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LIBBETTO
MUSICA DEL MAESTRO
Ufficiale della Legion d'Onare
/
i
NAPOLI
A :spese dell' Editore
1558
PERlSeiVAGCil AI'ffOHI
VIOLETTA VALÉRY . . . . (Prima Donna Soprano)
LORA BERVOIX . .... (Conìpriiiiaria li2 Sop.)
\NNINA » (Seconda Donna)
ALFREDO GERMONT ... (PrinìO Tenore)
GERMONT GIORGIO , suo
padre (Primo Baritono)
GASTONE, Visconte de
Letorieres . . . . . . (Tenoro Comprimario)
BARONE DOUPHOL . . . . (Baritono Comprimario)
MARCHESE D'OBIGNY . . . (Secondo Basso)
DOTTORE GRENVIL. . . . (Basso Profondo)
GIUSEPPE , servo di Vio-
letta (Secondo Tenore)
DOMESTICO di Fiera. ... (Corifeo Basso)
COMMISSIONARIO .... (Corifeo Basso)
Coro di Signori e Signore amici di Violetta e Flora -
Mattadori - Piccadori - Zingare.
Comparse di Servi di Violetta e di Flora - Maschere , ec.
SCENA - Parigi e sue vicinanze , nel 1700 circa.
NB, Il primo atto succede in agosto , il secondo m gennajo ,
il terzo in febbrajo. - Le indicazioni di destra e sinistra
sono prese dalla platea.
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ATTO PRIMO
SCENA PRIMA.
Salotto in casa di Violetta ; nel fonò» è la porta che mette
ad altra sala ; ve ne sono altre due laterali ; a sinistro
un caminetto con sopra uno specchio. Nel mezzo è una
tavola riccamente imbandita.
'^^iolctta seduta sur un divano sta discorrendo col Dot-
tore e con alcuni Amici , mentre altri vanno ad in-
contrare quelli che sopraggiungono , tra' quali sono il
Barone e Flora al braccio del Marelieise.
Coro L JJeir invito trascorsa è già V ora...
Voi tardaste...
II. Giocanamo da Flora,
E giocando quell'ore volar
Vro. Flora , amici , la notte che resta (andando loro
D'altre gioie qui fate brillar.. incontro)
Era le tazze è più viva la festa...
Flo. , Mar. F goder voi potrete?
Vio. Lo voglio,
Al piacere m' affido , ed io soglio
Con tal farmaco i mali sopir.
Tutti Sì la vita s' addoppia al gioir.
SCENA II.
Detti, il Visconte «astone di Kietorieres , Alfpedo
Gerniont, Servi affaccendati intorno alla mensa.
Gas. In Alfredo Gprmont^ o signora
Ecco un altro che molto vi onora;
Pochi amici a lui simili sono.
Vio. Mio Visconte , mercè di tal dono.
(dà la mano ad Alf.^ che gliela bacia j
Mar. Caro Alfredo...
Alf. Marchese... (si stringono la
Gas. T' ho detto mano)
V amistà qui s'intreccia al diletto, (ad Alf.)
(i Servi frattanto avranno ixnkandite le vivande )
Vio. Pronto è il tutto?... (*) Miei cari, sedete,
(* un Servo accenna che si)
È al conNWto che s' apre ogni cor.
Tutti Ben diceste... le cure segrete
Fuga sempre 1' amico licer.
(siedono in modo che Violetta resti tra Alfredo e Ga-
stone ; di fronte vi sarà Flora . tra il Marchese ed il
Barone ; gli altri siedono a piacere. F' ha un momento
di silenzio ; frattanto passarlo i piatti , e Violetta e
Gastone parlano sottovoce tra loro , poi)
Gas. Sempre Alfredo a voi pensa.
Vio. , Scherzate?
Gas. Egra foste , e ogni di con affanno
Qui volò , di voi chiese.
Vio. Cessate,
Nulla son io per lui...
Alf. Non v' inganno
Vio. Vero è dunque? onde ciò?... noi comprendo,
(ad Alf)
Alf. Sì^ egli è ver.
Vio. Le mie grazie vi rendo.
Voi^ barone, non feste altrettanto...
Bar. Vi conosco da un anno soltanto.
Vio. Ed ei solo da qualche minuto.
Flo. Meglio fora se avesse taciuto, [piano al Bar.)
Bar. M' è increscioso quel giovin. (piano a Fio.)
Flo. Perchè?
A me invece simpatico egli è.
Gas. e tu dunque non apri più bocca? (ad Alf)
Mar. è a madama che scuoterlo tocca... (a Vio)
Vio. Sarò l'Ebe che versa... (mesce Alf)
Alf. e eh' io bramo
Immortai come quella. [con galanteria)
Tutti Beviamo.
Gas. 0 barone , né un verso , ne un viva
Troverete in quest' ora giuliva ?...
(Bar. accenna, che noj
Dunque a te... (ad Alf.)
Tutti
Sì , Si , un brindisi.
Alf.
L' estro
Non m'arride...
Gas.
E non se' tu maestro ?
Alf.
Vi fia grato?... (a Violetta)
Vio.
Sì , Sì.
Alf.
Sì?... L'ho in cor. (s'alza,
Mar.
Dunque attenti...
Tutti
Sì, attenti al cantor.
Alf.
Libiam nei lieti calici ,
Che la bellezza infiora ;
E la fuggevol ora
S' inebbrii a voluttà,
Libiam ne' dolci fremiti
Che suscita 1' amore ,
Poiché quell'occhio al core
^ Onnipotente va.
Tutti Libiamo , amor fra i calici
Più caldi baci avrà.
Vio. Tra voi saprò dividere
Il tempo mio giocondo ;
Tutto è follia nel mondo
Ciò che non è piacer.
Godiam , fugace e rapido
È il gaudio dell'amore,
È fior che nasce e muore ,
Ne più si può goder.
Tutti Godiam... e' invita un fervido
Accento lusinghier.
Godiam... la tazza e il cantico
Le notti abbella e il riso ;
In questo paradiso
Ne scuopra il nuovo dì.
y\i. La vita è nel tripudio.
k^^^ Quando non s' ami ancora.
