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Full text of "L'ammiraglio Paolo Thaon di Revel; profilo"

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XLIBilS 


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Cniberto 
Banù 


OPERA     NAZIONALE 

dedicata  agli 

JARTEFICI   DELLA  VITTORIA 


'V./fZi 


Profili  delle  più  alte  figure  della  guerra  d' Italia. 
La  collana  consta  dì  circa  100  fascicoli  di  48  pagine  ciascuno  (tra 
CLiJ  alcuni  doppi  di  96  pagine)  ed  è  divisa  nelle  seguenti  serie: 


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Il  Soldato  Ignoto 
Il  Cittadino  Ignoto 
1  Condottieri 
Gli  Eroi 
I  Martiri 


Olì  Animatori 
1  Grandi  Invalidi 
I  Volontari 
Gli  Irredenti 
1  Politici 


Sono  usciti  finora  i  seguenti  fascicoli  : 

PAOLO  THAON  DI  REVEL     .    .    a  cura  di 

VITTORIO  EMANUELE  111 

ENRICO  CAVIGLIA    .    . 

LUIGI  CADORNA  .    .    . 

FULCIERI  DI  CALBOLI 

BENITO  MUSSOLINI     . 

ANTONIO  CANTORE      . 

CESARE  BATTISTI  .    . 

FILIPPO  CORRIDONI     . 


Alberto  Bottini 

A.  Grasselli-Barni  (voi.  doppio) 

F.  T.  Marinetti 

Pietro  Gorgolini 

Ludovico  Toeplitz  de  G.  R. 

Settimelli 

Maso  Bisi 

Paolo  Maranini 

Alceste  De  Ambris 


//  prezzo  di  ogni  fascicolo  è  di  L.  2, — 
/  fascicoli  doppi  costano  L.  3,50 

L' abbonamento  al  primo  gruppo  di  20  fascicoli  (complessivamente 
960  pagine)  costa  L.  30,—  inviando  direttamente  le  ordinazioni  alla 

SOCIETÀ  TIPOGRAFICA  EDITORIALE  PORTA  -  PIACENZA 


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QUESTA  RACCOLTA,  CHE  INTENDE  CON- 
SEGNARE STABILMENTE  ALLA  STORIA  E 
ALLA  GLORIA  LA  GRANDE  ARISTOCRAZIA 
DELLA  VITTORIOSA  GUERRA  D'ITALIA,  È 
IDEATA   E   ORDINATA   DA   MARIO    CARLI: 


ORNATA  CON  FREGI  DI  GUIDO  MARUSSIG; 
PUBBLICATA,  SOTTO  GLI  AUSPICII  DELLE 


AUTORITÀ  STATALI  E  COL  FAVORE  NAZIO- 


NALE, DALLA  SOCIETÀ  TIPOGRAFICA  EDI- 


TORIALE  PORTA  IN   PIACENZA. 


PROPRIETÀ  RISERVATA 


Stampalo  nello  Slabilimenlo  della  SOC.    TIP.    EDIT.   PORTA 
in  PIACENZA  —  SeUembre  1922 


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I  CONDOTTIERI 


L'AMMIRAGLIO 

PAOLO 
THAON  DI  REVEL 


PROFILO  DI 


ALBERTO  BOTTINI 

Capitano  di  Fregata  nella  Riserva  Navale 


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It  is  the  appoìnted  lot  of  some 
of  History's  chosen  few  to  come  upon 
the  scene  at  the  moment  when  a 
great  tendency  is  nearìng  its  crisìs 
and  culmination. 

Mahan 

«  The  lif  e  of  Nelson  » 

Chapter  I. 


Il  destino,  che  portò  il  Contrammiraglio  Paolo 
Thaon  di  Revel  alla  carica  di  Capo  di  Stato  Mag- 
giore della  Marina  sedici  mesi  prima  dello  scoppio 
della  guerra  europea,  non  è  stato  cieco. 

Il  Contrammiraglio  Thaon  di  Revel  era  prov- 
visto di  tutte  le  qualità  e  di  tutte  le  doti  necessarie 
per  coprire  lodevolmente  l'altissimo  posto. 

Noto  fin  dai  suoi  giovani  anni  come  valente  ma- 
rinaio, si  era  guadagnata,  da  Tenente  di  Vascello 
anziano  e  da  Ufficiale  Superiore,  la  fama  di  brillante 
manovratore  e  di  ottimo  Comandante  sotto  ogni 
riguardo.  Coloro  che  lo  avevano  avvicinato  in  ser- 
vizio, ne  apprezzavano  l'intelligenza  chiara,  rifles- 
siva, robusta;  e  la  giustezza  delle  vedute  in  ogni 
ramo  dello  scibile  marinaro. 

Rigido  osservatore  della  disciplina,  aveva  sempre 
comandato  e  predicato  coU'esempio  e  si  era  ovunque 
meritato  il  rispetto  e  l'affezione  dei  suoi  ufficiali  e 


ALBERTO  BOTTINI 


dei  suoi  equipaggi.  Egli  si  era  costantemente  dimo- 
strato amante  dei  fatti  e  non  amante  delle  parole,  a 
tal  segno  che  solo  pochi  intimi  potevano  dire  fino  a 
quale  estremo  limite  egli  fosse  privo  di  ambizione 
personale  e  quanto  fosse  solida  e  moderna  la  sua  col- 
tura professionale,  acquistata  collo  studio  metodico  e 
silenzioso  ;  mentre  tutti  coloro  che  avevano  navigato 
con  lui  erano  testimoni  delle  prove  spiccate  di  abilità 
marinaresca,  di  audacia  e  di  sprezzo  dei  pericoli,  che 
egli  aveva  dato  praticamente  durante  tutta  la  sua 
lunga  e  vigorosa  vita  sul  mare. 

Nella  famiglia  marinara,  dove  nessuna  azione 
può  rimanere  perfettamente  nascosta,  e  dove  la  fama 
vola  pili  veloce  che  in  ogni  altro  ambiente,  erano  ben 
conosciute  le  sue  doti  morali  eminenti,  servite  da  un 
fisico  sano  e  resistente  a  qualunque  fatica,  frutto  di 
un  tenore  di  vita  materiale  sobrio  e  modesto  ;  come 
erano  note,  del  resto,  la  sua  ferrea  volontà,  il  suo 
carattere  adamantino  e  l'inflessibile  sentimento  del 
dovere.  Spiccava  infine  nella  sua  figura  di  Capo  la 
qualità  fondamentale  che  lo  rendeva  perfettamente 
atto  a  sopportare  le  piìi  grandi  responsabilità  e  ad 
esercitare  i  piìi  alti  comandi:  la  scrupolosa  e  co- 
raggiosa obbiettività  nei  giudizi  e  nelle  decisioni. 
Ecco  in  poche  parole  un  tentativo  di  ritratto  del- 
l'uomo che  S.  M.  il  Re  ed  il  Ministro  Leonardi  Cat- 
tolica chiamarono  ad  assumere  la  carica  di  Capo  di 
Stato  Maggiore  della  Marina  alla  fine  di  marzo 
del  1913. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL 


Al  Vice  Ammiraglio  Rocca  Rey,  che  aveva  di- 
retto la  Marina  durante  la  guerra  libica,  succedeva 
pertanto  colui  che  la  Marina  doveva  dapprima  pre- 
parare alla  grande  guerra,  poi  lanciare  nella  lotta, 
e  condurre  infine  sino  alla  vittoria. 

Il  Contrammiraglio  di  Revel,  alla  offerta  della 
carica  di  Capo  di  Stato  Maggiore  fattagli  dal  Mini- 
stro, rispose  con  la  sua  abituale  e  franca  modestia, 
osservando  che  altri  meglio  di  lui,  a  suo  avviso, 
avrebbe  potuto  assurgere  all'alto  posto  e  che  egli 
avrebbe  di  gran  lunga  preferito  conservare  il  suo 
incarico  di  Ispettore  delle  Siluranti,  del  quale  si 
dichiarava  pienamente  soddisfatto;  ma  alle  insi- 
stenze del  Ministro  finì  per  cedere,  accettando  la 
destinazione  che  i  suoi  superiori  avevano  voluto 
assegnargli. 

Il  cambio  del  Capo  di  Stato  Maggiore  della  Ma- 
rina coincideva  con  un  mutamento  della  situazione 
politica  internazionale,  cioè,  con  un  cambiamento 
nelle  condizioni  dell'ambiente  nel  quale  la  Marina 
è  per  natura  chiamata  a  compiere  la  sua  funzione. 
Infatti,  chiusasi  la  guerra  italo-turca  col  trattato  di 
Ouchy,  era  necessario  che  la  Marina  cessasse  di  la- 
sciarsi tutta  assorbire  dalla  impresa  coloniale,  e 
ricominciasse  con  nuova  vigoria  ad  allenarsi  ed  a 
prepararsi  per  difendere  la  Patria  in  caso  di  bi- 
sogno ;  tanto  più  che  le  fiamme  di  guerra  divampanti 
ostinatamente  nei  Balcani  cominciavano  a  preoc- 
cupare tutta  l'Europa. 


L'influenza  clie  tali  preoccupazioni  esercita- 
vano nel  campo  navale,  traspariva  già  chiaramente 
dalla  aumentata  attività  delle  principali  marine 
europee,  ed  erano  specialmente  notevoli  gli  accordi 
conclusi  dalle  marine  di  Francia  e  di  Inghilterra, 
per  preparare  una  stretta  cooperazione  fra  le  due 
flotte  nel  campo  strategico  e  nel  campo  tattico. 

Il  Contrammiraglio  Thaon  di  Revel,  entrato  in 
carica  il  1"  aprile  1913,  si  rese  perfettamente  conto 
della  situazione  stessa.  Egli  impresse  subito  ai  la- 
vori dello  Stato  Maggiore  un  nuovo  vigore,  come 
ben  ricordano  ancora  tutti  coloro  che  ebbero  l'onore 
di  prestare  servizio  ai  suoi  ordini  in  quel  periodo 
di  tempo.  Per  dare  un'idea  dell'impulso  impresso 
alla  preparazione  da  S.  E.  di  Revel  dall'aprile  1913 
all'agosto  1914,  basta  ricordare  i  seguenti  punti 
principali  : 

Egli  concentrò  le  forze  navali,  ponendole  sotto 
un  unico  comando,  e  con  apposite  istruzioni  pre- 
scrisse che  le  esercitazioni  fossero  intensificate  e  si 
ispirassero  al  carattere  della  guerra  moderna,  per 
ottenere  che  la  flotta  fosse  pronta  in  ogni  istante  ad 
affrontare  qualunque  evento. 

Risvegliò  e  rinvigorì  il  servizio  delle  informa- 
zioni. 

