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Full text of "L'Eritrea dalle sue origini a tutto l'anno 1901: appunti cronistorici, con ..."

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L' ERITREA 



I 

1 



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MANUALI HOEFLl 



L'ERITREA 

DALLE SUE ORIGINI A TUTTO L'ANNO 1901 

APPUNTI CRONISTORICI 



D'ESPLOB AZIONE 



ULRICO IIOEPLI 

lìDITOKE-LIRItAIO DELLA IfEAI. 
MILANO 



M à ^ A. l.*i.ktajL^«> 



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PHOPRIETA LETTERARIA 



TIR A. LOMBARDIoiM. BELLINZAGHI 
MILANO-7. FIORI OSCURI Z-MILANO 



PREFAZIONE 



Presento, ristretta in poche pagine, la nar- 
razione delle vicende dei nostri possedimenti 
africani, dalle loro origini a tutto il 1901. 

Se questo manualetto incontrasse il favore 
degli Italiani come lo incontrarono altre mie 
pubblicazioni intorno allo stesso argomento (1) 
sarei ben compensato della grande cura e del 
lungo amore che io posi nel compilarlo. 

Il libro è denso di fatti accertati e parco di 
giudizi. 

L'abusare di questi davanti a tombe recenti 
ed a viventi intorno a cui non tace ancora la 
passione di parte, sarebbe stata temerità. Il 
fatto non si distrugge ; il giudizio risente in- 
vece delle soggettività umane e può variare 
commesse. 



(1) La Colonia Eritrea 2 » edlz. Parma, Battei, 1901. 
La Battaglia d'Adua 3* , . , 1901. 



vili Prefazione, 



' 



La narrazione ha un po' di sapore militare ; 
ma ciò potrà essere giustificato dal fatto che 
le nostre imprese coloniali più che colle trat- 
tative diplomatiche e politiche sono state con- 
dotte colle armi, e fu principalmente per que- 
ste se la nostra patria gioì o pianse. 

Tuttavia non si trascurò di trattare il nostro 
movimento coloniale in relazione colla vita po- 
litica del paese, né di accennare obbiettiva- 
mente in linea generale anche ai grandi meriti 
ed alle grandi responsabilità de' suoi attori 
principali. 

Ciò premesso, raccomando al pubblico questo 
mio modesto lavoro. 

Parma, 1 Marzo 1902 

B. Melli. 



INDICE - SOMMARIO 



Prefazione pag. vii 



Capitolo I. pag. 1 

Prime relazioni tra l'Italia e l'Etiopia. — Acquisto di As- 
sab e adiacenze. — Eccidio di Beìlul. — Occupazione 
di Tunisi. — Inchiesta egiziana ed incidente di Raheita. 
— Convenzione coiringhilterra. — Assab Colonia ita- 
liana. 

Capitolo li. pag. 5 

Rivolta egiziana e insurrezione Mahdista. — Loro influenza 
sulla politica coloniale italiana. — Eccidio della spedi- 
zione Bianchi. — L'Italia a Beilul ed a Massaua. — Ca- 
duta di Kartum. — L'Inghilterra cede e l'Italia sì ferma. 

Capitolo III pag. 12 

Prime nubi coU'Abissinia. — Missione Ferrari al Negus. — 
Diffidenze di Giovanni e di ras Alula. — Occupazione 
di Arafali e di Saati. — Gene succede a Saletta. — Ces- 
sazione del condominio egiziano a Massaua. — Missione 
interrotta di Pozzolini. — Spedizione Salimbeni. — Rap- 
presaglie. — Saati e Dogali. 



X Indice. 

Capitolo IV. pag. 18 

Conseguenze di Dogali. — Guerra di rivìncita. — Crispi. — 
Ancora Saletta. — Spedizione S. Marzano. — Trattato 
collo Scioa. — Missione Portai. — Il negus Giovanni 
contro gli Italiani. — S. Marzano lo costringe alla riti- 
rata. — Conseguenze. 

Capitolo V. - pag. 23 

Rimpatrio della grande spedizione. — Baldissera riordina 
la Colonia. — Incidente franco- italiano. — Fatto di Sa- 
ganeiti. — Vicende etiopiche. — Giovanni ucciso a Me- 
teinma dai Dervisci. — Menelik aiutato dall'Italia gli 
succede. — L'Italia nell'altipiano. — Trattato di Uccialli. 

— Maconnen in Italia. — La Colonia Eritrea. 

Capitolo VI. ; pag. 29 

Il trattato d'Uccialli contestato da Menelik. — Questi scende 
contro Mangascià. — Orerò succeduto a Baldissera oc- 
cupa Adua. — Convegno di Ausen. ~ Delusione italiana. 

— Orerò ritorna al di qua del Mareb. — 1.° Fatto d'armi 
di Agordat contro i Dervisci. — Gandolfi governatore. 
Riordinamento amministrativo e militare della Colonia. 
Dissidii con Menelik. — Fallimento della missione An- 
tonelli. — Trattato del Mareb con Mangascià. — Scan- 
dali e Commissione d'inchiesta governativa. 

Capitolo VII. pag. 39 

Baratieri governatore. — Provvedimenti amministrativi. — 
Esperimenti di colonizzazione agricola. 

Capitolo Vili. pag. 44 

Imprese contro i Dervisci. — Battaglia di Agordat. — Con- 
quista di Kassala. 

Capitolo IX. pag. 51 

Tentennamento della politica coloniale. — Missione Tra- 
versi e Piano, a Menelik. ■— Denuncia del trattato d'Uc- 
cialli. — Mangascià va a fare omaggi a Menelik. — È 



Indice, xi 

male accolto e consigliato a scacciare gli italiani — Suo 
ritorno nel Tigre e suoi accordi con batah Agos pre- 
posto dall'Italia a capo deli'Okulè-Kusai. — Ribellione 
di costui. — Fatto d'armi di Halai e morte del ribelle. 
Baratieri muove contro Mangascià e occupa Adua. — 
Mangascià invade rOkulè-Kusai. — Giornate di Coatit 
e Senafè. 

Capitolo X. pag. 60 

Nuove ostilità contro il Tigre. — Occupazione di Adigrat 
e di Adua. — Il Governo arresta le operazioni. — Bara- 
tieri in Italia. — Onori tributatigli. — Sua intesa col Go- 
verno. — Ritorna in Africa e occupa tutto il Tigre. 

Capitolo XI pag. 64 

Guerra Italo-Scioana. — Impreparazione dell'Italia. — Pre- 
parazione dello Scioa. 

Capitolo XI I. pag, 68 

Arimondi nel Tigre. — GII Scioani intorno ad Ascianghi. — 
Toselli ad Amba Ala<»i. — Il 7 dicembre 1895. 



•iT" 



Capitolo XllL pag. 76 

Conseguenze di Amba Alagi. — Baratieri ad Adigrat. — Gal- 
liano a Makaliè. — Memorabile assedio e liberazione. 

Capitolo XIV. . pag. 84 

Operazioni militari dopo lo sgombro di Makaliè. — Diffi- 
coltà nel campo italiano. — Avanzata del Negus verso 
Adua. — Il battaglione Galliano già tenuto in ostaggio 
è liberato. — Baratieri, tagliato fuori, deve ritirarsi e 
fronteggiare Adua. — Spostamenti fino a Sanrià - - Il 
Negus nella conca di Gandapta. 

Capitolo XV. pag. 92 

Condizioni dei due eserciti alla vigilia della battaglia. — 
Difficoltà e tentennamenti. — L'ordine dal 29 Febbraio 
1896. 



XII Indice. 

Capitolo XV L — Battaglia d'Adua . pag, 99 
Capitolo XV lì. pag. 119 

Conseguenze della battaglia d'Adua in Italia. — Il ministero 
Di Rudini. — Baldìssera nella Colonia. — Trattative di 
pace col Negus. — Sua ritirata. — I Dervisci in campo. 

— Stevani libera Kassala. — Monte Mocram e Tucruf. 

— Baldissera libera Adigrat ed i prigionieri italiani nel 
Tigre. — Fine della campagna. 

Capitolo XVI li. pag. 129 

Trattative di pace e per soccorrere e liberare i prigionieri. 
Missioni Warsowìz, Macario e Kerazzini — Convenzioni 
col Negus. — Ritorno dei prigionieri. — La quistione 
dei confìni insoluta. — Cessione di Kassala agli Inglesi. 

— Vittoria di costoro sul Kalifa. — 11 Mahdismo di- 
strutto. — Ultime vicende eritree ed etiopiche. — Il go- 
vernatore Martini. 

Appendice paq, 149 

1. Note geografiche e statistiche sull'Eritrea. — 2. Caratteri 
e costumi della popolazione eritrea. — 3. Possedimenti 
del Benadir. — 4. Viaggi ed esplorazioni d'Italiani Vit- 
torio Bottego. 



CAPITOLO PRIMO 



Prime relazioni tra l'Italia e l'Etiopia. — Acquisto di Às- 
snb e adiacenze. — Eccidio di Beilul. — Occupazione 
dì Tunisi. — Inchiesta egiziana ed incidente di Raheita. 
— Convenzione coli' Inghillerrìi. — Assab Colonia ita- 
liana. 

Le relazioni tra T Italia e l'Etiopia incomin- 
ciarono prima ancora che la nostra patria fosse 
sorta ad unità. 

Fin dagli anni 1858-1859 per opera del cele- 
bre missionario cattolico italiano monsignor 
Massaia, residente in Abissinia, e del conte di 
Cavour, si strinse un trattato di amicizia e di 
commercio tra quel paese ed il Piemonte, ri- 
manendo incaricato di rappresentare guest' ul- 
timo presso Negussié, potente principe tigrino 
aspirante alla corona imperiale etiopica, un 
certo Antonio Rizzo, siciliano, residente al- 
l'Asmara. 

Ma in seguito al taglio dell'istmo di Suez che 
cambiava l'itinerario tra l'Europa e l!Oriente 
lutti gli sguardi delle nazioni europee si rivol- 
sero al Mediterraneo ed agli altri mari di tran- 
sito lungo ritinerario predetto. 

Melli. 1 



Capitolo L 



I nuovi interessi politici e commerciali creati 
da queir opera grandiosa ebbero una grande 
influenza sul movimento d'espansione coloniale 
europeo, e trassero anche l' Italia a parteci- 
parvi. 

In seguito ai consigli di un altro italiano, il 
prof. Giuseppe Sapeto, già dimorante in Etiopia, 
e fra i Dancali, e ad un voto solenne delle ca- 
mere di Commercio riunite in Genova, nel 1869 
il Governo italiano presieduto dal Lanza auto- 
rizzava il Sapeto stesso ad acquistare dal sul-, 
tano Berehan di Rahéita, per conto della ditta 
Raffaele Rubattino,*la baia di Assab con alcuni 
territori adiacenti, anticipando per tale acquisto 
la somma di L. 47.000 che gli fu poi restituita. 

Era intenzione del Governo di proclamare 
subito l'annessione airitalia di tali luoghi, ma 
le proteste dell'Egitto, e della Turchia, che van- 
tarono su essi dei diritti di sovranità, nonché 
le palesate diffidenze dell'Inghilterra e le preoc- 
cupazioni generate dallo scoppio della gigante- 
sca guerra francogermanica e dall'imminente 
liberazione di Roma, lo consigliarono a tempo- 
reggiare ed a limitarsi a sorvegliare ed a con- 
fortare coi consigli e gli aiuti la ditta proprie- 
taria. 

Questo stato di cose si potrasse sino alla fine 
di dicembre 1879, nella quale epoca il Gabinetto 
Gairoli, spinto dal Parlamento, dopo essersi 
fatto cedere dalla ditta Rubattiho la proprietà 
dei territori acquistati, spediva in Assab uomini 
e materiali, che, collo scopo di impiantarvi uno 



Capitolo L 3 



stabilimento di deposito per la ditta stessa, ve- 
nivano ad esercitarvi un primo Btto di sovra- 
nità deiritalia. 

Obbiettò qualche cosa Tlnghilterra, ma poi si 
acquetò alle dichiarazioni remissive del Governo 
italiano; protestarono invece energicamente TE- 
gitto e la Turchia ; ma le loro proteste non eb- 
bero altri risultati che di far differire di poco 
la nomina di un commissario civile pel piccolo 
possedimento italiano. 

A spingere maggiormente Tltalia sulla via 
degli ardimenti e ad affermarsi stabilmente nel 
continente nero giunsero indi a poco due gravi 
notizie; cioè quella dell'eccidio di una spedizione 
di dodici italiani capitanata dal prode Giulietti 
nei pressi di Beilul, donde cercava aprirsi una 
via per rAbissinia;.e quella dell'improvvisa 
occupazione di Tunisi per parte dei Francesi. 

L'isolamento politict5 in cui si trovava la no- 
stra patria la costrinse a tollerare senza rap- 
presaglie questa occupazione che la feriva ne' 
suoi interessi e la preveniva nelle sue mire, ed 
a cercare appoggi per l'avvenire nell' alleanza 
colle potenze centrali. Ma verso 1' Egitto e la 
Turchia sul cui territorio era avvenuto l'eccidio 
e che sembravano ostacolare in mille modi la 
scoperta e la punizione dei colpevoli, Y Italia 
spiegò un'azione energica. 

Prima di tutto invocò dall'Egitto un'inchiesta 
in proposito e riusci ad imporla, sebbene senza 
profìcui risultati ; e quando poi i delegati della 
stessa, per missione del loro governo, vollero 



Capitolo L 



tentare di far atto di sovranità sul sultanato di 
Raheita, ciò che avrebbe impugnato la legitti- 
mità dell'acquisto di Assab e adiacenze, prima 
coir opera del capitano Frigerio, comandante 
della nave Ettore Fieramosca, e poi colle severe 
disposizioni e minacele intimate da Roma, im- 
pedi l'effettuazione di un tale disegno e ridusse 
al dovere il Governo kediviale e quello di Co- 
stantinopoli che si contentarono di protestare. 

Stipulatasi poi il 15 maggio una convenzione 
amichevole coiringhilterra, con successiva legge 
delli 5 luglio il nostro piccolo possedimento ve- 
niva dichiarato Colonia Italiana. 



CAPITOLO II. 



Rivolta egiziana e insurrezione Mahdista. — Loro influenza 
sulla politica coloniale italiana. — Eccidio della spedi- 
zione Bianchi. — L'Italia a Beilul ed a Massaua. — Ca- 
duta di Kartum. — L'Inghilterra cede e l'Italia si ferma. 

La nuova Colonia italiana sarebbe probabil- 
mente rimasta circoscritta intorno alla baia 
d'Assab, se poco dopo il suo impianto non suc- 
cedevano due grandi avvenimenti che sconvol- 
sero TEgitto, cioè, la rivolta di Arabi pascià e 
rinsurrezione Mahdista. 

L'Egitto sotto il celebre Mehemed Ali, ed i 
suoi successori aveva esteso i proprii dominii 
su tutta Talta valle del Nilo e fino ai laghi 
equatoriali, e sottentrando gradatamente alla 
Sublime Porta, sua alta sovrana, nel possesso 
delle coste orientali africane, aveva, portato la 
propria bandiera fino alle regioni dell'Harar e 
della Somalia. 

Però mentre queste conquiste ed annessioni 
riversavano sull'Egitto un certo splendore che 
si acrebbe poi colla titanica impresa del taglio 
dell'istmo di Suez, causavano pure una gran 



6 Capitolo IL 



crisi nelle finanze del paese, specialmente dopo 
che esso venne ad urlare negli anni 1875 e 1876 
contro il potente negus Giovanni d'Abissinia. 

Queste due campagne ebbero fine colle disa- 
strose sconfitte di Gudda Guddi e di Gura e 
trassero l'Egitto sull'orlo della rovina. 

Il viceré Ismail cercò di rimediare al deficit 
gettandosi in imprese industriali, contraendo 
prestiti, e vendendo tutte le sue azioni del ca- 
nale di Suez airinghillerra, ma con ciò non fece 
che aprire l'adito all'influenza europea nelle 
cose d'Egitto, ed interessare le potenze alla sor- 
veglianza e al controllo delle sue finanze. 

Gli indigeni ne furono indignati e fremeva 
negli animi la ribellione, cosi che Ismail 
nel 1879 dovette abdicare in favore del figlio 
Tewfik pascià. 

Nel 1882 perdurando 1 malumori e i disagi, 
scoppiò la rivolta che fu capitanata da Arabi 
pascià. 

Egli proclamò l'emancipazione politica e fi- 
nanziaria dell'Egitto da ogni ingerenza europea, 
unica alta sovrana la Porta, e la necessità di 
un potere rapresentativo nelle mani di una 
maggioranza musulmana; ed ebbe tale seguito 
nel paese da essere in breve innalzato alla ca- 
rica di ministro della guerra, donde, capita- 
nando la rivoluzione, minacciava di detroniz- 
zare lo stesso Kedive. 

Allora scoppiarono le rivolte ed i tumulti tra 
europei e indigeni e tutto l'Egitto fu sossopra. 

Ma sorse in campo l'Inghilterra, chiamatavi 



Capitolo IL 



da' suoi interessi sul Canale e dalle sue mire 
ambiziose ; e dopo aver chiesto aiuti alla Fran- 
cia ed airitalia, che vi si rifiutavano, si dispose 
da sola a reprimere la rivolta egiziana. 

In seguito ad una sommossa scoppiata in 
Alessandria tra europei e indigeni, questa città 
nelle giornate dell' 11 e 12 luglio 1882 fu bom- 
bardata dalla squadra inglese dell'ammiraglio 
Seymour; e poco appresso un altro corpo di 
truppe inglesi, prevenendo i rinforzi che la Porta 
preparava di soppiatto ad Arabi, prendeva co- 
stui alle spalle e lo sconfiggeva, facendolo pri- 
gioniero, a Tel el kebir (13 settembre 1882). 

Cosi vennero ristabiliti V ordine e la quiete 
nell'Egitto; ma l'Inghilterra dopo avervi messo 
piede non se ne ritraeva più, ed ancora oggi 
vi mantiene l'occupazione militare, malgrado 
le prime proteste della Porta e le gelosie di 
tutta l'Europa. 

Intanto che l'Egitto si dibatteva nelle predette 
difficoltà, era scoppiata nel Sudan l'insurre- 
zione Mahdista. 

Il mal governo degli egiziani aveva esaspe- 
rato quelle popolazioni e la proibizione della 
tratta degli schiavi, principale sorgente dei loro 
guadagni, aveva creato in esse un odio insor- 
montabile contro i dominatori. 

Occorreva la scintilla per far divampare l'in- 
cendio e questa venne per opera di certo Mo- 
hamed Ahmed, originario di Dongola ; il quale 
dopo di aver vissuto parecchi anni da anaco- 
reta nel deserto e nell'isola di Abba sul Nilo 



8 Capitolo IL 

Bianco, e di essere venuto in fama per santità 
e dottrina, si proclamò Mahdi o profeta vatici- 
nato da Maometto, e bandi l'emancipazione po- 
litica e religiosa del Sudan contro TEgitto, da 
ottenersi col ferro, col fuoco e collo ster- 
minio. 

I Sudanesi, infiammati dalle ferventi parole 
del guerriero profeta, accorsero feroci e fana- 
tici alle armi, e seguendo le sue bandiere, con 
una serie di strepitose vittorie sulle deboli guar- 
nigioni egiziane sparse fra i due Nili riusci- 
rono in breve a rendersi padroni di tutto il 
Sudan ed a stringerne d'assedio la stessa ca- 
pitale K'artum. 

Intervenne l'Inghilterra, tutrice dell'Egitto, e 
prima coli' opera del generale Gordon, nomi- 
nato governatore del Sudan, e poi con forti 
spedizioni militari, cercò di arrestare e domare 
la rivolta; ma i suoi sforzi, uniti a quelli del 
vicereame, erano impotenti a far argine alla 
rivolu'feione che trionfava e minacciava i porti 
del mar Rosso e la stessa regione del basso 
Nilo. 

In quésti gravi frangenti e mentre l'Egitto 
tròvavasi nella necessità di richiamare i pre- 
sidi lontani e di abbandonare molti luoghi delle 
coste eritree, l'Italia già pentita di non aver 
accettato il primo invito d' intervento dell' In- 
ghilterra in Egitto, e desiderosa di controbilan- 
ciare còlla sua influenza nel mar Rosso, quella 
che aveva trascurata nel Mediterraneo, accettò 
di cooperare con essa contro il Sudan, impian- 
tandosi a Massaua. 



Capìtolo IL 9 



Era frattanto avvenuto un altro fatto doloroso 
che era di sprone ad una politica coloniale 
più ardita e vigorosa ; cioè Teccidio della spe- 
dizione italiana capitanata da Gustavo Bianchi 
mentre ritornava dall'Abissinia, aprendosi una 
via da Assab ; perciò la notizia degli accordi 
coiringhilterra fu accolta con grande simpatia 
in tutta r Italia; cosicché quando il 17 gen- 
naio 1885 il colonnello Saletta con circa 1000 
bersaglieri parti da Napoli per ignota destina- 
zione fu accompagnato dal più schietto entu- 
siasmo della popolazione. 

Questa piccola spedizione scortata da navi 
della R. Marina, dopo aver sostato qualche 
giorno nel viaggio, sbarcava il 5 febbraio 1885 
a Massaua inalberando la bandiera italiana 
accanto a quella egiziana, mentre 10 giorni 
prima, cioè il 25 gennaio, per opera della nave 
Castelfidardo (comandante Trucco) veniva pure 
disarmato e licenziato il piccolo presidio egi- 
ziano di Beilul ed occupata questa località con 
un centinaio di uomini italiani. 

La Turchia protestò vivamente, ma in seguito 
ai consigli dell Inghilterra, facendo la solita ri- 
serva di sovranità, dovette calmarsi ; fece pure 
qualche obbiezione anche la Francia, che per 
un acquisto già fatto da certo Roussel nel 1860, 
e poi abbandonato, accampava diritti su Zula 
nella baia di Annesley, ma poi si tacque ; le 
altre potenze non fecero alcuna rimostranza. 

In Italia invece si plaudi al ministero De- 
pretis-Mancini ; e popolazione e Parlamento 



10 Capìtolo IL 



appoggiarono caldamente la nuova politica co- 
loniale. 

Ma mentre Tltalia, appena occupata M.assaua, 
si cullava nelle rosee speranze di una vasta e 
proficua espansione in Africa e si preparava a 
cooperare colle truppe anglo-egiziane nel Sudan, 
sperandone ricompense materiali e morali, 
giunse improvvisa la notizia che Kartum, la 
capitale del Sudan stesso, il 26 gennaio 1885, cioè 
9 giorni prima dciroccupazione di Massaua, e 
prima ancora che fosse giunta in suo soccorso 
una forte spedizione inglese salita pel Nilo col 
generale Wolseley, era caduta nelle mani del 
Mahdi, rimanendo uccisi il governatore Gordon 
e la guarnigione, e quasi tutti gli europei ivi 
rinchiusi. 

La notizia di questa catastrofe destò una viva 
commozione in tutta Europa, e specialmente 
in Italia già impegnata contro il Mahdismo; ma 
mentre questa si disponeva a scendere podero- 
samente in campo per arrestarlo e colpirlo 
nel fianco dalla parte di Kassala, con somma 
sorpresa e dolore, si venne a sapere che l'In- 
ghilterra sospendeva ogni azione contro il 
Sudan. 

Fu grande la delusione provata allora dal- 
l'Italia nel veder paralizzata completamente la 
sua impresa coloniale appena nata, e scoppia- 
rono malumori e critiche che non si acquieta- 
rono né colle vane speranze della cessione di 
Suakim o della conquista di Kassala, né colle 
occupazioni già fatte dal colonnello Saletta dei 



Capìtolo IL 11 



territori di Monkuilo, Arkico e Arafali intorno 
a Massaua. 

In seguito a ciò il 17 giugno 1885 il mini- 
stro degli esteri Mancini, promotore deir im- 
presa africana, era costretto dal Parlamento a 
dare le dimissioni e gli succedeva interinal- 
menle il ministro Depretis. 