'V^y. Noi dite a chi lo ignora.
F^%, F il mio destin così...
1 TTT Godiam... la tazza e il cantico
Al
(indicando Vio.)
(s' alza]
[ad Alf.)
(a Vio.)
[ad Alf)
(a Vio.)
Le notti abbella e il riso ;
In questo paradiso
Ne scopra il nuovo dì. (5' ode musica dal-
Che è ciò ? l' altra sala.)
Vio. Non gradireste ora le danze ?
Tutti Oh il gentile pensieri.-, tutti accettiamo.
V'io. Usciamo dunque.. (*) Oimè!... (* s' avviano alla porta
di mezzo, ma Violetta è cólta da subito pallore)
Tutti Che avete?...
Vio. Nulla ,
Nulla.
Tutti Che mai v'arresta?...
Vio. Usciamo. . (*) Oh Dio!... (* fa
qualche passo, ma è obbligata a nuovamente fermarsi e sedere)
Tutti Ancora!...
Alf. Voi soffrite !
Tutti Oh ciel!... eh' è questo?
Vio. è un tremito che provo... or là passate...
(indica V altra stanza)
Tra poco anch' io sarò. .
Tutti Come bramate, [tutti passano
air altra sala , meno Alfredo che resta indietro)
SCENA III.
t l&^iolefta , Alfredo e €iastone a tempo.
Vio. [guardando allo specchio)
l Oh qual pallor!... (*) Voi qui!... (* volgendosi s' accor-
JAlf. Cessata è l'ansia; gè d'Alf)
I Che vi turbò?
'Vio. Sto meglio.
Alf. Ab in cotal guisa
V'ucciderete... aver v'è duopo cura
Dell' essere vostro...
Vio. e lo potrei ?
Alf. Se mia
Foste , custode io veglierei pe' vostri /
Soavi dì. ' , j^^
Vio. Che dite?... ha forse alcuno \ A
Cura di me? L, >,
Alf. Perchè nessuno al mondo (con fm J
V'ama,.. ì <
Vio. Nessun ?...
Alf. Tranne sol io.
Vio. Gli è vero!...
Si grande amor dimenticato avea... {ride'nd<\
Alf. Ridetel.. e in voi v'ha un core ?...
Vio. Un cor?... si... forse... è a che lo richiedete?...
Alf. Oh se ciò fosse , non potreste allora
Celiar...
Vio. Dite davvero?...
Alf. Io non v'inganno...
Vio. Da molto è che mi amate ?
Alf. a si , da un anno.
Un dì felice , eterea
Mi balenaste innante ,
E da quel dì tremante
Vissi d' ignoto amor.
Di queir amor eh' è 1' anima
Dell' universo intero,
Misterioso altero,
Croce e delizia al cor.
Vio. Ah , se ciò è ver , fuggitemi...
Pura amistade io v' offro ;
Amar non so , ne soffro
Di così eroico arder.
Io sono franca , ingenua ;
Altra cercar dovete ;
Non arduo troverete
. Dimenticarmi allor.
Gas. Ebben ?... che diamin fate? [si presenta sulla por
Vio. Si folleggiava... di mezz.
Gas. Ah? ah!... sta ben... restate, {rientra'
Vio. Amor dunque non più... Vi garba il patto?...
Alf. Io v' obbedisco... Parto... [per andarsene]
Vio. a tal giungeste? {si togli'
Prendete questo fiore. un fiore dal seno)
Alf. Perchè?...
Vio. Per riportarlo...
Alf. Quando ? [tornando
Vio. ^ Quando
Sarà appassito.
Alf. Aìlor domani...
i-.
IO. Ebbene :
* Domani.
LF. Io son felice ! {prende con trasporto il fiore]
IO. D' amarmi dite ancora ?
LF. Oh quanto v'amo !... [per partire)
10. Partite?
LF. Parto. [torna a lei e le bacia la mano)
IO. Addio.
LF. Di più non bramo. (esce)
SCENA IV.
Violetta e tutti gli altri che tornano dalla sala
riscaldati dalle danze.
UTTL Si ridesta in elei l' aurora ,
E n'è forza di partir:
Mercè a voi , gentil signora ,
Di sì splendido gioir.
La città di feste è piena ,
Volge il tempo del piacer ;
Nel riposo ancor la lena
Si ritempri per goder. S
SGENA V.
Violetta sola.
È strano!... è strano!... in core
Scolpiti ho quegli accenti !
Saria per mia sventura un serio amore ?...'
Che risolvi, o turbata anima mia?...
Nuli' uomo ancora t' accendeva... Oh gioia
Ch'io non conobbi, esser amata amando!...
E sdegnarla poss' io
Per 1' aride follie del vìver mio ?
Ah forse è lui che 1' anima
Solinga ne' tumulti
*Godea sovente pingere
De' suoi colori occulti!...
Lui , che modesto e vigile
All' egre soglie ascese ,
E nova febbre accese
Destandomi all'amor.
A quell' amor eh' è palpito
Dell' universo intero ,
Misterioso , altero ,
Croce e delizia al cor.
A me , fanciulla , un candido
E trepido desire
Questi effigiò dolcissimo
Signor dell' avvenire ,
Quando ne' cieli il raggio
Di sua beltà vedea ,
E tutta me pascea
Di quel divino error.
Sentia che amore è palpito
Dell'universo intero ,
Misterioso altero ,
Croce e delizia al cor !
(resta concentrata un istante , jìoi dice
Follie!... follie!... delirio vano è questo!...
in quai sogni mi perdo I
Povera donna, sola,
Abbandonata in questo
Popoloso deserto
Che appellano Parigi ,
Che spero or più?... Che far deggMo?... gioire.
Di voluttà nei vortici finire.
Sempre libera degg' io
Trasvolar di gioia in gioia,
Perchè ignoto al viver mio
Nulla passi del piacer.
Nasca il giorno, il giorno muoia
Sempre me la stessa trovi ;
Le dolcezze a me rinnovi ,
Ma non muti il mio pensier...
(entra a sinistr
UJ FINE dell'atto PRIMO
10^
'SO
ATTO SECONDO
SGENA PRIMA.
