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Full text of "Kamil ovvero Il Sèlam meraviglioso ballo allegorico-romantico diviso in 8 quadri"

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ifin 


OVVERO 


IL  SÈLAM  MERAVIGLIOSO 

^GÌÌù  allegorÉca-romantica 

diviso  in  8  quadri 


DEL    COt^EOGRAFO 


GIOVANNI  PULINI 


/ 


Ci 


Torino,  1872 

TIPOGRAFIA  TEATRALE  DI  B.  SOM 

Yia  Carlo  Alberto,  22. 


ÌWES^SB^^BSaSEl^SSSJ 


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Digitized  by  the  Internet  Archive 
in  2012  with  funding  from 
Brigham  Young  University 


http://archive.org/details/kamilovveroilslaOOanon 


OVVERO 


IL  SELAM  MERAVIGLIOSO- 

DIVISO  IN  8  QUADRI 

DEL   COREOGRAFO 

da  rappresentarsi 

AL  TEATRO  IITTORIO  EllELE  »l  TORIO 

LA  STAGIONE  D'AUTUNNO   1872. 


TORINO,  1872 

l'IFOSiRAriA     TE.l.T!et.I<Ii:     DI     B.     SOM 

Via  Cario  A!i>ef!o,  N.  22. 


NB.  Il  Coreografo  si  riserha  tutti  i  diritti  di 
proprietà  che  le  accorda  la  Tregge  delli  25 
Giugno  1865. 


^tKaEeliie  Cei%&i(>  ^tilS\%r^oii]ieiito 


L'Asia,  culla  del  genere  limano  e  della  civiltà,  è  la  più 
estesa  parte  del  mondo^  e  la  meglio  da  natura  favorita. 
DelV America  e  maggiore,  un  quarto  più  delV Affrica, 
quattro  volte  Europa, 

Belle j  oltremodo  leggiadre  nascono   le  donne  nelVAsia: 
le  donne  che  costituiscono  la  più  cara  'porzione  del  genere 
umano,  sono  in  quei  luoghi  solo  stromento  di  piacere,  pa- 
scolo dei  sensi  della  voluttà. 
*  ' •....».    «.« 

I  doviziosi  musulmani  si  formarono  delle  donne  un 
giardino  di  delizie^  delle  più  avvenenti  un  serraglio^  ove 
da  uomini  evirati  son  tenute  in  custodia.  Il  Stdtano  pos- 
siede il  più  ricco  e  superbo  serraglio.  Fino  a  cinquecento 
sommano  le  fanciulle  ivi  raccolte  specialmente  le  più  belle 
Circasse  che  tratte  prima,  in  servitù,  vengono  dall'epicureo 
Tinonarca  compre  e  pagate  a  caro  prezzo.  Somme  immense 
si  profondono  nel  mantenere  queste  veneri  che  nuotano 
nella  mollezza  e  nel  sibaritismo,  e  quella  caterva  d'Eunuchi 
destinati  a  sorvegliarle  e  servirle. 

So7io  felici  queste  donne?  E  invidiabile  la  loro  sorte? 
E  quella  la  vera  condizione  in  cui  madre  natura  le  ha 
poste?  E  quello  lo  scopo  precipuo  per  cui  furono  messe 
cdlato  delVuomo?  È  quella  la  missione  cui  sono  chiamate? 

Alla  donna  Vardua  sentenza. 

II  'ìnovente  e  l'intreccio  del  presente  coreografico  lavoro 
si  aggira  su  d'una  di  quelle  infelici  fanciulle,  che  forzate 
dai  proprii  genitori  ad  essere  poste  nel  numero  di  quelle 
disgraziate,  che  facendosi  un  Dio  yielV interesse  si  disputano 
perfino  il  cuore  di  un  tiranno. 


