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L' ERITREA
I
1
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MANUALI HOEFLl
L'ERITREA
DALLE SUE ORIGINI A TUTTO L'ANNO 1901
APPUNTI CRONISTORICI
D'ESPLOB AZIONE
ULRICO IIOEPLI
lìDITOKE-LIRItAIO DELLA IfEAI.
MILANO
M à ^ A. l.*i.ktajL^«>
I , '. • ; ^ .... « •'sS
PHOPRIETA LETTERARIA
TIR A. LOMBARDIoiM. BELLINZAGHI
MILANO-7. FIORI OSCURI Z-MILANO
PREFAZIONE
Presento, ristretta in poche pagine, la nar-
razione delle vicende dei nostri possedimenti
africani, dalle loro origini a tutto il 1901.
Se questo manualetto incontrasse il favore
degli Italiani come lo incontrarono altre mie
pubblicazioni intorno allo stesso argomento (1)
sarei ben compensato della grande cura e del
lungo amore che io posi nel compilarlo.
Il libro è denso di fatti accertati e parco di
giudizi.
L'abusare di questi davanti a tombe recenti
ed a viventi intorno a cui non tace ancora la
passione di parte, sarebbe stata temerità. Il
fatto non si distrugge ; il giudizio risente in-
vece delle soggettività umane e può variare
commesse.
(1) La Colonia Eritrea 2 » edlz. Parma, Battei, 1901.
La Battaglia d'Adua 3* , . , 1901.
vili Prefazione,
'
La narrazione ha un po' di sapore militare ;
ma ciò potrà essere giustificato dal fatto che
le nostre imprese coloniali più che colle trat-
tative diplomatiche e politiche sono state con-
dotte colle armi, e fu principalmente per que-
ste se la nostra patria gioì o pianse.
Tuttavia non si trascurò di trattare il nostro
movimento coloniale in relazione colla vita po-
litica del paese, né di accennare obbiettiva-
mente in linea generale anche ai grandi meriti
ed alle grandi responsabilità de' suoi attori
principali.
Ciò premesso, raccomando al pubblico questo
mio modesto lavoro.
Parma, 1 Marzo 1902
B. Melli.
INDICE - SOMMARIO
Prefazione pag. vii
Capitolo I. pag. 1
Prime relazioni tra l'Italia e l'Etiopia. — Acquisto di As-
sab e adiacenze. — Eccidio di Beìlul. — Occupazione
di Tunisi. — Inchiesta egiziana ed incidente di Raheita.
— Convenzione coiringhilterra. — Assab Colonia ita-
liana.
Capitolo li. pag. 5
Rivolta egiziana e insurrezione Mahdista. — Loro influenza
sulla politica coloniale italiana. — Eccidio della spedi-
zione Bianchi. — L'Italia a Beilul ed a Massaua. — Ca-
duta di Kartum. — L'Inghilterra cede e l'Italia sì ferma.
Capitolo III pag. 12
Prime nubi coU'Abissinia. — Missione Ferrari al Negus. —
Diffidenze di Giovanni e di ras Alula. — Occupazione
di Arafali e di Saati. — Gene succede a Saletta. — Ces-
sazione del condominio egiziano a Massaua. — Missione
interrotta di Pozzolini. — Spedizione Salimbeni. — Rap-
presaglie. — Saati e Dogali.
X Indice.
Capitolo IV. pag. 18
Conseguenze di Dogali. — Guerra di rivìncita. — Crispi. —
Ancora Saletta. — Spedizione S. Marzano. — Trattato
collo Scioa. — Missione Portai. — Il negus Giovanni
contro gli Italiani. — S. Marzano lo costringe alla riti-
rata. — Conseguenze.
Capitolo V. - pag. 23
Rimpatrio della grande spedizione. — Baldissera riordina
la Colonia. — Incidente franco- italiano. — Fatto di Sa-
ganeiti. — Vicende etiopiche. — Giovanni ucciso a Me-
teinma dai Dervisci. — Menelik aiutato dall'Italia gli
succede. — L'Italia nell'altipiano. — Trattato di Uccialli.
— Maconnen in Italia. — La Colonia Eritrea.
Capitolo VI. ; pag. 29
Il trattato d'Uccialli contestato da Menelik. — Questi scende
contro Mangascià. — Orerò succeduto a Baldissera oc-
cupa Adua. — Convegno di Ausen. ~ Delusione italiana.
— Orerò ritorna al di qua del Mareb. — 1.° Fatto d'armi
di Agordat contro i Dervisci. — Gandolfi governatore.
Riordinamento amministrativo e militare della Colonia.
Dissidii con Menelik. — Fallimento della missione An-
tonelli. — Trattato del Mareb con Mangascià. — Scan-
dali e Commissione d'inchiesta governativa.
Capitolo VII. pag. 39
Baratieri governatore. — Provvedimenti amministrativi. —
Esperimenti di colonizzazione agricola.
Capitolo Vili. pag. 44
Imprese contro i Dervisci. — Battaglia di Agordat. — Con-
quista di Kassala.
Capitolo IX. pag. 51
Tentennamento della politica coloniale. — Missione Tra-
versi e Piano, a Menelik. ■— Denuncia del trattato d'Uc-
cialli. — Mangascià va a fare omaggi a Menelik. — È
Indice, xi
male accolto e consigliato a scacciare gli italiani — Suo
ritorno nel Tigre e suoi accordi con batah Agos pre-
posto dall'Italia a capo deli'Okulè-Kusai. — Ribellione
di costui. — Fatto d'armi di Halai e morte del ribelle.
Baratieri muove contro Mangascià e occupa Adua. —
Mangascià invade rOkulè-Kusai. — Giornate di Coatit
e Senafè.
Capitolo X. pag. 60
Nuove ostilità contro il Tigre. — Occupazione di Adigrat
e di Adua. — Il Governo arresta le operazioni. — Bara-
tieri in Italia. — Onori tributatigli. — Sua intesa col Go-
verno. — Ritorna in Africa e occupa tutto il Tigre.
Capitolo XI pag. 64
Guerra Italo-Scioana. — Impreparazione dell'Italia. — Pre-
parazione dello Scioa.
Capitolo XI I. pag, 68
Arimondi nel Tigre. — GII Scioani intorno ad Ascianghi. —
Toselli ad Amba Ala<»i. — Il 7 dicembre 1895.
•iT"
Capitolo XllL pag. 76
Conseguenze di Amba Alagi. — Baratieri ad Adigrat. — Gal-
liano a Makaliè. — Memorabile assedio e liberazione.
Capitolo XIV. . pag. 84
Operazioni militari dopo lo sgombro di Makaliè. — Diffi-
coltà nel campo italiano. — Avanzata del Negus verso
Adua. — Il battaglione Galliano già tenuto in ostaggio
è liberato. — Baratieri, tagliato fuori, deve ritirarsi e
fronteggiare Adua. — Spostamenti fino a Sanrià - - Il
Negus nella conca di Gandapta.
Capitolo XV. pag. 92
Condizioni dei due eserciti alla vigilia della battaglia. —
Difficoltà e tentennamenti. — L'ordine dal 29 Febbraio
1896.
XII Indice.
Capitolo XV L — Battaglia d'Adua . pag, 99
Capitolo XV lì. pag. 119
Conseguenze della battaglia d'Adua in Italia. — Il ministero
Di Rudini. — Baldìssera nella Colonia. — Trattative di
pace col Negus. — Sua ritirata. — I Dervisci in campo.
— Stevani libera Kassala. — Monte Mocram e Tucruf.
— Baldissera libera Adigrat ed i prigionieri italiani nel
Tigre. — Fine della campagna.
Capitolo XVI li. pag. 129
Trattative di pace e per soccorrere e liberare i prigionieri.
Missioni Warsowìz, Macario e Kerazzini — Convenzioni
col Negus. — Ritorno dei prigionieri. — La quistione
dei confìni insoluta. — Cessione di Kassala agli Inglesi.
— Vittoria di costoro sul Kalifa. — 11 Mahdismo di-
strutto. — Ultime vicende eritree ed etiopiche. — Il go-
vernatore Martini.
Appendice paq, 149
1. Note geografiche e statistiche sull'Eritrea. — 2. Caratteri
e costumi della popolazione eritrea. — 3. Possedimenti
del Benadir. — 4. Viaggi ed esplorazioni d'Italiani Vit-
torio Bottego.
CAPITOLO PRIMO
Prime relazioni tra l'Italia e l'Etiopia. — Acquisto di Às-
snb e adiacenze. — Eccidio di Beilul. — Occupazione
dì Tunisi. — Inchiesta egiziana ed incidente di Raheita.
— Convenzione coli' Inghillerrìi. — Assab Colonia ita-
liana.
Le relazioni tra T Italia e l'Etiopia incomin-
ciarono prima ancora che la nostra patria fosse
sorta ad unità.
Fin dagli anni 1858-1859 per opera del cele-
bre missionario cattolico italiano monsignor
Massaia, residente in Abissinia, e del conte di
Cavour, si strinse un trattato di amicizia e di
commercio tra quel paese ed il Piemonte, ri-
manendo incaricato di rappresentare guest' ul-
timo presso Negussié, potente principe tigrino
aspirante alla corona imperiale etiopica, un
certo Antonio Rizzo, siciliano, residente al-
l'Asmara.
Ma in seguito al taglio dell'istmo di Suez che
cambiava l'itinerario tra l'Europa e l!Oriente
lutti gli sguardi delle nazioni europee si rivol-
sero al Mediterraneo ed agli altri mari di tran-
sito lungo ritinerario predetto.
Melli. 1
Capitolo L
I nuovi interessi politici e commerciali creati
da queir opera grandiosa ebbero una grande
influenza sul movimento d'espansione coloniale
europeo, e trassero anche l' Italia a parteci-
parvi.
In seguito ai consigli di un altro italiano, il
prof. Giuseppe Sapeto, già dimorante in Etiopia,
e fra i Dancali, e ad un voto solenne delle ca-
mere di Commercio riunite in Genova, nel 1869
il Governo italiano presieduto dal Lanza auto-
rizzava il Sapeto stesso ad acquistare dal sul-,
tano Berehan di Rahéita, per conto della ditta
Raffaele Rubattino,*la baia di Assab con alcuni
territori adiacenti, anticipando per tale acquisto
la somma di L. 47.000 che gli fu poi restituita.
Era intenzione del Governo di proclamare
subito l'annessione airitalia di tali luoghi, ma
le proteste dell'Egitto, e della Turchia, che van-
tarono su essi dei diritti di sovranità, nonché
le palesate diffidenze dell'Inghilterra e le preoc-
cupazioni generate dallo scoppio della gigante-
sca guerra francogermanica e dall'imminente
liberazione di Roma, lo consigliarono a tempo-
reggiare ed a limitarsi a sorvegliare ed a con-
fortare coi consigli e gli aiuti la ditta proprie-
taria.
Questo stato di cose si potrasse sino alla fine
di dicembre 1879, nella quale epoca il Gabinetto
Gairoli, spinto dal Parlamento, dopo essersi
fatto cedere dalla ditta Rubattiho la proprietà
dei territori acquistati, spediva in Assab uomini
e materiali, che, collo scopo di impiantarvi uno
Capitolo L 3
stabilimento di deposito per la ditta stessa, ve-
nivano ad esercitarvi un primo Btto di sovra-
nità deiritalia.
Obbiettò qualche cosa Tlnghilterra, ma poi si
acquetò alle dichiarazioni remissive del Governo
italiano; protestarono invece energicamente TE-
gitto e la Turchia ; ma le loro proteste non eb-
bero altri risultati che di far differire di poco
la nomina di un commissario civile pel piccolo
possedimento italiano.
A spingere maggiormente Tltalia sulla via
degli ardimenti e ad affermarsi stabilmente nel
continente nero giunsero indi a poco due gravi
notizie; cioè quella dell'eccidio di una spedizione
di dodici italiani capitanata dal prode Giulietti
nei pressi di Beilul, donde cercava aprirsi una
via per rAbissinia;.e quella dell'improvvisa
occupazione di Tunisi per parte dei Francesi.
L'isolamento politict5 in cui si trovava la no-
stra patria la costrinse a tollerare senza rap-
presaglie questa occupazione che la feriva ne'
suoi interessi e la preveniva nelle sue mire, ed
a cercare appoggi per l'avvenire nell' alleanza
colle potenze centrali. Ma verso 1' Egitto e la
Turchia sul cui territorio era avvenuto l'eccidio
e che sembravano ostacolare in mille modi la
scoperta e la punizione dei colpevoli, Y Italia
spiegò un'azione energica.
Prima di tutto invocò dall'Egitto un'inchiesta
in proposito e riusci ad imporla, sebbene senza
profìcui risultati ; e quando poi i delegati della
stessa, per missione del loro governo, vollero
Capitolo L
tentare di far atto di sovranità sul sultanato di
Raheita, ciò che avrebbe impugnato la legitti-
mità dell'acquisto di Assab e adiacenze, prima
coir opera del capitano Frigerio, comandante
della nave Ettore Fieramosca, e poi colle severe
disposizioni e minacele intimate da Roma, im-
pedi l'effettuazione di un tale disegno e ridusse
al dovere il Governo kediviale e quello di Co-
stantinopoli che si contentarono di protestare.
Stipulatasi poi il 15 maggio una convenzione
amichevole coiringhilterra, con successiva legge
delli 5 luglio il nostro piccolo possedimento ve-
niva dichiarato Colonia Italiana.
CAPITOLO II.
Rivolta egiziana e insurrezione Mahdista. — Loro influenza
sulla politica coloniale italiana. — Eccidio della spedi-
zione Bianchi. — L'Italia a Beilul ed a Massaua. — Ca-
duta di Kartum. — L'Inghilterra cede e l'Italia si ferma.
La nuova Colonia italiana sarebbe probabil-
mente rimasta circoscritta intorno alla baia
d'Assab, se poco dopo il suo impianto non suc-
cedevano due grandi avvenimenti che sconvol-
sero TEgitto, cioè, la rivolta di Arabi pascià e
rinsurrezione Mahdista.
L'Egitto sotto il celebre Mehemed Ali, ed i
suoi successori aveva esteso i proprii dominii
su tutta Talta valle del Nilo e fino ai laghi
equatoriali, e sottentrando gradatamente alla
Sublime Porta, sua alta sovrana, nel possesso
delle coste orientali africane, aveva, portato la
propria bandiera fino alle regioni dell'Harar e
della Somalia.
Però mentre queste conquiste ed annessioni
riversavano sull'Egitto un certo splendore che
si acrebbe poi colla titanica impresa del taglio
dell'istmo di Suez, causavano pure una gran
6 Capitolo IL
crisi nelle finanze del paese, specialmente dopo
che esso venne ad urlare negli anni 1875 e 1876
contro il potente negus Giovanni d'Abissinia.
Queste due campagne ebbero fine colle disa-
strose sconfitte di Gudda Guddi e di Gura e
trassero l'Egitto sull'orlo della rovina.
Il viceré Ismail cercò di rimediare al deficit
gettandosi in imprese industriali, contraendo
prestiti, e vendendo tutte le sue azioni del ca-
nale di Suez airinghillerra, ma con ciò non fece
che aprire l'adito all'influenza europea nelle
cose d'Egitto, ed interessare le potenze alla sor-
veglianza e al controllo delle sue finanze.
Gli indigeni ne furono indignati e fremeva
negli animi la ribellione, cosi che Ismail
nel 1879 dovette abdicare in favore del figlio
Tewfik pascià.
Nel 1882 perdurando 1 malumori e i disagi,
scoppiò la rivolta che fu capitanata da Arabi
pascià.
Egli proclamò l'emancipazione politica e fi-
nanziaria dell'Egitto da ogni ingerenza europea,
unica alta sovrana la Porta, e la necessità di
un potere rapresentativo nelle mani di una
maggioranza musulmana; ed ebbe tale seguito
nel paese da essere in breve innalzato alla ca-
rica di ministro della guerra, donde, capita-
nando la rivoluzione, minacciava di detroniz-
zare lo stesso Kedive.
Allora scoppiarono le rivolte ed i tumulti tra
europei e indigeni e tutto l'Egitto fu sossopra.
Ma sorse in campo l'Inghilterra, chiamatavi
Capitolo IL
da' suoi interessi sul Canale e dalle sue mire
ambiziose ; e dopo aver chiesto aiuti alla Fran-
cia ed airitalia, che vi si rifiutavano, si dispose
da sola a reprimere la rivolta egiziana.
In seguito ad una sommossa scoppiata in
Alessandria tra europei e indigeni, questa città
nelle giornate dell' 11 e 12 luglio 1882 fu bom-
bardata dalla squadra inglese dell'ammiraglio
Seymour; e poco appresso un altro corpo di
truppe inglesi, prevenendo i rinforzi che la Porta
preparava di soppiatto ad Arabi, prendeva co-
stui alle spalle e lo sconfiggeva, facendolo pri-
gioniero, a Tel el kebir (13 settembre 1882).
Cosi vennero ristabiliti V ordine e la quiete
nell'Egitto; ma l'Inghilterra dopo avervi messo
piede non se ne ritraeva più, ed ancora oggi
vi mantiene l'occupazione militare, malgrado
le prime proteste della Porta e le gelosie di
tutta l'Europa.
Intanto che l'Egitto si dibatteva nelle predette
difficoltà, era scoppiata nel Sudan l'insurre-
zione Mahdista.
Il mal governo degli egiziani aveva esaspe-
rato quelle popolazioni e la proibizione della
tratta degli schiavi, principale sorgente dei loro
guadagni, aveva creato in esse un odio insor-
montabile contro i dominatori.
Occorreva la scintilla per far divampare l'in-
cendio e questa venne per opera di certo Mo-
hamed Ahmed, originario di Dongola ; il quale
dopo di aver vissuto parecchi anni da anaco-
reta nel deserto e nell'isola di Abba sul Nilo
8 Capitolo IL
Bianco, e di essere venuto in fama per santità
e dottrina, si proclamò Mahdi o profeta vatici-
nato da Maometto, e bandi l'emancipazione po-
litica e religiosa del Sudan contro TEgitto, da
ottenersi col ferro, col fuoco e collo ster-
minio.
I Sudanesi, infiammati dalle ferventi parole
del guerriero profeta, accorsero feroci e fana-
tici alle armi, e seguendo le sue bandiere, con
una serie di strepitose vittorie sulle deboli guar-
nigioni egiziane sparse fra i due Nili riusci-
rono in breve a rendersi padroni di tutto il
Sudan ed a stringerne d'assedio la stessa ca-
pitale K'artum.
Intervenne l'Inghilterra, tutrice dell'Egitto, e
prima coli' opera del generale Gordon, nomi-
nato governatore del Sudan, e poi con forti
spedizioni militari, cercò di arrestare e domare
la rivolta; ma i suoi sforzi, uniti a quelli del
vicereame, erano impotenti a far argine alla
rivolu'feione che trionfava e minacciava i porti
del mar Rosso e la stessa regione del basso
Nilo.
In quésti gravi frangenti e mentre l'Egitto
tròvavasi nella necessità di richiamare i pre-
sidi lontani e di abbandonare molti luoghi delle
coste eritree, l'Italia già pentita di non aver
accettato il primo invito d' intervento dell' In-
ghilterra in Egitto, e desiderosa di controbilan-
ciare còlla sua influenza nel mar Rosso, quella
che aveva trascurata nel Mediterraneo, accettò
di cooperare con essa contro il Sudan, impian-
tandosi a Massaua.
Capìtolo IL 9
Era frattanto avvenuto un altro fatto doloroso
che era di sprone ad una politica coloniale
più ardita e vigorosa ; cioè Teccidio della spe-
dizione italiana capitanata da Gustavo Bianchi
mentre ritornava dall'Abissinia, aprendosi una
via da Assab ; perciò la notizia degli accordi
coiringhilterra fu accolta con grande simpatia
in tutta r Italia; cosicché quando il 17 gen-
naio 1885 il colonnello Saletta con circa 1000
bersaglieri parti da Napoli per ignota destina-
zione fu accompagnato dal più schietto entu-
siasmo della popolazione.
Questa piccola spedizione scortata da navi
della R. Marina, dopo aver sostato qualche
giorno nel viaggio, sbarcava il 5 febbraio 1885
a Massaua inalberando la bandiera italiana
accanto a quella egiziana, mentre 10 giorni
prima, cioè il 25 gennaio, per opera della nave
Castelfidardo (comandante Trucco) veniva pure
disarmato e licenziato il piccolo presidio egi-
ziano di Beilul ed occupata questa località con
un centinaio di uomini italiani.
La Turchia protestò vivamente, ma in seguito
ai consigli dell Inghilterra, facendo la solita ri-
serva di sovranità, dovette calmarsi ; fece pure
qualche obbiezione anche la Francia, che per
un acquisto già fatto da certo Roussel nel 1860,
e poi abbandonato, accampava diritti su Zula
nella baia di Annesley, ma poi si tacque ; le
altre potenze non fecero alcuna rimostranza.
In Italia invece si plaudi al ministero De-
pretis-Mancini ; e popolazione e Parlamento
10 Capìtolo IL
appoggiarono caldamente la nuova politica co-
loniale.
Ma mentre Tltalia, appena occupata M.assaua,
si cullava nelle rosee speranze di una vasta e
proficua espansione in Africa e si preparava a
cooperare colle truppe anglo-egiziane nel Sudan,
sperandone ricompense materiali e morali,
giunse improvvisa la notizia che Kartum, la
capitale del Sudan stesso, il 26 gennaio 1885, cioè
9 giorni prima dciroccupazione di Massaua, e
prima ancora che fosse giunta in suo soccorso
una forte spedizione inglese salita pel Nilo col
generale Wolseley, era caduta nelle mani del
Mahdi, rimanendo uccisi il governatore Gordon
e la guarnigione, e quasi tutti gli europei ivi
rinchiusi.
La notizia di questa catastrofe destò una viva
commozione in tutta Europa, e specialmente
in Italia già impegnata contro il Mahdismo; ma
mentre questa si disponeva a scendere podero-
samente in campo per arrestarlo e colpirlo
nel fianco dalla parte di Kassala, con somma
sorpresa e dolore, si venne a sapere che l'In-
ghilterra sospendeva ogni azione contro il
Sudan.
Fu grande la delusione provata allora dal-
l'Italia nel veder paralizzata completamente la
sua impresa coloniale appena nata, e scoppia-
rono malumori e critiche che non si acquieta-
rono né colle vane speranze della cessione di
Suakim o della conquista di Kassala, né colle
occupazioni già fatte dal colonnello Saletta dei
Capìtolo IL 11
territori di Monkuilo, Arkico e Arafali intorno
a Massaua.
In seguito a ciò il 17 giugno 1885 il mini-
stro degli esteri Mancini, promotore deir im-
presa africana, era costretto dal Parlamento a
dare le dimissioni e gli succedeva interinal-
menle il ministro Depretis.
CAPITOLO III.
Prime nubi coll'Abissinia. — Missione Ferrari al Negus. —
Diffidenze di Giovanni e di ras Alula. — Occupazione
di Àrafali e di Saati. — Gene succede a Saletta. — Ces-
sazione del condominio egiziano a Massaua. — Missione
interrotta di Pozzolini. — Spedizione Salimbeni. — Rap-
presaglie. — Saati e Dogali.
La notizia della nostra occupazione di Mas-
saua e di altri luoghi circostanti era giunta
tutt'altro che gradita all'orecchio del negus Gio-
vanni d'Abissinia.
Egli, nel precipitare delle sorti egiziane, fis-
sando l'occhio vigile all'intorno, aveva sperato
di riuscire da un momento all'altro all'agognata
meta di dare al suo impero un porto nel Mar
Rosso; e vi sperava tanto più perché in seguito
a pratiche coll'Inghilterra aveva con essa già
stipulato un trattato di amicizia e di commer-
cio, che gli ridonava i contestati paesi dei Bo-
gos, e gli garantiva libero transito delle merci
etiopiche fino a Massaua, in compenso della
sua discesa in campo per liberare le guarni-
gioni egiziane di Kassala, Amhedib e Sanhit
investite dai Mahdisti. (Trattato di Hewett, 3
giugno 1884).
Capitolo IH 13
Perciò quando seppe che gli Italiani si erano
impiantati a Beilul e Massaua, non potè na-
scondere la sua avversione , che aumentava
sempre più per la sua natura diffidente e so-
spettosa e per Topera maligna di consiglieri
europei che gli mettevano in mala luce l'Italia,
dipingendola invadente e rapace ed aspirante
al dominio sull'Etiopia.
Per rassicurare il Negus sulle buone inten-
zioni dell'Italia il nostro Governo, appena oc-
cupata Massaua, gli spedi in missione speciale
il capitano Vincenzo Ferrari accompagnato dal
dott. Nerazzini, con doni ed una lettera del no-
sti'o Re annunzianle il proposito di mantenere
le relazioni di buon vicinato e inalterati i patti
del trattato di Hewet.
Tale missione fu accolta a Makallé, con spe-
ciale deferenza e riguardo, dal Negus, che per
mostrarsi grato dei doni e degli onori ricevuti,
volle perfino far ricercare ed inviare in omag-
gio al nostro Re le armi già appartenute al
povero Gustavo Bianchi.
Tuttavia non riusci a vincerne, in riguardo
alle nostre imprese , V avversione e la diffi-
denza.
L'animo del Negus si inaspri ancor più quando
seppe che il colonnello Saletta aveva esteso i
suoi possessi ad Arkico e ad Arafali, ed annun-
ciava imminente Toccupazione di Saati e Amba.
Né meno avverso ed ostile del Negus era il
suo fiero governatore dell' Amasen, ras Alula,
che fremeva di rabbia a ciascun atto del nostro
14 Capitolo III.
comando coloniale; e quande seppe che verso
la metà di agosto deU'SS, i bascibuzuc italiani
si erano impiantati a Saati, al posto degli egi-
ziani, e specialmente poi quando ebbe notizia
die il suo rivale odiato capo degli Habab, Ah-
med kantibai, era stato ricevuto solennemente
a Massaua dal colonnello Saletta ed investito a
capo del suo paese, sotto la protezione italiana,
non potè trattenersi dal manifestare pubbli-
camente i suoi propositi di reazione e di rap-
presaglia.
Cominciò col protestare contro roccupazione
di Saati proclamandolo territorio neutrale e
chiedendone lo sgombro sotto minaccia di ri-
fiutarsi air impegno già preso coiringhilterra
di liberare Kassaìa dai Mahdisti; ma tutto fu
invano, perché Saletta invece di cedere alle in-
timazioni del Ras si limitò ad accarezzarne l'a-
nimo coirannuncip di una nuova e prossima
importante missione a re Giovanni, già pro-
messa nella prima del Ferrari.
Parve che il Ras si calmasse alquanto, per-
ché nel settembre 1885 muoveva verso Kassala
ed il 23 di detto mese vinceva Osman Dignia a
Kuffit in sanguinosa battaglia.
Ritornato ferito e coir esercito decimato, ma
con maggior orgoglio e fierezza di prima, chiese
ed ottenne dal comando di Massaua medicinali
e medici; ma indi a poco in un momento d'ira
contro gli Italiani, malamente scacciò i medici
stessi, minacciandoli di peggio.
Subentrato frattanto al Saletta il generale
Capitolo IlL 15
Gene, questi che dal nuovo ministro degli esteri
Di Robilant, aveva avuto istruzioni di smorzare
gli attriti coirAbissinia, con lettere e col rin-
novare la promessa della solenne missione al
Ras ed al Negus, riusci a placarli alquanto;
cosi che senza scosse potè poi il 2 dicembre 1885
far cessare con un piccolo colpo di stato, il
condominio egiziano sulle coste di Massaua.
Poco dopo veniva organizzata e fatta partire
per Massaua la predetta missione agli ordini
del generale deputato Giorgio Pozzolini, ricca
di doni e di istruzioni concilianti per far dissi-
pare ogni nube.
Ma proprio in quei giorni per mezzo del conte
Antonelli italiano, residente allo Scioa, il nostro
Governo riceveva comunicazioni di una lettera
del Negus a Menelik nella quale erano ma-
nifestati i propositi più ostili verso Tltalia.
Il ministro Robilant fu sollecito a richiamare
da Massaua la missione Pozzolini. e lasciò che
il Ras ed il Negus inacerbissero la loro ira.
Nell'anno 1886 le rappresaglie di ras Alula si
risolsero in frequenti scorrerie verso i nostri
possedimenti ed in razzie sulle tribù amiche
deiritalia.
Ma avvenne poi sulla fine dell'anno l'occupa-
zione di Uà, fatta eseguire dal generale Gene
per difendere le carovane commerciali contro
i briganti e contro i fuorusciti del celebre pre-
done Debeb ; e ad ingarbugliare la matassa oc-
corse l'intromissione di una spedizione scienti-
fico-commerciale capitanata dal conte Salim-
16 Capitolo HI,
beni e diretta al Goggiam; la quale all'atto
della predetta occupazione trovavasi appunto ad
Asmara presso il Ras.
L'ira di lui non ebbe più freno, specialmente
quando s'accorse, per mezzo di spie, che nella
spedizione, due qualificatisi ingegneri, Savoiroux
e Piano, erano ufficiali.
Egli mandò due intimazioni a Gene, di sgora
brare Saati e Uà, e poiché invece queste loca-
lità venivano dal generale fatte rinforzare, in-
catenò tutta la spedizione Salimbeni e discese
con essa e coli' esercito tigrino contro i nostri,
a Saati.
Presidiava questa località , difesa da un
piccolo forte, il maggiore fioretti con due com-
pagnie italiane, 2 cannoni e 300 indigeni ; ed il
25 gennaio avveniva il primo fatto d* armi tra
l'Italia e l'Abissinia.
Il Ras attaccò con circa 10.000 uomini il forte;
ma il piccolo presidio, con ammirabile calma
e coraggio, fulminando il nemico con fuoco di
fucileria ed artiglieria, dopo qualche ora lo co-
strinse a ritirarsi.
Dei nostri si ebbero 5 morti (tra cui il tenente
Guomo) e tre feriti; il nemico perdette circa
200 uomini tra morti e feriti.
Furente per lo scacco avuto, il Ras non si
diede per vinto, ma agguatandosi fra i meandri
del Desset, aspettò che in campo aperto gli ca-
pitasse qualche nucleo da schiacciare col suo
grosso esercito.
E pur troppo ciò doveva avvenire ; la mattina
Capitolo 111. 17
del 26 una colonna di circa 500 italiani e pochi
indigeni era inviata da Monkullo a rinforzare
fli armati, di viveri e di munizioni il presidio
(li Saati.
Ma circa a mezza strada tra le due località
e presso un^altura detta Dogali, lambita dal rio
di tal nome e dal Desset, essa fu assalita im-
provvisamente dal nemico.
La storia registrò a caratteri d'oro la splen-
dida difesa di quel manipolo di eroi.
Circondati da ogni parte da una massa venti
volte maggiore, essi riducendosi gradatamente
combattendo sul colle di Dogali, quivi per più
ore, prima col fuoco e poi coir arma bianca,
opposero una resistenza che atterri i nemici e
meravigliò il mondo.
Caddero quasi tutti morti, salvo un^ottantina,
che essendo feriti, furono abbandonati per morti
dal nemico, e poterono fra mille stenti riparare
poi a Monkullo.
Il nemico perdette circa un migliaio di uomini
tra morti e feriti.
In seguito a tale doloroso evento furono ab-
bandonati Uà e Saati, donde con una lodatis-
sima marcia notturna il bravo maggiore fio-
retti potè trarre in salvo i vincitori del 25.
Erano cominciati i primi dolori coll'Abis-
sinia.
Melu.
CAPITOLO IV.
Conseguenze di Dogali. — Gu«rra di rivincita. — Crispi. -
Ancora Saletta. — Spedizione S. Marzano. — Trattato
collo Scioa. — Missione Portai. — Il negus Giovanni
contro gli Italiani. — S. Marzano lo costringe alla riti-
rata. — Conseguenze.
La notizia della catastrofe di Dogali .suscitò
in Italia delle grandi manifestazioni di dolore
e dei propositi di vendetta.
Tutta la popolazione andò a gara per onorare
i poveri morti, e l'opinione pubblica commossa
in alto grado era di sprone al Governo ed al
Parlamento a preparare la rivincita.
Ed in fatti essa venne decretata colla vota-
zione di 20 milioni per un'operazione di guerra
contro TAbissinia.
Usciti dal Gabinetto Depretis i ministri Di
Robilant e Ricotti, ritenuti politicamente respon-
sabili deir accaduto, e richiamato in Italia il
Gene, sottentrarono a quelli Francesco Crispi
e il generale Bertele- Viale e fu mandato nuo-
Capitolo IV. i9
vamenle in Africa il Saletta a sostenere la pe-
ricolante sorte della Colonia.
In mezzo airentusiasmo più schietto della po-
polazione furono inviati subito alcuni battaglioni
a Massaua, e questi rinforzi, e le sagge dispo-
sizioni date dal nuovo comandante, valsero a
rianimare i coloni ed a ristabilire T autorità e
la tranquillità minacciata dal continuo agitarsi
di ras Alula ai confini, anelante alla presa di
Massaua.
Saletta troncò subito ogni relazione con lui,
e mentre procedeva con estremo rigore verso i
traditori e gli spioni, decretò il blocco contro TA-
bissinia, organizzando un rigoroso servizio d*a-
vamposti e di crociera intorno ai confini e lungo
le coste del. Mar Rosso.
Intanto in Italia si allestiva una grande spe-
dizione militare e ne era designato capo il te-
nente generale Asinari di San Marzano.
Essa si componeva di 2 reggimenti Caccia-
tori e 4 compagnie Cannonieri del Corpo spe-
ciale d'Africa, e di un'altra brigata di rin-
forzo, e partiva ordinatamente a scaglioni per
Massaua nei mesi di ottobre e novembre del
1887, formando colle altre truppe ivi già esi-
stenti un corpo d'operazioni di circa 18.000 com-
battenti (dei quali circa 3000 indigeni) e 38
pezzi di artiglieria, senza contare le bande di
1900 uomini del celebre predone Debeb, che si
pose ai nostri servizi e poi defezionò, e gli equi-
paggi delle navi ancorate nel porto.
In pari tempo per opera del conte Antonelli
20 Capitolo IV.
rappresentante deiritalia allo Scioa, si strin-
geva un patto di amicizia e di alleanza tra
ritalia e Menelik, al quale veniva dato un com-
penso di 5000 fucili (20 ottobre 1887).
Anche V Inghilterra si intrometteva in fa-
vore deiritalia inviando al Negus in missione
speciale sir Gerard Portai, per indurlo a miti
consigli e a sconfessare il suo Ras, autore del-
Teccidio di Dogali.
Senonchè il trattato con Menelik si risolse
in una pura e semplice sua neutralità senza
alcuna mossa in nostro favore, e la missione
Portai fu costretta a tornare, senza alcun ri-
sultato, annunziatrice del bando della guerra
santa indetta dal Negus contro gli Italiani.
Non rimaneva che affidarsi alle operazioni
di guerra e queste furono condotte dal San
Marzano con tale prudenza e perizia che l'esito
ne fu assicurato.
Egli ebbe subito la visione chiara delle ne-
cessità di guerra che si imponevano per non
compromettere l'impresa affidatagli dal Governo,
ed oculato e prudente, procedendo a lente tappe,
e facendosi seguire dalla costruzione di una
buona ferrovia, verso la metà di marzo occu-
pava con tutto il corpo d'operazioni la posizione
di Saati e vi si fortificava.
Pochi giorni dopo scendeva dall'altipiano il
Negus con tutto il suo esercito forte di oltre
80.000 uomini, e guidato dai più celebri ras del-
l'Etiopia, e poneva il suo campo nella conca
di Saberguma, cogli avamposti quasi a contatto
dei nostri.
Capitolo IV. 21
Seguendo la tradizione abissina, egli comin-
ciò subito con messaggi al generale San Mar-
zaQO per indurlo a trattative e ad abbandonare
Saati senza combattere ; ma ne ebbe in risposta
che il Governo italiano oltre al voler mantenere
questa posizione, pretendeva come condizione
di pace la cessione dei territori di Ailet e di
Ghinda fino al piede deiraltipiano.
Dopo vane repliclie, le trattative si interrup-
pero e i due eserciti rimasero per alcuni giorni
Tuno di fronte all'altro, quasi a contatto, senza
che da entrambe le parti si azzardasse di muo-
vere all'attacco.
Invano sperò il Negus di attirare con avvi-
saglie e pattuglie notturne San Marzano fuori
della sua posizione; il Generale italiano, fermo
nel suo obbiettivo di guerra, stette sulla difesa,
e mandò a monte tutti i disegni dell' avver-
sario, che umiliato e vinto dovette pensare alla
ritirata.
Le sue millanterie, quelle di ras Alula e de-
gli altri bollenti capi etiopici, si erano risolte in
un gravissimo scacco politico militare ; Teser-
cito abissino già scosso e demoralizzato dalla
sfiducia e dalle privazioni, il 3 aprile cominciò
a ritirarsi' disordinato sull* altipiano, lasciando
tracce sul suo passaggio di una disastrosa dis-
soluzione, che doveva avere un forte contrac-
colpo nelle vicende interne dell'Etiopia.
Cosi per opera di questa campagna si rieb-
bero non solo Saati e Uà come erane lo scopo
principale; ma il raggio dell'influenza italiana
22 Capitolo IV.
si allargò fino airorlo deiraltipiano ; mentre che
per mezzo di sagge trattative con capi indigeni,
si estendeva anche fra le tribù interposte tra
Massaua e Kassala e lungo le coste del Mar
Rosso
CAPITOLO V.
Rimpatrio della grande spedizione. — Baldissera riordina
la Colonia. — Incidente franco- italiano. — Fatto di Sa-
ganeiti. — Vicende etiopiche. — Giovanni ucciso a Me-
tcmma dai Dervisci. — Menelik aiutato dall'Italia gli
succede. — L'Italia nell'altipiano. — Trattato di Uccialli.
Maconnen in Italia. — La Colonia Eritrea.
Dopo la ritirata del Negus, la maggior parte
del corpo di spedizione italiano rimpatriò, e
rimase comandante superiore delle truppe in
Africa con poteri civili e militari sulla Colonia
il maggior generale Antonio Baldissera.
Questi si diede subito con alacrità a riordi-
nare le truppe e gli altri servizi militari e civili
in base alle nuove esigenze locali.
Rinforzò il corpo speciale d'Africa e istituì
una milizia regolare indigena comandata da
ufficiali e sottufficiali italiani, che diede poi le
più belle pagine della nostra storia coloniale;
sistemò la dislocazione delle truppe, fece aprire
strade, costruì fortificazioni, caserme, ospedali,
migliorò i servizi di cassa, di posta, di porto e
di dogana, promosse Tedilizia, curò T igiene e
24 Capitolo V.
l'istruzione e stabili le prime imposte coloniali.
Proseguendo poi nelle trattative coi capi in-
fluenti delle tribù nubiane e della costa, arrivò
a porre tra le nostre posizioni, gli Abissini e i
Mahdisti, delle popolazioni alleate, che rende-
vano sempre più sicuri i nostri domini e più
facili all'occorrenza le operazioni militari per
future espansioni.
Ma i benefici prodotti da queste sagge dispo-
sizioni furono turbati da due ^ravi incidenti,
uno d'ordine politico, l'altro d'ordine militare.
Il primo fu originato dall'opposizione che un
certo Mercinier, qualificatosi vice-console fran-
cese, sollevò intorno all'applicazione dei tributi
locali, protestando che a Massaua dovevano os-
servarsi le franchigie stabilite dalle cosi dette
Capitolazioni.
Questa strana protesta, incoraggiata dal Go-
verno francese, e sostenuta da alcuni mercanti
greci e arabi cui riusciva ostico pagare, dette
luogo ad un grave incidente diplomatico colla
Francia, che potè solo appianarsi quando il mi-
nistro Grispi, difendendo presso tutti gli altri
Gabinetti d'Europa i diritti dell'Italia nella con-
troversia, ne otteneva un'approvazione quasi
generale.
Il ministro francese Goblet davanti ad uno
scacco cosi rumoroso dovette arrendersi e scon-,
fessare il Mercinier; ma l'incidente aumentò la
ruggine già esistente tra l'Italia e la Francia.
Più grave e doloroso fu l'altro incidente d'or-
dine militare.
Capitolo V. 25
Il celebre predóne Debeb, che aveva già de-
fezionalo dal nostro servizio quando il Negus
scese contro Saati, si era rifugiato neir Okulè-
Kusai e quindi imprendeva continue spedizioni
e razzie contro le tribù nostre amiche ed alleate
con grave danno del commercio e con scapito
delFautorità italiana.
Baldissera pensò di farlo sorprendere nella
sua residenza a Saganeiti, ed affidò Timpresa
al capitano Cornacchia.
Questi con circa 400 indigeni e coi tenenti
Poli, Virgili, Vigano e Brero il 2 agosto 1888
mosse alla volta di Saganeiti; e lo seguiva un
altro nostro capo banda, Adam Agà, con circa
200 irregolari.
Ma Debeb, avvertito in tempo, seppe parare il
colpo, e disponendosi in agguato colle sue genti,
rs agosto potè accerchiare inosservato la pic-
cola colonna del capitano Cornacchia, prima
ancora che fosse raggiunta dalla banda di
Adam.
Lo scontro fu micidiale pei nostri, che, sor-
presi e sopraffatti, furono costretti a disordinala
ritirata, lasciando morti nel campo i cinque va-
lorosi ufficiali e un centinaio di soldati indigeni.
Questo doloroso avvenimento, colpi sinistra-
mente il sentimento del popolo italiano, non
ancora rimesso dal precedente eccidio di Dogali
e ne scosse la fiducia nelle nostre avventure
coloniali , dando luogo a critiche acerbe, ed
a manifestazioni antiafricane in parlamento e
fuori; ma poi fu in breve scordato pei grandi
26 Capitolo V.
avvenimenti che succedevano in Etiopia e nella
Colonia.
La ritirata del Negus contro gli Italiani, era
stata a lui fatale. Mentre il suo esercito si sfa-
sciava, i Mahdisti penetrati dal Gallabat in
Etiopia, dopo di aver sconfitto a Debra-Sin il
Re del Goggiam, si erano avanzati poi a Gon-
dar e l'avevano incediata.
Giovanni fu impotente ad accorrere in difesa
del suo impero, ma dovette invece pensare a
sottomettere il Re del Goggiam ribellatosi, ed
a tenere a freno Menelik amoreggiante colD-
talia.
Vinto il primo, e spaventato il secondo, che
gli si riconciliava ingannando Antonelli e l'I-
talia, Giovanni potè alfine rivolgersi contro i
Mahdisti : ma nelle giornate 10 e 11 marzo 1889
presso Metemma perdeva in una grande bat-
taglia la corona e la vita, lasciando il suo eser-
cito in sfacelo.
Baldissera frattanto, aprofittando dell'assenza
di ras Alula e del Negus, aveva già fatto occu-
pare per conto deiritalia Keren da un capo in-
digeno detto barambaras Kafel, e Asmara dal
predone Debeb col quale erasi pacificato. Quando
poi seppe la grave notizia di Metemma, preve-
nendo le ambizioni e le mire di tradimento di
questi capi, si mosse colle sue truppe, e il 2
giugno faceva occupare la prima, ed il 3 agosto
la seconda delle predette località.
La morte di Giovanni aveva finalmente scosso
l'inerzia di Menelik, che proclamatosi impera-
Capìtolo V. 27
tore si diresse su Gondar per esservi incoro-
nato; ed il 2 maggio dell* 89 sottoscrisse col-
TAntonelli il famoso trattato di Uccialli *che
coirarticolo XVII poneva TEtiopia sotto il pro-
lettorato d* Italia e coir articolo Vili segnava
airitalia i confini di Arafali, Halai, Saganeiti,
Adi Nefas, e Adi Joannes con prolungamento
verso ovest di questa località.
A ratificare il predetto trattato veniva man-
dato in Italia il degiac Maconnen, nipote di
Menelik.
Ma neirinterno del Tigre i capi Kafel, Debeb,
Sebath e Mangascià, figlio quest'ultimo di Gio-
vanni, sostenuto da ras Alula, ed altri, si op-
ponevano a Menelik, e si guerreggiavano a vi-
cenda, gettando tutto il paese neiranarchia.
Menelik si fermò, e mentre Mangascià preva-
leva contro gli altri, proclamandosi pur egli
imperatore, gli mandò incontro un certo Seium,
che non riusci a debellarlo.
Frattanto, accortamente Baldissera valendosi
dell'opera del maggiore Di Maio e di certo batha
Agos, ribelle abissino, occupava rOkulè-Kusai
ed il Seraé, portando i nostri confini al Mareb-
Belesa-Muna, come sono attualmente.
Sulla fine di agosto giunse in Italia la mis-
sione etiopica capitanata da Maconnen ed il
giorno 28 fu ricevuta solennemente al Quiri-
nale.
Il trattato di Uccialli fu ratificato e fu pure
accolta una domanda di Menelik per contrarre
un prestito di 4 milioni con una banca d' I-
lalia. ■
28 Capitolo V.
Il lo ottobre successivo fu poi tra Grispi e
Maconnen in Napoli stabilita una convenzione
addizionale al trattato predetto, in base alla
quale i confini della nostra Colonia si estende-
vano fino alle nuove conquiste fatte dal Bal-
dissera, e venivano fissate le modalità del pre-
stito domandato.
In Italia si fecero feste e ricevimenti agli
ospiti etiopici; la politica coloniale fu salutata
con entusiasmo, Grispi portato alle stelle.
A sanzionare i nuovi successi coloniali veniva
poi il r. decreto 1 gennaio 1890 che riuniva tutti
i nostri possedimenti del Mar Rosso sotto una
sola amministrazione col nome di Colonia Eri-
trea,
CAPITOLO VI.
Il trattato d'Uccialli contestato da Menelik. — Questi scende
contro Mangascià. — Orerò succeduto a Baldissera oc-
cupa Adua. — Convegno di Ausen. — Delusione italiana.
Orerò ritorna al di qua del Mareb. — 1.° Fatto d'armi
di Agordat contro i Dervisci. — Gandolfi governatore.
Riordinamento amministrativo e militare della Colonia.
Dissidii con Menelik. — Fallimento della missione An-
tonelli. — Trattato del Mareb con Mangascià. — Scan-
dali e Commissione d'inchiesta governativa.
Era ancor viva l'eco dei successi militari e
diplomatici che avevano condotta V Italia da
Saati al Mareb, quando sorsero le prime nubi
collo Scioa.
Sebbene Menelik, al ritorno di Maconnen dal-
l'Italia avesse ratificato il trattato di Uccialli e
la convenzione addizionale di Napoli, poco dopo,
insinuato da consiglieri europei che cercavano
di attraversare la politica italiana, cominciò
ad eccepire intorno all'interpretazione e tradu-
zione data all'articolo XVII del predetto trat-
tato che poneva l'Etiopia sotto il protettorato
d'Italia, asserendo che l'articolo stesso, come
era stato scritto nel testo amarico, doveva si-
30 Capitolo VL
gnifìcare la facoltà e non l'obbligo al Negus di
servirsi deirilalia nelle relazioni colle altre po-
tenze; eccepì inoltre circa i confini, osservando
che lo stato di fatto riconosciuto colla predetta
convenzione non poteva comprendere le ultime
conquiste del Seraè e deirOkulè-Kusai.