CAPITOLO III. 



Prime nubi coll'Abissinia. — Missione Ferrari al Negus. — 
Diffidenze di Giovanni e di ras Alula. — Occupazione 
di Àrafali e di Saati. — Gene succede a Saletta. — Ces- 
sazione del condominio egiziano a Massaua. — Missione 
interrotta di Pozzolini. — Spedizione Salimbeni. — Rap- 
presaglie. — Saati e Dogali. 

La notizia della nostra occupazione di Mas- 
saua e di altri luoghi circostanti era giunta 
tutt'altro che gradita all'orecchio del negus Gio- 
vanni d'Abissinia. 

Egli, nel precipitare delle sorti egiziane, fis- 
sando l'occhio vigile all'intorno, aveva sperato 
di riuscire da un momento all'altro all'agognata 
meta di dare al suo impero un porto nel Mar 
Rosso; e vi sperava tanto più perché in seguito 
a pratiche coll'Inghilterra aveva con essa già 
stipulato un trattato di amicizia e di commer- 
cio, che gli ridonava i contestati paesi dei Bo- 
gos, e gli garantiva libero transito delle merci 
etiopiche fino a Massaua, in compenso della 
sua discesa in campo per liberare le guarni- 
gioni egiziane di Kassala, Amhedib e Sanhit 
investite dai Mahdisti. (Trattato di Hewett, 3 
giugno 1884). 



Capitolo IH 13 



Perciò quando seppe che gli Italiani si erano 
impiantati a Beilul e Massaua, non potè na- 
scondere la sua avversione , che aumentava 
sempre più per la sua natura diffidente e so- 
spettosa e per Topera maligna di consiglieri 
europei che gli mettevano in mala luce l'Italia, 
dipingendola invadente e rapace ed aspirante 
al dominio sull'Etiopia. 

Per rassicurare il Negus sulle buone inten- 
zioni dell'Italia il nostro Governo, appena oc- 
cupata Massaua, gli spedi in missione speciale 
il capitano Vincenzo Ferrari accompagnato dal 
dott. Nerazzini, con doni ed una lettera del no- 
sti'o Re annunzianle il proposito di mantenere 
le relazioni di buon vicinato e inalterati i patti 
del trattato di Hewet. 

Tale missione fu accolta a Makallé, con spe- 
ciale deferenza e riguardo, dal Negus, che per 
mostrarsi grato dei doni e degli onori ricevuti, 
volle perfino far ricercare ed inviare in omag- 
gio al nostro Re le armi già appartenute al 
povero Gustavo Bianchi. 

Tuttavia non riusci a vincerne, in riguardo 
alle nostre imprese , V avversione e la diffi- 
denza. 

L'animo del Negus si inaspri ancor più quando 
seppe che il colonnello Saletta aveva esteso i 
suoi possessi ad Arkico e ad Arafali, ed annun- 
ciava imminente Toccupazione di Saati e Amba. 

Né meno avverso ed ostile del Negus era il 
suo fiero governatore dell' Amasen, ras Alula, 
che fremeva di rabbia a ciascun atto del nostro 



14 Capitolo III. 



comando coloniale; e quande seppe che verso 
la metà di agosto deU'SS, i bascibuzuc italiani 
si erano impiantati a Saati, al posto degli egi- 
ziani, e specialmente poi quando ebbe notizia 
die il suo rivale odiato capo degli Habab, Ah- 
med kantibai, era stato ricevuto solennemente 
a Massaua dal colonnello Saletta ed investito a 
capo del suo paese, sotto la protezione italiana, 
non potè trattenersi dal manifestare pubbli- 
camente i suoi propositi di reazione e di rap- 
presaglia. 

Cominciò col protestare contro roccupazione 
di Saati proclamandolo territorio neutrale e 
chiedendone lo sgombro sotto minaccia di ri- 
fiutarsi air impegno già preso coiringhilterra 
di liberare Kassaìa dai Mahdisti; ma tutto fu 
invano, perché Saletta invece di cedere alle in- 
timazioni del Ras si limitò ad accarezzarne l'a- 
nimo coirannuncip di una nuova e prossima 
importante missione a re Giovanni, già pro- 
messa nella prima del Ferrari. 

Parve che il Ras si calmasse alquanto, per- 
ché nel settembre 1885 muoveva verso Kassala 
ed il 23 di detto mese vinceva Osman Dignia a 
Kuffit in sanguinosa battaglia. 

Ritornato ferito e coir esercito decimato, ma 
con maggior orgoglio e fierezza di prima, chiese 
ed ottenne dal comando di Massaua medicinali 
e medici; ma indi a poco in un momento d'ira 
contro gli Italiani, malamente scacciò i medici 
stessi, minacciandoli di peggio. 

Subentrato frattanto al Saletta il generale 



Capitolo IlL 15 



Gene, questi che dal nuovo ministro degli esteri 
Di Robilant, aveva avuto istruzioni di smorzare 
gli attriti coirAbissinia, con lettere e col rin- 
novare la promessa della solenne missione al 
Ras ed al Negus, riusci a placarli alquanto; 
cosi che senza scosse potè poi il 2 dicembre 1885 
far cessare con un piccolo colpo di stato, il 
condominio egiziano sulle coste di Massaua. 

Poco dopo veniva organizzata e fatta partire 
per Massaua la predetta missione agli ordini 
del generale deputato Giorgio Pozzolini, ricca 
di doni e di istruzioni concilianti per far dissi- 
pare ogni nube. 

Ma proprio in quei giorni per mezzo del conte 
Antonelli italiano, residente allo Scioa, il nostro 
Governo riceveva comunicazioni di una lettera 
del Negus a Menelik nella quale erano ma- 
nifestati i propositi più ostili verso Tltalia. 

Il ministro Robilant fu sollecito a richiamare 
da Massaua la missione Pozzolini. e lasciò che 
il Ras ed il Negus inacerbissero la loro ira. 

Nell'anno 1886 le rappresaglie di ras Alula si 
risolsero in frequenti scorrerie verso i nostri 
possedimenti ed in razzie sulle tribù amiche 
deiritalia. 

Ma avvenne poi sulla fine dell'anno l'occupa- 
zione di Uà, fatta eseguire dal generale Gene 
per difendere le carovane commerciali contro 
i briganti e contro i fuorusciti del celebre pre- 
done Debeb ; e ad ingarbugliare la matassa oc- 
corse l'intromissione di una spedizione scienti- 
fico-commerciale capitanata dal conte Salim- 



16 Capitolo HI, 



beni e diretta al Goggiam; la quale all'atto 
della predetta occupazione trovavasi appunto ad 
Asmara presso il Ras. 

L'ira di lui non ebbe più freno, specialmente 
quando s'accorse, per mezzo di spie, che nella 
spedizione, due qualificatisi ingegneri, Savoiroux 
e Piano, erano ufficiali. 

Egli mandò due intimazioni a Gene, di sgora 
brare Saati e Uà, e poiché invece queste loca- 
lità venivano dal generale fatte rinforzare, in- 
catenò tutta la spedizione Salimbeni e discese 
con essa e coli' esercito tigrino contro i nostri, 
a Saati. 

Presidiava questa località , difesa da un 
piccolo forte, il maggiore fioretti con due com- 
pagnie italiane, 2 cannoni e 300 indigeni ; ed il 
25 gennaio avveniva il primo fatto d* armi tra 
l'Italia e l'Abissinia. 

Il Ras attaccò con circa 10.000 uomini il forte; 
ma il piccolo presidio, con ammirabile calma 
e coraggio, fulminando il nemico con fuoco di 
fucileria ed artiglieria, dopo qualche ora lo co- 
strinse a ritirarsi. 

Dei nostri si ebbero 5 morti (tra cui il tenente 
Guomo) e tre feriti; il nemico perdette circa 
200 uomini tra morti e feriti. 

Furente per lo scacco avuto, il Ras non si 
diede per vinto, ma agguatandosi fra i meandri 
del Desset, aspettò che in campo aperto gli ca- 
pitasse qualche nucleo da schiacciare col suo 
grosso esercito. 

E pur troppo ciò doveva avvenire ; la mattina 



Capitolo 111. 17 



del 26 una colonna di circa 500 italiani e pochi 
indigeni era inviata da Monkullo a rinforzare 
fli armati, di viveri e di munizioni il presidio 
(li Saati. 

Ma circa a mezza strada tra le due località 
e presso un^altura detta Dogali, lambita dal rio 
di tal nome e dal Desset, essa fu assalita im- 
provvisamente dal nemico. 

La storia registrò a caratteri d'oro la splen- 
dida difesa di quel manipolo di eroi. 

Circondati da ogni parte da una massa venti 
volte maggiore, essi riducendosi gradatamente 
combattendo sul colle di Dogali, quivi per più 
ore, prima col fuoco e poi coir arma bianca, 
opposero una resistenza che atterri i nemici e 
meravigliò il mondo. 

Caddero quasi tutti morti, salvo un^ottantina, 
che essendo feriti, furono abbandonati per morti 
dal nemico, e poterono fra mille stenti riparare 
poi a Monkullo. 

Il nemico perdette circa un migliaio di uomini 
tra morti e feriti. 

In seguito a tale doloroso evento furono ab- 
bandonati Uà e Saati, donde con una lodatis- 
sima marcia notturna il bravo maggiore fio- 
retti potè trarre in salvo i vincitori del 25. 

Erano cominciati i primi dolori coll'Abis- 
sinia. 



Melu. 



CAPITOLO IV. 



Conseguenze di Dogali. — Gu«rra di rivincita. — Crispi. - 
Ancora Saletta. — Spedizione S. Marzano. — Trattato 
collo Scioa. — Missione Portai. — Il negus Giovanni 
contro gli Italiani. — S. Marzano lo costringe alla riti- 
rata. — Conseguenze. 

La notizia della catastrofe di Dogali .suscitò 
in Italia delle grandi manifestazioni di dolore 
e dei propositi di vendetta. 

Tutta la popolazione andò a gara per onorare 
i poveri morti, e l'opinione pubblica commossa 
in alto grado era di sprone al Governo ed al 
Parlamento a preparare la rivincita. 

Ed in fatti essa venne decretata colla vota- 
zione di 20 milioni per un'operazione di guerra 
contro TAbissinia. 

Usciti dal Gabinetto Depretis i ministri Di 
Robilant e Ricotti, ritenuti politicamente respon- 
sabili deir accaduto, e richiamato in Italia il 
Gene, sottentrarono a quelli Francesco Crispi 
e il generale Bertele- Viale e fu mandato nuo- 



Capitolo IV. i9 



vamenle in Africa il Saletta a sostenere la pe- 
ricolante sorte della Colonia. 

In mezzo airentusiasmo più schietto della po- 
polazione furono inviati subito alcuni battaglioni 
a Massaua, e questi rinforzi, e le sagge dispo- 
sizioni date dal nuovo comandante, valsero a 
rianimare i coloni ed a ristabilire T autorità e 
la tranquillità minacciata dal continuo agitarsi 
di ras Alula ai confini, anelante alla presa di 
Massaua. 

Saletta troncò subito ogni relazione con lui, 
e mentre procedeva con estremo rigore verso i 
traditori e gli spioni, decretò il blocco contro TA- 
bissinia, organizzando un rigoroso servizio d*a- 
vamposti e di crociera intorno ai confini e lungo 
le coste del. Mar Rosso. 

Intanto in Italia si allestiva una grande spe- 
dizione militare e ne era designato capo il te- 
nente generale Asinari di San Marzano. 

Essa si componeva di 2 reggimenti Caccia- 
tori e 4 compagnie Cannonieri del Corpo spe- 
ciale d'Africa, e di un'altra brigata di rin- 
forzo, e partiva ordinatamente a scaglioni per 
Massaua nei mesi di ottobre e novembre del 
1887, formando colle altre truppe ivi già esi- 
stenti un corpo d'operazioni di circa 18.000 com- 
battenti (dei quali circa 3000 indigeni) e 38 
pezzi di artiglieria, senza contare le bande di 
1900 uomini del celebre predone Debeb, che si 
pose ai nostri servizi e poi defezionò, e gli equi- 
paggi delle navi ancorate nel porto. 

In pari tempo per opera del conte Antonelli 



20 Capitolo IV. 



rappresentante deiritalia allo Scioa, si strin- 
geva un patto di amicizia e di alleanza tra 
ritalia e Menelik, al quale veniva dato un com- 
penso di 5000 fucili (20 ottobre 1887). 

Anche V Inghilterra si intrometteva in fa- 
vore deiritalia inviando al Negus in missione 
speciale sir Gerard Portai, per indurlo a miti 
consigli e a sconfessare il suo Ras, autore del- 
Teccidio di Dogali. 

Senonchè il trattato con Menelik si risolse 
in una pura e semplice sua neutralità senza 
alcuna mossa in nostro favore, e la missione 
Portai fu costretta a tornare, senza alcun ri- 
sultato, annunziatrice del bando della guerra 
santa indetta dal Negus contro gli Italiani. 

Non rimaneva che affidarsi alle operazioni 
di guerra e queste furono condotte dal San 
Marzano con tale prudenza e perizia che l'esito 
ne fu assicurato. 

Egli ebbe subito la visione chiara delle ne- 
cessità di guerra che si imponevano per non 
compromettere l'impresa affidatagli dal Governo, 
ed oculato e prudente, procedendo a lente tappe, 
e facendosi seguire dalla costruzione di una 
buona ferrovia, verso la metà di marzo occu- 
pava con tutto il corpo d'operazioni la posizione 
di Saati e vi si fortificava. 

Pochi giorni dopo scendeva dall'altipiano il 
Negus con tutto il suo esercito forte di oltre 
80.000 uomini, e guidato dai più celebri ras del- 
l'Etiopia, e poneva il suo campo nella conca 
di Saberguma, cogli avamposti quasi a contatto 
dei nostri. 



Capitolo IV. 21 



Seguendo la tradizione abissina, egli comin- 
ciò subito con messaggi al generale San Mar- 
zaQO per indurlo a trattative e ad abbandonare 
Saati senza combattere ; ma ne ebbe in risposta 
che il Governo italiano oltre al voler mantenere 
questa posizione, pretendeva come condizione 
di pace la cessione dei territori di Ailet e di 
Ghinda fino al piede deiraltipiano. 

Dopo vane repliclie, le trattative si interrup- 
pero e i due eserciti rimasero per alcuni giorni 
Tuno di fronte all'altro, quasi a contatto, senza 
che da entrambe le parti si azzardasse di muo- 
vere all'attacco. 

Invano sperò il Negus di attirare con avvi- 
saglie e pattuglie notturne San Marzano fuori 
della sua posizione; il Generale italiano, fermo 
nel suo obbiettivo di guerra, stette sulla difesa, 
e mandò a monte tutti i disegni dell' avver- 
sario, che umiliato e vinto dovette pensare alla 
ritirata. 

Le sue millanterie, quelle di ras Alula e de- 
gli altri bollenti capi etiopici, si erano risolte in 
un gravissimo scacco politico militare ; Teser- 
cito abissino già scosso e demoralizzato dalla 
sfiducia e dalle privazioni, il 3 aprile cominciò 
a ritirarsi' disordinato sull* altipiano, lasciando 
tracce sul suo passaggio di una disastrosa dis- 
soluzione, che doveva avere un forte contrac- 
colpo nelle vicende interne dell'Etiopia. 

Cosi per opera di questa campagna si rieb- 
bero non solo Saati e Uà come erane lo scopo 
principale; ma il raggio dell'influenza italiana 



22 Capitolo IV. 



si allargò fino airorlo deiraltipiano ; mentre che 
per mezzo di sagge trattative con capi indigeni, 
si estendeva anche fra le tribù interposte tra 
Massaua e Kassala e lungo le coste del Mar 



Rosso 



CAPITOLO V. 



Rimpatrio della grande spedizione. — Baldissera riordina 
la Colonia. — Incidente franco- italiano. — Fatto di Sa- 
ganeiti. — Vicende etiopiche. — Giovanni ucciso a Me- 
tcmma dai Dervisci. — Menelik aiutato dall'Italia gli 
succede. — L'Italia nell'altipiano. — Trattato di Uccialli. 
Maconnen in Italia. — La Colonia Eritrea. 

Dopo la ritirata del Negus, la maggior parte 
del corpo di spedizione italiano rimpatriò, e 
rimase comandante superiore delle truppe in 
Africa con poteri civili e militari sulla Colonia 
il maggior generale Antonio Baldissera. 

Questi si diede subito con alacrità a riordi- 
nare le truppe e gli altri servizi militari e civili 
in base alle nuove esigenze locali. 

Rinforzò il corpo speciale d'Africa e istituì 
una milizia regolare indigena comandata da 
ufficiali e sottufficiali italiani, che diede poi le 
più belle pagine della nostra storia coloniale; 
sistemò la dislocazione delle truppe, fece aprire 
strade, costruì fortificazioni, caserme, ospedali, 
migliorò i servizi di cassa, di posta, di porto e 
di dogana, promosse Tedilizia, curò T igiene e 



24 Capitolo V. 



l'istruzione e stabili le prime imposte coloniali. 

Proseguendo poi nelle trattative coi capi in- 
fluenti delle tribù nubiane e della costa, arrivò 
a porre tra le nostre posizioni, gli Abissini e i 
Mahdisti, delle popolazioni alleate, che rende- 
vano sempre più sicuri i nostri domini e più 
facili all'occorrenza le operazioni militari per 
future espansioni. 

Ma i benefici prodotti da queste sagge dispo- 
sizioni furono turbati da due ^ravi incidenti, 
uno d'ordine politico, l'altro d'ordine militare. 

Il primo fu originato dall'opposizione che un 
certo Mercinier, qualificatosi vice-console fran- 
cese, sollevò intorno all'applicazione dei tributi 
locali, protestando che a Massaua dovevano os- 
servarsi le franchigie stabilite dalle cosi dette 
Capitolazioni. 

Questa strana protesta, incoraggiata dal Go- 
verno francese, e sostenuta da alcuni mercanti 
greci e arabi cui riusciva ostico pagare, dette 
luogo ad un grave incidente diplomatico colla 
Francia, che potè solo appianarsi quando il mi- 
nistro Grispi, difendendo presso tutti gli altri 
Gabinetti d'Europa i diritti dell'Italia nella con- 
troversia, ne otteneva un'approvazione quasi 
generale. 

Il ministro francese Goblet davanti ad uno 
scacco cosi rumoroso dovette arrendersi e scon-, 
fessare il Mercinier; ma l'incidente aumentò la 
ruggine già esistente tra l'Italia e la Francia. 

Più grave e doloroso fu l'altro incidente d'or- 
dine militare. 



Capitolo V. 25 



Il celebre predóne Debeb, che aveva già de- 
fezionalo dal nostro servizio quando il Negus 
scese contro Saati, si era rifugiato neir Okulè- 
Kusai e quindi imprendeva continue spedizioni 
e razzie contro le tribù nostre amiche ed alleate 
con grave danno del commercio e con scapito 
delFautorità italiana. 

Baldissera pensò di farlo sorprendere nella 
sua residenza a Saganeiti, ed affidò Timpresa 
al capitano Cornacchia. 

Questi con circa 400 indigeni e coi tenenti 
Poli, Virgili, Vigano e Brero il 2 agosto 1888 
mosse alla volta di Saganeiti; e lo seguiva un 
altro nostro capo banda, Adam Agà, con circa 
200 irregolari. 

Ma Debeb, avvertito in tempo, seppe parare il 
colpo, e disponendosi in agguato colle sue genti, 
rs agosto potè accerchiare inosservato la pic- 
cola colonna del capitano Cornacchia, prima 
ancora che fosse raggiunta dalla banda di 
Adam. 

Lo scontro fu micidiale pei nostri, che, sor- 
presi e sopraffatti, furono costretti a disordinala 
ritirata, lasciando morti nel campo i cinque va- 
lorosi ufficiali e un centinaio di soldati indigeni. 

Questo doloroso avvenimento, colpi sinistra- 
mente il sentimento del popolo italiano, non 
ancora rimesso dal precedente eccidio di Dogali 
e ne scosse la fiducia nelle nostre avventure 
coloniali , dando luogo a critiche acerbe, ed 
a manifestazioni antiafricane in parlamento e 
fuori; ma poi fu in breve scordato pei grandi 



26 Capitolo V. 



avvenimenti che succedevano in Etiopia e nella 
Colonia. 

La ritirata del Negus contro gli Italiani, era 
stata a lui fatale. Mentre il suo esercito si sfa- 
sciava, i Mahdisti penetrati dal Gallabat in 
Etiopia, dopo di aver sconfitto a Debra-Sin il 
Re del Goggiam, si erano avanzati poi a Gon- 
dar e l'avevano incediata. 

Giovanni fu impotente ad accorrere in difesa 
del suo impero, ma dovette invece pensare a 
sottomettere il Re del Goggiam ribellatosi, ed 
a tenere a freno Menelik amoreggiante colD- 
talia. 

Vinto il primo, e spaventato il secondo, che 
gli si riconciliava ingannando Antonelli e l'I- 
talia, Giovanni potè alfine rivolgersi contro i 
Mahdisti : ma nelle giornate 10 e 11 marzo 1889 
presso Metemma perdeva in una grande bat- 
taglia la corona e la vita, lasciando il suo eser- 
cito in sfacelo. 

Baldissera frattanto, aprofittando dell'assenza 
di ras Alula e del Negus, aveva già fatto occu- 
pare per conto deiritalia Keren da un capo in- 
digeno detto barambaras Kafel, e Asmara dal 
predone Debeb col quale erasi pacificato. Quando 
poi seppe la grave notizia di Metemma, preve- 
nendo le ambizioni e le mire di tradimento di 
questi capi, si mosse colle sue truppe, e il 2 
giugno faceva occupare la prima, ed il 3 agosto 
la seconda delle predette località. 

La morte di Giovanni aveva finalmente scosso 
l'inerzia di Menelik, che proclamatosi impera- 



Capìtolo V. 27 



tore si diresse su Gondar per esservi incoro- 
nato; ed il 2 maggio dell* 89 sottoscrisse col- 
TAntonelli il famoso trattato di Uccialli *che 
coirarticolo XVII poneva TEtiopia sotto il pro- 
lettorato d* Italia e coir articolo Vili segnava 
airitalia i confini di Arafali, Halai, Saganeiti, 
Adi Nefas, e Adi Joannes con prolungamento 
verso ovest di questa località. 

A ratificare il predetto trattato veniva man- 
dato in Italia il degiac Maconnen, nipote di 
Menelik. 

Ma neirinterno del Tigre i capi Kafel, Debeb, 
Sebath e Mangascià, figlio quest'ultimo di Gio- 
vanni, sostenuto da ras Alula, ed altri, si op- 
ponevano a Menelik, e si guerreggiavano a vi- 
cenda, gettando tutto il paese neiranarchia. 

Menelik si fermò, e mentre Mangascià preva- 
leva contro gli altri, proclamandosi pur egli 
imperatore, gli mandò incontro un certo Seium, 
che non riusci a debellarlo. 

Frattanto, accortamente Baldissera valendosi 
dell'opera del maggiore Di Maio e di certo batha 
Agos, ribelle abissino, occupava rOkulè-Kusai 
ed il Seraé, portando i nostri confini al Mareb- 
Belesa-Muna, come sono attualmente. 

Sulla fine di agosto giunse in Italia la mis- 
sione etiopica capitanata da Maconnen ed il 
giorno 28 fu ricevuta solennemente al Quiri- 
nale. 

Il trattato di Uccialli fu ratificato e fu pure 
accolta una domanda di Menelik per contrarre 
un prestito di 4 milioni con una banca d' I- 
lalia. ■ 



28 Capitolo V. 



Il lo ottobre successivo fu poi tra Grispi e 
Maconnen in Napoli stabilita una convenzione 
addizionale al trattato predetto, in base alla 
quale i confini della nostra Colonia si estende- 
vano fino alle nuove conquiste fatte dal Bal- 
dissera, e venivano fissate le modalità del pre- 
stito domandato. 

