cffiMtgaszEBgs^ggEKaaiiftaaa^
ifin
OVVERO
IL SÈLAM MERAVIGLIOSO
^GÌÌù allegorÉca-romantica
diviso in 8 quadri
DEL COt^EOGRAFO
GIOVANNI PULINI
/
Ci
Torino, 1872
TIPOGRAFIA TEATRALE DI B. SOM
Yia Carlo Alberto, 22.
ÌWES^SB^^BSaSEl^SSSJ
/
y
/
Digitized by the Internet Archive
in 2012 with funding from
Brigham Young University
http://archive.org/details/kamilovveroilslaOOanon
OVVERO
IL SELAM MERAVIGLIOSO-
DIVISO IN 8 QUADRI
DEL COREOGRAFO
da rappresentarsi
AL TEATRO IITTORIO EllELE »l TORIO
LA STAGIONE D'AUTUNNO 1872.
TORINO, 1872
l'IFOSiRAriA TE.l.T!et.I<Ii: DI B. SOM
Via Cario A!i>ef!o, N. 22.
NB. Il Coreografo si riserha tutti i diritti di
proprietà che le accorda la Tregge delli 25
Giugno 1865.
^tKaEeliie Cei%&i(> ^tilS\%r^oii]ieiito
L'Asia, culla del genere limano e della civiltà, è la più
estesa parte del mondo^ e la meglio da natura favorita.
DelV America e maggiore, un quarto più delV Affrica,
quattro volte Europa,
Belle j oltremodo leggiadre nascono le donne nelVAsia:
le donne che costituiscono la più cara 'porzione del genere
umano, sono in quei luoghi solo stromento di piacere, pa-
scolo dei sensi della voluttà.
* ' •....». «.«
I doviziosi musulmani si formarono delle donne un
giardino di delizie^ delle più avvenenti un serraglio^ ove
da uomini evirati son tenute in custodia. Il Stdtano pos-
siede il più ricco e superbo serraglio. Fino a cinquecento
sommano le fanciulle ivi raccolte specialmente le più belle
Circasse che tratte prima, in servitù, vengono dall'epicureo
Tinonarca compre e pagate a caro prezzo. Somme immense
si profondono nel mantenere queste veneri che nuotano
nella mollezza e nel sibaritismo, e quella caterva d'Eunuchi
destinati a sorvegliarle e servirle.
So7io felici queste donne? E invidiabile la loro sorte?
E quella la vera condizione in cui madre natura le ha
poste? E quello lo scopo precipuo per cui furono messe
cdlato delVuomo? È quella la missione cui sono chiamate?
Alla donna Vardua sentenza.
II 'ìnovente e l'intreccio del presente coreografico lavoro
si aggira su d'una di quelle infelici fanciulle, che forzate
dai proprii genitori ad essere poste nel numero di quelle
disgraziate, che facendosi un Dio yielV interesse si disputano
perfino il cuore di un tiranno.
4
Povera Kamil! contava appena i4 anni! fiore appena
sbocciato y dai colori delV iride ingemmato di mattutina
aurora, ma i genitori [secondo il costume della Gir cassia)
non videro in essa che un tesoro che dovea lor fruttare
vistosa somma di danaro — La vendettero ad un iisuraio^
certo Ahdallali^ greco rinnegato^ il qucde colla speranza di
ricavarne molto guadagno^ la presentava qual sua pupilla.
Vistala il SidtanOy se ne invaghì sì forte che risolse di
possederla ad ogni costo per farla regina del suo harem ,
la prediletta sua, l'Eden ove deliziarsi.
Sebbene Kamil in cuor suo mcdedisse la sorte delle po-
vere figlie della Circassia^ le fu forza obbedire al crudo
fato che la voleva al serraglio. Dotata com'era di rara
perspicacia di mente^ conobbe tutto l'avvilimento in cui
piombava, e risolse da quelV istante a redimersi dalla
schiavitù. Giurò che ogni cosa avrebbe tentatOy qualsiasi
"tnezzo usato per fuggire dal serraglio e portarsi in lon-
tana terra, ove vivere vita libera %mitamente a Giorgio,
giovane greco che ella avea prima, conosciuto ed amato,
e che ne era corrisposta.