Tuttavia il Negus, sia perché non voleva su-
bito sgraziarsi l'Italia col cui aiuto aveva rag-
giunto la corona imperiale, sia perchè egli non
si sentiva ancora abbastanza sicuro nella sua
dignità, che gli veniva contrastata da Mangascià.
dilazionò le sue proteste e si mostrò ancora
ligio all'Italia, accondiscendendo perfino a farsi
rappresentare da essa in una conferenza afri-
cana internazionale di Bruxelles.
In pari tempo si disponeva a partire pel Tigre
onde domarvi Mangascià, sollecitando per mezzo
del conte Antonelli, la cooperazione dell' Italia
in tale impresa.
Il figlio del re Giovanni, forte dell'aiuto del fido
ras Alula, era riuscito frattanto a sbarazzarsi
di Debeb, ed a prevalere tanto sugli altri rivali,
quanto sul legato scioano Seium, e si prepa-
rava a resistere a Menelik.
Questi mosse sui primi del 1890 contro il ri-
vale, mentre il generale Orerò, succeduto a Bal-
dissera nella Colonia, intraprendeva la prima
marcia su Adua, piuttosto per affermarvi l'au-
torità dell'Italia e prendersi una rivincita su' ras
Alula, che per prepararvi la strada al Negus.
Orerò entrò nella capitale tigrina il 26 gen-
naio 1890 ove agli sguardi attoniti della popò-
Capitolo VI. 31
lazione commemorò il terzo anniversario di
Dogali; quindi in seguito ad istruzioni dell'An-
tonelli e del Governo, ritornò al di qua del
Mareb.
Giungeva frattanto nel Tigre anche Menelik,
male accolto dai Tigrini e cosi timoroso di
Mangascià, che invece di domarlo colle armi,
preferi di adescarlo con trattative.
Lo invitò ad Ausen e quivi in solenne con-
vegno lo riconobbe capo del Tigre occidentale,
e assegnò la parte orientale al già nominato
degiac Seium, ed il governatorato di Adua a
certo Mesciascià Uorchiè con giurisdizione an-
che al di qua del Mareb da definirsi di comune
accordo coiritalia, disconoscendo cosi i confini
italiani, malgrado i recenti aiuti ed i patti della
convenzione di Napoli, e le esortazioni dell'An-
tonelli.
Dopo il convegno di Ausen, Menelik si ritirò
frettolosamente nello Scioa, e Mangascià e Se-
balh si affrettarono a farlo seguire da Seium,
che non potè neppure installarsi nella parte
assegnatagli.
Mesciascià invece rimase solo, indebolito e
appena tollerato ad Adua e dovette rinunziare
alle sue aspirazioni al di qua del Mareb sul
Seraè, che l'Italia non volle in nessun modo
restituire.
Cosi si risolvevano in fumo tutte le disposi-
zioni e gli accordi del predetto convegno.
Intanto che Tltalia, nolente Menelik, conser-
vava i confini meridionali dell'Eritrea, trovava
32 Capìtolo VI.
l'occasione di allargarli anche dalla parte oc-
cidentale, in seguito air entrata in scena dei
Dervisci, seguaci del Mahdismo.
Nel mese di giugno 1890 un migliaio di questi,
spintisi tra le tribù nostre protette dei Beni
Amer, si erano dati a devastare ed a predare
tutto il paese.
Accorse da Keren il capitano Fara, con due
compagnie e li incontrò sulle sponde del Barca
presso Agordat.
Assalitili con grande slancio, li sbaragliò uc-
cidendone 250 e togliendo loro i prigionieri e
le prede fatte.
Dopo questo fatto, Agordat fu occupato per-
manentemente e segnò V ultimo confine della
Colonia dalla parte del Sudan.
La Colonia trovavasi in queste condizioni
quando nello stesso mese di giugno, avendo
chiesto il rimpatrio il generale Orerò, veniva
eletto a reggerla col titolo di governatore civile
il generale Gandolfi, con a fianco come vice-
governatore, il colonnello Oreste Baratieri.
Conformemente al decreto del P gennaio 1890
Gandolfi parti per Massaua con alcuni funzio-
nari civili, che dovevano con lui formare una
specie di ministero coloniale, detto Consiglio di
Governo; e tra questi era pure il deputato Leo-
poldo Franchetti incaricato di fare degli espe-
rimenti agricoli nella Colonia.
L'amministrazione della Colonia fu modificata
in base al nuovo regolamento, assumendo un
carattere misto tra civile e militare, che non
Capitolo VL 33
fece troppo buona prova, cosi che dopo poco
tempo il Consiglio di Governo si dovette abo-
lire.
Il territorio fu circoscritto in zone e sottozone,
sottoposte ad ufficiali coloniali detti Regi Com-
missari; si nominarono gli ufficiali residenti
per le regioni lontane o come rappresentanti
presso capi amici; si istituirono tribunali a Ke-
ren ed alFAsmara; si impiantarono, scuole,
prigioni e ospedali; si modificarono i servizi di
posta, porto, dogana e tesoreria; si riordinarono
le imposte; si migliorò l'edilizia e la viabilità.
La spesa annua fu contenuta intorno agli otto
milioni.
Intanto il colonnello Baratieri riordinava le
milizie coloniali, la cui forza oscillava intorno
ai 6.000 o 7,000 uomini, assegnando larga parte
al personale indigeno, e promoveva l'istituzione
di bande armate presso le tribù soggette od
amiciie, ottenendone splendidi risultati; ed il de-
putato Franchetti, servendosi di coloni condotti
dairitalia, impiantava tre poderi agricoli spe-
rimentali sull'altipiano, cioè ad Asmara, Godo-
lelassi e Gura, ottenendone, malgrado le prime
difficoltà di una tale impresa, tali risultati da
sperar bene per l'avvenire.
In pari tempo per eliminare il dissidio con
Menelik circa i confini, e l'articolo 17 del trat-
tato d'Uccialli, Governo e Governatore s'accor-
davano con Antonelli, concretando insieme una
linea più ristretta di confini da sottoporre, in
caso di controversia, all'approvazione del Negus^
Mblli. 3
34 Capitolo VI.
purché rimanesse fermo il principio del pro-
tettorato italiano sull'Etiopia.
Antonelli parti per lo Scioa nell'autunno del
1890 e vi giunse alla metà di dicembre; ma la
sua influenza era già tramontata presso il
Negus.
Menelik montato dai soliti consiglieri europei
nemici dell'Italia, non solo fu irremovibile nel
non riconoscere il trattato, ma si diede ancor
più seriamente a contestare i confini trattenuti
dall'Italia, non accettando neppure quelli ridotti
proposti dairAntonelli.
Dopo vane trattative egli giunse perfino a
tendere un tranello ad Antonelli facendogli fir-
mare con inganno dei documenti scritti in ama-
rico nei quali veniva abolito completamente il
protettorato italiano; mentre invece gli aveva
promesso di accettarlo ancora per 5 anni.
Quando Antonelli si accorse dell' inganno,
protestò subito vivacemente; ma Menelik si
schermi, ritenendo tutto risolto secondo la sua
volontà.
Allora l'inviato italiano troncò le trattative e
abbandonava bruscamente lo Scioa, conducendo
seco anche gli altri rappresentanti italiani che
vi soggiornavano*
Da quel momento e sebbene Menelik scrivesse
subito in termini ossequiosi, ma senza cedere
nelle sue pretese, al re Umberto e al nostro
Governo, si può dire che le relazioni tra il no-
stro paese e lo Scioa preludevano ad una futura
guerra. Ciò fu anche comprovato dal fatto che
Capitolo VI. 35
avendo indi a poco l'Italia stipulato colFInghil-
terra e comunicato alle potenze due protocolli
(25 marzo e 15 aprile 1891) che le assicuravano
l'esclusiva ingerenza su tutta V Etiopia, com-
presa nel suo hinterland, si venne a sapere che
anche Menelik, in quel tempo aveva comunicato
alle potenze stesse i confini del suo impero in-
dipendente, comprendendovi anche parte dei ter-
ritori nostri e della costa Dancala.
Opportuna ta mente allora il Governo italiano,
dando ascolto ai consigli di Gandolfì e alle
profferte di Mangascià, sempre aspirante alla
corona imperiale, e sollecitante l'amicizia del-
l'Italia, decise di appoggiarsi a costui per in-
terpolo tra la Colonia e il Negus; ed il 6 di-
cembre 1891 sulle rive del Mareb ebbe luogo un
solenne convegno in cui il Governatore italiano
ed il capo tigrino, alla presenza di molti capi
delle due parti, e dello stesso ras Alula, sotto-
scrissero un patto di pace e di amicizia fra
loro.
In seguito a ciò Mesciascià Uorchié, gover-»
natore per Menelik di Adua, fece ritorno allo
Scioa e tutto il Tigre rimase nelle mani di Man-
gascià, che riconobbe all'Italia il confine del
Mareb-Belesa-Muna.
Intanto che la polica esterna della nostra Co-
lonia si dibatteva negli incidenti che la condus-
sero al trattato del Mareb, si era scatenato una
violenta bufera sulla sua amministrazione in-
terna.
Dalla revisione di un processo contro un certo
30 Capitolo VL
Mussa el Accad, ricco negoziante indigeno e
contro Ahmed kantibai, ex capo degli Habab,
già condannati entrambi come rei di tradimento,
erano apparse delle irregolarità imputate ad
alcuni funzionari e specialmente all'avvocato
Gagnassi, segretario coloniale ed al tenente Li-
vraghi, capo della polizia indigena. Per mezzo
di corrispondenze da Massaua si divulgarono
poscia in Italia altre gravi accuse di assassini
individuali e collettivi, di ricatti, di falsi e di
rapine, che si riversarono su l'uno o su Taltro
funzionario; ed infine anche Livraghi, fuggito
in Svizzera per timore d'arresto, pubblicò un
memoriale, che senza smentire i fatti, li addos-
sava alla responsabilità dei comandanti supe-
riori.
Ne successe uno scandalo enorme che ebbe
eco nel parlamento e porse l'esca agli avversari
della politica coloniale a intraprendere la cro-
ciata cóntro la nostra Colonia.
Il Governo italiano, presieduto da Rudini (sue
ceduto a Grispi nel gennaio 1891) mentre sotto-
poneva gli accusati Gagnassi e Livraghi ed altri
coimputati al giudizio del tribunale militare di
Massaua, deliberava di mandare nell'Eritrea
una R. Commissione d'inchiesta, perchè accer-
tasse le responsabilità amministrative intorno
ai fatti denunciati ed in pari tempo facesse, tutti
gli studi e le indagini che potessero illuminare
parlamento e paese sulle vere condizioni della
nostra Colonia.
La Commissione fu presieduta dal senatore
Capitolo VI. 'SI
Borgnini, e ne facevano parte Ton. Ferdinando
Martini, vice presidente, ed altri 11 membri tra
senatori, deputati e generali.
Essa compi diligentemente la sua missione, e
come in riguardo alla condotta dei funzionari
coloniali ebbe a sfatare in gran parte le gravi
accuse divulgate, avendo accertato che le ucci-
sioni illegali furono pochissime e attribuibili
più che ad altro alla gravità dei momenti che
attraversò la Colonia, cosi pure potè constatare
e riferire che questa in relazione al suolo, al
clima, agli abitanti, alle sue risorse economiche
<3d al suo stato di difesa si trovava in condi-
zioni tali da promettere, coi provvedimenti ne-
cessari e colle cure, un lieto avvenire, ed un
utile sfogo d'emigrazione per l'Italia.
Dopo il responso autorevole della commis-
sione, sanzionato per la parte morale dalla sen-
tenza del tribunale di Massaua che condannava
alcuni malvagi agenti, artefici di ogni malanno,
assolvendo Gagnassi e Livraghi, la Colonia ri-
posò per qualche tempo tranquilla.
Premendo nella patria le difficoltà finanziane
che minacciavano la solidità del bilancio, il Ga-
binetto Di Rudini si diede ad esplicare il suo
programma di raccoglimento, restringendo l'oc-
cupazione militare permanente al solo triangolo,
Massaua, Asmara, Keren, e destinando nelle
altre località capi indigeni e bande sorvegliate
da ufficiali residenti.
La miseria spaventosa regnante allora in
Abissinia rendeva innocuo il Negus; e Manga-
38 CupUolo VL
scià e Alula, bisognosi d'ogni cosa, amoreggia-
vano coiritalia.
Ogni pericolo sembrava scongiurato; ma sulla
sorte deirEritrea incombeva pur troppo la triste
volubilità del destino.
Al benemerito generale Gandolfi che aveva
raccolto in porto le forze giovani della Colonia,
con regio decreto 28 febbraio veniva sostituito
il colonnello Oreste Baratieri (nominato indi a
poco maggior generale) destinato a trascinare
ritalia in una formidabile guerra contro tutta
l'Etiopia.
CAPITOLO VII.
Baraiieri governatore. — Provvedimenti amministrativi. —
Esperimenti di colonizzazione agricola.
Baratieri era già stato in Africa heir 87-88
colla spedizione San Marzano, comandante di
un reggimento bersaglieri della brigata Bal-
dissera, e nel 1890-91, in cui era vice-governa-
tore sotto il suo predecessore Gandolfi.
Ancora relativamente giovane, prestante di
persona, gentile di modi, studioso e colto, de-
putato influente da parecchie legislature e can-
didato ministro più volte, brillante scrittore,
membro della società geografica italiana, go-
deva fama di essere uno dei migliori ufficiali
del nostro esercito, e gli accrescevano simpatia
il suo passato patriottico di garibaldino dei
Mille, e la sua origine di irredento trentino.
Perciò la sua nomina a governatore fu ac-
colta con viva simpatia tanto in Italia quanto
nella Colonia ove aveva lasciati gratissimi ri-
cordi di sé.
40 Capitolo VII.
Ed invero per molto tempo parve che il nuovo
Governatore corrispondesse pienamente alla fi-
ducia della patria.
Le, prime sue cure furono per il riordinamento
politico ed amministrativo della Colonia che si
protrassero con febbrile attività fino agli ultimi
giorni del suo governo, producendo in massima
dei buoni frutti.
Esaltò, per renderla più adatta alla fantasia ^
orientale, la propria carica di governatore, cir-
condandola di prestigio, di lusso, di seguito, di
cerimonie ; concentrò nelle proprie mani la
suprema direzione di tutti gli enti militari e
civili ed anche il comando dèlie truppe che
prima era stato affidato al suo immediato, co-
lonnello Arimondi ; e si fece poi assegnare
uno speciale bilancio unico coloniale per prov-
vedere a tutte le necessità dell'Eritrea senza
bisogno di ricorrere volta per volta ai relativi
ministeri.
Per la diramazione del potere governativo
istituì una serie d'uffici preposti ai vari rami
di servizio; cioè un ufficio politico militare cui
fu addetto il capitano Salsa donde emanava la
volontà del governatore e dove si accentrava
l'alta direzione di tutti gli altri servizi coloniali;
un ufficio centrale amministrativo, incaricalo
del bilancio, dei tributi, del servizio di cassa e
d'altri affini; un ufficio degli affari civili, inca-
ricato dei servizi di porto, posta, dogana, tele-
grafo, stato civile, igiene, culto, istruzione; un
ufficio demaniale per l'indemaniamento e gè-
Capitolo VII. 41
stione del suolo; un ufficio del consulente legale,
funzionante da avvocato erariale della Colonia;
come organi secondari governativi continuarono
a funzionare i R. R. Commissari preposti alle
zone sottozone e gli ufficiali residenti distac-
cati isolatamente in determinate località in-
terne od esterne ai confini della Colonia.
Le truppe furono riordinate in un battaglione
cacciatori italiani e 4 battaglioni indigeni con
2 squadroni e 2 batterie da montagna con re-
lativi servizi, e furono modificate spesse volte
portando la forza intorno ai 7 od 8.000 uo-
mini.
Fu creata la milizia mobile indigena che in
caso di guerra poteva dare 2.000 uomini, ed
un'altra speciale per gli europei dimoranti a
Massaua; furono riordinate infine ed aumentate
le bande armate e sottoposte al comando di
esperti ufficiali italiani, e destinate ad essere
sempre in moto pei servizi più avanzali.
L'ordinamento giudiziario olire ai tre tribu-
nali militari di zone, ebbe il conciliatore, il
f?iudice unico, un tribunale civile e penale, ed
un altro speciale funzionante da corte d'as-
sise.
Funzionarono inoltre per gli indigeni le as-
semblee dei cadi e dei capi, i residenti come
conciliatori, e speciali tribunali d'arbitrato.
In materia religiosa fu rispettata Y assoluta
libertà degli indigeni, e per gli Italiani ed i cat-
tolici in generale, Baratieri chiese ed ottenne
l'istituzione di una prefettura apostolica nelFE-
42 'Capitolo VII.
ritrea di cui fu investito dal Pontefice il padre
Michele da Carbonara.
Furono incoraggiati i commerci e le poche
industrie locali specialmente quella della madre-
perla che prosperò; si riordinarono i tributi
ricavando un cespite annuo di L. 250.000 d'en-
trata, si eseguirono lavori edilizi, di fortifica-
zioni, stradali e telegrafici e si diede un largo
impulso airindemaniamento ed alla colonizza-
zione agricola.
Il governo coloniale adottò il sistema di la-
sciare ai nativi mediante lievi compensi le terre
che già godevano e coltivavano, e si indema-
niarono invece quelle abbandonate e di incerta
proprietà. In tal modo potè in breve indema-
niare oltre a 4.500 Ettari di terreno che destinò
ai propri esperimenti agricoli.
Oltre ai tre poderi sperimentali già impiantati
nell'altipiano, si impresero prima per cura dello
stesso Franchetti, poscia per cura dell' ufficio
del demanio o di colonizzazione, altri esperi-
menti di colonizzazione privata, servendosi di
famiglie di contadini arruolate e fatte venire
dall'Italia, sovvenute di aiuti e facollizzate a
divenire, mediante lievi rateali rimborsi, pro-
prietari del suolo.
Questi coloni si impiantarono presso Godo-
felassé nel Seraé, ove costituissi un apposito
villaggio, e fin dai primi esperimenti trassero
buoni auspici e buoni frutti, specialmente di
grano, orzo, dura, fave, ceci, e d'altri cereali.
La coltivazione del suolo fu introdotta con
Capitolo VII. 43
profitto anche tra le compagnie dei soldati in-
digeni.
Ma le successive guerre paralizzarono nel
nascere i nuovi tentativi agricoli e ne rimasero
scosse per qualche tempo la fiducia e la vo-
lontà dei coloni con gran danno delle produ-
zioni e perdite negli interessi.
CAPITOLO Vili.
Imprese contro i Dervisci. — Battaglia di Agordut. — Con-
quista di Kassala.
Le prime lotte che ebbe a sostenere la Co-
lonia sotto il governo di Baratieri furono contro j
i Dervisci seguaci del Mahdismo.
Il trionfo dell'insurrezione Mahdista aveva
sottratto all'Egitto tutte le regioni deiralto Nilo
e creatone un vasto impero. indipendente di circa
2.000.000 di Km. q. e 10.000.000 di abitanti che
obbedivano al Mahdi.
Ma questo apostolo guerriero mori nel giugno
1885 nel colmo de' suoi trionfi, e sebbene il
kalifa suo successore, Abdullahi, riuscisse a
stringere in pugno la rivolta ed a guidarla per
qualche tempo con successo, l'impresa mahdista
ne riceveva un colpo tremendo che minacciava
la sua stabilità.
Per qualche tempo tuttavia durarono ancora
i successi, e si ebbero tra questi la presa di
Kassala, la conquista del Darfur, le vittorie
conlro l'Abissinia e le spedizioni trionfanti nel*
Capitolo Vili, 45
TEquatoria e nel Bahp el Gazai; ma poi T en-
tusiasmo cessò ed a poco a poco cominciò il
dissolvimento.
Il kalifa Abdullahi, creatosi una reggia a
Ondurmann nelle vicinanze di Kartum, aveva
inaugurato il regno del terrore e valendosi del
feticismo religioso, tiranneggiava e spogliava
spietatamente le popolazioni, lasciando che i
suoi emiri facessero altrettanto.
Le guerre, le rapine, le confische e la carestia
desolarono il Sudan e fecero strage di una metà
della sua popolazione^ mentre i superstiti ve-
dendo svanire senza alcun frutto le promesse
del Mahdi perdevano la fede e l'ardore guer-
riero.
In queste condizioni il Sudan venne a urtare
contro l'Eritrea. Dopo la severa lezione rice-
vuta ad Agordat nel giugno 1890 pareva che i
Dervisci avessero abbandonato ogni idea di
nuove imprese contro la Colonia e le tribù sue
amiche, ma l'istinto rapace e la fame ve li spin-
sero nuovamente.
Due anni dopo, cioè nel giugno 1892, un mi-
gliaio di essi usciti da Kassala si spingevano
Tino contro Agordat incendiando villaggi, deva-
stando campi e predando armenti e vettovaglie.
Ma accorse da questo forte il capitano Hidalgo
con 120 ascari e 200 uomini della banda del
Barca, ed incontrati i Mahdisti nelle vicinanze
di Serobeiti, li sbaragliava completamente, uc-
cidendone centocinquanta e ritogliendo loro la
preda fatta.
46 Capitolo Vili.
Irritato il- Kalifa per le due sconfìtte di Agor-
dat e di Serobeiti, nell'anno seguente decise di
intraprendere una nuova e più importante spe-
dizione contro gli Italiani, e ne affidò il co-
rnando al cugino Ahmed Ali, emiro del Ghedaref.
Questi radunò un esercito di oltre 10.000 fucili
e 400 lancie a Kassala e sulla metà di dicembre
1893 mosse improvvisamente verso Agordat col-
l'intenzione di spingersi su Keren e su Massaua.
Mentre si preparava ed avveniva tale inva-
sione, la Colonia viveva senza preoccupazioni
nella più grande tranquillità e lo stesso Gover-
natore era in licenza in Italia.
Ma vegliava il colonnello Arimondi, che potè
in tempo riunire in Agordat 2 battaglioni, 2
squadroni, 2 batterie e le bande del Barca, cioè
in tutto 2.400 uomini e 8 cannoni.
Alle ore 11 del 21 dicembre i Dervisci attirati
intorno al forte con molestie di pattuglie e bande
dei nostri, passarono il Barca, a valle di Agor-
dat, ed aggirando fuori tiro a nord delle posi-
zioni, lo ripassarono nuovamente a monte, por-
tandosi a tergo dei nostri ad est e sud est del
forte, tra i due villaggi detti Sabderat e Algheden
e lungo le linee di due torrentelli chiamati
Damtai e Inchierai.
Arimondi, rivoltata la fronte verso i Dervisci,
decise immediatamente l'attacco, e lanciò la sua
ala destra comandata dal colonnello Cortese, e
dal capitano Galliano contro la sinistra nemica.
Ma mentre Galliano con. provocante coraggio
riesciva a passare il Damtai, ricacciando i ne-
Capitolo Vili.
mici, gli si avventava una formidabile massa
di Dervisci che fecero strage del suo batta-
glione e lo costrinsero a ritirarsi, abbandonando
le artiglierie.
Arimondi allora rinforzò l'ala destra e la ri-
mandò airassalto, ed in pari tempo apri il fuoco
dal forte e schierò le sue riserve: ed intanto
che Galliano, compiendo prodigi di valore, ri-
prendeva la sua posizione e le sue artiglierie,
Arimondi lo secondò coniazione vigorosa su
tutta la linea.
Sotto il fuoco micidiale del piccolo corpo ita-
liano i Dervisci cominciarono a vacillare ed a
scompaginarsi. Allora Arimondi, ordinando una
grande conversione a sinistra verso il Barca,
li attaccò violentemente da tutte le parti, e dopo
due ore circa di feroce combattimento li co-
strinse, col fuoco e cogli assalti alla baionetta,
a ripassare il fiume in pieno sbaraglio e pre-
cipitosa ritirata.
Fu una delle più belle e complete vittorie
africane. 11 nemico perdette più di un migliaio
di morti tra i quali il duce supremo Ahmed
Ali, e quasi tutti gli emiri; un altro migliaio
d'uomini li perdette tra feriti e prigionieri, e
lasciò nelle mani dei nostri 73 bandiere, una
mitragliera, 700 fucili e molte lancie.
Dalla parte dei nostri caddero morti il capi-
tano Forno i tenenti Pennazzi Lincoln, e Golmia,
ed il furiere Profili, e rimasero feriti i tenenti
Mangiagalli e Brizio; tra gli indigeni si ebbero
5)8 morti e 123 feriti*
48 Capitolo Vili.
La lieta notizia provocò un grande entusiasmo
nella penisola, ove essendo in quei giorni al
posto del dimissionario Giolitti, ritornato Grispi
al potere, se ne trassero lieti auspici per la sua
politica.
Arimondi ebbe elogi universali e fu promosso
maggior generale per merito di guerra.
La battaglia d'Agordat dette una grave scossa
al potere del Kalifa che rimase spaventato del-
l'ardimento e del valore degli italiani. Si cre-
dette per un istante che egli si movesse alla
riscossa, ma poi si limitò a rinforzare Kassala
aspettando tempi più propizi.
Ma si appressava Torà fatale anche per questa
città; Baratieri, ritornato nell'Eritrea nel gen-
naio del 1894, vide nei nuovi orizzonti creati
dalla battaglia di Agordat l'opportunità di una
impresa contro Kassala per abbattere la base
d'operazione nemica contro la Colonia e non
tardò molto a proporla al Governo, ottenendone
l'autorizzazione, sebbene in base al protocollo
del 15 aprile 1891 non si potesse aspirare al-
l'annessione definitiva di detta città.
In seguito a ciò Baratieri il 12 luglio 1894
faceva radunare un corpo d'operazioni di poco
più di 2.500 uomini in Agordat, ed assuntone
il comando con a fianco il generale Arimondi,
lo conduceva cautamente e per sorpresa contro
Kassala.
Quivi presidiava una forza nemica di circa
1.000 fucili e 1.600 lancie, compresi 600 cavalieri
baggàra, e nessuno avea sentore dell'avanzata
dei nostri.
Capitolo VIIL 40
AlFalba del 17 luglio il corpo d' operazioni
italiano trovavasi presso la città, e l' avan-
guardia comandata dal maggiore Hidalgo attac-
cava subito un corpo -di cavalleria nemica che
scorazzava sulla destra, mentre il grosso se-
guiva disposto in quadrato.
Poco dopo, a sostenere l'avanguardia, usci dal
quadrato lo squadrone di cavalleria del capi-
tano Garchidio, e si slanciò alla carica contro
la cavalleria baggàra e riusci a fugarla, ma col
sacrificio di 18 ascari morti e dello stesso ca-
pitano.
In breve tutto il campo nemico corse alle
armi e si ingaggiò la lotta nel piano sotto le
mura della città e nella città stessa.
Baratieri fa avanzare tre compagnie in aiuto
di Hidalgo e queste, correndo con poderoso
slancio alla baionetta contro il campo nemico,
costringono i Dervisci a precipitosa ritirata
lungo il Gasc e verso TAtbara.
Poco appresso tutto il grosso delle truppe en-
trava in città dove cessava ogni resistenza, e Ba-
ratieri vi riceveva gli atti di sommissione dei
notabili e dai capi di tribù vicine.
1 nemici lasciarono in potere dei nostri 600
fucili, 700 lancie, 52 bandiere e 2 cannoni; ed
abbondanti magazzini di munizioni e di dura;
nel campo qualche centinaio di morti e feriti.
Le perdite dei nostri furono insignificanti.
La felice riuscita dell'impresa colmò di giu-
bilo ritalia ed il Governo, agognando al pos-
sesso definitivo della nuova conquista, ordinò
Melli. 4
50 Capitolo Vili.
che fosse annessa frattanto alla Colonia : Bara-
tieri la fortificò, lasciandovi un battaglione con
2 pezzi d'artiglieria, e poi fece ritorno a Massaua.
Questo novello strappo portato al dominio del
Kalifa lo colmò di ira' e di dolore, si che ne
giurò solenne vendetta, ma la paura degli ita-
liani ormai lo faceva tremare nella stessa ref^gia
di Ondurmann e non azzardò di marciare ad
una pronta riscossa.
Cosi i confini deir Eritrea si portarono dal
Barca al Gasc (corso inferiore del Mareb) a 399
km. da Massaua.
Ma la difficoltà di provvedere con mezzi ne-
cessari alla difesa e sicurezza di una regione
cosi lontana a contatto del Mahdismo, tra po-
polazioni deboli e di fede incerta, fu causa di
successive angustie alla patria, e mandava in
fumo ogni vantaggio sperato dall'impresa.
CAPITOLO IX.
Tentennamento della politica coloniale. — Missione Tra-
versi e Piano, a Menelik. — Denuncia del trattato d'Uc-
cialli. — . Mangàsciù va a fare omaggi a Menelik. — È
male accolto e consiglialo a scacciare gli italiani. — Suo
ritorno nel Tigre e suoi accordi con batah Agos pre-
posto dall'Italia a capo dell'Okulè-Ku.sai. — Ribellione
di costui. — Fatto d'armi di Halai e morte del ribelle.
Baratieri muove con|ro Mangascià e occupa Adua. —
Mangàsciù invade TOkulè-Kusai. — Giornate di Coati t
e Senafè.
La crisi economica e bancaria che negli anni
1892-93 angustiò la nostra patria costi'ingeva il
Governo ad una politica coloniale di raccogli-
mento, a mantenere l'Eritrea in pace ed a eli-
minare ogni sorta d'attriti coir Abissinia.
Per riuscire a ciò l'Italia, pur continuando
nella sua alleanza con Mangascià, cercò di ri-
stabilire delle buone relazioni col Negus, senza
però rinunziare alle sue antiche pretese. Infatti
nei primi del 1893, parti per lo Scioa il dottor
Traversi, recando doni e munizioni a Menelik,
per indurlo ad accordarsi coiritalia sulle basi
del protettorato e dei confini anche ridotti, come
52 Capitolo IX.
aveva già proposto TAntonelli; ma anche in
questa volta il Negus fu irremovibile; anzi per
togliere ogni speranza di accomodamenti, sug-
gestionato dai soliti consiglieri europei, di li a
poco, cioè nel maggio 1893, denunziò formal-
mente alle potenze il trattato d'Uceialli.
Sopravvenuto nuovamente al potere il Gabi-
netto Grispi di cui faceva parte come sottose-
gretario agli esteri lo stesso Antonelli, si riten-
tarono gli accordi con Menelik, inviandogli, con
proposte ancora più remissive circa i confini,
ma sempre fermi pel protettorato, e con nuove
offerte di utilità reciproche, il colonnello Piano,
l'antico prigioniero di ras Alula.
Ma anche questa missione come la prece-
dente, falli completamente.
Mangascià frattanto, che «veva accettato l'al-
leanza degli Italiani in odio al Negus, si era
impressionato dei nuovi amoreggiamenti di essa
coll'abborrito rivale, e spinto dal suo naturale
istinto di diffidenza, dagli ammonimenti di Me-
nelik, e dai consigli e dalle minacce di ras Alula
ostilissimo agli Italiani che lo avevano spo-
gliato de' suoi domini, cominciò a tentennare
ed a covare propositi di tradimento.
Ras Alula sorse in armi due volte contro il
suo signore, minacciando anche rappresaglie
contro gli Italiani, ma fu vinto ambedue le volte
da Mangascià e perdonato. Lo stesso fece Se-
bath deirAgamé, ma soccombette prigioniero
e fu relegato sull'Amba Alagi.
Ma alla fine anciie Mangascià, stanco e sfi-
Capitolo IX. 53
ciuciato dell'Italia, si lasciò adescare dalle lu-
singhe del Negus ed accogliendo i suoi continui
inviti, si recò accompagnato da ras Alula a
fargli atto di sommissione alla sua corte.
Mangascià giunse a Adis Abeba pochi giorni
dopo del colonnello Piano, e si presentò al
Negus col sasso al collo tradizionale, per im-
plorare perdono e protezione, e per avere la
corona regale del Tigre.
Ma il Negus e la regina Taitù e gli altri di-
gnitari scioani, tra i quali si era formato un
partito detto tigrino presieduto dalla Taitù,
ostilissima all'Italia, ebbero parole acerbe di
rimbrotto pel figlio di re Giovanni, e lo spin-
sero con ogni sorta di eccitazioni e di sarcasmi
ad emanciparsi dagli Italiani ed a cacciarli dal
Tigre se voleva poi meritare la corona.
Ras Alula invece fu onorato per la sua ini-
micizia coiritalia e trattenuto a corte.
E facile immaginare l'animo di Mangascià
dopo tale convegno. Ritornato nel Tigre si diede
subito a macchinare insidie contro 1* Italia,
mentre colla scusa di volere aiutare Baratieri
contro i Dervisci, faceva preparativi guerreschi.
Le mene e le congiure del Ras si infiltrarono
anche nell'interno della Colonia e fecero pre-
cipitare gli avvenimenti.
Governava la nostra provincia dell' Okulè-
Kusai in nome dell' Italia il celebre demac
abissino batah Agos, uomo di non comune in-
telligenza e valore, rinomato per geste avven-
turose, per la sua conversione al cattolicismo,
54 Capitolo IX.
per terribile inimicizia verso Mangascià, ed
Alula, e per preziosi servigi e prove di fedeltà
già date alla Colonia; e gli era a fianco come
residente, rappresentante del governo deir Eri-
trea, il tenente Sanguineti.
Presidiava in tutta la provincia, una sola
compagnia di truppe indigene, agli ordini del
capitano Gastellazzi, che era dislocata nel forte
di Halai.
inebriato dell'alta carica che esercitava, ed
ormai sdegnoso di quella tutela italiana che
tanto gli pesava, batah Agos diede ascolto alle
insinuazioni e alle promesse di Mangascià, che
a quanto si disse si servi per intermediari dei
padri lazzaristi francesi, e pensò di emanci-
parsi colla ribellione.
Il 14 dicembre 1894 egli fece improvvisamente
imprigionare il residente Sanguineti, e lanciato
un bando violento contro gli Italiani che qua-
lificò invasori e defraudatori del suolo abissino,
chiamò le popolazioni alle armi e si proclamò
signore indipendente deirOkulé-Kusai.
Appena Baratieri ebbe sentore dell' avveni-
mento, da Keren, ove trova vasi, ordinò subito
al maggiore Toselli di muovere contro il ri-
belle.
Il prode maggiore con meravigliosa alacrità
il mattino del 26 aveva già radunato tre com-
pagnie sotto Saganeiti, e quindi in attesa di
nuovi rinforzi in marcia, mandò ad intimare a
batah Agos la consegna delle armi e del tenente
Sanguineti.
Capitolo IX. 55
Air apparire improvviso delle forze italiane
che preveniva ogni suo disegno, ed airintima-
zione minacciosa di Toselli, batah Agos, ten-
tennò e si schermi, allegando scuse e proteste
di fedeltà e lagnanze contro il Sanguineti; ma
poi nella notte non volendo cedere, e senten-
dosi incapace di resistere, fuggi segretamente
coi propri uomini, e si diresse su Halai per
impadronirsi di quel forte e battervi e cattu-
rarvi la compagnia distaccata.
Toselli, entrato in Saganeiti, la trovò vuota,
ed intuita la situazione, mosse egli pure verso
Halai.
Quivi il capitano Gastellazzi forte di 250 uo-
mini, dopo aver respinto le intimazioni di batah
Agos, verso le 13.30 del giorno stesso, era stato
assalito da 1600 ^^ibelli e si difendeva con estremo
valore; ma verso le 16.45 sopraggiungeva da
tergo la colonna Toselli, e gli assalitori di Halai,
presi tra due fuochi furono pienamente scon-
fitti e sbaragliati, lasciando gran numero di
morti nel campo compreso lo stesso capo ri-
belle batah Agos.
In seguito a questa brillante operazione TO-
kulè-Kusai restò nelle mani di Toselli, che
provvide tosto a pacificarlo, e rimase pure li-
bero il tenente Sanguineti.
I superstiti ribelli invece ripararono presso
Mangascià che gli accolse premurosamente.
La pronta repressione dell'insurrezione scon-
certò Mangascià, che si affrettò a felicitarsene
con Baratieri, ma ormai appariva troppo palese
la sua connivenza con batah Agos.
56 Capitolo IX.
Baratieri gli mandò subito rintimazione di
consegnare i ribelli di Halai e di muovere, se-
condo gli accordi già convenuti, colle sue forze
contro i Dervisci; quindi essendo rimasto senza
risposta si preparò all'ostilità.
Raccolse un corpo di operazioni di circa 3.500
uomini in Adi Ugri ed il 26 dicembre mosse su
Adua ove entrò il giorno 28 ed intorno alla
quale poi si accampò sulle alture di Fremona.
Accorsero preti, frati e capi a far atto di som-
missione; Tecceghiè Teofilos si interpose paciere
presso Mangascià, ed anche il* Ras mandò mes-
saggi di pace; ma intanto s'armava in fretta e
furia, e con degli spostamenti verso il Mareb
accennava ad invadere la Colonia.
Ciò determinò Baratieri a ritirarsi da Adua
ed a concentrarsi ad Adi Ugri.
Ormai non v'era più dubbio; Mangascià con-
giunto con certo ras Agos dello Sciré s'avan-
zava con circa 12.000 fucili e 7.000 lancie verso
rOkulé-Kusai, con l'intenzione d'invaderlo e di
approfittare della recente insurrezione.
Baratieri dovette pensare a sbarrargli il passo,
e perciò il 12 gennaio si portò col corpo d'o-
perazioni a Goatit, quasi a contatto dell'esercito
nemico che aveva già varcato il confine del
Belesa.
Lo scontro era inevitabile. Nella notte dal 1-
al 13 il battaglione Toselli e le bande in avam-
posti si schieravano contro il nemico in dire-
zione est, ed all'alba del 13 anche quello di
Galliano e la bella batteria di Giccodicola si
Capitolo IX. 57
portarono in linea sulla sinistra, rimanendo il
battaglione Hidalgo in riserva dietro il centro
e presso il quartiere generale.
Appena la batteria si trova in vista ed a tiro
del nemico, che ancora ignora la vicinanza dei
nostri, comincia a fulminarlo con colpi mici-
diali e ben aggiustati che ne mettono il campo
in iscompiglio e lo fanno accorrere alle armi.
Non tarda molto ad impegnarsi anche la lotta
a fucileria ed i bravi battaglioni Toselli e Gal-
liano sostengono l'urto nemico con ammirabile
slancio e disciplina.
Il combattimento si fa sempre più vivace, e
dopo qualche tempo sul fronte est volge a favore
(lei nostri; ma intanto il nemico numerosissimo
ha potuto compiere con metà delle sue forze un
aggiramento nascosto verso nord, intorno all'ala
sinistra dei nostri, recandosi a minacciare le
spalle e la posizione stessa di Coatit.
Baratieri appena se ne accorge, chiamata in
linea la riserva, spedisce contro il corpo aggi-
rante il battaglione Galliano che si trova subito
seriamente impegnato; e quindi fatto un ultimo
sforzo vittorioso sul fronte, ordina un perico-
losissimo cambiamento di fronte da est a nord,
anche agli altri riparti.
Nell'esecuzione di questo movimento sotto il
tiro micidiale del nemico che riprende ardire,
le condizioni dei nostri si fanno assai critiche,
ed i riparti e lo stesso quartiere generale su-
biscono gravi perdite ; Baratieri teme quasi per-
duta la giornata, ed esponendosi con suprema
58 Capitolo IX.
audacia ai tiri nemici, par che cerchi la morte.
Ma lìnahnente le truppe possono schierarsi
nella nuova posizione, e con un fuoco formida-
bile, facendo prodigi di valore, riescono ad ar-
restare e ricacciare il nemico e salvare la po-
sizione pericolante di Coatit.
La sera del 13 cessarono le ostilità; e i due
corpi avversari si mantennero per tutta la notte
nelle loro rispettive vicine posizioni.
Il combattimento fu ripreso, iniziato dai Ti-
grini, all'alba dell'indomani, ma Baratieri stando
sulla difensiva, respinse tutti i loro attacchi, e
rese vani i loro sforzi.
Ormai le sorti delle due giornate erano decise.
Il grosso esercito tigrino era stato arrestato e
vinto dal piccolo corpo delle nostre truppe, e
per le perdite subite e pel difetto di munizioni
era costretto a ritirarsi ed a cedere il campo.
Ciò avvenne la notte stessa del 14, in cui
verso le ore 22 Mangascià abbandonò le sue
posizioni e si ritirò precipitosamente verso Se-
nafé.
Per completare la vittoria Baratieri dispose
allora per l'inseguimento; ed airindomani riu-
sciva a sorprendere il nemico nella predetta
località ed a fulminarlo coll'artiglieria, metten-
dolo in dissoluzione, e spaventando lo stesso
Mangascià, che dovette fuggire, lasciando la
sua tenda con carte ed altre robe nel campo
abbandonato.
Con questi bei risultati militari rOkulé-Kusai
ritornava definitivamente nelle mani dei nostri
Capìtolo IX. 59
\
e si chiudeva brillantemente il primo periodo
della campagna tigrina del 1894-95.
Mangascià vi perdette oltre a 2.000 uomini tra
morti e feriti, i nostri 123 morti fra i quali 3
ufficiali (tenenti Sanguineti, Scalfarotti e Ca-
stellani), e 192 feriti.
Prima di ritirarsi, Baratieri volle aizzare con-
tro Mangascià un capo indigeno nostro alleato
detto Agos Tafari, consigliandolo all'occupa-
zione dell'Agame, ciò che avvenne subito ; quindi
dopo aver ricevuto gli omaggi dei capi e del
clero, e disposto per la pacificazione ed il rior-
dinamento deirOkulè-Kusai, incaricandone il
maggiore Toselli, fece ritorno a Massaua tra il
plauso universale dei coloni.
In Italia la notizia delia brillante vittoria sui
Tigrini, provocò la più schietta gioia e Bara-
lieri ne raccolse lode universali e la promo-
zione a tenente generale per merito di guerra.
CAPITOLO X.
Nuove ostilità contro il Tigre. — Occupazione di Adigral
e di Adua. — Il Governo arresta le operazioni. — Bara-
tieri in Italia. — Onori tributatigli. — Sua intesa col Go-
verno. — Ritorna in Africa e occupa tutto il Tigre.
Le belle giornate di Coatit e Sena fé avevano
liberato la nostra Colonia dalla invasione dei
Tigrini, ma pur troppo non ne avevano assi-
curata la pace.
Da una parte Mangascià, sebbene per tener
buono il Baratieri, si affrettasse a scrivere a lui
ed al Re d'Italia lettere di scusa e di pace, era
tutt'altro che rassegnato alle due sconfìtte su-
bite ed a lasciare nelle mani del nostro al-
leato Agos Tafari l'Agame; e coadiuvato da
Tesfai Antalo, lo spodestato signore di questa
regione, si affannava in mille modi per rico-
stituire il suo esercito e per sollecitare gli aiuti
di Menelik: dall'altra parte Baratieri, preoccu-
pato di tali arineggii, e lusingato dai precedenti
successi, anelava ardentemente a debellare del
tutto il Ras.
Le nuove ostilità non tardarono a scoppiare.
Capitolo X. 61
Essendosi il Ras avvicinato ad Ausen per ten-
tare un colpo di mano contro T Agame, Bara-
tieri gli mandò un ultimatum per intimargli il
licenziamento dell'esercito; quindi, non ottenendo
che semplici scuse e vedendo invece che il Ras
proseguiva negli armamenti, decise di muo-
vergli contro.
Raccolto un corpo di truppe di circa 4000 uo-
mini a Senafè verso la metà di marzo, mosse
indi a poco alla volta di Adigrat ove arrivò
il giorno 25; in pari tempo, ma senza alcun
frutto, lanciava dietro a Mangascià fuggente il
tenente colonnello Pianavia e l'alleato Agos
Tafari designato capo dell'Enderta, i quali però
non riuscirono a raggiungerlo.
Disposto per Toccupazionè stabile e la for-
tificazione di Adigrat, Baratieri s' avviò subito
collo stesso intento e con altre truppe su Adua,
ove preceduto da un bando di pace e di per-
dono generale, entrò il 12 aprile accolto festo-
samente dai capi e dal clero, e poco appresso
volle far visita allo stesso santuario di Axum
per consacrare con un atto di religione i nuovi
possedimenti italiani.
Ma l'ardimento del Generale trovò opposizione
nel Governo italiano che ebbe timore di com-
plicazioni politiche e militari e di nuovi oneri
finanziari, proprio allora che a forza di stenti
si era appena ristabilito il pareggio del bilan-
cio, ed erano imminenti le elezioni generali po-
litiche indette col programma delle economie.
Baratieri strepitò, ma dovette rinunziare al-
62 Capitolo X,
rannessione d'Adua sebbene vi lasciasse vicino
per guardarla il battaglione del maggiore Ame-
glio. Cominciò quindi a bisticciarsi col Governo
per indurlo a concedergli aiuti ed assecondare
i proprii disegni, e s'inasprì fino al punto di
offrire due volte le dimissioni da governatore,
che non vennero accettate; finalmente -il Go-
verno impressionato delle insistenze di Bara-
tieri, lo invitò a Roma per accordarsi.
Nell'agosto 1895 Baratieri venne in Italia e vi
ottenne degli onori trionfali. Alla Camera fu
accolto dalle ovazioni dei deputati in piedi, ed
abbracciato dal Presidente. Fu ricevuto dal Re,
e gli uomini più eminenti del nostro paese an-
darono a gara per manifestargli la loro ammi-
razione.
Erano frattanto avvenute le elezioni politiche
favorevoli al Governo, perciò Baratieri potè ac-
cordarsi con esso facilmente ; ed ottenuto quanto
volle, nella seconda metà di settembre, pieno il
cuore e la mente di nuove imprese contro Man-
gascià, manifestando propositi bellicosi contro
lo stesso Menelik, fece ritorno a Massaua, se-
guito dai voti trepidanti del Governo e del
paese.
Appena sbarcato, chiamò alle armi la njilizit'i
mobile e poco appresso concentrò 7 battaglioni,
2 batterie e le bande in Adigrat, destinandoli,
senza preoccuparsi dei pericoli che potevano
derivarne, all'occupazione definitiva, ed annes-
sione di tutto il Tigre.
Mangascià fu sollecito a ritirarsi davanti alle
Capitolo X, 63
forze italiane e lasciò solo una piccola retro-
guardia di un migliaio d'uomini a Debra Ailat,
la quale fu raggiunta dalle truppe di Arimondi
il 9 ottobre e facilmente sconfitta e dispersa.
I Tigrini vi ebbero una ventina di morti, un
centinaio di feriti, e vi perdettero 200 prigio-
nieri e 1000 capi di bestiame; tra i nostri fu-
ronvi 11 morti ed una trentina di feriti.
