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Full text of "La traviata"

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li  ìunm 

LIBBETTO 

MUSICA  DEL  MAESTRO 

Ufficiale  della  Legion  d'Onare 


/ 


i 


NAPOLI 

A  :spese  dell'  Editore 

1558 


PERlSeiVAGCil  AI'ffOHI 


VIOLETTA  VALÉRY  .     .    .    .  (Prima  Donna  Soprano) 

LORA  BERVOIX   .     ....  (Conìpriiiiaria  li2  Sop.) 

\NNINA     » (Seconda  Donna) 

ALFREDO  GERMONT      ...  (PrinìO  Tenore) 
GERMONT  GIORGIO  ,  suo 

padre (Primo  Baritono) 

GASTONE,    Visconte    de 

Letorieres    .    .    .     .     .     .  (Tenoro  Comprimario) 

BARONE  DOUPHOL   .    .    .     .  (Baritono  Comprimario) 

MARCHESE  D'OBIGNY    .     .     .  (Secondo  Basso) 

DOTTORE  GRENVIL.    .     .    .  (Basso  Profondo) 

GIUSEPPE  ,  servo  di  Vio- 
letta      (Secondo  Tenore) 

DOMESTICO  di  Fiera.     ...  (Corifeo  Basso) 

COMMISSIONARIO  ....  (Corifeo  Basso) 

Coro  di  Signori  e  Signore  amici  di  Violetta  e  Flora  - 
Mattadori  -  Piccadori  -  Zingare. 

Comparse  di  Servi  di  Violetta  e  di  Flora  -  Maschere  ,  ec. 
SCENA  -  Parigi  e  sue  vicinanze  ,  nel  1700  circa. 

NB,  Il  primo  atto  succede  in  agosto  ,  il  secondo  m  gennajo  , 
il  terzo  in  febbrajo.  -  Le  indicazioni  di  destra  e  sinistra 
sono  prese  dalla  platea. 


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ATTO  PRIMO 

SCENA  PRIMA. 

Salotto  in  casa  di  Violetta  ;  nel  fonò»  è  la  porta  che  mette 
ad  altra  sala  ;  ve  ne  sono  altre  due  laterali  ;  a  sinistro 
un  caminetto  con  sopra  uno  specchio.  Nel  mezzo  è  una 
tavola  riccamente  imbandita. 

'^^iolctta  seduta  sur  un  divano  sta  discorrendo  col  Dot- 
tore e  con  alcuni  Amici  ,  mentre  altri  vanno  ad  in- 
contrare quelli  che  sopraggiungono ,  tra'  quali  sono  il 
Barone  e  Flora  al  braccio  del  Marelieise. 

Coro  L     JJeir  invito  trascorsa  è  già  V  ora... 

Voi  tardaste... 
II.  Giocanamo  da  Flora, 

E  giocando  quell'ore  volar 
Vro.  Flora  ,  amici ,  la  notte  che  resta     (andando  loro 

D'altre  gioie  qui  fate  brillar..  incontro) 

Era  le  tazze  è  più  viva  la  festa... 
Flo.  ,  Mar.     F  goder  voi  potrete? 
Vio.  Lo  voglio, 

Al  piacere  m'  affido  ,  ed  io  soglio 

Con  tal  farmaco  i  mali  sopir. 
Tutti  Sì  la  vita  s'  addoppia  al  gioir. 

SCENA  II. 

Detti,  il  Visconte  «astone  di    Kietorieres  ,  Alfpedo 

Gerniont,  Servi  affaccendati  intorno  alla  mensa. 

Gas.  In  Alfredo  Gprmont^  o  signora 

Ecco  un  altro  che  molto  vi  onora; 
Pochi  amici  a  lui  simili  sono. 

Vio.  Mio  Visconte  ,  mercè  di  tal  dono. 

(dà  la  mano  ad  Alf.^  che  gliela  bacia  j 


Mar.  Caro  Alfredo... 

Alf.  Marchese...  (si  stringono  la 

Gas.  T'  ho  detto       mano) 

V  amistà  qui  s'intreccia  al  diletto,     (ad  Alf.) 
(i  Servi  frattanto  avranno  ixnkandite  le  vivande  ) 
Vio.  Pronto  è  il  tutto?...  (*)  Miei  cari,  sedete, 

(*  un  Servo  accenna  che  si) 

È  al  conNWto  che  s'  apre  ogni  cor. 
Tutti        Ben  diceste...  le  cure  segrete 

Fuga  sempre  1'  amico  licer. 

(siedono  in  modo  che  Violetta  resti  tra  Alfredo  e  Ga- 
stone ;  di  fronte  vi  sarà  Flora .  tra  il  Marchese  ed  il 
Barone  ;  gli  altri  siedono  a  piacere.  F'  ha  un  momento 
di  silenzio  ;  frattanto  passarlo  i  piatti ,  e  Violetta  e 
Gastone  parlano  sottovoce  tra  loro ,  poi) 

Gas.  Sempre  Alfredo  a  voi  pensa. 

Vio.  ,  Scherzate? 

Gas.  Egra  foste  ,  e  ogni  di  con  affanno 

Qui  volò ,  di  voi  chiese. 
Vio.  Cessate, 

Nulla  son  io  per  lui... 
Alf.  Non  v'  inganno 

Vio.  Vero  è  dunque?  onde  ciò?...  noi  comprendo, 

(ad  Alf) 
Alf.  Sì^  egli  è  ver. 

Vio.  Le  mie  grazie  vi  rendo. 

Voi^  barone,  non  feste  altrettanto... 
Bar.  Vi  conosco  da  un  anno  soltanto. 

Vio.  Ed  ei  solo  da  qualche  minuto. 

Flo.  Meglio  fora  se  avesse  taciuto,    [piano  al  Bar.) 

Bar.  M'  è  increscioso  quel  giovin.        (piano  a  Fio.) 

Flo.  Perchè? 

A  me  invece  simpatico  egli  è. 
Gas.  e  tu  dunque  non  apri  più  bocca?        (ad  Alf) 

Mar.  è  a  madama  che  scuoterlo  tocca...        (a  Vio) 

Vio.  Sarò  l'Ebe  che  versa...  (mesce  Alf) 

Alf.  e  eh'  io  bramo 

Immortai  come  quella.  [con  galanteria) 

Tutti  Beviamo. 

Gas.  0  barone ,  né  un  verso ,  ne  un  viva 


Troverete  in  quest'  ora  giuliva  ?... 

(Bar.  accenna,  che  noj 


Dunque  a  te...                                        (ad  Alf.) 

Tutti 

Sì ,  Si ,  un  brindisi. 

Alf. 

L'  estro 

Non  m'arride... 

Gas. 

E  non  se'  tu  maestro  ? 

Alf. 

Vi  fia  grato?...                                     (a  Violetta) 

Vio. 

Sì ,  Sì. 

Alf. 

Sì?...  L'ho  in  cor.  (s'alza, 

Mar. 

Dunque  attenti... 

Tutti 

Sì,  attenti  al  cantor. 

Alf. 

Libiam  nei  lieti  calici , 

Che  la  bellezza  infiora  ; 

E  la  fuggevol  ora 

S' inebbrii  a  voluttà, 
Libiam  ne'  dolci  fremiti 
Che  suscita  1'  amore  , 
Poiché  quell'occhio  al  core 
^    Onnipotente  va. 

Tutti       Libiamo ,  amor  fra  i  calici 
Più  caldi  baci  avrà. 

Vio.         Tra  voi  saprò  dividere 

Il  tempo  mio  giocondo  ; 
Tutto  è  follia  nel  mondo 
Ciò  che  non  è  piacer. 
Godiam  ,  fugace  e  rapido 
È  il  gaudio  dell'amore, 
È  fior  che  nasce  e  muore , 
Ne  più  si  può  goder. 

Tutti      Godiam...  e'  invita  un  fervido 
Accento  lusinghier. 
Godiam...  la  tazza  e  il  cantico 
Le  notti  abbella  e  il  riso  ; 
In  questo  paradiso 
Ne  scuopra  il  nuovo  dì. 

y\i.  La  vita  è  nel  tripudio. 

k^^^  Quando  non  s'  ami  ancora. 

