  ad  Isnello  ed  a  S.  Mauro,  le  quali  furono 
però  insensibili  a  Petralia  Soprana,  a  Buonpietro,  a  S.  Maria  del- 
l' Olio  ed  a  Scillato. 

L'attività  sismica  fu  abbastanza  accentuata  nel  marzo  e  neiraprìle 
dopo  di  che,  le  repliche  decrebbero  di  numero  e  di  energia  per  cessare 
poi  totalmente. 

In  occasione  della  scossa  del  25  febbraio  diroccò  un  gran  masso  e 
parecchi  altri  si  fessurarono  suU'orlo  delle  montagne  di  Geraci,  dalla 
parte  di  mezzodì  e  di  scirocco  :  la  terra  si  squarciò  il  giorno  appresso 
nella  regione  «  Mondoletto  >  in  territorio  di  Collesano,  sotto  le  Ma- 
donie. Tale  apertura,  di  forma  elittica,  comprendeva  col  suo  circuito  di 
circa  un  miglio,  quasi  30  salme  di  terra  che  furono  qua  e  là  ripiene 
di  fenditure  ;  la  maggior  larghezza  dell'apertura  era  di  4-5  piedi,  la 
minore  di  2-3  pollici  e  la  profondità  di  10  piedi  circa.  Nell'atto  in  cui 
la  terra  venne  a  spaccarsi  si  udi  un  forte  rumore. 

Riguardo  alle  repliche  noterò  che  esse  furono  sempre  precedute  da 
rombo  e  che  in  aprile  e  maggio  udissi  talvolta  un  fragore  cupo  senza 
che  fosse  seguito  da  sensibile  scuotimento. 

Rispetto  al  valore  dei  danni  gioverà  il  seguente  riassunto  : 

Caltavuturo  abitanti  3408  danni  in  oncie    3492 

Cefalù  »       9000  »                300 

Castelbuono  »       7000  »             46109 

Geraci  »       2467  »             7239 


[isifi 

ì - 1819] 

345 

CoUesano 

abitanti  3000    danni 

in 

oncie 

7968 

Isnello 

» 

2095 

» 

4224 

PAtralia  Soprana 

» 

3944 

ì> 

270 

»        Sottana 

» 

4300 

» 

1955 

Polizzi 

ì> 

4000 

» 

11199 

S.  Mauro 

» 

3830 

» 

3759 

Scillato 

» 

186 

» 

76 

Lascari 

» 

508 

» 

421 

L'area  entro  cai  i  maggiori  scuotimenti  fdrono  sensibili  non  oltre- 
passò da  SE  ed  E  Nicosia,  da  SW  ed  W  Caltanisetta  e  Vallelonga:  a 
NW  si  estesero  ma^iormente  perchè  farono  sentiti  a  Palermo. 

Le  repliche  farono  —  come  ò  detto  —  più  localizzate,  giacché  pas- 
sarono inosservate  a  Resattano,  a  Cefalù  ed  a  Termini. 

[886]    1818.  Dicembre  9.  Emilia. 

Babatta  u.:  Materiali  ecc.,  pag.  96  -  Malvasu-Db  Bossi:  Documenti  ecc.,  pag.  48  -  Per- 
REY  A.  :  Tremai,  penins.  Ital.,  pag.  S4. 

Circa  le  7^  pom.  deirs  dicembre  in  Parma  lieve  scossa  sentita  anche 
a  Genova,  a  Modena,  a  Reggio  ed  a  Livorno.  Alle  7*^  52-55'^  pom.  del 
pomo  9  a  Parma  fortissima  scossa  SW-NE  di  7-8%  che  fece  cadere  in 
città  molti  comignoli,  17  dei  qaali  nella  sola  parrocchia  di  S.  Qaintino  ; 
fu  più  violenta  in  alcuni  paesi  situati  sulla  sponda  sinistra  del  torrente 
Parma  e  specialmente  a  Langhirano  e  sua  frazione  Arola  ed  a  S.  Mi- 
chele. A  Reggio  (suss.-ond.  5*)  causò  molto  panico,  fece  tintinnare  i 
vetri  e  nella  regione  collinesca  abbattè  dei  comignoli.  Tale  scossa  fu 
forte  a  Modena  (S-N),  a  Genova  (suss.-ond.  S-N  di  14»),  a  Vicenza,  ove 
durò  circa  un  minuto,  a  Bottigliera  presso  Asti  (ond.  S-N  di  IO)  ;  fu 
sentita  a  Verona  e  leggermente  a  Milano  ed  a  Bologna  ('). 

A  10**  pom.  del  10  lievi  repliche  a  Reggio  ed  al  1«  febbraio  1819, 
ad  8^  ant.,  una  leggiera  a  Parma. 

La  zona  epicentrale  e  V  area  fortissima  sono  delineate  nelle  cartine 
23  e  25  ;  in  quest'  ultima  poi  è  tracciata  anche  la  zona  isosismica 
forte  (C)  e  quella  sensibile  (D). 

[887J    1819.  Gennaio  8.  LÌ£;oria  oecidentale. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pa^r.  97. 

Verso  le  11*»  30"  p.  dell' 8  gennaio  a  Portomaurizio  varie  scosse, 
fra  le  quali  una  assai  violenta  ond.  W-E,  che   causò  danni  a  qualche 


(1)  Mentre  stavo  correggendo  le  bozze  di  stampa  di  questo  foglio  6  trovato  la  notizia 
cbe  a  Mantova  la  scossa  del  9  die.  fu  gagliarda,  della  durata  di  parecchie  secondi  e  che 
fece  crollare  alcuni  comignoli  (Oionta:  Il  Jloretto  delle  cronache  di  Mantova  continuato  ecc. 
ivi  1SI4,  pag.  335).  Quindi,  se  detta  città  non  costituisce  un  punto  Isolato  di  maggior 
flcuotlmento,  la  taoslsma  fortissima  dovrebbe  comprendere  anche  tale  località. 


346  [1819J 

casa  di  poco  buona  costruzione  :  anche  a  S.  Remo  vari  edifici  ripor- 
tarono notevoli  fenditure.  Tale  scossa  fu  sentita  fortemente  non  solo 
dai  bastimenti  che  erano  in  rada,  ma  eziandio  nei  paesi  sulla  mon- 
tagna :  fu  sensibile  ad  Alassio  ed  a  Genova  :  passò  inavvertita  a  Nizza . 
Nella  notte  a  S.  Remo  due  repliche  lievi  ed  un'altra  ad  1**  IS*^  ani . 
del  giorno  9  :  a  4^  ant.  del  20  a  Genova  una  lieve  avvertita  da  pochi. 

[888]    1819.  Gennaio  25.  Madonie  (Sicilia). 

Vedi  1818  :  8  settembre,  N.  885. 

[880]    1819.  Maggio  26.  Corneto  (Roma). 

Baratta  M.  :  op.  clt.,  pag.  91. 

A  6*»  ital.  del  26  maggio  una  fortissima  scossa  a  Corneto  recò 
guasti  a  varie  case  :  dal  terremoto  fa  ivi  rovesciata  la  famosa  cupola 
detta  «  il  Castello  »  e  resa  inservibile  la  Chiesa  di  S.  Francesco.  Fu 
sentito  lungo  la  costa  del  Mediterraneo  con  danni  più  o  meno  sensibili. 
Secondo  il  Perrey  {Trenìbl.  penins,  Ital,^  pag.  84)  alla  fine  di  questo 
mese  furono  sentiti  violenti  scuotimenti  a  Viterbo  :  la  qual  notizia  con 
probabilità  è  errata,  poiché  i  Documenti  Malvasia-De  Rossi  (pag.  49\ 
accennato  il  terremoto  di  Corneto,  aggiungono  che  nello  stesso  giorno 
in  cui  questa  città  veniva  danneggiata  dal  detto  terremoto,  quella  di 
Viterbo  lo  era  da  un  uragano.  Non  è  improbabile  che  la  scossa  di  Cor- 
neto sia  stata  sentita  anche  a  Viterbo  mentre  infuriava  un  temporale, 
per  opera  del  quale  sarebbero  avvenuti  altri  sinistri. 

[890]    1819.  Maggio-Luglio.  Etna. 

Greco  g.  m.  :  Degli  scrttt.  che  han  tratt.  dei  trem.  di  Basilicata^  pa^r.  idO  -  Mara  vigna  (  ;.  : 
Ist.  dell  incendio  dell'Etna  del  mese  di  maggio  iSiO,  pag.  11,  16,  Catania  181P. 

Circa  la  mezzanotte  del  27-28  maggio  terremoto  nella  regione  etnea  : 
nel  giorno  28  varie  repliche  e  nella  notte  fra  il  1*>  ed  il  2  luglio  in 
Catania  forte  scossa,  più  intensa  a  Chiaromonte  e  nella  notte  del  26-27 
altre  due  molto  forti  a  Catania.  Il  Mar;ivigna  nella  sua  monografia 
suireruzione  dell'  Etna  del  1819  ricorda  che  a  5^  ital.  del  27  maggio 
r  ignivomo  monte  fu  scosso  da  un  terremoto  che  si  estese  abbastanza 
sensibilmente  fino  alle  sue  falde  e  che  si  rese  sensibile  sino  a  Catania, 
e  che  altre  forti  e  frequenti  furono  ivi  sentite  fino  al  22  giugno. 

[891]     1819.  Dicembre  24-25.  Foligno  (Umbria). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  97. 

Nella  sera  del  24  dicembre  varie  scosse  a  Foligno  :  replicarono  nu- 
merose e  forti  nel  giorno  25  :  incussero  grande  panico,  ma  nessun 
grave  danno. 


[1820- L821]  347 


[892]     1820.  Mineo  (Catania). 

NotiyJa  ms.  comunicatami  dal  signor  C.  Guzzantl  di  Mineo- 

Nell'anno  forte  terremoto  a  Mineo  senza  danni  considerevoli. 
[893]     1821.  Marzo  22.  Rieti  (Umbria). 

Baratta  M.  :  op.  cit.,  pag.  98.  (1) 

ÀI  22  marzo  una  scossa  recò  gravi  danni  a  Rieti,  e  nel  medesimo 
tempo^  dicesl,  si  vide  nscire  dal  fiume  di  «  Canera  >  una  colonna  di 
fuoco  (?),  la  quale  passando  sopra  la  città,  andò  a  gettarsi  nel  lago  di 
Cantalice. 

[894]    1821.  Agosto  2,  Settembre  12.  Catanzaro,  Nicastro. 

Baratta  m.  :  op.  cit.,  pag.  9H  -  Malvasia-De  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  49. 

Il  2  agosto,  circa  le  S^  ant.,  in  Napoli  da  pochi  fu  sentita  una  leg- 
giera scossa  di  6*  circa,  che  fu  la  eco  di  forte  terremoto  avvenuto  nei 
pressi  di  Catanzaro  ove,  sotto  la  rovina  di  alcune  case  perirono  diverse 
persone.  Dopo  un  periodo  di  quiete,  a  12**  della  notte  del  12  (agosto  o 
settembre  ?)  a  Catanzaro  altra  fortissima  scossa,  cui  susseguì,  quindici 
minuti  dopo,  una  replica  ugualmente  intensa,  che  apportò  nuovi  danni 
a^li  edificii,  senza  però  fame  rovinare  alcuno.  La  stessa  intensità 
spiegò  il  terremoto  nel  circondario  di  Nicastro,  ove  al  6  ottobre  fu- 
rono inoltre  sentite  altre  scosse. 

r895]    1821.  Ottobre.  Siena. 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.;  pag.  98. 

Dall'  11  al  14  ottobre  in  Siena  varie  scosse,  specialmente  circa  le 
12*»  della  notte  e  sul  far  del  di  di  ciascun  giorno.  Ne  furono  intese 
8-10  per  ogni  24*»,  tutte  lievi,  ond.  W-E,  ed  assai  più  sensibili  a  S.  Co- 
lomba, villa  del  collegio  Tomei,  a  ponente  della  città.  Nei  giorni 
15-16  varie  repliche  e  5  altre  nella  notte  18-19.  Dopo  una  calma  di 
poco  più  di  una  giornata,  ad  8^  72  ^^^*  ^^^  ^^  ^^&  forte:  nel  mattino 
del  24  varie  più  leggiere  delle  precedenti.  Questo  periodo  sismico  non 
apportò  alcun  danno. 

Campani  e  Toscani  {Sui  terr.  avv.  ecc.,  pag.  291)  registrano  dal- 
1*8  ottobre  al  15  novembre  molte  scosse  «  spaventevoli  »  ed  altre  quasi 
giornaliere  dal  13  al  27  ottobre. 

[896]    1821.  Novembre  22.  Terremoto  Adriatico. 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  98  e  SulVattiv.  sism.  nella  Capitanata^  pag:.  12-13  (estr.) 

A  2**  15"  ant.  del  22  novembre  a  Napoli  fu  avvertita,  non  però  ge- 


li) Nei  miei  Materiali  [loc.  cit.)  erroneamente  tale  terremoto  è  attribuito  al  maggio. 


348  [1821  - 182:2] 


neralmente,  una  lieve  scossa  ond.  E-W  di  18'  circa,  la  quale  a  Ghie  ti 
fu  forte  ed  incusse  panico  nella  popolazione  che  usci  all'aperto.  I  paes^i 
situati  lungo  la  costa  adriatica  dal  Gargano  a  Termoli  soflìùrono  danni  : 
a  Termoli  ed  a  Porto  Cannone  gli  scuotimenti  furono  sette,  ond,  E  W  : 
quivi  tutti  gli  abitanti  uscirono  dalle  case  rimaste  danneggiate  e  qual- 
cuna anche  demolita.  A  Lesina  molti  fabbricati  furono  gravemente  le- 
sionati. Alle  isole  Tremiti  caddero  le  mura  del  Castello,  eccettuata  la 
parte  di  ponente  ;  a  Foggia  il  terremoto  fu  sensibilidsimo  ma  non  pro- 
dusse danni  :  fu  inteso  in  Campobasso  e  provincia  :  a  Teramo  fu  av- 
vertito da  pochi. 

Alla  mezzanotte  del  25  dicembre  la  costa  del  Gargano  a  Teramo  fn 
urtata  da  due  forti  scuotimenti  ond.  che  non  causarono  danni. 

Data  la  forma  e  V  andamento  della  scossa,  si  comprende  che  il 
centro  del  precedente  terremoto  sia  stato  a  mare  fra  la  costa  di  Ter- 
moli e  le  isole  Tremiti. 

[897]    1822.  Febbraio  19.  Chambery  (Savoia). 

BiLLiET  A.  :  Notice  sur  des  tremblemerUs  ecc.,  pag.  Lxix. 

Nel  febbraio  violentissimo  terremoto  a  Chambery  e  dintorni,  sentito 
a  S.  Giovanni  di  Moriana  e  paesi  circostanti.  Il  Vogler,  citato  dal  Mer- 
calli  (I  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  45)  indica  pel  19  febbraio  un 
terremoto  forte  con  lesioni  degli  ediflcii  nel  Vallese  ed  in  Savoia,  cui 
certamente  si  riferisce  la  notizia  del  Billiet  sopra  citata. 

[898]    1822.  Aprile  6-10.  Nicosia  (Catania). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  99  -  Malvasia-de  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag*.  50-51. 

Nella  sera  del  6  aprile  in  Nicosia  e  paesi  adiacenti  forte  scossa  che 
recò  gravi  danni  ai  fabbricati  :  le  commozioni  telluriche  replicarono 
nei  susseguenti  giorni  8,  9  e  10  ;  a  circa  le  4**  pom.  di  quest'  ultimo 
un  parossismo  violento  urtò  detta  città,  spargendo  la  desolazione  fra 
gli  abitanti,  costretti  ad  abbandonare  le  case  state  danneggiate.  A  Ca- 
pizzi,  a  Cesarò,  a  Sperlinga,  a  Troina  ed  in  altri  comuni  circonvicini 
le  scosse  furono  innocue.  Nel  mattino  dell'  11  nuovo  scuotimento  sen- 
sibilissimo seguito  da  altre  repliche. 

[899]    1822.  Luglio  14.  Belvedere,  Umbriatico  (Cotronese). 

Baratta  M.  ;  Materiali  ecc.,  pag.  99. 

Ad  1^  di  sera  del  14  luglio,  a  Catanzaro  una  lieve  scossa  avvertita 
anche  a  Cotronc,  Umbriatico  e  Belvedere,  nelle  quali  ultime  due  loca- 
lità fu  molto  forte  e  causò  qualche  lesione.  Al  30  luglio  altra  scossa  a 
Catanzaro. 


[1823]  349 

[900]    1823.  Marzo  5.  Naso,  Falerno. 

a\K  %TTA.  M.  :  Matertalt  ecc.,  pag.  100-101  -  Ferrara  f.  :  Afemor.  8  pra  i  trem,  della  Sicilia 
ecc.  -  RtftessUmi  sul  tremuoto  avvenuto  in  Palermo  ecc. 

Il  ^omo  16  febbraio,  ad  11*"  pom.,  in  Palermo  lievissima  scossa  di 
terremoto:  al  5  marzo,  ad  1**  30"*  pom.,  una  lieve,  ed  alle  3^  pom.  circa 
una  replica  meno  sensibile  della  precedente  :  queste  ultime  due  furono  si 
forti  a  Naso  che  gli  abitanti  credettero  prudenza  abbandonare  la  città. 
A  5*  37"*  pom.  dei  giorno  5  un  parossismo  disastroso  colpiva  questa 
città  ed  il  littorale  tirrenico  sino  a  Patti.  A  Palermo,  secondo  il  comu- 
nicato deirOss«irvatorio,  la  scossa  fu  ond.  della  durata  di  23"  :  secondo 
il  Ferrara  invece  si  ebbe  un   urto  suss.,  quindi   un   movimento  ond. 
]uù  vigoroso,  poscia  un  altro  della  stessa  natura,   ma  meno  forte,  cui 
seguì  una  quarta  ripresa  del  tutto  eguale  alla  seconda,  quindi  un  nuovo 
urto  verticale  come  la  prima  fase  :  la  durata  totale  fu  stimata  di  16-17" 
e  la  direzione  predominante  NE-SW.  A  Patti  durò  12"  e  10  a  Messina, 
ove  f\i  ond.  N-S.  Palermo  sofih:!  molti  danni  e  fu  osservato  che  in  questa 
occasione  furono  devastati  gli  stessi  rioiii,  anzi  precisamente  le  stesse 
case  che  nel  1726  (vedi  N.  643).  In  diversi  luoghi  caddero  le  parti  più 
alte  degli  edificii.  in  moltissimi  dei  quali  si  aprirono   tosto  o  successi- 
vamente (andando  sempre  più  ingrandendosi)  numerosi  spacchi,  sicché, 
«luantunque  poche  sieno  state  le  case  rovesciate,  moltissime  furono   le 
devastate,  molte  le  danneggiate  e  pochissime  quelle   che   nulla  ebbero 
a  «offrire. 

Fra  gli  edifici  danneggiati  meritano  menzione  il  palazzo  Belsito  cui 
crollò  parte  del  4"*,  del  3"  e  del  2**  piano  :  le  chiese  di  S.  Francesco  e 
di  S.  Anna,  e  quella  di  S.  Nicolò  da  Tolentino  che  perdette  la  volta 
della  navata  principale  ;  il  palazzo  Lucchese,  cui  crollò  un  porzione  del 
maro  estemo  del  2'»  piano  e  quello  Valguamera  che  ebbe  demolite  varie 
btanze. 

I  maggiori  danni  avvennero  nel  sobborgo  <  Molo  »,  air  Arsenale 
della  marina,  al  carcere  detto  «Sesta  Casa»  e  presso  porta  «Clarbone». 
In  tale  disastro  si  ebbero  a  deplorare  19  morti  e  25  feriti. 

In  Monreale  risenti  pochissimi  danni  il  monastero  Benedettino,  la 
casa  dei  PP.  Conviventi  ed  il  Seminario.  A  Parco  il  Collegio  di  Maria, 
il  monastero,  la  parrocchia  e  qualche  casa  rustica.  A  Piana  de'  Greci 
rovinarono  i  merli  della  toiTe.  A  Capaci  t\i  devastato  assai  il  duomo, 
due  magazzini  ed  alcune  case.  A  Ca^tellamare  la  sola  casa  comunale 
(»bbe  ingrandite  le  fenditure  del  1819.  Ad  Alcano  la  scossa  fu  forte  e 
meno  assai  a  Trapani. 

Ad  oriente  di  Palermo  i  danni  furono  maggiori  ;  ad  Altavilla  fu 
colpito  il  ponte  ;  a  Trabia  il  castello  ;  a  Godrano  il  duomo  ed  alcune 
rai^o  furono  tVacassate  ;  a  Termini  fu  danneggiato  il  convento  di  S.  An- 


350 


[1823] 


tonino,  il  collegio  di  Maria  e  varie  case  particolari.  In  Lascari  quasi 
tutte  le  case  furono  danneggiate,  alcune  divennero  inabitabili  e  caddero 
molti  muri  ;  Ogliastro  fu  poco  colpito  ;  in  Ciminna  crollò  V  alto  di  un 
campanile  e  rovinò  gran  parte  della  torre  dell'orologio,  uccidendo  una 
persona  :  a  Rocca  Palumba  fu  rovinata  V  unica  chiesa  ;  in  Corleone 
fece  cadere  qualche  fumaiolo  e  tettoia  ;  a  Montemaggiore  rovinò  il 
teatro,  un  magazzeno  ed  alcune  case  ;  Cefalù  ebbe  vari  danni  sia  entro 
che  fuori  le  mura,  e  così  pure  Pollina  e  Finale,  ove  5  case  caddero 
r  11  marzo  ;  a  Cerda  furono  colpite  la  chiesa  ed  alcune  case  e  fti  di- 
strutto un  forte  :  a  Scillato  soflfrl  la  volta  della  chiesa  parrocchiale  con 
qualche  casa  particolare;  in  Gratteri  la  chiesa  di  S.  Giacomo  ed  alcune 
case  :  in  CoUesano  si  ebbero  a  do.plorare  danni  considerevoli,  e,  fi'a 
r  altro,  rovinò  la  gran  fabbrica  dell'  ospedale.  In  Isnello  aumentarono 
le  lesioni  nelle  case  danneggiate  del  terremoto  del  1819  :  simile  sorte 
ebbero  Gerace  (ove  il  duomo  fu  ridotto  in  stato  rovinoso),  Gastelbuono 
e  S.  Mauro.  Naso   fu  quasi   totalmente  devastata  ;  un  gran  numero  di 


I     I* a ds i*a» 


Fio.  31. 

case  fu  distrutto  ;  crollarono  o  furono  in  gran  parte  abbattuti  1'  ospe- 
dale, il  monastero,  le  chiese  di  S.  Pietro,  delle  Anime,  di  S.  Demetrio 
ed  il  duomo  ;  soflFri  meno  il  quartiere  del  Salvatore.  Non  morirono  che 
due  persone,  avendo  di  già  la  popolazione,  come  sopra  ò  detto,  abban- 
donate le  abitazioni  per  lo  spavento  causato  dalle  due  scosse  precorri- 
trici del  parossismo.  La  cattedrale  di  Patti,  il  palazzo  vescovile  e  varie 
case  furono  pure  danneggiate  ;  nella  chiesa  di  8.  Gio.  Battista  di  Bar- 
cellona Pozzo  di  Gotto  si  aprì  una  grande  fenditura  nel  campanile, 
minaccioso  di  rovina,  l^a  scossa  fu  forte  ma  senza  danni  a  Milazzo  ed 
a  8.  Lucia  ;  in  Messina  produsse  alcune  lievi  lesioni.  A  Caltavuturo  soffri 
qualche  edificio  in  cattivo  stato  ;  ad  Alimena  f\i  danneggiato  il  duomo 
ed  il  convento.  Il  terremoto  fu  leggero  a  Catania,  fu  sentito  da  pochi 
a  Siracusa  ed  in  qualche  località  della  provincia  dì  Girgenti  ;  mentre 
passò  inosservata  a  Modica,  fu  invece  abbastanza  forte  a  Stromboli,  a 
Salina  ed  a  Lipari. 

Fu  notato   che  le   acque  termali  di   Termini  crebbero  in  occasione 
del  terremoto  di  quantità  e  divennero  più  calde  e  fangose. 


[1823]  351 

In  Celala  il  mare  repentinamente  innondò  il  lido  e  quindi  si  ritrasse 
■Biqwrtando  dapprima  verso  terra  alcane  barche  e  poscia  assai  bru- 
scamente riportandole  al  di  ih  del  luogo,  ove  prima  si  trovavano;  lo 
stesso  fenomeno,  però  con  minor  intensità,  fu  avvertito  in  tutto  il  lit- 
torale  fino  a  Palermo. 

Nella  contrada  Pozzillo  e  S.  Agata  presso  Ogliastro  si  aprirono  di- 
verso fenditure  nel  terreno  che  fu  sconvolto  sopra  una  estensione  di 
oOO  salme  :  una  squarciatura  si  determinò  pure  neir  abitato  di  Naso. 

Concludendo  :  la  costa  tra  capo  Orlando  e  capo  Calava  fu  certa- 
mente la  più  intensamente  urtata  dai  fenomeni  sismici  ed  io  non  esito 
menomamente  a  porre  quivi  il  centro  principale  di  scuotimento  :  l'area 
dei  gravi  danni  si  estende  lungo  la  riviera  da  Patti  a  Palermo  e  poco 
»i  allontana  dal  mare  :  però  pare  che  a  Palermo  cause  topograflco- 
geologiche  e  l'attività  di  un  centro  proprio  (che  in  modo  secondario 
abbia  agito)  abbiano  cooperato  ad  aumentare  i  danni. 

L' unita  cartina,  che  rappresenta  V  andamento  delle  principali  iso- 
hisme,  mi  dispensa  di  aggiungere  ulteriori  spiegazioni  ;  con  A  è  indi- 
cato Tepicentro  della  scossa  5-III  ;  con  B  il  limite  della  zona  isosismica 
disastrosa  ;  con  C  quella  della  rovinosa  ;  con  D  la  fortissima  ;  con  E  la 
forte  e  con  F  la  mediocre. 

Dopo  la  grande  scossa  avvennero  qua  e  colà  delle  repliche,  come  si 
scorge  dal  qui  unito  elenco  : 

Marzo  6)  Palermo,  3*» 30™  ani.,  alcune  leggere  scòsse;  S.  Lucia  di  Mi- 
lazzo, 7^45"*  e  9*»  30"  ital.  (notte),  due  forti  con  rombi  intese  a  Messina  e 
non  a  Palermo  ed  altri  luoghi  occidentali  :  vari  rombi  ad  intervalli  -  8)  Pa- 
lermo 0*»15™  ant.  leggere  scosse  -  26)  ivi,  11*»  30™  ant.  altra  idem  -  27)  Fa- 
vignana,  forte  scossa  che  fece  cadere  parte  dell*  antica  fortezza  seppellendo 
22  persone  -  3i)  Messina,  20*»  52™  ital.,  mediocre  scossa  ond.  di  5-6." 

i  Aprile)  Ivi,  8*»  30™  e  10*»  ital  ,  due  scosse  :  allo  Stromboli,  dopo  aprile, 
scosse  frequenti  che  tennero  in  apprensione  gli  abitanti  :  risveglio  eruttivo 
del  vulcano. 

:'/?  maggio  Castelbuono,  Isnello,  16*»,  breve  ma  forte  scossa  sentita  anche 
nelle  vicinanze. 

i2  giugno)  Palermo,  5*»  45™  pom.,  lieve  scossa. 

i5  luglio)  Milazzo,  Messina,  20*»,  scossa  sensibile  :  fu  molto  più  forte  spe- 
cialmente a  Scaletta  e  poi  a  Regalbuto,  a  Centorbi  ed  a  S.  Filippo  :  fu  intesa 
5i  Catania,  a  Scicli  e  lievevemente  a  Caltagirone  -  24  prima  del)  Palermo 
<*  villaggi  circostanti  varie  scosse. 

io  agosto)  Palermo  5*»  ant.,  quattro  scosse  mediocri  NE-SW  :  furono  sen- 
tito ad  Alcamo,  a  Calataflmi,  a  Salemi,  a  Corleone,  a  Chiusa  e  leggermente 
anche  a  Mazzara. 

Le  precedenti  notizie  ci  fanno  conoscere  un  fatto  importantissimo, 
^•he  cioè   non   si   ebbero   vere   repliche   nell'  nrea   più   profoudaviento 


352  [1823  -  1825] 


commossa,  ma  che  invece,  dopo  il  parossismo  del  giorno  5,  si  ridesta- 
rono vari!  centri  di  scuotimento,  specialmente  nei  pressi  di  Milazzo,  di 
Messina,  di  Scaletta  Zanclea,  delle  Eolie,  delle  Madonie,  di  Palermo 
e  deir  isola  di  Favignana.  Ma  di  ciò  parlerò  in  altro  luogo. 

[901]    1823.  Marzo  27.  Isola  di  Favignana. 

Vedi  a  pag.  351  fra  le  repliche  del  terremoto  del  5  marzo  1823  (N,  899). 

[902]    1824.  Febbraio  4.  Bobbio,  Voghera  (Pavia). 

Baratta  m.:  Sul  terr,  vogherese  ecc.,  pag.  4  5  (estr.) 

A  10**  50™  pom.  del  4  febbraio  a  Bobbio  due  forti  scosse  di  2-3%  a 
breve  intervallo  V  una  dall'  altra  ;  molti  per  la  violenza  della  commo- 
zione e  per  la  intensità  del  rombo  furono  risvegliati  :  a  Voghera  il 
terremoto  fu  pure  forte;  durò  4»,  e  causò  la  faga  generale  dalle  case. 
Fu  avvertito  anche  a  Varzi,  a  Vercelli  (lieve  E-W)  :  pare  sia  passato 
inosservato  a  Genova.  Non  fu  seguito  da  repliche. 

[903]    1824.  Agosto  12.  Selvaplana  (Romagna). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc..  pagr.  101. 

A  1^  ant.  del  12  agosto  a  S.  Piero  in  Bagno  (fraz.  di  Bagno  di  Ro- 
magna) tre  scosse  consecutive  che  fecero  suonare  le  campane  dell'oro- 
logio pubblico  :  alle  8**  ant.  due  repliche  assai  più  intense  fecero  ab- 
battere un  comignolo;  in  alcuni  luoghi  vicini  si  aprirono  lesioni  nel 
muri  ;  a  Selvapiana,  località  più  colpita,  rovinò  anche  una  muraglia. 

Nei  giorni  12-13  altre  20  repliche  non  forti. 

[904]    1824.  Dicembre  10-11.      Corigliano,  Lon^bveeo,  Rossano  (Cosenza). 
Baratta  M.  :  Materie^  eoe.,  pag.  102  -  Perrby  a.  :  Tremai,  penins.  Ital.,  pag.  88^. 

Al  30  novembre  a  Catanzaro  ed  a  Cosenza  qualche  lieve  scossa 
ond.  :  nella  notte  del  10-11  dicembre  in  Calabria  Citra,  e  specialmente 
a  Corigliano  ed  a  Longobucco ,  alcune  scosse  rovinose  fecero  ab- 
battere varie  case  e  causare  tre  vittime  :  nel  mese  (al  10  ?)  un  gran 
numero  di  case  cadde  per  terremoto  pure  a  Rossano.  Queste  scosse  si 
propagarono  anche  a  Reggio,  giacché  ivi  nella  notte  del  10-11  ne  fu- 
rono avvertite,  però  non  generalmente,  5  lievi. 

Al  5  gennaio  1825,  a  2*"  pom.,  a  Cosenza  una  lieve  stata  più  forte 
a  Rossano  ed  a  Corigliano,  nei  quali  paesi  però  non  apportò  danni.  Al 
24  maggio,  a  3**  30°  ed  Ji  9**  pom.,  a  Catanzaro  due  leggere  scosse, 
di  3%  con  rombo  ed  altre  lievi  a  3"*  pom.  del  giorno  28  :  al  25  luglio 
una  simile  a  Rossano. 

[905]    1825.  Ottobre  27.  Isernia  (Campobasso). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  102. 

Ad  11**  ant.   del   27  ottobre  ad  Isernia  scossa  non  lieve  seguita  da 


[1826]  353 

^dac  repliche,  T  una  delle   qaall  per   la  sua  veemenza,  spaventò  la  po- 
polazione e  causò  qualche  lieve  guasto  ad  alcune  case. 

[906]    1826.  Febbraio  1.  Tito  (Basilicata). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pa^.  102-3  -  Lombardi:  Cenno  sul  tremuoto  aw.  in  Tito  ecc. 

Verso  le  5**  del  1°  febbraio  a  Najioli  leggerissima  scossa  di  pochi 
secondi,  intesa  pure  ad  Avellino  :  a  Tito  fu  violentissima  suss.-ond. 
X-S  di  20*  a  due  riprese,  accompagnata  da  fragoroso  rombo.  Caddero 
oltre  la  chiesa  parrocchiale  60  case,  molte  rimasero  in  stato  crollante, 
le  rimanenti  ricevettero  lesioni  più  o  meno  considerevoli  :  7  furono  i 
morti  e  4  i  feriti  gravemente.  A  Sasso  10  case  furono  rovinate  ;  a 
Pictrafesa  5  e  molte  altre  rimasero  danneggiate. 

A  Potenza  risentirono  gravemente  tutti  gli  cdificii  si  pubblici  che 
privati  :  caddero  inoltre  due  o  tre  vecchi  abituri.  Il  palazzo  dell'  In- 
tendenza, il  Vescovado,  il  monastero  dei  Riformati  e  V  ospedale  civico 
fdrono  ridotti  a  mal  partito  :  il  campanile  della  cattedrale  usci  di 
piombo. 

A  Calvello  cadde  il  coro  della  chiesa  delle  Teresiane,  precipitò  una 
stanza  del  castello  e  la  chiesa  parrocchiale  fu  chiusa  per  precauzione. 
In  Brienza  e  Salvano  molti  edificii  e  chiese  soffrirono  danni  conside- 
revoli ;  in  quella  dì  Montemurro  rovinò  la  parte  superiore  del  campa- 
nile ;  in  Tramutola  furono  abbattute  le  torri  dell'  ex  badia  dei  Bene- 
dettini, della  Cappella  del  Soccorso  e  del  soppresso  convento  degli 
Osservanti  :  tutte  le  abitazioni  rimasero  danneggiate.  A  Marsiconuovo 
cadde  una  parte  del  campanile  ed  una  muraglia  della  chiesa  di  S.  Maria 
delle  Grazie,  nonché  un  muro  in  quella  di  S.  Gennaro.  A  Sala  gi*an- 
demente  soffk'irono  le  due  chiese  maggiori,  caddero  inoltre  due  vecchie 
cHse  ed  un'  altra  rimase  atterrata  da  una  iVana  distaccatasi  dai  monti 
sovrastanti.  In  Atena  si  resero  inabitabili  20  case,  crollarono  molti  tetti 
e  mari,  e  la  chiesa  di  S.  Michele  in  parte  fu  diroccata  :  un  morto  e 
un  ferito.  S.  Arsenio  soffri  pure  vari  danni. 

In  Tito  si  intorbidarono  le  acque  dei  pozzi  e  nel  luogo  detto  «  Cro- 
cevia »  a  NW  dell'  abitato,  dalla  terra  squarciata  venne  fuori  un  getto 
istantaneo  di  acqua  :  enormi  macigni  si  staccarono  dal  colle  Pesco- 
grande,  presso  il  quale  avvennero  altri  sconvolgimenti  nel  suolo  e  sca- 
turirono delle  sorgenti. 

L'epicentro  di  questo  terremoto  si  deve  porre  presso  Tito  (fig.  32  A) 
nt'll'aroa  mesosisniica  (B)  sono  comprese  Pictrafesa  e  Sasso,  località  che 
dopo  Tito  furono  le  più  danneggiate  :  neir  arca  dei  danni  gravi  (C) 
stanno  tutte  le  altre  precedentemente  nominate  :  essa  à  forma  elittica 
con  r  asse  maggiore  disposto  da  SE-NW  con  la  massima  lunghezza  fra 
Balvano  e  Montemurro,  di  km.  55  circa. 

9AIUTTA  ;  Terremoti  ecc.  Zi 


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354 


[1826] 


Nei  paesi  del  circondario  di  Lagonegro  la  scossa  fu  molto  forte  : 
invece  fa  appena  avvertita  in  quelli  di  Melfi  e  di  Matera,  ed  a  Napoli 
che  dista  da  Tito  km.  125  circa. 


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Fia.  32. 

Air  epicentro,  dopo  la  prima  scossa,  nello  spazio  di  un  ora  si  sen- 
tirono due  repliche  sensibili  e  altre  nei  di  susseguenti  con  nuovi  danni 
agli  edificii  già  conquassati.  Air  11  febbraio  si  ebbe  un  nuovo  scuoti- 
mento alquanto  forte  ed  altri  al  4  e  18  (^)  giugno,  al  15  luglio,  al  12 
ottobre,  air  8,  9  e  10  dicembre  :  tutte  queste  scosse  furono  ond.  S-N, 
avvertite  anche  a  Potenza  e  nei  vari  paesi  circostanti  a  Tito. 

[907]    1826.  Marzo  18.  Pesaro. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  103  -  Gay  Lussac-Arago  :  Li$te  de$  trembh  ecc.  de  182g. 
pag.  409-10. 

Al  18  marzo,  a  0*^20"  ant.,  a  Pesaro  scossa  assai  forte  SE^-NW  :  a 
0*^50™  ant.  altra  più  intensa  durante  la  quale  fu  osservata  una  forte 
agitazione  del  mare  presso  Sinigallia  :  ad  V  14",  2^  4"  e  10*»  45»  pom. 
tre  lievi  repliche  :  ad  V  45""  e  Z^  15'"  ant.  del  19  due  altre  leggerissime 
SE-NW:  un'  altra  simile,  ma  assai  lunga,  a  1*^45'»  ant.  del  giorno  20,  ed 
infine  a  4*»  20°»  a.  del  6  aprile  una  leggera  sempre  nella  stessa  direzione. 

Le  scosse  del  18  devono  essere  state  intese  anche  a  Sinigallia,  giacché 
quivi  nelle  notti  dal  15  al  18  furono  avvertite  frequenti  scosse  innocue. 
La  maggiore  fu  forte  anche  ad  Ancona  (0^  15™  a.) 

[908]    1826.  Giugno  24.  Benaeo,  Val  Sabbia  (Lombardia). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  103  -  bettoni:  Note  star,  sui  terr.,  pag.  6  (estr.) 

Nel  giorno  24   giugno,  ad  l^^SO"  pom.  circa,   gagliarde  scosse  nella 


n)  La  scossa  del  4  giugno  a  Potenza  (ore  lAò  pom.)  fu  lieve  ond.  N-s  di  12  secondi; 
quella  del  di  18  avvenne  a  ore  5  ant.  e  fu  suss.-ond.  N-S  di  10  sec.  :  non  apportò  danni. 


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[1826-1827]  355 


regione  Benacense  in  particolar  modo  e  nella  Val  Sabbia  :  a  Vicenza 
fu  il  terremoto  sensibile  e  fece  cadere  dal  palazzo  Salvi  un  pezzo  di  or- 
namento di  nn  finestrone  (Piovene)  :  a  Verona  fu  ond.  SE-NW  di  al- 
quanti secondi  (Goirax),  a  Brescia  ed  a  Mantova  fu  lieve,  e  così  pure 
a  Venezia  (E-W  a  2  riprese  di  3-4"  ciascuna)  :  tale  forma  ebbe  pure  a 
Pavia,  ove  la  seconda  fase,  avvenuta  dopo  3*  dalla  prima,  fu  più  forte 
ed  ebbe  direzione  E-W.  Questa  scossa  fu  sentita  a  Milano,  a  Bassano, 
a  Genova,  a  Rovereto,  a  Trento  ed  a  Innspruch. 

[009]    1826.  Ottobre  Rocca  San  Gasciano  (Firenze). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  104. 

Sai  primi  di  ottobre  forte  scossa,  seguita  da  circa  :)0  repliche  ;  causò 
grande  spavento  ma  pochi  danni. 

[910]    1826.  Ottobre  26.  Mandaria  (Terra  d'  Otranto) 

Baratta  M.  :  Op.  Clt.,  pag.  104. 

Il  26  Ottobre  a  Lecce  e  provincia,  circa  le  7^  pom.,  ili  sentita  una 
forte  scossa  che  a  Manduria  riuscì  più  violenta  :  ivi  varie  case  furono 
danneggiate.  Forse  questa  scossa  si  propagò  fino  a  Napoli,  poiché  il 
Capocci  (Catalogo^  I,  pag.  360)  ne  ricorda  una,  senza  indicazione  di 
dato  orario,  ond.  NW-SW  (?)  avvertita  in  Napoli  in  tale  giorno,  e  che 
dice  sentita  anche  in  provincia  di  Bari. 

[911]     1826.  Novembre  11.  Pavia. 

Terremoto  di  Pavia  ecc.  -  baratta  m.:  Op.  cit.,  pag.  104. 

Air  11  novembre,  a  h^  28°*  ant.,  a  Pavia  strepito  violento,  momen- 
taneo, simile  a  colpo  di  cannone,  susseguito  da  rombo  e  da  una  scossa 
suss.-ond.  SE-NW  di  5"  circa,  che  fece  oscillare  gli  oggetti  mobili  : 
nessun  edificio  ebbe  a  soflFrire  sensibilmente.  Il  centro  deve  essere 
stato  nella  campagna  pavese  ed  a  piccolissima  distanza  dalla  città, 
giacché  oltre  al  raggio  di  10  miglia  geografiche  non  fu  sentito  alcun 
scuotimento  :  anzi  in  città  fu  più  intenso  che  non  altrove  :  i  luoghi  di 
campagna,  nella  direzione  sopra  accennata,  sentirono  la  scossa  più  che 
gli  altri  :  a  6**  ant.  replica  con  rombo  molto  più  debole  della  prece- 
dente: a  6*» 30"  ant.,  un'altra  quasi  insensibile  e  ad  8** 44™  e  IO*'  pom. 
ancora  due  lievi. 

[912]    1827.  Giugno,  Luglio.  Ustica,  Palermo. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  101. 

Al  21  giugno,  a  10**  25'  ant.,  a  Palermo  scossa  stata  più  intensa  ad 
Ustica,  ove  fu  preceduta  da  baleno  e  da  rombo  fortissimo  :  ne  sogni  reno 
altre  fino  al  14  agosto,  in  cui  a  5*^5'"  ant.  ne  furono  sentite  due  ond. 
NE-SW  rispettivamente  di  7  e  10*  ;  grande  panico  ;  uscita  air  aperto, 
ma  nessun  danno. 


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35B  [1827  - 1828] 


[913]     1827.  Ottobre  30.  Comica. 

Gay  lussac-araoo;  Liste  des  trembl.  de  terre  en  1827,  pp^.  a98. 

Al  30  ottobre,  a  5*»  20™  ant.,  due  scosse  nei  cantoni  di  Tavaro,  Tal- 
lano  e  Sartena. 

[914]    1827  28.  Ponza,  Ischia. 

CovELu  N.  :  Cenno  sul  tremuoto  ecc. 

All'  11  aprile  1827  una  scossa  molto  violenta  fu  sentita  neir  isola 
d*  Ischia  con  direzione  NWW-SEE  :  essa  fu  molto  più  forte  a  Ponza, 
ove  recò  spavento  :  fu  seguita  nel  giorno  dopo  da  altra.  Quivi  gli  abi- 
tanti per  15  giorni  dormirono  all'  aperto  :  furon  sentiti  molti  rombi 
senza  movimento  sensibile  di  suolo.  Durante  il  1827  si  contarono,  se- 
conto  il  Covelli,  altre  13  scosse  deboli. 

Alle  15**  15™  ant.  del  2  febbraio  1828  avvenne  un  terremoto  disastroso 
in  Ischia  ;  una  forte  detonazione  precedette  la  scossa  che  a  CaBamic- 
ciola  fu  suss.  a  tre  riprese,  della  durata  di  4*  circa.  Al  Fango  e  nella 
parte  occidentale  di  Casamicciola  di  sopra,  dove  e'  è  la  parrocchia. 
Casamenella,  Piazza  Majo,  la  spezieria,  il  terremoto  fu  i  iù  violento  che 
non  altrove  :  crollarono  molti  edificii,  e  molti  altri  ricevettero  gravi 
fenditure  :  28  morti,  una  cinquantina  di  feriti.  A  Lacco  le  case  non 
caddero,  ma  sofifrirono  gravi  danni  ;  fu  forte,  senza  danni,  a  Forio,  a 
Serrafontana  ed  a  Testacelo  ;  fu  leggero  ad  Ischia.  Tra  Casamicciola  e 
Fango  franarono  grossi  massi  dai  fianchi  dell'  Epomeo.  Il  terremoto 
non  fu  sentito  né  a  Precida,  né  sul  continente.  Nella  mattina  del  14 
febbraio  forte  replica  che  causò  nuove  rovine  presso  Casamicciola.  Altre 
scosse  meno  forti  verso  la  fine  di  giugno  ed  al  24  agosto  (9*»  ant.)  del 
medesimo  anno. 

Nella  fig.  88  é  delimitata  la  zona  entro  cui  fu  sensibile  la  scossa 
dell'  11  aprile,  e  nella  carta  67  V  area  entro  cui  crollarono  le  case  per 
effetto  del  terremoto  del  2  febbraio  1828. 

[915]    1828.  Marzo  12.  Palmi  (Reggio  Calabria). 

Baratta  M-  :  Materiali  ecc.,  pa^.  105. 

Il  12  marzo,  ad  ora  che  non  conosco,  a  Reggio  C.  una  scossa  ond. 
di  4'  che  si  propagò  fino  a  Paola  :  a  Palmi  caddero  due  piccole  case 
e  furono  lesionati  vari  edificii  :  molto  panico,  ma  nessun  danno  alle 
persone.  Nel  giorno  13  a  Palmi  ed  a  Reggio  altre  5  scosse  leggere. 

[916]    1828.  Aprile.  Romagna. 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  105  -  Serpieri  a.:  Scritti  di  Sismol.^  voi.  I,  pag.  155. 

Nella  notte  2-3  febbraio  a  Forlì  ed  a  Firenze  parecchie  scosse  leg- 
gere ;  dal  6  al  10  aprile  a  Forlì  e  Cesena  molte,  che  pare  abbiano  re- 
cato danni  a  Meldola.  a  Galeata  ed  a  Bertinoro. 


[1828]"  367 

Le  maggiori  avvennero  a  3^  ant.  dell'  8,  a  mezzanotte  fra  V  8  ed  il 
9  e  ad  1**  circa  del  giorno  9  :  le  più  forti  causarono  panico  in  Ancona, 
Pesaro  e  Sinigallia. 

Verso  le  11*»  25"  pom.  dell' 11  aprile  '\  Cesena  scossa  fortissima  pre- 
ceduta da  lieve  tremito  e  da  forte  rombo  :  fu  avvertita  a  Forlì,  a  Ga- 
ietta ;  si  propagò  a  Firenze  (ond.  E-W,  SE-NW,  E-W,  2()-22*),  a  Lucca 
'ond.  NW-SE,  dopo  2-3"  replica),  a  Bologna,  ad  Ancona,  a  Pesaro,  a 
Sinigallia,  e  leggermente  a  Venezia,  a  Mantova,  ad  Udine,  a  Vicenza, 
a  Trieste,  in  Dalmazia  e  forse  anche  fino  a  Chieti,  a  Penne  ed  a  Roma. 

lì  numero  degli  scuotimenti  sembra  sia  stato  di  18. 

[917]    1828.    Aprile  11  o  14.  Urbino. 

BARATTA  M.:  lOC,  Clt.  -  SeRPIERI  a.:  lOC.  Clt. 

Secondo  le  notizie  da  me  pubblicate,  a  14**  30"  ital.  deir  11  aprile  si 
senti  in  Urbino  una  forte  scossa  che  incusse  grande  panico  e  fece  in 
molte  case  cadere  dei  calcinacci.  Il  Serpieri  la  pone  nella  notte  13-14 
e  dice  che  fu  fortissima  e  fece  rovinare  la  piccola  cupola  della  chiesa 
di  S.  Francesco  e  la  statua  della  Speranza,  posta  sulla  facciata  del 
duomo.  .Fu  avvertita  anche  a  Città  di  Castello,  a  Perugia  e  più  lieve- 
mente a  Foligno. 

[918]    1828.  Maggio  18.  Marsala  (Trapani). 

BvRATTv  M.:  Op.  Clt.,  pag.  106. 

Al  18  maggio  varie  forti  scosse  fecero  abbattere  tre  case  a  Marsala 
o  lesionarne  parecchie  altre  :  di  5  individui  rimasti  sepolti  sotto  le  ro- 
vincy  uno  solo  fu  salvato. 

[919]    1828.  Ottobre  5-8.  Forlì. 

Quarini  f.  :  /  terr.  a  Forli.  pag.  Ql-W. 

O  già  parlato  delle  scosse  sentite  in  Romagna  dal  febbraio  all'aprilo 
di  questo  anno  :  ora  aggiungerò  alcune  notizie  su  un  altro  parossismo  : 
a  11**  V2  ^^^'  d®^  5  ottobre  due  forti  scosse  incussero  agli  abitanti  di 
Forlì  grande  panico;  alle  11**  V?  P«  circa  deir8  ottobre  avvenne  un  nuovo 
massimo  sismico  :  una  fortissima  scossa  ond.  con  intenso  rombo,  se- 
guita da  due  repliche  più  leggere,  urtò  la  stessa  località  determinando 
r  apertura  di  fenditure  in  diversi  muri  e  facendo  cadere  qualche  co- 
mìgnolo. Tali  scosse  furono  sentite  leggermente  a  Pesaro  (Gay  Lussac- 
Arago  :   Tableau  trembl.  1828^  pag.  412).  Nel  9  10  ottobre  altre  lievi. 

[920]    1828.  Ottobre  9.  Vogherese  e  Bobbiese. 

f'ARKNA  G.:  Sui  terr.  sent.  in  Piemonte  ecc.  -  Baratta  m.  :  Sul  terr.  vogherese  del  n  ottobre 
1894  ecc.,  pa^.  5-14  (estr.)  e  Materiali  ecc.,  pag.  106  -  mercalli  g.  :  /  terr.  della  Liguria 
ecc.,  pag.  105-S. 

Su  questo  terremoto  ò  raccolto  e  discusse  parecchie  notizie  nella  nota 
sopra  accennata,  che  in  transunto  con  qualche  aggiunta  qui  espongo. 


358 


[1828Ì 


Forma  della  scossa  e  sua  durata,  —  A  Voghera  il  movimento  si- 
smico, secondo  una  notizia  ms.  dell'  architetto  Cattaneo,  risultò  di  due 
ondulazioni  e  di  un  sussulto,  con  una  durata  totale  di  10*  circa  ;  a 
Novi  fu  ond.-suss.  A  Genova  cominciò  con  un  forte  ma  breve  suss.  e 
durò  con  la  successiva  violenta  ond.  per  circa  20.'  A  Milano  si  senti- 
rono per  circa  IO»  degli  urti  suss.  piuttosto,  forti,  ma  lenti  e  ripetuti 
ad  eguali  intervalli  di  tempo.  A  Torino  fa  ond.  della  durata  di  30*  con 
2  riprese  nella  intensità  :  a  Scorzolengo  d' Asti  si  ebbero  pure  due  fasi, 
ond.  E-W  con  T  intervallo  di  poco  più  di  1%  la  prima  di  3»  di  durata, 
l'altra  di  oltre  6  :  uguale  forma  ebbe  anche  a  Vercelli,  con  la  diflTerenza 
che  r  intervallo  fra  le  due  riprese  fu  stimato  pari  a  12-15*  e  la  dire- 
zione ESE-WNW. 


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Fio.  33. 


Concludendo  dirò  che  la  scossa  maggiore  fa  lunga  (20-30*)  e  risultò 
composta  di  due  fasi  distinte. 

Intensità,  —  A  Gamminélla  (fraz.  di  Godiasco)  rovinarono  tre  case 
sotto  le  cui  macerie  restarono  sepolte  10  persone,  tre  delle  quali  ven- 
nero estratte  morte.  Neil'  abitato  e  cascinali  di  Montesegale  46  case 
furono  danneggiate  per  L.  4996.  Nella  frazione  S.  Paolo  tutte  le  16  case 
furono  dalla  scossa  o  diroccate  o  ridotte  a  mal  partito  e  sotto  le  rovine 
si  ebbero  a  deplorare  3  vittime  e  7  feriti. 

Rocca  Susella  fu  pure  assai  danneggiata  :  nel  comune  di  Trebbiano 
Nizza  furono  danneggiate  case  23  per  lire  1434.50  :  in  quello  di  Cecina 
67  por  Uro  4764.00  :  a  Villa  di  Moto  (S.  Ponzo)   32   per   lire   6436.90  : 


[1828]  359 

in  Bagnara  rovinò  un  edificio  rustico  causando  la  morte  di  una  per- 
sona e  fu  in  gran  parte  abbattuta  una  vecchia  torre  (^)  ;  il  Castello  di 
Oi*ainaIa  (fraz.  di  Valdiuizza)  fu  pure  in  tale  occasione^  assai  danneg- 
giato e  reso  inabitabile. 

Tutti  questi  paesi  sono  compresi  neir  area  mesosismica  (flg.  33  A). 

À  Voghera,  a  Casteggio,  a  Montebello  vennero  danneggiati  molti 
edificii,  così  pure  a  Pinerolo  Po  (notizia  ms.)  ed  a  Robecco  Pavese  (*) , 
da  questa  parte  la  zona  dei  danni  (B)  si  estende  poco  oltre  a  Pavia  : 
ove  fra  l'altro  il  teatro  di  fisica  della  R.  Univeriità  dovette  essere  ri- 
costrutto per  i  danni  sofferti  (P.  Pavesi  :  La  strada  delle  Catene^  Pavia 
1897,  pag.  29)  ;  a  Retorbido  11  edificii  risentirono  delle  lesioni  per 
L.  934  :  a  Godiasco  caddero  tutti  i  comignoli,  qualche  danno  ebbero 
pure  i  limitrofi  paesi  del  Tortonese.  Simili  a  quelli  di  Voghera  tocca- 
rono a  Novi  Ligure  ;  fu  pure  danneggiato  il  castello  Spinola  in  Tassa- 
rolo  ed  un  altro  a  Pozzolo.  A  Varzi,  e  specialmente  a  Bobbio,  i  danni 
farono  un  po'  minori  di  Voghera.  A  Genova  parecchie  case  furono 
lesionate  e  così  pure  a  Sestri  ed  a  Sampierdarena,  ove  cadde  parte  del 
capolino  della  Chiesa  Parrocchiale.  La  scossa  fu  abbastanza  forte  (C) 
ad  Oneglia,  a  Porto  Maurizio,  ad  Alessandria,  ad  Alba  ecc.,  fu  forte 
iD)  a  Nizza,  a  Torino,  a  Vercelli,  a  Milano,  a  Salò,  ecc. 

I  limiti  estremi  della  zona  entro  cui  si  propagò  il  movimento  si- 
smico (E)  sarebbero  da  SSW  ad  W  Tolone,  Marsiglia,  Pinerolo  e  Susa. 
a  N  Lugano  e  da  E  a  SSE  Forli  (?),  Firenze  e  Livorno. 

Dubbiamente  io  credo  che  il  movimento  sismico  sia  giunto  fino  a 
Forlì,  giacché  non  si  riesce  a  distinguere  se  quivi  le  scosse  sentite  non 
siano  state  piuttosto  repliche  dei  terremoti  locali  cominciati  alF8  ottobre. 

L'area  mesosismica  risulta  molto  ristretta  di  forma  elittica,  il  cui 
asse  maggiore  fìra  Roccasusella  e  Bagnara  misura  Km.  12  circa  (A); 
quivi,  come  abbiamo  visto,  furono  maggiori  i  danni  specialmente  presso 
la  prima  località,  ove  dovrebbesi  trovare  il  centro  sismico  :  allonta- 
nandoci da  questa  zona  gli  effetti  dinamici   diminuiscono  sempre  più, 


(!)  Le  notizie  sui  danni  sono  ufflciali  e  furono  da  me  desunte  dal  risultati  della  in- 
chiesta ordinata  dal  governo  (Documenti  mss.  deir  Archivio  della  Sottoprefettura  di 
vojjhera), 

(2)  In  tutti  i  paesi  sopra  nominati  i  danni  però  non  sono  paragonabili  fra  loro  ;  a 
Voghera,  per  esempio,  furono  molto  maggiori.  Dalla  lettera  del  Sotto  intendente  Dattili 
in  (lata  13  ottobre  1888  (Arch.  St.  di  Torino.  N.  3154.  Paesi:  voouera)  risulta  che  le  car- 
ceri ^Castello)  ebbero  del  guasti  tali  però  da  non  comprometterne  la  sicurezza  :  rufficio 
flelle  Ipoteche  per  le  lesioni  fu  trasportato  in  altro  luogo  :  r  intendenza  fu  esente  da 
rovine,  necessitando  però  urgenti  riparazioni  :  la  chiesa  coli,  sofferse  considerevolmente; 
\^  caaerma  del  carabinieri  fu  resa  inabitabile.  L'edificio  del  collegio  convitto  è  stato 
uno  dei  più  maltrattati  massime  nei  due  vecchi  bracci  ;  la  relativa  chiesa  ed  alcuni 
luoghi  deUe  nuove  fabbriche  mostrano  varie  screpolature  che  fanno  prevedere  miigglori 
mail  in  avvenire.  Nel  braccio  vecchio  caddero  alcune  volte. 


•  »<■» 


60  [1828-18'Ì9l 


in  modo  speciale  dalla  parte  di  settentrione  :  cosi  mentre  l' isosisma  dei 
danni  (B)  a  nord  si  spinge  non  oltre  a  Pavia,  verso  mezzodì  corre 
fino  a  Genova,  anzi  ivi  lo  scuotimento  violentemente  si  propagò  pure 
alle  acque  del  porto,  giacclie  un'  improvvisa  marea  spinse  le  navi  le 
une  contro  le  altre. 

Data  la  ristrettezza  della  zona  danneggiata  ed  il  grande  sviluppo 
dell'area  ove  lo  scuotimento  si  rese  più  o  meno  sensibile  alle  persone, 
dobbiamo  ammettere  che  il  recondito  focolare  sismico  si  trovi  ad  una 
certa  profondità. 

L'ora  della  scossa  oscilla  intorno  alle  3^  20°"  ant. 

Fenomeni  geologici  —  Dalla  relazione  ms.  fatta  d'ordine  del  Go- 
verno dal  Chimico  Angelini  Lorenzo  e  conservata  nell'Archivio  di  Suto 
di  Torino  (*)  risulta  che  in  varie  località  —  ps.  nei  pressi  di  Lumello, 
frazione  di  Trebbiano  Nizza  e  di  Vignola  (fraz.  di  Pizzocorno)  —  ven- 
nero in  luce  nuove  sorgenti,  la  cui  acqua  però  era  scevra  di  sostanze 
minerali.  Le  sorgenti  minerali  di  Sales  e  di  Retorbido  in  occasione  del 
terremoto  non  ebbero  per  nulla  alterata  la  loro  chimica  composizione. 

L'Angelini  presenta  un  interessante  elenco  delle  traccio  lasciate  dal 
terremoto  sul  suolo,  consistenti  in  franamenti  e  fenditure  da  alcune 
delle  quali  vuoisi  siano  uscite  fiamme.  Detti  fenomeni  si  verificarono 
in  territorio  di  Roccasusella,  di  Godiasco,  di  Montesegale,  di  Trebbiano 
Nizza,  di  Pizzocorno,  di  Bagnara  ecc. 

Repliche  —  Dopo  il  maggior  scuotimento  del  giorno  9  ottobre  furono 
intese,  specialmente  nella  zona  mesosismica,  varie  repliche,  delle  quali 
sono  riuscito  ad  accertare  le  seguenti  : 

Ottobre  9)  9*»  ant.,  a  Voghera  scossa  fortissima,  sentita  a  Robecco  Pavese 
e  forse  a  Genova  ed  a  San  Re,mo  -  iO)  0^  35"  a.,  scossa  a  Genova  ;  l^  35"^  a., 
Voghera  scossa  mediocre,  sensibile  a  Genova,  leggiera  a  Novi  e  leggerissima 
a  S.  Remo;  2^  30™  a.,  Voghera  fort»^  scossa:  neirarea  epicentrale  qualche 
nuovo  danno,  a  Genova  fu  molto  sensibile  e  cosi  pure  a  Torino,  a  San  Remo 
ed  a  Novi  ;  5*»  15"  a.,  Voghera  scossa  sentita  anche  a  Novi  ;  6^  30"  a.,  Vo- 
ghera e  Genova  scossa  meno  intensa  di  quella  delle  2^  30"  ant. 

Fino  al  17  ottobre  nell'alta  valle  della  Stafferà  altre  scosse  e  cupi 
rimbombi. 

[921]    1829.  Albano.  (Roma). 

Bass ANELLI  :  Sopra  il  treni,  cke  ha  soferto  la  città  di  Albano  ecc. 

Il  periodo  sismico  che  nel  1829  agitò  Albano  ed  altre  località  vicine, 


(1)  La  detta  relazione,  che  consta  di  paff.  10  di  manoscritto,  è  datata  da  Voghera, 
15  novembre  1828  ;  Io  V  ò  potuta  consultare  per  V  Interessamento  addimostrato  dal  mio 
amico  Prof.  Giacomo  Gorrinl.  Air  Archivio  di  Torino  porta  la  seguente  segnatura  : 
N.  3674,  Paesi  in  generale  :  Voghera  e  prov,  vecchia  numerazione  13577. 


p 
» 


fl829]  361 


può  ritenersi  cominciato  nel  1828,  poiché  quivi  ed  a  Frascati  gìk  a  7** 
ant.  circa  dell'  11  maggio  1828  era  stata  sentita  una  intensa  scossa  di 
terremoto  :  all'alba  del  25  dicembre  poi  un  nuovo  scuotimento,  seguito 
(ia  parecchie  lievi  repliche,  nei  primi  giorni  del  gennaio  1829  urtò  Al- 
bano. Dopo  una  lunga  tranquillità  del  suolo,  si  riaperse  il  periodo  si- 
smico con  una  scossa  leggiera  sentita  nella  notte  21-22  maggio  1829  a 
4^  ital.  (IP  48""  pom.  circa)  :  a  questa  ne  segui  un'altra  più  sensibile 
a  5^  '/^  ital.  e  quindi  una  molto  forte  ad  8^  ital.  :  quest'  ultima  fece 
uscire  tutti  dalle  case  e  fu  più  o  meno  intensamente  sentita  a  Gen- 
zano,  a  Nemi,  a  Civitavecchia,  a  Montecavo,  a  Rocca  di  Papa,  a  Castel 
Gandolfo,  a  Marino,  a  Grottafernita,  a  Frascati  e  non  oltre.  Nella  mat- 
tina del  22  altre  5  repliche,  la  seconda  delle  quali  (13^  Vi  ì^^O  incusse 
panico  nella  popolazione  ;  a  18^  si  ripetè  il  fenomeno.  Nel  giorno  23 
otto  nuovi  leggieri  scuotimenti,  cioè  3  nel  mattino,  2  durante  il  giorno 
ed  altrettanti  nella  sera  e  nella  notte  :  tra  questi  uno  ad  S^  Vs  ^  ^^^^^ 
e  di  qualche  durata.  In  tutti  i  di  successivi  varie  scosse  :  la  più  in- 
tensa delle  quali  avvenne  a  13^  Vt  ^^^  ^^'  ^^  ^^  giugno,  a  14^  di  mat- 
tina, si  ebbe  la  maggior  commozione  di  questo  periodo  sismico  :  Io 
scuotimento  fa  fortissimo  suss.  di  lunga  durata  ed  accompagnato  da 
forte  rombo  :  suonarono  i  campanelli,  si  aprirono  larghe  fenditure 
nei  muri,  caddero  alcuni  comignoli,  parti  di  grondaie  e  porzioni  di 
intonaco. 

In  quasi  tutti  i  giorni  del  giugno  altre  repliche  :  nel  di  9  ne  furono 
contate  17  :  nei  di  19,  26  e  30  la  terra  stette  in  quiete.  Nel  luglio  le 
scosse  si  rinnovarono  con  minor  forza  e  si  notarono  molte  giornate  di 
calma  :  decrebbero  ancora  nel  settembre,  poi  nell'ottobre  •  novembre, 
per  cessare  del  tutto  dopo  il  6  dicembre. 

Mentre  perdurava  l'agitazione  del  suolo  in  Albano,  vari  terremoti 
colpirono  isolatamente  qua  e  là  qualche  altra  località  del  Lazio.  La 
scossa  del  3  giugno  1829  (23**  Ve)  ^^  Più  intensa  a  Genzano,  a  Gallerò, 
ad  Ariccia  ed  a  Marino,  che  non  a  Castel  Gandolfo,  ad  Albano  ed  a 
Frascati.  Una,  avvenuta  al  25  di  detto  mese,  causò  qualche  danno  ad 
Aricela. 

Nel  di  26  si  senti  a  Genzano  uno  scuotimento  non  avvertito  che 
lievemente  ad  Albano,  ed  infine  al  13  luglio  le  commozioni  furono  più 
intense  a  Nemi. 

Le  scosse  ad  Albano  furono  o  solo  suss.  oppure  suss.-ond.  general- 
mente con  direzione  N-S  o  SSW-NNE,  di  1»  di  durata,  le  maggiori  di 
2-4\  Parecchie  volte,  a  datare  dal  29  maggio  furono  iìitese  forti  deto- 
nazioni :  al  31  se  ne  senti  una  forte  alla  Faiola,  le  altre  ebbero  diversa 
provenienza:  nel  luglio  si  mostrarono  localizzate  al  lago  di  Castel  Gan- 
dolfo e  qualche  volta  in  quello  di  Nemi  :  erano  accompagnate   da  on- 


362 


[1829  -  1830] 


dalazioni  dell'acqua.  In  Marino,  in  Rocca  di  Papa  e  specialmente  in 
Albano  gli  edificii  soffrirono  maggiormente  :  a  Monte  Porzio,  a  Monto 
Compatri,  a  Colonna,  a  Rocca  Priora,  a  Velletri,  a  Nettuno,  ad  Ardea, 
a  Pratica  ed  a  Roma  non  si  senti  che  qualche  lieve  scossa  sulla  fine 
di  maggio  o  sui  primi  di  giugno,  allorquando  cioè  accadevano  in  Al- 
bano le  maggiori  commozioni. 

[922]    1829.  Settembre  6.  Cremoia. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  Wì  -  Perrey  a.  :  Tremhl.  penins.  Ital,,  pag.  94. 

Il  6  settembre,  verso  le  3*^  25"  pom.  una  scossa  S-N  di  4"  con  rombo 
fece  cadere  in  Cremona  circa  150  camini  e  causò  alcuni  danni,  princi- 
palmente ai  pubblici  edificii  ed  alle  chiese,  nelle  cui  volte  si  produs- 
sero qua  e  là  varie  screpolature.  Nei  paesi  circonvicini  fu  meno  in- 
tensa :  verso  le  8**  15"»  pom.  qualche  replica  con  rombo. 


[923]    1830.  Gennaio  26.  Porrette  (Bologna). 

Baratta  M.  :  op.  cit.,  pag.  KH  -  Qoiran  A.  :  St.  sism.  ecc.,  pag.  22-  Valvasia-De  Rossi:  iHh 
cumenti  ecc.,  pag.  56. 

Il  26  gennaio  a  Lucca,  alle  3*»  30"   ant.,  fu  sentita   una   lievissima 


Ijf  Cr»nA^/ion^    ^S» 


l«50    «.  ^  ^4.4. 

196411-8 \%'Xa.^^^^ 


Fio.  34. 

scossa  SU8S.  :  a  5^,  a  Vergato  una  forte,  ed  a  5**  30™  ant.  un'  altra 
maggiore  della  durata  di  4'.  Quest'  ultima  causò  grande  spavento  nella 
popolazione  dei  monti   di   Vimignano,    Savignano,  Vigo^  Montovolo  e 


[1831]  363 

specialmente  della  Porretta,  ove  danneggiò  tre  capanne  di  pastori. 
Dopo  mezz'ora  veemente  replica.  La  scosBa  delle  6**  Vi  fu  molto  sensi- 
bile a  Bologna,  a  Modena  ed  a  Lucca,  ove  se  ne  intesero  due  a  3°"  di 
intervallo  :  fu  pure  avvertita  a  Verona  e  provincia  e  lievemente  anche 
a  Torino. 

Nella  figura  34  con  A  è  rappresentato  Tepicentro  e  con  A' A'  por- 
zione della  zona  mesosismica. 

[924]    1831.    Gennaio  2.  Lagoneg;ro  (Basilicata). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  107-8. 

Alle  3^  pom.  del  2  gennaio  una  violenta  scossa  di  20*  circa,  fece 
lesionare  tutti  gli  edificii  di  Lagonegro,  dieci  dei  quali  farono  adeguati 
al  suolo  :  la  Chiesa  dei  Cappuccini,  ad  un  miglio  deirabitato,  rovinò 
pur  essa  con  parte  del  convento  :  si  ebbe  a  deplorare  una  sola  vittima. 
À  Lauria  Inferiore  caddero  molte  case  :  il  tetto  della  Chiesa  Madre, 
precipitò  mentre  si  ufficiava,  causando  un  gran  numero  di  feriti  :  anche 
a  Lauria  Superiore  molti  edificii  furono  abbattuti,  ma  nessun  danno  ri- 
sentirono le  persone. 

Nei  giorni  8  e  9  a  Trecchina  altre  scosse  e  nel  giorno  13  in  questa 
località  e  nella  vicina  Maratea  una  oltremodo  violenta  per  la  quale  la 
Chiesa  Madre  giÀ,  per  le  scosse  precedenti,  ridotta  in  cattivo  stato, 
ebbe  a  risentire  gravissimi  danni:  in  tale  occasione  cento  case  furono 
molto  lesionate.  Quantunque  questo  nuovo  massimo  sismico  si  sia  pro- 
pagato a  Lagonegro,  non  causò  a  tale  città  ulteriori  guasti. 

Le  aree  mesosismiche  delle  due  scosse  del  2  e  del  13  gennaio  sono 
delineate  nella  fig.  32. 

[925]    1831.  Gennaio  2.  Aieta  (Cosenza). 

Cipoca  :  Catalogo^  I,  pafir.  862. 

Ad  Aieta  (Paola)  il  due  gennaio  per  un  terremoto  caddero  varie 
case.  Dalle  notizie  che  si  anno  non  si  sa  se  questo  scuotimento  sia 
successo  neir  Istesso  istante  del  precedente,  col  quale,  in  caso  affer- 
mativo (del  che  dubito)  costituirebbe  un  unico  fenomeno. 

[926]    1831.  Gennaio -Febbraio.  Milazzo  (Messina). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  108. 

Il  28  gennaio,  a  6*»  30"  pom.  circa,  a  Reggio  Calabria  ed  a  Messina 
forte  scossa  senza  danni  :  a  Milazzo  caddero  alcune  piccole  case.  A 
Messina  nella  notte  (8**  30*"  ital.)  una  replica  e  fino  al  10  febbraio  a 
Milazzo  scosse  IVequenti  causarono  grande  panico  nella  popolazione, 
la  qaale  si  accampò  all'aperto  :  i  danni  furono  però  di  lieve  momento. 


364 


[1831] 


[927]    1831.  Maggio  26.  Castellare  (Liguria). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  paff.  108-10  -  Mercalli  G.  ;  /  terr,  della  Liguria  ecc.,  pag.  -n  e 
lOB-11  -  NOTA  k.:  Del  treni,  avv.  nella  citta  e  prov.  di  S.  Remo  ecc. 

Verso  le  9^  ant.  del  26  maggio  presso  Ceriana  furono  da  una  per- 
sona sentiti  alcuni  rombi  veementi,  e  circa  le  7^  ant.  dello  stesso 
giorno  nei  dintorni  di  San  Remo  fu  avvertito  un  sotterranee!  fremito 
La  maggiore  scossa  avvenne  ad  11^  */«  del  26  maggio  :  a  San  Remo  co- 
minciò con  fremito  cui  seguì  dapprima  un  urto  verticale  e  quindi  un 
moto  NW-SE  di  44'  :  il  mare  un  momento  prima  si  ritrasse  dalla  sponda 
ed  i  bastimenti  nella  rada  provarono  un  grande  urto.  Castellaro  fu  il 
paese  che  maggiormente  provò  gli  eflfetti  del  terremoto  :  52  case  furono 
atterrate  e  49  rimasero  inabitabili  :  si  spaccò  il  volto  della  Chiesa  par- 
rocchiale e  quello  dell'  Oratorio  :  5  morti  e  16  feriti  ;  a  Bussana  si 
ebbero  24  case  crollate  e  49  rovinose:  1  morto  ed  1  ferito;  a  Taggia 
tutte  le  case  soflFrirono  molti  danni  :  anche  quivi  vi  fu  una    vittima  e 


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FiG.  35. 

parecchi  feriti.  A  S.  Remo  pochi  ediflcii  rimasero  illesi,  alcuni  dei  quali 
posteriormente  rovinarono,  caddero  inoltre  diversi  muri,  dei  cornicioni 
e  delle  sofiStte  e  riportarono  notevoli  lesioni  le  Chiese  di  S.  Stefano, 
deirOspedale,  il  convento  dei  Cappuccini  ed  il  Santuario  dell'Assunta. 
A  Pompeiana  caddero  delle  volte  e  si  spaccarono  dei  muri  :  a  Terzorio 
rovinarono  2  case  ed  altre  8  furono  gravemente  lesionate.  Ad  Arma  di 
Taggia  e  a  S.  Stefano  tutte  le  case  riportarono,  quali  più  quali  meno, 
dei  danni  nei  muri  e  nelle  volte.  A  Riva  Ligure,  a  Cipressa  ed  a  Ce- 
riana i  danni  furono  minori  ma  pure  considerevoli,  giacché  pochissimi 
ediflcii  andarono  esenti  da  guasti  ed  alcuni  furono  diroccati  e  altri 
resi  pericolanti  :  pochissimi  ne  toccarono  a  Baiardo,  a  Ventimiglia,  a 
Perinaldo,  a  Castel  Vittorio,  ed  oltremodo  leggieri  furono  quelli  inferii 
ai  vari  paesi  del  circondario  di  Portomaurizio. 

La  scossa  fu  infine  leggerissima  a  Nizza,  a  Genova  ed  a  Torino. 

La   zona  mesosismica   (flg.  35  a)    comprende   Taggia,  Castellaro  e 
forse  Bussana  ;  nella  isosisma  rovinosa  (b)  stanno  S.  Remo,  Pompeiana 


[1831]  365 

—        -  ----  —    ■■■II-— ■.■-■-■■^— —      ...i-..  -  ■  ■■  ■■■  ■^■^^i^.^^^ 

ecc.  ;  nella  quasi  rovinosa  (e)  Ceriana,  Badalucco,  Cipressa,  S.  Stefano 
aJ  mare  :  la  zona  fortissima  (D)  è  limitata  da  una  linea  che  include 
Ventimiglia,  Perinaldo,  Baiardo,  Castelvittorio,  Montalto  ePortomaurizio. 

Dopo  11  terremoto  si  verificarono,  i  soliti  cangiamenti  nel  regime 
delle  acque  sotterranee:  dal  laghetto  di  S.  Benedetto  presso  Taggia 
uscirono  quattro  ore  dopo  la  grande  scossa  vari  zampilli  ed  il  colle 
delle  Grande,  fra  Taggia  e  Castellare,  si  spaccò  dalla  parte  di  sud  e 
si  sprofondò  su  piccolo  tratto. 

Dopo  la  scossa  delle  ore  11,30  ant.  nell'area  più  commossa  si  sen- 
tirono frequenti  repliche  :  a  San  Remo,  nelle  prime  24**  se  ne  ebbero 
0-10  :  a  Castellaro  in  58^  ne  furono  contate  14  :  stante  la  loro  piccola 
intensità  non  furono  tutte  ricordate,  ma  solo  registrate  le  maggiori  : 
tuttavia  si  sa  che  giornalmente,  per  parecchio  tempo  il  suolo  si  scosse 
incutendo  timore  e  facendo  allargare  i  crepacci  delle  case,  Le  mag- 
g:iori  repliche  furono  le  seguenti  : 

26  viìaggio)  9^,  10*»  30"»  e  11*»  32"»  p.,  nelle  loalità  danneggiato  3  scosse, 
la  prima* e  T  ultima  leggiere,  la  seconda  più  sensibile  -  27)  8*»  a.,  Taggia 
1^10  scosse  sensibili  :  nel  mattino  a  San  Remo  alcune  -  28)  0*»  45"»  p.,  Arma 
Pompeiana  ecc.  scossa  che  causò  nuovi  danni  ;  fu  forte  a  Taggia,  a  S.  Remo, 
a  Veotiniiglia  ecc.  -  29)  6*»  30"»  p.  una  mediocre  a  S.  Remo  —  Giugno  9) 
V"  30°»  a.,  una  sensibile  a  S.  Remo  ed  a  Taggia:  nelle  stosse  località  altre 
identiche  a  2*»  58»  p.  dell'i/,  a  10*»  a.  del  /5,  a  9*»  20«»  e  11*»  45™  p.  del  i6, 
ad  1*»  a.  del  f  7  ed  a  2*»  a.  del  29  la  quale  forse  corrisponde  ad  una  avver- 
tita a  Taggia  nelU  notte  28-29  -  30)  San  Remo,  Taggia  6*»  30"»  p.  una  scossa 
-  Luglio  dO)  Taggia  7*»  30»  p.  una  scossa,  11*»  30»  p.  del  22  altre  forti  — 
Kovembre  25)  San  Remo  1*»  45"»  a.  scossa  assai  forte  —  Dicembre  i)  ivi  8*»  45» 
pom.  altra  sensibile  e  a  2*»  30»  ital.  del  4  altre  a  Taggia  e  Castellaro. 

[928]    1831.  Giugno  -  Luglio.  Isola  Gialla,  Seiacca. 

UE3U1ELLAR0  C.  ;  Reìazlonc  dei  fenotneni  del  nuovo  vulc.  ecc.  -  phbvost  c.  :  Note  sur  V  ile 
Julia  ecc. 

Al  28  giugno,  a  21*^  15»  ital.  a  Sciacca  forte  scossa  ond.  sentita 
anche  nella  costa  vicina  e  nel  mare  fra  questa  e  V  isola  di  Pantelleria: 
a  13*»  45»  del  29  altra  intensa  come  la  precedente  :  due  repliche  poi  a 
?  e  9**  15»  del  30,  nel  qual  giorno  ad  11*»  40»  se  ne  ebbe  una  più  forte 
delle  precedenti  che  causò  molto  panico  nella  popolazione  :  a  3*»  15» 
replica  forte,  ed  a  3*»  45»  una  fortissima  susseguita  a  4*»  15»  da  altra 
più  lieve.  A  7*»  di  mattina  ed  a  4*»  circa  di  sera  del  P  luglio  lievi 
tremori  :  a  7*»  del  2  scossa  molto  forte  :  a  16*»  della  stessa  giornata 
una  alquanto  intensa  ed  a  22*»  altra  lieve.  Queste  scosse  ed  altre  pa- 
recchie leggiere,  avvertite  da  pochi,  furono  i  prodromi  deir  eruzione 
sottomarina  :  cessate  le  scosse,  nel  giorno  2  fu  avvertito  un  insolito  ri- 
bollimento del  mare  tra  la  Sicilia  e  l'Affrica  à  30  miglia   circa,  a  S\V 


366  [1831-1832] 


di  Sciacca  e  precisamente  a  37*>  2'  di  lat.  N.  e  SO*'  16'  dì  long.  E.  dal- 
l' isola  del  Ferro.  Tale  eruzione  sottomarina  diede  laogo  alla  forma- 
zione dell'effimera  isola  Giulia  o  Ferdinandea,  la  cui  massima  estensione 
fu  raggiunta  circa  il  25  agosto,  dopo  di  cui  l'azione  erosiva  delle  onde 
ne  iniziò  la  rapida  demolizione.  Al  16  settembre,  a  9^p.,  forte  scossa  a 
Sciacca  ed  al  15-16  dicembre  varie  altre  ond.,  di  intensità  ugfoale  a 
quelle  che  precedettero  l'eruzione. 

[929]    1831.  Settembre  11.  Parmigiano. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  109-10  -  Colla  a.  :  Belai,  del  trem,  che  à  danneooiato  ìa 
città  di  Parma  ecc.,  pag.  '.2  -  perrby  a.  :  Trembl.  penine.  ItaL,  pag.  15. 

Il  13  luglio  sul  mattino  a  Parma  due  lievi  scosse,  ed  a  3**  15"°  pom. 
un'altra  :  a  4"»  30"*  pom.  del  giorno  dopo  una  nuova,  a  due  riprese,  di 
6%  più  intensa  delle  precedenti  ;  produsse  qualche  scrostatura  e  fa 
avvertita  a  Modena  (leggera),  a  Verona  (ond.  E-W,  3')  ed  a  Vicenza 
(sensib.  3»).  All'  11  settembre,  a  3"*  30"  pom.,  a  Parma  un  violento 
scuotimento  fece  staccare  molti  pezzi  di  intonaco  ed  uscire  molti  dalle 
case  :  a  7**  15™  pom.  poi  una  violentissima  scossa  ond.-suss.  NE-SW.  di 
8*  con  cupo  rombo  fece  in  cittA  cadere  140  comignoli,  un  grosso  pezzo 
di  cornicione  e  moltissime  tegole  e  calcinacci  :  si  produssero  varie 
screpolature  nelle  case  e  nelle  chiese,  fra  le  quali  ricorderò  quella  di 
S.  Quintino.  Nei  villaggi  adiacenti  1  danni  ftirono  maggiori  :  sotto  le 
rovine  avvenute  a  Sorbolo  rimasero  ferite  alcune  persone.  La  scossa 
fu  pure  violentissima  a  Reggio,  ove  200  comignoli  furono  abbattuti 
e  gravi  danni  risenti  il  palazzo  Benizzi.  La  scossa  fu  forte  a  Modena 
ed  a  Sassuolo  :  fu  avvertita  a  Mantova  e  leggermente  a  Genova,  a 
Ferrara,  a  Vicenza  e  si  propagò  abbastanza  sensibilmente  anche  a  Ve- 
nezia. A  10^  pom.  a  Parma  lieve  replica  :  a  -2^  30"  ant.  del  12  altra 
leggiera  e  infine  a  6*»  30"  ant.  del  13  una  sensibile  ond.  di  3.» 

Nella  figura  23  è  delimitala  la  zona  ove  il  terremoto  fu  fortissimo 
e  nella  25  aache  quelle  entro  cui  fu  forte  (B)  e  sensibile  alle  per- 
sone (C). 

[930]    1831.  Novembre  23.  Bojano  (Campobasso). 

A.  PBRRELLA  :  EUTem.  stor.  della  próv.  di  Molise^  voi.  n,  pag.  269,  Isernia  1892. 

A  12^  17"  ital.  forte  scossa  suss.-ond.  NW-8E  di  V  a  Boiano  :  dopo 
mezz'ora  altra  meno  violenta  ond.  SE-NW  di  3"  :  glande  panico,  ma 
nessun  grave  danno. 

[931]    1831-32.  Foligno  (Perugia), 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  110-14  -  Barloccbi  S.  :  Relaz.  sui  terr.  di  FoUifno  ecc.  - 
Rutili  Gentili  a.  :  Nottue  dei  terr.  di  Foligno  ecc.  ,-  Rfjlessioni  sulle  cause  natur.  ecc.  e 
Nuove  riflessioni  ecc.  -  //  terremoto  del  i832  nello  stato  Ecclesiastico  ecc. 

Il  gioi-no  27  ottobre  1831,  alle  11»»  45°  ital.  circa,  a  Foligno  scossa 


fl832J  367 

ond.-suss.  W-E  di  8*  che  fece  cadere  molti  comignoli,  sofiStti  e  porzioni 
di  mori  :  nella  notte  e  nei  di  seguenti  varie  repliche  leggiere  e  brevi 
('  quindi  altre  frequenti  fino  al  6  novembre,  nel  qual  giorno,  a  10**  46™ 
ital.,  una  nuova  violenta  commozione  del  suolo  di  IO  di  durata  venne 
ad  urtare  la  stessa  cittÀ:  essa  fu  seguita  da  due  repliche  nella  gior- 
nata e  da  varie  altre  nella  notte  seguente.  Per  tali  scosse  tutte  le  case 
soffrirono  danni  e  si  dovette  sgombrare  il  monastero  di  S.  Lucia.  Fu- 
rono più  leggiere  a  Spello,  ad  Assisi,  a  Spoleto  ed  a  Montefalco. 

A  2^  pom.  del  13  gennaio  1832  si  ebbe  un  nuovo  parossismo  suss.- 
ond.  di  12-16*  :  da  questo  giorno  la  valle  umbra  fu  agitata  fino  al 
"Zo  febbraio  con  maggiore  o  minore  gagliardia  da  frequenti  scosse  che 
tornarono  a  flagellare  i  gìk  crollanti  ediflcii  di  Foligno,  di  Assisi,  di 
Spello,  di  Bevagna,  di  Cannara  e  di  Bastia. 

Ecco  le  notizie  particolareggiate  che  ò  potuto  raccogliere.  In  Pe- 
rog^ia  il  movimento  sismico  non  fti  lieve  ma  rispetto  ai  paesi  di  cui 
fra  poco  parlerò,  non  apportò  gravi  danni  :  la  torre  di  S.  Pietro  dei 
Caesinesi  fu  vista  ondulare  visibilmente  :  il  palazzo  del  governo,  la 
S<'ipienza  e  vari  ediflcii  ebbero  alquanto  a  soffrire  :  nelle  carceri  la 
Cappella  e  parecchie  e  seghete  »  soffrirono  moltissimo  ;  caddero  in 
città  non  pochi  comignoli  e  pressoché  minimo  fu  il  numero  dei  feriti. 

A  Bastia  (case  276,  abitanti  700)  crollarono  interamente  i  bastioni, 
xl  municipio,  le  carceri,  il  monte  frumentario,  le  scuole  Pie  :  le  case 
private  furono,  specialmente  neir  intemo,  sconquassate  :  il  monastero 
delle  monache  in  parte  caduto  ed  in  parte  pericolante  :  le  Chiese,  {r& 
cui  la  Collegiata,  ftirono  moltissimo  danneggiate.  Danni  pari  a  scudi 
centomila. 

In  Assisi  tutte  le  Chiese  —  eccettuato  il  S.  Convento  — ,  tutti  i  pa- 
lazzi della  città  e  del  territorio  furono  danneggiati:  per  i  risarcimenti 
del  solo  cenobio  dei  Cappuccini  furono  stimati  necessari  2000  scudi. 

Tali  ripetute  scosse  cagionarono  gravissime  lesioni  in  tutte  le  parti 
della  Basilica  degli  Angeli  ed  annesso  convento  :  si  vide  al  momento 
del  terremoto  il  tetto  del  coro  chiuderai  ed  aprirsi.  In  tali  ediflcii  si 
determinarono  tre  grandi  crepacci  presso  i  tìnestroni  :  otto  colonne  e 
qualche  pilastro  furono  spezzati  :  la  navata  sinistra  fu  più  danneggiata 
dell'altra.  La  posta  e  le  case  della  borgata  furono  rese  inabitabili  :  nel 
giorno  15  marzo  per  una  nuova  scossa  si  sfasciò  la  navata  di  mezzo  e 
rovinò  la  facciata. 

A  Torre  Andrea,  villaggio  presso  gli  Angeli,  cadde  la  casa  cano- 
nica; a  Spello  (4959  ab.)  il  collegio  Felice,  i  templi,  l'elegante  teatro, 
le  case  o  furono  affatto  diroccate  o  rese  inservibili  ;  Cannara  (900  ab.) 
fa  quasi  totalmente  distrutta  ;  a  Castellacelo  (fra  Spello  ed  Assisi)  si 
ebbero  a  deplorare  9  morti  ;  a  Bettona   (2000   ab.)    tutte   le   fabbriche 


-|    m 


368  [1832] 

*      III      ■  .        III.       ii.i.  ■  .  I  -  ■  ■  I  .  - 

soffrirono,  ma  più  di  ogni  altra  il  convento  e  le  Chiese  di  S.  Crispolto 
e  S.  Antonio,  un  po'  meno  quella  di  S.  Caterina.  Danni  :  IGOOO  scudi. 

A  Foligno  nessun  fabbricato  fu  esente  da  guasti,  quasi  tutti  fui-ono 
resi  ruinosi  :  tre  sole  case  erano  dopo  la  scossa  ancora  abitabili  :  crollò 
del  tutto  il  monastero  di  S.  Lucia  e  parte  del  campanile  di  S*  Maria 
in  Campìs  ecc.  Budine,  borgata  di  Foligno,  composta  di  30  case,  fu 
tutta  distrutta  con  13  vittime  ;  Bevagna  (ab.  4125)  fu  con  Cannara  la 
più  devastata  :  la  grande  Chiesa  Collegiata  fu  quasi  tutta  demolita,  il 
palazzo  comunale,  la  residenza  del  governatore,  i  conventi,  le  chiese 
e  la  maggior  parte  delle  case  furono  diroccate  e  ciò  che  rimase  in 
piedi  era  tutto  lesionato  ;  4  furono  i  morti  e  250  i  feriti.  Le  contrade 
per  intero  distrutte  furono  quelle  conducenti  alla  Porta  Guelfa  ed  a 
quella  dei  «  mulini  »  :  150  case  e  6  torri  rimasero  interamente  ade- 
guate al  suolo.  In  Trevi  (ab.  4247)  tutte  le  case  furono  lesionate  e  bi- 
sognevoli di  speroni  e  di  catene  :  la  Chiesa  delle  Lagrime  fra  i  vari 
templi  rimase  più  malconcia. 

L'abitato  di  Montefalco  (ab.  3398)  risentì  minori  danni  di  Bevagna, 
ma  nella  valle  si  ebbero  a  deplorare  70  morti.  I  danni  ascesero  a 
2  milioni  di  scudi. 

Dopo  la  scossa  precedente  indicata  (2**  pom.),  ne  furono  intese  altre 
fra  cui  una  a  3*»  pom.  che  fu  fortissima  a  Foligno  ed  a  Bevagna.  Fino 
al  15  gennaio  la  terra  fu  in  continuo  movimento,  sentendosi  sempre 
delle  repliche,  ora  più  leggere  ed  ora  più  gagliarde  :  ad  1^  di  notte  del 
19  se  ne  ebbe  una  fortissima  a  Foligno,  sentita  anche  a  Perugia  :  nella 
sera  del  22  altre  gagliarde,  e  così  pure  durante  il  27,  nella  qual  gior- 
nata, per  una  nuova  scossa,  precipitò  il  convento  di  S.  Francesco  a 
Cannara.  Nel  29,  ad  1**  30"*  ital.,  una  scossa  fortissima  danneggiò  Trevi, 
ove  su  1172  case  allora  esistenti  dopo  questo  periodo  sismico  48  mi- 
nacciavano rovina,  72  erano  rese  affatto  inabitabili,  172  solo  in  parte, 
579  con  lesioni  leggere  e  301  erano  ancora  abitabili  ;  il  danno  totale 
arrecato  a  tale  città  dai  terremoti  ascese  a  52143.96  scudi. 

Al  10  febbraio  una  gagliarda  ripresa  con  due  scosse  a  12^  e  17**  it. 
più  intense  delle  consuete,  ed  altre  due  al  13  marzo.  Una  di  queste  (2**  a.) 
uf  assai  sensibile  a  Foligno,  forte  a  Perugia  e  fortissima  (ond.  SE-NW 
4-5")  ad  Assisi,  ove  danneggiò  grandemente  la  basilica  degli  Angeli, 
come  ò  già  detto;  l'altra  sentitasi  a  4**  50"  ant.  circa,  a  Foligno  fu  assai 
sensibile  di  7%  preceduta  da  cupo  rombo  :  per  essa  gli  ediflcii  già  dan- 
neggiati di  Bastia,  di  Cannara  e  quelli  al  Piano  degli  Angeli  soffrirono 
assai,  ed  in  special  modo  il  santuario  in  quest'  ultimo  ;  ad  Assisi  la 
scossa  atterri  gli  abitanti  e  fece  abbattere  molte  case  rustiche;  a  Pe- 
rugia fu  solo  forte. 

J^^ella  giornata  del  13  nella  valle  umbra  altri  27  niovin^enti  sismici 


[1832] 


369 


più  o  meno  sensibili  e  nella  notte  14-15  due  lievi  commozioni  fecero 
precipitare  in  parte  la  basilica  degli  Angeli,  già  ridotta  per  le  prece- 
denti scosse  in  cattive  condizioni. 


Fio.  36. 

In  questo  intenso  periodo  sismico,  se  facciamo  forse  eccezione  per 
la  Sf^ossa  del  29  gennaio,  che  pare  sia  stata  più  che  altrove  forte  a 
Trevi,  abbiamo  che  le  principali  commozioni  fUrono  causate  da  un 
unico  centro  sismico  forse  situato  nei  pressi  di  Cannara  e  di  Bevagna 
(flg.  36  A);  la  zona  dei  gi*avi  danni  (B)  comprende  Bastia,  Assisi,  Mon- 
tefalco,  Trevi,  Foligno,  Spello,  ecc.  :  da  questa  è  esclusa  Perugia  ove 
1  guasti  furono  molto  minori  (C)  :  pare  che  a  Spoleto  le  scosse  siano 
riuscite  affatto  innocue. 

Per  gli  scuotimenti  del  13  gennaio  presso  Cantagalli,  nella  parte  più 
depressa  della  valle  umbra,  si  formarono  nel  suolo  molte  screpolature 
e  si  aprirono  in  alcune  località  dei  fori  tondi,  da  cui  usci  acqua  mista 
ad  arena  e  fango. 

Presso  Cannara  si  innalzò  fino  all'orlo  il  livello  deir  acqua  di  un 
pozzo,  che  improvvisamente  poi,  dopo  una  nuova  scossa,  si  asciugò  : 
nella  terra  ivi  furono  notate  infinite  screpolature. 

Tutte  queste  scosse  ftirono  per  la  loro  azione  localizzate  :  eccezione 
fatta  per  quella  del  13  gennaio,  che  fu  avvertita  dalla  parte  di  setten- 
trione fino  a  Cesena,  a  Camerino  ed  a  Firenze,  e  verso  mezzodì  fino  a 
Roma. 


[932]    183».  Febbraio  21. 
Baratta  m.:  ìlateriali  ecc.,  pa^.  111. 


Pozzuoli  (Napoli). 


Al  21  febbraio  a  Pozzuoli  alcune  lievi  scosse  :  furono  assai  gagliarde 
nelle  campagne  circostanti  e  specialmente  nella  località  denominata 
«  Monte  S.  Angelo  »,  ove  danneggiarono  alcune  case  rurali. 

Baratta:  Terremoti  e^t  21 


370 


[1832] 


[934]    1832.  Marzo  8.  Cotroiese  (Calabria). 

Bardita  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  11M2  -  colosimo:  Sul  Urrem,  della  Calabria  aw.  eoe.  • 
Donato  Q.  :  Mem.  sulla  cag.  jls.  dei  trem.  -  Qkkco  l.  m.  :  Delle  princ.  opere  intorno  ai 
calabri  trem.  ecc.,  pag.  106199  -  zuccaro  d.  :  Ist.  de*  trem,  ecc. 

Verso  le  ore  15  ita],  dell' 8  marzo  si  senti  nel  Cotronese  una  scossa 
leggera  per  la  quale  però  parecchi  abitanti  rimasero  faori  dalle  case  : 
alle  1^  15°^  ital.  un  terremoto  disastroso  colpi  tale  regione.  Secondo  il 
Colosimo  la  scossa  e  principiò  leggera,  ma  dappoi  andò  crescendo  a 
tal  modo,  che  dopo  20*  in  circa,  addivenuta  gagliardissima  e  violenta, 
giunse  a  spezzare  e  gettare  per  terra  moltissime  fabbriche  »  ;  lo  Zuc- 
caro invece  ci  attesta  che  ad  un  leggero  tremolio  segui  dopo  circa  3"^ 
una  concussione  disastrosa  che  <  fli  da  principio  ond.  indi  vorticofia  e 
col  finir  succussoria  ».  con  una  durata  di  35.* 


/ 


I 


•Cosmi» 


M#*«nKi 


Gaanuro  •        ^ 

\      y^^K      A 


.fltfnMtwi» 


^-v-c 


Fio.  37. 

Il  movimento  sismico  fu  preceduto  da  fortissimo  rombo  e  fu  si  vee- 
mente da  far  barcollare  le  persone  che  si  trovavano  nell'aperta  cam- 
pagna e  da  far  ondeggiare  in  modo  visibile  gli  edificii. 

I  maggiori  disastri  avvennero  specialmente  nella  valle  del  Tacina 
(flg.  37  AA).  Cutro  fu  ridotto  in  un  ammasso  di  rovine  :  Policastro, 
Roccabernarda,  Rocca  di  Neto,  Papanice,  Marcedusa,  S.  Mauro  f^ono 
quasi  distrutti.  L'  area  rovinosa  comprende  (BB)  poi  Simeri,  Soveria, 
Magisano,  Scilla,  Altiliella,  S.  Severina,  Scandale,  Cotrone,  Isola,  Ca- 
tanzaro (*),  Melissa  e  Ciro. 


(1)  Fra  gU  edifici  che  In  Catanzaro  maggiormente  risentirono  gli  effetti  del  terre 
moto  si  devono  annoverare  li  liceo,  r  intendenza,  r  ospedale  civico,  le  carceri,  ecc. 


\ 


[18321 


371 


Neirisosisma  fortissima  (CC)  sono  racchiusi  Cosenza,  S.  Giovanni  in 
Fiore,  S,  Demetrio  Corone,  San  Lorenzo  del  Vallo,  Castrovillari  dalla 
parte  di  nord  :  a  snd  la  scossa  fa  solo  invece  forte  e  senza  danni  a 
Monteleone  ed  a  Reggio  Calabria. 

Da  questa  parte  più  o  meno  sensibilmente  iti  intesa  in  tutta  la  Si- 
cilia, e  da  nord  fu  leggera  fino  nella  Puglia  ed  a  Napoli. 

II  danno  ascese  a  oltre  mezzo  milione  di  lire;  i  morti  furono  234  e 
moltisaimi  i  feriti,  distribuiti  nel  modo  seguente  : 


HO 


molti 


molti 


Cutro               morti  60  ferii 

Policastro 

»   29[40J» 

Rocca  bernarda 

»     :u     » 

Mesurana 

»     21      » 

Marcedusa 

\     13     » 

Rocca  di  Neto 

>       10      » 

Papanice 

»     1    > 

S.  Mauro 

»        5      » 

ScUia 

»      13      » 

Scandale 

»       7      » 

S.  Severìna 

»       8      » 

Altìliella 

»        ?      » 

molti 


Belcastro 

morti  6  feriti 

— . 

Cropani 

» 

3 

» 

30 

Simeri 

» 

3 

» 

alcuni 

Soveria 

» 

8 

» 

20 

Catanzaro 

» 

4 

» 

parecchi 

Isola 

» 

1 

» 

pochi 

Girò 

» 

1 

» 

— 

Gimigliano 

» 

6 

» 

alcuni 

S.  Senerina 

» 

6 

» 

— 

Sersale 

» 

3 

» 

alcuni 

Castello 

» 

2 

» 

>— 

Magisano 

» 

1 

» 

20 

n  centro  di  scuotimento  fti  certamente  nei  dintorni  di  Cutro  :  lungo 
il  fiume  Tacina  si  spaccò  il  terreno  in  vari  luoghi  e  dalle  fenditure 
uscì  acqua  e  arena  ;  il  mare  air  imboccatura  del  menzionato  fiume,  al 
momento  della  scossa  invase  parte  del  littorale  :  presso  Policastro  e 
S.  Severina  si  notarono  parecchi  scivolamenti  di  terreno. 

Trascorsi  ^4  ^'  ora  dalla  prima  scossa,  segui  una  fortissima  replica 
(ond.-suss.  di  36')  e  dopo  altri  8"  e  successivamente  40",  due  altre  ga- 
gliarde di  8.*  Nei  giorni  seguenti  vari  piccoli  scuotimenti  tennero  agi- 
tato il  suolo:  nel  10,  a  18^ 7t  ^^^m  ^^  ^^^^  ^^^  nuova  scossa  ed  altre 
tre  nella  notte  :  fta  queste  specialmente  intensa  e  lunga  fu  quella  av- 
vertita circa  le  S^  :  nei  giorni  11  e  12  si  intesero  parecchi  scuotimenti 
fra  cui  uno  violento  neir  ultima  giornata.  Nel  18-21  piccole  repliche  : 
a  11"»  5"  ital.  del  25  ima  forte  di  10."  Durante  il  3  aprile  furono  sentite 
cape  detonazioni  sotterranee  e  nei  giorni  10  e  12  piccole  scosse  ed 
altre  nel  resto  del  mese  in  corso  e  nel  maggio  successivo. 

|935]    1832.  Marzo  13.  Reggiano  (Emilia). 

BARATTA  M.  :  Materiali  ecc.,  pa^.  112  14  -   Colla  a.  :  Relax,  del  trem.  ecc.  -  Narrazione  del 
tremuolo  e  dei  danni  recati  ecc. 

Circa  le  7*»  45"  ant.  dell' 11  marzo  nel  Reggiano  e  nel  Modenese 
scossa  abbastanza  forte,  avvertita  debolmente  a  Lucca,  a  Milano,  a  Ge- 
nova, a  Verona  ed  a  Vicenza  ;  alle  9**  45"  a.  circa  replica  più  violenta 
propagatasi  come  la  procedente  ;  in  Parma  fu  violenta  (ond.  SE-NW 


372  11832] 

di  6-7"),  fece  cadere  in  parte  molti  comignoli  ed  aprire  delle  leBioni. 
Alle  9^  pom.  circa  lieve  scossa.  Nel  dì  12,  a  5^  ant.,  un  altra  leggera 
a  Parma  :  a  7^  45"^  pure  ant.  una  a  Modena  ed  a  9*^  45"°  di  mattina  una 
altra  a  Parma  ed  a  Lucca.  Finalmente  verso  le  4^  20°"  ant.  del  13  un 
rovinoso  scaotimento  interessò  il  Reggiano  e  le  vicine  regioni. 

A  Reggio  la  violenza  del  movimento  sismico  fece  rovesciare  circa 
6000  comignoli  e  quasi  tatti  i  terrazzi  :  le  caserme  di  S.  !&Iarco^  di 
S.  Domenico  e  di  S.  Francesco  furono  rese  inabitabili  :  venne  demolita 
in  parte  la  torre  della  cattedrale  ;  la  chiesa  di  S.  Prospero  risenti  non 
pochi  danni  nelle  volte,  in  quella  di  S.  Giorgio  precipitò  la  gran  croce 
e  rovinarono  alcune  guglie  ;  in  quella  di  S.  Agostino  fìi  atterrata  la 
volta  d' ingresso  e  lesionata  la  torre  ;  maggiori  danni  ebbe  la  chiesa  di 
S.  Pietro  e  la  facciata  di  quella  di  S.  Francesco  ;  8.  Girolamo  rovinò 
in  gran  parte  ;  furono  poi  danneggiati  S.  Nicola  e  la  B.  V.  della  Ghiara, 
il  collegio  dei  gesuiti,  la  torre  del  Bordello,  il  Monte  di  pietà,  il  semi- 
nario, r  ospedale,  il  palazzo  comunale^  e  quello  governativo,  il  tribu- 
nale, il  collegio  di  S.  Pietro,  quello  della  Concezione  ed  i  varii  con- 
venti. I  maggiori  guasti  alle  case  private  accaddero  nella  parte  nord 
della  città  :  ivi  le  mura  stessa  diroccarono  con  i  terrapieni  dalla  porta 
S.  Croce  sin  presso  al  baluardo  di  S.  Marco  (*).  Si  ebbero  a  deplorare 
sette  feriti.  A  Castelnuovo  di  Sotto  il  terremoto  recò  immensi  danni,  e 
cosi  a  Cà  del  bosco,  ove  per  lo  riparazioni  alla  sola  chiesa  furono  pre- 
ventivate necessarie  lire  30000;  Campegine,  Bagnolo  e  S.  Bernardino 
non  furono  meno  devastati  nelle  chiese,  nelle  canoniche  e  nelle  abita- 
zioni. La  bella  torre  di  Sesso  si  rese  pericolante  ed  i  danni  subiti  dalla 
chiesa  di  questo  paese  ascesero  a  lire  19000,  e  quelli  di  S.  Polo  a 
zecchini  15000. 

Quattro  Castella  ebbe  gravi  danni  nelle  case  e  nelle  chiese,  le  quali 
in  Bibbiano  furono  quasi  rovinate. 

A  Parma  la  scossa  (ond.-suss.  di  10")  fece  crollare  oltre  un  migliaio 
di  comignoli  :  tutti  gli  ediflcii  soffrirono,  si  sprofondarono  i  tetti  di  tre 
o  quattro  casupole:  rovinò  una  porzione  della  volta  dello  scalone  del 
palazzo  Poldi-Pòzzoni  :  gli  ediflcii  che  più  di  ogni  altro  risentirono  gli 
effetti  del  terremoto  furono  i  palazzi  delle  segreterie,  della  finanza,  del 


(1)  valore  approssimativo  dei  danni  in  Reggio  : 

Case  private L.  1115000 

caserme »  57000 

Ediflcii  pubblici        ....      »  39000 

Luoghi  pli »  47100 

istituti  di  educazione      ...»  44100 

Chiese  e  conventi     ....      »  165561 

Totale  L.  Ì4ffmx 


[1S32]  378 

tribunale,  il  convento  del  PP.  Benedettini  —  una  parte  del  quale  si 
rese  inabitabile  —,  1'  Università,  le  chiese  di  S.  Ulderico,  la  Steccata, 
S.  Rocco,  r  Annunziata,  S.  Quintino ,  8.  Tiburzio ,  S.  Maria  e  la 
SS.  Croce.  Nella  casa  penale  crollò  una  volta  ferendo  6  reclusi  e  pa- 
recchie altre  persone  lo  furono  in  città.  I  danni  si  fecero  ascendere  a 
circa  un  milione  di  lire. 

A  Poviglio  cadde  un  tetto  :  a  8.  Leonardo  (fraz.  di  Cortile  S.  Mar- 
tino) un  pavimento  ed  un'  altro  pure  a  8.  Lazzaro,  ove  due  o  tre  in- 
dividui rimasero  feriti  leggermente  :  in  questa  località  si  rese  inabitabile 
r  albergo  detto  del  «  Portone  ».  In  Traversetolo  sofiFri  la  chiesa  par- 
rocchiale, precipitarono  alcuni  pezzi  di  volta  e  diroccarono  due  piccole 
case,  le  altre  tutte  furono  terribilmente  conquassate  ;  nella  frazione 
Marciano  cadde  il  volto  della  chiesa  di  8.  Pietro  e  le  case  ebbero  danni 
ragguardevoli. 

A  Ciano  precipitò  una  parte  deir  ammasso  roccioso  sostenente  il 
castello  e  presso  la  canonica  si  apri  una  larga  fenditura  nel  terreno. 

In  Correggio  il  collegio  e  molti  altri  edificii  rimasero  mal  sicuri  per 
le  lesioni  ricevute  ;  200  comignoli  caddero  in  Carpi,  la  cui  cattedrale 
fti  in  molte  parti  fessurata  ;  a  8.  Vittoria  cadde  una  torre  schiacciando 
una  persona.  In  Sassuolo  invece  precipitò  un  solo  comignolo,  ed  in 
Modena  la  scossa  (suss.-ond.  W-E,  e  N-8,  di  10-12%  seguita  per  altri 
30*  da  tremiti)  fece  suonare  le  campane^  distaccare  vari  ornamenti  agli 
edificii,  abbattere  dei  comignoli,  ed  aprire  delle  fenditure. 

Xella  cartina  23  sono  delimitate  due  zone  :  quella  dei  danni  più 
^ravi,  che  à  forma  elittica  con  Tasse  maggiore  in  senso  SSW-NNE  di 
Km.  25  di  lunghezza,  e  quella  dei  danni  meno  gravi.  Nella  figura  25 
poi  sono  tracciate  le  aree  isosismiche  mediocre  (B)  e  leggera  (C). 

A  Bologna  la  scossa  fu  forte,  a  Mantova  invece  lieve  e  seguita  10" 
dopo  da  replica;  a  Lucca  fu  breve  ma  violenta  (ond.  SE-NW8')  fece  suo- 
nare qualche  campanello  ;  a  Ferrara  incusse  molto  panico  e  cosi  pure 
a  Verona  ed  a  Vicenza  ;  fu  alquanto  forte  a  Venezia  ed  a  Genova  ;  fu 
avvertita  a  Milano  e  ad  Alpignano,  e  da  qualcuno  anche  ad  Udine, 
a  Torino  e  forse  anche  a  Lugano. 

In  generale  in  tutte'  le  suddette  località  il  movimento  sismico  fu  ab- 
bastanza lungo  e  presentò  due  riprese. 

Rbplichb.  —  Nella  stessa  notte  13-14  si  sentirono  in  Modena  ed  in  Reggio 
varie  repliche  non  molto  forti.  A  5*»  40*"  ant.  del  14  a  Reggio  una  forte  ond. 
K-W,  e  cosi  a  Modena  ove  fu  istantanea  suss.  con  rombo  :  a  7^  40°»  ant.  circa 
altra  forte  ond.  :  a  8*»  41"*  ant.  a  Parma  due  forti  :  a  4*>  ant.  del  15  a  Modena 
una  sensibile  scossa  :  dal  15  al  21  a  Parma  parecchie  leggere,  e  nella  notte 
del  21  due  o  tre  lievi  ond.  sentite  anche  a  Modena.  Nel  giorno  24,  a  9^  21™  p., 
a  Modena  due  leggere  ond.  intese  anche  a  Reggio  ed  a  Parma  (SE-NW)  ove 


374  1 1832  -  18341 


7*"  dopo  se  ne  avverti  un'  altra  più  sensìbile  SE-NW  di  4.*  Nella  notte  2H-29 
a  Parma  una  leggera  ond.  Al  P  aprile,  ad  P  pom.,  a  Reggio  una  leg^^era  : 
nella  notte  11-12  a  Panna  due  sensibili  :  a  3^14""  pom.  del  19  a  Modena  e 
Parma  un'  altra  pure  sensibile  ond.  :  ad  1^  14°"  ant.  del  20,  a  Mixlena  alcune 
leggere,  ed  infine  all'  11  settembre  a  7^  pom.  a  Reggio  una  gagliarda. 

[93&]    1832.  Novembre  24.  Nieolosi,  Belpam,  Milo  (Etna). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.)  pag.  114  -  Qemmbllabo  C:  La  vulcanol.  delVBtna,  pag.  13&-41, 

Verso  la  sera  del  31  ottobre  1832  replicate  scosse  urtarono  i  din- 
torni di  Adernò,  di  Bronte  e  di  Maletto  con  sensibile  danno  alle  case 
rustiche  :  furono  i  prodromi  di  una  forte  eruzione  dell'  Etna. 

Al  5  novembre  air  Etna  ed  a  Catania  ne  ftirono  sentite  alcune  forti  : 
a  10^  30™  ital.  (mattina)  del  giorno  24  una  violenta  scossa  urtò  Nicolosi 
e  Belpasso,  ove  scompaginò  tutte  le  caso  :  i  vari!  fabbricati  furono  le- 
sionati e  5  di  essi  distrutti.  Inoltre  crollarono  tutti  i  muri  a  secco  delle 
vigne  :  si  ebbero  a  deplorare  tre  vittime  e  qualche  ferito. 

Nel  giorno  seguente  si  senti  una  seconda  scossa  che  in  S.  Giovanni 
la  Punta  produsse  larghe  fenditure  neir  alto  del  campanile,  che  poi 
con  terribile  fracasso  crollò  al  29. 

A  Milo  le  scosse  durarono  fino  al  26. 

[937]    1833.  Gennaio  19.  Monteparano  (Lecce). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pa^.  114-15. 

Al  19  gennaio,  a  4*»  30"  ant.,  a  Lecce  forte  scossa  ond.  NE-SW  che 
destò  gli  abitanti  e  lesionò  qualche  edificio  ;  a  Monteparano  sottri  danni 
la  chiesa  Madre.  Alle  5^  ant.  altra  scossa  simile  alla  precedente.  Fu- 
rono sentite  non  lievemente  a  Foggia  :  si  propagarono  a  Potenza,  a 
Bari,  ed  in  generale  in  molte  località  delle  provincie  meridionali,  in 
taluna  delle  quali  furono  sentite  lievi  repliche. 

[938]    1833.  Aprile  4.  Yieeiza  ? 

GoiRAN  A.  :  Appendice  e  note  ecc.,  pag^.  22  -  baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  87  -  Piovekb  O. 
Crofi  dei  terr.  a  Vicenza^  pag.  55. 

Ad  1*»  ant.  del  4  aprile  in  Verona  forte  scossa  :  a  3**  15-30"  ant. 
a  Verona,  a  Ferrara  ed  a  Vicenza  una  forte  che  non  produsse  alcun 
.danno  :  neir  ultima  località  fece  suonare  le  campane. 

Al  23  aprile,  a  5**  Vi  P«?  ^  Vicenza  una  leggera  ed  altre  a  6**  Vi  ?• 
del  7  maggio. . 

[939]     1834.  Febbraio  14.  Pontremoli  (Massa). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  115-18  -  Malvasia-De  Rossi:  Documenti  ecc.,  pag.  63-W  - 
O.  Garoiolli  :  Descrtz.  del  terreni,  di  Pontremoli  -  zobi  :  stor.  civ,  della  Toscana  ecc., 
pag.  577. 

Al    13   febbraio,    ad  1^  15™  ant.,    a  Pontremoli   breve  ma  sensibile 


[1834] 


375 


scossa  ond.  che  fece  risvegliare  molti  :  al  14,  a  2^  15™  pom.  circa,  vio- 
lento rombo  susseguito  da  energica  scossa  suss.-ond .  NW-SE  di  10." 

La  fortezza  ed  il  convento  dei  Gappaccini  furono  resi  inabitabili  ;  il 
pretorio,  il  seminario,  il  collegio,  V  ospedales  il  vescovado,  il  duomo 
con  tutte  le  altre  chiese  farono  gravemente  danneggiati  ;  atterrati  per 
la  jRHggioT  parte  i  camini  ;  lesionate  tutte  le  case  ;  resi  inservibili  al 
tragitto  i  due  ponti  di  S.  Francesco  :  neir  edificio  scolastico  —  ove  si 
trovavano  adunati  oltre  50  fanciulli  —  crollò  la  volta,  ferendone  gra- 
vemente tre. 

I  danni  maggiori  avvennero  a  Caprio,  a  Val  d' Antena,  a  Zeri,  a 
Guinadi,  a  Bratto,  h  Braia,  a  Cavezzano,  a  Groppo  d'  Alosio,  a  Filat- 
tiera,  a  fiocca  Sigillina,  a  Lusignano  ed  a  Gigliana. 


Fio.  38. 

Albereto  presso  Borgotaro  tu.  quasi  distrutto  e  in  Borgotaro  stesso 
e  dintorni  gravissimi  furono  i  danni  causati  agli  edifici.  Qualche  danno 
pare  nbbiano  risentito  anche  Bardi  e  Borgo  S.  Donnino. 

Il  movimento  parve  irradiare  dal  monte  Molinatico  ;  nella  cartina 
imita  (fig.  38)  con  A  è  indicato  il  probabile  epicentro  e  con  B  il  limite 
della  zona  isosismica  rovinosa  o  quasi. 

Nella  Toscana,  secondo  lo  Zobi,  i  morti  furono  60,  e  120  le  persone 
gravemente  ferite;  moltissime  furono  quelle  che  riportarono  lievi  le- 
sioni, he  case  danneggiate  ftirono  4281,  con  un  danno  di  1836152  lire. 

A  Sarzana  e  Parma  la  scossa  fu  assai  forte  ;  fa  molto  sensibile  a 
Genova  ed  a  Bologna  ;  fu  leggera  a  Modena,  a  Reggio,  a  Milano,  a 
Mantova,  a  Brescia  ed  a  Torino. 

A  Borgotaro,  dalle  2*»  30™  alle  3**  20™  pom.  del  giorno  14,  si  senti- 
rono 10-12  scosse  leggere:  a  2^^/^- 3^  pom.  a  Pontremoli  se  ne  ebbe 
una  forte  ond.  avvertita  a  Lucca,  a  Grenova  ed  a  Parma  ;  a  9^  15™  p. 
un'  altra  e  nella  notte  parecchie  repliche.  Nel  giorno  15  a  1*»  16™  ant. 
e  9^30™  pom.  in  Borgotaro  varie  scosse  molto  più  intense  che  non  a 
Pontremoli,  ove  a  8^  ant.,  si  ebbe  un  sensibile  scuotimento. 


376  [1834  - 1835] 


Nel  giorno  16  a  Borgotaro  e  Pontremoli  qualche  scossa;  a  5*»  pom. 
del  17  neir  ultima  località  una  forte  commozione  fece  fuggire  la  popo- 
lazione dalle  case.  Continuarono  neir  aprile-giugno  a  farsi  sentire  delle 
repliche,  alcune  delle  quali  abbastanza  violente. 

[940]    1834.  Luglio  4.  S.  Vitale  di  Bagaisa  (Parma). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  117. 

Mentre  1'  attività,  sismica  si  era  affievolita  in  quel  di  Pontremoli  e 
di  Borgotaro,  il  4  luglio,  a  1^35"»  ani.  circa,  una  scossa  ond.  SW-KE 
di  10*  urtava  Parma  facendo  ivi  risvegliare  gran  parte  degli  abitanti  : 
a  S.  Vitale  di  Baganza  essa  fu  molto  più  violenta  e  seguita  da  altre. 
Fu  forte  a  Genova,  ove  fece  risvegliare  gran  parte  della  popolazione  : 
fti  sensibile  a  Lucca,  ove  5""  dopo  fu  seguita  da  lieve  replica  e  fu  leg- 
gera infine  a  Bologna,  a  Modena,  a  Milano,  a  Brescia,  a  Verona  ed  a 
Vicenza.  Nella  notte  3-4  a  Parma  due  altre  lievissime  scosse  ondula- 
torie. 

[941]    1834.  Ottobre  4.  Bologna. 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  117-18. 

Ad  8^  pom.  del  4  ottobre  in  Bologna  fortissima  scossa  suss.-ond. 
ENE-WSW  di  8"  preceduta  da  forte  rombo.  Presentò  nella  sua  durata 
due  riprese  a  4-5»  d' intervallo,  la  seconda  delle  quali  fu  più  intensa. 
Notevoli  danni  a  non  pochi  fabbricati,  cioè,  caduta  di  molti  comignoli 
di  alcuni  pezzi  di  ornamento  di  vecchie  case,  apertura  di  lesioni  nei 
muri  e  nelle  volte.  Fu  piuttosto  forte  a  Modena  (ond.  E-W,  5")  e  leg- 
gera a  Parma,  a  Venezia  ed  a  Ferrara.  Nella  giornata  dal  5  a  Bologna 
altre  scosse  lievi. 

[942]    1835.  Febbraio  6.  Mugolio. 

Baratta  m.  .'  Materiali  ecc.,  pag.  118  -  Giovannozzi  G.  :  /  terr.  st.  Apuani,  pag.  9  -  Pilla  l. 
Jstor.  del  treni,  ecc.,  pag.  215  -  L.  chiki:  Storia  ant.  e  mod.  del  Mugello,  Firenze  18^76, 
voi.  IV,  pag.  106. 

Nel  pomeriggio  del  6  febbraio  in  Firenze  alcune  scosse,  fra  le  quali 
una  notevole  a  7*»  50"  pom.  ;  il  centro  di  questo  scuotimento  si  appa- 
lesò nel  Mugello.  A  Borgo  S.  Lorenzo  ne  furono  sentite  due  gagliar- 
dissime suss.-ond.  della  durata  di  pochi  secondi,  precedute  da  forte 
rombo,  che  fecero  sbattere  le  imposte,  rovesciare  vari  mobili,  cadere 
dei  comignoli  ed  aprire  delle  lievi  fenditure  nei  muri.  Nei  paesi  circo- 
stanti il  terremoto  fu  più  lieve  :  si  deve  però  eccettuare  Vicchio  nel 
quale  i  danni  furono  maggiori  :  a  Luco  furono  di  poco  momento.  Nella 
fig.  2  trovasi  delimitata  V  area  mesosismica  A,  la  isosismica  fortissima 
B,  e  la  forte  C. 

Nei  giorni  seguenti  parecchie  repliche,  ed  altre  leggere  nel  mesi  se- 
guenti: là  maggiore  avvenne  a  10*>  ant.  del  giorno  7  febbraio. 


[1835]  377 

[943]    18S5.  Marzo  6.  Gasliari. 

Baratta  M.  -  Materiali  ecc  ,  pag.  118. 

Nella  notte  del  6  qualche  lieve  scossa  ond.  W-E  a  Cagliari. 
|944]    1835.  Marzo  23.  Boves  (Cuneo). 

Baratta  M.  :  Op.  Cit.,  pag.  118. 

A  9'^30»  ant.  del  23  marzo  a  Boves  forte  scossa  W-E  con  rombo, 
che  fece  rovesciare  oggetti,  screpolare  varil  muri,  abbattere  molti  co- 
mignoli e  rendere  pericolante  una  camerata  dell'ospedale.  Alle  11^  30~  a. 
replica. 

[d45]     1835.  Aprile  25.  Borgotaro,  Pontremoli. 

Bajiatta  m.  :  Op.  clt,  pag.  118  e  aeg. 

Abbiamo  visto  che  durante  il  periodo  sismico  di  Pontremoli  del  1834 
iX.  939)  furono  sentite  varie  scosse  in  Borgotaro,  state  più  in  questa 
che  non  neir  altra  località  violenti.  Nel  marzo  1835  le  manifestazioni 
sismiche  in  Borgotaro  diventarono  più  numerose  ed  energiche  :  nel 
giorno  8  si  ebbe,  a  9^30"  ant.,  una  forte  scossa  preceduta  da  rombo  e 
seguita  mezz'ora  dopo  da  una  debolissima';  a  2*" 40»  ant.  del  16  una 
leggera,  e  così  ad  11>»45'»  del  15  a>»rile.  Nel  giorno  20,  a  4*»  ant.,  a  Bor- 
gotaro e  dintorni  scossa  fortissima  ond.  ;  a  &"  ant.  del  21  due  forti, 
ed  a  2**  pom.  due  altre  fortissime  e  lunghe  con  intenso  rombo  :  a  3*^  45" 
del  25  una  violentissima  scossa  fece  uscire  la  popolazione  all'  aperto  ; 
tu  sentita  con  eguale  intensità  a  Pontremoli,  a  Varese  Ligure,  a  Com- 
piano, a  Bedonia  e  leggermente  anche  a  Bardi. 

Dopo  questo  parossismo  il  suolo  si  mise  in  quiete,  interrotta  solo  al 
10  maggio  (lO'^SO"  pom.)  da  una  lieve  commozione  ed  al  V  agosto 
(8^  45'"  p.)  da  un  rombo  sotterraneo  della  durata  di  parecchi  secondi. 

[946]    1335.  Ottobre  12.  Castiglione,  Cosenza. 

Bossi  a.  A.  ì  Dei  trem,  della  Cai,  Cit.  i835. 

Verso  1^  pom.  del  12  ottobre,  preceduto  da  un  baleno,  in  Cosenza 
fremito  sotterraneo  con  gagliardissima  scossa,  che  risultò  composta  di 
tre  urti  violentissimi,  ai  quali  tenne  dietro  un  assai  forte  moto  ondu- 
latorio e  vorticoso  :  la  durata  totale  fu  stimata  di  20.*  La  contrada  lungo 
la  riva  destra  del  Crati  andò  tutta  in  rovina  :  Cosenza  e  Rende  furono 
le  sole  località  state  assai  danneggiate  sulla  sinistra. 

Il  terremoto  fu  fortissimo  fino  a  S.  Lorenzo  Bellizzi  dalla  parte  di 
nord  :  ed  a  Tiriolo  da  quella  sud  :  fu  lievemente  sentito  nella  Calabria 
Ulteriore  ed  in  Basilicata. 

Nel  resto  della  giornata  il  suolo  fu  in  continuo  moto  e  per  tutto  il 
mese  e  per  i  successivi  (novembre  e  dicembre)  si  sentirono  frequenti  e 


378 


[1835] 


forti  repliche,  le  maggiori  delle  quali  accaddero  al  22  novembre  ed  al 
25  dicembre,  le  qaali  non  furono  meno  gagliarde  della  prima  e  causa- 
rono nuovi  danni.  Furono  tutte  dirette  da  NW  a  SE,  eccettuata  V  ul- 
tima che  ebbe  direzione  contraria.  Da  questi  terremoti  Castiglione  tu 
adeguato  al  suolo  con  ICX)  morti  e  molti  feriti  :  la  Chiesa  maggiore 
screpolata  nella  cupola  e  nelle  pareti,  un  convento  di  Cappuccini  fu 
infìianto  con  la  relativa  chiesa. 

Il  suolo  fra  Cosenza  e  Castiglione  apparve  screpolato;  ivi  si  altera- 
rono tutte  le  sorgenti.  S.  Pietro  in  Quarano  ed  il  villaggio  di  S.  Be- 


.T'*'^ 


Fio.  39. 

nedetto  ebbero  la  stessa  sorte  ;  gran  parte  delle  case  furono  distrutte, 
le  altre  tutte  rese  inabitabili  :  20  morti  ed  oltre  100  feriti  ;  in  Zumpano 
alcune  case  farono  atterrate,  le  altre  lesionate  ;  nella  frazione  Rovella 
tutti  gli  ediftcii  flirono  abbattuti  e  si  piansero  2  morti  e  50  feriti  ;  a 
Lappano  niun  edificio  rimase  illeso,  molti  furono  distrutti  :  4  morti. 
Tutti  questi  paesi  sarebbero  compresi  neir  area  disastrosa  (fig.  39  A). 
A  Casole  rovinarono  alcune  case,  sotto  cui  si  ebbe  una  vittima  :  ugual 
sorte  toccò  a  Rose  ed  a  Rende.  A  Cosenza  in  generale  tutti  gli  edifìci 
furono  lesionati  ;  nel  convento  delle  Cappuccinelle  caddero  i  tetti^  altri 


[1835  - 1836]  379 


conventi  in  più  parti  farono  rovinati  :  parecchi  palazzi  risentirono  gravi 
lesioni  interessanti  i  muri  dalla  cima  alle  fondamenta  :  gravi  danni 
ebbero  il  vescovado,  l'intendenza,  il  tribunale,  le  carceri,  l'orfanotrofio 
ed  il  castello  ecc.  I  paesi  dianzi  ricordati  sono  posti  nella  zona  dei 
gravi  danni  (B). 

S.  Ippolito,  Donnici,  Piane  Grati,  Dipignano  e  Paterno  risentirono 
danni  minori  (C)  ;  lievi  Paola,  Cassano,  S.  Sofia,  Corigliano,  S.  Lo- 
renzo Bellizzi,  Terrannova,  Tarsia,  Spezzano,  S.  Demetrio,  Macchia  e 
Bìsignano  da  una  parte  e  Tiriolo  dall'  altra  (area  fortissima  :  D). 

Questa  zona  misurata  nella  sua  maggio^  lunghezza  da  S.  Lorenzo  a 
Tiriolo  risulta  di  km.  105.  L'epicentro,  con  ogni  probabilità,  deve 
porsi  nei  pressi  di  Castiglione  e  di  8.  Pietro  in  Ouarano. 

[947]    1835.  Dicembre  23.  Monteeassiio  (Caserta), 

e.  DB  ka&oo:  UofUecassino  ecc.,  pafir.  78. 

il  23  dicembre  tre  scosse  fortissime  o  molto  forti. 

[948]    1836.  Aprile  24.  Rossaat  (Cosenza). 

ROSSI  A.  :  Iki  trem.  nella  Cai,  atra  Vanno  i83e  -  de  rosis  l.  :  Deserà,  del  trem.  ecc. 

Alle  &"  15°"  ital.  in  Rossano  fu  sentito  dapprima  un  rombo^  quindi 
una  tremenda  scossa  che,  secondo  il  De  Rosis,  fti  solo  ondulatoria  ma 
veementissima  per  circa  30*  e  che  andò  quindi  decrescendo  sempre  più, 
in  modo  da  perdurare  per  oltre  2.""  Il  Rossi  invece  afTerma  che  il  mo- 
vimento sismico  fu  dapprima  verticale,  quindi  ondulatorio^  poscia  vor- 
ticoso :  a  questa  prima  fase,  durata  SO*  circa,  sarebbe  susseguita  una 
pausa  di  3",  e  quindi  una  ripresa  fortissima. 

In  Rossano  molti  edificii  rovinarono  completamente  :  il  duomo  ebbe 
atterrato  il  coro  e  parte  della  facciata  di  ponente  ;  il  palazzo  vescovile 
in  parte  f^  distrutto  ed  in  parte  reso  inabitabile  ;  semidirute  rimasero 
la  chiesa  dei  Cappuccini,  quella  di  S.  Chiara  e  della  Maddalena  con  i 
rispettivi  conventi.  Il  monastero  dei  Basilianl  rimase  molto  malconcio, 
e  cosi  pure  i  palazzi  della  sotto  intendenza,  del  municipio  e  dell'ospe- 
dale. Secondo  la  perizia  ufficiale  su  1538  edificii  urbani,  370  fìirono  in- 
teramente distrutti  ;  592  lesionati  in  modo  da  non  essere  suscettibili  di 
riparazione  e  gli  altri  776  atti  ad  essere  ancora  riparati  :  il  danno  si 
fece  ammontare  a  ducati  400005.  Crosia  f\k  interamente  distrutta;  in 
Caloveto,  La  Scala  e  Cropalati  alcune  case  fUrono  adeguate  al  suolo, 
tutte  le  altre  rimasero  lesionate,  e  nessuna  illesa  :  a  Calopezzati  la 
maggior  parte  degli  edificii  rovinati,  e  cosi  pure  dicasi  di  Paludi  e  di 
Corigliano.  Longobucco,  Bocchlgllero,  Cariati  e  Campana  furono  gran- 
demente danneggiati:  non  ebbero  a  deplorare  morti  ma  solo  qualche 
ferito.  In  San  Demetrio  ed  in  San  Giorgio  tutte  le  case  furono  danneg- 


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250 

» 

140 

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25 

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2 

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1 

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1 

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50) 

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380  [1836] 

giate,  e  le  più   deboli  infrante  :  in  Acri  e  Bisignano  si  ebbero  edificii 

crollati  ;  a  Cosenza,  a  Castiglione,  a  Zampano,  a  Rose,  a  Motta,  a  Ro- 

vito,  a  S.  Demetrio,  a  Donnici,  a  S.  Pietro  ed  a  Rovella  danni  minori. 

Riguardo  al  numero  dei  morti  e  dei  feriti  ecco  la  statistica  ufficiale: 

Rossano  (quasi  interamente  distrutto)  morti  259,  feriti    89 

Grosia  (interamente  distrutta) 

Calopezzati  (molto  danneggiato) 

Galoveto  (in  parte  caduto) 

Cropalati  idem 

Scala  idem 

Paludi  idem 

Totale    589  237 

Secondo  i  Documenti  Malvasia-De  Rossi  (Op.  cit.,  pag.  65)  anche  a 
Oinosa  (Taranto)  alcuni  edificii  sarebbero  stati  danneggiati. 

Sulla  costa  le  onde  dapprima  si  avallarono,  poscia  innondarono  la 
riva  invadendola  in  prospetto  di  Corigliano  e  di  Rossano  per  circa  40 
passi:  lo  stesso  fenomeno  accadde  alla  marina  di  Calopezzati,  ove  il 
mare,  ritirandosi,  lasciò  all'asciutto  sul  lido  dei  pesci  :  presso  quest'ul- 
tima località,  nella  contrada  «  Lozzi  »,  non  lungi  dal  luogo  detto 
«  S.  Elia  »,  avvennero  grandi  sconvolgimenti  nel  terreno;  in  alcune 
parti  questo  si  rialzò  di  un  palmo  circa,  ed  in  altre  di  altrettanto  si 
depresse.  Alla  marina  chiamata  <  S.  Angelo  »  venne  fuori  dai  cre- 
pacci apertisi  nella  terra,  dapprima  dell'  arena,  che  formò  dei  muc- 
chietti,  e  quindi  anche  delie  acque  tepide. 

Mezz'  ora  dopo  questo  grande  parossismo  si  ebbe  una  replica  più 
lieve,  e  dopo  il  25  non  mancarono  le  scosse  a  farsi  sentire  giornal- 
mente :  una  assai  forte  avvenne  a  Rossano  a  9^  aut.  del  15  maggio  e 
causò  qualche  danno  ;  un'  altra  di  5-6%  a  13*»  18"  ital.  del  giorno  22. 
fece  cadere  un  cornicione  di  una  chiesa,  ed  infine  una  terza,  di  quasi 
eguale  intensità,  a  S^  20"  ital.  del  19  giugno.  Al  27  luglio,  verso  le 
8*»  Vi  dì  mattina,  in  Rossano  una  nuova  scossa  fece  crollare  una  mu- 
raglia antica. 

Il  centro  di  questo  terremoto  pare  a  mare  fina  Rossano  e  Crosia:  le 
varie  zone  isosismiche  sono  rappresentate  nella  fig.  39,  in  cui  cui  rap- 
presenta la  mesosismica  disastrosa  :  bb  l' isosismica  rovinosa  e  ce  la 
quasi  rovinosa. 

[949]    1836.  Maggio  3-4.  Roggio  Calabria. 

A.  BOSSI:  De'  trem.  nella  Cai.  CU.  Vanno  i836,  pag.  28. 

Secondo  il  citato  Rossi  nella  notte  3-4  maggio  a  Reggio  C.  si  ebbe 


(1)  Nel  giorno  seguente  per  la  caduta  di  un  muro  si  ebbe  a  deplorare  una  vittima 
ed  un  contuso. 


T» 


[1836] 


381 


una  lieve  scossa,  e  nel  mattino  seguente  nna  più  gagliarda  ond,  che 
causò  danni  agli  edìficii  :  per  alcuni  giorni  a  vari  intervalli  altre  leg- 
gere repliche.  L' Arcovito,  citato  dal  Mercalli  (I  terr.  della  Cai.  ecc., 
pag.  50),  non  parla  di  questo  terremoto,  ma  menziona  le  seguenti 
scosse  avvertite  neir  anno  a  Reggio  : 

Maggio  2)  terremoti  a  Reggio  (che  siano  quelli  xhe  il  Rossi  dice  avver- 
titi nel  34?) 

Agosto  9)  6^  ital.  (9-10  notte)  una  lieve;  iO)  \^  45»  ital.  ivi  due  lunghe 
e  forti  con  rombo,  forse  sentite  a  Messina  :  16^  altra  piccola  ;  i5)  \^  4&»  it. 
una  forte  ;  16^  50°^  altra  scossa  ;  ^^  2tìi^  una  forte. 

Nditembre  i)  2^  ital.  una  mediocre. 

[950]    1836.  Giugno  12.  Asolano  (Veneto). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  119-20  -  piovenb  o.  :  Cnm,  dei  terr,  a  Vicenza  ecc.  pag.  55^. 

Circa  le  11^  pom.  dell'  11  giugno  a  Bassano  una  scossa  ;  verso  le 
3*  30"  ant.  del  giorno  12  replica  più  forte,  però  senza  sinistri  effetti  ; 
Liedolo^  Fonte,  S.  Ilaria  (S.  Eulalia)  furono  le  località  più  danneggiate 


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Fio.  40. 

(flg.  40)  quindi  vengono  8.  Zenone,  Crespano  e  Possagno.  Nei  primi  da" 
60  a  70  case  furono  ridotte  in  stato  rovinoso  ;  nella  parrocchiale  di 
S.  Ilaria  la  facciata  rimase  assai  conquassata  ed  il  campanile  perdette 
la  porzione  terminale  della  sua  guglia.  Nessun  danno  soffrirono  le 
chiese  di  Crespano  e  di  Possagno.  Neir  area  danneggiata  su  1943 
fabbricati  100  caddero  interamente,  100  altri  rimasero  cadenti,  692  eb- 
bero danni  più  o  meno  gravi,  e  1151  restarono  illesi. 

A  Venezia  la  scossa  fh  forte  da  far  suonare  i  campanelli,  muovere 
i  mobili,  cadere  oggetti  anche  grossi,  e  da  far  svegliare  peisone. 
Eguale  intensitÀ  ebbe  a  Verona  (ove  dopo  11"*  si  senti  una  replica),  a 
Vicenza,  a  Mantova  ed  a  Brescia  ;  fu  lieve  a  Ferrara,  a  Parma  ed  a 
Milano, 


382  [1836  '  1837] 


A  Bassano  nel  corso  della  settimana  altre  16  scosse,  fra  ctii  una  al 
13   (IO»»  40-  a.),  al    14  (10»»  3«  p.),   al  16   (11»»  29»  p.)   ed  al  18  (Pa.) 

Al  15  luglio,  a  Q^  45»  pom.,  se  ne  ebbe  Tina  a  Comedo,  sentita  anche 
lievemente  a  Parma^  a  Vicenza,  a  Venezia;  a  Comedo,  a  1*»30»  pom., 
altra  replica.  A  mezzodì  del  20  a  Bassano  si  sentirono  due  scosse  assai 
sensibili  che  da  Borse  a  Possagno  causarono  nuovi  danni  :  a  Crespano  gli 
abitanti  si  attendarono  ;  tìirono  forti  a  Comedo,  a  Padova,  a  Vicenza  : 
sensibili  a  Verona  e  lievi  a  Parma,  a  Ferrara  ed  a  Modena.  A  Bassano 
a  10^^10»  e  ll»'52»pom.  due  altre:  a  0»'42»  ant.  del  15  una  gagliarda, 
a  4»»  ant.  del  23  una  lieve,  e  varie  nel  giorno  24. 

[951]    1836.  Luglio  8.  Craco  (Basilicata). 

BOSSI  A.  :  st&r.  Urr,  Cai.  isas-ae^  pag.  88. 

A  mezzodì   deli' 8  luglio   scossa  sentita  nel   vallo  Cosentino;  quivi 

non  produsse  danni:  a  Craco,  ove  fu  essenzialmente  ond.  S-N  di  30", 

fece  lesionare  tutti  gli  edificii. 

[952]    1836.  Luglio  17.  Cosesza. 

BOSSI  A.  A.  :  /)f  trm,  della  Cai,  CU,  Vanno  isae,  pag.  23. 

Dopo  mezzodì  del  17  luglio  a  Cosenza  forte  scossa  ond.  di  parecchi 
secondi  :  fu  seguita,  neir  intervallo  di  2»,  da  due  altre  repliche  più 
lievi  :  pochi  danni,  ma  grande  spavento. 

[953J    1836.  Novembre  20.  Lagonegro  (Basilicata). 

Baratta  M.:  Op.  Clt,  pag.  120-21  -  Bossi  A.  A.  '-  Op.  cit.,  pa^r.  82-^. 

Verso  le  8^  Vi  ant.  del  20  novembre  forte  scossa  a  Napoli  ;  a  Lago- 
negro  fece  rovesciare  parecchie  case,  lesionare  tutte  le  altre*  aprire 
fenditure  nel  suolo  e  causare  varii  franamenti.  La  vicina  contrada 
sofifM  grandemente  :  Nemoli,  Rivello,  Trecchina,  Latronico,  Castelfranco, 
Carbone,  Chiaromonte,  Montemurro,  Corleto  e  Tramutola  in  provincia 
di  Potenza,  Casalbuono  e  Montesano  in  quella  di  Salerno  ebbero  tutte 
le  fabbriche  lesionate  e  le  più  deboli  infrante.  In  Lagonegro  10  morti 
e  40  feriti  :  a  Montesano  2  morti  e  10  feriti. 

A  Lagonegro  nella  giornata  26  scosse  ed  al  2  dicembre  ivi  e  nei 
dintorni  nuove  repliche. 

.  L'  epicentro  di  questo  terremoto  deve  trovarsi  nei  pressi  di  Lago- 
negro  (flg.  32  A)  :  r  area  rovinosa  si  mostra  (B)  assai  ristretta  e  si 
spinge  fino  a  poco  oltre  Montesano  :  V  isosisma  dei  danni  (C)  include 
le  altre  località  testé  nominate. 

[954]    1837.  Aprile  11.  Alpi  Apeane  (Toscana). 

Baratta  m.:  Op.  clt.,  pag.  121-2  -  O.  Garoiolli:  Terr.  nella  Lunigiana  ecc.  -  O.  Giovax- 
Nozzi  :  /  terr.  Apuani^  pag.  12  (estr.) 

Circa  le  6**  pom.  dell'  11  aprile  un  tremendo  terremoto  urtò  Je  Alpi 


[1837] 


383 


Apuane.  Ad  Uglian  Caldo  su  100  case  93  furono  Rovinate,  e  delle  altre 
p3che  una  sola  era  ancora  servibile  ;  5  morti  e  18  feriti.  A  Argìgliano 
toccò  la  stessa  sorte:  24  case  cadute.  Monteflore,  Regnano  soggiacquero 
a  forti  danni.  In  Minucciano  caddero  alcune  c^se  e  parte  dell'  antica 
torre  :  altri  ediflcii  furono  grandemente  lesionati,  fra  cui  la  residenza 
del  commissariato  e  quella  dei  carabinieri  :  vari  feriti.  Bargiola,  Al- 
biano  e  Renzano  soffrirono  pure  gravi  danni  e  così  pure  Antognano, 
Zenzano^  Bugliatico.  La  zona  ove  il  terremoto  fu  rovinoso  adunque  à 
forma  quasi  circolare  con  il  diametro  di  circa  km.  10. 

A  Fivizzano  la  scossa,  suss.-ònd.,  fece  cadere  pochi  comignoli,  qualche 
cornicione,  e  causò  screpolature  nei  muri  intemi.  A  Lucca  (ond.)  fece 
suonare  i  campanelli,  oscillare  gli  oggetti  appesi  ed  aprire  qualche 
cretto  nei  pavimenti.  Essa  fu  poi  sensibile  a  Modena  ed  a  Parma,  e 
leggera  a  Grenova  ed  a  Firenze. 


•Titfiini)!». 


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Fio.  41. 

H  centro  di  scuotimento  pare  sia  stato  nei  pressi  del  e  Pizzo  d'Uc- 
cello >  la  cui  maestosa  cima  fu  vista  scuotersi  e  scagliare  lungi  da  sé 
le  nevi  che  la  ricoprivano.  In  vari  luoghi  si  aprirono  delle  squarcia- 
ture  nel  suolo  e  rotolarono  dei  massi  :  le  termali  di  Equi  emisero  per 
parecchi  giorni  acqua  biancastra. 

Neir  unita  cartina  (flg.  41)  è  delimitata  la  zona  epicentrale  e  l'area 
mesosismica  rovinosa. 

A  Fivizzano  e  ad  Ugliano  nella  notte  varie  scosse  :  alla  mattina 
del  12  se  ne  erano  contate  32,  e  40  a  tutto  il  giorno  16. 


[955]    1H37.  Aprile-Maggio.  Monteeassino  (Caserta). 

Pilla  L.  :  ^lat,  dei  trem.  the  alfUt^em  la  città  di  S.  Germano^  ecc. 

Sui  primi  di  aprile  a  Villa,  paesetto  distante  da  S.  Germano  3  miglia, 
fa  sentita  una  scossa  molto  energica  che  fece  crollare  alcuni  muri  a 
secco  e  causò  lievi  danni  ad  alcune  case.  A  3^  ò^  ant.  del  giorno  12 
S.  Germano  ed  il  monastero  di  Monte  Cassino  ftirono  scossi  da  un  ter- 
remoto molto  gagliardo,  seguito  10°^  dopo  da  replica  più  veemente.  Al 
14  a  10^  p.  scossa  alc^uanto  energica  ed  altre  due  lievi  nel  di  28  (4^  e 


384  [1837  - 1838] 


4>>  15<»  ant.)  Ad  8^  Vi  ^-  ^^^  ^  niaggio  il  suolo  tremò  fortemente,  dopo 
aver  leggiermente  oscillato.  A  4^  Vt  ^^^*  ®  ^^  Vs  P-  del  3  ed  a  1^  30""  a. 
del  4  due  scosse  poco  forti.  Nel  5  a  S.  Germano  una  non  avvertita  a 
Montecassino  :  neir  8  (4*^  Vs  *i^'«  ®  ^^  Vj  pom.)  due  leggiere  ond.  a 
S.  Germano  ed  a  Montecassino:  a  11^  pom.  del  9  due  altre  a  2""  d'in< 
tervallo.  Nel  giorno  11  (4*^  Vs  &•)  ^^^  leggiera  oscillazione,  alla  quale 
tenne  dietro  una  gagliarda  a  5^  Vt  pom.  e  poi  due  altre  leggiere  a 
7^  V4  pom.  l' una  e  2*^  ant.  del  12  l'altra  :  in  questo  giorno  il  Monte 
di  Gassino  fìi  in  vari  punti  commosso.  Nel  giorno  14  avvenne  il  massimo 
sismico  di  questo  interessante  periodo  :  a  6^  a.  un  rumore  cupo  ognor 
crescente  precedette  ed  accompagnò  lo  forte  scoesa,  che  parve  dovesse 
far  rovinare  tutte  le  case:  la  maggior  parte  dei  monaci  e  degli  abitanti 
usciron  precipitosamente  dalle  case. 

Nel  giorno  17  (0**  15°*  0**  45"  e  1*»  15  pom.)  tre  scosse  lievi,  l' ultima 
delle  quali  fti  più  forte  a  Montecassino  che  a  S.  (fermano  :  fino  agli 
ultimi  del  mese  il  suolo  parecchie  volte  tremò,  ma  sempre  lievemente  : 
nella  notte  del  5  giugno  ed  in  quella  del  6  qualche  altro  scuotimento. 
Tutte  queste  scosse  —  quasi  sempre  suss.  della  durata  di  5'  circa  — 
furono  tutte  precedute  ed  accompagnate  da  rombi  e  sentite  in  localitÀ 
ristrettissime.  I  danni  causati  alle  costruzioni  fìirono  lievi  :  nessun  edi- 
ficio né  in  S.  Germano,  né  alla  Villa,  né  a  Cairo,  fu  diroccato,  solo  in 
molte  case,  le  più  solide  ed  il  monastero  non  eccettuato,  si  aprirono 
piccole  lesioni. 

[056]    1838.  Febbraio  2.  Valle  Pastuia  (Sard^rna). 

BARATTA  M.  :  Materiali  ecc.  pag.  123. 

Al  2  febbraio,  circa  le  11^  Vs  pom.  in  valle  di  Pastusia  scossa  che 
fece  cadere  dalle  circostanti  alture  grande  quantità  di  sassi  ed  aprire 
spaccature  nel  suolo. 

[957]    1838.  Febbraio  14.  Folifpio,  Spoleto  (Umbria). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  123. 

A  3^  pom.  del  5  gennaio  a  Spoleto  due  scosse  gagliardissime  :  nel 
giorno  14  febbraio  a  Foligno  e  dintorni,  a  8**  30°  ant.,  forte  com- 
mozione tellurica  che  incusse  grande  panico  e  causò  piccoli  danni  : 
Spoleto  durò  12*  ed  i  fabbricati  gìk  in  cattive  condizioni  subiron 
nuovi  detrimenti  :  ne  crollarono  molti  a  Cerreto,  ad  Agliano,  ad  Acev 
(fraz.  di  Gampello),  a  Sellano  e  nella  sua  frazione  Postignano.  Neil 
giornata  a  Foligno  varie  repliche,  fra  cui  una  ad  1**  30"*  della  nott< 
che  fu  si  gagliarda  da  incutere  spavento  e  causare  lievi  danni. 

Ad  8^  45"°  ant.  circa  del  17  a  Foligno  forte  scossa. 

La  zona  mesosismica  di  questo  terremoto  é  delimitata  nella  fi 
^ra  13  (pag.  196). 


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FS-P 


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385 


(Marche). 
Materiali  ecc., 


jaiti  da  for- 
e  uscita  al- 
4  piedi  di 
I  Fano  :  fa 
ì  a  Vienna, 
quindi  il 
iti  —  tolta 
'Ji  evidente 
ìentis  dans 
ri  un  ter- 

0^e>  propaga- 
la concor- 
>to   si   tro- 
•atutto   dal 
MfciTi^  Le«  trem- 

ag.  31-42, 

ino  furono 

^4</^^eccaniche 

wo^^^a:  Per  la 

movimenti 


oscana). 


Scala  di  |:300  0'^^    «^^1^1 
0193456709  IO  li  846).  Dal 

C/ìihmetrt    Otte  1  tre- 

però  lievi. 

41    £p!c€nfrQ  '  anno  1838 

lìmite  cttih  fonet  ^tctntraU 
JelCaita  mesosismiccL 
»...      .      a/^rossi morivo  x£ei  €tQ.?tnt  Savoia). 

•  Paest  completamente  distrutti  5- 

%         .  cAe  Aann^   sofferto  jrapi  ^eriodo  di 

0         ,  Btati    mediocremente    do^^^  ^j  y^^^ 

O         .  che  hanno   sofferto   */a^^^  ^^^^^^ 

===io  (1839), 
:ando:  in 
pom.   del 


[1838  - 1839] 


385 


igDO  23.  Pesaro  (Marche). 

de  terre  ecc.  ed  Bffet  d' un  tremM.  ecc.  -  baratta  m.  :  Materiali  ecc., 
A.  :  Scritti  di  Sismol.^  voi.  i,  pag.  85  e  155. 

m.  del  23  giugno  a  Pesaro  due  rombi  seguiti  da  for- 

nd.  E-W  di  5*  :  edificii  lesionati,  popolazione  uscita  al- 

il  terremoto  l'acqua  dei  pozzi  si  innalzò  di   4  piedi  di 

Qà/fff/^i,  effetti  produsse  a  Cartoceto,   a   Sinigallia   e  Fano  :  fu 

ia  e,  secondo  il  Mamiani,  anche  a  Scutari  ed  a  Vienna. 

quest'  ultima   affermazione ,    il    Mamiani   (  e   quindi   il 

anche  la  notizia  da  me  data  nei  Materiali  citati  —  tolta 

Piemontese  (N.  129  :  7,  VII)  —  contengono  un  evidente 

è  il  Perrey  {Mem.  sur  les  trembl.  de  terre  ressentis  dana 

rco-Hellenique  ecc.,  pag.  48)  ricorda  per  Scutari  un  ter- 

a  9**  35™  pom.  del  25  gennaio  (e  npn  giugno),  propaga- 

er»  \i0         4  Costantinopoli,  neir  Ungheria  e  nella  Russia.  La  concor- 

cÌH(/{srgOfs.  e  del  giorno  spiega  Terrore.  Su  tale   terremoto   si   tro- 

particolareggiate   ed   interessanti   notizie,   sopratutto   dal 

ta  geologico,    nella  memoria  di  M.  Draghicenu  Les  trem- 

terre  de  la  Roumanie   et  dee  pays  environnants  (pag.  3t-42, 

96)  :  solo  qui  credo  utile  osservare  che   in   Milano  furono 

pom.    del  23  gennaio   notate   forti   oscillazioni   meccaniche 

ccA/^ci      c^ff^^tìoo ,  come  si  trova  accennato   nella  mia  nota  :  Per  la 

aiamologia  :  sulla  propagazione   a  distanza  dei   movimenti 

.  4  e  5  estr.) 


^fr 


y*  Aif^ 


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Ca 


18.  Autunno.  Val  d*  EIm  (Toscana). 

^  del  trem,  ecc.,  pag.  216. 

tunno  si  sentirono  varie  scosse  in  Val  d'  Elsa,  molto   simili, 

ido  però  dall'  intensità,  a  quelle  del  1804  (vedi  N.  846).  Dal 
fottobre  la  terra  fu  quasi  sempre  commossa,  nella  notte  i  tre- 

giomo  i  rombi  non  cessavano  mai.  I  danni  furono  però  lievi. 

Campani  e  Toscani  (pag.  291)  non  ricordano  nell'  anno  1838 
k,  che  una  scossa  sentita  al  30  luglio. 


Sch 


igìi  17^ 


1838-39.  S.  Giovanni  di  Moriana  (Savoia). 

:  yotice  sur  dee  trembl.  ecc.  -  Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  paer.  129-25. 

il  19  dicembre  1838  si  iniziò  un  intenso  e  lungo  periodo  di 
ihe  urtarono  in  modo  speciale  i  dintorni  di  S.  Giovanni  di  Mo- 
localitA  adiacenti,  lungo  la  valle  dell'Are.  Dopo  la  prima  scossa 
.1838  :  10^  20™  p.)  si  ebbe  una  pausa  lino  al  27  febbraio  (1839), 
il  numero  delle  commozioni  andò  sempre  più  aumentando  :  in 
iriodo  si  ebbe  la  scossa  maggiore,  avvenuta   a   o^  50°"  pom.   del 

ltta:  Terremoti  ecc.  25 


386 


[1838  - 1839] 


26  marzo  :  in  seguito  le  commozioni  diminuirono  di  numero  e  poche 
ne  furono  sentite  nel  maggio  e  nella  prima  metà  di  giugno  :  segni  poi 
un  nuovo  periodo  di  calma  che  si  protrasse  fino  al  4  ottobre,  cui  tenne 
dietro  una  nuova  ripresa  di  attività,  che  si  mostrò  assai  accentuata 
nel  dicembre,  per  diminuire  sensibilmente  nel  gennaio  1840  e  cessare 
quindi  definitivamente  con  il  18  marzo. 

La  frequenza  ed  intensità  delle  scosse   sono   mostrate   chiaramente 
dal  seguente  specchietto  : 


Mesi 


^  s 

o  oo 
^  oo 


Numero  deUe  scosse 


8 

••H 

a 


S 


a 
s 

I 


o 


O  « 


Osservazioni 


1838  Dicembre 

1839  Febbraio 
»  Marzo  . 
»  Aprile  . 
»  Maggio . 
»  Giugno . 
»  Ottobre  . 
»  Novembre 
»    Dicembre 

1840  Gennaio 
»  Febbraio 
ì>     Marzo     . 

Totale 


1 

—. 

_— . 

.. 

_ 

1 

1 

2 

3 

— 

1 

— 

1- 

5 

17 

15 

7 

2 

4 

— 

28 

3 

5 

1 

1 

— 

7 

4 

3 

2 

— 

1 

— 

6 

3 

1 

1 

— 

1 

— 

3 

5 

3 

1 

1 

2 

7 

1 

1 

1 

2 

12 

24 

12 

3 

• 

1 

40 

2 

1 
2 

6 

1 
1 

1 

— 

— 

— 

7 
1 
2 

1 

— 

^ 

s 

53 

63 

26 

8 

6 

6 

109 

dal  19X11  38  al 
27  II  39  quiete. 
*  parossismo. 


dal  16  VI  al  4  X. 
quiete. 


fino  al  18. 


La  maggiore  scossa  avvenne,  come  ò  detto,  nel  giorno  26  marzo  1839 
(3^  50'"  sera),  e  le  più  forti  al  19  dicembre  1838  (10»»  20»  sera),  al  4 
(10**  25"»  a.)  e  26  (3^  10™  p.)  ottobre,  al  5  novembre  (3^  29"  ant.)  ed 
air  11  dicembre  (3^25"  a.)  1839.  Queste,  oltre  a  movimento  di  mobili, 
suono  di  campanelli,  produssero  lesioni  nei  muri,  fecero  cadere  del 
comignoli  e  dei  massi  dalle  montagne  circostanti.  La  loro  durata  fu  di 
qualche  secondo  e  consistevano  ordinariamente  in  2-3  oscillazioni  sue- 


r 


[18^  - 1839] 


387 


c^sive   e   distinte,  in   senso  NW-SE,  qoaiH  tutte  precedute  da  rombo 
(fig.  42). 

Le  località  più  colpite  (A)  furono  S.  Giovanni  di  Moriana,  Albiez  le 
Jeune  ed  Albiez  le  Vieux,  Montrond,  S.  Jean  d'Arves,  S.  Sorlin  de 
Arves,  Villarembert,  Fontconvert,  S.  Pancrace  e  Jamer  ;  vengono 
quindi  (B)  Villargondran,  Montricher,  Valloire,  Albanne,  Pontamafry, 
S.  Marie  8.  Etienne  de  Cuives,  S.  Alban  e  S.  Colomban  des  Villards, 
Montvemier,  Le  Chatel,  Hermillon,  Montdenis,  S.  Julien  ;  furono  meno 
intense  (C)  a  8.  Martin  d'Are,  8.  Remy,  La  Chambre,  S.  -Martin  sur 
la  Chambre,  Montaimont,  Montpascal,  8.  Martin  la  Porte  e  8.  MicheL 


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Fio.  42. 

Le  scosse  di  marzo-maggio  passarono  inosservate  nel  dipartimento 
delle  Alte  Alpi,  benché  in  modo  sensibile  siano  state  sentite  in  quello 
dell'  Isere,  specialmente  ad  Oisans,  Allenont,  Aures,  Mont  de  Lent, 
Venose  ed  Omon. 

Il  centro  pare  sia  stato  alle  Aiguilles  d' Arves.  (m.  3200). 


[961]    1839.  Agosto  9. 
Baratta  if.  :  Materiali  ecc.,  pag.  125. 


Brescia. 


Alle  9*»  45™  ant.  del  9  agosto  una  scossa  molto  forte  a  Brescia  che, 
secondo  la  Cfrande  Ulustr.  del  Lombardo  Veneto  (voi.  Ili,  pag.  257,  Mi- 
lano 1868),  fu  suss.-ond.  SE-NW  di  5». 


[962]    1889.  Agosto  27-28  (e  seguenti).  Reggio  Calabria. 

ARcoviTO  8.:  Mem.  sui  terr.  di  Reggio  87  agosto  4839  e  seg.  ecc.  -  Terremoti  di  Reggio  e 
Mem.  sopra  le  esser,  meteor.  i840  ecc.  -  baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  125. 

Qo\  27  agosto   1839  in  Reggio  Calabria   si   iniziò  un  lungo  periodò 


388  [1839] 

sismico,  (0  continuato  con  qualche  interruzione  per  tutto  Tanno  e  per 
buona  parte  del  1840.  La  prima  scossa  avvenne  a  18*^  ital.,  fa  forte 
8U8S.  a  due  riprese  ad  intervalli  di  2%  con  una  durata  totale  di  ?•  :  a 
20**  se  ne  ebbe  una  leggiera  e  fra  T  una  e  l'altra  furono  sentiti  cupi 
rombi,  senza  apparente  movimento  del  suolo.  A  ò^  47"  del  28  scossa 
forte  ond.  N-S  a  due  riprese,  e  per  tutta  la  giornata,  fino  alla  mezza- 
notte del  28,  altre  21  repliche,  10  delle  quali  forti,  3  mediocri  ed  8 
lievi.  Nello  spazio  di  24*",  cioè  da  una  mezzanotte  all'altra,  le  scosse 
furono  22,  di  cui  11  lievi  e  11  forti.  Furono  intese  queste  e  le  mag- 
giori altre  abbastanza  intensamente  anche  a  Messina  ;  a  Reggio,  secondo 
le  notizie  da  me  raccolte,  fecero  rovinare  alcune  vecchie  case  ed  un 
campanile. 

Nel  giorno  29,  6  scosse,  di  cui  3  forti  e  3  leggiere  :  nel  30,  3  leg- 
giere ed  1  mediocre  :  nel  31,  3  forti  e  1  lieve.  Al  1°  settembre  se  ne 
ebbe  una  forte  ed  una  sensibile  :  nel  2  e  3,  due  per  ciascun  giorno  : 
nel  5,  tre  (1  mediocre  e  2  lievi)  :  nel  6,  due  (1  mediocre  ed  1  forte)  : 
nel  7,  tre  (2  mediocri  e  1  forte)  e  nel  9  una  leggiera.  Nel  13  e  16, 
due  lievi  jfer  ciascun  giorno,:  nel  17  una  leggiera  ed  una  mediocre: 
nel  28  settembre  e  2  ottobre  una  mediocre.  Dopo  una  breve  tregua, 
ripigliarono  al  20  ottobre  nella  cui  giornata  si  senti  una  sola  commo- 
zione di  mediocre  intensità:  al  21,  cinque  (3  forti  e  2  leggiere):  ai 
22,  quarantatre,  (13  forti,  11  mediocri  e  19  leggiere):  al  23,  ventuna 
(7  forti,  9  mediocri  e  5  leggiere)  :  al  24,  otto  (1  mediocre  e  7  leggiere): 
al  25,  cinque  (3  mediocri  e  2  leggiere)  :  al  26,  nove  scosse  (3  mediocri 
e  6  leggere):  al  3  nov.  una  lieve:  al  4  una  mediocre  e  una  leggiera: 
al  5,  una  mediocre  :  al  6,  otto  scosse  (4  mediocri  e  4  leggere)  :  al  7, 
due  mediocri  ed  una  lieve  :  air8  e  27,  una  mediocre  ed  una  lieve  :  al 
9  e  10,  una  mediocre  per  giorno:  all'I  1,  due  mediocri  ed  una  leggiera: 
al  12,  una  mediocre  e  due  leggiere  :  al  13,  due  leggiere  :  al  16,  17  e 
19,  una  lieve  per  ciascun  giorno  :  al  3  dicembre,  una  mediocre  ed  una 
leggiera  :  al  6,  due  leggiere  :  all'  8,  una  forte  suss.-ond.  di  8'  :  al  20 
una  mediocre  ed  al  30  una  lieve.  Tutte  queste  scosse  furono  accom- 
pagnate da  rombi  e  negli  intervalli  fra  l'una  e  l'altra  si  sentirono  cupi 
rumori  sotterranei. 

Al  2  gennaio  1840,  due  leggiere  ed  un'altra  al  3  :  al  16  marzo,  tre 
leggiere  ed  una  sensibile:  al  17,  tre  leggiere,  e  due  mediocri  o  forti: 
al  18,  23  e  24,  due  lievi  per  ciascun  giorno   e   così  pure  al  23  aprile, 


(1)  Noto  Che  ad  ore  1,85  ant.  del  20  maggio  a  Cosenza  furono  sentite  tre  scosse  ond.- 
BU8S.-ond.  delle  quali  la  seconda  fu  più  intensa;  detto  terremoto  fu  forte  ond.  a  Catan- 
zaro e  lieve  a  Mormanno.  Ad  ore  3,35  ant.  a  Catanzaro  due  altre  scosse  a  90-95  secondi 
dMntervaUo  e  nel  di  25  una  nuova  ma  forte. 


[1839  - 1841]  389 


al  24  una  forte,   al  29  una  mediocre,   e  così  pure  al  1^  luglio,  al  13 
agosto,  al  20  dicembre  :  al  17,  una  leggiera  ed  al  29  una  mediocre. 

Noto  di  passaggio  che  mentre  queste  scosse  perturbavano  il  terri- 
torio Regino,  al  18  agosto  1839,  a  2^  ant.,  due  forti  scosse  ond.-suss. 
urtavano  Cosenza  ed  altri  luoghi  della  Calabria  Citeriore  causando 
panico  ma  nessun  danno. 

[963]    1839.  Ottobre  6.  Arta  (Friuli). 

TOMMAsi  A.  :  /  terr.  del  Friuli^  pag.  201. 

Il  6  ottobre,  a  4^  30™  ant.,  leggiera  scossa  in  Udine  :  fa  fortissima 
ad  Arta,  ove  furono  sentite  repliche  per  tutto  il  resto  del  mese. 

[964]    1840.  Febbraio  29.  Lncea. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc..  pag.  126. 

Alle  2*»  20"*  ant.  del  29  febbraio  fortissima  scossa  a  Lucca,  propa- 
gatasi lievemente  a  Bologna  ed  a  Tarma  (ond.-suss.  SE-NW,  a  2  ri- 
prese ad  1"  d' intervallo). 

[965]    1841.  Ref^gio  Calabria. 

ARCOYTTO  s.  :  Mem.  dei  fenom,  meteor,  isu  ecc.  -  baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  126-28. 

Abbiamo  già  visto  come  sulla  fine  deiranno  1840  si  incominciassero 
nuovamente  a  sentire  in  Reggio  delle  scosse  di  terremoto  (N.  962) 
ora  al  3-4  gennaio  del  1841  si  iniziò  una  nuova  serie  di  numerosissimi 
Bcaotimenti.  A  4^  15°'  ital.  in  Reggio  fortissima  scossa  a  6  riprese  di 
18'  circa  ;  cominciò  con  2-3  leggerissime  oscillazioni,  avvertite  da  pochi, 
seguite  da  qualche  forte  sussulto  e  poi  da  5  fortissime  ondulazioni,  le 
maggiori  delle  quali  ebbero  direzione  NW-SE,  le  mediocri  SW-NE  e 
S-N  le  minori.  Questo  terremoto  in  Reggio  incusse  panico  generale  e 
fece  danneggiare  alcuni  edificii  pubblici,  come  il  palazzo  della  Inten- 
denza, quello  del  Tribunale,  il  quartiere  di  S.  Agostino,  il  carcere  di 
S.  Francesco,  la  casa  del  comandante  la  guarnigione  :  anzi  il  primo 
di  tali  fabbricati  fu  reso  inabitabile.  La  più  parte  delle  case  ebbero 
lesioni  e  sotto  alcune  rovine  perirono  2  fanciulli  e  3  persone.  Fu  forte 
a  Messina,  fu  sentito  in  molte  altre  località. 

A  questo  terremoto  tenne  dietro  un  numero  grandissimo  di  repliche, 
come  lo  dimostra  lo  specchietto  della  pagina  seguente. 

Le  maggiori  (forti)  avvennero  a  10**  18™  ital.^  ad  IV  13™  ed  a  15*»  30°* 
del  4  gennaio  ed  a  7**  30™  del  15  agosto. 

Tale  periodo  sismico  fu  certamente  corocentrico  al  territorio  reg- 
gino, ma  la  mancanza  di  dati  non  permette  di  poter  fissare  la  vera 
posizione  del  verticale  sismico. 


390 


U841] 


ff 

Numero  deUe 

scosse 

1 

Mese 

o 

ì 

2 

1 

Numero 
totale 

Gennaio     .    .    . 

4 

28 

48 

80 

Febbraio 

1 

Itì 

17 

Marzo    . 

— 

1 

7 

8 

Aprile  .    . 

— 

— 

— 

Maggio 

— 

— 

1 

1 

Giugno .    . 

— 

5 

5 

Luglio  .    . 

— 

— 

— 

Agosto  .    . 

1 

1 

3 

5 

Settembre . 

— 

1 

1 

Ottobre . 

— 

1 

8 

9 

Novembre . 

10 

10 

Dicembre  . 

— 

1 

7 

8 

TOTAT.R  N. 

5 

33 

106 

144 

[966]    1841.  Febbraio  21-22.  San  Marco  in  Lanis  (Foggia). 

Baratta  m.  :  Sulla  otHv.  sism,  nella  Capitanata^  pag.  13. 

Nella  notte  21-22  febbraio  in  Napoli  due  lievi  scosse,  le  quali,  con 
forma  ond.  furono  avvertite  anche  a  Chieti,  a  Lanciano,  a  Solmona,  a 
Larino,  a  Potenza,  a  Salerno,  ad  Isernia  ed  a  Campobasso.  In  Foggia 
rimasero  lesionati  parecchi  edifìci  :  a  S.  Marco  in  Lamis  furono  abbat- 
tute 2  éase,  200  altre  rimasero  lesionate  e  30  cadenti  ;  la  Chiesa  Col- 
legiata fu  abbandonata  :  due  feriti*  A  S.  Giovanni  Rotondo  la  scossa 
fu  breve  suss.  preceduta  da  rombi  e  produsse  parecchie  fenditure  alle 
case,  una  delle  quali  fu  per  diroccare.  A  S.  Nicandro  fu  abbastanza 
forte  e  seguita  da  repliche  :  non  causò  alcun  danno. 

L'epicentro  di  questo  terremoto  appare  presso  S.  Marco  in  Lamis. 


[967]    1841.  Marzo  6.  Casamiceiola  (Isola  d*  Ischia). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pagr.  127. 

Ad  l**  poni,  del  6  marzo  ad  Ischia  forte  scossa  seguita  6"  dopo,  da 
altra  più  lieve  :  a  Lacco  Ameno  produsse  poche  lesioni  e  generale 
spavento.  Pare  che  il  suo  centro  sia  stato  presso  Casamiceiola  giacché 


[1841] 


S91 


ìvU  secondo  il  Mercalli  (L'Isola  d'Ischia  ecc.,  pag.  116),  rimasero  dan- 
neggiate alcune  case.  Fu  avvertita  anche  a  Forio. 

[968]    1841.  Marzo  20.  Lipari  (ìsole  Eolie). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  122. 

Nella  sera  del  20  marzo  a  Lipari  scossa  si  violenta  che  a  memoria 
d'uomo  non  ne  era  stata  sentita  altra  più  forte:  nessun  danno,  ma  pa- 
nico generale.  Si  propagò  con  minor  intensità  fino  ai  paesi  della  costa 
settentrionale  della  Sicilia  prospicienti  alle  Eolie.  Passò,  a  quanto  pare, 
inosservata  nella  Calabria. 


[969]    1841.  Giugno  8-9.  Torre  Passeri  (Abruzzo). 

Baratta  H.:  Materiali  ecc.,  pafir  126-28. 

A  Torre  Passeri  a  2^  pom.  del  21  febbraio  due  violenti  scosse,  la 
prima  ond.  El-W  di  3%  l'altra  suss.  di  10*  con  forte  rombo,  causarono 
grande  panico,  ma  nessun  danno. 


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Fio.  43. 

Al  2  giugno  in  diverse  località  deir Abruzzo  Ulteriore  si  sentirono 
vari  scuotimenti,  fra  cui  uno  ond.  di  €•  a  10*»  V«  ìtal.  a  Torre  Passeri, 
Civitella  Casanova,  Cugnoli  e  Brittoli. 

Neir8-9  giugno  a  Torre  Passeri  7  scosse  ond.  W-E,  la  più  lunga 
di  22*,  grande  panico  e  qualche  lesione  in  alcune  case.  Questo  terre- 
moto fu  sentito  ad  Alanno,  a  Brittoli,  a  Castiglione,  a  Pescara,  a  Sol- 
mona,  a  Lanciano  ed  a  Chieti.  Nella  fig.  43  B  sono  rappresentate  la 
zona  mesosmica  e  la  isosismica  sensibile  di  questo  terremoto. 

^  Nella  notte  del  16  a  Solmona  una  nuova  scossa  causò  del  panico  ma 
nessun  danno  :  ivi  al  24  agosto,  a  10^  ital.^  ne  fu  sentita  un'altra  lieve 
(D)  ;  al  25  una  forte  a  Caramanico  (E)  ed  al  18  ottobre,  a  20**  30""  circa 
ita!.,  a  Torre  Passeri  violenta  scossa:  causò  grande  panico  ma  nessun 
danno. 


392 


[1841] 


[970]    1841.  Giugno  10.  Taranta,  Falena  ecc.  (Chieti). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  49. 

A  Chieti  lieve  scossa  nella  giornata  che  a  Taranta  ('),  Torricella 
Pellgna  e  Falena  danneggiò  vari  edifici!.  Nella  prima  località  fdrono 
atterrate  2  case.  Nessuna  vittima.  Nella  figura  43  con  C  è  indicata  la 
zona  mesosismica  rovinosa  di  questo  terremoto  e  con  C  la  isosismlca 
fortissima. 

[971]    1841.  Ottobre  6.  Tolmeuo  (Udine). 

TOMMABi  A.:  /  terr.  del  Friuli,  pag.  201. 

A  4^  ant.  del  6  ottobre  a  Tolmczzo  fortissima  scossa  end.  di  15* 
preceduta  ed  accompagnata  da  rombi:  suono  di  campanelli,  caduta  di 
qualche  mobile.  Nella  giornata  circa  12  repliche  più  leggiere,  altre 
poi  nei  ^  7  ed  8,  e  fino  circa  la  prima  decade  di  novembre,  D  loro 
numero  complessivo  asceso  ad  un  paio  di  centinaia. 

[972]    1841.  Ottobre  15.  Sani^inetto  (Verona). 

aoiRAN  A.  :  storia  stsm.  ecc.,  pag.  6&^  e  Sec,  app.  al  cataloga  3cc..  pag.  23-80  e  44M5. 

Verso  la  metà  di  ottobre  Sanguinetto  e  dintorni  furono  agitati  da  un 
intero  periodo  sismico  propagatosi  ad  un  piccolo  raggio.  Al  15  ottobre 
a  2*»  15  ant.  si  intese  prima  un   fortissimo   scuotimento  ond.   SW-NE, 


Isola  df]laScAli 

oBovolonr 

y^  •  ConcAiMriM 

'       /     ''fono        / 
frrraro  /^ 

.Cov#rii9l0       ^^ 


Fio.  44. 

che  fece  risvegliare  gli  abitanti  e  suonare  i  campanelli  :  dieci  minuti 
dopo  si  sentì  una  cupa  detonazione  con  scossa  suss.  :  a  2*»  45"*  ant, 
una  terza  scossa  :  gli  abitanti  spaventati  abbandonarono  le  case  :  a 
3**  30*"  ant.  un  nuovo  rombo  con  sussulto  più  forte  e  finalmente  a  4'' 
ant.  circa ,  un'altra  intensa  detonazione  susseguita  da  violenta  scossa 
suss.  la  qnale  fece  suonare  le  campane,  lesionare  le  case  e  cadere 
qualche  comignolo.  Durante  il  resto  della  giornata  piccoli  rombi  e  lievi 


(1)  Il  Perrey  [TrembL  pentm.  Ital.,  pag.  107)  erroneamente  Invece  di  Taranta  scrisse 
Taranto. 


syr»» 


[1842  - 1843]  393 


tremiti:  al  tramonto  del  sole  uno  più  forte  ed  a  11*»  pom.  del  16  una 
leggiera  scossa  e  qualche  altra  fino  a  8**  ant.  del  di  dopo.  All'  8  no- 
vembre, a  11**%  a.,  leggera  detonazione  e  lieve  scossa  avvertita  da 
pochi.  Tali  scosse  spiegarono  la  loro  massima  intensità  a  Sanguinetto 
area  mesosismica:  fig.  44  A):  furono  molto  forti (C)  a  Concamarise^  a 
Nogaro,  a  Villimpenta,  a  Gazo  ed  a  Govemolo  ;  meno  a  Bovolone,  ad 
Isola  della  Scala  ed  a  Roncoferraio  :  a  S.  Pietro  di  Morubio  ed  in  altri 
comuni  del  distretto  fìirono  appena  avvertite. 

[913]    1842.  Novembre  18.  BelpMSO  (Etna). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pa<7.  128  -  Gbmmellaro  C.  :  Cenni  star,  suWeruz.  dell'  Etna  del 
i7  nov.  1842  (estr.) 

Al  18  novembre  scossa  assai  intensa  su  tutto  il  versante  meridipnale 
dell'Etna  e  principalmente  a  Piano  della  Vite,  a  Nicolosi,  a  Pedara  ed 
in  ispecial  modo  a  Belpasso,  nel  cui  quartiere  denominato  <  S.  Antonio  » 
fece  crollare  alcune  case. 

Fu  seguita  da  molte  repliche,  che  furono  specialmente  forti  e  fre- 
quenti nel  28  dicembre  al  Piano  della  Vite,  ove  continuarono  fino  al 
giorno  25. 

[974]    1843.  Ottobre  2&-27.  Magello  (Toscana). 

Baratta  M.:  op.  cit.,  pag.  129  -  Franciii  b.  :  Nota  sul  terr,  del  i8  maggio  i895  ecc.<  pa- 
jfina  1  (2)  -  aiovANNozzi  O.  :  /  terr.  stor.  mttgell.^  pag.  9  (estr.)  -  mazzbi  a.i  /  terr.  ve- 
rijicati  in  Pistoia  ecc.,  pafir.  104  -  Pilla  l.  :  Istor.  del  trem.  ecc.,  pag.  216-17. 

Al  25  ottobre,  a  4**  30"  ant,  circa,  a  Firenze  lieve  scossa  ond.  N-S 
(li  7%  preceduta  da  forte  rombo  ;  fu  sentita  anche  a  Lucca,  a  Bologna, 
a  Parma,  a  Genova  e  più  intensamente  a  Reggio.  Alle  5^  10""  ant.  a 
Firenze  ed  a  Lucca  altra  ma  più  sensibile  della  precedente  :  a  9^  p. 
a  Firenze  una  terza  avvertita  da  pochi.  Al  26,  a  2^  15°*  ant.,  a  Lucca 
una  non  molto  violenta,  susseguita  3""  dopo,  da  replica  leggerissima: 
a  3^  14'°  ant.  a  Parma  e  Firenze  (ond.  N-S  3*)  un'altra  :  a  4^  ant.  una 
a  Lucca  ;  a  3^  45""  pom.,  a  Firenze  una  avvertita  da  pochi  e  cosi  a 
4^  43"  ant.  del  giorno  27. 

Le  precedenti  scosse  furono  pure  avvertite  a  Siena^  a  Livorno  ed  a 
Pisa  :  a  Pistoia  produssero  grande  spavento  nella  popolazione  :  furono 
poi  assai  veementi  in  tutto  il  Muggello.  P^re  che  Barberino  sia  stato 
il  paese  più  danneggiato  (fig.  2),  avendo  ivi  riportato  serie  lesioni  le 
varie  case  e  la  Chicca,  ed  essendo  stata  resa  inabitabile  la  Cancelleria 
comunale.  In  Vernio  si  verificarono  pure  danni  assai  gravi,  invece  fu- 
rono lievi  quelli  toccati  a  Borgo  S.  Lorenzo. 

[975]    1843.  Dicembre  7-8.  Misilmeri  (Palermo). 

Baratta  If.  :  Materiali  eci:.,  pag.  129. 

A  7^  30"  ital.  della  notte  7-8  dicembre  due   forti  scosse  causarono 


394  '  [1844  - 1845] 


in  Misilmeri  del  panico  e  fecero  lesionare  alcune  casupole  e  diroccare 
vari  muri  a  Becco. 

[976]    1844.  Marzo  10.  Forlì. 

QUARiNi  F.:  /  terr,  a  Porli,  pag.  9547. 

Sui  primi  di  marzo  replicate  scosse  intimorirono  gli  abitanti  di  Forlì  : 
al  5  marzo  parecchie  forti,  e  fra  le  6*»  V4  ®  ^U  P^^i'  ^©1  giorno  10  una 
8USS.  più  intensa  delle  precedenti  fece  diroccare  molti  comignoli,  aprire 
fenditure  in  alcuni  muri,  uno  dei  quali,  in  borgo  Cotogno  venne  a  ro- 
vinare. Seguitarono  nei  dì  seguenti  le  scosse  :  una  replica  lieve  avvenne 
nella  notte  13-14  (Perrey  :  Liste  des  trembl.  1845^6,  pag.  395)  e  tre 
dopo  il  mezzodì  del  giorno  21. 

[977]    1844.  Luglio  17,  Palestrina  (Roma). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  180. 

Circa  il  15  giugno  cominciarono  a  sentirsi  in  Palestrina  delle  lievi 
scosse  :  al  17  luglio  se  ne  ebbe  una  più  veemente,  che  causò  vari 
danni  a  parecchi  edifici  e  fece  uscir  le  persone  dalle  case:  fa  sentita 
meno  fortemente  a  Poli  ed  a  Zagarolo. 

[978]    1845.  Gennaio  20.  Tortonese  (Alessandria). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  190. 

A  6^  15"  ant.  del  20  gennaio  a  Perleto  lieve  scossa  ond.  S-N  di  3'  : 
a  (rarbagna  e  paesi  circonvicini  fu  forte  ond.  di  1*  ;  non  apportò  danni. 

[979]    1845.  Maggio-Giugno.  Corleone  (Palermo). 

Pbrrey  a.  :  Trembl.  penins,  Ital.,  pag.  138. 

Al  18  maggio,  verso  sera,  a  Corleone  scossa  mediocre  e  molte  altre 
nei  giorni  19,  20,  21  e  22,  fra  le  quali  alcune  nel  19  e  22  fortissime 
ond.-suss.  Non  causarono  danni.  Al  10  giugno  un'altra  sensibile  ond.  ; 
ciò  secondo  il  Perrey.  Dalle  notizie  da  me  raccolte  {Materiali  ecc.. 
pag.  131)  risulta  sentita  a  Corleone  a  6**  15"  ital.  (sera)  del  20  giugno 
una  scossa  che,  quantunque  abbastanza  forte,  non  tu.  avvertita  general- 
mente. Il  Mercalli  (Vulc.  e  fenom,  vulc.  ecc.,  pag.  248)  ne  riporta 
inoltre  una  mediocre  ond.  nella  sera  del  20  agosto. 

[980]    1845.  Luglio  10-11.  Matera  (Potenza). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  131. 

Nel  10-11  luglio  a  Matera  forte  scossa  suss.-ond.  di  2*  che  dannegggiò 
lievemente  qualche  edificio  ;  a  Tolve  fu  sussultoria. 

Questa  scossa  il  Perrey  (Liste  des  tremòL  1845-46,  pag.  407),  erro- 
neamente  la  riferisce   al    10  agosto  :  aggiunge  poi  che   fu   sentita  a 


»^*»r  x^- 


[1845  - 1846]  395 


Bari  e  territorio  e  specialmente  ad  Altamura   a  Gioia,  a  Gravina  ed  a 
Cassano  delle  Murgie,  ove  fu  fortissima. 

[961]    1845.  Settembre  13.  *  Laeea. 

Baratta  H.  :  op.  clt-,  pag.  133. 

A  1*»  15"  (ant.  o  pom.  od  ital.  ?)  una  violenta  ma  breve  scossa  suss.- 
ond.  E-W,  con  forte  rombo.  Secondo  il  Perrey  (Liste  dea  trefnbl.  1845-46, 
pag.  408-9)  la  scossa  avvenne  a  11*»  20°»  p.  del  14  e  fti  sensibilissima 
a  Parma  (ond.  NE-SW  3»),  nel  guastallese,  nel  modenese  ed  in  qualche 
località  della  Toscana,  fra  cui  Firenze. 

[962]     1845.  Dicembre  21.  Lubiana  (Carniola). 

PsaiLKT  A.  :  Liste  des  tretribL  i845'46,  paer.  414-16. 

A  9^  20"  p.  a  Lubiana,  scossa  fortissima  che  fece  cadere  dei  comi- 
gnoli e  lesionare  dei  muri  :  fu  sensibile  a  Trieste  ed  a  Venezia,  ove 
fa  ond.,  seguita  a  breve  distanza  da  replica  più  lieve  N-S.  (^) 

[963]    1846.  Marzo  28.  Oriente. 

PQLRET  A.  :  Mem.  tretnbl,  penins.  Jtal.j  pa^r.  139  -  Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  181. 

lì  28  marzo,  a  4^  45"°  p.,  a  Malta  ed  a  Gozo  forte  scossa  seguita, 
qualche  minuto  dopo  da  replica  più  violenta  e  lunga  a  tre  riprese, 
che  fece  danneggiare  vari  edificii.  Questo  terremoto  fu  avvertito  da 
varie  persone  a  Napoli  (4*»  37"  t.  v.  1.),  ove  si  sentirono  due  scosse, 
5U3S.  la  prima,  ond.  l'altra  :  due  scosse  furono  pure  intese  a  Messina, 
a  Catania,  a  Noto,  a  Gallipoli,  a  Lecce  ed  a  Brindisi.  Secondo  il  Perrey, 
in  Italia  la  città  più  colpita  sarebbe  stata  Noto. 

11  terremoto  del  28  marzo  fu  rovinoso  a  Candia,  presso  cui  —  se- 
condo lo  Schmidt  (Studien  ilber  Erdbében)  —  si  troverebbe  l'epicentro. 

Le  repliche  sentite  a  Malta  al  16  (Mg.  circa)  ed  al  22  aprile  (8^  45*°  p.) 
non  si  propaganmo  in  Italia. 

[984]    1846.  Aprile  22.  Catania. 

Malvasia-db  ROSSI:  Documenti  ecc.,  pagr*  TI, 

Al  22  aprile,  ad  V"  Vt  di  notte,  a  Catania  scossa  fortissima  che  pro- 
dusse poche  screpolature  in  qualche  fabbricato:  fu  seguita  da  repliche 
non  violenti,  ma  che  incussero  però  generale  spavento,  talché  alcuni 
abbandonarono  le  case.  Al  28,  verso  le  6**  ant.,  secondo  il  Perrey  (Op. 
cit.,  pag.  139),  alcune  altre  forti.  La  prima  di  queste  scosse  potrebbe 
corrispondere  forse  ad  altro  terremoto  molto  violento  a  Malta. 


[Ij  Bnroneamenie  in  «  Baraita:  Materiali  ecCi  (pa^:.  181)  »  Ai  attribuita  al  22. 


396  [1846] 

|985|    1846.  Agosto  7.  Siracwa. 

Pbrhey  a.  :  Liste  des  tremU.  {845-46,  pag.  442-3. 

Nella  sera  del  7  in  Siracasa  violenta  scossa  :  si  dice  che  20  persone 
siano  perite  e  che  molte  case  siano  state  rovesciate. 

[986]    1846.  Agosto  8-9.  Canpomaggiore,  Graeo  (Basilicata). 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pa^r*  181- 

Verso  le  5^  ital.  della  notte  fra  T  8  ed  il  9  agosto  si  senti  in  Napoli 
e  dintorni  una  scosta  intesa  pure  ad  Avellino,  a  Salerno,  a  Bari  ed  a 
Foggia.  A  Potenza  fa  assai  forte,  durò  12%  e  produsse  screpolature  nei 
pubblici  e  privati  edificii  :  fu  assai  intensa  a  Lagonegro,  a  Melfi,  ad 
Accettura,  a  Campomaggiore,  a  Graco  ed  a  Pietrapertosa.  A  Campo- 
maggiore  e  Craco  si  determinarono  delle  aperture  in  quasi  tutte  le  case. 
A  3^  della  notte  del  di  seguente  a  Potenza  altra  scossa  di  3.* 


[987]    1846.  Agosto  14.  CoUi 

Calamai  l.:  Osserv.  sugli  cfetti  prod,  dal  terr,  ecc.:  Poche  parole  sopra  le  osserv.  del 
Dr.  L.  Rossini  ecc.  ed  Esame  critico  della  replica  ecc.  -  pilla  l.  :  Poche  parole  sul  tre 
muoio  ecc.  e  Lettre  a  M,  AroQO  sur  le  trembl,  ecc.  ed  Istoria  del  tremuoto  ecc.  -  Ros- 
sini L.  :  Osserv.  intomo  al  terrem,  ecc.  e  Replica...  alle  parole  del  P-  Luigi  Calamai  ecc. 
-  Savi  p.  :  Relaz.  dei  fenom.  presentati  dai  terr.  ecc.  -  Tabani  b.  :  Del  terr,  oca.  tn  To- 
scana ecc.  -  teluni  t.  :  Relaz.  stor.  dei  danni  cagionati  dal  trem.  ecc. 

Intorno  a  questo  terremoto  le  due  memorie  principali  pubblicate 
sono  quelle  del  Pilla  e  del  Savi,  e  le  notizie  in  esse  contenute  mi  ser- 
virono per  fare  una  sintesi  dei  fenomeni  presentati  da  questo  interes- 
santissimo parossismo. 

La  prima  scossa,  che  fii  la  maggiore,  avvenne  al  14  agosto  ad 
1^  pom.  circa. 

Fenomeni  precursori,  (*)  —  Il  giorno  7  agosto,  ad  8**  a.,  a  Volterra, 
a  Pomarance,  a  Serra,  a  &fonte  Scudario,  a  Ouardistallo,  a  Casale,  a 
Bibbona  fu  sentita  una  debole  scossa  di  terremoto  che  passò  inosser- 
vata nella  valle  della  Fine. 

Dal  25  luglio  cominciarono  a  sentirsi  nel  mare  presso  il  Fanale  di 
Livorno  dei  cupi  rumori  sotterranei,  i  quali  si  resero  assai  più  sensibili 
nei  giorni   12  e  13  agosto  :  essi  erano   accompagnati  da  insoliti  mo vi- 


ni ii  Perrey  f Liste  des  trembl.  1845-46  ecc.)  Indica  le  sedenti  scosse  che  si  possono 
ritenere  come  precorritrici  del  grande  terremoto  del  14  aerosto; 

8  aprile)  ore  4-5  a.  Calci  scossa  ond.  istantanea;  6  ore  p.  altra  più  forte  (p.  435]. 

i7  maggio)  ore  2.40  a.  Pisa,  una  leggrera  dubbia  (ivi). 

6  luglio)  ore  2  e  7.80  a.  Pon tederà,  due  brevi  (p.  438). 

/  agosto)  ore  9  p.  circa  Castelflorentino  una  lieve  istantanea;  ore  10.90  pom.  una  sen- 
sibile con  rombo;  ore  11.45  p.  una  forte  suss.  istant.  con  rombo  (p.  442).  veramente  il 
Perrey  scrive  che  Castelfiorentino  è  neir  ex  regno  di  Napoli  .*  ma  ciò  ò  evidentemente 
errato.  -  ;?  ;  6  ore  a.  Cascina  e  dintorni,  violenta  scossa  vert.  di  8  sec  (Ivi). 


fM  ~- 


[1846]  397 

menti  delle  acque  del  mare,  dei  quali  non  poteva  rendere  ragione  ade- 
gnata la  qualità  e  la  forza  dei  venti  in  allora  spiranti. 

Fu  notato  inoltre,  fra  i  molti  esempi  che  potrei  citare,  che  prima 
del  violento  parossismo  la  fonte  pubblica  di  Castelnuovo  mandò  fuori 
piccolissima  quantità  di  acqua  torbida. 

Forma  della  scossa,  —  Il  Pilla  in  Pisa  cominciò  a  sentire  un  fragore 
che  veniva  rapidamente  dalla  parte  della  marina  a  ponente,  il  quale  si 
avanzava  sempre  più  con  forza  crescente,  quindi  la  sala  in  cui  si  tro- 
vava imprese,  dapprima  a  vibrare,  quindi  ad  oscillare,  con  rumore 
vorticoso.  Affacciatosi  alla  finestra  egli  vide  che  le  case  e  gli  alberi 
erano  agitati  in  una  maniera  orribile  con  un  moto  di  <  va  e  vieni  » 
di  estrema  violenza  :  il  suolo  poi  a  poco  a  poco  ritornò  nella  sua  pri- 
miera calma. 

U  Savi  senti  dapprima  varie  scosse  suss.  poco  violenti,  rapidamente 
6UccedentÌBÌ,  indi  —  dopo  un  istante  di  tregua  —  una  ondulazione  vi- 
vacissima, diretta  quasi  S-N.  Il  moto  del  primo  periodo  fu  medio- 
cremente violento,  molto  più  quello  del  secondo  :  <  ma  quest'  ultimo  > 
osserva  egli  e  non  era  una  semplice  oscillazione  o  movimento  di  va  e 
vieni,  ma  un'  ondulazione  irregolare,  in  più  sensi,  accompagnata  da 
le^eri  innalzamenti  ed  abbassamenti,  nella  quale  ondulazione  *il  moto 
diretto  da  N  a  8  prevaleva  sugli  altri  ». 

Nell.'i  parte  settentrionale  della  pianura  pisana,  e  nei  contigui  monti 
il  fenomeno  ebbe  pressoché  la  stessa  forma  e  cosi  pure  nelle  altre  lo- 
calità di  Viareggino,  di  Pietrasanta  e  delle  Apuane  ove  fa  avvertito 
abbastanza  sensibilmente  il  fenomeno. 

In  Livorno  si  senti  dapprima  una  scossa  ond.  E-W  con  rombo,  e 
poscia  vari  urti  suss.  insieme  a  leggere  ondulazioni  N-S,  ed  infine 
molte  ondulazioni  E-W  che  farono  più  forti  di  tutte  le  altre:  la  du- 
rata totale  fu  stimata  di  20.*  Da  Antignano  al  Plano  della  Cecina  la 
scossa  ebbe,  secondo  il  Savi,  identica  forma;  tra  S.  Regolo  e  Luciana 
dopo  uno  spaventevole  rumore  si  senti  solo  un  urto  impetuosissimo;  a 
Lorenzana  dapprima  si  avvertirono  due  urti  suss.  :  quindi  un  violento 
moto  orizzontale,  seguito  da  altri  aventi  direzione  opposta  al  primo.  A 
Lugnano  non  si  percepì  rombo  alcuno  ma  un  moto  ond.  a  due  riprese 
di  6."  A  Vico  la  scossa  durò  16*,  a  Cascina  25*,  a  Buti  10*,  a  Monte- 
nero  15*,  a  Pisa,  secondo  il  Pilla,  da  25  a  30.* 

Le  direzioni  predominanti,  oltre  quelle  indicate,  furono  le  seguenti: 
Rossignano  N  20«  E  ;  Cecina  N  40°  E  ;  Monte  Scudaio  N-S  ;  Guardi- 
stallo  N  10»  W  ;  Casale  N  20°  W  ;  Orciano  NW  ;  Castelnuovo  della  Mi- 
sericordia N-S  ;  Gabro  N-S  ;  Lupiana  N  25°  E  ;  Lorenzana  WNW  ; 
S.  Gio.  a  Scutriano  NW-SE  ;  Elba  NVV-SE  e  Lucca  NW-SE. 

InUfUfità,    —  L' area  mesosismica  à  forma   molto   allungata,  inco- 


398  [1846] , 

mincia  al  8  con  il  grappo  di  Montescadaio,  di  Guardistallo  e  di  Ca- 
sale, quindi,  varcata  la  Cecina,  comprende  V  insenatura  ove  &wi  Ki- 
parbella  e  quindi,  restringendosi  sempre  più,  entra  nella  valle  del 
torrente  Fine,  ove  si  trova  Orciano,  per  dilatarsi  fino  alla  parte  supe- 
riore delle  valli  di  Torà  e  dell'  Isola,  ove  stanno  Lorenzana,  Luciana  e 
S.  Regolo.  Quivi  la  scossa  produsse  i  massimi  effetti  dinamici,  distrug- 
gendo quasi  completamente  gli  abitati  e  le  case  coloniche  circostanti  : 
Orciano  fu  il  paese  che  più  di  ogni  altro  rimase  sconquassato. 

L' area  rovinosa,  procedendo  da  N  verso  S,  comincia  a  Guasticcie^  a 
Nugola,  a  Fauglia  ;  quindi  comprende  Lari,  Casciana,  Orciatico  e  poi 
la  relativa  isosisma  si  addossa  alla  precedente. 

L' isosisma  dei  danni  minori  va  a  sud  poco  oltre  a  Guasticele  e 
corre  fino  a  S.  Pietro,  quindi  si  prolunga  per  la  riva  sinistra  del  fiume 
Era,  comprendendo  forse  Volterra,  donde  si  parte  e,  volgendosi  verso 
occidente,  include  Bibona,  per  correre  presso  Rossignano  e  raggiun- 
gere il  suo  punto  di  partenza. 

Livorno,  Pisa,  Fucecchio  stanno  nella  zona  isosismica  fortissima  che 
ad  oriente  si  distende  lungo  T  Evola,  mentre  ad  occidente  comprende 
i  colli  livornesi.  La  zona  isosismica  molto  forte  o  delle  lievi  lesioni 
comprende  Lucca  e  la  pianura  fra  1'  Amo  ed  il  Serchio,  la  regione 
sottostante  al  lago  di  Bientina  e  quella  fì'a  TEvola  e  l'Elsa,  l'alta  valle 
di  Cecina  e  quelle  del  Possera,  della  Trossa  e  della  Sterza  di  Querceto. 

La  scossa  verso  sud  si  propagò  fino  al  Giglio  e  ad  Orbetello,  passò 
inosservata  a  Montalcino,  fa  sentita  verso  oriente  leggermente  a  Siena 
ed  a  Firenze  :  verso  settentrione  fu  avvertita  a  H[odena,  sensibilmente 
a  Parma,  da  pochissimi  a  Milano  ed  a  Genova  :  con  qualche  intensità 
Tonda  sismica  interessò  le  isole  di  Elba,  di  Capraia,  di  Gorgog^a  e  di 
Pianosa,  leggermente  parte  della  Corsica  e  per  nulla  la  Sardegna.  Nel- 
r  unita  cartina  (fig.  45)  sono  tracciate  le  principali  zone  isosismiche. 

Danni  e  vittime.  —  Le  vittime  di  questo  terremoto,  secondo  il  Pilla, 
ascesero  a  circa  60,  distribuite  nel  modo  mostrato  dallo  specchietto 
che  trovasi  nella  pagina  seguente,  compilato  in  base  alle  notizie  fomite 
da  questo  autore  e   da  quelle  del  Tabani  (T). 

Il  Pilla  nel  suo  coscienzioso  lavoro  osserva  che  varie  farono  le  ano- 
malie nella  distribuzione  dei  danni  riscontrate  in  questo  terremoto, 
talché  vicino  a  case  totalmente  distrutte  se  ne  trovavano  altre  rimaste 
affatto  illese  od  appena  tocche.  Ciò  dipese  :  a)  dalla  forma  degli  edi- 
ficii  ;  b)  dalla  loro  solidità  ;  e)  dalla  forma  del  suolo  ;  d)  dalla  natura 
geologica  del  medesimo  ;  in  generale  furono  incomparabilmente  mag- 
giori nei  luoghi  situati  sulle  parti  più  elevate  dei  colli  pliocenici  e 
quaternari  formati  da  roccie  friabili  e  cedevoli. 

Fenomeni  idrici   e  geologici,  —  Le  acque  termali  dei  bagni  di  Ca- 


[1846] 


399 


80  lana  in  seguito  al  terremoto  divennero  lattiginose  e  si  conservarono 
in  tale  stato  fino  al  giorno  appresso. 

Presso  la  foce  della  Fine,  sulla  sponda  destra,  si  formò  uno  spacco 
di  oltre  100  braccia  con  direzione  NW-SE  ;  sulla  sponda  della  Cecina, 
fra  Riparbella  e  Monte  Bendalo,  si  aprirono  delle  fenditure  ed  altre  si 
riscontrarono  nei  pressi  di  Guardistallo  (N-S)  e  di  Volterra.  Fra  Luciana 
e  Lorenzana,  presso  la  Torà,  si  formarono  delle  numerose  e  piccole 
cavita  imbutiformi  allineate  secondo  la  dilazione  NW-SE,  dalle  quali 
venne  inori  acqua  mista  a  sabbia  azzurra.  Molte  altre  polle  si  aprirono 
sul  fianco  dei  colli.  Nei  pozzi  del  pisano  le  acque  si  agitarono,  e  molte 
fonti  presentarono  le  solite  variazioni  riscontrate  in  tutti  i  grandi 
terremoti. 


LocaUtÀ 


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9 


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Pi 


1 


FeriU 


Orciano 
Luciana 


Monte  Scudaio  .  . 
Lorenzana  e  contado 
Castelnuovo  di  Mis. 
Riparbella  . 
S.  Regolo   • 


Vivala 


Guardistallo 


113 
83 
135 
131 
140 
137 


99 

inab. 

761 

19  m 

34 

dann. 

650 

8 

30 

dann. 

1080 

8 

40  inab. 

dann. 

1006 

7 

9  ed 
8  guaste 

15 

dann. 

tutte 
dann. 

1500 
circa 

1450 

5 
3-4 

— 

— 

100 

2 

— 

— 

40 

3 

— 

— 

1428 

1 

95  gravemente 
75  più  legg. 

50 

9  mortalmente 
30  lesi 
40 
95  (T) 

18 

4  gravem.  (T) 
12 


5  feriti 
50  contusi 


Rombi.  —  Subito  dopo  la  grande  scossa  si  sentirono,  come  vedremo, 
numerose  repliche  e  molti  rombi  :  ad  Orciano  quasi  ad  ogni  quarto 
d'  ora  si  intendeva  un  sordo  rumore  simile  ad  uno  scoppio  lontano  di 
cannone,  ma  un  poco  più  prolungato  e  non  cosi  subitaneo.  Il  Dr.  Lan- 
Cini  nei  giorni  15-16  percepì  tali  rumori  sotterranei  a  Rossignano  ap- 
plicando r  orecchio  sul  terreno. 

A  Castelnuovo  della  Misericordia  durarono  fino  al  28  agosto,  e  cosi 
pure  in  varie  località  della  vai  di  Fine.  Anche  al  Fanale  a  Livorno 
furono  intesi  dei  rombi  isolati,  specialmente  nella  notte  del  15  agosto, 
al  12  settembre  ed  al  5  e  20  ottobre  ;  ivi  oltre  a  ciò  furono  notati  fìre- 
quenti  ed  insoliti  movimenti  del  mare. 


400        *  [1846] 

.  auliche.  —  Alla  grande  scossa  de)  14  agosto  tennero  dietro  moltis< 
sime  repliche  sempre  più  leggere  :  il  loro  maggior  numero  non  ag^tò 
che  la  zona  più  intensamente  colpita,  ed  alcune  soltanto  (le  mag- 
giori) si  propagarono  esteriormente.  I  colli  di  Monte  Scudaio,  di  Guar- 
distallo  e  di  Casale  non  furono  agitati  dopo  il  14  agosto.  Ad  Orciano, 
a  Scutriano,  a  Lorenzana  ed  anche  a  CastelnuoYO  ed  a  Cabro  seguitò 
il  suolo  a  rumoreggiare  ed  a  scuotersi  con  più  o  meno  fì'eqnenza  ed 
intensità,  non  solo  durante  la  seconda  quindicina  di  agosto,  ma  anche 
nei  primi  tre  giorni  di  settembre,  indi  restò  tranquillo  fino  al  mattino 
del  12,  epoca  in  cui  la  vai  di  Fine  e  parte  di  quella  della  Torà  ftirono 
di  tempo  in  tempo  turbate  da  scosse  più  o  meno  sensibili  e  da  rombi. 

Le  repliche  di  cui  ò  potuto  raccogliere  notizie  precise  sono  le  se- 
guenti : 

Agosto  i4)  ^  45"^  pom.  Pisa  una  lieve  ;  5*^  pom.  Orciano  una  forte  intesa 
anche  a  Pisa  e  Livorno  ;  10^  pom.  circa,  una  forte  a  Pisa  sentita  a  Livorno 
e  Lucca  :  fu  molto  forte  o  fortissima  ad  Orciano,  a  Montescudaio  ecc.  :  nella 
notte  ad  Orciano  detonazioni  e  tremiti  -  i5)  nelle  %i^  ad  Orciano  25  scosse  : 
le  4  più  forti  nella  notte;  3^  pom.  a  Pisa  una  lieve;  3^  della  notte  Livorno 
scossa  con  rombo  -16)  Orciano  6  scosse  n^l  giorno  e  2  più  torti  nella  notte: 
X0h25m  pom.  a  Livorno  lieve  -  i7)  Orciano  9  scosse  nel  giorno  e  2  nella 
notte  -  i8)  Ivi,  2  lievi  nel  giorno  e  2  nella  notte;  a  11^  della  notte  a  Li- 
vorno scossa  lieve  ond.  -iP)3*^20°»  ant.  ivi  una  lieve:  Orciano  nel  giorno 3 
lievi  scosse  -  20)  Livorno  5*»  15™  ant.  e  2^  30™  p.  due  scosse  ;  Orciano  1^  p. 
circa  una  fortissima:  cosi  pure  a  Castelnuovo  Misericordia:  assai  sensibile  a 
Livorno  e  lieve  a  Pisa  ;  8^  30™  pom.-  Orciano  altra  lunga  e  forte,  e  ivi  nella 
notte  4  scosse  con  rombi  -  2i)  Livorno  2^  15™  ant.  una  lieve  :  ad  Orciano  2 
leggere  nella  notte  -  22)  Orciano  9*^  p.  una  lieve  -  23)  Ivi,  6  leggere  nel 
giorno  e  2  nella  notte  -  24)  Ivi,  2  leggere  -  25)  Ivi,  nella  notte  una  legge- 
rissima; 4^  ant.  una  lieve  a  Pisa,  ed  a  6^23™  p.  una  assai  forte  ond.  a  Ca- 
stelnuovo della  Misericordia  -  26)  Orciano  nella  notte  una  :  a  Livorno  mare- 
moto- 27)  Livorno  9*»  50™  a.  forte  rombo  inteso  al  faro  e  fortissima  scossa 
avvenuta  in  città  con  grande  panico  e  qualche  danno  :  fu  lievissima  a  Pisa  e 
passò  inosservata  a  Lorenzana  e  luoghi  danneggiati  al  14.  Ad  Orciano  nel 
mattino  fortissima  e  lunga  scossa  e  nella  sera  due  altre  lievi  -  28)  Orciano 
nella  notte  una  scossa.  Castelnuovo  della  Mìs.  dopo  Mg.  varie  scossette  e 
rombi  fino  a  10*»  della  notte  ;  Livorno  9*»  55™  e  10**  30™  p.  due  scosse  -  29] 
Orciano  nella  notte  scossa  e  rombo;  3*» 45™  a.  Livorno  scossa  -  30)  Orciano 
due  lievi  con  rombo  -  3i)  Ivi,  3*»  55™  pom.  rombo  senza  scossa. 

Settembre  2)  San  Regolo,  Fauglia  2**  30™  ant.  scossa  mediocre  nella  notte 
(2-3),  una  a  Bagni  S.  Giuliano  -  3)  Livorno,  10*»  ant.,  una  lieve  -  8)  Or- 
ciano,  11*»  45™  pom.,  una  e  2  altre  nella  notte  -  iO)  Ivi,  3*»  ant.,  due  lievi 
con  rombi  ;  8*»  30  pom.,  Pisa  una  suss.  istantanea  -  12)  Livorno,  insoliti  mo- 
vimenti del  mare  e  rombi  -  i4)  Orciano,  9*»  pom.,  lieve  -  20)  Pisa,  2-3*»  a., 
lieve. 

4  ottóbre)  Livorno,  10*»  15™  pòm.,  forte  rombo  -  5)  Orciano  nella  mattina 


»         -!  '        »i- 


FiG.  45  -  Terremoto  Colli  pisani  1846 
A)  zona  mesoaismlca  -  b)  zona  isoslsmica  rovinosa  -  e)  zona  isoslsmica 
del  danni  minori  -  D)  zona  isoslsmica  fortissima. 


[1846]  401 

una  scossa  ~  8)  Castelauovo  della  Mis.,  Q^dO*»  dnt.,  scossa  assai  sensibile; 
Orciano,  11^  ant.,  una  assai  forte  con  rombi  -  ii)  Livorno,  IP  55"  matt., 
lieve  scossa  e  rombo  -  i9)  Ivi,  12*»  17"  pom.,  forte  rombo  e  lieve  scossa  suss. 
di  4»*  -  20)  2^  notte,  lieve  scossa. 

yovembre  7)  Orciano  lieve  scossa  a  8*»  30"  ant.  -  8)  Ivi,  11^  10"  ant.,  forte 
scossa  suss.  con  rombo  sentita  a  S.  Luce,  S.  Regolo,  Lorenzana,  Fauglia  ecc.  : 
1(^  p.,  altra  minore  -  //)  Ivi,  2^  a.,  una  lieve  -  24)  Livorno,  8^  e  11^  30"  p., 
vari  rooìbi  -  25)  Ivi,  ^15"  e  11*» 30"  ant.  due  rombi;  10*» V4  pom.,  scossa 
in  Val  dì  Cecina  (vedi  più  sotto). 

Dicembre  3)  Volterra  scossa  molto  forte  ed  altra  mediocre  al  14  -  8)  Cre- 
spina (Fattglia)  8*»  pom.,  forte  scossa  ed  una  lieve  a  10*»  --  9)  Pisa,  1*»  ant., 
una  lieve  —  iO)  Ivi,  11*»  ant.,  una  lieve  -  i3)  Volterra,  cinque  scosse. 

Altre  scosse  furono  sentite  durante  gli  anni  1847  e  1848. 

Replica  del  25  novembre.  —  Alle  10*»  V4  pom.  di  detto  giorno,  pre- 
ceduta da  forte  rombo,  si  intese  una  violenta  scossa  ond.  di  5-8.'  Né 
la  pianura  di  Pisa,  né  la  vai  di  Torà  e  neppure  la  parte  settentrionale 
della  Val  di  Fine  parteciparono  al  movimento  ;  ma  tutta  ne  fu  scossa 
la  Val  di  Cecina:  Montescudaio,  Guardistalio,  Riparbella,  Querceto, 
Serra,  Pomarance,  Le  Moie,  Volterra,  Beringone,  Monte  Cerboli,  Castel- 
nuovo  Val  di  Cecina,  Serrazzano,  Libbiano,  Fosini,  ecc.  furono  violen- 
temente agitati,  e  specialmente  le  cinque  ultime  località  :  a  Rosignano 
non  fti  inteso  da  tutti  ;  lo  stesso  dicasi  di  Castelnuovo  della  Misericordia  : 
a  Nibbiaia  invece  fu  si  forte  da  far  cadere  un  puntello.  Alle  Saline  0 
Moje  di.  Volterra  fu  universalmente  avvertito,  mentre  in  città  Ai  assai 
più  debole:  passò  inosservato  a  Siena,  e  sensibilmente  giunse  fino  a 
Radicofani. 

Questo  terremoto  ebbe,  come  si  vede,  diversa  provenienza  da  quello 
del  14  agosto  :  ma  di  ciò  parlerò  fra  poco. 

Centro  del  fenomeno  —  Esposti  i  fatti  è  necessario  dire  qualche  cosa 
sol  centro  o  sui  centri  dei  vari  scuotimenti. 

Il  Pilla  conclude  il  suo  bel  stridio,  ammettendo  che  e  l'impulso  ge- 
nerale del  movimento  sia  stato  lungi  dal  suolo  toscano  »  e,  conside- 
rando che  detto  terremoto  è  stato  immediatamente  preceduto  da  con- 
cussioni in  vari  punti  delle  provincie  meridionali  ed  in  alcune  isole 
del  Mediterraneo  e  seguito  da  scosse  nella  Svizzera  e  nella  Calabria, 
sostiene  che  tutti  questi  fenomeni  non  provengono  da  tanti  centri  spe- 
ciali ed  indipendenti,  ma  bensì  «  da  un  medesimo  focolare  sotterraneo 
dh*amando8Ì  1'  azione  ora  in  questa  ora  in  quella  parte  della  superficie 
terrestre  conforme  le  circostanze  di  sotto  l'hanno  favorita  ».  Quindi, 
in  base  agli  effetti  distruttori  riscontrati  in  relazione  con  la  costituzione 
litologica  del  suolo,  crede  che  «  V  onda  suscitatrice  del  tremuoto  to- 
scano sia  venata  dal  mare,  forse  dal  NW,  forse  ancora  dal  SW  ».  Il 
Savi  invece  è  d'  avviso  che  «  la   sede  »  della  causa  di  quelle  spavon- 

qaratta  :  Terremoti  ecc.  ^  26 


402  [1846] 

tevoli  catastrofi  [debba]  essere  stata  nella  parte  della  terra  che  è  ver- 
ticalmente sottoposta  a  queir  estenzione  di  paese,  da  noi  denominato 
spazio  centrale  [area  mesosismica]  *  :  opina  inoltre  che  questo  spazio  di 
azione  sia  con  maggior  probabilità  costituito  da  una  linea  (asse  sismico) 
avente  la  direzione  dei  crinali  dei  monti  che  fiancheggiano  la  vai  della 
Fine  :  cioè,  con  altre  parole,  sarebbe  stato  urtato  V  asse  long^tadinale 
del  fondo  della  gran  vallata,  diretto  da  N  a  S  circa,  limitatamente  a 
mezzodì  non  oltre  a  Ripabella  ed  al  paese  delle  Contee,  cioè,  a  Casale. 
a  Guardistallo,  ecc. 

Se  noi  consideriamo,  come  ò  già  detto,  che  questi  ultimi  paesi  non 
furono  più  perturbati  dai  fenomeni  sismici  avvenuti  dopo  il  14  agosto, 
mentre  a  Lorenzana,  a  S.  Regolo  e  ad  Orciano  il  suolo  seguitò  per 
parecchio  tempo  ad  essere  ancora  in  preda  a  commozioni  più  o  meno 
frequenti  ed  intense  —  difficilmente  propagantisi  ^  Pisa  ed  a  Livorno 
—  e  che  inoltre  nelle  località  citate  furono  sentiti  rombi  senza  appa- 
rente movimento  di  suolo,  e  che  questi  rombi,  rassomiglianti  a  lontani 
colpi  di  cannone,  erano  di  non  dubbia  origine  endogena,  come  ce  lo 
prova  r  osservazione  fatta  dal  Dr.  Pedini  (pag.  399),  ed  oltre  a  ciò 
aggiungiamo  che  il  valore  della  componente  verticale  della  grande 
scossa  ad  Orciano,  a  Lorenzana,  ecc.  fu  molto  forte,  talché  le  persone 
si  sentirono  con  gran  violenza  spinte  verso  1'  alto  e  vari  mobili  ed  og- 
getti pesanti  vennero  a  distanza  sbalzati  ed  il  crollo  delle  fabbriche 
avvenne  in  modo  istantaneo,  come  osserva  il  Savi,  e  prima  che  fosse 
avvertita  ondulazione  alcuna,  anche  ammesso  che  altre  circostanze  ab- 
biano favorita  la  distruzione  degli  edifici!,  non  possiamo  a  meno  che 
concludere  che  il  parossismo  del  14  agosto  ebbe  il  suo  epicentro  nella 
zona  mesosismica,  limitatamente  ai  pressi  di  Luciana,  di  S.  Regolo,  di 
Lorenzana  e  di  Orciano. 

Però  d'  altra  parte  abbiamo  visto  che  in  precedenza  e  durante  il 
periodo  sismico  susseguito  alla  commozione  del  14  agosto  furono  av- 
vertite a  Livorno  scosse  locali,  rombi  isolati  ed  insoliti  movimenti  del 
mare  :  ora  tutti  questi  fenomeni  io  li  credo  dovuti  all'  attività  di  un 
centro  sismico  livornese. 

Infine  la  scossa  del  7  agosto,  che  non  interessò  la  vai  di  Fine«  come 
pure  il  terremoto  del  25  novembre,  ed  altre  commozioni  furono  pro- 
dotte da  un  altro  o  da  altri  centri  appartenenti  al  bacino  della  Cecina. 

[988]    1846.  Settembre  11 .  Rossaio  (Cosenza). 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pagr.  132. 

Nella  notte  scossa  abbastanza  forte  di  7-8*  che  produsse  molto  pa- 
nico, ma  non  causò  danni  tranne  la  caduta  di  un  loggiato,  già  in  cat- 
tive condizioni  per  vetustà  o  per  altri  terremoti. 


-r-Tf—i-i^ 


[1848  -  1849J  403 


[989]    1848.  GoQDaio  11.  Aogasta  (Siracusa). 

pfcBRBY  A.:  yott  sur  l€s  trembl.  ecc.  en  i848,  ]>acr-  9^. 

All'  11  gennaio,  a  S^  od*"  ant.,  a  Reggio  Calabria  fortissima  scossa 
oud.  di  30*  ;  ad  1^  pom.,  in  Sicilia  una  assai  intensa  seguita,  qualche 
minuto  dopo,  da  replica  ;  ad  Augusta  fu  rovinosa  :  a  Noto,  a  Siracusa, 
A  Calaaiia  canaò  danni  gravi  ;  a  Messina  fu  forte  ed  a  Mineo  —  se- 
condo quanto  mi  comnnicò  II  aig.  C.  Guzzanti  —  fa  fortissima  ma 
senza  danni  considerevoli.  A  10^  pom.  dei  15  una  replica,  ed  a  2^  30"^ 
e  4*  30"  ant.  del  16  altre  in  Val  di  Noto  :  a  V"  45«  ant.  del  19  tre  forti 
a  Reggio  e  ad  11^  pom.  del  12  febbraio  ivi  due  mediocri  e  qualche 
altra  scossa  neir  ottobre,  nel  novembre  e  nel  dicembre  successivi. 

[990]    1848.  Giugno.  Senese. 

Cajcp/  ni  e  TOSCANI:  Su  i  terr.  aw,  in-  Siena  ecc.  pag.  288-2fó  -  perkey  a.  :  NoU  sur  les  tremhl. 
t848,  pag.  8^36. 

AI  15  aprile  in  Siena,  a  9^  12"»  p.,  una  scossa,  e  due  a  3^  30"  e  7*»  30"  p. 
del  29  :  due  lievi  a  10^  20"  e  10»»  30"  p.  del  5  maggio  ;  una  fòrte  ;  a 
n^  30"  p.  dell'  11,  molte  nel  di  12,  delle  quali  due  (3»»  10"  a.  e  5»»  45  p.) 
assai  forti  :  al  13  tre  leggere  ed  una  mediocre  :  due  lievi  al  15  ed  una 
legigerissima  al  17  :  una  leggera  per  ciascun  giorno  nei  di  6  o  7  giugno  : 
al  19  alcune  di  piccola  intensità  ed  un'altra  al  21  novembre.  Tutte 
queste  scosse  a  Siena  ebbero  direzione  WSW-ENE  :  il  centro  di  questi 
scuotimenti  fìi  nelle  colline  terziarie  sulle  quali  riposano  le  Volte,  Vi< 
teccio,  Llnari,  ecc.  :  fecero  qualche  danno  alle  case  nei  paesi  della 
Montagnola. 

[991]    1848.  Luglio  5.  Ventotene  (Isole  Pontine). 

M KBCALLi  G.  :  Note  geol.  e  sism.  isole  Fonzie  ecc.,  pa^.  16  (estr.) 

A  5*»  ital.  circa  del  5  luglio  a  Ventotene  fortissima  scossa  ond.  di 
pochi  secondi  che  fece  risvegliare  la  popolazione,  la  quale  si  ridusse 
ad  abitare  entro  baracche.  Tutte  le  fabbriche,  il  castello  compreso, 
furono  lesionate.  Fu  sentita  molto  sensibilmente  a  Ponza. 

[992]    1848-49.  Novembre-gennaio.  Aquila. 

Cappa  f.:  Sul  Urr,  che  à  2  Jédìb.  il 03  ecc.,  pafir.  H  •  Lettera  dell'Intendente  d'Aquila  ecc. 

Al  10  giugno  .1848,  a  12^  */*  ^^  notte,  una  forte  scossa  suss.-ond. 
W-E  di  8-10»  destò  buona  parte  dei  cittadini  d'Aquila,  alcuni  dei  quali, 
iati  mori  ti,  abbandonarono  tosto  le  case  :  dal  mese  di  novembre  al  gen- 
naio dell'  anno  seguente  forti  scuotimenti  agitarono  la  cittA  :  furono 
assai  localizzati,  giacché  passarono  inosservati  a  S.  Demetrio  dei  Ve- 
stini,  a  S.  Nicandro,  a  Barisciano  ed  in  altre  località  circonvicine. 


404  [1849] 


[993]    1849.  Gennaio  6.  Toseua. 

PERREY  A.:  Note  sur  les  trembl.  1849,  pagr.  216. 

Al  1«  gennaio,  a  3»»,  a  4»»  circa,  a  5^  15",  a  6^  30°^,  a  10»»  20»  e  ad  11""  45^ 
ant.,  varie  scosse,  ed  altre  leggere  ma  numerose  ond.  e  ausa,  a  Firen- 
zuola. La  prima  e  1'  ultima  delle  quali  furono  le  più  intense  :  dair  1 
al  6  altre  lievi  specie  nella  sera  e  nella  notte  :  a  4^  ant.  circa  del  6 
una  più  intensa  delle  precedenti,  avvertita  lievemente  a  Firenze,  for- 
temente a  Firenzuola  ;  nei  pressi  di  Mascheta  e  di  Casetta  di  Tiara 
(fraz.  di  Palazzuolo)  causò  qualche  danno  (fig.  2). 

[994]    1849.  Febbraio  17.  SmAlinga  e  TorriU. 

PERRET  A.  :  yote  sur  les  trembl.  1849,  pa^.  4,  5  ed  8  (estr.) 

A  1^48'"  ant.  del  17  febbraio  a  Sinalunga  e  Torrita  fortissima  ma 
breve  scossa  ond.  E-W,  con  intenso  rombo  ;  fti  molto  forte  a  Foiano, 
a  Bettolle,  ad  Asciano,  a  Montepulciano,  a  Chianciano  :  fu  leggera  a 
Cortona,  a  Monte  S.  Savino,  a  Siena,  a  Montalcino,  a  Pienza  ed  a 
Chiusi  ;  passò  inosservata  ad  Arezzo.  A  2**  ant.  replica  meno  forte  della 
precedente  e  parecchie  fino  a  6**  ant.  tutte  ond.  E-W.  Nei  luoghi  più 
intensamente  colpiti  se  ne  ebbero  altre  fino  al  21,  fra  le  quali  una 
forte  a  mezzodì  circa  del  18.  Al  18,  a  10-11**  pom.,  a  Siena  una  leg- 
gera. Al  3  marzo,  a  10^  pom  e  ad  1^^""  ant.  del  4  a  Chianciano  due 
leggere  ond.  NE-SW:  nel  10  ottobre,  a  4**  ant.,  a  Chianciano  ed  a 
Monté|)ulciano  una  ond.  N-S  ed  a  9*»  46™  ant.  in  ambedue  le  dette  lo- 
calità generalmente  fu  avvertita  un'  altra  scossa,  pure  N-S,  in  modo 
leggero  propagatosi  anche  a  Monte  S.  Savino. 

Nella  figura  16  (pag.  240)  sono  delimitate  la  zona  mesosismica  fortis- 
sima (A),  Tarea  isosismica  molto  forte  (B)  e  quella  leggiera  (C). 

[995]    1849.  Giugno  17-18.  LinoBe  ecc.  (Piemonte). 

PERRBY  A.  •/  mte  sur  les  trembl.  i849,  pag.  219,  222. 

Nei  giorni  17  e  18  giugno  a  Limone,  a  Vernante,  a  Tenda  ed  a 
Vermepaga  parecchie  scosse  assai  forti  talché  pareva  che  le  case  do- 
vessero cadere.  Repliche  nella  notte  18-19  ed  al  23  ;  al  17  novembre, 
a  4**  30°*  ant.,  a  Limone  due  mediocri  suss.-ond.  sentite  anche  a  Mon- 
dovì. 

[996]    1849.  Novembre  28.  Borgotaro  (Parma). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  132  -  Colla:  Tremiti,  dt  terr.  ecc. 

Al  28  novembre,  a  5*»  15'"  pom.,  a  Parma  ed  a  Genova  debolissima 
scossa  ond.  ;  a  7^  pom.  altra  più  sensibile  ond.  S-N  nella  prima  loca- 
lità, ed  E-W  nella  seconda.  A  Borgotaro  nella  giornata  otto  scosse, 
cioè,  due  forti,  quattro  fortissime  e  due  mediocre  :  le  maggiori  aweu- 


[1849  - 1850]  405 


nero  a  2"»  15"  pom.,  a  2*»  45"  ant.,  a  5**  35"  ed  a  7*»  pom.  :  quest'ultima 
fu  la  più  intensa  di  tutte.  Parte  degli  abitanti  faggi  all'aperto  :  in  quasi 
mtte  le  case  fenditure  più  o  meno  gravi  ;  caddero  dei  comignoli  e  delie 
grondaie.  A  Pontremoli  quella  delle  7*  pom.  fti  ond.  G-W  di  9-10*  :  fu 
pure  avvertita  lievemente  a  Pisa. 

Nel  giorno  29  a  Borgotaro  cinque  scosse  (3*»,  6**  V4»  1^  *^t.,  0*»45" 
e  4''  pom.)  ed  alcune  più  deboli  nella  notte  susseguente,  ftA  cui  due  a 
3^  45"  e  4^  ant.  del  30. 

Segue  r  elenco  delle  principali  repliche  : 

i8'É9.  Dicembre  i)  nella  mattina  5  scosse  -  2)  2-4^  ant.,  4  forti  e  nella 
giornata  circa  10  lievi  -  5)  5*»  ant.,  una  leggera  -  7)  6-7^  e  9^  due  scosse  e 
molte  oscillazioni  lente  -  8)  4*»  poro,  circa,  una  forte  SE-NW  -  9)  ^  pom. 
circa,  una  forte  come  la  precedente  -  i0-i2  e  1419  e  24)  varie  scosse. 

i850.  Gennaio  5)  4>'30"  ant.,  una  lieve  ond.  -  i7)  lli^5&"  pom.,  una  forte 
ond.  segxiita  da  una  debole  -  i9)  10^  30"  pom.,  una  leggera  preceduta  da 
romlx)  -  22)  5^30"  ant.  una  leggera  ond.  :  fu. forte  a  Pontremoli  e  leggera 
a  Lucca  e  Livorno. 

Fdbraio  3)  ^  ant.,  lieve  ond.  -  i2)  4*»  45"  ant.,  lievissima  ;  a  5*»  ant.  (*) 
una  più  sensìbile  -  2S)  9^  30"  pom.,  una  alquanto  sensibile  preceduta  da 
rombo  fortissimo. 

Aprile  U)  11^45"  ant.,  una  lieve  suss.  -  i2)  7*30"  ant,  una  ond.  -  i4) 
0^45"  ant.,  una  sensibile  ond.  preceduta  da  cupo  rombo. 

Novembre  i8)  9^45"  pom.,  lieve  ond.  preceduta  da  rombo.  -  23)  8*»  30"  p., 
una  come  la  precedente  -  25)  10^  30"  pom.,  altra  simile. 


1997]    1850.  Gennaio  1.  Etna. 

Bakatta  m.:  Materiali  ecc.,  pa^.  132  -  Perrey  a.:  Note  sur  les  trembl-  isso^  pagr.  8  (estr.) 

Verso  mezzodì  del  1^  gennaio  a  Catania  leggera  scossa  ond.  di  2-3*: 
fa  molto  intensa  a  Biancavilla  ed  a  Belpasso.  ove  fece  rovesciare  pa- 
recchie case.  Circa  le  11^  V4  ^^^*  ^^^  ^  ^  Catania  replica  sentita  in 
qualche  località  della  provincia. 

[998]    1850.  Settembre  18.  Modenese. 

Baratta  m*  :  op.  clt.,  pagr.  131  -  C.  Cuistoni  :  Notiz,  sui  terr.  aw.  in  Modena^  pag.  4,  (estr.) 

Al  18  settembre,  a  7**  10"  ant.,  a  Modena  forte  scossa  ond.  SE-NW 
(li  6*  sentita  maggiormente  nei  paesi  posti  a  SE  che  non  nella  città, 
ove  però  fece  cadere  parecchi  fumaioli.  A  Bologna  fu  forte  ond.  SE-NW 
fece  suonare  molti  campanelli  e  lievemente  anche  la  campana  deiroro- 
logio  maggiore  :  fu  sensibilissima  a  Reggio  ed  avvertita  da  pochi  a 
Parma  ed  anche,  secondo  il  Goiran  {St,  sism.  ecc.,  pag.  'iS),  a  Verona 
'ond.  E-W  a  2  riprese  a  20"  d'intervallo).  A  7*» 35"  ant.  a  Modena  re- 
plica più  leggera  propagatasi  fino  a  Ferrara. 


(1)  n  Perrey  le  registra  nelle  rispettive  ore  pomeridiane. 


^^^^^  I     I     'F;  '«,!.«        J  » 


406  [1850    1851] 


[999]    1850.  Novembre  11.  -    S.  NieaB^ro  (Aquila). 

Cappa  F.:  Sul  terr,  che  à  2  Jehb.  il 03  ecc  ,  pag.  11-12. 

A  IO*'  ant.  deir  11  novembre  un  violentissimo  terremoto  di  qualche 
secondo  di  durata  minacciò  la  distruzione  deir  intero  paese  di  S.  Ni- 
candro  ;  i  danni  però  si  limitarono  alla  caduta  di  qualche  comignolo 
ed  air  apertura  di  lesioni  più  o  meno  gravi  e  numerose  in  tutte  le 
case.  Dal  monte  Castello,  sul  cui  fianco  occidentale  sorge  detto  paese, 
si  staccarono  molti  macigni. 

La  scossa  si  propagò  con  intensità  minore  a  S.  Demetrio,  a  Praia 
d'  Ansidonia,  a  Kipa  Fagnano,  ossia  entro  un  raggio  forse  non  supe- 
riore ai  3-4  km.  Non  fii  avvertita  né  in  Aquila,  né  a  Barisciano.  A 
S.  Demetrio  nella  notte  molti  rombi  sotterranei,  1  quali  insieme  ad  altre 
scosse  non  cessarono  del  tutto  che  nel  giugno. 

[1000]    185).  Febbraio  5.  lUUa  Seltestri«nale,  Svinerà. 

Baratta  m.  :  Materiaìi  ecc.,  pa^.  134-35  -  Perrbt  A.  :  Note  sur  les  tremai,  ecc.  en  iSSi, 
pag.  S&1-55. 

A  10""  49"  ant.  circa  terremoto  in  Svizzera,  nel  Tirolo  e  nella  Lom- 
bardia. 

Italia  '"  La  scossa  fu  fortissima  a  Colico,  a  Horbegnò,  a  Chiavenna, 
a  Sondrio,  a  BoUadore,  a  Grossotto  ed  a  Tirano  :  fu  forte  a  Sesto  Ca- 
lende,  a  Cremona,  a  Bergamo  :  a  Brescia  fu  si  gagliarda  che  un  indì> 
viduo  venne  balzato  da  sedere  :  a  Milano  (10**  49"  30*  ant.)  f\i  ond.  W-E 
di  .3"  secondo  alcuni,  e  secondo  altri  a  tre  riprese  N-S  :  causò  fendi- 
ture in  una  casa  e  fece  cadere  dei  sopramobili  :  fu  più  o  meno  forte 
in  Brianza,  leggera  a  Verona,  a  Castiglion  delle  Stiviere,  a  Grolto,  a 
Mantova,  a  Pavia,  a  Parma  ed  intesa  da  qualcuno  anche  a  Genova. 

Svizzera  —  A  Lugano  fU  istantanea  E-W,  avvertita  generalmente, 
però  senza  danni  :  le  acque  del  lago  mostrarono  un  istantanea  agita- 
zione ;  a  Switto  fu  forte  ;  a  Schwgtz,  a  Berna  e  Zurigo  pure  ;  a  Baie 
leggera.  Nei  pressi  di  Coirà  e  neli'  Oberland  si  staccarono  dei  massi 
di  roccia. 

[1001]    1851.  Aprile  11.  Messina. 

Baratta  m.  :  Op.  cit.,  pag.  135  -  Perrey  :  Note  sur  les  tremai,  en  iSSiy  pag.  a58-o7. 

Nel  gennaio-aprile  del  1851  periodo  di  scosse  nel  reggino  e  messi- 
nese. Al  14  (P  50"  a.)  ed  al  31  (9**  15"  p.)  gennaio  due  forti  scuotimenti  a 
Keggio  :  al  2  febbraio  (2**  10™  a.)  altro  forte  seguito  da  repliche  :  nella  sera 
del  15  una  forte  scossa  urtò  Catanzaro  ed  un  altra,  a  10**  45"  p.  del  19,  fu 
sentita  in  questa  località  ed  a  Cosenza.  Dopo  qualche  altro  scuotimento 
a  2^30™  a.  dell'  Il  aprile  a  Reggio  si  ebbe  una  forte  scossa,  che  però 
non  apportò  danni  :  fu  seguita  da  due  lievi  repliche.  A  Messina  se  ne 
sentirono  parecchie  con   panico,  fra  cui  una,  a  7^  ant.,  suss.-ond.  con 


r' 


11951]  407 

» 

fortissimo  rombo.  Per  questa  e  per  le  precedenti  il  panico  causato  nella 
popolazione  fa  forte  :  le  case  da  molti  ftirono  abbandonate  :  si  produsse 
qaalche  lieve  screpolatura  in  parecchi  ediflcii  :  nel  giorno  seguente 
varie  repliche. 

Alle  precedenti  manifestazioni  sismiche  sussegui  una  tregua  di  pa- 
recchi mesi  (*),  fino  cioè  al  30  dicembre,  gioiiio  in  cui  cominciò  un 
nuovo  gagliardo  periodo  di  scuotimenti,  dei  quali  dirò  fra  poco  (N.  1006). 

[10021     1851.  Luglio  28.  Bagni  S.  «ìdIìmo  (Pisa). 

perbby  a.:  Noie  sur  le$  tremai,  en  iSSi  ecc.,  pag.  876-77. 

Al  26  loglio,  3*"  5"^  ant,  a  Siena  scossa  molto  forte  ed  a  4^  una  re- 
plica, ambedue  ond.  W-E  intese  anche  fhori  città.  A  6^  35""  p.  del  28  a 
Pisa  una  lieve  con  rombo  :  ai  Bagni  8.  Giuliano  fu  molto  violenta  : 
suonarono  da  per  sé  parecchie  volte  i  campanelli  e  la  popolazione  uscì 
dalle  case.  Non  fu  intesa  nò  a  Livorno,  nò  a  Firenze.  A  9^37°"  a.  del 
29  a  Pisa  una  lieve  ed  un'  altra,  ma  dubbia,  nel  di  30. 

[1003]    1851.  Agosto  14.  Vnlture  (Potenza). 

Paci:  Relax,  dei  trem.  Oi  Basilicata  ecc.  -  Palmibri  e  Scacchi:  Della  reg,  vulc.  del  M.  \uU 
ture  ecc. 

Nella  notte  7-8  giugno,  a  Svitai.,  in  Melfi,  Rionero,  Barile  e  Rapolla 
fa  sentita  una  scossa  ond.  di  4'  ed  un'  altra  abbastanza  forte  special- 
mente a  Melfi  nel  di  29.  Da  più  giorni  prima  del  fatale  scuotimento 
il  Vulture  faceva  sentire  cupi  rombi. 

La  grande  scossa  avvenne  a  2*»  22™  35»  pom.  (t.  v.  di  Napoli)  :  nel- 
Tarca  di:  maggior  scuotimento  il  terremoto  fu  eminentemente  sussul- 
torio  a  parecchie  riprese  (*)  e  ciò  è  attestato  -—  secondo  Palmieri  e 
Scacchi  —  dalle  colonne  infrante  nella  base  o  nelle  connessure  delle 
pietre,  senza  essere  uscite  dal  loro  appiombo  ;  dalla  rocca  o  Cimaiolo 
di  un  camino  in  alto  sbalzata  e  ricaduta  sulla  sua  base  istessa  in  po- 
sizione diversa  da  quella  che  aveva.  A  Napoli  la  scossa  fu  suss.-ond. 
molto  risentita  con  direzione  circa  NNW-SSE  e  della  durata  di  circa 
20  secondi. 

Melfi  rimase  completamente  atterrata  e  la  forma  della  scossa,  gli 
scoscendimenti  e  le  aperture  nel  suolo,  i  rumori  sotterranei  con  scosse 
più  lievi  quivi  sentite  in  precedenza  ecc.  ed  altri  fenomeni  quivi  osser- 
vati fanno  ritenere  che  presso  questa  città,  debba  essere  collocato  il 
centro  sismico  (fig.  46). 


(!)  Noto  però  che  ad  ore  10  a.  del  90  ottobre  a  ReRglo  C.  si  ebbe  una  scossa  mediocre. 

12}  Secondo  una  testimonianza  raccolta  da  Palmieri  e  Scacchi  (Op.  cit.,  pai?.  129  [2])  un 
Ok^getto  mobile  su  una  tavola  fu  visto  saltare  in  alto  e  ricadere  parecchie  volte  con 
Knuxde  forza. 


408 


L18511 


In  ordine  al  valore  dei  danni  vengono  quindi  Rapolla  (2)  e  Barile  che 
subirono  una  sorte  poco  diversa  da  quella  toccata  a  Melfi,  quindi  Rio- 
nero  (3)  e  poi  (4)  Atella,  Venosa,  Lavello  e  Monteverde  ecc.  che  ebbero 
qualche  rovina  e  gravissimi  danni  :  minori  (5)  ne  risentirono  Ascoli  Sa- 
triano  e  Candela;  solo  lesioni  (6)  Àccadia,  Cerlgnola,  Canosa,  Trani, 
Bisaccia,  Ruvo  :  lesioni  leggere  Lacedonla,  Apricena,  S.  Nicandro^  Ca- 
gnano,  Rodi,  Serracapriola,  Biccari,  Stomarella,  Deliceto,  Castellaccio 
de'  Sauri,  Anzano,  Ortona  e  Bari. 

La  scossa  inoltre  si  prop.ig6  fino  a  Lecce,  nella  Calabria  ;  a  Cam- 
pagna fu  forte  e  causò  qualche  nuova  lesione  air  edificio  dell'  Intendenza 
(ms.  Are.  Stato  di  Napoli)  :  fti  sentita  nell'isola  d'Ischia  (Mergalxj  G.  : 
L'Isola  d'Ischia  ecc.,  pag.  117),  a  Caserta,  in  Avellino;  interessò 
r  Abruzzo,  e  le  onde  microsismiche  giunsero  fino  a  Milano,  ove  fìi  os- 
servata una  fortissima  oscillazione  meccanica  nell'  ago  di  declinazione 
dell'Osservatorio  di  Brera  (M.  Baratta:  Per  la  storia  della  SiemoL  ecc., 
pag.  6). 

I  danni  causati  da  questo  terremoto  furono  immensi  e  la  perizia  uf- 
ficiale li  fece  ascendere  a  quasi  due  milioni  di  ducati,  cosi  ripartiti  : 


Comuni 


valore  appros- 
simativo del 
danno  alle  pro- 
prietà private, 
pubbliche 
ed 
ecclesiastiche 
In  ducati 


Osservazimi 


Melfi 

Barile 

Rionero 

Rapolla 

Venosa 

Ripacandida    .... 

Atella 

Lavello 

Monteverde     .... 
Altri  in  Capitanata  (*) 

Totale  ducati 


492282,00 
220000,00 
199222,00 
55800,00 
150000,00 

16826,00 
21588,00 

» 
25000,00 


(1)  Per  Bipacandlda  non  si  potè  preci- 
sare il  danno  aUe  proprietà:  per  la  riat- 
tazione  alle  sue  chiese  abbisognarono 
ducati  9630  comprese  queUe  di  Atella  e 
di  Lavello. 

(2)  I  comuni  che  anno  sofferto  11  ò  elen- 
cati precedentemente.  AsooU  (ù  11  più 
danneggiato,  di  guisa  che  11  valore  delle 
proprietà  distrutte  o  lesionate  si  può  sta- 
bilire di  ducati  20  mila  per  il  solo  Ascoli 
e  per  5  mila  gli  altri,  Canosa  compresa. 


1180718,00 


Riguardo  agli   edl  fieli  i  professori   Palmieri  e  Scacchi  notarono  che 
le   case  in   pendio  caddero   a  preferenza   di  quelle  situate  in  piano,  e 


•  »-  ■  >-   - 


[1851] 


409 


che  di  queste  soffrirono  molto  meno  in  generale  quelle  a  larga  base 
quadrata  e  di  altezza  mediocre,  specialmente  se  poi  avevano  il  tetto  a 
travi,  ed  erano  munite  di  catene  di  ferro. 


■l^K'r* 


*ÌO(Alh 


♦*»    . 


•0 


10 


£1 


Fio.  46. 

Dato  che  il  terremoto  distruttore  non  fa  preceduto  da  forte  scossa 
preparatoria  avvenuta  poco  prima,  data  la  forma  che  à  avuto  il  mo- 
vimento sismico  e  la  sua  grande  intensità,  si  comprende  benissimo  come 
la  mortalità  causata  dalie  rovine  sia  stata  molto  elevata  :  la  sua  di- 
stribuzione ci  è  indicata  dal  seguente  specchietto  : 


Melfi 

abitanti  9130, 

morti  444, 

feriti  100 

Barile 

» 

4065 

»      105 

»     196 

Rionero 

» 

10193 

y>       63 

»       98 

Venosa 

» 

6533 

>        li 

»       — 

Candela 

» 

? 

»         3 

»       — 

Lavello 

» 

3000 

»         1 

>       — 

Ripacandida 

» 

? 

»         \ 

»       — 

Atella 

)» 

! 

»         0 

»         2 

Nel  suolo  in  molti  luoghi  si  aprirono  lunghe  e  profonde  fenditure  : 
a  porta  Calchiara  in  Melfi  una  i^quarciatura  di  oltre  metri  ]  Vs  ^'^  ^^i^- 
^hezza,  e  poco  lungi  i  ruderi  delle  mura  di  d^tta  porta  inghiottiti  forse 
da  una  più  amplA  voragine  indicano  abbastanza  la  intensità  quivi  avuta 
dalia  sismica  convulsione  :  altre  fenditure  si  aprirono  vicino  al  ponte 
«  del  Passo  >  fìra  ì/iéìfL  e  Rapolla  :  molti  ammassi  di  roccie  si  stacca- 
rono dalie  montagne  :  in  molti  pozzi  le  acque  o  mancarono  od  aumen- 
tarono o  si  intorbidarono  notevolmente;  è  da  rimarcarsi  che  in  Melfi 
—  ove  si  ebbero  i  maggiori  disastri  —  le  copiosissime  acque  di  una 
fontana  non  subirono  alcuna  variazione. 

A  3^  50"  pom.  (t.  V.)  in  Napoli  fti  sentita  una  nuova  scossa  £-W  di 
più  breve  durata  e  di  minor  energia   che  non  T  altra  :  nei  luoghi  più 


iPI^^^^^^^^VW.|«A^'  i'.'J'.f^.HJkMiliWU* 


■  V 


yj 


410  11851  -  1862] 


colpiti  dalla  prima,  questa  fa  preceduta  da  rombo  e  causò  nuovi  danni 
agli  edificii.  In  tali  località  prima  di  sera  si  ebbe  una  terza  replica  e 
durante  la  notte  (14-15)  in  Melfi  e  Rionero  altre  14-15  scosse  ;  a  Ripa- 
candida  solo  5  :  nei  di  seguenti  se  ne  sentirono  una  o  due  per  giorno, 
sempre  più  deboli  e  rare.  Le  maggiori  avvennero  al  20-22  ottobre 
(queste  fecero  crollare  una  casa  in  Rionero),  al  17  novembre,  al  5  e  29 
dicembre  ed  al  29  febbraio  1852. 

[10041    1851.  Settembre  6-7,  Ganosa  di  Piglia. 

Palmibri  L.  e  Scacchi  A.:  Op.  cit.,  pafir.  181  (estr.) 

Mentre  ancor  perdurava  il  periodo  sismico  nel  Vulture^  Canosa  fa 
colpita  da  una  fortissima  scossa  ;  ed  infatti  i  citati  autori  scrivono  : 
«  Canosa...  soflPk*iva  nella  notte  tra  jl  6  ed  il  7  settembre  per  tremuoto 
che  iu  Melfi,  Barile,  Rapolla,  Rionero,  ecc.  non  era  neppure  avver- 
tito... »  Però  in  un  giornale  del  tempo  ho  trovato  la  seguente  notizia  : 
4i>  40°*  ital.  una  scossa  gettò  la  costernazione  negli  abitanti  di  Rionero, 
)  fu  però  leggera  e  non  apportò  danni  :  a  Canosa  allargò  le  vecchie  fes- 
sure e  ne  fece  aprire  delle  nuove.  Secondo  il  Capocci  (Oaialogo  ecc., 
I,  pag.  :i68)  si  estese  anche  alle  provinole  di  Bari  e  di  Otranto. 

L*  epicentro  di  questa  scossa  è  indicato  con  A  nella  figura  46. 

[1005]    1851.  Ottobre  12.  Albania. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  pafir.  136  -  Palmieri  e  Scacchi:  Op.  clt.«  pa^.  131-148. 

A  7^  circa  della  mattina  del  12  ottobre  terremoto  disastroso  nell'Ai- i 
bania  :  2000  vittime  :  fii  lieve  a  Lecce,  e  fu  sentito  a  Taranto,  a  Bari, 
a  Barletta,  a  Canosa  ed  a  Cerignola  (ond.  6"  circa)  senza  danni,  ma  con  | 
un  po'  di  panico   nella  popolazione  :  forse   fu   inteso  da  pochi  anche  a  I 
Napoli.  I 

[1006]    1S51-52.  Tr«8ÌliM  (Reggio  C).       | 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  137-8-  Paci  G.  m.  :  Breve  relax,  dei  trem.  ecc.  j 

Il  territorio  di  Reggio  Calabria  nel  1851-52  fa  precipuo  x^ampo  di  una  i 
lunga  serie  di  manifestazioni  sismiche,  alcune  delle  quali  ebbero  una 
intensità  anche  abbastanza  notevole.  Abbiamo  già  veduto  come  sul  i 
principio  deir  anno,  e  specialmente  nell*  aprile  1851,  varie  scosse  aves- 
sero urtato  Reggio^  ma  sembra  però  che  la  maggior  loro  intensità  ab- 
biano spiegata  a  Messina.  Il  nuovo  periodo  sismico  si  apri  con  una 
scossa  discretamente  forte  intesa  a  11^  50°^  pom.  circa  del  30  di- 
cembre 1851,  susseguita  poscia  da  altre  lecere  o  mediocri  :  al  15 
gennaio  1852,  verso  le  11^  pom.  si  ebbe  un  altro  massimo  che  pare 
abbia  apportato  delle  lesioni  agli  edificii  di  Reggio  :  al  23,  a  8^  3"" 
aat.,  duo  scosse   fortissime  :  nel  di  26,  verso  1*"  25°"  ant.,  a  Monteleone 


[1852] 


411 


una  scossa  suss.  breve  destò  la  maggior  parte  della  popolazione,  e  fd 
seguita  a  non  luogo  intervallo  da  altra  meno  forte  :  questa  fu  mediocre 
end.  a  Tresiilco,  forte  a  Reggio  ed  a  Messina  ed  intesa  anche  a  Gè- 
race  :  a  3**  29""  ant.  a  Tresilico  una  suss.  molto  forte,  sensibile  a  Reggio 
ed  a  Messina  :  a  4^  20^  ant.  a  Tresilico  una  fortissima  di  6',  a  Messina 
ed  a  Reggio  la  popolazione  usci  dalle  case.  Ma  il  massimo  più  intenso 
avvenne  circa  le  8^  Vs  pom.  del  26  ;  questa  nuova  scossa,  a  quanto 
sembra,  produsse  i  massimi  effetti  dinamici  a  Tresilico,  nei  cui  fabbri- 
cati si  aprirono  delle  leggere  screpolature.  Il  Paci,  parlando  di  questi 
terremoti,  dice  che  <  insino  a  maggio  venivano  scossi  tutti  i  .comuni 
della  provincia,  ma  con  maggior  veemenza  quelli  che  essendo  compresi 
tra  Capo  d'  Armi  e  Capo  Bruzzano,  trovansi  nella  estrema  regione  della 


Mesi 


S 


B 

a- 

za 

So 


Avvertenze 


1851  Dicembre 

1852  Gennaio 
Febbraio 
Marzo 
Aprile 
Maggio 
Agosto 
Settembre 
Novembre 


4 

2 

2 

— 

40 

24 

li 

6 

23 
2 

6 

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— 

2 

3 

2 

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1 
1 
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— 

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— 

— 

— 

—       Nel  soli  giorni  80-31. 


Al  9  sett.,  a  ore  7.80  ant.  circa,  a 
Rossano  scossa  BU8s.-ond.  di  2  aec 

• 

Al  9  nov..  ore  8.40  circa,  a  Co- 
senza due  lievi  scosse  ond. . 


catena  degli  Appennini,  e  con  minore  intensità  gli  altri  su  terreni  ter- 
ziari della  pianura  di  Gioia  sul  Tirreno,  distendendosi  finalmente  nella 
provincia  di  Catanzaro  ».  Se  il  Paci  allude  alla  scossa  delle  11^50^  p. 
del  15  gennaio,  può  darsi  che  V  area  più  colpita  sia  appunto  quella  da 
lui  citata,  e  nulla  avrei  per  parte  mia  da  obbiettare  alla  stregua  delle 
notizie  che  si  anno,  ma  è  certo  che,  forse  eccettuata  la  scossa  delle 
l''  20"  ant.  del  26  gennaio,  che  pare  sia  stata  più  intensa  a  Monteleone, 
per  le  altre  successe  in  quel  giorno,  le  località  che  più  intensamente 
provarono  gli  effetti  delle  scosse,  farono  Tresilico  e  dintorni,  quindi 
l' area  mesosismica  cadrebbe  nella  Plana,  il  che  è  confermato  pure  da 
altra  notizia  da  me  desunta  dai  giornali  del  tempo,  in  cui  si  dice  ap- 
punto che  in  Bagnara  da  qualche  tempo  si  sentono  forti  scosse  per  le 


luu;.    .L  ,11  .j  iji  .^,111.111    ii« 


412  [1862-1853] 


quali  gli  abitanti  stanno  ricoverati  in  baracche.  Riguardo  a  Reggio  il 
prof.  Canale  (notizia  ms.)  scriveva  che  gli  edificii  non  anno  riportato 
gravi  danni:  molte  lesioni  che  essi  avevano  avnto  col  terremoto  del  3 
gennaio  1841,  e  che  si  aveva  curato  di  saldare,  si  sono  in  gran  parte 
aperte,  qualche  nuova  lesione  ebbero  le  fabbriche  pesanti  e  non  inca- 
tenate :  niun  muro  è  crollato,  neanche  quelli  che  si  trovano  gìh  gra- 
vemente lesionati  ed  inclinati  dalla  linea  a  piombo  ». 

Nello  specchio  alla  pagina  precedente  trovasi  riassunto  l'elenco  delle 
scosse  compilato  dall' Arcovito,  alle  quali  ò  aggiunto  le  àlite  che  mi 
parvero  assolutamente  accertate. 

[1007]    1852.  Settembre  5^.  Pettom*. 

Paci:  Del  teì*remoto  di  Capasele,  pag.  100. 

Nella  notte  6-6  settembre,  verso  le  6^,  a  Pettorano  si  senti  un  rombo, 
cui  successe  il  crollamento  di  una  casa:  vuoisi  che  ciò  sia  avvenuto 
non  per  assoluta  cagione  di  terremoto,  ma  piuttosto  per  la  vetustà,  della 
fabbrica.  Il  Capocci  incataloga  tale  fenomeno  fra  i  terremoti  ;  per  parte 
mia  sono  poco  propenso. 

[1008]    1852.  Dicembre  9.  Torrema^iore  (Foggia). 

Baratta  m.  :  SulV  attività  sismica  nella  Capitanata,  paer.  13-14  (estr.) 

Al  9  dicembre,  a  5^  15"»  pom.,  in  Foggia  scossa  suss.-ond.  NW-SE  di 
alquanti  secondi  preceduta  da  forte  rombo  :  a  Torremaggiore  crollò  un 
vecchia  arco  già  in  parte  diruto  :  ad  Apricena  produsse  qualche  lievis- 
sima lesione.  Fu  sentita,  senza  alcun  danno,  a  S.  Severo,  a  S.  Paolo, 
a  Lefittna,  a  Serra  Capriola,  a  Cerignola,  a  Lucerà,  a  Monte  S.  Angelo, 
a  S.  Giovanni  Rotondo,  a  Cagnano  Varano,  ecc. 

[1009]    1853?  Lago  dì  BoImde  (Roma). 

COSTA  A.  :  Mov.  sism.  del  suolo  nel  Viterbese,  pa^r.  154. 

Circa  in  quest'anno  si  sentirono  quattro  o  cinque  scosse  piuttosto 
forti,  ma  non  localizzate  come  quelle  del  1888  (vedi)  ;  causarono  qualche 
leggiera  screpolatura  nella  cupola  della  Chiesa  di  Grotte  di  Castro  (fi- 
gura 12). 

[1010]    1853.  Febbraio  19.  Avaro  (Friuli). 

ToMMASi  A.  :  /  terr.  nel  Friuli,  pag.  201-3. 

Al  17-18  febbraio  frequenti  rombi  ad  Amaro  ed  a  IV  ant.  del  19 
parecchie  scosse  fortissime  ond.  a  brevi  intervalli  1'  una  dall'altra,  fe- 
cero lesionare  quasi  tutti  i  muri  delle  case  e  franare  grossi  massi 
dall'Amariana  e  dal  S.  Simeone. 

Rbplichk  —  Febbraio  20)  6>»  p.,  scossa  di  3»  seguita  da  altre  leggerissime: 
21)  8»»  1/,  p.  una  di  3«  -  22)  i^  Vi  P.»  una  di  5-  -  23)  U^  10»  a.,  una  di  4» 


[1853] 


413 


-  24)  11»»  12»  a.,scossa  di  8-  -  -85)  10*»  4»  p.,  una  di  7«  -  26)  9»»  a.  e  T»  11»  p. 
due  brevi  -  BT)  6^  3»  p.,  una  di  5*  -  28)  IV"  3»  a.,  una  di  7». 

Marzo  i)  \\>  13»  a.,  una  dì  6»  -  2)  1^  15»  a.,  scossa  suss.  a  varie  ripres© 
di  8*  -  5)  T»  45»  p.,  scossa  di  3*  -  ^)  4^  a,  e  3»»  16»  p.,  una  di  5  e  l'altra  di 
6*;  10*»  30»  p.  altra  scossa  -  iO)  5^  3»  a.,  e  10»»  5»  p.,  due  -  i2)  10»»  15»  a., 
una  -  i5)  V  31»  p.,  una  -  /6)  2»»  4»  e  8»»  15»  p.,  due  -  i7)  2»»  18»  p.,  scossa 
di  9«  a  varie  riprese;  7*»  ed  8»»  17»  p.,  due  altre  -  i8)  7>»  10»  p.,  una  -  i9) 
5^  11»  a.,  scossa  di  4*. 

Tutte  queste  repliche,  accompagnate  da  sordi  rombi,  furono  sentite  entro 
uD*area  di  5  miglia  di  diametro. 

[1011]    1853.  Aprile  9.  Caposeie  (Avellino). 

BARATTA  M.:  Matertali  ecc.,  pag.  ISMO  -  paq  G.  M.:  Descriz.  dei  trem,  di  Caposeìe  ecc.  - 
ManoKrUti  delVArch.  di  Stato  di  Napoli. 

n  giorno  9  aprile,  ad  1»»  45»  pom.,  un  fortissimo  terremoto  colpi  in 
ispecial  modo  le  provincie  di  Avellino  e  di  Potenza. 

In  Caposele  le  case  in  parte  furono  abbattute  ed  in  parte  rimasero 
crollanti  :  sotto  le  rovine  restarono  spente  12  persone.  A  Teora  diroccò 


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Fio.  47. 

un  centinaio  di  case,  moltissime  furono  rese  inservibili  e  le  altre  sof- 
frirono lesioni  più  0  meno  gravi,  aumentate  di  poi  dalle  scosse  susse- 
guenti :  gravi  guasti  furono  inferti  alla  Chiesa  Madre.  Il  danno  ascese 
a  ducati  7000.  A  Lioni  crollarono  due  case  e  furono  lesionati  tutti  gli 
edifici!,  compreoa  la  chiesa  :  si  ebbe  un  ferito.  A  Galabritto  tutte  le 
case  ftirono  danneggiate  e  molte  fhrono  tosto  puntellate  per  evitarne 
la  rovina. 

Questi  paesi  sono  compresi  nella  zcma  rovinosa,  la  quale  risulta  di 
forma  quasi  circolare  :  in  linea  retta  la  distanza  che  intercede  fi*a 
Lioni  e  Galabritto  è  di  chilometri  Ì0  circa  (flg.  47  B).  L'area  dei 
gravi  danni  (G)  si  estende  a  nord  fin  sotto  a  S.  Angelo  dei  Lombardi, 
comprende  Senerchia  e  Quaglietta,  che  ebbero  molti  e  gravi  danni  al- 
l'abitato, e  Campagna,  iq  cui  soffrIroAQ  t^tti  gli  ediQcii  e  specialmente  il. 


414  [1853] 

palazzo  della  Sottointendenza,  il  Duomo  e  più  ancora  la  gendarmerìa: 
questa  zona  à  pur  essa  forma  elittica  :  si  mostra  più  sviluppata  risx>etto 
alla  precedente  dalla  parte  di  sud  :  la  sua  massima  lunghezza  e  di 
Km.  35  circa. 

Nella  zona  delle  lesioni  (D),  ossia  dei  danni  minori,  sono  incluse  le 
seguenti  località  :  S.  Angelo  dei  Lombardi  —  ove  fu  assai  danneggitp 
il  monastero  di  S.  Francesco  ed  una  casa  si  rese  pericolante  —  Bagnoli, 
Nusco,  Montella  --  ove  si  ebbe  qualche  lesione  in  talune  chiese  e  case 
—  e  cosi  pure  Acerno,  ove  i  danni  ftirono  un  po'  più  sensibili.  In 
Chiusane  fu  dannegg^iata  una  volta  dell'  ex  chiesa  di  S.  Sebastiano  e 
qualche  altro  edificio  :  in  Solofìra  e  Monterò  Superiore  molte  case  fii- 
reno  lesionate  e  cosi  pure  in  Salerno  :  Atripalda,  Monteforte  ed  Avel- 
lino ebbero  pure  qualche  danno. 

Se  le  notizie  raccolte  sono,  come  io  credo,  complete  la  zona  entro 
cui  i  danni  furono  più  o  meno  gravi,  sarebbe  rispetto  all'area  epicen- 
trale  assai  più  sviluppata  dalla  parte  di  ovest. 

L'epicentro  del  terremoto  deve  essere  collocato  nei  pressi  di  Caposele 
e  Teora  (A)  e  giacché  quivi,  oltre  alla  maggior  intensità  spiegata  dal 
fenomeno,  oltre  al  maggior  numero  di  repliche,  fU  notato  che  nei  monti 
soprastanti  si  produssero  fenditure  e  franamenti. 

La  scossa  fa  sentita,  senza  danni,  nel  principato  Citeriore  ed  Ulte- 
riore :  si  propagò  fino  ai  confini  della  provincia  di  Campobasso  :  fu  av- 
vertita leggermente  a  Foggia,  a  Melfi,  a  Potenza,  in  tutta  la  provincia 
di  Salerno  ed  a  Napoli,  ove  fu  suss.-ond.  NE-SW,  a  Resina,  a  Marano 
(Pozzuoli)  ecc.  ^ 

Ecco  l'elenco  delle  maggiori  repliche  : 

A  Caposele  a  3^  45»  p.  del  9  aprile  scossa  fortissima  suss.-ond.  NW>SE 
di  15'  ;  a  4*^  50°"  pom.  una  forte  ond.  e  nel  resto  della  giornata  altre  15 
mediocri.  Nel  giorno  10,  a  2^  a.,  una  fortissima  ond.-suss.  di  10*  a  S.  An- 
gelo dei  Lombardi  ;  a  Caposele  nella  giornata  12  leggiere,  1  forte  (11^  a.)i 
una  molto  forte  (5^  p.)  ed  1  mediocre.  Neil*  11  a  Caposele  15  scosse  ;  ad  Avel- 
lino a  9^  45»  a.;  una  ond.  e  ad  11^  à.  una  fortissima  a  S.  Angelo  dei  Lom- 
bardi. Nel  12  a  Caposele  11  leggiere;  ad  Avellino  a  2*^  e  6^  ital.  2  scasse, 
r  ultima  delle  quali  fortissima  ond.,  fece  risvegliare  la  popolazione  che  usci 
dalle  caiie.  Nel  13  a  Caposele  una  mediocre  a  notte  avanzata,  ad  Avellino 
una  ad  1^  a.  e  varie  nella  notte  13-14.  Nel  14  a  Caposele  una  mf^diocre  ed 
una  forte  al  15  a  3^  8™  p.,  e  due  altre  più  forti  a  8^  30»  a.  del  16  ed  a 
3*"  a.  del  17.  AU*8  maggio  a  10^  a.  una  leggiera  a  Campagna:  a  4^  30*»  p. 
una  molto  forte  E-W  di  1'  a  Caposele,  sentita  lievemente  ad  Avellino  e  più 
sensibilmente  a  Bagnoli,  a  Campagna  ecc.  Alle  8**  45»  p.  a  Campagna  una 
sensibilissima  che  causò  un  po'  di  panico  e  fece  allarga'*e  le  lesioni  ;  fu  leggiera 
a  Caposele  :  a  10^  p.  una  lieve  ad  Avellino.  Nel  giorno  9  ad  1**  a.,  una  lieve 
NW-SE  a  Caposele,  ove  dall'  1  al  9  giugno  furono  sentite  più  di  20  repliche 


[1863  - 1854]  415 


fra  leggiere  e  mediocri.  A  2^  dO<"  ital.  del  18  novembre  lievissima  scossa  ud 
ATeHino  ed  a  Montoro.  A  2^  p.  al  3  dicembre  una  lievissima  ma  sensibile 
$u5s.-ond.  seguita  30»  dopo  da  lieve  replica  a  Caposele,  Campagna,  Eboli 
ed  Acerra. 

[1012]    1853.  Giugno  22.  Urbino  (Marche). 

SEKPiEai  A.  :  Scritti  di  SismoL,  voi.  I,  pa^.  155-56. 

A  0^  28"  ant.  del  22  giugno  ad  Urbino  scossa  assai  gagliarda  :  co- 
minciò dapprima  con  uno  scuotimento  generale  confuso  che  fece  sbat- 
tere le  finestre,  muovere  i  mobili,  quindi  TintensitÀ  andò  decrescendo  : 
mi  dopo  una  brevissima  pausa^  seguirono  tre  o  quattro  ondulazioni 
assai  lunghe.  La  Bcossa  fu  forte  su  tutta  la  linea  Comacchio,  Imola, 
Forlì,  Rimini,  Pesaro,  Sinigallia,  Ancona,  Macerata  ;  non  fU  sentita  a 
Firenze,  a  Bologna  ed  a  CittÀ  di  Castello.  Secondo  il  Perrey  {Note  sur 
Uè  trembL  1853^  pag.  14)  si  sarebbe  propagata  anche  a  Fisa  ed  a 
Verona. 

[1013]    1853.  Agosto  2  Pomaranee,  Volterra  (Toscana). 

Campani  e  Toscani  :  Su  i  terr.  awen.  ecc.,  pag.  293  -  pbrrky  A.  :  ^ote  sur  les  trembl.  ecc.^ 
en  i8S3,  pag.  1718  (estr.) 

Al  17  maggio,  a  4'*  17°>  pom.,  a  Siena  scossa  assai  forte  ond.  E-W; 
a  2^  45*"  ant,  deirs  giugno  in  Pistoia  forte  terremoto  ond.  E-W  che  si 
estese  in  tutta  la  provincia  e  fa  lievemente  sentito  a  Firenze  :  a  3*»  30" 
pom.  del  23  a  Pisa  due  leggieri  scuotimenti  ed  infine  a  9^  15"*  ant. 
del  2  agosto  nel  Volterrano  ibrte  terremotò,  sentito  leggermente  anche 
a  Siena,  (ond.-suss.  Er-W).  A  Volterra  tale  scossa  fti  violenta,  ond.  di 
6-7'  e  fece  cadere  qualche  pietra  e  tegola  :  a  Pomarance  e  dintorhi, 
centro  del  fenomeno,  rimasero  lesionati  vari  muri  ed  abbattuti  dei  co- 
mignoli. La  scossa  fti  inoltre  sentita  a  Santa  Muria  in  Monte  (San  Mi- 
niato) ed  a  Lugnano,  presso  Pisa.  Nella  mattina  del  giorno  7  a  Vol- 
terra una  replica. 

• 

[1014]    18&3.  Settembre. 22.  Spoleto  (Perugia). 

Baraita  li.  :  Mattrtalt  ecc.,  pag.  140. 

U  22  settembre  a  Spoleto  una  scossa  suss.  atterrò  vari  camini  :  ne 
fdrono  intese  parecchie  altre,  specialmente  verso  mezzodì,  nei  mesi  di 
luglio,  di  settembre,  di  ottobre  e  di  dicembre. 

[1015]    1854.  Febbraio  12.  Assisi,  Spello  (Perugia). 

B\RATTA  Bf .  ;  op.  cit.,  pag.  141-2  •  Sbrpikri  :  Scruti  di  Stsniol.  voi.  1,  pag.  156. 

Nella  sera  dell'  11  febbraio  a  Perugia,  ed  a  Foligno  si  ebbe  una 
M^088a  che  fa  forte  ad  Assisi,  ove  fu  seguita  da  vari  rombi  e  da  qualcDe 
altro  leggiero  qiovimento.  Sulla  mezzanotte  (11-12)  replicò  il  terremoto 


416  [1854] 

a  Peragia,  sentito  pure  ad  Absìbì  ed  a  Foligno  molto  più.  intensamente  : 
a  2^  ant.  del  12  ad  Assisi  scossa  fortissima  soss.  cui  tennero  dietro  in 
un'ora  molte  altre  repliche.  Infine  a  6^  ant.  a  Perugia  violento  terre- 
moto che  causò  grande  panico  nella  popolazione  la  quale  fug^  dalle 
case,  molte  delle  quali  furono  lesionate  :  gli  edificii  che  subirono  i 
maggiori  danni  furono  il  convento  e  la  caserma  di  S.  Domenico  :  nel- 
r  ultima  tre  soldati  rimasero  feriti. 