Dopo questo scontro di ben lieve importanza,
si dispersero alcune orde di briganti, si sotto-
misero alcuni ribelli, si investirono e si premia-
rono i capi amici, si liberò ras Sebath dal-
l'Amba Alagi ; Makallè e Adua furono occupati
stabilmente, ed il Tigre fu annesso alla Colonia
Eritrea, ed affidato al comando di Arimondi, che
aveva poco più di 6000 uomini tra regolari e
bande, per custodirlo e difenderlo contro ai
nemici interni ed esterni.
Sulla fìXìQ di ottobre Baratieri, dopo essersi
recato a fare nuovo atto di sovranità ad Adua,
ritornava a Massa uà e rimetteva l'esercito nel
piede di pace, congedando la milizia mobile
come se tutto fosse tranquillo.
CAPITOLO XI.
(liierra Italo-Scioana. — Impreparazione dell'Italia. — Pre-
parazione dello Scioa.
Baratieri aveva appena proclamato rannes-
sione del Tigre e rimesso sul piede di pace
quel piccolo corpo di truppe che lo aveva oc-
cupato, quando apparve sulla soglia della Co-
lonia lo spettro tremendo dell'invasione scioana.
Però sebbene il fatale avvenimento da qual-
che tempo fosse preannunciato da varie fonti,
e si potesse anche intuire dalla tensione dei
rapporti tra l'Italia e Menelik, specialmente dopo
le ultime conquiste tigrine, l'Italia si trovò sor-
presa ed impreparata a sostenere l'urto.
La responsabilità di ciò fu da taluni attri-
buito ai governi, da altri ai governatori; ma
dall'esame dei fatti apparve evidente che essa
spettò non soltanto ad essi ma alla nazione,
intiera.
Durante la crisi finanziaria che dal 1890 in
poi afflisse la nostra patria, il Parlamento ed
il paese non solo non avrebbero concesso un
Capitolo XL 65
aumento di spese pei preparativi militari della
Colonia, ma avrebbero invece voluto ridurre
anche il magro bilancio assegnatole per farla
languire.
Viceversa si dimostrarono in massima con-
trari ad abbandonarla od a restringerla, e tut-
t'altro che disposti ad arrendersi alle imperiose
esigenze di Menelik.
Questa inconciliabilità tra i fini ed i mezzi,
non poteva a meno di produrre pessimi frutti,
né si può scusare la nazione di averla ge-
nerata.
Invece di appianare i dissidi con Menelik con
radicali decisioni, si preferi inviargli delle inu-
tili missioni diplomatiche ; fallite queste, invece
di pensare a fortificarci, si volle cercare d'in-
debolir lui, stringendo, senza mezzi adeguati,
accordi segreti con ras Maconnen, ras Mikael
ed altri capi etiopici; invece di riserbare le forze
contro lo Scioa, le si vollero sprecare nell'inu-
tile provocante conquista tigrina, sperando di
spaventare il Negus coU'eco delle nostre vittorie.
Tutte queste disposizioni avvennero d' inlesa
tra governatori che la proponevano, governi che
le accettavano, parlamenti che le approvavano
e paese che le sanzionava ; quindi la responsa*
bilità in maggior o minor grado, salvo le at-
tenuanti dell'inesperienza di una nazione gio-
vane come la nostra, spetta loro in comune.
Possono certo aver contribuito all' imprevi-
denza della nazione la grande fiducia che al-
lora essa nutriva per Baratieri, e la grande si-
Mblli. 5
06 Capitolo XL
carezza, non mai smentita, che e^li dimostrava
riguardo alla Colonia ; ma pur troppo anche
Tuomo cui sorrideva già l'aureola della gloria
non era all'altezza della sua posizione, e non
solo come governatore ma anche come c:e-
nerale.
Menelik invece prima di scendere in campo
contro l'Italia volle assicurarsi il successo con
un* eccellente preparazione militare. Approfit-
tando dei porti di Obok e di Gibuti si diede a
far acquisti su vasta scala di armi dei più re-
centi modelli, e col concorso di europei fece
istruire il suo esercito nell'adoperarle; in pari
tempo volle preparare un copioso vettovaglia-
mento con grandiose riserve di viveri e di
mandre rapite alla misera popolazione galla.
Quando poi Menelik ebbe pronto il suo eser-
cito impose la sua volontà anche ai capi di-
pendenti e riusci a formare contro Tltalia l'im-
mane unione di tutta l'Etiopia : fenomeno stra-
ordinario di cui non si ricorda l'uguale in tutta
la sua storia.
Fin da quando Mangascià si recò a Addis
Abeba, l'intervento scioano in suo favore era
già deciso; ma poi le sollecitazioni di Manga-
scià, la caduta della città storica di Adua e di
quella santa di Axum nelle mani degli Italiani
lo fecero precipitare.
Le prime mosse scioane si effettuarono nella
primavera del 1895, ma poi furono rimandate
alla stagione autunnale dopo il termine delle
pioggie.
Capìtolo XI. 67
Allora ras Mikael e ras Maconnen, interrotte
tutte le trattative coiritalia, si schierarono col
loro sovrano, e lo precedettero contro gli Ita-
liani ; ras Alula si mosse dallo Scioa portando
le orde degli sbandati Tigrini anelanti d'odio e
di vendetta ; ras Oliò, e Mangascià Atichim si
univano al figlio di re Giovanni, Menelik e il
re del Goggiam seguivano coi loro sterminati
eserciti.
Era tutta l'Etiopia che si riversava contro
l'Eritrea .
CAPITOLO XII.
Arimondi nel Tigre. — Gli Scioani intorno ad Ascianghi. —
Toselli ad Amba Alagi. — Il 7 dicembre 1895.
Si è già detto ciie il generale Arimondi la-
sciato da Baratieri comandante del Tigre, di-
sponeva di poco più di 6000 uomini tra regolari
bande e che con tali forze doveva provvedere
alla sicurezza interna ed esterna della vasta re-
gione, che da Adigrat e da Adua si stende fino
al corso del Tacazzé.
Quasi altrettanta forza in tutto rimaneva entro
i vecchi confini della Colonia, sparsa tra Mas
saua, Kassala e la linea Mareb-Belesa-Mana.
Arimondi investi ras Sebath capo dell'Enderta,
certo degiac Ali capo dell' Enda Moeni, pat-
tegiò con ras Agos dello Scirè e con altri capi,
disperse il brigantaggio, fortificò Makallé e
Adua, e slabili in Adigrat il comando del
Tigre.
Ma frattanto giungono notizie di grandi con-
centramenti di masse nemiche intorno al lago
Ascianghi.
Quivi Toselli mandato a sorvegliare la fron-
Capitolo XIL m
tiera con l'esigua forza di circa 2000 uomini,
apprende in modo non dubbio che a sud del
predetto lago affluiscono grosse colonne abis-
sine e scioane e che s'avanzano verso la Co-
lonia sotto il comando supremo di ras Macon-
nen che precede il Negus.
Le informazioni di Toselli e di Arimondi sono
però ritenute esagerate e poco allarmanti da
Baratieri, che si limita a predisporre un con-
centramento di circa 6000 uomini a Makallé,
giudicati sufficienti contro tutti i ras.
Chiama poi sotto le armi la milizia mobile,
e mobilita le altre truppe ai suoi ordini, e fi-
nalmente il 3 dicembre egli stesso parte da
Massaua per Adigrat senza preoccupazioni.
Infatti egli credeva di andare a trattare la
pace, non solo perché Maconnen prima di par-
tire dairHarrar gli aveva scritto di venire nel
Tigre per abboccarsi con lui per intendersi; ma
anche perchè lo scaltro Ras, appena giunto a
Balomata a sud di Ascianghi, il 26 novembre
gli aveva spedito un'altra lettera, recapitatagli
il 3 dicembre all'Asmara, colla quale gli chie-
deva un colloquio personale per evitare la
guerra.
Baratieri credette, e rispose al Ras accettando
il colloquio; delegando, intanto che gli arrivasse
la risposta, telegraficamente Toselli ad avver-
tirlo in proposito ed a predisporre ogni cosa.
Toselli si mise tosto in comunicazione con
Maconnen e per alcuni giorni vi fu uno scam-
bio di messaggi fra i due campi; ma il Ras
70 Capitolo XIL
subito tentennò, né volle decidersi a sospendere
la marcia d'invasione, né a far proposte con-
crete pel colloquio con Baratieri.
Toselli dopo essersi ritirato presso i piedi di
Amba Alagi, vista la mala fede e la continua
avanzata di Maconnen, gli impose di decidersi
alle pratiche di pace, e di ritirarsi frattanto ad
Ascianghi; ma si ebbe in risposta l'intimazione
minacciosa di sgombrare il passo per Ma-
kallé.
11 rifiuto sdegnoso di Toselli rese inevitabile
lo scontro e venne cosi decisa la prima prova
d'armi tra lo Scioa e l'Italia, che in seguito a
due inesplicabili incidenti esponeva al sacrificio
un piccolo corpo di 2000 uomini contro un eser-
cito di 35000.
Risulta dal rapporto del generale Arimondi
che avendogli Toselli, alcuni giorni prima,
chiesto il permesso di ritirarsi dalla posizione
di Relegò, troppo avanzata e pericolosa e di
portarsi ai piedi di Amba Alagi, egli lo aveva
autorizzato a portarsi anche più indietro se-
condo le circostanze. Nella relazione di Bara-
tieri si afferma invece che il testo del tele-
gramma quale fu trasmesso dall'ufficio telegra-
fico, autorizzava soltanto il ripiegamento fino
all'Amba.
Emerge in pari tempo dai predetti documenti
che il 5 dicembre Arimondi senza il permesso
di Raratieri promise a Toselli di recarsi in suo
soccorso, ma essendone poi stato impedito dal
Raratieri stesso, mandò a revocare la prò-
Capitolo XIL 71
messa da un messo che però non giunse a de-
stinazione.
Questi due incidenti, le cui cause non si potè-
rono chiaramente conoscere, furono senza dubbio
quelle che spinsero il prode Toselli ad affrontare
la pugna, ritenendosi egli non soltanto autoriz-
zato dal telegramma a tenere l'Amba, ma anche
confortato a rimanervi colla promessa di aiuti
che non potè essere revocata.
In queste condizioni e con questi prece-
denti Toselli si dispose a sostenere l'urto degli
Scioani.
Egli disponeva come prima si è detto di soli
2000 uomini circa, cioè di tutto il 4° battaglione
indigeni (capitani Canovetti, Issel, Ricci e te-
nente Bruzzi) di una compagnia del 3° (capitano
Persico) di una centuria del 6» (tenente Pagella)
di due sezioni d'artiglieria (capitano Angherà)
e delle bande tigrine di Sebath e Ali, di quelle
mussulmane del capo dancalo Sceik Tahla, e di
quelle deU'Okulé-Kusai (tenente Volpicelli).
Amba Alagi é una gigantesca massa grani-
tica a pareti quasi verticali, che si eleva iso-
lata, a circa 400 Km. da Massaua nella grande
dorsale che forma l'orlo orientale dell'altipiano
etiopico.
Sul fronte meridionale dell'Amba stendesi uno
spianato che domina la valle di Atzalà; dagli
altri lati si diramano balze e speroni, e contro
a questi, dalla parte orientale serpeggia la cosi
detta via inglese.
Ma altre due stradicciuole latex^ali ad arco,
72 Capitolo XII.
distaccatesi dalla predetta via oltre Atzalà, l'ag-
girano sui fianchi est ed ovest, e dopo aver toc-
cato i colli di Felegà e Togorà, le si ricon-
giungono.
Toselli la sera del 6 schierò le proprie forze
distaccando ad est la banda di ras Sebath e
degiac Ali con 350 fucili a difesa del colle di
Felegà, e la banda di sceik Tahla, di forza
quasi uguale , ad ovest contro il colle di
Togorà.
Dispose poi le altre truppe tra queste due ali,
colla compagnia Ganovetti in avanguardia,
verso Atzalà, la compagnia Issel sul davanti,
a sinistra dell* Amba la compagnia Persico,
l'artiglieria sulla spianata anteriore, e sulla
destra le bande deU'Okulè-Kusai.
Le altre due compagnie e la centuria fu-
rona lasciate in riserva ai piedi dell'Amba.
Alla mattina del 7, verso le ore 6 V2 ^^o^^
stormi di abissini si lanciano contro i nostri
piccoli posti e contro la compagnia Ganovetti
che li arresta bravamente col fuoco, e quindi,
in base alle istruzioni di Toselli si ritira sulla
sinistra dell'Amba. Poco appresso una grande
massa con ras Oliè irrompe contro le bande di
ras Sebath sulla nostra sinistra e dopo un
vivissimo fuoco le costringe a ripiegare verso
destra.
Si impegnano allora contro la massa di Olié
anche le compagnie Issel e Ganovetti e com-
battendo con bravura riescono ad arrestarlo. Ma
verso le 10 un'enorme massa soioana di oltre
Capitolo XIL 73
15.000 uomini, agli ordini di ras Maconnen, ap-
pare improvvisamente, e s'avanza sul davanti
dell'Amba; ed altre grandi forze con ras Alula
e Mangascià, si gettano sul lato ovest contro le
bande di sceik Tahla e di Volpicelli.
Ormai l'investimento è completo ed il com-
battimento si fa generale; ma le condizioni dei
nostri si fanno assai critiche.
All'attacco della massa frontale segue la ri-
presa di quelle di sinistra, ed anche sulla de-
stra ras Alula si scaglia contro le bande Vol-
picelli e contro sceik Tahla che presto si
sbanda.
Toselli chiama sul davanti i due corpi di ri-
serva e manda la centuria Pagella in aiuto a
Volpicelli, e speranzoso dei rinforzi promessi
(che manda spesso a cercare dal -suo aiutante
maggiore) si oppone con indomito coraggio al-
all'urto di tante forze nemiche.
1 valorosi battaglioni indigeni e le batterie,
animati dall'esempio dei loro capi, combattono
con ammirabile bravura e producono strage
sul campo nemico; ma anche le loro esili file
sono in breve decimate dalla morte e si inde-
boliscono sempre più.
Si prosegue tuttavia nella strenua difesa, e
p:raduati e soldati gareggiano di disciplina, di
coraggio e nello sprezzo del pericolo; l'artiglic-
na ammirevole sfolgora e fa squarci tremendi
nelle file nemiche, irrompono i fuochi di fuci-
leria, in alcuni luoghi si pugna ad arma bianca
ed avvengono dei terribili episodi di valore ;
74 Capitolo Xn.
cosi che il nemico resta spaventato da tanta
eroica resistenza ed in alcuni punti già cede.
Ma poi riprende vigore e verso mezzogiorno
si avventa sui pendii dell'Amba fatale togliendo
ogni speranza di resistenza.
Preclusa ormai la via inglese, resta un unico
sentiero che scende a nord ovest dell'Amba, e
Toselli, ormai disperato, comincia a incolon-
narvi alcune donne e feriti ; ma indi appresso
anche quest'ultima via di scampo è minacciata
e bersagliata dai nemici avvolgenti.
Accorre il tenente Manfredini con 2 pezzi e
spara a mitraglia a bruciapelo contro le orde
nemiche; ma ormai la lotta é cambiata in ma-
cello, e non valgono i prodigi di valore in-
dividuale e collettivo a risparmiare un'eca-
tombe.
Gli ufficiali cadono quasi tutti alla testa dei
loro riparti, le batterie sparano gli ultimi colpi,
poi sono precipitate dagli stessi artiglieri nelle
voragini, da per tutto piove la morte, echeg-
giano gli urli selvaggi, le grida furenti e ge-
menti.
Toselli già ferito in più parti, commette al
suo aiutante maggiore Brodrero il comando;
poi rivolgendo la fronte al nemico, aspetta il
colpo estremo e muore creando la leggenda e
la poesia intorno al suo nome.
Gli Abissini pagarono cara questa prima loro
vittoria perché vi perdettero non meno di 3O00
uomini tra morii e feriti. Da parte nostra si
ebbero circa 1500 morti tra cui 20 ufficiali, e si
Capitolo XII. 75
poterono salvare soltanto i tenenti Pagella, Bo-
drero e Bozzani con circa 300 ascari che si di-
ressero verso Makallè.
Giunti presso Aderà a circa 12 Km. da Amba
Alagi trovarono il generale Arimondi, che final-
mente, ma troppo tardi, aveva ottenuto il per-
messo di muoversi in soccorso di Toselli.
Ariraondi disponeva di circa 2000 uomini e
con essi potè arrestare l'avanguardia nemica
che seguiva da presso i superstiti predetti, per-
dendo nel combattimento 1 morto e 15 feriti, ed
avendo egli stesso ucciso il cavallo.
Si ritirò quindi sempre molestalo in Makallè,
ove il 18 dicembre affidò il comando del forte
all'invitto maggiore Galliano con 20 ufficiali,
1^ sottufficiali, e 150' soldati italiani e circa
1000 ascari, e prosegui col rimanente, tra le
rappresaglie delle popolazioni in armi che gli
uccisero un soldato ed alcune donne, fino ad
Adagamus, a sud di Adigrat, ove giunse il
mattina.
CAPITOLO XIII.
Conseguenze di Amba Ahigi. — Baratieri ad Adigrat. — Gal-
liano a Makallè. — Memorabile assedio e liberazione.
La dolorosa giornata di Amba Alagi ebbe per
conseguenze : politicamente, l'immediato sgom-
bro per parte dell'Italia di quasi tutto il Tigre,
(tranne Makallè e l'Agame e compresa la slessa
capitale Adua), la sfiducia generale degli
animi, il voltafaccia degli incerti, l'insurrezione
armata degli avversi; militarmente, la perdita
di un terzo delle truppe del Tigre, la dissolu-
zione delle bande, e la scissione delle poche
forze rimaste, parte in Makallè e parte in Adi-
grat e Adagamus, 118 Km. più indietro.
In queste posizioni si raccoglievano pure in
fretta e furia le poche truppe mobilitate al di
qua del Mai'eb, e cogli scarsi mezzi disponibili,
si organizzava alla meglio un servizio di tra-
sporti per premunirle e vettovagliarle, onde de-
stinarvi i rinforzi dell'Italia.
Baratieiù che il 7 dicembre trovavasi ancora
a Barakit, cioè a più di 200 Km. da Amba
Capitolo XIII.
i i
Alagi, riversò la Qolpa del triste evento sul ge-
nerale Arimondi, accusandolo di aver lasciato
combattere Toselli cosi isolato in avanti men-
tre egli aveva ordinato di concentrare la di-
fesa intorno ad Adigrat; di aver dato origine
agli equivoci che trassero Toselli in errore; di
aver mantenuto contro le sue istruzioni la po-
sizione cosi avanzata ed isolata di Makallé che
avrebbe prodotto seri imbarazzi alle future ope-
razioni militari.
Egli si accalorò tanto da allontanare persino
Arimondi dal teatro delle operazioni destinan-
dolo invece a Massaua pel ricevimento dei rin-
forzi dairilalia.
Ma pure ammettendo che la condotta di Ari-
mondi intorno al fatto di Amba Alagi non sia
stato immune da qualche errore causato dalle
mal definite sue attribuzioni ed anche da diffe-
renza di vedute, bisogna pure confessare che in
tale occasione anche quella del Governatore
non fu lodevole; perché invece di recarsi in
tempo <il suo posto là dove ferveva il pericolo
ed urgeva la difesa, e dove colla sua presenza
avrebbe potuto prevenire gli errori altrui, seno
stette fino agli ultimi giorni tranquillamente
a Massaua, lasciandosi facilmente sorprendere
dagli avvenimenti.
Alcuni vollero anche incolpare Toselli di aver
accettato il combattimento di sua iniziativa e
contro gli ordini superiori ; ma gli incidenti del
telegramma speditogli e degli aiuti promessi e
non revocati, e più che altro il fatto che durante
"8 Capitolo XIIL
la lotta egli mandò più volte il suo aiutante
maggiore a vedere se tali aiuti arrivavano, lo
escludono chiaramente.
Davanti a persone viventi ed a sacre tombe
recenti la ricerca delle vere responsabilità in-
torno al fatto è più che mai difficile. Forse esso
fu preparato dall'inesperienza generale, forse fu
una dolorosa fatalità serbata alla nostra patria.
Appena questa ebbe notizia del triste evento.
provò una grande scossa, ma invece di abban-
donarsi ad inutili lai, si preparò degnamente
alla rivincita.
11 Parlamento conservò la fiducia nel Go-
verno e questo in Baratieri, e si votò un cre-
dito di 20 milioni per ripiantare la bandiera
italiana là dove era stata tolta. Cifra irrisoria
a tanto scopo !
Ma se anche Governo, Parlamento e paese,
pur ignorando le vere necessità, si mostravano
cosi ben disposti ad un programma di rivin-
cita, Baratieri invece era tutt'altro che prepa-
rato e pronto a svolgerlo. *
Avvenne cosi, che mentre il Governo lo tem-
pestava d'offerte d'aiuti e rinforzi, egli si trovo
subito imbarazzato a concretare l'entità de'suòi
bisogni, e si limitò a chiedere pochi battaglioni
e poche batterie, più per condiscendenza, che
per convinzione.
Malgrado le sue titubanze il Governo fu però
sollecito a spedire in Africa 14 battaglioni e
5 batterie complete, che partendo da Napoli
nella seconda quindicina di dicembre, poterono
Capitolo XIIL 79
arrivare a Massaua stilla fine dell' anno e ad
Adigrat verso il JO gennaio.
Ma intanto Tonda scioana che aveva urtato
od infranto lo scoglio di Amba Aiagi, si era ri-
versata contro il presidio di Makallè, fortificato
su un colle a sud della città, al centro della bella
conca che la contiene.
Su quel colle, intorno ad una vecchia ridotta
ivi già esistente, il prode Toselli aveva fatto eri-
gere due altre cinte, il tutto battezzando col
nome di forte Enda Jesus.
I fianchi del colle scendevano ripidi sopra
burroni, ove ad est e ad ovest scaturivano due
sorgenti d'acqua ali menta trici del forte. Dagli
stessi lati, restringendosi la conca di Makallè,
cominciavano le tortuose pendici delle alture
laterali, su una delle quali, Qd est, era stata
eretta, a circa un Km. un'altra piccola ridotta
per guardare il fianco della posizione.
Galliano si era subito accinto col suo batta-
glione a completare le opere di difesa del forte,
a raccogliere acque e derrate, a impiantare forni
e cucine, a costruire banchine, a collocare mine,
a sgombrare intorno il campo di tiro, ed ani-
mato dai più fieri propositi di resistenza aspet-
tava il nemico.
Le prime pattuglie scioane furono osservate
fin dairS dicembre intorno a Scelicot, prece-
dendo la lenta marcia nemica.
Come prima di arrivare ad Amba Alagi, cosi
prima di giungere a Makallè, Maconnen il 12
dicembre, mandò nuove proposte di pace a Ba-
80 Capitolo XllL
ratieri, colla condizione di sgombrare il Tigre
e con sibilline concessioni provvisorie di terri-
tori anche a sud del Mareb ; ma il Governo ita-
liano era tutt'altro che disposto a ciò, che anzi
si disponeva alla rivincita ed alla rioccupazione
di Amba Alagi.
Cosi dopo un vano scambio di messi e di
cortesie tra Galliano e Maconnen, le trattative
s'interruppero bruscamente con una violenta
intimazione del Ras di spedirgli nuovamente il
nostro intermediario tenente Partini, e con una
vibrata e fiera .negativa del Maggiore.
E si ricorse alle armi.
Il giorno 7 gennaio 1896, un mese preciso
dopo il combattimento di Amba Alagi, verso le
ore 10 la pianura a sud del forte venne invasa
improvvisamente da numerose masse nemiche,
e poco appresso sorse un accampamento, in cui
una grande tenda rossa annunciava T arrivo
del Negus.
Mezz'ora dopo numerosi stormi di nemici si
avanzarono fino al villaggio di Enda Jesus al-
quanto k sud del forte, e vi attaccarono la nostra
avanguardia, che dovette ritirarsi.
In pari tempo altre forze nemiche girando ad
est attaccarono la piccola ridotta ivi esistente,
ed i due buluk di nostri indigeni che la difen-
devano dovettero ritirarsi anch'essi, facendola
però prima saltare colle mine.
Galliano fece rioccupare più tardi il vil-
laggio e la ridotta, ma poi fu costretto a ri-
nunziarvi.
Capitolo XllL 81
Verso le ore 16 tutte le alture di sinistra si
coponaropo di fìtte masse nemiche che soste-
nute da una buona artiglieria piazzata a 1700 m.
diedero il prirup assalto al forte, avvicinandosi
fino ai burroni dell'acqua.
S' impegnò un terribile combattimento che
durò fino all'imbrunire, ma alfine la vigorosa
resistenza dei nostri rese vani gli sforzi dei
nemici che fulminati dagli efficaci tiri del forte
dovettero ritirarsi dietro le alture.
Ritornarono all'assalto il giorno dopo e furono
più fortunati.
Malgrado gli sforzi degli assediati, ed i loro
tiri micidiali, i nemici, subendo grandi perdite,
poterono insinuarsi tra gli ondulamenti del
suolo e riuscire ad occupare le sorgenti del-
l'acqua, dove, essendo protetti dall'angolo morto
»li tiro, erano invulnerabili.
Altri attacchi vennero ritentati il giorno 9 ed
alla notte dal 9 al 10, ed altri ancora più vigo-
rosi nella notte dal 10 all'U in cui i nemici
tentarono perfino audacemente la scalata del
forte; ma l'eroico battaglione degli assedisiti li
respinse sempre, infliggendo loro, specialmente
nell'ultima notte, delle perdite gravissime.
Menelik, impressionato dell'eroica resistenza
e delle perdite subite, decise di rinunziare ad
ulteriori attacchi e di aspettare che il forte si
arrendesse per sete.
Ed invero le sue condizioni si erano fatte tri-
stissime: già perduti tra morti e feriti un cen-
tinaio di difensori, devastate le cinte e le arti-
Mblli.
82 Capitolo XIIL
glierie, scarseggianti le. munizioni e le vettova
glie, quasi esaurita l'acqua, ed il nemico in-
grossava sempre più, toccando ormai la cifra
di 100.000 combattenti.
Rimaneva la speranza di soccorsi dal campo
di Adigrat, ma Baratieri che pur avrebbe vo-
luto accorrere alla liberazione degli assediati,
era impotente a muoversi, non tenendo a sua
disposizione che 6000 bianchi e 1000 indigeni
non ancora, specialmente i primi, ordinati e
pronti.
Ormai la difesa del forte, per la questione
dell'acqua, era diventata insostenibile, ed una
tremenda sorte incombeva certo a Galliano ed
al suo battaglione; l'opinione pubblica italiana
estremamente commossa seguiva con ansia le
fasi del glorioso assedio e trepidava dell'esito
finale, quando a levar tanti spasimi dal cuore
della nazione accorse preziosa l'opera diplo-
matica del cav. Felter, italiano già residente
all'Harrar e amico di Maconnen, e poi sfrat-
tato in odio all'Italia.
Approfittando de' suoi continui inviti al campo
scioano per trattare la pace, Felter si recò
presso il Negus e Maconnen, e facendo loro ba-
lenare la speranza di concluderla, patteggiò lo
sgombro di Makallé, che essi, già stanchi e spa-
ventati dalla tenace resistenza e dalle perdite
gravissime subite, si affrettarono ad accordare.
Le condizioni furono onorevolissime : uscita
del presidio coli' onore delle armi, con tutti i
materiali, con donne e feriti, e ritirata libera
Capìtolo XHL m
al campo di Adigrat, e ciò senza alcun altro
vincolo che impegnasse le future azioni di Gal-
liano e dei suoi soldati, e senza alcuna spesa
tranne quella di 29000 talleri per acquistare e
noleggiare i quadrupedi necessari allo sgombro.
Vi fu solo promessa reciproca di riaprire ne-
goziati di pace, che, come si vedrà poi, non
ebbe seguito.
In base ai predetti accordi il 21 gennaio il
forte fu sgombrato, e gli eroici difensori furono
condotti al campo di Maconnen.
L'assedi») di Makallé costò ai difensori 30 morti
e 70 feriti, tutti indigeni, al nemico non meno
fli 2000 morti. Galliano vi si immortalò e vi
ottenne la promozione a tenente colonnello per
inerito di guerra.
CAPITOr.O XIV.
Operazioni militari dopo lo sgombro di Makallè. — Diffi-
. colta nel campo italiano. — Avanzata del Negus verso
Adua. — Il battaglione Galliano già tenuto in ostaggio
è liberato. — Baratieri, tagliato fuori, deve ritirarsi e
fronteggiare Adua. — Spostamenti fino a Sanrià — Il
Negus nella conca di Gandapta.
L'Italia saluto con entusiamo la liberazione
fli quel piccolo presidio che aveva destalo
l'ammii^azione del mondo, e continuò a secon-
dare con fiducia non scevra di preoccupazioni,
gli sforzi del Governo nel condurre la cam-
pagna.
Furono pertanto inviati in Africa nuovi bat-
taglioni ed altre batterie, cosi che verso la fine
rli gennaio si trovavano già radunati tra Ada-
gamus e Adigi^at circa 9000 uomini bianchi e
10000 indigeni e 40 pezzi di artiglieria, ed altri
rinforzi erano già in viaggio per mare o per
l'altipiano, ed alti'i ancora in preparazione a
Massaua ed a Napoli.
A capo degli indigeni veniva destinato il co-
lonnello, promosso indi a poco generale, Matteo
Capitolo XIV. 85
Albeplone ; Arimondi assumeva il comando di
una brigata di bianchi e cosi pure il generale
nuovo destinato in Africa Vittorio Dabormida.
Con una batteria di mortai veniva quindi in-
vialo in Africa anche il generale Giuseppe
Ellena , il quale più tardi assumeva il co-
mando di un'altra brigata bianca. Li seguivano
lutti i vecchi ufficiali d'Africa già compagni di
Baratieri nelle precedenti campagne tigrine ed
i colonnelli Stevani, Brusati, Romero, Nava, Ra-
gni, Airaghi, col fiore deiresercito.
Il Governo progettò pure una diversione sul-
THarrar da Zeila ed una minaccia sul fianco
nemico da Assab, ma poi vi rinunziò dirigendo
tulli i suoi sforzi nel Tigre.
Senonché la necessità di dovere improvvisare
ogni cosa creava difficoltà enormi, e T insuffi-
cienza dei servizi logistici e del vettovagliamento
ostacolava Tingrossamento del corpo d' opera-
zioni fronteggiante il nemico.
L'intendenza riforniva il corpo d'operazioni
per due vie: Massaua-Asmara-Adi Caie, e Mas-
sa uà- Arki co- Adi Gaie; lungo le quali erano sta-
biliti numerosi comandi di tappa.
Ma i quadrupedi erano pochissimi, circa la
metà del bisogno, né se ne potevano facilmente
trovare ; i conducenti italiani poco esperti, quelli
indigeni svogliati e preoccupati dalla sorte della
guerra ed i magazzini scarseggianti.
Cosi il servizio viveri cominciava a difettare,
a poco per volta si consumavano le riserve e
si esaurivano le riserve locali, ed incombeva
minaccioso l'avvenire.
86^ Capitolo XIV.
Difettavano persino i servizi del vestiario e
deirequipaggiamento, di pulizia e riparazione,
creando imbarazzi ai liberi movimenti delle
truppe e causando qualche disordine nocivo al-
l'estetica ed alla disciplina.
Contribuiva pure a indebolire i riparti il me-
todo adottalo di reclutare le truppe parte tra i
volontari e parte fra sorteggiati, inquadrandole
poi tra graduati nuovi e sconosciuti che non
potevano esercitare sui soggetti tutta Tinfluenza
desiderata.
Disgraziatamente poi serpeggiava tra alcuni
capi la sfiducia in Baratieri, e un deleterio dua-
lismo tra lui e Arimondi concorreva ad aumen-
tarla.
Buono era lo spirito delle truppe, che sebbene
alquanto oppresse dall'attesa e dalle privazion
d'ogni specie, eran pur sempre disciplinate e de
vote ai capi, senza preoccupazioni e suscettibil
d'entusiasmo alla speranza del combattimento
In complesso, adunque, tutto il corpo d'ope
razioni italiano, sebbene l'indole buona del no
stro soldato affidasse in bene, risentiva dei dann
di una mancata preparazione, e di una costitu-
zione frettolosa e imperfetta.
Probabilmente, a tutto ciò, 'si sarebbe, almeno
in parte, potuto rimediare se la direzione stra-
tegica fosse stata molto illuminata; ma neppure
questa, disgraziatamente, rispondeva alle esi-
genze della situazione.
Il piano di guerra stabilito da Baratieri quando
non conosceva ancora V entità dell' invasione
Capitolo XIV. 87
scioana era già stato sconcertato da Arimondi
in riguardo ad Amba Alao:i e nel lasciar presi-
diata Makallé; ed era addirittura insufficiente
non soltanto alla difesa di quelle Provincie ti-
grine che si volevano mantenere, ma anche di
quelle eritree al di qua del Mareb, p^rte delle
quali, come il Seraè, rimaneva scoperta per la
via di Adua.
Si immagini il teatro di guerra tra i due
corpi avversari disegnato da un triangolo ret-
tangolo che abbia il suo vertice, sud, in Ma-
kallé e la sua base in una linea che da est a
ovest congiunga Adigrat e Adua.
Lungo il cateto verticale Adigrat-Makallé
(118 Km.) per la dorsale orientale dell'altipiano
etiopico serpeggia la storica via inglese, onde
sir Napier, nel 1868 si recò da Zula a Magdala
a debellare Teodoro; strada difficile ma relati-
vamente buona e principale per quei luoghi,
sbarrata a sud di Adigrat dalle formidabili al-
ture di Adagamus.
Lungo il cateto obbliquo Makallé-Adua passa
altra via più difficile che per le valli del Ghe-
ralta, e THaramat conduce ad Ausen e a Adua
(circa 160 Km.).
Baratieri, che aveva stabilito il perno della
difesa della Colonia intorno ad Adigrat, sperava
che dopo lo sgombro di Makallé il Negus ve-
nisse ad urtare per la via inglese, in Adagamus
e Adigrat ; ma questi preferi invece la via del-
Valtro cateto, rimasta scoperta; e si diede ad
avanzare indisturbato verso Ausen e Adua sul
88 Capitolo XIV.
fianco destro dei nostri, che rimanevano cosi ta-
gliati fuori, e lasciavano anche scoperte le Pro-
vincie occidentali della vecchia Colonia al di
qua del Mareb.
Dunque il piano di difesa di Baratieri era
difettoso perchè insufficiente a sostenere Ma-
kallè (118 Km. più avanti) e a coprire Adua
(72 Km. più a destra), e a difendere lo stesso
passaggio del Mareb, non consentendo le con-
dizioni del suolo e le logistiche i facili sposta-
menti.
La grande distanza poi da Massaua a Adigrat
(circa 200 Km.) rendeva impossibile la pronta
concentrazione di un grosso corpo in questa
località, specialmente per la difficoltà dei tra-
sporti e dei rifornimenti.
Aggiungasi inoltre che per meglio riuscire
nella sua mossa strategica verso Ausen, il Ne-
gus, violando i patti giurati a Makallè con Fel-
ter, invece di liberare e mandar subito a Ada-
gamus il battaglione Galliano, se ne fece schermo
contro gli Italiani, trattenendolo prigioniero per
parecchi giorni e trascinandoselo dietro fino in
Ausen, donde poi lo liberò il 29 gennaio, tratte-
nendo ancora alcuni ostaggi che rimandò più
tardi.
E nel tempo che compieva questa ppossa mi-
nacciosa che lo rendeva padrone di Adua, se-
guendo Tuso abissino di far la guerra coll'olivo
in mano, chiedeva con insistenza quelle tratta-
live di pace che gli aveva fatto sperare Felter,
esigendo però il ritorno delle nostre truppe al
Capitolo XIV, 89
di qua del Mareb, ciò che Tltalia,/ dopo i due
insuccessi già patiti, non voleva né poteva con-
sentire.
Per rimediare allora alla triste condizione in
cui il nostro corpo d'operazioni era venuto a
trovarsi in seguito all'aggiramento del Negus,
Baratieri fu costretto ad abbandonare intera-
mente la sua linea di operazioni verso sud,
ed a far prima una ritirata da Adagamus su Adi-
gpat e quindi un grande cambiamento di fronte
verso Adua (ovest) sulla base di quel triangolo
rettangolo che abbiamo immaginato; e dal 1° al
13 febbraio, tra mille disagi e difficoltà, sposta-
menti di truppe, materiali, carovane, lasciando
un presidio in Adigrat, si portò ad occupare le
storiche alture di Saurià, a circa metà strada
tra Adigrat e Adua, fronteggiando questa, mentre
il Negus si riduceva, coprendola, nella vicina
conca di Gandapta.
I due eserciti sono quasi a contatto; il nemico
è baldanzoso del successo, tutti i capi etiopici,
compresi Maconnen e il re del Goggiam che
avevano fatto sperare all'Italia di tradire il Ne-
gus, gli si stringono ancor più forte attorno; le
ubertose regioni aduane gli forniscono ancora
dei viveri. Pei nostri crescono invece le diffi-
coltà, il servizio di vettovagliamento è sconvolto
da nuove esigenze e disguidi e dal cambio della
via di rifornimento, i magazzini scarseggianti,
languono i trasporti, le retrovie da Massaua a
Saurià rigurgitano di gente nuova che fa au-
mentare i bisogni.
90 Capitolo XIV.
Le condizioni del corpo di operazioni italiano
erano adunque cosi poco liete quando vennero
a peggiorarle un altro gran evento.
Nella notte dal 12 al 13 febbraio i nostri al-
leati ras Sebath e Agos Tafari, adescati da Me-
nelik, passarono al nemico colle loro bande di
circa 600 uomini ; e quindi si diedero a solle-
vare la ribellione a tergo dei nostri e ad assal-
tare le carovane ed i servizi nelle retrovie. I
ribelli nella notte dal 13 al 14 sorpresero il pie
colo corpo di Seetà lungo la via di Adigrat-Sau-
rià e se ne impadronirono.
Accorsi da Adigrat due drappelli uno di 70 e
Taltro di 36 uomini bianchi comandati dai le-
nenti Gisterni e De Gonciliis, air indomani vi
furono sconfìtti e questi ferito a morte : e quasi
contemporaneamente anche al vicino passo di
Alequà i ribelli sconfiggevano altri due nostri
drappelli accorsi a difenderlo, Tuno di 100 in-
digeni, Taltro di 70 bianchi, comandati dai te-
nenti Cimino e Negretti, ai quali si aggiunse
il tenente Caputo con alcuni uomini di una ca-
rovana, rimanendovi morto il Negretti e feriti
Cimino e Caputo, che mori poco dopo, e tra
morti e feriti e prigionieri una trentina di
soldati.
Ad Alequà accorreva pure il capitano Moc-
cagatta con 140 bianchi dalla vicina tappa di
Mai Mergaz, ma cadeva in agguato e vi la-
sciava 97 morti ed una ventina di prigionieri.
La necessità di assicurare contro i ribelli le
retrovie costrinse allora Baratieri a distaccare
Capitolo XIV, 01
dalle truppe avanzate, prima un battaglione
(magg. Valli) e 2 compagnie (cap. Oddone), i
quali il giorno 17 poterono sconfiggere i ribelli
e riprendere i due colli suddetti; e poscia un
reggimento intero col colonnello Stevani a Mai
Maret, dove il giorno 20 si ridusse Tintendenza.
In pari tempo si scaglionavano più indietro
altri rinforzi provenienti dall'Italia.
Questi fatti scoppiati a tergo del corpo d'ope-
razioni portarono un profondo turbamento nel
servizio di rifornimento, e fecero assottigliare
le tj'uppe in prima linea, lasciando più che mai
indebolito il nostro piccolo corpo. Ma le ster-
minate masse del baldanzoso Menelik non ar-
divano di attaccare, e si riducevano invece nella
conca d'Adua.
Frattanto il Governo impressionato dagli eventi
della guerra disponeva per la partenza di due
complete divisioni di rinforzo, ed avendo perduta
la fiducia in Baratieri, nominava comandante
supremo in Africa il tenente .generale Baldis-
sera, che partiva per Massaua nel più stretto
incognito.
CAPITOLO XV.
Condizioni dei due eserciti alla vigilia della battaglia. —
Difficoltà e tentennamenti. — L'ordine dal 29 Febbraio
1896.
Le forze abissine, che sulla fine di febbraio
stavano raccolte intorno ad Adua, sommavano
a circa 80.000 fucili, 8.600 cavalli, e 42 cannoni.
I ribelli, che scorazzavano intorno e molesta-
vano le retrovie, erano un qualche altro mi-
gliaio.
Le condizioni dell'esercito nemico, che fino a
quel momento erano state buone, si erano an-
ch'esse fatte difficilissime per la penuria dei
viveri e Tesaurimento delle risorse locali.
Era perciò inevitabile una ritirata, fra pochi
giorni, al più lungo entro una settimana, anche
in riguardo dell'imminente stagione delle piog-
gie che avrebbe poi reso difficile il ritorno delle
truppe ai loro paesi.
Il corpo d'operazioni italiano era composto,
in prima linea, di una brigata indigeni (Albei-
tone), e di 3 bianche (Arimondi, Dabormida e
Capitolo XV, ^^
Ellena) alle quali erano rientrati il battaglione
e le 2 compagnie già distaccati nelle retrovie,
nonché il reggimento del colonnello Stevani,
che il 25 febbraio aveva sconfitto brillantemente
a Mai Maret i ribelli di ras Sebath.
A presidiare questa località, centro avanzato
(lei servizi di rifornimento, era sopraggiunto un
nuovo reggimento italiano agli ordini del co-
lonnello Di Boccard.
Fronteggiavano complessivamente il nemico
in prima linea circa 20.000 uomini, forti di 15.000
fucili e di 56 cannoni.
Ma le condizioni di vettovagliamento erano
peggiorale; né permettevano, usando anche tutta
la parsimonia possibile, utilizzando le risorse
locali, consumando le ultime riserve e distri-
buendo semplici razioni di farina ai bianchi e
di orzo agli indigeni, una resistenza maggiore
di una settimana al più, come per le truppe
abissine.
In poche parole i due eserciti si trovavano in
condizioni quasi identiche: allo stremo di tutto,
ed obbligati fra pochi giorni ad una inevitabile
ritirata.
Una risoluzione era quindi prossima, tanto per
l'uno quanto per Taltro, ma nessuno dei due
voleva prendere Tiniziativa.
Finalmente Baralieri il giorno 23 predispone
per rindomani un movimento di ritirata verso
Debra Damo, e Tavrebbe poi forse anche effet-
tuata, se il Negus, a caso o ad arte per impe-
flire ciò, non avesse il 23 stesso inviato un corpo
04 Capìtolo XV,
di truppe con ras Gabejù, fino al Mareb, sulla
via di Adiqualà, manifestando Fintenzione di
invadere il Seraé.
Baratieri sospende il movimento di ritirata, e
dopo aver mandato il maggiore Ameglio verso
(iundet per difendere il Seraé, eseguisce an-
ch'egli una dimostrazione in avanti con 14 bat-
taglioni e 6 batterie, spingendosi fino Gandapta.
e rientrando la sera stessa a Saurià. Anche ras
Gabejù, dopo aver prodotto il panico nel Seraé.
si ritira e si ricongiunge al Negus. Ma intanto
che Baratieri riprende ardire, Menelik ricorre
all'astuzia. Egli fa propalare per mezzo di fidi
messi false notizie di ritirata, di sbandamenti e
di scissioni e diserzioni nel suo esercito, e per
disgrazia della nostra patria, riesce ad adescare
il Generale italiano. L'ardore bellicoso delle
nostre truppe, la loro stanchezza di un'inerzia
snervante, la ripugnanza generale ad una riti-
rata, la paura di vedersi sfuggire il nemico senza
una rivincita di Amba Alagi e Makallé, i con-
sigli dei capi in sottordine, l'estrema penuria di
viveri, e la notizia che anche Kassala é stata im-
provvisamente assalita dai Dervisci, agiscono
in modo fatale su Baratieri e lo spingono alla
deplorevole decisione di un attacco.
Alcuni allora e poi vollero .anche dubitare
che Baratieri si decidesse all'attacco per essere
venuto a conoscenza della decretata sua sosti-
tuzione e dell'imminente sbarco di Baldissera,
cui avrebbe dovuto rimettere il comando su-
premo delle truppe; e tale dubbio, avvaloralo
Capitolo XV. 95
dal fatto che il 28 febbraio era già arrivato a
Massaua un telegramma dall'Italia indirizzato
al nuovo Governatore onde poteva propalarsi
fulmineamente una notizia cosi importante, mal-
grado le successive sdegnose proteste di Bara-
tieri, e le indagini infruttuose nel suo processo,
non si potè mai sradicare completamente.
Comunque sia avvenuto, resta il fatto che il
28 stesso Barati e*ri, dopo aver predisposto an-
cora un movimento di ritirata, lo sospese; ed
alla sera convocò nella sua tenda un. consiglio
dei generali e del capo di stato maggiore, al
quale assistette anche il maggiore Salsa.
Il risultato di tale consiglio fu che tutti, tranne
il Salsa, richiesti del loro parere sulla situa-
zione, si dichiararono favorevoli airattacco.
Baratieri taque e li licenziò, ed all'indomani
emanò l'ordine seguente:
«: Ordine del giorno 29 febbraio, iV. 87.
< Stasera il corpo d'operazione muove dalla
«posizione di Saurià in direzione di Adua for-
cina to nelle colonne sotto indicate:
« Colonna di destra (Generale Dabormida) :
«2« brigata fanteria — battaglione di milizia
« mobile — comando 2^ brigata di batteria colle
« batterie 5», 6» e 7«.
<? Colonna del centro. — (Generale Arimondi):
«!''» brigata fanteria — 1*^ compagnia del 5"
«battaglione indigeni — batterie 8-^ ed 11-».
« Colonna di sinistra. — (Generale Albertone):
96 Capitolo XV.
« quattro battaglioni indigeni — comando della
« 1« brigata di batteria e batterie 1", 2*, 3« e4«.
« Riserva. — (Generale Ellena): 3» brigata fan-
« teria — 3° battaglione indigeni — 2 batterie a
« tiro rapido e compagnia genio.
< Le colonne Dabormida, Arimondi ed Alber-
ese tone alle ore 21 muoveranno dai rispettivi
« accampamenti ; la riserva muoverà un' ora
« dopo la coda della colonna centrale.
« La colonna di destra segue la strada colle
< Zalà, colle Guldam, colle Rebbi Arienni; la
« colonna centrale e la riserva la strada Addi-
« Dicchi, Gandapta, colle Rebbi Arienni ; la co-
« lonna di sinistra la strada Saurià, Addi-Ghe-
« ras, colle Ghidane Meret; il quartier generale
« marcia in testa alla riserva.
«Primo obbiettivo; la posizione formata dai
« colli Ghidane Meret e Rebbi Arienni tra monte
« Semàiata e monte Esciasciò, la cui occupa-
« zione verrà fatta dalla colonna Alberlone a
« sinistra, dalla colonna Arimondi al centro e
<r dalla colonna Dabormida a destra. La colonna
« Arimondi però, ove sieno sufficienti le colonne
« Albertone e Dabormida, prenderà posizione di
« aspetto dietro le due brigate predette.