Su questi fatti ed altri episodi fantastici (indispensa-
bili per lo sviluppo dell'azione] e fondato il presente la-
voro coreografico.
PERSONAGGI ATTORI
Rokneddin-Karschah, sultano. . . Cucxoli Angelo
Alaide, sua favorita. ..... Rivetti Felicita
Kamil^ giovane circassa , . . . Salvioni Elvira
Abdailah, greco rinnegato e mer-
• cante di schiavi Venanzio Giovanni
Giorgio, giovane greco .... Piilini Ferdinando
Il Genio della Civiltà sotto vari
costumi Operti Ernesta
Abmed, capo degli Eunuchi . . Soffietti Eugenio
Orombi^ custode dei condannati - . Venanzio Giovamii
Un Bey. ......... iV. i\'.
Un Mercante N, N,
Una Schiava ........ JV. N.
Schiave del Serraglio
Schiave di varie nazioni esposte al mercato
OdaHsche - Eunuchi - Moretti - Schiavi emancipati
Femmine armate - Genj del Progresso
Banda moresca - Le Arti - Le Scienze - Le Grazie
Le Virtù Morali ecc. ecc.
IJ azione è in Asia e nel soggiorno della Civiltà.
QUADRO PRIMO
Grati piazza della città d'ispaliam^ nel mezzo
un bazar di schiavi,
È aperto il mercato. Vedonsi mercanti di diversi generi
attendere alle loro incombenze, mentre i più, tratti dairim-
menso lucro, volgono la loro attenzione al gruppo di tende
destinato alla vendita di schiave di diverse nazioni. Fra
costoro Giorgio si aggira pensoso.
Una donna velata appare sopra un balcone. Essa è la
bella Kamil, giovane Circassa da tutti creduta la pupilla
di un vecchio greco e rinnegato, chiamato Abdallak, e
padrone del Bazar.
La bella Circassa veduto appena l'amato garzone sco-
presi con precauzione il volto, e staccatasi dal petto un
SÈLAM (mazzolino parlante composto di vari fiori, con
fina arte disposto da formare un discorso] lo getta furti-
vamente a Giorgio, il quale esprime la sua gioia leggen-
dovi in esso il di lei amore.
Kamil si ritira, e Giorgio si frammischia alla moltitu-
dine. Escono Abdallak e Kamil, il vecchio va esaminando
le diverse tende e mercanteggiando alcune schiave, mentre
Gior^io e Kamil scambiansi furtivamente ses^ni dentelli-
genza.
Al suono di marziali strumenti, preceduto da numeroso
corteggio, si ava'nza il Sultano Rokneddin-Karschah, e va
ad osservare le pii^i appariscenti schiave esposte al mer-
cato. I mercanti, per invoghare il ricco dilettante, gli fanno
danzare le più belle donne d'ogni paese, ma al di lui
freddo contegno è facile ad accorgersi che nessuna di esse
merita i r-eali suoi sguardi e sta per allontanarsene, quando
l'astuto Abdallak, come per caso fosse, gli fa vedere la
bella Kamil. — Non trattiene il Sultano il suo contento
nello scorgere tanta beltà, e ne chiede ansiosamente il
prezzo. Accortosi deireffetto il rinnegato Abdallak finge
di non vendere a nessun prezzo la sua pupilla. Il Sultano
punto dalla resistenza e dall'amore, sospinto esibisce te-
sori ed il rinnegato pare che stia per transigere colla co-
scienza. Kamil e Giorgio intanto si osservano desolati, ed
8
il Sultano finisce coirofferire al rinnegato tant'oro che
questi accetta e conclude Tinfame mercato. Kamil è co-
stretta a seguire il suo nuovo padrone. Giorgio fuori di
sé sta per opporsi e difenderla, ma il Genio della Civiltà
(che sotto le vesti di mercantessa avea assistito a quelle
scene di schiavitù) lo trattiene dicendogli: Arrestati, non
è tempo ancora; verrà ristante che la Civiltà, il Progresso
spezzeranno le catene che a quelle misere impone una
selvaggia legge, un vile tiranno! Dio ci creava hberi!....
corraggio e fede!... seguimi e ti prometto sarai fehce uni-
tamente a colei che ami. Giorgio scosso da quei detti e
compreso da arcano fremito, tutibante Tascolta, e vinto
dalla speranza di vedere colei che tanto ama, fa sì che
ciecamente la segua. Intanto la folla di mercanti con le
loro merci si disperdono.