Gravi  danni  ebbero  a  soffHre  Bastia,  molte  case  della  quale  crolla- 
rono e  la  maggior  parte  delle  altre  ftirono  conquassate.  Tra  la  Basi- 
lica degli  Angeli  —  che  ebbe  nuovi  guasti  —  ed  il  territorio  di  Spello 
molti  casali  furono  demoliti,  gli  altri  danneggiati  :  il  Santuario  dei 
PP.  Conventuali  detto  «  Rivo  torto  »  in  parte  fu  diroccato  ferendo 
qualche  persona.  Ad  Assisi  ed  a  Foligno  la  scossa  fti  forte  preceduta 
da  cupo  rombo  :  non  produsse  danni,  specialmente  nella  seconda  loca- 
lità, ma  causò  molto  panico  :  ciò  pure  successe  a  Trevi.  Questo  terre- 
moto fa  sentito  a  Cittaducale  e  ad  Urbino,  ove,  secondo  il  Serpieri, 
risultò  composto  di  un  sussulto,  seguito  da  4-5  ond,  SE-NW  assai 
strette  e  vibrate,  e  quindi,  dopo  una  tregua  di  7%  da  un  altro  urto 
nella  stessa  direzione. 

Nella  cartina  36  (pag.  369)  è  delimitata  la  zona  mesosiamica  (I)  e 
r  area  isosismica  fortissima  (II). 

A  Foligno  nella  giornata  e  nella  notte  seguente,  di  tempo  in  tempo 
qualche  rombo  senza  scuotimento  sensibile  :  nella  notte  13-14  e  fino  ai 
24  febbraio  nella  valle  umbra  varie  repliche.  Al  14  maggio,  a  10^  p.* 
a  Bastia  una  scossa  molto  forte  ond.  di  3*  propagatasi  lievemente  a 
Perugia:  alle  4^  SO*"  ant.  del  15  una  più  intensa  della  precedente  e 
cosi  pure  ad  8^  30"  ant.;  alle  2^  30°"  pom.  a  Bastia  nuova  fortissima 
scossa  con  rombo  che  incusse  molto  panico  e  fece  allargare,  le  vecchie 
fenditure:  produsse  spavento  anche  a  Perugia  e  fti  sentita  a  Bettonn, 
ad  Assisi,  a  Foligno  ecc.  ;  a  10^  ant.  altra  replica  di  8*. 

[1016]    1854.  Febbraio  12.  CMeaza. 

Baratta  m.  :  MaterUiU  ecc.,  pag.  141^  -  Scaglione  f.  :  Cenno  stor,-Jllo9.  sul  terrtm.  ecc.  • 
Malvabia-db  Rossi  :  Documenti  ecc.,  pag.  86-97  -  Manoscritti  delV Archivio  ai  Stato  di 
napoli. 

Verso  1^  ital.  della  notte  del  12  febbraio  in  Cosenza  violentissima 
scossa  accompagnata  da  intenso  rombo  :  la  sua  durata  ùk  stimata  di 
6-8"  :  questo  terremoto  causò  in  una  parte  del  vallo  Cosentino  danni 
gravissimi  intorno  ai  quali  ho  trovato  molti  documenti  all'Archivio  di 
Stato  di  Napoli  :  li  pubblico  in  transunto  perchè  essi  port&no  molta 
luce  intomo  a  questo  fenomeno. 

'  A  Cosenza  (ab.  13894  :  morti  41)  molte   case  Airone   sconquassate, 
le  f^ltre  tutte  lesioi^f^te,  pocl^e  intQra,mente  rovinate.  Cadute  quasi  intQ- 


[1854] 


417 


ramente  la  Chiesa  del  Carmine  e  quelle  di  S.  Francesco  —  con  il  re- 
lativo convento  —  e  di  S.  Maria  della  Sanità  furono  in  parte  diroccate  : 
riiii^isero  gravemente  danneggiate  la  Chiesa  ed  il  Monastero  delle  mo- 
nache di  Gesù  e  Maria,  delle  Cappuccinelle,  dei  Cappuccini,  dei  Rifor- 
mati, dei  Domenicani  e  delle  Vergini  :  la  Cattedrale,  le  Chiese  di 
S.  Qaetano,  di  S.  Nicola  e  quelle  dei  Conventi  di  S.  Domenico,  di 
S.  (riovanni  Battista,  delle  monache  di  S.  Chiara  soffrirono  assai.  Il 
castello,  ove  sorgeva  il  telegrafo,  fu  in  parte  diroccato  ;  T  Intendenza, 
il  palazzo  di  Giustizia,  la  caserma  dei  gendarmi  e  dei  soldati,  Torfa- 
notrofio,  l'ospedale  militare  furono  tutti  conquassati  ed  in  parte  resi 
minacciosi  di  rovinare  :  fu  demolito  T  ultimo  piano  delle  carceri,  To- 
Bpcdale  civico  soffrì  danni  minori  ;  nel  palazzo  comunale  si  ebbero 
poche  lesioni. 


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FiG.  48. 

A  Donnici  Soprano  e  Sottano  (ab.  1496  :  morti  191)  tutte  le  case  e 
chiese  furono  distrutte  e  cosi  pure  nei  rioni  di  Pietralìtta  denominati 
S.  Ippolito  (ab.  603)  e  Terzane  (617)  ove  si  ebbero  27  morti:  in  Piane 
Crati  (ab.  807  :  morti  2)  i  danni  furono  gravissimi  essendo  molte  case 
crollate  ed  altre  rese  cadenti  o  gravemente  lesionate  :  nel  vicino  paese 
<li  Figline  invece  nessun  edificio  demolito,  ma  tutti  furono  più  o  meno 
lesionati.  A  Spezzano  Grande  caddero  poche  case  e  molto  danneggiate 
furono  le  chiese  ed  il  carcere.  A  Trenta  (ab.  1588  :  morti  2)  molte 
case  crollate,  le  altre  con  le  chiese  gravetnente  lesionate  :  nella  cam- 
V'igna  furono  demoliti  molti  piccoli  edifici  rurali.  A  Zumpano  (ab.  1117: 
morti  3)  molte  case  cadute,  le  altre  lesionate  o  crollanti  :  tre  chiese 
in  parte  demolite  :  maggiori  danni  risenti  il  rione  Rovella.  San  Fili 
'ab.  4330  :  morti  4)  ebbe  nel  suo  rione  Bucita  qualche  casa  crollat'i. 
A  Rende  parte  delle  case  furono  atterrate  e  reso  inabitabili   o   minac- 

Bahatta  :  Terremoti  ecc.  ^^ 


418  [185J11 

ciose  di  rovinare  :  tutte  le  chiese  assai 
delle  case  <li  campagna  per   la   violenzi 

morti.  Uguale  aorte  toccò  a  Marano  Marchesato  (ab.  2988:  morti  i  a 
Ceriaano  {ab.  2120  :  morti  6)  a  Mendicino  (ab.  3986  :  morti  10)  a  C. 
stelfranco,  a  Dipignano  (ab.  3826  ;  morti  68)  con  i  rioni  Laurignano, 
Pulsano  e  Tessano,  a  Paterno  Calabro  (ab.  2606:  morti  4),  a  Carolei 
(ab.  2469  :  morti  13)  ed  anche  a  Caatiglione  Cosentino.  A  Marano  Prin- 
cipato si  ebbe  a  deplorare  una  vittima  e  molti  feriti  :  quivi  cadde  solo 
qualche  casa,  le  altre  farono  molto  conquassate  :  parecchie  ne  rovina- 
rono pure  a  Montalto  Uffogo. 

La  zona  ove  stanno  compresi  questi  paesi  (area  mesosismica  figura 
48  A)  ha  forma  elittica  con  l'asse  maggiore  disposto  da  NNW  a  SSE  : 
da  Piane  Crati  a  Moutalto  Uffugo,  misura  Km.  25  circa;  l'asse  tra- 
sversale da  Cerisano  a  Zumpano  risulta  di  Km.  15.  L'  area  rovi- 
nosa (B),  ove,  cioè,  sono  crollate  solo  alcune  case,  mentre  tutte  le  altre 
ricevettero  gravi  danni,  comprende  Figline,  Pedace.  San  Pietro  a  Gua- 
rano  ecc.  :  anch'essa  6  ellttica,  concentrica  alla  precedente,  con  l'asse 
maggiore  di  Km.  30  circa. 

Nell'area  delle  gravi  lesioni  (C),  pure  elittica,  sono  inclusi  Altilia. 
Scigliano,  Carpanzano,  Rogliano,  Rose  ecc.  :  oltre  al  perimetro  di 
quest'area  si  ebbe  qualche  lieve  danno  a  Martirano.  a  Paola,  a  Ku- 
scaldo,  a  Guardia  Piemontese,  ad  Acquappeaa  ed  a  Cetraro.  La  scossa 
fu  abbastanza  forte  a  Catanzaro  e  lievemente  fu  sentita  a  Reggio  Ca- 
labria ed  a  Napoli,  1 

Nell'area  mesosismica,  gìA  accennata,  possiamo  distinguere  una  zona  ' 
di  massima  intensità,  essa  pure  elittica  ed  in  gran  parte  —  eccettuala 
quella  di  NW  —  addossata  alla  mesosismica:  il  suo  maggior  diametro 
—  lungo  Km.  17  --  sarebbe  compreso  fra  Piane  Crati  e  Rende:  quivi 
la  violenza  dell'  impulso  sismico  causò  grandi  sconvolgimenti  nel  suolo 
in  cui  si  apersero  numerose  e  profonde  squarciature. 

Repliche  —  Dopo  la  scossa  disastrosa  continuarono  specialmente 
nell'area  più  violentemente  interessata  dal  terremoto  a  sentirsi  delle 
repliche,  lo  principali  delle  quali  sono  le  seguenti  (■)  : 

Febbbraio  Ì3)  S^  p.,  a  Cosenza  tre  forti  scosse  -  t-i-lT)  varie  lievi  -  S3-24y 
alcune  mediocri  -  26)  &•  15"  p.,  una  senza  danni  -  27)  0''  40=  p.,  una  ed 
a  4*  50'"  p.,  una  forte. 

Marzo  i)  2"  p.,  violenta  scossa  suss.-ond.  con  rombo,  grande  panico,  ma 

(1)  I.a  intKrKlor  parte  delle  notizie  clie  Busseguono  furono  da  me  estratte  da  aias. 
dell'ArclilTlo  di  Stato  di  Napoli:  si  nota,  rispetto  alle  ore,  fra  fjueste  e  quelle  daU-  <1h1 
Perrey  {KoU  sur  Itn  li-eittbl....  en  (855,  I  parile,  pag.  33  e  seg-.)  e  dallo  scaglione  iop.  cit, 
molta  discordanza  ;  lo  ò  preferito  quelle  da  me  estratte,  eeaendo  tolte  da  corrlspondeiiii' 
uftlclall.  Noto  che  quando  uon  tì  tassativa  mente  Indicata  la  locallt;ì  in  cui  fu  Bentit.1 
la  scossa,  s' Intende  che  si  riferisce  a  Cosenza. 


[1854]  419 

nessun  danno  tranne  la  caduta  di  qualche  muro  lesionato  -  2-5)  scosse  lievi  - 
7'  alcuni  rombi  -  13)  l^  50«"  a.  circa,  altre  -  i6)  12*^  merid.,  una  molto  in- 
tensa, panico^  altri  danni  ;  3^  p.,  una  meno  forte  -  i9)  Catanzaro  e  dintorni 
una  scossa;  nella  notte  a  Cosenza  una  forte,  altri  danni  -  2d)  11*^  35"^  p., 
una  scossa  -  22)  10"*  30"»  ant.  una  assai  intensa  ;  9*»  45™  p.,  una  forte  -  25) 
3^  a.,  una  alquanto  forte  -  26)  1^  45"  a.,  una  leggiera  e  nella  sera  altra  - 
-38)  1^  30™  a.,  una  sensibile  ;  11*»  a.,  una  un  po'  più  forte  -  30)  10*»  15"»  a., 
una  assai  sensibile  -  3i)  6*»  a.,  una  molto  sensibile. 

Aprile  1)  10*»  a.,  una  fortissima,  nuovi  danni  ai  fabbricati  già  lesionati, 
fu  sentita  a  Paola  -  5)  6*»  25"»  a.,  una  lieve  -  6)  11*»  15"»  a.,  scossa  meno  in- 
tensa di  quella  del  4  -  7)  7*»  30"»  a.  e  9*»  ^U  P-  alcuni  rombi  -  iO)  7*»  50"»  p., 
una  forte  -  //)  8*»  15"»  p.,  Monteleone  forte  scossa  ;  2*»  15"»  p.,  Cosenza  una 
asisai  sensibile  -  i3)  3*»  30"»  e  4*»  30"»  a.,  due  lievi  -  i7)  9*»  15»"  a.,  una  me- 
diocre -  iS)  8*»  p.,  San  Giovanni  in  Fiore  una  forte  -  23)  7*»  30»  p.,  Messina 
una  sensibile  di  4*. 

Maggio  16)  0*»  57"»  p.,  Cosenza  forte  scossa  ond.,  panico  -  i7)  9*»  30"»  a., 
una  molto  forte,  causò  poche  lesioni  -  29)  11*»  30"»  p.,  violenta  scossa  suss.- 
ond.  di  3*  preceduta  da  rombo,  panico,  fuga  dalle  case  ;  si  ingrandirono  le 
vecchie  lesioni  e  se  ne  produssero  delle  nuove  :  soffrirono  danni  specialmente 
in  Cosenza  il  Tribunale,  il  campanile  della  Chiesa  deirOrfanotrofio,  le  scu- 
derie della  caserma  di  S.  Teresa  :  fu  sentita  in  tutto  il  circondario. 

Giugno  16)  11*»  15"»  a.,  una  scossa,  a  6*»  p.  altra  forte  che  fece  uscire  pa- 
recchi dalle  case:  fu  sentita  nei  paesi  limitrofi  -  19)  Nicastro,  5*»  a.,  lieve, 
che  fu  più  sensibile  a  Nocera  ed  a  Marti  rane. 

Agosto  5)  4*»  p.,  una  forte  ;  8*»  30™  a.,  una  forte  -  2i)  Castro  vi  Ilari,  Mo- 
rano e  Cassano  parecchie  scosse  -  24)  Castrovillari  forte  suss.  di  4"  preceduta 
da  rombo,  fuga  dalle  case,  nessun  danno  -  29)  3*»  a.,  Cosenza  una  sensibile 
con  rombo  ;  nessun  danno. 

Setiembre  9)  8*»  15"»  p.,  una  forte  di  3»  che  fece  uscir  molti  dalle  case. 

Ottobre  29)  3*»  JK)"»  a.,  una  assai  intensa. 

Novembre  2)  7*»  15"»  p..  una  forte,  molto  panico. 

Dicembre  9)  9*»  p.,  una  lieve  preceduta  da  rombo. 

Gennaio  1855:  29)  8*»  45"»  p.,  una  sensibile  che  produsse  un  po'  di  pa- 
nico ed  accrebbe  le  lesioni.  Dopo  le  serie  di  scosse  citate,  il  periodo  sismico 
fece  una  lunga  sosta  :  la  calma  perdurò  fino  a  circa  la  meta  dell'agosto  1855, 
epoca  in  cui  si  fecero  sentire  parecchie  altre  commozioni  telluriche. 

iionj    1854.  Giugno  16.  Imola. 

«VR\TTA  M.  :  Materiali  ecc.,  pag.  141  3  -  Serpieri  a.:  ScrUii  di  Sismologia ^  voi.  I,  pai?.  156. 

A  Bologna  il  16  giugno,  a  2*»  25"»  pom.,  lieve  scossa  ond.  N-S  e  poi 
SW-NE,  preceduta  da  sensibile  rombo  :  fu  fortissima  ad  Imola,  ove  la 
cattedrale  ed  il  palazzo  comunale  rimasero  alquanto  danneggiati  :  cadde 
puro  la  volta  di  una  chiesa  di  campagna.  A  Modena  fu  ond.  SE-NAV  di 
T)*  :  ad  Urbino  suss.-ond.  SW-NE  di  8*  :  fu  sentita,  secondo  il  Perrey,  a 
Firenze,  a  Modigliana  e  nelle  Romagne.  A  6*»  pom.  a  Bologna  ed  a  Mo- 
dena lievissime  repliche  ed  altre  ad  Imola  fino  oltre  al  giorno  17. 


420 


[1854] 


[1018]    1854.  Dicembre  4.  Sic^ia. 

Perrey  a.  :  Note  sur  les  tnmbl,  ecc.  en  1854,  pagr.  5W. 

A  2^  a.  del  4  dicembre  a  Siena  fortissima  scossa  ond.  E-W  di  10*  a  2 
riprese,  preceduta  da  rombo  :  fu  seguita  da  replica  nella  stessa  dire- 
zione :  parte  della  popolazione  usci  dalle  case  :  fu  sentita  anche  ad 
Asciano  ed  a  Montepulciano. 

I  signori  Campani  e  Toscani  (Op.  cit..  pag.  293)  al  4  dicembre  ne 
mettono  una  leggera  :  ed  altre  pure  leggere  al  22  maggio,  al  16  giugno, 
al  5  e  6  luglio  ed  al  10  dicembre. 

[1019]    1854.  Dicembre  29.  Liguria  Oecidentale. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pag.  143  -  mbrcalli  g.  :  /  terr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  111-13. 

Ad  11**  pom.  circa  del  28  dicembre  a  Genova,  a  Nizza  ed  a  Pavia 
lieve  scossa  avvertita  da  pochi  :  a  V"  ant.  del  27  a  Nizza  una  più  forte 


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FiG.  49. 

della  precedente  con  rombo.  A  2*»  45"  ant.  circa,  la  Liguria  occidentale 
fi;  colpita  da  un  terremoto  molto  simile  a  quello  del  1831  (vedi  N.  927) 


[1854  - 1856]  421 


ma  a  questo  superiore  per  la:  vastità  della  regione  interessata  dalle 
onde  sismiche. 

L'  epicentro  fu  presso  la  spiaggia  ligure  tra  Oneglia  e  Bordighera. 
I  paesi  maggiormente  colpiti  furono  Bordighera,  8.  Remo,  Poggio^ 
Taggia«  Bussana  e  Oneglia,  ove  lo  scuotimento  fu  rovinoso  :  minori 
danni  subì  Porto  Maurizio.  La  scossa  non  solo  fa  fortissima  lungo  la 
riviera  nizzarda  da  Grasse  a  Mentone,  ed  in  quella  ligure  da  Diano  ad 
Albenga  :  ma  anche  nell'  intemo  a  Lebar,  a  Belvedere,  a  Lantosca,  a 
Tenda,  a  Briga,  a  Triora,  a  Robillant,  a  Vernante,  a  Cuneo,  a  Mon- 
dovi,  a  Villanova,  a  Frabosa  ed  Erli  :  fu  forte  a  Tolone,  a  Marsiglia, 
a  Dragnignan,  a  Lanslebourg,  a  Torino  e  dintorni,  a  Pinerolo,  ad 
Asti,  ad  Acqui,  a  Genova  ed  a  Savona  :  fu  mediocre  a  Chambery  :  leg- 
gera a  Lione,  Bex,  Domodossola,  Novara,  Milano,  Pavia,  Stradella, 
e  Verona  :  fu  infine  sentita  anche  a  Rogliano  in  Corsica. 

Le  repliche  che  tennero  dietro  al  parossismo  furono  in  generale  poco 
immerose  ed  intense. 

Nell'unita  cartina  (fig.  49)  con  AA  è  delimitata  la  zona  mesosismica, 
con  A* A*  la  isosismica  fortissima,  con  A*A*  la  forte  e  con  A^A^  la 
leggera. 

[102t>]    1855.  Gennaio  26-27.  Regione  Macchia  (Etna). 

Orassi  m.:  Seiaz.  st.  ed  osserv.  suWeruz,  etnea,  1865,  pagr.  77  (10). 

Nella  notte  26  27  gennaio  nella  regione  Macchia  nove  scosse,  al- 
cune delle  quali  sì  forti  da  far  suonare  le  campane  della  chiesa  che 
e\)be  la  facciata  scrostata  e  screpolata  la  volta  :  questi  terremoti  arre- 
carono molti  danni  ai  muri,  alle  case,  alle  cisterne  nella  strada  detta 
«  del  Bosco  >,  e  produssero  moltissime  lesioni  nelle  altre  fabbriche 
del  villaggio.  La  parte  più  intensamente  colpita  dai  fenomeni  sismici 
fa  il  podere  del  signor  A.  Pennesi  ;  ivi  gli  urti  sotterranei,  oltre  al- 
l' aver  grandemente  danneggiate  le  fabbriche,  aprirono  una  lunga  fen- 
ditura, che  si  prolungò  al  di  là  del  prossimo  torrente  e  da  questo  fino 
al  vigneto  Rossi  Tropea  :  nei  dintorni  di  Macchia  avvennero  altri  de- 
vastamenti. Le  repliche  continuarono  per  8  giorni  con  intensità  sempre 
decrescente.  Questi  terremoti  circoscrissero  la  loro  azione  al  fondo 
Macchia  e  lievemente  danneggiarono  il  villaggio  di  S.  Giovanni  :  a 
Oiarre  ed  a  Milo  ftirono  appena  sensibili. 

L' area  mesosismica  di  questi  terremoti  è  rappresentata  nella  fi- 
pura  53. 

[1021]    1855.  Maggio-giugno.  Frascati  (Roma). 

Baratta  M.:  Materiali  ecc.,  paj?.  141  -  Ponzi:  Sui  terr.  atv.  in  Frascati  ecc. 

Al  29  maggio,  a  4**  ant.,  a  Frascati  scossa  ond.  NNW-SSE,  seguita 
da  quattro  repliche  successive  si  violenti   da  sgomentare  gli  abitanti  : 


42i  tl855] 

pare  abbiano  avnlo  il  loro  cetilro  nelle  vie 
intese  ad  Ariccia,  a  Gallerò,  a  Genzan 
lonna  (').  Al  29  giugno,  a  4''  .3""  ant.,  a 
oji«i.  N-S,  la  più  intansa  del  periodo  sismic 

littorale  dì  Castel  Porziano,  di  Pratica  e  di  Ardea.  A  questa  tenner» 
dietro  repliche  di  intensità  sempi'e  decrescente  a  4''  30",  a  5"  IS"  ed  a 
5^36"»  ant,;  quelle  delle  5"  45""  e  7"  20"'  ant.  furono  qtiasi  impercetti- 
bili :  a  ff"  45™  pom,  nuova  violenta  scossa  suss.  preceduta  da  rombo  ; 
sparse  il  terrore  in  Frascati,  si  propagò  nei  paesi  circonvicini  e  fa 
sentita  a  Roma,  però  nella  sola  sponda  sinistra  del  Tevere.  Nella  notH' 
29-30  quattro  i^pliche  e  nella  giornata  gusscguente  altre  meno  intense. 

Cigliari. 

■,  Il  parte,  pag.  iS  estr.; 

Nella  giornata  una  acoesa  a  Cagliari. 

[1023]    1855.  Luglio  25.  Villese  (Svizzera). 

Bahatt*  m.!  MaterlaH  ecc.,  pag.  141  -  Favrb  a.:  jftm.  sur.  latrtmbì.  e»  (Sss-pebrev  a.- 

yole  sur  les  tceuibì.  en  1SS5,  il  parte,  pag.  4N  e  aeg.  'estr.)  -  voloer  O.:  UHtersuriiuKir^ 
iieber  das  ìelzjàhrige  era.  ecc.  -  percalli  O.  ;  /  lerr.  di  Piemonte  ecc.,  pag.  »l-a(. 

Verso  1"  ant.  (')  del  2.')  luglio  terremoto  i-ovinoso  nel  Vallese  con 
centro  nei  dintorni  di  Visp  ffig,  49  B):  fta  sentito  in  tutto  il  Pienionfr 
con  qualche  danno  a  Domodossola  (suas.-ond,  NW.  15-20*  prec,  rombo: 
caduta  di  qualche  volta  e  cornicione),  ad  Alagna  (leggere  lesioni),  a 
Kiva  Valsesia  (caduta  della  cupola  eh.  parr.)  a  Chatillon,  ad  Aosta,  ai! 
Ivrea  (suss.-ond.  NW  od  E,  6":  rovina  di  qualche  fumaiolo),  a  Sordevolo 
(qualche  fenditura  nei  muri,  caduta  di  comignoli),  aTorìno  (ond.  W-E. 
8':  idem):  fu  forte  a  Biella  (ond.  E-W),  a  Novara,  ad  Asti,  a  Pinerolo. 
leggero  nel  rimanente.  In  Lombardia  fu  molto  forte  a  Como  (qualche 
leggera  lesione),  forte  a  Milano  (ond,  E-W  5').  Vigevano  (ond.  W-Ei  e 
Hortara.  Fu  sentito  a  mezzodì  fino  a  Genova  (ond.  E-W  8')  :  a  levante 
a  Parma  (ond.  S-N).  a  Modena  (Chistosi  C.  :  Not.  sui  terr.  ecc.,  pag.  5 
[estr.]),  a  Mantova  (ond.  E-W)  ed  a  Verona. 

Nella  cartina  (flg.  49)  sono  rappresentate  le  principali  ìsosisnie  che 
interessano  il  nostro  territorio,  cioè  la  fortissima  e  molto  forte  B'.  la 
forte  B%  e  la  lieve  B.' 

A  Domodossola  circa  1"  58'"  pom.  replica  meno  forte  della  prima. 

Verso  le  10"  '/^  ant.  del  26  altra  scossa  rovinosa  nel  Vallese,  sentila 
in  Savoia,  al  Gran  S.  Bernardo,  ed  In  Piemonte  fino  a  Biella,  ad  Ivre.i. 


(Ij  Circa  lo  at«ssu  ietintii  al  retiti  una  e 

(^;  L'ora  dedotta  dall'arresto  di  pendoli 

pom.  (t.  v.j,  per  Torino  0  ore,  b'i  ni.,  j(  sec. 


[1855  - 1856]  423 


»  Vercelli,  a  Torino  (suss.)  ed  anche  a  Milano  {ÌQ^  12»  40«  a.  :  E-W,  15'), 
Vile  2**  25"  pom.  terza  replica  principale  nel  Vallese  sentita  a  Biella,  a 
Vercelli  ed  a  Torino  (ond.  E-W  2-3*),  ove  fu  più  sensibile  della  prece- 
ilente  :  a  Milano  (2»»  25"  40»  pom.)  fu  forte  ond.  E-W  di  3/  Ad  ll»»ant. 
circa  del  28  quarta  replica  principale  sentita  leggermente  in  valle  An- 
sasca,  al  S.  Bernardo,  a  Milano  (11*»0"33»  ant.  ond.  NE,  l-VS)  ed  anche 
a  Parma  (E-W). 

[1024]     ISoo.  Novembre  8.  Malta. 

Pkkrkt  a.  :  ?iote  sur  les  trembl.  &n  i855,  parte  n,  pag.  40  (estp.) 

Air  8  novembre,  circa  le  7*»  30"  ant.,  a  Malta  scossa  lieve  E-W  se- 
guita da  altra  fortissima  che  fece  lesionare  qualche  casa. 

11025]    1856.  Maggio  1M2.  Terra  di  Bari. 

BARATTA  M.:  Materiali  6cc.«  pag.  117. 

A  8*»  della  notte  11-12  maggio  in  Bari  due  scosse  fortissime  ond. 
SE-NW  di  20*  runa  e  di  3*  l'altra,  stata  più  intensa;  susseguì 
i[uindi  una  ripresa  suss.-ond.  di  12»  :  fuga  generale  dalle  case.  Queste 
scosse  furono  sentite  in  tutta  la  provincia  con  pari  intensità  e  causa- 
rono ovunque  panico  :  produssero  piccole  lesioni  nella  chiesa  di  Acqua- 
viva  e  di  Canosa,  al  Monte  di  Pietà  di  Barletta  ed  a  qualche  casa  di 
Cerato,  ove  inoltre  fecero  rovinare  due  tettoie,  ferendo  un  paio  di 
persone. 

[1026]    1856.  Giugno  5.  Pieve  S.  Stefano  (Arezzo). 

l'ERRET  A*:  Xote  sur  Us  tremM.  en  i8ò6.  paj?.  56  (estr.) 

A  7^  pom.  del  5  giugno  a  Pieve  S.  Stefano  scossa  fortissima  con 
danni  considerevoli:  fti,  secondo  il  Serpieri  (Scritti  di  SismoLj  voi.  1, 
pag.  157)  sentita  con  mediocre  intensità  ad  Urbino.  Da  tale  giorno  lino 
al  25  a  Pieve  S.  Stefano  altri  60  scuotimenti  suss.  oppure  ond.  fra  cui 
uno  ad  11*^45"  pom.  del  25  che  fu  molto  forte  e  di  S.*  Queste  scosse, 
secondo  il  Perrey,  si  estesero  meno  dalla  parte  di  S.  Sepolcro  che  dal 
Casentino. 

1027]    1856.  Agosto  21-22.  Algeria. 

CaESNEAr:  iVote  sur  les  trembl.  de  terre  en  Algerie^  pasr.  16-17,  Paris  1892. 

Il  21  agosto,  a  10**  pom.  circa,  il  littorale  della  provincia  di  Costnn- 
tina  in  Algeria  da  Bougie  a  Bona  fu  agitato  da  una  violenta  scossa, 
rhe  pare  abbia  avuto  suo  centro  nella  insenatura  di  Philippeville  :  tutti 
^Hi  abitati  della  valle  del  Saf-Saf  furono  danneggiati  ed  in  special  modo 
(iaatonville  e  Robertville.  Questa  scossa  si  propagò  in  Sardegna.  Nei 
Documenti  Malvasia  De-Rossi  (pag.  88)  trovo   la  seguente   notizia   ri- 


424  [1856  - 1 

guardante  Carloforte  (Iglesiaa-Cagliari):  10''  5""  pom.  dne  acosse  ond.  a 
2'  d'intervallo,  di  2-3'  ciascuna:  la  primn,  preceduta  da  sordo  roml-o-. 
come  tuoDO  lontano,  nelle  case  fece  cadere  a  terr?  varie  stoviglie  senza 
causare  alcun  danno  :  durante  la  seconda  ripresa  si  senti  il  suono  dell.» 
campana  dell'orologio  pubblico  :  queste  due  scosse,  pure  avvertite  dai 
pescatori  ancorati  con  le  loro  barche  nella  rada,  furono  generalnienio 
sentite  ad  Iglesias. 

Tale  terremoto  destò  un  po'  di  apprensione  anche  a  Nizz.i. 

Ad  11""  50""  ant.  del  giorno  seguente  nuove  scosse  fortissime  danneg- 
giarono gravemente  Collo  e  Djii^jelli  in  Algeria  e  forse  queste  corri- 
spondono a  quelle  sentite  leggermente  a  Nizza  verso  il  mezzodì,  pri> 
pagatesi  forse  anche  a  Genova. 

Ascoli  Satriau  (Foggia). 
^  Capitanati,  pag.  U  lestr.l  e  Uatcruth  ecc.,  pa|f.  116. 
Alle  8''  30"  ita!  della  notte  del  28  agosto  lieve  scossa  ond.  a  Bovino, 
ed  a  Castelluccio  dei  Sauri  nella  provincia  di  Foggia  :  ad  Ascoli  cau»A 
grande  panico  nella  popolazione  che  usci  dalle  case. 

[1029]    1SS6.  Ottobre  12.  Bacino  del  Hedilerruea. 

Baratta  M.  ;  Matei-iall  ecc.,  pair.  14617  ■  Schmiot  :  Studiti  nber  Errl6ebeii,  pag.  4~-^. 

Un  tremuoto  grandissimo  verso  le  2''  '/;  ant.  del  12  ottobre  inic- 
resBÒ  r  intero  bacino  del  Mediterraneo  ;  fu  disasiroeo  a  Candia  ed  a 
Kodi  ed  in  molte  isole  deirArcìpelago  :  l'epicentro,  secondo  lo  Schmìdt. 
sarebbe  stato  a  mare  tra  Candia,  Cipro  e  l'Egitto.  Gravi  danni  an-eiTii 
pure  a  Malta,  fu  forte  a  Foggia,  fece  uscire  la  popolazione  dalle  ca.-'e 
di  Catanzaro  i  si  propagò  in  Terra  di  Bari  e  d'Otranto.  {'}  in  Basili- 
cata, in  Capitanala,  neH'.ibruzzo,  nel  Molise  :  a  Napoli  le  acosse  ftirono 
due.  la  prima  ond.  N-S  di  15".  l'altra  E-W  dì  10"  :  fu  avvertito  nella 
Sicilia  (*)■  si  senti  ad  Urbino,  in  modo  lievissimo  ad  Ancona  e  fu  in- 
dicato da  perturbazione  negli  apparecchi  magnetici  di  Parma. 

[1030]    18.57.  Febbraio  1.  Parml^an»  e  Reggiano. 

Bauatta  M.  ;  Materiali  ecc..  pait.  H"Ì-8  -  Colla  :  ìfeUreologia  ecc.  -  Berti  :  Sugli  ali.  Itrr, 

ili  Venezia  -  Qoiran  :  Afp.  e  note  ecc.,  pag.  35  -  Chistom  C.  :  Xol.  sul  tfrr.  ecc.,  pag.  ó. 

A  7"  10"  pom.  del  31  gennaio  in    Parma   scossa   debole  ond.   SEE^ 

NWW,  avvertita  anche  a  Guastalla  :  a  0''  12'"  ant.    del    1"  febbraio  in 

Parma  tbrte  terremoto  di  6'  suss.-ond.  preceduto  ed  accompagnato  da 


(1)  in  Lecce  e  provincia  ad  ore  1  ant.  scossa  nnil.  a  2  riprese  con  l' intervallo  di  lu  !. 
circa,  e  della  durata  di  li  a.  circa.  Deve  essere  slata  assai  Intensa  giacche  vennero  u 
(lucsti)  uopo  stublltte  speciali  divozioni  come  scrive  11  Uè  Sanctls,  citato  dal  De  aionii 
[Hicerche  su  I  Ieri:  in  Terra  a'OIraulo  ecc.,  pan.  23,  estr.}. 

lineo  mi  coninnlca  che  quivi  al  13  ottobre  ni  sentita  una 
iniUi  per  la  guale  i  TabtirlcaU  soffrirono  varie  leelODL 


[1857] 


rombo  :  1'  intera  popolazione  fa  destata  dal  sonno,  si  arresi 
"rnluofi.  fa  abbattuto  il  letto  di  una  casa,  cadde  qualelie  fd 
H)>rirono  lesioni  anche  ne^li  edificii  piii  solidi.  Il  centro  di  : 
[iittf  sia  risieduto  fra  Parma  e  Reggio,  ove  fu  più  gagliardo 
t^>uesto  terremoto  fu  piuttosto  violento  a  Casalmaggiore. 
,?uss.-ond.  di  3'  forte  e  poi  per  30"  decrescente)  ed  a  Gua 
y"  :  fu  meno  intenso  a  Mantova  (ond.  E-W):  mediocre  a  Bo 
nino  e  Colomo:  sensibile  a  Padova  (ond.  E-W  2')  e  leggier 
a  Vicenza  ed  a  Brescia:  fu  sentito  da  pochi  a  Milano  ed  a 
mentre  passd  inosservato  a  Piacenza,  a  Genova,  a  Spezia, 


Fio.  CO. 


Firenze,  a  Poniremoli  e  Borgotaro,  fu  avvertito  in  modo 
Ferrara.  I  limiti  della  zoua  interessata  dal  terremoto  furoi 
ad  ovest,  a  sud  gli  appennini,  ad  est  l'Adriatico  e  il  Piave 
prime  e  più  meridionali  pendici  delle  Alpi  ('). 

[1031]    1S57.  Marzo  7.  Labiasi 

BiBiTT*  M.;  op.  clt.,  pat!.  U8  -  Betiti:  op.  eli. 

Il  7  marzo,  a  3"  20-30"*   ant.,  a  Lubiana  si  intesero  5  se 
v̫imo  intervallo  P  una  dall'altra:  la  prima  suss.-ond.  N-t 


1)  SeUa  Bg.  SUi  A  Indica  l'area  mesoslRnilca  Turtliwlina  :  A'  la  furte-ii 
l<^:i;ern:  <|ueat' ultima,  per  errore  liicoreu  nel  iUbckho,  deve  essere  ver» 
Ouu  ad  Includere  uilano. 


426  [1857] 

fa  la  più  forte  e  laaga,  le  altre  sempre 

più  debole  —  fu  accompa^ata  da  rombo  asaal  sensibile.  JNe  meno 
forti  e  numerose  si  giadicarono  le  scosse  a  ClagbenFart  ed  a  Gurcb. 
ove  destarono  gli  abitanti,  produBsero  gravi  screpolature  nelle  case  t 
fecero  staccare  dei  pezzi  di  intonaco  dalle  pareti. 

Fra  Lubiana  e  Claghenfurt  pare  sia  stato  il  eentro  del  movimento 
sismico  che  si  propagò  poco  dalla  parte  di  settentrione  :  ad  oriente 
giunse  fino  ad  Agram.  scosse  fortemente  il  Friuli,  svegliò  gli  abitanti 
di  Trieste,  fece  suonare  i  campanelli  e  cadere  qualche  quadro  a  Ve- 
nezia, si  propagò  con  ìntensIlA  decrescente  nel  Padovano,  nel  Vero- 
nese, nel  Vicentino,  nel  Bellunese,  nel  Trevigiano  e  nel  Polesine:  al- 
l'isola Veglia  fu  forte  ond.  S-N  di  4'. 

Nella  flg.  50  con  BB  è  indicato  il  limite,  cui  giunsero  le  onde  si- 
smiche sensibili  alle  persone  in  Italia. 

[10.32]    1867.  Marzo  10.  Valdobbiadtae  (Treviso). 

Luglio  11.  Rovigo. 

UArtATTt  M.  ;  op.  Cit.,  pag.  14H  -  Berti  :  op.  clt. 

Nella  notte  del  10  marzo  a  4''  ant.  fu  sentita  da  pochi  nna  lìevo 
scossa  a  Venezia  ed  a  Treviso  :  a  Valdobbiadene  ed  a  Pieve  di  Soligo 
fu  assai  più  intensa  ed  accompagnata  da  sensibile  rombo.  A  9''  29"  p. 
dell'  11  luglio  a  Rovigo  forte  scossa  dapprima  ond.  NW-SE  e  poi  suss. 
a  2  riprese  della  durata  totale  di  8'  :  molte  persone  ritte  in  piedi  bar- 
collarono, suonarono  i  campanelli,  cadde  un  comignolo.  Questa  scossa 
fu  lieve  a  Venezia  e  sentita  anche  a  Treviso.  Nella  sera  a  Rovigo  due 
repliche  leggiere  ed  a  2*'  ant.  del  12  un'altra  simile. 

Nella  Sgara  50  con  C  è  indicata  la  zona  entro  cui  fu  sensibile  il 
terremoto  del  IO  marzo  :  con  D  l'epicentro  e  l'area  entro  cui  lu  av- 
vertito quello  dell' 11  luglio. 

[1033]    1857.  Dicembre  16.  Bssilicats,  Salenilaio. 

GnEco  M.:  Degli  scrillort  càe  Aa»  Irati,  del  (rem.  ai  Basilicata,  pag.  55-iaa. 

Sn  questo  grande  terremoto  il  lavoro  che  merita  la  più  alta  consi- 
derazione è  senza  dubbio  quello  del  Mallet  The  great  Xeapolitan  ear- 
thquake  of  1HÓ7  (U  voi.,  London  1863),  che  costituisce  un  vero  mo- 
dello del  genere  ;  ma  disgraziatamente  non  avendolo  potuto  trovare  ìd 
alcuna  delle  biblioteche,  presso  cui  ò  istituit*  le  ricerche  per  fare  il 
prosente  lavoro,  mi  fa  giocoforza  servirmi  solo  dell'  opera  del  Greco 
dianzi  citatala,  che  contiene  in  transunto  la  memoria  del  Battista  (Sui 
terremoti  di  Basilicata)  e  del  Racioppi  (Sui  tremtioti  di  Bollicata  difl 
dicembre  l'^Ò7)  —  e  dei  documenti  da  me  estratti  all'  Archivio  di  Stato 
di  Napoli,  costituiti  dalle  notizie  ufficiali  circa  i  danni  ed  il  nomerò 
dei  morti  e  dei  feriti,  causati  dal  suddetto  terremoto. 


[1857] 


427 


La   prima  scossa,    avvenuta  alle  10**  15™  pom.,  durò   20",  fu  suss.  e 

^v|fuita,  dopo  S""  circa,  da  un'  altra  più  terribile  e  di  più  lunga  durata. 

io  per  la  zona  di   maggior  scuotimento.  Fuoi'i  dell'area  dei  danni  si 

ìfo  ^eneralmei\te   due  scosse  ond.,  la  seconda  delle  quali  più  in- 

m$a  della  prima. 


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FiG.  51. 

Per  questo  immane  terremoto  Montemurro,  Tramutola,  Calvello,  Vig- 
(?iano  e  Saponara  vennero  quasi  adeguati  al  suolo  ;  molti  e  molti  paesi 
e  città  del  Principato  Citra  e  della  Basilicata  furono  o  del  tutto  o  quasi 
rovinati. 


428  [I85rj 

Il  Mallet  potè  fare  177  determinazioni  riguardanti  la  direzione  della 
scossa  in  78  diverse  località  e  sottopose  tutti  i  valori  ottenuti  al  cal- 
colo per  dedurre  la  giacitura  del  centro  :  16  di  tali  linee  si  incontrano 
neir  intemo  di  un  circolo  di  456  m.  di  raggio  ed  altre  32  nell'interno 
di  un  circolo  del  raggio  di  m.  1851.  Detto  centro  si  troverebbe  prcis^o 
Caggiano  (*).  Dagli  angoli  di  emergenza  calcolò  con  il  metodo  a  tutti 
noto,  la  profondità  dell'  ipocentro,  la  quale  sulla  base  delle  diverse  os- 
servazioni fu  ritenuta  oscillare  fra  un  massimo  di  15870  ed  un  minimo 
di  5090,  vale  a  dire  ad  una  media  di  10730  metri. 

Con  i  dati  desunti  dalle  relazioni  uflSciali  da  me  consultate  all'Ar- 
chivio di  Stato  di  Napoli,  ò  costruita  V  unita  cartina,  che  devesi  rite- 
nere solo  come  provvisoria  (fig.  51).  L'area  mesosismica  (A)  disastrosa  à 
una  forma  elittica,  quasi  regolare,  il  cui  asse  maggiore  in  senso  NWW- 
SEE  misura  chilometri  85  circa  ed  il  minore  50.  I  paesi  posti  al  li- 
mite esteriore  di  tale  zona  sono  :  Ricigliano,  Baragiano,  Potenza,  Vaglio, 
Trivigno,  Pietra  Pertosa,  Stigliano,  Aliano,  S.  Arcangelo,  Roccanova. 
Carbone,  Castel  Saraceno,  Sarconi,  Montesano,  Padula,  Sala,  Atena, 
San  Arsenio,  S.  Pietro,  Polla,  Auletta...  Il  presupposto  centro  del  Malki 
si  troverebbe  quasi  all'estremo  lembo  settentrionale  di  tale  zona.  L'area 
rovinosa  (B)  nel  suo  complesso  à  forma  essa  pure  elittica,  ma  dalla  parte 
di  nord  circa  forma  un'  accentuata  insenatura  che  racchiude  Lavello. 
Canosa  e  Spinazzola.  In  questa  zona  si  notauo  maggiori  irregolarità 
nella  distribuzione  dei  danni:  alcuni  paesi,  come,  per  esempio,  Gara- 
guso,  Salandra,  Ferrandina...,  furono  quasi  rovinati,  mentre  altri,  come 
Chiaroraonte,  Castelluccio,  Lagonegro...  ebbero  comparativamente  danni 
minori. 

La  zona  fortissima  (C)  dalla  parte  di  W,  NW  e  N  si  spinge  fino  ad 
Amalfi,  a  Nocera,  ad  Avellino,  a  Bovino,  a  Deliceto  ed  a  Manfredonia 
Da  W,  SW  a  S  raggiunge  la  costa  tirrenica  da  Amalfi  alla  marina  sot- 
tostante a  Maratea:  da  S,  SE  e  NE  si  spinge  fino  quasi  a  Castrovilhiri 
ed  include  Taranto:  da  NfC  e  N  per  Noci,  Acquavi  va  e  Grumo  raggi  unp' 
Molfetta  e  quindi  il  mare  :  noto  fin  d'  ora  che  Bari  ne  resta  esclusa. 
Questo  terremoto  verso  WNW  e  N  f u  molto  forte  a  Castellamare.  a 
Nola^  a  Lucerà,  ed  a  Foggia,  e  forte  fino  a  Napoli  (*),  a  Capua,  a 
Carpinone,  a  Spinete,  a  Termoli  ed  a  Guglionesi.  Verso  NNE  fu  solu. 
come  ò  detto,  forte  a  Bari  :  verso  SE  fu  pure  forte  a  Castrovillari,  a 
Paola  ed  a  Cosenza  :  fu  mediocre  a  Catanzaro  e  si  propagò  lievemente 


(1)  Potrebbe  darsi,  come  vedremo,  che  a  produrre  tante  rovine  ed  un  area  mesosi- 
smica 8l  sviluppata,  abbia  cooperato  11  risveprlio  di  due  centri,  uno  presso  Caggrlano,  e 
raltro  neir  area  compresa  fra  Tramutola,  Saponara,  vigilano  e  Montemuiro. 

(2)  Dal  documenti  che  possiedo  nulla  mi  risulta  per  Ischia,  ma  con  ogni  probabilità 
fu  Ivi  la  scossa  sentita. 


[18571 


429 


tino  a  Reggio  (*),  mentre  verso  NE  leggere  ondulazioni  furono  sentite 
fino  a  Lecce. 

I  danni  causati  dallo  scuotimento  furono  immensi  :  nel  Principato 
Ci  tra  il  numero  dei  morti  ascese  a  2700,  nella  Basilicata  a  9591  ed  a 
1411  quello  dei  feriti. 

Negli  specchietti  che  seguono  ò  radunato  vari  dati  statistici,  special- 
mente relativi  alla  mortalità,  desunti  dai  manoscritti  dell'  Archivio  di 
Napoli,  eccezione  fatta  per  quelli  segnati  con  asterisco  che  furono  tolti 
da  un  estratto  fatto  dal  De  Longraire  (Etvdes  sur  lea  trembl,  de  terre 
ecc.,  pag.  66-70)  dei  dati  offerti  dal  Mallet. 

Morti  e  feriti  causati  dal  terremoto  del  16  Dicembre  1857 

in  Proviocia  di  Potenza. 


Località 

popolaz. 
nel  1857 

N.dei 
morti 

N.  dei 
feriti 

Località 

Popolaz. 
nel  1857 

N.dei 
morti 

N.  dei 
feriti 

A  bri  ola 

3456 

1 

1 

•  Montemurro 

7002 

5000 

500 

Aliano 

1920 

^ 

28 

•  Paterno 

2500 

122 

— 

Anzi 

4086 

1 

— 

Picerno 

4819 

26 

9 

Armento 

3590 

37 

37 

Pisticci 

? 

— 

1 

Balvano 

5829 

— 

1 

Potenza 

12628 

22 

11 

Barile 

4205 

2 

2 

•  Roccanova 

1940 

83 

27 

•  BrìenzA 

5350 

151 

30 

Salandra 

? 

1 

3 

Calvello 

5829 

99 

40 

S.  Angelo  le  Fr 

'.  1644 

63 

22 

•  Cancellara 

3004 

— 

1 

•  S.  Arcangelo 

3950 

96 

17 

•  Carbone 

2318 

39 

19 

•  S.  Chirico  R. 

3351 

5 

— 

*  Ciistelsaraceno  3123 

127 

138 

•  S.  Martino 

1623 

6 

23 

Corleto  P. 

»263 

12 

42 

•  Sflponara 

4010 

2000 

70 

Craco 

1906 

3 

— 

Sarconi 

1194 

32 

4 

Gallicchio 

1367 

16 

98 

Sasso  di  C. 

2877 

4 

1 

Guardia  P. 

1885 

85 

53 

•  Senise 

4556 

1 

4 

*  LanreDzana 

7665 

7 

8 

Spinoso 

2839 

45 

35 

Mariitea 

7116 

1 

•  Tito 

4939 

257 

— 

•  Marsiconovo 

7528 

89 

•  Tramutola 

4538 

1*77 

52 

•  Marsicovetere    3403 

90 

Tursi 

3573 

1 

— 

Melfi 

? 

1 

— 

Vietri 

L3425] 

1 

^ 

*  Missanello 

1084 

14 

50 

•  Viggiano 

6634 

800 

200 

Repliche.  —  Dopo  la  grande  scossa  delle  10"*  15™  pom.  si  ebbero  re- 
pliche un  ora  dopo,  ed  altre  nella  notte  16-17  e  con  maggior  violenza 
alle  3**  e  h^  ant.  Nel  giorno  seguente  e  poi  per  più  di  un  anno  con- 
tinuò la  Basilicata  e  le  regioni  circostanti  ad  essere  scosse  più  o  meno 
frequentemente   ed  intensamente.   Le  maggiori   repliche  e  quelle  bene 


l)  Dalla  parte  di  w-nw  non  ò  potuto  ritrovare  notizie  sul  limite  dell'lsosisma  me- 
fllocre  e  lieve. 


Merli,  feriti  e  danai  etniati 
In  ProTiiT 


Atena     .... 

4403 

Auletla  .... 

3521 

Cangiano    .     .     . 

4121 

Diano  (Tegriano)  . 

7314 

Montesano  .    .    . 

5fó<S 

Padula    .     .    .     . 

8125 

Pertosa   .... 

1179 

Polla 

6644 

Kicigliano   .    .    . 

2319 

Roscigno     .    .    . 

1284 

Sala  OoDsilìna     . 

8294 

S.  Pietro  al  Tanagr 

mn 

Sant'Arsenio    .     . 

4135 

121    !    526 


liJOftj 
ISOOrWi 

60001 
18000H 
lóOOno 
3000i>>3 

9700^1 


3000fi 
1120(>ii 
132iX)'i 


individuate  per  ore  e  per  località  sono  ricordate  nel  seguente  elenco 
compilato  sai  dati  offerti  dal  Perrey  f.Vote  tur  les  trembl.  de  lerr.  en 
J858  ecc.),  dal  Capocci  (Catalogo  de'  tremuoti  ecc.,  I,  pag.  375-78).  dnl 
Del  Giudica  (Ragguaglio  dei  princ.  fenomeni  avv.  nel  Regno  dvranU 
il  1858)  e  dai  Materiali  da  me  pubblicati  (pag.  149-52).  i 

i857  Dicembre  i8-30)  Castellamare  molte  scosse  più  o  meno  lievi  -  /:'.| 
Salerno,  l*"  e  10''  a.,  due  scosse.  5'' 30™  p.,  altra  ;  Napoli,  &•  p.  una  -  ?0|  Na- 
poli, P  p.,  scossa;  Salerno,  5^46'»  p.,  una.  Nei  giorni  20-21  a  Lagonegm 
qualche  scossa.  A  Castrovillari  una  molto  forte  -  SS)  Napoli,  l^  p.,  seos-;;! 
sentita  pure  a  Salerno  -  23)  Balvano  una  -  26)  Montemurro,  3''  e  6"  a.,  iluc 
violenti  -  28)  Sala,  9"  pom.,  una  molto  forte  -  29)  ivi,  6"  e  7*30»  p.,  due 
altre:  la  prima  forte  anche  a  Potenza;  ivi  nella  notte  altro. 

1858  Gennaio  1)  Napoli,  U''  p.,  tre  mediocri.  Secondo  il  Del  Giudice  a 
12''  a  Caggiano  ed  altri  paesi  scossa  molto  violenta,  di  5',  preceduta  da  nimixi; 
essa  fece  cadere  alcune  case  già  procedentemente  lesionate  -  3)  in  Bjisiii 
cata  una  furto,  sentita  lievemente  a  Napoli  -  Ci)  Terremoto  a  Castelluctìo  In- 
feriore (vedi  N.  1034);  Polla,  \(\^  IS"'  p.,  una  mod.  -  7)  Ivi.  alU  stessii  oni. 
altra  -  8)  Castrovillari,  3'' to'"  p.,  una  alquanto  forte.  Ad  U""  p.,  una  piu 
lieve  e  giornalmente  varie  -   10-i5)  Polla,   parecchie  :  al   14  ivi  una  stata 


[1358]  431 

l!-;'ve  a  Napoli  ed  al  15  una  mediocre  -  18)  Calvello.  1*30"  ital.,   una  forte 
et]  'iltre  -  19)  Potenza  e  Calvello,  10"  'Z,  sera,  una  lunga  ond.  sentita  forte- 
m-.'nte  a  Matera  :  ivi  dal  19  al  20  altre  :  nella  notte  19-20  una  forte  a  Canosa 
di  Puglia -??;  Basilicata  e  Principato  Citra,   0"  45°'  a.,  acossa.  A  S.  Angelo 
<ìi'i  Lombardi,  3''15'"  a.,  una  suss.  di  6.*  Nella  notte  22-23  a  Mure 
:.'.vi  Matera  nella   notte  una  sentita  a    Canosa:  a  Potenza   nuoT 
forte   a  Brìenza  ed  a  Muro   -    24)  Potenza,    Canosa  e   Muro,  vai 
2G   Potenza,  9^  pom.,  una  scossa  -  27)  Ivi,  3*'45»  a.,  due  lievi 
Uatera,  alcune  forti. 

Fdtbraio  5)  Polla,  11'' 20"  a.,  una  mediocre  -  23)  Balvano, 
una  lieve,  e  nella  sera  (23'>  SO*"  ital.)  una  forte  a  Saponara  -  24-2 
rata  varie.  A  6"  a.,  del  25  una  a  Latronico  ed  altra  nella  not 
-  ?'t  Mootemurro,  Vigliano,  W'  prima  dell'allm,  una  forte:  fug 
27-30)  Potenza,  alcune. 

Mario  5-6)  Lagonegro,  nella  notte,  tre  lunghe.  Montemurro 
lina  -  6-7)  Matera,  Craco,  PJsticcì,  Montescaglioso  e  Salandra,  f 
a  Uarsiconovo  altri  danni,  A  Vibonati  quella  delle  3"  di  sera  cagii 
f'ivina  ;  questa  fu  avvertita  anche  a  Napoli.  Ad  l*»  15™  a.  del  " 
nna  lieve  sus3.-ond.:  a  Tramutola  numerose  rovine:  nel  monasti 
Salerno)  caduta  di  alcune  travi  ;  fu  sensibile  a  Vallo.  A  2''  50°'  p 
una  und.  ;  a  Lagonegro  due  violente  di  9-10. ■  Ivi,  ad  8''  p.,  replic 
A  Vilxinati,  Sapri  e  Casaletto  varie  case  rovinate  :  forse  furon 
Ijturia,  Rìvello  e  Trecchina  con  nuovi  danni  -  8)  Salerno,  ni-ì 
una  ond. .  fu  lieve  a  Potenza  e  molto  forte  in  altro  località,  aj 
mutola.  A  5"  a.  a  Lagonegro  violenta  di  5-tl',  con  lievi  danni  : 
a  Vibonati  e  lieve  a  Paola  -  iO)  Montemurro,  parecchie  -  12)  S 
Vinati,  varie  -  ió-lT)  Basilicata,  alcune  scosse  -  23)  Potenza, 
nn;i  lieve.  Ad  l''30°'  p.,  a  Potenza,  Saponara,  Tramutola  ed  Anzi 
pochi  Janni  a  Sala  -  31)  Lagonegro,  varie, 

ApriU  1)  Potenza,  9"  pom.,  una  sensibile  -  9}  Basilicata  e 
C'ilra,  varie  -  17)  Potenza  e  Polla,  V'  \h'°  a.,  una  forte  ond.  ed  alt 
tj-nza,  1 P  Be'"  p.,  una  ond.  -  19)  Ivi,  2"  Be'"  a.,  una  forte.  Le  scos 
ransarono  molti  danni  ad  Alianello  -  28)  Potenza,  8''  ',',  a.,  una 
fu  lìensibilissima  a  Salerno  e  fortiss.  a  Polla  -  30)  Potenza,  8''  \h" 
ond.  di  20"  (pari  alla  1'  del  16,  XII.  57):  a  Polla  nuove  rovine. 

Maggio  9)  In  Basilicata  una  -  30}  Potenza,  4"  notte,  una  si 
ivi,  sul  mattino,  una  lieve. 

Giugno  3)  Ivi,  sul  mattino,  una  sentita  anche  a  Napoli  -  i 
l''30"  matt.,  lieve  -  12)  Spinosa,  una  di  12'  -  13)  Potenza,  7^  a 
siiss.-ond.  di  8*  -  14)  In  Basilicata  alcune. 

Luglio  2}  Tursi,  S""  p.,  una  hove  -  4)  Potenza,  16''  '/»  ital.,  un 
i"  IS"  a.,  lieve  -  12)  In  Basilicata,  una  forte  -  14)  Ivi,  W  20'",  al 
Ivi,  parecchie. 

Agoitù  6)  Bella,  11"  Vi  a.,  una  suss.-ond.  S-N  di  3"  di  Inter 
iU  I-  terremoto  (16,  Xll.  1857). 

Ottobre  12)  Moliterno,  2-2'"  SC"  sera,  sensibile  ond.  15*:  nella 
'il  13  continui  rombi. 


432  [1856] 

Novembre  14)  Brìenza,  S*"  ital.,  forte  scossa  -  18)  Ivi,  Vl^,  altra  meoo  in- 
tensa -  19)  Bella,  9"  a-,  forte  suss.,  5  6",  sentita  a  Santo  Fole  -  29)  Potenza, 
11""  a.,  una  breve.  Sala,  6"  e  7" 30"  p.,  due  forti  di  lOia-.  A  Potenza,  a  I 
6^46'°  p.,  una  forte  ond.  j 

1859  Febbraio  4)  Salvano,  scossa  di  3'  ;  danni  alla  chiesa  parroccliiale  -  | 
iO)  Potenza,  g""  p..  Mossa  ond.  di  5'  prec.  da  rombo:  panico.  Fu  più  vio-  1 
lenta  a  Montemurro  ed  a  Saponara  ;  fu  sentita  a  Vietri,  a  I.aurenzana,  Barile. 
Corleto,  Vigg-iano,  Matera,  nell'Abruzzo  Ulteriore  ed  ìn  Terra  di  Bari:  nes-  , 
sun  danno. 

[1034]    1858.  Gennaio  6,  Ca§te[liicd«  Inferiore  (Potenza). 

Baratta  M.:  MattHriU  ecc.,  pag.  119. 

A  4''3l>  p.  a  Castelluccio  Inferiore  scosb»  che  apportò  maggiori 
danni  alla  chiesa  parr.  che  non  il  terremoto  del  16  die.  1857  :  fu  scn- 
eibile  a  Lagonegro  e  dintorni.  A  Gastrovillari  nella  giornata  e  nel  dì  8 
varie  acosee  forti,  mediocri  o  lievi. 

DeHMie  (Cuneo), 
pa?.  ^6  (estr.) 

A  3"  30°  pom.  a  Maiola,  a  Gaiola,  a  Cuneo  e  dintoT'ìi  forte  scossa 
E-W  di  4-5",  seguita,  qualche  minuto  dopo,  da  altra  meno  intensa  e 
lunga.  Fa  fortissima  nel  territorio  di  Demonte:  a  Fedio  —  fi-azione  di 
detta  località  —  fece  rovesciare  un  forno  ed  un  tetto  :  fu  avvertita 
pure  a  Kavigliano,  a  Cavallermaggiore  ed  In  altri  luoghi  vicini. 

[1036]    1868.  Ottobre  10.  Briidisi. 

BuiATTA  U.:  VafórUIf  ecc.,  pag.  151   -  Dml  Giudicb  F.:  iiHW- tWpWne./WWn.  ecc.  iS5S, 
pag.  8*. 

Il  10  ottobre,  a  g'-SO"  ant.  circa,  a  Lecce,  a  Taranto,  a  Bari,  a 
Canosa  ed  a  Gioia  forte  scossa  ond.  di  6*  :  ad  Alessano  fu  suse.  di  10". 
produsse  panico  :  qualche  lesione  nella  chiesa  arcivescovile  di  Brìndisi. 

[1037]    1858.  Ottobre-novembre.  Pinerol»  (Torino). 

Baratta  M.:  Op.  Clt-,  pag.  158   -   F.  Riccardo  Sallo;  StoHa  di  Alatsio,  parte  II,  pag.  Vii, 
dilavar!  IBfO. 

Al  25  ottobre,  a  2''42"'30'  a.,  a  Pinerolo  (')  breve  ma  forte  scoss.i 
ond.  N-S  preceduta  da  cupo  rombo:  a  7"  45'"  pom,  del  30  una  leggera 
ond.  SE-NW  ;  a  5'^  45™  ant.    del  31    una  mediocre  stata  lieve  a  Torino  : 


(1)  A  Pinerolo  eranal  avvertite  antecedentemente  altre  scosse.  H  Pem'y  fyok  tre. 
tHSS,  pag.  3S  e  3^1  ne  ricorda  due:  una  ad  ore  UM  pom.  del  4  marzo  die  fu  onci, 
forte  rombo  e  l' altra  al  iS  di  di'tto  mese.  Kel  Materiati  da  me  puliblicaU  (pair.  lai 
trova  notizia  di  una  Torte  scossa  ond.  Ivi  sentita  ad  ore  1.15  ant.  dell'  11  apiile. 


[1859] 


a  0'  SS"  pum.  del  1'  novembre  ana  »  Pinerolo  intesa  anche  ad  Oneglia  : 
a  i)''36«'  pom.  del  5  ed  a  lO^SO"  pom.  del  7  due   altre. 

(jueetc  scosse  spiegarono  la  loro  maggiore  intensità  ad  I 
presso  Pinerolo,  ove  riuscirono  rovinose. 

[1Q3S]    1859.  Oennaio  20.  ColUllo  (Trei 

BtHATTA  M.  :  Uatertati  ecc.,  pag.  193  -  berti  A.  :  Sul  Un:  di  Ventila  dei  so  geim. 

A  8^  Òft"  ant.  del  20  gennaio,  in  Venezia  forto  scossa  ond. 
prese,  la  prima  N-S  e  i'  altra,  più  intensa,  ENE-T/SW,  della  da 
tidc  di  10*  :  questo  terremoto  in  molte  case  fece  anonare  1  cam 
cil  oscillare  oggetti  appesi.  A  Collalto  (fraz.  di  Refì*ontolo)  le 
precedute  ed  accompagnate  da  rombo,  furono  tre  :  ond.  SSE  la 
sussoltorie  le  altre  due,  con  una  durata  totale  di  10.'  Ivi  le  mi 
castello,  eccettuate  quelle  ad  occidente,  non  patirono  gravi  da; 
aprirono  varie  lesioni  nella  sua  torre  e  nella  porzione  moderna 
lata  ;  il  filatoio,  la  casa  parrocchiale,  la  chiesa  e  quasi  tutte 
furono  danneggiate,  specialmente  quelle  della  parte  occident 
fenditure  dei  muri  del  piani  superiori  erano  tutte  verticali, 
larghe  anche  6-8  cm. 

I  danni  nei  paesi  circostanti  (flg.  50  E)  furono  meno  gravi 
glori  in  quelli  ad  occidente,  anche  se  più  lontani,  cioè  :  Falzè 
di  Soligo,  Semaglia,  Moriago,  Col  8.  Martino,  Guia,  Combai, 
S.  Pietro  di  Barbozza  ecc.,  e  fino  a  Valdobbiadene  ed  a  Vidor 
staccarono  gli  intonachi,  cadde  qualche  comignolo,  si  screpolò  i 
muro  :  a  8.  Pietro  precipitò  la  parte  terminale  del  campanile, 
cidento  la  scossa  fu  molto  violenta  fino  a  Scrravalle  ed  a  Cei 
un  po'  meno  a  Gonegliano  :  a  Segusino  fu  Invece  appena  sensit 

Questa  zona  di  maggior  intensità  (E')  h  forma  elittica,  con 
maggiore  disposto  da  NE-SW  :  fra  Valdobbiadene  e  Serravalle, 
Km.  25  circa:  Il  minore,  al  precedente  perpendicolare,  risulta  i 
Km.  20. 

Da  questa  zona  l'intensità  andò  scomando  notevolmente,  con 
ilosi  più  forte  lungo  la  bassa  pianura,  ed  in  special  modo  nel 
l^iano.  e  verso  il  mare  che  non  dalla  parto  delle  Prealpi  e  del 

Infatti  a  Saclle  la  scossa  (NE-SW)  fece  suonare  i  campanell 
ilere  vari  oggetti  :  uguale  intensità,  ebbe  ani  colli  dell'  Asol. 
Treviso  (N-S)  fece  cadere  qualche  comignolo  ;  a  Venezia,  comi 
iletto,  fece  suonare  I  campanelli  ed  oscillare  gli  oggetti  apposi, 
nuova  zona  (E')  A  forma  elittica  con  il  suo  asse  maggiore  ii 
NXW-SSE. 

L'area  di  mediocre  scuotimento  (E'),  ove  stanno,  fra  gli  alt 
Inno  (NE-SW),  Bassano  e  Padova  (NNW-SSK).  ft  forma  quasi  ci 
B^tuTTA  :  Terremoti  ecc. 


434  [18591 

e,  come  la  precedente,  rispetto  alla  zona  mesosismica,  rì8<ilta  svilap- 
pata  quasi  intieramente  dalla  parte  meridionale. 

La  scossa  fo  avvertita  da  pochi  (E^),  a  Trieste,  ad  Udine,  ad  Ar- 
ronzo, ad  À^rdo;  da  parecchi  a  Trento  e  si  propagò  fino  alla  linea  del 
Garda  a  levante,  ed  a  mezzodì  tino  sulla  sinistra  del  Po. 

A  Collalto  (E),  centro  superficiale  del  movimento  siamico.  qtiesto  fu 
accompa^ato  da  rombo  fortissimo  :  allontanandoci  da  tale  localiiii 
andò  sempre  più  affievolendosi  talché  a  Venezia,  che  dista  Km.  50,  fu 
solo  inteso  da  qualcuno. 

La  prima  scossa  a  Padova  fu  notata  a  &■>  58"  38*  ant.  (t.  t.  1.). 

A  Collalto  dopo  il  20  gennaio  scosse  giornaliere,  le  quali,  benclu' 
lievi  e  meno  lunghe  (5*  circa),  recarono  altri  danni  alle  case.  Le  mag- 
giori, accompajrnate  da  forti  rombi,  furono  sentite  nella  sera  del  2S  e 
sul  meriggio  del  30,  a  7"  ant.  e  6"  30""  pom.  del  1°  febbraio,  al  mat- 
tino del  2;  parecobie  altre  a  4''.  6"=,  T'  ant.,  fira  le  0*  ed  1"  e  le  8-9'' 
pom.  del  19  e  le  O**  e  S**  ant.  del  20  :  a  mezzanotte  f^a  il  giorno  8-9  una 
molto  forte  e  fra  le  2-3^  ant.  del  29  aprile  una  fortissima  seguita  da 
altre  ogni  3,  4,  6  giorni  fino  al  31  maggio:  in  questo  mese  se  ne  eh 
bero  due  assai  intense  a  mezzodì  ed  a  0'  45"°  pom.  del  20  maggio 
ed   una  terza  a  3^   pom.  del  giorno  31. 

[1039]    1859.  Febbraio  17-18.  AmIfIm  (Aquila). 

BtR*TTA  U.  :  Materiali  ecc.,  pag.  isa  -  PEHitEr  k.:  f/ole  ecc.  iss9,  pag.  43. 

Verso  rs  marzo,  secondo  il  Perrey,  nell'Abruzzo,  specialmente  ad 
Amatrice,  scosse  violenti  :  secondo  le  notizie  da  me  raccolte,  nel  17-1»^ 
febbraio  ne  sarebbe  stata  sentita  una  forte  ond.  senza  danno,  sc^iUt 
da  repliche  fino  al  27  febbraio. 


[1040]     1859.  Aprile  12. 

Seaese. 

upANi  e  TOSCANI  :  Su  1  Urr.  ave. 

In  Siena  ecc. 

-  FONDELLI  V.:  Della  pnDab.  ano.  rUI  U, 

ecc.,  pag.  US  e  SS  -  toscani  c. 

:  5»  (  terr.  m 

rm.  in  Sina  ecc. 

Nella  sera  del  30  gennaio  1859  tre  scosse  fortissime  ad  Asciano,  a 
Monte  Olivcto  ed  a  Buonconvento.  una  sola  delle  quali  si  propagò  lie- 
vemente fino  a  Siena,  la  quale  città,  dall'  11  al  19  aprile  fU  (onestala 
da  un  intenso  periodo  sismico. 

La  prima  lieve  scossa  venne  avvertita  a  9'' 25""  pom.  del  giorno  11 
ed  a  9''  iÒ™  pom.  se  ne  ebbe  una  seconda  ma  mediocre  :  le  altre  mi 
giorni  e  nelle  ore  seguenti: 

t2  aprile)  3'' 30'"  a.  mediocre,  4"  21'"  forte,  4'' 28"  fortissima,  4*  35-,  4*' 41". 
4''  TjS"',  5h  um^  51.  45„,_  5h  51^  g  g^  a.  sotte  mediocri  ;  6"  37"  e  7*  24"  a.  duo 
forti  ;  8"  45'",  8''  45'"  20"  a.  due  leggere  ;  9*  10"  a.  una  mediocre  ;  9*  ao™  a. 
unn  leggera  :  IO»-  4'"  e  10"  IO"  a.  due  forti  ;  lO^-  15'",  10»  SO"  e  IO»"  45"  a.  Xk 
loggore  ;  IO*  55"  a.  una  leggerissima  ;  1 1""  35'"  a.  una  leggei^  ;  0*  8"  p.  una 


[1859] 


435 


mediocre;  0*^22™  p.  una  leggera;  2^3"*  p.  una  fortissima;  2*»  25"  p.  una 
leggera;  3*»,  3*»  4™,  3*»  20«»,  4*»  20™  e  6**  5™  pom.  cinque  leggerissime  -  i3) 
•  (y>  15"  a.  una  leggera  ed  altre  a  •  3**,  *  S*"  33™  (questa  fu  più  forte  nella 
contigua  campagna  a  NE)  e  •  6**  45™  a.  -  i4)  •  V^  40™,  •  3*»  4™  e  *  4**  5™  tre 
leggerissime  -  i5)  4*»  a,  una  leggera  -  i6)  *  3^  15™,  •  3^  55™  e  *  5^  15™  p.  tre 
leggere  -  i7)  4^  19™.  -V"  34™  a.  e  5»»  p.  tre  leggere  -  i8)  0^  15™  e  4»»  19™  a. 
due  leggere  -  i9)  *  2**  0™  p.  e  •  4*»  6™  p.  due  leggerissime. 

XB.  Le  scosse  segnate  con  asterisco  nella  memoria  del  Toscani  sono 
riferite  alle  rispettive  ore  p.,  mentre  in  quella  dei  Toscani  e  Campani 
alle  ant.  o  viceversa.  Io  ò  seguito  il  primo  scritto. 


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FiQ.  52. 

Le  maggiori  di  tutto  queste  scosse  furono  quelle  sentite  nel  12,  cioè 
a  4*»  28™  ant.  (di  6-7%  a  3  riprese)  ed  a  2»»  3™  pom.  ;  quest'  ultima  fu 
ancora  più  forte,  ma  di  brevissima  durata.  Tutte  le  scosse  f\irono  o 
precedute  od  accompagnate  da  rombo  forte  e  prolungato  :  in  generale 
furono  ond.  :  però  quelle  delle  7*»  24™  ant.  e  2*»  3™  pom.  anche  miss. 
Per  tutto  il  giorno  12,  13  e  fino  alle  prime  ore  del  14  si  sentirono  inoltre 
piccoli  tremiti. 

L'  area  più  colpita  (fig.  52)  è  limitatissima  :  à  forma  elittica  e  com- 
I»rende  V  Osservanza,  Montelìscaì,  Fontebecchì,  Uopini  e  la  villa  Co- 
lombaio: ivi  quattro  o  cinque  fabbricati  riportarono  danni  rilevanti. 
Anche  in  Dofana   e  Presciano  si   ebbero  lesioni  :  in  Siena  caddero  dei 


436  [1859] 

camini  e  si  determinò  qualche  fenditura  nei  muri.  Questa  zona  è  per- 
fettamente eccentrica  alla  principale  che  si  trova  nella  sua  parte  a  NW. 
mentre  dalla  parte  di  SE  è  limitata  dall'  Arbia. 

La  scossa  fu  tale  da  incutere  panico  grandissimo  in  una  ristretta 
area  ogivale,  il  cui  asse  da  S.  Gemignano  ad  Asciano  misura  km.   45. 

A  Monteroni  d^  Arbia,  alle  Volte,  a  S.  Colomba,  a  Castellina,  a 
Querciagrossa,  a  S.  Giovanni,  a  Castelnuovo  della  Berardenga  le  mag- 
giori scosse  furono  abbastanza  sensibili  :  esse  furono  avvertite  legger- 
mente in  pochi  paesi  del  Valdarno  Superiore,  della  Val  di  Chiana,  del 
monte  di  S.  Fiora  e  della  Maremma. 

Nella  unita  figura  le  zone  sopra  accennate  sono  delimitate  dalle  linee 
a  tratti  ( ). 

[1041]    1859.  Agosto  22.  Norcia  (Perugia). 

BARATTA  M.  :  Materialt  ecc.,  pagr.  153  -  mannoccdi  l.  :  Relaz.  del  trem,  ecc.  -  G.  piebha- 
RiNi:  Intorno  al  terr.  di  Norcia  ecc.  -  Relazione  della  Commissione  ecc.  -  Segcbi  a.: 
Bscurs,  scienL  ecc. 

Alcuni  giorni  prima  del  22  agosto  cominciarono  a  sentirsi  in  Norcia 
varie  scosse  di  terremoto,  ma  assai  leggere,  quando,  circa  l**  32"^  pom. 
di  detta  giornata,  preceduta  da  una  forte  detonazione  sotterranea^  se 
ne  ebbe  una  oltremodo  violenta  suss.  -ond.  NE-SW  a  3  riprese  succes- 
sive, runa  più  intensa  dell'  altra,  e  della  durata  totale  di  6-7."  In  cittA 
buona  metà  degli  edifìci,  specialmente  quelli  di  debole  costruzione,  fu 
adeguata  al  suolo,  causando  101  vittime  ed  una  sessantina  di  feriti  : 
gli  altri  risentirono  gravi  danni  specialmente  nei  piani  superiori.  I 
quartieri,  costruiti  sul  pendìo  della  collina  verso  levante  e  ponente, 
abitati  da  povera  gente,  furono  letteralmente  distrutti.  Le  chiese  in 
gran  parte  diroccate  :  rovinato  il  palazzo  comunale,  danneggiato  quello 
del  governo  :  i  due  monasteri  di  monache  —  e  'particolarmente  quello 
di  S.  Pace  —  rimasero  quasi  del  tutto  sconnessi. 

Danni  quasi  eguali  soffrirono  i  paesi  di  Campi,  Villa  S.  Angelo  e 
Capo  del  Colle,  che  distano  da  Norcia  rispettivamente  km.  7  e  5. 
Abeto,  Tediano,  Ancarano  circa  la  metà  ;  Frascaro,  a  km.  6,  poco  più 
di  un  terzo  :  Cascia,  a  km.  10,  ebbe  qualche  danno  ma  in  proporzione 
assai  leggero  se  si  eccettua  il  convento  dei  Francescani,  che  di  già  in 
cattivo  stato,  si  rese  in  qualche  parte  inabitabile.  A  Visso  (km.  15)  gli 
effetti  del  terremoto  furono  piccolissimi,  e  nulli  poi  a  Trevi  (km.  30) 
La  scossa  fu  lievemente  sentita  a  Camerino,  lontano  da  Norcia  km.  37. 
a  Pesaro  ed  a  Roma,  che  ne  distano  120  il  primo  e  115  la  seconda. 

Le  due  principali  zone  isosismiche  sono  rappresentate  nella  cartina 
della  flg.  13  a  pag.  196. 

Il  Padre  Secchi  notò  che  la  costituzione  del  suolo  ebbe  una  influenza 
grandissima  sulla  distribuzione  dei  danni  :  sembra  che  il  centro  sia  stato 


[1860  - 1861]  437 


nei  pressi  di  monte  Pattino  (').  Per  più  e  più  giorni,  fino  alla  fine  del- 
r  anno,  nella  notte  si  sentirono  delie  repliche  e  frequentissimamente  dei 
cupi  rimbombi,  che  parevano  aver  origine  dai  monti  Pattino  e  Ca- 
pregna  :  in  ogni  notte  se  ne  contavano  perfino  una  quarantina. 

[1042]    1860.  Maggio  27  o  30.  Norcia  (Perugia). 

Mbrcalu  O.  :  Vulc.  e  fenom.  vulc.  ecc.,  pag.  261. 

Il  Mercalli,  sulla  scorta  del  Perrey,  ricorda  che  al  27  o  30  maggio 
in  Norcia  furono  sentite  nuove  scosse  rovinose. 

[1043]    1860.  Luglio  19.  CoUalto,  Oda  (Treviso;. 

Berti  A.t  Sul  terr.  di  Venezia  del  i9  luglio  i860. 

A  4**  37"  40  p.  (t.  V.)  a  Venezia  si  sentirono  due  non  lievi  scosse  ad  !•  di 
intervallo  e  della  durata  totale  di  6-8*  :  il  moto  fu  orizzontale,  a  brevi 
e  rapide  ondulazioni  E-W  oppure,  secondo  altri,  N-S  :  a  Treviso  fu  più 
forte,  a  Valdobbiadene  ancora  di  più  ;  anzi  quivi  le  scosse  flirono  pa- 
recchie, due  delle  quali  più  intense  suss.  di  6-8%  precedute  tutte  ed 
accompagnate  da  forte  rombo.  I  danni  furono  piccoli  :  cadde  qualche 
camino,  si  screpolarono  parecchie  muraglie  e  poche  case  furono  pun- 
tellate. A  Quia  si  fessurarono  due  archi  nella  chiesa  e  crollò  qualche 
muro. 

L'intensità  del  movimento  andò  scemando  verso 'Pieve  di  Soligo  e 
più  ancora  verso  CoUalto  ove  ebbe  il  suo  centro  il  terremoto  del  1859 
(X.  1038).  La  scossa  infine  più  o  meno  sensibilmente  fa  avvertita  nella 
vallata  bellunese,  a  Rovigo,  a  Verona  ed  a  Trieste.  L'  area  mesosi- 
smica  di  questo  terremoto  è  rappresentata  nella  fig.  50. 

[1044]    1861.  Gennaio  28.  S.  Sofia  (Romagna  Toscana). 

BvRATTA  M.:  Materiali  ecc.,  pa^.  ibi. 

Al  27  gennaio,  a  7*»  30"  pom.,  cominciarono  a  sentirsi  in  S.  Sofia 
di  Romagna  delle  scosse  :  a  6*"  30"*  a.  ed  a  3*»  10°  pom.  del  28  due 
forti  commozioni  fecero  ivi  scuotere  le  imposte,  cadere  dei  calcinacci 
e  screpolare  i  muri  dei  fabbricati.  Nella  giornata  varie  repliche  ed  a 
7^  20"  a.  del  29  una  forte  susseguia  da  parecchie  deboli. 

[1045]    1861..  Febbraio  9.  Malta. 

perrbt  a.:  Xote  sur  les  tremai.  i86i,  pa^.  56  e  t863,  pa^r.  37. 

A  10**  pom.  deir  8  febbraio  a  Malta  lieve  scossa  ed  a  0^  35"  ant. 
del  9  febbraio  un'  altra  di  15'  circa  con  rombo  :  a  Valletta  un'  ala  del 


(l)  A  Norcia  e  nel  suoi  pressi  dopo  la  (grande  scossa  le  fontane  si  inarrldirono,  ma 
tosto  ripresero  ad  emettere  deUe  acque  molto  torbide. 


438  [1861] 

palazzo  del  governatore  e  qualche  casa  nei  punti  più  elevati  della  città 
furono  danneggiate.  Pare  che  questo  terremoto  si  sia  propagato  abba- 
stanza intensamente  anche  in  Sicilia,  giacché  il  Perrey  aggiunge  che 
causò  danni  a  Modica.  Ad  L^  a.  replica  a  Malta. 

[1046]    1861.  Marzo  16.  Varese  Li|^re. 

Perrey  A.:  Note  sur  les  trembl,  en  i862,  pag.  W  'estr.) 

Al  16  marzo,  verso  1**  */j  a.,  a  Genova  lieve  scossa  :  a  Varese  Li- 
gure fu  molto  forte  e  preceduta  da  intenso  rombo  e  per  tutta  la  gior- 
nata seguita  da  molte  repliche  :  comignoli  caduti,  e  muri  lesionati. 

[1047]    1861.  Maggio  9.  Città  della  Pieve  (Perugia). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  lM-55. 

Il  1^  maggio,  verso  le  3^  pom.,  nei  dintoi*ni  di  Montepulciano  scossa 
ondulatoria  stata  assai  più  intensa  nelle  confinanti  regioni  deirUmbria. 
A  2*»  53°  ant.  del  giorno  9  a  Perugia  una  triplice  scossa  della  dorata 
di  SO*  fece  risvegliare  la  maggior  parte  degli  abitanti  :  per  questo  ter- 
remoto tutte  le  case  di  Città  della  Pieve  soffrirono  danni  :  gli  ediflcii 
isolati,  come,  per  esempio,  la  chiesa  di  S.  Pietro,  furono  demoliti  :  si 
ebbero  a  deplorare  due  morti  e  vari  feriti.  A  Cetona  i  danni  furono 
pure  assai  gravi  :  nelle  chiese,  nella  caserma  dei  carabinieri  ed  in 
molte  case  si  aprirono  fenditure,  ed  alcuni  edificii  furono  puntellati.  A 
Chiusi  rovinarono  due  comignoli,  e  qualche  guasto  si  produsse  nelle 
chiese  di  S.  Francesco  e  della  Misericordia,  ed  in  alcune  case.  A  Mon- 
tepulciano la  scossa  (suss.-ond.  SE-NW  di  8»),  preceduta  da  rombo, 
svegliò  la  popolazione  e  fece  suonare  i  campanelli  :  quivi,  come  pure 
a  Chianciano,  a  Sarteano,  a  Padano,  a  Piegaro  ed  a  Monteleone  molti 
uscirono  dalle  case  :  fu  pure  forte  a  Radicofani,  ad  Arcidosso  ed  a  Si- 
nalunga,  ove  fece  cadere  qualche  comignolo. 

L'area  centrale  (fig.  16  A  :  pag.  240)  di  questo  terremoto  comprende 
Cetona  e  Città  di  Pieve,  nella  quale  ultima  città  gli  effetti  dinamici  del 
movimento  sismico  furono  più  intensi  che  non  altrove  :  ivi  nella  gior- 
nata furono  inoltre  intese  oltre  50  repliche.  In  detta  figura  ò  pure  deli- 
mitata la  zona  fortissima  o  molto  forte  B  e  la  forte  C. 

Tra  le  3^  e  le  4>  ant.  a  Perugia  due  scosse  appena  sensibili:  a 
4^  ant.  una  debole  di  30'  :  a  7**  pom.  a  Città  di  Pieve  una  violenta 
ed  altre  fino  a  2^  ant.  del  giorno  10.  A  10*^  45°^  pom.  delP  11  una  forte 
end.  a  Montepulciano  ed  a  Chinsi  :  a  0*"  15™  pom.  ivi  una  violenta  di  8.» 

Nel  giorno  13  a  Pienza,  a  Sinalunga  e  nei  luoghi  colpiti  precedente- 
mente una  scossa,  che  a  Cetona  recò  qualche  altro  danno  :  a  Monte- 
pulciano fu  forte  e  della  durata  di  5*  :  nel  21,  a  10**  pom.,  a  Chiusi  una 
leggera  e  quindi  ad  l*"  di  notte  una  più  forte  suss.,  propagatasi  a  Cetona, 


**■ 


V 


[1861]  439 

a  Sarteano  e  più  lievemente  a  Montepulciano.  Nel  22,  a  3^  a.,  una  poco 
sensibile  in  quest'  ultima  località  ed  a  7^  15"^  a.  a  Cetona  una  forte. 

[1048]    1861.  Ottobre  16.  Porli. 

QrARiNi  F.  :  /  terr.  a  Forli^  pa^r.  96-99  -  Malvasia-De  Rossi:  Documenti  ecc.,  pa^.  101  - 
pbrrey  a.:  XaU  sur  les  tretnàL  i86i,  pag.  96  >  piovene  g.:  Cron,  dei  terr,  a  Vicenza, 
pajf.  56. 

Il  16  ottobre,  a  4^  45"*  pom.,  in  Forlì  scossa  fortissima  sentita  con 
eguale  intensità  a  Forlimpopoli,  ed  a  Ravenna  e  propagatasi  anche  a 
Bologna,  a  Venezia,  a  Trieste,  a  Rimini  e  lievemente  fino  a  Vicenza. 
A  Forlì  produsse  screpolature  in  vari  muri  e  fece  cadere  moltissimi 
comignoli  :  a  Ravenna  durò  5"  e  causò  V  abbattimento  di  qualche  fu- 
maiolo e  r  apertura  di  fenditure. 

A  Ravenna,  ad  11^  45"  pom.  lieve  replica  :  aForll,  a  2*»  30"  e  6*»  a. 
del  17  due  altre  lievi,  V  ultima  delle  quali  fìi  pure  avvertita  a  Ra- 
venna. 

[1049]    1861.  Novenribre  19-28.  Potensa. 

perret  a.  :  Note  sur  les  trembl,  en  isei,  pag.  99. 

Nel  19  novembre  a  Potenza  scossa  che  causò  qualche  danno  :  nei 
fi^iorni  26  e  27  altre  molto  forti  ed  a  9**  55"  p.  del  28  una  nuova  assai 
intensa  per  la  quale  la  popolazione  usci  air  aperto. 

[1050]    1861.  Dicembre  9.  Vesovio. 

Baratta  h.  :  Il  Vesuvio  e  le  sue  eruzioni^  Roma  1897,  paf?.  152IK  -  Palmieri  L.  :  Intorno  al- 
V  incendio  vesuviano  cominciato  il  di  8  die»  i86t,  Napoli  1862  -  Perret  a.  :  Note  sur  les 
tremai.  i86i,  pa«r.  102-3  e  i862^  pa^.  108. 

Nei  giorni  5  e  6  dicembre  V  imbasamento  del  Vesuvio  fu  in  preda 
a  piccolissimi  tremiti  percettibili  ai  soli  strumenti  dell'  Osservatorio 
Vesuviano  :  al  7  le  scosse  furono  pure  avvertite  dalle  persone  :  creb- 
bero infine  di  intensità  e  di  frequenza  nel  di  8,  specialmente  dalle 
11*»  ant.  alle  2*'30"  pom.  :  alle  3**  pom.  circa  si  squarciò  il  cono  ad  1 
miglio  circa  da  Torre  del  Greco  dando  luogo  al  principio  di  una  eru- 
zione eccentrica,  che  alla  sera  del  9  si  può  considerare  come  già  ter- 
minata. A  6**  15°  ant.  del  giorno  9  a  Torre  del  Greco  una  scossa  fece 
lesionare  parecchie  case  e  chiese  ;  fu  sentita  sensibilissimamente  a  Na- 
poli ed  a  Resina.  Nella  giornata  parecchie  altre  forti  :  nel  di  10  due 
lievi  al  Vesuvio,  air  11  una  forte  (4*»  15"  sic)  e  qualcuna  nel  12-15:  5 
sensibili  al  16,  1  lievissima  al  17  :  3  al  23  :  4  al  24  :  2  al  25  :  1  al  26, 
27,  29,  30  e  31.  Nel  2-3  gennaio  1862  molte  lievi  :  nel  10,  12,  14  e  19 
iiualcuna  forte  :  al  22  altre  lievi  :  ad  11''  ant.  del  27  una  assai  forte  : 
nel  28-29  varie  lievi  e  cosi  pure  al  12,  22,  26  e  28  febbraio. 


440  [1863-1864] 


[1051]    1863.  Monteeassino  (Caserta). 

Bollettino  dell' Osserv.  del. Collegio  Romano,  1868,  pag.  61. 

Al  19  gennaio,  a  7^  ant.  circa,  a  Montecassino  una  violenta  ed  istan- 
tanea scossa  suss.  produsse  alcune  lesioni  al  monastero  :  fu  forte  anche 
a  S.  Germano,  ove  fece  crollare  qualche  vecchia  casa  ed  aprire  varie 
fenditure  nei  muri.  Fino  ad  1*»  30°  ant.  altre  7  ond.  leggere  ;  dalle 
4^  30°  alle  6*»  30°  pom.  tre  repliche  ed  a  vari  intervalli  rombi,  qual- 
cuno dei  quali  accompagnato  da  lieve  tremito.  Al  20,  fra  1**  30"  e  4^  a,, 
tre  sensibilissime  ond.  :  ad  11**  30°  ant.  una  più  forte  delle  tre  prece- 
denti ;  a  4*»  30"  pom.  replica,  e  nella  notte  varie  lievi.  Nel  21,  a 
3*»  30°  ant.,  una  sensibile  ond.  e  nella  giornata  vari  rombi  e  tremiti  : 
al  22,  a  10** 30°  pom.,  una  forte  e  alti'e  lievi;  al  23,  a  10**  15°  p.,  una 
e  poi  altre  lievi  ;  nel  24,  ft'a  1**  e  3**  ant.,  due  lievi  ;  ad  1**  pom.  una 
molto  sensibile  ed  alle  11*»  pom.  una  forte:  fra  le  10**  pom.  del  25  e 
3**  ant.  del  26  tre  scosse  e  cosi  pure  nel  di  susseguente  :  al  27,  ad 
11**  15° a.,  quattro  sensibili  a  pochi  secondi  d'intervallo,  ed  a  10** 30° p. 
del  28  una  lieve. 

[1052]    1863.  Gennaio  30.  Casanieeiola. 

OHEVALLBY  DE  RivAS:  lettera  su  di  un  terr,  ecc.  -  Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pa^.  156. 

Nel  30  gennaio,  a  0^30°  pom.,  a  Casamicciola  forte  scossa  ond. 
E-W  di  2"  che  nella  campagna  circostante  fece  cadere  qualche  muro  a 
secco  e  franare  varie  roccie  dall'  Epomeo  ;  fti  sentita  ad  Ischia,  a 
Barano,  a  Testacelo,  a  Fontana,  a  Forio,  a  Lacco  ed  anche  a  Ventotene. 

Nel  22  marzo  una  replica  a  Casamicciola  ed  al  29  aprile  due  altre, 
cioè,  una  lieve  suss.  con  cupo  rombo  a  6**  30°  p.,  e  V  altra  pure  leg- 
gera ad  8**  p. 

[1053]    1864.  Febbraio-marzo.  Appennino  Bolognese. 

Baratta  m.  :  Materiali  ecc.,  pajf.  156-57  -  chistoni  c.  :  Notizie  sui  terr.  ecc.,  paff.  5-6  - 
PERREY  A.  ;  Xote  sw  les  trembl.  i864,  pag.  49-51  e  53-55. 

Al  7  febbraio,  a  7**  45™  pom.,  a  Modena  diverse  scosse  ond.  a  10-12» 
d' intervallo,  la  seconda  delle  quali  più  forte.  Nel  giorno  8,  a  6**  55°*  p.. 
in  Modena  due  altre  ond.  N-S  a  5-6'  d' intervallo  :  questo  terremoto  a 
Castel  d'  Alano  (Vergato)  fu  forte  a  SE-NW  :  ivi  furono  sentite  molte 
scosse,  alcune  delle  quali  fortissime  anche  a  Vergato,  a  Pradura,  a 
Sasso  e  specie  a  Porretta,  ove  al  7  ne  furono  avvertite  più  di  40  tra 
ond.  e  suss.  sempre  precedute  ed  accompagnate  da  rombi  più  o  meno 
intensi.  L'  area  mesosismica  di  questo  terremoto  è  delineata  nella  car- 
tina 34  a  pag.  362. 

Seguirono  le  seguenti  repliche  : 

9  febbraio)  3«*  a.  e  12»*  merid.  a  Castel  d' Aiano  altre  -   iO)  4^  30™  p.  una 


ri864]  441 

forte  -  i2)  7"  a.  e  4"  p.  due  altre  -  i3)  8^  a.  e  i4)  9''  a.  due  mediocri;  Della 
notte  i-i-i5  a  Vergato  quattro  mediocri,  state  perù  più  intense  a  Porretta  - 

i'-\  i*"  ly"  p,  a  Modena  due  end.  sensibilissime  -  18)  11"*  a.  a  ^' '- 

^'nsiMle  sentita  anche  a  Savìgnano  ■  i9  a  Villa  d'  Alano  nel) 
brusche  scosse:  a  Porretta  altre. 

Afarto  9)  l*"  a.  a  Parma  usa  forte  e  T"  a.  una  lieve. 
Al  15  marzo,  a  2^  45""  ani.  a  Modena  fu  sentito  un  terrei 
snitd  di  una  serie  di  riprese  isolate  a  brevi  intervalli  le  une 
e  della  durata  totale  di  15"  circa  :  le  prime  furono  or 
Mitre  SUS9..  e  quindi  ancora  ond.  A  Vergato  tali  Bcosse  fi 
violenti  e  precedute  da  ben  distinto  rombo:  causarono  pan 
e  guasti  considerevoli,  cioè  danni  in  molte  case,  caduta 
>nioli  e  di  una  cornice  di  pietra  del  campanile.  A  Tolè  (fl 
^ato).  a  Savignano  (fraz.  di  Tavemoia  Reno)  e  specie  a  2 
remoto  ebbe  la  stessa  intensità  e  fece  cadere  il  campa 
comignoli,  ed  aprire  fenditure  nei  muri  della  chiesa  (v 
pag.  362),'  A  Pracchia  ed  a  Porretta  fu  molto  forte,  e  cosi 
naglione.  A  Firenze  la  scossa  fa  brusca  ed  a  3  riprese  ;  a 
{iresentò  3  ond.  a  25'  d'intervallo  con  la  2'  più  intensa.  F 
Parma,  a  Reggio  e  leggermente  a  Mantova  ed  a  Vicenza. 

Al  16  marzo,  a  4''  ant.,  a  Borgotaro  mediocre  scossa,  « 
una  lieve  :  nella  notte  alcune  a  Vergato  ed  a  Modena  :  ne 
n  Bologna  nella  mattina  del  4  aprile  ancora  alcune  ond.  a 

tl064]    1864.  Dicembre  12. 
RiHATTA  U.:  Sla/erlall  ecc.,  pag.  157  -  Tcnin;T 

A  4"  49"  32*  pom.  a  Firenze  scossa  ond,  di  10*  circa,  ci 
bile  a  Bologna  e  lederà  a  Modena  :  a  5"  òS"  pom.  a  Firens 
lieve,  ed  a  e""  50°  p.  una  terza  appena  sensibile.  Nel  Mug 
Barberino,  a  Scarperia  ed  a  Firenzuola  dalle  5"  poni,  cin 
notte  fra  il  12  e  13  ne  furono  sentite  circa  13,  specie  fra  le 
i  danni  quivi  arrecati  non  furono  tanto  considerevoli  ;  il  < 
iiii  stato  presso  Firenzuola  (Hg.  2,  pag.  97), 

[\(&Sl    1864.  Dicemttre  2i  o  31.  S.  Nioadr*  Qarganieo 

h^»^^TA  M.:  Sull'altictla  sismira  nella  Capllaiiala,  pair.  11-15-  Palmikki  L.  : 
a  proposito  (tei  lerr.  di  S.  Xlra/iitro  -  Pkhhev  a.  ;  Xole  )ur  les  treiiibl,  eec 
Tii.  SS,  m,  ta,  03,  -!se  ea. 

Intorno  al  periodo  sismico  che  scosse  un'area  limitatissi; 
.1  S.  Nìcandro,  il  Perroy  reca  le  seguenti  notizie  : 

Febbraio  22)  a  S.  Nìcandro  scossa  ond.  di  2'  intesa  anche  a  3 
nttù  —  Marzo  23)  V'  di  notte,  una  ond.  simile  alla  precedei 
furie  —  Aprile  S)  2^  a.,  circa,  una  verticale  intesa  Ano  a  Foggi 


guita  da  altra  più  breve  -  S**  30™  p.  a  Manfredonia  brusca  scossa  assai  forte  i 
sentita  anche  a  Munte  S.  Angelo  (suss.-ond.)  ed  a  Foggia  (ond.  3  sec.)  —  I 
Maggio  i2)  ei-SO"  p.,  a  S.  Nicandro  una  verticale  seguita  da  altra  ond,  ' 
assai  forte.  Nel  mese  altre  scosse  leggiere  —  Giugno  tS)  df"  a.,  una  forto  a 
S.  Nicandro.  —  Settembre  14)  altra  forte  -  22)  2^  sera,  una  ond.-suss.  di  4* 
assai  forte,  sus'^eguita  da  due  altre  meno  intense  —  Dicembre  30)  21  scossa'  I 
-  Si  [o  forse  50]}  una  che  danneggiò  le  abitazioni. 

Secondo  notizie  da  me  pubblicate  la  maggiore  scossa  sarebbe  avve- 
nuta ni  28  dicembre  verso  l*"  pom.  con  danno  di  tutte  le  case  del 
paese  e  sarebbe  stata  seguita,  dopo  2-3'°.  da  replica  meno  intensa. 

Le  maggiori  scosse  di  questo  periodo  furono  intese  anctie  a  I.«sìna 
ed  a  Vieste  :  oltre  a  movimenti  sismici  fhrono  sentiti  in  S.  Nicandro 
anche  dei  rombi  isolati. 

Il  Prof.  Palmieri  dice  che  dal  maggio  1864  al  maggio  1869  io  S.  Ni- 
candro furono  contate  58  scosse. 

[1056]    1865.  Luglio  19.  Elu  (Regione  Macchia). 

Sri.ì'E9TKi  o,  :  Relaz.  sopra  t  trem.  dell'Etna  - 1  fenom.  vulc.  presentati  dall'Etna  tul  ises-tìe 
ecc.,  pa^.  Sia-lS  -  Okabs)  il.-.  Retai,  star,  ed  osierv.  sull'erui.  tUll.Elna  del  i865  ecc. 
pag.  «-81. 

Il  30  gennaio  1'  Etna,  dopo  un  parossismo  geosismico,  si  squarciò 
in  un'altra  regione  (2.200  m.)  del  fianco  ENE  fino  alla  base  di  Monte 
Frumento  dando  luogo  ad  un  fragoroso  incendio:  con  lo  scadere  del 
giugno,  terminò  l' ultima  fase  eruttiva,  cui  tenne  dietro,  dopo  una 
tregua,  un'accentuata  serie  di  scosse  di  terremoto  :  la  più  notevole  delle 
quali  avvenne  a  2''  ant.  della  notte  18-19  luglio.  Il  movimento  del 
suolo,  preceduto  da  fortissimo  rombo,  risultfì  di  un  formidabile  urto 
suss.  istantaneo,  seguito  da  un  accentuato  movimento  ond.  &W.  L'area 
di  massimo  scuotimento  (fig.  53)  si  trova  alla  base  delle  colline  (tim/je. 
Salice  e  Muacarello,  nel  territorio  di  Giarre  e  specialmente  nella  loca- 
lità detta  Fondo  di  Macchia,  dal  paese  di  tal  nome  che  vi  è  prossimo: 
è  essa  alquanto  ristretta,  della  ^larghezza  di  quasi  un  chilometro  e 
della  lunghezza  di  circa  7.,  longitudinalmente  diretta  da  WNW  ad  ESE 
dalla  base  di  detti  monti  fino  quasi  al  mare.  Al  di  qua  ed  al  di  là  di 
tale  zona  la  scossa  si  fece  seutire  nei  centri  abitati  piii  o  meno  pros- 
simi :  verso  tramontana  a  S.  Alfio,  a  S.  Giovanni  e  con  intensità  suc- 
cessivamente decrescente  tino  all'Annunziata,  a  Mascali,  a  Piedimonic  j 
e  verso  mezzodì  a  S.  Ven^^rina,  a  S.  Leonardello  e  lei^ermente  lino 
ad  Acireale  :  si  può  dire  che  oltre  ad  un'area  con  il  raggio  di  20  chi- 
lometri a  partire  dalla  base  dei' citati  monti,  il  suolo  non  abbia  parte- 
cipato all'  interna  convulsione  :  a  Catania,  p.  e.  essa  passò  affatto  inav- 
vertila. Il  Fondo  di  Macchia  sperimentò  la  maggior  violenza  del  mo- 
vimenlo  sismico,  che  ivi  fece  atterrare  totalmente  il  villaggio  omonimo, 


[1865] 


443 


le  cui  90  case  fttrono  ridotte  in  un  mucchio  di  macerie  :  dei  200 
abitanti  w  salvarono  solo  quelli  che  si  trovavano  fuori  dagli  edificii, 
A  52  ascesero  i  morti  ed  a  45  le  persone  più  o  meno  gravemente 
ferite. 

li  paese  di  Macchia,  a  poca  distanza  dalla  zona  di  massimo  scuo- 
timento, andò  immune,  mentre  a  Baglio,  a  Rondinella,  a  Scarronazzi, 
a  S.  Yenerina  il  numero  delle  case  distrutte  fu  ragguardevole,  ma 
molto  minore  che  al  Fondo  :  poche  furono  quivi  le  vittime.  A  Mangano 
a  S.  Leonardello  gli  effetti  furono  minori  :  ivi  le  case  ftirono  sconnesse 
e  rese  minacciose  di  rovina. 


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FiG.  53. 

La  grande  scossa  del  19  aprile  non  fa  la  sola  che  commosse  tale 
regione  :  sulla  stessa  zona  con  un  raggio  di  20  chilometri  e  ritenuto 
per  centro  il  Fondo  Macchia,  furono  sentite  con  intensità  diversa  altre 
tre  scosse,  1'  ultima  delle  quali  a  3**  ^/g  pom.  :  nella  notte  23-24  luglio 
fu  scosso  fortemente  anche  Piedimonte  e  Linguaglossa.  Nel  di  25  del 
mese  altre  4  scosse  più  o  meno  leggiere  ed  al  26  due  fortissime  agi- 
tarono il  Fondo  Macchia  ed  i  luoghi  limitrofi  :  e  con  eguale  intensità  e 
con  moto  suss.  si  ripeterono  nel  di  28.  Nella  notte  31  luglio-l<*  agosto 
due    scuotimenti  urtarono  maggiormente  S.  Yenerina  con  replica  a 


444  [1865  - 1866] 


2^  ant.  del  2  agosto.  Si  può  dire  che  il  buoIo  sia  stato  continuameDta 
tormentato  a  brevi  intervalli  di  tempo  da  oscillazioni  ond.  fino  al 
giorno  8  agosto.  Nel  9  altre  tre  scosse  :  la  prima,  avvenuta  ad  l'*  ant.. 
e  la  seconda  alle  6*"  ant.  furono  maggiormente  intense  a  S.  Venerina, 
a  Mangano  ed  a  S.  Leonardello.  Verso  1*"  ant.  del  10  agosto  la  popo- 
lazione si  mise  in  grande  timore  per  una  forte  scossa,  segata  da  due 
repliche  a  3^  pom.  ed  a  10^  pom.  del  18,  che  fecero  fuggire  molti  abi- 
tanti dalle  proprie  case  :  ciò  fu  un  bene  perchè  nel  giorno  successivo 
(10),  ad  l*"  Vs  pom.,  una  forte  scossa  suss.-ond.  produsse  danni  rag- 
guardevoli in  Acireale  e  più  specialmente  fece  cadere  dei  fabbricati 
nelle  contrade  Carrico  e  Mortara  estendendosi  a  3-  Tecla,  a  Pileri,  a 
Zuccanazzi,  cioè,  in  tutta  la  costa  marittima  Acense.  In  seguito  fino  al 
23  agosto  qua  e  là  varie  scosse,  le  quali,  benché  leggiere,  pure  servi- 
rono a  mantenere  per  molto  tempo  gli  abitanti  in  continue  e  gravi 
apprensioni. 
• 

[1057]    1865.  Settembre  21.  Città  di  Castello  (Perugia). 

Pekrey  a.:  Note  sur  les  trembl.  i86B^  pag.  102  -  Scarpellini  C. :  Terr.  avvetwti  in  alcuiie 
città  a' Italia  nel  i865  e  isee  ecc. 

Al  21  settembre,  a  9**  50™  pom.  ad  Urbino  forte  scossa  ond.  NW-SE 
di  8*;  a  Perugia  ed  altrove  neir  Umbria  fu  fortissima  ond.  di  8»,  se- 
guita da  5  altre  mediocri.  Nella  parte  alta  della  città  caddero  parecchi 
tetti  ed  un  gran  numero  di  comignoli  :  a  Città  di  Castello  fecero  invece 
tali  scuotimenti  rovinare  varie  case  e  produssero  danni  gravi.  Al 
22,  a  3^  15°»,  a  4^  15™  ed  a  6**  ant,  e  poi  ad  V  52",  a  3*»  15™  ed  a 
10**  3™  pom.  altre  leggiere  :  a  3^  ant.  del  23  una  ond.  e  nei  giorni  26 
27  e  28  altre. 

Dal  21  al  24  in  Val  di  Pierla,  presso  Cortona,  parecchie  scosse  for- 
tissime e  repliche  fino  al  5  ottobre. 

Nell'ottobre  1  e  2  a  Perugia  parecchie  leggiere  ad  intervalli  ed  altre 
nella  notte  del  3  e  del  5,  nella  mattina  del  6  e  del  15  e  nella  sera 
del  16. 

[1058]    1866.  Febbraio  1  e  21.  Le  Vene  (Spoleto). 

Secchi  A.  :  Sur  des  tremhì.  ecc. 

Il  22  gennaio  a  Spoleto  una  scossa  :  al  1°  febbraio  alle  «  Vene  »  (sor- 
genti del  Clitunno);  presso  Spoleto,  alcune  scosse  molto  forti  ed  altre 
nel  di  21  e  poi  nel  17  marzo.  Queste  scosse  fecero  aprire  delle  lesioni 
considerevoli  nell'abitato  e  varie  fenditure  nel  suolo  :  furono  molto  lo- 
calizzate, poiché  a  qualche  chilometro  di  distanza  furono  percepite  solo 
lievemente. 


f 


-  r 


[1866  - 1867]  445 


1050]    1866.  Agrosto  11.  Monte  Baldo  (Verona). 

barktta  G.  :  Fenom.  fisici  in  Monte  Baldo  -  Relaz.  descritt.  ed  analisi  scien.  dei  femmeni 
.nsico-ifeoìooiei  in  Monte  Baldo  ecc. 

Sui  primi  di  aprile  a  Cassone  cominciarono  a  sentirsi  intensi  rombi 
e  vari  tremiti  del  saolo,  nel  giorno  13  giugno  una  forte  detonazione 
con  scossa  suPR.-ond.  dalla  parte  della  riviera  tra  Malcesine  e  Castel- 
letto con  propagazione  del  movimento  alle  acque  del  Garda,  fino  alla 
sponda  lombarda.  Per  tre  settimane  successive  furono  meno  intensi  e 
frequenti  i  rombi  ed  'i  tremiti  che  scuotevano  i  caseggiati  di  detti 
luoghi.  A  mezzanotte  dell' 11  agosto  la  popolazione  di  questi  paesi  fu 
svegliata  da  una  forte  detonazione,  seguita  da  terremoto  che  fece  ca- 
dere molti  camini,  vari  architravi  e  porzioni  di  muri  :  nella  notte  si 
sentirono  centinaia  di  rombi.  Per  tale  terremoto  si  determinarono  dei 
grandi  scoscendimenti  di  macigni  e  si  dovette  puntellare  la  Chiesa 
dei  SS.  Benigno  e  Caro.  Al  V  novembre  forte  detonazione  e  tremiti 
del  suolo  :  nel  pomeriggio  del  giorno  7  altra  con  scossa  ond.  ed  al- 
Talbeg^iare  deir8  un  analogo  fenomeno  risvegliò  la  popolazione.:  fu 
seguito  da  rombi  di  minor  intensità  per  circa  15°".  Il  centro  di  questi 
fenomeni  parve  al  Baretta  essere  stato  presso  le  vette  sovrastanti  a 
Cassone. 

;i060]    1867.  Agosto  15-16.  Casamiceiola  (Isola  d*  Ischia). 

mercalli  O.  :  Z'  Isola  d' Ischia  ecc.,  pag:.  117. 

Nella  notte  del  15-16  agosto  (0**  */«  ant.)  forte  scossa  che  cagionò 
(lualche  lesione  nelle  case  di  Casamicciola  :  quantunque  sentita  più  leg- 
germente nelle  altre  parti  dell'  isola  si  propagò  anche  fino  a  Napoli. 

[1061]    1867.  Novembre  1.  (»)  Siena. 

Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  p&g,  159. 

A  5"»  15"  pom.  del  1*  novembre  a  Siena  una  forte  scossa  che*  incusse 
panico  generale;  fece  suonare  i  campanelli,  dare  alcuni  tocchi  alla 
campana  del  «  Mangia  »  e  rovinare  uno  o  duo  comignoli.  Due  lievi 
repliche,  avvertite  da  pochi  a  2^  ed  a  4**  pom.  del  giorno  dopo. 

[1062]    1867.  Novembre  13.        Aaletta  (Salerno)  e  Marlgliano  (Caserta). 
Ukrgauj  O.  :  Vulc,  e  Jcnom.  vulc.  ecc.,  pa^p.  267. 

Al  13  novembre  a  Marigliano  alcune  scosse  fortissime  :  poco  dopo 
ad  Aaletta  tre  di  eguale  intensità. 

11063]    1867.  Novembre  25.  Refiina,  Torre  del  Greco  (Napoli). 

Baratta .M.:  Materiali  ecc.,  pag.  155  -  Perrey  a.:  Tremiti,  ecc.  Ì866-67,  pa^?.  196-97. 

Nei  giorni  3,  13,  14  e  22  al  Vesuvio  parecchie  scosse  :  al  25  Torre 


,1)  per  errore  di  stampa  nel  mio  citato  lavoro  fu  attribultn  al  (riorno  7. 


del  Greco  fa  b1  violentemente  commosso  che  la  popolAzione  sì  credeva 
di  veder  rinnovati  i  disastri  del  1861  :  nella  notte  25-26  molti  scaoti- 
menti  a  Kesina  :  non  causarono  danni  rilevanti,  tranne  la  caduta  di 
una  scala  di  ana  casa  ed  una  grrave  fenditura  in  un'altra.  Nel  1868. 
specialmente  nei  giorni  3,  5.  8,  9,  10  e  12-23  gennaio  varie  altre. 

[1064}    ISftS.  Febbraio  20.  HalMsi»  (VeronR^. 

Uescalli  a.  :  Vule.  e  fenom,  vulr.,  pag.  268  -  Ooiban  :  st.  lUm.  ecc.,  pag.  V2». 

Il  Mercalli  scrive  che  durante  il  gennaio  e  febbraio  al  Monte  Baldo, 
specie  a  Malcesine,  furono  sentite  quasi  giornalmente  delle  acoEse.  al- 
cune delle  quali,  in  modo  preclpao  nel  di  20,  fortissime.  Il  Goiran  non 
ricorda  questo  terremoto  ma  solo  una  scossa  stata  forte  a  Riva  alle 
10"  pom.  del  22  maggio,  sentita  pare  a  Rovereto  ed  a  Condino,  od 
altra  a  IO**  30"  pom.  del  23  (non  sarà  la  stessa?)  intesa  a  Verona,  a 
Malcesine,  a  Cassone  ed  in  tutta  la  catena  del  Baldo. 

[1065]    ISftS.  Giugno  17.  H«Bl«  AaisU  (Senese). 

Baratti  M.  :  Uattrtalt  ecc.,  pag.  150. 

A  3"  ant.  del  17  giugno  a  Siena  lieve  BC0B8,a  ond.  W-E  :  fa  violen- 
tissima nel  paesi  del  monte  Amiata.  le  cui  popolazioni  furono  molto 
spaventate,  avendo  ivi  quasi  tutte  le  case  ricevuto  qualche  danno. 

[1066]    1869.  Febbraio  7.  Siena. 

PONDELLT  V,  :  Dtlla  probabile  origine  del  lerr.  ecc.,  pag.  3-4  e  83  -  Peurby  :   .Vote  sur   Ut 
trembl.  isea,  pag.  51. 

Circa  le  &•  ant.  del  7  febbraio  in  Siena  cupo  e  sotterraneo  rombo 
seguito  da  fortissime  scosse  di  10',  che  fecero  ondeggiare  le  fabbriche 
e  spaventare  tutti  1  cittadini  :  ad  ana  breve  pausa  tennero  dietro  altre 
riprese. ond.  per  8',  e  quindi,  dopo  un  intervallo  di  qualche  minuto, 
altre  ancora  più  violenti  per  11*,  dapprima  ond.  poi  susa.  Queste  com- 
mozioni fecero  suonare  i  campanelli,  cadere  una  quantità  di  comignoli 
ed  alcune  statue  dai  loro  piedestalli. 

Furono  violenti  a  Fontebecchi  ed  a  Monteliscai  :  arrecarono  allo 
fabbriche  situate  fuori  di  Porta  Pispini  e  specialmente  a  quelle  di 
P."  Romana,  danni  maggiori  che  non  i  terremoti  del  1859  (vedi  N.  1040'i. 

Questo  terremoto  si  propagò  lievemente  fino  ad  Arezzo,  a  Firenze 
ed  a  Perugia. 

Nel  giorno  8,  a  6''  30*"  ant.  lieve  scossa  a  Siena  ed  altra  ond.  a 
2*-  45°'  pom.  del  13  marzo. 

[1067]     1869.  Pebbraio  13.  Alwu. 

l'ERKEv  A.:  yo/e  sur  Ics  treiiihi.  ecc.  tH69:  iiag.  Til. 

A  4''  pom.  di  detto  giorno  scossa  suss.  molto  forte. 


[18G9]  44T 

[1068]    I8S9.  Marzo  31.  Sai  flivvsnni  Rotood*  (Foggia). 

BiinTTA  M.  :  ShU'oII.  slim.  In  Capitanala,  pag.  15  [entr.] 

Al  31  marzo,  verso  le  2  pom.,  a  San  Giovanni  Rotondo  scossa  ausa. 
(li  4*  che  fece  lesionare  molti  fabbricati  e  cadere  un  comignolo.  A 
S.  Marco  In  Lamie  fa  abbastanza  forte,  ma  tale  però  da  non  prodarre 
danni  gravi  come  a  S.  Giovanni  Rotondo.  Si  propagò  in  tW  '  "  " 
ed  anche  in  provincia  di  Benevento. 

[106»]    ms.  Giugno  25.  Vergalo,  Z«i»,  Culo  ( 

BiHtTTA  U.  :  Materiali  ecc.,  pag.  82  -  Chistom  C.  :  Notule  tut  lerr.  ecc.,  pe 

Il  giorno  25  giugno,  a  2''  58"  p.,  a  Modena  scossa  a  va 
sì  ebbe  dapprima  nn  arto  bubs.  di  2-3',  quindi,  dopo  una 
licbe  ondulazioni  S-N  :  la  dnrata  totale  del  tenomeno  ta 
11-12'  :  fu  seguito  da  forte  rombo  e  fece  cadere  in  citt&  ( 
mai  nolo. 

Fa  fortissimo  a  Vergato,  a  Marzabotto,  a  Zocca,  a  Capi 
vicini,  ove  vennero  rovinate  alcune  casupole  :  nella  prima 
ebbero  m  deplorare  2  vittime  e  2  feriti  in  uo'altra.  A  Ca 
di  Caaio-Casola,  la  scossa  ta  seguita  da  due  più  lievi  ed  a: 
seusibili  al  castello,  atterrò  7  comignoli,  diverse  porzion: 
parte  dell'antichissima  torre  comunale.  A  Bologna  fu  forU 
ili  10"  :  fu  pure  forte  e  bubs.  a  Firenze,  a  Vicenza  (N-S),  mi 
f  leg^rmente  fu  sentita  a  Siena,  Forlì,  Urbino  e  forse  an 
Ki>lla  figura  34  (pag.  362)  con  B  è  delimitata  la  zona  me 
con  B'B'  parte  dell' isosisma  fortissima. 

[l<no]    ISS».  Settembre  26.  San  Geminiai 

l>EHiieT  :  ìfote  tur  lei  frenai.  Iseo,  pag.  81-%  «  isto  pag.  W. 

n  24  settembre  a  Slena,  a  S.  Geminiano,  a  Colle  V: 
Castel  fiorenti  no,  a  Volterra,  a  Certaldo  ed  a  Poggibonsl 
'CWnoe  10  ott.,  pag.  417). 

Al  26,  a  6^  2.1°'  pom.,  a  Siena  nna  lieve  scossa  avverti 
S.  Geminiano,  a  Certaldo  ed  a  Poggibonsl,  ove  fa  seguita 
repliche  meno  sensibili:  alle  9''45"'  pom.  circa,  a  Slena  un; 
«lata  fortissima  euss.  nelle  snccitate  località,  (ove  la  mi 
ilclle  case  ftirono  danneggiate)  e  specialmente  nella  parte  ! 
miniano  in  cui  due  edificìi  fVirono  rovinati.  Tale  scossa  fu 
\nmente  anche  a  Firenze. 

Nella  notte  in  Siena  varie  repliche,  state  più  intense  a 
Po^lbonsi  ed  a  San  Geminiano  e  meno  a  Colle  Val  d'Elf 
tioreutino  ed  a  Volterra. 


Nelle  stesse  località  a  2' 
forte  con  rombo.  A  Siena  i 
a  3"  15"  ant.  del  28. 

[1071]     18B9.  Novembre  28.  nviiwie 

Merculll  Q.:  I  UT:  della  Calaòrla  ecc.,  pag.  63-8S  -  Pbhxby  a.  :  ffoU  sur  tet  tremi/!.  r~ 

ise9,  ecc. 

A]  30  gennaio  (S*  a.)  ed  al  21  febbraio  {7"  a.)  a  Catanzaro  2  scos^ee 
ond.  ed  an'altra  forte  a  2"  IS™  ani.  del  30  loglio  :  una  a  Reggio  ed  a 


Fio.  54. 

Catanzaro  al  22  agosto,  10"  15"  pom.  ;  al  28  agosto,  verao  mezzanotte 
fu  scosso  molto  fortemente  Pizzoni  :  al  12  settembre  (e*"  IG"  a.)  lejr- 
giermente  Catanzaro s  ai  21  novembre  (l*"  30™  ital.  notte)  Cosenza;  al 
Ut)  la  Calabria  Ullcriore  ed  infine  al  28   a    Monteleone  terremoto   vin- 


[1869]  449 

Lentissimo  N-S  di  7*  con  rombo  che  fece  rovinare  alcune  case  mal 
ostruite. 

Fu  molto  forte  a  Mileto,  a  Nicotera,  a  Soriano,  a  Pizzoni,  a  Fila- 
elfia,  a  Monterosso,  a  Pizzo,  in  tutto  il  circondario  di  Monteleone  ed 
1  quello  di  Nìcastro  fino  a  Tiriolo  :  fa  meno  avvertito  nel  circondario 
ì  Catanzaro,  meno  ancora  in  Cosenza  e  da  pochissimi  a  Castrovillari. 
"a  forte  a  Laureana,  a  Polistena,  ad  Oppido,  a  Serrata  ed  a  Chiara- 
alle  :  meno  forte  a  Cotrone,  appena  avvertito  a  Reggio  e  solo  sensi- 
bile a  Messina. 

Nella  cartina  (flg.  54)  sono  delimitate  oltre  al  centro  superficiale 
V.  le  principali  linee  isosismiche,  cioè:  B  la  molto  forte  :  C  la  forte: 
j  la  sensibile  ed  E  la  lieve. 

Rkplichb  —  Alle  8»»  33~  p.  del  28,  ed  a  1*»  p.  del  29  a  Monteleone  due 
n<)lto  forti  :  nella  notte  29-30  altro  tre  abbastanza  sensibili  ;  3^  44*^  a.  del 
r  dicembre  una  lieve,  8**  45"  a.  una  più  sensibile:  Ù^  44™  a.  del  6,  3*»  53™  e 
ì^  ir>«  a.  del  7  e  nella  notte  7-8  altre  lievi  :  a  1*»  13""  p.  deir8  una  forte  ed  a 
|b  49m  p^  una  lieve:  nella  notte  8-9  parecchie  leggerissime  e  cosi  pure  a 
,^  43™  e  2^  43"»  p.  del  9  ed  a  4»»  51»  a.  e  9^  11™  p.  del  10  :  le  ultimo  duo 
'on  rombo  :  nel  14,  a  7^40™  p.  e  nel  lo,  u  5**  10™  a.,  0**  54™  p.  tre  lievi  :  nel 
ciorno  15  una  abbastanza  forte  a  Reggio  :  nella  notte  15-16  a  Monteleone 
ilcnne  leggerissime:  nel  18  altre  in  Calabria:  a  9^  40™  p.  del  25  una  leg- 
gerissima a  Monteleone,  ove  a  5**  4™  p.  del  26  ed  a  4^  55™  a.  del  28  se  ne 
'ihljero  altre  leggiere. 

C<mtìnuarono  ancora  a  farsi  sentire  scosse  leggerissime:  nel  31  gennaio 
I^GO  a  10*»  30™  a.  una  lieve  n  Catanzaro  :  a  11*»  30™  a.  del  5  marzo  una  iden- 
ira  a  Monteleone  e  cosi  pure  a  11^  15™  a.  delT  11  aprile:  a  Catanzaro  se  ne 
?bbe  una  anche  lieve  a  2»  40™  p.  del  15  giugno. 

[1072]    1S69.  Novembre  29.  AosU  (Piemonte). 

BjII.  mens.  di  MoìicaUert,  voi.  IV,  fase.  12,  pagr.  151,  1869. 

Al  29  novembre,  a  5^  38™  poro,  ad  Aosta  scossa  ond.  alquanto  in- 
tensa che  fece  tremare  i  vetri  delle  finestre. 

[1073;     1869.  Dicembro  13.  Sassnolo  (Modena). 

B\rn.TTA  M.  :  Materiali  ecc.,  papr.  160  -  Chistom  C.  :  Notìzie  sui  terr.  ecc.,  pa^.  T  -  Pkrrey  : 
Xnte  sur  ìes  IrembL  iseOy  paf?.  112-13. 

A  3**  53™  a.  a  Modena  due  fortissime  detonazioni,  seguite  da  energici 
nrti  SU88.,  cui  tennero  dietro  lunghe  e  forti  ondulazioni  S-N  di  lo* 
vnn  rombo  :  tale  terremoto  causò  qualche  danno  a  Sassuolo  :  nei  monti 
|.r«-s.s')  Vezzano  si  apri  ima  lunji^ii  e  profonda  fenditura.  A  Re{.^.i,no  la 
-.Mssa  fu  più  forte  (ond.  ESE-WNW)  elio  non  a  Parma,  ove  fece  risvc- 
•;:liare  parecchie  persole,  f(.»ce  suonare  qualche  campanello  ed  arrostare 
•lei  pendoli.  Fu  piuttosto  intensa  a  l'errara  (ond.  20')  e  lieve  a  Bolo^Mia, 

Baratta  :  Terremoti  ecc.  2J) 


••"k-r-  ^  T-i-^i»*, 


450  [1870J 

• -     «■ ■--■■■     ■ 1 — ' — ■ " 

(ond.  NNE-SSW),  a  Verona  (due  riprese  E-W),  a  Padova  (2  ripreso), 
a  Genova,  ad  Urbino  ed  a  Forlì  (ond.  NE-SW),  secondo  il  Gaarinl 
(op.  cit.,  pag.  101). 

[1074]    1870.  Febbraio  8.  Ancona. 

Baratta  m.  :  Materiaìi  ecc.,  pag.  161  -  boulard:  Extrait  d' une  lettre  ecc. 

A  5^  30"^  pom.  deirs  febbraio  in  Ancona  violenta  scossa  suss.-ond. 
W-E  di  10'  che  causò  panico  generale,  fece  cadere  dei  comignoli  e 
produsse  in  ogni  casa  delle  screpolature  :  in  qualche  edificio  di  Capo- 
dimonte  i  danni  furono  più  rilevanti.  Nel  fabbricato  della  Corte  d'Ap- 
pello si  ebbero  non  lievi  lesioni.  Nel  contado  crollò  la  sommità  del 
campanile  della  Chiesa  delle  Grazie.  Ad  Osimo  si  ebbero  notevoli  scx)n- 
nessioni  negli  edifici!  :  a  Gallignano,  al  bivio  della  strada  che  conduce 
a  Polverigi,  cadde  un  gruppo  di  casette  e  fu  danneggiata  la  chiesa. 
Tale  scossa  fu  fortissima  a  Loreto  ;  forte  a  Macerata,  a  Iesi,  a  Sini- 
gallia  ed  a  Urbino  (Serpiebi  :  op.  cit.,  voi.  I,  pag.  158)  :  lieve  a  Fano 
ed  a  San  Benedetto  del  Tronto. 

[1075]    1870.  Giugno  20.  Ittiredda  (Sardegna). 

Conti  :  Mem.  e  ttat.  sui  terr.  ecc.,  paf^.  36. 

A  9**  22"  ant.  del  20  giugno  ad  Ittireddu  (Ozieri-Sassari)  scossa  forte 
di  5'  con  leggiero  rombo. 

[1076]    1870.  Giugno  24.  Oriente. 

PERRBY  A.  :  Note  sur  les  treml>l.  i87o,  pag.  10&-11. 

Verso  le  6*»  pom.  un  intensissimo  terremoto  colpi  l'Oriente  ed  in 
special  modo  V  Egitto  e  l'Asia  Minore  con  probabile  epicentro  nel 
Mar  Rosso.  Si  propagò  pure  in  Italia  ove  fu  sentito  verso  le  5**  15-30"* 
pom.  a  Locorotondo  (ond.),  a  Bari  (*),  a  Catanzaro  (forte  E-W),  a  Reggio 
(leggiero),  a  Messina  (forte  ond.),  ad  Acireale  (ond.  a  3  riprese,  lungo.' 
a  Catania  e  specialmente  a  Vizzini  e  Caltagirone.  Riguardo  a  Mineo  il 
signor  C,  Guzzanti  mi  comunicò  che  nelle  ore  pom.  di  detto  giorno  fu 
sentita  una  forte  scossa  che  causò  lievi  danni  :  la  quale  notizia  riguarda 
certamente  il  terremoto  in  discorso,  che  inoltre  fu  registrato  dai  sismo- 
grafi dell'Osservatorio  di  Napoli  (suss.-ond.  NW-SE  :  6*»  16**  22»  pom.) 
e  forse  fu  avvertito  anche  ad  Urbino. 

[1077]    1870.  Ottobre  5.  Cesenza. 

Conti  d.  :  Mem.  e  stat.  sui  terr.  ecc. 

Abbiamo   visto   che   la   Calabria   Ulteriore   (specialmente  i  dintorni 


(1)  A  Locorotondo  ad  1  ora  pom.  circa  dello  stesso  ^riorno  era  Qtata  avvertita  urja 
prima  scossa  ond.  :  a  Bari  una  a  ore  l,»)  pom. 


Lv-tY.r./'' 


[1870]  451 

■  ■■!  Il  .1.-  I.I..  I  I  I  I—       II.  .  - 

di  Monteleone  e  di  Catanzaro)  sulla  fine  del  1869  fu  agitata  da  un  vio- 
lento periodo  sismico  (N.  1071)  :  ora,  mentre  l'attività  andava  quivi 
assopendosi,  reiterate  scosse  urtarono  di  tempo  in  tempo  la  Calabria 
Citeriore:  al  9  marzo  (9**  45°»  a.)  a  Cosenza  ne  fa  sentita  una  ond.  di 
2*  propagatasi  anche  nei  paesi  dei  dintorni  :  a  5^  pom.  del  18  una  più 
lieve  e  cosi  pure  a  9*»  45"  pom.  del  6  aprile  (ond.  2"')  :  a  9^  45"  pom. 
deil'8  maggio  se  ne  ebbe  una  suss.-ond.  di  1%  ed  all'alba  del  25  una 
forte  di  4%  poi  due  lievi  ad  11**  30"  e  11^  35"  (ant.  o  pom.?)  del  24 
pugno,  una  ond.  di  4*  a  6*  10"  pom.  del  28,  una  lieve  a  11^  40"  ant. 
dei  9  luglio  ed  altre  due  della  stessa  intensità  a  4^  (ond.)  e  5*"  ant. 
suss.  4")  del  16  ed  a  9**  25"  pom.  del  14  settembre. 

A  5*»  55"  pom.  del  4  ottobre  a  Cosenza  gagliardissima  commozione 
nnd. -suss.-ond.  della  durata  di  12-30*  :  fu  preceduta  da  un  rombo  lun- 
ghissimo e  vibrato  por  il  quale  moltissimi  spaventati  uscirono  dalle 
case,  ponendosi  cosi  in  salvo  :  diroccarono  i  muri,  rotolarono  le  cam- 
])Hne,  si  smossero  le  colonne.  Tutte  lo  case,  state  già  indebolite  dai 
terremoti  del  1854  (vedi)  soffrirono  nuovi  danni  :  più  di  100  di  esse 
ebbero  interi  muri  diroccati,  15  uscirono  di  piombo  :  i  tetti  poi  furono 
lesionati  e  sconvolti.  Fra  gli  edificii  più  cospicui  che  risentirono  per 
questo  terremoto  si  deve  ricordare  la  Cattedrale,  il  palazzo  di  giustizia 
la  Prefettura,  la  Caserma  e  specialmente  Tantico  castello.  Le  screpo- 
lature in  massima  parte  erano  verticali. 

Mangone  fu  quasi  tutto  distrutto  :  Figline  Vegliaturo  ebbe  grandis- 
simi danni  :  Cellara  fu  in  buona  parte  atterrata,  e  così  pure  S.  Stefano 
e  Piane  Crati,  il  quale  ultimo  rimase  diroccato  per  metà  :  80  ftibbriche 
furono  atten*dte  ed  Aprigliano.  Questi  paesi  costituiscono  Parca  mese- 
sismica  (flg.  64,  I).  Oltre  a  questi  dirò  che  Celico  ebbe  gravi  danni, 
che  Rovella,  Zumpano  e  Motta  furono  in  parte  conquassati,  che  in 
Pietrafitta  rimasero  abbattute  sette  case  e  che  parecchie  ne  caddero 
[)ure  in  Longobucco.  A  Rossano  molte  furono  lesionate  e  cosi  pure  in 
Corigliano  e  Bisignano  da  una  parte  e  ad  Amantea  dall'altra. 

In  tutta  la  provincia  di  Cosenza  1600  case  furono  danneggiate  più  o 
mono  gravemente. 

La  scossa  fu  fortemente  sentita  (V)  a  Pizzo  ed  a  Squillace  verso 
mezzodì  ;  a  Fuscaldo  dalla  parte  di  settentrione  e  lievemente  (VI)  fu 
intesa  da  Scalea  a  Roseto,  a  Reggio  ed  a  Messina.  La  Salsa  di  S.  Sisti, 
a  12  chilometri  da  Cosenza,  fece  contemporaneamente  al  terremoto  una 
tortissima  eruzione. 

In  Piane  Crati,  Figline,  Cellara,  Mangone,  S.  Stefano,  Longobucco, 
ecc.  si  ebbero  a  deplorare,  secondo  il  Conti,  117  morti  e  179  fe- 
riti. Secondo  le  notizie  da  me  trovate,  la  mortalità  sarebbe  così  di- 
Btribtiita  : 


452 


[18701 


Cellara 

Mangone 

Piane  Grati 

Longobucco 

Aprigliano 

Collico 


morti  13  feriti  molti 

»     36  »          56 

»        4  »          11 

»      30  >          — 

»       5  »          — 

»       4  »          — 


S.  Stefano 
Figline  V. 
Pietra  Atta 
S.  Stefano 
Rossano 


morti  11  fenti         5 

»      19  )»          40 

»       3  »    pochi 

»       9  »          — 

»       2  >          — 


Repliche  —  Alia  prima  triplice  scossa  ne  seguirono  altre  di  minor 
intensità  e  nella  notte  istessa,  in  11'',  se  ne  contarono  sino  a  42  :  le 
più  sensibili  suss.  farono  14,  della  durata  media  di  2-3*.  Le  repliche 
di  maggior  conto  furono  le  seguenti  : 

Ottobre  5)  %^  8°»  a.,  ond.-*uss.  ;  IV"  15»  a.,  ond.-suss.  di  3»;  0*»  5"  p.  una 
suss.  meno  lunga  e  forte  della  precoàente;  4*»  45™,  5** 50™,  8**  5™  p.,  altre  leg- 
giere ;  10**  p.,  una  forte  di  4»  —  6)  9*»  10"»  a  ,  forte  scossa  suss.-ond.  di  3*  : 
10*»  a.,  lieve  ond.-suss.  ;  11*»  15"  a.,  0*»  30™  p.  e  1*»  15"»  p.  altre  suss.-ond.  di 
2'  ;  2*»  55"»,  4*»  15™  e  7*»  55™  p.  altre  lievi  —  7)  2*»  a.,  lungo  rombo  con  due 
lievi  scosse  ;  0*»  30™,  1*»  30™  e  4*»  55™  p.,  tre  scosse  ;  5^,  6*»  50™  p.  due  piccole 
suss.  —  8)  3*»  20™,  4*»  5™,  T"  30,  10*»  32™,  11*»  45™  a.,  lievi  scosse;  7*»  30™  e 
8>»  45™  p.,  due  forti  —  9)  10*»  40™  p.,  una  suss.  di  2»  —  iO)  11*»  30™  p.,  una 

—  ii)  9*»  a.,  1*»  45™  p.,  due  lievi  —  12)  11*»  30^»»  a.,  6*»  p.,  due  lievi  nei  paesi 
circostanti  a  Cosenza  —  i3)  11*»  40™  a.,  6*»  40™  p.  due,  la  prima  lieve,  Taltra  forte 

—  i4)  0*»  8™  a.,  fortissima  di  6-7*,  gravi  danni  nei  paesi  ove  nella  giornata 
ne  furono  sentite  due  altre  lievi  —  15)  11*»  32™  a.,  4*»  6™  p.,  due  sensibilis- 
sime nei  paesi  —  i6)  1*»  p.,  forte  suss.  ;  4*»  43™  p.,  fortissima  suss.-ond.  di 
7"  che  causò  nuovi  danni  —  i7)  5*»  10™,  5*»  45™  p.,  due  lievi  ond.  !•  —  i8^ 
0*»  30™  a.,  scossa  ;  7*»  50™  p.,  2  rombi  con  lieve  oscillazione  —  d9)  9*» 30™  a., 
due  rombi  fortissimi  e  piccole  scosse,  cosi  pure  a  5*»  50™  (lieve)  e  8*»  45™  p., 
(forte)  ;  11*»  45™  p.,  fortissima  suss.  3*  che  fece  nuovi  danni  a  Corigliano  — 
20)  5*»  a^  lieve  ;  10*»  35™  p.,  a  Cosenza  forte  suss.  preceduta  da  rombo  2», 
a  Paola  lesionò  molte  cascine  —  2i)  1*»  a.,  forte  rombo  ;  8*»  45™  p.,  altriì  con 
scossa  ond.  —  22)  0*»  25™  p.,  rombo  —  23)  9*»  p.,  rombo  con  scossa  lieve  — 
24)  10*»  a.,  una  ond.  —  25)  7*»  p.,  lieve  rombo  e  scossa  sens.  ;  0*»  30"»  p., 
rombo  forte  e  scossa  nei  paesi  ad  W.  di  Cosenza  —  26)  5*»  p.,  lie^e  ond.  — 
27)  11*»  45™  a.,  lieve  ond.  ;  5*»  p.,  rombo  ;  7*»  42™  p.,  ima  lieve  ;  8^  9*»  rombi 
con  forte  ond.  —  28)  1*»  a.,  forte  seguita  da  altra  forti.ssima  5»  ;  2*»  48™  a., 
una  con  rombo;  9*»  45"»  a.,  una  ond.-suss.  2»;  3*»  10™  p.,  lieve  —  29)  1*»  p., 
lieve  a  Cosenza,  nei  paesi  sensibilissima  suss.-ond.  ;  6*»  p.,  rombo  forte  — 
30)  8*»  45™  a.,  scossa  ond.  2»  ;  7*»  34™  p.,  rombo  con  due  lievi  scosse  succes 
si  ve  ;  9*»  40™  p.,  scossa  ond.  con  rombo  V. 

Notemhre  i)  9*»  30"»  p.,  rombo  forte  —  2)  3*»  30™  a.,  lieve  scossa  ;  7*»  p., 
rombo  e  altro  a  7*»  55'"  p.  con  scossa  sensibile  —  3)  8*»  40™  a.,  una  sensibile 
nei  paesi  danneggiati  —  4)  2»'  15"'  a.,  scossa  ond.  forte  ad  Aprigliano,  Fi- 
gline e  Mangone,  altra  lieve  a  8»»  3"»  p.  —  5)  4*»  a.,  a  Cosenza  e  località  ci- 
tate lieve  ond.  ~  6*)  11*»  45»'  a.,  una  sensibile;  7*»  p.,  rombo.  Mn,  scosssì 
forte  —  7)  7*»  a.,  a  Cosenza  lieve  ond.  forte  ad  Aprigliano  ;  10*»  p.,  una  lievo 
con  rombo  —  iO)  7*»  30"»  p.,  rombo;  11*»  1(3'"  p.,  scossa  suss.  di  2«  ;  11*»  48™ 


X 


I 
j 


[1870]  453 

p.,  altra  ond.  più  forte  nei  casali  —  Ì2)  0^  35*"  a.,  lieve  suss.  —  d3)  10*»  a. 
lieve;  altre  a  l"»  30"»  e  10^  11"  p.  ;  fu  forte  a  Pietrafltta;  11*»  p.,  lieve 
rombo  —  i4)  2^  10"»  e  3*»  a.,  due  lievi  a  Cosenza,  forti  nei  paesi  —  /7) 
2^  10»  a.,  scossa  ond.  con  rombo  —  48)  4*»  a.,  lieve  rombo  ;  7*»  45"»  a.,  scossa 
suss.  ;  1*»  35"»  p.,  a  Cosenza  poco  sensibile,  fortissima  nelle  campagne  ,  8*»  30"» 
e  8»»  45"  p.,  due  lievi  ond.  —  49)  3*»  30"»  a.,  forte  suss.  2',  altra  a  5^  40"»  p.  (?)  ; 
•jb  iQm  p^^  ii0ve  scossa  suss.  con  rombo,  altra  più  forte  a  9*»  5"»  p.  — 
20)  ^  10"»  p.,  rombo  —  2i)  3»»  p.,  lieve  snss.-ond.  —  22)  3»»  45»"  a.,  lieve 
con  rombo  —  23)  3*»  35'"  a.,  lievissinfia  —  2^)  5*»  40'"  p.,  lieve  con  rombo; 
y*  p.,  una  sensibile  —  23)  5*»  32"»  a.,  rombo;  1*»  10"»  p.,  scossa  che  fu  fortis- 
sima nei  paesi  danneggiati  ;  8*»  15"»  e  9*»  9"»  p.,  due  altre  —  26)  8*»  a.,  una 
suss.  2»  che  a  Figline  e  Cellara  fu  sensibilissima  —  27)  8^  11"  ant.,  forte 
rombo  —  28)  7*»  p.,  lungo  rombo;  Mn.  forte  scossa  suss.  —  29)  11*»  36"»  a., 
lieve  a  Cosenza,  sensibile  nei  dintorni. 

Dicembre  i)  7*»  40"»  e  10*»  15"»  a.,  due  scosse  :  Mn.  forte  suss.  —  2)  6*»  a.  e 
2*»  p.  (f)  due  lievi  —  3)  4*»  45"»  a.,  lungo  rombo  e  altro  fortissimo  a  11*»  35"» 
a.  —  //)!*»  12"*  p.,  scossa  ona.-suss.  2"  —  42)  5*»  30"»  a.,  lieve  ond.  con 
rombo  :  Mg.  leggiera  3*»  preceduta  da  rombo  —  i4)  7*»  e  9*»  10"»  a.,  due  lunghi 
e  forti  rombi  —  i5)  4*"  18"»  p.,  scossa  con  rombo  —  i6)  Mn.  rombo  con  lie- 
vissima scossa  a  Cosenza,  più  sensibile  nei  dintorni  —  i7)  5*»  a.,  lieve  ond. 
—  yp)  4^  e  7^  IO"  a.,  lievi  a  Cosenza,  la  seconda  fu  forte  a  Celico  —  20) 
1*»  15»  p.,  una  lieve  —  28)  2*»  45"»  p.,  lieve  ond.  —  30)  4*»  45"  p.,  forte 
ond.  ^. 

Il  periodo  sismico  continuò  meno  intenso  anche  durante  il  1871  :  le  mag- 
giori scosse  furono  le  seguenti  :  29  Giugno  i87i)  9*»  45'»»  p.,  una  scossa  forte 
a  Cosenza  ;  fu  fortissima  a  Grimaldi  —  Lttglio  23)  9*»  p.,  a  Cosenza  una  poco 
sensìbile,  fu  fortissima  nella  Sila  (Pbbrby  A.  :  Note  ecc.  i87i,  pag.  106-10). 

[1078]    1870.  Ottobre  30.  Forlivese. 

Baratta  m.:  MaUriaU  ecc.,  pag.  162-03  -  Olarini:  /  terr.  a  Forlì,  paff.  101-29  -  Micnisz: 
Sui  recenti  terremoti  di  Bologna. 

Il  periodo  siamico  forlivese  del  1870  cominciò  il  30  ottobre  con  una 
tremenda  scossa  suss. -ond.  di  8',  seguita,  10"  dopo,  da  altra  meno 
forte,  ma  pure  gagliarda  (M.  Per  questo  terremoto  crollarono  molti  edifici 
a  Meldola,  e  nella  localitA  di  campagna  chiamate  «  Dogherla  »  e  le 
«  Caminate  »  ;  lo  stesso  dicasi  di  Teodorano.  A  Bertinoro  1  danni,  se 
non  egualmente  importanti,  furono  assai  gravi,  giacché  in  moltissime 
case  caddero  tutti  i  muri  interni  e  le  volte.  A  Castrocaro  si  ebbero 
per  le  rovine  a  deplorare  parecchi  morti  e  feriti.  A  Forlimiiopoli  ed  a 
Forlì  il  ten*emoto  produsse  gravissime  fenditure  :  molto  minori  furono 
({uelle  di  Cesena,  di  Ravenna,  e  di  Rocca  S.  Casciano. 


;i;  L'ora  di  Bologna  è  7  ore,  37  m.,  1  a.  p.  ;  di  Firenze  "J/ió;  di  Modena  ".ai).  N»*i  miol 
MaitfitiU  'pag.  102)  per  errurc  di  KUtiupa  o  riferita  la  scossa  al  j^iorno  io. 


454 

II  centro  di  scuotimento  pare  eia  stato  presso  )e  Camiunte:  l'area 
mesosismica  rovinosa  comprende  (flg.  6,  png.  144)  Finmana,  Meldola. 
Teodorano  e  Bertinoro  {');  la  quasi  rovinosa  (A')  Forlì  e  Forlimpopolì  : 
la  fortisBima  (A')  Ravenna .  Montiano ,  Civitella  e  Cesena.  Qaesu 
scossa  fu  sensibile  a  Caste Ibolo^eae  ed  a  Modena  (ond.  NNE-SS%V  n 
tre  riprese  di  3-4'  ciascuna  a  2-3"  d' intervallo)  :  meuo  a  Bolo|^a.  a 
Reggio  e  Rimini  :  fa  avvertita  inoltre  in  mott£  località  del  Veneto. 
(Padova- Venezia),  dell'  Emilia,  della  Toscana  e  delle  Marche. 

Dal  giorno  30  in  poi  gli  scuotimenti  si  rinnovarono  con  molta  tVc- 
quenza,  con  intensità  decrescente,  ma  con  varie  recrudescenze  :  fra  le 
repliche  alquanto  energiche  si  debliono  annoverare  quelle  avvenute  .i 
2"  30",  4'' 30"  e  6"  ani.  del  31:  nel  pomeriggio  di  questa  giornata  fu 
sentita  anche  una  forte  scossa  a  Castel  Bolognese.  Dal  1°  al  l'2  no- 
vembre a  Forlì  e  nei  luoghi  stati  danneggiati  repliche,  però  in  gene- 
rale lievi,  insieme  a  cupe  detonazioni  :  aumentarono  di  intensità  al  12. 
in  cui  «e  ne  ebbero  due  foni  a  2''  IS"  e  ad  8''  45"  p.  :  decrebbero  tìo" 
alla  notte  19-20,  nella  quale  cominciarono  a  risentirsi  nuove  detona- 
zioni e  rombi  seguiti  da  scuotimenti.  Nella  notte  20-21  la  terra  fu  in 
preda  a  continui  tremori:  si  ebbero  scosse  leggere  insieme  ad  altre  più 
forti  a  li-lS"",  2'' 30™  e  4'' 30™  ant.  :  quella  delle  2'"/j  a.  fìi  oltremodu 
forte:  alle  11''- 30™  a.  altra  violentissima  che  fece  uscire  tutti  dalle  case 
e  causò  qualche  danno.  Nel  22  varie  repliche  :  nella  notte  22-23  tre  j 
forti  ed  alire  due  nel  mattino:  ad  8» 30'°  p.  del  24  una  lunga:  nei  I 
giorni  24-28  molte  (nella  notte  25-2tl  furono  meno  frequenti  e  sensibili  :  | 
a  7"  30™  pom.  del  27  una  alquanto  forte.  Nei  giorni  3  e  4  dicembr-'  ' 
qualche  commozione  con  rombo:  nel  7  una  sensibile  ad  l'>45"'  p,.  e 
cosi  ad  ll''4,ó'"  a.  dell' 8  :  ad  ll'S'"  p,  una  forte  a  Forlì  che  causò 
panico  e  fu  seguita  da  scosse  minori  :  a  Meldola  se  ne  contarono  ttL' 
intense  che  fecero  cadere  qualche  muro  già  danneggiato.  Neil'  11  due 
scoctse  a  2^  e  6''4ó"'  ant.  :  la  prima  fii  pure  sentita  a  Meldola  :  at  It^. 
dopo  una  tregua,  si  notò  qualche  leggero  scuotimento,  ed  un'altro  a 
W  ',',  p.  del  30.  Dal  6  al  21  gennaio  1871  a  Forlì  varie  leggerissime  : 
nel  22,  ad  8''  45"'  p..  una  legger.i,  ed  altra  simile  a  S""  30™  p.  :  a  10*  '  ,  p. 
poi  una  violenta  suss.-ond..  la  quide  in  Forlì  incusse  panico  immen^ 
e  fece  cadere  vari  camini  e  qualche  pezzo  di  maro  gi&  pericolante  : 
presso  a  poco  eguali  efteiti  produsse  a  llavcnna,  maggiori  a  Fiumana: 
lievemente  fu  semita  anche  a  Firenze  ed  a  Modena.  Altre  ecosse  nel 
restante  del  mese.  (]aindi  nel  fehbrnio  e  nei  successivi. 


1  V  •       -' 


[1871]  455 


T       •»    .     Bi 


[1079]    1871.  Marzo  24.  Pice(^!«  S.  Bernardo. 

Boli.  mens.  deìVOsserv.  di  Moncalieri^  voi.  vi,  fks.  3  (1871),  pagr.  34. 

Al  24  marzo  1871,  a  5**  10™  ant.,  scossa  piuttosto  intensa  ond.  S-N, 
preceduta  da  cupo  rombo  :  fece  cadere  degli  oggetti  dalle  mani  di 
c{uelli  che  li  tenevano. 

[1080]    1871.  Luglio  10-14.  Cascia  (Perugia). 

Baratta  M.  :  Moieriali  ecc.,  pag.  163. 

Nella  giornata  del  10  luglio  a  Cascia  20  scosse  delle  quali  4-5  piut- 
tosto forti  :  fino  a  6*»  pom.  del  14  dodici  repliche  :  furono  sentite  anche 
a  Spoleto.  Noto  che  al  14,  a  6**  20'"  p.,  si  ebbe  a  Camerino  una  scossa 
ond.  ed  a  6**  7"  p.  una  ad  Urbino. 

[1081]    1871.  Agosto  1.  Torre  Milelto  (Foggia). 

Baratta  m.  :  Sulla  aUtv.  sism.  nella  Capitanata,  pag^.  15  (estr.) 

Al  16  giugno  (10**  ant.)  a  Torre  Miletto  scossa  molto  forte  suss.  : 
nella  notte  18-19  una  forte  ;  ad  11*»  p.  del  V  agosto  due  fortissime  di 
5*;  a  Mg.  del  2  una  leggera  ed  a  4*'20°  (a.  o  p.  ?)  del  27  settembre 
una  forte  di  2.* 

[1082J    1871.  Agosto  13.  Casoli  (Chieti). 

Baratta  m.:  Materiali  ecc.,  pag.  161. 

Nella  sera  lieve  scossa,  più  tardi  seguita  da  replica  più  forte  ond. 
di  6-7%  sentita  pure  in  altre  località.  Nessun  danno  di   grande  rilievo. 

[1063]    1871.  Ottobre.  Acqnasparta  (Perugia). 

PERRKT  A.:  }/ote  sur  les  tremiti.  i«7/,  pag.  129. 

Nel  giorno  4  ottobre,  a  4^  pom.,  ad  Acquasparta  lieve  scossa  ;  nel 
giorno  8,  a  7"»  30"  e  ad  8*»  a.,  a  3*»  30™  e  4^  p.,  quattro  altre,  e  cosi 
pure  a  7'»45™,  10»»  30°»  ed  11»»  a.  del  9,  a  7»»  a.  del  10  ed  a  4»»  30"»  a. 
del  13  ;  a  4»»  e  9»»  a.  del  15  due  mediocri  ;  a  10»»  p.  del  17  una  di  qualche 
secondo,  preceduta  da  rombo  ;  a  3»»  30°»  a.  del  18  altra  simile  ;  a  2»»  a. 
del  19  una  e  parecchi  rombi  nella  giornata  ;  ad  11'  30°»  a,  del  20  altra 
di  qualche  secondo  e  tutti  i  giorni  fino  al  31  scosse  quotidiane.  A 
7**  15"  e  10*»  pom.  del  1**  novembre  parecchie  altre.  Durante  tale  pe- 
riodo sismico  alcune  scosse  solo  furono  fortissime:  due  delle  prime 
suss.,  le  altre  ond.  N-S. 

[1084]    1871.  Ottobre  22.  Chianti  (Senese). 

Baratta  M.:  Materiali  ecc.,  pag.  161  -  Perrey  a.:  Note  sur  ìes  trembl.  i87i,  pag,  13(). 

A  2*»  pom.  del  22  ottobre  a  Siena  una  scossa  seguita  nella  notte  da 
altre  :  tutte  furono  lievi  :  a  Vagliagli  (fraz.  di  Castelnuovo  Berardonga) 
la  prima   fu  violentissima.    Quivi  nella   notte  e  nel   di  seguente  (2:J}  il 


456  [1871  -  1873] 


suolo  fu  in  continua  oscillazione  :  gravi  danni  nelle  case  :  nella  villa 
r  <  Aiolà  »  varie  fenditure  nei  muri  maestri  :  la  popolazione  si  ridusse 
all'  aperto.  Anche  a  Castelnuovo  Berardenga,  secondo  il  Perrey,  le 
scosse  spiegarono  quasi  la  stessa  intensità  (fig.  52,  pag.  435). 

[1085]    1871.  Novembre.  Caldarola  (Macerata). 

Baratta  M.:  Materiali  ecc,  pag.  164. 

Dal  22  novembre  frequenti  scosse  ond.  S-N  localizzate  al  solo  paese 
ed  ai  dintorni  :  in  ciascuna  notte  se  ne  sentirono  anche  15-20,  ad  in- 
tervalli regolari  e  quasi  ad  ore  fisse. 

[1086]    1872.  Maggio  14.  Cividale  (Udine). 

TOMMASi  A.:  /  terr.  del  Friuli  ecc.,  pag.  209-4. 

A  6**  Vi  P'  d®l  1^  viaggio  ad  Udine  forte  scossa  suss.  di  4*  seguita 
da  altre  tre  appena  sensibili  :  a  Cividale  fece  cadere  qualche  camino  e 
produsse  screpolature  in  molte  case  :  a  9**  p.  altra  preceduta  da  rombo. 
Le  repliche,  quantunque  deboli,  continuarono  per  un  mese  circa,  cioè 
fino  alla  metà  di  giugno.  Le  maggiori  furono  le  seguenti  :  maggio  lo) 
V"  a.  Cividale  scossa  piuttosto  forte,  lieve  ad  Udine:  11  giugno)  11*» 45™  p. 
una  forte  a  Cividale  ed  altra  a  Mn.  del  12  che  destò  tutti  gli  abitanti. 

[1087]    1872.  Dicembre  12.  Monte  Cassino  (Caserta). 

Bull.  Vulc.  Hai.,  voi.  n,  pag. 

A  1^  p.  del  12  dicembre  a  Cassino  ed  a  Mola  di  Gaeta  mediocre 
scossa,  che  a  Montecassino  fu  molto  forte  e  fece  danneggiare  V  arco 
maggiore  della  chiesa. 

[1088]    1873.  (0  Gennaio  19.  Colli  Laziali. 

De  Bossi  m.  S.  :  Le  fratture  vulc.  laziali,  ecc. 

In  quest'  anno  la  regione  vulcanica  laziale  ed  il  territorio  circo- 
stante furono  interessati  da  un  intenso  periodo  sismico  cominciato  nel 
giorno  15  gennaio  con  una  forte  scossa  sentita  a  Subiaco  (9^  15™  a.  i  : 
nel  lG-17  qualche  leggerissima  commozione  fu  avvertita  a  Castel  Gan- 
dolfo,  ed  alla  mezzanotte  del  18  se  ne  ebbe  una  lieve  a  Roma,  a  Nemi 
ed  a  Genzano.  Il  massimo  accadde  nel  dì  19,  in  cui  —  preceduta  da 
due  lievi  scosse  a  4**  e  5^  a.  circa  e  da  una  più  risentita  verso  le  5**  50°"  a. 


!i)Con  il  1K73  cominciò  il  Prof.  M.  S.  De  Rossi  la  pubblicazione  del  suo  pregiato  ^^ 
lettino  del  Vufcaìnsr/ìo  Jtaliano,  nel  quale  trovasi  raccolta  ed  ordinata  una  serte  nume- 
ro8issima  di  notizie  sismiche:  perciò  da  ((uesto  anno,  salvo  casi  eccezionali,  ò  descritti 
l  terremoti  con  maggior  brevitji,  ommettendo  in  particolare  la  serie  cronologica  delle 
repliche. 


[I85SJ 


-  -  se  ne  ebbe  ana  fortÌBsima  verso  le  6"  30"  a.  :  qncata  fec 
Castel  Gaadolfo,  Nemi  e  M.  Ponzio  cadere  dei  calcinacci 
pi'odarre  movimento  di  mobili,  suono  di  campanelli  ecc.  s 
Tivoli,  a  M.  Compatri,  a  Roma,  a  C.  Gandolfo,  alle  Prato 
bauo,  a  Genzano,  a  Cìvitalavlnia  ed  a  Velletri  :  fu  mec 
montone  e  lieve  a  Zagarolo,  Paleetrina,  AnguiUara,  Roc 
Ciciliane.  Subiaco,  Anticoli,  Anagni  ed  Anzio,  le  quali  Io( 
tano  la  zona  etata  scossa,  oltre  cai  fa  isolatamente  sentii 
molto  dubbiamente  a  M.  Cassino. 


.'Hr-  ....»■•■&;:;;:•••-..., 


Fia.  55. 

Nella  cartina  qni  unita  (fig,  55)  è  indicnta  con  A  la  z 
smica  molto  forte,  con  B  la  isosismica  forte  e  con  C  la  1[< 

Qnesto  terremoto  ebbe  il  suo  centro  nel  sistema  valcai 
le  ncque  dei  laghi  di  Nemi  e  di  Castel  Gandolfo  si  mostrar 
la  solfara  delle  Fratocchie  aumentò  di  energia  nelle  sue  ei 

Al  20  gennaio  qualche  lievissima  replica. 

[1089]    1873.  Marzo  12.  'Caiieriao,  S.  tìi^eaia 

\\K\.  I>oua  DI  MOMBBLLo:  SUI  terrtmot'  ecc.  -  M.  S.  De  Ri>ssi:  [  Urr.  dell' 
Sulla  eontlnuailone  dtl  periodo  slsm.  ecc.  -  Belluini  G.  :  Sulle  Ituttraz.  d 
■  ti.  Ohsi:  Sul  terr.  dtl  ti  nutria  (gja  -  Sbhpibbi  a.:  Sul  tar.  d'Urbino 
ti  is  mano  1873:  Nuove  osserr-az.  mi  terr.  ecc.;  Rapporto  delle  oitereai 
terremoto  e  le  tue  lemil  ecc.  -  Hall.  Vuìe.  Hai.,  voi  I,  pog.  XIV-XX. 

Intorno  a  questo  grande  terremoto  pubblicò  studii  mol 
reggiati  il  Serpieri  ;  con  i  dati  da  questo  raccolti  e  coi 
I)e  Rossi  ò  costruita  1'  unita  carta  Hismica  (fig.  50)  dalla  iji 


'<  •-—  -  ♦'  «v-wp  "T^ 


45d  [1873] 


1.*  che  !1  terremoto,  avvenuto  verso  le  9**  i"  pom.  ('),  riuscì  rovi- 
noso a  Camerino,  a  Fabriano  ed  a  San  Ginesio;  quivi   i  danni  faron* 
un   po'  maggiori,  anzi   la   frazione   Morello   venne  quasi   del  tutto  d' 
strutta. 

2.^  che  r  isosìsma  che  include  i  paesi  che  ebbero  danni  mìnr^r: 
(sona  fortissima  o  quasi  rovinosa)  à  uno  sviluppo  molto  irr^olare  •.- 
comprende  Mondavio,  Urbino  (che  fu  la  località  più  danneggiata  di  quef  tt 
zona),  Cagli,  Perugia,  Città  di  Pieve,  Orvieto,  Todi,  Spoleto,  Amandola, 
Cingoli,  ecc. 

3.^  che  l' isosisma  forte  e  molto  forte  si  estende  da  Peniial)iIIi. 
Città  di  Castello,  Bagnorea  e  dintorni,  Frascati,  Tivoli,  Farra,  Naml. 
Norcia,  Teramo,  Ascoli,  Fermo,  Civitanova,  Fano,  Cartoceto,  ecc. 

4.^  che  r  isosisma  mediocre  da  Rimini  corre  a  Firenze,  Sieua,  (i 
vitavecchia,  Roma,  Velietri,  Anagni,  Sora  e  lungo  la  costa  adriatitn 
da  Giulianova  ad  Ancona-Rimini. 

5.^  che  la  zona  lievemente  scossa  comprende  buona  parte  del  ^'<' 
neto,  quasi  tutta  V  Emilia,  parte  della  Lombardia,  la  Liguria  occiden- 
tale, il  Pisano,  il  Volterrano  ed  il  Grossetano  :  quindi  la  relativ^i 
isosisma  corre  da  Anzio  a  Foggia  per  includere  la  costa  adriatica  da 
Lesina  (Foggia)  a  Giulianova. 

6.*^  che  il  movimento  sismico  si  propagò  con  intensità  mediocn, 
oppure  leggera  lungo  la  costa  dalmata. 

7.°  che  il  terremoto  fu  sentito  in  qualche  località  isolata,  p.  es.  in 
Aosta^  Moncalieri,  Cosenza,  Altamura,  ecc. 

8.®  che  qua  e  là  si  notarono  frequenti  incrementi  di  intensità  e  il 
effetti  dinamici,  oppure  vere  diminuzioni  spiegabili  con  le  ragioni  ornai 
note  :  osservo  che  i  maggiori  incrementi  avvennero  od  in  località  altr^ 
volte  colpite  da  terremoti  corocentrici  od  in  paesi  fondati  su  terreni 
incoerenti. 

9.^  che  a  Camerino  e  San  Ginesio  —  che  costituiscono  i  paesi  più 
colpiti  —  il  movimento  cominciò  con  un  sussulto,  poi  ed  in  gene- 
rale si  ebbero  due  serie  di  ondulazioni,  aventi  fra  loro  direzione  n^r 
male  o  quasi. 

J0.<*  che  quasi  da  per  tutto  la  scossa  fu  preceduta  da  rombo. 

11.^  che  tutta  la  zona  interessata  dalle  onde  sismiche  sia  nella  pe- 
nisola, sia  nella  costa  dalmata,  fu  scossa  da  un  solo  terremoto  provc^ 
niente  dalla  regione  epicentrica  od  epicusica  indicata,  che  quindi  It 
maggiori  differenze  orarie  —  impossibili  ad  essere  spiegate  con  \^ 
odierne  vedute   sulla  velocità  di   propagazione  delle   onde  sismiclie  -i 


(1)  Urbino  ore  9.4,30;  Firenze  ore  5.3  5iC;  noia  ore  9.4  1[3;  Roma  ore  9.5;  Caioerlfli 
ore  9.5,30  ;  Padova  ore  9.6  li3. 


1 


■tw-^  r'vi'r 


[1873]  459 

!)i  debbono  imputare,  come  d'altronde  si  è  riscontrato  nei  recenti  mag- 
giori terremoti,  alla  difficoltà  ed  ai  metodi  usati  neir  apprezzare  il 
primo  istante  o  la  fase  di  massima  intensità,  prescindendo  dal  diverso 
modo  con  cui  erano  regolati  gli  orologi. 

12.*'  che  in  qaalche  località  alla  prima  scossa  tennero  dietro  altre 
repliche. 

[1090]    1873.  Maggio  16.  Sasraolo  (Modena). 

(HisTONi  C:  Noùtie  sui  teì^r.  ecc.,  pai?.  8-9  (estr.j  -  Bull.  Vuìc.  Ital.,  voi.  ii,  pag.  vii  vili. 

Alle  8^30*°  p.  del  16  maggio  in  Modena  tre  sensibili  scosse  che  fe- 
cero dare  qaalche  tocco  alle  campane  e  fermare  dei  pendoli  :  a  Sas- 
suolo caddero  varie  tegole  e  si  rovesciarono  dei  fumaioli  :  alcuni  dei 
quali  rovinarono  pure  a  Reggio  ed  a  Scandiano.  La  scossa  fu  assai 
forte  a  Castelvetro,  mediocre  a  Porretta,  debole  a  Guastalla  ed  a 
Panna  :  fa  avvertita  a  Piacenza  ed  anche  a  Venezia,  e  forse  dagli 
istromenti  Bismic!  di  Mancalieri  (Torino). 

[1091]    I87S.  Oiagno  29.  "  Bellanm. 

tahamelxi  t.:  yole  Ulusir.  carta  gtoU  prov.  Bell.,  pa^?.  196-208  -  hobpbr  h.:  Iku  ercUfeàen 
con  Belluno  ecc.  -  Taramblu  e  Pirona  :  Sul  terr.  Bellunese  ecc.  -  Rath  o.  :  Dos  erdbeìten 
rem  Belluno  ecc.  -  Denza  p.:  //  terr,  del  29  giugììo  i$T3  ecc.  -  Hobrnes  R.:  SrOàeben- 
studien  ecc.  ;  BrdòeòenhunOf  eoe.  -  falb  r.:  Dos  erdb.  von  Belluno  ecc.  ;  Dell'ultimo  terr. 
di  Belluno  ;  Oedanken  und.  studien  iiòer  den  Vulcanismi  ecc.  -  Oorini  p.  :  \Sulle  cause 
dei  terr.  ecc.  -  de  rob.si;  in  «  Bull.  Vulc»  Hai.  ».  voi.  n,  pag.  xi  e  seg. 

Il  giorno  13  giugno,  circa  le  2**  a.  a  Moggio  forte  scossa  avvertita 
in  tutto  l'alto  bacino  del  Tagliamento  ;  nel  giorno  29,  a  4**  58-59*  a., 
preceduta  da  rombo,  una  violentissima  scossa  suss.-ond.  di  15*  circa, 
battè  la  regione  veneta.  I  massimi  effetti  dinamici  si  ebbero  neir  Ai- 
pago  e  nella  valle  del  Piave,  in  cui  son  posti  Belluno  e  Ponte  nell'Alpi 
e  Visome,  e  nella  valle  del  Meschio  nel  Trevigiano,  dove  stanno  Vit- 
torio, Fadalto,  Sarmede  e  Cappella. 

Belluno  per  due  terzi  fu  ridotto  i^  un  ammasso  di  macerie  e  di  case 
luinaccianti  immediata  rovina  :  rimase  specialmente  danneggiato  il 
Borgo  Garibaldi,  poco  invece  quello  del  Piave.  Vittorio,  e  in  special 
la  sezione  Ceneda,  ebbe  un  terzo  delle  case  cadenti  e  gli  altri  due  for- 
temente conquassati  :  i  32  villaggi  dell'  Alpago  e  20  circa  nel  trevi- 
giano fdrono  completamente  distrutti  o  gravemente  danneggiati.  Fra  i 
primi  avvi  Puos,  Cornei,  Farra,  Spert,  Boi'soi,  Chies,  Lamosano,  Funes, 
Pedol,  Montanes,  Alpaos,  Curago,  Plois,  Pieve,  Torres  e  Quers  nel- 
l'Alpago;  e  lì  presso  &occher  e  Ar8i^  :  Ponte  dell'Alpi  e  Visome  nella 
Val  di  Piave  :  Fadalto,  Rane  e  Gava  di  Montaner  in  quella  del  Meschio. 
Rovinarono  più  o  meno  Valdenogher,  Tambre,  Tamhruz,  LaviuA,  Ir- 
righe, Codenzan,  Villa,  Schiucaz,  e  Sitran  neir  Alpago,  Santa  Croce, 
Basso  Fadalto  e   Capodlmonte  in  quelle  vicinanze.  Cappella,  Sarmede, 


-..n--.-r 


460 


[1873] 


Osigo,  Villa  di  Villa  e  ColleUmberto  nel  trevigiano  ;  Stevenà,  Saron- 
Maniago^  Fanna.   Gavazzo,   Claut,    Cimolais,    Barcls   ed   Andreis    ito 
Friuli. 

La  scossa  fa  fortissima  ad  Agordo,  Arsiè,  Treviso,  Venezia,  S.  Vit* 
Udine,  Spilimbergo,  Trieste,  Venezia,  Verona,  Nave,  Salò,  Rovereto,  eco 
fu  molto  forte   a  Tolmezzo,  Cividale,   Pordenone,   Palmanova,  Trem-^ 


FiG.  57. 

Regione  sconquassata  dal  terremoto  Bellunese  [da  Taramelli). 

I 

Vicenza,  ecc.  :  fu  forte  a  Lubiana,  Padova,  Rovigo,  Mantova,  BresciaJ 
Colilo,  ecc.  :  mediocre  i  Ferrara,  Chiari ,  Lodi ,  Milano ,  Bergamo. 
Como,  ecc.  :  leggera  a  Pola,  Ancona,  Rimini,  Forlì,  Bologna,  Parma, 
Borgotaro,  Sarzana,  Piacenza,  Voghera,  Genova,  Vicenza,  Biella,  To- 
rino, ecc.  :  leggerissima  a  Camerino,  Perugia,  Livorno  e  Firenze.  Se- 
condo alcuni  questo  terremoto  inoltre  sarebbe  stato  sentito  anche  ad 
Augusta,  nel  Salisburgo  (*)  e  nella  Stiria.  \ 


\ì)  Secondo  Hoefer  questo  terremoto  sarebbe  invece  stato  indipendente  e  posteriori' 
ùi  2  minuti  a  quello  BeUuneae. 


[1873J  461 

Alcune  sorgenti  neir  area  di  maggior  scuotimento  si  disseccarono 
poraneamente,  altre  diedero  acqua  torbida  e  Analmente  ne  vennero 
luce  diverse.  La  direzione  generale  delle  scosse  fri  SSE-NNW  o  l'op- 
9ta  ;  il  suolo  si  squarciò  in  molti  luoghi ,  hì  aprirono  varie  fenditure 
asi  sempre  con  direzione  noimale  a  quella  delle  scosse  :  le  due  mag- 
òn\  lunghe  qualche  centinaio  di  metri,  si  vedevano  sull'alto  dosso  di 
aldenogher  e  Busa  :  altre  a  Lavina  nella  strada  Borsoi-Palughetto,  ai 
ulini  di  Chies,  tra  Montanes  ed  Alpaos.  Il  monte  Fenerola  a  NE  di 
irrighe,  si  squarciò  dal  basso  air  alto  per  tutta  la  sua  altezza  con  una 
spaccatura  di  30  cm.  alla  base.  Grandi  frane  si  staccarono  dai  monti, 
ipecialmente  dalle  «  Prese  »,  dal  Pascolet  »,  ecc.  Nel  tratto  che  sta 
Tra  i  poggi  di  Chies,  Irrighe  si  aprì  al  29  giugno  una  spaccatura  con 
curva  elittica  abbracciante  un'  area  di  4  km.  circa  ;  su  tale  estensione 
(atto  il  terreno,  che  consta  di  roccia  marmosa  miocenica,  si  mise  in 
lentissimo  movimento  di  discesa  ed  al  10  luglio  continuava  a  progre- 
dire, percorrendo  circa  cm.  1  V«"2  all'ora. 

Neil'  Alpago  si  ebbero  a  deplorare  30  vittime  e  18  feriti  :  nel  trevi- 
sano il  numero  maggiore  dei  morti  si  riscontrò  nelle  chiese  ;  cosi  a 
Sarmede  (9  morti  e  35  feriti),  a  Cappella  (3  morti),  a  8,  Pietro  di  Fel- 
icito (38  morti  e  30  feriti  circa). 

Dopo  la  prima  scossa  il  suolo  specialmente  nel!'  Alpago  ed  al  Bosco 
•ili  Consiglio  fti  in  continuo  movimento;  al  3  luglio  (9** 47"  a.)  a  Ponte 
neir  Alpi  ed  a  Tambre  scuotimento  fortissimo  :  nel  5  le  commozioni  si 
fecero  più  frequenti  a  S.  Croce  e  Vittorio,  specialmente  a  Belluno  — 
ove  compirono  la  distruzione  del  duomo  ,—  ed  a  Cima  Fadatto  ove 
fece  rovinare  le  case  già  lesionate  e  cadenti.  Alle  2^43™  a.  dell' 11, 
Puos  e  Farra  d'Alpago  furono  urtati  da  una  fortissima  scossa,  appena 
avvertita  a  Belluno.  Al  22  luglio  {V  5"^  p.)  a  Vittorio  ed  a  Belluno 
scossa  foltissima  :  ad  l*"  10*°  p.  del  27  a  Belluno  altra  fortissima,  molto 
forte  neir  Alpago,  a  Vittorio,  sentita  a  Venezia  (ove  fece  cadere  dei 
comignoli),  a  Pordent%e  e  Padova.  A  8^  15™  a.  deir8  agosto  una  scossa 
fortissima  portò  nuovi  danni  a  Belluno,  Peron  e  Vittorio  e  nel  giorno 
21  (10*"  5™  a.)  a  Sarmede  ne  furono  avvertite  due  pure  fortissime,  sen- 
sibilmente propagatesi  lino  ad  Udine  ed  a  Belluno. 

Falb  e  Bitner  collocarono  Topicentro  ad  oriente  del  lago  di  S.  Croce  : 
Hoefer  crede  piuttosto  che  si  trovi  sopra  Quantin,  a  ponente  del  lago, 
e  che  vicino  al  paesello  di  Cornei  vi  sia  stato  un  epicentro  secondario: 
secondo  questi  il  primo  sarebbe  stato  profondo  8  km.  :  a  Taramelli  e 
Pirona  parve  che  si  trattasse  di  una  fortissima  scossa  proveniente  da 
SE,  che  poi  si  decompose  in  molte  direzioni  al  contatto  delle  masse 
terziarie  colle  mesozoiche,  nel  Trevigiano,  come  nel  Bellunese  e  nel 
Friuli  e   che  rovinò   specialmente  i  terreni  alluvionali  e  morenici. 


462  [1873] 

[1092J    1^73.  Luglio  12.  Soraio  (Caserta). 

Marinoni  G.  :  //  terr.  del  Circond.  Sorano   -  Santoro  p.  :  Descriz,  del  Urr.  avvenuto  in  A  l- 
vUo  ecc.  -  Bull.  Vuìc.  Ital.,  voi.  ii,  pag.  xx-xxvii. 

Il  12  luglio,  preceduta  a  5"»  a.  da  una  lieve,  a  7*"  a.  circa  una  ro- 
vinosa scossa  urtò  il  territorio  Sorano,  propagandosi  in  provincia  di 
Roma  e  negli  Abruzzi.  Il  movimento  del  suolo  nella  regione  centrale 
fu  suss.-ond.  della  durata  di  10"  circa. 

In  Alvito  si  produssero  larghe  lesioni  nei  fabbricati  e  qualche  ro- 
vina ;  a  S.  Donato  40  case  rimasero  guaste  ed  una  ebbe  il  tetto  spro- 
fondato ;  a  Picinisco  2  case  furono  atterrate  e  52  lesionate:  in  Atina 
non  si  ebbero  a  deplorare  rovine,  ma  in  molti  cdiflcii  si  aprirono  le- 
sioni oltremodo  gravi  :  in  Sora  ne  furono  abbatttuti  due  e  tutti  ^li 
altri  più  0  meno  danneggiati  :  uno  ne  cadde  a  Casallatico  ;  danni  gra- 
vissimi risentirono  Settefrati,  Isola  Liri  e  Belmonte  :  in  Arpino  dovette 
sloggiare  il  collegio  Tuscolano  (flg.  55  a).  Civltella,  Alfedena,  Villetta 
Barrea ,  Pescoasseroli ,  Alatri ,  Veroli ,  San  Biagio,  Ceprano,  Fresi- 
none, ecc.  (6)  ebbero  case  e  chiese  danneg^ate.  La  scossa  fu  molto 
forte  ad  Anagni  ;  forte  a  Castel  di  Sangro,  Gassino,  Yelletri,  Rocca  dì 
Papa  (e)  ;  mediocre  (d)  a  Solmona,  Aquila,  Isernia,  Venaft^  e  Pale- 
strina  ;  sensibile  a  Frascati,  M.  Porzio,  Castel  Gandolfo,  Roma  ;  lieve 
a  Tivoli,  Subiaco,  Caserta,  Napoli,  Orvinio,  ed  anche  ad  Urbino. 

Al  momento  della  scossa  maggiore  il  Melfa  arrestò  il  suo  corso,  che 
poi  riprese,  ma  con  acqua  torbida,  per  20™  circa  :  si  notarono  inoltre 
le  solite  comparse  e  scomparse  di  sorgenti. 

Dopo  la  scossa  maggiore  in  Sora  altre  repliche  a  9**  */«  ®  l^**  *•  però 
lievi  :  nella  regione  centrale  alla  sera  ne  erano  già  awenutNe  11.  Le 
maggiori  furono  le  seguenti  : 

i8  luglio)  8»>  a.  forte  ad  Alvito  -  20)  ^  30«  e  3*^  a.,  8»»  p.  ivi  tre  forti  - 
23)  1*» 25-30™  a.,  ivi  due  forti  •  26)  11**  15"  p.  scossa  fortissima  ad  Arpino, 
Sora,  Isola:  arrecò  qualche  lieve  danno  e  fece  fuggire  la  gente  dalle  case. 

[1093]    1873.  Settembre  11.  Cosenu. 

Bull  Vulc.  ItaL,  voi.  Ili,  pag.  ix. 

Alle  10**  3"^  ant.  fortissima  scossa  suss.-ond.  N-S  di  3»  che  causò 
varie  lesioni  nelle  case. 

[1094]    1873.  Dicembre  13-15.  Mii^iaio  (Caserta). 

Bull.  Vulc.  ital.j  voi.  Ili,  pag.  XX. 

Al  13  luglio,  quasi  contemporaneamente  cioè  air  inizio  del  periodo 
sismico  che  scosse  la  valle  del  Liri,  e  durante  questo,  cominciarono  a 
sentirsi  in  Mignano,  presso  Roccamonflna,  frequenti  scuotimenti,  talora 
ond.,  talora  suss.  ;  nel  dicembre  divennero  molto  più  frequenti  giacché 


r   -I 


}«?S  -  1OT41  463 


se  ne  avvertivano  circa  6-7  in  ogni  giornata,  tra  leggieri  e  forti,  sempre 
seguiti  da  rombi.  Al  13  ed  al  15  due  fortissime  scosse  causarono  gravi 
danni  alla  casa  comunale  ed  a  vari  edificii  :  pare  che  anche  a  S.  Pietro 
in  Fine  abbiano  prodotto  identici  effetti  (flg.  55  I).  Tali  scosse  furono 
sensibili  (II)  a  Rocca  d'  Evandro,  Galluccio,  Rocca  Monfina,  Conca 
della  Campania  ed  a  Vallecupa.  Nel  gennaio  1874  furono  meno  fte- 
<[uenti  ;  qualcuna  fu  sentita  ancora  nei  successivi  me^i  di  febbraio  e 
di  marzo. 

'1095]    1874.  Febbraio  3.  Potenxa  Pieena  (Macerata). 

Bufi.  tmns.  Osserv.  di  Jiancalierf,  voi.  ix,  pagr.  35. 

A  7*^  ant.  circa,  una  scossa  molto  forte  fece  cadere  dei  comignoli 
senza  produrre  altri  danni. 

11096]    1874.  Febbraio  24.  Aquila. 

Bhil  vulc.  Hai.,  Tol.  ui,  pag.  xxvm. 

Il  24  febbraio,  a. 7^  52°*  ant.  ad  Aquila  una  forte  scossa  ond.  W-E 
e  N>S  di  7*  che  fece  suonare  i  campanelli,  cadere  dei  <;alcinacci,  delle 
tegole  ed  aprire  poche  screpolature.  Fu  abbastanza  intensa  a  Colmu- 
rane,  a  Macerata,  a  Jesi,  ad  Ascoli  ed  a  Ripatransone,  ove  fece  suo- 
nare dei  campanelli  ed  oscillare  dei  lumi  appesi.  Fu  sensibile  ad  Ancona 
ad  Urbino  ed  a  Camerino  ;  lieve  in  provincia  di  Roma  ed  a  Temi.  Ad 
Ascoli,  nelle  prime  ore  del  25,  due  lievissime  scosse. 

[1097]    1874.  Luglio  13.  Val  di  Laoio  (Torino). 

Bull,  meiu,  deWOsserv.  di  MoncalUri,  voi.  ix,  pag.  114. 

A  6^  45"  pom.  a  Bussoni,  a  Metterà  ed  altrove  nella  Valle  di  Lanzo 
scossa  assai  forte  suss.-ond.  £-W  di  5'  preceduta  da  intenso  rombo  : 
fu  più  sensibile  nei  dintorni  di  Ccres,  allo  sbocco  delle  due  valli  di 
Lanzo  e  di  Ala. 

[1098]    1874.  Settembre  17.  Italia  Sette.itrionale. 

Bull.  Vulc.  Hai.,  voi.  Ili,  pag.  X  xm. 

Un  interessantissimo  terremoto  interessò  V  Italia  Settentrionale  e  più 
debolmente  la  parte  centrale  ad  8^  30°*  pom.  circa  del  17  settembre. 
1^  mancanza  di  buone  notizie  impedisce  di  determinare  il  centro  :  la 
scossa  produsse  a  Lerici  qualche  fenditura  nei  muri,  e  cosi  pure  a  La- 
vagna ed  a  Chiavari,  ove  fece  anche  fuggire  le  persone  dalle  case  ;  a 
Lacca,  Ferrara,  Bauro  e  Cento  fece  cadere  dei  comignoli  :  a  Parma 
fece  rovinare  parecchi  fumaiuoli,  screpolare  delle  fabbriche  e  causare 
grande  spavento;  a  San  Pier  d'Arena  molte  case  furono  lesionate. 

La  scossa  fU  molto  forte  a  Spezia,    a   Sarzana,   nella   Lunigiana,    a 


B- 


464  [187^] 

Pisa,  a  Vignola,  a  Genova,  ad  Alassio  ;  fu  forte  a  Nizza,  a  Piacenza, 
a  Mantova,  a  Padova  ed  a  Livorno  ;  fu.  mediocre  a  Melazzo,  nel  Mon- 
ferrato, a  Vercelli,  a  Milano,  a  Borgotaro,  a  Guastalla,  a  Salò,  a  De- 
senzano,  a  Custoza,  a  Vicenza,  a  Kiva  di  Trento,  nel  Bellunese,  nei 
Friuli,  nel  Trevigiano,  nel  Polesine,  a  Firenze,  ad  Empoli  ecc.  ;  fa 
leggiera  ad  Asti,  a  Torino,  a  Biella,  a  Domodossola,  a  Lugano,  a  Como. 
a  Monza,  a  Bergamo,  a  Colilo,  a  Venezia,  ad  Urbino,  ad  Ancona  ed  a 
Portoferraio.  Tale  terremoto  fu  inoltre  registrato  da  parecchi  strumenti 
di  stiizioni  sismiche  dell'  Italia  Centrale. 

[1099]    1874.  Settembre  26.  Randazzo  (Catania). 

Bull.  Vulc.  Ital.^  voi.  m,  pa^.  xxxvni-xi. 

Dopo  un  parossismo  geodinamico  (')  V  Etna  il  29  agosto  si  apri  nel 
suo  fianco  NNE  ft'a  Randazzo  e  Molo  (m.  2500)  :  i  fenomeni  eruttivi 
cessarono  dopo  circa  3  giorni,  e  contemporaneamente  —  o  quasi  —  al 
termine  deireruzione  si  sentirono  varie  scosse,  la  cui  massima  inten- 
sità ebbe  luogo  a  Randazzo  :  la  maggiore,  avvenuta  alle  2*"  30™  pom. 
del  26  settembre,  causò  moltissime  screpolature  nelle  case  e  grande 
panico  nella  popolazione. 

[1100]    1874.  Ottobre  7.  Ronagna. 

BuU.  Vulc.  Ital.^  voi  III,  pafir.  xli-xlvii. 

A  5**  p.  circa  del  27  settembre  a  Bologna  si  sentì  una  forte  scossa,  che 
fu  fortissima  a  Monghidoro  e  nelle  sue  frazioni  Campeggio  e  Pietra- 
santa,  a  Firenzuola  ed  a  S.  Andrea  di  Savena  (fig.  58)  :  ad  8**  pom.  a 
Monghidoro  alcune  lievi  repliche  e  così  pure  a  4*»  30"  ant.  del  28,  nel 
29-30  e  dal  1<>  al  5  ottobre.  Alle  4*^  48™  pom.  circa  del  giorno  7  le  due 
vallate  del  Lamone  e  del  San  terno  furono  scosse  da  un  fortissimo  ter- 
remoto che  a  Tossignano  fece  cadere  dei  comignoli  e  dei  cornicioni  e 
screpolare  dei  muri  :  Castel  del  Rio,  Fontana,  Casalfiuminese,  Casola 
Valsenio,  Riolo,  Marradi,  Palazzuolo  e  Valnera  ebbero  danni  presso  a 
poco  simili.  Il  centro  dello  scuotiménto  parve  essere  tra  Palazzuolo. 
Valnera  e  Tirli,  ove  le  scosse  furono  suss.-ond.  (ftg.  58.  A). 

Questo  terremoto  fu  molto  forte  (A')  a  Modigliana,  a  Firenzuola,  a 
Vicchio,  a  Portico  di  R.,  ove  fece  suonare  i  campanelli  e  causare  qualche 
lievissima  lesione  :  fu  forte  (B'')  a  S.  Sepolcro,  a  Scarperia,  a  Bologna, 
e  ad  Imola:  fu  mediocre  (B'")  a  Faenza,  ;i  Meldola  ed  a  Forlì:  leg- 
giero a  Reggio,  a  Modena,  a  Vignola,  a  Vernio,  a  Ronta,  a  Porretta. 
a  Pistoia,  a  Prato,  ad  Empoli,  a  Firenze,  a  Rignano,  a  Pergola,  n 
Cagli,  a  Cesena,  a  Bertinoro  ed  a  Lugo. 


molto 


1)  Le  nia^'^^lorl  scosse   furono  le  seguenti  due:   Agosto  30}  ore  11^30  p.,  Raiidaxzo 
Lo  forte  —  Setfc/nf>re  3]  sera,  ivi  altra  Identica. 


T"^' 


[1874  - 1875] 


465 


Altre  due  scosse  fortissime  a  Tossignano  ed  a  Marradi  a  6^  e  6**  28™ 
pom..,  r  altima  delle  quali  fa  stimata  più  intensa  della  precedente  : 
parecchie  repliche  poi  nei  giorni  7-8  e   18-22   ottobre,    qualcuna   delle 


75C 


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FlG.  58. 

«juali  fu  plii  intensa  a  Ronta  di  Mugello,  ove  poi  al  14  novembre 
■  2*»  a.)  ne  fu  intesa  una  forte,  susseguita  da  altra  (6**  30**'  ant.)  meno 
breve,  ma  più  leggiera. 

fi  101]    1874.  Dicembre  6.  Sonno  (Caserta). 

liuN.  Vulc.  Uaì.,  voi.  IV,  pag.  TS-*». 

Verso  le  4**  50™  pom.  del  6  dicembre  il  circondario  di  Sora  fu  ur- 
tato da  un  nuovo  terremoto  riuscito  rovinoso  ad  Alvito,  a  Poeta,  ad 
Acquafondata.  a  Villa  S.  Lucia,  a  Gallinaro,  a  San  Donato,  a  Scapoli, 
a  Pes^ocostanzD,  (fìg.  60  A):  fu  fortissimo  (A')  a  Sora,  ad  Isola  Liri, 
a«i  Arpino,  ad  Arce,  a  Monte  Cassino  ed  a  8.  Elia  Fiumerapido  :  molto 
forte  (A")  a  Ceprano  :  forte  (A'")  a  Veroli,  a  Fresinone  ecc.  :  mediocre 
I  A"")  a  Tivoli,  a  Roma^  a  Frascati,  ad  Albano,  a  Valmontone,  ad  Anagni, 
a  Velletri.  a  Cisterna  di  Roma  ed  a  Napoli  :  sensibile  a  Norma,  a  Rocca 
Massima  ed  a  Caserta  :  debole  a  Sezze.  a  Terracina,  ad  Aquila  :  fu  pure 
sentito  ad  Ancona,  a  Pesaro  e  forse  a  Viterì)o  ed  a  Firenze. 

Dopo  questa  scossa  sia  a  Sora  che  ad  Alvito  parecchie  repliche  :  ed 
altre  nel  giorno  7,  alcune  delle  quali  violenti  :  neH'  8  solo  leggiere  on- 
dalazioni. 

[11021    1875.  Gennaio  8.  Acireale  (Catania). 

Bulì.  Vuìc.  rtal.,  voi.  n,  pa^.  If  «:  IV,  pap.  82. 

A  9**  10"  pom.  del  7  gennaio  in  Acireale    e    dintorni    breve    scossa 
Baratta:  Terrttnoti  ecc.  :^o 


466  [1875] 

Bues.  ;  a  0^  ib"  ant.  delI'S,  precednta  da  ictenso  rombo,  veemente  con- 
casaione  che  fece  uscire  gli  abitanti  dalle  case  :  la  zona  più  colpita  da 
questo  Cerr<!iaoto  trovasi  nella  parte  Biiperiore  del  territorio,  circa  ad 
occidente  della  città  e  specialmente  nella  contrada  denominata  >  Tostu 
di  vipera  >  e  conBecutivamente  nelle  contigae  >  Fossa  dell'Acqua  >  e 
t  Malovrio  >.  Nella  prima  per  un  miglio  attorno  si  produssero  delle 
fenditure  nel  buoIo  e  furono  abbattute  varie  case  di  campala  e  pa- 
recchi muri  a  eecco  fiancheggianti  le  strade  ;  nelle  altre  due  i  danni 
pare  siano  Btati  un  po'  minori.  La  scossa  si  propagò  ad  Àci  S.  Àntoaio. 
ad  Aci  Catena,  a  PiBano,  a  8.  Venerina,  a  Riposto,  ecc. 

A  7"  '/»  *"'■  ^^"'  8  due  lievi  repliche. 

L'area  mesosismica  di  questo  terremoto  trovasi  delimitata  nella  car- 
tina della  fig.  53  (pag.  443),  ove  per  errore  fu  attribuita  al  1674. 

RìhìbÌ,  C«ReiaUco,  Cervia. 

ri  voi.  II  OtgU  Scritti  di  Sumologta. 

Un  grande  terremoto  colpi  l' Italia  Centrale  nella  notte  17-lS  marzo  : 
te  onde  sismiche  intcresearono  gran  parte  dell'  Italia  &ettentrÌon.-iK' 
(Veneto,  Emilia,  Lombardia)  ed  alcune  Provincie  della  meridionale. 
Zara,  Belluno,  Udine,  Milano,  Pareli»  (Ivrea),  forse  il  Nizzardo,  Yel- 
letrì  e  Cliietì  rappresentano  i  punti  estremi  noti,  cui  giunsero  le  onil<> 
sismiche  percettibili  alle  persone.  Essendo  molto  conosciuti  e  diffusi. 
specialmente  per  opera  del  P.  Giovannozzi,  le  opero  del  Serpieri  per  la 
ristampa  fattane,  presenterò  in  questo  mio  scritto  le  conclusioni  dell'> 
studio  topografico,  cui  Berviranno  di  dilucidazione  le  varie  linee  ìsosi- 
smiche  tracciate  nella  figura  56. 

a)  La  accasa,  avvenuta  verso  le  0*  bV  ant,  del  18  marzo  ('),  rius<i 
rovinosa  o  quasi  a  Cesenatico,  a  Rimini  ed  a  Cervia,  ove  caddero  mol- 
tissimi comignoli,  precipitarono  delle  volte  ed  alcuni  muri,  si  aprirono 
delie  fenditure  nelle  case  ecc.  :  i  maggiori  avvennero  nella  prima  i- 
neir  ultima  di  dette  località. 

b)  La  scossa  fu  fortissima  a  Ravenna,  a  Ceseni,  a  San  Marino,  a 
Monte  Fiorito,  ad  Urbino,  a  Serrungherina,  a  Cartoccio,  a  Pesaro  ecc. 

e)  Fu  molto  forte  a  Ferrara,  a  Bagnacavallo,  a  Rocca  S.  Casciann. 
a  Forlì,  a  S.  Angelo,  a  Mondaino,  a  Sinigallia,  a  Fano  ecc. 

d)  Fu  forte  a  Pela,  a  Brisighella,  ad  Alfonsino,  a  Meldola.  a  Mn- 
digliana,  a  Fonico,  a  S.  Sofia,  a  Bagno  di  Romagna,  a  Caglia  a  Fa- 
briano, a  Camerino,  a  Macerata,  ad  Ancona,  a  Jesi  ecc. 

e)  Fu  mediocre  a  Lussiu,  a  Trieste,  a  Patmanova,   a   Chioggia.  a 


[1875]  467 

Venezia,  a  Treviso,  a  Padova,  a  Trento,  a  Bologna,  a  Firenze,  a  Bib- 
biena, ad  Arezzo,  a  Città  di  Castello,  a  Sinaiunga,  a  Perugia,  ad 
Ascoli  Piceno,  a  Fermo,  a  Porto  S.  Giorgio  ecc. 

f)  Leggiera  o  sensibile  ad  Udine,  a  Belluno,  a  Pavia,  a  Parma, 
nel  Lucchese,  nel  Volterrano,  a  Siena,  a  Homa,  nel  Velletrano,  ad 
Aquila,  a  Chieti,  a  Penne  ecc. 

g)  Fu  sentita  isolatamente  in  qualche  località  del  Piemonte  (Par- 
rella  [Ivrea])  e  forse  del  Nizzardo. 

h)  Nella  regione  di  massimo  scuotimento  la  scossa  f\i  suss.-ond., 
con  direzione  predominante  SE-NW  :  a  Cesenatico  però  cominciò  con 
una  ondulazione.  In  questa  zona  furono  fi'equenti  gli  effetti  rotatorii 
ed  il  moto  fu  preceduto  da  rombo. 

i)  Nella  strada  Cervia  -  Cesenatico  si  apri  una  fenditura  lunga 
Km.  1  circa  e  larga  in  certi  punti   15  cm. 

l)  Al  momento  della  scossa  un  maremoto  violento  ebbe  luogo  a 
poca  distanza  dalla  spiaggia  di  Rimini-Cervia. 

m^  Nella  località  più  colpite,  specialmente  a  Cervia,  dopo  la  prima 
scossa  per  parecchio  tempo  furono  sentiti,  sia  di  giorno  che  di  notte, 
varie  repliche,  in  generale  però  leggiere. 

n)  Qua  e  colà  neirarea  scossa  si  notano  le  solite  variazioni  nella 
intensità  e  nei  relativi  effetti  dinamici,  come  d'altronde  è  sempre  suc- 
ceduto nei  grandi  terremoti, 

[1104]    1875.  Ottobre  24.  Bellnno. 

In  un  manoscritto  anni  or  sono  comunicatomi  dal  defunto  mio 
amico  D'.  A.  Negri,  trovo  notizia  di  una  scossa  molto  forte  intesa  a  Bel- 
luno verso  le  9**  pom.  del  24  ottobre,  la  quale  fece  suonare  i  campa- 
nelli nelle  case  ed  aprire  alcune  lievi  lesioni.  Tale  scossa  corrisponde 
certamente  a  quella  che  il  Boll,  del  Vulc.  Ital.  (voi.  IV,  pag.  128)  dice 
intesa  a  9*»  13"  p.  di  tale  giornata  a  Belluno  (suss.-ond.  NE-SW  di  3»)  e 
che  il  Tommasi  nel  suo  catalogo  (I  terr,  del  Friuli  ccc,^  pag.  204)  ri- 
corda anche  per  Pordenone  (suss.-ond.),  ove  ad  11^  p.  Ili  intesa  una 
replica. 

[1105J    1875.  Dicembre  6.  S.  Giovanni  Rotondo  (Foggia). 

Baratta  M.:  Sul r  attività  sismica  nella  Capitanata^  pag.  16-21  (estr.)  -  Palmieri  L.:  llterr. 
del  e  die.  ecc. 

Un  esteso  terremoto  colpi  nella  notte  5-6  dicembre  V  Italia  meridio- 
nale e  parte  della  centrale.  La  regione  di  massimo  scuotimento  com- 
prende (fìg.  50  A)  San  Marco  in  Lamis  e  San  Giovanni  Rotondo,  nelle 
quali  località  la  commozione  del  suolo  è  riuscita  rovinosa  :  nella  prima 
molte  case  furono  danneggiate  ed  una  rovinata,  nella  seconda  150  cdi- 


468 


[1875J 


ftcii  risentirono  gravemente  gli  effetti  dei  terremoto,  e  due  crollaroìio 
interamente  :  quattro  furono  le  vittime.  Lesioni  generali  ebbero  Monte 
S.  Angelo,  Manfredonia,  Foggia,  Biccari,  Bovino  e  Troia  ;  lievemente 
furono  pure  danneggiate  Mattinata,  San  Severo  e  le  isole  Tremiti  : 
dalla  distribuzione  dei  danni  risulta  che  le  onde  distruggitrici,  favorite 
forse  dalla  natura  del  suolo,  si  propagarono  maggiormente  dalia  parto 
di  SW  :  dalle  altre  parti  il  movimento  non  à  causato  danni  di  sorta, 
quantunque  sia  stato  fortissimo. 

Lungo  il  littorale  Adriatico  V  area  scossa  raggiunse  la  sua  massima 
espansione  :  verso  SW,  interessò  le  Provincie  di  Benevento,  di  Cam- 
pobasso, di  Salerno  e  parte  della  Basilicata,  andando  a  terminare  verso 
il  mare  Tirreno. 


Sb0à 


Fio.  59. 


I  punti  estremi  ove  la  scossa  fu  sensibile  alle  persone,  procedendo 
dalla  parte  settentrionale,  sono  Urbino,  Camerino,  Aquila,  Roma,  Anzi 
(Potenza),  Matera,  Locorotondo  e  Brindisi  :  nella  quale  ultima  località 
quantunque  si  lontana  dal  supposto  epicentro,  la  scossa  fu  assai  sen- 
sibile. La  massima  lunghezza  dell'  area  scossa  corre  da  Brindisi  ad 
Urbino,  che  distano  555  km.  circa. 

Insensibile  alle  persone,  oppure  dubbiamente  avvertita  da  qualcuno 
giunse  r  ond.  a  Bologna  e  Parma  neir  Italia  settentrionale,  a  Cosenza 
nella  meridionale,  distanti  rispettivamente  km.  468,  547  e  273  circa  d» 
S.  Marco  in  Lamis  ;  anche  a  Palermo,  che  è  a  443  km.  in  linea  retta 
da  tale  località,  fu  pure  avvertito  nello  stesso  istante  un  lieve  scuo- 
timento. 

La  scossa    ebbe  —    sperialmento  nella    regione  ove  produsse  effetti 
dinamici  più  intensi  —  una  considerevole  durata,  dipendente  forse  dal 
succedersi  a  brevi  intervalli  di  impulsi  distinti  o  da  fenomeni  di  rifles- 
sione :  di  ciò  si  à  una  ricontorma  nei  dati  raccolti,  in  cui  i  diversi  re 
latori  parlano  di  varie  scosse,  oppure  di  parecchie  riprese.  In  tale  arw 


\ 


[1875  -  1876J  4G9 


il  movimento  sismico  fu  predominantemente  suss.,  preceduto  od  ac- 
compagnato da  rombo,  inteso  pure  in  parecchie  altre  località. 

Le  ore  più  attendibili  sono  le  seguenti  :  Urbino  3**  21"  a.,  Parma 
a»"  30",  Napoli  3*»  24™,  Capodimonte  S^  28"^,  Bologna  3*»  45™  ;  neir  area 
scossa  fortemente  i  buoni  dati  diffettano  :  Foggia  da  3^  21™  a. 

Nella  cartina  qui  unita  (fig.  59)  con  A  è  indicata  l'area  mesosismica  ; 
con  B  la  isosisma  fortissima  ;  con  C  la  molto  forte  ;  con  D  la  forte  ; 
con  E  la  mediocre  e  con  F  la  lieve. 

Specialmente  a  San  Marco  in  Lamis  ed  a  San  Giovanni  Rotondo  si 
sentirono  parecchie  repliche  nei  giorni  6-12  dicembre,  qualcuna  delle 
quali  si  estese  anche  alle  località  circostanti. 

[1106]    1876.  Aprile  29.  Monte  Baldo  (Verona). 

Buu.  yuic.  itaL,  voi.  v  e  vi. 

Circa  la  metà  del  marzo  a  Malcesine  una  scossa  ed  altre  nel  18,  19 
e  20  dello  stesso  mese  :  durante  tutto  V  aprile  nella  catena  del  monte 
Baldo  scuotimenti  leggerissimi,  rombi  e  detonazioni  sotterranee  con 
tremiti  del  suolo.  Verso  il  26,  tali  fenomeni  ebbero  maggiore  intensità; 
quindi  nel  giorno  29,  in  mezzo  a  molte  scosse  lievi  o  mediocri^  ad 
11*»  50™  a.  ne  fu  intesa  una  rovinosa  a  Cassone,  fortissima  a  Malce- 
bine  ed  a  Ferrara  di  Monte  Baldo  ;  a  0**  15™  p.  altra  fortissima  in  que- 
st'  ultima  località  ed  a  9^  p.  una  terza  assai  intensa  :  alla  mezzanotte 
poi  una  molto  forte,  che  fu  fortissima  a  Cassone  :  nella  notte  'e  nel 
giorno  30  parecchie  forte  e  mediocri  ;  e  così  pure  al  1°  maggio,  in  cui 
se  ne  avverti,  ft'a  le  altre,  una  fortissima  ad  11*»  50™  ant.  Nei  giorni 
2.  3,  4  e  22  di  tale  mese  si  continuò  a  sentire  qualche  commozione,  in 
generale  di  lieve  o  di  mediocre  intensità,  qualcuna  però  forte,  finché 
ai  29  se  ne  ebbero  a  Malcesine  ed  a  Cassone  4  fortissime  ad  11**  .30™, 
ad  11"»  45™  a.  ed  a  0»»  15™  e  2^  p. 

Nei  mesi  susseguenti  il  suolo  fu  quasi  sempre  in  quiete  solo,  qualche 
urto  e  detonazione  fu  sentita  al  7-10  e  specialmente  al  12  luglio,  al  9, 
10  e  12  dicembre.  Al  5  febbraio  1877  una  forte  commozione  urtò  a  5^5™ 
pom.  Malcesine,  Cassone  e  Ferrara  M.  B.  :  un'  altra  ad  8^  30™  pom.  la 
sola  Cassone,  riuscendo  lieve  nelle  due  citate  località  ;  al  7,  13,  23  e 
•Jl  febbraio  qualche  scossa:  al  21  detonazioni  fragorose.  Una  nuova 
scossa  fortissima  colpi  Malcesine  al  1*^  ottobre  1877,  ad  %^  20™  a.  circa. 
Negli  intervalli  altre  scosse  più  o  meno  sensibili,  tremiti  e  detonazioni 
.'u^sai  gagliarde. 

11107]    1876.  Maggio  20.  Spoleto  (Perugia). 

Unii.  Vulc.  ItaL,  voi.  IV,  paK.  49;  V,  pag.  47-48,  ai-ló,  88. 

Ai  22-24  marzo  a  Spoleto  qualche  lieve  scossa  ed  altre  al    P  aprile 


470  [] 

(11».  40°"  a.  sensibile),  al  2  (9''45'"  a.  mediocre),  al  3  {0*  20"  p.  molto  forte-, 
al  4  {7''  1Ò-"  a.  forte  end.),  al  4-6.  all'  8-10.  al  13  (0^  20»  a.  forte,,  al 
14,  al  17  varie  lievi,  ed  al  2.  4  e  18  mag^o.  Ad  l''30"  ant.  del  i^J 
maggio  una  fortissima  snss.-ond.  ESE-WNW  di  3-4*  lece  cadere  dei  co- 
mignoli, dei  mm'i  e  delle  volte  :  fu  sentita  a  Fermo,  a  Norcia  ed  a 
Cerreto  di  Spoleto.  Parecchie  repliche  nel  corso  della  giornata  :  1«  map 
glori  si  estesero  seusibilmcDle  fino  al  luogo  denominato  •  le  Valli  »,  a 
5  miglia  da  Narni.  Qualche  altra  scossa  al  1°  e  9  giugno.  Ripigliarono 
sulla  fine  di  ottobre,  ma  furono  allora  più  frequenti  e  forti  a  Monte 
Luco  presso  Spoleto. 

Secondo  il  prof.  Ricci  (Bull.  Vulc.  Ital.,  Ili,  pag.  30)  il  focolare 
di  questo  terremoto  fti  presso  Monte  Martano  a  NW  di  Spoleto. 

[U08]    1876.  Magg'io-gingno.  CariMne  (PHlermo). 

Cacciatobe-Doderlein  ;  Sulle  recenli  coiiDult.  ecc.  -  Cresciuanno  F.  P.  :  /  terr.  «*  (1  NKsrfl 
Oli.  ili  Corìeone  ecc.  -  Bull.  Vale,  ital.,  voi.  V,  pa^.  83-86,  HÌ-4Ì. 

Sulla  fine  di  aprile  in  Corìeone  scosse  leggere  o  mediocri  con  rombi  : 
la  maggiore  delle  quali,  avvenuta  a  C  a.  del  22  aprile,  fece  suonare  i 
campanelli  :  nel  24-25  maggio  aumentarono  di  numero  ;  nel  giorno  25. 
a  4''35"'  a.,  una  Ionissima  susa.  ed  un  altra  di  eguale  intensitil  a 
7i>  45"  a.  :  queste  fecero  lesionare  alcuni  fabbricati,  cadere  varie  por- 
zioni di  cdiflcii.  fra  cni  una  volta  gi&  in  cattivo  stato  :  fu  sentita  a 
Bisacquino,  Gagliello,  Roccamena,  Campofiorito.  Pizzi,  Mezzoiuso,  Fi- 
cuzza-Marineo  che  distano  rispettivamente  da  Corìeone  km.  13,  12,  13. 
7,  15,  15  e  19.  Il  centro  era  nei  pressi  dì  Corìeone,  ove  più  numerose 
e  più  localizzate  furono  le  repliche. 

Dopo  il  massimo  del  24-25  maggio,  qaasi  giornalmente,  frequenti 
scosse  ond.  :  nella  notte  del  10>11  giugno,  dopo  una  breve,  tregua,  uua 
commozione  fortissima  arrecò  nuovi  danni  alla  città,  facendo  cadere 
qualche  muro,  danneggiando  14  case  ed  aprendo  molte  fenditure  nei 
fabbricali,  fra  cui  una  nella  volta  dell'ospedale.  Tale  scossa  si  propag<^ 
au  un  area  più  estesa  della  precedente,  essendo  stata  sentita  a  Bisac- 
quino (km.  13),  a  Marineo  (km.  19),  a  Palazzo  Adriano  (km.  Ifi),  a 
Piana  de'  Greci  (km.  20)  e  vuoisi  anche  a  Misilmeri  (km.  28)  ed  a 
Palermo  (km,  35). 

Nella  notte  24  giugno  scossa  forte  a  San  Giuseppe  Jato  :  al  9  agosto 
una  leggera  a  Corìeone  e  più  forte  a  NE,  cioè,  a  Perdio  ;  al  13  un'altra 
stata  più  intensa  a  SW.  cioò,  a  San  Giacomo  Collo  e  Colli  ;  una  nuova 
al  10  più  sentita  a  Fontana  Argento  ed  ai  23  a  Drago.  Ad  l^S"  a. 
del  "ìG  agosto  forte  scossa  snss.-ond.  che  in  Corìeone  fece  cadere  dti 
calcinacci  ed  abbattere  un  fumaiolo:  nella  notte  dell' 11  ottobre  nn 
forte   a  Farucco,  presso  Giuliana.    Decrebbero   poi  tali  scuotimenti  ài 


[1876]  471 


numero,  per  crescere  nuovamente  nella  2*  e  3*  decade  di  ottobre,  nella 
1*  e  3*  decade  del  novembre  e  nel  successivo  dicembre. 

[1109]    1876.  Maggio-giugno.  Gargano  (Foggia). 

Bull.  Vulc.  Ital.^  voi.  V,  pag.  86  -  Baratta  M.  :  SulV  attiv,  sism.  nella  Capitanata,  pag.  25, 

(estr.) 

11  citato  BuUettfno  del  Vulcanismo  reca  le  seguenti  notizie  : 

29  maggio)  al  Gargano  ed  a  Manfredonia  scosse  rovinoso  -  29-30)  notte, 
al  Gargano  scosse  fortissime  precedute  da  boati  -  U  giugno)  terremoto  al 
Oargano  -  24)  ivi,  altro  forte. 

Intorno  a  tali  terremoti  non  mi  fu  dato  di  raccogliere  altre  notizie, 
nemmeno  allorquando  nel  1893  fui  a  Manfredonia,  ove  ancora  nella 
mente  di  tutti  ò  trovato  impressa  la  memoria  del  panico  causato  dalle 
scosse  del  6  dicembre  1875  :  da  ciò  sono  indotto  h  credere  che  la  forza 
delle  scosse  soprarlcordate  sia  stata  notevolmente  esagerata. 

[IIIG]    1876.  Settembre  13.  Reggio  Calabria. 

mercalu  O.  :  /  terr,  della  Cai.  ecc.,  pag.  178. 

Al  13  settembre,  tra  mezzanotte  ed  1^  a.,  due  scosse  a  Reggio  Ca- 
labria^ la  prima  fortissima,  la  seconda  meno  :  allarme  nella  popolazione 
e  lievi  danni  alle  fabbriche  ;  cadde  un  pezzo  di  cornicione  del  duomo. 
Tali  scuotimenti  furono  sentiti  a  Palmi  ed  in  altri  comuni  della  pro- 
vincia. A  Messina  se  ne  avverti  uno  innocuo,  ma  abbastanza  forte  :  fu 
molto  forte  al  Capo  Spartivento  e  leggero  a  Tropea  (Bull,  Vulc,  ItaLj 
voi.  V,  pag.  141). 

[1111]    1876.  Ottobre  26.  Palestrina  (Roma). 

M.  s.  Db  bossi:  Quadri  stat,  topogt.  giom.  dei  terr....  d'Italia....  Ì875-76  ecc.  -  Bull.  Vulc. 
Ital.,  voi.  VI,  pag.  45-19. 

11  giorno  26  ottobre,  verso  le  3*>  20™  p.  una  fortissima  scossa  di  6-7» 
urtò  Palestrina,  producendo  fenditure  nelle  volte  e  nei  muri,  caduta  di 
travi,  di  qualche  camino  e  danneggiando  buona  parte  dei  fabbricati, 
specialmente  il  palazzo  vescovile,  quello  dei  sigg.  Fiumana,  la  pre- 
tara, ecc.  :  essa  fu  più  intensa  nella  parte  bassa  della  città  che  non 
nella  alta.  Questa  scossa  fu  poi  fortissima  a  Poli  ed  a  Gallicano, 
ifig.  60  B).  Fu  molto  forte  a  Rocca  di  Papa,  a  Monte  Cava,  a  Monte 
Porzio  e  Castel  S.  Pietro,  ove  fece  suonare  i  campanelli  e  cadere  dei 
calcinacci  :  fu  forte  (B')  a  S.  Gregorio,  a  Clciliano,  a  Sambuci,  a  Ti- 
voli, a  Genzano  a  Velletri,  a  Valmontone  ed  a  Genazzano  ;  mediocre 
(B")  ad  Anagni,  a  Siibiaco  ed  a  Monterotondo  ;  sensibile  a  Cappa- 
doccia  ed  a  Frascati  ;  lieve  a  Cori,  Alatri,  Arsoli,  Vicovaro  e  forse  a 
Sezze  (B'"). 

Sia  nei  monti  Albani  che  a  Palestrina  varie  repliche  ;  qualche  scossa 


47i> 


[1876-18771 


fa  sentita  isolatamente  a  Ferentino.  Le  maggiori  repliche  di  Palestrìna 
furono  le  seguenti  : 

26  ottobre)  9*»  55'"  p.  una  poco  sensibile  -   27)  ^  a,  una  ond.  avvertita 
generalmente  ;  &"  30™  p.  lieve  -  3d)  3^  55"  a.  una  piuttosto  sensibile  -  3  no 


^ÌÌÓMA 


*y*fmé' 


FiG.  60. 

vernare)  P  45™  a.  e  5*»  5™  a.  due  poco  sensibili  -  iO)  1^  57"  p.  una  avvertita 
da  tutti,  e  cosi  pure  a  0^25™  a.  deir  ii  -  d2)  9*^30"  p.  una  lieve  •  iS-iO) 
notte,  una  lievissima  -  i9)  10*»  15™  p.  sensibile  -  29  dicembre)  10*»  25™  a.,  una 
mediocre. 

[1112]    1877.  Marzo  3.  Val  di  Greve  (Toscana). 

Bull.  Ville.  Jtal.^  voi.  VI,  pag.  53. 

11  3  marzo,  a  2^  9"*  26'  a.,  a  Firenze  mediocre  scossa  ond.  WNW-ESE 
preceduta  da  rombo  :  fu  fortissima  in  vai  di  Greve  ed  in  vai  di  Pesa  e 
debole  ad  Empoli. 

[1113]    1877.  Mag"gio  21-22.  CoseaM. 

Bull.  Ville.  ItaL,  Voi.  VI,  pag.  101. 

11  20  maggio,  a  ò'^òO"»  p.,  a  Cosenza  ed  a  Catanzaro  leggera  scossa 


TT" 


[1877J  473 

tmd.  NE-SW  di  3"  :  a  lO'^SO"  a.  circa  del  21  a  Cosenza  fortissima  ond. 
X&SW  di  3"  :  fu  forte  ond.  di  IO"  a  Catanzaro,  ove  si  ebbe,  10°»  dopo,  una 
replica  :  fìi  lieve  a  Tropea.  Alle  4^*  e  4*»  30"  p.  a  Catanzaro  due  repliche  : 
a  10^  40"  p.  a  Cosenza  una  ond.  NE-SW.  Verso  le  2*»  a.,  o,  secondo 
altri,  le  S^  30"  ant.  del  22  a  Catanzaro  e  Cosenza  scossa  fortissima. 

[1114]    1877.  Agosto  16  e  24.  Veroli  (Roma). 

u.  3.  De  Rossi:  Periodo  sismico' laziale  e  della  valle  delLiriecc.  -  Bull.  Vulc.  Ital.,  voi.  vi, 
pa^.  102-5. 

Ad  1*»  24"  pom.  del  16  agosto  una  scossa  assai  forte,  suss.-ond.  S-N 
di  5*,  spaventò  la  popolazione  di  Rocca  di  Papa,  che  uscì  all'  aperto  : 
suonarono  i  campanelli  :  fu  molto  forte  a  Castel  Gandolfo,  forte  ad 
Ariccia,  a  Zagarolo,  a  Gallicano,  a  Velletri  ed  a  M.  Cavo  :  mediocre 
a  Palestrina,  Valmontone  e  Roccapriora  ;  sensibile  a  Genzano  ;  lieve  a 
Albano  e  leggerissima  ad  Anagni. 

Questo  terremoto  fu  seguito  da  parecchie  re}»liche  e  ad  intervalli  da 
leggere  scosse  sentite  nei  di  seguenti  a  Subiaco,  a  Ceccano,  a  Rocca 
Priora  ed  a  Palestrina. 

Al  24  agosto,  a  3^  54"  ant.  circa,  nuovo  massimo  sismico  con  una 
scossa  rovinosa  a  Veroli  (fig.  60  C)  e  fortissima  ad  Alatri,  a  Prosinone, 
a  Banco,  ad  Arce,  ad  Isola  Liri,  a  Cassino,  ad  Anagni  ed  a  Jenne; 
molto  forte  a  Ceccano,  a  Sezze,  a  Terracina,  a  Rocca  Massima,  a 
Rocca  di  Papa,  a  Castel  Gandolfo,  a  Genzano  ed  a  Cisterna  di  Roma  : 
torte  ad  Albano,  a  Tivoli,  a  San  Gregorio,  a  Poli,  a  Casapè,  a  Can- 
terano, a  Subiaco,  ad  Affile,  a  Ponza,  a  Maenza,  a  Giuliano  ed  a 
Ceccano  ;  mediocre  a  Genazzano,  a  Palestrina  ed  a  Roma  ;  leggera  a 
Sonnino,  a  Vallecorsa,  a  Caserta,  a  Benevento,  a  Rocca  Antica  ed  in- 
fine leggerissima  a  Monte  Fortino. 

Dopo  questo  terremoto  lievi  repliche  nei  Colli  Laziali,  nella  valle 
del  Liri,  a  Ceccano,  a  Cassino,  ecc. 

[1115]    1877.  Ottobre  8.  Piecolo  S.  Bernardo  (Piemonte). 

liuu.  vif/c.  Ital.,  voi.  VI,  paff.  105. 

Circa  le  5^  20"  a.,  scossa  molto  forte  o  fortissima  al  Piccolo  S.  Ber- 
nardo :  fu  forte  a  Bra,  mediocre  ad  Aosta  e  paesi  valdostani  ;  sensi- 
^>ile  a  Biella  ;  leggiera  a  Ceresole  Reale,  ad  Oropa,  ad  Ivrea,  a  Val- 
chiosella,  a  Sagra  S.  Michele  ;  fu  inoltre  sentita  a  Cogne,  a  Saluzzo, 
«  Mondovi,  a  Moncalieri  e  forse  in  varie  località  della  Francia,  della 
Savoia  e  della  Svizzera. 

[1116]    1877.  Dicembre  23.  Viterbese  (Roma). 

ìiuU.  Vulc.  Jtal,  voi.  V,  paK.  34-36. 

Nella  notte  del  22  e  verso  le  5»»  8"  ant.  del  23  dicembre  a  Viterbo 


474  [1877  -  1878] 


lieve  scossa:  a  6**  3"»  ant.  una  forte  suss.-ond.  E8E-WNV  di  2-3»  con 
rombo,   fece  suonare  qualche  campanello. 

L'area  mesosismica  di  questo  terremoto  comprende  La  Cura  e  it? 
Capannaccie  :  nella  prima  cadde  qualche  comignolo  e  la  gente^  spa- 
ventata, usci  dalla  Chiesa,  ove  si  trovava  adunata:  nella  seconda  in- 
vece fece  diroccare  delle  tegole:  quivi  ebbe  direzione  NW-SE. 

Oltre  che  a  Viterbo,  fu  forte  suss.-ond.  di  10"  ant.  a  S.  Martino,  a 
Ronciglione,  a  Vetralla  ed  a  Capranica  :  un  po'  meno  a  Bagnala  (NW- 
SE),  a  Caprarola,  a  Civita  Castellana,  ad  Oriolo,  a  Velano,  a  Manziana. 
a  Barbarano,  a  S.  Giovanni  ed  a  Bieda  ;  fu  mediocre  a  Sutri  ed  a  To- 
scanella  ed  iniine  lieve  a  Mai*ta  sul  Bolsena. 

L'epicentro  di  questo  terremoto,  che  si  trova  presso  la  Cura  di  Ve- 
tralla, è  delineato  nella  fig.  12  (pag.  183),  ove  è  anche  delimitata  la  zoda 
isosismica  forte  e  quella  quasi  forte. 

A  3**  45"  ant.  del  V  gennaio  lieve  replica. 

[1117]    1878.  Gennaio  22.  Saluio. 

BulL  mens.  dell' Osserv.  di  AfoncaUeriy  voi.  xni  (1818)  pasr-  19* 

A  7^  44""  ant.  del  22  gennaio  a  Saluzzo  scossa  molto  forte  con  rombo  : 
nella^  Chiesa  di  S.  Bernardino  fece  cadere  dei  frammenti  di  calce  dalla 
volta  :  fu  forte  (N-W  di  4")  a  Crissoto  ed  a  Pinerolo  (2''),  ove  fu  preceduta 
da  rombo  :  fa  leggiera  a  Drenerò. 

[11181    1978.  Marzo  6.  Val  di  Piave  (Belluno). 

Bull.  Vulc.  Ital.,  voi.  VI,  pag.  167. 

A  10**  14°  ant.  circa  a  Busche  (ft-az.  di  Cesio  Maggiore),  a  S.  Giu- 
stina ed  in  altri  villaggi  lungo  il  Piave,  breve  ma  fortissima  scossa 
suss.  registrata  anche  dagli  apparecchi  sismici  di  Bologna  (10*"  14°*  16*  a. 

[1119]    1878.  Marzo  12.  Bolognese  e  RomagBa. 

Bull.  vulc.  Ital.^  voi.  v,  pag.  3e-45;  vf;  varil  luoghi. 

Nel  novembre  e  dicembre  1877  in  Tossignano  varie  scosse,  le  più 
forti  delle  quali  ad  11*»  5*"  ed  11*»  15"  pom.  del  12  novembre  :  nel  gen- 
naio qualcuna  leggiera.  Il  massimo  sismico  accadde  a  10^  26""  pom. 
circa  del  12  marzo  (fig.  62)  :  a  Quaderna  d' Ozzano  fece  screpolare 
la  volta  della  Chiesa  parr.  e  cadere  un  pezzo  di  cornicione  ;  a  Castel 
S.  Pietro  precipitare  un  centinaio  di  comignoli  e  danneggiare  un  muro 
dì  un  oratorio  :  a  Varignana  abbattè  qualche  camino  ed  a  S.  Lorenzo 
della  Gaiana  (Monte  S.  Pietro)  diroccare  il  culmine  di  un  tetto.  Detta 
scossa  fu  molto  forte  (B)  a  Tossignano,  a  Fontana  Elice,  a  Cascia  V.,  a 
Loiano,  a  Casalecchio  dei  Conti  ed  a  Castenaso  :  fa  mediocre  a  S.  Pietro 
in  Guzzano,  a  Bologna,  a  Reggio  E.  ed  a  Oderzo  :  fu  sensibile  a  Fer- 


■rw-t.-  v-v'   — --^  -  -  -     ^--i— ^- 


L1878]  475 

ara  :  leggiera  ad  Asiago,  a  Padova,  a  Rimini,  a  S.  Pietro  Capo  Fiume, 
I^ugo^  ad  Urbino  ed  a  Venezia  :  fu  infine  leggerissima  a  Firenze. 

Nella  notte,  specie  a  Quaderna,  varie  repliche  ed  altre  per  tutto  il 
lese  di  marzo,  però  sempre  leggiere  o  mediocri. 

A  10^  36°'  ant.  del  5  aprile  nuova  scossa  fortissima  a  Castel  S.  Pietro, 

(Quaderna  ed  a  Tossigaano  :  fa  forte  suss.  a  Bologna  e  lieve  a  Rovigo. 

Nei  giorni  5,  6,  7  a  Quaderna  varie  scosse  :  fra  mezzodì  ed  1^  pom, 
ieir  11  aprile  a  Varignana  una  molto  forte  ed  altre  a  Bologna  nel 
aa^gio.  A  3^  dd"*  pom.  del  4  giugno  scossa  fortissima  a  Loiano  (A),  forte 
i  Tossignano  ed  a  Varignana  (B),  mediocre  a  Bologna  ed  a  Porretta, 
sensibile  a  Quaderna  ed  a  Firenze,  lieve  a  Lucca  ed  a  Fiesole. 

A  Bologna,  Tossignano,  Quaderna,  Loiano  nel  luglio-ottobre  qualche 
MM)8sa.  A  6**  49"  pom.  circa  del  9  novembre  una  fortissima  a  Vari- 
^lana  ed  a  Tossignano  :  questa  fu  forte  in  qualche  località  circostante  ; 
nediocre  a  Quaderna,  a  Bologna,  a  Firenze,  ad  Urbino  e  leggiera  a 
Rovigo.  Seguirono  poi  varie  repliche  (vedi  fig.  62). 

1120]    1878.  Giugno  7.  Cartif^naBO  (Cuneo). 

BitU.  Vulc.  Ital,  voi.  v,  pa^.  134  5;  vif  pa^.  183-4. 

Al  31  maggio  (5^  45"^  ant.)  a  Pinerolo  scossa  forte  :  al  1^  giugno 
ilO^  45"*  ant.)  una  sensibile  sentita  a  Mondovl  ed  in  alcuni  luoghi  del 
Piemonte  e  della  Liguria  :  al  2  (1*»  30"  ant.)  una  forte  a  Cairo  Monte- 
notte,  ed  a  11^  25'"  pom.  circa  del  7  una  fortissima  a  Cartignano,  ove 
fece  cadere  qualche  tetto  e  riaprire  vecchie  screpolalure  :  fu  molto 
forte  a  San  Stefano  Belbo  e  nei  paesi  delle  Langhe  :  fu  forte  a  Castel 
Delfino,  ad  Alba,  a  Saluzzo,  a  Cuneo,  a  Barge,  a  Crissolo  :  mediocre 
a  Savona,  a  Mondovì,  a  Dronero,  a  Demonte,  a  Cavour,  a  Paesana,  a 
Valfcnera  (Asti)  ed  a  Pinerolo  :  leggiera  a  Porto  Maurizio  ed  a  Men- 
tone  :  fu  inoltre  più  o  meno  sensibilmente  avvertita  a  Boves,  Bra, 
Cherasco,  Cavallermaggiore.  Ruati  -  Cesani,  Frabosa  Soprana,  Cervira, 
Macello,  Faule,  Marsaglia,  Murazzano  ecc.  e  dai  soli  apparecchi  a 
Moncalieri. 

Nella  maggior  parte  delle  dette  località  la  scossa  fu  ond.  ,  fu  però 
ond.-suss.  a  Valmaira,  a  Cartignano,  a  Dronero  e  nei  vicini  paesi  di 
Boves,  Demonte,  Ruata-Cesani  e  Saluzzo  :  la  sua  durata  fu  stimata  da 
2-3*  a  6-7»  :  in  provincia  di  Cuneo  fu  preceduta  da  rombo.  Il  movi- 
mento sismico  fu  unico  dappertutto,  eccezion  fatta  per  Dronero  e  De- 
monte, ove  presentò  due  riprese  a  breve  intervallo. 

A  2^  a.  deir8  scossa  molto  forte  a  Saluzzo  e  qualche  altra  al  2-3 
dicembre  a  Dronero  ed  a  Saluzzo  :  al  25  novembre  (4'»  52™  5*  a.)  una 
forte  a  Pinerolo,  Crissolo,  Saluzzo,  e  Sacra  S.  Michele,  sentita  in  pa- 
recchie località. 


476  [187(11 

[1121]    187S.  Settembre  10.  VMit»M  (Massa). 

aiav*NNozzi  a,  ;  /  Irrr.  Apva»!,  pag.  H  [estr.)  -  Bull.  Vule.  Ital.,  voi.  vn,  pag.  ti. 

A  2"  H2'°  pom.  del  10  eeltembre  a  Fivizzano  una  fortissima  scnss» 
ond.-BUsB,  di  u-6*  con  cupo  rombo,  fece  cadere  dei  comifiDOli  ed  udm 
volta  e  produsse  varie  screpolature  :  nei  vicino  paese  di  Soliera  pare 
sia  stata  ancora  piìi  inteoBa.  Fa  pare  fortissima  a  Bainone;  m^lto 
forte  a  Sarzaua,  forte  a  Livorno  e  Bedonia  ;  mediocre  a  Lacca,  If^- 
giera  a  Chiavari  e  Genova  :  fu  indicata  dagli  apparecchi  sismici  di 
Firenze  e  di  Bologna.  Nella  figura  41  (pag.  383)  trovasi  delineato  li?- 
picentro  e  parte  dell'area  isosismica  fortissima  di  questo  terremoto. 

[1122]    1878.  Settembre  15.  l'nbrìi. 

BioKi  A.  :  /  Urr.  Umbri  del  allembre  1878  -  Bull.  vul.  fiat.,  voi.  VII,  pag.  42-41. 

I  terremoti  che  scossero  I'  Umbria,  massime  nei  giorni  15  e  16  st?t- 
lerabi-e,  riuscirono  più  intensi  fra  Castel  Rltaldi  e  M."  Falco,  dappoicho 
nei  paesetti  Brana,  Hercatello,  Fratte  e  Turrita   e  dintorni,  situati  fri 


Fio.  CI. 

le  anzi  dette  località,  fecero  cadere  quasi  per  intiero  10-15  case,  ren- 
dendone inabitabili  altre  40;  per  le  fenditure,  gli  spostamenti  di  mari. 
la  caduta  di  comignoli,  le  rotture  nei  pavimenti,  nelle  volte  e  nelle 
tettoie  minacciarono  rovina  un  altro  centinaio  di  fabbricati.  La  prima 
scossa,  stata  rovinosa  per  i  paesi  dianzi  ricordati,  avvenne  ad  8'' 20"  a. 
del  15  settembre.  h\i  fortissima  a  Bettona,  a  Giano,  a  Foligno,  a  Spo- 
leto: forte  a  Trevi,  a  Norcia,  a  Caprarola  (Viterbo)  :  mediocre  a  Bastìa, 
ad   Assisi,   a   Camerino,  a   Kioti   e  ad   Aquila  :   leggera   a  Perugia,  a 


[1879J  477 

Formo,  ad  Amelia,  a  Terni,  a  Roma  ed  a  Rocca  di  Papa.  Nella  re- 
srioue  centrale  seguirono  repliche  frequenti.  Quasi  identica  per  inten- 
<ità  e  forse  maggiore  per  gli  effetti  causati  fra  C.  Ritaldi  e  M.  Falco 
fu  quella  sentita  ad  1^  53™  p.,  ed  un  po'  minore  l'altra  avvenuta  ad 
l*»  .55"  a.  del  giorno  16:  moltissime  poi  furono  le  forti  e  molto  forti 
ivi  sentite.  Altri  scuotimenti  tennero  in  agitazione  la  regione  mesosi- 
sniica  Ano  al  19,  dopo  il  quale  scemarono  piano  piano  di  numero  e  di 
intensità,  per  cessare  verso  il  25:  ripresero  poi  nuovamente  nelle  ore 
pomeridiane  del  30. 

Nell'area  mesosismica  (flg.  61)  le  scosse  furono  essenzialmente  suss.- 
ond.  :  le  maggiori  ebbero  quivi  una  durata  di  circa  7"  ;  eccentricamente 
furono  in  modo  predominante  ondulatorie.  Nella  cartina  94  con  A*  è 
delimitata  la  zona  isosismica  fortissima,  e  con  A'  quella  entro  cui  il 
terremoto  fu  forte  e  mediocre. 

[1123]    1878.  Ottobre  4.  Mineo  (Catania). 

Silvestri  O.  :  Sulla  doppia  eruz.  dell'  Etna  scoppiata  il  26  maggio  1879,  pagr.  9-4,  Catania, 
I8fl9  -  c.  GuzzANTi  :  Notizie  ms. 

11  4  ottobre  1878,  ad  1*»  46"  a.,  un  terremoto  agitò  fortemente  Mineo, 
Palagonla,  Vizzini,  Scordia,  Militello,  Caltagirone  e  meno  intensamente 
Catania,  Acireale,  GiaiTe,  Riposto,  Piedimonte  e  Mascali.  Le  conse- 
guenze dannose  di  questo  terremoto  designarono  il  territorio  di  Mineo 
come  centro  di  scuotimento.  Ivi  la  scossa  fu  fortissima  ond.-suss.  di 
12-15*  a  tre  riprese  e  seguita  verso  le  4**-  e  6**  a.  da  altre  due  forti, 
tutte  accompagnate  da  intenso  rombo.  Oli  ediflcii  e  le  case  tutte,  sia  di 
città  che  di  campagna,  soffrirono  danni  più  o  meno  gravi,  in  alcune 
anzi  assai  considerevoli.  Con  queste  scosse  si  iniziò  un  lungo  periodo 
sismico  perdurato  fino  all'  8  dicembre  :  si  sentirono  in  questo  intervallo 
frequenti  oscillazioni  e  cupi  rombi,  in  alcuni  giorni  assai  forti  e  fre- 
quenti. L'  ultima  scossa  avvenne  nella  sera  deli'  8  dicembre. 

Nei  paesi  vicini  oltre  la  prima  scossa  (1**  46™  a.  del  4  ott.)  non  ne 
fu  avvertita  alcun'altra. 

11124]    1879.  Gennaio-luglio.  Lago  di  Garda. 

«oiRAN  A.:  Stor,  $ism.  ecc.,  pagr.  139-42  -  Bull.  mìe.  Ual.^  voi.  vii,  paff.  92-93. 

Nel  gennaio  a  Malcesine  (Verona)  e,  specialmente  nei  giorni  7  e  26. 
fccossc  più  o  meno  sensibili  e  cupi  rombi  senza  scuotimento  :  continua- 
rono questi  fenomeni  nel  febbraio  successivo.  A  7**  45™  a.  del  giorno  14 
a  Gargnano  (8alò)  forte  scossa  suss.  seguita  da  altra  di  eguale  natura, 
t'  quindi  da  una  terza  fortissima,  stata  intensa  a  Goglione  di  Sopra  : 
forte  a  Colilo,  a  Verona  e  nella  regione  del  M.  Baldo  ;  mediocre  a 
Como  ;  sensibile  a  Tirano  ed  a  Sondrio  e  leggiera  ad  Oderzo,  a  Bel- 
luno, a  Brescia,  a  Vicenza,  a  Milano  ed  a  Riva  Valdobbia. 


.JTS 


11879] 


Nella  giornata  le  detonazioni  a  Halceaìne  fiirono  moderate  :  poco 
Beneiblli  e  rare  nei  mese  di  marzo  e  di  aprile  :  nel  maggio  predominò 
la  calma  :  i  fenomeni  endo^ni  preeentarono  un  notevolìBBimo  incre- 
mento nei  mesi  di  gin^ao  e  di  luglio,  durante  i  quali  a  Halcesine  e 
Cassone  si  ebbero  bcobsc  frequenti  (qualcuna  delle  quali  forte)  e  rombi; 
Intensi  e  continui. 


IU25]    1879.  Febbraio  23.  Cascia  (Perugia). 

DB  BOSSI  M.  S.:  Notate  Slam,  relativt  alle  tumucM  del  BS-SS  febbraio  isj»  «ce   -  Bua. 
pule,  tìal,  voi.  vn,  pE«.  03. 

Nel  22  febbraio  furono  sentiti  in  Norcia  molti  rombi  sotterranei  t 
nel  di  23  parecchie  pìccole  scosse  :  nella  sera  poi  del  medesimo  giorno, 
a  7"  30™  p.  circa,  una  scossa  suss.-ond.  di  10*  circa  colpi  in  special  modo 
Norcia,  Cascia  e  Serravalle.  Nella  prima  località  fa  estremamente  fonc. 
tanto  che  I  caseggiati  ne  soffrirono  gravemente,  massime  nella  r^tone 
di  Cascia,  dove  tutte  le  case  si  fendettero  da  cima  a  fondo.  Fu  forte  a 
Roma,  ad  Ascoli,  a  Camerino  e  ad  Amelia;  Ai  sensibile  ad  Aquila: 
leggera  a  Fermo  ed  a  Nami,  e  leggerissima  a  Viterbo  ed  a  Velletrì. 
Seguirono  In  Norcia  pare<-.chie  repliche. 


[1126]    1879.  Aprile  27. 
Bull.  mie.  ttal.,  voi.  vn,  paff,  148-44. 


Bonagsa. 


Fra  il  25  aprile  ed  il  3  maggio  a  Palazzuolo  di  Romagna  si  ebbi  : 
oltre  500  scosse  piti  o  mono  sensibili  :  al  27  aprile,  da  Mn.  a  4^  ant.. 
si  ripeterono   con   insolita   ft^qnenza,    propagandosi   anche  a  Harradi. 


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Fia.  RS. 

Dalle  4"  alle  5"  a.,  la  terra  parve  quietarsi,  quando  circa   le   5"  6"  a. 
l'alazzuoio  e   Caaola  Valsenìo  furono   colpite  da  uno  scuotimento  rovi- 
noso, che  fu  molto  forte  a  Casio,  a  Modigliana.   a  Tossigoano:  forte  .n 
Bologna,  Castel  del  Rio.  Guzzano  ;  mediocre  a  Firenze  ed  a  Forlì. 
Qualche  replica  segui  pure  nella  giornata:  dopo  il  parossismo  lestó 


[18791  479 

LCceoBato,  la  terra  fa  continuamente  urtata  da  scosse  più  o  meno 
Ieri  :  nel  giorno  28  a  Palazzuolo  ne  furono  sentite  circa  100;  nei  29 
iltrc  30,  ed  80  nel  di  30,  alcune  delle  quali  violenti.  Al  mattino  del 
L"  maggio  scosse  leggere,  più  fì*equentL  furono  nel  pomeriggio  ;  a 
>*"  48*°  p.  due  fortissime  a  Palazzuolo,  forti  a  Modigliana.  Nel  2  maggio 
lai  mattino  alle  9*»  a.  scosse  ad  ogni  ora-;  divennero  più  frequenti  da 
^^  a.  a  0**  p.;  alle  11** 20"  a.  ne  furono  sentite  due  fortissime:  nel  po- 
caeriggio  furono  più  rare  :  in  questa  giornata  il  numero  degli  scuoti- 
menti ascese  a  50.  Nel  dt  3  a  30,  nel  4  a  10  (leggeri)  e  dal  5  al  31 
:^-4  per  giorno  ;  al  V  giugno  3  lievi,  2  nel  5  ed  1  nel  15.  Tutte  queste 
scosse  furono  accompagnate  da  cupo  rombo. 

In  tale  periodo  sismico  il  centro  di  scuotimento  parve  essere  nei 
pressi  di  Sommorio,  a  5  km.  al  N.  di  Palazzuolo.  Nella  qui  unita  car- 
tina (tig.  62)  è  delimitata  l'area  epicentrale,  la  zona  isosismica  rovinosa 
e  quella  entro  cui  il  terremoto  del  27  aprile  è  stato  fortissimo  e  forte. 

[1127]    1879.  Giugno  21.  Udine,  Pontebba  (Friuli). 

Bull,  vulc,  ital.^  voi.  vn,  iMig.  ni  -  Tommasi  a.  :  /  terr.  del  FriuU^  pag.  204. 

Nel  giorno  15  giugno,  a  10^  57°"  a.,  a  Tolmezzo  lieve  scossa  ond.  ; 
a  10**  15*  a.  del  21  ad  Udine,  Cividale,  Tarcento  e  Gemona  una  lieve 
ond.  seguita,  a  5**  IO""  p.,  da  replica  ;  a  5^  15"*  a.  del  22  ad  Udine  una 
scossa  fortissima  fece  cadere  un  soffitto  ;  fu  pure  fortissima  a  Pon- 
tebba  ;  forte  ond.  a  Tolmezzo  (7-8*)  ed  a  Venezia  ;  mediocre  ad  Oderzo  ; 
sensibile  a  Gonegliano  e  leggera  ad  Ampezzo,  a  Treviso,  a  Trieste  ed 
a  Vicenza;  fu  sentita  anche  a  Gorizia.  Al  23,  a  1**45"*  a.,  ad  Tarcento 
scossa  mediocre. 

[1128]    1879.  Luglio-agosto.      '  Etna. 

Relazione  della  Comm,  nominata...  per  lo  studio  dell  eruzione  dell'Etna  del  26  maggio  i879, 
\ìAg.  81S-19  -  Silvestri  o.  :  Fenom.  delV  Etna  succ.  alVult.  eruz.  ecc. 

Dopo  lo  scoppio  della  doppia  eruzione  eccentrica  dell'Etna  avvenuto 
il  26  maggio  e  precisamente  dopo  chB  il  vulcano  nel  giugno  terminò  im- 
provvisamente di  emettere  lava,  ebbe  principio  un  periodo  di  commo- 
zioni che  tennero  agitati  1  suoi  fianchi.  Al  17  giugno,  a  7^50""  a.,  in 
Catania  scossa  assai  forte  ond.  W-E  di  10*  a  2  riprese,  la  quale  fU  ge- 
neralmente avvertita  in  tutta  la  zona  orientale  dell'  Etna  con  un  mas- 
simo di  intensità  —  dimostrato  da  una  quasi  generale  distruzione  dei 
fabbricati  e  dei  muri  stradali  —  in  un  area  che  abbraccia  circa  2  km. 
(li  larghezza  per  4  di  lunghezza,  diretta  in  senso  ESE-WNW  ;  in 
tale  zona  i  danni  maggiori,'  che  rappresentano  V  area  epiassiale,  si 
SODO  manifestati  a  partire  dalla  curva  di  500  m.  e  scendono  a  quella 
di  200  circa.  In  essa  sono  compresi  (fìg.  53,  pag.  443)  le  contrade  di 
S.  Michele,  Guardia,  Linera,  i  paesi  di  S.  Venerina,  di  Bongiardo  e  la 


480  [1879] 

borgata  Macchia  :*  in  questa  zona  il  movimento  fu  perfettamente  verti- 
cale dal  basso  all'  alto  ;  al  di  fuori  invece  ond.  per  oltre  20  km.  ;  i 
centri  e  i  fabbricati  sparsi  nelle  campagne  da  un  lato  ed  all'altro  di 
detta  zona,  risentirono  le  sole  ondulazioni  e  non  soffrirono  danni  di 
entità.  I  morti  tlirono  10  e  notevole  il  numero  dei  feriti. 

Il  terremoto  del  17  non  fu  isolato  :  fu  preceduto  da  altre  sco^e  sen- 
tite solo  neir  area  mesosismica  :  la  1^  al  15  giugno,  a  2^  a.,  la  2-*  a 
6*»  30*"  p.  del  16  e  la  3*  a  S^  p.  di  detta  giornata  ;  esse  furono  tutte  end., 
non  produssero  danni,  ma  allarme  nella  popolazione. 

Dopo  la  scossa  delle  8**  a.  del  17  ne  furono  avvertite  due  altre,  una 
ad  11^  p.  dello  stesso  giorno  e  V  altra  a  4**  5*"  a.  del  di  susseguente  : 
furono  assai  forti  a  S.  Venerina,  a  Bonglardo  e  Dagala  e  si  propaga- 
rono sensibilmente  a  piccola  distanza. 

Le  maggiori  repliche  tYirono  le  seguenti  :  alle  8^  30"  a.  del  26  luglio 
e  ad  1*"  30°"  a.  dei  27  presso  la  borgata  Macchia,  a  Muscarelio,  a  Giarre. 
a  Riposto  e  rispettive  adiacenze  comprese  in  una  zona  rettilinea  assali 
ristretta  sul  fianco  orientale  dell'  Etna,  scossa  ond.  che  causò  qualche 
danno  ai  fabbricati  ed  in  campagna  alcuni  scoscendimenti  di  terreno 
(vedi  figura  citata). 

Ad  11*"  16"  p.  del  3  agosto  forte  scossa  che  agitò  il  territorio  di 
Linguaglossa  suL  fianco  NNE,  causando  grande  panico  nella  popolazione 
di  questo  paese  e  in  quello  di  Piedimonte,  e  fin  anco  a  Moio  :  nessun 
danno  grave,  tranne  screpolature  in  qualche  edificio  :  tale  scossa  fu  più 
veemente  e  suss.  nella  regione  elevata  e  deserta  dell'Etna  :  i  lavoranti 
che  attendevano  alla  costruzione  dell'  osservatorio  presso  la  Casa  degli 
Inglesi  (3000  metri)  ne  rimasero  atterriti  ;  ad  un  livello  più  basso, 
presso  i  nuovi  ci*ateri,  il  suolo  si  spaccò  con  fenditure  estese  e  pro- 
fonde, alcune  delle  quali  larghe  cm.  30. 

A  11**  7?  P«  d®l  ^  agosto  nel  territorio  di  Acireale  due  forti  scosse 
suss.  la  1*  ed  ond.  1'  altra  che  fu  consecutiva  e  preceduta  da  tuoni 
sotterranei  molto  sensibili  :  causarono  qualche  fenditura  nel  suolo  e 
qualche  lieve  danno  ad  alcune  case  :  i  danni  maggiori  si  osservarono 
lungo  una  linea  che  si  parte  dal  punto  ove  si  trovano  gli  ultimi  segni 
della  violenza  della  scossa  del  17  giugno  e  che  per  circa  6  km.  pro- 
segue fino  oltre  il  paese  di  Aci  Fatane,  presso  Acireale.  Quivi  e  nello 
adiacenze  a  2^  p.  del  di  15  agosto  si  sentì  una  scossa  ond.  abbastanza 
forte  ma  senza  danni.  Ad  11*»  33™  a.  del  giorno  30  in  Messina,  Reggio 
Calabria  e  nei  paesi  circostanti  due  scosse  ondulatorie. 

[1129]    1880.  Gennaio  27.  Piecolo  S.  Bernardo  (Piemonte). 

Boll.  mens.  oss.  di  Afoncalien\  voi.  XV  (1880 ,  pa^.  19.  ^ 

Nel  27  gennaio,  a  9**  p.,  due  scosse,  la  prima  lieve,  1'  altra,  avve- 
nuta 10™  dopo,  fortissima. 


-T>-.   ,     '      ,^       T- 


[1880]  481 

[1130]    1880.  Luglio  4.  Vallese  (Piemonte). 

FOREL  F.  A.:  Les  trembìements  de  terre  etudies  par  la  Comm.  sism.  Suisse:  de  nov.  1879 
a  jin  d€C.  i880^  In  «  Arch.  des  Se.  ph.  et  nat.  »,  tome  vi,  pag.  477-79,  Genève  1881  - 
Bull.  nule,  ital.^  voi.  VII,  pag.  136-33  e  IX,  pag.  56  e  57  -  Boll.  mes.  dell'  Oss.  di  Mmicor- 
Uerf,  voi.  XV,  pag.  132-33,  621-2?. 

Due  fdrono  le  scosse  del  4  luglio  ;  una,  la  più  estesa,  fu  sentita  nel 
mattino,  e  V  altra  nella  sera. 

La  prima  avvenne  a  9**  32"  a.  circa  e  fu  quasi  rovinosa  nel  Vallese, 
a  Briegy  Simplon  e  nella  vallata  d'  Urseren,  località  che  possono  essere 
considerate  come  costituenti  V  area  mesosismica.  La  scossa  fti  fortis- 
sima o  molto  forte  a  Varzo  e  Valvedro  (ai  piedi  del  Sempione),  ove  fece 
allargare  le  antiche  screpolature  della  chiesa  parr.  e  ne  produsse  altre 
numerose  e  larghe  nella  navata  maggiore.  A  Rinasco  ed  a  Carcoforo  la 
popolazione  fuggi  dalla  chiesa  spaventata  :  sulla  strada  Varallo-Fobello 
rovinò  parte  della  volta  della  chiesa  della  Madonna  degli  Anlcetti,  già 
iu  cattivo  stato.  A  Kiva  Valsesia  si  vide  oscillare  la  croce  del  campa- 
nile. La  scossa  fu  pure  forte  a  Domodossola^  a  Vanzone,  a  Gressoney, 
a  Ayas  e  ad  Oropa  ;  fu  mediocre  a  P.*  S.  Martin,  a  Chatillon,  ad  Aosta, 
fu  scDsibile  a  Biella  e  leggermente  n  propagò  a  sud  fino  a  Strambino, 
ad  Ivrea  ed  a  Vercelli  ;  ad  est  alle  sponde  del  Lago  Maggiore  e  giunse 
fino  a  Milano  ed  a  Poschiavo  :  isolatamente  poi  fu  sentita  anche  a  Verona. 

La  durata  del  movimento  sismico  variò  dai  3  ai  IO  ;  la  direzione 
predominante  fti  TE-Wo  la  SE-NW";  il  rombo  fu  sentito  nelle  valli  del- 
l' Ossola  e  della  Sesia,  non  che  in  qualche  luogo  più  vicino  del  Cana- 
vese  (ps.  a  Borgoftanco).  Nella  maggior  parte  della  località  il  movi- 
mento sismico  fu  solo  ond.,  in  alcune  suss.  ;  in  certune  presentò 
parecchie  riprese  (4  a  Locarne,  2  a  Chatillon). 

Escludendo  Verona,  che,  come  ò  detto,  è  una  località  isolata,  l'area 
interessata  dalle  onde  sismiche  nella  sua  massima  larghezza  da  Ver- 
celli a  Lenzkirch  misura  305  km.  e  nella  larghezza  da  Genève  a  Po- 
schiavo  km.  280  circa. 

La  seconda  grande  scossa  avvenne  a  8*»  SS""  p.  circa  ;  fu  meno  im- 
[>ortante  della  prima  e  sentita  in  alcune  località  della  vai  Levantina, 
del  Lago  Maggiore,  del  Canavese,  della  valle  d'Aosta  ;  si  estese  più 
nelle  valli  dell'Ossola  e  della  Sesia  ed  in  quelle  del  Biellese.  In  generale 
fu  ond.  più  lieve  e  breve  dell'  altra  :  durò  dai  3  ai  5«  ;  nella  sola  Kiva 
Val  Sesia  fu  accompagnata  da  rombo.  Gli  assi  dell'arca  commossa  mi- 
surano rispettivamente  240  e  160  km.  circa. 

[11311    1S80.  Luglio.  Romagna. 

Bull.  tuie,  ital.^  voi.  IX,  \YA^.  57-50. 

Air  8  luglio  cominciarono  a  sentirsi  a  Brisighella,  a  Faenza  e  luoghi 
vicini   delle   scosse  :  nella   giornata   ne    furono  inlese  5  ed  altrettante 

Baratta  :  Terremoti  ecCt  31 


482  [1880] 

nella  notte  ;  la  maggiore  di  tutte  avvenne  ad  8**  30'"  a.  Nei  giorni  f, 
10,  ed  11  a  Brisighella  5-6  scosse  nella  giornata  ed  altrettante  nella 
notte  :  qualche  commozione  fu  pure  intesa  a  Palazzuolo  ed  a  Quaderna. 
Dal  12  al  22  i  movimenti  sismici  si  fecero  più  rai'i  :  a  2*"  50™  a.  del  23  n 
Riolo  ne  furono  sentiti  tre,  l'ultimo  dei  quali  fortissimo  suss.-ond.:  a 
Brisighella  furono  soli  due  sensibili  suss.  con  rombo.  Nel  24  a  Palaz- 
zuolo qualche  replica. 

[1132]    1880.  Luglio.  Ischia  e  Venutene. 

Mercalli  G.  :  L'Isola  d'Ischia^  pajf.  117  ;   N7te  geol.  e  sism.  sulle  isole  di  Ponza,  pa^.  n-b 
(estr.)  -  Bull.  vulc.  ttal.^  voi.  vni,  pag.  l.'W-aB,  166^,  e  voi.  ix,  pag.  59-eo. 

Il  24  luglio,  a  3^  40^  a.,  a  Ventotene  scossa  ond.  E-W  di  1»  prece- 
duta da  rombo:  essa  con  ogni  probabilità  fu  sentita  a  Ponza  e  Forio 
d' Ischia  :  alle  6**  35™  a.  un'  altra  preceduta  da  rombo  che  in  Ventotein- 
causò  grande  panico  e  lesionò  molti  edificii  :  fece  aprire  una  squarcia- 
tura  lungo  la  volta  della  chiesa  di  S.  Candida,  e  delle  fenditure  di  2  cm. 
di  larghezza  all'  angolo  SE  della  chiesa  parrocchiale  :  fu  sensibile  a 
Procida,  ove  fu  seguita  da  replica  immediata,  ed  avvertita  pure  a 
Forio  d'Ischia  (fìg.  88).  A  7**  p.  a  Ventotene  scossa  preceduta  da  rombo 
sentita  anche  a  Forio.  Nel  giorno  25,  a  3**  30™  a.  circa,  scossa  molto 
forte  neir  isola  d' Ischia,  a  Forio  ed  a  Casamicciola  (ond.),  forte  a 
Ventotene  (ond.  E-W  prec.  rombo),  a  Procida,  a  Napoli,  a  Massalu 
brense  e  ad  Anticoli  (Fresinone)  ;  sensibile  a  Maenza,  a  Giuliano  Ro- 
mano, a  Pratica,  a  Ripi  ed  a  Frascati  ;  leggerà  a  Montecassino  (ond. 
10")  ;  fu  forte  anche  a  Ponza.  A  Forio  d'Ischia  replica  forte  a  3^  45*" a. 
ed  altre  più  deboli  a  5'',  a  9*»  15"  ed  a  11**  a.  Alle  B"*  55"  a.  una  scossa 
neir  isola  di  Procida  sentita  anche  a  Ventotenne  e  durante  le  24*»  rt^ 
pliche  leggere  ad  intervalli.  Al  mattino  del  26  luglio  scossa  leg;gera  a 
Ventotene,  ed  alle  10**  p.  una  lieve  a  Forio,  registrata  dagli  strumenti 
sismici  di  Napoli  (Spec.  Univ,)  Ad  1**  30"  a.  e  4*»  30"  p.  del  27  due  scosse 
leggere  a  Forio  d' Ischia  ;  a  Ventotene  una  lieve  nella  mattina  ed  ali»* 
3''  p.  una  ond.  E-W  di  V  con  rombo  ed  altre  tre  repliche.  A  4**  25'"p. 
del  30  detonazione  con  scossa  ond.  E-W  di  1"  a  Ventotene  ed  a  Forio. 
Da  tutte  queste  notizie,  osserva  il  Mercalli,  si  deduce  che  durame 
questo  periodo  sismico  il  centro  di  scuotimento  si  è  spostato  ;  nel 
giorno  24  si  trovava  presso  Ventotene,  mentre  nel  25-26  presso  Ischia. 
<'  probobilmente  ad  occidente  di  quest'isola.  Perciò  le  prime  scosse 
ebbero  la  loro  massima  intensità  a  Ventotene  e  non  furono  avvertif*' 
i^onsibilmente  fino  a  Napoli  ;  le  seconde  invece,  furono  più  forti  nel- 
r  isola  d' Ischia  che  a  Ventotene,  ed  abbastanza  sensibili  fino  a  Fra- 
tjcnti  ed  a  Massalubrense  (Castel  1  amare).  Le  prime,  affatto  locali,  eb- 
bero centro  poco  profondo  :  le  altre  furono  sensibili  entro   un'area  di 


J 


[1880-1881] 


oltre  200  cbilomctrì  di  diametro  massimo,  e  certamente   pni-t 
Qn  centro  situato  a  notevole  profonditi. 

ri  133]    ISSO.  Novembre  9.  Agran  e 

Bull.  rulc.  [tal.,  voi.  ix,  pag.  6S. 

A  7^  20"  ant.  terremoto  disastroso  ad  Àgrnm  e  rovinoso  a 
jì  propagò  pure  in  Italia  ove  fti  fortemente  Inteso  a  Trieste,  i 
mente  ad  Udine,  sensibilmente  a  Bologna,  ad  Urbino  ed  a  Vii 
inoltre  avvertito  leggermente  ad  Asiago,  a  Venezia,  a  VolpegI 
Iona),  a  Fermo,  a  Bellnno,  a  Baasano  e  ad  Ancona:  e  registi 
apparecchi  sismici  di  varie  stazioni  dell'  Italia  centrale. 

[1134]     1880.  Dicembre  I.  HlatretU  (M( 

Bìtlt.  rute.  Ual,  voi.  IX,  liag.  ffJ-68. 

Al  1"  dicembre,  ad  11''  ant.,  fortissima  scossa  snss.  a  Misti 
puita,  ad  1"  30"  pom.  da  altra  lieve  e  poi  da  nna  molto  forte 
a  f>^  pom.  del  14  dicembre. 

[11%]    ISSI.  Gennaio-novembre.  Bai 

Hall.  ault.  itaL.  voi.  VHI,  pag.  4M  ;  voi.  ix,  pag.  100  e  Heg.  ;  133-4  e  ISMO  -  Boi 

iQtterv.  di  Monealun,  voi.  i,  pag.  21  e  123, 

Un  interessante  periodo  sismico  tenne  agitata  a  varie  r 
Koniagna  e  parte  dell'  Emilia  nell'anno  1881. 

Al  15  gennaio  (11**  15"  p.)  a  Bdsigheila  e  Tossignano  liev< 
V.c\  dì  24.  a  5»  4"  pom.  una  scossa  fortissima  preceduta  da  ; 
v.irie  riprese  colpi  Bologna,  ove  tfece  danneggiare  vari  edifici 
il  tempio  di  S.  Lorenzo  e  cadere  dei  fumaiuoli:  anche  nel  San 
S.  Luca,  vicino  alla  città,  si  riscontrarono  delle  fenditure  nel 
A  Pergola  di  Campeggio  rovinò  un  casolare;  a  Scannello  (fr. 
l-oi«no)  si  ebbero  vari  guasti  nelle  fabbriche  ;  a  Quaderna  fu 
la  Chiesa  (fig.  63  A).  Questo  terremoto  fu  mollo  forte  a  Guzz 
fece  cadere  dei  calcinacci  :  fu  forte  {A')  a  Loiano,  Castel  Sa 
f'Hsalecchio,  Verzuno  ed  a  Reggio  ;  fu  mediocre  (A")  a  Pan 
rara,  Tossignano,  Krisighella,  Palazzuolo  di  K.  ;  fu  leggiere 
l'rbiuo.  a  Firenze,  a  Porretta,  a  Rovigo  ed  a  Trieste. 

Seguirono  a  questa  scossa  pareccliie  repliche  a  Palazzuolc 
(lima  ed  a  Loiano,  fra  cui  una  molto  forte  al  2.'>  gennaio  (S** 

Al  2  febbraio  il  centro  di  scuotimento  si  trasportò  a  Russ 
7"  10"  ant.  fu  sentita  una  scossa  fortissima  (B),  avvertita  rnerg 
finche  a  Ravenna,  a  Forlì,  a  Brìeighella  e  ModJgliana,  e  pit 
leggermente  a  Palazzuolo,  (ìuzsano,  ecc.  Ad  I""  8"  ant.  del  3 
l'I  H  V  45'"  a.  del  4  due  forti  scosse  a  Brisighella  (0). 

\\  14  febbraio,  con  |a  scossa  sentita  a  0''  50"'  ItO"  ant.,    il 


[1881] 


spostò  naovamente,  giacché  questa  fa  fortissima  a  Qoaderna  (D).  fone 
(D*)  a  Bologna  (ond.-suss.),  a  Loiano,  a  Casalccchio  de  Conti  ;  fu    seu 
sibila   a   Palazzaolo   e   leggermente   sentita   a  Sanguinetto  (Verona,  a 
Reggio  £.,  a  Ravenna,  a  Prato  ed  a  Firenze. 

Al  4  maggio,  a  5**  38"  pom.,  a  Bologna,  a  Casalecchio  de'  Conti  ed 
a  Loiano  scossa  molto  forte  ed  altra  a  3*^  38"'  35"  pom.  del  giorno   11. 

Un  nuovo  evidente  spostamento  di  centro  si  ebbe  con  la  scossa  dei 
28  settembre  (6**  38"»  ant.  circa);  questa  fu  fortissima  a  Cesena  ed  a 
Bertinoro  (E):  nella  prima  città  il  movimento  sismico  ond.-sass.,  pre- 
ceduto da  cupo  rombo,  determinò  la  caduta  di  vari  fumaiuoli  e  l'aper- 
tura di  screpolature  nei  muri  ;  a  Bertinoro   fece   rovinare   vari   comi- 


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gnoli  ed  una  torre  in  costruzione  :  alla  villa  Prati,  presso  detta  cittii. 
distrusse  una  casa  colonica,  però  già  in  cattivo  stato. 

Questa  scossa  fu  forte  (E*),  ond.  NNE-SSW  a  3  riprese  della  durati 
di  7'  circa,  a  S.  Agata  Fcltria  ed  a  Forlimpopoli  :  fu  lederà  (E-;  a 
Forlì,  Riraini,  Pesaro,  Urbino,  Città  di  Castello,  Arezzo,  Siena,  Firenzi\ 
n(5l  Mugf;:ello,  nel  resto  della  Romagna  ed  a  Bologna  :  fu  sentit^i  fra 
Pistoia  e  Prato  ed  anche  isolatamente  a  Verona  e  ad  Alessandria. 

Nel  giorno  e  durante  il  29  e  30  a  Cesena  leggere  repliche. 

[1136]    1881.  Febbraio  12.  Regione  Mae«liia  (Etna). 

Silvestri  o.  :  Sulla  esplosione  eccentr.  ecc..  pag.  23-25  (estr.j. 

Il  dì  10  febbraio,  a  9*»  pom.,  in  Acireale  e  vicinanze  leggiero  terre- 
moto ond.  Nella  notte  11-12,  a  3^  ant.,  uno  più  forte  pure  ond.  scosse 


[1881]  485 

5.  Venerina,  e  fu  sentito  in  molti  punti  del  territorio  di  Giarre,  come 
p.  e.  alla  Borgata  Macchia,  a  S.  Matteo,  nella  regione  <  Coda  di  Volpe  > 
I  Treponti  ed  a  Giarre  :  si  rese  sensibile  anche  nelle  contrade  supe- 
riori e  cosi  pure  nella  soggiacente  pianura  di  Mascali.  Lo  scuotimento 
quantunque  piuttosto  gagliardo,  non  produsse  danni  d' importanza  : 
però  arrecò  spavento  specialmente  agli  abitanti  della  borgata  Macchia, 
riedificata  completamente  sulle  rovine  del  disastroso  terremoto  del  1865 
vedi  N.  1056).  Le  località  più  scosse  furono  le  contrade  Coda  di  Volpe 
3  Macchia  (vedi  flg.  53,  pag.  443)  :  nella  prima,  una  casa  campestre 
isolata  ebbe  fenditure  nei  muri  intemi  ed  esterni,  nell'altra  rimesero 
danneggiati  la  volta  superiore  ed  i  muri  di  fianco  della  chiesa  ;  a 
3.  Matteo  furono  atterrate  alcune  piccole  case  rustiche  e  vari  muri 
lì  cinta  fabbricati  a  secco.  Al  13,  a  6''  15"°  ant.  lieve  scossa  ond.  a 
Catania:  al  27  dalle  9^  ant.  a  Mn.  nel  territorio  di  Bongiardo  e  di 
Mangano  il  suolo  a  brevi  intervalli  di  15-20*"  fu  agitato  da  ripetute 
scosse  ond.,  12  delle  quali  furono  più  forti  e  capaci  di  incutere  timore. 
Durante  questo  mese  in  Mineo  cupi  rombi,  senza  sensibile  movimento 
del  suolo. 

[1137]    1881.  Marzo  4.  Isola  dMsehia. 

Mbrcalli  g.:  I  terr.  neW isola  d'Ischia  ecc.,  pag.  11-12  (estr.);  L'isola  d'Ischia  ecc.  pagine 
in- 18  -  J.  Lavib:  The  earth.  in  Ischia;  Notict  of  the  earth.  of.  Ischia  of  March  4.  isst- 
Palmieri  L.  :  Sul  terr.  di  Casatnicciola  ecc.  -  M.  S.  Db  rossi  :  Intorno  all'odierna  Jose 
dei  terr.  in  Italia  ecc.  -  Bull  vulc.  ital.,  voi.  ix,  pag»  106  e  seg. 

Il  giorno  4  marzo,  ad  1**  5™  pom.,  un  terremoto  violento  si  fece  sen- 
tire a  Casamicciola,  talché  molti  uscirono  all'aperto  :  dopo  qualche  mi- 
nuto scossa  ancora  più  forte,  suss.-ond.  di  7%  che  fece  rovinare  la 
maggior  parte  delle  case  presso  «  Casa  Menella  »  a  Casamicciola  ;  ne 
cadde  qualcuna  al  Fango  ed  a  Lacco  Superiore  :  patirono  lesioni  gli 
edificii  di  Forio,  di  Monterone  e  di  Fontana.  La  scossa  si  propagò  in 
tatti  i  paesi  deir  isola,  senza  arrecare  danni  :  si  senti  leggermente  al- 
l'isola di  Precida,  a  Miseno,  nei  campi  Flegrei,  all'isola  di  S.  Stefano 
e  da  qualcuno  a  Ponza  :  passò  inosservata  a  Napoli.  Il  centro  di  tale 
terremoto  fu  certamente  nei  dintorni  di  Casamicciola,  ove  rovinarono 
più  o  meno  completamente  249  case  e  si  ebbero  a  deplorare  121  morti 
e  140  feriti  :  si  calcolano  ad  oltre  900  mila  lire  i  danni  inferti  agli 
edificii. 

Nella  fig.  67  trovasi  delimitata  la  zona  entro  cui  sono  crollate  le 
case  per  questo  terremoto. 

Nei  marzo  1881  il  terremoto  replicò  nuovamente  a  0**  5"  ant.  del  7 
con  una  scossa  sentita  principalmente  nella  contrada  Purgatorio  (Ca- 
t*Hmicciola)  ed  a  Lacco  :  a  2*»  7"*  a.  a  Casamicciola  una  lorte  suss.  di 
3*:  nella  notte  15-16,  dopo  la  Mn.,  a  Casamicciola  terza  scossa  che  lu 


486  [1881]  • 

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breve  ma  forte  e  risentita  a  Lacco  ed  a  Serrafontana  :  fd  preceduti 
da  rombo  e  danneggiò  anche  le  case  della  parte  inferiore  di  ^Casa- 
micciola,  rispettate  dalla  catastrofe  del  4:  ad  1^  ant.  del  17  altra  sen- 
sibile scossa  a  Casamicciola  ed  a  Barano:  a  7*^  ant.  del  27  fortissimo 
rombo  a  Casamicciola  preceduto  da  forte  scossa  ed  un  altro  con  scossa 
ad  8*"  30°"  p.  del  18  luglio  ;  quest'  ultimo  fu  sentito  anche  a  Fango  ed 
adiacenze. 

[1138]    1881.  Marzo  11.  Unbm. 

Bull.  vulc.  (tal.,  voi  IX,  pag.  106-7  e  Vìf^l  -  M.  S.  de  rossi*.  Analisi  dei  principali  terr,  ecc. 
pag:.  48  {estr.) 