Casa di Campagna presso Parigi. Salotto terreno. Nel fon-
do , in faccia agli spettatori , è un camino , sopra il
quale uno specchio ed un orologio , fra due porte chiu-
se da cristalli, che mettono ad un giardino. Al primo
piano due altre porte,, una di fronte all' altra. Sedie,
tavolini , qualche libro , V occorrente per scrivere.
Alfredo entra in costume da caccia.
JLunge da lei per me non v' ha diletto !... [de-
Volaron già tre lune pone il fucile)
Dacché la mia Violetta
Agi per me lasciò , dovizie ^ onori ,
E le pompose feste,
Ove agli omaggi avvezza ,
Vedea schiavo ciascun di sua bellezza...
Ed or contenta in questi ameni luoghi
Solo esiste per me... qui presso a lei
Io rinascer mi sento ^
E dal sofEo d'amor rigenerato
Scordo ne' gaudi suoi tutto il passato.
De' miei bollenti spiriti
Il giovanile ardore
Ella temprò col placido
Sorriso dell'amore!
Dal dì che disse : Vivere
Io voglio a te fedel.
Dell' universo immemore
Mi credo quasi in ciel.
SCENA lì.
Detto ed Anilina in arnese da viaggio.
Annìna , donde vieni ?
Da Parigi. r
41
Alf. Chi tei commise?
Ann. Fu la mia signora.
Alf. Perchè ?
Ann. Per alienar cavalli , cocchi ,
E quanto ancor possiede...
Alf. Che mai sento !
Ann. Lo spendio è grande a viver qui solinghi...
Alf. e tacevi?...
Ann. Mi fu silenzio imposto.
Alf. Imposto!... e v'abbisogna?...
Ann. Mille luigi.
Alf. Or vanne... Andrò a Parigi...
Questo colloquio ignora la signora...
11 tutto valgo a riparare ancora. {Anninà parte)
SCENA III.
Alfredo solo.
Oh mio rimorso ! Oh infamia!...
E vissi in tale errore ?
Ma il turpe sogno a frangere
Il ver mi balenò.
Per poco in seno acquetati ,
0 grido dell' onore ,
M'avrai securo vindice;
Quest' onta laverò. [esce)
SCENA IV.
Violetta eh' entra con alcune carte , parlando con An-
ilina poi «Giimeppe a tempo.
Vio. Alfredo ?
Ann. Per Parigi or or partiva.
Vio. E tornerà?...
Ann. Pria che tramonti il giorno...
Dirvel m'impose...
Vio. è strano !,..
Giù. Per voi... fle presenta una lettera]
Vio. (la prende) Sta bene. In breve
Giun'gerà un uom d'affari... entri all'istante.
(Annina e Giuseppe escono'
12
SCENA IV.
Violetta , quindi il Sig. Vermont , introdotto da Giu-
seppe ; che avanza due sedie , e parte.
Vio. Ah, ah !... ' {leggendo la lettera)
Scopriva Flora il mio ritiro !...
E m' invita a danzar per questa sera !...
Invan m' aspetterà... {getta il foglio sul tavolino e siede)
Giù. • Giunse un signore...
Vio. Ah ! sarà lui che attendo !... (accenna a Giù. dHntrod.)
Ger. Madamigella Valéry?...
Vio. Son io.
Ger. D' Alfredo il padre in me vedete.
Vio. Voi ! (sorpresa
gli accenna di sedere)
Ger. Si , dell' incauto , che a rovina corre ,
Ammaliato da voi. (sedendo)
Vio. Donna son io , signore ed in mia casa ; {alzandosi
Ch' io vi lasci assentite , risentita)
Più per voi , che per me. (per uscire)
Ger. (Quai modi !) Pure...
Vio. Tratto in error voi foste. (torna a sedere)
Ger. De' suoi beni
Dono vuol farvi...
Vio. Non 1' osò finora...
Rifiuterei...
Ger. Pur tanto lusso...
Vio. ^ A tutti
È mistero quest'atto... A voi noi sia. {gli dà le carte)
Ger. {dopo averle scorse coli' occhio)
D'ogni avere pensate dispogliarvi?...
Ah il passato perchè^ perchè v'accusai...
Vio. Più non esiste... or amo Alfredo , e Dio
Lo cancellò col pentimento mio.
Ger. Nobili sensi invero 1...
Vio. Oh come dolce
Mi suona il vostro accento?
Ger. Ed a tai sensi
Un sacrifizio chieggo... i
Vio. (alzandosi) Ah no , tacete... u
1
Terribii cosa chiedereste , certo...
11 previdi... v' attesi... era felice
Troppo...
Ger. D'Alfredo il padre
La sorte , l'avvenir domanda or qui
De' suoi due fidi...
Vio. " Di due figli!...
Ger. Sì.
Pura siccome un angelo
Iddio mi die una figlia;
Se Alfredo niega riedere
In seno alla famiglia.
L' amato e amante giovane.
Cui sposa andar dovea ,
Or si ricusa al vincolo
Che lieti ne rendea...
Deh non mutate in triboli
Le rose dell' amor...
Ai prieghi miei resistere
I Noi voglia il vostro cor.
ViO. Ah comprendo... dovrò per alcun tempo
Da Alfredo allontanarmi... doloroso
Fora per me... pur...
Ger. Non è ciò che chiedo.,.
Vio. Cieìo , che più cercate!... offersi assai!
Ger. Pur non basta..,
Vio. Volete che per sempre
A lui rinunzi ?...
Ger. è duopo!.,.
Vio. No... giammai!
Non sapete quale affetto
Vivo, immenso m' arda il petto?
Che né amici , ne parenti
Io non conto tra' viventi ?...
E che Alfredo m' ha giurato
Che in lui lutto io troverò?...
Non sapete che colpita
D'atro morbo è la mia vita?...
Che già presso il fin ne vedo?...
Ch'io mi separi da Alfredo!...
Ah il supplizio è sì spietato.
14
Che morir preferirò*
rER. È grave il sacrifizio ,
Ma pur , tranquilla udite,,.
Beila voi siete e giovane...
Col tempo ..
-^10. Ah più non dite...
V intendo... m' è impossibile...
Lui solo amar vogl' io...