In Italia si fecero feste e ricevimenti agli 
ospiti etiopici; la politica coloniale fu salutata 
con entusiasmo, Grispi portato alle stelle. 

A sanzionare i nuovi successi coloniali veniva 
poi il r. decreto 1 gennaio 1890 che riuniva tutti 
i nostri possedimenti del Mar Rosso sotto una 
sola amministrazione col nome di Colonia Eri- 
trea, 



CAPITOLO VI. 



Il trattato d'Uccialli contestato da Menelik. — Questi scende 
contro Mangascià. — Orerò succeduto a Baldissera oc- 
cupa Adua. — Convegno di Ausen. — Delusione italiana. 
Orerò ritorna al di qua del Mareb. — 1.° Fatto d'armi 
di Agordat contro i Dervisci. — Gandolfi governatore. 
Riordinamento amministrativo e militare della Colonia. 
Dissidii con Menelik. — Fallimento della missione An- 
tonelli. — Trattato del Mareb con Mangascià. — Scan- 
dali e Commissione d'inchiesta governativa. 

Era ancor viva l'eco dei successi militari e 
diplomatici che avevano condotta V Italia da 
Saati al Mareb, quando sorsero le prime nubi 
collo Scioa. 

Sebbene Menelik, al ritorno di Maconnen dal- 
l'Italia avesse ratificato il trattato di Uccialli e 
la convenzione addizionale di Napoli, poco dopo, 
insinuato da consiglieri europei che cercavano 
di attraversare la politica italiana, cominciò 
ad eccepire intorno all'interpretazione e tradu- 
zione data all'articolo XVII del predetto trat- 
tato che poneva l'Etiopia sotto il protettorato 
d'Italia, asserendo che l'articolo stesso, come 
era stato scritto nel testo amarico, doveva si- 



30 Capitolo VL 



gnifìcare la facoltà e non l'obbligo al Negus di 
servirsi deirilalia nelle relazioni colle altre po- 
tenze; eccepì inoltre circa i confini, osservando 
che lo stato di fatto riconosciuto colla predetta 
convenzione non poteva comprendere le ultime 
conquiste del Seraè e deirOkulè-Kusai. 

Tuttavia il Negus, sia perché non voleva su- 
bito sgraziarsi l'Italia col cui aiuto aveva rag- 
giunto la corona imperiale, sia perchè egli non 
si sentiva ancora abbastanza sicuro nella sua 
dignità, che gli veniva contrastata da Mangascià. 
dilazionò le sue proteste e si mostrò ancora 
ligio all'Italia, accondiscendendo perfino a farsi 
rappresentare da essa in una conferenza afri- 
cana internazionale di Bruxelles. 

In pari tempo si disponeva a partire pel Tigre 
onde domarvi Mangascià, sollecitando per mezzo 
del conte Antonelli, la cooperazione dell' Italia 
in tale impresa. 

Il figlio del re Giovanni, forte dell'aiuto del fido 
ras Alula, era riuscito frattanto a sbarazzarsi 
di Debeb, ed a prevalere tanto sugli altri rivali, 
quanto sul legato scioano Seium, e si prepa- 
rava a resistere a Menelik. 

Questi mosse sui primi del 1890 contro il ri- 
vale, mentre il generale Orerò, succeduto a Bal- 
dissera nella Colonia, intraprendeva la prima 
marcia su Adua, piuttosto per affermarvi l'au- 
torità dell'Italia e prendersi una rivincita su' ras 
Alula, che per prepararvi la strada al Negus. 

Orerò entrò nella capitale tigrina il 26 gen- 
naio 1890 ove agli sguardi attoniti della popò- 



Capitolo VI. 31 



lazione commemorò il terzo anniversario di 
Dogali; quindi in seguito ad istruzioni dell'An- 
tonelli e del Governo, ritornò al di qua del 
Mareb. 

Giungeva frattanto nel Tigre anche Menelik, 
male accolto dai Tigrini e cosi timoroso di 
Mangascià, che invece di domarlo colle armi, 
preferi di adescarlo con trattative. 

Lo invitò ad Ausen e quivi in solenne con- 
vegno lo riconobbe capo del Tigre occidentale, 
e assegnò la parte orientale al già nominato 
degiac Seium, ed il governatorato di Adua a 
certo Mesciascià Uorchiè con giurisdizione an- 
che al di qua del Mareb da definirsi di comune 
accordo coiritalia, disconoscendo cosi i confini 
italiani, malgrado i recenti aiuti ed i patti della 
convenzione di Napoli, e le esortazioni dell'An- 
tonelli. 

Dopo il convegno di Ausen, Menelik si ritirò 
frettolosamente nello Scioa, e Mangascià e Se- 
balh si affrettarono a farlo seguire da Seium, 
che non potè neppure installarsi nella parte 
assegnatagli. 

Mesciascià invece rimase solo, indebolito e 
appena tollerato ad Adua e dovette rinunziare 
alle sue aspirazioni al di qua del Mareb sul 
Seraè, che l'Italia non volle in nessun modo 
restituire. 

Cosi si risolvevano in fumo tutte le disposi- 
zioni e gli accordi del predetto convegno. 

Intanto che Tltalia, nolente Menelik, conser- 
vava i confini meridionali dell'Eritrea, trovava 



32 Capìtolo VI. 



l'occasione di allargarli anche dalla parte oc- 
cidentale, in seguito air entrata in scena dei 
Dervisci, seguaci del Mahdismo. 

Nel mese di giugno 1890 un migliaio di questi, 
spintisi tra le tribù nostre protette dei Beni 
Amer, si erano dati a devastare ed a predare 
tutto il paese. 

Accorse da Keren il capitano Fara, con due 
compagnie e li incontrò sulle sponde del Barca 
presso Agordat. 

Assalitili con grande slancio, li sbaragliò uc- 
cidendone 250 e togliendo loro i prigionieri e 
le prede fatte. 

Dopo questo fatto, Agordat fu occupato per- 
manentemente e segnò V ultimo confine della 
Colonia dalla parte del Sudan. 

La Colonia trovavasi in queste condizioni 
quando nello stesso mese di giugno, avendo 
chiesto il rimpatrio il generale Orerò, veniva 
eletto a reggerla col titolo di governatore civile 
il generale Gandolfi, con a fianco come vice- 
governatore, il colonnello Oreste Baratieri. 

Conformemente al decreto del P gennaio 1890 
Gandolfi parti per Massaua con alcuni funzio- 
nari civili, che dovevano con lui formare una 
specie di ministero coloniale, detto Consiglio di 
Governo; e tra questi era pure il deputato Leo- 
poldo Franchetti incaricato di fare degli espe- 
rimenti agricoli nella Colonia. 

L'amministrazione della Colonia fu modificata 
in base al nuovo regolamento, assumendo un 
carattere misto tra civile e militare, che non 



Capitolo VL 33 



fece troppo buona prova, cosi che dopo poco 
tempo il Consiglio di Governo si dovette abo- 
lire. 

Il territorio fu circoscritto in zone e sottozone, 
sottoposte ad ufficiali coloniali detti Regi Com- 
missari; si nominarono gli ufficiali residenti 
per le regioni lontane o come rappresentanti 
presso capi amici; si istituirono tribunali a Ke- 
ren ed alFAsmara; si impiantarono, scuole, 
prigioni e ospedali; si modificarono i servizi di 
posta, porto, dogana e tesoreria; si riordinarono 
le imposte; si migliorò l'edilizia e la viabilità. 
La spesa annua fu contenuta intorno agli otto 
milioni. 

Intanto il colonnello Baratieri riordinava le 
milizie coloniali, la cui forza oscillava intorno 
ai 6.000 o 7,000 uomini, assegnando larga parte 
al personale indigeno, e promoveva l'istituzione 
di bande armate presso le tribù soggette od 
amiciie, ottenendone splendidi risultati; ed il de- 
putato Franchetti, servendosi di coloni condotti 
dairitalia, impiantava tre poderi agricoli spe- 
rimentali sull'altipiano, cioè ad Asmara, Godo- 
lelassi e Gura, ottenendone, malgrado le prime 
difficoltà di una tale impresa, tali risultati da 
sperar bene per l'avvenire. 

In pari tempo per eliminare il dissidio con 
Menelik circa i confini, e l'articolo 17 del trat- 
tato d'Uccialli, Governo e Governatore s'accor- 
davano con Antonelli, concretando insieme una 
linea più ristretta di confini da sottoporre, in 
caso di controversia, all'approvazione del Negus^ 

Mblli. 3 



34 Capitolo VI. 



purché rimanesse fermo il principio del pro- 
tettorato italiano sull'Etiopia. 

Antonelli parti per lo Scioa nell'autunno del 
1890 e vi giunse alla metà di dicembre; ma la 
sua influenza era già tramontata presso il 
Negus. 

Menelik montato dai soliti consiglieri europei 
nemici dell'Italia, non solo fu irremovibile nel 
non riconoscere il trattato, ma si diede ancor 
più seriamente a contestare i confini trattenuti 
dall'Italia, non accettando neppure quelli ridotti 
proposti dairAntonelli. 

Dopo vane trattative egli giunse perfino a 
tendere un tranello ad Antonelli facendogli fir- 
mare con inganno dei documenti scritti in ama- 
rico nei quali veniva abolito completamente il 
protettorato italiano; mentre invece gli aveva 
promesso di accettarlo ancora per 5 anni. 

Quando Antonelli si accorse dell' inganno, 
protestò subito vivacemente; ma Menelik si 
schermi, ritenendo tutto risolto secondo la sua 
volontà. 

Allora l'inviato italiano troncò le trattative e 
abbandonava bruscamente lo Scioa, conducendo 
seco anche gli altri rappresentanti italiani che 
vi soggiornavano* 

Da quel momento e sebbene Menelik scrivesse 
subito in termini ossequiosi, ma senza cedere 
nelle sue pretese, al re Umberto e al nostro 
Governo, si può dire che le relazioni tra il no- 
stro paese e lo Scioa preludevano ad una futura 
guerra. Ciò fu anche comprovato dal fatto che 



Capitolo VI. 35 



avendo indi a poco l'Italia stipulato colFInghil- 
terra e comunicato alle potenze due protocolli 
(25 marzo e 15 aprile 1891) che le assicuravano 
l'esclusiva ingerenza su tutta V Etiopia, com- 
presa nel suo hinterland, si venne a sapere che 
anche Menelik, in quel tempo aveva comunicato 
alle potenze stesse i confini del suo impero in- 
dipendente, comprendendovi anche parte dei ter- 
ritori nostri e della costa Dancala. 

Opportuna ta mente allora il Governo italiano, 
dando ascolto ai consigli di Gandolfì e alle 
profferte di Mangascià, sempre aspirante alla 
corona imperiale, e sollecitante l'amicizia del- 
l'Italia, decise di appoggiarsi a costui per in- 
terpolo tra la Colonia e il Negus; ed il 6 di- 
cembre 1891 sulle rive del Mareb ebbe luogo un 
solenne convegno in cui il Governatore italiano 
ed il capo tigrino, alla presenza di molti capi 
delle due parti, e dello stesso ras Alula, sotto- 
scrissero un patto di pace e di amicizia fra 
loro. 

In seguito a ciò Mesciascià Uorchié, gover-» 
natore per Menelik di Adua, fece ritorno allo 
Scioa e tutto il Tigre rimase nelle mani di Man- 
gascià, che riconobbe all'Italia il confine del 
Mareb-Belesa-Muna. 

Intanto che la polica esterna della nostra Co- 
lonia si dibatteva negli incidenti che la condus- 
sero al trattato del Mareb, si era scatenato una 
violenta bufera sulla sua amministrazione in- 
terna. 

Dalla revisione di un processo contro un certo 



30 Capitolo VL 



Mussa el Accad, ricco negoziante indigeno e 
contro Ahmed kantibai, ex capo degli Habab, 
già condannati entrambi come rei di tradimento, 
erano apparse delle irregolarità imputate ad 
alcuni funzionari e specialmente all'avvocato 
Gagnassi, segretario coloniale ed al tenente Li- 
vraghi, capo della polizia indigena. Per mezzo 
di corrispondenze da Massaua si divulgarono 
poscia in Italia altre gravi accuse di assassini 
individuali e collettivi, di ricatti, di falsi e di 
rapine, che si riversarono su l'uno o su Taltro 
funzionario; ed infine anche Livraghi, fuggito 
in Svizzera per timore d'arresto, pubblicò un 
memoriale, che senza smentire i fatti, li addos- 
sava alla responsabilità dei comandanti supe- 
riori. 

Ne successe uno scandalo enorme che ebbe 
eco nel parlamento e porse l'esca agli avversari 
della politica coloniale a intraprendere la cro- 
ciata cóntro la nostra Colonia. 

Il Governo italiano, presieduto da Rudini (sue 
ceduto a Grispi nel gennaio 1891) mentre sotto- 
poneva gli accusati Gagnassi e Livraghi ed altri 
coimputati al giudizio del tribunale militare di 
Massaua, deliberava di mandare nell'Eritrea 
una R. Commissione d'inchiesta, perchè accer- 
tasse le responsabilità amministrative intorno 
ai fatti denunciati ed in pari tempo facesse, tutti 
gli studi e le indagini che potessero illuminare 
parlamento e paese sulle vere condizioni della 
nostra Colonia. 

La Commissione fu presieduta dal senatore 



Capitolo VI. 'SI 



Borgnini, e ne facevano parte Ton. Ferdinando 
Martini, vice presidente, ed altri 11 membri tra 
senatori, deputati e generali. 

Essa compi diligentemente la sua missione, e 
come in riguardo alla condotta dei funzionari 
coloniali ebbe a sfatare in gran parte le gravi 
accuse divulgate, avendo accertato che le ucci- 
sioni illegali furono pochissime e attribuibili 
più che ad altro alla gravità dei momenti che 
attraversò la Colonia, cosi pure potè constatare 
e riferire che questa in relazione al suolo, al 
clima, agli abitanti, alle sue risorse economiche 
<3d al suo stato di difesa si trovava in condi- 
zioni tali da promettere, coi provvedimenti ne- 
cessari e colle cure, un lieto avvenire, ed un 
utile sfogo d'emigrazione per l'Italia. 

Dopo il responso autorevole della commis- 
sione, sanzionato per la parte morale dalla sen- 
tenza del tribunale di Massaua che condannava 
alcuni malvagi agenti, artefici di ogni malanno, 
assolvendo Gagnassi e Livraghi, la Colonia ri- 
posò per qualche tempo tranquilla. 

Premendo nella patria le difficoltà finanziane 
che minacciavano la solidità del bilancio, il Ga- 
binetto Di Rudini si diede ad esplicare il suo 
programma di raccoglimento, restringendo l'oc- 
cupazione militare permanente al solo triangolo, 
Massaua, Asmara, Keren, e destinando nelle 
altre località capi indigeni e bande sorvegliate 
da ufficiali residenti. 

La miseria spaventosa regnante allora in 
Abissinia rendeva innocuo il Negus; e Manga- 



38 CupUolo VL 



scià e Alula, bisognosi d'ogni cosa, amoreggia- 
vano coiritalia. 

Ogni pericolo sembrava scongiurato; ma sulla 
sorte deirEritrea incombeva pur troppo la triste 
volubilità del destino. 

Al benemerito generale Gandolfi che aveva 
raccolto in porto le forze giovani della Colonia, 
con regio decreto 28 febbraio veniva sostituito 
il colonnello Oreste Baratieri (nominato indi a 
poco maggior generale) destinato a trascinare 
ritalia in una formidabile guerra contro tutta 
l'Etiopia. 



CAPITOLO VII. 



Baraiieri governatore. — Provvedimenti amministrativi. — 
Esperimenti di colonizzazione agricola. 

Baratieri era già stato in Africa heir 87-88 
colla spedizione San Marzano, comandante di 
un reggimento bersaglieri della brigata Bal- 
dissera, e nel 1890-91, in cui era vice-governa- 
tore sotto il suo predecessore Gandolfi. 

Ancora relativamente giovane, prestante di 
persona, gentile di modi, studioso e colto, de- 
putato influente da parecchie legislature e can- 
didato ministro più volte, brillante scrittore, 
membro della società geografica italiana, go- 
deva fama di essere uno dei migliori ufficiali 
del nostro esercito, e gli accrescevano simpatia 
il suo passato patriottico di garibaldino dei 
Mille, e la sua origine di irredento trentino. 

Perciò la sua nomina a governatore fu ac- 
colta con viva simpatia tanto in Italia quanto 
nella Colonia ove aveva lasciati gratissimi ri- 
cordi di sé. 



40 Capitolo VII. 



Ed invero per molto tempo parve che il nuovo 
Governatore corrispondesse pienamente alla fi- 
ducia della patria. 

Le, prime sue cure furono per il riordinamento 
politico ed amministrativo della Colonia che si 
protrassero con febbrile attività fino agli ultimi 
giorni del suo governo, producendo in massima 
dei buoni frutti. 

Esaltò, per renderla più adatta alla fantasia ^ 
orientale, la propria carica di governatore, cir- 
condandola di prestigio, di lusso, di seguito, di 
cerimonie ; concentrò nelle proprie mani la 
suprema direzione di tutti gli enti militari e 
civili ed anche il comando dèlie truppe che 
prima era stato affidato al suo immediato, co- 
lonnello Arimondi ; e si fece poi assegnare 
uno speciale bilancio unico coloniale per prov- 
vedere a tutte le necessità dell'Eritrea senza 
bisogno di ricorrere volta per volta ai relativi 
ministeri. 

Per la diramazione del potere governativo 
istituì una serie d'uffici preposti ai vari rami 
di servizio; cioè un ufficio politico militare cui 
fu addetto il capitano Salsa donde emanava la 
volontà del governatore e dove si accentrava 
l'alta direzione di tutti gli altri servizi coloniali; 
un ufficio centrale amministrativo, incaricalo 
del bilancio, dei tributi, del servizio di cassa e 
d'altri affini; un ufficio degli affari civili, inca- 
ricato dei servizi di porto, posta, dogana, tele- 
grafo, stato civile, igiene, culto, istruzione; un 
ufficio demaniale per l'indemaniamento e gè- 



Capitolo VII. 41 



stione del suolo; un ufficio del consulente legale, 
funzionante da avvocato erariale della Colonia; 
come organi secondari governativi continuarono 
a funzionare i R. R. Commissari preposti alle 
zone sottozone e gli ufficiali residenti distac- 
cati isolatamente in determinate località in- 
terne od esterne ai confini della Colonia. 

Le truppe furono riordinate in un battaglione 
cacciatori italiani e 4 battaglioni indigeni con 
2 squadroni e 2 batterie da montagna con re- 
lativi servizi, e furono modificate spesse volte 
portando la forza intorno ai 7 od 8.000 uo- 
mini. 

Fu creata la milizia mobile indigena che in 
caso di guerra poteva dare 2.000 uomini, ed 
un'altra speciale per gli europei dimoranti a 
Massaua; furono riordinate infine ed aumentate 
le bande armate e sottoposte al comando di 
esperti ufficiali italiani, e destinate ad essere 
sempre in moto pei servizi più avanzali. 

L'ordinamento giudiziario olire ai tre tribu- 
nali militari di zone, ebbe il conciliatore, il 
f?iudice unico, un tribunale civile e penale, ed 
un altro speciale funzionante da corte d'as- 
sise. 

Funzionarono inoltre per gli indigeni le as- 
semblee dei cadi e dei capi, i residenti come 
conciliatori, e speciali tribunali d'arbitrato. 

In materia religiosa fu rispettata Y assoluta 
libertà degli indigeni, e per gli Italiani ed i cat- 
tolici in generale, Baratieri chiese ed ottenne 
l'istituzione di una prefettura apostolica nelFE- 



42 'Capitolo VII. 



ritrea di cui fu investito dal Pontefice il padre 
Michele da Carbonara. 

Furono incoraggiati i commerci e le poche 
industrie locali specialmente quella della madre- 
perla che prosperò; si riordinarono i tributi 
ricavando un cespite annuo di L. 250.000 d'en- 
trata, si eseguirono lavori edilizi, di fortifica- 
zioni, stradali e telegrafici e si diede un largo 
impulso airindemaniamento ed alla colonizza- 
zione agricola. 

Il governo coloniale adottò il sistema di la- 
sciare ai nativi mediante lievi compensi le terre 
che già godevano e coltivavano, e si indema- 
niarono invece quelle abbandonate e di incerta 
proprietà. In tal modo potè in breve indema- 
niare oltre a 4.500 Ettari di terreno che destinò 
ai propri esperimenti agricoli. 

Oltre ai tre poderi sperimentali già impiantati 
nell'altipiano, si impresero prima per cura dello 
stesso Franchetti, poscia per cura dell' ufficio 
del demanio o di colonizzazione, altri esperi- 
menti di colonizzazione privata, servendosi di 
famiglie di contadini arruolate e fatte venire 
dall'Italia, sovvenute di aiuti e facollizzate a 
divenire, mediante lievi rateali rimborsi, pro- 
prietari del suolo. 

Questi coloni si impiantarono presso Godo- 
felassé nel Seraé, ove costituissi un apposito 
villaggio, e fin dai primi esperimenti trassero 
buoni auspici e buoni frutti, specialmente di 
grano, orzo, dura, fave, ceci, e d'altri cereali. 

La coltivazione del suolo fu introdotta con 



Capitolo VII. 43 



profitto anche tra le compagnie dei soldati in- 
digeni. 

Ma le successive guerre paralizzarono nel 
nascere i nuovi tentativi agricoli e ne rimasero 
scosse per qualche tempo la fiducia e la vo- 
lontà dei coloni con gran danno delle produ- 
zioni e perdite negli interessi. 



CAPITOLO Vili. 



Imprese contro i Dervisci. — Battaglia di Agordut. — Con- 
quista di Kassala. 

Le prime lotte che ebbe a sostenere la Co- 
lonia sotto il governo di Baratieri furono contro j 
i Dervisci seguaci del Mahdismo. 

Il trionfo dell'insurrezione Mahdista aveva 
sottratto all'Egitto tutte le regioni deiralto Nilo 
e creatone un vasto impero. indipendente di circa 
2.000.000 di Km. q. e 10.000.000 di abitanti che 
obbedivano al Mahdi. 

Ma questo apostolo guerriero mori nel giugno 
1885 nel colmo de' suoi trionfi, e sebbene il 
kalifa suo successore, Abdullahi, riuscisse a 
stringere in pugno la rivolta ed a guidarla per 
qualche tempo con successo, l'impresa mahdista 
ne riceveva un colpo tremendo che minacciava 
la sua stabilità. 

Per qualche tempo tuttavia durarono ancora 
i successi, e si ebbero tra questi la presa di 
Kassala, la conquista del Darfur, le vittorie 
conlro l'Abissinia e le spedizioni trionfanti nel* 



Capitolo Vili, 45 

TEquatoria e nel Bahp el Gazai; ma poi T en- 
tusiasmo cessò ed a poco a poco cominciò il 
dissolvimento. 

Il kalifa Abdullahi, creatosi una reggia a 
Ondurmann nelle vicinanze di Kartum, aveva 
inaugurato il regno del terrore e valendosi del 
feticismo religioso, tiranneggiava e spogliava 
spietatamente le popolazioni, lasciando che i 
suoi emiri facessero altrettanto. 

Le guerre, le rapine, le confische e la carestia 
desolarono il Sudan e fecero strage di una metà 
della sua popolazione^ mentre i superstiti ve- 
dendo svanire senza alcun frutto le promesse 
del Mahdi perdevano la fede e l'ardore guer- 
riero. 

In queste condizioni il Sudan venne a urtare 
contro l'Eritrea. Dopo la severa lezione rice- 
vuta ad Agordat nel giugno 1890 pareva che i 
Dervisci avessero abbandonato ogni idea di 
nuove imprese contro la Colonia e le tribù sue 
amiche, ma l'istinto rapace e la fame ve li spin- 
sero nuovamente. 

Due anni dopo, cioè nel giugno 1892, un mi- 
gliaio di essi usciti da Kassala si spingevano 
Tino contro Agordat incendiando villaggi, deva- 
stando campi e predando armenti e vettovaglie. 