« Avvertenze,
« Ogni militare di truppa italiano porterà seco
«la propria dotazione di cartucce «112», due
« giornate viveri di riserva, la mantellina, bor-
« raccia e tascapane. Per ogni battaglione ita-
Capitolo XV.. 97
< liano marceranno al seguito delle truppe riu-
«niti in coda alle singole colonne, due qua-
«drupedi da soma con materiali sanitari e otto
«con le munizioni di riserva. Tutti i rimanenti
«quadrupedi da salmerie, con un soldato ogni
«cinque quadrupedi oltre ai conducenti, un gra-
«duato per battaglione o batteria, un ufficiale
«subalterno per reggimento fanteria, un capi-
« lano per tutte le salmerie (fornito dalla 2» bri-
«gata fanteria) si raccoglieranno a Entisciò con
«la razione viveri prelevata oggi per domani,
«le trenta cartucce per ogni soldato prelevate
«oggi dal parco, le tende, le coperte e gli altri
«materiali non trasportati dai corpi. Tanto le
«suddette salmerie, quanto la sezione sussi-
«stenza, i vari servizi di tappa ed il parco di
«artiglieria resteranno fermi ad Entisciò, pronti
« a muovere quando ne riceveranno l'ordine da
«questo comando, sotto la protezione di un pre-
«sidio^el 70 reggimento fanteria che giungerà
«stasera da Mai Gabetà. Le brigate di arti-
«glieria ed i battaglioni indigeni si regoleranno
« per le loro salmerie in modo analogo a quanto
«è detto per i battaglioni italiani.
« Nessuno oltrepassi le punte ed i fiancheg-
«giatori delle colonne.
« Tutte le persone fermate dai drappelli di
«sicurezza siano inviate al più presto al Go-
« mando.
« 11 direttore dei servizi del genio provvedere
«per lo stendimento della linea telegrafica al
«seguito del quartier generale e perchè, appena
Melli. 7
OS ,Capìtolo XV.
< possibile, questo sia messo in comunicazid.
«colle colonne la-terali o antistanti media n
« telegrafia ottica.
< I comandanti delle varie colonne mandi it
«frequenti avvisi al quartier generale ed aJ^
« colonne vicine.
" Il tenente generale
« Firmato O. Baratieri »i
m .
\
E con quest'ordine, corredato di uno schiz:
a memoria, che, per disgrazia, lasciava l'equi]
voco sul colle Ghidane Meret da raggiungerf
dal generale Albertone, venne decisa la s^randi
battasrlia d'Adua.
"1
'-^ i
_J
CAPITOLO XVI.
Battaglia d'Adua.
La sera del 20 febbraio 189(J Bara ti eri faceva
avanzare il suo corpo di operazioni dalle posi-
zioni di Saurià verso Adua.
Erano in tutti circa 17.000 uomini, dei quali
10.<X)0 bianchi ed il resto indigeni, con 14.510
fucili e 56 pezzi d'artiglieria, che andavano a
sfidare l'intero esercito scioano che secondo le
fonti più sicure non aveva meno di 100.000 uo-
mini con 80.000 fucili, 42 pezzi, e 8.600 cayalli.
La marcia si iniziò verso le ore 21 per tre
strade serpeggianti parallelamente verso Adua.
Su quella di sinistra (sud) si incolonnò la bri-
gata indigeni di Albertone forte di 4076 fucili e 14
pezzi; sulla centrale si incolonnarono le brigate
bianche di Arimondi, con 2.493 fucili e 12 pezzi,
e d'EUena, con 4150 fucili e 12 pezzi, ed il quar-
tiere generale; per quella di destra (nord) si
inoltrò la brigata Dabormida forte di 3.800 fucili
e 18 pezzi. Alcune bande e riparti indigeni fa-
f*evano il servizio di avanscoperta.
riiYAArCi2
100 Capitolo XVL
Il terreno che si stende tra Saurià e Adua è
costituito da una serie di alture e di avallamenti
che si annodano e intricano intorno allo spar-
tiacque tra il bacino del Mareb e quello del
Tacazzè. È d'aspetto orrido, di carattere roc-
cioso e cosparso ovunque di anfratti e di bur-
roni e di massi granitici che si elevano al cielo
nelle più strane forme e dimensioni; ma nei
declivi più dolci, e nelle vallate che talora si
allargano in belle conche e vasti pianori, lus-
sureggia tra Tacque il verde con una vegeta-
zione tropicale.
Pochi villaggi, ma frequenti capanne nelle
medie alture, campi coltivati e pascoli nei de-
clivi e nei piani, folte macchie e boscaglie nei
fondi, sparse intorno molte euforbie e mimose
e ulivi selvaggi e ginepri, e qualche gigantesco
sicomoro.
Le strade sono poche e difficilissime e scor-
rono quasi sempre sui letti asciutti dei torrenti,
ingombrati in mille modi dalla ruina delle
piogge.
Tra Saurià e Adua si presentano, quasi di-
sposti ad arco verso la capitale tigri na, due or-
dini di alture: il primo, a partire da Saurià,
ed a circa 24 km. da tale posizione, è costituito
dai monti Esciasciò, Raio e Semaiata che di-
stano circa 12 km. dalla città; il secondo, a
circa 6 km. più avanti, ed a circa altrettanti a
est di Adua, è formato dai monti Nosraui, fian-
chéggianti la vallata di Mariam Sciavitù, Gu-
susò, Enda Ghidane Meret e Abba Garima, che
rinchiudono la conca di Adua.
Capitolo X\L 101
Tra questi due ordini di monti e le loro di-
ramazioni, intersecate da vallate e ruscelli de-
clinanti ai due bacini predetti, in un suolo irto
e frastagliato, adatto agli agguati ed agli aggira-
menti, di diffìcile percorso e sconosciuto per le
truppe bianche, conosciulissimo e senza ostacoli
per le agilissime abissine, dovevano svolgersi
le fasi dell'epica lotta.
Secondo rintenzione del Comandante in capo,
le tre colonne di marcia avrebbero dovuto di-
rigersi sulla linea di posizioni formata dai monti
Semaiata, Raio ed Esciasciò a 24 km. da Saurià,
ed occupare i due colli laterali all'ammasso
centrale (Raio) chiamati da Baratieri l'uno (a
sud) Ghidane Meret, e l'altro (a nord) Rebbi
Arienni.
La marcia prosegui per buon tratto nel mas-
simo ordine; lo spirito delle truppe era eccel-
lente, la luna splendida rischiarava e facilitava
il cammino.
Ma dopo la mezzanotte si verificò un disvio
della brigata indigeni la quale venne improv-
visamente a trovarsi in testa e sulla stessa via
delle due brigate centrali, incagliandole. Alber-
tone fu sollecito a rimettersi sulla buona via,
ma nell'eccelerare il passo perdette il contatto
colle altre brigate, e non lo potè più riacqui-
stare.
Avvenne cosi che mentre queste riprendevano
la marcia incagliata verso le loro posizioni,
egli poco dopo le 3 era già arrivato al colle a
sud del Raio. Quivi Albertone sostò alquanto
102 Capitolo XVI .
per aspettarvi l'arrivo delle altre brigate che
erano assai indietro; poscia impressionato dal
proprio isolamento e dall'aver saputo da indi-
geni che quello non si chiamava il colle Chi-
dane Meret, come appunto non era, ma che
detto colle stava invece più avanti ancora di
circa 6 Km., presso la conca d'Adua, egli fini
per avanzare a quella volta.
Questo equivoco di nome e questa mossa fa-
tale, sulla cui responsabilità pendono ancora
vari giudizi, furono le cause principali che con-
dussero al disastro; perchè mentre le due co-
lonne di destra verso le 6 arrivavano col quartier
generale alle posizioni loro assegnate intorno
al Raio, quella di Albertone invece si era già
spinta per circa 5 Km. più avanti, ed il suo
battaglione d'avanguardia (magg. Turitto) aven-
dola preceduta pel vero colle Ghidane Meret,
era già penetrato nella conca d'Adua, donde il
nemico preavvisato, era già pronto ad aspettarlo
e lo accoglieva a fucilate.
Cosi aveva principio la fatale battaglia d'Adua
del 1" marzo 1806.
* *
Quando Albertone, uditi i primi spari, s' ac-
corse che il suo primo battaglione si era im-
pegnato contro il nemico, non volle avventu-
rarsi a seguirlo nella conca d'Adua, ma gli
mandò ordine di ritirarsi e si dispose a soste-
ìierlo, schierandosi colla sua brigata a circa 2
Km. al di qua del colle.
Capitolo XVL 103
La lotta oltre questo si fece in breve tempo
assai viva; e per oltre un'ora il bravo Turitto
tenne testa con successo a forze nemiche di
molto superiori alle sue; ma poi aumentando
sempre gli avversari, fu costretto a cedere e a
l'itirarsi, combattendo, sotto un fuoco micidia-
ìissimo sul grosso della brigata.
Questa fu sollecita ad aprire il fuoco contro
la massa degli inseguenti e T arrestò al colle;
ma non potè impedire che dei nuclei d'audaci
abissini, approfittando delle boscaglie e delle si-
nuosità del suolo, si lanciassero all'inseguimento
dei feriti e degli sbandati del vinto battaglione,
sospingendoli verso il Raio, ove portavano l'al-
larme ed una triste impressione tra le truppe
delle altre brigale.
Malgrado ciò la nostra brigata indigeni, con
un fuoco formidabile di fucileria e d'artiglieria
apporta la strage nelle file nemiche e verso le
ore le costringe, decimate, ed in preda al
panico, ad iniziare un movimento di ritirata.
Incoraggiato da questo primo successo. Alber-
lone stava già per prendere l'offensiva, quando
dai monti laterali al colle apparvero due grandi
valanghe nemiche che si diedero ad urtare ed
aggirare le ali della brigata, spingendosi fin
contro il Raio e contro il Semaiata ; e poco dopo
anche dal colle Chidanc Meret ritornavano sui
loro passi, grandemente rinforzate, lo truppe già
respinte.
All'urto improvviso di tante forze, la brigala
indigeni oppone un'accanita resistenza, e si di-
104 Capitolo XVI .
fende con estremo valore; le batterie producono
degli squarci tremendi nelle file scioane ed i
battaglioni contrattaccano spesso alla baionetta.
Ma le forze nemiche sono dieci volte maggiori,
né dalle altre truppe italiane, Albertone, seb-
bene li abbia chiesti, vede arrivare rinforzi.
A poco per volta l'eroica brigata, bersagliata da
tutte le parti si assottiglia e s'indebolisce, per-
dendo gran parte de' suoi ufficiali e di combat-
tenti. Finalmente verso le 10 Albertone, viste
ormai disperate le cose, dà l'ordine della ritirata.
Se non che in causa dell'aggiramento nemico,
questa avviene in disordine, ed i riparti in dis-
soluzione sono travolti verso il Raio, lasciando
sul campo Albertone prigioniero, la maggior
parte degli ufficiali e della truppa bianca, e
buona parte anche di quella indigena tra i morti,
nel mentre che le due batterie bianche, le cosi
dette siciliane, incaricate di proteg^-ere la riti-
rata, si votano ad uno ai più eroici sacrifici
che ricordi la storia, e anche le altre due in-
digene, non meno eroiche, soccombono semi-
distrutte, preda al vincitore.
» »
Le prime fucilate della brigata indigeni, fu-
rono udite da Baratieri e dalle altre brigate
italiane raccolte dietro il Raio e dietro il Rebbi
Arienni verso le ore 6.
Ma il Comandante in capo le ritenne avvi-
saglie di pattuglie e non vi diede gran peso; e
Capitolo XVI. 105
sebbene fosse privo di collegamento con Alber-
tone, si limitò a farlo ricercare senza ordini
positivi di retrocedere presso il Raio.
Facendosi però più insistenti gli spari, Bara-
tieri verso le 6^/4 decise di mandare in soccorso
di Albertone la brigata' Dabormida.
Questa avanzò oltre il Rebbi Arienni, ma igno-
rando la vera posizione di Albertone, invece di
appoggiare a sinistra, fu attratta dalle condi-
zioni del suolo e dallo svolto della via, ad ob-
bliquare verso destra e ad internarsi nella lon-
tana valle di Mariam Sciavitù nel cui fondo
sboccante nella conca d'Adua venne poi, com-
pletamente isolata, ad incontrare il nemico verso
le ore 9.
Frattanto Baratieri aveva fatto avanzare sul
Rebbi Arienni la brigata Arimondi e dietro i
suoi fianchi sud est la riserva; ma gli spari
laggiù verso il colle Ghidane Meret si facevano
più fìtti e dimostravano che ormai tutta la bri-
gata indigeni era impegnata.
Finalmente verso le 8, Baratieri che non vo-
leva decidersi a far ritirare la brigata Alber-
tone (1), mosse colla brigata Arimondi ad occu-
pare i fianchi sud ovest del Raio ed una linea
di alture antistanti di circa mezzo km., detti
monti Belàh, disponendo sui fianchi del Raio e
sul pendio meridionale dei Belàh il reggimento
Brusati, sulla destra, lungo le alture, il reggi-
ci) Vi si decìse soltanto alle 9, quando era troppo tardi!
106 Capitolo XVI.
mento bersaglieri Stevani ed al centro Tarli-
glieria.
Queste truppe erano ancora in movimento
quando apparvero i primi feriti e sbandati della
brigata indigeni inseguiti da audaci stormi di
nemici che li sospingevano contro il Raio.
La brigata Arimondi apri subito il fuoco, e
sebbene avesse un campo di tiro limitato dal
terreno coperto e sinuoso, potè arrestare al-
quanto l'inseguimento del nemico.
Però indi a poco vennero a riversarsi contro
il Baio le due grandi masse scioane discese dai
fianchi del colle Ghidane Meret, e crebbe la lila
(lei feriti e sbandati della brigata indigeni, tra-
scinandosi dietro dei nuclei di nemici che rié-
scirono ad annidarsi nel vallone antistante ai
Belah e persino a girare il fianco sud del Raio.
Invano il reggimento Brusati, l'artiglieria ed
i bersaglieri- che hanno potuto schierarsi, fanno
il possibile per arrestare Tonda nemica; gli
Scioani aumentano sempre più e Baratieri é
costretto a far avanzare dalla riserva il batta-
glione Galliano e le 2 batterie a tiro rapido di
Ellena.
Man mano che si pronuncia la disfatta della
brigata indigeni, le condizioni di quella di Ari-
mondi si fanno più gravi: ed anche la brigala
Ellena che ó in riserva, tra il Bebbi Arienni ed
il Baio, è costretta ad impegnarsi contro il ne-
mico fronteggiante ed aggirante, nonché contro
quello già penetrato a tergo del Baio nell'inse-
?uirc ali indifl:eni di Albertone.
Capitolo XVL 107
Verso le IOV4 uno sperone suirestrema destra,
a nord-ovest dei Belàh viene occupato di sor-
presa dal nemico saliente dalla valle, e ne resta
minacciato il fianco delle altre truppe schierate.
Invano s' oppongono i colonnelli Stevani e
Nava, mandando il 2» battaglione bersaglieri ed
il 15» battaglione fanteria a rioccupare lo spe-
rone predetto; ne succede un terribile macello
e lo sperone resta in mano del nemico.
Sulla sinistra intanto arrivano i rinforzi chiesti
e si lotta con successo; il reggimento Brusati
e le tre batterie resistono bravamente, ed anche
i bersaglieri, malgrado Tinfelice loro posizione,
l'anno del loro mei^lio.
Tuttavia le sorti volgono a male, specialmente
dopo che il battaghone indigeni Galliano si é
lasciato impressionare dagli altri di Albertone
in ritirata e perchè sullo sperone di Belàh il ne-
mico si addensa sempre più e bersaglia in tutte
le direzioni le nostre truppe.
La disfatta della brigata indigeni attrae final-
mente contro le due brigate centrali tutta Tin-
lera massa scioana, ed allora anche queste si
trovano ridotte in critiche condizioni.
Contro le deboli e già isconnesse file dei nostri
s'avventa una valanga 20 volte maggiore, che
preme, accerchia, bersaglia e s'addentra da tutte
lo parti; Baratieri fa avanzare le ultime cinque
compagnie della riserva, per opporsi air urlo
supremo; ma ormai non può più rimediare al
terribile disastro; e verso le 12 è costretto a
ordinare la ritirata.
108 Capitolo XVL
Un trambusto fatale succede allora tra le
nostre truppe; cadono a centinaia le vittime, e
fra esse il generale Arimondi e gran parte degli
ufficiali; restano in potere del nemico tutte le
artiglierie, e per colmo di sventura, in causa
dell'aggiramento pronunciatosi a tergo del Raio.
resta preclusa la via di ritirata naturale verso
Saurià.
Protegge questa per qualche tempo, resistendo
alla ruina con ammirabile sacrificio, presso il
colle Rebbi Arienni, il glorioso 4° reggimento
di Romero; ma alfine anch'esso, perduti il suo
strenuo comandante e metà dei combattenti, è
rotto e travolto.
Allora i tristi avanzi delle due brigate cen-
trali, inseguiti e circondati da tutte le parli,
sono costretti ad aprirsi una via di scampo verso
nord-est lungo il triste vallone di Jehà, dove,
aspettati al varco, ne succede efferrato macella
e donde, tra continue lotte e rappresaglie di
nemici ed insorti, tra mille perigli e disagi, ben
pochi poterono giungere in salvo entrò i vecchi
confini della Colonia.
*
Si è già detto che Baratieri verso le Q^jr'
faceva avanzare la brigata Dabormida oltre
il Rebbi Arienni, perché desse una mano ad
Albertone, e che tale brigata invece di obliquare
verso sinistra fu attratta fatalmente verso destra
nell'ampia valle di Mariam Sciavitù.
Capitolo XXL 100
In questo suo movimento la brigata si era
falla precedere dal battaglione di milizia mobile.
del maggiore De Vito, che avanzandosi pei monti
(li sinistra (sud) della predetta vallata (Derar e
Nasraui), si era spinto fino quasi nella conca Hi
Adua.
Ma anche questo battaglione, come quello di
Tiiritto, veniva ad urtare isolato -contro grandi
masse nemiche quivi già in moto contro la bri-
gata indigeni, e dopo breve resistenza era co-
stretta a ritirarsi, travolto e semidistrutto.
Dabormida si era appena soffermato colla
brigata sul principio della valle, quando dal ru-
more delle fucilate si accorse che la sua avan-
guardia si era impegnata contro il nemico.
Senza perdere tempo egli ordinò subito al
colonnello Ragni di salire con 6 compagnie del
> reggimento sul versante di sinistra della valle,
e questi arrivò in tempo per raccogliere gli
avanzi del battaglione De Vito, ed arrestare il
nemico inseguente.
In pari tempo Dabormida disponeva che le
altre 6 compagnie del 3° reggimento, il 6° regg.
Ai paghi e le tre batterie, prendessero posizione
di battaglia sul fondo della valle, lasciandone
parte in riserva, e parte schierandole in linea
sulla destra del colonnello Ragni.
Sopra un monte a tergo della valle si appo-,
stava frattanto il 4^ battaglione (De Amicis) già
distaccato dalla brigata Arimondi, a guardia
del suo fianco destro, ed un'altra compagnia
d'indigeni, egualmente distaccata da detta bri-
110 Capitolo XVI.
gaia, secondava il movimento in avanti sulla
.destra.
In breve verso lo sbocco della valle nella
conca di Adua cominciano ad apparire ed a
schierarsi forti nuclei di nemici con numerosi
cavalli, che nascondendosi fra l'erbe e dietro gli
speroni delle alture laterali, con sbalzi in avanti
si diedero a minacciare le nostre truppe.
Dabormida li aspettò di pie fermo favorendo
la loro avanzata insidiosa ; e quando finalmente,
giunti a tiro, essi si slanciavano urlando all'as-
salto dei nostri, egli li accolse. con una formi-
dabile scarica di fucileria ed artiglieria, costrin-
gendoli a ripiegare precipitosamente verso il
fondo della valle.
Questo primo successo della brigata apportò
un'indicibile entusiasmo fra i nostri, che ne
trassero auspici di vittoria.
Infatti il nemico si mantenne per qualche
tempo più in guardia, protetto dall'erba, dalla
distanza e dai contraftbrti laterali scendenti alla
valle.
Frattanto i gravi eventi che succedevano nelle
altre brigate vennero a minacciare la linea di
ritirata di quella Dabormida, ad isolarla com-
pletamente ed a minacciare persino nel monte
di Esciasciò sovrastante al principio della valle
il 4" battaglione De Araicis.
Questo, che aveva iniziato un movimento per
secondare in avanti la brigata Dabormida, do-
vette ritornare sui suoi passi per coprire h'
spalle della brigata stessa e sostenere un fiero
Capitolo XVI . Ili
combattimento con grossi stormi nemici prove-
nienti dai Rebbi Arienni.
Dabormida mandò in suo aiuto 3 compagnie
del Vò^ battaglione e il monte fu rioccupato e
mantenuto.
Gessate le preoccupazioni per questo incidente,
la brigata attese a tener fronte al nemico che
aumentava sempre più e che verso il mezzo-
giorno raddoppiò di energia ed assunse un con-
tegno minaccioso.
Verso le 13 si pronuncia finalmente un forte
attacco nemico; ma la bella brigata non si perde
d'animo, e con ardore e disciplina, soggiogata
dall'ascendente morale che esercitano il suo
duce ed i due colonnelli Airaghi e Ragni, lan-
ciandosi da tutte le parti alla baionetta, ricac-
cia gli abissini in fuga verso la conca d'Adua,
decimandoli col fuoco e colla lotta corpo a
corpo.
È un novello trionfo che fa più viva la spe-
ranza della vittoria finale, ma pur troppo non
doveva essere che passeggero.
Ecco che la disfatta delle brigate centrali e di
sinistra riversa contro la valle le masse nemi-
che vittoriose del Raio e del Rebbi Arienni; ed
il 40 ed il 130 battaglione sul tergo, e le truppe
di Ragni sulla sinistra e perfino quelle indigene
sulla destra cominciano ad essere assalite da
grossi stormi aggiranti, mentre più fìtto si fa
il nemico anche verso il fondo della valle.
Il terribile avvenimento costringe Dabormida
a rivolgere le sue truppe su varie fronti di coni-
112 Capitolo XVL
battimento ed a salvaguardare una seconda via
di ritirata che rimane ancor libera sul lato de-
stro della vallata, lungo un' altra valletta ad
imbuto saliente ai monti d' Esciasciò, facendo
ritirare presso lo sbocco di questa e intorno ad
un'altura a cono adiacente Tarticrlieria ed altri
riparti di scorta.
Si impegna una terribile zuffa; Ragni dai
monti di sinistra convergendo a sud s* oppone
alle masse del Mai Avollà e del Raio, Airaghi
dal fondo della valle urta e ricaccia i nemici
che si avanzano dal suo sbocco; a tergo il 4*^
ed il 13^ battaglione lottano per sbarrare la via
del Rebbi Arienni ed al centro presso Taltura a
cono Tartiglieria ed altri riparti sparsi qua e
la, con tremende scariche cercano di rompere
il cerchio terribile che li avvolge.
Malgrado gli sforzi disperati ed i miracoli di
valore che ufìfìciali e truppe compiono, malgrado
i ripetuti assalti che fanno sempre rivoltare le
schiere nemiche, le condizioni della gloriosa
brigata si fanno di momento in momento più
critiche, cosi che alle ore 16 Dabormida, co-
nosciutosi ormai isolato e privo di notizie e di
ordini del comando in capo, è costretto a prov-
vedere alla ritirata.
Ma prima vuol prepararla con un ultimo as-
salto che tenga in rispetto il ne/nico.
Postosi alla testa di tutte le truppe che lo at-
torniano ed agitando colla mano destra Telmetto
levato in alto, egli le trae impetuosamente alla
baionetta, e per un'ultima volta riesce a scom-
paginare il nemico.
Capitolo XYI. 113
Appi'ofittando del largo fatto, ordina allora la
ritirata e la fa iniziare dal 3<* reggimento e dal-
l'artiglieria, mentre il &^ reggimento (Airaghi)
è incaricato di rimaner fermo a proteggerla.
Ad uno ad uno i vari riparti si incolonnano
per la valletta ad imbuto e sul pendio dei monti
Esciaseiò, mentre Airaghi dal basso ed il 4<^ ed
il 13^ battaglione dall'alto provvidenzialmente
resistono ancora.
L'artiglieria nella salita può appostare ancora
per due volte i suoi pezzi che fulminano il ne-
mico, e la ritirata dura per qualche tempo
ancora ordinata.
Ma finalménte anche il &^ reggimento deve
seguire il 3^ ed il nemico, preso animo, si av-
venta ai fianchi ed aWa coda della vinta brigata
producendovi la strage e la dissoluzione.
Dabormida, Airaghi, De Amicis, e la mag-
gior parte degli ufficiali cadono sul campo, i
battaglioni perdono la metà dei loro combattenti,
le artiglierie, orbate di ufficiali e di quadrupedi,
divengono preda al nemico, ed il triste spetta-
colo di vani sforzi e di efferate crudeltà, prostra
gli animi ed affievolisce la resistenza.
Sopraggiunta la sera ed un provvido acquaz-
zone cessarono gli estremi conati della gloriosa
brigata, ed i miseri avanzi, laceri, insanguinati,
fra mille stenti e mille peripezie seguirono la
sorte degli altri riparti in ritirata, cercando
scampo in varie località della vecchia colonia.
Mblli. 8
114 Capitolo XVI.
Gli Abissini inseguirono i superstiti del corpo
di operazione per non più di 10 o 15 Km., poscia
questi furono abbandonati a loro stessi ed alle
feroci rappresaglie delle popolazioni insorte,
che avvertite dall'accensione di grandi fuochi
su tutte le alture, accorrevano dai dintorni a
molestare proditoriamente in mille modi, ed as
sottigliare sempre più il numero dei superstiti.
Mentre poi il grosso deiresercito scioano so-
stava a tripudiare sul campo di battaglia, com-
mettendovi ogni sorta di eccessi e di barbarie,
stormi di fanti e cavalieri, unitamente ai ribelli
dell'Agame davano l'assalto alle salmerie del
corpo d'operazione raccolte dietro il colle di Zalà.
Quivi erano concentrate tutte le riserve, vet-
tovaglie e materiali diversi che ancor rimane-
vano alle truppe in prima linea, ed erano guar-
dati da circa 250 uomini regolari, mentre 250()
conducenti tra italiani e indigeni in parte di-
sarmati con qualche migliaio di quadrupedi, cer-
cavano di riattivare il servizio di rifornimento.
Il maggiore Angelotti, che comandava le sal-
merie, appena ebbe sentore della disfatta, fece
schierare a difesa le poche truppe combattenti e
cercò di organizzare la resistenza anche coi con-
ducenti; ma la maggior parte degli indigeni già
stanchi e sfiduciati da parecchi giorni, si ribella-
rono, e con un tafferuglio tremendo, facilitando
rinvasione dei nemici, si diedero alla fuga coi
Capitolo XVL 115
loro quadrupedi, devastando ed asportando le
vettovaglie.
Lo scompiglio prodotto da questa ribellione
e r ingrossare dei nemici intorno, nonché la
diffusa notizia del deviamento del corpo d'ope-
razioni in ritirata, costrinsero il bravo maggiore
a tentare la ritirata verso Mai Maret, quivi
sperando essere soccorso dal reggimento Di
Boccard; ma nel compiere il movimento fu as-
salito da tutte le parti dai ribelli e dai nemici
e dovette perdere uomini e quasi tutto il carico.
Ne potè avere alcun aiuto dal reggimento Di
Boccard il quale^ essendo rimasto senza notizie
fino al mezzogiorno del 2, temendo di venire
isolato e bloccato dal nemico, si era già riti-
rato da Mai Maret verso Adi Caie; cosiché
Angelotti dovette seguirne le orme, perdendo
poco per volta il rimanente.
Rimaneva ancora neirAgamè il presidio di
Adigrat comandato dal maggiore Prestinari, al
quale Di Boccard aveva proposto lo sgombro
e la ritirata insieme; proposta che non fu ac-
cettata in riguardo all'ingente numero di feriti
che esistevano nel forte e che non si volevano
abbandonare.
Intanto i superstiti delle brigate disfatte scissi
in vari drappelli dagli incidenti della ritirata e
dalla poca conoscenza delle strade, si racco-
glievano sulla linea — Adi Ugri, Mai Haini e
Adi Gaie — ove si riduceva pure il comando
in capo e donde veniva telegrafato all' Italia
la tremenda catastrofe.
iì(> Capitolo XVI.
*
» *
La battaglia d'Adua costò airitalia la morte
(li 4.600 uomini bianchi, compresi i generali Da-
bormida e Arimondi, i colonnelli Romero e Ai-
raghi e 267 ufficiali; e di circa 2.000 indigeni,
la prigionia di circa 1.500 dei primi (conapresi
il generale Albertone, il colonnello Nava ed una
cinquantina d'altri ufficiali) e di circa 500 dei
secondi; un numero di feriti non inferiore ai
2.000 compresi 408 indigeni fatti prigionieri e
barbaramente mutilati della mano destra e del
piede sinistro, e costò infine la perdita di 56
pezzi di artiglieria, di cinque o seimila fucili,
di molte munizioni, vettovaglie, di tutte le sal-
merie avanzate, e di circa 1.500 quadrupedi.
Ma anche al nemico costò perdite enormi.
Secondo le testimonianze più autorevoli di co-
loro che poterono constatare le condizioni del-
l'esercito scioano dopo la battaglia, e secondo
le affermazioni dello stesso Negus e dei rap-
presentami esteri allo Scioa, risulta ormai pie-
namente accertato che gli Abissini perdettero
ad Adua non meno di 7.000 morti tra i quali il
celebre ras Gabejù e molti altri grandi capi, e
che vi ebbero non meno di 10.000 feriti.
Questi risultati micidiali da ambe le parti
danno alla battaglia d'Adua un tale carattere
di grandezza e di serietà che non ha confronto
in nessun altro fatto d'arme coloniale.
Nessun esempio infatti offre la storia di un
Capitolo XVI. 117
piccolo corpo di truppe come il nostro che ab-
bia tenuto testa per tante ore ad un esercito
nemico cosi numeroso come era quello scioano
ad Adua, e che pur restandone sopraffatto, abbia
tuttavia potuto produrre su esso delle perdite
cosi enormi e superiori alle proprie.
Errarono dunque coloro che, come Baratieri,
incolparono le nostre truppe di poca resistenza,
solo perché in 17 contro 100 e mal condotte non
poterono vincere.
Per avere una misura del valore spiegato dai
nostri soldati, basti il notare essere ormai un
assioma dell'arte militare che nessuna truppa
può oltre resistere al fuoco quando abbia per-
duto il 25<^/o dei proprii combattenti, e che mentre
nelle più onorate sconfìtte che ricordi la storia
la percentuale dei morti e feriti si aggirò quasi
sempre intorno a quella predetta, nella nostra
di Adua la si superò del doppio, arrivando a
più del 50 o/o.
Ne si dica che le nostre trupp^; subirono tali
grandi perdite solamente in ritirata; la rela-
zione del tenente colonnello Arimondi che andò
poi colle compagnie del genio a dar sepoltura
ai morti può smentirlo.
Intorno al Raio, ai Belàh e al Rebbi Arienni,
presso Addi Vecci e nella valle di Mariani Scia-
vitù, cioè sulla prima linea di combattimento
furono trovati la maggior parte di cadaveri cosi
riuniti che sembravano ancora schierati in bat-
taglia; ed anche sulla linea di ritirata pel val-
lone di lehà tratto tratto dove il terreno offriva
118 Capitolo XVL
buona posizione di difesa, altre numerose salme
di eroi giacevano tra bossoli ed invogli di car-
tucce, indubbio segno di disperata resistenza.
La sconfitta d'Adua non si deve già attribuire
al poco valore delle nostre truppe, ma piuttosto
a quella temeraria decisione che trasse un pic-
colo corpo di 17.000 uomini contro 100.000 ag-
guerriti nemici, e forse anche esclusivamente
a quegli altri malaugurati incidenti che fecero
scindere il piccolo corpo predetto in tre parti
slegate e isolate e le esposero ad una ad una a
lottare e ad essere sconfitte contro l'intero eser-
cito nemico in tre distinti momenti ed in tre
separate località. Nessun'altra truppa, anche la
più agguerrita del mondo, posta nelle condizioni
della nostra, avrebbe potuto fare di più.
CAPITOLO XVII.
Conseguenze della battaglia d'Adua in Italia. — 11 ministero
Di Rudini. — Baldissera nella Colonia. — Trattative di
pace col Negus. — Sua ritirata. — I Dervisci in campo.
— Stevani libera Kassala. — Monte Mocram e Tucruf.
— Baldissera libera Adigrat ed i prigionieri italiani nel
Tigre. — Fine della campagna.
La notizia della battaglia d'Adua cagionò in
Italia uno straordinario commovimento.
La soluzione cosi disastrosa della campagna
che aveva destato tante speranze e costato tanti
sacrifìci, resa più lugubre da un telegramma
di Baratieri sul contegno delle nostre truppe,
fece succedere dimostrazioni e tumulti da un
capo all'altro d'Italia -contro il Governo e contro
Baratieri.
Gli avversari della politica africana, ripreso ar-
dire, si diedero ad invocare l'abbandono della
Colonia, tentando perfino delle violenze per im-
pedire la partenza di nuovi rinforzi.
Di fronte allo scatenarsi delle passioni popo-
lari il Gabinetto Grispi dovette dimettersi, ed il
15 marzo gli successe quello formato dal gene-
120 Capitolo XVII.
rale Ricotti, che ne diede la presidenza a Di
Rudini.
Questi annunziò che si sarebbe proseguito
nelle trattative di pace già aperte, subito dopo
la battaglia, dal suo predecessore, ma per ot-
tenere condizioni onorevoli intendeva frattanto
continuare nelle ostilità; e chiedeva un credito
di 140 milioni, parte per sopperire ai bisogni
passati, e parte per provvedere ai nuovi.
Annunziava inoltre che era suo intendimento
di ritornare quanto prima al suo antico pro-
gramma di raccoglimento, lasciando travedere
anche un possibile abbandono di Kassala. ciò
che determinò V immediata discesa in campo
dell'Inghilterra contro il Sudan.
Ricotti sollevò gii spiriti accasciati col riven-
dicare altamente e giustamente Tonore delle
truppe che avevano combattuto ad Adua, e per
soddisfare l'opinione pubblica, deferi il Generale
che le aveva condotte e calunniate al giudizio
di un tribunale militare.
Credito e programma furono approvati e la po-
^ polazione in breve si calmò, dedicandosi con
slancio di carità ed in unione della benemerita
Croce Rossa a venire in soccorso dei poveri
prigionieri.
Frattanto il 4 marzo Baldissera era giunto a
Massaua ed è facile immaginarsi con quale
animo abbia appreso l'improvviso disastro, e
raccolta la triste eredità del comando.
Senza smarrirsi d'animo però egli si diede
ad organizzare la difesa, mentre, come si disse,
Capitolo XVIL 121
d' accordo col Governo, cercava d' intavolare
trattative di pace col Negus , servendosi del
maggiore Salsa; e da Adi Gaie e dagli altri
luoghi di frontiera faceva ripiegare tutte le
truppe avanzate sulla linea Baresa, Ghinda,
Asmara, Scichet e Auscià, dove coi superstiti
bianchi e indigeni e colle truppe di fresco arri-
vate dairitalia, potè in breve raccogliere una
forza di circa 18.000 uomini.
Senonchè Menelik, rimasto anch'esso malcon-
cio dopo la battaglia, dopo aver accennato ad uno
spostamento verso Entisciò, non si senti in grado
di proseguire nell'inseguimento e fini per di-
sporsi alla ritirata e raccogliere il suo esercito
nel Farras Mai.
Quivi s'abboccò con Salsa e vi ripetè le so-
lile proposte dell'abolizione del trattato d'Uc-
cialli, dello sgombro immediato del Tigre, e del
riconoscimento più o meno chiaro della linea di
confine Mareb-Balesa-Muna; ma avendo rifiu-
tato l'immediata liberazione dei prigionieri e
accampato pretese per mezzo di Maconnen, de-
signato capo del Tigre, che non si erigessero
fortificazioni entro i confini italiani, non si con-
cluse nulla.
D'altra parte il Governo voleva a sua volta
imporre a Menelik di non accettare qualsiasi
altro protettorato europeo.
Salsa tornò presso il Negus una seconda volta
il 16 marzo, e ne ebbe le stesse proposte scritte
e munite del sigillo imperiale come segno del-
l'ultima sua volontà.
122 Capitolo XVII .
In seguito a nuovo rifiuto di esse per parte
del Governo italiano, vi ritornò pochi giorni
dopo, e questa volta il Negus impazientito fini
per richiedere indietro le sue proposte scritte,
trattenendo Salsa, che le aveva lasciate al co-
mando, prigioniero in mano di Mangascià.
Erano frattanto giunte al completo le due di-
visioni Heusch e Del Maino, nonché 3 batta-
glioni e 3 batterie chiesti dopo la battaglia, e
nella Colonia si aveva una forza di circa 41.000
uomini.
Baldissera pensò subito alla riscossa.
4- *
L'invasione scioana e gli eccitamenti di Man-
gascià avevano determinato il kalifa Abdullài,
a ritentare un colpo di mano su Kassala.
Egli fece a tal uopo raccogliere un corpo di
Dervisci di circa 5000 fucili e 1000 lancie nel
Ghedaref sotto il comando dell'Emiro Admed
Fadil, e verso la metà di febbraio lo spingeva
verso la predetta città.
Quivi presidiava il 2° battaglione indigeni
(Hidalgo) con circa 1200 fucili 6 cannoni e 2
mitragliere, e pochi altri gruppi d' indigeni e
bande assoldate guardavano i dintorni e lungo
la linea di Sabderat, Eia Dal, Agordat.
L'avanguardia dei Dervisci apparve presso i
campi coltivati di Gulusit il 22 febbraio, e poco
appresso vi si concentrava, trincerandovisi, an-.
Capìtolo XVIL 123
che il grosso, che si diede a predare e razziare
lutr intorno.
Per parare la minaccia nemica, Bald isserà
mentre spediva a Kassala copiosi rifornimenti
per mezeo di una carovana di 600 camelli, de-
stinava il colonnello Stevani con 4 battaglioni
indigeni, ed una sezione d'artiglieria a muovere ,
in sua difesa.
La carovana, scortata da poche truppe indi-
gene e da bande, sebbene fosse minacciata da
gruppi di Dervisci, spintisi l'S marzo a Sabderat,
potè entrare felicemente entro il forte di Kassala ;
ma avendo i nemici occupato subito dopo la gola
di monte Mocram, donde passa la via per Keren,
vi rimaneva bloccata.
Incominciarono tosto le molestie contro il
forte, e il 18 marzo si rinnovò il tentativo con
maggior numero di nemici contro Sabderat, per
isolare Kassala da Agordat e da Keren ; ma
il disegno andò a vuoto.
Verso la fine di marzo l'investimento di Kas-
sala era completo, ed i Dervisci fortificati in
doppi ordini di trincee e palizzate tutt* intorno
si facevano sempre più minacciosi.
Ma il giorno 31 marzo Stevani aveva già con-
centrato presso Sabderat le sue truppe, e la
sera stessa, lasciato il 6^ battaglione in retro-
guardia, mosse su Kassala, dove, previi accordi
con Hidalgo e schivando la gola di monte Mo-
cram, potè alle 2 dopo mezzanotte entrare senza
ostacoli.
Quando poi il 6» battaglione, proseguendo di-
124 Capitolo XVII.
ritto fino alla gola predetta, venne verso le 3 Vv>
ad urtare cogli avamposti nemici che Toccupa-
vano, Stevani fece una brillante uscita dal forte
con tutte le sue truppe, ed assalendo, al chiarore
dell'alba, i Dervisci alle spalle, li pose «in piena
rotta, obbligandoli a ritirarsi disordinatamente
verso Tucruf.
Cosi venivano riaperte le comunicazioni Ira
Kassala e Keren e la carovana rimasta bloc-
cata nel forte potè uscirne e ritor.iare senza
molestie.
Malgrado questa brillante vittoria italiana i
Dervisci però non erano ancora debellati e si
mantenevano minacciosi entro le vaste trincee
e palizzate di Tucruf, a circa 3 Km. a nord
della città.
Per sloggiarli di là Stevani, all'indomani verso
le 6, coi 4 battaglioni disponibili e coi 4 pezzi
d'artiglieria, usci di nuovo dal forte e, proce-
dendo avanti a sbalzi, si avvicinò a poco più
di un Km. dalle trincee, e cominciò a batterle
coll'artiglieria.
Ne uscirono in breve due masse di Dervisci
che dopo aver tentato un contrattacco aggirante
sulla destra, fulminati dal fuoco dei nostri, do-
vettero ritirarsi sconfitti verso Gulusit.
Allora Stevani dopo aver fatto esplorare senza
risultato le trincee, fece avanzare nuovamente
le sue truppe per occuparle, ma altre masse
di Dervisci che stavano ancora in agguato n*a-
scoste, accolsero la nostra avanguardia con tale
scarica di fucileria da obbligarla insieme al
'osso a ritirarsi.
Capitolo XVI L 125
In pari tempo degli stormi di cavalleria Bag-
gàrà minacciavano i nostri alle spalle.
Stevani, riordinati i suoi in posizione più si-
cura, riaprendo il fuoco, ridusse al silenzio lo
trincee e disperse in breve la cavalleria nemica ;
quindi si ritrasse ordinatamente nel forte.
Questa giornata di Tucruf costò gravi perdite
ai nostri, ma ebbe un risultato finale più de-
cisivo di quello dei giorni precedenti, perché, i
Dervisci rimasti malconci nella lotta, nei giorni
successivi dovettero togliere V assedio a Kas-
sala e ritirarsi precipitosamente verso TAtbara.
L'assedio e la liberazione di Kassala costa-
rono ai nostri 2 morti e 20 feriti nel forte, 20
morti e 35 feriti in altre isolate operazioni
esterne, e 127 morti e 281 feriti nelle giornate
del 2 e 3 aprile, V4 dei quali circa in quella di
Tucruf.
I Dervisci vi perdettero non meno di un mi-
gliaio di uomini.
Stevani avrebbe voluto proseguire a fondo
l'impresa contro i Dervisci ed inseguirli, ma fu
impedito da Baldissera, che meditando o pre-
vedendo non lontano un abbandono di Kassala
e la sua annessione air Inghilterra, non volle
oltre arrischiarsi.
Cosi, Stevani dopo aver disposto pel cambio
del presidio del forte, e distribuita la truppa
occorrente lungo la via da Kassala a Keren,
fece ritorno colle sue forze presso il corpo prin-
cipale.
126 ' Capitolo XVIL
*
Intanto le sagge disposizioni di Baldissera
miravano a trar profitto delle ingenti forze che
r Italia aveva mandata nell'Eritrea, ed a li-
berare il presidio di Adigrat minacciato dai
ras tigrini.
Formato un corpo d'operazioni di circa 17.000
uomini in due divisioni (Del Maino e Heusch)
e 4 brigate (Bisesti, Barbieri, Gazzurelli e Massa)
nei primi d'aprile iniziò il suo movimento in
avanti riducendosi il 12 con tutto il corpo d'o-
perazioni ad Adi Caie.
Quivi sostò alquanto costrettovi dalla penuria
dei viveri e dell'acqua, e potè solo riprendere
il movimento verso la fine di aprile.
Poscia Baldissera fece fare una dimostrazione
dal colonnello Paganini con circa 2200 uomini
su Adua, allo scopo di distrarre le forze tigrine
assedianti Adigrat; e quando questo movimento
fu iniziato e secondato con altre finte minacce
di riparti e bande scorazzanti sulla destra, il
2 maggio avanzò colle due divisioni ordinata-
mente fino a Barakit, donde poi fra continue
scaramucce di avamposti con ribelli, il 3 pro-
cedette, manovrando come in piazza d' armi,
per la pianura di Gullabà, ed il 4 arrivò a
Kerseber ed a Legat in vista del forte di
Adigrat.
La marcia improvvisa di Baldissera scon-
Capitolo XVIL 127
certo Mangaseià e ras Sebath e la dimostra-
zione di Paganini attrasse ras Alula su Adua,
indebolendo intorno ad Adigrat le forze tigrino,
che si tennero al largo senza combattere.
Cosi Baldissera il giorno 4 stesso si mise in
comunicazione con Prestinari nel forte.
La fortunata impresa rinovellò la speranza
di rivincita del 1° marzo, ma il Governo, in-
tento a trattare la pace e la liberazione dei
prigionieri, non solo si oppose a tentare nuove
avventure ma ordinò lo sgombro di Adigrat ed
il rimpatrio delle truppe.
Prima però Baldissera volle trar profitto
della sua impresa intimando ai ras tigrini, sotto
minaccia di fiere rappresaglie, la consegna dei
prigionieri italiani trattenuti nel Tigre; ed ac-
compagnando le sue intimazioni con severi
esempi di rigore contro i ribelli, riusciva in
breve ad ottenere da Mangaseià e dagli altri
ras la restituzione del maggiore Salsa, di altri
7 ufficiali e 109 uomini di truppa prigionieri,
nonché il permesso di far seppelire i morti d'A-
dua nel campo di battaglia.
Adigrat fu ceduto a Mangaseià il 18 maggio
e subito dopo il corpo d'operazioni tornò al di
qua della linea Mareb-Belesa-Muna, donde poi
in gran parte rimpatriò.
E cosi ebbe termine la campagna d'Africa del
1895-96. Gli sforzi fatti dall'Italia furono grandi,
ma slegati e sconnessi e contrastati da errori;
cosicché oltre al sangue sparso, si ebbe grave
danno economico e morale*
128 Capitolo XML
La maggior responsabilità fu aggiudicata al
generale Barattieri che sottoposto a processo
presso il tribunale militare delFAsmara, fu tut-
tavia assolto da ogni imputazione delittuosa e
soltanto dichiarato inetto all'alta carica soste-
nuta.
CAPITOLO XVIII.
Trattative di pace e per soccorrere e liberare 1 prigionieri.
Missioni Warsowiz, Macario e Nerazzini — Convenzioni
col Negus. — Ritorno dei prigionieri. — La quistione
dei confini insoluta. — Cessione di Kassala agli Inglesi.
— Vittoria di costoro sul Kalifa. — Il Mahdismo di-
strutto. — Ultime vicende eritrèe ed etiopiche. — Il go-
vernatore Martini.
Intanto che nell'Eritrea fervevano le opera-
zioni di guerra contro i Mahdisti e contro i ras
tigrini, il negus Menelik, pressato dalla fanne,
indebolito dalle gravi perdite subite e spinto
dairimminenza delle pioggie, si ritirava a grandi
marcie verso lo Scioa, lasciando troncate le
trattative di pace con V Italia, e trascinandosi
dietro oltre 1500 prigionieri.