■■ QUADRO SECONDO
— 0 —
interno di un magnifico padiglione nei giardini
del Sidtano.
Alcune Odalische precedono la favorita Alaide, la quale
accetta con indifierenza le cure di quelle. Le Odahsche
dal loro canto esprimono dispetto di dover obbedire Fim-
periosa Sultana. — Abmed annunzia l'arrivo del Sultano.
La favorita e le Odahsche si dispongono per riceverlo.
Preceduto dagli Eunuchi viene il Sultano, Alaide gU
prodiga le più dolci carezze, ma PLokneddin annojato la
discaccia, e fa invece introdurre la bella Kamil. Tutte le
Odalische vengono a vedere con curiosità la nuova loro
compagna. Alaide le trova dei difetti e critica la sua bel-
lezza. Intanto viene annunziato al Sultano un portatore
di un fogho. Tutte le Odahsche si coprono coi loro veh.
Il Sultano ordina che il messaggiero sia introdotto. Si
avanza un Bey che umilmente gh consegna un foglio. Letto
questo, il Sultano ordina a tutti di ritirarsi ed egli stesso
parte col Bey, dopo di aver caldamente raccomandata
Kamil al capo degli Eunuchi.
Abmed dà ordini al alcuni Eunuchi i quali anche essi
partono per eseguirh, poi fatto im segnale i cortinaggi
del padiglione si aprono e lasciano vedere le schiave che
escono dai bagni, parte di esse acconciandosi, altre in-
trecciando le lunghe chiome miransi negli specchi pre-
sentati loro dagU schiavi mori, e coronansi di fiori e di
perle, alcune scherzano fra loro. Alaide, la superba favo-
rita, in mezzo a quelle accetta sempre con orgoglio le
loro cure. Dopo una tale scena mista di gruppi e danze,«
viene introdotta la bella Kamil. Tutte le Odalische colpite
dalla bellezza e dai modi della nuova favorita le danno a
dividere come essa sia la bene accetta, trascurando in tal
guisa la superba Alaide. Entrano intanto le serventi re^
cando ceste di frutta, vasi di fiori, ed altri oggetti per
rinfreschi che TEunuco rivolto alle Odalische offre loro
quanto contiensi. Una delle serventi lascia cadere un vaso
di fiori. Abmed sta per punirla, quando Kamil lo trattiene:
« Sono io che ho urtato questa giovine, e se ella deve
essere punita, io debbo sulDirne la pena » Abmed stupito
s'inchina aha nuova favorita del suo Signore e si allontana.
La povera servente [sotto le cui spoglie nascondesi il Genio
della Civiltà] le offre un mazzohno di fiori a: Non ho altro
ad offrirvi: non disprezzate però il mio dono, che un giorno
vi sarà utile assai. EgU è un Sèlam simbolico, e basterà
svellere alcune di queste foglie perchè sia soddisfatto ogni
vostro desiderio.» Kamil la ringrazia, e per non dispiacerle
accetta il dono. Intanto tutti si sono ritirati lasciando sola
Kamil. — Il benefico genio introduce Giorgio. Kamil ve-
dendolo getta un grido di gioja. I due amanti subito sono
uno nelle braccia dell'altro, si fanno mille interrogazioni,
ma quella scena d'amore è subito interrotta dalla venuta
della fìnta servente che corre precipitosa ad avvertirli
dell'improvviso arrivo del_ Sultano. Confusione dei giovani
amanti scorgendo daognf parte avanzarsi gli Eunuchi; come
salvarsi? Allora la fìnta servente fìngendosi colta come da
subitanea idea, strappa dalle mani di Giorgio il pugnale
che esso avea sguainato per difesa, si pone fra essi fìn-
gendo difendere Kamil e minacciando di uccidere il gio-
vane se ardisse alzare le mani sulla favorita del suo Si-
gnore.