'V^y.  Noi  dite  a  chi  lo  ignora. 

F^%,  F  il  mio  destin  così... 

1    TTT      Godiam...  la  tazza  e  il  cantico 
Al 


(indicando  Vio.) 


(s' alza] 


[ad  Alf.) 
(a  Vio.) 

[ad  Alf) 
(a  Vio.) 


Le  notti  abbella  e  il  riso  ; 
In  questo  paradiso 

Ne  scopra  il  nuovo  dì.  (5'  ode  musica  dal- 

Che  è  ciò  ?  l'  altra  sala.) 

Vio.  Non  gradireste  ora  le  danze  ? 

Tutti  Oh  il  gentile  pensieri.-,  tutti  accettiamo. 
V'io.  Usciamo  dunque..  (*)  Oimè!...     (*  s'  avviano  alla  porta 
di  mezzo,  ma  Violetta  è  cólta  da  subito  pallore) 
Tutti  Che  avete?... 

Vio.  Nulla , 

Nulla. 

Tutti  Che  mai  v'arresta?... 

Vio.  Usciamo. .  (*)  Oh  Dio!...  (*  fa 

qualche  passo,  ma  è  obbligata  a  nuovamente  fermarsi  e  sedere) 
Tutti  Ancora!... 
Alf.  Voi  soffrite  ! 

Tutti  Oh  ciel!...  eh' è  questo? 

Vio.  è  un  tremito  che  provo...  or  là  passate... 

(indica  V  altra  stanza) 
Tra  poco  anch'  io  sarò. . 
Tutti  Come  bramate,     [tutti  passano 

air  altra  sala ,  meno  Alfredo  che  resta  indietro) 

SCENA  III. 


t  l&^iolefta  ,  Alfredo  e  €iastone  a  tempo. 

Vio.  [guardando  allo  specchio) 

l         Oh  qual  pallor!...  (*)  Voi  qui!...    (*  volgendosi  s' accor- 
JAlf.  Cessata  è  l'ansia;    gè  d'Alf) 

I         Che  vi  turbò? 
'Vio.  Sto  meglio. 

Alf.  Ab  in  cotal  guisa 

V'ucciderete...  aver  v'è  duopo  cura 

Dell'  essere  vostro... 
Vio.  e  lo  potrei  ? 

Alf.  Se  mia 

Foste  ,  custode  io  veglierei  pe'  vostri  / 

Soavi  dì.  '  ,  j^^ 

Vio.  Che  dite?...  ha  forse  alcuno  \    A 

Cura  di  me?  L,  >, 

Alf.  Perchè  nessuno  al  mondo         (con  fm  J 

V'ama,..  ì    < 


Vio.  Nessun  ?... 

Alf.  Tranne  sol  io. 

Vio.  Gli  è  vero!... 

Si  grande  amor  dimenticato  avea...  {ride'nd<\ 

Alf.  Ridetel..  e  in  voi  v'ha  un  core  ?... 
Vio.  Un  cor?...  si...  forse...  è  a  che  lo  richiedete?... 
Alf.  Oh  se  ciò  fosse  ,  non  potreste  allora 

Celiar... 
Vio.  Dite  davvero?... 

Alf.  Io  non  v'inganno... 

Vio.  Da  molto  è  che  mi  amate  ? 
Alf.  a  si  ,  da  un  anno. 

Un  dì  felice ,  eterea 

Mi  balenaste  innante  , 

E  da  quel  dì  tremante 

Vissi  d' ignoto  amor. 
Di  queir  amor  eh'  è  1'  anima 

Dell'  universo  intero, 

Misterioso  altero, 

Croce  e  delizia  al  cor. 
Vio.  Ah ,  se  ciò  è  ver  ,  fuggitemi... 

Pura  amistade  io  v'  offro  ; 

Amar  non  so  ,  ne  soffro 

Di  così  eroico  arder. 
Io  sono  franca  ,  ingenua  ; 

Altra  cercar  dovete  ; 

Non  arduo  troverete 
.    Dimenticarmi  allor. 
Gas.  Ebben  ?...  che  diamin  fate?      [si  presenta  sulla  por 
Vio.  Si  folleggiava...  di  mezz. 

Gas.  Ah?  ah!...  sta  ben...  restate,      {rientra' 

Vio.  Amor  dunque  non  più...  Vi  garba  il  patto?... 
Alf.  Io  v'  obbedisco...  Parto...  [per  andarsene] 

Vio.  a  tal  giungeste?        {si  togli' 

Prendete  questo  fiore.  un  fiore  dal  seno) 

Alf.  Perchè?... 
Vio.  Per  riportarlo... 

Alf.  Quando  ?  [tornando 

Vio.       ^  Quando 

Sarà  appassito. 
Alf.  Aìlor  domani... 


i-. 


IO.  Ebbene  : 

*     Domani. 

LF.  Io  son  felice  !      {prende  con  trasporto  il  fiore] 

IO.  D' amarmi  dite  ancora  ? 

LF.  Oh  quanto  v'amo  !...    [per  partire) 

10.  Partite? 

LF.  Parto.  [torna  a  lei  e  le  bacia  la  mano) 

IO.  Addio. 

LF.  Di  più  non  bramo.  (esce) 

SCENA  IV. 

Violetta  e  tutti  gli  altri  che  tornano  dalla  sala 
riscaldati  dalle  danze. 

UTTL  Si  ridesta  in  elei  l' aurora  , 

E  n'è  forza  di  partir: 
Mercè  a  voi ,  gentil  signora  , 

Di  sì  splendido  gioir. 
La  città  di  feste  è  piena  , 

Volge  il  tempo  del  piacer  ; 
Nel  riposo  ancor  la  lena 

Si  ritempri  per  goder.  S 

SGENA  V. 

Violetta  sola. 

È  strano!...  è  strano!...  in  core 
Scolpiti  ho  quegli  accenti  ! 
Saria  per  mia  sventura  un  serio  amore  ?...' 
Che  risolvi,  o  turbata  anima  mia?... 
Nuli'  uomo  ancora  t'  accendeva...  Oh  gioia 
Ch'io  non  conobbi,  esser  amata  amando!... 
E  sdegnarla  poss'  io 
Per  1'  aride  follie  del  vìver  mio  ? 
Ah  forse  è  lui  che  1'  anima 

Solinga  ne'  tumulti 

*Godea  sovente  pingere 

De' suoi  colori  occulti!... 

Lui ,  che  modesto  e  vigile 

All'  egre  soglie  ascese  , 

E  nova  febbre  accese 


Destandomi  all'amor. 
A  quell'  amor  eh'  è  palpito 

Dell'  universo  intero  , 

Misterioso ,  altero , 

Croce  e  delizia  al  cor. 
A  me ,  fanciulla ,  un  candido 

E  trepido  desire 

Questi  effigiò  dolcissimo 

Signor  dell'  avvenire  , 

Quando  ne'  cieli  il  raggio 

Di  sua  beltà  vedea , 

E  tutta  me  pascea 

Di  quel  divino  error. 
Sentia  che  amore  è  palpito 

Dell'universo  intero , 

Misterioso  altero , 

Croce  e  delizia  al  cor  ! 

(resta  concentrata  un  istante ,  jìoi  dice 
Follie!...  follie!...  delirio  vano  è  questo!... 
in  quai  sogni  mi  perdo  I 
Povera  donna,  sola, 
Abbandonata  in  questo 
Popoloso  deserto 
Che  appellano  Parigi , 

Che  spero  or  più?...  Che  far  deggMo?...  gioire. 
Di  voluttà  nei  vortici  finire. 
Sempre  libera  degg'  io 

Trasvolar  di  gioia  in  gioia, 

Perchè  ignoto  al  viver  mio 

Nulla  passi  del  piacer. 
Nasca  il  giorno,  il  giorno  muoia 

Sempre  me  la  stessa  trovi  ; 

Le  dolcezze  a  me  rinnovi , 

Ma  non  muti  il  mio  pensier... 

(entra  a  sinistr 

UJ  FINE  dell'atto  PRIMO 

10^ 


'SO 

ATTO  SECONDO 

SGENA  PRIMA. 