Ottenne  dal  Governo  che  le  attribuzioni  del 
Capo  di  Stato  Maggiore  della  Marina  fossero  meglio 
precisate  e  che  il  Capo  di  Stato  Maggiore  stesso 
fosse  tenuto  al  corrente  dello  stato  delle  nostre  re- 
lazioni con  le  principali  potenze  estere. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL 


Preoccupato  della  minaccia  presentata  dalla  di- 
slocazione delle  forze  navali  anglo-francesi  nel 
Mediterraneo,  fin  dall'aprile  1913  intavolò  trat- 
tative cogli  Stati  Maggiori  delle  marine  alleate  (al- 
lora la  tedesca  e  la  austro-ungarica)  per  ottenere, 
in  caso  di  guerra,  concordia  di  sforzi  e  buon  rendi- 
mento dalle  marine  della  Triplice  Alleanza. 

Le  trattative  iniziate  nell'aprile  finirono  con 
un  vero  successo  italiano,  cioè  colla  conclusione  di 
una  Convenzione  Navale  interalleata  che  assicu- 
rava il  pieno  concorso  della  flotta  austriaca  nelle 
operazioni  di  guerra  del  Tirreno. 

Rivolse  subito  la  sua  attenzione  alle  basi  navali, 
domandando  l'assestamento  della  base  di  Madda- 
lena e  la  costruzione  di  dighe  a  Taranto  ed  a  Brin- 
disi, per  impedire  l'accesso  dei  sommergibili  agli 
ancoraggi  di  quelle  basi.  Mediante  accordi  col  Mi- 
nistero dei  Lavori  Pubblici  ottenne  che  si  intra- 
prendesse d'urgenza  e  si  mandasse  avanti  con  tena- 
cia e  con  slancio  la  escavazione  del  porto  di  Brin- 
disi; per  rendere  quella  base  capace  di  ospitare 
anche  una  forza  navale  composta  delle  nostre  più 
grandi  navi.  In  questo,  come  in  altri  provvedimenti 
del  genere,  risiede  la  prova  che  l'Ammiraglio  Thaon 
di  Revel,  pure  occupandosi  della  probabile  guerra 
nel  Tirreno,  non  perdette  di  vista  mai  la  proba- 
bilità di  un  conflitto  in  Adriatico  col  nostro  poco 
sincero  alleato  orientale. 

Diede  prova  di  oculata  preveggenza  nel  solle- 


10  ALBERTO  BOTTINI 


citare  il  completamento  delle  dotazioni  di  carbone 
e  di  combustibile  liquido.  L'importanza  ed  il  vitale 
beneficio  di  tale  disposizione  saltarono  agli  occhi 
di  tutti  fin  dai  primi  mesi  di  guerra. 

Intuì  e  valutò  esattamente  l'importanza  che  i 
nuovi  mezzi  di  guerra  stavano  per  assumere  in  un 
eventuale  futuro  conflitto,  e  dedicò  con  amore 
tutte  le  sue  cure  allo  sviluppo  dei  sommergibili  e 
dell'arma  aerea. 

Non  solo  intuì  e  valutò  giustamente  l'impor- 
tanza dei  nuovi  mezzi;  ma  ne  apprezzò  anche  le 
conseguenze  e  le  ripercussioni  iiltime  sull'anda- 
mento della  guerra  futura.  Infatti:  creò  un  Re- 
parto Sommergibili  presso  lo  Stato  Maggiore,  per 
coordinare  sia  nel  campo  degli  studi  che  nel  campo 
esecutivo,  tutta  la  materia  riguardante  i  sommer- 
gibili; richiese  ufficialmente  che  il  numero  dei  no- 
stri sommergibili  fosse  portato  a  64;  e  diede  nuovo 
impulso  all'allenamento  guerresco  dei  sommergi- 
bili in  armamento,  dedicando  speciali  cure  al  per- 
sonale ad  essi  destinato.  Capì  che  il  progresso  dei 
sommergibili  avrebbe  ridotto  l'importanza  delle 
grandi  navi  aumentando  per  conseguenza  il  com- 
pito del  naviglio  sottile,  e  richiese  che  il  numero 
dei  nostri  Cacciatorpediniere  fosse  portato  ad  un  mi- 
nimo di  64.  Conscio  però  delle  limitazioni  imposte 
ai  programmi  navali  dalla  nostra  scarsa  potenzia- 
lità finanziaria,  preoccupato  della  necessità  di  far 
presto,  propose  che  si  soprassedesse  alla  costruzione 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  11 


delle  grandissime  navi  (superdreadnought)  in  pro- 
getto, per  devolvere  i  fondi  disponibili  all'incre- 
mento del  naviglio  sottile  e  sommergibile. 

Verso  la  metà  del  1913  convocò  e  presiedette 
una  Commissione  incaricata  di  studiare  e  proporre 
la  via  migliore  da  seguire  per  una  rapida  ed  efficace 
organizzazione  dei  servizi  aerei;  ed  istituì  contem- 
poraneamente un  Reparto  Aeronautica  presso  lo 
Stato  Maggiore.  Propugnò  la  costruzione  di  abbon- 
dante materiale  di  aviazione  e  la  preparazione  di 
numerosissimo  personale  per  il  servizio  del  mede- 
simo. 

Fece  studiare  accuratamente  il  problema  tlella 
difesa  anti-aerea  sia  attiva  che  passiva,  sollecitando 
la  costruzione  e  la  sistemazione  di  batterie  antiae- 
ree e  progettando  depositi  interrati  di  combustibile 
liquido. 

Chiese  insistentemente  un  grandisimo  aumento 
della  dotazione  di  torpedini,  apprezzando  giusta- 
mente il  valore  che  tali  armi  avrebbero  avuto  in 
una  guerra  futura. 

Al  personale,  non  meno  che  al  materiale,  ri- 
volse le  sue  cure. 

Appena  nominato  Capo  di  Stato  Maggiore  do- 
mandò che  i  quadri  organici  degli  ufficiali  fossero 
aumentati  e  portati  all'altezza  delle  necessità  del 
servizio  di  guerra. 

Domandò  che  la  progettata  soppressione  degli 
ufficiali  del  Corpo  Reali  Equipaggi  fosse  sospesa. 


12  ALBERTO  BOTTINI 


Propose  che  la  forza  bilanciata  del  C.  R.  E.  fosse 
aumentata  fino  ad  ottenere  che  le  navi  avessero  il 
loro  equipaggio  al  completo,  alFipfuori  dei  mili- 
tari avviati  ai  corsi  presso  le  varie  scuole.  La  pra- 
tica della  guerra  fin  dai  primi  tempi,  gli  diede 
ampiamente  ragione. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  13 


Mentre  le  nostre  navi  stavano  per  iniziare  un 
periodo  di  grandi  manovre,  per  le  quali  l'Ammira- 
glio Revel  aveva  preparato  un  programma  che  ri- 
produceva seriamente  ed  efficacemente  un  caso  di 
vera  guerra;  scoppiò  ai  primi  di  agosto  1914  iì 
conflitto  europeo.  La  delicata  posizione  dell'Italia 
richiedeva  che  le  sue  forze  navali  fossero  riunite  e 
pronte  allo  impiego  in  qualsiasi  istante;  per  questa 
ragione  le  grandi  manovre  vennero  rimandate  e  le 
forze  navali  furono  concentrate  a  Taranto  in  attesa 
degli  eventi.  Da  quel  giorno  la  preparazione  alla 
guerra  e  le  esercitazioni  furono  ancor  maggiormente 
intensificate.  L'Ammiraglio  di  Revel  rinnovò  le  sue 
premure  per  l'adempimento  dei  principali  provve- 
dimenti intesi  a  completare  l'efficienza  del  nostro 
apparecchio  navale:  si  applicò  senza  posa  al  lavoro 
per  ottenere  i  necessari  aumenti  di  personale  e  di 
materiale,  rivolgendo  la  massima  attenzione  ai  som- 
mergibili, ai  velivoli,  al  naviglio  sottile,  alle  torpe- 
dini, ai  dragamine,  agli  affondamine,    alle    ostru- 


14  ALBERTO  BOTTINI 


zioni  ed  agli  antiaerei.  Ordinò  l'impianto  di  nuove 
batterie  per  la  difesa  di  Venezia  e  di  Brindisi,  ser- 
vendosi delle  artiglierie  da  381  mm.  già  destinate 
a  quelle  grandi  navi  delle  quali  si  era  sospesa  la  co- 
struzione. Completò  l'assetto  logibtico  delle  basi  e 
ne  predispose  i  mezzi  di  rifornimento  anche  per  via 
di  terra  in  caso  di  bisogno. 

Per  la  sua  tenace  insistenza  si  pervenne  a  mi- 
gliorare le  condizioni  nautiche  dell'estuario  di  Ve- 
nezia, ad  approntare  la  base  secondaria  di  Porto 
Corsini,  ed  a  scavare  il  porto  di  Brindisi  in  misura 
tale  che  alla  vigilia  dell'apertura  delle  ostilità  esso 
era  pronto  ad  ospitare  la  «  Squadra  da  Battaglia  )> 

Egli  pensò  di  postare  alcune  artiglierie  di  grosso 
calibro  (obici  e  mortai)  sul  Lowcen,  per  battere  le 
navi  ancorate  a  Cattaro  e  prendere  di  rovescio  le 
opere  di  difesa  di  quella  piazza  marittima.  Con  que- 
sto provvedimento  si  sarebbe  raggiunto  lo  scopo  di 
annullare  automaticamente  la  base  navale  di  Cat- 
taro, e  forse  di  provocare  l'uscita  del  grosso  della 
flotta  austriaca  da  Pola  in  condizioni  tali  da  rendere 
possibile  quella  battaglia  navale  che  noi  desidera- 
vamo. Per  il  trasporto  delle  artiglierie  sul  Lowcen 
occorrevano  mezzi  di  trazione  speciali,  e  la  spedi- 
zione esigeva  la  scorta  e  l'appoggio  di  un  reparto  di 
truppe  che  si  era  calcolato  dovesse  essere  dell'ientità 
di  una  Divisione  rinforzata.  Il  progetto  non  si  potè 
attiiare  per  cause  estranee  alla  sfera  di  influenza 
dell'Ammiraglio . 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  15 


L'azione  dell' Ammiraglio  Thaon  di  Revel  si 
estese  anche  al  campo  della  nostra  legislazione  ma- 
rittima, superando  ostacoli  e  vincendo  difl&coltà  di 
tradizione  e  di  teoria  spesso  non  indifferenti  e  riu- 
scendo infine  a  provocare  modifiche  a  quelle  dispo- 
sizioni di  legge  che  si  dimostravano  non  piìi  rispon- 
denti alle  esigenze  della  guerra  moderna.  Così  fu- 
rono date  disposizioni  per  dichiarare  a  suo  tempo 
l'Adriatico  zona  di  guerra  mediante  il  blocco  di 
sbarramento,  in  sostituzione  del  blocco  litoraneo. 
Fu  inoltre  vietata  la  pesca  in  tutto  l'Adriatico  e  nella 
parte  settentrionale  del  golfo  di  Taranto.  Col  primo 
provvedimento  si  ebbe  durante  la  guerra  il  vantag- 
gio di  rendere  effettivo  il  blocco  con  uno  sforzo  mi- 
nimo da  parte  delle  nostre  forze  navali,  di  poter 
requisire  il  naviglio  mercantile  avversario  e  di  dare 
in  mano  al  R.  Governo  un  prezioso  pegno  pel  futuro 
risarcimento  dei  danni  arrecati  dal  nemico  alla  vita 
e  alla  proprietà  dei  privati  cittadini.  Col  secondo 
provvedimento  si  portò  un  colpo  mortale  allo  spio- 
naggio marittimo  e  litoraneo. 