ER. Sia pure... ma volubile
Sovente è Y uom...
{IO. Gran Dio! {colpiia)
ER. Un di , quando le veneri
Il tempo avrà fugate ,
Fia presto il tedio a sorgere
Che sarà allor ?. . pensate...
Per voi non avran balsamo
I più soavi affetti!...
Da un genitor non furono
Tai nodi benedetti.
ho. È vero!,..
^ER. Ah dunque sperdasi
Tal sogno seduttore
Siate di mia famiglia
L' angiol consolatore...
Violetta , deh pensateci ,
Ne siete in tempo ancor. ,
È Dio che inspira, o giovane,
Tai detti a un genitor.
Vio. ( Così alla misera - eh' è un dì caduta ,
Di più risorgere - speme è perduta!...
Se pur benefico - le indulga Iddio
L' uomo implacabile - per lei sarà... )
Dite alla giovane - sì bella e pura [a Ger, piangendo)
Ch'avvi una vittima - della sventura,
Cui resta un unico - raggio di bene...
Che a lei il sacrifica ~ e che morrà 1
Ger. Sì , piangi , o misera... - supremo , il veggo.
È il sacrifizio - eh' or io ti chieggo.
Sento nell'alma - già le tue pene;
Coraggio... e il nobile - cor vincerà. [silenzio)
Vio. Or imponete.
Ger.
Vio.
Ger.
Vio.
Ger.
Vio.
Ger.
Vio.
Ger.
Vio.
Ger.
Vio.
Ger.
Vio.
a 2.
15
Non amarlo ditegli.
Noi crederà.
Partite.
Seguirammi.
Allor...
Qual figlia m' abbracciate... forte
Così sarò (s'abbracciano). Tra breve ei vi fìa reso
Ma afflitto olire ogni dire. A suo conforto
Di colà volerete. [indicandogli il giardino , va pei
Or che pensate ? iscrivere
Sapendol , v' opporreste al pensier mio.
Generosa!... e per voi che far poss' io?...
Morrò!... la memoria [tornando a lui
Non fìa eh' ei maledica ,
Se le mie pene orribili
Vi sia chi almen gli dica.
Conosca il SGcrifìzio
Ch' io consumai d' amor-
Che sarà suo fin 1' ultimo
Sospiro del mio cor.
No , generosa , vivere ,
E lieta voi dovete.
Mercè di queste lagrime
Dal cielo un giorno avrete;
Premiato il sacrifizio
Sarà del vostro cor.
D' un opra cosi nobile
Andrete fiera allor.
Qui giunge alcun: partite!...
Ah, grato v' è il cor mio!...
Non ci vedrem piii, forse... [s'abbracciano
Felice siate... Addio!...
(Germont esce per la porta del giardino
SCENA VI.
l^ioletta, poi Anuiiia, quindi Alfredo.
Vio. Dammi tu forza , o cielo! [siede, scrive, poi sonc
Ann. Mi chiedeste? il campanello
Tio. Sì , reca tu stessa
Questo foglio...
16
^NN. (ne guarda la direzione ^ e se ne mostra sorpresa)
k^io. Silenzio... va all' istante. [Anna parte)
Ed or si scriva a lui... '
Che gli dirò?... Chi raen darà il coraggio!
[scrive e poi suggella)
Vlf. Violetta, che fai?
^10. Nulla. [nascondendo la lettera)
^LF. Scrivevi ?
^10. No... sì. [confusa)
^LF. Qual turbamento!... a chi scrivevi?...
io, A te...
^LF. Damnìi quel foglio.
^^10. No, per ora...
^LF. Mi perdona... son io preoccupato.
ho. Che fu!! [alzandosi]
^LF. Giunse mio padre...
ho. Lo vedesti ?
Vlf. No , no ; un severo scritto mi lasciava...
\ Ma verrà... l' amerà solo in vederti...
ho, Ch' ei qui non mi sorprenda. [molto agitata)
Lascia che m' allontani... tu lo calma.
Ai piedi suoi mi getterò... divisi [mal frenando
[ Ei più non ne- vorrà... sarem felici... il pianto]
h Perchè tu m'ami, Alfredo, non è vero?...
Ì\lf. Oh quanto!.. Perchè piangi?...
ìho. Di lagrime avea duopo... or son tranquilla...
Lo vedi?., ti sorrido. . ifor^ 'udosì)
Sarò là , tra quei fior , presso a te sempre...
Amarai, Alfredo, quant' io t'amo... Addio...
[corre in giardino)
K SCENA VIL
lAlfredo poi, Gvii^^eiiiie, indi un CoiBimiSif^ionario
I a tempo.
(\lf. Ah, vive sol quel core all'amor mio!...
[siede , prende a caso un libro, legge alquanto, quin
di s' alza , guarda l' ora suW orologio sovrapposto al
cammino.
È tardi ; ed oggi forse *
Più non verrà mio padre.
17
Giù. La signora è partita... [entrando frettoloso]
L'attendeva un calesse, e sulla via
Già corre di Parigi,.. Annina pure
Prima di lei spariva.
Alf. U so, ti calma.
Giù. (Che vuol dir ciò?) (esce)
Alf. Va forse d' ogni avere
Ad a frettar la perdita... Ma Annina
La impedirà {si vede il padre attraversare in lon^an^
il giardino Qualcuuo è nel giardino!
Chi è là?... (per uscire)
CoM. [alla porta) Il signor Germont ?
Alf. Son io.
CoM. Una da'ra
Da un cocchio, per voi, di qua non lunge
Mi diede questo scritto... {f^à una lettera ad
Alf. ne riceve qualche moneta e par^-]
SCENA VJH.
# '^-«edo, poi Geritioiif ch'entra dal giardin'
Alf. Di Violetta!... Perchè son io commosso?...
A raggiungerla forse ella m' invita...
Io tremo!... Oh cieli... Coraggio! (apre e legge)
Alfredo , al giungervi di questo foglio...
[come fulminato, griiì)
Ahi... (*) Padre mio!... {^volgendosi si trova a fronti
del padre nelle cui braccia si abbandona , esclamando)
Ger. Mio figlio !...
Oh quanto soffri... tergi, ah tergi il pianto...