Casa  di  Campagna  presso  Parigi.  Salotto  terreno.  Nel  fon- 
do ,  in  faccia  agli  spettatori ,  è  un  camino  ,  sopra  il 
quale  uno  specchio  ed  un  orologio  ,  fra  due  porte  chiu- 
se da  cristalli,  che  mettono  ad  un  giardino.  Al  primo 
piano  due  altre  porte,,  una  di  fronte  all'  altra.  Sedie, 
tavolini ,  qualche  libro ,  V  occorrente  per  scrivere. 

Alfredo  entra  in  costume  da  caccia. 


JLunge  da  lei  per  me  non  v'  ha  diletto  !...  [de- 

Volaron  già  tre  lune  pone  il  fucile) 

Dacché  la  mia  Violetta 
Agi  per  me  lasciò  ,  dovizie  ^  onori , 
E  le  pompose  feste, 
Ove  agli  omaggi  avvezza  , 
Vedea  schiavo  ciascun  di  sua  bellezza... 
Ed  or  contenta  in  questi  ameni  luoghi 
Solo  esiste  per  me...  qui  presso  a  lei 
Io  rinascer  mi  sento  ^ 
E  dal  sofEo  d'amor  rigenerato 
Scordo  ne'  gaudi  suoi  tutto  il  passato. 
De'  miei  bollenti  spiriti 

Il  giovanile  ardore 

Ella  temprò  col  placido 

Sorriso  dell'amore! 

Dal  dì  che  disse  :  Vivere 

Io  voglio  a  te  fedel. 
Dell'  universo  immemore 

Mi  credo  quasi  in  ciel. 

SCENA  lì. 

Detto  ed  Anilina  in  arnese  da  viaggio. 

Annìna  ,  donde  vieni  ? 

Da  Parigi.  r 


41 

Alf.  Chi  tei  commise? 

Ann.  Fu  la  mia  signora. 

Alf.  Perchè  ? 

Ann.  Per  alienar  cavalli ,  cocchi , 

E  quanto  ancor  possiede... 
Alf.  Che  mai  sento  ! 

Ann.  Lo  spendio  è  grande  a  viver  qui  solinghi... 
Alf.  e  tacevi?... 

Ann.  Mi  fu  silenzio  imposto. 

Alf.  Imposto!...  e  v'abbisogna?... 
Ann.  Mille  luigi. 

Alf.  Or  vanne...  Andrò  a  Parigi... 

Questo  colloquio  ignora  la  signora... 

11  tutto  valgo  a  riparare  ancora.  {Anninà  parte) 

SCENA  III. 
Alfredo  solo. 

Oh  mio  rimorso  !  Oh  infamia!... 

E  vissi  in  tale  errore  ? 

Ma  il  turpe  sogno  a  frangere 

Il  ver  mi  balenò. 
Per  poco  in  seno  acquetati , 

0  grido  dell'  onore  , 

M'avrai  securo  vindice; 

Quest'  onta  laverò.  [esce) 

SCENA  IV. 

Violetta  eh'  entra  con  alcune  carte ,  parlando  con  An- 
ilina poi  «Giimeppe  a  tempo. 

Vio.  Alfredo  ? 

Ann.  Per  Parigi  or  or  partiva. 

Vio.  E  tornerà?... 

Ann.  Pria  che  tramonti  il  giorno... 

Dirvel  m'impose... 
Vio.  è  strano  !,.. 

Giù.  Per  voi...  fle  presenta  una  lettera] 

Vio.  (la  prende)  Sta  bene.  In  breve 

Giun'gerà  un  uom  d'affari...  entri  all'istante. 

(Annina  e  Giuseppe  escono' 


12 

SCENA  IV. 

Violetta ,  quindi  il  Sig.  Vermont ,  introdotto  da  Giu- 
seppe ;  che  avanza  due  sedie  ,  e  parte. 

Vio.  Ah,  ah  !...      '  {leggendo  la  lettera) 

Scopriva  Flora  il  mio  ritiro  !... 
E  m' invita  a  danzar  per  questa  sera  !... 
Invan  m' aspetterà...  {getta  il  foglio  sul  tavolino  e  siede) 
Giù.         •  Giunse  un  signore... 

Vio.  Ah  !  sarà  lui  che  attendo  !...  (accenna  a  Giù.  dHntrod.) 
Ger.  Madamigella  Valéry?... 
Vio.  Son  io. 

Ger.  D'  Alfredo  il  padre  in  me  vedete. 
Vio.  Voi  !         (sorpresa 

gli  accenna  di  sedere) 
Ger.  Si  ,  dell'  incauto  ,  che  a  rovina  corre  , 

Ammaliato  da  voi.  (sedendo) 

Vio.  Donna  son  io ,  signore  ed  in  mia  casa  ;         {alzandosi 

Ch'  io  vi  lasci  assentite  ,  risentita) 

Più  per  voi ,  che  per  me.  (per  uscire) 

Ger.  (Quai  modi  !)  Pure... 

Vio.  Tratto  in  error  voi  foste.  (torna  a  sedere) 

Ger.  De'  suoi  beni 

Dono  vuol  farvi... 
Vio.  Non  1'  osò  finora... 

Rifiuterei... 
Ger.  Pur  tanto  lusso... 

Vio.    ^  A  tutti 

È  mistero  quest'atto...  A  voi  noi  sia.  {gli  dà  le  carte) 
Ger.  {dopo  averle  scorse  coli'  occhio) 

D'ogni  avere  pensate  dispogliarvi?... 

Ah  il  passato  perchè^  perchè  v'accusai... 
Vio.  Più  non  esiste...  or  amo  Alfredo ,  e  Dio 

Lo  cancellò  col  pentimento  mio. 
Ger.  Nobili  sensi  invero  1... 
Vio.  Oh  come  dolce 

Mi  suona  il  vostro  accento? 
Ger.  Ed  a  tai  sensi 

Un  sacrifizio  chieggo...  i 

Vio.  (alzandosi)  Ah  no ,  tacete...  u 


1 


Terribii  cosa  chiedereste ,  certo... 
11  previdi...  v'  attesi...  era  felice 
Troppo... 
Ger.  D'Alfredo  il  padre 

La  sorte ,  l'avvenir  domanda  or  qui 
De'  suoi  due  fidi... 
Vio.  "      Di  due  figli!... 

Ger.  Sì. 

Pura  siccome  un  angelo 
Iddio  mi  die  una  figlia; 
Se  Alfredo  niega  riedere 
In  seno  alla  famiglia. 
L'  amato  e  amante  giovane. 
Cui  sposa  andar  dovea , 
Or  si  ricusa  al  vincolo 
Che  lieti  ne  rendea... 
Deh  non  mutate  in  triboli 
Le  rose  dell'  amor... 
Ai  prieghi  miei  resistere 
I  Noi  voglia  il  vostro  cor. 

ViO.  Ah  comprendo...  dovrò  per  alcun  tempo 
Da  Alfredo  allontanarmi...  doloroso 
Fora  per  me...  pur... 
Ger.  Non  è  ciò  che  chiedo.,. 

Vio.  Cieìo ,  che  più  cercate!...  offersi  assai! 
Ger.  Pur  non  basta.., 
Vio.  Volete  che  per  sempre 

A  lui  rinunzi  ?... 
Ger.  è  duopo!.,. 

Vio.  No...  giammai! 

Non  sapete  quale  affetto 

Vivo,  immenso  m' arda  il  petto? 
Che  né  amici ,  ne  parenti 
Io  non  conto  tra'  viventi  ?... 
E  che  Alfredo  m'  ha  giurato 
Che  in  lui  lutto  io  troverò?... 
Non  sapete  che  colpita 

D'atro  morbo  è  la  mia  vita?... 
Che  già  presso  il  fin  ne  vedo?... 
Ch'io  mi  separi  da  Alfredo!... 
Ah  il  supplizio  è  sì  spietato. 


14 

Che  morir  preferirò* 
rER.  È  grave  il  sacrifizio , 

Ma  pur  ,  tranquilla  udite,,. 
Beila  voi  siete  e  giovane... 
Col  tempo .. 
-^10.  Ah  più  non  dite... 