Preceduto dai suoi Eunuchi viene il Sultano che a tal
vista freme di sdegno, e chiedendone la raaione del fatto
Giorgio non sa che rispondere. Quando la fìnta servente
gettandosi ai piedi del Sultano le espone come ed a caso
avesse scoperto che un uomo trascinava a viva forza una
10
schiava, ella accorrendo alle grida di quella disarmò il
rapitore.
Rokneddin facendole cenno di alzarsi, ne loda la fedeltà
ed il coraggio mentre Abmed ad un cenno di esso fa
trascinare il disperato giovane per serbarlo al meritato
castigo^ poi ordina alle accorse Odalische di prodigare a
Kamil le loro cure, e parte col seguito.
Kamil ri agrazia le sue compagne delle cure che le ap-
prestano; e si mginocchia implorando dal cielo la salvezza
dell'amato Giorgio; le cade il mazzolino parlante, resta
sorpresa nel raccoglierlo, poiché rammentando le parole
della fida servente legge in quei fiori che può liberare
ramante. Ciò che ella fa svellendone qualche foglia e ne
attende il risultato. Tutte le sue compagne corrono a suoi
piedi e la chiamano sua regina. Lusingata da ciò, torna
a svellerne altre foglie e comparisce un gran fascio d'armi,
ad un cenno di Kamil esse giubilanti se ne impadroniscono
e si dispongono in atteggiamento militare.
Abmed, accorso allo strepito, rimane attonito di quanto
vede e corre ad avvertire il suo Signore dell'accaduto.
Ma Kamil veglia alla salvezza di tutte, e quando irato
compare il Sultano colle guardie, altro non vede in mano
delle Odalische che mille oggetti di fantasia coi quali si
divertono le unite compagne.
Stupisce a tal vista P^akiieddin, e ridendosi della paura
di Abmed si ritira coi suoi. Abmed crede appena ai suoi
occhi, e Kamil non accordandogli tempo a sincerarsi, ri-
corre nuovamente al tahsmano. I fiori ed ogni oggetto di
fantasia ritornano armi, e le donne precipitandosi sopra
TEunuco lo costringono a precipitosa fuga. La fida schiava
(il Genio della Civiltà) andata a raccogliere altre schiave,
ritorna con esse, fa conoscere loro che d'ora innanzi la loro
divisa dev'essere abolizione della schiavitù, ed esorta poscia
a scegliere Kamil a loro capo. Tutte le giurano obbedienza.
Kamil appende il suo mazzetto all'arma e vi allaccia la
sua sciarpa, ne formia una bandiera. Ad un cenno si apre
la drapperia del fondo e scorgesi am fiume. Tutte le Oda-
lische corrono ed impadronirsi delle barchette legate alla
spiaggia, ma mentre stanno per allontanarsi giunge il
Sultano irato e vuole inseguirle. Abmed corre davanti a
tutti, ma improvvisamente sorge un dorato cancello qual
barriera fra oppresse ed oppressori, perciò il Sultano ed
il suo seguito sono costretti a desistere dall'impresa.
11
rWTAnp^Q r|.T^T^r,
-~0-
Sotterraneo destinato agli scìiiavi condannati
Orombi introduce in questo luogo gli schiavi per lavoro,
ed essi entrano mestamente, si fanno un saluto e poi si
dispongono ai lavori.
Scendono, quindi alcune guardie conducendo Giorgio.
Abmed gli è di scorta, e quando son giunti entrambi presso
il custode, l'Eunuco consegna il prigioniero e si allontana
colle guardie. Gli schiavi si fanno a compiangere il nuovo
arrivato^, ma in questo punto il custode ordina che si so-
spendano i lavori trasportando i già compiuti. E così par-
tono tutti con Orombi.