Ritorna di tuo padre orgoglio e vanto.
Alf. (disperato siede presso il tavolino col volto Ira le nani)
G^R. Di Provenza il mare, il suol - chi dal cor ti cancellò?
Al natio fulgente sol - qual destino ti furò...
Oh rammenta pur nel duol - ch'ivi gioia a te brillò,
E che pace colà sol - su te splendere ancor può.
Dio mi guido.
Ah!., il tuo vecchio genitor - tu non sai quanto solTri...
Te lontano , di squallor - il suo tetto si coprì...
Ma se alfm ti trovo ancor - se in me spome non fal'i .
Se la voce dell' onor - in te appien non ammutì...
Dio m'esaudì!
: Né rispondi d'un padre all'affetto? {abbracciandolo)
Alf. Mille furie divorannrii il petto...
Mi lasciate... [respingendolo]
Ger. " Lasciarti!,..
Alf. ( Oh vendetta ! ) (risoluto)
Ger. Non più indud ; partiamo!... t'atfretta...
Alf. (Ah fu Doupìiol!)
Ger. M'ascolti tu?
Alf. No.
;GFn Dunque invano trovato t'avrò!
No , non udrai rimproveri ;
Copriam d'oblio il passato:
L'amor che m'ha guidato
Sa tutto perdonar.
Vieni , i tuoi cari in giubilo
Con me rivedi ancora;
A chi penò finora
Tal gioia, non niegar.
Un padre ed una suoia
T'affretta a consolar.
A' F. (scuotendosi , getta a caso gli occhi sulla tavola , e vede
l'i lettera di Flora , ed esclama)
Ahi... eli' è alla festa!... volisi
L'oifesa a vendicar. (fugge precipitoso
seguito dal padre)
SGENA IX.
Galleria nel palazzo di Flora , riccamente addobbata e illumi-
nata. Una porta nel fondo e due lajerali. A destra più avanti
un tavoliere con quanto occorre pel giuoco; a sinistra , ricco
• tavolino , con fiori e rinfreschi , varie sedie e un divano.
Flora, il Mai'cHeJse , il B9ottoi*e , ed altri invitati
entrano dalla sinistra , discorrendo tra loro.
Flo. Avrem lieta di maschere la notte;
N' è duce il viscontino...
Violetta ed Alfredo anco invitai..:
Mar. La novità ignorate?
Violetta e Germont sono disgiunti.
Dot. , Flo. Fia vero ?...
Mar. Ella verrà qui col barone.
i9
Dot. Li vidi ieri ancor... parean felici. [s'ode rumore]
Flo. Silenzio... Udite?... . . ^ destra]
Tutti (vanno verso la destra] Giungono gli amici.
SCENA X.
Detti , e molte signore mascherate da Kins^are
che entrano dalla destra.
ZiN. Noi siamo zingarelle
Venute da lontano;
D' ognuno sulla mano
Leggiamo 1' avvenir.
Se consultiam le stelle
Nuli' avvi a noi d' oscuro ,
E i casi del futuro
Possiamo altrui predir.
L Vediamo?... Voi, signo.'-a , [prendono la mano
Rivali alquanto avete, a Fio. e la osservano]
II. Marchese , voi non siete [fanno lo stesso
Model di fedeltà. al Marchese]
Flo. Fate il galante ancora?...' (al Marchese)
Ben vo' me la paghiate...
Mar. Che diacin vi pensate?... (a Flora)
L' accusa è falsità.
Flo. La volpe lascia il pelo.
Non abbandona il vizio...
Marchese mio, giudizio,
0 vi farò pentir.
Tutti Su via, si stenda un velo
Sui fatti del passato ,
Già quel eh' è stato è stato ,
Bad'^JJ^^ all' avvenir. [Fio. ed il Mar^
stringono la mano)
SCENA XL
• Detti , Gastone ed altri mascherati da MaUadorit
Piccadoi'i spagnuoli . ch'entrano vivacemente dalla destra.
Gas., Mat. Di Madridc noi sia matladori ,
Siamo i prodi del circo de' tori -,
20
! Testé giunti a godere del chiassò
I Che a Parigi si fa pel Bue grasso;
j E , una storia se udire vorrete ,
' Quali amanti noi. siamo, saprete.
Gli Altri Sì , si , bravi ; narrate , narrate ;
Con piacere i' udremo...
r..4s. , Mat. Ascoltate.
È Pipuillo un bel gagliardo
Discaglino mattador;
Forte il braccio , fiero il guardo ,
Delle giostre egli è signor.
D'Andalusa giovinetta
Follemente innamorò ,
Ma la bella ritrosetta
Così al giovine parlò:
Cinque tori in un sol giorno
Vo' vederti ad atterrar ;
E, se vinci, al tuo ritorno \
Mano e cor ti vo' donar.
Sì, gli disse, e il mattadore
Alle giostre mosse il pie ;
Cinque tori , vincitore ,
Sull'arena egli stende.
Gli altri Bravo invero, il mattadore
; Ben gagliardo si mostrò.
Se alla giovine l'amore
In tal guisa egli provò.
Poi , tra plausi , ritornato
Alla bella del suo cor.
Colse il premio desiato
Dalla fede , dall' amor.
Gli altri Con tai prove i Mattadori
San le amanti conquistar I
Gas. , Mat. Ma qui son più muti i cori ;
A noi basta folleggiar...
Tutti Sì , sì , allegri... Or pria tentiamo
Della sorte il vario umor;
La palestra dischiudiamo
Agli audaci giuocator. {gli uomini si tolgono
la maschera ; chi passeggia e chi si accìnge a giocare)
f Gas. , Mat.
^21
SCENA XII.
Detti ; ed Alfredo , quindi Violetta col Barone ,
un Servo a tempo.
Tutti. Alfredo I... Voi !...
Alf. Sì, amici...
Flo. ' Violetta ?
Alf. Non ne so.
Tutti. Ben disinvolto!... Bravo !... Or via, giuocar si può
Gas. (si pone a tagliare: Alfredo e gli altri puntano)
Vio. (entra al braccio del Barone)
Flo. Qui desiata giungi...