V  intendo...  m'  è  impossibile... 
Lui  solo  amar  vogl'  io... 
ER.  Sia  pure...  ma  volubile 

Sovente  è  Y  uom... 
{IO.  Gran  Dio!  {colpiia) 

ER.  Un  di ,  quando  le  veneri 

Il  tempo  avrà  fugate , 
Fia  presto  il  tedio  a  sorgere 
Che  sarà  allor  ?.  .  pensate... 
Per  voi  non  avran  balsamo 
I  più  soavi  affetti!... 
Da  un  genitor  non  furono 
Tai  nodi  benedetti. 
ho.  È  vero!,.. 

^ER.  Ah  dunque  sperdasi 

Tal  sogno  seduttore 
Siate  di  mia  famiglia 
L' angiol  consolatore... 
Violetta  ,  deh  pensateci , 
Ne  siete  in  tempo  ancor.  , 
È  Dio  che  inspira,  o  giovane, 
Tai  detti  a  un  genitor. 
Vio.   (  Così  alla  misera  -  eh'  è  un  dì  caduta , 

Di  più  risorgere  -  speme  è  perduta!... 
Se  pur  benefico  -  le  indulga  Iddio 
L'  uomo  implacabile  -  per  lei  sarà...  ) 
Dite  alla  giovane  -  sì  bella  e  pura  [a  Ger,  piangendo) 
Ch'avvi  una  vittima  -  della  sventura, 
Cui  resta  un  unico  -  raggio  di  bene... 
Che  a  lei  il  sacrifica  ~  e  che  morrà  1 
Ger.  Sì  ,  piangi ,  o  misera...  -  supremo  ,  il  veggo. 
È  il  sacrifizio  -  eh'  or  io  ti  chieggo. 
Sento  nell'alma  -  già  le  tue  pene; 
Coraggio...  e  il  nobile  -  cor  vincerà.  [silenzio) 

Vio.   Or  imponete. 


Ger. 
Vio. 
Ger. 
Vio. 
Ger. 
Vio. 


Ger. 
Vio. 
Ger. 
Vio. 


Ger. 


Vio. 
Ger. 
Vio. 
a  2. 


15 

Non  amarlo  ditegli. 
Noi  crederà. 

Partite. 

Seguirammi. 
Allor... 

Qual  figlia  m'  abbracciate...  forte 
Così  sarò  (s'abbracciano).  Tra  breve  ei  vi  fìa  reso 
Ma  afflitto  olire  ogni  dire.  A  suo  conforto 
Di  colà  volerete.      [indicandogli  il  giardino ,  va  pei 
Or  che  pensate  ?  iscrivere 

Sapendol ,  v'  opporreste  al  pensier  mio. 
Generosa!...  e  per  voi  che  far  poss'  io?... 

Morrò!...  la  memoria  [tornando  a  lui 

Non  fìa  eh'  ei  maledica  , 
Se  le  mie  pene  orribili 
Vi  sia  chi  almen  gli  dica. 
Conosca  il  SGcrifìzio 
Ch'  io  consumai  d'  amor- 
Che  sarà  suo  fin  1'  ultimo 

Sospiro  del  mio  cor. 
No  ,  generosa  ,  vivere  , 
E  lieta  voi  dovete. 
Mercè  di  queste  lagrime 
Dal  cielo  un  giorno  avrete; 
Premiato  il  sacrifizio 
Sarà  del  vostro  cor. 
D'  un  opra  cosi  nobile 
Andrete  fiera  allor. 
Qui  giunge  alcun:  partite!... 
Ah,  grato  v' è  il  cor  mio!... 
Non  ci  vedrem  piii,  forse...       [s'abbracciano 
Felice  siate...  Addio!... 

(Germont  esce  per  la  porta  del  giardino 

SCENA  VI. 


l^ioletta,  poi  Anuiiia,  quindi  Alfredo. 

Vio.    Dammi  tu  forza  ,  o  cielo!        [siede,  scrive,  poi  sonc 

Ann.  Mi  chiedeste?  il  campanello 

Tio.  Sì ,  reca  tu  stessa 

Questo  foglio... 


16 

^NN.  (ne  guarda  la  direzione  ^  e  se  ne  mostra  sorpresa) 
k^io.  Silenzio...  va  all'  istante.       [Anna  parte) 

Ed  or  si  scriva  a  lui...  ' 

Che  gli  dirò?...  Chi  raen  darà  il  coraggio! 

[scrive  e  poi  suggella) 
Vlf.  Violetta,  che  fai? 

^10.  Nulla.  [nascondendo  la  lettera) 

^LF.  Scrivevi  ? 

^10.    No...  sì.  [confusa) 

^LF.  Qual  turbamento!...  a  chi  scrivevi?... 

io,   A  te... 

^LF.  Damnìi  quel  foglio. 

^^10.  No,  per  ora... 

^LF.  Mi  perdona...  son  io  preoccupato. 
ho.  Che  fu!!  [alzandosi] 

^LF.  Giunse  mio  padre... 

ho.  Lo  vedesti  ? 

Vlf.  No ,  no  ;  un  severo  scritto  mi  lasciava... 
\       Ma  verrà...  l'  amerà  solo  in  vederti... 
ho,  Ch'  ei  qui  non  mi  sorprenda.  [molto  agitata) 

Lascia  che  m' allontani...  tu  lo  calma. 

Ai  piedi  suoi  mi  getterò...  divisi  [mal  frenando 

[      Ei  più  non  ne- vorrà...  sarem  felici...  il  pianto] 

h       Perchè  tu  m'ami,  Alfredo,  non  è  vero?... 
Ì\lf.  Oh  quanto!..  Perchè  piangi?... 
ìho.  Di  lagrime  avea  duopo...  or  son  tranquilla... 

Lo  vedi?.,  ti  sorrido. .  ifor^  'udosì) 

Sarò  là  ,  tra  quei  fior ,  presso  a  te  sempre... 

Amarai,  Alfredo,  quant' io  t'amo...  Addio... 

[corre  in  giardino) 

K  SCENA  VIL 

lAlfredo  poi,  Gvii^^eiiiie,  indi  un  CoiBimiSif^ionario 

I  a  tempo. 

(\lf.  Ah,  vive  sol  quel  core  all'amor  mio!... 

[siede ,  prende  a  caso  un  libro,  legge  alquanto,  quin 
di  s' alza  ,  guarda  l'  ora   suW  orologio  sovrapposto  al 
cammino. 

È  tardi  ;  ed  oggi  forse  * 

Più  non  verrà  mio  padre. 


17 

Giù.  La  signora  è  partita...  [entrando  frettoloso] 

L'attendeva  un  calesse,  e  sulla  via 

Già  corre  di  Parigi,..  Annina  pure 

Prima  di  lei  spariva. 
Alf.  U  so,  ti  calma. 

Giù.  (Che  vuol  dir  ciò?)  (esce) 

Alf.  Va  forse  d'  ogni  avere 

Ad  a  frettar  la  perdita...  Ma  Annina 

La  impedirà      {si  vede  il  padre  attraversare  in  lon^an^ 
il  giardino    Qualcuuo  è  nel  giardino! 

Chi  è  là?...  (per  uscire) 

CoM.  [alla  porta)  Il  signor  Germont  ? 
Alf.  Son  io. 

CoM.  Una  da'ra 

Da  un  cocchio,  per  voi,  di  qua  non  lunge 

Mi  diede  questo  scritto...  {f^à  una  lettera  ad 

Alf.  ne  riceve  qualche  moneta  e  par^-] 
SCENA  VJH. 

#  '^-«edo,  poi  Geritioiif  ch'entra  dal  giardin' 

Alf.  Di  Violetta!...  Perchè  son  io  commosso?... 

A  raggiungerla  forse  ella  m' invita... 

Io  tremo!...  Oh  cieli...  Coraggio!  (apre  e  legge) 

Alfredo ,  al  giungervi  di  questo  foglio... 

[come  fulminato,  griiì) 

Ahi...  (*)  Padre  mio!...       {^volgendosi  si  trova  a  fronti 
del  padre  nelle  cui  braccia  si  abbandona  ,  esclamando) 
Ger.  Mio  figlio  !... 

Oh  quanto  soffri...  tergi,  ah  tergi  il  pianto... 