Nel  marzo  1881  un  nuovo  periodo  sismico  interessò  parte  dell'  Um- 
bria, destando  allarme  nella  popolazione.  I  principali  terremoti  sentiti 
a  Spoleto  furono  i  seguenti  :  a  2*»  10"  p.  del  4  marzo  scossa  leggera  ond. 
Wm\^-ESE  di  1-2»  ;  altra  lieve  a  2»»  30»  a.  del  7  ;  a  10»»  46»  a.  dell'  8 
una  mediocre  ed  una  debole  a  2**  a.  del  9  ;  nel  giorno  11,  ad  11»»  15"* a.. 
lieve  scossa  a  Spoleto,  sensibile  a  Foligno  ;  altra  a  0»*  30™  p.  leggiera 
a  Spoleto,  Assisi,  Perugia,  Todi  ;  sensibile  a  Castelli  Ritaldi  e  S.  Gio- 
vanni :  due  dei  massimi  avvennero  a  4»»55"p.  ed  a  11»»  50"  p.  deiril. 
Le  maggiori  furono  forti  a  Spoleto,  molto  di  più  a  Foligno,  a  Trevi, 
a  Castelli  Ritaldi,  a  Campello  ;  meno  ad  Assisi,  a  Perugia  ed  a  Todi  : 
qualcuna  fu  sentita  anche  a  Terni  ed  in  località  circostanti.  Nella  notte 
11-12  a  Terni  ne  furono  intese  19,  alcune  delle  quali  fortissime,  ed  a 
Rieti  4  in  due  ore  ed  altre  qua  e  là  nel  giorno  11.  L'orìgine  di  queste 
scosse  pare  che  di  poco  si  discosti  da  quella  dei  terremoti  umbri  del 
1878  (vedi  N.  ir22)  ;  a  Spoleto,  salvo  un  po'  di  spavento,  aumentata 
dal  suono  dei  campanelli,  dal  cadere  dei  calcinacci,  dell'allargarsi  di 
fenditure  nei  muri,  e  lungi  dalla  città  dal  cadere  di  qualche  comignolo, 
benché  intensi  come  quelli  del  1878,  non  apportarono  altro  danno. 

Sui  primi  di  novembre  il  periodo  sismico  ebbe  una  nuova  ripresa 
con  alcune  forti  scosse  ed  altre  mediocri  e  leggiere. 

[1139J    1881.  Aprile  27-28.  Polistena  (Calabria). 

Boll,  tnens.  Ossevr.  di  Moncaliert,  serie  II,  voi.  I,  pag.  104. 

Tra  le  11»'  50"'  pora.  del  27  e  le  0»^  ant.  del  28  a  Reggio  C.  e  provincia 
forte  scossa  :  a  Polistena  lece  cadere  il  pavimento  dell'  ufficio  della 
agenzia  delle  tasse  :  a  Paola  e  Gioia  Tauro  fu  forte  ;  piuttosto  sensibile 
a  Montelconc  ed  a  Messina  ;  leggiera  a  Tiriolo  ed  a  Catanzaro. 

[1140]    1881.  Luglio  22.  Savoi*. 

FOREL  F.  A.:  I^s  tremhl.  de  terre  ettuììès  par  la  Comm.  sism.  Suisse pendant  Vannée  isSi,  in 
«  Ardi,  dea  Se.  ph.  et  nat.  »  voi.  xi,  I)a{,^  150-7,  Genève  1884  -  Boll.  mens.  dellOssen 
di  Afofìcalierf,  serie  II,  voi.  I,  pai?.  HO  1. 

Verso  le  3^  ant.  violenta  scossa   sentita  in  Piemonte,   in   Provenza, 


[1881] 

noi  Oslfinat?,  in  Savoia,  neilu  Franca  Contea,  nella  Borgo; 
Basso  Vallcae,  a  Ginevra,  a  Vanti,  a  Neuchatel.  a  Friburgo,  : 
a  Bilie  e  nell'Alsazia.  Il  centro  di  questo  terremoto  fu  nel 
della  Savoia,  tra  S.  Giovanni  di  Horiana,  Moutiers,  La  Chamb 
vard  e  Cliambeiy,  ove  flirono  rovesciati  dei  comignoli  e  dai 
degli  edillcii.  Tale  scossa  fa  forte  a  Modane,  ed  in  Italia 
d'  Ala  (end.),  a  Susa  e  dintorni  (due  scosse  ond.)  ed  alla  1 
S.  Michele  (tre  ond.);  mediocre  a  Bardonccchia ;  leggera  ad 
Ceresole  Reale,  a  Pollone,  a  Sordevolo,  a  San  Giovanni,  a  Borf 
ad  Oropa,  a  Graglia,  a  Torino,  a  Domodossola,  a  Fossano,  i 
lieri,  e  fu  sentita  anche  in  Alessandria. 

[1141]    ISSI.  Settembre  10.  OratpOi  (C 

Huii.  vuk.  mi.,  voi.  IX,  pag.  121-88  e  IW. 

Il  giorno  10  settembre,  ad  S**  ant.,  una  scossa  rovinosa  • 
sogna  e  Lanciano  :  nell'  ultima  JocalItA  tutte  le  volte  ed  i  mi 
case  furono  o  danneggiati  o  rovinati  :  ugnate  sorte  ebbero  1( 
una  delle  quali  fu  atterrata;  molte  persone  furono  ferite  e  qui 
restò  vittima.  Ad  Orsogna  tntte  le  case  furono  più  o  meno 
giate,  secondo  la  ma^^ore  o  minore  loro  soliditA  ed  altezza  :  a 
totalmente  :  le  guglie  dei  campanili  rimasero  spostate,  cadd< 
soffitti,  volte  e  pareti  ;  le  mura  ciclope  in  diversi  punti  furoni 
late  :  le  6  chiese  tutte  lesionate  e  in  parte  cadute.  Sei  indìvie 
Hijro  vittima  ed  una  sessantina  di  persone  vennero  ferite. 

Al  di  fuori  dalla  zona  che  comprende  i  due  paesi  testé  cit 
iiicsosismica  -  flg.  43  A  :  pag.  391),  il  terremoto  riuscì  quasi  rovi 
a  Castelfrentano.  a  Guardiagrele,  a  Villa  Ariclli,  ad  Arielli,  ; 
Sanoiiica,  a  Orecchio,  a  Giuliano  Tcattuo,  e  nella  regione  lit 
8,  Vito  Chietino,  ad  Ortona  e  Pescara  :  quivi  la  scossa  fece 
giare  gravemente  tutte  le  case  e  chiese,  cadere  delle  volte,  ce 
molte  lesioni  (A")  a  Torino  del  Sangro,  ad  Atcssa,  a  Solinona 
fa  forte  a  Vasto,  a  Popoli,  ad  Aquila,  a  Fermo  ed  a  Ripatrs 
fu  leggermente  sentito  anche  a  Napoli.  La  località  più  danuej 
Orsogna:  ivi  la  scossa,  preceduta  da  fortissimo  rombo,  fu  ( 
leggermente  ond.  e  poi  fortemente  suss.  della  durata  di  7. 
forma  ebbe  pure  a  Lanciano,  ove  perft  la  dnrata  fu  stimata  d 
moltissimi  furono  gli  oggetti  ruotali  dal  movimento  sismico, 
ricir  area  dei  danni  generalmente  fu  suss. -ond.  dì  4',,  ed  altro 
esclusivamente  ondulatorio. 

Al  10  settembre,  a  8"  S"',  a  10"  a.  e  \^  pom.  ed  a  2*^  a.  d 
Orsogna  altre  ecosse  leggere  :  nella  sera  del  22  quivi  ed  a  Ci 
tano   una   sensibile:  nell'ultima   di  tali  località  ad  11'' 5"'  un 


nov.  ana  forte  ed  una  sensibile  a  4*  15"  ant.  dell' 11  febbraio  1882.  A 
3''  ant,  del  12  febbraio  a  Chieti,  a  Castelfrentano,  a  Lanciano,  a  tVan- 
cavilla,  a  S.  Vito,  ad  Ortona  e  ad  Orsogna  replica  foriissima  precc<lQta 
e  seguita  da  altre  leggere  ;  fu  sensibile  a  Vasto  (ond.-auss.  N-S,  '2-'ò'). 
a  3"  del  15  una  sensibile  ad  Orsogua. 

[1142]    18S1-82.  ViterbMC. 

Bull.  mie.  iitti.,  voi.  IX,  pag.  il,  n,  i-a-3,  iso  e  aos-a. 

Dopo  .alcune  scosse  sentite  a  Caprarola,  presso  il  lago  di  Vico,  al 
19  sett.  (1881)  cominciò  nella  regione  di  Bolsena  e  di  Viterbo  un  lungo 
periodo  sismico:  al  19  sett.,  a  S**  a.,  a  Viterbo  scossa  leggerissima,  ed 
a  10''  10™  p.  altra  lieve,  sentila  anche  a  Celleno  :  due  leggere  ond.  eì 
ebbero  a  Montefiascotie  a  4''  e  G*  a.  del  20  :  a  &"  30"  a.  poi  a  Celleno 
una  fortissima  scossa  suss.-ond.  E-W  di  4-5'  fece  uscire  la  popolazione 
dalle  case  :  essa  fu  forte  a  S.  Micliele  in  Teverina,  mediocrtt  a  Ba- 
gnorea  e  passò  inossarvata  a  Viterbo.  A  3"  p.  del  giorno  21  a  Home 
flascone  lieve  replica.  Tra  le  S"*  e  le  8"  45"  p.  del  22  nov.  il  Bulicame 
aumentò  notevolmente  1'  attività  delle  sue  manifestazioni  :  a  4''  45™  a. 
del  29  nov.  a  Viterbo  debole  scossa  ed  a  G*"  43"  a.  una  forte.  Questa 
ultima  fu  fortissima  a  Toscanclla  ed  a  Roccarespampani  (tig.  12)  e 
leggera  a  Montefiascone. 

A  Latera  il  periodo  sismico  durò  per  tutto  il  dicembre  1881  in  forma 
di  rari  e  leggeri  scuotimenti:  ma  dal  principio  di  gennaio  (1882)  in 
poi,  per  circa  un  mese,  le  scosse  divennero  più  frequenli  ond.  e  ge- 
neralmente deboli,  quindi  sentite  solo  di  notte.  Due  furono  abbastanza 
forti  :  una  di  esse  verso  la  fine  di  gennaio,  notte  tempo,  fu  ond.  S-S 
di  2-3',  produsse  la  rovina  di  5  case  già  fatiscenti,  sotto  le  cui  macerie 
rimasero  vittima  alcune  persone,  e  gravi  lesioni  negli  altri  fabbricati. 
A  Bocca  Respampani  fu  tanto  forte  da  far  cadere  a  terra  alcune  per- 
sone e  da  minare  qualche  muro.  Piccoli  scuotimenti  perdurarono  fino 
a  circa  la  metà  di  febbraio. 

Nella  cartina  12  (pag.  183)  sono  tracciate  le  principali  isosleme  delle 
scosse  di  questo  periodo. 


[1143]     1882.  Febbraio  15. 

CoU,  BokUo  (Pavia). 

ATTA  M.  :  Sul  Urr.  VoaJi.  del  n  oli.  1X94  ec 

e,  pag.  U-15  (eatr.l  -  Boll.  mnw.  dtirossftr 

m  Moncalierl,  Berle  II,  voi.  Il,  faa.  III. 

Circa  1"  a.  del  15  febbraio  leggera  scossa  a  S.  Sebastiano  Curone 
ed  a  Varzi  ;  a  5''  50"  a,  circa  della  stessa  giornata  a  Mongiardino,  a 
Dova,  a  Gabella,  a  Carrcga,  a  Còscia  scossa  abbastanza  forte  suss.-ond. 
SW-NE  di  5'  circa,  che  in  alcuni  luoghi  fece  cadere  utensili  di  cucina 
ed  a  Dova  qualche  calcinaccio:  fu  piuttosto  forte  a  Coli  (ond.  16-17'), 


[188al  48» 

.1  Bobbio  (end.),  ad  Ottone,  a  S.  Sebastiano,  a  Varzi  ed  a  Ferrerìe  (ond. 
S-X  prec.  rombo).  Questo  terremoto  fa  avvertito  meno  sensibil ""•"*"  " 
Tortona,  ove  presenti*!  tre   riprese  snes.,  a  pochi  secondi  d' inti 
ie^ermente  si  propagò  fino  a  Piacenza  e  Parma  :  passò  ino6S€ 
Voghera. 

A  .3"  45"  p.  del  15  a  Coli  una  replica  violenta  come  la  pr 
altra  ad  U"  45=  p.  ;  a  O'  10"  ed  a  O""  30"  a.  del  Ifi  a  Bobbio  ■ 
bni^tanza  sensibili  da  recare  spavento  :  a  4**  a.  una  a  Coli,  ove 
hI  20  ne  furono  sentite  varie  altre,  1'  ultima  delle  quali  avvi 
I"  ant.  del  21.  11  centro  di  questo  scuotimento  pare  sta  stato  m 
dì  Monte  Ebro. 


Castiwe,  BoTetti  (Bergi 
I,  voi.  II,  pag.  X. 

Il  giorno  27  febbraio,  a  T*"  30""  a.  circa,  una  fortissima  bcosi 
rig.  64.  A)  Castione  della  Presolana   e  Kovetta;    nella   prima 


Fio.  «4. 

fece  abbattere  alcani  comignoli,  nell'  altra  aprire  qualche  f( 
niella  volta  della  chiesa.  Fu  abbastanza  forte  (A')  a  Vilmino 
ciiosò  scricchiolio  di  mobili  e  suono  di  qualche  campanello  :  qu 
l'idamente  perdette  di  intensità,  giacché  fb  solo  sensibile  (A")  a  i 
a  Ponte,    a  Tirano   e  fino   a  Bolladore,    vale  a   dire   si  propag 


J90  Ll^2] 

maggiormente  dalla  parte  di  settentrione;  fu  infine  leggera  (A*"  •  i 
Brescia,  a  Gmmello,  a  Bergamo,  a  Chiesa,  a  Morbegno,  a  Delebio.  a 
Como,  a  Pallanza  ed  un  po'  più  sensibile  ad  Omavasso  ed  in  Val  Brf- 
gaglia.  Passò  inosservata  sulla  sponda  bresciana  del  Garda  e  nei  luo^b. 
elevati,  come  allo  Spinga,  allo  Stelvio,  a  Cino  ecc.  A  9**  7""  p.  a  Ber- 
gamo ed  a  Grumello  replica  leggera:  nel  giorno  7  marzo,  a  4**  10™  p.. 
nelle  valli  di  Musocco  e  Bregaglia  varie  scosse  e  qualcuna  neir  8  ad 
Omavasso  (7"»  58",  8»^  7"  a.  ;  8»»  26»  p.) 

[1145]    1882.  Maggio  10-12.  Ali  Siperiore  (Messina). 

SiLVBSTBi  0.  :  Sulla  esplosione  ecc.  dell' Bttia  ecc.,  pagr.  37  (estr.) 

Nei  giorni  10-12  marzo  frequenti  scosse  ad  Ali  Superiore  :  non  %  i 
furo^io  danni,  quantunque  si  siano  prodotte  varie  spaccature  nel  suolo. 
Furono  avvertite  entro  ad  un  brevissimo  raggio  ;  infatti,  appena  in- 
tese a  Fiumedinisi,  non  giunsero  nemmeno  sensibilmente  alla  marina 
di  Ali. 

[1146]    1882.  Maggio  26.  Cascia  (Perugria). 

Taramelo  t.  :  Dei  terr.  di  Spoleto  ecc.,  pagr.  177  -  Bull.  nule.  Hai.,  voi.  X,  pa^.  160  e  se*! 

La  mattina  del  26  maggio,  a  5**  Vi  *•  circa,  un  forte  terremoto  un  < 
Cascia  e  tutta  la  regione  circostante  di  Norcia,  4i  Ascoli,  di  Temi,  di 
Fermo,  di  Assisi,  di  Spoleto  e  di  Perugia.  A  Cascia  15  furono  le  scosse. 
una  delle  quali  produsse  danni  di  qualche  importanza.  Pare  che  ancht 
a  Visso  siano  caduti  dei  comignoli  ed  avvenuti  altri  piccoli  guasti.  A 
Trevi  fra  le  4**  e  le  6**  a.  furono  sentite  3  scosse,  una  delle  quali  piut- 
tosto forte  ;  a  Spoleto  furono  moltissime  ed  intense,  e  durarono  fino  a 
O*"  p.  senza  arrecare  danno  alcuno.  Con  questo  terremoto  cominciò  un 
accentuato  periodo  sismico  che  interessò  specialmente  Cascia  ;  moltf 
scosse  furono  sentite  nel  resto  di  maggio,  sulla  fine  di  giugno,  in 
luglio,  al  22-23  agosto,  parecchie  nel  scjttembre  e  molte  dal  16  ottobre 
in  poi,  nel  novembre  (specialmente  al  6),  nel  dicembre  e  poi  nel  g-c  n- 
naio   1883. 

[1147]    1882.  Giugno  6.  Isernia,  Monterodnni  (Campobasso^ 

Bull.  vulc.  ital.^  voi.  X,  pagr.  106  e  seg.  -  Boll.  mens.  delV  Osserv.  di  Moncalieri,  serie  n. 
voi.  II,  pag.  If2  e  ne-T  -  A.  perrella:  Elfem.  della  prov.  di  Molise  ecc.,  voi.  :. 
pag.  363,  965  e  368. 

Il  6  giugno,  a  6*"  40""  ant.,  in  Isemia  fortissima  scossa  ond.-sus>. 
NE-SW  di  5-6'  :  a  6**  50™  a.  altra  meno  lunga  ed  intensa  e  quindi  una 
terza  :  per  queste  commozioni  restò  danneggiata  la  Sottoprefettura,  il 
quartiere  dei  soldati  e  molte  case  :  a  Monteroduni  il  movimento  sismico 
fu  molto  più  forte,  giacché  qualche  edificio  urbano  e  parecchie  c^s*» 
rurali  furono  rovinate.  A  Longano  restò  danneggiata  la  casa  Veneziale,  ed 
a  Cantal  upo  fu  chiusala  chiesa  parrocchiale,  minacciando  essa  rovina. 


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[188^1 


La  scossa  fu  fortissinia  a  Pettorenello  M.,  a  Molise,  a  Gantalupo  nel 
Saonio,  a  Vinchiataro  :  fra  forte  e  mediocre  a  Cassino,  a  VenaiVo,  a 
Caijtel  di  Sangro,  ad  Ag:noue,  a  Montazzoli,  a  San  Mar 


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Fra.  65. 

a  Campobasso,  a  Piediinonte.  a  Faiccbio,  a  Cerreto, 
Napoli  :  fu  leggera  a  Vasto,  ad  Alatri  e  isolatamente 
di  Papa  ed  a  Camerino  e  registrata  dai  soli  «trumen 
Roma,  a  Bologna  ed  a  Splnca  di  Mestre. 

Nella  unita  cartina  (flg.  65)  si  trovano  delimitati  l'epi 
fortissima  A'  e  la  forte -me  diocre  A". 

Neil'  area  più  commossa  varie  repliche  nei  giorni 
segnentì  :  al  21  ottobre,  a  5"  45""  p.,  una  forte  a  Cauta 
da  altra  sensibile,  ed  al  3  dicembre  (l'  a.  circa)  ana  i 


492 


[1882] 


[1148]    1882.  Luglio  11,  agosto  9.  Si«u. 

Fondelli  V.:  Della  prob,  orfg  del  terr.  ecc.,  pag.  *^26  -  Boll,  metts.  dell' Oss.  di  MonccUf  v, 
voi.  II.  pag.  Hd-TO. 

Ad  1»»  a.  circa  dell'  Il  luglio  cominciarono  a  sentii*BÌ  delle  scosse  i 

Siena,    le  maggiori   delle   quali   avvennero  fra  9*"  52™  ed  11^  33"  a.  <l 

detta  giornata  :  per  la  loro  frequenza  i  cittadini  nella  notte  successi  v 

dormirono  all'  aperto.  Da   tale  giornata  fino  al  9  agosto  furono  avver-! 

tite  non  meno  di   70  scosse,  la  più  parte  leggere  o  leggerissime,  oltre 

ad   un  tremito   della  terra   quasi   continuo  ;  le   maggiori  furono  le  ^«^ 

guenti  :  luglio  11)  11»»  8"»,  11^  33"»  a.,  4»»  17«  e  b^  2'°  8»  p.  -  12)  V  52»  a., 

e»»  1™  a.  e  S»»  p.  -  13)  4*^  12'",  4»»  28"  5-  a.,  2^  35°»  9-  p.  -  21)  10»»  15"»  25»  p. 

Parecchie   furono  congiunte   a  rombi   prolungati.  Lo  spazio  agitato  da 

queste  zone  fu  assai  limitato  giacché  non  furono  sentite  né  a  Staggia, 

né  a  Rapolano  ed  appena  giunsero   le   vibrazioni  al   versante    sene«;e 

del   Chianti  ed  ai   monti  di    Montemaggio  ed  a  quelli  che  coronano  la 

Valle  di  Rosia.    Le  scosse  furono   più  forti  e  numerose  ad  1-3  miglia  a 

SW,  SSW  della  città  di  Siena,  e  precisamente  nelle  località  dette  Cost.i 

al  Pino,  Costa    dei  Fabbri,  Montalbuccio,    Loreto,  S.  Leonardo  e  For 

nacella  (vedi  la  cartina  52  a  pag.  435). 

[1149]    1882.  Agosto  16.  S.  Beiedetto  del  Tronto  (Ascoli  Piceno). 

Bull.  vulc.  ital.^  voi.  X,  pag.  182. 

Il   giorno  15   agosto  (10*»  p.)   a   S.  Benedetto   del   Tronto    sensibile 


ScthKm. 


^'itkt 


ChiVh* 


Fio.  66. 

scossa,  ed  a  3^  19"»   a.  circa  del    16  altra  ma  fortissima  ond.  a  due  ri- 
prese :    uguale  intensità   ebbe   pure  a    Grottammare  (ond.-suss.  S-N  6' 


[1882  - 1883]  493 


con  rombo)  ed  a  Cupramarittima  (suss.-ond.  10-12»).  Questo  terremoto 
—  nella  cui  area  mesosismica  stanno  le  citate  località  (fig.  66,  A)  — 
Hpco  si  propagò  nell'interno  della  penisola  :  sappiamo  solo  che  fti  forte 
B)  ad  Acquavi  va  Picena,  ad  Oflflda  e  ad  Ascoli,  e  meno  (C)  a  Pedaso, 
a  Ripatransone  (ond.-suss.-ond.),  a  Fermo  (suss.  prec.  da  rombo)  a  Co- 
lonnella, a  Civitella  del  Tronto  ed  a  Teramo. 

[1150]    1883.  Marzo.  Etna. 

Silvestri  O.  :  Sulla  esplosione  eccentrica  dell'Etna  ecc.  -  Bull.  vulc.  ital.,  voi.  x  e  xi. 

Nel  giorno  20  marzo,  verso  le  3^  a,  la  gigantesca  massa  dell'  Etna 
8u  tutta  intera  (a  sua  ampia  base  cominciò  ad   assumere  un  fì'equente 
e  lento  tremito  ed   a  scuotersi  a  brevi  istanti  con  moti  più  intensi  :  a 
Nicolosi   furono  specialmente   risentite   le  scosse   avvenute  a  3**  30",  li 
5^  52",  ad  8**  3"  ed  a  9*"  39"  ant.  Contemporaneamente  si  fecero  sentire 
deboli  commozioni  anche  nei  paesi  più   elevati  dell'  Etna  sul  versante 
meridionale,  cioè   a  Belpasso,  a   Pedara,  a  Trecastagne  ecc.  A  0*"  14", 
a  2»»  12",  a  2"  46"  ed   a  3»»  43"  p.  gli   scuotimenti   furono  più  intensi  a 
Paterno.    Durante   poi   V  intera    giornata   a    Nicolosi    continue    scosse 
(la  maggior  parte    suss.)   arrecarono   danni  alle    case  malferme  :  esse 
furono  più  deboli   a  Linera,  a  Bongiardo,  a  S.  Venerina.  a  Dagala,  a 
Macchia,  a  Milo  ed  a  Zafferana:  però  in  quest'ultima  località  qualche 
edificio  rustico  fU  danneggiato  e  venne  rovinato  qualche  muro  a  secco. 
A  \^  1",  4*»  11"  e  4*»  57"  p.  tre  forti  scosse  ad  Acireale  e  ad  8*»  37"  p. 
una  forte  a  Giarre,  a  Linguaglossa  e  ad  Adornò.  In  tutta  la  notte  20-21 
frequenti  e  leggere  commozioni  tennero  agitato  a  brevi  intervalli  il  paese 
di  Nicolosi  ;  durante  il  giorno  21  continuò  il  tremito  ;  le  scosse  maggiori 
avvenute  in   tale  giornata   furono  le   seguenti  :  0**  26"  a.  e  5^  17"  p.  ad 
Acireale  ;  1**  50"  a.   a  Riposto  ;  3**  14"  a.  a  Qiarre  ;  6*»  4"  a.  a   Mister- 
bianco  ;  8**  21"  a.  a  Biancavilla  e  6**  15"  p.  a  Paterno.   A  S.  Venerina, 
a  Dagala,  a  Bongiardo,  a  Linera,  a  Calatabiano  ed  in  tutti  i  paesi  del 
fianco  occid.  dell'Etna  nel  corso  del  21  furono  sentite  scosse  frequenti 
e  quasi  tutte  leggere  ;  qualcuna  un  po'  più  intensa  fece  cadere  qualche 
muro  a  secco  ;  ad  Aci  S.  Antonio  furono  abbastanza  forti   da  incutere 
terrore  negli  abitanti  che  abbandonarono  le  case.  In  generale  nel  giorno 
21  le  commozioni  furono  più  fi'equenti  che  nella  giornata  precedente  e 
nella   bassa  zona  periferica  del    vulcano   V  aumento   del   dinamismo  si 
estrinseco  con  il  solo  maggior  numero  degli   scuotimenti,  sul  versante 
meridionale,  presso  il  limite  inferiore  della  zona  boschiva,  ed  in  un'arca 
elittlca  con  il   diametro   maggiore  di    5-6  km.  in  senso  NNE-SSW,  le 
Hcosse  flirono  suss.  e,  oltre  ad  essere  più  numerose,  ebbero  una  inten- 
hìUì  molto  maggiore.  Nelle   ore  pom.  del   21  nella  bassa  zona   perime- 
trale dell'Etna,  le  ecosse  furono  più  sensibili,  specialmente  a  Nicolosi, 


494  [1883] 

ove  prodassero  scricchiolio  dei  pavimenti  e  dei  muri  :  Belpasso,  Borello. 
Mascalucia,  Tremestieri,  Trecastagni  e  Pedara,  località  tutte  poste  in- 
tomo  a  Nlcolosi,  risentirono  contemporaneamente,  quantunque  in  minor 
proporzione,  un  incremento  nei  tremiti  del  suolo  durante  le  prime  ore 
della  notte  21-22. 

A  0^  45»  8.  del  22  marzo  scossa  forte  a  Nicolosi,  seguita  da  tremiti 
continuati  ;  ad  1^  15"^  a.  una  mediocre  a  Catania,  che  a  Nicolosi  fu 
violenta  suss.  a  3  riprese  a  3-4*  d' intervallo  accompagnata  da  rombo  : 
essa  fece  rovinare  molti  abituri,  per  di  più  alcune  chiese  e  case  anche 
solide  vennero  danneggiate  :  a  5  km.  al  N  fu  più  intensa  :  si  sconvolse 
e  si  spaccò  il  suolo  nel  piano  dei  «  Renazzi  »  e  Tunica  casa  campestre 
ivi  esistente,  detta  «  de'  Renazzi  »  o  e  Guardiola  »,  fu  abbattuta.  A  Zaf- 
ferana  Etnea  crollò  pure  qualche  debole  e  vetusto  edificio.  Contempo- 
raneamente avvenne  il  principio  di  un  eruzione  eccentrica  nel  piano 
suddetto. 

Subito  dopo  i  tremiti  del  suolo  ed  i  fenomeni  sismici  cessarono  dì 
interessare  V  intera  massa  etnea,  essendosi  localizzati  presso  la  squar- 
ciatura  :  il  paese  di  Nicolosi,  vicino  al  teatro  eruttivo,  partecipò  a  queste 
condizioni  dinamiche,  per  le  quali  nei  giorni  21-24  rovinarono  altre  case 
già  fatiscenti. 

L'  eruzione  a  poco  a  poco  nel  periodo  di  3  giorni  rimase  aborbita 
(24)  :  dopo  di  ciò  ritornarono  tosto  a  fai*si  sentire  più  frequentemente  non 
solo  dei  terremoti  parziali,  ma  anche  delle  commozioni  generali  a  tutta 
la  massa  del  vulcano.  Le  maggiori  scosse  furono  le  seguenti  :  8^  2^»^  e 
S^  54™  ant.  del  26  due  forti  a  Biancavilla;  9»»  35"  a.  una  forte  a  Bei- 
passo,  a  Nicolosi  ed  a  Biancavilla;  4"  11"*  p.  altra  forte  a  Biancavilla  ; 
per  questa  e  per  le  precedenti  avvenute  nella  giornata,  gli  abitanti,  spa- 
ventati, fuggirono  dalle  case,  alcune  delle  quali,  essendo  pericolanti. 
vennero  puntellate. 

Tale  stato  di  cose  durò  fino  al  30  marzo  indebolendosi  sempre  di 
])iìi  :  a  4^  15""  ant.  di  tale  giornata  forte  scossa  di  8'  a  Nicolosi  ;  a 
!V'  58'"  a.  del  5  aprile  una  scossa  fortissima  a  Riposto  e  ad  Acireale  ; 
molto  forte  suss.  a  Nicolosi,  forte  a  Giarre  e  sentita  in  tutto  il  peri- 
inctro  etneo.  A  7**  30"  p.  del  27  aprile  altra  forte  a  Nicolosi,  ed  a 
2''  25'"  a.  del  28  una  nuova  di  eguale  intensità  fece  ivi  crollare  alcuni 
casolari.  A  4^  30""  p.  nello  stesso  28  Nicolosi  fu  scosso  leggermente  da 
una  commozione  stata  assai  intensa  nel  vicino  paese  di  Torre  di  Grifo. 
(ne  soffrirono  alcune  case.  A  7^30""  a.  e  ll**34™p.  del  12  maggio  forte 
scossa  suss.  presso  Nicolosi,  specialmente  nella  contrada  «  Grotta  d'An- 
gela »  sopra  Ragalna.  A  5*^45'"  a.  dell'  11  maggio  una  fort«  a  Zaffo- 
rana  ;  a  0^  36""  a,  del  3  giugno  a  Nicolosi  una  assai  forte  ond.  od  altra 
minore  ad  P  a.  ;  a  9**  45"  a.    del  17  a  Nicolosi   una  piuttosto  forte  :  9 


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495 


^  47'°  a.  del  24  una  forte  a  Zafferana,  a  Dagala  ;  fu  fortissima  in  alcuni 
punti  fra  le  suddette  località,  ed  a  Milo,  nei  quali  fece  cadere  varii  muri 
a  secco  e  qualche  vecchia  casa  di  campagna.  Al  28  settembre  alcune 
intense  commozioni  agitarono  S.  Maria  di  Licodia  :  a  6^  p.  del  13  no- 
vembre a  Nicolosi  scossa  seguita,  30™  dopo,  da  replica:  queste  a  Zaf- 
ferana ed  a  Pisano  furono  più  intense  e  causarono  qualche  lesione  in 
vecchie  case  e  molto  panico.  Al  20  dicembre,  ad  1^  20^  a.,  nuova  forte 
scossa  sentita  a  Nicolosi  ed  a  S.  M.  di  Licodia,  i  cui  abitanti,  colti 
da  panico,  uscirono  dalle  case. 

[1151]    1883.  Luglio  28.  Casamieciola. 

baldacci  l.  :  Alcune  osserv.  sul  terr.  ecc.  -  de  rossi  m.  S.  :  Raccolta  di  fatti,  relax,  e  ìtibl. 
ecc.  -  GuiscARDi  o.  :  //  terr,  d' Ischia  ecc.  -  J.  L  vvis  :  Monograph  of  the  earth.  of  Ischia 
ecc.  -  MERCALLi  a.  :  L'isola  d'Ischia  ed  il  terr,  ecc.  -  Palsueri  L.  oOlialoro  a.  :  Sul  terr, 
dell  isola  d'Ischia  ecc. 

A  Casamicciola  fu  avvertita  generalmente  circa  le  8^  Vs  ^^^*  ^^^  ^ 
laglio  una  scossa  con  rombo  e  pochi  minuti  prima  del  parossismo  del 
giorno  28  ne  fu  intesa  una  lieve,  pure  con  rombo. 


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FiG.  67. 

rm  Mercalll)  —  1  casa  Menella,  2  Piazza  Majo,  3  Si)ezlerla,  4  villa  Sauvi\  5  Grande 
j^»iiU  .ella,  6  Piccola  Sentinella,  1  via  Nuova,  8  Monie  della  Misericordia,  9  s.  I*asc|uale, 
]«i  Villa  Balsamo,  11  villa  Maresca. 


Il  terremoto  che  causò  i  disastri  a  tutti  noti,  fu  unico,  od  avvenne 
a  0*»  25"  pom.  :  nell'arca  dei  maggiori  danni  non  fu  preceduto   imme- 


496  [1883] 

diatamente  da  rombo,  ma  invece  ne  fd  accompagnato  :  la  scossa  fa 
8U8S.  ond.  della  durata  di  15*  ed  anche  più.  A  Barano,  a  Testacelo, 
ad  Ischia  ed  a  Bagno  un  rumore  sotterraneo  precedette  la  scossa,  la 
quale  fu  anche  in  questi  luoghi  prima  suss.  poi  ond.  :  fuori  dall'  isola 
fu  solo  lievemente  ondulatoria. 

Riguardo  ài  danni  sofferti,  il  Mercalli  —  che  io  ò  seguito  esclusi- 
vamente —  divide  i  paesi  dell'  isola  nel  seguente  modo  : 

A  Casamicciola,  a  Forio  alto  e  nella  parte  superiore  di  Lacco  crol- 
larono in  parte  o  totalmente  quasi  tutte  le  case  e  vi  furono  moltissìmt? 
vittime.  A  Ciglio,  a  Panza  ed  a  Filmano  crollarono  in  parte  o  total- 
mente molte  case  con  parecchie  vittime.  A  Fontana,  a  Barano,  a  Pieio. 
a  Moropane,  a  Forio  Marina  ed  a  Lacco  Marina,  alcune  case  rovina- 
rono in  parte  e  molte  altre  furono  gravemente  lesionate  :  vi  fnron  :• 
parecchi  feriti  (a  Forio  Inferiore  1  morto).  A  Testaccìo,  a  Campagnano. 
a  S.  Antonio  molte  case  furono  lesionate,  alcune  anche  gravemente.  Al 
Castello  d' Ischia  e  fuori  dell'  isola  non  vi  furono  danni,  eccettuaci 
qualche  piccola  lesione  nei  vecchi  muri  della  Chiesa  del  bagno  penale 
di  Precida.  A  Procida  la  scossa  fu  molto  sensibile  ;  a  Napoli  fu  avver- 
tita pure  sensibilmente  :  a  Ponza  passò  in  generale  inosservata.  Li 
violenza  dell'  urto  fece  distaccare  due  grandi  frane  dall'  Eponeo  di  circa 
31500  mq.  ciascuna  :  inoltre  nel  suolo  a  Casamicciola  e  dintorni  si 
aprirono  in  molti  luoghi  delle  spaccature.  Dallo  studio  delle  direzioni 
il  Mercalli  stabilisce  che  l'epicentro  di  questo  gran  terremoto  sia  stato 
presso  la  casa  Menella  (fig.^  67  AA);  risulta  esso  di  un'area  elittica 
molto  schiacciata  il  cui  asse  maggiore  corrisponde  ad  una  generatrice 
del  gran  cono  dell'  Gponeo  :  dallo  studio  degli  angoli  di  emergenza, 
ossen'-ati  in  diversi  punti  dell'area  colpita^  il  Mercalli  potè  poi  conchiu- 
dere che,  almeno  con  probabilità  il  centro  di  scuotimento  sia  stato  a 
a  m.  1200  di  profondità. 

In  conseguenza  della  grande  scossa  si  ebbero  a  deplorare  3075  vlt> 
time,  di  cui  2313  morti  e  762  feriti,  non  compresi  i  contusi.  Il  danno 
arrecato  agli  immobili  superò  al  certo  i  10  milioni  di  lire.  Maggiori 
ragguagli  appaiono  dal  quadro  compilato  sulle  notizie  ufficiali  che  si 
trova  nella  pagina  seguente. 

L' immensità  del  disastro  non  è  totalmente  da  atttribuirsi  alla  vio- 
lenza del  terremoto,  ma  in  parte  è  dovuta  alla  cattiva  costruzione  dogli 
edifìcii  ed  alle  sfavorevoli  condizioni  del  suolo:  rispetto  a  quest'ultime 
a  parità  di  lontananza  dall'epicentro  i  danni  farono  massimi  dove  le 
case  si  trovavano  su  terreno  ondulato  od  in  pendio,  costituito  da  marne 
o  tufi  poco  omogenei  e  consistenti,  specialmente  se  situate  sul  ciglio 
di  colline  in  tal  modo  costituite  :  furono  minori  nei  fabbricati  posti  in 
piano  nelle  sabbie  poco  coerenti  delle  spiaggie  q  specialmente  dove   il 


[1883] 


497 


Bottosaolo   è   di   roccia  molto  compatta  :  furono  poi  minimi  negli  edi- 
fìci situati  sulle  masse  trachitìche. 


Località 


Casamìcciola 

Lacco- A  meno 

Forio  (con  la  fraz.  Panza) 

Serrara  (con  le  fraz.  Fon- 
tana e  Ciglio  .... 

Barano  (con  le  fraz.  Moro- 
pane  e  Fiatano)   .    .    . 


Ischia 


4300 
1800 
6800 

2000 

4600 
6600 


26100 


vittime 


morti 

(2) 


1784 
146 
345 

28 

10 


2313 


feriti 


448 
93 
190 

21 

10 


Numerarcene  abitazioni 


762 


prima 

deUa 

scossa 


672 
389 
2713 

e) 

1159 

e) 

2693 


crol- 
late 


537 

269 
1344 

65 

63 


dan- 
negg. 


134 
102 
977 

973 

1430 


Illese 

1 

18 
392 

121 

200 


Note  —  (1)  GII  stranieri  morti  furono  51  —  (2)  compresi  i  morti  ne^ll  ospedali  di  Napoli 
—  (3)  Per  questi  paesi  furono  contate  non  lo  case,  ma  le  camere  o  vani. 

Dopo  la  scossa  fatale  delle  9^  25'°  pom.  si  ebbero  altre  6  piccole  re- 
pliche a  Casamìcciola  tra  le  9^  30*"  e  le  12^  della  notte  :  una  sensibi- 
lissima con  rombo  fu  avvestita  a  ò**  ant.  del  29  luglio.  A  Forio  in 
generale  non  si  avvertirono  le  piccole  scosse  della  notte  28-29  :  meno 
una  dopo  la  Mn.  che,  in  luogo  intermedio  fra  questo  paese  e  Casamìcciola, 
fu  molto  forte.  A  Panza  si  avvertì  una  piccola  scossa  a  Mn.  ed  una 
alle  2^  ant.  dnl  29  e  nella  mattina  di  questa  giornata  si  udirono  repli- 
cati rombi  ad  intervalli.  Dal  29  luglio  al  3  agosto  molte  altre  scosse, 
tutte  leggiere,  a  Forio  se  ne  contarono  15.  11  Del  Balzo  nella  sua 
Cronaca  del  terr.  di  Casamìcciola^  nota  per  questa  città  nel  29  una 
scossa  lieve  con  rombo  a  Mg.,  una  a  0*"  30™  pom.  del  V  agosto  ed 
altra  a  4**  pom.  :  quest'  ultima  forte  tanto  da  far  crollare  alcuni  muri 
lesionati  :  nel  2  una  lieve  a  0^30°"  pom.  ed  altra  più  tardi,  ambedue  con 
rombi  :  a  10**  ant.  del  3  leggiera  scossa  ond.  di  pochi  secondi  che  fece 
crollare  qualche  muro  lesionato,  ed  a  2''  ^/j  pom.  una  molto  più  forte  a 
Casamìcciola,  a  Forio,  a  Lacco,  avvertita  sensibilmente  anche  nelle 
altre  parti  dell'  isola  :  per  questa  scossa  a  Forio  rovinò  una  casa  ed  a 
Fiaiano,  a  Barano  ed  a  Fontana  si  aprirono  nuove  lesioni.  Dopo  il 
:J  agosto  le  repliche  furono  meno  frequenti  e  lofrgierc  :  a  Casamìcciola 
ne  fu  avvertita  una  airs  agosto,  una  seconda  a  6^  ^'4  a.  del  12,  una  terza 
nella  notte  14-15 ,  nei  giorni  16-16  parecchi  rombi  a  Fontana  :  a  9*^  25" 

^AKATTÀ  :  Terremoti  ecc.  82 


498  [1883  - 1884] 


pom.  del  9  settembre  altra  scossa  e  poi  una  nuova  a  2*»  a.  del  10: 
nella  notte  21-22  due  scosse,  più  sensibili  nella  parte  alta  di  Caaamic- 
dola  che  verso  il  mare  ;  fecero  esse  cadere  alcuni  muri  già  lesionati. 
A  9^  pom.  del  7  dicembre  forte  rombo  sentito  in  quasi  tutti  i  paesi 
dell'  isola  ed  altro  meno  intenso  a  9**  p.  del  22. 

[1152]    1883.  Luglio  25.  Cosena. 

Bull.  vulc.  ital.,  voi.  XI,  pag.  23. 

A  10**  50™  ant,  a  Cosenza  scossa  molto  forte  ond.  SE-NW  a  3  riprese 
della  durata  di  12*  ;  fu  forte  a  Tiriolo  (SE  ;  2  riprese,  di  cui  la  2*  più 
lieve)  ;  sensibile  a  Nicastro  e  Tropea  ;  lieve  a  Gerace. 

[1153]    1883.  Settembre  2.  Monti  Alleili  (Roma). 

Bull.  vulc.  ital.,  voi.  XI,  pag.  33. 

A  2^  30""  ant.  ad  Anagni  e  Castel  Gandolfo  fu  intesa  una  sensibile 
scossa  avvertita  leggermente  a  Palestrina  ed  a  Rocca  di  Papa  :  a  8^  S'^ 
pom.  un  terremoto  fortissimo  colpi  i  Monti  Albani  :  Tarea  di  massima 
intensità,  ove  fu  raggiunto  il  grado  Vili  della  nota  scala  De  Ros.si- 
Forel,  comprende  Frascati,  Grottaferrata,  Rocca  di  Papa  e  Monte  Cavo, 
à  forma  elittica  assai  allungata  in  senso  NW-SE  :  oltre  ad  essa  il  ter- 
remoto si  propagò  molto  più  intensamente  ad  est,  e,  mentre  a  Pale- 
strina, a  Zagarolo,  a  S.  Vito  e  ad  Anagni  fu  molto  forte  o  forte,  a 
Colonna,  a  Monte  Porzio,  a  Monte  Compatri,  a  Marino,  a  Castel  Gan- 
dolfo, ad  Albano,  ad  Ariccia,  a  Genzano  ed  a  Velletri,  località  molto 
prossime  all'area  mesosismica,  e  ad  Artena,  a  Segni,  a  Cave,  a  G^naz- 
zano  ed  a  Subiaco  fu  solo  mediocre.  Sappiamo  inoltre  che  dalla  parte 
settentrionale  fu  sentito  fino  a  Poggio  Mirteto.  La  scossa  maggiore  fa 
seguita  da  varie  repliche. 

[1154]    1884.  Gonnaìo  10.  Abrnsxì. 

Bull.  vulc.  (tal.,  voi.  XII,  pag.  40  -  Boll.  mens.  dell' Oss.  di  Moncalieri^  serie  n,  voi.  iv, 
pag.  22-23. 

A  h^  30"*  pom.  circa,  a  Notaresco  fortissima  scossa  ond.  N-S  di  1* 
circa  :  a  Giulianova  fu  ond.-suss.  di  2'  con  rombo  e  seguita ,  dopo 
1%  da  altra  E-W  più  intensa  :  uguale  intensità  ebbe  pure  a  Mosciano 
S.  Angelo,  a  Monte  Pagano,  a  Morrò  d'oro,  ad  Atri  ed  a  Città  S.  Au- 
gelo  (fìg.  66  A,  pag.  492);  la  scossa  fu  sensibile  (B)  a  Cupramarittìma 
ed  a  Fermo  (ond.  SE-NW  di  8*)  dalla  parte  di  settentrione  e  dall'op- 
posto lato  a  Penne  (suss.  4-5') ,  fu  leggiera  ond.  a  Chieti  ed  a  Teramo 
(SW-NE). 

Possiamo,  per  quanto  incomplete  le  nostre  notizie,  affermare  che  l'area 
mesosismica  à  forma  elittica  molto  ristretta  con  l'asse  maggiore  diretto 


[1884] 

in  senso  della  costa  adriatica,  che  Mk  MoBcfano  e  CittA  8.  A 
snra  Km.  30  circa  :  la  scossa  dalla  parte  di  N.  si  propagò  mi 
gamente  Qdo  a.  Fermo,  mentre  verso  mezzodì   ed   occidente 
smica  interessò  una  zona  limitatissima.  Dato  ciù  forse  non  è  ini 
ctie  il  SQO  centro  o  radiante  si  trovi  a.  mare. 
A  Gmlianova  nel  mese  qnalclie  replica. 

[ll^J    IHM.    Gennaio  10.  Etna  (Ci 

Bull,  pule,  ital.,  voi.  xn,  pag.  40-11. 

Alle  9"  35™  pom.  a  Linguaglossa  scossa  fortissima:  medio 
colosi,  neir  intero  perimetro  etneo,  a  Castiglione  di  Sicilia,  i 
ed  a  Castroreale  ;  ugnale  intensità  ebbe  pure  a  Reggio  Cala 
epiicà  dopo  brevi  istanti  e  forse  anche  a  Messina,  ove  si  i 
replica  trascorsi  IO"".  Verso  le  10^  15"  pom.  altra  scossa  med 
dintorni  dell'Etna,  a  Messina,  a  Castiglione,  e.  Novara  ed  i 
reale,  nella  quale  ultima  località  pare  sia  stata  molto  più  int 
Varie  altre  firono  sentite  nei  giorni  14,  15,  18.  25,  27  e  2 

[Ud6]    IS84.  Maggio  4.  Honteleone  (Cata 

Bull,  vale,  ttai.,  voi.  XII,  pag.  T6  e  101. 

Il  giorno  18  aprile,  ad  S*  12""  ani.,  scossa  mediocre  a  '. 
0''  13"  pom.  del  4  maggio  scossa  fortissima  a  Montcleone  (^ 
Tiriolo  fa  seasibile  bqss.  e  seguita  dopo  3',  da  replica  pure 
SSE-NNW  :  fU  leggiera  a  Catanzaro  e  dintorni  :  due  scosse  fui 
lievemente  sentite  a  Tropea,  a  Gerace  ed  a  Palmi  (suss.) 

[1167]     1884.  Agosto  15.  Vìg§«  (Ma( 

Bull.  tuie,  tlal.,  voi.  xn,  pajr.  ISl- 

Nella  giornata  a  Vlsso  parecchie  scosse,  qualcuna  delie  qn 
sima,  si  propagò  anche  nei  paesi  adiacenti  dell'  Umbria  e  dellf 
Ventuno  fùrouo  gli  scuotimenti. 

Pontoslio  (B 

Nel  giorno  12  settembre,  a  8"  23"  ant.,  lieve  scossa  in  qn 
!a  Lombardia:  pare  che  il  centro  superficiale  del  fenomeno 
fra  l'Oglio  e  l'Adda,  poco  lungi  da  Bergamo  :  infatti  epiegò  la 
intensità  a  Pontoglio,  a  Treviglio  ed  altrove  tra  l'Adda  e  1' 
Pontogllo  la  scossa  fu  sass.-ond.  e  fece  cadere  parecchi  fiimi 
Romano  fu  forte,  fu  molto  sensibile  a  Martincngo,  a  Palosco, 
nico,  a  Cividate  al  Piano,  a  Caravaggio,  a  Treviglio  ed  un  pc 
Bergamo,  a  Crema,  a  Lodi  ecc.  11  movimento  giunse  al   Po, 


500  [1884] 

non  rabbia  oltrepassato  almeno  in  modo  sensibile.  La  scossa  si  pr^^ 
pagò  di  preferenza  ad  occidente  del  centro  indicato  :  infatti  lungo 
l'Adda,  a  Calco,  a  Canonica  ed  a  Vaprio  crollarono  oggetti  appesi  ai 
muri  :  a  Monza  ed  a  Milano  fu  avvertita  la  scossa  da  molte  persone  : 
fu  sentita  in  tutta  la  Brianza,  nel  Lecchese,  nel  Comasco  e  nel  Varesotto 
con  intensità  sempre  decrescente,  talché  a  Varese  non  venne  generalmentt^ 
avvertita.  È  probabile  cbe  sia  stato  sentito  anche  sul  Lago  Maggiore. 
poiché  qualche  leggiero  movimento  si  rese  sensibile  a  qualche  persona 
in  Valsesia,  a  Varallo  e  ad  Alagna. 

A  nord  dell'area  mesosismica  la  scossa  si  sentì  sensibilmente  in 
molti  paesi  del  Bergamasco  e'  del  Bresciano,  in  Val  Seriana  ed  in  Val 
Camonica  :  a  Brescia  alcuni  avvertirono  uno  scricchiolio  d' impostt-  : 
più  ad  oriente  si  notò  una  leggiera  scossa  N-S  a  Bussolengo  sulla 
destra  dell'Adige  ed  in  alcuni  punti  della  città  di  Verona.  A  Vicenza, 
a  Mantova  ecc.  la  scossa  passò  aff&tto  inosservata  :  concludendo  l'area 
del  terremoto  del  12  settembre,  ha  forma  elittica,  il  cui  asse  maggiore 
corre  al  piede  delle  Alpi  Ticinesi,  Orobiche  e  Lombarde  dalla  Sesia 
all'Adige  e  Tasse  minore  è  prossimo  alla  linea  Lodi-Bergamo  :  l'epi- 
centro è  nel  Bergamasco  forse  nei  pressi  di  Pontoglio.  Nella  cartina  64 
a  pag.  489  trovasi  rappresentato  il  centro  superficiale,  l'area  mesosi- 
smica molto  forte  e  le  zone  isosismiche  forte  e  leggera. 

[1159]    1884.  Novembre  27.  Franela,  PieH»te. 

Bull.  Ville,  ital.,  voi.  xn,  pag.  138-147. 

Verso  le  11**  15"  pom.  un  terremoto  quasi  rovinoso  colpi  i  versanti 
W.  ed  E.  del  gruppo  del  Chaberton  e  del  Monte  Genevre.  La  scossa  tu 
quasi  rovinosa  a  Brian9on  (fig.  49  C,  pag.  420),  ove  crollarono  2  c^^ 
rustiche  :  a  S.  Catherine  si  ebbero  danni  gravi.  La  scossa  si  propagò 
in  Francia  ed  in  Italia  :  nel  nostro  versante,  nelle  case  di  Cesana  T. 
si  aprirono  molti  crepacci  :  crollò  in  Melegnate  l'alta  guglia  del  cam- 
panile. A  Oulx  la  scossa  forte,  lunga,  lunga,  suss.-ond.  fece  suonare 
i  campanelli  :  ad  Exilles  abbastanza  intensa  :  quasi  eguale  violenza 
ebbe  a  Torino,  Pinerolo,  Fessane,  Centallo  ed  a  Vinadio. 

I  limiti  entro  i  quali  si  sentì  il  terremoto  nella  Svizzera  occidentale 
furono  Ginevra  ed  Interlachen  :  passò  inosservato  a  Berna  :  fu  a\-ver- 
tito  in  Francia,  nella  Savoia  e  fino  a  Lione  e  verso  sud  fu  inteso  a 
Montone,  Antibo,  Nizza  e  Marsiglia. 

Ij'andamento  delle  principali  isosisme  è  rappresentato  nella  eitat.i 
cartina,  ove  con  CC  è  delimiUita  l'area  mesosismica  quasi  rovinosa,  eoa 
C^C^  la  isosisma  fortissima,  con  C*C*  la  forte  o  quasi  e  con  C'C^  la  lieve. 

Due  repliche  seguirono  3-4™  trascorsa  la  mezzanotte  ad  intervalli  di 
pochi  minuti  l'una  dall'altra.  In  alcune  località  presso  l'area  di  maggior 


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[1885]  501 


scuotimento,  come  al  Moncenisio,  a  Pinerolo  ed  altrove,  si  avvertì  una 
langa  serie  di  scuotimenti  a  4**  circa  del  28  :  ed  in  altre  si  sentirono 
varie  lievi  scosse  intermedie. 

[1160]    1885.  Gennaio  24.  Porto  Maurizio. 

BulL  rulc.  ital.,  voi.  xni,  pag.  12. 

Verso  le  9»»  12»  pom.  scossa  molto  forte  di  2«  ond.  SSE-NNW  a  Por- 
tomaurizio  :  cagionò  qualche  leggiero  guasto  nel  palazzo  della  Prefet- 
mra  :  a  S.  Remo  fu  forte  suss.-ond.  di  3*  preceduta  da  intenso  rombo, 
alla  marina  fuga  dalle  case.  Fu  forte  anche  a  Taggia  e  molto  sen- 
ubile  a  Badalucco. 

[1161]    1885.  Febbraio  10.  Riviera  ligaro  orientale. 

Bull.  mie.  Ual.^  voi.  xui,  pagr,  18  -  Boll.  mens.  Osserv.  di  Moncaìieri,  voi.  v,  pàg.  40. 

Al  10  febbraio,  ad  1*'40™  pom.,  forte  scossa  suss.-ond.  a  Genova,  pre- 
[!eduta  da  sordo  rumore  :  ebbe  parecchie  riprese  con  intensità  decre- 
scente: ad  1^  45"  pom.  altre  scosse.  Esse  furono  diversamente  sentite 
in  vari  punti  della  città  e  riuscirono  più  sensibili  nei  sestieri  S.  Matteo, 
Banchi,  S.  Teodoro.  Questo  terremoto  fu  specialmente  sentito  nella  Li- 
^ria  orientale.  A  Vallechiara  si  dice  sia  crollato  un  sofifitto  :  la  scossa 
iu  forte  8US8.  di  6*  a  S.  Margherita  Ligure,  a  Taverna  d'  Orerò  (Chia- 
rari),  e  cosi  a  Berga,  a  Vegni  (fraz.  di  Carrega)  e  Dova  Superiore 
fraz.  di  Mongiardino),  ove  fu  suss.-ond.  con  rombi  :  si  senti  sensibil- 
mente a  Megli,  presso  Recco,  e  leggermente  a  Chiavari  (ond.  SW-NE 
a  2  riprese). 

[1162]    1H85.  Aprile  10.  Antìeoli  di  C,  Aveszano. 

BhU.  vulc.  ital.,  voi.  xin,  pag.  86-7  -   Boll.  mens.  delV  Osservatorio  di  Moncalieri^  voi.  v, 
pag.  70-11. 

Verso  le  2*»  44"  ant.  del  10  aprile  un  forte  terremoto  colpi  una  parte 
iella  provincia  di  Roma,  degli  Abruzzi  e  si  propagò  in  quella  di  Ca- 
serta e  deir  Umbria  :  i  massimi  effetti  dinamici  si  ebbero  ad  Anticoli 
ii  Campagna  e  ad  Avezzano,  ove  la  scossa  fu  fortissima  :  nell'area  più 
*.oramo8sa  il  movimento  sismico  fu  a  due  riprese,  la  seconda  delle 
]uali  più  intensa.  Colle  notizie  che  si  hanno  non  si  riesce  a  determi- 
lare  l'andamento  delle  isosisme  :  solo  possiamo  dire  che  il  terremoto 
k'erso  sud  fu  sensibile  fino  ad  Isernia,  a  Cassino  ed  a  Gaeta:  che  lungo 
a  costa  mediterranea  tra  questa  città  e  lo  sbocco  del  Tevere  fu  meno 
intenso  che  sui  monti  Sabini  ed  Albani,  e  che  a  nord  venne  segnalato 
incora  come  mediocre  ad  Àquila,  a  Luccoli  ed  a  Rieti,  ancor  meno  a 
Spoleto  e  leggiero  a  Viterbo.  In  certe  località  il  terremoto  fu  prece- 
luto  da  una  scossa  preparatoria  meno  intensa  e  seguito  da  varie  re- 
pliche: ad  Avezzano  p.  e.,  le  scosse  si  ripeterono  fino  al  mattino  del'll. 


5Ó2  [lSè&] 

[1163J    1885.  Luglio  1.  Veroanto  (Cuneo).      j 

Boll.  mens.  delVOsserv.  di  Moncaliert,  serie  II,  voi.  v,  pag.  125. 

A  1^  15"  ant.  circa  del  1**  luglio  a  Vernante  forte  scossa  end.  di  3* 
con  rombo  intenso  ;  fece  uscire  la  popolazione  dalle  case,  causare 
molte  screpolature  nei  muri  e  nei  soffitti  e  cadere  dai  tetti  alcuni  pezzi 
di  lavagna.  A  Valdieri  fu  breve,  mediocre  suss.  con  rombo.  Quivi  altra 
scossa  al  23  luglio  (2*»  25"  pom.  circa),  che  fu  leggiera  a  Demonte,  ed 
una  terza  sensibile  a  4^  32"  ant.  del  16  agosto.  A  Valdieri  al  2  marzo 
(0»»  25"  a.)  era  stata  avvertito  un  sensibile  terremoto  NE-SW  di  più, 
secondi  di  durata. 

[11641    1885.  Settembre  17.  Beneveito. 

De  RENZO:  Il  terremoto  di  Benevento  ecc.  -  C.  De  Giorgi:  Sui  terremoti  di  Benevento  -  Bv':.\ 
tuie,  ital-,  voi.  XIII,  pag.  89-90. 

A  7^  a.  del  17  settembre  in  Benevento  leggera  scossa,  sciita  da 
altre  due  della  stessa  intensità  ad  8**  ed  a  8**  30"  a.  ;  a  10**  35"  a.  se  nei 
ebbe  una  quarta  ma  fortissima  ;  fu  preceduta  ed  accompagnata  da  in- 
tenso rombo,  cominciò  con  un  sussulto  di  brevissima  durata  cui  segui 
una  fase  ond.  con  vibrazioni  di  piccola  ampiezza  ;  la  durata  totale  fu 
stimata  di  IO''  circa.  Questo  terremoto  produsse  scuotimento  di  muri, 
fenditure  più  o  meno  leggere  in  tutti  i  fabbricati,  specialmente  nti 
vecchi  :  fece  cadere  un  comignolo  e  rese  due  o  tre  case  inabitabili.  La 
parte  della  città  che  risentì  più  fortemente  per  la  commozione  del 
suolo  fu  la  più  bassa,  prossima  alla  confluenza  del  Sabato  e  del  Calore  : 
ivi  si  ebbero  i  fabbricati  più  lesionati.  Dall'  esame  delle  fenditure  il 
De  Giorgi  stabili  che  le  ondulazioni  maggiori  in  Benevento  ebbero  di- 
rezione predominante  NE  SW.  Tale  scossa  fu  fortissima  a  S.  Angelo 
a  Cupolo,  a  Paduli  ed  a  Buonalbergo  (fig.  65  A,  pag.  491)  ;  forte  «A' 
a  Castelpoto,  a  Pago  Velano,  ad  Apice,  a  S.  Leucio,  ad  Arpaise,  «i 
S.  Martino  Valle  Caudina  e  ad  Apollosa;  fu  leggera  (A")  a  Morcone. 
a  S.  Marco  de'  Cavoti,  a  S.  Paolina,  a  Pannarano,  a  Paolise,  ad  Amo- 
rosi ed  a  ToiTccuso  ;  fu  inoltre  isolatamente  sentita  a  Napoli  ed  a 
Torre  del  Greco. 

Repliche:  0'',  0^  45*",  W^,  5^,  7**,  9^  ed  11^  p.  della  stessa  giornata  scosse 
sensibili;  a  5^  .V)'"  a.  del  18;  a  5*»  42™  p.  del  19  una  mediocre  ed  altre  a 
4»»  15"",  4»»  30'»,  4»»  52'",  \\^  32'"  a.  del  20  ;  V  30«,  3»»,  2^  30»  e  1^  p.  del  21,  a 
5^  40"*  e  7**  a.  del  23,  due  nel  25  e  qualcuna  nelT  ottobre. 

[1165J    1885.  Settembre -ottobre.  Nicolosi  (Etna). 

Silvestri  0.:  Fenom.  geoiiinatnici  a  Nicolosi  sul V  Etna  -  Platania  J.  ;  Zes  trembl.  de  terre 
de  Xicolosi  ecc. 

Nel  luglio  si  ebbe  un'eruzione  di  vapori  e  di  ceneri  dal  cratere  cen- 
trale dell'Etna,  preceduta  da  lievi  scosse,  avvertite  in  varii  punti  delle 


fl885J  503 

pendici  etnee.  Tali  commozioni  si  resero  più  sensibili  nella  decrescenza 
dei  fenomeni   eruttivi  :  le  più  intense   furono  sentite  a  Nicolosi  e  Bei- 
passo  al  24   luglio   (8**  30"  a.)   ed   a   Biancavilla   e   Bronte    nel    dì  30 
(4**  20"  a.)  dello  stesso  mese.  Neil'  agosto  continuò  detta   fase  eruttiva 
che  —  quantunque  sempre  decrescente  —  presentò  alternative,  e  quindi 
nel  settembre  poi  venne   a  cessare.  A  8^  5™  a.   del  25  settembre  a  Ni- 
colosi violento  urto,  seguito  da  un  movimento  dapprima  suss.  poi  ond. 
si  propagò   a  breve   distanza,    giacché  a  Belpasso  fu  parzialmente  av- 
vertito :  ad  Acireale  indicato  dai  eoli  strumenti  (varie  ond.  WNW-ESE) 
mentre  a  Catania  non  si  rese  nemmeno  sensibile  agli  apparecchi.  A  Ni- 
colosi, centro  del  fenomeno,  molte  case  ebbero  danni  nei  muri  e  nelle 
volte.  A  9^  a.  del  26  settembre  a  Nicolosi  altra   scossa  suss.  di  minor 
intensità,  avvertita  dai  soli   sismoscopi  a   Biancavilla  :  a  6^  55*°  a.  del 
27  una  debole  intesa  da   qualche  persona  anche  a  Giarre.  Dal  25  set- 
tembre  al  V  ottobre   a  Nicolosi   oltre  gli   accennati,  furono   avvertiti 
altri  lievi  scuotimenti.  A  3**  30"  a.  del  giorno  2  ottobre  un  nuovo  for- 
tissimo  urto   suss.  recò   in   Nicolosi  maggiori   danni  che  non  i  prece- 
denti: grande  fu  il  panico,  tutti  fuggirono  dalle  case;  la  maggior  parte 
delle  quali,  in  un  alle  chiese,   ebbero  i  muri  principali,    le  volte  e  gli 
archi  aperti,  sconnessi,  portati  fuori  di  piombo  od  attraversati  dal  fondo 
alla  cima  da  fenditure  :  i  maggiori   danni   accaddero  nella  parte  occi- 
dentale  del  paese   (quartieri  di   Piazza,  S.   Francesco,  Carmine)  ed  in 
quella   a   SE  (quartieri   Purgatorio,    S.  Giuseppe,    Collegiata,  Grasso). 
Alcune   straRle  ben   lastricate   fuiono   attraversate  da  squarciature  ;  la 
chiesa,  sita  nel  centro  di  Nicolosi,  ebbe  il  campanile  spaccato  per  metà 
in  direzione  trasversale,  e  le  ampie  volte  interne  e  le  mura  sue  ftirono 
tutte   sconnesse  e   lesionate,  talché   dai  periti  ne   fu  consigliata  la  de- 
molizione. Ad  Acireale  i  soli  strumenti  sismici  avvertirono  una  scossa 
ond.  8SW-NNE. 

Dopo  il  2  ottobre  nulla  più  avvenne  di  sinistro,  salvo  qualche  rara 
ed  insignificante  oscillazione. 

[1166]    1885.  Novembre.  Salina  (Eolie). 

O.  MERCALLi:  La  fossa  di  Vulc,  e  lo  Stromb.  1884-86^  pa^.  2  (estr.) 

Al  16  novembre,  a  0^  30""  a.,  neir  isola  di  Salina  tre  forti  scosse 
senza  danni  ;  ftirono  sentite  specialmente  in  contrada  Lingua  :  nella 
notte  19-20  due  sensibili  in  Filicudi. 

Noto  che  al  25  giugno,  a  2^30°' p.,  si  era  avuta  una  scossa  alquanto 
forte  ma  innocua  a  Stromboli  ed  una  leggera  a  2**  a.  del  5  ottobre,  la 
quale  forse  corrisponde  ad  una  sensibile  N-S  avvertita  ad  Oppido  Ma- 
mertina  (alle  2^  40°^  a.)  ed  a  quella  stata  sensibile  (a  2^  a.  circa)  in 
Catanzaro. 


504  (1885  -  1886] 


[1167]    18S5.  Dicembre  24.  Ferrandioa,  ÌUt«n  (Potenza». 

Bull  vuìc.  iCal,  voi.  xm,  pag.  Uo  e  voi.  xiv,  pag.  55, 

Tra  le  11*^50"  a.   e  le  0^20"»  p.    a  Ferrandina.   Salandra,  Grotiole, 
S.  Mauro  Forte,  Matera  e  Pomarico  fortlBslma  scossa  preceduta  da  in 
tenso  rombo  ;  a   Potenza  tre  scosse  ond.  A  S.  Mauro  Forte  fu  ^egaita 
da  altra  :  a  Ferrandina  a  6**  20"  p.  del  2  gennaio  1886  una  nuova  fur- 
tissima  con  rombo. 

[1168J    1S85.  Dicembre  26.  Molise. 

Bull.  vulc.  ital.^  voi.  xin,  pag.  Uo-U. 

Alle  11^  45""  p.  del  25  dicembre  leggerissima  scossa  a  Cantalupo  del 
Sannio  :  a  2*»  45*"  del  26  a  Boiano  una  un  po'  più  risentita  e  finalmente 
a  3*»  a.  circa  una  quasi  rovinosa  a  Baranello,  Vinchiaturo,  Oratinn, 
Ferrazzano,  Mirabello  Sannico,  Toro,  Gildone,  lelsi ,  Ripalimosani. 
San  Giovanni  in  Galdo.  Tutte  queste  località,  Campobasso  compres^t 
(ove  però  la  scossa  [N-S  di  5-6']  fli  un  po'  più  leggera),  costituiscono 
r  area  mesosismica  (fìg.  65  B,  pag.  491)  ;  a  Boiano  fu  fortissima  (B'  ;  : 
fu  forte  (B'')  suss.-ond.  a  Morcone,  a  Cantalupo  nel  Sannio^  a  S.  An- 
gelo in  Grotte,  a  Castel  Petroso,  a  Macchiagodena,  a  Cameli  ed  a  Fro- 
Bolone.  Air  infuori  di  questi  paesi  poco  sappiamo  di  questo  terremoto, 
chea  Benevento  fu  mediocre  ond.  ;  che  fu  leggero  a  S.  Maria  di  Capua 
Vetere  ed  avvertito  da  qualcuno  a  Napoli. 

Nel  citato  Bollettino  del  Vulc.  per  S.  Maria  di  C.  V,  si  reg'lstra  a 
;^h  3m  lina  scossa  dell'  8*  grado  (De  Rossi-Forel)  ;  io  credo  che  in  ciò  vi 
sia  un  errore  di  stampa  e  si  debba  invece  di  8°  leggere  3®,  a  meno  che 
non  si  tratti  di  un  terremoto  corocentrico  a  tale  località,  e  che  quindi 
la  notizia  di  Napoli  a  questo  si  riferisca. 

A  4^^  a.  a  Ferrandina,  a  Salandra,  a  S.  Mauro  Forte,  a  Grottole,  a 
Matera,  a  Pomarico  trovo  indicata  nel  citato  Boll,  una  scossa  di  3': 
questa  notizia  potrebbe  riferirsi  al  terremoto  precedentemente  accen- 
nato, essendo  le  ore  date  in  tempo  locale  o  con  grossolana  approssi- 
mazione, oppure  ad  una  replica  del  terremoto  corocentrico  del  24  di- 
cembre (vedi). 

[1169]    1886.  Gennaio  17.  Aricela  (Roma). 

Bull.  vulc.  t'tal^  voi.  XIV,  pag.  55-56. 

Ad  Ariccia,  circa  le  8**  a.,  fortissima  scossa  suss.  a  tre  riprese  della 
durata  di  3-4"  con  rombo  da  SW  :  fu  suss.  con  eguale  intensità  a  Gai- 
loro  ;  raggiunse  il  grado  VI  a  Genzano  ed  a  Montecavo,  ove  però  fu 
ond.-suss.  seguita,  dopo  qualche  minuto  da  replica  ;  fli  mediocre  suss. 
con  rombo  ad  Albano  ed  avvertita  da  qualcuno  a  Montecavo.  Ad 
%^  l?"*  a.  ad  Ariccia  una  leggera  :  circa  15"  dopo  una  forte  sentita  ad 


^DBI9**V 


[1866] 


505 


Albano   e    forse   a   Ganzano.  Ad   Aricela  nella   giornata  qualche  altra 
replica. 

[1170]    1886.  Febbraioluglio.  Calabria. 

Bull.  vule.  itaì.^  voi.  xiv  -  Boll.  mens.  delVOsi.  di  Moncalieri,  serie  li,  voi.  vi,  pag.  51-53, 
Gl-es,  80. 

Un  interessante  periodo  sismico  scosse  la  Calabria  Ulteriore  e  la 
Citeriore  nel  febbraio-luglio  :  quantunque  pochissimi  siano  stati  i  danni 
recati  dalle  numerose  scosse,  alcune  delle  quali  solo  riuscirono  fortis- 
sime, tuttavia,  per  quanto  vedremo  nella  seconda  parte  di  questo  la- 
voro, i  fenomeni  sismici  avvenuti  in  quest'anno  sono  molto  importanti. 
Credo  bene  di  far  precedere  V  elenco  delle  scosse,  avvertendo  che  al 
10  gennaio  alla  Fossa  di  Vulcano  era  cominciato  un  periodo  d'attività 
con  esplosioni  di  ceneri  e  di  massi  incandescenti,  ripetutesi  debolmente 
fino  ai  25,  e  fortemente  verso  le  9^  45"  p.  del  26,  con  riprese  dopo  al- 
cuni giorni  di  calma,  airil  febbraio  ed  al  31  marzo. 


Fio.  68. 

Febbraio  1  —  10*»  p.  circa,  Monteleone  scossa  forte  ;  Pizzo  leggiera  di  3-4»  a 

2  riprese  ;  Oppido   leggera  suss.  di  13*  ;  Gerace  due  scosse 
NK-SW  con   rombo  ;  Tropea  due  scosse,  la  1*  ond.  e  suss. 
l'altra;  Arena  nella  giornjita  varie  scosse. 
Arena  nella  giornata  parecchie  scosse,  e  così  pure  in  qualche 
villaggio  vicino  a  Pizzo;  Pizzo  4  e  5^  a.  duR  lievi. 

-  Pizzo,  Arena  parecchie  scosse  ;  pomeriggio  Pizzo  due  lievi  : 
nella  sera  a  Reggio  una  ond. 

-  Arena,  e.  s. 
8^25"  p.  Pizzo  leggera  suss. 

-  Arena,  e.  s. 
8*»  45"  a.,  6*»  p.  Pizzo  due  lievi. 

■  1^  35-45"  a.  Monteleone  fortissima 
ond.  di  1*;  Limpidi  fortissima  ;  fu 
sentita  leggermente  a  Pizzo  (suss.- 
ond.  6-7»),  a  Tropea  ed  a  Gerace  (2 
riprese  NW-SE). 
9*»  25"  a.  Pizzo  scossa  ond. 


2 
3 

4 
5 

6 


Mileto  nella  giornata 
continue  scosse  ond.  ;  va- 
rie ad  Arena. 


506 


L1886] 


7-8 
9 


Arena,  parecchie  scosse. 

all'alba,  Gioiosa  lieve 

^,  5»>30°»  a.  Lipari  due  sensibili  suss. 

6»»  30»  a.  ivi,  altra  lieve 

6^  55"  a.  Pizzo,  mediocre  con  rombo  ; 
7*»  a.  a  Gerace  una  ond.  leggieris- 
sima 

8^  a.  Pizzo,  una  leggera 

8**  30"  a.  Lipari,  una  lieve  suss. 


Dalle 2»» a.  alleo"»  12»  p. 
a  Francica  1()  scosse,  al- 
cune   delle    quali    forti. 


gh  4001  a.  Pizzo,   una  mediocre  con  e  rombo. 


J  le  altre  lievi  ;  tutte  con 


Laureana  e  Mileto  av- 
vertite varie  scosse. 

Monteleone,  nel  matti- 
no 6  scosse. 


10 
10-11 

11 


Ripresa  di  attivila  erut- 
tiva a  Vulcano. 


11-12  . 

12  - 

13  - 

U  - 

18  - 

19  - 
Marzo     6  - 


26 

31 

Aprile     5 


25  - 


rombo  ;  8*»  50"  a.  a  Gerace  sensib. 

NE-SW 
9*^  a.  Gerace,  forte  e  breve  scossa 

suss.  ;  fu  forte  a  Mileto  e  leggera 

ad  Oppido  (E-W;  9»)  ed  a  Pizzo. 
10*^25"  a.  Gerace,  lieve  scossa. 
11*^  a.  Lipari,  lieve  suss. 
Mg.  Pizzo,  lieve. 
4h  42m^  5h  i5m  e  7h  ^Q"  p.    Gerac3,tre  leggere, 
notte.  Pizzo,  vari  tremiti  quasi  insensibili. 
Polistena,  Laureana,  varie  scosse  spocial mente  nella  l*  località 
Arena,  tre  scosso. 

Monteleone,  tre  scosse  tra  mediocri 

e  forti. 
Mileto,  varie. 

7^  ^"  p.,  Pizzo,  una  lieve, 
notte.  Pizzo,  qualche  lieve  tremito. 
11^  40"  p.  ivi,  lieve  scossa. 
Laureana,  frequenti  scosse  con  rombi. 
4*»  a.  Pizzo,  tre  leggerissime. 
Il»»  45"  p.  Reggio  C,  lieve  ond.  N-S. 
2^  30"  a.  Gerace,  sensibile  W-E. 
4»»  45"  (?),  9*»  45"  a.  ivi,  due  leggiere  W-E. 
2'»  a.,  Cosenza,  sensibile  scossa. 

7*»  30"  a.,  Marano  Marchesato,  Rende,  scossa  rovinosa  (v.  testo), 
9»»  55"  a.,  Monbilto  Uffago,  scossa  fortissima,  lieve  a  Cosenza. 
Uh  20"  a.,  Cosenza,  una  lieve. 
9*>  a.,  Montalto  Uffugo,  una  lieve. 
8"»  30"  p.,  Lipari,  scossa  suss.  leggiera. 
8*»  p..  Fossa  di  Vulcano,  grande  eruzione  di  cenemi. 
S^  13"  a.,  Gerace,  fortissima  scossa 

SW-NE  di  8*  con  rombo  :  Oppido 

due  lievi  W-E  di  4»  ciascun:i. 
9^  20"  a.,  Cosenza,  lieve  ENE-WSW 

di  1«  preceduta  da  rombo. 
2»»  5"   p.,  Cosenza,  lieve  e  breve  scossa  :  2*»  30"  p.,    Monlaliu 

Uffugo,  lieve. 


( 


Al  i8  maggio  comincia 
un'eruzione  eccentrica  del- 
\VEtna.  Lo   Stromboli  in 
\  calma. 


[1886]  507 

Aprile   28  —  9"  lo"  p.,  Montalto  Uffugo,  una  tra  forte  e  mediocre  orece- 

dutu  da  rombo. 
Luglio   20  —  1"  25™  a.,  Lipari,   scossa  abbastanza  forte  on 

rombo. 
]>'  attività  sismica  in  questo  periodo  cominciò  adu 
starsi  nei  pressi  di  Monteleone,  ove  verso  le  10*  p.  de 
sentita  una  forte  scossa  che  fece  risvegliare  le  perso 
caJcinacci  (flg.  68  A)  ;  dopo  varii  scuotimenti  sentiti  a  Pi 
forse  caasati  dallo  stesso  centro,  il  giorno  6,  a7i"/i  »•  « 
scossa  fece  (B)  in  Monteleone  rovinare  alcuni  muri  che  e 
in  cattivo  stato  e  qualche  casupola  nella  borgata  Limp 
qnaro).  Segairono  scosse  corocentriche  a  Lipari  ed  a  C 
pliche  nelle  località  precedentemente  colpite  i  nel  g 
massimo  sismico  non  tanto  per  la  violenza  delle  manife 
per  la  loro  frequenza.  Dal  10  al  19  qua  e  là,  speciali 
labria  Ultra,  varie  scosse  ;  dal  19  febbraio  al  5  marzo 
qoale  r  attività  si  trasportò  nei  pressi  di  Cosenza.  Pi 
lieve  commozione,  a  7'''/ta.  circa  del  6  marzo,  scossa 
Cosenza  (ond.  ENE-WSW  di  23'),  la  quale  incusse  mi 
abitanti  e  fece  aprire  qaalchu  crepaccio  nei  muri  ;  a  I 
sato  crollarono  parecchie  case,  lo  stesso  dicasi  di  Moi 
di  Rende,  nella  quale  ultima  località  rovinò  la  chiesa  ( 
scossa  fa  forte  a  Catanzaro,  a  Monterosso,  a  Mileto,  a 
meno  a  Tiriolo.  Dopo  qualche  replica  nella  stessa  gi< 
Balla  Sue  del  mese  un  risveglio  di  attività  sismica 
eruttiva  a  Vulcano  (31)  :  nell'  aprile  un  nuovo  massiu 
Gerace  nel  giorno  5  e  qualche  scossa  a  Montalto  Uffu) 
della  3»  decade  e  quindi  al  20  luglio  una  a  Lipari.  Al 
cominciata  un'eruzione  eccentrica  dell'  Etna,  di  cui  pa 

[ini]    1886.  Maergio-luglio.  I 

iBciDUCOKO  S.  I  Penom.  geod.  che  prec.  itceomp.  ecc.  -  Ball.  nule,  ila!.. 

Alle  11" 24"  a.  del  18  maggio  l'Etna  cominciò  nn'c 
grande  esplosione  dal  cratere  centrale,  preceduta,  10" 
forte  scossa,  che  a  Paterno  produsse  panico  nella  pò 
11''  a.  in  poi  8U<^cesse  in  tutto  il  perìmetro  circumeti 
sensibile  tremito  di  suolo  interrotto  da  spessi  e  forti  t 
e  là,  ra^ungendo  un  massimo  di  intensità,  mìsero  in  ^ 
la  popolazione:  tali  massimi  furono  i  seguenti:  11",  11 
a  Pfltemó  ;  0"  5"  p.  a  Riposto  ;  S""  24"°  p.  ad  Acireale 
Poco  dopo  la  mezzanotte  fra  il  18  e  19,  a  O^SS"*  a.  (d< 
squarciò  radialmente  in  una  località  tra  I  monti  Nero,  ' 


w&  [lése] 

e  Pinnttello,  a  m.  1100  di  altezza  :  in  coincidenza  si  ebbe  un  esteso  ter- 
remoto predominantemente  susa.,  fort«  In  modo  speciale  a  Biancavilk 
ed  a  Belpaaso.  Cominciata  la  deiezione  deJia  lava  persistè  nel  snolo  un 
forte  tremito  generale,  interrotto  da  violenti  concussioni  sentite  ora  ad 
Acireale,  a  Riposto,  a  Giarre,  a  Zafferana  da  nna  parte,  ora  a  Paterno, 
a  Biancavilla  ed  Adernò  dall'  altra.  I  massimi  avvennero  a  i?  20~  e 
9" SS-  a.  (Riposto)  ed  a  WS"  a.  (Giarre).  Alle  5"  12-  a.  del  20  terre- 
moto pinttosto  forte  nella  regione  orientale  etnea,  specialmente  a  Ri- 
posto, ove  a  6''45°'  &.  si  sentì  una  naova  violente  replica.  Dopo  ciò  le 
scosse  agitarono  specialmente  il  versante  opposto  verso  Biancavilla  e 
qnindi  ancora  violentemente,  a  4**  53*°  p.,  Riposto  ;  alle  10^  p.  Bianca- 
villa  ta  nuovamente  scossa  da  una  poderosa  concussione.  Nel  giorno 
SI,  benché  più  rari,  vi  furono  alcuni  terremoti  di  una  certa  intensità  cbe 
si   manifestarono  quasi    tutti   di    preferenza  sul  versante  orientale  di'l 


Fio.  69. 
vulcano.  1  massimi  avvennero  a  0"  48'",  0''  50"  ed  a  la*"  p.  a  Riposto. 
Nel  22  si  constatò  una  notevole  diminuzione  nella  frequenza  ed  intcn- 
Bit&  delle  acosse  che  urtarono  in  modo  speciale  il  Banco  SW.  :  n^i 
23  diminuì  ancora  il  numero  dei  macrosismi,  ma  aumentò  la  loro  ener- 
gia, Bpecialmente  sul  fianco  occidentale  ;  i  maggiori  f\irono  quelli  sentiti 
a  0^  33"  e  \^  31™  a.  a  Riposto.  Nel  24,  a  6"  5"  a.,  nna  forte  scossa  suss. 
colpi  Biancavilla  ed  a  T*"  10°"  p.  altra  di  eguale  intensità,  propagatasi 
meno  sensibilmente  anche  n  Riposto.  Nei  giorni  25-26  regnò  calma  ma- 
crosismìca  nelle  regioni  etnee:  nel  27  si  ebbe  un  risveglio  (2'' 27"°  p.i 
con  una  forte  scossa  a  Riposto.  Nel  28-29  deboli  manifestazioni  che  au- 
mentarono poi  nel  di  successivo  :  a  6''  6'"  a.  del  31  un  forte  terreinoi" 
prevalentemente  suss.  urtò  gran  parte  del  versante  orientale  dell'  Etna. 
raggiungendo  la  massima  intensità  a  Zafferana.  Nel  1-3  giugno  calma: 
a  0^13*°  p.  del  5  fortissima  scossa  che  irraggiò  su  tutto  l'intero  basa- 


mento  del  vulcano  :  a  Lìners,  a  Mangano,  a  S.  Oio^ 
BoDgiardo.  a  S.  Venerina  ed  a  Zafferana  Etnea  crolli 
a  secco,  alctme  case  rurali  di  poco  buona  costruzione 
promessa  In  BtabilitA  di  parecchi  fabbricati  (flg.  69  i 
Giarre,  a  Riposto  e  ad  Acireale,  meno  (C)  a  BelpasBC 
Biancavilla,  Paterno,  Catania,  Linguaglossa  e  Rnndaz 
Adernò  e  Bronte.  Le  relative  isoBÌsme  di  questo  teri 
presentate  nell'  nnita  cartina.  La  scossa  ebbe  in  genei 
la  prima  ond.  E-W,  suss.  1'  altra  con  una  durata  tot 
2"  U"  p.  scossa  ond.  E-W  piuttosto  forte  a  Biancavi 
possiamo  considerare  chiuso  il  periodo  dei  fenomeni 
co m pannarono  1'  eruzione  etnea. 

Nei  giorni  6-9  giugno  nessuna  scossa  sensibile  ;  ad 
una  quasi  forte  suss.-ond.  spaventò  la  popolazione  d 
avvertita  con  gagliardla  ad  Adernò  e  leggermente  a< 
urlo,  però  meno  intenso,  fii  sentito  a  10^  IS"  p.  del  g 
di  questo  mese  al  ;U  luglio  succeeeivo  gli  scuotimenti 
meno  forti,  ebbero  loro  sede  principale  sul  versante  or 
ove,  a  6''  15'°  p.  del  22  giugno,  avvenne  un  terremoto 
cialmcnte  a  Giarre  ed  a  Riposto,  meno  ad  Acireale 
bile  a  LioguagloBsa.  A  O  28*°  p.  del  2<l  scossa  tra  fo 
Giarre  ed  un'altra  colpi  pure  tale  località  ad  l''30'° 
luglio  qualche  scossa  ad  Acireale,  a  Giarre.  ecc.  ;  nel 
trasportò  dal  versante  orientale  a  quello  di  SW,  dui 
Belpasao  e  Biancavilla  ;  le  maggiori  commozioni  fb 
7"  12"  e  7'' SI"  p.  del  10  luglio  che  urtarono  "aternò. 
forte  terremoto  a  Riposto:  ad  11''40''  a.  uno  tra  m 
Giarre  ed  a  0''25°'  p.  uno  molto  forte  a  Riposto  int€ 
anche  in  Giarre.  Inseguito  ai  terremoti  avvenuti  in  ( 
aprirono  varie  spaccature  nel  labbro  occidentale  della 
rana,  di  Bongiardo  o  di  S.  Venerina,  nel  tratto  coni 
miciaro  e  Fiore  di  Cosimo  per  nna  estensione  di  clrc 

[11721     1886.  Agosto  27. 
fluii,  vulc.  Ita}.,  voi.  xiv,  pag.  138-43. 

Verso  le  10"  50°  p.  un  terremoto  disastroso  colpì  la 
Filiatrla  :  oltre  essersi  propagato  in  tutta  la  Grecia, 
riolle  Cicladi,  in  Egitto,  in  Siria,  fu  sentito  a  Malta 
l' Italia.  I  limiti  deli'  area  scossa  nella  nostra  penis< 
le  Alpi  dalle  Carnichc  alle  Lepontinc  :  ad  occidente  O 
ed  Alessandria  rappresentano  i  punti  limiti  cui  giunt 
sismiche  sensibili  ;  il  resto  del  Piemonte  e  |«  Ligurif 


'T: 


IV  s 


lì 


610  [1886] 


in  quiete  :  la  isoBisma  limite  quindi  dai  pressi  di  Alessandria  segue  la 
linea  del  Po  flnc  a  Man  torà,  quindi  include  Bologna,  Pergine  e  Roma  e 
P  intero  resto  della  penisola  (versante  adriatico,  mediterraneo  e  ionico). 
La  Sicilia  interamente  fu  commossa  e  cosi  pure  le  Eolie  ed  Ischia:  la 
Sardegna  e  la  Corsica  pare  non  sieno  state  interessate  dalle  onde  si- 
smiche. La  maggiore  violenza  del  fenomeno  fu  sperimentata  nei  paesi 
e  nelle  città  prossime  al  mare  e  verso  il  sud  della  penisola,  ove  recò 
spavento,  ma  nessun  danno.  Lo  scuotimento  ebbe  lunga  durata  :  in 
quasi  tutte  le  località  prevalse  la  forma  ondulatoria  ;  in  multe  la  com- 
mozione presentò  due  riprese,  a  breve  intervallo  P  una  dall'  altra. 

[1173]    1886.  Settembre  5.  Pìemonta. 

Bull.  vulc.  ital.j  voi.  xiv,  pag.  143-4  -  Mercalli  q.:  /  Urr.  della  Liguria  ecc.,  pag.  in-19. 

Questo  terremoto,    avvenuto  verso  lo   9**  15"  p.,  sì  estese  in  tutto  il 
Piemonte  ed  in  parte   delle  limitrofe  provincie  della  Lombardia,  della 
Liguria   ed  in   parecchio  località   della   Francia  e   della   Svizzera.    La 
massima   intensità  fu   a  Coazze   e   Pinasca,    ove  si  screpolarono  quasi 
tutti  gli  edificii  e  caddero  molti  fumaioli;  anche  a  Volvera  rovinarono 
dei  cotógnoli  e  si  aprirono  delle  fenditure  nei  muri  delle  case,  alcune 
delle   quali  soffrirono   alquanto  ;  minori   danni   avvennero  a  Condove, 
Chiusa   S.  Michele,    S.  Antonino,    Vayes,    Chiavrie,  S.  Ambrogio   To- 
rinese ecc.  (ttg.  29  I,  pag.  341).  La  scossa  fu  violenta  nell'area  (2)  deli- 
mitata  dalP  isosisma   che  da    Balme   d' Ala,    include   Lanzo,  S.  Fran- 
cesco  al   Campo,  Sciolze,    Torino,    Moncalieri,   None,    Vigone,  Barge, 
Cesana,  Melezet,  ecc.  :  in  questa  zona  però  si  notano  frequenti  anomalie 
nelP  intensità,   che  in  generale  —  come  facilmente  si  può  immaginare 
—  fu  maggiore  nei  paesi  posti  vicino  all'area  mesosismtca.  In  qualche 
località  come   a  Cesana,  a   Melezet,  a  Susa,  a   S.  Francesco  al  Campo 
ed   a  Sciolze  si   ebbe  pure   qualche  lieve   danno.  L' area  ove  il  terre- 
moto in  generale  fu  mediocre  (3)  è  delimitata  da  una  linea  che  include 
il  Piccolo  S.  Bernardo,  Aosta,  Oropa,  Abbiategrasso,  Alessandria,  Cuneo, 
Boves,  ecc.  :  fu  leggero  in  molte  località  della  Svizzera,  della  Brianza. 
a  Como,  a  Milano,  a  Tortona,  a  Volpeglino,  a  Nervi,  a  Genova,  a  Sa- 
vona e  Loano.    La   prima  scossa   risultò   di   due  fasi  distinte  a  breve 
intervallo,  sicché  presso  il  centro  fece  l' impressione   di  un  solo  movi- 
mento,   e   parve  molto   breve,    prevalentemente   suss.  e   preceduta  da 
rombo.  La  percezione  distinta  delle  due  fasi  avvenne  specialmente  nelle 
località  lontane.  La  durata  possiamo  ritenerla  di  3-4.*  La  scossa  si  pro- 
pagò più  facilmente  a   N  che  a  S,    nella  massa  delle  Alpi  occidentali, 
perciò,  mentre  fu  sensibile  a  Berna,  passò  inosservata  nel  Nizzardo. 

A  Casellette  (circ.  di  Torino)  al  6  (2»»  a.),  12  (6*»  15  a.)  e  13  (ll»»30»p.) 
b}  ebbero  alcune  leggere  scosse.  Al  15,  a  7**  25-30"  p.,  xmet,  forte  replica 


[1886  - 1887] 


fu  sentita  a  Condove  e  Coazzc  :  fa  mediocre  a  Viti,  a  Meana  ed  a  Pì- 
nerolo  :  leggera  a  Chiamonte  e  Casellette,  e  sentita  a  Balme  d'  Ala  ed 
a  Fenestrelle. 

[1174]    188».  Ottobre  15. 
Bull.  tuie,  ttal.,  voi.  XVI,  pag.  143  -  cbibtoni  c.  :  ffotiiU  sul  ierr.  ec( 

A  3"  29"  ant.  a  Parma  una  Bcossa  molto  forte  subb 
di  6'  svegliò  la  popolazione,  e,  secondo  notizie  da  n 
mente,  fece  anche  cadere  qualche  comignolo  :  fti  fo 
ed  a  Modena,  ove  fu  istantanea  ond.  NE-3W,  e  med 
Fa  sentita  più  o  meno  intensamente  a  S.  Pancrazio.  ; 
tino,  a  S.  Lazzaro,  a  Golese,  a  Trecasali,  a  Fonti 
a  Zibello,  a  S.  Secondo,  a  Colorno,  a  Mezz'ani,  a  Fi 
a  Lesignano.  a  Palma,  a  Langhirano,  a  Calestano, 
Parma,  a  Montechiarogolo,  a  Bedonia,  a  Varzi,  ecc. 

[U75]    1887.  Gennaio  26-27. 
dknia:  la  Ann.  Se.  Ind.,  XMV,  pa^.  lOO-l  -  Bull.  vuìc.  ita!.,  voi.  XV-] 

Il  26  gennaio,  a  2''  30°*  pom.,  in  Aquila,  preceduta 
forte  scossa  suss.-ond.  NE-SW  di  5'  :  a  T"  45"  ed  a 
dcboliBsIme  e  qualche  minuto  prima  di  mezzanotte  i 
di  2'  con  rombo  fece  fuggire  le  persone  dalle  case.  A 
giorno  27  intenso  rombo  con  violenta  scossa  suBs.-ond. 
fu  la  maggiore  del  periodo  sismico  :  a  5''  30"  ant.  rep 
X-S  di  1'  ed  altre  debolissime  con  rombo  a  4'^  30°  i 
10*  45-  pom.  del  28,  a  3"  20"  ant.  del  30,  a  a"  50" 
braio,  a  4*  8-  ant.  del  3  ;  a  6"  SS™  ant.  del  3  una  fort 
S*"  ant.  una  lieve  ed  altra  a  2"  50°  pom.  del  4  e  vari 
11-20.  L'area  di  scuotimento  sensibile  pare  limitata  a 
convicini  :  il  centro  sarebbe  stato  presso  la  città 
probabilìt&  nel  territorio  di  Rolo,  ove  alcune  repliche 
Aquila  furono  sentite'  più  fortemente  :  da  tale  locali! 
venire  anche  i  rombi. 

[1178]    1887.  Febbraio  23. 
ìlBRCALU  Q.  e  TARiMBLLt  T. :  Il  UrF.  liguTe  dft  g3  /el>br.  1887  -  \sau 
In  Liguria  ecc.  |1) 

Come  fenomeni  precursori  si  ebbero  quattro  scosse 


;i)  Per  brevltft  ò  rlirarCalo  le  sole  Indlrazionl  delle  lue  prlncip 
moto  lifcure.  IO  i)  seiruito  (|um1  esci  ubi  va  mente  11  Mercalli  nel  lui 
calo  nella  monogra&H  sul  terTeinotl  della  LlKiirla  e  <M  l'iciuonte: 
Wlton  le  troverà  indicate  nella  BlbllograQa. 


512 


[1887] 


nella  notte  22-2^  febbraio  sa  qnasi  tatta  l'area  colpita  poco  dopo  dal 
parossismo  :  le  scosse  rovinose  farono  tre  :  la  prima,  più  forte  di  tutto, 
avvenne  verso  le  6**  20™  ant.,  la  seconda  fortissima  aumentò  le  rovine 
fti  sentita  9°"  dopo  :  la  terza,  più  forte  della  seconda,  ma  assai  più 
breve,  alle  S^  53""  ant.  In  tutta  l'area  più  danneggiata  la  prima  scossa 
durò  SO"  circa  e  risultò  dalla  successione  quasi  immediata  di  2  scosse 
iin  ciascuna  delle  quali  il  movimento  parve  prima  suss.  poi  ond.  La 
seconda  fase  fu  la  più  forte  specialmente  per  il  sussulto,  eccettuato 
però,  nel  Nizzardo  ed  in  Francia,  dove  parve  più  sensibile   la   prima. 


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FiG.  70  (da  Mbrcalli) 

Dappertutto  poi  la  seconda  fase  si  complicò  pel  sopraggiungere  di 
movimenti  indiretti,  cioè  riflessi,  ovvero  partenti  dal  verticale  sismico 
scosso  pel  primo  e  più  fortemente,  ovvero,  infine,  suscitati  da  cause 
locali  messe  in  attività  dal  primo  scuotimento.  Perciò  molti  nella  se- 
cooda  fase  ebbero  T  impressione  di  «  movimento  vorticoso  »  ed  in 
varie  località,  per  esempio  a  Mentone,  sono  stati  straordinariamente 
numerosi  i  movimenti  rotatorii  intorno  ad  un'asse  verticale  degli  og- 
getti poggiati  liberamente  sulle  basi.  Il  terremoto  si  rese  sensibile 
sopra  un'  area  subcircolare  di  568000  Kq.  terminata  a  sud  >»resso 
Roma  ed  in  Sardegpna,  ad  est  presso  Pordenone,  ad  ovest  presso  Per- 
pig^ano,  infine  a  nord  a  Bigione  ed  a  Basilea. 

Il  Mercalli  à  diviso  quest'area  in  5  zone  isosismiche   (fig.  70)  cioè: 
l*.  55ona  nj^sosismica  (A),  dove  spi^o  compreso  tutte  Je  grapdi  rovine  e 


[1887] 

le  disfp^zie  personali,  8i  stende  per  circa  Km.  lOOInngoil  litto: 
Menione  ed  ÀlhisBoIa,  mentre  è  assai  ristretta  entro  terra  per 
pioni  principali  che  sono  ;  a)  la  posizione  del  eentro  in  mare, 
ancbo  l'area  mesosismica  si  è  estesa  in  (j^an  parte  su  questi 
sviluppo  dulie  roccle  cristalline  antiche  nell'Appennino  ligure,  : 
hanno  rimandato  per  riflessione,  ovvero  trasmesso  senza  urli,  i 
mento  sismico.  Pare  per  questo  secondo  motivo  cessano  quasi 
visamente  le  roviue  ad  est  di  Albissola,  ad  ovest  di  Nizza  ed  : 
verso  Tenda  ed  Ormea.  2''  -  Zona  isosismica  quasi  rovinosa 
quale  presenta  un  maggior  sviluppo  a  nord  verso  la  regione  co 
del  Piemonte,  denominata  le  <  Langhe  > .  3'  -  Zona  isosmica  fo 
rCì.  la  quale  offre  il  massimo  sviluppo  un  po'  più  a  NN  ^  in  ce 
con  la  precedente,  estendendosi  fino  a  Torino  e  nel  bass3  Ca 
dove  il  terremoto  pare  sia  stato  rinTorzato  dalle  onde  riflesso  d 
soide  gncissicn  del  Gran  Paradiso  e  dallo  spessore  non  molto 
che  ivi  anno  le  alluvioni  recenti  e  quaternarie.  4*  -  Zona  isr 
Inrle  (D).  5"  -  Zona  iaosismica  leggiera  (E).  In  queste  ultime 
movimento  fu  quasi  esclusivamente  ond.  e  notevole  per  la  re 
e  l'ampiezza  delle  ondulazioni. 

Dallo  studio  particolareggiato  delle  direzioni  delle  scosse  il  I 
mnclade  che  in  tutta  la  parte  dell'Appennino  ligure  maggir 
scossa,  non  ne  esiste  una  dominante,  la  quale  accenni  ad  un  c| 
lineare  parallelo  alla  costa  ligure,  invece  le  direzioni  delle  s< 
gran  maggioranza  convergono  in  mare  tra  Oneglia  e  S.  Remo 
samente  a  15-20  Km.  circa  a  sud  della  spiaggia:  perciò  egli 
che  ivi  sia  da  porsi  l'epicentro  principale  del  fenomeno  ;  mi 
pure  che  uu  centro  sismico  secondario  abbia  ajito  nel  mare  di 
ed  abbia  preceduto  nella  sua  azione  il  centro  principale  e  cid 
la  scossa  nel  Nizzardo  primieramente  pare  sia  cominciata  < 
jitiante  prima  che  altrove,  secondariamente  perchè  ebbe  nella  su 
Taso  la  massima  intensltil,  mentre  altrove  si  verificò  il  contrarie 
ii>rzo  luogo  venne  rinforzata  —  specialmente  presso  Meutone  — 
«ostanze  locali. 

Il  Prof.  Issel  invece,  considerando  che  il  terremoto  princip; 
fi  propagò  entro  un'area  assai  sviluppata  in  lunghezza,  manifc: 
con  intensità  qnasì  uguale  in  punti  assai  lontani,  distribuiti  lUDf 
zona,  ammette  che  l' impulso  sia  provenuto  da  un'asse  sismico  < 
in  seneo  SW-NI5,  totalmente  sotto  acqua,  e  che  quindi  la  coi 
(IfUn  costa  che  accoglie  Diano  Marina,  Oneglia  e  Porto  Mauriz 
vandosi  per  necessiti  più  prossima  all'asse  stesso,  abbia  sub 
raa^iore  intensità  gli  effetti  degli  scuotimenti.  Considerando  p< 
stribuzione  geografica  dei  paesi  e  paeselli  cho  subirono  i  n 
BARA-rTA  Ttrremoll  eot: 


514 


[1887] 


danni  (tenendo  anche  in  debito  conto  la  natura  del  suolo)  egli  deduca 
che  una  forte  impulsione  si  ebbe  anche  lungo  una  zona  ben  diversa- 
mente orientata  dalla  precedente,  nella  quale  si  trovano  situate  le  valli 
superiori  del  Nervia,  del  Roia,  della  Vesubia  e  della  Tinca.  Questa 
zona  accenna  ad  un  secondo  asse  —  lungo  il  quale  le  oscillazioni  fu- 
rono un  po'  meno  gagliarde  —  diretto  da  NNW  a  SSE,  che  passerebbe 
per  Mentono,  Castellar,  Castillon.  il  forte  di  Barbonnet  e  più  a  setten- 
trione fra  la  BoUène  e  Clans  :  oltre  a  Montone,  verso  mezzodì,  esso  si 
prolungherebbe  alquanto  nel  fondo  marino. 

Dallo  studio  delle  direzioni  il  Prof.  Mercalli,  &  potuto  inoltre  con- 
cludere che  in  molte  località  durante  la  prima  scossa  cambiò  due  o 
forse  piCi  volte  la  direzione  del  movimento  sismico,  talché  spesso  tra 
le  diverse  direzioni  ne  trovò  due  dominanti  sensibilmente  normali  fra 

di  loro. 

Interessanti  furono  i  fenomeni  verificatisi  in  mare;  diversi  basti- 
menti fra  la  Corsica  e  la  Riviera  ligure  occidentale  vennero  scossi  in 
tutti  i  sensi,  come  se  avessero  sbattuto  contro  un  fondo  duro.  Sulla 
spiaggia  della  Riviera  di  Ponente,  il  mare  al  momento  della  prima 
scossa,  si  abbassò  alquanto  ritornando  subito  dopo  al  livello  primitivo. 
A  Nizza,  a  S.  Remo  ed  a  Savona  si  raccolsero  sulla  spiaggia,  dopo  il 
terremoto,  pesci  morti  e  rarissimi  a  trovarsi  nella  stagione  invernale. 

Dallo  studio  dell'angolo  d'emergenza  in  diversi  punti  dell'area   col- 


Fio.  71  (Da  Mercalli) 
A,  area  mesosismlca  -  B,  area  Isoslsmlca  forte  -  C,  lieve. 

plta  dal  terremoto,  il  Mercalli  potè  conchiudere  che  almeno  con  qualche 
probabilità,  il  centro  sia  stato  a  circa  18  Km.  di  profondità. 

In  conseguenza  delle  prime  tre  scosse  di  questo  terremoto  restarono 
morto  sotto  le  rovine  degli  edificii  640  persone  e  circa  166  ferite  più 
0  meno  ^j^ravemente.  Il  valore  dei  danni  accertati  nelle  tre  Provincie 
di  Porto  Maurizio,  di  Genova  e  di  Cuneo  ascese  a  L.  22.303.569, 

L' unita  tabella  ci  fa  conoscere  la  distribuzione  della  mortalità  e 
dei  danni  nei  vari  circondari  della  Liguria  e  del  Piemonte. 


[18871 


515 


Noto  però  che  alcune  circostanze  naturali  ed  altro  dipendenti  dai 
metodi  di  costruzione,  favorirono  ad  aumentare  od  a  far  diminuire  il 
valore   degli   effetti  dinamici  del  movimento  sismico, 


Circondarlo 


G 
O 


136663 


Morti 

G 

il 

Si 

G 

258 

169 

73 

359 

205 

12 

5 

13 

— 

31 

45 

17 

7 

30 

? 

— 

— 

2 

640 

462 
5< 

104 
56 ^ 

a  ^ 
o 

C9 


62316 

76621 

61271 

99302 

238057 

159970 

201506        -         —         _ 


6959852 
6272880 
2509100 
6131512 

? 
493274 
139857 


-         -         77294 


166277    —    —    -. 
108368    —    — 


19800 


Portomaurizio     .    .    . 

S.  Remo 

Albenga 

Savona  

Nizzardo 

Mondovì 

Cuneo 

Alba 

Saluzzo 

Acqui 

Totale 


Dopo  le  prime  tre  grandi  scosse,  durante  tutto  il  giorno  23  e  nella 
notte  23-24  vi  furono  numerose  repliche,  ma  in  generale  leggiere  e 
sentite  solo  neli'  area  mesosismica,  se  si  eccetua  una,  quasi  fortis- 
sima, avvenuta  alle  2*^  10™  ant.  del  24  ;  nei  giorni  seguenti  le  repliche 
leggiere  continuarono,  diminuendo  mano  mano  di  frequenza,  iino  al- 
l' 11  marzo,  quando  si  sentì  un'altra  scossa  assai  forte  (fig.  71).  Queste 
due  repliche  (24 II  ed  Hill)  presentarono  aree  di  propagazione  presso 
a  poco  eguali  per  estensione,  ma  notevolmente  eccentriche  tra  loro, 
poiché  la  prima  si  estese  assai  verso  la  Liguria  orientale  fino  a  Spezia, 
la  seconda  invece  fu  più  sensibile  verso  la  Francia.  Altre  repliche 
forti  avvennero  nel  marzo  29,  a  10^50™  ant.,  nel  maggio  20,  a  8**  15"' 
ant.  (molto  forte),  nel  luglio  17,  a  11**  30"  pom.,  e  abbastanza  forti  al 
12  aprile,  a  11*»  37"  pom..  ed  al  30  settembre,  a  7**  35™  pom.  L'arcadi 
questi  scuotimenti  corrisponde  alla  zona  epicentralc  della  grande  scossa 
del  23  febbraio  e  più  esattamente  alla  sua  parte  orientale  :  quindi  sono 
da  riferirsi,  (come  la  replica  delle  2^  10"  ant.  del  25  febbraio)  all'at- 
tività del  centro  più  orientale. 


616  [1887] 

Dai  21  febbraio  1887  fino  a  tatto  II  febbraio  1388  farono  Bcotite  189 
scosse  ligure-nizzarde  e  61  piemontfìsi.  le  quali  tutte  si  trovano  inca- 
talogate nella  memoria  dei  Professori  Taramelli  e  McrcalH.  Queste 
ultime  sono  in  generale  feuomeni  molto  localizzati  dovuti  a  centri  spe- 
ciali delle  valli  alpine.  Le  altre  in  generale  si  possono  cousiderarc 
come  vere  repliche  dei  terremoto  disastroso  del  23  febbraio,  ma  anche 
tra  esse  ce  ne  sono  alcane  in  cui  pare  che  il  centro  si  sia  spostato  ; 
citcrft,  per  esempio,  le  scosse  delle  O"" 20"  del  24  febbraio  e  delle  8*20"  a. 
del  21  maggio,  che  sembrano  provenienti  dal  dintorni  di  Savona. 


[I178J    1887.  Maggio  20. 
Mercalu  a.  :  U  terr.  Hi  I^€o  del  SO  maggio  1887. 


Lmc«  (Como). 


Verao  le  5''  13*°  ant.,  del  20  maggio,  una  scoesa  abbastanza  intensa 
svegliò  bruscamente  gli  abitanti  di  Lecco  e  sito  territorio  :  qaìvi  dap- 
prima fu  Inteso  un  fortissimo  rombo  quindi   un   movimento    composto 


Fio.  72. 

di  12-13  successive  pulsazioni  del  suolo  decisamente- sassattorie.  A 
Lecco,  oltre  al  risveglio  generale  dello  persone,  fece  acricchiolare  le 
impalcature,  rompere  qualche  vetro,  ma  fortunatamente  non  produsse 
alcun  danno  :  solo  sì  inifrandl  nn  poco  qualche  fenditura  preesistente 
in  muri  di  tramezzo  mal  sostenuti.  La  scossa  fu  sentita  con  i  caratteri 
ora  (Ics;;ritti  e  con  intensità  poco  minore  in  tutti  i  paesi  a  nord  di 
LiiccD  fino  a  Loarca:  a  sud  fino  a  Somasca  ed  n  Garlate,  ad  ove^t 
fino  ad  Annone,  a  Puaiano  ed  a  Givate.  Però  sulla  sponda  destra  del 
lago,  a  Halgrate,  Valmadrora,  Sala  e  Galblate   il   rombo   ed    il   movi- 


■^-^7' 


[1887J  517 

mento,  quantanqae  con  gli  stesAi  caratteri  che  in  Lecco,  ebbero  una 
intensità  un  poco  maggiore  e  nella  Chiesa  di  Valmadrera  si  staccò 
pure,  da  una  screpolatura  già  esistente  nel  coro,  qualche  calcìnnccio. 
A  Ballabio  Inferiore  e  Superiore  fu  meno  intensa  che  a  Lecco  e  così 
pure  ad  Erve,  a  Calolzio,  a  Carenno,  a  Monte  Marenzo,  a  Nava,  a 
Valbuona  e  ad  Onno  :  a  Burzio,  a  Pasturo  e  ad  Introbbio  fu  avvertita 
leggermente  da  pochi,  e  così  a  Brumano,  ad  Airuno,  a  S.  Go.ucsio,  a 
Brivio,  a  Calco,  a  Caprino,  a  S.  Maria  Hoe,  a  Rovagnate,  a  Barzago  e  ad 
Erba.  Passò  affatto  inosservato  a  Mandello.  Tra  Valmadrera,  Malgrate 
e  Galbiate  il  movimento  (area  epicentrale)  fa  decisamente  suss.,  altrove 
predominò  Tond.  Il  centro  deve  essere  stato  poco  profondo.  Nella  car- 
tina unita  (fìg.  72)  è  rappresentata  con  A  Tarea  mesosismica  molto 
forte,  con  A'  la  forte,  con  A"  la  mediocre  e  con  A'"  la  leggiera. 

[1179]    1887.  Maggio  23.  Iesi  (Ancona). 

Boll,  dell  Oss.  di  Mmcalteri^  voi.  vii,  pag.  1034  -  Bull.  vulc.  ita!.,  voi.  xvi  i-xx,  pag.  %\. 

Nel  giorno  25  maggio,  a  6^27"»  a.,  a  Cingoli  fu  sentita  una  forte 
scossa,  che  fa  meno  intensa  a  S.  Oinesio,  avvertita  a  Macerata  e  leg- 
germente anche  a  Foligno,  Norcia,  Cerreto  di  Spoleto,  Visso,  Preci, 
Monte  Falco,  ecc.  :  alle  9*»  45"  p.  della  stessa  giornata  a  Cingoli  una 
replica. 

A  2^35°  a.  circa  dol  26  una  scossa  molto  violenta  ond.  urtò  Iesi, 
ove  fece  cadere  alcuni  comignoli  ;  sulla  collina,  a  4  km.  circa  ad  W 
della  città,  alcune  ciise  rimasero  lesionate  ;  questo  terremoto  fu  forte 
lungo  tutto  la  costa  adriatica  da  Civitanova  Marche  per  Ancona-Sini- 
gallia  fino  a  Fano,  e  neir  interno  della  penisola  fino  a  Cingoli  ;  fu 
meno  intenso  a  Fermo  e  Camerino  e  sentito  lievemente  anche  a  Ra- 
senna  (Spoleto)  ed  a  Città  di  Castello.  A  5*»  30™  a.  a  Iesi  e  Cingoli 
una  replica  più  leggera  della  pi'ecedente,  che  fa  sentita  da  qualcuno  a 
Sinigallia,  ove,  a  9**  a.,  replicò  nuovamente  il  terremoto  :  ad  P  p. 
circa  a  Iesi  altra  scossa;  a  2*» 45™  p. 'del  27  maggio  una  nuova  con- 
cussione urtò  Cingoli  e  si  propagò  fino  ad  Ancona. 

[11801    1887.  Luglio  17.  Candia  (Isola). 

Boll.  mens.  delV  Oss.  di  MoncaUeri,  serie  n,  voi.  vili,  pag.  137-10. 

Alle  8^45"*  a.  (t.  m.  R.)  un  fortissimo  terremoto  con  danni  colpi 
risola  di  Candia  e  di  Rodi  e  si  propagò  in  Italia;  fu  avvertito  in 
quasi  tutta  la  Sicilia  con  prevalenza  sussultoria  e  con  intensità  varia- 
bile dal  leggero  al  mediocre  :  la  massima  intensità  fu  raggiunta  nella 
zona  orientale  e  specialmente  a  Palagonia  ed  a  Mineo  ;  in  quasi  tutte 
le  località  furono  intese  due  scosse  ad  l"-l"  */«  d'  intervallo  :  la  se- 
conda delle  quali  assai  più  intensa.   Nel   continente   le   onde  sismiche 


618 


[18871 


interessarono  le  Calabrie  e  le  Puglie  presentando  T  identico   carattere 
della  duplicità,  ma  furono  solo  ondulatorie,  se  si  eccettua  Reggio. 

[1181]    18S7.  Novembre  9.  ForliFese. 

DBNZA  P.:  /  terr.  di  nov.  e  die.  i887,  pafr.  4-6  -  G.  Giovannozzi  In  «  Denza:  Op.  cit.  »  e 
Notine  ed  articoli  ecc.,  pag.  11  -  Boll.  mem.  dell' Oss.  di  Moncalieri^  Serie  il,  voi.  vui. 
pag.  7-9. 

Il  9  novembre,  fra  1**  30"  e  30"  30*  a.,  una  scossa  molto  forte  fu 
sentita  a  Forlì  e  Rocca  S.  Casciano  :  nella  prima  località  e  nel  tratto 
compreso  fra  V  una  e  V  altra  cadde  qualche  comignolo  (fig.  73  A)  : 
molto  intensamente  fu  commossa  la  regione  circostante  in  cui  si  tro- 
vano (B)  Faenza,  Brisighella ,  Modigliana,  Premilcuore  ecc.  :  verso 
mezzodì  il  movimento  si  estese  (E)  da  Pesaro-Urbino,  a  Siena  :  verso 
ovest   da   questa   città   fino   alla   linea    Firenze-Parma -Verona  :    verso 


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Fio.  73. 

settentrione  giunse  alla  regione  montuosa  del  Vicentino  e  Trevigiano 
ed  infine  dalla  parte  di  est  al  mare. 

La  intensità  del  movimento  si  propagò  abbastanza  fortemente  più  a 
settentrione  che  non  a  mezzodì,  giacché  mentre  da  queste  parti  V  iso- 
sisma mediocre  si  estende  solo  (C)  fino  a  Cesena,  S.  Sofia  e  Ronta  di 
Mugello,  dall'altra,  oltre  una  grande  insenatura  attorno  a  Bologna  che 
spinge  r  isosisma  —  escludendo  questa  città  —  fino  a  comprendere  Mo- 
dena, essa  corre  al  di  là  di  Massa  Superiore,  di  Vicenza,  di  Padova  e 
di  Venezia  e  quindi  scendo  a  Rovigo-Lendinara. 

Nell'area  di  maggior  intensità  le  scosse  furono  tre  a  brevissimo  in- 
tervallo r  una  dall'altra  :  le  prime  due  ond.,  l'altra  suss.  Anche  in 
parecchi  luoghi  vicini  furono  sentiti  parecchi  scuotimenti  a  brevi  ri- 
prese :  a  Venezia  e  Spinea  la  seconda  avvenne  7"   dopo  la   prima.  A 


/ 


[1887] 


519 


LcndiDam  si  ebbero  altre  scosse  leggiere  a  l*"  40"  e  2''  SO"-  a.  ;  a  Forlì 
una  ìeg^risaimA  a  3"  Ib"  a.  Il  Bussalto  fh  notato  in  varie  locnlitA  vi- 
cine alla  regione  centrale  soprat'ttto   in   quelle  poste   snlle   fal<Ic   di:l' 
l'Appennino;  nelle  altre  predominò  il  moto  ond.  La  durata  fli 
di  3-5"  pei  Inoghi  maggiormente  colpiti,  fa  invece  alquanto  pi* 
gala  altrove.  In  Romagna  le  scosse  furono  precedute  da  rombo 
che  desiù  moltisBime  persone,  parecchie  delle  quali  uscirono  al 
Microsismicamente  questo   terremoto  fu  segnalato   dagli   ap 
L  di  Alessandria,  Honcalierì  e  di  Chiavari. 


[1182]    IS87.  Novembre  U. 


Pi 


La  mattina  del  14  novembre,  a  G''  48°'  a.  un  terremoto  d 
chevole  intensità  colpiva  Firenze  ed  i  suoi  dintorni  :  ic  cittA  j 
fa  violenta,  rapidissima  (5-6')  e  preceduta  da  intenso  rombo  :  fi 


\' 


Fio.  74. 

dominanza  ond.  N-S,  non  fece  danno,  né  recò  grande  spaventa 
an  solo  comignolo.  Dalle  notizie  raccolte  dal  Giovannozzi  risi 
!a  regione  pìft  intensamente  colpita  fu  la  parte  SW.  del  subu 
remino,  fuori  della  Porta  Romana  e  S.  Frediano:  ivi  tutti  a 
che  la  romba  parve  quo  scoppio  di  mina  e  che  il  moto  fu  pre 
sussnltorio.  S.  Felice  ad  Emu,  Galluzzo,  Scandicci,  Tozzolali 
tosa,  Marignolle  e  Monte  Oliveto  costitulscoilo  le  località  pifi 
ifig.  26,  pag.  334  e  flg.  71  a)  ivi  la  scossa  è  stata  molto  foru 
r  ultima  località  fece  cadere  un  vecchio  muro,   e   nei   monast 


520  [1887] 

r  ultima  fece  staccare  dalle  volte  qualche  calcinaccio.  A  partire  dalla 
rogìone  sopra  descritta,  area  quasi  circolare  di  5  chilometri  di  diametro, 
r  intensità  del  movimento  sismico  andò  mano  a  mano  diminuendo  e 
la  scossa  assunse  sempre  più  il  carattere  ondulatorio. 

Questo  terremoto  fu  forte  (fig.  74  b)  a  Firenze,  S.  Casciano  V.  P. 
Lastra  a  Signa  ecc.  ;  mediocre  (e)  a  Bagno  a  Ripoli,  Pontassieve,  Ruf- 
fina,  Impruneta,  Campi  ecc.,  fu  leggiero  o  quasi  (dj  a  Sesto,  Fiesole, 
Pelago,  Rignano,  Londa,  Figline,  Poggibonsi,  Castelfiorentino,  S.  Mi- 
niato, Fucecchio  e  Lamporecchio;  fti  molto  lieve  (e)  a  Calenzano,  Dico- 
mano,  Incisa,  Barberino,  Montevarchi,  Siena,  San  Geminlano,  Certaldo, 
Calcinala,  Monsummano,  Cantagallo  ecc. 

Inoltre,  ma  dubbiamente,  fu  avvertito  da  qualche  persona  ad  Arezzo, 
Volterra,  Pisa,  Lucca,  Pescia  ecc. 

[1183]    1887.  Dicembre  3.  Valla  Cosentino. 

AGAMENNONE:  Il  tctr.  del  Vallo  Cosentino  del  3  dicembre  1887. 

Oltre  a  qualche  scossa  preraratoria,  il  terremoto  del  3  dicembre 
constò  di  2  commozioni  principali  :  la  prima,  avvenuta  a  4**  45°>  ant. 
circa,  fu  più  intensa  dell'altra  ed  assai  più  lunga  (12*  circa):  a  Mon- 
grassano  (Stazione  ferroviaria)  fu  sussultoria,  nelle  altre  località,  com- 
preso Bisignano,  fu  predominantemente  ond.  :  in  qualcuna  però  co- 
minciò con  una  fase  suss.  più  o  meno  leggiera.  La  seconda,  sentita  a 
6*»  25"  ant.  circa,  fu  generalmente  meno  intensa  dell'altra,  eccettuato 
in  un  gruppo  di  località  poste  ad  W  e  NW.  della  stazione  di  Mongras- 
sano  :  fu  pure  in  generale  più  breve  facendo  eccezione  per  Reggiano 
e  S.  Sosti  :  questa  nuova  scossa  nell'area  più  concussa  fu  suss.,  altrove 
suss. -ond.  Per  la  prima  rimasero  gravemente  lesionati  moltissimi  edi- 
fici, pochi  dei  quali  furono  rovinati  ;  per  la  seconda  molte  fabbriche 
vennero  sconquassate,  ma  fortunatamente  con  pochi  danni  alle  per- 
sone, avendo   la   maggior   parte   delle  quali   già  abbandonate  le  c^ise. 

L'epicentro  di  questo  terremoto  pare  debba  porsi  tra  la  stazione  di 
Mongrassano  ed  il  paese  di  Bisignano,  più  a  questo  che  non  a  quello 
vicino.  Con  i  dati  raccolti  dall'Agamennone  ò  tracciato  1'  unito  sismo- 
cartogramma  (fìg.  75)  da  cui  risulta  che  la  zona  mesosismica  disastrosa 
comprende  (A)  Bisignano  e  dintorni,  la  maggior  parte  delle  cui  case  fu- 
rono lesionate  gravemente  e  molte  interamente  crollate.  Nella  zona  rovi- 
nosa, che  è  molto  ristretta  e  di  forma  elittica,  sono  comprese  la  stazione 
Mongrassano  e  S.  Sofia  (B). 

L'area  tra  fortissima  e  rovinosa  comprende  (C)  Reggiano,  S.  Marco 
Argentare  con  la  relativa  stazione  e  quella  di  Lattarico:  tale  zona,  rispetto 
alla  precedente,  è  molto  più  espansa  verso  NW.  L' isosisma  molto  forte 
è  assai  irregolare,  comprende  le  stazioni  di   Cassano   e   di   Spezzano, 


[18871 

Tarsia.  S.  Cosimo,  S.  Demetrio  C,  Acri,  Luzzi,  li 
scaldo,  S.  Sosti  ed  Àltomontn  :  si  nota  uq  notevole  a 
fctti  dinamici  a  Paola.  I  limiti  estremi  dell'isosisma  f 
bicaro,  Castrovillarì  e  Cassano  a  N.  :  Coriglisno,  Kost 
nd  E  :   Castiglione,  Cosenza,  ecc.  a  8.  ;  il  mare   fra 


FiG.  75. 


caro  ad  W.  :  l'ieosisma  mediocre  (f)  verso  aettentrion 
de]  Pollino  :  ad  E.  da  Sibari  a  Manda  tonccio,  da  qncsto 
e  sotto  Amantea  e  Rossano  verso  mezzodì  :  ad  W.  &  p' 
tirrenica.  Infine  la  leggiera  (G)  da  Salerno  a  Bernaldd 
ad  Orioli  e  Cariati,  a  Tiriolo,  Catanzaro,  Serra  S.  1 
Meaaina   e  Stromboli.  Il  terremoto  passò  inosservato 


5^  [1887  - 1888] 


Bella,  Taranto,  lungo  la  costa  del  golfo  fra  le  stazioni  di  Metaponto  e 
di  Amendolara,  nei  Cotronese,  a  Gerace  ed  a  Lipari. 

Alle  due  forti  scosse  seguirono  altre  più  o  meno  leggiere  per  circa 
15  giorni  di  segaito  :  due  lievi  furono  avvertite  in  Bisignano  a  7*»  17"  a. 
del  7  diceyibre. 

A  Bisignano  cadde  qualche  frana  dal  monticello  centrale  soprastante 
al  paese  :  un'altra  maggiore  avvenne  a  poca  distanza  da  S.  Sosti. 

[1184]    18K7.  Dicembre  U.  Bormio  (Sondrio). 

Denza  f.  :  /  Urr.  di  nov.  e  die.  ecc.,  pag.  19-14. 

V^rso  le  1^  30"»  ant.  a  Sondalo  fu  sentito  un  intenso  fragore,  simile  ad 
un  tuono,  e  quindi  un  urto  veementissimo  cui  segui  (sempre  perdurando 
il  rombo,  ma  con  carattere  di  quello  prodotto  da  un  enorme  carro  tra- 
scinato su  di  un  selciato)  un  moto  ond.  £-W  di  4-5*  :  traballarono  gli 
oggetti  appesi,  si  arrestarono  dei  pendoli,  le  persone  furono  quasi  tutte 
risvegliate,  si  scossero  fortemente  le  soffitte.  A  ricordo  d'uomo  non  erasi 
sentito  un  terremoto  di  tale  intensità  :  a  Bormio  fu  ancora  più  vee- 
mente e  forte  da  questo  paese  a  Sondalo,  mediocre  da  Sondalo  a  Ti- 
rano, meno  sensibile  da  Tirano  a  Sondrio,  oltre  cui  non  fu  avvertito, 
mentre  leggermente  si  propagò  al  nord  del  Trentino,  nell'  Engadina  e 
regioni  limitrofe.  A  7**  45"  ant.  a  Sondalo  altra  scossa  solo  ond.  meno 
intensa  e  lunga  della  precedente.  Nella  cartina  64  a  pag.  489  con  C  è 
delimitata  l'area  mesosismica  molto  forte,  con  C*  la  forte,  con  C*  la 
mediocre  e  con  C^  la  sensibile. 

[11851    1888.  Febbraio  25.  StronMi' (Eolie). 

Mercalli  G.  :  L'fsola  di  Vulc.  e  Io  SlrombnH,  Ì886-S8,  pag*.  5-7. 

Verso  le  6*»  21"^  pom.  a  Stromboli  terremoto  fortissimo  :  cominciò 
con  due  scosse  leggere  ond.,  dopo  le  quali  ne  segui  una  assai  più  forte 
suss.  di  breve  durata.  Alcune  persone  caddero  a  terra,  molte  case  si 
screpolarono,  rovinò  qualche  vecchio  muro  :  una  casa  si  dovette  pun- 
tellare e  la  Chiesa  di  S.  Bartolo  ebbe  la  volta  spaccata.  Anche  al- 
l'aperta campagna  il  movimento  del  suolo  fu  moltp  sensibile  :  dalla 
<  Sciarra  del  Fuoco  >  si  staccarono  molte  pietre.  La  direzione  della 
componente  orizzontale  fu  ENE-WSW.  Al  21  marzo,  ad  ore  8,50  ant., 
un'altra  scossa  ond.  di  brevissima  durata  e  di  mediocre  intensità  ac- 
compagnata da  rombo  causò  molto  spavento,  ma  nessun  danno  ;  una 
terza  avvenne  poi  a  4^  6'"  pom.  del  22  maggio  :  questa  fu  violenta 
quasi  come  la  prima  (25  febbraio),  ma  di  più  breve  durata.  Tali 
terremoti  furono  rist*'etti  alla  sola  isola  di  Stromboli,  tanto  che  non 
vennero  avvertiti  neppure  in  Panaria,  né  in  altra  del  gruppo  delie 
Eolie.  Al  3  agosto  cominciò  un  forte  periodo  eruttivo  all'  isola  Vulcano, 
durante  il  quale  si  sentirono  leggiere  scosse  a  Lipari  e  nel  Messinese. 


A  11**  6*°  ant.  del  26  dicembre  si  ebbe  una  scosBa  subb. 
mente  avvertita  a  Messina  :  e  nella  mattina  dello  stesso  giornc 
cellona  ed  a  Castroreale  due  leggerissime  e  quattro  alquan 
sentite  a  Spadafora  con  spavento  della  popolazione  :  si  verificò 
screpolatura  nelle  fabbriche,  ma  senza  alcun  danno  :  Alle  2"  1 
poi  scossa  leggiera  e  Lipari. 

[1186]     1888.  Luglio  e.  Ti 

De  Boesi  U.  8.:  ìfasiiml  lUm.  ilat.,  tass,  pag.  Isa-i.  -  Boll.  meni.  oss.  ai  Ifoncr 
tembre  1888. 

Due  terremoti  assai  intensi  si  fecero  sentire  nella  regione  te 
l'ano  a  5"  e  l'altro  a  IO*"  pom.  circa  :  non  avvennero  disasiri, 
mancarono  i  danni  :  dall'esame  dell'area  di  massimo  scuotii 
De  Kossi  ritiene  che  l'epicentro  sia  stato  nell'  ultimo  tratto  di 
Vomano  cioè  a  Teramo  (danni  di  lieve  momento  in  cittii,  n 
qualche  casolare  in  campagna),  a  Notaresco,  Basciano.  Gu<T 
mano,  Ganzano  e  Forcella. 

[1187]    1888.  Agosto-settembre.  S.  Ur«BEO  Nuovo  'Vitei 

ao  boss:  M.  S.  -.  llasilml  sism.  Hai.  anno  mei.  isss,  pa?.  20^-6  -  Costa  a  .  :  Sfop. 
nel  ViteTbtM  ecc.  -  Ball.  vulc.  ilal.,  voi.  xv-xvi,  pag.  me»  -  Boll.  mens.  rf 
d(  l/OHcalleri,  serie  II,  voi.  vili,  pa«.  152-8  e  m. 

Dairil  agosto  in  poi  la  regione  del  Iago  di  Bolsena,  spcci 
la  parte  Bettentrionale,  fu  agitata  da  un  forte  periodo  sismico. 
scosse  cominciarono  a  sentirsi  a  Latcra  e  S.  Lorenzo  Nuovo  ' 
IO''  pom.,  qnella  avvenuta  in  detta  ora  a  Grotte  di  Castro  fu 
forte:  verso  lo  11'' 30""  p.  altra  meno  intensa  e  ad  !'■  ant.  del 
l'iii  leggiera,  e  così  pure  nd  8'' 30°"  pom.  dello  stesso  12.  Le  s( 
presero  con  qualche  energia  al  30  di  agosto  :  a  SHb'"  pom.  se 
una  piuttoBto  forte  segait»  (in  replica  leggerissima  b"  dopo: 
gencralmtnte  ond.  NNW-SSE.  estendendosi  su  questa  linea  con 
inicnsltA  da  Marta  e  Cnpodimonte  sulle  rive  del  lago,  Ano  ad 
pendente:  su  tale  linea,  che  forma  1'  asse  maggiore  dell'  ai'ea 
scossa,  i  paesi  più  colpiti  dalla  veemenza  degli  urti  e  dai  f 
rombi  furono  S.  Lorenzo  Nuovo  e  Grotte  di  Castro.  1  limiti  > 
minore  dentro  i  quali  le  scosse  furono  pure  abbastanza  sen 
trovano  in  Bolsena  a  levante  ed  in  Latcra  a  ponente.  Per  h 
(^ostruzione  degli  editicii  i  danni  furono  minimi.  Al  31  agosto, 
id  a  4''  ant.  del  1°  settembre  due  .-iltre  scosse  :  a  Grotte  di  G 
a  S.  Lorenzo  Nuovo  a  U''  5'"  ant.  del  2  settembre  altra  lieve: 
;i  1"  .tO"  e  i''  ant.  e  10"  pom.  del  3  tre  lievi  ;  in  ambedue  le 
calila  a  4''  ant.  e  2''  pom.  del  6  due  leggerissime;  a  4''  ant.  ■ 
S.  Lorenzo  i-ombi  replicati:  quivi  ed  a  Grotte  a  3''35'"p.  dell 


524 


[1888  -  1889j 


sensibile  con  rombo  ed  altra  nel  giorno  18  ad  1^  ant.  e  cobì  pare  a 
di'  20-  e  11^  pom.  Nella  cartina  a  pag.  18^  (fig.  12)  è  delimitata  Tarea 
mesosismica  e  l' isosismica  sensibile. 

[1188]    1888.  Settembre  26.  Gaagl  (Palenno). 

SILVESTRI  0.  :  Etna,  Sicilia  ed  isole  mìe,  adiacenti  nel  1888  ecc.,  pag.  352-3. 

A  4^*  30™  ant.  del  26  settembre  a  Oangi  tre  scosse  consecutive,  una 
delle  quali  molto  forte  incusse  panico  generale  nella  popolazione  e  fece 
cadere  degli  oggetti,  senza  apportare  danno  notevole  agli  edifici. 

[1189]    1889.  Marzo  8.  Bologna. 

Boll.  mens.  dell' Oiserv.  di  Moncalieri,  voi.  IX,  pag.  T7-9  -  Suppl.  al  Boll.  Mei.  dell'  V.  C.  it 
Meteor.,  anno  X[,  N.  19  (20  marzo  1888). 

Alle  3*^  47"*  4'  ant.  fa  sentito  in  Bologna  un  gagliardo  terremoto 
composto  di  due  scosse  vivissime  a  brevi  minuti  d' intervallo  V  una 
dall'altra  e  della  durata  di  5'  la  prima  e  di  3*  l'altra  :  non  arrecarono 
danno  notevole  :  scricchiolarono  i  mobili,  tintinnarono   i   vetri,  suona- 


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Fio.  76. 

rono  i  campanelli  e  le  campane,  cadde  un  vecchio  comignolo  del  pa- 
lazzo comunale  già  in  cattive  condizioni,  rimasero  infranti  dei  vetri  e 
si  produsse  qualche  piccola  screpolatura  in  alcune  case  (fig.  76  A). 

Fuori  di  Bologna  il  terremoto  fu  meno  intenso  :  fu  quasi  forte  a 
Castel  Maggiore  e  mediocre  (B)  entro  un'area  elittica  il  cui  asse  maggiore 
à  per  punti  estremi  Lonigo  e  Firenzuola,  ed  il  minore  Carpi  e  Co- 
macchio,  le  quali  località  distano  rispettivamente  da  Bologna  Km.  100. 
40,  50  e  70  circa  :  vale  a  dire  la  scossa  si  propagò  con  intensità  me- 
diocre molto  dì  più  dalla  parte  di  nord,  verso  il  Vicentino. 

Verso  sud  fu  sentita  debolmente  fino  a  Firenze  (C),  verso  nord  nella 
pianura  Padovana  ed  a  Verona  :  dalla  parte  di  occidente  a  Mantova, 
a  Parma,  Reggio  :  si  propagò  quindi  fino  quasi  a  Porretta  e  fu  sentita 
anche  a  Massa,  Spezia,  Chiavari  e  ad  Altare  (Savona). 

Dopo  4-5°  circa,  si  ebbe  una  lieve  replica  :  in  molte  località  la 
prima  scossa  fu  accompagnata  da  rombo. 


PegK'o  Catlas  (Perugia). 


[1190]    1881.  Aprilo  6. 
Bull,  inent.  OtlVOs*.  di  ilmeaUeri,  voi.  a,  pag.  »-llD. 

Verso  le  3*  SO"  p.  «na  scossa  euss.  con  rombo  imeneo  fi 
qualche  calcinaccio  :  fa  piti  forte  a  Catino  che  a  Foggio  e 
anche  a  Cantalnpo,  a  Galnntiao  e  fino  ad  1  km.  da  Poggio  M 
le  I(y  e  le  IO**  '/>  P-  dne  repliche  più  brevi,  la  eeconda  dellt 
intensa  :  a  7^  a.  de)  9  una  forte  ed  altre  più  o  meno  leggeri 
lieve  rombo  maBsime  nella  notte  fino  al  giorno  27  maggio, 
tobre  an' altra  sensibile  (8''  45°>  p.) 


L1191]    I8SB.  Maggio  27. 


Su  GioTuii  ìd  Fiare  (C 


Bull.  mena.  deU'  On.  ai  Uoncaltert,  voi.  IX,  pag.  Ilo. 

A   11''  IS"  p.  Utta  forte  scossa  ond.  fece  cadere  qualche  p 

Calibri 


Verso  le  S"  10"  p.  del  10  gennaio  una  forte  scossa  ond. 
3'  fece  oscillare  le  imposte  a  Tirlolo:  fii  seguita  a  2"  a. 
una  replica  (fig.  77  A)  :  nella  stessa  giornata,  verso  le  8>'  10 
scossa  allo  Stromboli  (B).  Al  7,  8,17  e  18  febbraio,  e  2  aprile 
vario  scosse  lievi  a  Messina  (C):  ad  8''45''e  IC^p.  del  6  aprile  e 
ond.  scossero  il  Forte  Spuria  (Messina)  propagandosi  la  prir 


Fio.  T7. 

holmente  a  Oanzirri  (D)  :  nel  maggio  qualche  altra  scossa  a  1 
giorno  9  (10^  IS",  11*  30™  p.)  e  nel  14  {i^bh"  p.)  l'ultima 
più  sensibile:  a  Stromboli  se  ne  senti  una  lieve  a  7'' 35"  a. 
Lipari  due  cioè  a  9*  43"  a.  del  10  ed  a  11""  18-  p.  del  19(11 
10*  a.  del  29  maggio  una  scossa  leggera  seguita  da  altra  for 
Intenso  rombo  fece  scricchiolare  le  porte  e  dar  dei  rìntocch 
pano  di  Bova  :  pare  sia  stata  più  intensa  ad  Africo  (E)  giacché  i 
un  pezzo  di  muro  :  fu  sentita  a  Bova  Marina,  Condofuri, 
Roccaforte  (E')  o  sensibilmente  anche  ad  Oppldo  Mamertina 
tiuestfl   scossa  subentrò   un  periodo   di  quiete  tino  al  &  otto 


526  [1889] 

verso  le  2^52"  p.,  'ina  forte  scossa  snss.-ond.  dì  2*  urtò  Tropea  (F) 
facendovi  cadere  alquanto  intonaco  nel  duomo  :  fu  forte  suss.  a  Rosamo 
e  dintorni,  allo  Stromboli  (F')  :  fu  sensibile  ad  Oppido  M.  con  caduta 
di  un  po'  di  intonaco  :  fa  avvertita  sensibilmente  a  Palmi,  a  Scilla,  a 
Forte  Spuria,  al  Faro,  a  Ganzirri  (F")«.  e  leggermente  a  Geracc  Supe- 
riore. Quivi  poi  (G),  6**  43"  pom.  del  14,  fu  generalmente  intesa  una 
scossa  ond.  NE-SW  di  2"  stata  sensibile  ad  Oppido.  A  2^  34"  a.  del  23 
novembre  scossa  mediocre  a  Lipari  (H)  con  rumori  e  tremolìo  di  vetri 
(eruzione  fortissima  a  Vulcano)  ed  altra  a  2*"  23"  a.  del  21  dicembre. 

[L193]    1889.  Agosto  25.  Patrasso. 

Bull,  meìis.  dell' Oss.  di  Mancai ferl^  voi.  IX,  pag.  161. 

Il  25  agosto,  a  9**  15"  p.  circa  (t.  m.  Atene)  violentissimo  terremoto 
con  epicentro  nel  golfo  di  Patrasso  ;  si  propagò  in  Italia  ove  fu  mag 
giormente  inteso  in  Terra  d'  Otranto,  a  Lecce  e  dintorni,  come  Oria, 
Nardo,  Brindisi  :  si  rese  sensibile  a  Pomarico,  ad  Avellino,  a  Pozzuoli, 
e  fu  sentito  nella  zona  SE  della  Sicilia  (Siracusa,  Vizzìni  e  Mineo),  e 
leggermente  anche  a  Messina. 

m 

[1194]    1889.  Agosto  26.  Castel  di  Sangro  (Aquila). 

Bull,  ntens.  dell'Oss.  di  Moncalieri,  voi.  ix,  pag.  161. 

Fra  le  6**  e  6**  5"  a.  un  terremoto  urtò  la  regione  dell'Aquilano  e  del 
Molise  :  a  Castel  di  Sangro  provocò  la  caduta  di  calcinacci  e  V  aper- 
tura di  lievi  crepacci  nelle  mura  dell'ospedale.  Fu  sensibilmente  inteso 
a  Montecassino  e  da  poche  persone  ad  Isemia  ed  a  Solmona. 

[1195]    1889.  Tolmezzo  (Udine). 

Taramelu  t.,  Pirona  g.  a.  e  tommasi  a.:  Dei  terremoti  avvenuti  in  Tolmezzo  ecc.,  nel- 
Vanno  i889. 

Il  periodo  sismico  del  1889  cominciò  a  Tolmezzo  il  24  giugno,  a 
4^  30°^  a.  con  una  scossa  suss.-ond.  E-W  di  5*  abbastanza  intensa  da 
destare  le  persone  dal  sonno  :  a  7**  45"  a.  ne  segui  una  più  breve  ma 
assai  sensibile  ed  altre  leggere  nella  giornata.  Nei  giorno  25,  a  2*»  25"  a., 
a  Tolmezzo  una  nuova  commozione  suss.  di  5"  incusse  panico  grandis- 
simo, fece  suonare  parecchi  campanelli,  distaccare  dei  calcinacci  :  fu 
seguita  nella  giornata  da  lievi  repliche  e  da  cupi  rimbombi  :  nel  giorno 
26  non  si  avverti  scossa  alcuna  :  nel  27  invece  se  ne  ebbero  varie  sen- 
sibili. Fino  oltre  la  metà  di  agosto  non  successe  alcun  fenomeno  degno 
di  menzione  se  si  eccettua  un  rombo  sentito  circa  la  mezzanotte  del 
6  luglio,  accompagnato  da  leggerissima  scossa  mentre  in  questa  gior- 
nata, ad  ora  non  precisata,  si  avvertirono  due  scosse  nella  valle  del- 
l' Incaroio.    A  2^  15"*  a.  del   21  agosto  una  nuova  commozione  ond.  di 


pnrecch 
e  inacci 
altra  se 
di  uo  p^ 
forte  re 
cbiolan 
fenditoi 
neva.  6 
Emcno) 
AI  legni 


a  Pinzi 
tanriRnt 
Ilac 
lite  va 
che  pa 
al  9  ot 
nero  af 
avverti 
Hcgnitt 
scnll  a 
r  inter 


'   528  [1889J 

scuotimento  ond-suss.-ond.  di  5'  accompagnato  da  forte  boato  :  si  arre- 
starono i  pendoli,  si  riaprirono  vecchie  fenditure,  se  ne  produssero 
delie  nuove,  taluna  sì  grave  da  compromettere  la  stabilità  degli  edì- 
ficii  :  il  carcere,  il  tribunale  ed  alcune  case  soffersero  danni  di  non 
lieve  momento  (B).  A  Caneva,  quantunque  a  poco  più  di  1  km.  da 
Tolmezzo,  fu  meno  intensa,  e  cosi  pure  a  Moggio  (SSW-NXE,  seguita 
5™  dopo  da  altra):  fu  forte  oppure  quasi  forte  (B")  a  Vinaia,  Avosacco. 
Sezza,  Paularo^  Illeggio  :  tu  sensibile  a  Buttrio  e  leggera  ad  Exemon. 
Quinis,  Emenonzo,  Socchievc,  Ampezzo,  Preone,  Lauco,  Villa  Santina. 
Resciutta  :  fu  leggerissima  a  Forni,  Clauzetto,  Vito  d'Assio  :  fti  insen- 
sibile a  Paluzza  ed  a  Pinzano.  Nello  stesso  giorno  13  ottobre  alla  for- 
tissima scossa,  testé  succintamente  descritta,  ne  seguirono  due  altre: 
la  prima  abbastanza  gagliarda  da  far  cadere  alcune  pietre  dai  muri  di 
cinta  :  l'altra  molto  più  leggera.  Ad  1**  30"  p.  a  Dierico  (C;  furono  intese 
due  scosse  assai  vicine,  passate  inosservate  altrove:  al  14  ottobre  di 
mattino  ad  Avosacco  (F)  una  scossa  ed  altra  abbastanza  sensibile  nel 
giorno  15  passato  tranquillo  a  Tolmezzo,  ove  nei  di  seguenti  fino  al  27 
si  ebbero  parecchie  scosse,  qualcuna  delle  quali  un  po'  sensibile.  Il  3 
novembre,  a  9**  e  9**  45"  a.,  due  scosse  ai  Tramonti  e  nel  10  varie  altre 
tra  le  7^  e  le  10^  p.  sentite  con  qualche  forza  a  Forni  di  Sotto  e  ad 
Ampezzo  (I  e  I"). 

Qualche  scossa  isolata  fu  sentita  pure  a  Moggio  (G)  dopo  il  13  ot* 
tobre  ;  ad  Allegnidis  e  Lauco  (H)  al  16  ottobre  (4^  a.),  ed  a  Meduns  (L) 
nella  sera  del  9  novembre. 

[1196]    1889.  Dicembre  8.  Regione  GargaBica  (Foggia). 

Baratta  m.  :  Sulla  attività  sismica  nella  Capitatìata,  pag.  25-Sl  (estr.) 

Su  questo  estesissimo  terremoto  nella  memoria  citata  trovasi  un 
quadro  in  cui  si  trovano  riunite  tutte  le  notizie  che  mi  fu  possibile 
rintracciare.  Dall'  esame  m  dalla  discussione  dei  dati,  risulta  quanto 
segue. 

Per  effetto  di  questa  scossa  a  Vico  si  ebbero  non  pochi  danni  agli 
edificii  ;  suonarono  le  campane,  si  arrestarono  gli  orologi,  si  rovescia- 
rono degli  oggetti  mobili,  caddero  dei  pezzi  di  cornicioni,  di  calci- 
nacci, si  screpolarono  degli  edificii  anche  di  buona  costruzione  e  pa- 
recchie colonne  del  porticato  del  nuovo  fabbricato  scolastico,  sebbene 
munite  di  catene  di  ferro.  A  Cagnano  Varano  caddero  delle  pietre 
dalla  volta  della  chiesa.  Al  semaforo  di  Torre  Miletto  si  ebbero  diverse 
lesioni  nella  volta  di  una  stanza  superiore.  A  S.  Marco  in  Lamis  si 
aprirono  parecchie  fenditure  in  diverse  case  del  paese  ed  aumenta- 
rono  in  modo  minaccioso  quelle  della  chiesa  collegiata  prodotte  dal 
terremoto  del  1841  (N.  966).  Ad  Apricena  crollarono  due  volte.  Alle  isole 


[1889] 

Tremiti  la  Bcossa  diede  laogo  a  molte  Bpflc-atare  ai  vt 
causando  danni  anche  agli  altri.  Queste  località  sare 
nell'area  mesoBÌBmica  del  terremoto  (flg,  79  a). 

La  zona  forte  si  mostra  notevolmente  espansa  langi 
dionale  dell'  Adriatico  :  la  relativa  isosiemn  corre  eotto 
Lncera  ed  infine  passa  appena  al  di  qua  di  Aprìcena  ( 

La  linea  delimitante  la  zona  di  mediocre  intensità  e 
rotondo,  Pomarico,  Kavo,  Benevento,  Roccamonfina,  Si 
Caldarota,  Penne,  Annone,  CìTitacampomarico,  Termol 

La    isoeisma   leg^ra    comprenderebbe   Brindisi,    Le 
S,  Albata,  Avellino,  Napoli,  Vellctri,  Roma,  Poggio  S. 
Rieti,  Firenze,  Bologna,   Salò,  Desenzano,   Marostica, 
L-d  inBne  Belluno,  Longarone,  Gemona  e  Venezia  [dd). 

Nella  zona  isosismica  leggerissima,  vale  a  dire  ove  i 


Fio.  79. 

terremoto  dalle  persone,  ma  venne  solo  avvertito  dagli 
rcbbero  incinse  Ischia,  Siena,  Possano,  Alessandria  e 
modosaola,  vale  a  dire  quest'  area  si  mostrerebbe  notev 
nella  parte  occidentale  dell'  Italia  superiore. 

Riguardo  all'  altra  sponda  dell'  Adriatico  poco  o  i 
sapere  :  secondo  l'Ufficio  idrografico  di  Pola  la  scossa 
!!0lo  in  questa  città,  ma  anche  in  Dalmazia.  Però  in 
aensibile  alle  persone,  passò  affatto  inosservata  al  sìs 
strumenti  magnetici.  Ija  direzione  della  scuola  nautica 
colo  comunicò  che  quivi  si  senti  pure  una  scossa  oi 
durata  maggiore  di  2*  e  colla  direziono  da  Greco  a  Li 
fu  accompagnata  da  lungo  rombo  :  essa  venne  avvertii 

Interpellata   la  direzione  della  Società   di  navlgazio 

liana  se  qualche  piroscafo  di  stazione   in  uno  del   port 

u  «laivi  transitante,   avesse   inteso   la   scossa,  rispose 

mandante  dell'  <  A.   Vespncci  >,   ormeggiato  nel  mal 

BAKiTTAi  Ttrremoti  ecc. 


530  [1889] 

cembro  in  Ancona,  a  100  metri  dalla  banchina,  aveva  notato  che  raria 
era  alquanto  burrascosa,  e  che  il  mare  nel  porto  era  oltremodo  ag:itato 
ed  in  modo  tale  da  non  corrispondere  punto  alla  forza  del  vento  di 
WSW.  che  debolmente  in  allora  spirava. 

La  massima  lunghezza  dell'  area  scossa  correrebbe  da  Salò  a  Lecce. 
misurando  850  km.  circa. 

La  commozione  tellurica  «bbe  una  durata  abbastanza  lunga,  dovuta 
od  al  succedersi  di  parecchie  scosse  a  brevi  intervalli,  oppure  a  riprese 
nella  intensità. 

Dair  andamento  dell'  Isosisma  fortissima  e  dalla  forma  della  scossa 
avuta  in  quest'  area  pare  che  il  centro  dello  scuotimento  si  debba 
collocare  in  mare,  fra  le  isole  Tremiti  e  la  costa  settentrionale  della 
penisola  garganica. 

Le  ore  più  attendibili  per  il  primo  istante  della  scossa  sono  : 

Spinea  di  Mestre    .    .    .    6**  15"*  23*  ant.  (i,  m.  Roma) 

Piacenza 6.  13.  30      »  > 

Parma 6.  12.  36     »  » 

Bologna 6.  12.    5      >  » 

Firenze 6.  12    0     »  y> 

Per  le  località  prossime  air  srca  di  maggior  scuotimento  si  può  forse 
ritenere  che  la  scossa  sìa  stata  sentita  circa  le  6*»  8"  ant. 

[1197]    1889.  Dicembre  12-13.       S.  Piero  e  Ba^o  in  Rosagna  (Firenze). 

Fra  le  11»»  50  e  le  12»>  p.  della  notte  12-13  dicembre  a  S.  Agata 
Feltria  si  senti  una  scossa  che  fece  muovere  le  imposte  :  fu  abbastanza 
forte  a  Bibbiena  e  più  intensa  a  S.  Piero  ed  a  Bagno  di  R.  ove  fece  ca- 
dere due  fumaioli.  A  4*»  5"»  a.  del  13  a  S.  Agata  altra  sensibile  ond. 
che  fece  muovere  sensibilmente  le  porte  e  gli  oggetti  appesi. 

[I198J    1S89.  Dicembre  25.  Dintorni  dell' Etia. 

SILVESTRI  o.  e  S.  ARCIDIACONO:  EUa,  SiciU^,  ecc.  ìlei  ranno  i889,:p^g,  26-27  -  Bull,  fnent. 
dell'  Oss.  di  Moncalieri,  voi.  X,  pag.  30-1. 

Un  terremoto  intenso  e  localizzato  colpì,  a  6^  23"  p.  del  25  dicembre 
il  fianco  SE.  dell'  Etna  nei  territori  di  Zafferana  e  di  Acireale,  special- 
mente il  tratto  della  costa  marittima  posta  superiormente  all'ultima 
delle  due  localitA.  Infatti  a  Carico,  Linera,  S.  Tecla,  Mortaro,  S.  Maria 
Malati  (fig.  69,  pag.  508,  a)  molte  case  di  campagna,  anche  solidamente 
costruite,  furono  assai  danneggiate  e,  benché  non  completamente  rovo- 
sciate,  furono  in  modo  si  grave  lesionate  da  essere  rese  inabitabili  :  al- 
cune abitazioni  rurali  farono  abbattute  :  uguale  sorte  toccò  ad  un  gran 


nnmero  di  muri  a  secco  :  si  ebbero  a  lamentare  pochi 
la  scossa  fa  ond.-BUSS.  dì  25'  ;  innusse  grande  panici 
che  aacl  all'aperto  e  fece  suonare  alcQDÌ  tocchi  alla 
logio  :  aguale  IntenslU  ebbe  pure  a  Zafferana  (6),  ove 
A  Giarre  e  Viajjrade  (e)  fu  generalmente  avvertita  per 
bili  :  a  Riposto,  a  S.  Alilo  a  Nicotosi,  a  Pedara, 
Trecastagai  (dj  la  scossa  non  fu  intesa  generalmen 
oscillare  delle  lampade  a  lunga  sospensione,  ma  nes 
movimento  del  suolo,  segnalato  come  ond.  dagli  sti 
vatorio.  Al  26  fìtrono  avvertite  altre  leggere  scos8< 
colpite,  fra  cui  una  verso  le  11**  a.  e  l'altra  a  3' 
cadere  qualche  casa  gi&  conquassata  dal  precedente 


[1199]    1890.  Marzo  26.  Ui 

Bull.  binu.  deil'Ou.  di  Uonealtert,  toL  X.  i»g-  ti  •  Suppl.  al  Boll. 
Num.  IV  (10  aortle  ISBO). 

Questo  terremoto  fii  sentito  nelle  provincìe  di  £ 
Trentino,  in  quelle  di  Vicenza,  di  Verona  ed  in  una 
tellina.   La  zona  di  massimo   scuotimento  pare  sìa 


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FlQ.  80. 

meridionale  del  Cadore  :  a  hongaronc  due  urti  inton 
piU  forte  del  primo)  produssero  oltre  che  dei  crepa' 
nature,  grande  sbigottimento  negli  abitami.  Partendo 
ilig.  80  A),  il  movimento  andft  a  poco  a  poco  diminuer 
farle  (A')  a  Belluno,  Feltro,  Vittorio,  Oderzo,  S.  Vito  d 
u  ^auria  :  iu  qucst'  ultima  fu  anche  notato  qualcl 
mediocre  (A")  a  Pordenone,  Codroipo,  Treviso,  Bassan 


532  L18W  -  1891] 


e  Rocca  Pletore  :  fa  leggero  a  S.  Daniele,  ad  Udine,  a  Spinea,  a  Bar- 
barano,  a  Rovereto,  a  Pergine,  a  Cavalese,  ecc.  :  a  Venezia  pare  sìa 
passato  inosservato  alle  persone  :  fu  indicato  dai  soli  apparecchi  sismici 
a  Bologna,  a  Firenze,  ecc.  La  scarsezza  delle  notizie  non  permette  di 
delimitare  con  maggior  precisione  le  isosisme.  Nella  maggior  parte 
dei  luoghi  più  scossi  il  moto  predominante  fu  V  ond.  ;  però  in  qual- 
cuna delle  località  più  colpite  non  mancò  il  suss.  In  parecchi  punti, 
come  a  Longarone,  Rocca  Pletore,  Treviso,  Conegliano,  Spinea,  Ve- 
rona, le  scosse  farono  due  :  ad  Oderzo  se  ne  ebbero  tre,  la  prima  suss. 
le  altre  due  ond.  NW-SE.  A  Longarone  le  due  scosse  avvennero  a  5" 
d' intervallo.  Riguardo  all'  ora  Treviso  da  9*»  8"  p.  ;  Spinea  9**  9"  26», 
Asolo  9*"  10-12",  Belluno  9^  12",  Bologna  9»»  12»  42«  (Osserv.)  e  9*»  13™  24' 
(S.  Luca)  e  Firenze  9*»  19."  La  durata  del  movimento  fu  assai  lunga 
specialmente  nei  luoghi  più  nordici  :  a  Codroipo  fa  stimata  di  quasi  3(>\ 
di  32*  a  Conegliano,  di  23"  a  Barbavano  e  di  10»  a  Pordenone  :  a  Lon- 
garone infine  di  6"  la  prima  e  di  4-5"  1'  altra.  Quivi,  come  a  8.  Vito, 
Codroipo,  Feltre,  Oderzo,  alla  scossa  fu  contemporaneo  il  rombo. 

[1200]    1890.  Maggio  24-25.  PaDtellerìa. 

Ricco  a.  :  Terr.  soUev.  ed  eruz.  sott.  a  Pantelleria  ecc.,  pag.  4  (estr.) 

Al  24-25  maggio  del  1890  nelle  contrade  Gadir,  Tracine,  Ghirlanda, 
Serraglio,  Rackbale,  fino  a  Scauri,  cioè  nella  parte  SE.  dell'  isola,  vi 
fa  un  forte  terremoto  con  rottura  di  una  quarantina  di  cisterne  d'acqua  : 
nei  quindici  giorni  successivi  si  produsse  un  sollevamento  della  costa 
NE.  deir  isola  da  Punta  Caruscia  a  Punta  Tracine. 

Circa  il  12  giugno  1890,  verso  sera,  si  fece  sentire  una  nuova  scossa 
ed  altra  parecchi  giorni  dopo  :  né  V  una  né  1'  altra  farono  avvertite 
nella  città  di  Pantelleria. 

[1201]    1891.  Gennaio-agosto.  Eolie. 

Suppl.  al  Boll,  rneteor.  ecc.,  N.  2  (16.  n),  3  (21.  m),  Il  (1.  vi)  e  14  (15  x). 

In  quest'  anno  a  varie  riprese  le  Eolie,  specialmente  V  isola  di  Sa- 
lina, furono  scosse  da  terremoti. 

Gennaio  16  —  T'^SG"  a.,  Salina,  forte  ond.  di  7»  sentita  anche  a  Lipari. 

26  —  4*»  10™  a.,  Stromboli,  fortissima  e  breve  scossa  (il  cratere  ri- 
prende attività). 

Giugno    27  —  0^45™  p.,  Salina,  forte  ond.   NNE.  di  3»:  1»»2»50«  p.,  lieve 

ond.  di  1*:  P  11"  48"  p.,   fortissima  ond.:  4*»  56"  p.,  sensibile 
ond.  di  3." 

Licglio     11  —  5»»1«  a.,  Salina,  leggera  ond.  di  2»:  5»»  35"  a.,  altra  ond.  di  3* 

piuttosto  forte. 

Agosto     31  —  7*^48"  a.,  Stromboli,  forte  seguita  da  eruzione  :  a  7^  a,  circa 

scossa  a  Maida  (Catanzaro). 


[189IJ  533 

[1202]    IS9I.  GeDDaio  20.  Valline.  Pienone. 

Suppl.  al  Boll.  tHtieor.,  anno  Xlii,  N.  «  (te  febbraio  IBBI)  -  Boll.  metu.  dtlf  Ou.  di  Uotica- 
lien,  voi.  XI,  pa£.  5fr4. 

U  terremoto  del  20  gennaio  ei  estese  Bopra  ana  notevole  zona  d'Italia, 
della  Svizzera  e  Francia  :  in  Italia  il  movimento  si  propagò  eopratutto 
sul  versante  meridionale  ed  orientale  delle  Alpi  Penninc,  e 
panto  delle  Lepontine,  cioè  delle  valli  dell'  Ossola,  delle 
Bielleee  e  di  Aosta;  microsismicamente  fu  indicato  dagli  a[ 
smici  di  Moncaliei'i,  Fossano  ed  Alessandria:  però  in  xaoà 
(inalcnno  f^  inteso  anche  ad  Albenga  (Genova).  La  prìm; 
venne  a  i""  10-20"  a.,  la  seconi^a  a  4"  36™  a.  circa  e  la  terza  a 
la  principale  fu  la  seconda.  Nei  luoghi  piti  settentrionali, 
dell'  Ossola  e  della  Sesia,  fa  prevalentemente  end.  con  liei 
della  dorata  di  6-10":  caasd  rumore  allo  porte  ed  alle  fine; 
zione  di  og^ttì  appesi.  L'intensità  andò  quindi  diminuent 
valenza  della  forma  ond.  e  con  la  durata  di  1-4.'  In  Va 
Sesia  ed  Aosta  si  senU  un  forte  e  prolungato  rombo,  che  In 
fa  stimato  precedente,  in  altri  concomitante  o  susseguente  al 
Il  centro  pare  sia  stato  nel  Vallese,  ove  però  non  prodnsa 
cune.  I  limiti  estremi  interessati  dalle  onde  furono  a  I 
S.  Albenga,  ad  E.  Meema,  ad  W.  S.  Malo  :  escludendo  S. 
benga.  come  punti  scossi  isolatamente,  si  devono  sostituir 
mente  Biella  e  Bourg. 

[1203]    1881.  Aprilo  24.  Pesci 

Rupp.  V  al  Boi.  HtìVUff.  C.  ai  UtUor.,  anno  Xin,  N.  152  (I.  Vi,  91). 

Circa  le  7'' 45"  a.  del  24  aprile  a  Pescia  scossa  istantam 
rombo  ;  fece  suonare  dei  campanelli  e  cadere  qualche  co 
sentita  con  rombo  a  Villa  Basilica  e  da  pochi  a  Monte  C 
Xìevole,  a  Montecarlo  ed  a  Vellano  :  passò  infine  inosserva 
ed  a  Lamporecchio.  Ad  l"  p.  a  Pescia  replica  simile,  ma  p 

[1204]    1891.  Muggì»  0.  Swnio 

Suppl.  V  al  Boll.  tneleoT.,  n.  102  (I.  vi.  Si)  -  Cacciahau  o.  b.;  Il  ttrr.  Sora 

Al  9  maggio,  verso  l*"  15""  a.,  un  terremoto  abbastanzi 
Sora  ed  Isola  Liri  (flg.  81  A)  :  la  scossa,  suss.-ond.,  fu 
tutti  per  forte  tremolio  ;  anzi  molti,  spaventati,  abbandonai 
caddero  delle  pietre,  dei  pezzi  di  intonaco,  si  arrestarono  d 
Il  movimento  del  suolo  si  propagò  fortemente  (A')  fino  a  l 
Avezzano,  a  Filettino,  ad  Alatri,  a  Supino,  a  FrosinOE 
Secca,  a  Cassino,  a  Vicalvi  ed  a  Villa  Vallclonga  e  medioci 
fa   sentito  a    Velletri,    a  Geccano  e   ad  Atlna  ;  più   deboli 


53^ 


[iggij 


biaco  ed  infliie  da.   pochi  a  Ceprano  od  a  Rocca  di  Papa.  L'epicentri 
di  questo  terremoto  si  deve  trovare  nei  preesi  di  Sora  ed  Isola  Liri. 

Come  bì  vede  molto  dlvcrea  fu  la  propagazione  dalle  varie  pani  del 
supposto  epicentro.  Verso  S.  le  onde  sismiche  giunsero  solo  fino  oli» 
linea  Ceccano-Po&-Cassino,  vale  a  dire  fra  i  20-30  km.  di  distanza: 
passarono  inosservate  a  Palvaterra,  Pico  e  Picinisco  (25  circa)  ed  a 
Villetta   Barrea   (30)   e   non   giunsero   a  Castellone,  cioè  alla  distanza 


FlG.  81. 


di  40  km.  circa;  a  nord  invece  si  estesero  maggiormente,  giacche 
giunsero  ad  Ovindoli  (50)  :  ad  W,  dopo  avere  interessato  fortemente 
parte  del  circondario  di  Frosinone,  si  spinsero  sensibilmeate  fino  a 
Rocca  di  Papa  (75  km.  circa).  La  zona  commossa  da  questo  scuoii- 
mento  à  foima  elittica  il  cui  asse  maggiore,  da  Picinisco  ai  Colli  l'o- 
ziali, misura  100  km.  circa,  ed  il  minore,  da  Ovìndolì  a  Pofl,  circa  70. 


[1205]    ISSI.  Giu^o  7.  VeraacM. 

Baratta  U.  :  /(  Itrr.  veronese  dei  1  Qlivno  ecc.   -   A.  Gothan  ;  n  Urr.  veron.  ael  7  aim' 
iSOt  i  I  due  Brandi  terr.  del  7  Qiìtgno  e  del  SI  agoslo  ecc. 

Su  questo  fenomeno  ò  pubblicato  una  estesa  relazione,  perciò  qui 
mi  accontento  di  riferire  i  principali  risultati  dello  studio  fatto  :  nelli 
costruzione  della  qui  unita  carta  (tig.  82)  ò  apportate  parecchie  raodi- 
flcazioni  al  primo  tracciato  delle  varie  isosisme,  e  cid  per  nniformanui 
ai  concetti  direttivi  del  presente  lavoro. 


[1891]  535 

Non  mancarono  i  fenomeni  precursori  fra  cni  alcune  acceee  lievi,  una 
avrertita  circa  le  11*  p.  del  giorno  6,  ed  altre  fra  1"  e  1'''/»  a.  de]  7  in 
parecchi  paoli  del  veneto  e  della  limitrofa  regione  bresciana  :  i-nnì  mira 
<iaalche  minuto  prima  del  grande  pavossismo  pareccliit 
zioni  fnrono  sentite  qua  e  I&.  La  scossa  rovinosa  avvenn* 
■  Osserv.  astr.  di  Padova)  ed  in  tutta  l' arca  danneggi 
10-12':  cominciò  con  un  intenso  sussulto,  cai  tennero  di 
dulazioni  ;  nelle  lontane  prevalse,  rare  eccezioni  fatte,  li 
Questo  terremoto  si  rese  sensibile  su  una  zona  assa 
forma  quasi  di  triangolo,  con  la  base  a  nord,  contro 
quella  appuntita  a  SE,  lungo  cioè  il  versante  Adriatico, 
Le  località  estreme  ovi  fu  sentita  la  scossa,  procede 
N.  ecc.,  furono  Trieste  [205  km.],  Anronzo  [162],  Borm 
venna  [163],  Domodossola  [230],  Torino  [280],  Asti  [240], 
Cliiavari  [200],  Lerict  [190J,  Massa  [185],  Pisa  [210],  Fin 
bino  [230],  Ravenna  [147]  ed  il  litorale  adriatico  Ano  a 
6  detto  sopra  {'). 

Con  la  scorta  dei  dati  raccolti  possiamo  dividere  l'ai 
ÌBosismicbe:  la  zona  mesosismica  rovinosa  (A)  compren 
Badia  Calavena,  Castagne,  Cogolo,  Marcenigo,  Scorgi 
Tregnago  e  Trettene  :  ivi  parucchie  case  rimasero  distru 
inabitabili  e  qna  e  la  si  ebbe  pure  a  deplorare  qualche 
Ìj'  andamento  generale  delle  isosìsme  quasi  rovinoe 
sima  (C),  forte  (D),  mediocre  (G)  e  leggera  (F)  è  di: 
caru  che  mi  dispensa  da  )>rolisse  descrizioni  :  solo  q^ 
qualche  particolarità.  La  zona  quasi  rovinosa  (B)  rispi 
sismica  si  espande  verso  oriente  ;  mentre  la  isosisma  fo 
trova  quasi  egualmente  sviluppata  da  tntle  le  partì  del 
gior  scuotimento  :  però  tale  ìsosisma  verso  i  monti  Lesi 
brusca  insenatura  rientrante. 

La  Ìsosisma  forte  (D)  &  un  decorso  molto  irregolare  : 
E.  raggiunge  i  39  km.  circa,  a  NE.  45  circa,  a  N.  30,  a  I 
circa  50,  a  SW.  45  circi  ;  invece  dalla  parte  di  S.  e  di  f 
allunga  in  modo  da  comprendere  Mirandola,  Badia  Poi 
Uovigo  ed  anche  Comacchio,  la  quale  ultima  località  e 
centrale  considerato  120  km.  circa  ;  per  di  più  noto  che 
preaa  fra  Badia  Polesine,  Sdenta  e  Itovigo  si  appalesi 
incremento  di  Intensità;  dal  lato  del  Garda  tale  Isosie 
la  sponda  veronese  fino  sotto  Malcesine,  mentre  sull'  op[ 


536  [1891] 

si  protrae  in  modo  da  includere  Salò  ed  i  suoi  dintorni.  La  ìsosiflmic 
mediocre  (E)  a  N.  corre  fino  a  110  km.  di  distanza  da  Badia  C.-Tr< 
gnago  ;  ad  W.  giunge  a  Novara,  che  ne  dista  200  e  ad  E.  Latisai] 
ed  Udine  a  145  e  170  km.  rispettivamente;  n  SW.  l'intera  LfOinellìB 
viene  tagliata  fuori,  mentre  restano  inclusi  l' oltre  Po  Pavese,  Ale 
sandria  [215],  Cassine  [225]  e  Novi  :  Massa-Carrara,  Castelnuovo  i 
Garfagnana  e  Lucca  sono  compresi  in  una  nuova  profonda  insenatun 
che  si  diparte  da  Pellegrino  Parmense  e  Fiorano,  situati  rispettiva 
mente  a  132  ed  a  115  km.  di  distanza,  mentre  Lucca  rimane  a  10 
circa.  Verso  SW.  circa  per  la  linea  Fiorano,  Bologna,  Lugo,  Ravenn« 
r  isosisma  mediocre  va  a  mare  ;  di  notevole  abbiamo  incrementi  eeu 
sibili  di  intensità  a  Tirano,  a  Soncino,  a  Baricella  ed  a  Cavazacch^ 
rina.  Dell'  isosisma  leggera  (F)  dirò  che  ad  W.  raggiunge  i  280  km.  t 
ad  E.  i  205  :  verso  N.  poco  o  nulla  sappiamo  :  a  SW.  tale  zona  è  limitatj 
dal  mare  da  Genova  a  Pisa  :  verso  SE.  circa  si  spinge  fino  ad  Urbino 
cioè  a  230  km.  circa.  Però  debbo  notare  che  in  questa  direzione  U 
scossa  fu  lievemente  intesa  anche  a  Caldarola  ed  in  modo  isolato  a 
Borgo  Collefegato  che  distano  rispettivamente  km.  300  e  400  circa. 

Alla   grande  scossa  del  7  giugno,  tennero  dietro  numerosissimi  mo- 
vimenti  del   suolo,  interessanti   specialmente   la  regione   più   colpita: 
durante   i  mesi   di   giugno  e   di   luglio   si   avvertirono   repliche  quasi 
giornaliere,    le  quali    andarono  poscia   di  mano   in  mano  scemando  di 
numero  e  di  intensità,  presentando  qua   e  là  dei  massimi  assai  accen- 
tuati. Le  principali  furono  le  seguenti  :  quella  del  7  giugno  a  5^  Ve  P* 
circa  stata  fortissima  a  Crespadoro,  ove  fu  giudicata  più  forte  di  quella 
delle  2*^6°  a.    circa;  quella   delle  8''30"  a.    circa  dell' 11  giugno  stata 
fortissima  a  S.  Giovanni  Ilarione,  a  Cogolo,  a  Badia  Calavena,   a  Tre- 
guano,  a  Marcenigo,  a  Guldizzolo  ed  a  Cauriano.  Nel  giorno  15  giugno, 
a  2^  25"  p.,  scossa  violenta  a  Ponte  sul  Mincio  ed  a  Somma  Campagna  : 
nel  giorno  29  dello  stesso  mese,  ad  8^  p.  circa,  altra  fortissima  a  Badia 
Cai.,  a  Cogolo  ed  a  Marcenigo;  al  20  agosto,  a  10**74P-i  *  Velo  Ver. 
a   Badia  C.    ed  a   S.  Mauro   in  Saline.    Di  quella  deli21  agosto  ~  la 
principale  fra   tutte  quelle   sentite  dopo  il  parossismo  del  7  giugno  — 
darò  fra  poco  qualche  notizia  riassuntiva  :  intanto   aggiungerò  che  dai 
catalogo  delle  repliche  inserto  nella  mia  memoria,  appare  che  la  mag- 
gior parte  di  esse  furono  vere  ripetizioni  del  terremoto  del  7  giugno: 
ma  che  qua  e  colà  si  ebbero  fenomeni  sismici   d' indole  locale,  vale  a 
dire  provenienti  dal  ridestarsi  di  altri  centri  di  scuotimento,  forse  in- 
fluenzati dalla  commozione  principale. 

La   replica  del   21  agosto,  dianzi    ricordata,  fu  abbastanza  forte  da 
recar  nuovi  danni  ai  fabbricati  ;  avvenne   a  9**  pom,   circa  e   fu  vio 
lenta  in  special  modo  a  Badia  Calavena,  Bolca,  Cazzano  di  Tramigna, 


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FiG.  82  -  Terreni 


[imi]  537 

itro.  Colà,  Mezzane,  S.  Mauro  in  Saline.  Perini,  Tregns^  e  Cliiampo  ; 
rovinò  qnalctie  casa   intatta  o  danneggiata  precedentemente  ;    fece 
«attere    parecchi  muri,    moiti  comignoli,  aprire   nuove  fenditure  ed 
irgarne  aitre  preesistenti  (6g.  82  a). 
Dall'  andamento  generale  del  fenomeno  —  le  cui   ia 
nte  nella  carta  —  Io  sono  convinto  che  questa  scoss 
ierare  come  una  vera  replica  di  quella  del  7  giugno 
larìtA  che  anche  In  questa  commozione  le  Isosìsme  ci 
ee  intensamente  {b)  e  mediocremente  (e)  scosse  verse 
juanto  allungate  e  che  si  riscontra  un  notevole  incrt 
tti  dinamici  sulla  sponda   bresciana  del   Benaco.  L'  a 
nna  triangolare  i  cui  vertici  sono  Longaronc,  Bologn 
lea    retta   fì'a   Iiongarone   e    Garlasco   corrono   265  '. 
lesto  paese  e  Bologna  poco  oltre  200  e  cosi  pure  fra 
irone.    Longarone,    Bologna   e   Garlasco   distane   risi 
adia  C.-Tregnago  115,  120  e  180  km.  circa  ;  vale  a  d 
;  propinò  molto  più  verso  W.  nella  valle  Padana,  che 
arti. 

[1206J     1891.  Agosto  1.  Li| 

MI.  meta,  atifou.  ai  ìioncalien,  rol.  xi,  pag.  168. 

Alle  2''30°'  p.  circa,  fu  sentita  nna  scossa  nella  par 
iel  versante  adriatico,  cioè  nelle  provinole  di  Savcnn 
Ferrara  :  in  generale  fu  ond.  :  e  ond.-suss.  nelle  loca 
Intensa.  L'  area  più  commossa  sembra  essere  stata  tra 
Faenza  e  Lngo  :  ivi  fece  oscillare  e  cadere  oggetti,  C' 
abbattere  un  fumaiolo.  Fu  seguita  da  repliche  minori. 

[1207]    1891.  Ottobre  1.  Nooteeu 

Boll,  titmt.  Oell'OU.  at  Moncalieri,  toI.  xii,  pa?.  8. 

A  6^  57"  p.  del  1°  ottobre  a  Monteeasslno  si  intese  ti 
che  fu  si  forte  da  far  aprire  alcune  nuove  lesioni  e  e 
vecchie  :  nella  sacristi»  dell'Abbadia  caddero  alcnni  pE 
la  sua  durata  fu  stimata  di  2-3. *  A  l^A'^  pom.  una  s 
10"  30"  p.  circa  una  replica  ed  altra  poco  prima  di 
1"  'Zb"  a.  del  2  scossa  abbastanza  sensibile  :  a  4''  a.  un 
ÌD  seguito.  Anche  a  Cassino  fìirono  intese  in  modo  si 
popolazione  nscl  dalle  case  :  a  Villa  8.  Lucia  fu  avv< 
e  noD  fortemente  :  fu  sensibile  a  Piedlraonte  e  leggei 
resto  questa  e  le  altre  passarono  inoeservate  nei  vari 
cini^  come  si  vede  dalla  cartina  che  ai  trova  a  pag.  5 


539  [1891] 


•A^^M^K> 


[1208]    1891.  Ottobre  6.  Sellant  (Perugia). 

Boll,  tnens.  di  Moncalieri,  voi.  xil,  pag.  8-9. 

Verso  la  1^  27*°  a.  una  scossa  [abbastanza  forte  colpi  Sellano,  ove 
produsse  screpolature  in  qualche  casa  e  fece  cadere  dei  calcinacci  ed 
un  comignolo  :  questa  è  la  localitÀ  dove  il  ten*emoto  fu  sentito  più 
intensamente  :  fu  avvertito  da  moltissimi  a  Trevi,  a  Cerreto,  a  Preci. 
a  Caldarola  e  più  o  meno  sensibilmente  su  una  zona  elittica  che  da 
Pioraco  si  protende  fino  a  Poggio  S.  Lorenzo  in  senso  N-S  e  da  Spello 
a  Sarnano  in  direzione  normale  :  V  asse  maggiore  risulta  quindi  di 
circa  110  km.  ed  il  minore  di  50.  Fu  seguito  da  qualche  replica. 

Nella  figura  94  sono  delimitate  la  zona  mesosismlca  fortissima  B  e 
la  isosima  forte  B'  e  sensibile  B". 

[1209]    1891.  Ottobre  14-26.  Pantelleria  asola). 

Baratta  m.  :  Oh  odierni  fenom,  endog.  di  Pantelleria  ecc.  -  Ricoò  A.  :  Terrem.,  solìevaMento 
ed  eruz.  sott.  ecc. 

Nel  giorno  14  ottobre,  a  3^45™  p.,  a  Pantelleria  scossa  suss.-ond. 
N-S  di  5'  preceduta  da  lieve  rombo  :  altre  suss.  a  4**  40",  h^  e  5*»  20^  p.  : 
dalle  6^  p.  del  14  a  7^  p.  del  15  ad  intervalli  di  circa  mezz'ora  varie 
altre  scosse  suss.  abbastanza  notevoli,  precedute  da  rombi  :  a  S**  40"  e 
7^  30°"  ant.  due  alquanto  forti.  Alle  2^  Vt  A-  presso  la  punta  Kamscia 
violento  scuotimento  ond.  NE-SW  :  dalle  7**  p.  del  15  alle  4*»  p.  del  IG 
altre  scosse  suss.-ond.  N-S  più  o  meno  violenti,  ad  intervalli  di  circa 
mezz'  ora,  tutte  precedute  da  rombo  :  quindi  parecchie  più  deboli  :  a 
Punta  Karuscia  ad  8**  30"  p.  del  17  una  forte  ond.  E-W  con  qaalche 
danno.  Tali  terremoti  furono  specialmente  intensi  nella  città  di  Pantel- 
leria e  nelle  vicine  campagne  molto  popolate  ;  V  impressione  e  lo  spa- 
vento fu  assai  grande,  quantunque  fortunatamente  i  danni  siano  stati 
lievi.  Non  vi  furono  che  5-6  case  lesionate  e  altre  lievemente  screpo- 
late: una  sola  già  in  cattivo  stato,  fu  fatta  abbattere  per  precauzione. 
Nel  giorno  17,  verso  le  11^  Vs)  cominciò  la  nota  eruzione  sottomarina 
che  perdurò  in  attività  grande  nel  18-19  :  dopo  di  che  decrebbe  per 
cessare  totalmente  nel  24.  Cominciata  V  eruzione,  le  scosse  scemarono 
di  intensità  e  di  numero  per  ripigliare  nuovamente  maggior  vigore 
cessati  i  fenomeni  di  indole  eruttiva,  per  poscia  terminare  del  tutto 
nel  giorno  26. 

[1210]    1891.  Novembre  7.  TaorMina  (Messina). 

SuppL  I  al  Boll,  meteor.  ecc.,  N.  1  (1  genn.  18^]. 

A  6*»  37"^  30"  p.  forte  scossa  ond.  SW-NE  di  3»  a  Taormina  seguita, 
a  6**  47™  p.,  da  altra  leggerissima.  A  6*»  42"  30*  p.  una  leggera  su^.  di 
2*  a  Messina  ed  a  6^45*"  p.  una  sensibile  suss.  a  Giarre,  e  lieve  ond. 
a  Biposto. 


[1891-1892] 


[12111    IMI-  Dicembre  8.  CUtà  di  Castello  (Peruf 

Suifpl.  al  Boli,  meteor.,  n.  I  [1  gennaio  1SI3)  e  3  (1  rebbr.) 

A  8*7,  p.  circa  dell' 8  dicembre  a  Ciltft  di  Castello  forte 
ond.  NE-SW  stata  più  intensa  nelle  valli  del  Nlccone,  di  S,  1a 
Morra:  nell'antica  chiesa  dei  Leoncini,  a  cavaliere  IVa  le  due 
varie  screpolature.  Questo  terremoto  fu  mediocre  (D)  a  Citcm 
Lisciano  Niccone  e  legare  (E)  a  Perugia,  a  Magione,  a  Castigli 
Lago,  a  Passignano,  ad  Arezzo,  a  S.  Sepolcro,  a  Borgo  Pace,  i 
tona  ed  a  Umbertide.  L'  area  scossa  è  elittica  con  1'  asse  m&gg 
senso  qnasi  N-S  che  fra  Borgo  Pace  e  Perugia  misura  km.  60  < 

Nella  cartina  fig.  89  è  delineata  l'area  mesosìsmica  molto  fo 
e  le  zone  isosismiche  forte,  mediocre  e  leggera. 

A  mezzanotte  fra  I'  8  ed  il  9  replica  nelle  valli  succitate 
pure  a  Magione  e  Passignano.  Alle  4**  a.  del  9  altra  lieve  e  qi 
10^  55°"  a.  una  abbastanza  sensibile  a  Perugia  e  lieve  a  Magi 
9''  ri""  p.  del  10  a  Perugia  scossa  stata  avvertita  anche  a  Pass 
ed  a  Castiglion  del  Lago. 

[1212]    IS9I.  Dicembre  22.  StM 

Pulì.  mens.  OtUOu.  <U  Moncaiierl,  voi.  xii,  pag.  42. 

A  9'  3*°  ant.  a  Sondrio  forte  scossa  suss.-ond.  di  &■  con  rom 
produsse  qualche  screpolatura  in  alcuni  edificlì  :  nell'  abitato  di 
letti  (fì'az.  di  Torre  S.  Maria  in  vai  Malenco)  caddero  nella 
pezzi  di  soffitto  e  vi  fU  allarme  nella  popolazione  (fìg.  64,  pag.  '. 
Questa  scossa  fu  molto  sensibile  (D')  a  Foppolo  (Bergamo),  ov 
tremolio  di  mobili  ;  fu  meno  intensa  a  Teglio  e  leggera  a  Pon 
tellina:  passò  inosservata  ad  Averara  ed  a  Corteno. 

[1213]    1S98.  Gennaio  6.       Hiviera  del  Lago  di  Uarda  (Verona-Breì 
B  iRATTA  il.  :  Il  letr.  della  riv.  Bresc.-  Veron.  eco.  -  Bettoni  p.  :  It  ierr.  att  a  [wti 
ecc.  -  OoiRAN  A.;  Sul  terr.  Brtac.-Vtroa.  del  5  ueiin.  iS9S  ecc. 

Mentre  continuavano  a  sentirsi  scosse  a  Badia  Calavena, 
gnago  e  paesi  adiacenti,  si  notò  che  l' attività  sismica  tendeva 
tarsi  verso  occidente  :  circa  le  5"  S"  p.  del  5  gennaio  nn  fort< 
moto  scosse  la  regione  Benacensc.  Il  centro  super&ciale  di  qut 
rossismo  deve  trovarsi  nel  bacino  del  Garda;  infatti  esso  sf 
massima  Intensità  a  Campazzi  (località  posta  a  circa  1  km.  i 
Bardolino)  ove  rovinò  un  porticato  ;  a  Salò  ove  fece  cadere  dei  1 
ed  aprire  gravi  fenditure  negli  edificii:  a  Vobarno,  Barbarano, 
zocco,  Qavardo,  Fasano,  Cisano  e  Gargnano  la  scossa  fu  pur< 
sima  (flg.  82  I).  Intense  radiazioni  sismiche  (II)  si  spinsero 
Brescia  ed  alle  sponde  del  lago  d' Idro,  Interessarono  la  intiera  < 


540  [1892] 

del  Benaco  e  giuiiBero  ad  est  fino  ad  Arsiero,  a  Valli  dei  Signori,  a 
Recoaro,  a  Badia  Calavena  ed  a  Verona.  Con  mediocre  intensità  la 
scossa  fii  sentita  (III)  a  Livigno  (Sondrio),  a  Pisogne  (Brescia),  a  Oo- 
logia, a  Barbarano  ed  a  Trento  :  e  leggermente  (IV)  si  propagò  più 
oltre  :  i  ponti  estremi  dei  quali  si  à  notizia  sono  Chiavenna,  Milano. 
Pavia^  Parma,  Modena,  Este,  Padova,  Spinea  e  Miane  :  vale  a  dire  fra 
85-125  km.  dal  centro  della  linea  Salò-Bardolino. 

Nella  zona  centrale  la  scossa  fu  eminentemente  snss.  :  al  snssnlto 
tennero  poi  dietro  varie  ondulazioni  :  e  fu,  5°*  dopo,  seguita  da  leggera 
replica  :  in  varie  località  fu  accompagnata  da  forte  rombo,  paragonato 
al  rumore  prodotto  dal  passaggio  di  pesanti  carri.  La  durata  media  fa 
stimata  di  circa  4'  :  a  Recoaro  e  Villa  di  Salò  fu  valutata  6*,  a  Salò 
7*,  a  Bedizzole  9%  a  Magugnano  15."  Riguardo  air  istante  preciso  in 
cui  avvenne  i  migliori  dati  sono  i  seguenti  :  Brescia  5*^  5*"  9*  p.  ;  Spinea 
di  Mestre  5^  5«  48«  ;  Alessandria  5*»  5»  50»  ;  Firenze  5*»  5"  58*  e  Pa- 
dova 5*»  6™  27.'» 

[1214]    1892.    Gennaio  22.  Colli  Laziali. 

Baratta  h.  :  Il  Urr.  laziale  ecc.  -  Db  Rossi  M.  S.  :  Il  terr.  del  22  genn,  i892  -  Galu  l.  : 
Il  terr.  del  22  genn.  ecc. 

Nell'area  mesosismica  un  intenso  moto  predominantemente  suss. 
della  durata  di  8*  circa,  fu  concomitante  ad  un  forte  rombo  :  questa 
area  (quasi  rovinosa)  cade  sul  versante  settentrionale  dei  Colli  Laziali 
e  comprende  Genzano,  Civitalavinia  e  Velletri  (flg.  81  B')  :  l'epicentro 
nello  studio  da  me  fatto  si  dovrebbe  porre  (B)  tra  Genzano  e  Civita- 
lavinia, località  più  colpite  ove,  appunto  si  ebbero  danni  più  o  meno 
gravi  in  tutte  le  case.  L'area  scossa  si  estende  in  quasi  tutta  la  pro- 
vincia di  Roma  e  di  Aquila,  in  parte  di  quelle  di  Umbria,  di  Caserta, 
di  Benevento,  e  di  Campobasso. 

La  carta  (flg.  81),  ove  è  rappresentato  l'andamento  delle  isosisme* 
fortissima  (B"),  molto  forte  (B'"),  forte  (B""),  mediocre  (B'"")  e 
leggiera  (B""")  mi  dispensa  da  particolareggiata  descrizione  :  solo  dirò 
che  nell'area  fortemente  scossa  si  riscontrano  due  notevoli  incrementi 
di  intensità  nei  pressi  di  Palestrina  e  di  Segni. 

La  scossa  si  mantenne  forte  dalla  parte  di  terra  quasi  generalmente 
fra  i  30-40  Km.  dall'epicentro  :  eccettuato  verso  SE.,  da  cui  giunse 
fino  a  Ceccano,  vale  a  dire  a  60  Km.  circa.  La  isosisma  mediocre 
corre  con  diverse  insenature  con  un  raggio  di  60-70  Km.  :  il  minimum 
si  ha  nei  pressi  di  Scandriglia  e  di  Orvinio  ;  il  massimo  ancora  dalla 
parte  di  SE,  vale  a  dire  verso  Montecassino  e  Gaeta.  I  punti  estremi 
in  cui  fu  sentito  il  terremoto,  procedendo  dalla  costa  del  mare  ad  W, 
sarebbero  Cerveteri  (60  Km.),  Ronciglione  (75),  Orte  (87),  Spoleto  (117), 


l 


[1892] 


MI 


Ciitaducale  (80).  Aquila  (92),  Bocca  di  Mezzo  (92),  Solmona  (107), 
Campobasso  (167)  e  Sessa  Aoronca  (115):  vale  a  dire  anche  dalla  parte 
di  SE.  il  terremoto  ti  è  propagato  maggiormente. 

Oltre  a  ciò  aggiungo  che  a  Fabriano,  a  185  Km.  circa,  isolatamente 
la  scossa  fu  pure  sentita  dalle  persone. 

L'ora  In  cui  avvenne  può  ritenersi  11"  25"  12"  (+  6')  pom. 

Piemoate. 


Verso  le  6"  26"'  pom.  una  forte  scossa  di  terremoto  colpi  la  valle  di 
Aosta  ed  il  Canavesano  e  si  propagò  in  quasi  tutto  il  Piemonte.  Ad 
Hone,  Bard,  Donnaz,  Pont  8.  Uartin  e  Llllianes  si  ebbero  screpolature 
nelle  case  e  cadde  qualche  comignolo  (zona  mesosismica,  flg.  83  A)  ; 
qualche  danno  si  notò  pare  a  Chatlllon,  lesime,  Valchiusella,   Bajo, 


-^■i-Vj^ 


Fm.  83. 

Borgoflranco,  Vistrorio,  Fiorano,  Vico  e  Pavone  :  racchiudendo  questi 
paesi  con  una  linea  si  determina  la  zona  che  provò  il  terremoto  molto 
rortemente  :  6  di  forma  elittica,  molto  irregolare  perchè  (B)  presenta 
una  grande  insenatura;  il  suo  asse  maggiore  disposto  da  NNW.  a  SS£. 
misura  40  Km.  circa  ed  il  minore  raggiunge  solo  la  metà. 

Nella  carta  trovasi  riprodotto  l'andamento  delle  isoelsme  :  a  N.  il  ter- 
remoto si  propagò  foi-se  fino  a  Oìlchen  nel  Vallese,  a  NE.  a  Bacone,  ad  E. 
a  Borgosesla,  a  SE.  a  Vercelli,  a  S.  a  Torino,  a  SW.  ad  Exilles,  ad  NW. 
ad  Aosta,  Isolatamente  la  scossa  fu  avvertita  anche  a  Chiavari.  Nel- 


542 


[1892] 


l'area  mesoBismica  essa  fu  suss.  :  a  Pont  S.  Martin  fu  istantanea  ver- 
ticale e  fu  paragonata  allo  scoppio  di  una  mina:  a  Bard  fu  preceduta 
da  leggiere  ondulazioni  :  in  quasi  tutte  le  località  fa  accompagnata  da 
rombo  più  o  meno  forte,  ed  in  poche  seguita  da  leggiera  replica. 


[1216]    1892.  Marzo  7  -  luglio.  I^le  K«lie  e  Calabria. 

SuppL  al  Boll,  Jfeteor.  Num. 68  (15  ma^rgio  1892),  09  (1  aprile),  70  (1  maggio), 71  (1  giugno. 
75  (15  agosto)  e7G  (1  settembre). 

De>)bo  avvertire  che  al  23  gennaio,  verso  0^  45°*  ant.  un  esteso  ter- 
remoto colpi  la  parte  orientale  della  Sicilia  e  specialmente  il  Siracu- 
sano spiegando  la  sua  maggiore  forza  (senza  però  produrre  alcun  danno  i 


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Fio.  84. 

in  una  zona  ristretta  la  cui  massima  lunghezza  corre  tra  Palagonia  e 
Noto  (fig.  84  A)  :  questa  scossa  fu  leggermente  sentita  anche  a  Messina, 
mentre  passò  del  tutto  inosservata  a  Reggio  Calabria  :  al  3  febbraio 
poi  (3**  ant.  circa)  si  ebbe  una  lieve  ed  isolata  scossa  a  Novara  di  Si- 
cilia (B). 

A  0^  52"  p.  circa  del  7  marzo  una  scossa  molto  forte  urtò  Lipari  (C)  : 
fa  essa  forte  a  Salina,  Naso  e  Milazzo  (C),  ove  causò  panico  gene- 
rale e  fa  più  o  meno  sensibilmente  avvertita  (C")  a  Zafferana,  a  Ran- 
dazzo,  a  S.  Stefano  di  Camastra  ed  a  Bagnara  Calabra.  Al  16  marzo, 
ad  !•*  38"  pom.,  circa,  un  terremoto  rovinoso  colpi  l'isola  di  Alicuri  (D) 
in  cui  fece  crollare  5  case  e  danneggiare  molte  altre,  causando  una 
vittitna  :  farono  pure  danneggiate  varie  case  a  Pilicuri  ed  a  Salina  (D*  ) 
Tale  scossa  fu  forte  (D'')  a  Lipari  ed  a  Stromboli  e  quasi  egualmente  in- 


tl892]  543 

(ensa  a  S.  Stefano  di  Camastra:  fa  eeosibile  (D'")  a  Castelbuono,  a 
Xovara  di  S.  ed  a  Milazzo  :  leggiera  a  Hilitello  Rosmarino.  Mirto, 
Ke^io  C,  Kandàzzo,  Bronte,  Messina,  Catania,  Cefalù,  Petralia  Sot- 
tana, ed  isolatamente  fa  sentita  anche  a  Mineo.  Ad  Alicari  e  Fiiicurl 
in  avvertita  una  replica  più  leggiera  5"  dopo  e  poi  in  24''  altre  8  a 
diversi  intervalli.  Noto  che  II  cratere  dello  Stromboli  in  quel  tempo 
non  presentò  variazioni  notevoli  nel  suo  dinamismo.  Nella  notte  18-19 
marzo  altre  due  scosse  a  Filicnri  che  probabilmente  corrispondono  a 
quelle  date  per  Alicnri  come  successe  nella  notte  19-20.  Nel  giorno  22 
nuovo  terremoto  ad  Alicnri.  Al  6  aprile  (7^  8"  p.)  da  pochi  in  Messina 
fa  avvertita  ana  leggiera  scosta  ondalatoria  (E). 

li  giorno  7  aprile,  a  4*  50"  ani.,  scossa  sentita  generalmente  a  Reggio 
(m)  :  meno  intensamente  a  Messina  e  leggermente  a  Sinopoli  ed  a  De- 
iianoaa  ;  alle  5"  56"  pom.  nn  nuovo  forte  terremoto  predominantemente 
sass..  colpi  Reggio:  fa  generalmente  sentito  a  Messina:  fa  forte  a  Si- 
nopoli, Delianova,  Valanidi  (F)  ;  sensibile  {?")  alle  Saline  di  Melilo  P,  S. 
a  Laganà,  a  S.  Alessio  e  Fiumana  d!  Maro  ;  leggiero  (F")  a  S.  Lo- 
renzo, Bagatadi  e  Bagnara  ;  passò  infine  inosservato  a  Gerace,  Citta- 
nova.  Polistena.  Gioia  e  Rizzlgoni. 

Secondo  il  Mercalll  (/  terr.  della  Calabria  merid.  ecc.,  pag.  185)  da 
cai  ò  tolte  parte  delle  notizie  riguardanti  queste  ultime  scosse,  a  Lam- 
pcri,  tra  Sinopoli  ed  Aspromonte,  sarebbero  state  avvertite  parecchie 
ticossc  ond.  nella  sera  del  6,  e  presso  questa  località  dovrebbe  trovarsi 
il  centro  del  fenomeno. 

Al  2  luglio  {i?-  ant.)  forte  scossa  a  Pizzo  ed  e  Monteleone  (G):  più 
o  meno  sensibilmente  avvertita  (G')  a  Filadelfla,  Maida,  Cortale,  Ga- 
spcrlna  e  Soriano  e  passata  inosservata  a  Brìadco ,  Soveria  ed  a 
Keroleto  ;  alle  7"  l.")"  ant.  della  stessa  giornata  replica  sensibile  a  Mon- 
teleone (H)  ed  alle  0"  5""  ant.  del  3  una  mediocre  a  Tiriolo  (I). 

Alle  9*'  30°"  pom.  del  4  luglio  forte  scossa  suss.  di  3*  a  duo  riprese 
a  Stromboli,  ove  recò  grande  panico  alla  popolazione  (L);  fti  an  po' 
meno  intensa  a  Milazzo  ed  a  Messina  (L');  mediocre  a  Nicotera  ed  a 
Tropea  e  le^iera  e  Gioia  T.,  a  Rogamo,  a  Cortale.  a  Briatìco  ed  a 
Reggio  C.  (L"). 

11217]    1892.  Aprile  giugno.  R«f;ione  Oirgtiica  (Foggia). 

VxjiKTm.  il.:  Sul  Urr.garganict  del  i»9?!  Sul  periodo  usai,   farganlco  ecc.;   Sull'attinta 
titm.  tifila  Capitanitta,  pati-.  31-35  (patr.) 


Del  periodo  sismico  che  nel  1892  afflisse  la  regione  garganica  nella 
seconda  memoria  sopraindicata  ò  presentato  uno  studio  particolareg- 
giato :  esporrò  solo  in  succinto  le  notizie  più  importanti  sullo  princi- 
pali scosse,  cui  servirà  di  dilucidazione  1'  unita  cartina  (flg.  85). 


I-- 


544 


[1892] 


Prima  scossa  (20  IV,  4^^  43™  p.  circa  t.  m.  R.)  —  Spiegò  la  sua  massima 
intensità  a  Mattinata  (A),  ove  si  ebbero  varie  fenditure  nelle  case:  fumoUc^ 
forte  (A*)  anche  a  Monte  Saraceno  ed  a  Vieste,  anzi  in  quest*  ultima  locolita 
qualche  vecchio  fabbricato  riportò  leggiere  lesioni.  Fu  sentita  (A'^)  in  qua!>i 
tutta  la  provincia  di  Foggia  ed  in  qualche  punto  di  quelle  di  Bari  e  di 
Potenza.  I  limiti  ove  essa  fu  sensibile  furono  :  Isole  Tremiti,  S.  Severo,  Bic- 
cari,  Troia,  Venosa,  Canosa  e  Bari.  La  massima  lunghezza  della  zona  scossa 
da  questa  città  alle  Tremiti  misura  Km.  155  circa. 

Seconda  scossa  (20  IV,  5*^  26-30™  p.)  —  L*area  di  scuotimento  (B")  è  iden 
tica  a  quella  precedente  :  nuove  lesioni  si  ebbero  a  Vieste  (B)  :  a  Monte  Sa- 
raceno e  Mattinata  fu  giudicata  meno  forte  della  prima  (B'),  al  contrario  a 
Vieste,  a  Venosa  ed  a  Biccari  :  notevolmente  maggiori  furono  pure  le  tracde 
date  dal  sismografo  Cecchi  a  Benevento. 


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FiG.  85. 

Terza  scossa  (20  IV,  5*»  40»  p.  circa)  —  Assai  sensibile  a  Vieste  e  leggiera 
a  Monte  Saraceno. 

Quarta  scossa  (20  IV,  TO'"  p.)  —  Leggiera  a  Monte  Saraceno  e  Mattinata. 
Circa  le  10*»  15"»  p.  ne  fu  sentita  una  lieve  a  Monte  Falcone  Valfortore,  ma 
dubito  che  si  tratti  di  un  fenomeno  locale. 

Quinta  scossa  (26  IV,  0^  50"  p.  circa)  —  Fu  forte  a  Vieste,  mediocre  a 
Monte  Saraceno,  sensibile  a  Canosa  e  leggerissima  a  Benevento. 

Sesta  scossa  (9  V,  5*»  a.)  —  Lieve  a  Foggia  ed  inosservata  nelle  località 
circostanti  (d). 

Settima  scossa  (15  V,  8^  a.  circa)  —  Abbastanza  forte  a  Monte  Saraceno  e 
lieve  a  Vico,  a  Peschici,  a  Vieste,  a  Monto  S.  Angelo,  a  S.  Marco  in  LamLs 
a  S.  Giovanni  Rotondo  od  a  Foggia. 

Ottava  scossa  (17  V,  8*»  3"  a.)  —  Lieve  a  Foggia  (rf). 

Nona  scossa  (1  VI,  1*»  45°»  a.)  —  Abbastanza  sensibile  ed  a  tre  riprese  alle 
Tremiti. 

Decima  scossa  (5  VI,  4*»  20"»  p.)  —  Sentita  a  S.  Giovanni  Rotondo  (e). 

Undecima  scossa  (6-7  VI,  11*»  30°»  p.  -  0*»  a.)  —  Leggiera  alle  Tremili,  a 
Vieste,  a  Monte  S.  Angelo  ed  a  Mattinata. 

Dodicesima  scossa  (7  VI,  0*»  28°»  ant.  circa)  —  La  maggiore  violenza  si 
manifestò  alle  Tremiti,  ove  determinò  lesioni  in  parecchi  muri  :  fu  intesa  in 
quasi  tutta  la  provine)^  di  Foggia,  in  parte  di  quelle  di  Bari  e  di  Campo- 


[1892]  545 

- —  ■  ■  ■■■111  ■■        ■■■         I.  i.fc 

trasso  e  si  estese  in  qualche  punto  della  Basilicata,  del  Chietino,  dell* Avel- 
linese, della  Terra  di  Lavoro.  La  maggior  lunghezza  dell'area  interessata 
dalle  onde  sensibili  alle  persone,  si  ebbe  lungo  la  costa  deir Adriatico  per 
un  tratto  di  circa  250  Km.  in  linea  retta  da  Vasto  al  confine  fra  le  Provincie 
di  Bari  e  di  Lecce  :  radiazioni  microsismiche  giunsero  a  Benevento,  Roma. 
Rocca  di  Papa  ed  a  Firenze.  L*  isosisma  leggiera  0)  nella  parte  meridionale 
è  molto  simile  a  quella  della  prima  scossa,  ad  eccezione  di  una  ristretta 
insenatura  a  Locorotondo  :  nella  parte  settentrionale  si  anno  due  prolunga- 
menti, uno  presso  Solmona  e  Taltro  ad  Isola  Liri,  Sora  ed  Arpino,  sedi  di 
importanti  manifestazioni  sismiche  corocentriche. 

Tredicesima  scossa  (7  VI,  5*»  a.)  —  Lieve  a  Rodi  Garganico  (a). 
Quattordicesima  scossa  (10  VI,  8**  a.)  —   Leggiera  a  San  Giovanni  Ro- 
tondo (e). 

QuituUcesimu  scossa  (12  VI,  IP  12"  p.)  —  Solo  avvertita  a  Vico  (b). 
Sedicesima  scossa  (16  VI,  4^  p.  circa)  —  Molto  forte  con  lesioni  a  Matti- 
nata :  tra  forte  e  mediocre  a  Vieste,  Monte  Saraceno,  Manfredonia,  Monte 
S-  Angelo,  Vico,  Torre  Miletto,  Cerignola,  Canosa,  Trani  ecc.  :  lieve  nel  resto 
del  Gargano,  a  Poggio  Imperiale,  '  ad  Apricena,  a  S.  Severo,  a  Lucerà,  ad 
Accadia,  a  Lavello,  a  Ruvo,  a  Bari  e  ad  Acquaviva  delle  Fonti. 

Diciasettesima  scossa  (16  VI,  5^  p.  circa)  --  Mediocre  a  Mattinata  e  Monte 
Saraceno,  e  lieve  a  Rodi  ed  a  S.  Giovanni  R. 

Diciottesima  scossa  (19  VI,  11^  30*»  p.;  —  La  zona  colpita  da  questo  ter- 
remoto stato  forte  a  Mattinata,  è  assai  ristretta  ;  fu  esso  sensibile  a  Vieste,  a 
S.  Giovanni  R.  ed  a  Foggia,  leggiero  a  Vico,  a  Cagnano,  a  S.  Nicandro  ed 
a  Trani,  p^issò  inosservato  alle  Tremiti. 

Diciannovesima  scossa  (21  VI,  11»»  15»  p.  circa)  —  Fu  assai  forte  a  Matti- 
nata, meno  a  Monte  Saraceno  e  sentita  mediocremente  a  Vieste,  Vico,  Ca- 
gnano, Monte  Sant'Angelo,  S.  Giovanni  Rot.  ^  Foggia. 

Ventesima  e  ventunesima  scossa  (22  VI,  0*»  30"  e  3*»  a.)  —  Leggiere  e  sen- 
tito solo  a  Vico  (b). 

[1218]    1S92.    Maggio  17.  Carpineti  (Emilia). 

Suppl.  al  Boll,  Meteor.,  N.  18  (15  luglio  1892). 

Verso  le  4*»  8"  ant.  del  17  maggio  una  scossa  molto  forte  colpi  Car- 
]>ineti  nel  Reggiano,  senza  arrecarvi  però  danni  rilevanti,  ma  solo  fa- 
condovi  aprire  piccole  lesioni  in  alcune  case.  Fu  forte  a  Marola  ed  a 
Sologno,  ove  incusse  un  po'  di  panico,  fece  scuotere  fortemente  i  mo- 
bili e  dare  qualche  tocco  ai  campanelli  ;  fu  mediocre  a  Pieve  Pelago, 
a  Castclnuovo  di  Garfagnana  ed  a  Massa  Carrara,  vale  a  dire  si  pro- 
pagò molto  più  intensamente  dal  lato  montuoso,  verso  mezzodì  :  fu 
lieve  a  Reggio,  Modena,  Fiorano,  Castellarano,  Pavullo,  Sestola,  Barga 
e  Trasilico  :  passò  inosservata  in  parecchie  localitii   circostanti  :  fu  in- 


'1)  Nella  cartina  con  e  è  Indicata  la  zona  molto  forte,  C  la  forte,  C"  la  mediocre  e 
C"  la  lieve. 

Baratta  Terrtmott  ec<%  3ó 


546  [1892] 

fine  indicata  dagli  etramenti  sismici  di  Bologna  (4'  8"  15*  a.)  e  di 
Firenze  {4"  8-  47-  a.).  A  Carpineti  a  10*  SO"  p.  del  giorno  16  alcuni 
affermano  di  aver  sentito  una  lieve  scoeea  preparatoria. 

[1219]    1892.    Giugno  24.  CUil    (Udine). 

Suppl.  al  Boll,  i/eteor.,  K.  7!>  (1S  agoeto  \9S), 

Al  22  giugno,  verso  le  IC"  pom.,  io  alcune  località  del  Frinii  lieve 
scossa  :  nella  notte  23-24,  a  ff"  20°"  ant.  circa,  nn  fortissimo  terremoto 
urtò  Clftut  (fig.  86  A),  ove  crollarono  alcuni  comignoli,  si  prodOBSero 
delle  screpolature  nei  muri,  alcuni  dei  quali,  già  in  cattivo  stato,  ven- 
nero a  cadere  :  a  Bai'cis  si  ebbero   varie  scrostature  e    fenditure  (À). 


Fio.  86. 

Tale  scossa  fti  forte  (A")  «Belluno,  a  Longarone,  a  Kanrls,  a  Haniago.  a 
Vivaro,  ad  Avianoed  aKarra  d'Alpogo  :  fu  mediocre  (A'")  ad  Auronzo, 
a  Cibiana,  a  S.Vito  Cadore,  a  Rocca  Pletore,  a  Felire,  a  6.  Giustina  B., 
a  Conegliano.  ad  Oderzo,  ad  Azzano,  a  Sesto  al  Kegbena,  a  Porlogruaro. 
a  S.  Giorgio  di  Nogaro.  a  Palmanova  ed  a  Trasaghis  :  fu  leggiera  (A"") 
nelle  altre  località  del  Friuli  e  del  Bellunese  poste  all'  infìiori  della 
lineii  clic  racchiude  i  paesi  ricordati,  la  quale  include  pure  Trieste. 
Rovigno,  Ceggia,  Follina,  Quero  ed  Arsiè.  Ora,  mentre  a  Vicenza 
passò  inosservata  alle  persone,  a  Schio  fu  abbastanza  sensibile  e  leg- 
giera a  Verona.  Nelle  località  più  colpite  fn  accompagnata  da  forte 
rombo  e  presentò  due  riprese.  A  Farra,  a  2"  4"  pom.  della  stessa  gior- 
nata, altra  sossa  che  caustì  del  panico  nella  popolazione, 


[1892]  647 

[1220]    1892.  Giugno  30.  Veronese. 

Suppì.  al  Boll.  Meteor.  N.  Tb  [15  agosto  1802). 

Continuano  le  scosse  nel  Veronese  ;  a  7**  15°  pom.  del  30  giugno 
Badia  Calavena  fu  colpita  da  un  nuovo  scuotimento  assai  forte  accom- 
pagnato da  cupo  rombo,  che  fece  aprire  nuovi  crepacci  nei  muri.  A 
Valli  dei  Signori  cadde  qualche  tegola.  Fu  sentito  in  molte  località 
del  Veronese  e  del  Vicentino.  Varie  altre  repliche,  fra  cui  una  forte  a 
Badia  C.  ad  11^  85°>  a.  circa  del  5  luglio  la  quale  fu  appena  avvertita 
a  Trei^ago. 

[1221]    1892.  Luglio.  Etna. 

Suppl,  al  Boll.  Meteor,  1892.  -  varli  luoghi. 

Abbiamo  visto  la  scossa  di  Stromboli  del  4  luglio  parlando  del  pe- 
riodo sismico  Eolico-Calabrese  del  1892  (N.  1217),  ora  aggiungerò  che 
al  7  luglio  (CH*  45"  - 1**  a.)   a   Reggio  secondo   il    Mercalli  (loc.  cit.)   si 
ebbe  nn  leggiero  tremito   passato   inosservato   alla   maggioranza  della 
popolazione.  Nel  di  susseguente  (8)  qualche  scossa  lieve  o  mediocre  a 
Biancavilla   e   Nicolosi  :    a   2^'  34<»  ant.  circa   del  9  una   fortissima   in 
tutto  r  imbasamento  del  vulcano  :  a  Zafiferana   (fig.  84  a)   si   screpola- 
rono degli  edifici  e  fu  abbattuto  qualche  muro  :   in   contrada   Calanna 
(a  Km.  2  V*  a  NW.  del  paese)   un   individuo   rimase   schiacciato   dai 
massi    staccatisi    dalle   alture    prossime  :   qualche   lieve    screpolatura 
si  determinò  pure  in  Giarre  ed  in  Riposto  :   la   scossa   fa   forte   (b)   a 
Linguaglossa,  a  Biancavilla  ed  a  Nicolosi,  i  cui   abitanti   uscirono   al- 
l'aperto spaventati  dal  forte  movimento  dei  mobili  e  dal  rintocco  delle 
campane  :  fu  mediocre  (cj  a  Castiglion  di  Sicilia,  a  Randazzo,  a  Bronte, 
ad  Ademò,   a   Paterno,   a   Belpasso,  a  Mascalucia,  a  Viagrande   ed  a 
Trecastagni  :  mentre  a  Catania  fu  indicata  dai  soli  strumenti,  a  Mineo 
invece  fu  avvertita  da  qualche  persona.  Da  quest'ora   fino   a   mezzodì 
frequenti  scuotimenti  tennero  agitato  il  suolo,  specialmente  a  Riposto, 
a  Belpasso  ed  in  altri  paesi  circumetnei,  finché  verso  1**  20°*   pom.   si 
squarciò  il  lato  meridionale  dell'  Etna  a  N.  del  teatro  eruttivo  del  1886. 
Durante   il   periodo   eruttivo   continuano   le  scosse,  le   maggiori  delle 
quali  furono  le  seguenti  : 

Luffiio  0)  IP  SO"»  p.,  molto  forte  a  Zafferana  -  H)  P  a.,  ivi,  una  fortis- 
sima che  apportò  alcune  lesione  ai  fabbricati  :  altre  due  simili  alla  prece- 
dente a  P  30™  e  2'»  45™  a.  -  iS)  a  Paterno  a  0»»  35™  ed  P  55™  a.  due  forti  ; 
a  8.  Maria  di  Licodia  a  T*  29™  a.  una  fortissima  che  danneggiò  qualche 
fabbricato  :  fu  più  o  meno  intensamente  intesa  in  tutto  il  perimetro  etneo  — 
Agosto  i)  2^25™  a.  circa  forte  a  Randazzo,  a  Linguaglossa  ed  a  S.  Venerila 
ecc.  -  'ij  3*»  31™  ant.  alla  cima  dell'  Etna  una  forte. 

Noto  poi  che  nelle  Eolie  si  ebbero  le  seguenti  scosse  : 

Agosto  7)  IO*»  32™  p.,  Stromboli  forte  scossa  :  panico  —  Settetnbre  5)  3^  e 


548  L1892] 

45"»  a.,  Filicuri,  una  forte  :  caduta  di  pezzetti  di   intonaco  —  Novembre  -é 
4h  2»,  6**  34™  a.,  Stromboli  due  lievi   in  coincidenza  di  forti  esplosioni  del 
vulcano. 

[1222]    1892.  Agosto  9.  Veronese. 

Suppl.  al  Boll.  Meteor.  N.  78  (1  ottobre  1892). 

Al  9  agosto  1892  una   scossa  fortissima  di   terremoto  colpi   nuova- 
mente il  Veronese,  estendendosi  per  quasi  tutto  il  Veneto  ed  in    parte 
del  Bresciano  :  fu  inoltre  sentita  in  qualche  località  dell'  Emilia  e  della 
provincia  di  Bergamo.  A  Badia  Calavena,  a  Cbiampo.  ad  Altissimo,  a 
Crespadoro,  a  Vestena,  a  S.  Piero  M.  ed  a  Selve  di  P.  fece  aprire  nuovi 
crepacci,  produrre  scrostamenti  nei  muri  e  cadere  qualche  fumaiuolo 
(fig.  86  B)  :  fu  forte  (B')  ad  Arsiero,  Fimon,  Zevio,  Verona,  Erbezzo  ecc.  : 
fu  mediocre  (B'')  in  buona  parte  dalla  provincia  di  Vicenza,  sulla    ri- 
viera veronese  del  Garda  e  anche  a  Salò,  ed  infine  fu  sentita   legger- 
mente (B'")  a  S.  Giustina,  Segusino,  Treviso,  S.  Dona  di  Piave,  Venezia^ 
Spinea,  Rovigo,  Ferrara,  Ficarolo,  Ceneselli,  Nogarole,  Castiglione  delle 
Stiviere,  Bergamo,  Lovere,  Rovereto,  ed  isolatamente  anche  a  Bologna. 
Noto   come   anche   in   questo  terremoto  V  isosisma  delimitante  la  zona 
interessata   dalle   onde   sensibili   forma   un   prolungamento  accentuato 
verso  il  Ferrarese.  La  massima  ampiezza  di   questa  zona   è   in  senso 
E-W  e  corre  da  Bergamo  a  S.  Dona  di  Piave,    per   una   lunghezza  di 
circa  220  Km.  ;  in  senso  S-N,  da  S.  Giustina  a  Ferrara,  misura  145  Km. 
circa,  includendo  Bologna  giungerebbe  a  quasi  190.  L' istante  del  prin- 
cipio  della   scossa   si   può   ritenere  8**  58-59"»    ant.  :  nell'area  centrale 
il   movimento   sismico   fu   suss.-ond.   di   3-4'   accompagnata   da  forte 
rombo. 

L1223J    1892.  Novembre  15-16.  Isola  di  Poiia. 

MERCAI.L1  G.  :  yole  geol.  e  sism.  sulle  isole  di  Ponza, 

Nei  giorni  15-16  novembre  replicate  scosse  misero  in  allarme  l' in- 
tera popolazione  dell'  isola  di  Ponza  :  non  arrecarono  però  danni  d' im- 
portanza, ma  solo  grande  timore  :  pare  però  che  già  in  uno  degli  ul- 
timi giorni  doU'ottobre  nella  parte  meridionale  dell'isola  fosse  stata  av- 
vertita una  scossa  molto  leggiera.  Ecco  in  transunto  le  notizie  fomite 
dal  Mercalli  nell'opera  citata  riguardante  tale  periodo  sismico.  La  prima 
leggiera  fu  avvertita  al  semaforo  a  7*"  25"  ant.  del  15  ;  un'altra  un  pò 
più  sensibile  a  7^  45'"  ant.  ed  una  terza  leggerissima  verso  1**  45"  p., 
queste  passarono  inosservate  alla  gran  maggioranza  degli  abitanti  di 
Ponza  e  non  furono  intese  fuori  dell'  isola.  Alle  IP  20~  pom.  della 
stessa  giornata  una  scossa  predominantemente  suss.  ed  in  parte  end, 
SW-NE   di   intensità   assai  maggiore  delle  precedenti,  venne  quasi  gè- 


[1892] 


649 


ueralmente  percepita  per  scricchiolio  di  imposte,  tintinnio  di  vetri  ecc.: 
quasi  tutta  la  popolazione  uscì  all'aperto  :  nessun  danno.  Fu  avvertita 
sensibilmente  al  Faro,  cioè  alFestremità  dell'  isola,  passò  inosservata 
ai  Forni  (parte  settentrionale)  e  nell'isola  Zanone  :  fu  leggermente  intesa 
a  Palmarola  ed  in  mare  da  una  barca,  a  30  Km.  circa  ad  W.  di  Ponza. 
fa  sentito  un  rombo  come  un  tuono.  Vergo  le  3*»  12"  ant.  del  giorno 
16,  preceduta  da  un  forte  sibilo,  in  tutta  Ponza  altra  scossa  alquanto 
più  forte  di  quella  delle  11*"  p.  del  15:  fu  essa  pure  suss.-ond.  ed  ab- 
bastanza lunga  :  nessun  danno  d' importanza,  eccetto  qualche  insigni- 
ficante lesione  e  caduta  di  varii  calcinacci.  Fu  sentita  con  quasi 
eguale  intensità  in  tutta  la  parte  meridionale  dell'  isola  (Ponza  città, 
Conti,  Scotti  Alti  e  Bassi,  Semaforo  e  Faro)  :  a  Forni  non  fu  general- 
mente  avvertita  :  fu  lieve  a  Zanone,  più  sensibile  a  Palmarola,    quivi 


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Pia.  88  (Da  Mbrcalli) 

anzi  forse  non  meno  che  a  Ponza  città,  giacché  si  staccarono  dei  massi 
dalle  roccie  a  picco  presso  la  <  Forcina  »  e  si  sfasciarono  alcuni  mu- 
ricciuoli  a  secco  :  fu  lieve  a  Vento  tene  :  non  si  propagò  in  alcun  punto 
del  continente,  solo  fu  registrata  dagli  apparecchi  sismici  di  Roma 
(3*»  12"  25*  a.  principio,  3**  12"  43'  a.  massimo)  e  di  Rocca  di  Papa. 

Alle  6**  10"  a.  altra  scossa  suss.  ond.,  che  a  Ponza  fu  mediocre  ma 
non  avvertita  da  tutti  :  passò  inosservata  a  Forni  ed  altrove.  Alle  8**  e 
50"  ant.  circa  nuova  commozione  che  urtò  la  parte  meridionale  del- 
l'isola:  fu  più  breve  e  poco  meno  intensa  di  quella  delle  3**  12°»  ant.  : 
la  sua  durata  fu  stimata  di  5-6*  :  venne  avvertita  leggermente  a  Forni  ; 
f^  abbastanza  sensibile  a  Palmarola  e  passò  inosservata  a  Zanone  :  in 
mare  presso  la  Punta  della  Guardia  a  S.  dell'  ìsola  una  barca  provò  un 
forte  urto ,  infine  pare  che  sia  stata  avvertita  lievemente  a  Ventoteno  : 
fu  registrata  dagli  apparecchi  sismici  di  Roma  (8**  51"  32*  princì- 
pio, 8"»  51"  46"  massimo)  e  di  Rocca  di  Papa.  Verso  le  0*»  10"  pora. 
altra  scossa  lieve  a  Ponza  ;  una  nuova  commozione  alquanto  più  sen- 
sibile, venne  avvertita  al  Faro  e  da  molte  persone  in  città  a  7*^  45"  p. 
ambedue  passarono  inosservate  ai  Forni,  però  la  seconda  pare  sia  stata 


650 


[1892] 


avvertita  debolmente  a  Yentotene.  Nella  mattina  del  17  in  Ponza  molti 
rombi  non  accompagnati  da  ecnotimento  sensibile  tranne  dne  volte  a 
7^  25"^  ed  a  11^  25"°  ant.  :  secondo  alcnni  sarebbe  avvenuta  una  scossa 
lieve  anche  verso  le  4**  ant.  Dal  17  novembre  all'  11  dicembre  nessuna 
scossa,  tranne  qualche  rombo  nella  notte  :  a  6**  8"  p.  delF  11  dicembre 
in  Ponza  nuova  scossa  con  forte  rombo,  non  generalmente  sentita:  Lo 
fu  però  da  qualche  persona  in  Zanone  :  passò  inosservata  al  Faro  di 
Ponza.  Molti  affermano  di  aver  sentito  nella  notte  11-12  diversi  rombi, 
ma  senza  scossa  e  qualche  persona  una  lieve  verso  le  9^  pom.  del  12. 

Nella  unita  cartina  (fig.  88)  è  delimitata  con  la  linea 1 l'area 

mesosismica  delle  scosse  15-16  XI,  e  con la  zona  isosismica 

sensibile. 

L1224]    1892.  Novembre  21.  Città  iì  Castello  (Perugia). 

Suppl.  al  Boll,  meteor.  ecc.  N.  81  (1  gennaio  1803). 

A  10^  pom.  circa  del  16  novembre  a  Città  di  Castello  una  leggiera 
scossa  :  a  0^  15  ant.  del  17  una  alquanto  forte  fece   destare   molti  :  fu 


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Fig.  89. 

seguita,  a  2^  ant.  da  lievissima  replica  :  pare  che  queste  scosse  siano 
state  locali  perchè  a  circa  1  Km.  dalla  città,  passarono  affatto  inosser- 
vate. Ad  8^  pom.  del  21  dello  stesso  mese  nuova  forte  suss.-ond  che 
fece  suonare  i  campanelli  e  indusse  molti  ad  abbandonare  le  case.  Gli 
abitanti  di  Fraccano  e  Caifirenze  furono  ì  maggiormente  allarmati  : 
nella  Chiesa  Parrocchiale  della  prima  di  tali  località  rovinò  il  campa- 


[1892  - 1893] 


551 


niie  e  la  chiesa  risenti  danni,  non  tanto  per  la  caduta  di  quello,  ma 
per  le  lesioni  inferte  a'  suoi  muri  principali  :  le  case  limitrofe  ebbero 
molti  camini  atterrati  (Area  mesosismica  fig.  89  A)  Questa  scossa  fu  assai 
sensibile  (C)  a  Selci,  8.  Giustino  ed  a  Citema  :  fu  lieve  (D)  a  Pieve 
S.  Stefano^  Anghiari,  8.  Sepolcro,  Cagli,  Cantiano,  Montone,  Monte- 
varchi ;  passò  inosservata  a  Verghereto,  Bibbiena,  Arezzo,  Umbertide 
e  Scheggia.  L'area  scossa  k  forma  elittica  :  da  Pieve  S.  Stefano  a 
Cantiano  misura  poco  più  di  50  Km. 

Ad  S^  15-25°"  pom.  replica  più  debole  e  qualche  altra  nella  notte 
21-22;  a  4^3"*  pom.  del  28  nuova  scossa  abbastanza  forte  che  alla**mò 
di  bel  nuovo  la  popolazione  di  Città  di  Castello  :  fu  lievemente  intesa 
ad  Anghiari  ed  a  8.  Giustino. 


[1225]    1892  93.  Dicembre  29  -  gennaio  9.  Romai^na. 

Suppl.  al  Boll,  metear.  ecc.  N.  82  (15  gennaio  1803)  e  N.  83  (1  febbraio). 

Alle  2'*  48«  pom.  del  29  dicembre  1892  a  Cascia  Valsenio,  a  Palaz- 
zuolo  di  R.,  a  Marradi  ed  in  diverse  località  circostanti  cominciarono 
a  sentirsi  delle  scosse  :  furono  leggere  a  Loiano,  Riolo,  Brisighella,  Por- 


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Fia.  90. 

lieo,  Borgo  8.  Lorenzo,  Scarperia,  Monghidoro  ecc.  (fig.  90A");  me- 
diocri (A')  a  Firenzuola,  a  Marradi,  a  Valnera,  Fontana,  S.  Godenzo, 
Vicchio  ecc.  mentre  a  Castel  del  Rio  (A)  fecero  cadere  alcuni  comignoli  ed 
aprire  varie  screpolature,  però  non  gravi,  in  qualche  casa  :  a  Monzuno 
detto  terremoto  causò  pure  delle  scrostature  nei  muri.  Per  tutta  la 
notte  29-30  repliche  a  brevissimi  intervalli.  Una  scossa  abbastanza  forte 
urtò  Marradi  a  9'»  11""  p.  del  29  (C)  ed  una  Firenzuola  a  3»»  21"*  ant. 
circa  del  30,(B).  A  7^  23""  a.  del  9  gennaio  1893  un  nuovo  scuotimento 


552 


[1893J 


fu  sentito  nella  Romagna,  ma  con  centro  diverso  :  a  Loiano  fu  molto  più 
intenso  dei  precedenti  (a)  :  riuscì  mediocre  (a*)  ad  Imola,  a  Fontana  Elice, 
a  Riolo  ed  a  Solarolo  :  l'area  entro  cui  fu  sensibile  (a")  trovasi  limitata  da 
una  linea  quasi  elittica  che  include  Baricella,  Bologna,  Castiglion  dei  Pe- 
poli,  Marradi,  Portico,  Faenza  e  Massa  Lombarda  :  a  S.  Pietro  in  Casale. 
Castel  Maggiore,  Vergato,  Porretta,  Scarperia,  Rocca  S.  Casclano,  Co- 
tignola  e  Lugo  passò  affatto  inosservato  :  isolatamente  però  fu  sentito 
a  Mirandola.  Questa  e  la  maggior  scossa  del  29  dicembre  furono  re- 
gistrate dagli  apparecchi  sismici  di  Firenze  e  di  Bologna. 


[1226]    1893.  Gennaio  25. 
Baratta  m.:  Sul  terr.  Lucano  del  25  gennaio  1893. 


Lieania. 


Questo  esteso  terremoto  fu  preceduto  da  qualche  scossa  preparatoria  : 
verso  le  2**  ant.  se  ne  ebbe  una  lieve  a  Volturara  Appula  :  alle  11*»  e 
50*°  ant.   circa  una   pure   leggiera  a   S.  Arsenio  ;  pochi  minuti  prima 


FiG.  91 

delle  12»»  merid.  una  suss.  a  Picerno  e  circa  a  (^  20°*  p.  una  ad  Alba- 
nella.  La  grande  scossa  delle  0^  21™  pom.  fu  sopratutto  intensa  in  pro- 
vincia di  Salerno  e  nei  limitrofi  paesi  della  Basilicata  :  si  estese  a 
S.  fino  a  Maratea,  quindi  pro^/edendo  verso  E.  fu  sentita  al  di  qua  di 
Corleto  Perticara,  Laurenzana  e  Trivigno,  località  in  provincia  di  Po- 
tenza ;  nelle  Puglie  i  limiti  sono  Andria,  Canosa,  Cerignola,  Ortanova,  e 
Foggia  :  verso  settentrione  Accadia,  Ariano,  Benevento,  Vitulano,  Capua, 
Trentola  :  dalla  parte  di  occidente  fu  commosso  V  intero  littorale  da 
Maratea  fin  oltre  Napoli,  V  isola  di  Procida  compresa  :  passò  però 
inosservato   ad   Ischia:  sotto   forma  microsismica  fu   registrato   dagli 


V 


■TW^ 


[1893]  653 

apparecchi  sismici  di  Velletri,  di  Rocca  di  Papa  (0**  22°  38"  p.  prin- 
cipio) e  di  Roma  (0**  22"  25*  p.  principio,  0»»  23"  20  p.  fase  massima). 

L'area  mesosismica  fortissima  (A)  comprende  Petina,  Auletta  e  Per- 
tosa,  neile  quali  si  ebbero  lesioni  più  o  meno  gravi.  L'andamento  delle 
isosisme  molto  forte  (con  qualche  lievissima  lesione  o  scrostatura), 
forte,  mediocre  e  lieve  è  rappresentata  dall'  unita  cartina  (ftg.  91)  da 
cui  risulta  che  la  zona  isosismica  molto  forte  (B)  à  forma  alquanto  ir- 
regolare, predominantemente  allungata  in  senso  SE-NW,  la  cui  massima 
lunghezza  raggiunge  circa  60  Km.  estendendosi  in  parte  lungo  il  corso 
del  Tanagro  ed  il  Vallo  di  Diano:  quella  forte  (C)  à  presso  a  poco  la 
stessa  forma,  ed  è  pure  allungatata  in  senso  NW-SE  :  dalla  parte  set- 
tentrionale è  più  estesa,  giacché  si  spinge  fino  a  Monterò,  a  Nocera  ed 
a  Salerno.  A  Montoro  ed  a  Capaccio  si  ebbero  due  notevoli  aumenti 
neir  intensità  che  causarono  qualche  lieve  lesione  ;  verso  S-SSW  forma 
un'  altra  espansione  spingendosi  l' isosisma  fino  ad  includere  Castel- 
labate  e  Vallo.  L' isosisma  mediocre  (D)  à  pure  una  forma  che  arieggia 
quelle  precedentemente  descritte  :  il  massimo  sviluppo  si  k  ancora 
verso  settentrione,  con  un  notevole  aumento  di  intensità  a  S.  Maria  di 
Capua  V.,  ove  il  movimento  del  suolo  produsse  qualche  lesione  nella 
sala  del  Tribunale.  La  zona  ìsosismica  leggiera  (E),  quantunque  an- 
ch'essa maggiormente  espansa  a  settentrione,  fa  un  notevole  rigonfia- 
mento lungo  la  linea  Andria-Foggia. 

Leggiero  fu  il  sussulto  anche  nella  zona  più  colpita  :  altrove  prevalse 
la  forma  ond.  :  la  durata  sensibile  del  movimento  sismico  fu  stimata 
da  4  ad  8". 

Pochi  minuti  dopo  la  gi*ande  scossa  lieve  replica  :  la  maggiore  di 
queste  avvenne  verso  le  11**  44"  ant.  del  28  gennaio:  questa  fa  forte 
specialmente  a  Polla,  fu  generalmente  avvertita  a  Laurino  ed  a  Sala 
ed  indicata  dagli  apparecchi  sismici  di  Benevento,  di  Rocca  di  Papa  e 
di  Roma  :  pare  però  che  in  questa  replica  il  centro  si  sia  spostato  un 
po'  più  a  mezzodì  di  quello  della  precedente,  posto  certamente  nel- 
l'area mesosismica  indicata. 

[1227]    1893.  Gennaio  29.  Stromìioli  (Eolie). 

Suj^pl.  al  Boli,  meteor.,  N.  85  (1  magerio  1H93). 

Alle  2**  10"  ant.  scossa  suss.  molto  forte  e  della  durata  di  pochi  se- 
condi che  generò  molto  panico  nella  popolazione,  la  quale  uscì  al- 
l'aperto :  fu  causata  da  una  violentissima  esplosione  del  vulcano. 

[1228]    1893.  Aprile  1.  Etna. 

SuppU  al  Boll  tneteor,  N.  86  [l  giugno  1803). 

Verso  le  7^  7"  e  7**  30"  ant.  del  1**  aprile   a  ZafTerana   due   scosse 


554 


[1893] 


assai  sensibili  ed  a  8**  8"^  a.  circa  altra,  ma  fortissima,  soss.  che  causò 
grande  panico  nella  popolazione,  la  quale  usci  all'aperto  :  nella  campa- 
gna rovinò  qualche  muro  a  secco  :  a  Viagrande  si  produsse  qualche 
lesione  nei  fabbricati  (fig.  92  a).  Questo  terremoto  scosse  quasi  tutta 
la  gran  massa  montuosa  dell'  Etna  :  fu  forte  a  Trecastagni  e  Nicolosi. 
mediocre  (b)  a  Giarre,  Randazzo,  Belpasso  e  Catania  :  fu  lievemente 
sentito  a  Biancavilla  ed  anche  a  Mineo. 

L'ora  data  da  Catania  come  principio  è  8^  8"  57*  ant.  circa. 


[1229]    1893.  Mante  Albuo  Elieoia  (Messina). 

SuppL  al  Boll.  meUor,  ecc.  N.  S7   (15  vi,  1808),  88  {1  VII),  89  [15  VI'),  90  (1  Vili),  91  (i5  Vili  , 
92  (1 IX),  91  (11 XI)  e  96  (1  XII)  -  Ricco  A.  :  La  lava  incand.  nel  craL  centr.  deilBlna  ecc. 

Circa  le  2**  16"  ant.  del  22  aprile,  preceduta  da  una  lieve  scossa 
sentita  circa  un  quarto  d'ora  prima  a  Patti,  terremoto  fortissimo  con 
gravi   lesioni   a   S.  Piero   Patti,  a  S.  Barbara,   a   Monte  Albano  E.,  a 


FiG.  92. 

Floresta,  a  Roccella,  ed  un  pò  minori  a  Basico,  Novara  di  S.  e  MaJ- 
vagna  (fig.  92  A).  Fu  molto  forte  (B)  a  Francavilla,  Lingua^lossa, 
Molo,  Randazzo,  Patti,  Furnari,  Tripi,  ecc.  ;  forte  (C)  ad  Oliveri,  Fal- 
cone, Castiglione,  Piedimonte,  Taormina,  Maletto,  Raccuia,  Lipari,  Ca- 
stroreale  e  Milazzo  :  mediocre  (D)  a  Filicuri,  Brente,  Biancavilla,  Giarre, 
Reggio,  Messina,  ed  infine  leggiero  a  Militello,  Zaffcrana,  Rosarno,  Ra- 
dicena  e  Cinquefondi  ;  fu  inoltre  isolat^imente  sentito  anche  a  Mineo. 

Circa  10"  dopo  due  altre  scosse  lievi  a  Patti.  Continuò  poi  un  in- 
tenso periodo  sismico,  le  cui  maggiori  riprese  avvennero  verso  le  4^  e 
20"  ant.  dello  stesso  22  aprile.  Tale  scossa  parve  che  a  Monte  Al- 
bano sia  stata  più  intensa  della  prima  e  si  propagò  quasi  come  la 
precedente  :  a  0^  53"  a.  del  23  altra  forte  specialmente  a  Linguaglossa. 
a  Taormina  ed   a   Brente  :   a   2''  52"  pom.  della  stessa  giornata  una 


[189S] 


555 


nuova  intensa  specie  a  Lingaaglossa,  a  Bronte,  a  Randazzo,  a  Taor- 
mina, a  Novara,  a  Roccella,  a  Montalbauo,  ed  a  Castiglione  ;  alle  3^  e 
47™  pom.  altra  molto  forte  a  Moio,  ed  alle  4**  40"  pom.  una  forte  a 
Patti  :  ivi  il  movimento  del  suolo  nel  pomeriggio  del  23  pare  sia  stato 
continuo:  al  25  aprile  a  10**  40"  ant.  una  forte  a  Bronte  ed  a  Ran- 
dazzo  ;  nel  28  a  6^  20°^  pom.  una  a  Filicuri  ed  alle  7^  pom.  una  molto 
sensibile  a  Linguaglossa.  Nel  2  maggio,  alle  11^  17"  ant.  circa,  scossa 
molto  forte  a  Novara,  forte  a  Patti,  a  Monte  Albano  ed  a  Tortorici. 
Nei  giorni  3-4  maggio  parecchie  a  Patti  ed  a  S.  Piero  Patti  :  al  6  una 
ad  Ustica  (di  cui  più  sotto)  :  alle  9*"  8"  ant.  del  7  una  assai  sen- 
sìbile a  Filicuri.  Alle  11^  ant.  circa  del  V  giugno  scossa  forte  a  Roc- 
cella,  a  Montalbano  ed  a  Patti  :  alle  3^  ant.  circa  del  3  giugno  altra 
molto  forte  a  Montalbano,  a  Naso  ed  a  Patti  :  a  9**  25"  ant.  deir  8 
forte  terremoto  a  S.  Piero  Patti  :  a  5**  30"  pom.  del  5  luglio  tre  ab- 
bastanza forti  a  Barcellona  :  a  5^  45"  ant.  del  7  una  fortissima  a  Roc- 
cella  Valdemone:  a  S^  50™  ant.  dell'  11  agosto  una  forte  a  Stromboli 
preceduta  da  violentissima  eruzione  c:l  infine  nel  25-26  settembre  due 
forti  a  Patti. 

Come  si  vede  forse  molte  volte  si  ebbe  a  verificare  spostamento  di 
centro  :  ma  la  prima  scossa  mostrò  il  suo  epicentro  presso  Montalbano  ; 
ivi  accaddero  i  maggiori  effetti  dinamici,  anche  tenuto  in  debito  conto 
la  natura  del  suolo  e  la  qualità  delle  costruzioni. 


fl230]    1893.  Maggio  11. 
Suppl.  al  Boll.  meUor.,  N.  83  (1  lugUo  1899). 


Ustica  (Palermo). 


Nel  mese  di  maggio,  mentre  perdurava,  benché  affievolita,  rattivit£\ 


VuMMb   IIV97 


FiG.  93. 

sismica  nei  pressi  di  Patti  e  di  Monte  Albano  Elicona,  l' isola  di  Ustica 
fa   spesse  volte  urtata  da  scosso  di  terremoto:  la  prima,  avvenuta  a 


556  [1893] 

2^  15"*  a.  circa  del  giorno  6,  fu  generalmente  intesa  in  tale  isola.  e«. 
avvertita  anche  da  pochi  a  Trapani  (ftg.  93  a),  mentre  passò  inosser- 
vata a  Paceco,  a  Palermo,  a  Castellamare  del  Golfo  e  nelle  isole  Eoìk. 

A  9^8"^  a.  del  7,  come  ò  già  detto,  terremoto  localizzato  alla  sola  Fi- 
licuri.  A  0*»  15°»  ant.  dell'  11  nuova  scossa  ad  Ustica,  seguita  ali-. 
3b  iQm  p^^  (ja  una  seconda,  ma  forte  e  da  tutti  intesa  con  panico  (A  : 
si  scossero  in  tale  occasione  le  imposte,  e  si  screpolarono  anche  al- 
cune pareti  dell'  edificio  semaforico.  Al  Capo  Gallo  ed  a  Monte  Peli*^'- 
grino  (BB)  fu  avvertita  generalmente  per  rumore  intenso  alle  porte  ed 
alle  finestre;  a  Palermo  (C)  non  fu  intesa  da  tutti,  ma  fece  fermare  ii  pen- 
dolo Mudge  di  quell'osservatorio,  ove  fu  stimata  ond.-suss.  ENE-WSW  : 
fu  pure  mediocre  a  Castelbuono  e  lieve  (DD)  a  Termini,  Carini,  Par- 
tinico,  Castellamare,  Monte  S.  Giuliano  ed  a  Trapani.  Alle  3**  24"  pom. 
della  stessa  giornata  ad  Ustica  forte  replica,  sentita  pure  intensamente 
a  Palermo  :  alle  3^  32™  p.  ad  Ustica  altra,  ma  debole,  passata  inavver- 
tita altrove,  ed  infine  alle  3**  49°  p.  una  terza  alquanto  forte  propaga- 
tasi fino  a  Palermo. 

[1231]    1893.  Giugno  14.  E^ir«. 

SuppL  al  Boll,  meteor.y  N.  91  (1  agosto  1893). 

A  7^  30°  a.  (t.  m.  R.)  terremoto  rovinoso  nell'Epiro  :  il  villaggio  di 
Chimara,  riportò  gravi  danni,  sofiersero  maggiormente  Cuce  (al  S.  di 
Valona)  ed  i  villaggi  del  circondario  di  Curvelles.  Questa  scossa  g: 
propagò  sensibilmente  nelle  Puglie  :  essa  fu  abbastanza  forte  ad  Otranto 
e  Lecce  ;  un  po'  meno  ad  Alessano  :  ove  non  arrecò  danni,  ma  mise 
in  allarme  la  popolazione  :  a  Nardo  la  campana  del  pubblico  orolo^' 
diede  qualche  tocco.  Fu  lieve  o  sensibile  a  Corate,  a  Canosa,  a  Ceglie, 
a  Francavilla,  a  Sava,  a  Copertino,  a  Calatone,  a  Parabita,  a  Taviano 
ed  al  Capo  di  S.  Maria  di  Leuca.  Il  movimento  sismico  nelle  località 
dianzi  citate  fu  solo  ond.,  a  due  riprese  e  della  durata  di  circa  3*  : 
sotto  forma  microsismica  fu  registrato  dagli  apparecchi  degli  Osserva- 
tori  di  tutta  Italia. 

[1232]    1893.  Agosto  2.  Montereale  (Aquila). 

Suppl.  al  Boll,  meteor.^  N.  93  {1  ottobre 


Un  terremoto  molto  forte  colpì  circa  le  2*  a.  Montereale,  produ- 
cendo qualche  fenditura  nelle  case  (area  mesosismica  fig.  94  a)  :  questa 
scossa  fu  forte  (h)  a  Capitignano,  Antrodoco,  Leonessa,  Arrone,  Scheg- 
gino, Spoleto  e  Cerreto  :  zona  che  k  forma  molto  irregolare,  e  predo- 
minantemente, rispetto  airepicentro,  sviluppata  verso  NW.  Neil'  unita 
cartina  è  tracciato  anche  V  andamento  delle  isosime  mediocre  (e)  o 
lieve   (d),  I  punti   estremi   dell'  area  scossa  dalla  parte  di  N.  e  di  W. 


( 


[1893] 


istano  circa  70-80  km.  da  Kontereale  :  dalle  altre  l' espansione  è  molto 
lìnore,  Bpccialmente  verso  E.  Questa  scossa  f\t  quasi  ovuoque  ond. 
ellH  durata  di  circa  4-5.*  A  Monteleone  dì  Spoleto  dalle  lO^'/t  P-  <iel 


V'Uf" '•'y"-\A  •'*^*!*— 


agosto  alle  2*  a.  del  giorno  2  furono  sentito  circa  15  scosee  ed  nna 
itina  a  Cascia:  le  ma^iori  con  qnalcbe  trasposizione  di  epicentro, 
)  però  a  2''  2"  ed  a  2''  43"  a.  del  2  agosto  stesso. 


[1233J    1893.  Agroste  10. 
iK.iTTA  u.:  Intono  ai  fcnom.  tt 


Hittiiiata  (Foggia). 

I.  att.  nella  penti.  Oargaalea  ecc. 


Dopo  II  periodo  sismico  dell'  aprile-giugno  1692  (N.  1217)  prescln- 
lendo  da  qualche  lieve  movimento  tellurico,  la  tranqaillitA  del  buoIo 
>arcva  ritornata  nella  regione  Garganica,  quando  sul  finire  del  giugno 
irt'JS  incominciarono  nel  pressi  di  M.  Saraceno  a  sentirsi  nuovamente, 
■on  una  intensità  e  con  un  crescendo  veramente  terribile,  nuove  scosse 
Va  le  quali  sono  da  ricordare  quelle  del  1»  (3"  30"  p.  circa)  e  del  27 
aglio  (4"  40™  p.  circa),  lo  quali  per  la  loro  intensità  causarono  non 
ievi  danni  all' edificio  semaforico  di  M.  Saraceno,  al  faro,  alla  vetusta 
>  solidissima  torre  del  Porto,  all'abitato  di  Mattinala  ed  alle  numerose 
-asc  rurali  di  cui  è  cosparsa  la  florida  pianura  che  ò  sottostante.  Verso 
e  ',)■>  óO'"  p.  del  10  agosto  una  nuova  scossa,  il  massimo  dei  massimi, 
iistruggcva  quasi  completamente  detto  paese  e  rovinava  quasi  tutti  i 
numerosi  ed  isolati  fabbricati  colonici  della  campagna.  Questa  scossa 
Tu  intesa  in  modo  sensibile  entro  un'  area  la  quale  comprende  la  in- 
Liora  penisola  garganica  e  sue  adiacenze  ed  è  estesa  maggiormente 
lunghesso   la  costa   adriatica  con   gli  estremi  a  S.  Salvo  (Chieti)  ed  a 


Rutìglìano  (Bari)  ;  oBservo  che  il  movimento  sismico  si  è 
n'tsai  più  sensibilmente  dalla  parte  di  mezzogiorno  che  ni 
onde  microsUroiche  giunsero  fino  a  Benevento,  Ischia,  Rocca 
Roma,  Lecce,  Padova  e  Pavia.  La  zona  centrale  o  meso 
estende  (flg.  95  BB')  dalia  Pnnta  Rossa  di  M.  Saraceno  alla 
l'orto,  e  comprenda  la  borgata  di  Mattinata,  la  piana  sottos 
relative  adiacenze.  Verso  la  marina  è  lunga  km.  5  circa,  de 
si  spinge  per  poco  meno  di  i  km.  entro  la  parte  Inferiore  ( 
del  Carbonara. 

L'area  isosismlca  rovinosa  (AA'),  ove  cioè  si  ebbero  sol 
rovine  di  ediScii,  è  concentrica  alla  precedente  e  verso  SSE.  gin 
Mattinatella  ;  la  molto  forte  o  forte  Inclade  (flg.  96  iA)  M.  S. 
ìfnnfVedonia  (')  e  si  spinge  fin  sotto  Vieste  :  la  mediocre  comp 
Vieste,  Rodi,  Peschici,  Vico,  Cagnano,  S.  Giovanni  Rot,  j 
Margherita  di  Savoia  ;  in  generale  nella  sua  parte  inferiore 
erica  alla  precedente,  ma  si  protrae  in  modo  sensibile  lango 
del  Barese,  facendo  una  piccola  insenatura  presso  Corato.  I 
ìsoaismica  leggera  (dd)  si  trovano  le  isole  Tremiti,  e  la  III 
delimita,  corre  vicino  n  8.  Severo,  Lucerà,  Bovino,  Accadia 
Spinazzola,  Gruma  Appula  ed  a  RutigUano. 

Nell'area  piil  intensamente  commossa  il  movimento  sismico 
25*,  e  risultò  composto  di  una  fase  sussuttoria  violentissima 
Unea,  cui  susseguirono  varie  ondulazioni  fortissime  :  In  quef 
ebbe  puro  Impressione  di  <  movimento  vorticoso  >  e  straordiE 
namerosi  furono  gli  esempi  di  oggetti  girati  sulla  propria  b 
isosisma  fortissima  la  fase  verticale  andò  rapidamente  dlmi 
intensità,  rimanendo  però  ben  poco  variati  gli  altri  elementi 
il  terremoto  fu  solo  mediocre  o  leggero,  fa  percepita,  salvo 
cczioni,  la  sola  ondulazione. 

Gli  effetti  dinamici  furono  assai  più  intensi  lungo  due  line 
esso  corre  lungo  il  golfo  di  ManfVedonla  (flg.  05  mn),  l'i 
valle  del  Carbonara  (pp')  :  riescirono  aopratutlo  disastrosi  alli 
Rossa  >.  Dallo  studio  particolareggiato  dei  fenomeni  t\ii  i 
collocare  l'epicentro  in  prossimità  di  tale  località  (oj,  ove  prc 
s' intersecano  i  due  assi  sismici  :  la  profondità  da  cui  prove 
pulso,  dedotta  dall'  angolo  di  emergi^nza  della  scossa,  rlsut 
f-t»  km.  circa. 

Dopo  ti  massimo  del    10  agosto  II  movimento  del  suolo  ; 


Ij  Nella  mia  memoria  Sulfaltlrira  ìì^hiIci  nella  Capitanala  a  puff.  36  [et 
dopo  la  parola  •  BfaUliiBt«lla  ■  a^glunttere  •  IsualaniFi  mollo  torte  Include 
iinimeseu  dal  UiMgrnro,  U.  variare  completamente  il  kdbo  del  periodo, 


560  [1894] 

di  M.  Saraceno  fa  quasi  continuo  :  anzi  dopo  tale  scossa  in  meno  di 
24^  si  poterono  contare  50  repliche. 

Nel  luglio  le  scosse  furono  giornaliere  ;  neir  agosto,  e  specialmento 
neir  ultima  decade,  si  mostrarono  ancora  numerose,  ma  però  in  one- 
rale assai  meno  frequenti  :  nel  settembre  ed  ottobre  divennero  più 
rare  :  nel  novembre,  poche  eccezioni  fatte,  regnò  calma  quasi  assoluta 
che  si  protrasse  fino  al  5  dicembre,  dal  qual  giorno  si  notò  un  aumento 
sia  rispetto  il  numero,  sia  per  l'intensità  delle  scosse  e  quindi  un  nuovo 
massimo  sismico  a  1^  20°"  p.  del  18  con  una  forte  scossa  che  a  Matti- 
nata causò  grande  panico  e  rese  necessario  lo  sgombro  di  due  case  già 
lesionate. 

Il  periodo  sismico  può  dirsi  terminato  nel  principio  della  seconda 
metà  del  gennaio  L894. 

[1234]    1803.  Ottobre  27.  Bellnese. 

Snppl.  al  Boll,  meteor.  N.  96  (15,  xil  1893). 

Alle  5^  31"*  p.  a  Longarone  ed  a  Farra  d'  Alpago  una  scossa  molto 
forte  (fig.  86  C)  produsse,  specialmente  nella  prima  località,  tremolìo 
di  grandi  oggetti,  suono  di  campanelli,  alcune  fenditure  nei  muri  e  la 
caduta  di  qualche  fumaiolo  ;  fu  forte  (C)  a  Cansiglio,  Barcis,  ed  tm 
po'  meno  forse  a  Ponte  nel!'  Alpi  :  riuscì  mediocre  (C")  nel  Cadore»  a 
Belluno,  a  Sospirolo,  a  Feltro,  a  Conegliano,  ad  Oderzo,  ad  Aviano.  a 
Claut  e  ad  Auronzo.  La  zona  entro  cui  fu  leggera  (C")  è  delimitau 
da  una  linea  includente  Verona,  Vicenza,  Estc,  Padova,  Mestre,  Porto 
gruaro,  Cordovado,  Gemona  e  Sappada. 

A  Longarone  la  scossa  fu  suss.-ond.  di  3*  :  nelle  altre  localitÀ   pre 
valse  la  forma  ondulatoria  e  fu  di  breve  durata. 

[1235]    1894.  (>)  Febbraio  9.  Veronese. 

Baratta  m.:  //  terr.  veron.  del  9  febbr.  i894. 

Nel  giorno  9  febbraio  un  nuovo  fortissimo  terremoto  colpi  il  vero- 
nese :  dall'  esame  dei  dati  e  dallo  studio  cartografico  si  vede  che  la 
zona  ove  fu  più  violenta  la  commozione  del  suolo,  si  estende  fra  l'Adige 
ed  il  torrente  Chiampo  :  infatti  la  scossa  fu  sentita  con  maggior  inten- 
sità a  Bosco  Chiesa  Nuova,  a  Velo  Veronese,  a  Badia  Calavena«  a 
Tregnago,  a  Crespadoro,  ecc.  ;  ivi,  per  effetto  del  brusco  movimento, 
si  produssero  varie  fenditure  nei  muri  dei  fabbricati.  Racchiudendo 
con  una  linea  tali  località,  veniamo  a  delimitare  V  area  meeosismio.^ 
(tìg.  86  D)  :  sono  pure  in  essa  compresi  gli  abitati  di  Selve  di  Progne  j 


(1)  Con  il  1  gennaio  1804  le  ore  sono  espresse  In  Tempo  mboiq  dell' ecropa  Centrale 
^  vengono  contate  da  una  mezzanotte  airaltra. 


[1894]  561 

e    di  Vestenanova,  nei   quali  però   la  BCOBsa  non  produsse  che  grande 
panico  nella  popolazione  eenza  alcuna  lesione  agli  edificii.  Quivi  il  mo- 
"vimento  del  buoIo  è  cominciato  con  un  energico  sasBUlto  per  terminare 
eoa  una  più  o  meno  complicata  ondulaz.  :  la  durata  totale  non  avrebbe 
ecceduto  1  3'  circa.  In  parecchie  località  uu  cupo  rombo  fii  contempo- 
ranco   alla   scossa  :  a   Chiampo   invece   su sseguen temente,   a  5'  1'  uu' 
tlall'altro,  furono  sentiti  due  forti  boati.  Nella  zona  isosismica  forte  (D 
dove,   cioè,  il  terremoto  fli  generalmente  inteso  con  spavento,  avcnd 
causato  tremolio  di  grandi  oggetti,  di  mobili,  suono  di  campanelli  ecc 
sono   compresi  Negrar,    Mezzane,    Montecchio,   Arzlgnano,  AltlBslmo 
Trisslno  ;  In   generale  quivi   la  scossa  è  stata  snss.-ond.  di  H*  :  quest 
nnova  zona,  quasi  concentrica  alla  precedente,  è  assai  ristretta  ed  u 
po'    più  espansa  dalla  parte  di  SW.  L' isosisma  che  racchiude  le  locj 
liti  ove  il  terremoto  è  stato  mediocre  (D"),  vale  a  dire  non  avvertii 
universalmente,  corre  da  Ala,  a  Ferrara  di  M.  Baldo,  a  Caprino  V, 
S.  Pietro  Inc.,   a  Verona,  a  Zevio,  a  Cucca,    a  Cologna  V,  a  Novent 
Vie,    a  Vicenza,    a  Thiene,    a  Schio   ed  a  Posina  ;  quivi  fu  percepit 
dai  sensi  od  una  sola  ondul.  od  un  moto  dapprima  predominante  ond. 
e    poi  brevemente   snss.,  di   durata   variabile   dai  3  ai  5.*  Infine    un 
linea  (D'")  passante  sopra  Belluno,  Aviano,  8.  Dona  di  Piave,  Venezia 
Chioggla,  Estc.  Legnago,  Sangninetto,  Desenzano,  Salò,  Vestono,  Rìv 
e  Trento  delimita  la  zona  di  leggero  scuotimento  :  però  con  tutta  prt 
habilitA  la  scossa  fu  pure  da  pochissime  persone  intesa  anche  a  Brescis 
l'avia  e  Bologna  rappresentano  punti  affatto  isolati  ove  la  commoztou 
si  rese  senaiblle  a  qualche  rara  pei-sona.  Radiazioni  microsismiche  gìur 
aero  inoltre  a  Piacenza  ed  a  Firenze. 

Considerando  l' ubicazione  dell'  area  più  violentemente  scossa,  v« 
diamo  che  con  tutta  probabilità  le  forze  endodinamiche  hanno  agit 
sulla  zona  Tregnago-Badla  Calavena,  vale  a  dire  sa  una  parte  d( 
rtidiante  urtato  dal  parossismo  del  giugno  1S91. 

Per  meglio  fissare  le  idee,  se  prendiamo  come  verticale  sismico  1 
punto  intermedio  fra  le  due  località  sopracitatc,  vediamo  die  la  scoss 
si  è  propagata  In  modo  molto  diverso,  giacché  i  punti  estremi  eh 
anno  segnalato  II  movimento  tellurico,  sono  assai  diversamente  dìstanl 
dal  supposto  epicentro:  abbiamo,  cioè,  a  N.  Trento  (km.  61);  a  NE 
Belluno  (km.  107)  ;  a  NNE.  Aviano  (128)  ;  ad  E.  San  Dona  di  P.  (110) 
Venezia  (92)  ;  a  SSE.  Chioggia  (95)  ;  a  SE.  Estc  (53)  ;  a  S.  Legnago 
Sangninetto  (45)  ;  ad  W.  Brescia  (73)  ed  a  WNW.  Vestonc  (f.2)  ;  bì  pu 
qnindi  dire  che  1'  area  sismica  commossa  si  estende  maggiormente  d 
IWE.  verso  NE.,  mentre  dalla  parte  di  8.  le  onde  sismiche  furon 
sensibili  allo  persone  —  eccezione  fatta  per  Bologna  {km.  115)  — 
distanze  assai  minori. 

BAium  Terrtmott  w^-.  36 


562  [1894] 

L' ora  della  scossa  air  epicentro  può  ritenersi  molto  prossima  a 
13^  48*°  circa  :  per  le  località  lontane  si  possono  ritenere  come  più  si- 
cure le  seguenti  : 

Padova    (Osserv.  Organo)  13»»  48»  5*    t.  m.  E.  C.  «  /  km.  50 

(Osserv.  Astr.)    13.49.  19  !2.i  j^     » 

Spinea  13.  48.  20  1 1  1  »    82 

Treviso  13.48.  30  tt  30»)  |  «  1  »    87 

Bologna  W.  48.  45  ^«2  \  »  ne 

Piacenza  13.50       (+  10»)  2  S  1  ^125 

Pavia  13. 49.  8  (±  IO»)  g  fe  »  163 

Firenze  13. 48.  7  (+  10*)  3  ^  \  »  1^ 

[1236]    1894.  Marzo  5.  Lecco  (Como). 

Baratta  m.:  Il  terremoto  di  Lecco  del  s  marzo  i894. 

Verso  le  22*»  14"  a  Castello,  Lecco  e  Ma^ianico  fu  sentita  univer- 
salmente una  breve  scossa  di  terremoto  che  sensibilmente  si  propagò 
a  Canzo,  a  Valmadrera,  a  Civate,  ad  Annone,  a  Merate,  a  Caprino  ed 
a  Pasturo  ed  isolatamente  fu  intesa  da  pochi  a  Monza.  L'area  entro  cui 
questo  scuotimento  fu  sensibile  à  forma  (fig.  72  B',  pag.  516)  pressoché 
elittica  con  V  asse  maggiore  disposto  in  senso  S-N.  circa  :  escludendo 
Monza,  località  ove  dubbiamente  oppure  —  come  ò  detto  —  in  modo 
affatto  isolato,  fu  avvertito  da  qualche  rarissima  persona,  la  massima 
lunghezza  della  zona  scossa  correrebbe  da  Merate  a  Pasturo,  che  in 
linea  retta  distano  circa  km.  30.  Castello,  Lecco  e  Maggianico  sono  i 
paesi  ove  con  maggior  intensità  fu  avvertito  il  movimento  del  suolo  : 
essi  sono  disposti  (B)  su  una  linea  di  4  km.  circa  di  lunghezza  che  corre 
in  senso  SE-NW  ;  quivi  la  scossa,  almeno  da  principio,  è  stata  decìsa- 
mente  suss.  I  massimi  effetti  si  ebbero  a  Maggianico  :  ivi  quelli  che 
erano  a  letto  furono  svegliati  e  dopo  la  scossa  principale  fu  avvertita 
anche  una  replica.  Presso  codesto  paese  io  sarei  proclive  a  collocare  il 
verticale  sismico,  il  cui  epicentro,  per  la  ristrettezza  dell'  area  scossa 
deve  trovarsi  a  piccola  profondità. 

[1237]    1894.  Marzo  16.  Isola  di  Pantelleria. 

Suppl.  al  Boll,  meteor.,  N.  103  (15  maggio  1894). 

A  4'*  32"*  una  scossa  suss.  con  rombi  causò  diverse  screpolature  al- 
l' edificio  semaforico. 

[1238]    1894.  Marzo  26.  Lesina  (Foggia). 

Baratta  m.  :  SuUa  attività  sism.  nella  Capitanata^  pag.  ar7-40  (estr.) 

Dal  concetto  generale  che  mi  sono  fatto  nella  visita  alle  località 
colpite,  e  dal  complesso  delle  notizie  raccolte  risulta  che  questo  terre- 


[1894] 


663 


moto  h  spiegato  la  sua  maesiina  violenza  a  Lesina  e  nel  tratto  di  costa 
prospiciente  l'abitato  di  detto  paese.  Nei  luog^tii  ove  gli  effetti  dinamici 
furono  maggiori,  nn  rombo  simile  ad  nna  profonda  detonazione  ac- 
compagnò la  scossa  principale  che  causò  molte  fenditure  nei  mnri  e 
nelle  volte  dello  case,  alcune  delle  quali,  gì&  in  cattivo  sti 
fenditure  ricevute,  si  dovettero  sgombrare  :  l' urto  sotten 
inoltre  cadere  parecchi  comignoli.  Le  scosse  sentite  furono  le 

SS  III)  S^iiO"  circa,  una  lieve  -  26)  0''5'"  scossa  fortissima  ( 
l""  30=  una  non  generalmente  avvertita  ;  2''  IS»  una  forte  pn 
rombo  :  &*■  circa,  una  sentita  quasi  da  tutti  ;  11''  30'°  una  lieve  - 
circa,  una  forte  -  30}  11"  30"°  una  scossa. 

I    danai  prodotti  ai  fabbricati  derivarono  unicamente  da 


Fio.  96. 
mento  delle  0"  5"  de)  26  marzo.  L'  area  scossa  da  questo  ter 
sulta  di  forma  semicircolare  confinando  a  settentrione  con  il 
zona  mcBOfiismica  comprendo  (flg.  ÌI6  A)  t'  abitato  di  Lesina 
Fortore  :  nell'isosisma  fortissima,  che  è  assai  ristretta,  sono  rac< 
Hipaltae  Po^io  Imperlale:  nella  mediocre  (CC)  S.  Nicandro, 
S.  Severo,  S.  Paolo.  Sen-a  Capriola  e  Chienti  :  nella  leggera 
gnano,  S.  Marco  In  Lamìs,  San  Giovanni  Kot.,  3.  Martino  ii 
Larino,  Porto  Cannone,  Campomarino  e  Termoli.  Tutte  le  z( 
nate  sono  concentriche  le  une  alle  altre  e  verso  N.  apert' 
r  ultima  si  perde  pure  a  mare  senza  racchiudere  le  Isole  Ti 
la  scossa  k  passata  inosservata.  Sulla  costa  ad  E.  della  Pi 
Pietre  Nere  si  aprirono  nella  sabbia  varie  cavità.  Il  centro 
meno  secondo  le  osservazioni  da  me  fatte,  deve  porsi  vicino 
e  con  ogni  probabilità  a  mare,  nei  pressi  della  Torre  Fortor 
I^a  grande  scossa  fu  registrata  poi  dagli  apparecchi  sìsmic 
(ff-S"  principio,  C  5"  15'  fase  massima,  0"  S-"  45™  flne)  e  di  S 
±  30"  principio,  ()»■  7"'  30*  fine). 


564 


[1894] 


[1239]    1894.  Maggrlo  28.  Vigpanello  (Basilicata). 

M.  Baratta  :  /(  ferr.  di  Viogianello  (Basilicata)  del  88  maggio  i894. 

Questo  terremoto  à  spiegata  la  sua  massima  intensità  in  una  zona 
assai  circoscritta  entro  cui  stanno  i  paesi  di  Vi^ianello,  Rotonda,  Ca- 
stelluccio  Inferiore  e  di  Episcopia  (fig.  97  A),  nelle  quali  località  si 
ebbero  varie  fenditure  più  o  meno  gravi  nei  fabbricati.  A  Viggianello. 
luogo  più  colpito,  rovinarono  5  case  già  fatiscenti  e  molte  altre  diven- 
nero inabitabili  :  questa  zona  (mesosismica)  k  forma  elittica  con  V  asse 
maggiore  (NNE-SSW)  lungo  km.  17  circa.  La  isosisma  fortissima  u 
molto   forte  (B),  cha  racchiude  le  località   ove  la  scossa  fu  universal- 


_^  Awtj;^    AcvoM* ^iji^-** 


ì 


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Scala  Vm 


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Vfer,* 

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3)/ 


FiG.  97. 

mente  intesa  con  panico,  suono  di  campanelli  e  qualche  lesione  com- 
prende Missanello,  S.  Arcangelo,  Castel  Saraceno,  Latronico,  Laino. 
Papasidero,  Orsomarso,  Verbicaro,  S.  Sosti,  Cerchiara  Calabra,  S-  Lo- 
renzo Bellizzi,  Alessandria  del  Carretto,  Terranova  di  Pollino,  S.  Co- 
stantino Albanese,  Noepoli,  S.  Giorgio  Lucano,  Teana,  Chiaramonte. 
Carbone,  S.  Arcangelo,  ecc.  :  in  complesso  quest'  area  —  in  cui,  ri- 
spetto alla  intensità,  si  risconti*ano  le  solite  eccezioni,  specialmente 
nella  sua  parte  posta  a  mezzodì  —  à  anch'  essa  forma  elittica  con 
r  asse  maggiore  fra  N-S  e  NNE-SSW  :  la  sua  massima  lunghezza,  da 
S.  Sosti  a  Missanello  misura  70  km.  circa.  La  zona  isosismica  me- 
diocre (C)  comprende  Guardia  Piemontese,  Bonitati,  Belvedere  Mar., 
S.  Agata  di  Esaro,  Roggiano  Gravina,  S.  Marco  Argentano,  Cerzeto. 
Spezzano   Albanese,   M.  Giordano,  Nocara,  Oriolo,   Kotondella,   Tursi, 


[1894]  565 

Montalbano  Jonico,  Craco,  Stigliano,  Corleto  e  Guardia  Pertìcara,  Vig- 
giano,  Monte  Murro,  Spinosa,  Saponara  di  Grumento,  Sarconi,  Lagonegro, 
Kivello,  Maraten,  Tortora,  Aieta,  Scalea,  Diamante,  ecc.  ;  dalla  parte 
di  SSW.  si  perde  a  mare.  Tale  area,  concentrica  alla  precedente,  à, 
come  questa,  forma  elittica,  con  V  asse  medesimamente  orientato  ;  il 
diametro  massimo,  fra  Fuscaldo  e  Stigliano  misura  km.  110  circa.  I 
limiti  compresi  dalla  isosisma  lieve  (D)  sono  il  Capo  Palinuro,  Laurino, 
Vietri  di  Potenza,  Trivigno,  Miglionico,  Laterza,  Castellaneta,  Mottola, 
Montemesola  e  Taranto  dalla  parte  settentrionale  ;  S.  Giorgio,  S.  De- 
metrio e  Bisignano  dalla  meridionale,  località  che  distano  da  Viggianello 
rispettivamente  km.  69,  74,  82,  69,  74,  94,  100,  107,  124,  112,  53, 
49  e  52  circa. 

Radiazioni  microsismiche  insensibili  alle  persone  furono  registrate 
dagli  apparecchi  sismici  dei  seguenti  Osservatorii,  che  da  Viggianello 
disiano  il  numero  di  km.  presso  indicato. 