Vio. Cessi al cortese invito
Flo. Grata vi son , Barone , d' averlo pur gradito.
Bar. (Germont è qui 1 il vedete !) fpiano a Vie
Vio. (Cielo!... egli è vero) Il vedi
Bar. Da voi non un sol detto si volga a questo Alfredo.
(piano a Vi(^
Vio. {Ah perchè venni incauta! Pietà di me, gran Dio !)
Flo. Meco t' assidi ; narrami... qual novità vegg' io ?
(a VioL facendola sedere presso di sé sul divano. Il Do
sì avvicina ad esse , che sommessamente conversari
Il Marchese si trattiene a parte col Barone, Gasto)
taglia; Alf ed altri puntano , altri passeggiano)
Alf. Un quattro !
Gas. Ancora hai vinto !
Alf. Sfortuna nell' amore
Vale fortuna al giuoco... ^ (punta e vinc
Tutti. È sempre vincitore !...
Alf. Oh vincerò stasera : e 1' oro guadagnato
Poscia a goder fra' campi ritornerò beato.
Flo. Solo ?
Alf. No, no, con tale, che vi fu meco ancor,
Poi mi sfuggia...
Vio. (Mio Dio !...)
Gas. (Pietà di lei )
{ad Alf indicando Violeti
Bar. (ad Alf con mal frenata ira) Signore i
Vio. (Frenatevi , o vi lascio.) (piano al Baro?
22
\LF. [disinvolto] Barone , m' appellaste ?
3ar. Siete in sì gran fortuna , che al giuoco mi tentaste.
Vlf. Si ?... la disfida accetto...
/io. (Che fia ?... naorir mi sento!)
3ar. Cento luigi a destra. (puntando)
Vlf. • Ed alla manca cento, (puntando)
ìas. Un asso... un fante... hai vinto !.. (ad Alf.)
Ur. 11 doppio ?...
iLF. 11 doppio sia.
ìas. Un quattro , un sette.,. [tagliando)
'UTTi. Ancora !
.LF. Pur la vittoria è mia!
ORO. Bravo davver !... la sorte è tutta per Alfredo !
'lo. Del villeggiar la spesa farà il Baron , già il vedo.
^LF. Seguite pur... (al Barone)
ERVo La cena è pronta.
LO. Andiamo.
oro. (avviandosi) Andiamo.
LF. Se continuar v' aggrada... - (tra loro a parte)
ar. Per ora noi possiamo :
Più tardi la rivincita.
LF. Al gioco che vorrete.
AR. Seguiam gli amici ; poscia...
(lf. "^ Sarò qual mi vorrete.
[Tutti entrano nella porta di mezso : la scena rimane un
- istante vuota)
SCENA XIII.
Violetta^ che ritorna affannata, indi Alfredo.
IO. Invitato a qui seguirmi ,
Verrà desso?... vorrà udirmi?...
Ei verrà... che 1' odio atroce
Puote in lui più di mia voce...
LF. Mi chiamaste?... Che bramate?
IO. Questi luoghi abbandonate...
Un perigho vi sovrasta...
' LF. Ah comprendo !... Basta, basta...
E sì vile mi credete?...
i IO. Ah , no , mai...
.F. Ma che temete?...
0. Tremo sempre del Barone...
n
Alf. è tra noi mortai quistione..,
S'ei cadrà per mano mia
Un sol colpo vi torria
,\ Coir amante il protettore...
'O V atterrisce tal sciagura ?...
Vio. Ma s'ei fosse F uccisore !...
Ecco r unica sventura...
Ch'io pavento a me fatale !...
Alf. La mia morte!... Che ven cale?...
Vio. Deh, partite, e sull' istante.
Alf. Partirò , ma giura innante
Che dovunque seguirai
I miei passi...
Vio. Ah no j giammai»
Alf. No 1... giammai !...
Vio. Va sciagurato ^
Scorda un nome eh' è infamato...
Va... mi lascia sul momento...
Di fuggirti un giuramento
Sacro io feci...
Alf. e chi potea ?...
Vio. Chi diritto pien ne avea.
Alf. Fu Douphol ?...
Vio. (con supremo sforzo) Sì.
Alf. Dunque 1' ami ?
Vio. Ebben... l'amo...
Alf. [corre furente smia porta ', e grida]
Or tutti a me.
SCENA XIV.
Detti , e Tutti i precedenti che confusamente ritornano.
Tutti Ne appellaste?... Che volete?
Alf. Questa donna conoscete ? [additando Vio. . che
abbattuta si appoggia al tavolino^
Tutti Chi?... Violetta?
Alf. Che facesse
Non sapete ?
Vio. Ah taci...
Alf. No.
Ogni suo aver tal femmina
Per amor mio sperdea...
Io cieco , vile ,. misero
Tutto accettar potea.
Ma è tempo ancora , tergermi
Da tanta macchia bramo...
Qui testimon vi chiamo
Ch' ora pagata io F ho. [getta con fu-
rente sprezzo una borsa ai piedi di Violetta , ed
essa sviene tra le braccia di Flora e del Dottore.
In tal modo entra il padre.)
SCENA XV.
Detti ed il signor Germont , eh' entra all' ultime parole.
Tutti Oh infamia orribile
Tu commettesti!...
Un cor sensibile
Cosi uccidesti !...
Di donne ignobile
Insultator.
Di qui allontanati , ^
Ne desti orror.
Ger. Di sprezzo degno sé stesso rende (con dignitoso
Chi pur neir ira la donna offende. fuoco]
Dov' è mio figlio ?... più non lo vedo ,
In te più Alfredo - trovar non so.
(Io sol fra tutti so qual virtude
Di quella misera il sen racchiude...
Io so che l'ama, che gli èrfedele;
Eppur , crudele , tacer dovrò 1 )
Alf. (Ah sì!... che feci! ne sento orrore. [da se)
( Gelosa smania, deluso amore
\ Mi strazian l'alma... più non ragiono...
! Da lei perdono - più non avrò.
Volea fuggirla... non ho potuto!...
] Dall' ira spinto , son qui venuto ;
I Or che lo sdegno ho disfocato ,
: Ma sciagurato!... rimorso io n'ho.)