Ritorna  di  tuo  padre  orgoglio  e  vanto. 
Alf.  (disperato  siede  presso  il  tavolino  col  volto  Ira  le  nani) 
G^R.  Di  Provenza  il  mare,  il  suol  -  chi  dal  cor  ti  cancellò? 

Al  natio  fulgente  sol  -  qual  destino  ti  furò... 

Oh  rammenta  pur  nel  duol  -  ch'ivi  gioia  a  te  brillò, 

E  che  pace  colà  sol  -  su  te  splendere  ancor  può. 
Dio  mi  guido. 

Ah!.,  il  tuo  vecchio  genitor  -  tu  non  sai  quanto  solTri... 

Te  lontano ,  di  squallor  -  il  suo  tetto  si  coprì... 

Ma  se  alfm  ti  trovo  ancor  -  se  in  me  spome  non  fal'i  . 

Se  la  voce  dell' onor  -  in  te  appien  non  ammutì... 
Dio  m'esaudì! 


:  Né  rispondi  d'un  padre  all'affetto?    {abbracciandolo) 

Alf.  Mille  furie  divorannrii  il  petto... 

Mi  lasciate...  [respingendolo] 

Ger.  "  Lasciarti!,.. 

Alf.  (  Oh  vendetta  !  )    (risoluto) 

Ger.         Non  più  indud  ;  partiamo!...  t'atfretta... 
Alf.         (Ah  fu  Doupìiol!) 
Ger.  M'ascolti  tu? 

Alf.  No. 

;GFn         Dunque  invano  trovato  t'avrò! 
No ,  non  udrai  rimproveri  ; 
Copriam  d'oblio  il  passato: 
L'amor  che  m'ha  guidato 
Sa  tutto  perdonar. 
Vieni ,  i  tuoi  cari  in  giubilo 
Con  me  rivedi  ancora; 
A  chi  penò  finora 
Tal  gioia,  non  niegar. 
Un  padre  ed  una  suoia 
T'affretta  a  consolar. 
A'  F.  (scuotendosi ,  getta  a  caso  gli  occhi  sulla  tavola  ,  e  vede 
l'i  lettera  di  Flora ,  ed  esclama) 

Ahi...  eli' è  alla  festa!...  volisi 
L'oifesa  a  vendicar.  (fugge  precipitoso 

seguito  dal  padre) 

SGENA  IX. 

Galleria  nel  palazzo  di  Flora ,  riccamente  addobbata  e  illumi- 
nata. Una  porta  nel  fondo  e  due  lajerali.  A  destra  più  avanti 
un  tavoliere  con  quanto  occorre  pel  giuoco;  a  sinistra ,  ricco 

•    tavolino  ,  con  fiori  e  rinfreschi ,  varie  sedie  e  un  divano. 

Flora,  il  Mai'cHeJse  ,  il  B9ottoi*e ,  ed  altri  invitati 
entrano  dalla  sinistra  ,  discorrendo  tra  loro. 

Flo.  Avrem  lieta  di  maschere  la  notte; 

N' è  duce  il  viscontino... 

Violetta  ed  Alfredo  anco  invitai..: 
Mar.  La  novità  ignorate? 

Violetta  e  Germont  sono  disgiunti. 
Dot.  ,  Flo.  Fia  vero  ?... 
Mar.  Ella  verrà  qui  col  barone. 


i9 

Dot.  Li  vidi  ieri  ancor...  parean  felici.  [s'ode  rumore] 

Flo.  Silenzio...  Udite?...  .  .  ^  destra] 

Tutti  (vanno  verso  la  destra]  Giungono  gli  amici. 

SCENA  X. 

Detti ,  e  molte  signore  mascherate  da  Kins^are 
che  entrano  dalla  destra. 

ZiN.  Noi  siamo  zingarelle 

Venute  da  lontano; 

D'  ognuno  sulla  mano 

Leggiamo  1'  avvenir. 
Se  consultiam  le  stelle 

Nuli'  avvi  a  noi  d'  oscuro  , 

E  i  casi  del  futuro 

Possiamo  altrui  predir. 
L  Vediamo?...  Voi,  signo.'-a  ,    [prendono  la  mano 

Rivali  alquanto  avete,  a  Fio.  e  la  osservano] 
II.  Marchese ,  voi  non  siete        [fanno  lo  stesso 

Model  di  fedeltà.  al  Marchese] 

Flo.  Fate  il  galante  ancora?...'  (al  Marchese) 

Ben  vo'  me  la  paghiate... 
Mar.  Che  diacin  vi  pensate?...  (a  Flora) 

L'  accusa  è  falsità. 
Flo.  La  volpe  lascia  il  pelo. 

Non  abbandona  il  vizio... 

Marchese  mio,  giudizio, 

0  vi  farò  pentir. 
Tutti  Su  via,  si  stenda  un  velo 

Sui  fatti  del  passato , 

Già  quel  eh'  è  stato  è  stato , 

Bad'^JJ^^  all'  avvenir.  [Fio.  ed  il  Mar^ 


stringono  la  mano) 


SCENA  XL 


•    Detti  ,  Gastone  ed  altri  mascherati  da  MaUadorit 

Piccadoi'i  spagnuoli .  ch'entrano  vivacemente  dalla  destra. 

Gas.,  Mat.  Di  Madridc  noi  sia  matladori , 

Siamo  i  prodi  del  circo  de'  tori  -, 


20 

!  Testé  giunti  a  godere  del  chiassò 

I  Che  a  Parigi  si  fa  pel  Bue  grasso; 

j  E  ,  una  storia  se  udire  vorrete  , 

'  Quali  amanti  noi. siamo,  saprete. 

Gli  Altri  Sì  ,  si ,  bravi  ;  narrate  ,  narrate  ; 

Con  piacere  i'  udremo... 
r..4s. ,  Mat.  Ascoltate. 

È  Pipuillo  un  bel  gagliardo 

Discaglino  mattador; 
Forte  il  braccio  ,  fiero  il  guardo , 

Delle  giostre  egli  è  signor. 
D'Andalusa  giovinetta 

Follemente  innamorò , 
Ma  la  bella  ritrosetta 

Così  al  giovine  parlò: 
Cinque  tori  in  un  sol  giorno 

Vo'  vederti  ad  atterrar  ; 
E,  se  vinci,  al  tuo  ritorno  \ 

Mano  e  cor  ti  vo'  donar. 
Sì,  gli  disse,  e  il  mattadore 
Alle  giostre  mosse  il  pie  ; 
Cinque  tori ,  vincitore  , 
Sull'arena  egli  stende. 
Gli  altri       Bravo  invero,  il  mattadore 
;  Ben  gagliardo  si  mostrò. 

Se  alla  giovine  l'amore 
In  tal  guisa  egli  provò. 
Poi ,  tra  plausi ,  ritornato 
Alla  bella  del  suo  cor. 
Colse  il  premio  desiato 
Dalla  fede  ,  dall'  amor. 
Gli  altri       Con  tai  prove  i  Mattadori 

San  le  amanti  conquistar  I 
Gas.  ,  Mat.     Ma  qui  son  più  muti  i  cori  ; 

A  noi  basta  folleggiar... 
Tutti     Sì ,  sì ,  allegri...  Or  pria  tentiamo 
Della  sorte  il  vario  umor; 
La  palestra  dischiudiamo 
Agli  audaci  giuocator.    {gli  uomini  si  tolgono 
la  maschera  ;  chi  passeggia  e  chi  si  accìnge  a  giocare) 


f  Gas.  ,  Mat. 


^21 
SCENA  XII. 

Detti  ;  ed  Alfredo ,  quindi  Violetta  col  Barone , 

un  Servo  a  tempo. 

Tutti.  Alfredo  I...  Voi  !... 

Alf.  Sì,  amici... 

Flo.      '  Violetta  ? 

Alf.  Non  ne  so. 

Tutti.  Ben  disinvolto!...  Bravo  !...  Or  via,  giuocar  si  può 

Gas.  (si  pone  a  tagliare:  Alfredo  e  gli  altri  puntano) 

Vio.  (entra  al  braccio  del  Barone) 

Flo.  Qui  desiata  giungi... 

Vio.  Cessi  al  cortese  invito 

Flo.  Grata  vi  son  ,  Barone  ,  d'  averlo  pur  gradito. 