Ma accorse da questo forte il capitano Hidalgo 
con 120 ascari e 200 uomini della banda del 
Barca, ed incontrati i Mahdisti nelle vicinanze 
di Serobeiti, li sbaragliava completamente, uc- 
cidendone centocinquanta e ritogliendo loro la 
preda fatta. 



46 Capitolo Vili. 



Irritato il- Kalifa per le due sconfìtte di Agor- 
dat e di Serobeiti, nell'anno seguente decise di 
intraprendere una nuova e più importante spe- 
dizione contro gli Italiani, e ne affidò il co- 
rnando al cugino Ahmed Ali, emiro del Ghedaref. 

Questi radunò un esercito di oltre 10.000 fucili 
e 400 lancie a Kassala e sulla metà di dicembre 
1893 mosse improvvisamente verso Agordat col- 
l'intenzione di spingersi su Keren e su Massaua. 

Mentre si preparava ed avveniva tale inva- 
sione, la Colonia viveva senza preoccupazioni 
nella più grande tranquillità e lo stesso Gover- 
natore era in licenza in Italia. 

Ma vegliava il colonnello Arimondi, che potè 
in tempo riunire in Agordat 2 battaglioni, 2 
squadroni, 2 batterie e le bande del Barca, cioè 
in tutto 2.400 uomini e 8 cannoni. 

Alle ore 11 del 21 dicembre i Dervisci attirati 
intorno al forte con molestie di pattuglie e bande 
dei nostri, passarono il Barca, a valle di Agor- 
dat, ed aggirando fuori tiro a nord delle posi- 
zioni, lo ripassarono nuovamente a monte, por- 
tandosi a tergo dei nostri ad est e sud est del 
forte, tra i due villaggi detti Sabderat e Algheden 
e lungo le linee di due torrentelli chiamati 
Damtai e Inchierai. 

Arimondi, rivoltata la fronte verso i Dervisci, 
decise immediatamente l'attacco, e lanciò la sua 
ala destra comandata dal colonnello Cortese, e 
dal capitano Galliano contro la sinistra nemica. 

Ma mentre Galliano con. provocante coraggio 
riesciva a passare il Damtai, ricacciando i ne- 



Capitolo Vili. 



mici, gli si avventava una formidabile massa 
di Dervisci che fecero strage del suo batta- 
glione e lo costrinsero a ritirarsi, abbandonando 
le artiglierie. 

Arimondi allora rinforzò l'ala destra e la ri- 
mandò airassalto, ed in pari tempo apri il fuoco 
dal forte e schierò le sue riserve: ed intanto 
che Galliano, compiendo prodigi di valore, ri- 
prendeva la sua posizione e le sue artiglierie, 
Arimondi lo secondò coniazione vigorosa su 
tutta la linea. 

Sotto il fuoco micidiale del piccolo corpo ita- 
liano i Dervisci cominciarono a vacillare ed a 
scompaginarsi. Allora Arimondi, ordinando una 
grande conversione a sinistra verso il Barca, 
li attaccò violentemente da tutte le parti, e dopo 
due ore circa di feroce combattimento li co- 
strinse, col fuoco e cogli assalti alla baionetta, 
a ripassare il fiume in pieno sbaraglio e pre- 
cipitosa ritirata. 

Fu una delle più belle e complete vittorie 
africane. 11 nemico perdette più di un migliaio 
di morti tra i quali il duce supremo Ahmed 
Ali, e quasi tutti gli emiri; un altro migliaio 
d'uomini li perdette tra feriti e prigionieri, e 
lasciò nelle mani dei nostri 73 bandiere, una 
mitragliera, 700 fucili e molte lancie. 

Dalla parte dei nostri caddero morti il capi- 
tano Forno i tenenti Pennazzi Lincoln, e Golmia, 
ed il furiere Profili, e rimasero feriti i tenenti 
Mangiagalli e Brizio; tra gli indigeni si ebbero 
5)8 morti e 123 feriti* 



48 Capitolo Vili. 



La lieta notizia provocò un grande entusiasmo 
nella penisola, ove essendo in quei giorni al 
posto del dimissionario Giolitti, ritornato Grispi 
al potere, se ne trassero lieti auspici per la sua 
politica. 

Arimondi ebbe elogi universali e fu promosso 
maggior generale per merito di guerra. 

La battaglia d'Agordat dette una grave scossa 
al potere del Kalifa che rimase spaventato del- 
l'ardimento e del valore degli italiani. Si cre- 
dette per un istante che egli si movesse alla 
riscossa, ma poi si limitò a rinforzare Kassala 
aspettando tempi più propizi. 

Ma si appressava Torà fatale anche per questa 
città; Baratieri, ritornato nell'Eritrea nel gen- 
naio del 1894, vide nei nuovi orizzonti creati 
dalla battaglia di Agordat l'opportunità di una 
impresa contro Kassala per abbattere la base 
d'operazione nemica contro la Colonia e non 
tardò molto a proporla al Governo, ottenendone 
l'autorizzazione, sebbene in base al protocollo 
del 15 aprile 1891 non si potesse aspirare al- 
l'annessione definitiva di detta città. 

In seguito a ciò Baratieri il 12 luglio 1894 
faceva radunare un corpo d'operazioni di poco 
più di 2.500 uomini in Agordat, ed assuntone 
il comando con a fianco il generale Arimondi, 
lo conduceva cautamente e per sorpresa contro 
Kassala. 

Quivi presidiava una forza nemica di circa 
1.000 fucili e 1.600 lancie, compresi 600 cavalieri 
baggàra, e nessuno avea sentore dell'avanzata 
dei nostri. 



Capitolo VIIL 40 



AlFalba del 17 luglio il corpo d' operazioni 
italiano trovavasi presso la città, e l' avan- 
guardia comandata dal maggiore Hidalgo attac- 
cava subito un corpo -di cavalleria nemica che 
scorazzava sulla destra, mentre il grosso se- 
guiva disposto in quadrato. 

Poco dopo, a sostenere l'avanguardia, usci dal 
quadrato lo squadrone di cavalleria del capi- 
tano Garchidio, e si slanciò alla carica contro 
la cavalleria baggàra e riusci a fugarla, ma col 
sacrificio di 18 ascari morti e dello stesso ca- 
pitano. 

In breve tutto il campo nemico corse alle 
armi e si ingaggiò la lotta nel piano sotto le 
mura della città e nella città stessa. 

Baratieri fa avanzare tre compagnie in aiuto 
di Hidalgo e queste, correndo con poderoso 
slancio alla baionetta contro il campo nemico, 
costringono i Dervisci a precipitosa ritirata 
lungo il Gasc e verso TAtbara. 

Poco appresso tutto il grosso delle truppe en- 
trava in città dove cessava ogni resistenza, e Ba- 
ratieri vi riceveva gli atti di sommissione dei 
notabili e dai capi di tribù vicine. 

1 nemici lasciarono in potere dei nostri 600 
fucili, 700 lancie, 52 bandiere e 2 cannoni; ed 
abbondanti magazzini di munizioni e di dura; 
nel campo qualche centinaio di morti e feriti. 

Le perdite dei nostri furono insignificanti. 

La felice riuscita dell'impresa colmò di giu- 
bilo ritalia ed il Governo, agognando al pos- 
sesso definitivo della nuova conquista, ordinò 

Melli. 4 



50 Capitolo Vili. 



che fosse annessa frattanto alla Colonia : Bara- 
tieri la fortificò, lasciandovi un battaglione con 
2 pezzi d'artiglieria, e poi fece ritorno a Massaua. 

Questo novello strappo portato al dominio del 
Kalifa lo colmò di ira' e di dolore, si che ne 
giurò solenne vendetta, ma la paura degli ita- 
liani ormai lo faceva tremare nella stessa ref^gia 
di Ondurmann e non azzardò di marciare ad 
una pronta riscossa. 

Cosi i confini deir Eritrea si portarono dal 
Barca al Gasc (corso inferiore del Mareb) a 399 
km. da Massaua. 

Ma la difficoltà di provvedere con mezzi ne- 
cessari alla difesa e sicurezza di una regione 
cosi lontana a contatto del Mahdismo, tra po- 
polazioni deboli e di fede incerta, fu causa di 
successive angustie alla patria, e mandava in 
fumo ogni vantaggio sperato dall'impresa. 



CAPITOLO IX. 



Tentennamento della politica coloniale. — Missione Tra- 
versi e Piano, a Menelik. — Denuncia del trattato d'Uc- 
cialli. — . Mangàsciù va a fare omaggi a Menelik. — È 
male accolto e consiglialo a scacciare gli italiani. — Suo 
ritorno nel Tigre e suoi accordi con batah Agos pre- 
posto dall'Italia a capo dell'Okulè-Ku.sai. — Ribellione 
di costui. — Fatto d'armi di Halai e morte del ribelle. 
Baratieri muove con|ro Mangascià e occupa Adua. — 
Mangàsciù invade TOkulè-Kusai. — Giornate di Coati t 
e Senafè. 

La crisi economica e bancaria che negli anni 
1892-93 angustiò la nostra patria costi'ingeva il 
Governo ad una politica coloniale di raccogli- 
mento, a mantenere l'Eritrea in pace ed a eli- 
minare ogni sorta d'attriti coir Abissinia. 

Per riuscire a ciò l'Italia, pur continuando 
nella sua alleanza con Mangascià, cercò di ri- 
stabilire delle buone relazioni col Negus, senza 
però rinunziare alle sue antiche pretese. Infatti 
nei primi del 1893, parti per lo Scioa il dottor 
Traversi, recando doni e munizioni a Menelik, 
per indurlo ad accordarsi coiritalia sulle basi 
del protettorato e dei confini anche ridotti, come 



52 Capitolo IX. 



aveva già proposto TAntonelli; ma anche in 
questa volta il Negus fu irremovibile; anzi per 
togliere ogni speranza di accomodamenti, sug- 
gestionato dai soliti consiglieri europei, di li a 
poco, cioè nel maggio 1893, denunziò formal- 
mente alle potenze il trattato d'Uceialli. 

Sopravvenuto nuovamente al potere il Gabi- 
netto Grispi di cui faceva parte come sottose- 
gretario agli esteri lo stesso Antonelli, si riten- 
tarono gli accordi con Menelik, inviandogli, con 
proposte ancora più remissive circa i confini, 
ma sempre fermi pel protettorato, e con nuove 
offerte di utilità reciproche, il colonnello Piano, 
l'antico prigioniero di ras Alula. 

Ma anche questa missione come la prece- 
dente, falli completamente. 

Mangascià frattanto, che «veva accettato l'al- 
leanza degli Italiani in odio al Negus, si era 
impressionato dei nuovi amoreggiamenti di essa 
coll'abborrito rivale, e spinto dal suo naturale 
istinto di diffidenza, dagli ammonimenti di Me- 
nelik, e dai consigli e dalle minacce di ras Alula 
ostilissimo agli Italiani che lo avevano spo- 
gliato de' suoi domini, cominciò a tentennare 
ed a covare propositi di tradimento. 

Ras Alula sorse in armi due volte contro il 
suo signore, minacciando anche rappresaglie 
contro gli Italiani, ma fu vinto ambedue le volte 
da Mangascià e perdonato. Lo stesso fece Se- 
bath deirAgamé, ma soccombette prigioniero 
e fu relegato sull'Amba Alagi. 

Ma alla fine anciie Mangascià, stanco e sfi- 



Capitolo IX. 53 



ciuciato dell'Italia, si lasciò adescare dalle lu- 
singhe del Negus ed accogliendo i suoi continui 
inviti, si recò accompagnato da ras Alula a 
fargli atto di sommissione alla sua corte. 

Mangascià giunse a Adis Abeba pochi giorni 
dopo del colonnello Piano, e si presentò al 
Negus col sasso al collo tradizionale, per im- 
plorare perdono e protezione, e per avere la 
corona regale del Tigre. 

Ma il Negus e la regina Taitù e gli altri di- 
gnitari scioani, tra i quali si era formato un 
partito detto tigrino presieduto dalla Taitù, 
ostilissima all'Italia, ebbero parole acerbe di 
rimbrotto pel figlio di re Giovanni, e lo spin- 
sero con ogni sorta di eccitazioni e di sarcasmi 
ad emanciparsi dagli Italiani ed a cacciarli dal 
Tigre se voleva poi meritare la corona. 

Ras Alula invece fu onorato per la sua ini- 
micizia coiritalia e trattenuto a corte. 

E facile immaginare l'animo di Mangascià 
dopo tale convegno. Ritornato nel Tigre si diede 
subito a macchinare insidie contro 1* Italia, 
mentre colla scusa di volere aiutare Baratieri 
contro i Dervisci, faceva preparativi guerreschi. 

Le mene e le congiure del Ras si infiltrarono 
anche nell'interno della Colonia e fecero pre- 
cipitare gli avvenimenti. 

Governava la nostra provincia dell' Okulè- 
Kusai in nome dell' Italia il celebre demac 
abissino batah Agos, uomo di non comune in- 
telligenza e valore, rinomato per geste avven- 
turose, per la sua conversione al cattolicismo, 



54 Capitolo IX. 



per terribile inimicizia verso Mangascià, ed 
Alula, e per preziosi servigi e prove di fedeltà 
già date alla Colonia; e gli era a fianco come 
residente, rappresentante del governo deir Eri- 
trea, il tenente Sanguineti. 

Presidiava in tutta la provincia, una sola 
compagnia di truppe indigene, agli ordini del 
capitano Gastellazzi, che era dislocata nel forte 
di Halai. 

inebriato dell'alta carica che esercitava, ed 
ormai sdegnoso di quella tutela italiana che 
tanto gli pesava, batah Agos diede ascolto alle 
insinuazioni e alle promesse di Mangascià, che 
a quanto si disse si servi per intermediari dei 
padri lazzaristi francesi, e pensò di emanci- 
parsi colla ribellione. 

Il 14 dicembre 1894 egli fece improvvisamente 
imprigionare il residente Sanguineti, e lanciato 
un bando violento contro gli Italiani che qua- 
lificò invasori e defraudatori del suolo abissino, 
chiamò le popolazioni alle armi e si proclamò 
signore indipendente deirOkulé-Kusai. 

Appena Baratieri ebbe sentore dell' avveni- 
mento, da Keren, ove trova vasi, ordinò subito 
al maggiore Toselli di muovere contro il ri- 
belle. 

Il prode maggiore con meravigliosa alacrità 
il mattino del 26 aveva già radunato tre com- 
pagnie sotto Saganeiti, e quindi in attesa di 
nuovi rinforzi in marcia, mandò ad intimare a 
batah Agos la consegna delle armi e del tenente 



Sanguineti. 



Capitolo IX. 55 



Air apparire improvviso delle forze italiane 
che preveniva ogni suo disegno, ed airintima- 
zione minacciosa di Toselli, batah Agos, ten- 
tennò e si schermi, allegando scuse e proteste 
di fedeltà e lagnanze contro il Sanguineti; ma 
poi nella notte non volendo cedere, e senten- 
dosi incapace di resistere, fuggi segretamente 
coi propri uomini, e si diresse su Halai per 
impadronirsi di quel forte e battervi e cattu- 
rarvi la compagnia distaccata. 

Toselli, entrato in Saganeiti, la trovò vuota, 
ed intuita la situazione, mosse egli pure verso 
Halai. 

Quivi il capitano Gastellazzi forte di 250 uo- 
mini, dopo aver respinto le intimazioni di batah 
Agos, verso le 13.30 del giorno stesso, era stato 
assalito da 1600 ^^ibelli e si difendeva con estremo 
valore; ma verso le 16.45 sopraggiungeva da 
tergo la colonna Toselli, e gli assalitori di Halai, 
presi tra due fuochi furono pienamente scon- 
fitti e sbaragliati, lasciando gran numero di 
morti nel campo compreso lo stesso capo ri- 
belle batah Agos. 

In seguito a questa brillante operazione TO- 
kulè-Kusai restò nelle mani di Toselli, che 
provvide tosto a pacificarlo, e rimase pure li- 
bero il tenente Sanguineti. 

I superstiti ribelli invece ripararono presso 
Mangascià che gli accolse premurosamente. 

La pronta repressione dell'insurrezione scon- 
certò Mangascià, che si affrettò a felicitarsene 
con Baratieri, ma ormai appariva troppo palese 
la sua connivenza con batah Agos. 



56 Capitolo IX. 



Baratieri gli mandò subito rintimazione di 
consegnare i ribelli di Halai e di muovere, se- 
condo gli accordi già convenuti, colle sue forze 
contro i Dervisci; quindi essendo rimasto senza 
risposta si preparò all'ostilità. 

Raccolse un corpo di operazioni di circa 3.500 
uomini in Adi Ugri ed il 26 dicembre mosse su 
Adua ove entrò il giorno 28 ed intorno alla 
quale poi si accampò sulle alture di Fremona. 

Accorsero preti, frati e capi a far atto di som- 
missione; Tecceghiè Teofilos si interpose paciere 
presso Mangascià, ed anche il* Ras mandò mes- 
saggi di pace; ma intanto s'armava in fretta e 
furia, e con degli spostamenti verso il Mareb 
accennava ad invadere la Colonia. 

Ciò determinò Baratieri a ritirarsi da Adua 
ed a concentrarsi ad Adi Ugri. 

Ormai non v'era più dubbio; Mangascià con- 
giunto con certo ras Agos dello Sciré s'avan- 
zava con circa 12.000 fucili e 7.000 lancie verso 
rOkulé-Kusai, con l'intenzione d'invaderlo e di 
approfittare della recente insurrezione. 

Baratieri dovette pensare a sbarrargli il passo, 
e perciò il 12 gennaio si portò col corpo d'o- 
perazioni a Goatit, quasi a contatto dell'esercito 
nemico che aveva già varcato il confine del 
Belesa. 

Lo scontro era inevitabile. Nella notte dal 1- 
al 13 il battaglione Toselli e le bande in avam- 
posti si schieravano contro il nemico in dire- 
zione est, ed all'alba del 13 anche quello di 
Galliano e la bella batteria di Giccodicola si 



Capitolo IX. 57 



portarono in linea sulla sinistra, rimanendo il 
battaglione Hidalgo in riserva dietro il centro 
e presso il quartiere generale. 

Appena la batteria si trova in vista ed a tiro 
del nemico, che ancora ignora la vicinanza dei 
nostri, comincia a fulminarlo con colpi mici- 
diali e ben aggiustati che ne mettono il campo 
in iscompiglio e lo fanno accorrere alle armi. 

Non tarda molto ad impegnarsi anche la lotta 
a fucileria ed i bravi battaglioni Toselli e Gal- 
liano sostengono l'urto nemico con ammirabile 
slancio e disciplina. 

Il combattimento si fa sempre più vivace, e 
dopo qualche tempo sul fronte est volge a favore 
(lei nostri; ma intanto il nemico numerosissimo 
ha potuto compiere con metà delle sue forze un 
aggiramento nascosto verso nord, intorno all'ala 
sinistra dei nostri, recandosi a minacciare le 
spalle e la posizione stessa di Coatit. 

Baratieri appena se ne accorge, chiamata in 
linea la riserva, spedisce contro il corpo aggi- 
rante il battaglione Galliano che si trova subito 
seriamente impegnato; e quindi fatto un ultimo 
sforzo vittorioso sul fronte, ordina un perico- 
losissimo cambiamento di fronte da est a nord, 
anche agli altri riparti. 

Nell'esecuzione di questo movimento sotto il 
tiro micidiale del nemico che riprende ardire, 
le condizioni dei nostri si fanno assai critiche, 
ed i riparti e lo stesso quartiere generale su- 
biscono gravi perdite ; Baratieri teme quasi per- 
duta la giornata, ed esponendosi con suprema 



58 Capitolo IX. 



audacia ai tiri nemici, par che cerchi la morte. 

Ma lìnahnente le truppe possono schierarsi 
nella nuova posizione, e con un fuoco formida- 
bile, facendo prodigi di valore, riescono ad ar- 
restare e ricacciare il nemico e salvare la po- 
sizione pericolante di Coatit. 

La sera del 13 cessarono le ostilità; e i due 
corpi avversari si mantennero per tutta la notte 
nelle loro rispettive vicine posizioni. 

Il combattimento fu ripreso, iniziato dai Ti- 
grini, all'alba dell'indomani, ma Baratieri stando 
sulla difensiva, respinse tutti i loro attacchi, e 
rese vani i loro sforzi. 

Ormai le sorti delle due giornate erano decise. 
Il grosso esercito tigrino era stato arrestato e 
vinto dal piccolo corpo delle nostre truppe, e 
per le perdite subite e pel difetto di munizioni 
era costretto a ritirarsi ed a cedere il campo. 

Ciò avvenne la notte stessa del 14, in cui 
verso le ore 22 Mangascià abbandonò le sue 
posizioni e si ritirò precipitosamente verso Se- 
nafé. 

Per completare la vittoria Baratieri dispose 
allora per l'inseguimento; ed airindomani riu- 
sciva a sorprendere il nemico nella predetta 
località ed a fulminarlo coll'artiglieria, metten- 
dolo in dissoluzione, e spaventando lo stesso 
Mangascià, che dovette fuggire, lasciando la 
sua tenda con carte ed altre robe nel campo 
abbandonato. 

Con questi bei risultati militari rOkulé-Kusai 
ritornava definitivamente nelle mani dei nostri 



Capìtolo IX. 59 

\ 



e si chiudeva brillantemente il primo periodo 
della campagna tigrina del 1894-95. 

Mangascià vi perdette oltre a 2.000 uomini tra 
morti e feriti, i nostri 123 morti fra i quali 3 
ufficiali (tenenti Sanguineti, Scalfarotti e Ca- 
stellani), e 192 feriti. 

Prima di ritirarsi, Baratieri volle aizzare con- 
tro Mangascià un capo indigeno nostro alleato 
detto Agos Tafari, consigliandolo all'occupa- 
zione dell'Agame, ciò che avvenne subito ; quindi 
dopo aver ricevuto gli omaggi dei capi e del 
clero, e disposto per la pacificazione ed il rior- 
dinamento deirOkulè-Kusai, incaricandone il 
maggiore Toselli, fece ritorno a Massaua tra il 
plauso universale dei coloni. 

In Italia la notizia delia brillante vittoria sui 
Tigrini, provocò la più schietta gioia e Bara- 
lieri ne raccolse lode universali e la promo- 
zione a tenente generale per merito di guerra. 



CAPITOLO X. 



Nuove ostilità contro il Tigre. — Occupazione di Adigral 
e di Adua. — Il Governo arresta le operazioni. — Bara- 
tieri in Italia. — Onori tributatigli. — Sua intesa col Go- 
verno. — Ritorna in Africa e occupa tutto il Tigre. 

Le belle giornate di Coatit e Sena fé avevano 
liberato la nostra Colonia dalla invasione dei 
Tigrini, ma pur troppo non ne avevano assi- 
curata la pace. 

Da una parte Mangascià, sebbene per tener 
buono il Baratieri, si affrettasse a scrivere a lui 
ed al Re d'Italia lettere di scusa e di pace, era 
tutt'altro che rassegnato alle due sconfìtte su- 
bite ed a lasciare nelle mani del nostro al- 
leato Agos Tafari l'Agame; e coadiuvato da 
Tesfai Antalo, lo spodestato signore di questa 
regione, si affannava in mille modi per rico- 
stituire il suo esercito e per sollecitare gli aiuti 
di Menelik: dall'altra parte Baratieri, preoccu- 
pato di tali arineggii, e lusingato dai precedenti 
successi, anelava ardentemente a debellare del 
tutto il Ras. 

Le nuove ostilità non tardarono a scoppiare. 



Capitolo X. 61 



Essendosi il Ras avvicinato ad Ausen per ten- 
tare un colpo di mano contro T Agame, Bara- 
tieri gli mandò un ultimatum per intimargli il 
licenziamento dell'esercito; quindi, non ottenendo 
che semplici scuse e vedendo invece che il Ras 
proseguiva negli armamenti, decise di muo- 
vergli contro. 