4 

Povera  Kamil!  contava  appena  i4  anni!  fiore  appena 
sbocciato y  dai  colori  delV  iride  ingemmato  di  mattutina 
aurora,  ma  i  genitori  [secondo  il  costume  della  Gir  cassia) 
non  videro  in  essa  che  un  tesoro  che  dovea  lor  fruttare 
vistosa  somma  di  danaro  —  La  vendettero  ad  un  iisuraio^ 
certo  Ahdallali^  greco  rinnegato^  il  qucde  colla  speranza  di 
ricavarne  molto  guadagno^  la  presentava  qual  sua  pupilla. 
Vistala  il  SidtanOy  se  ne  invaghì  sì  forte  che  risolse  di 
possederla  ad  ogni  costo  per  farla  regina  del  suo  harem , 
la  prediletta  sua,  l'Eden  ove  deliziarsi. 

Sebbene  Kamil  in  cuor  suo  mcdedisse  la  sorte  delle  po- 
vere figlie  della  Circassia^  le  fu  forza  obbedire  al  crudo 
fato  che  la  voleva  al  serraglio.  Dotata  com'era  di  rara 
perspicacia  di  mente^  conobbe  tutto  l'avvilimento  in  cui 
piombava,  e  risolse  da  quelV  istante  a  redimersi  dalla 
schiavitù.  Giurò  che  ogni  cosa  avrebbe  tentatOy  qualsiasi 
"tnezzo  usato  per  fuggire  dal  serraglio  e  portarsi  in  lon- 
tana  terra,  ove  vivere  vita  libera  %mitamente  a  Giorgio, 
giovane  greco  che  ella  avea  prima,  conosciuto  ed  amato, 
e  che  ne  era  corrisposta. 

Su  questi  fatti  ed  altri  episodi  fantastici  (indispensa- 
bili per  lo  sviluppo  dell'azione]  e  fondato  il  presente  la- 
voro coreografico. 


PERSONAGGI  ATTORI 


Rokneddin-Karschah,  sultano.  .     .     Cucxoli  Angelo 

Alaide,  sua  favorita.     .....     Rivetti  Felicita 

Kamil^  giovane  circassa    ,     .     .     .     Salvioni  Elvira 

Abdailah,  greco  rinnegato  e   mer- 

•   cante  di  schiavi Venanzio  Giovanni 

Giorgio,  giovane  greco     ....     Piilini  Ferdinando 

Il    Genio   della   Civiltà  sotto    vari 

costumi  Operti  Ernesta 

Abmed,  capo  degli  Eunuchi     .     .  Soffietti  Eugenio 

Orombi^  custode  dei  condannati  - .  Venanzio  Giovamii 

Un  Bey.     .........  iV.  i\'. 

Un  Mercante N,  N, 

Una  Schiava  ........  JV.  N. 

Schiave  del  Serraglio 

Schiave  di  varie  nazioni  esposte  al  mercato 

OdaHsche  -  Eunuchi  -  Moretti  -  Schiavi  emancipati 

Femmine  armate  -  Genj  del  Progresso 
Banda  moresca  -  Le  Arti  -  Le  Scienze  -  Le  Grazie 

Le  Virtù  Morali  ecc.  ecc. 


IJ azione  è  in  Asia  e  nel  soggiorno  della  Civiltà. 


QUADRO  PRIMO 

Grati  piazza  della  città  d'ispaliam^  nel  mezzo 
un  bazar  di  schiavi, 

È  aperto  il  mercato.  Vedonsi  mercanti  di  diversi  generi 
attendere  alle  loro  incombenze,  mentre  i  più,  tratti  dairim- 
menso  lucro,  volgono  la  loro  attenzione  al  gruppo  di  tende 
destinato  alla  vendita  di  schiave  di  diverse  nazioni.  Fra 
costoro  Giorgio  si  aggira  pensoso. 

Una  donna  velata  appare  sopra  un  balcone.  Essa  è  la 
bella  Kamil,  giovane  Circassa  da  tutti  creduta  la  pupilla 
di  un  vecchio  greco  e  rinnegato,  chiamato  Abdallak,  e 
padrone  del  Bazar. 