La sorte di costoro aveva commosso tutta
la nazione, e fatto vibrare le corde della ge-
nerosità e della carità in tutti i cuori.
Per cura di un comitato di signore presieduto
dalla marchesa di Santa Fiora, dama d'onore
di S. M. la Regina, e della benemerita Croce
Rossa, si raccolsero nel regno e fuoi'i, dei vi-
Melli. 9
130 Capitolo XVIII.
stosissimi soccorsi, e si impresero tosto le pra-
tiche per farli pervenire ai prigionieri.
La Croce Rossa raccolse Tingente somma di
L. 1.752.181,62 di cui circa una metà tra i con-
nazionali all'estero.
Il predetto comitato inviò una missione al-
THarrar guidata dal prete polacco Warsowiz
Rey, la quale dopo lunghe fatiche e dolorosi
incidenti, primo del quale la morte del capo.
sostituito dal prete Oudin, il 14 agosto 1896 potè
giungere in detta località, e quindi far pervenire
ai prigionieri i primi soccorsi dell' Italia.
La Croce Rossa, già benemerita per gli aiuti
prestati alle truppe eritree durante tutta la
campagna 95-96, cercò di compiere la sua mis-
sione secondando l'opera diplomatica del Go-
verno.
Intanto anche il Sommo Pontefice si interes-
sava dei prigionieri e mandava ad intercedere
per la loro liberazione l'inviato pontificio Mon-
signor Macario, il quale giungeva nell'agosto
stesso presso il Negus ad Addis Abeba ; ma non
poteva ottenere che dei grandi segni di defe-
renza personale per sé e pel Pontefice.
Cessate le ostilità nel Tigre, anche il Governo
italiano si mosse; e dopo aver fatto preparare
terreno presso il Negus per mezzo dell'ing. Ilg,
ripartito per lo Scioa, disponeva per l'invio a
quella volta del generale Valles in missione
speciale, per trattare la pace e la liberazione
dei prigionieri.
Senonchè il predetto Generale fu poi soffer-
Capitolo XVI IL ^ 131
malo a Massaua, ed in sua vece fu delegato
allo Scioa il maggiore Nerazzini (che si trovava
i^ià in viaggio) munito dei più ampi poteri per
le trattative predette.
Nerazzini arrivò ad Addis Abeba il 3 ottobre
e trovò il Negus già ben disposto, cosi che il
giorno dopo potè con lui concludere due con-
venzioni speciali, runa contenente i prelimi-
nari di pace, Taltra la liberazione dei prigio-
nieri.
Circa la pace, fu convenuta l'abolizione del
Trattato d'Uccialli ed il riconoscimento dell'in-
dipendenza dell'Etiopia, nonché la concessione
provvisoria all'Italia della linea di confine del
Mareb-Balesa-Muna, fino ad ulteriori pratiche
di delimitazione da farsi di comune accordo
entro un anno.
Relativamente ai prigionieri fu convenuta la
loro liberazione per la via dell'Harrar; fu per-
messo alla Croce Rossa di venire ad incontrarli
fino alla predetta città, e si lasciò arbitro il Go-
verno di fissare l'indenizzo a Menelik pel loro
mantenimento, che fu poi pagato, dicesi, nella
somma di 10 milioni.
Il paese ed il Governo sanzionarono l'opera
del Nerazzini ed i prigionieri, a scaglioni, dal
dicembre 1896 al marzo 1897, fecero ritorno in
patria (1); ma cessate le preoccupazioni per
essi, rimaneva quella per gli incerti confini, che
lasciavano ancora aperti i dissidi con Me-
nelik.
(1) li numero dei prigionieri tornati dallo Sdora fu di 1588.
132 Capitolo XVIII.
Ricominciarono le critiche e le lamentanze»
rese più acute dagli effetti deprimenti dell'in-
fausta campagna che facevano sentire mag-
giormente il disagio economico e politico della
nazione.
Allo sforzo degli animi segui per legge na-
turale un periodo di prostrazione, e si discusse
perfino l'abbandono di tutto l'altipiano mentre
si facevano pratiche coiringhilterra per resti-
tuirle Kassala.
Affrettò questa risoluzione una novella mi-
naccia di Dervisci nel gennaio del 1897, i quali
in gran numero invasero la Colonia devastando
e predando fin sotto Agordat.
Le sagge misure del generale Vigano li ob-
bligarono alla ritirata senza combattere, ma
l'avversione per Kassala s'accrebbe.
Però l'idea della liquidazione della Colonia
non potè farsi strada nella coscienza nazionale,
e fu giuocoforza abbandonarla.
Essendosi frattanto deliberata dal Parlamento
la ripristinazione del Governatore civile, invece
delTantiafricanista Bonfadini già designato dai
partigiani della liquidazione, fu nominato a
tale carica, con plauso quasi generale, il vice
presidente della Commissione d'inchiesta del 1891
on. Ferdinando Martini, che ancora regge la
Colonia con amore e competenza, senza brame
di azzardate avventure, ma anche senza dispo-
sizioni a restringimenti di confini.
Sotto il suo governo la nostra Colonia ha fin
qui traversato un periodo di fecondo raccogli-
mento e di pace.
Capitolo XVIII. IXÌ
Nel marzo del 1897 fu rimandato allo Scioa
il maggiore Nerazzini per risolvere la quistione
dei confini ; ma il Negus come al solito non
venne ad alcuna decisione, limitandosi ad un
tacito riconoscimento dello statu quo che lascia
a noi la desiderata linea del Mareb-Balesa-Muna,
senza però che ciò si possa ritenere come una
concessione definitiva.
Sulla fine dell'anno stesso vi andò poi come
residente diplomatico il capitano, ora maggiore,
Giccodicola, che vi si trova ancora; e mercè
Topera sua e la sagace e ferma politica del Go-
vernatore, le relazioni tra Tltalia e lo Scioa si
sono mantenute finora ottime.
Ed ottime si mantennero pure le relazioni tra
TEritrea ed il Tigre.
Quivi è morto in questo frattempo il vecchio
ras Alula, il vincitore di Dogali, in seguito a
ferita riportata in battaglia contro il rivale ras
Agos dello Sciré; e i soliti tentativi di ribellione
di Mangascià al Negus indussero questi a do-
marlo e a spodestarlo affidando Tincarico e la
successione a ras Maconnen.
Questi sulla fine del 1898 venne nel Tigre con
buon nerbo d'armati e riusci in breve ad aver
ragione di Mangascià che indebolito e abban-
donato da tutti nei primi del 1899 dovette ar-
rendersi e lasciare a Maconnen il dominio avito
del Tigre, riducendosi nell'oscurità alla mercè
del Negus.
Durante questo conflitto, l'Eritrea mantenne
contegno neutrale e si offerse anzi mediatrice
ÌU Capitolo XVin.
tra i due contendenti, ciò che le valse ad otte-
nere la gratitudine d*entrambi, ma non sorti
alcun effetto di pace tra loro.
Né meno cordiali si mantennero le relazioni
tra TEritrea Tlnghilterra e TEgitto.
Si è già detto che T Inghilterra dopo la batta-
glia di Adua e T investimento di Kassala per
parte dei Dervisci, temendo che questa piazza
cadesse nelle loro mani, ciò che avrebbe raffor-
zato la potenza Mahdista già prossima alla
dissoluzione, determinò l'immediata discesa in
campo contro il Sudan.
Sebbene Kassala venisse poi liberata pel va-
lore delle armi italiane, come si vide già, in
seguito al protocollo del 15 aprile 1891, che con-
cedeva airitalia un'occupazione soltanto provvi-
soria di detta piazza, ed in seguito alle preoc-
cupazioni che la disianza (Km. 399) da Mas-
saua destava ancora, mediante accordi coirin-
ghilterra, il 19 dicembre del 1897 veniva dairi-
talia restituita a detta potenza, riducendosi i
confini a circa 32 Km. più ad est, giusta la de-
limitazione concordata nel 1891 collo stesso
protocollo.
Frattanto lord Kitchener, progredendo lenta-
mente per la valle del Nilo moveva contro il
Kalifa e il 2 settembre 1898 lo sconfiggeva in
battaglia campale a Ondurmann abbattendo
quasi completamente tutto l'impero Mahdista.
Abdullai ritentò la sorte nell'anno successivo,
ma perdette le ultime speranze e la vita nel
combattimento di Gelid il 15 novembre del 1899.
Capitolo XVIII . 135
Questa brillante campagna anglo*egiziana ha
riaperto al mondo e alla civiltà tutta l'impor-
tantissima valle del Nilo che era in dominio
della più nera barbarie; e ne fu causa indiretta
la battaglia d'Adua.
Le previsioni del grande avvenimento avevano
già in antecedenza eccitato ambizioni e gelosie
nella vecchia Europa; cosi che, mentre lord
Kitchener stava per afferrare la palma finale
della vittoria e Gecil Rohdes lanciava le sue
ardite idee di un impero inglese dal Capo al
Mediterraneo, piantando i primi germi della
i^uerra anglo boera, la Francia dal Congo e
dair Abissinia cercava attraversare T opera e i
disegni deiringhilterra nel Sudan inviando due
piccole spedizioni su Fascioda, nell'alto Nilo.
Quella partita dall'Abissinia agli ordini del
marchese Bonchamps dovette arrestarsi per via
per la malattia del comandante; ma Taltra del
Congo comandata dal maggiore Marchand, il
10 luglio 1898 arrivò con 8 ufficiali e 120 uomini
alla meta, nella capitale degli Scilluk.
Un'altra spedizione inglese dall'Uganda ca-
pitanata dal maggiore Macdonald, non aveva
potuto prevenirlo; causa la rivolta dei Sudanesi,
che la soffermarono.
Questo fatto generò un grave incidente tra
Francia e Inghilterra, che per poco non generò
in un conflitto.
Ma la Francia dovette cedere e richiamare il
Marchand, umiliata nel suo orgoglio nazionale,
ricevendo poi come compenso dall' Inghilterra,
136 Capitolo XVllI.
mediante convenzione 21 marzo 1899, un allar-
gamento nei suoi domini nord- africani verso
l'hinterland Tripolitano.
Tra ringhilterra e l'Italia, il 7 dicembre 1898,
si era frattanto concordata la delimitazione dei
confini nord-ovest dell'Eritrea mal designati nel
protocollo, del 1^891, rimanendo aggiudicati a
questa il fecondo altipiano di Agar Nusch di
circa 60 Kmq. e le regioni inferiori a nord del-
rAmbarasaeb, che prima erano contestati.
Nell'interno, l'opera del nuovo governo colo-
niale si esplicò frattanto nei ' provvedimenti di
riordinamento amministrativo, nel pacificare du-
revolmente il paese, facilitare gli scambi, aprire
strade, regolare e incoraggiare la produzione,
determinare i demanii, provocare T immigra-
zione, e promuovere le risorse economiche della
Colonia.
L'ordinamento già stabilito dai R. R. Decreti
N. 67 e 68 del 1894, governando Baratieri, fu
costituito da altro, stabilito con R. Decreto il
febbraio 1900, già ivi parte in vigore per de-
creti antecedenti del governatore Martini.
Tale ordinamento stabilisce la carica di Go-
vernatore civile della Colonia, avente respon-
sabilità della sua amministrazione civile e mi-
litare e dipendente dal Ministro degli esteri;
mette alle sue dipendenze per l' impiego delle
forze a scopo politico il Comandante delle truppe,
Capitolo XVIIL 187
e quello della stazione navale; prescrive la for-
mazione di un bilancio annuale per cura del
Governatore da trasmettersi al Ministro degli
esteri e da approvarsi dal Parlamento ; stabili-
sce la divisione del territorio eritreo non più in
Zone di carattere militare ma in Regioni rette
da Commissari civili mantenendo in vigore i
Residenti per le località lontane b di confine ;
fissa un personale civile di 27 ufficiali e 63 com-
messi coloniali, ed un personale militare di
196 ufficiali e 1136 uomini di truppa bianchi, e
di 57 ufficiali e 5437 uomini di truppe in-
digene, ripartiti nei seguenti organismi.
Personale civile: Ufficio di governo, Giusti-
zia civile, Commissariato regionale, Servizio
di pubblica sicurezza. Servizio del genio civile,
Servizio di cassa, Servizio di dogana e porto,.
Servizio di posta e telegrafi.
Personale militare: 1 Comando delle truppe,
1 Compagnia di R. R. Carabinieri, 3 compagnie
di cacciatori (bianchi), 6 battaglioni di indigeni,
1 squadrone di cavalleria indigena, 2 batterie
da montagna, indigene, 1 compagnia canno-
nieri indigeni, 1 compagnia del Genio (misti),
1 compagnia costiera (indigeni), 1 Tribunale
militare, Servizii di sanità, Vettovagliamento,
Veterinario, Treno, ecc., 1 Deposito della Co-
lonia in Napoli.
11 personale navale non ha un organico sta-
bilito ed è amministrato direttamente dal Mini-
stero della marina.
L'Ufficio di governo con 3 direzioni preposte
i:]8 Capitolo XVIII.
ai vari rami deirAmministrazione civile fa capo
al Governatore e rappresenta come il ministero
della Colonia.
I Gommissarii regionali ed i Residenti accen-
trano in loro tutti i poteri governativi del ri-
spettivo territorio: Pubblica sicurezza, giustizia,
tasse, tributi, finanze, demanii e colonizza-
zione, ecc.; e non trovano difficoltà nel loro
esercizio, potendo disporre a scopo politico e
amministrativo delle truppe.
La pubblica sicurezza è relativamente poco
turbata, malgrado Tindole della popolazione che
ammette la vendetta del sangue e la vastità del
territorio diffìcile a guardarsi tutto. Nel 1899 si
ebbero a lamentare nella Colonia soltanto 375
reati quasi tutti di poca entità sopra una popo-
lazione di 330.000 abitanti circa.
I/amministrazione della giustizia è tutt*ora in
via di trasformazione. Aboliti gli antichi tribu-
nali d'arbitrato, il suo riordinamento é ridoUo
come segue: in Massaua, il Conciliatore perle
cause lino a 450 lire e a 45 giorni d'arresti, ed
il (Giudice unico (uguale a pretore) per le cause
fino a 3000 lire e a 3 mesi di carcere.
Nell'interno fanno le veci di Conciliatore e di
Giudice unico, i Residenti e i Commissari regio-
nali, ai quali si è ora aggiunta l'istituzione, in
prova, di giudici togati.
Le cause più gravi e quelle in appello sono
devolute al Tribunale civile e penale di Mas-
saua che può funzionare anche da Assise.
Nelle cause d'indole civile e religiosa, oltre
Capitolo XVIII. \'M)
ai predetti e sotto la loro direzione, funzionano
le Assemblee dei Notabili o dei Cadi e sono
ammessi a consulti anche i capi religiosi in-
digeìii.
Nel 1899 venne fatto il censimento della po-
polazione eritrea, che risultò di 327.502 indigeni,
con lieve preponderanza di femmine, e di 2014
bianchi, quasi tutti maschi, di cui 1356 italiani,
359 greci, 177 baniani (asiatici indiani) ed il re-
sto di nazionalità diverse.
Con ciò si è constatato una diminuzione della
popolazione, dovuta specialmente alle guerre
precedenti, alla cessione di Kassala all'Inghil-
terra, ed airesodo delle tribù degli Habab e dei
Beni Amer nel territorio anglo egiziano, donde,
ora pentiti, ritornano alla spicciolata entro i
nostri confini.
Abolito l'antico Ufficio del Demanio, prosegue
l'opera sua per cura dei Residenti e dei Gom-
raissarii Regionali; ed a quest'ora parecchie
migliaia d'ettari di terre fertili, che prima erano
abbandonate, o abusivamente occupate da in-
trusi dopo Tesodo definitivo o la morte dei le-
gittimi possessori, costituiscono un cospicuo
patrimonio della Colonia.
Per sfruttare tale patrimonio, il governo co-
loniale cerca di promuovere la colonizzazione
itahana, concedendo gratis a privati, per 30 anni
degli appezzamenti di terreno, purché si colti-
vino con sistemi europei e non si subaffittino
ad indigeni. Dal canto suo, coltiva a sue cure
e spese il calìe, ottenendone buoni frutti, ed
140 Capitolo XVI ir.
esperimenta la coltivazione d'alberi europei,
come fichi, castagni, albicocchi e innesti di ulivi
su quelli selvaggi che abbondano, onde si ri-
promette col tempo dei buoni risultati.
Cosi Tagricoltura, che dopo i primi esperi-
menti del Franchetti e di altre società, languì
per la guerra e per la sfiducia, ha ripreso oggi
novello vigore, e nell'altipiano si veggono ora
delle vaste plaghe ondeggianti di dura, d'orzo e
di grano, onde il colono europeo o indigeno
trova compenso e soddisfazione delle spese e
delle fatiche.
La maggior ricchezza della Colonia, però, è
ancora riposta nella pastorizia, che nel 1899
contava 30669 cammelli, 26205 tra cavalli, mu-
letti e asini, 177969 animali bovini, e 770129
ovini.
Nel campo dell'industria v'é da notarsi la
scoperta di miniere di quarzo aurifero, eserci-
tate da una società di capitalisti inglesi ed ita-
liani, che hanno già date i primi frutti modesti,
in alcune verghe d'oro di lieto augurio per l'av-
venire.
Altro ramo dell'industria sarebbe quello della
pesca delle perle e delle madreperle, che pel
passato era assai fiorente ; ma l'abuso fattone
ha esauriti alquanto i banchi marini, onde il
governo coloniale ha dovuto disciplinarlo affi-
dandone il monopolio per 30 anni, e col sem-
plice canone di L. 30000 annue, alla società Pa-
razzoli e Compagni, italiana.
Anche il commercio non è troppo florido,
Capitolo XVIII . 141
causa le guerre, i torbidi nelF altipiano, il de-
crescimento nella popolazione.
Tuttavia il movimento d'importazione ascende
a circa L. 10.000.000 di valore all'anno, in derrate
alimentari, vini, liquori, stoffe, metalli e uten-
sili diversi; e quello di esportazione, in perle,
madreperle, gomma, cera, pelli d'animali, ecc.,
ascende a L. 1.628.000.
L'importazione dà in massima un utile al bi-
lancio deirSVo ^<^ valorem nelle merci; e Te-
sportazione quello dell'i %» salvo alcune ecce-
zioni che il Governatore, nell'applicazione di un
ben inteso protezionismo delle produzioni eritree,
può fare su dette tasse.
Nel 1899 approdarono ai porti della Colonia
116 piroscafi a vapore e 2837 velieri con 40000
tonnellate di merci.
Il servizio di dogana é esercitato dagli Uffici
doganali di Massaua e di Assab, e dai Posti
di dogana di Edd, Meder e Taclai sul litorale.
Il commercio interno è esercitato general-
mente da europei o baniani, e sviluppato per
mezzo di carovane, in cui nel 1899, furono im-
piegate 43336 persone e 60196 quadrupedi.
Il servizio di cassa è esercitato da uti per-
sonale di tesoreria nonché dagli uffici postali
che fanno anche il servizio telegrafico.
A Massaua esistono un ospedale ed una far-
macia civile, onde si provvede alla salute pub-
blica ed all'igiene. Funzionano pure nella Co-
lonia le scuole italiane con ottimi risultati pei
fanciulli indigeni che sono molto intelligenti ; il
Ii2 Capitolo XVIII.
eulto religioso vi si pratica con reciproca tol-
leranza e rispetto e non dà mai luogo ad in-
convenienti.
L'ordinamento militare, sebbene modesto si
è dimostrato sufficiente a mantenere, in pace,
l'ordine e la sicurezza interna della Colonia; e
gli studi già fatti ed i preparativi pronti pel caso
di una guerra esterna affidano suirincolumità
di essa.
In complesso si può dire che l'attuale ammi-
nistrazione della Colonia funziona regolarmente
e corrisponde ai principii della moderna civiltà
e a quei bisogni di pace e di lavoro interno
che sono indispensabili per lo sviluppo di tutte
le sue risorse. 11 bilancio annuo ridotto alla
spesa di L. 7.600.000 non turba più gravemente
i sonni dei contribuenti iialiani, e migliori ri-
sultati economici e morali sono ora promessi
da un nuovo progetto d'ordinamento in esame
presso le Camere.
La memoria dei gravi sacrifici di sangue e
di denaro che la Colonia ci costa (1) e gli inte-
ressi materiali e morali che ad essa ci legano,
hanno finalmente anche in Italia attutite le la-
gnanze e le critiche, e disposti gli animi verso
i fatti compiuti. Certamente la giovine Italia in
questa sua prima impresa coloniale none stata
troppo fortunata nella scelta dei luoghi, nei
mezzi, e nei risultati finali ; tuttavia dall'esame
(1) Ormai ci costa circa 6000 viUime bianche e quasi mezzo
miliardo ; noncliè circa 3000 morti dei nostri indigèni.
Calatolo XYIIL 143
obbiettivo dei fatti, delle loro cause e dei loro
effetti, si può affermare che se essa ha com-
messo degli errori e sofferto dolori, ha pure
compiuto delle cose buone che le possono es-
sere argomento di legittima soddisfazione.
Là dove un giorno il nomade beduino per di-
fendere il gregge e la famiglia dalle feroci scor-
rerie di predoni, era costretto a continue dolo-
rose peregrinazioni, ed al servo della terra, il
di del raccolto, veniva spesso rubato il frutto
de' suoi sudori, e devastato il campo e violata
la casa e tradotta schiava la prole, ora regna
la pace e la quiete, e nasce il lavoro, e la terra
dà i suoi primi frutti, e si rispettano le pro-
prietà e le famiglie e si ingentiliscono i costumi^
ed il fanatico mussulmano e l'indomato etiope,
da secoli abborrentisi fra loro, dalla soglia della
vicina capanna o dal campicello confinante si
muovono ora incontro col saluto dell'amicizia,
della concordia, e della fratellanza.
E un lembo di civiltà che l'Italia ha portato
lassù tra le misteriore terre nubiane ed etiopi-
che, già risonanti di intolleranze crudeli, di odi
feroci, e di barbariche stragi : di quella civiltà
che dovrebbe essere il miglior prodotto dell'a-
more universale, ma che, in antitesi all'essenza
sua stessa, invece che ad essere diffusa per
mezzo della sola parola e delle amichevoli re-
lazioni, sembra destinata ad essere imposta ai
popoli incivili quasi sempre collii violenza.
E violenza fu pure quella che esercitò l'Italia
nello stabilirsi in quelle regioni; ma violenza
i4i Capitolo XVIII.
utile al pari di quella onde prima si sottomi
sero e poscia si civilizzarono i popoli ameri-
cani ; altrettanto feconda di quella per cui nel-
l'Australia sorsero città fiorenti e potenti indu-
strie europee, ed i fiacchi popoli indiani senti-
rono dall'Inghilterra l'impulso al lavoro ed alle
produzioni d'ogni >specie ; altrettanto legittima di
quella onde l'anno scorso tutte le principali na-
zioni del mondo mossero contro la Gina per
attrarla nell'orbita dei commerci occidentali;
altrettanto naturale come quella onde tutta l'Eu-
ropa civile ha stretto in un cerchio di dominii
e d'ingerenze il misterioso continente nero, e
ferve laggiù, presso al Capo, una lotta titanica
tra due popoli, nella quale, malgrado le simpa-
tie e forse il diritto dei Boeri, sarà più fecondo,
per l'avvenire della civiltà, il trionfo della po-
tenza britanica, destinata a risolvere i più grandi
problemi della colonizzazione africana.
Già nella mente di Ghamberlain e di Cecii
Rhodes (1) funziona la grande ferrovia dal Capo
al Mediterraneo; e dal Congo e da Gibuti due
altre la vanno ad incontrare al centro; sui
(1) Il Napoleone del Capo, come lo chiamano gli Inglesi,
è morto, ancor giovane, il 26 marzo 1902 mentre questo li-
bro era in corso di pubblicazione. Era il genio colonizza-
tore della grande Britannia. Egli non ha potuto assistere
al trionfo della sua patria e della sua politica raggiunto
due mesi dopo (31 maggio 1902) colla convenzione di pace
stipulata tra lord Kitchener, lord Milner e i Delegati Boeri,
onde il Transvaal e l'Orange hanno perduto, e forse per
sempre, la loro indipendenza.
Capitolo XVIIL 145
fiumi e sui laghi scorrono vapori, si impiantano
linee telegrafiche , le grandi cascate offrono
la forza idraulica, le selve i loro legnami, le
miniere i loro tesori ; ed i terreni vergini aspet-
tano la mano dell'uomo che li coltivi per pro-
durre i loro frutti.
Fra un secolo tutto il continente nero avrà
cambiato faccia; e come avvenne per l'America,
progredendo a grandi passi nella via della ci-
viltà, potrà un giorno emanciparsi da coloro
che gli diedero la vita.
È fenomeno naturale, conseguenza di una
legge biologica universale cui sottostanno, come
gli individui, anche le regioni ed i continenti.
Melli. 1
APPENDICE
APPENDICE
1. — Note geografiche e statistiche
suLL* Eritrea.
La Colonia Eritrea ha per confini la spiaggia
del Capo Kasar (18o latit. nord) fino al 12<> 3(y
a sud di Racheita sullo stretto di Bab el Man-
deb; e una linea che dal capo predetto, adden-
trandosi in direzione sud-ovest, oltrepassa la
valle del Barca fino a toccare Sabderat, ad est
di Kassala; donde prosegue poi verso TAtbara,
e ripiegando in seguito verso sud-est, raggiunge
e sale il corso superiore del Mareb e quello del
suo affluente Belesa, per ridiscendere verso il
Mare col Mai Muna che si perde nel litorale
Daricalo. Da questo punto la linea di confine
si svolge verso sud tra la costa e Torlo dell'al-
tipiano e va a congiungersi al mare, all'estre-
mo limite, a sud di Raheita, predetto.
Restano compresi in questi confini: a nord la
regione del Sahel, detta genericamente dei Beni
Amer, tra le valli del Barca e dell'Anseba, ed
il litorale del Sahmar fin contro Massaua; nel-
150 Appendice.
rinterno centrale le regioni dell' Amasen, dei
Bogos e dei Bazè; a sud il Seraè; rOkulé-Kusai
ed altre terre minori; a sud-est la costa Dan-
cala fino a Raheita.
Davanti a Massaua, sul mare, l' Italia pos-
siede pure l'arcipelago delle isole Dahlac, Disse,
Baca, Hauachil.
La superfìcie della Colonia è di circa 247.000
kmq. e la popolazione indigena, secondo il cen-
simento del 1899, è di 327.000 ab. oltre a 2.000
tra europei e asiatici.
La conformazione del suolo è varia.
La costa è bassa ed in gran parte madrepo-
rica e sinuosa. Lungo di essa si trovano buoni
posti come Massaua, Arafali, Zula, Beilul e
Assab.
Hanno pure caratteri madreporici l'arcipelago
Dahlac e le isolette intorno ad Assab.
Il litorale varia di larghezza ed è general-
mente piano.
L'interno è percorso da catene e diramazioni
montane che si annodano al massiccio dell'A-
masen, e solcato da fiumi e torrenti che in parte
sboccano verso il Nilo, ed in parte scendono
al Mar Rosso.
Alla diversa conformazione del suolo corri-
sponde una diversità di aspetto, di clima, di
vegetazione, di vita.
Il litorale é generalmente arido e sabbioso, e
composto di sedimenti marini che lo rendono
infecondo. Soltanto qua e là sorgono gracili ar-
busti di spini e di mimose, e lungo i brevi tor-
Appendice. 151
renlelli che si perdono nella sabbia, qualche
macchia o cespuglio, qualche piccola oasi, qual-
che pozzanghera, qualche punto vitale. Clima
torrido, insalubre, infestato dai venti micidiali
del deserto e dalle sensibilissime basse maree;
pochi abitanti, pescatori o pastori, raccolti lungo
la costa, iene e sciacalli in giro, rettili striscianti
al sole, uccellacci marini svolazzanti in aria.
La popolazione è misera, neghittosa e fiacca.
La vita si restringe ai porti, ove come a Mas-
saua affluiscono indiani ed europei, che hanno
il monopolio del commercio.
L'industria principale è quella della pesca e
lavorazione della madreperla che si esercita a
Massaua e nelle isole Dahlac.
L'interno delle regioni nubiane del Sahel è
percorso da diverse catene montane di media
elevatezza dette Rore, propaggini settentrionali
dei monti etiopici, e solcato dalle due grandi
valli del Barca e deirAnseba suo affluente.
Qui tra le Rore Asghede e Siacà e tra le pen-
dici settentrionali del Senhait sono declivi e
pianori verdeggianti di pascoli e di coltivazioni,
lungo i fiumi e torrenti fitte boscaglie e con-
vaUi feconde di lussureggiante vegetazione tro-
picale; vi abbondano i buoi, i cammelli e gli
animali ovini, sono più scarsi quelli equini, e
non vi mancano i feroci come il leopardo, la
tigre e la iena nelle foreste e il coccodrillo nei
fiumi; la popolazione, scarsa, ma relativamente
ben ordinata e tranquilla, vive più di pastorizia
che di agricoltura e fa qualche traffico di com-
merci coi porti della costa.
152 Appendice.
Nel Senhait, tra i Bogos, nell'Amasen petroso,
nel Seraè, neirOkulé-Kusai e nelle terre affini
il suolo ed il clima offrono gli stessi caratteri,
aspetti e ambienti di quelli in generale della
regione etiopica.
Le sommità spiccano ovunque nell'azzurro
dell'aree calve, cineree, nelle più strane forme
e dimensioni e alle più disparate altezze, so-
vrastando a fianchi ripidi, dirupati e brulli, e
rinserrando spesso tra pareti di pietra e cre-
pacci anguste gole e profondissimi letti di tor-
renti. Tratto tratto degli ammassi solitari di
granito, detti Ambe, coi fianchi verticali e la
sommità piatta, torreggiano intorno come titani
del cielo.
Ma ai piedi dei monti orridi e sterili, tra cui
scherzano i nembi e le tempeste e regna deso-
lante lo squallore, si stendono frequenti convalli
e pianori, ove il verde scherza fra le acque,
ove le erbe e le piante sentono tutta la rigo-
gliosità di una vegetazione tropicale, ove l'oc-
chio si riposa, dove ferve la vita, e l'animo si
consola.
I geografi dividono il territorio abissino in tre
zone, a ciascuna de4le quali corrisponde una
fauna, una flora ed un clima speciale. La prima
detta dei Kolla é la più bassa e comprende la
zona inferiore a 1.500 m. In essa il clima è tro-
picale, e la vegetazione rigogliosissima: vi ab-
bondano dense foi^este di palme e boscaglie di
ogni specie, e le erbe crescono ad una prodi-
giosa altezza.
Appendice, 153
Il suolo vi darebbe ogni sorta di prodotti agri-
coli, ma la troppa umidità e le pioggie perio-
diche rendono i Kolla disabitabili e malsani;
numerosi serpenti strisciano fra Terbe; nei tor-
renti e nei fiumi vive il coccodrillo, nelle foreste,
allietate da miriadi di variopinti augelli, rugge
il leone, e la iena, gli sciacalli ed un' infinita
quantità di scimmie fanno all'uomo una poco
gradita compagnia.
Gli agricoltori e i pastori che scendono ai
Kolla, generalmente nella notte risalgono più
in alto.
La seconda zona é detta Uoìna Dega e com-
prende le altezze tra 1500 e 2500 m. In essa il
clima é salubre e temperato non arrivando mai
il calore al disopra dei 25 gradi, né al disotto
dei 5. In questa zona prosperano l'ulivo, il co-
tone, Forzo e la dura, ed altre graminacee; vi
sono ottime praterie e . vi cresce rigoglioso il
caffé. Quivi é agglomerata la popolazione mag-
giore, gli animali feroci vi sono in minor nu-
mero; qui il cavallo e Telefante addomesticato
rendono buoni servigi all'uomo; vi abbondano
pure gli uccelli d'ogni specie, il leone vi appare
di rado, e la iena sale soltanto di notte a cer-
care il suo pasto tra le carogne abbandonate.
La terza zona è quella dei Degà che com-
prende le alture superiori ai 2.500 m. In essa il
clima é freddo, il suolo infecondo e gli abitanti
sono scarsi.
Come in molti altri paesi tropicali anche nel-
l'altipiano etiopico v'é una stagione di pioggie
154 Appendice.
periodiche, dal giugno al settembre, che fecon-
dano il suolo; raa per la loro impetuosità talora
lo devastano ed interrompono i commerci e le
comunicazioni.
NeirAmasen, neirOkulè-Kusai, nel Seraé e
nei Bogos vive la maggior parte della popola-
zione eritrea; vi sono centri abitati come Asmara,
sede del governo, Godofelassi, Gura, Saganeiti
e Keren.
Gli indigeni si occupano generalmente di pa-
storizia e cominciano a curare anche ragricol-
tura.
2. — Caratteri e costumi della
popolazione eritrea.
La popolazione dell'Eritrea é composta di in-
digeni, arabi ed etiopi, e di gente proveniente
dall'Europa, specialmente italiani e greci, o dal
l'India (Baniani;.
Degli indigeni sono di razza etiope quelli del-
l'altipiano, cioè gli abitanti dell'Amasen, del Se-
raè e dell'Okulè-Kusai nonché una parte di quelli
dei Bogos e dei Bazé: sono di razza araba tutti
gli altri.
Poca civiltà negli arabi: il Corano, solo codice
e sola scienza; feticismo per Maometto e per
Allah; i piaceri erotici solo scopo di questa e
dell'altra vita.
Belli di forme e di statura, agili, ma senza
fibra, neghittosi al lavoro ed ignoranti, timidi,
miti d'animo e di tratto, diventano feroci quando
Appendice, 155
si riscaldano per un ideale di patria o di reli-
gione e sacrificano volontieri per esso la vita.
L'abissino, o etiope, ha anch'esso bella sta-
tura, conformazione regolare ed è più agile e
più robusto dell'arabo; professa con un certo
fervore la religione cristiana di rito copto, è
dissoluto nei piaceri, inclinato all'ignavia ed al
brigantaggio, falso e borioso, pronto agli in-
ganni, fiero di sé e del suo paese, valoroso in
guerra, meno refrattario dell'arabo al lume della
civiltà.
Tanto l'arabo che l'abissino sentono gli af-
fetti famigliari, l'amicizia, il rispetto ai vecchi,
e adorano la forza ed il valore.
Le donne sono buone e laboriose e soppor-
tano il maggior peso delle famiglie, dovendo
costruire le capanne, e preparare il cibo al-
l'uomo che le tiene come schiave. Sono di svi-
luppo precoce e di precoce senilità; da giovani
sono belle e piacenti, a trent' anni diventano
orride. ^
L'abissino porta in genere per vestito, se uo-
mo, un paio di mutandine lunghe fino al ginoc-
chio, ed un lenzuolo (sciamma o marghef) a
manto, bianco o variopinto intorno, niente in
testa, di rado i sandali ai piedi; le donne una
lunga camicia bianca o bordata, che arriva ai
piedi e nient'altro.
Uomini e donne, e specialmente queste, por-
tano i capelli unii di grasso e fittamente intrec-
ciate intorno al capo.
L'arabo, se uomo, veste un giacchettino corto
156 Appendice,
variopinto ed un camicione talare bianco, san-
dali ai piedi e un cencio a turbante in testa. I
poveri però portano un solo grembiale (futa)
intorno alle anche, niente ai piedi ed in lesta.
I giovinotti prediligono il berretto fez.
Le donne ricche vanno tutte ammantate e co-
perte fino agli occhi e al naso, portano sotto-
vesti variopinte, sandali e monili. Le povere
hanno la sola fata intorno alle anche ed un
fazzoletto a scialle sulla testa.
I capelli degli uomini arabi sono rasi o radu-
nati a piramide sul capo; nelle donne sono in-
trecciati e cadenti intorno.
I Mussulmani parlano un dialetto più o meno
affine alla lingua araba; gli Abissini hanno una
speciale lingua geez, o sacra, pei riti religiosi
ed una amharica per le reazioni ufficiali, ma
nella pratica parlano un orribile moderno dia-
letto tigrino.
3. — Possedimenti del Bejiadir.
Al di là dello stretto di Bah el Mandeb da
Zeila alla foce del Giuba si estende la penisola
dei Somali, bagnata dall'Oceano indiano.
Ha una superficie, in parte ancora inesplo-
rata, di circa un milione di Kmq. ed un suolo
che offre tutte le varietà di quello africano in
genere: plaghe deserte e sterili lungo il litorale
e neirinterno del corno nord-est ; ed altre di
grande fecondità lungo le valli dei fiumi e se-
gnatamente in quelle del Giuba e delVUebi,
Appendice. 157
Vi abita la popolazione Somala d'incerto nu-
nnero, di razza e religione affine all'araba, ma
più maligna, infingarda e crudele.
Prima che scoppiasse in Egitto la rivolta del
1882 e la conseguente insurrezione Mahdista, la
maggior parte della costa Somala era in po-
tere di delto vicereame, tranne in alcuni punti
presso il capo Guardafui, ove dominava già
ringhilterra. Dopo i predetti eventi egiziani Tln-
ghilterra si prese tutta la costa da Bender Ziade
al golfo di Tadgiura, coi porti di Berbera e Zeila;
la Francia si installò su questo golfo e ad Obok;
e l'Italia a poco per volta, per mezzo di pra-
tiche coi sultani locali, si assise dominatrice o
protettrice sul restante della costa Somala da
Bender Ziade predetto sino alle foci del Giuba.
Cominciò il sultano d'Obbia, ribelle a quello
dei Migiurtini, a chiedere il protettorato italiano;
e questo gli fu concesso dal R. incrociatore Do-
gali rs Febbraio 1889.
Il 7 aprile di detto anno anche il sultano dei
Migiurtini cedeva all'Italia il possesso del lito-
rale da Ras Auad a capo Beduin; e più tardi
si obbligava a non cedere ad altre potenze do-
minio e protettorati sul suo territorio.
Nell'agosto del 1889 in seguito ad accordi col-
ringhilterra e col sultano del Zanzibar, Tltalia
prendeva in affitto le cinque stazioni del Be-
nadir (paese dei porti) Kismaio, Brava, Merca,
Mogadixo e Uarsceik, le prime con un circuito
di 18 Km. di territorio e Tultima di 8. In se-
guito, coi protocolli 24 marzo e 15 aprile 1891,
158 Appendice.
r Italia estese la sua influenza sui territori
limitrofi lungo la costa e fino al corso del
Giuba.
Consolidata la presa in affitto delle stazioni
predette, esse vennero affidate per gli esperi-
menti agricoli e commerciali alla compagnia
V. Filonardi e compagni; ed in seguito ai buoni
risultati di tale esperimento sì costituì poi la
Compagnia Milanese del Benadir, la quale però
dovette ritardare ad installarsi pel contraccolpo
che ebbe anche laggiù la battaglia d^Adua.
Frattanto la direzione delle stazioni del Be-
nadir venne affidata al noto viaggiatore Anto-
nio Cecchi.
Questi si mise all'opera per farla prosperare,
ma il 26 novembre del 1896, avendo intrapreso
un'escursione da Mogadixo sul Sebeli per re-
carsi presso il sultano di Keledi, giunto a La-
folé venne assalilo dai Somali ed ucciso con 9
ufficiali di marina e 4 soldati italiani e parecchi
ascari che lo scortavano.
Accorse in loro aiuto una compagnia di sbarco,
ma fu anch'essa assalita e costretta a ritornare.
Il Governo italiano prese terribile vendetta
sugli assassini di La fole, ma questo fatto dolo-
roso paralizzò alquanto lo sviluppo del nostro
possedimento.
Finalmente con legge del 25 gennaio 1808.
venne concesso per 50 anni dal 1896 Tesercizio
delle città e dei porti del Benadir e del relativo
hinterland alla Società anonima commerciale
italiana del Benadir (con sede a Milano) che
funziona già.
Appendice, 159
Questa Società, composta di azionisti ha un
milione di capitale e riceve un sussidio annuo
di L. 400.000 dal Governo che saranno ridotti a
L. 350.000 dal 1910 al 1946.
Essa ha facoltà di esercitare il commercio e
le industrie del Benadir e la missione di far
prosperare la Colonia ai patti seguenti;
a) inalberare la bandiera nazionale.
b) pagare al sultano del Zanzibar il canone
annuo di 120.000 rupie già convenuto coH'Italia.
e) pagare (per conto e con danari del Go-
verno) 3.600 talleri complessivamente ai sultani
di Obbia e di Alula.
d) conservare in buono stato i fabbricati del
Governo.
^) amministrare la giustizia in base alle
norme in vigore.
/) mantenere almeno 600 guardie per la si-
curezza interna della Colonia;
g) applicare gli atti di Berlino (26 febbraio
1885) e di Bruxelles (2 luglio 1890) per quanto
riguarda la tratta degli schiavi ed il commercio
delle armi da fuoco e delle bevande spiritose.
Il Governo non si è impegnato, ma si è riser-
bato libertà di azione in caso di attacchi esterni
della Colonia, ed ha solo convenuto di procu-
rare di tenere uno stazionario lungo la costa.
La convenzione predetta è scindibile pel Go-
verno nel 1921, mediante preavviso di 2 anni;
per la Società nel 1910, mediante preavviso di
un anno.
I risultati ottenuti finora dalla società lasciano
160 Appendice,
sperare che la nostra Colonia del Benadir potrà
un giorno divenir proficua alla patria, mentre
che la pace che vi é regnato finora affida che
non sorgeranno inconvenienti per Fa v venire (1).
4. — Viaggi ed esplorazioni d'Italiani
Vittorio Bottego.
I nostri possedimenti Africani furono prepa-
rati dalle esplorazioni e dai viaggi di avventu-
rosi italiani che in parte rimasero vittima del
loro ardimento.
Non consentendo Vindole di questo manuale
di ricordarli tutti, come sarebbe dovere, accen-
neremo ai nomi dei principali.
Prima di tutti vanno ricordati Mons. Massaia
ed il prof. Sapeto che vissero per lunghi anni
in Etiopia e la descrissero in opere magistrali;
poi il marchese Antinori, visitatore di Kassala,
e primo fondatore della stazione italiana di Lett
Mareffìà nello Scioa, dove mori; Gecchi e Ghia-
(1) Il movimento commerciale nei porti del Benadir
(Mogadixo, Merca, Brava, Giumbo, Uarsceik, Itala) nell'anno
1H98-99 diede i seguenti risultati:
Importazione : Caffè, datteri, metalli, filati, legnami, legumi,
pelli conciate, pesce salato, petrolio, riso, sale, sapone, stuoie)
tabacco, tessuti, zucchero, ecc. — Talleri 909413,64.
Dazio - Talleri 48647,19.
Esportazonb: Ambra, avorio, bestiame, burro, gomma,
grasso, legumi, corna di rinoceronte, mirra, olio di sesamo,
pelli, penne di struzzo, pesce cane, tartarughe, tessuti in-
digeni, ecc. — Talleri 558173,88.
Dazio — Talleri 52417,07.
Appendice. 161
rini pei loro viaggi avventurosi nei regni di
Ghera e Gaffa; Gustavo Bianchi, visitatore del-
TAbissinia e della terra dei Galla, rimasto poi
vittima nella costa Dancala; Ragazzi e Traversi
deirHarrar e dei paesi Galla meridionali, Bandi
e Gandeo esploratori dell'Ogaden, Ting. Robecchi
della Gosta del Benadir e della Somalia, Sac-
coni e Porro rimasti vittime negli stessi pa-
raggi ; Eugenio Ruspoli morto a Burgi nei Galla,
Giulietti è Biglieri, Franzoi, Gamperio, Anto-
nelli, S. Martini ed altri coi loro seguaci.
Ma l'esploratore che coi suoi viaggi e colle
sue scoperte ha illustrato la patria fu Vittorio
Bottego.
Il capitano d'artiglieria Vittorio Bottego, par-
migiano, nel 1892-93, partendo da Berbera nel
Golfo d'Aden e traversando TOgaden ed altre
regioni non mai battute da piede europeo, rag-
giunse ed esplorò i rami superiori che formano
il Giuba, cioè THelmal, il Ganale Doria, e il
Daua-Parma. Discese poi tra molte peripezie e
pericoli lungo il corso inferiore di detto fiume
fino a Lugh ed a Barderà, studiando minuta-
mente la regione; e giunto in patria pubblicò
un'opera; — Il Giuba Esplorato — che gli valse
l'ammirazione del mondo.
Nel 1895, Bottego aiutato dal governo di Grispi
e della Società geografica italiana, . volle im-
prendere un altro viaggio di esplorazione più
grandioso, cioè girare attorno alla linea d' in-
fluenza italiana, dal Giuba al Nilo azzurro, per
rientrare nella Golonia Eritrea presso Kassala.
102 Appendice.
Ciò era in armonia coirindi rizzo generale
della politica coloniale del ministero Grispi.
Bottego il 12 ottobre 1895 parti da Brava nel
Benadir, accompagnato dai tenenti Vannulelli
e Gitemi e dal dottor Maurizio Sacchi, scor-
tato da 250 ascari, e ritornò a Lugh sul Giuba,
dove alzò la bandiera italiana e fondò una sta-
zione commerciale, lasciandovi il capitano Fer-
randi e 43 ascari.
Il 27 dicembre lasciò Lugh e risalendo il Ga-
nana ed il Daua si spinse fino alle regioni dei
Boràn e dei laghi superiori, toccando Burgi ove
era già morto il viaggiatore Eugenio Ruspoli.
Il 1° maggio poi mosse in direzione dello
Scioa e scopri il bellissimo e grande lago Pa-
gade, dedicato a S. M. la regina Margherita.
Dopo aver sostato alquanto nelle fiorenti pla-
ghe tra i laghi Pagadè e Giamo, e nel Gemo,
il 1° luglio 1896 prosegui verso Ghera e Gaffa
e giunse all'Omo (detto poi Omo Bottego). De-
sideroso di conoscere questo fiume che alcuni
supponevano ancora come un corso superiore
del gran Nilo, ne segui la costa e scopri che
si scaricava nel lago Rodolfo.
Visitò poi questo lago e quello vicino di Ste-
fania e quindi distaccò il dottor Sacchi per spe-
dire alla costa il grande avorio accumulato.
Sui primi di novembre del 1896, costeggiando
ad ovest il lago Rodolfo si diresse a nod ovest,
raggiungendo i corsi di un altro Giuba e del-
rUpeno affluenti del Sobat sboccanti nel Nilo
presso Fascioda.
Appendice. 163
Ma suirintrepido viaggiatore s* addensavano
già le tempeste scatenate dalla battaglia d'Adua
ch'egli ignorava ancora.
Risalito rUpeno e spintosi fino a Gobbo presso
Lega, a sud ovest dello Scioa e del Goggiam,
la spedizione il 17 marzo 1897 venne assalita
da un gran numero di Amhara, e dopo fiera
lotta fu sopraffatta e depredata. Bottego cadde
difendendosi come un leone; Vannutelli e Gi-
temi rimasero feriti in mano dei nemici e po-
terono salvare a stento una parte dei materiali
scientifici raccolti; gli ascari parte furono uccisi
e parte dispersi.
Intanto anche il dottor Sacchi incontrava
ugual sorte nel discendere alla costa.