Località  Principio  Massimo  Fine 

Portici  [147km]  21>»19»10»(t.m.E.c)  —  — 

Ischia  [198  »  ]  21. 12.  32  (dubbio)  21»»15™46«  a  21»»18»9»       incerto 

Mineo  [324  »]  21.16.30  —  — 

RtKxa  di  Papa  [347  »  ]  21 .  17. 18  21»^  17*»  30-  21»»  18'»  50* 

Roma  [368  »  ]  21. 15. 30  21. 18. 10  21. 21.  circa 

Siena  [539  »  1  21. 17. 45  21. 19. 45  21. 22.  15- 

Noto  che  i  dati  suesposti  appartengono  tutti  a  località  non  solo 
esteriori  alla  zona  più  violentemente  commossa,  ma  eziandio  a  quella 
entro  cui  è  stato  il  terremoto  sensibile  alle  persone. 

[12401    1894.  Luglio  29-agosto  3.  Isola  di  Salina  (Eolie). 

Baratta  m.:  Intorno  ai  recenti  fenom.  endog.  avv.  nella  reg.  etnea ^  pag.  4-5  (wtr.) 

Nel  maggio  26-27  scosse  frequenti  a  Stromboli  in  relazione  con  ri- 
prese di  attività  di  quel  vulcano.  Al  29  luglio  (4*»  16'")  lieve  terremoto 
a  Kandazzo  :  a  17^  5"  di  questa  giornata  movimento  del  suolo  abba- 
stanza sensibile  e  che  incusse  un  po'  di  panico  agli  abitanti  delle  bor- 
gate di  Salina.  Tale  scossa  però  deve  essere  stata  locale,  giacché  non 
risalta  sia  stata  avvertita  dalle  persone  nò  a  Lipari,  né  a  Filicuri,  e 
nemmeno,  sotto  forma  microsismica,  registrata  dagli  apparecchi  di  Ca- 
tania e  Mineo.  Al  V  agosto  (13*»  35"  circa)  una  nuova  scossa  ond.-suss. 
seguita  da  replica  colpi  la  stessa  isola  :  fu  più  forte  di  quella  del 
29  luglio  ed  intesa  generalmente  dagli  isolani,  molti  dei  quali  impauriti 
abbandonarono  le  proprie  abitazioni  :  fu  inoltre  sentita  assai  intensa- 
mente a  Filicuri  ed  anche  a  Lipari.  Durante  il  giorno  2  a  Salina  due 
altri  movimenti  del  suolo,   ma  di  poco   momento,  V  uno  a  7^  35'°  ed  a 


[1894] 


20''  circa  l' altro.  Perà  bisogna  notare  che  fra  il  giorno  2  e  =*,  ad  in- 
tervalli più  o  meno  lunghi,  parecchie  furono  le  OBcillazioni  del  bqoIo. 
avvertite  da  qualche  persona  :  a  ?■■  29"  del  3  nuova  scossa  che  pro- 
dusse al  semaforo  forte  tremolio  di  oggetti,  fece  spezzare  una  delle  ali 
dell'  albero  dei  segnali,  rompere  qualche  vetro  e  fermare  l' orologio 
dell'  tifficio. 


[1241]     1X94.  Agosto  7-8. 

A  U.:  op.  Clt.  -  Ricco  A.: 


Et»  (Catania).       | 
Breve  rtlaz.  tui  ttrr.  del  7  td  a  agosto  1S94  ecc.  ! 

Dopo  tina  tregua  di  parecchi  giorni  dai  terremoti  dì  Salina,  si  aprì 
una  nnova  fase  sismica,  le  cui  manifestazioni  ebbero  loro  sede  nella 
regione  etnea  :  devo  però  notare  che  il  periodo  piii  violento  di  questi 
terremoti  fa  preceduto  dal  risveglio  del  centro  sismico  di  Hineo.  ore, 
alle  8*  42"  30*  del  7  agosto,  fu  avvertito  un  lieve  movimento  snes.  per- 
fettamente locale.  La  prima  delle  due  violenti  scosse  accadde  a  13^  58' 


Fio.  98  (da  Ricco). 


del  giorno  7  :  essa  preparò  a  Zerbate,  Fieri,  Pisano  ecc.  le  rovine  che 
dovevano  avvenire  dopo,  per  effetto,  cioè,  dell'  altro  parossismo  :  tale 
scossa  fu  avvertita  quasi  generalmente  a  Nlcolosi,  a  Trecastagni  ecc. 
e  fu  iafìne  registrata  dagli  apparecchi  sismici  di  Mineo.  Nella  regione 
più  violentemente  commossa  parecchie  repliche,  fra  le  quali  sono  da 
ricordarsi  quelle  avvenute  a  23"  4™  e  2Z^  50"  del  giorno  7  ed  a  2"  -13' 
dell'  8  agosto.  A  6"  t6"  di  questa  giornata  nuovo  violentissimo  terre- 
moto che  abbattè  molte  case  causando  la  morte  a  parec<'hie  persone. 
L'  area  mesosismica,  lunga  circa  5  km.  e  larga  1  '/r^.  *  (fig-  98  A) 
la  forma  di  un  disse  con  l'asse  maggiore  in  senso  NW-SE.  e  comprende 
le  borgate  di  Fieri,  Pisano,  Siiacchiere  e  Zerbate,  ove  molte  case  fUrono 
completamente  diroccate,  altre  gravemente  lesionate  o  demolite  in  parte. 
La  zona  delle  gl'avi  fenditure  (B)  à  pure  eguale  forma  ed  orientazione  : 
parto  essa  dalla  base  del  M.  Pricoco,  sì  estende  nella  regione  Cavotia. 
comprende  Saro  e  si  prolunga  Ano  alia  Fossazza.  Nella  zona  Isosismica 
fortissima  stanno  Civita,  Bonglardo,  S.  Venerina  e  Carico  :  verso  SE.  va 
tino  ad  Acireale.  I>a   zona  ove   11  terremoto  SU  generalmente  avvertito 


[1894]  567 

per  movimento  di  mobili,  per  oscillazione  di  lampade,  ecc.  comprende 
Riposto,  GiarrCy  Zafferana,  Trecastagni,  Nicolosi,  Aci  S.  Antonio,  ecc.  : 
dalla  parte  S.  arriva  fino  quasi  a  Catania  :  tale  zona  nella  parte  orien- 
tale resta  aperta  a  mare  :  quella  entro  terra  à  forma  elittica  con  il 
diametro  lungo  la  costa  di  km.  26  circa.  L' ultima  zona  che  si  può 
delimitare  è  quella  che  comprende  i  paesi  di  Linguaglossa,  di  Ran- 
dazzo,  di  Biancavilla,  di  Paterno,  di  Belpasso,  ecc.,  nei  quali  il  terre- 
moto non  è  stato  generalmente  inteso  :  essa  interessa  T  intero  imbasa- 
mento etneo.  Quantunque  una  parte  di  essa  cada  a  mare,  tuttavia  si 
vede  che  accenna  alla  forma  di  elisse,  con  V  asse  maggiore  disposto 
come  quello  dell'  area  mesosismica.  Però  è  necessario  osservare  che  a 
Mineo  ed  a  Noto  la  scossa  isolatamente  è  stata  pure  avvertita  da  qualche 
individuo  allo  stato  di  qxdete.  Trattandosi  di  terremoti  avvenuti  nel- 
r  intervallo  di  poche  ore  è  difficile  il  poter  precisare  se  i  due  scuoti- 
menti abbiano  avuto  un  identico  centro,  oppure  se  con  la  seconda 
concussione  esso  si  sia  spostato. 

Dopo  le  due  accennate  scosse  continuarono  a  sentirsi,  specialmente 
nella  zona  mesosismica,  parecchie  repliche  e  si  ridestarono  pure  altri 
centri  sismici. 

[1242]    1894.  Ottobre  17.  Livelli  (Pavia)? 

Babatta  m.;  Sul  terr.  vogherese  del  n  ottobre  1894  ecc. 

A  Livelli  di  Bagnarla,  alle  ore  5.17,  una  scossa  molto  forte  ond.  a 

2  riprese,  a  15*  circa  d' intervallo  e  della  durata  totale  di  30*,  oltre  a 

tremolìo  di  mobili,  produsse  lievi  lesioni  a  qualche  vecchia  casa.  Questo 

terremoto  (tìg.  33,  pag.  358,  I)  fu  sensibile  alle  persone  entro  un'  area 

elittica  con  V  asse  maggiore  disposto  fra  N-S.  e  NNW.-SSE.  :  la  inassima 

lunghezza  della  ^ona  si  à  fra  Bobbio  e  Voghera  (40  km.  circa).  Livelli  fu 

il  paese  ove  il  movimento  del  suolo  è  stato  più  intenso  che  non  altrove  : 

ivi   venne  pure   sentito   qualche   altro   scuotimento,  però  assai  lieve, 

nella   notte   precedente  al   giorno   17  :  presso   tale  località,  ò  collocato 

il  centro   sismico  :  a  partire   da  questo  punto  le  ondulazioni  sismiche 

sono  andate  estinguendosi  assai  più  rapidamente  dalla  parte  di  S.  cìie 

non   da  N.,  ove    pare   non   abbiano   oltrepassato   il   limite  della  zona 

collinesca  di  Voghera,  Casteggio  e  Broni. 

[1243]    1894.  Novembre  16.  Calabria. 

Babatta  m.  :  l  terr.  di  Calabria  ;  Il  terr.  Calabro  siculo  ecc.  -  Mkrcalli  O.  :  7  terr.  della 
Cai.  ecc.,  imfiT.   22K-55  (1). 

La  scossa  disastrosa,  avvenuta  in  Calabria  verso  le  18*»  52  del  16  no- 
vembre (*),  fu  preceduta  da  diversi  piccoli  scuotimenti  preparatori  av- 


11}  per  questo  terremoto  ò  seguito  il  beUlaslmo  studio  del  prof,  ifercalli  sopra  citato. 


568 


[1894] 


vcrtiti  qoJl  e  là:  durante  Io  steeso  giorno  16  furono  sentite  in  inti^ 
1'  area  maggiormente  colpita  dal  paroesismo  tre  scosse,  la  1'  a  6*  13». 
la  2»  verso  mezzodì,  la  3»  verso  le  18."  La  acoasa  dìsaatrosa  a  Messina 
ed  a  Catania  ragginnee  la  sua  massima  intensità  a  18^52"  e  rUnltò  di 
2-3  riprese  ben  individuate  si  vicino  che  lontano  dal  centro  del  terre- 
moto :  tali  fasi  non  solo  si  distinsero  per  la  loro  diversità  nella  inten- 
sità, ma  anche  per  la  forma  del  moto  :  nella  1'  prevalse  la  componente 
orizzontale,  nella  2*  la  verticale,  nella  3*  1'  orizzontale  in  varie  diny 
zioni  :  il  massimo  pare  sia  stato  nel  mezzo  della  dnrata,  in  corrispon 
denza,  cio6,  col  massimo  della  verticale. 

I   paesi  seriamente   danneggiati  si    trovano  posti  sol  versante  nord 


Fio.  99. 


occidentale  dell'  Aspromonte,  cioè  nell'  alta  valle  del  Petrace  e  sulla 
costa  tirrenica  tra  il  Capo  del  Pezzo  e  Palmi.  Entro  1'  area  indicata 
il  terremoto  fu  disastroso  o  rovinoso  :  complessivamente  si  ebbero  a  de- 
plorare 96  morti  e  800  feriti  distribuiti  in  14  paesi.  La  zona  mesosismica 
disastrosa  è  delimitata  (tìg.  99  A)  da  una  curva  alquanto  irregolare  ed 
estesa  maggiormente  nel  senso  di  un  parallelo,  avendo  circa  10  km, 
N-S.  tra  Palmi  e  S.  Cristina:  essa  comprende  oltre  questi  paesi  Ba- 
gnara  con  Solano,  Seminata,  S.  Procopio  e  Castellaci  d'  Oppido. 

L'  area  rovinosa  (B)  pare  non  abbia  oltrepassato  Villa  S.  Giovanni 
a  S.  e  Gioia  Tauro  a  N.  :  però  presenta  una  deviazione  notevole  verso 
Kosarno.  mentre  il  terremoto  fu  solo  fortissimo  nella  sua  frazione 
S.  Ferdinando  ed  a  Cinquefondi,  a  Folistena,  a  S.  Giorgio  Horgeto  ed 


[1894]  569 

n,  CittanoTA.  A  Gioia  Tauro  vi  fii  qualche  ferito,  ma  i  danni  alle  case 
non  furono  gravi.  La  scossa  fu  rovinosa  ad  Oppido,  Lubrichi,  Delia- 
nova.  Sinopoli,  CoBoleto,  Helicuccft  S.  Anna  di  Seminara.  Al  limite 
dell'area  rovinosa  stanno  Villa  S.  Giovanni,  Catona,  S.  Alessio  d'Aspro- 
monte, Piati,  Radicena  e  Rizzì^ni  ;  Scilla  sofM  poco. 

Il  terremoto  fa  fortissimo  o  quasi  —  ossia  cagionò  lesiot 
alle  case,  ma  per  lo  piCi  leggere  od  almeno  non  tali  da  ren 
liitabili  —  a  (C)  Messina  Ganzirri,  Forte  Spuria,  Villa  S. 
Campo  di  Calabria.  Reggio,  Gallina.  Polistena,  Cinquefrond 
Rometta  e  nell'  isola  di  Stromboli.  Gravi  danni  sì  ebbero  p 
geologiche  a  Stefanaconl,  Trìpami  ed  a  S.  Onofrio;  pochi 
Vena,  Pizzo  e  Monteleone. 

Nella  zona  molto  forte  (D),  ove  cioè  la  scossa  causò  lesioi 
leggere  o  qualcuna  grave  sporadica  in  edifici  già  lesionati,  : 
presi  Cittanova,  8.  Giorgio  Morgeto,  Mammola,  Canolo,  Serra 
Monteleone,  Pizzo,  Briatico,  Pizzonl.  Potenzoni,  Zungri,  Mai 
labro.  Candidoni,  Borgia,  Maida,  Gerace  Superiore,  Sidemc 
Roccella  Jonica,  Caraffa,  Vena  Snp.  ed  Inferiore,  S.  Caloj 
Nel  circondario  dì  Reggio  il  terremoto  fu  molto  forte  a  £ 
Montebello  Jonlco,  Roccaforte  ed  in  Sicilia  a  Milazzo,  Rocce 
mone,  Saponara-Villafrancia,  Monteforte  S.  Giorgio,  Itala,  S. 
Riva,  LingtiagloBsa,  Kandazzo  e  Brente.  A  Melilli,  Mineo  e  ] 
torse  per  ragioni  locali,  si  ebbe  pure  qualche  lesione  negli  e 

li  terremoto  diminuì  rapidamente  d' intensità  verso  il  Jon 
.1  Capo  dell'Armi,  a  Capo  Spartlvento,  Melito  P.  Salvo,  G 
<lerno  Marina,  Stilo,  ecc.  non  superò  il  grado  di  forte  (E), 
produsse  lesioni  neppure  lievi.  Verso  N.  l' isosisma  forte  coi 
circondari  dì  Nicastro  e  di  Catanzaro.  Si  deve  notare  che  a 
Cortale  ed  a  Borgia  cagionò  qualche  leggera  fenditura  e  che  a 
fu  inteso  con  spavento  ;  invece  a  Cotrone  la  scossa  principale 
tita  solo  leggermente  e  le  altre  passarono  inosservate.  In  SiciI 
moto  fu  forte  fino  a  Patti  e  circondario,  a  Catania,  Paterno, 
Caltagirone,  Vizzini,  Sortìno,  Licodla  Eubca,  ecc.  e  rinforzò 
punti  del  circondario  di  Caltagirone  come  Ò  più  sopra  detto. 

L'intensità  della  scossa  fu  mediocre  (P)  nel  circondario  d: 
e  nella  parte  più  meridionale  della  Sicilia,  a  Siracusa,  a  Noto 
infine  fu  leggera  (G)  ed  avvertita  da  pochi  Ano  a  Licata 
lermo  :  pare  sia  passata  inosservata  nella  parte  più  occidei 
Sicilia.  Verso  nord,  ossia  nel  continente,  l'Intensità  dimin 
mente  :  Infatti  a  Scigliano  ed  a  S.  Giovanni  in  Flore  ed 
circondario  di  Cosenza  fu  mediocre  o  sensibile.  A  Mormanno  I 
e  pare  sia  questa  locatità  il  limite  settentrionale  nella  Calab 


570  [1894] 

vi  fa  però  un  notevole  rinforzo  di  intensità  nella  Basilicata  8ad-oc<!;ì- 
dentale,  cioè  a  Lagonegro,  a  Lauria  ed  a  Montemorro.  Gli  nltìmì 
punti  dove  il  terremoto  fh  inteso  dalle  persone  in  modo  leggerissimo 
sono  Malori  (Salerno)  e  Pomarico  (Potenza). 

Più  lontano  segnalarono  il  passaggio  dell'  onda  i  delicati  stramenti 
sismici  di  Portici,  Ischia,  Benevento,  Rocca  di  Papa,  Roma,  Siena, 
Pavia  ed  anche  quelli  di  Nicolaiew  in  Russia; 

Messina  18*»  52"  O»  [±  qualche  sec.]  (ora  d' arresto  del  pendolo  dell'  Os- 
servatorio). 

Catania  18»»  48™  5a«  (principio)  ;  \8^  51"  1-52»  (fiase  massima). 

Ischia  18*»  53"  (principio). 

Roma  18*»52°25»  (principio). 

Rocca  di  Papa  18*'53"5»  (principio). 

Siena  18*» te»  (principio):  18*»57«»30*  (massimo). 

Pavia  18*» 55"» 45»  (principio):  19^0"  13»  (fine). 

Dallo  studio  della  direzione  che  k  avuta  la  scossa  e  dalla  costruzione 
cartografica,  il  Mercalli  conclude  che  buon  numero  di  queste  direzioni 
si  riuniscono  sul  versante  nord-occidentale  di  Montalto  d'  Aspromonte, 
tra  Piati  e  Delianova,  e  tra  esse  vi  sono  quelle  che  per  Messina,  Se- 
minara,  Oppido  e  per  altre  località  corrispondono  alla  prima  fase  della 
scossa.  Ma  un  numero  pure  ragguardevole  di  direzioni  s' incrociano  in 
mare  tra  Palmi  e  il  Capo  Pelerò,  a  pochi  chilometri  dalla  costa.  Parve 
adunque  al  Mercalli  che  le  due  fasi  principali  di  cui  è  risultata  la 
scossa  disastrosa  del  16  novembre  abbiano  avuto  due  epicentri  distinti, 
cioè  la  prima  sul  versante  occidentale  deirAspromonte,  tra  S.  Cristina 
e  Delianova,  la  seconda  nel  mare  di  Palmi. 

La  scossa  irraggiata  da  questo  secondo  epicentro  sarebbe  stata  più 
intensa  della  prima. 

Per  il  terremoto  disastroso  del  16  novembre  in  molti  luoghi  le  acqne 
sorgive  subirono  alterazioni  temporanee,  si  verificarono  spaccature  ed 
abbassamenti  locali  :  il  mare  alla  spiaggia  non  presentò  alcun  fenomeno 
degno  di  menzione. 

Dopo  la  grande  scossa  delle  18*»  52»»  seguirono  numerose  repliche  in 
tutta  Tarea  più  danneggiata  ;  in  alcune  località  nella  notte  16-17  se  ne 
contarono  fino  40-60:  le  principali  furono  sette,  cioè  quelle  avvenute 
a  20*»  circa,  21*^  15"»,  23*»  7"  e  23*»  34°»  del  16  ;  ad  1*»  45"»  circa,  3*»  35°»,  e  7*» 
circa  del  17.  La  maggiore  delle  quali  fu  la  quarta,  ossia  quella  sentita 
a  23**  34™  (del  16).  Quelle  seguite  dal  18  novembre  a  tutto  il  1895  fu- 
rono 168,  nessuna  delle  quali  può  essere  paragonata  per  intensità  alle 
scosse  del  16  novembre  ;  sei  sole  raggiunsero  una  intensità  tra  il  grado 
molto  forte  o  fortissimo  e  sono  le  seguenti  :  23*»  34°»,  16  XI  94  ;  17**  8'", 
9  XII  ;  19*»  7"»,  20  1 1895  ;  23*»  31«»,  IO  II  ;  18*»  44»,  26  VII  e  17»»  33"»,  18  XI. 


[1894]  571 

Distribuendo  per  mesi  le  sopra  indicate  repliche  si  ottengono  i  se- 
guenti risaltati,  dai  quali  si  rileva  che  il  periodo  sismico  non  cessò 
bruscamente,  ma  andò  spegnendosi  a  poco  a  poco. 

Mesi    I      II   III    IV     V    VI  VII  VII  IX    X    XI  XII 

1894  —    —    —    —    —    —     —    —    —    —    33    21    scosse 

1895  53     13    25     12    —      4      7     —      4      6      2     —        > 

[1244]    1894.  Novembre  27.  Breseiano. 

Baratta  m.:  Il  terr.  sent.  in  Lombardia  il  i7  novembre  i894  ecc. 

La  zona  mesosismica  di  questo  terremoto  si  estende  nel  territorio 
sottostante  al  lago  d'Iseo  (fig.  21,  pag.  315,  A):  à  forma  quasi  circo- 
lare con  il  diametro  di  circa  25  Km.  e  comprende  Brescia,  Nave,  Adro, 
Chiari,  Provezze,  Rodengo,  Iseo,  Ome  ecc.  :  quivi  il  movimento  del 
suolo  à  causato  varie  lesioni  ai  fabbricati  e  determinata  la  caduta  di 
pochi  comignoli,  di  alcuni  pezzi  di  cornicione  e  di  soffitti  e  della  parte 
terminale  di  qualche  muro.  In  tale  zona  si  riscontrano  però  alcune  lo- 
calità, quali^  per  esempio,  Rovereto  ed  Ospitaletto  che  rimasero  Immuni 
da  ogni  e  qualunque  minimo  danno.  Al  di  ftiori  di  quest'area  lo  scuo- 
timento si  è  propagato  abbastanza  regolarmente  giacché  la  intensità 
degli  effetti  diminuisce  sempre  più  di  mano  in  mano  che  ci  allonta- 
niamo dall'area  precedentemente  nominata. 

La  scossa  è  stata  forte  (B),  cioè  à  determinato  il  risveglio  generale 
degli  abitanti,  l'arresto  d'orologi,  l'abbandono  delle  abitazioni  per  parte 
di  molti  in  Grumello  del  Monte,  Soncino,  Orzinovi,  Cizzago,  Bagnolo 
e  Manerbio  Mella.  Desenzano,  Salò  e  dintorni,  Iseo,  Gardone,  Lavenone, 
Pisogne. 

Nella  zona  isosismica  mediocre  (C)  sono  racchiusi  elusone.  Lecco, 
Correnno  Plinio,  Dongo,  Bemate,  Treviglio,  Martinengo,  Lodi,  Soncino, 
Ticengo,  Castel  Visconti,  Verolanuova,  Mosio,  Bozzolo,  Medole,  Solfe- 
rino, Sermione  colla  sponda  veronese  del  Garda,  Verona,  Ficarolo,  Stlcnta, 
Bondeno,  Ferrara,  Cologna,  Bassano,  Arsiè,  Feltre,  Roveredo,  Trento, 
Edolo  e  le  località  intermedie  :  di  notevole  riscontriamo  il  profondo  spe- 
rone che  si  protende  nel  Ferrarese,  quello  meno  accentuato  che  si 
spinge  fino  a  Bassano  e  Feltre,  l'altro  che  corre  sul  ramo  di  Lecco  e 
sulla  parte  superiore  del  lago  di  Como.  Oltre  a  ciò  si  notarono  aumenti 
di  intensità  a  Verona,  a  Lonigo,  a  Barbarano,  a  Corenno  Plinio  ed  a 
Lodi,  ove  la  scossa  fa  stimata  come  forte. 

Infine  la  linea  isosismica  che  delimita  la  regione  ove  il  terremoto 
fu  lieve,  passa  (D)  sotto  Bormio,  comprende  Chiavenna,  Varzo,  Domo- 
dossola, Scopello,  Oropa,  Biella,  include  Vigevano,  Garlasco,  Pavia, 
Stradella  e  l'Oltrepò  Pavese,  quindi  Piacenza,  Parma,  Reggio,  Modena, 
Baricella,  Crespino,  Adria,  Chloggia,  Venezia,  Treviso,  Mei  ecc.  Inoltre 


672  [1894] 

il  terremoto  isolatamente  fa  sentito  a  Marradi,  a  Facecchio  (Firenze)  ed 
a  Novi  (Alessandria).  Dairesame  dell'  intera  area  interessata  dalle  onde 
sismiche  sensibili  alle  persone  si  dedace  che  il  terremoto  si  è  propa- 
gato tanto  ad  E.  che  ad  W.  della  zona  mesosismica  quasi  ad  eguale 
distanza  :  che  dalla  parte  di  settentrione  si  è  fermato  in  generale  al 
limite  della  regione  alpina,  che  a  mezzodì  V  isosisma  lieve  si  è  irra- 
diata fino  presso  a  poco  al  limite  della  formazione  quaternaria. 

L'area  scossa  fortemente  rispetto  alla  mesosismica  non  risalta  di- 
sposta concentricamente,  ma  più  sviluppata  dalla  parte  di  occidente, 
cosi  pure  dicasi  di  quella  ove  il  movimento  del  suolo  è  stato  di  mediocre 
intensità. 

L'epicentro  del  terremoto  del  27  novembre  non  si  può  per  ragioni 
facili  ad  essere  immaginate,  determinare  con  la  necessaria  precisione: 
si  deve  però  trovare  nell'area  mesosismica  più  sopra  accennata,  a  par- 
tire dalla  quale  —  come  si  è  visto  —  l' intensità  del  movimento  tellu- 
rico è  andata  sempre  più  diminuendo. 

In  quanto  alla  profondità  del  focolare  sismico  si  ha  con  tutta  cer- 
tezza ragione  di  credere  che  sia  stata  abbastanza  notevole,  perchè 
lievi  furono  gli  effetti  dinamici  prodotti  nell'area  più  intensamente 
colpita  dalla  scossa,,  la  quale  d'altronde  si  è  irraggiata  su  una  zona 
assai  estesa,  che  nella  sua  maggior  lunghezza,  da  Venezia  a  Monteasi- 
naro  in  senso  E-W  circa,  misura  Km.  435. 

Riguardo  l'ora  in  cui  è  stata  avvertita  abbiamo  i  seguenti  dati  più 
attendibili  :  Pavia  6*^  7«  55«  ;  Padova  6>»  9»  ;  Bologna  6»»  9«  56»  ;  Fi- 
renze 6*^  9"  45»  ;  Siena  6*»  10"*  e  Roma  &"  13»  18*. 

[1245]    1894.  Novembre  28.  Foniaso  (Belluno). 

SuppL  al  BolL  Meteor,  N.  115  [l  marzo  18d5). 

Il  28  novembre,  a  17**  */*  circa,  a  Fonzaso  (fig.  86  E)  scossa  fortis- 
sima con  rombo  che  produsse  varie  fenditure  nelle  case  e  fece  cadere 
dei  comignoli  ;  a  Feltro  e  ad  Arsiè,  ove  fa  suss.,  fece  suonare  i  cam- 
panelli ed  incutere  panico  nella  popolazione  :  fu  mediocre  ond.-suss.  a 
Valstagna  e  lieve  ond.  a  Belluno,  Agordo  ed  a  S.  Giustina  (E'). 

L'ora  data  da  Padova  è  17^  16"*  56». 

Nella  notte  a  Foozaso  5  repliche  con  rombi  e  fino  al  2  dicembre 
due  0  tre  altre  lievi  suss.  in  ogni  giornata  :  a  7^  del  2  dicembre  una 
relativamente  forte. 

[1246|    1894.  Dicembre  12.  Livorno. 

Suppl.  al  BolL  meteor.  ecc.,  N.  115  (l  marzo  1895). 

A  12*»  15"»  a  Livorno  scossa  ond.-suss.  a  2  riprese,  la  seconda 
delle  qu.ili  più  intensa  ed  avvertita  generalmente  per  suono   di  cam- 


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[1894  - 1895] 


573 


panelli  e  caduta  di  calcinacci  :  fece  pure  aprire  qualche  cretto  in  una 
casa  ed  in  un  edificio  scolastico  di  recente  costrutto.  A  23*"  57°"  della 
stessa  giornata  forte  boato  ed  a  0^  4"  del  13  una  replica  avvertita  da 
parecchi. 

[1247]    1894.  Dicembre  27.  Isola  di  Filieorl  (Eolie). 

Suppl,  al  Boll,  meteor.  ecc.,  N.  116  (15  marzo  lt)95]. 

Mentre  perdurava  ancora  TattivitÀ  sismica  nella  Calabria  Ultra  e 
nel  Messinese  iniziatasi  il  16  novembre  (N.  1243)  furono  sentite  varie 
scosse  neir  isola  di  Filicuri.  La  prima,  lieve,  avvenne  a  6**  55"  del 
27  dicembre^  la  seconda,  fortissima  suss.-ond.  di  5%  sentita  H°*  dopo, 
produsse  lesioni  in  tutti  gli  edificii  anche  di  buona  costruzione:  fece 
crollare  i  più  vecchi  edificii  ed  alcuni  muri  a  secco.  A  Salina  fu  forte  ; 
fu  generalmente  «avvertita  a  Stromboli  ed  a  Patti,  ove  causò  panico  : 
fu  mediocre  a  Castelbuono,  a  S.  Stefano  di  Gamastra  ed  a  Reggio  :  fu  lieve 
a  Messina,  a  Catania  (6*»  58"  46*),  a  Mineo,  a  Vizzini  ed  a  Licodia. 

A  7**  9"  a  Filicuri  replica  lieve  suss.  e  fino  ad  11*»  altre  tre  avver- 
tite da  pochi  :  a  23*^  15"  una  suss.  intesa  da  parecchi. 

[1^48]    1895.  Febbraio  27.  Clant  (Udine). 

Baratta  m.  :  /  terr,  avvenuti  in  Italia  durante  Vanno  i895,  pa^.  30-34. 

A  16*^  38"  a  Claut  una  scossa  ond.  di  3'  molto  forte  (flg.  100  a)  che 


FiG.  100. 

causò   varie   screpolature   in   parecchie   case  :    fu  forte  ond.  a  J^onga- 
rone  (ò)  ;  fb  tra  forte  e  mediocre  o  mediocre  (e)  a  Maniago,   a   Causi- 


574 


[1895] 


glio,  a  Farra  d'Alpago,  ad  Aviano,  a  Vivaro,  a  S.  Martino  al  Tag-lìi- 
mento,  a  Pordenone,  a  Bacile,  a  Valdobbiadene  ed  a  Pollina  :  In  eertt 
località  come  a  Gansiglio,  Aviano,  Canova  e  Sacile  fu  notato  nn  leggen. 
aumento  di  intensità.  Fu  lieve  (d)  a  Forni  di  Sopra,  Gemona,  Motta  di 
Livenza,  Treviso,  Padova,  Noventa  Vie,  Vicenza,  Canova  di  BoaD.i 
(Asiago),  Fonzaso,  Feltro,  S.  Giustina,  Belluno  ecc. 

Quasi  ovunque,  prevalse  la  forma  ond.  e  la  scossa  fa  di  breve 
durata. 

A  Longarone  e  Claut,  località  nell'area  mesosismica  (6),  fra  le  0^  e 
0**  16°"  circa  del  28  altra  scossa,  quasi  identica  alla  precedente,  che 
pare  passata  inavvertita  altrove  :  a  Claut  a  6^  del  3  marzo  una  re- 
plica più  leggiera  delle  altre. 


[1249]    1895.  Marzo  23.  Conneeliif  (Ferrarai. 

Baratta  m.  :  /  terr»  avv.  in  Italia  nel  i895,  pag.  40  e  seg. 

Il  23  marzo  a  Comacchio  una  fortissima  scossa  suss.-ond.  G-W  di  3' 
preceduta  da  rombo,  causò  varie  screpolature  in   diverse  case   e  fece 


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Fio.  101. 


cadere  una  trentina  di  comignoli  e  larghi  pezzi  di  soffitto  (fig.  101  A  : 
quasi  uguale  forza  (B)  ebbe  ad  Ostellato,  ove  però  causò  danni  minori, 
avendo  cioè  prodotto  solo  qualche  lieve  cretto  in  poche  case  male  co- 
struite e  la  rovina  di  qualche  fumaiuolo.  A  Codigoro  incusse  un  po'  di 
panico  ;  fu  mediocre  a  Lago  Santo,  a  Migliarino,  a  Portomaggiore.  ad 
Argenta  ed  a  Conselice  (6'),  e  leggiera  (B'')  su  un'area  assai  allungata, 
i  cui  estremi  sono  ad  oriente  la  costa  dell' Adriatico  da  Ravenna  a  Ve- 


[1895] 


575 


ezia  :  a  sud  Rayenna,  Russi  e  Medicina  :  ad  occidente  questa  città, 
[olinella,  Baricella,  Ferrara,  Este,  Padova  e  Fontaniva  :  a  nord  Fon- 
iiniva.  Murano,  Spinea  e  Venezia.  Isolatamente  fu  sentita  a  Pesaro 
fientre  passò  inosservata  a  Cesenatico,  a  Foriimpopoli  ecc.  L'ora  in  cui 
vvenne  può  ritenersi  sia  13^  12*°  :  detta  scossa  fu  registrata  dagli  ap- 
larecchi  sismici  di  Firenze  (princ.  13^  14"  13*  :  mass.  13^  14"  19»),  Siena 
princ.  13*»  14™  43«  [±  IO»]),  Pavia,  Roma  (princ.  13»»  15™  IO),  e  Padova 
princ,  13^  12»  15-  :  fine  13^  21"). 

Qaa  e  là  varie  scosse  più  o  meno  sensibili  tennero  dietro  alla  prin- 
cipale :  la  maggiore  fu  quella  avvenuta  a  11*»  48™  del  30  luglio,  che  a 
i^omacchio  (suss.  di  6"  con  rombo),  fece  cadere  qualche  fumaiuolo  ;  fu 
'orte  (A')  ad  Argenta  ed  a  Codigoro,  mediocre  a  Portomaggiore,  sentita 
id  Ostellato,  a  Lagosanto  e  leggermente  a  Ferrara,  a  Copparo  e  ad  Este. 
Dirca  5°^  dopo  una  replica  più  breve  e  leggiera  della  precedente,  la 
[^uale  fti  intesa  in  parecchie  località  del  basso  ferrarese. 

[1250J    1895.  Aprile  13.  Catenese,  SiraeiMno. 

ARCIDIACONO  S.  :  Sul  terr.  del  is  aprile  ecc.  -  b.ìratta  m.  :  Notizie  sui  terr.  isos^  pagr.  55-61. 

Il  giorno  16  aprile,  verso  le  16**,  specialmente   nel   Siracusano,  ter- 
remoto molto  forte.  Dalle  notizie  raccolte  risulta  che  la  massima  in- 


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Fio.  102. 


tensità  si  verificò  a  Licodia  ed  a  Vizzini  (fig.  102  A),  ove  si  produssero 
lesioni  in  molte  case,  ove  cadde  qualche  muro  e  varie  porzioni  di  cor- 
nicioni: fu  inteso  molto  fortemente  con  panico  e  piccole  lesioni  (B)  a 
Mineo,  a  Granmichele,  a  Buccheri,  a  Chiaramonte,  a  Ragusa  Inferiore, 
a  Biscari  ed  a  Vittoria  :  fu  forte  (C)  a  Caltagirone,  a  Palagonia,  a 
Scordia,  a  Militello,  a  Melili!,  a  Sortine,  a  Feria,  a  Floridia,  a  Monte- 
rosso,  a  Giarratana,  ad  Avola,  a  Noto,  a  Rosolini,  a  Modica  ed  un  po' 
più  fortemente  a  Scicli  :  mediocremente  (D)  a  Terranova,   a  Niscemi, 


576 


[1895] 


a  Mirabella,  a  Ramacca,  a  LentinU  a  Canicattl,  a  Spaccafomo  ed  \ 
Pachino;  lievemente  a  Catania,  a  Siracusa  ecc. 

Riguardo  al  principio  della  scossa  V  osservatorio  di  Mineo  da  1^ 
(±  1")  e  quello  di  Catania  16»»  1"  20.' 

Dall'esame  delle  curve  isosismiche  si  vede  che  esse  sono  molto  ir- 
regolari, abbastanza  serrate  verso  nord,  talché  mentre  da  questa  parte 
la  scossa  fu  lievemente  sentita  solo  fino  a  Catania,  dal  lato  meridionale 
essa  si  propagò  fino  a  Gozo  neir  isola  di  Malta. 

[1251]    1895.  Aprile  14.  Libiana  e  Veieto. 

BAR  vTTA  M.  :  Sulla  propagaz.  in  Italia  del  terr.  di  Ltibtana  ecc. 

11  disastroso  terremoto  che  nel  giorno  14  aprile  colpi  Lubiana  e  din- 
torni, si  propagò  in  modo  abbastanza  violento  in  buona  parte  del  Ve- 
neto, e  più  0  meno   sensibilmente  fa  sentito  anche  in  Lombardia,  nel 


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Fio.  103. 

TEmilia,  nella  Romagna,  nelle  Marche  ed  in  qualche  località  della 
Toscana  e  dell'  Umbria.  In  Italia  V  isosisma  fortissima  o  molto  forte,  ove 
cioè  si  sono  avuti  danni  materiali,  fortunatamente  ridotti  a  sole  scre- 
polature negli  edificiì,  alla  caduta  di  comignoli  o  di  qualche  porzione 
di  muri  vecchi  o  pericolanti  (fig.  103  AA),  da  Gemona  nel  Friuli,  per 
Montereale,  Cansiglio,  Conegliano,  Treviso,  Mogliano  Veneto,  Mestre, 
si  spinge  fino  a  Venezia  per  terminare  a  mare  all'  incirca  sopra  a 
Chioggia  :  essa,  cioè,  si  estende  dalle  pendici  della  regione  montuosa 
prealpina  al  golfo  di  Venezia.  La  zona  fortemente  colpita  comprende 
(BB)  la  parte  alta  del  Friuli,  il  Bellunese,  il  Vicentino,  il  Padovano, 
la  parte  SE  della  provincia  di  Venezia,  quella  di  Rovigo  ed  all'  incirca 
la  metà  del  Ferrarese.  La  Isosisma  che  delimita  la  zona  ove   il   terre- 


[1895]  577 

moto  è  stato  mediocre  (CC)  da  Bolladore  in  provincia  di  Sondrio,  paesa 
per  Pisogne,  Asola,  Bozzolo,  Guastalla,  Crevalcore,  Baricella,  Conse- 
lice  e  termina  sotto  Ravenna.  L'area  leggermente  commossa  (DD)  è 
racchiasa  da  ana  linea  passante  al  di  1&  di  Chiavenna,  di  Como,  dì 
Mede,  di  Parma  e  di  Reggio:  ora  mentre  nell'  Emilia  il  limite  tra  la 
piannra  e  TApetinino  segna  il  contino  dell'area  scossa,  verso  Bologna 
la  nostra  iaosisma  fa  una  grande  insenatura,  che  si  protendo  Ano  a 
S.  Miniato  (Fi'enze),  quindi  corre  ad  Arezzo  e  Città,  di  Castello  e  poscia 
per  Spoleto  va  a  terminare  a  mare,  passando  al  di  sopra  di  Ascoli  Pi- 
ceno. Genova  costitnisce  un  punto  isolato  ove  la  scossa  fa  sentita  da 
(gualche  rarissima  persona  :  essa  poi,  però  dubbiamente,  pare  sia  stata 
avvertita  anctie  a  Cittadncalc  (Aquila).  I  fenomeni  di  riflessione  del- 
rontla  sismica,  le  condizioni  locali,  e  forse  il  risveglio  di  altri  centri 
sismici,  anno  aumentato  in  molti  punti  (per  esempio  :  S.  Giustina  e 
Mei  nel  Bellanesc  ;  riviera  bresciana  del  Lago  di  Garda  ecc.)  l' inten- 
sità del  movimento  e  quindi  gli  etfetti  prodotti,  ma  però  nel  complesso 
l'andamento  delle  isoslsme  si  può  ritenere  sìa  quello  accennato  e  rap- 
presentato dalla  nostra  carta. 

Il  movimento  del  suolo  —  avvenuto  verso  le  23"  IT"  —  si  è  pro- 
pagato sotto  forma  microsismica  anche  ad  Alessandria,  a  Pavia,  a  Siena, 
a  Roma,  a  Rocca  di  Papa,  a  Velletri,  ad  Ischia  ed  a  Portici. 

Padova  23"  17"  16"  (principio). 

Firenze  l'Oss.  Coli.  Quercie)  23"  17""  30*  (principio). 
(Osa,  Ximeniano)  23"n"'!S'  (principio), 

Pavia  23"  IT»  30-  (princìpio)  23''21"'0'  (massimo)  23"  31- 30'  (fine). 

Siena  13.17.  50.  [±  20*]  Iprincipio). 

Ischia  23.18.  1.    (principio). 

Roma  23.18.  15.  (principio). 

Bocca  di  Papa  28. 18.  26.  (principio). 

Portici  23. 20.  25.  » 

La  scossa  k  avuto  una  considerevole  durata  in  tutti  i  punti,  special- 
mente in  quelli  ove  fu  sentita  con  maggiore  Intensità  :  moltissime  re- 
lazioni accennano  a  varie  riprese  presentate  dal  movimento,  lo  che  è 
confermato  anche  dai  diagrammi  sismograHci. 

Nella  zona  maggiormente  colpita,  la  commozione  tellurica  fti  prece- 
liuta  ed  accompagnata  da  un  forte  e  cupo  rombo. 

Dopo  la  grande  scossa,  per  alcun  tempo,  nell'area  fortissima,  il  suolo 
!i  continuato  n  tremare  :  trascorsi  circa  2-3",  un  secondo  urto  sismico 
fu  di  bel  nuovo  ivi  sentito  :  lo  principali  repliche  da  noi  bene  identifi- 
cate avvennero  a  circa  23"  42°"  del  14  aprile;  a  C  2'",  u  O*"  52'",  a  3" 
315"',  a  4"  la-  ed  a  6"  52"  del  giorno  15. 

Bakatta  Terrtmoli  ov-.  '<fl 


578  [1895] 

[1252]    1895.  Aprile  16.  Gammtrato  e  S.  Oioranni  Gettiai  (Glrgenti). 

Baratta  m.  :  Terr.  d'Ital.  i895^  pag.  107. 

A  13**  7™  circa  del  16  aprile  a  Cammarata  (Bivona)  scossa  suss.  di 
3'  con  forte  rombo  :  per  qaesta  e  per  le  repliche  sussegaenti,  la  popo- 
lazione allarmata  uscì  all'aperto.  A  S.  Giovanni  Gemini  fa  suss.-ond. 
SE-NW  con  rombo  :  fa  intesa  da  tutti  ma  non  produsse  alcuna  fendi- 
tura :  passò  inosservata  ad  Alessandria  della  Rocca^  a  Bivona,  a  Castel 
Termini,  a  Castronuovo  di  Sicilia  ed  a  Palazzo  Adriano.  A  19*»  50"»  a 
Cammarata  replica  meno  intensa  e  lunga  della  precedente  ed  altre  tre 
simili  a  20»»  47™,  a  21»»  ed  a  21»»  15»  ;  a  8.  Giovanni  Gemini  in  15"^ 
verso  le  21»»  quattro  altre  simili  per  intensità  alla  principale. 

[1253]    1895.  Maggio  18.  Firenze. 

ABETTi  A.  :  Il  primo  istaìtte  della  gran  scossa  di  terr.  del  i8  maggio  ecc.  -  Baratta  m.:  // 
terr.  Jlor.  del  i8  maggio  iS95  -  destefanc  c.  :  Osservai,  geol.  sul  terr.  di  Firenze  ecc.  - 
QiovANNozzi  G.,  p.  B.  VINA8SA  6  V.  PiMPiNELLi  :  Nota  preliminare  sui  terr.  Jlor.  del  i895  - 
pittei  c,  :  Terr.  del  i8  maggio  i895  -  Baddi  a.  :  Il  terr.  di  Firenze  del  i8  maggio  i89S 
ed  Alcune  osserv.  sul  terr.  ecc.  -  vinassa  p.  e.  :  Brevi  appunti  sul  terr.  Jlor.  ecc. 

Il  18  maggio  in  Firenze  e  nelle  vicine  cam}>agne  scossa  rovinosa, 
seguita  da  altre  minori,  la  quale  con  intensità  sempre  decrescente  si 
propagò,  come  vedremo,  molto  lontano. 

La  regione  più  fortemente  scossa  fu  —  secondo  il  Prof.  Destefani  (*)  - 
assai  ristretta  ed  irregolare  (fig.  26  B,  pag.  334)  :  sarebbe  limitata  a 
N.  dair  Ema,  salvo  due  prolungamenti  di  qua  e  di  là  delle  colline  di 
Poggio  Imperiale  e  del  Pian  dei  Giullari,  per  modo  da  comprendere  il 
tratto  del  Bagno  a  Eipoli  alla  Badia  fin  presso  al  Bandino  ed  il  quar- 
tiere del  Romito  in  Firenze.  Però  il  confine  dell'area  più  scossa  fa  una 
curva  a  mezzogiorno  lungo  V  Ema  stessa  fino  al  Ponte  ed  a  Grassina. 
Ad  E.  la  regione  costeggia  la  base  del  monte  Pilli  e  del  Poggio  di 
Montisoni,  taglia  V  Ema  e  la  Grassina,  che  poi  costeggia  fino  all'  Im- 
pruneta.  A  sud  da  questa  località  si  spinge  fin  sotto  alla  Cà  Vecchia 
ed.  allo  Spedaletto:  di  qui,  verso  W.,  abbastanza  regolarmente  segue  la 
parte  del  versante  sinistro  della  Greve  fino  al  Ponte  all'Asse,  quindi 
la  collina  di  S.  Gaggio  fino  a  Firenze. 

In  questa  zona  la  scossa  non  produsse  però  dappertutto  identici  ef- 


(1)  Al  Elgnorl  Giovannozzl,  vinassa  e  PimpinelU  (op.  cit.,  pa^r.  H)  parve  «  più  proba- 
bile che  l'origine  di  tutto  11  fenomeno  debba  collocarsi  piuttosto  a  Percusslna,  presso 
la  villa  già  Fenzi,  che  non  a  Poz7:olatico,  presso  la  villa  Larderei  ».  Secondo  ring  Bas- 
sani  (Il  focolare  del  terr.  di  Firenze  del  is  maggio  i895)  11  radiante  parti  profondamente 
sotto  Castello  a  nnw.  di  Firenze,  e  mantenendosi  forse  sempre  nel  terreni  terziari,  sali 
obllfiimmente  a  SSK.  passando  sotto  la  città  [di  Firenze],  verso  Grassina  e  Tlmpruneta. 
Questa  idea  l'ing.  Bassani  sta  sviluppando  In  una  serie  di  articoli  che  va  pubblicando 
nel  Bullettinj  Mensile  della  società  Meteorologica  italiana. 


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[1895] 


579 


Tetti  :  si  notano  dne  aree  più  commosse  (flg,  26  AA),  la  prima,  la  più 
fortemente  colpita,  si  trova  a  .SW.,  à  forma  elittica  con  Tasse  in  senso 
NE-SW.  e  comprende  la  Casa  Vecchia,  il  Gentilino,  S.  Adrea  in  Per- 
cnssina,  la  Villa  Fenzi,  il  Villino,  Spedaletto  ecc.  :  nella  seconda,  pure 
elittica,  ma  con  Tasse  E-W.,  sono  racchiuse  San  Martino,  le  ville  Bossi  e 
Duprè  ed  Appeggi.  In  queste  due  aree  la  scossa  fu  disastrosa  :  nel  ri- 
manente si  ebbero  case  e  chiese  rovinate.  Galluzzo,  Impruneta  furono 
assai   gravemente   danneggiati,  poco   meno   Tavernuzze  ;  vengono  ppi 


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Fio.  104. 


Pozzolatico,  8.  Gersolò,  Bagno  a  Ripoli  ;  poco  meno  Vacciano,  S.  Gaggio 
e  Due  Strade. 

A  partire  da  queste  località  si  ebbero  più  o  meno  gravi  lesioni 
(flg.  104  C)  a  Firenze,  a  Brezzi,  a  Signa,  a  Calcnzano,  a  Fiesole,  a  Pon- 
tassieve,  a  Rignano,  a  S.  Casciano  Val  di  Pesa,  a  Greve,  a  Monte- 
spcrtoii,  a  Montclupo  Fiorentino  ecc.,  che  si  trovano  racchiusi  in  una 
zona  quasi  circolare  di  Km.  35  circa  di  diametro.  È  però  necessario 
avvertire  che  nei  paesi  situati  alla  periferia  di  tale  area  —  la  più  in- 
terna della  unita  cartina  —  il  valore  dei  danni  diminuisce  sensibilmente 
Al  di  fuori  della  zona  in  cui  stanno  le  località  testé  nominate,  la  scossa 
non  produsse  effetti  dannosi,  ma  in  modo  forte  fu  sentita  (D)  a  Prato, 
a  Barberino  di  Mugello,  a  Borgo  S.  Lorenzo,  a  Dicomano,  a  Bibbiena, 
ad  Incisa,  a  Keggello,  a  Figline  Valdaruo,  a  Montevarchi,  a  Barberino 


580  [1895] 

Val  d' Elsa,  a  Poggibonsi,  a  S.  GimigDano,  a  Colle  Val  d'  Elsa,  a 
S.  Minimo,  ad  Empoli  ed  a  Fucccchio. 

Fu  mediocre  (E)  a  Baggiano,  a  Pistoia,  a  Cantagallo,  a  Firenzuola, 
a  Marradi,  a  Camaldoli,  a  S.  Sepolcro,  a  Castellina  in  Cbianti.  a  Radda. 
a  Ciistelnuovo  Berardenga,  a  Siena,  a  Monte  S,  Savino,  a  Sovicille.  ad 
Asciano,  a  Montajone,  a  Peccioli.  a  Lari,  a  Pontedera,  a  Latigoano.  a 
Calci,  ad  Asciano  di  Pisa,  a  Lacca,  a  Barga,  a  Castelaaovo  di  Garfa- 
gnana  ecc.  Dobbiamo  però  notare  che  a  Portico  di  Romagna,  compreso 
pure  in  questa  zona,  si  ebbe  quaiclie  lesiono  però  non  coasidcrevolc. 

La  linea  che  delliutta  la  zona  ove  la  scossa  fu  leggiera  (FF),  par- 
tendo da  Chiavari,  include  Bagnono  e  quindi,  con  un'accentuata  inse- 
natura comprende  Parma  e  poscia  Modena.  Bologna,  Ravenna,  Forlì. 
S.  Agata  Feltria,  Città  di  Castello,  Montepulciano,  Plenza,  Montalcino, 
Roccasirada,  Cbiusdino,  Castelnuovo  Val  di  Cecina,  Pomarance.  Montc- 
i^atini  Vai  di  Cecina,  Livorno,  Viareggio,  Pisa,  Bagni  San  Giuliano, 
Massa  Marittima  e  Spezia. 

La  zona  del  rari  danni,  dai  più  gravi  ai  più  leggieri.  &  uno  sviluppo 
di  Km.'  1000  circa,  quella  ove  la  scossa  è  stata  forte  mUnra  Km.*  3000  : 
di  Km.'  6500  circa  ò  la  mediocre  ed  Infine  di  16500  circa  la  le^iera  : 
l'arca  totale  interessata  dalle  onde  scnsIbiU  raggiungerebbe  ad  un 
dipresso  27000  Km.'  circa. 

Siccome  il  massimo  dei  danni  si  ebbe  nel  suburbio  di  Firenze,  pren- 
dendo questa  località  come  punto  di  riferiuiento,  eoa  la  scorta  della 
unita  cartina  si  vede  che  la  scossa  si  è  propagata  maggiormente  ad 
WNW.  ed  a  NNW.,  dalle  quali  parti  corrispondono  le  due  più  grandi 
insenature  :  anche  la  linea  isosismtca  mediocre  fra  WNW.  e  NW.  e  più 
precisamente  presso  Barga,  ne  fa  un'altra  assai  accentuata:  d'altra  parie 
r  isosisma  forte  a  SSE.  in  corrispondenza  del  Chianti,  mostra  una  in- 
senatura rientrante.  Mentre  da  WNW.  ad  WSW.  l'area  scossa  &  per 
contine  ia  costa  del  mare,  oltre  cui  non  sembra  siasi  propagata  l'onda 
sismica,  noi  pressi  di  Livorno,  cioè  da  WSW,  circa  per  S.,  l' iaoaisma 
lieve  va  entro  terra,  essendo  11  terremoto  passato  inosservato  alle  per- 
sone a  Hontescudaio.  a  Cecina,  a  Grosseto,  ecc. 

Sotto  forma  di  movimento  microsismico  li  passaggio  dell'onda  fu  poi 
registrato  dagli  apparecclii  sismici  di  Ferrara,  Roma,  Padova.  Spoleto, 
Ischia.  Rocca  di  Papa,  Vellctri,  Piacenza,  Pavia,  ecc.:  a  Spine»  dì  Mestre 
lii  scossa  fii  avvertila  oltre  che  dagli  strumenti,  anche  da  qualche  per- 
sona. Fuori  d' Italia  pare  che  11  solo  sismografo  della  Facoltà  di  Scienze 
di  Grenoble  (Francia)  abbia  registrato  il  passaggio  dell'onda.  (') 

Data  la  grande  vicinanza  di  Firenze  all'area  centrale,  data  la  grande 

II)  KiLiAs  :  iy,Ki-ciil/oii)  ìlml-i'if  full»  a  Srencblt,  \a  •  C.  R.  •  21  Juin  18B5. 


[I8d5]  581 


vcloGÌt&  con  cui  si  propagano  le  onde  sismiche  bì  può  ritenere  che 
fura  avata  dal  K.  Oaserratorio  Astronomico  di  Arcetri,  cioè  20^  50*°  e 
H6*  corrisponda  con  ogni  desiderabile  approssimazione  all'  istante  della 
scossa  all'epicentro  :  all'  infbori  del  qnale  si  ebbero  1  seguenti  dati  per 
il  principio  del  movimento  ; 
Siena  distanza  da  Firenze  Km.    50    —    20<'  55»  40*  t.  m.  E.  e. 

Padova  »  »  »      190    —    20  56    10 

Boma  »  »  »230    —    2056    15 

fiocca  di  Papa         »  »  »%0    —    205630 

Ischia  »  »  »400    —    20  57    23 

Grenoble  »  »  »460-2O5935 

Dopo  la  grande  scossa  il  saolo  fiorentino  fa  npesBO  agitato  da  re- 
plicbe,  le  maggiori  delle  quali  furono  le  segaenti  ;  22*:  50"  dei  18  V 
1895  ;  14''  50"'  del  30  V  ;  l"-  3"  55-  del  6  VI  ;  9"  35-"  30-  del  12  XI  ; 
10"  14"  del  31  XII;  5"  14-  SC'  dell*  11  II  1896;  0^  IO-"  del  15  IV; 
10^  45-  del  26  V;  ig"-  44^  del  20  VI. 

La  maggioranza  delle  repliche  urlò  le  stesse  lochlitA  colpite  ni  18 
ninggio  1895;  qualcuna  però  fu  prodotta  dall'iittività  di  altri  centri: 
Il  P.  Giovannozzt,  per  esempio,  avverte  {Il  periodo  sism.  Fior,  ecc., 
p:ig.  6  [catr.])  che  quella  delle  0^  10"  del  15  aprile  1896  pare  abbia 
avuto  un'origine  identica  al  gran  terremoto  del  1812  (vedi  N.  872). 

ri251]    1895.  Maggio  SO.  Spot«l<>. 

Baratta  m.  :  Terremoti  a'  Italia  iSOi  ecc.,  pag.  lao  e  ae^,  ■■  Tabamelli  t,  :  Dei  terrem.  di 
Spoleto  nell'anno  tsos  ecc. 

Il  20  maggio,  a  16''  32°»  circa.  Spoleto  fti  colpita  da  una  vecmenlo 
scossa  anas.-ond.  SSW.-NNE.  di  6-7'  che  fece  acrepolare  dei  muri, 
cadere  qualclie  volta  e  molti  comignoli  ed  accrescere  lo  strapiombo   di 


Fio.  105. 

alcuni  fobbrlcad  che  furono  puntellati.  Se  si  ecceltuano  due  feriti,  non 
si  ebbero  altre  disgrazie  personali  :  su  813  case  entro  le  mura  di  Spo- 
leto 750  furono  piil  o  meno  danneggiate  per  L.  225000.  Questi  effetti 
furono  localizzati   intomo  a  detta   cittfl   (flg.  105  A)  :  In  scossa  spiegò 


5^2  [Igtój 

Hna  intensità  maggiore  nella  massa  montuosa  :  fa  forte  a  Giano  ed  a 
Terni  :  mediocre  (B)  a  Scheggino,  a  Castelli  Rìtaldi,  a  Trevi,  a  Sk.*l- 
lano,  a  Foligno,  a  S.  Gemini  ed  a  Narni  e  lieve  (C)  a  Perugia,  ad  As- 
sisi, a  Norcia,  a  Monteleone  di  Spoleto,  a  Leonessa,  a  Monte  Castrini, 
a  Todi  ecc.  :  cosi  concludendo  Tarea  scossa  .-^  forma  elittica  con  Tasse 
maggiore  da  Perugia  a  Leonessa  (Km.  75)  ed  il  minore  trasversale  da 
Todi  a  Norcia  (Km.  55  circa).  Isolatamente  da  qualcuno  fa  intesa 
anche  a  Firenze  :  fu  poi  registrata  dagli  apparecchi  sismici  di  Roma, 
di  Rocca  di  Papa,  di  Siena,  da  cui  si  dedussero  i  seguenti  dati  : 

Siena  princ.  16*»  32"»  57»  t.  m.  E.  C.  ;  ptiass.       —        fine  — 

Rocca  di  Papa      »16  332  »_  »  — 

Roma  >      16  33     5  »    W  33»  30»    »    16>»  35»  circa 

Nel  mese  di  maggio  si  ebbero  3  scosse  leggiere  :  2  in  quello  di 
giugno  ;  1  leggiera  ed  1  mediocre  in  agósto  :  nel  settembre  16  leggiere, 
4  mediocri,  2  forti  (21»»  9°»  e  23»»  37»  del  20)  ed  1  molto  forte  {2^  31» 
del  21);  nell'ottobre  4  leggiere  e  3  mediocri,  ed  infine  nel  novembre 
1  mediocre. 

Mentre  perdurava  l'attività  sismica  del  centro  spoletino  se  ne  ride- 
starono altri  vicini  come  risulta  dalle  seguenti  notizie  : 

LuffUa       29  — 13»»  12°»,  Giano,  una  mediocre  (fig.  105  a). 

Agosto       17  —  16»»  28»,  Cerreto  di  Spoleto,  una  mediocre  {b), 

»  25  —    1»»  17™  circa,  una  forte  a  Sellano  (B),  sentita  (B'j  assai  sen- 

sibilmente a  Foligno,  a  Trevi,  a  Spoleto,  a  Vallo,  a  Scheg- 
gi no,  a  Monteleone,  a  Leonessa,  a  Norcia  ;  leggermente  a 
Montefalco  e  registrata  dai  sismometrografì  di  Roma  :  a  Sel- 
lano ad  1»»  49"»  e  2»»  56°»  due  lievi  repliche. 

Settembre  25  —  10»»  55™,  Norcia  una  mediocre  (e). 

Ottóbre       16  —    4»»  50™,  Giano,  una  lieve  ed  a  23»»  40™  altra  quasi  forte  {a). 

Novembre    9—0»»  20™,  Narni,  una  sensibile  {d). 

[1255]    1895.  Maggio  25.  Crespino  (Rovigo). 

Baratta  M.  :  Terremoti  tf '  Italia  4895,  pag.  133-S5. 

A  Crespino,  a  Papozze  ed  a  Rovigo  verso  le  12»»  42™  scossa  mediocre 
generalmente  intesa  (fig.  101  a)  ;  a  Villanova  Marchesana  fece  cadere 
alcuni  comignoli  e  dei  calcinacci  e  produrre  qualche  lesione  ai  fabbricati  : 
tali  danni  si  verificarono  in  case  attigue  all'  argine  del  Po.  La  scossa 
fu  leggera  ond.  (b)  a  Volta  Scirocco,  a  Rettinella  ed  a  Mescla;  passò 
inosservata  a  Lendinara,  ad  Occhiobello  ed  a  Copparo  i  fu  infine  regi- 
strata dal  microsismografo  Vicentini  a  Padova  (12»»  42™  50*  princìpio). 
Circa  2™  dopo  lieve  seplica  ed  a  21»»  altre  ripetute  con  rombo  e  qual- 
cuna nei  giorni  29-31. 


r 


[I895J  683 


[1256]    1895.  Giugno  10.  FoUin»  (Treviso). 

Baratta  H.  :  Notizie  terr.  itah  i895,  pag".  187  e  aegr. 

Di  qaesto  terremoto,  quantunque  le  notizie  raccolte  sieno  discreta- 
mente numerose,  tuttavia  riesce  molto  difficile  lo  studio  cartografico 
suir  intensità  per  le  grandi  anomalie  che  si  riscontrano  nella  distribu- 
zione degli  effetti.  Questa  a  Pollina  fu  ond.-suss.  N-S  di  3*  con  forte 
rombo  :  fu  intesa  generalmente  dalle  persone,  produsse  fenditure  leg- 
gere in  diverse  case  e  fece  diroccare  qualche  comignolo  :  circa  1^  prima 
era  stato  inteso  un  movimento  sismico  preparatorio.  A  Valmareno  poi 
causò  oltre  a  panico  lesioni  e  cadute  di  camini.  Queste  due  località  si  vi- 
cine costituirebbero  Tarea  più  intensamente  colpita  (fìg.  100  A,  pag.  57H)  : 
a  Cornuda,  Montebelluna,  Treviso  ed  Oderzo  la  scossa  fu  forte  (B)  :  i 
limiti  della  irregolarissima  zona,  ove  il  movimento  fu  di  mediocre  in- 
tensità sono  rappresentati  dalle  seguenti  località  (C)  :  Longarone,  Vi- 
varo,  Podresca,  Gradisca,  Latisana,  S.  Dona  di  Piave,  Spinea,  Rovigo, 
Crespino,  Stienta,  Bondeno,  Cologna  Veneta,  Lonigo,  Montebello  Vi- 
centino, Colze,  Fontaniva,  Valli  dei  Signori,  Ala,  Valstagna,  Asolo, 
Feltre  e  Belluno;  in  questa  zona,  che  dalla  parte  di  sud  à  un  esteso 
prolungamento  che  la  spinge  fino  a  toccare  il  ferrarese  e  quel  di  Ilo- 
vigo,  si  notano  molti  aumenti  di  intensità  (per  esempio  :  Rovigo)  e 
molte  diminuzioni  (Recoaro,  Vicenza).  La  scossa  fu  lieve  (D)  in  una 
zona  che  à  per  confini  Auronzo,  Gemona,  Trieste,  Rettinella,  Argenta, 
Mannirolo,  Desenzano,  Salò  e  Tirano  :  noto  un  aumento  di  intensità 
a  Salò  e  dintorni  ecc.,  ove  il  movimento  ebbe  una  forza  classificabile 
fra  quelli  di  ordine  mediocre.  Riguardo  all'  ora  i  dati  che  meritano 
più  fiducia  sono  i  seguenti  dedotti  da  apparecchi  registratori  : 

Siena      2»»  47"»  26»  principio  2»»  47"  55'  massimo  2»»  55™  fino 
Bologna  2.  48.  58          »                          —  — 

Firenze  2.  49.  13  i±  5-)  —  - 

Pavia      2.  49.  30  (±30«)  —  2.  51.  30  » 

A  2*»  58"  55»  a  FoUina  una  replica  :  quivi  fu  poi  e  forse  isolatamente 
sentita  la  scossa  molto  forte  che  colpi  Lubiana  e  Stein  ad  8^  55'"  circa, 
della  stessa  giornata,  la  quale  fu  registrata  dal  microsismografo  Vicen- 
tini a  Padova  (8^  37™  ?•  principio  :  8»»  38«  43"  massimo  :  8M3'"  12»  fine). 

Nello  stesso  giorno  10,  a  22''  24°",  a  Follina  replica  mediocre  ;  a  1^ 
dcir  11  una  lieve  ed  a  9**  35™  circa  una  molto  sensibile. 

[1257]    1895.  Giugno  30.  iqaiUno. 

Baratta  M.:  Terremoti  d' Italia  1895^  pag.  IIC-H. 

Verso  le  4t^^U  ^^^  ^  g^i^gno,  un  ristretto  terremoto  urtò  parte  del 
lerritorio  aquilano,  riuscendo  molto  forte   a  Poggio  Picenze.  Fu  lieve- 


584  [1895] 

mente  sentito  ad  Aquila  a  Fossa,  a  S.  Demetrio  ne'  Vestini  ;  pa^sò 
inosservato  in  località  attigue.  I  sismometrografi  di  Roma  registrarono 
il  passaggio  di  onde  microsismiche  comincianti  a  4*"  48*°  50." 

[1258]    1895.  Luglio  19.  BasiUeata. 

Baratta  M.  :  Terremoti  d' Italia  i895,  pa^.  156^. 

Verso  le  10**  V4  ^^  terremoto  di  non  forte  intensità  urtò  in  specie 
la  regione  adiacente  air  alto  bacino  dell'  Agrl^  estendendosi  poco  nella 
Basilicata  ed  ancor  meno  nel  Salernitano.  Fu  molto  forte  a  Marsic^n 
novo,  a  Montesano  sulla  Marcellana  ed  a  Moliterno  :  fu  forte  o  mediocre 
a  Castelsaraceno,  ad  Armento,  a  Corleto  Perticara  ed  anche  —  seb- 
bene appaia  isolatamente  —  a  Pomarico  :  fa  lieve  a  Brienza,  a  Sala  ed 
a  LagonegTO  :  infine  passò  inosservato  a  Sanza,  a  Polla  ed  a  Tito.  II 
sismografo  di  Benevento  in  corrispondenza,  a  10**  44",  diede  alcune 
traccie. 

[1259]    1895.  Agosto  7.  Modenese? 

Baratta  m.:  Notizie  terr.  Italia  i895j  pag.  162-67. 

Di  questa  scossa  che  à  colpito  buona  parte  dell'Italia  settentrionale 
e  molte  località  della  centrale  riesce  difficile  non  solo  tracciare  le  iso- 
sisme,  ma  pur  anco  di  determinare  quale  sia  stata  la  vera  area  di 
maggior  scuotimento  :  pare  però  che  questa  si  debba  trovare  neir  Ap- 
pennino modenese.  A  Sestola  il  movimento  del  suolo  causò  panico  in 
molte  persone  :  fece  tremare  i  vetri  e  le  porte,  staccare  minuti  pezzi 
di  calcinacci  specie  nel  Castello  :  ivi  fu  sì  sensibile  T  inclinazione  dei 
muri  che  alcune  pereone  affacciate  alle  finestre  ebbero  l'impressione  di 
capitombolare  fuori  :  anche  a  Fanano  ed  a  Fiumalbo  fu  assai  forte 
giacché  pel  panico  molti  uscirono  dalle  case. 

Oltre  a  queste  località  generalmente  parlando  la  scossa  ebbe  minore 
intensità,  giacché  solo  in  modo  mediocre  fU  sentita  a  Villaminozzo.  a 
Sillicano,  a  Massa  Carrara,  a  Serravezza,  a  Poscia,  a  Borgo  a  Bug- 
giano,  a  Cascina,  a  La  Rotta,  a  Pontedera,  a  Fucecchio,  a  Signa,  a 
Firenze,  a  Prato,  a  Pistoia  ed  a  Vergato  :  possiamo  cioè  dire  che,  ri- 
spetto alla  presupposta  zona  mesosismica,  quella  mediocre  risulta  molto 
più  espansa  dalla  parte  di  sud  che  non  altrove  ;  infatti  mentre  Tisosisma 
relativa  da  nord  non  arriva  nemmeno  al  limite  della  zona  montuosa 
dell'  Appennino  Emiliano,  a  sud  invece  oltrepassa  perfino  la  linea  del- 
l' Arno  :  è  da  notarsi  pure  il  prolungamento  che  questa  zona  fa  verso 
occidente,  spingendosi  fino  a  Serravezza  ed  a  Massa  Carrara. 

L'area  entro  cui  la  scossa  fu  leggera  è  al  contrario  molto  sviluppata 
a  settentrione  :  fu  sentita  a  Portoferraio  e  nell'  Elba,  a  Lari,  a  Pisa,  a 
Viareggio,  a  Sarzana  e  dintorni,  a  Lucca,  a  Gallicano  ed  a  Pieve  Fa- 


-»-Tl-,Ji»r- 


[1895]  685 

sciana,  neir  Emilia  da  Piacenza  a  Bologna  :  Pavia,  Milano,  Erba  e 
dintorni,  e  Cinsone  rappresentano  i  limiti  occidentali  ;  verso  setten- 
trione elusone,  Ala,  Valli  dei  Signori,  Feltre,  Asola,  Spinea  e  Cava- 
zuccherina  sono  i  punti  estremi  che  sentirono  sensibilmente  lo  scuoti- 
mento :  verso  est  le  onde  Interessarono  le  Provincie,  di  Padova,  di 
Rovigo  e  di  Ferrara  fino  al  mare  :  da  Argenta  V  isosisma  limite  si 
accosta  air  area  mediocremente  scossa  includendo  Firenzuola  e  Borgo 
S.  Lorenzo  ed  escludendo  la  Romagna,  le  Marche  ed  anche  il  Senese. 

Mentre  questa  scossa  fu  sentita  in  tutta  la  riviera  veronese  del  lago 
di  Garda,  a  Milano,  nella  parte  coUinesca  del  comasco,  in  quella  mon- 
tuosa del  bergamasco,  passò  inosservata  nella  regione  pianeggiante 
di  queste  provinole  e,  stando  alle  notizie,  anche  in  tutto  il  bresciano^ 
il  cremonese  ed  il  mantovano. 

Riguardo  air  ora  i  migliori  dati  desunti  dagli  apparecchi  sono  i 
seguenti  : 

Pavia       20^  49™  20«  principio  :  20»> 51«»  circa,  massimo  ;  20^  52»  40"  fine 
Firenze    20.  49.  32  (Hh  10*)  —  — 

Yarlungo  20. 49. 45  —  — 

Padova     20.50  S12'5S'  *  '"•'" 

20. 50. 34  »  — 

Lucca  20.49.57  —                             — 

Bologna  20.50.12  —                             — 

Siena  20.50.20  —  20. 52. 20  circa 

Roma  20.51.10  —                             — 

[1260]    1895.  Agosto  9.  Isole  Tremiti,  Chietino. 

Baratta  M.:  Il  terr.  dell'  Adriatico  ecc. 

La  scossa  di  terremoto  del  9  agosto,  sentita  specialmente  nella  re- 
gione centrale  della  nostra  penisola,  si  mostrò  più  che  in  altro  luogo 
violenta  lungo  il  versante  adriatico  nel  tratto  che  corre  da  S.  Salvo 
ad  Ortona  a  Mare. 

L'area  di  maggior  scuotimento  comprende  anzitutto  Vasto  (epicentro 
fig.  ip6  A),  ove,  per  effetto  del  terremoto,  caddero  due  fumaioli  e  qualche 
tegola,  si  staccarono  alcuni  pezzi  di  intonaco,  e  crollò  anche  un  muro 
di  una  piccola  casa  :  a  Tollo,  a  Scemi,  a  S.  Salvo  e  ad  Ortona  (BB)  la 
commozione  produsse  qualche  lieve  lesione  ai  fabbricati,  specialmente 
se  di  debole  costruzione.  A  S.  Nicola  delle  Is.  Tremiti  si  apri  qualche 
piccola  fenditura  nel  pavimento  dell'  edificio  semaforico.  Oltre  a  questi 
paesi  nell'  arca  mesosismica  (molto  forte)  sono  compresi  pure  S.  Vito 
e  Torino  del  Sangro,  località  rimaste  immuni  da  ogni  danno.  Riguardo 
alla  forma  che  ivi  à  avuta  la  scossa  si  può  dire  che,  generalmente 
parlando,  &  presentato  due  fasi,  od  ambedue  suss.,  o  suss.  la  prima  ed 
ond.  l'altra:  la  durata  totale  della  parte  sensibile  allo  persone  fu  sti- 


586 


[1896] 


mata  di  8-10*  circa:  molti  dei  relnitori  accennano  ad  un  rombo  stato 
di  poco  precursore,  oppure  alla  scossa  concomitante. 

All'  infuori  dell'  area  ove  stanno  rinchiuse  le  località  dianzi  ricordate, 
il  movimento  sismico,  serbando  gli  stessi  caratteri,  si  è  propagato  for- 
temente (CC)  a  Francavillà  sul  Mare,  a  Chieti,  a  Penne,  ad  Atru  a 
Pietra  Camela,  a  Teramo,  a  Solmona,  a  Fraine,  a  Termoli,  a  Campo- 
marino,  a  S.  Martino  in  Pensilis,  a  Lesina  ed  a  Poggio  Imperiale. 

L'  area  isosismica  mediocre  (DD)  è  delimitata  da  una  linea  che. 
partendo  dal  mare  passa  sopra  Trani,  include  Candela,  Benevento, 
Campobasso,  Isernia,  Rocca  di  Papa,  Tivoli,  Monterotondo,  Castelnuovo 
di  Porto,  Terni,  Spoleto,  Sellano,  Samano,  Monte  Giorgio,  ecc.  ;  a 
Monterubbiano  infine  termina  a  mare. 


irUCriM    mAMU  flIMSmilU. 


'***^ 


ysuuM 


Fio.  106. 


I  punti  estremi  ove  il  terremoto  è  stato  sensibile  alle  persone  (EE), 
furono  Bari,  Ginosa,  la  penisola  Sorrentina,  Napoli,  Gaeta,  Roma. 
Siena,   Firenze  e   Ferrara. 

Ad  Ischia,  a  Piacenza,  a  Padova,  a  Pavia  ed  a  Mineo  (Catania)  le 
ondulazioni  sismiche  furono  avvertite  solo  da  delicatissimi  strumenti. 

Riguardo  all'  opposta  sponda  dell'  Adriatico,  da  Spalato  a  Trieste 
risulta  che  il  suolo  si  è  pure  contemporaneamente  commosso,  ma  in 
modo  lieve,  anche  per  le  località  poste  dirimpetto  alla  zona  mesosi- 
smica  :  lo  che  ci  induce  ad  ammettere  che  questo  terremoto  sia  di 
origine  prettamente  italiana.  Dallo  studio  dei  vari  elementi  della  scossa 
risulta  che  1'  area  epicentrale  od  epiassale  deve  trovarsi  con  tutta  pro- 
babilità in  mare  fra  le  Tremiti  ed  il  tratto  di  costa  che  va  da  Ortona 


tlSdSj  587 

a  S.  Salvo  (fórse  di  rìmpetto  a  Vasto)  e  più  a  questa  che  non  a  quelle 
vicina. 

La  zona  mesosiamica  ristretta  ed  allungai»,  1  minimi  danni  in  essa 
avuti,  messi  a  riscontro  con  la  grande  estensione  di  suolo  Intaresaata 
dalle  onde  sismiche  seasibìli,  ci  indncono  ad  ammettere  che  i 
profooditA  eia  pervenato  l'impulso. 

Klgaardo  all'  istante  in  cai  6  avvenuta  la  scossa,  mane 
buoni  dati  orari  per  le  località  pid  intensamente  colpite  ;  dò  : 
dedotti  da  strumenti  sismici  : 


Ischia 

\&  38-  54- 

principio  : 

;  18^39-50' 

massimo: 

18»  43" 

Benevento 

18.37 

_ 

- 

Velletri 

18.37 

_ 

- 

Roma 

18.38.15 

_ 

18.47 

Rocca  di  Papa  18. 38. 13 

— 

- 

Pavia 

18. 38. 30 

_ 

18.49 

Siena 

18.  33. 50 

_ 

Padova 

18.38.<5 

18.  39. 17 
18.45.30 

19.  ci 

Portici 

18.  38.  55 

_ 

18.42 

Firenze 

18.39.50  {+  IO-) 

— 

- 

Uineo 

18. 41  {±  ale.  sec.) 

- 

[1261]    1895.  Settembre  4.  Ranigns.  1 

BiniTT*  u.:  Noitz.  tui  teir.  Ital.  isos,  pag.  tSD  e  aeg.  -  Ti-:iBrcto  Q.:  Ter. 
meena,  ToKsna  ecc. 

Dne  scosse  preparatorie  furono  sentite  una  nel  giorno  2  ( 
e  r  altra  nel  4  (IS*)  a  Rocca  S.  Casciano  :  il  vero  periodo  si 
minciò  in  qnesta  giornata  a  14"  'f,  circa  con  una  scossa  stata 
a  Querciolano  (flg.  6  C,  pag.  144},  mollo  forte  a  Portico  e  p' 
sensibile  «Ile  persone  (C)  a  Tredozio,  a  Rocca  S.  Casciano, 
cnore,  a  Calcata,  a  Civitella,  a  Modigliana,  a  Marradi,  a  Val 
vale  a  dire  entro  una  zona  quasi  circolare  di  '^5-30  km.  di  d 

La  seconda  scossa  principale  avvenne  a  15"  49"  circa  entr 
area,  fu  registrata  dagli  apparecchi  sismici  di  Firenze  (15"  49" 
e  di  Padova  (15"  SI"  13')  ;  la  terza,  meno  intensa,  a  le*  IO"  ( 
sensìbile  ai  soli  apparecchi  di  Firenze:  la  quarta,  a  17"  34"  e 
sia  stata  più  forte  delta  prima,  fu  registrata  a  Firenze  (17''  34" 
ed  a  Padova  (17"  37""  30")  :  la  quinta  scossa  principale  fu  nn 
bile  solo  a  Valncra  e  microsismicamente  indicata  dai  sisr 
Firenze  (18"48"20*  i  15').  La  sesta  avvenuta  a  20^  circa  p 
servata  ftaort  dall'  area  sensibile.  Oltre  a  queste  scosse  ne  fu 
tite  molte  altre  più  o  meno  leggere. 

I  danni  più  o  meno  gravi  ai  fabbricati  si  limitarono  al  sol< 


588  [IfitìS] 

Querciolano;  ivi  dovettero  essere  sgombrate  parecchie  case  rovinanti: 
si  produBBero  molti  crepacci  nei  muri  e  furono  abbattuti  vari  comìgnoli. 
Nei  giorni  13,  14,  17  e  18  settembre  a  Kocca  S.  Casciano  pareccbic 
altre  repliche. 

[1262]    1896.  Ottobre  25.  PaSgitoui  (Senese). 

Baratta  u,  :  NotiiU  terr.  Italia  IS9S,  pag.  19!  e  seg. 

Col  giorno  19  ottobre  nn  periodo  sismico  cominciò  a  travagliare  Pog- 
gibonei  ed  altre  località  del  Senese,  perìodo  non  tanto  grave  per  la 
intensità  delle  scosse  ma  bensì  per  la  loro  frequenza  :  di  queste  In 
maggior  parte  fn  corocentrica  a  Poggibonsi.  alcune  però  pare  abbiano 
spiegato  la  loro  massima  forza  iu  altre  località  quali,  per  esei^pio. 
S.  Giraignano  (3"  27"'  dei  20;  6"  3»  55'  del  21),  Greve  (22"  44"  del  24ì. 
e  Castellina  in  Chianti  (7"  del  25).  Nel  giorno  19  furono  sentite  in 
Pog^ibonsi  7  scosse  leggere  corocentriche  e  3  mediocri,  nel  20  rispet- 
tivamente 5  e  2,  nel  21  tre  lievi,  nel  25  sette  leggere.  1  mediocre  ed  1 
fortissima,  nel  26,  28  e  30  rispettivamente  1,  3  ed  1  tutte  lievi.  Il  mas 
Simo  sismico  avvenne  ad  l"  24"  circa  del  25  ottobre  :  a  Po^ibonsi  delta 
scossa,  EUss.-ond.  SW-NE  di  4',  svegliò  di  soprassallo  la  popolazione,  parte 
della  qnalc  usci  all'aperto  :  rovinò  qualche  Cimaiolo,  fece  aprire  grandi 
screpolature  in  due  chiese  dei  dintorni  (Sg.  104  ti,  pag.  579).  A  San  Gi- 
mignano,  a  Colle  Val  d'  Elsa,  a  Ccrtaldo,  a  Barberino,  a  S.  Casciano 
vai  di  Pesa,  a  Greve,  a  Radda,  a  Castellina  ed  a  Siena  (b)  la  scossa  la 
forte,  talché  le  persone  risvegliate  prese  da  panico,  in  parte  abbando- 
narono le  case  :  non  si  ebbero  a  lamentare  danni  tranne  qaalche  lieve 
fenditura  apertasi  in  case  male  costruite  di  Greve.  Con  mediocre  inten- 
sità (e)  fu  sentita  a  Castel  Fiorentino,  a  Pontassieve.  a  Figline  Valdamo, 
a  Montevarchi  ed  a  Castelnuovo  della  Bcrardenga  e  leggermente  (dj  a 
Pomarance.  a  Volten-a,  a  Peccioli,  a  Montajone,  a  Fucecchio,  a  Pistoia, 
a  Sesto  Fiorentino,  a  Lastra,  a  Firenze,  a  Kapolano,  a  Monteront 
d'  Arbia,  ad  Asciano  di  Siena  ed  a  Chiusdlno  ;  in  modo  isolato  fu  av- 
vertito da  qualcuno  a  Pienza  e  generalmente  dalle  personq  a  Val- 
nera  (Mflrradi). 

I  dati  orari  più  attendibili  sono  i  seguenti  :  Firenze  1"  'ii"  58"  (±  10") 
e  Siena  l"-  25'"  12-  (+  30'). 

[1263]    1895.  Novembre  1.  (')  BcHi, 

La  scossa  del  1°  novembre  non  6  stata  preannunziata  da  alcun  feno- 
meno sismico  precursore  non  solo  sensibile  alle  persone  ma  nemmeno 


w 


tl«95] 


589 


iadicato  da  delicati  apparecchi  a  registrazione  continua  collocati  nel- 
r  arca  stessa  di  maggior  scuotimento,  i  tracciati  dei  quali  appaiono 
perfettamente  rettilinei  e  menomamente  perturbati  fino  air  istante  in 
cui  è  cominciato  il  brusco  movimento  del  suolo.  In  Roma,  sia  per  te- 
stimonianza delle  peraone,  sia  per  V  esame  degli  effetti  prodotti,  la 
scossa  è  stata  predominantemente  ond.  S-N.  Riguardo  agli  effetti  di- 
namici sugli  edifici  si  aprirono  molte  screpolature  —  alcune  delle  quali 
anche  gravi  —  nei  muri,  nelle  volte,  e  negli  spigoli  delle  case,  due 
delie  quali  furono  per  previdenza  fatte  sgombrare.  Al  Malpasso  ed 
alla  vicina  Torre  Pagnotta  oltre  a  molte  screpolature  cadde  qualche 
porzione  di  vecchio  muro  :  varie  lesioni  si  riscontrarono  pure  a  Casale 


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Fio.  107 
AA  zona  mesoslsmica ;  bb  area  Isosismlca  forte;  OC  mediocre  e  DD  leggera. 


di  Decima,  Fiumicino,  al  faro  di  S.  Michele,  ad  Ostia,  a  Castel  Porzìano 
ed  alla  Cecchignola.  In  tutte  queste  località  la  scossa  fu  ond.  ed  i 
danni  ricevuti,  considerata  la  costruzione,  lo  stato  e  la  ubicazione  dei 
fabbricati  sono  perfettamente  paragonabili  a  quelli  di  Roma,  forae  ec- 
cettuato Fiumicino,  ove  furono  un  po'  minori. 

A  partire  dalla  zona  che  racchiude  dette  localitÀ  non  si  k  altra  no- 
tizia di  danni,  anzi  V  intensità  del  movimento  è  andata  da  per  tutto 
rapidamente  estinguendosi  :  come  si  vede  dall'  unita  cartina  le  varie 
arce,  dalla  zona  mesousmica  alla  leggera,  &ono  aperte  a  mare.  Riguardo 
all'  epicentro  dirò  che  con  tutta  probabilità  si  trova  a  mare;  a)  per  la 
forma  predominantemente  ond.  che  à  avuta  la  scossa  nelle  località  più 
colpite  ;  b)  per  la  mancanza  di  alterazioni  nel  regime  della  circolazione 
sotterrauen  dQlle  ftcque  ;  e)  perchè  «essup   rombo  fi;  a  Roma,  al  MaJ^ 


90  11895  - 1896] 


passo,  ecc.  sentito  in  concomitanza  del  movimento  del  suolo,  ma  fa  solo 
notato  a  Torre  8.  Michele  in  vicinanza,  cioè,  della  costa.  Tatti  quesxì 
fenomeni  che  sogliono  verificarsi  nelle  zone  sovrastanti  al  focolare  «> 
radiante  sismico,  nel  terremoto  romano  mancano  completamente  :  a  cii* 
aggiungendo  V  agitazione  del  mare  avvenuta  a  Fiumicino  e  la  scom- 
parsa dei  pesci  lungo  il  littorale,  viene  suffragata  1'  opinione  mia  che 
il  centro  debba  porsi  a  mare,  a  qualche  km.  dal  lido,  e  più  precisa- 
mente in  corrispondenza  della  costa  contro  il  Malpasso  (*). 

La  replica  del  giorno  6  (3*^  28")  che  f\i  sentita  con  gli  stessi  caratteri 
di  lieve  ondulazione  e  con  identica  intensità  neir  area  mesosismica  ed 
in  qualche  punto  della  forte,  viene  a  porgere  un'altra  prova  di  quanto 
più  sopra  ò  detto. 

Riguardo  V  ora  in  cui  fu  sentita  la  scossa  del  1**  novembre  si  pn^ 
ritenere  l^  37"  40.» 

[1264]    1896.  Marzo  18.  Acireale  (Catania). 

Palazzo  L.:  Not.  terr.  Ital.  i896y  pag.  19-20. 

A  21**  40™  ad  Acireale  forte  ma  breve  scossa,  a  due  riprese,  a  3-4* 
d' intervallo  1'  una  dall'  altra,  sentita  quasi  generalmente  :  ad  WNW. 
della  città  fece  crollare  qualche  muro  di  campagna,  e  produsse  qualche 
screpolature  in  alcuni  fabbricati  e  cisterne.  Fu  sentita  ad  Aci  S.  An- 
tonio e  microsismicamente  registrata  a  Catania  (21**  40"  3*  principio). 

[1265]    1896.  Aprile  17.  Monte  S.  Angelo  (Foggia). 

Palazzo  L.:  op.  clt.«  pag.  30. 

A  12*»  53™  circa  a  Monte  S.  Angelo  scossa  ond.  NNE-SSW  di  3»  intesa 
generalmente  per  forte  tremolio  di  oggetti  :  fenditure  nuove  in  alcune 
case,  in  altre  riapertura  di  vecchie  lesioni. 

[1266]    1896.  Luglio  8-9.  tìranaglione  (App.  Bolognese). 

Palazzo  L.:  op.  cit.,  pag.  68-9. 

Verso  le  2*"  51°*  del  giorno  8  luglio  a  Granagliene  una  scossa  sil«ìs. 
molto  forte  pose  in  allarme  la  popolazione  :  fu  intesa  fortemente  spe- 
cialmente a  Pracchia,  a  Piteccio,  a  Porretta,  un  po'  meno  a  Prato,  a 
Pistoia  ed  a  Sestola  ;  in  modo  mediocre  a  Montese,  a  Gastiglion  de'  Po- 
poli, a  Barberino  ed  infine  leggermente  a  Fiumalbo  ed  a  Pavullo.  (Vedi 
tìg.  58,  pag.  465). 


(1)  Il  prof.  M.  S.  De  Rossi  fi  terr.  della  città  dt  Roma,  pag.  19)  dice  che  al  passo  della 
Cecchipnola  1  residui  del  movimento  mostravansl  più  forti  perfino  nello  sconquasj«n 
delle  macerie  e  che  poco  al  di  là  di  tale  punto  apparivano  traccia  appena  visibili  dei 
terremoto:  In  vista  di  qìò  B\r\ì  couchiudc  che  alla  (;;ccchlgnola  dovrebbe  collocarsi  W 
picentro. 


fl896] 

L'  area  interessata  dalle  onde  sismiche  &  forma  elìttica  cor 
maggiore  di  circa  70  km.  ed  il  minore  di  poco  [iù  della  metà 
niato  fu  8C0S30  isolatamente.  Varie  furono  le  repliche  che.  a  b 
terv^alli,  seguirono  la  scossa  principale  :  a  Pistoia  fino  a  6"  ne 
contate  5  altre,  a  Granaglione,  alla  distanza  di  2-3°',  11.  l'ultii 
quali,  avvenuta  verso  le  3''40°',  fu  più  sensibile  delle  preccdent 
ebbero  altre  a  T",  a  7*  15",  a  9"  e  ad  11*"  ;  a  Pon-etta  furono 
parte  ond.  ed  in  parte  suas.  Vei-so  le  13'  21"  piccolo  massimo, 
16"  32"  ana  nuova  scossa  urtò  la  stessa  località  :  però  con  ogni 
bilitft  si  cambiò  l' epicentro,  giacché  questa,  al  contrario  de 
cedenti,  ta  avvertita  dalle  persone  a  Firenze  ed  .'i  Lari,  menti 
inosservata  nel  modenese  (flg.  58  C). 

Varie   repliche   furono  inteso   noi    giorno   9   (l' nltima   a  13 
cinesto  giorno. 

A  Granaglione  parecchie  case  rimasero  screpolate. 


[1267Ì    1896.  Ottobre  16. 
iftATT*  U.:  Il  terr.  nella  riv   llg.  occ.  e 


UsmrìA  Oecide 
'l  16  ott.  taso  -  pALJkiEo  L.:  oj).  cu.,  pai 

L' area  entro  cut  il  terremoto  del  16  ottobre  i;  stato  sce 
aperta  a  mare  :  i  suoi  limiti  sono  determinati  (flg.  108  d)  da  u 
che   passa   sopra    Salnzzo,    Asti,   Alessandria,    Novi   e   quindi 


per  andare  amare  poco  oltre  Genova.  Volendo  poi  considerare 
di  Spezia  —  località  della  riviera  orientale  ove  o  solo  isolntan 
sentita  dalle  peraoQi;  --  dopq  Alessandria  farebbe  r  isosisma  i 


592  [1896] 

fonda   insenatura  lungo   la   detta  riviera.  Nel  Nizzardo  pare  sia  stata 
solo  intesa  lungo  la  riviera. 

La  scossa  è  stata  fortissima  a  San  Remo  e  ad  Oneglla,  ma  special- 
mente nella  prima  località  :  fu  molto  forte  con  qualche  piccola  lesione 
ad  Andora  e  ad  Albenga  :  l'andamento  dell'  isosisma  che  racchiude  la 
zona  fortissima  e  molto  forte  è  assai  irregolare  presentando  molti  salti 
dipendenti  in  special  modo  dalla  natura  geologica  del  terreno.  Nella 
unita  cartina  sono  tracciate  le  varie  isosisme:  (a  fortissima  e  molto 
forte  ;  b  forte  ;  e  mediocre  e  d  lieve)  ;  notasi  diminuzione  di  effetti  a 
Triora  e  Borgomaro,  ed  un  aumento  assai  sensibile  ad  Alba. 
•  Il  movimento  alla  marina  fii  suss.-ond.  :  in  generale  presentò  due 
riprese,  il  che  concorda  con  i  dati  istramentali  di  Alessandria  e  di 
Padova  :  nel  porto  di  Savona  1^  navi  sentirono  un  urto.  Riguardo  al- 
l' istante  del  principio  abbiamo  di  attendibile  i  soli  dati  di  Alessandria 
7*»  15"»  40»  (±  5-),  Pavia  7**  16«»  30«  e  Padova  7*»  16"  SO».  Si  era  in 
precedenza  sentita  qualche  scossa  preparatoria  e  qualche  replica  tenne 
dietro  alla  principale  sopra  descritta.  Questa  pare  abbia  avuto  il  centro 
di  scuotimento  in  mare  fra  S.  Remo  ed  Oneglia. 

[1268]    1896.  Dicembre  1.  Pontcbbi  (Udine). 

Palazzo  L.  :  op.  cit.,  pagf.  162. 

A  3**  25"  forte  scossa  suss.  seguita  da  repliche  a  3**  55"  e  9^  15"^: 
si  produssero  leggiere  screpolature  in  parecchie  case.  A  Gemona  versu 
le  3*"  30"  scossa  avvertita  da  parecchi  :  questi  scuotinienti  sembrano 
molto  localizzati  giacché  ad  E.  si  propagano  solo  fino  a  Malborghetto 
e  da  S.  a  SW.  a  Resia^  Gemona  e  Moggio.  A  Gemona  dalle  2^  del 
mattino  qualche  detonazione  ed  altre  meno  forti  verso  le  ore  6  */$  dei 
giorni  2-3. 

[1269J    1896.  Dicembre  25.  Colli  Plsaai. 

Baratta  m.  :  Sui  terr.  Pisano-Livornesi  del  Ì896-97. 

Verso  le  7**  43"  del  29  novembre  si  senti  una  scossa  forte  a  Livorno 
propagatasi  con  mediocre  intensità  ad  Orciano,  Lorenzana  e  Rossignano 
e  lievemente  a  Vico,  Cascina,  Pon tederà,  Lari,  Fauglìa,  Peccioli  e  Ca- 
pannoli  :  verso  le  9**  28"  una  replica  a  Livorno  :  al  25  una  fortissima 
scossa  suss.-ond.  di  3-4'  colpi  Orciano:  fu  molto  forte  a  Lari,  Loren- 
zana, Capannoli  e  Ponsacco.  La  zona  mesosismica  in  cui  stanno  rac- 
chiuse dette  località,  à  forma  elittica  con  l'asse  maggiore  SW-NE,  di 
30  Km.  circa.  La  scossa  fu  forte  a  Vico,  Pon  tederà.  Cascina,  Colle 
Salvetti  e  Fauglia.  A  Livorno,  Calci,  fiuti,  Bientina,  Peccioli,  Chiane. 
e  Laiatico  fa  mediocre  ed  infine  lieve  a  Camaiore,  Villa  Basilica,  Lucca, 
Pisa,  Fucecchio,  S.  Miniato,  Guardistallo,  PQmarwce,  Castclnuovo  V., 


■  * — f--T  -i- 


[1896  - 1897]  693 


Cecina  e  Montieri.  La  massima  lunghezza  dell'area  scossa  da  Camaiore 
a  Montieri  misura  Km.  115.  Microsismicamente  fd  registrata  dagli  ap- 
parecchi sismici  di  Firenze  che  indicarono  per  principio  1**  33"  Vs 
(±  SO*).  Fra  le  4»»  49"*  e  le  5»»  45"  Monticiano,  Chiusdino,  Massa  Mar 
rittima  e  Pomarance  danno  notizie  di  una  scossa  :  malgrado  la  discor- 
danza  delle  ore  io  sono  proclive  ad  ammettere  che  dette  notizie  riguar- 
dino un  unico  terremoto  avvenuto  verso  le  5**  36"  (Some  fu  registrato 
dal  microsismografo  Vicentini  a  Siena)^  che  avrebbe  interessato  parte 
del  Volterrano,  del  Massetano  e  della  limitrofa  regione  del  Senese  e 
sarebbe  forse  stato  inteso  in  qualche  punto  del  Pisano. 

[1270]    1897.  Gennaio  6-7  e  19.  (»)  Umbria. 

La  parte  settentrionale  dell'  Umbria  nella  notte  6-7  gennaio  fu  col- 
pita  da  tre  scosse  a  breve  distanza  V  una  dall'altra  ;  furono  esse  V  i- 
nizio  di  un  lungo  periodo  sismico  con  terremoti  frequenti  ma  oltremodo 
localizzati  a  vari  centri  di  scuotimento.  La  prima  di  dette  scosse  av- 
venne circa  a  3**  del  7,  la  seconda  a  3^  17"  e  la  terza  verso  le  3*»  45" 
della  stessa  giornata  :  la  più  importante  ed  estesa  fu  la  seconda  che 
spiegò  la  massima  intensità  a  Spello,  ove  fece  cadere  qualche  comi- 
gnalo  :  fti  forte  poi  ad  Assisi,  a  Foligno,  a  Montefalco  ed  a  Giano  ; 
mediocre  a  Perugia,  a  Collazzone  e  Trevi  ed  infine  lieve  a  Gubio  e  Temi, 
la  cui  distanza  rappresenta  il  maggiore  asse  dell'elisse  scossa  che  mi- 
sura circa  90  Km.  A  Roma  i  sismometrograft  indicarono  come  principio 
del  terremoto  3*^  18"  50»  ±  10%  a  Firenze  3^  19"  4»  ±  b\  Dopo  questa 
scossa  si  sentirono  moltissimi  altri  scuotimenti  la  maggior  parte  dei 
quali  —  come  ò  già  detto  —  furono  oltremodo  localizzati,  talché,  per 
esempio,  alcune  scosse  abbastanza  forti  in  un  paese  passarono  inav- 
vertite in  quelli  circostanti  :  vari  furono  i  centri  che  si  misero  in  atti- 
vità ;  oltre  a  Spello,  alcune  scosse  irraggiarono  da  Assisi,  Bettona, 
Cannara,  Foligno,  Collazzone,  Deruta,  Giano,  Montefalco,  Castelli  Ri- 
taldi.  Massa  Martana,  Spoleto,  Cerreto  di  Spoleto,  Vallo  di  Nera,  Mon- 
teleone,  Cascia,  Temi,  Città  di  Q^stello  ecc. 

I  maggiori  terremoti  cui  diedero  luogo  furono  i  seguenti  :  quello 
del  19  gennaio  spiegò  la  massima  intensità  presso  Vallo  di  Nera  e 
specialmente  a  Muceiaforo,  villaggio  distante  circa  5  Km.  ad  £.,  ove 
caddero  dei  calcinacci  e  diversi  camini  :  i  sismometrografi  di  Roma 
indicarono  come  principio  del  movimento  sismico  20**  25"  30»  (+  IO»). 


[])  ìA  descrizione  dei  terremoti  dal  N.  1270  in  avanti  fu  ricavata  dal  notiziario  pul)- 
blicato  in  appendice  al  Bollettino  della  Società  Sismologica  italiana.-  per  brevità  fu  omessa 
la  relativa  citazione  ad  ogni  ^.  Allorquando  fu  usata  anche  altra  fonte,  questa  venne 
caso  per  caso  indicata. 

Baratta  Terremoti  ecc.  8S 


594  [1897] 

Un'altro  colpi  Val  fabbrica  a  9*^  45"*  circa  del  1«  marzo,  tacendovi  ca- 
dere qualche  comignolo  e  producendo  fenditure  —  alcune  anche  gravi  — 
nei  muri  delle  case.  Ivi  era  pure  stata  sentita  una  scossa  assai  intensa 
a  19'»  Vi  circa  del  23  febbraio.  Al  22  marzo  verso  1**  in  detta  località 
si  ebbe  una  replica  molto  forte. 

Mentre  questi  fenomeni  sismici  si  avvicendavano  nel  suolo  Umbro, 
la  vicina  Aquila  nel  gennaio  era  pur  essa  interpolatamente  agitata  da 
scosse  molto  localizzate,  la  maggiore  delle  quali,  avvenuta  a  18*"  30^ 
dell'  8,  fu  forte  in  detta  città,  ma  molto  più  a  Rojo,  località  posta  a 
5  Km.  verso  SSW.  Qualche  scossa  isolata  fu  pure  sentita  a  Montereale. 

Per  tutto  l'anno  si  può  dire  il  suolo  dell'  Umbria  sia  stato  conti- 
nuamente scosso  da  piccoli  terremoti  locali  e  da  scosse  esocentriche, 
irraggiate  in  modo  speciale  dalle  vicine  Marche. 

Fra  le  maggiori  manifestazioni  sismiche  corocentriche  è  utile  ricor 
dare  le  seguenti  : 

Maggio  2)  a  Città  di  Castello,  preceduta  da  una  scossa  lieve  avvertita  a 
23*»  45°»  del  1°,  a  17»»  46°»  del  giorno  2  una  forte,  stata  leggermente  sentita 
a  Montone  e  passata  inosservata  in  altre  località  circostanti.  Fu  però  regi- 
strata dai  sismografi  dell'  Osserv.  Xim.  di  Firenze  a  IT»  46"»  42»  +  15». 

Maggio  i4)  7»»  circa,  una  suss.-ond.  forte  specie  a  Massa  Martana. 

Maggio  i8)  2*»  circa,  scossii  assai  forte  a  Bastia,  un  po'  meno  ad  Assisi. 
a  Valfabbrica,  a  Cannara  ed  a  Foligno  :  fu  mediocre  a  Perugia  ed  a  B^- 
vagna  e  lieve  a  Serravalle  del  Chienti.  Fu  seguita,  verso  le  3»»  ^/^  da  altra 
meno  intensa  ed  estesa. 

Maggio  27)  22*»  15™  circa,  scossa  che  colpi  in  modo  speciale  Valfabbrica, 
estendendosi  più  o  meno  sensibilmente  fino  a  Bastia  ed  a  Perugia. 

Giugno  23)  9»»  35°»  circa,  terremoto  forte  a  Gualdo  Tadino  e  ad  Esanatolia 
propagatosi  fino  a  Fossati  di  Vico,  a  Belforte  del  Chienti,  a  Sefro  ed  a 
Fabriano  —  23»»  45"»  circa,  scossa  forte  a  Citt^  di  Castello  non  avvertita  al- 
trove :  nel  di  susseguente  quattro  repliche  più  lievi. 

Giugno  30  ì)  7»»  30"»,  una  forte  e  localizzata  a  Campello  sul  Clitunno. 

Lv^lUì  2)  4»»  45«»  circa,  forte  a  Castelli  Ritaldi,  mediocre  a  Spoleto  e  lieve 
a  Scheggino  ed  a  Trevi. 

Lv^lio  i9)  19»»  30"»,  forte  a  Giano  :  pare  non  sia  stata  avvertita  in  località 
a  questa  vicinissime. 

Agosto  24)  10»»  45°»  circa,  un  terremoto  urtò  lo  Spoletino  con  epicentri» 
nei  pressi  di  Cerreto:  alle  21»»  »;«  circa  replica  meno  intensa,  ma  più  estesi»  : 
allo  5»*  30"»  del  26  altra  quasi  forte  ed  ancora  di  bel  nuovo  a  9*»  B»"  del  27. 
Sembra  anzi,  secondo  il  Dott.  Valentetti  che  queste  ultime  non  siano  stale 
segnalate  nei  paesi  circostanti. 

Settembre  i2)  1»»  55",  scossa  assai  forte  con  centro  forse  presso  Spello,  ovn 
furono  più  intense  e  numeroso  varie  repliche  susseguenti. 

Novembre- Dicembre)  In  questi  mesi  vàrie  volte  Gubbio  fu  colpito  da  scosse 
localizzate,  alcune  delle  quali  anche  abbastanza  intense  :   le  maggiori  av- 


[1897]  595 

vennero  a  6^  30«»  ed  a  18**  30™  circa  del  13  XI,  ad  P  circa  del  14  e  verso 
le  l^  del  18  Xn. 

[1271]    1897.  Gennaio  27.  Reeoaro  (Vicenza). 

Nella  notte  fra  il  26  ed  il  27  gennaio  nn  terremoto  urtò  parte  del 
Trentino  e  delle  Provincie  di  Verona  e  di  Vicenza,  spiegando  la  mas- 
sima intensità  (fli  molto  forte)  a  Reeoaro  :  fu  forte  a  Valli  del  Signori, 
ad  Ala,  a  Rovereto  ;  un  po'  meno  a  Trento  :  fu  abbastanza  sensibile 
a  Pergine,  a  Vestenanova  ed  a  Ceno,  ed  inUne  venne  avvertito  da 
pochi  a  Verona,  a  Dolce  ed  a  Pastrengo.  I  microsismografi  Vicentini 
diedero  come  principio  della  perturbazione  sismica  in  Padova  2**  35™ 
e  54» . 

Alle  3^  50"  del  27  replica,  stata  quasi  forte  a  Reeoaro,  sensibile 
ad  Ala  e  lieve  a  Rovereto.  Ad  Ala  poi,  a  0**  10™  del  31  gennaio,  scossa 
dubbia  ed  a  1*"  26™  una  forte  susseguita  da   altra   leggerissima   a  3^  : 

tali  scosse  sembrano  essere  state  assai  localizzate,  giacché  non  risultano 
avvertite  'altrove,  ad  eccezione  di  una  sensibile,  successa  a  14**  1™  del 
31  che  fu  lievemente  intesa  a  Rovereto.  Ad  Ala  nuova  replica  sensibile 
a  3»»  e  50*»  del  3  febbraio. 

[1272]    1897.  Febbraio  12.  Sieilia,  Calabria. 

Nella  notte  11-12  febbraio  un  esteso  terremoto  colpi  Malta,  la  parte 
orientale  della  Sicilia  (Siracusano,  Gatanese,  Messinese),  le  Eolie  e  la 
Calabria  —  eccettuato  il  versante  jonico  della  Sila,  da  Rossano  a  Cro- 
panl  —  propagandosi  pure  lungo  parte  della  costa  salernitana  ed  in 
qualche  punto  del  Tarantino  e  di  quel  di  Bari.  L' unita  cartina  (fi- 
gura 109)  rappresenta  Tandamento  dell'  isosisma  molto  forte  AA,  della 
forte  o  quasi  BB  e  della  lieve  CC.  Dall'esame  di  tale  costruzione  car- 
tografica e  da  quello  dei  dati  possiamo  dire  che  al  Cozzo  Spadaro  (a)  lo 
scuotimento  spiegò  forse  la  maggiore  intensità  ;  che  la  scossa  fu  forte 
o  quasi  lungo  tutta  la  costa  orientale  della  Sicilia  da  Pachino  a  Mes- 
sina e  neir  intemo  in  una  insenatura  racchiudente  Giarratana,  Mineo, 
Palagonia  ecc.  Allontanandoci  da  tale  zona,  V  intensità  nel  resto  del- 
l' isola  andò  rapidissimamente  diminuendo  :  spiegò  pure  quasi  la  stessa 
forza  a  Milazzo,  nelle  Eolie  e  sui  due  versanti  dell'Aspromonte  :  in 
quel  di  Monteleone,  esclusa  però  Tropea,  tale  zona  restringendosi 
grandemente,  taglia  V  istmo  fra  i  due  golfi,  e  quindi,  per  Borgia  e  Ti- 
riolo,  si  prolunga  fino  a  Celico. 

La  disposizione  generale  delle  isosisme  AA  e  BB  fa  supporre  ragio- 
nevolmente che  sia  stato  in  occasione  di  questo  terremoto  urtato  un 
sistema  più  o  meno  complesso  di  radianti. 


596 


[1897] 


Le  ore  più  attendibili  per  la  scossa  sono  le  segaenti  in  t.  m.  £.  e.  : 

Catania       0^  33™  7»  principio    0»*  34"  >,,  circa  mass.    Ù^  a?*»  50*  fin*» 

0*»  33™  40»  circa       » 


Messina 
Portici 
Ischia 
Roma 


0*^  33™  56» 

Qh  33m  40» 

0^  34™  45» 


Strasburgo  0^  39™  51»  ±  8- 


» 


0»»  35™  »        » 

0*»  35™  45»  -  0»»  40™  » 


0^  37™  6»  fine 
0*»  44™  circa  » 
0»»  48™    »     ». 


^^^^P3X. 


FiG.  109. 

[1273]    1897.  Aprilo  27.  S.  Valentino  (Chieti). 

Verso  le  3^  \\  del  giorno  27  una  scossa  di  terremoto  molto  forte 
colpi  S.  Valentino  :  fu  forte  a  Tocco,  a  Torrepasseri  e  ad  Alanno,  lo- 
calità poste  nel  bacino  del  Pescara.  Mentre  fu  anche  forte  a  P.enne, 
che  si  trova  a  Km.  25  al  N.  di  S.  Valentino,  fu  solo  mediocre  a  Cati- 
gnano  ed  a  Cararaauico  che  ne  distano  rispettivamente  13  e  10.  Fu 
sensibile  a  Capestrano,  a  Popoli,  a  Guardiagrelc  ed  a  Chieti.  Le  loca- 


'  J 


[1897]  697 

I  I       ■  I         ■         1^^^^^^^»^^^     ■■ ■!  I  ■■  *■■■■—  ^.1  ■■■».-l1l»«  ■■■^■■1  ■■-■■■■^■■■W  Mll  ■  ■  ■■     -     ^ 

lità  estreme  nelle  quali  il  terremoto  fu  avvertito  da  qualche  persona 
sono,  procedendo  da  oriente,  S.  Vito,  Città  S.  Angelo,  Bisenti,  Castelli, 
Ovindoli,  Castelvecchio  Subequo  :  verso  mezzodì  pare  che  la  massa 
della  Maiella  abbia  paralizzata  la  propagazione  del  movimento  macro- 
sismico.  Noto  inoltre  che  la  scossa  è  passata  inosservata  a  Pescara. 
Come  ora  molto  prossima  al  primo  istante  del  terremoto  possiamo  rite- 
nere 3*»  17". 

[1274]    1897.  Maggio  8.  Colonna  (Roma). 

La  prima  scossa  (2^  52"»  Vs)  ^^  sentita  nei  Colli  Laziali  ed  a  Tivoli  ; 
la  seconda  (2*»  53"»)  fu  più  sensibile  della  precedente  specie  a  Rocca  di 
Papa,  a  Marino  ed  a  Frascati  :    la   terza   (2*»  55*)   fu   intensa  in  modo 
precipuo  a  Colonna,  a  Frascati,  a  Monte  Porzio,  a  Monte  Compatri,  a 
Rocca  di  Papa,  a  Zagarolo,  a  Poli  ecc.  A.  2*»  56"  V4  *  Rocca  di  Papa 
ed  a  Frascati  replica  sensibile,  ed  altre  nelle  località   ove   fu  forte   la 
principale  (la  3*)  a  3**  IG"»,  a  4*"  12"*,  a  4*»  24°»  ed  a  7^  52™  per  dir  solo 
delle  più  importanti.  La  maggiore,  come  ò  detto,  fu  la  terza  :  essa,  se- 
condo le  notizie  a  me  pervenute,  fu  in  special  modo  intensa  a  Colonna, 
presso  cui  dovrebbe  trovarsi  il  centro  :  l'area  entro  cui  fu  forte,  com- 
prendente le  località  dianzi  citate  e  forse  anche  Rocca  di  Papa,  è  assai 
irregolare,  con  la  sua  maggior  lunghezza  secondo  la  direzione  NE.-SW. 
circa.  La  zona  mediocre,  elittica,  include  Cesano,  Montergtondo,  S.  Vito, 
Valraontone,  Nemi,  Ariccia,  Albano,    Castel    Gandolfo,   Roma  :   il    suo 
asso  maggiore,   da  Cesano  a  Valmontone,  misura  Km.  60   circa   ed   il 
minore,  al  precedente  perpendicolare,  30-35  :  rispetto  alla  prima  è  ol- 
tremodo sviluppata  dalla  parte  di  NW.  La  zona  di  leggiero  scuotimento, 
elittica  e  concentrica   alla   precedente,  include  Fiano,  Palombara,  Su- 
biaco,  Paliano,  Segni,  Velletri,  Cisterna  di  Roma,   Civitalavinia   ecc.  : 
il  suo  asse  maggiore  misura  Km.  75  circa:  verso  N.  ha  un  prolunga- 
mento che  da  Fiano  per  Poggio   Mirteto  raggiunge   Narni  :    compren- 
dendo questa  località,  i  limiti  estremi  cui  si  spinsero  le  onde  macrosi- 
smiche (Nami-Cisterna)  disterebbero  fra  loro  105  Km.  circa.  La  scossa 
passò  infine  inosservata  oltre  che  in  tutto  il  littorale  romano   da   Net- 
tuno a  Fiumicino  (compreso  pure  Pontegalera)  anche  a  Sezze,  a  Guar- 
cino,   a  Fara,  a  Civita  Castellana,  a  Nepi,  a  Bracciano  ecc. 

Il  Prof.  M.  S.  De  Rossi  (Intorno  al  terr.  Laziale  del  giorno  8  maggio 
1S97),  non  so  su  quali  notizie  fondandosi,  ritiene  che  il  centro  sia  piut- 
tosto stato  a  Monte  Compatri,  ove  lo  scuotimento  fu  suss.  e  furono  in- 
tese 11  repliche. 

[1275]    1897.  Maggio  15.  Sicilia  NW.,  Ustica  (Palermo) 

Circa  le  14''  45'"  del  15  maggio  un  terremoto  assai  sensibile  colpi 


698  [1897] 

la  parte  NW.  della  Sicilia  e  V  isola  d'  Ustica.  L' intensità  del  moTi- 
mento  fu  maggiore  da  Monte  S.  Giuliano  a  Palermo  (quivi  produsse 
anche  qualche  lesione  nel  palazzo  reale)  e  ad  Ustica  :  nel!'  intemo 
della  Sicilia  andò  rapidamente  diminuendo,  eccezione  fatta  per  Cor- 
leone.  Nella  cartina  93  a  pag.  555  con  mm  è  rappresentato  il  limite 
dell'area  fortemente  scossa  :  con  nn  quello  della  mediocre  e  con  oo  il 
confine  della  zona  enti*o  cui  la  scossa  è  stata  sensibile  alle  persone. 
Di  particolare  si  nota  che  il  terremoto  è  stato  abbastanza  sensibilmente 
inteso  anche  a  Cagliari  ed  a  Forio  nell'  isola  d' Ischia.  La  determina- 
zione del  centro  riesce  molto  dubbia  :  di  ciò  parlerò  più  diffusamente 
nella  seconda  parte.  Noto  che  ad  Ustica  la  scossa  fu  suss.  ;  suss.-ond. 
a  Trapani;  a  Monte  S.  Giuliano,  al  Capo  Gallo,  a  Palermo,  a  Piana 
de'  Greci  ed  a  Ciminna  :  infine  ond.  altrove. 

Per  principio  della  scossa  Palermo  dà  14**  44°>  50  :  dai  diagrammi 
di  apparecchi  sismici  si  rilevano  i  seguenti  dati  relativi  agli  Osserva- 
tori sotto  segnati  : 


Catania              14»»  45°»  4» 

Firenze 

14»»  46»  50* 

Ischia                        45"  7» 

Padova 

46»» 

Portici                       46"»  47» 

Potsdam 

47"» 

Rocca  di  Papa         45°»  6" 

Nicolaiew 

52»»,  1 

Roma                        44°»  50» 

Wilhelmshaven 

53»,  4 

Alle  15*»  circa,  ad  Ustica,  a  Castellamare  del  Golfo,  a  Trapani  ed  a 
Palermo  altra  scossa  più  lieve  della  precedente,  propagatasi  pure  a 
Forio.  Dati  orari  : 

Catania    15*»  1™  50»  Portici    15*»  2»  24* 

Ischia  1»  Roma  2"» 

Alle  15*»  36°»  una  replica  debolissima  a  Palermo  che  non  risulta  in- 
tesa da  persone  in  altre  località,  ma  bensì  registrata  dagli  apparecchi 
sismici  di  Mineo,  di  Catania  (15*»  36°»  54«  —  15*»  37°»  2«)  di  Ischia  (15^ 
37°»  19')  e  di  Rocca  di  Papa  (15*»  37°»  50»).  Alle  16*»  del  giorno  16  altra 
lieve  a  Palermo. 

[1276]    1897.  Maggio  28.  Greeia,  Malta,  Sicilia,  Italia  ueridionale. 

Il  terremoto  avvenuto  circa  la  mezzanotte  fìra  il  28  e  29  maggio 
commosse  una  ragguardevole  estensione  di  suolo  prospiciente  il  bacino 
deir  Jonio,  deirAdriatico  e  del  Tirreno  :  infatti  ne  fu  interessata  quasi 
tutta  la  Grecia,  T  isola  di  Malta,  parte  della  Sicilia,  delle  Puglie,  della 
Basilicata,  della  Terra  di  Lavoro,  qualche  località  del  territorio  Moli- 
sano, Abruzzese  e  delle  Marche.  Lo  studio  cartografico  dell'  intensità 
con  cui  fu  sentita  la  scossa  presenta  le  più  svariate  anomalie,  tanto 
che  presso  località  nelle  quali  il  movimento  sismico   fu  stimato   forte. 


'»r- 


[1897] 


699 


se  ne  trovano  altre  parecchie  in  cui  fu  solo  sentito  debolmente,  op- 
pure Ti  passò  affatto  inosservato. 

L'unita  cartina  (fìg.  110)  rappresenta  la  distribuzione  geografica 
dell'  intensità,  serve  a  facilitare  i  cenni  che  seguono. 

Riguardo  la  Grecia  (S.  A.  Papavasiliou  :  Lw^  dee  trembl.  de  terre 
observés  en  Grece  durarti  V  année  1897,  in  «  Bollett.  Soc.  Sism.  Ital.  » 


.     /òffa. 


-€:, 


1  **-■-*--'*■  "^^ 


Fio.  Ilo. 

Voi.  Ili,  pag.  10  [estr.]  )  dirò  che  a  Zante  la  scossa  raggiunse  il  grado 
IV  della  scala  De  Rossi-Forel  e  cosi  pure  in  altri  luoghi  posti  in  specie 
lungo  la  costa  della  penisola  Turco-Ellenica,  fra  Valona  e  Calamata  : 
altrove  pare  sia  stata ,  generalmente  parlando,  più  lieve  :  i  limiti 
estremi  dei  quali  si  à  notizia  essere  giunta  sono  V  isola  di  Sira  n'cllc 
Cicladi,  Calcide  e  Lamia  nella  Tessala  :  noto  però  che  passò  inosser- 
vato a  Giannina,  a  Monastir  ed  a  Cettigne. 


600  tl69T] 

■ 

In  Sicilia  la  scossa  fu  tra  molto  fort*i  e  forte  a  Scicli  ed  al  Capo  di 
Cozzo  Spadaro  :  fa  forte  in  una  zona  allungata  comprendente  Chiaro- 
monte)  Vizzini,  Granmichele,  Militello,  Mineo  e  Palagonia  :  la  zona 
mediocre  circonda  quella  precedentemente  descritta,  spingendosi  però 
con  un  prolungamento  fino  ad  includere  la  costa  fra  C^taEia  ed  Aci- 
reale, per  ricomparire  ancora  presso  Messina.  La  leggiera  interessa  il 
resto  del  circondario  di  Noto  e  di  Siracusa  ad  oriente,  mentre  ad  oc- 
cidente r  isosisma  limite  include  Biscari,  Caltagirone  e  Maletto,  essendo 
passato  lo  scuotimento  inavvertito  a  Butera,  a  Pietraperzia,  a  Troina, 
ecc.  Il  tratto  superiore  alla  costa  Acense,  cioè  di  Taormina,  pare 
non  abbia  partecipato  al  movimento  sismico  :  lo  stesso  dicasi  del  litto- 
rale  settentrionale,  prospiciente  le  Eolie,  queste  comprese. 

In  Calabria  :  a  Reggio  fu  forte-mediocre  ;  mediocre  fu  poi  ad  Op- 
pido  ed  a  Sinopoli  :  noto  invece  che  ad  Africo  fu  forte,  mentre  passò 
inosservata  a  Melito  ed  a  Gerace.  Con  mediocre  intensità  la  scossa 
urtò  il  tratto  Tropea-Monteleone,  leggermente  invece  fu  intesa  a  Ro- 
sarno,  a  Soriano  ed  a  Badolato  ;  mediocre  riuscì  pure  a  Tirìolo,  inav- 
vertita a  Filadelfia.  Le  località,  del  versante  ionico  incluse  da  una 
linea  passante  per  Spezzano  Albanese,  Acri  e  Cropani  non  avvertirono 
il  movimento  del  suolo,  che  leggiero,  ossia  inteso  solo  da  pochi,  fu 
a  Cetraro,  a  Castrovillari  ecc.  :  ad  Amantea  fu  mediocre,  insensibile 
a  Spezzano,  come  ò  testé  detto,  ed  a  Rotondella,  come  vedremo. 

Per  le  Puglie  notiamo  anzitutto  che  l'estremo  lembo  della  penisola 
Salentina,  cioè  il  triangolo  Taviano,  Otranto,  Capo  S.  Maria  di  Leuca, 
fu  commosso  fortemente  e  cosi  pure  Brindisi,  Oria,  Cantellaneta  e  Gi- 
nosa  :  in  modo  mediocre  fu  avvertita  a  Lecce,  a  Gallipoli,  a  Bari  ed 
a  Cerignola  ;  leggiero  altrove. 

Nel  restante  della  penisola  degno  di  esser  notato  sì  è  che  il  tratto 
di  costa  adriatica  fra  Termoli  e  S.  Benedetto  del  Tronto  non  fu  scosso, 
mentre  lungo  il  littorale  Fermo  -  Civitanova  Marche  -  Numana  il  ten^e- 
moto  fu  lievemente  sentito.  Oltre  V  ultima  località  nominata  non  si 
ebbe  più  indizio  di  scossa  sensibile  alle  persone.  Nel  continente,  pre- 
scindendo dal  gruppo  marchigiano  che  si  trova  isolato,  i  limiti  della 
zona  interessata  sono  Larino,  S.  Severo,  Bovino,  Solofra,  Acerenza, 
Pisciotta,  Pomarico  e  Bernalda.  Quindi  si  trova  ancora  una  zona  che 
non  partecipò  al  movimento  :  è  essa  di  forma  rettangolare  con  gli 
estremi  a  Vibonati  e  Scalea  sul  versante  tirrenico,  a  S.  Mauro  Forte 
e  Rotondella  suirjonico.  L' isosisma  confine  include  ancora  Castrovil- 
lari, Cetraro,  Tiriolo,  la  costa  tirrenica  da  Monteleone  a  Reggio,  Africo, 
Oppido,  Soriano  e  Tiriolo. 

In  quasi  tutte  le  nostre  stazioni  la  durata  della  scossa,  generalmente 
parlando,  fu  alquanto  lunga  :  cosi  pure  a  Zante,  ove  il  Dottor  Malfari  la 


>' 


[mi] 


éói 


valutò  di  36%  cioè  mag^giore  anche  di  quella  avuta  dal  grande  terre- 
moto del  17  aprile  1893.  Stando  poi  agli  apprezzamenti  personali  in 
molte  località  italiane  1  vari  relatori  segnalarono  2  (Cozzo  Spadaro, 
Patagonia  e  Mlneo  in  Sicilia  ;  Monteleone  in  Calabria  ;  Gallipoli,  Lecce, 
Oria^  Ostuni,  Ginosa,  Castellaneta,  Ruvo  e  Cerignola  in  Paglia  ed  anco 
Pisciotta  nel  Salernitano),  oppure  3  riprese  (Scicli,  Oppido).  L' inter- 
vallo ira  r  una  e  l'altra  fu  variamente  apprezzato  :  risultò  di  V  a  Ce.- 
riguola,  di  2  ad  Ostuni,  di  5  a  Castellaneta,  di  6  a  Lecce,  di  9  ad 
Oria  ed  infine  di  20*  a  Bari.  Quasi  dappertutto  (eccezione  :  Oria  e  Gi- 
nosa) la  seconda  fase  fu  stimata  più  intensa  e  lunga  della  prima.  Uguale 
forma  ebbe  pure  il  movimento  sismico  a  Calamata  e  ciò  concorda  pure 
coi  diagrammi  degli  strumenti  sismici  :  a  Mineo,  per  esempio,  il  sismo- 
metrografo  Brassart  lasciò  un  tracciato  da  cui  si  rileva  che  a  23*"  40"" 
e  35"  si  ebbe  la  prima  fase  e  che  a  23*»  41™,  cioè  dopo  2b*  d' intervallo, 
cominciò  la  seconda. 

In  Sicilia  la  scossa  fece  predominantemente  V  impressione  di  un 
movimento  suss.-ond.  :  nelle  Calabrie  invece  e  nelle  Puglie  parve  solo 
ond.  :  però  qualche  relatore  accenna  ad  un  sensibile  sussulto  avvenuto 
sia  in  precedenza,  sia  susseguentcmente  al  moto  ond.  La  forma  dianzi 
ricordata  per  la  Sicilia  rimane  confermata  dai  sismogramma  di  Mineo, 
ove  in  corrispondenza  della  seconda  fase  il  sismometrografo  Brassart 
diede  traccio  anche  nella  linea  della  componente  verticale  :  a  Catania 
invece  i  delicati  apparecchi  dell'Osservatorio,  non  mostrarono  punto 
alterato  il  tracciato  della  verticale. 

Dair  insieme  dei  dati  si  può  arguire  che  il  centro  del  terremoto  fu 
nel  mare  Jonio  e,  con  ogni  probabilità,  più  alla  costa  sicula  ehe  non 
altrove  vicino. 

Riguardo  all'ora  della  scossa  i  dati  desunti  dagli  apparecchi  regi- 
stratori Hono  elencati  nella  qui  unita  tabella  : 


Catania 

23»»  38»  8-57-  p 

rìnc 

Mineo 

40 

35 

» 

Ischia 

39 

13 

y> 

Portici 

40 

23 

» 

Roma 

39 

10-15 

» 

Rocca  di  Papa 

40 

59 

» 

Siena 

40 

0 

» 

Firenze 

42 

13 

» 

r*cidova 

39 

30 

» 

Nicolaiew 

40,1 

» 

41 

0 

» 

43  30     » 

40 
41 

38 
26 

» 

—           » 

42 

0 

y> 

45  0       » 

41 

20-42" 

53- 

53  0-24»»  » 

41 

30 

» 

45  0       » 

— 

» 

—            » 

^ 

» 

—           » 

— 

» 

58  0       » 

44.1 

» 

—            » 

Trascorsi  circa  ó"*  dalla  precedente  scossa,  si  ebbe  una  replica: 
essa  Al  lieve  a  Zante,  a  Taviano,  a  Brindisi,  a  S.  Angelo  dei  Lom- 
bardi ed  a  Solofra. 


002  [1897] 

[1277]    1897.  Giugno  11.  Trevigiano. 

Il  terremoto  che  verso  le  12*»  ^i  ^'''^  parte  delle  provincie  venete, 
spiegò  la  sua  massima  intensità  (fu  molto  forte)  presso  i  villaggi  di 
Cornuda,  di  Maser  e  di  Volpago  (fig.  80  B,  pag.  831)  :  fu  forte  (B* 
a  Feltre,  a  Quero,  ad  Asolo  ed  a  Vedelago  ;  mediocre  (B")  a  Belluno, 
a  S.  Giustina,  a  FoUina,  a  Treviso,  a  Campo  Sanpiero,  a  Kossano  ed 
a  Valstagna;  infine  leggiero  (B'")  a  Sarmede,  ad  Oderzo,  a  Spinea^  a 
Padova  ed  a  Quinto  Vicentino.  Ora  della  scossa:  Spinea  di  Mestre 
12*»  40°»  52»  ;  Padova  12»»  42°»  34-. 

Segtd  una  seconda  scossa,  suscitatasi  forse  a  maggior  profondità, 
che  non  raggiunse  all'epicentro  le  stessa  intensità  della  precedente, 
ma  si  propagò  a  distanza  maggiore,  talché  i  limiti  estremi  coi  fa  sen- 
tita sono  ad  E.  Concordia  ;  a  SEE.  S.  Dona  di  Piave  ;  a  SSW,  Galzi- 
guano  ;  a  SW.  Grisignano  ;  ad  W.  Mason  ed  a  NW.  Arsiè  e  Lamon.  In 
talune  località  fu  giudicata  più  intensa  della  prima  e  fii,  al  contrario 
dell'altra,  registrata  dagli  strumenti  sismici  di  Firenze.  Ora  della  scossa  : 
Spinea  14»»  3»  47%  Padova  14»»  3»»»  e  Firenze  14»»  10"»  5»  +  15». 

[1278]    1897.  Giugno  24.  Apeeehio  (Pesaro). 

Il  15  maggio,  verso  le  2»»  10",  una  forte  scossa  colpì  Cantiano  :  pare, 
quantunque  localizzata,  sia  stata  più  intensa  di  un'altra,  avvenuta 
circa  le  21»»  10"  della  stessa  giornata,  la  quale  spiegò  pure  la  massima 
sua  violenza  presso  tale  località  e  che  si  irraggiò  fino  ad  Acqualagna. 
a  S.  Angelo  in  Vado,  a  Città  di  Castello,  a  Montone,  a  Gubbio  ed  a 
Sassoferrato. 

Apeeehio  poi,  dopo  varie  scosse  preparatorie,  fu  colpito,  verso  le 
20»»  del  24  giugno,  da  un  terremoto  molto  forte,  a  due  riprese,  con 
rombo.  Esso  fu  forte  a  Piobbico,  un  po'  meno  a  Cagli,  a  Frontone, 
a  Cantiano,  a  Città  di  Castello,  a  Serra  e  ad  Acqualagna  :  e  leggiero 
a  Borgo  Pace,  ad  Urbania  ed  a  Montone.  Fu  forse  pure  da  qualche 
persona,  ma  dubbiamente  ed  in  modo  isolato,  inteso  a  Monte  Carotto, 
Ore  più  attendibili  :  Città  di  Castello  2tf»  S"^  ;  Firenze  20»»  5»»  (+  30*). 
Fra  le  20»'  45"  e  le  21»»  replica  più  debole. 

Al  25  giugno,  a  2»»  circa,  scossa  forte  a  Cantiano  :  alle  15»»  45"  circa 
del  15  ottobre  altra  che  pare  sia  stata  più  intensa  ad  Apeeehio. 

[1279]    1897.  Giugno  30.  Epiro  (Grecia). 

Dal  30  giugno  al  V  luglio  un  periodo  di  frequenti  scosse  urtò  Ja- 
nina  :  la  terza,  la  più  violenta,  causò  ivi  pochi  danni  ma  molto  panico  : 
essa  fu  intesa  leggermente  sulla  costa  adriatica  dall'estremo  limite 
della  penisola  Salentina  alla   costa   settentrionale   del   Gargano,   com- 


♦1 


t 


[1897]  603 

preso  S.  Giovanni  Rotondo.   Secondo   certe  notizie  sarebbe  stata  pure 
avvertita  da  pochissime  persone  anche  a  Messina. 
Ore  dedotte  dagli  apparecchi  sismici  : 

Catania  15«»  49»  39«     principio    15»»  52»  17«  massimo  W  ^  ^'  fine 


Messina 

51                    » 

Mineo 

50     30            » 

Portici 

50     13            » 

Ischia 

50     7              » 

Rocca  di  Papa 

52     10            » 

Roma 

51     40  (±  5»)  » 

Firenze 

53  (±30-)       » 

53     10 


» 

^— 

» 

» 

— 

» 

» 

52   36 

y> 

» 

— 

p 

» 

56 

» 

» 

50   10 

» 

» 

— 

» 

[1280]    1897.  Luglio  15.  Lvbiana,  Veneto. 

La  scossa  quasi  rovinosa  sentita  in  Lubiana  verso  le  7^  del  15  luglio 
fu  avvertita  anche  in  parecchie  località  del  Veneto,  specie  del  Friuli. 
La  zona  nel  territorio  italiano  interessata  da  onde  sensibili  à  forma 
molto  irregolare,  presentando  due  grandi  insenature  sporgenti,  in  una 
delle  quali  sta  Gemona  e  nell'altra  Motta  di  Livcnza  e  Sacile.  I  limiti 
dell'area  interessata  sono  a  settentrione  Cividale  a  90  Km.  da  Lubiana  : 
quindi,  mentre  il  terremoto  passò  inosservato  a  Stregua,  a  Rodda  ed  a 
Plastichis  (a  75,  80,  90  Km.),  ili  sentito,  come  ò  detto,  a  Gemona  posta 
a  116  Km.  :  V  isosisma  limite  poscia  rientra  per  includere  Udine  (106) 
ed  escludere  Pezzuole  (105),  Codroipo  (112),  Zoppolo  (137)  e  Pordenone 
(145),  mentre  include  Sacile  (156)  e  quindi  Motta  di  Livenza  (150),  La- 
tisana  (125)  e  Marano  (HO).  In  tutte  queste  località  lo  scuotimento  fti 
lieve,  ond.  e  di  brevissima  durata.  Ore  dedotte  dai  registratori  : 


Spinea 

— 

principio 

6»»  59»  5« 

massimo 

—         fine 

Padova 

6>»  56» 

» 

— 

» 

T»  5»          » 

Ferrara 

— 

» 

6    59 

» 

—          » 

Verona 

7    0 

» 

7    0  6-12 

» 

7    2     30     » 

Firenze 

6    58 

22 

r> 

— 

» 

—           » 

Ischia 

6    58 

10 

» 

7    0     5 

» 

7    1     50      » 

Siena 

6    55 

y> 

y> 

—           » 

Potsdam 

7    2  circa 

» 

7    3,6 

» 

7    5             » 

[1281]    1897.  Luglio  27.  Pìmb#. 

Baratta  M.:  Sui  terretnoti  Pisano-Livornesi  del  iSQe-QT, 

Dopo  i  terremoti  del  novembre-dicembre  1896  (N.  1269)  il  suolo  pi- 
sano stette  in  grande  calma  interrotta  solo  da  due  lievissime  scosse 
intese  a  Livorno  nei  giorni  12  (19»*  48»)  e  13  (5»»)  gennaio  1897  :  nel 
luglio  di  quest'anno  nuovi  scuotimenti  urtarono  la  provincia  di  Pisa. 

Ecco  l'elenco  delle  principali  scosse  : 


604  tlSÒf] 

Luglio  27)  1^  a  Lucca  una  lieve;  5*^  circa,  una  sensibile ond.  a  Volterra: 
10^,  Ponsacco  (Pisa)  scossa  fortissima  di  cui  in  appresso;  10*»  50"*  circa.  Fon- 
sacco,  La  Rotta,  Pontedera,  Lari,   Capanno]!  e  Vico  replica  più  lieve   della 
precedente  :  a  10''  51"*  52"  (+  5')  una  lieve  a  Firenze  avvertita  da   un    solo 
apparecchio  dell' Osservatorio  Ximeniano  ;  11*»  25",  Ponsacco,   una   sensibib' 
intesa  pure  a  Capannoli  ;   13*  50"»  e  17*»,   Ponsacco,  due  scosse  ;   19*»,    ivi    e 
La  Rotta  una  ed  altre  nella  giornata  fra  cui  una  a  22*»  —  28)  22*»  50"»  circa, 
Ponsacco,  violenta  ond.  susseguita  da  replica  :  fu  forte  a  Pontedera,  abba- 
stanza sensibile  a  Lari,  Cascina  e  Latignano  :   leggiera  a  Pisa  ed  a  Fucec- 
cbio  (22*»  52"»  ±  1"»)  e  leggerissima  a  Firenze  (22*»  50"»  ±  30»)  ;   nella    notte 
due  lievi  a  Vico  —  29)  1*»  50°»,  3*»  e  9*»,  Pontedera  tre  scosse  ;  16*»  55»  circa, 
ivi,  una  forte  suss.,  stata  pure  forte  a  Ponsacco,  ove  nella  gi(«rnata  ne  furontj 
intese  altre  —  30)  Ponsacco,   nella  notte  29-30  due  scosse,  di   cui  una   a 
3*»  30"».  —  Agosto  4-5)  Pontedera,  nella  notte  due,  ed  altre  in  quella  5-6. 

I  danni,  di  lieve  importanza,  furono  causati  unicamente  dalla  scossa 
maggiore  (10**  2"»  VII  27)  che  in  Ponsacco  fece  cadere  parecchi  comi- 
gnoli, aprire  varie  fenditure  e  danneggiare  5-6  case  :  in  Pontedera  i 
guasti  furono  ancora  minori*  Tale  scossa  fu  poi  forte,  o  quasi^  a  La 
Rotta,  a  Capannoli,  a  Lari,  a  Perlgnano  ed  a  S.  Maria  in  Monte  ;  fu 
mediocre  a  Latignano,  a  Vico,  a  Castelfranco  di  Sotto,  ad  Asciano  di 
Pisa  ;  leggiera  a  Livorno,  a  Lucca,  a  Monte  Carlo,  a  S.  Miniato,  a  Fa- 
cecchio,  ad  Orciano,  a  Siena,  a  Filellote  e  ad  Empoli.  Pkssò  inosser- 
vata a  Viareggio,  a  Monsummano,  a  Lamporecchio,  a  Montaione,  a 
Laiatico  ecc.  L' intensità  del  movimento  sismico  dai  dintorni  di  Pon- 
sacco (epicentro)  è  andata  rapidamente  diminuendo,  specie  dalla  parie 
di  S.  e  di  SE.  L'area  scossa  à  forma  elittica,  il  cui  asse  maggiore 
da  Livorno  ad  Empoli,  misura  55  Km.  circa.  Tutti  i  paesi  posti 
al  limite  della  zona  interessata  in  modo  sensibile  dallo  scuotimento 
non   distano  da  Ponsacco   oltre   i    30   Km.   Però  le  onde  sotto  forma 

microsismica  riuscirono  ad  influenzare  gli  apparecchi  sismici  di  Firenze 
(10*»  2'^  2»  +  10'  Osserv.  La  Querele  ;  IO*-  2"»  14»  ±  5»  Osserv.  Ximen. 
e  di  Siena  (10**  circa)  posti  rispettivamente  a  Km.  55  e  65  circa. 

[1282]    1897.  Settembre  6.  S.  Miniato,  Faeecchlo  (Firenze). 

II  terremoto  di  cui  al  presente  numero,  fu  molto  forte  a  Fucecchio 
ed  a  S.  Miniato^  che  sono  appunto  le  località  più  intensamente  colpite  : 
fu  forte  a  Prato,  a  Lucca,  ad  Asciano  di  Pisa,  a  Pontedera,  a  Ponsiìcco. 
a  Lari  e  ad  Empoli  :  questa  zona  rispetto  alla  mesosismica  è  assai 
sviluppata  dalla  parte  di  occidente,  mentre  da  oriente  presenta  un 
grande  prolungamento.  Il  limite  dell'area  entro  cui  fu  mediocre,  par- 
tendo da  Carrara  include  Gallicano,  Barberino  di  M.,  Pontassleve,  Fi- 
renze, Figline  v.  A.  e  Greve  ;.  quindi,  per  una  insenatura  rientrante 


[1897]  605 

in  corrispondenza  alla  vai  d' Elsa,  V  ìsosisma  si  addossa  alla  prece- 
dente :  verso  occidente  i  limiti  sono  Pisa,  Massarosa  e  Pescaglia.  No- 
tansi  vari  aumenti  (Barberino  di  M.^  Gallicano  ecc.)  e  diminuzioni  di 
intensità  (Montale,  Bor^o  a  Mozzano  ecc.)  I  limiti  della  zona  isoslsmica 
leggiera  sono  Ameglia  (80  Km.  da  Fucecchio-S.  Miniato),  Fosdinovo 
(80),  Fivizzano  (85),  Piazza  (70),  Castelnuovo  G.  (55),  Riolunato  (60), 
Lama  Mocogno  (70),  Montese  (65),  Castiglion  de'  Popoli  (55),  Firen- 
zuola (65).  Stia  (70),  Poppi  (75),  Talla  (75),  Montevarchi  (60),  Colle 
v.  E.,  Volterra  ed  Asciano  (35),  Collesalvetti  (30)  e  Viareggio  (50). 

Da  ciò  risulta  che  molto  inegnale  fu  la  propagazione  della  scossa 
rispetto  alla  zona  di  maggior  scuotimento  :  infatti  verso  W.  raggiunse 
solo  i  45:  a  NW.  80-85:  a  N.  65  70:  a  NE.  65  (però  da  questa  parte 
si  deve  notare  che  olti*e  Firenzuola  V  isosisma  limite  fa  una  accentuata 
insenatura  rientrante,  non  essendo  la  scossa  stata  sentita  a  Scarperia 
ed  a  Vicchio  a  55  Km.  circa)  :  verso  E.  70-75  :  a  SE.  35-40  :  a  S.  e 
ST/.  35.  Abbiamo  cosi  in  primo  luogo  che  le  onde  sensibili  si  propa- 
garono H  maggior  distanza  dalla  parte  di  NW.,  N.,  NE.  ed  E.  che  non 
verso  SE.,  S.,  SW.,  ed  W.  :  che  il  massimo  sviluppo  della  zona  sen- 
sibile si  à  verso  NW.,  il  minimo  da  S.  e  SW.  La  massima  larghezza 
della  zona  scossa  fra  Ameglia  e  Talla  —  in  senso,  cioè,  NWW-SEE.  — 
risulta  di  150  Km.  :  fra  Volterra  e  Lama,  cioè  da  S-N,,  raggiunge  solo 
i  105. 

Ora  della  scossa  :  Fucecchio  4*»  6"  45*  (+  1™)  ;  Pistoia  4*»  10"  ;  Fi- 
renze 4^  10"  44»  (±  10»)  Osserv.  Ximen.  ;  Varlungo  4»»  11»  12-  {±  2"). 

[1283]    1S97.  Settembre  21.  Sinigallia  (Ancona). 

Baratta  m.:  Sul  terremoto  di  SinfgaìUa  del  21  settenibre  1897. 

Fra  i  terremoti  avvenuti  in  Italia  nel  1897,  il  presente  è  certamente 
1] nello  stato  più  esteso  :  ecco  le  conclusioni  alle  quali  sono  pervenuto 
nello  studio  da  me  fattone  :  La  località  più  intensamente  colpita  fu 
(  flg.  Ili  A)  Sinlgallia,  ove  il  terremoto  fece  lesionare  più  o  meno  sen- 
sibilmente quasi  tutti  i  fabbricati,  cadere  molti  comignoli,  alcuni  sof- 
titti  e  porzioni  di  edifici  elevati  e  di  cornicioni  :  oltre  a  ciò  in  tale 
città  si  dovettero  tosto  puntellare  due  o  tre  edifici  in  causa  dei  danni 
loro  infortì  dallo  scuotimento. 

A  partire  da  Sinigallia  V  intensità  degli  effetti  causati  dalla  scossa 
è  andata  decrescendo  in  modo  più  o  meno  rapido  e  regolare  :  minori 
furono  quelli  subiti  da  Fano  e  da  Mondolfo  (BB);  minori  ancora 
nelle  seguenti  località  racchiuse  nella  zona  isosismica  molto  forte,  al 
cui  limite  esteriore  si  trovano  (CC)  Pesaro,  Coriano  Urbino,  Cagli, 
Gubbio,  Sassoferrato,  Cerreto  d'  Esi,  Camerino,  Caldarola,  Cingoli,  Fi- 
lottrano,  Ancona  e  Falconara:  in  questa  ssona  notansi  vari  aumenti  d^ 


606 


[1897] 


intensità  (ps.  ad  Urbino,  a  Fossombrone,  a  Sarchi,  a  Castelplanio,  a 
Camerino,  a  Caldarola  ecc.,  ove  la  scossa  fa  fortissima)  e  varie  dimi- 
nuzioni (ps.  Polverigi,  Maiolati,  StaflPblo  ecc.,  ove  fti  solo  forte). 

L' isosisma  delimitante  l'area  fortemente  scossa  (DD)  include  Rimini, 
Sant' Arcang^elo,  Sant'Agata  Feltria,  S.  Giustino,  Città  di  Castello, 
Montone,  Umbertide,  Magione,  Spina,  Bevagna,  Castelli  Rìtaldi,  Spo- 
leto, Terni,  Narni,  Monteleone  di  Spoleto,  Norcia,  Ascoli  Piceno,  S.  Be- 


FlG.  111. 


nedetto  del  Tronto  e  l' intera  costa  adriatica  da  questa  città  a  Carne- 
rano.  Si  notano  i  soliti  aumenti  (ps.  a  Sant'Agata  F.,  Assisi,  Monte- 
monaco  ecc.  ove  fu  molto  forte)  e  diminuzioni  di  intensità  (ps.  fu 
mediocre  a  Pegli  ed  a  Nocera  Umbra  :  leggiera  a  Trevi). 

Le  località  poste  al  contine  dell'area  mediocre  (EE)  sono  :  Cervia, 
Argenta,  Massa  Lombarda,  Faenza,  Forlì,  Camaldoli,  Bibbiena,  Arezzo, 
Tuoro,  Città  di  Pieve,  Bagnorea,  Rieti,  Tossicela,  Teramo,  Civitella  del 
Tronto  ecc.  I  limiti  dell'area  scossa  (FF)  sono  i  seguenti  che  distano 


[1897]  607 

da  Sinigallia  il  numero  di  chilometri  presso  segnati  :  nel  Veneto  :  Co- 
drolpo  (245),  Maniago  (270),  Gemona  (280),  Claut  (285),  Ferarolo  (300), 
Agordo  (295),  Rovereto  (295),  Klauzen  (345),  Bozen  (340),  Marostica 
(250),  Fontaniva  (240),  Padova  (210),  Este  (205),  Sanguinetto  (220)  e 
Picarolo  (195)  —  nella  Lombardia  ed  Emilia  :  Sermide  (210),  Poggio 
Renatico  (180),  Bologna  (175),  Imola  (140)  e  Monznno  (170)  —  nella 
Toscana:  Cantagallo  (175),  Vergemoli  (230),  Camaiore  (235),  Livorno 
(240),  Lucca  (220),  Pistoia  (190),  Firenze  (160),  Poggibonsi  (170),  Siena 
(155)  e  Pienza  (140)  —  neir  Umbria  e  nel  Lazio  :  Viterbo  (170),  Ve- 
tralla  (180),  Roma  (210),  Frascati  (215),  Albano  (225),  Poggio  Mirteto 
(170)  e  Poggio  S.  Lorenzo  (165)  —  negli  Abruzzi:  Aquila  (150),  Ca- 
pestrano  (165),  Popoli  (180)  e  Chieti  (170).  Mentre  si  scosse  tutta  la 
costa  veneta  da  Comaochio  alla  Friulana,  pare  invece  non  abbia  par- 
tecipato al  movimento  sismico  quella  fra  Francavilla  (170)  e  Qiulia- 
nova  (120).  In  questa  zona  leggiera  si  notano  vari  aumenti  di  inten- 
sità, essendo  stato  mediocremente  avvertito  lo  scuotimento  ad  Oderzo, 
a  Marostica,  a  Firenze,  a  Radda  e  con  forza  ad  Este  ed  a  Bresega: 
invece  passò  inosservato  nelle  seguenti  località  attorniate  da  altre  ove 
il  terremoto  è  stato  più  o  meno  sensibilmente  inteso  :  Sarmede,  Len- 
dinara,  Marradi,  Dicomano  e  Giano  dell'  Umbria. 

La  scossa  fu  sentita  pure  in  parecchi  luoghi  d'oltr'alpe  e  cosi  pure 
nel  litorale  dalmata,  ed  in  ispecie  neir  Istria,  ove  fa  stimata  tra  leg- 
giera e  mediocre,  eccezione  fatta  per  Pola,  a  135  km.,  ove  pare  sia 
stata  forte. 

La  massima  lunghezza  della  zona  commossa  da  questo  terremoto 
corre  tra  Klauzen  e  Popoli,  che  da  Sinigallia  distano  rispettivamente 
Km.  345  e  180  e  tra  di  loro  530  circa. 

Con  ogni  probabilità  l'epicentro  trovasi  a  mare  a  pochi  chilometri 
dalla  costa  di  Sinigallia.  Quivi  secondo  le  notizie  da  me  raccolte  il 
movimento  alla  generalità  degli  abitanti  si  presentò  con  forma  predo- 
minantemente ond.  :  però  secondo  alcuni  cominciò  con  una  ond.  e  solo 
sul  finire  fli  inteso  qualche  urto  verticale  :  secondo  altri  invece  ebbe 
da  prima  una  fase  di  sussulto,  seguita  poscia  da  due  energiche  ondu- 
lazioni a  brevissima  distanza  V  una  dall'altra  ed  aventi  ambedue  dire- 
zione E-W.,  dedotta  non  solo  dalla  impressione  personale,  ma  anche 
dalla  caduta  di  oggetti.  Circa  la  durata  della  commozione  le  varie  re- 
lazioni a  me  pervenute  non  si  accordano  troppo,  come  del  resto  suole 
sempre  accadere  :  chi  la  valutò  di  5-6',  chi  di  20-25*  :  avverto  che, 
con  probalità,  i  primi  si  accostano  forse  maggiormente  al  vero. 

Ora  del  principio  della  scossa  :  Pesaro  13**  57»  lo*  (+  1™)  ;  Urbino 
13*»  58»;  Bologna  14»>  0»  12-  (Ossorv.  Met.),  14»^  0»  35»  (Oss.  S.  Luca): 
Ferrara  U^  0"  0"  ;  Firenze  14^  0'»  30»  (Osserv.  Met.),  14*»  0"  13'  ±  5" 


608  [1897] 

(Osserv,  Ximen.)  ;  Roma  U^  0^  5«  ±  5»  ;  Rocca  di  Papa  13»»  59-  55-  : 
Padova  U^  0°»  2*  ;  Ischia  14»»  0"  25»  ;  Portici  14*»  2~  9*  ;  Lubiana  14'» 
0™  3«  ;  Utrecht  14»»  2»  30». 

[1281]    1897.  Ottobre  28.        Santo  Vittoria  in  Mntenano  (Ascoli  Piceno). 

Questo  terremoto  merita  di  essere  qui  accennato  solo  per  l' impor- 
tanza che  à  per  lo  studio  della  sismicità  della  regione.  La  località,  più 
colpita  fu  Santa  Vittoria  in  Matenano,  ove  per  l' intensità  che  ivi  h 
avuto,  può  essere  la  scossa  stimata  tra  le  molto  forti  e  le  forti  :  fa  me- 
diocre a  Caldarola,  sensibile  a  Cessapalombo  e  lieve  a  S.  Severino,  a 
Visso,  ad  Amandola,  a  Monte  Giorgio  :  passò  inosservata  nelle  varie 
località  circostanti.  L'ora  più  attendibile  è  :  11*»  40-45". 

[1285]    1897.  Novembre  16.  San  Qnirico  d*Oreia  (Senese). 

Al  28  ottobre,  fra  le  5  e  le  6*»,  a  San  Quirico  d'Orcia  furono  intese 
parecchie  scosse,  che  si  rinnovarono  nei  giorni  29-31,  insieme  a  fre- 
quenti rombi  sotterranei,  paragonabili  ad  un  forte  urto  od  allo  scoppio 
di  una  mina  :  tali  rombi  furono  molto  più  intensi  che  non  le  scosse. 
Nei  di  successivi  aumentò  la  frequenza  di  queste  manifestazioni  specie 
nelle  ore  mattutine.  Le  varie  scosse  furono  assai  localizzate,  che  poco 
avvertite  a  Bagno  Vigonì  e  non  a  Tor  Renieri,  a  Castiglion  d'  Orcia 
ed  a  Pienza,  località  vicinissime  a  San  Quirico.  La  scossa  più  intenes» 
del  periodo  sismico  fu  quella  accaduta  a  5*»  50"»  circa  del  16  novembre  : 
a  San  Quirico  fu  più  lunga  e  forte  delle  precedenti,  fu  forte  a  Pien^^, 
ove  causò  panico  negli  abitanti  (^)  ;  mediocre  a  Castiglione  ed  a  Baon- 
convento  ;  sensibile  a  Montepulciano,  a  S.  Giovanni  d'Asso,  a  Montal- 
cino  ;  infine  lieve  a  Sinalunga,  a  Trequanda,  ad  Asciano  ed  a  Chian- 
ciano.  Tali  località  sono  comprese  in  una  zona  quasi  circolare  de! 
diametro  di  32  -  35  chilometri  circa.  Repliche  più  o  meno  leggiere 
furono  sentite  nella  notte  stessa  ed  altre  nei  giorni  16,  23  (ad  1*»  So' 
una  assai  veemente  con  rombo  ad  Orciano  d'  Orda,  ove  fu  stimata  p»iù 
forte  delle  precedenti  :  fu  piuttosto  intensa  a  Pienza  ed  awertitJi  a 
Castiglione),  26,  29  e  30  novembre. 

L1286]    1897.  Dicembre  6.  San  Giovanni  in  Fiore  (Cosenza). 

Su  questo  terremoto,  non  al  certo  importante  per  la  sua  intensità 
ma  per  lo  studio  della  sismicità  della  regione,  poche  sono  le  notizie  a 
mia  cognizione.  Pare  sia  stato  più  intenso  a  San  Giovanni   in   Fiore, 


(1)  A  Pienza  al  26  giugno,  ore  3  circa,  era  stata  avvertita  una  lieve  gcossa  localizzata 
ed  altra  aenslblle  verso  le  22  ore  del  ao, 


[1897] 


609 


ove  la  scossa,  preceduta  da  forte  rombo,  fece  svegliare  parte  della  po- 
polazione :  fti  mediocre  a  Bocchigliero,  sensibile  a  Savelli  ed  a  Verzino 
e  lievemente  sentito  ad  Aprigliano,  a  Celico,  ed  a  Spezzano  Albanese, 
località  che  dal  supposto  epicentro  distano  rispettivamente  km.  30,  35 
e  60  circa.  Ora  della  scossa  :  4**  15-30°. 


[1287]  1897.  Dicembre  18.    C.  di  Castello,  M^.  Nerone  SW  (Marche,  Umbria) 

Baratta  M.  :  Terremoti  di  Città  di  Castello  -  Issbl  A.  :  Il  terr.  del  i8  die.  1897  a  Città  di 
CasMlo  ecc.  e  Consideraz.  suppl.  intomo  ai  terr.  Umbro-Marchigiani  ecc. 

La  scossa  maggiore,  preceduta  da  una  molto  lieve,  sentita  verso  le 
22*»  15"*  del   giorno   17,  avvenne  circa  le  8^  25°  del  di  successivo.  I 


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Fio.  112. 

fenomeni  che  accompagnarono  e  precedettero  di  pochi  istanti  tale  scuo- 
timento furono  quelli  stessi  generalmente  descritti  per  gli  altri  paros- 
sismi della  medesima  regione  :  non  mancarono  il  rombo,  slmile  a  soffio 
di  vento  impetuoso,  una  fugace  meteora  luminosa,  un  sensibile  turba- 
mento nel  regime  delle  sorgenti  termo-minerali  e  la  consueta  agitazione 
degli  animali.  A  Città  di  Castello  il  movimento  del  suolo,  durato  ad 
un  dipresso  12*,  cominciò  con  un  energico  sussulto  per  terminare  con 
una  ondul.  E-W.  ;  a  San  Sepolcro  fu  suss.-ond.  di  6'. 

Dalla  discussione  dei  dati  e  delle  notizie  raccolte  risulta  che  la  zona 
mesosismica  indicata  da  qualche  rovina  parziale  di  fabbricati  di  cattiva 

BARATTA;  Terremoti  ecc.  89 


610  11897J 

costruzione  o  fondati  sopra  suolo  malfermo,  e  dalla  caduta  di  molti 
comignoli  e  da  numerose  lesioni  negli  edifici,  è  relativamente  angusta  : 
essa  comprende  Àggiglioni,  San  Giovanni  di  Vignollo,  Montcma^giore. 
Colle  Lungo,  Pietralunga  ecc.,  località  quasi  tutte  poste  a  settentrione.^ 
di  Città  di  Castello  (fig.  112  A).  La  zona  fortissima  e  molto  forte  i  B 
a  figura  rozzamente  quadrangolare  con  gli  estremi  a  S.  Sepolcro,  a 
Piobbico,  a  Secchiano  ed  a  Promano  :  al  limite  dell'area  forte  (C, 
stanno  Arezzo,  Castiglion  Fiorentino,  Perugia,  Gubbio,  Sassoferrato. 
Frontone,  Cagli,  Urbino,  Peglio,  Sant'Angelo  in  Vado,  Borgo  Pace  ecc. 
n  limile  della  mediocre  (D)  è  segnato  dall'  isosisma  includente  Bagno 
di  Romagna,  Camaldoli,  Montevarchi,  Sinalunga,  Cortona,  Foligno. 
Gualdo,  Monte  Carotto,  Saltara  ecc.  Finalmente  al  confine  dell'area 
interessata  da  onde  sismiche  sensibili  alle  persone  sonvi  le  seguenti 
(E)  :  Cesena,  Imola,  Bologna,  Sogliano,  Poppi,  Firenze,  Pistoia.  Fu- 
cecchio.  Greve,  Pienza,  Città  della  Pieve,  Spoleto,  Amandola,  Casti- 
gnano,  Monte  Giorgio,  Macerata,  Filottrano,  ed  il  littorale  adriatico 
fra  Ancona  fin  sotto  Cervia. 

Di  notevole  si  à  che  le  isosiste  forte,  mediocre  e  lieve  (C.D.E.)  in 
corrispondenza  della  valle  del  Tevere,  fanno  una  grande  insenatura 
in  modo  da  spingere  1'  ultima  isosisma  fino  a  Spoleto  nel  bacino  del 
Clitunno  :  questa  poi  mostra  due  accentuati  prolungamenti,  uno  fra 
Cesena  e  Bologna  e  l'altro  fra  Firenze  e  Pistoia-Fucecchio. 

Il  centro  del  parossismo  trovasi  con  ogni  probabilità  a  SW.  della 
vetta  del  Monte  Nerone. 

Riguardo  all'ora  della  scossa  dai  sismogrammi  furono  desunti  i  se- 
guenti dati  relativi  al  principio  : 

Firenze  8»^  24°»  45  +  5»  (Oss.  Met.)  e  &"  24'"  5  +  10»  (Oss.  Xim.)  ;  Bologrna 
gh  25'»  0*  :  Roma  8^  24'"  20-25"  +  3»  principio  :  &"  25">  0-45«  massimo  :  8^  35^^ 
circa,  fine;  Rocca  di  Papa  &"  24"  22-42"  principio:  S^  24™  50' -25"  30»  mas- 
simo ;  S^  30"  circa  fine  ;  Ischia  &"  24"  48"  principio  :  8^  25*"  37-58"  massimo  : 
8h  27"  49-53"  fine;  Portici  S^  25"  45"  principio  :  8»»  26"  47"  fine;  Pavia 
8h  24"  20"  principio  :  8''  27"  0"  fine  ;  Lubiana  8>»  25"  31"  principio  :  8^  29"  e 
30"  circa,  fine;  Strasburgo 8**  25"  26»  principio;  &"  26"  35"  massimo;  8»»  36» 
fine. 

Dopo  il  parossismo  citato  a  Città  di  Castello  furono  sentite  molte 
repliche  :  anzi  si  calcola  che  dal  17  XII  97,  al  6  I  98  ne  siano  state 
avvertite  altre  20  :  ad  Aggiglioni  per  ben  due  giorni  la  terra  fu  in 
continuo  movimento,  talché  mi  fu  scritto  che  nei  giorni  18  e  20  furono 
ivi  intesi  oltre  100  scuotimenti  :  parecchie  volte  il  suolo  tremò  ancht- 
a  Borgo  S.  Sepolcro,  a  Fossombrone,  a  Cagli  :  in  quest'  ultima  locaìiiA 
per  8  giorni  furono  avvertite  varie  repliche,  tutte  lievi,  oltre  ad  un 
continuo  e  quasi   impercettibile   movimento.   Durante   questo   periodo 


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[1897]  611 


sismico  più  frequenti  furono  i  rombi  nei  pressi  del   Monte  Nerone  ed 
in  altre  località. 
Delle  repliche  meritano  speciale  menzione  le  seguenti  : 

i9  Dicembre  i897)  6**  45«  circa,  scossa  che  spiegò  la  massima  intensità  a 
Città  di  Castello  e  fu  fortemente  intesa  a  Cagli,  a  Frontone  e  Gubbio  (loca- 
lità poste  tutte  ad  oriente  di  detta  città  e  rispettivamente  a  35,  40  e  28  chi- 
lometri da  essa)  ed  anche  a  Perugia  (40  Km.)  :  a  pochi  chilometri  ad  occi- 
dente invece,  ps.  aMonterchi,  Citerna  ecc.  fli  lieve.  La  zona  scossa  è  elittica  : 
diametro  maggiore  Castiglion  Fiorentino  -  Caldarola ,  Km.  105;  minore 
Chiusi  -  Urbino,  Km.  70  circa.  Ora  :  Siena  6»»  42™  ;  Firenze  6*»  41«»  4»  +  10». 

Dicembre  21-22)  23^  20«  circa,  scossa  stata  abbastanza  forte  a  Città  di 
Castello  ;  mediocre  ad  Urbania  e  Cantiano  ;  lieve  a  San  Sepolcro,  Monte 
S.  Maria  Tiberina  Ora  :  Firenze  23»»  23"  30*  ±  30«  :  Siena  23^  21™  ;  Roma 
23«»  22»  52»  :J:  3». 

Dicembre  27)  2^  circa,  scossa  che  spiegò  la  sua  maggiore  intensità  in  una 
zona  ristretta  includente  Apecchio  e  Pieve  S.  Stefano,  distanti  fra  loro  chi- 
lometri 30  circa  :  fu  forte  a  S.  Angelo  in  Vado,  Urbania,  Urbino,  Fossom- 
brono.  Cagli,  Città  di  Castello,  Monte  S.  Maria  Tib.  ;  fu  mediocre  a  S.  A  gatti, 
Feltria,  Sassocorvaro,  Pergola,  Monte  Carette,  Arcevia,  Fraccano,  Cantiano, 
Scheggia,  l'essate  di  Vico  e  Pioraco.  Al  limite  della  zona  scossa  stanno  Mer- 
cato Saraceno,  Pesaro,  Saltara,  Fabriano,  Troia,  Caldarola,  Foligno  (aumento 
di  intensità),  Assisi,  Perugia,  Passignano,  Montevarchi.  Limiti  estremi  Mer- 
cato Saraceno -Foligno  Km.  115;  Montevarchi  -  Troia  Km.  145.  Ora:  Ur- 
bino 2*»  3»  ;  Firenze  2^  5"^  5"  (±  5»)  ;  Siena  2^  5™  ;  Roma  2^  4'»,  8  ;  Rocca  di 
Papa  2>»  5»  :«•  ;  Ischia  2>»  5™  30". 

Tutte  queste  scosse,  con  ogni  probabilità  furono  originate  dallo 
stesso  centro  sismico  che  diede  il  parossismo  del  18  XII,  del  quale  si 
debbono  considerare  come  vere  repliche.  Quella  invece  sentita  nella 
sera  del  20  dicembre  (stata  registrata  dai  sismografi  di  Firenze  a  IS** 
10™  */,  +  30»)  sembra  essere  invece  stata  più  intensa  a  Frontone. 

[1288]    1897.  Dicembre  25.  Catino  (Umbria). 

Nel  giorno  25  dicembre,  verso  le  2*»  30™,  a  Catino  (fi*az.  di  Poggio  C.) 
lieve  scossa,  susseguita  a  3^  circa,  da  altra  più  intensa  che  fece  risve- 
gliare tutti  gli  abitanti.  Questa  fti  iivvertita  più  o  meno  sensibilmente 
a  Roccantica,  a  Poggio  Mirteto  e  a  S.  Valentino,  vale  a  dire  entro 
una  zona  assai  ristretta  addossata  al  massiccio  del  Monte  Tancia,  sul 
versante  SW.,  e  più  precisamente,  secondo  il  Dottor  E.  Ricci,  su  una 
zona  lineare  di  quel  versante  ad  altitudine  intermedia  tra  la  pianura 
tcverina  e  le  cime  del  sistema  montuoso.  Le  scosse  non  furono  inteso 
né  e  valle  di  quei  luoghi:  ps.  airOsteria  rossa  di  Galantina  (m.  150?) 
uè  a  monte  :  ps.  ai  Ruderi   del  Tancia   (m.  900  ?)  :   le   località   citate 


612 


[1897  - 1898] 


ove  furono  sensibili  si  allineano  in  senso  S.-N.  ad  altitudine  fra  i  300 
ed  i  400  metri. 

Verso  le  3^  Vs  ^^  ^^^^  ^^^  nuova  replica  di  quasi  eguale  intensità 
della  prima  ed  altre  insieme  a  rombi  anche  isolati  furono  avvertite 
nello  stesso  giorno  e  nei  successivi  fino  al  principio  del  gennaio  1898  ; 
quindi  si  ebbe  una  nuova  ripresa  nella  notte  19-20  di  questo  mese,  a 
3^  della  quale  fU  avvertita  una  forte  scossa  e  quindi  dei  tremiti  fino 
ad  11^  e  poscia  un  altro  lieve  sussulto  ad  l*"  del  27,  con  il  quale  si 
chiude  il  periodo  sismico. 

[1289]    1898.  Gennaio  16.  Argento,  Portovag^ere  (Ferrara). 

Come  fenomeni  precursori  dobbiamo  notare  una  sensibile  scossa  sen- 
tita ad  Argenta  ed  a  Portomaggiore  poco  dopo  il  mezzodì  del  giorno 
16  gennaio,  stata  registrata  dai  sismografi  di  Spinea  di  Mestre  (12''  4 


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Fio.  113. 

e  7')  :  il  massimo  sismico  accadde  verso  le  13  */<  della  stessa  giornata. 
Nelle  due  citate  località  il  movimento  sismico  riusci  quasi  rovinoso: 
(fig.  113  A)  :  nella  prima  fu  suss.-ond.  di  8»  con  fortissimo  rombo  :  fu 
molto  forte  a  Molinella  (B)  e  forte  (C)  a  Ceppare,  a  Ferrara,  a  Bari- 
cella  ed  a  Conselice  ;  un  po'  meno  a  Poggio  Renatico,  a  Massa  Lom- 
barda e  ad  Alfonsino .  La  zona  entro  cui  fu  sentita  la  scossa  dallo 
persone  (D)  include  Comacchio,  Lagosanto,  Codigoro,  Bondeno,  S.  Felice, 
Bologna,  Medicina,  Imola,  Bagnacavallo  ecc.  Però  verso  N.  si  à  ub 
accentuato  prolungamento  che  per  Este  e  Montagnana  in  provincia  di 
Padova ,   spinge  V  isosisma   fino  ad   includere   Verona  e   Barbarano. 


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[1898]  613 

Verso  S.  poi  ne  abbiamo  una  minore  che  protrae  detta  isosista  fino  a 
Forlì,  ove  la  scossa  fu  intesa  dalle  persone,  mentre  passò  inosservata 
a  Lugo,  a  Cotignola  ed  a  Russi,  località  più  vicine. 
Ora  del  principio  del  movimento  : 

Ferrara  13»»  10"»  10»  +  qualche  sec.    Firenze  13»»  10»  40*  +  1» 

Bologna  (S.  Luca)  10   52  Pavia  10    22 

id.      (Osser.)   11   10  ±5» 

A  Codigoro  verso  le  Q^  V«  del  giorno  17  si  ebbe  una  leggiera  re- 
plica :  alle  S^  47°»  altra  stata  più  sensibile  ad  Argenta  che  a  Porto- 
maggiore  :  altra  identica  a  3»»  35"»  circa  del  9  febbraio  :  quindi  calma 
fino  alle  3*»  36"»  del  6  marzo,  nel  qual  istante  fu  sentito  un  forte  scuo- 
timento susseguito  a  4»»  48"»  da  replica  meno  sensibile.  La  prima  di 
queste  due  pare  sia  stata  pure  più  intensa  ad  Argenta  che  non  a  Por- 
tomaggiore  ;  della  seconda  manchiamo  di  notizie  per  quest'  ultima 
località. 

Un'altra  intensa  scossa  accadde  verso  il  mezzodì  del  9  marzo  :  ar- 
recò danni  maggiori  ad  Argenta,  un  po'  minori  a  Por  tomaggiore  ;  fti 
forte  ad  Ostellato  (ò)  ;  mediocre  (e)  a  Massa  Fiscaglia,  a  Ferrara,  a 
Malalbergo,  a  Baricella,  a  Medicina,  a  Conselice,  a  Massa  Lombarda, 
ad  Alfonsine  ed  a  Comacchio,  ed  infine  fu  lieve  (d)  a  Finale  ed  a  Russi. 
Ora  mentre  il  movimento  sismico  passò  inosservato  nella  zona  Ficarolo, 
Pincara,  Sanguinetto  e  Cologna,  ed  anco  a  Soave,  fu  sentito  legger- 
mente (m)  a  Verona  ed  a  Trissino. 

Ora  della  scossa  : 

Ferrara  11»»  45"»  30»  +  30*      Firenze  (Oss.  Ximen.)        IP  47»»    9* 

Bologna  (S.  Luca)         47    10  Lubiana  47    32 

Padova  46      5  Spinea  47    59 

Tale  scossa  fu  seguita  da  molte  repliche  e  da  rombi,  come  lontani 
colpi  di  cannone,  specie  durante  il  marzo  :  le  maggiori  furono  le  se- 
guenti :  9  III  18»»  35"»  ;  10  III  2»»  13"»  ;  11  Ul  2»»  14«»  e  13»»  28«»  e  16  III 
13»»  13"». 

[1290]    1898.  Febbraio  20.  Cividale  (Friuli). 

Dopo  alcune  scosse  di  lieve  momento  sentite  nella  notte  19-20  feb- 
braio in  qualche  località  del  Friuli  e  regione  confinante  e,  dopo  un 
mediocre  scuotimento  avvenuto  a  5»»  52°»  in  Cividale,  poco  prima  delle 
6»»  dello  stesso  giorno  20  tale  città  fu  urtata  da  una  concussione  tel- 
lurica di  intensità  classificabile  fra  le  quasi  rovinose,  I  danni  si  limi- 
tarono alla  sola  Cividale,  se  si  eccetua  qualche  lieve  fenditura  verifi- 
catasi in  Vernasco,  a  Stregua,  ad  Udine,  a  Buttrio  in  Piano,  a  Sa- 
vogna,  a  Cemitza  ed  a  Otaletz.  La  zona  entro   cui  la  scossa  è  stata 


6U  [1898] 

■  -   ■■■  -        — . 

forte  nel  territorio  italiano  include  al  suo  estremo  Radda,  Attimi^ 
Udine,  Trivignano  e  Palmanova,  località  che  distano  da  Civldale  rispet- 
tlvamente  Km.  13,  15,  14,  16  e  20.  Nella  zona  mediocre,  la  quale  dà 
noi  è  più  sviluppata  a  NW.,  al  suo  lembo  esterno  stanno  ii'iastichis. 
Tramonti  di  Sopra,  Osoppo,  Meretto  e  Latisana,  posti  rispettivamente 
a  Km.  17,  40,  55,  30,  30  e  47  dal  centro.  Infine  l'area  isosismica  in- 
teressata dal  movimento  appena  sensibile  alle  persone  passa  al  di  là  di 
Pontebba,  di  Paluzza,  di  S.  Vito,  di  S.  Daniele,  di  Codroipo,  e  di 
Portograaro  a  Km.  48,  57,  66,  33,  36  e  56  da  Cividale:  quindi  si  : 
un  accentuato  prolungamento  verso  SW.  in  modo  da  includere  S.  Dona 
di  Piave,  Treviso,  Venezia,  Este  e  Stanghella,  che  distano  da  CividAk 
rispettivamente  Km.  60,  100,  110,  164  e  165.  Infine  noto  che  fuori 
dalla  zona  testé  descritta,  la  scossa  isolatamente  fu  intesa  da  qualcun^ 
a  Mason  nel  Vicentino  a  Km.  146  circa. 

Riguardo  il  territorio  appartenente  all'Austria,  le  località  estreme 
furono  Preth,  Sava,  Packenstein,  Cilli.  Montpreis,  Schalkendorf  e  Bellay. 
a  40-140  Km.  da  Cividale. 

Il  movimento  sismico  ove  spiegò  maggior  intensità  fu  preceduto  da 
rombo  e  risultò  nella  sua  durata  sensibile  composto  di  varie  riprese. 

Ora  della  scossa  : 

Cividale         5^  57"»  ±  3™       Firenze    5»^  58«  30«  ±  30» 
Padova  57    26"  Livorno        58+1"* 

Verona  57    45  Lubiana       58    circa 

A  tale  intensa  manifestazione  tenne  dietro  (6**  */«  circa)  una  replica 
stata  abbastanza  sensibile  a  Cividale  ed  avvertita  pure  in  parecchie 
località,  e  quindi  qualche  altra  nella  stessa  giornata  e  nei  di  susse- 
guenti. Al  12  aprile  poi,  verso  le  20*»  si  ebbe  una  nuova  scossa  meco 
intensa  di  quella  successa  al  20  febbraio,  ma  pure  tale  da  causare  lievi 
e  nuovi  danni  a  Cividale,  località  che  può  ritenersi  ancora  come  centro 
del  fenomeno.  Raffrontando  l'area  mesosismica  della  precedente  scos^ 
con  quella  entro  cui  fu  sensibile  quest'altra,  si  vede  che  questa  è 
più  limitata  dalla  parte  di  E.,  NE.  e  SW.  e  più  espansa  invece  verso 
S.  e  SE. 

Ora  della  scossa  : 


Cividale 

20»»  15°» 

Lubiana 

20»»  20°» 

Trieste 

20    5- 

Fola 

22 

[1291]    1898.  Marzo  4.  Appennino  Parmigiano  e  Reggiano. 

Questo  terremoto,  quantunque  abbia  spiegato  nella  regione  più  com- 
mossa una  intensità  tale  da  produrre  solo  danni  di  non  grave  rilievo 
tuttavia  per  Testensione  della  sua  area  macrosismica  assume  una  grande 


[1898]  615 

mportanzA,  avcudo  esso  intereasato  quasi  tutta  l'Emilia,  l'intera  Lom- 
■ardia,  grau  parte  del  Veneto,  porzìoue  della  Toscana,  tutta  la  Liguria 
irientale  e  qualche  località  delle  altre  regioni  a  queste  couflnantì. 

L'  unita  canina  (flgura   114)    rappresenta   la   posizione   delle   varie 
ione   isoaismicbe  ;  cioè  l'epicentrale  fortissima  (A),  la   molto  forte  (6), 


éi6  tmè] 

-  -        -  " —  -  — 

mezzodì  segue  in  modo  abbastanza  regolare  la  precedente  ;  verso  nord 
invece  h  uno  sviluppo  ed  un  decoi*so  che  sembra  assai  bizzarro,  pre- 

4 

sentando  notevoli  irregolarità,  specie  dei  prolungamenti  che  si  spingono 
fino  ad  includere  Milano,  Como,  Gardone,  Salò,  Gallio  ed  anco  Rovigo. 
L' isosisma  lieve  segue  abbastanza  l'andamento  della  mediocre  :  di  no- 
tevole abbiamo  che  la  scossa  fti  sentita  a  Cairo  Montenotte  e  che  verso 
Ferrara  si  à  un  notevole  e  stretto  prolungamento  che  per  Arg^enta  si 
spinge  fino  e  Brisighella  ;  inoltre  si  notano  sensibili  aumenti  di  inten- 
sità a  Chiavari  e  dintorni,  a  Brescia,  a  Bologna,  a  Fucecchio  ed  a 
Pisa. 

Riguardo  dir  ora  della  scossa  i  vari  dati  non  sono  troppo  concordanti 
e  ciò  per  la  differenza  del  tempo  campione,  per  la  varia  sensibiliti 
de^li  apparecchi  adoperati  a  determinare  il  primo  istante  e  per  la 
diversa  velocità  con  cui  si  è  propagato  lo  scuotimento  nelle  varie  di- 
rezioni :  ecco  i  principali  : 

Parma  22^  7"*  Padova  (Osser.)       22^  8"  +  1™  Cina 

Reggio  E.                         8   ±5"                id.  (Prof.  Vicentini)  6  52» 

Modena                              9+2»  Milano                     20  10  circa 

Piacenza                            8+20»  Pavia                      22  3  8*  »/j 

Genova                              9  Roma  8  0  ±5» 

Firenze  (Oss.  Met.)           7   + 10-15»  Rocca  di  Papa  8  0 

id.      (Oss.  Xim.)          7     7»  ±  15-  Ischia  7  7 

id.      (Oss.  La  Querele)  8+1"  Lubiana  8  24  ±  5» 

Livorno                           10+1  Grenoble  8  34  + 1« 

Bologna  (Ossetv.)             5   10»  Strasburgo  7  49 

id.      (S.  Luca)            9   44  Wight  (Inghilterra)  13  46 

Nella  zona  stata  più  intensamente  commossa  pare  che  il  movimento 
sismico  sia  stato  suss.-ond.  con  una  durata  di  10-12*  ;  ivi  in  generalo 
il  rombo  à  preceduto  lo  scuotimento. 

Qua  e  là  dopo  V  accennato  massimo  sismico  si  ebbero  leggere  repli- 
che, ma  in  generale  poco  intense  e  numerose. 

[1292]    1898.  Aprile  4.  Castravillari  (Cosenza). 

Un  picciolo  e  corto  periodo  sismico  che  qui  trova  un  semplice  ac- 
cenno non  per  T  intensità  avuta,  ma  perchè  servirà  a  determinare  la 
posizione  e  V  attività  di  una  speciale  area,  urtò  Castrovillari  e  dintorni. 
La  prima  scossa,  avvenuta  verso  le  15**  del  4  aprile,  fu  ivi  suss.  e  spa- 
ventò la  popolazione  :  fu  abbastanza  sensibile  a  Cassano  suU'  Jonio  e 
lieve  a  Saracena.  A  20^  circa  replica  sensibile  a  Cassano  e  nella  notte 
quattro  lievi  a  Castrovillari,  che  con  Cassano  e  Firmo  fu  nuovamente 
urtato  verso  le  11^  Va  - 12»»  da  altro  terremoto.  Al  13  aprile,  a  13»»  circa, 
nuova  scossa  ond.  a  Castrovillari  ed  altra  verso  le  21*»  21"  del  17. 


9 


[1898] 

(129S]    1898.  Maggio  U.  S.  Hsrii  il  Lie* 

Bieco  A  :  TerrtfOio  etneo  Oel  u  magato  iBi». 

A  5"  45°*  48*  del  14  maggio  t\i  generalmente  avvertita 
ana  mediocre  scossa,  la  quale  ai  rese  più  o  meno  senelb 
tutte  le  stazioni  circumetnee,  con  un  maBsiroo  a  SW.  ed 
NE.  del  vulcano.  Produsse  lievi  lesioni  ad  Adernò  ed  a  1 
po'  maggiori  a  Paterno  ed  ancora  di  più  a  Biancavllla  :  in 
di  Licodia  parecchie  case  furono  totalmente  diroccate,  vai 
zialmente,  e  le  altre  tutte  in  modo  più  o  meno  grave  dai 
Ragalna  i  danni  furono  minori. 

L'epicentro  di  questo  terremoto  deve  ritrovarsi  nei  prese 
di  Licodia,  giacché  da  tale  località  l'intensità  va  dlmii 
anche  in  modo  molto  rapido,  il  che  ci  indica  un  epicentr 
fondo.  Detta  scossa  fu  mediocre  oltre  che  in  Catania,  anc 
fa  aensibìle  a  Zafferana  e  lieve  a  Riposto,  a  Randazzo  ed 
Ora  mentre  passò  inosservata  al  nord  a  Moio  ed  a  Caslig 
cilia,  località  distanti  dall'epicentro  poco  oltre  i  35  cbii( 
sud  sentita  quasi  da  tutti  a  Mineo  e  ad  Angusta  che  ne  d 
tivamente  43  e  52  circa.  Sotto  forma  mlcrosismica  infine 
dal  microsismografo  Vicentini  a  Catanzaro. 

A  S.  Maria  il  movimento  del  snolo  fu  dapprima  sass.  < 
temente  ond.  ;  nei  luoghi  meno  colpiti  prevalse  l'ond.,  ec 
per  Mineo  (ond.-euss.)  e  per  Augusta  (suss.). 

Alle  7^  2"  58*  a  Catania  fu  intesa  una  replica  sentita 
sensibilmente  fino  entro  la  zona,  che  con  mediocre  Intensità 
movimento  sismico  della  prima  commozione  :  tale  scossa  fì 
a  Biancavilla,  ove  fece  aumentare  1  danni  prodòtti  dalla 
fu  pure  registrata  dal  microsismografo  Vicentini  a  Catanzj 
22,  a  l?**  3^**  circa,  altra  replica  a  Biancavllla. 

[1294]    18».  Giugno  2.  Tripolliu  (Grecia),  Italia  i 

Verso  la  mezzanotte  fta  il  2  e  3  giugno  Tripolizza  nel 
conquassata  da  un  veemente  terremoto  che  causò  gra\ 
anche  a  molte  altre  città.  In  Atene  la  scossa  ih  molto  foi 
mento  sismico  si  propagò  sensibilmente  pare  in  Italia, 
parte  della  regione  occideotale  della  Sicilia,  qualche  locai 
labria,  l'Intera  penisola  Salentina  e  buona  porzione  del 
Bari  e  di  Taranto.  Lo  studio  dolla  distribuzione  dell'  int 
in  Italia  dallo  scuotimento,  presenta  le  più  svariate  an 
natura  di  quelle  che  abbiamo  riscontrato  in  occasione  e 
del  28  maggio  1897  (1276].  Infatti  procedendo  dalla  Sici! 
anzitutto  che  fìi  sentito  llevemento  a  Ragusa,  a  Giarratai 


618  [18d8] 

e  mediocremente  a  Mineo,  mentre  passò  inosservato  nelle  varie  loca- 
lità circostanti.  In  mezzo  poi  ad  una  zona  che  non  partecipò  affatto  al 
movimento  sismico  ne  troviamo  un'altra  stata  sensibilmente  commossa: 
in  qnesta  sono  comprese  Centuripe  e  Catania  :  V  intera  regione  etnea 
e  quella  dei  monti  Peloritani  e  Nebrodi,  insieme  alla  costa  dello  streuo 
fra  Aci  ed  i  pressi  di  Messina,  come  pure  la  settentrionale  prospiciente 
i  golfi  di  Milazzo  e  di  Patti  non  si  commosse  menomamente  :  solo  in 
Messina  lo  scuotimento  fu  sentito  mediocremente  e  cosi  pure  in  Keggio. 
A  Scilla  invece  il  terremoto  passò  inosservato,  mentre  a  Gioia  e  ad 
Oppido  fu  leggermente  avvertito  dalle  persone  e  cosi  pure,  sebbene 
attorniati  da  una  zona  rimasta  immobile,  a  Longobardi  e  ad  Acqoap- 
pesa.  Il  versante  ionico  della  Calabria,  l' intera  regione  della  Sila  e 
del  Vallo  non  parteciparono  alla  commozione,  che  leggermente  fu  in- 
tesa a  Tursi  nel  versante  del  golfo  tarentino.  Nelle  Puglie  l'area  scossa 
comprende  anzitutto  Bari  e  quindi  l' isosisma  limite  fa  un  prolunga- 
mento per  includere  Spinazzola,  per  poscia  oltre  Gioia  e  Castellaneta 
scendere  a  Taranto  e  comprendere  V  intera  costa  fino  al  Capo  S.  Maria 
di  Leuca  e  da  questo  ad  Ostuni  sul  versante  adriatico.  Tale  zona  fi 
scossa  lievemente^  eccezione  fatta  per  Taranto  e  per  l'estrema  punta 
dello  sprone  salentino,  ove,  secondo  il  De  Giorgi  {Ricerche  su  i  ttrr, 
avv,  in  Terra  d*  Otranto^  pag.  93)  lo  scuotimento  è  stato  un  po'  più 
sensibile.  Noto  però  che  la  scossa  passò  inosservata  a  Vemole  ed  a 
Carpignano,  località  poste  nei  pressi  di.  Martano,  ove  fu  avvertita  dalle 
persone. 

Ora  della  scossa  (principio  delle  registrazioni)  : 

Catania  23»^  S»  17»  Rocca  di  Papa  23»»  9"  15* 

Catanzaro  8  19  Firenze  15     —  +  5* 

Ischia  9      3+10»  Lubiana  12    — 

Portici  8  59 

[1295]    1898.  Giugno  28.  RieU  (Umbria). 

Baratta  m.  :  Il  terr.  Sabitw- Abruzzese  ecc.  :  Nuove  considerai,  sul  terremoto  dt  Sieti  ecc  - 

3RUCCHIETTI  G.  :  Sul  terr.  di  Rieti  ecc.  -  Marinelli  l.  :  Mem.  sui  terr.  di  Rieti  ecc. 

Dopo  il  periodo  sismico  localizzato  di  Poggio  Catino,  terminato  sulla 
fine  del  gennaio  1898  [1288],  l'agro  reatino,  verso  le  3»»  57»  dell'B  fcbbr. 
fu  scosso  da  un  mediocre  terremoto  che  pare  abbia  avuto  suo  centro 
nei  pressi  di  Rieti  :  i  limiti  estremi  cui  si  propagarono  le  ondulazioni 
sensibili  alle  persone  furono  Leonessa,  Micigliano,  Clttaducale,  Rocca 
Simbalda,  Poggio  S.  Lorenzo,  Poggio  Mirteto,  Poggio  Catino,  Monta- 
sola  e  Papigno.  Tale  scossa  fu  seguita  da  due  repliche  —  una  meno 
intensa  verso  le  4^  10"  e  l'altra  lieve  10"  dopo  —  le  quali  pare  siano 
passate  inosservate  altrove.  Quindi   circa  i  primi   del  mese   di   marzo 


ì 


fl698j 


6ld 


t^mm-^mam^^t^mM^ 


fu  forse  intesa  in  Rieti  una  nuova  scossa,  ma  di  piccolissima  intensità; 
poscia  al  27  giugno  (1^  circa)  altra  lieve  ed  ancora  poi  una  un  po'  più 
sensibile  verso  le  0^  Vs  ^^  giorno  28.  Nella  notte  stessa  un  paros- 
sismo violentissimo  fece  lesionare  (specie  neir  intemo)  tutte  le  case, 
rovinare  volte,  tetti,  pavimenti,  comignoli,  ecc.  I  danni^  secondo  la 
particolareggiata  descrizione  del  signor  Marinelli,  per  entità  e  per 
estensione  furono  maggiori  nella  parte  più  elevata,  presso  a  poco  al 
centro  della  città  (Piazza  Vittorio  Emanuele)  :  fuori  ebbero  a  soffrire 
molto  i  soli  fabbricati  costruiti  sulla  collina  prospiciente  il  NE.  A  pro- 
darre tanti  disastri  concorsero  oltre  alla  violenza  dello  scuotimento, 
ancbe  precipuamente  le  pessime  condizione  di  costinizione  degli  edificii. 


FiG.  115. 

Riguardo  alla  natura  della  scossa,  secondo  le  notizie  raccolte  dal 
signor  Brucchietti,  possiamo  ritenere  che  fu  —  ove  più  intense  riusci- 
rono le  sue  manifestazioni  —  preceduta  per  15*  circa  da  forte  rombo  : 
essa  cominciò  con  violenza,  andò  quindi  diminuendo  per  tornare  a  cre- 
scere di  bel  nuovo  sulla  fine  :  la  sua  durata,  almeno  nella  parte  sen- 
sibile alle  persone,  fu  stimata  di  10"  circa.  Anche  a  Roma  io  ebbi  la 
impressione  di  una  duplice  fase  ;  la  seconda  delle  quali  più  intensa 
deiraltra,  ad  intervallo  di  1,5  -  2*  e  con  una  durata  totale  di  circa  6'. 
Per  rispetto  alla  direzione  i  dati  desunti  dal  Brucchietti  concordano  nel 
ritenerne  per  Rieti  due  predominanti,  una  NE.-SW.  e  Taltra  perpendi- 
colare, cioè,  NW.-SE.  L'epicentro,  secondo  il  citato  autore,  dovrebbe 
trovarsi  nei  pressi  di  Coppaelli  Basso  rimasto  interamente  distrutto.  Per 


6^  [1693] 

r  intensità  dei  danni  viene  quindi  Rieti  (flg.  115:  A),  poscia  Cittaducalee 
8.  Rafina  (B)  :  l'area  entro  cui  lo  scuotimento  fu  fortissimo  si  estende  (C) 
a  N.  fino  a  Lugnano  ed  a  8.  va  restringendosi  fino  a  Casa  Prota:  fu 
molto  forte  entro  una  zona  assai  irregolare  che  comprende  (D)  procedendo 
da  NE.,  Leonessa  e  Pie'  del  Poggio  (ove  fu  notato  un  aumento  negli 
efltetti),  Rivodutri,  Morrò,  Labro,  Temi,  Nami,  Collescipoli,  Poggio  Ca- 
tino e  Mirteto,  Maiano,  Toricella  ecc.  Ai  limiti  della  zona  fortemente 
commossa  stanno  (E)  Poggiodomo,  Spoleto,  Contigliano,  M.*®S.  Giovanni. 
Filacciano,  Fiano,  Borgo  Velino  ecc.  L'area  urtata  con  mediocre  in- 
tensità è  molto  estesa  e  si  spinge  in  modo  da  interessarci  come  lo  di- 
mostra la  relativa  isosisma  (F),  gran  parte  dell'  Umbria,  delle  Marche, 
del  Viterbese,  del  circondario  di  Roma,  i  Colli  Laziali,  la  regione  pre- 
nestina  e  sublacense  e  parte  dell'Aquilano.  Nella  detta  carta  sono 
inoltre  tratteggiate  le  zone  entro  cui  lo  scuotimento  è  stato  sensi- 
bile (Q)  ed  anche  quella  che  segna  il  limite  della  regione  interessata 
dalle  onde  sismiche  leggiere  (H),  le  quali  noto  che  non  furono  perce- 
pite che  in  qualche  località  (Nettuno  e  Terracina)  del  littorale  tirreno 
e  che  solo  nei  pressi  di  8inigallia  V  isosisma  limite  si  spinge  fino  alla 
costa  adriatica,  mentre  da  per  tutto,  altrove,  detta  linea,  stando  alle 
notizie,  passa  sempre  entro  terra. 

I  limiti  estremi  cui  fa  sentito  il  terremoto  sono  i  seguenti  che  di- 
stano dall'  epicentro  il  numero  dei  chilometri  presso  segnati  :  a  N, 
Mondolfo  Km.  150  e  Pergola  128;  a  NNW.  Valfabbrica  86;  a  NW. 
Foiano  130  ;  a  NWW.  Fienile  85  e  Latera  90  ;  ad  W.  Toscanella  80  : 
ad  WSW.  Bracciano  68  ;  a  8.  Velletri  80  ;  a  SSE.  Terracina  125  e 
Fondi  120  ;  a  SE.  San  Pietro  in  Fine  135  ed  Avezzano  60  ;  a  SEE. 
Scanno  100  ed  Aquila  40  ;  ad  E.  Pianella  95  ;  a  NEE.  Atri  90  ;  a  NE. 
Ancarano  95  ;  a  NNE  Osimo  130  e  Sinigallia  148. 

Quindi  la  massima  estensione  dell'area  commossa  si  à  in  senso  quasi 
N.-S.,  cioè  tra  Mondolfo  e  Terracina  che  distano  fra  loro  270  Kin.  ;  tra 
Foiano  e  Scanno  corrono  circa  220  Km.  NW.-SE.  :  Toscanella  e  Pia- 
nella, cioè  circa  da  E.  ad  W.,  sono  distanti  fra  loro  poco  oltre  i  175  Km. 

Riguardo  all'  istante  del  principio  del  movimento  sismico  avuto  dai 
registratori  dei  vari  osservatori  servono  i  seguenti  dati  : 


Rocca  di  Papa 

Oh  38» 

40-42- 

Ferrara 

0^  46»  circa 

Roma 

38 

18 

Pavia 

43    20» 

Ischia 

39 

6  +  10- 

Catanzaro 

38    33 

Portici 

39 

32 

Catania 

40    40 

Firenze  (Oss.  Xin 

len.)  39 

5  -j-  5» 

Lubiana 

40  circa 

Dopo  tale  parossismo  in  Rieti  si  ebbe  una  replica  leggiera  ad  1^ 
circa  :  altra  mediocre  per  tale  località,  meno  intensa  a  Cittaducale  e 
sentita  anche  in  parecchie  dell'  Umbria,  dell'Aquilano  ed  in  qualcuna  del 


[1898] 


621 


territorio  romano  confinante  con  l'agro  reatino,  avvenne  a  4**  56"  45' 
circa  del  giorno  29  giugno.  Nel  luglio  Buccessivo  altre  scosse. 

[1296]    1898.  Luglio  2.  SinJ  (Dalmazia). 

Un  parossismo  di  grande  violenza  distrusse  verso  le  5*^  V4  ^^^  giorno 
2  loglio  Siig  e  parecchie  località  circostanti  :  le  ondulazioni  sismiche 
vennero  avvertite  dalle  persone  anche  in  Italia,  a  Caldarola  ed  Osimo 
nelle  Marche,  a  Spinea  presso  Venezia  ed  a  Kodi  nella  Capitanata.  Il 
loro  passaggio  poi  venne  segnalato  dagli  strumenti  dei  vari  osservatori, 
da  cui  si  ebbero  per  principio  del  movimento  sismico,  gli  istanti  seguenti  : 


Catanzaro 

5h   17m 

38» 

Catanifak 

5»^  19»  52- 

Portici 

18 

13 

Velletri 

20 

Roma 

19 

1  4-  0°»1 

Ferrara 

21  4-  30- 

Rocca  di  Papa 

19 

7 

Modena 

22  -f  10* 

Casamicciola 

19 

11 

Nicolaiew 

22 

Lubiana 

19 

30 

Pavia 

23  38  +  3» 

Firenze  (Oss.  Xim.) 

19 

32+1- 

Shide  (Inghilt 

erra)       27  24 

Con  questo  terremoto,  per  non  protrarre  più  a  lungo  la  stampa  delle 
due  altre  parti  del  libro,  vien  chiusa  la  cronistoria  dei  maggiori  terre- 
moti italiani.  Se  giungeranno  a  tempo  le  notizie  per  il  restante  del- 
l'anno 1898  verranno  inserte  neirappendice. 


[cumso  11  lo  Febbraio  1900], 


APPENDICE 


La  compilazione  di  un  catalogo  di  terremoti  à  il  difetto,  comune  a 
tutte  le  opere  di  identico  genere,  di  non  essere  mai  completa  por 
quanto  accurate  siamo  state  le  ricerche  di  notizie  e  di  documenti. 

Durante  la  stampa  della  prima  parte  del  presenle  volume  vennero 
in  luce  vari  lavori,  fra  i  quali  segnalerò  quello  del  Benassì  sui  ter- 
remoti di  Parma,  il  Saggio  della  raccolta  De  Rossi  ecc.,  contenenti 
parecchie  nuove  notizie,  varie  delle  quali  pure  io  ò  ancora  ritrovate 
in  ulteriori  ricerche  fatte. 

.Tutto  questo  materiale  che  non  trovò  posto  nella  cronistoria  viene 
inserto  nella  presente  appendice. 

È  necessario  avvertire  che  le  singole  notizie  sono  disposte  crono- 
logicamente :  per  i  terremoti  non  stati  già  accennati  o  descritti  segue 
la  numerazione  progressiva  adottata  ;  invece  le  notizie  che  servono 
di  complemento  alla  descrizione  dei  fenomeni  già  introdotti  nel  cata- 
logo sono  segnate  con  ['J  e  nel  contesto  del  paragrafo  viene  accen- 
nato anche  al  numero  cui  si  riferiscono,  del  quale  portano  la  data  e 
r  indicazione  della  località,  a  meno  che  l'aggiunta  non  venga  a  mo- 
dificarle. 

[']    365  o  369.  Veneto,  LvabkHii,  SpoleU,  Trevi. 

Aggiunta  al  N.  38.  —  I!  Mariani,  citato  dui  Goiran  (/  Lavini  di 
Marco,  papr.  8)  vuolo  che  la  catastrofe  di  doni  Lavini  sia  avvenuta 
appunto  per  lo  spaventevole  terremoto  menzionato  nel  testo  (pag.  !>)  il 
<|uale.  come  abbiamo  visto,  danneggiò  molto  Verona. 


624  [615  - 1106*] 


[•]    615. 

Il  terremoto  del  mese  d'agosto  del  615  [N.  51]  è  ricordato  da  Ana 
stasins  Bibl.  in  De  vitis  Roman.  Pont,  (Muratori  :  Eer.  ital.  script.. 
voj.  ITI,  parte  I,  pag.  135  B). 

[12971    672.  Pistoia. 

H.  A.  Salvi  :  Delle  Historie  di  Pistoia^  Roma  MDCLVi,  voi.  l,  pag.  29. 

Orribili  terremoti  scossero  neiranno  Pistoia,  sicché  ninno  si  sentivi 
più  sicuro  di  stare  in  città. 

[1298]    745  circa.  Yeiiem. 

GALLicaoLi  G.  B.  :  Delle  Memorie  Venete  antiche»  voi.  n,  pag.  232,  Venezia  mdocxgv. 

Secondo  V  Erizzo  tale  terremoto  rovinò  molti  editicii  e  secondo  ce 
altro  cronista  fu  terribile  in  tutte  le  isole. 

[1299J    840  circa.  Veiezu. 

Gallicgiou  G.  B.  :  op.  clt,  voi.  n,  pag.  232. 

Nell'anno  terremoti. 

[•]      1088.  Settembre.  P«gM«- 

Aggiunta  al  N.  98.  —  Secondo  alcune  notizie  ricavate  dal  De  Giorgi 
{Ricerche  su  i  terrem.  avv.  in  Terra  d'Otranto  ecc.,  pag.  7  estr.)  in 
Otranto  sarebbero  crollate  parecchie  case  e  franato  un  angolo  del 
Castello. 

[1300]    1093.  Ottobre  3.  Veiieiii. 

GALLicaou  G.  B.  :  op.  Clt.,  pag.  232. 

In  Venezia  terremoto  violentissimo  che  «  storse  »  alquanto  il  cam- 
panile di  S.  Angelo  :  ciò  secondo  il  Corner  (Dee.  XV,  297).  Non  sarà 
questo  terremoto  eguale  a  quello  del  1095  [N.  100]? 

[*]      1104.  Farm. 

Il  terremoto  di  Parma  del  3  gennaio  [101]  è  ricordato  pure  nella 
Chronica  di  Fr.  loh.  de  Cornazano  {Mon,  Jiist,  ad  prov.  Parmensem  d 
Placentinam  pertinentia,  Parma  1858,  pag.  355)  ove  si  dice  che  le 
scosse  durarono  per  30  giorni  :  detto  cronista  però  ritiene  tal  periodo 
sismico  successo  nel  1100. 

[']    1106.  Veaesta. 

Il  terremoto  da  me  posto  al  1106  [N.  103]  è  ricordato  pure  dal  G*/- 
liccioii  {Delle  Mem,   Venete  ant.^  voi.  II,  pag.  232)  il  quale,    sull'auto- 


t  'Otp^wrj : ^fy 


[1117- 1248*]  625 


ita  dell'  Erizzo,  lo  dice   avvenuto  nel  1105,  aggiungendo   che   rovinò 
Ltolte  case  e  specialmente  la  Chiesa  di  S.  Marco. 

[-]    1117.  Lombardia,  Veneto. 

Su  questo  grande  terremoto,  di  cui  ho  parlato  nel  N.  106  (pag.  22-24), 
'>  ritrovato  le  seguenti  altre  notizie  : 

Nel  Chronicon  Parmense  (pag.  2)  pubblicato  nella  citata  raccolta  di 
locumentl  di  storia  patria,  vien  riferito  al  1116  «  MCXVI  fuit  maxi- 
tnus  terraemotus  per  triginta  dies  in  octava  sancti  lohannis  Evange- 
Listae,  tertio  die  intrantis  mensis  Jan  navi  9. 

Il  Galliccioli  {Delle  mem,  venete  ant.^  voi.  II,  pag.  232)  lo  pone  nel 
1114,  e  dice  che  in  Venezia  fece  atterrare  la  chiesa  di  S.  Emagora. 

[1901]    1123.  Dicembre  25.  Venezia. 

Oalliccioli  G.  b.  :  Delle  Mem.  Vetiete  ecc.,  voi.  il,  pag.  232. 

Un  grande  terremoto  fece  cadere  in  Venezia  un  lato  di  S.  Giorgio  : 
ciò  secondo  una  cronaca  antica.  Alcuni  scrittori  lo  pongono  nel  1125, 
r  Erizzo  nel  1129.  Dubito  molto  su  queste  date  :  anzi  per  la  coincidenza 
del  giorno  io  sono  proclive  a  credere  che  tali  notizie  si  riferiscano  al 
terremoto  del  1222,  successo  appunto  nel  25  dicembre  [N.  140J,  che 
sappiamo  essere  stato  rovinoso  a  Treviso,  a  Vicenza  ecc 

[1902]    1196.  Autunno.  Pistoia. 

M.  A.  Salvi  :  Delle  Historie  di  Pistoia,  Roma  mdclv:,  voi.  l,  pag.  109. 

Nell'autunno  qualche  scossa  che  causò  più  panico  che  danno. 

[*]    1222.  Dicembre  25.  Alta  lUlia. 

Alle  notizie  date  al  N.  140  su  questo  terremoto  (pag.  30-31)  ag- 
giungo la  seguente  che  si  riferisce  a  Padova  :  «  Die  sequenti  nntivi- 
tatìs  Domini  fuit  magnus  terraemotus  in  Paduae  >  {Chronicon  Patavinum 
in  «  Muratori:  Ant,  Ital,  medii  aevi  »  voi.  IV,  col  1129  E).  A  Parma 
il  terremoto  fu  €  grande  >  come  ricorda  Fr.  Salimbene  Parmense  nella 
8ua  Chronaca  (Mon.  Hist.  ad  prov.  Parmensem  etc.) 

[1903]    1233.  Venezia. 

G  vLUCCiou  G.  B.  :  Op.  cit.,  voi.  II,  pag.  232. 

Terremoto  che  rovinò  circa  metà  di  Venezia.  Non  si  riferirà  anche 
questa  notizia  al  terremoto  del  1222? 

[•]    1248.  Savoia. 

Riguardo  al  terremoto  della  Savoia,  di  cui  al  N.  156,  il  fìillict 
'  }fem.  sur  les  tremai,  de  terre,,  en  Savoie^  pag.  250)  dice  che  al  25  di- 

baratta  ;  Terremoti  ecc.  4o 


1 


626  [1249  - 1280*] 


cerabre  avvenne  la  caduta  del  Monte  Grenier  come  si  legge  nella 
seguente  :  «  Ecclesìa  Sancti  Mauricii  de  Marchiis  etc.  infra  dictaiìi 
parroccliiam  et  venerabilis  conventus  Fr.  Minorum  de  observaniin 
Beatae  Mariae  de  Myans  :  ibi  terminata  fuit  mina  quae  de  anno  Do- 
mini 1248,  septlmo  calendas  decembris,  cecidit  de  aspero  monte,  et 
qainque  parrocchias  destruxit  et  signanter  villam  Ecclesiamque  S.  An- 
dreae...  ».  A  questo  fatto,  il  quale  piuttosto  che  un  vero  terremoto 
sarebbe  un  gi*ande  franamento,  allude  con  evidente  amplificazione, 
Matteo  Parris  nella  sua  Hist,  Anglicana, 

[*]  1249.  Bmilia. 

Alle  notizie  date  su  questo  terremoto  [N.  160],  aggiungere  le  seguenti: 
In  un  giorno  di  settembre  fra  Torà  nona  ed  il  vespro  in  Parma  gi*ande 
teri'emoto  {Yii,  Salimbene  Parmensis  :  Chronaca  in  «  Mon.  hist.  patriae 
ecc.  >  Parmae  1857,  pag.  159).  Riguardo  a  Reggio  una  cronaca  ricorda 
che  nel  settembre  un  gi'ande  terremoto  fece  crollare  molte  case.  {Ba- 
ratta M.  :  Materiali  II,  pag.  5).  Tale  notizia  sarebbe  a  provare  che 
questo  terremoto  non  deve  confondersi  con  il  lombardo  successo  al  2ó 
luglio  (vedi  N.  159). 

[1304]    1275.  Aprile  24,  30.  Venezia. 

(jalliccioli  G.  b.  :  Delle  Meni.  Venete  ant.,  voi.  Il,  pagr.  292. 

Grandi  terremoti  in  Venezia. 

[•]    1279.  Friah. 

Al  terremoto  di  cui  al  N.  176  credo  alluda  il  Galliccioli  {DelU 
mem,  -Venete  ant,,  voi.  II,  pag.  232)  —  che  però  lo  pone  nel  1280  — 
con  la  notizia  che  sull'ora  di  vespro  in  Venezia  fu  sentita  una  si  or- 
ribile scossa  talché  molti  fuggirono  all'aperto. 

[*]    1279.  Romagna,  Marche. 

Fr.  Salimbene  Parmense  nella  sua  molte  volte  citata  Chronaca, 
(pag.  273-4)  scrive  a  proposito  di  questo  terremoto  descritto  al  N.  177. 
che  due  parti  di  Camerino  furono  distrutte  con  molti  morti  :  che  Fa- 
briano, Matclica,  Cagli,  S.  Severino,  Cingoli,  furono  rovinate  e  così 
pure  Nocera,  Foligno  e  Spello  :  che  nella  Romagna  e  sui  monti  fra 
Bologna  e  Firenze  molti  castelli  furono  distrutti  con  grande  perdita  di 
uomini. 

[•]    1280.  Gennaio  25.  Bergamo. 

Il  Calvi  nelle  sue  Effem,  Sacro-profano  di  Bergamo  molte  volte  ci- 
tate (voi.  I,  pag.  135),  ricorda  per  detto  giorno  un  terremoto  grande; 


[1283  .  1319*]  627 


tale  notizia  concorda  per  la   data  con   quella   data  al  N.  178,  riguar- 
dante Bologna. 

[*]    1283.  Gennaio  17.  Venezia. 

Galliccioli  G.  B.  :  op.  clt.«  voi.  II.  pagr-  232. 

All'ora  del  veapro  un  grande  terremoto  fece  rovinare  quasi  tutti  i 
camini  e  la  torre  di  Mestre.  Questa  notizia  si  riferisro  al  terremoto  da 
me  descritto  al  N.  180,  come  successo  nell'anno  1282. 

[1305]    1293.  Napoli. 

Baratta  h.  •  Saggio  dei  nuU.  per  una  storia  dei  terr.  aw.  in  Italia,  raccolti  dal  Professore 
M.  S.  De  Bossi,  pa^r.  *7. 

Il  Salazaro  (Brevi  connd.  sugli  Affreschi   del  Monast,  di  D.  Regina 
del  secolo  XIII^  pag.  94).  ricorda  un  terribile  terremoto  che  fece  ab 
battere  gran  parte  di  detto  monastero  e  della  chiesa.  Non  sarà  questo 
terremoto  quello  dubbio   da   me   accennato   al   N.  181,  come  successo 
nel  1282? 

[1906]    1299.  Sobiaeo  (Roma). 

De  Rossi  m.  S. -Baratta:  Saggio  dei  fnat.  ecc.,  pag.  7. 

Le  Tabukie  Ann.  Oron,  Subì,  ricordano  per  il  1299  un  terremoto 
rovinoso.  Credo  che  questa  notizia  riguardi  il  terremoto  che  io,  dietro 
il  Moroni  [N.  139],  6  posto  all'anno  1216. 

[*]    1301.  Novembre  30.  Canee. 

S.  Maccario  nella  sua  Cronologia  storica  della  Citti  di  Cuneo  (ivi 
1889,  pag.  17)  ci  dà  la  data  soprasegnata  per  il  terremoto  descritto  al 
N.  200  e  stato  disastroso  0  rovinoso  si  in  Cuneo  che  nel  territorio. 

[•]    1303.  Ottobre? 

A  complemento  delle  notizie  date  al  N.  204  dirò   che   una   cronaca 
emiliana  inserta  nei  «  Mon.  hist.  ad  prov.  Parm.  et  Plac.  pertinentia  » 
Parma  1858,  pag.  116)  dice  che  nel  1303  molti  terremoti  furono  sen- 
titi in  Venezia  e'Slavonia  e  che  molte  torri  furono   rovinate  specie  a 
Fano  ed  a  Sinigallia. 

(13071    1319.  Mente  Cassine  (Caserta). 

Dk  Rossi  M.  8.  :  Saggio  dei  Mat.  ecc.  pubbl.  da  Baratta  M.,  pag.  7. 

Secondo  il  Lanni  {8.  Elia  sul  Rapido  ecc.,  paff.  11  [3])  nell'anno 
citato  un  terremoto  avrebbe  quasi  distrutta  la  Badia.  Tale  terremoto 
non  trovasi  notato  nella  cronistoria  dei  teiTemotì  cassincsi  fatta  dal 
IMUa,  molte  volte  citata.  Dubito  poi  che  la  suesposta  notizia  si  rife- 
risca al  parossismo  del  1349  [N.  236  e  236*]. 


628  [1328  - 1349*] 


[•]    1328.  Dicembre  1.  Norcia. 

Secondo  una  comunicazione  ms.  fatta  dal  Franceschinì  al  Professor 
M.  S.  De  Rossi  {Saggio  dei  mai.  ecc.  pubbl.  da  M,  Baratta,  pag.  7. 
nel  1328  anche  Cascia  sarebbe  stata  colpita  da  terremoto  disastroso. 
Tale  notizia  viene  a  modificare  l'area  mesosismica  di  questo  parossismo 
tracciata  nella  cartina  13. 

[*]    1348.  Gennaio  25.  Villaeo,  Veneto. 

Alle  notizie  date  al  N.  234,  aggiungere  che  il  terremoto  fti  «  spa- 
ventoso »  a  Reggio  Emilia  (Baratta  M.  :  òfat.  per  un  catal.  dei  terr. 
Ital,^  fase.  II,  pag.  5). 

Riguardo  ai  fenomeni  geologici  causati  da  questo  immane  scuoti- 
mento, ricordato  anche  dal  Petrarca  in  una  sua  lettera,  dirò  che  se- 
condo il  Catullo,  citato  dal  Goiran  {Storia  sismica  ecc.,  pag.  52),  sa- 
rebbero da  riferirsi  le  prime  rovine  avvenute  nel  monte  Antelao.  lì 
Neumayr  {Storia  della  terra,  trad.  ital.  voi.  I,  pag.  288)  dà  i  seguenti 
particolari  sul  franamento  del  Dobratsch  presso  Villaco.  togliendoli 
dall'opera  dello  Schaubach  sulle  Alpi  tedesche  :  «  la  frana  di  Dobratsch, 
per  quanto  poco  nota,  è  uno  dei  più  terribili  fenomeni  del  genere,  f 
la  grande  frana  di  Rossberg  è  quasi  nulla  al  suo  confronto.  Due  borghi 
e  17  villaggi  furono  seppelliti:  la  valle  del  Gali  fu. trasformata  in  un 
lago,  e  solo  con  pena  il  fiume  potè  aprirsi  un  passaggio  fra  le  macerie  : 
ancora  adesso  la  valle  è  per  questa  ragione  paludosa.  Anche  oggi  si 
trovano  scavando  delle  case,  ed  in  queste  degli  scheletri  ». 

[*]    1349.  Settembre  9  o  10.  Abraui,  SaDiìe. 

Alle  notizie  date  al  N.  236,  aggiungere  le  seguenti  raccolte  dal 
Prof.  De  Rossi  {Saggio  dei  mat.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  8i  : 
Il  9  settembre,  secondo  il  Lanni  {S.Elia  sul  Rapido,  pag.  36),  tranne 
S.  Vittore,  Fratte  (ora  Ansidonia)  ed  alcune  case  di  S.  Germano,  per 
terremoto  furono  inabissate  tutte  le  terre  della  Badia  di  Monte  Cassino  : 
e  questa  con  quelle.  A  100  ascesero  le  vittime.  Di  alcune  rimase  solo 
il  nome  (cioè,  Teramo,  Piumacola,  S.  Stefano,  Mortula,  S.  Pietro  a 
Monastero,  le  Giunture  ed  i  villaggi  di  S.  Pietro  e  di  S.  Paolo  della 
Foresta)  :  altre  invece  risorsero  tra  le  quali  S.  Elia  Fiumerapido.  11 
Padre  Tavolieri  nelle  sue  memorie  di  Atina  dice  che  nel  1250  (data 
evidentemente  errata  e  da  correggersi  in  1349)  fu  adeguato  al  suolo  il 
Castello  di  Alvito. 

Il  Maggiulli  {Otranto,  Ricordi,  Lecce  1893,  pag.  153),  citato  d;U 
De  Giorgi  {Ricerche  su  i  terr.  avv.  in  Terra  d'Otranto,  pag.  8  estr.-, 
suirautorità  dell'anonimo  Cassinese,  registra  un  terremoto  in  provincia 
di   Lecce,   ed   aggiunge   che   in   Otranto  franò  un  pezzo  di  muraglia. 


[1367  - 1448*]  629 

Non  è  improbabile  che  anche  quivi   abbia   prodotto   danni,    tanto   plii 
che,  come  ft  detto  a  png.  52,  sappiamo  aver  sofferto  Ascoli  "  --  — 
Sant'Agata  dì  Pnglia.    Anzi   forse   la   compilazione  posterlo 
sotto  il  nome  dt  Chronicon  Neniinumy  allude  a  qaesto  terrei 
notizia  da  me  data  al  N.  238  e  riferita  al  1350. 

La  notizia  riguardante  Viterbo  stampata  a  pag.  52-3,  è 
dal  Della  Tuccia  {Cron.  di  Viterbo  in  «  Doc.  di  stor.  ital.  \ 
dì  Toscana  .  voi.  V,  pag.  34,  Firenze  1872). 

ri308]    I3fi7.  SsDt' Elia  FiinerspidA  ( 

l>u  Rossi  U.  9.  :  Saggio  dei  mal.  ^cc.  pubbl.  da  M.  BinAi-r*,  img.  8. 

Per  un  terremoto  vt;nne  distrutta  una  chiesa. 

[130&]    1383.  Febbraio  34. 
ANONIMO  F:oR.  :  Diario  datt'aano  i3SS  al  1389,  pag.  4.'il. 

Nella  notte  del  3  febbraio,  a  12'',  in  Firenze  grandissimo 
molto  panico  :  replica  meno  intensa  circa  II  vespro  del  d)  i 


iRi:  Aut.  Ital.  Jftd.  -im  ecc.  •  vou  iv,  col.  M 
Era  gi&  chiara  la  luce  del  gioi*no  quando  in  Aquila   e   t 
sentita  una  intensa  ma  breve  scossa  :  qualche  lieve  rovina. 

[*]    1399.  Luglio  20.  Hsdcna, 

Alle  notizie  date  al  N.  •à'ì2.  aggiungere  la  seguente,  trat 
teriali  De  Rossi  gìA  citati  (pag.  8)  che  riguarda   una   scossa 
sentita   a   Pistoia   nel    mese  di  luglio,  la  quale  si  riferisce 
alle  scosse  di  Modena  e  di  Bologna. 


Nell'agosto  grande  terremoto. 

Ì1312]    142S.  Novembre  10. 
N.  DOHiiONA  :  Cronaca  in  <  Muritori  :  Ant.  Ital.  ecc.  >  voi.  VI,  col.  nn  C. 

Nella  notte  terremoto  molto  forte:  nessun  danno. 

ri313]    U48.  Aprile  20.  Città  di  Castello  ( 

De  Bossi  U.  S.:  Sawi»  dei  mal.  ecc.,  pubbl.  ila  U.  Baratta,  pag.  9. 

Secondo  una  notizia  cstratta  dal  De  Rossi  {Cod.  Vat.  ".''■ 
nn  violento  terremoto  avrebbe  fatto  cadere  a  Citt&  di  Cac 
case,  causando  la  morte  a  molti  individai. 


'1 


630  [145-2  - 1456*] 


[1314]    1452.  Settembre.  Almuiria. 

Archivio  Star.  Lombardo,  voi.  vin,  pag.  491,  Milano  1802. 

Da  un  ms.  dell'Archivio  di  Stato  di  Milano  (Registro  ducale  129  A. 
fol.  308  r."")  risulta  che  un  fortissimo  terremoto  fece  in  Alessandria 
squarciare  un  pezzo  del  muro  della  rocca  del  Gastellazzo,  sicché  si 
mostrarono  urgenti  le  necessarie  riparazioni. 

[*]    )453.  Settembre  28.  Firenie. 

Alle  notizie  date  alle  pagine  65-66  su  questi  terremoti  [N.  312]  ag- 
giungo che  8.  Antonino  (Chronicorum  P.  Ili,  tit.  XII,  cap.  XIV,  §  IH. 
Lngduni  1586:  IV.  58:^)  avverte  che  i  danni  agli  edificii  in  Firenze  non 
furono  molti  e  pochissimi  i  morti. 

[1315]    1455.  GenDaio.  Otranto  (Lecce). 

De  Giorgi  c.  :  Ricerche  su  i  terr.  avv.  in  Terra  d* Otranto,  pag.  9  (estr.) 

La  cronaca  Leccese  del  Coniger  pubblicata  dal  Tafuri  {Opere^  vo 
lume  II,  pag.  476)  ricorda  che  le  provincie  meridionali  nel  gennaio 
furono  urtate  da  terremoti,  che  fecero  rovinare  parecchi  luoghi  e  che 
in  Terra  d'Otranto  gli  abitanti  furono  costretti  a  dimorare  per  più 
giorni  all'aperto.  Questa  notìzia  con  certezza  si  riferisce  però  non  ad  un 
fenomeno  nuovo,  ma  al  grande  terremoto  del  1456  [N.  316]. 

[*]    1455.  Dicembre  20.  Bologim. 

I  terremoti  di  Bologna  del  20  dicembre  [N.  314]  furono  si  violenti 
da  far  dire  al  cronista  Nadi  (Diario  Bolognese^  pag.  34,  Bologna  188<m 
che  se  non  fossero  stati  i  corpi  santi  nelle  chiese  la  città  sarebbesl 
certamente  sprofondata. 

[*]    1456.  Dicembre.  Napoletano. 

Aggiunte  al  N.  316  tratte  dalle  Ricerche  su  i  terr,  avvenuti  in  Terra 
d'Otranto  ecc.  (pag.  9-11  estr.)  di  C.  De  Giorgi. 

II  cronista  Cardami  (Diari  in  e  Tafuri  :  Opere,  voi.  II,  pag.  561) 
ritiene  avvenuto  il  terremoto  ad  11*»  del  5  dicembre  1456;  lo  storico 
Merodio  (Ilist.  Tarent.  IV,  XVIII)  lo  riporta  invece  al  1458:  il  primo 
aggiunge  inoltre  che  in  Terra  d'  Otranto  per  più  giorni  durarono  le 
repliche. 

Notizie  particolareggiate  per  le  seguenti  località  : 

Alessano  (Lecce)  —  gravemente  danneggiata  (Cardami:  loc.  cit.) 
Brindisi  (id.)  •—  nota  il  De  Giorgi  (op.  cit.,   pag.  11)  che  i  danni   pro- 
dotti in  questa  città  dal  terremoto  furono  molto  esagerati   perchè  esistono 
tuttora  parecchi  ediflcii  si  dentro  che  fuori  Brindisi,  anteriori  al  secolo  XV 


[1456-1472*]  631 

«1  io  buone  condizioni  statiche.  Forse  più  del  terremoto,  aggiunge,  influì 
la  peste  del  U57  a  decimarne  sensibilmente  la  popolazione. 

Castro  (Disoj  —  gravemente  danneggiata  (Cardaui). 

Lecce  —  I.  Ant.  Ferrari  nella  sua  Apologia  paradosska  (Lecce  1788,  pa- 
gina 696)  dice  che  il  convento  dei  Carmelitani  fu  diroccato  dal  terremoto 
che  «  dalla  porta  di  S.  Bia^o  sin  dentro  il  Casale  di  Lequile  ruinù  ocrni 
cosa,  mettendo  in  terra  gli  alberi,  le  case  e  le  villo  e  quanto  troA 

Nardo  —  fu  rovinata  la  parte  boreale  della  Cattedrale  col  ta 
copriva  la  maniere  navata  (B.  Tafchi:  DelVorlgine,  ilio  et  ant.  . 
di  Nardo.  Napoli  1848,  voi.  I,  pag.  500). 

Taranto  —  soffri  molto  per  i  terremoti  (Mbbodio  ;  loc.  cit.) 

Inflne  ritardo  a  questo  ^ande  parossismo  noto  die  fu  c< 
sentito  anche  a  Roma,  giacché  la  cronaca  di  Paulo  dello  Mi 
>  Il  Baonarrotti  >  1875,  pag.  114),  riportala  dal  Do  Rossi  (.S 
materiali  ecc.,  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  9)  —  riferendola 
giorno  6  —  dà  notizia  che  ad  11'  in  Roma  fu  avvertita  una 
forte  che  le  campane  di  8.  Silvestro  diedero  ire  tocchi.  Li 
danza  dell'ora  suffraga  questa  mia  asserzione. 

[■]     1485.  Aprilo.  Hegfi» 

Al  N.  323  abbiamo  ricordata  —  togliendola  dallo  Zagai 
scossa  molto  forte  sentita  nel  giorno  C  aprile  in  Verona,  e  da 
un  intenso  terremoto  sentito  in  Parma  noi  giorno  7.  Ora  noli 
riori  venute  a  mia  cognizione  (Baratta  M.  :  Mat.  per  un  catal 
pag.  5)  recano  che  per  un  terremoto  a  SO""  circa  del  15  . 
Keggio  suonarono  le  campane  e  caddero  molti  comignoli.  Qi 
queste  notizie  abbiano  ('ata  discorde  fra  loro,  credo  si  rifer 
un  unico  fenomeno,  che  pare  sia  stato  in  Reggio  più  intenso 
a  Parma  ed  a  Verona. 

[*]    1467.  Agosto  -  settembre. 

Riguardo  ai  terremoti  di  Siena  [X.  328]   il   Della  Tuccia 
già  citata    Cronaca  di  Viterbo  (pag.  1192)   scrive   che   il   num 
scosse,  incominciate  al  22  agosto,  ascese  a  170:   però  esse  n 
cadere  alcun  edificio  ■  né  ci  morse  che  sole  3  persone  >. 

[1316]    1472.  Volttrn 

ANT.  HivANi  :  Comm.  ae  bello  Volaterraiio,  lu  ■  ui-n*ToHi  :  Str.  Hai.  ttript.  • 

col.  19  E, 

Mentre  i  fiorentini  stavano  sotto  Volterra  che  loro  sì  era 
<  lerraomotuB  urbem  et  castra  concussil...  > 


632  [1480-15Ó5*] 


[1317]    1480.  AsetU  PittM. 

DE  Rossi  M.  S.  :  Sangio  dei  mat  ecc.,  pubbl.  da  M.  b.uiatta,  pag.  9. 

La  Cromica  Ascolana  conservata  nella  Biblioteca  Vaticana,  neon 
un  terremoto   grande   ed   intenso  con  repliche  consecutive   per  cirj 
un'ora  :  causò  danni  notevoli  al  territorio  di  Spinetoli,  di  Monte  S.  P- 
e  particolarmente  in  quello   di  Monteprandone,    ove   fece   cadere 
pezzo  di  muraglia  verso  la  marina. 

[1318]    1485.  Reggit  EvUia. 

Baratta  M.  ;  Materiali  ecc.,  n,  pag.  5. 

Nell'anno  grande  terremoto. 

[•]    1601.  ModeocM. 

Alle  notizie  date  al  N.  362,  aggiungere  che  a  Reggio  per  nn  tcrr- 
moto  violento  rovinarono  parecchie  case  (M.  Baratta  :  Materiali  ecc.. 
II,  pag.  6). 

[*]    15022.  Cnet. 

Riguardo  ai  terremoti  di  Cuneo,  di  cui  al  N.  365,  il  Maccario  fO- 
noi,  stor,  della  Città  di  Cuneo^  ivi  1889,  pag.  42)  ricorda  solo  uni 
scossa  successa  al  23  settembre  che  fece  atterrare  molti  edifìci. 

[•]    1504. 

Il  Galliccioli  {Delle  Mera.   Venete   ecc.,  II,  pag.  233)   dice   che   per 
un  terremoto  fortissimo  in  Venezia  caddero  molte  case  :   che   tutti  sr" 
abitanti  fuggirono  all'aperto  e  che  il  campanile  di  S.  Marco  si  vedeva 
tremare  cosi  fortemente  che  sembrava  dovesse  precipitare  a  terra. 

Questa  notizia  si  riferirà  al  terremoto  bolognese  di  cui  al  N.  368.' 

[*]    1504-5.  Bologna. 

Molte  notizie  riguardanti  questo  terremoto  [N.  368]  furono  da  mt 
come  si  vede  a  pag.  86,  tolte  dal  Corradi  :  ò  spogliato  posteriormente 
il  Diario  Bolognese  del  Nadi  (Bologna  1886)  pubblicato  a  cura  del  Ricci 
e  del  Bacchi  della  Lega,  dal  quale  riporto  le  seguenti  notizie  in  tran- 
sunto (pag.  335-39)  : 

La  prima  scossa,  accaduta  ad  11*»  ^4  della  notte  30-31  XII,  fece  ca- 
dere vari  edifici  e  molti  camini,  e  causare  altri  grandissimi  danni  :  se- 
guirono,  innanzi  giorno,  tre  repliche  :  un'altra  veementissima  concus- 
sione  avvenne  a  9^  V2  della  notte  del  2  gennaio  1505  :  fu  maggiore 
della  prima  :  nessuna  casa  di  Bologna  rimase  intatta.  Rovinò  la  grande 
sala,  con  le  volte  e  la  facciata  del  Palazzo  Bentivoglio,  insieme  al  tor- 


[1505-1530*] 

□o,  ai  camini  ed  ai  merli  delle  mura.  Rovinò  pare  la  faccif 
iA&  del  signor  Giberto  ;  nella  ChieBa  di  B.  Giacomo  si  lesiona 
olte,  bI  spezzò  la  chiave  ;  in  qaella  dei  Serri  cadde  parte  del 
della  cnpola  :  nel  monaetero  furono  screpolate  delle  volte  et 
ati  mori  e  comignoli.  La  CbieBa  di  S.  Francesco  ebbe  lesic 
olle,  spezzata  la  chiave  ed  una  cupola.  La  Chiesa  di  N.  D.  di 
bbe  diroccata  ana  porzione  della  torre  che,  cadendo,  prodos 
Ianni  al  fabbricato.  Nel  palazzo  dei  Signori  rovinarono  moli 
'Otte,  camini  e  mari.  Le  mura  della  città  ebbero  abbattuti  moli 
urono  lesionate  le  torri  delle  porte,  cui  caddero  le  copertui 
orre  degli  AeiDelli  precipitò  la  cupola  superiore  ed  un  merlo, 
nfine  rovinate  tutte  le  volte  del  portico  della  Chiesa  di  S.  Vlt 

[*]    1505. 

Una  notizia  venata  posteriormente  a  mia  cognizione  ricorc 
in  Reggio  Emilia  per  un  terremoto  fossero  causate  molte  *  mi 
che  la  gente  dormiva  sotto  baracche  (Baratta  M.  :  Materiali 
pag.  6).  Con  tutta  probabilità  si  riferisce  al  terremoto  bolog^ 
3  gennaio  1505  [N.  368]. 

[*]     I5II.  Marzo  26. 

Aggiunta  alle  notizie  date  a  pag.  88-90  [N.  37fi]  su  ques 
moto.  —  In  Venezia,  secondo  il  Galliccloli  (Delle  mem.  Ven 
voi.  II.  pag.  233-34)  il  terremoto,  successo  a  20''  '/,.  fece  cade 
camini  o  molte  case,  rovinò  muri  e  campanili  :  quello  di  S.  i\ 
<  vorzè  *  di  sopra  delle  colonnelle  e  dalla  facciata  della  cblcf 
piwrono  cinque  pezzi  di  marmo  ed  una  piccola  colonna.  Vai 
Nel  rimanente  dell'anno  altre  scosse. 

Il  Muralti  (Annalia,  pag.  141,  Mediolani  1861)  dice  che  pe 
terremoto,  che  in  Como  fu  grandissimo,  <  vlna  quasi  omnia 
elTecU  BUnt  :  nonnnlloa  artritica  ìnfirmìtat«  detentos,  terrae 
Iccto  sorgere  coegit  >. 

[1319]    1524.  Reggi»  I 

nAHATTA  u.:  UaUriali  ecc.,  II,  paff.  6. 

Nell'anno  terremoto  forlissimo. 

[*j    1530.  Novembre  11. 

Sai  terremoti  del  1530  [N.  391],  che  io  ò  posti  al  6  novembi 
l'aatorìlft  del  Ohiselli.  ò  trovato  che  il  Malavolti  (Dell'Ili 
Siena,  parte  III,  pag.  137  recto,  Venetia  HDXCIX)  li  pone   e 


\--  w—     -/-f^,- 


634  [1540  -  1547*] 


cadati   nella  notte   di   S.  Martino   (11  novembre)  .con   spavento  della 
città  e  dei  dintorni.  Questa  data  è  da  preferire  alla  precedente. 

[1320]    1540.  Toseau. 

B.  SEONi:  Storie  Fiorentine,  Aug^usta  MDCCXxm,  paj?.  248. 

Nell'anno  terremoti  fortissimi. 

[']    1542.  ^  Piemonte. 

Il  terremoto  accennato  al  N.  409  fa  sentito  formidabilmente  nel 
Piemonte.  {Cronaca  di  G.  B.  Miolo  di  LoMBmASCO  in  «  Misceli,  di  St. 
Ital.  »  voi.  I,  pag.  176.  Torino  1862). 

[*]    1542.  Mugello  (Toscana). 

Notizie  di  scosse  sentite  a  Pistoia  tratte  da  cronache  mss.  (De  Rossi 
M.  S.  :  Saggio  dei  mater,  ecc.  pabbl.  da  M.  Baratta,  pag.  10)  e  rife- 
rentisi  ai  periodo  Magellese,  di  cai  al  N.  411. 

Giugno  d3)  6*»  30™  ital.,  scossa  di  un  «  credo  »  leggiera  •  d8y  8*»,  una  lieve 
-  20)  18»»,  scossa. 

Agosto  (3)  18^  30"»,  una  lieve  -  26)  due,  la  prima  leggiera  e  Taltra  me- 
diocre. 

[•]    1545.  Giugno  9.  ValUrese. 

BENA8SI  p.  :  Mat.  per  la  stor.  dei  fenom.  stsm.  della  ree.  Parmense,  pag*.  1(^-11. 

L'A  citato,  reca  le  seguenti  notizie  estratte  da  mss.  : 

Al  9  giugno,  verso  le  20'»  forte  scossa  nel  Parmigiano  e  Piacentino 
specialmente  nella  parte  montuosa  :  in  Parma  sembra  abbia  prodotto 
pochissimi  danni  ;  in  Borgotaro  molte  case  ebbero  i  tetti  atterrati  e 
dieci  di  esse  furono  rovinate  ;  a  Tiedolo  ne  fu  spaccata  per  mezzo  una  ; 
a  Pontremoli  rovinò  metà  del  volto  della  Chiesa  dell' Annunziata  e  si 
ebbero  notevoli  danni. 

Vicino  a  Pontremoli,  narrano  i  cronisti,  usci  una  sorgente  con  tale 
impeto  che  «  ne  causò  una  nebbia,  che  durò  in  aria  per  due  ore,  ove 
case  cosi  aflPondaronsi  ed  in  parte  spaccossi  il  sassoso  monte  detto 
Groppo  di  Gori  ».  Anche  a  Tiedolo  furono  notati  vari  sprofondamenti 
del  suolo. 

Le  scosse  in  Borgotaro  durarono  per  otto  giorni. 

[*]    1547.  Febbraio  10.  Reggio  Emilia. 

Complemento  delle  notizie  del  N.  413.  —  Il  terremoto  del  10  feb- 
braio fu  violento  a  Reggio  ;  fece  cadere  molti  comignoli  e  screpolare 
la  torre  del  Duomo.  Fino  al  7  marzo  repliche  quotidiane.  (Baratta: 
Materiali  ecc,  IL  pag.  6).  In  Parma  tale  terremoto    fu   piuttosto  leg- 


[1547  - 1570*]  635 


gìerOj  come  si  rileva  da  una  cronaca  ms.  citata  dal  Benaasi  (Mai.  per 
la  SL  9i$m,  della  reg.  Parmense^  pag.  11),  la  quale  ricorda  come  in 
Reggio  fossero  rovinati  400  comignoli,  molte  case,  con  la  morte  di  45 
persone,  oltre  un  numero  maggiore  di  feriti. 

La  scossa  del  27  dicembre  1549,  citata  a  pag.  98,  avvenne  a  12^ 
(Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  II,  pag.  6). 

[*]    1549.  Maggio  13.  Alba  (Cuneo). 

La  Cronaca  di  O.  B.  Miolo  di  Lombriasco  (Misceli,  di  Stor.  Ital.j 
voi  I,  pag.  188)  pone  il  terremoto  descritto  al  N.  418,  al  13  maggio. 

[1321]    1650.  Febbraio  28.  Confo. 

S.  Macgahio  :  Cronologia  storica  della  Città  di  CuneOy  ivi  1889,  pa^.  50  -  Grasso  Dalmazzo  : 
Cronaca  in  «  Misceli,  di  St,  Ital.  »  voi.  XIT,  pag.  867,  Torino  1971. 

Scossa  tanto  gagliarda  che  fece  scuotere  visibilmente  la  torre  del 
comune  ed  i  campanili  delle  chiese  :  cosi  il  Maccario.  La  cronaca 
del  Grasso  ricorda  detto  terremoto  come  accaduto  circa  Torà  del  vespro 
ed  aggiunge  che  il  campanile  pareva  che  voltasse  al  basso  e  poi  tor- 
nava a  drizzarsi,  che  le  acque  saltarono  fuori  dalle  cisterne,  che  cad- 
dero fornelli,  sassi  e  mattoni. 

[*]    1554.  Novembre  28.  Firenie. 

I  terremoti,  appena  accennati  al  N.  421,  sono  cosi  descritti  da  Ber- 
nardo Segni  (Storie  Fiorentine,  lib.  XIV,  pag.  378,  ed.  cit.)  :  al  28 
novembre,  a  2^  Vi  ^^  notte  «  terremoto  grandissimo  che  scuotendo  per 
ispazio  di  tempo  non  piccolo,  fece  quasi  in  ogni  casa  della  città,  rovi- 
nare qualche  camino,  quando  poi  s' intese  che  fuori  a  poche  miglia 
non  era  stato  sentito  o  poco.  Dette  gi*ande  spavento.  » 

A  pag.  373  ricorda  un  altro  terremoto  sopravvenuto  sulla  mezza- 
notte di  un  giorno  dell'anno  innanzi,  che  causò  grande  panico. 

r*]    1564.  Luglio  20.  Alpi  Marittine. 

II  terremoto  delle  Alpi  Marittime  [N.  436]  fu  sentito  anche  nel  Pie- 
monte, giacché  Grasso  Dalmazzo  nella  sua  Cronaca  (in  «  Misceli,  di  st, 
Ital,  ^  voi.  XII,  pag.  388),  ricorda  che  al  20  luglio  a  2^  di  notte  e  poi 
a  6^  avanti  Talba  fu  sentito  il  terremoto  nel  Piemonte,  ma  senza  danno, 
mentre  La  Bollena  ne  rimase  distrutta. 

[•]    1670.  Novembre  17.  Ferrara. 

Riguardo  ai  terremoti   ferraresi  [N.  442]  il  Galliccioli   (Dells  Mem, 
Venete  ecc.,  voi.  II,  pag.  234)  dice  che  in  Venezia  suir  imbrunire   Ai 


636  [1570-1584*] 


sentito  un  terremoto  non  molto  grande,  ma  che  replicò  per  tutta  la 
notte  con  scosse  maggion.  Lo  scuotimento  del  17  novembre  f\i  sentito 
non  lievemente  anche  a  Keggio  Emilia  (Baratta  M.  :  Materiali  ecc. 
II,  pag.  6)  e  con  certo  panico  a  Parma,  come  si  rileva  da  un  ms. 
citato  dal  Benassi  (Materiali  ecc.,  pag.  12). 

[1322]    1572.  Giugno  4.  Parma. 

Benassi  :  Mai.  per  la  St.  dei  fenom,  s(^m.  della  reg.  Parmense^  pag.  12. 

Da  un  ms.  si  rileva  che  a  3^  di  notte  per  una  scossa  cadde  un  tor- 
rione sopra  il  palazzo  dell'  uditore  criminale  :  in  un  altro  ms.  si  ^c- 
cenna  a  detto  terremoto  ma  con  ore  e  particolari  diversi,  dicendo  cht 
lo  scuotimento,  avvenuto  a  10^  ^/^  circa,  fece  cadere  molti  comignoli  e 
produrre  molto  timore. 

[1323]    1576.  Aprile  13.  FieMMfe. 

G.  Cambiano  di  Buffia  :  Afemoraàili  dal  i542  al  i6ii  in  «  Misceli,  di  Storia  Ital.  »  voi.  ix. 
pag.  aoo,  Torino  1870. 

Nel  giorno  13  aprile,  piovendo,  al  levar  del  sole,  grande  terre- 
moto. 

[*]    1582.  Maggio.  PozEOoli  (Napoli). 

Dopo  aver  citati  questi  terremoti  [N.  450]  dietro  Tautorità  del  Bo- 
nito, ò  ritrovate  le  seguenti  notizie  :  D  Costo  (Memoria  delle  cose  più 
7iotabili  accadute  nel  Regno  di  Napoli,  in  Napoli  MDCXVIII,  ristam- 
pato nel  1639,  pag.  62-3)  dice  che  «  entrando  neiranno  grandi  terre 
moti  a  Napoli  fecero  guastare  l'acquedotto  il  «  Formale  »  ed  a  Pozzuoli 
rovinare  molte  case  con  qualche  morto  ».  Nella  Giuntai  di  tre  libri  ^i 
Tomaso  Costo  al  Compendio  delV  Istoria  del  Regno  di  Napoli  (Ve- 
ne tia  MDCXXXVIII,  pag.  114  recto)  si  dice  che  in  maggio  i  terremoti 
danneggiarono  assai  Pozzuoli  ;  che  si  estesero  più  di  12  miglia  e  che 
in  Napoli  fecero  rompere  molte  cisterne. 

[*]    1584.  Marzo  I.  Vallese,  Sama. 

Aggiunte  al  N.  451.  Il  Billet  (Mem,  sur  les  trembL  de  terre,,,  en 
Savoie,  pag.  251)  dice  chft  lo  Spon  nella  sua  Histoire  de  Genève  (I,  825  ,j 
ricorda  detto  terremoto  che  a  Ginevra  gettò  a  terra  qualche  camino  e 
che  ebbe  una  durata  di  10-12  minuti  (secondi?).  Parecchi  villaggi  sa- 
rebbero stati  distrutti. 

[1321|    1584.  Settembre  10.  San  Piero  in  Bagno  (Romagna  Tos.) 

Db  Bossi  m.  S.  :  Saggio  del  Mat.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  11. 

Al  10  settembre,  a  2^  di  notte,  terremoto  che  causò  molte  rovine  e 


[1584  - 1635*]  637 


Tittìme  in  8.  Piero  in  Bagno.  Qaesta  notizia,  senza  indicazione  di  fonte, 
ò  ritrovata  fra  i  mss.  De  Rossi,  e  credo  si  accordi  con  la  seguente 
data  dal  Serpieri  (Scritti  di  sismologia,  voi.  II,  pag.  166)  e  riguar- 
dante Kimini  :  e  1584,  settembre  -  Forte  ^scossa]  ^. 

[1325]    1586.  Gennaio  12.  Borgo  S.  Donnino  (Parma). 

bbn  ASSI  :  Mat.  per  la  st.  dei  fenom.  sism.  della  reg.  Parmense,  pag.  12. 

Da  una  cronaca  ms.  si  rileva  che  a  14-15'*  furono  sentite  in  Borgo 
S.  Donnino  due  scosse  con  grande  panico.  I  cronisti  non  aggiungono 
notizia  riguardante  Parma. 

[*J    1591.  Luglio  10.  Veneto,  Romagna. 

Aggiunta  al  N.  454.  —  A  Venezia  il  terremoto  fu  forte  :  una  cam- 
pana di  S.  Marco,  per  la  scossa,  diede  tre  colpi  lid  uno  quella  dei 
Saracini  dell'Orologio  (Galliccioli  :  Delle  Mem,  Venete  ecc.,  voi.  II, 
pag.  334). 

[13261    1.592.  Marzo  7.  Piemonte. 

0.  Camhiano  :  Memorabili  ecc.  in  «  Mise,  di  St.  Hai.  »  voi.  ix,  pag.  236. 

Nella  notte  grande  terremoto. 

[•]    1600.    Settembre.  Issime  (Aosta). 

Ho  riferito  al  N.  466  il  terremoto  di  Issime  del  settembre  1600: 
alle  notizie  date  aggiungo  ora  la  seguente  tolta  dal  Billiet  (Mera,  sur 
les  trembl,  de  terre,.,  en  Savoie,  pag.  252-3)  riguardante  un  fenomeno 
che  con  detto  terremoto  potrebbe  riattaccarsi.  Racconta  lo  Spon  nella 
sua  Hist.  de  Genève  (tomo  I.  pag.  417),  che  al  16  settembre  il  Rodano 
fece  in  tre  o  quattro  riprese  una  specie  di  flusso  e  di  riflusso  straor- 
dinario, come  se  il  letto  si  fosse  per  tre  o  quattro  volte  dapprima 
rialzato  e  poi  abbassato.  Data  la  coincidenza  del  mese,  potrebbe  darsi 
che  tale  fenomeno,  come  ò  accennato,  ripeta  la  sua  causa  da  movi- 
menti sismici  avvenuti  nella  regione  alpina. 

[*J    1608.  Gennaio  6.  Reggio  Emlia. 

Alla  notizia  data  al  N.  474,  aggiungere  le  seguenti  :  Nella  notte 
del  31  dicembre  1607  una  violenta  scossa  fece  traballare  in  Reggio  gli 
cdìficil  e  suonar  le  campane.  A  6**  circa  poi  del  6  gennaio  1608  un 
terremoto  fortissimo  fece  rovinare  molti  camini  (Baratta  M.  :  Mate- 
riali ecc.,  II,  pjig.  7  e  De  Rossi  M.  S.  :  Materiali  ecc.,  pag.  11). 

[*]    1634-35.  Etna,  Trecastagne  e  Messina. 

A  complemento  delle  notizie  date  al  N.  509   dirò   che  il   Recupero 


638  [1635  - 1653*] 


{Stor,  Nat.  e  gener.  delV  Etna,  voi.  II,  pag.  61-55),  che  segae  nna  cro- 
naca anonima,  dice  che  le  scosse  cominciarono  il  14  dicembre  1654  e 
che  da  questo  di  al  18  a  Trecastagne,  Via  Grande  e  Pedara  ftirono  in- 
tesi grandi  terremoti  cosi  di  giorno,  come  di  notte  e  con  tanta  violenza 
che  le  popolazioni  dei  citati  paesi  abbandonarono  le  abitazioni.  NelU 
notte  del  18,  avanti  Taurora,  ad  11*»,  ne  fa  sentito  uno  oltremodo  vio- 
lento. 

Al  15  febbraio  si  ripeterono  gli  scuotimenti,  che  si  fecero  più  ga- 
gliardi nel  di  24;  altra  intensa  scossa  successe  al  21  giugno. 

[1327]    1638.  Ottobre  6.  Parma. 

BBNA88I  :  Mot.  per  la  st,  dei  fenom.  sism.  deUa  reg.  Parmense,  pag.  H. 

Secondo  lo  storico  Sanseverini,  grande  scossa  che  fece  abbattere 
centinaia  di  comignoli  e  danneggiare  molti  muri. 

[*]    1642.  Giugno  13-14.  Parma,  Lombardia. 

Aggiunta  alle  notizie  date  al  N.  516  (pag.  133-4).  —  Nella  notte  a 
Mantova  tre  scosse  che  apportarono  grande  spavento  ma  poco  danno. 
(GiONTA  :  Il  Fioretto  delle  Cron.  di  Mantova  continuato  ecc.,  ivi  1884. 
pag.  168). 

[•]    1646.  Aprile  28.  Aquila. 

Aggiunta  alle  notizie  date  al  N.  523.  —  I  terremoti  cominciarono 
nel  giorno  28  aprile  :  la  popolazione  fu  costretta  ad  abitare  ftiori  delle 
case.  Caddero  molti  fumaiuoli,  gli  aporti  dei  cornicioni  ed  i  merli  delle 
torri  furono  sbalzati  nelle  vie:  ciò  secondo  il  Boll.  Mens,  dell' Osseer. 
di  Moncalieri  (luglio  1888,  pag.  110). 

[*]    1648.    Gennaio  13.  Pistoia. 

Notizie  da  aggiungere  al  N.  527.  —  Questo  terremoto  accadde  nel 
1648  e  non  nel  1647  come  fu  scritto  a  pag.  137  :  cosi  il  Salvi  {DelVllist. 
di  Pistoia^  Roma  MDCLVI,  voi.  II,  pag.  306)  da  me  ora  nuovamente 
consultato.  Al  24  ottobre  scossa  forte. 

[*]    1653.  Agosto  15.  Porli,  Cesena 

Nel  citato  giorno  intensi  terremoti  fecero  cadere  in  Cesena  la  cappella 
di  S.  Maria  del  Monte.  Questa  notizia,  estratta  da  mss.  del  tempo,  venne 
comunicata  al  Prof.  De  Rossi  e  quindi  da  me  pubblicata  nel  Saggio 
dei  mat.  ecc.  (pag*  12),  corrisponde  a  quella  riportata  per  Forlì  al 
N.  532. 


[16H-1671*]  639 


[*]    1654.  Luglio  23.  Terra  di  Unro. 

il  terremoto   di  cui   al    N.  534,  fu  sentito  in  Àlatrl  —  quantunque 
riportato   ni   giorno  24  dal  De    Pesinis   nella  sua  storia  del  P 
di  Sisto  I,  citata  dal  De  Rossi  (Saggio  dei  mot,  ecc.  pubbl.  d 
RATTA,  pag.   12). 

1*]    1657.  Genniiio.  Lnxina  (Fi 

Il  terremoto  di  Lesina,  di  cui  al  N.  538,    fu   sentito  a  Vie 

nico  :  infatti  il  Boll.  mena,  dell' Osaerv.  di  Moncalieri  {marzo  1 

la  notizia  che  a  Vico  per  i  fì-eqnenti  scuotimenti   la   popolazi 

miva  in  qnci  tempo  nelle  baracche, 

[•|    1661.  Marzo  22.  Ri 

Aggiunta  al  N.  547.  —  Questo  terremoto  pare  sia  stato  li 
mollo  più  violento  di  quello  del  1653  [N.  532*]  e  fu  avverti 
in  Firenze,  come  risnlta  da  una  nota  del  Prof.  Meucci,  ripo 
Ramona  (Dk  Rossi  M.  S.  :  Snggio  dei  mal.  eec,  pubbl.  da  M. 
pag.  12). 

l'J    1667.  Aprile  6.  fUgiss  (Dal 

Questo  terremoto,   di  cui  al  N.  553,  fa  sentito  (IC-  ital. 

nnt.  t.  m.  1.)  anche   a   Brindisi,    ove   secondo   la   Storia  di 

Ascoli  (Himini  1886,  pa^.  251}),  citata  dal  De  Giorgi  {Ricerche 

avv.  in  Terra  d'Otranto,  pag.  12  estr.).  causò  terrore  ma  nessi 

[*J    1669.  Marzo  U.  Nioltsl  (Ci 

A  complemento  delle  notizie  date  al  N,  554  riporto  dal 
•f<tor.  nat.  e  gener.  dell'  Etna,  voi.  II,  pag,  61-61)  le  seguen 
k-  3**  della  notte  dell'  8  marzo  cominciarono  a  sentirsi  delle 
Xicolosi  le  quali  por  essersi  poi  fatte  piil  intense  la  popolazlo 
ilonò  i  letti  :  erano  si  forti  che  si  vedeva,  dice  il  Macrì,  m 
tiTra,  gli  alberi  e  le  fabbriche  «  come  se  fossero  stati  legni 
acqnc  >.  Seguitando  nel  di  0  e  10  le  scosse,  cominciarono 
<li.'lle  case:  a  6''  della  notte  del  10  una  intensissima  produsse 
ili  i|nasi  tutti  i  fabbricati  :  altra  oltremodo  veemente  successe  m 
do!  di  11.  e  questa  fu  concomitante  all'apertura  della  frattura 
Tra  le  111  e  20"  repUea  violentissima  susseguila  da  altra  ni 
intensa. 

{'J    1671.  Giugno  2A.  Modeu,  Re|;^« 

Aggiunta  al  N.  556.  —  A  U"-  circa  del  mattino  a  Reggio 


640  [li 

che  fecero  danneggiare  molte  chiese,  roTÌnare  comignoli  e  cadere  per 
met&  la  facciata  di  S.  Gerolamo  Z.  Questa  notizia  è  dal  cronista  erro- 
neamente attribuita  al  maggio  ;  ma  la  coincidenza  dell'ora  e  la  ooti2ia 
data  a  pag.  147,  tolgono  ogni  dubbio  che  essa  corrisponda  al  terre- 
moto modenese  di  cui  ò  parlato,  piuttosto  che  a  quello  di  Rimìni.  ac- 
caduto al  14  aprile.  (U.  Baratta  :  Materiali  ecc.  Il,  pag.  7.) 

l'j    1SS8.  Aprile  11.  BsHagia. 

Fra  le  noto  mas.  De  Rosai  (Saggio  dei  mat.  ecc.  pubbl.  da  M.  Ba- 
ratta, pag.  12)  trovasi  la  notizia  di  una  scossa  che  con  cupo  rombo, 
ali'  •  ave  maria  »  del  27  maggio,  fece  crollare  tutte  le  case  di  Cesen». 
Essa  si  riferisce  alla  intensa  replica  del  grande  terremoto  di  Komagmi. 
di  cui  al  N.  572  (paff.  154)  :  pare  perciò  che  tale  nuova  manifestazione 
abbia  colpito  più  intensamente  Cesena  che  non  altrove. 

Il  Galliccioli  {Delle  Mem,  Venete  ecc..  voi.  II,  pag.  223)  dà  la  se- 
guente notizia:  A  17''  del  17  aprile  in  Venezia  terremoto  fortissimo 
che  fece  cadere  dei  camini  ed  una  fabbrica  rìmpetto  alla  chiesa  di.-llA 
Carità.  In  S.  Maria  Formosa  tre  volte  crollò  il  terreno,  s'apri  il  volto. 
e  cadde  rovinando  marmi  e  sepolcri. Dubito  che  tale  notizia  si  riferìsci 
iovecc  all'  11  aprile,  vale  a  dire  al  grande  terremoto  di  Romagna  dì 
cai  al  N.  572. 

[']    1<88.  Giugno  5.  Beaereil». 

Il  terremoto  disastrosissimo  di  Benevento  di  cui  al  N.  574  fu  sen- 
tito lievemente  in  qualche  parte  dì  Roma  (Malvasia  ■  De  Rossi  :  Do- 
euvienti  ecc.,  pag.  9). 

[']    un.    Luglio  e.  Haitora. 

Alle  notizie  date  al  N.  585  aggiungere  la  seguente  che  tolgo  d.il 
Gionta  (Il  Fioretto  delle  Cron.  di  Mantova  continuato  ecc.,  p.  195-9Gi. 
La  prima  scossa  in  Mantova  fu  sentita  verso  le  10^  del  mattino  del 
giorno  6  luglio  :  dopo  mezz'ora  due  repliche  assai  forti  :  spavento  ge- 
nerale. Nella  sera  del  9  altra  gagliarda.  Caduta  di  alcuni  fnmaiuoli. 

La  cronaca  guastallcse  del  Resta,  citata  dal  Benassi  (Materiali  ecc.. 
pag.  14-15),  dice  che  a  5*  cominciò  a  tremare  la  terra,  che  cadde  metA 
della  rocca  di  Goito,  e  che  seguitando  per  un  mese  continuo  a  scq-j- 
torsi  il  suolo,  rovinò  del  tutto. 

A  IO*  tre  scosse  terrorizzarono  Mantova:  le  repliche  continuaronu 
per  un  mese. 


[1694-1703*]  641 


Il  Prof.  A.  Tommasi  gentilmente  mi  comunicò  che  sulla  facciata  del- 
l'Oratorio  della  Madonna  del  Canossa  in  Mantova  esiste  una  epigrafe 
che  ne  ricorda  il  motivo  della  costruzione  :  essa  dice  :  d.  o.  m.  |  et.  | 

MARI^    VIR6INI    HATRI    |    GB    CIVES    SERVATOS    |   IRRUENTIBUS    TERRAE    MG- 
TTBUS  I  ANNO  DONI  |  MDCLXXXXI  [n]. 

[*J    1694.  Settembre  8.  Avellino,  Basilieata. 

Nelle  note  raccolte  dal  Prof.  De  Rossi  (Sagfjio  dei  mai.  ecc.  pubbl. 
da  M.  Baratta,  pag.  12)  né  ò  trovata  una  estratta  dal  Maldacea  (Si, 
di  Alassa  Lubrense^  pag.  107),  secondo  il  quale  autore,  circa  il  1695  o 
1696,  un  terremoto  avrebbe  fatto  in  Massa  Lubrense  (Castellamare  di 
Stabia)  rovinare  il  palazzo  Vescovile,  che  cadde  dalla  parte  della  strada. 
Dopo  circa  16  mesi  per  un'altra  scossa  sarebbe  diroccata  la  parte  già 
riattata.  La  prima  notizia  si  riferisce  certamente  al  grande  terremoto 
sopra  citato,  successo  all'  8  settembre  1694,  di  cui  al  N.  587  :  l'altni 
potrebbe  alludere  o  ad  un  terremoto  locale  o  ad  una  replica  successa 
parecchio  tempo  dopo  il  grande  massimo  sismico. 

[•]    1695.  Febbraio  25.  Asolo  (Treviso). 

Le  maggiori  scosse  che  desolarono  Asolo  [N.  588]  furono  sentite  anche 
in  Reggio  Emilia  :  quella  successa  al  mattino  del  25,  a  7^  (?),  fu  la  più 
intensa,  quantunque  senza  danni  (Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  II, 
pag.  7).  -  A  Parma  quella  delle  12*"  fu  fortissima  e  della  durata  di  un 
€  credo  >  :  fece  cadere  alcuni  comignoli  ed  un  tetto  di  una  casa  od 
aprire  una  piccola  fenditura  nella  Cappella  della  Madonna  della  Neve. 
(Cron.  Borra  citata  dal  Bekassi:  Materiali  ecc.,  pag.  15).  A  Guastalla 
fece  rovinare  la  cima  della  torre  dei  Servi,  il  Torrino,  il  volto  della  Cap- 
pella di  S.  Giovanni  Battista,  la  cima  della  torre  di  S.  Francesco,  il 
volto  del  Claustro  delle  monache  di  S.  Carlo  e  la  maggior  parte  do! 
camini  ;  le  case  tutte  risentirono  lesioni  ;  cadde  pure  la  cuspide  della 
torre  del  Rosario  della  Pieve  (da  una  cron.  citata  dal  Benassi). 

[1328]    1699.  Alife  (CasQ^ta^ 

Dk  Rossi  H.  S.:  Soqoìo  dei  mot.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pa^r.  13. 

Nell'anno  scossa  molto  forte  sentita  anche  in  Alatri  (De  Persiis  : 
Del  Pont,  di  Sisto  /,  pag.  411). 

[*]    1703.  Norcia,  Aquila. 

Aggiunte  al  N.  601  e  precisamente  al  §  Fenomeni  precursori  (pa- 
Pfina  189).  —  In  Cascia  nell'autunno  1702  furono  intese  reiterate  scossi*  : 
fra  le  quali  una  al  18  ottobre  assai  gagliarda,  che  recò  seria   appreii- 

Bakatta  :  Terremoti  ecf\  ii 


642  [1703- 

Bìone.  Nel  novembre  continuarono  i 

edificio  e  bÌ  produssero   vari  danni.  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  dei  mot. 

ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  13). 

Lo  studio  sul  grande  terremoto  del  1703  da  me  intrappreso,  accen- 
nato a  pag.  188  (2),  trovandosi  al  momento  di  licenziare  il  presente 
foglio  di  stampa  già  a  buon  punto,  credo  utile  accennare  alcnne  con- 
clusioni (che  perft  non  si  debbono  ritenere  come  definitive)  alle  qual. 
sono  pervenuto,  riguardanti  le  aree  pleistosismictie  del  tre  massimi  av- 
venuti in  quel  memorabile  periodo  di  soaotimenti,  conclusioni  cbr 
vengono  in  parte  a  modificare  quanto  a  questo  proposito  ò  dotto  i 
pag.  196-97. 

Nella  prima  grande  scossa  (14  gennaio)  la  zona  raesosismica  ehb-} 
forma  elittica,  molto  ristretta,  con  il  diametro  massimo  fì-a  Norcia  e 
Leonessa  :  quella  della  seconda  (16  genn.  'ìV")  è  pure  elittica  e  rin 
chiude  Accumuli,  Amatrice,  Cittareale,  Posta,  Borbona,  Paganica,  Mon 
tereale  ecc.  :  la  terza  (2  febbraio)  ebbe,  come  ò  detto,  centro  nel- 
l'Aquila  e  spiegò  i  massimi  effetti  in  un'area  anch'essa  elittica,  il  cui 
maggior  diametro  coiTC  da  Antrodoco  a  Caatelnuovo  :  di  ciò  parlerò 
più  diffiisamente  nella  seconda  parte  di  questo  lavoro  :  noto  qui  c):<- 
per  le  nuove  notizie  che  ó  pubblicate  in  quest'appendice,  parrebbe  tlie 
le  scosse  avvenute  antecejen temente  al  primo  massimo  sismico  abbiano 
avuto  loro  centro  nei  pressi  di  Cascia. 

Nani  (Perugia). 
!,  pubbl.  da  M.  Bah  ATTA,  pag.  14. 

L' Eroli  nella  sua  Miscellanea  storica  Nariienie  (voi.  I,  pag.  4D5. 
nota)  ricorda  un  terremoto  che  produsse  grandi  danni  e  panico  intensv 
si  in  Narni  che  in  altri  luoghi.  Rovinò  in  tale  occasione  il  convento 
di  S.  Domenico. 

[•J    171».  Giugno.  NoreÌB,  Cucia  (Umbria). 

Aggiunta  alle  notizie  date  al  N.  632.  —  Il  Cocchi  nella  saa  lettera 
De  immani  hysterico  effectu  [IV  Kal.  Jul.  1719J  in  «  Th.  SyDENHAJi  : 
Opera  medica  .  (Venetiis  1762,  pag.  355)  scrive  :  «  tura  Cassia,  tura 
Nursia  einsdem  calamitatis  consortes,  quae  hoc  nato  recens  saecolo  cc- 
ciderunt,  jam  nnnc  in  novis  audificiis  alte  dehiscunt,  imo  aliquot  Op- 
pida  Nursiae  ditionia  subiecta,  nempe  Abbatia  Sancii  Eutitii,  famosa 
Litliiotomorum  patria,  vulgo  le  Preci,  Tuturanum,  Saccovesium,  Villa 
Crucis,  Castrum  vetus  et  alia,  si  non  prostrata  sunt,  fere  in  rumam 
prnpendent....  » 


[1723  - 1738*]  643 


[1330]    1723.  Roceamonfina  (Caserta). 

Mai.vasu-db  Rossi:  Documenti  ecc.,  pag.  104-5. 

In  una  notte  della  fine  di  giugno  o  del  principio  di  luglio  nel  ter- 
ritorio di  Roceamonfina  varie  acosse  :  danni  di  lieve  momento. 

[1331]    1732.  Febbraio  4.  Parma. 

BENAssi:  Mai.  per  la  st.  dei  fenom.  sism.  della  reg.  Parmense,  pag.  18-10. 

A  12*»  del  4  febbraio,  in  Parma,  scossa  non  avvertita  da  tutti;  ad 
1**  di  sera  altra  che  fece  spaventare  gli  abitanti  della  città  e  del  ter- 
ritorio, cadere  dei  comignoli,  lesionare  la  Chiesa  dei  Gesuiti  e  minare 
nel  contado  qualche  casa  mal  costruita.  A  3-4''  due  lievi  repliche  :  a 
4»*  ^/4  una  gagliarda,  altra  ad  S*»  circa  e  verso  le  IO*'  ancora  una  lieve. 

Nella  notte  fra  il  6  e  7,  a  6**  V«i  nuova  scossa  ma  senza  danni  :  a 
7**  del  19  una  leggiera  e  poi  a  16**  V2  ^^^  ^^^te  :  a  22*»  del  27  due  re- 
pliche che  fecero  cadere  vari  comignoli.  Al  4  marzo  repliche  alquanto 
Bensibili  :  al  18  leggiere  ed  ancora  altre  al  30  aprile. 

Al  maggiore  terremoto  alludono  i  Documenti  Malvasia  -  De  Rossi 
(pag.  19)  con  una  notizia  datata  da  Milano  13  febbraio,  in  cui  si 
dice  che  giovedì  scorso  fu  sentita  in  Parma  una  fiera  scossa  che  recò 
grande  spavento. 

Nulla  riferiscono  a  questo  proposito  le  notizie  riguardanti  Reggio  e 
Modena. 

[•]    1732.  Novembre  28-29. 

Aggiunta  alle  notìzie  del  N.  665.  —  Il  terremoto  fti  forte  a  Castel- 
lamare  di  Stabia,  ma  non  vi  portò  danni.  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  ecc. 
pag.  14). 

[•]    1738.    Novembre  5-6.  Parma. 

A^iunta  alle  notizie  del  N.  674,  —  Da  documenti  mss.  pubblicati 
dal  Benassi  {Materiali  ecc.,  pag.  20-22)  risulta  che  la  prima  scossa  fu 
sentita  ad  8**  precise  della  notte  5-6  novembre  e  che  replicò  per  altro 
(juattro  volte  nello  spazio  di  un'ora  ed  ancora  leggermente  a  22*»  * /^. 
Caddero  per  la  prima  oltre  a  duemila  comignoli  ;  si  aprirono  scrcpa- 
ture  in  moltissime  case,  chiese  e  monasteri  :  con  uguale  intensità  si 
estese  fino  a  Borgo  8.  Donnino  e  nelle  campagne  del  territorio  :  si  dice 
che  abbia  avuto  il  centro  verso  la  Toscana. 

A  Guastalla  fu  sentita  con  minor  gagliardia.  giacché  non  danneggiò 
che  qualche  casa  e  chiesa. 

Nella  notte  del  5  nov.  a  Reggio  Emilia  varie  scosse,  V  ultima  dello 
<]uaH  fa  g2igliarda  0  causò  del  panico,  ma  nessun  danno.  (Baratta  M.  : 
Materiali  ecc.,  IL  pag.  7). 


644  [1740  - 1766*] 


Air  8  novembre,  a  12*"  scossa  non  tanta  sensibile  a  Parma,  appena 
sentita  nel  piacentino  e  poco  nel  reggiano. 

[*]    1740.  Marzo  6.  Bar^  (Gar&g^nana). 

Aggiunte  al  N.  678.  —  Nella  notte  del  6  marzo  a  Reggio  tre  foiti 
scosse  che  causarono  panico  (Baratta  M.  :  Materiali  ecc.,  II,  pa^.  7>. 
Furono  le  scosse  di  Barga  assai  sensibili  anche  a  Pistoia  (De  Rossi  M.  S.  : 
Saggio  dei  mai.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  14).  La  scossa  del 
giorno  6  fli  lieve  a  Modena,  ove  nel  di  8,  a  12**,  ne  fu  intesa  una  se- 
conda e  forse  ancora  un'altra  a  5-6**  della  notte.  (Bekassi  :  Mater,  ecc.. 
pag.  22). 

[*]    1741.  Aprile  24.  Fabriano  (Marche). 

Aggiunte  al  N.  683  —  Il  terremoto  fu  forte  a  Cesena,  senza  cau- 
sarvi danni.  Avrebbero  anche  sofferto  Sinigallia,  Recanati,  Gubbio  ed 
Urbino  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  dei  MaL  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta, 
pag.  14-15). 

[1332]    1755.  Ottobre  15.  Chanbery  (Savoia)). 

BiLLiET  A.  :  Mem.  sur  les  trembl.  de  terre  en  Savoie,  pa^r.  255-S6 

Riferisce  il  Billiet  che  il  Dacquin  nella  sua  traduzione  del  Saggio 
Metereologico  del  Toaldo,  stampata  a  Chambery  nel  1784  (pag.  271» 
ricorda  che  a  0*"  10°*  p.  del  15  ottobre  1755  tale  città  fti  urtata  da  una 
scossa  assai  forte  di  2-3'  preceduta  da  sordo  rombo  di  egual  durata, 
che  vi  fece  cadere  qualche  comignolo.  Essa  fu  meno  intensa  nelle  cam- 
pagne circostanti  ed  a  Ginevra. 

[*]    1755.  Novembre  1.  LiBbtaa. 

Aggiunta  alle  notizie  del  N.  713.  —  li  Dacquin  nella  traduzione 
francese  dell'opera  del  Toaldo  :  Saggio  Metereologico  (pag.  27)  già  citata, 
dice  che  a  Chambery  la  scossa  lisbonese  fu  sentita  sì  leggermente  che 
parecchi  non  se  ne  accorsero  nemmeno  (Billiet  :  Mem,  sur  les  trembl. 
de  terr,  en  Savoie,  pag.  257-58). 