La  bella  Circassa  veduto  appena  l'amato  garzone  sco- 
presi  con  precauzione  il  volto,  e  staccatasi  dal  petto  un 
SÈLAM  (mazzolino  parlante  composto  di  vari  fiori,  con 
fina  arte  disposto  da  formare  un  discorso]  lo  getta  furti- 
vamente a  Giorgio,  il  quale  esprime  la  sua  gioia  leggen- 
dovi in  esso  il  di  lei  amore. 

Kamil  si  ritira,  e  Giorgio  si  frammischia  alla  moltitu- 
dine. Escono  Abdallak  e  Kamil,  il  vecchio  va  esaminando 
le  diverse  tende  e  mercanteggiando  alcune  schiave,  mentre 
Gior^io  e  Kamil  scambiansi  furtivamente  ses^ni  dentelli- 
genza. 

Al  suono  di  marziali  strumenti,  preceduto  da  numeroso 
corteggio,  si  ava'nza  il  Sultano  Rokneddin-Karschah,  e  va 
ad  osservare  le  pii^i  appariscenti  schiave  esposte  al  mer- 
cato. I  mercanti,  per  invoghare  il  ricco  dilettante,  gli  fanno 
danzare  le  più  belle  donne  d'ogni  paese,  ma  al  di  lui 
freddo  contegno  è  facile  ad  accorgersi  che  nessuna  di  esse 
merita  i  r-eali  suoi  sguardi  e  sta  per  allontanarsene,  quando 
l'astuto  Abdallak,  come  per  caso  fosse,  gli  fa  vedere  la 
bella  Kamil.  —  Non  trattiene  il  Sultano  il  suo  contento 
nello  scorgere  tanta  beltà,  e  ne  chiede  ansiosamente  il 
prezzo.  Accortosi  deireffetto  il  rinnegato  Abdallak  finge 
di  non  vendere  a  nessun  prezzo  la  sua  pupilla.  Il  Sultano 
punto  dalla  resistenza  e  dall'amore,  sospinto  esibisce  te- 
sori ed  il  rinnegato  pare  che  stia  per  transigere  colla  co- 
scienza. Kamil  e  Giorgio  intanto  si  osservano  desolati,  ed 


8 

il  Sultano  finisce  coirofferire  al  rinnegato  tant'oro  che 
questi  accetta  e  conclude  Tinfame  mercato.  Kamil  è  co- 
stretta a  seguire  il  suo  nuovo  padrone.  Giorgio  fuori  di 
sé  sta  per  opporsi  e  difenderla,  ma  il  Genio  della  Civiltà 
(che  sotto  le  vesti  di  mercantessa  avea  assistito  a  quelle 
scene  di  schiavitù)  lo  trattiene  dicendogli:  Arrestati,  non 
è  tempo  ancora;  verrà  ristante  che  la  Civiltà,  il  Progresso 
spezzeranno  le  catene  che  a  quelle  misere  impone  una 
selvaggia  legge,  un  vile  tiranno!  Dio  ci  creava  hberi!.... 
corraggio  e  fede!...  seguimi  e  ti  prometto  sarai  fehce  uni- 
tamente a  colei  che  ami.  Giorgio  scosso  da  quei  detti  e 
compreso  da  arcano  fremito,  tutibante  Tascolta,  e  vinto 
dalla  speranza  di  vedere  colei  che  tanto  ama,  fa  sì  che 
ciecamente  la  segua.  Intanto  la  folla  di  mercanti  con  le 
loro  merci  si  disperdono. 


■■      QUADRO  SECONDO 

— 0  — 

interno  di  un  magnifico  padiglione  nei  giardini 

del  Sidtano. 

Alcune  Odalische  precedono  la  favorita  Alaide,  la  quale 
accetta  con  indifierenza  le  cure  di  quelle.  Le  Odahsche 
dal  loro  canto  esprimono  dispetto  di  dover  obbedire  Fim- 
periosa  Sultana.  —  Abmed  annunzia  l'arrivo  del  Sultano. 
La  favorita  e  le  Odahsche  si  dispongono  per  riceverlo. 