E'  doveroso  ricordare  che  dall'  Ammiraglio 
Thaon  di  Revel  parti  nei  primi  di  maggio  1915  la 
prima  proposta  concreta  di  mobilitazione  delle  in- 
dustrie militari  marittime  nazionali. 

Volgendo  la  nostra  neutralità  verso  la  fine,  oltre 
a  tutti  i  provvedimenti  di  indole  strettamente  guer- 
resca, cui  non  è  il  caso  di  accennare,  data  l'indole 
non  tecnica  e  la  misura  modesta  del  presente  studio, 


16  ALBERTO  BOTTINI 


S.  E.  di  Revel  provvide  a  stringere  con  l'Inghilterra 
e  con  la  Francia  quella  convenzione  navale  in  base 
alla  quale  le  Marine  Alleate  inviarono  in  Adriatico 
naviglio  di  vario  genere,  specialmente  leggero,  in 
misura  tale  da  compensare  affatto  la  nostra  defi- 
cienza in  fatto  di  cacciatorpediniere;  deficienza* 
tanto  fortemente  e  ripetutamente  lamentata  dal- 
l'Ammiraglio di  Revel  fin  dal  primo  giorno  della 
sua  assunzione  alla  carica  di  Capo  di  Stato  Mag 
giore. 

Le  navi  alleate  vennero  in  Adriatico  a  porsi 
sotto  gli  ordini  diretti  dei  nostri  Ammiragli,  essendo 
la  direzione  della  guerra  navale  nell'Adriatico  ri- 
servata alla  Marina  Italiana.  Questo  punto  di  vista 
patriottico  e  politico  fu  difeso  vittoriosamente  al- 
lora e  sempre,  durante  tutta  la  guerra,  dall'Ammi- 
raglio di  Revel,  contro  le  aspirazioni  di  coloro  che 
in  più  di  una  occasione  tentarono  di  togliere  al- 
l'Italia la  sua  libertà  di  azione  in  Adriatico. 

E'  ormai  palese  a  chiunque,  quanto  una  dipen- 
denza o  una  limitazione  nella  libertà  dei  nostri  mo- 
vimenti nelle  acque  adriatiche  ci  sarebbe  riuscita 
disastrosa  nel  giorno  dell'armistizio,  agli  effetti 
delle  nostre  più  sacre  aspirazioni  nazionali. 

4f  *  * 


La  linea  seguita  inflessibilmente  dal  Vice  Am- 
miraglio di  Revel  nella  condotta  della  guerra  dal 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  17 


24  maggio  al  V  ottobre  1915,  le  sue  istruzioni  e 
le  sue  previsioni,  provano  quanto  egli  avesse  luci- 
damente previsto  la  lunga  durata  e  compreso  il  ca- 
rattere insidioso  della  guerra  che  si  combatteva,  e 
come  egli  sapesse  adattarsi  alle  sue  esigenze,  evi- 
tando di  esporsi  inutilmente,  aspettando  con  pa- 
zienza e  tenacia  l'occasione  di  nuocere  al  nemico, 
e  prestando  completo  sostegno  all'estrema  ala  destra 
dell'Esercito,  sicché  mai  nessun  danno  essa  ricevette 
dal  mare.  Tutto  l'andamento,  tutta  la  storia  delle 
nostre  vicende  navali  in  Adriatico  è  una  serie  con- 
tinua di  prove  che  dimostrano  la  bontà  dei  principi 
ai  quali  si  ispirò  l'azione  dell'Ammiraglio  Revel  fin 
dal  primo  giorno  delle  ostilità. 

Ma  l'azione  dell'Ammiraglio  Revel,  nel  periodo 
che  consideriamo,  non  sempre  ebbe  a  svolgersi  in  un 
ambiente  facile  e  tranquillo,  poiché  nella  nostra 
Marina,  come  era  avvenuto  precedentemente  nelle 
altre  marine  entrate  nel  conflitto  prima  della  nostra, 
gli  uomini  di  mare  e  di  guerra  stentavano  a  rasse- 
gnarsi alla  esasperazione  derivante  dalla  forma  si- 
lenziosa e  temporeggiante  assunta  dalla  nuova 
guerra  marittima. 

Nell'ottobre  1915  l'Ammiraglio  Corsi,  nomi- 
nato Ministro  della  Marina,  diede  ufficialmente 
corso  alla  domanda  di  esonero  da  Capo  di  Stato  Mag- 
giore della  Marina,  che  il  Vice  Ammiraglio  di  Revel 
aveva  già  più  volte  presentata  in  forma  ufficiale  al 
precedente  Ministro. 


18  ALBERTO  BOTTINI 


Bisogna  analizzare  questo  atto  dell'Ammiraglio 
Thaon  di  Revel  poiché  da  esso  emerge  chiaramente 
il  carattere  dell'uomo. 

Di  fronte  agli  impedimenti  incontrati  nell'a- 
dempimento del  suo  dovere,  egli  esaminò  fredda- 
mente se  per  il  bene  del  Paese  e  della  Marina,  per 
le  sorti  della  guerra,  fosse  più  conveniente  lottare 
per  vincere  le  difficoltà  interne,  od  eliminare  dalla 
scena  la  sua  stessa  persona.  Con  la  sua  insuperabile 
obbiettività,  pure  essendo  convinto  della  bontà  dei 
suoi  principi,  giudicò  che  la  lotta  per  imporre  il  suo 
modo  di  vedere  personale  avrebbe  finito,  a  lungo 
andare,  per  nuocere  alla  condotta  della  guerra,  e  al- 
lora, con  gesto  assolutamente  spontaneo,  si  ritirò 
silenziosamente  dalla  altissima  carica  che  ricopriva. 
Qualsiasi  commento  inteso  a  dare  maggior  risalto 
alla  nobiltà  dell'atto,   sarebbe  ozioso  e  superfluo! 

E'  bene  però  invitare  i  lettori  giovani  a  medi- 
tare sul  magnifico  ammaestramento  racchiuso  in 
questo  esempio! 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  19 


Il  Vice  Ammiraglio  di  Revel  assunse  la  carica 
di  Comandante  in  Capo  a  Venezia  il  1"  ottobre  1915. 
Giunto  a  Venezia  il  mattino,  la  sera  stessa  aveva  già 
finito  di  prendere  le  consegne  dal  suo  predecessore 
e  si  poneva  al  lavoro.  Chi  ebbe  occasione  di  avvici- 
nare l'Ammiraglio  in  quei  giorni,  ricorda  come  dal 
suo  volto,  straordinariamente  espressivo,  trasparis- 
sero la  soddisfazione  per  il  sacrificio  che  aveva  com- 
piuto e  la  gioia  di  coprire  una  carica  eminentemente 
attiva,  piena  di  gravi  responsabilità  ed  in  contatto 
col  nemico. 

In  brevissimo  tempo  il  Vice  Ammiraglio  di 
Revel  conquistò  la  fiducia  dei  suoi  inferiori  e  l'af- 
fetto della  popolazione  civile  di  Venezia. 

Fin  dai  primi  giorni  del  suo  Comando,  Egli  ini- 
ziò il  perfezionamento  delle  difese  antiaeree  e  su- 
bacquee della  Piazza,  impresse  alle  operazioni  del- 
l'Alto Adriatico  un  carattere  spiccatamente  offen- 
sivo, pensando  che  il  miglior  modo  di  farsi  temere 
dal  nemico  consistesse  appunto  nell'andarlo  ad  of- 


20  ALBERTO  BOTTINI 


fendere  in  casa  sua.  Aviatori,  personale  dei  som- 
mergibili, personale  delle  torpediniere  e  dei  cac- 
ciatorpediniere, conobbero  tutti  da  vicino  il  Co- 
mandante in  Capo;  tutti  seppero  leggere  nei  suoi 
occhi  la  serietà  dei  propositi  e  la  fiducia  del  suc- 
cesso. Quella  serie  di  spedizioni  audaci  sulla  costa 
nemica,  che  culminò  piìi  tardi  con  la  gesta  di  Ciano 
e  d'Annunzio  a  Buccari,  con  il  raid  di  Pellegrini 
a  Pola,  con  l'affondamento  della  a  Viribus  Unitis  », 
fu  iniziata  dalle  siluranti  dell'Alto  Adriatico  poste 
agli  ordini  dell'Ammiraglio  Thaon  di  Revel:  tipica 
fra  tutte  l'irruzione  nel  Porto  di  Pirano,  compiuta 
dal  Cacciatorpediniere  «  Zefiro  »  comandato  dal 
Capitano  di  Corvetta  Costanzo  Ciano. 

Nelle  acque  dell'Alto  Adriatico  e  nel  territorio 
del  Dipartimento  Marittimo  di  Venezia,  fecero  il 
loro  ingresso  in  servizio  i  nuovi  mezzi  di  offesa  e  di 
difesa,  alcuni  già  preparati  od  ideati  dall'Ammira- 
glio Thaon  di  Revel  durante  i  suoi  cinque  mesi  di 
Capo  di  Stato  Maggiore  in  guerra:  intendo  parlare 
dei  M.  A.  S.,  dei  treni  armati  per  la  difesa  delle 
coste,  e  dei  pontoni  armati  con  cannoni  navali. 