I Vio. Alfredo , Alfredo , di questo core (riomndosi)
Non puoi comprendere tutto l' amore ;
jo. Tu non conosci che fino a prezzo
;,F. Del tuo disprezzo ~ provato io l'ho!
o. Ma verrà giorno, in che il saprai...
{piano ad Alf.)
Com' io t' amassi confesserai...
Dio dai rimorsi ti salvi allora...
Io spenta ancora - pur t' amerò.
Bar. (A questa donna l'atroce insulto
Qui tutti offese , ma non inulto
Fia tanto oltraggio... provar vi voglio
Che tanto orgoglio - fiaccar saprò. )
Tutti Ahi quanto peni!... Ma pur fa core...
Qui soffre ognuno del tuo dolore ;
Fra cari amici qui sei soltanto ;
Rasciuga il pianto - che t' inondò.
( Germont trae seco il figlio ; il Barone lo segue,
letta è condotta in altra stanza dal Dottore,
Flora : gli altri si disperdono. )
Vio-
e da
FINE dell'atto SECONDO.
i^l^
ATTO TERZO
m
SCExNA PRIMA.
Camera da letto di Violetta. Nel fondo è un letto con cortina
mez^o tirate ; una finestra chiusa da imposte interne ; pres-
so il letto uno sgabello su cui una bottiglia d' acqua , una
tazza di cristallo , diverse medicine. A metà della scena
una toilette , vicino un canapè; piii distante un altro mo-
bile, su cui arde un lume da notte^ varie sedie ed altri
mobili. La porta è a sinistra; di fronte v' è un camminetto
con fuoco acceso.
Violetta dorme sul letto. Annina seduta presso
il camminetto è pure addormita.
Vio. iVnnina ? ' (destandosi)
Ann. Comandate?... (svegliandosi confusa)
Vio. Dormivi ^ poveretta ?
Ann. Si , perdonate...
Vio. Dammi d' acqua un sorso.
Ann. (eseguisce)
Vio. Osserva , è pieno il giorno ?
Ann. Son sett' ore.
Vio. Dà accesso a un po' di luce.
Ann. [apre le imposte, e guarda nella via)
Il signor Grenvil!
Vio. ' Oh il vero amico!...
Alzar mi vo' ... m' aita...
(si alza e ricade ; poi sostenuta da Annina va lenta-
mente verso il canapè , ed il dottore entra in tempo
per assisterla ad adagiarvisi. Annina vi aggiunge dei
cuscini)
SCENA IL
Dette , ed il Bottore.
Vio. Quanta bontà?... pensaste a me per tempo!...
Dot. Or come vi sentite ? [le tocca il polso)
27
Vio. Soffre il mio corpo, ma tranquilla ho l'alma
Mi confortò ier sera un pio ministro.
Religione è sollievo a' sofferenti.
Dot. e questa notte ?
Vio. Ebbi tranquillo il sonno.
Dot. Coraggio adunque... fa convalescenza
Non è lontana...
Vio. Oh la bugia pietosa
A' medici è concessa...
Dot. Addio... a più tardi-.
{stringendole la mano]
Vio. Non mi scordate.
Ann. [piano al Doti accompagnandolo) Come va , signore ?
Dot. La tisi non le accorda che poch' ore.
[piano e parte)
SCENA II.
Violetta e Aimina.
Ann. Or fate cor...
Vio. Giorno di festa è questo?...
Ann. Tutta Parigi impazza... è carnevale.
Vio. Oh nel comun tripudio , sallo il cielo
Quanti infelici gemon.!.. Quale somma
V'ha in quello stipo? [indicandolo)
Ann. (/' apre e conta) Venti Luigi.
Vio. Dieci ne reca ai poveri tu stessa.
Ann. Poco rimanvi allora...
Vio. Oh mi sarà bastante ! [sospirando)
Cerca poscia mie lettere.
Ann. Ma voi?...
Vio. Nulla occorra... sollecita, se puoi... [Annina
SCENA IV.
Violetta che trae dal seno una lettera e 1
Teneste la promessa. La disfida
Ebbe luogo: il barone fu ferito,
P^erò migliora... Alfredo
E in stranio suolo , il vostro sacrifizio
Io stesso gli ho svelato;
Egli a voi tornerà pel suo perdono ;
Io pur verrò.,. Curatevi... merlate
\
'2S
Un avvenir migliore
Giorgio Germont!...
Attendo
E tardi ! [desolata)
attendo... né a me giungon mail...
[si guarda allo specchio)
Oh come son mutata!...
Ma il Dottore a sperar pure m'esortai...
Ah con tal morbo ogni speranza è morta.
Addio del passato bei sogni ridenti;
Le rose del volto già sono pallenti ;
L'amore d'Alfredo pur esso mi manca.
Conforto, sostegno dell'anima stanca...
Ah della Traviata sorridi al desio.
A lei , deh perdona , tu accoglila , o Dio.
Or tutto fini.
Le gioie , i dolori fra poco avran fine ;
La tomba ai mortali di tutto è confine!...
Non lacrima o fiore avrà la mia fossa.
Non croce col nome che copra quest' ossa !
Ah della Traviata sorridi al desio ,
A lei , deh perdona , tu accoglila , o Dio.
Or tutto finì.
Coro di maschere esterno.
Largo al quadrupede
Sir della festa ,
Di fiori e pampini
Cinto la testa...
'^ Largo al più docile
D'ogni cornuto ,
Di corni e pifferi
Abbia il saluto.
Parigini , date passo
Al trionfo del Bue grasso.
Vi
{SI
men
per
cui
Vio. Quanta .
Dot. Or come
L'Asia , né l'Africa
Vide il più bello ,
Vanto ed orgoglio
D' ogni macello...
Allegre maschere',
Pazzi garzoni ,
Tutti plauditelo
Con canti e suoni!...
Parigini , date passo
Al trionfo del Bue grasso.
vi
29
SCENA V.
Detta ed Annina , che torna frettolosa.
Ann. Signora?-.. (esitando)
Vio. Che t' accadde ?
Ann. Quest'oggi , è vero?... vi sentite meglio?..
Vio. Sì , perchè ?
Ann. D' esser calma promettete ?