Preceduto  dagli  Eunuchi  viene  il  Sultano,  Alaide  gU 
prodiga  le  più  dolci  carezze,  ma  PLokneddin  annojato  la 
discaccia,  e  fa  invece  introdurre  la  bella  Kamil.  Tutte  le 
Odalische  vengono  a  vedere  con  curiosità  la  nuova  loro 
compagna.  Alaide  le  trova  dei  difetti  e  critica  la  sua  bel- 
lezza. Intanto  viene  annunziato  al  Sultano  un  portatore 
di  un  fogho.  Tutte  le  Odahsche  si  coprono  coi  loro  veh. 
Il  Sultano  ordina  che  il  messaggiero  sia  introdotto.  Si 
avanza  un  Bey  che  umilmente  gh  consegna  un  foglio.  Letto 
questo,  il  Sultano  ordina  a  tutti  di  ritirarsi  ed  egli  stesso 
parte  col  Bey,  dopo  di  aver  caldamente  raccomandata 
Kamil  al  capo  degli  Eunuchi. 

Abmed  dà  ordini  al  alcuni  Eunuchi  i  quali  anche  essi 
partono  per  eseguirh,  poi   fatto   im   segnale  i   cortinaggi 


del  padiglione  si  aprono  e  lasciano  vedere  le  schiave  che 
escono  dai  bagni,  parte  di  esse  acconciandosi,  altre  in- 
trecciando le  lunghe  chiome  miransi  negli  specchi  pre- 
sentati loro  dagU  schiavi  mori,  e  coronansi  di  fiori  e  di 
perle,  alcune  scherzano  fra  loro.  Alaide,  la  superba  favo- 
rita, in  mezzo  a  quelle  accetta  sempre  con  orgoglio  le 
loro  cure.  Dopo  una  tale  scena  mista  di  gruppi  e  danze,« 
viene  introdotta  la  bella  Kamil.  Tutte  le  Odalische  colpite 
dalla  bellezza  e  dai  modi  della  nuova  favorita  le  danno  a 
dividere  come  essa  sia  la  bene  accetta,  trascurando  in  tal 
guisa  la  superba  Alaide.  Entrano  intanto  le  serventi  re^ 
cando  ceste  di  frutta,  vasi  di  fiori,  ed  altri  oggetti  per 
rinfreschi  che  TEunuco  rivolto  alle  Odalische  offre  loro 
quanto  contiensi.  Una  delle  serventi  lascia  cadere  un  vaso 
di  fiori.  Abmed  sta  per  punirla,  quando  Kamil  lo  trattiene: 
«  Sono  io  che  ho  urtato  questa  giovine,  e  se  ella  deve 
essere  punita,  io  debbo  sulDirne  la  pena  »  Abmed  stupito 
s'inchina  aha  nuova  favorita  del  suo  Signore  e  si  allontana. 
La  povera  servente  [sotto  le  cui  spoglie  nascondesi  il  Genio 
della  Civiltà]  le  offre  un  mazzohno  di  fiori  a:  Non  ho  altro 
ad  offrirvi:  non  disprezzate  però  il  mio  dono,  che  un  giorno 
vi  sarà  utile  assai.  EgU  è  un  Sèlam  simbolico,  e  basterà 
svellere  alcune  di  queste  foglie  perchè  sia  soddisfatto  ogni 
vostro  desiderio.»  Kamil  la  ringrazia,  e  per  non  dispiacerle 
accetta  il  dono.  Intanto  tutti  si  sono  ritirati  lasciando  sola 
Kamil.  —  Il  benefico  genio  introduce  Giorgio.  Kamil  ve- 
dendolo getta  un  grido  di  gioja.  I  due  amanti  subito  sono 
uno  nelle  braccia  dell'altro,  si  fanno  mille  interrogazioni, 
ma  quella  scena  d'amore  è  subito  interrotta  dalla  venuta 
della  fìnta  servente  che  corre  precipitosa  ad  avvertirli 
dell'improvviso  arrivo  del_  Sultano.  Confusione  dei  giovani 
amanti  scorgendo  daognf  parte  avanzarsi  gli  Eunuchi;  come 
salvarsi?  Allora  la  fìnta  servente  fìngendosi  colta  come  da 
subitanea  idea,  strappa  dalle  mani  di  Giorgio  il  pugnale 
che  esso  avea  sguainato  per  difesa,  si  pone  fra  essi  fìn- 
gendo difendere  Kamil  e  minacciando  di  uccidere  il  gio- 
vane se  ardisse  alzare  le  mani  sulla  favorita  del  suo  Si- 
gnore. 