[1333]    1759.  Affile  (Roma). 

M.  S.  DB  ROSSI  :  Saggio  dei  Materiali  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  15. 

Il  Palmieri  nella  sua  Topogr.  stat.  dello  St.  Pont,  ricorda  che  nel 
1759  Affile  (Subiaco)  soggiacque  ad  un  terribile  terremoto. 

[•J    1766.  Aprile.  Nieolosi  (Etna). 

Aggiunta  al  N.  739.  —  Ad  1^  di  notte  del  26  aprile  varie  scosse  in 


[1766-1776*] 

Kicoloai  :  nella  notte  a  9.  Nicola  l'Arena  ne  ftirono  contate  1' 
acuotimenti  urtarono  una  zona  di  teiTeno  che  cominciava  da  E 
Xicoloai.  Pedara,  Trecaatagni  sino  a  Fieri  e  Pisano  ;  nella  reg 
fcriore,  cioè  a  Mascalncia,  a  Tremestìerì,  a  S.  Giovanni  la  Pn 
passarono  Inosservate.  Nella  giornata  del  27,  per  le  continue 
siooi  del  suolo,  la  popolazione  di  Nicoloai  fa  costernata,  e  poi 
veementissima  replica,  avvenuta  a  mezz'ora  di  notte,  abbai 
case.  Cominciarono  allora  i  fenomeni  erettivi  che,  come  6 
pag.  248,  furono  accompagnati  da  vari  fenomeni  sismici.  Ag| 
qui  che  al  13  loglio  una  forte  scossa  urtò  Acireale  e  sne  v 
fino  a  Zafferana  e  che  al  IH  settembre,  circa  le  9**  '/ti  "^  ^^ 
un'altra  a  Paterno.  (Recupero:  Stor,  gener.  e  Nat,  dell'Etna, 
pag.  133-44). 

[1334]    1767.  Pietranula  (Romagna  Tos 

FoiuKRoui  UH  BONouROY  :  Secand  raemoir  tus  lei  Petrole  et  tur  da  vapeurs  in} 
coiamunrs  Hans  qutlque»  partiti  de  V  Italie  In  ■  HIst,  et  Mem.  de  l'Acad.  dea  i 
Annee  unccLXX,  pag.  ii-at,  parla  IT)3. 

Nell'anno  varie  scosse  assai  forti  nei  dintorni  di  Pietram 
zione  di  Firenzuola). 

[*]    I7e8.    Ottobre  19-20.  Snta  SoSa  (Romagna  Fiorec 

Aggiaata  al  N.  748.  —  Le  scosse  furono  forti  a  Cesena,  ov 

uscire  la  gente  dalle  case.  Pare  che  almeno  la  maggiore  sia  si 

tìta  anche  a  Roma  (M,  S.  Db  Rosisi  :  Saggio  dei  Mater.  ecc.  p 

M.  Babatta,  pag.  16). 

[-1    1773. 

Aggiunta  al  N.  761.  —  In  Ariccia  dal  18  febbraio  al  15 
saccessivo  19  scosse,  con  un  massimo  assai  intenso  al  22  di 
^De  Rossi:  Saggio  dei  Mal.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag. 

[•]    1774.  Marzo  4.  P 

La  scossa   del  4  marzo,    di  cui  al  N.  762,    fu  avvertita   ac 

Ouastallese  (Bei^assi  :  Mal.  per  la  st.  tism.  Parm.,  pag.  '^5)  ;  j 

poi  a  12^  V*  del  giorao  8  lieve  terremoto  :  altro  leggero  a  5" 

mattino  del  15  ed  ano  forte  ad  l**  33'°  ant.  del  21  (loc.  cit.). 

L'I    1776.    Luglio  9-12.  TrtBonU  (C 

Aggiunta  al  N.  767.  —  A  20*  40-  del  10  luglio    forte   Bcosi 

nozla.  (Oaluccioli  :  Delle  mem.  venete  ant.,  voi.  Il,  pag.  235 


[It78-l780*j 


[•]    1778.  Febbraio  18. 

Aggiunta  al  N.  771.  —  A  3*  di  sera  del  18  febbraio  lieve  scossa  n 
Parma,  ove  forse  ne  erano  state  intese  altre  nel  giorni  addietro  (Bekassi  : 
Materiali  ecc..  pag.  27). 

ttrìì. 

Il  Gunrinì,  citando  lo  Scannelli  (Itelaz.  dei  ricorti  fatti  in  Forlì  alla 
SS.  Vergimi  del  Fuoco  ecc.,  pag.  9)  dice  che  all'  11  gìngno  una  scossa 
causò  in  Forlì  assai  spavento  e  fece  abbattere  molti  comignoli.  Secondo 
il  Perrcy  (op.  cit.)  sarebbe  stata  intesa  anche  a  Padova  e  secondo  una 
notizia  del  Tornieri,  riportata  dal  Piovene  (Oon.  terr.  Vicenza,  p.  51 1 
anche  a  Vicenza.  Il  cronista  Dian,  citato  dallo  stesso  Piovene.  registra 
poi  una  forte  scossa  sentila  a  Vicenza  al  18  novembre,  la  quale  forse 
corrisponde  a  quella  data  dal  Pcrrey  come  successa  in  Padova  a  18' 
di  detto  giorno  e  nella  giornata  a  Trieste. 

[-]    1779.  B«l«^a. 

Scosse  scniitc  a  Parma  in  corrispondenza  del  periodo  sismico  bolo- 
gnese, di  cui  al  N.  773. 

i779,  Oiiigno  1)  T"  ',\  matt,,  una  sensibile  -  10)  fl"  matt.,  altra  -  Lìtslio 
14)  &'  sera,  lieve  E-W.  :  a  Bolug-na  si  dice  sia  stata  violenta,  di  30'  ed  abbia 
causata  la  caduta  di  più  di  300  comignoli  -  Novembre  23)  1^  *,',  sera,  una 
sensìbile  -  S-l)  una  lieve  -  S9)  8*  '',  sera,  scossa  -  1780,  Oennaio  23)  9>'  '  ^ 
spra,  una  E-W.  -  Fehbraw  6)  4''  ',',  notte,  breve  scossa  E-W.,  nessun  danno  : 
provenne  da  Bologna  ovi>  fu  assai  violenta  quantunque  non  abbia  pro- 
dotto notevoli  deterioramenti  ai  fabbricati  :  fu  sentita  anche  a  Ciuaslalla 
(Benassi;  Materiali  ecc.,  pag.  27-28). 

[']    1779.  Dicembre.  Pistoi«s«. 

Aggiunte  al  N.  775.  —  Nel  Saggio  dei  Mat.  ecc.  raccolti  dal  Pro- 
fossure  M.  S.  De  Rossi  e  da  me  pubblicato  (pag.  16)  trovansi  notizie 
un  po'  diverso  da  quelle  date  a  pag.  260  :  la  prima  scossa,  avvenuta  a 
5''  òtì'"  pom.  del  24  dicembre  fa  molto  Ibrle  e  produsse  panico  gene- 
rale ;  l'altra  delle  4"  25°  (pom.?)  del  31  sarebbe  stata  invece  lie- 
vissima. 

[•]    1780.  Aprile-maggio.  Sicilia,  Calabria,  Eelic. 

lUgufirdo  a  questi  terremoti  descritti  al  N.  777.  il  Recupero  (Storia 
nat.  e  gener.  dell'Etna,  Catania  1815.  voi.  II,  pag.  146)  dice  che  ftt- 
rono  molto  sensibili  e  violenti  in  Messina  e  nei  villaggi  ad  essa  vicini  : 
ed  aggiunge  di  più  che  fu  vista  in  AH  intieramente  rovesciata  da  ana 


[1781  - 1790*1 


forte  scossa  l'antica  torre  clie  prima   del    1780   era   ben  conservata   e 
Bcaza  lesione  alcuna. 

[*]    1781.  Aprile  i.  Faentìu  e  FsrliveM. 

Aggiunte  al  N.  782.  —  La  BCOSBa  del  4  aprile  Tu  forte  di  4*  a  Pi- 
stoia e  gagliarda  eoa  intenso  rombo  a  Cesena  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio 
dei  Mat.  ecc.  pnbbl.  da  M,  Baratta,  pag.  16). 

[•]    1781.  Giugno  3.  Cigli  (Marche). 

Il  dis.tstroso  terremoto'di  Cagli,  di  cai  al  N.  784,  fii  lorte  e  duplice 
a  Cesena  (De  Rossi  M.  S.  :  op.  cit.,  pag.  16). 

[*]     1785.  Ottobre  2  e  9.  PìedilMO  (Umbria). 

A  complemento  delle  notizie  date  al  N.  800  riporto  l'elenco  delle 
scosse  sentite  in  Roma  secondo  le  osservazioni  del  Calandrclli,  che  si 
trovano  nelle  Ephemerides  Societatis  metereologicae  Palatinae  .'  Obser- 
vationes  Anni  1785  (Manheima  1767). 

1785.  Ollobre  2}  10*  pom.  «ossa  ond.  -  9j  4"  ant.,  ond.  NW.-SE.  di  20-  ; 
ì*'  '',  ant.,  scossa  avvertita  da  parecchi  -  131  V'  5"  ant.  scossa  ond,  istan- 
t-inea  ed  appena  sensibile  —  Novemtre  3J  Al  tramonto  a  Terni  una  scossa  - 
i2J  3"  ant.  a  Roma,  scossa  intesa  da  parecchi  :  a  Terni  ne  ora  stata  avver- 
tita una  ad  V  ant. 

L*]    1786.  Aprile  7.  UMbardia. 

La  scossa  di  1"  ant.  (notte  6-7  aprile)  fu  violenta  a  Parma,  ove  recò 
gravi  danni  alle  case  :  a  Piacenza  fece  cadere  alcuni  camini  (Benassi  : 
Materiali  ecc.,  pag.  29). 

[*J    I78S.  Dicembre  35.  RIhìiI. 

11  disastroso  terremoto  di  Kimini,  di  cui  al  N.  807,  fu  veemente  a 
Cesena,  ove  causò  grande  apprensione  e  fu  seguito  da  replica  meno 
intensa,  (Db  Rossi  M.  S.  :  op.  cit.  pag.  \lj  ;  fu  sentito  anche  a  P.nrma 
i^Dekassi:  Materiali  ecc.,  pag,  29). 

[*]    1790.  Voi  di  Nota,  CaltaniKetm. 

Al  N.  818  ò  parlato  di  questo  terremoto  sulla  fede  delle  notizie  dil 
Pcrrey  e  di  quelle  da  me  raccolte,  aggiungendo  però  che  esse  mi  sem- 
bravano assai  esagerate.  Ora  il  fenomeno  in  discorso  io  credo  clic  si  ri- 
duca a  quanto  sto  per  dire,  che  riporto  dal  Bianconi  {Storia  natar.  dei 
terreni  ardenti  ecc.,  pag.  37,  Bologna  1840),  che  cita  il  Le  Coq  (Qeul. 


(548  [1790  - 1806*] 


tomo  II.  pag.  112)  :  nel  1790  in  8.  Maria  di  Niscemi  (Terranova  d: 
Sicilia  -  Caltanisetta)  dopo  sette  scosse,  molte  fenditure  apertesi  nel  suolo 
vomitarono  zolfo,  petrolio,  acqua  calda,  vapori  ed  un  torrente  di  fango 
che  scorse  per  quasi  due  ore,  coprendo  uno  spazio  lungo  60  e  largc» 
20  piedi  circa. 

[']    1793.  Agosto  2.  GarfSiigiiaDa. 

La  scossa  delle  2**  pom.  circa,    di   cui   al   N.  826,  fu  (1^  55™  pòm. 
ond.  S-N  a  Pistoia  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio   dei   MaL  ecc.    pubbl.  da 
M.  Baratta,  pag.  17)  ed  avvertita  a  Parma,  ove   a   2-3**  pom.  del  1 
ne  era  stata   intesa  un'  altra  ond.  meno  sensibile  (Benassi  :  Materiali 
ecc.,  pag.  30). 

[*]    1796.  Ottobre  22.  Ferrara,  MedidBa  (Bologrna). 

Aggiunta  al  N.  836.  —  La  scossa  delle  5^  ant.  circa  fu  assai  sensi- 
bile anche  a  Parma  (Benassi  :  Materiali  ecc.,  pag.  30). 

[•]    1799.  Luglio  28.  Camerino  (Marche). 

Aggiunta  al  N.  839.  -  Dalle  19*»  circa  del  28  alle  IS^  del  dì  dopo, 
a  Jesi  oltre  40  scosse,  le  maggiori  delle  quali  a  '2**  e  5*»  (o  3**  ?)  incus- 
sero grande  panico  (Bettanini  G.  :  Contrib,  alla  st.  dei  feìwm,  sismici 
e  nioteorici^  ecc.) 

[*]    1802.  Maggio  12.  Breseiaio. 

Aggiunta  al  N.  843.  —  Il  grande  terremoto  bresciano  fu  sentito  a 
Savona  ed  a  Legino,  come  risulta  da  una  notizia  ms.  del  De  Monti 
(M.  S.  De  Rossi  :  Saggio  dei  Mat.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  18\ 
ed  a  Parma,  ove  ebbe  forma  ond.  W-E.  e  fu  susseguito,  a  5»  d' inter- 
vallo, da  nuovo  tremito  (Benassi  :  Materiali  ecc.,  pag.  30). 

[*]    1806.  Febbraio  12.  Emilia. 

Aggiunta  al  N.  851.  —  Il  terremoto  delle  3-3**  V4  *^^^«  ^  fortissimo  a 
lleggio  ed  assai  sensibile  suss.  a  Padova.  La  seconda  scossa,  avvenuta 
circa  mezz'ora  dopo,  a  Reggio  fu  meno  intensa  :  a  7**  V*  *^^^-  replica, 
nella  giornata  altre  4  più  lievi  e. 20  nei  successivi  40  giorni.  A  Padova 
a  3^  V4  ^^^'  dei  26  febbraio  una  lieve  ed  altra  simile  a  5*»  ant.  del 
28.  (M.  Baratta  :  Materiali  ecc.,  II,  pag.  7-8  ;  De  Rossi  M.  8.  :  Saggio 
dei  Mater.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  18-19). 

Riguardo  a  Parma  le  notizie  del  Benassi  (op.  cit.,  pag.  31)  riportano 
una  scossa  <  terribile  >  stata  ivi  sentita,  nell'i  notte  di  S.  Romualdo 
[7  febbraio]  ed  una  gagliarda  a  3^  ant.  del  12  per   Guastalla,   segui» 


[1806-1811*]  649 


da  varie  repliche.  La  notizia  riguardante  Parma  à  evidentemente  la 
data  errata  riferendosi  come  la  seconda  al  giorno  12,  vale  a  dire  al 
grande  terremoto  emiliano.  * 

[•J    1806.  Agosto  26.  Velletri. 

Il  terremoto  di  cai  al  N.  855,  fli  con  ogni  probabilità  forte  anche 
a  Sora  ;  a  Rocca  di  Papa  distrasse  quasi  il  quartiere  più  alto  dell'abi- 
tato detto  «  la  fortezza  >  e  fece  rovinare  anche  la  cattedrale  (De  Rossi 
M.  S.  :  Saggio  dei  mater.  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  19). 

[1336J    1809.  Monte  Compatri  (Roma). 

Db  Rossi  M.  8.  :  Saogio  dei  Mater.  ecc.,  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  19. 

Neir  inverno,  durante  circa  30  giorni,  frequenti  scosse  che  causa- 
rono in  Monte  Gompatri  molti  danni,  avendo  esse  fatto  cadere  tutti  i 
camini  e  screpolare  le  case.  In  generale  furono  intesi  2-3  scuotimenti 
per  ogni  24*",  accompagnati  tutti  da  frequenti  rombi  sotterranei.  Tali 
fenomeni  furono  molto  localizzati  giacché  si  propagarono  appena  ed  in 
modo  lievissimo  a  Monte  Porzio. 

[1337]    1810.  Aricela  (Roma) 

De  Rossi  M.  S.  :  op.  Clt.,  pag.  19. 

Neiranno  terremoto  assai  violento  con  danni  a  case  ed  a  templi. 

[•]    1810.    Luglio  6-7.  AreEzo. 

La  scossa  di  cui  al  N.  865,  da  me  posta  alla  Mn.  del  6-7  luglio,  fa 
sentita  anche  assai  sensibilmente  e  con  una  durata  di  4'  a  Padova, 
ove  dai  registri  dell'Osservatorio  risulta  avvenuta  ad  11**  20®  pom.  del 
giorno  6  (De  Ros8I  M.  S.  :  Saggio,  pag.  19). 

[*]    1810.  Dicembre  25.  Emilia. 

Aggiunte  al  N.  867.  ->  La  scossa  f\i  fortissima  a  Reggio  (1^  45">  a.), 
ove  causò  qualche  fenditura  e  fece  cadere  alcuni  comignoli  (Baratta  : 
Materiali  ecc.,  pag.  8)  ;  fu  forte  e  lunga  a  Padova  (1**  45"  ant.  circa), 
fu  lieve  a  Trieste  e  sentita  anche  a  Pistoia  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio 
elei  Mai.  ecc.,  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  20).  Nei  dintorni  di  Parma 
per  esempio,  a  Torrechiara,  fu  meno  violenta  che  in  città  (Renassi  : 
Materiali  ecc.,  pag.  31-32). 

[*]    1811.  Roma. 

Aggiunte  al  N.  868.  —  Da  alcune  notizie  mas.  raccolte  dal  De  Rossi 
(Saggio  ecc.,  pag.  20)  risulta  che  in  una  notte  d'estate  (forse  a  2*"  ^4  ì^^* 


'7" 


650  [1811-1817*] 


del  29  maggio  ?)  fu  in  Roma  sentita  una  forte  scossa,  per  la  quale  molti 
uscirono  all'aperto. 

[*]    1811.  Luglio  15.  Appenniio  ModeK6M. 

Aggiunte  al  N.  869.  —  La  scossa  della  notte  fu  sentita  intensamente 
a  Padova  (11**  55°*  pom.)  ed  a  Reggio,  ove  fece  cadere  molti  comignoli 
ed  aprire  lievi  lesioni.  Questa  notizia  tolta  da  memorie  locali  (Ba< 
RATTA  :  Materiali  ecc.,  II,  pag.  8)  è  erroneamente  ivi  attribuita  alle 
6**  ant.  (Ivi  e  De  Rossi  M.  S.  :  Saggio^  pag.  20). 

[•]    1813.  Settembre  21.  Faenza. 

Aggiunte  al  N.  875.  —  La  scossa  delle  8*»  45"  ant.  fu  forte  e  pro- 
lungata a  Cesena  ove  incusse  panico  nella  popolazione  ;  di  tratto  in 
tratto  ivi  repliche  più  lievi. 

Quella  delle  11^  43"  pom.  del  16  ottobre  (vedi  pag.  3.%)  nelle  no- 
tizie del  De  Rossi  (op.  cit.,  pag.  20)  è  posta  al  17  (11**  45°),  come  assai 
forte,  e  seguita  1**  dopo  da  altra  ;  panico  grandissimo  ;  molti  abbando- 
narono le  case. 

[*]    1814.  Aprile  3.  Pisa,  Lirorno. 

Alle  notizie  date  al  N.  876  aggiungere  che  nel  giorno  3  aprile  fu- 
rono intese  ripetute  scosse  a  Pistoia  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio^  p.  20 1. 

[1338]    1815.  Agosto.  Pistoia. 

Perrey  a.  :  TremOl,  pentm.  Hai,  •  Db  Rossi  M.  S.  :  Saggio  dei  Mai.  ecc.  pubbl.  da  M.  Ba- 
ratta, pag.  20. 

Secondo  il  Perrey  in  Firenze  al  1®  agosto  una  forte  scossa  :  secondo 
le  notizie  De  Rossi  in  detto  giorno  ne  fu  sentita  una  anche  a  Pistoia, 
ove  al  12  ripetuti  scuotimenti  infersero  qualche  danno  agli  edifici. 

[1339]    1817.  Marzo  11.  Savola. 

BiLLiET  :  Afem.  sur  les  tremhh  de  terre  en  Savoie,  pag.  262-3. 

Al  17  gennaio,  ad  1^  di  sera,  leggiera  scossa  ad  Ouches  presso 
Chamony  ;  altre  due  a  5**  del  mattino  del  19  ed  a  4^  pure  di  mattino 
del  20.  Air  11  marzo,  a  9»»  20"  p.,  violenta  scossa  ad  Ouches  ed  in 
tutta  la  valle  di  Chamony,  seguita  da  moltissime  repliche  ;  ne  furono 
contate  12  in  24*".  Tale  terremoto  fu  sentito  in  tutta  la  Svizzera  occi- 
dentale e  nella  Savoia  :  fu  avvertito  da  pochi  a  Chambery  ;  fu  lieve 
nel  Comasco  (Mercalli  :  /  terr.  del  Piemonte  ecc.,  pag.  44)  e  forse 
con  probabilità  anche  nel  Piemonte. 


[Ì818  - 1831*]  651 


[*]    1818.  Dicembre  9.  Emilia. 

Le  scossa  avvenuta  ad  8^  pom.  circa,  di  cui  al  N.  886,  fa  forte 
inche  a  Padova  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  dei  Mater,  ecc.  pubbl.  da 
^I.  Baratta,  pag.  20). 

[*J    1822.  Febbraio  19.  Chanbery  (Savoia). 

A  complemento  delle  notizie  date  al  N.  897  aggiungo  le  seguenti 
astratte  dal  Billiet  (Mem.  sur  les  trembl,  de  terre.,,  en  Savoie^  pagine 
2G5-68).  A  9**  55°"  ant.  violenta  scossa  a  Chambery  ed  in  tutta  la  Savoia  : 
nelle  prima  località  muri  lesionati  e  1200  comignoli  caduti.  Pare  che 
il  centro  sia  stato  non  lungi  da  Chindrieux  en  Chautagne,  ove  lo  scuo- 
timento fu  più  forte  che  non  alti*ove  :  infatti  allontanandoci  in  ogni 
senso  da  tale  luogo  T  intensità  va  diminuendo.  Le  repliche  non  furono 
intese  che  a  Chautage  ed  in  qualche  luogo  vicino. 

[*]    1828.  Ottobre  9.  Vogiierest  e  Bobbiese. 

Aggiunte  al  N.  920.  —  La  scossa  delle  3»>  20°>  ant.  fu  ond.  NW.- 
SE.  a  Parma  e  sentita  anche  a  Guastalla  ;  a  Paima  a  2^  ant.  del  10 
ottobre  replica  appena  sensibile  (Renassi  :  Materiali  ecc.,  pag.  35). 

[•]    1828.  Ottobre  5-8.  Forlì. 

Scosse  sentite  a  Cesena  in  corrispondenza  del  periodo  sismico  for- 
livese di  cui  al  N.  919. 

Ottobre  5)  una  scossa  -  8)  9*»  pom.,  una  forte  ;  11*»  30™  pom.,  una  fortis- 
sima, seguita  5-6  minuti  dopo  da  replica  più  intensa  e  lunga;  IP  45°»  p., 
replica  e  varie  altre  Ano  a  5*»  ant.  del  9)  11*»  ant.  una  scossa  -  iO)  3*»  ant., 
una  sensibile  -  li)  3»>  ant.  circa,  tre  scosse  a  brevi  intervalli  e  generalmente 
avvertite;  11*»  ant.,  una;  1*»  pom.  una  sensibile;  1*»  */«  pom.,  altra  -  i2) 
varie  scosse  -  i3)  tre  scosse  -  14)  varie  lievi  -  io)  tre  nella  notte  - 16)  nella 
n«)tto  precedente  vario  e  qualcuna  durante  il  giorno;  8*»  */«  pom.  una  forte 
a  Mn.  replica  -  20)  Mg.  circa,  una;  1*»  pom.,  una  sensibile  -  23)  1*»  ant., 
una  mediocre  -  24)  nella  notte  precedente  una  scossa  -  Novembre  28)  5*»  a., 
una  sensibile  -  50)  11*»  pom.,  una  -  Dicembre  28)  nel  mattino  una  mediocre 
-  i829.  Gennaio  5)  0*»  ant.  circa,  una  sensibile  (Db  Rossi  :  Saggio  dei  Mater. 
ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  21-22). 

[*]    1831.  Settembre  11.  Parmigiano. 

Aggiunte  al  N.  929.  —  Già  nel  marzo  11-13  erano  state  sentite  in 
Roprgio  varie  scosse  :  altre  a  10**  */«  ant.  del  13  luglio  ed  a  4*»  ant.  del  14. 
11  terremoto  delle  7*»  pom.  circa  deir  11  settembre  fU  ivi  violentissimo  di 
7%  0  causò  grande  panico  e  molti  danni.  Uguale   intensità  ebbe  pure 


652  [1831- 

a  Bagnolo  ed  a  Castel  nuovo  di  Sotti 
pag.  6). 

La  8C0B9a   del    11   luglio,  i''  '/i 
delle  7''  '/i  dell'  11  settembre  fu  ii 

mente  avvertita  la  replica  delle  &•  ant.  del  13  (Behassi  :  Mot.  rtor.ì 
tUm.  Parmense,  pag.  36-37).  I 

[*]    1832.  Marzo  13.  R«gSÌu«  (Emilia). 

Affgiante  al  N.  935.  —  Le  due  scosse  dell'  11  marzo  faroao  bcntiif 
anche  a  Padova. 

Nel  13  una  breve  ma  forte  a  Reggio  a  3"  10"  ant.  Il  terremoio  Ji- 
sastroso  per  questa  cittÀ  (suss.-ond.  di  11'  con  rombo)  si  propa^  ancìie 
a  Padova,  ove  a  i^  37'°  4',  9  ant.  furono  intesi  quattro  sruotimeaii.  di 
cui  il  secondo  ond.  E-W.  di  5'. 

Aggiunta  alle  repliche.  —  Giugno  6)  3^  pom.,  Reggio  E.,  due  brevi  om],  - 
ti)  V"  46"  (ant.,  pom./)  una  lieve)  -  i4)  7*  30°  ant.,  scossa  -  i5)  4"  ÓK-  e 
9"  30"  ant.,  due  -  Settembre  i)  una  forte  sui  monU  del  reggiano  -  //)  0^  d-'' 
ant.,  una  forte  con  panico  a  Reggio.  (M.  Baraita  :  Mater.  ecc.,  H,  pa^.  S-^. 
e  Saggio  dei  Mal.  raccolti  dal  Prof.  M.  S.  Db  Rossi  ecc.,  pag.  22). 

Riguardo  a  Guastalla  il  Benassi  nei  citati  Materiali  per  la  storiai 
sismica  Parmense  (pag.  46)  aggiunge  le  seguenti  notizie  ; 

Marzo  ti)  8*  '/».  ^  '/»  ant.  due  lievi  -  12)  ^  '!,  ant.,  leggiera  -  3"  ' . 
più  forte  e  4»  '/t  gagliardissima  -  i4)  8^  ^/t  ant.,  sensibile -fJ-S9)  tremori 

Altre  repliche  degne  di  nota  : 

Agosto  31)  ì^  ^It  ant.,  debole  a  Langhirano,  Castrignano  ecc.:  più  sens- 
sibile  a  Mondilo  di  Sasso,  Camperà,  Scurano,  sentita  a  Bercelo  ed  a  Pont'^-- 
molì  :  a  Suolo  di  Vetto  gli  abitanti  uscirono  all'aperto  -  Dieembre  17)  9"  p.. 
due  scosse  assai  sensibili  ed  altra  a  Mucina,  a  Compiano  e  vicini  -  18)  A-^ 
ant.  altre  tre  scosse,  una  delle  quali  forte. 

[']    1833.  Aprile  4.  Vleuia? 

La  scossa  delle  3"  15  ant.  di  cui  al  N.  938,  fu  sentita  a  Padov.n 
(M.  S.  Db  Rossi  :  Saggio  ecc.,  pag.  23)  e  leggermente  anche  a  Gua- 
stalla (Besassi  :  Materiali  ecc.,  pag.  50). 

['J    1S34.  Febbraio  U.  Paitrenoli  (Massa). 

La  grande  scoesa  delle  2"  15*°  pom.  circa,  di  cui  al  N.  939,  fa  sen- 
tita, a  Reggio  E.  (M.  Baratta  :  Materiali  ecc.,  II,  pag.  9)  e  legger- 
mente anche  a  Guastalla  (Belassi  :  Materiali  ecc.,  pag.  51). 

Riguardo  a  Borgotaro  nel  citato  lavoro  del  Benassi  sì  trovano  i  se- 


[18M-1838*]  653 


nenti  particolari.  La  grande  scossa  ebbe  una  durata  di  8'  e  fu  bub- 
>^uita  da  10  repliche  in  meno  di  nii'ora;l8  popolazione  si  rldasee  al- 
uperto;  caddero  molti  fnmainoll  e  qnasi  tutti  gli  edtflciì  ftirono  più 
meno  danneggiati  :  parecchi  feriti,  nessun  morto.  In  meno  di  44  ore 
irono  contate  circa  40  scosse  {op.  cit.,  pag,  51), 

Hepliche  maggiori  : 

Aprite  2.5Ì  S""  ^U  ant.,  Borgotaro,  violentissima  con  fortissimo  rombo  - 
taggio  2)  Mg.,  Pontremoli,  violenta  -  i6)  6*  Zó"  pom.,  Parma  delwlisiima; 
Il  forte  suss.  4-5*  preceduta  da  rombo  a  Borgotaro. 

C']    1834,  Luglio  4.  S.  ViUle  di  Bsginu  (Parma), 

I>a  scossa  delle  \>  35~  ant,.  di  cui  al  N,  940,  fu  sentita  a  Reggio  E., 
icvcmente  a  Padova  (M.  S,  De  Rossi  :  Saggio  ecc.,  pag.  23)  ed  a 
vaastalla.  A  Sao  Vitale  di  B.  rovinarono  parecchi  edifici,  tra  cui  la 
i^hiesa  parrocchiale  (Benassi  :  op.  cit.,  pag,  55), 

[*]    lilU.  Ottobre  4.  BologM. 

Il  terremoto  bolognese  del  4  (N,  941)  fu  sentito  anche  a  Padova 
[XI.  8,  De  Rosai:  op.  cit,,  pag.  23). 

[*]    1S3S.  Giugno  12.  AsdUdo  (Veneto). 

La  grande  scossa  delle  3''  SO"-  ant,  [N.  950]  fu  leggiera  a  Guastalla 
^BKyA8.si:  Materiali  ecc.,  pag.  58)  ed  avvertita  anche  a  Padova  (tri- 
plice ond.  S-N.),  ove  furono  intese  anche  le  seguenti  repliche:  15  luglio, 
(y.  4j^n  441  pom.,  una  lieve  :  mg.  circa  del  20  una  lieve  ond.  di  5'  [fu 
sensibile  anche  a  Guastalla]  con  replica  a  10**  15°>  pom.  ;  altre  nella 
nottf!  20-21,  a  3"  pom.  del  21  ed  a  7"  48°'  pom,  del  26  settembre  :  in- 
tosa, quest'ultima  pure  a  Mbdena  ed  a  Venezia  (M.  S.  De  Rossi:  op. 
cit.,  pag.  23). 

i']    1S37.  Aprile  11.  Alpi  Apune  (Toscana). 

II  grande  terremoto  delle  6''  pom,  circa  [N,  954]  ta  sentito  anche  a 
Reggio,  ove  fece  dare  alcuni  tocchi  alla  campana  dell'orologio  della 
piazza  (Baratta:  iUatertah'ecc.  Il,  pag.  9)  e  lievemente  a  Fiumalbo  nei 
Modenese  (H,  S.  De  Rossi  :  op.  cit.  pag.  ìì3)  ed  a  Guastalla  (Bei^assi  : 
Materiali,  pag.  54). 

|-J    1838.  Giugno  23.  P«uro. 

Il  terremoto  delle  O**  45™  pom.,  di  cui  al  N,  958,  fu  sensibilmente 
avvertito  a  Cesena  (H,  3.  De  Rossi:  op,  cit.,  pag.  23). 


654  [1841  - 1867*] 


[1340]    1841.  Dicembre  2.  Chanberj  (SaToia). 

BiLLiET  :  Mem.  sur  les  trembl...  en  Savoie^  pag.  215. 

A  1^  SS»"  pom.,  a  Chambery,  violenta  scossa  preceduta  da  sordo 
rombo  :  fu  sentita  a  Grenoble,  a  Lione,  a  Belley,  a  Seyssel,  a  Nantua. 
a  Chalon,  a  Magon,  ad  Annecy,  a  S.  Grervais  ecc.  A  Chambery  ed  a 
Ramilly  parecchi  camini  caduti,  muri  e  volte  lesionate.  Ad  11''  32*°  p. 
del  9  dicembre  replica  sensibile  ed  a  2*»  30"  (ant.  ?)  del  14  una  llevo. 

[*]    1843.  Ottobre  25.  Molilo  (Toscana). 

Aggiunte  al  N.  974.  —  La  grande  scossa  delle  4**  30"*  ant,  del  25 
fu  forte  suss.-ond  di  8-10*  a  Pistoia,  ove  incusse  panico  generale  e  fu 
seguita,  poco  dopo,  da  replica  meno  intensa  e  da  altre  a  breve  inter- 
vallo. La  principale  fu  intesa  pure  a  Fiumalbo.  Nel  giorno  28  a  3**  lo™ 
pom.,  scossa  a  Fiumalbo  ed  alle  3**  ^O*"  pom.  una  a  Pistoia,  (M.  S. 
De  Rossi:  Saggio^  pag.  24). 

[*]    1853.  Giugno  22.  Urbino  (Marche). 

Aggiunte  al  N.  1012.  —  La  scossa  delle  0^  28°"  ant.  circa  del  22 
giugno  fti  violenta  e  preceduta  da  forte  rombo  a  Cesena.  Quivi  nel 
22,  24-27  novembre  varie  repliche  ond.  lunghe  e  sensibili  ed  a  5^  45"  p. 
del  28  una  nuova  :  allarme  nella  popolazione  per  i  continm  movi- 
menti del  suolo.  Al  V  dicembre  una  scossa  ed  altre  nei  3,  4,  11  e  21, 
(M.  S.  De  Rossi:  Sciggio  ecc.,  pag.  25).  Air  11  dicembre,  a  3**  30*"  p. 
ad  Urbino  una  forte  NE.-SW.  (Serpieri  :  Scritti  di  sismoL^  voi.  I, 
pag.  156). 

[*]    1854.  Giugno  16.  Imola. 

La  scossa  delle  2^  25"  pom.  [N.  1017J  fti  lieve  anche  a  Pistoia 
(M.  S.  De  Rossi  :  Saggio  ecc.,  pag.  26),  a  Parma  (ond.  NW.-SE.)  ed  a 
Guastalla  (Benassi:  Materiali  ecc.,  pag.  72). 

[*|    1856.  Ottobre  12.  Bacino  del  HediterraDoo. 

Il  terremoto  delle  2^  V<  ^^^*  [^*  1029]  fa  senza  alcun  danno  inteso 
a  Palermo  :  Gran  Michele  invece  rimase  assai  danneggiato.  Il  Perrey 
{Note  sur  le»  trembL  en  1856^  pag.  69),  da  cui  tolgo  queste  notizie,  er- 
roneamente pone  r  ultima  localiUi  in  provincia  di  Palermo,  invece  che 
in  quella  di  Siracusa. 

[*]    1857.  Febbraio  1.  PanBÌj;iano  e  Regi:iaiio. 

Aggiunte  al  N.  1030.  —  La  scossa  delle  7**  pom.  circa   del  31  gen- 


[1857-1861*1  655 


naio  fa  lieve   a   Reggio   (Baratta  :  MaUrtali,  II,  pag.  IO)   ed  a  Gna- 
stnlla  (Belassi:  Materiali  ecc.,  pa<.  75-76). 

Qnella  delle  C  '/*  *ut.  del  1"  febbraio  a  Reggio  fece  crollare  qnalcbe 
comignolo  (Baratta  :  loo,  cìt.)  :  a  Guastalla  fu  forte  ond.  di  5'  prece- 
duta da  rombo  :  fu  mediocre  a  Colorno  ed  a  Borgo  8.  Donnino  (Be- 
XASfli  :  loc.  cit.)  e  sentita  (ond.  S-N.,  l',15)  anche  a  Padova  (De  Rossi: 
Saggio  ecc.,  pag.  26). 

[•J    1857.  Marzo  7.  UHM»,  Veaeto. 

La  Bco38«  delle  3'  '/i  ««'•  c'rca  [N.  1031]  fti  forte  anche  a  Padova 
(De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  ecc.,  pag.  26). 

[•]     1857.  Luglio  11.  RoTig». 

La  scossa  delle  S**  30"°  pom.  circa  [N.  1032]  fa  intesa  anche  a  Pa- 
dova (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  ecc.,  pag.  27). 

[I31I]    1857.  Dicembre.  Ber^Bma. 

Secondo  ana  notizia  gentilmente  comunicatami  dal  Prof.  T.  Tara- 
melli,  in  un  mattino  di  una  giornata  della  prima  quindicina  di  di- 
cembre sarebbe  stata  avvertita  in  Bergamo  una  scossa  tale  da  incu- 
tere grande  spavento  e  da  far  cadere  dei  comignoli. 

I  [*]    1860.  Luglio  19.  CallilU,  Onla  (Treviso). 

La  scossa  di  cui  al  N.  10*3,  fu  duplice  {i^  42"  pom.  t.  v.)  anche  a 
Padova  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  ecc.,  pag.  27)  ed  avvertita  da  pochi 
a  Parma  (Bbnassi:  Materiali  ecc.,  pi^.  78). 

|;*|    1861.  Maggio  9.  CitU  Mìu  Pieve  (Perugia). 

La  scossa  delle  S*"  ant,  circa  del  9  [N.  10i7j  fa  sentita  abbastanza 
Intensamente  anche  a  Viterbo,  ove,  poco  dopo  le  0^  ant.  del  19  luglio, 
fu  intesa  altra  scossa,  meno  sensibile  della  prima  (De  Rossi  M.  S.  : 
Saggio  ecc.,  pag.  27. 

[-1     1861.  Ottobre  16.  Feri). 

Aggiunte  al  N.  1048.  —  La  scossa  del  16  fa  fortissima,  di  10*  a  Ce- 

Hcna,  ove  fece  danneggiare   tutte   le   fabbriche  ;   con   ogni   probabiUtA 

fu  pure  assai  intensa  a  Porlimpopoli  :  fu  infine  intesa  anche  a  Padova 

(4"  47"  pom.:    ond.  NNE.,  6-7').   —  La   replica   delle  U''  pom.  fu  in- 

.    tesa  pare  «  Cesena,  ove  a  4*"  45°'  ant.  del  17  si   ebbe  una  scossa  ed 


656  [1861  - 1869*] 


altre  due  nel  di  20  ed   ali'  8  dicembre  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  ecc., 
pag.  27). 

[1342]    1861.  Dicembre  12.  Monte  Poriie  (Roma). 

M.  S.  DB  BOSSI  :  SaoQio  dei  mater.  pubbl.  da  M-  Baratta,  pag.  27). 

A  7''  ant.  a  Monte  Porzio  triplice  scossa  di  12*  stimata  piU  intensa 
di  quella  del  19  gennaio  1873  [N.  1088].  A  Frascati  fa  forte  e  nel  pa- 
lazzo della  Raffinella  fece  suonare  i  campanelli  :  ciò  secondo  notizie 
mss.  raccolte  dal  Prof.  De  Rossi.  Classifico  quesfo  terremoto  fìra  i  for- 
tissimi 0  molto  forti  perchè  secondo  il  citato  De  Rossi  (Le  fratture 
vulc,  Lazialiy  pag.  29  estr.)  a  Monte  Porzio  la  scossa  del  19.  I.  1873 
fece  cadere  molti  calcinacci. 

[*]    1864.  Febbraio-marzo.  Appennino  Bolognese. 

Aggiunte  al  N.  1053.  —  La  scossa  del  7  febbraio  (8**  pom.  circa)  fu 
lieve  a  Pistoia  ;  quella  dell'  8  (6**  50"  pom.  circa)  fli  ivi  più  intensa 
della  precedente.  A  Pistoia  a  5^  pom.  del  10  altra  lieve.  Il  terremoto 
del  15  marzo  (2*^  50"  a.  circa)  fii  in  tale  città  lungo  ed  ond,  (De  Rossi 
M.  S.  :  Saggio  dei  mater,  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  27)  ;  a  Parma 
fa  lieve  ma  avvertito  da  molti  (Bekassi  :  Materiali  ecc.,  pag.  79). 

[•]    1864.  Dicembre  12.  Mugello  (Toscana). 

La  scossa  delle  4**  49°  pom.  [N.  1054]  fu  forte  a  Pistoia,  ove  in 
precedenza,  alle  3**  30"  pom.  dell'  11,  ne  era  stata  intesa  un'altra  di 
eguale  intensità.  Neil'  11-12  poi  varie  repliche.  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio 
dei  mater.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  28). 

[•]    1866.  Febbraio.  Le  Vene  (Spoleto). 

Aggiunte  al  N.  1058.  —  Al  1*  febbraio  fu  sentita  in  Campello  la 
prima  di  una  serie  di  scosse  che  perdurarono  anche  per  tutto  il  marzo 
seguente  in  numero  di  100-200  per  ogni  24**  ;  le  piti  forti  accaddero  al 
V  ed  al  15  febbraio  e  produssero  qualche  lesione  nei  fabbricati  più 
deboli.  Si  apri  una  fenditura  lunga  circa  un  miglio  sul  fianco  del 
monte  circostante  al  paese.  (De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  dei  m^xter.  ecc. 
pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  28). 

[•]    1869.  Giugno  25.  Vergato,  Zocea,  Casio  (Bologna). 

Aggiunta  al  N.  1069.  —  La  scossa  delle  2^  58"  pom.  f\i  forte  a  Ce- 
sena ed  a  Pistoia  (ond.)  —  Al  14  luglio,  ad  ore  5  50"  ant.,  una  lieve 
a  Bologna  (suss.  di  3»)  ed  a  Pistoia:  fu  molto  più  intensa   a    Porrelta 


'^-f" 


[1869  - 1873*]  657 


(De  Rossi  M.  S.  :  Saggio  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  29)  e  pare 
non  sia  stata  avvertita  anche  a  Modena. 

L*J    1869.  Dicembre  13.  Sassoolo  (Modena). 

Aggiunte  al  N.  1073.  —  La  scossa  delle  3**  5R"  circa  fu  mediocre 
end.  N-S.  a  Fiumalbo,  e  forte  ond.  a  Reggio  ed  anche  a  Bologna  (ond. 
X-S.  di  5»)  come  risulta  dai  registri  deirOsservaloiio.  (De  Rossi  M.  S.  : 
Saggio  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  29). 

[1343]    1870.  Marzo  1.  Ciana  (Carinzia). 

Pkrrry  a.:  Xoie  sur  les  trembì.  i870,  pag.  15  e  se^ruentl. 

Verso  le  8**  57"  pom.  terremoto  rovinoso  a  Ciana  ed  in  altre  loca- 
lità vicine  :  fu  sentito  più  o  meno  sensibilmente  a  Tolmezzo,  a  Chioggia, 
a  Venezia  ed  anche,  secondo  il  Serpieri  {Scritti  di  Sismol.  I,  pag.  158), 
ad  Urbino  (8*»  40"  pom.  due  scosse  assai  sensibili). 

[*]    1870.  Ottobre  30.  Forlivese. 

Aggiunte  al  N,  1078.  —  La  scossa  delle  7**  30*  pom.  circa  fa  for- 
tissima a  Faenza  e  forte  a  Cesena  ;  fu  lieve  a  Siena,  Pistoia  e  Padova: 
in  quasi  tutte  queste  località  dopo  un  certo  intervallo  fu  sentita  una 
replica.  (M.  S.  De  Rossi  :  Saggio  ecc.  pubbl.  da  M.  Baratta,  pag.  30). 

[1344]    1871.  Luglio  29.  Montesendaio,  Giardistallo  (Pisa). 

De  Bossi  M.  S.  :  Sa^gto  dei  Mater.  pubbl.  da  M.  baratta,  pagr.  90-31. 

Un  terremoto  rovinoso  colpì  verso  le  9*»  V4  pom.  Montescudaio,  ove 
fece  abbattere  varie  case  e  ne  rese  per  di  più  40  su  170  afifatto  inabi- 
tabili :  la  località,  più  danneggiata  sembra  essere  stata  Guardistallo,  sotto 
le  cui  macerie  50  persone  rimasero  0  morte  o  ferite.  A  Bibbona  ed  a 
Casale  i  danni  furono  minori.  Tale  terremoto  fu  forte  a  Firenze  (9**  43'° 
pom.  [t.  m.  1.]  ond.  SW.)  ed  a  Bologna  (9**  45'°  34*  pom.)  ;  fu  più  o 
meno  sensibilmente  sentito  a  Pisa,  a  Livorno  a  Portoferraio,  ed  anche 
a  Siena  (lieve  ond.  4*). 

*]    1873.  Maggio  16.  Sassuolo  (Modena). 

Aggiunta  al  N.  1090.  —  Contrariamente  a  quanto  ò  detto  a  pag.  459, 
che  ò  tolto  dal  Chistoni  {Not,  sui  terr.  avv.  a  Modena  ecc.,  pag.  Sì,  le 
notizie  invero  più  attendibili  date  nel  11  fascicolo  dei  miei  Materiali 
fpag.  IO)  portano  a  ritenere  che  la  scossa  citata  a  Reggio  non  abbia 
prodotto  il  benché  menomo  danno  :  ciò  concorda  pure  con  quanto  tro- 
vasi riferito  nel  Bollettino  del  Vulc.  Ital.  (Voi.  II,  pag.  VII). 

Baratta:  TerremoH  ecc.  12 


658  [1878  - 1885*] 


[1345]    1878.  Febbraio  12  o  13.  CaseU  (Perugia). 

Una  notizia  gentilmente  comunicatami  mi  fa  conoscere  che  al  12  feb- 
braio 1878,  ad  ora  non  nota,  fu  sentita  in  Cascia  una  scossa  molto 
forte  che  produsse  panico,  fece  suonare  i  campanelli  ed  aprire  varie 
screpolature.  Il  «  Bollettino  del  Vulcanismo  Italiano  »  (Voi.  VI,  pa- 
gine 166-67)  per  il  12  febbraio  non  reca  alcuna  notizia  di  terremoti 
umbri  :  ad  8**  */«  pom.  trovo  però  registrata  una  lieve  scossa  ond.  per 
Montefortino  (22  Km.  NNV.  di  Ascoli)  e  poi  alla  stessa  ora,  ma  riferita 
al  13,  una  sensibile  SE.-NW.  a  Narni,  ad  Amelia  e  ad  Orte,  ed  infine 
a  9^  4^  pom.  una  lievissima  a  Koma.  La  coincidenza  dell'ora  e  la  vi- 
cinanza di  Montefortino  al  territorio  umbro  mi  fanno  dubitare  che  la 
notizia  si  riferisca  al  giorno  13,  vale  a  dire  al  terremoto  umbro  e  così  . 
pure  quella  da  me  data  per  Cascia. 

[1346]    1882.  Settembre  18.  Monte  Baldo  (Verona). 

Bullettino  del  Vulcanismo  Italiano,  voi.  x,  pag.  189. 

Nella  sera  del  17  settembre  a  Castelletto  di  Brenzone  varie  scosse 
ond.  sensibili  :  nel  18  a  Cassone  una  fortissima,  un  po'  meno  intensa 
nei  paesi  del  Baldo  e  forte  suss.  a  Verona.  A  questa  certamente  al- 
lude il  Mercalli  {Le  inondazioni  ed  i  terr,  di  Verona,  pag.  27-28)  di- 
cendo che  ai  piedi  del  Baldo  se  ne  sentirono  molte,  qualcuna  delle 
quali  tanto  forte  da  far  crollare  una  casa  a  Cassone. 

Questo  massimo  fu  preceduto  da  calma  macrosismica  perdurata  nei 
mesi  di  gennaio-agosto  1882,  susseguente  ad  uno  dei  soliti  periodi  di 
attività  endogena,  cioè  di  scosse  e  rombi,  in  generale  lievi,  sentiti  dal- 
l'agosto al  dicembre  1881. 

[*]    1885.  Febbraio  10.  Appennino  Llgnr«. 

Il  terremoto  del  10  febbraio  [N.  11611,  secondo  notizie  particolari  da 
me  raccolte,  sarebbe  stato  sentito  più  intensamente  che  altrove  a  Dova, 
Berga  e  Vegni,  località  deirAppennino  ligure. 

[1347]    1885.  Febbraio  26.  Ref^giano  (Emilia). 

Bullettino  del  Vulcanismo  Italiano^  voi.  xiil,  pag.  20-21. 

Su  questo  terremoto,  quantunque  molto  incomplete  e  poco  numerose 
siano  le  notizie,  è  necessario  un  breve  cenno  riassuntivo.  Lo  scuoti- 
mento presentò  due  fasi,  specialmente  accentuate  neirarea  intensamente 
scossa  :  la  seconda  delle  quali  per  intensità  e  per  durata  superò  la 
prima.  La  zona  più  colpita,  quantunque  indeterminata,  fu  nei  dintorni 
di  Reggio  e  precisamente  nella  regione  collinesca  :  ivi  caddero  dei  calci- 
nacci e  secondo  mie  notizie  si  produssero  lievi  fenditure.  Fu  assai  forte  la 


[1885*]  659 

soossa  entro  una  zona  elittica  poco   sviluppata   comprendente   Reggio, 
Marcia,  Scandiano,  Montericco  ecc.  ;  l'area  forte  o  quasi  à  forma  pres- 
soché  elittica   con   l'asse   maggiore   in   senso  NW-SE.  circa,   che,  fra 
Parma  e  Montese  misura  una  sessantina  di  chilometri  :   ed   il   minore, 
al  precedente   perpendicolare,  fra  Modena  e  Castelnuovo  ai  Monti,  rag- 
giunge circa   50  Km.  È  necessario  poi  notare   che  V  isosisma  forte  in 
corrispondenza  di  Castelfranco,  di  Castelvetro  e  di  Vignola  fa  una  in- 
senatura rientrante,  avendo  in  questi  paesi  V  intousità  del   movimento 
sismico  raggiunto  un  grado  minore.  La  zoiica  mediocre  verso  mezzodì 
raggiunge  la  linea  Firenzuola  -  Massa  (Km.  100),  che  distane  ambedue 
da  Reggio  circa  85  Km.  ;  all'  incontro  verso  settentrione  si  spinge  fino 
in  vai  d'Adige  :  ad  oriente  l' isosisma  corre  fra  Firenzuola  e  S.  Boni- 
facio (Km.  140)  ;  verso  occidente   fra   Massa   e   Piacenza  (Km.  120)  e 
i^uindi  con  una   grande   insenatura   bipartita   include  Milano  e  Calco 
in  quel  di  Lecco.  Perciò  la  massima  larghezza  della  nostra  zona  corre 
fra  Calco   e  Firenzuola,  che  in   linea   retta   distano  Km.  235  circa,  e 
rispettivamente   da   Reggio    150   la   prima   ed  85  la  seconda.  Infine   i 
limiti  dell'area  interessata  da  moto  sismico  sensibile  alle  persone  sono 
verso  mezzodì  Lucca  e  Firenze  ;  a  SE.  Sant'Agata  Feltria  ed  Urbino  : 
a    levante  Pesaro,  Crespino,  Rovigo  e  Venezia  ;   a   NE.  Spinea  ;   a  N. 
Rovereto  ;  a  NW.  Vimercate  e  Sesto  S.  Giovanni  ;   ad   occidente  No- 
vara, Vigevano,  Genova  ;  a  SW.  la  costa  tirrenica  da  Genova  a  Chiavari 
e  quella  sottostante  a  Massa  e  forse  più  oltre  ancora. 

Riguardo  all'ora  in  cui  avvenne  il  terremoto  i  migliori  dati  sono  i 
seguenti  :  Padova  9*»  45™  27»  pom.  ;  Firenze  9**  46"  ;  Bologna  (S.  Luca) 
9»*  46«  8»  ;  Modena  9^  46°»  50»  ;  Spinea  9**  47™  ;  Venezia  9*»  48"  e  Parma 
9»»  49". 

[1348]    188  >.  Giugno  17.  Morrò  Reatino  (Sabina). 

Ric:ci  A.:  ReUiz.  suì  fenom.  st'jtm.  avv.  in  Spoleto  ecc.  e  Reìaz.  sul  fenom.  sism.  del  n  corr. 
-  •  Boll.  vulc.  ital.  \  voi.  XII,  pag.  62-63. 

Nel  giorno  9  giugno,  verso  le  9**  33"  pom.  a  Spoleto  scossa  suss.- 
ond.  a  2  riprese  NE.  e  NW.  della  durata  di  5-6"  ;  non  causò  danni, 
ina  fece  tremare  i  mobili  e  suonare  qualche  campanello.  Pare  sia  stata 
corocentrica  :  fu  sensibile  a  Trevi  e  lieve  a  Narni. 

Nel  17  dello  stesso  mese  a  Spoleto,  alle  2**  18"  pom.,  fu  sentito  un 
rombo  istantaneo  e  debole,  e  poi,  alle  11**  34"  30'  pom.  un  ampio  mo- 
vimento ond.,  dapprima  SE.  e  quindi  NE.  della  durata  di  2-3».  Tale 
scossa  fU  esocentrica,  giacché  risulta  aver  spiegato  la  massima  inten- 
siti!  a  Morrò  Reatino,  ove  fece  cadere  un  volto  e  lesionare  varie  caso. 
A  Rivodutri  fa  molto  forte  :  fu  forte  a  Rieti  (ond.  8*),  a  Leonessa, 
ed  a  Terni  :  mediocre  a  Spoleto  ed  a  Narni  ;  leggiera  a  Perugia  ed 
infine,  forse,  leggererissima  ad  Aquila. 


660  [1886  - 1889*] 


[1349]    1886,  Luglio  28.  Ceceano  (Eoma). 

Bull  Vulc.  It  II.,  Voi.  XIV,  pag.  138  -  Notizie  particolari  da  me  raccolte. 

A  7*^  29"  ant.  una  scossa  molto  forte  avvertita  da  tutti  in  Ceccano 
fece  cadere  un  fumaiuolo  e  causò  panico.  Il  movimento  sismico  si 
compose  di  due  forti  urti  suss.  e  di  un  terzo  meno  sensibile  e  quindi 
di  una  leggiera  scossa  ondulatoria  con  una  durata  totale  di  2'  circa. 
Detta  scossa  fu  avvertita  meno  intensamente  a  Pofi,  ad  Amara  ed  a 
Fresinone  ;  passò  inavvertita  a  Ceprano  ed  a  Pratica. 

[•]    1886.  Ottobre  15.  PanupaHO. 

Complemento  del  N.  1174.  —  Il  Benassi  nella  sua  più  volte  citata 
monografìa  (Materiali  per  la  st.  dei  fenom,  sisni,  della  reg,  Parmeiu^, 
pag.  93-103)  riporta  molte  notizie  nuove  e  particolareggiate  su  questo 
terremoto,  che  ci  permettono  una  sintesi  un  po'  più  chiara  di  quanto 
fu  fatto  nella  cronistoria  (pag.  511).  Risulta  infatti  che  a  Parma  (suss.- 
ond.  N.-S.)  ed  a  Felino  (ond.  S.-N.  15-20)  fece  atterrare  qualche  fu- 
maiuolo :  anche  a  Mezzani  ne  cadde  uno  e  cosi  pure  a  Traversetolo, 
ove  inoltre  si  staccarono  anche  dei  calcinacci.  Lo  scuotimento  fti  forte  a 
Sessa,  Colorno,  Cortile,  Golese,  Fontevia,  S.  Pancrazio,  Noceto,  Mede- 
sano,  Lesignanò,  Vigatti,  S.  Lazzaro,  Sorbolo  ed  anche,  come  ò  detto,  a 
CoiTeggio  ed  a  Modena  ;  fu  mediocre  a  Reggio,  a  Montechiarugolo,  a 
Tizzano  V.  P.,  a  Varsi  e  lieve  a  Zibello,  Trecasali,  S.  Secondo,  For- 
novo,  Lesignanò,  Neviano  ecc.  ;  passò  infine  inosservato  a  Varano,  Com- 
piano, Borgotaro,  Berceto,  Palanzano  ecc. 

[1350]    1887.  Aprile  14.  Asolo  (Treviso). 

Bull,  del  Vulc,  Ital.,  voi.  xvii,  pag.  81. 

Circa  le  2*»  10-15"  ant.  del  U  aprile  a  Bassano,  a  Borso,  a  Maro- 
stica,  a  Treviso,  a  Canizzano,  a  Feltre,  a  Valdobbiadene  ed  a  Pieve 
di  Soligo  furono  intese  varie  scosse  che  spiegarono  la  loro  massima  in- 
tensità ad  Asolo,  avendo  ivi  raggiunto  il  grado  Vili  della  scala  De  Rossi- 
Forel.  A  Spinea  di  Mestre  corrispondentemente  si  ebbero  traccie  si- 
smografiche  a  2**  11"  6%,  a  2»»  15"  19*  ed  a  2^  21"  31»  ant. 

[13511    1889.  Luglio  21.  Viterbese  (Roma). 

Suppl.  al  Boll.  Meteor.,  Anno  Xl,  N.  213  (1  agosto  1889). 

Verso  l*'  30"  pom.  a  Latera  forte  scossa  ond.  S.-N.  di  4'  :  alle  10* 
poni,  circa  altra  ond.  W.-E.  di  5»  meno  intensa.  Tali  scosse  furono 
intese  anche  a  Valentano,  ad  Ischia  di  Castro  ed  a  Farnese  :  anzi  nelle 
ultime  due  località  si  dice  abbiano  tatto  cadere  due  speronate  di 
muro. 


l 


'1  - 


[1880  - 1891*]  661 


[1^2]    1889.  Novembre  28.  Abruzzi. 

Suppì.  al  Boll.  Meteor.,  Anno  XI,  N.  851  {n  dicembre  1889). 

Fra  le  8  ed  8**  V4  pora.  a  San  Lorenzo  (fraz.  di  Acciano)  scossa 
molto  forte  per  la  quale  cadde  il  volto  di  un  salone  ed  un  comignolo  : 
fu  avvertita  da  molti  a  Caldarola,  ad  Acquasanta,  ad  Ascoli  Piceno  ed 
a  Penne  :  fu  lieve  a  Rieti  ed  indicata  dai  sismoscopì  di  Tivoli  e  di 
Frascati. 

Verso  1^  SO^-i*»  ant.  del  29  lieve  scossa  a  Penne. 

[1353]    1890.    Febbraio  15.  Val  d'Elsa  (Toscana). 

31OVANN0ZZ1  G.  :  Periodo  d'agitaz.  del  suolo  del  i§  febbraio  ecc.  -  Suppl.  al  Boll.  Meteor.^ 
Anno  XII,  N.  69  (10  marzo  1890). 

Verso  V'  ant.  del  15  febbraio  fu  sentita  una  leggiera  scossa  a  Pog- 
pribonsi  :  alle  2^"  21*°  ant.  altra  stata  sensibile  a  Firenze  e  lieve  a  Siena  : 
([uindi  alle  2**  45™  una  nuova  debolissima  a  Poggibonsi  :  alle  3**  35'"  e 
8*  ant.  si  ebbe  ivi  un  piccolo  massimo  sismico  con  uno  scuotimento 
stato  abbastanza  intenso  anche  a  Vallombrosa  ed  a  Pontassieve  e  più 
o  meno  sensibile  in  tutto  il  Senese,  nel  Volterrano,  a  Firenze,  a  S.  Mi- 
niato, a  Montevarchi  ecc.  A  4*»  9°*  6'  ed  a  8»»  20"  3"  pure  ant.  due  de- 
boli repliche  a  Poggibonsi*  lievemente,  specie  l'ultima,  propagatasi 
fino  a  Firenze. 

A  Barberino  V.  E.,  soggiunge  il  Giovannozzi,  sia  realtà,  sia  ecci- 
tazione d'animo  gli  abitanti  notarono  ogni  giorno,  per  più  settimane 
diverse  scossette.  Al  21,  ad  1*»  35"  8'  ant.  a  Firenze  fu  registrata  una 
scossa  più  debole  di  quelle  del  15,  ed  altra  più  lieve  ancora  a  2»»  9"^ 
ant.  :  ambedue  furono  bene  avvertite  nei  luoghi  ove  erano  stati  più 
intensi  gli  scuotimenti  del  15.  Nei  giorni  24,  26  e  28  febbraio,  e  4,  13, 
14  e  17  marzo  qualche  lieve  movimento  sismico  i\i  registrato  dai  deli- 
cati apparecchi  sismici  dell'Osservatorio  Ximeniano  di  Firenze  :  al  26, 
i\  2*»  6"  4»  a.,  si  ebbe  in  Val  d'  Elsa  e  nel  Chianti  un  nuovo  forte  terre- 
moto inteso  da  qualcuno  anche  a  Siena.  Dopo  di  ciò  pare  che  le  ma- 
nifestazioni sismiche  abbiano  commosso  di  preferenza  il  Mugello  :  però 
al  4  maggio,  ad  1^  9°*  pom.  in  corrispondenza  di  una  traccia  ottunuta 
in  Firenze  dai  predetti  strumenti,  si  ebbe  un  nuovo  terremoto  abba- 
stanza forte  in  Val  d'  Elsa  e  dintorni,  specie  a  Barberino. 

Secondo  il  Giovannozzi  il  centro  di  questi  scuotimenti  f\x  in  detta 
valle  (forse  a  Barberino),  ove  produssero  scalcinature,  ma  nessun 
danno  serio. 


[1354J    1891.  Giugno  15.  Alto  baciso  del  Mineio  (Mantova- Verona). 

Suppl.  X  al  Boll.  Meteor.  N.  232  (20  vni  1891). 

Ò  accennato  a  questo  terremoto  parlando  (pag.  536)  delle  maggiori 


662  [1891  - 1«97*] 


repliche   del    grande  parossismo  veronese  del  7  giogno  :    reputo    per- 
necessario  presentare  una  brevissima  sintesi  dei  dati  raccolti. 

La  scossa  fu  molto  forte  nell'alto  bacino  del  Mincio  specie  a  Ponti 
b/M,  S.  Martino  della  Battaglia,  Castelnuovo,  Peschiera  ed  un  i>o'  men» 
a  Sommacampagna  ed  a  Cnstoza  :  in  tutte  le  accennate  località  i  danni 
si  limitarono  a  lievi  lesioni.  Tale  zona  k  forma  ovale  con  Passe  mag- 
giore in  senso  WNW.-ESE.  che,  fra  8.  Martino  e  Sommacampagna 
misura  20  Km.  circa.  Essa  fu  poi  forte  a  Cavriano,  Gnidizzole,  Val- 
leggio,  Descnzano  ecc.  :  mediocre  o  lieve  entro  un'  area  elittica  con 
Tasse  maggiore  SSW.-NNE.  circa,  che  da  Mosio  a  Caprino  misura  una 
sessantina  di  chilometri.  Al  lembo  estremo  vengono  a  trovarsi  Sai»». 
Caprino,  Verona,  Mosio,  Castiglione  e  Salò. 

Pare  che  nella  zona  più  commossa  il  movimento  sismico  sia  stat- 
in  predorainanza  suss.  :  riguardo  all'ora  i  dati  sono  alquanto  incerti: 
Verona  dà  2^  26°»  pom.  ;  Desenzano  2*»  29°»  ±  2"  e  Salò  2**  35"". 

[1355]    1891.  Luglio  14  e  15.  Trevi,  Gampello  (Umbria). 

Suppl.  XT  al  Boll.  Meteoi'.  N.  2U  (1  settembre  1891). 

A  6*»  58™  ant.  del  14  luglio  una  scossa  assai  forte  urtò  Trevi,  ovf 
fece  cadere  dei  calcinacci  ;  fu  intensa  a  Cerreto  di  S.,  sensibile  n 
Giano  ed  a  Spoleto  e  lieve  ad  Acquasparta,  Scheggino  e  Rieti.  Alle 
7h  13»^  7h  43™  ant.,  0^  43"  e  2»»  27"  pom.  della  stessa  giornata  repliche 
leggiere  a  Trevi. 

A  10*»  10"  ant.  circa  del  15  luglio  una  scossa  violenta  colpì  Campellc 
facendovi  suonare  veementemente  i  campanelli  e  causando  lievi  danni  a;l 
una  casa  :  fu  sensibile  a  Trevi  e  lieve  a  Montefalco. 

[1356]    1892.  Gennaio  21.  Aqmlanr 

Sujypl.  LXVii  (1  marzo  1892]  e  LXIX  (1  aprile)  al  Boll.  Meteor. 

Nel  giorno  21  gennaio,  circa  le  9^  pom.  a  Pescorocchiano  fu  sentite 
una  forte  scossa  suss.  stata  molto  forte  nella  frazione  Casa  Olivieri: 
fu  pure  intensa  a  Borgo  Collefegato  e  nella  valle  Cicolana  :  e  lieve  a«i 
Aquila,  ad  Avezzano,  a  Subiaco  ed  a  Filettino. 

Noto  che  verso  le  11^  25"  pom.  del  22  si  ebbe  un  intenso  terremoi'.' 
laziale  [N.  1214],  che  interessò  anche  parte  dell'Abruzzo  Aquilano. 

[•j    1897.  Dicembre  18.    C.  di  Castello,  M.*«  Nerone  SW.  (Marche-Umbria;. 

Correzione  al  N.  1277.  —  Per  un  errore  a  pag.  610  venne  detto  eh».' 
le  località  più  colpite  da  questo  terremoto  invece  che  ad  oriente  *\ 
trovano  a  settentrione  di  Città  di  Castello  :  ciò  fu  pure  ripetuto  gran- 
cfunente  nella  cartina  112  che  accompagna  detta  descrizione. 


[1898*] 

[*1      1898.  Marzo  4.  Appenaino  Pimii, 

Complemento  al  N.  1291.  —  Sa  questo  terremoto  il  BenaE 
nel  suo  lavoro  {Mater.  per  la  ator.  dei  fenom.  sitm.  nella  regii 
mense,  pag.  119-131)  molte  ed  importantissime  notizie  diligen 
raccolte  e  controllate,  che  vengono  a  modificare  alquanto  l'ani 
delie  isotìiate  tracciate  nella  carta  (flg.  114)  che  accompagna 
marlH  descrizione  del  terremoto  da  me  fatta. 

Il  movimento  eisniico  fu  quasi  rovinoso  entro  un'area  posi 
vallata  del  torrente  Parma,  comprendente  le  seguenti  località  :  L 
(rasale  a  SSW.  di  S.  Michele  di  Tiorre)  Tiorre,  Torchiara,  Vìdia 
taleto,  Stadirano  ecc.  Il  diametro  massimo  di  tale  zona,  orìe 
senso  N-9,  circa,  non  misura  che  Km.  6. 

La  scossa  fu  fortlBSima  a  S.  Michele  de'  Gatti,  ad  Àrola,  a  D 
•A  Tordenaso,  a  Langhirano,  a  Mulazzano,  a  Leeignano  de  Bag 
riusci  molto  forte  a  S.  Vitale  di  Baganza,  a  Felino,  a  Sirog: 
Traversctolo  ecc.,  località  tutte  poste,  eccezion  fatta  per  la  pr 
r  Enza  e  la  Baganza. 

Nelle  altre  parti  l'andamento  della  isosista  molto  forte  segi 
corso  tracciato  nella  carlina  ;  come  pure  nessuna  moditlcazione 
l'andamento  delle  isosisme  fortc-lo^iera  del  nostro  sismo-carto^ 
Questo  terremoto,  come  nota  il  Benassi  (pag.  131),  giudican< 
effetti  materiali  prodotti,  spiegò  un  massimo  di  intensità  a  SE 
diana,  nel  declivio  della  collina,  località  segnata  da  parecchie 
recente  data  :  in  base  a  ciò  potrebbe  chiamarsi  terremoto  del 
del  Parma. 

Nelle  località  più  colpite  si  udì  da  prima  come  un  fragore  i 
impetuoso,  o  di  un  uragano  lontano  accompagnato  da  un  llev 
meato  sussultorlo  e,  ad  Intervallo  di  pochissimi  secondi,  danna 
fase  ondulatoria. 

La  forza  delio  scuotimento  nei  luoghi  maggiormente  colpiti 
da  impedire  alle  persone  di  reggersi  in  piedi. 

Per  quanto  consta  al  Benassi  non  accaddero  fì-ane,  nò  le 
si  mostrarono  intorbidate,  né  soffrirono  variazioni  nel  livello  d 
acque.  Ma  ai  cosi  detti  <  vulcanelti  >  o  <  barbogli  >  di  Rivalt 
bero  etati  sentiti  del  boati  con  eruzioni  più  forti  dell'ordinario 
Repliche  leggiere  avvennero  nella  regione  collincsca  vers 
•J'2  '/i"23  delle  stessa  notte,  passate  però  inavvertite  a  Parmi 
scuotimento  non  iiiieso  da  tutti  si  ebbe  circa  le  4''  '/(  ^^^  ™*' 
gacnle;  altri  lievi  otto  giorni  dopo  ed  infine  ancora  una  set 
distanza  di  un  mese. 

L'J    I8»8.  Giugno  28.  Rieti  {Per 

Aggiunta  al  N.  1295.  —  Fra  le  rcpiiclio  degne  di  essere  me 


664  [1898*] 

avvi  quella  sentita  verso  le  17  Va  - 18^  del  30  agosto  che  fta  molto  forte 
a  Cittaducale,  forte  a  Monte  S.  Giovanni,  un  po'  meno  a  Rieti,  e  meno 
ancora  a  Cantalice  ed  a  Poggio  S.  Lorenzo.  Invece  un'altra  accaduta 
circa  le  20**  13""  del  9  settembre  riusci  molto  più  intensa  a  Rieti  che 
non  a  Cittaducale. 

Durante  il  periodo  sismico  che  scosse  la  Sabina,  neir  Umbria  si 
ebbero  vari  scuotimenti  localizzati  ed  irraggianti  da  centri  diversi  :  ri- 
corderò fra  gli  altri  quelli  di  Castel  del  Piano  sentiti  al  22  -  27  set- 
tembre, che  commossero  abbastanza  sensibilmente  Perugia. 

[1957]    1898.  Luglio  31.  GianBÌna  (Epiro). 

Vereo  le  7*»  40™  del  31  luglio  un  terremoto  fortissimo  colpi  Giannina  : 
fu  forte  a  Prevesa  e  sentito  a  Valona  nell'Albania  ed  a  Patrasso  nella 
Grecia.  Si  propagò  ma  in  modo  appena  sensibile  alle  persone  in  qualche 
località  della  Terra  d'Otranto,  come  Lecce,  Torchiarolo,  Nardo  e  Jie- 
sagne  :  microsismograficamente  poi  fu  registrato  dagli  apparecchi  dei 
principali  osservatorii,  che  diedero  come  principio  del  movimento  si- 
smico gli  istanti  seguenti  : 

Portici  1^  40»"  58»  Roma  7»»  42"  — 

Rocca  di  Papa  41    30  Spinea  di  Mestre  42      5» 

Catania  41    31  Lubiana  42    55 

Casamicciola  42    —  Mineo  43    — 

[13581    1898.  Agosto  6  ed  11.  Messinese. 

G.  mercalli  :  /  recenti  terremoti  del  Messinese. 

Il  giorno  5  agosto,  verso  le  9*»,  in  Rometta  e  Messina  fu  avvertila 
una  lieve  scossa,  preludio  di  un  gran  numero  di  altre  più  o  meno 
violenti  :  circa  le  2^  V«  del  di  dopo  un  veemente  scuotimento  colpì 
Messina,  riuscendo  fortissimo  a  Larderia,  Tremestieri  e  Zaffarla,  fra- 
zioni di  detta  città,  poste  a  poca  distanza  della  costa  sottostante, 
dalla  parte  di  mezzodì,  sul  versante  orientale  dei  monti  peloritaui. 
Tale  scuotimento  riusci  molto  forte  a  Rometta  e  forte  oltre  che  a 
Messina,  a  Milazzo,  a  Castroreale,  a  Guidomandri,  a  Reggio,  a  Scido 
ed  a  Mileto  ;  mediocre  a  Bauso,  a  Lipari,  a  S.  Teresa,  a  Motta  S.  Gio- 
vanni ed  a  Scilla  ;  infine  lieve  a  Mandanici,  a  Rosamo,  a  Radicena. 
ad  Oppido  ed  a  Staiti. 

Il  sismometrografo  di  Catania  tracciò  un  diagramma  dal  quale  si 
rivelano  le  seguenti  fasi  : 

Comp.   NE.  :  fase  iniz.  2^  34°»  18-36-  ;    mass.  ass.  2^  34°»  49»  :  fine  2^  20^  45-" 

»      NW.  »        2  34    24-35  »  2  34    35-35»  6*      »  2  40    45 


Continuarono  per  il  resto  della  detta  giornata,  e  per  i  giorni  7>9, 


a 


[1898*]  665 

sentirsi  in  Rometta  ed  a  Messina  delle  repliche  ;  quando  verso  le  14^ 
e  35"  del  9  io  Catania  fu  avvertito  dalla  generalità  degli  abitanti  uno 
scuotimento  che  le  notizie  possedute  ci  fanno  conoscere  provenuto  da 
un  focolare  più  meridionale  posto  a  SWW.  della  città.  La  località,  ove 
fu  stimato  più  intenso,  pare  sia  stata  appunto  Raddusa  :  ivi  il  movi- 
mento sismico  constò  di  una  fase  iniziale  durata  3-4"  e  di  intensità 
classificabile  fra  la  forte  e  la  mediocre,  cui^  dopo  una  pausa  di  20*, 
sussegui  una  ripresa  più  intensa.  Tale  forma  concorda  con  il  tracciato 
del  sismometrografo  di  Catania  :  infatti  sulla  componente  NE.-SW.  dopo 
una  breve  fase  preliminare  (14'*  35"  16'),  il  movimento  prende  forza  ;  alle 
14^  35'°  56*  raggiunge  il  massimo  per  decrescere  in  seguito  e  quindi  ces- 
sare del  tutto  a  14**  37"  2*  ;  sulla  NW.-SE.  alla  fase  preliminare  ini- 
ziatasi a  14^  53"  13')  sussegue  un  rapido  aumento  con  massimo  a  14^ 
:i5"'  43%  e  quindi  una  decrescenza  per  cessare  totalmente  a  14*»  40"  16'. 
Questo  terremoto  fu  assai  sensibile  a  Mineo  e  più  o  meno  legger 
mente  avvertito  a  Granmichele,  a  Licodia,  a  Palagonia.  Noto  che  passò 
inosservato  nel  messinese  e  nella  Calabria. 

Nel  giorno  10  e  fino  oltre  al  pomeriggio  deir  12  varie  scosse  agita- 
rono Rometta  ;  quindi  verso  le  13*>  55"  di  questa  giornata  successe  un 
nuovo  massimo  con  centro  ancora  diverso,  essendo  stato  più  che  altrove 
intenso  in  tale  località  e  quindi  a  S.  Piero,  a  Rocca  Valdina,  a  Spa- 
dafora,  a  Torregi*otta,  a  Monforte  ed  a  Saponara.  A  Messina  riuscì 
molto  forte,  giacché  il  «  Giornale  di  Sicilia  »  scrive  che  quasi  tutte  le 
chiese  ed  i  fabbricati  riportarono  lesioni.  In  Sicilia  fu  forte  a  Mi- 
lazzo, a  Randazzo,  e  mentre  fu  solo  sensibile  a  Naso,  a  Riposto  ed  a 
Catania,  fa  mediocre  a  Mineo  ed  a  Melilli,  località  assai  più  distanti. 
Noto  che  fu  pure  mediocre  a  Lipari  ed  avvertito  da  pochi  ad  Avola 
nel  siracusano  :  V  intera  massa  dell'  Etna  non  partecipò  in  modo  sen- 
sibile alle  persone  allo  scuotimento.  In  Calabria  f\i  generalmente  in- 
teso a  Reggio  e  ad  Oppido  ;  con  minor  forza  a  Scilla,  a  Radicena  ed 
a  Scido  ;  lievemente  a  Motta  ;  passò  infine  inavvertito  lungo  la  costa 
ionica  da  Melito  a  Stilo.  Dal  sismometrografo  di  Catania  si  ricavano 
le  seguenti  fasi  : 
Comp.  NE.-SW.  :  princ.  13**  53"  30»  :  mass.  13**  53"  59"        :  fine  13*»  57"  19» 

»       NW.-SE.        »  53    37        »  53    55-54"  16»  »  14     3    53 

Seguitarono  nel  giorno  12  e  poi  durante  il  13  ad  udirsi  altre  re- 
pliche, in  generale  però  lievi  :  una  assai  sensibile  avvenne  a  4**  30" 
del  14  agosto.  Essa  fu  forte  a  Rometta,  un  po'  meno  a  Reggio  ed  a 
Messina,  meno  ancora  ad  Oppido  ed  a  Scilla  e  lievemente  ed  in  modo 
isolato  fU  intesa  a  Sortine  in  quel  di  Siracusa. 

Nei  giorni  seguenti  fino  al  24  varii  scuotimenti  continuarono  ad 
urtare  Rometta,  1  maggiori  dei  quali  si  propagarono  fino  a  Messina: 


666  [1898*] 

quindi,  dopo  nna  tregua  di  varie  giornate,  durante  il  29-30  si  eh'd^ 
una  ripresa  con  qualche  altra  scossa  mediocre,  e  poscia,  dopo  nuov^ 
pausa,  altre  al  17  e  2),  24  e  29  settembre. 

[1359]    1898.  Agosto  25.  Visso  (Macerata). 

p.  SBN8INI  :  Un  mese  di  terremoti  nel  comune  di  Visso. 

Un  periodo  di  scosse  assai  frequenti  urtò  i  dintorni  di  Visso,  ria- 
scendo più  che  altrove  intenso  nei  villaggi  di  Rasenna,  di  Mevale,  di 
Chiusita  (traz.  di  Visso)  e  di  Renaro  (fraz.  di  Sellano),  che  risentirono 
danni  abbastanza  gravi.  Tale  periodo  si  aprì  con  un  massimo  avvenuto 
a  17*"-  V2  circa  del  25  agosto  (Microsismografo  Vicentini  a  Rocca  di 
Papa  :  princ.  17*"  37"  46»  ;  fine  41™  45»),  il  quale,  fortissimo  nelle  dianzi 
citate  località,  riuscì  molto  forte  a  Preci  ;  forte  a  Visso,  Sellano,  Cer- 
reto e  Foligno  ;  mediocre  a  Rieti,  Spoleto,  Sarnano,  Caldarola  e  Cer- 
reto d'  Esi  ;  e  lieve  infine  a  Bolognola,  S.  Severino,  Macerata^  Cupra- 
montana,  Lieonessa,  Cantalice  e  Magliano  Sabino.  Il  movimento  sismici 
si  propagò  adunque  entro  una  zona  oltremodo  ristretta  ma  assai  allun- 
gata in  senso  NNE.-SSW.  :  i  punti  estremi  che  risentirono  sensibil- 
mente lo  scuotimento  sono  da  una  parte  Magliano  e  dall'  altra  Cii- 
pramontana  e  Macerata,  che  distano  fra  loro  Km.  130  circa. 

Dopo  tale  scossa  per  circa  un  mese  furono  intese  repliche  più  " 
meno  frequenti  e  sensibili  con  un  nuovo  màssimo  verso  le  15^  *;\  del 
12  settembre,  che  recò  qualche  altro  danno  nei  villaggi  ricordati. 

Uguale  provenienza  ebbero  con  probabilità  le  due  scosse  umbro 
marchigiane  del  9  (23*>  Vg  circa)  e  10  (14*^  V*)  settembre.  Invece  var. 
scuotimenti  sembrano  essere  irraggiati  da  altri  centri  march igi<ini  : 
ricorderò  quello  avvenuto  vei'so  1**  7?  del  15  settembre  che  tu  coro- 
centrico  a  Caldarola. 

[1960]    1898.  Novembre  1-3.  Catanese,  Siraeasaio. 

Bollettino  mensile  dell' Osserv.  di  Mineo,  anno  xu,  novembre  ISOS  -  Notizie  varie  niss. 

Il  giorno  V  novembre,  a  12*»  20",  a  Vizzini  fti  sentita  una  lievo 
scossa,  quindi  verso  le  16**  7°*  della  stessa  gioiniata  un'altra  abba6tanz.i 
forte  colpi  la  regione  posta  fra  Mineo,  Piazza  Armerina,  Butera  e  Ni- 
scemi,  estendendosi  più  o  meno  nei  paesi  circostanti,  specie  in  quelli 
posti  a  SE.  :  mentre  fu  lieve  a  Scicii,  ad  Augusta  ed  a  Catania  e 
passò  inosservata  a  Siracusa,  nelle  regioni  etnee,  ed  a  Taormina,  fu 
sensibilmente  intesa  a  Messina  e  lievemente  a  Palermo,  le  quali  loca- 
lità risultano  in  modo  isolato  commosse. 

Seguitarono  nei  dintorni  di  Mineo  e  di  Caltagirone  a  sentirsi  delie 
repliche,  più  o  meno  intense  e  numerose,  quando  verso  le  IV"  24"  del 
giorno  2,  un  secondo  massimo  sismico  urtò   con   maggior  violenza  le 


[1898*]  667 

anzi  citate  regioni,  rinsceado  specialmente  intenso  nella  zona  compresa 
fra  Giarratana,  Melillì,  Minco,  Calta^irone,  Balera,  Terranova  dì  SI 
cilia  e  Vittoria.  Questa  scossa  a  Catania,  quantunque  lieve,  fu  stimata 
più  sensibile  delia  precedente:  essa  però  passò  inosservata  non  solo  a 
Palermo  ma  anche  a  Messina. 

Il  terzo  massimo,  il  maggiore  per  intensitA  ed  estensione,  accadde 
A  T"  del  3  novembre  :  la  zona  pleistosismica  comprende  Gran  Micliele, 
Caltagirone,  S.  Michele,  Butera  e  Niscemi  :  qnivl  11  movimento  sismico 
riuscì  fortissimo:  fli  Invece  molto  forte  a  Mineo,  a  Ghlaromonte,  a 
Terranova,  a  Mirabella  ;  forte  o  quasi  fu  stimato  a  Lìcodia,  a  Vizzinl, 
a  Giarratana,  a  Ragusa,  a  Vittoria  ecc.  ;  sensibile  a  Licata,  a  Pietra- 
perzia,  a  Ccntaripe,  ad  Adornò,  ad  Acireale,  a  Catania,  ad  Angusta, 
A  Pachino,  e  lieve  a  Girgentl,  a  Campobello,  aPozzallo:  mentre  passò 
inosservato  a  Taormina,  f»  da  qualche  persona  inteso  a  Messina  e  forse 
anche  a  Malta. 

Nei  luoghi  più  colpiti  qualche  replica. 

Val  Sabbia,  Sali  (Brescia). 

Il  giorno  16  novembre,  verso  le  H*"  .'■0'°,  una  scossa  discretamente 
forte,  tale  cioè  da  causare  la  caduta  di  pezzi  di  intonaco,  colpi  Salò  e 
Preseglie,  riuscendo  più  o  meno  intensa  a  Barbarano,  Idro,  Colilo, 
Bovegno,  Gardone,  Guzzago,  Brescia  e  S.  Zeno  ;  e  lieve  a  Maderno, 
Pisogne,  Adro,  Serie,  posti  rispettivamente  a  Km.  15,  27,  35  e  17  da 
Preseglie,  località  che  rappresentano  1  punti  estremi,  ove  il  movimento 
sismico  si  rese  sensibile  alle  persone,  giacché  sappiamo  essere  passato 
inosservato  a  Tignale,  Darfo,  Trescore,  Chiari,  Travagliato,  Bagnolo, 
Castenedolo,  Rezzato  e  snll'opposta  sponda  vei-onese  del  Benaco. 

Questo  terremoto  ebbe  il  suo  epicentro  nella  Val  Sabbia,  ove  deter- 
minò qualche  smottamento  di  roccic. 

Pare  non  sia  stato  seguito  da  repliche. 

\ìaSl]    I89S.  Novembre.  Bwg*  Pace,  Mercalells  (Urbinate). 

Un  singolare  periodo  di  scosse,  frequenti,  ma  in  generale  non  vio- 
lenti, sul  principio  della  seconda  decade  di  novembre  cominciò  a  com- 
muovere una  zona  molto  limitata  del  territorio  urbinate,  che  comprende 
Mercatello  e  Borgo  Pace,  località  in  cui  furono  piCi  numerosi  e  lorti 
gii  scuotimenti,  giacché  1  paesi  limitrofi,  quali  Lamoli  e  Sestlno  non 
risentii'ono  che  assai  debolmente  alcuni  pochi,  corrispondenti  appunto 
alle  ma^iori  manifestazioni  che  colpirono  le  dianzi  citate  due  lo- 
ralità. 

La  forma  predominante  del  moto  sismico  fu  il  snssalto  accompagnato 


n 


668  [1898*] 


da  continui  rombi,  alcuni  dei  quali  fUrono  intesi  senza  alcun  tremi' :• 
sensibile.  Il  periodo  si  iniziò  con  una  scossa  abbastanza  risentita  av 
venuta  a  10^  U""  del  19  novembre  e  seguita  da  altre  parecchie  :  ceni 
dalle  20^  Vs  ^^^  ^^  ^^^^  ^^  ^^^  mattino  del  di  seguente  furono  cou 
tate  una  ventina  di  repliche  più  o  meno  sensibili  ed  una  dozzina 
dalle  12^  Vs  alle  18*"  V,  della  stessa  giornata  (20)  ;  fra  tale  ora  e  le 
23*^  Vt  si  ebbero  dieci  altre  scosse.  Nel  giorno  21  ne  furono  intese  tre 
e  due  nella  notte  21-22  :  nel  22  diciasette,  di  cui  una  (10*"  45"")  abba- 
stanza forte  :  nel  23  sei,  fra  le  quali  quella  delle  0^  10°"  in  Borgt- 
Pace  fu  stimata  la  più  intensa  del  periodo  sismico.  Altre  due  si  ebber: 
nella  mattina  del  di  24  e  da  questa  giorrata  alla  fine  del  mese  ne 
furono  intese  parecchie  nella  notte,  in  generale  però  lievi.  Dopo  nnà 
tregua  alle  18''  Vt  deir8  gennaio  1900,  in  Mercatello  e  Borgo  Pace  si 
ebbe  un  forte  scuotimento  suss.  e  quindi  vari  altri  nei  giorni  9-10. 

Fatta  eccezione  del  timor  panico,  tali  fenomeni  non  causarono  altr* 
effetto. 

Noto  che  la  vicina  Urbania,  a  21>»  54™  del  29  novembre  provò  una 
sensibile  scossa  affatto  locale. 

[1363]    1898.  Novembre  27.  Semvalle  del  Chienti  (Macerata). 

Un  terremoto  classificabile  fra  i  molto  forti,  colpi  fra  1*»  ed  l'*  '  . 
del  27  novembre  Serravalle  de'  Chienti  :  lo  scuotimento  fti  forte  a  Cal- 
darola,  Castel  Raimondo,  Visso,  un  po'  meno  a  Sefro,  Matelica  e  Sar- 
nano  ;  mediocre  a  S.  Ginesio  e  lieve  a  Pergola,  Sassoferrato,  Fabriano 
Assisi,  Preci,  Poggiodomo,  Monte  S.  Martino  e  Cingoli,  che  rappre 
sentano  le  località  estreme  cui  giunsero  le  onde  sismiche  sensibili  alle 
persone.  Verso  le  20^  del  giorno  precedente  (26)  era  stata  sentita  a 
Pioraco  una  sensibile  scossa  stata  lieve  a  Caldarola  ed  a  Castel  Rai- 
mondo. 

[1364]    1898.  Dicembre  15  (circa).  Sta  Vito  (Cagliari). 

Notizie  tolte  dai  giornali  recano  che  in  San  Vito  furono  avvertite 
alcune  scosse  per  le  quali  la  popolazione  rimase  assai  spaventata. 


-  '    "'  I 


PARTE  SECONDA 


DISTRIBUZIONE  TOPOGRAFICA  DEI  TERREMOTI  ITALIANI 

(SAGGIO  DI  GEOGRAFIA  SISMICA) 


Come  introduzione  a  questa  seconda  parte  credo  utile  riportare  le 
parole  che  precedono  il  mio  studio  suirattività  sismica  nella  Capitanata  : 

Le  ricerche  sui  terremoti  antichi,  insieme  allo  studio  monografico 
di  ogni  singola  scossa  che  viene  ai  nostri  di  a  colpire  una  data  re- 
gione, servono  alla  identificazione  dei  vari  centri  o  radianti  di  scuo- 
timentOt  da  cui  risulta,  in  modo  evidente»  Y  intimo  nesso  che  lega  i 
fenomeni  di  ordine  sismico  con  la  speciale  costituzione  geologica  e 
teclonica  della  regione  stessa. 

Per  mezzo  di  tale  studio  retrospettivo,  e,  se  è  lecito  il  dire,  attuale, 
dei  vari  fenomeni  di  cui  è  stata  ed  ò  tuttora  campo  la  crosta  dal 
nostro  globo,  si  viene  a  rendere  manifesto  lo  speciale  abito  sismico 
di  un  dato  luogo,  cioè  si  viene  ad  ammettere  ohe  i  vari  terremoti 
corocentrici  sieno  una  ripetizione  1*  uno  dalFaltro,  dato  essenziale  per 
lo  studio  dei  terremoti  in  genere  ed  in  ispecie  per  la  costruzione 
delle  carte  sismiche. 

Già  il  Serpieri  (^)  nel  1876,  a  proposito  del  terremoto  di  Rimini  av- 
venuto nella  notte  del  17-18  marzo  1875,  scriveva  :  €  Facilmente  si 
comprende  il  grande  vantaggio  che  può  venire  dallo  studio  di  siffatte 
identificazioni,  che  si  riduce  infine  a  classificare  i  fenomeni  avvenuti 
in  un  lungo  lasso  di  tempo  in  un  medesimo  paese,  in  tanti  gruppi  fra 
loro  distinti  per  forme  particolari...  Noi  arriveremo  a  tracciare  nella 


(1)  Srrpibri  a.:  Scritti  di  Sismologia ^  voi.  il,  pa^.  196,  Flrence  18SD. 


672  INTRODUZIONE 


lunga  vita  di  un  secreto  e  fisso  focolare  le  fasi  ed  i  periodi  di  attività 
che  ne  formano  la  speciale  fisionomia,  distinguendo  un  focolare  da  un 
altro,  imperciocché  non  sarà  da  dubitare  che  i  terremoti  simili,  più 
volte  riprodottisi  in  un  medesimo  luogo,  dipendano  da  fissi  e  deter- 
minati focolari  strettamente  collegati  ai  radianti  medesimi.  E  inoltre 
vi  sarà  buona  speranza  di  scoprire  in  più  casi  il  progressivo  crescere 
o  calare  delle  loro  anticipate  o  ritardate  esplosioni,  tutte  notizie...  fiuo 
ad  ora  insperate  ed  anzi  troppo  lontane  dai  presenti  propositi  della 
scienza.  Ma  potremo  disegnare  i  maggiori  e  più  costanti  centri  della 
vita  mteriore  del  pianeta,  dai  quali  si  diramano  le  poderose  correnti  (??* 
che  arrivano  alla  superficie  dei  nostri  radianti,  passando  cosi  dalla  Si- 
smologia della  superficie,  alla  sismologia  sotterranea,  dalla  cognizione 
degli  effetti  alla  esatta  determinazione  delle  cause:  del  che  infine 
la  Sismologia  deve  occuparsi  se  aspira  ad  assumere  dignità  di  scienza  : 
le  quali  considerazioni  insegnano  ai  moderni  sismologi  due  cose  di 
gran  rilievo:  quanto  sarebbe  importante  di  radunare  esatte  de- 
scrizioni DEI  terremoti  più  ANTICHI  :  QUANTA  ATTENZIONE  DEBBA  MET- 
TERSI    NEL     BEN     DESCRIVERE     I     TERREMOTI     CHE     NOI     STESSI    SENTIAMO, 

Imperciocché  le  descrizioni  dei  terremoti  antichi  servono  allo  studio 
della  loro  identificazione  coi  nuovi  ;  e  le  descrizioni  dei  nuovi  servi- 
ranno al  medesimo  intento  pei  nostri  posteri...  » 

Con  il  concetto  di  identificare  i  singoli  terremoti  corocenbHci  di 
una  data  regione,  partendo  dalla  base  indiscutibile  dei  fatti  raccolti  e 
discussi,  ò  iniziato  fino  dal  1894  lo  studio  sulla  distribuzione  topografica 
dei  terremoti  in  Italia,  intorno  al  quale  ò  già  pubblicato  qualche  saggio 
regionale,  ed  al  quale  apporto  una  nuova  e  più  ampia  contribuzione 
con  il  presente  studio. 

Dopo  la  mia  prima  pubblicazione  su  questo  genere  di  ricerche,  sodo 
venute  in  luce,  specie  per  la  intelligente  operosità  dei  Professori  Mer- 
calli  e  Giovannozzi,  vari  lavori  di  corografia  sismica,  dei  quali  mi 
sono  largamente  servito  nel  presente  studio,  che  ritengo  tuttora  come 
un  saggio  preliminare,  che  spero  di  poter  correggere,  ampliare  ed  in 
certi  punti,  rimasti  buii,  meglio  dilucidare,  se  mi  sarà  dato  di  fere 
del  presente  volume  una  nuova  edizione. 

Le  notizie  che  anno  servito  di  base  alla  determinazione  dei  centri 
o  radianti  ed  alla  identificazione  dei  vari  terremoti  sono  quelle  che 
fornvano  oggetto  della  precedente  cronistoria  :  ò  creduto  però  utile 
tener  conto  di  alcune   manifestazioni  sismiche  di  minore  importanza. 


rSTRODUZIONE 

figuranti  nei  cataloghi  più  noti.  Per  evitare  poi  un  soverchio 
di  citazioni  pei*  quesl'  ultime  fu  ommessa  la  foiit^  ;  per  le  ali 
trovasi  a  Iato  della  data  indicato  fra  parentesi  quadre  il  nu 
gressivo  loro  attribuito,  avvertendo  che  quando  questo  è  si 
asterisco  vuol  dire  che  la  relativa  descrizione  à  suo  con 
neirappeodice. 

Le  vane  regioni  in  cui  si  trova  divisa  la  trattaz'uue,  rij 
confini,  non  corrispondono  punto  a  quelle  pn'ilicoamminial 
ciò  perchè  spesso  i  terremoti  di  una  detsnninata  località 
maggior  atiìaità  di  caratteri  e  mutua  corrispondenza  con  qu 
distretto  sismico  appartenente  ad  altra  regione.  Cosi,  ad  ese 
scuotimenti  di  Borgotaro,  si  trovano  per  questo  appunto 
pali  con  quelli  irraggiati  dai  pressi  di  Pontremoli,  incluso 
stretti  della  Toscana.  D'altra  parte  i  centri  di  Pieve  S.  Stefi 
S.  Sepolcro  (Arezzo)  anziché  alla  Toscana,  come  appartenenl 
bacino  del  Tevere,  sono  compresi  nella  regione  umbra,  cui 
gate  anche  il  focolare  marchigiano  di  Visso,  che  fa  parte  dei 
sismico  detrailo  bacino  della  Nera. 

Nelle  singole  cartine  trovasi  segnato  il  limite  della  zona  ej 
e  certe  volte  —  quando  ciò  non  fu  possibile  —  deli*area  mei 
dei  vari  terremoti  considerati;  tale  delimitazione  ho  fatto  sol 
i  dati  raccolti  permettevano  di  eseguirla  in  modo  esauriente. 

Per  le  scosse  minori  o  per  quelle  fra  le  maggiori  che  m 
il  loro  centro,  oppure  produssero  i  massimi  efTetti  dinan 
un'area  circoscritta  ai  pressi  di  una  determinata  località,  ò  ut 
sempre,  secondo  il  caso,  od  un  piccolo  cerchio  od  una  pìccola 
scosse  di  minor  conto,  quelle  cioè  non  comprese  nella  precet 
DÌstoria,  non  anno,  rare  eccezioni  fatte,  trascritta  sulla  carti 
lativa  data. 

Rispetto  alle  ore  credo  utile  tener  presente  che  per  le  d 
riori  al  1860,  allorquando  non  è  indicato  so  siano  antimei 
pomeridiane,  si  ritengono  contate  con  il  sistema  italiano  :  dal 
poi  sono  espresse  in  tempo  medio  dell'  Europa  centrale  e  nur 
una  mezzanotro  all'altra. 


Bakatti  .-  Terremcti  ei 


,  T  ---" 


I.  -  Nizzardo  e  Liguria 

(Fio.  116). 

La  catastrofe  Blemica  del  1887  ba  richiamata  l'attenzioD 
dlosi  sulla  siBmicitji  di  questa  regione,  intorno  alla  quale 
bella  monografia  del  Prof.  Mercalli,  di  cui  mi  eono  molto 
presente  e  nel  seguente  capitolo. 

Bacino  della  Tinca  e  del  Vesubia.  —  Questa  zona  fu  col 
remoti  molto  importanti  ed  assai  violenti  :  quello  del  1556 
disastroso  a  La  Bollena  ;  quasi  rovinoso  a  Lantosca  quell 
[485j  :  Roccabigliera  nel  1612  [480]  fu  da  una  concussione 
nata:  località  tutte  che  dà  i  parossismi  del  1494  [354].  del 
del  1644  [520]  insieme  a  Belvedere  e  ad  altre  terre  clrcost 
sempre  dal  terremoto  conquassate.  Porse  il  maggiure  pan 
sato  dall'  attività  di  questo  centro  ò  quello  del  1564  [ 
ogni  probabilità  poi  il  disastroso  terremoto  del  1227  [144],  e 
aver  scosso  il  Nizzardo  e  la  Provenza,  arto  le  precitate 
identifica  con  i  precedenti  massimi  sismici. 

Nizza,  —  Lo  stndio  dei  terremoti  nizzardi  ci  porta  nd 
l'esistenza  di  nn  centro,  forse  posto  a  mare  nel  pressi  di 
sua  attività  potrebbero  ascriversi  il  lurremoto  del  1536 
assai  veemente:  la  forte  scossa  del  "ì?  xi  1771,  il  terremo 
1806  [852]  e  quello  quasi  forte  del  21  xii  18G1. 

Pochi  a  mia  conoscenza  sono  i  terremoti  osoccntricì  scu 
zardo,  eccezione  fatta  per  quelli  provenienti  dalla  Liguria  « 


1 


676 


CAPITOLO   I 


fra  i  più  noti  ricorderò  i  seguenti  irraggiati  dal  Piemonte  :  1753,  1808. 
1878  e  1884  ;  dalla  Lombardia  (Oltre  Po  Pavese)  1828  ;  dall'  Emilia  : 
1873  ;  dall'Algeria  :  1856.  Inutile  è  aggiungere  che  tali  terremoti  non 
causarono  danno  alcuno. 

Bacino  della  Rota.  —  Abbiamo  il  centro  di  Saorgio  destatosi  violen- 
temente nel  1618  [487]. 

Riviera  ligure  occidentale.  —  Questo  distretto  comincia  dalla  Roia  e 
si  estende  fino  a  Savona.  Abbiamo  visto,  parlando  del  terremoto  ligure 
del  1887  [1176]  come,  con  ogni  probabilità,  secondo  gli  studi  del  Pro- 
fessor Mercalli,  Tepicentro  principale  debba  porsi  tra  Oneglia  e  S.  Remo 
ed  il  secondario,  risvegliatosi,  qualche  istante  prima,  nel  mare  di  Nizza. 
Ora,  secondo  il  mio  modo  di  vedere,  esiste  dal  Nizzardo  ai  pressi  di 
Savona  un  grande  radiante  sismico,  che  spesso  in  tutto  od  in  parte 
viene  urtato,  dando  luogo  a  vari  terremoti,  la  cui  area  mesosismica. 
oppure  cpicentrale  od  epiassiale,  in  tutto  od  in  parte  coincide. 

Esaminando  brevemente  i  principali  e  più  importanti  terremoti  co- 
roccntrici,  descritti  particolareggiatamente  nella  parte  prima,  con  la 
scorta  della  qui  unita  tabella  —  nella  quale  con  progressione  sono  di- 
sposte le  diverse  località  della  riviera  e  con  una  croce  +  sono  indicate 
quelle  maggiormente  colpite  —  risulta  evidente  l'esistenza  di  questo 
asse. 


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1852               [705] 

1806  III  31   [852] 

!.  1806  VI  19   ,8521 

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\  1807  IX  5     [857] 

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\   1818  II  23    [^22] 

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1819    I  8      \im\ 

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1854  XII 29  [1019] 

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1885  I  24    [1160] 

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1887  II  23   [1176] 

1 

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fnzZARDO  -  LIGCRIA 


677 


Parecchie  bcosbc,  leggiere,  mediocri  e  forti   risultano   corocentriclie 
a  Porto  Maurizio;  qufisi  tutte  ritengono  dei  caratteri   dei   g: — •"    '— 
remoti  gih  citati  e  bì  possono  identificare  con  quello  mollo  fa 
nel  1865  [1160]. 

Vari  poi  sono  i  centri  seeondari  :  il  principale  è  quello  d 
della  Nevia,  alla  cui  attività  si  deve  ascrivere  il  terremoto 
31  m  [852],  con  centro  nei  pressi  di  Dolceacqua.  Altri  di  i 
portanza  si  anno  nel  pressi  di  Pieve  di  Teco  {ps.  1891  vr  5 
Alassio  (pa.  1884  iv  11  e  1889  vi  9). 

Venendo  poi  tale  radiante  in  una,  od  in  tutte,  od  tu 
urtato,  si  riescono  a  spiegare  —  tenendo  in  debito  conto  la 
da  cui  proviene  l' impulso,  la  costituzione  litologica  del  sott 
cui  Bono  fondati  i  paesi  —  le  varie  anomalie  che  si  riscont 
forma,  posizione  ed  estensione  dell'area  di  maggior  scuotimi 
Noto  che  il  terremoto  del  1803  [927]  sì  mostrò  più  forte  a 
presso  Taggia,  che  non  alla  marina  :   ciò  potrebbe  dipendei 


Fio.  116. 

cause  dianzi  ricordate,  oppure  realmente  dal  fatto  che  il  con 
irriiggiò  detto  scuotimento  sia  posto  entro  terra  :  a  tal  uopo 
ptire    il    terremoto    del    14   marzo   1874  sbito  violento  dalla 
Arma  di  Taggia  a  quella  di  S.  Homo  e  ncll'  interno  tino  a 
cosi  pure  la  scossa  avvenuta  a  5''  '/,  circa  del  19  vii  1894.  k 
a  S.  Remo  ed  a  Taggia. 

I  terremoti  esocciitrlci  sentiti  nella  riviera  ligure  òccldcnta 
alle  notizie  a  mia  cognizione,  non  sono  mollo  numerosi  :  qui 
pagarono  in  specie  e  fortemente  quelli  del  nizzardo  (15tM,  16 
molto  meno  gli  altri  irraggiati  dai  vicini  centri  piemonte 
ancora  quelli  delle  altre  regioni  circostanti. 

Savona.  —  DifficiI mente,  se  forse  escludiamo  il  grande  i 
del  1807,  l'area  di  maggior  scuotimento  dei  grandi  terremoti 
viera  occidentale  oltrepassa  Alassio  :  anzi  noto  che  in  Sai 
causarono  effetti  dinamici  di  gran  lunga  minori  che  non  ii 
località  poste  più  ad  occidente:  anche  il  terremoto  del  1887  - 


'.'cr-f- 


^ 


678  CAPITOLO  r 


il  Mercalli  —  inferse  solo  spaccature  più  o  meno  g^avi  alla  generalità 
degli  edifici,  due  solo  dei  quali,  di  antica  costruzione,  ebbero  i  muri 
interni  del  tutto  rovinati  per  lo  sprofondarsi  dei  volti  :  i  quali  danni 
sono  ben  lievi  rispetto  ai  gravissimi  toccati  alle  località  più  occi- 
dentali. 

L'esistenza  di  un  centro  nei  pressi  di  Savona  (flg.  118)  è  posta  in 
luce  dai  terremoti  del  1537  [400],  1540  [407],  1547  [414]  e  1549  [417 1  e 
da  molte  scosse  più  o  meno  intense,  registrate  nei  vari  cataloghi,  le 
cui  date  non  corrispondono  a  quelle  dei  fenomeni  sismici  sentiti  nel 
restante  della  riviera. 

Noto  inoltre  che  parecchie  repliche  susseguenti  al  grande  parossismo 
del  23  febbraio  1887  si  mostrarono  più  intense  a  Savona  che  non  nel- 
l'area stata  nel  sopraindicato  giorno  completamente  messa  a  soqquadro  : 
fra  queste  citerò  le  seguenti  :  24  n,  0^  20"  pom.  forte  a  Savona  : 
6  ni,  4^  17°*  a.  una  stata  forte  anche  ad  Albissola  ;  4  v,  1^  ant.  quasi 
forte  a  Savona  ;  21  v,  7^  20°"  ant.  una  abbastanza  forte,  nella  stessa 
località 

Fra  le  maggiori  scosse  corocentriche  sono  da  ricordare  quelle  del 
1767  n  7  e  del  1881  vn  22. 

Qualche  scossa  fu  pure  intesa  ad  Altare:  ps.  quelle  dell'  11  marzo 
1890  e  deir8  agosto  1895  ;  al  4  settembre  di  questo  anno  fU  ivi  sentito 
un  sensibilissimo  scuotimento  che  interessò  Savona  e  Finalborgo.  Anche 
dai  pressi  di  Cairo  Montenotte  sembrano  essere  irraggiate  varie  scosse 
(ps.  1878  VI  2). 

Rispetto  ai  terremoti  esocentrici  è  necessario  il  dire  che  le  concus- 
sioni della  riviera  occidentale  e  del  nizzardo  sono  state  sentite  con  certa 
intensità  ;  riguardo  agli  altri  terremoti  meritano  di  essere  ricordati 
quelli  provenienti  dal  Piemonte  (1808,  1878,  1886)  ;  accennerò  infine 
che  ad  Altare  fu  isolatamente  sentito  il  terremoto  bolognese  del  1889 
[1189]. 

Genova.  —  Oltrepassata  Savona,  i  caratteri  della  sismicità  assumono 
un  abito  diverso  ;  dopo  il  centro  secondario  situato  nei  pressi  di  Ck)go- 
leto,  scosso  nel  16  vm  1813  (ftg.  118),  arriviamo  a  Genova. 

Per  la  città  le  notizie  sismiche  risultano  molto  abbondanti,  ma,  rare 
eccezioni  fatte,  sono  la  eco  di  scuotimenti  irraggiati  da  centri  esteriori. 
Il  solo  terremoto  che  sembra  corocentrico  è  quello  del  10-11  vin  1536 
[397]  e,  se  non  provenne  dalla  riviera,  la  scossa  del  1767  n  7  [743]. 
Come  osserva  il  Mercalli,  le  cronache  antiche  registrano  varii  terre- 
moti intensi  per  gli  anni  1176,  1182  [126],  1217,  1377,  i  quali,  con  ogni 
probabilità,  non  sono  corocentrici,  ma  provenienti  dal  distretto  sismico 
della  riviera  occidentale  o  da  altra  regione  limitrofa.  Infatti  nei  tempi 


KIZZARDO  -  LIGURIA  679 


a  noi  più  vicini,  allorquando  cioè,  le  notizie  pervenuteci  sono  più  ab- 
bondanti e  complete,  i  due  più  intensi  terremoti  che  anno  colpito 
Genova  furono  il  Vogherese  -  Bobbiese  del  1828  [920],  e  quello  di  Diano 
Marina  del  1887  :  si  può  dire  che,  fatte  le  debite  proporzioni  per  Tin- 
tensità  avuta  dallo  scuotimento  all'epicentro,  ii  primo  à  causato  effetti 
dinamici  molto  maggiori. 

Certi  autori  ricordano  che  la  Liguria  fu  travagliata  da  concussioni 
telluriche  nel  951  [77],  1104  [102],  e  nel  1136  [111],  senza  indicazione 
specificata  di  località  :  anche  tali  parossismi,  con  certa  probabilità,  si 
riferiscono  a  Genova  e  per  quanto  può  sembrare  ovvio,  a  terremoti  che 
anno  avuto  origine  nel  distretto  della  riviera  occidentale. 

Moltissimi  sono  i  terremoti  esocentrici  sentiti  a  Genova,  provenienti 
dai  distretti  sismici  della  riviera  occidentale,  del  Piemonte,  della  Lom- 
bardia, dell'Emilia  e  della  Toscana.  Limitandoci  a  citare  i  soli  mag- 
giori ricordati  nella  nostra  cronistoria,  abbiamo  :  daila  riviera  occiden- 
tale e  nizzarda:  1612,  1644,  1807,  1818,  1819,  1831,  1854,  1887,  1896  - 
dal  Piemonte:  1808,  1851, 1886  —  dalla  riviera  orientale:  1751,  1861,  1885 
—  dalla  Lombardia:  1197*,  1222*,  1276,  1802,  1828  —  dall' Emilia 
e  Romagna  :  1786,  1796,  1806,  1810,  1811,  1818,  1832,  1834,  1873  —  dalla 
Toscana  :  1719,  1729,  1740,  1767,  1814,  1834,  1837,  1843,  1846,  1878  — 
dalle  Marche:  1781,  1873  —  dal  Veneto:  1873,  1891,  1895  (Lubiana: 
isolatamente). 

Le  date  dei  terremoti  precedentemente  numerati  stampate  in  corsivo 
si  riferiscono  a  massimi  sismici  che  causarono  danni  più  o  meno  sen* 
sibili  all'abitato  di  Genova. 

Riviera  ligure  orienhile  (fig.  117).  —  Fra  i  distretti  sismici  liguri, 
quello  della  riviera  di  levante  è  quello  che  ha  una  sismicità  molto  meno 
accentuata:  in  certi  suoi  terremoti  l'area  sismica  è  abbastanza  vasta, 
in  altri  invece  oltremodo  localizzata. 

Centro  sismico  molto  ben  definito  è  quello  situato  fra  1'  Antola  e 
r  Ebro  :  il  terremoto  del  1882  [1143]  fu  più  che  altrove  intenso  di  Dova, 
ed  un  po'  meno  a  Mongiardino,  a  Gabella,  a  Coscia  ed  a  Carrega,  vale 
a  dire  ebbe  un'  area  mesosismica  sviluppata  a  settentrione  di  Dova  : 
quello  del  1885  [1161*]  colpì  in  special  modo  Dova,  Berga  e  Vegni,  vale 
a  (lire  la  sua  zona  mesosismica  risulta  più  espansa  a  mezzodì  di  Dova. 

Tale  centro  à  dato  inoltre  varie  scosse  minori  sentite  specialmente 
a  Dova  :  ricorderò  quella  forte  avvertita  a  9**  ^4  a^^«  <icl  1886  x  13. 

Nel  1751  [704]  un  terremoto  causò  lesioni  non  gravi  nella  riviera  di 
levante  e  fu  sentito  fortemente  a  Genova  :  dat^i  la  vicinanza  del  centi  o 
sopraindicato  ed  il  fatto  che,  come  ò  detto  a  suo  luogo,  il  movimento 
nel  1885  si  è  propagato  con   maggior  intensità  verso  SE.,  potrebbe  tale 


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6gCJ 


C'ADITOLO  t 


fenomeno  essere  stato  prodotto  dall'attività  di  tale  centro,  oppure  anch«% 
ma  più  difficilmente,  da  quello  di  Varese  Ligure,  di  cui  parlerò  fra 
poco. 

Un  centro  di  poca  attività  si  trova  fra  Recco   e  Rapallo,    come   ce 
l'attesta  la  forte  scossa  ivi  sentita  circa  le  S^  */«  ant.  del  1892  ix  22. 

Più  ad  oriente  troviamo  Varese  Ligure,  dai  cui  pressi  irraggiò  il  for- 
tissimo scuotimento  del  1861  [1046]  :  tale  località  è  compresa  nell'area 
mesosismica  dei  terremoti  di  Borgotaro  e  Pontremoli  (vedi  più  avanti 
del  1545  e  del  1835  ;  e  quindi  abbiamo  Bargone  che  ci  à  dato  una  serie 
numerosa  di  scosse  più  o  meno  sensibili,  ma  tutte  assai  localizzate. 

Varese,  con  Scurtabò,  Favale,  Chiavari,  e  Casarza   Ligure  si  trova 


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Fio.  117. 

compreso  .nell'area  di  forte  scuotimento  —  in  cui  stanno  anche  Le- 
vaggì,  Borzanasca,  Mezzanego,  e  Certenoli  —  di  un  terremoto  sentito 
fra  le  2  e  S*"  ant.  del  19  v  1893,  il  cui  centro,  per  la  natura  delle  no- 
tizie, non  si  può  fissare,  ma  che  certamente  risulta  proprio  alla  regione 
ligure  orientale. 

Geograficamente  apparterrebbero  alla  Liguria  i  centri  sismici  di 
Spezia  e  di  Sarzana,  dei  quali  parlerò  nel  capitolo  riguardante  la  Lu- 
nigiana. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  sentiti  in  questo  distretto,  noto  che 
frequentemente  fu  commosso  dalle  onde  sismiche  irraggiate  dui  centri 
della  Toscana  e  deirEmilia,  e  meno  frequentemente  da  quelli  della 
Lombardia  (1802,  1828),  del  Piemonte  (1884,  1886),  e  più  raramente 
ancora  da  quelli  del  Veneto  (1891)  e  delle  Marche  (1873).  D  grande 
terremoto  Ligure  del  1887  urtò  la  nostra  regione  con  intensità  variabile 
fra  la  forte  e  la  mediocre. 


II.  -  Piemonte 

(Fio.  118). 

Dùtretto  «Umico  di  Val  Vermenagna.  —  li  terremoto  de 
ebbe  un'area  mcsosismica  assai  estesa  da  Tenda  oltre  Veri 
lità  colpita  da  terremoto  corocentrico  nel  1885  [1103].  e  da 
forti  nel  2G-27  xi  1892:  quindi  abbiamo  il  centro  di  Boves 
remoto  del  1835  [944],  e  molte  scosse,  più  o  meno  intense, 
quelle  del  1824  i  14-15. 

Centro  di  Valdìeri  (Val  di  Gesso).  —  Questo  centro  ft  dai 
scosse,  non  di  grave  intensità,  e  quasi  tutte  molto  locai 
ricordare  boìo  te  maggiori  citerò  quelle  sentite  il  12  xii  18 
vui  1885. 

La  scossa  del  6  iv  1894  {Vi''  circa)  più  clic  a  Valdieri  pi 
intensa  a  Roaschia. 

Questa  regione  risenta  in  ispecie  i  terremoti  dei  centri 
mcnagna  e  spesso  ai  scuote  con  Vinadio  (ps.  9  vi  1893). 

Jiacino  della  Stura.  —  li  centro  di  Vinadio  &  dato  anch 
rose  scosse  abbastanza  localizzate  :  noto  che  la  sua  attività, 
notizie  note,  risulta  alquanto  Buperiorc  a  quella  di  Valdier 

Fra  le  maggiori  commozioni  irraggiate  da  questo  centro 
dare  le  seguenti  :  1889  10  novembre  ;  1890  1"  febbraio  e  5 
lt^91  7  luglio  ;  1893  2  gennaio  e  9  giugno  :  1894  27  febbrs 
luglio  :  1897  S  e  15  maggio. 

Dai  pressi  di  Demontc  ebbero  origine,  oltre  il  tcrrcmot 
H035].  parecchie  scosse  forti  (ps.  1844  x  13:  1889  26  in). 

Le  cronache  di  Cuneo  ricordano  che  nel  1301  [200*]  tale 
pita  da  un  terremoto  rovinoso  stato  <  orribile  >  in  Alessai 
trovo;  varie  scosso  fortissime  furono  intese  nel  maggiosett 
[3C5*]  ed  ancora  nel  1550  [1321].  Ma  è  cosa  difllcile  il  dire 
rossismi  dipendono  dall'attività  di  un  centro  proprio,  oppu 
stati  causati  dal  risveglio  dei  focolari  corocentrici  della  va 
0  della  vai  Vermenaga. 

Bacino  dell'Ellero.  —  Forse  nella  valle  dell'Ellero  esisl 
centro  sismico  alle  cui  attività  si  devono  le  scosae  di  e 
nolo  notizia  per  Mondovl,  ed  anche   quelle  che  quivi  risoli 


6B2 


CAPITOLO  n 


più  intensamente  che  altrove  (ps.  1871  giugno  24  ;  1872  aprile  26  ;  18S' 
Inglio  varie). 


Val  Maira.  —  Il  terremoto  del  7  giugno  1878  [1120]  fu  più  intens-j 
a  Cartignano,  presso  cui  ebbe  suo  centro  :  alla  attività  di  questo  ascriv? 
il  terremoto  fortissimo  avvenuto  a  Dronero  circa  nel  1588  [452]  e  p^i 
recchie  scosse  sensibili  corocentriche  ivi  sentite  nel  dicembre  18^7. 

Altro  centro,  però  secondario,  si  trova  più  ad  occidente^  nei  pressi 
di  Frazzo,  da  cui  irraggiarono  le  forti  scosse  sentite  nel  :K>-31  agosto 
1888  e  quella  del  3  marzo  1S87,  stata  intensa  nel  vicino  paese  di 
Marmora. 


:  rx^ 


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Fio.  118. 

Val  Wraita,  —  Distinguiamo  in  questo  bacino  due  centri  però  am- 
bedue secondarli  ;  il  primo,  il  superiore,  che  ha  dato  le  scosse  di  Bel- 
lino (21  IV  1880  ;  28  xi  1884),  di  Castel  Delfino  (23  v  1873  ;  22  x  1880) 
e  di  Sampeyre  (30  iv  1878  ;  30  xi  1879  ;  4  n  e  17  xi  1885  ;  21  iv  1887): 
terremoti  tutti,  insieme  agli  altri  che  per  brevità  non  ò  nominato, 
prodotti  dall'attività  di  un  identico  focolare,  oppure  di  un  poco  esteso 
radiante.   Il   centro   inferiore   trovasi   presso   Villanovetta,   del  quale 


^'V^^'^V 


PIEMONTE  683 


icorderò,  come  esempio  della  sua  tipica  attività,  la  scossa  del  7  marzo 
Bdd  (9-9^  Vs  pom.)^  stata  abbastanza  forte  e  relativamente  alquanto 
stesa. 

Alto  Ixtcino  del  Po.  —  In  questa  regione  abbiamo  due  centri  sismici 
lolto  secondarli,  il  primo  è  situato  nei  pressi  di  Crissolo  ed  alla  sua 
ttivit&  dobbiamo  molte  scosse  leggere  o  mediocri  tutte  assai  loca- 
[zzate  :  per  esempio  :  15  e  18  xi  1888  ;  27  v^  4  vm  e  16  xu  1889  ;  13 
1890.  Il  secondo,  un  po'  più  attivo,  è  sito  vicino  a  Paesana  :  per 
[ucsto  incorderò  le  forti  scosse  suss.  ivi  sentite  nel  26  xn  1887,  nel  16 
V*  1888  (susseguita  per  circa  30°"  da  altre  sensibili)  e  nel  14  vm  1891. 
ireneralmente  tali  scuotimenti  si  sentono  anche  a  Saluzzo. 

Saluzzo.  —  Presso  Saluzzo  ebbe  suo  centro  il  fortissimo  terremoto 
lei  2'2  I  1878  [1117],  stato  solo  forte  a  Crissolo,  ed  a  Pinerolo  e  lieve  a 
)ronero.  Noto  poi  che  una  scossa  del  25  xi  di  tale  anno  fu  forte  tanto 
i  Saluzzo  quanto  a  Crissolo  ed  a  Pinerolo. 

Pi  aerolese.  —  Questo  distretto  sismico  comprende  i  bacini  del  Pel- 
ice,  del  Chisone  e  della  Dora  Riparia  fino  a  Condove. 

Terremoto  caratteristico  è  quello  del  1808  [859]  presentatosi  sotto 
forma  di  un  lungo  periodo  sismico  ;  il  centro  principale  si  appalesò  fra 
Forre*  Luserna  e  S.  Germano.  Però  si  ebbe  a  riscontrare  qualche 
spostamento  di  centro  :  per  esempio  le  scosse  del  16  e  18  aprile  par- 
irero  irraggiate  dall'alta  valle  del  Chisone. 

All'attività  del  centro  principale  ascrivo  tutti  i  terremoti  pinerolesi, 
cioè  quelli  del  1311  [212],  1449  [309],  1607  [371],  1542?  [409*],  1611? 
[478],  1759  [726],  1858  [1037]  e  cosi  pure  la  maggior  parte  delle  scosse 
leggiere,  mediocri  o  forti,  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per  Pinerolo 
ps.  1812  luglio  23  ;  1878  maggio  31  ;  1881  gennaio  31  ecc.),  per  Torre 
(ps.  :  1818  aprile  7  ecc.),  per  Luserna  (1895  agosto-settembre.)  ed  anco 
forse  quelle  di  Cavour. 

U  secondo  centro,  però  indeterminato,  à  dato  il  teiTemoto  del  1753 
[709]  che  causò  danni  nella  vallata  del  Pellice^  del  Chisone  e  di  Susa. 

Noto  l'esistenza  di  un  centro  secondario  ma  ben  individuato  nella 
valle  della  Dora  Riparia,  posto  nei  dintorni  di  Susa  :  la  scossa,  sentita 
circa  le  13^  del  20  aprile  1898  fu  forte  a  Susa  ed  a  Bussoleno,  lieve  a 
Novalesca  e  passò  inavvertita  ad  Usseglio,  a  Rubiana,  a  Coazze,  ad 
Exilles  ed  a  Meana.  Con  questa  si  identifica  pure  l'altra  sentita  a  Susa 
il  15  aprile  1890  e  con  probabilità  anche  con  il  terremoto  rovinoso  del 
1785  [799],  propagatosi  fortemente  fino  a  Torino. 

La  dipendenza  fra  la  sismicità   della  valle  di  Susa  con   quella  dei 


684  CAPITOLO  rf 


centri  citati  è  anche  dimostrata  dal  terremoto  piemontese  del  l^- 
[1173],  che  ebbe  il  suo  epicentro  fra  Condove,  Pinasca  e  Volvera.  i 
disopra  di  Pinerolo. 

Noto  che  tutta  questa  regione  insieme  a  parte  del  territorio  di  Cui: 
partecipò  in  special   modo   al   grande  terremoto,  che  ebbe  suo    centr 
nei  pressi  di  Briangon,  successo  il  27  novembre  1884  [1159]. 

Bacino  della  Stura.  —  A  due  centri   principali  ed  uno  secondari' 
il  primo  è  posto  al  disopra   di   Ceres  :  (terremoto  [1097]  1874).  Taltr 
nei  pressi  di  Lanzo  (terremoto  [774]  1767)  :  all'attività  di  quest'  ultìni 
ascrivo  pure  le  scosse  più  o  meno  sensibili  sentite  a  Lanzo  (ps.  1^  miif:^. 
1886)  ed  a  Coazzolo  (ps.  20  gennaio  1892). 

Il  centro  secondario,  che  trovasi  nei  dintorni  di  Balme,  à  dato  un  di 
scroto  numero  di  scosse  di  minor  importanza  (ps.  1887,  25  settembre 

Torino.  —  Le  notizie  riguardanti  i  terremoti  sentiti  a  Torino  n  : 
risalgono  oltre  la  metà  del  eccolo  XVIII,  volendo  solo  restringere 
Tesame,  come  ò  fatto  nella  parte  prima,  ai  soli  maggiori  scuotimenti 
Nel  seguente  elenco  ò  raccolto,  oltre  le  date,  la  provenienza  di  ciascnn 
terremoto  e  quando  mi  fu  possibile  V  intensità  avuta  in  Torino  : 

1753  Pinerolese,  Susa, /or/tf;  1755  Lisbona;  1755  Vallese,  mediocre;  Htr: 
Genova;  1802  Bresciano,  leggiei*o\  1808  Pinerolese, /(?r/tf  ;  1810  Emilia,  yb/V<. 
1818  Liguria  occ,  mediocre-^  1828  Vogherese-Bobbiese, /(?^'/^ ;  1830  Appenniiiu 
Bolognese,  leggiero  ;  1831  Riviera  Ligure  occ,  leggiero*^  1832  Regg'ìano.  %- 
giero;  1834  Brescia,  leggiero]  1854  S.  Remo,  forte;  1855  Vallese,  mollo  forfè. 
1858  Pinerolese;  1873  Bellunese,  leg^/iero;  1873  Emilia,  leggiero;  1881  Savoin. 
leggiero;  1884  Briancon, /or/e;  1886  Val  di  Susa  e  del  Òhisone,  fori^;  1.^7 
Liguria  occ.,  forassimo;  1891  Veronese,  leggiero;  1892  Bara,  leggiero. 

Oltre  a  ciò  molte  altre  scosse  minori  provenienti  dai  centi'i  di  Lanzo, 
del  Pinerolese,  deir  alto  Po'  dei  distretti  sismici  della  regione  enneade, 
e  cosi  pure  qualcuna  corocentrica  alla  Liguria  occidentale  ed  al- 
l'* Emilia  si  propagò  più  o  meno  sensibilmente  fino  a  Torino. 

Riguardo  poi  alle  scosse,  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per  questi 
città  devono  essere  irraggiate,  con  ogni  probabilità,  dalle  vicine  valli  : 
ciò  dicasi  pure  per  quelle  di  Moncalieri. 

Bacino  della  Dora  Baltea.  —  L'attività  sismica  corocentrica  del- 
Palto  bacino  della  Dora  Baltea  è  prodotta  dai  seguenti  centri  ben 
identificati: 

a)  del  Piccolo  S.  Bernardo,  che  è  il  più  attivo  —  Terremoti  fortis- 
simi del  1871  [1079],  del  1877  [1115]  e  del  1880  [1129]  :  molte  scosse 
assai  sensibili  (ps.  1873  gennaio  20  ;  1882  febbraio  22  ;  1891  febbraio  9i. 


h)  del  Monte  Bianco  :  che   à   originato   il    veemente    tetri 
0.'!  [B45]  e  le  Bcosae  del  febbraio  1804. 
e)  del  Gran  San  Bernardo,  pure  assai  attivo.  Scosse  magg 
gennaio  ;   1868   7   febbraio  ;  1881  9  giugno  ;   1882   noveml 
tre  pareccliie  più  o  meno  sensibili. 

Dall'uno   o   dall'altro   di   qnesti   centri    provenne   il    ten 

agosto  1890,  stato  sensibile  fra  Pr6  St.  Didier,  Cormayeai 
•to  S.  Bernardo. 

Aosta  nel  1869  fa  artuta  da  un  terremoto  molto  forte  [1 
lutnnno  1807  era  stata  intesa  una  scossa  intensa  che  pare 
nsibìle  a  Prè  8t.  Didier.  DI  altri  scuotimenti  (ps.  1867  die 
t(ì!>  novembre  29  ;  1873  giugno  12  ;  1879  giugno  7)  od  ab! 
nizia  per  Aosta  o  quivi  risultano  essere  stati  più  intensi.  T 
rrcmoti  io  li  ritengo  corocentrici,  dipendenti,  cioè,  da  an 
^tiotimento  situato  nei  pressi  delia  città. 

Due  centri  secondarii,  che  Anno  dato  un  certo  numero  di 
meno  sensibili,  si  trovano  presso  Cogne  e  Chatìtion  (ps.  1840 

Fra  Bard  e  Donnaz  ebbe  origine  il  caratteristico  terremoi 
,~il5|  e  varie  scosse  più  o  meno  intense  avvertite  a  Bard,  fi 
uHlIe  del  15  febbraio  1875. 

Quantunque  Issime  si  trovi  nella  valle  del  Lys,  nel  cui  ) 
remo  esistere  un  altro  centro  secondario,  tuttavia  data  la 
anza  a  quello  di  Bard  e  considerando  che  nel  citato  terr 
?92  issime  ebbe  a  risentire  qualche  danno,  io  sono  proclivi 
ere  all'attività  di  tale  centro  anche  1  terremoti  che  nel  1 
onquassarono  tale  località. 

Per  Ivrea  abbiamo  il  grande  terremoto  del  1676  [559],  ce 
i  possono  idcnlifìcare  le  scosso  più  o  mono  sensibili  ma  cor 
vi  sentite  :  (ps.  1824  febbraio  3-4  ;  1875  febbraio  14). 

Ricorderò  infine  il  piccolo  centro  di  Gressoney  la  Trii 
'alle  del  Lys,  che  h  dato  luogo  a  qnalche  lieve  manifesti 
895  agosto  21). 

niella.  —  La  zona  Biella.  GragUa.  Oropa  costituisce  una 
cosse  frequenii,  ma  tutte  di  leggiera  o  mediocre  Intensi 
naggioii  manifestazioni  ricorderò  le  seguenti:  1873  ngost 
elibraio  11  ;  1880  agosto  2. 

Alto  bacino  della  Sesia.  —  Fra  Alagna  e  Varallo  abbiamo 
secondari  da  cui  irraggiarono  terremoti  abbastanza  numero 
mt-diocre  o  lieve  intensità:  il  primo  comprende  la  regione  f 
Kiva  Valdobbia  e  Moiiia,  le  cui  maggiori  manifestazioni  si 


686  CAPITOLO  n 


dioori  scosse  sentite  al  17  dicembre  1872  ed  al  29  marzo  1878  ;  l*altr< 
fìra  Varallo  e  Vocca,  che  ci  à  date  le  sensibili  scosse  del  21  marzo  18^ 
e   deir  11   aprile   1892,  oltre  ad  nn  certo  numero  di  più  lievi  conmc- 
zioni,  il  cui  elenco  non  è  il  caso  di  qui  riportare: 

Regione  sismica  delV  Ossola.  —  Comprende  tre  centri,  affatto  seron 
dar!  :  il  primo  fra  Baceno  e  Mozzio,  alla  cui  attività  dobbiamo  la  fone 
scossa  del  1891  20  dicembre  ;  il  secondo,  fra  Domodossola  e  Varzo. 
(1885  novembre  20,  mediocre  ;  1895  dicembre  4,  sensibile)  ed  il  ter?*: 
infine  nei  pressi  di  Omavasso  (1882  febbraio  27,  parecchie  nel  1883- 
1885). 

TuttA  la  regione  settentrionale  del  Piemonte,  in  ispecie  quella  si- 
tuata fra  la  Dora  Baltea  e  l'Ossola  risente  le  manifestazioni  del  centro 
di  Visp  nel  Vallese  (ps.  terremoto  1855  [1023];  1891  [1202])  e  di  queU. 
situato  nei  pressi  del  Sempione  (ps.  1880  [1130]). 


Nella  regione  appenninica  del  Piemonte  troviamo  vari  centri,  i  prin- 
cipali dei  quali  sono  i  seguenti: 

Alba.  —  I  terremoti  del  1549  [418*],  del  1771  [753]  e  del  1786  [806 
si  identificarono  fra  loro  e  con  le  sensibilissime  scosse  sentite  nei  feb- 
braio  1774  e  1775,   neir  11   dicembre  1889  e  con  tutte  le  altre   più  o 
meno   sensibili  di   cui  abbiamo  notizia  solo  per  Alba  e  forse  anche 
per  Era. 

Astigiano,  —  Il  terremoto  del  1275  [170J  di  S.  Damiano,  quello  forte 
di  Castel  Alfero  successo  nel  1765,  come  pure  parecchie  notizie  di 
scosse  sentite  in  Asti,  le  cui  date  non  corrispondono  a  quelle  di  ter- 
remoti originati  in  focolari  circostanti,  ci  rivelano  la  probabile  esi- 
stenza di  un  centro  astigiano,  del  quale  non  sono  riuscito  a  fissare 
nemmeno  approssimativamente  la  posizione. 

Acqui.  —  Qualche  scossa  affatto  localizzata  fìi  sentita  in  Acqui  (ps. 
1893  febbraio  16). 

Ovada  -  Oavi,  —  Presso  Ovada  ebbero  loro  centro  le  scosse  del  21-2*2 
ottobre  1823  e  del  6  luglio  1897;  il  terremoto  fortissimo  del  1680  [563 
sembra  sia  stato  corocentrico  a  Gavi.  Noto  infine  che  al  28  maggio  18?  i 
(7**  V4  *^^0  ^^ft  scossa  piuttosto  forte  urtò  Bazzaluzzo,  Capriata.  Ca- 
stelvero,  Castelletto,  Silvano  e  Molare,  riuscendo  lieve  a  Novi,  a  Gavi. 
e  ad  Ovada  :  tal^  manifestazione  quindi  non  mi  pare   si   possa  identl- 


PIEMONTE  687 


are  con  quelle  causate  dal  centro  di  Ovada,  abbastanza  ben  identi- 
ato,  e  nemmeno  con  il  terremoto  di  Gavi  testé  ricordato. 

Tortonese.  —  Il  terremoto  del  1845  [978]  e  la  scossa  del  1858  ebbero 
loro  centro  sui  colli  di  Garbagna  e  farono  sentiti  più  o  meno  sensi- 
Imente  a  Tortona  :  con  questi  io  credo  di  poter  identificare  le  scosse 
l  1780  [7791  e  del  20-22  settembre  1867  delle  quali  abbiamo  solo  no- 
:ia  per  tale  città,  ed  anche  quella  lieve  del  4  luglio  1880  sentita  a 
)rtona,  a  Volpeglino,  a  Viguzzolo,  a  Volpedo  ecc.  Il  tortonese  par- 
cipa  in  ispecie  ai  terremoti  della  Liguria  occidentale  ed  a  quelli  ir- 
ggiatl  dai  centri  dell' Antola  e  dell'  Ebro,  e  dell'alta  valle  della  Stafferà 
nello  del  1828  causò  qualche  danno). 

Tortona  in  occasione  del  terremoto  del  30  aprile  801,  soflTerse  al- 
iante (^)  e  cosi  pure  per  quello  successo  nel  giorno  di  Natale  dell'anno 
Ì22  C). 

Il  parossismo  del  1846  [233],  che  sappiamo  essere  stato  rovinoso  in 
lessandria,  fece  sprofondare  molti  tetti  anche  in  Tortona,  ove  le 
^osse,  a  diversi  intervalli,  perdurarono  per  quindici  giorni  (^). 

Koto  infine  che  nel  vicino  paese  di  Volpeglino  fti  sentito  isolatamente 

terremoto  di  Agram  del  1880. 

AUssandrixi.  —  Questa  città  venne  spesso  urtata  da  terremoti  :  faccio 
eguire  un  elenco  delle  maggiori  scosse  ivi  propagatesi  indicando,  per 
uanto  mi  è  possibile,  l' intensità  ivi  spiegata  ed  il  luogo  di  provenienza. 

1301  Cuneo  ;  1348  Villaco  ;  1397  Bologna, /or/«  :  1511  Friuli  ;  1612  Nizzardo  ; 
642  Lombardia-Bmilìa,  leggiero  ;  1644  Nizzardo,  forte  ;  1802  Bresciano,  me- 
io€re\  1818  Riviera  lig.  occ,  lieve\  1828  Vogherese;  1881  Bologna,  lieve \ 
866  Messenìa,  Ueve  ;  1886  Val  di  Susa  e  di  Chisone,  mediocre  ;  1887  Liguria 
ce.,  fortissimo  ;  1891  Veronese,  mediocre  ;  1896  Liguria  occ.  ;  lleve\  1898  Ap- 
»6Duino  Parmigiano,  lieve. 

Come  ognuno  paò  vedere  Alessandria  risente  molto  facilmente  le 
commozioni  irraggiate  dai  centri  delle  vicine  regioni  ;  esse  però,  stando 
ille  notizie  che  posseggo,  sono  sempre  riuscite  innocue,  eccezione  fatta 
>er  quella  del  1887. 

Nella  cronistoria  si  trovano  descritti  dei  terremoti  più  o  meno  ro 


(1/  o.  Salice:  Annali  Tortonesi,  Torino  1869,  voi.  l,  pag.  100  (aggiunta  alla  i>ag.  14). 

(2;  op.  clt ,  pag.  965^.  Questa  notizia,  da  aggiungere  a  quelle  delle  pagine  80-81  e 
G£  (appendice]  fu  dal  salice  tolta  da  Ilario  Malaspina,  che  la  estrasse  da  un  leggendario 
delle  monache  di  8.  Eufemia  di  Tortona. 

{31  Op.  cit.,  voi.  n,  pag.  62-63  (Torino  1870)  —  Notizia  da  aggiungere  a  quelle  date  a 
|tt(r.  49  —  veramente  il  Salice  dice  che  al  22  gennaio  comparve  una  grande  massa 
di  vapori  In  cielo,  veduta  pur  anco  nelle  circostanti  terre,  quindi,  aggiunge  che  si 
BeDtirono  delle  scosse  per  lo  spazio  di  tempo  suindicato, 


w 


688  CAPITOLO  ni 


vinosi  per  Alessandria,  avvenuti  negli  anni  1369  [250],  1452  [1314]  e 
1510  [375].  Ma  le  notizie  dei  fenomeni  sismici  sentiti  in  quest'ul- 
timo scorcio  di  specolo  non  ci  porgono  luce  alcuna  per  rintracciare  U 
posizione  del  centro  di  scuotimento. 

D'altra  parte  è  uopo  pure  avvertire  che  Alessandria  rimase  danneg- 
giata dal  terremoto  del  1346  [233],  che  sappiamo  essere  stato  rovinoso  r 
quasi  in  Tortona  (vedi  a  pag.  687  [3])  ed  inteso  fortemente  a  Monz<^: 
e  che  fu  inoltre  sentito  quello  del  1541  [408],  stato  assai  intenso  a 
Pavia  ed  anche,  pare,  nella  Liguria. 


III.  -  Lombardia 

(Fio.  119). 

La  Lombardia,  sismologicamente  parlando,  &  per  confini  a  N.  lo 
Alpi,  ad  W.  il  Terdoppio,  a  S.  il  Po  e  ad  E.  il  Chiese  ed  in  parte  il 
Mincio,  perchè,  come  dirò  più  avanti,  i  centri  del  bacino  benacensc  — 
posti  tanto  sulla  sponda  bresciana,  quanto  su  quella  veronese  —  mo- 
strano, forse  per  la  costituzione  tectonica  della  regione,  una  evidente 
connessione,  in  modo  da  costituire  una  ben  distinta  regione  sismica. 

Milanese.  —  Nella  cronistoria  sismica  dei  secoli  XVIII  e  XIX  tro- 
viamo pochissime  volte  ricordata  Milano  fra  le  località  state,  sia  pure 
lievemente,  danneggiate  da  movimenti  sismici.  Nei  tempi  antichi  invece 
i  terremoti  vi  dovevano  essere  assai  più  frequenti  e  fatali  giacchi*, 
come  racconta  lo  storico  Giulini,  nel  1216  i  giudici  del  milanese  or- 
dinavano ai  signori  di  ristabilire  «  le  loro  proprie  case,  i  muri  dellt^ 
quali  servivano  anche  di  recinto  alla  fortezza,  ancorché  fossero  caduti 
0  per  terremoto  o  per  opera  dei  nemici  ». 

Infatti  troviamo  menzionati  da  cronisti  e  da  storici  terremoti  più  •• 
meno  rovinosi  per  gli  anni  890  [68],  940  [74],  1249  [159]  e  1276  f  171 J: 
ma  per  tali  parossismi,  senza  alcuna  particolareggiata  notizia  menzio- 
nati, non  sappiamo  altro  che  causarono  danni  a  Milano  o  tutto  al  più 
vengono  ricordati  anche  i  dintorni  come  località  fortemente  colpite  : 
ciò  rende  a  noi  impossibile  il  poter  stabilire  non  solo  il  centro,  ma 
anche  se  dette  scosse  siano  stati  fenomeni  corocentrici  od  esocentrici 
al  territorio  milanese. 

Maggiore  luce  ci  viene  a  portare  il  grande  terremoto  lombardo  del 
3  maggio  1473  [335],  che  sappiamo  aver  scosso  violentemente  il  suolo 
fra  il  Ticino  e  l'Adda  con  danni  a  Milano,  a  Pavia  ed  a  Piacenza. 

Si  mostra  in  questo  caso  connessa  la  sisn^icità  del  territorio  milanese 


LOMBABDIA  689 

e  pavese  con  quella  dell'  Emilia.  Ciò  è  atile  ricordare,  perchè  in  altre 
occasioni  tale  fatto  si  è  pure  reso  evidente.  Cosi,  ps.  nel  giorno  21  feb- 
braio 1877  una  scossa  ondai,  di  origine  piacentina  urtò  lievemente 
Milaao  ;  altre  poi  di  minor  conto,  che  ebbero  il  loro  epicentro  nei 
pressi  di  Salsomaggiore  ^  di  Borgo  S.  Donnino,  furono  in 
eguale  intensità  tanto  a  Piacenza  e  Parma,  qtianto  a  Slil 
Monza. 

Parecchi  terremoti  emiliani  causarono  danni  n  llilano,  op 
reno  ivi  intesi  assai  più  intensamente  che  non  r.cUe  località  cir 
p».  il  terremoto  del  12  febbraio  1806  [851*],  stato  rovinoso  a  1 
ed  a  Corre^^o,  fu  fortissimo  a  Milano,  posto  a  Km.  145,  m 
solo  forte  a  Mantova  a  Km.  35  ed  a  Verona  a  70  ;  fa  sensìb 
nova  a  155  e  lieve  a  Vicenza  a  Km.  100  circa. 

Anche  il  terremoto  del  1810  [867*],  fortissimo  a  Novellara, 
intensamente  tanto  a  Milano,  quanto  a  Parma,  a  Piacenza  e( 
tova,  località  assai  più  vicine  al  centro  di  ecaotimento.  Pe 
credo  utile  accennare  che  il  terremoto  del  26  febbraio  1885  [Il 
fortissimo  sai  colli  reggiani,  fa  fortemente  inteso  a  Milano 
parve  solo  leggiero  a  Sesto,  a  Vimercate  od  a  Chignolo  Po  ; 
grande  terremoto  dell'Appennino  parmense  del  4  marzo  1898 
le  cai  onde  macrosismiche  interessarono  quasi  tutta  1'  Italia  s 
Bpiegi!»  un  sensibile  aumento  di  intensità  nel  territorio  milane 
masco. 

Prescindendo  da  ciò,  voglio  qui  ricordare  un  piccolo  scd 
avvenuto  a  22"  8™  circa  dell'8  agosto  1897  :  fa  questo  lieve  t 
nure  ed  a  Castel  8.  Giovanni  in  provincia  di  Piacenza,  a  I 
Lodigiano  In  quella  di  Milano  ed  a  Soriasco  sui  colli  dell' Oltr 
vose,  e  passò  inosservato  nello  località  a  queste  circostant 
scossa  da  tale  minuscolo  terremoto  è  assai  ristretta,  inietti  fra 
e  Borghetto,  le  località  più  distanti,  corrono  appena  una  trentli 
lometrl  :  ma  1'  essere  stato  entro  la  zona  colpita  sentito  da 
con  eguale  intensità,  ci  fa  ragionevolmente  supporre  che  1' 
fuo  tocolare,  non  sin  troppo  superficiale.  Concludendo  :  abbi; 
arca  sismica  che  interessa  il  lembo  estremo  dell' Oltre  Po  {be 
da  quella  del  1828)  confinante  con  il  territorio  piacentino  e  e 
lanese. 

Ora.  data  la  vicinanza  che  à  tale  zona  a  Piacenza  ed  a  Pa 
la  facilità  che  anno  i  terremoti  dell'Appennino  emiliano  (comi 
biamo  visto  e  come  a  tempo  opportuno  daremo  altri  csemp 
pagarsi  intensamente  nei  miliincs'',  se.  a  mo'  di  esempio,  am 
uno  scuotimento  disastroso  all'epicentro,  potremo  ragionevolm 
porro  che  le  vibrazioni  macrosismiche  abbiano  tale  potenziali 
BuuTTA  1  Ttrrtmoti  ecc> 


690  CAPITOLO  ni 


care  danni  anche  agli  edificii  di  Milano.  E  per  avvalorare  maggiormente 
la  supposizione  fatta  posso  aggiungere  che  i  cronisti  e  gli  storici  che 
ci  diedero  notizia  del  terremoto  del  1473,  non  menzionano  fra  i  luoghi 
danneggiati  né  Como,  né  altre  località  poste  più  a  nord  di  Milano. 

A  parte  tali  considerazioni,  è  utile  pure  «tener  presente  che  eslBie  un 
piccolo  centro  sismico,  il  quale,  per  le  poche  notizie  che  possiedo,  non 
mi  risulta  ben  individuato  :  verso  le  5**  del  3  dicembre  1898,  a  Milano, 
a  Monza  e  ad  Abbiategrasso  furono  intese  due  sensibili  scosse  che 
parvero  suss.,  le  quali,  con  quasi  eguale  intensità  furono  percepite  in 
altre  località  fra  cui  Bernate,  Moltrasio,  Magenta,  Vigevano,  Garlasco 
e  Gorgonzola  ;  e  molto  più  leggermente  entro  una  zona  assai  allungata, 
ai  cui  limiti  stanno  Arcisate,  Galliate.  Sannazzaro  de'  Burgondi,  Vo- 
ghera, alcuni  paesi  dei  colli  dell'  Oltre  Po  Pavese  -  Zavattarello  escluso  - 
Corteolona,  Codogno  ecc.  :  terremoto  che  per  le  ragioni  note  deve  esser 
partito  da  regioni  abbastanza  profonde. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  sentiti  a  Milano  è  necessario  ricordare 
come  principali,  i  seguenti  : 

a)  provenienti  dal  Bergamasco  :  1295,  1576,  1642,  1661,  1781,  1884 
—  h)  dal  Bresciano  e  Cremonese:  1222,  1287,  1786,  1802,  1894  - 
e)  dair  Oltre  Po  Pavese  :  1828  —  d)  dall'  Emilia  :  1383,  1522,  1796. 
1806,  1810,  1818,  1832,  1834,  1857,  1873,  1885,  1895,  1898  —  e)  dal 
Piemonte  :  1808,  1886  —  f)  dal  bacino  gardense  :  1826,  1879,  1892  — 
g)  dal  Veneto:  1117,  1277,  1348,  1511,  1695,  1836,  1873,  1891  1895  —  A. 
dalla  Romagna,  Toscana  e  Marche  :  1741,  1834,  1846,  1873,  1875  —  i) 
dalla  Riviera  ligure  :  1751  (levante)  ;  1818,  1854,  1887  (ponente)  —  l)  da 
Sondrio  e  dal  Vallesc  :  1755,  1851,  1855,  1880  —  m)  da  Lisbona  :  1755. 

Alcuni  di  (luesti  terremoti  esocentrici  causarono  danni  più  o  meno 
sensibili  anche  a  Milano  :  cosi,  quello  veneto  del  1117  [106]  fece  cadere 
case,  chiese  ed  altri  edificii,  fra  cui  la  torre  del  patrio  consiglio; 
quello  bresciano  del  1222  [140]  deve  aver  infortì  guasti  non  lievi  se 
la  popolazione  —  come  narrano  i  cronisti  —  si  tenne  lontana  dallo 
case  per  oltre  una  settimana.  Il  terremoto  dell'Alta  Lombardia  del  l-'95 
[193]  apportò  pure  notevoli  danni  agli  edificii  :  quello  del  1642  [516] 
fece  cadere  il  campanile  di  S.  Stefano  :  infine  dirò  che  lo  scuotimento 
del  17  aprile  1786  [804],  che  sembra  irraggiato  dai  pressi  di  Crema, 
mentre  fu  lieve  a  Milano,  fu  forte  a  Monza  e  molto  più  a  Liscate,  ove 
fece  rovinare  qualche  vecchia  casa.  Ò  già  ricordato  il  terremoto  di 
Novellara  del  1806,  che  a  Milano  fu  molto  forte,  ed  infine  dirò  che 
ebbe  pure  eguale  intensità  quello  corocentrico  della  Valtellina  del  1851. 

Monza,  —  Questa  città  si  trova  compresa  neirarea  interessata  dalla 
scossa  del  3  dicembre  1898,  già  ricordata.  Di  un  terremoto  successo  al 


LOMBARDIA 

26  novembre  1369  [261].  sapendo  ao]o  che  fece  rovinare  alca 
Monza,  non  riesce  possibile  il  poterne  fissare,  anche  con  lo 
prossimazione  la  (irovenienza.  In  generale  tale  città  partecip 
moti  cbe  scossero  Milano  ed  è  menzionata  fra  i  laog^hi  forteme 
dallo  scnotimento  di  origine  piemontese  del  1346. 

Lodigiano.  —  Per  Lodi  trovo  ricordato  un  terremoto  rov 
cesso  nell'anno  290  [28]  ;  questa  notizia,  se  veritiera,  non  av< 
riscontro  con  le  date  dei  parossismi  bresciani  o  milanesi  od 
ci  potrebbe  rivelare  la  presenza  di  qnalcliu  eentro  pifi  o  me: 
Ò  gi&  parlato  della  partecipazione  che  deve  il  suo  bìrritorio  a 
sismici  del  vicino  piacentino,  e  come  Borgbetto  sia  comp 
zona  scossa  dal  piccolo  terremoto  del  1897,  Ora  forse  all'  i 
tale  ignoto  centro  si  debbono  ascrivere  quei  terremoti,  di  cu 
solo  notizia  per  Lodi,  oppure  ritenerli  cansate  dal  risveglio  e 
focolare  situato  nel  bresciano,  nei  pressi  di  Soncino,  Ticcngi 
cui  parlerò  a  sno  tempo.  Noto  infine  che  Lodi  partecipò  ali 
stazioni  sismiche  che  agitarono  il  suolo  milanese.  :  vi  giunsi 
il  terremoto  veneto  del  1117,  fortissimo  quello  di  Cremona 
di  Villaco  del  1348,  forte  il  parmigiano  dei  1383,  il  bergai 
15t97,  il  tVinlano  del  1511,  il  bergamasco-parmigiano  del  164*2  • 
del  1695.  Riuscì  inoltre  sensibile  in  Lodi  il  terremoto  di 
del  1749  0  quello  di  Troviglio  del  1781  :  infine  fu  molto  foi 
di  Orzinovi  e  di  Soncino  del  1802. 

Pavia.  —  All'  11  novembre  1826  nn  terremoto  molto  forte 
il  (;entro  nella  campagna  pavese,  a  piccolissima  distanza  d; 
la  qnaie  fu  danneggiata  dal  terremoto  voglierese-bobbieBe 
nella  cui  area  mcsosismica  passarono  invece  inosservate  ie 
1826.  Forse  all'attività  di  tale  centro  appartengono  pure  le  i 
che  vari  cronisti  dicono  ivi  sentite  nella  notte  del  30  dicem! 

Pavia  fu  rovinata  dal  grande  terremoto  veneto  del  lin 
come  abbiamo  visto,  per  quello  del  1276  :  qualche  lieve  dan 
in  occasione  del  parossismo  del  1541  e  del  1828,  irraggiato 
limo  dalla  regione  montuosa  del  voghcrese  e  del  hobbicse.  I 
inoltre  sentiti  i  terremoti  del  bresciano  (1802.  1894}  :  alcuni  p 
dal  bacino  del  Bcnaco  (1826,  1879),  dalla  Liguria  occidenl 
1887)  dall'  Emilia  (1898),  dal  Veneto  (1873,  1891,  1894),  di 
|'I895),  dalla  Romagna  (1875)  dal  Mantovano,  (1891)  ecc.  An 
posilo  del  terremoto  veronese  del  1894  giova  ricordare  ( 
venne  in  tale  occasione  isolatamente  commossa. 

Presso  Pavia  abbiamo  due  località  che  sebbene  con  non  I 


692 


CAPITOLO  m 


quenza,  danno  notizie  di  scosse,  che  sembrano  assai  localizzate,  op- 
pure che  si  scuotono  sensibilmente  in  occasione  di  terremoti  esocentrici 
che  interessano  la  Lombardia  :  esse  sono  Casorate  Primo  e  Garlasco  : 
per  la  prima  ricorderò  la  sensibile  scosf^a  delle  19*»  50"  del  4  marz  > 
1898  :  per  la  seconda  le  due  lievi  sentite  a  9**  40"  pom.  del  2  settem- 
bre 1891  e  Taltra  avvenuta  a  1^  ant.  circa  del  14  luglio  1892,  V  nlHmn 
delle  quali  risultò  di  parecchie  riprese. 


Oltre  Po  Pavese.  —  I  colli  dell'  Oltre  Po  Pavese  partecipano  ai 
movimenti  sismici  della  Lombardia,  della  Liguria  e  dell'  Emilia  e  più 
raramente  a  quelli  del  veneto  :  nella  parte  montuosa  abbiamo  un  centn» 


Fio.  119. 

sismico  nei  pressi  di  Roccasusella  al  quale  dobbiamo  il  terremoto  ro- 
vinoso del  1828  [920],  la  scossa  molto  forte  del  1894  [1242],  il  terremoto 
del  1824  [902]  e  con  probabilità  anche  il  piccolo  scuotimento  sentilo 
in  Voghera  a  o^  ant.  del  14  settembre  1829. 

I  terremoti  provenienti  dal  centi'o  o  dai  centri  dell'Àntola  e  del- 
l' Ebro,  mentre  furono  intesi  a  Bobbio,  a  Varzi  ed  a  Tortona,  passa- 
rono inosservati  a  Voghera. 

II  terremoto  di  Cella  di  Bobbio  del  1784  [795],  che  sappiamo  es^ 
sere  stato  inteso  con  eguale  veemenza  nei  villaggi  circostanti  entro  un 
raggio  di  7  leghe,  con  grande  probabilità  non  dipendo  dall'attività  di 


i 


ano  speciale  centro  alamico,  ma  bensì  di  qnello  dianzi  ric< 
difficilmente  dal  focolare  tortonese  di  Garbagna. 

Chmo.  —  E^li  è  diffìcile  il  poter  stabilire  ee  il  terremo 
[206]  sia  corocentrico,  oppure  8Ì  debba  ritenere  causato  da 
qualche  centro,  situato  altrove,  ps,  nel  milanese.  Questa  lo< 
presa  nella  zona  scoBsa  dal  piccolo  terremoto  del  3  die 
(cf^.  pag.  690).  A  Como  fu  forte  o  molto  forte  il  disastros 
del  milanese  del  1473  e  molto  forte  quello  del  ValIcBC  del 
rovinoso  il  veneto  del  1117.  Fu  inoltre  sentito  più  o  meno  i 
il  terremoto  bergamasco  del  1295.  il  friulano  del  1511, 
del  1873.  l'emiliano  del  1873,  quello  del  bacino  gardens 
di  Sondrio  del  1882.  il  bergamasco  del  1884,  il  piemontese 
ligure  del  1887,   il    veronese   del    1891,    quello   di   Lubia' 

ed    infine  il  movimento  sismico   irraggiato  dall'Appennino 

nel  dì  4  marzo  1898. 

Lecco.  —  Il  terremoto  del  20  maggio  1887  [1178]  ebbe 
superflciftle  presso  Valtnadrera.  sulla  sponda  destra  del  1; 
con  la  scossa  del  5  marzo  1694  [1236]  ì  paesi  più  colpiti 
stello.  Lecco  e  Maggianico,  con  un  massimo  di  effetti  in  < 
località,  ove  dopo  lo  scuotimento  principale  fu  awertiu 
di  minor  conto.  Alt'attivitJl  di  uno  di  questi  due  centri  (e 
liilitA  a  quella  del  secondo)  si  deve  ascrivere  il  terremoto 
1695  [589],  che  in  Lecco  produsse  solo  qualche  lieve  danr 
panico  grandissimo  nella  popolazione. 

Bergamo.  —  Nel  1280  [178*]  fu  sentito  un  «  grande  » 
cui  data  coincide  con  quella  di  un  parossismo  che  con  cgi 
colpi  Bologna;  nel  1295  [193]  un'altro  apportò  gravi  danr 
molti  ediflcii  della  quale  caddero  ancora  per  identica  ragioi 
26  dicembre  1397  [271]  ;  fortissimi  riuscirono  gli  scuotime 
nel  26  settembre  1576  [447],  nella  notte  8-9  marzo  1593  | 
.'igosto  1606  [472]  e  nel  dicembre  1857  [1341].  Di  tutti  ques 
od  abbiamo  solo  notizie  riguardanti  Bergamo,  oppure  ris 
essere  stati  più  intensi  che  non  altrove. 

Il  terremoto  del  liìGI  [54C|,  fu  disastroso  ad  Albino,  a 
metri  a  NE.  di  Bergamo,  nella  valle  Seriana,  la  qua 
stata  urtata  da  altra  veemente  concussione  successa  il 
15.5."»  [422],  che  determinò  grandi  franamenti  nei  monti  ( 
Dato  ciò,  ci  troviamo  ad  avere  una  zona  sismica  alla  cui 


694  CAPITOLO  irr 


siamo  forse  ascrivere  anche  i  terremoti  bergamaschi  più  sopra  ri- 
cordati. 

Anche  il  parossismo  del  13  giugno  1642  [516*],  che  causò  molti 
danni  a  Bergamo,  che  in  Milano  fece  rovinare  il  campanile  di  S.  Stefano, 
e  che  fu  forte  a  Lecco,  a  Lodi  e  molto  più  a  Parma  (giacché  ivi  sap- 
piamo che  fece  cadere  molti  comignoli)  ed  un  po'  meno  a  Mantova, 
pare  abbia  avuto  suo  centro  nel  bergamasco,  quantunque  la  intensità 
spiegata  a  Parma  possa  far  supporre  il  risveglio  di  altro  centro  sismico, 
oppure  che  cause  litologiche  e  tectoniche  abbiano  fatto  aumentare  — 
come  ò  già  detto  —  notevolmente  V  intensità  degli  effetti  prodotti. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  si  propagarono  in  Bergamo  i  se- 
guenti :  dal  Cremasco  1786,  dal  Bresciano  1894,  dall'  Emilia  1873,  1898. 
dalla  regione  benacense  1892,  dal  Veneto  365,  1117,  1873,  1891  e  1892. 
dalla  Valtellina  1851,  da  Lubiana  1895,  dalla  Liguria  1887,  dalla  Mes- 
senia  1886,  ecc.  ecc. 

A  NE.  sui  monti  di  Castione,  fra  TOglio  ed  il  Serio,  avvi  un  centro 
sismico  ben  identificato  alla  cui  attività  dobbiamo  la  scossa  del  27  feb- 
braio 1882  [1144]. 

A  mezzodì  di  Bergamo  un  nuovo  focolare  sismico  si  trova  nei  pressi 
di  Treviglio  :  nel  terremoto  abbastanza  forte  del  12  settembre  1884 
[1158]  l'area  mesosismica  comprende  Pontoglio,  Treviglio  ed  altre  lo- 
calità circostanti  fra  l'Oglio  e  l'Adda  :  allo  stesso  centro  è  pure  da 
ascriversi  la  scossa  del  10  settembre  1781  [785]  stata  fortissima  fra 
Cassano,  Treviglio  e  Caravaggio. 

Nel  basso  bacino  del  Serio  abbiamo  Crema  che  nel  1786  [804*J  sofi'ri 
danni  per  un  terremoto  stato  fortissimo  anche  a  Piacenza,  a  Parma  e 
nei  pressi  di  Milano:  ma  vedremo  che  la  sismicità  di  questa  città  di- 
mostrasi collegata  con  quella  di  un  attivo  centro  bresciano. 

Sondrio.  —  Il  grande  terremoto  del  1851  [1000]  fu  fortissimo  a  Chia- 
venna,  a  Colico,  a  Morbegno,  a  Sondrio,  a  Bolladore,  a  Grossotto  ed 
a  Tirano,  vale  a  dire  urtò  in  modo  precipuo  l' intera  zona  racchiusa 
fra  l'alto  bacino  dell'Adda  e  quello  del  Liro  :  ora,  entro  questa  zona 
troviamo  due  centri  sismici  principali  ed  altri  secondarli  :  il  primo 
posto  nei  pressi  di  Bormio,  è  messo  in  luce  dal  ten'emoto  del  14  di- 
cembre 1887  [1184],  stato  appena  sensibile  a  Sondrio.  D'altra  parte 
invece  la  scossa  del  22  dicembre  1891  [1212],  stata  più  che  altrove  in- 
tensa in  tale  città  ed  a  Torre  8.  Maria  in  Val  Malenco,  ci  pone  in 
evidenza  la  posizione  del  secondo. 

Un  centro  secondario  si  trova  fra  Tirano  e  Grossotto  :  non  ha  dato 
che  movimenti  di  minor  importanza,  fra  i  quali  la  forte  scossa  sentita 
verso  le  3**  del  13  novembre  1895. 


LOAfBARDIA  695 


Poco  dopo  il  mezzodì  del  12  dicembre  1874  fu  sentito  allo  Stelvio 
uno  scuotimento  assai  forte,  ed  altri  simili  si  trovano  registrati  nei 
cataloghi  del  terremoti  e  pare  siano  irraggiati  dai  pressi  di  tale  monte, 
come  lo  farebbe  supporre  quella  del  4  settembre  1897  :  forse  tali  mo- 
vimenti sismici  si  possono  identificare  per  provenienza  con  quelli  di 
Bormio. 

Infine  ò  a  suo  luogo  notato  che  la  catastrofe  di  Piuro  del  1618  [488], 
più.  che  vero  terremoto  si  debba  considerare  come  un  grande  scivola- 
mento di  terreni. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  si  può  dire  che  questa  regione  ri- 
sente della  attività  sismica  dei  centri  d'oltr'alpe,  di  quelli  del  berga- 
masco (1723,  1882,  1892)  e  che  qualche  terremoto  della  riviera  gardense 
(ps.  1879),  del  veronese  (ps.  1891),  del  bresciano  (ps.  1894)  e  della 
Liguria  Occidentale  (ps.  1887),  di  Lubiana  (1895),  del  trevigiano 
(1895)  si  fece  sentire  con  varia  intensità,  però  in  generale  non  notevole. 

Bresciano.  —  Prescindendo  dalla  regione  del  Garda,  di  cui  parlerò 
più  avanti,  nel  bresciano  dobbiamo  distìnguere  due  centri  sismici  prin- 
cipali, individuati  dai  terremoti  del  1802  e  del  1894. 

Il  primo  [843]  fu  rovinoso  da  Orzinovi  a  Crema  e  da  Fontanella  a 
Casalbuttano,  mentre  a  Brescia  fu  scossa  solo  lievemente  :  nelPaltro 
[1244]  invece  tale  città  si  trova  inclusa  nella  zona  mesosismica  e  le 
località  più  danneggiate  nel  1802  a  questa  sono  esteriori.  All'attività 
del  primo,  posto  forse  nei  pressi  di  Soncino,  dobbiamo  ascrivere  le 
scosse  che  nel  maggio  1789  tennero  in  allarme  la  popolazione  di  tale 
paese,  e  forse  anche  il  terremoto  lodigiano  del  290  [28]  già  ricordato. 
Considerando  poi  che  nel  1802  Crema  sofiT*!  gravi  danni,  trovandosi 
essa  appena  esteriormente  alla  zona  epicentrale  del  nostro  terremoto, 
con  ogni  probabilità  il  parossismo  del  1786  [804]  (cfr.  pag,  690),  si  può 
ritenere  una  manifestazione  dello  stesso  centro  sismico. 

All'attività  del  secondo  fra  i  principali  •—  quello  che  à  dato  il  ter- 
remoto del  1894  —  io  asr.rivo  i  terremoti  che  sappiamo  riusciti  più  o 
meno  fatali  a  Brescia  e  dintorni,  quali  quelli  del  1064  [95],  del  1222 
[140]  —  uno  dei  maggiori  ricordati  nella  storia  sismica  della  Lom- 
bardia —  del  1223  [142],  del  1471  [332],  del  1540  [406],  del  1601  [467], 
del  1615  [483],  del  1774  [763],  del  1S39  [961]  e  forse  anche  quello  del 
1197  [132].  Parecchie  sono  poi  le  scosse  forti-leggiere  date  da  questo 
centro  :  ma  per  brevità  non  credo  opportuno  citare  esempi. 

Nel  bresciano  poi  abbiamo  vari  altri  centri  di  secondaria  importanza 
nell'alto  bacino  dell'Oglio  (Breno,  Lovere),  in  quello  del  Mella  (Collio) 
ed  in  vai  Sabbia. 

I  centri  di  Breno  e  di  Collio  anno  dato  parecchie  scosse  in  generale 


^'J 


696  CAPITOLO  m 


tutte  leggiere  ed  oltremodo  localizzate:  a  quello  di  Lovere  dobbìani<- 
il  terremoto  del  20  marzo  1724  [637]  ed  il  gagliardo  scaotimento  dei 
7  dicembre  1888  :  al  focolare  di  vai  Sabbia  il  terremoto  del  24  ^a^o 
1826  [908]  e  le  varie  scosse  state  maggiormente  intense  a  Bagolino  ecc. 

Riguardo  al  terremoto  del  1826  aggiimgo  che  si  può  identificare  con 
quello  accaduto  nel  novembre  1898  [1361]  :  in  ambedue  1  casi  la  mas- 
sima intensità  fu  nella  vai  Sabbia,  ma  si  commosse  violentemente  anche 
parte  della  riviera  gardense  :  però  V  intensità  e  l'area  di  scuotimenl» 
del  primo  furono  di  gran  lunga  maggiori  che  non  nel  secondo. 

Fra  i  principali  terremoti  esocentrici  sentiti  in  Brescia,  ricorderò 
che  in  primo  luogo  tale  città  deve  avere  sofferto  per  il  parossismo 
veneto  del  1117,  che  vi  riusci  rovinoso  anche  quello  veronese  del  1183 
e  fortissimo  il  cremonese  del  1799.  Furono  ivi  inoltre  sentiti  con  varia 
intensità  il  terremoto  cremonese  del  1513,  i  benacensi  del  1826,  1879  e 
1892,  i  bergamaschi  del  1882,  1884,  i  veronesi  del  1891,  1892  e  1894 
(isolatamente),  l'asolano  del  1836,  il  bellunese  del  1873,  quello  della 
Carniola  del  1895,  gli  emiliani  del  1834,  1857  e  1898,  il  valtellinese 
del  1851,  il  ligure  del  1887  e  quello  di  Pontremoli  del  1834. 

Cremonese.  —  Presso  Cremona  avvi  un  altro  centì'o  di  scuotimento  : 
sappiamo  che  il  terremoto  del  6  settembre  1829  [922]  colpì  più  inten- 
samente la  città  che  non  i  paesi  circonvicini  :  con  questo  si  identifi- 
cano quello  rovinoso  del  1287  [186],  il  «  terribilissimo  »  del  1439  [301], 
i  due  molto  forti  sentiti  nel  1522  [385]  e  nel  1741  [682],  il  fortissimo 
del  1529  [390],  molti  altri  di  minor  conto  e  forse  anche  quello  del 
1779  [838]. 

Cremona  fu  danneggiata  dal  terremoto  del  1222  (bresciano)  e  da 
quello  successo  al  1348  (Villaco- Veneto)  :  furono  ivi  avvertite  sensibil- 
mente fra  gli  altri  il  terremoto  bresciano  del  1802,  quello  cremasco  del 
1786,  il  valtellinese  del  1851,  il  veronese  del  1891,  quello  di  Lubiana 
del  1895  ecc.  ecc. 

Mantovano,  —  Nel  distretto  sismico  mantovano  abbiamo  vari  centri 
sismici  :  uno  secondario  nei  pressi  di  Mosio  alla  cui  attività  si  debbono 
molte  scosse  localizzate,  delle  quali  solo  le  maggiori  —  ps.  quella  sen- 
tita verso  le  6^  V?  ant.  del  4  novembre  1889  —  si  propagano  anche 
lievemente  all'  intorno.  Dei  centri  principali  uno  appartiene  al  bacino 
del  Benaco  e  di  ciò  parlerò  più  avanti  ;  l'altro  è  situato  fra  Goito  e 
Mantova,  località  comprese  nella  zona  mesosismica  del  terremoto  del 
1693  [585*],  che  può  ritenersi  come  il  tipico.  All'attività  di  questo 
ascrivo  le  varie  scosse  di  minor  conto  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per 
Marmirolo  e  che  a  tale  luoofo  sembrano  localizzate. 


BACIKO  BEKACÈKSE  697 


Rign^ardo  i  terremoti  esocentrici  dirò  che  a  Mantova  si  avvertirono 
n  ispecie  quelli  irraggiati  dai  centri  veneti  (365,  1695,  1836,  1873,  1891, 
1895),  lombardi  (1642,  1781,  1786,  1802,  1826,  1828,  1851,  1894)  ed 
emiliani  (1570, 1806,  1818,  1831,  1832,  1857,  1864,  1874,  1889  e  1898)  : 
fa  inoltre  sentito  sensibilmente  qualcuno  dei  maggiori  terremoti  pro- 
venienti dalla  Romagna  (1828,  1875),  dalle  Marche  (1741,  1873),  dalla 
Liguria  (1887),  dal  Vallese  (1855),  dalle  Apuane  (1834),  dalla  Carniola 
[1895)  e  dall'Oriente  (1743,  1886). 

Alcuni  fra  questi  terremoti  esocentrici  vi  causarono  anche  danni  : 
ps.  il  veneto  del  365  ed  il  bergamasco  del  1642  :  quello  marchigiano 
del  1741  fece  aprire  qualche  lieve  lesione,  e  quello  reggiano  del  1818 
determinò  la  caduta  di  alcuni  comignoli,  mentre  fa  senza  il  menomo 
pregiudizio  sentito  a  Modena. 


IV.  -  Bacino  Benacense 

(FiG.  119). 

La  delimitazione  dei  confini  del  distretto  sismico  bresciano,  mentre 
riesce,  come  si  è  detto,  assai  netta  dalla  parte  di  occidente^  altrettanto 
è  poco  chiara  da  quella  di  oriente  :  cosi  a  mo'  d'esempio  vediamo  che 
il  terremoto  del  5  gennaio  1892  [1213]  presentò  su  ambedue  le  sponde 
del  Iago  di  Garda  una  spiccata  identità  di  caratteri  ;  quello  del  15 
giugno  1891  [1354]  interessò  con  la  sua  area  mesosismica  la  parte  me- 
ridionale del  bacino,  riuscendo  essa  egualmente  espansa  sopra  le  due 
opposte  sponde  del  Mincio. 

Il  distretto  sismico  benacense,  la  cui  sismicità  costituisce  il  vero 
anello  di  congiunzione  fl:a  quella  della  Lombardia  e  del  Veneto,  è  de- 
limitato ad  oriente  dall'Adige  e  ad  occidente  dal  Chiese  ;  in  esso  si 
trovano  parecchi  centri  sismici,  alcuni  dei  quali  —  ps.  quelli  di  Salò, 
di  Malcesine  e  Cassone  —  anno  dato  e  danno  luogo  a  terremoti  assai 
localizzati  e  fì-equenti  ;  altri  invece  producono  parossismi  che  urtano 
tanto  la  riviera  bresciana  quanto  quella  veronese. 

Sulla  riviera  brescianaabbiamo  anzitutto  il  centro  di  Desènzano  che  à 
dato  luogo  a  parecchi  scuotimenti,  alcuni  dei  quali  anche  abbastanza 
forti,  come  sarebbe  quello  successo  verso  le  4**  ant.  del  2  maggio  1866Ì 
al  centro  di  Salò  sono  pure  da  attribuire  parecchie  scosse  di  terre- 
moto, alcune  delle  quali  pure  assai  intense.  Gargnano  venne  fra  altro 
urtato  da  un  violento  terremoto  corocentrico  nel  febbraio  1879  [1124], 
ed  infine  abbiamo  un  altro  centro  presso  Riva,  in  vai  di  Ledro,  alla 
cui  attività  si  deve  il  terremoto  del  28  luglio  1783  [791]. 


698  CAPITOLO  IV 


Sulla  sponda  veronese  troviamo  il  distretto  del  Monte  Baldo  con  li 
serie  dei  suoi  terremoti  localizzati  a  Malcesine,  a  Cassone,  a  Castellet!*.- 
di  Monte  Brenzone,  a  Ferrara  di  Monte  Baldo  ecc.,  preseDtanti^i 
sempre  sotto  forma  di  lunghi,  interminabili  periodi  di  scuotimenti  a 
vari  massimi,  acc;ompagnati  da  rombi  e  da  detonazioni  frequenti,  ai- 
cune  delle  quali  anche  non  susseguite  da  sensibile  movimento  di  suo!<>: 
i  principali  di  questi  periodi  sismici  si  ebbero  negli  anni  1703  {\0'2l 
1809-10  L864],  1866  [1059],  1868  [1064],  1876-77  [1106],  1879  [1124],  ISS'2 
[1346]  ed  altri  minori  nel  1782,  nel  1870,  nel  1880  ecc.  (') 

Nella  parte  meridionale  del  lago  troviamo  un  nuovo  centro  messo  in 
luce  dalla  scossa  avvenuta  ad  8*»  */«  pom.  circa  del  26  settembre  1883. 
che  pare  abbia  avuto  la  sua  massima  intensità  fra  Cola  e  Doraeg-liano. 

Dei  terremoti  che  anno  urtato  ambedue  le  sponde  ò  già  menzionalo 
quello  del  5  gennaio  1892  [1213],  il  cui  centro  superficiale  si  trova  l'orse 
nel  bacino  del  Garda,  avendo  spiegato  la  sua  massima  intensità  a  Cam- 
pazzi,  a  Salò,  a  Gargnano,  a  Vobamo,  a  Barbarano,  a  Soprazocco  ecc. 

Quello  del  15  giugno  1891  [1354]  interessò  in  special  modo  la  zona 
dell'alto  bacino  del  Mincio  in  cui  stanno  Ponti,  S.  Martino,  Castelnuovo 
e  Peschiera. 

Per  meglio  far  vedere  il  legame  che  unisce  i  centri  delle  due  op- 
poste sponde  ricorderò  che  durante  i  vari  periodi  sismici  del  Baldo, 
spesso  si  ebbe  a  notare  un  risveglio  violento  anche  dei  centri  della 
riviera  bresciana  :  cosi  la  forte  scossa  di  Desenzano  più  indietro  ricor- 
data (1866)  avvenne  dopo  che  sul  principio  d'aprile  eransi  cominciati 
a  sentire  in  Cassone  rombi  e  tremiti  del  suolo  e  prima  del  vivace  in- 
cremento di  manifestazioni  sismiche  iniziatosi  con  il  13  giugno  suc- 
cessivo :  il  terremoto  di  Gargnano,  avvenuto  a  7**  7*  ^^^'  ^^^  ^^  ^^^ 
braio  1879,  accadde  appunto  dopo  che  dal  gennaio  Malcesine  era  tra- 
vagliata da  scosse  più  o  meno  sensibili,  le  quali  nella  predetta  gior- 
nata divennero  moderate  e  quindi  sempre  meno  intense  e  numerose  nel 
marzo,  aprile  e  maggio  successivo 

Fra  i  terremoti  esocentrici  sentiti  in  questa  regione,  predominano 
quelli  provenienti  dal  vicino  veronese  e  dai  centri  bresciani  ;  in  minor 
numero  si  sentono  quelli  causati  dal  risveglio  di  altri  focolari  sismici 
della  Lombardia,  del  Veneto,  dell'  Emilia  ecc. 


(1]  Nella  primavera  deiranno  1899  alcuni  eriomaU  divul^rono  la  notizia  di  un  ac- 
centuato e  violento  perioio  di  scosse  nel  Baldo:  ricerche  da  me  tAtte  fi  supposti  fenom, 
iism.  del  M,  Baldo  ecc.)  anno  messo  in  evidenza  la  insussistenza  di  tale  asserto. 


VENETO  699 


V.  -  Veneto 

(Fio.  120). 

Lia  regione  veneta  à  per  confini,  sismologicamente  parlando,  a  sud 
il  Po,  ad  est  il  mare  e  le  Alpi  del  Friuli,  a  nord  pure  le  Alpi,  ad 
ovest  l'Adige  :  in  essa  troviamo  vari  distretti  sismici  con  un  numero 
grandissimo  di  centri,  alcuni  dei  quali  anno  dato  anche  in  questi  ul- 
timi anni  terremoti  noti  per  i  danni  causati. 

Veronese.  —  La  storia  sismica  veronese,  redatta  con  grande  cura 
dal  Prof.  Agostino  Goiran,  k  messo  in  luce  moltissimi  terremoti  i  quali 
anno  conquassato  Verona  ;  ma  disgraziatamente  per  la  maggior  parte 
di  tali  parossimi  non  abbiamo  altre  notizie  che  quelle  riguardanti  solo 
la  città.  I  maggiori  registrati  nella  cronistoria,  riusciti  più  o  meno 
fanesti  agli  abitanti  e  dannosi  agli  edifici,  sono  i  seguenti,  che  pos- 
siamo ritenere  corocentrici  al  veronese  :  243  o  245  [23],  254  [24],  793 
L59],  894  [70],  1001  [9l],  1095  [100],  1183  [127],  1277  [174],  1298  [198], 
1334  [227],  136'^  [248],  1403  [275],  1410  [284],  1445  [304],  1487  [346], 
1492  [352],  1670  [655]  e  1683  [565]. 

Quelli  accaduti  negli  anni  793  e  1298  anno  spiegata  la  stessa  in- 
tensità anche  nella  regione  circostante  alla  città  :  quello  del  1095  fu 
sentito  in  molti  luoghi  della  Lombardia  ;  quello  del  1277  a  Milano  : 
quello  del  1403  fu  fortissimo  a  Belluno  e  si  propagò  in  Lombardia  : 
quello  del  1410  fu  pure  fortissimo  a  Belluno  :  infine  quello  del  1670 
sappiamo  essere  stato  assai  gagliardo  a  Vicenza  e  che  si  propagò  a 
Venezia  e  nel  Tirolo.  Anche  per  questi  ultimi  pare  che  la  località  più 
colpita  sia  stata  Verona. 

Considerando  il  grande  periodo  sismico,  iniziatosi  con  il  giorno 
7  giugno  1891  [1205],  troviamo  che  la  scossa  principale  riuscì  rovinosa 
specie  entro  una  zona  elittica  fra  Badia  Calavena  e  Tregnago  in  vai 
d' lllasi  ;  furono  inoltre  scosse  violentemente  le  località  circostanti  del 
territorio  vicentino  e  veronese  e  Verona  stessa  non  andò  esente  da 
danni  :  io  credo  che  il  risveglio  di  tale  radiante  o  centro  si  vicino  alla 
città,  sia  stato  la  causa  dei  gravi  danni  risentiti  negli  anni  succitati  : 
con  ciò  però  non  voglio  escludere  l'esistenza  di  qualche  altro  centro 
locale  fomite  di  piccoli  scuotimenti. 

Alla  grande  scossa  del  7  giugno  tennero  dietro  numerose  repliche 
che  interessarono  specialmente  i  luoghi  più  colpiti  :  verso  il  dicembre 
1891.  mentre,  cioè,  l'attività  del   focolare  di  vai  d' lllasi  andava  sce- 


700  CAPITOLO   V 


mando,  le  manifestazioni  sismiche  mostrarono  una  spiccata  tendenza  & 
trasportare  la  loro  sede  ad  occidente  del  centro  primitivo,  cioè,  versu 
la  regione  benacense,  ove  al  5  gennaio  1892  [121H]  si  ebbe  qael  for- 
tissimo parossismo  che  interessò  ambedue  le  sponde  del  lago,  del  quale 
ò  più  sopra  parlato  (cfr.  pag.  697-98). 

Se  consideriamo  però  i  vari  massimi  sismici  secondali  vediamo  cbf 

—  rarissime  eccezioni  fatte,  quantunque  Tarea  entro  cui  sono  stali 
maggiormente  inte^  abbia  oscillato  un  po'  a  levante  ed  un  po'  ad  oc- 
cidente della  zona  pleistosismica  del  7  giugno  (e  si  capisce  facilmente 
giacché  le  scosse  susseguenti  ebbero  ad  agire  su  edifici  già  in  parte 
diruti,  ovvero  più  o  meno  sconnessi)  —  si  possono  ritenere  vere 
repliche  della  scossa  principale.  Fra  le  eccezioni,  oltre  all'accennato 
terremoto  del  5  gennaio  1892,  ricorderò  la  scossa  del  15  giugno  18^1 
[1354]  che  colpi  i  dintorni  di  Peschiera  e  di  Sommacampagna,  e  quella 
del  7  giugno  (5*»  V4  PO  ^^  ^1®  anno,  la  quale  sembra  essere  stata  pia 
intensa  a  Crespadoro  :  della  seconda  ò  già  avuto  occasione  di  parlare, 
dell'  ultima  mi  riservo  di  dire  più  oltre  due  parole. 

Nel  veronese  troviamo  un  altro  centro  sismico  ben  individuato  nei 
pressi  di  Sanguinetto,  alla  cui  attività  dobbiamo  ascrivere  come  tipico 
il  periodo  di  scuotimenti  localizzati  sentiti  nell'ottobre  1841  [972]  e 
parecchie  altre  scosse  di  minor  conto. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  causarono  danni  gravi  od  abbastanza 
rilevanti  gli  scuotimenti  del  365  (bellunese),  del  1117  (veneto),  del  1222 
(bresciano)  e  del  1348  (Villaco)  ;  minori  quelli  del  1295  (bergamasco), 
dal  1504-5  (Bologna),  del  1511  (Friuli),  del  J695  (Trevigiano)  e  del 
1873  (bellunese)  :  si  propagarono  inoltre  più  o  meno  sensibilmente  1 
seguenti  provenienti:  a)  dal  bresciano:  1799,  1802,  1826,  J879,  18H4, 
1894  -  b)  dal  vicentino  :  1833,  1897  -  e)  dal  trevigiano  e  dal  bellunese  : 
1756,  1836,  1859,  1860,  1890,  1893  -  d)  dal  Friuli,  dalla  Venezia  e 
territorio   al   di   là   delle   Alpi:    1516,    1690,  1739,    1857,   1892,   1«95, 

-  d)  dal  ferrarese:  1796,  1898  -  e)  dall' Emilia  e  Romagna  :  1501,  1671, 
1738,  1774,  1796,  1806,  1810,  1811,  1818,  1830,  1832,  1834,  1857,  1869, 
1875,  1881,  1885,  1887,  1888,  3895  e  1898  -  e)  dalle  altre  regioni  lom- 
barde :  1249,  1397,  1693,  1828  -  f)  dalla  Liguria  occidentale:  1854, 
1887  -  g)  dal  Vallese  1880  (isolatamente). 

Vicentino.  —  Le  stesse  difficoltà  che  abbiamo  trovato  per  Verona, 
cioè  l'aggruppamento  delle  notizie  intorno  al  maggior  centro  abitato, 
ci  rendono  assai  malagevole  la  individuazione  dei  focolari  sismici  vi- 
centini. Del  periodo  di  scuotimenti  veronesi,  iniziatosi  con  il  1891,  al- 
meno le  maggiori  manifestazioni  non  solo  anno  interessato  con  la  zona 
di  grave  scuotimento  qualche  località  del  vicentino,  ma  si  sono  propa- 


ì 


^atì  fortemente  fino  a  Vicenza  :  tattaria  dal  confronto 
massimi  eÌBinici  che  ànuo  colpito  le  due  città  si  ricono 
identificano  ;  come  pure  amo  ricordare  che  la  scosea  i 
1810  fa  molto  più  gagliarda  a  Vicenza  che  non  a  Vere 
dicasi  di  quella  del  4  aprile  1833  [938*],  la  quale  in  Vi 
da  due  repliche  di  minor  conto,  passato  inosservate  a 
Conviene  pure  tener  presente  che  nelle  stessa  gior 
lentemente  era  commossa  la  regione  veronese  fra  Tr 
Calavena,  veniva  pure,  verso  le  S""  V4  pom.,  sentita  a 
scossa  fortissima,  giudicata  più  intensa  di  quella  dell 
proveniente  daH'anzidetto  focolare  e  stata  molto  forte 
AltisMmo. 


Q^-S^-^^ 


0 


FiQ.  120. 

Presso  Recoaro  ebbe  suo  centro  il  terremoto  del  i 
[1271]  ed  infine  a  Sant'Orso  più  che  altrove  f\i  gagliai 
gennaio  1815  [S??],  propagatosi  solo  leggermente  a  VI 

Altri  centri  secondari  si  ftnno  nei  pressi  di  Valli  d 
Areiero  :  questi  due  focolari,  che  mutuamente  si  influen 
manifestazioni,  non  si  possono  però  identificare,  perct 
sentita  verso  la  mezzanotte  fra  il  30  ed  il  31  agosto 
3U8s.-ond.  ad  Arsiero  e  solo  mediocre  a  Valli,  mentre  ( 
braio  1895  (IS"  ■/,  circa)  fu  forte  in  tale  località  e  n 
siero.  Inoltre  bisogna  tener  presente  che  quest'  altjma 
a  Recoaro  e  lieve  a  Sant'Orso  e  che  passò  inavvertite 
ad  Ala  od  a  Bosco  Chiesanuova,   il   che  ci  prova  e 


I  distinto  eziaodio  dai  già  ricordati  di  Bocoaro,  di  Sanf  Oi^i. 
jpadoro,  di  Tregaago  ed  anco  da  qaello  di  Aia.  L'esistenza 
lite  focoiare  poi  ci  è  rlveiata  daiie  scosse  del  31  gennaio  IS'.''! 
lag.  595]  sentite  poco  dopo  cbe  Recoaro  era  stato  artato  dj 
jicnti   abbastanza  intensi   [1271].  Quello  avvenato   verso   le  ore 

^/^  del  18  agosto  1897  ad  Aia  fu  forte,  brevissimo  e  snssnl- 
n  modo  da  sembrare  l'effetto  di  nna  grande  eeplosione  :  a  Vali. 
a  atessa  intensità  e  riuscì  meno  sensibile  a  Crespadoro.  a  Po- 
Rovereto. 
•0  centro  secondarlo  si  trova  presso  Nove,  alla  cni  attività  ascrivo 
isa  del  3  aprile  1887,  propagatasi  da   Uason  ad  AgngUauo,  e  se- 

a    None,    da   due    repliche,  una  mediocre,  a  10^  pom.  circa,  i- 

mcno  sensibile  verso  la  mezzanotte.  Con  questa  si  identifici 
nella  avvenuta  a  IO'  ant.  circa  del  29  maggio  l><87.  stata   fork- 

a  None,  meno  a  MarosUca  e  meno  ancora  a  Bassano. 
:he  Bassano  spesse  volte  fa  urtato  da  terremoti,  ma  tale  località. 
3gicamente  parlando,  come  si  vedrà  In  seguito,  si  ^igmppa  molto 
^icamente  al  distretto  sismico  trevigiano. 

adunque,  dovendo  escludere  il  focolare  di  Tregnago  come  IV'- 
ei  terremoti  vicentini,  e  considerata  la  presenza  al  nord  di  Vi 
di  varii  centri.  I  quali  in  quest'ultimi  tempi  anno  dato  terremoij 
anza  numerosi,  quantunque  di  intensità  relativamente  leggiera. 
lo  che  i  vari  parofisismì,  dei  quali  abbiamo  notìzia  solo  per  Viccnz» 
lono  ritenere  di  origine  locale  e  forse  rappresentanti  le  maggiori 
stazioni  di  qualcuno  dei  centri  ricordati. 

iù  grandi  terremoti  coroccntricl  riasciti  dannosi  a  Vicenza  sono 
accaduti  negli  anni  seguenti:  238  [22],  260-61   [27],    1242    [151'. 
ÌOil,  1373  [252],  1375-76  [254],  1385  [259]  e  1520  [381]. 
nardo  il  parossismo  del  238  il  cronista  Castellini  diceche  fu  più 
:o  in  altri  luoghi;  quello  del  260-61  fa  intenso  anche  a  Padova: 

del  1520  fu  forte  pure  nel  territorio.  Infine  aggiungerò  cbo 
>timento  sentito  nel  giorno  4  aprile  1833  [938*1  fu  forte  anche 
ma. 

parossismo  del  1591  [454],  che  fece  cadere  In  Vicenza  molli  co- 
li, parlerò  in  seguito, 
nardo  i  terremoti  esocentrici  sentiti  a  Vicenza,    noto   i  segnenii 

loro  provenienza  : 

Veneto  1348.  1511,  1670.  1695,  1717,  1743,  1776,  1788,  1789.  1812. 
1859,  1860,  1873,  1879, 1880  (Agram),  1890^^1891, 1892,  1893.  ISlU. 
27  u),  1895  (Lubiana).  1895  {IO  vi)  ;  daÙ'  Emilia  1504-5,  lT',>i;, 
806, 1810, 1811, 1818,  1831, 1832,  1834,  1857, 1864, 1869, 1873.  Ifief'. 
dalla  Lombardia  1222,  1802,  1826,  1879,    1894  ;    dalla   Romagna 


591,  1781,  (4  IV  e  17  vn):  1786,  182*",  1875,  1»78,  1887 
741,  1873;  dalla  ToBcaDa  1810:  dalla  Liguria  1887;  e 
889  ;   dall'  Oriente  1743,  1886. 

Alcani  di  qaesti  terremoti  causarono  pare  danni  pib 
i  Vicenza  :  cosi  riuscirono  rovinosi  quelli  del  1222,  del 
:  del  1693  {  fortissimi  o  molto  forti  qaelli  del  1504-5,  de 
lei    1826  e  del  1873. 

L.O  commozioni  di  origine  veronese  e  vicentina  e  qu 
:eBc  e  della  Romana  &nno  dimostrato  spesse  volte  ane 
lenza  :  cosi  per  esempio  11  terremoto  del  1304,  stato  di 
3cnza,  fu  fortissimo  a  Ferrara  e  viceversa  quello  de)  ] 
rovinoso  a  Kavenna  ed  a  Forli,  riuscì  fortissimo  a  Vici 
dova  ;  quello  poi  del  1796.  rovinoso  a  Medicina  ed  a  P< 
po'   meno  a  Ferrara  ed  a  Forlì,  fu  fortissimo  a  Vicenza 

Oltre  a  ciò  noto  che  i  terremoti  veronesi  accaduti 
anni  —  come  si  scorge  dalle  cartine  che  abbiamo  dato 
colpo  d'  occhio  come  l'intensità  subisca,  specie  nel  ferr 
incrementi,  talché  le  varie  isosisme  in  corrispondenza 
presentano  dei  prolungamenti  assai  accentuati.  Kitorn 
qaesto  argomento  parlando  dell'  attività,  sismica  del  fei 
Homagna,  I  cui  tci-remoti  corocentrici  alla  lor  volta  nel  "^ 
rale,  presentano  incrementi  notevoli  di  intensità,  oppure 
saccesBo  per  quello  di  Argenta  del  1898  (9  m),  si  comi 
ad  una  zona  di  calma,  un'area  veneta  assai  limitata. 

Trevigiano.  —  Il  12  giugno  1836  [950'  un  terremoto 
il  territorio  di  Bassano  e  di  Asolo  con  epicentro  nei  pr 
di  Fonte  e  di  S.  Enlalia.  Bastano  ed  Asolo  provarono 
la  concussione  del  suolo,  ma  non  ebbero  In  tale  occasic 
menomo  danno  ;  nella  prima  di  queste  località  furonc 
guentcmente  molte  repliche,  certamente  irraggiate  dal 
ciale  sopra  Indicato.  All'attività  del  quale  Io  ascrivo  pui 
moto  sentito  il  25  febbraio  1756  [719]  a  Bassano  e  le  m( 
avvenute  nel  corso  degli  anni  —  alcune  delle  quali 
1822)  anche  abbastanza  intense  ~  che  risaltano  essere 
a  Bassano  che  altrove. 

Anche  il  terremoto  che  nel  25  febbraio  1695  [588]  Beo 
si  propagò  in  modo  quasi  rovinoso  a  Bassano,  io  lo  rlt 
da  tale  centro  ;  e  cosi  dicasi  delle  scosse  sentite  ad  A 
26-27  maggio  H61  (qualcuna  abbastanza  violenta)  e  d( 
14  aprile  1887  [1350]. 

Fra  questo  centro  e  quello  che  nominerò  fra  poco  si 


704  CAPITOLO    V 


smica  Maser-Cornada,  epicentro  del  terremoto  molto  forte  sentito  1 1; 
giugno  1897  [1277],  il  quale  fu  meno  violento  ad  Asolo. 

Abbiamo  quindi  il  centro  dì  Collato  e  quello  di  Valdobbiadene-Gui.i: 
il  primo  à  dato  il  terremoto  del  20  gennaio  1859  [1038],  susseguito  d. 
un  periodo  numeroso  di  repliche  —  alcune  delle  quali  abbastanza  vet  - 
menti  —  sentite  più  o  meno  continuamente  fino  agli  ultimi  del  mag^.  : 
airattività  del  secondo  si  deve  il  terremoto  meno   intenso    dei   pree* 
dente  che  nel  giorno  19  luglio  1860  [1043]  urtò  in  special   modo   Goi.. 
e  Valdobbiadene.  Tali  centri  risultano  assai  bene  distinti  gia€2chè  l'in 
tensità,  del  movimento  sismico  nel    1860   è   andata   rapidamente   dimi- 
nuendo dalla   parte   di   Collalto,   focolare   dello   scuotimento  succe:^ 
nel  1859. 

Infine  a  settentrione  si  trova  il  centro  di  Follina,  cui  si  deve  il 
terremoto  del  10  giugno  1895  [1256]  :  in  questa  località  forse  isolatamect*. 
fu  sentita  la  scossa  molto  forte  che  colpì  Lubiana  e  Stein  ad  8^  37- 
circa  della  stessa  giornata. 

Le  maggiori  manifestazioni  dei  centri  accennati  si  propagarono  moltJ 
violentemente  fino  a  Treviso:  così,  per  esempio,  quelle  del  1695  e  del  18.'.*' 
riuscirono  fortissime  :  fortemente  furono  poi  intese  quelle  del  1860  e  d»  i 
1895.  Riguardo  il  terremoto  del  1839  non  posseggo  speciale  notizia,  n.* 
deve  essere  stato  assai  intenso,  giacché  fu  violento  a  Verona,  a  Vi- 
nezia,  a  Vicenza  ed  a  Mantova. 

Della  scossa  del  13  aprile  1756  [719]  sappiamo  essere  stata  fortissima; 
a  Treviso  ed  intensa  a  Padova,  a  Verona  ed  a  Venezia  :  la  cronistoria: 
sismica  ci  ricorda  pure  un  disastroso  terremoto  successo  in  Treviso  nel- 
l'anno 778  [57] ;  ora  tali  parossismi  io  li  ritengo  causati  dal  risveglia 
di  qualcuno  dei  centri  sismici  trevigiani  :  così  pure  dicasi  di  quello 
violento  che  colpì  tale  regione  nel  974  [81],  e  dell'  altro  accadut. 
nel  1268  o  1269  [167],  T  ultimo  dei  quali  parrebbe  invece  irraggiato  dal 
focolare  asolano. 

Vedremo  poi,  parlando  del  grande  terremoto  del  1873  come  la  si- 
smicità di  una  parte  del  territorio  trevigiano  sia  connessa  con  quella 
della  regione  bellunese. 

Riguardo  agli  esocentrici  dirò  che  Treviso  fu  rovinata  dal  terremot.-» 
bresciano  del  1222:  che  risentì  danni  minori  in  occasione  della  violentis- 
sima concussione  che  distrusse  Villaco  nel  1348  :  che  di  bel  nuovo  sofiri 
gravi  rovine  per  il  parossismo  friulano  del  1511.  Fortemente  fh  avver- 
tita la  maggior  scossa  del  periodo  sismico  ferrarese  del  1570  :  qaaiclie 
lieve  danno  subì  ancora  in  occasione  del  terremoto  del  1717,  che  ebbe 
suo  centro  nel  veneto  (forse  nel  Friuli)  :  e  maggiori  per  l'altro  del  1812 
che  provenne  da  Fauna  e  Cavasso,  ed  anche  per  il  bellunese  del  1873. 

Riuscirono  inoltre  più  o  meno  ^  sensibili  i  seguenti   terremoti   irrag- 


\ 


riati  dal  Veneto  :  1857,  1859,  1890,  1891  (6  vi  21  vm)  1892  (2 
^lu),  1893,  1894,  1895,  1898:  dalla  Eomagna  :  1875,  1878, 
'  Kmilia  :  1872,  1895  ;  dalla  Lombardia  :  1879,  1894  ;  da  La 
1895;  dalle  Marche  :  1897  ;  dalla  Toscana  :  1810  ;  dalla  Ligai 
lalla  Capitanata  1889. 

.Bellunese.  —  A  settentrione  della  regione  sismica  trev 
descritta,  troviamo  il  centro  di  Fonzaso,  da  cnì  iri.iggid  1 
fortissimo  del  28  novembre  1894  [1245],  che  fu  forte  a  I 
Arsiè  e  mediocre  a  Santa  Giastina  ;  noto  che  al  massimo  i 
nero  dietro  fino  ai  2  dicembre  pareccliii)  repliche. 

Ad  Arsiè  poi  al  22  agosto  1892  (l*-  20°>  ant.)  era  stata 
forte  scossa,  passata  inosservata  a  Fonzaso. 

Nel  novembre  1851  presso  Feltre  e  precisamente  alle  fald 
Tomntico  larono  intesi  rombi  e  tremiti  nnmerosissimi  :  tale 
notevoli  danni  in  occasione  del  terremoto  del  1268  o  126 
lentamente  nruta  dalla  scossa  del  25  febbraio  1756  :  di  qu 
nomeni  6  gìk  parlato  altrove  a  proposito  del  centri  trevigi, 
gino  703-4). 

Il  villaggio  di  Basche  (fraz.  di  Cesio)  provò,  più  del  eli 
violenza  del  terremoto  del  6  marzo  1878  [1118],  assai  localizz. 
passò  inosservato  a  Feltre  ed  a  Belluno, 

Il  grande  terremoto  bellnnese  del  187H  [1091],  second 
Falb  e  Bittner,  ebbe  il  sao  epicentro  ad  oriente  del  lago  d 
Uòfer  crede  sia  da  porsi  piuttosto  sopra  Quantin,  a  ponen 
Ingo,  e  che  Cornei  nell'Alpago  sia  stato  an  epicentro  sec 
Prufessori  Firona  e  Taramelll  parve  di  rilevare  che  si  sia 
una  scossa  assai  violenta,  proveniente  da  SE.,  la  quale  pc 
pose  in  molte  direzioni  al  contatto  delle  masse  terziarie  co 
zolche  nel  trevigiano,  nel  bellnnese,  nel  Friuli  e  che  ritiBi 
specie  nel  terroni  di  aliavìone  e  di  morena. 

Secondo  il  mio  modo  di  vedere  il  centro  del  terremoti 
opinano  Falb  e  Bittner,  ad  oriente  dal  lago  di  8.  Croce  e  p 
fra  Pnos,  Farra,  Tambre  e  Cima  Fadalto  :  il  violento  mo 
smico  irraggiatosi  riascl  poi,  come  crede  il  Taramelli,  e 
rovinoso  nelle  località  situate  su  terreni  alluvionali  e  mor< 
tanque,  come  vedremo,  pare  che  esista  un  centro  sismico 
nel  pressi  di  Sarmede,  località  che  con  i  paesi  circostanti 
frire  molte  rovine  in  occasione  del  parossismo  del  187S. 

Il  maggior  numero  e  lo  pib  violenti  repliche  susseguite 
remoto  urtarono  l'Alpago  ed  in  Ispecie  le  località  citat 
esempio,  la  scossa  dell'  11  luglio,  stata  fortissima  a  Faos   < 
Bautta  .•  nrrmoti  ecn. 


706  CAPITOLO   V 


fu  appena  avvertita  a  Bellano.  Però  qualche  scuotimento  colpi  più  vio- 
lentemente  che  non  altrove  i  dintorni  di  questa  località  :  quello  del  27 
luglio,  a  mo'  d'esempio,  fu  ivi  fortissimo  mentre  riuscì  solo  molto  forte 
no^rAlpago  ed  a  Vittorio.  Noto  infine  che  verso  le  b^  ant.  dei  21  a^str. 
fu  sentito  un  intenso  rombo  il  quale  causò  molto  panico  nella  popola- 
zione :  esso  fu  susseguito  da  altri  fino  alle  10^,  allorquando  due  vio- 
lentissime scosse  causarono  nuovi  danni  in  Sarmede  e  si  propag^arono 
meno  intensamente  fino  a  Belluno  e  ad  Udine. 

Con  il  terremoto  del  1873  si  identifica  la  scossa  avvenuta  ad  11^ 
pom.  circa  del  29  dicembre  1885,  che  colpi  specialmente  Bellone. 
8.  Croce,  Vittorio  e  Conegliano  :  ed  anche  quella  delle  3**  ant.  circ<i 
deir  11  gennaio  1892  stata  forte  a  Farra,  a  Canslglio  ed  a  Belluno  e 
più  o  meno  sensibile  in  varie  località  del  veneto. 

A  settentrione  dell'area  sismica  deirÀlpago  abbiamo  un  altro  centri* 
nei  pressi  di  Longarone,  alla  cui  attività  dobbiamo  il  terremoto  de! 
26  marzo  1890  [1199]  stato  ivi  fortissimo  e  cosi  pure  quello  del  27  ot- 
tobre 1893  [1234]  :  quest'  ultimo  si  propagò  con  grande  intensità  anche 
a  Farra.  Molte  altre  scosse  minori  à  eziandio  dato  tale  centro  :  ricor- 
derò, a  mo'  d'esempio^la  forte  sentita  circa  le  7**  pom.  del  20  luglio  1884. 

Il  terremoto  del  1873,  che  ebbe  suo  centro  nell'Alpago,  fu  rovinosa 
a  Belluno  ;  dei  terremoti  irraggiati  da  Longarone  quello  del  1890  fu 
forte  a  Belluno,  l'altro  del  1893  si  propagò,  come  ò  detto,  con  maggior 
intensità  verso  TAlpago  ed  il  territorio  di  Conegliano  e  riuscì  solo  me- 
diocre in  tale  città  ;  dato  ciò,  anche  fatte  le  necessarie  proporzioni 
per  r  intensità  diversa  avuta  all'epicentro,  mi  pare  che  il  focolare  che 
più  direttamente  agisce  su  tale  città  sia  quello  dell' Alpago  ;  all'attività 
del  quale  sono  propenso  ad  ascrivere  il  paressimo  molto  forte  ivi 
sentito  il  24  ottobre  1875  [1104],  e  tutti  gli  altri  di  cui  abbiamo  o  solo 
notizia  per  Belluno  —  quali  ad  esempio  quelli  del  29  gennaio  1401 
[273]  e  del  1^  febbraio  1404  [277]  —  oppure  che  risultano  essere  quivi 
stati  più  intensi  che  non  in  altre  località,  a  meno  che  —  come  ò  già 
accennato  a  proposito  delle  repliche  che  tennero  dietro  al  parossismo 
del  1873  —  non  esista  un  vero  centro  bellunese  ben  distinto  da  quello 
dell' Alpago. 

Rispetto  ai  terremoti  esocentrici  riuscirono  disastrosi  a  Belluno  i  due 
che  sconquassarono  il  Veneto  nel  365  o  369  e  nel  1117  ;  rovinoso  quello  di 
Villaco  (1348)  ;  molto  forte  l'altro  che  ebbe  suo  centro  a  Moggio  (1389i: 
danni  non  tanto  gravi  apportarono  a  suoi  edifici  i  due  parossismi  ve- 
ronesi del  1403  e  del  1410  ;  rovinoso  invece  fd  lo  scuotimento  fi*iulano 
del  1511  e  fortissimo  quello  che  distrusse  Fauna  e  Cavasse  nel  18)2. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  che  non  apportarono  danno  alcuno  pre- 
dominano per  intensità  e  numero  quelli  provenienti  dai  focolari  sismica 


del  trevigiano  (1696,  1859,  1H60,  1895,  1897)  ;  quindi  vengon 
irraggiati  dal  Friuli  (J776,  1892)  e  dal  Teroneae  (1891  6  ti  e 
1892  9  vra,  1894  9  u).  Furono  inoltre  sentiti  in  Belluno  parei 
lua^iori  terremoti  della  Carniola  (1857,  1895),  della  Croazli 
delle  Marcile  (1873,  1897)  e  dell'  Emilia  (1873,  1898)  :  meno  fa 
ed  intensamente  il  bellanese  fa  interessato  dai  paroesiBmi  che 
la  Lombardia  (1879),  la  Homagna  ()875)  e  la  Liguria  occ.  (18* 
reg'ione  infine  è  compresa  nella  zona  entro  cui  si  rese  sei 
grande  terremoto  della  Uessenia  del  1886,  e  quello  dì  Capita 
1889. 

JVtuIt.  —  Lo  studio  della  sismicità  del  Friuli  ci  porta  ad  an 
anzitutto  un  centro  presso  Claut,  che  à  dato  due  terremoti  ass 
tcristici  :  il  primo,  successo  al  24  giugno  1892  [1219],  fu  a  Gli 
cc-utro)  fortissimo  e  molto  forte  a  Barcis  :  l'altro,  avvenuto  al 
bralo  1895  [1248],  ebbe  lo  stesso  centro  superficiale,  ma  mentr 
pagò  fortemente  a  Longarone,  l'area  entro  cui  fu  forte  si  mostr 
assai  più  espansa  verso  il  lato  meridionale. 

Questo  centro  A  dato  inoltre  molti  terremoti  di  minor  conte 
nere  assai  localizzati  :  fra  i  più  forti  ultimamente  sentiti  sono  <j 
vorare  1  seguenti  avvenuti  al  12  marzo  e  13  ottobre  1896  e  ^ 
mezzanotte  fra  1'  1  ed  il  2  febbraio  1898  ecc. 

Assai  interessante  per  fissare  la  posizione  dei  centri  di  souc 
friulani  è  lo  studio  del  periodo  sismico  che  scosse  la  Gamia  n 
U195],  durante  il  quale  sì  riscontrarono  frequenti  trasposizioni  di 
come  risulta  dalle  notizie  a  suo  tempo  date  e  che  qui  riassum 

A)  Centro  di  Tramonti  :  scosse  3  nov.  9*  e  9''  45»  p.  ;  10  nov. 

B)  »       nei  pressi  di  Meduno:  scossa  0  nov.  sera. 
0)       »      -         »  Allegnidis  e  Lauco  :  16  ottobre. 

D)  i>  di  Tolmezzo:  scosse  25  giugno,  21  e 26 agosto,  12- IS 

E)  »  nei  pressi  di  Avosacco;  scosse  14  e  15  ottobre. 

F)  R  di  Dierico:  scossa  13  ottobre  1>>  30°*  p. 

G)  »  di  Moggio:  varie  scosse  dopo  il  13  ottobre. 
H)  »  di  Questis  :  scossa  del  5  settembre. 

Il  centro  di  Tramonti  (A)  h  dato  inoltre  il  terremoto  del  9-1 
1776  [767J,  slato  rovinoso  specie  a  Tramonti  di  Mezzo,  e  su: 
(In  varie  repKche.  Vari  anni  dopo,  cio6  al  16  marzo  1789  [81 
violenta  scossa  urtò  tale  regione  ed  al  3-4  agosto  successivo  ui 
p.trossi8mo,  seguito  da  repliche  per  circa  un  mese,  sconquassi 
monti  di  Sotto.  Al  6  giugno  1794  [829]  un  altro  violento  scuo 
riuscì  rovinoso  specialmente  ai  Tramonti  dì  Mezzo  :  al  massimo 
tennero  dietro,  anche  in  questa  occasione,  numerose  scosse,  fra 


o,  Seqnals  ecc.,  località  Ticine  a  qaella  colpita  la  sera  del  9  no- 

3  18H9. 

scossa  che  spieg&  la  eaa  massima  intensità  a  Laaco  (C)  provenne 

centro  vicino  alla  cni  attività  dobbiamo  il  terremoto  rovinoso 
snonzo  successo  nel  giorno  28  luglio  1700  [597]. 

centro  di  Tolmezzo  (D)  irraggiò  il  terremoto  disastroso  del  % 
ì  1788  [812J,  quello  rovinoso  del  1790  [816],  U  periodo  sismica 
ire -10  novembre  1841  1971]  e  l'altro  di  minore  importanza  «v-| 
I  nel  gennaio  1670  :  e  ciò  oltre  numerose   scosse   forti,  mediocri  ' 

centri  di  Dierico  (P)  e  di  Questis  (H)  non  conosco  altre  mani- 
OQÌ  :  di  quello  di  Moggio  (6)  abbiamo  il  terremoto  rovinoso  dd 
isto  1389  [263]  ed  in&ne  con  la  scossa  di  Avosacco  (E)  possiamo 
Icare  il  terremoto  del  6  ottobre  1839  [963]  —  snssegaito  da  in- 
periodo   sismico  —  che   spiegò   la   sua   massima  intensità  nclU 

Arta,  e  forse  anco  le  scosse  di  cai  abbiamo  solo  notizie  per  Sntrìo. 
isti  sono  i  focolari  che  nel  1889  si  sono  ridestati  più  •}  meno 
ilmente.  Pur  completare  poi  la  nostra  corografia   è   nopo   acc«n- 

alcani  altri  che  si  trovano  nel  I^Mnli.  In  primo  luogo  viene  quello 
'denone  -  Fiume,  il  cui  terremoto  caratteristico  è  quello  del  set- 
)  1750  [700]  ;  quindi  il  centro  di  Spilimbergo  colpito  in  modo 
imo  nel  giorno  22  febbraio  1451  [311]  é  rovinosamente  ancora  ^I 
Taio  1455  [313J. 

pressi  di  Tolmezzo  abbiamo  11  focolare  di  Amaro,  di  coi  ricorderò 
Itiaeime  scosse  sentite  dal  gennaio  al  marzo  1853  [1010],  propa- 

entro  un'area  di  5  miglia. 

centro  di  Gemona  dobbiamo  fi  terremoto  del  marzo  1511  [376' 
1  rovinoso  oltre  che  nel  Friuli  anche  nella  Venezia,  nel  Iielln- 
nel  trevigiano,  nel  padovano,  nel  vicentino  e  fortissimo  net  ve- 
;.  Le  repliche  susseguite  al  parossismo  fhrono  tutto  corocentrìche. 
one  fatta  per  qaella  successa  nel  dì  8  agosto  che,  come  vedremo, 
na  ad  uno  spostamento  di  centro,  essendo  riuscita  più  Intensa  ^ 
ile.  Nel  12  luglio  1514  [378]  Gemona  txx  colpita  nuovamente  da 
coBsa  fortissima. 

5sao  Pontebba  ebbero  loro  centro  i  violenti  scuotimenti  del  1*  di- 
e  1896  [1268]  e  forse  anche  quello  di  identica  forza  accaduto  nel  di 
igno  1879  [1127]. 

terremoto  del  1279  [176]  pare  sia  stato  più  intenso  a  Cividale.  ds 
Dblamo  visto  essere  in-aggiftto  lo  scuotimento  deir8  agosto  1511  sus 


tnEfTBffù  10^ 


)ee;ixito  al  grande  parossismo  di  Gemona.  Con  qneste  manifestazioni  si 
dentificano  pure  la  scossa  fortissima  del  14  maggio  1872  [1086]  con  le 
repliche  che  le  furono  susseguenti.  Terremoto  tipico  di  questo  centro 
h  a,nche  quello  quasi  rovinoso  avvenuto  il  20  febbraio  1898  [1290]  con 
il   suo  massimo  secondario  del  12  aprile. 

Presso  Orsaria  infine  spiegarono  la  massima  intensità  alcune  scosse 
avvertite  nella  notte  dell'  8  ottobre  1746  [694]. 

Con  questa  rapida  rassegna  abbiamo  posto  in  luce  l'esistenza  di 
molti  centri  sismici  friulani,  alcuni  dei  quali  anno  dato  luogo  a  terre- 
moti molto  localizzati,  altri  invece  a  fenomeni  riusciti  più  o  meno 
dannosi  a  tutta  la  regione  :  dato  ciò  sarebbe  assolutamente  temerario 
il  voler  determinare  all'attività  di  quale  centro  o  distretto  si  debbano 
ritenere  causati  quelli  accaduti  nel  1278  [175],  1301  [202],  1472  [333]  e 
1529  [389],  pei  quali  non  abbiamo  che  vaghe  notizie  generali. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  danneggiarono  specie  Udine  ed  il  Friuli, 
quello  del  134«  ohe  ebbe  il  suo  centro  nei  pressi  di  Villaco,  il  bellunese 
del  1873  e  quello  di  Lubiana  del  1895.  Altri  infine  interessarono  il 
territorio  senza  causare  lesione  alcuna:  f^a  questi  prevalgono  di  nu- 
mero i  terremoti  emiliani  (1796,  1810,  1832,  1873),  e  quindi  altri  coro- 
centrici  del  bellunese  (1890,  1893),  del  trevigiano  (1895),  del  veronese 
(1891),  della  Carniola  (1857,  1897),  della  Croazia  (1880),  della  Romagna 
(1828,  1875),  delle  Marche  (1741,  1897),  della  Toscana  (1810)  e  della 
Capitanata  (1889). 

Trieaie.  —  Trieste  partecipa  agli  stessi  movimenti  sismici  che  scuo 
tono  la  Venezia  (vedi  §  qui  appresso),   riuscendovi  però   più  intensi 
quelli  che  provengono  dalla  Carniola  o  dai  centri  dalmati. 

Di  terremoti  corocentrici  non  ne  conosco  che  uno,  del  resto  molto 
dubbio,  avvenuto  nel  1794  [880]. 

Venezia.  —  I  cataloghi  sismici  molte  volte  ricordano  essere  stata 
Venezia  danneggiata  da  terremoti,  le  cui  date  non  trovano  riscontro 
con  quelle  di  parossisnli  avvenuti  in  regioni  confinanti.  Citerò  i  se- 
guenti accaduti  negli  anni  745  [1298*],  840  [1299*],  1093?  [1300*],  1105 
o  1106  [103*],  1212  [137],  1233?  [1303*],  1275  [1304*],  1282  o  1283  o 
1286  [180*],  1321  [217],  1373  [253],  1410  [1311*],  1429  [296],  1457  [319], 
1516  [380],  1522  ?  [383],  1523  [386]  e  1622  [494]. 

Nessuno  però  dei  terremoti  accaduti  in  questo  secolo,  nel  quale  le 
notizie  sismiche  risultano  assai  più  complete,  pare  abbia  avuto  suo 
centro  nei  pressi  di  Venezia.  Questa  città  risenti  gravi  danni  per  i 
terremoti  lombardo-veneti  del  365  o  369,  del  1117,  del  1222  (Brescia), 
del    1348   (Villaco),  del  1504  (Bologna?),  del  1688  (Romagna)  ;   e   leg- 


Ilo  CAPINOLO  V 


gieri  per  quelli  del  1570  (Ferrara),  del  1717  (Friuli),  del  1690  (Villac^ . 
del  1812  (Fauna  e  Cavasse),  del  1873  (bellunese)  e  del  1895  (Lnbian:! . 
Fra   i   terremoti  riusciti   innocui  a  Venezia  predominano  quelli  «li 
origine  friulana  (1278,  1279,  1472,  1776,  1788,  1892,   1898).  quindi   yn 
altri  irraggiati  dai  centri  delle  varie  regioni  venete  (1695,  1756,    In  7 
1860,  1895,  1897  trevigiano;  1591  Vicenza;  1670,  1891,  1892,   1894  vr 
ronese  ;  1893  bellunese)  o  del  territorio  posto  a  levante  della  Venez:;» 
(1667,  1898  Dalmazia  ;  1845,  1857  Camiola  ;  1870  Istria)  ;  del  ferrane 
(1895,  1898)  ;  della  Romagna  e  Marche  (1277,  1786,  1838,    1861,    1870 
1873,  1875,  1878,  1887,    1897);    dell'Emilia   (1857,  1873,    1885);    dei: 
Lombardia  (1693,  1894)  ;  della  Liguria  (1887)  ;  della  Capitanata  (1S6"V' 
e  di  Messenia  (1886). 

Padova.  —  La  stessa  indipendenza  fra  le  date  dei  maggiori  terre- 
moti corocentrici  che  abbiamo  riscontrato  esistere  fra  Verona  e  Vicenzs 
troviamo  eziandio  per  Padova,  che  sappiamo  essere  stata  con  violenza 
urtata  negli  anni  802  ?  [62]  ;  1004  [92],  1487  [347],  1533  [393],  im 
[473],  1646  [5221,  1662  [550]  e  1756  [720]  ;  terremoti  le  cui  date  n«.n 
corrispondono  punto  a  quelle  di  altri  parossismi  provenienti  da  focolari 
proprii  delle  regioni  circostanti. 

Nessun  dato  ci  porta  a  poter  fissare  anche  approssimativamente  h 
posizione  di  un  centro  speciale,  alla  cui  attività  si  dovrebbero  gli  anzi 
citati  terremoti,  e  nessuna  luce  in  proposito  ci  porgono  anche  le  scosse 
di  minor  importanza  successe  in  questi  ultimi  anni.  Di  notevole  sulla 
sismicità  di  questa  regione  ci  resta  a  dire  che  il  terremoto  accaduto 
neiranno  260  o  261  [27]  riusci  dannoso  a  Padova  e  forse  più  a  Vi- 
cenza, senza  aver  recato,  a  quanto  pare,  guasti  a  Verona,  giacché  non 
ne  fanno  menzione  i  cronisti  locali. 

Il  terremoto  del  365  o  369  (bellunese?),  dell' 801,  del  1117,  del  V2'2'2 
e  del  1511  (Friuli)  causarono  danni  gravi  a  Padova  e  lievi  quello  del 
1268  (bellunese).  Fra  gli  innocui  esocentrici  predominano  quelli  irrag-  i 
giati  dal  centri  veneti  (1695,  1717,  1756,  1767,  1776,  l''88,  1789,  17^4, 
1833,  1836,  1857,  1859,  1860,  1873,  1891,  1892,    1894,  1895,  1897)  :  dai 
ferraresi   (1624,    1787,    1796,    1895,    1898)  ;  dagli  emiliani  (1779,  1801. 
1806,    1810,    1811,    1818,    1832,    1834,    1857,    1873,    1885,    1888,    181)5. 
1898)  ;  dalla  Lombardia  (1693,  1781,  1786,  1799,  1802,  1828,  1894)  ;  dalla 
Romagna   (1688,    1780,  1781,  1861,  1870,  1875,  1878,  1887).  Meno  fre- 
quentemente si  risentono  quelli  provenienti  dai  focolari  sismici  marchi- 
giani (1873,  1897),  oppure  della  Toscana  (1810)  e  della  Liguria  (1887 1. 
Fra  i  terremoti  esteri  noterò  che  a  Padova  furon  più  o  meno  sensibil- 
mente intesi  i  due  della  Camiola  del  1857  e  del  1895  e  quello  del  174;) 
proveniente  dall'Oriente. 


l 


s 


Jìovigo.  —  U  terremoto  successo  al  25  mag^o  1895  [1255]  < 
i*.  presenza  di  un  centro  eisinico  nei  pressi  dì  Villanova  Marc 
secondo  le  notizie  che  possediamo  Intorno  alla  scossa  motto  i 
^■ioi.-QO  11  luglio  1857  [1032*]  parrebbe  che  a  Rovigo  sia  stata 
tcxxsa  che  altrove  :  ma  con  ogni  probabilità,  tale  fenomeno  fa 
cla.1  risveglio  del  focolare  anzidetto,  che  dieta  soli  Km.  10 
cit.t&.  Qualche  scossa  —  ps.  la  forte  e  localizzata  sentita 
a**  ant.  del  25  novembre  1893  —  pare  Irraggiata  Invece  dai  ] 
Sdenta. 

Kigaardo  ai  fenomeni  esocentrici  ricorderò  che  il  grande  tt 

lombardo  del  1222  fu  rovinoso  a  Rovigo  :  nessuna  notizia  ò  p 

trovare  circa  l'intensità  avnta  dalle  grandi   commozioni  del  3^ 

1 117  :  come  pare  dei  maggiori  parossismi  che  urtarano  nei  sec 

i-iori  al  presente  le  regioni  circostanti,  sappiamo  solo  che  veei 

giunse  1!  terremoto  bergamasco  del  1397  :  per  quelli  avvenuti 

conda  metà  del  secolo  XIX,  dirò  che  furono  avvertiti  forteme 

^uentl:  1873  (bellunese),  1891    (veronese)  e  1895  (Lubiana)  ;  k 

mente;  1875,  1885.  1887  (Romagna)  e  1898  (Emilia):  ed  in  modo  1 

1859,  1860  (trevigiano) :  1892,  18a4  (veronese);  1881,  1885,  18* 

(Kmilia);  1873,  1897  (Marche);  1886  (Messenia)  ;  1887  (Liguria 

(.Capitanata). 


VI.  -  Ferrarese 

{Fra.  120). 

Ferrara,  —  Come  terremoto  tipico  causato  dall'attivitA  di 
centro,  si  deve  ricordare  il  grande  periodo  dt  scuotimenti  1 
con  il  16  novembre  1570  [442*]  e  perdurato  più  o  meno  interroi 
Uno  quasi  allo  spirare  dell'anno  1575.  Il  maseimo  sismico,  avy 
3"  circa  della  notte  del  17  novembre  1570,  riuscì  veramente  d 
por  Ferrara,  nei  cui  dintorni  rimasero  localizzati  1  maggiori  e 
namicl,  mentre  le  onde  sismiche  sensibili  alle  persone  si  prop 
ad  una  notevolissima  distanza. 

Tutte  le  scosse  di  tale  grandioso  periodo  parvero  irraggia 
stesso  centro  sismico,  quindi  le  possiamo  ritenere  come  vere 
della  principale  concnasione,  eccezione  fatta  per  alcane  rius 
intense  a  Bondeno,  ove  esiste  un  centro  secondarlo.  Infatti  1 
storia  sismica  ricorda  che  in  tale  località  al  23  gennaio  1843  f 
una  scossa  isolata  ed  altro  at  21  aprile  e  13   settembre  1897, 


Ili  CAPÌTOLO  V^ 


nomeni  perfettamente  locali,   e  passati  inavvertiti  nei  paesi   circon- 
vicini. 

All'attività  d^ì  centro  ferrarese  ascrivo  tutti  i  terremoti  corocentrici 
che  sappiamo  aver  causato  danni  più  o  meno  gravi  alla  città:  cioè  i 
seguenti  :  1234  [150],  1285  [183],  1365  [246],  1379  [255],  1425  [292;, 
1483  [340],  1495  [356],  1508  [372],  1561  [431],  1594  ?  [458],  1678  1561J- 
1743  [689]  e   1787  [808]. 

Oomacchio.  —  Del  centro  di  Comacchio  non  conosco  che  il  terremoto 
tipico  del  1895  [1249],  che  colpì  specialmente  tale  località  ed  un  po' 
meno  la  vicina  Ostellato. 

Argenta.  —  Il  terremoto  del  1898  [1289]  ebbe  il  suo  centro  nei  pressi 
di  Argenta,  da  cui  fu  originato  il  parossismo  del  1624  [496]  —  che  può 
essere  considerato  come  il  tipico  —  e  l'altro  pure  rovinoso  accaduto 
nel  1467  [327].  Moltissime  scosse  più  o  meno  sensibili  isolatamente 
sentite  in  Argenta,  sono  da  ritenersi  come  manifestazioni  dell'attività 
sismica  di  tale  focolare. 

Portonovo,  —  Infine  abbiamo  un  nuovo  centro  nei  pressi  di  questa 
località,  che  viene  messo  in  evidenza  dal  terremoto  del  1796  [836*], 
stato  quasi  rovinoso  a  Medicina  e  fortissimo  a  Ferrara. 

I  terremoti  ferraresi,  specie  quelli  di  Comacchio,  di  Argenta  e  di 
Ferrara,  ritengono,  sismologicamente  parlando,  caretteri  molto  simili 
a  quelli  proprii  della  regione  veneta,  la  quale  di  preferenza  viene  in- 
teressata sensibilmente  dalle  radiazioni  provenienti  dagli  anzi  citati  foco- 
lari. Così  ps.  per  il  terremoto  del  1365  sono  ricordati  oltre  Ferrara,  come 
luoghi  intensamente  colpiti,  anche  Treviso,  Padova,  Venezia  e  località 
vicine  ;  quelli  del  mese  di  agosto  1425  e  del  13  dicembre  1495  causa- 
rono grande  spavento  in  Venezia  :  il  massimo  sismico  del  1570  fu  vio- 
lento a  Venezia,  a  Treviso  ed  a  Padova  e  così  pure  quello  di  Argenta 
del  1624. 

Gioverà  pure  ricordare  a  questo  proposito  che  la  scossa  del  16  gen- 
naio 1898,  mentre  passò  inavvertita  a  Bondeno  e  ad  Ariano,  che  distano 
ambedue  Km.  45-50  da  Argenta,  fa  lievemente  sentita  ad  Este,  a  Mon- 
tagnana,  a  Verona  ed  a  Barbarano  :  quella  poi  del  9  marzo,  stata  in- 
sensibile entro  la  zona  Ficarolo  -  Sanguinetto  -  Cologna  -  Soave  Pincara, 
lievemente  commosse  Verona  e  Trissino. 

Anche  i  terremoti  di  Comacchio  del  1895  presentarono  pure  tale  ca- 
ratteristica ;  l'area  entro  cui  il  movimento  fu  sensibile  alle  persone  é 
assai  allungata  in  senso  N-S.  e  specialmente  espansa  dalla  parte  set^ 
tentrionale,  cioè  nel  territorio  di  Rovigo,  di  Padova  e  di  Venezia  ;  la 


località  più  lontana  da  Comacchio  che  &  avvisato  il  terrenu 
essere  Fontanlva,  in  qael  dì  Padova,  che  dista  circa  Km.  1( 
ad  oriente  abbiamo  Barlceila  a  boIì  50  ed  a  mezzodì  Bass 
stanza  di  qaasi  40  Km. 

Avvicinandoci  alla  Romagna,  tale  tendenza  tende  a  dimii 
fatti  il  terremoto  di  Portonovo  del  1796  si  connette  giJl  quasi i 
quelli  dell'  Emilia  e  Romagrna  :  infatti  esso  fa  fortiesimo  o  i 
a  Ferrara,  a  Padova  ed  a  Vicenza,  causò  quasi  eguali  effetti 
anche  a  Bologna  ed  a  Forlì. 

A  Ferrara  nasci  rovinoso  il  terremoto  di  Villaco  del  134 
sime  0  molto  forti  lo  maggiori  scosse  del  periodo  sismico 
del  1504-5;  i  terremoti  modenesi  del  1501,  il  trevigiano  del  16 
di  Argenta  del  1624,  dell'  Emilia  1873  e  di  Romagna  del  1661 
Rispetto  ai  terremoti  innocui  predominano  per  intensità  e 
qneili  irraggiati  dai  centri  bolognesi  (1399,  1408,  1666,  1767,  1 
1878,  1889)  e  romagnoli  (1505,  1672,  1688,  1701,  1813.  1870,  1 
1887)  ;  vengono  poscia  gli  scuotimenti  originati  dagli  altri  ^ 
liani  (1831,  1832,  1857,  1869,  1895,  1898)  ;  dai  veneti  (1717,  1 
1836,  1873,  1691,  1892)  ;  dai  lombardi  (1693,  1894)  e  dai  m 
(1873,  1897);  fa  Inoltre  sentito  a  Ferrara  il  terremoto  di  L 
1887,  di  Lubiana  del  1495,  delie  Tremiti  e  del  Chietino  par 
ed  isolatamente  la  grande  concassione  che  colpi  Firenze  nel 
tale  anno. 

Argenta  partecipa  agli  stessi  scaotimenti  esooentrici  che  art 
rara  :  per  di  più  sappiamo  che  vi  catisò  qaalche  danno  il  | 
della  Romagna  del  1688,  stato  a  Ferrara  solo  forte,  e  che  vi 
giansero  quelli  dei  1591  e  del  1781  ;  quest'  ultimo  deve  certa 
sere  stnto  inteso  anche  in  tale  città.  Manco  dì  notìzie  sai  di 
da  Argenta  in  occasione  del  terremoto  del  1796,  ma  coi 
r  intensitA  avata  in  Ferrara  e  la  sua  maggior  vicinanza  ali 
non  può  a  meno  detto  parossismo  che  avervi  causato  delle  : 


VII  -  Emilia 

(FlG.  1211. 

Piacentino.  —  La  provincia  di  Piacenza,  slsmologlcamentf 
Interessante  delle  altre  che  costitoiscono  la  regione  emìiiai 
sono  le  notizie  che  sono  riuscito  a  raccogliere  e  da  tale  ma 
certissime  risaltano  pure  le  deduzioni.  Abbiamo  visto:  a)  ci 
la  Lombardia  e  Piacenza  furono  danneggiate  da  un  grande  » 


m^^^^tm^mmmm 


Ili  CAPITOLO  tncf 


[335],  di  cai  non  sappiamo,  per  mancanza  di  dati,  precisare  il  Inog-o  «ii 
origine  ;  b)  che  in  occasione  di  nn  terremoto  saccesso  nel  1786  [804]  — 
che  pare  irraggiato  dai  pressi  di  Crema  —  in  Piacenza  caddero  molti 
comignoli  ;  e)  che  la  piccola  scossa  del  21  febbraio  1887  (cfr.  pag.  08*^ 
urtò  con  quasi  eguale  intensità  Piacenza  e  Milano  :  d)  che  infine  queliii 
deir  8  agosto  1897  (loc.  cit.)  interessò  gli  estremi  lembi  dell'  Oltre  Po 
pavese  e  del  territorio  lodigiano  e  piacentino.  Tali  fatti  ci  mettono  in 
evidenza  la  correlazione  già  indicata  fra  l'attività  sismica  del  piacen- 
tino e  quella  della  Lombardia. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  sentiti  in  Piacenza  noterò  che  il 
grande  parossismo  veneto  del  1117  causò  con  probabilità  varie  rovine- 
ai  suoi  edifici,  i  quali  violentemente  vennero  commossi  anche  dal  ve- 
neto -  emiliano  del  1304  e  da  quelli  di  Novellara  del  1810  e  di  Liguria 
del  1887  ;  in  modo  mediocre  fu  sentito  il  bresciano  del  1802,  il  reg;giano 
del  1885,  il  veronese  del  1891,  il  parmigiano  del  1898  e  lievemente  i 
seguenti  :  bellunese  1873,  emiliano  1873,  appennino  bobbiese  1882,  bre- 
sciano 1894,  modenese  1895,  Lubiana  1895... 

Un  centro  di  terremoti  molto  localizzati  si  trova  neirappennino  pia- 
centino, nei  dintorni  di  Bardi,  come  ce  lo  attesta  il  periodo  sismic: 
del  1801-2  [842]  ed  altre  scosse  lievi,  ps.  quella  delle  20^  del  7  marzn 
1898.  Quivi  furono  sentite  la  maggior  parte  delle  scosse  esocentriche 
avvertite  a  Piacenza,  e  con  maggiore  intensità  quelle  Irraggiate  dai 
centri  di  Pon  tremoli  e  di  Borgo  taro. 

Regione   tra  Piacenza  e  Parma»  —  Il   grande   terremoto   del    143S 
[300]   fu   rovinoso   tra  Parma   e  Piacenza  :  in  tale  triste  congiuntura  ' 
soffrirono  in  pari  grado  anche  Castelnuovo  e  Borgo  San  Donnino  :  nulla  I 
a  questo  riguardo  dicono  le  cronache  modenesi,  le  reggiane  e  le  lom-l 
barde  ;  possiamo  ritenere  il  centro  situato  fra  Piacenza  e  Parma.  For^e 
non  si  va  tanto  errati  se  lo  si  ripone  nei  pressi  di  Borgo  San  Donnino, 
località  che,  come  ò  detto,  partecipò  in  modo  violento  alla  concussione 
tellurica,  e  presso  cui  ebbe  origine  un  altro  veemente  terremoto,  queib 
del  12  gennaio  1586  [1325],  che  non  si  trova  ricordato  nelle  cronache  di 
Parma.  Per  di  più  non  mi  pare  fuori  proposito   far   menzione  di  uno 
scuotimento,  il  quale  quantunque  lieve,  presenta  grande  interesse  per 
lo   studio   sismo-topografico   della   regione,  cioè  della   scossa  successa 
il   6  dicembre  1885,    che  presso   Salso   spiegò   la   sua   massima  forza, 
riuscendo  solo  lieve  a  Parma,  a  Piacenza,  a  Milano,  a  Monza,  a  Kecco, 
a  Chiavari,  a  Genova  ed  a  Massa  Carrara.  Data  la  grande   vicinanzii 
di  Borgo  San  Donnino  a  Salso,  mancando  per  il  terremoto  del  1438  di 
notizie  particolareggiate  riguardanti  quesi'  ultima  località,  io  credo  che 
ambedue  tali  manifestazioni  sismiche  si  possano  ritenere  causate  dal- 


I'attÌTit&  di  nn  unico  centro,  e  che,  fatte  le  debite  p 
diversa  inteneità  avata  all'epicentro,  anche  il  terren 
possa  con  quella  identificare.  A  questo  centro  ascrive 
bile  scossa  sentita  a  Bor^o  San  Donnino  circa  le  7' 
maggio  1872  lievemente  intesa  a  Parma  ed  a  Genova 
remoto  del  18  giugno  1896  (4"  43""  circa),  clie  a  Bo 
fu  assai  sensibile  e  che  più  o  meno  lievemente  si  pr 
zona  elittica,  al  cui  lembo  esteriore  stanno  Cortemag 
qnato,  Salsomaggiore,  Medesano,  Noceto  e  che  passò 
a  Parma  qoanto  a  Piacenza. 

La  piccola  scossa  del  1885  già  ricordata  ci  forni 
prova  del  nesso  che  lega  la  sismicità  dell'  Emilia  a  q 
bardia:  e  se  tale  lieve  scnotimento  si  è,  come  alti 
oltre  Milano,  a  maggior  ragione  potremo  ritenere  che 
stato  nentito  il  terremoto  del  1438  ed  altri  parecchi  di 
È  degno  di  essere  ricordato  che  it  parossismo  del  16 
detto  (pag.  694),  pare  abbia  avuta  il  suo  centro  nel 
fortissimo  a  Milano  e  spiegò  uguale  intensità  anche  f 
risultò  solo  forte  a  Lodi. 

Parma.  —  Riguardo  a  Parma  oltre  che  dal  terren 
1438  [300],  di  cni  6  più  volte  accennato,  rimase  piò 
giata  dai  segnenU  :  1104  3  i  [lOl*],  1383  24  vn  [257], 
1438  [300],  1545  9  vi  [*1.  1572  4  vi  [l3-ia].  162t)  S 
6  X  [1327],  1732  4  li  [1331],  1738  5-6  XI  [674*],  1774 
0  xu  [886],  1831  11  IX  [929],  1857  1  n  [1030]  e  1886 

Per  i  terremoti  del  1104,  1383,  1572,  1628,  1638 
ritrovato  che  notizie  riguardanti  Parma  ;  dell'  altro  s' 
sappiamo  essere  stato  meno  intenso  a  Modena  ;  nnlla  d 
riguardo  le  cronache  di  Reggio  e  di  Piacenza,  siamo 
tenero  tali  terremoti  di  origine  entocentrtca.  Nel  pai 
del  1738  e  del  1818  risulta  stato,  oltre  che  la  città,  li 
tado.  Di  quello  del  1438  ò  già  parlato.  Del  terremoto 
suo  epicentro  nei  pressi  di  Borgotaro,  come  degli  alti 
1831  e  nel  1857,  che  causarono  danni,  abbastanza  gr. 
lieve  momcQto  l'altro,  parlerò  in  apposito  capitolo. 

Vediamo  ora  di  precisare  le  zone  pleistosismlche  d 
centrici  parmigiani  piili  noti.  Quello  del  1834  [940*] 
centro  nei  pressi  di  San  Vitale  di  Baganza  ed  il 
[1291]  in  vai  della  Parma,  vicino  a  Torrechlara;  si  1 
fiirono  rovinosi  all'epicentro  e  sentiti  solo  fortemente 
città  venne  urtata  con  maggior  violenza  ohe  non  I 


1 


716 


cAFTfotJò  tra 


successe  in  occasione  del  terremoto  del  1886  [1174*],  il  quale  in  Pamu 
riusci  molto  forte  ;  questo  massimo  sismico  venne  irradiato  da  un 
focolare  assai  superficiale^  perchè  poco  estesa  è  la  zona  entro  cui  m 
sensibile  alle  persone,  malgrado  che  per  V  intensità  avuta  nella  sua  area 
mesosismica  sia  classificabile  frs.  i  molto  forti  ;  essa  risulta  assai  espansa 
con  forma  di  un  C,  ai  cui  estremi   stanno   Parma  e  Traversetolo. 

Il  terremoto  del  1818  [886*]  fti  fortissimo  a  Parma,  molto  più  a  Lan- 
ghirano ed  a  S.  Michele  e  causò  qualche  danno  sui  colli  del  reggiano: 
quantunque  le  notizie  che  posseggo  siano  assai  incomplete,  dirò  che 


(Fio.  121). 

a  me  sembra  di  intravvedere  un'area  mesosismica  molto  simile  a  queliti 
dello  scuotimento  del  1886. 

Più  a  mezzodì,  nel  bacino  deir  Enza,  troviamo  il  centro  secondario  di 
Vairo  -  Palanzano,  fomite  delle  forti  scosse  sentite  al  3  marzo  1844  ed 
al  20  ottobre  1893.  A  SW.  ne  abbiamo  un  altro  nei  pressi  di  Bercelo,  da 
cui  sembra  abbia  avuto  origine  uno  scuotimento  avvertito  il  23  agosto 
1856  :  quantunque  però  non  sia  improbabile  che  tale  scossa  possa  essere 
irraggiata  dai  pressi  di  Borgotaro,  che  con  Pontremoli  fa  parte  di  nn 
distretto  sismico,  le  cui  manifestazioni  —  eccettuata  quella  del  1545 -- 
riuscirono  sempre  innocue  per  Parma. 

Fra  i  terremoti  esocentrici,  degni  di  essere  ricordati  noterò  i  due 


rovinosi  del  1117  (yeneto)  e  del  1222  (brCBCiano),  il  qo 
18H2  (restano)  ed  ì  segnenti  altri  che  apportarono  da 
portanza  :  1249  (reggiano)  ;  1301  (Vicenza  -  E^milia)  ;  If 
1545  (valtareee)  ;  1695  (Asolo)  ;  e  qaeeti  oltre  i  dae  foi 
e  del  1786,  atati  di  gi&  accennati. 

Dei  terremoti  rinsciti  solo  più  o  meno  sensibili  ne 
provenienU:  dall'Emilia:  1465,  1547,  1806,  1810,  1885, 
1811,  1850,  1869,  1873,  1895  (modeneBe);  1779,  1834.  1 
1S81,  1889  (bolognese);  1570,  1796  (ferrarese)  —  dalla  L 
1882  (appennino  vogherese  bobbiese)  ;  1802,  1894  (t 
(Benaco)  ;  1851,  1855  (Valtellina- Vallese)  ;  1693  (Mantova 
1873  (bellanese)  ;  1891  (veronese)  ;  1836,  1860  (asola 
biana)  —  dalla  Toscana  :  1470,  1778,  1793,  1834,  1837 
1845  (Incchese)  ;  1843  (Mugello)  ;  1846  (pisano)  ;  1895  (] 
Romagna:  1781,  1786,  1875,  1887  —  dalle  Marche:  1 
(isolatamente)  —  dalla  Liguria  :  1687. 

Kagione  fra  Parma  e  Reggio.  —  Fra  il  bacino  del 
e  quello  del  Crotolo  esiste  un'area  sismica  di  coi  con 
moti  caratteristici  :  il  primo,  saccesso  nel  1831  [929*],  o. 
a  Reggio,  a  Sorbolo,  a  Castelnuovo  di  Sotto,  a  Bag 
meno  a  Parma  ;  il  secondo,  avvennto  nel  1857  [1030*], 
consegnenze:  qaeste  dae  commozioni,  rioscite  più  intt 
ritengo  causate  dal  risveglio  di  an  identico  centro  sisi 
le  dnc  accennate  città,  ma  più  a  questa  vicino  :  di 
seguente  capitolo. 

Reggio.  —  Le  cronache  e  storie  reggiane  ricordano 
moti  che  violentemente  urtarono  la  citt&  :  fra  qaesti 
negli  anni  1345  [231],  1485  [1318],  1524  [1319],  1591  [i 
non  presentano  alcun  riscontro  con  le  date  di  parossii 
modenesi  ;  di  uno  invece  accaduto  nel  1465  [323*]  sap 
gato  maggior  IntenaitA  a  Reggio  che  non  a  Parma 
cosi  dicasi  di  qnello  del  1249  [160*]  rispetto  a  Pann 
dell'altro  avvenuto  nel  1522  [384*]  ancora  rispetto  a  1 
luc^hi  di  Lombardia.  Inftne  abbiamo  quello  del  1547  [ 
rovinoso  a  Heggio,  fortissimo  a  Modena  e  piuttosto  lì( 

Tali  notizie  ci  inducano  ad  ammettere  l'esistenza 
regione  sismica,  le  cui  manifestazioni  urtano  molto  p 
Keggio  che  non  le  città  circostanti  dell'  Emilia. 

Un  primo  gruppo  di  terremoti  corocentrici  reggii 
focolare  sismico  di  Noveliara,  la  cui  attività  ne  k 


718  CAPITOLO  vn 


zialmente  tipici  :  nell'area  mesosismlca  del  primo,  successo  nel  18(X 
[Sdì***],  stanno  oltre  Novellara,  anche  Correggio,  Reggiolo,  Guastalla^ 
Carpi,  Campagnola,  Fabbrico  ecc.  ;  intomo  al  secondo,  accaduto  nel 
1810  [867*],  sappiamo  solo  che  fu  fortissimo  a  Novellara.  Bisogna  tener 
presente  poi  che  il  primo  riuscì  molto  forte  a  Reggio  e  forte  a  Parma 
ed  a  Modena,  e  che  l'altro  —  quello  del  1810  —  in  Reggio  fece  ca- 
dere alcuni  comignoli  e  scosse  fortemente  le  altre  due  città. 

Questi  due  terremoti  si  propagarono  con  grande  intensità  anche  a 
Milano  (anzi  quello  del  1806  vi  causò  qualche  danno)  e  furono  avver- 
titi più  0  meno  sensibilmente  entro  una  zona  assai  sviluppata  nell'  Italk 
superiore. 

L'area  mesosismica  del  grande  terremoto  reggiano  del  1832  [935*|. 
che  si  estende  da  S.  Polo  d'  Ensa  a  Castelnuovo,  includendo  Reggio, 
ci  mette  in  evidenza  una  nuova  zona  sismica,  le  cui  manifestazioni 
devono  specialmente  agire  su  tale  città;  infatti  i  danni  ivi  causati  ^i 
tale  parossismo  furono  di  gran  lunga  superiori  a  quelli  risentiti  d& 
Parma,  e  questi  maggiori  di  quelli  sofferti  da  Modena. 

Con  il  terremoto  del  1832  identifico  l'altro  del  1885  [1347]  —  stalo 
forte  a  Reggio  e  molto  più  intenso  nella  regione  collinesca  posta  ne: 
dintorni  della  città. 

Oltre  a  ciò,  se  noi  esaminiamo  le  notizie  date  nella  parte  prima, 
sui  due  terremoti  del  1831  [929*]  e  del  1857  [1030*],  vediamo  che  am- 
bedue riuscirono  assai  più  intensi  a  Reggio  che  non  a  Parma  e  che 
la  regione  posta  fra  queste  due  località  provò  con  maggior  energia  la 
concussione  :  ciò  mi  induce  non  solo  ad  identificare  fra  loro  gli  accen- 
nati parossismi,  ma  anche  con  quelli  del  gruppo  testé  accennato  (1832  e 
1885)  e  così  pure  con  le  scosse  minori  di  cui  abbiamo  o  solo  notizia 
per  Reggio,  o  che  risultano  essere  state  quivi  più  intense  che  al- 
trove :  fra  queste  comprendo  pure  la  scossa  della  sera  del  24  marzo 
1833,  che  mise  in  allarme  quella  popolazione  e  l'altra,  successa  nella 
notte  5-6  ottobre  1848,  che  causò  panico  grandissimo  e  fu  seguita  di 
repliche  fino  sul  far  del  giorno. 

A  mezzodì  di  Reggio  troviamo  due  centri  :  dal  più  importante,  sito 
nei  pressi  di  Carpinoti,  ebbe  origine  il  terremoto  del  17  maggio  1S92 
[12181;  all'attività  del  secondo  che  si  trova  nel  bacino  della  Secchia 
nelle  vicinanze  di  Sologno,  dobbiamo  manifestazioni  di  minor  inten- 
sità, fra  le  quali  due  forti  scosse  sentite  nell'  11  marzo  1889. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  oltre  ai  modenesi  ed  ai  parmigiani  —  al- 
cuni dei  quali  causarono  anche  qualche  danno  (per  esempio  :  1671, 1811 
e  1818)  —  riusci  in  Reggio  rovinoso  il  parossismo  del  1222,  e  forse  anco 
quello  di  Villaco  del  1348,  e  fortissimo  il  bolognese  del  1504-5.  Inoltre 
furono  più  0  meno  sensibilmente  sentiti  i  seguenti   provenienti  dalla 


EHILU  719 

LiOinl>ardia  :  l'W2,  1894  —  dal  Veneto:  1695  (Asolo),  1891  (veronese), 
1895  (Lubiana),  —  dal  bolognese  :  1864,  1878,  1881  —  dal  ferrarese  ; 
1570  —  dalla  Toscana:  1740,  1834,  1837  (Apuane);  1843  (Mugello)  — 
dalla  Romagna  :  1874  —  dalle  Marche  1873. 

Modena.  —  Due  soli  fra  i  grandi  terremoti  reggiani  urtarono  Mo- 
dena con  intensità  tale  da  causarvi  danni  :  invece  in  occasione  di 
<luello  del  1671  [556*]  —  che  inferse  danni  gravissimi  a  questa  città  — 
Reg'gio  ebbe  a  sofiPt'ire  un  po'  meno  ;  anche  il  parossismo  del  1501  [362*], 
riuscito  disastroso  a  Modena,  fu  rovinoso  a  Reggio. 

Il  centro  di  scuotimento  sembra  essere  stato  nella  parte  bassa  della 
nostra  zona  mesosismica,  e  precisamente   nella   regione   montuosa   di 
Sassuolo, .  di  Castelvetro,  di  Marancllo,  di  Montegibbio  ecc.  Con  questo 
terremoto  si. identifica  l'altro  successo  nel  1671  [556*].  del  quale  ò  par- 
lato poco  prima;  quello  del  1811  [869*],  che  sappiamo  essere  stato  più 
che  in  Modena  intenso  nei  pressi  di  Sassuolo,  di  Montebaranzone,  ecc., 
ed  anche  quello  del  1850  [998]  che  fece  in  città  cadere  alcuni  comignoli. 
Anche  il  terremoto  del  1869  [1073*]  fu  fortissimo  a  Sassuolo  e  forte  a 
Modena  ed  un  po'  meno  a  Reggio  ;  quello  del  1873  16  v  [1090*]  fu  molto 
forte  a  Sassuolo  ed  a  Scandiano.  Io  credo   che   tutti   questi   terremoti 
costituiscano  le  manifestazioni  più  energiche  dell'attivitA  di  un  unico 
centro  sismico   posto    fra   Montebaranzone   e   Sassuolo  ;   focolare   che 
agisce  con  energia  tanto  su  Modena  che  su  Reggio,  ma  più  su  quella 
che  non  su  questa  città  :  che  quindi  tutti  gli  altri  terremoti  dei  quali 
abbiamo  solo  notizia  per  Modena  si  possano  con  i  precedenti  identificare. 
I  maggiori  sarebbero  accaduti  negli  anni  seguenti  :    1344   [230].    1471 
[:-i36].  1660  [543],  1753  [708]  e  1793  [827].  Del  rovinoso    terremoto   del 
1399  [272]  parlerò  più  oltre.  Noto  però  certe  piccole   scosse   sembrano 
avere  il  loro  centro  un  po'  più  a  SE,  vale  a  dire  fra  Modena,  Vignola 
e  Castelfranco  nell'Emilia. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  che  urtarono  il  territorio  modenese  pa- 
recchi causarono  danni  ;  fra  questi  citerò  in  primo  luogo  quelli  irrag- 
giati dal  vicino  reggiano  (per  esempio  1832)  e  quindi  vari  altri  prove- 
nienti da  focolari  diversi  :  cosi  successe  nel  1661  per  un  terremoto 
che  afflisse  la  Romagna  :  nel  1740  pel  parossismo  di  Barga  ;  nel  1869 
allorquando  venne  urtata  violentemente  la  regione  montuosa  del  bo- 
lognese. 

Altri  più  numerosi  interessarono  il  modenese  senza  causarvi  danni: 
fra  questi  noto  i  seguenti  colla  loro  provenienza  ;  dall'Emilia:  1522, 1810, 
1885  (reggiano)  ;  1409,  1818,  1834,  1857,  1898  (parmigiano)  ;  1433,  1455, 
1767, 1830, 1864, 1874,  1889  (bolognese)  ;  1570  (ferrarese)  —  dalla  Toscana 
1834  (Pontreraoli)  ;  1837  (Ugliancaldo)  ;  1845  (lucchese)  ;  1846  (pisano) 


CAPITOLO  vn 


) 


ii'ireDze)  —  dalla  Lombardia  ;  1828  (Vogherese)  ;  1802  e  1894 
)  —  dalla  Liguria  occ.  :  1854,  1887  —  dalla  Romagna  :  1864.  t^i 
-  dalle  Marche  1873  —  dal  Veneto  :  1873,  1891  ;  1895  (Lnbiana'; 
Villaco)  —  dal  Valleae  :  1855. 

<ioTi«  lUmica  del  Monte  Cimane.  —  Nei  presa!  di  qaesta  montAgXJ 
ao  una  zona  con  i  terremoti  di  Sestola,  di  Panano  e  di  Fiam&it», 
iati  prototipo  sarebbe  il  terremoto  del  1895  [1259]  e  forse  aiiL-lM{ 
meno  particolareggiatamente  descritto,  che  nrt6  Pacano  nà 
521].  Con  i  precedenti  sono  da  identificare  varie  minori  maIIi^^ 
li  fì-a  cnl  la  scosBa  del  17  gennaio  1896,  rlasclta  pi&  intensa  i 
o;  quella  del  13  maggio  buccobsÌto  che  arto  specialmente  Sestcli 
Case  di  Cervarola  ■  (a  SW.  di  detta  località,  snlia  via  del  Ci- 
ed  infine  Io  scuotimento  avvenuto  nel  di  8  dicembre  dello  stesso 
ìhQ  colpi  Fanano  e  forse  nn  po'  meno  Finmalbo. 
qaesta  regione  si  sentono  gli  stessi  terremoti  esocentricì  rvtì-t- 
Modena  :  con  minor  intensità  quelli  irraggiati  dai  focolari  posi. 
jntrione  di  tale  città  e  più  fortemente  quelli  del  basso  appennio: 
lese  e  della  Toscana,  alcuni  dei  quali  —  per  esempio,  1896  (Gra 
De),  1897  (San  Miniato)  —  urtarono  la  regione  del  Cimone  Benzi 
farsi  più  oltre. 

rione  Bisnica  di  Zocca.  —  Altra  regione  sismica  del  modenese  si 
nei  pressi  di  Zocca,  le  cui  manifestazioni  sono  intimamente  con- 
con  quelle  di  Ver^to  e  di  Porretta,  del  distretto  sismico  dell'ap- 
io bolognese,  alla  cui  descrizione  rimando  per  brevità  il  lettore, 
luotimenti  urtarono  violentemente  Modena  ;  è  da  ricordarsi  a  que^i' 
lito  che  quello  successo  nel  di  25  giugno  1869  [1069*]  In  talv 
^osò  qualche  piccolo  danno. 

ogna.  —  Le  scosse  del  terremoto  disastroso  modenese  del  1501 
>,  secondo  il  cronista  Nadi,  <  oneste  >  in  Bologna,  vale  a  dire 
evono  avervi  prodotto  danni  di  considerazione  ;  all'incontro  tali' 
loffrl  alquanto  in  occasione  del  violentissimo  parossismo  del  13'.':' 
stato  in  Modena  disastroso.  Queste  due  manifestazioni  io  U'.ii 
di  poterle  ft-a  loro  identificare  :  per  la  prima  abbiamo  noiizit 
particolareggiate  dalle  quali  risulta  accertata  l'origiue  modencso; 
iuvcce  potrebbe  accennare  od  al  focolare  indeterminato  che  ;i' - 
detto  esistere  a  SE.  di  Modena,  fra  questa  città  e  Vignola  e  Ca- 
nee, oppure  ad  uno  spostamento  di  epicentro  verso  il  bolognese, 
propriamente  forse  verso  la  regione  montuosa,  tanto  più  cbe  k 
tei  maggiori  terremoti  bolognesi  e  modenesi  noti  coincidono  e  che 


EHIUA  721 

più  grandiose  e  ben  conosciate  manifestazioni  ìrrag^rlate  da  tali 
3ntri  (pe.  qaetle  del  1864  e  del  1869)  furono  sentite  molto  più  intensi- 
tezite  a  Modena  che  non  a  Bo'ogna. 

f*re68o  Bologna  esiste  an  centro  sismico  al  qnalo  dobbiamo  con  ogni 
robabilità  le  maggiori  concossioni  sentite  in  Bologna,  le  cni  date  non 
rovano  riscontro  alcnno  con  1  terremoti  corocentrlci  di  altri  distretti 
ctl'Emilia  e  della  Romagna.  Ne  abbiamo  una  prova  evidente  nei  tor- 
eiuoto  del  1889  [1189J,  che  in  Bologna  causò  o,:;:ilche  lieve  danno, 
ncntro  fa  avvertito  con  minor  intensità  giA  a  pochi  chilometri  di  dl- 
tanza,  a  Castelmaggiore,  a  Zola  ecc. 

Anche  ncll'  attivo  ed  energico  periodo  di  Bcnotimenti  che  nel  1779 
773"*]  commosse  Bologna  le  maggiori  manifestazioni  —  quantunque 
ton  tali  da  causare  danni  gravi  —  ma  però  assai  più  intense  della 
icoBsa  del  1889  dianzi  menzionata  —  riuscirono  solo  fortissime  In 
;ittà  e  molto  forti  nella  vicina  Medicina.  All'attività  del  centro  bo- 
. Danese  ascrivo  i  seguenti  terremoti  :  .1174  [124j,  1229  [147],  1323  [220], 
i;Jtì5  [247],  1408  [280],  1438  [298],  1457?  1318],  16(i6  |551],  1801  [841]  e 
1834  [941]. 

La  maggiore  fra  le  manifestazioni  di  tale  focolare  è  il  grande  periodo 
sismico  iniziatosi  con  il  31  dicembre  1504  e  perdurato  per  tutto  il  maggio 
dell'anno  saccessivo  [366*].  che  causò  danni  immensi  e  Bologna  e 
qualche  guasto  anche  a  Verona,  a  Vicenza,  a  Ferrara  e  forse  a  Venezia. 
Abbiamo  visto  che  mentre  la  scossa  del  1889  rAjscl  molto  forte  (tale 
cioè  da  causare  lievi  danni)  a  Bologna,  nella  vicina  Zola  fa  solo  sen- 
sibile :  questa  località  si  trova  quindi  esteriormente  all'area  pleistosi- 
smica  del  terremoto  considerato,  però  dai  suoi  pressi  sembrano  Irraggiare 
alcune  scosse.  Ita  le  quali  una  abbastanza  forte  e  del  tutto  localizzata 
sentita  verso  le  S*"  '/»  del  2  febbraio  1898  e  seguita  nello  spazio  di  '/i 
d'ora  da  due  repliche. 

Dei  terremoti  esocentricl  riuscirono  rovinosi  per  Bologna  quelli  del 
1117  (bellunese),  del  1222  (bresciano)  e  del  1348  (Vlllaco)  ;  e  fortissimi 
o  molto  forti  1  seguenti  di  origine  romagnola  1393,  1661  e  1688:  cosi 
dicasi  del  ferrarese  del  1570  e  di  quello  di  Medicina  -  Portonovo  del 
1796  ;  furono  inoltre  sentite  più  o  menu  sensibilmente  parecchie  altre 
maggiori  manifestazioni  dei  centri  sismici  delle  Romagoe  (1672,  1781, 
1786,  1828,  1861,  1864,  1874,  1875,  1879)  ;  dell'  Emilia  (1501,  1671.  1811, 
1818,  1830,  1832,  183A,  1850,  1864,  1869,  1885,  1895,  1898);  del  fer- 
rarese (1624);  della  Toscana  (1542,  18114.  1840,  1843.  1871,  1895;  del 
Veneto  (IS'l,  1695,  1717.  1873,  1891,  1892);  della  Lombardia  (1276, 
1802,  1894)  e  più  raramente  quelle  irraggiate  dalle  Marche  (1873.  1897), 
Liguria  (1887)  e  Puglia  (1889):  e  ciò  oltre  a  vari  terremoti  d'oltralpe, 
fra  cui  quello  di  Agram  (1880),  di  Hessenia  (1886)  e  d!  Lubiana  (1895). 
bjuutta  :  Terrmuti  ecc.  4S 


^f^r  -  ..  ....._...  --     »^.-,j^. 


722  CAPITOLO  vra 


Appennino  bolognese.  —  I  terremoti  del  dicembre  1465  [314*],  che 
furono  violentissimi  a  Bologna,  pare  siano  stati  ancora  più  veementi 
nella  regione  montuosa  del  bolognese,  ove  si  possono  distinguere  vari 
centri  sismici  ;  il  terremoto  del  15  marzo  1864  [1053]  ebbe  il  suo  epi> 
contro  fì'a  Vergato,  Tolè,  Zocca  e  Savignano;  quello  del  1869  [IO?/ 
colpi  spi^cialmente  Casio,  Vergato,  Marzabotto,  Zocca,  ecc.  :  con  quest  > 
si  identifica  il  terremoto  rovinoso  del  1470  [330].  Nei  pressi  di  Porretia 
ebbero  origine  i  parossismi  del  7  febbraio  1864  [1053*],  del  26  gennaio 
1830  [923]  e  molte  altre  scosse  di  minor  importanza.  Noto  che  i  terre- 
moti porrettani,  se  di  qualche  intensità,  —  come  i  due  testé  citati  - 
tendono  a  propagarsi  con  maggior  violenza  verso  Vergato,  Sasso,  ecc. 

Dal  centro  del  Granaglione  provennero  le  scosse  dell'  8-9  loglio  ISi^f- 
[1266]  ed  infine  da  quello  di  Castlglion  de'  Popoli  il  terremoto  d»l 
1771  [756],  e  parecchi  altri  di  minor  conto,  fra  cui  quello  sentito  vers 
il  mezzodì  del  28  settembre  1897. 

Questa  regione  partecipa  specialmente  ai  terremoti  esocentrici  ir 
raggiati  dai  vari  centri  emiliani,  romagnoli  e  toscani. 


1 1 


Vili  -  Romagna 

(Fio.  122) 

Abbiamo  accennato,  parlando  dell'  Emilia,  Il  centro  sismico  bolo- 
gnese :  ora  dirò  che*  l'attività  di  tale  focolare  si  è  mostrata  spesse  volte 
in  correlazione  con  quella  di  altri  centri  appartenenti  alla  grande  re- 
gione sismica  della  Romagna.  La  sismicità  di  questa  si  presenta  io 
modo  molto  complesso  ed  assai  intricato  per  il  grande  numero  di  centri, 
per  la  loro  attività  e  per  le  trasposizioni  che  si  sogliono  avvertire  al- 
lorquando le  manifestazioni  perdurano  per  un  tempo  più  o  meno  lungo. 

Per  rendere  maggiormente  semplice  la  determinazione  dei  focolari, 
è  assai  utile  il  considerare  i  principali  periodi  sismici. 

Regione  tra  il  Savena  ed  il  Senio.  ~  Seguendo  il  criterio  dianzi 
espresso,  prendiamo  in  sommario  esame  gli  scuotimenti  successi  negli 
anni  seguenti  : 

A  -  Periodo  sismico  1874  [1100]: 

1<»  -  27  IX  :  fortissima  scossa  a  Monghidoro,  Campeggio,  Pietramala,  Firen- 
zuola, S.  Andreadi  Savena  ; 
2°  -  7  X  :  scossa  con  centro  nella  regione  Tjrli  ; 


—  l 


ROMAGNA  723 


2^  -  1  x:  dopo  la  precedente  scossa  due  fortissime  a  Tossignano  e  Marradi  ; 
4''  -  quindi  Fattività  sismica  si  trasporta  nel  Mugello  con  scosse  forti  specie 
a  Ronta. 

B  -  Periodo  sismico  1877-78  [1119]  : 

1<»  -  1877  XI  -  XII  :  fgrte  a  Tossignano  ; 

2*>  -  1878  12  III:  scossa  rovinosa  con  epicentro  a  Castel  S.  Piotro; 

^  -^     »    S  iTr  fiirtiflsima  a  Castel  S.  Pietro  e  Tossignano  ; 

•i""  -     »     4  VI  :  fortissima  a  Loiano  ; 

5»  -     »    9  XI  :  fortissima  Tossignano,  e  Yangn.ìna. 

C  -  Periodo  sismico  1879  [1126J  : 

1<>  -  Scosse  numerose  a  Palazzuolo:  27  iv  rovinosa  Palazzuolo  e  Casola  con 

epicentro  a  Trerio  e  Sommorio  ; 
2^  -  moltissime  repliche  a  Palazzuolo. 

D  -  Periodo  sismico  1880  [1131]  : 

1^  -  Varie  scosse  a  Brisighella  ; 

2^  -  yarie  a  Palazzuolo  ; 

d<»  -  23  TU  :  fortissima  a  Riolo. 

E  -  Periodo  sisniico  1881  [1135]  : 

P  -  24  i:  fortissima  scossa  a  Pergola  di  C,  Scannello,  Quaderna  e  Bologna  ; 

2^  «  repliche  a  Palazzuolo,  Quaderna,  Loiano  e  Tossignano  ; 

d*"  -  2  II  :  fortissima  a  Russi  ; 

i^"  -  3  e  4  II  :  due  forti  a  Brisighella  ; 

&>  -  14  n  :  fortissima  a  Quaderna  ; 

6«  -  4  y  :  molto  forte  a  Bologna,  Loiano  e  Casalecchio  dei  Conti  ; 

70  -  28  IX  :  fortissima  a  Cesena  e  Bertinoro  ; 

8<>  -  25  XI  :  fortissima  a  Casalecchio  de  C.  e  Castel  S.  Pietro. 

F  -  Terremoto  del^  V  agosto  1891  [1206]  : 
Centro  nei  pressi  di  Lugo. 

6  -  Periodo  sismico  1892  93  [1225]  : 

l""  -  1892  29  XII  :  fortissima  scossa  a  Castel  del  Rio  ; 

2''  -     »    29  XII  (9^  11°^  p.)  :  scossa  abbastanza  forte  a  Marradi  ; 

3*  -     »    30  XII  (3*»  21™  a.)  :  scossa  a  Firenzuola  ; 

4'>  -  1893  9  I  :  forte  a  Loiano  ; 

•V  -  qualche  replica  a  Marradi  ; 

6"*  -  qualche  replica  a  Firenzuola. 

Ora  considerata  T  ubicazione  delle  aree  epicentrali  e  pleistosismiche 
delle  yarie  scosse  sentite  nei  citati  periodi  sismici,  si  rlleya  la  esistenza 
dei  seguenti  gruppi  di  centri  : 

I  -  Focolari  situati   nei  pressi  di   Loiano,   Campeggio,   Monghidoro,   Fi- 
renzuola ; 


CAPITOLO  \ 


H  -  nei  pressi  di  (juadoroB,  Castel  Sbd  Pietro,  ecc.  ; 

III  -  nei  pressi  di  Costei  del  Ri»,  Ptilazzuolo,  Casola  Val  Senio,  TDssi^aD<'. 

Riolo,  Marradi  ; 

IV  -  nei  dìntiirni  di  Brisighelln  : 
V  -  In  quelli  di  Russi; 

VI  -  nei  dintorni  di  D«rlinoro  e  Cesena. 

E  ciò  olti'fi  ai  centro  bolognese,  che  chiameremo  B%  ed  a  quello  di 
konta  del  Mugello  (M). 

Dal  centri  del  primo  f^nippo  Tennero  irraggiate  le  segaenti  comm - 
zioni  :  la  scossa  fortissima  per  Loiano  del  4  ti  1678'  (B4)  :  qualcbi- 
replica  del  perìodo  del  18M1  (E2)  e  qnella  del  1893  i  9  (G4). 