Vio. Sì , che vuoi dirmi ?...
Ann. Prevenir vi volli.
Una gioia improvvisa...
Vio. Una gioia !... dicesti?...
Ann; Sì . o signora..,
Vio. Alfredo!... Ah tu il vedesti!... ei vien !.,. l'affretta...
(Annina afferma col capo, e va ad aprire la porta)
SCENA VI.
Violetta , Alfredo e Anilina
Vio. Alfredo I... (andando verso l'uscio)
Alf. (comparisce pallido pella commozione , ed ambidue ^
gettandosi le braccia al collo , esclamano)
Vio. Amato Alfredo I...
Alf. ^ Mia Violetta !....
Colpevol sono... so tutto, o cara...
Vio. Io so che alfine reso mi sei !...
Alf. Da questo palpito s'io t'ami impara.
Senza te esistere più non potrei.
Vio. Ah s'anco in vita m'hai ritrovata ,
Credi , che uccidere non può il dolor»
Alf. Scorda 1' affanno , donna adorata ,
A me perdona e al genitor.
Vio. Ch' io ti perdoni ?... la rea son io ;
Ma solo amore tal mi rendè...
a 2 Nùir uomo o demone , angelo mio,
Mai più staccarti potrà da me
Parigi , 0 cara , noi lasceremo ,
La vita uniti trascorreremo :
De' corsi affanni compenso avrai ,
La . salute rifiorirà
lua
Sospiro e luce tu mi sarai ,
30
Tutto il futuro ne arriderà. .
Vio. Ah non pili , a un tempio... Alfredo, andiamo ^
Del tuo ritorno grazie rendiamo... (vacilla)
x\lf. Tu impallidisci 1^
Vio. E nulla, sai ?...
Gioia improvvisa non entra mai
Senza turbarlo in mesto core... (si abbandona)
come sfinita sopra una sedia col capo cadente all' indietro )
Alf. Gran Dio!... Violetta!...^ (spaventato sorreggendola)
Vio. È il mio malore... (sforzandosi)
Fu debolezza !.... ora son forte. .
Vedi?; . sorrido... (sforzandosi)
Alf. (desolato) (Ahi cruda sorte !...)
Vio. Fu nulla... Annina , dammi a vestire,
Qlf. Adesso !.. Attendi...
Vio. (alzandosi) No... voglio uscire.
Ann. (le presenta una veste eh' ella fa per indossare , e im-
peditane dalla debolezza , esclama)
Vio, Gran Dio , non posso !... (getta con dispetto la
veste e ricade sulla sedia)
Alf. (Cielo!... che vedo!...)
Va pel dottora... (ad Amina)
Vio. (ad Annina] Digli . che Alfredo
È ritornato all'amor mio..
Digli che vivere ancor vogl' io... (Ann, parte)
Ma se tornando non m'hai salvato, (ad Alf )
A niuno in terra salvarmi è dato.
SCENA VII.
Violetta e Alfredo.
Vio. Gran Dio I... morir sì giovane ,
10 che penato ho tanto I...
Morir SI presso a tergere
11 mio sì lungo pianto 1
Ah , dunque fu delirio
La credula speranza ,
Invano di costanza
Armato avrò il mio cor !..
Alfredo... oh il crudo termine
Serbato al nostro amor !..,
Alf. Oh mio sospiro , oh palpito
Diletto del mio cor !...
31
Le mie colle tue lacrime
Confondere degg' io...
Or più che mai nostr' anime
Han duopo di costanza...
Ah tutto alia speranza
Non chiudere 11 tuo cor.
Violetta mia , deh calmati ,
M'uccide il tuo dolor.
( Violetta s' abbandona sul canapè )
SCENA ULTIMA.
Detti , Anilina , il signor Gerniont ed il Bottore.
Ger. Ah Violetta !... (entrando)
Vio. Voi 5 signor !.,.
^LF. Mio padre I.,.
Vio. Non mi scordaste ?
Ger. La promessa adempio...
A stringervi qual figlia vengo al seno ,
0 generosa...
Vio. Oimè , tardi giungeste !...
Pure, grata ven sono... . ( lo abbraccia )
Grenvil vedete ?... tra le braccia io spiro
Di quanti ho cari al mondo...
Ger. Che mai dite !
( Oh cielo !... è ver ! ) {la osserva )
ÀLF. La vedi , padre mio ?
Ger. Di più non lacerarmi...
Troppo rimorso , l'alma mi divora...
Quasi fulmin m' atterra ogni suo detto...
Oh mal cauto vegliardo !...
Ah , tutto il mal eh' io feci ora sol vedo l
Vio. {frattanto avrà aperto a stento un ripostiglio della toi
lette e toltone un medaglione , dice)
Prendi , quest' è l' immagine
De' miei passati giorni ,
A rammentar ti torni
Colei che si t' amò.
Se uua pudica vergine
Degli anni suoi nel fiore
k^ A te donasse il core...
H Le porgi questa effigie;
32
Dille che dono eli' è
Di chi nel ciel tra gli angeli
Prega per lei , per te.
Alf. No , non morrai , non dirmelo...
Dèi vivere , amor mio...
A strazio così orribile
Qui non mi trasse Iddio.
Sì presto, ah no, dividerti
Morte non può da me...
Ah vivi , 0 un solo feretro
M' accoglierà con te.
Gek. Gara , sublime vittima
D' un generoso amore ,
Perdonami lo strazio
Recato al tuo bel core...
Ger. , Dot. , Ann.
Finché avrà il ciglio lacrime
Io piangerò per te.
Vola a' beati spiriti ;
Iddio ti chiama a sé.
Vio. È strano 1...' ( alzandosi rianimata
Tutti Che !
Vio. Cessarono
Gli spasmi del dolore.
In me rinasce... m' anima
Insolito vigore I...
Ah! io ritorno a vivere !... ( trasalendo
Oh gic.ia !... (ricade sul canapè
Tutti Oh cielo !... muori...
Alf. Violetta ?...
Tutti Oh Dio , soccorrasi...
Dot. É spenta !... ( dopo averle toccato il polso
Tutti Oh J^^^ dolor?
( Quadro e cade la tela. )
FINE.