Preceduto  dai  suoi  Eunuchi  viene  il  Sultano  che  a  tal 
vista  freme  di  sdegno,  e  chiedendone  la  raaione  del  fatto 
Giorgio  non  sa  che  rispondere.  Quando  la  fìnta  servente 
gettandosi  ai  piedi  del  Sultano  le  espone  come  ed  a  caso 
avesse  scoperto  che  un  uomo  trascinava  a  viva  forza  una 


10 

schiava,  ella   accorrendo  alle   grida  di   quella   disarmò  il 
rapitore. 

Rokneddin  facendole  cenno  di  alzarsi,  ne  loda  la  fedeltà 
ed  il  coraggio  mentre  Abmed  ad  un  cenno  di  esso  fa 
trascinare  il  disperato  giovane  per  serbarlo  al  meritato 
castigo^  poi  ordina  alle  accorse  Odalische  di  prodigare  a 
Kamil  le  loro  cure,  e  parte  col  seguito. 

Kamil  ri  agrazia  le  sue  compagne  delle  cure  che  le  ap- 
prestano; e  si  mginocchia  implorando  dal  cielo  la  salvezza 
dell'amato  Giorgio;  le  cade  il  mazzolino  parlante,  resta 
sorpresa  nel  raccoglierlo,  poiché  rammentando  le  parole 
della  fida  servente  legge  in  quei  fiori  che  può  liberare 
ramante.  Ciò  che  ella  fa  svellendone  qualche  foglia  e  ne 
attende  il  risultato.  Tutte  le  sue  compagne  corrono  a  suoi 
piedi  e  la  chiamano  sua  regina.  Lusingata  da  ciò,  torna 
a  svellerne  altre  foglie  e  comparisce  un  gran  fascio  d'armi, 
ad  un  cenno  di  Kamil  esse  giubilanti  se  ne  impadroniscono 
e  si  dispongono  in  atteggiamento  militare. 

Abmed,  accorso  allo  strepito,  rimane  attonito  di  quanto 
vede  e  corre  ad  avvertire  il  suo  Signore  dell'accaduto. 

Ma  Kamil  veglia  alla  salvezza  di  tutte,  e  quando  irato 
compare  il  Sultano  colle  guardie,  altro  non  vede  in  mano 
delle  Odalische  che  mille  oggetti  di  fantasia  coi  quali  si 
divertono  le  unite  compagne. 

Stupisce  a  tal  vista  P^akiieddin,  e  ridendosi  della  paura 
di  Abmed  si  ritira  coi  suoi.  Abmed  crede  appena  ai  suoi 
occhi,  e  Kamil  non  accordandogli  tempo  a  sincerarsi,  ri- 
corre nuovamente  al  tahsmano.  I  fiori  ed  ogni  oggetto  di 
fantasia  ritornano  armi,  e  le  donne  precipitandosi  sopra 
TEunuco  lo  costringono  a  precipitosa  fuga.  La  fida  schiava 
(il  Genio  della  Civiltà)  andata  a  raccogliere  altre  schiave, 
ritorna  con  esse,  fa  conoscere  loro  che  d'ora  innanzi  la  loro 
divisa  dev'essere  abolizione  della  schiavitù,  ed  esorta  poscia 
a  scegliere  Kamil  a  loro  capo.  Tutte  le  giurano  obbedienza. 
Kamil  appende  il  suo  mazzetto  all'arma  e  vi  allaccia  la 
sua  sciarpa,  ne  formia  una  bandiera.  Ad  un  cenno  si  apre 
la  drapperia  del  fondo  e  scorgesi  am  fiume.  Tutte  le  Oda- 
lische corrono  ed  impadronirsi  delle  barchette  legate  alla 
spiaggia,  ma  mentre  stanno  per  allontanarsi  giunge  il 
Sultano  irato  e  vuole  inseguirle.  Abmed  corre  davanti  a 
tutti,  ma  improvvisamente  sorge  un  dorato  cancello  qual 
barriera  fra  oppresse  ed  oppressori,  perciò  il  Sultano  ed 
il  suo  seguito  sono  costretti  a  desistere  dall'impresa. 