Col  procedere  delle  operazioni,  questi  nuovi 
mezzi  ebbero  sempre  maggiore  sviluppo,  poiché  Ir 
pratica  li  dimostrava  man  mano  sempre  più  utili- 
Così  dai  modesti  pontoni  armati  di  cannoni  da 
120  m/m.  si  arrivò  al  «  Faà  di  Bruno  »  armato  con 
una  torre  binata  da  381  m/m.,  costruito  nell'Arse- 
nale di  Venezia. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  21 


Per  apprezzare  il  fervore  di  operazioni  e  di  la- 
voro che  vigeva  a  Venezia  in  quel  periodo,  bisogna 
aver  vissuto  tra  le  siluranti  dell'Alto  Adriatico  od 
aver  lavorato  nell'Arsenale  di  Venezia  nel  1916, 
quando  si  sentiva  dovunque  potente  la  spinta  ani- 
matrice del  Comandante  in  Capo. 

*  *  * 

Nel  febbraio  1917,  dopo  16  mesi  di  brillante 
comando  delle  Forze  Navali  dell'Alto  Adriatico  e 
della  Piazza  di  Venezia,  il  Vice  Ammiraglio  Thaon 
di  Revel  fu  nuovamente  voluto  e  chiamato  dal  Go- 
verno all'alta  carica  di  Capo  di  Stato  Maggiore 
della  Marina.  Per  puro  sentimento  del  dovere, 
benché  conscio .  delle  gravi  difficoltà  che  stava  per 
affrontare.  Egli  accettò  il  nuovo  incarico.  In  tale 
occasione  le  attribuzioni  del  Capo  di  Stato  Maggiore 
furono  ampliate  e  meglio  definite  per  ottenere  una 
azione  di  Comando  piìi  sicura  e  più  efficace;  così 
il  titolo  di  Capo  di  Stato  Maggiore  della  Marina 
venne  integrato  con  quello  ben  piìi  significativo 
di  Comandante  in  Capo  delle  Forze  Navali  mobi- 
litate. 


22  ALBERTO  BOTTINI 


Appena  riprese  le  redini  della  Marina,  l'Ammi- 
raglio di  Revel  si  rimise  al  lavoro  con  il  suo  impeto 
abituale,  e  gli  effetti  della  sua  direzione  piena  di 
energia  e  di  buon  senso  non  tardarono  a  manife- 
starsi specialmente  nella  soluzione  del  problema  di 
guerra  che  in  quel  momento  era  il  piìi  grave  ed  il 
più  urgente,  cioè  nella  difesa  del  traffico  marittimo. 

Esponiamo  per  sommi  capi  i  provvedimenti  da 
lui  attuati  nel  primo  semestre  del  suo  nuovo  co- 
mando : 

Istituì  Tee  Ispettorato  per  la  difesa  del  traffico 
marittimo  nazionale  »  e  concentrò  nelle  mani  del 
l'Ispettore  tutti  i  mezzi  che   si   avevano  pronti  per 
combattere  i  sommergibili  nemici  e  per  difendere 
le  nostre  navi  mercantili. 

Intraprese  l'armamento  dei  piroscafi  con  can- 
noni tolti  alle  navi  da  guerra  meno  efficienti:  sti- 
molò l'industria  a  fornire  nuove  artiglierie  pel  me- 
desimo scopo  ;  e  fece  installare  la  radiotelegrafia  su 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  23 


tutti  i  piroscafi  che  ne  erano  sprovvisti,  sollecitando 
un  provvedimento  legislativo  in  proposito. 

Stabilì  di  far  navigare  i  piroscafi  in  convogli 
scortati  facendo  loro  percorrere,  ove  era  possibile, 
rotte  costiere  sotto  la  protezione  di  apposite  batte- 
rie, ed  in  comunicazione  con  le  stazioni  di  vedetta. 
Fece  rinnovare  e  migliorare  tutte  le  ostruzioni  dei 
nostri  porti  mercantili. 

Ordinò  alle  Ditte  italiane  ed  americane  due- 
cento motoscafi  antisommergibili  (M.  A.  S.),  in 
guisa  da  portare  ad  oltre  300  il  numero  di  quelle 
unità  per  il  principio  del  1918. 

Provocò  un  Decreto  Luogotenenziale  pel  quale 
tutti  i  marittimi  imbarcati  su  piroscafi  nazionali 
furono,  agli  effetti  di  legge,  praticamente  militariz- 
zati; ed  al  tempo  stesso  tutti  i  contratti  di  arruola- 
mento furono  automaticamente  prorogati  per  tutta 
la  durata  della  guerra. 

Organizzò  il  trasporto  materiali,  viveri  ecc.  per 
le  truppe  di  Macedonia  da  Taranto,  anziché  da  Na- 
poli; ed  il  trasporto  dei  complementi  per  la  Mace- 
donia, sul  percorso  Taranto  -  Santi  Quaranta,  ridu- 
cendo al  minimo  i  rischi  della  navigazione. 

Fece  riprendere  con  nuova  lena  la  costruzione 
delle  dighe  di, Taranto  e  di  Brindisi,  nonché  la 
escavazione  dell'Estuario  Veneto  e  del  porto  di 
Brindisi;  decise  la  chiusura  della  rada  di  Augusta; 
ideò  e  ordinò  la  intensa  preparazione  del  materiale 
per  lo  sbarramento  del  Canale  di  Otranto;  e  fece 


24  ALBERTO  BOTTINI 


iniziare  i  lavori  della  base  per  naviglio  sottile  nel 
lago  di  Varano,  per  l'escavazione  del  porto  di  Gal- 
lipoli, e  per  la  sistemazione  del  porto  di  Otranto. 

Riordinò  la  difesa  antiaerea  di  tutte  le  piazze 
e  di  tutte  le  zone  dipendenti  dalla  Marina  secondo 
un  unico  sistema  che  aveva  già  sperimentato  con  ot- 
timo risultato  a  Venezia. 

Rinforzò  la  difesa  delle  coste  mediante  nuove 
artiglierie. 

Aumentò  di  molto  l'efficacia  del  concorso  di- 
retto della  Marina  all'Esercito,  accrescendo  il  nu- 
mero dei  pontoni  e  dei  ((  Monitors  »  armati  di  me- 
die e  grandi  artiglierie;  in  modo  da  rendere  perfet- 
tamente sicuro  l'appoggio  al  mare  della  estrema  ala 
destra  della  Terza  Armata. 

Fece  completare  la  sistemazione  della  base  di 
Valona. 

Riordinò  gli  alti  Comandi  navali  in  modo  da 
rendere  più  netta  la  responsabilità  e  più  efficace 
l'azione  degli  Ammiragli. 

In  omaggio  ai  più  sani  e  fondamentali  principi 
di  strategia,  concentrò  immediatamente  le  forze 
navali,  richiamando  a  Taranto  da  Corfù,  e  a  Brin- 
disi da  Valona,  le  divisioni  che  vi  erano  rispettiva- 
mente dislocate.  Inviò  a  Corfù  due  incrociatori  au- 
siliari ed  a  Valona  il  «  Dandolo  »,  vecchia  nave 
munita  di  ottime  artiglierie,  perfettamente  adatte 
a  sostenere  eventualmente  dal  mare  le  nostre 
truppe  di  occupazione. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL 


25 


Nel  campo  dei  servizi  aerei  ebbe  modo  di  espli- 
care tutta  la  sua  benefica  energia  organizzatrice. 
Durante  la  sua  assenza  dalla  direzione  della  Marina 
i  servizi  aerei  navali  erano  stati  affidati  all'esercito 
che  avrebbe  dovuto  farli  funzionare  con  ufficiali 
della  Milizia  Territoriale.  Pare  che  il  risultato  del 
provvedimento  non  fosse  molto  brillante;  perchè  di 
78  sottotenenti  della  Milizia  Territoriale  ammessi  al 
concorso  per  pilota  di  idrovolanti,  uno  solo  ottenne 
il  brevetto  nel  termine  stabilito.  L'Ammiraglio  di 
Revel,  conscio  dei  bisogni  dell'arma  aerea  e  pieno 
di  fede  (fin  dal  tempo  di  pace)  nella  efficacia  di  essa, 
ottenne  il  pronto  ritorno  dell'aviazione  navale  alla 
R.  Marina  e  diede  un  rigoroso  impulso  alla  sua 
riorganizzazione.  Ben  presto  le  quotidiane  incur- 
sioni aeree  su  Fola,  compiute  con  un  numero  sem- 
pre crescente  di  apparecchi  e  con  bombe,  sempre 
più  potenti,  dimostrarono  praticamente  tutto  il  va- 
lore della  rinascita  dell'aviazione  navale,  tenace- 
mente voluta  ed  attuata. 

Rimediò  alle  deficienze  di  personale  tanto  nelle 
categorie  degli  ufficiali  come  in  quelle  del  C.  R.  E. 

Disciplinò  il  consumo  dei  combustibili  che  co- 
minciava a  farsi  minaccioso  per  l'assottigliamento 
delle  riserve. 


*  *  * 


Tutto  ciò  che  ho  enumerato  finora  non  è  che 


26  ALBERTO  BOTTINI 


la  cornice  del  quadro;  la  pittura  è  ben  piìi  impor- 
tante. 

L'Ammiraglio  di  Revel  portò  in  tutto  il  com- 
plesso organismo  navale  lo  stesso  spirito  che  aveva 
diffuso  nelle  Forze  Navali  dell'Alto  Adriatico  e 
nella  Piazza  di  Venezia  durante  i  suoi  sedici  mesi 
di  comando.  Così  l'attività  dei  M.  A.  S.  divenne  di 
giorno  in  giorno  sempre  piìi  intensa,  le  azioni  e  gli 
agguati  incessanti  delle  piccole  navi  divennero 
sempre  piìi  persistenti  e  piìi  efficaci,  e  culminarono 
nel  glorioso  affondamento  della  «  St.  Istvan  »  a 
Premula  da  parte  del  valoroso  Comandante  Rizzo. 
Egli  persegui  con  tenacia  la  tattica  offensiva  contro 
le  coste  nemiche  riuscendo  a  danneggiare  con  idro- 
volanti, dirigibili  e  naviglio  leggero  le  opere  mili- 
tari nemiche,  rispettando  la  popolazione  civile  in 
maggioranza  italiana.  Sotto  il  suo  impulso  il  ne- 
mico fu  ricercato  nelle  sue  basi  con  silenzioso  e  te- 
nace lavoro  quotidiano. 

Come  di  una  catena  di  monti  coperta  di  nebbia 
emergono  talvolta  le  sole  cime  piìi  alte,  così  di  tutta 
questa  vasta  attività  navale  vennero  a  conoscenza 
del  pubblico  solo  i  fatti  piìi  fulgidi  che  hanno  il 
nome  di  Buccari,  Muggia,  Fasana,  Pola,  Durazzo; 
mentre  sono  infinite  le  altre  spedizioni  che,  pur  non 
diventando  popolari,  impressero  al  nemico  un  sa- 
lutare rispetto  per  la  nostra  Marina. 