La grande impresa del Bottego gli ha dato
colla morte la gloria.
La scoperta del Sagan, e del Lago Pagadé, Te-
splorazione delralto corso del Sobat, e special-
mente la esplorazione del corso e della defluenza
dell'Omo, onde veniva risolta per sempre la
grande questione delle sorgenti del Nilo, pon-
gono il nome di Bottego accanto a quelli dei
più illustri esploratori moderni.
FINE.
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legati in tela e si spediscono franco di por^o nel
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Nella divisione sistematica che segue, fatta eapr
per facilitare la consultazione del presente catalo
dunato in pochi gruppi e disposto in ordine alfalM
le voci più salienti delle materie trattate nel Mani
e prego gli Studiosi di consultarlo sempre nelle lori
Agraria.
Abitazianl d. animili
Mezzeria
Agricoitorelillib-deiL')
Economia fabb, rurali
Mollili
Agricoltore (proni, d.)
Enologia
Agronomia
Id. domestica
OIWo B^'oi
Id. e agricoLtnra
Estimo rurale
Olii vegelj
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Floricoltura
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Frumento e mais
Piante e fl
Animali da oortilo
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Piante Ind
Id. pariBalti
Piante tes:
ApicoltDia
Funghi mangerecci
Poilicoltur
ABBicnr. aziende rurali
Gelsicoltura
Pomologia
Baohl da seta
Bestiame e agri Colt.
ijTnTnirale
Prodotti at
Cane
Id. veterinaria
Selviooltur
Cantiniere
Immunità a. malattie
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Insetti nocivi
Tart'tJfl"e f
Catasto
Id. utili
Cavallo
Latte, burro o cacio
Uv'e'dÌ''Ta
CUmica agraria
Legislas. rurale
Vini bianc
Cosnac
Cofombi domestici
Uaccbine agricolo
Vino
Mais
Viticoltura
Mdaltie crittogam.
Zoonosi
Conimi ^
Zootecnia
ConÌBlieoItnra
P
Id. del vini
rodottì alimentai
i.
Adnlteraz. alimenti
Enologia
Simentazione
Enologia domestica
Olii vegetE
Orticoltura
Animali da cortile
Frutta minori
Apicoltura
Panlflcanlo
Caseificio
Funghi mangerecci
Pisci co Itnr
Cantiniere
Poilicoltur.
Co^mbi domestici
Tartufi e f
Liquorista
Uve da ta-
ConlBliooltnra
Mais
Vini Mane
ConBerTttzionesostan-
Maja^e
ADStomla vegeti
). Piaiologia
Cal«olCeil
Colombi domestici
Co Digli coltura
CilBtnllDgiafia
Ditteri
Embrici e morto], gen.
Plori setifici ali
Id. utili
Ittiologia
Lepidotteri
Ualale
Ualattie cri ti
Motalli preiii
Hioeralogia ,
Id.
Maturai lata i
Medicina, Ghìrori
Anatomia
Impiego Ipod
Tecnologìa, Ingegneria, Costruzioni, ecc.
Cnbstura, legnami
Indiistiie (Piccole)
iale Macchine a
Mode Untore meccinlt
Moli ni
U omenti resi stenti
Peso metalli
Algebra «lem en tati
(iseeno gì
e. di). Id. dlTrigonom. iPet
Logismografia
Uatematiche BUpeiiori
"urologia
lOcappl d
ELENCO DEI MANUALI HOEPH
Amministrazione pubblica
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Id. e stima danni
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Codice dei bollo
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Id. civile
Id. proced. civile
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Id. pen.eproc.pen.
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Id. pen. p. l'eserc.
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Id. d. perito misur.
Cod.e leggi us. dltalia
Computisteria
Conciliatore
Contabilità comunale
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Cooperative rurali
Cooperazione
Debito pubblico
Digesto
Diritti e dov. d. cittad.
Diritto amministrati v.
Id. civile
Id. commerciale
Diritto costituzionale
Id. Ecclesiastico
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Id. Id. privato
Id. penale
Id. Id. romano
Id. romano
Ef^.onomia politica
Esattore comunale.
Estimo dei terreni
Id. rurale
Fognatura cittadina
Giustizia amministr.
Igiene scolastica
Id. veterinaria
Imposte dirette
Infortuni sul lavoro
Ingegneria legale
Interesse e sconto
Ipoteche
Legge comunale
Id. sui lav. pubbl.
Id. s. ordin. giud.
Id. infort. 8. lavoro
Id. s propr.letter.
Id. s. diritti d'aut.
Id. 8. priv.industr.
Id. s. sanità e sicu-
rezza pubblica
Legge sulle tasse di re-
gistro e bollo
Legislazione sanitaria
Legislazione rurale
Logismografìa
Mandato commerciale
Notaio
Ordin am. Stati d'Eur.
Id. Id.f. d'Eur.
Paga giornaliera
Posta
Produz.ecommer.vino
Prontuario d. agricoli.
Id. d. ragion.
Proprietario di case
Ragioneria
Ragioneria d. Cooper.
Id. industriale
Ricchezza mobile
Scienza d. finanze
Scritture d'affari
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Amatore oggett. d'arte
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Id. pubbl. rora.
Armi antiche
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Archeol. d. arte greca
Id. d. arte etr. rom.
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Armi antiche
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I
I
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Dantologia
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Id. grechi
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Id. aniy.in41ing.
Dottrina pop.in41iag.
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Id. Galla (Orom.)
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Id. Greca-mod.
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Id. Olandese
Id. Portoghese-
Brasiliana
Grammat. Rumena
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Id. american.
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Id. dramm.
Id. ebraica
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Id. greca
Id. indiana
Id. inglese
Letteratura italiana
Id. norveg.
Id. persiana
Id. provenz.
Id. romana
Id. spagnnol.
Id. tedesca
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Id. slava
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Lingue d'Africa
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Metrica d. greci e rom.
Morfologia greca
Id. italiana
Omero
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Relig.eling.di India
Bettorica
Bitmica italiana
Sanscrito
Shakespeare
Stilistica
Tavole divina comm.
Tigre
Traduttore tedesco
Verbi greci
Id. latini
Vocabol. lingua Bussa
Volapuk
Acrobatica e atletica
Alpinismo
Amatore oggetti d'art.
Armonia
Armi antiche
Automobilista
Ballo
Biliardo
Cacciatore
Cane (Allevatore del)
Canottaggio
Canto (II)
Cantante
Musica, Sport.
Cavallo
Chitarra
Ciclista
Codice cavalleresco
Dizionario alpino
Id. diatetico
Dizionario delle corse
Duellante
Filonauta
Ginnastica femminile
Id. maschile
Id. (Storia d.)
Giuochi ginnastici
Infortuni d. montagna
Lawn-Tennis
Mandolinista
Nuotatore
Pianista
Proverbi sul cavallo
Scacchi
Scherma
Storia della musica
Strumentazione
Strumenti ad arco
Elenco completo dei MANUALI HOEPLI
disposti in ordine alfabetico per materia.
L. e.
Abitazione degli animali domestici, del Dott. u. Barpi,
di pag. xvi-372, con 168 incisioni 4 —
Abitazioni — vedi Fabbricati civili.
Abiti per signora (Confezione di) e l'arte del taglio, com-
pilato da Emilia Cova, di pag. vni-9l, con 40 tavole . 8 —
Abbreviatura — vedi Dizionario abbreviature — Dizionario ste-
nografico.
Acetilene (L') del Dott. L. castellani di pag. xvi-126 . 2 —
Acido solforico, Acido nitrico, Solfato sodico, Acido mu-
riatico (Fabbricazione dell'), del Dott. V. Vender, di
pag. VIII-S12, con 107 incisioni e molte tabelle. . . . 3 50
Acque (Le) minerali e termali dei Regno d'Italia, diLuiei
TiOLi. Topografia - Analisi - Elenchi - Denominazione delle
acque - Malattie per le quali si prescrivono - Comuni in
cui scaturi<3cono - Stabilimenti e loro proprietari - Acque e
fanghi in commercio - Negozianti d'acque minerali, di pag.
XXn-552 • . . 5 50
Acrobatica e atletica di A. Zucca, di pag. xxx-267, con
100 tavole e 42 incisioni nel testo 6 50
Acustica — vedi Lnce e suono.
Adulterazioni e falsificazioni (Dizionario delle) degli ali-
menti, del Dott. Prof. L. Gabba (è in lavoro la 2* ediz.).
Agricoltore (Prontuario dell*). Manuale di agricoltura, eco-
nomia, estimo e costruzioni rurali, del prof. V. Niccoli,
2» edizione riveduta ed ampliata, di p. xxvili-464 . . 5 50
— (Il libro dell') di A. Bruttini. (In lavoro).
Agronomia, del Prof. Cabeqa di Muricce, 3» ediz. rive-
duta ed ampliata dall'autore, di pag. xii-210 1 50
Agronomia e agricoltura moderna, di g. Soldani, 2» ed.
di pag. viii-416 con 134 incisioni e 2 tav. cromolit. . . 8 50
Agrumi (Coltivazione, malattie e commercio degli), di A.
Aloi, con 22 incisioni e 5 tavole cromolit., pag. xa-238 3 50
Alcool (Fabbricazione e materie prime), di F. Cantamessa
di pag. xii-307, con 24 incisioni 3 —
Alcool industriale, di G. Chiapetti. Produzione dell'al-
cool industriale dal punto di vista dell' agricoltura, appli-
cazione dell'alcool denaturato alla fabbricazione dell'aceto
e delle vinacce, alla produzione della forza motrice, al ri-
scaldamento e alla illuminazloue con 98 illustrazioni. (In
lavoro).
Algebra complementare, del Prof. s. Pincherle:
Parte I. AnaUai Algèbrica, di pag. vin-174 . . . . 1 50
^ Parte II. Teoria delle equazioni, pag. iv-169 con 4 ine. l 60
— (Esercizi dll. del Prof. S. Pincheri-e, dipa^. yiii
con 2 Incisioni '
Alighieri (Daite} — vidi Dantologia.
Alimentazfone, di G. Strafforello, di pag. viu-i;
Alimentazione del bestiame, dei Prof. Menozzi e
COLI, di pag. xvi-400 con molte tabelle ....
Allittamento — vidi NntriziODe del liambioo.
AlllguiDiie per l'oro e per l'argtiito — cedi Leglie - Tavole
Alliiininio {h'), di e, Dormenti, di pag, xxriii-S24 ,
Alai — tedi Prodotti agricoli.
Alpi (Le), di J. B.U.L, »ad. di I. Cremona, pag. vi-l
Alpinismo, di G. Brocberel, di pag. viu-sil . .
AmaliMne — vtdt Lagbe metalllcbo.
Amatore (L) di oggetti d'arte e di curiosità, di L. de
Mauri, di eoo pag, adorno di umnerose incis. e marcbe.
Contiene le materie seguenti: Plttuia - Incisione - Scollnra
ia amrìo - Piccola scoitura - Vetri - Mobili - Smalti -
togli - Tabaccbiere - Orologi - Vasellame di stagno - Armi
ed armature - DIziODario complementare di altri infiniti (%-
getti d'aite e di curiosità, di pag. xii-530. . . .
Anagramnii, — vidi Boi miniatici.
Analisi chimica qualitativa di sostanze minerali e oiganiche
e riceiche tossicologtcbe, ad uso dei laboratori di cbimica in
genere e in particolare delle Scuole di Parmauia, del Prof. P.
E. ALESSANDRI. 2' ediz. intieramente rifatta, di pag. XU-
384, con 11 ine. namerose tabelle e5 tar. eromo litografiche 5 -
Analltl di toatMie allnantaN. -— ttit Chimica ipplicnla all'Igiene.
Anallil della Urine. — t«li Chimica clinica.
Analisi del vino, ad oso dei cblmicl e dei legali, del Uott.
M. Barth. traduzione del Prof. E. Comboni, 2" ediiione
italiana interamente riveduta ed ampliata dal traduttore,
di pag. XVI 140. con S ine. intercalate nel testo . . , 2 -
Analisi volumetrica applicata ai prodotti commerciali e in-
dustriali, del Prof. P. E, Alessandri, pag. x-342, con ine. 4 5'
Anaau. — tiidi Prodotti agricoli.
Anatomia e fisiologia comparate, del Prof. E. Besta, di
pag. TU 318 con 34 incisioni I 6
Anatomia microscopica (Tecnica di|, dei Prof. U. G.utAZill,
12 ELENCO DEI MASC.VLI HOEPLI
_
Anatomia pittorica, dei Prof. A Lombardini, 2° edii:. ri-
veduta e ampliata, di pag. V111-I6B, con SS ino. ... 3
Aaatomia topograilca, del Dott, Prof. e. falcone, di
con SO incisioni E
etalO, del Dottor A. TOONINI, di pagine
irtlle, del Prof. P. BONIZZI. di pag. xiv-288
oni. (Ln 2> ediz. i In preparazione),
[Mirasslti dell'uomo, del Prof, F. Mebcasti,
9, con 33 Inciaioni 1
aie, del Prof. V, [Nama, (la lavoro).
rate dei romail, dei Prof. W. Kopp, (radu-
te ed aggiunte del Prof. N. UORESCBI. (B
me la 3* edizione).
Iiliohe ramane di J. O. Hcbert, edizione
Prof. A. WiTTGENs, |ln Uvoro).
> Medicklnr» aotleetllca.
del Prof. Q. Canebtrinj, 8' edlz., di pag.
I (L') (n Egitto, grammatica, ft'asi, dialoghi
oltre SODO vocaboli del Prof. A. Nallino,
dall'Arabo volgare di De Sterlich e Dib
► edii. rifatta
^rte Greca, dei Prof. 1. gentile, Atl. di
I testo rifatto dal Prof. 8. Ricci è in lavoro.
Storia dell'arte Italica, etnisca e ramaM.
ir. rifatta. Uo voi. di testo eon inW. blbllogr.
snlle ultime scoperte e questioni orcheol. di
i46 con 96 lav, nel testo a cura del Prof. B.
Di. di 7B tav, e in, a cura del Prof, I, Gentile I
(Manuale di) italiana, antica e modella, di
S' edizione rifatta con 181 incisioni e 70
ELENCO DEI MAwrALr HOCTII
■ — vidi QBLvanizzizioDe — e^lTanopUElica — Qsl
nostsgia — Uelallocromlft— Uelallì preziosi — Ptccole Indn
Aritmetica pratica, ieì Prof. Doti. F. Panizza. a* e
lioBe riveduta, di pag. vill-ISS . .
Aritmetica razionale, del Prof. Dott. v.
aiona riveduta di pag. xn-210 . . .
— (Esercizi di), del Prof. Doti. P. Paniz
Aritmetica (L) e Geometria deil'operaio
di pag. xil-183, con 74 flgnie . .
Armi antiche (Guida del racci^lltore e d
J. Oelli, di pag. viii-888, con ^ tavoh
ìDolflioni nel testo e 14 (avole di maccl
Armonia (Manuale di), del Prof. Q. BER^
liane di E. Kossi di pag. xit-SSS .
Arte del dire (h'ì, di D. Ferbari, Mani
per lo stn dente delle Scuole scconiarie.
11 e 12 migliaio), pag. XVI-350 e quad
Arte deiia memoria (L'), sua storia e le
Bfica). Mnemolecnia Triforme (parte pra
B. Plebani, di pag. xxxii-224 con IB
Arte mineraria, dell'iog. ptof.V. Zoppbtt
stit.dalMaa. Coltivaiione deUe miniere,i
Arti lalutlre — vtdi Meoioriale dei Medici I
Arti (Le) grafiche fotomeccaniciie, ossia
diverse applieas. (Folozlncotipia. fotosin
molitografia, otolitografia, fotocollogral
tricromia, fotocollo cromia, elioiacisione, i
todl più receifti, con un DlzionarietM ti
storico sulle arti grafiche^ S> ediz. corr.
io parte rifatta, con molte iltustr. di pa
Asfalto (L'), (abbricazione, applioazìoae,
OHETTI. con 22 Incisioni, di pag. vni-l
Aaelcuritzlone in generale, di u. Gobbi
Awicurazlone sulla vita, di e. pacami,
AsslGHraztonl (Le) e la stima dei danni
rali, eoa appendice sai medili contro la
A. Capilcti, di pag. Viii-381, n IDCU
Assistenza degl'infermi nell'ospedale eri
Doti. C. Calliano, 2* ediz., pag. xxrv-4.
Assistenza dei pazzi nei manioomio e neii
A. PlBRACClNl, e pretai. del prof. E. Mo
Astronomis, di J. N. Lockyer, auota vecsiODe libera con
noi* ed agginntp del Prof. G, Cei.Oria, 4* edii., di pag.
.VI-Z58 con 51 incisioni 1 50
Astronomia nautica, dei prof. o. Naccari, di pag. xvi
3S0. con 45 inda, e tsv. numeriche 3 —
Atene. Brevi cenni snlla cittd antica e modeioa, segniti da
iograSa deBcrìttiia e da una Appendice
i. Ahbbosoli, con DO panoiama e una
! Ut. e varie incisioni nel i«ato . . . 3 50
storico d'Italia, dei Doti. a. Garollo,
vili 67 di testo e un'appendice . . . 2 —
universale, di R. Kiepert, 2S carte
ift della tara del Dote. O. Garollo.
la e corretta (dalla Bl.OOO' alla 100.000-
jsooiii e ig roma tri.
ovra navale, segnalazioni marittime
1 Marina, di P. Imperato, 3> edizione
XXIV 648, con 930 incis. e 2S lav. in
enti le bandi
re d'), del conte E. HUDAN oon 361 fac-
'-436 .
t. dì) in Italia
i C. Vanbian-
e raccogli
376, 102 tav. di facsimi
male dell') e guida del meccanico con-
ibili. Trattato auiia costruzione di '
edlcaM agli antomobilistl italiani, agli
lUlsmo in genere, agli Inventari, ai d
lica cicliatica, ecc.. di O. Pedretti, '
>a IBI incisioni
imaU da cortile — ColomW — Polllcolloi
Veleni.
Prof. F. Seni
11-300, (
t 47 Ineia. e 2 tav. ...
- Bsplodonii — Pirotecnia — Bto-
I di F. GaVBA, di pag. VliI-249, con 92
Storia della danza - Balli girati - Co-
lali - Feste di ballo - Igiene del ballo.
ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 15
L. e.
Batteriologia, dei Professori G. e N. Canestrini, 2» ediz.
in gran parte rifatta, di pag. x-274 con «37 incis. . . . 1 50
Beneficenza (Mannaie della), del Dott. L. Gastiguoni, con
appendice sulle contabilità delle istituzioni di pubblica
beneficenza, del Rag. G. Rota, di pag. xvi-840. . . . 3 50
Bestiame (ii) e l'agricoltura in Italia, del Prof. E. al-
BEBTi, di pag. vin-812, con 22 zincotlpie. 2 50
Biancheria (Disegno, taglio e confezione di), Manuale teo-
rico pratico di E. Bonetti, con un Dizionario di nomen-
clatura, 2^ edizione riveduta e aumentata, di pag. xvi-
202 con 50 tavole illustrative e 5 prospetti ..... 3 —
Bibbia (Man. della), di G. M. Zampini, di pag. xn.308 . 2 50
Bibliografia, di G. Ottino, 2" edizione riveduta, di pag.
IV-166, con 17 incisioni 2 —
Bibliotecario (Manuale del), di G. Petzholdt, tradotto
sulla S)^ edizione tedesca, con un'appendice originale di
note illustrative, di norme legislative ed amministrative
e con un elenco delle pubbliche biblioteche italiane e stra-
niere, per cura di G. BiAGi e G. Fumagalli di pagine
XX-364-CCXni 7 50
Biliardo (Il giuoco del), di J. Gelu, di pag. xv-179, con
79 illustrazioni 2 50
Biografia — vedi Crìstoforo Colombo — Dantologia — Dizionario
biografico — Manzoni — Napoleone I — Omero — Shakespeare.
Biologia animale (Zoologia generale e speciale) per Natu-
ralisti, Medici e Veterinarii del Dott. G. Collamarini,
di pag. x-426 con 23 tavole 3 -
Bollo -- vedi Codice del bollo — Leggi registro e bollo.
Bonifiche (Manuale amministrativo delle) di C. Mezza-
notti. (In lavoro).
Borsa (Operaz. di) — vedi Debito pnbblico — Valori pubblici.
Boschi — vedi Selvicoltura.
Botanica, del Prof. I. D. Hookeb, traduzione del Prof. N.
PEDicmo, 4» ediz., di pag. viii-134, con 68 incisioni . 1 50
Botti — vedi Enologìa.
Bronzatura — vedi Metallocromia — Galvanostegìa.
Bronzo — vedi Leghe metalliche.
Buddismo, di E. Pavouni, di pag. xyi-i64 i 50
Borro — vedi Latte — Caseificio.
Cacciatore (Manuale del), di G. Franceschi, 2» edizione
rifatta, di pag. xni-315, con 41 incisioni 2 50
Cacio — vedi Bestiame — Caseificio — Latte, ecc.
Caffè — vedi Prodotti agricoli.
Caloestruz» (Coatrasioni in) ed In cementi armati, di Q.
Vacdbelli, di psg. zvi-312. con SIO lucia. (È in lavoro
I& 2' edisi ona).
Calci e Cementi (impiega delle), per Mng. L. Mazzocchi
di pag. XII-21Z con 49 Inclsioai 2
ntJII s bancwls — i»U CobH e CalcoJt fitti ~
>Dto — PrcmtDATlo del TBgìanictfl — Monete,
limale, del Tiof. E, Pascal:
ikolo differemiaU. di pag. lx-316 eoa 10
ncisioai. (È la prepara^ioDO ia 3' edizione).
aicolo integrale, di pag. VI-818 EOll 15 ine. S
aiuolo delle variaiioni e calcala delle dif-
ereme finite, di pag. XU-SDO . . . ' . 3
vicolo infinitesimale (Calcolo differenziale
Bl Prof. E. Pascal, di pag. xx-872 ... 3
SO e castruttore di caldaie a vapore, e
echi industriali, di 0. Belldohini, di pag.
30 incisioni 3
uale di). Cenno storico, cifre numeriche,
lerate per la acrltlura e metodo d'inaegna-
tavole di modelli dei pcincipali carotieri
ogrammt, del Prof. E. PERCOSSI, con SS
rittnre 3
Dott. E. Jones, trad. di U. Fornari, dì
: Conciliatole.
lell'amatore ed allevatore del), dì Anqelo
ag. xvi-403, oon 139 ine. a 51 tav. . . 8
annale di), del Cap. G. GROPPI, di pagine
387 incia. e 91 tav. eromolit. 7
del), di L. MastrioLI, di pag. X1I-1S2 . 2
Uanuale di vinificazione per uso dei canti-
luccm, E* edizione riveduta ed annientata,
Di unite al testo, una tabella compteta per
et pe)io degli spitltl, ed on' Appendice sulla
smmereio del vino in Italia, di pag. ZTI-2D6 2
uo meccanismo, di v. gubtta, di p. vm-
ELENCO DEI MANUALI HOEPLI
' "'J^:
Carta (Industria della), dell'Ing. L. Sartori, di pag. vu-
326. con 106 incisioni e 1 tavola
Carte fotografiche, Preparazione e trattamento, di L. Sassi,
di pag. xn-853
Carte OBografiche — vedi Atlante.
Cartografia (Manuale teorico-pratico della), con -un sunto
della storia della Cartografia, del Prof. E. Gelcich, di
pag. vi-257, con 37 illustrazioni
Casa (La) dell'avvenire, deiring. pedrini. (in lavoro).
Case coloniche — vedi Economia fabbricati rurali.
Caseificio, di L. Manetti, 3<^ edìz. nuovamente ampliata
dal Prof. G. Sartori, di pag. vni-256, con 40 incis. .
Catasto (Il nuovo) italiano, di E. Bruni, di pag. yii-346 .
Cavallo (II), del Colonnello C, Volpini, 2» edizione rived.
ed ampliata di pag. vi-165, con 8 tavole
Cavi telegrafici sottomarini. Costruzione, immersione, ri-
parazione, deiring. E. JONA, di pag. xvi-388, 188 fig. e
1 carta delle comunicazioni telegrafiche sottomarine . .
Cedri — vedi Agrumi.
Celerimensura e tavole logaritmiche a quattro decimali del-
l'Ing. F. BORLETTi, di pag. vi-148, con 29 incisioni . . :
Celerimensura (Manuale e tavole di), del ring. G. Orlandi,
di pag. 1200, con quadro generale d'interpolazioni ... 1
Celluloide — vedi Imitazioni.
Cementazione — vedi Tempera.
Cementi armati — vedi Calcestruzzo — Calci e cementi.
Ceralacca — vedi Vernici e lacche.
Ceramiche — vedi Maioliche e porcellane — Fotosmaltografla.
Chimica, del Prof. H. E. EoscoE, 5» edizione rifatta da E.
Ricci, di pag. xn-228, con 47 incisioni :
Chimica agraria, di a. Aducco, p. viii-328, 2» ed. (in lav.).
Chimica analitica (Elementi scientifici di), di W. Ostwald,
trad. del Dott. BoLis, di pag. xvi-234 ;
Chimica applicata all'igiene. Guida pratica ad uso degli
Ufficiali sanit.. Medici - Farmacisti - Commercianti - Labo-
ratori d'igiene, di merciologia, ecc., di P. E. Alessandri,
di pag. xx-515, ceto 49 incisioni e 2 tav I
Chimica clinica, del Prof. B. Supino, di pagine xu-202. . ;
Chimica delle sostanze coloranti, di a. Pellizza. (in
lavoro).
Chimica legale^ (Tossicologia), di N. Valentini, di pa-
gine XlI-243 i
Chimico (Manuale del) e dell'industriale. Eaccolta di ta-
belle, di dali Usici e cbimici e di processi d'analisi tecnica,
ad oso dei chimici analitici e tecnici, dei ditetioii di fab-
biiche. del fabbricanti di prodotti oblmlci, degli atndenti di
del Dottor L. Qabba, 3' edizione am-
d arriccbita delle tavole analitidie di
aX-45T, con 12 tavole S ai
I (Man. di|, dei Dottori B. STECCHI e A.
nu-322, con US incisioni 3 -
ratico per lo stadio della), di A. PISANI,
in SS Agore e 2fi esempi di mnaica. . . 3 -
<i, 2> ediz. compiei, rifatta del ' Mannaie -
. QilLastb, di pag. 244, 117 ine. . . .2 H
neri» legale,
e scieize, di e. Tbiveko, p. xti-292 . B -
De Uarchi, pag. x-204 e e carte . . . I il
Italiano (Tecnica del dnella), di J.
fatta, di pag. xvi-283 . . - 3 51
}. Nuovo teslo nnico commentalo colle
li strati ve e le massime di ginrispra-
'ORSI, di pag. C'564 1 i(
leyno d'Italia, accuiatamenle riscoo-
iale, corredala di richiami e coordioaU)
FraNCBi, :• ediz. di pag. 2S2 . . . 1 JC
di richiami e coordinato dal Prof. Avv.
iz. di pag. lv-158 1
G. De Samio. (In lavoro).
aliano con commento e note. deii'Avv.
XX-I078 con 4 ine 6
nercantile, secondo il testo nlSciale,
ni e aoordioató dal Prof. Avv. L. Fras-
1 penale, secondo il teitto
di rìctaiami e coordinalo dai Prof. Avv.
iz. di pag. iv-380 .- . 1
l'esercito e penale militare maritti-
mo ufficialo, corredato di richiami e còor-
■v. L. Franchi, 2* ediz. di pag. 1J9 . .1
Itsuratore. Raccolta di norme e dati
irazione e la valutaiione d'ogni lavoro
' '"^. . ■ ELBSCO DEI ÌSAStlAhl HOEPr.I
edile, prontuario per preventivi, liqnidasionl, collaudi, pe-
'rizie, arbiaameDti, degli Ingegn. L. Mazzocchi e E. Mar-
aORATl, di pag. xin'4B8 con 116 illustrasioai . , '
Codice Ili procedura civile, accuratamente liscout
lesto ufficiale, corredato di richiami e coordinato d
Aw, L. Franchi, 2' edii. di pag. 167
Codice de< teatro {IJ). Vade-mecum legale per arti;
e drammatici, impresari, capicomici, direttori d'or
direzioni teatrali, agenti teatrali, gli avvocati e per
blico, dell' Avv. Tabasblli, di pag. xvi-S28 . .
Codici e leggi usuai) d'Italia, riscontrati snl testo
coordinati e annotati dal Prof. Avv. L. FitANCHl, rai
quattro grossi volumi legati In pelle flessibile . .
Val. J. Codice civile - di procedura civile - di con
- penale - procedura penale - delta marina mercanti
naie per l'esercito - penale militare marittimo [otto
2' edisione, di pag. viii-1361
Voi. li. Fart« I. Leggi usuali d'Italia. Eaccolta co(
di tutte le leggi speciali più Importanti e di piti rli
ad estesa apptìcaniDae in Italia; con annessi decreti
lamenti e disposte secondo l'ordine alfa1>etii!o delle i
Dalla voce " Abbordi in mare , alla voce " Istruz. p
(Le^e Casati), , di pag. vui-1361 a 2 colonne . .
Voi. II. Parte II. Dalla voce : Laghi pubblici ali
Volture taiastaU con appen,, pag. V1II-1S69-29SS
Voi. III. Leggi e oonvenKioni sui diritti d'autoi
colta generale delle leggi italiane e straniere e
i trattati e le convenzioni esistenti tra l'Italia i
Stati a cura della Società italiana degli autori,
zinne interamente rifatta dal prof. L. Prakchi, di
711-617, legato in tntla pelle flessibile ....
Cognac (Fabbricazione dely e dello Spìrito di vjno e
■azione delle fecce e delle vinacce, di dal Pi.<
redato di annotazioni del Cav. O. Prato, di pag.
con 37 incisioni
Coleotteri Italiani, del Dott. A. Griffdji, (Gotomt
dipag. xvi-881, conSlSinc
Colombi domestici e colombicoltura, dei Prof. p. 6<
2» edizione ritaila a cura della Società Colombifìla
tina, di pag. £-211, con 26 flgnre
20 KI.KSI'O DKI M.tNflÀI.I HÒEPLl '
~~— — r L-C.
Colnrulons dai <*«t«lll — luji Ueullocromli.
Colori iLa EcieniB dei) e la pittura, di L. Ovaita, p. 318 . 2 —
Color) B vernioi, di Q. Oorini, 3* edii. totalmente rifatta,
per cura di 0. Appiani, di pag. x-282, con 13 Incbioni 2 —
CMibHlltriil — tèdi ImiMiioni.
Connadli — cidi Iietteratnn draimuatica.
Commercio, istoria dei) di R. Larice, di pag. 868 . . . S -
igraSa commerciale — Industria mccbero —
toltala — pTodDziona e commeTcio det yIdo —
irittora d'affari — Traaporli e Tariffe —Conti
logli errori con speciale applicatone id
Ji, di P. Crotti, pag. iy-860 2 —
.tO (Manuale dell'allievol, di 8. Landi — rtdi
lei Prof. V. GiTTii
natlietla commerciale, 5* edii., (9 e 10»
[. IV-184 1 iO
Qtlst. finanziaria, 3* eAit., pag. viIl-156 . . I 50
graria, del Prof. L. Petri, seconda edizio-
j. yiii-210 1 50
I' Halli — Vedi Disionarlo.
li ed artì affini, di G. Goblni, b* ediiionB
itta dal Doli, G, B. Franceschi e G. Ves-
jx-210 2 -
male del), dell' Atv. G. Patfaccimi. Guida
Eon foicnulario completo pel Conciliatore,
clero e Patrocinatore di cause, B' edizione
itore e messa In armonia con l'ultima legge
di pag. X-16& 6 —
'. A. Fdsaro, 2" edizione rinnovala e ac-
r, KII-266 2--
- vedi Abiti.
ratica, di G, Licci.ardelli, di pag. yui-
lisioni e 9 tavole in sincromia. (fe in pre^
edizione).
elle sostanze alimentari, di G. gorini,
iramenie rifatta dai Doti, G, B. France-
'UROLI, di pag, VIII-2D6 2 -
udì Ricettarlo dsmeetico — InduBtrlile — Soc-
inate, secondo le noove disposizioni legi-
slatlre e regolamanturi (Testo nnica 10 febbraio 1!
Deor. 6 luglio 1890), del Prof. A. Db ]
Contabilità domestica, Nozioni ammi:
aso delle famiglie e delle scnole [et
Beroamaschi, di pag. svi-186 . .
Contabilità generale dello Stato, del
edizione titMU, pag. sVi-420 . . .
Contabili U della lititmionl «1 p. befisfioani
Conti e calcoli fatti, deii'lng. I. gher
lioni pratiche sul modo di osarle. (
, Termometro, Qas e Vapori, Areometri
zloDl zuccherine, Pesi speclScl, Legna
Divisioni del tempo, Paga giornaliera,
Bendila, Potenze e Sadici, Poligoni e
ni, Circolo, Divisione della cireonf., P
Conversazione italiana e tedesca (Ma
completa per chiunque vaglia esprin:
speditezza In ambe le lingue, e per se:
ai viaggiatori, di A, Fiori, B* edizione
MEO, pag. xrv-400
Conversazione Ital lana-francese — '
Cooperative rurali, di credito, di lavoi
di materie prime, di vendita di prodoti
tnzlone, norme giurìdiche, tecutche, av
fiati eh e, di V. Niccoli, pag. vii 1-382
Cooperazione nella sociologia e nelh
VntGiLii, pag. XU-22S
Corrispondenza commerciale poi Iglò
compilala su di un piano speciale i
francese, tedesca, inglese e apagnuoh
ma in ai slessa t'originate e le altre i
la chiave :
T. - PARTE ITAUAMAi Manuale di Corri*
iUllMI corredata di tacsImUt dei vari
giomsUera. seguito da od Glossahio d
eeprecalont attinenti al Commercio, ^11
Bucbierl. Negoiianti ed ludDEtriali di (
desiderano Bhilltarsl alla modema termii
fraseolagia mercaDtile Italiana, di pag.
ZZ ELENCO DEI MANU.U.I HOCPLI
L.C.
IL — PARTE SPAGNUOLA: Manual de Correspondencia Comercial
Espanda, accompanado de facsimìles de los varios documentos
de uso cotidiano, Begaido de un Diccionario Espanol-Italiano
que contiene las principales voces empleados en los Negocios
mercantiles y marìtimos y los términos mas importantes del
Banco, de la Contabìlidad y de la Bolsa, compuesto para uso
de las Escuelas, de los Banqneros, Negociante é industri ales de
cualquicra nacìón qne desean habilitarse en la moderna termi-
nologia y en la corriente fraseologia mercantil espaaola,p. xx-440. 4 —
m. - PARTE FRANCESE : in lavoro.
Corrispondenza in cifre — vedi Crittografia.
Corse — vedi Dizion. dei termini delle — Cavallo — Proverbi.
Cosmografia. Vno sguardo a^rZJmrer^o, di B. M. La Let A,
pag. xii-197, con 11 incisioni e 3 tavole ...*... 1 50
Costituzione degli Stati — tedi Diritti e doveri — Ordinam.
Costruttore navale (Manuale dei), di G. Rossi, pag. xvi-
517, con 281 flg. intercalate nel testo e 65 tabelle. . . . 6 —
Costruzione ed economia dei fabbricati rurail, di v. Nic-
coli, 2* edizione rifatta dell' " Economia dei fabbricati
rurali „ di pag. xvi-335, con 125 figure ...... 3 50
Cotoni — vedi Prodotti agricoli.
Cremore di tartaro — vedi Distillazione.
Cristallo — vedi Specchi.
Cristallografia geometrica, fisica e chimica, applicata ai
minerali, di E. Sansoni, p. xvi-867, 284 ine. nel teato . 3 —
Cristo — vedi Imitazione di Cristo.
Cristoforo Colombo, di v. Bellio, pag. iv-i36 e io incis. . 1 50
Crittogame — vedi Funghi — Malattie crittogamiche — Tartufi.
Crittografia (La) diplomatica, militare e commerciale, ossia
l'arte di cifrare e decifrare le corrispondenze segrete. Sag-
gio del conte L. GlOPPi, pag. 177 3 50
Cronologia delle Scoperte Geografiche dall'anno 1492 a
tutto Tanno 1900 del Prof. L. Hugues. (In lavoro).
Cronologia — vedi Storia e cronologia.
Cubatura dei legnami (Prontuario per la), di G. Belluo-
MINI, 4* ediz. corretta ed accresciuta, pag. 220 2 50
Cuoio — vedi Concia delle pelli — Imitazioni.
Curiosità — vedi Amatore di oggetti d'arte — Maioliche e porcel-
lane — Armi antiche — Autografi.
Curve circolari e raccordi. Manuale pratico per il traccia-
mento delle curve in qualunque sistema e in qualsiasi caso
particolare nelle ferrovie, strade e canali e per il compaio
generali dei raccordi circolari con- speciali applicazioni al
tracciamento dei raddoppi del Binario delle derivazioni e
degli scambi ferroviari (In sostituzione del mannaie del
^nONHKE), di C. Ferrario, pag. xi-264, con 94 incis. . . 3 50
ELENCO DEI A[.\SUAU HOEPU
i
Dantatogia, dei Dott. G. a. Scartazzini, S' edizione. Vila
e Opere di Dante Alighieri, pag. Ti-408 3
OuuB — tedi B&llo.
Daflarl — tedi Fradottl agricoli.
Debito (11) pubblico italiano. Regoleemodlperle operazioni
3iii titoli che lo rappresentano, di P. AZZONI, pag. VI1I-B76 3
Decaratione dal mstalll — nidi Metallociomia.
DecDrailoni dal vttro — itdi Bpecchl — FotosaisUDlDgia.
Decorazioni e industrie artisticlie, dell'Architetic
LASI, 2 volumi, flag. xx-460, con 118 incisioni . .
Danti — vidi Igleoe della bocca.
DeteriBinantl e applicazioni, di E. Pascal, pag. y
DligNoatloa — cidi Semeiotica.
Dialetti italici. Grammatica, Iscrizione, versione e
dì 0. Nazari, pagine xvi-S64
Dialetti letterari greci (epico, neo-ionico, dorico,
del Pof. 0, BONiXO, pag. xxxii-2U
Didattica per gli alunni delle Scuole normali e pel
elemenlart, del Pof. G. SOLI, pag. vm-314 . . .
Digesto (II), del Prof. G. FERBlNr, pag. iV-134 . .
allenanti di pittura - ledi Pittata ad olio.
Dinamica elementare, di G. catt.\neo, p. viii-i4(
Diritti e doveri dei cittadini, secondo le istituzio
stato, per nao delle pubbliche Scuole, del Prof.
FIOLI, IO* edizione, (dal 26 al S0> migliaio) con nni
dice sul Codice penale, pag. xvi-229
Diritti d'Kiilor* - %edi Leggi sai.
Diritto amninietrativO, glnata l programmi gov
ad nso degli Islitnti tecaici, di G, Loris, 4' e
pag. xx-531
Diritto civile (Compendio di), del Prof. G. Loris, i
programmi governativi ad uso degli IstitiHi tecnici,
riveduta, corretta ed ampliata, pag. xvi-SEo. . .
Diritto civile Italiano, di e. Albioisi, p. viii-i2(
Diritto commerciale Italiano, del Prof. E. vm.uti
zione diligentemente riveduta, pag. X-44E . . .
Diritte conunala e pravinclile — crdi Contabilità comDnal
ritto amministrativo — Legge comaDalc.
Diritto costituzionale, dell'Aw. Prof. F. F. CONTI)
eiizione, pag. xvi-3"0
Diritto ecclesiastico, di G. Olmo, pagine xii-47B.
24 tLESCO UKl MANUALI HOEPLI ■ ', '
__ . . . . . _. . _
Diritto internazionale privato, detiAw. Prof. f. p, con-
TUZZI, pagine xvi-SZZ 8 —
Diritto Internazionale pubblico. deii'Aw. Prof. F. P. con-
TUZZl, pagine Kll-320 S ■-
Diritto penale, dell'Arv. &. stoppato, 2> edU., (in lavoro)
Diritto penale romana, di C. Ferrini, pog. V111-B6O. . . S —
Diritto romano, di C. Feureìi, 2* eiiii, rif^ pag. xvi-ns . 1 50
Disegnatore mecoanioo e nozioni tecniche generali dì Aril-
melil^a, Geometria, Algebra, Prospettiva, Resistenza del
parecchi Idranllcl, Uaeehine semplici ed a va-
iti, per G. Goffi, S* ed I7 Ione riveduta, pagine
368 figure 5 —
cipll del Disegno, del Prof. C. Borro, i' edl-
-2D6, con 61 silografie 2 —
malica del). Metodo pratico per Imparare 11
;. HoNCHETTl, di pag. vi-190, con 84 figure,
tercalati nel tE»to e un atlante a parie con
I, 27 foglietti e 34 tavole, (ludi visi bill) . . 7 SO .
OmetrìCO, dei Prof. P, Paoi.ONI, pag. IV-122,
e 2!l figure nel testo ! —
Itrlco, del Prof, A. Anth.i.i, 2' ed,, pag. vai-
re nel teslo e 27 tavole liicgraflcbe'. . . . t —
la e Costruzione itelle Navi, ad uso del Pro-
trutloii di Navi - Capi tecnici, AsalsleaU e Di-
ali • Capi operai caipentlert - Alunni d'Istituti
GiOBLl, pag. VlIl-388, consto incisioni . . ! 50
trlale, di E. Giouli. Corso regolare di dise-
co e delle proiezioni. Degli sviluppi delle su-
illdi. Della costruzione dei principali organi
le. Uacchine utensili. S* edlz., pag. viu-152,
,emi risolti e 448 figure Z id
llezioni ortoDonaii, del Prof. D. Landi, di
S2, con 192 incisioni t-
raflco, del Capitano G. Bertelli, 3' ediz.,
J, con 12 tavole e 10 incisioni Z-
ja pratica della) pubblica e privata per i Doi-
£SSA^'DRl e L. Pizzini, 2' edizione, pag, tui-
iclslonl 2 iU
ielle Vinacce, e delie frutta fermentate,
ne razionale del Cognac. Estrazione del
Tartaro ed utiiizzazlDne di tutti 1 resi-
m.KN-fO DEf MANU.ATt HOFPrt
dui della distillazione, di U. Da Povte, ì* eàwi
ratta, coQteaenti le leggi itnUane sugli spinti e la
Austro-Ungarica, pag. XII-S75, con 68 mciaiant
Ditteri Italiani, di paolo Lioy {Eatomotogta
vn-856, con 227 incisioni ....
Dizionario alpino Italiano. Parte i* Vette e i
Hani, dell'Ing. B. Bignami-Sormani. — Pari
lombarde e limitrofe alla Lombardia, dell'I:
iJiii, pag. xxn-8Ì0
Dizionario di abbreviature latine ed italiane i
carte e codici specialmente del Medio Evo
con oltre IMOO segni Incisi, aggiuntovi un pi
Sigle Epigrafiche. I monogrammi, la numeri,
mana ed arabica e i segai indicami monete,
re, ecc., pef aura di ADRIANO CAPPELLI, Ar
leografo presso il R. Archivio di Stato in Mil
Lxil-433, con elegante legatura in cromo . .
Dizionario bibllografloo, di e. arlia, pag. loo
Dizionario Biografico Universale, dei Profe
G. OAltOI.LO, (In lavoro].
Dizionario dei comuni del Regno d'Italia, secc
aimento del 10 febbraio 1301, compilato da 1
pag. XLVl-ns
Dizionario Eritreo (Piccolo) Italiano- Arabo- An
colta dei vocaboli più usuali nelle prìnoipali III
nella Colonia Eritrea, di A. Allori, pag. XXXì
Dizionario filatelico, per il raccoglitore dì fra
introduzione storica e bibliogtafloa, di J. Geli
con Appendice 1898-99, pag. LXIII-464 . . ,
Dizionario fotografico pei ditettanti e professìoi
tre I&OO voci in 1 lingue, 500 sinonimi e 600
L. Groppi, pag. Till-600, 95 incisioni e 10 lavo
Dizionario geografico universale, del Prof. S
ROLLO, 4> edizione del tutlo rifatta e molto .
pagine xii-1461
Oiilanarlo gotica — utili LId^qb gotica.
Dlrionarlo milanese- itali a no e repertorio ita
nese, di Cletto Arrighi, pag. 9is, a 2 colon
Dizionario HunltmaticD — vidi VocaboUrietto nnmis
Diiloiitrlo ruintuo — udì Oraminattca mmeca.
Dizionario stenografico. Sigle e abbreviature
Gabelsbei«er-Noe, di A. Sohiavenato, pag. x"
26 ELENCO DEI MANCALI HOEPLI
L.C.
Dizionario tascabile (Nuovo) italiano-tedesco e tedesco-
italiano, compilato sni migliori vocabolari moderni e prov-
visto d'un'accurata accentuazione per la pronuncia dell'ita-
liano, di A. Fiori, 8<^ edizione, pag. 798, completamente ri-
fatta dal Prof. G. Cattaneo 3 50
Dizionario tecnico in quattro lingue deiring. E. Webber,
4 volumi :
Voi. I. Italiano-Tedesco-Francese-Inglese, 2» ediz. com-
pletamente riveduta e aumentata di circa 2000 ter-
mini tecnici, pag. xii-553 6 —
Voi. II. Deutsch-Italienisch-Franzòsisch-Englisch, p. 408 . 4 —
Voi. III. Fran^ais-Italien-Allemand-Anglais, pag. 509 . . 4 —
Voi. IV. Englisch-Italian-German-French, pag. 659. . . 6 —
Dizionario (Piccolo) dei termini delle corse, di g. vol-
pini, di pagine 47. (Esaurito).
Dizionario turco — tedi Grammatica turca.
Dizionario universale delle lingue italiana, tedesca in-
glese e francese, disposte in unico alfabeto, 1 volume di
pag. 1200 a 2 colonne 8 —
Dizionario Volapiik — vedi Volapiik.
Dogane — vedi Codice doganale — Trasporti e tariffe.
Doratura — vedi Galvanizzaz. — Galvanostegia — Metallocromia.
Dottrina popolare, in 4 lingue, (italiana. Francese, Inglese
e Tedesca). Motti popolari, frasi commerciali e proverbi,
raccolti da G. Sessa, 2» edizione, pag. iv-112 2 —
Doveri del macchinista navale, e condotta della macchina
a vapore marina ad uso dei macchinista navali e degli Isti-
tuti nautici, di M. LiGNAROLO, pag. xvi-303 2 50
Drammi — vedi Letteratura drammatica.
Duellante (Manuale del) in appendice al Codice cavalleresco,
di J. Gelli, 2» edizione, pag. viii-256, con 26 tavole. . . 2 50
Ebanista — vedi Falegname — Modellatore mecc. — Operaio.
Educazlonp dei bambini — vedi Ortofrenia — Sordomuti.