11 


rWTAnp^Q     r|.T^T^r, 


-~0- 


Sotterraneo  destinato  agli  scìiiavi  condannati 


Orombi  introduce  in  questo  luogo  gli  schiavi  per  lavoro, 
ed  essi  entrano  mestamente,  si  fanno  un  saluto  e  poi  si 
dispongono  ai  lavori. 

Scendono,  quindi  alcune  guardie  conducendo  Giorgio. 
Abmed  gli  è  di  scorta,  e  quando  son  giunti  entrambi  presso 
il  custode,  l'Eunuco  consegna  il  prigioniero  e  si  allontana 
colle  guardie.  Gli  schiavi  si  fanno  a  compiangere  il  nuovo 
arrivato^,  ma  in  questo  punto  il  custode  ordina  che  si  so- 
spendano i  lavori  trasportando  i  già  compiuti.  E  così  par- 
tono tutti  con  Orombi. 

Giorgio,  rimasto  solo,  deplora  il  proprio  stato,  l'avversa 
fortuna;  il  pensiero  di  un  abborrito  rivale,  la  lontananza 
di  quanto  ha  di  più  caro  al  mondo,  la  perdita  della  libertà 
tutto  ciò  si  affolla  al  di  lui  pensiero,  tanto  che  disperato 
corre  in  cerca  di  un'arma  per  uccidersi.  Ad  un  tratto 
un  mazzolino  di  fiori  viene  gettato  ai  suoi  piedi,  ed  a 
quella  vista  rimane  attonito.  Quel  Sèlam  misterioso  gli  fa 
rinascere  la  speranza  nell'anima  e  lo  crede  un  presagio 
di  vicina  salvezza  ;  ma  girando  lo  sguardo  smarrito  vede 
nuovamente  Torrore  che  lo  circonda,  onde  TavviUmento 
e  la  rabbia  si  ridestano  in  lui  e  vuol  terminare  un'odiosa 
esistenza.  —  Corre  ad  impadronirsi  di  un  ferro  che  ritrova 
in  terra,  e  già  sta  per  rivolgerlo  contro  il  proprio  petto, 
quando  Kamil  com.parisce  [introdotta  dal  henefìco  Genioì^ 
gli  arresta  la  mano  e  si  getta  fra  le  di  lui  braccia.  Giorgio 
stupefatto  crede  un  sogno  tanta  feUcità,  e  confonde  le  sue 
alle  lagrime  dell' adorata  dònna.  Kamil  narra  in  seguito  le 
passate  vicende,  mentre  Giorgio  vedendo  il  Genio  gU  si 
prostra  ai  ginocchi,  ma  questo  lo  alza,  e  trasporta  Kamil 
fuori  di  quel  luogo  d'orrore. 


12 


OUAR^'^ 


Luogo  pittoresco  die  ìia  servilo  di  accampamento 
agli  schiavi  emancipati»  —  Veduta  di  mure, 