Bar.  (Germont  è  qui  1  il  vedete  !)  fpiano  a  Vie 

Vio.  (Cielo!...  egli  è  vero)  Il  vedi 

Bar.  Da  voi  non  un  sol  detto  si  volga  a  questo  Alfredo. 

(piano  a  Vi(^ 

Vio.  {Ah  perchè  venni  incauta!  Pietà  di  me,  gran  Dio  !) 

Flo.  Meco  t'  assidi  ;  narrami...  qual  novità  vegg'  io  ? 

(a  VioL  facendola  sedere  presso  di  sé  sul  divano.  Il  Do 
sì  avvicina  ad  esse ,  che  sommessamente  conversari 
Il  Marchese  si  trattiene  a  parte  col  Barone,  Gasto) 
taglia;  Alf  ed  altri  puntano ,  altri  passeggiano) 

Alf.  Un  quattro  ! 

Gas.  Ancora  hai  vinto  ! 

Alf.  Sfortuna  nell'  amore 

Vale  fortuna  al  giuoco...  ^  (punta  e  vinc 

Tutti.  È  sempre  vincitore  !... 

Alf.  Oh  vincerò  stasera  :  e  1'  oro  guadagnato 
Poscia  a  goder  fra'  campi  ritornerò  beato. 

Flo.  Solo  ? 

Alf.  No,  no,  con  tale,  che  vi  fu  meco  ancor, 

Poi  mi  sfuggia... 

Vio.  (Mio  Dio  !...) 

Gas.  (Pietà  di  lei  ) 

{ad  Alf  indicando  Violeti 

Bar.  (ad  Alf  con  mal  frenata  ira)  Signore  i 

Vio.  (Frenatevi ,  o  vi  lascio.)  (piano  al  Baro? 


22 

\LF.  [disinvolto]  Barone  ,  m' appellaste  ? 

3ar.  Siete  in  sì  gran  fortuna ,  che  al  giuoco  mi  tentaste. 

Vlf.  Si  ?...  la  disfida  accetto... 

/io.  (Che  fia  ?...  naorir  mi  sento!) 

3ar.  Cento  luigi  a  destra.  (puntando) 

Vlf.  •  Ed  alla  manca  cento,  (puntando) 

ìas.  Un  asso...  un  fante...  hai  vinto  !..  (ad  Alf.) 

Ur.  11  doppio  ?... 

iLF.  11  doppio  sia. 

ìas.  Un  quattro ,  un  sette.,.  [tagliando) 

'UTTi.  Ancora  ! 

.LF.  Pur  la  vittoria  è  mia! 

ORO.  Bravo  davver  !...  la  sorte  è  tutta  per  Alfredo  ! 

'lo.  Del  villeggiar  la  spesa  farà  il  Baron  ,  già  il  vedo. 

^LF.  Seguite  pur...  (al  Barone) 

ERVo  La  cena  è  pronta. 

LO.  Andiamo. 

oro.  (avviandosi)  Andiamo. 

LF.  Se  continuar  v'  aggrada...  -  (tra  loro  a  parte) 

ar.  Per  ora  noi  possiamo  : 

Più  tardi  la  rivincita. 

LF.  Al  gioco  che  vorrete. 

AR.  Seguiam  gli  amici  ;  poscia... 

(lf.  "^  Sarò  qual  mi  vorrete. 

[Tutti  entrano  nella  porta  di  mezso  :  la  scena  rimane  un 
-  istante  vuota) 

SCENA   XIII. 
Violetta^  che  ritorna  affannata,  indi  Alfredo. 

IO.  Invitato  a  qui  seguirmi , 

Verrà  desso?...  vorrà  udirmi?... 
Ei  verrà...  che  1' odio  atroce 
Puote  in  lui  più  di  mia  voce... 

LF.  Mi  chiamaste?...  Che  bramate? 

IO.  Questi  luoghi  abbandonate... 

Un  perigho  vi  sovrasta... 
'  LF.  Ah  comprendo  !...  Basta,  basta... 

E  sì  vile  mi  credete?... 
i  IO.  Ah  ,  no  ,  mai... 

.F.  Ma  che  temete?... 

0.  Tremo  sempre  del  Barone... 


n 

Alf.  è  tra  noi  mortai  quistione.., 

S'ei  cadrà  per  mano  mia 

Un  sol  colpo  vi  torria 
,\  Coir  amante  il  protettore... 

'O  V  atterrisce  tal  sciagura  ?... 

Vio.  Ma  s'ei  fosse  F  uccisore  !... 

Ecco  r  unica  sventura... 

Ch'io  pavento  a  me  fatale  !... 
Alf.  La  mia  morte!...  Che  ven  cale?... 

Vio.  Deh,  partite,  e  sull' istante. 

Alf.  Partirò ,  ma  giura  innante 

Che  dovunque  seguirai 

I  miei  passi... 
Vio.  Ah  no  j  giammai» 

Alf.  No  1...  giammai  !... 

Vio.  Va  sciagurato  ^ 

Scorda  un  nome  eh'  è  infamato... 

Va...  mi  lascia  sul  momento... 

Di  fuggirti  un  giuramento 

Sacro  io  feci... 
Alf.  e  chi  potea  ?... 

Vio.  Chi  diritto  pien  ne  avea. 

Alf.  Fu  Douphol  ?... 

Vio.  (con  supremo  sforzo)  Sì. 
Alf.  Dunque  1'  ami  ? 

Vio.  Ebben...  l'amo... 

Alf.  [corre  furente  smia  porta  ',  e  grida] 

Or  tutti  a  me. 
SCENA  XIV. 
Detti ,  e  Tutti  i  precedenti  che  confusamente  ritornano. 

Tutti  Ne  appellaste?...  Che  volete? 

Alf.  Questa  donna  conoscete  ?      [additando  Vio. .  che 

abbattuta  si  appoggia  al  tavolino^ 
Tutti  Chi?...  Violetta? 

Alf.  Che  facesse 

Non  sapete  ? 
Vio.  Ah  taci... 

Alf.  No. 

Ogni  suo  aver  tal  femmina 
Per  amor  mio  sperdea... 


Io  cieco ,  vile  ,.  misero 
Tutto  accettar  potea. 
Ma  è  tempo  ancora  ,  tergermi 
Da  tanta  macchia  bramo... 
Qui  testimon  vi  chiamo 
Ch'  ora  pagata  io  F  ho.  [getta  con  fu- 

rente sprezzo  una  borsa  ai  piedi  di  Violetta ,  ed 
essa  sviene  tra  le  braccia  di  Flora  e  del  Dottore. 
In  tal  modo  entra  il  padre.) 
SCENA  XV. 
Detti  ed  il  signor  Germont ,  eh'  entra  all'  ultime  parole. 
Tutti  Oh  infamia  orribile 

Tu  commettesti!... 
Un  cor  sensibile 
Cosi  uccidesti  !... 
Di  donne  ignobile 
Insultator. 
Di  qui  allontanati ,  ^ 

Ne  desti  orror. 
Ger.  Di  sprezzo  degno  sé  stesso  rende  (con  dignitoso 

Chi  pur  neir  ira  la  donna  offende.  fuoco] 

Dov'  è  mio  figlio  ?...  più  non  lo  vedo , 
In  te  più  Alfredo  -  trovar  non  so. 
(Io  sol  fra  tutti  so  qual  virtude 
Di  quella  misera  il  sen  racchiude... 
Io  so  che  l'ama,  che  gli  èrfedele; 
Eppur  ,  crudele  ,  tacer  dovrò  1  ) 
Alf.  (Ah  sì!...  che  feci!  ne  sento  orrore.  [da  se) 

(  Gelosa  smania,  deluso  amore 

\  Mi  strazian  l'alma...  più  non  ragiono... 

!  Da  lei  perdono  -  più  non  avrò. 

Volea  fuggirla...  non  ho  potuto!... 
]  Dall'  ira  spinto  ,  son  qui  venuto  ; 

I  Or  che  lo  sdegno  ho  disfocato , 

:  Ma  sciagurato!...  rimorso  io  n'ho.) 