Nello  stesso  tempo  i  nostri  sommergibili  dive- 
nuti piii  numerosi  e  più  esperti,  mietendo  allori  ed 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  27 


immolando  martiri,  portarono  piii  volte  l'ofiFesa  del 
siluro  al  di  là  della  fitta  micidiale  rete  di  mine  su- 
bacquee distesa  dal  nemico  a  protezione  dei  suoi  ca- 
nali interni. 


28  ALBERTO  BOTTINI 


La  Marina  aveva  raggiunto  un  elevato  grado  di 
attività  quando  si  aperse  fulminea  ed  inaspettata  la 
breccia  di  Caporetto,  che  ebbe  per  conseguenza  la 
ritirata  del  nostro  Esercito  dal  Carso  alla  linea  del 
Piave.  La  ripercussione  della  ritirata  dell'Esercito 
sulla  efficienza  generale  della  Marina,  poteva  essere 
tutt'altro  che  lieve.  Se  nella  ritirata  si  fosse  sgom- 
brata Venezia,  la  Marina  avrebbe  perduta  la  sua 
unica  base  dell'Alto  Adriatico;  la  nostra  suprema- 
zia marittima  in  quel  bacino  ne  sarebbe  stata  gran- 
demente compromessa,  ed  avrebbe  lasciato  intrav- 
vedere  per  l'avvenire  della  guerra  le  più  serie  con- 
seguenze. 

L'Ammiraglio  Thaon  di  Revel  sentì  immedia- 
tamente la  necessità  di  una  resistenza  a  qualunque 
costo  della  Piazza  di  Venezia.  Nella  sua  qualità  di 
Capo  di  Stato  Maggiore  della  Marina  e  Comandante 
in  Capo  delle  Forze  Navali  Mobilitate,  dal  26  ot- 
tobre fino  al  20  novembre  si  trattenne  quasi  senza 
interruzione  a  Venezia  per  rendere  più  efficace  e  più 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  29 


sollecita  la  sua  azione  di  Supremo  Capo  responsa- 
bile della  Marina.  In  continuo  contatto  col  Capo 
di  Stato  Maggiore  dell'Esercito,  col  Comando  della 
III  Armata,  col  Comandante  della  Brigata  Marina, 
col  Comandante  in  Capo  della  Piazza  di  Venezia  e 
delle  Forze  Navali  dell'Alto  Adriatico,  coi  comandi 
delle  difese  di  Grado  e  Monf alcone,  si  pose  in  con- 
dizione di  apprezzare  istante  per  istante  la  situa- 
zione e  di  provvedere  immediatamente  in  conse- 
guenza. 

La  sua  azione,  in   quel   doloroso   periodo,  può 
riassumersi  nei  seguenti  punti: 

1.  —  In  seguito  ad  accordi  colle  autorità  del- 
l'Esercito impartì  le  disposizioni  necessarie  per  la 
ritirata  dietro  la  linea  del  Piave  delle  Difese  di 
Grado  e  Monfalcone  e  di  tutti  gli  altri  elementi 
della  R.  Marina.  (Ritirata  che  si  compì  in  ordine 
perfetto,  con  salvataggio  di  tutto  il  materiale  tra- 
sportabile). Organizzò  la  difesa  ad  oltranza  della 
Piazza  di  Venezia,  servendosi  dei  mezzi  e  delle  armi 
locali,  senza  pregiudicare  l'efficienza  delle  Forze 
Navali  Mobilitate. 

2.  —  Pur  resistendo  saldamente  a  Venezia, 
non  perdette  di  vista  il  caso  che  il  nemico  ci  potesse 
scacciare  dalla  città  e  dalla  laguna;  ed  organizzò  in 
conseguenza  una  estrema  difesa  a  Chioggia;  nella 
intesa  di  fare  di  Chioggia  l'estremo  dell'ala  destra 
di  un  nostro  deprecando  schieramento  sull'Adige: 
a  Chioggia  si  sarebbe  avuto  il  vantaggio  di  esercì- 


30  ALBERTO  BOTTINI 


tare  sempre  un  certo  dominio  su  parte  della  laguna 
veneta. 

3.  —  Organizzò  una  seconda  base  di  resi- 
stenza pili  a  sud,  col  nome  di  ((  Difesa  Marittima  a 
Sud  del  Brenta  »,  la  quale  nel  caso  si  fosse  perduta 
Venezia  avrebbe  dovuto: 

Coprire  l'estrema  ala  destra  dell'Esercito. 

Raccogliere  per  mezzo  della  rete  acquea  il 
materiale  sgombrato  dall'Arsenale  di  Venezia. 

E  servire  di  base  ai  nostri  M.  A.  S.  per  ren- 
dere al  nemico  difficile  e  dolorosa  l'utilizzazione  di 
Venezia.  — 

Descrivere  degnamente  l'opera  dell'  Ammira- 
glio di  Revel  dalla  fine  di  ottobre  alla  fine  di  di- 
cembre 1917  trascende  di  gran  lunga  la  piccola 
mole  di  questo  opuscolo;  non  si  può  tuttavia  fare 
a  meno  di  affermare  che  l'Ammiraglio  di  Revel  nel 
periodo  critico  della  ritirata  sul  Piave  fu  l'anima 
della  difesa  di  Venezia  e  di  ricordare  che  le  folte  e 
baldanzose  infiltrazioni  di  fanteria  nemica,  con  ab- 
bondanti mitragliatrici,  minaccianti  direttamente 
Venezia  attraverso  la  laguna  fra  Piave  e  Sile,  furono 
respinte  da  reparti  marinai  costituiti  dall'Ammira- 
glio di  Revel  col  personale  rientrato  dalle  Difese  di 
Grado  e  Monfalcone.  Bisogna  rammentare  quel  bat- 
taglione marinai    (1)  comandato  dal  Capitano  di 


(I)  Da  questo  battaglione  nacque  il  valoroso  reggimento  di  marinai 
che  prese  il  nome  di  Reggimento  S.  Marco,  e  tenne  fino  al  giorno  dell'Ar- 
mistizio le  trincee  del  basso  Piave,  coprendosi  di  gloria  al  Comando  del 
Capitano  di  Vascello  Dentice  di  Frasso  primit,  e  poi  del  Capitano  di  Fre- 
gata Sirianni. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  31 


Corvetta  Starila  che  fu  creato  a  Venezia  fra  il  30 
Ottobre  e  PS  novembre;  che  il  9  novembre  entra- 
va in  linea  a  Coftellazzo  ed  il  13  dello  stesso  mese 
sosteneva  un  violento  attacco  di  arditi  austro-unga- 
rici, resisteva,  contrattaccava,  sconfiggeva  ed  inse- 
guiva il  nemico,  catturando  prigionieri  e  materiale. 
Come  pure  è  doveroso  ricordare  che  l'Ammiraglio 
di  Revel  era  personalmente  presente  a  quella 
azione. 

Con  infinito  amore  per  il  semplice  marinaio, 
l'Ammiraglio,  anche  assillato  dalle  più  gravi  cure, 
non  perdeva  mai  l'occasione  di  pagare  di  persona 
e  di  portarsi  dove  ferveva  l'azione  per  incoraggia- 
re e  premiare  i  combattenti,  e  per  assicurarsi  coi 
propri  occhi  dello  stato  dei  materiali  e  delle  attitu- 
dini degli  uomini.  La  lista  delle  ispezioni  personali 
condotte  a  fondo  a  tutti  i  servizi  della  Marina  mo- 
bilitata sono  innumerevoli,  come  sono  innumere- 
voli i  pronti  ed  efficaci  provvedimenti  che  segui- 
rono ad  ogni  sua  visita. 

Ricordiamo  a  mo'  d'esempio  la  sua  ricogni- 
zione dell'll  settembre  1917  in  motoscafo  fino  a 
5  miglia  da  Trieste  per  rendersi»  conto  della  posi- 
zione di  ormeggio  di  due  navi  da  guerra  nemiche, 
contro  le  quali  stava  progettando  un  attacco;  i  suoi 
voli  con  idrovolanti  in  esperimento;  la  ricogni- 
zione in  automobile  su  tutta  intera  la  costa  adria- 
tica per  sincerarsi  sulle  sue  difese  costiere  ed  an- 
tiaeree; la  sua  traversata    aerea    delrAdriatico  in 


32  ALBERTO  BOTTINI 


idrovolante;  le  sue  frequenti  escursioni  a  Saseno. 
Valona,  Santi  Quaranta;  le  sue  traversate  in  cac 
ciatorpediniere,  ecc. 

L'Ammiraglio  di  Revel  dovette  a  questa  sua  co- 
stante linea  di  condotta  la  fortuna  di  trovarsi  il 
giorno  16  novembre  1917  presso  il  fanale  di  Piave 
Vecchia  mentre  il  nemico  eseguì  il  primo  ed  ulti- 
mo suo  tentativo  di  offendere  dal  mare  l'estrema 
destra  del  nostro  schieramento  terrestre:  dal  fa- 
nale di  Piave  Vecchia  l'Ammiraglio  di  Revel,  vista 
delincarsi  l'azione  delle  navi  nemiche,  telefonò  al 
Comando  in  Capo  di  Venezia  ordinando  un  attacco 
di  velivoli,  M.  A.  S.  e  sommergibili  contro  il  gruppo 
di  navi  austriache  che  aprivano  il  fuoco  contro  le 
nostre  linee  di  Cortellazzo.  In  seguito  a  tale  ordine 
uscì  all'attacco,  fra  gli  altri,  il  Comandante  Co- 
stanzo Ciano  con  due  M.  A.  S.  Appena  il  Coman- 
dante Ciano  ebbe  risolutamente  lanciato  il  primo 
siluro,  le  navi  austriache,  volendo  evitare  di  esporsi 
a  sicura  perdita,  si  ritirarono  senza  essere  riuscite 
a  raggiungere  il  loro  obbiettivo  di  danneggiare  le 
nostre  posizioni  di  Cortellazzo. 

**■}«■ 

Tutto  quanto  ho  detto  finora  sull'azione  del- 
l'Ammiraglio di  Revel  nel  periodo  acuto  della  riti- 
rata, è  efficacemente  provato  e  documentato  dall'or- 
dine del  giorno  dell'Ammiraglio  in  data  1°  novem- 


S.  M.  IL  RE  e  S.  E.  L  AMMIRAGLIO  THAON  DI  REVEL 

a  bordo  di  una  silurante  nel  golfo  di  Venezia 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  33 


bre:  sono  poche  righe  semplici,  quasi  rozze,  ma 
piene  di  vita  e  di  forza,  scintillanti  di  sincerità  e  di 
evidenza  : 

ORDINE  DEL  GIORNO 

a  La  R,  Marina,  fin  dalV  inizio  della  guerra,  ol- 
tre che  con  la  flotta,  ha  con  reparti  di  uomini  e  con 
cannoni  di  ogni  calibro,  sistemati  a  terra  e  su  gal- 
leggianti, sostenuto  Vaia  destra  delVEsercito,  para- 
lizzando ogni  azione  offensiva  marittima  del  nemico 
nel  Golfo  di  Trieste. 