È  sui  mattino.  —  Gli  scliiavi  stanchi  riposano  sul  terreno^ 
ma  alio  spuntare  del  giorno  tutto  torna  movimento  nel 
campo.  Giungono  da  diverse  parti  vari  distaccamenti  di 
donne  armate  che  si  radunano,  e  si  mettono  sotto  il  co- 
mando di  Kamil.  Giorgio  propone  una  danza  alla  quale 
tutti  aderiscono.  Kamil  si  distingue  fra  tutte.  Finita  la 
danza,  Giorgio  anima  i  suoi  compagni  alla  battaglia  e  dà 
le  opportune  disposizioni  per  l'attacco.  Ad  un  segnale  del 
tamburo  ognuno  si  prepara  per  la  raccolta,  ma  varie  fem- 
mine armate  vengono  in  tutta  fretta  ad  avvertire  che  il 
Sultano  sta  per  piombare  loro  addosso.  Giorgio  fatto  animo 
a  tutti,  muove  col  suo  esercito  contro  il  tiranno,  Kamil 
pure  lo  segue  colle  sue  compagne  e  guidati  tutti  dal  Genio 
della  Civiltà  vanno  a  combattere  il  nemico. 


QUADRO   QUINTO  e  SESTO 


•0 — 


Veduta  dell' esterno  del  Serraglio  [E  notte]. 

Una  parte  dei  seguaci  del  Sultano  sono  inseguiti  dagli 
Schiavi  dei  due  sessi.  Vedonsi  alcuni  del  seguito  di  Rok- 
neddin  che  fuggono  portando  denari  e  oggetti  preziosi 
dall'interno  del  Serragho.  Il  Sultano  s'incontra  con  Kamil 
che  si  slancia  contro  di  lui,  ma  viene  sopraffatta  dal  nu- 
mero, lì  per  lì  cade  in  potere  del  Sultano.  Ella  vorrebbe 
ricorrere  al  suo  talismano  ma  si  accorge  averlo  smarrito, 
ed  allora  adopera  tutta  la  propria  energia,  ma  è  omai  vana 
oaììi  sua  resistenza  —  Per  fortuna  Giorgio  giunge  guidato 


13 

dal  buon  Genio,  ed  i  suoi  seguaci  strappano  Kaniil  al  ti- 
ranno, due  rivali  si  battono  da  leoni,  ma  Giorgio  piomba 
sul  Sultano  e  lo  ferisce  a  morte.  Il  serraglio  intanto  è  in 
preda  alle  fiamme,  e  crollando  lascia  vedere  le  funeste 
conseguenze  del  terribile  attacco.  Fra  le  rovine  si  scorge 
Giorgio  che  nella  ebbrezza  della  gioja  abbraccia  la  sua 
cara  Kamil,  mentre  da  ogni  parte  si  ode  il  segnale  della 
vittoria.  Impovvisamente  compare  il  Genio  splendente  di 
tutta  la  sua  luce,  ed  esorta  tutti  a  mantenersi  fermi  e  con- 
cordi ed  a  bene  usare  della  libertà  con  tanti  sacrifìci 
acquistata.  Tutti  si  raccolgono  esultanti  intorno  al  benefico 
Genio,  mentre  dense  nubi  velano  la  scena  e  poi  dileguan- 
dosi lasciano  scorgere  il 


QUADRO  ULT: 


0- 


La  scerta  allegoricamente  rappresenta  il  soggiorno  della 
Civiltà  e  del  Progresso,  e  nel  mezzo  sorge  il  Trono 
della  Dea. 

Il  Genio  riceve  gli  schiavi  emancipati  i  qucili  entrano 
festanti  a  deporre  ai  suoi  piedi  le  armi  e  le  spezzate  catene. 
Il  Genio  scende  dal  trono  col  suo  corteggio  e  dice:  Come 
dopo  la  vittoria  torni  più  gradita  la  pace,  e  come  all'ombra 
del  pacifico  olivo  soltanto  le  arti  e  le  scienze  debbano 
prosperare  più  vigorose  ad  ornamento  e  splendore  dei 
popoli  liberi. 

La  gioja  si  fa  generale,  e  dal  fondo  spunta  un  vago 
drappello  di  amonni,  i  quali  fanno  cerchio  ai  genii  delle 
arti,  delle  scienze,  alle  Muse  ed  alle  virtù  morali  che  si 
avanzano  a  rendere  omaggio  al  Genio  della  Civiltà  per  il 
saggio  suo  proponimento,  ed  impegnano  graziose  e  variate 
danze  colle  quali  termina  Tallegorica  azione. 


FINE., 


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