Economia matematica (Introduzione alla), dei Prof. F. ViR-
GiLii e C, Garibaldi, pag. xii-210, con 19 incisioni . . 1 50
Economia politica, del Prof. W. S. Jevons, traduzione del
Prof. L. COSSA, 4» ediz. riveduta, pag. XVI-1T9 1 50
Edilizia — vedi Fabbric. civili — Ingegneria civ. — Ingegn. leg.
Elettricità, dei Prof. Pleeming Jenkin, traduz. del Prof.
R. Ferrini, 3» ediz. rived., pag. xri-237, con 40 incisioni . 1 50
Elettrochimica (Prime nozioni elementari di), del Professor
A. CossA, pagine viii-104, con 10 incisioni 1 50
..'^.2 J
Elettrotecnica (Mannaie di', di GbawinkeI'Streck
duzione italiana dell'lng. Flavio Dessv, pagine :
con 34S,SgaTe
EimtDJagiA — aedi Malattìe dei eangne-
Embrlologia e morfologia generale, dei Prof. G.
NEO, pag. X-2J2, con TI incisioni
Enoielapgdli d«l giurIaU — if ili Codici e le^i nsimli d'I
. Enciclopedia Hoepll (Piceoia), m 2 grossi voi. dì 337.
2 col. per ogni pag., con Appendice (1167-10 voci).
Energia fisica, del Prof. S. ferrimi, pag. vm-iST,
incisioni, 2> edizione interamente rifatta ....
Eni m mistica. Qaida per comporre e per spiegare I
Sciarade, Anagrammi, Logogrifi, Rebns, ecc., di D.
SANI iBaJardo), pag. xil-516, con 29 ttlnsCr. e molti
Enologia, precetti ad uso degli enologi italiani, del F
O. Ottavi, 4* edizione Interamente rifatta da A.
CHI, con nna Appendice sul metodo della Botte uni
calcoli relativi alle botti cìccolari, dell'Ing. agr. R.
pag. xvi-804, con 88 incisioni
Enologia domestica, di B Ser.vagiotto, pag. v
EalaniDlO||l> dì A. Griffim e P. Lioy, i volumi {itiìi C
— Ditteri — Lepidotteri — Imenotteri).
Epigrafia latina. Trattato elementare con esercizi |
facsimili, con 65 lav. del Prof. S. Ricci, pag. xxxr
— tedi DisIoDario di abbre^-ìatore ialine.
Epilessia, Eziologia, Patogenesi, Cnra, Dr. P: Pimi, i
Èritrat — «tói Arabo parlalo — Dizionario eritreo. — t
tlca galla — Llngoe d'Africa — Proflottt agricoli del
- Tigre italiano.
Errori e pregiudizi volgari, confutati colla scort
scienza e del raziocinio da G. Str.\fforello, 2' <
accresciuta, pag. xil-196
Emid* ttagli Infermi — ridi Semeiotica.
Esattore comunale (Uannale dell'), ad uso ancbe di
vìtorl provinciali, tiessi esattoriali, Prefetti, Intem
finanza, Agenti Imposte, Sindaci e Segretari del <
Avvocati, Ingegneri, Ragionieri, Notai e Contribnt
Rag. R. Mainardi, 2* ediz. rived. e ampi,, pag. xt
Esercii! geografici e quesiti, sull'Aitante geo
universale di R. Kiepert, di L. HcauEs, 3> ediz
di pagine viii-208
Esercizi sulla geometria elementare, dei Prof, i
CHERLE, pag. vin-iao, con 50 incisioni ....
28 ELENCO DEI MANUALI HOEPLI
L.C.
Esercizi greci, per la 4^ classe ginnasiale in correlazione
alle Nozioni elemen. di lingua greca, del Prof. V. Inama:
del Prof. A. V. BISCONTI, 2» ediz. rifatta, di p. xxvi-284 . 8 —
Esercizi latini con regole (Morfologia generale), del Prof.
P. E. Cereti, pag. Xll-382 1 50
Esercizi di stenografia — vedi Stenografia.
Esercizi di traduzione a complemento della grammatica
francese, del Prof. G. Prat, pag. vi-188 1 50
Esercizi di traduzione con vocabolario a complemento
della Grammatica tedesca, di G.Adler, 2'' ed., p.Yni-284. i 50
Esercizi ed applicazione dì Trigonometria piana, con
400 esercizi e problemi proposti dal Prof. C. Alasia, pag.
xvi-292, con 30 incisioni 1 50
Espiodjenti e modo di fabbricarli, di R. Molina, p. xx-800 2 50
— Vedi anche Pirotecnica.
Espropriazione - vedi Ingegneria legale.
Essenze — vedi Profumiere — Liquorista — Ricettario ini.
Estetica, dei prof. M. Pilo, di pag. xx-260 1 50
Estimo df cose d'arte — vedi Amatore di oggetti d'arte e di cu-
riosità — Amatore di Maioliche e Porcellane.
Estimo dei terreni. Garanzia dei prestiti ipotecari e della
equa ripartizione dei terreni, dell'Ing. P. Filippini, pag.
xvi-328, con 8 incisioni 3 —
Estimo rurale, del Prof. Carega di Muricce, pag. vi-l64. 2 —
Etica, (Elementi di) del Prof. G. Vidari, di pag. xvi-884. 2 -
Etnografia, di B. Malfatti, 2» ediz. Inter, rifusa, p. vi-200. 1 50
Evoluzione (Storia dell'), del Prof. Carlo Penizia, con bre-
ve saggio di Biblio^afia evoluzionistica, pag. xiV-389 . . 3 —
Fabbricati civili di abitazione, deiring. e. Levi, 2» ediz.
rifatta, con 207 incis.. e i Capitolati d'oneri approvati dalle
principali città d'Italia, pag. xvi-412 4 50
Fabbricati rurali (Costruzione ed economia dei). 2» edizione
rifatta dall' " Economia dei fabbricati rurali „, di V. Nic-
coli, di pag. XVl-335, con 125 figure 3 50
Fabbro — v. Aritmetica dell'operaio — Fonditore — Meccanico —
Operaio — Tornitore.
Fabbro-ferraio (Manuale pralico del), di G. Belluomini,
opera necessaria ed indispensabile ai fabbri fucinatori, agli
aggiustatori meccanici, armaiuoli, carrozzieri, carradori,
calderai, coltellinai, fumisti, costruttori di strumenti me-
trici, di serrature, di arnesi rurali, di ferramenti in ge-
nere ed a tutti quelli che si dilettano nei lavori in ferro
ed in acciaio, di pag. viil-242, con 224 incisioni . . . 2 50
Falegname ed ebanista. Natura dei legnami, maniera di
conservarli, prepararli, colorirli e verniciarli, loro cubatura,
L G. Belluomini, di pag. x-138, con 42 incisioni . . . 2 -
>-:^.
Firfills — vedi LEpldott«rt.
Farnaclsta (HanD&te del), del Prof. P. E. Al
edizione inl«ruaeal« rifatta e aamentata, coi
1 nnoYl medlcameoti In aso nella terapeutica,
caratteri, alterazioni, falsificazioni, usi, dosi,
731, con 142 tavole e 83 incisioni ....
Farsacoterapia e formularlo, à.\ p. piccin
Ftrravle — nidi Codice doganale — Corvè — ìdì
Uaoobln. & Paoctalsta — Trasporti e tarlffe-
FilaWla — tedi Dliionarìo aialelico.
Filatura. Mannaie di filatnra, tessitura e lavor
nìea delle fibre tessili, di E. Orothe, tradnzìi
tedesca, pag. yiu-414, con 105 Incisioni . .
Filatura della seta, di a. Pasqualib. (In la<
Filologia classica, greca e latina, del Pro
di pa^. xn-195
Filonauta. Quadro generale di navigazione da
sigli al principianti, con un Vocabolorlo tecni
nel panfiUamento, del Cap. G. Olivabi, pag.
Filosofia morale, del Prof. h. Friso, pag. xv
Fillossera eie principali malattie crìttogam
con speciale riguardo al mezzi di difesa, di
Filu|«>lo — eidi Bachi fla seta.
Fiori artificiali, Mannaie del fiorista, dì
pag. xvi-278, con 144 incisioni, e 1 tav. a 36
— stdi awlu Pomologia artiSciale,
Fisica, del Prof. O. UimA^ti, con 21S incisioni
edizione, oompletamente rifatta del Uaoual
Balfoub Stewart pag. xyi-411 ....
Fisica cristallograflca, V>- Voidt, tcad. A. Si
Fisiologia, di Poster, tradusione del Prof, i
edizione, pag. XII-15S, con Ig incisioni . .
Flilslggla oomiunta — vidi Anatomia. .
Fisiologia vegetale, del Doti. Luiai uonte
xvi-sao, eon 68 incisioni
Floricoltura (Manuale di), di C, M, Fralelll Bi
ne riveduta da O. Roda, pag, viii-2iia, con S
Florilegio poetico greco, dei Prof. v. inama.
Flotte moderne (Le) i896-i900, di E. Bucci di
Cnmpienento del Manuale del Marino, del C.
pagine iv-204
ttadlna, dell'Iag. D. Spataro, pag. x-684, con
1 lavolSi in litograifia 7
tmeatlca, deiiing. a. cerotti, pag. vm-42i,
stoni 4
tutti I metalli (Mnauale del), d^ O. Belluo-
lioae, pag. rni-lSO, con 41 incisioni .... 3
.liana, di L. Stoppato, pag. viii-102. . . . i
lina, del Prof. S. Consou, pag. 208 . . . . 1
Ingegneria legale - SelHooLiura.
BOlastico di matematica elementare (ariune-
I, geomelrifl, trigonoineiria), di M. A. Rossotti,
-192 1
•dt Arti graflche — Chinile» toloeraHca — Folo-
riale — ProcesaL foMmeccantoi.
— vdi Processi fotomeccinlci.
irafla iLal, itel DoK. L. sassi, pag. xxl-138.
dustriale (La), fot«calchi economici per la ri-
di disegni, piani, itaite, mnsica, negative folo-
\, del Dote. Luigi Qioppi, pag. vin-208, con
e 5 tavole fnori testo '. . . . 2
tooromatloa, del Dott, e. Bohacini, pagine
n incisioni e 5 tavole 3
li dilettanti. (Come dipinge il sole), di ti.
Li'' edizione rifatta ed ampliata, pag. xx-B88,
iionl e 11 tavole 3
ria, Pototopografia praticata in Italia e appli-
rotogrammetria airidrografia, deiring. P. Pa-
;. svi-288, con 56 Agore e * tavole. ... 3
ridi Arti graflche — Procesaì fotomecc.
afia (La), applicata alla decorazione inda-
ceramiche e dei vetri, di A. Montagna, pag.
n 16 Incisioni nel testo 1
- lidi Arti graffila — Processi folomooc.
Storia della Frimcla.
idi Diilonario fllalelico.
ranoese- Italiana, di E. iiakoschi Sorehisi,
2 ì
ui-tadSHa — tidi Converesiiona — Dottrina po-
tidi Ortofrenl».
Frumento (il), (come si coltiva si ilovi
Italia) di B. AziMONTi, 2' edizione com
del Hannnle " Frumento e mais , di O,
Frutticoltura, del Prof. Dott. D. Tamar
ptig. XTni-319, con 31 incUlanl . .
Frutti arflfeltli — ttdt Pomologia arti Scìa] e.
Falmlnl e parafulmini, del Dott. Piof. e
Funghi maDoerecoi e funghi velenosi,
VARA, di pag. XVI-192, con 43 tavole i
Funzioni analitiche {Teoria delie), di G.
vni-lSZ (volume doppio)
Funzioni ellittiche, M Piof. e. Pascal
Fuoohlita — Mdi Macchili isla e raocbisla,
Fidahl ■rtilolBlI — iWi — BsplodenCi — Pin
ealllnaoel — vidi Animali d& cortile ~ Colon
Galvanizzai io ne, pulitura e verniclatui
galvanoplastica in generale. Mannaie
dnatriale e l'oporaio riguardante la nichi
oltonatiiTa, doratura, argentatura, stagi
acDiaiatnra, ami moni atura, cobaltatura,
noplastica in rame, argento, oro, enc,
applicaz. pratiche, diP. Werth, di p. xv
Galvanoplastica ed altre applicazione de
ranostegia. Elettrometallurgia, ASinatun
psrazione dell'atluminio, Sbian obi mento <
stoffe, Risanamento delle acque, Conci
pelli, ecc., del Prof. R. Pekhini, 3» eii
mente rifatta, pag. xil-iH, con i6 inci
Gaiva/iostegla, dell' Ing. I. Uhersi. Nicli
' turo, doratura, ramatura, metallizzaztoi
32J, con 4 iticisioni
Gastronomia (Terminologia gastronomie!
eese) di E. BOBGOREl.LO, con SOO Uen
Gaz illuminante (Indastrìa del), dì V. (
XXXU-tnz, con 375 incisioni e 216 labi
Gelsicoltura, dei Prof. D. Tamaro, pag.
Geografia, di e. Grovc, traduzione del Pi
2* edizione riveduta, pag. xiMfiO, con ;
82 ELENCO DEI MA>U.\LI HOEPLI
Geografia classica, ài H. f. Tozer, tradazione e note del
Prof. I. Gentile, 5* edizione, pag. iv-168 . . ^ . . 1 50
Geografia commerciale economica. Europa, Asia, Oceania,
Africa, America, di P. LanzonI, pag. vni-844. . . . 8 —
Geografia fisica, di a. Geikie, traduzione di A. Stoppani,
3» edizione, pag. iv-182, con 20 incisioni 1 50
Geologia, di A. Geikie, traduzione di A. Stoppani, quarta
edizione, riveduta sull'ultima edizione inglese da G. Mer-
CALLi, pag. xn-l76, con 47 incisioni 1 50
Geometria analitica dello spazio, del Prof. F. aschieri,
pag. vi-196, con 11 incisioni 1 50
Geometria analitica del piano, del Prof. F. aschieri, di
pag. vi-194, con 12 incisioni 1 50
Geometria descrittiva, del Prof, aschieri, pag. vi-222,
con 103 incisioni, 2* edizione rifatta 1 50
Geometria elementare — vedi Esercizi di Geometria pura — Pro-
blemi di Geometria elementare.
Geometria e trigonometria delia sfera, del Prof. e. Ala-
SIA, pag. vlli-208, con 84 incisioni 1 50
Geometria metrica e trigonometria, del Prof. s. pin-
CHERLE, 5* edizione, pag. iv-158, con 47 incisioni. . . 1 50
— vedi anche Esercizi di Trigonometrìa.
Geometria pratica, dell'Ing. Prof. G. erede, 3» edizione
riveduta ed aumentata, pag. xii-258, con 184 incis. . . 2 —
Geometrìa proiettiva del piano e della stella, dei Prof.
P. Aschieri, 2» edizione, pag. vi-228, con 86 incisioni. . 1 50
Geometria proiettiva dello spazio, del Prof. F. Aschieri,
2» edizione rifatta, pag. vi-264, con 16 incisioni . . . 1 50
Geometria pura elementare, dei Prof. s. Pincherle, £»
edizione, con l'aggiunta delle figure sferiche, pag. vin-
176, con 121 incisioni 1 50
Giardino (II) infantile, di P. conti, pag. iv-2i8, 27 tav. 3 -
Ginnastica (Storia della), di F. VAI.LETTI, pag. Vin-181 . 1 50
Ginnastica femminile, di f. Valletti, pag. vi-112, 67 ili. 2 -
Ginnastica maschile (Manuale di), per cura di J. Gelli,
pag. vni-108, con 216 incisioni 2 —
— vedi anche Giuochi ginnastici.
Gioielleria, oreficerìa, oro, argento e platino, di E. bo-
SELLI, pag. 336, con 125 incisioni 4 —
— vedi anche Metalli preziosi — Pietre preziose.
Giuochi ginnastici per laflioventù delle Scuole e del po-
polo, raoeolM s deaotitti, di P. OABRiELLr, pag. X" "■"
con 24 litTole llInsCTaCive
Giustizia amministrativa iHao. di), di O. Vitta. (1
Glottologia, det Prof. O. De QREaoRio, pag. xxxn
Gnomonica ossia l'arte di costruire orologi solari,
popolari di B. M. La Lbta, pag. vjn-160, con 19
Soninii elaitiei — vedi Imitasioni.
Grafologia, di e. Lombroso, pag. t-245 e ITO fac-
Grammatica albanese con le possle rare di Var
de) Prof. V. Libbandi, pag. xyi-200 ....
SraniinaUiia Arabi — tjcJi Ai&bo parlilo.
Sranniatlca araldica - tedi Araldica — Vocabolario arai
Grammatica ed esercizi pratici della lingua d)
norvegiana con nn. snpplemento eonteDente le pri
eapressioni lecnico-Tiftiitiche ad uso degli ufficiali
rina che freqnenlano i mari del nord e gli atre
Baltico, di tì. Frisoni, pag. xk-483
Grammatica ed esercizi pratici delia lingua eb
del Prof. I. Levi fu Isacco, pag. 192 ... .
Grammatica francese, del Prof. G. Prat. secom
ninne rivedute, pag. xil-299
Grammatica e dizionario delia lingua dei Galla
monica), del Prof. E. Viterbo:
Voi. 7. Galla-Italiano, pag. tiii-15S ....
Voi. II. Italiano-Galla, pag. LKlv-106 . . .
Oranniatica satlu — ridi Lingua gotica. '
Grammatica greca. (Nozioni eiementeri di lingua ,
del Prof. INAMA, 2* ediiione, pag. xvi-208 . .
Grammatica delia lingua greca motterna, del P
LOVERA, pag. ¥1-154
Grammatica Inglese, del Prof. L. Pavia, pag. xii-
Grammatica italiana, del Prof. T. Concari, £• ec
rivedute, pag.' xvi-230 • . .
Grammatica latina, del Prof. L. V.m.macgi, secon<
zinne, pag. viri-25(i
Grammatica della lingua olandese, di M. horqa
pagine vi(i-134
Grammatica ed esercizi pratici della lingua portoi
brasiliana, del Prof. G. frisoni, pag. xil-267 .
Grammatica e vocabolario delia lingua rumena, de
R, LoVERA, pag. vni-200
/■ - -i^i.-iPTr^ i
84 ELENCO DEI .MANUALI HOGPLI
_
Grammatica russa, dei Prof. Voinovich, pag. x-272 . . 3 -
Srammatloa tansertta — vedi Sanscrito.
Grammatica della lingua slovena. Esercizi e vocabolario
del Prof, Bruno Guyon, pag. xvi-8U 3 -
Grammatica spagnuola, del Prof. Pavia, 2» edizione, di
pagine xvni-272 1 5<
Grammatica della lingua svedese, dei Prof. b. pàroli,
pagine xv-298 3 -
Grammatica tedesca, del Prof. L. Pavia, 2*^ edizione, di
pagine xvin-272 . i 1 5(
Qrammatioa Tigre — vedi Tigre italiano.
Grammatica turca osmanli, con paradigmi, crestomazia,
e glossario, di L. Bonelu, pag. vni-200 e 5 tavole . . 8 —
Grandine — vedi Assicnrazionl.
QmnturGO — vedi Fmmento e mais — Industria dei molini.
Gravitazione. Spiegazione elementare delle principali per-
turbazioni nel sistema solare, di Sir G. B. AiRY, tradu-
zione di F. Porro, con 50 incisioni, pag. xxii-176 . . 1 5<.
Sreoia antica — vedi Archeologia (Arte greca) — Mitologia greca
— Monete greche — Storia antica.
Gruppi di trasformazione (Teoria dei), di E. Pascal. (In
lavoro).
Guttaperca — vedi Imitazioni.
Humus (L ), la fertilità e l'igiene dei terreni cufturali,
del Prof. A. Casali, pag. xvi-210 2 -
Idraulica, di T. Perdoni, di pag. xxvni-892, con 801 fi-
gure e 8 tavole ..*... 6 50
Idrografia — vedi Fotogrammetria.
Idroterapia, di o. Gibelli, pag. iv-2d8, con 80 incis. . . 2 —
— vedi anche Acqne minerali e termali del Regno d'Italia.
Igiene della Bocca e del Denti, nozioni elementari di 0-
«lontologia, del Prof. Dott. L. CouLLiAUX, di pagine xvi-
880, con 28 incisioni 2 50
Igiene del lavoro, di Trambusti a. e Sanarelli, pagine
vin-262, con 70 incisioni 2 50
Igiene delia pelle, di a. bellini, pàg. xvi-240, 7 incis. . 2 -
Igiene privata e medicina popolare ad uso delle famiglie,
di C. BocK, 2» edizione italiana cnrata dal Dott. GlOV.
Galli, pag. xvi-272 2 5'«
Igiene rurale, di a. Carraroli, pagine x-470 .... 3 ^
Igiene scolastica, di a. Repossi, 2» ediz., pag. iv-246. . 2
Igiene veterinaria, del Dott. u. Barpi, pag. viii-228 . . 2
i
.#1.
ELKN€0 ÌWA MANUALI HOKPLl' 35
L.C.
Igiene della vista sotto il rispetto scolastico, del Dott.
A- LOMONACO, pag. XII-272 2 50
Igiene della vita pubblica e {irivata, dei Dott. g. fa-
RALLI, di pag. xil-250 2 50
igroscopi, igrometri, umidità atmosferica, del Prof. P.
Cantoni, pag. xii-142, eoa 24 incisioni e 7 tabelle . . 1 50
illuminazione — vedi Acetilene — Gaz. illnm. — Incandescenza.
IHuminazione elettrica (impianti di), Manuale pratico del-
ring. E. PiAZZOLi, 5» ediz. interamente rifatta, (9-10 mi-
gliaio) seguita da un'appendice contenente la legislazione
Italiana relativa agli impianti elettrici, di pag. 606, con
264 incisioni, 90 tabelle e 2 tavole 6 50
Imbalsamatore — vedi Natnralisia preparatore — Naturalista
viaggiatore — Zoologia.
Imenotteri, Neurotteri, Pseudoneurotteri, Ortotteri e
Rincoti italiani, del Dott. E. Griffini (Entomologia IV),
pag. xvi-687, con 243 incisioni 4 50
Imitazione di Cristo (Delia), Libri quattro di QiO. Geb-
SENio, volgarizzamento di Cesare Guasti, con proemio
e note di G. M. Zampini, pag. lvi-896 ...... 3 50
Imitazioni e succedanei dell' ing. I. Ghersi. (In lavoro).
immunità e resistenza alle malattie, di A. Galli Va-
lerio, pag. Viil-218 1 50
impiego ipodermico e la dosatura dei rimedi, Manuale
di terapeutica del Dott. G. Malacrida, pag. 305 . . , 3 —
Imposte dirette (Riscossione delle), dell'Avv. E. Bruni, di
pag. vin-158 1 50
Incandescenza a gaz, (Fabbricazione delle reticelle) di L.
Castellani, pag. x-140, con 33 incisioni 2 —
Inoliiostri — vedi Ricettario industriale — Vernici ecc.
Incisioni — vedi Amatore d'oggetti d'arte e di curiosità.
Indovinelli — vedi Enimmistica.
Industrie (Piccole). Scuole e musei industriali - Industrie
agricole e rurali - Industrie manifatturiere ed artistiche,
dell'Ing. I. Ghersi, 2» edizione completamente rifatta del
Manuale delle Piccole Industrie del Prof. A. Errerà,
pag. XIl-372 3 50
Infermiere — vedi Assistenza degli infermi — Soccorsi d'urgenza
— Tisici e sanatorii.
Infanzia — vedi Terapia delle malattie dell' — Giardino infantile
— Nutrizione — Ortofrenia — Sordomuto.
Infezione — vedi Disinfezione — Medicatura antisettica.
Infortnnii sui lavoro — vedi Legge sugli.
f'
T
3G ELENCO BEI MANUALI HOEPLI
L.C.
Infortunii della montagna (Gli). Manuale pratico dpgU Al-
pinisti, delle guide e dei portatori, del Dott. 0. , Ber-
nhard, traduzione con aggiunte del Dott. E. Gurti, di
pag. xvin-60, con 65 tav. e 175 figure dimostrative . . 3 50
Infortuni sul lavoro, (Mezzi tecnici per prevenirli) di E.
Magrini. (In lavoro).
— vedi anche Leggi per gli.
Ingegnere agronomo — vedi Agronomia — Prontuario dell'agric.
Ingegnere civile. Manuale dell'ingegnere civile e industriale,
del Prof. G. Colombo, 18*^ edizióne modificata e aumen-
tata, (46®, 470 e 48® migliaia), con 212 fig., pag. XIV-416. 5 50
Il medesimo tradotto in francese da P. Marcillac . d 50
Ingegnere navale. Prontuario di a. cignoni, pag. xxxii-
292, con 36 figure. Legato in pelle 5 50
Ingegneria legale per tecnici e giuristi (Manuale di), dei-
TAvv. A. LiON. Commento ed illustrazione con la più re-
cente giurisprudenza: Kesponsabilità - Perizia- Servitù -
Piani regolatori e di ampliamento - Legge di sanità - Re-
golamenti d'igiene ed edilizii - Espropriazione - Miniere -
Foreste - Catasto - Privativa industriale - Acque - Strade -
Ferrovie - Tramvay - Bonifiche - Telefoni - Appalti - Ripa-
razioni - Cimiteri - Derivazioni di acque pubbliche - Monu-
menti d'arte e d'antichità, ecc., pag. vin-552 5 50
Inghilterra — ved« Storia d' Inghilerra.
Insetti nocivi, del Prof. F. Franceschini, pag. vni-264,
con 96 incisioni 2 —
Insetti utili, del Prof. P. Franceschini, di pag. xn-160,
con 43 incisioni e 1 tavola • . . . 2 —
interesse e sconto, del Prof. E. gagliardi, 2'- edizione
rifatta e aumentata, pagine vin-198 2 —
Inumazioni — vedi Morte vera.
Ipnotismo — vedi Magnetismo — Spiritismo — Telepatia.
Ipoteche (Man. per le), di A. Rabbeno, pag. xyi-247 . . . 1 50
ittiologia italiana, del Dott. A. Gbiffini, con molte in-
cisioni. (In lavoro).
— vedi anche Piscicoltura — Ostricoltura.
Lacctie — vedi Vernici ecc.
Latte, burro e cacio. Chimica analitica applicata al casei-
ficio, del Prof. Sartori, pag. x-162, con 24 incisioni . 2 —
/ Abiti per signora
\ Biancheria.
Lavori femminili — vedi < Macchine da cucire.
/ Monogrammi.
\ Trine al fascilo.
' -vori pubblici — vedi Leggi sui lavori pjabblici. ' ^
ELENCO DEI MANUALI HiDEPLI 87
— - - - , , ■■■■■!■ I ■■^— ■>! . ■ I I ■■ ■■■■ .^i^—
L.C.
Lavori rn tèrra (Manuale di), dell'Ing. B. Leoni, pag. xi-
305, con 38 incisioni 3 -^
Lawn-Tennis, di V. Baddeley, prima tradazione italiana
con note e aggiunte del trad., pag. XXX'206, con 13 illustr. 2 50
Legge (La nuova) comunale e provinciale, annotata da E.
Mazzoccolo, 4^ edizione, interamente rifatta con l'ag- .
giunta del regolamento e di 2 indici, pag. xu-820 . . . 7 50
Legge sul lavori pubblici e regolamenti, di L. fbanchi,
pag. IV-110-CXLVIII . • I 50
Legge sull'ordinamento giudiziario, dell' Aw. L.^Fbanchi,
pag. IV-92-CXXVI 1 50
Legge sulla proprietà letteraria, di L. Franchi (In lav.).
Leggi e convenzioni sul diritti d'autore — vedi Codici e leggi u-
suali d' Italia, voi. III.
Leggi per gUnfortunii sul lavoro, deil'Avv. A. Salva-
tore, pag. 812 a —
Leggi e convenzioni sulle privative industriali, disegni,
modelli di fabbrica, marchi di fabbrica e di commercio, di
L. Franchi. (In lavoro).
Leggi sulla sanità e sicurezza pubblica, di L. franchi,
pag. IV-108-XCII 1 50
Leggi sulle tasse di Registro e Bollo, con appendice, del
Prof. L. Franchi, pag. iv-l24-cn 1 50
Leggi usuali d'Italia — vedi Codloi e leggi.
Leghe metalliche ed amalgamo, alluminio, nichelio, me-
talli preziosi e imitazione, bronzo, ottone, monete e me-
daglie, saldature, dell'Ing. I. Ghersi, p. xvi-431, con 15 ine. 4 —
Legislazione {Mortuaria — vedi Morte.
Legislazione sanitaria italiana, (La nuova) di E. Noseda.
di pag. viIl-570 5 —
Legislazione rurale, secondo il programma governativo per
gli Istituti Tecnici, deil'Avv. E. Bruni, pag. xi-423 . . 8 —
Legmmi — vedi Cubatura dei legnami — Falegname.
Legno artificiale — vedi Imitazioni.
Lepidotteri italiani, del Dott. A. Griffini (Entomoi. Il),
pag. xiil-248, con 149 incisioni 1 50
Letteratura albanese (Manuale di), del Prof. A. Straticò,
pag. xxiv-280 8 —
Letteratura americana, di G. Strafforello. pag. 158 . i 50
Letteratura araba, del Prof. i. Pizzi. (In lavoro).
Letteratura assira, dei Mott. B. Teloni. (In lavoro).
Letteratura catalana, del Prof. Restori. (in lavoro).
Letteratura danese — vedi Letteratura norvegiana
Letteratura drammatica, di e. Levi, pag. xn-339 . . . s —
-y-.
»
I
88 KI,KN<"0 DPI MANUALI HOEPLI
!.. e.
Letieratora ebraica, di A. Revel, 2 voi., pag. 864 . . 8 —
Letteratura egiziana, di L. Bbigiuti. (in lavoro).
Letteratura francese, del Prof. E. Mabcillac, tradnz.
di A. Paganini, 8* edizione, pag. vin-198 1 50
Letteratura greca, di v. Inama, is» edis. riveduta (dal
610 al 550 migliaio) pag. vin-236 e una tavola. ^ . . 1 60
Letteratura indiana* A. De Gi/bebnatis, pag. Tin-169 . 1 60
Letteratura inglese, di B. Solazzi, 2» edizione, di pa-
gine Vinrl9i 1 50
Letteratura Italiana, del Prof. e. Fenini, dalle origini al
1748, 6» edizione completamente rifatta dal Prof. V. Fer-
RABI, pag. xvi-291 1 50
Letteratura italiana moderna, (1748-1870). Aggiunti 2 qua-
dri sinottici della letteratura contelnporsCnea (1870*1901)
del Prof. V. Ferrari, pag. 290 1 50
Letteratura Italiana moderna e contemporanea 1748-
1901, del Prof. V. Ferrari, pag. viii-406 8 —
Letteratura latina — vedi Letteratura romana
Letteratura norvegiana, di s. Consoli, pag. xyi'272. . 1 50
Letteratura persiana, del Prof. i. Pizzi, pag. x-208 . . 1 50
Lj)tteratura provenzale, di A. Restori, pag. x-220 . . 1 50
Letteratura romana, del Prof. F. Ramorino, 5» edizione
riveduU (dal 17, al -22» migliaio), pag. vili-844. , . . 1 50
Letteratura spagnuola e portogliese, del Prof. L. Cap-
pelletti, 2* edizione rif. da B. Gorra. (In lavoro).
Letteratura tedesca, del Prof. 0. Lange, S*" edizione ri-
fatta dal Prof. MiNUTTi, pag. xvi-188 1 60
Letteratura ungherese, di Zigany Arpàd, pag. xii-295. 1 50
Letterature 'slave, dei Prof. D. Ciàmpoli, 2 volumi:
I. Bulgari, Serbo-Croati, Yugo-Ruasi, pag. lv-144. . . 1 50
II. Russi, Polacchi, Boemi, pag. iv-142 1 50
LexlQon Abbrevi aturarnm qn&e in lapidibus, codicibns et chartis
praesertim Medii-Aevi occurrunt — vedi Dizionario di abbre-
viature.
Limoni vedi Agrumi.
Lingua araba — vedi Arabo parlato — Dizionario eritreo — Qrain-
matica Galla — Lingue dell'Africa — Tigre.
Lingua gotica, grammatica, esercizi, testi, vocabolario com-
parato con Ispecial riguardo al tedesco, inglese, latino e
greco, del Prof. B. Friedmann, pag. xvi-888 . . . . 3 —
Lingua greca — vedi Esercizi — Pilologla — Florilegio — Gram-
matica - Letteratura — Morfologia — Dialetti — Verbi.
ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 89
L.C.
Lingue dell'Africa, di R. Cust, versione italiana del Prof.
A. De Gubernatis, di pag. iv-llO 1 50
Lingua latina vedi Dizionario di abbreviature latine — Epigrafia
— Esercizi -^ Filologia classica — Fonologia — Grammatica
— Letteratnra romana — Metrica — Verbi.
Lingne germaniche — vedi Grammatica danese-norvegiana inglese,
olandese, tedesca, svedese.
Lingua Turoa Otmanii — - vedi Grammatica.
Lingue neo-latine, dei Dott. b. gorra, pag. U7. . . .150
Lingue straniere (Studio delle), di e. Marcel, ossia l'arte
di pensare in una lingua straniera, traduzione del Prof.
Damiani, di pag. xvi-186 1 50
Linoleum — vedi Imitazioni.
Liquorista, di A. Rossi, con 1270 ricette pratiche. Mate-
riale, Materie prime, Manipolazioni, Tinture, Essenze na-
turali ed artificiali, Fabbricazione dei liquori per mace-
razione, digestione, distillazione, con essenze, tinture, ecc..
Liquori speciali, Vini aromatizzati, pag. xxxii-560, con
19 incisioni nel testo 5 —
Litografia, di e. Do yen, di pag. yiii-261, con 8 tavole e
40 figure di attrezzi, ecc., occorrenti al litografo ... 4 —
Lliito — vedi Chitarra — Mandolinista — Stmm. ad arco.
Logaritmi (Tavole di), con 6 decimali, di 0. Mùller, 6»
ediz., aumentata delle tavole dei logaritmi d'addizione e
sottrazione per cura di M. Raina, di pagine XXXYI-IQI.
(11, 12, 18«> migliaio) 1 50
Logica, di W. Stanley Jevons, traduz. del Prof, d^ Can-
toni, 5» ediz. di pag. viii-166, con 16 incisioni. . . . 1 50
Logica matematica, del Prof. e. Burali-forti, p. yi-i58. 1 50
Logismografia, di e. Chiesa, 3» ediz., pag. xiy-172 . . 1 50
Logogrifi — vedi Enimmistica.
Lotta — vedi Pugilato.
Luce e colori, dei Prof. G. Bellotti, pag. X'-157, con 24
incisioni e 1 tavola 1 50
Ijioe e suono, di e. Jones, traduzione di U. Fornari, di
pag. vm-836, con 121 incisioni 3 —
iHacclline a vapore, (Manuale del costruttore di), di H. Hae-
DER. Bdizione italiana compilata sulla 5* edizione tedesca,
con notevoli aggiunte dell'Ing. E. Webber, pag. xvi-452,
,con 1444 incisioni e 244 tabelle, legato in bulgaro rosso . 7 —
Haeciiine agricole, dei Conte a. cencelli-Perti, di pag.
vin-216. con 68 incisioni 2 —
-«"
40 ELENCO DEI MANUALI HOEPLI
__
Macchine per cucire e ricamare, dell'ing. Alfredo Ga-
LASSINI, pag. vn-230, con 100 incisioni .2 50
Maccliinista e fuoctiista, del Prof. G. Gautero, 8» ediz.
con Appendice sulle Locomobili e le Locomotive dell'Ing.
Prof. Loria, e col Regolamento sulle caldaie a vapore,
pag. xx-194, con 84 incisioni 2 —
Macchinista navale (Manuale del), di M. Lignarolo, 2*- ed.
rifatta, pag. xxiV-602, con 844 incisioni 7 àO
■aelna2tone — vedi Industrie dei molini ~ Panificazione.
Magnetismo ed elettricità. Principi e applicazioni esposti
elementarmente, del Prof. F. Grassi. 8* ediz. completa-
mente rifatta del manuale di PoLOKi e Grassi, di pa-
gine xyi-508, con 280 figure 6 tavole fuori testo . . . 5 50
Magnetismo ed ipnotismo, Prof. G. Belfiore, p. vni-378 . 3 50
Maiale (il). Razze, metodi di riproduzione, di allevamento,
ingrassamento, commercio, salumeria, patologia suina e
terapeutica, tecnica operatoria, tossicologia, dizionario sui-
no-tecnico, del Prof. E. Marchi, 2» ediz., pag. xx-786,
con 190 incisioni e una Carta A ^^
Maioliche e porcellane (L'amatore di), di L. De Mauri, il-
lustrato da splendide incisione in nero, da 12 superbe \
tavole a colori e da 3000 marche. - Contiene: Tecnica della
fabbricazione - Sguardo generale sulla storia delle Cerami-
che dai primi tempi fino ai giorni nostri - Cenni storici ed
artistici su tutte le fabbriche - Raccolte di 8000 marche cor- '
redate ognuna di notizie relative, e coordinate ai Cenni Sto-
rici in modo che le ricerche riescano di esito invmediaio -
Dizionario di termini Artistici aventi relazione coli' Arte Ce-
ramica, e ai oggetti Ceramici speciali, coi prezzi correnti.
Bibliografia ceramica, indici vari, pag. xii-650 12 50
Mais (II) granoturco, o formentone, o granone, o melgone,
o melica, o melicotto, o carlone, o polenta, ecc. Norme
per una buona coltivazione, di E. Azimonti, 2» edizione
rifatta dal Manuale " Frumento e Mais „ di E. Cantoni,
di pag. xii-196 con CI incisioni nel testo 2 50
Malattie crittogamiche delle piante erbacee coltivate, del
Dott. R. WOLP, traduzione con note ed aggiunte del Dott.
P. Baccarini, pag. x-268, con 50 incisioni 2 —
Malattie ed alterazione dei vini, dei Prof. s. Cettolini, di
pag. xi-138, con 18 incisioni 2-
Malattle dalla vite — vedi Filossera -- Malattie crittogamiche.
Mammiferi — vedi Zoologia.
Mandarini — vedi Agrumi.
Malattie del sangue. Manuale d'Ematologia del Dott. E. Re- -
BUSCHINI, pag. VIII-482 3 50
•■•"dato commerciale, di e. VroARi, pag. vi-i60. .... 1 so
I
ELENCO DEI MANUZI HOEPLI 41
L. e.
Mandolinista (Manuale del), di A. Pisani, pag. xx-140, con
18 figure, 3 tavole e 89 esempi .2 —
■anioomio — vedi Assistenza pazzi — Psichiatria.
Manzoni Alessandro. Cenni biografici, di L. Beltrami, di
pag. 109. con 9 autografi e 68 incisioni 1 50
Marche di Fabbrica — vedi Amatore oggetti d'arte — Leggi sulle
proprietà — Maioliche.
Mare (il). V. Bellio, pag. iv-140, con 6 tav. Ut. a colori. 1 56
Marine (Le) da guerra del mondo al 1897, di L. D'Adda,
pag. xvi'320, con 77 illustrazioni .450
Marino (Manuale del) militare e mercantile, del Contr'am- >
miraglio De Amezaga, con 18 xilografiie, 2^ edizione,
con appendice di Bucci di Santapiora 5 —
Marmista (Manuale del), di A. Ricci, 2<' edizione, pag. xil-
154, con 47 incisioni 2 —
■armo — vedi Imitazioni.
Massaggio, dei Dott. B. Majnoni, p. xn-i79, con 51 ine. . 2 —
■astioi — vedi Ricettario industriaìe — Vernici, ecc.
Matematiche superiori (Repertorio di). Definizioni, formole,
teoremi, cenni bibliografici, del Prof. E. Pascal^^
Voi. I. Analisi, pag. XVI-642 6 —
Voi. II. Geometria, e indice gen. per i 2 voi. pag. 950 9 50
Materia medica moderna (Man. dì), a. Malacrida, p.xi-761 7 5o
■aterfaii. artificiaii — v. Ricettario indust. — Imitaz. e succedanei.
Meccanica, del Prof. K. Stawell Ball, traduzione del
Prof. J. Benetti, 4» edizione, pag. xvi-214, con 89 ine. 1 50
Meccanica (La) del macchinista di bordo, per gii Ufficiali
macchinisti della R. Marina, i macchinisti delle Compa-
gnie di navigazione, i Costruttori e i Periti meccanici, gli
Allievi degli Istituti Tecnici e Nautici e delle Scuole Indu-
striali e Professionali, di E. GiORLi, con 92 flg. (In lavoro).
Meccanico (li), ad uso dei macchinisti, capi tecnici, elettri-
cisti, disegnatori, assistenti, capi operai, conduttori di cal-
daie a vapore, alunni di Scuole industriali, di E. GiORU,
3» edizione ampliata, pag. yu-370, con 205 incisioni . . 3 —
Meccanismi (500), scelti fra i più importanti e recenti rife-
rentisi alla dinamica, idraulica, idrostatica, pneumatica,
macchine a vapore, molini, torchi, orologerie, ecc., di H.
T. Brown, trad. d. Ing. F. Cerruti, 3» edizione italiana,
pag. vl-176, con 500 incisioni 2 50
IMedaolte — vedi Leghe metalliche — Monete greche — Monete
romane — Numismatica — - Vocaholarietto dei numismatici.
Medicatura antisettica, dei Dott. a. Zambler, con prefa-
zione del Prof. E. Trigoni, pag. xvr-124, con 6 incis. . 1 50
42 KLENCO DKI MANUALI tìOKPLI '^
L. c.
■ediclna operativa — vedi Chirurgia.
Medico pratico, (li) di e. Muzio. 8* edizione del Naovo
memoriale pei medici pratici, di pag. xvi-492 . . . .5. —
■•moria (L'arte della) — vedi Arte.
Maroedi — vedi Paga giornaliera.
Merclologla, ad uso delie scuole e degli agenti dì commer-
cio, di 0. LUXARDO, pag. xn-452 4 —
MerMItne — vedi Onomonica.
Hotalli preziosi (oro, argento, platino, estrazione, fusione,
assaggi, usi), di G. GORINI, 2» ed., p. n-196, con 9 ine. . 2 —
Metallizzazione — v. Oalvanizz.— Qalvanoplastica — Qaiyanoetegia.
Metallocromia. Colorazione e decorazione chimica ed elet-
trica dei metalli, bronzatura, ossidazione, preservazione e
pulitura, deiring. I. Ghersi, pag. vni-192 2 —
Metallurgia — vedi Coltivazione delle miniere — Fonditore —
Leghe metalliche — Siderurgia — Tempera e cementazione.
Meteorologia generale, dei Dott. L. De Marchi, pag. vi-
156, con 8 tavole colorate 1 50
vedi anche — Climatologia — Igroscopi.
Metrica dei greci e dei romani, di L. mùlleb, 2* edizione
italiana confrontata colla 2» tedesca ed annotata dal Dott.
Giuseppe Clerico, pag. xvi-186 15©
Metrica Italiana — vedi Ritmica e metrica italiana.
Metrologia Universale ed il Codice Metrico internazionale,
coll'indice alfabetico di tutti 1 pesi misure, monete, ecc.,
dell'Ing. A. Tacchini, pag. xx-482 6 50
Mezzeria (Manuale pratico della) e dei vari sistemi della co-
lonia parziaria in Italia, d. Prof. A. Rabbeno, p. Tm-196 1 50
Micologia vedi Funghi mangerecci — Malattie crittogamiche — Tar-
tufi e funghi.
Microbiologia. Perchè e come dobbiamo difenderci dai mi-
crobi. Malattie infettive. Disinfezioni, Profilassi, del Dott.
L. PIZZINI, pag. ViiI-142 2 —
iliorotcopia — vedi Anatomia microscopica — Animali parassiti —
Bacologia — Batteriologia — Prostitologia — Tecnica presti-
tologlca.
Microeoopio (il), Guida elementare alle osservazioni di Mi-
croscopia, del Prof. Camillo Acqua, p. xn-226, 81 ine. 1 50
Mineralogia generale, del Prof. L. Bombicci, 2<' ediz. ri-
veduta, di pag. XVI-190, con 188 ine. e 8 tavole . . . 1 50
Mineralogia descrittiva, del Prof. L. Bombicci, 2* edi-
zione, di pag. IV-800, con 119 incisioni .8 —
Miniere (Coltivazione delle), di 8. Bertolio, 2» ediz. . ri-
fatta del Man. " Arte Min. „ di ZOPPETTI, p. Vin-284 . 2 50
turazlone delle botti — ce<?t Enologia.
• 1A..1?
ELENCO DEI MANUALI UOEPLI 43
L. e.
Misure — vedi Codice del Perito Misuratore — Metrologia — Mo-
nete — Strumenti metrici.
■itiiioottura — v€d* Ostricoltura — Piscicoltura.
Mitologia (Dizionario di), di F. Ramorino. (In lavoro).
Mitologia comparata, del Prof. A. De Gubernatis, 2»
edizione, di pag. vin-150. (Esaurito).
Mitotogia greca, di A. Foresti:
Volume I. Divinità, di pag. viu-264 1 50
Volume II. Kroi, di pag. 188 1 50
Mitologie orientali, di D. Bassi:
Voi. I. Mitologia babilonese-assira, pag. xvi-219 . . 1 50
Voi. U. Mitologia egiziana e fenicia. (In lavoro). '
Hnemotecnia — vedi Arte della memoria.
Mobili artistici — vedi Amatore d'oggetti d'arte.
Moda — vedi Abiti — Biancheria — Fiori artificiali — Trine.
Modellatore meccanico, falegname ed ebanista, del Prof.
^G. Mina, pag. xvii-428, con 293 incisioni e 1 tavola . 5 50
Molini (L* Industria dei) e la macinazione del frumento,
di C. SiBER-MlLLOT, di pag. xx-259, con 108 incisioni
nel testo e 8 tavole 5 —
Momentt resistenti e pesi di travi metalliche composte.
Prontuario ad uso degli Ingegneri, Architetti e costruttori,
con 10 figure ed una tabella per la chiodatura, deiring.
B. SCHENCK, di png. XI-188 8 50
Monete greche, di s. Ambrosou, di pag. xiy-286, con 200
fotoincisioni e 2 carte geografiche 8 —
Monete (Prontuario delle), pesi e misure inglesi, raggua-
gliate a quelle del sistema decimale, deiring. Gbersi, di
pag. xn-196, con 47 tabelle di conti fatti e 40 facsimili
delle monete in corso 8 50
Monete romane. Manuale elementare compii, da F. GNEO-
GHI, 2» edizione, riveduta corretta ed ampliata, di pag.
XXVn-870, con 25 tavole e 90 figure nel testo , . . . 8 —
Monogrammi, del Prof. A. Severi, 78 tavole divise in tre
serie, le prime due di 462 in due cifre e la terza in 116
in tre cifre 8 50
Montatore «il) di macchine. Opera arricchita da oltre 250
esempi pratici e problemi risolti, di S. Dinaro, di pei-
gine xu-„68 4 —
Morfologia generale — vedi Embriologia.