Tale  risultato  venne  raggiunto  lottando  diutur- 
namente, per  circa  due  anni  e  mezzo,  contro  diffi- 
coltà che  avrebbero  potuto  ritenersi  insormonta- 
bili; si  dovette  spesso  aprire  la  via  scavando  canali, 
contendere  le  batterie  alle  piene  travolgenti,  man- 
tenersi isolati  in  squallide  paludi  infestate  da  ma- 
laria, sotto  r  imperversare  degli  elementi,  dei 
proiettili,  delle  bombe. 

Durante  il  recente  ripiegamento,  determinato 
da  esigenze  strategiche,  i  presidi  di  Marina  manten- 
nero con  salda  disciplina  la  loro  avanzata  posizione 
costiera  fino  a  movimento  assicurato. 

Adempiuta  tale  missione,  essi  hanno  ricupe- 
rato e  messo  in  salvo,  con  ordine  perfetto,  nono- 
stante rincalzare  del  nemico  e  le  condizioni  del 
mare,  quanto  mai  avverse,  il  prezioso  materiale  da 
guerra  loro  affidato  ed  ora  già  pronto  ad  affrontare 
il  nemico  nelle  nuove  posizioni. 


34  ALBERTO  BOTTINI 


Fortunato  di  aver  assistito  a  sì  nobile  contegno 
di  onore  della  Brigata  Marina,  la  segnalo  al  vostro 
affetto  ed  alla  vostra  ammirazione  ». 

Venezia,  1°  novembre  1917. 

Thaon  di  Revel 

Verso  la  fine  del  1917  la  difesa  di  Venezia  era 
seriamente  consolidata;  ma  la  piazza  e  la  laguna  si 
trovavano  ormai  situate  in  prima  linea.  Partendo 
da  questa  sua  posizione  avanzata,  la  Marina,  diretta 
dall'Ammiraglio  di  Revel,  divenne  attivissima; 
come  attiva  si  mantenne  nel  Basso  Adriatico  da 
Brindisi  e  da  Valona  Verso  Durazzo  e  verso  Cattaro. 
Il  1918  fu  caratterizzato  dallo  sviluppo  sempre  cre- 
scente delle  azioni  dei  M.  A.  S.,  del  naviglio  sottile 
e  della  aviazione,  nonché  dal  bombardamento  in 
grande  stile  di  Durazzo.  Spiccarono  tra  le  altre,  la 
azione  di  Premuda  nella  notte  dal  9  al  10  giugno 
1918,  nella  quale  il  Comandante  Rizzo  alla  testa  di 
una  sezione  di  M.  A.  S.  affondò  con  siluro  la  dread- 
nought  austriaca  «  St.  Istvan  »  ;  e  l'entrata  a  Pola 
di  Rossetti  e  Paolucci  che  nella  notte  dal  1*  al  2  no- 
vembre 1918  affondarono  con  siluro  speciale  la 
dreadnought  austriaca  «Viribus  Unitis  ». 

E'  sommamente  interessante,  nel  corso  di  que- 
sto periodo,  il  bombardamento  classico  di  Durazzo  ; 
perchè  dalla  condotta  dell'Ammiraglio  di  Revel  in 
questa  circostanza  balza  fuori  uno  dei  tratti  piii  ca- 


PAOLO  THAON  DI  REVEL 


ratteristici  della  sua  figura  di  Capo:  Za  perfetta  co- 
scienza di  tutte  le  responsabilità  inerenti  alla  sua 
alta  carica  e  la  piena  e  netta  accettazione  di  esse, 
specialmente  nei  momenti  più  seri. 

Negli  ultimi  giorni  del  settembre  1918,  il  gene- 
rale francese  Franchet  d'Esperey,  Comandante  del- 
l'Armèe  d'Orient  (Truppe  Alleate  di  Macedonia) 
pel  tramite  del  suo  Governo  domandò  al  Governo 
italiano  la  distri^ione  della  base  austriaca  di  Du- 
razzo  :  il  Governo  francese  nel  notificare  questa  ne- 
cessità al  Governo  italiano  fece  sapere  che,  qualora 
la  Marina  Italiana  non  avesse  creduto  di  compiere 
subito  l'operazione,  la  Marina  Francese  l'avrebbe 
eseguita  interamente  coi  suoi  mezzi.  La  questione 
fu  subito  esaminata  a  Roma  in  Consiglio  di  guerra  : 
l'Ammiraglio  di  Revel,  geloso  custode  del  prestigio 
delle  nostre  armi,  comprese  immediatamente  i  gra- 
vi danni  che  ci  sarebbero  derivati  alla  resa  dei  conti, 
se  la  flotta  francese  avesse  potuto  combattere  da  sola 
nel  nostro  teatro  di  guerra  adriatico  contro  il  no- 
stro secolare  nemico  austriaco;  e  pertanto  propose 
che  l'operazione  contro  Durazzo  fosse  fatta  imme- 
diatamente dalle  forze  navali  italiane;  e  trattan- 
dosi di  arrischiare  navi  da  battaglia,  grandi  incro- 
ciatori corazzati  e  naviglio  di  ogni  genere,  in  mi= 
sura  senza  precedenti  nella  guerra,  decise  di  assu- 
mere personalmente  la   direzione   dell'operazione. 

Il  Consiglio  di  guerra  avendo  accettato  la  sua 
proposta,  l'Ammiraglio  di  Revel  si  recò  immediata- 


36  ALBERTO  BOTTINI 


mente  a  Brindisi,  ove  giunse  il  29  settembre;  dopo 
una  rapidissima  preparazione  si  imbarcò  sulla 
((  Dante  Alighieri  »  ed  uscì  al  largo  il  giorno  2  ot- 
tobre  con  29  unità  italiane  tra  grandi  e  piccole,  più 
12  sommergibili;  19  unità  leggere  inglesi,  2  som- 
mergibili inglesi;  quattro  sommergibili  francesi; 
ed  alcuni  motoscafi  americani.  Questa  forza  navale 
esegui  brillantemente  la  distruzione  della  base  ne- 
mica di  Durazzo  difesa  da  estesi  campi  di  mine, 
sommergibili  ed  artiglierie  di  medio  calibro.  Nelle 
istruzioni  emanate  per  l'operazione  l'Ammiraglio 
di  Revel  riservò  personalmente  per  sé  la  parte  più 
aleatoria  e  più  densa  di  responsabilità;  cioè  il  com- 
pito di  osservare  la  base  nemica  di  Cattaro  ed  attac- 
care le  navi  nemiche  che  eventualmente  ne  uscis- 
sero per  assalire  le  forze  navali  nostre  impegnate 
nel  bombardamento  di  Durazzo. 

Pochi  giorni  dopo,  la  guerra  finì  vittoriosa- 
mente e  l'Ammiraglio  di  Revel  partecipò  la  notizia 
col  seguente  ordine  del  giorno  : 

COMANDO    IN    CAPO    DELLE 
FORZE  NAVALI  MOBILITATE 

Ordine  del  giorno  N.  38 

Marinai! 

La  guerra  marittima  condotta  in  Adriatico  in 
unione  a  reparti  degli  Alleati  e  degli  Stati  Uniti  col 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  37 


più  costante  e  sagace  ardimento  nella  ricerca  del- 
V avversario  in  mare  aperto  e  dentro  i  muniti  porti, 
è  finita  entro  Pola  con  uno  dei  più  luminosi  esempi 
dell'eroismo  italiano. 

Dal  primo  alV  ultimo  giorno,  voi  avete  perseve- 
rato in  una  lotta  senza  tregua,  supplendo  al  difetto 
dei  mezzi  ed  alla  gravità  dei  molteplici  compiti, 
con  una  vigoria,  con  una  audacia  sempre  più  pron- 
te e  ferme. 

Tutti  gli  italiani  conoscono  i  nomi  dei  singoli 
Eroi  e  delle  vittorie  fulminee,  ma  non  a  tutti  è  nota 
V opera  silenziosa,  aspra,  generosa  compiuta  in  ogni 
ora,  in  ogni  evento,  in  ogni  fortuna,  quando  sola- 
mente una  assoluta  dedizione  al  dovere  poteva  su- 
perare l'imparità  delle  condizioni  e  la  durezza  de- 
gli ostacoli. 

Sappia  oggi  la  Patria,  di  quanti  sforzi  apparen- 
temente ingloriosi  è  fatta  questa  Sua  immensa  glo- 
ria. Consideri  come  due  volte  la  Vittoria  abbia  preso 
il  volo  e  l'augurio  dal  gorgo  ove  le  più  potenti  navi 
nemiche  scomparivano:  da  Premuda  al  Piave,  da 
Pola  a  Trieste  e  Trento. 

La  grande  nave  colata  a  picco  nel  porto  di  Pola 
fu  più  che  un  presagio. 

Nel  suo  nome  stesso  ostentava  la  vecchia  men- 
zogna delle  forze,  non  riunite  ma  coatte.  La  duplice 
dissoluzione  è  avvenuta.  Come  più  non  esiste  l'eser- 
cito, la  flotta  imperiale  non  esiste  più. 


38  ALBERTO  BOTTINI 


Onore  sempre  a  voi  tutti,  onesti  e  prodi  Mari- 
nai (Tltalia! 

Brindisi,  12  novembre  1918. 

Il  Comandante  in  Capo 
delle  Forze  Navali  Mobilitate 

Thaon  di  Retel 


*  *  * 

L'armistizio  che  pose  fine  alla  guerra  trovò 
rAmmiraglio  di  Revel  perfettamente  preparato  alla 
novità  dei  compiti  ed  ai  nuovi  ordini  di  idee.  Si 
deve  alla  indomabile  energia  dell'Ammiraglio  di 
Revel  se  tutta  la  Dalmazia,  Trieste,  Pola,  Fiume 
e  le  coste  istriane,  appena  cessate  le  ostilità  fu- 
rono immediatamente  e  rapidamente  occupate  dalla 
nostra  Marina  e  da  reparti  dell'Esercito  trasportati 
con  mezzi  forniti  dalla  R.  Marina. 

Dopo  l'armistizio  l'Ammiraglio  di  Revel  dedicò 
tutte  le  sue  cure  all'assestamento  del  litorale  e  delle 
isole  redente;  e  prese  parte  alla  Conferenza  della 
Pace  in  qualità  di  Cotìimissario  Navale. 