I  Vio.  Alfredo  ,  Alfredo ,  di  questo  core  (riomndosi) 

Non  puoi  comprendere  tutto  l' amore  ; 
jo.  Tu  non  conosci  che  fino  a  prezzo 

;,F.  Del  tuo  disprezzo  ~  provato  io  l'ho! 

o.  Ma  verrà  giorno,  in  che  il  saprai... 


{piano  ad  Alf.) 


Com'  io  t'  amassi  confesserai... 
Dio  dai  rimorsi  ti  salvi  allora... 
Io  spenta  ancora  -  pur  t' amerò. 
Bar.  (A  questa  donna  l'atroce  insulto 
Qui  tutti  offese  ,  ma  non  inulto 
Fia  tanto  oltraggio...  provar  vi  voglio 
Che  tanto  orgoglio  -  fiaccar  saprò.  ) 
Tutti  Ahi  quanto  peni!...  Ma  pur  fa  core... 
Qui  soffre  ognuno  del  tuo  dolore  ; 
Fra  cari  amici  qui  sei  soltanto  ; 
Rasciuga  il  pianto  -  che  t' inondò. 
(  Germont  trae  seco  il  figlio  ;  il  Barone  lo  segue, 
letta  è  condotta  in  altra  stanza  dal  Dottore, 
Flora  :  gli  altri  si  disperdono.  ) 


Vio- 
e  da 


FINE   dell'atto   SECONDO. 


i^l^ 


ATTO  TERZO 


m 


SCExNA  PRIMA. 

Camera  da  letto  di  Violetta.  Nel  fondo  è  un  letto  con  cortina 
mez^o  tirate  ;  una  finestra  chiusa  da  imposte  interne  ;  pres- 
so il  letto  uno  sgabello  su  cui  una  bottiglia  d'  acqua  ,  una 
tazza  di  cristallo ,  diverse  medicine.  A  metà  della  scena 
una  toilette ,  vicino  un  canapè;  piii  distante  un  altro  mo- 
bile,  su  cui  arde  un  lume  da  notte^  varie  sedie  ed  altri 
mobili.  La  porta  è  a  sinistra;  di  fronte  v'  è  un  camminetto 
con  fuoco  acceso. 

Violetta  dorme  sul  letto.  Annina  seduta  presso 
il  camminetto  è  pure  addormita. 

Vio.  iVnnina  ?   '  (destandosi) 

Ann.  Comandate?...  (svegliandosi  confusa) 

Vio.  Dormivi  ^  poveretta  ? 

Ann.  Si  ,  perdonate... 

Vio.  Dammi  d'  acqua  un  sorso. 

Ann.  (eseguisce) 

Vio.  Osserva  ,  è  pieno  il  giorno  ? 

Ann.  Son  sett'  ore. 

Vio.  Dà  accesso  a  un  po' di  luce. 

Ann.  [apre  le  imposte,  e  guarda  nella  via) 
Il  signor  Grenvil! 

Vio.        '  Oh  il  vero  amico!... 

Alzar  mi  vo'  ...  m'  aita... 

(si  alza  e  ricade  ;  poi  sostenuta  da  Annina  va  lenta- 
mente verso  il  canapè ,  ed  il  dottore  entra  in  tempo 
per  assisterla  ad  adagiarvisi.  Annina  vi  aggiunge  dei 
cuscini) 

SCENA  IL 

Dette ,  ed  il  Bottore. 

Vio.  Quanta  bontà?...  pensaste  a  me  per  tempo!... 

Dot.  Or  come  vi  sentite  ?  [le  tocca  il  polso) 


27 

Vio.  Soffre  il  mio  corpo,  ma  tranquilla  ho  l'alma 
Mi  confortò  ier  sera  un  pio  ministro. 
Religione  è  sollievo  a'  sofferenti. 
Dot.  e  questa  notte  ? 

Vio.  Ebbi  tranquillo  il  sonno. 

Dot.  Coraggio  adunque...  fa  convalescenza 

Non  è  lontana... 
Vio.  Oh  la  bugia  pietosa 

A'  medici  è  concessa... 
Dot.  Addio...  a  più  tardi-. 

{stringendole  la  mano] 
Vio.  Non  mi  scordate. 

Ann.  [piano  al  Doti  accompagnandolo)  Come  va  ,  signore  ? 
Dot.  La  tisi  non  le  accorda  che  poch'  ore. 

[piano  e  parte) 
SCENA  II. 
Violetta  e  Aimina. 

Ann.  Or  fate  cor... 

Vio.  Giorno  di  festa  è  questo?... 

Ann.  Tutta  Parigi  impazza...  è  carnevale. 
Vio.  Oh  nel  comun  tripudio ,  sallo  il  cielo 

Quanti  infelici  gemon.!..  Quale  somma 

V'ha  in  quello  stipo?  [indicandolo) 

Ann.  (/'  apre  e  conta)  Venti  Luigi. 

Vio.  Dieci  ne  reca  ai  poveri  tu  stessa. 
Ann.  Poco  rimanvi  allora... 
Vio.  Oh  mi  sarà  bastante  !  [sospirando) 

Cerca  poscia  mie  lettere. 
Ann.  Ma  voi?... 

Vio.  Nulla  occorra...  sollecita,  se  puoi...  [Annina 

SCENA  IV. 

Violetta  che  trae  dal  seno  una  lettera  e  1 

Teneste  la  promessa.  La  disfida 

Ebbe  luogo:  il  barone  fu  ferito, 

P^erò  migliora...  Alfredo 

E  in  stranio  suolo ,  il  vostro  sacrifizio 

Io  stesso  gli  ho  svelato; 

Egli  a  voi  tornerà  pel  suo  perdono  ; 

Io  pur  verrò.,.  Curatevi...  merlate 

\ 


'2S 


Un  avvenir  migliore 
Giorgio  Germont!... 
Attendo 


E  tardi  !  [desolata) 

attendo...  né  a  me  giungon  mail... 

[si  guarda  allo  specchio) 
Oh  come  son  mutata!... 
Ma  il  Dottore  a  sperar  pure  m'esortai... 
Ah  con  tal  morbo  ogni  speranza  è  morta. 
Addio  del  passato  bei  sogni  ridenti; 
Le  rose  del  volto  già  sono  pallenti  ; 
L'amore  d'Alfredo  pur  esso  mi  manca. 
Conforto,  sostegno  dell'anima  stanca... 
Ah  della  Traviata  sorridi  al  desio. 
A  lei ,  deh  perdona  ,  tu  accoglila ,  o  Dio. 
Or  tutto  fini. 
Le  gioie  ,  i  dolori  fra  poco  avran  fine  ; 
La  tomba  ai  mortali  di  tutto  è  confine!... 
Non  lacrima  o  fiore  avrà  la  mia  fossa. 
Non  croce  col  nome  che  copra  quest'  ossa  ! 
Ah  della  Traviata  sorridi  al  desio  , 
A  lei ,  deh  perdona ,  tu  accoglila ,  o  Dio. 
Or  tutto  finì. 
Coro  di  maschere  esterno. 

Largo  al  quadrupede 
Sir  della  festa , 
Di  fiori  e  pampini 
Cinto  la  testa... 
'^  Largo  al  più  docile 

D'ogni  cornuto  , 
Di  corni  e  pifferi 
Abbia  il  saluto. 

Parigini ,  date  passo 

Al  trionfo  del  Bue  grasso. 


Vi 


{SI 

men 
per 
cui 


Vio.  Quanta  . 
Dot.  Or  come 


L'Asia ,  né  l'Africa 

Vide  il  più  bello , 

Vanto  ed  orgoglio 

D'  ogni  macello... 

Allegre  maschere', 

Pazzi  garzoni  , 

Tutti  plauditelo 

Con  canti  e  suoni!... 
Parigini ,  date  passo 
Al  trionfo  del  Bue  grasso. 


vi 


29 

SCENA  V. 

Detta  ed  Annina  ,  che  torna  frettolosa. 

Ann.  Signora?-..  (esitando) 

Vio.  Che  t'  accadde  ? 

Ann.  Quest'oggi  ,  è  vero?...  vi  sentite  meglio?.. 

Vio.  Sì  ,  perchè  ? 

Ann.  D'  esser  calma  promettete  ? 