•^i-™ 


Fio.  122 

Oltre  al  centro  di  Loiano  abbiamo  anche  quelli  di  Firenzuola  e  di 
Pietramala.  Il  primo  —  che  indicheremo  con  Fi  —  à  dato  oltre  a  varila 
scosse  minori,  fra  le  quali  la  G3,  Il  piccolo  periodo  sismico  del  27-;i0 
luglio  (771  [755],  e  quello  del  1864  [1054],  le  cui  manifestazioni,  stnic 
si  intense,  nel  Mugello,  irr;igginrono  appunto  dei  pressi  di  Firenzuola, 
anzi  forse  da  quelli  di  Mosclieta  e  Casetta  di  Tiara,  località  che  più 
di  Firenzuola  furono  con  TÌoIenza  urtate  da  numerosi  scuotimenti  scn 
liti  dal  1°  al  6  gennaio  1849  [993]. 

Dai  centro  di  Fietramala  —  che  chiamerò  P  —  proTennero  le  scossi? 
localizzate  del  1767  [1334]. 

Dai  centri  dei  secondo  gruppo  :  le  scossa  187S  m  12  (B2>  :  quelle 
corocentricbe  a  Quaderna  del  periodo  sismico  1881  (E2)ì  e  le  altre  E5 
od  E8  dello  stesso  periodo. 

In  questo  gruppo   abbiamo   due   centri   principali    di   scnotimeuio  : 


ftOUAGKA 

a)  nei  pressi  di  Quaderna  (E2,  E5)    —  b)  fri 
lecchio  {B2,  E8). 

Dai  centri  del  terzo  grappo  :  la  scossa  18 
plica  che  nrtò  la  linea  Tossigaano-Marradi  ( 
l:i  1879  IV  27  (Ci)  e  le  repliche  snssegnenti 
1880  (D2);  la  1880  vii  23  (Da):  le  repliche  d 
(E2)  ;  la  1892  x  29  (Gì). 

Centri  principali  di  questo  grappo  :  a)  ne 

Castel  del  Rio  (A2  e  forse  GÌ)  —  b)  presso 

regione  *  Tre  Rio  >  e  <  Sommorio  >  nei  pressi  i 

K2)  e  parecchi  altri  terremoti,  fVa  cni  la  8C( 

pressi  di  Rido  (D3).  E  ciò  oltre  i  centri  sec 

nera.  U  primo  —  che  indicherò  con  M  —  h 

iG2)  e  parecchie  altre,  di  cnl  qualcuna  abbai 

del  centro  valnerino  (Fa)  bì  devono  aserivei 

per  esempio  le  numerosissime  sentite  nel  pò: 

(G2),  la  forte  delle  2''  47-  pom.  del  19  ii  181 

Nel  quarto  gruppo  abbiamo  un  centro  unii 

che  a  dato  le  scosse  DI  del  1880  e  le  due  S 

Nel  qaioto  trovasi  pure  un  centro  nnico 

n  2  :  G3)  e  cosi  anche  nel  sesto,  posto   fra  < 

!\  28  :  K7)  :  ma  di  questi  ultimi  tre  parlerò 

Parecchi  terremoti  accennati  sommariame 

capitolo  e  descritti   particolareggiatamente  n 

tano  avere  avuta  un'area  mesosismica  circo! 

centri  indicati,  ma  invece  inno  effettivamenti 

più  estesa,  entro  la  quale  si  trovano  due  o 

Tali  manifestazioni  sismiche  o  ripetono  la  le 

minatesi  a  maggiore  profondità  in  uno  dei  cei 

loro  zona  pteistosismica,  oppure  sono  dovuto 

cronodivar!  centri,  come  molte  altre  voltesi 

periodi  sismici  assai  prolungati.  Cosi  per  es< 

[Al),  che  fa  fortissima  a  Monghldoro  e  sue 

sarebbe  stata  causata  dal  risveglio  del  gtup 

e  forse  anco  di  quello  di  Loiano.  J^a  scossa  1 

gruppo  III,  e  precisamente  dai  centri  111  lì 

IV  5  fa  Interessato  il  gruppo  II  e  III  e  prec 

risveglio  dei  contri  II  li  g  III  li -^   cosi  purt 

nel  1878  Xi  9  (B5),  Kignai'do  lo  scuotimento 

ritenerlo  dovuto  al  risveglio  del  centro  di  Le 

distinto  con  li  A.  e  del  bolognese  B". 

Fra  1    terremoti  esocontricl  degno    di  i 


726  CAPJToiiO  Tiir 


Marr%di  è  compreso  nella  zona  rovinosa  del  ^ande  terremoto  roma- 
gnolo del  1661  ed  in  quella  fortissima  del  ravennate  del  1688  :  inoltre 
fva.  gli  ultimi  massimi  sismici  furono  sentiti  più  o  meno  sensibilmente 
i  seguenti  provenienti  :  da  Forlì,  1870  :  dai  dintorni  di  Rocca  S.  Cà- 
sciano,  1887  :  da  Bologna,  1889  ;  dal  Gargano,  1889  ;  da  Verona^  1891  : 
da  Lubiana,  Querciolano  e  Firenze  del  1895  ;  da  Sinigallia  del  1897. 

Regione  Imolese  e  Ftientina,  —  Nel  grande  periodo  sismico  che  io- 
teressò  la  Romagna  e  le  Marche  nel  1781  [782]  abbiamo  avuto  tre 
scosse  principali  :  una  al  4  aprile,  la  seconda  al  3  giugno  e  la  terza  al 
17  luglio. 

L'area  epicentrale  della  prima  è  nei  pressi  di  Brisighella  :  i  mag- 
giori effetti  dinamici  causati  dalla  seconda  avendo  interessato  i  dintorni 
di  Cagli  mi  riservo  a  parlarne  nel  capitolo  riguardante  le  Marche;  h 
terza  urtò  in  ispecie  i  pressi  di  Forlì  e  fu  stimata  assai  più  forte  a  Ce- 
sena ed  a  Ravenna  che  non  la  prima. 

Questa,  come  ò  già  detto,  ebbe  suo  centro  nei  dintorni  di  Brisighella 
e  si  identifica  con  le  scosse  del  quarto  gruppo  precedentemente  accen- 
nate (DI,  E4),  con  la  forte  scossa  del  V  aprile  1887  {dM  ant.  circa)  e  con  la 
sua  replica  avvenuta  poco  dopo  la  mezzanotte.  Questo  centro  si  ri8vegìi'> 
pure  in  occasione  del  grande  terremoto  che  sconquassò  la  Romagna  e 
le  Marche  nel  1279  [177*],  come  dirò  più  avanti. 

È  noto  che  il  terremoto  del  4  aprile  1781  recò  maggiori  danni  a 
Faenza  che  non  a  Forlì  ;  quindi  all'attivitÀ  di  tale  centro  potrebbero 
essere  attribuiti  tutti  quei  parossismi  che  risultano  aver  colpito  più  quelln 
città  che  non  questa:  però  è  necessario  tener  presente  la  probabile  esi- 
stenza di  un  centro  sismico  fra  Faenza,  Russi  e  Forlì,  di  cui  parlerò 
fra  poco,  e  quella  di  un'  area  di  scuotimento  nel  ten'itorio  faentino,  U 
quale  con  i  dati  che  posseggo  risulta  male  definita. 

Troviamo  nel  1700  [596]  Faenza  colpita  da  scosse  intense^  che  pare 
non  siano  state  dannose  a  Forlì,  giacché  le  cronache  locali  non  ne  fanno 
menzione  alcuna  :  Imola,  Faenza  e  Forlì  risentirono  per  1  terremoti  for- 
tissimi accaduti  al  9-10  agosto  1732?  [664]  ed  al  21  settembre  1813  [875*;: 
Solarolo  e  Faenza  per  un  altro  successo  nel  1509  [374].  Infine  abbiamo 
il  terremoto  del  1854  [1017]  che  recò  danni  abbastanza  sensibili  ad 
Imola,  la  quale  nel  1687  [568]  fu  scossa  da  un  violento  terremoto. 
Noto  che  nel  grande  parossismo  del  1688  [572*]  —  che  abbattè  CJotti- 
gnola  e  Russi  —  Solarolo,  Imola  e  Faenza  soffrirono  danni  rilevanti. 

Il  territorio  faentino  ed  imolese  partecipa  ai  movimenti  sismici  pro- 
venienti da  centri  della  Romagna  proprianiente  detta  e  della  Romagna 
Toscana,  alcuni  dei  quali,  per  esempio  quelli  del  1661,  1688,  1781,  cau- 
sarono danni  più  o  meno  gravi.   Fra   gli    irraggiati   da   altri   tbcolari 


ROMAGKA  727 


ricorderò  il  bolognese  ed  il  garganico  del  1889.  il  veronese  del  1891, 
luelli  di  Labiana  e  Firenze  del  1895,  di  Sinigallia  e  Città  di  Castello 
del   1897,  di  Argenta  del  1898,  ecc. 

m 

I^orlì.  —  li  groppo  dei  terremoti  forlivesi  si  mostra  assai  complesso: 
quello  del  1781  [782]  danneggiò  Forlì  e  specie   il   territorio   compreso 
fra  tale  cittÀ,  Faenza  e  Russi  ;  il  centro  adunque  parrebbe  trovarsi  fra 
il  N.,  rw.  ed  il  NW.  Invece  in  quello   del  1887  [1181]  l'area  meso- 
sismica  è  compresa   fra  Forlì  e  Rocca  S.  Casciano.    Questo   terremoto 
si  id«)ntifica  con  quello  del  1661  [547],  irraggiato  dai  dintorni  di  Fiumana 
e  di  Predoppio  e  con  raltro  del  1870  [1078],  il  cui  centro  si  mostrò  si- 
tuato Ira  Dogheria  e  le  Caminate.  Ora  r  area  mesosismica  del  1661   è 
più  sviluppata  verso  S,  SW.  dell'altra,  la  quale  invece  risulta  maggior- 
mente espansa  dalla  parte  di  N  e  di  £.   La  zona   isosismica   rovinosa 
del  1661  corrisponde  presso  a  poco  a  quella  del  terremoto  del  1725  [641], 
eccezione  fatta  per  Forlì,  che  in  occasione  di  tale  parossismo  non  ebbe 
a  soffrire  danni  di  sorta,  stando  almeno  ai  cronisti  citati  dal  Guarini. 
Uguale  centro  ritengo  abbiano   avuti   altri   terremoti  imperfettamente 
conosciuti:  cioè  quello  del  1505  1369],    che   colpi  Forlì   e   Castrocaro  ; 
del  1424  [290],  riuscito  disastroso   in   quest'  ultima   località  ;    del   6-10 
aprile  1828  [919],  stato  intenso  a  l^eldola,  a  Bertinoro  e  anche   a  Ga- 
lea ta.  —  Detto  centi'o  si  risvegliò  pure  in  occasione  del  grande  terre- 
moto marchigiano  -  romagnolo  dei  1279  [177'*'],  giacché  sappiamo  essere 
in  tale  occasione  diroccati  parecchi  castelli  nella  regione  montuosa  del 
forlivese  :  ma  dì  ciò  parlerò  più  a  lungo  in  altro  paragrafo. 

Abbiamo  cosi  provato  l'esistenza  di  due  centri  r.he  maggiormente 
agiscono  su  Forlì  :  uno  a  settentrione  circa  e  l'altro  a  mezzodì  della 
città,  quantunque  anche  il  parosissmo  ravennate  del  1688  si  sia  propa- 
gato quasi  rovinosamente  fino  a  tale  cittÀ. 

Ora  questa  località  fu  più  o  meno  danneggiata  dai  seguenti  terremoti 
esocontrici  e  corocentrici,  le  date  degli  ultimi  sono  stampate  in  corsivo  : 
1279  [177]?,  1323  [219],  1385  [260],  1387  [261],  1396  [263],  1397  [270], 
1402  [274],  1428  [295],  1479  [338],  1483  [341],  1505  [369],  1501  [464], 
1619  [490],  1653  [5321,  1661  [547],  1688  [572],  1701  [598],  1768  [748], 
i77^  [1335],  1781  iv  4  e  vii  17  [782],  1796  [936],  1813  [875]  1828  X 
^  [919*],  1844  [976],  1861  [1048],  1870  [1078],  18H7  [1181J. 

Dall'esame  obbiettivo  dei  fatti  a  me  pare  più  possibile  che  all'  atti- 
vità del  centro  posto  a  mezzodì,  quello  cioè,  che  à  dato  fVa  gli  altri, 
i  parossismi  del  1661  e  del  1870,  si  debbono  ascrivere  i  terremoti  di 
cui  abbiamo  solo  notizia  per  Forlì,  tanto  più  che  in  queste  due  occa- 
sioni i  danni  infarti  a  Cesena  furono  considerevolmente  minori  :  quindi 
ammettendo  che  tali  terremoti  siano  stati  nella  loro  area  pleistosismica 


726  CApfrotx)  vm  X 

Il  -  —  -  —  — —  — —   - — — ^  —  -^       -     - 

solo  fortissimi  o  molto  forti,  può  darsi  benissimo  che  Cesena  sia  rimaci, 
o  talmente  immane  da  danni,  oppure  ne  abbia  risentiti  ai  pochi  da  ei^- 
sersene  perduta  la  memoria.  Se  i  detti  ten*emo ti  fossero  stati  causati 
dair  attività  del  centro  posto  circa  a  settentrione  di  Forlì  aTrenmi< 
certamente  avute  notizie  di  danni  anche  per  Faenza. 

Riguardo  ai  terremoti  forlivesi  è  necessario  tener  presente  quest- 
fatto  :  parlando  dcirkttività  sismica  del  ferrarese,  ò  accennato  la  leu 
denza  che  anno  gli  scuotimenti  a  tale  regione  corocentrici  di  propagare, 
intensamente  nel  Veneto  :  tale  tendenza,  quantunque  in  modo  meuc 
spiccato  presentano  pure  i  forlivesi.  Di  ciò  ne  abbiamo  una  prov^ 
nel  sismocartogramma  del  terremoto  del  1887  (flg.  73,  pag.  518)  ir. 
cui  si  vede  che  le  varie  isosiste  si  espandono  più  verso  settentrione 
che  da  qualunque  altra  parte  e  che  V  isosista  delimitante  la  zona  entr 
cui  il  movimento  sismico  è  riuscito  sensibile  alle  persone,  si  estenda 
verso  il  N.  e  NW,  Ano  a  Bassano  ed  a  Treviso,  che  dlstano  rispetti- 
vamente dalla  congiungente  Forlì- Rocca  S.  Casciano  Km.  180  e  175. 
mentre  verso  il  mezzodì  lo  scuotimento  si  andò  ammorzando  appena 
oltre  Siena,  Urbino  e  Pesano  a  Km.  100,  70  ed  85.  Aggiungo  inoltre  che 
il  terremoto  successo  V  11  giugno  1778  [1335],  stato  fortissimo  a  Forlì, 
fti  inteso  anche  a  Padova  ed  a  Vicenza  ;  cosi  pure  vedremo  a  suo  luogo 
che  anche  i  ten*emoti  ravennati  e  riminesi  mostrano  eguale  particc- 
larità. 

Ò  già  accennato  quali  siano  i  terremoti  esocentrici  che  si  propaga* 
rono  fino  a  Forlì  con  intensità  tale  da  produrvi  danni  (cfr.  pag.  727;  : 
molti  altri  irraggiati  da  centri  diversi  giunsero  più  o  meno  sensi  hi:: 
alle  persone,  primi  fra.  tutti  quelli  provenienti  dai  limitrofi  focolari  della 
Romagna^  quindi  ne  vengono  altri  di  origine  marchigiana  (1741,  185:^, 
1873,  1897),  dell'Appennino  emiliano  (1810,  1869  vi  25  e  xn  13),  delU^ 
Toscana  (1895);  deirOltre  Po  Pavese  (1828)?,  della  Liguria  (1887),  del 
Gargano  (1889,  1895),  di  Lubiana  (1895),  di  Argenta  (1898)  ecc-  ecc. 

Cesenate.  —  Sappiamo  che  i  terremoti  del  1428  [295],  del  1483  [341 '. 
del  1653  [532-33*]  e  del  1828  x  8  [919*]  colpirono  intensamente  si  Forlì 
che  Cesena  :  così  pure  dicasi  di  quello  del  16  ottobre  1861  [104S*  . 
Ciò  potrebbe  far  supporre  che  tali  parossismi  siano  causati  dall' aitiviuì 
del  centro  che  à  dato  i  terremoti  dol  1661  e  del  1870.  È  necessario 
però  tener  presente  che  le  cronache  cesenati  ricordano  terremoti  più 
o  meno  dannosi  per  gli  anni  1331  [225],  1334  [226]  e  1337  [228],  dato 
che  non  trovano  alcun  riscontro  con  quelle  dei  parossismi  forlivesi. 
Aggiungerò  di  più  che  la  replica  del  terremoto  ravennate  successa  al 
27  maggio  1688,  come  ò  detto  a  pag.  640,  fu  rovinosa  a  Cesena,  otc 
ebbe  una  intensità  maggiore  che  non  entro  la  zona  pleistosismica  dei 


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principale  scuotimento  :  anche  la  scossa  avvenuta  ad  11^  25°*  p.  dell'  11 
siprile   1828  [916]  fu  più  forte  a  Cesena  che  non  a   Forlì.   Questi   fatti 
tendono  a  farci  ritener^  ben  fondata  V  esistenza  di  un  focolare  sismico 
cesenate,  di   cui  ora   cercheremo   di   fissare    la  posizione.   La   scossa 
tortissima  del  28  settembre   1881   [1135],   che  riusci   veementissima   a 
Cesena  ed  a  Bertinoro,  appartiene,  come  abbiamo  visto,  aj  sesto  gruppo 
dei  centri  sismici  già  indicati  (pag.  725)  :  essa  si   identifica   con  altre 
parecchie,  fra  cui  quella  che  urtò  assai   sensibilmente  Bertinoro  e  Ce- 
sena, un  po'  meno  Terra  del  Sole  e  Castrocaro,  meno  ancora  Ci  vitella 
e   solo  lievemente  Forlì  e  Dovadola.  La  porzione  di  tale  area  sismica, 
disposta  secondo  la  congiungente' Cesena- Forlì,  ci  potrebbe  rendere  ra 
^ione  come  in  molti  casi  queste  due  città   siano    state   violentemente 
commosse  e  come  in  certi  altri  (ps.  per  la  scossa  dell' 11  aprile  1828) 
Cesena  abbia  con  maggior  violenza  partecipato  allo  scuotiinento. 

D'altra  parte  invece  qualche  terremoto  di  minor  importanza  (ps.  la 
scossa  delle  3*»  74  ^^^'  ^^^  ^  ^  1887)  ci  farebbe  intravvedere  un  centro 
posto  a  sud  circa  della  città. 

Alcuni  dei  maggiori  terremoti  provenienti  dai  vari  focolari  della 
Romagna  causarono  danni  agli  edificii  di  Cesena  (ps.  1661,  1688,  1781, 
1870);  fìra  gli  innocui  prevalgono  per  numero  ed  intensità  i- romagnoli, 
quindi  in  secondo  grado  i  marchigiani  (1741,  1781,  1853,  1873,  1897): 
furono  inoltre  più  o  meno  sensibilmente  sentiti  i  ten*emoti  di  Bologna 
del  1881,  del  Gargano  dei  1889  e  1895,  di  Lubiana  e  di  Firenze 
del  1895,  di  Città  di  Castello  del  1898  ;  il  ligure  del  1887,  mentre 
passò  inosservato  a  Cesena,  riuscì  a  Bertinoro  un  po'  più  sensibile  che 
non  a  Forlì. 

Romagnal  Toscana,  —  Dai  pressi  di  Qaerciolano  irraggiarono  le 
scosse  del  1895  [1261]  state  molto  forti  a  Portico  e  sensibilissime  a 
Rocca  8.  Casciano  :  all'attività  di  tale  centro  ascrivo  pure  tutti  gli 
scuotimenti  riusciti  più  o  meno  intensi  in  tale  località  :  scosse  abba- 
stanza numerose,  alcune  delle  quali  anche  violenti,  ps.  il  terremoto  del 
22  marzo  1655  [536]  e  quello  dell'ottobre  1826  [909].  Altro  centro  tro- 
vasi fra  Premilcuore  e  Portico.  Alla  sua  attività  dobbiamo  il  periodo 
sismico  iniziatosi  il  18  settembre  1888  ;  durante  detto  giorno  e  nei  due 
successivi  furono  intesi  oltre  una  ventina  di  scuotimenti  seguiti  da  altri, 
i  quali  tutti,  eccezion  fatta  per  il  primo,  furono  ond.  ed  abbastanza 
localizzati,  giacché  inavvertiti  a  S.  Godenzo  ed  a  Rocca  S.  Casciano. 

Nella  valle  del  Bidente  troviamo  Santa  Sofia  e  Mortane  terribilmente 
conquassati  dal  terremoto  successo  nella  notte  19-20  ottobre  1768  [748], 
il  quale  si  identifica  con  le  scosse  sentite  nel  27-29  gennaio  1861  [1044]. 
Noto  che  al  17  febbraio  1898  una  sensibile  scossa  suss.    fVi  sentita  in 


730  CAPITOLO  rnr 


Mortane  che  passò  inavvertita  a  S.  Sofìa.  Forse  all'attività  di  tal^ 
centro,  cui  si  devono  numerose  scosse,  dobbiamo  ascrivere  il  terremoto 
del  1194  [131]  —  che  sappiamo  essere  stato  violento  nella  vicina  Go- 
leata e  suoi  dintorni  —  e  quelli  del  1393?  [266J.  Esteriormente  al- 
l'area mesosismica  del  grande  terremoto  del  1661  abbiamo  un  altro 
distretto  sismipo  nel  bacino  del  Savio  che  comprende  San  Piero,  Bagno 
di  Romagna  e  Selvapiana.  Il  terremoto  del  12-13  dicembre  1889  [UIC 
colpi  Bagno  e  San  Piero  ;  quello  del  1824  [903]  San  Piero  e  Selvapiana  : 
infine  di  un  altro,  successo  nel  1584  [1324]  sappiamo  solo  essere  stato 
disastroso  a  San  Piero  (*). 

La  posizione  delle  aree  epicentrali  dei  due  terremoti  citati  (1824  e 
1889)  ci  potrebbe  far  supporre  la  presenza  di  due  centri  di  scuotimento, 
tanto  più  che  una  scossa  avvenuta  al  6  ottobre  1894,  che  urtò  parte  della 
Romagna  e  delle  Marche,  fu  più  che  altrove  intensa  a  Ba^o,  mentre 
un'altra  sentita  al  26  novembre  1897  sembra  abbia  con  maggior  vee- 
menza colpito  San  Piero,  ove  al  7  marzo  1858,  dal*»  ant.  alia  sera, 
furono  avvertiti  numerosi,  intensi  e  localizzati  scuotimenti. 

Questa  regione  partecipa  generalmente  parlando  agli  stessi  terremoti 
esocentrici  che  scuotono  Forlì. 

Ravennate.  —  Abbiamo  visto  (pag.  725)  che  la  scossa  del  quinto 
gruppo  (1881  n  2  :  E3)  fu  fortissima  a  Russi  :  con  questa,  fatte  le  debite 
proporzioni,  si  identifica  il  grande  terremoto  del  1688  [572*],  che  oltre 
a  Russi  fu  disastroso  a  Bagnocavallo  ed  a  Cottignola  e  che  apportò 
gravi  danni  a  Ravenna.  Questa  città  fu  colpita  da  violenti  parossismi 
tellurici  nel  467  [43],  492  [45]",  815  [63],  1561  [432]  e  1780  [778],  i  quali 
(quantunque  incomplete  siano  le  notizie)  ritengo  di  identificarle  essi 
pure  con  i  precedentemente  accennati. 

Con  il  terremoto  del  1688  si  identifica  anche  quello  del  1591  [454*', 
che  notizie  posteriori  (*)  mi  fanno  conoscere  essere  stato  rovinoso  a 
Ravenna  e  dintorni  e  fortissimo  a  Forlì. 

Poche  ed  incomplete  sono  pure  le  notizie  sulla  scossa  avvenuta  al 


(1)  Aggiunta  al  N.  1321  (pag.  636-37).  —  Nel  Diario  Fiorentino  di  A.  Lapini,  già  citato, 
trovasi  ricordata  {pag.  236]  una  scossa  non  troppo  forte  sentita  a  Firenze  ad  ore  2^  della 
sera  del  10  luglio,  la  quale  in  S.  Maria  ed  in  S.  Piero  in  Bagno  causò  graTissimi  danni, 
avendo  fatto  rovinare  cinquecento  case.  Questa  notizia  corrisponde  per  Torà  e  per  la 
data  —  eccezione  fatta  per  il  mese  —  a  quella  dei  mas.  De  Rossi  :  se  a  tale  terremoto  si 
riferisce  l'annotazione  trovata  dal  Serpieri  riguardante  Urbino,  dobbiamo  ritenere  il  fe- 
nomeno come  successo  nel  settembre. 

(2)  Aggiunta  al  N.  454  ipag.  109  e  837).  —  Nel  Diario  Jlorentino  di  A.  Lapiki  pubbUwto 
da  G.  O.  Cor  AZZINI  (Firenze  1900)  si  dice  clie  dal  6  al  18  luglio  1591  a  Ravenna  e  dintorui 
furono  sentiti  grandissimi  terremoti  che  fecero  rovinare  gran  numero  di  case  causando» 
la  morte  a  molte  persone,  in  Ravenna  precipitò  gran  parte  del  Duomo  (pag,  318). 


ROMAGITA  731 


L^  ag^osto  1891  [1206],  che  violentemente  commosse  la  regione  compresa 
:ra  Ravenna,  Forlì,  Faenza  e  Lngo  :  potrebbe  essa  essere  stata  ori- 
y'inata  o  dal  centro  posto  a  settentrione  di  Forlì,  ed  identificarsi  allora 
3on  il  terremoto  del  1781,  oppure,  come  mi  pare  più  ovvio,  con  quello 
del  1688,  avendo  questo  causato  danni  anche  a  Lugo,  a  Ravenna,  a 
Forlì  e  da  Faenza. 

Anche  i  terremoti  di  questa  regione  presentano  la  particolarità  già 
altrove  notata  (cfr.  pag.  712  e  728)  di  propagarsi  con  maggiore  inten- 
Bìtii  verso  il  Veneto.  Così,  per  esempio,  considerando  i  due  maggiori 
e  più  noti  parossismi  corocentrici,  quelli,  cioè,  del  1591  e  del  1688, 
troviamo  che  il  primo,  stato  rovinoso  all'epicentro,  fu  fortissimo  a  Ve- 
nezia ed  anche  a  Vicenza;  Taltro  poi  che  nella  sua  zona  pleistosismica 
spiegò  un'  intensità  di  gran  lunga  superiore,  causò  maggiori  danni  a 
Venezia  che  non  a  Bologna,  la  prima  delle  quali  località  dista  dal  sup- 
posto epicentro  oltre  120  Km.,  e  la  seconda  invece  supera  appena  i  50. 

Ravenna  partecipa  in  ispecie  ai  terremoti  irraggiati  dai  centri  si- 
tuati nel  territorio  di  Forlì,  di  Imola,  di  Faenza  e  di  Rimini  --  qual- 
cuno dei  quali  vi  causò  pure  danni  più  o  meno  gravi  (ps.  1781,  1861, 
1870,  1875  ecc.)  —  ed  anco  a  quelli  fra  gli  esocentrici,  le  cui  onde 
giunsero  ad  attraversare  sensibilmente  tali  regioni. 

Centri  a  mare,  —  Ne  abbiamo  due  principali  uno  nei  pressi  di  Ri- 
mini  e  l'altro  in  quelli  di  Cervia.  All'attività  del  primo  dobbiamo  i 
ten-emoti  del  i:K)8  [209],  1468  [329],  1473  [334],  1621  [491],  1625  [499 1, 
1672  [557]  e  1786  [807]  e  molti  altri  stati  più  o  meno  intensi.  Al  ri- 
sveglio del  secondo  sono  da  attribuirsi  i  terremoti  del  1484  [342]  e  del 
1641  [515]. 

Nel  grande  terremoto  adriatico  del  1875  [1103]  si  ridestarono  am- 
bedue tali  centri,  essendo  tale  commozione  riuscita  rovinosa  o  quasi, 
tanto  a  Cesenatico,  quanto  a  Rimini  ed  a  Cervia. 

La  tendenza  a  propagarsi  con  maggior  facilità  ed  intensità  verso  il 
Veneto  si  riscontra  pure  nei  terremoti  adriatici  di  questa  regione  si- 
smica, quantunque  in  modo  meno  spiccato  che  per  le  altre  già  accen- 
nate nel  corso  di  questo  capitolo. 

I  maggiori  terremoti  ravennati,  forlivesi,  cesenati  e  marchigiani 
furono  sentiti  sì  a  Rimini  che  a  Cervia,  località  incluse  anche  nell'area 
commossa  dal  parossismo  friulano  del  1511,  e  da  quelli  del  Gargano  del 
1889  e  del  1895;  di  Verona  del  1891,  di  Lubiana  e  Firenze  del  1895. 

San  Marino.  —  Il  territorio  di  questa  repubblica  è  pochissimo  sog- 
getto ai  terremoti  ;  il  Vaiinucci,  che  attribuiva  tale  incolumità  ad  uno 
smisurato  cavo  esistente  presso  le  mura,  aggiunge  che  una  volta,  es- 


732  CAPITOLO  IX 


Bendo  stato  otturato,  ne  venne  che  la  città  non  ta  più  immiine  coil* 
prima,  da  scosse,  quantunque  quelle  sentite  posteriormente  siano  statt 
molto  leggiere.  Il  Perrey  da  notizia  di  uno  scuotimento  abbastanz.i 
forte  avvertito  a  S.  Marino  e  presso  Avellino  nel  giorno  24  gemmi 
1787  ;  dubito  della  autenticità  di  tale  notizia,  o  per  lo  meno  mi  pare 
che  si  debba  trattare  di  due  fenomeni  ben  distinti  ed  assolutamentt 
indipendenti. 

Rispetto  ai  terremoti  esocentrici  si  può  dire  che  interessano  il  terri- 
torio  sanmarinese   specie   quelli   provenienti   dai   centri  sismici    del! 
Marche  e  della  Romagna  :  cosi  deve  certamente  essere  stato  ivi  intea 
il   parossismo   del    1672  ;    quello   del   1786,   al   dire   del  Vannucci,    n 
in    generale   da   pochi   inteso   nella   città,   ma   inferse    qualche    liev 
danno  al  monastero  delle  monache  «  situato  sul  forte  del  duro  massai)  > . 
cosi  pure  dicasi  di  quello  del  12  marzo  1873;  con  maggior  gaglianl:. 
fu  invece  tale  regione  urtata  in  occasione  dello  scuotimento  del  gioir 
18  marzo  1875.  Essa  risulta  compresa  nella  zona  commossa  dai  terremor. 
di  Lubiana  del  1895,  della  Capitanata  e  Chietino  pure  del  1895,  di  Sic: 
gallia  e  del  Monte  Nerone  del  1897  ecc. 


IX  -  Marche 

(Fio.  123  e  125). 

Cagli.  —  Nel  grande  periodo  sismico  del  1781,  come  si  è  visto  (cfr. 
pag.  726),  abbiamo  avuto  tre  scosse  principali  :  la  prima  corocentrica 
al  territorio  faentino  ;  la  seconda  a  quello  di  Cagli  e  la  terza  al  forli- 
vese. Ora  se  noi  esaminiamo  il  fatale  terremoto  del  1279  [177*],  riuscita' 
disastroso  specialmente  nella  parte  montuosa  del  forlivese,  a  Brisighella. 
in  quel  di  Faenza  ed  a  Camerino  e  dintorni,  vediamo  che  diversifìc^i 
dal  precedentemente  nominato,  per  essere  state  le  varie  aree  sismiche 
scosse  contemporaneamente.  Malgrado  le  notizie  siano  incomplete  a  me 
sembra  che  nel  1279  si  siano  risvegliati  nello  stesso  tempo,  o  quasi  — 
come,  secondo  il  Mercalli,  sarebbe  successo  in  Liguria  nel  1887  — 
parecchi  centri:  cioè  i  due  accennati  del  forlivese  e  del  faentino,  quello 
di  Cagli  ed  il  focolare  camerinese. 

Le  più  violenti  scosse  sentite  in  Cagli  irradiano  da  quello  situato 
alle  falde  orientali  del  Monte  Nerone  :  tipica  manifestazione  delFattirìtà 
sarebbe  il  parossismo  del  1781  [784],  che  causò  danni  immensi  ad  Ur- 
bania,  a  Sant'Angelo  in  Vado,  ad  Apecchio*,  a  Secchiano  e  località 
vicine.  Tale  centro  à  dato  inoltre  parecchie  scosse  nel  1843,  ricordale 


ci  miei  Materiali  (I,  pag.  129),  e  che  notizie  posteriori  mi  à 
DDOBcere  essere  stnte  alquanto  più  intense  di  quello  i;he  las 
orre  la  notizia  da  me  prima  trovata  Anche  il  terremoto  sent 
»  T"*  */,  ani.  del  9  aprile  1884  provenne  dallo  stesso  centro  : 
ifatti  fa  stimato  più  intenso  che  non  a  Città  di  Cafitello  ad  Uri 

Bìguardo  poi  ai  terremoti  esocentrici  risentiti  a  Cagli,  a  Perj 
irò  che  predominano  per  numero  e  per  intensit&  quelli  irrag 
'icini  centri  delle  Marche,  della  Homagna,  dell'  Umbria  ecc. 

Durante  il  periodo  sismico  del  1897  [1287*],  le  cui  maggior 
tazioni  si  devono  nacrivere  —  come  vedremo  —  all'atlivil 
-.entro  ben  diverso  da  quello  del  1781,  parecchie  scosse  semb 
pinate  da  focolari  secondari  compresi,  od  appena  esteriori  alla 
'OsismlCA  di  tale  scuotimento:  cosi,  ps.,  parvero  più  intensi 
.l«ino  quelle  del  16  maggio  e  25  giugno  1897,  e  ad  Àpecchl 
icosse  avvertite  al  24  gingno  e  15  ottobre  [1278]  dello  etesso 
oeccsaario  anche  ricordarne  un'  altra  accaduta  cii'ca  le  11 
aprile  1896,  la  quale  fu  quasi  forte  a  Sant'Angelo  in  Vado 
inosservata  a  Borgo  Pace  ed  a  Mercatello.  Quest'  ultima  locf 
pena  esteriore  alla  zona  mesosismica  del  1781,  sul  principio 
dell'anno  1810  venne  commossa  da  una  serie  di  scuotimenti,  s 
quali  fortissimi  [886],  che  io  identifico  con  quelli  del  periodo 
del  novembre  -  dicembre  1896  [1362],  i  quali,  furono  abbastam 
lle'cateUo  ed  a  Borgo  Pace,  e,  rare  eccezioni  fatte,  passarono 
tili  nei  paesi  circostanti. 

Urbino.  —  I  terremoti  del  centro  di  Cagli  urtano  con  iute 
tevole  Urbino.  Questa  cittA  però  fu  colpita  da  varie  mani 
corocentriche,  quali  quelle  del  1502  [364],  1744  [690],  1828  [9Ì 
[1012].  Il  terremoto  del  1828  [917]  avvenne  durante  un  per 
intercBBò  parte  della  Romagna  e  delle  Marche  ;  e  ciò  adduce 
velia  prova  del  nesso  che  lega  ì  centri  sismici  di  tali  regioni 
reso  ancora  più  evidente  dal  grande  parossismo  del  1741  [6 
urtft  con  grande  intensità  la  linea  Urbino  -  Fabriano,  con  un 
verso  quest'  ultima  località. 

Noto  perù  che  parecchi  terremoti  di  minore  importanza  ci 
l'esistenza  e  l'attività  del  contro  urbinate  :  ricorderò  solo  pei 
un  esemplo  la  scossa  forte  sentita  nel  20  marzo  1867. 

Del  terremoti  esocentrici  riuscì  ad  Urbino  quasi  rovinoso 
eiiimo  di  Cagli  del  1781  ;  fortissimo  il  riminese  del  1875 
Torlc  quello  proveniente  da  Sinigatlia  accaduto  nel  1897:  i  sef 
farono  avvertiti'  con  intensità  variabile  dalla  forte  alla  leggit 
venienU   dalla   Romagna:    1661,    1854,  1878,  1881  (24  i).  18fi 


734 


CAPITOLO  rx 


1887  —  dalla  Toscana  ed  alto  bacino  del  Tevere  :  1694,  1856,  li?97  - 
dalle  Marche  ed  Umbria:  1809,  1854  —  dair  Emilia  :  1869  (due  - 
dal  Veneto  :  1891  —  dagli  Abruzzi  e  Sorano  :  1873,  1874,  —  dalle  Pc 
glie  :  1875,  1889,  1895  —  dall'  estero  :  1856  (Candia),  1870  (Ciana  -^ 
Oriento),  1880   (Agram),  1886  (Messenia)  e  1895  (Lubiana). 

Pesaro  -  Sinigallia,  —  Nel  mare  prospiciente  Pesaro  ebbero  loco  epi- 
centro le  scosse  molto  forti  sentite  nel  1744  [690],  i  eoi  maggiori  ef 
fetti  furono  assai  localizzati:  cosi  pure  dicasi  del  breve  periodo  sismic 


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Fio.  123 

iniziato  col  18  marzo  e  terminato  al  6  aprile  1826  [957]  che  fa  solo  for- 
tissimo in  tale  località,  quantunque  più  o  meno  sensibilmente  siano 
giunte  le  onde  sismiche  a  Sinigallia  e  ad  Ancona. 

Parecchie  sono  le  scosse,  anche  forti,  che  ci  à  dato  tale  centro  :  per 
brevità  ricorderò  solo  quella  sentita  nel  mattinò  del  7  aprile  1859. 

A  Pesaro  riuscì  fortissimo  il  terremoto  di  Rimini  del  1672  e  qaas<i 
rovinoso  quello  di  Fabriano  del  1741  ;  furono  inoltre  avvertiti  quello  i^\ 
Norcia-Cassia  del  1599,  del  Friuli  del  1717,  della  Romagna  del  1781  e 


.828,  d'  Urbino  del  1653,  11  eorano  del  1874,  l'arJmeBC  del  1 
Li  Messenia  del  1886,  di  Romagna  del  1887,  di  Fo^ia  del  1: 
>iana  del  1895,  il  chietiiio  dello  stesso  anno  e  qaelll  di  Sin 
:;Utft  di  Castello  accaduti  nel  1897. 

Fano  fti  colpita  da  parossismi  corocentricì  nel  1389  {2G2 
573],  nei  1692  [583],  nel  1728  [650]  e  nel  1788  [811]  :  alle  < 
tate  non  si  fa  menzione  che  della  città  e  dei  dintorni  :  il 
iel  1572  [445]  invece  oltre  che  in  Fano  riuscì  rovinoso  a 
che  nel  1838  [958]  partecipò  allo  scaotlmento  che  con  pai 
urtò  Pesaro,  Fano  e  Sinigidtia. 

A  Fano  riuscì  rovinoso  il  terremoto  del  1303  [204*]  e  qi 
nitano  del  1690;  quasi  rovinoso  il  marchigiano  del  1741  e<: 
raggiati  da  Rimini  sncceasi  nel  1672  e  nel  1875. 

Xel  bacino  metanrense  troviamo  più  ad  ovest  il  centro 
di  Fossombrone  che  A  dato  luogo,  fra  l'altro,  alla  violenta 
tita  verso  la  sera  del  22  agosto  1865,  ansseguita  da  dne  Ile 
nella  notte  susseguente. 

Nel  mare  di  Sinigallia  —  compresa  nella  zona  mesosismi 
remoto  del  1838  ed  in  quella  rovinosa  del  1303  [204*]  —  el 
epicentro  il  terremoto  adriatico  del  1897  [1283],  il  quale  coi 
manifestazione  tipica  di  tale  focolare,  e  molti  altri  minoi 
qualche  scoesa  del  marzo  l^'ì6,  ed  il  piccolo  terremoto  del  i 
10  marzo  1890,  stato  forte  appunto  a  Sinigallia,  sensibile  a 
Corinaldo  e  lieve  a  Pesaro  :  ciò  dicasi  pare  della  replica  su 
giorni  dopo. 

In  Sinigallia  causarono  lievi  danni  i  due  parossismi  de 
mini)  e  del  1690  (Ancona)  ed  in  modo  più  o  meno  sensibile 
avvertiti  altri  irraggiati  dai  centri  delle  Marche,  della  ] 
dell'  Umbria. 

Camerino.  —  Questa  citt.'i  fu  colpita  nell'aprile  821  [64] 
remoto  fortissimo,  intorno  al  quale  non  mi  fu  dato  di  rit 
particolareggiate  notizie.  Nel  febbraio  -  maggio  1785  [797 
scuotimenti  urtarono  tale  cittA  insieme  a  Muccia  ed  a  Sen 
caliift  che  nulla  sofl^lrono  per  il  grande  terremoto  del  1799 
il  quale  Camerino  Invece  fu  conquassato  insieme  a  Cessa] 
Pozzuolo,  a  Statte  ecc.  Tale  terremoto  riuscì  rovinoso  a  Pi 
San  Ginesio. 

Siamo  cosi  in  presenza  di  due  centri  uno  a  SW.  e  l'altro 
di  Camerino.  Il  primo,  Il  meno  attivo,  è  posto  nei  pressi  di 
località  che  più  delle  altre  sof^l  per  il  terremoto  del  1785 
dato  e  presso  cui  ebbe  II  suo  epicentro  il  lieve  parossismo  de 


736  CAPITOLO  IX 


1898  con  il  quale  si  identifica.  La  vera  posizione  del  secondo  non  riest 
bene  d  sterminata,  ma  non  deve  essere  tanto  lungi  da  Camerino  ;  alL^ 
attività  di  questo  io  ascrivo  le  varie  manifestazioni  che  più  intensameme 
anno  820S80  tale  città  :  cosi  ps«  la  forte  scossa  ivi  sentita  nelle  priiDt 
ore  del  mattino  dei  10  luglio  1887,  propagatasi  nei  circostanti  pae<i 
delle  lilarche  e  dell'  Umbria. 

Ò  più  sopra  accennato  il  terremoto  del  1741,   il   quale    sconquassi!* 
specialmente  la  regione  fra  Serra  S.  Quirlco,  Fabriano  e  Camerino,  k 
più  importanti  località  poste  nell'area  epicentrale,  e  si  propagò   più  v 
meno  rovinosamente  fino  a  Fano,  a  Pesaro,  ad  Urbino,  riuscendo  ancfct 
molto  forte  a  Mantova.  Ora,  se  poniamo  mente  che   nel    1279   [177* 
per   il   terremoto   già  molte   volte  ricordato,  soffi'irono  oltre  che  Ci 
merino,  Fiuminata  e  Castelraimondo,  anche  Fabriano,   Matelica«    Ciò 
goli   e   S.    Severino   e   che   risentirono  danni   anche   Spello,    Ancona. 
Cagli  e  la  Romagna,  noi  possiamo  ammettere  che  venne  urtato  parte 
della  grande  zona  sismica  delle  Marche,    e  che   si   risvegliarono  pan- 
contemporaneamente  o  quasi  alcuni  centri  della  Romagna,  la  cai  atti- 
vità cooperò  alla  produzione  delle  immense  rovine  che  allora  si  ebbero 
a  deplorare. 

L'estesissimo  terremoto  del  13  marzo  1873  [1089]  riusci  rovinoso  a 
Camerino,  a  Fabriano  e  specialmente  a  S.  Ginesio  e  suoi  dintorni  :  ad 
Urbino  si  ebbe  un  notevole  aumento  di  intensità.  Ora,  considerando  che 
i  dintorni  di  Camerino,  come  ò  detto,  furono  in  modo  isolato  colpiti 
da  terremoti  corocentrici,  e  che  S.  Ginesio  —  appena  esteriore  all'areit 
pleistosìsmica  del  1799  —  venne  violentemente  commosso  nel  giugno  17:^' 
[655]  da  una  violentissima  scossa  corocentrica,  ne  risulta  che  nel  187:« 
fu  urtata  parte  della  regione  sismica  sconvolta  nel  1741,  nel  1799  t 
nel  1730. 

Un  centro   secondario  si  trova  nei  pressi  di  S.  Severino  Marche  :  è 
messo  in  luce  dal  terremoto  successo  nel  mattino  del  28  aprile  1898. 

Per  i  terremoti  esocentrici  ricorderò  che  Camerino  si  trova  entro 
la  zona  interessata  dal  passaggio  delle  onde  irraggiate  dai  vari  centri 
delle  Marche,  della  Romagna  (1875),  dell'  Umbria  (1751,  1832,  1865, 
1878,  1879,  1882,  1898)  ;  meno  frequentemente  ivi  si  risentono  i  terre- 
moti degli  Abruzzi  (1874),  del  Molise  e  Sànnio  (1885,  1882),  della  Ca- 
pitanata (1875,  1889,  1895). 

Anconitano,  —  In  questa  regione  oltre  al  centro  di  Sinigaliia,  posto 
a  mare,  di  cui  ò  già  fatto  menzione  parlando  del  focolare  di  Pesaro 
con  l'attività  del  quale  si  mostra  in  correlazione,  abbiamo  un  altro 
centro  pure  a  mare  ed  egualmente  ben  determinato.  I  parossismi  cau- 
sati dal  suo  risveglio  mostrano  quasi  sempre  effetti  localizzati  nei  prosbi 


MARCHE  787 


.  Ancona,  come  appunto  è  successo  nel  1268  [166],  1474  [337],  1502 
;66],  1813  [874],  181S  [884]  e  nel  1869  [1067].  In  quello  del  1870  [1074] 
L  zoiia  delle  lesioni  si  spinge  alquanto  entro  terra  :  per  quelli  del 
58  [49],  1298  1 196]  e  1690  [678]  sappiamo  che  venne  intensamente  ur- 
Lto  anche  il  littqrale  meridionale  di  Sirolo  e  di  Numana. 

Tutti  questi  terremoti  io  li  ritengo  prodotti  da  un  unico  centro, 
osto,  come  6  detto  a  mare  :  e  con  questi  si  identificano  pure  i  parossismi 
el  973  [80]  e  del  1502,  che  sappiamo  aver  danneggiato  varie  località 
ella  provincia  di  Ancona  e  così  anche  le  scosse  fortissime  che  al  25  di- 
einbre  1755  ed  al  1<^  e  5  gennaio  1756  [717 1  urtarono  tale  provincia. 

Detto  centro  inoltre  à  dato  molte  scosse  di  minor  importanza,  che 
presentarono  eguali  caratteri  ;  citerò  solo  quelle  sentite  dal  V  al  9 
iprile  1813,  alcune  delle  quali,  state  assai  sensibili  in  Ancona,  furono 
ippena  avvertite  nei  paesi  circostanti  entro  un  raggio  di  circa  otto 
niglia. 

Ancona  non  andò  immune  di  danni  per  il  terremoto  del  1279  [177*] 
3  così  pure  per  quello  di  Sinigallia  del  1897  [1283]  ;  furono  inoltre 
ivi  più  o  meno  sensibilmente  intesi  i  terremoti  di  Cassia  del  1599,  di 
Fabriano  del  1741,  d'  Urbino  del  1873,  di  Candia  del  1856,  di  Romagna 
del  1828,  di  Fabriano  e  del  Friuli  del  1873,  dell'Aquila  e  del  sorano 
del  1874,  della  Capitanata  del  1875  e  1889,  della  Messenla  del  1886, 
di  Lubiana  del  1895,  dell'  Umbria  e  Marche  del  1897. 

Nel  medio  bacino  dell'  Esine  e  precisamente  nei  pressi  di  Iesi  esiste 
un  centro  secondario  di  scuotimenti  che  à  dato  il  terremoto  del  26 
maggio  1887  [1179],  stato  in  tale  località  più  intenso  che  non  nei  paesi 
circostanti.  Dai  pressi  di  Osimo  pare  sia  irraggiato  un  terremoto  suc- 
cesso al  27  settembre  1892. 

Macerata»  —  Abbiamo  già  diffusamente  accennati  i  terremoti  di  Ca- 
merino :  ora  succintamente  parlerò  di  altri  centri  del  territorio  mace- 
ratese :  un  primo  focolare  trovasi  appunto  nei  dintorni  della  città  che 
nel  1626  [501]  e  nel  1809  [862]  fu  colpita  da  due  parossismi  rovinosi  ; 
all'attività  di  tale  centro  si  devono  altre  scosse,  alcune  delle  quali 
asBai  intense  :  ^  fra  esse  ricorderò  quelle  sentite  nella  notte  6-7  marzo 
1813  e  sul  primo  mattino  del  20  maggio  1873. 

Centro  secondario  si  à  presso  S.  Severino  da  cui  ebbe  origine  il 
piccolo  terremoto  marchigiano  del  28  aprile  1898. 

Presso  l'area  sismica  di  Camerino -S.  Ginesio  avvi  Caldarola,  nei 
coi  pressi  trovasi  un  focolare,  la  cui  attività  si  estrìnseca  con  frequenti 
scuotimenti  oltremodo  localizzati  :  citerò  quelli  del  novembre  1871 
[1085],  del  14  gennaio  1889,  del  19  dicembre  1894  e  qualche  altra  scossa 
più  0  meno  sensibile. 

BARATTA  :  Terremoti  eco.  4*7 


-9 — i~-ir 


738  CAPITOLO  IX 


Abbiamo  anche  il  centro  di  Potenza  Picena,  alla  cai  attività  ascrìvo 
il  terremoto  del  3  febbraio  1874  [1095]. 

Di  un  centro  sismico  costiero  nei  pressi  di  Civitanova  Marche,  come 
di  nn  altro  posto  nell'alto  bacino  del  Tenna,  essendo  le  loro  manife- 
stazioni più  direttamente  collegate  con  quelle  del  territorio  ascolano, 
parlerò  trattando  della  sismicità  di  quest'  ultima  regione  :  e  ciò  dica^si 
pure  per  quello  di  Visso,  appartenendo  al  distretto  della  Nera,  fkrò  men- 
zione a  suo  luogo,  parlando  dei  terremoti  umbri. 

A  Recanati  riuscì  molto  forte  il  terremoto  di  Amatrice  del  1639:  a 
S.  Severino  ed  a  Matelica  identica  intensità  spiegarono  quelli  di  Fabriano 
del  1741  e  di  Cagli  del  1781.  Oltre  a  ciò  riuscirono  più  o  meno  intensi 
i  terremoti  di  Foligno  del  1791,  di  Urbino  del  1853,  di  Ancona  del 
1870,  di  Fabriano  del  1873,  di  Aquila  del  1874,  di  Rimini  e  della  Ca- 
pitanata del  1875,  di  Messenia  del  1886,  di  Lubiana  del  1895. 

Ascoli.  —  La  regione  compresa  fì'a  il  bacino  del  Chienti,  quello  del 
Tenna  e  deir  Aso  partecipa  ai  terremoti  del  distretto  Camerino  -  S.  6i- 
nesio,  ma  al  suo  abito  sismico  contribuiscono  pure  le  manifestazioni  di 
alcuni  centri  propri,  male  determinati,  fra  cui  uno  posto  fra  Samano 
e  Magliano  di  Tenna,  ed  un  altro  un  po'  più  a  settentrione,  fra  Pan- 
sola  e  Mogliano  (1883  xn  18). 

Riguardo  a  Fermo  abbiamo  notizie  di  un  terremoto  assai  intenso 
sopravvenuto  nel  1540  [405],  che  con  probabilità  si  identifica  con  la 
scossa  forte  avvertita  specie  in  tale  località  ed  a  Magliano  il  15 
giugno  1892  (6»»  8"  ant.). 

A  Fermo  si  sentono  specie  i  terremoti  provenienti  dai  centri  sismici 
delle  Marche,  dell' Umbria  (ps.  1875,  1879),  della  Romagna  (1786,  1875». 
degli   Abruzzi   (1881,    1884,    1895).   Non   passarono   quivi   inosservati  ' 
anche  i  ten*emoti  della  Capitanata  del  1875  e  1889,  quello   di  Agram 

del  1880  e  di  Lubiana  del  1895. 

I 

\  Altri  centri  si  trovano  nei  pressi  di  Porto  Civitanova  Marche  e  dì 
S.  Vittoria  in  Matenano.  Il  primo,  posto  a  mare,  à  dato  varie  scosse, 
quasi  tutte  lievi,  tranne  qualcuna  (ps.  1892  iv  21)  abbastanza  sensibile  ; 
la  maggior  manifestazione  del  secondo  si  è  il  terremoto  molto  forte 
del  28  ottobre  1897  [1284], 

Più  a  mezzodì  troviamo  anzitutto  il  centro  isolato  di  Ripatransone. 
la  (*.ui  manifestazione   tipica  si  è  la  scossa  forte  del  18  settembre  1888. 
(7^  26"),  e  quindi  lungo  il  littorale  adriatico  l'area  sismica  di  Cupra-| 
marittima,   Grottamare   e   S.  Benedetto   del    Tronto,  alla  cui  attivirA 
si  devono  parecchi  scuotimenti,  fra  cui  uno  abbastanza  forte   successo 
nel  16  agosto  1882. 

Vedremo  parlando  degli  Abruzzi  come  la  sismicità  dell'alto  bacino 
del  Tronto  dipenda  dall'attività  del  distretto  Ajnàtrice- Accumuli, 


TCM3CANA  739 


Nel  corso  medio  trovasi  Ascoli,  concussa  fortemente  nel  1480  [1317] 
per  un  terremoto  la  col  zona  mesosismica  si  trova  mi  po'  più  ad  oriente, 
nei  pressi  di  Spinetoli  e  di  Monte  Prandone.  Con  questo  si  identificano 
tutte  le  scosse  più  o  meno  intense  (fra  le  quali  quelle  dell'  1-2  maggio 
1898)  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per  Ascoli. 

Quivi  riusci  fortissimo  il  terremoto  di  Norcia  del  1703  e  rovi- 
noso quello  del  1730:  furono  inoltre  sensibilmente  in  tosi  i  seguenti: 
Fabriano  -  Camerino  1873,  Aquilano  1873,  1889  e  1893,  Bimini  1875, 
Messenia  1886,  Foggia  1889  e  Rieti  1898. 


X  *  Toscana 

(Fio.  117  e  124). 

Borgataro  '  PantremoU,  —  A  SW.  di  Parma  abbiamo  il  centro  di 
Borgotaro,  cui  dobbiamo  periodi  di  scuotimenti  assai  lunghi  ed  a  vari 
massimi  urtanti  non  solo  tale  località  ed  i  suoi  dintorni,  ma  anche  Fon- 
tremoli,  il  cui  focolare  spesso  in  tali  occasioni  si  ridesta:  di  qui  la 
ragione  dell'aggregazione  di  quest'area  sismica  alla  Toscana.  I  maggiori 
dei  terremoti  irraggiati  dai  pressi  di  Borgotaro  accaddero  nel  1545 
[♦],  1835  [9451  e  nel  1849  [996].  Il  primo  oltre  a  Borgotaro  colpi  in- 
tensamente Tiedoli  e  Pontremoli  :  il  secondo  ebbe  forse  eguale  esten- 
sione di  zona  mesosismica,  ma  minor  intensità  ;  neir  ultimo  infine  Bor- 
gotaro risulta  la  località  più  intensamente  colpita,  sebbene  qualche 
scossa  (ps.  quella  del  22  gennaio  1850)  sia  riuscita  più  forte  a  Pontre- 
moli. 

Con  ogni  probabilità  anche  la  intensa  commozione  sentita  a  Bedonia 
verso  le  2*»  */*  *nLt.  del  29  dicembre  1888  irraggiò  da  tale  centro,  che 
à  dato  molte  altre  scosse  più  o  meno  violenti,  fì*a  le  quali  le  seguenti  : 
1842  aprile  7,  3»»  35™  p.  ;  1843  gennaio  19,  9^  a.  ;  novembre  22,  ì^  Vj  Lfu 
lieve  a  Borgotaro  e  più  sensibile  a  Tiedoli]  ;  dicembre  2,  5**  V4  ®  13, 
6^  a.  ;  1844  febbraio  23,  7»»  35"^  p. 

Per  il  terremoto  del  1834  [939],  con  epicentro  alle  falde  del  monte 
Molinatico,  Pontremoli  e  Borgotaro  sofiVirono  in  egual  grado  ;  quindi 
non  ò  improbabile  che  anche  i  due  parossismi  del  1545  e  del  1835  ab- 
biano avuta  identica  origine  e  si  identifichino  con  quello  testò  ricor- 
dato, e  cosi  pure  con  gli  altri  successi  nel  1641  [514]  e  nel  1790  [819J. 
dei  quali  abbiamo  notizia  solo  per  Pontremoli  (*). 


(1)  Pontremoli  fU  rovinata  dal  terremoto  deir  801  (cfr.  pag.  14). 


740  CAPITOLO  X 


J I 


Neir  area   mesosismica  del   parossismo  del    1835   si   trova   yare^ 
Ligure,  centro  del  fortissimo  terremoto  del  1861  [1046].  di  cui   ò   par- 
lato a  proposito  della  sismicità  della  Liguria  orientale  (cfr.  pag.  SSO . 

Bagnone.  —  Fra  la  regione  sismica   testé  descritta   e   quella    deli 
Apuane  trovasi  il  centro  di  Bagnone,  alla  cui   attività,   dobbiamo   pa 
recchie  scosse  fra  le  quali  quelle  del  4  aprile  1889  che,  accompagnar^ 
da  rombi,  misero  in  allarme  la  popolazione  di  tale  paese  e  delle  cìrcon 
vicine  località.  Anche  nel  di  22  luglio  1894  fu  intesa   a   Bainone  uiin 
scossa  stata  ìiieno  intensa  a  Mulazzo  :  a  Pontremoli   in   tale  occasion-. 
non  fu  avvertito  che  un  cupo  rombo  non  accompagnato  da  movlmentj 
sensibile  del  suolo. 

Alpi  Apuane,  —  Costituiscono  una  regione  sismica  ben  individua:., 
con  parecchi  centri. 

a)  nei  pressi  di  Soliera  :  al  suo  risveglio  si  deve  il  tipico  terrem'j 
del  10  settembre  1878  [1121]. 

h)  a  settentrione  del  Pizzo  d'  Uccello  :  terremoto  tipico  causato  dal 
l'attività  di  questo  centro  è  quello  del  1837  [954],  che  ebbe  il  suo  epi 
centro  fra  Argigliano  ed  Ugliancaldo  :  con  questo  si  identifica  pure  !. 
scossa  molto  forte'  del  1778  [771*]. 

Si  nel  1878,  quanto  nel  1837  Fivizzano  —  fatta  la  debita  proporzion 
per  la  diversa  intensità  del  movimento  sismico  avuta  all'epicentro  — 
ebbe  a  soffrire  dei  danni.  Considerando  poi  la  piccola  e  quasi  egua!» 
distanza  che  esiste  fra  tale  località  da  una  parte  ed  Argigliano  e  S' 
liera  dall'altra,  vediamo  che  quello  di  Soliera  (1878)  colpì  molto  più 
intensamente  Fivizzano  :  sappiamo  inoltre  che  in  occasione  del  terre- 
moto del  1481  [339]  e  del  J767  [742]  tale  località  con  i  paesi  del  conUid: 
furono  nello  stesso  modo  danneggiate;  quindi  questi  parossismi  li  possiam 
ritenere  causati  dall'attività  dell'  uno  o  dell'altro  centro  testé  ricordati. 

e)  nei  dintorni  di  Barga:  due  i  maggiori  terremoti  causati  dal  risveglir) 
di  questo  focolare  :  il  primo,  accaduto  nel  1740  [678*],  fu  rovinoso 
specie  alla  Fornacetta  ed  a  Bugliano  :  l'altro,  avvenuto  nel  1746  [693J. 
si  presentò  sotto  forma  di  un  periodo  sismico  a  vari  massimi  per- 
durato per  circa  un  mese.  Alla  attività  di  questo  centro  ascrivo  le 
varie  scosse  forti  sentite  a  Castelnuovo  di  Garfagnana,  fra  cui  quella 
del  179*3  [826*], 

Nella  regione  delle  Apuane  si  propagano  in  specie  i  terremoti  pro- 
venienti dall'  Emilia  e  dalla  Toscana  e  meno  facilmente,  e  solo  i  mag:- 
giori,  quelli  della  Liguria,  del  Veneto  ecc. 


«> 


Regione  litoranea  fra  Spezia  e  Massa,  —  Vari  sono  i   centri  situati 


in  questa  regione,  essi  per  gli  effetti  prodotti  si  possono  ritener 
affatto  secondari. 

Il  31  loglio  1860  fa  avrertlta  nna  forte  scossa  snse.  a  Spezia 
'Jl  maggio  1875  an'altra  di  eguale  intensità  :  ora  alle  2"  14"  pom. 
g-iagno  1890  abbiamo  on  terremoto  più  che  in  città  fu  sensibij 
circostanti  colline  di  Oaggiola  :  eguali  caratteri  presentarono  ] 
(lue  scosse  del  17-lS  agosto  snccesaivo,  la  prima  delle  qaali  (17,  2^ 
fa  solo  ed  in  modo  dubbio  avvertita  a  Spezia,  mentre  sappiamo 
stata  sensibile  a  S.  Venerio  ;  l'altra  invece  fii  sensibile  si  in  ci 
3ui  colli  di  Gaggiola. 

La  scossa  del  15  febbraio  1898  {IT"  '/*  circa)  accenna  all'es 
(li  an  centro  nei  pressi  di  Sarzana,  giaccliò  il  movimento  del  snol 
con  rombo)  ùl  affatto  circoscritto  a  detta  località. 

Il  centro  che  &  dato  la  maggior  manifestazione  è  quello  di 
del  quale  come  tipico  terremoto  possiamo  ritenere  quello  succei 
1730  [653]. 

Pistoia.  —  Molte  volte  nella  cronistoria  sismica  abbiamo  ri< 
Pistoia  per  i  suoi  violenti  terremoti,  intomo  ai  quali  mandili 
notizie  por  i  paesi  circostanti.  Degni  di  menzione  sono  quelli  ai 
negli  anni  672  [1297],  1169  [122],  1196  [13021.  1289  [187],  1293  [19 
[1051.  1527  [387],  1648  [5-27*],  1731  [661],  1759  [725],  1779  [77.5*] 
[1338]  ('),  1  quali  tutti  —  eccezione  fatta  per  quello  del  1648  — 
scntarono  sotto  forma  di  periodi  sismici  più  o  meno  lunghi. 

I  terremoti  del  1731  [661]  furono  più  numerosi  e  violenti  ne 
filone  montuosa;  quelli  del  1779  [775*|  riuscirono  più  veen: 
San  Marcello  ed  a  Cutigliano  :  noto  che  a  settentrione  di 
bacino  del  Bisenzio,  esiste  un  centro  sismico,  il  quale  nel  1899. 
luogo  ad  un  ten'emoto  che  urtò  violentemente  tale  regione,  ca 
danni  anche  a  Pistoia. 

Ciò  premesso  i  vari  massimi  sismici -pistoiesi  dianzi  ricordat 
che  dal  centro  del  1779,  potrebbero  essere  irraggiati  da  quest'a 
cui  posiziono,  per  mancanza  di  dati,  non  sono  riuscito  ancora  a  I 
a  meno  che  non,  si  tratti  —  ciò  che  non  credo  —  di  fenome 
centrici  :  la  vicinanza  dei  focolari  mtigcllani,  delle  Apuane 
parte  montuosa  del  bolognese  —  alcuni  terremoti  dei  quali,  ps, 
del  1542  e  del  1399,  sappiamo  aver  causato  qualche  danno  ai 
Pistoia  —  potrebbero  dar  qualche  fondamento  a  tale  suppoaizio 

|l)  Fra  le  scofiae  di  minor  Importanza  riconlerO  quelle  accadut« nellentrarf 
ttinno  dei  835  che  11  salvi  (oii.  clt.  i  3C)  ctilama  orribili,  ma  ;clie  causaTono 
ti'rrure;  e  quelle  Huntitc  per  due  giorni  e  due  uottl  nella  stessa  epoca  deira 
[od.,  Clt.  I  lt|,  «  cosi  altre  sentite  nel  0  marzo  1737,  nell'  6  giugno  ì<ea  ecc. 


742  CAPITOLÒ  i 


Rispetto  ai  terremoti  esocentrici  di  preferenza  sono  avvertiti  qoeL 
provenienti  dai  vari  distretti  della  Toscana  (Mugello  1542,  1843:  ¥r 
renze  1729,  1887,  1895,  1897  ;  Apuane  1740,  1746,  1793  ;  livornese  e  :.. 
sano  1814,  1846,  1896  ;  senese  1895)  e  dell'  Emilia  e  Romagna  (lol^.\ 
1781,  1810,  1854,  1864,  1870,  1873,  1881,  1885,  )896,  1898):  meno  fre^ 
quentemente  gli  altri  irraggiati  dalla  Liguria  (1887)  ;  dal  Veneto  (18*n: 
e  dalle  provinole  umbro  -  marchigiane  (1897  21  ix  t»  18  xh). 

Lucca.  —  Nel  1244  [153]  e  nel  1306  [207]  Lucca  risentì  gravi  danni 
per  terremoti  ;  scosse  violenti  urtarono  pure  tale  città  nel  1840  [i^t^À, 
e  nel  1845  [981].  Da  quale  centro  sieno  irraggiate  queste  manifestazioDì 
non  sono  riuscito  a  fissare  :  considerando  gli  scuotimenti  successi  ii 
questi  ultimi  anni  trovo  abbastanza  assicurata  l'esistenza  di  un  foc'^ 
lare  nei  pressi  di  Poscia,  località  che  nel  1891  [1203]  fu  urtata  da  um 
scossa  fortissima,  la  quale  con  minor  intensità  ùi  avvertita  nei  pae>i 
circostanti.  Con  tale  terremoto  identifico  quello  del  1630  [505],  che 
sappiamo  essere  ivi  stato  «  orribile  ». 

Causarono  danni,  però  lievi,  i  terremoti  esocentrici  del  1414  ?  (S.  Se 
polcro),  del  1837  (Ugliancaldo),  del  1873  (Emilia)  e  del  1846  (pisano  . 
Altri  invece  interessarono  il  territorio  lucchese  senza  produrvi  danni: 
cosi  ps.  i  mugellani  del  1542  e  del  1843  ;  gli  apuani  del  1740,  1748. 
1790,  1793  e  1878  ;  i  pisani  del  1896  e  1897  ;  i  fiorentini  del  1895  e 
1897  ;  gli  emiliano  -  romagnoli  del  1828,  1830,  1832,  1834,  1874,  1875. 
1878  e  1898  ;  il  vogherese  del  1828  ;  il  ligure  del  1887  ;  il  veronese  del 
1891  e  quello  marchigiano  del  1897. 

Mugello,  -—  Costituisce  un  distretto  ben  individuato  :  le  maggior 
manifestazioni  sismiche  corocentriche  sono  le  seguenti  :  1542,  1597 
1611,  1762,  18H5,  1843  e  1864.  Ò  escluso  da  questo  cenno  il  parossismi 
del  1335  [228],  il  quale  più  che  un  vero  movimento  sismico  risulta  ni 
grande  franamento  avvenuto  nei  pressi  di  Dicomano.  Degli  altri  terre 
moti  quello  del  1835  [942]  ebbe  il  centro  nei  pressi  di  Vicchio  ;  quell 
del  1597  [461]  e  1611  [479]  a  Scarperia  ;  del  1848  [974*]  a  Barberini 
donde  irraggiarono  pure  le  scosse  dell' aprile  1890;  il  terremoto  de 
1762  [732]  irraggiò  da  Sant'Agata  ed  un  altro  a^enuto  nel  1731  d^ 
Ronta  ;  questo  focolare  secondario  si  risvegliò  varie  volte,  fira  le  qual 
citerò  quello  dell'ottobre  1874,  allorquando  cioè  era  appena  terminate 
un  periodo  di  attività  sismica  nella  vicina  Romagna  (cfìr.  pag.  465). 

Il  grande  parossismo  del  1542  [410]  colpi  V  intera  regione  mugel 
lana,  la  quale  partecipa  in  specie  alle  scosse  esocentriche  provenit^nt 
dai  vicini  centri  pistoiesi,  fiorentini  e  della  Romagna  :  anzi  molte  volu 
i  terremoti  di  Firenzuola,  nell'alto  bacino  del  Santerno,  si  propagane 


TOSCANA  742$ 


preferenza  nel  Mugello  causandovi  qualche  danno,  come  è  successo 
1864  [1064*]. 


FHreme,  —  Nella  descrizione  particolareggiata  dei  tre  massimi  si- 
smici  fiorentini  accaduti  in  questo  secolo,  e  precisamente   negli   anni 
3.812,  1887  e  1895,   risulta   evidente   che   l'abitato   di   Firenze   rimase 
sempre  appena  esteriore  alla  zona  di  maggior  commozione  :  considerata 
poi  la  posizione  rispettiva  delle  tre  aree  mesosismiche  si  vede  che  tali 
:inanifestazioni  non  furono  causate  dal  risveglio  di  uno  stesso  focolare. 
Il  terremoto  del  1812  [872]  ebbe  una  intensità  notevolmente  mag- 
falere  ed  una  zona  pleistoslsmica  pressoché  della  stessa  estensione   di 
quella  del  1887  [1182],   ma   situata   un   po'  più  a  mezzodì  di  quest'  ul- 
tima :  il  parossismo  del  1895  [1253]  iu,  sotto  ogni  riguardo,  superiore 
agli  altri  due  e  la  sua  area  mesosismica,  che  in  parte  si  sovrappone  a 
quella  del  1887,  riesce  appena  a  lambire  quella  del  1812. 

Nel  terremoto  del  1895  abbiamo  avuto  due  regioni  di  massimi  effetti 
dinamici  :  una  situata  nei  pressi  di  Percusslna  e  l'altra  in  quelli  di 
Grassina  e  di  S.  Martino.  Nel  periodo  sismico  che  tenne  dietro  al 
maggiore  scuotimento,  le  varie  scosse  si  possono  ritenere  causate  dal- 
Tattività  di  un  unico  centro,  quello  che  k  dato  la  principale,  eccezione 
fatta  per  due  :  nella  replica  del  6  ottobre  1895  (12^  22°*)  la  parte  più  col- 
pita fu  la  campagna  ad  E.  e  SE.  di  Firenze,  essendo  riuscita  più  in- 
tensa a  Pontassieve  ;  in  quella  delle  0^  10"^  del  15  aprile  1896  la  mas- 
sima intensità,  secondo  il  Oiovannozzi,  risultò  a  Cerbaia,  a  S.  Giovanni 
in  Sugana,  a  Hontespertoli  ecc.  ;  vale  a  dire  questa  scossa  si  identifica 
perfettamente  con  il  terremoto  del  1812. 

Il  parossismo  del  18  giugno  1697  [592]  che  a  Firenze  non  fu  avvertito 
dalla  generalità  degli  abitanti,  fti  fortissimo  a  Monte  Oufoni  :  data 
la  grande  vicinanza  di  questa  località  a  Poppiano,  a  Montespertoli,  a 
S.  Niccolò  a  C.  ecc.,  luoghi  stati  più  intensamente  colpiti  nel  1812,  ri- 
tengo di  identificare  i  due  fenomeni.  Lo  stesso  dicasi  per  quello  del  1737 
[671]  che  causò  qualche  danno  a  S.  Casciano  e  forse  anche  per  l'altro 
accaduto  al  3  marzo  1877  [1112],  il  quale  assai  più  che  in  Firenze  sap- 
piamo essere  stato  intenso  in  vai  di  Greve  ed  in  vai  di  Pesa. 

Pare  però  che  esista  un  altro  centro  sismico  posto  verso  il  setten- 
trione di  Firenze  :  nella  notte  f^a  il  28  e  29  settembre  1453  [312*]  un 
fortissimo  terremoto  colpi  la  città  danneggiando  in  specie  la  parte  N. 
e  NE.  del  suburbio,  San  Gallo,  Camerata  e  Vincigliata  :  anche  la  scossa 
del  5  aprile  1839,  secondo  il  Giovannozzi,  fu  molto  più  forte  a  Fiesole 
che  non  a  Firenze  :  da  tale  centro  potrebbe  essere  anche  irraggiato  il 
sensibile  scuotimento  delle  20^  37"  circa  del  20  aprile  1898. 

Data  la  vicinanza  di  questi  centri  alla  città,  riesce  molto  difficile  i| 


itftbilire  da  qaati  siano  stati  causati  i  rari   terremoti    che   àun 

danni  più  o  meno  fp'avi  a  Firenze,  cÌo6  i  seg:Qeiiti  :  1148  [ÌV- 
!22],  1383  [1309],  1403  L279],  1426  [293],  1463  [322],  1531  >:)  , 
tao],  1554  [421*j  e  1600  [465].  Di  questi  od  abbiamo  solo  notizis 
reuze  o  sappiamo  essere  quivi  stati  piil  intensi  clie  non  altrove. 

proposito  di  quello  successo  nel  1554  [421*]  nota  lo  storico  SejD-. 
usò  maraviglia  il  fattx>  che  mentre  in  cittA  in  tale  occasione  :3 
bbattuti  moltieaiml  comignoli,  poche  miglia  lontano  la  scos^^ 
sentita  solo  lievemente. 

territorio  fiorentino  esistono  due  altri  centri  sismici,  uno  uri 
di  Castel  fiorentino,  l'altro  in  quelli  di  San  Hiniato  ;  del  priiu  ' 
I  nel  paragrafo  destinato  all'  illustrazione  della  sismicità  del  ba- 
sii' Elsa  :  del  secondo,  cioè  quello  di  Fucecchio  e  San  Uìnìat  :>. 
no  ritenere  come  manifestazione  tipica  11  terremoto  del  G  sit 
:  1897  [12821.  Deguo  di  ricordo  si  è  che  queste  due  localitA  fi- 
no molto  fortemente  il  parossismo  pisano  del  184fi. 

I  terremoti  esocentrici  pare  abbia  causato  danni  all'abitato  di 
e  quello  di  S.  Sepolcro  del  1414  :  fu  sentita  fortemente  la  con- 
le  corocenti'ica  del  Mugello  del  1542,  più  o  meno  sensibilmente 
isimo  sismico  ferrarese  del  1570  ed  i  parossismi  del  1661  (Ro- 
).  del  1731  (pistoiese),  del  1741  (Fabriano)  e  del  1789  (Citià 
tello).  Riuscì  mediocre  il  terremoto  della  Romagna  -  Toscana  dt^l 

leggiero  il  mugellanD  del  1597  e  mediocre  quello  di  Barga  del 
lievi  ancora  i  terremoti  di  Livorno  del  1742,  di  Fivizzano  del 
della   Romagna   Fiorentina  del   1768,   della  Romagna   del    ITS] 

di  Cagli  pure  del  1781  (5  vi)  e  del  Senese  del  1798  ;  fortemente 
lagarono  fino  a  Firenze  quelli  che  urtarono  il  Valdarno  sapc- 
nel   1770  ed  il  territorio  forlivese  nel  1781  (17  vn). 

secolo  XIX  —  specialmente  nella  seconda  meti  —  le  notizie 
remoti  abbondano  in  grazia  delle  indefesse  ricerche  ed  alle  os- 
oni  dei  sismologi  fiorentini  Cecchi,  Bertelli  e  Giovannozzi  ; 
no  cbe  Firenze  è  compresa  fra  località  scosse  fortemente  dai 
oti  del  Mugello  (1835),  di  Firenzuola  (1849,  1864),  dell'Appennino. 
esc  (1869)  e  dai  Volterrano  (1871)  :  mediocremente  fhrono  avver- 
srremoti  del  senese  (1890),  delle  Marche  (1873,  1897),  dell'Emilia 
e  della  Romagna  (1875,  1879)  ;  leggermente  l'apuano  del  1837.  il 

del  1846,  i  senesi  del  1869  (due)  e  1895,  i  romagnoli  del  1870. 
.874,  1881  e  1887  ;  gli  emiliani  del  1881,  1885,  1889  e  1898  :  U 
no  del  1894,  il  ligure  del  1887,  il  garganico  del  1889,  il  vero- 
el  1891,  l'umbro -marchigiano  del  1897,  di  Lubiana  del  1895  e 
'remiti  del  1895.  Infine  più  o  meno  sensìbilmente  furono  avver- 
fgucnti  :  di  Novellara  del  1810,  di  Cesena  e  di  Voghera  del  1828. 


TOSCAl^A  745 


di  Cannara  del  1832,  del  Mugello  del  1848,  di  Lucca  del  1845,  di  Ur- 
inino del  1853  (?),  di  Imola  del  1854  e  di  Vergato  del  1864  (15  in). 

Senese,  —  Molti  sono  i  terremoti  corocentrici  del  territorio  senese 
od  assai  complessa  risulta  la  sua  sismicità.  I  principali  centi*i  circo- 
stanti alla  città  sono  i  segfuenti  : 

a)  a  N.  NE.  tra  l'Arbiola,  Fontebecchi   e   TOsservanza  :   terremoti 
1798  [837],  1859  [1040]  e  1869  [1066]. 

b)  a  NWW.  presso  S.  Colomba  :  terremoto  tipico  1821  [895]? 

e)  a  SW.   presso  Volte,   Linari   ecc.  :    terremoti    1848   [990J  e  1882 
[1148]. 

Discostandoci  alquanto  troviamo  quest'altri  : 

d)  al  N.  Vagliagli  ;  da  questo  centro  irraggiano  le  scosse  del  1871 
[10S4J  e,  secondo  il  Fondelli  {Della  pì*ob,  orig.  ecc.,  pag.  28),  anch-ì 
quelle  del  marzo  1866,  state  appena  avvertite  in  Siena,  e  cosi  pure  altre 
accadute  nell'estate  ed  autunno  1883,  una  sola  delle  quali  (2^  20"^  p. 
IX  17)  fu  un  po'  più  violenta,  avendo  causata  alquanta  apprensione 
nei  cittadini.  Ebbero  pure  eguale  origine  i  due  piccoli  terremoti  del 
27  febbraio  e  7  maggio  1893  descritti  dal  Prof.  Vicentini  (Cenni  sui 
terr,  ecc.) 

e)  a  NW.  abbiamo  la  regione  sismica  dell'  Elsa  :  il  terremoto  del 
1804  [846]  inferse  danni  a  Colle,  a  Poggibonsi  ed  a  San  Oeminiano 
presso  cui  ebbe  suo  centro.  Quest'  ultima  località  più  che  le  altre  venne 
colpita  nel  1838  [959]  e  nel  1869  [1070];  Poggibonsi  invece  risenti  in 
modo  precipuo  la  maggior  parte  delle  scosse  del  periodo  sismico  del 
1895  [1262],  qualcuna  delle  quali  però  urtò  San  Geminlano  (quindi  ri- 
sulta identificabile  con  il  terremoto  del  1869),  oppure  Greve  (forse  ri- 
sveglio di  un  centro  fiorentino)  o  Castellina  in  Chianti  (identificabile  con 
il  terremoto  del  1871). 

Varie  minori  manifestazioni  sismiche  sono  attribuibili  all'attività  di 
questo  distretto  :  alcune  di  esse  anno  colpito  in  special  modo  Poggi- 
bonsi (=  terremoto  1895)  —  ps.  :  1894  febbraio  27  ;  1897  novembre  1-2 

—  altre  San  Geminiano  (=  terremoto  1869)  —  ps.  :  1896  giugno  25  ; 
1897  maggio  21  e  22  —  altre  infine  anno  urtato  violentemente  le  tre 
accennate  località,  quasi  si  siano  risvegliati  contemporaneamente  i  vari 
centri  :  citerò  a  questo  proposito  la  scossa  1890  novembre  30  :  2**  */«  p. 
Infine  il  periodo  sismico  del  febbraio-marzo  1890  [1353]  parve  irraggiare 

—  secondo  il  Giovannozzi  —  dai  pressi  di  Barberino. 
Quantunque  non  appartenenti   al   territorio   senese   noto   che   nella 

parte  superiore  del  bacino  dell'  Elsa  esiste  un'altro  centro  sismico  :  i 
terremoti  del  1768  [749]  riuscirono  molto  violenti  a  Montaione,  a  Gam- 
bassi  ed  a  Gastelfiorentino.  Quest'  ultima  località  fu  colpita  isolatamente 


746  CAPlf OLD  ^ 


da  qualche  altro  terremoto:  il  4  novembre  1893  ps.  uno  scuotim^ito 
assai  intenso  fece  svegliare  di  soprassalto  la  popolazione  :  tale  fenomeno 
fa  oltremodo  localizzato,  che  le  onde  sismiche  non  giunsero  nem- 
meno ad  influenzare  i  sensibili  strumenti  sismograftci  dell'Osservatorio 
Ximeniano  di  Firenze  posto  alla  distanza  di  circa  Km.  30.  Nel  20-21 
maggio  1894  altre  numerose  scosse  colpirono  la  stessa  località  :  una  di 
esse  (16»»  14'»  del  20)  terrorizzò  l' intera  popolazione,  cui  parve  si  do- 
vessero, per  il  movimento  schiantare  le  case  :  noto  poi  inoltre  che 
anche  al  V  agosto  1893  Castel  Fiorentino  risenti  una  scossa  stata  più 
intensa  che  a  Montaione  ed  a  Montespertoli. 

Del  centro  di  Fucecchio   8.  Miniato  ò  altrove  parlato  (cfr.  p.  744). 

f)  a  SW.  trovasi  il  centro  di  Travale  —  che  &  dato  i  terremoti 
del  1413  [285]  e  del  1724  [640]  —  appartenente  al  bacino  del  Cecimi 
di  cui  a  suo  luogo. 

g)  a  SE.  esiste  un  centro  presso  Asciano  di  Siena,  alla  cui  attività 
dobbiamo  parecchie  scosse  di  minor  importanza  :  noterò  le  due  forti 
deir  8  gennaio  1851  e  del  9  gennaio  1898  avvertite  più  debolmente  a 
Siena. 

h)  altro  centro  più  meridionale  esiste  nei  pressi  di  Monte  Olivete 
Maggiore  risvegliatosi  nel  1678  [560],  nel  1726  [642]  e  nel  1781  [780]. 
All'attivitÀ  di  questo  focolare  sono  da  ascriversi  anche  quelle  scosse, 
che  il  Fondelli  (op.  cit.,  pagina  28)  dice  sentite  posteriormente  al 
1859,  le  qtiali  urtarono  violentemente  il  suolo  compreso  tra  Asciano, 
Monte  Oliveto  e  Buonconvento,  estendendosi  con  forza  a  S.  Giovanni 
d'Asso,  a  Monterongriffoli,  ove  causarono  delle  screpolature  nelle  case, 
mentre  a  Siena  furono  appena  avvertite  dalle  persone. 

Della  regione  sismica  deirOrcia  parlo  più  avanti. 

i)  a  SEB.  e  precisamente  dai  pressi  di  Tòrrita  e  di  Sinalunga  eb- 
bero origine  i  terremoti  del  1849  [994].  Queste  località  ftirono  violen- 
temente urtate  dal  terremoto  di  Città  di  Castello  del  1861. 

Fra  questa  regione  sismica  e  quelle  di  Monte  Oliveto  e  deirOrcia 
trovasi  Montepulciano  scosso  fortemente  nel  1783  [790]  forse  da  feno- 
meno  corocentrico  e  nel  1849  dal  parossismo  di  Torrita.  Qualche  scossa 
—  ps.  :  24-25  marzo  1851  —  pare  sia  stata  corocentrica  a  tale  loca- 
lità e  cosi  pure  dicasi  di  qualche  replica  del  terremoto  del  1861. 

l)  Infine  verso  E.  abbiamo  il  centro  secondario  di  Castelnuovo  Be- 
rardenga  dal  quale  irraggiarono  parecchie  scosse  di  minor  conto  :  ri- 
corderò quelle  lievi  dell'  8  e  14  febbraio  1895  passate  inavvertite  al- 
trove. Questa  località  risenti  fortemente  i  terremoti  del  1871  (gruppo  d). 

Premessa  questa  rapida  rassegna,  vediamo  quali  siano  i  centri  le 
pui  manifestazioni  anno  scosso  più  intensamente  Slena. 


HobcaUx 

l'  Groppo  (Centro  Osservanza)  —  qaestl  terremoti 
del  centro  alla  città  ebbero  quivi  come  all'epicentro 
tensità. 

2°  Groppo  (8.  Colomba)  —  leggieri  in  Siena. 
3"  Grappo  (Volte  ecc.)  —  Siena  rimane  faori  dall' 
elabe  a  subire  danni. 

4"  Grappo  (VagliagH)  —  I  terremoti  del  1871,  stati 

centro,  furono  a  Siena  solo  lievemente  avvertiti  :  lo  i 

scosse  minori,  bene  inteso  fatte  le  debite  proporzioni, 

5°  Grappo  (Bacino  dell'  Elsa)  —  Anche  i  maggiori 

BciroDO  sempre  innocal  a  Siena. 

6°  Groppo  (Travale)  —  I  terremoti  del  1721  caasaro 
a.   Siena. 

7°  8'  e  9'  Groppo  (Asciano  -  Monte  Olivete)  —  Inn 
Da  qnanto  ò  detto  testé  risalta  che  ad  eccezione  < 
Travale  del  1724,  che  causò  qualche  danno  a  Siena, , 
dai  centri  dei  vari  grappi  ricordati,  riuBcirono  tutti  i 
fatta  per  quelli  del  primo,  il  cai  centro  trovasi,  come 
vicino  alla  città.  Quindi  se  1  nostri  criteri  possono  s 
nell'  interpretazione  dei  lenomeni  avvenuti  in  tempi 
con  certa  probabilità  ascrivere  come  manifestazioni 
terremoti  maggiori  ricordati  per  Siena  dai  vari  croni 
senza  alcuna  particolareggiata  notizia  per  le  località 
qaelli  avvenuti  negli  anni  1294  [192],  1320  [215],  1361 
1430  [297],  1436  [299],  1456  [315],  1467  [328*],  1486  | 
1530  [391*],  1603  [469],  16S8  [511],  1697-98  [593], 
[6841,  r87  [809],  1854  [1018],  1867  [1061],  i  quali 
riuscirono  a  Siena  molto  forti,  oppure  fortissimi  o 
Ciò  bene  Inteso  senza  voler  escludere  che  tali  fono 
Btituire  le  maggiori  manifestazioni  dell'  attività  sismi 
(in  specie  di  quelli  di  Travale,  delle  Volte  o  di  S. 
quali  si  sia  conservata  la  sola  notizia  di  Siena,  come 
importante  ('). 

Frequenti,  frequentissime  sono  le  scosse  di  mlnoi 
si  sentono  a  Slena.  Essa  però,  come  ò  detto,  parte 
agli  scuotimenti  Irraggiati  dal  centri  più  lontani  del 
torio  e  quindi  a  maggior  ragione  a  qaelli  a  questo  ei 
ni  quali  ricorderò  che  prevalgono  qaelli   di  origine 


(1)  ò  escluso  dal  novero  il  terremoto  del  ISSO  (4%],  perché,  lecon 
nuta  ora  a  mia  conoscenia  e  ritrovata  nel  Diario  di  Agostino  Lap 
cauMto  danni  anche  In  Val  d'Amo,  nel  Cblantl  ecc. 


748  CAPITOLO  X 


1737,  1812,  1887  e  1895  ;   Pisa   1846  ;  Livorno    1742  ;    volterrano    1-?' > 
e  1871  ;  Arezzo  1810  ;  Mugello  1843.)  Con  minor  intensità  e  freqneriz? 
interessano  la  città  i  terremoti  provenienti  dalla  Romagna   (1870,  iST-ì. 
1881, 1887),  e  più  raramente  gli  emiliani  (1869),  i  liguri  (1887),  i  marchi 
giani  (1873)  e  quelli  dell'  Italia  meridionale  (1895). 

Regione  sismica  delVOrcia.  —  A  mezzodì  del  centro  di  Monte  Olire:'» 
trovasi  il  distretto  sismico  dell' Orcia  con  due  centri  principali  :  uno 
nei  pressi  di  S.  Quìrico  e  l'altro  vicino  a  Rocca  d'Orcia.  A  S.  Quiricc 
furono  più  numerose  ed  intense  le  scosse  del  periodo  sismico  dell'ot- 
tobre-novembre 1897  [1285],  le  quali  —  eccezione  fatta  per  la  princi- 
pale (xi  IG),  —  passarono  inosservate  oltre  che  in  quasi  tutti  i  laoghi 
circostanti  anche  a  Rocca  ed  a  Castiglione  d'  Orcia,  località  che  nel 
10-14  novembre  1888  furono  urtate  da  vari  forti  scuotimenti  preceduti 
da  detonazioni  con  centro  nel  luogo  detto  la  «  Poderina  >,  e  che  pas- 
sarono invece  inavvertite  a  S.  Quirico.  —  Porse  dal  centro  di  S.  Quiric^j 
irraggiò  la  maggior  parte  delle  scosse  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per 
Pienza,  quantunque  qualcuna  (ps.  :  1889  vn  16  :  11**  p.  circa)  pare  sia 
stata  più  intensa  nei  pressi  di  S.  Giovanni  d'Asso  (gruppo  h). 

Regione  delV  Amiaia  e  Radicofani,  —  Dal  marzo  1776  all'aprile  1778 
[768]  un  intenso  e  frequente  periodo  sismico  urtò  le  suddette  regioni 
e  di  preferenza  i  pressi  di  Abbadia  S.  Salvatore  sul  lato  orientale 
(leirAmiata  ;  con  il  massimo  accaduto  nel  di  5  ottobre  1777  il  centro 
parve  trasportarsi  verso  Radicofani,  località  stata  maggiormente  dan- 
neggiata. 

Nel  1868  [1065]  i  paesi  dell'Amiata  furono  violentemente  commossi 
da  un  forte  terremoto  corocentrico,  di  cui  non  sono  riuscito  a  trovare 
notizie  particolareggiate  : 

Nel  1861  l'intera  regione  dell'Amiata  e  di  Radicofani  partecipò  vio- 
lentemente ai  terremoti  che  ebbero  loro  epicentro  fra  Cetona  e  Città 
della  Pieve. 

Livorno,  —  Il  5  aprile  1646  [52-1]  una  scossa  fortissima  colpi  Livorno  : 
l'impulso  con  ogni  probabilità  provenne  dal  mare  :  i  teri'emoti  del  1742 
[685]  ebbero  pure  il  loro  centro  a  mare  :  i  danni  in  ambedue  i  casi 
furono  limitati  alla  sola  città,  anzi  le  ville  ad  essa  adiacenti  nulla  eb- 
bero a  soffrire.  Anche  i  massimi  sismici  del.  1642  [517],  1717  [627], 
1771  [752],  1808  [860]  e  1894  [1246]  ebbero  identica  orìgine  e  presen- 
tarono gli  stessi  caratteri,  primo  fra  tutti  la  grande  localizzazione 
degli  effetti  dinamici. 


TOSCANA 


749 


lì  solo  terremoto  del  1814  [876]  urtò  Pisa  e  Livorno  con  qnasi  ugnale 
intensità. 

Lo  scuotimento  del  12  dicembre  ]^^94  [1246],  quantunque  stato  re- 
la^tivamente  agli  altri  accennati  di  intensità  poco  notevole,  ci  porge  un 
oaempio  deirandamento  tipico  delle  isosisme  del  centro  livornese,  le  cui 
maggiori  manifestazioni,  per  esempio  quelle  del   1742   e   del   1814,    si 


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propagarono  sensibilmente  Ano  a  Genova.  Credo  utile  qui  ricordare  che 
io  piccole  scosse  sentite  dal  31  luglio  al  2  agosto  1875,  secondo  il  Ber- 
telli, quantunque  abbastanza  sensibili  e  si  estesero  ad  una  piccolissima 
zona  con  diversa  intensità,  cioè,  furono  più  forti  nelle  adiacenze  delia 
città  verso  Bocca  d'Arno,  piccolissime  all'Ardenza  e  nulle  a  Montenero». 
Il  centro  livornese  si  ridestò  pure  in  occasione  del  periodo   sismico 


■»«na 


750  TO8CAKA 

pisano  del  1846  con  scosse  locali,  rombi  ed  insoliti  moTimeuii  del  mare. 
Tutte  le  manifestazioni  sismiche  di  tale  centro  dalle  più  intense  a  qneiiv 
di  minor  importanza  presentano  identità  di  caratteri  fenomenologici. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  sentiti  in  Livorno  prevalgono  quelli  ir- 
raggiati dai  centri  delle  Apuane  (leggieri  1720,  1729  ;  forti  1740.  1767. 
1878);  vengono  quindi  i  corocentrici  emiliani  (1810,  1811, 1874),  i  pisani 
(1846,  1896),  dei  quali  quello  del  1846  fu  fortissimo.  A  Livorno  inoltre 
ftirono  sentiti  i  seguenti  terremoti  :  il  vogherese  dei  1828  ed  il  mugel- 
lano  del  1843  ;  fortemente  il  ligure  del  1887  e  lievemente  i  fiorentini 
del  1895  e  1897,  i  marchigiani  del  1873  e  1897,  il  volterrano  del  1871* 
quello  deirappennino  parmigiano  del  1898  ecc.  ecc. 

Isola  d'  Elba.  —  Non  conosco  alcun  terremoto  corocentrico  dell'  isola 
d'Elba  e  poche  sono  pure  a  mia  notizia  le  scosse  esocentriche  ivi  av- 
vertite. Noterò  che  vi  giunse  lieve  lo  scuotimento  che  nel  1846  devastò 
il  pisano,  quello  del  1871  che  urtò  il  basso  bacino  della  Cecina  e  del 
1887  che  sconquassò  la  Liguria  occidentale;  mentre  passò  inosservato 
il  grande  terremoto  fiorentino  del  1895,  fti  sentito  quello  del  7  agosto 
di  tale  anno,  irraggiato  dalla  regione  del  Cimone  (modenese);  fu  ivi 
pure  sensibile  l'estesa  concussione  di  origine  emiliana  successa  nei  1873. 

PUano.  —  Il  grande  terremoto  del  14  agosto  1846  [987]  ebbe,  se- 
condo lo  studio  da  me  fatto,  suo  centro  nei  pressi  di  Orciano:  i  feno- 
meni che  si  andavano  preparando  e  svolgendo  nel  focolare  pisano  fiourono 
tali  da  ridestare  pure  non  solo  la  sopita  attività  del  centro  livornese 
(scosse  locali,  movimenti  del  mare,  rombi,  ecc.),  ma  anche  quella  di 
un  altro  focolare  situato  nel  basso  bacino  del  Cecina,   ove   in  antece- 

0 

denza  al  7  agosto  era  stata  intesa  una  debole  scossa,  e  susseguente- 
mente,  al  25  novembre,  un  terremoto  rovinoso  :  la  prima  passò  inos- 
servata nei  colli  pisani,  il  secondo  fu  lievemente  avvertito. 

Il  terremoto  del  1846  pare  una  ripetizione  di  quello  accaduto  nel 
29  gennaio  1597  [460],  che  sappiamo  aver  infierito  a  Luciana  e  paesi 
vicini.  Le  scosse  del  1896  [1269],  con  centro  pure  nei  centri  di  Orciano, 
mostrarono  di  esser  state  originate  dallo  stesso  focolare,  ma  rispetto 
a  questo  parossismo  ebbero  una  intensità  molto,  molto  minore  e  l'area 
mesosismica  invece  che  fino  a  Casal  Orando,  come  nel  1846,  si  estende 
(la  Orciano  a  Ponsacco,  località  da  cui  irraggiarono  dei  terremoti  ab- 
bastanza violenti  e  localizzati. 

I  fenomeni  sismici  che  urtarono  nel  1896-97  il  suolo  pisano-livornese 
furono  simili  a  quelli  successi  nel  1846  :  in  ambedue  i  casi  si  risveglia- 
rono distintamente  il  centro  livornese,  quello  pisano  e  1'  ùIìto  situato 
nel  bacino  del  Cecina. 


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CAPITOLO  X  751 


Il  centro  di  Orciano  k  fornito  molte  manifestazioni  minori.  Degno  di 
essere  ricordato  è  il  piccolo  periodo  Bismico  dell'  8-16  dicembre  1883  ; 
cLopo  una  scossa  sensibile  sass.  avvenuta  a  6^  pom.  dell'  b  stata  intensa 
&<!  Orciano  ed  a  Fanglia,  fUrono  intesi  dei  boati  ad  ore  quasi  determi- 
nate (11*^  ant.,  5  ed  lli^  pom.  circa)  ;  nel  di  14  i  fenomeni  acustici  e 
Bismlci  si  fecero  più  numerosi  ed  intensi  ;  continuarono  poscia .  nel  15 
per  cessare  totalmente  al  mezzodì  del  giorno  16.  All'  attività  di  tale 
centro  ascrivo  pure  le  scosse  abbastanza  forti  di  cui  abbiamo  solo  no 
tizie  per  Lorenzana. 

Presso  Ponsacco  esiste  un  altro  centro  ridestatosi  nel  1897  con  le  scosse 
tipiche,  ma  non  troppo  violenti  [1281],  sentite  dal  27  luglio  al  4-5  agosto 
che  recarono  all'abitato  di  tale  paese  lievi  danni. 

Altro  focolare  trovasi  fra  Bagni  S.  Giuliano  ed  Orciano  di  Pisa  :  questo, 
oltre  alla  maggior  concussione  avvenuta  nel  1851  [1002]  •—  stata  lieve 
a  Pisa  ed  inavvertita  a  Livorno  —  à  dato  varie  scosse  forti,  Ara  cui 
una  nel  di  4  0  5  settembre  1850,  e  due  nel  mattino  del  24  febbraio  1898  ; 
quest'ultime  furono  assai  intense  nel  vicino  paese  di  Asciano  e  passa- 
rono inosservate  a  Calci,  a  Vecchiano  ed  in  altre  località  circostanti 
del  pisano  e  del  lucchese. 

Di  questi  tre  centri  quello  di  Orciano  è  quello  che  agisce  con  magggior 
violenza  su  Pisa  ;  alla  sua  attività  con  tutta  probabilità  possiamo  ascri- 
vere i  terremoti  del  1168  [120],  del  1322  [218]  e  del  1494  [855],  dei 
quali  non  sappiamo  altro  che  recarono  danni  più  o  meno  sensibili  a 
detta  città. 

Però  anche  per  vart  terremoti  esocentrici  Pisa  risentì  qualche  danno  : 
ricorderò  a  questo  proposito  quello  del  1414  originario  dal  baóino  del- 
l'alto Tevere,  del  1767  proveniente  dalle  Apuane,  del  1814  dal  livor- 
nese e  del  1873  dall'  Emilia. 

Fra  gli  innocui  sono  da  menzionare  i  due  apuani  del  1729  e  1740, 
il  livornese  del  1742,  1  volterrani  del  1858  e  del  1871,  i  fiorentini  del 
1887  e  del  1895,  i  mugellani  del  1542  e  del  1843,  gli  emiliani  del  1849 
e  1898,  i  marchigiani  del  1853  e  del  1873,  il  ligure  del  1887  ed  il  ve- 
ronese del  1891, 

VoUerratio.  —  Il  bacino  del  Cecina  costituisce  un  distretto  sismico 
ben  identificato  con  vari  centri  ;  nella  parte  superiore  trovasi  quello  di 
Travale,  da  cui  irraggiarono  i  terremoti  del  1413  e  del  1724,  dei  quali 
ò  parlato  nel  paragrafo  riguardante  il  senese  (cfr.  pag.  746).  Viene 
quindi  Volterra  scossa  fortemente  nel  1472  [1316]  e  quindi  nel  1853 
[1013]  da  altra  concussione  irraggiata  dai  pressi  di  Pomarance. 

Il  terremoto  del  1472  con  ogni  probabilità  si  deve  considerare  come 
^n  fpnon^e^o  loca{e  ;  infatti  parecc)iie  scosse  i^lnon  mostraroi^o  IprQ 


752 

centro  nei  pressi  di  Volterra  ;  per  esemplo  quella  del  27  loglio  Ii^jT 
(S**  circa)  fa  sensibile  ed  affatto  localizzata  e  cosi  dicasi  di  nn'  aJt» 
avvertita  verso  le  11^  '/■  del  24  aprile  1896. 

Anche  il  centro  di  Pomarance  &  dato  laoi^  a  varie  manifestazioni: 
per  essere  breve  mi  restringerò  a  citare  nn  esemplo,  cioè,  la  scossa 
del  12  novembre  1893.  Alta  sna  attivitA  si  deve  pure  il  terremoto  de; 
25  novembre  1846  la  cai  zona  centrale,  come  6  detto  (cfr.  pag.  40li. 
comprende  Lìbbiano.  Serrazzano,  Monte  Cerboli,  Caatelnoovo  Val  di 
Cecina  e  Fossini,  località  vicinissime  a  Pomarance;  con  ogni  probabi- 
lità anche  quello  del  7  agosto  1846  ebbe  identica  provenienza. 

Infine  pel  centro  di  Guardistallo  abbiamo  11  tipico  terremoto  del 
1871  [1344*]. 

Poche  sono  le  notizie  sol  terremoti  esocentrlci  sentiti  nel  volterrano: 
sappiamo  che  fortemente  interessò  tale  regione  quello  del  Mogello  del 
1M2  e  lievemente  I  senesi  del  1781,  1869  e  1895,  il  fiorentino  del  189:>. 
il  livornese  del  1896,  il  ligare  del  1887  e  quello  di  Romagna  del  18T5. 

Qrotteto.  —  Abbiamo  visto  parlando  del  territorio  senese  qnale  sin 
la  sismicità  della  regione  dclI'Amlata.  DI  notevole  in  qaesta  provincia 
troviamo  il  centro  di  Monterotondo,  la  cui  maggiore  manifestazione  (- 
costituita  dalla  fortissima  scossa  sentita  nell'anno  1320  [2I4J:  poche  sono 
quelle  ili  minor  momento  ricordate  nei  cataloghi  sismici:  ne  citerò  nna 
sensibile  sentita  il  1°  settembre  1897,  che  sembra  stata  oltremodo  loca- 
lizzata, giacché  fìi  inavvertita  a  Montieri,  a  Monteverdi  ed  a  Suvereto. 

Un  centro  secondario  esiste  nei  pressi  di  Massa  Marittima:  à  dat-> 
parecchie  scosse  tra  le  quali  le  seguenti  :  1849  luglio  14  ;  1851  gen- 
naio 2  ;  1878  novembre  24  ;  1880  aprile  20  ;  1886  dicembre  8  ;  1891  feb- 
braio 18  ;  tutte  oltremodo  localizzate  ;  1'  ultima  fu  lieve  a  Moctlerì  ed 
a  Monticclano  e  passò  inosservato  a  Monteverdi. 

Infine  pare  che  presso  Follonica,  e  forse  nel  mare,  esista  un  aliro 
centro  di  scuotimento  messo  in  evidenza  da  qualche  rara  e  lieve  scoerà 
(ps.  :  1850  giugno  5),  la  quale  per  altro  potrebbe  essere  Irraggiata  dal 
centro  dì  Massa  Marittima. 

Arezzo.  —  L'alto  bacino  dell'Amo  cosUtnlsce  un  distretto  sismico 
con  sismicitA  abbastanza  ben  determinata  rispetto  quella  delle  circo- 
stanti regioni. 

Arezzo  fu  colpita  nel  678  [54],  1005  [94],  1192  [130],  1298  [195], 
1427  [294],  1448  [305]  e  nel  1810  [8G5*]  da  terremoti  più  o  meno  rovi- 
nosi,  che  con  tutta  probabilità  si  identificarono  con  quelli  del  \~i% 
[834],  che  ebbero  il  contro  loro  un  po'  a  nord  della  città,  gli  edifici 
della  quale  risentirono  qualche  1 


UMBRIA  753 


I  terremoti  di  S.  Sepolcro  del  25  dicembre  1352  [240]  e  dell'agosto 
14:16  [257]  fecero  abbattere  vari  edifici  di  Arezzo:  così  pare  dicasi  di 
Quello  del  1542  che  ebbe  suo  centro  nel  Magello;  molto  forte  riuscì  in 
ta.le  cìtik  il  parossismo  di  Cagli  del  1781:  riguardo  ai  terremoti  eso- 
ceiìtrici  innocui  predominano  quelli  irraggiati  dai  focolari  sismici  della 
toscana,  delle  Marche,  della  Romagna  e  dell'  Umbria. 

Più  a  settentrione  troviamo  il  centro  di  Bibbiena  danneggiata  nel 
1505  [367],  e  quindi  quello  di  Poppi  nel  1787  fSK). 

Un  centro  secondario  si  trova  presso  Camnldoli  :  alla  sua  attivitA 
dobbiamo  molte  scosse  più  o  meno  intenso  tra  le  quali  ricorderò  quelly 
del  19  giugpio  1895,  del  9  febbraio  1898  scuotimenti  abbastanza  sensi- 
l>ili  ed  assai  localizzati. 

Spesse  volte,  in  occasione  di  terremoti  non  troppo  intensi,  si  scuote 
con  quasi  la  stessa  intensità  V  intera  zona  da  Subbiano  a  Camaldolì. 

Manifestazione  di  uno  di  questi  centri  è  certamente  il  terremoto  del 
27  dicembre  1770  [251],  che  danneggiò  parecchie  località  del  Valdarno 
superiore,  i  cai  focolari  con  probabilità  si  sono  risvegliati  anche  nel 
1558  ([426]  :  vedi  la  nota  (0  a  pag.  747).  Dal  centro  del  1796,  appena 
esteriore  ad  Arezzo,  irraggiano  certamente  tutte  quelle  scosse  più  o 
meno  sensibili  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per  detta  città  (ps.  18(;4 
settembre  24). 


XI  -  Umbria 

(FiG.  125  e  126). 

Distretto  sismico  deWalto  baciìio  del  Tevere.  —  In  (|Ucsto  distrett't) 
si  distinguono  alcune  zone  principali  di  scuotimento  ed  altre  secon- 
darie :  la  prima  di  quelle  è  situata  nei  pressi  di  Pieve  Santo  Stefano  : 
un'altra  fra  S.  Sepolcro  e  Città  di  Castello;  una  terza  ad  oriento  di 
questa  località  ed  infine  una  è  posta  un  po'  più  a  mezzodì,  sulla  si- 
nistra del  Tevere.  Il  centro  di  Pieve  Santo  Stefano  nella  storia  dei 
terremoti  si  mostra  poco  attivo  ed  à  dato  luogo  a  fenomeni  assai  lo- 
calizzati :  molto  complesse  sono  le  altre  zone,  con  vari  centri,  spesse 
volte  agenti  indipendentemente  ed  altre  invece  in  correlazione  tra  loro. 
Esaminiamoli  brevemente.  Una  scossa,  avvenuta  e  7**  pom.  del  5  giu- 
gno 1856  [1026],  ebbe  il  suo  epicentro  presso  Pieve  Santo  Stefano:  tu 
seguita  da  altre  di  minor  importanza  :  rocarono  esse  danni  considere- 
voli a  detta  località,  ma  pare  siano  riuscite  innocue  a  8.  Sepolcro, 
quantunque  sentite  più  o  meno  sensibilmente. 

Babatta  :  Terremoti  ecc.  ih 


'ty-» 


754 


CAPITOLO   XI 


i< 


San  Sepolcro  isolatamente  —  almeno  secondo  quanto  mi  consta  - 
fa  danneggiato  più  o  meno   gravemente   da   terremoti    accaduti  ne^ii 
anni  991  L88J,  1243  [1521,  1277  [172],  1292  [189],  1358  [242;,  1489  [350 . 
1772  [759]  e  1778  [772]  :  intorno  a  questi  massimi  sismici  non  abbiain 
notizie  clie  riflettenti  detta  località.  Del  disastroso  parossismo  del  Vòa:ì 
[232]  sappiamo  essere  stato  forse  inteso  fortemente   a   Firenze  :   qaell  • 
del  1694  [586]  si  propagò  con  grande  intensità  a   Città    di    Castello  f 
scosse  anche  le  Marche  e  la  Romagna  ;  i  terremoti  del  1414  [287]  cal- 
sarono  in  S.  Sepolcro  circa  200  vittime  e  riuscirono  rovinosi   eziandi  • 
ad  Arezzo:  quelli  del  1389  [2641  furono  ivi  molto  più  violenti  che  n^n 
nella  vicina  Città  di  Castello  e  cosi  pure    dicasi   di   quelli    disastru^i^- 
simi  del  1352  [240],  che  fecero  abbattere  molti  edifici  anche  in  Arezz-^ 

Siamo  forse  in  presenza  di  due  centri,  uno  dei  quali  sembra  situai 
fra  S.  Sepolcro  e  Arezzo  :  a  questo  uopo  sarà  bene  ricordare  che  un.» 


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Fio.  125 

forte  scossa  verso  le  6**  15™  del  4  gennaio  1894   urtò   Citerna    ed  An- 
ghiari,  riuscendo  lieve  a  Caprese,  a  S.  Sepolcro  ed  in  altre  località. 

Abbiamo  visto  cosi  come  alcuni  terremoti  corocentrici  di  S.  Sepolcro 
siano  riusciti  dannosi  anche  a  Città  di  Castello:  a  ciò  forse,  oltre  alla 
maggior  intensità  avuta  all'epicentro,  cooperò  il  ridestarsi  di  uno  spe- 
ciale focolare  che  à  dato  luogo,  fra  gli  altri,  ai  terremoti  del  144j^ 
[3131,  del  1691  [581]  e  del  1752  [706]. 

Nel  periodo  sismico  del  1456-57  [317]  il  primo  massimo   (1456  xii  9 
colpi  a  quanto   pare  specialmente  S.  Sepolcro,  il  secondo  (1457  iv  ^1(\\ 
invece  riusci   disastroso  a  Città  di  Castello  :  i  danni   prodotti    da    tale 
scossa  e  dalle  molte  repliche  corocentriche  si  estesero  fra  tale  città   e 
Perugia. 

I  terremoti  del  1789  i814]  spiegarono  la  loro  maggior  violenza  fra 
Città  di  Castello  ed  il  villaggio  di  Selci:  la  prima  rimase  in  buona 
parte  distrutta,  e  l'altro  fu  ridotto  in  un  vero  cumulo  di  rovine  :  verso 
settentrione  gli  effetti  dinamici  sugli  edifici  diminuirono  tosto,  giacclit* 


"vr-^^-^r 


UMBRIA  755 


f arono   di   molto   minor  momento   a  Santa   Giustina,  a  Cospaia  ed  a 
3.  Sepolcro,  quantunque  quivi  siano  stati  atterrati  molti  fabbricati. 

Più  a  levante  dei  precedenti  ebbe  origine  il  terremoto  del  1892 
'  12J4]  che  commosse  più  intensamente  Fraccano  e  Caifirenze,  ed  an- 
cora molto  più  ad  est  irraggiò  quello  del  18  dicembre  1897  [12871,  il 
cui  centro  trovasi  fifa  Castel  Guelfo  e  Pietralunga  alle  falde  del  Monte 
N^erone  e  della  Serra  Maggio,  regione  opposta  o  qvjìKÌ  a  quella  stata 
«  teatro  »  del  parossismo  del  1781  [784]  che  distrusse  Cagli  e  molte 
altre  località  situate  su  quel  versante  di  dotto  nodo  montuoso  (cfr. 
pag.  732-33). 

Alcune  scosse  di  minor  conto  sentite  in  questi  ultimi  anni  ci  pro- 
vano resistenza  di  un  centro  sismico  secondario  nei  pressi  di  Cittii  di 
Castello  ;  per  non  essere  troppo  prolisso  ricorderò  quelle  che  pi'ecedet- 
tero  il  massimo  sismico  del  1892  (cfr.  pag.  550)  successe  a  10^  pom. 
della  sera  del  16  novembre  ed  a  0**  15"  e  2*»  ant.  del  di  vegnente  :  fu- 
rono esse  tutte  tre  suss.-ond  ed  interessarono  sensibilmente  una  zona 
limHjrttanna  di  aaolo  cìieostante  alla  cittA,  non  avente  oltre  un  chilo- 
metro di  raggio. 

I  centri  sismici  testé  indicati  sono  posti  tutti  nella  regione  a  sinistra 
del  Tevere  :  sulla  destra  ne  segnalerò  uno  a  SSW.,  precisamente  fra 
Morra  e  San  Leo,  località  incluse  nell'area  mesosismica  del  terremoto 
del  1891  [1211].  Questa  concussione  tellurica,  che  produsse  nelle  citate 
località  qualche  lieve  screpolatura,  fu  stimata  forte  a  Città  di  Castello, 
mediocre  a  S.  Sepolcro  e  lieve  a  Perugia.  Simili  rapporti  nella  distribu- 
zione dell'intensità  •—  fatte  sempre  le  debite  proporzioni  per  la  maggior 
violenza  avuta  o  supposta  alTepicentro  —  ebbero  altri  terremoti  :  ps. 
lineilo  del  1865  [t057J  fu  quasi  rovinoso  a  Città  di  Castello  e  fortissimo 
a  Perugia:  tale  manifestazione  con  probabilità  si  identifica  con  quella 
già  ricordata  del  26  aprile  1457,  che  sappiamo  appunto  aver  danneg- 
giato i  luoghi  compresi  fra  dette  due  città. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  degno  di  essere  ricordato  si  è  che  il 
parossismo  aquilano  del  1349  inferse  vari  danni  a  S.  Sepolcro. 

Gubbio,  —  Fra  il  distretto  sismico  dell'alto  bacino  del  Tevere  e 
quello  del  Topino,  che  fra  poco  considereremo,  avvi  il  centro  di  Gubbio  : 
per  gli  anni  1465-66  [324  e  326 J  e  1471  [331 J  le  cronache  eugubine  recano 
notizie  di  gravi  terremoti.  Ricorderò  inoltre  che  nel  1786,  mentre  pcr- 
durcva  l'attività  sismica  nei  pressi  di  Piediluco,  fu  sentita  in  Gubbio 
al  15  gennaio  [801]  una  fortissima  scossa  accompagnata  da  altre  mi- 
nori che  pare  siano  state  più  numerose  ed  intense  ad  un  miglio  circa 
dalla  città. 

Un  periodo  di  scosso  coroc^ntriche  abbastanza  frequenti  e  sensibili 


756 


CAPITOLO   XI 


fa  sentito  nel  1897  dal  2  novembre  alla  metà  del  mese  saccessivo,  a) 
lorquando  cioè  vari  centri  umbri  erano  ripetutamente  scossi  da  terr*- 
moti  non  molto  intensi  ma  assai  numerosi. 


Distretto  sismico  del  Topino  e  del  Chiose  io.  —  Per  il  terremoto  di! 
1761  [701]  che  colpi  Gualdo  e  Nocera,  Gubbio  soffrì  molti  danni  e 
così  pure  Perugia  e  Città  di  Castello  :  il  centro,  secondo  lo  studio   ds 


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FiG.  126 

me  fattone,  risultò  fra  Fossato  di  Vico  e  Gaifaoa,  non  molto  lungi 
forse  da  Gualdo  Tadino,  ove  più  che  altrove  fu  intenso  il  piccolo  ter- 
remoto umbro-marchigiano  dal  23  giugno  (O*»  V2)  l^^^.  Airattività  di 
tale  focolare  ascrivo  pure  le  scosse  del  1747  [696]  che  sappiamo  aver 
afflitta  Nocera,  compresa  nella  zona  danneggiata  dai  terremoti  {\^\ 
1270. 


UMBRIA  757 


Il  terremoto  dell'  11  ottobre  1791  [821 J  sì  gagliardo  a  Foligno  da 
pregiadicare  case  e  palazzi,  pare  irraggiato  dai  pressi  delle  «  Case 
nuove  »,  località  posta  a  levante  ed  a  pochi  chilometri  di  distanza. 

Foligno  fa  inoltre  pregiudicata  dai  terremoti  che  urtarono  la  bassa 
valle  del  Topino  nel  1831-32  e  nel  1854,  da  quelli  di  Sellano  -  Cerreto 
nel  1838,  di  Norcia  nel  1766,  di  Gualdo  nel  1751  e  dal  parossismo 
umbro-  marchigiano  del  1279  :  spesse  volte,  come  è  successo  nel  piccolo 
periodo  sismico  del  maggio  1890,  furono  intese  scosse  esocentrìche 
(prodotto  da  qualcuno  dei  centri  che  fra  poco  conosceremo)  e  forte 
mente  altre  irraggiate  dal  focolare  di  Trevi. 

Nel  periodo  sismico  del  1831-32  [931]  quasi  tutte  le  manifestazioni 
principali  ebbero  origine  da  un  focolare  con  probabilitÀ  situato  nei 
pressi  di  Cannara  e  di  Bevagna  :  in  quello  iniziatosi  con  V  11  febbraio 
1854  [1015]  i  danni  maggiori  accaddero  fra  Bastia  e  Spello.  Tali  due 
aree  mesosismiche  non  coincidono  totalmente  ma  so^o  in  parte,  esten- 
dendosi quella  del  1854  molto  più  a  NW.  dell'altra. 

Un  centro  sismico  ben  individuato  si  trova  nei  pressi  di  Spello,  da 
cui  ebbero  origine  i  tre  scuotimenti  sentiti  rispettivamente  a  .S^,  3^  17'" 
e  3*"  45™  della  notte  6-7  gennaio  1897  [1270],  inizio  di  un  lungo  periodo 
di  scosse  numerosissime,  ma  non  molto  intense,  e  con  frequente  traspo- 
sizione di  centro.  Al  12  settembre  1897,  ad  1**  55*,  una  forte  scossa, 
susseguita  da  repliche,  ebbe  suo  centro  a  Spello,  presso  cui  gli  scuoti- 
menti risultarono  più  numerosi  ed  intensi  che  non  nelle  altre  località 
circostanti  :  ricordo  che  questo  paese  fu  rovinato  dal  terremoto  del 
1279. 

Entro  r  area  mesosismica  del  terremoto  del  1854  trovasi  Bastia 
che  più  di  Cannara,  di  Assisi,  di  Val  Fabbrica  e  di  Foligno  risenti 
una  scossa  avvenuta  a  2^  circa  del  18  maggio  1897  :  esteriormente  a 
tale  zona  sì  à  Valfabbrica  colpita  da  uno  dei  massimi  sismici  (iii  1) 
del  1897  [12701  e  da  altra  scossa  di  minor  conto  successa  nella  notte 
del  27  maggio  dello  stesso  anno. 

Perugia.  —  Perugia  per  essere  la  città  più  importante  dell'  Umbria 
e  per  la  sua  speciale  posizione,  merita  un  cenno  meno  sommario  re- 
lativo alla  sua  sismicità.  Le  storie  ricordano  che  neiranno  1604  [471]  essa 
fu  conquassata  da  un  terremoto  rovinoso,  intorno  al  quale  non  mi  fu 
possibile  rinvenire  notizie  riguardanti  altre  località  dell'  Umbria  e  delle 
Marche.  In  tale  città  poi  furono  sentite  nel  corso  degli  anni  parecchie 
scosse  leggiere  e  mediocri,  che  sembrano  irraggiate  da  un  prossimo 
focolare.  Cosi  ps.,  quella  del  13  novembre  1891  (1**  56"  ant.)  che  fece 
scuotere  i  vetri  e  cadere  dei  calcinacci  ed  alcune  altre  (ps.  22-23  set- 
tembre 1898)  pare  siano  state  più  intense  fra  Perugia  e  Castel  del  Plano. 


Peiù  tutti  1  maggiori  paros 
orìgine  esocentrica  ;  dato  cid  sono  molto  in  dubbio  se  il  terremoto  de! 
l&yi  debba  essere  ritenuto  come  unn  maggiore  manifestazione  di  gual- 
cano dei  centri  che  con  la  loro  maggior  attività  agirono  ed  agiscono 
su  Perugia,  oppure  d[  quello  o  di  quelli  che  sembrano  dar  laogo  n\h 
scosse  dì  lieve  intensità  piCi  sopra  accennate. 

Perugia  rimase  quasi  rovinata  dal  parossismo  umbro  -  abmzzeae  del 
1340  :  soffri  con  probabilità  gravi  danni  nel  1457  in  occasione  del  disa- 
stroso terremoto  di  Città  di  Castello:  gravi  furono  pure  ì  danni  infcrti  ai 
suoi  edìitcii  dal  parossismo  del  1831-32  (Cannara  e  Bevagna),  minori 
per  quello  del  1751  (Gualdo  e  Nocera)  e  lievi  per  quelli  del  IK'4 
(Spello,  Bastia,  Assisi),  del  1865  (Città  di  Castello)  e  del  187S  iCa 
merino). 

Le  scosse  del  grande  terremoto  che  nel  1703  devastò  parte  del- 
l' Umbria  e  dell'Aquila  pare  siano  riuscite  innocue  a  Perugia,  quan- 
tunque sentite  in  modo  assai  violento. 

Molti  terremoti  irraggiati  dagli  altri  centri  umbri,  da  quelli  deltf 
Marche,  degli  Abruzzi,  del  Lazio,  della  Toscana  e  della  Romai^A  ii 
sono  propagati  sensibilmente  Ano  a  Perugia  senza  arrecarvi  danni  di 
sorta. 


Distretto  siamico  del  CUtanao  e  della  Maroggia.  —  Foligno  oltre  es- 
sere violentemente,  e  con  pregiudizio  de'  suoi  edifici  scossa  dai  ter- 
remoti del  distretto  sismico  del  Topino,  viene  pure  urtata,  qualche 
volta  anche  con  danno,  da  quelli  che  irraggiano  dai  centri  del  distretto 
del  Clitunno  e  della  Maroggia. 

Il  periodo  sismico  umbro  del  1878  [1122]  con  1  suoi  tre  massimi 
(15-16  ix)  interessò  in  special  modo  ì  paesetti  situati  fra  Montefalco  e 
Cflst'ìlli  Kitaldi  ;  anche  le  scosse  del  1881  [1138]  irraggiarono  dallo 
stesso  centro,  ma  ebbero  una  intensità  molto  minore.  Con  questi  dite 
terremoti  si  deve  identificare  lo  scuotimento  molto  forte  che  sui  primi 
di  giugno  del  1740  [679]  colpi  Montefalco. 

Appena  esteriormente  alla  zona  del  1878  troviamo  altri  centri,  perà 
secondari.  Durante  il  periodo  sismico  del  1831-32  si  senti  (i  29)  una 
scossa  fortissima  a  Trevi,  località  colpita  dal  terremoto  del  '592  [4;wi, 
da  quello  molto  forte  del  14  luglio  1801  [1355]  r  da  molte  altre  scosse 
corocentrìche  di  forte,  mediocre  o  leggiera  intensità  (ps.  :  1878  ottobre 
25  ;  1B80  febbraio  3  :  1800  maggio  7-19  [alcune]  ;  1891  luglio  14  ;  189S 
febbraio  21,  25-26.  Trevi  fu  poi  danneggiala,  ma  non  gravemente,  dai 
parossismi  esocentricl  del  365,  del  1703  e  del  1730. 

Altro  centro  si  trova  presso  le  Vene  (sorgenti  del  Clitunno)  e  Spello, 
le  cut  case  nel  febbraio  -  marzo  1866  [1058*]  furono  danneggiate  da  una 


UMBRIA 

Aoi*ìe  di  scuotimenti  con  minor  inteasità 
Isolare  irraggiò  anche  la  violenta  scof 
molte  altre  minori,  pa.  la  forte  e  localh 
1397. 

Alcuni  scuotimenti  di  minor  conto  e 
Ititaldi  (pg.  1897,  luglio  2)  od  altri  pare 
trionali  del  monte  Martano  (pB.  1890  aei 
IH97  loglio  19,  ecc.). 

Spoleto.  —  Nel  1876  [1107],  durante! 
ctttft  fa  concQSSA  da  un  lungo  periodo  i 
raggiare  dalla  parto  NW,  e  precisamenl 
ripresa  dell'ottobre  le  scosse  riuscirono 
nei  pressi  del  monte  Luco.  Nei  terremo 
namici  sugli  ediflcii  furono  locnlìzzati  p 
solo  in  qualche  replica  secondaria  parve 
Cerreto,  Norci»  e  Narni.  località  che  al 
(la  altri  fenomeni  corocentrici.  Da  uno 
seguenti  terremoti  riasciti  piii  o  meno 
H;i].  1246  [155],  1277  1173],  1496  [3581,1 
n:67  [552],  1703  vi  29  [601],  1704  [605], 
4  [SOO]    e    1853  [1914]. 

I  terremoti  del  1878  più  sopra  accen 

Spoleto,  e  cosi  pure  dicasi  —  proporzio 

avuta  nella  regione  centrale  —  dì  quell 

rovine  insieme  a  Kieti  per  un  parossisii 

parlerò  tì-a  poco  trattando  del  centro  rea 

parossismo  umbro-aquilano  del  1349  e  gr 

successo  nel  1703  o  da  quello  di  Cerreti 

Rispetto  al  terremoti   esocentrici  inn 

sentiti  specialmente  quelli  irraggiati  dal 

Altro  foi-.olare  affatto  secondario  si  tr 

nei  pressi  di  Massa  (ps.  1897  maggio  1^ 

Per  i  ten-emotl  delle  •  Terre  Arnolfe 

tengono  all'alto  bacino  della    Maròggia, 

la  regione  sismica  di  Acqunsparta  (pag. 

Ditlretto  dell'alto  bacino  della  Xern. 
prende  Cascia  e  Norcia,  storicamente  v< 
commozioni  e  nel  nOfi  colpito  da  uno  i 
V,  micidiali  parossismi  che  ricordi  la  sto 
Comprende  vari  eentri  posti  al  di  qufl  < 


760 


^  Buo  oompleBSo  essere  «lelimitAto  da  an  qu.tdrilatero  con   gli   aiif^li   Fi 

^-  spetti  vati  lente  poeti  ad  Accra,  a  Visse,  a  Castellacelo   di    Norci:t  e<l   a 

7  Cascia. 

f  Mentre  in  quasi   tutti  ì  parossismi  di  cui  fra  poco  avrò  occasione  di 

!'  parlare   Visso   rimase   immune   di  danni,  oppure  —  come   nel    1328  e 

forse  nel  1882  —  ne  ricevette  ben  pochi,  dai  pressi  di  questa  localit.^ 
L,  irraggiarono  parecchi  terremoti,  presentatisi  sotto  forma  di  tanghi   pe- 

E  riodi  sismici:  i  maggiori  dei  quali  furono  quelli  del  1884  (1157]  e  del 

fi  1898  [1359],  i  cui  massimi  si  propagarono  nei  vicini  paesi  delle  Marche 

^  e  dell'  Umbria. 

F^  1  terremoti  del  1507  [439]  e  del  1812  |871]  causarono  parecchi  danni 

a  Norcia  :  di  essi  abbiamo  solo  notizie  rlgaardanti  )a  città  ed   i    suoi 
1  pressi.  In  quello  del  1659  [1041],  che  causò   la   rovina   di    una    boona 

,  metà   degli   edifici,    l'area   epicentrale    si   distende  verso  settentrione, 

giacché  quasi  in  egnal  modo  furono  danneggiati  anche  Campi  e  Villa 
S.  Angelo,  molto  meno  Abeto  e  Todiano  e  meno  ancora  Frascaro.  In 
Cascia  e  Visso  i  danni  furono  minimi.  Il  centro  parve  posto  nei  pressi 
del  monte  Pattino,  a  N.  circa  della  città,  ove  piii  numerose  furono  le 
repliche  e  molto  più  forti  1  rombi  di  Indole  sismica.  E^ale  origine 
ebbero  pure  le  scosse  che  al  27  o  30  maggio  1860  [1042]  recarono  nuovi 
danni  a  Norcia:  queste  forse  non  sono  altro  se  non  repliche  del  pa- 
rossismo del  1859. 

Nel  terremoto  del  1730  [654]  l'area  pleistosismica  si  trova  sìtoatji 
dalla  parte  opposta,  vate  a  dire  da  SSE.  :  Infatti  oltre  a  Norcia  fu- 
rono rovinati  8.  Marco.  8.  Pellegrino,  Savelli,  Nottoria,  Frascaro,  Val- 
cadara,  Popoli  e  Pie  di  Ripa  :  Campi  a  settentrione  boStì  assai  meno  e 
cosi  pure  dicasi  di  Ancarano,  di  Abeto  e  di  Tediano.  Noto  pure  ciie 
mentre  ad  Accumoli  ed  a  Solmona  nell'  Abruzzo  detto  terremoto  Fa  di- 
sastroso riuscì  solo  fortissimo  a  Cascia. 

Nel  1328  [223]  e  nel  1719  [632]  insieme  a  Norcia  soffrirono  danni 
di  pari  grado  Cascia,  Preci  e  altre  località  poste  a  S.  N.  e  NW.  :  ciò 
forse  è  dovuto  al  risveglio  dello  speciale  centro  di  Cascia.  Infatli 
nell'ottobre  1716  [624]  parecchie  scosse,  una  delle  quali  fortissima, 
colpirono  delta  città  :  un  terremoto  successo  nel  gennaio  1760  [730] 
f"ce  danneggiare  i  suoi  edifici  :  nel  1871  [1080]  fu  tormentata  da  un 
accentuato  periodo  di  scuotimenti  :  nel  1878  [1345]  fu  urtata  da  una 
scossa  corocentrica  fortissima  :  qualche  nuovo  danno  le  causò  il  terre- 
molo  del  26  maggio  1882  [1146],  seguito  da  una  serie  numerosissima 
di  repliche  oltremodo  localizzate  Ano  al  gennaio  dell'anno  susseguente. 
Iticoi-derò  pure  le  scosse  precorritrici  dei  parossismi  del  1703  sentite 
nell'ottobre  1702  (cft-,  pag.  642),  sulle  quali  mi  riservo  di  riparlare. 
All'attività  del  centro  di  Cascia  ascrivo  i  M^neoU  lerremotì  rlnsciti 


OMBRIA  741 

pnre  rovinosi  o  quasi  a  Norcia,  forse  per  il  ridestarsi  piCt  o  meno  con- 
temporaneo del  centro  che  abbiamo  visto  agire  presso  questa  località: 
«osi  il  periodo  sismico  iniziatosi  sol  principio  dell'ottobre  1599  [i&i], 
il  cai  massimo  In  Cascia  fece  rovinare  molte  case  e  cansare  la  morte 
a  varie  persone  e  nei  luoghi  circostanti  atterrare  innnmerevolf  edifici  con 
molte  vittime:  assai  simile  a  questo  si  mostra  il  terremoto  del  23  feb- 
braio 1879[lli!5]('). 

Premesse  queste  notizie  relative  ai  centri  di  Norcia  e  di  Cascia,  alla 
loro  ii^dipendenza  e  mutua  corrispondenza,  consideriamo  il  grande  pa- 
rossismo del  1703  [601].  La  prima  grande  scossa  ~~  preceduta  da  mi- 
uori  manifestazioni  ~  avvenne  al  14  gennaio  :  ebbe  il  sao  centro 
noi  pressi  di  Norcia,  i  cai  edifici  fatano  rovinati.  È  nopo  tener  presente 
cbe  rispetto  ai  danni  Cascia  (le  cai  case  erano  già  state  lesionate  dallo 
acosse  precotritrici  del  novembre  1702)  viene  in  secondo  luogo  ;  e  che 
le  massime  rovine  si  spingono  Ano  a  Leonessa  ;  dato  ciò  risalta  questo 
parossismo  identificato  con  qnetlo  del  1730  già  ricordato.  Con  la  se- 
conda grande  scossa,  successa  il  giorno  16,  it  centro  si  trasporta  fin 
Accnmoli,  Amatricc,  Cittareale,  Posta,  Montcreale  ecc.  ecc.  :  il  terzo  pa- 
rossismo infine  fece  completamente  rovinare  Aquila. 

Molte  delle  repliche  furono  corocentriche  ai  tre  focolari  sopraindi- 
ctiti.  altre  ad  altri  già  identificati,  oppure  più  avanti  contemplati  :  le  mng- 
giori  ben  individuate  sono  le  seguenti:  qaellii  del  15febbralo  che  colpi  Rieti 
(centro  reatino),  dell'  8  aprile  cbe  fa  più  intensa  a  Cascia  (centro  lo- 
cale) e  del  29  giugno  stata  più  che  altrove  avvertita  a  Spoleto  (cfr. 
pag.  759). 

Il  risveglio  dei  centri  sismici  aquilani  in  correlazione  con  scosse 
avvenate  nella  regione  umbra  non  si  è  solo  verificato  nel  170^,  ma 
in  parecchia  altre  occasioni  fra  cui  le  seguenti  :  il  terremoto  del  1349 
fu  disastroso  nell'Aquila  e  rovinoso  a  Perugia,  ad  Assisi,  a  Spello  ed 
n  Spoleto:  nel  1730  con  il  parossismo  disastroso  per  Norcia.  Solmona 
rimase  rovinata:  durante  il  perlododiscuotunentiche  nel  1785-86  interes- 
sarono parte  del  suolo  umbri,  varie  scosse  fortissime  colpirono  Aquila 
causando  qualche  danno  agli  edifici  :  infine  mentre  nel  1697  vari  centri 
dell'  Umbria  davano  non  dubbie  prove  della  loro  attività  con  terremoti 
frequenti  ma  non  troppo  intensi,  la  vicina  Aquila  era  pure  interpolata- 
mente agitata  da  scosse  riuscite  più  intense  e  numerose  a  Roio. 

Abbiamo  visto  come  certi  terremoti  di  Norcia  e  di  Cassia  —  ps. 
qudii  del  1328  e  del  1719,  ed  anche  il  grande  parossismo  del  1703  — 


|l)  Come  ò  ftia  detta  Ipas.  HI;  oaaenàovl  duiiblo  sulla  esuttt^xu  della  notiila  del 
[«rremoto  del  1130  (OS],  resta  per  ora  esctun  l'eaLiIfliiza  di  uà  centri)  ipealale.  Clù  ricor- 
derò anche  più  siantL 


762 

siftno  riusciti  dannosi  anche  sull'opposta  sponda  della  Nera  :  da  qat^u 
parte  lo  studio  topograflco  dei  fenomeni  sismici  corocentrici  ci  fa  ii. 
travvedere  la  esistenza  di  speciali  centri  ben  distinti  dai  precettenii. 
Nel  14  febbraio  1838  [957]  molti  fabbricati  crollarono  in  Cerreto,  Acers. 
A^l  inno,  BclIanoePosti^aano  peranascoB9achesappiamoaverdanneggi.il'' 
anche  Spoleto.  Il  terremoto  del  1891  [1208]  fu  sismolog^icamente  molto 
forte  a  Sellano,  località  spesso  ricordata  nei  cataloghi  sismici  per  frc 
quenti  commozioni  di  minor  importanza  e  quasi  sempre  localizznte.  per 
esempio  quella  del  26  febbraio  1898  (IS*-),  Anche  dai  pressi  di  Cerreto  .il 
Spoleto  sembrano  irraggiare  scuotimenti  minori  :  ascrivo  all'atlività  di 
qnesto  centro  il  piccolo  terremoto  del  24  agosto  1897  con  le  scosse  eu?- 
seguenti  non  segnalate  nemmeno  nei  paesi  circostanti. 

Infine  in  questa  importante  regione  sismica  abbiamo  un  altro  ccntr" 
nei  pressi  di  Mucciafora  colpita,  fra  l'altro,  da  uno  dei  massimi  «'gen- 
naio 19)  del  periodo  sismico  del  1897  spesse  volte  ricordato  [1270], 

Regione  aiemica  d' Acquasparta.  —  Dal  17  al  31  ottobre  1871  flOSS 
in  Acquasparta  furono  sentite  quotidianamente  olire  a  rombi,  nnmp- 
roàissime  scosse  :  i  pressi  della  città  e  precisamente  le  cosi  dette  «  Terre 
Amolfe  »  furono  urtate  dagli  scuotimenti  della  primavera  del  1707 
[610]  riusciti  qnasi  rovinosi  specie  a  Colle  di  Campo. 

Regione  tUmica  del  basso  bacino  della  Nera.  —  A  qnesto  distretto 
appartiene  il  centro  di  Strettura  danne^iata  con  altre  vicine  localit.'i 
dal  terremoto  del  20  luglio  1792  [824]. 

Le  molte  scosse  più  o  meno  sensibili -avvertite  a  Terni  con  opni 
probabiliti  non  sono  coroccntricbe,  ma  manifestazioni  dell' attività  ilei 
focolare  di  Plcdltnco,  aggregato  alla  regione  sismica  del  Velino. 

Parecchi  furono  gli  scuotimenti  di  non  grande  intensità  ed  assai  lo- 
calizzati che  colpirono  San  Gemini  :  la  maggior  manifestazione  di  questo 
focolare  è  II  terremoto  del  26  maggio  1753  [711]:  sismologicamente  bì 
mostra  a  questo  molto  simile  un  altro  situato  nei  pressi  di  Namì,  coi 
dobbiamo,  fra  l'altro,  i  due  massimi  del  1714  [1329]  e  del  1751  [703). 

Centro  dì  Orte.  —  La  scossa  del  17  aprile  1896  {5^  '/»  circa)  stata 
forte  e  suss.  ad  Orte,  forse  ci  fa  intravvedcre  la  presenza  di  un  centro 
secondario,  tanto  più  che  sappiamo  essere  passata  inosservata  ad  ,*tii- 
gliano,  a  Giove,  a  Nnrni,  ad  Otricoli,  a  Soriano,  a  Penna  ed  a  Bas- 
sano  in  Teverina,  località  tulle  vicinissime. 

Distretto  sismico  del  Velino.  ■-  In  questa  zona  dobbiamo  distiogaerc 
tre  centri  principali  :  ano   situato   alla   confluenza   del  Velino  con  la 


Nera,  ossia  l'area  dei  terremoti  di  Piedilaco:  ^li  altri   due  bi 
rispettivamente  nei  pressi  di  Rieti  e  di  Cittadncate. 

1  terremoti  del  1785  [800]  mostraroDO  —  almeno  le  mani 
maggiori  —  il  loro  centro  a  Pledilaco,  che  insieme  a  Paplg 
Bnonaqaisto  rimase  in  gran  parte  distrutto.  Barante  l'attivitA 
focolare  nell'anzl  citato  periodo  si  risvegliarono,  come  ò  detto, 
eugubino  e  l'aqnilaoo.  In  gran  parte  le  scosse  sentite  a  Tei 
tengo  manifestazioni  di  questo  focolare. 

Per  le  scosse  del  1785  pochi  danni  risenti  Morrò  Reatini 
cai  ebbe  suo  centro  il  terremoto  del  17  giugno  1885  [1.^48] 

La  zona  sismica  di  Rieti  fu  colpita  da  manifestazioni  coro 
nel  29  marzo  1776  [766]  ed  al  22  marzo  1821  [893].  Questa 
nel  1898  [1295J  fa  conquassata  da  un  violeotissimo  terremob 
centro  pare  aia  stato  nei  pressi  di  Goppaelli,  che  si  identifl 
(lue  precedentemente  ricordati.  Parlando  del  parossismo  del  1 
png.  191,  e  761)  ò  accennato  come  una  delle  repliche  allora  e 
(L'i  n,  7"  Hai.)  sia  stata  corocentrica  a  Rieti,  località  che  pìi 
altra  ebbe  a  soffrirne  tristi  consegueuze  ('). 

Assai  difficile  è  il  poter  stabilire  ae  il  terremoto  del  30  i 
1298  [197]  aia  dovalo  al  solo  risveglio  del  centro  reatino,  [ 
cronache  ricordano  che  oltre  Rieti  e  luoghi  vicini  fu  dai 
anche  Spoleto  con  i  dinlorni  :  potrebbe  darsi  —  come  altrove 
come  altre  volte  6  successo  —  che  sincronamente  o  quasi  si 
gliato  anche  il  focolare  spoletino,  cooperando  esso  pure,  coi 
ininifestazioai,  a  produrre  immense  rovine  ed  a  causare  gri 
mero  di  vittime. 

Ne^li  ultimi  terremoti  reatini  del  1893  Cittaducale  risenti  n 
vino  che  non  Rieti  ;  nel  1703  ebbe  qualche  casa  caduta  e  mo 
nate  e  reso  inabitabili,  mentre  le  vicine  località  di  Pendenz 
7)  e  di  Antrodoco  (a  Km.  21)  rimasero  distratte.  È  probabile' 
sofferto  anche  in  occasione  dei  terremoti  del  1461,  giacché 
maggiori  parossismi  aquilani  (quali  qaclli  del  1703  e  del  13 
careno  danni  ai  suoi  edifici,  che  lievemente  ebbero  pare  a  s( 
1785. 

Cittaducale  nel  1502  [363]  fa  travagliata  per  40  giorni  da 


(1)  O.  Ot»ei)uenl«  nel  siio  libro  Dti  Protl/n»  narra  clie  nell'anno  ffV  di  R< 
teme  motu  aeiles  sncrae  In  oppldo  a(rrtB<]ue  ctomiuotae.  Sa^n  qulbue  foru 
••rat,  discussa.  Pontes  Irruptl.  Blpae  labentls  Huinlnibuslnaquaniprcvoliits 
Inferni  exauilUl.  Et  post  paucos  dies,  tiune  concussa  erant,  corruenint...  • 
avvenuti  .illora  si  In  Rieti  clie  nel  suo  territorio  ci  fìinno  ritenere  che  qutv 
aere  eolloesto  l'epicentro,  e  perciò  con  tutta  probubilllft  io  creJo  al  possa 
tale  paroastsmo  con  quello  del  ISM. 


v^ 


764  CAPITOLO  XI 


scuotimenti  e  da  altri  fortissimi  nel  1582  [449].  Qaesti  ci  rivelano  U 
presenza  di  uno  speciale  centro,  le  cui  manifestazioni  non  si  po8soii< 
identificare  con  quelle  dei  vicino  focolare  reatino.  Oltre  alla  maggior 
manifestazione  sismica  del  1898,  che  abbiamo  già  ripetuto  essere  star.ì 
più  intensa  a  Rieti,  nuova  prova  ci  porgono  alcune  repliche  sus^t^ 
guenti  :  quella  del  30  agosto  (18*'  circa)  fu  molto  più  forte  a  Cittaduc.i]»' 
che  non  a  Rieti  :  un'altra  invece,  avvenuta  nella  sera  del  9  settembre, 
riuscì  più  intensa  neir  ultima  località  che  non  nella  prima.  Il  centr» 
di  Cittaducale  à  dato  luogo  a  parecchie  manifestazioni  lievi-forti  tra  i^' 
quali  ricorderò  le  seguenti  :  1842  nov.  25  ;  1853  sett.  24  ;  1856  marzo 
10;  1881  ag.  14  e  nov.l8;  1891  giugno  20  ecc. 

Fra  i  centri  secondari  ricordiamo  quello  di  Posta  (fig.  127)«  locali:; 
distrutta  dal  secondo  massimo  sismico  del  1703,  presso  cui  ebber 
origine  alcune  forti  scosse  nell'ottobre  1851. 

A  mezzodì  nel  bacino  del  Salto  abbiamo  il  centro  pure  secondari', 
di  Pescorocchìano,  alla  cui  attività  dobbiamo  il  terremoto  molto  forte 
del  21  gennaio  1892  [1356]. 


Centro  sismico  di  Poggio  Catino,  —  Abbiamo  come  prova  deir«tti- 
vità  di  questo  centro  i  due  periodi  sismici  deiraprile  1889  [1190]  e  del 
dicembre  1897 -gennaio  98  [1288],  le  cui  scosse  furono  sensibili  solo 
entro  un'area  limitatissima. 

Altro  centro  di  importanza  quasi  trascurabile  si  à  nei  pressi  di 
Poggio  S.  Lorenzo,  alla  cui  attività  dobbiamo  alcune  scosse  riuscite 
sempre  innocue  (ps.  :  1896  genn.  12  e  febbr.  24;  1897  gens.  31).  Questi 
scuotimenti  furono  tutti  oltremodo  localizzati  ;  all'  incontro  un  altro 
avvenuto  nel  dì  22  gennaio  1890  (8**  V4  P^^a»  circa)  —  fu  abbastanzci 
sensibile  a  Poggio  S.  Lorenzo  e  a  Montelibretti  ed  un  po'  meno  a  Scau- 
driglia  ed  a  Tivoli,  meno  ancora  in  un'altra  località.  Con  i  dati  che 
posseggo  non  è  possibile  il  fissare  la  posizione  del  centro  :  è  certo  però 
che  vien  posta  in  evidenza  una  zona  sismica  che  forse  si  protende  fino 
a  Tivoli  per  unirsi  quivi  con  un'area  male  determinata,  di  cui  parlerò 
più  avanti. 

Regione  sismica  di  C.  di  Pieve  -  Cetona,  —  Forse  più  propriamente 
dovrebbe  essere  unita  alla  Toscana  :  nel  1861  [1047]  Cetona  e  Città  di 
Pieve  fui'ono  colpite  da  scosse  rovinose  con  le  quali  si  identi6cA  il 
terremoto  del  1753  [710],  che  sappiamo  aver  danneggiato  l'ultima  lo- 
calità. Questo  centro  si  risvegliò  pure  nel  1298  [197],  allorquando  ven- 
nero abbattuti  Rieti  e  Spoleto,  come  ò  già  detto. 


ABRUZZI  765 


• 


XII  -  Abruzzi 

(Fio.  127). 


Alto  Ixicino  del  Tronto  e  dell'  Aterno.  —  Questo  distretto  comprende 
la  regione  fra  Montereale,  Amatrice  ed  Accumoli. 

Il  grande  terremoto  dei  1689  [512J  ebbe  il  suo  centro  in  Amatrice  che 
rimase  in  gi*an  parte  diroccata:  Io  gravi  rovine  in  tale  occasione  si 
estesero  a  settentrione  fino  ad  Accumoli^  verso  mezzodì  invece  non 
oltrepassarono  Amatrice.  Il  terremoto  del  17-18  febbraio  1869  [1039]  si 
può  considerare  come  una  replica  di  tale  parossismo. 

Dai  pressi  di  Accumoli  irraggiarono  gli  scuotimenti  del  1627  [502] 
saccessi  in  coincidenza  con  il  periodo  sismico  garganico  che  distrusse 
Lesina  ed  altre  località  della  costa  settentrionale  di  tale  penisola.  La 
scossa  del  7  novembre  1883  (4**  ant.)  fu  violenta  si  in  Amatrice  che  in 
Accumoli,  m«*ntre  una  delle  due  repliche  (4**  30™  ant.)  fu  più  sensibile 
in  quella  località,  e  la  seconda  (6^  ant.)  maggiormente  in  quest'  ultima. 
Presso  Montereale  ebbe  suo  epicentro  l'estesa  ma  non  troppo  violenta 
concussione  del  )i  agosto  1893  [1232J  propagatasi  con  maggior  intensità 
lungo  il  bacino  della  Nera  :  uguale  origine  ebbero  pure  varie  scosse 
minori  sentite  nel  gennaio  1897.  Montereale  rimase  molto  danneggiata 
dal  terremoto  della  Maiella  del  1706. 

Nell'area  di  massimo   scuotimento  del  parossismo   del   1672  [558]  si 
trovano  Amatrice  e  Montereale. 

Le  località  comprese  in  questo  distretto  furono  abbattute  dai  grandi 
terremoti  umbro  -  abruzzesi  del  1703  :  anzi  il  secondo  massimo  sismico 
allora  accaduto  —  16  gennaio  —  irraggiò,  come  ò  già  notato  (cfr.  pa- 
gine 642  e  761)  da  questo  distretto,  essendo  riuscito  più  che  altrove 
disastroso  ad  Accumoli,  ad  Amatrice,  a  Cittareale,  a  Posta,  a  Borbona, 
a  Paganica,  a  Montereale  ecc.  ecc.  Per  T  altro  parossismo  del  1730 
Accumoli  fu  rovinata  ed  Amatrice  risenti  invece  danni  minori. 
Del  piccolo  centro  di  Posta  ò  parlato  a  pag.  764. 

Basso  bacino  del  Tronto,  —  Trovasi  quivi  il  centro  Civitella  -  Anca- 
rano  di  secondaria  importanza,  messo  in  luce  da  vari  terremoti,  fra  i 
quali  quello  di  mediocre  intensità  avvenuto  a  4-4*^  15*"  del  14  agosto 
1894.  passato  inosservato  a  Bellante,  Campii  e  Sant'Omero.  Potrebbe 
darsi  che  questo  centro  formasse  con  quello  di  Spìnetoli  (cfr-  pag.  739Ì 
un'  unica  regione  sismica. 


766 


CAPITOLO  xn 


Bacino  del  Vomano»  —  Per   la   regione   montuosa   del    Gran  Sas^ 
d' Italia  pochi  sono  i  terremoti  con  sicuro   epicentro   dalla   parte   del 
bacino   del  Vernano  :   fra   queste   dobbiamo   ricordare  le  scosse  più  o 
meno  frequentemente  sentite  a  Pietra  Oamela  (ps.  1889  luglio  6  :   un:* 
forte  ad  11**  ant.  susseguita  a  2''  pom.  da  altra  abbastanza  sensibile'. 

Teramo  fu  rovinata  dal  terremoto  del  Matese  del  1456  :  soffrì  im- 
mensi danni  per  quelli  del  1461  ;  pochi  forse  per  quelli  del  1703,  del 
1706  e  del  17^0. 


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FiG.  127 


Ora  la  cronistoria  sismica  ricorda  che  tale  città  nel  1384  [258]  ebbe 
a  provare  scosse  gagliardissime,  le  quali,  stando  alle  notizie  date  nella 
prima  pai  te,  non  trovano  alcun  riscontro  con  le  date  di  fenomeni  origi- 
nati da  centri  abruzzesi.  Siamo  forse  in  presenza  di  una  manifestazione 
se  non  corocentrica  a  Teramo,  almeno  al  suo  territorio.  A  suffragare 
ciò  servono  i  due  terremoti  del  1884  e  del  1888.  Nel  parossismo 
dell' 8  luglio  1888  [1180]  l'abitato  di  tale  città   risentì   lievi    danni    in- 


ABRUZZI  707 


sicine  a  Notaresco,  a  Basciano,  a  Gaardia,  a  Forcella  ecc.,  località 
tutte  poste  nel  basso  bacino  del  Voms^no.  Qaesto  terremoto  non  può 
ai  certo  identificarsi  con  quello  del  10  gennaio  1884  [1154]  che  urtò 
iu  modo  speciale  una  zona  costiera  fra  Mosciano  e  Città  di  S.  Angelo, 
il  quale,  benché  molto  forte  nella  sua  zona  pleistosismica,  fu  solo  lieve- 
mente sentito  a  Teramo. 

All'attività  di  uno  di  questi  due  focolari,  e  con  maggior  probabilità 
H  quella  del  primo,  si  devono  tutte  le  scosse  che  risultano  state  molto 
più  violenti  a  Teramo  che  non  in  altri  luoghi  (ps.  1822  luglio  10). 

Oltre  ai  già  citati  terremoti  esocentrici  furono  quivi  avvertiti  i  se- 
guenti: 1803  Aquila  (forte),  1821  Gargano-Chieti  (leggiero);  1851  Vul- 
ture ;  1856  Candia  (mediocre)  ;  1873  Marche  (forte)  :  1882  S.  Benedetto 
del  Tronto  (leggiero)  ;  1895  Tremiti  -  Chietino  ;  1897  Sinigallia  e  1898 
Kieti   (sensibili). 

Aquila.  —  Fra  le  città  dell'  Italia  centrale  Aquila  fu  certamente 
quella  che  soggiacque  alle  maggiori  rovine  causate  dai  parossismi  en- 
dogeni. 

Nel  secolo  XIV  due  grandi  catastrofi  colpirono  detta  città  negli 
anni  1315  e  1349  :  minori  furono  i  danni  causati  dallo  scuotimento  del 
1398  ;  nel  secolo  XV  gran  parte  venne  adeguata  al  suolo  nell'anno 
1456  ed  ancora  poi  nel  1461  :  qualche  lesione  risentirono  i  suoi  edifici 
nel  1423  e  nel  1498.  Il  secolo  XVI  non  ricorda  alcun  parossismo  :  ri- 
guardo al  XVII  troviamo  nel  1646  un  nuovo  terremoto  che  causò 
qualche  danno  :  nel  XVIII  abbiamo  anzitutto  la  grande  catastrofe  del 
1703,  i  parossismi  minori  del  1786  e  del  1791  e  gli  altri  ancora  meno 
violenti  del  1750  e  del  1762.  Nel  secolo  attuale  i  danni  causati  da  ter- 
remoti furono  lievi  e  poco  frequenti  (1803,  1809,   1874,  1887). 

Degno  di  essere  ricordato  si  è  che  i  grandi  parossismi  aquilani 
successi  nel  1315,  1461,  1498,  1646,  1786,  1791,  1809,  1848-49  e  18b7 
si  sono  presentati  tutti  sotto  forma  di  periodi  sismici  più  o  meno  lunghi 
con  un  rilevantissimo  numero  di  scosse  :  per  gli  altri,  cioè  quelli  ac- 
caduti nel  1349,  1398,  1762,  1750,  1803,  1874,  non  abbiamo  notizia  che 
di  un'  unica  scossa  ;  ma,  specialmente  per  i  fenomeni  successi  in 
epoche  antiche,  potrebbe  risultare  per  la  mancanza  di  notizie  relative 
2igli  scuotimenti  minori. 

Abbiamo  ripetutamente  detto  (cfr.  pag.  642  e  761)  che  in  occasione 
dei  grandi  terremoti  umbro  -  abruzzesi  del  1703 -[601]  A«|uila  ebbe  a 
soffrire  pochi  danni  per  la  prima  grande  scossa  (14  gennaio),  maggiori 
per  la  seconda  (16  gennaio),  e  grandissimi  per  la  terza  (2  febbraio), 
che  distrusse  quasi  completamente  la  città  causando  oltre  2500  vittime 
e  che  mise  a  so(iquadro  la  regione  circostante.  Gravi  difficoltà  si  sono 


768  CAPITOLO  xn 


presentate  nella  determinazione,  sia  pare  approssimata,  della  zona  scos-:» 
dai  singoli  massimi  sismici,  perchè  i  terremoti  successivi  ebbero  sempre 
ad  agire  sa  edifici  gi&  molto  indeboliti. 

A  suo  luogo  ò  parlato  della  posizione  dell'area  pleistosismica  de 
primi  due  terremoti  (cfì*.  pag.  642,  761  e  765)  ;  riguardo  il  terzo  tutti 
gli  storici  della  terribile  catastrofe  sono  concordi  nello  ammettere  che 
sia  irraggiato  dal  territorio  limitrofo  ad  Aquila  (^).  I  magg^iori  danni 
infatti  dal  lato  di  SE.  non  si  spinsero  oltre  a  Castelnuovo  ed  a  Cam- 
pana :  da  quelli  di  N W.  e  di  N.  non  sorpassarono  Pendenza,  Antrodoc-* 
e  Barete. 

Considerando  ora  che  entro  la  zona  pleistosismica  del  terremoto  dtl 
1461  [321]  stanno  oltre  Aquila,  Sassa,  Pile,  S.  Eusonio,  Roio.  Castel- 
nuovo,  Onda,  Poggio  Picenze  ecc.,  possiamo  ritenere  che  l'area  mes^- 
sismica  del  terremoto  del  1703  (in  scossa  :  2  febbr.)  e  del  1461  si  spin- 
gono dal  lato  meridionale  fin  quasi  allo  stesso  limite  :  dalla  parte  d. 
NAY.  invece  quella  del  1703  risulta  molto  più  espansa  :  però  è  neces 
sario  tener  presente  che  tale  scuotimento  ebbe  ad  agire,  come  testé  •• 
detto,  su  edifici  che  avevano  gìh  sofferto  per  i  primi  due  massimi. 
Dato  ciò  non  mi  sembra  di  andare  oltre  ad  una  logica  interpretazione 
dei  fatti  con  l' identificare  i  due  terremoti. 

Similmente,  considerando  che  per  il  terzo  massimo  sismico  del  iTOo 
soffri  gravi  danni  anche  Cittaducale,  e  sapendo  che  il  parossismo  del 
1315  [213]  riuscì  rovinoso  per  tale  località  e  per  la  regione  circostante 
ma  specialmente  per  l'Aquila,  vediamo  che  con  og^i  probabilità  anche 
tale  fenomeno  può  essere  identificato  con  i  due  precedentemente  ri- 
cordati. 

Premesso  ciò,  vediamo  di  determinare  la  posizione  del  focolare  o 
dei  focolari  di  scuotimento,  le  cui  manifestazioni  urtano  con  grande 
energia  Aquila. 

Anzitutto,  per  non  intralciar  la  via,  dirò  che  per  i  terremoti  dt\ 
1398  [1310],  1423  [1312],  1498  |359],  1646  [523*],  1750  1698],  1791  [820i. 
1809  [861]  e  1874  [1096]  non  abbiamo  alcuna  notizia  particolareggiata). 

Il  periodo  di  scuotimenti  del  1887  [1175],  stati  sensibili  entro  un'area 
assai  circoscritta,  ebbe  centro  nei  pressi  di  Roio,  località  bei*sagliar;i 
dai  terremoti  del  1461  e  del  1703,  da  cui  irraggiarono  anche  varie 
concussioni  minori  (ps.  1897  i  8  :  18*»  30™  circa). 


(1)  ò  i^iii  al;rave  accennato  (cfr.  png.  761)  che  varie  volle  i  centri  aquilani  si  sono 
ridestati  in  correlazione  con  periodi  sismici  umbri;  su  ciò  oltre  a  quauto  ò  detto  a 
proposito  del  jrrandl  par  /ssisnii  del  1*0:^,  posso  aggiungere  che  nel  17^-86,  mentre  i>er- 
duravano  le  manifestazioni  sismiche  nel  centri  della  regione  del  Velino,  forti  terremoti 
colpirono  1  aquilano  e  specialmente  i  dintorni  di  Luooll  [N.  805].  Ciò  pure  successe  nt>I 
Mn  allorquando  cioò,  vari  focolari  umbri  mostrarono  un  risveglio,  parecchie  scoss»» 
agitarono  Aquila  con  centro  nel  pressi  di  Roio  (cfr.  pag.  501). 


l'f^ 


ABRUZZI  769 


Più  a  mezzodì  troviamo  il  centro  di  Lucoli  con  le  scosse  del  1786  [805]. 

Gii  scuotimenti   del    1848-49   [992]     quantunque   riusciti  abbastanza 

violenti  ad  Aquila,  non  furono  intesine  a  S.  Nicandro,  né  a  Barisciano, 

né   in  altre  località  poste  a  breve  distanza  :  quelli  del  1762  [735]  invece 

furono  più  intensi  a  Poggio  Picenze  e  si  identificano  con  quello  avve- 

uato  al  30  giugno  1895  [1257],  propagatosi  leggermente  fino  ad  Aquila, 

Un  centro  secondario  si  h  nei  pressi  di  S.  Demrtvi  j  ne'  Vestini,  da 

cui  irraggiò  la  forte  scossa  suss.  delle  9*"  -IO'"  /ì]ìt.  circa  del    25  aprile 

1884. 

Ali'  11  novembre  1850  [999]  un  violento  terremoto  urtò  S.  Nicandro 
e   meno  intensamente  S.  Demetrio^  Prata  d'Ansidonia  e  Ripa  Fagnano, 
senza  essere  stato  nemmeno  inteso  nò  ad  Aquila  né  a  Barisciano.  Av- 
verte il  Cappa  (Sul  terremoto  ecc.  pag.  12-13)  che  le   oscillazioni  del 
suolo  in  S.  Nicandro  sono  frequenti  ma  non   mai  si  propagano  oltre  la 
zona  entro  cui  spiegò  la  sua  azione  il  terremoto  del  1850  ;  pochi  anni 
dopo  invece  si  fecero  sentire  per  lunghi   mesi   in   Barisciano  continue 
scosse  senza  che  se  ne  avvertisse  alcuna  in  S.  Nicandro  :  aggiunge  per 
di  più  il  citato  autore  che  parecchi  anni  prima  del  1871,  nel  mese   di 
settembre,  sì  forti  scuotimenti  avvennero  in  San  Pio  delle  Camere  da 
costringere  i  terrazzani  ad  abbandonare  le  case  ed  a  ripararsi  sotto  ca- 
panne, mentre  gli  abitanti  di  Tussio,  che  da  S.  Pio   dista   solo   chilo- 
metri 3,  e  dove  i  terremoti  vuoisi  siano  ignoti  (almeno  i  vecchi  affer- 
mano di  non  ricordarsene  alcuno)  dall'  alto  della  collina    guardavano, 
ti-anquilli  spettatori,  lo  strano  accampamento. 

Dei  terremoti  dianzi  citati,  eccezion  fatta  per  quello  del  1762,  quelli 
provenienti  dal  lato  di  SSPj.  itnno  urtato  meno  fortemente  Aquila  che 
non  gli  altri  irraggiati  dai  vicini  centri  di  Roio  e  Lucoli  posti  al  sud. 
Il  terremoto  del  1803  [844]  colpì  fortemente  TAciuila  e  meno   inten- 
i»amente    i   paesi    dell'Abruzzo    teramano   allo    falde  del  monto  Corno. 
Ora  siccome  anche  i  parossismi  del  1461  e  del  1703  —  fatto  lo  debite 
]>roporzìoni  per  V  intensitA  rispettiva  avutii  alTepicentro  —  riuscirono 
più  o  meno  dannosi  anche  al  territorio  di  Teramo,  non  ò  improbabile 
che  anche  tiuelli  del  1806  possano  essere  con  i  precedenti  identificati. 
Riepilogando    possiamo    dire    che   attorno    ad    Aquila    trovansi  vari 
centri  ;  cioè  due  a  S.,  Itolo  e  Lucoli:  altri  a  SSE.,  cioò  Poggio  Picenze, 
S.  Nicandro,  Barisciano  e  S.  Pio  delle  Camere  ;  che   i  centri  meridio- 
nali scuotono  con  maggior  violenza  la  citt/i  :    che    riguardo    agli    altri 
quello  di  Poggio  Picenze  nel  1762  produsse  a'  suoi  edifici  danni  sensi- 
bili. Dato  ciò  riesce  molto  difficile  il  poter  decidere  non  solo  da  quale 
focolare  siano  irraggiali  i  parossismi  del  1461,  1703  o  1806,  ma  anche 
se  si  debbano  ritenere  causati    dal    risveglio  più  o  meno  conconiitanlc 
di  due  o  più  centri. 

Baratta  .•  Terremoti  ecc.  U> 


770  CAPITOLO  xn 


Oltre  ai  terremoti  molto  forti,  fortissimi,  rovinosi  e  disastrosi  di  cui 
ò  già  parlato,  in  Aquila  furono  avvertiti  numerosissimi  scuotimenti  di 
più  lieve  importanza  aventi  i  caratteri  dei  maggiori  parossismi:  degc. 
di  essere  ricordati  sono  i  seguenti  :  1825  x  23-30  ;  1836  iv  25  ;  1857  i 
4,17  e  24  ;  1885  iv  11  ecc. 

Tatti  i  fenomeni  di  cui  ò  parlato  fino  ad  ora  anno  avuto  senza  alcun 
dubbio  origine  locale  ;  riguardo  ai  terremoti  sicuramente  esocentriei 
dirò  che  il  grande  parossismo  del  1456  fu  per  Aquila  disastroso  (^i  e 
quello  della  Mait^lla  del  1706  vi  causò  qualche  danno.  Riuscirc'iì- 
aflPatto  innocui  i  seguenti  provenienti  da  altri  focolari  abruzzesi  :  ITt^J 
(forte)  —  dair  Umbria  :  1599,  1785  (forte),  1859,  1878  (mediocre),  l8Ti^ 
(sensibile)  —  dal  chietino  :  1881  (torte),  1895  (mediocre)  —  dal  Lazio 
e  dalla  Terra  di  Lavoro  :  1873  (mediocre),  1385  (mediocre),  1892  (leg- 
giero) —  dalle  Marche  :  1873  (leggiero)  ecc. 

Centro  di  Acciano,  —  Sull'Aterno  trovasi  anche  un  centro  secondari', 
nei  pressi  di  Acciano,  interposto  fra  il  distretto  sismico  aquilano  e 
quello  della  Majella,  di  cui  parlerò  nel  seguente  paragrafo  :  alla  sua 
attività  dobbiamo  il  terremoto  del  28  novembre  1889  [1352]  stato  molto 
forte  a  S.  Lorenzo. 

» 

Al  bacino  del  Corno  —  che  partecipa  all'attività  dei  centri  di  Cit- 
taducale,  Rieti,  Cascia  e  Norcia,  e  quindi  sismologicamente  collegato 
con  r  Umbria  —  apparterrebbe  il  centro  di  Leonessa,  se  la  notizia  del 
terremoto  del  1730  [656],  come  ò  già  detto  (cfr.  pag.  217  e  761  [1]),  non 
fosse  de  mettere  in  dubbio. 

Del  centro  secondario  di  Trasacco  parlerò  nel  capitolo  riguardante* 
la  Terra  di  Lavoro  :  quello  di  Cittaducale  trovasi  aggregato  con  il  fo- 
colare reatino  alla  regione  umbra  (cfr.  pag.  763). 

Distretto  sismico  della  Majella,  —  Il  grande  terremoto  del  1706  [610, 
irraggiò  dalla  regione  della  Majella  e  del  monte  Morrone:  la  sua  area 
mesosismica  è  assai  irregolarmente  espansa,  includendo  il  suo  lembo 
esteriore,  come  ò  già  detto,  Manoppello,  Torre  Passeri,  Bussi,  Solmona. 
Pettorano,  Castel  di  Sangro,  Cerro  al  Volturno,  Forli  del  Sannio,  Tor- 
ricella  Peligna  ecc.  Malgrado  l'abbondanza  delle  notizie  non  è  facile  il 
determinare  la  posizione  deirepicentro  di  tale  movimento  (*). 


(1)  Del  terremoto  del  1456  parlerò  con  magjflori  particolari  nel  paragrafo  destinato 
ad  illustrare  la  sismicità  del  Matese. 

'2)  Il  grande  terremoto  successo  neir  anno  68  e  69  [11],  che  sappiamo  aver  scosso  11 
territorio  chietino  producendovi  grandi  sconvolgimenti  nel  suolo,  e  che  fu  sentito  a 
Roma,  data  l'estenzione  dell'area  colpita  e  V  Intensità  avuta  potrebt)e  identificarsi  con 
quello  del  1706. 


ABRUZH  771 


I»*'  m* 


Entro  la  zona  più  intensamente  colpita  da  tato  disastrosissima  con- 
cussione tellurica  trovasi  vari  centri,  che  conviene  specificatamente 
porre  in  evidenza. 

a)  Torre  Passeri.  —  Nel  1841  [969]  un  periodo  assai  localizzato  colpì 
in  special  modo  Torre  Passeri,  località  rasa  al  suolo  dal  terremoto  del 
1706  ;  però  bisogna  notare  che  alcune  scosse  si  mostrarono  più  violenti 
a  Solmona  (vi  16  e  viii  24)  ed  a  Caramanico  (vm  25). 

Manifestazioni  dello  stesso  centro  sono  da  ritenere  le  due  violenti 
scosBe  del  21  febbraio  1841  con  le  quali  si  iniziò  tale  serie  di  scuoti- 
menti :  il  massimo  dell'  8-0  giugno  e  la  replica  del  18  ottobre  che  pose 
termine  a  detto  periodo  :  altre  scosse  irraggiate  da  tale  focolare  sono 
le  seguenti  :  1843  n  7  e  1844  in  5  (9»»  pom.) 

b)  S.  Valentino.  —  Dai  pressi  di  questa  località  —  una  parte  della 
quale  fu  rovinata  dal  parossismo  del  1706  —  ebbe  origine  Io  scuoti- 
mento del  27  aprile  1897  [1273],  stato  meno  intenso  a  Torre  Passeri. 

e)  Caramanico.  —  Località  in  parte  adeguata  al  suolo  nel  1706,  e 
centro  della  forte  scossa  del  25  agosto  1841. 

d)  Solmona.  —  Dai  pressi  di  questa  città  irraggiarono  le  scosse 
dell'  ottobre  1789  [815]  e  molte  altre,  alcune  delle  quali  assai  intense, 
come  1841  vi  16  (notte)  ;  1881  vi  27-28  (notte),  ecc.  ecc. 

A  Solmona  riusci  disastroso  il  terremoto  del  Ma  tese  del  1456  e  quello 
della  M^elia  del  1706  :  fortissimi  quei  di  Piediluco  del  1785,  di  Or- 
sogna  del  1881  e  delle  Tremiti  e  chietino  del  1895  :  forte  il  Sorano  del 
1881  e  mediocre  l'altro  irraggiato  dalla  stessa  regione  nel  1873  ;  leg* 
gieri  quelli  di  Foggia  del  1892,  di  Castel  di  Sangro  del  1889,  dei  colli 
laziali  del  1892,  ecc.  ecc. 

e)  Taranta  e  Palena.  —  Per  il  terremoto  del  1706  questi  due  paesi 
rimasero  adeguati  al  suolo:  il  parossismo  del  10  giugno  1841  [970]  com- 
mosse violentemente  Taranta,  Palena  e  Torricella  Peligna  ma  in  special 
modo  la  prima  di  questa  località. 

f)  Castel  di  Sangro.  —  Nel  1706  soffri  gravi  danni  per  il  grande 
terremoto  della  Majella  (1706);  nei  suoi  dintorni  ebbe  origine  la  scossa 
molto  forte  del  26  agosto  1886  [1194]. 

Centro  di  Casoli  e  di  Orsogna.  —  Appena  esteriormente  alla  grande 
zona  del  parossismo  del  1706  trovasi  Casoli,  da  cui  irraggiarono  oltre 
il  terremoto  molto  forte  del  13  agosto  1871  [1082],  quelli  meno  violenti 
del  16  marzo  1863  (11*»  ant.)  e  del  28  gennaio  1864  (pomeriggio). 

Nei  pressi  di  Orsogna  e  di  Lanciano  ebbe  origine  lo  scuotimento 
quasi  rovinoso  del  10  settembre  1881  [1141]. 

Chieti,  —  I  centri  sismici  della   Maiella   agiscono   con    violenza  su 


772  CAPITOLO  xra 


Chieti.  che  trovasi  compreso  nella  zona  isosismica  quasi  rovinosa  dtl 
terremoto  del  1706.  Molte  scosse  sentite  a  Chieti  (ps.  1845  xii  20  21, 
notte)  sappiamo  infatti  che  più  che  in  tale  località  furono  intense  in 
vari  paesi  vicini  a  detto  rilievo  montuoso. 

Chieti  fu  pure  rovinata  dal  grande  terremoto  del  Matese  del  1456  : 
parecchi  altri  di  origine  esocentrica  furono  ivi  sentiti  con  intensità 
tale  da  esser  classificabili  fra  i  forti  :  sono  da  ricordarsi  ps.  i  seguenti: 
Benevento  1688  ;  Gargano  1627  ;  Termoli  1821  ;  Tremiti  e  Chietino  1875 
e  1895.  Altri  invece  furono  solo  più  o  meno  sensibili  :  ps.  Torre  Pas- 
seri 1841;  Marche  1873;  Romagna  1875;  ascolano  1882;  Abruzzo  te- 
ramano  18M4  ;  Messenia  1886  ;  Sinigallia  1897  ecc.  ecc. 

Centri  a  mare.  —  Della  sismicitÀ  della  regione  costiera  che  si  estende 
a  mezzodì  di  Vasto  (terremoti  del  1821,  1854  e  1895)  parlerò  nel  capi- 
tolo riservato  allo  studio  delle  manifestazioni  sismiche  della  Capitanata. 

I  fenomeni  successi  in  Ortona  nel  1506  [370],  1526  ?  (cfr.  pag.  S7 
[IJ)  e  1782  [78]  non  sono  terremoti  ma  grandiosi  franamenti  di  terreno. 


XIII    -   Lazio 

(FiG.  128-120-130) 

Il  Lazio  comprende  quattro  regioni  sismiche  ben  determinate  :  il 
viterbese,  Roma-Fiumicino,  i  colli  albani  ed  il  bacino  dell' Aniene  con 
Monterotondo  e  Castelnuovo  di  Porto. 


Nel  1881-82  il  viterbese  fu  afflitto  da  una  serie  numerosa  di  scosse, 
poche  delle  quali  fortunatamente  raggiunsero  tale  intensità  da  produrre 
gravi  lesioni  e  parziali  rovine.  In  tale  spazio  di  tempo  le  varie  mani- 
festazioni sismiche  non  spiegarono  la  loro  massima  forza  entro  un^unica 
area  determinata  e  costante,  ma  dallo  studio  topografico  si  ebbe  campo 
di  constatare  la  frequente  variabilitÀ  della  zona  più  colpita  dai  vari  scuo- 
timenti. Infatti  taluni  di  essi  riuscirono  più  intensi  a  Caprarola,  altri 
a  Celleno,  a  Toscanella,  a  Rocca  Respampani  ed  anco  a  Latera  :  da  ciò 
la  presenza  di  speciali  centri  di  attività  più  o  meno  direttamente  col- 
legati, che  in  questo  capitolo  cercheremo  di  fissare,  identificando  i 
terremoti  da  ciascuno  di  essi  causati. 

Distretto  HÌsmico  del  lago  di  fìoUena,  —  Dopo  che  gli  accennati  ter- 


-r^i— I 


LÀZtO 


in 


remoti  del  settembre-novembre  1881  [1142]  ebbero  —  come  vedremo  — 
colpito  in  special  modo  la  parte  ad  oriente  ed  a  mezzodì  del  lago,  nel 
dicembre  furono  intese  a  Latera  varie  scosse,  quasi  tutte  deboli  e  rare: 
N^el  gennaio  susseguente  (1882)  gli  scuotimenti  si  fecero  più  forti  e  nu- 
merosi, anzi  due  di  essi  furono  capaci  di  produrre  danni  entro  una 
zona  che  va  da  Latera  a  Rocca  Respampani.  Noto  che  al  29  novembre 
1881  una  scossa  fortissima  aveva  colpito  con  massima  energia  tale  lo 
calità  e  la  vicina  Toscanella. 

Presso  al  centro  di  Latera  sonvene  due  altri  :  uno  a  8SW.  tra  Far- 
nese ed  Ischia  di  Castro,  messo  in  luce  dal  terremoto  del  21  luglio 
1889  [1351],  e  Taltro  nei  pressi  di  Grotte  di  Castro.  Per  quest'  ultimo 
ricorderò  che  circa  Tanno  1853  [1009]  quattro  o  cinque  scosse  riusci- 


jWrsI 


GÌ  PAI! 


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TerXTJg 


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Fio.  128 

reno  più  che  altrove  intense  in  tale  paese,  che  dall'  11  agosto  alla  fine 
del  settembre  1888  [1187]  t\i  travagliato  da  un  intenso  periodo  sismico 
che  colpi  anche  fortemente  S.  lioreuzo  Nuovo,  mentre  la  scossa  del 
18  novembre  1755  [715]  aveva  spiegata  la  sua  maggior  intensità,  fra 
Grotte  ed  Acquapendente. 

Poche  sono  a  mia  notizia  le  scosse  minori  sicuramente  irraggiate  da 
tali  centri  :  ricorderò  la  sensibile  sentita  a  Latera  sul  primo  mattino 
del  2  luglio  1890  :  un'altra  pure  sensibile  urtò  verso  la  sera  dell'  8 
agosto  1890  San  Lorenzo  e  Latera,  ove  fra  le  3  e  le  4*»  ant.  del  di  dopo 
fa  inteso  un  sussulto  stimato  più  intenso  del  precedente.  A  S.  Lorenzo 
Nuovo  alle  5**  V*  ^^t.  del  24  maggio  1892  si  ebbe  uno  scuotimento  ond. 
assai  sensibile,  che  lievemente  commosse  Grotte  e  passò  inavvertito  in 
varie  località  vicine  :  infine  a  Latera  fu  forte  un  poco  esteso  terremoto 
accaduto  a  3»»  7,-4'»  del  14  febbraio  1896,  stato  mediocre  a  Grotte  e 
lieve  a  Oradoli  e  ad  Acquapendente  ecc. 


774  CAPITOLO  xm 


Dalla  parte  orientale^ del  lago  abbiamo  un  nuovo  distretto  sismk- 
con  i  centri  principali  situati  presso  Bagnorea,  S.  Michele  in  TeTerin^ 
Celleno  e  Montefiascone. 

Esaminiamone  brevemente  l'attività.   Fra  1  terremoti  corocentrìci  :! 
maggiore  è  quello  del  1695  [590],  la  cui   terza   scossa    —    il    massim 
sismico  —  avvenuta  a  7^*  ital.  del  giorno  11  giugno,  ebbe  un'area  me- 
sosismica  includente  tale  città  e  Lubriano.  All'attività  di  questo  centro 
ascrivo  pure  la  scossa  rovinosa  dell'agosto  1738  [672]. 

Presso  S.  Michele  in  Teverina,  compreso  nella  zona  dei  g^avi  danni 
del  terremoto  dei  1695,  irraggiò  lo  scuotimento  molto  forte  accadoi* 
il  14  giugno  1759  [728].  All'attività  del  centro  di  Celleno  è  da  ascri 
versi  la  fortissima  scossa  delle  6^  V«  ant.  del  20  settembre  1881  [1142  . 

Infine  da  quello  di  Montefiascone  irraggiò  solo  qualche  scossa  che  non 
à  prodotto  danni  di  sorta.  Potrebbe  però  darsi  che  questo  focolare  ctì 
il  precedente  ricordato  invece  di  essere  distinti  costituiscono  un'  nnica 
area  di  attività  sismica. 

Viterbo.  —  Questa  città  nel  306  [31],  nel  1114  [104]  e  nel  1320  [214; 
fu  colpita  da  terremoti  rovinosi  o  disastrosi,  l' ultima  volta  in  occasione 
di  un  violento  parossismo  avvenuto  al  Bulicame,  che  aumentò  pure  U 
intensità  delle  sue  manifestazioni  nella  sera  del  22  novembre  18^1. 
mentre  cioè  perdurava  l'attività  sismica  nel  distretto  di  Bolsena. 

Il  disastroso  terremoto  di  Bagnorea  del  1695  causò  danni  anche  a  Vi- 
terbo ;  qu^lo  di  Toscanella  e  Rocca  Respanpani  del  1881  —  stato  for- 
tissimo nell'area  epicentrale  —  fa  violentemente  inteso  a  Viterbo  :  così 
pure  dicasi  di  quello  del  1877  che  ebbe,  come  vedremo,  il  suo  epi- 
centro a  ponente  circa  del  lago  di  Vico.  Questi  fatti  potrebbero  far 
nascere  il  dubbio  che  i  tre  terremoti  più  sopra  ricordati  siano  stati  eso- 
centrici,  vale  a  dire  irraggiati  da  qualcuno  dei  più  attivi  focolari  già 
individuati,  le  cui  notizie  riguardanti  la  zona  centrale  siano  andate 
smarrite,  e  solo  ricordate  quelle  inerenti  a  Viterbo,  la  città  più  cospicua 
delia  regione.  Tuttavia  la  cronistoria  sismica  del  Lazio,  assai  completa 
per  quest'  ultimo  quarto  di  secolo  —  specie  in  grazia  della  sagace  at- 
tività del  Prof.  M.  S.  De  Rossi,  da  poco  tolto  ai  nostri  studi  —  ci 
ricorda  una  discreta  serie  di  scosse  più  o  meno  sensibili^  le  quali 
sembrano  affatto  localizzate  ai  pressi  di  Viterbo.  E  ciò  non  può  far 
maraviglia  se  teniamo  presente  che  appunto  a  soli  2  chilometri  ad  oc- 
cidente di  questa  città  trovasi  il  «  Bulicame  »,  la  manifestazione  di  at- 
tività idrotermale  a  tutti  conosciuta. 

Dei  minori  scuotimenti  sentiti  a  Viterbo   ricorderò   solo   i   due  se- 
guenti notati  dal  Della  Tuccia  nelle  sue  Chronache  della  Città  di  17-    j 
terbo  (pag.  6S)  :  1458,  aprile  18  a  mezzodì  scossa  ed  alla  stessa  ora  circa    1 


LAZIO  775 

lel    giorno  24  altra  di  mezza  «  ave  »  sentita  in  tutto  il  paese  ed  in  altri 

Per  il  terremoto  nmbro  -  abruzzese  del  1349  Viterbo  rimase  in  qualche 
>A.x*t;e  rovinata;  quelli  del  1703  pare  siano  invece  riusciti  od  innocui 
>cl  abbiano  prodotto  pochissimi  danni,  quantunque  violentemente  ri- 
pentiti. Vari  terremoti  provenienti  dall'  Umbria  (1740,  1861,  1878,  1898)  ; 
astile  Marche  (1873,  1897)  ;  dai  colli  laziali  (1892)  e  dal  centro  romano 
[^1395)  e  sorano  (1874)  furono  quivi  sentiti  più  o  meno  sensibilmente, 
ma.  senza  alcun  danno.  Noto  infine  che  tale  città,  trovasi  al  limite 
estremo  dell'area  commossa  dal  grande  parossimo  ligure  del  23  feb- 
braio 1887. 

Regione  sismica  del  Lago  di  Vico.  —  Abbiamo  due  centri  principali, 
uno  ad  oriente,  poco  attivo,  nei  pressi  di  Caprarola,  da  cui  irraggia- 
rono le  varie  scosse  preparatorie  del  periodo  sismico  1881  -  82  :  Taltro 
ad  occidente,  presso  la  Cura  di  Vetralla,  stata  colpita  dal  terremoto 
del  23  dicembre  1877  [1116]. 

Centro  di  Corneto.  —  Ad  occidente  del  distretto  sismico  preceden- 
temente menzionato  e  precisamente  nei  pressi  di  Corneto.  esiste  un 
focolare  non  troppo  ben  determinato,  forse  posto  a  mare,  alla  cui  at- 
tivitii  dobbiamo  il  fortissimo  terremoto  del  26  maggio  1819  [889]  e 
forse  anche  le  tre  scosse  sentite  nel  di  17  aprile  1869  {2^  V4»  3^  */«  ® 
4^  a.  circa)  a  Corneto,  a  Montalto  ed  a  Civitavecchia. 


Roma.  —  Negli  antichi  tempi  la  città  di  Roma  fu  soggetta  a  coa- 
vulsioni sismiche  violentissime  :  nel  560  (ab  Urbe)  ps.  il  suolo  tremò 
per  quarantadue  giorni  continui,  e  nel  559  furono  si  numerose  e  fre- 
(laenti  le  scosse  che  dovette  il  Senato  proibirne  l'annunzio,  escludendo 
quasi  questo  fenoratmo  dal  novero  dei  prodigi.  L'alta  sismicità  che  aveva 
questa  regione  è  rispecchiata  anche  in  una  leggenda  la  quale  à  attribuito 
a  S.  Benedetto  la  profezia  che  la  città  sarebbe  caduta  piuttosto  per  la 
violenza -delle  forze  della  natura  che  per  la  mano  degli  invasori  e  del 
tempo. 

I  maggiori  terremoti  che  sovvertirono  o  danneggiarono  più  o  meno 
sensibilmente  gli  edifici  di  Roma,  le  cui  date  non  corrispondono  a 
(laelle  di  massimi  sismici  di  centri  circostanti,  sono  accaduti  negli 
anni  d.C.  2  [2],  3  [2],  7  [2],  15  [3],  20  [5],  25  [6],  85  [13],  94  [14], 
116  [15],  191  [19],  223  [21],  258  [26],  304  [30],  392  [41],  441  0  443  o 
455  [421,  477  [44],  508  [47],  553  [48],  739  [55],  780  [58],  896  [71],  1287 
185],  1321  [216],  1350  [237],  1403  [276],  1425  [291],  1448  [308]  ecc. 


\ 


11  ij  CAPITOLO  Xiri 


Da  questa  vapìdissiiua  enumerazione  si  scorge  che  ì  terremoti  ^ì 
sono  fatti  con  il  tempo  più  rari,  e  che  dopo  il  secolo  XV  non  si  ànn-  •. 
stando  ai  documenti  a  me  noti,  notizie  di  scosse  riuscite  dannose  alla 
clttj\  che  siano,  od  almeno  si  possono  supporre  corocentriche  :  dnjK. 
una  tregua  di  circa  due  secoli  —  interrotta  solo  dalla  scossa  Ibrtìssiiua 
del  1712  —  in  quello  presente  si  h  una  ripres;»  abbastanza  signnifìcanti' 
con  i  terremoti  del  1811,  1812,  1805,  dei  (|uali  qui  appresso  dirò  tmù 
a  lungo. 

Roma  nei  secoli  a  noi  più  prossimi  fu,  è  ben  vero,  colpita  da  molte 
scosse,  ma  difficilmente  ebbe  a  risentirne  danni.  Malgrado  la  grande 
vicinanza  del  distretto  sismico  dei  monti  Albani,  poche  volte,  per  la 
natura  stessa  di  questi  terremoti,  essa  fu  compresa  nell'area  delle  le- 
sioni :  ricorderò  che  in  occasione  del  grande  terremoto  del  1806  [8ri,5j 
—  uno  dei  più  intensi  e  conosciuti  di  tale  regione  —  riuscito  disastrosa:» 
a  Nemi,  a  Frascati,  a  Genzano  e  sopratutto  a  Velletri,  in  Roma  non 
cadde  che  un  solo  comignolo  e  non  si  apri  che  qualche  screpola tur:i  : 
uguali  effetti  causò  quello  di  Frascati  del  1748  [697]  e  molto  maggiori 
r  ultimo  accaduto  il  19  luglio  ).899  del  tutto  simile,  tranne  che  nella 
intensità,  al  precedente. 

Invece,  di  preferenza,  alcuni  fra  i  più  violenti  parossismi  che  af- 
flissero r  Umbria  e  gli  Abruzzi,  giunsero  fino  a  Roma  con  intensità 
tale  da  causarvi  danni  abbastanza  gravi  :  ricorderò  a  questo  proposito 
quelli  successi  negli  anni  801,  1349  e  1703. 

Il  terremoto  del  V  novembre  1895  [1263]  fu  certamente  di  origine 
romana,  ed  h  avuto  —  a  mio  modo  di  vedere  —  il  centro  a  mare,  e 
precisamente  presso  la  costa  prospiciente  il  casale  del  Malpasso  (fig.  (30). 

Sappiamo  che  Roma  fu  anche  danneggiata  da  un  terremoto  successo 
nel  di  22  marzo  1812  [870];  in  questa  occasione   fuori   porta  S.  Paolo 
la  concussione  tellurica  fece  rovinare  un'edificio.  Da  questa  circostanza 
si  può  arguire  che  la  zona  più  colpita  è  situata  dalla  stessa   parte   di 
quella  del  1895,  per  cui  io  non  dubito  punto  di  identificare  fra  loro  questi 
terremoti,  notando  che  in  questa,  come  nella  occasione  precedentemente 
accennata,  lo  scuotimento  riusci  innocuo  nei  colli  laziali.  Uguale   pro- 
venienza ebbe  pure,  a  mio  modo  di  vedere,  la  scossa  del   18. febbraio 
1811  [868],  che  in  Roma  fece  cadere  molti  comignoli,  e  che  in  Frascati 
fu  avvertita  fortemente  ma  senza  danni  :  e  forse  infine   la    stessa  ori- 
gine ebbe  eziandio  quella  molto  forte  accaduta,  secondo  von  Hoff.  sul 
principio    deiranno  1712  [616|    ed    anche  quella  del  V  dicembre  1893 
(P  ^4  pom.)  sentita  sensibilmente,  ma  in  modo  affatto,  isolato  a  Fiumi- 
cino e  che  non  venne  n-^jmmeno  registrata  dagli  apparecchi  sismogra- 
^fici  degli  Osservatori  di  Roma. 

I  maggiori  terremoti  esocentrlci  sentiti  in  Roma  sono   quelli   avve- 


LA2KI  777 


nuti  negli  anni  ed  irraggiati  dalle  regioni  qui  appresso  ricordate  :  dai 
colli  laziali  :  1748,  1751,  1752,  1782,  1800,  1806,  1829,  1855,  1873,  1892. 
1897,  1899  —  dal  viterbese:  1695  —  dall'  Umbria:  1349-49,  1703,  1719, 
1730,  1751,  1767,  1785,  1792,  1832,  1859,  1878,  1898  —  dalle  Marche  : 
1741,  1799,  1783,  1897  —  dall'Abruzzo  aquilano:  1349,  1703,  1762, 
1786,  1874,  1885  —  dalla  Campania  e  Terra  di  Lavoro  :  :^4,  1654, 
1805,  1S06,  1873,  1874  —  dal  beneventano,  Molise  ed  avellinese  :  847, 
1456,  1732,  1805  —  dal  chietino  e  dalla  Capitanata  :  68  o  69,  1706, 
1875,  1889,  1895  —  dal  ferrarese  e  dalla  Romagna  :  1570,  1773,  1875 
—  dalla  Messenia:  1886. 


Colli  IcLziali.  —  I  terremoti  di  indole  vulcanica,  sia  che  apparten- 
gono a  sistemi  attivi  o  spenti,  sono  caratterizzati  da  una  grande  loca- 
lizzazione dei  loro  effetti  :  infatti,  in  generale  essi  colpiscono  anche  in 
modo  si  violento  da  produrre  rovine  e  disastri,  aree  assai  ristrette  e 
si  propagano,  la  maggior  parte  delle  volte,  entro  una  zona  limitatissima: 
il  che  ci  può  fornire  un  certo  criterio  nell'apprezzare  la  relativa  poca 
profonditi  del  loro  epicentro. 

Nel  capitolo  in  cui  studieremo  le  manifestazioni  sismiche  deir  Etna, 
sia  quelle  che  precedono,  oppure  sono  concomitanti  o  susseguenti  alle 
grandi  conflagrazioni  eruttive,  ripetutamente  vedremo  con  le  varie 
scosse  trasportarsi  da  un  luogo  all'altro  il  centro  superficiale  di  scuo- 
timento. Ora  questi  fenomeni  si  possono  appunto  anche  constatare  du- 
rante! periodi  d'attività  sismica  dei  vulcani  spenti:  nel  sistema  laziale 
abbiamo  un  caratteristico  esempio  nei  fenomeni  occorsi  durante  l'anno 
1829,  accuratamente  descritti  dal  Bassanelli.  La  maggior  parte  delle 
scosse  sentite  dal  maggio  al  novembre  di  tale  anno  spiegarono  la  loro 
massima  intensità  ad  Albano,  anzi  alcune  di  esse  non  furono  nemmeno 
intese  nei  paesi  circonvicini  :  altre  invece  urtarono  di  preferenza  loca- 
lità diverse  :  ps.,  quella  del  \\  giugno  più  che  in  Albano  fu  violenta 
a  Genzano,  alTAriccia,  a  Galloro  ed  a  Marino  ;  un'altra  accaduta  al 
25  giugno  causò  danni  all'Aricela  ;  un'altra  ancora  isolatamente  colpi 
Genzano  (26  vi),  ed  infine  —  per  terminare  —  parecchie  sentite  nel 
IH  luglio  più  che  altrove  furono  intense  a  Nemi. 

La  det^^rminazione  suilìcientemente  approssimata  del  centro  superfi- 
ciale di  scuotimento  spesse  volte  riesce  assai  difficile  anche  con  il  con- 
corso di  numerose  e  ben  specificate  notizie  con  tutta  cura  raccolte  e 
con  il  sussidio  dello  studio  cartografico  della  distribuzione  dell'intensità 
uvuta  dal  terremoto  entro  la  zona  interessata  dalle  onde  macrosismiche: 
e  ciò  perchè  condizioni  tcctoniche  e  litologiche  concorrono  a  mascherare 


778 


CAPITOLO  nn 


il  supposto  epicentro.  Tali  difficoltà  diventano  ancora  maggiori,  sltìzi 
talvolta  insormontabili,  allorquando  si  tratta  di  vecchi  terremoti,  in- 
torno ai  quali  abbiamo  notizie  incomplete,  poco  omogenee  e  spesse 
volte  mancanti  di  quegli' elementi  essenziali  che  servono  a  guidare  il 
sismologo  nello  studio  e  nella  identificazione  dei  fenomeni.  Per  le  ma- 
nifestazioni sismiche  dei  distretti  vulcanici  tali  difficoltà,  per  quanto  6 
detto  sopra,  diventano  poi  ancora  maggiori  :  quindi  nel  nostro  caso 
sarà  bene  di  non  spingere  l'analisi  oltre  il  limite  che  comportano  le 
notizie  raccolte. 

Ecco  pertanto  i  principali  centri  sismici  : 

a)  Colonna.  —  Oltre  a  numerose  scosse  leggiere  e  mediocri,  come 
fenomeno  tipico  dell'attività  di  questo  centro,  il  più  lontano  dal  ciglio 
del  gran  cono  laziale,  ricorderò  il  terremoto  dell'S  maggio  1897  iVH-i]. 

b)  Montecompatri.  —  Terremoto  dei  1809  [1336]. 

e)  Monte  Porzio.  —  Terremoti  fortissimi  del  1782  [788]  e  del  1801 
1342]  :  tale  località  venne  violentemente  colpita  dal  parossismo  del 
1873  (cfr.  §  e). 


Fio.  129 

d)  Frascati.  —  Terremoti  tipici  sono  quelli  sentiti  nel  maggio-giugno 
1855  [1021],  il  cui  centro  con  probabilità  fu  verso  Marino.  Queste  due 
località  furono  colpite  in  modo  speciale  dai  terremoti  del  settembre 
1748  [697],  che,  fatte  le  debite  proporzioni,  si  identificano  con  quello  del 
19  luglio  1899  riuscito  rovinoso  a  Frascati,  Grottaferrata  e  Marino  (*). 

Anche  la  scossa  del  22  aprile  1773  fu  più  che  altrove  violenta  a  Fra- 
scati :  il  piccolo  terremoto  laziale  del  15  gennaio  1895  riuscì  invece 
più  intenso  a  Marino. 


(Il  Vari  giorni  dopo  il  terremoto  del  19  luglio  1899,  servendomi  di  un  materiale  un 
po'  scarso,  pubblicai  una  piccola  nota  preliminare  su  tale  fenomeno,  nella  quale  già 
dicevo  che  esso  si  poteva  identificare  con  tutta  probabilità  con  quelli  del  1748  e  del 
1855.  Ciò  venne  esattamente  confermato  dallo  studio  del  Cancani:  Terremoto  laziale  dd 
i9  giugno  i899  [pag.  6  estr.). 


e)  Rocca  di  Papa  -  Monte  Cavo.  —  Questo  centro  ha  dato  un  gran 
numero  di  scosse  minori  :  per  citarne  solo  due  degli  ultimi  accadati  ri- 
corderò quelli  del  16  agosto  1877  [1114]  e  18  gennaio  1898  (15^  50  e 
\&^  24). 

Bocca  di  Papa  e  Monte  Cavo  partecipano  violentemente  ai  terremoti 
del  vari  centri  laziali,  e  la  radiale  sismica  che  congiunge  dette  loca- 
litò  con  Frascati  fu  con  veemenza  urtata  nel  settembre  1883  [1153]  : 
il  7  agosto  1884  un  terremoto  abbastanza  forte  colpi  la  Rocca  ed  Albano 
e  nel  1873  [1088]  uno  fortissimo  interessò  Monte  Porzio,  Marino,  Castel 
Oandolfo  e  Nemi.  Del  centro  secondario  esistente  presso  questo  lago 
dirò  in  appresso. 

f)  Albano,  —  Terremoti  caratteristici  sono  quelli  del  1829  [921]  già 
citati.  Per  la  radiale  Albano-Rocca  di  Papa  (vedi  §  e). 

g)  Ariccia.  —  Da  questo  focolare  irraggiarono  varie  scosse  sentite 
nella  notte  25  febbraio  1781  [781],  nella  primavera  del  1784  [794],  nel 
1810  [1337]  e  parecchie  del  periodo  sismico  del  1829  [921],  fra  le  quali 
quella  avvertita  nel  giorno  25  giugno.  Oltre  a  queste  maggiori  mani- 
festazioni sono  da  ricordare  quelle  sentite  il  14  marzo  1763,  il  22  giugno 
1773,  il  7  febbraio  1884  (in  tale  località  quasi  tutti  gli  abitanti  ftiggi- 
rono  dalle  case,  mentre  alla  Rocca  lo  scuotimento  f\i  avvertito  da  pa- 
recchi e  da  pochi  ad  Albano  ed  a  Oenzano,  da  nessuno  a  Velletrl),  il  18 
settembre  .e  V  ottobre  1892,  il  12  marzo  1893  ecc. 

Noto  da  ultimo  il  terremoto  del  mattino  del  17  gennaio  1886  [1169] 
stato  sopratutto  intenso  air  Ariccia  ed  a  Oalloro. 

h)  Nemi.  —  All'attività  di  questo  centro,  violentemente  ridestatosi 
con  resteso  terremoto  laziale  del  1873  [1088],  che,  come  ò  detto  (§  e), 
colpì  anche  Monte  Porzio,  Marino,  e  Castel  Gandolfo,  sono  da  ascri- 
vere molte  scosse  minori,  fìra  le  quali  quelle  sentite  il  13  luglio   1829. 

i)  Oenzano,  Civitalavinia.  —  Fra  queste  due  città  ebbe  il  suo  epi- 
centro il  grande  terremoto  laziale  del  22  gennaio  1892  [1214]  ;  varie 
scosse  spiegarono  poi  la  loro  maggiore  intensità  neir  una  o  nell'  altra 
delle  due  località  :  per  Oenzano  ricorderò  quella  del  26  giugno  1829  e 
per  Civitalavinia  i  piccoli  terremoti  laziali  del  16  agosto  e  6  novembre 
1897. 

l)  Velletri.  —  Alle  6^  30*°  pom.  del  14  gennaio  1888  f\i  sentita  in 
questa  città  una  scossa,  intorno  alla  quale  il  prof.  I.  Galli,  à  fatto  uno 
studio  molto  particolareggiato  :  quantunque  sismologicamente  classifi- 
cabile fra  le  mediocri,  essa  passò  affatto  inosservata  altrove,  tranne 
forse  ma  in  modo  dubbio,  a  Civitalavinia.  Tale  scossa  è  da  ascriversi 
al  centro  velletrino,  la  cui  attività  ci  à  dato  il  terremoto  del  1800  [840] 
e  quello  rovinoso  dell'agosto  1806  [8^5*].  Numerosissime  sono  le  mani- 
festazioni sismiche  di  minor  momento  fornite  da  questo  centro,  come 
risulta  dalle  diligenti  notizie  raccolte  dal  Galli. 


V 


780  CAPITOLO  xni 


Il  piccolo  terremoto  laziale  del  13  novembre  1897  riuscì  forte  spe 
cialmente  a   Velletri  ed  a  Cisterna  di  Roma. 

I  centri  accennati  non  sono  che  i  principali,  ed  i  terremoti  ricor 
dati  costituiscono  quelli  che  si  possono  chiamare  «  tipici  »  per  ciascun 
focolare.  Si  comprenderà  di  leggieri  che  data  una  regione  sì  disturbata 
come  è  un'area  vulcanica,  nella  quale  l'attività  endogena  &  causato 
varie  fratture,  poscia  più  o  meno  bene  rimarginate,  e  che  data  la  na- 
tura litologica  oltremodo  varia  del  suolo  su  cui  sono  fondati  i  paesi. 
si  debbano  riscontrare  molte  anomalie  nella  distribuzione  dell'intensità! 
avuta  dallo  scuotimento  e  degli  effetti  prodotti  Tali  anomalie  non  sono 
altro  chd  apparenti  ed  in  gran  parte  dipendenti  od  alle  ragioni  teste 
esposte,  oppure  dovute  alle  notizie  incomplete  a  noi  giunte  serventi 
di  base  alla  discussione:  ciò  devesi  però  quasi  esclusivamente  rife- 
rire ai  terremoti  di  antica  data.  Fra  i  laziali,  per  quanto  6  detto, 
riesce  molto  difficile  la  identificazione  dei  seguenti  :  1750  [699],  17oi^ 
[707J,  1754  [712]  ecc.  '^ 

Fra  i  principali  terremoti  esocentrici  avvertiti  nei  colli  Albani  ri- 
cordo quelli  accaduti  negli  anni  sottosegnati  con  la  relativa  regione  di 
provenienza  :  Da  Roma  :  1811,  1895  —  dal  viterbese  :  1695  —  da  Pa- 
lestrina-Veroli  :  1876,  1877  —  da  Tivoli  :  1795  —  dall'  Umbria  :  1703. 
1785,  1878,  1S98  —  dall'Abruzzo  aquilano  :  1703,  1885  —  dal  casertano: 
1873,  1874,  1891  —  dal  Molise  e  beneventano  :  1882  —  dal  chietino  e 
dalla  Capitanata  :  1875,  1889,  1895  —  da  Ischia  :  1880  —  dalle  Marche 
e  Romagna:  1799,  1873,  1875,  1898  —  dalla  Messenia:  1886. 


Nella  grande  regione  sismica  che  comprende  il  bacino  deli'Aniene. 
Tivoli^  Castelnaovo  di  Porto  e  Monterotondo,  abbiamo  pochi  centri 
principali  e  molti  secondari,  dei  quali  nei  seguenti  paragrafi  designe- 
remp  la  posizione  e  studieremo  l'attività. 

Vallepietra.  —  Questo  centro  secondario  à  dato  varie  scosse  (1890 
II  28  forte  ;  v  4  altra  identica  seguita  da  replica  ;  1891  ix  1*  forte  ; 
1S97  IX  4  una  forte  prettamente  suss.  seguita  da  altra  sensibile  :  ix  5 
una  debole)  le  quali  generalmente  riescono  sensibili  nella  solo  citata 
località,  qualcuna  delle  maggiori  però  si  propagò  più  o  meno  sensibil- 
mente fino  a  Trevi  nel  Lazio  ed  a  Capistrello. 

Sabiaco,  —  Questa  località  fa  in  patte  rovinata  da  un  terremoto 
successo  nel  1216  [139],  o,  secondo  alttì  nel  1299  [1306],  Quivi  furono 
inoltre  avvertite  varie  scosse   passate   inosservate   altrove,   ps.  :   1867 


LAZIO  781 

un  19  forte;  1868  vni  2-3  mediocre;  1871  ix  1«;  1873  iv  U  forte;  ISlò 
XII  5  debole.  Di  una  Bola,  successa  nel  30  luglio  1876  forte  a  Subiaco, 
sappiamo  essere  stata  avvertita  mediocremente  ad  isola  Li  ri  è  legger- 
mente ad  Alatri  ed  a  Montecassino. 

L'esistenza  di  un  centro  sublacense  rimane  da  quanto  ò  detto  fhori 
di  ogni  dubbio  :  riguardo  alla  sua  posizione  la  seguente  notizia  dataci 
dal  Ponzi,  ci  porge  luce  in  proposito.  Racconta  egli  (Sui  terremoti  av- 
venuti in  Praecati  ecc.  pag.5ecc.)  che  ad  alcune  persone  di  Subiaco  degne 
di  fede«  trovandosi  esso  nella  valle  di  Cona,  in  un  mattino  d' autunno  del- 
l'anno 1819-50  circa,  «all'avanzar  del  giorno  un  cupo  e  forte  rombo  si 
fece  sentire  sotto  i  loro  piedi,  e  tale  che  li  riscosse  e  mise  in  orgasmo. 
Faggivano  i  contadini  impauriti...  sgomentati  ancor  essi  cercavano  al- 
lontanarsi... quand'ecco  traballare  il  suolo  sotto  i  loro  piedi  per  una 
improvvisa  e  violenta  scossa  che  li  arrestò  e  li  smarrì.  Girato  attoi*no 
lo  sguardo  tanto  più  s'accrebbe  il  loro  spavento  nel  vedere  quelli  stessi 
brani  di  roccie  distaccati  precipitare  giù  per  la  discesa  con  gran  fra- 
gore, trascinando  seco  alberi,  siepi,  capanne  e  tutt'altro  che  si  trovava 
fino  alle  radici  dove  scorre  la  Cona....  >.  Di  questo  terremoto  non  ab- 
biamo notizia  per  nessun  altra  località  circostante.  Secondo  il  mio  modo 
di  vedere  il  centro  che  à  dato  le  varie  scosse  sentite  a  Subiaco  è  ap- 
punto —  per  la  grande  vicinanza  di  questa  località  —  quello  da  cui 
irraggiò  il  terremoto  descritto  dal  Ponzi,  alla  cui  attività  ascrivo  pure 
il  violento  parossismo  del  1759  ]1333],  che  sappiamo  solo  aver  dan- 
neggiato Affile. 

Sambuci,  —  Il  centro  secondario  di  Sambuci  à  dato  poche  manife- 
stazioni: quella  successa  il  27  dicembre  1894  fu  suss.  con  rombo  si- 
mile allo  scoppio  di  una  mina,  passò  inosservata  altrove.  All'attività  di 
questo  focolare  ascrivo  pure  il  terremoto  del  28  ottobre  1894  stato 
specialmente  forte  a  Sambuci  ed  a  Rocca  Giovane. 

Tivoli' Monterotondo.  —  Nel  periodo  sismico  del  1750  [699J  furono 
sentite  a  Tivoli  ed  a  Monterotondo  alcune  scosse  che  ci  mettono  in 
evidenza  una  zona  di  scuotimenti,  la  quale,  con  probabilità,  si  protrac 
Ano  a  Castelnuovo  di  Porto,  come  lo  indica  il  terremoto  del  1484  [343J. 
Molte  scosse  minori  sembrano  corocentriche  a  Tivoli  (ps.  1868  viii  11; 
1875  XI  4  ecc.).  All'attività  di  questo  distretto  sismico  ascrivo  pure  il 
forte  terremoto  sentito  a  Monterotondo  il  15  luglio  1824. 

San  Gregorio  di  8a»»ola,  —  Fra  i  centri  di  Tivoli  e  Palesi  rina  tro- 
vasi San  Gregorio  colpito  da  intenso  terremoto  la  notte  del  15  agosto 


782  CAPITOLO  XIV 


1795  [833]  il  quale  non  sembra  originato  dal  centro  di  Tivoli,  avendo 
ivi  lo  scuotimento  avuto  un'intensità  molto  minore. 

Paleatrina,  —  Il  distretto  sismico  di  Palestrina  costituisce  il  verc> 
anello  di  congiunzione  fi*a  la  sismicitÀ  della  regione  dell'Amene  e 
quella  del  Sacco,  appartenente  ad  un'altra  ben  determinata  (Liri-Ga- 
rigliano),  di  cui  parlerò  in  apposito  capitolo. 

Zagarolo,  —  Da  questo  centro  ebbero  origine  le  scosse  sentite  nella 
prima  settimana  del  marzo  1773  [761 1.  Tale  località  è  compresa  nel- 
l'area scossa  violentemente  dai  terremoti  di  Palestrina  del  1844. 


Attualmente  sono  compresi  nel  compartimento  del  Lazio  i  territori 
di  Palestrina,  di  Montelanico,  delle  paludi  Pontine,  di  Fresinone,  dì 
Ceccano,  di  Anagni  e  di  Veroli,  che  sismologicamente  invece  si  ag- 
gregano alla  regione  seguente. 


XIV  -  Terra  di  Lavoro 

(Fio.  129). 

Questo  compartimento  non  comprende  solo  sotto  1'  aspetto  sismico 
la  provincia  di  Caserta  propriamente  detta,  ma  eziandio  l' intero  ba- 
cino del  Liri  -  Garigliano,  cui  si  aggiunge  anche  la  regione  del  Fucino 
e  delle  paludi  Pontine. 

Regione  fra  Palestrina  e  Montelanico.  —  Il  centro  più  settentrionale 
di  questa  regione  ò  quello  di  Palestrina  :  le  sue  maggiori  manifestazioni 
costituiscono  il  periodo  sismico  del  1844  [977],  il  cui  massimo  interessò 
anche  Poli  e  Zagarolo.  Altro  terremoto  tipico  6  il  rovinoso  del  26  ot- 
tobre 1876  [1111]  stato  fortissimo  a  Poli  ed  a  Gallicano. 

Molte  furono  le  manifestazioni  di  minor  importanza  irraggiate  da 
tale  centro,  come  pure  vari  terremoti  provenienti  specie  dal  Lazio 
(1873,  1877,  1883,  1892,  1895,  1897),  dal  sorano  e  più  raramente  dalle 
Marche  e  dall'Umbria  furono  avvertiti  con  maggior  o  minor  sensi- 
bilità nel  territorio  prenestino. 

Presso   Palestrina  abbiamo   alcuni   focolari   secondari  :  uno   ad  Ar- 


TERRA  DI  LAVORO  783 


tena  che  à  dato  il  terremoto  del  13  giugno  1881  estesosi  specialmente 
SU.Ì  colli  laziali  ;  alla  saa  attività  dobbiamo  forse  anche  la  scossa  sentita 
il  16  gennaio  1876  a  Valmontone,  intomo  alla  quale  non  abbiamo 
anitre  notizie. 

Presso  Rocca  Massima  esiste  un  altro  piccolo  centro  da  cui  irraggiò 
la.  forte  scossa  suss.  del  25  ottobre  1874  (2^  ant.)  passata  inosservata 
altrove  :  è  da  notare  che  in  questo  luogo  ordinariamente  non  si  sentono 
terremoti  e  che  non   fu  nemmeno  avvertito   il  parossismo  laziale   del 

12  marzo  1873. 

All'attività  del  centro  di  Montelanico  dobbiamo,  fra   l'altro,  la  forte 

scossa  sentita  nel  di  15  agosto  1894,  stata   mediocre   a  Carpineto  ed  a 

Cori. 

Paludi  Pontine.  —  Ò  ricordato  parlando  del  focolare  sismico  di 
VcUetri  (cfr.  pag.  780)  che  un  piccolo  terremoto  laziale,  avvenuto  nel 
di  13  novembre  1897,  sia  riuscito  forte  in  tale  città  ed  a  Cisterna.  In 
questa  area  sismica  male  determinata  è  pure  compreso  Giulianello 
presso  Cori,  ove  furono  nel  novembre  1889  sentite  varie  scosse  che 
sembrano  corocentriche. 

Oltre  a  ciò  sotto  V  aspetto  sismico  è  necessario  tener  presente  il 
centro  di  Sezze,  che  à  dato  le  scosse  fortissime  del  1756  [718]  e  pa- 
rer*xhie  altre  manifestazioni  sismiche  minori,  fra  cui  il  piccolo  periodo  del 
19  -  29  marzo  1864,  la  scossa  del  17  agosto  1889  ed  un'  altra,  pure 
lieve,  al  3  gennaio  1894,  l'ultima  delle  quali  sappiamo  essere  passata 
Inavvertita  in  tutti  i  paesi  circostanti. 

A  Torre  Tre  Ponti,  località  a  10  Km.  a  ponente  di  Sezze  ed  a 
5  Km.  a  libeccio  di  Sermonenta,  circa  ad  1^  ant.  del  8  aprile  1885  f\i 
sentita  una  scossa  tale  da  far  svegliare  le  persone  che  ivi  si  trovavano; 
tale  scuotimento  fu  affatto  locale. 

Anagni.  —  Questo  distretto  sismico  comprende  vari  focolari.  Abbiamo 
il  tipico  terremoto  dell'agosto  1765  [738]  che  colpi  Anagni  e  Piglio  : 
osso  certamente  si  identifica  con  quello  del  1256  [162],  con  la  forte 
scossa  quivi  sentita  nella  prima  quindicina  dell'agosto  1765,  e  forse  con 
quella  del  17  ottobre  1880  stata  forte  ad  Alatri  ed  a  Banco  e  lieve  a 
Ceccano. 

A  SSE.  di  Avezzano  trovasi  il  centro  secondario  di  Trasacco,  alla 
cui  attività  dobbiamo  la  violenta  scossa  del  15  aprile  1887,  stata  un 
po'  meno  intensa  ad  Avezzano  ed  in  altri  luoghi  posti  al  sud,  e  lieve 
ad  Aquila. 

Anagni  risentì  qualche  danno  per  il  terremoto  di  Alvito  del  1873  e 
per  quello  laziale  del  1883:  furono  ivi  inoltre  più  o  meno  sensibilmente 


784  CAPITOLO  XIV 


sentito  le  concussioni  sorane  del  1654  e  1891,  di  Benevento  -  Campo- 
basso del  1805  e  1882  :  dei  colli  laziali  del  1873,  di  Palestrina  del 
1876,  d'Ischia  del  1880,  delle  Marche  del  1873,  di  Rieti  del  1898.  di 
Foggia  del  1875  e  1S89,  di  Messenia  del  1886. 

Frosinone- Ciccano.  —  Nel  1160  e  1161  [118]  furono  forse  sontitt- 
in  Fresinone  alcune  scosse  fortissime,  che  non  si  sa  se  corocentriche 
od  irraggiate  dai  focolari  di  Veroli  o  di  Ceccano  :  noto  che  tale  loca- 
lità fu  commossa  da  un  forte  scuotimento  nel  mattino  del  29  gennaic 
1850.  Le  notizie  sui  terremoti  successi  in  questi  ultimi  anni  ci  porgon: 
un  po'  di  luce  in  proposito,  giacché  sappiamo  che  Fresinone  ed  A  latri 
sono  appena  esteriori  alla  zona  epicentrale  del  parossismo  di  Veroli 
del  1877  di  cui  parlerò  fra,  poco,  quindi  con  ogni  probabilità,  i  terre- 
moti di  cui  abbiamo  notizia  solo  per  Fresinone  dipendono  dairattlvit;'t 
del  centro  dianzi  ricordato. 

L'esistenza  del  focolare  di  Ceccano  viene  comprovata  dal  terremoto 
molto  forte  del  1886  [134'9],  col  quale  si  identificano  pure  gli  scuoti- 
menti del  periodo  sismico  iniziatosi  con  il  9  maggio  1170  [123J  e  con 
quelli  sentiti  nel  1200  [135]. 

Queste  località  devono  aver  sofferto  abbastanza  considerevolmente 
per  il  terremoto  sorano  del  luglio  1654. 

Veroli,  —  Al  lembo  esteriore  della  zona  dei  terremoti  sorani  del 
1654  e  del  1777  trovasi  Veroli,  presso  cui  si  à  un  centro  sismico^  che 
ci  à  dato  il  rovinoso  ten*emoto  del  1877  [1114].  Alla  attività  di  questo 
focolare  dobbiamo  pure  il  piccolo  periodo  sismico  del  12-17  giugni^ 
1897  :  dopo  una  scossa  lieve,  avvenuta  e  9^  20"  del  12  non  avvertitjì 
in  alcun  luogo  tranne  che  in  Veroli,  si  sentirono  due  repliche  del  tuttu 
identiche  a  IS"»  circa  del  13  ed  a  20**  */*  ^^^  giorno  16  :  verso  le  12*»  *  , 
del  17  se  ne  ebbe  una  quarta  più  intensa  della  precedente,  che  causai 
molto  panico  nella  popolazione  e  che  fu  affatto  localizzata. 

Al  centro  di  Veroli  sono  pure  da  attribuirsi  le  scosse  del  1160  ,11?^^ 
e  quelle  di  cui  abbiamo  notizia  per  Fresinone. 

Sorano,  —  Questo  distretto  à  una  sismicità  abbastanza  elevata.  Per 
lo  studio  topografico  è  necessario  considerare  brevemente  la  posizione 
delle  zone   plelstosismicho    dei   terremoti   del    1873,    1874  e  del  1891. 

Qucst'  ultimo  [12041  ebbe  indiscutibilmente  il  suo  epicentro  fra  Sera 
e  Fontana  Liri  e  riuscì  solo  mediocre  ad  Atina.  Quello  del  1874  [1101 1 
mentre  fu  rovinoso  ad  Alvito,  a  Postii,  a  Villa  S.  Lucia,  ad  Acqua- 
fondata  ecc.  ecc.,  fu  solo  fortissimo   a  Sera  e  ad  Isola  Liri,    Il   terre- 


TERRA  DI  LAVORO 


785 


ixxoto  del  1873  [1092}  infine  ebbe  la  sua  zona  mesosismica  coincidente 
ÌTi    parte  con  quelle  dei  dae  precedenti   parossismi.  Quindi  secondo  il 
mio  modo   di   vedere   abbiamo    due   centri   principali  ben  distinti.  Il 
primo,  situato  nei   pressi   dì  Isola  Liri,  à  dato  oltre  il  terremoto   del 
1S91  il  disastroso  parossismo  del  1654  [534]^  la  cui  area  mesosismica  — 
non  descritta  nella  figura  130  —  si  estende  da  Veroll  ad  Alvito  e  da 
A.rce  a  Pescosolido  ;    quello   del   1777  (la   cui  are»  mesosismica  com- 
prende pure  Veroll,  altro  centro  ben  determinato  che  &  dato  —  come 
s).l3biamo  visto  —  il  terremoto  del  1877)  e  varie  scosse,  parecchie  delle 
ctuali  forti,  sentite  specie  ad  Isola  ed   a  Sora,  ps.  1879   m  3  ad  Isola 
Tina  forte  snss.  ;  1897  ix  17  e  xn  3  ivi  tre  scosse   forti   passate  inav- 
vertite altrove  ecc.  Dal  secondo  centro,  che  trovasi  un  po'  più  a  SE. 
<lel  precedente,  irraggiò  il  terremoto  del  1874  e  forse  anche  quello  del 
1 120  [108].  Noto  che   si   il   penultimo  come   quello   del    1891   mostra- 


(^^'-^^ 


^'*^Ukeft     Gir- 


Fio.  130 

rono  una  speciale  tendenza  a  propagarsi  verso  V  Abruzzo  aquilano, 
unto  che  nel  parossismo  del  1874  l'area  pleistosismica  si  estende  da 
Villa  S.  Lucia  fino  a  Pescocostanzo.  Il  terremoto  del  1873,  dovuto  in- 
vece al  risveglio  di  ambo  i  centri,  si  propagò  più  intensamente  in 
senso  E.-W.  circa. 

Entro  l'area  mesosismica  dei  due  terremoti  del  1873  e  del  1874  tro- 
vasi Atina  danneggiata  nel  1720  [634]  da  una  concussione  tellurica  stata 
forte  e  Montecassino,  la  quale  si  identifica  con  uno  dei  due  terremoti 
dianzi  citati. 

A  Sora  e  ad  Atina  riuscirono  rovinosi  i  terremoti  del  1349  (Abruzzo), 
del  1688  (Benevento),  del  1691  (Avellino-Basilicata),  del  1805  (Matese); 
disastroso  il  grande  parossismo  napoletano  del  1456  e  fortissimo  quello 
di  Veroli  del  1877:  furono  ivi  inoltre  sentiti  più  omeno  sensibilmente 
i  seguenti  :  1J06  Monte  Cassino  ;  1875,  1889,  1892  e  1895  Capitanata: 
1892   Colli  laziali  :  1895   Roma  :  1873   Marche  :  1886  Messsenia. 


Baratta  :  Terremoti  ecc. 


.'jO 


786  CAPITOLO  XIV 


S.  Elia  Fiumerapido.  —  Fra  il  centro  di  Atina  e  quello  di  Monie- 
cassino  trovasene  un  altro  appunto  nei  pressi  di  tale  località.  L' ìsosisma 
rovinosa  del  terremoto  del  1874  presso  S.  Elia  fa  una  brusca  insena- 
tura, in  modo  da  escludere  tale  località  per  comprendere  invece  Villa 
S.  Lucia  ed  Acquafondata. 

Abbiamo  però  notizia  di  un  terremoto  successo  nel  1367  [1308]  dol 
ricordato  dalle  cronache  cassinesi.  Sono  indotto  a  ritenerlo  un  fenomeno 
corocentrico,  anche  perchè  nei  cataloghi  sismici  troviamo  qualche  volta 
ricordato  S.  Elia  per  scosseoltrcmodo  localizzate:  ps.  quella  sentita  nella 
notte  17-18  giugno  1897  fu  suss.  e  si  intensa  da  far  uscire  molti  al- 
l'aperto, mentre  non  fu  avvertita  né  nella  vicina  Cassino,  né  in  altri 
paesi  circostanti. 

Monte  Cassino,  —  Questa  località  è  oltremodo  interessante  per  le 
ricerche  sismologiche  per  il  gran  numero  di  scosse  corocentriche  che 
in  essa  si  risentono  specialmente  sotto  forma  di  lunghi  periodi  sismici 
e  per  la  grandissima  loro  localizzazione  talché  difficilmente  e  solo  le 
maggiori  sono  risentite  nella  vicina  S.  Germano. 

Fra  i  maggiori  sono  da  ricordarsi  i  seguenti  :  1004-5  [93],  1135  [ilO]. 
1140  [114],  1152  [116],  1231  [149],  1369?  [2491,  1642  [518],  1646  [525], 
1650  [529],  1658  [541],  1692  [582%  1703  [604],  1705  [6Ò7],  1720  [e.^i]. 
1723  [636],  1731  [659],  1745  [692],  1759  [729],  1761  [731],  1806  [854]. 
1835  [947],  1837  [955],  i863  [1051],  1872  [1087]  e  1891  [1207]. 

Secondo  quanto  ò  detto  altrove  il  terremoto  del  1705  non  parrebbe 
di  origine  cassineae,  ma  irraggiato  dall'Abruzzo. 

A  Montecassino  riuscirono  disastrosi  i  terremoti  abruzzo-sannitici 
del  1348-49;  fortissimi  o  molto  forti  quelli  sorani  del  1654,  1720. 
1874  ;  il  beneventano  del  1688  ;  gli  abruzzesi  del  1703,  del  1706,  e 
quello  di  Veroli  del  1877.  Furono  inoltre  più  o  meno  sensibilmente 
sentiti  i  terremoti  del  Molise  dell' 847,  1456,  1805  e  1882;  i  sorani  del 
1120,  1873,  1891  ;  quelli  d'Aquila  del  1885,  1889  ;  di  Foggia  del  1731, 
1875,  1889  ;  d' Ischia  del  1880  ;  dei  colli  laziali  del  1873,  1875  e  1892. 

Mignano.  —  A  SE.  di  Cassino  trovasi  il  centro  di  Mignano  :  nel  1873 
[1094],  mentre  la  valle  del  Liri  era  funestata  dal  periodo  sismico  spesse 
volte  nel  presente  capitolo  ricordato,  furono  sentite  varie  scosse  di  cui 
qualcuna  fortissima  a  Mignano  ed  a  S.  Pietro  in  Fine.  Tali  scuotimenti 
furono  corocentrici  ed  assai  localizzati  :  all'  attività  di  questo  focolare 
attribuisco  le  varie  scosse  sentite  isolatamente  a  S.  Pietro  in  Fine,  le 
quali  in  generale  sono  di  mediocre  intensità. 

Rocca  Monflna.  —  La  maggiore  manifestazion''.  data  da  questo  centro 


NAPOLI  787 


è  costituita  dal  grande  terremoto  del  1728  [648],  e  da  quello  molto  forte 
d.el  1723  [1330],  ambedue  presentatisi  sotto  forma  di  periodi  sismici.  Fra 
quelli  di  minor  conto  ricorderò  la  scossa  abbastanza  intensa  ivi  sentita 
nel  pomerìggio  del  10  novembre  1888. 

Fra  i  terremoti  esocentrici  faccio  notare  che  Rocca  Monfina  fu  scossa 
fortemente  dal  parossismo  riuscito  nel  1731  rovinoso  a  Foggia,  e  che 
quello  di  Ariano  del  1732  vi  causò  qualche  parziale  rovina. 

Oaeta.  —  Un  centro  secondariissimo,  con  probabilità  posto  a  mare, 
trovasi  nei  pressi  di  Formia  e  di  Gaeta:  alla  sua  attività  dobbiamo  una 
lieve  scossa  sentita  verso  le  2*»  V2'3'*  ant.  del  26  agosto  1881. 


XV  -  Napoli 

(Fio.  131). 

Questo  compartimento  sismico  comprende  quattro  distretti  :  Nola, 
Capua  e  dintorni  formano  il  primo  ;  il  Vesuvio  e  Pozzuoli  il  secondo  ; 
r  Isola  d' Ischia  e  Tarcipelago  pontino  gli  altri  due.  Esaminiamone  par- 
ti tamente  Pattivi  tit. 

Nola 'Capua,  —  Le  fortissime  scosse  del  13  novembre  1867  [1062| 
ci  farebbero  intravvedere  un  centro  nei  pressi  di  Marigliano  :  non  sa- 
pendo se  tale  localitii  sia  inclusa  nella  zona  mesosismica  del  terremoto 
del  13  ottobre  1805  [850],  che  colpì  in  special  modo  S.  Maria  di  Capua 
Vctere  e  Nola,  né  d'altra  parte  essendo  noto  quale  sia  stato  il  vero 
epicentro  di  tale  scuotimento,  non  possiamo  per  ora  arbitrarci  ad 
identificare  i  due  fenomeni.  Con  ogni  probabilità  il  parossismo  del 
1297  [194]  fu  causato  dal  risveglio  di  tale  focolare,  giacché  venne  col- 
pita maggiormente  Capua  ed  il  suo  territorio. 

È  necessario  tener  presente  che  parecchi  terremoti  irraggiati  dalle 
zone  sismiche  circostanti  interessarono  questa  regione  presentando  note- 
voli aumenti  di  intensità.  Eccone  alcuni  esempi  :  981  (Benevento),  990 
(Bone vento- Ariano),  1456 e  1805  (Matese)  ;  1857  (Lucania),  1885  (Molise): 
1803  (Lucania)  ecc.  ecc.  Tale  fenomeno  suole  anche  avverarsi  in  occa- 
siono di  scuotimenti  minori  :  citerò,  ps.,  il  seguente  caso  :  1895  ii 
1,  S^  24°»  circa  (beneventano-avellinese). 

Vesuvio,  —   La  regione   circostante   all'  imbasamento   del   vulcano 
costituisce  una  zona  di  attività  sismica  non  elevata,  ma  caratterizzata 


788  CAPITOLO  XV 


dalla  poca  frequenza  di  terremoti  eorocentrici  aventi  intensità  tale  fi;, 
produrre  danni. 

Dopo  i  due  grandi  parossismi  degli  anni  63  [10]  e  79  [121,  abbiano 
i  seguenti  massimi  :  1631-32  [506],  1697  [591],  1698  [595],  1758  [723;, 
1767  [7471,  1779  [7741,  1794  [832],  1861  [1050],  e  1867  [1063],  i  cui  effètti 
però   furono   quasi  sempre   circoscritti  alla  regione  vesuviana. 

Dei  terremoti  del  324  [32J  e  344?  [35]  che  colpirono  la  Campania. 
non  conosciamo  da  quale  regione  siano  stati  irraggiati  ;  cosi  pure  dicasi 
per  certi  altri  di  cui  abbiamo  solo  notizia  per  Napoli. 

Napoli,  —  Questa  città  si  trova  interposta  fra  la  zona  sismica  ve- 
suviana e  quella  di  Pozzuoli  :  oltre  a  ciò  devesi  tener  presente  che  i 
terremoti  del  Matese  e  del  beneventano  tendono  ad  interessare  violen- 
temente il  territorio  di  Napoli. 

Non  conosciamo  l'origine  degli  scuotimenti  del  1293  [305],  1406  [27S\ 
1448  [307],  1534  [394]  e  1575  [446]  che  causarono  danni  più  o  men.> 
sensibili  alla  città.  Quivi  furono  avvertiti  disastrosamente  i  vesuviani 
del  63  ;  rovinosamente  quelli  d'Aquila  del  1349,  del  Matese  del  1456, 
di  Benevento  del  1688,  di  Avellino  del  1694.  Riuscirono  fortissimi  i 
segueiiti  :  Vesuvio  1631,  Ariano  1732,  Oriente  1756,  Matese  1805:  molto 
forti:  Pozzuoli  1537  e  1582,  Benevento  1702,  Melfi  1851,  Capitanata 
1875  ;  forti  :  Salerno -Po  te  uza  1466,  Vallo  di  Diano  1561,  Pozzuoli  1566, 
1568-69,  1570,  1594,  Calabria  1621,  penisola  sorrentina  1685,  Amalii 
1687,  Norcia  1703  (ii  14),  Maiella  1706,  Campobasso  1712,  Atina  1720. 
Calabrie  1783,  Ariano  1794,  Lucania  1857,  Messenia  1886  ;  mediocri  : 
Oriente  1743,  Lagonegro  1836,  Vesuvio  1861,  Isernia  1882,  Ischia  lb83. 
Vallo  di  Diano  1893,  Tremiti  -  Chietino  1895  ;  lievi  :  Calabritto  1733. 
Candia  1805,  Nola  1805,  Montecassino  1806,  Termoli  -  Gargano  1821; 
Catanzaro  1821,  leccese  1826,  Tito  1826,  Cotrone  1832,  Malta  1846. 
Albania  1851  (dubbio),  Caposele  1853,  Cosenza  1854,  Casamicciola  1867. 
Marche  1873,  Sorano  1873,  Orsogna  1881,  Benevento  1885  (isolatamente). 
Furono  infine  inoltre  avvertiti  dalle  persone,  ma  con  intensità  a  me 
sconosciuta  i  seguenti  :  Pozzuoli  1564,  Abruzzo  aquilano  1703  (ii  2\ 
Benevento  1782,  Vesuvio  1794,  Colli  laziali  1806,  Malta  1810,  Craco 
1846,  Candia  1856  ecc. 

Pozzuoli,  —  Sull'attività  di  questo  distretto  dirò  che  il  parossismo, 
presentato  dalla  Solfatara  nel  1198  fu  accompagnato  da  un  intenso 
massimo  sismico  [133],  al  quale  successe  un  periodo  di  riposo  perdu- 
rato fino  al  31  luglio  1488  [348],  in  cui  uno  scuotimento  disastroso  mise 
a  soqquadro  la  città.  Ta'c  fenomeno,  susseguito  da  una  sèrie  numerosa 
di  scosse  violenti  —  può  considerarsi  come  il  prodromo   della  confla- 


NAPOLI  789 


^razioae  che  diede  origiue  a  Monte  Nuovo  nel  1538  [403].  Cessata  la 
fase  eruttiva,  continuò  l'attività  sismica  a  tener  agitato  il  territorio 
puteolano:  si  ebbero  scosse  violenti  nel  1564  [435],  1566  [437],  1568-69 
L440],  1570  [441],  1582  [450*]  e  1594  [459].  Dalla  fine  del  secolo  XVI 
in  poi  poche  sono  le  notizie  di  scosse  veramente  corocentriche  sentite 
i\  Pozzuoli,  quasi  tutte  (1887  v  17,  3»»  30™  pom.  lieve  —  1889  iv  18, 
4**  pom.  sensibile  suss.;  ix  21,  11*»  p.  due  sensibili  suss.-ond.  —  1S90  in 
17,  4**  45™  ant.  leggera  suss.,  18,  6**  30™  pom.  sensibilissima  ond.  —  1891 
I  7,  2*"  ant.  sensibile,  al  N.  della  Solfatara;  fece  crollare  un  muro 
a.  secco  e  cadere  oggetti  nelle  case  —  1892  x  10,  3*"  35™  ant.  sensibile 
ond.  ;  19,  11*»  55™  pom.  forte  ond.  sentita  nella  regione  d'Agnano)  fu- 
rono leggiere,  eccezion  fatta  per  quelle  del  1832  [932]  che  urtarono 
gagliardamente  il  territorio  vicino  alla  città. 

Mentre  parecchie  delle  scosse  citate  furono  sentite  durante  pe- 
riodi di  maggior  attività  nelle  manifestazioni  della  Solfatara,  V  incre- 
mento verificatosi  nel  dicembre  1898  —  stando  alle  relazioni  del  pro- 
fessori Bassani  {Di  una  piccola  bocca  apertasi  nel  fondo  della  Solfatara, 
in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  Napoli  »  fase.  12,  Napoli  1898)  e  Mercalli 
(Sul  Vesuvio  e  nei  Campi  Flegrei,  in  «  Appennino  Meridionale  »  Anno  II, 
fase.  1-2,  Napoli  1900)  —  non  pare  sia  stato  accompagnato  da  feno- 
meni sismici. 

Pozzuoli  partecipò  agli  stessi  terremoti  esocentrici  che  urtarono  Na- 
poli :  degno  di  essere  ricordato  si  è  che  vi  riuscì  disastroso  il  paros- 
sismo vesuviano  del  63  e  forse  anche  quello  del  79  ;  rovinoso  lo  scuo- 
timento irraggiato  dal  Matese  del  1456  e  forse  anche  il  beneventano  del 
1688,  e  fortissimo  quello  del  Sannio  del  1805. 

« 

Ischia,  —  Nota  il  Prof.  Mercalli  che  la  storia  sismica  anteriormente 
al  1762  non  ricorda  terremoti  disastrosi  per  questa  isola  senza  che 
siano  stati  accompagnati  o  preceduti  da  eruzioni.  Farebbe  eccezione 
soltanto  quello  del  1228  [146],  il  quale  tuttavia  avvenne  74  anni  prima 
della  conflagrazione  del  1302  [203J. 

L'area  dei  terremoti  ischiani,  per  eccellenza  vulcanici,  ò  molto  li- 
mitata in  confronto  alla  loro  intensità. 

I  maggiori  parossismi  (1762  [734],  1796  [835],  1828  [914!,  1841  [967], 
1863  [1052],  1867  [1060],  1880  vii  25-26  [1132]  e  1881  [1137])  urtarono 
in  special  modo  Casamicciola  e  con  ogni  probabilità  si  possono  identi- 
ficare con  il  grande  terremoto  del  1883  [1151],  la  posizione  del  cui 
epicentro,  nei  pressi  di  Casa  Menella,  trovasi  segnata  nella  figura  67 
a  pag.  495.  Però  i  due  terremoti  del  1557  1425]  e  del  1767  [741]  non 
ebbero  probabilmente  il  loro  centro  noi  pressi  di  Casamicciola  :  da  ciò 
si  deduce  che  le  forze  endogene  Anno  urtato  anche  altri  punti  del  fianco 


790  CAPITOLO  XV 


dell'  Epomeo  lontani  dal  focolare  di  Casa  Monella.  Ciò  verrebbero  a  ctn- 
fermare  anche  le  scosse  sentite  nel  1884  :  qaella  avvenuta  a   2^  5»  p 
del  28  marzo  passò  inosservata  a  Casamicciola  ed  irraggiò    dai    pre^^ 
di  Serrara  e  Fontana,   l'altra  del  23  luglio,  0*»  8"  pom.,    da    quelli  'h 
Panza  -  Forio.  Ora  forse  anche  la  replica  del  3  agosto  1883  ebbe  il  >! 
centro  verso  quest'  ultima  località,  la  quale  risenti  maggiori  danni  ch-^ 
non  Casamicciola  :  infine  noto  che  la  replica  del  14  febbraio  1828  ùll 
neggiò  più  le  campagne  che  non  l'abitato  cittadino. 

Per  «luello  speciale  isolamento  sismico  che   si  veridca   per    le    is»:».^ 
vulcaniche,  messo  in  luce  dal  Prof.  Mercalli,   pochi   sono   1    terreni-r; 
esocentrici  sentiti  nell'  isola  d' Ischia,  nei   cui   riguardi   devesi    notart 
che  quello  di  Ponza  del  1827  venne  fortemente  inteso  ;  che   la    sco>? 
del  1881,  stata  fortissima  a  Ventotene^  fu  sensibile  ad  Ischia   ed  a  Fe- 
rie e  che  nella  prima  di  queste  località  fu  avvertito   il    terremoto  del 
Vulture   del  1851  <<  quello  del  Ma  tese   del    1805.   Con  ogni   probabiit. 
inoltre  devono  avere  interessata,   sia   pure   lievemente   V  isola,    quetrli 
scuotimenti  esocentrici  che  urtarono  Napoli  con  intensità  tale   da    prc 
durvi  danni.  Noto  infine  che  il  terremoto  lucano  del  1893,  stato  mediocp- 
a  Napoli,  mentre  fu  lievemente  sentito  a  Precida,  passò  affatto  inosser- 
vato ad  Ischia. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  degno  di  essere  notato  si  è  che- 
Io  scuotimento  che  urtò  in  modo  speciale  la  pai'te  NW.  della  Sicilia  e 
r  isola  d'  Ustica,  avvenuto  il  15  maggio  1897  [1275],  fu  sentito  sensi- 
bilmente a  Forio  d' Ischia  :  così  pure  la  replica  successa  un  quarto 
d'ora  dopo  :  ambedue  passarono  invece  inosservate  a  Yent(»tene  e  sulla 
costa  del  continente. 

Isole  Pontine.  —  I  terremoti  corocentrici  di  questo  arcipelago,  per 
quanto  ripetutamente  ò  detto  (cfr.  pag.  777)  sono  fenomeni  molto 
ristretti  ;  nessuno  di  essi  —  come  giustamente  osserva  il  Mercalli  —  si 
propagò  in  modo  sensibile  fino  al  vicino  continente,  e  solo  pochi  fino 
alle  isole  Flegree  (1827,  1880  vii  24)  ;  alcuni  poi  neppure  furono  av- 
vertiti in  tutte  le  isole  dello  stesso  gruppo. 

Quivi  il  citato  Mercalli  distingue  due  centri  ben  determinati,  cioì* 
uno  presso  Ventotene,  a  cui  si  devono  i  terremoti  del  1793  [825],  184^ 
[991]  e  1880  vii  24  [1132]  e  Taltro  presso  Ponza,  da  cui  ebbero  origine 
quelli  del  1755  |714],  1781  [783],  1827  [914]  e  1892  [1223]. 

Probabilmente  poi  i  terremoti  del  gennaio  -  aprile  1781,  del  22  firiugno 
1824  e  del  26  ottobre  1856  si  identificano  per  l'area  e  per  il  centro 
con  quelli  del  15-17  dicembre  1892.  In  questo  periodo  sismico  il  centro 
di  scuotimento  nei  giorni  15-16  novembre  fu  situato  in  mare,  poco 
lungi  dall'  isola   di    Ponza  tra  S.  e  SW.  :   la  scossa   dell'  11   dicembre 


MOUSE  79 1 


invece  accenna  ad  uno  spostamento  di  focolare,   sito  fra  tale   isola   e 
Quella  di  Zannone. 

Di  tatti  i  terremoti  sentiti  nel  grappo  pontino  sei  soli  farono  eso- 
oentrici  :  1805  (M.ntese),  1863,  1880  vn  25,  1881  e  1883  (Ischia).  È  no- 
tevole che  vi  siano  passati  inosservati  alcani  scaotimenti  sentiti  in 
<iuasi  tutta  Italia  :  ps.  1881  xi  16  ;  1886  viii  27  (Messenia)  ;  1887  vii 
17  (Grecia  e  Turchia)  e  che  taluni  che  causarono  molte  rovino  nella 
Terra  di  Lavoro  (ps.  1456,  1688  ecc.)  non  vi  abbiano  recato  danni  di 
sorta,  eccettuato  quello  del  1805,  che  a  Ventotene  fu  molto  forte. 


XVI  .  Molise 

(Fia.  131). 

Regione  sismica  del  Malese.  —  Il  disastroso  terremoto  del  1805  |849] 
mise  a  soqquadro  in  special  modo  le  falde  dei  monti  del  Matese  da 
Carpinone  a  San  Giuliano  del  Sannio  e  da  Frosolone  a  Boiano.  Tale 
concussione  si  identifica  con  quella  tremenda  successa  nel  1456  [316*], 
in  quale  sconvolse  non  solo  tali  località,  ma  causò  rovine  immense  nel 
territorio  di  Avellino,  di  Benevento,  di  Potenza,  di 'Caserta,  dell' A- 
bruzzo.  delle  Puglie  e  di  Napoli.  E  ciò  forse  non  solo  per  la  maggiore 
intensità  avuta  dal  movimento  sismico  nella  regione  epicentrale,  ma 
anche  per  il  ridestarsi  di  centri  abruzzesi,  pugliesi  ecc.  Vedremo,  par- 
lando della  sismicità  delle  Paglie,  come  altre  volte  in  occasione  di 
vari  terremoti  irraggiati  dui  pressi  di  quest'area  sismica  si  siano  veri- 
ficati in  quella  regione  notevoli  incrementi  dì  intensità. 

Infatti  paragonando  la  zona  mesosismica  del  terremoto  del  1805  con 
quella  del  1456,  a  me  pare  che  —  anche  fatte  le  debite  proporzioni 
per  la  diversa  intensità  avuta  dal  movimento  sismico  airepicentro  — 
la  rovina  di  tanti  paesi  su  di  un'area  sì  estesa,  che  interessa  gran 
parte  dell'  Italia  centrale  e  meridionale,  non  possa  ragionevolmente 
spiegarsi  con  il  risveglio  di  un  solo  centro  sismico,  quello  del  Matese. 
Per  parte  mia  sono  proclive  ad  ammettere  che  più  o  meno  sincrona- 
mente si  siano  ridestati  vari  focolari  ed  in  specie  quelli  compresi  nella 
grande  regione  di  scuotimenti  che  si  estende  quasi  senza  interruzione 
dai  pressi  di  Aquila  fino  alla  Basilicata,  nella  quale  abbiamo  visto  e 
vedremo  irraggiare  i  terremoti  più  disastrosi  che  abbiano  scosso  quella 
parte  della  nostra  penisola.  Parlando  della  sismicità  della  Terra  di 
Otranto  ritornerò  nuovamente  su  questo  argomento. 

Nel  terremoto  del  1805  Boiano  rimase  completamente  distrutto  :  tale 


792 


CAPITOLO  XVI 


paese  venne  pure  spianato  in  quello  del  1456  ed  anteriormente  ne^ii 
anni  853  [67J,  1294  [191],  1305  [205]  e  1307  o  1309  [208],  per  1  quali 
parossismi  non  possediamo  notizie  per  altre  località.  In  questo  secolo 
danni  di  gran  lunga  minori  si  ebbero  nel  1831  [930].  Tutte  queste  ma- 
nifestazioni io  le  ritengo  causate  da  un  identico  focolare  (quello  del 
1805),  la  cui  attività  si  è  estrinsecata  durante  il  corso  degli  anni  anche 
con  scuotimenti  di  minor  gagliardia  (ps.  1850  in  27-28). 

Cosi  pure  forse  con  i  parossismi  del  1456  e  del  1805  si  identifica 
quello  deir847  [66],  che  distrusse  quasi  completamente  Isemia  e  causò 
molti  danni  a  Benevento  :  altrettanto  dicasi  di  quello  del  1807  [856], 
se  pure  quest'ultimo,  di  cui  non  abbiamo  particolareggiate*  notizie, 
non  si  collega  meglio  air  attività  del  centro  di  Monterodani  presso 
Isemia. 


^^r^*»^ 


Fio.  131 

Entro  la  zona  del  grande  terremoto  del  1805  trovansi  Frosolone  e 
Spinete  dai  cui  pressi  irraggiarono  parecchie  scosse  nell'ottobre  -  no- 
vembre 1891.  Appena  esteriormente  forse  abbiamo  il  centro  secondario 
di  San  Martino  Valle  Caudina,  dai  cui  pressi  sembra  essere  provenuto 
il  forte  scuotimento  del  l^  febbraio  1895  (8*^  23«»  circa). 


Isemia,  —  Nel  1805  Isemia  fu  quasi  adeguata  al  suolo  e  nel  1456 
fu  totalmente  distrutta.  Tale  città  soflfli  anche  per  i  terremoti  dell'  847, 
1807,  1825  e  1882. 

Il  parossismo  dell'  847  [66]  distrusse  quasi  totalmente  la  città,  causò 
danni  gravi  nel  territorio  beneventano  e  si  propagò  fortemente  fino  a 
Roma  ed  Ancona  :  qu«llo  del  1807  [856]  scosse  con  eguale  intensità 
anche  il  Molise  :  l'altro  del  1882  [1147]  ebbe  suo  centro  presso  Monte- 
roduni,  vale  a  dire  forse  un  po'  più  ad  occidente  di  quello  del  1805; 


BENEVENTANO  ED  AVELLlNfiSK  793 


però  la  sua  area  mesosìsmica  di  ben  poco  differisce  da  quella  di 
quest'  ultimo. 

I  due  parossismi  dell'  847  e  del  1807  forse  si  aggruppano  meglio 
con  quelli  del  1456  e  1805,  di  cui  ò  parlato  nel  paragrafo  precedente; 
Taltro  del  1882  con  ogni  probabilità  si  identifica  con  quelli  del  1825 
[905]  di  cui  abbiamo  solo  notizie  per  Isernia,  e  del  1786  [802]  che  sap- 
piamo solo  essere  stato  gagliardo  nei  pressi  di  Venafro. 

Isei'nia  e  Venafro  lYirono  pure  rovinati  dai  parossismi  del  1349  e 
del  1688. 

Campobasso,  —  Tanto  nel  1805  quanto  nel  1882  la  città  trovasi 
esteriormente  alla  zona  pleistosismica  :  invece  in  quella  dello  scuoti- 
mento del  1885  [1168]  vi  si  trova  compresa,  quantunque  Tarea  meso- 
sismica  in  parte  si  sovrapponga  con  quelle  precedenti. 

Con  il  terremoto  del  1885  forse  si  identifica  lo  scuotimento  del 
1712  [617]  stato  rovinoso  a  Campobasso  e  forte  a  Benevento,  a  Napoli 
ecc.  ecc. 

Campobasso  fu  rovinata  dai  terremoti  del  1349  (Abruzzo),  1456  (Mo- 
lise), 1688  (beneventano)  e  1706  (Maiella)  ;  danni  minori  risenti  per  quelli 
del  1120  (Alvito),  1231  (Montecassino)  e  minimi  per  il  parossismo  della 
Capitanata  del  1875. 

Oltre  a  quelli  che  ò  già  avuto  occasione  di  nominare  furono  sentiti 
nel  Molise  più  o  meno  sensibilmente  i  seguenti  terremoti  principali  : 
Candia  1805  (pare  solo  a  Baranello),  Montecassino  1806,  Gargano-Termoli 
18216  1841,  Vulture  1851,  Avellino  1853,  Candia  1856,  Termoli  1857  (sen- 
tito a  Carpinone  ed  a  Spinete),  Marche?  1873,  sorano  1873;  Anticoli- 
Avezzano  1885,  Messenia  1886,  Gargano  1889,  Lazio  1892,  Gargano 
1892,  Chietino -Tremiti  1895  ecc.  ecc. 


XVII  -  Beneventano  ed  Avellinese 

(Fio.  31). 

Benevento,  —  Per  precisare  meglio  la  posizione  del  centro  dei  ter- 
remoti che  fatalmente  anno  scosso  tale  città  è  necessario  confrontare 
Tarea  mesosismica  delle  più  violenti  e  conosciute  manifestazioni,  cioè 
quello  del  1688  |574],  del  1702  [600]  e  del  1885  [1164], 

Anzitutto  —  tolte  le  troppo  accentuate  sinuosità  dell'  isosisma  che 
delimita  le  tre  aree  plcistosismiche,  dipendenti  essenzialmente  da  con- 
dizioni affatto  locali  di  ordine  topografico  -  geologico  oppure  edilizio  — 


794  CAJ>iToLo  xvn 


vediamo  che  le  due  ultime  sono  comprese  nella  zona  del  primo,  il 
quale  k  avuto  incomparabilmente  una  intensità  assai  maggiore.  Per  i 
parossismi  del  1688  e  1702  venne  notevolmente  più  colpita  la  pane 
meridionale  della  città,  cioè  quella  verso  il  fiume  Sabato:  è  da  notare^ 
che  in  ambedue  tali  luttuose  occasioni  la  scossa  principale  fu  p^ec€^- 
duta  di  circa  una  mezz'ora  da  uno  scuotimento  abbastanza  intenso,  lì 
terremoto  del  1885  fu  assai  veemente  nella  regione  più  bassa,  cioè  in 
quella  prossima  alla  confluenza  del  Sabato  con  il  Calore. 

Dall'esame  dei  vari  fenomeni  presentati  da  tali  parossismi  si  pu<'> 
ritenere  che,  quantunque  abbiano  avuta  una  intensità  assai  diversa, 
furono,  od  almeno  sembrano,  prodotti  dall'attività  di  uno  stesso  centro. 
Con  questi  si  identificano  pure  i  seguenti  altri  accaduti  negli  anni 
369  [39],  981  [84],  1095  [99],  1139  [112],  1158  [117],  1782  [786],  173.3  i 
12  (cfr.  pag.  224)  e  forse  anche  quello  del  1125  [109]  se  non  dipen- 
dente dal  focolare  del  Matese,  e  del  990  [86],  se  pure  non  si  collega 
meglio  con  quelli  avellinesi  e  della  Basilicata  (1732  o  1694). 

Esaminando  ora  i  fenomeni  sismici  di  minor  importanza  vediamo 
che  qualcuno  di  questi  à  colpito  qualche  località  compresa  nella  zona 
concussa  dai  ire  accennati  massimi  sismici.  Abbiamo  anzitutto  il  centro 
di  Alife,  al  limite  occidentale  della  zona  pleistosismica  del  1688,  che 
à  dato  la  scossa  molto  forte  del  1699  [1328]. 

Vei'so  1^  pom.  del  6  marzo  1892  a  Benevento  fu  intesa  una  lieve 
scossa  che  ad  Apice  fu  violenta  e  suss.  e  che  passò  invece  inosservata 
a  Montecalvo  Irpino,  località  a  soli  13  Km.  a  SE.  Apice  e  S.  Giorgio 
la  Montagna  più  che  altri  paesi  vennero  colpiti  da  uno  scuotimento 
successo  nella  notte  del  24  febbraio  1886.  Il  centro  di  tali  fenomeni 
sembra  dunque  essere  nei  pressi  di  Apice,  località  che  nel  1688,  nel 
1702  e  nel  1732  venne  completamente  distrutta  e  che  risulta  appena 
esteriore  alla  zona  pleistosismica  dei  terremoti  del  1885  :  S.  Giorgio 
la  Montagna  in  tutti  i  citati  casi  ebbe  sempre  a  risentire  meno  violen- 
temente gli  effetti  della  concussione  tellurica. 

Benevento  nel  1456  rimase  in  massima  parte  distrutto  :  gravi  danni 
risentì  pure  per  i  terremoti  del  1694,  1732  (A^riano)  e  1805  (Matese). 
minori  per  quelli  del  1561  (Vallo  di  Diano)  e  del  1875  (Capitanata). 
Furono  inoltre  ivi  sentiti  i  seguenti  principali  terremoti  :  fortemente  : 
1627  Gargano,  1712  Campobasso  —  mediocremente  :  1886  Messenia, 
1889  e  1895  Tremiti  -  Gargano  —  lievemente  :  1877  Veroli,  1892  Colli 
laziali  ecc.  ecc. 

Ariano.  —  Questa  città,  compresa  nella  zona  pleistosismica  dei 
grandi  terremoti  beneventani  del  1688  e  del  1702,  fu  pure  distrutta 
totalmente  nel  1456  e  quindi  ancora  per  il  parossismo  del  29  novembre 


BENEVENTANO  ED  AVELIJNESE 

1732  [665],  la  cui  area  epicentrale  si  estende  da  Apice  a 
pressi  di  Sant'Angelo  de'  Lombardi,  vale  a  dire  è  inter 
beneventane  del  168*"  e  1702  e  l'altra  del  1694  che  int. 
torio  di  Avellino  e  della  Basilicata,  della  qnale  parlerò 
Per  quanto  6  detto  e  per  quello  che  avrò  ora  occs 
riesce  impossibile  lo  stabilire  con  quale  dei  terremoti  ci 
titicarsi  quello  del  1180  [l25J  che  sappiamo  aver  disti 
mente  Ariano  e  causate  rovine  a  Napoli  :  cosi  pure  d 
saccesso  nel  990  [H6),  che  mise  a  soqquadro  Beneventt 
g-ento.  Gonza  ecc.  ecc. 

Ariano  è  appena  esteriore  alla  zona  dei  massimi  dan 
parossismo  del  1694  [587|,  che  si  spinge  dai  pressi  d 
oltre  Potenza  e  nella  quale  trovansi  incluse  in  tutto  od 
del  1561,  1732,  1826.  1851,  1853  e  1857. 

Con  il  terremoto  del  1732  si  identificano  i  sedenti:  1 
sima  del  23  marzo  1733  (S*"  '/,  notte)  che  si  può  ritener 
una  replica  di  tale  parossismo  :  quello  successo  nel  1 
subbissò  Ariano  e  danneggiò  il  Vallo  di  Diano  :  lo  6< 
1794  [831]  che  causò  danni  ad  Ariano,  a  Montecalvo  e 
potrebbe  darsi,  come  ò  giA  detto,  anche  con  quello  del 

Centro  di  QiposeU.  —  Il  terremoto  del  9  aprile  185ì 
vinoso  a  Teora  ed  a  Caposele,  molto  di  pili  che  non  a 
((ueslo  si  identifica  l'altro  successo  nel  1733  [666],  il  t 
«ver  distrutto  quest'  ultima  località. 

Centri'  Becoìtdari  del  territorio  avellÌ7U«e,  —  Forse  un 
esiste  nei  pressi  di  Frigento, 

Un'altro,  quantunque  non  bene  messo  in  chiaro,  con 
vasi  nei  pressi  di  Sant'Angelo  del  Lombardi,  località  ai 
alili  zona  pleistoslsmica  del  terremoto  del  1732,  ed  inclus 
1694.  Ivi  dal  9  novembre  1897  al  27  dicembre  successlv 
varie  scosse  abbastanza  intense  chi  sembrano  fenomeni 

Avellino.  —  Gravi  rovine  ebbe  a  sopportare  questa  ( 
remoto  del  990:  a  sole  lesioni  si  ridussero  i  danni  iuTei 
flci  da  quello  di  Basilicata  del  1561  ;  i  tre  altri  massimi  s 
del  1694  e  del  1732  già  ricordati  produssero  immensi  di 
tunqne  non  espressamente  menzionata,  Avellino  non  dev 
immune  di  danni  in  occasione  del  parossismo  benevent 
in  minore  proporzione  sofferse  pure  per  quelli  del  1456 
I8.'i7  e  forse  anche  por  l'altro  del  1805. 


706  CASTOLO  XVllI 


Inoltre  furono  più  o  meno  sensibilmete  intesi  i  seguenti  :    1714    > 
lerno,  1783  Calabrie,  1851  Vulture,  1875  Foggia,  188(5  Messenia,    1.^- 
Gargano  e  Patrasso,  1893  Lucania,  1895  Tremiti -Chietino,  1897  Gre^. 
ecc.  ecc.  Degno   di  essere  ricordato  si  è  che  in  Accadia   il    terreni 
del  Vulture  del  1851  causò  qualche  lieve  danno. 


»  • .  ' 


XVIII  -  Salernitano  e  Basilicata 

(Fio.  31). 

La  grande  zona  di  scuotimento  dai  pressi  di  Alifc,  per  Benevent- 
Ariano,  Sant'Angelo  dei  Lombardi  mediante  l'area  mesosismica  di 
grande  terremoto  del  1694,  di  cui  ò  gi&  parlato,  si  estende  in  provine, 
di  Potenza,  interessando  quelle  di  Melfi  (1851),  del  Vallo  di  Diano  (15r.i 
1857,  1893),  di  Tito  (1826)  ecc.  ecc. 

Vallo  di  Diano.  —  Del  grande  terremoto  Lucano  del  1561  [42*»^ 
è  difficile  precisare  la  posizione  del  vero  focolare  :  secondo  il  Malie 
quello  del  parossismo  del  1857  I.1003J  si  troverebbe  nei  pressi  di  Cai: 
giano  :  ma  data  la  poca  precisione  che  anno  i  metodi  oggidì  propost 
per  la  determinazione  del  centro,  e  le  difficoltà  che  si  presentano  nell. 
loro  pratica  applicazione,  si  comprende  come  f2icilmente  si  poss^nii' 
commettere  errori. 

Secondo  il  mio  modo  di  vedere  detto  centro  —  od  almeno  il  prin 
cìpale  —  dovrebbe  trovarsi  invece  nei  pressi  di  Auletta  e  di  Petina,  c(» 
stituenti,  come  vedremo,  l'area  mesosismica  del  terremoto  del  1893. 

Paragonando  le  due  aree  mesosismiche  dei  parossismi  del  1561  e  dv 
1857  vediamo  che  in  parte  si  sovrappongono  :  l' ultima  però  rìsnlt; 
più  sviluppata  verso  SSE.  ed  un  po'  meno  invece  dalla  parte  di  NW-SW. 
così  che  alcuni  paesi  —  come  ps.  Buccino,  Muro  ecc.  —  comprebi 
nella  zona  del  1561  —  risultano  asteriori  a  quella  del  1857  :  questa  per<ì 
nel  suo  complesso  à  una  estensione  almeno  tre  volte  più  grande  del 
l'altra. 

Il  terremoto  del  1857  oltre  ad  una  maggior  estensione  che  potreì)be 
anche,  ciò  che  io  (frodo,  dipendere  dal  risveglio  di  alcuni  centri  che  si 
rinvengono,  come  dirò  in  appresso  (*),  nella  sua  zona  pleistosismica,  ebbi; 


(1)  I  focolari  che  possono  aver  cooperato  con  11  loro  rlsveffllo  a  produrre  gli  estt'sis 
si  mi  p:ii;i3ti  accaduti  nel  l<»7,  sarebbero  stati,  oltre  11  principale  di  Auletta,  quelli  di 
Tito  e  Traniutola  -  Saponara. 


SALERNITANO  E  BASILICATA  797 


iTiA  intensità  più  grande  ;  ne  segue  quindi  che  il  centro  debba  aver 
i«^ito  ad  una  maggior  profondità  e  che  più  intenso  sia  stato  anche 
1  movimento  all'ipocentro.  E  probabile  che  la  posizione  del  focolare 
>rÌTicipa]e  sia  stata  in  ambedue  1  casi  od  eguale  oppure  assai  vicina. 
Presso  Caggiano,  ma  a  qualche  chilometro  un  po'  più  a  SW.,  tro- 
srojsi  l'epicentro  del  terremoto  del  1893  [1226],  nella  cui  zona  raes)si- 
sTTiica  stanno  Auletta,  Petina  e  Pertosa.  Auletta  fu  pure  colpita  da 
=500336  fortissime  nel  novetib^'e  1867  [1062]  che  si  identiticano  con  quella 
dianzi  citata. 

Nel  terremoto  del  1826  [906]  il  centro  invece  appare  nei  pressi  di 
T*ito^  posto  a  Km.  15  circa  a  NE.  di  Caggiano.  A  nord  di  questa  località 
ne  abbiamo  uno  secondario  fra  Vietri  di  Potenza  e  Balvano  :  una 
scossa  sentita  nell'  8  aprile  1887  (11**  21"  pom.)  fu  più  che  altrove  intensa  a 
Rai  vano  :  una  seconda  avvenuta  nella  notte  13-14  febbraio  1896  (l^'-l**  */«) 
fu  forte  e  causò  panico  a  Vietri,  mentre  riuscì  mediocre  a  Balvano; 
infine  un'altra  intesa  a  7*"  V4-8**  ^^^  ^^  aprile  1897  riusci  violenta  in 
ambedue  le  citate  località. 

Fra  Balvano  e  Tito  trovasi  Picerno  colpito  intensamente  da  un  ter- 
remoto accaduto  nel  dì  1°  settembre  1893  (8**  Vs  ant.  circa),  stato  un 
po'  meno  forte  a  Tito  e  meno  ancora  a  Potenza  ed  a  Ruoti.  Questo 
scuotimento  non  può  identificarsi  con  quello  del  1826  [906],  perchè  in 
<[aesta  occasione,  come  abbiamo  visto  e  come  si  scorge  dal  sismocar- 
togramma  32  (pag.  354),  i  danni  subiti  da  Tito  furono  incomparabil- 
mente superiori  a  quelli  di  Balvano. 

Buccino  nel  1451  [320]  fu  colpito  da  rovinosi  scuotimenti  che  con 
ogni  probabilità  irraggiarono  dallo  stesso  centro  che  quelli  del  1561  e 
del  1857  ;  esso  trovasi  incluso  nella  zona  mesosismica  del  primo  e  come 
ò  già  notato  (cfr.  pag.  796)  è  appena  esteriore  a  quella  del  secondo. 

Questa  città  insieme  a  Pescopagano  ed  a  Gonza  fu  danneggiata 
nnche  da  un  terremoto  successo  nel  1466  [325]:  la  mancanza  di  no- 
tizie particolareggiate  impedisce  di  poter  identificare  questo  scuotimento, 
che  però  si  può  ritenere  irraggiato  dalla  grande  zona  sismica  del 
1694  1561-1857. 

Gonza  fu  rovinata  pure  dal  parossismo  del  990  [86]  già  ricordato. 

Patema,  —  Questa  città  è  compresa  nella  zona  mesosismica  dei 
f^randi  terremoti  del  1694  e  del  1857,  che  ebbero,  come  abbiamo  visto, 
ben  diversa  provenienza.  Perciò  riesce  ben  difficile  il  poter  dire  con 
(inali  parossismi  si  possano  identificare  le  scosse  —  sia  pure  molto  forti, 
ps.  quelle  sentite  nel  19-28  novembre  1861  [1049]  —  intorno  alle  quali 
non  abbiamo  notizie  che  per  Potenza.  Oltre  a  ciò  dobbiamo  tener  pre- 
sente che  forse  per  la  vicinanza^  le  manifestazioni  del  centro   di  Tito 


798  CAPITOLO  xvm 


possono  urtare  con  violenza  anche  tale  città,  e  ne  abbiamo  ana  prov . 
nel  te:'remoto  del  1826,  che  infense  ai  suoi  edifici  danni  paragonahih  > 
quelli  risentiti  da  Balvano,  Marsiconovo,  Montemurro  ecc. 

Oltre  ai  ten^emoti  del  1694,  del  1826  e  del  1857  già  ricordati,  cau- 
sarono gravissime  rovine  quelli  del  1273,  provenienti  forse  dal  Vallo  el 
identificabili  con  il  parossismo  del  1694,  e  del  1456,  originario  dal  Ma- 
tese  —  e  lievi  lo  scuotimento  del  1846  irraggiato  dai  pressi  di  Craco. 
Furono  inoltre  sentiti  più  o  meno  sensibilmente  i  seguenti  :  1706  Maielln 
(dubbio),  1732  avellinese,  1733  Calabritto,  1783  Calabria  (forte),  18*ó 
Matese,  1832  cotronese,  1833  leccese,  1853  Caposele  (lieve),  1875  Gar- 
gano (forte),  1886  Messenia  (forte),  1887  Vallo  cosentino  (mediocn*  . 
1S89  Vico  garganico  (mediocre),  1893  Auletta  -  Petina  (mediocre).  18i.^'> 
Tremiti  -  Chietino  (leggiero)  ecc.  ecc. 

Ricordo  inoltre  che  In  Basilicata  si  propagò  rovinosamente  il  terre- 
moto disastroso  del  1278  già  citato  e  che  quello  del  1466  [325]  riusci 
rovinoso  a  Pescopagano. 

Del  parossismo  del  1273  [169]  stato  disastroso  in  Basilicata  e  di  quello 
fortissimo  del  1683  [564]  non  posseggo  notizie  particolareggiate. 

Marsiconovo  -  Saponara.  —  Un'  altra  zona  di  scuotimenti  con  un 
centro  ben  determinato  si  trova  più  a  SE.  di  quella  testé  nominata  ed 
è  pure,  come  la  precedente,  inclusa  nella  zona  pleistosismica  del  terre- 
moto del  1857. 

Il  caratteristico  parossismo  del  1807  [8581  —  i  c^i  massimi  effetti  dina- 
mici si  riscontrarono  a  Saponara  ed  a  Tramutola  -—  si  identifica  con 
quello  del  19  luglio  1895  [1258]  stato  molto  forte  a  Marsiconovo,  a 
Montesauo  ed  a  Moliterno,  ed  anche  con  un'altro  successo  nel  175".* 
[727]  del  quale  abbiamo  solo  notizie  per  Montemurro  e  con  tutte  le 
scosse  più  o  meno  sensibili  quivi  risentite  (ps.  1874  ix  10,  8**  pom. 
circa,  ecc). 

Piaggine.  —  Esteriormente  alla  zona  violentemente  commossa  nel 
1561  abbiamo  fi  centro  secondario  di  Piaggine  alla  cui  attività  dob- 
biamo le  scosse  deir  11  novembre  1873,  che  non  produssero  danni,  ma 
fecero  fuggire  le  persone  dalle  case. 

Regione  sismica  Lago  negro  -  Maratta,  —  La  zona  preceden  temoni  e 
accennata  per  Lagonegro,  Trecchina  e  Maratea  raggiunge  il  mare.  Como 
manifestazioni  tipiche  dobbiamo  considerarne  tre  principali  :  due  suc- 
cesse nel  1831  ed  un'altra  nel  1836. 

Il  terremoto  del  2  gennaio  1831  [924]  fu  rovinoso  a  Lauria  ed  a 
Lagonegro  :  con  le  repliche  del  giorno  8-9   il   centro   si    trasportò  nei 


SALERNITANO  E  BASIUCATA  799 


pressi  di  Trecchina,  la  quale  nel  giorno  13  insieme  a  M^iratea  fu  col- 
pita da  un  violento  parossismo  che  produsse  gravi  danni,  mentre  non 
ne  recò  ulteriori  a  Lagonegro. 

Lo  scuotimento  del  1836  [953]  colpi  essenzialmente  questa  città  nei 
cui  pressi  maggiori  furono  i  danni  e  più  numerose  e  forti  le  repliche; 
l'area  mesosismica  però  si  spinge  invece  del  tutto  verso  settentrione, 
fino  quasi  a  Montesano,  località  compresa  nella  zona  pleistosismica  del 
terremoto  del  1895  (cfr.  pag.  798). 