Il  4  ottobre  1919  l'Ammiraglio  di  Revel  chiese 
ed  ottenne  l'esonero  dalla  carica  di  Capo  di  Stato 
Maggiore  della  Marina.  Egli  è  da  quel  giorno  Pre- 
sidente del  Comitato  degli  Ammiragli,  cioè  del  mas- 
simo organo  consultivo  della  Regia  Marina. 


CENNI  BIOGRAFICI 


Paolo  Thaon  di  Revel  nacque  a  Torino  il  10 
giugno  1859  dal  Conte  Ottavio  e  della  Contessa  Ca- 
rolina, nata  Regard  de  Clermont  de  Vars,  gentil- 
donna savoiarda. 

La  famiglia  Thaon  di  Revel,  originaria  della 
Contea  di  Nizza,  diede  per  secoli  alla  Patria  uomini 
insigni  e  difensori  fedeli  e  valorosi.  Eccone  qualche 
esempio  : 

Bisavolo  delV  Ammiraglio:  Carlo  Francesco 
Thaon  di  Revel  e  Saint  André  -  Viceré  di  Sardegna 
nel  1787  -  Comandante  Generale  dell'Esercito  Pie- 
montese nella  guerra  delle  Alpi  contro  la  Francia 
nel  1792,  vincitore  all'Authion  ed  a  Milleforche  - 
Generale  d'Armata  1794  -  Governatore  di  Torino 
nel  1797  -  Investito  dei  pieni  poteri  d'Alter  Ego  nel 
1799  -  Reggente  l'isola  di  Sardegna  nel  1803  -  Gran 
Maestro  d'Artiglieria  nel  1806  -  Insignito  del  Col- 
lare dell'Annunziata. 


40 


ALBERTO  BOTTINI 


Avo  dell' Ammiraglio  :  Ignazio  di  Revel  -  Mini- 
stro plenipotenziario  in  Olanda  nel  1789,  a  Parigi 
nel  1796,  a  Londra  nel  1799  -  Ambasciatore  straor- 
dinario a  Parigi  nel  1814,  ottenne  la  unione  di  Ge- 
nova al  Regno  di  Sardegna  -  Governatore  di  Genova 
e  Ministro  di  Stato  nel  1815  -  Generale  d'Armata 
nel  1816  -  Viceré  di  Sardegna  nel  1818  -  Governa- 
tore di  Torino  nel  1820  -  Investito  dei  pieni  poteri 
di  Alter  Ego  nel  1821  -  Maresciallo  di  Savoia  nel 
1829  -  Presidente  del  Consiglio  di  Stato  nel  1831  - 
Insignito  del  Collare  dell' Anunziata. 

Pro-zio  delVAm.m,iraglio:  Giuseppe  Alessandro 
di  Revel  -  Generale  di  Fanteria  nel  1812  -  Gover- 
natore di  Torino  nel  1814  -  Ispettore  Generale  del- 
l'Esercito -  Fondatore  dell'Arma  dei  Carabinieri 
Reali  nel  1814  -  Insignito  del  Collare  dell'Annun- 
ziata. 


Zio  delVAm^miraglio:  Adriano  di  Revel  -  Diplo- 
matico distintissimo  -  In  età  giovanissima  fu  Mini- 
stro del  Re  di  Sardegna,  prima  a  Londra,  poi  a 
Vienna  -  Nel  1852  a  Vienna,  con  azione  audacis- 
sima ed  abilissima,  ottenne  che  il  governo  austriaco 
restituisse  i  beni  che  aveva  confiscati  ai  liberali  del 
lombardo-veneto  rifugiati  in  Piemonte. 

Zio  deir Am^miraglio  :  Genova  di  Revel  -  Te- 
nente Generale  -  Segnalatosi  in  Crimea  e  nella 
guerra  del  1859  -  Combattente  nel  1866  nel  qua- 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  41 

drato  di  Villafranca  -  Ministro  della  Guerra  -  Insi- 
gnito del  Collare  dell'Annunziata. 

Padre  dell' Ammiraglio  :  Ottavio  di  Revel  -  De- 
putato al  Parlamento  -  Ministro  delle  Finanze  di 
Re  Carlo  Alberto  -  Firmatario  dello  Statuto. 

Fratelli  delF Ammiraglio  :  Ignazio  di  Revel  - 
Senatore  del  Regno. 

Adriano  di  Revel  -  Generale  di  Cavalleria. 
Vittorio  di  Revel  -  Già  Console  Generale,  ora 
Ministro  Plenipotenziario  a  riposo. 

L'Ammiraglio  di  Revel  appartiene  dunque,  pel 
tramite  di  ambedue  i  suoi  genitori,  a  quella  vec- 
chia nobiltà  piemontese,  devota  per  tradizione  e 
per  sentimento  alla  Patria  ed  al  Sovrano;  ornata, 
nella  grande  maggioranza,  di  belle  virtù  militari, 
civiche  e  domestiche;  la  quale  nel  periodo  del  no- 
stro Risorgimento,  comprendendo  i  nuovi  tempi  e 
sposando  con  mirabile  chiaroveggenza  le  nuove 
idee,  seppe  unirsi  alla  borghesia  intellettuale  di 
tutta  Italia,  e  contribuire  potentemente  con  essa,  a 
costo  di  non  pochi  sacrifici,  al  trionfo  dell'ideale 
italiano  di  Libertà  e  di  Unità.  E'  quindi  doveroso 
oservare  come  l'Ammiraglio  Thaon  di  Revel,  nel 
compiere  così  egregiamente  il  suo  dovere  verso  la 
Patria,  come  Capo  responsabile  della  Marina  nella 
grande  guerra,  abbia  in  pari  tempo  continuato  una 
gloriosa  tradizione  della  sua  famiglia. 


42  ALBERTO  BOTTINI 


Paolo  Thaon  di  Revel  ricevette  la  prima  istru- 
zione a  Torino  nel  collegio  di  Valsalice,  indi  alla 
età  di  11  anni  fu  condotto  a  Genova  per  compiere 
gli  studi  preparatori  alla  carriera  navale  nel  col- 
legio «  Picone  ».  Nell'anno  1873  fu  ammesso  alla 
Regia  Scuola  di  Marina  di  Napoli,  nel  1875  passò 
alla  Regia  Scuola  di  Marina  di  Genova,  donde  uscì 
col  grado  di  Guardia  Marina  nel  1877. 

Dal  principio  del  1879  alla  metà  del  1882  fu 
imbarcato  sulla  Regia  Fregata  «  Garibaldi  »,  colla 
quale  compì  uno  dei  più  interessanti  e  proficui  giri 
del  mondo  che  si  ricordi  nella  storia  della  nostra 
Marina. 

Nel  1880  fu  promosso  Sottotenente  e  nel  1886 
Tenente  di  Vascello.  Negli  ultimi  anni  di  Sottote- 
nente e  nei  primi  di  Tenente  di  Vascello,  fu  ad- 
detto alla  persona  di  S.  A.  R.  il  Principe  Eugenio 
di  Carignano,  in  qualità  di  Ufficiale  di  Ordinanza. 
Col  grado  di  Tenente  di  Vascello  fu  imbarcato  suc- 
cessivamente sulle  Regie  Navi  «  Bausan  »,  «  Città 
di  Genova  »,  «  Montebello  »,  «  Atlante  »,  ecc. 

E'  degno  di  ricordo  il  suo  imbarco  in  comando 
della  torpediniera  di  1*  classe  «  Sparviero  »,  du- 
rante il  quale  si  affermarono  le  sue  doti  di  marinaio 
e  si  rivelarono  le  sue  qualità  di  brillante  manovra- 
tore di  siluranti  (1893-94). 

Anche  maggiormente  degno  di  nota  è  il  suo  im- 
barco sulla  R.  Nave  «  Palinuro  ».  Egli  comandò 
questa  nave,  negli  anni  1894  e  1895,  durante  due 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  43 


campagne  alla  vela  della  Scuola  Mozzi  con  lunghi 
itinerari  nel  Mediterraneo  e  nell'Oceano  Atlantico. 

Nel  1895  fu  promosso  Capitano  di  Corvetta,  e 
con  questo  grado  imbarcò  successivamente  sulle 
Regie  Navi  «  Savoia  »  e  «  Piemonte  »  in  qualità  di 
Comandante  in  seconda. 

Dal  1896  al  1900  fu  Aiutante  di  Campo  Effet- 
tivo  di  S.  M.  Re  Umberto. 

Nel  1899  fu  promosso  Capitano  di  Fregata  e 
con  tale  grado,  fra  il  1900  ed  il  1904,  fu  Coman- 
dante in  ir  della  Regia  Nave  «  Saint-Bon  »  e  Co- 
mandante successivamente  delle  Regie  Navi-Scuola 
((  Caracciolo  »  ed  «  Amerigo  Vespucci  ». 

Nel  1904  fu  promosso  Capitano  di  Vascello.  Dal 

1904  alla  fine  del  1905  tenne  il  Comando  della  Re- 
gia Scuola  Macchinisti  a  Venezia;  e  dalla  fine  del 

1905  alla  fine  del  1907  tenne  il  Comando  della  Re- 
gia Accademia  Navale  di  Livorno,  nella  posizione 
di  Comandante  in  II"  colle  funzioni  di  Coman- 
dante. Durante  le  campagne  di  istruzione  degli  Al- 
lievi dell'Accademia  nel  1906  e  1907  comandò  la 
Nave-Scuola  «  Etna  »  :  quelle  due  campagne  di 
istruzione  son  ricordate  fra  le  più  interessanti  e  le 
più  feconde  di  insegnamenti  nautici  e  marinare- 
schi, finora  compiute  dagli  Allievi. 

Dal  novembre  1907  al  novembre  1909  tenne  il 
Comando  della  Regia  Nave  «Vittorio  Emanuele  » 
facente  parte  delle  Forze  Navali  del  Mediterraneo. 
Al  suo  sbarco  fu  accompagnato  da  un  magnifico  en- 


44  ALBERTO  BOTTINI 

comic  da  parte  di  S.  E.  il  Vice  Ammiraglio  Grenet. 
allora  Comandante  in  Capo  delle  Forze  Navali. 

Nell'aprile  1910  fu  promosso  Contr' Ammira- 
glio. 

Nel  febbraio  1911  fu  nominato  Aiutante  di 
Campo  Generale  effettivo  di  S.  M.  Vittorio  Ema- 
nuele III. 