Raccolto un corpo di truppe di circa 4000 uo- 
mini a Senafè verso la metà di marzo, mosse 
indi a poco alla volta di Adigrat ove arrivò 
il giorno 25; in pari tempo, ma senza alcun 
frutto, lanciava dietro a Mangascià fuggente il 
tenente colonnello Pianavia e l'alleato Agos 
Tafari designato capo dell'Enderta, i quali però 
non riuscirono a raggiungerlo. 

Disposto per Toccupazionè stabile e la for- 
tificazione di Adigrat, Baratieri s' avviò subito 
collo stesso intento e con altre truppe su Adua, 
ove preceduto da un bando di pace e di per- 
dono generale, entrò il 12 aprile accolto festo- 
samente dai capi e dal clero, e poco appresso 
volle far visita allo stesso santuario di Axum 
per consacrare con un atto di religione i nuovi 
possedimenti italiani. 

Ma l'ardimento del Generale trovò opposizione 
nel Governo italiano che ebbe timore di com- 
plicazioni politiche e militari e di nuovi oneri 
finanziari, proprio allora che a forza di stenti 
si era appena ristabilito il pareggio del bilan- 
cio, ed erano imminenti le elezioni generali po- 
litiche indette col programma delle economie. 

Baratieri strepitò, ma dovette rinunziare al- 



62 Capitolo X, 



rannessione d'Adua sebbene vi lasciasse vicino 
per guardarla il battaglione del maggiore Ame- 
glio. Cominciò quindi a bisticciarsi col Governo 
per indurlo a concedergli aiuti ed assecondare 
i proprii disegni, e s'inasprì fino al punto di 
offrire due volte le dimissioni da governatore, 
che non vennero accettate; finalmente -il Go- 
verno impressionato delle insistenze di Bara- 
tieri, lo invitò a Roma per accordarsi. 

Nell'agosto 1895 Baratieri venne in Italia e vi 
ottenne degli onori trionfali. Alla Camera fu 
accolto dalle ovazioni dei deputati in piedi, ed 
abbracciato dal Presidente. Fu ricevuto dal Re, 
e gli uomini più eminenti del nostro paese an- 
darono a gara per manifestargli la loro ammi- 
razione. 

Erano frattanto avvenute le elezioni politiche 
favorevoli al Governo, perciò Baratieri potè ac- 
cordarsi con esso facilmente ; ed ottenuto quanto 
volle, nella seconda metà di settembre, pieno il 
cuore e la mente di nuove imprese contro Man- 
gascià, manifestando propositi bellicosi contro 
lo stesso Menelik, fece ritorno a Massaua, se- 
guito dai voti trepidanti del Governo e del 
paese. 

Appena sbarcato, chiamò alle armi la njilizit'i 
mobile e poco appresso concentrò 7 battaglioni, 
2 batterie e le bande in Adigrat, destinandoli, 
senza preoccuparsi dei pericoli che potevano 
derivarne, all'occupazione definitiva, ed annes- 
sione di tutto il Tigre. 

Mangascià fu sollecito a ritirarsi davanti alle 



Capitolo X, 63 



forze italiane e lasciò solo una piccola retro- 
guardia di un migliaio d'uomini a Debra Ailat, 
la quale fu raggiunta dalle truppe di Arimondi 
il 9 ottobre e facilmente sconfitta e dispersa. 

I Tigrini vi ebbero una ventina di morti, un 
centinaio di feriti, e vi perdettero 200 prigio- 
nieri e 1000 capi di bestiame; tra i nostri fu- 
ronvi 11 morti ed una trentina di feriti. 

Dopo questo scontro di ben lieve importanza, 
si dispersero alcune orde di briganti, si sotto- 
misero alcuni ribelli, si investirono e si premia- 
rono i capi amici, si liberò ras Sebath dal- 
l'Amba Alagi ; Makallè e Adua furono occupati 
stabilmente, ed il Tigre fu annesso alla Colonia 
Eritrea, ed affidato al comando di Arimondi, che 
aveva poco più di 6000 uomini tra regolari e 
bande, per custodirlo e difenderlo contro ai 
nemici interni ed esterni. 

Sulla fìXìQ di ottobre Baratieri, dopo essersi 
recato a fare nuovo atto di sovranità ad Adua, 
ritornava a Massa uà e rimetteva l'esercito nel 
piede di pace, congedando la milizia mobile 
come se tutto fosse tranquillo. 



CAPITOLO XI. 



(liierra Italo-Scioana. — Impreparazione dell'Italia. — Pre- 
parazione dello Scioa. 

Baratieri aveva appena proclamato rannes- 
sione del Tigre e rimesso sul piede di pace 
quel piccolo corpo di truppe che lo aveva oc- 
cupato, quando apparve sulla soglia della Co- 
lonia lo spettro tremendo dell'invasione scioana. 

Però sebbene il fatale avvenimento da qual- 
che tempo fosse preannunciato da varie fonti, 
e si potesse anche intuire dalla tensione dei 
rapporti tra l'Italia e Menelik, specialmente dopo 
le ultime conquiste tigrine, l'Italia si trovò sor- 
presa ed impreparata a sostenere l'urto. 

La responsabilità di ciò fu da taluni attri- 
buito ai governi, da altri ai governatori; ma 
dall'esame dei fatti apparve evidente che essa 
spettò non soltanto ad essi ma alla nazione, 
intiera. 

Durante la crisi finanziaria che dal 1890 in 
poi afflisse la nostra patria, il Parlamento ed 
il paese non solo non avrebbero concesso un 



Capitolo XL 65 



aumento di spese pei preparativi militari della 
Colonia, ma avrebbero invece voluto ridurre 
anche il magro bilancio assegnatole per farla 
languire. 

Viceversa si dimostrarono in massima con- 
trari ad abbandonarla od a restringerla, e tut- 
t'altro che disposti ad arrendersi alle imperiose 
esigenze di Menelik. 

Questa inconciliabilità tra i fini ed i mezzi, 
non poteva a meno di produrre pessimi frutti, 
né si può scusare la nazione di averla ge- 
nerata. 

Invece di appianare i dissidi con Menelik con 
radicali decisioni, si preferi inviargli delle inu- 
tili missioni diplomatiche ; fallite queste, invece 
di pensare a fortificarci, si volle cercare d'in- 
debolir lui, stringendo, senza mezzi adeguati, 
accordi segreti con ras Maconnen, ras Mikael 
ed altri capi etiopici; invece di riserbare le forze 
contro lo Scioa, le si vollero sprecare nell'inu- 
tile provocante conquista tigrina, sperando di 
spaventare il Negus coU'eco delle nostre vittorie. 

Tutte queste disposizioni avvennero d' inlesa 
tra governatori che la proponevano, governi che 
le accettavano, parlamenti che le approvavano 
e paese che le sanzionava ; quindi la responsa* 
bilità in maggior o minor grado, salvo le at- 
tenuanti dell'inesperienza di una nazione gio- 
vane come la nostra, spetta loro in comune. 

Possono certo aver contribuito all' imprevi- 
denza della nazione la grande fiducia che al- 
lora essa nutriva per Baratieri, e la grande si- 

Mblli. 5 



06 Capitolo XL 



carezza, non mai smentita, che e^li dimostrava 
riguardo alla Colonia ; ma pur troppo anche 
Tuomo cui sorrideva già l'aureola della gloria 
non era all'altezza della sua posizione, e non 
solo come governatore ma anche come c:e- 
nerale. 

Menelik invece prima di scendere in campo 
contro l'Italia volle assicurarsi il successo con 
un* eccellente preparazione militare. Approfit- 
tando dei porti di Obok e di Gibuti si diede a 
far acquisti su vasta scala di armi dei più re- 
centi modelli, e col concorso di europei fece 
istruire il suo esercito nell'adoperarle; in pari 
tempo volle preparare un copioso vettovaglia- 
mento con grandiose riserve di viveri e di 
mandre rapite alla misera popolazione galla. 

Quando poi Menelik ebbe pronto il suo eser- 
cito impose la sua volontà anche ai capi di- 
pendenti e riusci a formare contro Tltalia l'im- 
mane unione di tutta l'Etiopia : fenomeno stra- 
ordinario di cui non si ricorda l'uguale in tutta 
la sua storia. 

Fin da quando Mangascià si recò a Addis 
Abeba, l'intervento scioano in suo favore era 
già deciso; ma poi le sollecitazioni di Manga- 
scià, la caduta della città storica di Adua e di 
quella santa di Axum nelle mani degli Italiani 
lo fecero precipitare. 

Le prime mosse scioane si effettuarono nella 
primavera del 1895, ma poi furono rimandate 
alla stagione autunnale dopo il termine delle 
pioggie. 



Capìtolo XI. 67 



Allora ras Mikael e ras Maconnen, interrotte 
tutte le trattative coiritalia, si schierarono col 
loro sovrano, e lo precedettero contro gli Ita- 
liani ; ras Alula si mosse dallo Scioa portando 
le orde degli sbandati Tigrini anelanti d'odio e 
di vendetta ; ras Oliò, e Mangascià Atichim si 
univano al figlio di re Giovanni, Menelik e il 
re del Goggiam seguivano coi loro sterminati 
eserciti. 

Era tutta l'Etiopia che si riversava contro 
l'Eritrea . 



CAPITOLO XII. 



Arimondi nel Tigre. — Gli Scioani intorno ad Ascianghi. — 
Toselli ad Amba Alagi. — Il 7 dicembre 1895. 

Si è già detto ciie il generale Arimondi la- 
sciato da Baratieri comandante del Tigre, di- 
sponeva di poco più di 6000 uomini tra regolari 
bande e che con tali forze doveva provvedere 
alla sicurezza interna ed esterna della vasta re- 
gione, che da Adigrat e da Adua si stende fino 
al corso del Tacazzé. 

Quasi altrettanta forza in tutto rimaneva entro 
i vecchi confini della Colonia, sparsa tra Mas 
saua, Kassala e la linea Mareb-Belesa-Mana. 

Arimondi investi ras Sebath capo dell'Enderta, 
certo degiac Ali capo dell' Enda Moeni, pat- 
tegiò con ras Agos dello Scirè e con altri capi, 
disperse il brigantaggio, fortificò Makallé e 
Adua, e slabili in Adigrat il comando del 
Tigre. 

Ma frattanto giungono notizie di grandi con- 
centramenti di masse nemiche intorno al lago 
Ascianghi. 

Quivi Toselli mandato a sorvegliare la fron- 



Capitolo XIL m 



tiera con l'esigua forza di circa 2000 uomini, 
apprende in modo non dubbio che a sud del 
predetto lago affluiscono grosse colonne abis- 
sine e scioane e che s'avanzano verso la Co- 
lonia sotto il comando supremo di ras Macon- 
nen che precede il Negus. 

Le informazioni di Toselli e di Arimondi sono 
però ritenute esagerate e poco allarmanti da 
Baratieri, che si limita a predisporre un con- 
centramento di circa 6000 uomini a Makallé, 
giudicati sufficienti contro tutti i ras. 

Chiama poi sotto le armi la milizia mobile, 
e mobilita le altre truppe ai suoi ordini, e fi- 
nalmente il 3 dicembre egli stesso parte da 
Massaua per Adigrat senza preoccupazioni. 

Infatti egli credeva di andare a trattare la 
pace, non solo perché Maconnen prima di par- 
tire dairHarrar gli aveva scritto di venire nel 
Tigre per abboccarsi con lui per intendersi; ma 
anche perchè lo scaltro Ras, appena giunto a 
Balomata a sud di Ascianghi, il 26 novembre 
gli aveva spedito un'altra lettera, recapitatagli 
il 3 dicembre all'Asmara, colla quale gli chie- 
deva un colloquio personale per evitare la 
guerra. 

Baratieri credette, e rispose al Ras accettando 
il colloquio; delegando, intanto che gli arrivasse 
la risposta, telegraficamente Toselli ad avver- 
tirlo in proposito ed a predisporre ogni cosa. 

Toselli si mise tosto in comunicazione con 
Maconnen e per alcuni giorni vi fu uno scam- 
bio di messaggi fra i due campi; ma il Ras 



70 Capitolo XIL 



subito tentennò, né volle decidersi a sospendere 
la marcia d'invasione, né a far proposte con- 
crete pel colloquio con Baratieri. 

Toselli dopo essersi ritirato presso i piedi di 
Amba Alagi, vista la mala fede e la continua 
avanzata di Maconnen, gli impose di decidersi 
alle pratiche di pace, e di ritirarsi frattanto ad 
Ascianghi; ma si ebbe in risposta l'intimazione 
minacciosa di sgombrare il passo per Ma- 
kallé. 

11 rifiuto sdegnoso di Toselli rese inevitabile 
lo scontro e venne cosi decisa la prima prova 
d'armi tra lo Scioa e l'Italia, che in seguito a 
due inesplicabili incidenti esponeva al sacrificio 
un piccolo corpo di 2000 uomini contro un eser- 
cito di 35000. 

Risulta dal rapporto del generale Arimondi 
che avendogli Toselli, alcuni giorni prima, 
chiesto il permesso di ritirarsi dalla posizione 
di Relegò, troppo avanzata e pericolosa e di 
portarsi ai piedi di Amba Alagi, egli lo aveva 
autorizzato a portarsi anche più indietro se- 
condo le circostanze. Nella relazione di Bara- 
tieri si afferma invece che il testo del tele- 
gramma quale fu trasmesso dall'ufficio telegra- 
fico, autorizzava soltanto il ripiegamento fino 
all'Amba. 

Emerge in pari tempo dai predetti documenti 
che il 5 dicembre Arimondi senza il permesso 
di Raratieri promise a Toselli di recarsi in suo 
soccorso, ma essendone poi stato impedito dal 
Raratieri stesso, mandò a revocare la prò- 



Capitolo XIL 71 



messa da un messo che però non giunse a de- 
stinazione. 

Questi due incidenti, le cui cause non si potè- 
rono chiaramente conoscere, furono senza dubbio 
quelle che spinsero il prode Toselli ad affrontare 
la pugna, ritenendosi egli non soltanto autoriz- 
zato dal telegramma a tenere l'Amba, ma anche 
confortato a rimanervi colla promessa di aiuti 
che non potè essere revocata. 

In queste condizioni e con questi prece- 
denti Toselli si dispose a sostenere l'urto degli 
Scioani. 

Egli disponeva come prima si è detto di soli 
2000 uomini circa, cioè di tutto il 4° battaglione 
indigeni (capitani Canovetti, Issel, Ricci e te- 
nente Bruzzi) di una compagnia del 3° (capitano 
Persico) di una centuria del 6» (tenente Pagella) 
di due sezioni d'artiglieria (capitano Angherà) 
e delle bande tigrine di Sebath e Ali, di quelle 
mussulmane del capo dancalo Sceik Tahla, e di 
quelle deU'Okulé-Kusai (tenente Volpicelli). 

Amba Alagi é una gigantesca massa grani- 
tica a pareti quasi verticali, che si eleva iso- 
lata, a circa 400 Km. da Massaua nella grande 
dorsale che forma l'orlo orientale dell'altipiano 
etiopico. 

Sul fronte meridionale dell'Amba stendesi uno 
spianato che domina la valle di Atzalà; dagli 
altri lati si diramano balze e speroni, e contro 
a questi, dalla parte orientale serpeggia la cosi 
detta via inglese. 

Ma altre due stradicciuole latex^ali ad arco, 



72 Capitolo XII. 



distaccatesi dalla predetta via oltre Atzalà, l'ag- 
girano sui fianchi est ed ovest, e dopo aver toc- 
cato i colli di Felegà e Togorà, le si ricon- 
giungono. 

Toselli la sera del 6 schierò le proprie forze 
distaccando ad est la banda di ras Sebath e 
degiac Ali con 350 fucili a difesa del colle di 
Felegà, e la banda di sceik Tahla, di forza 
quasi uguale , ad ovest contro il colle di 
Togorà. 

Dispose poi le altre truppe tra queste due ali, 
colla compagnia Ganovetti in avanguardia, 
verso Atzalà, la compagnia Issel sul davanti, 
a sinistra dell* Amba la compagnia Persico, 
l'artiglieria sulla spianata anteriore, e sulla 
destra le bande deU'Okulè-Kusai. 

Le altre due compagnie e la centuria fu- 
rona lasciate in riserva ai piedi dell'Amba. 

Alla mattina del 7, verso le ore 6 V2 ^^o^^ 
stormi di abissini si lanciano contro i nostri 
piccoli posti e contro la compagnia Ganovetti 
che li arresta bravamente col fuoco, e quindi, 
in base alle istruzioni di Toselli si ritira sulla 
sinistra dell'Amba. Poco appresso una grande 
massa con ras Oliè irrompe contro le bande di 
ras Sebath sulla nostra sinistra e dopo un 
vivissimo fuoco le costringe a ripiegare verso 
destra. 

Si impegnano allora contro la massa di Olié 
anche le compagnie Issel e Ganovetti e com- 
battendo con bravura riescono ad arrestarlo. Ma 
verso le 10 un'enorme massa soioana di oltre 



Capitolo XIL 73 



15.000 uomini, agli ordini di ras Maconnen, ap- 
pare improvvisamente, e s'avanza sul davanti 
dell'Amba; ed altre grandi forze con ras Alula 
e Mangascià, si gettano sul lato ovest contro le 
bande di sceik Tahla e di Volpicelli. 

Ormai l'investimento è completo ed il com- 
battimento si fa generale; ma le condizioni dei 
nostri si fanno assai critiche. 

All'attacco della massa frontale segue la ri- 
presa di quelle di sinistra, ed anche sulla de- 
stra ras Alula si scaglia contro le bande Vol- 
picelli e contro sceik Tahla che presto si 
sbanda. 

Toselli chiama sul davanti i due corpi di ri- 
serva e manda la centuria Pagella in aiuto a 
Volpicelli, e speranzoso dei rinforzi promessi 
(che manda spesso a cercare dal -suo aiutante 
maggiore) si oppone con indomito coraggio al- 
all'urto di tante forze nemiche. 

1 valorosi battaglioni indigeni e le batterie, 
animati dall'esempio dei loro capi, combattono 
con ammirabile bravura e producono strage 
sul campo nemico; ma anche le loro esili file 
sono in breve decimate dalla morte e si inde- 
boliscono sempre più. 

Si prosegue tuttavia nella strenua difesa, e 
p:raduati e soldati gareggiano di disciplina, di 
coraggio e nello sprezzo del pericolo; l'artiglic- 
na ammirevole sfolgora e fa squarci tremendi 
nelle file nemiche, irrompono i fuochi di fuci- 
leria, in alcuni luoghi si pugna ad arma bianca 
ed avvengono dei terribili episodi di valore ; 



74 Capitolo Xn. 



cosi che il nemico resta spaventato da tanta 
eroica resistenza ed in alcuni punti già cede. 

Ma poi riprende vigore e verso mezzogiorno 
si avventa sui pendii dell'Amba fatale togliendo 
ogni speranza di resistenza. 

Preclusa ormai la via inglese, resta un unico 
sentiero che scende a nord ovest dell'Amba, e 
Toselli, ormai disperato, comincia a incolon- 
narvi alcune donne e feriti ; ma indi appresso 
anche quest'ultima via di scampo è minacciata 
e bersagliata dai nemici avvolgenti. 

Accorre il tenente Manfredini con 2 pezzi e 
spara a mitraglia a bruciapelo contro le orde 
nemiche; ma ormai la lotta é cambiata in ma- 
cello, e non valgono i prodigi di valore in- 
dividuale e collettivo a risparmiare un'eca- 
tombe. 

Gli ufficiali cadono quasi tutti alla testa dei 
loro riparti, le batterie sparano gli ultimi colpi, 
poi sono precipitate dagli stessi artiglieri nelle 
voragini, da per tutto piove la morte, echeg- 
giano gli urli selvaggi, le grida furenti e ge- 
menti. 

Toselli già ferito in più parti, commette al 
suo aiutante maggiore Brodrero il comando; 
poi rivolgendo la fronte al nemico, aspetta il 
colpo estremo e muore creando la leggenda e 
la poesia intorno al suo nome. 

Gli Abissini pagarono cara questa prima loro 
vittoria perché vi perdettero non meno di 3O00 
uomini tra morii e feriti. Da parte nostra si 
ebbero circa 1500 morti tra cui 20 ufficiali, e si 



Capitolo XII. 75 



poterono salvare soltanto i tenenti Pagella, Bo- 
drero e Bozzani con circa 300 ascari che si di- 
ressero verso Makallè. 

Giunti presso Aderà a circa 12 Km. da Amba 
Alagi trovarono il generale Arimondi, che final- 
mente, ma troppo tardi, aveva ottenuto il per- 
messo di muoversi in soccorso di Toselli. 

Ariraondi disponeva di circa 2000 uomini e 
con essi potè arrestare l'avanguardia nemica 
che seguiva da presso i superstiti predetti, per- 
dendo nel combattimento 1 morto e 15 feriti, ed 
avendo egli stesso ucciso il cavallo. 

Si ritirò quindi sempre molestalo in Makallè, 
ove il 18 dicembre affidò il comando del forte 
all'invitto maggiore Galliano con 20 ufficiali, 
1^ sottufficiali, e 150' soldati italiani e circa 
1000 ascari, e prosegui col rimanente, tra le 
rappresaglie delle popolazioni in armi che gli 
uccisero un soldato ed alcune donne, fino ad 
Adagamus, a sud di Adigrat, ove giunse il 
mattina. 



CAPITOLO XIII. 



Conseguenze di Amba Ahigi. — Baratieri ad Adigrat. — Gal- 
liano a Makallè. — Memorabile assedio e liberazione. 

La dolorosa giornata di Amba Alagi ebbe per 
conseguenze : politicamente, l'immediato sgom- 
bro per parte dell'Italia di quasi tutto il Tigre, 
(tranne Makallè e l'Agame e compresa la slessa 
capitale Adua), la sfiducia generale degli 
animi, il voltafaccia degli incerti, l'insurrezione 
armata degli avversi; militarmente, la perdita 
di un terzo delle truppe del Tigre, la dissolu- 
zione delle bande, e la scissione delle poche 
forze rimaste, parte in Makallè e parte in Adi- 
grat e Adagamus, 118 Km. più indietro. 

In queste posizioni si raccoglievano pure in 
fretta e furia le poche truppe mobilitate al di 
qua del Mai'eb, e cogli scarsi mezzi disponibili, 
si organizzava alla meglio un servizio di tra- 
sporti per premunirle e vettovagliarle, onde de- 
stinarvi i rinforzi dell'Italia. 

Baratieiù che il 7 dicembre trovavasi ancora 
a Barakit, cioè a più di 200 Km. da Amba 



Capitolo XIII. 



i i 



Alagi, riversò la Qolpa del triste evento sul ge- 
nerale Arimondi, accusandolo di aver lasciato 
combattere Toselli cosi isolato in avanti men- 
tre egli aveva ordinato di concentrare la di- 
fesa intorno ad Adigrat; di aver dato origine 
agli equivoci che trassero Toselli in errore; di 
aver mantenuto contro le sue istruzioni la po- 
sizione cosi avanzata ed isolata di Makallé che 
avrebbe prodotto seri imbarazzi alle future ope- 
razioni militari. 

Egli si accalorò tanto da allontanare persino 
Arimondi dal teatro delle operazioni destinan- 
dolo invece a Massaua pel ricevimento dei rin- 
forzi dairilalia. 

Ma pure ammettendo che la condotta di Ari- 
mondi intorno al fatto di Amba Alagi non sia 
stato immune da qualche errore causato dalle 
mal definite sue attribuzioni ed anche da diffe- 
renza di vedute, bisogna pure confessare che in 
tale occasione anche quella del Governatore 
non fu lodevole; perché invece di recarsi in 
tempo <il suo posto là dove ferveva il pericolo 
ed urgeva la difesa, e dove colla sua presenza 
avrebbe potuto prevenire gli errori altrui, seno 
stette fino agli ultimi giorni tranquillamente 
a Massaua, lasciandosi facilmente sorprendere 
dagli avvenimenti. 