Con  il  terremoto  del  1836  si  può  identificare  la  scossa  avvenuta 
circa  la  mezzanotte  11-12  giugno.  1898  stata  forte  a  Lagonegro,  meno  a 
Laurìa  e  un  po'  meno  ancora  a  Maratea  :  con  quello  dei  2  gennaio  1831 
l 'altra  avvenuta  circa  le  4^  Vs  a^^-  ^^^  ^^  gingilo  1890  stata  intesa  si  a  Lago- 
negro  che  a  Lauria. 

Questa  regione  partecipa  ai  fenomeni  corocentrici  che  scuotono  Po- 
tenza e  la  zona  del  Vallo  :  degno  di  essere  ricordato  si  è  che  il  grande 
terremoto  Calabro  del  1894  presentò  un  notevole  rinforzo  di  intensità 
a  Lagonegro,  a  Lauria  ed  a  Montemurro. 

Area  sismica  del  Pollino.  —  Questa  zona  costituisce  l'area  più  me- 
ridionale della  Basilicata  :  oltre  la  quale  la  sismicità  assume  un  carat- 
tere essenzialmente  diverso.  Come  terremoto  tipico  possiamo  conside- 
rare quello  del  1894  [1239]  che  colpi  specialmente  Viggianeilo,  Kotonda, 
Castelluccio  Inf.  ed  Episcopia  alle  falde  settentrionali  dei  Pollino  : 
tale  manifestazione  si  identifica  con  la  scossa  fortissima  del  6  gennaio 
1858  [1034],  stata  corocentrica  a  Castelluccio  Infer.,  ove  apportò  mag- 
giori danni  che  non  il  grande  parossismo  del  16  dicembre  1857. 

Questa  regione  partecipa  in  specie  ai  terremoti  della  Calabria  e 
della  Basilicata. 

Craco,  —  La  scossa  dell'  8  luglio  1836  [951]  mette  in  evidenza  l'e- 
sistenza di  questo  centro  secondario  cui  ascrivo  pure  un'altra  avvenuta 
nella  notte  dell'  8-9  agosto  del  1846  [986],  stata  intensa  anche  a  Cam- 
pomaggiore. 

Se  il  terremoto  di  Pisticci  del  gennaio  1688  [571)  ricordato  da  Huot, 
Von  HofF  e  dal  Perrey  non  à  data  erronea  e  non  si  riferisce  al  pa- 
rossismo beneventano  dello  stesso  anno,  potrebbe  essere  stato  prodotto 
dall'attività  del  centro  di  Craco. 

Matera,  —  11  tipico  terremoto  fortissimo  che  nel  giorno  24  dicembre 
1885  [1167]  colpi  Ferrandlna,  Matera  ed  altre  località  vicine  si  iden- 
tifica certamente  con  gli  altri  due  successi  nel  1634  [508!  e  nel  1845 
[980]  dei  quali  abbiamo  sole  notizie  per   Matera.  e  con   le   scosse   che 

i 


800  CAPITOLÒ  xvin 


sappiamo  essere  quivi  state  più  intense  che  non  nei  vicini  luoghi  >pd. 
1853  X  11,  IO"»  pom.  circa;  1893  iii  6,  2^  5™  ant.  ecc.) 

Per  i  terremoti  del  1456  e  del  1561  non  abbiamo  notìzie  particola- 
reggiate, ma  con  probabilità  Matera  ebbe  a  soffrire  danni  abbastanza 
gravi:  per  quello  del  1694  abbiamo  visto  come  molte  localitÀ  eirc*.^ 
stanti  abbiano  avuto  in  generale  le  case  lesionate  e  qualcuna  rovinata. 
Varie  lesioni  vi  produsse  pure  il  terremoto  di  Melfi  del  1851,  e  lievi  quello 
di  Capitanata  del  1875:  fortemente  ma  senza  alcun  danno  la  cittÀ  fa  colpita 
nel  1732  (Ariano)  ;  1805  (Matese)  ;  1857  (Lucania)  ;  1886  (Messenia  : 
furono  ivi  inoltre  più  o  meno  sensibilmente  sentiti  i  seguenti  :  1S'2^\ 
Tito  ;  1831  cotronese  e  1893  Viggianello.  A  Pomarico  inoltre  furono 
avvertiti  i  terremoti  di  Patrasso  del  1889  e  di  Calabria  del  1894. 

Vulture.  —  Nella  zona  mesosismica  del  parossismo  del  1694  è  com- 
presa la  regione  del  Vulture  che  nel  1851  [1003]  fa  messa  a  soqquadi-n 
da  un  violentissimo  e  caratteristico  terremoto,  che  spiegò  la  sua  mag- 
giore intensità  nei  dintorni  di  Melfi,  presso  cui  ò  collocato  Tepieentro. 

Atella  fu  in  tale  occasione  quasi  rovinata  :  ma  il  valore  dei  danni 
ricevuti  fu  assai  minore  che  non  quelli  infortì  a  Melfi,  a  Rapolla,  a 
Barile  ed  a  Rìonero  :  tuttavia  ascrivo  all'attività  di  questo  centro  i 
due  terremoti  stati  rovinosi  ad  Atella  nell'anno  300  [29]  e  nel  1654 
[535].  All'attività  del  centro  di  Melfi  sono  da  attribuirsi  pure  tutte  le 
scosse  più  o  meno  intense  ivi  sentite  (ps.  notte  31  marzo  1813). 

Nella  regione  del  Vulture  riuscirono  disastrosi  i  terremoti  seguenti  : 
1456  Matese  ;  1561  Vallo  di  Diano  (rovinoso  ad  Atella)  ;  1688  beneven- 
tano —  rovinoso  quello  di  Foggia  del  1731  —  fortissimi  :  1732  Ariano  : 
1805  Matese  ;   1857  Vallo  di  Diano. 

Furono  inoltre  più  o  meno  sensibilmente  avvertiti  i  seguenti  :  1826 
Tito  (lieve),  1846  Craco,  1853  Cciposele  (lieve)  ;  1875  Capitanata  (forte), 
1886  Messenia  (forte),  1892  Gargano  (lieve  a  Lavello),  1893  Vallo  di 
Diano  (forte),  Gargano  (forte  a  Lavello)  1897  Mar  Jonio  (lieve). 

A  proposito  del  terremoto  garganico  del  1893,  dirò  che  nella  zona 
isosismica  leggera  si  nota  una  importante  eccezione  appunto  a  Lavello, 
ove  il  movimento  sismico,  rispetto  ai  punti  circostanti,  ebbe  un  aumento 
di  intensità,  giacché  fu  generalmente  avvertito  dagli  abitanti  e  fece 
fermare  molti  orologi  a  pendolo.  Quivi  poi  a  0**  4"  ant.  del  di  susse- 
guente (11)  fu  avvertita  una  scossa  leggiera  ed  affatto  locale. 

Del  versante  tirrenico  abbiamo  già  {.reso  in  esame  la  sismicità  di 
Maratea  (cfr.  p.  798-99)  :  ora  considereremo  quella  della  zona  compresa 
fra  questa  località  e  la  penisola  sorrentina. 


SALERNITANO  E  BASIUCATA  801 

IHsciotta.  ~  Qaesta  località  merita  di  essere  menzionata  perchè  ivi 
L  resero  sensibili  il  terremoto  siculo  -  calabrese  del  12  febbraio  1897  e 
nello  del  28  maggio  dello  stesso  anno  originario  del  mar  Jonio.  Le 
ondizioni  speciali  di  propagazione  di  questi  due  massimi  sismici  sono 
[idicate  chiaramente  dai  tracciati  delle  carte  109  e  110.  Quivi  inoltre 
iirono  avvertiti  i  seguenti  parossismi  :  1561  Vallo  di  Diano  (con  danni), 
783  Calabria  (forte),  1854  Cosentino,  1857  Lucania  (fortissimo),  1875 
capitanata  (lieve),  1894  Calabria  (lieve).  Vi  passnroiio  però  inavvertiti 
segruenti  :  1889  Gargano,  1894  Viggianello  e  icj95  Tremiti  -  Chietino. 

Salerno,  —  Questa  città  ebbe  a  deplorare  delle  rovine  in  occasione 
lei  terremoti  del  Matese  del  1456,  del  Vallo  di  Diano  del  1561  e  del- 
'avellinese  e  Basilicata  del  1694  :  minori  furono  quelli  inferti  dagli 
litri  parossismi  accaduti  nel  1688  (Benevento),  1805  (Matese)  e  1857 
Lucania).  Adunque  i  massimi  che  sconvolsero  la  grande  zona  di  atti- 
rìUì.  sismica  che  quasi  dall'estremo  lembo  della  Basilicata,  per  il  sa- 
ernitano,  ravellinese,  il  beneventano  raggiunge  si  può  dire  senza 
Ileana  interruzione  il  distretto  del  Matese,  tono  urtato  anche  il  Salerno 
L^on    intensità  tale  da  produrre  danni. 

D'altronde  sappiamo  che  tale  città  è  compresa  insieme  a  Vietri, 
a  Cava  ecc.,  nella  zona  mesosismica  dello  scuotimento  del  1685  [566], 
il  cui  focolare  deve  trovarsi  a  mare,  con  il  quale  identifico  quelli  del- 
l'agosto 1714  [621],  che  sappiamo  solo  essere  stati  fortissimi.  Salerno 
risentì  inoltre  più  o  meno  sensibilmente  i  seguenti  terremoti  :  1732 
Ariano  (forte),  1783  Calabria  (forte),  1846  Craco,  1851  Vulture  ^forte), 
1853  Caposele  (lieve),  1886  Messenia  (forte),  1887  Vallo  Cosentino  (lieve), 
1893  Lucania  (forte),  1894  Calabria  (lieve),  1895  Tremiti  -  chietino 
(lieve)  ecc. 

Penitola  sorrentina.  —  La  costa  fra  Amalfi  e  Positano  fu  colpita  da 
una  scossa  fortissima  corocentrica  nel  25-26  aprile  1687  [569],  la  quale 
irraggiò  certamente  da  un  focolare  sito  nel  mare,  che  con  quello  sa- 
lernitano testé  Hccennato  fa  parte  di  un  poco  esteso  radiante. 

Tale  penisola  non  deve  essere  rimasta  immune  di  danni  in  occa- 
sione del  terremoto  del  1456  :  soffiai  alquanto  per  quello  del  1694  :  il 
parossismo  di  Ariano  del  1732  fu  rovinoso  a  Sorrento,  a  Piano  e  solo 
forte  a  Castellamare  e  ad  Amalfi  :  violenti,  ma  senza  sinistri  effetti  riu- 
scirono quelli  del  1688  (Benevento),  1805  (Matese),  1857  Lucania  (fu 
però  molto  forte  ad  Amalfi)  e  1875  Capitanata.  Un  po'  meno  intenso  fu 
lo  scuotimento  di  Aulctta  -  Petina  del  189^  e  solo  qualche  luogo  della 
penisola  venne  urtato  dal  terremoto  delle  isole  Tremiti  e  del  chietino 
del  1895. 

Baratta:  Terremo/^  ecc.  51 


802  CAPITOLO  XIX 


ti 


Capri.  —  I  fenomeni  sismici  avvenuti  in  questi  ultimi  anni  non 
porgono  alcuna  luce  sulla  sismicità  di  quest'  isola  :  quindi  non  riesca 
possibile  il  poter  stabilire  se  il  terremoto  del  37  [9]  e  quello  del  lT:i 
[8231  —  se  tale  notizia  è  esatta  —  siano  corocentrici  od  esocentrid 
dipendenti,  per  esempio,  dal  centro  di  Amalfi  o  da  quello  di  Salerno. 
Capri  deve  partecipare,  ma  in  minor  grado,  ai  terremoti  che  urtan»» 
la  penisola  sorrentina  :  di  notevole  non  aggiungo  che  v^i  fa  sentiti^ 
leggermente  quello  della  Lucania  del  1893. 


XIX  -  Puglie 

(Fio.  132). 

I 
I 

Costa  fra  Oriona  e  Peschici.  —  La  zona  litoranea  fra  Ortona  e  Ter- 
moli fu  scossa  da  un  intenso  parossismo  avvenuto  nel  di  9  agosto  1895. 
[1260]  che  ebbe,  secondo  lo  studio  da  me  fatto,  suo  epicentro  nel  mare 
di  Vasto,  cioè  fra  la  costa  chietina  e  le  isole  Tremiti,  ma  più  a  quella 
che  non  a  queste  vicino. 

Una  scossa  sues.  fu  sentita  verso  le  5**  pom.  del  1**  febbraio  1854  a 
Termoli  ed  a  Guglionesi  ;  un'altra  alla  mezzanotte  del  4  marzo  sac- 
cessivo  colpi  questi  due  paesi  con  Larino,  che  nel  1300-1301  [199]  provò 
terribili  concussioni  originate,  credo,  dal  medesimo  centro  :  cosi  pure 
dicasi  di  altra  manifestazione,  cioè  del  terremoto  che  nel  1625  [4981 
colpì  Termoli,  se  la  notizia  ritrovata  non  à  data  erronea  e  non  si  ri- 
ferisce al  grande  parossismo  del  1627,  di  cui  parlerò  fra  poco. 

Termoli  fu  gravemente  danneggiato  dal  parossismo  del  1125  per  il 
quale  Larino  non  rimase  incolume  :  fu  anche  rovinato  dal  sannltico 
del  1456,  di  cui  ò  già  trattato  (cfr.  pag.  791)  e  sul  quale,  esaurita  la 
rapida  rassegna  dei  focolari  pugliesi,  sarà  utile  ritornare:  crollarono 
in  ta'e  occasione  gran  parte  di  case  anche  in  Vasto  e  ad  Ortona.  Per 
il  terremoto  garganico  del  1627  soffrirono  gravissimi  danni  i  paesi 
posti  a  mezzodì  di  Termoli  e  minori  quelli  fra  questa  città  ed  Ortona. 
Venendo  al  nostro  secolo  troviamo  che  tale  località  risenti  molto  for- 
temente il  terremoto  del  Vulture  del  1851  :  solo  forte  vi  riuscì  quello 
del  1857  (Lucania)  e  del  1875  (Gargano)  :  l'altro  parossismo  del  1880 
pure  di  origine  garganica,  urtò  la  costa  con  intensità  fra  la  mediocre 
e  la  lieve  ;  così  pure  dicasi  della  xn  replica  (7  vr)  del  periodo  si- 
smico del  1892  :  leggermente  vi  si  fece  sentire  quello  di  Lesina  del 
1894  :  isola^^^amente  fu  colpito  S.  Salvo  dallo  scuotimento  del  1893  che 
distrusse  Mattinata,  ed  infine  il  litorale  a  mezzodì  dì  Termoli   fu   Uè- 


■^^ 


PUGLIE  803 


veniente  interesBato  dal  terremoto  di  Grecia  del  1897  e  quello  fra  detta 
località  e  Vasto  mediocremente  dallo  scuotimento  di  Meesenia  del  1886. 

I  terremoti  deiraprlle  1894  [1238]  spiegarono  incontestabilmente  la 
loro  massima  violenza  a  Lesina  e  sul  tratto  di  costa  prospiciente  Ta- 
bi tato  del  paese:  malgrado  quivi  abbiano  causato  lesioni  a  quasi  tutte  le 
case  del  paese,  il  moto  sismico  non  si  propagò  in  modo  sensibile  fino 
alle  Tremiti.  Tale  massimo  sismico  si  identifica  con  un  Hltro  successo 
nel  1657  [638*]. 

Ora  il  terremoto  del  22  novembre  1821  [896]  ebbe  il  suo  centro  a 
mare,  ma  colpi  con  maggior  violenza  Lesina,  Chienti  ed  L  paesi  posti 
a  settentrione  della  prima  località  :  quindi  11  centro  uno  dovrebbe  tro- 
varsi fìra  la  costa  prospiciente  Lesina  e  le  dette  isole,  ma  però  sempre 
più  vicino  a  quella  che  non  a  queste,  vale  a  dire  od  identificarsi  con  il 
parossismo  del  1627,  oppure  potrebbe  essere  stato  causato  dal  risveglio 
di  un  vero  radiante  su  cui  si  trovano  due  centri  :  quello  di  Termoli  e 
di  Lesina. 

II  terremoto  delTestate  1871  [1081]  con  varie  altre  scosse  irra^a- 
rono  invece  dalla  punta  Miletto;  altri  da  Rodi,  da  Vico,  da  Ca> 
gnano  ecc. 

Riepilogando  adunque  abbiamo  nel  tratto  di  costa  fì'a  Ortona  e  Pe- 
schici i  seguenti  centri  : 

a)  Vasto:  terremoto  tipico  1895  [1260]. 

b)  Termoli  :  idem  1854  n  1  e  m  4. 

e)  Lesina  :  idem  1657  [538*]  e  1894  [1238]  —  varie  scosse  minori 
ps.  1898  I  19-20. 

d)  Punta  Miletto  :  idem  1871  [1081]  :  scosse  minori  ps.  1872  m  21- 
22,  1873  XI  14,  1874  m  23.  Quivi  è  da  notarsi  che  fu  molto  forte  il  ter- 
remoto di  Vico  Oarganico  del  1889,  del  quale  parlo  al  §  f. 

e)  Rodi  :  Oltre  alla  tredicesima  scossa  (vi  7)  del  periodo  sismico 
garganico  del  1892,  questo  centro  k  dato  le  seguenti  :  1855  ix  22  :  1857 
I  14:  1858  m  13  e  31;  1860  v  3-4.  Noto  che  quivi  fti  isolatamente 
avvertito  il  terremoto  di  Sinj  (Dalmazia)  del  1898  e  che  si  ebbero  mol- 
tissimi danni  per  quello  garganico  del  1646. 

f)  Vico  :  all'attività  di  questo  centro  dobbiamo  11  tipico  terremoto 
del  1889  [1196]  e  varie  scosse  minori,  ps.  1853  xii  28,  1887  v  20  ;  al- 
cune del  periodo  sismico  garganico  del  1892,  cioè  la  15"»*  (vi  12),  20"* 
e  21*»*  (vi  22)  ed  il  piccolo  terremoto  delle  1^  50"  del  24  luglio  1897. 

La  massima  parte  di  Vico  rimase  adeguata  al  suolo  per  il  citato 
parossismo  garganico  del  1646  e  per  quello  del  1223. 

La  zona  costiera  settentrionale  della  penisola  garganica  risenti  gravi 


804  CAPITOLO  XIX 


rovine  per  il  terremoto  del  1627,  minori  per  quello  di  Foggia  dM  173* 
e  minimi  per  Taltro  accaduto  nel  1875  :  fenomeni  tutti  irraggiati  dj 
centri  della  Capitanata,  i  cui  altri  massimi  sismici  furono  quivi  inte&i 
con  varia  intensitÀ.  Molto  forte  vi  riuscì  pure  il  terremoto  di  Melfi  tlt  l 
1851  e  di  Messenia  del  1886  e  forse  quello  del  Matese  del  1805  :  vio- 
lentemente ma  senza  danni  furono  avvertiti  altri  parecchi,  tra,  cui  il 
beneventano  del  1688  e  quello  lucano  del  1857. 

Isole  Tremiti.  —  Alcuni  scrittori,  ft*a  cui  il  Manicone  nella  sua  Fi 
sica  Appulo  *  Garganica^  sono  propensi  a  far  derivare  il  nome  di  Tn^ 
miti  da  <  tremore»,  ritenendo  tali  isole  soggette  a  ft'equenti  e  gravi 
movimenti  sismici.  A  questo  proposito  il  Coccarella  nella  Cronicn 
istoriale  di  Tremiti^  composta  nel  1508  e  stampata  a  Venezia  nel  ltV14 
(pag.  12),  ed  il  Kibera  con  il  Successo  dei  canonici  regolari  lateranensi 
nelle  loro  isole  Tremitane  ecc.  (Venezia  1604)  esplicitamente  invece 
affermano  che  furono  cosi  chiamate  dall'aspetto  di  tre  monti  divisi  da 
un  braccio  di  mare,  cioè  8.  Maria,  S.  Giacomo  e  S.  Nicola,  e  il  Cap- 
perara  (dalla  quantità  di  capperi  che  ivi  si  trovano).  Questi  due  autori, 
ambedue  assai  minuziosi,  non  fanno  mai  menzione  di  terremoti  che 
abbiano  afflitto  le  Tremiti,  la  cui  sismicità  negli  anni  a  noi  più  vicini, 
risulta  molto  inferiore  a  quella  della  costa  di  Termoli  e  del  Gargano  (  '  '. 
Però  abbiamo  notizia  di  alcune  scosse  che  sembrano  corocentrlche  :  p&. 
1883  IX  28,  10»»  45»  pom.  ;  1884  vi  3,  2^  30°*  e  2*»  45'»  pom.  ;  1895  v  10, 
21^  V*'  ®  così  pure  sembrano  irraggiate  dallo  stesso  centro  sottomarino 
la  9*  (vi  1)  e  12'"*  scossa  (vi  7)  del  periodo  sismico  del  1889  [1217J. 
l'ultima  delle  quali  fu  molto  forte.  Fortissimi  o  molto  forti  riuscirono 
quivi  i  parossismi  garganici  e  della  costa  di  Termoli  del  1821,  1875. 
1886  e  1895  :  leggieri  quelli  di  Mattinata  del  1892  (iv  20  :  1"  scossa)  e 
del  1893  ;  insensibili  alle  persone  invece  quelli  del  Gargano  del  1889 
e  della  Grecia  del  1897. 

San  Severo  -  Torromaggiore.  —  La  più  grande  manifestazione  coro- 
centrica  che  abbia  colpita  quest'area  sismica  ò  il  grande  parossismo 
del  1627  [503]  che  rase  al  suolo  S.  Severo,  Torremaggiore,  S.  Paolo. 
Serra  Capriola,  Lesina,  Apricena,  S.  Nicandro  ecc.,  causando  oltre 
quattromila  vittime  :  il  suo  centro  fu  fra  le  tre  prime  di  tali  località. 
Con  questo  terremoto  si  identificano  i  seguenti  :  1621  [493],  1656  [537], 


(l)  Forse  un  accenno  relativo  alla  sismicità  delle  Tremiti  si  trova  in  una  cronaca. 
però  ritenuta  apocrifa  (cfr.  pajf.  25  [1]),  In  cui  si  narra  ch€  olle  Tremiti  prima  dello 
scuotimento  del  1125  da  pozzi  solforosi  sarebljero  vetiutl  in  luce  del  Aioclil  (vapori. 
Altro  fatto  consimile  si  dice  avvenuto  nel  giorno  15  maggio  1816,  come  ò  trovato  rac- 
contato dai  giornali  del  tempo  (cfr.  Baratta  m.  :  Materiali  L  pag.  15). 


»  .- 


PUOLic  805 

1G88  [575],  1783  [793]  e  1852  [1008]  riusciti  però  di  gran  lunga  meno 
dannosi. 

San  Nicandro  Oarganico.  —  Nei   pressi  di  questo   paese   esiste   un 
centro  assai  superficiale,  fomite  di  numerosissimi  ma  poco  intensi  scuo- 
timenti,  dei   quali   come   essenzialmente   tipici,   si   possono   ricordare 
quelli  successi   neir  anno   1864   [1055].  Altro   periodo  affatto  simile  al 
precedente,   ma  assai   meno  violento,   si   ebbe   nel   1886  :  il  Palmieri 
nell'adunanza  del  12  luglio  della  R.  Accademia  delle   Scienze   di  Na- 
poli, comunicava  che  verso  la  metà  del  maggio  di  tale  anno  gli  scuo- 
timenti,  da   parecchi   mesi   iniziati,   si   erano   fatti   più  veementi  :  da 
notizie  tolte  dal  giornale  quotidiano  II  liama  di  Napoli  (23  x  1886)  si 
apprende  che  nell'ottobre  perduravano   ancora  le  manifestazioni  e  che 
dalla  mezzanotte  del  21  alle  3^  a.  del  22  di  tale  mese  erano  state  intese  sei 
nuove  scosse,  le  quali,  come  le  precedenti  —  aggiunge  il  diario  citato 
—  ebbero  un'area  mesosismica  assai  circoscritta,  essendo  state  sentite 
quasi  esclusivamente  entro  l'abitato  del  comune.  Il  Boll,  del  Vulc.  It» 
(XrV  pag.   145-48)   dà  notizia  delle  seguenti  :  ix  17,  10*»  30™  ant.  una 
sensibile:  xi  9,  7*»  11»  pom.  una  forte. 

San  Marco  in  Lamis  e  San  GHovanni  Rotondo.  —  Alcuni  terremoti 
di  questo  distretto  colpirono  più  intensamente  la  prima  di  queste  lo- 
calità, altri  la  seconda  ed  infine  certuni  ambedue  con  la  stessa  vio- 
lenza. L'epicentro  del  parossismo  rovinoso  del  febbraio  1841  [966]  fu 
indiscutibilmente  nei  pressi  di  S.  Marco,  quello  del  1869  [1068]  vicino 
a  S.  Giovanni  :  l'estesissimo  scuotimento  del  6  dicembre  1875  [1105] 
che  interessò  gran  parte  dell'  Italia  centrale  e  meridionale  fu  rovinoso 
in  ambedue  tali  paesi. 

Dal  focolare  di  San  Giovanni  Rotondo  irraggiarono  due  scosse  del 
periodo  sismico  garganico  del  1892,  cioè  la  10™*  (vi  5)  e  la  14"*  (vi  10)  : 
cale  località  con  og^i  probabilità  fu  rovinata  dal  grande  parossismo 
del  1646  :  a  S.  Marco  in  Lamis  fti  molto  forte  il  terremoto  di  Vico 
Garganico  del  1889. 

Cagnano.  —  Alcune  scosse  abbastanza  sensibili  sembrano  essere  ir- 
raggiate da  un  focolare  posto  nelle  vicinanze  di  tale  paese.  Ricorderò 
a  mo'  di  esempio  la  seguente  :  1850  x  21  e  xi  2. 

Questa  località  è  appena  esteriore  alla  zona  di  massimo  scuotimento 
del  terremoto  del  1646. 

In  generale  si  può  dire  che  questa  regione  partecipò  agli  stessi 
terremoti  esocentrici  sentiti  lungo  la  costa  :  fortissimo  fu  il  parossismo 


606  CAPITOLO  XIX 

di  Foggia  del  1731  e  del  HoIlBe  del  1805.  Qaello  di  Hessenia  del  18^ 
in  generale  ta  meno  violento  che  non  lango  la  zona  litoranea  setten- 
trionale. Infine  ricorderò  che  il  terremoto  dell'  Epiro  del  30  gingno  l"*^'. 
ta  sentito  fino  a  S.  Giovanni  Rotondo. 


Cbita  fra  Vieste  e  Manfredonia.  —  Abbiamo  doe  centri  BÌsmici  &:>t 
tomarlni:  uno  nel  mare  prospiciente  Vieste,  l'altro  in  quello  di  Jlan- 
iVedónia. 

a)  Vieste  —  Terremoto  tipico  è  il  rovinoso  del  1414  [286]  :  qoesTi 
centro  si  è  risvegliato  anche  nel  periodo  sismico  del  1892  [1217]  irrag- 
giando la  2»  (iv  20,  5''  30"  pom.),  la  3»  (iv  20,  5"  40"  pom.)  e  la  ':•■ 
(iv  26,  C  50™  pom.)  scossa.  Questa  località  rimase  rovinata  dal  terre- 
moto del  1646  di  cui  parlerò  fra  poco  :  causarono  lesioni  più  o  men: 
gravi  al  suoi  edifici,  in  proporzione  airintenalta  avuta  al  loro  epicentro, 
i  vari  massimi  sismici  di  Mattinata  (ps.  1223,  1892, 


Fio.  132 


b)  Mattinata  —  Di  qnesto  centro,  situato  a  mare,  nei  pressi  della 
Punta  Rossa,  il  terremoto  tipico  è  quello  disastroso  del  10  agosto  1893 
[1233]  con  le  dae  maggiori  scosse  (vn  1",  3"  30"  pom.  e  27,  4''  40"  pom.) 
che  precedettero  tale  massimo  sismico  e  con  la  ma^ior  parte  delle  nu- 
merosissime repliche  che  gli  furono  susseguenti. 

In'aggiarono  pure  da  tale  centro  i  più  violenti  scaotimenti  del  1802 
[1217]  cioè  la  1-  (IV  20),  la  4'  (iv  20,  leggera),  la  7'  (v  15.  forte),  la 
16'  (vi  16,  molto  forte),  la  17'  {vi  16,  mediocre),  la  18  (vi  19.  forte)  e 
la  19"  (vi  21,  forte)  scossa. 

Lo  stesso  dicasi  dei  parossismi  del  493  [46],  991  [87]  e  1223  [141]  ctl 
anche  delle  scosse  del  1876  [1109],  la  cui  violenza,  secondo  quanto  a 
suo  luogo  ò  detto,  venne  notevolmente  esagerata. 

Con  ogni  probabilità  sono  pure  da  attribuire  all'attività  di  tale  centro    . 
tutti  gli  scuotimenti  più  o  meno  sensibili  risentiti   a    Monte    Sant'  An- 
gelo: p9.  1850  I  27-30:  1896  re  17  [1265]. 

Premesse  le  notizie  sui  var!  centri  noi  possiamo  ora  considerare   il    i 
grande  terremoto  del  1646  [526]  che  colpi  l'intiera  penisola  garganica   , 


PUGLIE  807 


riuscendo  rovinoso  specie  nella  parte  NE.:  con  tutta  probabilità  trat- 
t  a.si  del  risveglio  di  parecchi  focolari  :  il  principale  fu  quello  di  Vieste, 
L  secondali  di  Rodi,  di  Gagnano,  di  Mattinata  e  forse  anche  quello  di 
3.    Giovanni  Rotondo. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  dirò  che  in   occasione   di   quello 
del  1627  che  distrusse  S.  Severo  e   Torremaggiore,   il   violento   movi 
inento  del  mare  verificatosi  sulla  costa  settentrionale  del  promontorio 
g^siTf^amco  si  propagò  abbastanza  intensamente  anche  lungo   V  opposta 
riviera.  Qualche  danno  vi  produssero  i  parossismi  del  1731  (Foggia)  e 
del  1875  (S.  Giovanni  Rotondo  e  S.  Marco  in  L.)  :  abbastanza   intensi 
riuscirono  poi  i  seguenti:  1726  Oriente,  1886  Messenia,  1889  Vico  Gar- 
^anico,  1895  Tremiti-Chietino,  1897   Grecia.    La   terribile   concussione 
della  Lucania  e  Basilicata  del  1857  commosse  in  modo  fortissimo  Man- 
fredonia e  solo  forte  Vieste. 

« 

Foggia.  —  Nel  1731  [658]  Foggia  fu  colpita  da  un  terremoto  i  cui 
maggiori  effetti  dinamici  si  limitarono  ai  dintorni  della  città,  allenta- 
Tiandoci  dalla  quale  i  danni  si  fecero  incomparabilmente  minori.  Ora« 
come  abbiamo  visto  e,  come  dirò  ancora  più  avanti,  mentre  Lucerà 
restò  incolume,  a  Cerignola  ed  a  Canosa  lo  scuotimento  riuscì  rovinoso 
e  quasi  a  Barletta  ed  a  Molfetta  :  alcune  repliche  accennarono  al  ri- 
sveglio di  un  centro  proprio  nei  pressi  di  queste  località. 

Con  questo  terremoto  si  identifica  la  scossa  molto  forte  del  13  feb- 
braio J739  [675]. 

L'esistenza  del  focolare  sismico  di  Foggia  oltre  che  dal  parossismo 
del  1731  e  dalle  sue  repliche,  la  maggior  parte  delle  quali  ivi  riuscirono 
più  numerose  ed  intense,  è  comprovata  anche  da  numerose  scosse  state 
ivi  più  o  meno  sensibili  :  ricorderò  ad  esempio  quella  sentita  ad  11**  Vs 
pom.  del  3  dicembre  1812  che,  abbastanza  forte  in  città,  passò  inav- 
vertita nei  paesi  vicini.  Altre  violenti  accaddero  nel  1866  x  13,  11^  30" 
pom.  ;  1882  m  24,  3^  30*^  ant.  Da  tale  focolare  irraggiò  pure  qualche 
leggera  commozione  del  periodo  sismico  del  1892  [1217],  vale  a  dire  la 
6^  (v  9)  e  1'  8*  (V  17). 

Foggia  fu  danneggiata  dai  terremoti  del  1456  (Matese),  del  1627 
(San  Severo)  ;  lievemente  nel  1851  (Vulture),  1857  (Lucania)  e  1875  (S. 
Gio.  Rotondo).  Furono  ivi  più  o  meno  sensibilmente  avvertiti  i  se- 
guenti :  1688  Benevento,  1853  Caposele,  1856,  Bacino  del  Mediterraneo 
(forte)  ;  1873  Marche  :  1886  Messenia  (mediocre)  ;  1889  Vico  Garganico 
(forte)  ;  1892  Mattinata  (12*,  18*  e  19*  scossa;  ;  1893  Lucania  ;  1893 
Mattinata;  1S95  Tremiti-chietino. 


Lucerà.  —  La  replica  avvenuta  nel  di  6  settembre  del  grande  terre- 


aOS  CAPITOLO  XIX 


moto  garganico  del  1627,  che,  come  ò  detto  (cfìr.  pag.  804),  ebbe  il  n 
epicentro  nei  pressi  di  8.  Severo,  Torremaggiore,  accenna  ad  nt'^ 
spostamento  di  centro  verso  Lacera,  che  riportò  nuovi  danni,  mentr-r 
pochi  ne  aveva  ricevuti  per  il  massimo  del  30  luglio.  Ciò  comprova 
pure  una  scossa  sentita  poco  dopo  le  6^  pom.  dell'  11  dicembre  1802 
che  ivi  fiL  sensibilissima  e  generalmente  avvertita,  mentre  passò  ìn<-f^ 
servata  nei  paesi  circostanti. 

Questa  città  rimase  distrutta  dal  terribile  scuotimento  del  145f>  ^ 
mentre  non  sofferse  danni  per  quello  del  17B1,  che  irraggiò  dalla  vicina 
Foggia,  qualcuno,  però  di  lieve  momento,  ne  ebbe  a  risentire  per  i\ 
terremoto  lucano  del  1857  e  per  l'altro  che  colpi  San  Giovanni  R.  * 
San  Marco  in  L.  nel  1875. 

La  città  trovasi  compresa  nella  zona  interessata  dai  seguenti  prin- 
cipali massimi  sismici:  1688  e  1702  Benevento;  1805.Matese;  18>^^ 
Messenia;  1889  Gargano  (forte);  1892  Gargano  12*  (vi  7 -Tremitìi  . 
16*  (vi  16  -  Mattinata)  scossa;  1893  Mattinata;  1895  Tremiti-chietino. 

Distretto  sismico  Ascoli  Satriano  -  Cerignola.  —  Comprende  due  centri 
abbastanza  ben  determinati  : 

a)  nei  pressi  di  Ascoli  Satriano  :  terremoto  tipico  si  è  quello  assai 
forte  successo  nella  notte  28-29  agosto  1856  [1028],  che  si  identifica  con 
l'altro  disastroso  del  1361  [244],  stato  meno  intenso  a  Canora.  Fra  le 
manifestazioni  minori  ricorderò  quella  delle  2^  30*"  pom.  del  13  di- 
cembre 1883. 

b)  Cerignola  :  terremoto  tipico  26  settembre  del  1691  [580]  :  scosse 
minori  1881  xii  V  2^  15«  e  9^  V^  pom. 

Queste  località  vennero  danneggiate  dai  terremoti  del  1349  (Abruzzi 
e  Sannio),  1456  (Sannio),  1694  (Avellino-Basilicata),  1731  (Foggia):  mi- 
nori guasti  soff'rirono  per  quelli  del  1627  (S.  Severo),  1851  (Melfi),  1857 
(Lucania).  Furono  inoltre  più  omeno  sensibilmente  avvertiti  i  seguenti  : 
1852  Albania  (forte),  1875  Gargano  (forte),  1886  Messenia,  1889  Vico 
Garganico  (mediocre),  1892  Tremiti  (12*  scossa:  forte)  e  Mattinata  (16*). 
1893  Vallo  di  Diano,  1893  Mattinata,  1895  Tremiti-chietino  (mediocre- 
forte),  1897  Grecia.  In  quest'ultima  occasione  si  ebbe  a  constatare  un 
notevole  aumento  di  intensità  nei  pressi  di  Cerignola. 

Regione  sismica  Barletta- Bari.  —  Il  terremoto  del  1560  [428;  di- 
sastroso a  Barletta  ed  a  Bisceglie,  si  identifica  con  quello  del  21  set- 
tembre 1689  [576],  che  colpi  rovinosamente  Bari,  Barletta  ed  Andria,  e 
con  l'altro  fortissimo  successo  nella  notte  11-12  maggio  1856  [1025]^  la 
cui  area  mesosismica  comprende  pure  Acquaviva  e  Canosa. 

Il  grande  ten*emoto  del  1731,    come  già  ò   detto,   si  propagò   con 


PUOUE  809 


danni  lango  questa  zona  :  anzi  la  scossa  del  17  ottobre  fti  più  che  a  Foggia 
iriolenta  a  Barletta  ed  a  Canosa. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  dirò  che  Trani  si  trova  al  limite 
delia  zona  dei  danni  sensibili  del  parossismo  del  1627  :  che  qualche 
gnasto  apportarono  ai  paesi  fìra  Bari  e  Barletta  quelli  del  1694  (Avel- 
llno  e  Basilicata),  del  1851  (Vulture)  e  del  1857  (Lucania). 

Il  grande  massimo  sismico  del  1783  n  5  fu  sentito  a  Monopoli  : 
CI  nello  del  28  marzo  dello  stesso  anno  urtò  la  Terra  di  Bari;  quivi 
fortemente  fu  inteso  il  terremoto  di  Candia  del  1805,  d'  Albania  1852, 
di  Brindisi  del  1858,  di  S.  Giovanni  Rotondo  del  1875.  Furono  inoltre 
sentiti  in  modo  più  o  meno  sensibile  i  seguenti  :  1833  leccese,  1845 
Matera.  1851  Canosa,  1856  Bacino  del  Mediterraneo,  1870  Oriente,  1886 
Messenia,  1889  Gargano,  1892  Gargano  1*  scossa  (iv  20),  2*  (iv  20),  12* 
(vi  7),  16»  (vi  16),  18»  (vi  19),  19*  (vi  21,  lieve  a  Trani),  1893  Matti- 
nata, 1895  Tremiti-chietino,  1897  Grecia.  1H97  Epiro,  1898  Grecia. 

Oltre  a  ciò  noto  che  ad  Altamura  fu  avvertito  isolatamente  il  terre- 
moto marchigiano  del  1873,  e  che  quello  di  Lucania  del  1893  commosse 
lievemente  Andria  e  Cerato  senza  interessare  sensibilmente  la  regione 
litoranea. 

« 

Canosa.  —  Abbiamo  visto  come  questa  località,  sia  compresa  un'Ila 
zona  mesosismica  del  terremoto  del  1689  ed  in  quella  del  1361  che 
ebbe  suo  epicentro  nei  pressi  di  Ascoli  S.  e  della  scossa  del  17  ottobre 
1731  (cfr.  pag.  808).  Tale  città,  fu  colpita  da  un  fortissimo  scuotimento 
nella  notte  del  6-7  settembre  1851  [1004]  avvenuto  mentre  ancora  per- 
durava l'attività  sismica  del  centro  del  Vulture  (cfr.  pag.  800).  Alcune 
scosse  di  minor  conto  sembrano  inoltre  essere  quivi  state  più  intense 
che  alti'ove. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  Canosa  partecipò  in  ispecie  a  quelli 
che  urtarono  Cerignola  e  la  costa  soprastante  a  Bari.  Fu  danneggiata 
dai  terremoti  del  1627  (Gargano),  1851  (Vulture)  e  1895  (Adriatico); 
quello  del  1857  (Lucania)  vi  riuscì  rovinoso.  Fra  gli  innocui  credo  utile 
ricordare  solo  i  seguenti  :  1858  Brindisi  (forte),  1892  Gargano  (1*  scossa 
-  rv  20  :  5*  -  IV  26  sensibile  -  16»  -  vi  16  forte),  1893  Epiro  ecc. 

Centri  secondari.  —  Esteriormente  air  area  mesosismica  del  terre- 
moto 1856  trovansi  forse  alcuni  centri  secondari  male  determinati. 

a)  di  Triggiano  :  messo  in  luce  da  una  scossa  avvenuta  a  0^  pom. 
circa  del  2  giugno  1S93  ivi  stata  sensibile,  leggiera  a  Rutigliano  ed  a 
Bari  ed  inavvertita  a  Giovinazzo. 

b)  di  Bpinazzola  :  dai  dintorni  di  questa  località  rovinata  dal  terre- 


810  CAPITOLO  XIX 


moto  del  1857,  pare  siano  irraggiate  alcune  scosse  minori  :  ps.  1860  ir 
26,  2»»  ital. 

Locórotondo.  —  Cosi  pure  alcune  scosse  sembrano  provenire  dai 
pressi  di  questo  luogo  :  citerò,  ps.  una  forte  del  28  ottobre  1890  (9^  ani.) 
che  passò  inosservata  altrove. 

Rispetto  ai  mov^imenti  sismici  esocentrici  quivi  si  risentono  qaelli 
che  scuotono  la  Terra  di  Bari  e  d' Otranto  :  per  di  più  noto  che  isolata- 
mente venne  avvertita  la  dodicesima  scossa  (vi  7)  del  periodo  sismico 
garganico  del  1892. 

Brindisi'  Otranto.  —  Per  la  sismicità  del  versante  adriatico  della 
penisola  Salentina  abbiamo  anzitutto  degna  di  essere  menzionata  la 
scossa  molto  forte  sentita  a  Brindisi  al  10  ottobre  1858  [1036]  e  quella 
d'Otranto  del  1661  [548],  che  sembrano  ambedue  provenienti  da  centri 
affatto  locali.  Forse  anche  il  grande  terremoto  del  1087  o  1088  [98^]  è 
stato  un  fenomeno  corocentrico  al  temtorio  di  Brindisi  -  Lecce. 

Al  N.  769  (pag.  257)  ò  parlato  di  tre  scosse  sentite  a  Brindisi  nel 
1777  :  notizie  trovate  posteriormente  mi  permettono  di  completare  quelle 
date  sulla  fede  dello  storico  Ascoli.  Andrea  Pigonati,  che  ivi  allora  si 
trovava  per  i  lavori  del  porto  (Memoria  del  riaprimento  del  porto  di 
Brindisi  sotto  il  regno  di  Ferdinando  IV.,,  Napoli  MDCCLXXXI),  ri- 
corda che  la  scossa  del  18  aprile  (ond.  N.-S.  di  30*)  avvenne  ad  11*»  ital. 
circa  e  fu  intesa  in  tutta  la  provincia  senza  alcun  danno  ;  che  la  se- 
conda, del  9  maggio  (1^  15"  ital.),  pure  ond.  ma  di  durata  assai  mag- 
giore, cioè  di  2°»  circa,  spaventò  la  popolazione  che  fuggi  dalle  case  (Op. 
cit.  pag.  50)  e  che  infine  la  terza  accadde  a  21*"  6°"  del  6  giugno  (Op.  cit. 
pag.  55).  Le  date  delle  prime  due  non  trovano  alcun  riscontro  con  quelle 
di  altri  terremoti  sentiti  nella  penisola  salentina  ;  la  terza  invece  pare 
la  eco  di  un  violento  terremoto  Calabro. 

Messa  in  luce  resistenza  di  vari  centri  pugliesi  e  con  la  scorta  di 
quanto  su  altri  dirò  nei  paragrafi  seguenti,  credo  necessario  ritornare 
nuovamente  sul  grande  terremoto  del  1456;  che  abbiamo  detto  coro- 
centrico  al  Matese  (cfr.  pag.  791).  Le  rovine  in  tale  tremenda  e  mici- 
diale concussione  interessarono  anche  le  Puglie,  parecchie  località  delle 
quali  risentirono  danni  di  gran  lunga  superiori  ad  altre  più  vicine 
al  Matese.  Ciò  non  può  ritrovare  adeguata  spiegazione  se  non  con 
l'ammettere  —  come  ò  già  altrove  detto  (loc.  cit.)  —  il  risveglio  di 
vari  centri,  fra  cui  anche  di  qualcuno  pugliese.  Però  è  necessario 
tener  presente  che  alcuni  parossismi  irraggiati  da  focolari  sismici 
dell'  Italia  meridionale,  cioè   dalla  regione   beneventana,   avellinese  e 


Puaiits  811 

I    — ^"^^^  III  ■         Il  I  II      I      1^  I  I  — .i^^i— PH^P^i,    I     I       I  »»  III  II  II 

dalla  Capitanata,  &nno  avuto  una  marcata  tendenza  a  propagarsi  verso 
la  Ten*a  di  Bari  e  di  Otranto  con  intensità  abbastanza  notevoli.  Citerò, 
a  mo'  d'esempio,  il  parossismo  del  1688  che  distrasse  Benevento,  il 
quale  mentre  fa  solo  forte  a  Lesina  ed  a  Lacera,  che  distano  rispetti* 
vamente  Km.  95  e  65,  fa  fortissimo  a  Galatina  in  qael  di  Lecce,  a 
a  Km.  300  circa.  Lo  scaotimento  del  1694  vi  fece  danneggiare  pare 
molti  luoghi,  fra  cui  Brindisi,  Bari  ecc.  Il  parossismo  di  Foggia  del 
20  marzo  1731  urtò  molto  più  violentemente  Barletta,  Andria,  Mol- 
fetta,  Trani  ecc.  che  non  la  vicinissima  Lucerà.  Per  di  più  con  la  re- 
plica del  17  ottobre  successivo  il  centro  di  scuotimento  si  trasportò 
indiscutibilmente  verso  Barletta.  In^ne  aggiungerò  che  molte  manife 
stazioni  sismiche  irraggiate  dal  golfo  di  Manfredonia  si  estesero  con 
la  loro  zona  sensibile  molto  di  più  lungo  la  costa  barese  che  non  su 
quella  chietina. 

Il  terremoto  d'Oriente  del  1743  fu  rovinoso  o  quasi  in  Terra  di 
Otrantp  :  quivi  specialmente  furono  avvertiti  i  maggiori  scuotimenti 
della  Grecia,  alcuni  dei  quali,  ps.  quello  del  1886,  anche  con  lievi 
danni.  Rispetto  alla  propagazione  di  quest'  ultimo  la  zona  della  peni- 
sola salentina  che  fu  più  intensamente  colpita  risulta  assai  ristretta 
e  disposta  fra  Taranto  ed  Ostuni  -  Brìndisi.  Noto  che  l'area  scossa  dal 
terremoto  della  Sicilia  e  Calabria  del  12  febbraio  1897,  come  lo  di- 
mostra la  cartina  109,  nella  Terra  d' Otranto  à  forma  allungata  fì*a 
Taranto  e  Bari,  e  che  presso  Brindisi  si  notò  un  aumento  abbastanza 
sensibile  di  intensità  in  occasione  del  terremoto  di  Grecia -Malta  del 
28  maggio  1897. 

In  questa  zona  fu  avvertito  il  terremoto  del  1349  e  forte  vi  riuscì 
quello  del  1694  (Avellino  -  Basilicata).  In  Terra  d'Otranto  non  passarono 
inosservati  i  seguenti  :  1693  siracusano  e  catanese  ;  1777  Calabria? 
178:)  in  28  Calabria  ;  1805  Molise  (lieve)  ;  1832  catanese  (lieve)  ;  1846 
Oriente  ;  1851  Melfi  ;  1851  Canosa  ;  1852  Albania  ;  1856  Bacino  del  Me- 
diterraneo ;  185'^  Lucania  ;  1875  San  Giovanni  Rotondo  ;  1886  Messenia 
(mediocre  a  Lecce  e  molto  forte  a  Brindisi)  ;  1889  Patrasso  ;  1889 
Gargano  ;  1893  Epiro  ;  1897  Grecia  -  Malta  (a  Brindisi,  Lecce  e  ad  Otranto 
si  ebbe  un  notevole  aumento  di  intensità;  ;  1897  Epiro  ;  1898  Grecia  ; 
1898  Giannina  (Epiro).  Per  i  terremoti  del  1777  (iv  18  e  v  9)  vedi 
quanto  ò  detto  a  proposito  della  sismicità  di  Taranto. 

Lecce.  —  Riguardo  alla  sismicità  di  Lecce  nuU'altro  mi  resta  a  dire 
che  questa  città  partecipa  ai  terremoti  che  scuotono  la  regione  Brin- 
disi -  Otranto,  di  cui  al  paragrafo  precedente.  Noterò  solo  che  la  scossa 
quasi  rovinosa  che  colpi  MassafVa  nel  1713  fu  sentita  molto  fortemente 
a  Lecce  e  che  il  grande  terremoto  d'Oriente  del  1773  fece  aprire  con- 
siderevoli e  gravi  fenditure  in  tutti  gli  edifici. 


812  CAPITOLO  XIX 


C^olfo  di  Taranto,  —  Su  questo  versante  abbiamo  vari  centarì,  tutù 
di  secondaria  importanza  : 

a)  Gallipoli  —  Airattività  di  questo  focolare  ascrivo  alcune  mani- 
festazioni minori  Ara  cui  le  forti  scosse  del  20  febbraio  1745. 

Questa  località  partecipa,  come  tutte  quelle  di  cui  parlerò,  ai  ter- 
remoti che  scuotono  la  penisola  salentina:  aggiungerò  che  quivi  fn 
avvertito  il  terremoto  Calabro  del  5  febbraio  1783,  e  quello  di  Oriente 
del  1846. 

h)  Nardo  —  Fra  gli  storici  è  sorta  una  lunga  discussione  dalla  quale 
rimase  comprovata  la  non  autenticità  della  Cronaca  Neritina:  quindi 
si  dovrebbe  mettere  in  dubbio  anche  la  realtà  dei  fenomeni  naturali 
in  essa  accennati  e  quindi  anche  le  notizie  dei  terremoti  stati  rovinosi  per 
Nardo  nel  1245  [154]  e  del  1396  [268J.  Io  non  voglio  qui  entrare  in  una 
questione  affatto  estranea  al  mio  assunto,  tuttavia  mi  pare  che,  anche 
ritenute  apocrife  le  notizie  dei  citati  parossismi,  sia  abbastanza  compro- 
vata resistenza  di  un  centro  neritino  che  in  questi  ultimi  anni  à  dato 
luogo  a  varie  manifestazioni  poco  intense  ed  assai  localizzate,  fra  le 
quali  citerò  la  forte  scossa  ivi  sentita  verso  le  11^  ant.  del  13  maggio 
1890. 

Questa  località  più  che  gli  altri  paesi  della  penisola  salentina  risentì 
rovine  per  il  terremoto  d'Oriente  del  1743. 

e)  Manduria  —  Terremoto  tipico  quello  fortissimo  del  26  ottobre 
1826  [910].  nivale  località  Ai  molto  danneggiata  dal  parossismo  del  1846. 

e)  Monteparano.  Dai  suoi  pressi  irraggiò  lo  scuotimento  del  19  gen- 
naio 1833  [937],  stato  meno  intenso  a  Lecce. 

f)  Massafra  —  Terr*3moti  tipici  i  due  quasi  rovinosi  del  3  e  6  gen- 
naio 1713  [619]  :  varie  scosse  minori  fì-a  cui  quella  delle  10^  Vt  pom. 
del  9  aprile  1893  stata  mediocre  a  Taranto  e  lieve  in  altri  luoghi. 

g)  Mottola  —  À  dato  questo  focolare  varie  scosse  minori,  fìra  cai 
1898  VI  29. 

Taranto,  —  Questa  località  partecipò  ai  terremoti  esocentrici  avver- 
titi nella  penisola  salentina  e  le  varie  scosse  che  sembrano  avvertite 
isolatamente  a  Taranto  forse  irraggiano  dal  vicino  centro  di  Massafra 
0  da  quello  di  Mottola. 

Di  notevole  trovo  che  il  grande  parossismo  lucano  del  1857  fu  molto 
forte  a  Taranto  e  cosi  pure  quello  di  Messenia  del  1886  :  inoltre  fU 
ivi  sentito  lortemente  il  terremoto  d'Albania  del  1852  e  leggermente 
quello  del  Pollino  del  1894  ed  il  siracusano  del  1897. 

A  Ginosa  sembra  sia  stato  per  lo  meno  fortissimo  il  terremoto  di 
Eossano  del  1836. 


CALABRIE  813 


XX  -  Calabrie 

FiG.  133 

Le  Calabrie  costitaiscono  ana  reg^ionc  della  più  alta  Bismicità  :  anche 
limitandoci  a  considerare  i  soli  centri  e  distretti  principali,  vedremo 
nel  corso  del  presente  capitolo  quanti  siano  numerosi  i  focolari  da  cui  in 
og^ni  tempo  sono  irraggiati  terremoti  violentissimi.  Data  tale  complessa 
sismicità  riesce  impossibile  il  tener  conto  di  alcuni  parossismi  (1544  [412], 
1614  [482],  1619  [489],  1621  [492J,  1624  [495],  1657  [539]  e  1707  [613]), 
intorno  ai  quali  manchiamo  assolutamente  delle  notizie  riguardanti  le 
località  colpite. 

Marmanno^  Ckutrovillari,  —  Le  varie  scosse  sentite  a  Mormanno 
(ps.  le  forti  del  1889  iv  25-26  ;  1890  vi  22)  appartengono  alle  manife> 
stazioni  del  distretto  sismico  del  Pollino  (cft*.  pag.  799)  ;  qualcuna  però 
sembra  più  che  a  Mormanno  essere  stata  intensa  a  Verbicaro  (ps.  1894 
vn  8). 

Il  centro  secondario  di  Castrovillari  à  dato  vari  terremoti,  quasi 
tutti  poco  intensi  ed  assai  localizzati  :  fl'a  i  più  forti  ricorderò  i  seguenti: 
1841  via  18,  9'»  nnt.  ;  1845  v  31,  6»»  pom.  e  vi  V  V  ant.  ;  1854  vra 
22  :  i  due  massimi  sismici  sono  costituiti  dalla  scossa  successa  nella 
notte  20  21  dicembre  1857  (cfì*..pag.  430)  e  dal  breve  periodo  sismico 
deir  aprile  1898  [1292]. 

Degno  di  essere  ricordato  si  è  che  oltre  Castrovillari  i  terremoti 
della  Calabria  Citra  si  sono  propagati  quasi  sempre  senza  causare  effetti 
dannosi,  e  cosi  pure  dicasi  di  quelli  irraggiati  dai  centri  della  Basilicata. 

Vallo  Cosentino,  -^  È  il  distretto  sismico  della  Calabria  Citra  che  à 
la  più  elevata  sismicità.  Il  terremoto  del  1887  [1183],  che  colpi  in 
special  modo  i  dintorni  di  Bisignano,  ebbe  un'area  meaosismica  molto 
ristretta.  Al  contrario  successe  In  occasione  del  parossismo  del  1854 
[1016],  la  cui  zona  di  massimo  scuotimento  si  estese  lungo  il  Vallo  da 
Montalto  Uffugo  a  Paterno  :  essa  fu  poi  parzialmente  colpita  dalle  zone 
pleistosismiche  dei  terremoti  del  12  ottobre  1835  [946]  e  del  6  marzo 
1886  [1170]:  la  prima  à  forma  eiittica  con  il  diametro  maggiore  fra 
Castiglione  Cosentino  e  Zumpano  sulla  destra  del  Crati  :  Taltro  à  egual 
forma,  ma  si  estende  Invece  fra  Montalto  Uffùgo  e  Marano  Marchesato, 
sulla  riva  sinistra  di  detto  fiume. 

Con  il  terremoto  del  1854  si  può  forse  identificare  il  parossismo  del 


814  CAPITOIiO  XX 


1184  [128],  che  sappiamo  aver  rovinato  Cosenza  e  la  regione  del  Vaile. 
Infine  abbiamo  lo  scuotimento  del  5  ottobre  1870  [1077]  che  colpi  con 
maggior   violenza  una   zona  più   a  mezzodì  della  precedente,   entro 
cui  stanno  Figline  Vegliaturo,  Cellara,  S.  Stefano  e  Piane  Grati. 

La  regione  del  Vallo  partecipò  con  grandissimo  danno  al  terremoti' 
Calabro  del  27  marzo  1638  con  epicentro  nei  dintorni  di  Nicastro  e 
con  la  zona  di  massimo  scuotimento  ft*a  i  pressi  di  Cosenza  e  quelli 
di  Polla  :  la  sua  parte  inferiore  risenti  altri  danni  per  la  scossa  della 
notte  8-9  giugno  successivo  :  questa  regione  poi  fino  a  Bisignano  soffrì 
di  bel  nuovo  qualche  rovina  e  lesioni  più  o  meno  considerevoli  per  i 
parossismi  calabri  del  1783. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  noto  che  nel  Vallo  si  risentirono 
tutti  i  fenomeni  che  più  o  meno  sensibilmente  &nno  scossa  Cosenza. 

Cosenza.  —  Parecchi  terremoti  fortissimi  o  molto  forti  sentiti  in 
Cosenza,  sembrano  fenomeni  corocentrici  ;  fì*a  questi  ricorderò  i  se- 
guenti :  1784  [796],  1785  [798],  1836  [952],  1873  [1093],  1877  [1113]  e 
1883  [1152];  e  ciò  oltre  a  varie  altre  scosse,  alcune  delle  quali  anche 
abbastanza  violente  ps.  1826  x  29;  1840  vm  18;  1846  m  11;  1850  vn 
15-16  ;  1854  ni  1  e  16,  rv  4  e  ix  9  ;  1855  i  29,  vm  17  e  20  e  ix  7  e  17; 
1859  n  16-24  ;  1860  vi  14  ;  1863  i  20  ;  1864  i  19  ecc.  ecc. 

Per  ricercare  la  regione  d'onde  irraggiarono  tali  scuotimenti  è   ne- 
cessario prendere  in  esame   i   danni  causati   a   Cosenza  dai   maggiori 
parossismi  del  Vallo  :  quello  del   1184   sappiamo  aver  distrutto   quasi 
completamente  la  città,  che  rimase  nel  1835  grandemente  danneggiata 
quantunque  l'abitato  sia  estetùore  alla  zona  più   intensamente   colpita. 
Nel  terremoto  del  1854  Cosenza  è  compresa  nella  zona  mesosismica  ed 
ivi  furono  sentite  moltissime  repliche,   alcune   delle   quali   abbastanza 
violenti.  I  danni  sofferti  per  quello  del  1870  furono  di  gran  lunga  inferiori 
a  quelli  toccati  a  Figline,  a  Piane,  a  S.  Stefano  ecc.  e  cosi  pure  dicasi 
per  lo  scuotimento  del  1886,  rispetto  alla  zona  mesosismica,  ben  s' in- 
tende fatte  le  debite   proporzioni  per   la   diversa  intensità   avuta  dal 
movimento  sismico  airepicentro.  Infine  nel  terremoto  di  Bisignano  del 
1S87  Cosenza  trovasi  esteriore  anche  all'area  delle  minori  lesioni. 

Ora  le  scosse  fortissime  o  molto  forti  dianzi  citate,  e  tutte  le  altre 
abbastanza  numerose  che  sappiamo  aver  colpito  Cosenza,  si  debbono 
ritenere  fenomeni  corocentrici  alla  regione  del  Vallo  ;  ma  considerata 
la  posizione  delle  aree  mesosismiche  —  specialmente  quelle  degli  scuo- 
timenti del  1854,  1835  e  1870  —  ed  i  danni  risentiti  in  tali  occasioni, 
non  si  può  dire  con  quale  di  questi  parossismi  si  possono  identificare. 

Riguardo   ai   terremoti   esocentrici   è   utile   ricordare   che    Cosenza 


-fr 


CALABRIE  815 


^enne  sconquassata  dal  parossismo  di  Nicastro  del  1638  ;  rarie  rovine  vi 
causarono  i  terremoti  calabri  del  1783  e  qualche  danno  quello  cotro- 
nese  del  1832.  Furono  ivi  iaoltre  sentiti  più  o  meno  sensibilmente  i 
seguenti  :  1456  Matese  ;  1743  Malta  -  Oriente  ;  1805  Sannio  (leggiero)  ; 
1736  Craco;  1851  Melfi;  1857  Vallo  di  Diano  ed  Agri  (forte);  1869 
M^onteleone  ;  1873  Marche  ?  (isolatamente  leggiero)  ;  1886  Messenia  (me- 
diocre) e  1894  Piana  calabra  (leggiero). 

Rossano.  —  Il  terremoto  cosentino  del  1870  ftiori  dall'area  me- 
soslsmica  riuscì  rovinoso  a  Longobucco,  località  gravemente  danneg- 
giata dal  parossismo  cotronese  della  notte  8-9  giugno  1638  e  compresa 
insieme  a  Rossano  ed  a  Corigliano  in  una  zona  sismica  ben  deter- 
minata. 

Eossano  fu  distrutto  da  terremoti  violentissimi  successi  nel  dicembre 
968  [79]  e  neiranno  1556  [424];  sub!  gravi  danni  insieme  a  Corigliano 
ed  a  Longobucco  nel  dicembre  1824  [904]  enei  24-25  aprile  1836 [948j. 

Tutti  i  terremoti  precedentemente  ricordati  ed  anche  il  minore  del 
1^*46  [988]  si  identificano  fra  loro  :  quello  del  1836,  intomo  al  quale 
abbiamo  un  materiale  abbastanza  completo,  risulta  aver  avuto  il  centro 
a  mare,  e  precisamente  nel  lido  prospiciente  Rossano  e  Grosia. 

Poche  sono  (e  manifestazioni  miDori  date  da  questo  centro  :  per 
brevità  ricorderò  solo  quelle  della  notte  11  settembre  1867. 

Rossano  è  esteriore  alla  zona  danneggiata  dai  terremoti  Calabro- 
messinesi  del  1783  ;  Crosia  invece  si  trova  compresa  in  quella  dei 
guasti  leggieri.  Longobucco  in  quella  delle  gravi  lesioni  causate  dalla 
scossa  del  28  marzo.  Questa  località  poi  soffri  rovine  abbastanza  gravi 
per  lo  scuotimento  cotronese  del  1638  (vi  8-9)  :  danni  lievi  apportò  a 
questa  regione  il  paressimo  del  1832. 

San  Giovanni  in  tHore  -  Belvedere.  —  Fra  la  regione  sismica  di  Ros- 
sano e  quella  del  Tacina,  che  fl*a  poco  prenderemo  in  considerazione, 
abbiamo  due  centri  sismici  : 

a)  San  Giovanni  in  Fiore.  Focolare  poco  attivo  :  scosse  quasi  sempre 
oltremodo  localizzate.  Maggiori  manifestazioni  sono  i  terremoti  del  27- 
28  maggio  1889  [1191]  e  del  6  dicembre  1897  [1286].  Altre  forti  :  1854 
IV  19  e  VI  18;  1890  ix  24;  1891  in  14;  1893  xn  1  ecc.  ecc. 

Mentre  tutti  i  terremoti  citati  —  ad  eccezione  di  quello  del  1897  — 
furono  fenomeni  prettamente  locali,  una  forte  scossa  successa  a  2**  7^ 
circa  del  30  gennaio  1894  colpi  San  Giovanni  in  Fiore  e  quasi  con 
eguale  intensità  Bocchigliero,  Verzino.  Pallagorio,  Strongoli,  Cutro  ecc. 
stendendosi  sensibilmente  air  interno  da  Tiriolo  a  Cropalati  e  dalla  ma- 
rina di  Calopezzati  a  quella  di  Catanzaro, 


816  CAPITOLO   XX 


b)  Belvedere  -  Umbriatioo.  Dai  pressi  di  questa  località  irraggiò  U 
violent'ssimo  scuotimento  del  14  luglio  1822  [899J. 

Questa  regione  è  esteriore  alla  zona  stata  danneggiata  dai  grandi 
terremoti  calabri  del  1783,  ma  è  compresa  invece  in  quella  dti  due 
parossismi  cotronesi  del  1638  (vi  8-9)  e  del  1832. 

Ootronese.  ~  Il  terremoto  dell'  8  marzo  1832  [934]  mette  in  luce 
una  zona  sismica  con  epicentro  nei  pressi  di  Cutro  ed  espansa  specie 
lungo  il  bacino  del  Tacina.  Lo  scuotimento  deir  8-9  giugno  1638  [510 
irraggiò  certamente  dal  cotronese,  ma,  stando  ai  dati  noti,  la  sua  area 
mesosismica  non  corrisponderebbe  perfettamente  a  quella  del  1832  :  in- 
fatti le  località  state  da  quello  più  colpite  sarebbero  compre3e  in 
una  zona  elittica  lontana  dal  mare,  comprendente  Rocca  Bemarda,  Pe- 
tilia,  Mesurara  e^c.  :  ma  ciò  potrebbe  con  ogni  probabilità  dipendere 
da  mancanza  di  notizie  particolareggiate  per  altri  paesi. 

Per  i  grandi  terremoti  calabri  del  1783  Cutro  risenti  gravissime  e 
numerose  lesioni  ai  suoi  edifici,  pochi  dei  quali  sofiìrirono  in  Altilia, 
Cotrone,  S.  Severina,  mentre  Cotronei,  Isola  e  Scandalo  andarono  im- 
muni da  ogni  danno.  Quello  del  1894  fti  inteso  solo  leggermente. 

Tanto  in  occasione  dei  due  parossismi  del  1638  (vi  8-9)  e  del  1832 
Cotrone  trovasi  ftiori  dell'area  di  maggiori  effetti  dinamici,  quantunque 
quello  del  1832  vi  sia  stato  rovinoso  e  gravi  danni  vi  debba  aver  ap- 
portato l'altro  del  1638  (vi  8-9)  :  ora  le  scosse  di  cui  abbiamo  solo  no- 
tizia per  detta  località  —  fra  cui  le  forti  :  1842  iv  1  e  11-12,  1855  vni 
2-3,  1894  I  30  e  vin  22  —  potrebbero  essere  irraggiate  dal  centro 
di  Cutro  e  quindi  identificarsi  con  il  terremoto  del  1832.  Però  noto 
che  quella  del  22  agosto  1894  testé  citata,  mentre  fu  avvertita  gene- 
ralmente con  panico  a  Cotrone,  passò  inavvertita  a  S.  Severina. 

Da  questa  area  sismica  provenne  il  piccolo  maremoto  susseguito  da 
lieve  scossa,  avvertita  a  Capo  Rizzuto  poco  prima  della  prima  grande 
scossa  del  periodo  sismico  Calabro  del  1783  (cfr.  pag.  269). 

Nicastro.  —  Il  disastrosissimo  terremoto  del  27  marzo  1638  [510] 
ebbe  il  suo  epicentro  nei  pressi  di  Nicastro,  ma  come  abbiamo  visto, 
mise  a  soqquadro  la  regione  interposta  fra  Cosenza  e  Girifalco  e  Borgia, 
località  da  cui  irraggiarono  altre  violente  manifestazioni  corocentrichc. 

Con  il  citato  parossismo  identifico  il  rovinoso  del  20  luglio  1609 
[476],  quello  molto  forte  del  1728  [649],  forse  anche  lo  scuotimento 
quasi  rovinoso  del  12  agosto  1821  [894]  e  varie  altre  scosse  riuscite 
innocue,  fra  cui  le  seguenti  forti  :  1826  vin  31,  1868  vn  10  ecc.,  ecc. 

Per  il  parossismo  del  1659  Nicastro  soffti  qualche  danno  e  forse 
anche  per  quello  del  1791  :  nel  1783   ebbe  poche  case  rovinate  e  le 


* 


OALABRIE 


817 


altre  lesionate:  il  terremoto  Calabro  del  1894  non  vi  apportò  il  menomo 
clarino.  Tatti  i  maggiori  parossismi  del  Vallo  Cosentino,  quantunque 
toc-temente  avvertiti  (eccezion  fatta  per  quello  di  Bisignano  del  1887 
olle  fa  lieve),  non  causarono  ai  suoi  ediUci  la  più  piccola  lesione. 

Borgia  -  Oirifalco.  —  Dai  pressi  di  Girifalco,    Borgia   e   San  Floro, 
e^bbe  origine  il  grande  terremoto  del  28  marzo  1783  [789]  che  si  iden- 


FiG.  13:j 

tifica  con  gli  scuotimenti  rovinosi  che  nel  marzo  -  aprile  1626  [500]  tor- 
mentarono Girifalco,  causandovi  gravi  rovine. 

Da  questo  stesso  distretto  irraggiò  la  scossa  avvenuta  a  3**  ant.  circa 
del  26  ottobre  1893,  stata  forte  specie  a  Borgia. 

Per  i  terremoti  del  1783  Girifalco  in  parte  fu  distrutto  ed  in  parte 
i  suoi  edifici  furono  resi  inabitabili  ;  Borgia  all'  incontro  venne  com- 
pletamente abbattuta  :  nel  1638  tali  località  sono  comprese  nella  zona 
disastrosa,  e  nel  parossismo  del  1659  in  quella  quasi  rovinosa  :  solo 
in  Borgia  lo  scuotimento  del  1894  causò  qualche  leggiera  fenditura. 

Baratta  /  Terremoti  eoe.  ^ 


818  CAPITOLO  XX 


Catanzaro.  —  Fra  le  regioni  sismiche  di  Girifalco  e  di  Nicasiro. 
sorge  la  città  di  Catanzaro.  Questa  città  fa  molto  danneggiata  dal  ter- 
remoto del  1626,  che  ebbe,  come  testé  ò  detto,  suo  epicentro  nei  pressi 
di  Girifalco  :  nel  1638  risenti  gravi  rovine  (epicentro  Nicastro),  nel  1*>59 
pochissimi  danni  (epicentro  Arena  -  Castelmonardo)  e  vari  nel  1743. 

Nel  1783,  in  occasione  dei  grandi  terremoti  calabri,  ebbe  pochissimi 
guasti  per  le  prime  due  grandi  scosse  (epicentro:  Piana  e  Scilla;, 
maggiori  per  quella  del  V  marzo  (epicentro  :  Follia),  maggiori  ancora 
per  le  altre  due  successe  al  28  marzo  (epicentro  :  Girifalco  -  Borgia 
ed  al  29  luglio  (epicentro,  come  dirò  fra  poco,  si  trova  nel  versante 
jonico).  Rovinoso  vi  giunse  il  terremoto  cotronese  del  1832  e  fortissimi 
o  molto  forti  quelli  di  Cosenza  del  1870  e  del  1884. 

Ora  vari  danni  ebbero  anche  i  suoi  edifici  per  alcune  scosse  sentite 
neli'estate-autunno  1821  [894]  ;  anzi  pare  che  questi  scuotimenti  accen- 
nino un  centro  ben  distinto  da  quello  di  Nicastro.  A  tale  conclusione 
ci  apporterebbe  pure  ìt>  studio  di  alcune  scosse  avvenute  durante  ii 
periodo  sismico  del  1869  (ps.  vii  30)  e  specialmente  in  quello  grandioso 
che  sconvolse  la  Calabria  ed  il  Messinese  nel  1783  (ps.  1783  m  9  e  rv  5  e 
7)  le  cui  date  non  trovano  riscontro  con  quelle  segnalate  in  Monteleone 
dal  dottor  Pignatari  ed  anche  di  altre  che  sembrano  irraggiate  dai 
pressi  di  Tiriolo. 

Riguardo  ai  terremoti  esocentrici  furono  quivi  in  modo  affatto  in- 
nocuo sentiti  più  0  meno  sensibilmente  i  seguenti  :  1743  Malta-  Oriente  : 
1832  Cotronese  ;  1854  Cosenza  (forte)  ;  1856  Candia  (forte)  ;  1857  Basi- 
licata e  Salernitano  (mediocre)  ;  1877  Cosenza  (forte)  ;  18S1  Polistena 
(leggiero);  1886  Messenia  (mediocre)  ;  1887  Bisig^ano  (lieve)  :  1894  Piana 
calabra  (forte). 

Litorale  del  Golfo  di  Sant'  Eufemia,  —  Il  terremoto  rovinoso  del- 
l'ottobre 1687  [570]  colpi  in  special  modo  Tropea,  presso  cui  ebbero 
anche  loro  centro  alcune  scosse  del  periodo  sismico  iniziatosi  nel  1788 
(ps.  1783  V  15).  Questo  centro  con  ogni  probabilità  è  a  mare. 

Dai  pressi  di  Monteleone  irraggiò  il  violentissimo  terremoto  del  28 
novembre  1869  [1071],  la  scossa  fortissima  del  4  maggio  1884  [1156J, 
molti  scuotimenti  del  periodo  sismico  del  1783  ed  anni  seguenti  (vedi 
a  questo  proposito  a  pag.  290-91),  le  più  intense  manifestazioni  del  pe- 
riodo sismico  del  1886  [1170],  il  cui  massimo  del  6  febbraio  colpi  pure 
la  borgata  Limpidi,  la  scossa  del  2  luglio  1892  [1216]  ecc.  ecc. 

Dai  pressi  di  Monteleone  ebbe  orìgine  il  terremoto  del  12  ottobre 
1791  [822]  che  agitò  quasi  V  intera  Calabria  facendo  rovinare  molte 
località  ;  parrebbe  che  a  causare  tante  rovine  abbia  cooperato  il  ri- 
sveglio di  vari  centri,  primi  fra  tutti  quelli  di  Soriano,  quindi  quelli 
di  Pizzo,  di  Briatico  e  di  Tropea. 


CALABRIE  819 

La  scossa  successa  a  3^  ant.  del  V  genuaio  1865  e  le  repliche  suc- 
cessive sembrano  state  più  intense  a  Briatico  :  altre  invece  —  ps.  varie 
elei  1886  [1170]  —  colpirono  più  fortemente  Pizzo.  Infine  parecchi 
terremoti  urtarono  con  violenza  varie  di  queste  località  :  ricorderò  ps. 
lo  scuotimento  delle  4*»  ant.  del  2  luglio  1892  che  fa  forte  a  Pizzo  ed 
a  Monteleone  :  quello  del  6  settembre  1735  [667]  che  inferse  qualche 
danno  a  queste  due  città  ed  a  Briatico. 

Infine  noto  che  una  forte  scossa  successa  nel  pomeriggio  del  5  ot- 
tobre 1889  [1192]  colpi  Tropea  e  spiegò  qui3i  la  stessa  intensità  a 
Stromboli  ed  a  Rosamo  :  anche  il  terremoto  del  22  settembre  1891  (4*» 
^/i  ant.)  fu  sentito  con  quasi  eguale  forza  a  Stromboli  e  sulla  costa  cala- 
l:>ra  :  ma  su  ciò  ritornerò  a  parlare. 

I  grandi  terremoti  calabri  del  1783  apportarono  nel  loro  complesso 
sì  a  Monteleone  che  a  Pizzo  ed  a  Briatico  danni  rilevantissimi  ;  minori 
iic  risenti  Tropea  :  gravi  fnrono  quelli  inferti  dai  parossismi  del  1638 
e  del  1659.  In  tali  località  furono  inoltre  più  o  meno  sensibilmente 
avvertiti  con  frequenza  gli  scuotimenti  irraggiati  dai  centri  della  Ca- 
labria Ultra  I,  ed  in  minor  numero  quelli  della  Citra  e  del  Messinese. 
A  Tropea  ed  a  Monteleone  riusci  fortissimo  il  terremoto  Calabro  del 
1894,  ed  a  Pizzo  solo  molto  forte. 

Follia 'Sariano.  —  Il  terremoto  del  7  febbraio  (20»»  20»)  1783  [789 
pag.  276)1  ebbe  suo  centro  nei  pressi  di  Soriano,  Taltro  accaduto  al  V 
marzo  invece  colpi  in  modo  funesto  essenzialmente  Pollia  e  dintorni. 
Ora  Sorlano  in  occasione  del  parossismo  del  1659  [542]  fu  si  terribile 
mento  conquassato  che  pochi  de'  suoi  abitanti  poterono  sfuggire  al- 
l'immane catastrofe  ;  anche  Pollia  in  tale  occasione  venne  quasi  adeguata 
al  suolo.  L'area  epicentrale  à  forma  elittica,  con  1'  asse  maggiore  in 
senso  NNE-SSW,  che  include  Arena,  Castel  Monardo,  Pollia,  Monterosso, 
Capistrano,  Filogaso,  Pizzoni,  Soriano,  Gerocarne  ecc.  ecc.  vale  a  dire 
comprende  le  due  aree  epicentrali  urtate  separatamente  negli  scuoti- 
menti del  7  febbraio  e  del  1^  marzo  1783. 

II  terremoto  del  7  dicembre  (*)  1743  [Cì>^S]  con  probabilità  irraggiò 
pure  dai  pressi  di  Soriano  :  le  notizie  che  si  ^nno  intorno  a  questo 
massimo  sismico  sono  poco  numerose,  tuttavia  l' identificazione  pare 
non  si  possa  mettere  in  dubbio  ;  aggiungerò  inoltre  che  la  zona  pici- 
stosismica  di  questo  terremoto  corrisponde  quasi  a  quella  rovinosa  del 
7  febbraio  1783  ;  20»»  20'»  [789  (pag.  276)]. 


(1)  AjTsrlunta  al  N.  688  (paff.  224).  il  Dr.  F.  Pljfnatari  ù  potuto  (Pel  terremoto  dei  1743 
ecc.)  far  conoBcere  Torà  In  cui  avvenne  tale  terremoto,  che  secondo  un  ms.  del  tempo 
sarebbe  accaduto  a  di  7,45  notte. 


820  CAPITOLO  XX 


Piana  Calabra,  —  Questa  regione  sismica  è  nettamente  definita  dalla 
linea  che  delimita  la  zona  della  prima  grande  scossa  dei  terremoti  Ca- 
labro-messinesi del  1783  (cfr.  pag.  269),  con  la  quale  si  identificano  le 
seguenti  manifestazioni  sismiche:  il  terremoto  del  1702  [599],  qualche 
scossa  del  1806  [853],  il  terremoto  del  )2  marzo  1828  [915],  il  periodo 
sismico  del  1851-52  [1006],  le  scosse  del  13  settembre  1876  [1110]  e 
del  28  aprile  1881  [1139],  il  grande  scuotimento  del  1894  [1243]  ecc. 

Il  centro  con  probabilità  trovasi  a  mare,  non  molto  lungi  dalla  cost^ 
fra  Bagnara  e  Palmi,  ma  spesse  volte,  per  la  natura  del  terreno,  le 
varie  manifestazioni  sembrarono  più  intense  in  altre  località  comprese 
nell'area  mesosismica  della  prima  scossa  del  1783,  e  specialmente  a 
Polistena,  ad  Oppido,  a  Tresilico  ecc.  ecc. 

Riguardo  ai  ten*emoti  esocentricl  la  Piana  partecipò  a  quelli  stessi 
che  sogliono  scuotere  Reggio  :  in  generale  però  ivi  furono  sentiti  molto 
più  fortemente  quelli  originati  dai  focolari  della  Calabria  Ultra  II  e 
più  affievoliti  vi  giunsero  gli  altri  irraggiati  dal  messinese. 

Degno  di  speciale  menzione  è  il  terremoto  di  Messenia  del  1886  che 
eccezionalmente  risultò  molto  forte  ad  Oppido. 

Scilla.  —  Questo  centro  è  a  mare  :  alla  sua  attività  oltre  a  mani- 
festazioni minori  dobbiamo  la  seconda  grande  scossa  del  1783  (cfr. 
pag.  275  e  280)  susseguita  dal  celebre  maremoto  di  cui  ò  parlato  a 
lungo  nelle  testò  citate  pagine. 

Con  tale  fenomeno  sismico  si  identifica  pure  la  scossa  stata  molto 
forte  a  Gallico,  Calala,  Scilla  e  Reggio  del  3  agosto  1724  [638]  e  cosi 
pure  varie  repliche  dei  periodi  sismici  del  1783  ed  anni  seguenti  (ps. 
1784  VI  7  alcune  violenti)  e  del  1894. 

Reggio.  —  I  terremoti  del  18  [4],  del  362  [37],  del  1509  [373],  del 
1549  [416],  del  1599  [463]  e  del  1780  [777],  ed  altri  parecchi  anno  colpito, 
stando  alle  notizie  da  me  ritrovate,  con  eguale  intensità  tanto  Reggio 
quanto  Messina.  Ò  già  a  suo  luogo  parlato  dei  danni  int<erti  a  tali 
città  dai  vari  bene  identificati  massimi  sismici  del  periodo  di  scuoti- 
menti iniziato  con  il  febbraio  1783  :  è  necessario  tener  presente  che 
sì  la  prima  che  la  seconda  delle  principali  scosse  causò  rovine  consi- 
derevoli a  Reggio  ed  a  Messina,  le  due  più  antiche  e  popolose  città  che 
si  trovano  nella  zona  violentemente  commossa.  Ora,  come  ognuno  può 
facilmente  immaginarsi,  per  i  terremoti  avvenuti  in  epoche  antiche,  ci 
sono  state  conservate  dai  cronisti  e  dagli  storici,  solo  le  notizie  riguar- 
danti i  danni  causati  ai  più  cospicui  centri  abitati,  quindi  riesce  im- 
possibile il  poter  stabilire,  alla  stregua  dei  fatti  conosciuti,  se  le  scosse 
rovinose  o  disastrose  in  principio  di  questo  paragrafo  ricordate,  siano 
manifestazioni  del  centro  di  Scilla  o  di  quello  della  Piana. 


OALABRIE  821 


Faccio  inoltre  osservare  che  varie  notizie  ci  inducono  ad  ammettere 
Inesistenza  di  un  focolare  speciale  messinese  (di  cui  parlarò  in  apposito 
capitolo)  e  di  un  altro  reggino,  intomo  al  quale  è  necessario  ora  bre- 
vemente accennare. 

Vari  sono  i  terremoti  che  furono  più  intensi  a  Reggio  che  non  a 
Messina  :  citerò  i  principali  :  1230  [148],  1310  [211],  1561  [430],  1747 
[696],  1770  [750],  1783  VI  11, 1785  n  6  e  m  17  [789],  1836  [949],  1839  [962], 
1841  [965J,  1876  [1110],  1892  iv  7,  4»^  50™  ant.  ed  anche  la  replica  del 
parossismo  del  1894  avvenuta  alle  23**  7"  del  16  novembre,  la  quale  fu 
Torte  a  Reggio  e  solo  sensibile  a  Messina  e  nella  Piana. 

Riguardo  alla  posizione  anche  approssimata  di  questo  centro  poco  o 
nulla  sappiamo  :  ricorderò  che  la  scossa  delle  5*»  7*  pom.  circa  del  7 
aprile  1892  [1216]  fu  forte  specie  nel  triangolo  Reggio- Valanidi-Sinopoli, 
e  che  il  piccolo  terremoto  Calabro  delle  8**  40°  circa  del  19  maggio 
1897  colpi  in  modo  speciale  Bagaladi  :  il  primo  fu  un  po'  meno  intenso 
a  Messina^  il  secondo  invece  vi  passò  completamente  inosservato  e 
riasci  solo  leggiero  a  Reggio. 

I  terremoti  della  Piana  urtarono  sempre  violentemente  la  città 
di  Reggio,  che  riportò  —  proporzionalmente  all'intensità  avuta,  dallo 
scuotimento  airepicentro  — danni  più  o  meno  gravi.  Con  minor  energia 
anno  invece  agito  su  Reggio  le  manifestazioni  sismiche  irraggiate  dai 
focolari  messinesi,  qualcuno  dei  quali  però  vi  causò  lievi  guasti. 

Degli  altri  esocentrici  prevalgono  quelli  originati  dai  focolari  della 
Calabria  Ultra  II  (1638  forte  ;  1659  forte  ;  1743  fortissimo  ;  1869  leg- 
giero) e  della  Citra  (1824  ;  1854  leggiero  ;  1870  leggiero  ;  1887  mediocre). 
Più  difficilmente  si  risentono  i  terremoti  eolici  (1S92  e  1894  lievi)  e  si- 
racusani (1693  e  1897  forti)  ;  difficilmente  si  propagano  lino  a  Reggio 
lo  scosse  di  origine  etnea  (1818  ;  1884  mediocre)  e  dei  centri  conti- 
nentali (ps.  1456  Matese,  1857  Lucania).  In  tale  città  infine  furono  sentiti 
alcuni  terremoti  d'origine  orientale  che  anno  commosso  parte  dell'  Italia 
meridionale  e  della  Sicilia  (ps.  1743  fortissimo;  1810;  1870  leggiero; 
1886  mediocre  ;  1898  mediocre). 

Versante  Ionico.  —  Ò  altrove  notato  (cfr.  pag.  271)  come  in  occa- 
sione dei  gi'andi  terremoti  calabri  del  1783,  il  versante  jonico  sia  stato 
poco  sconquassato  dalle  terribili  concussioni  in  allora  accadute  :  a  suo 
tempo  ò  poi  anche  accennato  come  alcune  manifestazioni  di  indole  si- 
smica (maremoti,  scosse)  si  possono  ritenere  fenomeni  endogeni  coro- 
centrici  a  tale  versante.  Ora  cercheremo  di  fissare  la  posizione  dei 
principali  focolari,  ommet tendo  quello  cotronese,  avendone  a  suo  tempo 
parlato  (cfr.  pag.  816).  Ecco  i  principali  : 

a)  Montauro  —  Presso  questa  località,  nel  golfo  di  Squiilace,  tre- 


822  OAPTTOLO  tX 


viamo  un  centro  s<)condario  messo  in  evidenza  dai  fenomeni  success 
nel  dì  7  marzo  1783  [789  (pag.  290)1.  Montauro  trovasi  esteriormenie 
alla  isosisma  delimitante  la  zona  dei  più  gravi  danni  del  paro8Sisiiir> 
del  1659,  per  il  quale  però  ebbe  varie  case  rovinate  :  nel  1783  Tabi- 
tato  in  parte  venne  distrutto  ed  in  parte  reso  inabitabile. 

b)  Davoli  —  Da  questo  focolare,  pure  secondario,  irraggiò  fìra  raitr«:> 
una  scossa  alquanto  forte  successa  sulT  imbrunire  del  12  luglio  1836. 
Per  il  terremoto  del  1659  tale  paese  soffrì  maggiori  danni  che  non 
Montauro  :  per  quelli  del  1783  invece  quasi  egualmente. 

e)  Badolato  —  Terremoto  tipico  è  quello  del  19  giugno  1640  [51oj. 
che^  con  le  repliche  che  tennero  dietro  al  massimo  sismico,  distrusse 
tale  paese,  il  quale  sofifii  rovine  e  pianse  varie  vittime  per  il  paros- 
sismo Calabro  -  messinese  del  1783. 

d)  Stilo  —  Manifestazione  tipica  è  la  scossa  molto  forte  del  12  di- 
cembre 1679  [592j.  Per  il  terremoto  del  1659  ebbe  poche  case  distrutte  : 
per  quelli  del  1783  gli  edifici  furono  tutti  lesionati  e  resi  inabitabili. 

Il  terremoto  del  16  luglio  1712  [618]  fti  di  pretta  origine  ionica* 
avendo  violentemente  colpita  la  zona  litorale  fra  Stilo  e  Bruzzano,  lo- 
calità che  nel  1783  fa  in  parte  distrutta. 

e)  Roccella  Jonica  —  Nel  mare  prospiciente  questa  località  ebbe 
origine  il  maremoto  della  notte  del  7  gennaio  1784  (cfr.  pag.  291)  : 
Roccella  e  Caulonia  soffrirono  per  il  terremoto  del  1715  [622]  stato  pure 
molto  forte  a  Reggio. 

f)  Gerace  —  Di  tutti  i  considerati  è  il  focolare  più  importante  da 
cui  sono  irraggiate  varie  manifestazioni,  cioè  :  il  terremoto  rovinoso  del 
12  settembre  1720  [635],  varie  scosse  dei  periodi  sismici  del  1783  (ps. 
1783  VII  29  e  1784  x  14),  1806  (ps.  x  6),  del  1886  (ps.  iv  5)  e  del  1889 
(ps.  X  14),  e  varie  altre  quivi  state  più  intense  che  altrove,  oppure  af- 
fatto locali  (ps.  1854  vm  9,  1855  ix  14  ecc.) 

A  Gerace  ed  a  Gancio  la  scossa  del  14  ottobre'  1784  fu  stimata  assai 
più  intensa  di  quella  del  28  marzo  1783;  Gerace  nel  1783  in  parte  fu^ 
distrutto  ed  in  parte  reso  inabitabile. 

Presso  questa  città  trovasi  Sidemo,  Tunica  località  del  versante  jonico 
che  risenti  gravissimi  danni  in  occasione  del  parossismo  del  12  ottobre 
1791  [822]:  per  quelli  del  1783  soffrì  nello  stesso  grado  di  Gerace. 

g)  Africo  —  Fra  Africo  e  Bova  ebbe  suo  centro   il   terremoto  del 
29  maggio  1889  [1192]. 

Faccio  notare  che  ad  Africo  fu  molto  forte  il  terremoto  jonico  del 
28  maggio  1897  e  che  a  Bova  fu  fortissimo  quello  di  Messenia  del 
1886  :  nel  1783  mentre  la  prima  di  tali  località  venne  interamente  di- 
strutta, Taltra  soffri  in  minor  grado,  giacché  i  suoi  edifici  solo  in 
parte  furono  rovinati. 


ISOLE  EQUE  823 


Il  verBante  jonico  testé  considerato  in  occasione  del  terremoto  Calabro 
del  1894  fa  urtato  con  forza  ;  non  andarono  esenti  da  danni,  qoan- 
txinqae  lievissimi,  Gerace,  Sidemo,  Ardore,  ecc. 


XXI  -  Isole  Eolie 

FiG.  133. 

Le  isole  componenti  T  arcipelago  eolico  parteciparono  in  modo  vio- 
lento ai  periodi  sismici  Calabro  -  messinesi  del  1780  e  del  1783;  senza 
alcun  danno  vi  giunsero  pure  altri  terremoti  della  costa  sicula  (ps. 
1693,  1717,  1823)  e  calabra,  e  qualcuno  di  provenienza  orientale  (ps. 
1886  Messenia). 

Alicuri,  —  Nel  mare  fra  quest'  isola  e*  la  vicina  Filicuri  ebb«  suo 
centro  il  terremoto  del  16  marzo  1892  [1216],  il  più  violento  fenomeno 
sismico  deir  Eolle  registrato  nella  cronistoria  sismica.  Uguale  origine 
ebbero  pure  le  repliche  che  tennero  dietro  al  massimo  sismico. 

Rispetto  ai  terremoti  esocentricl  è  da  notarsi  che  il  parossismo  Ca- 
labro del  1894  fu  in  quest'  isola  sentito  solo  lievemente. 

IHlicuri.  —  Vari  danni  risentì  quest'  isola  per  il  terremoto  di  Fili- 
curi  del  1892  :  forte  vi  giunse  quello  di  Salina  del  1894  e  mediocre 
quello  di  Monte  Albano  Elicona  del  1893.  Oltre  a  questi  fenomeni  eso- 
centricl, in  quest'  isola  ebbero  origine  vari  scuotimenti  che  si  possono 
ritenere  corocentrici,  il  maggiore  dei  quali  si  è  il  terremoto  del  27  di- 
cembre 1894  [1247],  che  si  identifica  certamente  con  altre  scosse  minori, 
per  esempio  la  1895  i  9. 

Aggiungo  inoltre  che  il  signor  Arcidiacono  (Sul  periodo  eruttivo  del- 
l'Etna  dal  19  luglio  al  5  agosto  1899,  in  €  Atti  Acc.  Gioenia  di  Se. 
Nat.  »  Serie  IV,  Voi.  XIII,  N.  17,  Catania  1900,  pag.  9)  dà  notizia  di 
un  nuovo  massimo  sismico  accaduto  a  Filicuri  nella  notte  del  30  giugno 
1899.  A  22*»  15"  fu  ivi  sentita  una  forte  scossa  ond.  N.-S.  seguita  da 
altre  cinque  nel!'  intervallo  di  1*»  ^4^  meno  intense,  ma  assai  sensibili. 
Gli  abitanti  spaventati  si  riversarono  all'aperto;  molti  fabbricati  ri- 
portarono lesioni. 

Salina.  —  Le  più  intense  manifestazioni  di  questo  centro  sono  co- 
stituite dal  periodo  sismico  29  luglio -3  agosto  1894  [1240].  Scosse  vio- 
lenti accaddero  al  16  novembre  1885  [1166]  ed  al  27  giugno  1891  [1201] 
e  altre  alquanto  forti  al  29  luglio  1894  e  all'  11  gennaio  1897. 


824  OAPITOLO  XXI 


Quivi  Al  fortissimo  il  parossismo  di  Alicnrl  del  1892  e  forti  qnellì  di 
Naso  -  Palermo  del  1823,  di  Lipari  del  1892,  di  FiUcnri  del  1894,  d. 
Calabria  del  1894  ecc. 

Lipari.  —  Quest'  isola,  la  maggiore  del  gruppo  delle  Ek)lie,  spesso  è 
scossa  da  terremoti  in  generale  lievi,  i  maggiori  dei  quali  quasi  sempre 
in  coincidenza  con  i  periodi  eruttivi  di  Vulcano  :  ps.  1731  [657].  Per'» 
non  mancano  scosse  di  natura  locale,  la  più  intensa  delle  quali  è  quelU 
sentita  nel  di  20  marzo  lb41  [968]  :  in  generale  però  sono  lievi  e  n<:>n 
si  propagano  air  infuori  deir  isola. 

Dei  parossismi  esocentrici  ricorderò  che  i  Calabro -messinesi  del  178-^  e 
1894  furono  assai  intensi  e  che  abbastanza  forti  vi  giunsero  i  seguenti  : 
1823  Naso  -  Palermo  ;  1893  Monte  Albano  -  Elicona  ;  1894  Salina.... 

Vulcano.  —  In  generale  le  eruzioni  di  questo  vulcano  avvengODo 
senza  scuotimenti  importanti  di  suolo. 

Stromboli.  —  I  maggiori  parossismi  di  Stromboli  sono  accompagnati 
da  scosse  abbastanza  violenti  ma  che  difficilmente  si  propagano  aJ- 
r  infìiori  deir  isola.  Ricorderò  i  terremoti  fortissimi  del  25  febbraio 
e  del  22  maggio  1888  [1185],  del  26  gennaio  1891  [1201]  e  del  29  gen- 
naio 1893  [1227].  Fra  i  minori  non  sono  da  ommettere  i  seguenti: 
1882  XI  14-29  ;  1885  vi  25  ;  1892  vm  7  ;  1893  i  29  e  vm  11  ;  1894  v 
26-27  ;  1896  vn  13  e  xn  13  ;  1897  vn  17  ecc. 

Tutti  questi  terremoti  irraggiano  dal  focolare  vulcanico  e  sono  origi- 
nati da  quelle  cause  stesse  che  determinano  quei  parossismi  eruttivi,  che 
di  tempo  in  tempo  sogliono  interrompere  la  ritmica  e  caratteristica 
attività  del  vulcano. 

Però  alcuni  terremoti  urtarono  con  violenza  tanto  V  isola  di  Stromboli 
quanto  la  prospiciente  costa  calabrese  :  ad  esempio  lo  scuotimento  ac- 
caduto circa  a  4^  V4  ^i^^*  ^^^  ^^  settembre  1891,  sentito  con  quasi 
eguale  intensità  si  lungo  la  costa  da  Maratea  a  Messina  che  allo  Strom- 
boli (quivi  però  fu  un  po'  più  lieve),  accenna  ad  un  centro  con  pro- 
babilità posto  a  mare,  fra  V  isola  di  Stromboli  e  la  costa  tirrenica,  — 
sulla  quale  abbiamo  anche  i  centri  di  Pizzo,  di  Briatico  e  di  Tropea  (cfr. 
pag.  818-19)  —  ma  più  al  lido  Calabro  vicino.  A  questo  uopo  ricorderò 
pure  la  scossa  del  5  ottobre  1889  già  menzionata  (cftr.  pag.  819)  sen- 
tita con  quasi  eguale  intensità  sia  a  Stromboli  che  a  Tropea  ed  a  Ro- 
sarno  e  lievemente  a  Scilla,  al  Faro  ed  a  Gerace. 

Infine  un  altro  scuotimento  successo  circa  a  9*^  Vt  pom.  del  4  lu- 
glio 1892  [1216]  accenna  ad  un  epicentro  fra  V  isola  di  Stromboli  e 
la  costa  fra  Milazzo  e  Messina.  Infatti  tale  commozione  stata  forte  nella 


-»  »    I    -- 


SICILIA  825 


3  rima  località,  lo  fa  un  po'  meno  nella  seconda  e  riuscì  sensibile  a 
Messina,  Nicotera,  Tropea,  e  lieve  a  Gioia  ed  in  altri  luoghi  fra  cui 
Roggio  Calabria. 


XXII  -  Sicilia 


La  Sicilia  presenta  varie  regioni  sismiche  assai  importanti  :  prime 
fra  tutte  il  messinese,  V  Etna,  il  siracusano  ed  in  secondo  grado  Palermo 
oon  Ustica,  le  Madonie,  il  trapanese  e  Sciacca  :  specie  nelle  prime  si 
riscontrano  numerosi  centri,  alcuni  de'  quali  bene  determinati. 

Data  tale  complessa  sismicità,  riesce  impossibile  il  poter  stabilire  da 
quale  regione  sismica  siano  stati  originati  parecchi  violenti  terremoti, 
intorno  ai  quali  non  abbiamo  che  vasche  notizie  generali  quali  sarebbero, 
quelli  successi  negli  anni  seguenti  :  177  [18],  326  [33],  357  [36],  659  [53]. 
797  [60],  963  [78],  1069  [96],  1163  [119],  1191  [129],  1198  [134],  1205 
[136],  1281  [179],  1309  [210],  1360  [243],  1395  [267],  1442  [302],  1450 
[310],  1522  L382],  1539  [404] 

Esaminiamo  separatamente  la  sismicità  di  questi  distretti  di  attività 
endogena. 

A)  MESSINESE  (Pig.  134). 

Messina.  — -  Ò  altrove  accennato  (cfìr.  pag.  820-21)  come  Messina  abbia 
partecipato  insieme  a  Reggio  di  Calabria  a  molti  terremoti  riusciti  più 
o  meno  funesti  per  ambedue  le  città  :  così  pure  6  parlato  dei  danni 
causati  a  Messina  dai  terremoti  del  1783  e  della  probabile  esistenza  di 
un  centro  sismico  zancleano  da  cui  sarebbero  irraggiati  i  seguenti  ter- 
remoti stati  più  0  meno  dannosi  ai  suoi  edifici:  1390  [265],  1448  [306], 
1493-94  [353],  1499-1500  [360-361],  1513  [377],  1538  [402],  1635  vili  12 
[509],  1720  IX  9  [635],  1817  [879],  1851  iv  ii  [1001].  E  ciò  oltre  a  molte 
scosse  violenti  del  periodo  sismico  iniziato  nel  1783,  che  troppo  lungo 
sarebbe  voler  enumerare,  ed  a  varie  altre  riuscite  violenti,  ma  innocue 
(ps.  1509  ii-iv  ;  1720  i  15  ;  1875  v  24  ;  1889  varie). 

Anche  la  notizia  del  violento  maremoto  accaduto  in  occasione  del 
parossismo  del  1649  [578],  che  colpi  più  intensamente  Messina  che  non 
ìlGggif^n  mi  pare  sufficiente  indizio  per  far  ritenere  con  certa  probabilità 
tale  fenomeno  di  origine  messinese. 

Ora  per  poter,  sia  pure  con  approssimazione,  fissare  la  posizione  del 
centro  o  dei  centri  di  scuotimento,  le  cui  manifestazioni  anno  urtato 
ed  urtano  in  modo  speciale  la  città,  è  necessario   prendere   in   esame 


826 


CAPITOLO  xxn 


i  maggiori  terremoti   corocentrici   al   territorio   zancleano,    e   precisa 
mente  quelli  delle  qaali,  per  le  notizie  a  noi  giunte,    riesce   possibile 
fissare  la  zona  di  più  intensa  commozione.  Consideriamo  i  segnenti  : 


Anno 

Località  più  colpita 

intensità  avuta  a  li^sia 

1613 

Naso  (disastroso) 

qualche  danno 

un 

Castroreale  (rovinoso) 

non  si  parla  di  danni 

1729 

Patti,  Milazzo  Castroreale  (forte) 

forte 

1732 

Milazzo,  Castroreale  (molto  forte) 

molto  forte 

1736 

Cimìnna,  Naso 

? 

1739 

Naso  (disastroso) 

? 

1740 

Taormina  (forte) 

forse  non  avvertito 

1783 

Milazzo  (molto  forte) 

forte 

1786 

Naso  (disastroso) 

quasi  rovinoso 

1823 

Naso -Palermo  (disastroso) 

molto  forte 

1831 

Milazzo  (fortissimo) 

? 

1880 

Mistretta  (fortissimo) 

• 

forte 

1888 

Spadafora  (molto  forte) 

id. 

1893 

Monte  Albano  Elicona  (fortissimo) 

mediocre                      ' 

1898  vili  6 

Larderia,  Tremestieri,  Zaffarla  (fort.*") 

forte? 

»     vili  11 

Rometta  (fortissimo) 

molto  forte                  ' 

1 

Adunque  fra  i  terremoti  considerati  quelli  irraggiati  dai  pressi  di 
Naso  e  di  Rometta  furono  quelli  che,  proporzionalmente  airintensità  avuta 
all'epicentro,  furono  con  maggior  violenza  sentiti  a  Messina.  Degli  scuo- 
timenti di  cui  abbiamo  solo  notizia  per  questa  città,  specialmente  ì  più 
recenti,  se  fossero  provenuti  dal  focolare  di  Naso,  a  me  pare  che  qualche 
notizia  sarebbe  a  noi  giunta:  i  centri  di  Larderia  e  di  Rometta  sono 
inoltre  i  più  vicini  alla  città  e  tali  paesi,  rispetto  all'importanza  econo- 
mica, politica  e  scientifica  di  Messina,  sono  quasi  trascurabili  :  quindi 
a  me  sembra  di  non  andare  oltre  ad  una  logica  interpretazione  dei 
fatti  con  il  supporre  che  gli  scuotimenti  dei  quali  abbiamo  solo  notizia 
per  Messina,  o  che  quivi  risultano  stati  più  intensi,  siano  identificabili 
in  massima  con  quelli  successi  nel  1898. 

Oltre  ai  fenomeni  provenienti  dai  focolari  messinesi,  a  quelli  che  ab- 
biamo considerati  come  messinesi-reggini  ed  a  quelli  della  Plana  Calabra, 
recò  danni  gravissimi  il  parossismo  di  Nicastro  del  1638  ed  il  disastroso 


SICILIA  '  827 


erremoto  siracnrano-catanese  del  1693.  Furono  inoltre  più  o  meno 
(onsibilmente  intesi  i  seguenti  :  1456  Molise  (forte)  ;  1537  Etna  ;  1566 
vtitndsLZzo  (forte)  ;  1638  Nicastro  ;  1659  Soriano  (forte)  ;  Avellino,  Basi- 
icata  1694  (lieve);  Val  di  Noto  1726;  Malta-Oriente  1743  (fortissimo); 
M£ilta  1810  (forte);  Acireale-Nicolosi  1818  ;  Cotronese  1832  ;  Malta  1846; 
^Vngu8ta  (Siracusa)  1848  (forte)  ;  Tresilico  (Reggio  C.)  1852  (forte)  ; 
Monteleone  1869  (lievp)  ;  Oriente  1870  (forte)  ;  Cosenza  1870  (lieve)  ; 
Polistena  (Calabria)  1881  (sensibile)  ;  Linguaglossa  (Etna)  1884  (me- 
diocre) ;  Messenia  1886  (mediocre)  e  1889  ;  Eolie  1892  ;  Filicuri  (Eolie) 
1894  (lieve);  Siracusano  1897  (forte)  ;  Bacino  delJonio  1897  (mediocre)  ; 
Tripolizza  (Grecia)  1898  (mediocre)  ;  Mineo-Caltagirone  1898  xi  1»  e  S*» 
(isolatamente). 

Premesse  le  notizie  sulla  sismicità  di  Messina,  è  necessario  ora  rin- 
tracciare la  posizione  dei  principali  centri  di  scuotimento.  In  questa 
provincia  lo  studio  topografico  dei  terremoti  corocentrici  ci  porta  a 
conoscere  due  importanti  distretti  :  il  primo  comprendente  la  zona  lito- 
rale orientale  fra  il  Faro  e  Taormina,  il  secondo  quella  settentrionale 
fra  il  Faro  ed  il  Capo  Orlando. 

Faro-Taormina,  —  Questa  i*egione,  che  venne  violentemente  inte- 
ressata dai  terremoti  del  1780,  di  cui  vedremo  ora  il  probabile  luogo 
d'origine,  comprende  i  seguenti  focolari  di  scuotimento  : 

a)  Faro  —  Qualche  scossa  di  piccolissima  importanza  (ps.  1889  iv 
6)  sembra  essere  irraggiata  più  che  a  mezzodì  a  settentrione  circa  della 
città  e  precisamente  tra  il  Forte  Spuria  e  Ganzirri. 

b)  Dintorni  di  Messina  —  A  pochi  chilometri  a  mezzodì  della  città, 
e  precisamente  dai  pressi  di  Larderia,  Tremestieri  e  Zafifaria,  ebbe  ori- 
gine il  terremoto  fortissimo  del  6  agosto  1898  [1358],  con  il  quale  foi*se 
8i  identifica  la  maggior  parte  degli  scuotimenti  che  abbiamo  ricordati 
a  pag.  825. 

e)  Scaletta  —  Quivi  ebbero  origine  le  scosse  localizzate  del  13  luglio 
1823  (900:  pag.  351). 

d)  Ali  -  Fiumedenisi  —  I  terremoti  del  1780  [777 J  colpirono  in  special 
modo  le  due  citate  località  :  si  identificano  con  quelli  del  10-12  marzo 
1882  [1145J,  che  riuscirono  intensi  ad  Ali  Superiore  ed  appena  avvertiti 
alla  marina  ed  a  Fiumedenisi. 

e)  Taormina  —  Dai  pressi  di  questa  città  irraggiarono  le  violenti 
scosse  del  18-14  giugno  1740  [680]  e  quelle  del  novembre  1891  [1210] 
che  fra  loro  si  identificarono. 

Faro  -  Capo  Orlando,  —   In   questo   disti*etto,  che   à   una  sismicità 


828 


CAPITOLO  XXII 


molto  più  elevata  del  precedente,  troviamo  isegaenti  centri  prìncipali- 

a)  Rometta  —  Dai  pressi  di  RomettH  irraggiò  il  terremoto  fortidsJn. 
deir  11   agosto  1898  [13581  e  molte  le  repliche   susseguenti  ;  così   pir: 
dicasi  di  alcune  scosse  del  1893. 

h)  Milazzo  -  Castroreale  —  Dai  dintorni  di   Milazzo   irraggiarono   !v 
scosse  fortissime  del  26-28  aprile  1783  [789  :  pag.  290]  e  le  rovinose  *\  • 
gennaio  febbraio  1831  [926].  Le  due  forti  intese  nella  notte  del  6  mar? 
1823  [900  ;  pag.  351]  pare  siano  state  più  che  altrove  violenti  a  S.  Luci: . 

A  Gastroreale  furono  invece  assai  più  dannose  le  scosse  sentite  nr. 
1716-17  [626]  ed  intense  quelle  del  1846  vn  27,  1888  xn  26,  eoe, 

Milazzo,  Castroreale  e  Pozzo  di  Gotto  ebbero  qualche  danno  per  :]': 
terremoto  sentito  nel  di  28  marzo  1732  [662]  :   tali   località   insieme 
Patti  avevano  già  sofferto  per  altre  scosse  avvenute  sul  flnir  del  giujrr 
1729  [652]. 


I 


1 


Fio.  134 

I  terremoti  calabri  del  1783  causarono  danni  anche  a  questi  paesi  ; 
quelli  del  1894  furono  forti  a  Milazzo  ed  intensi  a  Patti  :  la  prima  di 
queste  località  fu  pure  danneggiata  dal  parossismo  di  Nicastro  del  1638. 
Patti  invece  lo  venne  lievemente  da  quello  di  Monte  Albano  Elicona 
del  1893  e  soffri  pure  alcun  poco  per  il  grande  terremoto  siracusano 
del  1693.  A  Castroreale  e  dintorni  furono  intese  nel  1894  varie  scosso 
provenienti  dal  focolare  di  Linguaglossa. 

e)  Monte  Albano  Elicona.  —  Terremoti  tipici  possono  essere  conside- 
rati quelli  del  1893  [1229],  quantunque  qualche  scossa  sembra  irraggiata 
da  centri  secondari  posti  nelle  vicinanze  di  Rometta,  di  Novara  di 
Sicilia  ed  anche  di  Moio. 

d)  Naso  —  Da  questo  centro,  il  più  attivo,  irraggiarono  i  violenti 
terremoti  dell'ottobre  1598  [462],  del  25  agosto  1613  [481],  del  16  agosto 


-f-    — 


SICILIA  829 


736  [669],  del  maggio  1739  [676],  del  marzo-luglio  1786  [803]   e  varie 
coBPe  della  primavera  del  1823  [900]. 

Htfe  scosse  del  1786  danneggiarono  assai  oltre  a  Naso^  S.  Piero  Patti, 
>llveri,  Tindarl,  Scala  ed  anche  Messina.  Nel  grande  terremoto  del 
.B23,  come  ò  detto,  le  prime  scosse  furono  fortissime  a  Naso  e  solo 
iciremente  avvertito  a  Palermo  :  il  massimo  sismico  riuscì  disastroso  a 
^^a80  e  danneggiò  gravemente  per  le  cause  già  accennate  (cfr.  pag.  351) 
:utto  il  litorale  fino  a  Palermo.  Con  tale  parossismo  si  identifica  quello 
lei  1736  [669]  stato  rovinoso  a  Naso  ed  a  Ciminna,  e  forte  a  Palermo. 
Per  il  grande  terremoto  siculo  del  1693  Naso  risenti  gravi  danni: 
Ivi  furono  intese  pure  scosse  corocentriche  (cfV.  pag.  172),  fra  cui 
quella  del  9  aprile  1694,  che  urtò  la  zona  Patti  -  Capo  Orlando. 

Mistretta.  —  La  maggior  manifestazione  di  questo  centro  è  il  vio- 
lento terremoto  del  1-14  dicembre  1880  [1134],  che  si  identifica  con  le 
scosse  forti  ivi  sentite  nel  3  e  4  ottobre  1867. 

B)  ETNA  (Pig.  134). 

Tutte  le  grandi  eruzioni  eccentriche  dell'  Etna,  per  le  forze  istesse 
che  determinarono  le  squarciature  radiali  e  reiezione  del  magma  la- 
vico, sono  sempre  precedute,  accompagnate  e  susseguite  da  un  corteo 
più  o  meno  lungo  ed  intenso  di  fenomeni  sismici.  Siccome  poi  tali 
squarciature  sogliono  avvenire  sui  vari  fianchi  del  cono  ed  a  varie 
altezze,  ne  viene  che  l' intera  regione  vulcanica  è  soggetta  a  terremoti  : 
però  in  certune,  specie  le  più  basse,  sogliono  i  movimenti  sismici  es- 
sere più  numerosi  e  violenti  :  tali  terremoti  però,  per  le  ragioni  state 
già  altrove  accennate  (cfr.  pag.  777),  sono  fenomeni  eminentemente 
localizzati,  caratteristica  vera  di  quelli  di  indole  vulcanica. 

Non  è  qui  il  luogo  di  parlare  del  meccanismo  di  questi  movimenti 
del  suolo  e  dei  loro  rapporti  topografico  -  cronologici  con  le  manifesta- 
zioni eruttive  :  in  questo  capitolo  cercheremo  solo  di  fissare  le  regioni 
più  colpite  dai  terremoti,  enumerando  solo  quelli  che  si  possono  con- 
siderare come  veramente  tipici.  Quindi  da  questa  rapida  rassegna  sono 
ommessi  parecchi  fenomeni,  primi  ft*a  tutti  i  seguenti  successi  negli 
anni  1285  [182],  1323  [221],  1329  [224].  1381  [256],  1408  [281],  1444 
[303],  1536  [395],  1566  [438],  1603  [470],  e  1651  [530],  intorno  ai  quali 
manchiamo  di  ogni  notizia  particolareggiata,  sapendosi  solo  che  urta- 
rono violentemente  la  regione  etnea. 

LingiLoglossn.  —  Terremoto  tipico  il  fortissimo  della  sera  del  10  gen- 
naio 1884  [1155].  Il  3  agosto  1879  [11281  una  scossa  molto  forte  colpi 
tale  localit'i  insieme  a  Piedimonte  ed  a  Molo. 


830  CAPITOLO  X3UI 


Noto  che  qualche  scossa  sentita  nel  1893,  mentre  cioè  perdaravan* 
le  manifestazioni  sismiche  nei  pressi  di  Monte  Albano  Elicona  (cfr.  pa 
gina  828),  si  mostrò  più  che  altrove  intensa  a  Molo. 

Raìid<izzo.  —  li  parossismo  endo-geodinamico  che  costituì   il  cortei 
dei  fenomeni  eruttivi  avvenuti  nel  1874  [1099]  colpi   in   special    moti 
Randazzo  :  ciò  pure  era   accaduto  in  occasione   dei   terremoti    del   m.i- 
vembre  1566  [4381. 

Ademò'BronU- MiUtto,  —  Dai  pressi  di  Brente  irraggiarono  vio 
lentissime  scosse  nel  novembre  1758  [724]  e  nel  febbraio  1763  [73ò.. 
Tale  località  poi  insieme  a  Maletto  e  ad  Àdernò  ò  compresa  nell'are;; 
mesosismica  del  fortissimo  terremoto  del  31  ottobre  1832  [936].  Stand 
alle  notizie  fornite  dai  migliori  cataloghi,  alcune  scosse  Bembrerebbeni 
corocentriche  ad  Adernò  ;  ma  siccome  questa  località  venne  anche,  sia 
pure  lievemente,  danneggiata  dai  terremoti  di  S.  Maria  di  Licodia  dei 
maggio  1898  (cfr.  §  seg.)  potrebbe  darsi  che  le  scosse  ricordate  solo 
per  Adernò  siano  irraggiate  oltre  che  dal  centro  di  Brente,  anche  da 
quello  di  S.  Maria  di  Licodia. 


(j 


Santa  Maria  di  Licodia.  —  Terremoto  tipico  è  quello  rovinoso  dei 
14  maggio  1898  [1293],  che  si  identifica  con  la  scossa  fortissima  del 
13  luglio  (7^  Vt  ant.)  1892  [12211  e  con  le  violenti  del  28  settembre 
1883  [1150]. 

Uguale  orìgine  ebbe  pure  il  terremoto  del  3  maggio  1899  (22''  ^4^ 
che  urtò  il  fianco  SW.  dell'  Etna,  causando  grande  spavento  nella  po- 
polazione e  qualche  danno  ai  fabbricati  di  S.  Maria  di  Licodia,  Ka- 
galna,  Biancavilla  e  Belpasso,  come  ricorda  in  due  recenti  scritti 
r  Ing.  S.  Arcidiacono  {Sui  terremoti  del  3  maggio  1899,  in  «  Boll.  Acc. 
Gioenia  ecc.  »  Fase.  LX  e  Sul  periodo  eruttivo  delV  Etna  dal  19  luglio 
al  5  agosto  1899,  in  «  Mem.  Acc.  Gioenia  »  Serie  4*,  Voi.  XIII). 

Nel  parossismo  del  1898  soffrirono  danni  anche  Biancavilla  e  Paterno 
ed  in  modo  minore  Belpasso,  quindi  non  è  improbabile  che  lo  scuoti- 
mento del  V  gennaio  1850  [997],  che  fece  rovinare  varie  case  a  Bian- 
cavilla ed  a  Belpasso,  si  identifichi  esso  pure  con  quelli  precedentemente 
ricordati. 

Paterno.  —  Dai  pressi  di  questa  località,  che  risentì  danni  per  il 
parossismo  del  1898  di  S.  Maria  di  Licodia,  irraggiarono  scosse  abba- 
stanza numerose  e  localizzate  ma  non  troppo  violenti  :  ps.  1886  \ti  10 
[1171]  e  1892  VII  13   [1221].  Altre  commozioni  quivi  sentite  costituirono 


SICILIA  831 


prodromi  ed  i  fenomeni  concomitanti  dei  parossismi  eruttivi  presen- 
ti   dalle  Saiinelle  a  tutti  note. 

m 

I^elpdsso,  —  Una  scossa  accaduta  nel  di  18  novembre  1842  [973] 
.iril>ra  aver  colpito  più  intensamente  Belpasso,  quantunque  sia  stata 
Lolenta  anche  a  Nicolosi  ed  a  Pedara.  Il  terremoto  del  24  novembre 
^32   [936]  urtò  violentemente  Belpasso  e  Nicolosi. 

Per  gli  scuotimenti  irraggiati  dal  centro  di  di  S.  Maria  di  Licodia 
el    1850  e  del  1898  Belpasso  ebbe  a  sofiVire  qualche  danno. 

Nicolosi.  —  Dei  centri  meridionali  il  focolare  situato  nei  pressi  di 
ricolosi  è  certamente  quello  che  à  dato  luogo  alle  più  numerose  e 
lello  stesso  tempo  alle  più  violenti  manifestazioni.  Alcuni  dei  maggiori 
erremoti  che  anno  afflitto  Nicolosi  si  sono  presentati  come  fenomeni 
iffatto  localizzati,  talché  la  rovina  dei  fabbricati  od  i  danni  in  generale 
urono  limitati  al  solo  paese  od  anche  ad  una  sola  parte  di  questo. 
[Ricorderò  a  questo  proposito  i  seguenti  :  1633  [607],  1669  [554],  1883 
[II  21-22  [1150]  e  1885  ix-x  [1165].  Altri  invece  interessarono  con 
eguale  intensità  zone  più  o  meno  estese  :  cosi  ps.  il  terremoto  del  1763 
736]  colpì  Nicolosi  e  Pedara,  quello  del  1766  [739*]  sconquassò  oltre 
Nicolosi  anche  Belpasso,  Fieri,  Pisano,  Trecastagne  ecc.  La  zona  de- 
vastata dal  parossismo  del  1818  [881]  è  assai  irregolare  comprendendo 
Nicolosi,  Acicatcna,  S.  Lucia,  S.  Filippo,  S.  Gregorio,  8.  Giovanni  di 
Qaierno,  Mascalucia  ecc.  ecc. 

Il  terremoto  del  1842  [973],  come  ò  già  detto^  scosse  con  eguale 
intensità  anche  Belpasso. 

Treccutagne.  —  È  compreso  nella  zona  mesosismica  del  terremoto 
del  26  aprile  1766;  questa  località  nel  22  dicembre  1634  [609]  fa  più 
che  le  altre  colpita  da  un  violento  scuotimento  susseguito  da  repliche 
assai  intense. 

Acireale.  —  Questa  località  è  spesso  agitata  da  terremoti:  ma  siccome 
(''  anche  il  maggiore  fra,  ì  centri  abitati  della  zona  SE.  dell'  Etna,  ne 
viene  che  abbondantissime  sono  le  notizie  di  scuotimenti,  dei  quali 
ora  cercheremo  di  trovare  il  luogo  di  probabile  origine.  Quello  del 
1818  ebbe,  come  abbiamo  visto,  suo  centro  a  NWW.  della  città,  cui 
causò  solo  poche  rovine;  quello  del  1875  [1102]  ad  W.  e  fu  in  Aci- 
reale forte  ;  del  1879  vni  5  [1128]  stato  molto  forte,  fti  fortissimo  da 
Carico  ad  Aci  Patanè  ;  del  1889  [1198]  fu  in  Aci  violento  ma  senza  danni, 
pochi  dei  quali  ne  causò  in  una  zona  ristretta  che  corre  dai  pressi  di 
Bongiardo  a  Santa  Tecla.  Nel  1894  [124)1  la  zona  disastrosa  comprende, 


832  CAPITOLO  xxn 


come  vedremo  Fieri,  Pisano  ecc.  a  NW.  ;  Acireale   è  nella  zona  isosi 
smica   fortissima.   Infirie  il   terremoto   del    1896   [1264]  staio    forte  it 
città,  fu  molto   forte  ad  WNW.,  e  con  probabilità  si  identifica    con  il 
parossismo  del  1875. 

Da  quanto  ò  detto  e  da  quanto  dimostra  pure  la  cartina  (fig.  oS 
risalta  che  le  zone  mesosismiche  dei  due  terremoti  del  1875,  del  18TV 
vni  5  e  del  1889  sono  quelle  che  si  trovano  più  vicine  ad  Acireale, 
quindi  può  anche  darsi  che  trattandosi  di  scuotimenti  violenti  avve- 
nuti in  zone  abitate  da  popolazioni  sparse,  non  ci  siano  g-ionle  che 
le  notizie  riguardanti  la  maggiore  e  più  colta  città  della  regione. 

La  costa  accuse  venne  quasi  completamente  adeguata  al  suolo  d«J 
parossismo  siracusano  -  catanese  del  1693;  quivi  più  che  altrove  far on*' 
intensi  gli  scuotimenti  del  19  maggio  1694  (pag.  172). 

Zafferana^  Pisano^  8,  VeneriTia.  —  Questa  regione  à  una  sismicità  abb^v 
stanza  complessa.  Il  terremoto  dell'  8  luglio  1892  [1221]  colpi  in  special 
modo  Zafferana  che  con  Fieri,  Pisano  e  Bongiardo  è  inclusa  nella  zona 
quasi  rovinosa^  dello  scuotimento  avvenuto  nel  pomeriggio  del  5  g'ingno 
1886  [1171].  L'area  mesosismica  del  parossismo  del  17  giugno  WT,^ 
[1128]  corre  —  come  abbiamo  detto  —  in  senso  ESE.-WNW.,  dalla 
regione  <  Monacella  »  a  Carico,  con  centro  forse  fra  8.  Venerina,  Bon- 
giardo e  Dagala,  località  in  cui  riuscirono  più  intense  le  repliche  sus- 
seguite al  massimo  sismico,  le  quali  si  propagarono  in  modo  sensibile 
solo  a  piccola  distanza.  Da  questo  centro  irraggiò  pure  qualche  scossai 
fortissima  del  1865  e  del  1883.  Infine  la  zona  pleistosismica  del  1894 
[1241]  comprende  le  borgate  di  Fieri,  Pisano  ecc.  e  quella  del  1889 
[1198]  dai  pressi  di  Bongiardo  si  prolunga,  come  ò  già  detto,  fino  alla 
costa  acense. 

Regione  Macchia.  —  Le  scosse  quasi  rovinose  del  1805  [848],  e  dei 
1855  [1020]  si  identificano  —  eccezion  fatta  per  l'intensità  —  con  fi 
micidiale  parossismo  del  1865  [1056],  la  cui  area  pleistosismica  fu,  ri- 
spetto a  quelle  dei  precedenti,  assai  estesa.  Il  terremoto  del  1881  ii  12 
[1136]  sembra  aver  colpito  una  regione  più  ad  oriente  di  quella  del  1855, 
ma  però  sempre  inclusa  in  quella  del  1865.  L'area  di  massima  inten- 
sità dello  scuotimento  avvenuto  al  27  luglio  1879  [1128]  invece  che 
verso  ESE.  piega  verso  ENE.  raggiungendo  Giarre  e  Riposto. 

Giarre  e  Riposto,  —  Abbiamo  visto  or  ora  che  la  zona  pleistosi- 
smica della  scossa  del  1879  (vii  27)  dalla  regione  Fondo  Macchia  si 
spinge  fino  a  Giarre  e  Riposto  :  dato  ciò  tutte  le  varie  scosse  che  sem- 
brano colpire  con  maggior  violenza  fra  i  vari   centri  etnicoli   tali  lo- 


SIOIL.IA 


833 


oalità,  oppure  risaltano  quivi  sentite  isolatamente,  io  le  ritengo  identi- 
ficabili con  il  citato  scuotimento  del  luglio  1879,  oppure  irraggiate  da 
c|Tialeuno  dei  centri  vicini,  quali  quello  di  Zafferana,  di  Bongiardo 
occ.  ecc.  Qualcuna  però  deve  costituire  un  fenomeno  locale  giacché 
sappiamo  che  i  periodi  parossismali  della  salsa  «Fondachello»,  situata 
appunto  presso  Giarre,  f\iron  preceduti  e  forse  accompagnati  da  forte 
^scuotimento. 


L' intera  regione  etnea  fu  totalmente  mes:a  a  soqquadro  dal  grande 
terremoto  siculo  del  1693  :  forse  qualche  dcinno  vi  apportarono  le  mag- 
giori scosse  Calabre  del  1783  ;  a  Randazzo  fu  lievemente  sentito  il  ter- 
remoto di  Naso  del  1739  ;  a  Giarre   quello   di   Taormina   del    1891  :  a 
^aiferana  e  Randazzo  giunse  lieve  la  scossa  di  Lipari  del  7  marzo  1892  ; 
£1  Randazzo  e  a  Brente  quella  di  Alicuri  del    16  marzo   successivo.   Il 
parossismo  Calabro  del  1894  fu  molto  forte  in  queste  ultime  due  loca- 
lità ed  a  Linguaglossa  :  forte  negli  altri  paesi  della  regione   etnea,  in 
cui  passò  affatto  inosservato  quello  siracusano  -  catanese  del  1895  ;   tra 
forte  e  lieve  vi  giunse  lo  scuotimento  siracusano  del  12  febbraio  1897, 
e  sensibile  o  leggiero  quello  d'origine  orientale  del  28  maggio  succes- 
sivo. A  Randazzo  venne  infine  sentito   il    terremoto   messinese   del  10 
agosto  1898  ed  in  qualche  località  etnea  riuscirono  più  o  meno   sensi- 
bili gli  scuotimenti  siculi  del  1898  (novembre  1  -  3). 

C)  CATANESE  * 

Fra  la  regione  sismica  etnea  e  quella  siracusana  avvi  Catania.  Questa 
città  fu  nel  255  [25],  1352  [239],  1410  [283],  1548  [415]  e  1563  [434]  col- 
pita da  terremoti  violenti,  intorno  ai  quali  non  possediamo  notizie 
particolareggiate.  Venendo  ai  tempi  più  recenti  vediamo  quale  sia  la 
provenienza  e  la  intensità  {dd^  disastrosissimo  ;  d,  disastroso  ;  r,  rovi- 
noso ;  ^,  fortissimo  ;  m/",  molto  forte)  dei  maggiori  e  più  conosciuti 
^  fenomeni  sismici  che  anno  scosso  Catania. 


Anno 

Provenienza 

intensità  avuta 
•  in  Catania 

1693 

Val  di  Noto  {dd) 

disastrosissimo 

1698 

Vizzini,  Militello  (d) 

rovinoso 

1718  (III) 

Noto  (r) 

f()rtissimo 

1719 

Siracusano  (?) 

? 

1727 

Noto  (r) 

sentito 

1731 

Mineo,  Troina  {mf) 

molto  forte 

Bakatt A  :  Terremoti  ecc. 


ó;^ 


834 


CAPITOLO  xxn 


Anno 

Provenienza 

intensità  avata      1 
in  Catania 

1738 

Noto,  Siracusa  (/) 

fortissioìo 

1783 

Messinese-Calabria  (dd) 

sentiti 

1810 

Oriente-Malta 

forte 

1818  (II  20) 

Nicolosi-Acireale  (dd) 

forte 

1818  (II  28) 

Mineo  (r) 

forte 

1819 

Chiaromonte  [Etna]  (f) 

forte                      1 

1823 

Naso-Palermo  (d) 

leggiero 

1832 

Etna  (r) 

abbastanza  forte 

1846 

Candia 

forse  molto  frrte 

1848 

Augusta  (r) 

fortissimo 

1850 

Biancavilla,Belpasso  (r) 

lieve 

1856 

Oriente 

sentito 

1870 

Oriente 

sentito 

1879 

S .  Veneri  na  ecc.f  Etna]  [d) 

forte 

1883  (iir  22) 

Nicolosi,  Zafferana  {q  r) 

mediocre 

1886  (VI  5) 

S.  Veneri  na  ecc.  (r) 

mediocre 

1886 

Messenia 

forte  • 

1887 

Candia 

sentito 

1889 

Li  nera,  S.  Tecla  {q  r) 

leggerissimo 

1892 

Alicuri  [Eolie]  (r) 

leggiero 

1892 

Zafferana  Etnea  (mf) 

non  avvertito 

1893 

Viagrande  (mf) 

mediocre 

1894 

Zerbate,  Fieri  (d) 

sentito 

1894 

Calabrie  (dd) 

forte 

1895 

Vizzini-Licodia  (//") 

leggiero 

1897 

Noto  (mf) 

forte                     1 

1 

1897 

Grecia,  Malta 

1 

mediocre 

1898 

S.  Maria  di  Licodia  (r) 

mediocre 

1898 

Tripolizza 

mediocre 

1898  (vili  10) 

Messinese  (w/) 

sensibile 

1898 

Palagonia,  Mineo  (mf) 

sensibile 

SICILIA  835 


Dallo  specchio  dianzi  riportato  si  scorge  che,  prescindendo  dai  ter- 
remoti di  origine  orientale,  quelli  provenienti  dal  siracusano  anno  col- 
pito Catania  con  intensità  abbastanza  notevole  in  proporzione  a  quella  spie- 
data nell'epicentro:  aggiungo  inoltre  che  parecchi  grandi  terremoti  etnei, 
quali  quelli  di  Nicolosi  dei  1633,  jlel  1766  e  del  1885,  della  regione 
Macchia  del  1805,  1855  e  1865,  ecc.  di  Arcireale  del  1875,  quantunque 
violentissimi,  non  giunsero  fino  a  Catania  con  intenslià  tale  da  essere 
sentiti  dalle  persone:  lo  stesso  dicasi  dei  maggiori  irraggiati  dalla  vi- 
cina Nicosia,  di  quelli  di  Sciacca,  delle  Madouie  ecc. 

Quindi  con  maggior  probabilità  quei  violenti  terremoti  di  cui  ab- 
biamo notizia  solo  per  Catania^  furono  originati  nel  distretto  sismico 
siracusano. 

TYoina  '  Nicosia.  —  Nella  provincia  di  Catania  abbiamo  anche  i  due 
centri  sismici  secondari  di  Troina  e  di  Nicosia.  Dal  primo  irraggiò  il 
circoscritto  terremoto  del  1643  [519]:  dal  secondo  le  scosse  molto  forti 
del  1773  [760]  e  del  1822  [898].  A  Nicosia  furono  molto  forti  gli  scuo- 
timenti del  1718  [628],  a  Troina  quello  del  1731  [660],  che  pare  con 
canale  intensità  abbiano  urtato  anche  Catania  e  Mineo. 

Del  centro  di  Mineo  parlo  diffusamente  nel  paragrafo  riguardante 
la  sismicità  del  siracusano. 

D)  SIRACUSANO  (Fig.  135). 

Lentini,  Sortino,  Feria.  —  Il  grande  terremoto  siculo  del  1693  [584], 
che  causò  tante  rovine  ed  un  numero  gi'andissimo  di  vittime,  ebbe  il 
suo  epicentro  fra  Lentini,  Carlentini,  Melilli,  Sortino,  Perla,  Cassare, 
ecc.  Esso  si  identifica  con  quello  del  1169  [121],  che  sappiamo  ivn. 
l'altro  aver  abbattuta  Catania  e  Lentini  ;  con  quello  del  1542  [411]  in- 
torno al  quale  abbiamo  notizie  abbastanza  particolareggiate,  da  cui  ri- 
Hulta  che  venne  interamente  conquassata  la  regione  Siracusa  -  Melilli  - 
Caltagirone  -  Licodia;  con  gli  altri  minori  accaduti  nel  1707  [612],  1718 
[028],  1719  [631]  e  1738  [673]  e  forse  anche  con  quello  dell' 11  gennaio 
1848  [989],  se  non  venne  irraggiato  da  un  centro  speciale  nei  pressi  di 
Augusta. 

Siracusa.  —  Nel  1693  la  città,  quantunque  esteriore   alla  zona   dei 
massimi  danni,  fu  rovinata  dal  grande  terremoto  accennato  nel   para 
grafo  antecedente  :  essa  si  trova  pure  air  infuori  dello    arce   pleistosi- 
smiche  dei  parossismi  del  1895  (centro  di  Licodia  -  Vizzini)  e  del  1897 
(centro  di  Noto). 


836 


CAPITOLO  xxn 


Io  credo  che  tutti  i  terremoti  di  cui  abbiamo  solo  notizie  per  Sira- 
cusa (ps.  1140  [113],  175"  [722]  ecc.)  abbiano  avuta  eguale  provenienza 
di  quello  del  169.*^  con  il  quale  si  debbono  identificare. 

In  Siracusa  ed  in  Val  di  Noto  in  generale  furono  intesi  i  seguenti 
terremoti  :  1783  Calabrie  ;  1810  Malta,  forte  ;  1818  Nicolosi  -  Acireale  ; 
1823  Naso  -  Palermo,  lieve  ;  1846  Malta  ;  1886  Grecia,  forte  ;  1889  Mes- 
senia  ;  1894  Calabria  ;  1897  Ionio  ;  1898  Tripolizza  (leggero  a  Rago&a 
ed  a  Giarratana). 

Auguèixi,  —  Pare  che  forse  nel  mare  prospiciente  questa  città  esista 
un  centro  secondario  che  avrebbe  dato,  ps.  la  scossa  del  20  marzo 
1694  (pag.  172),  uno  degli  scuotimenti  susseguiti  al  grande  parossismo 
siculo  del  1693  ;  tale  fenomeno  pare  sia  stato  ad  Augusta  più  intenso 
che  non  altrove.  Da  tale  centro  irraggiò  pure  il  terremoto  del  1848 
[989],  se,  come  ò  detto  altrove  (cfr.  pag.  835),  non  si  identifica  invece 
con  quello  del  169H. 


Temnotm 


Fio.  135 

Augusta  rimase  in  questa  occasione  totalmente  distrutta.  Quivi  iso- 
latamente fu  sentito  il  terremoto  rovinoso  di  S.  Maria  di  Licodia  del 
1898. 

Noto,  —  Da  (luesto  centro  irraggiarono  i  terremoti  accaduti  negli 
nnni  seguenti  :  1528  [388].  1718  [629],  1727  [645]  ed  anche  quello  del 
12  febì)raIo  1807  [1272].  e  cosi  pure  dicasi  delle  scosse  sentite  nel  16-18 
giugno  181M). 

Noto  nel  1(>93  fu  totalmente  distrutto  e  provò  piti  che  le  altre  loca- 
lità la  violenza  del  terremoto  di  Candia  del  1846  [983]  ;  isolatamente 
ivi  fu  sentito  il  parossismo  etneo  che  distrusse  Zerbate,  Fieri,  Pisano 
o(!c.  nel  1894. 


Licodia -Vizzini.  —  Entro  la  zona  stata  conquassata   nel    1693,   ma 


SICILIA  837 


esteriormente  all'area  epicentrale,  trovansi  Licodia  e  Vizzini,  località 
piùdi  tutte  le  altre  violentemente  colpita  dal  terremoto  del  13  aprile  1895 
[1250]  :  invece  quello  successo  nella  notte  del  12  aprile  1698  [594]  riuscì 
più  gagliardo  a  Vizzini  ed  a  Militello. 

Mirteo.  —  È  uno  dei  centri  abbastanza  attivi  .che  dà  luoj^o  a  terre- 
moti non  troppo  violenti,  alcuni  dei  quali  oltremodo  localizzati  come 
sarebbero  quelli  accaduti  negli  anni  1820  [892]  e  1878  [1123J  :  altri 
invece,  come  quello  del  1818  [883],  colpirono  tale  città  e  Caltagirone  : 
per  un'altro  accaduto  nel  1624  [497]  soffri  in  ispecie  Mineo  e  quindi 
Militello  e  forse  anco  Palagonia;  per  uno  avvertito  nel  1731  [660]  eb- 
bero danni  in  pari  grado  Mineo,  Catania  e  Troina. 

Sugli  interessantissimi  terremoti  del  1898  [1360]  sfortunatamente 
non  possediamo  particolareggiate  notizie  :  tuttavia  dallo  scarso  mate- 
riale risulta  Mineo  compreso  nella  presupposta  zona  pleistosismica  della 
prima  e  seconda  scossa  ed  esclusa  da  quella  della  terza,  la  quale  co- 
stituisce il  massismo  sismico. 

In  Mineo  spesse  volte  si  risentirono  isolatamente  terremoti  irraggiati 
da  centri  etnei,  eolici  e  messinesi  passati  inosservati  nelle  località  cir- 
costanti ps.  1892  m  16  Alicuri  ;  1892  vii  9  Zafferana  Etnea  ;  1893  iv 
1«  Viagrande  ;  1893  iv  22  Mont' Albano  Elicona  ;  1894  xii  27  Filicuri 
(insieme  a  Vizzini  ed  a  Licodia)  ;  1894  Zerbate,  Fieri  (Etna)  ;  1898  S. 
Maria  di  Licodia;  1898  vm  IO  Messinese  (insieme  a  Melilli)....  Oppure 
ivi  il  movimento  sismico  apparentemente  ebbe  a  subire  un  notevole 
aumento  di  intensità,  come  è  successo  in  occasione  di  vari  altri  scuo- 
timenti :  ps.  1856  Bacino  del  Mediterraneo  (insieme  a  Gran  Michele)  ; 
1870  Oriente  ;  1886  Messenia  ;  1887  Candia  e  1894  Calabria  (insieme  a 
Palagonia)  ;  1898  vi  2  Tripolizza... 

Altre  volte  infine  il  centro  di  Mineo  à  dato  luogo  a  scosse  affatto  lo- 
cali in  antecedenza  a  qualche  parossismo  o  periodo  sismico  etneo  od 
eolico. 

I  grandi  terremoti  siracusani  causarono  danni  più  o  meno  gravi  a 
Mineo,  secondo  la  maggiore  o  minore  intensità  avuta  all'epicentro. 

Vittoria,  —  Dai  pressi  di  Vittoria  —  stata  semidistrutta  nel  1693  — 
ebbe  origine  il  terremoto  quasi  rovinoso  dell'aprile  1717  [625]. 

Niscemi»  —  Nelle  vicinanze  di  S.  Maria  di  Niscemi  nel  1790  [818*] 
si  sentirono  terremoti  violenti  e  locali  in  correlazione  ad  un  parossismo 
presentato  da  una  salsa. 

Quanto   ò   detto   a   proposito   di   Siracusa  iuT  riguardo  ai  terremoti 


838  CAPITOLO  xxn 


esocentrici,  bì  può  estendere  a  tutta  la  regione  considerata  :  difficil- 
mente ivi  si  risentono  gli  scuotimenti  di  origine  etnea,  e  solo  si  rendono 
sensibili  i  maggiori  irraggiati  dai  centri  calabri  ;  prevalgono  qaelli  ori- 
ginari dall'oriente,  che  sogliono  presentare  talvolta  notevoli  incrementi 
di  intensità. 

E)   RESTO  DELLA  SICILIA  (Fig.  136). 

Mazzarino.  —  Questa  località  partecipa  ai  terremoti  che  scuotono 
la  regione  siracusana,  quantunque  vi  debbano  giungere  assai  afSevo- 
liti  :  ps.  il  disastrosissimo  parossismo  del  1693  —  come  abbiamo  vistai 
(cfr.  pag.  167)  —  vi  inferse  pochi  danni  e  quello  del  IH95  vi  passò 
inosservato.  Relativamente  con  maggior  intensità  vi  si  avvertirono 
gli  scuotimenti  del  centro  di  Mineo  del  1898  (cfr.  pag.  837).  Dai  suoi 
pressi  irraggiò  un  lungo  ed  intenso  periodo  sismico  affatto  locale  suc- 
cesso nel  1691  [579]. 

Eegione  delle  Salse.  —  Le  salse  di  Caltanisetta  (Terrapilata)  e  di 
Xirbi  sono  pure  centri  di  fenomeni  sismici  oltremodo  localizzati.  Così 
pure  dicasi  delle  Macalube  di  Girgenti,  il  cui  parossismo,  ad  esempio^ 
successo  nel  29  settembre  1777,  fu  secondo  il  Ferrara  (/  campi  flegrei 
della  Sicilia,  pag.  45,  Palermo  1810)  preceduto  ed  accompagnato  da 
tremiti  del  suolo. 

CammaraiM  e  San  Giovanni  Gemini.  —  Queste  due  località  sono 
comprese  in  una  zona  ristrettissima  scossa  da  forti  commozioni  locali 
successe  il  16  aprile  1895  [1252]. 


\a,  —  Da  questo  ceatro  ben  individuato  irraggiarono  i  terre- 
moti del  1578  [448],  1652  [531],  1724  [639]  e  1727  [646],  che  fiirono  fe- 
nomeni violentissimi,  ma  tutti  assai  localizzati.  Il  periodo  sismico  del 
1740  [681]  invece,  almeno  il  massimo  sismico,  apportò  qualche  danno 
anche  a  Mazzara  del  Vallo  a  50  Km.  circa  a  NW.  di  Sciacca,  e  fa 
inteso  anche  a  Palermo.  Le  scosse  del  1816-17  [878]  causarono  qualche 
lesione  a  Sambuca  a  15  Km.  a  N.  di  Sciacca:  infine  quelle  sentite  nel 
18'U  [928]  avvennero  in  correlazione  con  i  fenomeni  eruttivi  successi  nel 
mare  di  Pantelleria,  di  cui  parlerò  in  apposito  capitolo. 

Ad  eccezione  dei  terremoti  del  1578  e  del  1724,  di  cui  abbiamo  no- 
tizie poco  particolareggiate,  tutti  gli  altri  sopra  accennati  si  sono  pre- 
sentati sotto  forma  di  periodi  sismici  più  o  meno  lunghi,  a  vari  mas- 
simi, durante  i  quali  vennero  intesi  anche  molti  rombi  d'origine  en- 
dogena. 


t  . 


SICILIA 


839 


Con  il  centro  dì  Sciacca  io  credo  connessi  anche  altri  fenomeni 
oltre  quelli  di  Pantelleria  ;  ps.  Terozione  avvenuta  nel  4-5  ottobre  nel 
mare  di  Siculiana,  qualche  scossa  sentita  a  Girgenti  ecc. 

Poche  sono  le  notizie  dei  terremoti  esocentrici  sentiti  a  Sciacca  : 
ricorderò  quelli  originati  da  Palermo  del  1660  e  del  1726,  i  calabri  del 
1783  e  del  1894  ;  il  parossismo  della  Valle  di  Noto  del  1542  vi  causò 
qualche  danno. 

Isola  di  Pantelleria,  —  Abbiamo  visto  come  sul  finir  del  giugno 
1831  [928]  forti  scosse  urtassero  la  costa  di  Sciacca  ed  il  mare  fra 
questa  e  l' isola  di  Pantelleria,  prodromi  della  nota  eruzione  sottoma- 
rina che  diede  luogo  all'effimera  isola  Giulia  :  altri  scuotimenti  furono 
poi  intesi  anche  cessati  i  fenomeni  eruttivi. 

Nel  1890  [1200]  la  parte  SE.  di  tale  isola  ì)i  interessata  da  scuoti- 


Fio.  136. 

menti  passati  invece  inosservati  nella  città  di  Pantelleria  ;  altre  nume- 
rose scosse  si  ebbero  poi  nel  14-26  ottobre  1891  [1209],  fenomeni  pre- 
cursori, concomitanti  e  susseguenti  a  quelli  d' indole  eruttiva  iniziati 
il  17  e  terminati  al  24  dello  stesso  mese. 

Una  scossa  molto  forte  fu  sentita  a  Pantelleria  anche  al  16  marzo 
1894  [1237]. 

Trapani,  —  Abbiamo  anzitutto  il  centro  di  Marsala  con  il  terremoto 
tipico  del  maggio  1828  [918]  e  con  qualche  scossa  minore,  ps.  la  forte 
sentita  verso  le  10»»  Vi  po^a.  del  29  novembre  1890,  passata  inavvertita 
a  Licata,  a  Mazzara  ed  altrove.  La  notizia  data  al  N.  677,  relativa 
al  terremoto  del  1740  ci  farebbe  intravvedero  un  centro  nei  pressi 
di  Salemi  :  quantunque  essa  ci  faccia  nascere  dei  forti  dubbi  sul^a 
sua  autenticità,  tuttavia  l'esistenza  nei  pressi  di  tale  località  di  una 
area  sismica  è  messa  in  evidenza  da  una  piccola  scossa  successa  al 
19  maggio  (1**  Vt  pom.)  1891,  che  causò  grande  allarme  a  Salemi  (ove 


840  CAPITOLO  xxn 


fu  intesa  a  7^  V4  Poni-  circa   una   replica)  e  che  fu  più  o  meno   sen- 
sibile a  Calatafimi,  Vita,  Gibellina,  ecc. 

L' isola  di  Favignana  à  anch'essa  un  centro  sismico  da  cui  irraggia 
il  fortissimo  scuotimento  del  27  marzo  1823  [900]  avvenuto  in  corri- 
spondenza del  periodo  sismico  che  afflisse  Naso  e  Palermo. 

I  terremoti  del  1259  [163]  e  1709  [614]  colpirono  più  che  altrove 
Trapani  ;  quelli  del  1726  [644]  tale  città  e  Monte  S.  Giuliano. 

Riguardo  i  terremoti  esoòentrici  sappiamo  solo  che  fu  sentito  quello 
molto  forte  di  Palermo  del  1660  e  che  fortissimo  vi  giunse  il  disastroso 
parossismo,  pure  palermitano,  del  1726  :  qualche  danno  vi  recò  quello 
siracusano  del  1542  ;  inoltre  ftirono  avvertiti  i  due  terremoti  di  Usti<*a 
del  1893  e  del  1897  :  ma  di  ciò  parlerò  a  suo  luogo. 

« 

Palermo,  —  Se  consideriamo  i  maggiori  teiTemoti  palermitani,  quale 
quello  del  1726  [643],  scorgiamo  di  leggieri  dalle  descrizioni  riportate 
che  gli  effetti  dinamici  sugli  edifici  furono  massimi  in  città,  allonta- 
nandosi dalla  quale  i  danni  diminuirono  sempre  in  maniera  oltremodo 
sensibile.  Con  i  terremoti  del  1726  identifico  i  seguenti  più  o  meno 
dannosi  successi  negli  anni  1248  |157],  1301  [201],  1489  [349].  1559 
[427],  1562  [433],  1571  [444],  1660  [544]?,  1661  [545],  1686  [567],  1726 
[643],  1732  [663]  e  1751  [702]. 

II  grande  terremoto  del  1823  [900]  merita   una  speciale  menzione  : 
per  tale  violentissima  concussione  Naso  venne  distrutta  (cfr.  pag.  829), 
Palermo  risenti  gravissime  rovine  e  fu  danneggiata  V  intera  costa  set- 
tentrionale della  Sicilia,  con  un  massimo  secondario  nei  pressi  di  Ce- 
falù.  Ò  testé  detto  che  i  terremoti  corocentrici  di  Palermo  sono  feno- 
meni essenzialmente  locali,    infatti  il   maggiore,   ed   il  più  particola- 
reggiatamente descritto,  quello  del  1726,  che  distrusse  parecchi  edifìci 
e  costò  la  vita  ad  oltre  duecento   persone,   non   causò   danni   in  altri 
luoghi  e  solo  fortemente,  ma  in  modo  quasi  innocuo,  fu  inteso  a  Tra- 
pani :  d'altra  parte  abbiamo  visto  (cfìr.  pag.  829)  che  anche  i  fenomeni 
sismici  corocentrici  di  Naso  sconquassano  più  o  meno  fortemente  solo 
tale  cittA  o  tutto  al  più,  come  ps.  quello  del  1786,  danneggiano  le  lo- 
calità costiere  ad  oriente  della  città.  Dall'esame  di  questi  tatti  si  viene 
ad  ammettere  resistenza  di  un  grande  asse  sismico  che  da  Naso  corre 
fino  a  Palermo,  avvicinandosi  forse  alla  costa  nei  pressi  di  Cefalù.  Su 
questo  asse  si  troverebbero   due   centri   principali  :  uno   nei  pressi  di 
Naso  e  Talt^o  in  quelli  di  Palermo,  i  quali  anno  dato  ciascuno  proprie 
manifestazioni.  Le  scosse  preparatorie   del  1823  irraggiarono  dal  foco- 
lare di  Naso  :  infatti  mentre  quivi  sono  state  violentissime,  a  Palermo 
riuscirono  solo  leggiere  :  il  massimo  sismico  del  5  marzo  fu  causato  in- 
vece dal  risveglio  di  ambedue  i  focolari  :  infine  le  varie  repliche  colpirono 


SICILIA  841 


isolatamente  questi  ed  altri  centri  della  Sicilia,  più  o  meno  fra  di  loro 
connessi. 

Con  il  parossismo  del  1823  a  me  pare  si  identifichi  —  come  ò  già 
detto  (loc.  cit.)  —  quello  del  1736  |669]  che  danneggiò  Naso  e  Ciminna 
e  fa  inteso  violentemente  a  Palermo. 

Misilmeri.  —  Da  questo  centro  secondario  pai-e  siano  provenute  al- 
cune scosse  fortissime  del  7-8  dicembre  1843  [975]. 

Rispetto  ai  ten*emoti  esocentrici  prevalgono  per  intensità  quelli  della 
Val  di  Noto  :  cosi  proporzionatamente  alla  forza  avuta  ed  alle  rovine 
causate  nella  zona  pleistosismica,  furono  più  o  meno  dannosi  a  Palermo 
quelli  del  1542  e  1693  ed  intensi  gli  altri  del  1698,  1727,  1810,  e  1818  : 
vengono  quindi  gli  originari  da  Sciacca  (1724,  1740,  1816-17).  dall'isola 
di  Ustica  (1827,  1893,  1897),  dalle  Calabrie  (1894)  e  da  varì  altri  centri 
locali  (ps.  1818-19  Madonie).  Fra  i  ten*emoti  etnei  mi  risulta  solo  essere 
stato  lievemente  avvertito  quello  di  Acireale-Nicolosi  del  1818. 

Isola  di  Ustica,  —  Con  il  centro  di  Palermo  si  collega  pure  sismo- 
logicamente r  isola  di  Ustica. 

Alcune  scosse  quiv^i  sentite  non  si  propagarono  all'  infuori  dell'  isola: 
quelle  successe  del  1893  [1230]  presentarono  alcune  particolarità  degne 
di  essese  rilevate.  La  scossa  del  6  maggio  (2^  Vi  a^^*  circa)  f^  gene- 
ralmente intesa  ad  Ustica,  e  mentre  passò  inavvertita  a  Palermo  ed  a 
Castellamare,  venne  sentita  da  pochi  a  Trapani  :  quella  dell'  11  maggio 
(&*'  V4  aiit.)  fu  essenzialmente  locale  per  Ustica,  mentre  un'altra  avve- 
nuta a  3**  V4  pom.  circa  dello  stesso  giorno,  fu  quivi  più  che  altrove  intensa, 
e  forte  al  Capo  Gallo,  a  Monte  Pellegi'ino,  mediocre  a  Palermo  e  lieve  a 
Trapani.  Ciò  dimostra  l' intima  dipendenza  dei  fenomeni  sismici  con 
gli  speciali  radianti  e  forse  ci  mette  in  evidenza  la  presenza  di  due 
centri,  con  probabilità  posti  a  mare,  uno  a  SE.  e  l'altro  a  SW.  del- 
l' isola  di  Ustica  (*).  Oltre  a  ciò  in  tale  terremoto  è  uopo  ricordare  che 
si  notò  un  incremento  considerevole  di  intensità  nei  pressi  di  Castel- 
buono,  località  vicina  all'epicentro  del  terremoto  delle  Madonie  del  1818 
(cfr.  pag.  842),  e  che  mentre  l' isola  di  Ustica  veniva  commossa,  uno 
scuotimento  generalmente  avvertito  (v  6 :  9**  8"™  ant.)  urtava  Filicuri, 
mettendo  in  luce  il  nesso  che  collega  queir  isola  con  i  centri  eolici 
(cfr.  pag.  823-24). 


(1)  La  scossa  delle  ore  5,7  pom.  del  27  febbraio  I8HO,  stata  sensibile  ad  Ustica,  fU  lieve 
a  Palermo  ed  a  Trapani  ;  neir  ultima  di  queste  località  furono  sentite  nel  mattino 
del  ss  (9,50  ant.)  e  sulla  sera  del  3  mano  (6,96  pom.)  due  lievi  repliche. 


842  -  CAPITOLO  XXII 


Anche  il  terremoto  del  15  maggio  1897  [1275]  colpi  Ustica  ed  un 
pò  meno  violentemente  Palermo  :  questo  nuovo  terremoto  presentò  un» 
particolarità  veramente  notevole,  quella  di  essere  stato  sentito  a  Ca- 
gliari ed  a  Forio  d' Ischia  (cft*.  pag.  790)  e  di  aver  presentato  un  no- 
tevole aumento  di  intensità  nei  pressi  di  Corleone,  che  vedremo  colpita 
da  terremoti  corocentrici. 

Anche  la  violenta  scossa  di  Ustica  del  21  giugno  1827  [912]  fti  assai 
forte  a  Palermo,  ove  susseguentemeute  furono  intesi  scuotimenti  locali 
Uno  al  14  agosto  successivo. 

Corleone.  —  Per  completare  la  serie  dei  terremoti  palermitani  è 
necessario  ricordare  quelli  di  Corleone  :  essenzialmente  tipico  è  il  lungo 
periodo  sismico  del  1876  [1108],  le  cui  maggiori  manifestazioni  produs- 
sero qualche  lieve  danno  e  furono  sentite  entro  una  zona  oltremodo 
limitata.  Parecchie  di  tali  scosse  pare  siano  state  più  intense  in  alcune 
località  circostanti,  fenomeno  di  trasposizione  di  centro  verificatosi  in 
altri  periodi  sismici  composti  di  scosse  frequenti  e  poco  estese  :  ps. 
quello  di  Tolmezzo  del  1889,  della  penisola  garganica  del  .1892  ecc. 

Manifestazioni  del  centro  di  Corleone  sono  pure  il  terremoto  rovinoso 
del  1593  [457]  e  le  scosse  forti  del  1^45  [979]. 

A  Corleone  si  notò  un  aumento  di  intensità  in  occasione  del  terre- 
moto di  Ustica  -  Palermo  del  1897,  e  tale  città  soflPtì  anche  danni  per 
quello  accaduto  nel  1537  [398],  non  si  sa  se  contemporaneamente  ad  un 
altro  di  probabile  origine  etnea  che  determinò  guasti  a  Catania. 

Mculonie.  —  Nel  grande  terremoto  del  1823  [900]  si  riscontrò  un  au- 
mento negli  effetti  dinamici  sugli  edifici  in  prossimità  delle  Madonie. 
ove  poi  al  28  maggio  (cfr.  pag.  351)  si  ebbe  una  scossa  breve  ma  forte 
(16^)  che  colpì  in  modo  speciale  Castelbuono,  Isnello  e  luoghi  vicini. 

Tale  scossa  si  identifica  con  il  secondo  massimo  sismico  del  1818-19 
[885].  Il  primo,  avvenuto  nel  mattino  dell'  8  settembre  1818,  ebbe  il  suo 
centro  fra  Scillato  e  le  due  Petralie  e  si  identifica  con  le  scosse  più  o 
meno  sensibili  quivi  sentite  :  l'altro,  accaduto  nelle  notte  del  25  febbraio 
1819,  irraggiò  dai  pressi  di  Lascari-Castelbuono-Geraci  e  si  identifica 
con  la  scossa  del  28  maggio  1823  testé  citata,  con  quella  del  16  ottobre 
1726  [645],  avvenuta  posteriormente  al  disastroso  parossismo  che  scon- 
quassò Palermo,  e  con  tutte  le  altre  che  sembrano  a  Castelbuono  più  in- 
tense che  altrove. 

Ad  oriente  dall'  area  epicentrale  della  scossa  del  terremoto  dell'  8 
settembre  1818,  e  compreso  nella  zona  dei  guasti  minori  inferti  da  tale 
scuotimento,  trovansi  Gangi  lievemente  danneggiato  da  alcuni   movi- 


MALTA  843 

menti  BiBmici  saccesBi  nel  settembre  1888  [1188],   i  quali  per  altro  po- 
trebbero identificarsi  con  il  parossismo  del  1818  (ix  8). 

Dei  terremoti  esocentrici  dirò  che  a  Petralia  fti  lievemente  sentito 
quello  di  Àlicuri  del  1892  (m  16)  e  mediocremente  il  Calabro  messinese 
elei  novembre  1894. 


XXIII  -  Malta. 


Parecchi  violenti  terremoti,  quali  quelli  del  1658  [540],  1776  [765]. 
1780  [776],  1790  [817],  1855  [1024]  e  1861  [1045],  sembrano  fenomeni 
corocentrici  :  però  la  mancanza  di  particolareggiate  notizie  rende  im- 
possibile il  poter  fissare  lepo  sizioni,  sia  pure  approssimatamente,  del  loro 
focolare. 

A  Malta  si  risentono  i  graadi  terremoti  siracusani  :  ricorderò  a  questo 
proposito  che  il  parossismo  del  1693  scosse  l'isola  con  intensità  tale  da 
causarvi  rovine  e  che  quelli  del  1895  e  1897,  quantunque  air  epicentro 
fortissimi  o  molto  forti,  furono  ivi  sensibilmente  intesi  dalle  persone.  Dei 
terremoti  etnei  mi  consta  che  solo  quello  del  1818  (epicentro  Nicoiosi- 
Acireale)  fb  avvertito  nell'isola.  Infine  noto  che  alcuni  parossismi  di 
origine  orientale  (1743,  1856)  causarono  pure  qualche  danno  agli  edifici; 
altri  invece  (1867,  1870,  1895),  quantunque  sensibili,  non  produssero  il 
minimo  guasto. 


XXIV  -  Sardegna  e  Corsica. 


Sardegna.  —  Quantunque  vaste  regioni  di  quest'isola  siano  occupate 
da  roccie  eruttine  terziarie,  ed  in  parecchie  si  rinvengano  coni  vulcanici 
quaternari  ancora  benissimo  conservati,  tuttavia  essa  è  pochissimo  sog- 
ggetta  a  fenomeni  sismici.  Nella  parte  meridionale  abbiamo  un  centro  le 
cui  manifestazioni  -  1615  [477],  1771  [758],  1835  [943]  e  1855  [1022]  — 
vengono  più  o  meno  sensibilmente  avvertite  a  Cagliari  :  è  situato  con 
ogni  probabilità  verso  occidente,  come  ce  lo  indicherebbe  lo  scuotimento 
del  1771,  che  commosse  risola  di  S.  Pietro,  Teulada^  V  Iglesiente  ecc. 

Noto  che  il  grande  terremoto  d'Algeria  del  1856  [1027]  fa  sentito 
fortemente  a  Carloforte  nell'isola  S.  Pietro  e  ad  Igiesias  e  che  quello  di 


844  CAPITOLO  XXIV 


Ustica-Palerno  del  1897,  quantunque  solo  sensibilissimo  nell'area  plei- 
stosismica,  venne  inteso  a  Cagliari. 

Nella  parte  meridionale-orientale  abbiamo  il  centro  localizzato  di 
S.  Vito,  messo  in  luce  dal  terremoti  del  1898  [1364]. 

In  quella  superiore  si  trova  un  focolare  nei  pressi  di  Ittereddu,  scasso 
fortemente  nel  giugno  1870  [1075].  Noto  che  a  Sassari  fri  lievemente 
inteso  il  grande  parossismo  ligure  del  1887. 

In  Sardegna  passarono  inosservati  anche  i  grandi  terremoti  che  in- 
teressarono più  o  meno  sensibilmente  il  bacino  del  Mediterraneo. 

Corsica.  —  Pochissime  sono  le  notizie  di  terremc^ti  corocentricl  delU 
Corsica  (1775  [764 1,  1827  [913])  e  le  poche  che  possediamo  non  ci  per- 
mettono di  trarre  alcuna  conclusione  sulla  topografia  dei  centri. 

In  parte  dell'isola  fu  sentito  il  terremoto  pisano  del  1846;  aRo^liano 
quello  di  S.  Remo  del  1854  :  il  grande  parossismo  ligure  del  1887  fa 
fortissimo  a  Bastia  e  forte  nel  resto  della  Corsica. 


(Chiuso  il  30  arrosto  19(H)]. 


s 
\ 


PARTE  TERZA 


SAGGIO  DI  BIBLIOGRAFIA  SISMICA  ITALIANA 


Nella  presente  bibllogratla  si  trovano,  oltre  gli  scritti  speciali  sui  Tart  terremoti 
successi  in  Italia  Ano  a  tutto  11  1898,  anche  quelli  di  indole  generale  e  cosi  pure  pli 
studi  sulla  fenomenologia  sismica,  sulle  teorie  e  sulle  corr^azioni  delle  commozioni 
telluriche  con  altri  fenomeni,  eccezion  fatta  per  le  memorie  e  per  le  note  descrittive 
di  apparecchi,  oppure  quelle  riguardanti  i  moti  microsismici,  la  forma,  la  natura  e  la 
durata  del  moto  del  suolo.  Sono  pure  escluse  le  opere  storiche,  sebbene  contengano 
notizie  di  terremoti,  a  meno  che  queste  —  per  la  loro  importanza  —  non  costituiscano 
uno  speciale  capitolo. 


Abbati  B.  -  Epitome  metheorologica  de'  tremoti  con  la  cronologia 
di  tutti  quelli  che  sono  occorsi  in  Roma  dalla  creatione  del  mondo 
fin  agi'  ultimi  Successi  sotto  il  Pontificato  del  regnante  Pontefice 
Clemente  XI  il  di  14  gennaro,  giorno  di  domenica  su  le  due  della 
notte  meno  un  quarto,  e  2  di  febbraro  del  corrente  anno  1703  ecc. 
Roma  1703. 

Abetti  a.  -  Il  primo  istante  della  gran  scossa  di  terremoto  del  18 
maggio  1895  notata  in  Àrcetri  (in  e  Boll.  Soc.  Sismol.  Ital.  »  voi.  I, 
fase.  VII,  pp.  138-42).  Roma  1895. 

A<X)ADEHiA  DELLE  SCIENZE  DI  NAPOLI  -  Istoda  dc'  fenomeni  del  tremuoto 
avvenuto  nelle  Calabrie,  e  nel  Valdemone  nell'anno  1783,   posta  in 

luce  ecc.  Napoli  1784. 

Contiene  il  lavoro  del  Barconi  (vedi). 
Agatio  di  Somma  -  Historico  racconto   de   i   terremoti   della   Calabria 

dell'anno  1638  fin'anno  41  composto  ecc.  Napoli  1641. 
AoNELU  G.  -  I  terremoti  registrati  nelle  cronache  Lodigiane  (in  «  Arch. 

Stor.  per  la  città  e  comuni  del  circond.  di  Lodi  »  serie  II,  voi.  XIV, 

fase.  II,  pp.  90-96).  Lodi  1895. 
Agnello  di  S.  Maria  [frate]  -  Trattato  scientifico  delle  cause  che  con- 
corsero al  fuoco,  et    terremoto    del   Monte  Vesuuio   vicino   Napoli. 

Vtilisslmo  à  Theologi,  Filosofi,  Astrologi  ecc.  Napoli  1632. 
Albrecht  Th.  -  Ueber  dio  Wahl  der  Stationem  fUr  den  internationalen 

Polhòhendienst  (in  C.  li.  des  scances  de  la  Comm.  Perm.  de  l'Ass. 

Geod.  Intemat.  »  pp.  126-154).  Berlin-Neuchatel  1897. 

Il  cap.  n  «  Selsmlche  verhaltnlsse  :  t)  ii  itallen,  pag.  189-40  ;  la  tav.  in  riproduce 
rabbozzo  di  carta  slsmlcMi  d' Italia  del  Prof.  Taramela. 


848  BILIOORAFIA 


\ 


ÀLFÀNi  G.  -  Primo  studio  sulle  vibrazioni  telluriche  in  relazione  agli 
urti  marini  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  «  serie  II.  vc4. 
XIX,  pp.  1-2).  Torino  1899. 

Alluard  -  Secusses  de  tremblement  de  terre  ressenties  a  Clennont 
Ferrand  le  23  fevrier  |1887]  (in  «  C.  R.  de  TAcc.  des  Se.  »  voi.  104. 
1887,  pag.  666).  Paris.  1887. 

Amodio  G.  -  Breve  trattato  del  Ten*emoto  scritto....  in  occasione  del- 
l' incendio  successo  nel  Monte  Vesuvio  nel  giorno  16  dicembre  iftol 
ecc.  Napoli  1632. 

Ancora  G.  -  Saggio  suir  uso  de'  pozzi  presso  gli  antichi  speciaimen:' 
per  preservativo  de'  tremuoti.  Napoli  1787. 

Andreucci  O.  -  Reminiscenze  storiche  geologiche  sull'isola  d' Iscliì? 
(in  «  La  Nazione  »  N.  246).  Firenze  1883. 

Anfosso  C.  -  Storia  Naturale  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXIII,  18^6  . 

Milano  1887. 

contiene  un  ì{  :  «  Origine  dei  terremoti,  »  pag.  820. 

—  Idem.  idem,  (in  «  Ann.    Scient.    Ind.  »    voi.    XXIV,    1887).    Milan 

1888. 

contiene  :  Geologia  e  Mineralogia  :  §  5  «  i  terremoti  »  pp.  331-37  -  §  LO  «  Teorie 
dei  terremoti  di  Oppermann  »  pp.  83^^.  ^ 

—  Idem.  idem,  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXVI,  1889).  Milano 
1889. 

Contiene  :  Geologia,  Mineralogia  e  Paleontologia  :  §  9  «  Le  emozioni  prodotte  dai 
terremoti  »  pp.  371-75  -  §  Il  «  Le  fratture  della  corteccia  terrestre  ed  1  terre- 
moti »  pp.  375-76. 

Annuario  Scientifico  Industriale  -  Vedi  Canestini  :  «  Geol.  e  Pa- 
leont.  »  -  D'Ancona  :  «  Min.,  Geol.  e  Paleont.  »  -  Denza  F.  :  <  Met^or. 
e  Usica  del  globo  >  -  Anfosso  C.  :  «  Storia  Nat.  »  e  Giovannozzi  G.  : 
«  Meteor.  e  fisica  del  globo  » . 

Antonucci  M.  -  Relazione  del  funestissimo  terremoto  successo  in  Pa- 
lermo al  1^  settembre  1726.  Palermo  1726. 

Apares  J.  -  De  in  universa  Calabria  terraemotu«  eius  causis,  signis. 
efiectibus,  temporibus  et  locis.  Messanae  1639. 

Appendice  all'elenco  dei  terremoti  di  Parma  (in  «  Boll,  del  Com.  Agr. 
Parmense  »  N.  4).  Parma  1895. 

Aquila  B.  -  Dissertazione  critica  filosofica  su  le  riflessioni  pubblicate 
in  rapporto  alla  cagione  fisica  de'  tremuoti  della  Calabria  nell'anno 
1783.  Ls.  1.  e  d.] 

Arabia  F.  S.  -  Relazione  storica  del  tremuoto  di  Basilicata  nell'anno 
1851.  Napoli  1862. 

Arago  -  Vedi  Gay  Lussac. 

Archi  D.  -  Nova  e  più  distinta  relatione  dell'orrendo  terremoto  acca- 
duto li  4  aprile  1781  nella  città  e  diocesi  di  Faenza  e  di  quanto  in 
seguito  si  è  fatto  a  cagione  del  medesimo.  Faenza  1781. 


BIBLIOGRAFIA  849 


Arcidiacono  S.  -  Sul  terremoto  del  13  aprile  1895  avvenuto  in  pro- 
vincia di  Siracusa  (in  «  Ann.  Uff.  Centr.  di  Met.  e  Geod.  »  voi.  XVI, 

1894,  parte  I,  pp.  169-76).  Roma  1896. 
I/estratto  à  la  data  del  1895.  * 

—  l?^enomeni  geodinamici  che  precedettero,  accompagnarono  e  segui- 
rono l'eruzione  etnea  del  maggio  -  giugno  1886  (in  «  Atti  Accad. 
Gioenia  di  Se.  Nat.  »  voi.  VI,  serie  4).  Catania. 

—  Yedi  :  Silvestri  0. 

Ariani  Vincenzo  -  Vedi  Filantropo  Anonimo. 

Arcieri  G.  -  Relazione  sul  trcmuoto  del  16  a  17  dicembre  1857  (in 
«  Poliorama  Pittoresco  »  voi.  XVIII,  p.  140).  Napoli  1858. 

Arco  VITO  S.  -  Memoria  de'  fenomeni  meteorologici  osservati  in  Reggio 
di  Calabria,  nel  corso  degli  anni  1836,  1837,  e  parte  del  1838  (in 
«  Atti  Soc.  Econ.  di  Calabria  Ultra  I  »  voi.  II,  fase,  l*')  Reggio  Ca- 
labria 1838. 

—  Memoria  sopra  le  osservazioni  meteorologiche  che  ebbero  luogo  nel 
corso  dell'anno  1839.  Ibidem,  fase.  II. 

—  Terremoti  di  Reggio  [1839]  (in  «  La  Fata  Morgana  »  anno  II, 
n.  5:  lo  novembre  1839,  pp.  33-34).  Reggio  Cai.  1839. 

—  Memoria  su  terremoti  occorsi  qui  in  Reggio  [Cai.]  a'  27  agosto  1839 
ed  in  continuazione  fin  agli  8  settembre  (in  «  La  Fata  Morgana  * 
anno  II,  n.  4 :  15  settembre,  pp.  25-27).  Reggio  Cai.  1839. 

—  De  fenomeni  metereologici  osservati  in  Reggio  Calabria  nel  corso 
deiranno  1839  (in  «  Atti  Soc.  Econ.  della  Cai.  Ult.  »)  [?]. 

—  Memoria  sopra  le  osservazioni  meteorologiche  ch'ebbero  luogo   nel 

corso  dell'anno  1840  (in  «  Atti  Soc.  Econ.  della  I  Cai.  Ult.  »  voi.  II, 

fase.  IV,  pp.  17-26  e  tabella  6-7).  Reggio  Cai.  1842. 
Parla  dei  terremoti  di  Ref?firio  Gal.  successi  nel  1840. 

—  Memoria  de'  fenomeni  metereologici,  ch'ebbero  luogo  in  Reggio  nel 
corso  dell'anno  1841  osservati  e  registrati  dal  Soc.  ord.  della  Soc. 
Econ.  ;  con  un'appendice  de'  tremuoti  occorsi  nelle  varie  epoche  in 
diverse  parti  e  de'  recenti  a  nostra  memoria  accaduti  in  questa 
nostra  cittA  e  provincia  (in  «  Atti  Soc.  Econ.  della  I  Cai.  Ult.  » 
voi.  Ili,  fase.  V,  pp.  17-37  e  tabella  G-7).  Reggio  Cai.  1843. 

Argoli  a.  -  Pandosion  Sphaericum,  in  quo  siugula   in   Elementaribus 

regìonibus,  atque,  Aetherea,  mathematice  pertractantur.  Patavii  1644. 
(Contiene  :  Cap.  vi  «  ne  terreinotu  »  pajf.  'Zi  21. 

Armeni  A.  -  Cenni  storici  topografici  di  Picdiluco  e  dintorni.  Foligno 

1897. 

Contiene  (pap.  41-(iO)  un  j?  sul  terremoti  <li  Pledlluoo  del  ncC>  estratto  quasi  com- 
pletamente dal  lavoro  tjpeclule  del  (ìii.i  (vedi  . 

AsTERio  P.  -  Discorso  aristotelico  intorno  al  terremoto.  Nai)0ii.l632. 
AsiTOLFi  M.  -  Narrazione  dell'orribile  terremoto  sentitosi  nella   cittA  di 

Baratta.-  Terremoti  e<M\  54 


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redata di  note.  Bologna  1780. 

La  prima  edizione  è  sotto  il  nome  di  cimaste  huluobo  (vediì. 

—  Dei  terremoti  di  Messina  e  di  Calabria  del  1783.  Memorie  e  rifles- 
sioni. Bologna  1783. 

—  Lettera  del  P.  Lettore  Don  Micheli  Augusti  Monaco  Olivetano  al 
suo  fratello  Padre  Don  Agostino,  Parroco  nel  Monastero  di  San  Pietro 
di  Gubbio  in  data  di  Napoli  28  ottobre  1783  (in  <  Antologia  K«»- 
mana»  voi.  X,  num.  XXV,  pp.  193-198;  XXVI,  pp.  201-20*^.. 
Roma  1784. 

—  Lettera...  sopra  ì  terremoti  ed  aeromoti  di  Camerino  e  di  Serra  valle 
(in  «  Antol.  Romana  »  num.  XLIX,  pp.  393-99  e  L,  pp.  401-407). 
Roma  1785. 

A.  V.  -  Il  terremoto  e  Teclisse,  fantasia  poetica...  in  occasione  del  ter- 
remoto 5  febbraio  e  deireclisse  28  luglio  1851,  Milano  [1851]. 

AVERANI  B. 

Il  Gentili  nella  sua  memoria  sui  terremoti  di  Livorno  (1*742),  a  p.  xiv,  ricorda 
che  tale  A.  scrisse  sul  terremoti. 

Avviso  d'  vna  lettera  delT  XI  d'ottobre  MDLXIX  nella  quale  si  narra 

deirorrendo,  e  spauenteuol  caso  successo  nell'  Illustrissima  Città  di 

Napoli,  d'acque,  di  tremoti,  e  venti.  Con  dichiaratione  delle  Chiese, 

e   Palazzi,  e  case  rouinate,  co  il  numero  de  morti,    e   feriti,    come 

leggendo  intenderete  [s.  d.  e  1.]. 

Parla  di  un  turbine  avvenuto  fra  le  2  ed  8  ore  del  6  ottobre  che  distrusse  icuì 
case,  causando  8  mila  vittime:  però,  malgrado  il  titolo,  non  si  accenna  a 
terremoti. 

Avviso  d' vna  lettera  de  XVII  d'ottobre  del  MDLXIX.  Venuta  di  Pe- 
rugia, la  qual  narra  de'  grandissimi  Tremoti  &  Venti  che  sono  stati 
nel  svo  Contado.  Doue  intenderete  le  rouina  del  le  Ville,  Palazzi, 
Case,  &  Vigne,  &  Boscaglie,  con  il  numero  delle  persone  morte,  & 

feriti.  Cosa  marauigliosa  da  intendere.  In  Fiorenza  [s.  d.]. 

Racconta  di  un  turbine  accaduto  a  5  ore  della  notte  dei  13  ottobre  lò59,  ma 
che  non  sembra  stato  accompairuato  da  terremoto. 

Baglivi  6.  -  De  terraemotu  romano  et  urbium  adjacentium,  anno  1783 
(in  <  Op.  omn.  medico-pratica  et  anatomica  »  vi  ed.,  pp.  501-11). 
Lugduni  1704  e  vn  ed.,  pag.  52^-533,  Lugduni  1710). 

—  Historia  Romani  terraemotus  et  urbium  adiacentium,  anno  infeli- 
cissimo 1703  (in  «  Op.  Omnia  ecc.  »  vi  ed.,  pp.  511-538  :  vn  ed., 
pp.  533-562). 

—  De  progressioni  romani  terraemotus  a  kalendis  martiis  anni  1703  ad 
kalcndas  martias  anni  1705,  cum  historia  morborum  et  epidemiae 
constitutionis,  quae  bis  annis  regnavit  Romae,  et  quamplurium  na- 


BIBLIOGRAFIA  851 


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ecc.  »  vn  od.,  pp.  566-580).  Ludguni  1710. 

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voi.  IX).  Torino  1883. 

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Nouvelles  observations  (in  «  La  Meuac  »   1-2  die.  1883).  Liege  1883. 
B  la  traduzione  della  seconda  nota  precedentemente  accennata  con  introdu- 
zione di  v.  Buliy. 

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rante il  1893  (in  «  Ann.  Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  voi.  XV. 
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—  Alcune  considerazioni  sintetiche  sulla  distribuzione  topografica  dei 
terremoti  nella  Toscana  (in  «  Riv.  Geogr.  Ital.  »  voi.  I,  pp.  612-17: 
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zione allo  studio  deirattività  sismica  neir  Italia  Settentrionale  (in 
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Torino  1899. 

È  annessa  alla  traduzione  Italiana  dell'opera  di  T.  Fischer:  «  La  penisola  Ita- 
liana ». 

—  Materiali  per  un  catalogo  dei  fenomeni  sismici  avvenuti   in   Italia. 

-  II.  Notizie  di  terremoti  sentiti  in  Reggio  Emilia.  Voghera  1899. 
Contiene  le  notizie  di  terremoti  sentiti  in  Regrgio  dall'anno   1223  in  avanti, 
compilate  da  Reoinus  e  ^ià  pubblicate  neirAlmanacco  reggiano  «il  crostolo  » 
Anno  1880. 

—  Saggio  dei  materiali  per  una  storia  dei  fenomeni  sismici  avvenuti 
In  Italia,  raccolti  dal  Prof.  M.  S.  De  Rossi,  scelti,  ordinati  e  pub- 
blicati da  M.  Baratta  (in  €  Boll.  Soc.  Geol.  Ital.  »  voi.  XVIII, 
pp.  432-60).  Roma  1899. 

—  Nuove  considerazioni  sul  terremoto  di  Rieti  del  28  giugno  1898. 
Voghera  1900. 

—  Materiali  per  un  catal.  dei  fenom.  sismici  avvenuti  in  Italia  -  III. 
Narrazioni  sincrone  dei  terremoti  del  1699,  1654  e  1707-  Voghera  1900. 

—  I  terremoti  d' Italia.  Saggio  di  storia,  geografia  e  bibliografia  si- 
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Basile  O.  -  I  fenomeni  vulcanici  presentati   dall'  Etna   dal   settembre 

1874  a  tutto  Tanno  1875  (in  «  Atti  Acc.  Gioenia  di  Se.  Nat.  »  serie 

III,  voi.  X,  pp.  289-93).  Catania  1876. 

Parla  del  terremoti  etnei  accaduti  nel  tempo  di  cui  è  oggetto  la  nota. 

Bassanelli  L.  -  Sopra  il  tremuoto  che  ha  sofferto  la  città  di  Albano 
con  le  sue  vicinanze  dal  giorno  21  di  maggio  a  tutto  il  6  dicembre 
1829  (in  €  Giom.  Arcadico  »  voi  XLIV).  Roma  1829. 

Bassaxi  C.  -  Sui  terremoti  (in  «  Riv.  Scient.  Ind.  »  voi.  XIII,  pp.  133- 
137).  Firenze  1881. 

—  Dell'aria  sismoscopica  (in  «  Boll.  mens.  Oss.  di  Moncalieri  »  serie 
II,  voi.  XII,  pp.  119-24,  136-40,  188-92  e  voi.  XIII,  pp.  4-8.  19-25, 
86-40,  86-88,  98-104,  116-121,  133-34).  Torino  1892-93. 

—  Sulle  piccole  cavità  formatesi  nella  spiaggia  Garganica  col  terremoto 
del  25  marzo  1894  (in  «  Boll.  mens.  Oss.  di  Moncalieri  »  serie  li, 
voi.  XIV,  pp.  164-66).  Torino  1894. 

—  Il  radiante  sismico  fiorentino  (in  «  La  Nazione  »  12  agosto).  Fi- 
renze 1895. 

—  Il  focolare  del  terremoto  di  Firenze  del  18  maggio  1895  (in  «  Riv. 
Scient.  Ind.  »  anno  1895,  pp.  197-200).  Firenze  1895. 

—  Il  dinamismo  del  terremoto  laziale,  19  luglio  1899   (in   <  Boll.  mens. 

doll'Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XIX,  pp.  41-42).  Torino  1899. 
É  ristampato  auclie  nella  «  Rivista  Scient.  ind.  »  Firenze  1899. 

—  Prime  ricerche  auUa   provenienza   del   terremoto   di  Firenze    nella 

sera  18  maggio  1895  (in  «  Boll.  mens.  deirOss.  di  Moncalieri  »  serie 

II,  voi.  XV.   1895,   pp.    4-7,    25-32,    41-52,    63-70;   XVI  1896,  pp. 

12-22,  35-52,  72-88,  104-124  ;   XVII  1897,  pp.  1-7,  17-24,  33-42,  49-60, 

65-69,  81-88;  XVIII  1898,  pp.  J-9,  17  24,  33-37,  49-59,65-73  e  XIX 

1899,  pp.  13-19,  32-35....  Torino  1895.... 

La  pubblicazione  di  questo  lavoro  non  ò  ancora  terminata. 

Battandier  a.  -  La   science   géo-dynamiquo  en   Italie   (in    «   Cosmos 
Les  mondes  »  III  serie,  voi.  V,  pp.  449-95).  Paris  1883. 


856  BIBUOGRAFIA 


Battandier  a.  -  Un  tremblement  de  terre  [Roma  22  gennaio  18*ri; 
(in   «  Cosmos  >  Num.  366  :  30  gennaio,  p.  223).  Paris  1892. 

—  Le  tremblement  de  terre  dea  Calabres  (in  «  Cosmea  »  voi.  XXX» 
fase.  525  :  16  febbraio,  p.  365).  Paris  1895. 

~  Lea animaux et les tremblements  de  terrò  (in  «Cosmos»  voi-  XXXY. 

pp.  684  86).  Paris.  1896. 
Battista  R.  -  Il  terremoto  di  Baailicata.  [1857].  Potenza  1858. 

—  Appendice  al  terremoto  di  Basilicata  (in  «  Atti  Soc.  Econ.  di  Ba- 
silicata »).  Potenza  1862. 

Becx;aria  J.  B.  -  Dell' elettricismo.  Tomo  2^:  Dell' elettricismo  terrestre 
ed  atmosferico,  pp.  76-81,  217-220.  Macerata  1793. 

—  Al  sig.  Conte  6.  F.  Sanmartino  della  Motta,  pelia  sua  laurea  in 
Giurisprudenza.  Applaudisce  G.  B.  Beccaria  e  discorre  di  quistloni 
airoccasione  de'  tremuoti  bologneai  da  quello  proposte  [s.  1.]  1779. 

Belar  A.  -  Beitr^e  zum  Erdbeben  von  Laibach  am  14  und  15  aprii 
1895  scine  Verbreitung  und  Berechnangen  der  Fortpflanzungs  -  Ge- 
schwindigkeit  desselben  (in  «  Mitth.  des  naturwissenchaftlichen  Ve- 
reins  an  der  K.  K.  Univ.  in  Wien  »  1896).  Wien.  1896. 

Belgrado  J.  -  Vedi  Tellini  A. 

Belli  -  Terremoto  avvertito  in  Pavia  tra  il  28  ed  il  29  dicembre  1854. 
(in  <  Sitzungsb.  der  K.  Akad.  in  Wien  »). 

Bellucci  G.  -  Sulle  indicazioni  del  sismografo  dell'Osservatorio  di  Pe- 
rugia nel  terremoto  del  12  marzo  [1873]  (in  «  Corriere  dell'Umbria  ■» 
V  aprile).  Perugia  1873. 

Belluno  (A)  dopo  il  terremoto  (in  «  Il  Tomitano  »  voi  II,  pp.  164-65). 
Feltre  1873. 

Benassi  P.  -  Materiali  per  la  storia  dei  fenomeni  sismici  nella  regione 
parmense.  Parma  1899. 

Bexevelli  G.  -  Sopra  il  terremoto  d'Alba  dell'autunno  1786  parole  del- 

l'avv.  Can.  G.  B.  di  Mont.  con   l'aggiunta  di  varie   notizie   e    dvì 

giornale  meteorologico  del  sig.  Can.  Core.  Asti  1787. 

—  Sopra  i  tremuoti  d'Alba  e  de'  contorni,  parole....  con  l'aggiunta 
dell'esatto  giornale  astro-meteorologico  del  sig.  Can.  Core.  Dal  mese 
di  agosto  1786,  a  tutto  febbraio  1787  e  lo  stato  celeste  dei  mesi  di 
Marzo  e  d'Aprile,  e  della  relazione  del  terremoto  di  Rimìni  minuta- 
mente circostanziata...  2-^  ediz.  corretta,  riordinata  ed  accresciuta. 
Asti  1787. 

—  Giornale  astro  -  meteorologico  osservato  e  compilato  in  Alba  nel 
MDCCLXXXVIII  ed  altre  osservazioni  che  servono  di  supplemento 

alle  sue  parole  sul  terremoto  ecc.  Torino  1788. 

—  Pronostici  planetarii,  punti  lunari  e  cabalette  per  1'  anno  1789  con 
alcune  utili  e  dilettevoli  notizie.  Torino  [?]. 

A  pa{?.  23  11  Giorn.  antro-metercologico  pel  1788  ed  a  pagr.  5S  il  Glorn.  dei  terre- 
moti d'Alba  del  1786. 


BIBUOORAFIA  857 


Bri^^kowitz  C.  J.  -  Heiaen  von  Neapel  in  die  umliegenden  Gegenden, 
nebst  einige  Notizen  (iber  das  letzte  Erdbeben  in  Neapel.  Berlin 
1806. 

Bhirio  -  Vedi  :  Camera  de'  Deputati. 

Bbrmokdi  e.  •  Comitato  provinciale  di  soccorso  pei  danneggiati  dal 
terremoto  nella  provincia  di  Porto  Maurizio.  Relazione  e  rendiconto. 
Porto  Maurizio  1888. 

Bkrnaudo  I.  -  Il  tremuoto  di  Calabria,  discorso.  Napoli  16B9. 

Bkroaldi  F.  -  Opusculum  de  terraemotu  et  pestilentia  cum  annota- 
mentis  Galeni.  Bononiae  1550. 

Bertelli  6.  -  Alcune  notizie  sul' violentissimo  terremoto  che  danneggiò 
la  città  di  Firenze  e  parte  della  provincia  la  sera  del  18  maggio 
1895,  a  ore  20,55,  (in  «  Boll.  mens.  Oss.  di  Moncalieri  »  serio  II, 
voi.  XV,  pp.  15-17).  Torino  1895. 

Bertelli  T.  -  Alcuni  appunti  sul  terremoto  del  7  ottobre  1874  e  de- 
scrizione speciale  di  esso  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  dei  N.  Lincei  »  voi. 

XXVIII,  pp.  49-54).  Roma  1875. 
L'estratto  porta  la  data  del  1974. 

—  Contro  gli  affetti  rovinosi  dei  terremoti  (in  «  La  Nazione  »  26  ot- 
tobre 1887).  Firenze  1887. 

—  Brevi  considerazioni  sulla  causa  dei  terremoti  (in  «  Boll.  mens.  del- 
rOss.  di  Moncalieri  »  serie  II.  voi.  VII,  pp.  70-71).  Torino  1887. 

—  Alcune  osservazioni  intomo  al  terremoto  del  23  febbraio  [1887]  presso 
Firenze  e  conseguenze  pratiche  dedotte  (in  «  Boll.  mens.  dell'  Oss. 
di  Moncalieri  »  voi.  VII,  pp.  57-58).  Torino  1887. 

—  Osservazioni  fatte  in  occasione  di  una  escurzione  sulla  Riviera  Li- 
gure di  ponente  dopo  i  terremoti  ivi  seguiti  nell'anno  1887  (in  «  Boll, 
mens.  dell'  Oss.  di  Moncalieri  »  voi.  Vili,  N.  6-8).  Torino  1888.  e 
(in  <  Mem.  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  Ili,  pp.  129-53).  Roma  1888. 

—  Di  alcune  teorie  e  ricerche  elettrosismiche  antiche  e  moderne  (in 
€  Boll,  di  Bibl.  e  di  St.  delle  Se.  Mat.  ecc.  »  voi.  XX).  Roma  1888. 

—  Riassunto  di  alcuni  concetti  teorici  e  pratici  riguardanti  la  sismo- 
logia (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XLI).  Roma  1888. 

—  Delle  vibrazioni  sismiche  e  delle  indicazioni  sismometriche.  Nota  II. 
(in  «  Mem.  Pont.  Acc.  N.  Lincei  •  voi  VI,  pp.  67-221).  Roma  1890, 

—  Di  alcuni  moti  tromometrici  osservati  in  Sicilia  nelle  eruzioni  etnee 
del  1883,  1886  e  1892  e  di  quella  sottomarina  di  Pantelleria  dell'ot- 
tobre 1891  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  ^  voi.  XLVI  (1892-93) 
pp.  17  24).  Roma  1803,  e  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  » 
voi.  XII,  pp.  132-36).  Torino  1892. 

—  Sulle  indicazioni  degli  strumenti  sismici  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N. 
Lincei  »  voi.  XLI  (24  aprilo  1892),  pp.  1113-16).  Roma  1892,  e  (in 


858  filBLIOORAFIA 


<  Boll.  mens.  dell'Osa,  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XII«  fksc.  V. 
pp.  79-80).  Torino  1892. 
Bertelli  T.  -  Alcune  considerazioni  sul  terremoto.  Firenze  1895. 

—  Un  documento  del  principio  del  secolo  XVn  riguardante  la  sismo- 
logia (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  '  voi.  XUX,  (1895-96),  pp. 
39-43).  Roma  1896. 

Bertholon  de  Saint  Lazàre  -  Sur  un  Para-tremblement  de  terre  &  un 
Para-volcan  (in  «  Rozibr  :  Obervations  sur  la  physique....  »  voi. 
XIV,  pp.  111-122).  Paris  1779. 

Berti  E.  -  Sugli  ultimi  tremuoti  di  Venezia  (in  <  Atti  I.  R.  lat.  Ve- 
neto ecc.  »  voi.  II,  serie  III,  pp.  553-59).  Venezia  1857. 

—  Sul  terremoto  di  Venezia  del  29  gennaio  1859  (in  «  Atti  I.  R.  Idt. 
Veneto  *  voi  IV).  Venezia  1859. 

—  Sul  terremoto  di  Venezia  del  19  luglio  1860  (in  «  Atti  I.  R.  Ist. 
Veneto  »  serie  III,  voi.  VI,  pp.  65-74).  Venezia  1860. 

Bertoldi  F.  L.  -  Storia  della  miracolosa  immagine  di  S.  Maria,  ovverc* 

della  Madonna  della  Celletta  nella  terra  d'Argenta.  Faenza  [1761]. 
Nel  cap.  xn  deUa  parte  i  :  Orribile  terremoto  ecc.  In  Argenta  (pp.  46^). 

Bertozzi  L.  a.  -  Lettera  dell'  eminentissimo  Cardinale.  Antonelli  su] 
terremoto  accaduto  in  Cagli  il  di  3  dello  scorso  giugno  1781  :in 
€  Ant.  Romana  >  voi.  Vili,  pp.  365,  373,  377,  385  e  seg).  Roma 
1781. 

Bertrand  E.  -  Memoire  sur  les  tremblements  de  terre  avec  quatre 
sermons  a  cette  occasion....  Nouvelle  edition.  Veny  1756. 

Bettanini  6.  -  Contribuzione  alla  storia  dei  fenomeni  sismici  e  meteo- 
rici (in  «  Giorn.  scien.  delle  Scuole  second.  ital.  >  voi.  I,  pp.  123- 
26).  Ie9i^l891. 

Bettoni  P.  -  Nota  storica  sui  terremoti  (in  «  Ann.  Uff.  Cent,  di  Meteor. 
e  Geod.  »  voi.  VIII,  parte  IV,  1886).  Roma  1888. 

—  Il  terremoto  del  7  giugno  [1891]  (in  «  La  Gazzetta  di  Brescia  »  11 
giugno).  Brescia  1891. 

—  Il  terremoto  del  7  giugno  [1891]  nella  riviera  di  Salò  (Lago  di  Garda) 
(in  «  Boli.  mens.  Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XI,  pp.  138- 
39).  Torino  1891. 

—  Il  terremoto  del  5  gennaio  1892  sul  Lago  di  Garda  (in  «  Boll.  mens. 
Oss.  di  Moncalieui  »  serie  II,  voi.  XII,  pp.    60-62).   Torino  1892. 

—  Terremoto  a  Salò  [9  agosto  1898]  (in  «  Boll.  mens.  Oss.  di  Monca- 
lieri »  voi.  XVIII,  pp.  60-61).  Torino  1898. 

■—  Il  terremoto  del  16  novembre  1898  a  Salò  (in  «  Boll.  mens.  Oss.  di 

Moncalieri  »  voi.  XIX,  pp.  2-3).  Torino  1899. 
Bianchi  G.  -  Descrizione  del  tremuoto  grande  cKé  fti  in  Arimino  Tanno 

1672  adi  14  aprile  il  Giovedì  Santo  alle  ore  22  incirca...  (in  «  Ca- 


BIBUOGRA^A  859 


LOGERA  :  Race,  di  opusc.  scient.  e  filosof.   tomo  XXVI V).  Venezia 

1746. 
Bianconi  O.  L.  -  Osservazioni  sul  terremoto  di  Bologna  (in  <  Opere  » 

voi.  IV,  pp.  172-86).  Milano  1802. 
BiAzzi  F.  -  A  proposito  di  terremoti  (in  «  Eco  di  Bergamo  »).  Bergamo 

1883. 
H1L.LJET  A.  -  Notice  snr  ies  tremblements  de  terre  que  Ton  a  éprouvé 

dans  la  province  de  Manrienne  depuis  le  19  ,décembre  1838ja8qae 

au  18  mars  1840  (in  «  Mem.  della  R.  Acc.   delle  Se.   di  Torino  » 

serie  II,  voi.  II,  pp.  LV-LXX).  Torino  1840. 

—  Memoire  snr  Ies  tremblements  de  terre  ressentis  en  Savoie,  (in 
«  Mem.  de  TAcad.  R.  de  Savoje  »  tom.  XIH  (tom.  I,  e  II),  pp. 
245-282  e  pp.  XC-XCCI).  Chambery  1848. 

Bina  A.  -  Ragionamento  sopra  la  cagione  de'  tremnoti  ed  in  particolare 
di  quello  della  terra  di  Gualdo  e  di  Nocera  neir  Umbria  seguito 
l'anno  1751.  Perugia  1751. 

—  Ragionamento  sopra  la  Cagione  de'  Tremnoti...  Dato  nuovamente  in 
luce  dal  sig.  Conte  Aurelio  Miari  con  una  lettera  dello  stesso  Padre 
intorno  alle  Meteore  infiammate  scritta  al  suddetto  sig.  Conte.  Carpi 
1756. 

BiBCARi  (Principe  di)  —  Vedi  :  Pensante  Peloritano. 

BiTTNER  A.   •  Beitrftge  zur  Eenntniss  des  Erdbebens  von  Belluno  vom 

29  Juni  1873  (in  «  Sitzungsber.  d.   K.  Akad.  d.  Wiss.  Wlen  »  69, 

Bd.)  1874. 
Blavier  a.  -  Sur  la  cause  possible  des  tremblements  de  terre  de  1755, 

1884  et  1887  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  104,  pp.  335-36). 

Paris  1887. 
Bogcardo  6.  -  Sismopirologia.  Terremoti  e  vulcani  ed  oscillazioni  del 

suolo.  Genova  1869. 

—  Terremoto.  (Articolo  in  «  Nuova  Enciclopedia  Italiana  ecc.  »  ediz. 
VI,  voi.  XXII,  pp.  7-16).  Torino  1887. 

Boccone  A.  -  Il  terremoto  abborto  di  virtù  lussureggianti  nel  mondo, 
ode  prima.  Il  terremoto  flagello  speciale  de  i  sacrileghi  profanatori 
de'  tempii,  ode  seconda.  Forlì  1672. 

Boccone  P.  -  Museo  di  fisica  e  di  esperienze  variato  e  decorato  di  os- 
servazioni naturali  ecc.  Venetia  1697. 

Contiene  :  esser.  I  e  li:  «  Intorno  U  terremoto  della  Sicilia  se^rulto  Tanno  1698  » 
pp,  %2\.  Osserv.  m  :  «  intorno  a  1  danni  seguiti  dal  terremoto  in  varie  città  e 
terre  della  Sicilia  »  pp.  21-24.  Osserv.  iv  :  «  intorno  11  terremoto  della  Sicilia 
seguito  ranno  1C03  ».  pp.  25-31. 

Bollettino  decadico  dell'  Osservatorio  ed  Archivio  Centrale  Geodina- 
mico presso  il  R.  Comitato  Geologico  ;  anno  1 1885  e  II  1886.  Roma 
1885-6. 


860  BIBUOaRAFtA 


Bollettino  delia  Società  Sismoiogica  Italiana,  voi.  I,  Roma  1895  :  voi.  li. 

Modena  1896  :  voi.  Ili,  Modena  1897  :  voi.  IV,  Modena  1398-  [S^n^^ 

la  pubblicazione]. 

Bollettino  mensuale  pubblicato  per  cura  deirOsservatorio  Centrale  dei 

R.  Collegio  Carlo  Alberto  in  Moncalieri.  Torino... 

contiene  oltre  a  memorie  anche  notizie  di  fenomeni  sismici  ed  eleiiclil  m«-i. 
sili  di  scosse. 

Bollettino  meteorico  dell'Ufficio  Centrale  di  Meteorologia  e  di  Geodina 

mica.  Roma.  Supplemento  :  Notizie  di  terremoti  pervenute  all'  Uff. 

Centr.  di  Met.  e  Geod.  Roma  1887...  1895. 

Segue  patitamente  anno  per  anno  Tilenco  ed  il  numero  dei  supplementi,  av 
vertendo  che  con  il  supplemento  lU  del  1892  fu  introdotta  una  numeraziortr 
pro^*es8iva  a  cominciare  dal  primo  supplemento  del  I6£r7,  giacché  In  quest' 
anno  ne  furono  pubblicati  15;   nel   18Htf  nessuno;  nel  1889  ventitre  ;   ti^'. 
IH90  nove  e  nel  1891  diciasette. 

—  Anno  IX  (1887)  :  i;n.  56  (25  febbraio),  57  (26  febbraio),  59  (28  febbraio  . 
60  (1°  marzo),  61  (2  marzo),  62  (3  marzo),  63  (4  marzo),  64  (5  marzo  . 
66  (7  marzo),  68  (9  marzo),  71  (12  marzo),  73  (14  marzo),  80  rjl 
marzo),  199  (18  luglio)  e  202  (21  luglio). 

cx>ntiene  quasi  esclusivamente  le  notizie  sul  terremoto  U^re  del  iSRr?  e   suli^' 
repliche  susseguenti. 

—  Anno  XI  (1889)  :  nn.  32  (1*>  febbraio),  46  (15  febbraio),  60  (Pmarzo\ 
70  (11  marzo),  79  (20  marzo),  91  {V  aprile),  101  (11  aprile),  121  (1' 
maggio),  137  (17  maggio),  152  {V  giugno),  166  (15  giugno),  1S2 
{V  luglio),  196  (15  luglio),  213  (1^  agosto),  228  (16  agosto),  245  '2 
settembre),  259  (16  settembre),  274  (1»  ottobre),  289  (16  ottobiv-. 
306  (2  novembre),  320  (16  novembre),  337  (3  dicembre)  e  351  (17 
dicembre). 

Contiene  le  notizie  sul  terremoti  avvenuti  dairi  gennaio  al  io  dicembre  itK». 

—  Anno  XII  (1890):  nn.    1   (2  gennaio),  11  (16  gennaio),  3(10  marzo),  4 

(10  aprile),  5  (13  maggio),  6  (27  maggio),  7  (28   luglio),    8    (23  set- 
fìmbre)  e  9  (24  novembre). 

Contiene  le  notizie  sui  terremoti  dal  3  novembre  1889  al  28  ottobre  1890  con  il 
supplemento  per   Tanno  1889. 

—  Anno  XIII  (1891):  nn.  1  (2  gennaio),  2  (16  febbraio),  3  (21  marzo \ 
4  (12  maggio),  5  (P  giugno),  6  (10  luglio),  7  (20  luglio).  8  {V  agosto.. 
9  (10  agosto),  10  (20  agosto),  11  (1^  settembre),  12  (15  settembre), 
13  (1^  ottobre),  14  (15  ottobre).  15  (1<>  novembre),  16  (15  novembse) 
e  17  (15  dicembre). 

contiene  le  notizie  sisniiclie  dal  28  ottobre  1H90  al  31  ottobre  1891 

—  Anno  XIV  (1892)  :  nn.  1  (P  gennaio),  2  (!<>  febbraio).  [3]  67  {V  marzoì, 
68  (15  marzo),  69  {V  aprile),  70  (V  maggio;,  71  {V  giugno),  72  (15 
giugno),  73  (15  luglio),  74  {V  agosto),  75  (15  agosto),  76  {V  set- 
tembre), 77  (15  settembre),  78  (1°  ottobre),  79  (V  novembre)  ed  80 
(15  dicembre). 

Contiene  le  notizie  sismiche  dairi  novembre  1891  al  17  novembre  1892  con  il  sup- 
plemento per  ranno  l«9l. 


BIBLIOGRAFIA  861 


—  Anno  XV  (1893)  :  nn.  81  (1«  gennaio),  82  (15  gennaio),  83  (r  febbraio), 
84  (1"  marzo),  85  (1^  maggio),  86  (1°  giugno),  87  (15  giugno),  88 
(V  luglio),  89  (15  luglio),  90  (V  agosto),  91  (15-  agosto),  92  (V  set- 
tembre), 93  (P  ottobre),  94  (V  novembre),  95  (1°  dicembre)  e  96  (15 

dicembre). 

Contiene  le  notizie  sismiche  dal  16  novembre  1892  al  5  novembre  18^3  con  11 
supplemento  per  Tanno  1892. 

—  Anno  XVI  (1894)  :  nn.  97  (1°  gennaio),  98  (V  febbraio),  99  (15  febbraio). 
100  (15  marzo),  101  (1*»  aprile),  102  (1<>  maggio),  103  (15  maggio), 
104  (15  giugno),  105  {ì^  luglio),  106  (15  luglio),  107  (1"  agosjto),  108 
(1*»  settembre),  109  (1*»  ottobre),  110  (1°  novembre),  111  (15  novembre), 

e  112  (15  dicembre). 

Contiene  le  notizie  sismiche  dair  8  novembre  1893  al  29  ottobre  1894  ed  il  sup- 
plemento per  ranno  18ii3. 

—  Anno  XVII  (1895):  nn.  113  (16  gennaio),  114  (16  febbraio),  115  (V 

*  marzo)  e  116  (15  marzo). 

Contiene  le  notizie  sui  terremoti  dal  2  novembre  al  31  dicembre  189i  con  sup- 
plemento per  tale  anno. 

BOLT3HAU8ER  A.  -  Vedi:  Silvestri  0. 
BoMBicci  L.  -  Sui  terremoti.  Bologna  1870. 

K  riprodotto  nel  volume  dellautore  :  «  Scienza  Popolare  »  pp.  99141.  Bologna  1883. 

—  Sul  terremoto   di   Romagna,   lettera  al  Prof.  G.  Orsi  (in  «  Corriere 
delle  Marche  »  20  gennaio  1871). 

—  I  terremoti   di  Bologna  (in  «  Gazzetta   dell'  Emilia  »    n.    50-51-52). 

Bologna  1882. 

Trovasi  riprodotto  nel  volume  citato  «  Scienza  Popolare  »  a  pp.  145^. 

—  La  influenza  luni  solare  sui  terremoti  [?]. 

Trovasi  riprodotto  in  «  Scienza  PoiKtlare  »  pajf.  ie9-'73. 

—  Sulla  costituzione  fisica   del   globo   terrestre,   suirorigine  della  sua 

crosta  litoide,  sulle  cause  dei  moti  sismici  che  più  frequentemente 

vi  avvengono  (in  «  Mem.  della  R.  Acc.  delle  Se.  di  Bologna  »  serie 

IV,  tomo  Vili). Bologna  1887. 
BoMBicci  L.  -  Vedi  :  Michez. 
BoNAiUTo  V.  -  Vedi  :  Burgos  e  Bonaiutus. 
BoxAJUTus  V.  -  An  Account    of  the   Earthquakes   in    Sicilia,    on    the 

Ninth  and  Eleventh  of  January  1692-3,    ti*anslatcd....  and   comuni- 

cated  by  the  M.  Malplghius  (in  #  Phil.  Trans.  »  voi.  XVIII,  1694, 

pp.  2-10).  London  1695. 
—  Vedi  :  Buroo. 
BoNDi  A.  -  Ipotesi  snlle  cause   dei   terremoti  in  «  Tre   discorsi    di   St. 

Nat.  »  pp.  7-21).  Forlì  1876. 
Bonito  M,  -  Terra  tremante  ovvero   continuntìone  de'  terremoti  dalU 

creatione  del  Mondo  lino  al  tempo  presente  ecc.  ». Napoli  1691. 
BoNOMi  A.  -  Vulcani   e    teiTf»moti    (in  «  Atti  i.  r.  Acc.    degli    Agiati  > 

anno  V).  Rovereto  1887. 


862  BIBUOOBAFIA 


Bordi  L.  -  Sul  Gargano.  Foggia  1892. 

Parla  nrequentemente  dei  terremoti  garganici. 
Boscowrrz  A.  -  Lea  tremblements  de  terre.  Paris  [a.  d.] 

Contiene  :  «  Lea  trembl.  de  terre  de  la  Calabre  »  1783]  pp.  187-195;  e  «  La  catasta' 
phe  d' lachla  »  1883,  pp.  197-224. 

—  Les  volcaDs  et  les  tremblements  de  terre.  Paris  [s.  d.]. 

Bossi  B.  -  La  causa  principale  dei  terremoti  e  di  altre  perturbazioni 
della  natura.  Portomaurizio  1887. 

Bossi  L.  -  Rapport  sur  le  tremblement  de  terre  etc.  -  Rapporto  sai  ter- 
remoto che  si  è  cominciato  a  sentire  ai  2  d'aprile  1808  nelle  valli 
del  Pelis,  del  Clusone  e  del  Po  :  fatto  alla  classe  delle  Scienze  Fi- 
siche e  Matematiche  dell' Accademia  Imperiale  di  Torino  nella  se- 
duta del  2  maggio  anno  suddetto  da  A.  M.  Vassalli  Eandi,  pabbli- 
cato  per  ordine  del  sig.  Prefetto  del  Po.  Estratto  del  Socio  L.  Ros<i 
colle  osservazioni  particolari  del  medesimo  (in  «  Giom.  della  Soc. 
d' Incoragg.  delle  Se.  e  delle  Arti  ecc.  »  tomo  III,  pag.  49-75,  137- 
157).  Milano  1808. 

BoTTARi  -  Lezioni  tre  sopra  il  tremuoto.  Roma  1748. 

Bottone  D.  -  De  immani  Trinacriae  terraemotu  idea  historico  -  physica 
in  qua  non  solum  telluris  concussiones  transactae  recensetur,  sed 
novissimae  Anni  1717.  Messanac  1718. 

BouLARD  -  Extrait  d'une  lettre...  a  M.  le  Ministre  des  affaires  étrangèrcs 

(in  «  C.  R.  de   l'Acad.    des   Sciences  »  voi.  70,  pp.   502-503).  Paris 

1870. 

Lettera  sul  terremoto  di  Ancona  deir  8  febbraio  1870. 

Bouquet  de  la  Grye  -  Note  sur  le  tremblement  du  23  fevrier  [1887]  a 
Nice  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  105,  pag.  202-3).  Parib 
1887. 

Brami  L.  - 

Scrisse  una  relazione  sul  terremoto  di  Citta  di  castello  del  1*389,  ivi  stampat^t. 
come  si  ricorda  nelle  «  Meni.  civ.  di  CìiUi  di  Castello  »  voi.  TI,  pa^.  156.  di 
M.  G.  M.  a.  V. 

[Brocchi  G.  A.j  -  Riflessioni  imparziali  sopra  Topuscolo:  Il  terremoto 

di  Messina  [di  Pagani  Cesa]. 

Citato  e  transuntato  (in  «  Oiorn.  Lett.  »  n.  xxm,  [Venezia]  1*483,  col.  235-213. 
Brucchetti  G.  -  Sul  lerremoto  di  Rieti  del  28  giugno  1898  (in  «  Boll. 

Soc.  Sism.  Ita!.  »  voi.  IV,  pp.  76-88).  Modena  1898. 
BuccA  L.  -  Osservazioni  sugli  ultimi  terremoti  etnei  dello  scorso  agosto 

ri81)4]  (in  «  Boll.  mens.  Acc.  Gioenia  di  Se.  Nat.  »  fase.  XXXVIII, 

dicembre  1804,  pp.  8-12).  Catania  1894. 

—  Gli  ultimi  terremoti  delle  regioni  etnee  (in  «  Giom.  di  Sicilia  »  10, 
11,  12  settembre).  Palermo  1894. 

BuLiFoy  A.  -  All'Altezza   serenissima   di   Cosmo  III  granduca  di  To- 
scana, ragguagliandola  d'alcuni  notabili  successi  nella  fiorita   terra 


BIBLIOGRAFIA  863 


di  Cerreto  dopo  il  tremuoto  de'  5  di  Giugno  1688  (in  «  Lett.  mem. 
ist,  poi.  ed  ernd.  »  raccolta  II,  pag.  44-47).  Napoli  1693. 
BuLiFON  A.  -  Lettera  Hll'Eccmo  Sig.  D.  Gio.  Fran.  Pacecco  Mendoza 
ecc.  Si  da  pieno  ed  accurato  ragguaglio  del  tremuoto  successo  li 
5  giugno  1688  in  Napoli  (in  «  Lett.  Mem.  ecc.  »  raccolta  III,  pp.  73- 
113).  Napoli  1693. 
BuLiFON  F.  -  Air  illustrissimo  e  Reverendis.  Mons.  D.  Francesco  Maria 
Pignatelli  Arcivescovo  di  Taranto  inviandogli  la  narrazione  dei 
prodigi  operati  dal  Glorioso  S.  Filippo  Neri  nella  persona  dell'  Emi- 
nentissimo  Sig.  Cardinale  Orsini  (in  €  Lett.  mem.  istor.  ecc.  »  rac- 
colta II,  pp.  30-43).  Napoli  1693. 

BuLiFONE  N.  -  Distinta  relazione  del  danno  cagionato  dui  terremoto 
del  3  novembre  1706.  Napoli  1706. 

BuLLETTiNO  DEL  VULCANISMO  ITALIANO,  redatto  dal  Prof.  M.  S.  De 
Rossi  -  Voi.  V  (1874),  voi.  2»  (1874),  voi.  3^  (1876),  voi.  4"  (1877), 
voi.  50  (1878),  voi.  6«  (1879),  voi.  7^  (1880),  voi.  80  (1881),  voi.  9« 
(1882),  voi.  IO»  (1883),  voi.  IV  (1884),  voi.  12°  (1886),  voi.  IB^  (1886), 
voi.  14°  (1887),  voi.  15'>-16°  (1888-89),  voi.  IV  (1890),  voi.  18°-20° 
(1897).  Roma  1874-1894. 

BuMALDi  A.  -  Vera  relatione  de'  gran  prodigi!  e  spaventosi  terremoti 
nuovamente  occorsi  nell'  una  e  nell'altra  Calabria  sotto  il  di  26  di 
Marzo  1638,  col  nome  delle  Città,  Castelli,  Ville  e  luoghi  rovinati 
per  causa  di  detto  terremoto,  con  mortalità  di  più  di  cinquantamila 
persone^  stampata  ad  istanza  di  Agostino  Pasquetti  Romano.  Bo- 
logna 1638. 

Buoni  I.  A.  -  Del  tremuoto.  Modena  1571. 

BuROOs  A.  -  Terrac-motus  Siculus  anni  MDCXCIII  descriptus  (in  «  I. 
G.  Graevii  :  Thesaurvs  antiq.  et  histor.  Siciliae  »  voi.  IX,  pag.  88 
e  seg).  Lugduni  Batavorum  1723. 

—  Distinta  relatione  dello  spauentoso  eccidio  cagionato  dai  terremoti 
ultimamente  con  replicate  scosse,  accaduti  a  9  e  11  Gennaro  1693, 
nel  Regno  di  Sicilia.  Napoli  1693. 

—  Sicilia  piangente  su  le  rovine  delle  sue  più  belle  città  atterrate  da' 
tremuotì  agli  undici  di  Gennaio  dell'anno  1603  etc.  Palermo  1693. 

—  Lotterà...  scritta  ad  un  suo  amico,  che  contiene  le  notizie  fin'ora 
avuto  de'  danni  caggionati  in  Sicilia  da  Tremuoti  a  9,  11  gennaio 
1693  [?1. 

—  An  Extract  of  the  account  mentioncd  in  the  forcgoing  Letter,  taken 
out  of  an  Italian  Paper,  Written  by...  (in  «  Phil.  Tran.  »  pp.  630- 
38).  London. 

BuR*".os  A.  e  Bonajutds  V.  -  Details  sur  le  tremblement  de  terre  qui 
ruìna  la  Sicile  en  1693  (in  «  Oibelik  :    Abregé   des   Trans,   philos. 


864  BIBUOORAFIA 


de  la  Soc.  R.  de  Londre  »  tradnc.  parte  I,  Hist.  Nat.  voi.    I,    pp. 
21-42).  Paris  1787. 

—  Vedi  :  Bonaiutus. 

BuROo  A.  e  BoKAiUTO  V.  -  Particolarità  intorno  ai  tremaoto  che  nilnò 
la  Sicilia  nel  1693  (in  «  Oibeliv  :  Gomp.  delle  Trans,  filos.  della 
Soc.  Reale  di  Londra  recate  in  Italiano  ecc.  »  parte  I,  Tomo  I. 
pp.  23-43).  Venezia  1793. 

BuRioLi  P.  -  Vera  relatione  del  Terremoto  e  Vorragine  occorsa  nel 
Vesauio  il  di  16  dcccmbre  1631  à  bore  12  etc.  Bologna  1632. 

BusiN  P.  -  Terremoto  del  18  luglio  1883  nel!'  isola  d' Ischia  (in  e  Gaz- 
zetta d' Italia  »  6  agosto  1883. 

Cacciamali  G.  B.  -  Il  terremoto  Sorano  del  9  maggio  1891  (in  e  Ann. 

Uff.  Centr.  Met.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  XI,  1889,  parte  3%  pp.  1-6.. 

Roma  1892. 

L'estratto  porta  la  data  del  1891. 
Cacciatore  G.  e  Doderleix  P.  -  Sulle  recenti  convulsioni  sismiche  in 

Corleone.  Palermo  1876. 
Cafiero  F.  e  Pennisi  G.  -  Attività  sismica  dell' Etna  nel  mese  di  aprile 

1883  (in  «  Boll.    mens.    Oss.    Moncalieri  »    serie  II,   voi.  Ili,   n.  9. 

p.  84  e  n.  10,  p.  102-3).  Torino  1883. 
Calamai  L.  -  Osservazioni...  su  gli  effetti  prodotti  dal   terremoto   dato 

in  Toscana  nelPagosto  del  1846.  Firenze  1846. 

—  Poche  parole  sopra  le  osservazioni  del  Dott.  Luigi  Rossini  intorno 
al  terremoto  delle  colline  Pisane  e  Livornesi.  Firenze  1846. 

—  Esame  critico  della  replica  del  Dott.  L.  Rossini  alle  parole  del 
Prof.  L.  Calamai  intorno  al  terremoto  delle  colline  Pisane  e  Livor- 
nesi. Firenze  1847. 

Cambray  Digny  -  Vedi  :  Camera  dei  Deputati. 

Camera  dei  Deputati  -  Provvedimenti  a  favore  dei  danneggiati  dal 
terremoto  del  28  luglio  1883  nell'  isola  d'Ischia.  Disegno  di  legge 
(in  «Atti  Pari.  »  Legisl.  XV,  1*  sess.,  18S2-83,  documento  N.  US). 
Roma  1883. 

—  Relazione  della  commissione   sul    disegno  di  legge  :    Provvedimenti 

ecc.  (in  «  Op.  cit.  »  n.  148  A).  Roma  1883. 
Inatta  relazione  ò  (leU'on.  R.  De  zerbi. 

—  Provvedimenti  pei  danneggiati  dai  terremoti  [1887]  nelle  provincio 
di  Genova.  Porto  Maurizio  e  Cuneo.  Disegno  di  legge  fin  «  Atti 
Paiiam.  »  legisl.  XVI,  1*  scss.  1886-87;  documenti  n.  159).  Roma 
18H7. 

—  Relazione  della  Commissione  sul  disegno   di    legge  :    Provvedimenti 

ecc.  (in  «  id.  id.  »  documenti  n.  159  A).  Roma  1887. 
I.a  relazione  e  dell'on.  ferio. 


■ 


BIBLIOGRAFIA  865 


Camera  dei  Deputati  -  Provvedimenti  a  favore  dei  danneggiati  dal  terre- 
moto nelle  provincie  di  Reggio  Cai.,  Catanzaro,  Messina  e  Firenze  (in 
«  Atti  parlam.  *  legisl.  XXI,  1»  sess.  1895,  doc.  N.  83).  Roma  1895. 

—  Relazione  della  Commissione  sul  disegno  di   legge  :    Provvedimenti 

ecc.  (in  €  Op.  cit.  »  doc.  N.  83  A).  Roma  1895. 
La  relazione  è  deiron.  Cambray  Di(;ny. 

—  Documenti  relativi  alle  oblazioni  per  i  danneggiati  dal  terremoto 
della  Calabria  e  di  Sicilia  e  alla  gestione  dei  t'ondi  raccolti  (in 
«  Atti  parlam.  »  legisl.  XIX,  1*  sessione,  1895-96,  doc.  XXXIX). 
Roma  1896. 

—  Elenco  delle  oblazioni  a  favore  dei  danneggiati  dal  terremoto  per- 
venute al  Ministero  dell'  Interno,  alle  Prefetture  di  Reggio  Calabria, 
Messina,  Catanzaro  e  alle  Sottoprefetture  di  Monteleone  e  di  Palmi 
e  resoconto  della  gestione  dei  fondi  a  tutto  il  mese  di  novembre 
1896  (in  «  Atti  parlam.  »  loc.  cit.,  doc.  XXXIX  bis).  Roma  1896. 

Campagna  G.  -  Istoria  funesta  delli  terremoti  accaduti  in  Calabria  Ultra 

in  quest'anno  1783,  composta  in  ottava  rima  ecc.  Messina  1783. 
Campagne  E.  M.  -  Volcans  et  tremblements  de  terre.  Limoges  1885. 
Cabipani  G.  -  Su  i  terremoti  che  travagliarono  la  città  e  i  contorni  di 

Siena  nel  maggio  del  1848  (in  <  Il  Popolo  »).  Siena  16  maggio  1848. 
Campani  G.  e  Toscani  G.  -  Su  i  terremoti  avvenuti  in  Siena  nell'aprile 

del  1859  e  nei  tempi  precedenti  (in  «  Il  Nuovo  Cimento  »  voi.  IX, 

pp.  *J74-93).  Pisa  1859. 
Cancani  a.  -  Sul  così  detto  presentimento  degli  animali  nei  terremoti 

(in  «  Boll.  Soc.  Sismol.  Ital.  »  voi.  II,  pp.  66-74).  Modena  1896. 

—  Barisal-guns,  Mistpoeflfers,  Marina  (in  «  Boll.  Soc,  Sism.  Ital.  »  voi. 
Ili,  pp.  222-34).  Modena  1897. 

—  Il  terremoto  adriatico  -  marchigiano  del  21  settembre  1897  (in  «  Boll. 
Soc.  Sism.  Ital.  »  voi.  IV,  1898,  pp.  202-21).  Modena  1899. 

—  Periodicità  dei  terremoti  adriatico -marchigiani  e  loro  velocità  di 
propagazione  a  piccola  distanza  (in  €  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  » 
voi.  Vili,  pag.  76-79).  Roma  1899. 

Canestrini  G.  -  Geologia  e  Paleontologia  (in  «  Ann.  Scient.  Industr.  > 

voi.  ITI,  1866).  Milano  1867. 

Contiene:  Terremoti  ed  eruzioni  della  Salsa  di  paterno,  p.  361  -  Terremoti  di 
Spoleto,  p.  862  -  Terremoti  di  Sicilia,  p.  362  -  Terremoti  in  Monte  Baldo,  p.  8Ga. 

Canobbio  G.  B.  -  Topografia  fisica  della  città  e  dei  contorni  di  Ge- 
nova. Genova  1840. 

Parla  del  terremoti  a  p.  155  e  del  maremoti  a  pp.  155^. 

Canterzani  S.  -  Lettera...  ragguaglio  dei  terremoti  clic  replicatamente 
sono  stati  sentiti  a  Bologna  e  sue  vicinanze  dal  primo  di  Giugno  a 
tutto  il  mese  di  Luglio  di  quest'anno  1779  e  più  oltre  ancora  (in 
«  Nuovo  Magazzeno  toscano  »  voi.  VI,  pag.  58-73).  Firenze  1779. 

Baratta  :  Terremoti  ecc.  55 


866  BIBLIOORAFIA 


Canterzani  S.  -  Lettera...  sul  terremoto  di   Bologna  degli  anni  177r*- 

1780  e  sulla  causa  fisica  di  un  tale  disastro.  Bologna  1834. 
Cantoni  G.  -  I  terremoti  (in  «  II  Crepuscolo  »  anno  II,  nn.  7-8 :  16   <^ 

23  febbraio  1851)  e  (in  «  Studii  su  la  Filosofia  Naturale  »  pp.  17-31  . 

Pavia  1865. 
Capecelatro  e.  -  Breve  relatione  fatta  dal   consigliere   Capece    Lair 

delegato....  a  rivedere  i  danni  nelle  provincie  di  Calabria  cagionati 

dal  terremoto  succeduto  a  27  di  marzo  1638. 

È  pubblicata  in  appendice  ai  libro  di  Lutlo  d'Orsi  (vedi). 
Capialbi  (Conte)  -  Notizie  di  Nicolò  Maria  Pacifico.  Napoli  1849. 

11  Greco  (Delle  prlnc.  opere  intorno  al  cai.  terr.  p.  99)  ricorda  che  in  quesu- 
volume  sono  raccolte  alcune  lettere  deir  Abate  Pacifico  indirizzate  da  ns 
poli  (ottobre  1783  -  settembre  1786)  al  De  Pigrnatari  relativi  ai  terremoti  c«i 
labri  del  1*783. 

Capocci  E.  -  Catalogo  de'  tremuoti  avvenuti   nella  parte  continentali 

del  Regno  delle  Due  Sicilie  posti  in  raffronto  con   le   eruzioni  vul 

caniche  ed  altri  fenomeni  cosmici,    tellurici   e   meteorici  (in   «  Atti 

R.  Ist.  d'Incoragg.  »,  voi.  IX,  pp.  337-78).  Napoli  1861. 
Questo  catalogo  va  dall'anno  19  a.  C.  al  29  agosto  1858. 

—  Memoria  Seconda  sul  catalogo  de'  tremuoti  nella  parte  continentale 
del  Regno  delle  Due  Sicilie.  Investigazioni  e  documenti  relativi  a 
ciascun  tremuoto  e  cose  notevoli  offerte  dai  più  terribili.  1"^  Epoe^: 
dalla  nascita  di  G.  C.  sino  alla  invenzione  della  stampa  (in  «  Op. 
cit.  »  voi.  IX.  pag.  379-421).  Napoli  1861. 

—  Memoria  Terza  sul  catalogo  dei  tremuoti  ecc.  2»  Epoca  :  dalla  in- 
venzione della  stampa  sino  al  presente  secolo  (in  e  AttiR.  Ist.  d'In- 

corag.  alle  Se.  Nat.  »  voi.  X,  p.  293-H27).Napoli  1863. 

Questa  parte  non  fu  terminata  contenendo  solo  1  documenti  giustificativi  fln<> 
al  1631. 

Capozzi  G.  -  Memoria  sul  tremuoto  avvenuto   nel   contado   di   Molise 

nella  sera  de'  26  luglio  dell'anno  1805.  Benevento  [s.  d.]. 
Cappa  F.  -  Sul  terremoto  che  a'  2  di  febbraio  1703  rovinò  l'Aquila  e 

molti  paesi  di  Abruzzo.  Aquila  1871. 
Capparotti  C.   -   Memoria   isterico   fìsica   del    terremoto   accaduto    in 

Lombardia  li  12  maggio  1802.  Milano  1802. 
Capponi  D.  -  Ricordo  del  terremoto  in  Liguria   del    23   febbraio  1887. 

Genova  1887. 
Carboni-  Grio  D.  -  I  terremoti  di  Calabria  e  di  Sicilia  nel  secolo  XVTIL 

Napoli  1884. 

—  Il  terremoto  in  Calabria  (in  «  11  Secolo  »  22-23  nov).  Milano  1894. 
Cardoxe  a.  -  Saggio  di  poetici  componimenti.  -  Suir  ultima  eruzione  del 

Vesuvio,  poemetto.  Sul  funestissimo  tremuoto  avvenuto  in  Casamic- 
ciola,  ode.  Napoli  1828. 
Cardoso  F.  -  Discurso  sobre  el  monte  Vesuuio,  insigne  por  sua  rvinas. 


BIBLIOGRAFIA  867 


famoso  por  la  muerte  de  Plinio.   Del  prodigioso   incendio   del  ano 
passado  de  1631,  y  de  sus  causas  naturales,  y  el  origen  verdadero 
d.6  los  terremotos,  vientos,  y  tempestades,  etc.  Madrid.  1633. 
Carklli  G.  -  Delle  nuove  opere   pubbliche   ne'  reali   dominii   di   qua 
dal  Faro  (in  <  Ann.  Civ.  del  Regno  delle  Due  Sicilie  »  voi.  LXVII, 

fase.  132).  Napoli  1859. 

Contiene  a  pp.  46-51  11  §  :  «  cenno  della  spesa  fatta  in  materiali  e  mano  d'opera 
da'  BB.  Ministri  delle  Finanze,  dei  Lavori  PP..  .della  Guerra  e  della  Marina 
in  sollievo  de'  dannegfri&ti  dal  tremuoto  del  16  dicembre  1857  nelle  Pro- 
vincie di  Principato  citeriore  e  Basilicata,  oltre  quella  erogata  air  uopo 
stesso  dal  Beai  Ministero  deir  interno. 

Carena  G.  -  Sul  terremoto  sentito  in  Piemonte  e  specialmente  nella 
provincia  di  Voghera  nell'ottobre  1828  (in  «  Mem.  R.  Acc.  delle  Se. 
di  Torino  »  voi.  XXXIII,  p.  XLm).  Torino  1829. 

Carlucci  M.  -  Horrendi  terraemotus  dici  XVI  mensis  decembris  anno 
1857  in  oppido  Vincianelli  poetica  brevis  enarratio.  Neapoli  1858. 

Carrera  P.  -  Il  Mongibello  descritto...  Nel  quale  oltra  diuerse  notizie 
si  spiega  r  historia  degr  in^.endi,  e  le  cagioni  di  quelli  ecc.  In  Ca- 
tania 1636. 

Casaorande  G.  a.  -  Saggio  sopra  la  diversità  d^lla  natura,  cagioni  ed 
effetti  dei  tremuoti  e  specialmente  di  quelli,  che  hanno  scosso  molti 
luoghi  dello  Stato  Pontificio^  ed  altre  molte  parti  dell'  Europa  nel- 
l'anno 1781  ecc.  Iesi  1782. 

Casamicciola  nella  notte  del  28  luglio  1883.  |s.  d.  e  1.]. 

Casamicciola  prima  e  dopo  il  disastro  del  1883  (in  <  La  Natura  »  voi. 
Ili,  n.  72,  pag.  293).  Milano  1885. 

Cassiani  G.  B. 

Scrisse  un  opuscolo  sul  terremoto  di  Parma  del  1832,  ivi  pubblicMito  (Tiix)grafla 
Blanchon),  secondo  ricorda  il  fienassl  «  Materiali  ecc.  »  (p.  21). 

Casti  E.  -  Anton  Ludovico  Antinorl  e  le  sue  molteplici  opere  edite  ed 

inedite.  Aquila  1887. 

Contiene  a  pp.  111-22  la  descrizione  trattai  dai  niss.  antinorlani  dei  terremoti 
aquilani  del  1461-62. 

Castiglione  C.   -   Panormitani  terrae   motus   descriptio,  Carmen.  Pa- 

normi  1726. 
Cavalli  A.  -  Lettera...  a  S.  E.  il  sig.  Duca  di  Sermoneta  (in  «  Anto]. 

Romana  »  voi.  XII,  fase.  XVI,  pp.  121-23).  Roma  1785. 

—  Lettera  II...  a  S.  E.  il  Sig.  Duca  Francesco  Gaetani  di  Sermoneta 

(in  €  Op.  cit.  »  fase.  XVII,  pp.  129-31).  Roma  1785. 
Oontenf?ono  notizie  sul  terremoti  umbri  del  1783. 

Cecchi  F.  -  Terremoto  del  5  aprile  1885  in  Firenze  (in  «  La  Nazione  » 

6  aprile).  Firenze  1885. 
Chamousset  -  Rapport  de  la  Commission  chargée   d'examiner   le   mé- 

moire  de  M.'  Billiet  sur  les  trembleraents  de  terre  ressentis  en  Savoie 


868  BIBUOORAFIA 


(in  «  Mem.  de  l'Acad.  R.  de  Savoie  »  serie  II,  tomo  I,  pp.  283-88;. 

Chambcry  1851. 
Charistini  D.  -  Diatriba  historico-physica  de  terraemotn  Calabriae  An. 

R.  S.  MDCCLXXXIII  ecc.  Neapoii  1786. 
Charlon  e.  -  Note  sur  le  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  «in 

«  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  XIV,  pp.  18-23.  Roma  1887. 
Chistoxi  C.  -  Carta  magnetica  dell'  Italia  superiore  e  sue  relazioni  colle 

aree  sismiche   (in  «'Mem.    Soc.    degli    Spettrosc.  Ital.  ^  voi.   XVI '. 

Roma  1887. 

—  Sulle  relazioni  fra  le  aree  sismiche  e  le  linee  isomagnetiche  (in 
«  Ann.  Soc.  Ing.  ed  Arch.  ital.  »  voi  II,  pp.  253-57).  Roma  1887. 

—  Notizie  sui  terremoti  avvertiti  a  Modena  dal  1830  al  1895  ricavate 
dai  registri  del  R.  Osservatorio  (in  «  Mem.  R.  Acc.  di  Se.  lett.  ed 
arti  >  voi.  XII,  serie  2^^).  Modena  1896. 

Chracas  L.  a.  -  Breve  discorso  metheorologico  de'  terremoti  con  Lt 
cronologia  di  tutti  quelli  che  si  sono  sentiti  in  Roma  dalia  crea- 
zione del  mondo  fino  al  recente  occorso...  su  le  2  della  notte  meno 
un  quarto  del  dì  14  gennaio  1703.  Roma  170.^. 

—  Racconto  storico  de'  terremoti  sentiti  in  Roma,  e  in  parte  dello 
Stato  Ecclesiastico  e  in  altri  luoghi  la  sera  del  4  di  gennaio  e  la 
mattina  de'  2  di  febbraio  dell'anno  1703  ecc.  Roma  1704. 

Cristic   H.  M.      The    Earthquake   [Liguria   1887]  (in  «  Nature  »    voi. 

XXXV,  n.  906  :  march.  17,  p.  462).  London  1887. 
Chun  K.  -  Das  Erdbeben   auf   Ischia    (in  «  IlJustrirte   Zeitung  »   Aprii 

2nd.,  p.  265-68).  1881. 
CiABORRi  G.  -  Testificazione...  d'essere  rimasto  vivo  per  tredici  giorni 

sotto  le  rovine  di  Cerreto  senza  cibo  alcuno  (in  «  Bulifon  A.  :  Lett. 

mem.  i3t.  ecc.  »  raccolta  2%  pp.  394  e  seg).  Napoli  1693. 

SI  riferisce  al  terremoto  di  Benevento  del  1688. 

ClCCOLINI. 

Scrisse  sul  terremoto  di  Bologna  dell'ottobre  1801  secondo  ricorda  U  D'  Onofrio 
a  pa?.  32  della  «  Lettera  ad  un  amico  ecc.  »  (vedi). 

Cicognini  A.  -  Nota  delle  scosse  osservate  al  Collegio  S.  Lazzaro  presso 

Piacenza  (in  <  Ann.  Uff.  Centr.  Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  VIII, 

1886,  parte  4%  p.  173.  Roma  1888. 

Le  dette  notizie  si  riferiscono  agli  anni  183r7-1886  (aprile). 

CiENO  G.  -  Il  terremoto  di  Badia  Calavena  [1891]  con  un  cenno  oro- 
grafico e  storico  del  comune.  Verona  1892. 

Cigliano  T.  -  Il  28  luglio  [1883]  neir  isola  d' Ischia  (in  «  Il  Corriere 
del  Mattino  »  nn.  218  e  223  :  9  e  14  agosto).  Napoli  1883. 

—  I  danneggiati  dell'  isola  d' Ischia  ai  deputati  al  Parlamento  Nazio- 
nale. Napoli  1884. 

Cimaste  Hulugeo  -  Osservazioni,  memorie  e  riflessioni  su  li  terremoti 


BIBLIOORAFU  869 


sentiti   in   Bologna   nel  mese   di   giugno   1779,  lettere  tre.  Firenze 

1779. 

L'A.  ò  M.  AUGUSTI  (vedi),  sotto  il  cui  nome  venne  poi  pubblicata  la  seconda 
edizione. 

CiNBLLi  M.  -  Salle  registrazioni  del  Microsismografo  Vicentini,  avute 
a  Siena  dal  15  luglio  al  31  ottobre  1894  (in  «  Atti  R.  Acc.  dei  Fi- 
siocritici»,  serie  4*,  voi.  VII,  pp.  35-56).  Siena  1895. 

Cipolla  F.  -  Il  terremoto  del  Canto  III  dell'  Inferno  (in  «  Atti  I.  R. 
Acc.  degli  Agiati  di  Rovereto  ^  serie  III,  voi.  I,  pp.  91-95).  Rove- 
reto 1895. 

CiRiLU  N.  -  Historia  terremotus  Apuliam  &  totum  fere  neapolitanum 
regnum,  anno  1731,  vexantis  (in  «  Phil.  trans.  R.  Soc.  »  voi.  XXX Vili, 
1733-34,  pp.  79-81).  London  1735. 

—  Histoire  d'un  tremblement  de  terre  qui  a  desolò  en  1731  la  Puille 
et  presque  tout  le  Royaume  de  Naples  (in  «  Trans,  phiiosoph.  de  la 
Soc.  R.  de  Londre  »  trad.  de  Bremond,  voi:  IX,  p.  398).  Paris  1745. 

Cittadella  Vigodarzere  A.  -  Il  terremoto  del  7  giugno  [1891]  a  Fon- 

taniva  (in  «  Boll.  mens.  deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XI; 

n.  11,  pp.  170-71).  Torino  1891.    ^ 
Cocchi  A.  -  De  terrae-motu  eiusque  causis,  et  specibus,  phoenomenis, 

effectibus  et  prognosi,  dissertatio  brevis.  Lugduni  1707. 
Cocchi  A.  C.  -  Nonnulla   de   terraemotu   (in  «  Th.  Sydenham  :   Opera 

medica  »  p.  354).  Venetiis  1762. 
Colaci  O.  -  Dialoghi  intorno  ai  tremuoti   di   quest'anno  1783.    Napoli 

1783  (?). 
Colla  A.  -  Relazione  del    tremuoto   che   ha   danneggiata   la    Città    di 

Parma  ed  i  luoghi  vicini  nel  mese  di  marzo  1832  (in  «  Antologia  » 

voi.  XLVI,  n.  137,  pp.  75-78.  Firenze  1832. 

—  Terremoti  sentiti  in  diverse  parti  del  globo  neir  anno  1834  (in 
«  Bibl.  Ital.  »  voi.  LXXVIIL  pp.  144-47).  Milano  1835. 

—  Terremoti  sentiti  in  diverse  parti  del  globo  :  1^  Supplemento  alla 
nota  dei  terremoti  deiranno  1834  inserta  in  questa  Biblioteca  tomo 
78^  p.  144  :  2°  Nell'anno  1835  (in  «  Bibl.  Ital.  *  tomo  LXXXIII). 
Milano  1836. 

—  Terremoti  sentiti  in  diverse  parti  del  globo  neir  anno  1836  (in 
«  Bibl.  Ital.  »  voi.  LXXXVI,  pp.  425-29).  Milano  1837. 

—  Terremoti  sentiti  in  diverso  parti  del  g^lobo  nel  Tanno  1837,  (in 
«  Giorn.  Astr.  per  Tanno  lrt39  »  pp.  108-114).  Parma. 

—  Terremoti  sentiti  in  diversi  punti  del  globo  nolTanno  18.38  (in 
«  Giorn.  Astr.  per  Tanno  1840  ♦  voi.  VII,  pp.  106  e  seg). 

—  Terremoti  sentiti  in  diversi  punti  del  globo  nell'anno  1839  (in 
«  Giorn.  Astr.  per  Tanno  1841  »  pp.  151  e  seg). 

—  Agitazione  straordinaria  delTago   magnetico   di   declinazione  esser- 


870  BIBLIOORAFIA 


vate  nella  Specola  di  Parma  nel  giorno   18   di   aprile   1842  (in  ap- 
pendice  alla  «  Gazz.  Privil.  di  Milano  >  n.  186  :    5  luglio).  Milano 

1842. 
Colla  A.  Catalogo  dei  terremoti  sentiti  in  diverse  parti  del  globo  nel- 
l'anno 1842   coi   risultamenti  di   quelli  degli   otto   anni   precedecù 
1834-41"(ln  «  Ann.  Geogr.  Ital.  »).  Bologna  1843. 

—  Tremblement  de  terre  [Borgo taro  28  novembre  1849  -  14  aprile  !%¥)] 
(in  «  Bull,  de  TAc.  R.  des  Se.  lett.  ecc.  do  Belgique  »  1*  pane, 
tomo  XVII.  pp.  505-507).  Bruxelles  1850. 

—  Metereologia  (in  appendice  alla  «  Gazz.  di  Parma  >  n.  25  :  3  feb- 
braio). Parma  1857. 

Parla  del  terremoto  del  31  gennaio  -  1  febbraio  1857. 

—  Details  sur  un  tremblement  de  terre  ressenti  a  Parma  le  31  Janvier 

1857  (in  «  Insti tut  »  pag.  64).  Paris  1857. 

Colla  Aurigemma  G.  -  Altra  vera  e  più  piena  relatione  de'  gran  pro- 
digli  e  spaventosi  terremoti  nuovamente  occorsi  neir  una  e  neiraltra 
Calabria  sotto  il  dì  27  di  marzo  1638  col  nome  delle  Città^  Castelli. 
Ville  e  luoghi  rovinati  per  causa  di  detto  terremoto,  con  mortalità 
di  innumerevoli  persone,  stampata  ad  istanza  di  Agostino  Pasquetti 
romano.  Bologna  1638. 

Collegno  G.  -  Elementi  di  Geologia  pratica  e  teorica  destinati  princi- 
palmente ad  agevolare  lo  studio  del  suolo  dell'  Italia.  Torino  1847. 
Contiene  :  Parte  i,  capo  v  :  «  Della  vulcanici tà,  terremoti  »  p.  6&^. 

CoLosiMO  V.  -  Sul  terremoto  della  Calabria  avvenuto  nella  sera  del 
di  8  marzo  1S32,  con  alcune  riflessioni  geologiche  per  lo  suolo  Ca- 
labro, ed  un  prospetto  cronologico  de'  terremoti  che  hanno  nelle 
diverse  epoche  scossa  T  Europa  ed  altri  luoghi  lontani.  Napoli  1832. 

Commissione  per  le  misure  di  sicurezza  degli  edifizii  contro  i  terremoti 
neir  isola  d' Ischia  (in  «  Boll.  R.  Com.  Geol.  d' Italia  »  serie  II. 
tom.  IV,  nn.  11-12,  pp.  333-35).  Roma  1883. 

CoMOTTO  P.  -  Vedi  :  Giordano  F. 

Compendio  istorico  della  vita,  martirio  e  miracoli  del  Vescovo  d'Ascoli 
della  Marca,  S.  Emidio  contro  al  tremuoto  fortissimo  difensore. 
Napoli  1794  e  1805. 

Consolidamento  (Sul)  delle  fabbriche  nelle  Calabrie  contro  i  danni  dei 
terremoti  (in  «  L' Ing.  civ.  e  le  arti  ind.  »  voi.  III,  pp.  136-39). 
Torino  1877. 

Conti  D.  -  Memoria  e  statistica  sui  terremoti  della  provincia  di  Co- 
senza nell'anno  1870.  Cosenza  1871. 

—  Ueber  erdbeben  bei  Cosenza  (in  «  Zeitschr,  d.  Deut.  Geol.  Oesell.  » 
Bd.  XXVI,  Brief  Mittheil).  Berlin  1874. 

Copia  di  una  lettera  mandata  da  Napoli  a  i  Reggimenti  di  Bologna, 
de  tenìbili  tremuoti  che  erano  stati  [1456J  (in  «  Hist.  Miscella  Bono- 


-  »-    ;»-   •- 


BIBLIOGRAFIA  871 


niensis  ecc.  »  pubbl.  da  Muratori  L.  A.  nei  «  Rer.  Ital.  Script.  » 

voi.  XVm,  col.  722  e  -  723  d.) 
Copia  di  una  lettera  del  tremuoto  accaduto   nel(a   città   di   Sciacca   li 

13  giugno  1740.  Palermo  1740. 
Core  -  Vedi  Benevelli. 
Corradi  P.  P.  -  Vedi  Tarameli^. 
CoRRAo  A.  -  Memoria  sopra  i  tremuoti  di  Messina  accaduti   in   questo 

anno  1783.  Messina  1783. 
CoRRispoKDANCE  Vaudoise  sur  le  tremblement  de  terre  du  mois  d'avril 

1808  [?]. 
Cortese  E.  -  Il  terremoto  di  Bisignano  del  3  dicembre  1887  (in  «  Ann. 

UflF.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  Vili,  parte  IV  (1886) 

pp.  59-66).  Roma  1888. 

—  Descrizione  geologica  della  Calabria.  Roma  1895. 

contiene  un  §  sul  terremoti  a  pp.  50-54. 

Costa  A.  -  Movimenti  del  suolo  nel  viterbese  [1888)  (in  «  Boll.  mens. 
deirOss.  di  Moncalieri  >  serie  II,  voi.  VIII,  pp.  152  54).  Torino  1888. 

CovELLi  N.  -  Observations  sur  le  tremblement  de  terre  qui  a  eu  lieu 
dans  rile  d'Ischia,  le  2  fevrier  1828  (in  «  Bibliotheque  Universelle  - 
Sciences  et  Arts  »  tom.  39,  pp.  157-65).  Genève  1828. 

—  Cenno  sul  tremuoto  d' Ischia  avvenuto  il  2  febbraio  1828  (in  «  Il 
Fontano  >  anno  I,  pp.  82-92).  Napoli  1828. 

Cozza  M.  J.  -  Orazione  di  ringraziamento  a  Dio  per  avere  preservata 
la  città  di  Gubbio  dal  terremoto  che  desolò  le  provincie  vicine  nel- 
Tanno  1781  ecc.  Roma  1784. 

Craveri  F.  -  Terremoto  a  Bra  (in  «  Atti  Soc.  Ital.  di  Se.  Nat.  »  voi  IV, 

pp.  218-19).  Milano  18G2. 

Parla  di  un  terremoto  avvenuto  il  di  14  a^^osto  1862. 

—  Terremoto  sussultorio  a  Bra  (in  «  Atti  Soc.  Ital.  di  Se.  Nat.  »  voi. 

IV,  p.  312).  Milano  1862. 

Parla  di  una  scossa  sentita  il  18  novembre  1862. 

—  Terremoto  del  27  novembre  1884  in  Bra  (in  «  Corriere  di  Bra  >.  5 
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Crescimanno  F.  P.  -  I  terremoti  ed  il   nuovo   osservatorio   sismico   di 

Corleone   in   Sicilia  (in  «  Boll.  Vulc.  Ital.  »    voi.   Ili,    pp.    97-122). 

Roma  1876. 
Crescimbeni  6.  M.  -  Le  omelie  ed  orazioni  [due   sul   terremoto]   della 

S.  di  N.  S.  P.  Clemente  XI  volgarizzate.  Ili  Ediz.  Venezia  1717. 
Crespini  C.  -  Terremoti  di   Argenta   (in    «  Ann.    Uff.    Centr.    Meteor. 

ecc.  »  serie  II,  voi.  Vili,  188G,  parte  IV,  pp.  179-80).  Roma  1888. 

Da  Leone  A.  -  Giornale,  notizie  de'  tremuoti  accaduti  Tanno  1783  nella 
provincia  di  Catanzaro.  Due  volumi.  Napoli  1783. 


872  BmUOORAFIA 


Dal  Pozzo  di  Mombello  E.  -  Sui  terremoti  in  generale  e  eu  quello  di 
12  marzo  1873  (in  «Corriere  deirUmbria  »    nn.  del  13,  25-28  ma: 
zo).  Perugia  1873. 

—  Sul  terremoto  in  Italia  del  12  marzo  1873  (in  €  Corrisp.  scient.  di 
Roma  »  voi.  Vili,  pp.  149-56).  Roma  1873. 

D'  Ancona  C.  -  Mineralogia,  Geologia,  Paleontologia  (in  «  Ann.  Scient. 

Industr.  »  voi.  V,  1868).  Milano  1869. 
CX)ntiene  un  §  sui  terremoti  a  pp.  461-62. 

Danelucci  6.  B.  -  Il  terremoto  delle  due  Sicilie  seguito  neiranno  17>^:- 

Poometto.  Udine  [s.  d;]. 
Dantone  e.  -  Casamicciola  illustrata  da  55  incisioni.  Roma  188S. 
D'ÀRMiNio  I.  -  De   Terraemotibus   et   Incendiis   Eurumque    Causls^  e: 

Signis  naturalibus  et  supranaturalibus.  Item  de  Flagratione  Vesnv.: 

eiusquG  mimbilibus  eventis  et  auspiciis.  Neapoli  1632. 
Da  Schio  A.  -  I  terremoti  sono  essi  prevedibili  ?  (in  «  La  Gazz.  di  Vi 

cenza  »  ivi,  1-2  agosto  1883). 

—  La  prevedibilità  dei  ten'emoti  (in  «  La  Prov.  di  Vicenza  »  ivi,  21- 
22  agosto  1883). 

—  Il  vulcanismo  e  le  acque,  il  terremoto.  Vicenza  1887. 

D'  Ascoli  -  Earthquake  at  Naples  (in  «  The  Philos.Mag.  »  voi.  XXIil-. 
London  1806. 

Da  Secinara  F.  -  Trattato  vniversale  di  tutti  li  terremoti  occorsi,  e 
noti  nel  mondo  con  li  casi  infavsti,  ed  infelici  pres^agiti  da  tali  ter- 
remoti ecc.  Aquila  1652. 

Date  (Alcune)  di  terremoti  in  Modena  e  vicinanze  da'  tempi  antichi 
ai  presenti  (in  Appendice  al  giorn.  «  Il  Muratori  »  anno  V,  nn.  140. 
141,  143,  222,  223,  224  e  226).  Modena  1873. 

,Da  Toledo  6.  P.  -  Ragionamento  del  terremoto,  del  nuovo  monte» 
dell'aprimento  di  terra  in  Pozvolo,  nell'anno  1538,  e,  de  la  signitì- 
ca tiene  d'essi.  Napoli  1539. 

Daubrée  a.  -  Rapport  sur  le  tremblement  de  terre  ressentì  k  Ischia 
le  28  juillet  1883.  Causes  probables  des  tremblements  de  terre  (in 
«  C.  R.  de  l'Ac.  des  Se.  »  voi.  XCVII,  pp.  768-78).  Paris  1883. 

—  Le  tremblement  de  terre  d'Ischia,  ses  causes  probables  (in  «  Cosmos, 
Ics  mondes  »  III  serie,  voi.  VI,  pp.  380-84,  399-407).  Paris  1883;  e 
(in  «  Revue  Scientiflque  »  III  serie,  voi.  VI,  pp.  465-68).  Paris  1883, 

—  Les  tremblements  de  teri'e  (in  <  Revue  des  deux  mondes  »  serie  III, 
voi.  LXVIII,  pp.  600-28).  Paris  1885. 

—  Les  regions  invisibles  du  globe  et  des  espaces  célestes  :    eaux  soii- 

terraines,  tremblements  de  terre,  meteorites.  Paris  1888. 
Contiene:  §  III.  «  Les  tremblements  de  terre  »  pp.  10&4S. 

Davidson  Ch.  -  On  the  annual  and   semi  -  annual   seismic  periods  (in 


•     T- 


BIBLI06RAFU  873 


«  Phil.  trans.  R.  8oc.  of.    London  »    voi.    CXXXIV,   pp.    1107-69). 

liondon  1894. 

E>.    E.  -  L' Italia  descritta  e  dipinta  con  le  sue  isole  ecc.  II  ediz.,  tomo 

T.  Torino  1837. 

Contiene  a  pp.  226-34  una  deBcrizione  dei  terremoti  del  1638,  1183  e  1805. 

De:  Andreis  F.  -  I  terremoti  e  l'isola  d' Ischia  nel  luglio  1883.  Genova 
1883. 

De:  Anoelis  A.  -  Lectiones  meteorologicae.  II  ediz.  Napoli  1653. 
Parla  di  terremoti  nelle  lezioni  5-7. 

1Z>E  Angelis  G.  -  Casamicciola  e  le  sue  rovine.  Napoli  1883. 

13  E  Ai»iiNio  J.  D.  -  De  Terremotibvs,  et  Incendiis  Eorvmqve  Cavsis, 

Et  Signis  naturalibus,    et   supranaturalibus,    Item.    De   Flagratione 

Vesvvii  eiusque  mirabilibus  euentis,  et  auspiciis  ecc.  Neapoli   1632. 
L>K  Carolis  P.  -  Relazione  generale  delle  rovine  e  mortalità  cagionata 

dalle  scosse  del  terremoto    de'    14  gennaro   e   2   febbraro   1703   in 

Norcia,  Cascia  e  loro  contadi^  compresi  li  castelli  delle  Rocchetto  e 

Ponte,  giurisdizione  di  Spoleto.  Roma  1703. 
T>E  Cesare  E.  -  Sul  tremuoto    del    14   agosto   1851   in   Basilicata   (in 

«  L'Omnibus  »  N.  76  :  20  settembre).  Napoli  1851. 
De  Chabot  a.  -  Sur  les  tremblements  de  terre   de   Bologne   en   Italie 

(in  «  RoziER  :  Observ.  surla  Phys  ecc.  »  tom.  XIV,  pp.  197-99).  Paris 

1779. 
De  Ciuttiis  M.  -  Casamicciola.  Napoli  1883. 
Deecke  W.  -  Zur  Geologie  von  Unteritalien  :   Betrachtungen  ilber  d'as 

Neapoli tanische  Erdheben  im  Jabre  1857  (in  «  Neuen  Jahrbuch  ftir 

Min.  Geol.  und  Palaeont.  »  lahrg.   1892.  Bd.  II). 
De  Fonvielle  W.  -  Quelques  details  sur  le  trcmblement  de  terre  du  29 

juin  [1873]  (in  «  C.  R.  de  l'Ac.  des  Se.  »  voi.  LXXVII,  pp.  66-68). 

Paris  1873. 
De  Giorgi  C.  -  Sui  terremoti  di  Benevento  nel  settembre  del   1885  (in 

<  Gazz.  delle  Puglie»  anno  V,  n.  40:  17  ottobre).  Lecce  1885. 

—  I  terremoti  aquilani  ed  il  1**  Congresso  Geodinamico  italiano  (in 
«  Boll.  Comizio  Agr.  del  circond.  di  Lecce  »  anno  XX,  nn.  10-12, 
pp.  201-22).  Lecce  1887. 

—  Studi  e  ricerche  sui  terremoti  avvenuti  in  Terra  d'  Otranto  dal  XI 
al  XIX  secolo  dell'era  cristiana  (in  «  Boll,  raens.  dell'Oss.  di  Mon- 
calieri  »  voi.  VIII).  Torino  1888. 

—  Sulle  cause  dei  terremoti   (in  «  Ann.  Meteor.    Ital.  »   voi.    V,   1890, 

pp.  213-26).  Torino  1890. 

—  Sui  terremoti  italiani  e  sugli  strumenti  sismici  (in  «  Boll,  mens  del- 
l'Oss. di  Moncalieri»  serie  II,  voi.  X^ail,  p.  73).  Torino  1898. 

—  Ricerche  su  i  terremoti  avvenuti  in  Terra  d'Otranto  dall'  XI  al  se- 
colo XIX  (in  «  Mem.  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XVì.  Roma  1898. 


874  BIBLIOORAFIA 


Dei  a.  -  I  terremoti  di  Siena  [1882]  (in  «  Boll.  mens.  dell'Osa,  di  Mon- 
calieri»  serie  II,  voi.  II,  n.  8,  pp.  178-79).  Torino  1882. 

—  Terremoti  avvenuti  in  Siena  dall'anno  1294  al  12  agosto  1882  in 
<  Boll.  mens.  dell'  Osa.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  II,  n.  9,  p. 
199).  Torino  1882. 

—  Terremoto  in  Toscana  [1890]  (in  «  Boll.  mens.  dell'  Oss.    di  MoncA- 

lleri  »  voi.  XI,  n.  2,  pp.  24-25).  Torino  1891. 

Delahate  PE.  -  L'Année  electriqne.  4"'«  annee.  Paris  1888. 

Contiene  pp.  182-83  «  L'electrlcitè  dans  les  tremblements  de  terre  »  [Liguria  ir^  . 

De  la  Rive  A.  -  Notice  sur  Tefifet  du  trerablement  du  19  février  18-22 
sur  les  eaux  thermales  d'Aix  en  Savoie  (in  <  Bibl.  univ.  Sciences  et 
arts  »  voi.  XX,  pp.  21-24).  Genève  1822. 

De  la  Rive  L.  -  Tremblement  de  terre  du  23  fevrier  1887  (in  «  Ar- 
chives  des  Sciences  ph.  et  rat.  »  serie  III,  voi.  XVIII,  p.  312).  Genève. 

Del  Balzo  C.  -  Cronaca  del  terremoto  di  Casamicciola.  Napoli  1883. 

Del  Boxo  M.  -  Discorso  sul!'  origine  de'  tremuoti  recitato  ecc.  Pa- 
lermo 1745. 

Del  Gaizo  M.  -  Di  alcuni  fenomeni  vulcano-sismici  nel  mezzodì  d'Italia 
(in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  VI,  pp.  51-53. 
e  126-27).  Torino  1886. 

—  Il  Vesuvio  nel  1886  ed  alcuni  fenomeni  vulcano  sismici  nel  napole- 
tano (in  «  Ann.  Meteor,  Ital.  »  voi.  II,  p.  227).  Torino  1887. 

— .  Vedi  :  Palmieri  L. 

[Del  Giudice  FJ.  -  De'  più  importanti  fenomeni  naturali  accaduti  nei 
Regno  durante  Tanno  1855  seguiti  dalle  principali  notizie  delle  eru- 
zioni del  Vesuvio  dal  79  fin  oggi  (in  «  Ann.  Civ.  del  Regno  delle 
due  Sicilie  »  voi.  LVI,  fase.  CXI,  pp.  47-74).  Napoli  1856. 

Del  Giudice  F.  -  Ragguaglio  dei  principali  fenomeni  naturali  avvenuti 
nel  Regno  [delle  due  Sicilie]  durante  il  1856  (in  «  Ann.  civ.  ecc.  » 
voi.  LIX,  fase.  CXVII).  Napoli  1857. 

—  Idem,  per  Tanno  1857  (in  «  Ann.  civ.  ecc.  ^  voi.  LXII,  fase.  CXXIV. 
pp.  133-73).  Napoli  1858. 

—  Idem,  per  Tanno  1858  (in  «  Ann.  civ.  ecc.  »  voi.  LXV,  fase.  CXXIX, 
pp.  'J9-59).  Napoli  1859. 

Della  Valle  M.  G.  -  Osservazioni  sul  tremuoto  sentito  in  Siena  nel 
gennaio  1781  (in  «  Opusc.  scelt.  sulle  Se.  e  sulle  Arti  »  tomo  IV, 
pp.  143-44)  Milano  1781,  e  (in  «  Antol.  Romana»  voi.  VIII,  fase.  8«). 
Roma  1781. 

Delle  luttuose  vicende  dell'anno  1755  [s.  d.  e  1.]. 

Del  Moro  L,  -  Vedi  :  Deputazione  secolare  di  S.  M.  del  Fiore. 

[Del  Negro  F.]  -  Vedi  :  Tommasi  A. 

Del  Nero  F.  -  Lettera  di...  a  Niccolò   del   Benino,    sul   terremoto  di 


-—    ~tr-  -   — 


BIBUOGRAFIA  875 

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«  Arch.  Stor.  Ital.  »  voi.  IX,  pp.  93-96).  Firenze  1846. 
De:   Longrairb  L.  -  Etudes  sur  les  tremblements   de   terre  (in  <  Mem. 

Soc.  dea  Ing.  civ.  de  France  »  Bull,  de  novembre  1894).  Paris  1895. 
—    Séismes  et  volcans.  Réponse  aux  diverses   observations  (in   «  Mém. 

Soc.  des  Ing.  civ.  de  France  »  Bull,  de  mars  1895).  Paris  1895. 
De  Lorenzo  A.  -  Reggio  nei  tremuoti  del  1783  e  degli  anni  seguenti. 

Riassunto  delle  memorie  del  Gan.  Gregorio  Palestine  (in  «  Mem.  da 

servire  alla  St.  Sacra  e  Civ.  di  Reggio  delle  Calabrie  »  Cronache  e 

documenti  :  voi.  I,  parte  III,  n.  4,  pp.  272-316).  Reggio  1876. 
—  Scilla  inondata  dal  mare  nella  notte   dopo   il   5   febbraio   1783   (in 

«  Mem.   da  servire  alla  St.  ecc.  »  Cronache   e   documenti  :  Voi.    I, 

parte  IV,  n.  7,  pp.  317-376).  Reggio  1877. 
r>K  Lorenzo  V.  -  Sui  terremoti  in  generale,  e  su  quello  del  29  giugno 

1873  in  particolare  (in  e  La  Provincia  di  Belluno  »  anno  VL  n.  134- 

138:  8,  11.  13,  15  e  18  novembre).  Belluno  1873. 
Del  Testa  A.  -  Sulle  cause  dei  terremoti.  Cesena  1888. 
De  Luca  F,  -  Su'  tremuoti,  memoria  di  geografia  fisica  (in  «  Ann.  Civ. 

del  Regno  delle  due  Sicilie  ^  voi.  LXIII,  pp.    64-76  e    144-55  ;  voi. 

LXIV  e  pp.  77-89).    Napoli  1858. 
Del  Viscio  O.  -  Il  Gargano  in  mezzo  ai  moti  sismici  d'Europa  ed  alle 

eruzioni  dell'Etna   (in  «  Boll.   mens.  dell'Oss.   di   Moncalieri  »    voi. 

VIII).  Torino  1888. 

—  Terremoti  garganici  (in  «  Boll.  mens.  dell'  Oss.  di  Moncalieri  »  serie 
IL  voi.   XII,   n.  9,  pp.  144-45).  Torino  1892. 

—  Gli  odierni  terremoti  di  Montesaraceno  e  Mattinata  (in  «  Boll.  mens. 

dell'Oss.  di  Moncalieri»  voi,  XIII,  pp.  181-84).  Torino  1893. 

De  Marchi.  L.  -  Trattato  di  Geografia  fisica.  Milano  [in  corao  di  pub- 
blicazione]. 

A  pp.  112-38  (cap.  6:  §  g  39-4'?}  tratta  del  t^irreinoti. 

De  Marco  6.  -  Cenno  sui  terremoti  di  Monte  Cassino  (in  <  G.  De  Marco  : 
Montecassino  illustrato  nei  tre  regni  della  natura  »  pp.  65-84).  Na- 
poli  1888. 

[De  Marixis  D.  A.]  -  Relazione  fatta  a  S.  E.  sopra  li  danni  che 
hanno  patito  molte  citt&,  terre  e  casali  nella  provincia  di  Calabria 
Ultra,  per  cagione  del  terremoto  della  notte  delli  5  di  novembre 
1659.  Napoli  1660. 

De  Mezavachis  F.  -  De  terraemotus  libellus  in  quo  curiosa  aperitur 
terraemotus  doctrina,  &  agitur  de  terraemotu  anni  1672  [s.  d.  e  1.]. 

De  Nava  P.  -  Sui  danni  prodotti  agli  edifizi  dai  terremoti  calabresi  del 
1894.  Milano  1896. 

De  Nino  A.  -  Il  terremoto  del  1706  in  Sulmona  (in   <  La   Rivista   Ab- 

bruzzese  di  Se.  Lett.  ed  Arti  »  anno  X,  fase.  I).  Teramo  1895. 


876  BIBLIOORAFIA 


Denza  F.  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  <  Ann.  Scient.  Ind.  »  toI. 

X,  1873).  Milano  1874. 

contiene:  §  vni.  Terremoti  del  1913,  pp.  329-37. 

—  Il  terremoto  del  29  giugno  1873.  Belluno  1874. 

—  Il  terremoto  del  18  marzo  1875  e  le  vicende  meteorologiche  che  lo 
accompagnarono  (in  «  Il  Conte  di  Cavour  »  23  marzo).  Torino  1875. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.   Ind.  »   voi.    XIL 

1875).  Milano  1876. 

Contiene  :  g  xiii.  Studil  sismologici,  p.  966  :  §  xiv.  Terremoto  del  18  marzo  >T4. 
p.  371, 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  <  Ann.  Scient.  Ind.  ^  voi.  XIII, 

1876).  Milano  1877. 

Contiene  :  §  xiii.  Terremoti  deiraprile  e  del  masr^lo  1976,  pp.  159-192. 

—  Terremoto  del  4  aprile  [1877]  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Monca- 
lieri  »  voi.  XII,  p.  131).  Torino  1877. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.    XIV. 

1877).  Milano  1878. 

Contiene;  ^  xvi.  Meteoroloaria  endogena,  pp.   110-113;  §  xvill.  Terremoti,  pp. 

115-18. 

—  Meteorologia  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  >  voi.  XVII,  1880Ì. 

Milano  1881. 

Contiene:  ^  xvm.  Terremoti.  (Terremoti  del  4  lucrilo  ISSO:  terremoti  del  9  no- 
vembre). 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XVIII, 

1881).  Milano  1882. 

Contiene  :  §  x.  Terremoti  di  Casamlcciola. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in   *  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XIX. 

1882).  Milano  1883. 

Contiene:  g  xxi.  Dell'influenza  lunisolare  sui  terremoti:  xxii.  i  terremoti  di 
Siena. 

—  Terremoto  del  7  marzo  1883  (in  <  Boll.  mens.  dell'  Oss.  di    Monca- 
lieri  »  serie  II,  voi.  III,  pp.  55-56).  Torino  1883. 

—  Il  disastro  di  Casamicciola  [18b3]  (in  «  Boll.  mens.  deirOss.  di  Mon- 
calieri  »  voi.  Ili,  pp.  120-21).  Torino  1883. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »    voi.    XX. 

1883).  Milano  1884. 

Contiene:  ì$  iti.  La  catastrofe  d'Ischia,  pp.  310-19;  vi.  Predizione  del  terremoti, 

pp.  329-33. 

—  La  predizione  dei  terremoti  (in  €  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  » 
serie  II,  voi.  IV,  n.  4^  pp.  51-22).  Torino  1884. 

-—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  <  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXI. 

1884).  Milano  1885. 

Contiene  :  ^  xvii.  il  terremoto  laziale  del  7  agosto  1SS4,  pp.  «i-86  :  xvm.  u  ter- 
remoto In  Lombardia  nel  12  settembre  ISS4,  pp.  86-88 ,-  XIX.  I  terremoti  di 
novembre  e  dicembre  1884,  pp.  8&-91. 

—  Terremoto  del  31  agosto  1885  (in  cBoll.  mena.  deirOss.  di  Monca- 
lieri »  voi.  V,  p.  114).  Torino  1885. 


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BIBLIOGRAFIA  877 


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di  Moncalieri  »  voi.  V,  p.  41).  Torino  1885. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXII, 

3885).  Milano  1886. 

CX)ntiene:  §  xx.  Terremoti  di  Benevento  1886,  pp.  900-2;  xxi.  Fenomeni  geodi- 
dinamici  a  Nicoloai  suirBtna,  pp.  302-806;  xxiii.  l  danni  deir Isola  d' Ischia 
nel  terremoto  del  1883,  pp.  807-^08. 

—  Terremoti  in  Piemonte  (in   Boll.   mens.    dell'  Oss.   di    Moncalieri  » 
serie  II,  voi.  VI,  n.  11,  pp.  171-2).  Torino  1886. 