Morfologia greca, del Prof. v. Bettei, pag. xx-876 . . 3 —
Morfologia italiana, del Prof. E. gorra, pag. yi-142 . . l 50
Morte (La) vera e la morte apparente, eon appendice " La
*■* Kl^K.-SlJU UKL MANU ALA HOKPJLil '^"~ ^?>^
legislckzione mortuaria „ di P. DELL'ACQUA, p. VlII-186 . 2 —
Mosti (Densità dei), dei vini e degli spiriti: ed I problemi
che ne dipendono, ad uso degli enochimicì, degli eno-
tecnici e dei distillatori, di E. CiLLis, di pag. xvi-230,
con 11 figaro e 46 tavole 2 —
MuMi — vedi Amatore oggetti d'arte e curiosità — Amatore ma-
ioliche e porcellane — Armi anticbe — Pittura — Bcoltnra.
Musei industriali — vedi Industrie Piccole.
Mutuo tocoorso — vedi Società mntno soccorso.
Napoleone l<>, di L. cappelletti, 28 fotoinc, p. xx-272 . 2 50
Naturalista preparatore (il), del Dott. R. Gestro, ^^ edi-
zione riveduta ed aumentata del Manuale ddVImhaUa-
matorey di pag. xvi-168, con 42 incisioni 2 —
Naturalista viaggiatore, dei Prof. A. Issel e E. Gestro
(Zoologia), di pag. vin-144, con 88 incisioni 2 — -.
Nautica stimata o Navigazione piana di F. t.\mi. (In lav.).
Neurotteri — vedi Imenotteri.
Nichelatura — vedi Galvanostegia.
Notaio (Manuale del), aggiunte le Tasse di registro, di bollo
ed ipotecarie, norme e moduli pel Debito pubblico, di A.
Garetti, 4» ediz. riveduta e ampliata, pag. vni-380 . . 3 50
Numeri — vedi Teoria dei numeri.
Numismatica, del Dott. S. Ambrosoli, 2'- edizione accre-
sciuta, di pag. xy-250, con 120 fotoincisioni e 4 tavole . 1 50
Nuotatore (Manuale dei), del Prof. P. Abbo, di pag. xu-
148, con 97 incisioni 2 50
Nutrizione del bambino. AUattam. naturale ed artificiale,
del Dott. L. Colombo, pag. xx-228, con 12 incisioni. . 2 50
Occultismo — vedi Magnet. e ipnotismo — Spiritismo — Telepatia.
Oculistica — vedi Igiene della vista — Ottica.
Odontologia — vedi Igiene della bocca.
Olii vegetati, animali e minerali, loro applicazioni di g.
GORINI, 2* edizione completamente rifatta dal Dott. G.
Pabris, di pag. vni-214, con 7 incisioni 2 —
Olivo ed olio. Coltivazione dell'olivo, estrazione, purifica-
zione e conservazione dell'olio, del Prof. A. Axoi, 4» edi-
zione, di pag. xvi-361, con 45 incisioni .3 —
Omero, di W. Gladstone, traduzione di R, Palumbo e
C. PlORILLi, di pag. xn-196 1 50
Operaio (Manuale dell'). Raccolta di cognizioni utlU ed in-
dispensabili agli operai tornitori, fabbri, calderai, fondi-
tori di metalli, bronzisti, aggiustatori e meccanici di G.
Belluomini, 5» ediz. aumentata, di pag. xvi-262 , . . 2 — '
46 KLENCO DEI MANUALI HOEPU > '^ ' ^
Panificazione razionale, di Pompilio, pag. iv-i26 ... 2 —
Parafulmini — vsdi Elettricità — Fulmini.
Patate di gran reddito (Coltivazione delle) e loro pratica
utilità. Fabbricazione della fecola. Fecole deiramido di
mais, di grano e di riso, di N. Aducci. (In lavoro).
Pazzia — vedi Psichiatra — Grafologia.
Pediatria — vedi Nutrizione del bambino — Ortopedia — Terapia
malattie infanzia.
Pellagra (La), storia, eziologia, patogenesi, profilassi, di 6.
Antonini, di pag. vni-166 con 2 tav 2 —
Pelle — vedi Igiene della.
Pelli — vedi Concia delle pelli.
Pensioni — vedi Società di mutuo soccorso.
Pepe -- Prodotti agricoli.
Perito — vedi Codice nel perito misuratore — Ingegneria legale.
PeecI — vedi Ittiologia — Ostricoltura — Piscicoltura.
Pesi e misure — vedi Metrologia — Misure e pesi inglesi — Mo-
nete — Strumenti metrici — Tecnologia monetaria.
Peso dei metalli, ferri quadrati, rettangolari, cilindrici,
a squadra, a U, a Y, a Z, a T e a doppio T, e delle
lamiere e tubi di tutti i metalli, di G. Belluomini,
di pag. xxiv-248. 3 50
Pianeti — vedi Astron. — Cosmogr. — Oravit. — Spettroscopio.
Pianista i Manuale del), di L. M ASTRIGLI, pag. XVl-112 . 2 —
Piante e fiori sulle finestre, sulle terrazze e nei cortili.
Coltura e descrizione delle principali specie di varietà, di
A. Pucci, 2» edizione, pag. viii-214, con 117 incisioni . 2 50
Piante industriali, coltivazione, raccolta, preparazione, di
G. GORiNi, nuova edizione, di pag. II-144 2 —
Piante tessili (Coltivazione ed industrie delle), propriamente
dette e di quelle che danno materia per legacci, lavori
d'intreccio, sparteria, spazzole, scope, carta, ecc., coU'ag-
ginnta di un dizionario delle piante ed industrie tèssili,
di oltre 8000 voci, del Prof. M. A. Savorgnan D'Osoppo,
di pag. xii,-476, con 72 incisioni 5 —
Piccole Industrie — vedi Industrie.
Pietre artificiali — vedi Imitazioni.
Pietre preziose, classificazione, valore, arte del giojellie^e,
di G. GORINI, 2» edizione, di pag. 138, con 12 incisioni. 2 —
Pirotecnia moderna, di f. di Maio, ih ine, p. yni-i50. 2 50
Piscicoltura (d'acqua dolce), del Dott. E. Bettoni, di pa-
gine viii-318, con 85 incisioni 3
Pittura ad olio, acquarello e miniatura (Manuale per di-
lettante di), paesaggio, figura e fiori, di G. RONCHETTI,
pag. xvi-280, 29 incis. e 24 Tav. in zincot. e cromolit . S 50
Pittura italiana antica e moderna, dell'Ardi. A. Melani,
ELENCO DEI MANUALI HOEPLI
L.C.
2* edizione completamente rifatta, di pag. xxx-4S0 con
28 incisioni intercalate e 187 tavole ........ 7 50
Ptattica — vedi Imitazioni.
Pollicoltura, dei March. G. Trevisani, 4» edi^.ione, di pa-
gine xyi-216, eod 82 incisioni 2 50
Polveri piriche — vedi Esplodenti — Pirotecnia.
Pomologia, descrizione delle migliori varietà di Albicocchi,
Ciliegi, Meli, Peri, Peschi, del Dott. G. MOLON, con 86
incisioni e 12 tavole colorate, di pag. xxxii-717 . . . 8 50
Pomologia artificiale, secondo il sistema Garnier-Vallettì,
del Prof. M. Del Lupo, pag. vi-182, e 84 incisioni . . 2 -—
Poponi — vedi Fratta minori.
Porcellane — vedi Maioliche — Ricettario domestico.
Porco (Allevamento del) - vedi Maiale.
Porti di mare, (I) deiring. Bastiani Florio. (In lavoro).
Posologia — vedi Impiego ipodermico.
Posta. Mannaie Postale di A. Palombi. Notizie storiche
snlle Poste d'Italia, organizzazione, legislazione, posta
militare, unione postale universale, con una appendice
contenente le norme relative ad alcuni servizi accessori
della posta, di pag. xxx-309 3 --
Prato 'II), del Prof. G. Cantoni, di pag. 146, con 18 ine. 2 —
Prealpi bergamasche (Gaida>itinerario alle), compresa la
Valsassina ed i Passi alla Valtellina ed alla Yalcamonica,
colla prefaziope di A. Stoppani, e cenni geologici di A.
Tabamelli, 8* edizione rifatta per cura della Sezione
di Bergamo del C. A. I., con 15 tavole, due carte topo-
grafiche, ed una carta e profilo geologico. Un volume di
pag. 290 e un voi. colle carte topografiche in busta . . 6 50
Pregiudizi — vedi Errori e pregiudìzi.
Previdenza — vedi Assicuraz. — Cooperaz. — Società di M. 8.
Privative industriali — vedi Leggi sulle — - Ingegneria legale.
Problemi dì Geometria elementare, deii'lng. i. ghersi,
(Metodi facili per risolverli), con circa 200 problemi ri-
solti, e 119 incisioni, di pag. xn-160 , 1 50
Procedura civile e procedura penale — vedi Codice.
Procedura privHegiata fiscale per la riscossione delle imposte di-
rette — vedi Esattore.
Processi fotomeccanici (I moderni). FotocoUografia, fototi-
pografia, fotocalcografia, fotomodellatura, tricromia, del
Prof. R, Namias, p. vin-816, 53 fig., 41 illustr. e 9 tav. 3 50
Prodotti agricoli del Tropico (Manuale pratico del pian-
tatore), del Cav. A. Gaslini. (Il caffé, la canna da zuc-
48 ELENCO DEI MANUALI HOEPLI - "r^*
L. e
ehero, il pepe, il tabacco, il cacao, il tè, il dattero, il co-
tone, il cocco, la coca, il baniano, l'aloè, l'indaco,, il ta^
marindo, l'ananas, l'albero del chinino, la jota, il baobab,
li papaia, l'albero del caoutchoac, la guttaperca, l'arancio,
le perle). Di pag. xvi-270 , . . 2 —
Produzione e commercio del vino in Italia, di s. Mon-
DINI, di pag. vii-803 2 50
Profumiere (Manuale del), di A. Bossi, con 700 ricette pra-
tiche, di pag. iv-476 e 58 incisioni . . . . . . ' . .5 —
— vedi anche Ricettario domest. — Bicettarìo indnstr. — Saponi.
Proiezioni (Le). Materiali, Accessori, Vedute a movimento,
Positive sul vetro, Proiezioni speciali policrome, stereo-
scopiche, panoramiche, didattiche, ecc., del Dott. L. Sassi
di pag. xvi-447, con 141 incisioni 5 —
Proiezioni ortooonali ~ vedi Disegno.
Prontuario di geografia e statistica, del Prof. a. Ga-
ROLLO, pag. 62 1 —
Prontuario per le paghe — vedi Paghe -^ Conti fatti.
Proprietà letteraria, artistica e industriale — vedi Leggi
Proprietario di case e di opifici, imposta sui fabbricati,
dell'Avv. G. Giordani, di pag. xx-264 1 50
Prosodia — vedi Metrica del greci e dei romani - Ritmica.
Prospettiva (Manuale di), dell'Ing. L. Claudi, di pagine
64, con 28 tavole, 2 —
Protezione degli animali (La), di Nigro Licò, p. yni-200 2 -^
Protistologia, di L. Maggi, 2<' ed., p. xvt-278, 93 incis. . . 8 —
Prototipi (I) intemazionali del metro e del kilogramma ed il co-
dice metrico internazionale — vedi Metrologia.
Proverbi In 4 lingue — vedi Dottrina popolare.
Proverbi (516) sul cavallo, raccolti od annotati dal Colon-
nello Volpini, di pag. xix-172 2 50
Psiciliatra. Confini, cause e fenomeni della pazzia. Con-
cetto, classificazione, forme cliniche o diagnosi delle ma>
terie mentali. Il manicomio, di J. FiNZi, pag. yin-225 . 2 50
Psicologia, del Prof. C. Cantoni, pag. vin*168, 2*- ediz. . 1 50
Psicologia fisiologica, del Dott. G. Mantovani, pag. vni-
165, con 16 incisioni 1 50
Pugilato e lotta per la difesa personale. Box Inglese e
francese, di A. Cougnet, pag. xxiv-i98, 104 incis. . 2 50
Radiografia — vedi Raggi Rontgen.
Ragioneria, del Prof. V. Gitti, 8» edizione riveduta, di
pag. vni-187, con 2 tavole 1 50,
KLENCO DEI
Ragioneria delle cooperative di consumo (Hnane'-
del Sag. 0. Kota, di pag. xv^408
Ragioneria industriale, del Prof. Rag. Orebte Ber
som, di pag. vil-38D e molti modali ....
Ragioniere [Prontuario del). (Uannale di calcolazioD
oajiUlI e bancarie), di B. OaoLiardi, fag. sil-BOl
Ramatin — cidi Galvano stagi».
RnolBirl rerravliHI — cidt Trasporti e tariffe.
Regiatro < Bollo — ridi hoggì Balla «use di.
Regolo calcolatore e sue applicazioni nelle opei
topograflclw, deiriog. G. Pozzi, di pag. xv-288, e
incisioni e 1 tavola
Religioni e linBue dell'India inglese, di rcust, t
dal Prof. A. De Qubersatis, di pag. rv-Ì24 .
Resistenza dei materiali e stalillltà delle costruii
P. OaLUZIA, pag. X-S36, eoa SS6 iQC. 6 2 lavAle
Raipontatllltt — ^edi Ingegneria legale.
Usuili — ttdi Zoologia.
Rettorica, ad oso delle Scaole, di P. Capello, p.
RI bei — vedi Frutta minori.
— Piccolo Industrie — Ricettario domestico — Trine.
Ricchezza mobile, dell'Avr. E. bruni, psg. vm-Sl
Ricettario domestico, deU'Ing, 1. Ohersi, Adorni
della casa. Arti del disegno. Giardinaggio. Conaervaj
animali, fratti, ortaggi, piante. Animali domestici e
Becande. Bostanie alimentari. Combaatibili e illnmln
Detersione e lavatuia. Smacchiatura. Vestiario. Prof
e toeletta. Igiene e medioina. Mastici e plastica. I
gomme. Vernici ed encaustici. Metalli. Vetrerie, di p.
con 2340 consigli pratici e ricette accuratamente bci
Ricettarlo industriale, dell'lng. I. Ghersi. Procet
Dtill nelle arti, industrie e mestieri, caratteri; saggio
servasione delle sostanze natniali ed artiflcìaU d'uso
ne; colori, lemici, mastici, colle. Inchiostri, gona
Btica, materie tessili, cariba, legno, Sammlferi, fuochi
Belo, vetro; metalli, bronaatura, nichelatura, nrgei
daratnra, galvanoplastica, incisione, tempera, legale:
zlone; materiali Impermeabili, Incombustibili, artlflci
scarni, olii, saponi, profumeria, tintoria, smacchiati!
bianchimento; agricottaro, elettricità; 2* edizione r
V-
i>0 ELENCO DEI MA:«(UALI HOEPLI ' '
L*. e.
aumentata, di pag. vu-704, con 27 ine. e 2886 ricette . . 6 50
Ricettario fotografico. Terza edizione riveduta e notevol-
mente ampliata di nuove formolo e procedimenti, del Dott.
L. Sassi, di pag. xxiv-229 2 —
Rtlitvi — vedi Cartografia — Compens. errori — Telemetria.
RloorgimentO italiano (Storia dei) 1814-1870, con rag-
giunta di un sommario degli eventi posteriori, del Prof.
P. Bertouni, 2» ediz,, di pag. Vlu-208 1 50
Ristauratore dei dipinti, del Conte G. Secco-Suabdo, 2
volumi, di pag. xvi-269, xu-862, con 47 incisioni. . . 6 —
Ritmica e metrica razionale italiana, del Prof. Rocco
Murari, di pag. xvi-216. . . • 1 50
Rivoluzione franceee (La) (1789-1799), dei Prof. Doti. Gian
Paolo Solerio, di pag. iv-176 15©
Roma antica — vedi Mitologia — Monete — Topografia.
Rontgen (i raggi di) e le loro pratiche applicazioni, di
Italo Tonta, pag. yiii-l60, con 65 incis e 14 tavole . 2 50
Rbuni — vedi Liquorista
Saggiatore (Manuale- del), di F. Buttari, di pag. yui-245,
con 28 incisioni 2 òO
Sale (II) e le Saline, di A. De Gasparis. (Processi indu-
striali» usi del sale, prodotti chimici, industria manifat-
turiera, industria agraria, il sale nell'economia pubblica
e nella legislazione), di pag. yiii-358, con 24 incisioni . 3 50
Salumiere — vedi Majale.
Sanatorll — vedi Tisici e sanatori!.
Sanità e sicurezza pul)bllca. - Vedi Leggi auUa,
Sanscrito (Avviamento allo studio del), del Prof. F. G. Fumi,
2* edizione rifatta, di pag. xii-254 8 —
Saponi (L'industria saponiera), con alcuni cenni sull'indn-
stria della soda e della potassa. Materia prima e fabbri-
cazione in generale. Guida pratica dell'Ing. B. Marazza,
di pag. yii-410, con 111 figure e molte tabelle .... 6 —
Sarta da donna — vedi Abiti — Biancheria.
Scaccili (Manuale del giuochi degli), di A. Seghieri, 2»
ediz. ampliato da E, Orsini, con una appendice alla se-
zione delle partite gluocate e una nuova raccolta di 52
problemi di autori ital., di pag. vi-810, con 191 incis. . 3 —
Scaldamento e ventilazione degli ambienti abitati, di R.
Ferrini, 2» ediz., di pag. viii-800, con 98 incisioni. . . 8 —
Scenografia (La). Cenni storici dall'evo classico ai nostri
giorni, di G. Ferrari, di pag. xxiv.827, con IG inci-
^^oni nel testo, 160 tavole e 5 tricromie 12
Schema italiana di j. gelli, £• edìz., di pagiae vi-S5t,
con 108 figure 3 60
Scivad» — vidi EiOinioistloa
Scienza delle finanze, di T. carnevali, jag. iv-uo . . i so
Scritture d'affari iPvecetti ed esempi di), por oao delle
Scaole tecniche, popoliti e commerciali, del Prof. D. Hap-
FIOU, 2' edii,, di pag. VI1I-20S 1 50
Soop<rt* gBogriUGha — vrili CronolagU.
Scultura ilaliaaa antica e modernit (Muonale di), dell' Areh.
A. Helahi. £> editìone rifalla eoa 2i iacisioni nel teato
e 100 tavole, dt pafi. XVlI-248 à —
Ssuola IMuttrItli - ridi iDdnstrle (Pl^wole).
Selvicoltura, di a. santilli, di pag. viu-aao, e 46 ine. . 2 —
Semeiotica. Breve compendio dei metodi Usici di esame
degli intermi, di U. Gabbi, di pag. xvi-2IB, con 11 Inc. 2 50
iDdiutrla dulia cela ~ Tintara della seta.
Serviti ~ tedi Ingegneiia legale.
Sliakespeare, di Dowde», trad. di a. Balzani, p. xii-242 i 50
Seta iladusirla della], del Prof. L. Gabba. 2" ed., p. iv-208 2 —
Seti artHiolalB — tedi imitazioni.
Siderurgia (Mannaie di), dell'lng. V. ZovVETri, pubblicato
e completata per cura dell'lng. E. Oarucfa, di pag. iv-
368, con 220 incisioni 5 50
Sieroterapia, del Dott. E. Hebuscuini, di pag. vik-isj . s —
Sismologia, del capitano L. Gatta, di pag. viii-n5, con
16 incisioni e 1 carta I 50
Smalli — ttiU Amatole d'oggetti d'arte — FoloBiDallegrafla —
Bicaltsrlo indnsCi.
Soccorsi d'urgenza, dei Dott. e. caluaho, 4* edizione
rivedala ed ampliata, di pag. XLVI-SBS, con 6 tav. litogr. S —
Sociailsma, di Q. BinAOHI, di pag, xV-385 S —
Società di mutuo soccorso. Norme per rassicurazione delle
pensioni e dei susxsldt per malattia e per morte, del Doti.
H. Bardenoki, di pag. ti-152 1 60
Società industriali Italiane per azioni, del Dott. P. Pie-
OINELLI, di pag. XXXVl-534 D 50
62
Sociologia 'generale (Elementi ài), dei Dott. Emilio Hob-
BBLLi, di pag, xn-172 1
Sordomuto (III e la sua istruzione. Muuale pet gli al-
lievi e le allieva delle R. Bcaole normali, maestri e ge-
nitori, del Prof. F. FOBNARi, di pag. vni-2S2, ec* Il ine. 2
vtdi CoDservatlODS delle.
tiene degli) e la decorazione del vetro
rofeasor R. Nahias, di pagine xn-156,
(Mannaie di), di E. QaLLERANI, (In
t te sue applicazioni, di R. A. pbo-
Eon note ed aggiunte di P. Porro, di
1 inela. e una carta di spettri
10, Seconda edizione, <
'. F. ViBGiLii, 2' ed., pag. viii-ni
ttrìa stearica). Mannaie pratico dell'Ing.
ftgine si-284, con 70 Incialoni e molle
inla — Cosmoersfla — QrayitsatonB —
:a — Nnmiaraattoa — Vooabol. wsldico.
QioiteEiTi, (aecoDdo il aistemi Oabel-
dii„ di pag. iv-241 3
per lo studio della) sistema Oabelsber-
I in sa lezioni da A. Hicoleiti, S* ed.
vui-iao 1
ti graduali di lettura e di scrittura ste- «
Gabeisberger-Noe), con S novelle del
TI, 2' edii.. di pag. vill-160 . . . . 1
lo alenogrsflco.
(Lo) di L. Ckistofoli, di pag. Xll-lBl I
lata allo sviluppo dei solidi e alla loro
irta, del Prof. a. Rivelii, di pag. 90,
« tavole 2
a KLENCO lini MINTALI IlOEPLI ' ' '-
_-
Tartan dj ed i funghi, loro nainra, slaris, coltnia. conseT-
vailona e cuclnatura, di PoLCO Bruni, dì psg. vin-lSt 2 -
Tuta di p«fll>tr«, »olla, aoo. — vidi Codice ti bollo — Esattore
- ImpoEta — LoKgl TBssa Rag. e Bollo — Nolkio — Bicsti. iDob.
- ttdì liDbiiI»niat»re — NatnrsMBtft ri^gUtore.
ProOolti agricoli.
rdi LetterKInra dramoiittlca ~ Codice dal leAtro.
mlaroKOtiioi — vidi Anktomla microaooptc*.
d'alligazione per l'oro e per i'argeato eoa nama-
tìri per il loro uso. P. Buttari, p. XMl-220. 3 H
Inha _ f^i l,0j[»rttmi.
le della Divina Coffimedla di Danle Ali'
LACCO, aeguite da sei tavole topogr. iD
dal Maestro O. AONELU, pag. x-ia2 . S -
iglCB, del Prof. L. MAQQI, pag. xvi-318 S -
Piccoli, di p. iV-130, oon 38 incia., L. 2.
. la !• ediz. complet. riratu da O. Motta).
a{. R. Ferrini, 2' edizione corretut ed
ig. 7UI-ai5, con 104 incisioni .... 2 —
DI). (In lavoro).
a delle distanze in gnerra, del Cap. o.
g. xill-14a, con 12 zincotlpie . , . . 2 -
sione del pensiero), di A. Pappalardo,
2 50
;lemo — IpnotlsniD — Spirllieitia.
tazlone, deiringegoer Padda, di pagine
incisioni a —
, (Primi elementi della), per 11 Prof. U.
VIII-I53 1 EO
e, con na cenno stil Cbiarosouro e ani
del Prof, e. BONCI, di pag. vra-!61, eon
attle deli'tnhnzia, del Dote. 0. catta-
-S08 4 -
'rof. a. Cattaneo, pag. x-196, 4 l!g. . 1 so
mologia — Vnleanlinio.
ioa i«r»ria - Concinil — Bemne.
3 dell, del Prof. P. PiNCHETn, 2* edii.
XVI-B12, oon illnatraiionl . . . 8 5e
Tessuti di lana e di cotone (An&Usl e fabbricazione dei),
di 0. Giudici. (Iq lavoro).
Testaraent) (Haanall del), per An del Do(t. G. Sbsina,
di pag. Tl-338 2
Tior^ltaliano (Msaaale), con dae dlzianarìeetl iCaliano-tlgi'è
e derè-italiano ed una cartina dimoatratlva deg
parlati 1d BriCrea, del Cap. ìi. Cahpebio, di p.
Tintore (Manuale del), di E. Lefetit, S* edizion
gine X-2T0, con 14 Incisioni
Tintura della seta, studio chimico tecnico, di T.
di pag. XVI-4S3
Tipografia (Voi. I). Qnlda per cbi stampa e fa st
Compositori, Correttori, Eeviaori, Autori ed Edii
Laudi, di pag. 280
Tipografia (Voi. li). Lezioni di composUìone ad i
allievi e di quanti fanno stampare, di 8. Landi, <
£71, corredato di figure e di modelli. . . .
— «di anclit Vocabolario tìpograflco.
Tisici e 1 Sanatori! (La cura raiionalo dei), del
ZUBiANi, prefai. del Prof. B. Silva, p. xiJ-240
TltoH di rendita - vtd4 DeHiW pnlibllco — Valori pobl
TopograflB e rilievi — vedi Caitografla — Cataato — (
enrs -- ConipcnBazionB orrori - Corvè — Dlaeenot
— Betlmo terreni — Estimo rurale — Fologrammelr
metria pratica ~ PrOEpeltiva — Regolo calcolatori
metri a — Trisngolaiionl.
Topografia di Roma antica, di L. borsaiu, di ;
486, con 7 tavole
TlH-nitore raeCCaniCO [Qulda pratica dei), ovvero
unico per calcoli in generale snlla costruzione
mole dentato, arricchita di oltre 100 problemi
8. Dinaro, 2' edizione, di pag. Kii-n5 . ,
Traduttore tedesco (H), compendio delie priud
colto grammaticali della Lingua Tedesca, dei
MlNnTTl, di pag. KTl-224
Trasporti, tariffe, reclami ferroviari ed opera:
ganali. Manuale pratico ad uso del commercia
vati, colle norme per l'interpretazione delle tariS
3* edizione rifatta, di pagine XVl-308 , . .
Travi metallici composti — Vodl Momenti Tesi
Triangolazioni topograflciie e tri angolazioni e
deiring. O. Jacoanqeij. Modo di fondarle snlla
detica, di rilevarle e calcolarle, di pag. xn"-3W
Le.
iDclsloDi, 4 quadri degli elementi geodetici, S2 modelli
pel oalooli UigoBometrlcl e tavole anailiurìe 7 60
THitiDiMtri* — ridi Ce)erinieasiir& — Rserclii GeDmetria me-
trlu — Geometri» metti» — Logaritmi.
lo In Italia. Lavorazione, discoasioDe,
bllografici, analiai. diviaione, istntzioDi
ir eseguirle, con oltre 200 inclaioni, di
elli-Makone. (In laToro).
atri migliori); loro caratteri e coatami,
e conservarli in schiaTÌCù. Cura delle
niera per ottenere U riprodniione del
JTEESTEINEa, di pag. xn-175 . . . 2 —
er 1') dei Regio Esercito italiano, di U.
x-888 8 50
intxione, Dimenaionl, Bap presentazione.
G. Bebtolini, pag. X-1S4 2 ao
ieti. coltivazione e commercio, del DoU.
izione. di pag. xvi-218, con tavole co-
e 57 iaoisioni 4
Dlilonarlo Hlplno — Prealpi BergitmaBche.
male per l'apprezzamenlo dei), a per le
1, del D. F. PicciNELU, 2* edizione
a, di pBg. xxrv-B02 7
Dtuaria del ri^oDlere.
li Amatore Al oggetti d'arte e carlDeltì.
nentl, del Dott. C. Pebrabib, di pag.
i Amatore di oggetti d'atte e di cnrioalta.
(I), del Prof. P, SpaOKOTTI, secondo
Curtius e Inaua, pag. xxiv-i07 . i
a particolare nel perfetto e nel su-
ANELLO, con indice alfabetico di dett«
itici, inchiostri da stampa, ceraiac-
Ini (Fabbrlo<LzÌone delle), dell'Ing. Uoo
mi-262 2
■atore inetti d'arte — Specchi — Foto-
ELENCO DEI MAN L'ALI SOT.P
Vetro (Indnstrìa del], dell' fng. Ioseph D'Ani
Vini Manchi da pasto e Vini mezzo colore i
per 1& fabbrìiiaElone, l'affinamenUi e la eonse
di G. A. Prato, di pag. xa-21S, con 40 it
Vino (H), di G. 0R.48ai-80NCiNi, di pag. xv:
Vino aramalluitd — tedi Cognac — LlqaarlBta.
Viticoltura. Precetti ad nao del VIUcottori ita)
O. Ottavi, 5* ed. riveduta ed ampliata da
di pag, XYI-221, con 80 incisioni . . . ,
Vocabolariettn pei numismatici |in : lingne)
Ambbosoli, di pag. viii-isi
Vocabolario araidico ad uso degli Italiani,
GoELFi, di pag. vur-294, con 356 iBeisiooi
Vocabolario compendioso della lingua rui
VoisoYicn, Ai pag. xyi-23S
Vocabolario tipoBrallco, di s. landi. |in la
Volapiik (Dizionario Itali ano-volapiik), precedi
zioni compendiose di grammatica della lln^
C. Mattei, secondo i principii dell'inventoie S
ed a norma del Dizionario Volapùlc ad usi
del Prof. Kerckhofps, di pag. xxx-198 .
VoIapSIc (Dizion. YolapUk-ital.), Prof. C. Matti
Volapiik, Uanuale dì conversazione e raccoll
e dialoghi italiani-volapiik, per cura di M.
MASI e A. Zahbelli, di pag. 153. . . .
Vulcanismo, del Cap. L. Gatta, di pag. vni-2
Zecohe — vidi Tormlnologia mooelaria.
Zoologia, dei prof. E. H. aiauoLi e O. Ca^
I, [nvertebrati, di pag. 200, con 45 flgu
II. Vertebrati, Parte I, Qeneraliti, Ittiops
Anfibi), di pag. xvi-la6, con 88 iaois
III, Vertebrati. Parte II. Sanropsidi, Terio
Uccelli e Mammiferi), di pag. xvi-SOO,
Zoonosi, del Dott B. GALLI Valerio, di paj
Zootecnia, del Prof. 0. Tampblini, p. vni-2
Zucchero (industria dello):
I. CoUivasionedeUa barbabietola da luca
B. E. Debarbieri, di pag. xvi'330, e
II. Commereio, importanza «conomicn e
doganale, di L, Pontana-RUSSO, di pi
III. Fabbricazione dello lueehero di bari
l'Ing, A, Taccasi, di pag. xir-»28. con
iDillce alWlco per ailiri lei HainÉ i
• P. NuoUtore ........ 44
■■ C. UlcraseoplD 42
■rQ.EBerc di LingUBledesiu, 28
■e (Coltiva
jo A Chimloii aurarl
Àiullia. Tav.Div. Coinii
Aìri 0. B. Oravi tallone.
AlmandrlP.E. Analisichimioa ]
-~ Anallxi valametrlca l
~' ' 'a. applit^ alllgleae . 1
«lori A. Dizion
Alni A. Olivo e(
- Agrnnii. . .
BtlllRl A. Igiene della pelle
BbIiIo V. Usis (It)
- Crisiotoro Colombo . . .
- - a. Calderaio pril
* ' legnami .
feri
I ed ebanista .
I dell') '.
- Falegnan
- Fonditt-
- Operai<
- PPBn dr
Barnirdl B. Armonia
BamhaH. Infortunii di mont..
Berttlll 0. Disegno topografico
- Telemetria
Bertollnl F. Slsarglmeolo iu-
n (Storia del) ,
BertolUI G. Unita asBolnte. . . i
BartoIlD S. CoUiv. delle min. . 4
Betta R. Anat e flaiol. compar. 1
Ballai V. Morfologia greca. . . 1
Slttanl E Ptacicorinra. 4
Blagl G, Blbllotec. {Man. dell. I
Blgiaml-SorffliBl E, DlilonarlD
O lt.1111
Blrafkl a. SoGlallamo h\
BliEontI A. Eaercisi greci . . . 2S
Book 0. Igiene privata SI
Bollo C. Diafano (Princ. del) . -H
Bamblml C. Uineral. s<-n>rale iì
~ Mineralogia descrlillva. . . a
Bomalnl C. Pologratla ortocr. 3t
Sonai E. Teoria delle ombre . 54
Sonaltl L Orammatlca tnrca . 34
Bonetti E. Blanoberla (Disegno,
ISDICE
BtTClll E. aiaioU«ria e areBc.
eniuno'oe. Storia, di Plancia
blglatl L Lcuerac «gi£i»na.
Bnielural 6. AlpIniBmo
Brami H. T. Heocinisunt (SOO)
Bruni F. TarCna a fungili . . .
Brini E CauBlo Italiana. . . .
— Cadice doganale iialiano. .
— Cnnuhililii ddlo Stato, . .
~ L"BÌ8lwionl tI'tÌìv '.'.'.'.'.
— fiiovbfEEa mobile
Brattili A. Il libro deil'agikol. ID
moderne (Le). . .
Bvdai E. AntOKrsn lEacc. d.. ._
Bura'l-FiTtl C. Logica matem. 3!)
Bullarl F. Saggiatore (Man. d.) 50
— Tav, per l'alllg. oro a arg. 54
CaRiralll f. Strnnienll ad arco 53
Calllais C Socconi d'Urgenza 51
~ AKalBtenza dpgli infermi. . 13
Ca'iavara V. Indaalrla del gas 3l
Camparlo ■. TigrÈ-iCallano . . 55
Cansitrlni E. Pulmini e paraf. 31
Caatitrlnl a. Apicoltura 12
- Antronoiogia 12
Cineslrlnl C. e R. Batteriologia 15
Cantamaiia F. Alcool 10
cantoni C. Logica 3H
Cifltoni C. Psicologia 4&
Cintoli G Prato (II) il
- Tab»r-«o <ll) , . . 53
Caitoni P. Igroscopi, Isrome-
(rl, nmldila atmosferica. . . 35
Ctna C. Storia italiana 51
Capiillo F. Ketlorica i9
CipHupi A. A'sicnràz. VeCima' l.t
CapHllitn L. Napoleone L . . 41
— Latterai, apagn. a portoffb, 3S
Cippi'll A. Diz. Si abbreviai. . 25
Caraul 0. Oatrlcoltnra 45
Circgi di ■uriooB. Agronomia IO
. XltlaneoÒ. Dinamica eiement. i
Ceriti
Cerruti
Cerutti
Callolll
□a eHk«riatlt A. Belig. e lin
gae dell'India
OcirAo^na f. Uarte (La) vcrj
Da Hit
— Clim
DaMairiLHHlaliohe(AmaCdl) 4
— Amurore d'oggelti d'arte . 1
S. Conserve aliment. °0
■I F. laeecu utili . .3^
Franokl L. Codio! '.'.'.'.'.'.'. \à-n
— he^ sol lavori pubblici . 37
— Legge a. tasse di reg. e bolla 37
— Legge ealrOrdlD. gindla. . Si
— Leggesanitie Biour.pnbbl. 17
~ Leggi enlle prlvac ladnslr. 37
— Leggi diiitti d'autore lS-1»^
Frledmun S. Lingua gotica . . 3»
Friia L. Blloenaa morale. . . . 29
Frlinnl a. Oranini. porL-biaa. 3:!
— Corrlepoadenna italiana. . 21
— . apsgouoli 22
— aTimin. Daneae-Norveg., . 33
FamuBlll e. Bibliotecario ... 1^
— PileoBrada 45
Fami F, S Sanscrito ju
fuiuro IL Concimi <I) 2»
eaMn L Cbimico (Uan. del) . 17
— Seta (Induatrla della). . . . ól
— Adult. e falsiae. degli alim. 10
Qabtl U. Semeiotica 31
8al>al •barge r- ioli. Stenografla. Sì
aal>rlelll F. QiDocbi ginnastici 33
Gagliardi E. Inlereaee esconlo 36
— BaKinnlera IPront. del). . . «
Salatilnl A. U^oc. cnc. e rlcam. 40
Gillannl E. Speilrorotometria 52
Uallettl E. Oeografla 31
ami e, igiene prlvau 34
Salii Vaiarlo B. Zoonosi 57
alle mal. 3o
III P. Beali
alibi e. S
:.dini
A. Notalo <I
aardlnl A. Cbirorgia operat . . K
Oarliialdl C- Econ. matematica 2fi
Garalar-Villattl Pomologia ... 47
GarDllo G- Atl. geog.-et. d'Ital. 14
— Dliionatio blograf. univ. . 25
— Dizionario geograf. univ, . »
— Prontuario dt geografia . . 48
Ganifla E. Orologeria 4.i
— Siderargla 51
Gallili A. Prodotti dei Tropico 47
Satta L Siaraaiogia 51
— Vnlcanlamo 57
Sautwa B. Uaccb. e fuochista . 44
HiKiiu F Ballo (Uanuale del). 14
flaikla A. GeograDu Balca 31
— Geologia 32
Oelaish E. Cartograda 17
— Ottica ,...,,«
ami J. Armi antlcbe ... .\ ..'..il
INDICE ALFABETICO P!
Belli J, Biaardo
15
Grifflr
— Codice Civallereaio
18
- L(
- Detonarlo filatelico
%
26
froth
— QiDnastica maschile. . . .
32
Grò»
— Scherma
Bualii
aiut
^QÌoeraaa''ettt ^"!'*\^
27
Suein
— Storia antica (Otienie). .
53
Buatt
GamMlo B. Imitaz. di Cristo
Guyo.
aaatro R. Nacnral. vlagglat..
Hiedi
— Naturallata preparatore .
Hospl
Sherai 1. Cioliata .
— Conci /atti
I
Rubai
— Oaivanoategia
Hygu.
- Imitaaioni e anooedanei .
35
~ Industrie {Piccole)
init*:
— Leghe metalliche
37
Imper
— Hetallocromla
42
- Monete, pesi e mia. ingl.
-^ U
-Problemi di geometria. .
47
- "^
49
— Biceltarìo indastrisle. . .
49
-PI
.3i
-Ef
Qlglloll E. H. Zoologia
.W
Itati
eiOMl L. CritlograHa
-- Dizionario totogtaflco . .
22
lenWi
30
levon
Bioriltnl^. ProprlecaFlo di caa
e 48
-Le
aiaraetll S. Stenografia. , . .
Blorh 6. Diaegno indBStriaie
Iona
24
lOM*
— Disegno e costrns. Nave.
24
- Li
— Aritmetica e Qeometiia .
Klapa
— Meccanico (II)
-El
— Meccanica (La) del mac
Kepp
Dhiniela di bordo
KrW»
20
La Li
- Eaglonorla
48
-Gì
Giudici 0. TeasDCi di Una e co
- 55
Gladilone W. E. Omero
Gigoahi f. Mone» romane. .
'-i3
- (Il
aobbi U. Aasicuraz. generale
- V.
GODI V. ClBcgnat. meccanico
"24
Lugi
Gorlii a. Colori e vernici . .
,20
IMU
- Concia delle pelli
. 2»
Larioi
.20
— Ueialli preaioBÌ_.
.42
Upal
.44
uJii
— Pietre prezioae
!45
U«ll
Bom E. Llngno neo-latine .
39
Libra
— Morfologia italiana . . .
.43
Liooli
Graitinltel, Elettrotecnica. . .
.27
LM
Graatl F. Magnetismo « elet
.40
Ugal
annl-SsNolBl G. Vino (II) . .
flrlWpI A. Coleotteri italiani
_-M
'. »
Uu P. Ditteri llaliani
Livi L, Ancrnponictrla .
LMky*r I. H. ABtionoiD
LmnbmlW A. Anat. i><i
LtnbrOM C. Oralok
loloel». . . .
Lori! L Macchinista e rnochis, tO
< HDrgiH e. Gramm. olandeie. 3:i
1 Morlil U. VtBc. (Man. per 1*) . 36
-— Hlir E. SDOiDlogla generale 52
M Q. Telefono ó)
OM S. FatograSa 3t\
«r L. Metrica dei Greci e
..-■i Romani K
I lailar a. Logaritmi 39
< ■upul 0. Fixica »
1 Wurarl R. Ritmica 5D
< Mutio C. Uedico pratico. ... 41
! laccarl B Astronomia nantiea II
■ - - ■ uraho parlata Vi
. .. 'abbr. degli speoebf i:
t - Processi fotomeccmici. . -ti
I Huarl 0. DUieiU Italici 33
Hegrln C. l'aga eiornaliera. . . C^
> «IMI T. Bac^l da asta l(
' HMcsIl V. Alimenlaz. beetiame 11
- Cosini Ki OH e ed
[iniaaria dell 'agricoltore. 10
Ul A Stenogaafla iO
erclzl di Btenografla. . . SU
■ E. Legialaz. sanitaria 37
I e. Filonauta . . 29
C. Uirito ecclcRiagtloo. . 23
II a. Celeri meo Bara. ... 17
) OmI p. Storia d'Italia 53
< OrUni E. Scacchi 50
* ' >al<-Bolli. Qlnica analitica 1'
>l 0. Enologia K
!" la
, Blbliot,
:. AsBicn
! OHIno
-. Panini ,
1 Paganini A. Letterata
' Paganini P, Potogrammetria. . ^
'. PatomM A. Uannile postale. . 47
1 Palumbs R, Omero -14
-'«nlzia F. Aritmetica razion. U
- Aritmetica pratica, 13
- Teii-pinia U
l Pari» P. Oftofrenia tó
I Parali E. dram malica svedew 34
■ Paieal T. Tlntnra della seta . M
'■■•cai E. Calcolo dlfferenxiaie K
- Calcolo InieKTale 16
- Calcolo «elle variaslnni . . !l>
- Esero. di ealeolo IdShìIcb. . K
- Determinanti S
- ]<'unzloni ellittiche 31
- Oruppi di trasforma*. . 'slÌH
I L. Fiuti
tD F A. Verbi latini
Pavia L. OrammaciM tedei
— Qiammatica inglese. . ,
— Grani malica apagnuola
Pavollni E BnddiBmn ....
, Ptdieino N. A. Botanica . . .
Pednttl a. AntomobilisU (L'}. 14 F
Paallaa V. Flloaiem 2r '
PgUliza A. Chimica Boat, color. Ij
ParCMtl H. CnlltRrnnn ìt
PartaU T. Idranlicii 3*
P«lri L Coinpntiaterla aerarla a
PetHnI. Caaa dell'avvenire. . . 1^
PeUkaldl. Bibllotecarln li
Planali E. Illninlnnz, elettrici 3ì
Plcdaalll F. Società Ind. p. az, 51
— Valori pnbbllcl 5<
Pleaialnl P. Farmacolerapia . . 21
PicoMI 0. V. Telefono 54
Pimoalal A. Assist, dei panni ìi
Pila ■. Ealetica. 2)
Piaoharl* 8. Algebra element. Il
— Algebra complementare , . K
— Esercizi di algebra elem. . 11
— Gsercisl di Eeometria. . . . X
— Oeometr.metr. elrigonom. 3^
— Oeomeirla pura. 3:
" "". Tessitore bt
RIakettI
Rivalli «
Reda F.I
Rial P. Epiles_._
PltMl A. Uandollnista .
Pini I. Letteratura peri
— Letteratnra araba .
Pleblal B.t
— Cont
1 SaEolMtl
Poul a Regolo <
Prat a. Oramm.i
— EserolJt di ti
Prato S. Gognio,
64
INDICE ALFABETICO PER AUTÓRI
SolilAveRato A. Diz. stenogr. . 25
Sottirl C Dizionario alpino. . 25
8«ooo-8uartfa Bistaa. dipinti . 50
Seghlerf A. Scacchi 50
SalUi A. Fisica cristallografica 29
Serina L Testamenti 55
Sernagiotto R Enol domestica 27
Setta B. Dottrina popolare . . 26
Severi A. Monogrammi ... * . 43
Siber-Hillot C. Molini (Ind. dei) 43
Solaizi E. Letteratura inglese. 38
Soldani 6. Agronom. moderna 10
Solerlo G. P. fiivoluz. francese .50
Soli Q Didattica 28
Spagnottl P. Verbi greci .... 56
Spataro D. Fognat. cittadina . 30
Stecchi R. Chirurgia operat. . 18
Stoppani A. Geografia fìsica. . 32
— Geologia 32
— Prealpi bergamasche .... 47
Stoppato A. Diritto penale ... 24
Stoppato L Fonologia italiana 30
Strafforello Q. Alimentazione . 11
— Errori e pregiudizi 27
— Letteratura americana ... 37
Straticó A. Letterat. albanese. 37
Streker. Elettrotecnica 27
Stracchi A. Cantiniere 16
— Enologia 27
— Viticoltura 57
Supino R. Chimica clinica ... 17
Tabtnelli N Codice del teatro 10
Taocanl A. Zucchero (Fabbr. d.) 57
TacohiAi A. Metrologia 42
Tamaro D. Frutticoltura .... 31
— Gelsicoltura 31
— Orticoltura 45
— Uve da tavola 56
Tami F. Nautica stimata. ... 44
Tampelinl Q. Zootecnia 57
Taramelll A. Prealpi bergamas. 47
Teloni B. Letteratura assira. . 37
Thompson E H. Paleografìa . . 45
Tloll L. Acque minerali e cure 10
Tognini A. Anatomia vegetale. 12
Tolesani 0. Enimmistica .... 27
Tommasl H. R. Manuale di- con-
versaz. italiano-volaptìk. . . 57
Toniazzo Q St. ant. (La GTecia;^ 53
Tonta I. Ra{;gi Rontgen . , . . 50
Tozer H. F. Geografia classica. 32
Trambusti A. Igiene del lavoro 47
Trasporti e tariffe ferroviarie . . 55
Trevisani 8. Pollicoltura .... 47
Tribolati F. Araldica (Gramm.) 12
TricOBi E. Medicat. antisettica 41
Trlvero C Classiflc. d. scienze 18
Unterttelner A. Stofia mnsiea. 53
— Uccelli canori 56
Vacchelll 6. Costruzioni in cal-
cestruzzo 16
ValentinI N. Chimica legale . . 17
Valletti F. Ginnast. femminile . 32
— Ginnastica (Storia della). . 32
Valmaggi L. Gramm. latina. . . 3P<
Vanbiaaohl C. Autografi 14
Vecchio A. Cane (II) 16
Vender V. Acido solforico, ecc. 10
Ventatoli B. Concia pelli ... . 2C)
— Conserve alimentari .... 20
Vldarl E. Diritto commerciale. 23
— Mandato commerciale ... 40
Vldarl B. Etica 28
Vlnatta P. Paleontologia. ... 45
VlroMIi F. Cooperazione 21
— Economia matematica . . .25
— Statistica , .... 52
Viterbo E. Grammatica e di-
zion. Galla (Oromonica). . . 33
Vltta B Giustizia amministr. . as
Viventi B. Funzioni analitiche 31
Volgt W. Fisica cristallograf. . 29
Voinovioh. Grammatica russa . 34
— Vocabolario russo 57
Volpini C. Cavallo. . . : 17
— Dizionario delle corse ... 20
— Proverbi sul cavallo .... 48
Webber E. Costruttore delle
macchine a vapore 39
— Dizionario tecnico italiano-
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