Giorgio, rimasto solo, deplora il proprio stato, l'avversa
fortuna; il pensiero di un abborrito rivale, la lontananza
di quanto ha di più caro al mondo, la perdita della libertà
tutto ciò si affolla al di lui pensiero, tanto che disperato
corre in cerca di un'arma per uccidersi. Ad un tratto
un mazzolino di fiori viene gettato ai suoi piedi, ed a
quella vista rimane attonito. Quel Sèlam misterioso gli fa
rinascere la speranza nell'anima e lo crede un presagio
di vicina salvezza ; ma girando lo sguardo smarrito vede
nuovamente Torrore che lo circonda, onde TavviUmento
e la rabbia si ridestano in lui e vuol terminare un'odiosa
esistenza. — Corre ad impadronirsi di un ferro che ritrova
in terra, e già sta per rivolgerlo contro il proprio petto,
quando Kamil com.parisce [introdotta dal henefìco Genioì^
gli arresta la mano e si getta fra le di lui braccia. Giorgio
stupefatto crede un sogno tanta feUcità, e confonde le sue
alle lagrime dell' adorata dònna. Kamil narra in seguito le
passate vicende, mentre Giorgio vedendo il Genio gU si
prostra ai ginocchi, ma questo lo alza, e trasporta Kamil
fuori di quel luogo d'orrore.
12
OUAR^'^
Luogo pittoresco die ìia servilo di accampamento
agli schiavi emancipati» — Veduta di mure,
È sui mattino. — Gli scliiavi stanchi riposano sul terreno^
ma alio spuntare del giorno tutto torna movimento nel
campo. Giungono da diverse parti vari distaccamenti di
donne armate che si radunano, e si mettono sotto il co-
mando di Kamil. Giorgio propone una danza alla quale
tutti aderiscono. Kamil si distingue fra tutte. Finita la
danza, Giorgio anima i suoi compagni alla battaglia e dà
le opportune disposizioni per l'attacco. Ad un segnale del
tamburo ognuno si prepara per la raccolta, ma varie fem-
mine armate vengono in tutta fretta ad avvertire che il
Sultano sta per piombare loro addosso. Giorgio fatto animo
a tutti, muove col suo esercito contro il tiranno, Kamil
pure lo segue colle sue compagne e guidati tutti dal Genio
della Civiltà vanno a combattere il nemico.
QUADRO QUINTO e SESTO
•0 —
Veduta dell' esterno del Serraglio [E notte].
Una parte dei seguaci del Sultano sono inseguiti dagli
Schiavi dei due sessi. Vedonsi alcuni del seguito di Rok-
neddin che fuggono portando denari e oggetti preziosi
dall'interno del Serragho. Il Sultano s'incontra con Kamil
che si slancia contro di lui, ma viene sopraffatta dal nu-
mero, lì per lì cade in potere del Sultano. Ella vorrebbe
ricorrere al suo talismano ma si accorge averlo smarrito,
ed allora adopera tutta la propria energia, ma è omai vana
oaììi sua resistenza — Per fortuna Giorgio giunge guidato
13
dal buon Genio, ed i suoi seguaci strappano Kaniil al ti-
ranno, due rivali si battono da leoni, ma Giorgio piomba
sul Sultano e lo ferisce a morte. Il serraglio intanto è in
preda alle fiamme, e crollando lascia vedere le funeste
conseguenze del terribile attacco. Fra le rovine si scorge
Giorgio che nella ebbrezza della gioja abbraccia la sua
cara Kamil, mentre da ogni parte si ode il segnale della
vittoria. Impovvisamente compare il Genio splendente di
tutta la sua luce, ed esorta tutti a mantenersi fermi e con-
cordi ed a bene usare della libertà con tanti sacrifìci
acquistata. Tutti si raccolgono esultanti intorno al benefico
Genio, mentre dense nubi velano la scena e poi dileguan-
dosi lasciano scorgere il
QUADRO ULT:
0-
La scerta allegoricamente rappresenta il soggiorno della
Civiltà e del Progresso, e nel mezzo sorge il Trono
della Dea.
Il Genio riceve gli schiavi emancipati i qucili entrano
festanti a deporre ai suoi piedi le armi e le spezzate catene.
Il Genio scende dal trono col suo corteggio e dice: Come
dopo la vittoria torni più gradita la pace, e come all'ombra
del pacifico olivo soltanto le arti e le scienze debbano
prosperare più vigorose ad ornamento e splendore dei
popoli liberi.
La gioja si fa generale, e dal fondo spunta un vago
drappello di amonni, i quali fanno cerchio ai genii delle
arti, delle scienze, alle Muse ed alle virtù morali che si
avanzano a rendere omaggio al Genio della Civiltà per il
saggio suo proponimento, ed impegnano graziose e variate
danze colle quali termina Tallegorica azione.
FINE.,
r