—  Meteorologia   fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  >  voi.  XXIII, 

1886).  Milano  1887. 

Contiene  :  §  xxiil.  Bruzioni  e  terremoti  italiani  dal  gennaio  al  febbraio  1886, 
pp.  442-49  ;  XXVI.  Terremoto  del  27  al  28  agosto,  pp.  449-52  ;  xxix.  Terremoto 
del  5  settejibre,  pp.  460^1. 

—  Sur  le  tremblement  de  terre  da  23  fevrier   [1887]   (in    «  C.   R.    de 
TAc.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  757-68).  Paris  1887. 

—  Tremblement  de  terre  du  23  fevrier  [1887]  en  Italie  (in  «  C.  R.  ecc.  » 
voi.  CIV,  pp.  659-61).  Paris  1887. 

—  Le  tremblement  du  23  fevrier  1887  observe  a  Montcalieri  (in  «  C. 
R.  ecc.  »  voi  CIV,  pp.  887-890).  Paris  1887. 

—  11  terremoto  del  23  febbraio  [1887]  (in  «  Riv.  mens.  Club.  Alp.  Ital.  » 
voi.  VI,  pp.  55-26).  Torino  1887. 

--  Il  terremoto  del  23  febbraio  1887  (in  «  Boll.  mens.  dell'  Oss.  di 
Moncalieri  »  serie  II,  voi.  VII,  n.  5,  pp.  65-68).  Torino  1887. 

—  Osservazioni  fatte  airOsservatorio  di  Moncalieri  sul  terremoto  del 
23  febbraio  1887  (in  «  Boll.  mens.  deirOss.  di  Moncalieri  »  voi.  VII, 
n.  5,  pp.  68-70).  Torino  1887. 

—  Altre  notizie  del  terremoto  del  23  febbraio  1887  (in  «  Boll.  mens. 
ecc.  »  voi.  VII,  n.  7,  pp.  101-2).  Torino  1887. 

—  Fenomeni  elettrici  e  magnetici  nel  terremoto  del  23  febbraio  1887 
(in  <  Boll.  mens.  ecc.  ^  voi.  VII,  pp.  113-16).  Torino  1887. 

—  Tremblement  de  terre  du  23  fevrier  [1887]  en  Italie  (in  e  Cosmos  » 
nuova  serie,  voi.  VI,  n.  3:  14  marzo,  pp.  396-97).  Paris  1887. 

—  Le  tremblement  de  terre  du  11  mars  [1887J  (in  <  Cosmos  »  nuova 
serie,  voi.  VI,  n.  113:  28  marzo,  p.  450).  Paris  1887. 

—  Observations  factes  a  TObservatoire  de  Montcalieri  sur  le  tremblement 
do  terre  du  23  fevrier  1887  (in  «  Cosmos  >  nuova  serie,  voi.  VII, 
n.  129,  pp.  428-30).  Paris  1887. 

—  Tremblement  de  terre  du  20  mai  [1887]  (in  <  Cosmos  »  voi.  VII, 
n.  123,  pp.  254-55).  Paris  1887. 

—  Alcune  notizie  sul  terremoto  del  23  febbraio  1887.  Torino  1887. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXIV, 

1887).  Milano  1888. 

contiene  :  §  xxvil.  i  terremoti  del  1<«7,  pp.  95-100  ;  xxviii.  Terremoto  di  Aquila, 
pp.  100-1  ;  XXIX.  Terremoto  del  23  febbraio,  pp.  101-5. 


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Denza  F.  -  Il  terremoto  del  23  febbraio  [1887]  (in  «  Ann.  Meteor.  Ital.  » 
voi.  Ili,  pp.  288-94).  Torino  1888. 

—  I  terremoti  di  novembre  e  di  dicembre  1887  in  Italia.  Torino  188^. 

—  MeteorolofiCia  e  fisica  del  globo  (in  <  Ann.  Scient.  Ind.  >  voi.  XXV. 

1888).  Torino  1889, 

contiene:  §  xxvi.  il  terremoto  del  14  novembre  1887,  pp.  94-97;  xxvn.  il  terr»- 
moto  del  8  dicembre  18S7,  pp.  97-99  ;  XX vili,  il  terremoto  del  14  dicembre  :>«c 
pp.  99-100. 

—  Meteorologia   fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.    XXVL 

1889).  Milano  1890. 

contiene:  ^  xxxi.  DI  alcune  ricerche  elettrosismiche  antiche  e  moderne,  vi 
106-9:  XXXNTI.  Il  terremoto  deirs  marzo  1889,  pp.  118-120;  xxxvnL  xerrenuiti 
del  25-26  agosto  lb89,  pp.  120-21. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXVII. 

1890).  Milano  1891. 

Contiene  :  §  XUI.  Terremoto  etneo  del  25  dicembre  1889,  pp.  53-54  ;  Terremoto  li 
Roma  del  23  febbraio  1890,  pp.  ^-56  ;  Terremoto  del  26  marzo  1800,  pp.  5t^s^ 

—  Terremoto  del  20  gennaio  L1891]  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  » 
voi.  XLIV,  pp.  181-85).  Roma  1891. 

—  Etna,  Sicilia  ed  isole  valcaniche  adiacenti  dal  dicembre  1889  al- 
l'ottobre 1890  (in  «  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  VI.  pp.  216-20).  Torino 
1891. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  e  Ann.  Scient.  Ital.  »  voi.  XX\T!II. 

1891).  Milano  1891. 

Contiene:  ^  xxxvii.  Terremoto  del  20  g-ennaio  1891,  pp.  94-96j   xxxvni.  Terre 
moto  del  9  ma^^lo  1891,  pp.  96-97  :  XXXIX.  Terremoto  del  7  giugno  1891,  pp. 
97-99  ;  XL.  Terremoto  deir  1  agosto  1891,  pp.  99-100;  x  li.  Terremoto  21  agoé$to 
1H91,  p.  100  :  XLVlll.  Terremoto,  sollevamento  ed  eruzione  sottomarina  a  Pan- 
telleria, pp.  106-8. 

—  Sulle  indicazioni  degli  strumenti  sismici  (in  <  Atti  Pont.  Acc.  X. 
Lincei  »  voi.  XLV.  pp.  113-16).  Roma  1892  e  (in  <  Boll,  mens  del- 
rOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XII.  fase.  V,  p.  79).  Torino  1892. 

—  Etna,  Sicilia  ed  isole  vulcaniche  adiacenti  dal  novembre  1890  al- 
l'ottobre 1891  (in  <  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  V,  pp.  264-70).  Torino 
1892. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  <  Ann.  Scient.  Ind.  >  voi.  XXIX. 

1892).  Milano  1893. 

Contiene:  §  XX.  Sul  terremoto  bresciano-veronese  del 5 gennaio  1892,  pp.  41-42: 
XXI.  II  terremoto  del  21  gennaio  1892  in  quel  di  Roma,pp.  42-13  ;  xxn.  Ter 
remoto  del  5  marzo  1892,  pp.  43-44  ;  xxill.  Terremoto,  sollevamento  ed  eru- 
zione sottomarina  a  Pantelleria,  pp.  44-46. 

—  Il  terremoto  del  21  gennaio  1892  e  le  indicazioni  degli  strumenti 
sismici  (in  «  Pubblicaz.  della  Specola  Vat.  »  fase.  Ili,  pp.  153-58i. 
Roma  1893. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXXI. 

1894).  Milano  1895. 

Contiene  :  ^  XXI.  Terremoti  dell'Etna  e  delle  Calabrie:  agosto-novembre,  pp.  òìSi. 


-*--*---«•■  -7"    ■•""'' —r^r--r---     —.-.--  -ir—      '     --». 


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Dk  Paous  L,  -  Igiene  e  salvataggio.  Casamicciola.  Appunti  e  rifles- 
sioni sul  disastro  del  28  luglio  1883  [?]. 

De  Parville  H.  -  Sur  une  corrélation  entre  les  tremblements  de  terre 
et  les  declinations  de  la  lune  (in  e  G.  K.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi. 
CIV,  pp.  761-64.  Paris  1887. 

De  Poardi  G.  V.  -  Nova  relatione  tiel  grande  e  spauentoso  terremoto 
successo  in  Argenta,  diocesi  di  Ferrara,  alli  19  di  marzo...  .1624. 
Roma  1624. 

—  Nuova  relatione  del  grande  e  spauentoso  terremoto  successo  nel 
Regno  di  Napoli,  nella  prouincia  di  Puglia,  in  Venerdì  alli  .30  di 
luglio  1627,  dove  s' intende  la  desolatione  d'alcune  città,  castelli  & 
luoghi,  con  la  morte  di  più  di  17  mila  persone,  &  d'altri  successi 
di  gran  stupore^  Roma  1627. 

Deputazione  secolare  di  S.  M.  Del  Fiore.  Relazione  sui  danni  arrecati 
ai  monumenti  insigni  dal  terremoto  del  18  maggio  1895.  Firenze 
1895. 

Contiene  due  relazioni  una  deirArchltetto  Luioi  del  moro  e  Taltra  del  Prof. 

G.  GIOVANNOZZI. 

De  Rivas  (E.)  -  Terremoto  del  7  di  giugno  1852  in  Casamicciola  (in 
«  Rend.  R.  Acc.  di  Napoli»,  n.  3,  maggio-giugno  1852,  p.  8S.) 

—  Lettera  sudi  un  terremoto  a  Ischia  [30 gennaio  1863] (in  «  Boll.  Met. 
deirOss.  del  Coli.  Rom.  »  anno  1863,  n.  3,  p.  20-21).  Roma  1863. 

—  [Lettera  in  data  :  Casamicciola  30  aprile  1863,  su  un  terremoto  ivi 
sentito  nel  di  29  aprile]  (in  «  Boll.  Met.  deirOss.  del  Coli.  Rom.  » 
voi.  II,  n.  8,  pp.  61-62).  Roma  1863. 

De  Rosis  L.  -  Descrizione  del  tremuoto  avvenuto  in   aprile   del    1836 

(in  :  De  Rosis  <  Cenno  storico   della  città  di  Rossano  ecc.  »  libro  I, 

cap.  Ili  [IV],  pp.  88-112).  Napoli  1838. 
De  Rossi  M.  S.  -  Il  terremoto  di  Altorf,   Siena  e  Castelgandolfo  ai  17 

giugno  1868  (in  «Gazzetta   di   Genova»  n.  160:  8  luglio).  Genova 

1868. 

—  Intorno  ai  fenomeni  concomitanti  V  ultima  eruzione  vesuviana,  av- 
venuti nella  zona  vulcanica  itiliana  (in  <  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  » 
voi.  XXV,  1871-72,  pp.  378-82).  Roma  1872. 

—  Il  terremoto  dell'  Italia  superiore  e  centrale  del  12  marzo  [1873] 
(in  «  L'Osserv.  Romano  >  16  e  19  marzo).  Roma  1873. 

—  Le  fratture  vulcaniche  laziali  ed  i  terremoti  del  gennaio  1873  (in 
«  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XXVI,  pp.  136-79).  Roma  1873. 

—  Sulla  continuazione  del  periodo  sismico-vulcanico-apennino  dal  7 
febbraio  al  30  aprile  1873  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi. 
XXVI,  pp.  262-99).  Roma  1873. 

—  Intorno  alla  necessità  di  stabilire   un   bullettino   per  lo  studio  de 


880  BIUOGRAFIA 


valcanismo  italiano  e  programma  del  medesimo  (in  «  Atti  Poni. 
Aec.  N.  Lincei  »  voi.  XXVII,  1873-74,  pp.  31-34).  Roma  1874. 
De  Rossi  M.  8.  -  Periodo  sismico  italiano  del  1873,  ossia  quadro  sta- 
tistico topografico  giornaliero  del  numero  e  dell'  intensità  dei  ter- 
remoti avvenuti  in  Italia  nell'anno  meteorico  1873  (in  e  Bull.  Vale. 
Ital.  »  voi.  I,  pp.  9-13  e  25-3*1)  Roma  1874  e  (in  «  Atti  Pont.  Acc, 
N.    Lincei  »   voi.  XXVII,  pp.  76-98).  Roma  1874. 

—  La  antica  Basilica  di  S.  Petronilla  presso  Roma  testé  discopert;^ 
crollata  per  terremoto  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  I,  pp.  62-05  . 
Roma  1874. 

—  Analisi  dei  tre  maggiori  terremoti  italiani  avvenuti  nel  1874  in  or- 
dine specialmente  alle  fratture  del  suolo  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N. 
Lincei  ^  voi.  XXVIII,  pp.  14-92).  Roma  1875. 

—  Fenomeni  aurorali  e  sismici  nella  regione  laziale  confrontati  eri 
terremoti  di  Casamicciola,  Norcia  e  Livorno  (in  <  Bull.  Vulc.  Ital.  ^ 
voi.  II,  pp.  49-56).  Roma  1876. 

—  I  terremoti  di  Romagna  dal  settembre  1874  al  maggio  1875  lin 
«  Atti  Pont.  Acc.  N,  Lincei  »  voi.  XXVIII,  pp.  308-.3.3).  Roma  1875. 

—  Quadro  generale  statistico- topografico  giornaliero  dei  terremoti  av- 
venuti in  Italia  neiranno  meteorico  1874  col  confronto  di  alcuni 
altri  fenomeni  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  >  voi.  XXVIIL  pp. 
514-36)  Roma  1875  e  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  Ili,  pp.  3-7  e 
17-21).  Roma  1876. 

—  I  terremoti  di  Romagna  dal  settembre  1874  al  maggio  1875  compa- 
rati coi  movimenti  sismici  dell'  intiera  penisola  in  «  Bull.  Vulc. 
Ital.  »  voi.  III,  fase.  3-4,  pag.  3.3-45).  Roma  1876. 

—  Quadro  generale  statistico  -  topografico  giornaliero  dei  terremoti  av- 
venuti in  Italia  nell'anno  meteorico  1875  (dicembre  1874  -  novembre 
1875)  col  confronto  di  alcuni  altri  fenomeni  (in  «  Atti  Pont.  Acc. 
N.  Lincei  >  voi.  XXIX,  pp.  518-19).  Roma  1876. 

—  Quadri  statistici  topografici  giornalieri  dei  terremoti  avvenuti  in 
Italia  negli  anni  meteorici  1875-76  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  IV, 
fase.  6-8,  pag.  50-62).  Roma  1877. 

—  Quadri  statistici  topografici  giornalieri  dei  terremoti  avvenuti  in 
Italia  negli  anni  meteorici  1875-76  e  segnatamente  del  massimo  si- 
smico prenestino  del  26  ottobre  1876  (in  *  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lìncei  > 
voi.  XXX,  pp.  114-42).  Roma  1877. 

—  Terremoto  di  Milano  -  Piacenza  del  21  febbraio  1877  in  «  Atti  Pont. 
Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XXX.  pp.  278-80).  Roma  1877. 

—  Quadro  generale  statistico  topografico  giornaliero  dei  terremoti  av- 
venuti in  Italia  nell'anno  meteorico  1877  coi  confronto  di  alcuni 
altri  fenomeni  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XXXI,  pp.  479- 
480).  Roma  1878. 


—  -  -, 


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(in  <  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XXXII,  pp.  273-74).  Roma 
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Intorno  al  terremoto  che  devastò  Pompei  nell'anno  63  e  ad  un 
bassorilievo  votivo  pompeiano  che  lo  rappresenta  (in  «  Bull.  Vule. 
Ital.  »  voi.  VI,  nn.  8-11,  pp.  109-118).  Roma  1879. 
Sui  massimi  sismici  del  3  e  9  febbraio  1880.  e  sugli  studi  delle  cor- 
renti elettriche  telluriche  (in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi. 
XXXIIL  pp.  290-91).  Roma  1880. 

Proposte  intorno  alla  Metereologia  endogena  (in  «  Ass.  Meteor.  Ital.: 
Atti  della  1*  riunione  ecc.  »  pp.  144-50).  Torino  1881. 
Proposition  sur  la  meteorologie  endogene  (in  «  Ass.  frane,  pour  Ta- 
vanc.  des  Se.  :  Congrès  d'Algeri,  1881  »  pp.  454-56).    [Paris  1881]? 

I  maggiori  terremoti  avvenuti  in  Italia  dal  luglio  1880  al  decembre 
1881  (in  €  Bull.  Vttlc.  Ital.  »  voi.  IX,  pp.  69-77).  Roma  1882. 
Intorno  airodierna  fase  dei  terremoti  in  Italia   e   segnatamente  sul 
terremoto  in  Casamicciola   del  4  marzo  1881  (in  «  Boll.  Soc.  Geogr. 
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II  terremoto  di  Casamicciola  del  4  marzo  1881  esaminato  sul  luogo 
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Antichi  tentativi  di  studi  sui  terremoti  in  Roma  (in  «  Bull.  Vulc. 
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Studi!  sul  terremoto  di  Casamicciola  (in  «  La  Rassegna  Italiana  » 
15  ottobre).  Roma  1883  e  (in  «  Bull,  del  Vulc.  Ital.  »  voi.  XI,  pp. 
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Sul  terremoto  di  Casamicciola  [1883J.  Prima  relazione  a  S.  E.  il 
Ministro  di  Agr.  Ind.  e  Comm.  (in  «  Gazz.  Uff.  del  Regno  d'Italia» 
n.  179:  V  agosto,  pp.  3319-30).  Roma  1883  e  (in  «  Bull,  del  Vulc. 
Ital.  »  voi.  XI,  pp.  83-86).  Roma  1884. 

La  catastrofe  di  Casamicciola.  Seconda  relazione  ecc.  I  segni  pre- 
cursori (in  «  Gazz.  Uff.  del  Regno  d' Italia  »  n.  189  :  13  agosto, 
pp.  3519  21).  Roma  1883  e  (in  €  Bull,  del  Vulc.  Ital.  »  voi.  XI,  pp. 
86-91).  Roma  1884. 

La  catastrofe  di  Casamicciola.  Terza  relazione  ecc.  Forma,  effetti  e 
natura  dinamica  del  terremoto  del  28  luglio  (in  «  (iazz.  Uff.  del 
Regno  d'Italia»  n.  207,  pp.  3869-71  e  n.  208,  pp.  3895-97).  Roma 
1883  e  (in  «  Bull,  del  Vulc.  Ital.  »  voi.  XI,  pp.  91-102).  Roma  1884. 
La  catastrofe  di  Casamicciola.  Quarta  relazione  ecc.  Fenomeni  con- 
seguenti.   Operato   dell'  Ufficio   geodinamico    (in    «   Gazz.    Uff.    del 

Baratta  ;  Terremoti  ecc.  50 


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De  Rossi  M.  S.  -  Raccolta  di  fatti,  relazioni,  bibliografie  sul  terremoto 
di  Casamicciola  del  28  luglio  1883  con  brevi  osservazioni  (in  «  Ball. 

Vulc.  Ital.  »  parte  II,  voi.  XI,  pp.  67-175).  Roma  1884. 

('ontlene  oltre  la  relnzlone  pubblicata  il    13  ottobre  e  quelle  stampate  sulla 
GazzetUi  ulllciale  nam3rDsi  cenni  biblioj^raficl. 

—  Il  terremoto  laziale  del  7  agosto  [1884]  (in  «  Gazz.  Uff.  del  Regtio 
d' Italia  »  n.  195  :  14  agosto,  pp.  3674-5)  Roma  1884  :  (in  «  Boll.  men:^. 
deirOss.  di  Moncalieri  *  serie  II,  voi.  IV,  n.  9,  pp.  14.3-44)  Torino 
1884  e  (in  <  Boll.  Vulc.  Ital.  *  voi.  XII,  pp.  97-100).  Roma  1885. 

—  Intorno  ad  alcuni  risultati  degli  odierni  studi  sismologici  posti  in 
relazione  coiredilizia  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  XII,  pp.  49-50 •. 
Roma  1885. 

—  Burrasche  geodinamiche  del  1885  e  studi  sulle  medesime  in  It«nlia 
(in  «  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  I,  pp.  168-82).  Torino  1886. 

—  Il  terremoto  del  27  agosto  1886  (in  e  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  XJII, 
nn.  10-12,  pp.  81-84).  Roma  1886. 

—  Analisi  dei  principali  terremoti  avvenuti  dal  luglio  1880  al  giu^o 
1881  (in  «Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei»  voi.  XXXIX,  pp.  179-230. 
Roma  1886. 

—  Considerazioni  su  di  una  forma  di  moti  del  suolo  (in  «  Atti  Pont. 
Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XXXIX,  sess.  VII  :  21  giugno  1885,  pp.  245;. 
Roma  1886. 

—  Analisi  dei  principali  terremoti  avvenuti  dal  luglio  1880  al  giugno 
1881  (in  «  Atti  Pont,  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XXXIX).  Roma  1887. 

--  Sui  fenomeni  geodinamici  del  febbraio  ri8»7]  (in. «Atti  Pont.  Acc. 
X.  Lincei  »  voi.  XL,  sess.  V,  pag.  109).  Roma  1887. 

—  Sui  fenomeni  elettromagnetici  nel  terremoto  del  23  febbraio  [1887] 
(in  «  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XL,  sessione  V,  p.  133). 
Roma  1887. 

—  Studi  ed  osservazioni  sul  terremoto  ligure  del  23  febbraio  1887  (in 
«  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  XL,  sess.  VII:  15  maggio,  pp. 
176-78).  Roma  1887. 

—  Sur  la  tcmpfte  sisniique  italienne  -  fran^aise  du  23  février  1887  (in 
C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  664-65).  Paris  1887. 

—  Relazione  a  S.  E.  il  Min.  dell'Interno,  di  Agr.  Ind.  e  Comm..  del 
Direttore  dell'Archivio  (xeodinamico  sul  terremoto  del  febbraio  IS><1 
(in  *  Gazz.  Uff.  »  n.  59  :  12  marzo,  pp.  1389-91)  Roma  1887  e  (in 
«  Bull.  Ville.  Ital.  »  voi.  XIV,  pp.  5^17).  Roma.  1887  [con  ap- 
pendice]. 

~  Massimi  sismici  italiani  dell'anno   meteorico    1887:  dicembre  1886- 


BIBUOGRÀFIA  883 


novembre   1887   (in  «  Ann.    Meteor.   ital.  »   voi.  Ili,    pp.    297-302). 
Torino  1888. 
L>K  Rossi  M.  S.  -  Disegni  e  descrizione  di  una  casa  costruita  in  Aquila 
secondo  le  norme  per  resistere   ai   terremoti  (in  «  Atti  Pont.   Acc. 
N.  Lincei  »  voi.  XLII,  sess.  IV  :  14  aprile,  p.  240).  Roma  1889. 

—  Massimi  sismici  italiani  dall'anno  meteorico  1888  :  dicembre  1887  - 
novembre  1888  (in  «  Ann.  Meteor.  ital.  »  voi.  IV,  pp.  283-305).  To- 
rino 1889. 

(*on  tiene  le  sole  notizie  fino  airagosto  1888. 

—  Massimi  sismici  italiani:  aomplemento  deiranno  meteorico  1888  (in 
«  Ann.  Meteor.  ital.  »  voi.  V,  pag.  253-262).  Torino  1890. 

—  Il  terremoto  di  Roma  del  23  febbraio  1890  (in  «  Boll.  mens.  dol- 
rOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  X,  n.  4,  p.  63).  Torino  1890. 

—  Terremoto  laziale  del  5  maggio  [1890]  (in  «  Boll.  mens.  deirOss.  di 
Moncalieri»  serie  II,  voi.  X,  n.  7,  p.  113).  Torino  1890. 

—  Massimi  sismici  italiani  nell'anno  meteorico  1889  :  dicembre  1888  - 
novembre  1889  (in  «  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  VI,  pp.  192-209).  To- 
rino 1891. 

—  Documenti  raccolti  dal  defunto  conte  Antonio  Malvasia  per  la  storia 
dei  terremoti  ed  eruzioni  vulcaniche  massime  d' Italia  pubblicati 
ecc.  (in  «  Mem.  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  V,  pp.  160-89).  Roma 
1889. 

—  Vecchi  studi  di  fisica  terrestre  raccolti   dal   conte  A.  Malvasia   (in 

«  Mem.  Pont.  Acc.  N.  Lincei  *  voi.  VI).  Roma  1891. 

Contiene  un  «  Nuovo  pensiero  sull'origine  del  tremuoto  di  Liioi  Vanni  ». 

—  Il  terremoto  del  22  gennaio  1892  (in  «  Boll.  mens.  deirOsserv.  di 
Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XII,  n.  4,  p.  62)  Torino  1892  e  (in 
*  Pubbl.  della  3pec.  Vat.  »  voi.  Ili,  pp.  157-58).  Roma  1893, 

—  Massimi  sismici  italiani  dell'anno  meteorico  1890  :  dicembre  1889  - 
novembre  1890  (in  «  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  VII,  pp.  239-256). 
Torino  1892. 

—  Intorno  al  terremoto  laziale  del  giorno  8  maggio  1897  (in  «  Atti 
Pont.  Acc.  N,  Lincei  »  voi.  L,  pp.  125-26).  Roma  1897. 

—  I  terremoti  nella  Città  di  Roma  (in  «  Boll.  Vulc.  Ital.  »  voi.  XVIII- 
XX,  pp.  9-21).  Roma  1897. 

—  Massimi  sismici  italiani  dell'anno  meteorico  1889:  dicembre  1888- 
novembre  1889  (in  «  Boll.  Vulc.  Ital.  »  voi.  XVIII-XX,  pp.  61-80). 
Roma  1897. 

—  Vedi  anche:  Baratta  M.  ;  «Boll,  decad.  dell'Oss.  ed  Arch.  centr. 
Geod.  »  e  «  Bull,  del  Vulc.  Ital  ». 

1>K  Scotti  di  Cassano  -  Disertazione  sopra  le  fisiche  e  vere  cause  d& 
terremoti  :  preceduta  da  varj  anneddoti  delle  descrizioni  dei  due  più 


884  BIBLIOGRAFIA 


celebri  volcani  dell'  Europa  e  dell'  ultimo  terremoto  di  Messsina  ecc. 

Praga  1788. 
Descripcion  del  Monte  Vesuvio  Y  Relacion  D«il  Incendio,  Y  Terremoto*, 

que  empezaron  à  16  di  diziembre  1631  [s.  1.  e  d.]. 
Description  du  trembleraent  de  terre  de  Messine  et  do  la   Calabre  en 

fevrier  1783  (in  «  Voy.  pitt.  de  la  Sicile  »  tome  VII,  p.  112).  Paris 

1784. 
Description   historique  et  geograpliique  de  la  ville  de  Messine  etc.  et 

des   details   meteorologiques   du   désastro  que  cette  ville  vieni  d'u- 

prouver  [5  febbraio  1783]  par  le  tremblement  de  terre.  Paris  178o. 
Descrizione  del  terribile  terremoto   accaduto   in   Norcia   il    giorno  22 

agosto  e  6  settembre  1859.  Roma  1859. 
Descroix  L.  -  Sur  les  relations  qui  peuvent  exister  entre  les  varia  tions 

magnetiqucs  et  les  tremblements  do  terre  (in  «  C.  lì.  de  TAcad.  des 

Se.  .  voi  CIV,  pp.  611-12).  Paris  1887. 
De  Simone  -  Note  di  climatologia  salentina  (in  «  Strenna   pel    1874  di 

E.  Forleo  e  Casalini  >).  Lecce  1874. 

A  pp.  6-8  parla  dei  principali  terremoti  salentinl. 
Desnos  -  Relation  du  désastre  arrivé   a  Messine   en   Sicile  et  dans  la 

Calabre  Ult.  le  5  fevrier.  Paris  1783. 
De  Stefani  C.  -  Dei  terremoti  (in  «  Rassegna  Nazionale  >  voi!  XXX VI. 

pp.  109-116).  Firenze  1887. 

—  Geografia  fisica  e  Geologia.  Firenze  1893. 

Contiene:  §  Terremoti,  p.  10-47. 

—  Osservazioni  geologiche  sul  terremoto  di  Firenze  del  18  maggio  1895 
(in  «  Ann.  Uff.  Centr.  dì  Meteor.  e  Geod.  »  voi.  XVII,  parte  I,  1895. 
pp.  109  40).  Roma  1897. 

I)r  Tchihatchef  P.  -  Relation  d'un  trembleraent  de  terre  Tessenti  ù 
Florence  et  aux  environs  le  11  décembre  dernier  [1864]  (in  «  C.  K.  de 
TAcad.  des  Se.  »  tom.  LIX,  pp.  1023-24).  Paris  1864. 

—  Sur  une  secousse  de  tremblement  de  terre  observée  a  Florence,  le 
12  mars  1873  (in  «  C.  R.  del  TAcad.  des  Se.  »  voi.  LXXVI,  pp.  689- 
91).  Paris  1873. 

—  Nouvcaux  documents  sur  la  secousse  de  tremblement  de  terre  ob- 
scrvóo  en  Italie  le  12  mars  1873  *(in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  * 
voi.  LXXVI,  pp.  807-810).  Paris  1873. 

De  Toreìks  (i.  -  Lettera...  dall'Aquila  (in  «  Antol.  Romana»    voi.  VI, 

fase.  XXIVj.  Roma  1789. 

('jiitiene  notizie  sui  terremoti  di  Solmona  dell'ottobre  l'7S9. 
De  Tkihulkt  M.  -  Ischia  et  Java  en  1883.  Neuchatel  1884. 
De  Vaux  a.  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  fevrier   [1887]    (in   «  C. 

R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  832-33).  Paris  1887. 
De  Vera  C.  -  Estratto  di  una  lettela  diretta  al  professore  in  medicina 


BIBLIOGRAFIA  885 


cav.  Chevalley  de  Rivaz  in  Casamicciola  neir isola  d'Ischia  dal...  in- 
torno a  tremnoti  che  sogliono  verificarsi  nelle  viscere  del  suddetto 
Monte  [Montecassino]  e  specialmente  quelli  che  vi  accaddero  dal  di 
19  gennaio  fino  agli  11  marzo  1860  (in  «  Boll,  meteor.  deir  Oss.  al 
Coli.  Rom.  »  anno  II,  n.  8,  pp.  61-62).  Roma  186:^. 
Devotione  per  il  terremoto.  Napoli  1632. 
T>K  Zrrbi  R.  -  Vedi  :  Camera  dei  Deputati. 

r>i  Biase  G.  -  Sopra  i  terremoti  occorsi  in  Reggio  in  agosto  e  set 
tembre  del  1839.  Sonetto,  (in  «  La  Fata  Morgana  »  anno  11^  fase.  5": 
15  novembre).  Reggio  Calabria  1839. 
Di  Castro  M.  -  Relazione  de'  successi  seguiti  nella  Rocca  di  S.  Cassiano 
e  suo  distretto,  Stato  dal  serenissimo  gran  Duca  di  Toscana  ;  nel  tempo 
del  terribilissimo  terremoto  seguito  il  dì  22  marzo  giorno  di  mar- 
tedì 1661,  su  le  bore  19,  per  tutto  lo  spatio  di  giorni  quaranta  ecc. 
Faenza  1654. 

DiEXER  -  Das  Erdbeben  auf  der  Insci  Ischia  am  28  Juli  1883  (in 
«  Mitth.  d.  geogr.  Gesellsch.  »).  Wien  1884. 

Di  Jorio  -  La  Meccanica  celeste  ed  il  terremoto,  rapporti  dinamici. 
Campobasso  1889. 

Di  Renzo  B.  -  Il  terremoto  di  Benevento  [1885J  (in  «  BjU.  raens.  del- 
rOss.  di  Moncalieri  »  serie  IL  voi.  V.  pp.  166-8).    Turino  1S85. 

Discorso  istorico  filosofico  sopra  il  tremuoto  che  nella  notte  del  dì  24, 
venendo  il  25  dicembre  delFanno  1786,  dopo  le  ore  9  scosso  orribil- 
mente la  citu\  di  Rimini  e  varj  paesi  vicini.  Cesena  1787.  2**  edizione: 
Faenza  1787. 

Di  Somma  A.  -  Historico  racconto  dei  terremoti  della  Calabria  dclTanno 
1638  fino  All'anno  1641.  Napoli  1641. 

Di  Stefano  G.  -  Ragionamento  intorno  alle  cai^ioni  del  tremuoto.  Na- 
poli 1733. 

DoDERLEiN  P.  -  Vedi  :  Cacciatore  G. 

DoLOMiEU  D.  -  Memoire  sur  les  tremblcments  de  terre  ressentis  en 
Calabre  en  1783. 

—  Memoria  sopra  i  tremnoti  della  Calabria  neiranno  1783.  Trad.  ita- 
liana. Roma  e  Firenze  1784. 

DoMizi  F.  S.  -  Prodigioso  miracolo  del  nostro  gran  difensore  S.  Gen- 
naro d'averci  liberati  dall'incendio  del  Vesuvio,  e  dal  terremoto  la 
sera  del  dì  15  giugno  1794.  Napoli  1704. 

Donati  V.  -  Extract  of  a  Letter....  coneorning  the  Eirtliquakes  iolt 
at  Turin,  December  9  1755,  and  March  8  1756  (in  «  Trans.  Philosof. 
R.  Soc.  »  voi.  XLIX.  parte  IL  pp.  612-16).  London  1757. 

Donato  G.  -  Memoria  sulla  cagione  fisica  de'  tremuoti  di  Calabria  del 
1832,  con  un  progetto  di  preservazione.  Cosenza  1832. 


886  BIBLIOCFBAFIA 


D'  Onofrio  M.  A.  -  Relazione  ragionata  del  nostro   Vesuvio   accadnu 

a  15  giugno  1794,  in  seguito  della  storia  completa  di   tutte  le  era- 

zioni  memorabili  sino  ad  oggi  con  una  breve  notizia  della   cagione 

de'  terremoti.  [S.  1.  e  d.,  ma  Napoli  1794]. 

Ne  esistono  due  edizioni  una  in  quarto  di  p.  8,  Taltra  in  quarto  di  p.  2  ed  una 
bianca. 

—  La  medesima  corretta  dairautore....  ed  accresciuta  di  note  in  lindi 
questa.  Napoli  li  7  luglio  1794. 

—  Nuove  riflessioni  sul  Vesuvio  con  un  breve  dettaglio  de'  paraterre- 
moti.  Premessi  i  luoghi  degli  antichi  scrittori  che  han  parlato  di 
questo  vulcano.  Napoli  1794. 

—  Lettera  ad  un  amico  in  provincia  sul  tremuoto  accaduto  a  2r> 
luglio,  e  seguito  dair  eruzione  vesuviana  de'  12  agosto  del  con-ente 
anno  1805  colla  narrazione  di  tutti  i  più  rilevanti  fenomeni  ch'esigono 
le  vedute  del  naturalista,  in  cui  si  dà  conto  delle  cagioni  di  essi. 
Napoli  1805. 

D'  Orsi  L.  -  I  terremoti  delle  due  Calabrie  fedelissimamente  descritti. 

Napoli  1640. 

Contiene  la  relazione  di  E.  Capacelatro  (vedi). 
Du  BoiAS  F.  -  The  Earthquakes  of  Ischia  (in   «  Trans,    of  the  Seism. 
Soc.  of  lapan  »  voi  VII,  parte  I,  p.  16).  lokohama  1883-84. 

—  Farther  Notes  on  the  Earthquakes  ot  Ischia  (in  <  Trans,  of  the  Seism. 
Soc.  of  lapan  »  tom.  VIII,  pp.  95-99).  lokohama  1885, 

E.\RTHQUAKE  in  Italy  :  december  16.  1857  (in  «  Amer.  Jonm.  >  serie  II, 

tom.  XXV,  pp.  280-283).  March  1858. 
Earthquake  (The)  in  Ischia  (in  «  Illust.  London  News  »  n.  2183  :  march 

19th.  1881,  p.  271). 
Earthquake  (The)  [23  febbraio  1887]  (in    «  Nature  ^    voi.    XXXV,    n. 

905,  pp.  419-421:  march  3).  London  1887. 
EcHANiz  F.  -  Cenni  sul  tremuoto  de'  14  agosto  1851  in  Melfi,  Potenza 

1851  (?]. 
Erdbebex  (Das)  auf  Ischia  am  28  juli  1883.  Munchen  1883. 
Erdbebex  (Die)  Katastrophe  von  Ischia  am  28  juli  1883.  Wien  1883. 

Eroli  G.... 

Scrisse  sui  terremoti  umbri  del  1703-6. 
Extrait  d'une  lettre  sur  le  tremblement  de   terre  qui  a  eu  lieu   dans 

rile  d'Ischia  le  2  février  1828  (in  «  Bibliotheque  Universelle  »  voi. 

XXXVII  :  Sciences  et  Arts.  pp.  236-40).  Genève  1828. 
Extraits  de  divers  rapporta  du  service  locai  du  Genie  sur    les   effets 

du  tremblement  de  terre  du  23  fevrier  1887,  communiques   par  M. 

le  Ministre  de  la  Guerre  IdeFrancel  (in  «  C.  R.  de  TAc.   des  Se.  » 

voi.  CIV,  pp.  884-886).  Paris  1887. 


BIBUOGRAFU  887 

Faocioli  a.  -  Delle  memorie  fisico- tragiche  su  la  Storia  dei  Tremuoto, 
e  sa  i  fenomeni  accadati  nella  provincia  di  Calabria  Ultra.  Napoli 
1783. 

Facen  F.  -  Ramori  sotterranei  :  al  chiarissimo  Dr.  F.  A.  Catullo  (in 
appendice  alla  «  Gazzetta  Uffiziale  di  Venezia  »  N.  127  :  27  novembre). 

Venezia  1851. 

Parla  dei  rombi  del  monte  Tomatico  (Pel tre). 

Faggiotto  a.  -  I  terremoti  calabro-siculi  e  loro  probabili  cause.  Reggio 

Calabria  1895. 
Falb.  R.  -  Das   Erdbeben   von    Belluno  (in  «  Sirius  »  bd.  VI,  heft  11). 

Graz  1874. 

—  Dell'ultimo  terremoto  di  Belluno  e  delle  cause  in  generale  di  questo 
fenomeno  (in  «  La  Provincia  di  Belluno  »  anno  Vi;  nn.  88,  89,  91 
e  supp.  93  :  24,  26,  31  luglio  e  5  agosto  1873).  Belluno  1873. 

—  Gedanken  und  studien  tiber  den  vulcanismus,  mit  besonder  erbe- 
ziehung  auf  das  Erdbeben  von  Belluno  am  29  Junii  1873  und  die 
eruptìon  der  Aetna  am  29  august  1874.  Graz.  1875. 

Farrar  a.  S.  -  The  earthquake  at  Melfi  in  1851,  and  recent  eruption 
of  Vesuvius  in  1855  (in  «  Proceed.  Ashmodean  Soc.  »  n.  34).  Oxford 
1856. 

Fa  VARO  A.  -  Intorno  ai  mezzi  usati  dagli  antichi  per  attenuare  le  di- 
sastrose conseguenze  dei  terremoti  (in  «  Atti  R.  Ist.  Veneto  di  Se. 
lett.  ed  arti  »  serie  IV,  voi.  Ili,  pp.  2024-67  e  2243-91).  Venezia  1874. 

—  Nuovi  studii  intorno  ai  mezzi  usati  dagli  antichi  per  attenuare  le 
disastrose  conseguenze  dei  terremoti  (In  «  Atti  R.  Ist.  Veneto  ecc.  » 
serie  V,  voi.  I.  pp.  991-1034  e  1305-55).  Venezia  1875. 

—  Intorno  al  probabile  autore  di  una  predizione  di  terremoto  riferita 
dal  Petrarca  (in  «  Atti  R.  Ist.  Veneto  ecc.  »  voi.  II,  pp.  545-58). 
Venezia  1876. 

—  Intorno  ad  alcuni  studi  del  Dr.  Schmidt  sui  terremoti  (in  «  Riv. 
Scient.  Ind.  »).  Firenze  1876. 

—  Di  alcuni  fenomeni  che  accompagnano  i  terremoti  e  dei  mezzi  ad 
attenuarne  gli  effetti  (in  «  Riv.  Scient.  Ind.  »).  Firenze  1876. 

—  Sur  les  tremblements  de  terre.  Versailles  1876. 

—  Rassegna  dei  lavori  di  sismologia  pubblicati  in  Italia  durante  il  1875. 
Firenze  1376. 

—  Rassegna  dei  lavori  di  sismologia  pubblicati  in  Italia  durante  il 
1876.  Firenze  1878. 

—  Rassegna  dei  lavori  di  sismologia  pubì)licati  in  Italia  durante  gli 
anni  1877  e  1878.  Firenze  1880. 

—  Contribuzione  alla  storia  della  microsismologia  (in  «  Atti  R.  Ist.  Ve- 
neto ecc.  ^  serie  VI,  voi.  II,  pp.  91-103).  Venezia  1883, 


888  BIBLIOORAFIA 


Favaro  a.  -  Norme  di  costmzione  per  aamentare  la  resistenza  degV 

cdifizi  contro  il  terremoto  (in  «  Atti  R.  Ist.  Veneto  ecc.  »   serie  VJ. 

voi.  II,  pp.  21-  90).  Venezia  1883. 
Fazio  E.  -  Il  terremoto  del  28  luglio  1883,  nota  antropologica.  Napoli 

1884. 
Favre  a.  -  Meraoire  sur  Ics  tremblements  de  terre   ressentis   en    InV» 

(in  «  Arch.    des    Se.    phys   et    natur  »    voi.    XXXIII,    pp.    299-:>o7 

e  XXXIV,  pp.  20-37).  Genève  1856-57. 

F.  D.  G.  :  Vedi  Del  Giudice  F- 

Fenomeni  singolari  (in  «  Antol.  Romana  »  voi.  XI.  n.  12,    pp.    101-4». 

Roma  1784. 

contiene  la  descrizione  dei  ma;^g:iori  effetti  causati  dal  terremoto  Calabro  d»i 
1783  secondo  quanto  riferisce  il  doi.omiec  (vedi). 

Ferniani  a.  -  Tre  lettere  sul  terremoto  accaduto  il  4  aprile  1781  in 
Faenza  (in  «Antol.  di  Roma»  voi.  VII  p.  401e  seg.;  VIII,  p.  :i\}6 
e  seg.  e  IX,  p.  139  e  seg.)  e  (in  «  Saggio  di  opuscoli  scientifici 
ed  eruditi  raccolti  e  pubblicati  all'  occasione  delle  acclamatissinn- 
nozze  del  nobile  uomo  sig.  conte  Ottaviano  Ferniani  con  l:i  nobil 
donna  signora  contessa  M.  Mazzolani...  da  A.  Zannoni  »).  Faenza 
1792. 

Ferrara  -  Descrizione  dell'  Etna,  con  la  storia  delle  eruzioni  ecc.  Pa- 
lermo 1818. 

Parla  frequentemente  dei  maggiori  terremoti  etnei. 

—  Memoria  sopra  i  tremuoti  di  Sicilia  in  marzo  1823.  Palermo  18i:3. 

Transunto  In  «  Biblioteca  Italiana  »  voi.  XXIII,  pp.  33S-15.  Milano  i82l. 
Ferrerò  L.  O.  -  Vedi  :  Marinoni  G. 

Figari  L.  -  Studi  sulle  cause  dei  terremoti  (in  «  l'Edile  ^).  Genova  |s.  d.]. 

Fiouier  L.  -  I  terremoti  (in  «  La  Natura  »  voi.  I,    pp.  158-60).  Milano 

1881. 

—  Tremblement  de  terre  d'Ischia  [1883]  (in  «  L'Année  scientifique   et 

industrielle  »  voi.  XXVII,  1883,  pp.  247-257).  Paris  1884. 

Filippi  A.  -  De  terraemotu.  Velitrae  1703. 

editato  da  Moroni  :  «  Dlz.  di  erud.  ecc.  »  voi.  LXXVI,  p.  83. 

FiLOPAXTi  Q.  -  L'  Universo.  Bologna  1871-73. 

Contiene:  Voi.  Il,  pp.  106-187,  lezione  LI  :  vulcani  e  terremoti. 

—  Conferenza  sui  terremoti  di  Bologna  del  di  20  febbraio  1882.  [V] 
FiNES  -  Sur  le  tremblement    de   terre    du   23   février  [1887]  enregistró 

h  r  Obser^atoire  de  Perpignan  (in  <  C.  R.  de  PAcad.  des  Sciences  » 

voi.  CIV,  pp.  606-7).  Paris  1887. 

FioRK  G.  -  Della  Calabria  illustrata.  Opera  varia  istorica.  Volumi  due. 

Napoli  1691. 

A  pp.  '-WC-iH)  Vi  Si  trova  un  §  «  D'alcuni  avvenimenti  infelici  i  quali  alcuna  volta 
hanno  travagliato  la  Calabria  ». 

Fiore  G.  -  Melfi  distrutta   dal    tremuoto  del  1851.  Versi.  Napoli  1854. 


-^T-, 


BIBLIOGRAFU  889 


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Treviso.  Treviso  1873. 

Fischer  Th.  -  Das  Halbinselland  Italien  (in  «  Landerkunde  von  Europa 

di  A.  KiRCHHOFF  »  pp.  285-515).  Wien,  Prag.  1893. 

contiene  ;  §  2.  Brdbeben  (pp.  32D-320)  o  la  riproduzione  della  carta  sismica  di 
Italia  dt  T.  Taramelli. 

—  La  penisola  italiana,  trad.  italiana  di  V.  Novarese  ed   F.  Pasanisi. 

Torino  [in  corso  di  stampa]. 

Il  paragrafa  dei  terremoti  trovasi  alle  pp.  77-82.  contiene  inoltre  una  carta 
sismica  originale  di  M.  Baratta. 

Flammarion  C.  -  Le  tremblement  de  terre  d'Ischia  (in  «  L'Astronomie  » 
188.1,  n.  9,  pp.  317-29).  Paris.  1883. 

Fleorian  de  Bellevue  -  Des  effects  geologiques  du  tremblement  de 
terre  de  la  Calabre  en  1783  (in  «  Journ.  dePhysique»  tomeLXII). 
Paris  1806. 

Florio  G.  -  Relazione  della  commissione  nominata  dal  Collegio   degli 
Ingegneri  ed  Architetti  di  Napoli  per  studiare  le  cause  che  concor 
sero   al    disasti'o   di   Casamicciola  (in  «  Atti  Coli.  Arch.  ed  Ing.  di 
Napoli  »  voi.  VIII,  fase.  S^).  Napoli  18S3. 

Fodero  J. -Lettere  del  clerico  J.  Fodero  al  molto  rev,  F.  Fodero  Pre- 
posito,  curato  della  Chiesa  di  S.  Hocco  in  Girifalco,  suo  zio.  Asse- 
gnasi la  cagion  del  tremuoto  secondo  l'opinione  del  Gassendo  (in 
«BuLtFON:  Lettere  memorabili»,  serie  m,  pp.  113-119 Napoli  1693. 

Foglia  6.  A.  -  Historico  discorso  del  gran  terremoto  successo  nel 
Regno  di  Napoli,  nella  provincia  di  Capitanata,  di  Puglia  nel  cor- 
rente anno  1627  a  dì  30  luglio  ad  ore  16.  Napoli  1627. 

FoLLiNi  G.  -  Teoria  elettrica  brevemente  esposta.  Ivrea  1791. 

Contiene:  Cap.  xviii:  «De'  varj  e  sorprendenti  fenomeni  del  Vesuvio»  (pp.  151- 
5S)  —  Cap,  XIX  :  «  De'  tremuotl  »  (pp.  158-61Ì. 

Fondelli  V.  -  Della  probabile  origine  dei  terremoti  e  specialmente  di 

quelli  che  funestano  la  Citu\  di   Siena   ed   il   suo    territorio.    Siena 

1887 
FoREL  A.  -  Terremoto  del    4   luglio    1880   e  3  marzo  1881  (in  «  Boll. 

mens.    deirOss.    di   Moncalieri  »  serie  IL,  voi.  L  n.  4,  pp.  74-75). 

Torino  1881. 

—  Sur  les  effets  du  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  dans  la 
Suisse  Orientale  (in  «  C.  R.  de  T  Acad.  des  Sciences»  voi.  CIV, 
pp.  608-610).  Paris  1887. 

—  Tremblements  de  terre  et  grisou  (in  «  C.  R.  de  TAcad.  des  Sciences  » 
voi.  CIV,  pp.  833-835).  Paris  1887. 

Forleo  G.  -  Meteorico  Discorso  Sopra  i  segni,  cause,  effetti,  tempi  & 
luoghi  gftneralmente  di  tutti  i  Terremoti,  &  incend\j,  di  diuerse 
parti  della  Terra,  Con  V  ìnsertione  d'alcune  historie,  et  applicatione 


890  filBUOGRATIA 


\> 


particolarmente  a'  Terremoti  presenti  et  causa  dell'  Incendio  dell.i 
Montagna  di  Somma.  Napoli  1632. 
FouQUÈ  F.  -  Renseignements  divers  recneillis  snr  le   tremblement   do 
terre  da  23  février  1887  (in  «  C.  R.  de  T Acad.  dea  Se.  »  voi.  CIV. 
pp.  744-45).  Paris  1887. 

—  Les  tremblements  de  terre.  Paris  1889. 

F.  P.  R.  -  Veridica  e  distinta  relazione  ovvero  diario  de'  danni  fìitii 
dal  terremoto  dalli  14  Gennaro  lino  alli  2  di  febraro  1703,  con  no 
esattissimo  ragnaglio  di  tutte  le  Sacre  funzioni  et  opere  pie  fatte 
in  questo  tempo  nella  città  di  Roma  ecc.  Roma  1703. 

—  Proseguimento  del  diario  ovvero  distinta  relazione  dei  danni  e  scuo- 
timenti fatti  dal  terremoto  tanto  in  Roma  quanto  fnori  dalli  24  <i: 
febbraro  per  tutto  il  mese  di  maggio  p.  p.  il  tutto  raccolto  ecc. 
Roma  1703. 

Franchi  E.  -  Nota  sul  terremoto   del    18   maggio    1895   nel    territori 

Pratese  (in  «  La  Guida  al  Vero  »).  Prato  1896. 
FRAN9018  -  Propagation   du   tremblement   de   terre   [23   11  1887]    dan? 

r  une   des  mines   d'Anzin   (Nord)  (in  «  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  » 

voi.  CIV,  pp.  661-62).  Paris  1887. 
Fraxzi  V.  -  Terremoto  del  24  gennaio  1885  (in  «  Boll.  mens.  dell' Oss. 

di  Moncalieri.»  serie  II,  voi.  V,  p.  22).  Torino  1885. 
FucHs  K.  -  Vulkane  und  Erdbeben.  Leipzig  1875. 

—  Les  volcans  et  les  tremblements  de  terre.  Paris  1876  e  2*  ed.  lS7s. 

—  Vulcani  e  Terremoti.  Milano  1881. 

FucHs  C.  W.  C.  -  Statistik  der  Erdbeben  von  1865-85  (in  «  Sitzb.  d. 
k.  akad.  d.  Wissenschaften  :  Mathem-naturw.  CI.»  bd.  XCII,  III 
heft.,  pp.  215-625).  Wien  1886. 

[FuLCis  A.]  -  Movimenti  del  suolo  osservati  nel  bellunese  dal  30  giu- 
gno al  31  luglio  1873  (in  «  Boli.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  » 
voi.  Vili,  fase.  9°,  p.  131).  Torino  1873. 

—  Movimenti  del  suolo  osservati  nel  bellunese  dal  1*  agosto  1873  al 
31  gennaio  1874  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  voi.  Vili, 
fase.  10%  p.  147. 

—  Vedi  :  Taramelli  T. 


G.  A.  -  Vulcani  e  terremoti  (in  «  La  Natura  »  voi.  Ili,  p.  120-23). 
Milano  1883. 

Gaddi  6.  -  Lettera  isterica  contenente  il  prodigio  operato  in  Forlì  dn 
M.  V.  sotto  la  miracolosa  imagine  della  Madonna  del  Fuoco  libe- 
rando la  città  da  tremuoti,  che  con  grande  orror  Taffligevano  :  e 
delle  solennità  in  occasione   di   esporre   alla  pubblica   venerazione 


BIBLIOGRAFIA  891 


del  popolo   la  detta  S.  Iinagine   ecc.    Forlì    1688,  e   riprodotta   (in 

«  GuARiNi  F.  :  I  terremoti  a  Forlì  ecc.  »  pp.  32-51).  Forlì  1880. 
Oaleani  Napione  6.  F.  -  Ricerche  storiche  sugli  antichi  terremoti  del 

Piemonte   (in  «  Mem.   de   l'Acad.    imper.  des  Se.  ecc.  >  voi.  XIX, 

1809-10,  pp.  143-59).  Turin  1811. 
Galeota  0.  -  Dissertazione  della  moderazione  di  mali   costumi   ecc. 

unita  con  la  dissertazione  de'  terremoti  di  Calabria  [?] 
GALEsn  A.  -  De  terraemotu  liber.  Bononiae  1571. 
Galisio  B.  -  De  parallelo  Motus-terrae  et  Microcosmi.   Bononiae  1633. 
Galimi  P.  -  Sui  tremuoti   di   Calabria   dell'  anno  1783,    lettera  al  sig. 

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serie  II,  voi.  V,  n.  9,  pp.  145-46).  Torino  1885. 

—  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  [1887]  à  TObservatoire  de 
Velletri  (in  C.  R.  de  TAcad  des  Se.  ^  voi  CIV,  pp.  765-66).  Paris 
1887. 

—  Relazione  intorno  ad  una  scossa  di  terremoto  (in  €  Atti  Pont.  Acc. 

N.  Lincei  »  voi.  XLI,  1887-88,  p.  48).  Roma  1888. 
Parla  di  una  scossa  avvenuta  al  14  gennaio  1888. 

—  Sulla  forma  vibratoria  del  moto  sismico  (in  «  Mem.  Pont.  Acc.  N. 
Lincei  »  voi.  IV,  pp.  243-384).  Roma  1888. 

—  Sopra  alcune  controversie  sismologiche.  Velletri  1890. 

—  II  terremoto  del  22  gennaio  1892  (in  <  Il  Nuovo  Censore  »  anno  XI, 
n.  4).  Velletri  1892. 

—  Dopo  il  terremoto  [22  gennaio  1892]  (in  «  Il  Nuovo  Censore  »  anno 
XI,  n.  5).  Velletri  1892. 

—  Il  Sismodinamografo  del  Prof.  I.  Galli  (in  «  Natura  ed   Arte  »  voi. 

I,  n.  8 :   15  marzo  1892,  pp.  606-8).  Milano  1892. 

Contiene  i  diaframmi  tracciati  In  occasione  del  terremoto  del  22  grennaio  1K92. 

—  Osservatorio  fisico  meteorologico.  Terremoto  del  1**  novembre  1895 
(in  «  Il  Nuovo  Censore  »  anno  XIV,  n.  4?  :  10  novembre).  Vel- 
letri 1895. 

Gallo  A.  -  Lettere  scritte...  pelli  terremoti  del  1783  con  un  giornale 
meteorologico  delli  medesimi.  Aggiuntaci  anche  la  Relazione  di 
quei  di  Calabria  con  li  paesi  distrutti  ed  il  numero  dei  morti.  Mes- 
sina 1784. 

ron  probablliUi  ne  esiste  una  edizione  fatta  nel  nH3  a  Messina  e  ristampata  a 
Bolofpna. 

6ama  G.  -  Descrizione  del  tremuoto  di  Napoli  de'  15  giugno  1794  e 
successivo  scoppiamento  fiammifero  del  Vesuvio  ecc.  [Napoli]  1794. 


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Gatta  L.  -  La  sismologia  ed  il  magnetismo  terrestre  secondo  le  ]  ir. 
recenti  osservazioni  fatte  in  Italia.  Roma  1875. 

—  L' Italia,  sua  formazione,  suoi  vulcani  e  terremoti.  Milano  1H>^2. 

—  Il  disastro  di  Casamiceiola  [1883]  (in  «  Gazz.  Lettor.  »  11  agosto  . 
Torino  1883. 

—  Il  terremoto  di  Casamiceiola  (in  ♦  La  Nuova  Antologia  »  serie  II. 
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—  Considerazioni  tisiche  suir  isola  d' Ischia  (in  «  Boll.  Soc.  Geol.  Ital.  * 
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et  de  physique  »  serie  II,  voi.  IX,  pp.  433-39).  Paris  1818. 

—  Supplément  à  la  liste  donnée  pour  1818,  dans  le  tom.  IX,  p.  43:n 
[degli  Annales  ecc.]  (in  «  Ann.  de  eh.  et  ph.  »  serie  II,  voi.  XII, 
pp.  425-26).  Paris  1819. 

—  Tremblemens  de  terre  en  1819  (in  «  loc.  cit.  »  pp.  426-28).  Paris 
1819. 

—  Supplément  à  la  liste  donnée  pour  1819  (in  «  Ann.  de  eh.  et  ph.  * 
serie  II,  voi.  XV,  pp.  421-22).  Paris  1820. 

—  Tremblemens  de  terre  en  1820  (iu  *  voi.  cit.  »  pp.  422-24).  Paris 
1820. 

—  Supplément  à  la  liste  donnée  pour  1820  (in  «  Ann.  de  eh.  et  ph.  » 
voi.  XVIII,  pp.  418-14).  Paris  1821. 

—  Tremblemens  de  terre  en  1821  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  414-15).  Paris 
1821. 

—  Supplément  au  catalogue  donnée  [pour  1821]  (in  «  Ann.  de  eh.  et 
ph.  »  serie  II,  voi.    XXI,  p.  39.3).  Paris  1822. 

—  Tremblemens  de  terre  en  1822  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  393-96).  Paris 
1822. 


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(in  «  Ann.  de  eh.  etph.  ^  serie  II,  voi.  XXIV,  p.  429).  Paris  1823. 

—  Tremblemens  de  terre  ea  1823  (in  «voi.  cit.  ^,  pp.  429-31).  Paris 
1823. 

—  Supplement  à  la  liste  des  tremblemens  de  terre  [en  1823]  insérée 
ecc.  (in  <  Ann.  de  eh.  et  ph.  >  serie  II,  voi.  XXVII,  pp.  376-77). 
Paris  1824. 

—  Tremblemens  du  terre  en  l>i24  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  377-SO).  Paris 
1824. 

—  Sapplémens  aax  catalogaes  des  tremblemens  de  terre  insérés  dans 
les  résumés  des  diverses  annécs  depuis  181G  jusqu'en  1824  (in 
«  Ann.  de  eh.  et  ph.  »  serie  IL  voi.  XXX,  pp.  411-12).  Paris 
1825). 

—  Tremblemens  de  terre  en  1825  (in  «  voi.  cit.  >  pp.  412-14).  Paris 
1825. 

—  Supplement  h  la  liste  dejà   publiée  des  tremblements   de   torre   de 

1818  (in  «  Ann.  de  eh.  et  de   ph.    »  serie  II,  voi.  XXXIII,  pp.  42- 
43).  Paris  1826. 

—  Sapplément  à  la  Liste   déjà  publièe   des   tremblemens   de  terre  de 

1819  (in  «  voi.  cit.  »  p.  404).  Paris  1826. 

—  Supplement  a  la  Liste  dc^ja  publióe   des   tremblemens   de   terre   de 

1820  (in  «  voi.  cit.  »  p.  404).  Paris  1826. 

—  Supplement  aux  Listes   des  tremblemens  de  terre  de  1821  déjà  in 
sérées  dans  les  Annales  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  404-5).  Paris  1826. 

—  Sapplément  aux  Listes  déjà  publiées  des  tremblemens   de   terre  de 
1822  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  405-6).  Paris  1826. 

—  Supplement  aux  Listes  déjà  publiées  des  tremblemens   de   terre  de 
Tannée  1823  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  406-7).  Paris  i826. 

—  Supplement  aux  Listes  déjà  publiées  des  tremblemens   de    terre  de 

1824  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  407-8).  Paris  1826. 

—  Supplement  aux  Listes  des  tremblemens  de  terre  déjà  publiée  pour 

1825  (in  «  voi.  cit  »  pp.  408-9).  Paris.  1826. 

—  Liste  des  tremblemens  de  terre  de  1826  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  409-12). 
Paris  1826. 

Liste  dos  tremblemens  de  terre    en    1827  (in  «  Ann.  de  eh.  et  ph.  » 
serie  II,  voi.  XXXVI,  ]>p.  :596-98).  Paris  182i*. 

—  Supj)lémeiit  à  la  Liste  des  tremblemens  de  terre  de  1827  (in  «  Ann. 
de  eh.  et  ph.  ^  serie  II,  voi.  XXXIX,  pp.  406-8).  Paris  1828. 

-  Tableau  des  tremblemenns  de  terre  observés  dans  Tannée   1828  (in 

«  voi.  cit.  »  pp.  408-412).  Paris  1828. 
--  Supplement  à  la  Liste  des  tremblemens  de  terre  de  1828  (in  «  Ann. 
de  eh.  et  ph.  »  serie  II,  tom.  XLII,  p.  ;i47).  Paris  1829. 


894  BIBLIOORAFIA 

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l'année  1829  (in  «  voi.  cit.  »  pp.  337-51).  Paris  1829. 

—  Supplémens  à  la  liste  contenne  dans  le  numero  de  décembre  1829 
(in  «  Ann.  de  eh.  et  ph.  »  serie  II,  voi.  XLV,  pp.  395-8).  Pari? 
1830. 

—  Tremblemens  de  terre  en  1830  (in  «  voi.  cit.  »  p.  402).  Paris  1830. 
Gemmellaro  C.  -  Relazione  dei  fenomeni  del  nuovo  vulcano  sorto  dal 

mare   fra   la   costa   di   Sicilia   e   V  isola  di  Pantelleria  nel  mese  dì 

luglio  1831.  Catania  1831. 

Contiene  le  notizie  sul  terremoti  di  Sclacca  e  di  Pantelleria  sentiti  prima,  du- 
rante e  dopo  la  fase  eruttiva. 

—  La  vulcanologia  dell'  Etna,  che  comprende  la  topografia,  la  geologia, 
la  storia  delle  sue  eruzioni  ecc.  (in  «  Atti  Acc.  Gioenia  di  Se.  Nat.  * 
serie  II,  voi.  XVI).  Catania  1858. 

Contiene  :  §  «  Terremoti  »  (pp.  1^73]  ed  a  pp.  166-1'73  «  Tavola  delle  eruzioni 
deir  Etna  e  del  tremuotl  di  Sicilia,  redatta  dalla  Storia  Critica  del  C^n.  a. 
Alessl,  e  dalla  Sicilia  ricercata  del  can.  Antonio  Mon^itore,  e  da  ulteriori 
osservazioni. 

Gentili  G.  -  Osservazioni  sopra  i  terremoti  ultimamente  accaduti  a 
Livorno.  Firenze  1742. 

Gerlano  G.  -  Seismographische  Kleinigkeit  (in  «  Beitrage  zur  Geo- 
physik  »  band  III,  pp.  215-16).  Stuttgart  1896. 

Giacchetti  G.  -  Apuliae  terraemotus  deploratio.  Roma  1632. 

Giardini  E.  -  Lettera  storica  filosofica  critica  intorno  alla  causa  ed 
agli  effetti  del  tremuoto  in  cui  specialmente  si  parla  deirorigine 
delle  continue  nebbie  che  in  quest'anno  ingombrano  la  nostra  atmo- 
sfera. Pavia  1783. 

GiGUOLi  H.  E.  -  Earthquake  in  the  Western  Riviera  (in  «  Nature  »  voi. 
XXXVI,  n.  914  :  5  maggio,  p.  4).  London  1887. 

GiLii  F.  L.  -  Dissertazione  fisico  storica  su  1  terremoti  di  Piediluco 
accaduti  nell'ottobre  del  1785.  Roma  1786. 

—  Risultati  delle  osservazioni  meteorologiche  fatte  Tanno  1806.  Roma 

1807. 

contiene  molte  notizie  sul  terremoto  labiale  deira^sto. 

GiMMA  G.  -  Della  storia  naturale  delle  gemme,   delle   pietre  e  di  tutrì 

i  minerali,  ovvero  della  Fisica  sotterranea.  Napoli  1730. 

Contiene  :  voi.  il.  art.  xx  (pp.  475-93)  «  De  fuochi  sotterranei  e  de'  tremuou.  » 

GioANNETTi  A.  -  Avviso   di   preghiere   pel  terremoto   di   Bologna   del 

1779.  Bologna  1779. 
Giordano  e  Comotto  P.    -   Relazione   della   Commissione   per   le   pre- 

scrizionie  dilizie  dell' isola  d'Ischia  istituita...  dopo  il  terremoto  dei 

luglio  188:5.  Roma  1883. 
GiovANNETTi  M.  -  Vita  di  S.  Emidio  primo  Vescovo  e  protettore  della 

cittA  di  Ascoli.  Ronciglione  1631. 


BIBLIOGRAFIA  895 


GiovANNETTi  M.  -  Vita  di  S.  Emidio  martire,  primo  Vescovo  e'^protet- 
tore  della  città  d'Ascoli  e  per  aggregazione  seguita  nel  17B1  anche 

di  questa  fedelissima  città  dell'  Aquila Aggiuntavi  la   relazione 

delle  Grazie  impetrate  dal  Santo  nei  terremoti,  di  Tullio  Lazzari. 
Terza  edizione.  Aquila  1787. 

Giovannini  F.  -  I  terremoti.  Avellino  1880. 

Giovannozzi  G.  -  Il  terremoto  del  14  novembre  1887  (in  «  Atti  Pont. 
Acc.  N.  Lincei  >  voi.  XLI,  pp.  9-21)  Roma  1888  e  (in  «  Riv.  Scient. 
Ind.  »  voi  XX,  pp.  149-54).  Firenze  1888. 

—  Notizie  ed  articoli  inviati  nell'anno  1887  al  giornale  fiorentino  «  La 

Nazione».  Firenze  1888. 

Contiene  :  §  iv.  n  terremoto  del  9  novembre  (p.  9)  —  v.  il  terremoto  del  14  no- 
vembre (p.  20)  —  §  VL  I  recenti  terremoti  in  Toscana  e  Fattuale  periodo 
d'agitazione  sismica  (p.  11-18). 

—  Compendio  di  alcune  *  lezioni  di  sismologia  tenute  all'Osservatorio 
Ximeniano  di  Firenze  (in  «  Palestra  Atemina  »  voi.  Vili,  fase.  3^) 
Aquila  1890. 

—  Periodo  d'agitazione  del  suolo  dal  15  febbraio  al  17  aprile  1890  in 
Toscana  (in  »  Boll.  mens.  deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  X, 
n.  6,  pp.  98  99).  Torino  1890. 

—  Il  terremoto  del  7  giugno  [1891]  a  Firenze  (in  «  Boll.  mens.  deirOss. 
di  Moncalieri  »  voi.  XI,  n.  10.  p.  155).  Torino  1891. 

—  Per  una  storia  dei  terremoti  toscani  (in  «  La  Rassegna  Nazionale  » 
voi.  LXXXIII,  pp.  222-S9).  Firenze  1895. 

—  I  terremoti  storici  fiorentini  (in  «  La  Rassegna  Nazionale  »  voi. 
LXXXIV,  pp.  122-31).  Firenze  1891. 

—  I  terremoti  storici  mugellani  (in  «  Le  serate  italiane  »  anno  II,  fase. 
XV:  4  agosto).  Firenze  1895. 

—  I  terremoti  storici  apuani  (in  «  Le  serate  italiane  »  anno  II,  fase. 
XXI:  3  novembre).  Firenze  1895. 

—  Il  periodo  sismico  fiorentino  18  maggio  1895  -  20  giugno  1896  (in 
«  Riv.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXIX,  n.  1).  Firenze  1897. 

—  Meteorologia  e  fisica  del  globo  (in  «  Ann.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXXII, 

1895).  Milano  1896. 

Contiene  :  §  xxiv.  il  terremoto  di  Lubiana  (lt«5],  p.  49  ;  xxv.  n  terremoto  di  Fi- 
renze 11895J,  pp.  50-51. 

—  18  maggio  1895  (in  «  La  Rassegna  Nazionale  »  anno  XXI,  V  marzo). 
Firenze  1899. 

—  Vedi  :  Deputazione  secolare  dì  S,  M.  del  Fiore. 

GiovANozzr  6.,  Vjnassa  P.  E.  e  Pimpinemj  V.  -  Nota  preliminare  sui 
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Giuochi  A.  -  Ischia  dalla  sua  origine  fino  ai  nostri  giorni.  Roma  1881. 
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—  Dei  fenomeni  sismici  e  della  loro  genesi.  Verona  1878. 

—  Le  piene  del  Garda  ed  i  terremoti  di  Monte  Baldo.  Meteorologia 
endogena  (in  «  L'Adige  »  6  luglio  e  *A  agosto).  Verona'  1879. 

-—  Storia  sismica  della  provincia  di  Verona.  Verona  1880, 

—  Il  terremoto  veronese  del  9  febbraio  1880  (in  «  L'Adige  »).  Verona 
1880. 

—  Eficmeridi  sismiche  veronesi  pel  1880  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  (ì: 
Moncalieri  »  serie  II,  voi.  I,  pp.  50-54  e  69-71).  Torino  1881. 

—  EfiTemeridi  sismiche  veronesi  :  Monte  Baldo.  J^ovembre-dicembre  ISSI 
(in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  voi.  I,  pp.  268-69).  To- 
nno 1881. 

—  Appendici  e  note  al  catalogo  dei  terremoti  veronesi  (in  «  Atti  Acc. 

Agr.  Arti  e  Comm.  di  Verona  »  serie  III,  voi.  LXIII,  pp.  287-313  . 

Verona  1886. 

L'estratto  porta  la  data  del  1S87. 

—  Sul  terremoto  del  giorno  9  novembre  1887  (in  «  Mem.  Acc.  Agr. 
Arti  e  Comm.  di  Verona  »  voi.  LXVI).  Verona  1888. 

—  Sulla  convenienza  di  organizzare  uno  studio  sismologico  nella  regione 
del  Monte  Baldo  (in  ^  Ann.  Ufi".  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  voi. 
Vili,  1886,  parte  IV,  pp.  165  69).  Roma  1888. 

—  Il  terremoto  veronese  del  7  giugno  1891  (in  Rass.  delle  Se.  Oeol. 
in  Italia»  voi.  I,  pp.  12  15  e  pp.  156-70).  Roma  1891. 

—  I  due  grandi  terremoti  del  7  giugno  e  dei  21  agosto  1891  (in  «  Boll, 
mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XI,  pp.  168-99.  178-80 
e  voi.  XII,  pp.  5-7,  22-24,  36-37  e  53-55).  Torino  1891-92. 

—  Effemeridi  sismiche  veronesi  di  ottobre  1891  (in  «  Boll.  mens.  del 
rOss.  di  Moncalieri  »  voi.  XII,  pp.  9-10).  Torino  1892. 

—  Effemeridi  sismiche  veronesi  del  mese  di  novembre  1891  (in  <  Boll, 
mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri»  voi.  XII,  pp.  26-27).  Torino  1892. 

—  Effemeridi  sismiche  veronesi  del  mese  di  dicembre  1891  (in  «  Boll, 
mens.  dell'Oss.  di  ]\[oncalieri  »  voi.  XII,  pp.  42-43).  Torino  1892. 

—  Sul  terremoto  bresciano-veronese  del  5  gennaio  1892  (in  «  Boll.  del- 
l'Oss. di  Moncalieri  «  voi.  XII,  pp.  -58-60).  Torino  1892. 

—  I  terremoti  e  la  vegetazione  (in  «  Boll.  Soc.  Bot.  Ital.  »  anno  1S*»2, 
n.  1,  pp.  102-06).  Firenze  1892. 

—  Effemeridi  sismiche  veronesi  del  mese  di  gennaio  1892  (in  «  Boll, 
mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  voi.  XIl,  pp.  62-63).  Torino  1892. 


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«  Mem.  Acc.  Agr.  Arti  e  Comm.  di  Verona  »  serie  III,  voi.  LXVII, 

pp.  241-81).  Verona  1891. 

L'estratto  porta  la  data  del  1892. 
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Contiene  §  §  293^806.  e  Terremoti  vulcanici  e  plutonici  ».  pp.  271-88. 

—  Sulle  cause  dei  teri'emotl  e  sulla  natura  dei  recenti  terremoti  del 
bellunese.  Lodi  1874. 

G.   P.  -  Vedi:  Pannella  G. 

Grablovitz  G.  -  Nuova  teoria  sismica  delle  maree.  Trieste  1876. 

—  Dell'attrazione  lunisolare  in  relazione  coi  fenomeni  mareosismici.  Mi- 
lano 1877. 

—  Sulla  frequenza  dei  terremoti  in  Italia  in  relazione  all'angolo  orario 
della  luna  (in  «  Boll.  mens.  dcirOss.  di  Moncalieri  »  serie  11^  voi. 
I,  pp.  119-21,  142-44  e  167-69).  Torino  1881. 

—  Il  terremoto  di  Casamicciola  [1883]  (in  «  L' Indipendente  »  11-12 
agosto).  Trieste  1883. 

—  Terremoti  accaduti  nella  cittA  di  Trieste  dal  1869  al  1886  (in 
€  Archeografo  Triestino  »).  Trieste  1888. 

—  Sul  terremoto  del  27  agosto  1886  (in  *  Ann.  Uff.  di  Met.  e  Geod.  » 
serie  I,  voi.  Vili,  1886,  parte  IV,  pp.  67-73).  Roma  1888. 

—  Funzionamento  degli  apparecchi  in  occasione  di  un  terremoto  nel- 
l'isola d'Ischia  (in  e  Ann.  Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  serie  II, 
voi.  XI,  parte  III,  1889,  p.  175  e  seg.).  Roma  1892. 

—  Sul  periodo  sismico  di  Monte  Saraceno  -  Monte  S.  Angelo  -  nell'estate 
del  1893  (in  e  Ann.  Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  voi.  XV,  parte 
I.  1893,  pp.  25-36).  Roma  1894. 

—  Sull'estensione  geografica  dell'area  scossa  nei  terremoti  (in  «  Riv. 
Geogr.  Ital.  »  voi.  II,  pp.  422-26).  Roma  1895. 

Grassi  M.  -  Relazione  storica  ed  osservazioni  sulla  eruzione  etnea  del 
1865  e  su'  tremuoti  flegrei  che  la  seguirono.  Catania  1865. 

Grataroli  G.   -   Temporvm  mutationes  certae  ex  praedictione   rerum 

quae  in  aere,  terra,  aut  acqua  sunt  ut  flunt  breviter  &  dare  ordi- 

neque  alphabetico  descriptae  (in  «  Opvscvla  »  pp.  177-240).  Lugduni 

1558. 

Costituisce  ropuscolo  il  di  tile  raccolta:  parlasi  di  terremoti  a  pp.  221-20. 

Greco  P.  M.  -  Delle  principali  opere  intorno  ai  calabri  tremuoti  dal 
1783  al  1854  e  degli  studii  più  convenevoli  sopra  i  medesimi  (in 
«  Atti  R.  Acc.  Cosentina  »  voi.  VI).  Cosenza  1856. 

—  Degli  scrittori  che  han  trattato  dei  tremuoti  di  Basilicata  nel  secolo 
XIX.  Memoria  alla  quale  fanno  seguito  le  deduzioni  ricavate  da 
essa  e  dalla  precedente  intorno  a  coloro  che  hanno  scritto  de'  calabri 
tremuoti  dal  1783  al  1857,  ed  alcune  avvertenze  su  d'  un  tentativo 

Baratta.'  Terremoti  ecc..  5*7 


1 


898  BIBLIOGRAFIA 


di  preservamento  e  su  i  più  convenevoli  modi  di  proseguire  gli  stri- 
dii tremuotici  (in  «  Atti  R.  Acc.  Cosentina  »  voi.  VII).  Cosenza  18i>3. 

Greco  P.  M.  -  Intorno  agli  studi  sismici  del  signor  Alessio  Perrey  [\h 
«  Atti  R.  Acc.  Cosentina  »  voi.  X,  pp.  211-19).  Cosenza  1866. 

Grifoni  A.  -  Descrizioni  de'  tremuoti  accaduti  nelle  Calabrie  nel  178o. 
Napoli  1784. 

Grimaldi  A.  -  La  cassa  sacra  ovvero  la  soppressione  delle  manomorte 

in  Calabria  nel  secolo  XVIII.  Napoli  1863. 

contiene:  Cap.  l:  Terremoti  di  Calabria  11S3,  pp.  81-44  :  Cap.  H:  Terremoti  «li 
1791,  pp.  45-48. 

Grimaldi  A.  F.  -  De  novo,  et  ingenti  in  vniuersa  prouincia  Umbriae,  à 
Apruiij  citerioris  terraemotv  congeminatus  nuncius.  Tuderti  1703. 

Grimaldi  F.  A.  -  Descrizione  del  tremuoto  accaduto  in  Calabria  oel 
1783.  Napoli  1784. 

Grimaldi  L.  -  Sui  terremoti  in  generale  e  specialmente  su  quelli  <i: 
Calabria  avvenuti  nel  1832.  Catanzaro  1835. 

Guanciali  -  In  Lucaniae  terremotum  anni  1851.  Roma  1851. 

GuARiNi  F.  -  I  terremoti  a  Forlì  in  varie  epoche.  Forlì  1880. 

Guéneau  de  Montbéliard  -  Liste  chronologique  des  éruptions,  di*> 
tremblements  de  terre,  des  quelques  faits  méteorologiques  les  plus 
remarquables,  des  cométes,  des  maladies  pestilentielles  jusqu'  au 
1760.  Paris -Dyon  1761. 

Guerard  -  Note  sur  le  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  à 
Marseille  et  dans  le  Departement  des  Bouches-du-Rhòne  (in  «  Boll, 
ann.  de  la  Comm.  Met.  du  Depart.  des  Bouches-du-Rhóne  »  Année  fr. 
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GuGLiELMiNi  D.  -  Catania  distrutta  dal  terremoto  nel  1693.  Palermo  1695. 

GuiDOLENo  D.  -  Terremoto  del  10  febbraio  1885  in  Dova  Superiore  an 
«  Boll.  mens.  deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  V,  p.  40).  To- 
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GtJiLLEiknN  A.  -  Le  feu  souterrain  :  volcans  et  tremblements  de  terre. 
Paris  1886. 

GuiscARDi  G:  -  Il  terremoto  di  Casamicciola  del  4  marzo  1881  (in  «  Atti 

Acc.  Pontaniana  >  voi.  XIV,  pp.  253-59).  Napoli. 

K  la  relazione  della  Commissione  composta  del  sìgg.  F.  Schlavoni,  S.  zinno,  K. 
Semmola  e  G.  Gulscardl  relatore. 

—  Il  terremoto  d' Ischia  del  28  luglio  1883  (in  e  Atti  R.  Acc.  delle 
Se.  di  Napoli  »  serie  II,  voi.  II,  n.  3).  Napoli  1885. 

Gusta  F.  -  Lo  stato  felice  ed  infelice  della  Calabria  e  di  Messina  e 
e  del  suo  territorio  prima  e  dopo  i  terremoti  de'  5  febbraio  e  2H 
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(in  <  Jahrbuch  der  K.  K.  geologischen  Reichsanstalt  »  bd.  4  S.  569). 

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avec  la  lettre   pastorale  de  M.  T  Evéque  de  Londrcs   sur   la   cause 

morale  du  méme  phénòmene).  Paris  1751. 
Hamilton  W.  -  An  Account  of  the  Earthquakes    whicìi    happened   in 

Italy  from  February  to    May  1783  (in  «  Pliil.  Trans.  R.  Se.  »  tom. 

LXXIII,  parte  I,  pp.  169-208).  London  1783. 

—  Schreiben  in  welcben  scine  selbst  augestelHen  Bevabachtungen  ue- 
ber  das  erdbeben  in  Calabrien  und  Sicilien  mittegetheilet  vcrden. 
Strasburgo  1784. 

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royaume  de  Naples,depuis  le  mois  de  février  jusqu'  en  mai  1783 
(in  <  GiBÉLiN  :  Abrégé  des  Trans,  phil.  de  la  Soc.  R.  de  Londre  » 
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1693  (in  «  Abrégé  des  Trans,  phil.  de  la  Soc.  R.  de  Londre  »  trad. 
par  M.  GiBELiN  »  partie  I,  voi.  I  :  Historic  Naturelle,  pp.  20-21). 
Paris  1787. 

—  Congetture  intorno  al  tremuoto  che  devastò  la  Sicilia  nel  1693  (in 
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—  Vedi:  R.  U.  B. 

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de  Genes  (in  «  La  Nature  »  n.  722,  pp.  278-83).  Paris  1887. 

B'  so^ulto  da  una  corrispondenza  ruUo  stesso  ari^omento  da  Montone  di  K. 
Kckhorst. 

IIippoLiTE  (Compte)  -  Vedi  :  Ippolito. 

HisTOiRE  (Ics  ancionncs  rovolutions  du  Globe  terrestre  avec  une  relation 
chronologique  et  hìstoriquc  des  tremblements  de  terre  arrive'  s  sur 


900  BIBLIOGRAFIA 


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brien,Tindmeteorologi8clie  Beobactungen  ueber  das  Erdbeben  wilches 

dieses   Stadt  and   Landschaft  dem  5  Hornig  1783,  yerwnestet   hat. 

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HuouES  L.  -  Corso  di  Geografia  fisica.  Torino  1882. 

contiene  :  §  114-15  Terremoti,  effetti  dei  terremoti  (pp.  34a{6). 

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Inguanti   S.  -  Sulla  natura  dei   terremoti   (in  «  Corriere  di  Catania  > 

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Ippolito  F.  (conte)  -  Account  of  the  Earthquake   which   happened   in 

Calabria,  March  28,  1783.  Lettre  (in  «  Phil.  Trans,   of.  the  R.  Soc. 

of  London  »  tomo  LXXII,  pp.  209-16).  London  1783. 

—  Détails  sur  le  tremblement  de  terre  du  28  mars  1783  en  Calabre... 
(in  «  GiBELiN  :  Abrégé  dcs  Trans,  phil.  de  la  Soc.  R.  de  Londre  * 
trad.  frane,  partie  I.  Hist.  nat.,  voi.  I,  pp.  28^-90).  Paris  1787. 

—  Ragguagli  intorno  al  terremoto  del  28  marzo  1783  in  Calabria  (in 
«  GiBELiN  :  Comp.  delle  Trans,  filos.,  trad.  ital.,  parte  I,  tomo  IV). 
Venezia  1793. 

Intendente  d'Aquila  -  Vedi  :  Lettera. 

IssEL  A.  -  Le  oscillazioni  lente  del  suolo  o  Bradisismi.  Genova  1883. 

Contiene:  Parte  iv,  cap.  IV:  «Confronto  del  bradisismi  coi  fenomeni  vulcanici 
e  i  terremoti  »  (pp.  385-ir7). 


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des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  662-64).  Paris  1887. 

—  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  observé  dans  les  tunnels 
de  la  Ligurie  (in  «  Bull.  Soc.  Belge  de  Geol.  »  tom.  I,  pp.  148  e 
seg.).  Bruxelles  1887. 

—  Il  terremoto  del  1887  in  Liguria  (Supplemento  al  «  Boll.  R.  Com. 
Geol.  d' Italia  »  anno  1887).  Roma  1888. 

—  Liguria  geologica  e  preistorica.  Volumi  due.  Genova  1895. 

Contiene  :  §  Terremoti  (voi.  1.  pp.  63-78). 

—  Compendio  di  Geologia.  Volumi  due.  Torino  1896-97 

Contiene  :  Capitolo:  l  terremoti  (voi.  i,  pp.  2r76-3W). 

—  Il  terremoto  del  18  dicembre  1897  a  Città  di  Castello  (in  «  Atti  Soc. 
Ligust.  di  Se.  Nat.  e  Geogr.  »  voi.  IX,  pp.  233-54).  Genova  1898. 

—  Considerazioni  supplementari  intorno  al  terremoto  umbro  -  marchi- 
giano del  18  dicembre  1897  (in  Boll.  Soc.  Sism.  Ital.  »  voi.  V, 
pp.  59-71).  Modena  1899. 

Istoria  giornaliera  dei  tremuoti  in  Livorno  nell'anno  1742.  Livorno 
[1742]. 

Istoria  (Nuova)  in  occasione  del  terremoto  del  16  dicembre  1857.  [Na- 
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JcROOADEs  A.  -  Orazione  recitata  ne'  fanerali   solenni  di  Marcello  Ac- 

corinti  morto  in  Messina  nel  terremoto  de'  5  fcbrigo  dell'anno  1783. 

Napoli  [1783  ?] 
Jervis  G.  -  Delie  cause   dei   movimenti  tellurici  e  dei  possibili  ripari, 

con  riguardo  speciale  al  terremoto  alpino  dell'inverno  dell'anno  1887. 

Torino  1887. 

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—  The  disaster  in  Ischia  (in  •  Nature  »  voi.  XXVIII,  pp.  346-47). 
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—  Il  parere  di  uno  scienziato  (in  <  Il  Piccolo  »  2  settembre).  Napoli 
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—  The  disaster  in  Ischia  (in  <  Indianapolis  Journal  »  6  settembre  1883). 

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poli 1883. 

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à  l' ile  d' Ischia  (in  «  L' Italie  >  22  settembre).  Roma  1883. 

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—  Notice  on  the  Earthquake  of  Ischia  of  1881  and  1883  with  a  Map 
of  the  Isoseismal.  Naples  1883. 

—  Notice  of  the  Earthquake  of  Ischia  of  July  28^»»  1883  (in  «  Brit.  Ass. 
Reports»).  1883. 

—  The  Ischìan  Earthquake  of  July  28»*»  1883  (in  «  Nature*  voi.  XXVIIl, 
pp.  437-39).  London  1883. 

—  Brevi  considerazioni  intorno  alla  relazione  del  professore  L.  Pal- 
mieri sul  terremoto  dell'isola  d'Ischia  (in  «  Il  Piccolo  »  31  marzo  e 
l*»  aprile).  Napoli  1884. 

—  Monograph  of  the  Earthquakes  of  Ischia,  a  memoir  dealing  with 
the  seismic  disturbance  in  that  Island  from  remotest  times,  with 
special  observations  on  those  of  1881  and  1883.  London-Naples  1885. 

Journal  ou  Relation  exacte  de  l'horrible  et  épouventable  tremblement 
de  terre  arrivò  à  Palerme  le  premier  du  mois  de  septeinbre  1726  à 
4  heures  d'Italie  de  la  nuit  suiant.  Berne  1726. 

Kant  E.  Geografia  fisica  :  trad.  dal  tedesco.  Milano  1809. 

Contiene:  §  §.  De'  tremuotl,  voi.  n.  p.  307-46. 

KiRCHER  A.  -  Mundus  subterraneus.  Amsterodamj  1664. 

contiene  :  voi.   I.  Caput,  li  :  Praefatio  «  De  horrendla  terraemotibus  anno  1<>3k 

in  Calabria  exortis,  quibus  quatordicim  dlerum  spatio  author  magrno  vltae 

suae  periculo  praesens,  elus  occasione  magna  Naturae  arcana  didicit.  » 

(fol.  •  •  2  [verso]  -  fol.  •  *  4  [versoj). 

Lais  G.  -  Terremoti  osservati  alla  Specola  Vaticana  (in    «  Boll.   mens. 

deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  XII,  pp.  80-81).   Torino  1892 

e  (in  «  Pubbl.  della  Spec.  Vaticana  »  voi.    Ili,    pp.    159-62).    Roma 

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Lazzari  T.  -  Il  protettore  ne'  tremuoti  ravvisato  in  S.  Emidio.  3*  im- 
pressione accresciuta  col  ragguaglio  d'altre  grazie  più  recenti  di 
Anton  Nicola  Lazzari.  Ascoli  1756. 

Lazzaro  N.  -  Le  vittime  di  Casamicciola  :  La  piccola  Sentinella  (in 
«  L' Illustrazione  Italiana  »  anno  X,  n.  34  :  26  agosto,  pp.  147-150 
e  n.  37  :  16  settembre,  pp.  181-82).  Milano  1883. 

Lemmo  G.  -  Prodigioso  miracolo  del  nostro  gran  Santone  e  Difensore 
S.  Gennaro,  d'averci  liberati  dall'incendio  del  Vesuvio  e  dal  terre- 
moto nell'anno  1794.  [Napoli?]  1794. 

IjETTera  dell'Intendente  di  Aquila  al  Ministero  dell'Interno  (ìn«  Il  gran 

Sasso  d'Italia  »  voi.  XI,  pp.  189-90).  Aquila  1848. 
Tratta  di  una  scossa  sentita  11  10  erlugno  ìHiS. 

Lettera  responsiva  scritta  all'illustrissimo  sig.  Conte  N.  N.  in  cui  di- 
stintamente, e  con  pi^na  verità  si  descrive  quanto  è  accaduto  per 
l'occasione  dei  tremuoti  replica tamen te  sentiti  a  Livorno  ne'  mesi 
di  gennaio,  febbraio  e  marzo  fino  al  di  19  del  medesimo  di  questo 

anno  1742.  Pisa  1742. 

Secondo  11  Pilla  («  istoria  del  tremuoto  »  p.  207)  ne  sarebbe  A.  11  canonico  Moreni. 

Lettera  responsiva  ad  altra  in  cui  rlchiedevasi  che  diligentemente  si 
notasse  quanto  accadeva  in  Bologna  in  occasione  de'  terremoti  dello 
scorso  anno  1779.  Bologna  1780. 

Lettera  (Seconda)  in  cui  si  legge  la  continuazione  ed  il  lucidamente 
dei  danni  cagionati  in  Napoli  e  nel  Regno  dall'  orribile  terremoto 
accaduto  nella  notte  de'  26  luglio  1805.  [Roma  18051. 

Lettera  storico-critica  sulla  causa  dei  terremoti.  Pavia  1783. 

Lettera  su  di  un  fenomeno  che  si  sperimentò  dopo  il  tremuoto  avve- 
nuto nell'Aquila  il  giorno  11  dello  scorso  novembre  [1789]  (in  «  An- 
tol.  Romana  »  voi.  VI,  fase.  46,  pp.  261-66  e  fase.  47,  pp.  269-74). 
Roma  1790. 

Lettera  -  Vedi  :  Copia  ed  Avviso  ecc. 

Lettre  sur  un  tremblement  de  terre  de  Calabrie  [in  data  2  settembre 
1783]  (in  «  Journ.  des  Sav.  »  pp.  839-841).  1783. 

Lettre  touchant  le  monte  Vésuve  et  tremblement  à  Naples  le  5  juin 
1688  (in  «  Voyage  fait  en  Italie  en  1688  »  tome  III,  pp.  391-418). 
La  Haye  1717. 

LoDRiNi  E.  -  Sulla  probabile  attinenza  fra  magnetismo  terrestre  e  i  ter- 
remoti cosidetti  tcctonici  (in  «  Comm.  dell'Ateneo  di  Brescia  »  anno 
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Esteso  transunto  in  «  BibUotheque  universeUe:  Sciences  et  Arts»  voi.  is,  pi*. 
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Beccaria  (in  «  G.  B.  Beccaria  :  Deirelettricismo  »  tomo  II,  parte  III  : 
nuove  aggiunte  degli  editori,  pp.  34-45).  Macerata  1793. 

—  Risposta  ad  alcune  obbiezioni  contro  alle  teorie  del  terremoto,  let- 
tera al  P.  Beccaria  (in  «  G.  B.  Beccaria:  op.  cit.  »  pp.  45-53 >. 
Macerata  1793. 

Lucchetti  P.  -  Sulla  causa  dei  terremoti  (in  «  Atti  Soc.  Ital.  di  Se. 
Nat.  »  voi.  XXIV).  Milano  1881  e  (in  «  Riv.  Scient.  Ind.  »  voi.  XIII, 
pp.  923-300).  Firenze  1881. 

LucK  P.  G.  -  De  borrendo  terrae  Siculae  motu  nuper  exorto.  Jenae  1693. 

LuMBisAXi  HoRATU  -  De  febribus  lib.  III.  In  quibus  de  earumdem  es- 
sentia,  signis,  prognostico  et  curatione  agit.  Amplius  de  Peste,  febri 
pestilentiali  curatione  et  praecau tiene  Liber  quartus.  Item  de  ter- 
raemotu  prout  pestis  causa  est  Reipublicae  opprime  utile  et  necessario 
Disputatio  unica.  Napoli  1629. 

—  De  febribus,  peste  et  terraemotu.  Urbini  1631. 

È  la  stessa  opera  della  precedente. 

LussANA  S.  -  Osservazioni  sismiche  dei  mesi  di  novembre  e  dicembre 
1894  fatte  col  microsismografo  Vicentini  (in  «  Atti.  R.  Acc.  dei  Fi- 
siocritici  »  serie  IV,  voi.  VII,  pp.  57-65).  Siena  ]895. 

—  Osservazioni  sismiche  fatte  col  microsismografo  Vicentini  nell'Osser- 
vatorio geodinamico  di  Siena.  Nota  II  (in  «  Atti  R.  Acc.  dei  Fisio- 
critici  »  serie  IV,  voi.  VII,  pp.  233-37).  Siena  1895. 

Lyell  C.  -  Principes  of  Geology.  Tenth  and  entirely    revised  edition. 

London  1868. 

Nel  voi.  n,  cap.  xxix,  pp,  113-35,  si  parla  dei  grandi  terremoti  calabri  del  1783. 

—  Principes  de  Geologie,  trad.  francese.  Paris  1843-48. 

Nel  voi.  in.  cap.  VII,  pp.  316-371  Bi  tratta  dei  terremoti  calabri  del  1783.  L'ultima 
edizione  francese  è  del  1873. 

Maccalini  R.  -  L'  Osservatorio  geodinamico  di  Aquila  nell'anno  1885  (in 
«  La  Palestra  Aternina  »  fase.  12^,  anno  1885,  p.  353).  Aquila  1885. 

—  Il  terremoto  in  Aquila  (in  «  La  Palestra  Aternina  »  n.  1",  anno  1887, 
p.  5).  Aquila  1887. 


filBUOGRÀFU  905 


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mens.  dell'Oss.  di  Moncal.  »  serie  II,  voi.  VII,  pp.  37-38).  Torino  1887. 

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1*  parte  (in  «  Report  of  the  Twenty-second  meeting   of  the  British 

Association  for  the  Advancement  of  Science  >    pp.    1-176).    London 

1853  ;  2*  parte   (in  «  Report  of  the   Twenty  third   meeting  ecc.  » 

pp.  117-212).  London  1854  ;    3*  parte   (in    «  Report   of  the   Twenty 

fourth  meeting  ecc.  »  pp.  1-326).  London  1855. 

lA  prima  parte  contiene  un  catalogo  generale  di  terremoti  fino  all'anno  1155: 
la  seconda  fino  al  17^4  e  la  terza  fino  al  iai3. 

—  Report  to  the  Royal  Society  of  the  expedition  into  the  Kingdom  of 
Naples  to  investigate  the  circumstances  of  the  Earthquake  of  the 
ÌB'^  dee.  1857  (in  «  Roy.  Soc.  Proc.  »  X,  1859-60,  pp.  486-94). 

—  The  great  Neapolitan  Earthquake  of  1857.  London  1862. 
Malvasia  A.  -  Vedi  :  De  Rossi  M.  S. 

Mamiani  -  Tremblements  de  terre  (in  «  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  voi. 

VII,  p.  89).  Paris  1838. 

Notizie  sul  terremoto  di  Pesaro  del  23  giugno  1838. 

—  Eflfet  d'un  tremblement  de  terre  sur  le  niveau  de  V  eau  dan  les 
puits  (In  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  Vili,  p.  344).  Paris  1839. 

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nione >  [?J  marzo).  Roma  1887. 

Mancusi  F.  -  Accenti  lacrimevoli  delle  rovine  di  Rossano  avvenute  pel 
tremuoto  del  24  aprile  1836.  Napoli  1836. 

Mandarini  S.  -  Deirazione  amministrativa  nel  corso  del  1853  e  nella 
calamità  del  terremoto  del  di  12  febbraio  e  seguenti  dell'anno  vol- 
gente. Cosenza  1854. 

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agosto  1859.  Roma  1860. 

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Marangoni  C.  -  Il  terremoto  di  Firenze  del  14  novembre  1887  (in 
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Marenak  T.  a.  -  Brevissimum  terraemotuum  examen  in  quo  de  eorum 


906  BIBLIOGRAFIA 


origine,  de  signis,  de  Iocìb,  de  temporibus,    de   specibus,    de  dura- 
tione  et  tempore,  de  remediis,  de  caasis   atqae   effectibas   accorate 
disseritur.  Neapoli  1632. 
Marinelli  L.  -  Memoria  sul  terremoto  di  Spoleto  nel  maggio  1895  (in 
«  Riv.  di  Artigl.  e  Genio  »  1897  voi.  UI).  Roma  1897. 

—  Memoria  sul  terremoto  di  Rieti  (in  «  Riv.  di  Artigl.  e  Genio  »  1899 
voi.  I).  Roma  1899. 

Marini  N.  -  De  formidabilissimo  terraemotu  qui  kal.  septembris  an. 
MDCCXXVI  Panhormi  accidit.  Poema.  Panhormi  1729. 

Marinoni  C.  -  Il  terremoto  del  circondario  Sorano  nel  luglio  1873.  Re- 
lazione. Caserta  1873. 

La  pri  sente  relazione  fu  fatta  dai  ProfT.  L.  o.  Ferrerò,  N.  Terraciano  e  C.  Mari- 
noni (relatore). 

Mariottini  F.  -  Per  il  tremuoto  di  Città  di  Castello.  Orazione  (in 
«  Prose  varie  di  F.  Mariottini  »  pp.  132  160).  Napoli  1791. 

—  Dei  vantaggi  del  tremuoto  Tifematc  dell'anno  1789  (in  «  F.  Mariot- 
tini :  op.  cit.  »  pp.  167-92).  Napoli  1791. 

Martellini   N.   -   Codice   Meteorico che  contiene  tre  discorsi.  Nel 

primo  si  narrano  varii,  e  portentosi  effetti  de  teiTemoti  e  si  esami- 
nano le  cause  che  fanno  tremare  con  tanto  impeto  la  gran  macchina 
della  terra  ecc.  Venezia  1700  e  (in  «  La  Galleria  di  Minerva,  ovvero 
notizie  univ.  di  quanto  è  stato  scritto  ecc.  »  tomo  III,  pp.  9-28  . 
Venezia  1700. 

^Iartone  M.  -  Studii  preliminari  sui  terremoti  delle  Calabrie  e  della 
Sicilia.  Reggio  Calabria  1895. 

Mascarello  D.  -  Storia  e  distruzione  di  Diano  Marina.  Catastrofe  del 
23  febbraio  1887.  San  Remo  1887. 

Mascart  -  Remarques  de...  au  sujet  de  la  comunication   de   M.   Fines 

(in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  607-8).  Paris  1887. 
Riguarda  11  terremoto  del  23  febbraio  1387.  vedi  :  Fines. 

—  Sur  Ics    effets   magnétiques   des   tremblements  de  terre  (in  «  C.  R. 

de  l'Acad.  des  Se,  voi  CIV,  pp.  634-35).  Paris  1887. 
Riguarda  come  la  nota  seguente  11  terremoto  ligure  del  1887, 

—  Effets  des  tremblements  de  terre  sur  les  appareils  magnétiques  (in 
«  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  1350-52).  Paris  1887. 

Masci  a.  -  Diario  estratto  da  una  eruditissima  Relazione  de'  terremoti 
dei  Signor  D.  A.  Masci  di  S.  Sofia,  paese  della  Calabria  Citeriore 
posto  tra  Rossano  e  Cosenza,  distante  24  miglia  da  quest'ultima 
[s.  1.  e  d.]. 

Masino  M.  A.  -  Distinta  Relatioue  Dell'  Incendio  Del  Sevo  Vesvvio, 
alli  16  di  Decerabre  1631  successo.  Con  la  relatione  dell'  incendio 
della  Città  di  Pozzuoli,  e  cause  delli  Terremoti,  al  tempo  di  Don 
Pietro  de  Toledo,  Viceré  in  questo  Regno  nell'anno  1534.  Napoli  1632. 


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MjLZE  C.  -  Le   tremblement   de    terre   [1887]   (in  «  Cosmos  »    voi.    VI, 

nuova  serie,  n.  110:  7  marzo,  pp.  366-68).  Paris  1887. 
Mazeui  -  Lettre  écrite  de  Palerme  relative  au   désastre   de   Messine. 

Trad.  de  V  Italien.  Paris  1783. 
Mazza  L.  -  Riflessioni  filosofiche  su   i   frequenti  tremuoti   di   Calabria 

(in  «  Mem.  della  R.  Soc.  Econ.  di  Cai.  Ultra  2*  >  anno  1832). 
Mazzei  a.  -  I  terremoti   verificati   in    Pistoia   VS   e   9   luglio  1896  (in 

Boll.  mens.  dell'  Oss.    di   Moucalieri  »  serie   II,   voi.  XVI,   p.  104). 

Torino  1896. 
Melfi  e  i  suoi  terremoti  (in  «  Ìj'  Illustrazione  Italiana  »  anno  X,  n.  37: 

16  settembre,  pp.  187-88).  Milano  1883. 
Melli  M.  a.  -  Pohimation  de  terraemotu  Aemiliano.  Perrariae  1693. 

—  Tractatus  Medico-physicus  de  terraemotu.  Forolivii  1708. 

Melloni  -  Vita  di  S.  Domenico.  Napoli  1791. 

Contiene  una  nota  sul  terremoto  del  5  febbraio  1783. 

Memoria  storica  sul  tremuoto  di  Acireale,  e  de  suoi  contomi  più  dan- 
neggiati li  20  febbraio  1818  a  un  ora  di  notte.  Seconda  edizione 
ampliata  di  una  lettera  del  Senato  di  Messina,  di  ulteriori  dettagli 
sul  detto  giorno  e  degli  avvenimenti  degli  11  e  12  marzo.  Acireale 

1818. 

Non  conosco  la  prima  edizione  cU  questa  memoria. 

Mercalli  G.  -  I  terremoti  deir  Isola  d' Ischia  (in  «  Atti  Soc.  Ital.  di 
Se.  Nat.  »  voi.  XXIV).  Milano  1881. 

—  Le  innondazioni  ed  i  terremoti  di  Verona.  Cazzano  -  Besana  1882. 

—  I  terremoti  e  le  eruzioni  dell'  Isola  d' Ischia  (in  «  Rassegna  Nazio- 
nale »  voi.  XVII,  pp.  40-52).  Firenze  1884. 

—  L'isola  d'Ischia  ed  il  terremoto  del  28  luglio  1883  (in  «  Mcm.  li. 
Ist.  Lombardo  di  Se,  eLett.  »  voi.  XV  [VI  della  serie  III],  fase.  2", 
pp.  99-154).  Milano  1884. 

—  Sulla  natura  del  terremoto  ischiano  del  28  luglio  1883  (in  «  Rend. 
R.  Ist.  Lombardo  ecc.  »  serie  II,  voi.  XVII,  fase.  19",  pp.  842-56). 
Milano  1884. 

—  Il  terremoto  sentito  in  Lombardia  nel  12  settembre  1884  (in  «  Atti 
Soc.  Ital.  di  Se.  Nat.  »  voi.  XXVIII)  Milano  1885  e  (in  «  Boll.  mens. 
deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  IV,  pp.  159-61).  Torino  1885. 

—  Vulcani  e  tenomeni  vulcanici  d' Italia.  Milano  [s.  d.] 

—  Le  case  che  si  sfasciano  ed  i  terremoti  (in  «  La  Rassegna  Nazio- 
nale »  anno  VI,  voi.  XXI,  pp.  255-64).  Firenze  1885. 

—  La  Fossa  di  Vulcano  e  lo  Stromboli  dal  1884  al  1886  (in  <  Atti  Soc. 
Ital.  di  Se.  Nat.  »  voi.  XXIX).  Milano  1886. 

Varie  notizie  sui  terremoti  colici  del  IbHI  M. 


90d  BmUOORÀllA 


Mercalli  G.  -  Il  terremoto  di  Liecco  del  20  maggio  1887  (in  «  Atti 
Soc.  Ital.  di  Se.  Nat.  »  voi.  XXX).  Milano  1887. 

—  I  terremoti  (cap.  V,  parte  II  dell'opera  <  La  Terra  di  G.  Marinelli  > 
voi.  I,  pp.  504-22).  Milano  [s.  d.] 

—  L' isola  di  Vulcano  e  lo  Stromboli  dal  1886  al   1888  (in  e  Atti  Sr»o. 

Ital.  di  Se.  Nat.  »  voi.  XXXI).  Milano  1888. 
varie  notiele  sui  terremoti  eolici  del  1886-S8. 

—  I  terremoti  napoletani  del  secolo  XYI  ed  un  manoscritto  inedito  di 
Cola  Aniello   Pacca  (in    <  Boll.  Soc.  Geol.  Ital.  »  voi.  X,  fase.  2 
Roma  1891. 

—  Noto  geologiche  e  sismiche  sulle  Isole  di  Ponza  (in  e  Mem.  della 
R.  Acc.  delle  Se.  Mat.  »  voi.  VI,  serie  II,  n.  10).  Napoli  1893. 

—  Il  terremoto  sentito  in  Napoli  nel  25  gennaio  1893  e  lo  stato  attuale 
del  Vesuvio  (in  «  Boll.  mens.  dell'Osserv,  di  Moncalieri  ^  serie  II, 
voi.  XIII,  fase.  5%  pp.  65-66).  Torino  1893. 

—  Ragguaglio  del  terremoto  successo  in  Puglia  a'  30  luglio  1627  ;in 
«  Arch.  stor.  per  le  prov.  napoletane  »  Anno  XXII,  fase.  1*).  Nh- 
poli  1897. 

—  I  terremoti  della  Liguria  e  del  Piemonte.  Memoria.  Napoli  1897. 
-—  I  terremoti   della   Calabria   Meridionale  e  del  Messinese.  Saggio  di 

una  monografia  sismica  regionale  (in  «  Mem.    della  Soc.  Ital.  delle 
Se.  detta  dei  XL  »  serie  III,  voi..  XI,  pp.  117-266).  Roma  1897. 

—  Le  notizie  sismo  -  vulcaniche  riferite  nelle  cronache  napoletane  apo- 
crife 0  sospette  (in  «Arch.  stor.  per  le  prov.  napol.  »  voi.  XXIIL 
fase.  2«).  Napoli  1898. 

—  I  recenti  [1898]  terremoti  del  Messinese  (in  <  Gazzetta  di  Messina 
e  delle  Calabrie»  n.  241:  4  5  settembre).  Messina  1898. 

—  Vedi  anche  Taramelu  T, 
Meschina  C.  -  I  terremoti.  Napoli  1885. 

Meteorologia  cioè  discorso  de  le  impressioni  humide  &  secche  gene- 
rate tanto  ne  l'aria,  quanto  ne  le  cauerne  de  la  terra,  non  per  uia 
di  tradottione,  ma  di  scelta.  Trasportata  in  Llngva  italiana  da 
Fausto  de  Longiano.  fs.  1.,  ma  Venezia]  1542. 

Meunier  S.  -  Tremblement  de  terre  du  23  février  [1887]  à  Nice  (in 
€  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  p.  611).  Paris  1887, 

—  Premiers  resultata  d'  une  esploration  de  la  zone  ébranlée  par  le 
tremblement  de  terre  du  23  février  [18871  (in  «  C.  R.  de  TAcad. 
des  Se.  »  voi.  CVI,  pp.  759-60).  Paris  1887. 

—  Sur  le  tremblement  de  terre  de  Ligurie  [1887]  (in  «Bull.  Soe.  Geol. 
de  France  »  tome  XV  :  21  mars  e  18  avril).  Paris  1887. 

—  Le  tremblement  de  terre  du  23  fé/rier  1887.  Une  visite  à  la  règion 
ébranlée  (in  «  La  Nature  »  n.  724  ,  pp.  307-308).  Paris  1887. 


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Bruxelles  1887. 

MiCHEZ  J.  -  Sui  recenti  terremoti  di  Romagna  [1870].  Relazione  della 
Commissione  costituita  dei  signori  Sen.  Scarabelli  di  Imola*  Pi*of. 
Bombicci,  Dottor  Palagi  e  Dottor  Michez  dell'  Università  di  Bo- 
logna (in  e  Gazz.  Uff.  del  Regno  d' Italia  >  anno  1870,  n.  339  :  10 
dicembre)  Firenze  1870,  e  (in  «  Guarini  F.  :  I  terremoti  a  Forlì  » 
pp.  109-120).  Forlì  1880. 

Minasi  G.  -  Relazione  veridica  intorno  al  terribile  tremoto  accaduto  in 
Scilla  a  5  febbraio  1783,  o  sia  Notizia  storica  esibita  al  pubblico, 
Scritta  la  presente  in  forma  epistolare  ad  un  amico  in  assenza. 
Messina  [1783]. 

—  Continuazione  ed  Appendice  sopra  i  tremuoti  descritti  nella  Rela- 
zione colla  data  di  Scilla  de'  30  settembre  1783  con  altro  che  ac- 
cadde in  progresso  ecc.  Messina  1785. 

Le  notizie  vanno  fino  al  20  dicembre  1785. 
MiGNANi  V.  -  De  effectibus  terraemotus  in  corpore  humano.  Bononiae  1784. 
MiLONE  S.  -  Il  riordinamento  delle  vie  urbane  e  campestri  nel  comune 
di  Forio  dopo  il  terremoto  del  28  luglio  1883.  [Napoli]  1883. 

—  Il  soccorso  e  la  vendemmia  nell'  isola  d' Ischia  nel  1883.  Napoli 
1888. 

MiRONE  S.  -  La  vita  e  le  gesta  di  S.  Emidio,  Vescovo  e  martire  e  de- 

fensore  del  flagello  dei  tremuoti.  Napoli  1737,  1742,  1748  e  1805. 
MissoRTA  L.  -  Commemorazione  solenne   dei   caduti   d'Africa   e   delle 

vittime  del  terremoto.  Acqui  1887. 
MiTROwscHY  I.  -  Beschreibung  einiger  besondern  Zufalle,  die  sich  bey 

dem  Erdbeben  des  Jahrs  1783  in  Calabrien  ereignet  haben  (in  «  Ab- 

handl  d.  Bòhm  Ges.  der  Wiss  »  pp.  111-16).  Praga  1785. 
MoNOiNi   0.  -  Terremoto   del    10  febbraio   1885   in   Riva  Valsesia    (in 

«  Boll.   mens.    dell'  Oss.    di   Moncalieri  »  serie  II,  voi.    V,   p.    40). 

Torino  1885. 
MoxoiTORE  A.  -  Palermo  ammonito,  penitente  e  grato   nel   formidabiì 

terremoto  del  primo  settembre  1716.   Narrazione   isterica.   Palermo 

1727. 

—  Istoria  cronologica  de'  terremoti  di  Sicilia  (in  «  Della  Sicilia  ricer- 
cata nello  cose  più  notevoli  »  tomo  II,  pp.  345-445).  Palermo  1743. 

MoNNiER  M.  -  Le  Vésuve   et    Ics    tremblements   de   terre  (in  «  L' Illu- 

stration  »  Janvier).  Paris  1858. 

MoNTEiRO  I.  -  Phylosophia  libera   seu   eclectica  rationalis,  et   mecha- 

nica  scnsuum  ecc.  Venetiis  1766. 

Al  tomo  v.,  pp.  191-212  un  §  «  De  terraemotibus  ». 

MoNTECORBOLi  E.  -  Il  tcrrcmoto  di  Firenze  [18  maggio  1895]  (in  «  Na- 


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tura  ed  Arte  >  voi.  II,  1894-95,  pp.  247-251).  Milano  1895. 
MoNTEssus  De  Ballore  F.  -  Etude  critique  dee  loia  de   la    répartition 
saisonniere  des  séismes  (in  «  Arch.  des  Se.  phys  et  nat.  »   serie  III. 
tom.  XXV,  fase.  5%  pp.  504-517).  Genève  1891. 

—  Relations  entre  le  relief  et  la  sismicitè  (in  «  Arch.  des  Se.  phys.  et 
nat.  »  H'^  serie,  voi.  XXXIV,  pp.  113-133).  Genève  1895. 

—  L'Italie  sismique  (in  «Arch.  des  Se.  phys.  et  nat.  »  3^  serie,   vlI. 
XXXIII,  fase.  1\  pp.  33-61).  Genève  1895. 

Monumenti  (I)  della  città  di  Belluno  ed  i  guasti  prodotti  dal  terremoi 
(in  €  La  Provincia  di  Belluno  »  anno  VI,  nn.  93,  94  e  96  :  5,  7  e  1. 
agosto).  Belluno  1873. 

MoRENi  -  Vedi  :  Lettera  responsiva  scritta  Conte  N.  N.  ecc. 

MoRONi  G.  -  Dizionario  di  erudizione  storico-ecclesiastica,  voi.  LXXIII. 

Venezia  1855. 

Contiene  a  pp.  220-241  Tartlcolo  :  Terremoto. 
Morra  V.  M.  -  Delle  ruine   di   Foggia  penitente.  Canti  XXIV.  Bene 

vento  1734. 
Morra  V.  -  Descrizione  dei  tremoti   di   Messina   e   di  Calabria    dei    ó 

febbraio  1783.  Rime  [s.  d.  e  1.] 
Morris  E.  J.  -  On  the  Earthquake  in  Calabria  [1851]  (in  «  Amer.  Journ. 

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MoREscHiNi  M.  -  Ragionamento  storico  filosofico  sul  trerauoto  accadut*» 

in  Camerino  il  di  28  luglio  1799.  Camerino  1802. 
MoscHiTTi  D.  -  De'  tremuoti  della  Calabria  citeriore    nel    febbraio  del 

1854  (in  «  Ann.  Civ.  del  Regno   delle  due  Sicilie  »    voi.    LIV,    pp. 

11-32,  126-137  e  152-153).  Napoli  1855. 
Motta  E.  -  I  terremoti  di  Napoli  negli  anni  1456   e    1466  (in  «  Arch. 

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MouREAux  Th.  Le  tremblement  de  terre  du    23    février   18H7    i\   Paris 

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MouRLON  M.  -  Recherches    sur   l'origine   des   phénomènes  volcaniquc^ 

et  des  trembleraents  de  terre.  Bruxelles  1867. 
MuTHUoN  -  Observations  et  rapport  sur  les  trembleraents    do    terre  du 

Plemont  en  1808  (in  €  Journ.  des   Mines  »  voi.  XXIII.  n,  135,    pp. 

209-220),  [Paris]  1808. 


Nannoja  F,  -  Catalogo  dei  terremoti  avvenuti  in  Basilicata  ed  altre 
Provincie  limitrofe  dal  1851,  fino  a  tutto  dicembre  1878  con  osser- 
vazioni sul  fenomeno  sismico  (in  <  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  VI,  pp. 
84-H9).  Roma  1879. 

Nardi  J.  -  De  igne  sub^erraneo  physica  prolusio.  Florentiae  1641. 


*?» 


BIBLIOGRAFIA  .    911 


Nai*oij  -  Ischia  -  Numero  unico  pubblicato  a  beneficio  dei  danneggiati 
di  Casamicciola  e  Lacco  Ameno  dagli  studenti  della  Facoltà  di  Let- 
tere e  di  Filosofia  di  Napoli.  Napoli  1881. 

Narrazione  del  tremuoto  e  dei  danni  recati,  del  voto  ecc.  della  città 
di  Reggio  in  Lombardia,  Tanno  1832.  Reggio  1832. 

Narrazione  di  un  miracolo  fatto  dal  glorioso  S.  Filippo  Neri  in  pre- 
servazione di  tutta  la  Congregazione  dell'Oratorio  di  Norcia.  Roma 
1703. 

Narrazione  di  un  miracolo  fatto  dal  glorioso  S.  Filippo  Neri  nelle  pre- 
senti rovine  dei  terremoti  sentiti  nell'anno  1703.  Napoli  1703. 

Natura  (La)  irata,  o  sia  il  terremoto  di  Calabria  e  Messina.  Napoli 
1783. 

Naudin  Ch.  -  Quelques  observations  et  reflexions  au  sujet  du  trem- 
blement  de  terre  du  23  février  [1887J  à  Antibes  (in  C.  R.  de  TAcc. 
des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  822-823).  Paris  1887. 

Neumayr  M.  -  Storia  della  terra  :  trad.  di  L.  Moschen.  Volumi  due. 
Torino  1896-97. 

Nel  voi.  l  si  tratta  di  terremoti  a  pp.  266-310  e  341-46. 

NiEPCE  B.  -  Documents  sur  les  treniblements  de  terre  de  Nice  (in  «  C. 

R.  TAcad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  830-31).  Paris  1887. 
N.  N.  A.  A.  I.  A.  (Abate)  -  Lettera   storico   filosofica   critica  intorno 

alla  causa  ed  agli  efibtti  del  terremoto,  in  cui  specialmente  si  parla 

delTorigine  delle  continue   nebbie  che  in  quest'anno  ingombrarono 

la  nostra  atmosfera.  Pavia  1783. 
Nota  A.  -  Del  terremoto  avvenuto  nella  citt^  e  provincia  di  S.  Remo 

l'anno  1831.  Pinerolo  1832. 

Transunto  in  «Biblioteca  italiana)»  voi.  LXIX,  pp,  224-90.  Milano  1S33. 

NoTiCE  sur  le  tremblement  de  terre  éprouvé  a  Genove  et  dans  d'autres 
Cantons  de  la  Suisse,  le  11  de  ce  mois  (in  «  Bibl.  Univ.  Se.  et.  Arts.  » 
voi.  IV,  pp,  240-41).  Genève  1847. 

NoTiTiA  e  vera  relatione  del  spaventoso  terremoto  accaduto  nella  città 
di  Rimini,  Fano  ed  altre  città  della  Romagna,  Selli  li  14  di  aprile 
1672.  Doue  si  narrano  le  demolitioni  delle  fabriche,  e  morte  delle 
persone  in  questo  lachrimevole  infortunio.  Ancona  e  Perugia   1672. 

Notizie  delle  disgrazie  cagionate  dal  terremoto  del  14  agosto  1846  in 
Toscana.  Livorno  1846. 

Notizie  (Alcune)  di  terremoti  ricavate  dalle  cronache  sassuolesi  (in 
app.  al  giorn.  «  Il  Muratori  »  anno  V,  n.  288:  17  ottobre).  Modena 
1S73. 

Notizie  di  terremoti  pervenute   air  Uflìcio  centrale  di  Metercologia   e 

Geodinamica.  Roma  1887 

Le  notizie  relative  ai  terremoti  avvenuti  durante  gli  anni  1887  e  188D-04  furono 
pubblicata»  nel  supplementi  al  Bollettino  meteorico  (vedi).  Dal  1895  in  \h)Ì 


912  BIBUOORAFIA 


in  api)eQ(lice  al  «  Boll,  della  Soc.  Sismologica  Italiana  »  :  e  precisamente 
quelle  riguardanti  i  terremoti  del  1805  al  voi.  l  ;  del  1(06  al  voi.  il  ;  del  l^CT 
al  voi.  in  e  IV  :  del  1896  al  voi.  v«  La  pubblicazione  continua,  il  titolo  e 
però  un  po'  mutato  :  per  il  1895  e  1896  «  Notizie  sui  terremoti  avvenuti  in 
Italia  durante  Tanno...  »  e  per  il  1897  e  1898,  tanto  per  cambiare,  alla  parola 
avvenuti  fu  sostituita  quella  di  osservati. 

Notizie  ricavate,  ed  osservazioni  fatte  in  contado  di  Molise  e  precisa- 
mente in  Boiano  dopo  il  tremuoto  de'  26  loglio  1805  (in  <  Giom- 
Enciclop.  di  Napoli  »  anno  Vili,  voi.  I,  pp.  3-13).  Napoli  1814. 

Notizie  (Le  ultime)  dei  tremuoti  [1894].  Foglio  volante.  [Reggio  Ca- 
labria 1894]. 

Oberhausen  -  Lettera  intorno  ai  terremoti  di  Livorno  avvenuti  in 
quest'anno.  Pisa  1742. 

Oddone  E.  -  Inizio  di  osservazioni  sismiche  al  R.  Osservatorio  Geodi- 
namico in  Pavia  (in  «Rend.  R.  Ist.  Lombardo  ^  serìe  II,  voi.  XXVI. 

pp.  752-60).  Milano  1893. 

L'estratto  porta  la  data  del  1894. 

—  Una  pagina  di  storia  sismica.  Conferenza.  Pavia  1895. 

~  I  dati  sismici  della  Liguria  in  rapporto  alla  frequenza  ed  alla  pe- 
riodicità (in  €  Boll,  della  Soc.  Sismol.  Ital.  »  voi.  II,  pp.  140  151). 
Modena  1896. 

—  Cicli  meteorici  e  cicli  sismici.  Pavia  1896. 

Offret  a.  -  Sur  le  tremblement  de  terre  du  23  février  18S7.  Discus- 
sion  des  heures  observées  dans  la  zone  epicentrale  (in  «  C.  R.  do 
l'Acad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp,  1150-53).  Paris  1887. 

—  Tremblement  de  terre  du  23  février  1S87.  Heures  de  l'arrivée  des 
secousses  en  dehors  de  1'  epicentro  (in  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  » 
voi.  CIV,  pp.  1238-42).  Paris  1887. 

—  Tremblement  de  terre  du  23  février  1887.  Enumeration  et  description 
sommaire  des  appareils  sismiques  qui  ont  fontionné  (in  «  C.  R.  de 
r  Acad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  1416-19).  Paris  1887. 

Oglialoro  a.  -  Vedi  :  Palmieri  L. 

Oliva  N.  M.  -  Lettera...  scritta  all'Illustrissimo  signor  Abbate  Flavio 
RvfiFo,  nella  quale  da  vera  &  minuta  relatione  dclli  segni^  terremoti 
&  incendj  del  monte  Vesvvio,  cominciando  dal  dì  16  del  mese  di 
decembre  1631,  per  insino  alli  5  di  gennaro  1632.  Napoli  1632. 

—  La  ristampata  lettera  con  aggiunta  di  molte  cose  notabili,  del  signor 
Nicolò  Maria  Oliva  scritta  all'Illvstriss.  Signor  Abbate  D.  Flavio  Rvffo 
nella  quale  dà  vera  &  minuta  relatione  delli  segni,  terremoti  &  in- 
cendij  del  monte  Vesvvio,  cominciando  dalli  10  del  mese  di  decembre 
1631  per  insino  alli  16  di  gennaro  1632.  Napoli  1632.   - 

Onimus  -  Etude  des  effets  d'une  commotion  électrique  ressentie  pen- 
dant le  tremblement  de  terre  du  23  février  [1887]  (in  «  C.  R.  de 
l'Acad.  des  Se.  »  tom.  CIV.  pp.  1243-45).  Paris  1887. 


'•*'        -      -  nr-i       i«. 


BIBLIOGRAFIA  913 


Onorati  N.  -  Dissertazione  sol  tremuoto  di  Messina  e  di  Calabria  av- 
venuto il  5  e  il  7  di  febbraio  del  corrente  anno  1783.  Napoli  1783. 

Orazione  devotissima  contro  i  tremuoti  con  una  breue  notizia  de'  nomi 
delli  luoghi  più  principali  dell'Apruzzo  rovinati  [dal  terremoto  ac- 
caduto ai  3  novembre  dell'anno  1706.  Napoli  [s.  d.]. 

O'  Reilly  -  The  earthquake  of  Ischia,  Julj  28,  1883  (in  «  Nature  »  voi. 
XVIII,  p.  461).  London  1883. 

Oriaki  B.  -  Osservazioni  suiroscìllazione  della  terra  in  occasione  di 
terremoto  (in  «  Opusc.  scelti  sulle  Se.  e  sulle  Arti  »  voi.  VI  pp.  277- 
80).  Milano  1783. 

Orlandi  6.  -  Vera  relatione  del  pietoso  caso  successo  nelle  terre  con- 
tenute nella  provincia  di  Puglia  nel  regno  di  Napoli,  cioè,  del  ter- 
remoto sentito  in  questo  presente  anno  1627,  cavata  da  relationi, 
come  si  giudica  autentiche  e  vere,  ecc.  Napoli  1627. 

Orsi  G.  -  Sul  terremoto  del  12  marzo  1873  (in  «  Il  Corriere  delle 
Marche  »  nn.  90-91).  Ancona  1873. 

Orsi  Riatti  -  Lettera  del  terremoto  di  Romagna,  1870.  Ancona  1870. 

Osservazioni  dell'Anonimo  Filantropo  sul  libro  intitolato  «  Saggio  di  fe- 
nomeni antropologici  relati /i  al  terremoto  ecc.  ».  Napoli  1788. 

Osservazioni  sul  terremoto  dì  Bologna  [1779]  (in  «  Anto!.  Romana  » 
voi.  VI,  pp.  321-24,  329-30  e  337-40).  Roma  1780. 

Pacca  C.  A.  -  Vedi  :  Mercalli  G. 

Paci  G.  M.  -  Saggio  di  Meteorologia.  2*  edizione.  Napoli  1842. 
Contiene  In  appendice  :  art.  i,  Dei  tremuoti,  pp.  503-17. 

—  Relazione  dei  ti*emuoti  di  Basilicata  del  1851.  Napoli  1853. 

—  Breve  narrazione  dei  tremuoti  di  Calabria  Ultra  Prima  del  1851  e 
1852  (in  appendice  alla  «  Relaz.  sui  trem.  di  Basilicata  del  1851  » 
pp.  28:i-296)  Napoli  1853. 

—  Descrizione  del  tremuoto  avvenuto  in  Caposele  e  nei  limitrofi  co- 
muni in  aprile  1853  (in  «  Ann.  Civ.  del  Regno  delle  due  Sicilie  » 
voi.  LIV,  fase.  108%  pp.  107-18).  Napoli  1855. 

Pacichelli  G.  B.  -  Al  sig.  Abbate  Francesco  Battistini...  [Lettera  sul] 
Tremuoto  di  Napoli  e  del  Regno  à  puntino   spiegato   (in    «  Lettere 

Famigliari  »  voi.  II,  pp.  353-63).  Napoli  1695. 
Parla  del  trrande  terremoto  napoletano  del  1091. 
P.VDVANII  F.  -  Tractatus  duo,  alter  de  ventis,   alter  perbrevis   de   ter- 

raemotu.  Bononiae  1601. 
Pagani  Cesa  G.  U.  -  Il  terremoto  di   Messina,   pensieri   di   un   amico 

dell'umanità.  [?] 

—  Riflessioni  parziali...  sulle  riflessioni  imparziali  del  signor  Giacomo 

Antonio  Brocchi.  Venezia  1783. 

Transunto  nel  «  tìlorn.  Letter.  »  n.  21,  col.  285-'75  t«  n.  25,  col.  20»  w.  Venezia  ITHS. 

BARATTA  :  Terremoti  eoe.  58 


914  BIBLIOGRAFIA 


Paglia  B.  -  Lettera...  all'illm.  sig.  D.  A.  Retes....  si  dà  contezza   dei 

tremuoto  di   Sicilia  [1693]   (In  «  Bulifon  :   Lett.  Mem.  »  serie   III, 

pp.  134-16;^). 

Paladino  P. 

Il  Girardi  nel  suo  «  Il  Mercvrlo  del  declmosettlmo  secolo  ecc.  »  (in  Napoli  I6&4. 
p.  2ÒS)  dà  notizia  del  terremoto  Calabro  del  1638  citando  una  relazione  scritti 
da  Paladino  Pietro.  Anche  il  Magnati  (Notitie  Ist.  di  terr.  eco,  p.  2n9i  ckj 
accenna,  agrgriungendo  che  costui  fu  incaricato  di  riconoscere  i  danni. 

Palazzo  L.  -  Notizie  sui  terremoti  avvenuti  in  Italia   dnrante    V  anno 

1896  (in  appendice  al  «  Boll.  Soc.  Sismol.  Ital.  »  voi.    II).  Modena 

1896-97. 

Palestino  G.  -  Cenno  storico  sui  tremuoti  del  1783. 

MS.  transuntato  da  dblorbnzo  a.  (vedi). 
Palmieri  A.  -  Il  terremoto  di  Foligno,  Bevagna  ecc.    dei    13   gennaio 

1832.  Canto.  Viterbo  1832. 
Palmieri  L.  -  Sar  les  seconsses  de  tremblement  de  terre  ressenties   à 

rObservatoire  du  Vésuve  pendant   les  mois    de   décembre  1861  ei 

janvier  1862  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  >  voi.  LIV,  pp.  608-11;. 

Paris  1862. 

—  Notizie  delle  scosse  di  terremoto  segnate  dal  sismografo  elettro-ma* 
gnetico  dopo  Tlncendio  del  Vesuvio  cominciato  il  dì  8  dicembre  18*U 
(in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  1862.  fase.  4°,  p.  144).  Napoli 
1862. 

—  Delle  scosse  di  terremoto  avvenute  all'  Osservatorio  meteorologico 
Vesuviano  nell'anno  1863,  quali  furono  registrate  dal  sismografo 
elettromagnetico  (in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  IH.  p.  35). 
Napoli  1864. 

—  Il  Vesuvio,  il  terremoto  di  Isernia  e  l'eruzione  sottomarina  di  San- 
torino  (in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  V,  fase.  4%  p.  102). 
Napoli  1866. 

—  Nuova  corrispondenza  tra  i  terremoti  del  Vesuvio  e  V  eruzione  di 
Santorino  (in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  VI,  fase.  5**,  p.  130). 
Napoli.  1867. 

—  Alcune  osservazioni  a  proposito  de'  terremoti  di  S.  Nicandro  (in 
«  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »    1869  :  5  giugno,  p.   98).  Napoli    1869. 

—  Nuovi  fatti  di  corrispondenza  tra  le  piccole  agitazioni  del  suolo  al 
Vesuvio  ed  i  terremoti  lontani  (in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »  anno 
VIII,  fase.  12^  p.  179).  Napoli  1S69. 

—  Scosse  risentite  al  Vesuvio  in  occasione  dcH'ultiraa  eruzione  dell'Etna 
(in  «  Rond.  R.  Acc.  delle  Se.  fis.  e  raat.  »  anno  II,  p.  199).  Napoli 
1869. 

—  Osservazioni  sul  terremoto  del  26  agosto  1869  (in  «  Rend.  R.  Acc. 
delle  S«.  »  voi.  Vili,  p.  179).  Napoli  1869. 

—  Sulle  scosse  di  terremoto  avvertite  in  Napoli  il  dì  24  giugno   1870 


BIBLIOGRAFIA  916 


(in  «  Rend.  R.  Accad.  delle  Se.  »   anno  X,    fase.  ?<•,   p.  127).    Na- 
poli 1870. 
Palmieri  L.  -  D  terremoto  di  Calabria  ed  il  sismografo  vesuviano  (in 
«  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  IX,  fase.  10°,  p.  176).  Napoli  1870. 

—  Indicazioni  del  sismografo  all'  Osservatorio  Vesuviano  dal  V  di- 
cembre 1869  al  31  dicembre  1870  (in  «  Rend.   R.   Acc.   delle   Se.  » 

anno  X,  pp.  16-17).  Napoli  1871. 

Questa  nota  trovasi  riprodotta  in  «  conti  :  Mem.  e  stat.  sul  terr.  della  prov.  di 
Ckxsenza  ecc.  »  p.  81. 

—  Intorno  ad  alcune  scosse  avvertite  in  vari  siti  d' Italia  (in  «  Rend. 
•    R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  X,  p.  124).  Napoli  1871. 

—  Il  sismografo  dell'  Osservatorio  Vesuviano  ed  i  terrexnoti  contempo- 
ranei (In  <  Rend.  R.  Accad.  delle  Se.  »  anno  XII,  p.  156).  Napoli 
1873. 

—  Indicazioni  del  sismografo  dell'  Osservatorio  [Vesuviano]  dal  1865 
al  1872  (in  «  Annali  del  R.  Oss.  meteor.  Vesuv.  »  nuova  serie, 
voi.  I,  pp.  129-53).  Napoli  1871. 

—  Il  sismografo  dell'Osservatorio  Vesuviano  e  quello  della  Specola 
Universitaria  nell'  ultimo  terremoto  della  valle  del  Liri  (in  <  Rend. 
R.  Acc.  delle  Se.  >  anno  XIII,  p.  177).  Napoli  1874. 

—  Il  terremoto  del  6  dicembre  [1875]  (in  e  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  » 
voi.  XIV,  p.  215).  Napoli  1876. 

—  Intorno  ad  alcune  leggiere  commozioni  del  nostro  suolo  verificatesi 
dal  21  al  HI  del  prossimo  passato  mese  di  luglio  [1880]  (in  «  Rend. 
R.  Acc.  delle  Se.  »  anno  XIX,  fase.  8%  p.  112).  Napoli  J880. 

—  11  terremoto  di  Gasamicciola  [1881]  (in  «  Boll.  mens.  dell' Oss.  di 
Moncalleri  »  serie  II,  voi.  I,  pp.  72-73).  Torino  1881. 

—  Sul  terremoto  di  Gasamicciola  [1881]  (in  «  Rend.  R.  Acc.  delle  Se.  » 
anno  XX,  fase.  4%  pp.  82-87).  Napoli  1881. 

—  Il  terremoto  di  Schio  del  dì  4  aprile,  quello  della  provincia  di 
Reggio  del  di  28  dello  stesso  mese  e  gli  apparecchi  sismici  dell'Os- 
servatorio Vesuviano  e  della  Specola  Universitaria  (in  «  Rend.  R. 
Acc.  delle  Se.  »  anno  XX,  fase.  5°).  Napoli  1883. 

—  Nuove  lezioni  di  fisica  sperimentale  e  di  fisica  terrestre.  Napoli  1883. 

contiene  :  §  Terremoti  (pp.  755-70). 

—  Ueber  das  Erdbeben  am  6  juni  1882  (in  «  Deutsche  Revue  »  voi.  VII). 
Breslau  1882. 

Palmieri  L.  e  Del  Gaizo  M.  -  11  Vesuvio  nel  1886  (in  «  Ann.  Meteor. 

Ital.  »  voi.  II,  pp.  227-236).  Torino  1887. 
Palmieri  L.  e  Oglialoro  A.  -  Sul  terremoto  deir  Isola  d' Ischia   della 

sera  del  28  luglio  1883  (in  e  Atti  R.  Acc.  delle  Se.  »  voi.  I,  serie  2*). 

Napoli  1884. 


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[Pannella  G.]  -  Il  terremoto  in  Teramo  del  1803  (in  «  La  Rivista  A- 
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Parcher  M.  -  The  great  Earthq.  27.  of  march.  1638.  [?] 

Parente  M.  -  Parthenope  terraemotu  vexata  Magnam  Matrem  pnbblicae 
securltatis  sospitem  diliglt  et  ejusdem  dolorum  cultui  se  addicit. 
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Parere  di  un  dottor  Bolognese  intorno  a  varj  libercoli  relativi  al  ter- 
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Parozzani  G.  -  Notizie  intorno  al  terremoto  del  2  febbraio  1703  rica- 
vate dai  Mss.  Antinoriani  precedute  da  alcune  notizie  intomo  agli 
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Parrino  D.  a.  -  Efemeride  del  novo  orribil  tremuoto  accaduto  nella 
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Napoli  [8.  d.] 

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Pedini  P.  -  Account  of  the  Earthquakes  felt  in  Leghom,  ft'om  the  10'** 
to  the  27^»*  of  Jaunary  1742  (in  «  Phil.  Trans.  R.  Soc.  >  voi.  XLII, 
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Pennisi  S.  e  Cafiero  F.  -  Terremoti  ed  einizione  dell'  Etna  [1883]  (in 
Boll.  mens.  dell' Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  III,  pp.  67-71). 
Torino  1883. 

Pensante  Peloritano  -  Descrizione   del    terribile  terremoto  de'  5  feb- 

braro  1783  che  afflisse  la   Sicilia,  distrusse   Messina   e  gran   parte 

della  Calabria,  diretta  alla  R.  Accademia  di   Bordeaux  ecc.  Napoli 

1784. 

À  prefazione  e  note  di  M.  Torcia  :  Ta.  è  il  principe  di  Blscarl  (Mercalu  :  «  i  terr. 
della  Calabria  ecc.  »  p.  8). 

Pepe  G.  -  Ragguaglio  isterico  fisico  del  tremuoto   accaduto  nel  regno 

di  Napoli  la  sera  del  26  luglio  1805.  Napoli  1806. 

Perilli  S.  -   Relazione   storica   del   risorgimento   della   Basilica   degli 

Angeli  presso  Assisi.  2=*  ediz.  Roma  1842. 

Contiene:  Cap.  in.  Terremoto  del  1832  e  bug  funeste  conseguenze  {pp.  5-6). 

Perrella  a.  -  Terremoto  del  6  giugno  1882  (in  «  La  Nuova  Provincia  » 
11  luglio).  [?]  1882. 


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giorn.  «  Il  Sannio  >  26  aprile,  10  e  17  maggio).  Campobasso  1885. 

—  Sul  tremuoto  del  5  giugno  1688  (in  «  Perrella  A.  :  L'Antico  San- 
nio »  pp.  549-65).  Isernia  1890. 

Perret  a.  -  Recherches  historiques  sur  les  tremblements  de  terre  dont 
il  est  fait  mention  dans  les  historiens,  depuis  le  commencement  du 
quatrième  jusqu'à  la  fin  du  dix-huitième  siècle  (in  «  C.  R.  de  TAcad. 
des  Se.  >  voi.  XIII,  pp.  899-903).  Paris  1841. 

—  Nouvelles  recherches  sur  les  tremblements  de  terre  ressentis  en 
Europe  et  dans  les  parties  adiacentes  de  TAfrique  et  de  TAsie  de 
1801  à  juin  1843  (in  «  C.  R.  de  V  Acad.  des  Se.  »  voi.  XVII,  pp. 
608-25).  Paris  1843. 

—  Liste  des  tremblements  de  terre  ressentis  en  Europe  et  dans  les 
parties  adiacentes  de  TAfrique  et  de  l'Asie  pendant  Tannée  1843 
(in  €  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  XVIII,  pp.  393-403).  Paris 
1844. 

—  Liste  des  tremblements  de  terre  ressentis  en  Europe  pendant  l'aanóe 
1844  (in  «  Mém.  Acad.  Dyon  »  voi.  ?,  pp.  334-42).  Dyon  [?]. 

—  Liste  des  trembl.  de  terre  ressentis  pendant  les  annécs  1845  et  1846 
(in  «  Mém.  Acad.  de  Dijon  »  voi.  ?,  pp.  393-479).  Dijon  1845-46. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1847  (in  «  Acad.  Se.  Bru- 
xelles »  Bull.  XV,  1848,  pp.  442-54).  Bruxelles  1848. 

—  Mémoire  sur  les  tremblements  de  terre  de  la  Peninsule  Italique  (in 
«  Mém.  couron.  et  mém.  des  sav.  étrang.  Acad.  R.  Belgique  »  tome 
XXII,  1846-47).  Bruxelles  1848. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  ressentis  en  1848  (in  «  Mém. 
Acad.  des  Se.  de  Dyon  »  1849,  parte  II,  pp.  1-40)  e  (in  «  Bull.  Acad. 
Belgique,  tome  XVI,  P,  pp.  323-29,  e  tome  XVII,  1%  pp.  216  e 
seg.)  Bruxelles  1849. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  ressentis  en  1849,  suivie  d'  un 
supplément  pour  1847  et  1848  (in  «  Mèra.  Acad.  de  Dijon  »  1850, 
parte  II,  pp.  51-70)  e  (in  «  Bull.  Acad.  R.  Belgique  »  voi.  XVII,  n.  3, 
pp.  216-35).  Bruxelles  1850. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  ressentis  en  1850  (in  «  Bull.  Acad* 
R.  Belgique  »  tome  XVIII,  n.  4,  pp.  291-307)  Bruxelles  1851.  Idem 
avec  suppléments  pour  les  années  antérieures  (in  «  Mém.  Acad.  des 
Se.  de  Djjon»  1851,  I,  pp.  1-36).  Dijon  1851. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  ressentis  en  1851  (in  €  Bull. 
Acad.  R.  Belgique,  tome  XIX,  1""  parte,  pp.  353-96).  Bruxelles  18,52. 

—  Idem  avec  suppléments  pour  les  années  antérieures  (in  «  Mém.  Acad. 
des  Se.  de  Dijon  »  1852-53,  II,  pp.  1-65).  Dijon  1853  V 

—  Supplément  a  In  note   sur   Ics   tremblements   de   terre  ressentis  en 


918  BIBLIOGRAFIA 


1851  (in  «  Bull.  Acad.  R.  Belgique  »  tom.  XIX,  parte  IV,  pp.  21-28). 
Bruxelles  1852. 
Perrey  a.  -  Note  sur  les   tremblements  de   terre  en  1862  avec  soppl. 
pour   les  années   antericures   (in  «  Mém.  Acad.  de  Dgon  »  1852-53, 
parte  II,  pp.  79-128)  e  (in  «  Bull.  Acad.  des  Se.  de  Belgiqne  »  voi, 

XX,  parte  II,  pp.  39-69).  Bruxelles  1853. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1853  (in  «  Mém.  Acad.  D^'on  » 
1854,    parte  II,  pp.  1-55)   e   (in  <  Bull.    Acad.   K.  Belgique  »   tome 

XXI,  n.  6,  parte  I,  pp.  457-95).  Bruxelles  1854. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1854  avec  suppléments  pour 
les  années  antérleures  (in  «  Bull,  de  TAcad.  R.  Belgique  >  tome  XXII, 
n.  6,  1*  parte,  pp.  526-72).  Bruxelles  1855. 

—  Note  sur  les  trembl.  ecc.  en  1855  avec  suppléments  ecc.  (in  «  Bull, 
de  TAcad.  R.  de  Belgique  »  tome  XXIII,  2»  parte,  n.  7,  pp.  23-68 
e  tome  XXIV,  n.  1,  pp.  64-128).  Bruxelles  1856  e  1857. 

—  Note  sur  les  trembl.  de  terre  en  1856  avec  ecc.  (in  «  Mém.  cour. 
ed  autres  mém.  Acad.  R.  de  Belgique  »  coli,  in  8°,  tome  VIII).  Bra- 
xelles  1860. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1857  avec  suppléments  ecc. 
(in  «  Mém.  cour.  R.  Acad.  de  Belgique  »  coli,  in  8*,  tome  X).  Bru- 
xelles 1860. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1858  avec  suppléments  ecc. 
(in  «  Mém.  cour.  ed  autres  mém.  Acad.  R.  Belgique  »  coli,  in  8^". 
tome  XII).  Bruxelles  1861. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1859  avec  suppléments  ecc. 
in  «  Acad.  R.  Belgique.  Mém.  couron.  Coli,  in  S^*  tome  XIII). 
Bruxelles  1862. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1860  avec  suppléments  ecc. 
(in  «  Mém.  cour.  Acad.  R.  Belgique  »  coli,  in  8*»,  tome  XIV).  Bru- 
xelles 1862. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1861  avec  suppléments  ecc. 
(in  «  Mém.  Acad.  R.  Belgique  »  coli,  in  8<»,  tome  XVI).  Bruxelles 
1864. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1862  avec  ecc.  (in  «  Mém. 
Acad.  R.  Belgique  >  coli,  in  8%  voi.  XVI).  Bruxelles  1864. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1863  avec  suppléments  pour 
Ics  années  ant.  de  1843  à  1862  (in  *  Mém.  Acad.  R.  Belgique  » 
coli,  in  8%  voi.  XVII,  n.  5).  Bruxelles  1865. 

-—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1864  avec  suppléments  pour 
les  années  ant.  de  1843  à  1863  (in  «  Mém.  cour.  Acad.  R.  Belgique  » 
coli,  in  S\  tome  XVIII,  n.  4).  Bruxelles  1866. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1865  avec  suppléments  pour 


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BIBUOGRAFIA  919 


les  années  ant.  de  1843  à  1864  (in  <  Mém.  cour.  ed  autr.  mém.  » 
Acad.  R.  de  Belgiqae,  coli,  in  8^,  tome  XES!,  n.  3).  Bruxelles  1867. 
Perret  a.  -  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1866  et  1867  avec  sup- 
pléments  pour  les  années  ant.  de  1843  à  1865  (in  <  Mém.  cour.  et  autr. 
mém.  Acad.  R.  Belgiqae  »  coli,  in  8"*,  tome  XXI).  Bruxelles  1870. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1868  avec  suppléments  pour 
les  années  ant.  de  1843  à  1867  (in  e  Mém.  cour.  et  autr.  mém. 
Acad.  R.  Belgique  »  coli,  in  8^  tome  XXII,  n.  3).  Bruxelles   1872. 

"  Supplément  aux  notes  sur  les  tremblements  de  terre  ressentis  de 
1843  &  1868  (in  e  Mém,  cour.  ed  autr.  mém.  Acad.  R.  Belgique  » 
coli,  in  8%  tome  XXII,  n.  6).  Bruxelles  1873. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1869  avec  suppléments  pour 
les  années  ant.  de  1843  à  1868  (in  <  Mém.  cour.  et  autr.  mém.  Acad. 
R.  Belgique  »  coli,  in  8**,  tome  XXII,  n.  4).  Bruxelles  1872. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1870  avec  supplément  pour 
1869  (in  €  Mém.  cour.  et  autr.  mém.  Acad.  R.  Belgique  >  voi.  XXIV). 
Bruxelles  1874. 

—  Note  sur  les  tremblements  de  terre  en  1871  avec  suppléments  pour 
les  années  ant.  de  1843  à  1870  (in  «  Mém.  cour.  et  autr.  mém.  Acad. 
R.  Belgique»  coli,  in  8\  tome  XXIV).  Bruxelles  1875. 

Perrotin  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  [1887J  à  Nice  (in 
€  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  666-67).  Paris  1887. 

Pkrrotta  G.  -  Del  tremuoto  spaventevole,  da  cui  fu  gravemente  crol- 
lata la  Roccamonfina  nell'anno  1728,  e  pel  corso  di  50  giorni  mise* 
rabilmente  afflitta;  e  di  molti  altri  prima  e  dopo  infino  al  1732  (in 
«  G.  Perrotta  :  La  sede  degli  Aurunci  ecc.  »  cap.  VIII,  libro  20, 
pp.  147-55).  Napoli  1737. 

Petroni  a.  -  Lettera  narrativa  dell'accaduto  in  Benevento  all'Em.  e  Rev. 
Cardinale  V.  M.  Orsini...  nel  tempo  del  terremoto  dell'anno  1688  ecc. 
Roma  1726. 

Petrucci  G.  B.  -  Breve  trattato  del  terremoto.  Spoleto  1646. 

P.  G.  -  Vedi  :  Pannella  6. 

PicxuoNi  D.  -  Pe'  tremuoti,  alluvioni  ed  altri  fisici  disastri  accaduti 
nel  corrente  anno  1827.  Ode  (in  «  Poesìe  italiane  e  in  dialetto  na- 
poletano »  pp.  74-76).  Napoli,  Catania  1827. 

Pieramico  (Monsignor)  -  Lettera  pastorale  sul  tremuoto.  Potenza  1850. 

PiERMARiNi  G.  -  Intorno  al  terremoto  di  Norcia.  Roma  1860. 

PiGNATARi  F.  J.  -  Il  terremoto  di  Calabria  del  16  novembre  1894.  Mon- 
teleone  1895. 

—  Pel  terremoto  del  1743,  [s.  d.  e  1.,  ma  1900]. 

Contiene  un  carme  del  P.  Stefano  Manfredi. 

PioNATARi  D.  -  Giornale  delle  scosse  di  tremuoto  avvenute   nella    Ca- 


020  BlBUOCrRAFlA 


labria  Ulteriore,  e  specialmente  avvertite  nella  città  di  Monteleon^- 
(in  G.  ViVENZio  :  «  Ist.  e  teoria  de'  tremuoti  ecc.  »  pp.  21-28).  Na- 
poli 1788. 

Riguarda  i  terremoti  calabri  del  1783  :  le  notizie  vanno  dal  5  febbraio  al  30  agosui. 
PiGNATARi  D.  -  Giornale  tremuotico  (in  G.  Vivenzio:  «  latorin  de'  treni. 

ecc.  »  voi.  II,  pp.  i-Ixxxiii).  Napoli  1788. 

Riproduce  le  notizie  precedenti  con  l'aggiunta  deirelenco  delle  scosse  sentito^- 
tino  al  30  agosto  1786. 

PiGNOTTi  L.  -  Congetture  meteorologiche.  Firenze  1780. 

Alla  sezione  vi  parla  delle  cause  del  terremoti.  Trovasene  un  transunto  nel4«^ 
«Bffem.  letterarie»  voi.  x,  pp.  114-17.  Roma  1781. 

PiooBiNi  P.  -  Terremoto  del  17  luglio  1887  in  Parma  (in  «  La  Gazzetta 
di  Parma  »  23  luglio).  Parma  1887. 

—  Terremoto  del  9  novembre  1887  (in  «  La  Gazzetta  di  Parma  >  9  no- 
vembre). Parma  1887. 

Pila  A.  -  Relazione  della  commissione  dei  danni  cagionati  a  Norcia  dal 

terremoto  del  1859.  Roma  1860. 
Pilla  L.  -  Relazione  dei  tremuoti  che  afflissero  le  città  di  S.  Germano 

ed  il  Monastero  di  Montecassino  nella  primavera  del  corrente  anno 

1837  (in  «  Ann.  Civ.  del  Regno  delle  due  Sicilie  »    voi.    XIII,    pp. 

91-105).  Napoli  1837; 

—  Poche  parole  sul  tremuoto  che  ha  desolato  i  paesi  della  costa  To- 
scana. Pisa  1846. 

— •  Lettre  a  M.  Arago  sur  le  tremblement  qui  vient  bouleverser  une 
partie  de  la  Toscane  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  XXIII, 
pp.  468-77).  Paris  1846. 

—  Extrait  d'une  Lettre.,  a  M.  Arago  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  » 

voi.  XXIII,  pp.  988-90).  Paris  1846. 

Nell'indice  di  detto  volume  (p.  1212)  è  cosi  intitolata:  «  Lettre  sur  des  phéno- 
ménes  volcaniques  manifestés  vers  la  findeTannée  ld46dansunde8points 
de  la  mer  qui  baigne  les  còtes  de  la  Sicile  ».  Parla  di  scosse  di  terremoto 
e  delleruztone  sottomarina  avvenuta  nei  pressi  della  costa  di  Siculiana. 

—  Istoria  del  tremuoto  che  ha  devasfito  i  paesi  della  costa  di  Toscana 
il  di  14  agosto  1846.  Pisa  1846. 

—  Trattato  di  geologia.  Pisa  1847. 

Nel  voi.  I  1  §  §  H53-182  trattano  dei  terremoti,  pp.  285-321. 
Pini  E.  -  I  terremoti  (in  «  La  Natura  »    voi.    Ili,    pp.    51-54).    Milano 

1885. 
PiovENE  [G.]    -  Cronaca  dei  terremoti  a  Vicenza  (in  «  Ann.  Uff.  Centr. 

(li  Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  Vili,  1886,  parte  IV,  pp,  45-57). 

Roma  1888. 
PtPERNi  P.  -  Benevento  caduto  nell'anno  1688  e  Benevento  risorto  nel 

1698  ecc.  Napoli  1699. 
Pira  (La)  G.  M.  -  Dissertazione  fisico-chimica  sulla  causa  mediata   ed 

immediata  de'  tiemuoli.  Catania  1783. 


»-  •-  --        r      -^u  -  -       ^r  -       -    -    -    -^, 


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1873  (in  €  Atti  R.  Ist.  Veneto  »  serie  IV,  tomo  II,  pp.  1511-74).  Ve- 
nezia 1873. 

vedi  anche  :  «  Boll.  soc.  Oeoerr.  ital.  »  voi.  xi,  fase.  1-2,  p.  91  e  seg.  Boma  1874  e 
«  La  Provincia  di  Belluno  »  anno  vi,  1873,  nn.  115-120. 

PisTOLESi  F.  -  Nota  meteorologica  (in  «  Nuovi  Ann.    delle   Se.    Nat.  » 

anno  IV,  voi.  Vili,  pp.  365-68).  Bologna  1842. 
Parla  della  ripartizione  mensile  delle  scosse  di  terremoto. 

—  Nota  sui  terremoti  (in  «  Ann.  di  Se.  mat.  e  fisiche  »  voi.  II,  pp. 
92-95).  Roma  1851. 

—  Poche  parole  sulle  rombe  e  sui  rumori  sotterranei  (in  «  Ann.  di 
Se.  mat.  e  fisiche  »  voi.  Ili,  pp.  31-32).  Roma  1852. 

—  Sul  movimento  vorticoso  di  alcuni  terremoti  (in  «  Nuovo  giorn.  dei 
Letterati  »  tomo  X,  pp.  138-39).  Pisa  1825. 

PiTTEi  C.  -  Terremoto  del  18  maggio  1895.  Firenze  1895. 

Placidi  T.  -  Ephemeridum  caelestium  motuum  ab  initio  anni  1661, 
usque  ad  totum  1655  [sic],  insta  hypotheses  Philippi  Lansbergi  ad 
long.  gr.  35  cum  tractatu  de  transmutationis  elementoru  [sic]  causa  ef- 
ficiente ec.  Atque  Methodo  breuissima  describendl  coelestem  flguram. 
Addita  nonnullorum  terrsemotuum  observatione.  Tomus  primus.  Ti- 
cini Regii  1691. 

citato  dal  Riccardi  nella  sua  «  Bibl.  Mat.  »  voi.  il«  parte  i,  col.  823. 

Plana  6.  -  Nota  sulla  scossa  di  terremoto  sentita  in  Torino  il  giorno 
25  luglio  1855.  [Foglio  volante  s.  1.]. 

Plantè  6.  -  Sur  Télectricité  considérée  comme  Tune  des    causes   des 

•  tremblements  de  teiTe  (in  e  La  Lumière  électrique  »  voi.  XXVII, 
pp.  351-56)  Paris  1888. 

Platania  J.  -  Les  tremblements  de  terre  de  Nicolosi  [Bielle]  (in  «  La 
Nature  »  13  année  :  2°  sem.,  n.  648:  31  ottobre,  p.  360).  Paris  1885. 

Platania  6.  e  G.  -  Note  sui  terremoti  etnei  dell'agosto  1894  «  in  Rend. 
Acc.  di  Se.  e  Lett.  di  Acireale  >  nuova  serie,  voi.  VI,  1894).  Acireale 
1895. 

Pou  S.  -  Memoria  sul  tremuoto  de'  26  luglio  del  corrente  anno  1805. 
Napoli  1806. 

PoLiDORi  L.  E.  -  Dissertazione  sul  terremoto  (in  «  Ann.  di  Ch.  e  St. 
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Ponte  S.  -  I  fenomeni  me  teorico-sismici  dell'ottobre  1885  in  Palagonia- 
Catania  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  >  serie  II,  voi.  VI, 
p.  23).  Torino  1886. 

Ponzi  G.  -  Sui  terremoti  avvenuti  in  Frascati  nei  mesi  di  maggio  e  di 
giugno  1855  (in  «  Acc.  N,  Lincei  »  V  luglio).  Roma  1855. 

—  Proposta  di  un  paraterrcmoti  (in  «  Corrisp.  Scientifica  di  Roma  » 
fase,  di  giugno).  Roma  1858. 


922  BIBLIOOBAFU 


Ponzi  6.  -  Oscillazioni  sismiche  dilaviali  (in  <  Atti  R.  Acc.  dei  Lincei  »). 
Roma  1871. 

—  I  terremoti  delle  epoche  sab-appennine  (in  <  Hòll.  R.  Com.  Greol. 
d'Italia  »  nn.  3-4,  anno  1880,  p.  1*^5  e  seg.)*  Roma  1880. 

Pbeu  J.  S.  -  Sismotheologie.  Nordlingen  1772. 

Preyost  C.  -  Notes  sur  l'ile  Jalia  ponr  servir  a  V  histoire  de  la  formation 

des  montagnes  volcaniquea  (in  e  Mem.  Soc.  Geol.  de  Franca  >  tome 

II,  parte  I,  n.  5.  pp,  22-124).  Paris  1835. 

parla  del  terremoti  sentiti  specie  a  Sclacca  durante  la  fase  eruttiva. 
PRn^ETERA  -  Succinta  relazione  del  tremnoto  del  1693.  Catania  1694. 

—  Dolorosa  tregedia  rappresentata  nel  regno  di  Sicilia  nella  citt&  di 
Catania,  in  cui  il  venenoso  serpe  tremuoto  con  varie  stratagemma 
demostra  le  feneste  sciagure  della  caduta  città,  come  anco  d'alcane 
altre  città  ecc.  Con  le  memorie  de'  passati  tremuoti  causati  dal  gran 
Mongibello  con  suoi  incendj  ecc.  Catania  1695. 

Proctob  R.  a.  -  Le  Vésuve  et  Ischia  (in  «  Rev.  mens.  d'Astr.  Pop.  » 

1883,  pp.  349-53).  Paris  1883. 
Promis  V.  -  Descrizione  sincrona  del  terremoto  di   Genova   seguito   il 

10  aprile  1536  (in  «  Atti  Soc.  Ligust.  di  St.  Patria  »    voi.  X,  fase. 

40,  pp.  804-11).  Genova  1876. 

E'  la  riproduzione  della  relazione  sincrona  «  U  erran  terremoto  eoe.  del  1593  »  a 
suo  luogo  accennata. 

Prosa  e  versi  provenienti  da  Cesena  intorno  al  Discorso  isterico    filo 
sofico  sopra  il  tremuoto  che  nella  notte  del  di  25  dicembre  dell'anno 
1786  dopo  le  ore  9  scosse  orribilmente  la   città  di  Rimini   e    varj 
paesi  vicini.  Venezia  1787. 

Prost  Otto  -  Notice  sur  le  tremblement  de  terre  du  29  dee.  1854 
compare  a  ceux  des  siecles  precédents.  Nice  1855. 

Provenzau  S.  •  Sulle  perturbazioni  atmosferiche  in  tempo  di  terremoto. 
(in  «  Mem.  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  V,  pp.  83-95).  Roma  1889. 

—  Se  lo  scambio  di  elettrico  trsL  l'atmosfera  e  la  terra  possa  essere 
causa  immediata  di  terremoto  (in  e  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  >  Voi. 
XLII,  pp.  9-11).  Roma  1889. 

Racconto  (Breve)  del  terremoto  seguito  in  Rimini  il  dì  14  aprile  1672. 
Modena  e  Pavia  [s.  d.] 

Racconto  (Distinto)  delli  terremoti  accaduti  nel  corrente  anno  1 725  in 
diverse  parti  sino  a  quest'  ultimo  occorso  li  18  settembre.  Venezia 
e  Ferrara  [1725]. 

Racconto  (Compendioso)  di  più  incenc^,  inondazioni,  fenomeni  e  terre- 
moti accaduti  in  diverse  parti  del  Mondo  nel  passato  anno  1755  e 
nel  principio  del  corrente  1756  raccolti  da  notizie  degne  di  fede. 
Roma  1756. 


BIHLIOGRAF'IA  923 


Raccioppi  G.  -  Sui  tremuoti  di  Basilicata  del  dicembre  1857.  Napoli 
1868. 

Ràddi  a.  -  Il  terremoto  di  Firenze  del  18  maggio  1895  (in  <  Monitore 
Tecnico  »  fase.  XIII,  anno  1895).  Milano  1895. 

—  Alcune  osservazioni  sul  terremoto  del  18  maggio  1895  in  Firenze 
(in  e  Giom.  Scient.  di  Palermo  »  anno  IV,  nn.    5-6).  Palermo  1897. 

Eaoguaolio  (Distinto)  del  spauentevole  terremoto  accaduto  nel  regno 
di  Sicilia  li  9  &  11  del  mese  di  gennaro  1693.  Roma  1693. 

Raoguaglio  (Vero  e  distinto)  dello  stato  di  Cascia  e  suo  territorio  prima 
e  doppo  li  terremoti  seguiti  nel  presente  anno  MDCCtlI.  Roma  1703. 

Raguaolio  (Vero  e  distinto)  dell'  borrendo  terremoto  seguito  nella  città 
di  Roma  e  nel  Regno  di  Sicilia.  Dove  s' intende  come  sono  profon- 
date alcune  città  e  spiantate  molte  ville  e  castelli  con  la  morte  di 
molte  migliaia  di  persone.  Milano  e  Bergamo  1703. 

Ragguaglio  (Deplorabile)  dell'orribile  e  spauentevole  terremoto  sentitosi 
per  tutta  la  Romagna,  la  Marca  ma  principalmente  nella  città  di 
Rimini,  su  1'  bore  22  incirca  del  14  aprile  1672.  Rimini  1672. 

Ragguaglio  (Succinto)  delle  funestissime  conseguenze  apportate  alla 
città  di  Cagli  ed  altri  luogbi  di  questa  legazione  di  Urbino  dal  for- 
midabile terremoto  avvenuto  la  mattina  del  3  giugno  1781.  Pesaro 
1781. 

Ragoxa  D.  -  Il  mese  di  febbraio  in  Modena  (in  «  Mem.  della  R.  Acc. 
di  Se.  lett.  ed  arti  di  Modena  »  serie  II,  voi.  V,  pp.  168-81).  Mo- 
dena 1887. 

A  pp.  115-81  Si  parla  del  terremoto  del  23  febbraio  ISSI  e  di  altri  accaduti  nel 
mese  di  febbraio. 

—  Catalogo  dei  terremoti  avvenuti  in  Modena  e  adiacenze»  di  cui  si 
conserva  memoria  (in  «  Ann.  Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Oeod.  »  serie 
II,  voi.  Vili,  1886,  parte  4*,  pp.  175-176).  Roma  1888. 

Ramiielli  C.  F. 

n  Moronl  («  Diz.  di  erud.  »  tomo  xxv,  p.  145)  dice  che  TA.  citato  descrisse  11 
terremoto  di  Follano  del  1832  in  ottava  rima  nel  fase.  45  deir  «Amico  della 
Gioventù  »  e  poi  a  parte  con  lettera  dedicatoria  al  Cav.  L.  SaasoU  Persicetano. 

Rampazzi  F.  M.  -  Discorso  fisico  e  morale  sopra  le  cause  del  terremoto. 

Ronciglione  1703. 
Rath  6.  -  Das  Erdbeben  von  Belluno   am   29   Juni    1873   (in  «  Neues 

Jahrbuch  flir  Min.  Geol.  u.  Palaeont.  »  Seit  705-18).  Stuggart  1873. 
Ratzel  -  Das  Erdbeben  auf  Ischia  am  28  juli  [1883].  [?] 
Recchia  L.  -  Vulcani  e  terremoti.  Roma  1881. 
RÉciT  véritable  et  expouventable  du  tremblement  de  terre  arrivé  &  la 

Pouille,  province  du  Royaume  de  Naples  ou  plusieurs  villes  et  vii- 

lages  ont  eté  ruinez,  avcc  un  nombre  infiny  de  personnes  morts  et 

autres  prodiges  estrangens.  Paris  1627. 


924  m&UOORAFlA 


Reclus  e.  -  La  terre.  Voi.  I.  Lea  Continents.  Paris  1883. 

Contiene  :  Cap.  n.  Les  tremblements  de  terre  (pp.  696-796)  in  cui  si  parla  del  ter 
remoU  d' Italia. 

—  Nouvelle   (Jeographie   Universelle.  Voi.   I.   L'  Europe   Meridionale. 

Paris  1876. 

A  pp.  4S1-96  parla  del  terremoto  di  Calabria  del  ITSB,  e  di  quello  di  Basìlica^ 
del  1857.  . 

Recupito  G.  C.  -  De  novo  in  universa   Calabria  terraemotu    cong^mi- 

natus  nuncius.  Neapoli  1638. 

—  De  Vesvviano  Incendio  Et  De  Terraemotv  Calabriae,  Nvntivs  In 
Lvcem  Itervm  Editvs...  Romae  1644. 

—  De  Vesvviano  Incendio  et  de  Terraemotu  Calabriae  Nuntius.  Romae 
1670. 

Regnault  F.  -  Efifets  du   tremblement  de   terre   de  Calabre  en  1783 

(in  €  Magaz.  Pittor.  »  Tome  I,  n.  24).  [?]  1834. 
Regikus  *  Notizie  dei  terremoti  sentiti  in  Reggio  Emilia  dall'anno  1223 

in  avanti  (in  Almanacco  «  Il  Crostolo  »  1880).  Reggio  Emilia  1880. 

Dette  notizie  furono  ristampate  da  M.  Baratta  nel  secondo  fascicolo  del  «  Ma- 
teriali ecc.  »  (vedi). 

Regnault  (Padre)  -  Trattenimenti  -fisici  d' Aristo  e   d'  Eudoseio^  o  sia 

Fisica  Nuova  in  dialoghi  ecc.  Trad.  dal  francese.  Venezia. 
Nel  voi.  i[  (Venezia  1740)  a  pp.  70-74  si  parla  di  terremoti. 

Regolamento  edilizio  per  i  comuni  dell'  isola  d' Ischia  danneggiati 
dal  terremoto  del  28  luglio  188.").  Roma  1884. 

Reid  C.  -  The  Earth'quake  in  the  Riviera  [1887]  (in  «  Nature  »  voi. 
XXXV,  n.  190,  pp.  634-5).  London  1887. 

Relation  (An  exact)  of  the  famous  Earthquake  and  Eruption  of  Mt. 
Etna.  London  1775. 

Relation  du  desastre  arrivé  a  Messine  en  Sicile  et  dans  la  Calabrie 
Ulterieure...  le  5  février  1783.  Paris  [1783]. 

Relazione.  Le  seguenti  relazioni  anonime  sono  poste  in  ordine  crono- 
logico^ secondo  cioè  Vanno  del  terremoto  cui  si  riferiscono, 

—  Vera  relatione  del  grandissimo  terremoto  e  compassionevole  infortunio 
successo  a  di  14  di  settembre  1618  alla  infelice  terra  di  Plur  nello 
stato  de'  Grisoni  sopra  alla  quale  è  caduta  una  montagna  grandis- 
sima, che  r  ha  rovinata,  e  sepolta,  con  morte  di  tutti  gli  abitatori, 
che  ascendono  a  3  mila  e  più.  Viterbo  1618. 

—  Vera  relatione  delli  danni  fatti  dal  tremuoto  nel  regno  di  Napoli 
con  Testirpatione  di  molte  città  et  luoghi,  et  mortalità  grandissima 
di  gente.  Milano  1627. 

—  Vera  relatione  del  spauentevole  terremoto  successo  alli  27  di  marzo 
su  le  21  ore  nelle  provincie  di  Calabria  Citra  ed  Ultra  dove  si  nar- 
rano tutte  le  rovine  causate  nelle  città,  terre  e  castelli^  con  li  nomi 
di  essi  e  con  la  morte  delle  persone.  Roma  1638. 


T 


fl 


^v• 


BIBUOORAFIA  925 


Vera  relatione  e  ragg^vaglio  dato  con  lettere  del  spauentoso  Terre* 
moto  successo  in  Romagna  il  di  22  Marzo  1661.  Roma  1661. 
Relatione  dello  spaventoso  terremoto  sentitosi  li  22  marzo  1661  in 
Romagna,  dove  distintamente  si  descrivono  le  particolarità  delle 
case  minate,  morti  e  feriti  ed  altri  danni  da  quello  causati.  Forlì 
1661. 

Vera  relatione  del  Terremoto  Segvito  Nella  Romagna,  e  Marca  II 
Giouedi  Santo  &  14.  Aprile  del  corrente  Anno  1672  à  bore  22.  Brac- 
ciano [s.  d.  ma  1672]. 

Vera  e  succinta  Relazione  del  Terremoto  seguito  nella  Romagna  e 
Marca,  posta  in  ottava  rima,  con  il  lamento  che  fa  la  città  di  Ri- 
mini, con  raltre  città  offese.  Forlì  1672. 

Vera  relatioae  del  terremoto  seguito  nella  Romagna  e  Marca  il  Gio- 
vedì Santo,  a'  14  aprile  del  corrente  anno  1672,  a  bore  22  con 
r  haggiunta  dei  nomi  delle  chiese,  palazzi  e  case  cadute  per  detto 
tremuoto.  Ronciglione  1672. 

Vera  relatione  dello  spaventoso  terremoto  seguito  nella  città  di  Ri- 
mini il  Giovedì  Santo  14  aprile  del  presente  anno  1672.  Bologna 
1672. 

Nuova  e  vera  relazione  d'  un   terribile   terremoto  e  fuoco  seguito 
nella  città  di  Invrea  nell'anno  presente  li  17  giugno   1676.  Carma- 
gnola, Genova,  Lucca,  Siena  e  Ronciglione  1676. 
Veridica  e  distinta  relatione  del  terribile   Terremoto   seguito   nella 
città  di  Ancona   &   suo   territorio   alle   otto   bore,  &  vn  quarto  di 

notte  delli  22  di  decembre  dell'anno  1690.  Ancona  1691. 
Altra  edizione  fu  stampata  a  Roma  nello  Ptesso  anno. 

Sincera  ed  esatta  relazione  deironùbile  terremoto  seguito  neir  isola 
di  Sicilia  il  di  11  di  Gennaio  1693  colla  nota  delle  città  e  Terre 
sprofondate,  de'  morti  e  luoghi  che  hanno  patito  e  con  tutte  le 
particolarità  più  degne  da  essere  registrate.  Aggiuntavi  l'orazione 
contro  il  terremoto.  Roma  1693. 

Relazione  de'  danni  cagionati  da  terremoti  sentiti  nel  Regno  di  Si- 
cilia cavata  dall'  ultime  lettere  di  Messina  sotto  li  28  gennaro  1693. 
Roma  1693. 

Verissima  e  distinta  relatione  del  terribile  e  spaventoso  terremoto 
seguito  in  Siracusa,  Augusta,  Cattania,  Messina  ed  altre  città  e 
luoghi  della  Calabria,  Principato  alli  6  di  Gennaro  1693  con  il 
danno  di  molti  milioni  e  morti  di  più  di  cento  mila  persone.  In  Ve- 
nezia, in  Bergamo  1693. 

Vera  relatione  di  quello  ò  successo  nell'ultimo  terremoto  in  Sicilia 
1693  [italiano  e  francese].  Toulon  1693. 
Vera  e  distinta  relatione  dello  spaventoso  e  f\inesto  terremoto  ac- 


9226  BIBLIOGRAFIA 


caduto  in  Napoli  e  parte  del  sao  reg^o  il  giorno  8  di  settembre  16^4. 
Dove  si  da  ragguaglio  delli  danni  che  il  medesimo  ha  cai^onat" 
in  molte  parti  del  Regno  ed  in  particolare  nelle  tre  Provincie  di 
Principato  Citra,  Ultra  e  Basilicata.  Napoli  e  Roma  1694. 

—  Vera  e  distinta  relazione  del  terremoto  accaduto  in  Napoli  e  parte 
dei  suo  Regno  il  giorno  3  di  settembre  1694  ecc.  Napoli  1694. 

—  Relazione  del  terremoto  accaduto  in  Napoli  il  giorno  8  settembre 
1694.  Napoli  1694. 

•—  Distinta  relazione   delle  scosse  del  tremuoto   seguito  a'  14  marzo. 

2  e  6  aprile  del  corrente  anno  1702  sentito  in  questa  fedelissima 
città  di  Napoli,  ove  minutamente  si  descrivono  tutti  i  danni  fatti 
alla  cittÀ  di  Benevento,  ed  in  molte  terre  circonvicine.  Napoli  [1702]. 

—  Distinta  Relazione  deirorribile  e  spauentoso  terremoto  accaduto  alli 
14  del  presente  mese  di  Marzo  nella  Città  di  Benevento,  e  nelle 
terre  di  Mirabelle,  Apice,  Fontanarosa,  ed  altri  luoghi  cireonvicini. 
il  tutto  sinceramente  estratto  da  una  copia  di  Lettera  venuta  da 
Napoli.  Roma  1702. 

—  Veridica  e  distinta  relazione,  ovvero  Diario  de'  danni  fatti  dal  ter- 
remoto de'  14  gennaio  1703  con  un  esattissimo  ragguaglio  di  tutto 
le  sagre  funzioni  ed  opere  pie  fatte  in  questo  tempo  ecc.  Roma 
1703. 

—  Relazione  de'  danni  fatti  dall' innondazioni  e  terremoti  nella  città 
di  Aquila  ed  altri  luoghi  circonvicini  dalli  14  del  mese  di  gennaro 
fino  all'8  del  mese  di  febbraro  1703.  Roma  1703. 

—  Relazione  distinta  dei  danni  cagionati  da'  passati  tremuoti  nel  regno 
di  Napoli  e  nello  Stato  di  Santa  Chiesa  in  quest'anno  1703.  Na- 
poli 1703. 

—  Distinta  relazione  del  danno  cagionato  dai  tremuoto  succeduto  a  di 

3  di  novembre  1706  secondo  le  notizie  pervenute  a  questo  Ecc.  Sig. 
Viceré  ecc.  ed  altre  raccolte  da  varie  lettere  particolari.  Napoli  1706. 

—  Relazione  di  alcune  funzioni  fatte  dalla  città  di  Forlì  li  28  maggio 
l'anno  MDCCVI  per  la  festa  del  publico  voto  alla  prodigiosa  imma- 
gine della  Madonna  del  Fuoco  sua  protettrice  per  la  liberazione  da' 
tremuoti,  in  occasione  di  scuoprirsi  la  Cupola  della  Cappella  di 
detta  Santissima  Immagine  dipinta  dal  Cavalier  Carlo  Cignani. 
Forlì  [s.  d.] 

—  Relazione  o  sia  Diario,  e  Ragguaglio  distinto  del  funestissimo  ter- 
remoto accaduto  nella  Città  di  Palermo  la  Domenica  primo  del 
mese  di  Settembre  1726  alle  ore  4  della  notte  seguente.  Palermo, 
Napoli,  Firenze,  Bologna  1726. 

—  Altra  distinta  Relazione  dell'orribile  terremoto  accaduto  nella  cittt'i 
di  Palermo  al  primo  settembre  1726.  Napoli  1726. 


BIBLIOORAFIA  927 


Ultima  vera  relazione  deirorribile  ti*emaoto  saccesso  in  Palermo  la 
notte  del  primo  giorno  di  settembre  ad  ore  4  d'Italia.  Palermo  1726. 
Relazione  dell'orrendo  e  spaventoso  tremuoto  che  scosse  ben  nove 
volte  la  regale  cittÀ  di  Noto.  Per  tre  giorni  continuati  nel  coibente 
mese  di  gennaio  di  quest'anno  1727.  In  Palermo  1727. 
Distinta  relatione  di  quanto  è  occorso  nella  città  di  Napoli  il  giorno 
11  di  ottobre  1727.  Di  un  orribile  temporale,  con  saette  e  scosse  di 
terremoto  a  segno  che  tutto  quel  gran  Popolo  si  ritrova  molto  af- 
flitto. Bologna  [s.  d.,  ma  1727]. 

Vera  e  distinta  relazione  del  terremoto  seguito  nella  cittÀ  di  Norcia 
e  suo  contado,  il  di  12  di  maggio  1730.  Firenze  1730. 
Veridica  relazione  de'  danni  fatti  dalle  scosse  di  terremoto  all'anti- 
chissima città  di  Norcia.  Roma  1730. 

Relazione.  Foligno  [1730]. 

Parla  dei  terremoti  di  Norcia  del  1706  e  1780. 

Distinta  relazione  dell'orribile  tremuoto  accaduto  in  quasi  tutto  il 
regno  di  Napoli  ma  col  danno  maggiore  nella  città  di  Foggia.  Na- 
poli 1731. 

Relazione  dello  spaventoso  terremoto  intesosi  la  mattina  del  20  marzo 
di  quest'anno  1731  con  danno  indicibile  della  città  della  Puglia. 
Roma  1731. 

Distinta  relazione  del  danno  cagionato  dal  tremuoto  del  di  29  no- 
vembre 1732  in  tutta  la  provincia  di  Montefuscoli  o  sia  Principato 
Ulteriore.  Napoli  1733. 

Relazione  del  tremuoto  intesosi  in  questa  città  di  Napoli  ed  in  al- 
cune Provincie  del  Regno  nel  di  29  novembre  1732  ad  ore  tredici  e 
mezza.  Napoli  1732,  e  2*  edizione  ivi  1805. 

Relazione  del  terremoto  sentitosi  in  Napoli  ed  in  alcune  Provincie 
del  Regno  a'  29  novembre  1732.  Lucca  [s.  d.]. 
Distinta  relazione  dell'orribile  terremoto  seguito  nello  scaduto  mese 
di  aprile  del  corrente  anno  1741  nelle  città  di  Camerino,  Urbino, 
Pesaro,  Iesi  e  Fabriano.  Roma  e  Palermo  1741. 
Relazione  giornaliera  de'  terremoti  seguiti  in  questa  città  di  Livorno 
nel  mese  di  gennaio  1742.  Livorno  1763. 

Relazione  de'  terremoti  di  Livorno,  di  Pisa  &  [1742],  e  delle  consecu- 
tive pubbliche  preghiere.  Pisa  e  Roma  1742. 

Vera,  nuova,  e  distinta  relazione  dell'  orribile  terremoto  occorso  il 
giorno  di  lunedi  26  luglio  1751,  nella  provincia  dell'Umbra,  e  nella 
parte  del  Farlo,  fattosi  sentire  cosi  terribile,  che  lo  scuotimento  sor- 
passò di  gran  lunga  quello  inteso  nelli  anni  1703  e  1730  ecc.  Foli- 
gno 1751. 
Relaziono  più  distinta  dell'orribile  tremuoto,  e  rovina  cagionata  nel- 


928  BIBLtOORAFU 


rillastrisslma  ed  inclita  terra  di  Gualdo,   Diocesi  di   Nooera   li  2«'i 
luglio  MDCCCLI.  Foligno  1751. 

—  Vera  e  distinta  relazione  di  un  terribilissimo  terremoto  accadm<> 
nella  città  di  Fiume  posta  sulle  frontiere  della  Carniola,  e  dell'Austria 
in  Oermania  il  di  17  decembre  1750.  Macerata  1750. 

—  Vera  relazione  dello  spayentosissimo  terremoto  seguito  nella   Terra 

di  Santa  Sofia  nella  Romagna  Toscana  la  notte  precedente   il  dì 

20  di  ottobre  1768.  Firenze  1768. 

Ne  esiste  anche  una  edizione  romana  (per  il  Puccinelli  1?S8). 

—  Vera  e  distinta  relazione  del  terremoto  accaduto  li  9,  10  e  12  luglio 
1776  in  varie  ville  del  Friuli,  nei  monti  di  Tramonti.  Udine  e  Ve- 
nezia [1776]. 

—  Altra  e  più  distinta  relazione  deirorribile  terremoto  sentito  in  Faenza 
la  sera  de'  4  aprile  1 1781]  colla  più  esatta  notizia  de  danni  avvenuti 
tanto  in  città  che  diocesi,  de'  favori  ottenuti  da  Maria  SS.  delle 
Grazie  e  delle  funzioni  fatte  in  tale  occasione.  Faenza  [1781]. 

—  Relazione  istorico-fisica  de'  terremoti  accaduti  in  Messina  quest'anno 
1783  più  un'appendice  col  numero  delle  scosse  fino  al  6  aprile.  [Mes- 
sina 1783?] 

n  MercaUi  («i  terr.  della  Calabria  Merid.  ecc.»  p.  12)  avverte  che  di  tale  rela- 
zione ne  furono  pubblicate  in  Messina  varie  edizioni,  alcune  anonime  e^l 
altre  con  il  nome  deir  A.  che  è  Andrea  Oallo  (vedi). 

—  Relazione  dell'orrendo  terremoto  seguito  nella  Sicilia  e  Calabria  il 
giorno  5  febbraio  del  corrente  anno  1783,  ricavata  dalle  notizie  tì- 
cevutesi  per  più  consecutivi  ordinarj  colle  lettere  da  Napoli.  Bo- 
logna [1783]. 

—  Relazicme  maggiormente  circostanziata  dell'orrendo  terremoto  seguito 
nel  regno  della  Sicilia  e  specialmente  nella  provincia  della  Calabria 
ultra  dalli  5  febbraio  a  tutto  il  7  marzo  del  corrente  anno  1783. 
ricavata  dalle  notizie  spedite  al  R.  Governo  di  Napoli.  Bologna  [1783]. 

—  Relazione  de'    provvedimenti   del   Real   Gk) verno   per  accorrere  ai 

danni  de'  tremuoti  in  Basilicata  e  in  altri  comuni  di  Capitanata  e 

Principato  Ulteriore  [1851].  Napoli  1853. 

Trovasi  riunita  alla  relazione  del  prof.  Paci  sul  terremoti  del  1®1  (pp.  111-282;. 

—  Relazione  della  Commissione  speciale  nominata  per  provvedere  ai 
danni  cagionati  in  Norcia  dal  terremoto  del  22  agosto  1859.  Roma 
1861.  { 

—  Relazione  delle  vicende  successe  a  Sante  scrittore  in  seguito  al  ter- 
remoto del  29  giugno  1873.  Belluno  1874. 

—  Relazione  del  disastro  di  Casamicciola  avvenuto  la  sera  del  28  luglio 
1883.  Milano  1883. 

—  Relai^ione  del  Comitato  centrale  di  soccorso  per  i  danneggiati  del- 
l'isola d'Ischia.  Napoli  1885. 


-,-  w 


BIBUOGRAFU  929 


—  Relazione  della  Commissione  reale  pei  danneggiati  del  terremoto 
nelle  Provincie  di  Genova,  Porto  Maurizio  e  Oaneo.  Roma  1895. 

Rendiconto  del  Comitato  di  soccorso  per  i  danneggiati  dal  terremoto 
in  Liguria  del  23  febbraio  1887.  Genova  1890. 

Kesal  H.  Sur  un  fait  qui  s'est  produit  près  de  Nice  lors  de  la  dèr- 
niére  secousses  de  tremblement  de  terre  [1887]  (in  «  C.  R.  de  TAcad. 
des  Se.  »  voi.  CIV,  pp.  950-51).  Paris  1887. 

Keuss  a.  Ch.  -  De  terraemotuum  causis  dissertatio  phisica.  Tubingae 
1773. 

Kesutano  (Principe  di)  -  Vera,  e  distinta  relazione  dell'orribile  Tremuoto 
accaduto  nella  cittÀ  di  Palermo  al  di  primo  del  mese  di  settembre 
deiranno  1726  tradotta  fedelmente  da  una  lettera  scritta  in  lingua 
spagnuola  dal  principe  Resutano,  Pretore  della  città  di  Palermo,  sotto 
il  (li  6  di  detto  mese.  Napoli  e  Firenze  1726. 

Reveille  J.  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  [1887]  à  Saint- 
Tropez  (in  e  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  voi.  CIV.  p.  612).  Paris  1887. 

Kbzzadore  P.  -  I  disastri  d'Ischia  e  di  Giava  (in  «  Rivista  Marittima  » 
anno  XVI.  fase.  11%  pp.  229-57).  Roma  1883. 

H.  H.  B.  -  I  terremoti  ed  il   loro   studio   scientifico   (in    «  Boll.   Club 

Alp.  Ital.  »  voi.  XV,  n.  47,  pp.  421-23).  Torino  1881. 

E  il  riassunto  dell'opuBColo  di  a.  hbim.  «  Lea  trombi,  de  terre  et  leur  étude 
scientlflque  »  trad.  di  A.  Forel.  zurich  1880. 

Ricca  M.  -  Discorso...  sulle  cause  dei  terremoti  (in  €  Atti  Acc.  Siena  » 

voi.  X).  Siena  1841. 
Ricci  A.  -  I  terremoti  Umbri  del  settembre  1878  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  » 

voi.  V,  pp.  121-26).  Roma  1878. 

—  Terremoti  di  Spoleto  del  9  e  17  giugno  1885  (in  «  La  Nuova  Umbria  » 
13  e  20  giugno  1885). 

—  Dair Osservatorio  Geodinamico  Spoletino.  Relazione  sul  fenomeno 
sismico  avvertito  in  Spoleto  la  sera  del  9  corrente  [1885]  (in  «  La 
Nuova  Umbria  »  13  giugno  1885). 

—  DairOsservatorio  Geodinamico  Spoletino.  Relazione  sul  fenomeno 
sismico  del  17  corr.  [giugno  1885]  (in  «  op.  cit,  »  21  giugno  1885). 

Uicci  C.  -  La  Madonna  del  terremoto  dipinta  dal  Francia  (in  <  La  Vita 
Italiana  »  nuova  serie,  anno  III,  voi.  II,  pp.  881-86).  Roma  1897. 

Ricco  A.  -  Trembloments  de  terre,  soulèvement  et  éruption  sous-marine 
à  Pantellaria  (in  «  C.  R.  de  TAcad  des  Se.  »  tome  CXIII  p.  753). 
Paris  1891. 

—  Terremoti,  sollevamento  ed  eruzione  sottomarina  a  Pantelleria  nella 
seconda  metà  dell'ottobre  1891  (in  «  Boll.  Soc.  Geogr.  Ital.  »  serie  III, 
voi.  V).  Roma  1892,  e  fin  *  Ann.  UflF.  Centr.  di  Meteor.  Geod.  »  voi. 
XI,  1889,  parte  II,  pp.  7-28).  Roma  1892. 

—  Periodo  di  attività  geodinamica  dal  22  aprile   alla   Une   di   maggio 

BABATTA  :  Terremoti  eco.  se 


980  BIBIilOGRAFIA 


1893  (in  «  Boll.  deirAcc.  Oioenia  di  Se.  Nat.  >   nuova   serie,  fosc. 
33%  maggio,  pp.  16-17).  Catania  1893. 
Ricco  A.  -  La  lava  incandescente  nel  cratere  centrale  dell'Etna  e  fe- 
nomeni geodinamici  concomitanti  (in  <  Ann.  Uff.  Centr.  di  Meteor.  e 
Geod.  »  serie  II,  voi.  XV,  1893,  parte  I,  pp.  1-12).  Roma  1894. 

—  Breve  relazione  sui  terremoti  del  7  ed  8  agosto  1894  avvenuti  nelle 
contrade  etnee  (in  <  Ball.  mens.  dell' Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II. 
voi.  XIV,  n.  10,  pp.  145-48).  Torino  1894. 

—  Riassunto  della  sismografia  del  terremoto  del  16  novembre  1894. 
Parte  I  :  Intensità,  linee  isosismiche,  registrazioni  strumentali  (in 
«  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  ^  voi.  VIII,  serie  V,  fase.  1^,  pp.  3-12). 
Parte  II  :  Oggetti  lanciati  a  distanza,  velocità  di  propagazione,  pro- 
fondità dell'epicentro,  repliche,  confronto  col  terremoto  del  1783  (in 

«  idem.  idem.  *  fase.  2**,  pp.  35-45).  Roma  1899. 

Sono  queste  due  note  riprodotte  In  «  Boll.  Soc.  Slsmol.  Ital.  »  voi.  v,  pp.  157-1^. 
Modena  1899. 

Riflessioni  sul  tremuoto  avvenuto  in  Palermo  il  giorno  5  marzo  1823. 

Palermo  1823. 

Nel  rh)nte8plzio  11  titolo  comincia  cosi  :  «  Sul  tremuoto  avvenuto riflessioal 

di  •  •  •  ». 

Rimedio  devotissimo  contro  il  terremoto  [s.  1.  e  d.]. 

RizzATTi  F.  -  Fisica  dei  terremoti  (in  «  La  Fata  Morgana  »  Num.  unico 

pei  danneggiati  dal  terr.  in  Calabria  e  Sicilia  1894,  pp.  11-12).  Roma 

1895. 
RooKWOOD  C.  G.  Fr.  -  The  Ischian  Earthquake  of  luly  28"»  1883    (in 

*  Amer.  Journ.  Se.  »  voi.  XXVI,  pp.  473-76).  1883. 
Rodino  X.  -  De  Calabriae  terraemotu  elegia.  Neapoli  1787. 
Rogati  F.  S.  -  Il  tremuoto,  ode  a  Dio.  Napoli  1783. 
Roio  Y  Torres  -  Tremblores  de  tierra  23   febrero  1887   (in  «  Crònica 

Cietlftca  »  pp.  117).  Barcelona  1887. 
Roller  T.  -  Un  tremblement  de  terre  a  Naples  et  la  charitè  du   gou- 

vernement  Napolitain.  Genève  1860. 

—  Il  governo  borbonico  innanzi  alla  coscienza  dell'umanità,  ossia  prov- 
vedimenti dei  governo  nella  tremenda  catastrofe  del  terremoto  del 
16  dicembre  1857.  Trad.  ital.  di  G.  Galdi.  Napoli  1861. 

Romano  G.  -  Il  terremoto  del  1456  (in  e  Arch.  Stor.  per  le  Provincie 

napolet.  »  anno  XIII,  fase.  4'').  Napoli. 
Ne  fu  fatta  una  ristampa  a  Pavia  senza  data. 

Romei  A.  -  Dialogo.,  diuiso  in  due  giornate.  Nellaprima  delle  quali  si  tratta 
delle  cause  vniuersali  del  terremoto,  e  di  tutte  le  impressioni,  &  appa- 
renze, che,  con  stupor  del  volgo,  neiraria  si  generano.  Nella  seconda 
del  Terremoto,  della  Salsedine  del  mare,  della  via  Lattea  e  del  flusso, 
e  reflusso  del  mare  s'assegnano  cause  particolari  diuerse  d'Aristotele, 
e  da  qualunque  fllosofo  sin' ad  bora  ne  babbi  scritto.  Ferrara  1587. 


BIBUOORAFIA  931 


Ronchi  A.  -  Lettera...  diretta  colla  data  de'  24  marzo  1805  airiUostris. 

Sig.  Avvocato  Luigi    Branieri   (in    e  Nuovo   Giom.   dei  Letterati  * 

-    tomo  IV,  pp.  97-106).  Pisa  1806. 

Parla  di  terremoti  sentiti  a  Bardi  nel  1801-2. 

RosAccio  G.  -  Le  sei  età  del  mondo...  con  brevità  descritte.  Roma  1614. 

—  Teatro  del  cielo  e  della  terra.  Trevigi  1642. 

Contiene  :  Cap.  v.  «  Del  terremoto  e  sue  cause  »  pp.  lS-15. 

RosciTANO  P.  -  Memoria  istorico-filosofica  de'  terremoti  della  città  di 

Reggio  Calabria  in  occasione  dello   smisurato   terremoto   di   questo 

anno  1783.  Messina  1783. 

RosETTi  E.  -  La  Romagna,  geografia  e  storia.  Milano  1894. 

contiene  :  «  Efata  dei  terremoti^  pestilenze,  carestie  ed  altri  fenomeni  straordl- 
naril  ».  (pp.  808-5). 

Rossi  A.  A.  -  De'  tremuoti  della  Calabria  Citeriore  nell'anno  1835  (in 
«  Ann.  Civ.  del  Regno  delle  due  Sicilie  »  tomo  X.  fase.  19®,  pp. 
11-23).  Napoli  1836. 

—  De'  tremuoti  nella  Calabria  Citeriore  l'anno  1836  (in  «  Ann.  Civ. 
del  Regno  delle  due  Sicilie  >  tomo  XII,  fase.  23%  pp.  12-33).  Napoli 
1836. 

Rossi  D.  -  Il  terremoto  di  Sicilia.  Azione  mimica.  Milano  1831. 
Rossini  L.  -  Osservazioni  intorno. al  terremoto  delle  colline   Pisane   e 
Livornesi  del  14  agosto  1846.  Livorno  1846. 

—  Replica...  alle  parole  del  Prof.  Luigi  Calamai  in  tomo  al  terremoto 
deUe  colline  Pisane  e  Livornesi.  Firenze  1846. 

Ruffo  S.  -  Istoria  dell'orrendo  terremoto  accaduto  in  Palermo  1^  set- 
tembre 1726.  Palermo  1726. 

—  De  Horrendo  Terraemotv  Qui  Contigit  Panormi  Nocte  Post  Kalend. 
Sept.  cloloccxxvi  Tractatvs  Historicus  Qvem  Ex  Italico  In  Latinvm 
Sermonem  Conversvm  Adiecta  Praefatione  Atqve  Tabvla  Urbis  Pa- 
normi. Edi  Cvravit.  C.  Frid.  Richter.  Lipsiae  cloloccxxvn. 

—  Hlstorla  horrendi  terraemotus  qui  accidit  Panormi  die  1^  sept.  1726. 
Lipsiae  1727. 

Rutili  Gentili  A.  -  Notizie  dei  terremoti  di  Fuligno  e  riflessioni  sulle 
cause  naturali  dei  medesimi.  Fuligno  1832. 

—  Riflessioni  sulle  cause  naturali  dei  presenti  terremoti  [1832]....  pre- 
sentate all' Accademia  dei  Lincei.  Roma  1832. 

—  Nuove  riflessioni  sulle  cause  dei  terremoti  di  Fuligno.  Fuligno  1832. 

Sacco  F.  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  févricr  1887  en  Italie  (in 
«  Bull.  Soc.  Belge  de  Géol.  Paléont.  et  Hydr.  >  tomo  I).  Bruxelles  1887. 

Saggio  di  riflessioni  che  non  sono   istoriche   ne    filosoflcho   intorno  il 

«  Discorso  isterico  fliosoflco  sopra  il  tremuoto  ecc.  »  stampato  prima  a 

Cesena  e  poi  in  Faenza  ecc.  2^  edizione.  Lucca  1787. 
Non  conosco  la  prima  edizione  di  questo  opuscolo. 


932  BIBU06RAFIA 


[Salpi  F.]  -  Saggio  di  fenomeni  antropologici  relativi  al   tremuoto  ot 
vero  riflessioni  sopra  alcune  oppinioni  pregiudiziali  alla  pubblica  o 
privata  felicità  fatte  per  occasion  de'  tremuoti   avvenuti   nelle  Ca- 
labrie Tanno  1783  e  seguenti.  Napoli  1787. 

L'  A.  pubblicò  questo  libro  con  la  sola  sigla  iniziale  Ab  •  *  •  *  S  •  '  *  • 

Salikbeni  P.  G.  -  Il  Rabbino  e  i  tremuoti  di  Calabria.  Poema  morale 

2*  edizione.  Napoli  1789. 

Non  conosco  la  prima  edizione  di  questo  poema. 

Salsano  D.  -  Descrizione  di  un  sismometro,  ossia  misura  terremoto  (in 

€  Opusc.  scelti  sulle  Scienze  e  sulle  Arti  ecc.  »  voi.  VI,  pp.  274-76  ■. 

Milano  1783,  e  (in  «  Nuovo  Giorn.  Encicl.  »  anno  1783,  pp.  89-95). 

Vicenza  1783,  e  (in  e  Antologia  Romana  >  voi.  IX,  pp.  422-24).  Roma 

1783. 

Vi  si  trova  relenco  dei  movimenti  sismici  [febbraio  <  settembre  1783)  regisuatl 
dal  pendolo  sismografico  del  Salsano,  che  io  6  anche  riprodotto,  nei  §  $  2i- 
81,  delle  mie  «  Ricerche  storiche  sugli  apparecchi  sismici  »  Roma  1896. 

Sandrini  L.  -  Delle  scosse  di  terremoto  in  Palazzuolo  di  Romagna  dal- 
l'aprile al  giugno  1879  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  VI,  pp.  139-44). 
Roma  1879. 

Sanna  Solaro  P.  G.  M.  -  l  terremoti,  ricerche  sulle  cause  che  li  pro- 
ducono. Prato  1887. 

Questo  lavoro  fa  pubblicato  prima  nei  fascicoli  della  «  Civiltà  Cattolica  »  del  1*<T. 

Santini  A.  -  Il  Quattordici  Agosto  del  1851.  Raccolta  di  prose  e  di  versi 
a  beneficio  dei  danneggiati  dai  tremuoti  di  Basilicata.  Napoli  1851. 

Santoro  P.  -  Descrizione  del  terremotò  avvenuto"  in  Alvito  e  nei  co- 
muni limitrofi  nel  1873  (in  «  Bull.  Vulc.  Ital.  »  voi.  I,  pp.  158-6:>). 
Roma  1874. 

Santulli  G.  -  Giornale  degli  ultimi  tremuoti  di  Calabria  (in  giornale 
«  La  Verità  »  n.  4),  Monteleone  Calabro  1870. 

Sarconi  M.  -  Osservazioni  fatte  nelle  Calabrie,  e  nella  frontiera  di  Valde- 

mone  su  i  fenomeni  del  tremuoto  del  1783,  e  sulla  Geografia  Fisica 

di  quelle  regioni.  [Napoli  1784]. 

Costituisce  ropera  «  istoria  de'  fenomeni  del  tremuoto  a-venuto  nelle  Calabrie 
e  nel  valdemone  nell'anno  1:83  posta  in  luce  dalla  R.  Acc.  delle  Se.  e  delle 
Belle  Lett.  di  Napoli  ». 

Sardo  A.  -  Discorsi.  Venetia  1586. 

Contiene  :  «  Discorso  del  terremoto  »  pp.  167-207. 

Sarnelli  P.  Racconto  del  Tremuoto  che  distrusse  la  città  di  Bene- 
vento a'  25  di  giugno  1688,  Fatto  per  lettera  missiva all'  lUu 

strissimo  ed  Eruditissimo  Signore,  il  Signore  Antonio  Magliabccchì, 
Bibliotecario  di  S.  A.  S.  (Gap.  XXIV  delle  «  Memorie  dell'Insigne 
Collegio  di  S.  Spirito  della  città  di  Benevento  di  P.  Sarnelli  »  pp. 
68-92.)  Napoli  1688. 

—  Perchè  dalla  venuta  di  Cristo  al  mondo  sieno  più  frequenti  i  terre- 


r^  ^  V  ^  i-  T'irw,  ■  '  ^^r^;* 


BIBLIOGRAFIA  933 


moti  (in  €  Lett.  Eccl.  di  P.  Sarnelli  »  voi.  Ili,  lettera  39°»*,  pp, 
102-11).  Venezia  1716. 

Sarti  G.  -  Saggio  di  congetture  su  i  terremoti.  Lucca  1783. 

Sa  VASTA  F.  -  Istoria  dell'orrendo  terremnoto  di  Sciacca  nell'  anno 
MDCCXXVII  colla  relazione  d'altri  terremuoti  e  avvenimenti  suc- 
cessivi per  lo  spazio  di  sei  mesi.  Palermo  1729. 

Savi  P.  -  Relazione  de'  fenomeni  presentati  dai  terremoti  di  Toscana 
dell'agosto  1846.  Pisa  1846. 

S.  C.  -  Lina  e  il  terremoto  di  Belluno.  Versi.  Roma  1873. 

Scacchi  A.  -  Vedi  :  Palmieri  L. 

ScAGLioxE  F.  -  Cenno  storico  filosofico  del  tremuoto  che  nella  notte 
dei  di  12  venendo  il  13  febbraio  dell'  anno  1854  ad  una  ora  meno 
un  quarto  scosse  orrendamente  la  Città  di  Cosenza  e  varii  paesi  vi- 
cini (in  «  Atti  Soc.  Econ.  di  Cai.  Citr.  »  anno  1854).  Cosenza  1855. 

ScANELLi  C.  -  Relazione  dei  Ricorsi  fatti  in  Forlì  alla  SS.  Vergine  del 
Fuoco...  In  occasione  de'  Ten*emoti  de'  4  d'Aprile,  e  de'  17  di  Luglio 
dell'anno  1781.  Forlì  [s.  d.  ma  1782]. 

ScAPiNi  6.  -  Memorie  storiche  degli  antichi  terremoti  riordinate  cro- 
nologicamente con  indice  alfabetico.  Genova  1888. 

ScARABELU  •  Vedi  :  Michez  J. 

Scarpa  6.  -  Terremoti  avvenuti  in  Treviso  (in  «  Ann.  Ufi".  Centr.  di 
Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  VIII,  1886,  parte  4*,  p.  181).  Roma 
1888. 

ScARPEUJNi  C.  -  Su  i  terremoti  avvenuti  in  Roma  nell'anno  1858  re- 
lativamente alle  fasi  lunari  (in  <  Giom.  delle  Strade  ferrate  >  Anno 
II,  n.  31),  1859. 

—  Sulli  terremoti  avvenuti  in  Roma  negli  anni  1858  e  1859  (in  «  Con*. 
Scient.  di  Roma  >  Anno  XII,  n.  25).  Roma.... 

—  Influenza  della  luna  nei  terremoti.  Sui  terremoti  avvenuti  in  Roma 
negli  anni  1860  e  1861  (in  <  Corrisp.  Scient.  di  Roma  >  Anno  XII, 
n.  33  :  12  febbraio).  Roma  1862 

—  Terremoti  avvenuti  in  alcune  città  d' Italia  nel  1865  e  1866  relati- 
vamente all'influenza  lunare  (in  e  Boll.  Ozonometrico  -  Meteor.  di 
Roma  »  febbraio).  Roma  1867. 

ScHiAvoNi  F.  -  Vedi  :  Guiscardi  G. 

SciNÀ  D.  -  Rapporto  del  viaggio  alle  Madonie  impreso  per  ordine  del 

governo  in  occasione   de'    tremuoti  colà   accaduti  nel  1818  e  1819. 

Palermo  1819. 
SciUTO  Patti  C.  -  Contribuzione  alla  studio   dei   terremoti  in   Sicilia 

(in    «  Atti   Acc.    Gioenia   di   Se.  Nat.  >  serie  4»,  voi.  IX).   Catania 

1896. 
Scotti  E.  -  Del  tremuoto   e   delle   eruzioni   vulcaniche   (in  «  Gazzetta 

napoletana  civica- commerciale  >).  Napoli  1805. 


934  BtBUOORAFIA 


Secchi  à.  Escursione  scientifica  fatta  a  Norcia  ad  occasione  dei  terre- 
moti del  22  agosto  1859  (in  <  Atti  Pont.  Acc.  N.  Lincei  »  voi.  Xm}. 
Roma  1860. 

—  Sur  des  tremblements  de  terre  éprouvés  récemment  k  Spoleto  (in 
«  e.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  LXII,  pp.  773-74).  Paris  1866. 

Semmola  e.  -  Vedi  :  Guiscardi  6. 

Sensini  P.  -  Un  mese  di  terremoti   nel  Comune  di  Visse    (in   ^^omaie 

e  II  Resto  del  Carlino  »  27  sett.).  Bologna  1898. 
Senoneb  a.  -  Relazione  sai  fenomeno  di  detonazione  del  Monte  Tematico 

di  Feltro  (in  «  Colietore  dell'Adige  »).  Verona  1854. 

Sebpibri  a.  -  Sul  terremoto  sentito  in  Urbino  la  sera  del  12  marzo  1873. 

Prime  note.  Urbino  1873. 

Riprodotto  la  «  Scritti  di  aismologla  »  voi,  l,  pp.  MG. 

—  Sol  terremoto  avvenuto  in  Italia  il  12  marzo  1873  (in  «  Rend.  R.  Lst. 

Lomb.  »  serie  II,  voi.  VI,  pp.  299-3] 0).  Milano  1873. 
Riprodotto  In  «  Scritti  di  Slsmolo^a  »  voi.  l,  pp.  13-21. 

—  Rapporto  delle  osservazioni  fotte  sul  terremoto  avvenuto  in  Italia  la 

sera  del  12  marzo  1873    (in<  Suppl.  alla  Meteor.  Ital.  >).  Roma.... 
Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologria  »  voi.  i,  pp.  35-166. 

—  Il  terremoto  e  le  sue  leggi.  Urbino  1874. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  i,  pp.  167-205. 

—  Sullo  studio  della  perturbazione  elettrica  foriera  del   terremoto  (in 

«  Riv.  Scient.  Industr.  »).  Firenze  1874. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  i,  pp.  207-17. 

—  Nuove  osservazioni  sul   terremoto  avvenuto  in  Italia  il  12  marzo 

1873  e  riflessioni  sul  presentimento  degli   animali  per  i   terremoti 

(in  «  Rend.  R.  Ist.  Lombardo  ecc.  »  serie  II,  voi.  VI,  pp.  398-403). 

Milano  1873. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  l,  pp.  25-38. 

—  Determinazione  delle  fasi  e  delle  leggi  del  grande  terremoto  avve- 
nuto  in   Italia,   nella   notte   17-18   marzo   1875  (in  e  Rend.  R.  Ist. 

Lomb.  »  serie  II,  voi.  Vili,  pp.  864-66).  Milano  1875. 

Riprodotto  In  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  n,  pp.  185-140. 

—  Sul  terremoto  avvenuto  in  Italia  la  notte  del  17  al  18  marzo  1875. 

Prime  note  e  riflessioni  (in  <  Suppl.  alla  Meteor.  Ital.  »  anno  1875, 

fase.  1%  pp.  3-31).  Roma  1876. 

Ripro  lotto  In  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  Il,  pp.  1-99. 

—  Documenti,  nuove  note  e  riflessioni  sul  terremoto  della  notte  17- 
18  marzo  1875  (in  e  Suppl.  alla  Meteor.  Ital.  »  anno  1875,  fase.  4'', 
pp.  3-51).  Roma  1876. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  Il,  pp.  51-134. 

—  Il  terremoto  di  Rimini  della  notte  17-18  marzo  1875,  e  considera- 
zioni generali  sopra  varie  teorie  sismologiche.  Urbino  1878. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  n,  pp.  141-99. 


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filBLtOORAFIA  935 


—  L'avvenire  della  sismologia  e  la  predizione  de'  terremoti  (in  «  Riv. 
Se.  Ind.  >  voi.  X,  pp.  98-102).  Firenze  1878. 

—  Dell'  influenza  lunisolare  sui  terremoti  (in  «  Bend.  R.  Ist.  Lombardo  » 

voi.  XV,  pp.  564-67).  Milano  1882. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  sismologia  »  voi.  n,  pp.  201-206. 

—  Sul  terremoto  d' Ischia  del  28  luglio   1883  (in  «  Riv.  Scient.  Ind.  » 

voi.  XV,  pp.  237-45).  Firenze  1883. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  n,  pp.  207-16. 

—  Sul  terremoto  dell'  isola  d' Ischia  del  28  luglio  1883  (in  «  Rend.  R. 

Ist.   Lombardo  »    serie  II,   voi.  XVI,  fase.  19^",  pp.  969-81).  Milano 

1883. 

Riprodotto  in  «  Scritti  di  Sismologia  »  voi.  n,  pp.  217-32. 

—  Scritti  di  Sismologia  nuovamente  raccolti  e  pubblicati  da  6.  6io- 
VANNOZZL  Parte  I  (Il  terremoto  del  12  marzo  1873)  Firenze  1888. 
Parte  II  (I  terremoti  del  18  marzo  1875  e  del  28  luglio  1883).  Fi- 
renze 1889. 

Serbao  e.  -  De'  tremuoti  e  della  nuova  Filadelfia  in  Calabria.  Com- 
mentario. Napoli  1785. 

Sbtfart  J.  F.  -  Allgemeine  Geschichte  der  Erdbeben.  Frankfurt -Lei- 
pzig 1756. 

Squario  e.  -  Specimen  physico-geometricum  de  terrae-motu  ad  Archi- 
tecturae  utilitatem  concinnatum.  Venetiis  1756. 

SUiVESTRi  0.  -  Relazione  sopra  i  terremoti  dell'  Etna  [1865]  (in  «  Giom. 
della  Prov.  di  Catania  >  N.  57).  Catania  1865. 

—  Sur  l'éruption  actuelle  de  1'  Etna  (in  e  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  » 

voi.  LXI,  pp.  212-13).  Paris  1865. 
Parla  dei  terremoti  etnei  del  1865. 

—  Sur  un  tremblement  de  terre  ressenti  en  Sicile  le  26  mars  1866  (in 
<  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  >  voi.  LXII,  pp.  1122-23).  Paris  1866. 

—  I  fenomeni  vulcanici  presentati  dall'  Etna  nel  1863-64-65-66,  consi- 
derati in  rapporto  colla  grande  eruzione  deU1865.  Catania  1867. 

—  Sulla  doppia  eruzione  ed  i  terremoti  dell'  Etna  nel  1879.  Catania 
1879. 

—  Fenomeni  dell'Etna  successivi  all'ultima  eruzione  [1879]  (in  e  Bull. 
Vulc.  Ital.  >  voi.  VI,  nn.  8-11,  pp.  119-124).  Roma  1879. 

—  Riassunto  dei  fenomeni  vulcanici  più  rimarchevoli  avvenuti  nella 
regione  etnea  durante  i  mesi  di  aprile  -  agosto  del  1881  (in  «  Boll, 
mens.  dell' Oss.  di  Moncalieri  >  serie  II,  voi.  I,  n.  8,  pp.  171-72). 
Torino  1881. 

—  Spoglio  di  osservazioni  fatte  sulle  condizioni  dell'  Etna  dal  maggio 
all'agosto  18S2  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II, 
voi.  II,  n.  8,  p.  179).  Torino  1882. 

—  Osservazioni  geodinamiche  fatte  nella  R.  UniversitÀ  di  Catania  du- 


936  BIBLlOaBAFtA 


rante  il  mese  di  loglio  1883  (in  «  Gazz.  di  Sicilia  >  9  agosto  1883i. 
Silvestri  0.  -  L'acqua,  il  faoco  ed  i  terremoti  nella  fisica  del  Globo  (ìb 
<  Arcadia  della  Cariti  »).  Lonigo  1883. 

—  Sulla  esplosione  eccentrica  dell'  Etna  avvenuta  il  22  marzo  3883  e 
sul  contemporaneo  parossismo  geodinamico -eruttivo  ecc.  (in  «Atti 
Acc.  Gioenia  di  Se.  Nat.  »  serie  III,  voi.  XVII).  Catania  1884. 

—  Fenomeni  etnei  [luglio  1885]  (in  «  Boll.  mena.  dell'Ose,  di  Monca- 
lieri  »  serie  II,  voi.  V,  n.  8,  pp.  127-28).  Torino  1885. 

—  Fenomeni  geodinamici  a  Nicolosi  suir  Etna  [1885]  (in  «  Boll.  mens. 
deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi.  V,  pp.  191-92).  Torino  1885. 

—  L'Etna  nel  1885  (in  «  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  h  pp.  192-201).  To 
rino  1886. 

—  Etna  e  Sicilia  nel  1887  sotto  il  punto  di  vista  dei  fenomeni  eruttivi 
e  geodinamici  (in  <  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  Ili,  pp.  309-23).  To- 
rino 1888. 

—  Etna,  Sicilia  ed  isole  vulcaniche  adiacenti  sotto  il  punto  di  vista 
dei  fenomeni  eruttivi  e  geodinamici  avvenuti  durante  Tanno  188^S 
(in  «  Atti  Accad.  Gioenia  di  Se.  Nat.  >)  Catania  1889,  e  (in  «  Ann. 
Meteor.  Ital.  »  voi.  IV,  pp.  316-55).  Torino  1889. 

—  Sul  terremoto  etneo  del  25  dicembi*e  1889.  Nota  (in  «  Boll.  mens. 
dell' Acc.  Gioenia  di  Se.  Nat.  »  nuova  serie,  fase.  11"^  e  12^,  p.  15  . 
Catania  1890. 

SiLVESTia  O.  ed  Arcidiàcono  S.  -  Etna^  Sicilia  ed  isole  vulcaniche  adia- 
centi sotto  il  punto  di  vista  dei  fenomeni  eruttivi  e  geodinamici  av- 
venuti durante  l'anno  1889,  (in  <  Atti  Acc.  Gioenia  di  Se.  Nat.  » 
serie  IV,  voi.  II)  Catania  1890  e  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  dì  Mon- 
calieri »  serie  II,  voi.  X,  pp.  22-25,  42-44  e  55-58)  Torino  1890,  e  (in 
«  Ann.  Meteor.  Ital.  »  voi.  V,  pp.  267-70).  Torino  1890. 

Silvestri  0.  e  Boltshauskr  A.  -  I  terremoti  di  Mineo  in  provincia 
di  Catania,  dell'ottobre  e  novembre  1878  accompagnati  da  singolari 
fenomeni  di  rombe.  Catania  1878. 

Società  Meteorologica  Italiana.  -  Vedi  «  Bollettino  mensuale  dell'Os- 
sei'vatorio  di  Moncalieri  » . 

Società  Sismologica  Italiana  -  Vedi  «  Bollettino  della...  » 

SoLDANi  A.  -  Relazione  del  terremoto  accaduto  in  Siena  il  di  26  maggio 
1798.  Siena  1798. 

Solerti  A.  -  Il  terremoto  di  Ferrara  nel  1570  (in  «  Rassegna  Emiliana  > 

anno  II,  fase.  10%  pp.  517-28)...  1890. 

Riprodotto  nel  volume  dell' A.  «  Ferrara  e  la  Corte  Estense  nella  seconda  meta 
del  secolo  xvl  i  dialofirhi  di  Annibale  Romei  »pp.  41-30.  atta  di  Castello  1^91 

SoRET  J.  L.  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  [1887]  en  Suisse 

(in  «  C.  R.  de  TAcad.  des  Se.  »  tomo  CIV,  pp.  764-15).  Paris  1887. 


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B3LI0GRAPU  937 


SoRET  J.  L.  -  Sur  le  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  (in  «  C.  R. 
de  l'Acad.  des  Se.  »  tomo  CIV,  pp.  1088-89.  Paris  1887. 

—  [Tremblement  de  terre  du  23  février  1887]  (in  e  Arch.  des  Se.  phis. 
et  nat.  »  tomo  XVIII,  pp.  307-10,  e.XIX,  pp.  386-9).  Genève  1887-88. 

—  Nonveaux  renseignements  sur  les  tremblements  de  terre  du  23  février 
1887  (in  «  Arch.  des  Se.  phys.  et  nat.  »  serie  li,  voi.  XIX,  p.  386). 
Genève  1888. 

Spallanzani  L.  -  Viaggi  alle  due  Sicilie  e  in  alcune  parti  dell'Appen- 
nino. Pavia  1792-93. 

Al  voi.  IV,  cap.  XXV  :  «  stato  In  cui  dair Autore  fu  trovata  Messina  dopo  1  tre- 
muoti  del  1788.  Si  accennano  In  questa  occasione  gV  infausti  accidenti  av- 
venuti a  queir  infelice  città  »  pp.  142-155.  Neir  edizione  di  Milano  (182$-26. 
detto  capitolo  si  trova  nel  voi.  ii,  pp.  482-40. 

Spampinato  B.  -  Osservazioni  sui  tremuotì  in  occasione  del  tremuoto 
che  scosse  orribilmente  la  cittÀ  di  Catania  la  sera  del  20  febbraio 
1818.  Catania  1818. 

Spanoano  G.  -  Lettera...  in  cui  si  da  ragguaglio  del  terremoto  acca- 
duto in  Tolmezzo  la  notte  de'  20  ottobre  1788  (in  «  Antologia  Ro- 
mana »  voi.  V,  n.  39,  pp.  310-11)  Roma  1789,  e  (in  «  Opuscoli  scelti 
sulle  Se.  e  sulle  Arti  »  voi.  XI,  pp.  352-53).  Milano  1788. 

Spanò  M.  -  Il  trionfo  di  Reggio  sopra  la  liberazione  dei   tremuoti  del 

5  a  11  gennaio  1693,  descritto  in  89  ottave.  [?]. 

È  citato  da  Spanò  Bolani  D.  nella  «  Storia  di  Reggio  Calabria  »  [voi.  i,  p.  210] 

Spectacolo  (Lagrimoso)  della  misera  Città  di  Catania  neir  Isola  di  Si- 
cilia, la  quale  fu  distrutta  li  15  Gennaio  del  corrente  anno  1693  da 
uno  spaventoso  terremoto  etc.  Viterbo  1693. 

Spina  D.  -  Calabria  distrutta  o  sia  V  istoria  genuina  e  veridica  del 
tremuoto  de'  5  febbraio  1783.  Rime  in  canto  eroico.  Napoli  1789. 

Squinabol  S.      Cenni  di  Geografia  Fisica  e  di  Geologiai  Livorno  1900. 

Tratta  dei  terremoti  a  pp.  189-52. 
Sportelli  G.  -  Napoli  flagellata  da  Dio  con  V  horribilissimo  terremoto 

acaduto  a'  5  di  Giugno  ad  bore  21  in  giorno  di  Sabato,  vigilia  delle 

Pentecoste  nell'anno  1688.  Napoli  1688. 
Statistica  delle  scosse  di  terremoto  annotate   neiralta  Italia  durante 

Tanno  1881  (in  «  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  »  serie  II,  voi. 

II,'  n.  3,  pp.  59-61).  Torino  1882. 
Stefanini  D.  G.  -  Il  terremoto  del  7  giugno  [1891]  a  Bologna  (in  «  Boll. 

mens.   dell'  Oss.    di   Moncalieri  »    serie  II,  voi.  XI,  n.  10,  p.  155). 

Torino  1891. 
Stephan  e.  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  &  l' Obser- 

vatoire  de  Marseille  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  pp. 

556-57).  Paris  1887. 

Stoppani  a.  -  Note  ad  un  corso  annuale  di  Geologia.  Parte^I.  Milano 

1865. 

contiene:  cap.  xxn,  «  i  terremoti  »  (p.  ao6  16). 


938  BXBLtOQBAFU 


Stoppaci  A.  -  Corso  di  Geologia,  voi.  I.  Milano  1871. 

contiene:  Gap.  xm,  «  i  terremoti  »  (pp.  43&^)«  ^  Di  quest^opera  é  tuttora  ir 
corso  di  stampa  una  nuova  edizione  con  note  ed  aggiunte  di  A.  Malladsj. 

—  I  terremoti.  Conferenza  tenuta  il  28  maggio  1885.  Transunto  (in  e  La 
Natura  *  voi.  Ili,  n.  76,  p.  336).  Milano  1885. 

Storia  degli  orrendi  tremuoti  che  ne'  mesi  di  novembre  e  dicembre 
deiranno  MDCCLV  hanno  desolato  Lisbona,  e  varie  altre  Città  del 
Portogallo,  della  Spagna,  della  Francia,  deir  Irlanda,  della  Ger- 
mania, deir Africa  e  d'altre  regioni...  Seconda  edizione  accrescinu 
di  una  nuova  relazione  de'  tremuoti  che  si  sentirono  nei  mesi  di 
gennaio  e  febbraio  dell'anno  seguente  1756  in  molte  parti  dell'  £n 
ropa  e  principalmente  in  varie  città  dello  Stato  Veneto...  con  una 
dissertazione  infine  sopra  le  cagioni  del  Tremuoto.  Venezia  1756. 

Storia  (La)  dei  terremoti  in   Toscana   (in  «  U  Diritto  »  26  mag^gio  \ 
Roma  1895. 

Strafforbllo  6.  -  La  Patria.    Geografia   dell'Italia.  Voi.  I.   Introda 

zìone  generale.  Torino  1890. 

contiene  :  g  xiv  Terremoti  (pp.  le^TQ). 

Strinati  E.  -  Terremoti  (in  «  Natura  ed  Arte  »  voi.  1 :  1894-95,    fase. 

III,  pp.  248-52).  Milano  1894. 

Si  riferisce  al  terremoti  calabri  del  1804. 
Sturani  F.  C.  -  Philosophia  ecletica  h.  e.  exercltanionibus  accademicae 

ecc.  Attdorfii  Noricorum  1686. 

La  esercitazione  xi  tratta  :  «  De  terraemoUbus  eorumque  accidentibus  et  cau- 
Bis  »  (pp.  535-91). 

SuBSS  -  Sur  le  tremblement  de  terre  d' Ischia  (in  «  Arch.  des  Se.  ph. 

et  nat.  »  serie  III,  voi.  X,  p.  533).  Genève  1883. 
SuESS  E.  -  Die  Erdbeben   des   stldlichen  Italien  (in  «  Denkschr.  d.  K. 

Akad.  d.  W.  ;  Mat.  Natur.  CI.  »  Bd.  XXXIV).  Wien  1872. 

—  L'aspetto  della  terra.  Traduz.  ital.  di  Vinassa  di  R£Gky.  Voi.  I. 
Pisa  1894. 

SuEss  Fr.  -  Das  Erdbeben  von  Laibach  am  14  aprii  1895  (in  «  Jahrbuch 
der  K.  K.  Geol.  Reichsanstalt  »  1896,  XLVI  band,  pp.  411-890). 
Wien  1897. 

SuppLÉBiENT  aux  reflexlons  sur  le  disastro  de  Lisbonne,  avec  un  Journal 

des  phenomenes  ecc.  depuis  le  1'  novembre  1755  ecc.  [s.  1.]  1757. 
Contiene  alcune  notizie  sul  terremoti  italiani  del  1156-57. 

Tabani  G.  -  Del  terremoto  accaduto  in   Toscana  il    14  agosto   1846. 

Narrazione  storica.  Pisa  1846. 
Tacchini  P.  -  Il  terremoto  del  23  febbraio  1887  (in  «  Boll.  Soc.  Geogr. 

Ital.  »  serie  II,  voi.  XII,  fase.  4%  pp.  301-5).  Roma  1887. 
^  Sulla  velocità  di  propagazione  dell'onda  sismica   prodotta  dal  ter-    j 


BtBUOQEAFIA  '  939 


remoto  della   Liguria  del  23  febbraio  1887  (in  e  Rend.  R.  Àcc.  dei 
Lincei  »  voi.  Ili,  serie  IV).  Roma  1887, 
Tacchini  P,  -  Sopra  il  terremoto  dell'Adriatico  dell' 8  decembre  1889 
(in  «  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  »  serie  IV,  voi.  VI).  Roma  1890. 

—  Terremoto  calabro-messinese  del  16  novembre  1894  (in  «  Rend.  R. 
Acc.  dei  Lincei  »  voi.  Ili,  serie  V,  pp.  275-78).  Roma  1894. 

—  Sulla  registrazione  a  Roma  del  terremoto  calabro-messinese  del  16 
novembre  1894  (in  «  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  »  serie  V,  voi.  III). 
Roma  1894. 

—  Sulla  diversa  intensità  di  movimento  nell'area  scossa  dal  terremoto 
romano  del  1^  novembre  1895  (in  «  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  »  serie* 
V,  voi.  IV,  pp.  221-23).  Roma  1895. 

—  Terremoto  di  Roma  del  V  novembre  1895.  Roma  1896. 

—  Il  registratore  sismico  a  doppia  velocità  in  occasione  del  terremoto 
delle  Marche  del  21  settembre  1897  (in  «  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  > 
serie  V,  voi.  VI,  pp.  243-44).  Roma  1897. 

—  Il  terremoto  nell'  Emilia  della  sera  del  4  marzo  1898  (in  «  Rend.  R. 
Acc.  Lincei,  serie  V,  voi,  VII,  p.  109).  Roma  1898. 

Tafum  T.  -  De   terraemotu  Neritino   MDCCXLIII   die   XX    februarìi 

Carmen  ad  Jacobum  Castellum.  [?]. 
Tallikucci  F.  -  Relazione  giornaliera  del  tremuoto   seguito  in   Barga 

l'anno  1746  nel  mese  di  luglio.  Pisa  1846. 
Taloochini  L.  •  Cause  ed  effetti  dei  terremoti.  Conferenza.  Roma  1892. 
Tamburini  £.  -  Le  tremblement  de  terre  du  23  février  [1887]  à  la  Spezia 

(in  €  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi.  CIV,  p.  831).  Paris  1887. 

[Tanzini  T.]  -  Alcune  notizie  sui  tremuoti.  Firenze  1846. 

L'  A.  si  firmò  con  le  Iniziali  P.  T.  S. 
Tarahelli  T.  -  Della  Salsa  di  Querzola  nella  provincia  di  Reggio   (in 

«  Rend.  R.  Ist.  Lomb.  »  serie  II,  voi.  XIV,  pp.  471-75).  Milano  1881. 

Si  accennano  i  terremoti  stati  concomitanti  al  ixaroasismo  eruttivo  del  24 
giuerno  1888. 

—  Note  illustrative  alla  Carta  geologica  della  provincia  di  Belluno  ecc. 
Pavia  1883. 

contiene  :  Gap.  xv.  «  Del  terremoto  di  Belluno  nel  18r73.  Note  storiche  sui  terre- 
moti del  bellunese  raccolte  dal  reverendo  Antonio  fulcis»  (pp.  196-212]. 

—  Relazione  della  R.  Sotto  Commissione  Geodinamica  sulla  distribu- 
zione delle  aree  sismiche  nell'Italia  superiore  e  media  (in  <  Ann. 
Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  Vili,  1886,  parte  IV, 

pp.  129-54).  Roma  1888. 

B*  accompafirnata  da  un  abbozzo  di  carta  sismica  dltalia. 

—  Relazione  della  Sotto  Commissione  incaricata  di  studiare  alcune 
proposte  per  Tordinamento  del  servizio  geodinamico  neiritalia  Me- 
ridionale e  nelle  isole  (in  e  Ann.  Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  » 
serie  II,  voi.  Vili,  1886,  parte  IV,  pp.  155-64),  Roma  1888. 


940  BIBUOGRAFIA 

Taramelli  T.  -  Sulle  aree  Bìsmiche  italiane  (in  «  Atti  I.  R.  Acc.  degli 

Agiati  »  anno  1894).  Rovereto  1895. 

Ristampata  con  alante  e  corre/.ioni  nella  «  Rassegna  Nazionale  »  anno  xu. 
fase,  del  16  grlugno.  (Firenze  1809). 

-—  Dei  terremoti  di  Spoleto  nell'anno  1895.  Con  catalogo  dei  terremo! i 
storici  nella  valle  Umbra  compilato  dalSig.  prof.  P.  F.  Corradi  'ir. 
«  Mem.  R.  Acc.  dei  Lincei  »  Classe  di  Se.  mat.  fis.  e  nat.  serie  V. 
voi.  II,  pp.  143-181).  Roma  1896. 

—  Vedi  :  Pieona  G.  A. 

Taramelli  T.  e  Mercalli  O.  -  Alcuni  risaltati  di  uno  stadio    sol  ter- 
>       remoto  ligure  del  23  febbraio  1887  (in  <  Rend.  R.  Acc.  dei  Lincei  3 
voi.  II,  fase.  P).  Roma  1888. 

—  Il  terremoto  ligure  del  23  febbraio  1887  (in  «  Ann.  Uff.  Centr.  di 
Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  Vili,    1886,  parte  IV),  Roma  1888. 

Taramelli  T.,  Pirona  G.  A.  e  Tommasi  A.  -  Dei  terremoti  accadati  in 
Tolmezzo  ed  in  altre  località  del  Friuli  neir  anno  1889  (in  «  Ann. 
Uff.  Centr.  di  Meteor.  e  Geod.  »  serie  II,  voi.  XII,  1890,  parte  I. 
pp.  95-120).  Roma  1893. 

Tauleri  B.  -  Discorsi  famigliari  sopra  le  meteore.  Napoli  1719. 
A  pp.  197  234  parla  del  fuoco  sotterraneo  e  dei  terremoti. 

Telesio  B.  -  De  bis,  quae  in  aere  flunt,  &  de  terremotibus,  Liber  vnicus. 

Neapoll  1570. 
Tellini  a.  -  Alcuni  documenti  riguardanti  i  terremoti   del    Friuli   (in 

«  In  Alto  »  voi.  VI).  Udine  1895. 
Tellini  C.  -  Relazione  storica  dei  danni  cagionati  dal  tremuoto  del  di 

14  agosto  1846  nelle  colline  Pisane  e  nella  città  di  Livorno,  Pisa  e 

Volterra.  Livorno  1846. 
Teloni  V.  -  Dei  terremoti,  loro  cagioni,  effetti,  malori  che  producono 

e  loro  cura  preservativa  in  generale,  lettera  airillustris.  Sig.  Marchese 

A.  Maidalchini.  Viterbo  1703. 
Temple  H.  -  Lettre  sur  un  tremblement  de  terre  arrivò   à   Naples    et 

qui  causes  un  tremblement  de  nerfs  a  un   grand   nombre    de    per- 

sonnes  (in  «  Phil.  trans.  *  1740,  n.  416,  p.  340). 
Terraciano  N.  -  Vedi  :  Marinoni  C. 
Terremoti  (I)  attribuiti  alla  elettricità  (in  e  Giorn.  Enciclop.  di  Liegi  > 

tomo  III,  parte  III,  pp.  15-24).  Liegi  1756  e  Lucca  1756. 
Terremoti  e  disastri  a  Belluno.  [Un  foglio]  Bassano  1873. 
Terremoti  (I)  avvenuti  in  Italia  nel  1873  e  specialmente  di  quelli  del 

12  marzo  e  29  giugno  (in  «  Boll.  mens.    dell'  Oss.    di   Moncalieri  • 

voi.  Vili,  fase.  8\  pp.  113-17,  e  fase.  9<>  pp.  129-31).  Torino  1873, 
Terremoti  (I)  e  la  passata  crisi  meteorologica  (in  «  Gazzetta  deirErailia  » 

n.  41).  Bologna  1882. 


'••• 


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mitato di  Soccorso.  Milano  1895. 

Terremoti  (I)  del  1894-95  nella  Calabria  ed  in  Sicilia.  Atti  del  Comi- 
tato Bolognese  di  Soccorso.  Bologna  1895. 

Terremoti  (I)  di  Firenze  e  il  Padre  Bertelli  (in  «  L'  Illustr.  Ital.  » 
anno  XXTl,  n.  25,  p.  394).  Milano  1895. 

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Terremoto  (II)  del  1456  (in  «  Arch.  Stor.  per  le  Prov.  Napol.  »  anno 
X,  pp.  345-59).  Napoli  1885. 

Terremoto  (Il  gran)  tratto  nella  città  di  Genua  il  quale  ha  fatto  minar 
case,  palazzi,  torri,  e  disperder  donne  gravide,  et  morte  assai  per- 
sone, e  questo  si  dice  esser  stato  cagione  le  gran  baratterie,  e  il 
gran  biastemare  che  si  fa  in  esse  Dio  santo  e   la  gloriosa  Vergine 

Maria  [Genova  1536]. 

B'  Stata  riprodotta  dal  Promls  (vedi). 
Terremoto  (II)  delle  Calabrie  che   desolò   questa   contrada   neir  anno 
1783.  Saggio  d'un  poema  inedito.  Con  prefazione   e   commenti  del- 
l'ex tenente  Calderaro  Agostino  d'Udine.  Torino  1889. 

Terremoto  di  Pavia  [1826]  (in  «  Giorn.  di  Fis.'  Chim.  e  Se.  Nat.  dei 
Proff.  P.  Configliacchi  e  G.  Brugnatelli  »  voi.  IX,  pp.  468-69).  Pavia 
1826. 

Terremoto  (II)  del  1832  nello  Stato  ecclesiastico.  Quadro  storico  di.... 
Italia  1832. 

Terremoto  (in  «  Boll.  Trim.  del  Club  Alp.   Ital.  >    n.    1,    pp.   26-28). 

Torino  1865. 

Parla  dei  terremoti  etnei  del  UG5. 
Terremoto  (II)  nella  provincia  di  Belluno  avvenuto  la  mattina  del  29 

giugno  1873.  Belluno  1873.  2^  ediz.  con  aggiunte  e  prefazione  di  A. 

GuERNiERi.  Belluno  1874. 

Contiene  articoli  pubblicati  nel  giornale  «  La  Provincia  di  Belluno  »  dal  29 
giugno  a  tutto  Vagosto  18r73. 

Terremoto  del  2  maggio  1874  (in  €  Boll.  mens.  dell'Oss.  di  Moncalieri  » 

voi.  IX,  fase.  7%  p.  99).  Torino  1874. 
Terremoto  (II)  del  10  settembre  1881  e  1'  amministratore  comunale  di 

Orsogna.  Chieti  1882. 
Terremoto  (II)  in  Liguria  (in  «  L' Illustr.   Ital.  »    anno   XIV,   n.    10  : 

6  marzo,  p.  191).  Milano  1887. 
Terremoto  (II)  [1887J  :  Bajardo  e  Pompeiana   (in    «  L' Illustr.   Ital.  * 

anno  XIV,  n.  13  :  27  marzo,  p.  235).  Milano  1887. 
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942  BIBUOGRAFIA 


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libri  ;  anno  XIX,  disp.  III.  Savona  1887. 
Terremoto  (II)  di  Sicilia  e  di  Calabria  [1894]  (in    <  L'  Illustr.    Itel.  > 

anno  XXI,  n.  48  :  2  dicembre,  pp.  366-67,   e  n.    50  :  16    dicembre 

p.  391).  Milano  1894. 
Terremoto  (II)  in  Toscana  [1895]  (in  «  L' Illustr.    Ital.  »    anno   XXII. 

n.  22:  2  giugno,  p.  351).  Milano  1895. 
Terremoto  (II)  a  Firenze  [1895].  Firenze  1895. 
Terremoto  del  18  maggio  1895  in  Firenze  (in  «  Comune  di   Firenze: 

Bollettino  di  Statistica  del  mese  di  maggio  1895  »  anno  Vili,  n.  5, 

p.  9).  Firenze  1895. 
Terremoto  del  18  maggio  1895.  Traccie  descritte  dai   sismografi   del- 
l'Osservatorio sulle  carte  affumicate  (in  «  Op.  cit.  »  anno  VTII,  n.  6. 

p.  9).  Firenze  1895. 

Terremoto  (II)  di  questa  notte  e  i  fatti  accaduti.  Roma  [1895]. 

Foglio  volante  stampato  In  occasione  del  terremoto  di  Roma  deir  1  novembre 
1895. 

—  Vedi:  Tremuoti. 

Testi  L.  -  Caso  proposto...,  nel  novembre  dell'anno  1706  per  il  terre- 
moto seguito  nella  città  di  Pesaro,  nel  quale  si  innalzò  due  palmi 
di  uomo  la  terra.  Alcuni  cittadini  per  una  o  due  ore,  altri  per  tutta 
la  notte  restarono  smemorati.  Ad  altri  caderon  dagli  occhi  lacrime 
involontariamente.  E  benché  siano  passati  molti  mesi  dal  detto  ter- 
remoto, in  alcuni  verso,  la  notte  si  sveglia  involontaria  lacrimatione 
(in  «  La  Galleria  di  Minerva  »  voi.  V,  pp.  287-88).  Venezia  1706- 

T.  G.  -  Vedi  :  Tissandier  6. 

TiBERH  Romano  C.  -  Nuova  e  vera  relatione  del  terribile  e  spauentoso 
terremoto  successo  nella  cittÀ  della  Matrice  e  suo  stato,  con  pati- 
mento ancora  di  Accumolo  e  luoghi  circonvicini,  sotto  li  7  del  pre- 
sente mese  di  ottobre  1639  con  la  morte  compassionevole  di  molte 
persone,  la  perdita. di  bestiami  d'ogni  sorta  e  con  tutto  il  danno 
seguito  fin  al  corrente  giorno.  Roma  1639. 

TissANTDiER  G.  -  Le  tremblement  de  terre  d'Ischia  du  28  juillet  1883 
(in  «  La  Nature  >  année  XIII,  n.  606  :  10  gennaio,  pp.  91-92).  Paris 
1885. 

—  L'etude  des  tremblements  de  terre  en  Italie  (in  «  La  Nature  »  année 
XIII,  n.  623  :  9  maggio,  pp.  363-64).  Paris  1885. 

—  Le  tremblement  de  terre  du  23  févrìer  1887  (in  «  La  Nature  »  n. 
718  :  5  marzo  pp.  209-12,  e  n.  719  :  12  marzo,  pp.  232-36).  Paris 
1887. 

—  Les  tremblements  de  terre  en  Sicile  et  dans  le  sud  de  l' Italie  (in 
«  La  Nature  »  n,  1123  ;  8  dicembre,  pp.  22-23).  Paris  1884. 


'•'^rT^rr 


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un  dlscorsetto  ealla  nebbia  straordinaria  ed  Influenza  de'  folmiDl 
nelia  corrente  stagione  (in  <  Opuscoli  ecelti  sulle  Scienze  e  sulle 
Arti  -  tomo  VI,  pp.  265-73).  Milano  1783. 

Parla  del  terremoti  oalsbrt  del  l^BS,  pubbll(»ndo  una  relazione  latorlca-llslca 
del  terremoti  accaduti  in  Ueaslns  In  queet'annD  1183  dal  5  febbraio  al  6  aprila 
mandata  dal  Slg.  Andrea  Oallo. 

—  Della  vera  influenza  degli  astri  sttlle  stagioni  e  matazioni  di  tempo. 
Sa^io  meteorologico.  Padova  [Varie  edizioni]. 

Nella  terza  edizione  (PadoTa  1797)  alia  parte  in,  art.  1,  pp.  am-ii  <  Del  terremoti 
e  dell'Acque  Profetiche  >  contiene  un  catalogo  di  scosse  sentite  a  Padova 
nel  ITKSe. 

—  De  terraemotu  Calabro  &c  siculo  (in  <  Epbem.  Soc.  Meteor.  Pala- 
tinae.  Observationes  *  anni  1783,  pp.  571-73).  Manlieimli  1785. 

TouEi  N.  -  Carmina,  libri  II.  De  rebos  sacris  et  profanis.  cioioolxxv. 

A  pp.  151-3:  «De  terremotu  prldle  nonas  octobrls  lisa*. 
ToMMASi  A.  -  I  terremoti  nel   Friuli  dal  lllfi   al    1887  (in  «Ann.  Uff. 

Centr.  di  Ueteor.  e  Geod.  ■  voi.  VII!  :  1886,  parte  IV).  Roma  1888. 
[TouuABi  A.]  -  Terremoti  accaduti  a  Sutrio  e  notati   dal   M.   R.   Don 

Francesco  Del  Negro  [176^-1803]  (la  •  Pagine  Friulane  ■  anno  III, 

n.  8,  p.  136).  Udine  1890. 

—  Vedi  :  Tabamelli  T. 

Tomo  H.  -  Il  terremoto  dell'Isola  d'Ischia  (in   <  Ann.   Astro-  Meteor. 

deirOsfl.  Patr.  di  Venezia  •  anno  1884,  p.  116  e  seg.).  Venezia  1884. 
'70RCAPEL  A.  -  Note  sur  le  tremblement  de  terre  du  23  février  1887  (in 

«  Mem.  de  l'Acad.  de  Vauciuse  .  tom.  VII,  1888,  2"  trlm.,   p.  71). 

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Torcia  M.  -  Relation  du  desastre  arrirè  a  Messina  en   Sicile   et   dans 

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—  Lettre  sur  les  tremblements  de  Calabre  du  février  1783  (in  «  Jom. 
dea  Savants  .  dccerabr.  1788).  Paris  1783. 

—  Descrizione  del  tremuoto  accaduto  nella  Calabria  e  a  Messina  alll 
5  febbraio  1783  (in  «  Nuovo  Giorn.  Enciclop.  »  anno  1783,  fase,  di 
gennaio  pp.  81-113,  febbraio  pp.  63-80,  marzo  pp.  56-95,  e  aprile  pp. 
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della  Sicilia  e  di  tutto  e  quanto  k  in  essa  accaduto  dalli  5  febraro 
per  tutto  li  2  marzo  1783.  Tomo  I  [il  solo  uscitol.  Messina  1784. 

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1859]. 

—  Vedi  :  Campani  G. 


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terremotuum  ac  potissimum  Ragasiani  physica  disqoisitio,  seu  giri 
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Tremblement  de  teri'e  aux  environs  de  Rome  (in  «  Nouvelles  Annales^ 

des  Voyages  ecc.  »  voi.  XLII,  pp.  372-74).  Paris  1829. 
parla  del  terremoti  del  1829. 
Tremblement  de  terre  &  Parme  (in   «  Nouv.  Ann.  des  Voyages  ec<\  = 

voi.  LII,  pp.  108-9).  Paris  1831. 

Parla  del  terremoto  sentito  r  11  settembre  1831. 
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Tremblements  (Les)  de  terre  du  27  novembre  ed  du  28  décembre  18>4 

(in  «  La  Nature  »  XIII  Année,  n.  605,  pp.  78-78).  Paris  1884. 
Tremuoto  (Sopra  il)  occorso  in  Sicilia,  e  in  Calabria  il  5  febbraio  1783. 

e  sopra  le  nuove  scosse  che  continuano  a  minacciare  quest'ultima. 

Sciolti  dell'Autore  delle  notti  di  S.  Maria  Maddalena.  Torino  [s.  d.]. 
Tremuoto  (Sopra  il)  occorso  in  Sicilia  e  in  Calabria  li  6  febbraio  178:3. 

Sciolti.  Torino  [s.  d.]. 

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contiene  :  Gap.  Terremoti  (pp.  205-20). 

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—  Gli  effetti  del  terremoto  in  Firenze  e  dintorni  :  la  ricostruzione  ed 
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I 


BIBLIOGRAFIA  945 


Vanxucci  G.  -  Discorso  storico  filosofico  sopra  il  tremuoto  che  nella 
notte  del  dì  24  venendo  il  25  dicembre  dell'anno  1786...  scosse  or- 
ribilmente la  città  di  Rimini,  e  varj  paesi  vicini...  3*  ediz.  Corredata 
di  note,  d'un'appendice  e  di  risposta  ad  una  critica  anonima  e  ad 
un  estratto  del  Giornale  Enciclopedico  di  Bologna.  Cesena  1787,  e 
(in  «  Antol.  Romana  »  voi.  XIII,  pp.  297-300,  305-9,  313-18  e  321-28). 

Roma  1787. 

Le  prime  due  edizioni  furono  pubblicate  senza  il  nome  dell' a. 

Vassalli  -  Bandi  A.  M.  -  Rapport  sur  le  tremblement   de   terre  qui  A 

commencó  le  2  avril  1808  dans  les  vallées  de  Pélis,   de  Cluson,  de 

Pò  etc.  fait  à...  TAcad.  Imperiale  de  Turin.  Torino  1808. 

Transunto  in  «  Blbllotheciue  Brltannique:  Sciences  et  Arte  »  tomo  XXXVIIL  pi». 
116-43.  Genève  ISOrt. 

—  Sopra  il  terremoto  che  da  sette  mesi  scuote  le  valli  del  Felice,  del 
Chisone  e  del  Po  (in  «  Mem.  di  matem.  e  fis.  della  Soc.  Ital.  delle 
Se.  »  tomo  XIV,  parte  II  :  Fisica,  pp.  2J<8-81).  Verona  1808. 

—  Sopra  il  tremuoto  del  di  23  di  febbraio  dell'anno  1818  (in  «  Mem. 
R.  Acc.  delle  Se.  di  Torino  »  voi.  XXIII).  Torino  1818. 

Vecellio  a.  -  Il  terremoto  di  Belluno.  Poesia  (in  «  Il  Tomitano  »  anno 

II,  n.  20,  pp.  162-:i).  Feltro  1873. 
Velain  C.  -  Les   cataclysmes   volcaniques   de   1883.  Ischia,  Krakatoa, 

Alaska  (in  «  Bull.    Hebd.    de  TAss.  Se.    de   Franco  »    nn.   288-89). 

Paris  1885. 

—  Le  tremblement  de  terre  d' Ischia  du  28  juillet  1883  (in  «  La  Na- 
ture »  n.  533":  18  agosto,  pp.  183-87).  Paris  1883. 

—  Les  tremblements  de  terre  :  leurs  elfets  et  leurs  causes  (in  «  Revue 
Scientifiquc  »  III  serie,  voi.  XIII,  pp.  353-61  e  395-405).  Paris  1887. 

Vicende  (Delle  luttuose)  deiranno  1755  [s.  d.  e  1.] 

Vicentini  G.  -  Cenno  sui  terremoti  manifestatisi  sul  territorio  senese 
il  giorno  30  novembre  1890  (in  «  Atti  R.  Acc.  dei  Fisiocritici  »  serie 
IV,  voi.  II)  Siena  1891,  e  (in  *  Riv.  Scient.  Ind.  »  voi.  XXIII,  nn. 
6-7,  p.  115).  Firenze  1891. 

—  Cenni  sui  terremoti  27  febbraio  e  7  maggio  1893  (in  «  Atti  R.  Acc. 
dei  Fisiocr.  »  serie  IV,  voi.  IV).  Siena  1893. 

—  Osservazioni   sismiche   (in  e  Atti   R.  Acc.    dei   Fisiocr.  »  serie  IV, 

voi.  VI.  pp.  305-16).  Siena  1894. 

contiene  le  notizie  sul  movimenti  sismici  registrati  dal  Mlcroslsmo^rrafo  vi- 
centini nel  febbraio-aprile  1894. 

—  Osservazioni   sismiche   (in  «  Atti  R.  Acc.    dei   Fisiocr.  »    serie   IV. 

voi.  VI,  pp.  555-78).  Siena  1894. 

Contiene  lo  notizie  come  sopra  dal  mafir^lo  al  (fiu^no  1804. 

—  Movimenti  sismici  registrati  dal  Microsismografo  Vicentini  nelln 
prima  metà  del  luglio  1894  (in  «  Atti  R.  Acc.  dei  Fisiocr.  >  serie 
IV,  voi.  VI).  Siena  1894. 

BARATTA .-  Terremoti  ecc.  60 


946  BIBLIOGRAFIA 


Vicentini  G.  -  Microsismografo  a  registrazione  continua.  Cenno  sui 
movimenti  sismici  dei  giorni  14  e  15  aprile  1895  (in  «  Boll.  Soc. 
Veneto  -  Trentina  di  Se.  Nat.  ^  tomo  VI,  fase.  1").  Padova  1895. 

—  Intorno  ad  alcuni  fatti  risultanti  da  osservazioni  microsismiche  (in 
«  Atti  e  Mem.  R.  Acc.  di  Se.  lett.  ecc.  di  Padova  »  voi.  XII,  disp. 
1*).  Padova  1896. 

—  Fenomeni  sismici  osservati  a  Padova  dal  febbraio  al  settembre  1895 
col  Microsismografo  a  due  componenti  (in  «  Atti  Soc.  Veneto  -  Tri- 
dentina di  Se.  Nat.  »  serie  II,  voi.  in,  fase.  V).  Padova  1896. 

—  Su  due  notevoli  movimenti  sismici  (in  e  Atti  R.  Ist.  Veneto  >  serie 

VII,  voi.  Vili:  1896-97,  pp.  271).  Venezia  1897. 

Vicentini  6.  e  Parcher  6.  -  Considerazioni   sugli  apparecchi   sismici 

registratori  e  modificazioni  del  Microsismografo   a  due  componenti 

(in  €  Atti  R.  Ist.  Veneto  »  serie  VII,  tomo  VII  :  1895-96,  pp.  385-99). 

Venezia  1896. 

Contiene  le  deflcrlzionl  dei  diaframmi  dei  movimenti  sismici  del  29  ottobre  e 
25  dicembre  ì9dò  e  del  15  gennaio  ed  S  marco  1896. 

ViGiLLATO  G.  -  Il  trerauoto  del  1783.  Canto  (in  «  Vigo  :  Canti  popolari 

siciliani  »  p.  327).  Catania  1857. 
ViGNOLO  6.  M.  -  Terremoti  registrati  a  Cavour  negli   anni   1808,  1809 

e  1810  (in  «  Boll.  mens.  deirOss.  di  Moncalieri  »  serie  II.  n.  6,  p.  83). 

Torino  1879. 
ViNASSA  De  Regny  P.  E.  -  Brevi  appunti  sul  terremoto  fiorentino    del 

18  maggio  1895.  Pisa  1895. 

—  Vedi  :  Giovannozzi  P.  G. 

ViNOT  L.  -  Etude  sur  les  tremblements  de  terre.  Paris  1893. 

Visconti  P.  -  Lettera  del  signor  Dottor  V.  P.  Visconti  della  Badia  di 
S.  Salvatore  nello  Stato  di  Siena,  scritta  al  Dottor  Saverio  Manetti, 
dandogli  ragguaglio  d' una  successiva  quantità  di  Terremoti,  che  da 
due  anni  in  qua  si  sono  fatti  sentire  nel  territorio  della  sua  Patria. 
siccome  a  Kadicofani  poco  di  là  distante^  con  alcune  riflessioni 
sopra  i  fenomeni  dai  quali  sono  stati  accompagnati  (in  «  Nuovo  Ma- 
gazzeno Toscano  »  voi.  II,  pp.  1-18).  Firenze  1778. 

Vitale  P. 

Scrisse,  secondo  il  Mougitore  «  Palermo  ammonito  ecc.  »  p.  5  [vedi],  una  rela* 
zione  sul  terremoto  di  Palermo  del  1728. 

Vittori  G,  -  Stato  dell'Aquila  degli  Abruzzi  nei  grandi  periodi  sismici 
del    1315,    1349   e    1461-62  (in  «  Boll.   Soc.   Stor.  Abruzzese  »  anno 

VIII,  fase.  16°).  Aquila  1896. 

VrvENzio  G.  -  Istoria  e  teoria  de'  tremuoti  in  generale  ed  in  partico- 
lare di  quelli  delle  Calabrie,  e  di  Messina  del  MDCCLXXXIII.  Na- 
poli 1783. 

—  Istoria  de'  tremuoti  avvenuti  nella  provincia  della  Calabria  ulteriore 


r^^=Tr^?:i 


BIBLIOORAPU  947 


e  nella  città  di  Messina  nell'anno  1783  e  di  quanto   nella  Calabria 
fu   fatto   per   lo   suo   risorgimento  fino  al  1787,  preceduta   da  una 
teoria,  ed  istoria  generale  de'  tremuoti.  2  voi.  Napoli  1788. 
Volante  A.  -  Tellurico  bacio  e  danza  :  la  terra  a  cui   vien  la  gobba. 
Ragionamento  sui  terremoti.  Torino  1887. 

—  La  luce  nel  terremoto.  Torino  1895. 

VoGLi  J.  -  De  terraemotu,  qui  calendis  juniis  anno  1779  Bononiam 
vexare  coepit  (in  «  De  Bononiensi  scient.  et  art.  Instituto  atque 
Academia  commentari!»  tomus  VII,  opuscola,  pp.  27-38).  Bononiae 
1791. 

Volger  Otto  -  Untersuchungen  tiber  das  Philnomenen  der  Erdbeben 

in  der  Schweiz.  Gotha  1855. 

Bruditisslma  monografia  riguardante  1  terremoti  della  Svizzera,  che  contiene 
pure  molte  notizie  per  le  parti  limitrofe  del  Piemonte  (Mercalli  O.  :  «  I  terr. 
deUa  Liguria  ecc.  »  p.  C). 

—  Untersuchungen  tlber  das  letztj&hrige  erdbeben  in  Central  -  Europa 
(in  <  A.  Petermakn  :  Mittheilungen  aus  J.  Perthes'  Geogi*.  Anstalt 
ecc.  »  heft  III,  p.  85-102).  Gotha  1856. 

Volturno  Tirenio  -  Il  terremoto  autielettrico.  Bologna  1779. 

Voto  di  Jepte  (II)  -  Dramma  sacro  per  musica  da  cantarsi  nella  città 
dell'Aquila  in  occasione  si  celebra  nella  Chiesa  Cattedrale  li  di  an- 
niversario della  prodigiosa  liberazione  dal  tremuoto  seguito  nel  di  6 
ottobre  1762  in  ringraziamento  al  di  lei  amatissimo  tutelare  S.  Emi- 
dio... Aquila  [1801]. 

Votum  Civitatis  Messanae  Sanctissimae  Virgini  Mariae  de  Litera,  fa- 
ctum die  XI  Januarii  1695  ob  beneflcium   liberationis  a  Terraemo- 

tibus.  Messina  1695. 

È  riprodotto  in  «  C.  D.  Gallo:  Oli  Ann.  della  Città  di  Messina  »  nuova  edizione 
voi.  ni,  libro  v.  pp.  438-90.  Messina  1881. 

Vuou  L.  -  Lettera  su  di  un  fenomeno  che  si  sperimentò  dopo  il  tre- 
muoto avvenuto   nell'Aquila  il   giorno  11  nov.  1790.  [Napoli  1790]. 

Wabburton  M.  -  Dlssertation  sur  les  tremblements  de  terre  et  les  éru- 

ptions  de  feu.  Paris  1764. 
Wild  -  Ueber  die  Wirkung  des  Erdbebens   vom    23   Februar  1887  im 

magnetlachen  Observatorium  zu  Pawlowsch.  [?J. 
WoLF  J.  H.  -  Das  am  5  Homung  1783  verungluckte  Messina  in  seiner 

chemaligen  gltozenden  Ge&talt,  und  nunmehrigen  werwastung  ge- 

schildert  von  einen  Angenseugen.  Prag,  Wien  1783. 
WoLF  G.  -  Das  erdbeben  an  der  Riviera  ara   23  februar   1887.   Siegen 

[s.  d.]. 

X.  -  Particolari  interessanti  del  terremoto  del  23  febbraio  1887  (in 
«  Rassegna  Nazionale  »  voi.  XXXIV,  pp.  337-42).  Firenze  1887. 


948  BIBUOORAFIA 


YuNG  T.  -  De  igaivomoruin   montium   et   terremotuum   causa,  effecti- 

busque  exinde  profluentibus  ecc.  Pistoia  1782. 

Transunto  In  «  Giornale  Letterario  ecc.  »  n.  8,  p.  63,  col.  1-2,  anno  Mixxxxxxin 
Alll  confini  d' Italia  [ma  Venezia.]. 

Zantedeschi  F.  -  De  l' influence  de  la  lune  dans  les  tremblements  de 
terre,  et  des  conseguences  probabies  qui  en  dérivent  sur  la  forme 
ellipsoidale  de  la  Terre,  et  sur  les  oscìliations  des  pendules  (in  «  C. 
R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  tomo  XXXIX,  pp.  375-77).  Paris  1854. 

—  Breve  riassunto  di  tremuoti,  di  vittime  di  fulmini,  e  di  grandini 
desolatrici  [1870]  (in  «  Atti  R.  Ist.  Veneto  »  serie  III,  voi.  XV,  pa- 
gine 2015-18).  Venezia  1870. 

Zappoli  M.  a.  -  Sul   fatale   terremoto   ultimo  [1883]   di   Casamicciola. 

Bologna  1884. 
Zarlenga  R.  -  Breve  annotazione  sui  terremoti  della  valle  di  Sora  del 

1873  (in  «  Il  Pirla  »  anno  I.)  Napoli 
Zenger  C.  V.  -  Le  parallelisme  des  phénomènes  sismiques    en    févrìer 

1887  et  des  perturbations  atmosphériques,  électriques,  magnétiques 

et  des   eruptions  volcaniques  (in  «  C.  R.  de  l'Acad.  des  Se.  »  voi. 

CIV,  pp.  959-61).  Paris  1887. 
Zexoni  -  Memorie  storiche  fisiche  -  critiche  sul  terremoto.  Cremona  1783. 
Zerenghi  F.  -  Discorso  del  terremoto.  Macerata  1626. 
ZiNNO  S.  -  Vedi  :  Guiscardi  G. 
Zona  T.  -  Sopra  operazioni  che  si  dovrebbero  fare  ad  Ischia  (in  «  Riv. 

Scient.  Ind.  *  voi.  XVI,  pp.  125-26).  Firenze  1884. 

—  Nuova  ipotesi  sui  terremoti  (in  «  Atti  R.  Acc.  delle  Se.  lett.  e  arti 
di  Palermo  »  serie  III,  voi.  IV).  Palermo  1897. 

ZuccARO  A.  M.  -  Istoria  dei  tremuoti  degli  8  marzo  e  seguenti  di  detto 

anno  [1832].  Catanzaro  1833. 
ZuouoLO  G.  -  Del  terremoto,  Trattato  nel  qual  si  vede  intorno  a  questo 

movimento    opinion  diverse   dall'altre   pubblicate   fin   qui.  Bologna 

1571. 
Zupo  N.  -  Riflessioni  su  le  cagioni  fisiche  dei  tremuoti   accaduti  nelle 

Calabrie  nell'anno  1783.  Napoli  1784. 
Zurcher  et  Margolle  -  Volcans  et  tremblements  de  terre.  Paris  [1866]. 


APPENDICE. 

Alberti  Magni  -  Liber  Methaurorum.  Novimagio  1488. 

Il  trattato  II  del  libro  III  a  \in  capitolo  «  De  terraemotu  ». 
Alstedius  J.  H.  -  Scientiarvm  oranivm  Encyclopaediae.  Lugduni  1649, 

Nel  tomo  II,  il  libro  IV  (p.  140-11)  «  De  ventis  et  terraemotu  ». 


BIBUOGRAFIA  949 


Baratta  M.  -  Lo  scoppio  del  dinamitificio  di  Avigliana  e  la  Geofìsica 

(16  gennaio  1900).  Torino  1900. 
Bernoulli  J.  -  Ad  precedentes  litteras  &  narrationem  D"*  Textoris  re- 

sponsio  (in  «  Opera  Omnia  »  tomo  IV,  pp.  614-21).  Genevae  et  Lau- 

sannae  1742. 

B'  una  risposta  ad  uno  scritto  di  textor  (vedi)  Indirizzato  al  Bernoulli. 

Cermenati  M.  Lo  scoppio  della  polveriera  di  Vigna  Pia   (Roma)   e   la 

Geologia.  Roma-Siena  1891. 

contiene  due  note  interessanti  la  sismologia  e  state  inserte  nel  «  BoU.  del  Na 
turalista  »  anno  xi  (1891)  pp.  77-ei  e  98-97. 

CoRDENONS  F.  -  Étude  sur  les  tremblements  de  terre  et  les  volcans 
(in  <  Arch.  des  Se.  phys.  et  nat.  »  tome  X).  Genève  1883. 

Danza  E.  -  Breve  discorso  deirincendio  succedato  a  16  dicembre  1631 
del  Vesuvio  e  luoghi  circonvicini  e  dei  terremoti  della  città  di  Na- 
poli. Trani  1632. 

De  Llanos  a.  -  Relazione  ovvero  itinerario  ftitto  dall'auditore  D.  A.  U. 
De  Llanòs  per  riconoscere  li  danni  causati  dalli  passati  terremoti  se- 
guiti li  14  gennaro,e  2  febbraro  MDCCIII,  con  il  numero  dei  morti, 
e  feriti  nella  provincia  dell' Abbruzzo  Citra  e  luoghi  circonvicini 
per  darsi  di  essi  distinta  notizia  al  signor  Vice  Re  di  Napoli.  Roma 
1703. 

Deix)renzo  G.  -  Studio  geologico  del  Monte  Vulture  (in  e  Atti  R.  Acc. 

delle  Se.  di  Napoli  »  memoria  1^,  serie  II,  voi.  X),  Napoli  1900. 
Parla  fì^uen temente  sulla  origine  del  terremoti. 

GUnther  S.  -  Handbuch  der  geophysik.  Zveite  gUnzlich  umgearbeitete. 

Aufage  .  Stuttgart  1897... 

Nel  voi.  I  avvi  il  cap.  IV  intitolato  :  «  Brdbeben  »  (pp.  485-901.) 
GuzzANTi  e.  -  Terremoto  di  Mineo  del  21  giugno   1888  (in  «  Gazzetta 

di  Catania  »  23-24  giugno).  GaUnia  1888. 

Humboldt  (De)  A.  -  Cosmos.  Essai  d'une  description  physique  du  Montica 

[Varie  edizioni]. 

Nella  II  edizione  milanese  (1846)  tratta  de'  terremoti  a  pp.  168-75  del  voi.  ii. 
JoHNSTON  La  VIS  H.  J.  -  Volcans  et   tremblements  de  terre  (in  «  Aiìti. 

Géolog.  Univer.  »  tome  V.  1888,  pp.  629-55).  Paris  1889. 

Contiene  un  riassunto  bibliografico  di  varli  lavori  su  terremoti  italiani. 
LucHESi  A.  -  Contribuzione  allo  studio  del   grande   terremoto   napole- 
tano del  decembro  1857  (in  «  Boll.  Soc.  Sism.  Ital.  >  voi.    VI,    pp. 

67-70).  Modena  1900. 

Contiene  una  lettera  di  a.  lupo  di  Cangiano  relativa  a  tale  terremoto. 

Lupo  A.  -  Vedi  :  Luchesi  A. 

Marangoni  C.  -  Gravi  errori  di  stima  sulla  direzione   delle  nuvole   o 

del  terremoto  (in  <  Kend.  R.  Acc.  dei  Lincei  »).  Roma  188.... 

Mrrcalli  G.  -  Elementi  di  Mineralogia  e  di  Geologia.  Milano...  [Varie 

edizioni]. 

Nella  seconda  edizione  [s.  d.]  si  tratta  del  terremoti  nel  %  151-58,  pp.  290-^. 


950  BIBUOORAFIA 


»  

Mercalli  6.  -  I  terremoti  della  Liguria  e  del  Piemonte  (in  «  Bassegna 

Nazionale  »  fase,  del  V  dicembre  1897).  Firenze  1897. 

Pasanisi  F.  M.  -  Testo  di  Geografia.  2*  edizione.  Roma  1898. 

Tratta  del  volcanl  e  terremoti  a  pp.  Tff^Sd, 
Rasse&na  delle  Scienze  Geologiche  in  Italia.  Voi.  I,  1891  ;  voi.  II,  1892 

e  voi.  Ili,  1893.  Soma  1892-1894. 

Ck>ntiene  le  recensioni  bibliograficlie  degli  scritti  riguardanti  i  terremoti  ita- 
liani pubblicati  negli  anni  lsol-08. 

Recupero  G.  -  Storia  naturale  e  generale  dell'  Etna...  Opera  postuma 

arricchita  di   moltissime  interessanti   annotazioni   dal   suo  Nepote 

Agatino  Recupero.  Volumi  due.  Catania  1815. 
Parla  frequentemente  del  maggiori  terremoti  etnei. 
Rudolph  E.  -  Die  fortschritte  der  Geophysik  der  Erdrinde  (in  «  Geogr. 

Jahrbuch  »  voi.  XX,  pp.  265-370). 

VI  al  trova  tranauntata  brevissimamente  la  maggior  parte  del  lavori  italiani 

Silvestri  0.  -  Der  Aetna  in  den  Jahren  1S63-1866  mit  besonderer  Be- 

ziehung  auf  die   grosse   Eruption  von  1865.  Trad.  di  G.  Rath  (in 

«  N.  Jahrbuch  fUr  Minerai.,  Geol.,  u.  Pai.  »).  Stuttgart.  1869. 
Riguardano  1  fenomeni  slamici  deireruzlone  le  pp.  49^  deirestratto. 

—  Un  viaggio  all'Etna.  Torino  1879. 

Nel  cap.  VI  si  parla  del  terremoti  disastrosi  del  Id^  specie  a  pp.  143-45. 

Silvestri  0.  e  Grablovitz  G.  -  Fenomeni  geodinamici  inerenti  alle 
esplosioni  eruttive  di  Vulcano  (Art..  I  del  Cap.  Ili  della  <  Relazione 
scientifica  della  Comm.  incaricata  dal  Governo  degli  studi  sa  le 
eruzioni  dell'Isola  di  Vulcano  incominciate  il  3  agosto  1888  e  ter- 
minate il  22  marzo  1890  »  in  «  Ann.  Uff.  Centr.  dì  Meteor.  e  Geod.  * 
Voi.  X,  parte  IV,  pp.  125-37).  Roma  1891. 

Textor.  -  De  terraemotibus  Carolo  Hesychii  factis  (in  <  J.  Berkoulu: 
Opera  Omnia  »  voi.  IV,  pp.  502-18).  Genevae  et  Lausannae   1742. 

[rhiitso  il  2i  Ottobre  i90Cf\ 


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41 

1 

1903 

\V\ 

"73 

18 

1451 

1461 

105 

20 

Settembre  17 

Novembre  17 

27 

17  Dicembre 

17  Novembre 

1«) 

12 

Girifalco  (Catania) 

Girifalco  (Catanzaro). 

137 

9 

1617 

1648 

189 

80 

Novembre  10 

Novembre  6 

146 

7 

I  terr.  della  Liguria 

vulc.  e  fenom.  vulc. 

209 

18 

Settembre  8 

Agosto  8 

2» 

27 

Marzo  29 

Novembre  29 

293 

27 

Celle  (Tortona) 

Cella  di  Bobbio  (Pavia) 

29 

celle 

cella 

297 

6 

Marzo  10 

Marzo  9 

846 

1 

Gennaio  25 

Febbraio  23 

856 

18 

15.15  ant. 

10.15  ant. 

861 

7 

ore  11  li4 

ore  11  1|4  ant. 

877 

20 

ore  8,45 

8,45  ant. 

898 

12 

sud 

nord 

420 

19 

del  27 

del  29 

487 

9 

CoUalto,  Gula 

Guia. 

441 

24 

Mugello  (Toscana) 

Firenzuola  (Homagna  Toscana] 

450 

84 

Ottobre  5 

Ottobre  4 

463 

28 

1874 

1878 

469 

88 

Maggio  20 

Maggio  22 

477 

12 

Al 

A'^ 

13 

A2 

A"' 

4T9 

16 

Giugno  21 

Giugno  22 

481 

1 

vallese  (Piemonte) 

Vallese  e  Piemonte 

490 

9 

Maggio  10  12 

Marzo  10  12 

511 

12 

Formosa  di  Taro 

Fornovo  di  Taro 

589 

27 

Gennaio  6 

Gennaio  5 

7i9 

27 

Romagna,  Toscana 

Romagna  Toscana 

136 

83 

1885 

1806 

782 

15 

Fig.  129 

Fig.  180 

-m 

29 

Fig.  81 

Fig.  181 

'796 

7 

Fig.  81 

Fig.  131 

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9 

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