Alla  fine  del  1911,  nell'imminenza  della  guerra 
contro  la  Turchia,  l'Ammiraglio  di  Revel  fu  eso- 
nerato dalla  carica  di  Aiutante  di  Campo  Generale 
di  S.  M.  il  Re  e  nominato  Comandante  della  IV'  Di- 
visione Navale,  costituita  dalle  Regie  Navi  «  G.  Ga- 
ribaldi »  (Ammiraglia),  ((  Varese  »,  ((  F.  Ferruc- 
cio »  e  «  Marco  Polo  ».  Con  questa  Divisione  egli 
prese  parte  a  tutta  la  guerra  libica,  distinguendosi 
per  attività,  perizia  e  coraggio,  come  lo  prova  la 
bella  motivazione  colla  quale  gli  fu  conferita  alla 
fine  della  campagna  la  Commenda  dell'Ordine  Mi- 
litare di  Savoia.  Neil'  opera  dell'  Ammiraglio  di 
Revel  durante  la  guerra  libica,  spiccano  sopratutto  : 
la  sua  operazione  di  Beyruth  e  la  parte  da  lui  presa 
nel  bombardamento  dei  forti  dei  Dardanelli  e  ne' 
bombardamento  di  Tripoli. 

A  Beyruth,  nel  1912,  l'Ammiraglio  di  Revel 
colla  ((  Garibaldi  »  e  col  a  Ferruccio  »  in  condi- 
zioni difficilissime  dal  punto  di  vista  internaziona- 
le, affondò  le  due  navi  da  guerra  turche  «Avnillah» 
e  ((  Angora  »  ormeggiate  in  porto. 

Dopo  la  cessazione  delle  ostilità,  nell'ottobre 


PAOLO  THAON  DI  REVEL 


1912,  r Ammiraglio  di  Revel  fu  esonerato  dal  co- 
mando della  IV  Divisione  e  nominato  Ispettore 
delle  Siluranti,  con  insegna  sulla  R.  Nave  «  Vettor 
Pisani  ». 

Nel  marzo  1913,  come  si  è  detto  in  principio 
volendosi  ritirare  dal  servizio  attivo  il  Capo  di  Stato 
Maggiore,  Vice  Ammiraglio  Rocca  Rey,  S.  M.  il  Re 
ed  il  Ministro  della  Marina  scelsero  a  sostituirlo  il 
Contrammiraglio  Thaon  di  Revel,  che  ne  assunse  la 
successione  nell'aprile  dello  stesso  anno. 

Nel  giugno  1913,  il  Contrammiraglio  di  Revel 
fu  promosso  Vice  Ammiraglio. 

Dall'ottobre  del  1915  al  febbraio  1917,  come 
si  è  eposto  precedentemente.  Egli  tenne  il  Co- 
mando in  Capo  delle  Forze  Navali  dell'Alto  Adria- 
tico e  del  Dipartimento  e  Piazza  di  Venezia. 

Nel  febbraio  1917  fu  nominato  Senatore  del 
Regno. 

Dal  febbraio  1917  al  novembre  1919  ebbe  l'ef- 
fettivo comando  di  tutta  la  Marina  col  titolo  di  Capo 
di  Stato  Maggiore  della  Marina  e  Comandante  in 
Capo  delle  Forze  Navali  Mobilitate. 

Il  6  novembre  1918,  di  Motu-proprio  di  S.  M. 
il  Re,  fu  promosso  Ammiraglio  per  merito  di 
guerra. 

Il  24  novembre  1919,  in  seguito  a  sua  do- 
manda, fu  esonerato  dalla  carica  di  Capo  di  Stato 
Maggiore  e  Comandante  in  Capo  delle  Forze  Navali 


46 


ALBERTO  BOTTINI 


Mobilitate,  e  nominato    Ispettore    Generale    della 
Regia  Marina. 

Il  30  maggio  1920,  essendo  stata  soppressa  la 
carica  di  Ispettore  Generale  della  R.  Marina,  l'Am- 
miraglio Thaon  di  Revel  fu  nominato  Presidente 
del  Comitato  degli  Ammiragli,  massimo  Corpo  con- 
sultivo della  Regia  Marina:  è  questa  la  carica  che 
Egli  riveste  attualmente. 


PAOLO  THAON  DI  REVEL  47 


PRINCIPALI  DECORAZIONI  NAZIO- 
NALI DELLE  QUALI  E'  INSIGNITO 
L'AMMIRAGLIO  THAON  DI  REVEL. 

Medaglia  (Toro  istituita  con  R.  D.  6  Maggio  1909  N.  358  :  «  Per 
essersi  segnalato  nel  prestare  soccorso  alle  popolazioni 
funestate  dal  terremoto  del  28  Dicembre   1908  ». 

Medaglia  commemorativa  istituita  con  R.  D.  20  Febbraio  1910: 
«  Per  l'opera  soccorritrice  del  28  Dicembre  1908  ». 

Com,m,endatore  delVOrdine  Militare  di  Savoia  per  R.  D.  16 
Marzo  1910:  «  Per  la  costante  attività,  il  coraggio  e  la 
perizia  dimostrata  al  Comando  di  una  Divisione  Navale 
durante  tutta  la  guerra  distinguendosi  in  particolare 
modo  nell'attacco  delle  fortificazioni  dei  Dardanelli,  ma 
più  ancora  nella  fazione  compiuta  a  Beyrouth  che  egli 
personalmente  comandò  e  diresse,  nella  quale,  in  circo- 
stanze difficili  di  ordine  internazionale,  affondò  le  due 
navi  da  guerra  turche  rifugiate  nel  porto,  con  esecuzione 
piena  degli  ordini  avuti  e  con  intero  successo  ». 
(Mediterraneo,  1911-12). 

Medaglia  com,mem.orativa  della  guerra  italo-turca  1911-1912, 
istituita  con  R.  D.  21  Novembre  1912,  N.  1342. 

Cavaliere  di  Gran  Croce  decorato  del  Gran  Cordone  della  Co- 
rona d Italia  (Motu- proprio  di  S.  M;  il  Re),  per  Decreto 
2  Aprile  1914. 

Cavaliere  di  Gran  Croce  delVOrdine  dei  SS.  Maurizio  e  Laz- 
zaro (Motu-proprio  di  S.  M.  il  Re),  per  Decreto  11  Ot- 
tobre 1915. 

Grande  Ufficiale  delVOrdine  Militare  di  Savoia  (Motu-proprio 
di  S.  M.  il  Re),  per  Decreto  29  Dicembre  1916:  «  Per  di- 
stinti servizi  resi  durante  la  campagna  di  guerra 
1915-16  ». 


48  '  ALBERTO  BOTTINI 


Croce  al  Merito  di  Guerra  (Motu-proprio  di  S.  M.  il  Re),  isti- 
tuita con  R.  D.  19  Gennaio  1918  N.  205. 

Croce  al  Merito  di  Guerra  {2^  concessione),  per  Decreto  5  Lu- 
glio 1921. 

Croce  al  Merito  di  Guerra  (3**  concessione),  per  Decreto  26 
Agosto  1921. 

Medaglia  comniemorativa  della  guerra  1915-18,  istituita  con 
R.  D.  29  Luglio  1920  N.  1241. 

Gran  Croce  delV Ordine  Militare  di  Savoia  (Motu-proprio  di 
,  S.  M.  il  Re),  per  Decreto  1"  Giugno  1919  :  «  Capo  di 
Stato  Maggiore  della  Marina  e  Comandante  in  Capo 
delle  Forze  Navali  Mobilitate  dal  Febbraio  1917,  nella 
suprema  direzione  della  guerra  in  Adriatico  e  della 
azione  bellica  ovunque  esercitata  da  mezzi  della  Regia 
Marina,  ha  dato  alta  prova  di  singolare  perizia,  somma 
energia,  perspicuo  apprezzamento  delle  situazioni  bel- 
liche. Nonostante  la  gravità  e  la  persistenza  delle  insi- 
die nemiche,  mercè  i  provvedimenti  da  lui  ordinati  e 
le  mirabili  virtìi  della  nostra  gente  di  mare,  i  traffici  ma- 
rittimi hanno  potuto  svolgersi  così  da  assicurare  in  ogni 
tempo  al  Paese  gli  indispensabili  rifornimenti.  Con  fer- 
vore e  tenacia  ha  provveduto  all'apprestamento  di  mezzi 
complementari  di  offesa  e  difesa  che  meglio  convenivano 
alle  peculiari  caratteristiche  della  guerra  combattuta  in 
Adriatico,  ed  alla  preparazione  degli  uomini  che  con 
l'impiego  di  essi  hanno  inflitto  al  nemico  perdite  gra- 
vissime e  circonfuso  di  gloria  imperitura  la  Marina  Ita- 
liana. Sotto  il  suo  alto  comando  la  R.  Marina  ha  pre- 
stato validissimo  contributo  alla  Vittoria  ». 

Cavaliere  delV Ordine  Supremo  della  SS.  Annunziata  (Motu- 
proprio di  S.  M.  il  Re),  4  Novembre  1919. 

Bah  Gran  Croce  del  Sovrano  Ordine  Militare  di  Malta,  Mag- 
gio 1922. 


AGLI 

ARTEFICI   DELLA   VITTORIA 

COLLABORANO: 

Gabriele  d'Annunzio 

Agostino  Lanzillo 

Fernando  Agnoletti 

Paolo  Maranini 

Eugenio  Barbarich 

F.  T.  Marinetti 

Sem  Benelli 

Arturo  Marpìcati 

Maso  Bisi 

Italo  Minunni 

Massimo  Bontempelli 

Ettore  Moschino 

Giuseppe  Bottai 

Benito  Mussolini 

Alberto  Bottini 

Vico  Pellizzari 

Giuseppe  Brunati 

Vanna  Piccini 

Paolo  Buzzi 

Francesco  Picco 

Mario  Carli 

Antonio  Pirazzoli 

Bruno  Corra 

Enrico  Rocca 

Alceste  De  Ambris 

Gino  Rocca 

Cesare  M.  Devecchi 

Massimo  Rocca 

Sandro  Forti 

Alfredo  Rocco 

Umberto  Foscanelli 

Arturo  Rossato 

Antonino  Foschini 

Cesare  Rossi 

Luigi  Freddi 

Emilio  Settimelli 

Mario  dei  Gaslini 

Luigi  Siciliani 

Angelo  Gatti 

Ardengo  Soffici 

Pietro  Gorgolini 

Ludovico  Toeplitz  de  Grand  Ry 

Annibale  Grasselli  -  Barni 

Vincenzo  Torraca 

Ettore  Janni 

Augusto  Turati 

PREZZO  L.  2.— 


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DG 

556 

T4.5B6 


Bottini,  Alberto 

L'ammiraglio  Paolo  Thaon 
di  Revel