Alcuni vollero anche incolpare Toselli di aver 
accettato il combattimento di sua iniziativa e 
contro gli ordini superiori ; ma gli incidenti del 
telegramma speditogli e degli aiuti promessi e 
non revocati, e più che altro il fatto che durante 



"8 Capitolo XIIL 



la lotta egli mandò più volte il suo aiutante 
maggiore a vedere se tali aiuti arrivavano, lo 
escludono chiaramente. 

Davanti a persone viventi ed a sacre tombe 
recenti la ricerca delle vere responsabilità in- 
torno al fatto è più che mai difficile. Forse esso 
fu preparato dall'inesperienza generale, forse fu 
una dolorosa fatalità serbata alla nostra patria. 

Appena questa ebbe notizia del triste evento. 
provò una grande scossa, ma invece di abban- 
donarsi ad inutili lai, si preparò degnamente 
alla rivincita. 

11 Parlamento conservò la fiducia nel Go- 
verno e questo in Baratieri, e si votò un cre- 
dito di 20 milioni per ripiantare la bandiera 
italiana là dove era stata tolta. Cifra irrisoria 
a tanto scopo ! 

Ma se anche Governo, Parlamento e paese, 
pur ignorando le vere necessità, si mostravano 
cosi ben disposti ad un programma di rivin- 
cita, Baratieri invece era tutt'altro che prepa- 
rato e pronto a svolgerlo. * 

Avvenne cosi, che mentre il Governo lo tem- 
pestava d'offerte d'aiuti e rinforzi, egli si trovo 
subito imbarazzato a concretare l'entità de'suòi 
bisogni, e si limitò a chiedere pochi battaglioni 
e poche batterie, più per condiscendenza, che 
per convinzione. 

Malgrado le sue titubanze il Governo fu però 
sollecito a spedire in Africa 14 battaglioni e 
5 batterie complete, che partendo da Napoli 
nella seconda quindicina di dicembre, poterono 



Capitolo XIIL 79 



arrivare a Massaua stilla fine dell' anno e ad 
Adigrat verso il JO gennaio. 

Ma intanto Tonda scioana che aveva urtato 
od infranto lo scoglio di Amba Aiagi, si era ri- 
versata contro il presidio di Makallè, fortificato 
su un colle a sud della città, al centro della bella 
conca che la contiene. 

Su quel colle, intorno ad una vecchia ridotta 
ivi già esistente, il prode Toselli aveva fatto eri- 
gere due altre cinte, il tutto battezzando col 
nome di forte Enda Jesus. 

I fianchi del colle scendevano ripidi sopra 
burroni, ove ad est e ad ovest scaturivano due 
sorgenti d'acqua ali menta trici del forte. Dagli 
stessi lati, restringendosi la conca di Makallè, 
cominciavano le tortuose pendici delle alture 
laterali, su una delle quali, Qd est, era stata 
eretta, a circa un Km. un'altra piccola ridotta 
per guardare il fianco della posizione. 

Galliano si era subito accinto col suo batta- 
glione a completare le opere di difesa del forte, 
a raccogliere acque e derrate, a impiantare forni 
e cucine, a costruire banchine, a collocare mine, 
a sgombrare intorno il campo di tiro, ed ani- 
mato dai più fieri propositi di resistenza aspet- 
tava il nemico. 

Le prime pattuglie scioane furono osservate 
fin dairS dicembre intorno a Scelicot, prece- 
dendo la lenta marcia nemica. 

Come prima di arrivare ad Amba Alagi, cosi 
prima di giungere a Makallè, Maconnen il 12 
dicembre, mandò nuove proposte di pace a Ba- 



80 Capitolo XllL 



ratieri, colla condizione di sgombrare il Tigre 
e con sibilline concessioni provvisorie di terri- 
tori anche a sud del Mareb ; ma il Governo ita- 
liano era tutt'altro che disposto a ciò, che anzi 
si disponeva alla rivincita ed alla rioccupazione 
di Amba Alagi. 

Cosi dopo un vano scambio di messi e di 
cortesie tra Galliano e Maconnen, le trattative 
s'interruppero bruscamente con una violenta 
intimazione del Ras di spedirgli nuovamente il 
nostro intermediario tenente Partini, e con una 
vibrata e fiera .negativa del Maggiore. 

E si ricorse alle armi. 

Il giorno 7 gennaio 1896, un mese preciso 
dopo il combattimento di Amba Alagi, verso le 
ore 10 la pianura a sud del forte venne invasa 
improvvisamente da numerose masse nemiche, 
e poco appresso sorse un accampamento, in cui 
una grande tenda rossa annunciava T arrivo 
del Negus. 

Mezz'ora dopo numerosi stormi di nemici si 
avanzarono fino al villaggio di Enda Jesus al- 
quanto k sud del forte, e vi attaccarono la nostra 
avanguardia, che dovette ritirarsi. 

In pari tempo altre forze nemiche girando ad 
est attaccarono la piccola ridotta ivi esistente, 
ed i due buluk di nostri indigeni che la difen- 
devano dovettero ritirarsi anch'essi, facendola 
però prima saltare colle mine. 

Galliano fece rioccupare più tardi il vil- 
laggio e la ridotta, ma poi fu costretto a ri- 
nunziarvi. 



Capitolo XllL 81 



Verso le ore 16 tutte le alture di sinistra si 
coponaropo di fìtte masse nemiche che soste- 
nute da una buona artiglieria piazzata a 1700 m. 
diedero il prirup assalto al forte, avvicinandosi 
fino ai burroni dell'acqua. 

S' impegnò un terribile combattimento che 
durò fino all'imbrunire, ma alfine la vigorosa 
resistenza dei nostri rese vani gli sforzi dei 
nemici che fulminati dagli efficaci tiri del forte 
dovettero ritirarsi dietro le alture. 

Ritornarono all'assalto il giorno dopo e furono 
più fortunati. 

Malgrado gli sforzi degli assediati, ed i loro 
tiri micidiali, i nemici, subendo grandi perdite, 
poterono insinuarsi tra gli ondulamenti del 
suolo e riuscire ad occupare le sorgenti del- 
l'acqua, dove, essendo protetti dall'angolo morto 
»li tiro, erano invulnerabili. 

Altri attacchi vennero ritentati il giorno 9 ed 
alla notte dal 9 al 10, ed altri ancora più vigo- 
rosi nella notte dal 10 all'U in cui i nemici 
tentarono perfino audacemente la scalata del 
forte; ma l'eroico battaglione degli assedisiti li 
respinse sempre, infliggendo loro, specialmente 
nell'ultima notte, delle perdite gravissime. 

Menelik, impressionato dell'eroica resistenza 
e delle perdite subite, decise di rinunziare ad 
ulteriori attacchi e di aspettare che il forte si 
arrendesse per sete. 

Ed invero le sue condizioni si erano fatte tri- 
stissime: già perduti tra morti e feriti un cen- 
tinaio di difensori, devastate le cinte e le arti- 

Mblli. 



82 Capitolo XIIL 



glierie, scarseggianti le. munizioni e le vettova 
glie, quasi esaurita l'acqua, ed il nemico in- 
grossava sempre più, toccando ormai la cifra 
di 100.000 combattenti. 

Rimaneva la speranza di soccorsi dal campo 
di Adigrat, ma Baratieri che pur avrebbe vo- 
luto accorrere alla liberazione degli assediati, 
era impotente a muoversi, non tenendo a sua 
disposizione che 6000 bianchi e 1000 indigeni 
non ancora, specialmente i primi, ordinati e 
pronti. 

Ormai la difesa del forte, per la questione 
dell'acqua, era diventata insostenibile, ed una 
tremenda sorte incombeva certo a Galliano ed 
al suo battaglione; l'opinione pubblica italiana 
estremamente commossa seguiva con ansia le 
fasi del glorioso assedio e trepidava dell'esito 
finale, quando a levar tanti spasimi dal cuore 
della nazione accorse preziosa l'opera diplo- 
matica del cav. Felter, italiano già residente 
all'Harrar e amico di Maconnen, e poi sfrat- 
tato in odio all'Italia. 

Approfittando de' suoi continui inviti al campo 
scioano per trattare la pace, Felter si recò 
presso il Negus e Maconnen, e facendo loro ba- 
lenare la speranza di concluderla, patteggiò lo 
sgombro di Makallé, che essi, già stanchi e spa- 
ventati dalla tenace resistenza e dalle perdite 
gravissime subite, si affrettarono ad accordare. 

Le condizioni furono onorevolissime : uscita 
del presidio coli' onore delle armi, con tutti i 
materiali, con donne e feriti, e ritirata libera 



Capìtolo XHL m 



al campo di Adigrat, e ciò senza alcun altro 
vincolo che impegnasse le future azioni di Gal- 
liano e dei suoi soldati, e senza alcuna spesa 
tranne quella di 29000 talleri per acquistare e 
noleggiare i quadrupedi necessari allo sgombro. 

Vi fu solo promessa reciproca di riaprire ne- 
goziati di pace, che, come si vedrà poi, non 
ebbe seguito. 

In base ai predetti accordi il 21 gennaio il 
forte fu sgombrato, e gli eroici difensori furono 
condotti al campo di Maconnen. 

L'assedi») di Makallé costò ai difensori 30 morti 
e 70 feriti, tutti indigeni, al nemico non meno 
fli 2000 morti. Galliano vi si immortalò e vi 
ottenne la promozione a tenente colonnello per 
inerito di guerra. 



CAPITOr.O XIV. 



Operazioni militari dopo lo sgombro di Makallè. — Diffi- 
. colta nel campo italiano. — Avanzata del Negus verso 
Adua. — Il battaglione Galliano già tenuto in ostaggio 
è liberato. — Baratieri, tagliato fuori, deve ritirarsi e 
fronteggiare Adua. — Spostamenti fino a Sanrià — Il 
Negus nella conca di Gandapta. 

L'Italia saluto con entusiamo la liberazione 
fli quel piccolo presidio che aveva destalo 
l'ammii^azione del mondo, e continuò a secon- 
dare con fiducia non scevra di preoccupazioni, 
gli sforzi del Governo nel condurre la cam- 
pagna. 

Furono pertanto inviati in Africa nuovi bat- 
taglioni ed altre batterie, cosi che verso la fine 
rli gennaio si trovavano già radunati tra Ada- 
gamus e Adigi^at circa 9000 uomini bianchi e 
10000 indigeni e 40 pezzi di artiglieria, ed altri 
rinforzi erano già in viaggio per mare o per 
l'altipiano, ed alti'i ancora in preparazione a 
Massaua ed a Napoli. 

A capo degli indigeni veniva destinato il co- 
lonnello, promosso indi a poco generale, Matteo 



Capitolo XIV. 85 



Albeplone ; Arimondi assumeva il comando di 
una brigata di bianchi e cosi pure il generale 
nuovo destinato in Africa Vittorio Dabormida. 
Con una batteria di mortai veniva quindi in- 
vialo in Africa anche il generale Giuseppe 
Ellena , il quale più tardi assumeva il co- 
mando di un'altra brigata bianca. Li seguivano 
lutti i vecchi ufficiali d'Africa già compagni di 
Baratieri nelle precedenti campagne tigrine ed 
i colonnelli Stevani, Brusati, Romero, Nava, Ra- 
gni, Airaghi, col fiore deiresercito. 

Il Governo progettò pure una diversione sul- 
THarrar da Zeila ed una minaccia sul fianco 
nemico da Assab, ma poi vi rinunziò dirigendo 
tulli i suoi sforzi nel Tigre. 

Senonché la necessità di dovere improvvisare 
ogni cosa creava difficoltà enormi, e T insuffi- 
cienza dei servizi logistici e del vettovagliamento 
ostacolava Tingrossamento del corpo d' opera- 
zioni fronteggiante il nemico. 

L'intendenza riforniva il corpo d'operazioni 
per due vie: Massaua-Asmara-Adi Caie, e Mas- 
sa uà- Arki co- Adi Gaie; lungo le quali erano sta- 
biliti numerosi comandi di tappa. 

Ma i quadrupedi erano pochissimi, circa la 
metà del bisogno, né se ne potevano facilmente 
trovare ; i conducenti italiani poco esperti, quelli 
indigeni svogliati e preoccupati dalla sorte della 
guerra ed i magazzini scarseggianti. 

Cosi il servizio viveri cominciava a difettare, 
a poco per volta si consumavano le riserve e 
si esaurivano le riserve locali, ed incombeva 
minaccioso l'avvenire. 



86^ Capitolo XIV. 



Difettavano persino i servizi del vestiario e 
deirequipaggiamento, di pulizia e riparazione, 
creando imbarazzi ai liberi movimenti delle 
truppe e causando qualche disordine nocivo al- 
l'estetica ed alla disciplina. 

Contribuiva pure a indebolire i riparti il me- 
todo adottalo di reclutare le truppe parte tra i 
volontari e parte fra sorteggiati, inquadrandole 
poi tra graduati nuovi e sconosciuti che non 
potevano esercitare sui soggetti tutta Tinfluenza 
desiderata. 

Disgraziatamente poi serpeggiava tra alcuni 
capi la sfiducia in Baratieri, e un deleterio dua- 
lismo tra lui e Arimondi concorreva ad aumen- 
tarla. 

Buono era lo spirito delle truppe, che sebbene 
alquanto oppresse dall'attesa e dalle privazion 
d'ogni specie, eran pur sempre disciplinate e de 
vote ai capi, senza preoccupazioni e suscettibil 
d'entusiasmo alla speranza del combattimento 

In complesso, adunque, tutto il corpo d'ope 
razioni italiano, sebbene l'indole buona del no 
stro soldato affidasse in bene, risentiva dei dann 
di una mancata preparazione, e di una costitu- 
zione frettolosa e imperfetta. 

Probabilmente, a tutto ciò, 'si sarebbe, almeno 
in parte, potuto rimediare se la direzione stra- 
tegica fosse stata molto illuminata; ma neppure 
questa, disgraziatamente, rispondeva alle esi- 
genze della situazione. 

Il piano di guerra stabilito da Baratieri quando 
non conosceva ancora V entità dell' invasione 



Capitolo XIV. 87 



scioana era già stato sconcertato da Arimondi 
in riguardo ad Amba Alao:i e nel lasciar presi- 
diata Makallé; ed era addirittura insufficiente 
non soltanto alla difesa di quelle Provincie ti- 
grine che si volevano mantenere, ma anche di 
quelle eritree al di qua del Mareb, p^rte delle 
quali, come il Seraè, rimaneva scoperta per la 
via di Adua. 

Si immagini il teatro di guerra tra i due 
corpi avversari disegnato da un triangolo ret- 
tangolo che abbia il suo vertice, sud, in Ma- 
kallé e la sua base in una linea che da est a 
ovest congiunga Adigrat e Adua. 

Lungo il cateto verticale Adigrat-Makallé 
(118 Km.) per la dorsale orientale dell'altipiano 
etiopico serpeggia la storica via inglese, onde 
sir Napier, nel 1868 si recò da Zula a Magdala 
a debellare Teodoro; strada difficile ma relati- 
vamente buona e principale per quei luoghi, 
sbarrata a sud di Adigrat dalle formidabili al- 
ture di Adagamus. 

Lungo il cateto obbliquo Makallé-Adua passa 
altra via più difficile che per le valli del Ghe- 
ralta, e THaramat conduce ad Ausen e a Adua 
(circa 160 Km.). 

Baratieri, che aveva stabilito il perno della 
difesa della Colonia intorno ad Adigrat, sperava 
che dopo lo sgombro di Makallé il Negus ve- 
nisse ad urtare per la via inglese, in Adagamus 
e Adigrat ; ma questi preferi invece la via del- 
Valtro cateto, rimasta scoperta; e si diede ad 
avanzare indisturbato verso Ausen e Adua sul 



88 Capitolo XIV. 



fianco destro dei nostri, che rimanevano cosi ta- 
gliati fuori, e lasciavano anche scoperte le Pro- 
vincie occidentali della vecchia Colonia al di 
qua del Mareb. 

Dunque il piano di difesa di Baratieri era 
difettoso perchè insufficiente a sostenere Ma- 
kallè (118 Km. più avanti) e a coprire Adua 
(72 Km. più a destra), e a difendere lo stesso 
passaggio del Mareb, non consentendo le con- 
dizioni del suolo e le logistiche i facili sposta- 
menti. 

La grande distanza poi da Massaua a Adigrat 
(circa 200 Km.) rendeva impossibile la pronta 
concentrazione di un grosso corpo in questa 
località, specialmente per la difficoltà dei tra- 
sporti e dei rifornimenti. 

Aggiungasi inoltre che per meglio riuscire 
nella sua mossa strategica verso Ausen, il Ne- 
gus, violando i patti giurati a Makallè con Fel- 
ter, invece di liberare e mandar subito a Ada- 
gamus il battaglione Galliano, se ne fece schermo 
contro gli Italiani, trattenendolo prigioniero per 
parecchi giorni e trascinandoselo dietro fino in 
Ausen, donde poi lo liberò il 29 gennaio, tratte- 
nendo ancora alcuni ostaggi che rimandò più 
tardi. 

E nel tempo che compieva questa ppossa mi- 
nacciosa che lo rendeva padrone di Adua, se- 
guendo Tuso abissino di far la guerra coll'olivo 
in mano, chiedeva con insistenza quelle tratta- 
live di pace che gli aveva fatto sperare Felter, 
esigendo però il ritorno delle nostre truppe al 



Capitolo XIV, 89 



di qua del Mareb, ciò che Tltalia,/ dopo i due 
insuccessi già patiti, non voleva né poteva con- 
sentire. 

Per rimediare allora alla triste condizione in 
cui il nostro corpo d'operazioni era venuto a 
trovarsi in seguito all'aggiramento del Negus, 
Baratieri fu costretto ad abbandonare intera- 
mente la sua linea di operazioni verso sud, 
ed a far prima una ritirata da Adagamus su Adi- 
gpat e quindi un grande cambiamento di fronte 
verso Adua (ovest) sulla base di quel triangolo 
rettangolo che abbiamo immaginato; e dal 1° al 
13 febbraio, tra mille disagi e difficoltà, sposta- 
menti di truppe, materiali, carovane, lasciando 
un presidio in Adigrat, si portò ad occupare le 
storiche alture di Saurià, a circa metà strada 
tra Adigrat e Adua, fronteggiando questa, mentre 
il Negus si riduceva, coprendola, nella vicina 
conca di Gandapta. 

I due eserciti sono quasi a contatto; il nemico 
è baldanzoso del successo, tutti i capi etiopici, 
compresi Maconnen e il re del Goggiam che 
avevano fatto sperare all'Italia di tradire il Ne- 
gus, gli si stringono ancor più forte attorno; le 
ubertose regioni aduane gli forniscono ancora 
dei viveri. Pei nostri crescono invece le diffi- 
coltà, il servizio di vettovagliamento è sconvolto 
da nuove esigenze e disguidi e dal cambio della 
via di rifornimento, i magazzini scarseggianti, 
languono i trasporti, le retrovie da Massaua a 
Saurià rigurgitano di gente nuova che fa au- 
mentare i bisogni. 



90 Capitolo XIV. 



Le condizioni del corpo di operazioni italiano 
erano adunque cosi poco liete quando vennero 
a peggiorarle un altro gran evento. 

Nella notte dal 12 al 13 febbraio i nostri al- 
leati ras Sebath e Agos Tafari, adescati da Me- 
nelik, passarono al nemico colle loro bande di 
circa 600 uomini ; e quindi si diedero a solle- 
vare la ribellione a tergo dei nostri e ad assal- 
tare le carovane ed i servizi nelle retrovie. I 
ribelli nella notte dal 13 al 14 sorpresero il pie 
colo corpo di Seetà lungo la via di Adigrat-Sau- 
rià e se ne impadronirono. 

Accorsi da Adigrat due drappelli uno di 70 e 
Taltro di 36 uomini bianchi comandati dai le- 
nenti Gisterni e De Gonciliis, air indomani vi 
furono sconfìtti e questi ferito a morte : e quasi 
contemporaneamente anche al vicino passo di 
Alequà i ribelli sconfiggevano altri due nostri 
drappelli accorsi a difenderlo, Tuno di 100 in- 
digeni, Taltro di 70 bianchi, comandati dai te- 
nenti Cimino e Negretti, ai quali si aggiunse 
il tenente Caputo con alcuni uomini di una ca- 
rovana, rimanendovi morto il Negretti e feriti 
Cimino e Caputo, che mori poco dopo, e tra 
morti e feriti e prigionieri una trentina di 
soldati. 

Ad Alequà accorreva pure il capitano Moc- 
cagatta con 140 bianchi dalla vicina tappa di 
Mai Mergaz, ma cadeva in agguato e vi la- 
sciava 97 morti ed una ventina di prigionieri. 

La necessità di assicurare contro i ribelli le 
retrovie costrinse allora Baratieri a distaccare 



Capitolo XIV, 01 



dalle truppe avanzate, prima un battaglione 
(magg. Valli) e 2 compagnie (cap. Oddone), i 
quali il giorno 17 poterono sconfiggere i ribelli 
e riprendere i due colli suddetti; e poscia un 
reggimento intero col colonnello Stevani a Mai 
Maret, dove il giorno 20 si ridusse Tintendenza. 

In pari tempo si scaglionavano più indietro 
altri rinforzi provenienti dall'Italia. 

Questi fatti scoppiati a tergo del corpo d'ope- 
razioni portarono un profondo turbamento nel 
servizio di rifornimento, e fecero assottigliare 
le tj'uppe in prima linea, lasciando più che mai 
indebolito il nostro piccolo corpo. Ma le ster- 
minate masse del baldanzoso Menelik non ar- 
divano di attaccare, e si riducevano invece nella 
conca d'Adua. 

Frattanto il Governo impressionato dagli eventi 
della guerra disponeva per la partenza di due 
complete divisioni di rinforzo, ed avendo perduta 
la fiducia in Baratieri, nominava comandante 
supremo in Africa il tenente .generale Baldis- 
sera, che partiva per Massaua nel più stretto 
incognito. 



CAPITOLO XV. 



Condizioni dei due eserciti alla vigilia della battaglia. — 
Difficoltà e tentennamenti. — L'ordine dal 29 Febbraio 
1896. 

Le forze abissine, che sulla fine di febbraio 
stavano raccolte intorno ad Adua, sommavano 
a circa 80.000 fucili, 8.600 cavalli, e 42 cannoni. 
I ribelli, che scorazzavano intorno e molesta- 
vano le retrovie, erano un qualche altro mi- 
gliaio. 

Le condizioni dell'esercito nemico, che fino a 
quel momento erano state buone, si erano an- 
ch'esse fatte difficilissime per la penuria dei 
viveri e Tesaurimento delle risorse locali. 

Era perciò inevitabile una ritirata, fra pochi 
giorni, al più lungo entro una settimana, anche 
in riguardo dell'imminente stagione delle piog- 
gie che avrebbe poi reso difficile il ritorno delle 
truppe ai loro paesi. 

Il corpo d'operazioni italiano era composto, 
in prima linea, di una brigata indigeni (Albei- 
tone), e di 3 bianche (Arimondi, Dabormida e 



Capitolo XV, ^^ 



Ellena) alle quali erano rientrati il battaglione 
e le 2 compagnie già distaccati nelle retrovie, 
nonché il reggimento del colonnello Stevani, 
che il 25 febbraio aveva sconfitto brillantemente 
a Mai Maret i ribelli di ras Sebath. 

A presidiare questa località, centro avanzato 
(lei servizi di rifornimento, era sopraggiunto un 
nuovo reggimento italiano agli ordini del co- 
lonnello Di Boccard. 

Fronteggiavano complessivamente il nemico 
in prima linea circa 20.000 uomini, forti di 15.000 
fucili e di 56 cannoni. 

Ma le condizioni di vettovagliamento erano 
peggiorale; né permettevano, usando anche tutta 
la parsimonia possibile, utilizzando le risorse 
locali, consumando le ultime riserve e distri- 
buendo semplici razioni di farina ai bianchi e 
di orzo agli indigeni, una resistenza maggiore 
di una settimana al più, come per le truppe 
abissine. 