Vio.  Sì  ,  che  vuoi  dirmi  ?... 

Ann.  Prevenir  vi  volli. 

Una  gioia  improvvisa... 
Vio.  Una  gioia  !...  dicesti?... 
Ann;  Sì  .  o  signora.., 

Vio.  Alfredo!...  Ah  tu  il  vedesti!...  ei  vien  !.,.  l'affretta... 
(Annina  afferma  col  capo,  e  va  ad  aprire  la  porta) 

SCENA  VI. 

Violetta ,    Alfredo   e    Anilina 

Vio.  Alfredo  I...  (andando  verso  l'uscio) 

Alf.  (comparisce  pallido  pella   commozione ,    ed  ambidue  ^ 
gettandosi  le  braccia  al  collo ,  esclamano) 
Vio.  Amato  Alfredo  I... 

Alf.  ^  Mia  Violetta  !.... 

Colpevol  sono...  so  tutto,  o  cara... 
Vio.  Io  so  che  alfine  reso  mi  sei  !... 

Alf.  Da  questo  palpito  s'io  t'ami  impara. 

Senza  te  esistere  più  non  potrei. 
Vio.  Ah  s'anco  in  vita  m'hai  ritrovata  , 

Credi  ,  che  uccidere  non  può  il  dolor» 
Alf.  Scorda  1'  affanno  ,  donna  adorata  , 

A  me  perdona  e  al  genitor. 
Vio.  Ch'  io  ti  perdoni  ?...  la  rea  son  io  ; 

Ma  solo  amore  tal  mi  rendè... 
a  2  Nùir  uomo  o  demone ,  angelo  mio, 

Mai  più  staccarti  potrà  da  me 
Parigi ,  0  cara  ,  noi  lasceremo , 

La  vita  uniti  trascorreremo  : 

De'  corsi  affanni  compenso  avrai , 

La  .       salute  rifiorirà 
lua 

Sospiro  e  luce  tu  mi  sarai , 


30 

Tutto  il  futuro  ne  arriderà. . 
Vio.  Ah  non  pili ,  a  un  tempio...  Alfredo,  andiamo  ^ 

Del  tuo  ritorno  grazie  rendiamo...        (vacilla) 
x\lf.  Tu  impallidisci  1^ 

Vio.  E  nulla,  sai  ?... 

Gioia  improvvisa  non  entra  mai 
Senza  turbarlo  in  mesto  core...  (si  abbandona) 
come  sfinita  sopra  una  sedia  col  capo  cadente  all'  indietro  ) 
Alf.  Gran  Dio!...  Violetta!...^       (spaventato  sorreggendola) 
Vio.  È  il  mio  malore...  (sforzandosi) 

Fu  debolezza  !....  ora  son  forte. . 

Vedi?; .  sorrido...  (sforzandosi) 

Alf.        (desolato)  (Ahi  cruda  sorte  !...) 

Vio.        Fu  nulla...  Annina  ,  dammi  a  vestire, 
Qlf.        Adesso  !..    Attendi... 
Vio.  (alzandosi)  No...  voglio  uscire. 

Ann.  (le  presenta  una  veste  eh'  ella  fa  per  indossare ,  e  im- 
peditane dalla  debolezza ,  esclama) 
Vio,        Gran  Dio  ,  non  posso  !...  (getta  con  dispetto  la 

veste  e  ricade  sulla  sedia) 
Alf.  (Cielo!...  che  vedo!...) 

Va  pel  dottora...  (ad  Amina) 

Vio.  (ad  Annina]        Digli .  che  Alfredo 

È  ritornato  all'amor  mio.. 

Digli  che  vivere  ancor  vogl'  io...  (Ann,  parte) 

Ma  se  tornando  non  m'hai  salvato,  (ad  Alf ) 

A  niuno  in  terra  salvarmi  è  dato. 

SCENA  VII. 
Violetta  e  Alfredo. 

Vio.  Gran  Dio  I...  morir  sì  giovane , 

10  che  penato  ho  tanto  I... 
Morir  SI  presso  a  tergere 

11  mio  sì  lungo  pianto  1 
Ah  ,  dunque  fu  delirio 
La  credula  speranza  , 
Invano  di  costanza 
Armato  avrò  il  mio  cor  !.. 

Alfredo...  oh  il  crudo  termine 
Serbato  al  nostro  amor  !.., 
Alf.  Oh  mio  sospiro ,  oh  palpito 

Diletto  del  mio  cor  !... 


31 

Le  mie  colle  tue  lacrime 
Confondere  degg'  io... 
Or  più  che  mai  nostr'  anime 
Han  duopo  di  costanza... 
Ah  tutto  alia  speranza 
Non  chiudere  11  tuo  cor. 
Violetta  mia  ,  deh  calmati , 
M'uccide  il  tuo  dolor. 

(  Violetta  s'  abbandona  sul  canapè  ) 

SCENA  ULTIMA. 

Detti ,  Anilina  ,  il  signor  Gerniont  ed  il  Bottore. 

Ger.  Ah  Violetta  !...  (entrando) 

Vio.  Voi  5  signor  !.,. 

^LF.  Mio  padre  I.,. 

Vio.  Non  mi  scordaste  ? 

Ger.  La  promessa  adempio... 

A  stringervi  qual  figlia  vengo  al  seno , 
0  generosa... 
Vio.  Oimè  ,  tardi  giungeste  !... 

Pure,  grata  ven  sono...  .    (  lo  abbraccia  ) 

Grenvil    vedete  ?...  tra  le  braccia  io  spiro 
Di  quanti  ho  cari  al  mondo... 
Ger.  Che  mai  dite  ! 

(  Oh  cielo  !...  è  ver  !  )  {la  osserva  ) 

ÀLF.  La  vedi ,  padre  mio  ? 

Ger.  Di  più  non  lacerarmi... 

Troppo  rimorso  ,  l'alma  mi  divora... 
Quasi  fulmin  m'  atterra  ogni  suo  detto... 
Oh  mal  cauto  vegliardo  !... 
Ah  ,  tutto  il  mal  eh'  io  feci  ora  sol  vedo  l 
Vio.  {frattanto  avrà  aperto  a  stento  un  ripostiglio  della  toi 
lette  e  toltone  un  medaglione ,  dice) 
Prendi ,  quest'  è  l' immagine 
De'  miei  passati  giorni , 
A  rammentar  ti  torni 
Colei  che  si  t'  amò. 
Se  uua  pudica  vergine 
Degli  anni  suoi  nel  fiore 
k^  A  te  donasse  il  core... 

H  Le  porgi  questa  effigie; 


32 

Dille  che  dono  eli'  è 

Di  chi  nel  ciel  tra  gli  angeli 

Prega  per  lei ,  per  te. 
Alf.         No  ,  non  morrai ,  non  dirmelo... 

Dèi  vivere ,  amor  mio... 

A  strazio  così  orribile 

Qui  non  mi  trasse  Iddio. 
Sì  presto,  ah  no,  dividerti 

Morte  non  può  da  me... 

Ah  vivi ,  0  un  solo  feretro 

M' accoglierà  con  te. 
Gek.        Gara  ,  sublime  vittima 

D' un  generoso  amore  , 

Perdonami  lo  strazio 

Recato  al  tuo  bel  core... 

Ger.  ,  Dot.  ,  Ann. 

Finché  avrà  il  ciglio  lacrime 

Io  piangerò  per  te. 
Vola  a'  beati  spiriti  ; 

Iddio  ti  chiama  a  sé. 
Vio.         È  strano  1...'  (  alzandosi  rianimata 

Tutti  Che  ! 

Vio.  Cessarono 

Gli  spasmi  del  dolore. 

In  me  rinasce...  m'  anima 

Insolito  vigore  I... 

Ah!  io  ritorno  a  vivere  !...  (  trasalendo 

Oh  gic.ia  !...  (ricade  sul  canapè 

Tutti  Oh  cielo  !...  muori... 

Alf.         Violetta  ?... 

Tutti  Oh  Dio  ,  soccorrasi... 

Dot.         É  spenta  !...  (  dopo  averle  toccato  il  polso 

Tutti  Oh  J^^^  dolor? 

(  Quadro  e  cade  la  tela.  ) 
FINE.