In poche parole i due eserciti si trovavano in 
condizioni quasi identiche: allo stremo di tutto, 
ed obbligati fra pochi giorni ad una inevitabile 
ritirata. 

Una risoluzione era quindi prossima, tanto per 
l'uno quanto per Taltro, ma nessuno dei due 
voleva prendere Tiniziativa. 

Finalmente Baralieri il giorno 23 predispone 
per rindomani un movimento di ritirata verso 
Debra Damo, e Tavrebbe poi forse anche effet- 
tuata, se il Negus, a caso o ad arte per impe- 
flire ciò, non avesse il 23 stesso inviato un corpo 



04 Capìtolo XV, 



di truppe con ras Gabejù, fino al Mareb, sulla 
via di Adiqualà, manifestando Fintenzione di 
invadere il Seraé. 

Baratieri sospende il movimento di ritirata, e 
dopo aver mandato il maggiore Ameglio verso 
(iundet per difendere il Seraé, eseguisce an- 
ch'egli una dimostrazione in avanti con 14 bat- 
taglioni e 6 batterie, spingendosi fino Gandapta. 
e rientrando la sera stessa a Saurià. Anche ras 
Gabejù, dopo aver prodotto il panico nel Seraé. 
si ritira e si ricongiunge al Negus. Ma intanto 
che Baratieri riprende ardire, Menelik ricorre 
all'astuzia. Egli fa propalare per mezzo di fidi 
messi false notizie di ritirata, di sbandamenti e 
di scissioni e diserzioni nel suo esercito, e per 
disgrazia della nostra patria, riesce ad adescare 
il Generale italiano. L'ardore bellicoso delle 
nostre truppe, la loro stanchezza di un'inerzia 
snervante, la ripugnanza generale ad una riti- 
rata, la paura di vedersi sfuggire il nemico senza 
una rivincita di Amba Alagi e Makallé, i con- 
sigli dei capi in sottordine, l'estrema penuria di 
viveri, e la notizia che anche Kassala é stata im- 
provvisamente assalita dai Dervisci, agiscono 
in modo fatale su Baratieri e lo spingono alla 
deplorevole decisione di un attacco. 

Alcuni allora e poi vollero .anche dubitare 
che Baratieri si decidesse all'attacco per essere 
venuto a conoscenza della decretata sua sosti- 
tuzione e dell'imminente sbarco di Baldissera, 
cui avrebbe dovuto rimettere il comando su- 
premo delle truppe; e tale dubbio, avvaloralo 



Capitolo XV. 95 



dal fatto che il 28 febbraio era già arrivato a 
Massaua un telegramma dall'Italia indirizzato 
al nuovo Governatore onde poteva propalarsi 
fulmineamente una notizia cosi importante, mal- 
grado le successive sdegnose proteste di Bara- 
tieri, e le indagini infruttuose nel suo processo, 
non si potè mai sradicare completamente. 

Comunque sia avvenuto, resta il fatto che il 
28 stesso Barati e*ri, dopo aver predisposto an- 
cora un movimento di ritirata, lo sospese; ed 
alla sera convocò nella sua tenda un. consiglio 
dei generali e del capo di stato maggiore, al 
quale assistette anche il maggiore Salsa. 

Il risultato di tale consiglio fu che tutti, tranne 
il Salsa, richiesti del loro parere sulla situa- 
zione, si dichiararono favorevoli airattacco. 

Baratieri taque e li licenziò, ed all'indomani 
emanò l'ordine seguente: 



«: Ordine del giorno 29 febbraio, iV. 87. 

< Stasera il corpo d'operazione muove dalla 
«posizione di Saurià in direzione di Adua for- 
cina to nelle colonne sotto indicate: 

« Colonna di destra (Generale Dabormida) : 
«2« brigata fanteria — battaglione di milizia 
« mobile — comando 2^ brigata di batteria colle 
« batterie 5», 6» e 7«. 

<? Colonna del centro. — (Generale Arimondi): 
«!''» brigata fanteria — 1*^ compagnia del 5" 
«battaglione indigeni — batterie 8-^ ed 11-». 

« Colonna di sinistra. — (Generale Albertone): 



96 Capitolo XV. 



« quattro battaglioni indigeni — comando della 
« 1« brigata di batteria e batterie 1", 2*, 3« e4«. 

« Riserva. — (Generale Ellena): 3» brigata fan- 
« teria — 3° battaglione indigeni — 2 batterie a 
« tiro rapido e compagnia genio. 

< Le colonne Dabormida, Arimondi ed Alber- 
ese tone alle ore 21 muoveranno dai rispettivi 
« accampamenti ; la riserva muoverà un' ora 
« dopo la coda della colonna centrale. 

« La colonna di destra segue la strada colle 
< Zalà, colle Guldam, colle Rebbi Arienni; la 
« colonna centrale e la riserva la strada Addi- 
« Dicchi, Gandapta, colle Rebbi Arienni ; la co- 
« lonna di sinistra la strada Saurià, Addi-Ghe- 
« ras, colle Ghidane Meret; il quartier generale 
« marcia in testa alla riserva. 

«Primo obbiettivo; la posizione formata dai 
« colli Ghidane Meret e Rebbi Arienni tra monte 
« Semàiata e monte Esciasciò, la cui occupa- 
« zione verrà fatta dalla colonna Alberlone a 
« sinistra, dalla colonna Arimondi al centro e 
<r dalla colonna Dabormida a destra. La colonna 
« Arimondi però, ove sieno sufficienti le colonne 
« Albertone e Dabormida, prenderà posizione di 
« aspetto dietro le due brigate predette. 

« Avvertenze, 

« Ogni militare di truppa italiano porterà seco 
«la propria dotazione di cartucce «112», due 
« giornate viveri di riserva, la mantellina, bor- 
« raccia e tascapane. Per ogni battaglione ita- 



Capitolo XV.. 97 

< liano marceranno al seguito delle truppe riu- 
«niti in coda alle singole colonne, due qua- 
«drupedi da soma con materiali sanitari e otto 
«con le munizioni di riserva. Tutti i rimanenti 
«quadrupedi da salmerie, con un soldato ogni 
«cinque quadrupedi oltre ai conducenti, un gra- 
«duato per battaglione o batteria, un ufficiale 
«subalterno per reggimento fanteria, un capi- 
« lano per tutte le salmerie (fornito dalla 2» bri- 
«gata fanteria) si raccoglieranno a Entisciò con 
«la razione viveri prelevata oggi per domani, 
«le trenta cartucce per ogni soldato prelevate 
«oggi dal parco, le tende, le coperte e gli altri 
«materiali non trasportati dai corpi. Tanto le 
«suddette salmerie, quanto la sezione sussi- 
«stenza, i vari servizi di tappa ed il parco di 
«artiglieria resteranno fermi ad Entisciò, pronti 
« a muovere quando ne riceveranno l'ordine da 
«questo comando, sotto la protezione di un pre- 
«sidio^el 70 reggimento fanteria che giungerà 
«stasera da Mai Gabetà. Le brigate di arti- 
«glieria ed i battaglioni indigeni si regoleranno 
« per le loro salmerie in modo analogo a quanto 
«è detto per i battaglioni italiani. 

« Nessuno oltrepassi le punte ed i fiancheg- 
«giatori delle colonne. 

« Tutte le persone fermate dai drappelli di 
«sicurezza siano inviate al più presto al Go- 
« mando. 

« 11 direttore dei servizi del genio provvedere 
«per lo stendimento della linea telegrafica al 
«seguito del quartier generale e perchè, appena 

Melli. 7 



OS ,Capìtolo XV. 



< possibile, questo sia messo in comunicazid. 
«colle colonne la-terali o antistanti media n 
« telegrafia ottica. 

< I comandanti delle varie colonne mandi it 
«frequenti avvisi al quartier generale ed aJ^ 
« colonne vicine. 

" Il tenente generale 

« Firmato O. Baratieri »i 

m . 

\ 

E con quest'ordine, corredato di uno schiz: 
a memoria, che, per disgrazia, lasciava l'equi] 
voco sul colle Ghidane Meret da raggiungerf 
dal generale Albertone, venne decisa la s^randi 
battasrlia d'Adua. 



"1 
'-^ i 



_J 



CAPITOLO XVI. 



Battaglia d'Adua. 

La sera del 20 febbraio 189(J Bara ti eri faceva 
avanzare il suo corpo di operazioni dalle posi- 
zioni di Saurià verso Adua. 

Erano in tutti circa 17.000 uomini, dei quali 
10.<X)0 bianchi ed il resto indigeni, con 14.510 
fucili e 56 pezzi d'artiglieria, che andavano a 
sfidare l'intero esercito scioano che secondo le 
fonti più sicure non aveva meno di 100.000 uo- 
mini con 80.000 fucili, 42 pezzi, e 8.600 cayalli. 

La marcia si iniziò verso le ore 21 per tre 
strade serpeggianti parallelamente verso Adua. 
Su quella di sinistra (sud) si incolonnò la bri- 
gata indigeni di Albertone forte di 4076 fucili e 14 
pezzi; sulla centrale si incolonnarono le brigate 
bianche di Arimondi, con 2.493 fucili e 12 pezzi, 
e d'EUena, con 4150 fucili e 12 pezzi, ed il quar- 
tiere generale; per quella di destra (nord) si 
inoltrò la brigata Dabormida forte di 3.800 fucili 
e 18 pezzi. Alcune bande e riparti indigeni fa- 
f*evano il servizio di avanscoperta. 



riiYAArCi2 



100 Capitolo XVL 



Il terreno che si stende tra Saurià e Adua è 
costituito da una serie di alture e di avallamenti 
che si annodano e intricano intorno allo spar- 
tiacque tra il bacino del Mareb e quello del 
Tacazzè. È d'aspetto orrido, di carattere roc- 
cioso e cosparso ovunque di anfratti e di bur- 
roni e di massi granitici che si elevano al cielo 
nelle più strane forme e dimensioni; ma nei 
declivi più dolci, e nelle vallate che talora si 
allargano in belle conche e vasti pianori, lus- 
sureggia tra Tacque il verde con una vegeta- 
zione tropicale. 

Pochi villaggi, ma frequenti capanne nelle 
medie alture, campi coltivati e pascoli nei de- 
clivi e nei piani, folte macchie e boscaglie nei 
fondi, sparse intorno molte euforbie e mimose 
e ulivi selvaggi e ginepri, e qualche gigantesco 
sicomoro. 

Le strade sono poche e difficilissime e scor- 
rono quasi sempre sui letti asciutti dei torrenti, 
ingombrati in mille modi dalla ruina delle 
piogge. 

Tra Saurià e Adua si presentano, quasi di- 
sposti ad arco verso la capitale tigri na, due or- 
dini di alture: il primo, a partire da Saurià, 
ed a circa 24 km. da tale posizione, è costituito 
dai monti Esciasciò, Raio e Semaiata che di- 
stano circa 12 km. dalla città; il secondo, a 
circa 6 km. più avanti, ed a circa altrettanti a 
est di Adua, è formato dai monti Nosraui, fian- 
chéggianti la vallata di Mariam Sciavitù, Gu- 
susò, Enda Ghidane Meret e Abba Garima, che 
rinchiudono la conca di Adua. 



Capitolo X\L 101 



Tra questi due ordini di monti e le loro di- 
ramazioni, intersecate da vallate e ruscelli de- 
clinanti ai due bacini predetti, in un suolo irto 
e frastagliato, adatto agli agguati ed agli aggira- 
menti, di diffìcile percorso e sconosciuto per le 
truppe bianche, conosciulissimo e senza ostacoli 
per le agilissime abissine, dovevano svolgersi 
le fasi dell'epica lotta. 

Secondo rintenzione del Comandante in capo, 
le tre colonne di marcia avrebbero dovuto di- 
rigersi sulla linea di posizioni formata dai monti 
Semaiata, Raio ed Esciasciò a 24 km. da Saurià, 
ed occupare i due colli laterali all'ammasso 
centrale (Raio) chiamati da Baratieri l'uno (a 
sud) Ghidane Meret, e l'altro (a nord) Rebbi 
Arienni. 

La marcia prosegui per buon tratto nel mas- 
simo ordine; lo spirito delle truppe era eccel- 
lente, la luna splendida rischiarava e facilitava 
il cammino. 

Ma dopo la mezzanotte si verificò un disvio 
della brigata indigeni la quale venne improv- 
visamente a trovarsi in testa e sulla stessa via 
delle due brigate centrali, incagliandole. Alber- 
tone fu sollecito a rimettersi sulla buona via, 
ma nell'eccelerare il passo perdette il contatto 
colle altre brigate, e non lo potè più riacqui- 
stare. 

Avvenne cosi che mentre queste riprendevano 
la marcia incagliata verso le loro posizioni, 
egli poco dopo le 3 era già arrivato al colle a 
sud del Raio. Quivi Albertone sostò alquanto 



102 Capitolo XVI . 

per aspettarvi l'arrivo delle altre brigate che 
erano assai indietro; poscia impressionato dal 
proprio isolamento e dall'aver saputo da indi- 
geni che quello non si chiamava il colle Chi- 
dane Meret, come appunto non era, ma che 
detto colle stava invece più avanti ancora di 
circa 6 Km., presso la conca d'Adua, egli fini 
per avanzare a quella volta. 

Questo equivoco di nome e questa mossa fa- 
tale, sulla cui responsabilità pendono ancora 
vari giudizi, furono le cause principali che con- 
dussero al disastro; perchè mentre le due co- 
lonne di destra verso le 6 arrivavano col quartier 
generale alle posizioni loro assegnate intorno 
al Raio, quella di Albertone invece si era già 
spinta per circa 5 Km. più avanti, ed il suo 
battaglione d'avanguardia (magg. Turitto) aven- 
dola preceduta pel vero colle Ghidane Meret, 
era già penetrato nella conca d'Adua, donde il 
nemico preavvisato, era già pronto ad aspettarlo 
e lo accoglieva a fucilate. 

Cosi aveva principio la fatale battaglia d'Adua 
del 1" marzo 1806. 



* * 



Quando Albertone, uditi i primi spari, s' ac- 
corse che il suo primo battaglione si era im- 
pegnato contro il nemico, non volle avventu- 
rarsi a seguirlo nella conca d'Adua, ma gli 
mandò ordine di ritirarsi e si dispose a soste- 
ìierlo, schierandosi colla sua brigata a circa 2 
Km. al di qua del colle. 



Capitolo XVL 103 



La lotta oltre questo si fece in breve tempo 
assai viva; e per oltre un'ora il bravo Turitto 
tenne testa con successo a forze nemiche di 
molto superiori alle sue; ma poi aumentando 
sempre gli avversari, fu costretto a cedere e a 
l'itirarsi, combattendo, sotto un fuoco micidia- 
ìissimo sul grosso della brigata. 

Questa fu sollecita ad aprire il fuoco contro 
la massa degli inseguenti e T arrestò al colle; 
ma non potè impedire che dei nuclei d'audaci 
abissini, approfittando delle boscaglie e delle si- 
nuosità del suolo, si lanciassero all'inseguimento 
dei feriti e degli sbandati del vinto battaglione, 
sospingendoli verso il Raio, ove portavano l'al- 
larme ed una triste impressione tra le truppe 
delle altre brigale. 

Malgrado ciò la nostra brigata indigeni, con 
un fuoco formidabile di fucileria e d'artiglieria 
apporta la strage nelle file nemiche e verso le 
ore le costringe, decimate, ed in preda al 
panico, ad iniziare un movimento di ritirata. 

Incoraggiato da questo primo successo. Alber- 
lone stava già per prendere l'offensiva, quando 
dai monti laterali al colle apparvero due grandi 
valanghe nemiche che si diedero ad urtare ed 
aggirare le ali della brigata, spingendosi fin 
contro il Raio e contro il Semaiata ; e poco dopo 
anche dal colle Chidanc Meret ritornavano sui 
loro passi, grandemente rinforzate, lo truppe già 
respinte. 

All'urto improvviso di tante forze, la brigala 
indigeni oppone un'accanita resistenza, e si di- 



104 Capitolo XVI . 

fende con estremo valore; le batterie producono 
degli squarci tremendi nelle file scioane ed i 
battaglioni contrattaccano spesso alla baionetta. 
Ma le forze nemiche sono dieci volte maggiori, 
né dalle altre truppe italiane, Albertone, seb- 
bene li abbia chiesti, vede arrivare rinforzi. 

A poco per volta l'eroica brigata, bersagliata da 
tutte le parti si assottiglia e s'indebolisce, per- 
dendo gran parte de' suoi ufficiali e di combat- 
tenti. Finalmente verso le 10 Albertone, viste 
ormai disperate le cose, dà l'ordine della ritirata. 

Se non che in causa dell'aggiramento nemico, 
questa avviene in disordine, ed i riparti in dis- 
soluzione sono travolti verso il Raio, lasciando 
sul campo Albertone prigioniero, la maggior 
parte degli ufficiali e della truppa bianca, e 
buona parte anche di quella indigena tra i morti, 
nel mentre che le due batterie bianche, le cosi 
dette siciliane, incaricate di proteg^-ere la riti- 
rata, si votano ad uno ai più eroici sacrifici 
che ricordi la storia, e anche le altre due in- 
digene, non meno eroiche, soccombono semi- 
distrutte, preda al vincitore. 



» » 



Le prime fucilate della brigata indigeni, fu- 
rono udite da Baratieri e dalle altre brigate 
italiane raccolte dietro il Raio e dietro il Rebbi 
Arienni verso le ore 6. 

Ma il Comandante in capo le ritenne avvi- 
saglie di pattuglie e non vi diede gran peso; e 



Capitolo XVI. 105 



sebbene fosse privo di collegamento con Alber- 
tone, si limitò a farlo ricercare senza ordini 
positivi di retrocedere presso il Raio. 

Facendosi però più insistenti gli spari, Bara- 
tieri verso le 6^/4 decise di mandare in soccorso 
di Albertone la brigata' Dabormida. 

Questa avanzò oltre il Rebbi Arienni, ma igno- 
rando la vera posizione di Albertone, invece di 
appoggiare a sinistra, fu attratta dalle condi- 
zioni del suolo e dallo svolto della via, ad ob- 
bliquare verso destra e ad internarsi nella lon- 
tana valle di Mariam Sciavitù nel cui fondo 
sboccante nella conca d'Adua venne poi, com- 
pletamente isolata, ad incontrare il nemico verso 
le ore 9. 

Frattanto Baratieri aveva fatto avanzare sul 
Rebbi Arienni la brigata Arimondi e dietro i 
suoi fianchi sud est la riserva; ma gli spari 
laggiù verso il colle Ghidane Meret si facevano 
più fìtti e dimostravano che ormai tutta la bri- 
gata indigeni era impegnata. 

Finalmente verso le 8, Baratieri che non vo- 
leva decidersi a far ritirare la brigata Alber- 
tone (1), mosse colla brigata Arimondi ad occu- 
pare i fianchi sud ovest del Raio ed una linea 
di alture antistanti di circa mezzo km., detti 
monti Belàh, disponendo sui fianchi del Raio e 
sul pendio meridionale dei Belàh il reggimento 
Brusati, sulla destra, lungo le alture, il reggi- 



ci) Vi si decìse soltanto alle 9, quando era troppo tardi! 



106 Capitolo XVI. 

mento bersaglieri Stevani ed al centro Tarli- 
glieria. 

Queste truppe erano ancora in movimento 
quando apparvero i primi feriti e sbandati della 
brigata indigeni inseguiti da audaci stormi di 
nemici che li sospingevano contro il Raio. 

La brigata Arimondi apri subito il fuoco, e 
sebbene avesse un campo di tiro limitato dal 
terreno coperto e sinuoso, potè arrestare al- 
quanto l'inseguimento del nemico. 

Però indi a poco vennero a riversarsi contro 
il Baio le due grandi masse scioane discese dai 
fianchi del colle Ghidane Meret, e crebbe la lila 
(lei feriti e sbandati della brigata indigeni, tra- 
scinandosi dietro dei nuclei di nemici che rié- 
scirono ad annidarsi nel vallone antistante ai 
Belah e persino a girare il fianco sud del Raio. 

Invano il reggimento Brusati, l'artiglieria ed 
i bersaglieri- che hanno potuto schierarsi, fanno 
il possibile per arrestare Tonda nemica; gli 
Scioani aumentano sempre più e Baratieri é 
costretto a far avanzare dalla riserva il batta- 
glione Galliano e le 2 batterie a tiro rapido di 
Ellena. 

Man mano che si pronuncia la disfatta della 
brigata indigeni, le condizioni di quella di Ari- 
mondi si fanno più gravi: ed anche la brigala 
Ellena che ó in riserva, tra il Bebbi Arienni ed 
il Baio, è costretta ad impegnarsi contro il ne- 
mico fronteggiante ed aggirante, nonché contro 
quello già penetrato a tergo del Baio nell'inse- 
?uirc ali indifl:eni di Albertone. 



Capitolo XVL 107 

Verso le IOV4 uno sperone suirestrema destra, 
a nord-ovest dei Belàh viene occupato di sor- 
presa dal nemico saliente dalla valle, e ne resta 
minacciato il fianco delle altre truppe schierate. 
Invano s' oppongono i colonnelli Stevani e 
Nava, mandando il 2» battaglione bersaglieri ed 
il 15» battaglione fanteria a rioccupare lo spe- 
rone predetto; ne succede un terribile macello 
e lo sperone resta in mano del nemico. 

Sulla sinistra intanto arrivano i rinforzi chiesti 
e si lotta con successo; il reggimento Brusati 
e le tre batterie resistono bravamente, ed anche 
i bersaglieri, malgrado Tinfelice loro posizione, 
l'anno del loro mei^lio. 

Tuttavia le sorti volgono a male, specialmente 
dopo che il battaghone indigeni Galliano si é 
lasciato impressionare dagli altri di Albertone 
in ritirata e perchè sullo sperone di Belàh il ne- 
mico si addensa sempre più e bersaglia in tutte 
le direzioni le nostre truppe. 

La disfatta della brigata indigeni attrae final- 
mente contro le due brigate centrali tutta Tin- 
lera massa scioana, ed allora anche queste si 
trovano ridotte in critiche condizioni. 

Contro le deboli e già isconnesse file dei nostri 
s'avventa una valanga 20 volte maggiore, che 
preme, accerchia, bersaglia e s'addentra da tutte 
lo parti; Baratieri fa avanzare le ultime cinque 
compagnie della riserva, per opporsi air urlo 
supremo; ma ormai non può più rimediare al 
terribile disastro; e verso le 12 è costretto a 
ordinare la ritirata. 



108 Capitolo XVL 

Un trambusto fatale succede allora tra le 
nostre truppe; cadono a centinaia le vittime, e 
fra esse il generale Arimondi e gran parte degli 
ufficiali; restano in potere del nemico tutte le 
artiglierie, e per colmo di sventura, in causa 
dell'aggiramento pronunciatosi a tergo del Raio. 
resta preclusa la via di ritirata naturale verso 
Saurià. 

Protegge questa per qualche tempo, resistendo 
alla ruina con ammirabile sacrificio, presso il 
colle Rebbi Arienni, il glorioso 4° reggimento 
di Romero; ma alfine anch'esso, perduti il suo 
strenuo comandante e metà dei combattenti, è 
rotto e travolto. 

Allora i tristi avanzi delle due brigate cen- 
trali, inseguiti e circondati da tutte le parli, 
sono costretti ad aprirsi una via di scampo verso 
nord-est lungo il triste vallone di Jehà, dove, 
aspettati al varco, ne succede efferrato macella 
e donde, tra continue lotte e rappresaglie di 
nemici ed insorti, tra mille perigli e disagi, ben 
pochi poterono giungere in salvo entrò i vecchi 
confini della Colonia. 



* 



Si è già detto che Baratieri verso le Q^jr' 
faceva avanzare la brigata Dabormida oltre 
il Rebbi Arienni, perché desse una mano ad 
Albertone, e che tale brigata invece di obliquare 
verso sinistra fu attratta fatalmente verso destra 
nell'ampia valle di Mariam Sciavitù. 



Capitolo XXL 100 

In questo suo movimento la brigata si era 
falla precedere dal battaglione di milizia mobile. 
del maggiore De Vito, che avanzandosi pei monti 
(li sinistra (sud) della predetta vallata (Derar e 
Nasraui), si era spinto fino quasi nella conca Hi 
Adua. 

Ma anche questo battaglione, come quello di 
Tiiritto, veniva ad urtare isolato -contro grandi 
masse nemiche quivi già in moto contro la bri- 
gata indigeni, e dopo breve resistenza era co- 
stretta a ritirarsi, travolto e semidistrutto. 

Dabormida si era appena soffermato colla 
brigata sul principio della valle, quando dal ru- 
more delle fucilate si accorse che la sua avan- 
guardia si era impegnata contro il nemico. 

Senza perdere tempo egli ordinò subito al 
colonnello Ragni di salire con 6 compagnie del 
> reggimento sul versante di sinistra della valle, 
e questi arrivò in tempo per raccogliere gli 
avanzi del battaglione De Vito, ed arrestare il 
nemico inseguente. 

In pari tempo Dabormida disponeva che le 
altre 6 compagnie del 3° reggimento, il 6° regg. 
Ai paghi e le tre batterie, prendessero posizione 
di battaglia sul fondo della valle, lasciandone 
parte in riserva, e parte schierandole in linea 
sulla destra del colonnello Ragni. 

Sopra un monte a tergo della valle si appo-, 
stava frattanto il 4^ battaglione (De Amicis) già 
distaccato dalla brigata Arimondi, a guardia 
del suo fianco destro, ed un'altra compagnia 
d'indigeni, egualmente distaccata da detta bri- 



110 Capitolo XVI. 

gaia, secondava il movimento in avanti sulla 
.destra. 

In breve verso lo sbocco della valle nella 
conca di Adua cominciano ad apparire ed a 
schierarsi forti nuclei di nemici con numerosi 
cavalli, che nascondendosi fra l'erbe e dietro gli 
speroni delle alture laterali, con sbalzi in avanti 
si diedero a minacciare le nostre truppe. 

Dabormida li aspettò di pie fermo favorendo 
la loro avanzata insidiosa ; e quando finalmente, 
giunti a tiro, essi si slanciavano urlando all'as- 
salto dei nostri, egli li accolse. con una formi- 
dabile scarica di fucileria ed artiglieria, costrin- 
gendoli a ripiegare precipitosamente verso il 
fondo della valle. 

Questo primo successo della brigata apportò 
un'indicibile entusiasmo fra i nostri, che ne 
trassero auspici di vittoria. 

Infatti il nemico si mantenne per qualche 
tempo più in guardia, protetto dall'erba, dalla 
distanza e dai contraftbrti laterali scendenti alla 
valle. 

Frattanto i gravi eventi che succedevano nelle 
altre brigate vennero a minacciare la linea di 
ritirata di quella Dabormida, ad isolarla com- 
pletamente ed a minacciare persino nel monte 
di Esciasciò sovrastante al principio della valle 
il 4" battaglione De Araicis. 

Questo, che aveva iniziato un movimento per 
secondare in avanti la brigata Dabormida, do- 
vette ritornare sui suoi passi per coprire h' 
spalle della brigata stessa e sostenere un fiero 



Capitolo XVI . Ili 



combattimento con grossi stormi nemici prove- 
nienti dai Rebbi Arienni. 

Dabormida mandò in suo aiuto 3 compagnie 
del Vò^ battaglione e il monte fu rioccupato e 
mantenuto. 

Gessate le preoccupazioni per questo incidente, 
la brigata attese a tener fronte al nemico che 
aumentava sempre più e che verso il mezzo- 
giorno raddoppiò di energia ed assunse un con- 
tegno minaccioso. 

Verso le 13 si pronuncia finalmente un forte 
attacco nemico; ma la bella brigata non si perde 
d'animo, e con ardore e disciplina, soggiogata 
dall'ascendente morale che esercitano il suo 
duce ed i due colonnelli Airaghi e Ragni, lan- 
ciandosi da tutte le parti alla baionetta, ricac- 
cia gli abissini in fuga verso la conca d'Adua, 
decimandoli col fuoco e colla lotta corpo a 
corpo. 

È un novello trionfo che fa più viva la spe- 
ranza della vittoria finale, ma pur troppo non 
doveva essere che passeggero. 

Ecco che la disfatta delle brigate centrali e di 
sinistra riversa contro la valle le masse nemi- 
che vittoriose del Raio e del Rebbi Arienni; ed 
il 40 ed il 130 battaglione sul tergo, e le truppe 
di Ragni sulla sinistra e perfino quelle indigene 
sulla destra cominciano ad essere assalite da 
grossi stormi aggiranti, mentre più fìtto si fa 
il nemico anche verso il fondo della valle. 

Il terribile avvenimento costringe Dabormida 
a rivolgere le sue truppe su varie fronti di coni- 



112 Capitolo XVL 

battimento ed a salvaguardare una seconda via 
di ritirata che rimane ancor libera sul lato de- 
stro della vallata, lungo un' altra valletta ad 
imbuto saliente ai monti d' Esciasciò, facendo 
ritirare presso lo sbocco di questa e intorno ad 
un'altura a cono adiacente Tarticrlieria ed altri 
riparti di scorta. 

Si impegna una terribile zuffa; Ragni dai 
monti di sinistra convergendo a sud s* oppone 
alle masse del Mai Avollà e del Raio, Airaghi 
dal fondo della valle urta e ricaccia i nemici 
che si avanzano dal suo sbocco; a tergo il 4*^ 
ed il 13^ battaglione lottano per sbarrare la via 
del Rebbi Arienni ed al centro presso Taltura a 
cono Tartiglieria ed altri riparti sparsi qua e 
la, con tremende scariche cercano di rompere 
il cerchio terribile che li avvolge. 

Malgrado gli sforzi disperati ed i miracoli di 
valore che ufìfìciali e truppe compiono, malgrado 
i ripetuti assalti che fanno sempre rivoltare le 
schiere nemiche, le condizioni della gloriosa 
brigata si fanno di momento in momento più 
critiche, cosi che alle ore 16 Dabormida, co- 
nosciutosi ormai isolato e privo di notizie e di 
ordini del comando in capo, è costretto a prov- 
vedere alla ritirata. 

Ma prima vuol prepararla con un ultimo as- 
salto che tenga in rispetto il ne/nico. 

Postosi alla testa di tutte le truppe che lo at- 
torniano ed agitando colla mano destra Telmetto 
levato in alto, egli le trae impetuosamente alla 
baionetta, e per un'ultima volta riesce a scom- 
paginare il nemico. 



Capitolo XYI. 113 



Appi'ofittando del largo fatto, ordina allora la 
ritirata e la fa iniziare dal 3<* reggimento e dal- 
l'artiglieria, mentre il &^ reggimento (Airaghi) 
è incaricato di rimaner fermo a proteggerla. 

Ad uno ad uno i vari riparti si incolonnano 
per la valletta ad imbuto e sul pendio dei monti 
Esciaseiò, mentre Airaghi dal basso ed il 4<^ ed 
il 13^ battaglione dall'alto provvidenzialmente 
resistono ancora. 

L'artiglieria nella salita può appostare ancora 
per due volte i suoi pezzi che fulminano il ne- 
mico, e la ritirata dura per qualche tempo 
ancora ordinata. 

Ma finalménte anche il &^ reggimento deve 
seguire il 3^ ed il nemico, preso animo, si av- 
venta ai fianchi ed aWa coda della vinta brigata 
producendovi la strage e la dissoluzione. 

Dabormida, Airaghi, De Amicis, e la mag- 
gior parte degli ufficiali cadono sul campo, i 
battaglioni perdono la metà dei loro combattenti, 
le artiglierie, orbate di ufficiali e di quadrupedi, 
divengono preda al nemico, ed il triste spetta- 
colo di vani sforzi e di efferate crudeltà, prostra 
gli animi ed affievolisce la resistenza. 

Sopraggiunta la sera ed un provvido acquaz- 
zone cessarono gli estremi conati della gloriosa 
brigata, ed i miseri avanzi, laceri, insanguinati, 
fra mille stenti e mille peripezie seguirono la 
sorte degli altri riparti in ritirata, cercando 
scampo in varie località della vecchia colonia. 



Mblli. 8 



114 Capitolo XVI. 






Gli Abissini inseguirono i superstiti del corpo 
di operazione per non più di 10 o 15 Km., poscia 
questi furono abbandonati a loro stessi ed alle 
feroci rappresaglie delle popolazioni insorte, 
che avvertite dall'accensione di grandi fuochi 
su tutte le alture, accorrevano dai dintorni a 
molestare proditoriamente in mille modi, ed as 
sottigliare sempre più il numero dei superstiti. 

Mentre poi il grosso deiresercito scioano so- 
stava a tripudiare sul campo di battaglia, com- 
mettendovi ogni sorta di eccessi e di barbarie, 
stormi di fanti e cavalieri, unitamente ai ribelli 
dell'Agame davano l'assalto alle salmerie del 
corpo d'operazione raccolte dietro il colle di Zalà. 

Quivi erano concentrate tutte le riserve, vet- 
tovaglie e materiali diversi che ancor rimane- 
vano alle truppe in prima linea, ed erano guar- 
dati da circa 250 uomini regolari, mentre 250() 
conducenti tra italiani e indigeni in parte di- 
sarmati con qualche migliaio di quadrupedi, cer- 
cavano di riattivare il servizio di rifornimento. 

Il maggiore Angelotti, che comandava le sal- 
merie, appena ebbe sentore della disfatta, fece 
schierare a difesa le poche truppe combattenti e 
cercò di organizzare la resistenza anche coi con- 
ducenti; ma la maggior parte degli indigeni già 
stanchi e sfiduciati da parecchi giorni, si ribella- 
rono, e con un tafferuglio tremendo, facilitando 
rinvasione dei nemici, si diedero alla fuga coi 



Capitolo XVL 115 



loro quadrupedi, devastando ed asportando le 
vettovaglie. 

Lo scompiglio prodotto da questa ribellione 
e r ingrossare dei nemici intorno, nonché la 
diffusa notizia del deviamento del corpo d'ope- 
razioni in ritirata, costrinsero il bravo maggiore 
a tentare la ritirata verso Mai Maret, quivi 
sperando essere soccorso dal reggimento Di 
Boccard; ma nel compiere il movimento fu as- 
salito da tutte le parti dai ribelli e dai nemici 
e dovette perdere uomini e quasi tutto il carico. 

Ne potè avere alcun aiuto dal reggimento Di 
Boccard il quale^ essendo rimasto senza notizie 
fino al mezzogiorno del 2, temendo di venire 
isolato e bloccato dal nemico, si era già riti- 
rato da Mai Maret verso Adi Caie; cosiché 
Angelotti dovette seguirne le orme, perdendo 
poco per volta il rimanente. 

Rimaneva ancora neirAgamè il presidio di 
Adigrat comandato dal maggiore Prestinari, al 
quale Di Boccard aveva proposto lo sgombro 
e la ritirata insieme; proposta che non fu ac- 
cettata in riguardo all'ingente numero di feriti 
che esistevano nel forte e che non si volevano 
abbandonare. 

Intanto i superstiti delle brigate disfatte scissi 
in vari drappelli dagli incidenti della ritirata e 
dalla poca conoscenza delle strade, si racco- 
glievano sulla linea — Adi Ugri, Mai Haini e 
Adi Gaie — ove si riduceva pure il comando 
in capo e donde veniva telegrafato all' Italia 
la tremenda catastrofe. 



iì(> Capitolo XVI. 



* 
» * 



La battaglia d'Adua costò airitalia la morte 
(li 4.600 uomini bianchi, compresi i generali Da- 
bormida e Arimondi, i colonnelli Romero e Ai- 
raghi e 267 ufficiali; e di circa 2.000 indigeni, 
la prigionia di circa 1.500 dei primi (conapresi 
il generale Albertone, il colonnello Nava ed una 
cinquantina d'altri ufficiali) e di circa 500 dei 
secondi; un numero di feriti non inferiore ai 
2.000 compresi 408 indigeni fatti prigionieri e 
barbaramente mutilati della mano destra e del 
piede sinistro, e costò infine la perdita di 56 
pezzi di artiglieria, di cinque o seimila fucili, 
di molte munizioni, vettovaglie, di tutte le sal- 
merie avanzate, e di circa 1.500 quadrupedi. 

Ma anche al nemico costò perdite enormi. 
Secondo le testimonianze più autorevoli di co- 
loro che poterono constatare le condizioni del- 
l'esercito scioano dopo la battaglia, e secondo 
le affermazioni dello stesso Negus e dei rap- 
presentami esteri allo Scioa, risulta ormai pie- 
namente accertato che gli Abissini perdettero 
ad Adua non meno di 7.000 morti tra i quali il 
celebre ras Gabejù e molti altri grandi capi, e 
che vi ebbero non meno di 10.000 feriti. 

Questi risultati micidiali da ambe le parti 
danno alla battaglia d'Adua un tale carattere 
di grandezza e di serietà che non ha confronto 
in nessun altro fatto d'arme coloniale. 

Nessun esempio infatti offre la storia di un 



Capitolo XVI. 117 



piccolo corpo di truppe come il nostro che ab- 
bia tenuto testa per tante ore ad un esercito 
nemico cosi numeroso come era quello scioano 
ad Adua, e che pur restandone sopraffatto, abbia 
tuttavia potuto produrre su esso delle perdite 
cosi enormi e superiori alle proprie. 

Errarono dunque coloro che, come Baratieri, 
incolparono le nostre truppe di poca resistenza, 
solo perché in 17 contro 100 e mal condotte non 
poterono vincere. 

Per avere una misura del valore spiegato dai 
nostri soldati, basti il notare essere ormai un 
assioma dell'arte militare che nessuna truppa 
può oltre resistere al fuoco quando abbia per- 
duto il 25<^/o dei proprii combattenti, e che mentre 
nelle più onorate sconfìtte che ricordi la storia 
la percentuale dei morti e feriti si aggirò quasi 
sempre intorno a quella predetta, nella nostra 
di Adua la si superò del doppio, arrivando a 
più del 50 o/o. 

Ne si dica che le nostre trupp^; subirono tali 
grandi perdite solamente in ritirata; la rela- 
zione del tenente colonnello Arimondi che andò 
poi colle compagnie del genio a dar sepoltura 
ai morti può smentirlo. 

Intorno al Raio, ai Belàh e al Rebbi Arienni, 
presso Addi Vecci e nella valle di Mariani Scia- 
vitù, cioè sulla prima linea di combattimento 
furono trovati la maggior parte di cadaveri cosi 
riuniti che sembravano ancora schierati in bat- 
taglia; ed anche sulla linea di ritirata pel val- 
lone di lehà tratto tratto dove il terreno offriva 



118 Capitolo XVL 



buona posizione di difesa, altre numerose salme 
di eroi giacevano tra bossoli ed invogli di car- 
tucce, indubbio segno di disperata resistenza. 
La sconfitta d'Adua non si deve già attribuire 
al poco valore delle nostre truppe, ma piuttosto 
a quella temeraria decisione che trasse un pic- 
colo corpo di 17.000 uomini contro 100.000 ag- 
guerriti nemici, e forse anche esclusivamente 
a quegli altri malaugurati incidenti che fecero 
scindere il piccolo corpo predetto in tre parti 
slegate e isolate e le esposero ad una ad una a 
lottare e ad essere sconfitte contro l'intero eser- 
cito nemico in tre distinti momenti ed in tre 
separate località. Nessun'altra truppa, anche la 
più agguerrita del mondo, posta nelle condizioni 
della nostra, avrebbe potuto fare di più. 



CAPITOLO XVII. 



Conseguenze della battaglia d'Adua in Italia. — 11 ministero 
Di Rudini. — Baldissera nella Colonia. — Trattative di 
pace col Negus. — Sua ritirata. — I Dervisci in campo. 

— Stevani libera Kassala. — Monte Mocram e Tucruf. 

— Baldissera libera Adigrat ed i prigionieri italiani nel 
Tigre. — Fine della campagna. 

La notizia della battaglia d'Adua cagionò in 
Italia uno straordinario commovimento. 

La soluzione cosi disastrosa della campagna 
che aveva destato tante speranze e costato tanti 
sacrifìci, resa più lugubre da un telegramma 
di Baratieri sul contegno delle nostre truppe, 
fece succedere dimostrazioni e tumulti da un 
capo all'altro d'Italia -contro il Governo e contro 
Baratieri. 

Gli avversari della politica africana, ripreso ar- 
dire, si diedero ad invocare l'abbandono della 
Colonia, tentando perfino delle violenze per im- 
pedire la partenza di nuovi rinforzi. 

Di fronte allo scatenarsi delle passioni popo- 
lari il Gabinetto Grispi dovette dimettersi, ed il 
15 marzo gli successe quello formato dal gene- 



120 Capitolo XVII. 

rale Ricotti, che ne diede la presidenza a Di 
Rudini. 

Questi annunziò che si sarebbe proseguito 
nelle trattative di pace già aperte, subito dopo 
la battaglia, dal suo predecessore, ma per ot- 
tenere condizioni onorevoli intendeva frattanto 
continuare nelle ostilità; e chiedeva un credito 
di 140 milioni, parte per sopperire ai bisogni 
passati, e parte per provvedere ai nuovi. 

Annunziava inoltre che era suo intendimento 
di ritornare quanto prima al suo antico pro- 
gramma di raccoglimento, lasciando travedere 
anche un possibile abbandono di Kassala. ciò 
che determinò V immediata discesa in campo 
dell'Inghilterra contro il Sudan. 

Ricotti sollevò gii spiriti accasciati col riven- 
dicare altamente e giustamente Tonore delle 
truppe che avevano combattuto ad Adua, e per 
soddisfare l'opinione pubblica, deferi il Generale 
che le aveva condotte e calunniate al giudizio 
di un tribunale militare. 

Credito e programma furono approvati e la po- 

^ polazione in breve si calmò, dedicandosi con 

slancio di carità ed in unione della benemerita 

Croce Rossa a venire in soccorso dei poveri 

prigionieri. 

Frattanto il 4 marzo Baldissera era giunto a 
Massaua ed è facile immaginarsi con quale 
animo abbia appreso l'improvviso disastro, e 
raccolta la triste eredità del comando. 

Senza smarrirsi d'animo però egli si diede 
ad organizzare la difesa, mentre, come si disse, 



Capitolo XVIL 121 



d' accordo col Governo, cercava d' intavolare 
trattative di pace col Negus , servendosi del 
maggiore Salsa; e da Adi Gaie e dagli altri 
luoghi di frontiera faceva ripiegare tutte le 
truppe avanzate sulla linea Baresa, Ghinda, 
Asmara, Scichet e Auscià, dove coi superstiti 
bianchi e indigeni e colle truppe di fresco arri- 
vate dairitalia, potè in breve raccogliere una 
forza di circa 18.000 uomini. 

Senonchè Menelik, rimasto anch'esso malcon- 
cio dopo la battaglia, dopo aver accennato ad uno 
spostamento verso Entisciò, non si senti in grado 
di proseguire nell'inseguimento e fini per di- 
sporsi alla ritirata e raccogliere il suo esercito 
nel Farras Mai. 

Quivi s'abboccò con Salsa e vi ripetè le so- 
lile proposte dell'abolizione del trattato d'Uc- 
cialli, dello sgombro immediato del Tigre, e del 
riconoscimento più o meno chiaro della linea di 
confine Mareb-Balesa-Muna; ma avendo rifiu- 
tato l'immediata liberazione dei prigionieri e 
accampato pretese per mezzo di Maconnen, de- 
signato capo del Tigre, che non si erigessero 
fortificazioni entro i confini italiani, non si con- 
cluse nulla. 

D'altra parte il Governo voleva a sua volta 
imporre a Menelik di non accettare qualsiasi 
altro protettorato europeo. 

Salsa tornò presso il Negus una seconda volta 
il 16 marzo, e ne ebbe le stesse proposte scritte 
e munite del sigillo imperiale come segno del- 
l'ultima sua volontà. 



122 Capitolo XVII . 



In seguito a nuovo rifiuto di esse per parte 
del Governo italiano, vi ritornò pochi giorni 
dopo, e questa volta il Negus impazientito fini 
per richiedere indietro le sue proposte scritte, 
trattenendo Salsa, che le aveva lasciate al co- 
mando, prigioniero in mano di Mangascià. 

Erano frattanto giunte al completo le due di- 
visioni Heusch e Del Maino, nonché 3 batta- 
glioni e 3 batterie chiesti dopo la battaglia, e 
nella Colonia si aveva una forza di circa 41.000 
uomini. 

Baldissera pensò subito alla riscossa. 



4- * 



L'invasione scioana e gli eccitamenti di Man- 
gascià avevano determinato il kalifa Abdullài, 
a ritentare un colpo di mano su Kassala. 

Egli fece a tal uopo raccogliere un corpo di 
Dervisci di circa 5000 fucili e 1000 lancie nel 
Ghedaref sotto il comando dell'Emiro Admed 
Fadil, e verso la metà di febbraio lo spingeva 
verso la predetta città. 

Quivi presidiava il 2° battaglione indigeni 
(Hidalgo) con circa 1200 fucili 6 cannoni e 2 
mitragliere, e pochi altri gruppi d' indigeni e 
bande assoldate guardavano i dintorni e lungo 
la linea di Sabderat, Eia Dal, Agordat. 

L'avanguardia dei Dervisci apparve presso i 
campi coltivati di Gulusit il 22 febbraio, e poco 
appresso vi si concentrava, trincerandovisi, an-. 



Capìtolo XVIL 123 



che il grosso, che si diede a predare e razziare 
lutr intorno. 

Per parare la minaccia nemica, Bald isserà 
mentre spediva a Kassala copiosi rifornimenti 
per mezeo di una carovana di 600 camelli, de- 
stinava il colonnello Stevani con 4 battaglioni 
indigeni, ed una sezione d'artiglieria a muovere , 
in sua difesa. 

La carovana, scortata da poche truppe indi- 
gene e da bande, sebbene fosse minacciata da 
gruppi di Dervisci, spintisi l'S marzo a Sabderat, 
potè entrare felicemente entro il forte di Kassala ; 
ma avendo i nemici occupato subito dopo la gola 
di monte Mocram, donde passa la via per Keren, 
vi rimaneva bloccata. 

Incominciarono tosto le molestie contro il 
forte, e il 18 marzo si rinnovò il tentativo con 
maggior numero di nemici contro Sabderat, per 
isolare Kassala da Agordat e da Keren ; ma 
il disegno andò a vuoto. 

Verso la fine di marzo l'investimento di Kas- 
sala era completo, ed i Dervisci fortificati in 
doppi ordini di trincee e palizzate tutt* intorno 
si facevano sempre più minacciosi. 

Ma il giorno 31 marzo Stevani aveva già con- 
centrato presso Sabderat le sue truppe, e la 
sera stessa, lasciato il 6^ battaglione in retro- 
guardia, mosse su Kassala, dove, previi accordi 
con Hidalgo e schivando la gola di monte Mo- 
cram, potè alle 2 dopo mezzanotte entrare senza 
ostacoli. 

Quando poi il 6» battaglione, proseguendo di- 



124 Capitolo XVII. 

ritto fino alla gola predetta, venne verso le 3 Vv> 
ad urtare cogli avamposti nemici che Toccupa- 
vano, Stevani fece una brillante uscita dal forte 
con tutte le sue truppe, ed assalendo, al chiarore 
dell'alba, i Dervisci alle spalle, li pose «in piena 
rotta, obbligandoli a ritirarsi disordinatamente 
verso Tucruf. 

Cosi venivano riaperte le comunicazioni Ira 
Kassala e Keren e la carovana rimasta bloc- 
cata nel forte potè uscirne e ritor.iare senza 
molestie. 

Malgrado questa brillante vittoria italiana i 
Dervisci però non erano ancora debellati e si 
mantenevano minacciosi entro le vaste trincee 
e palizzate di Tucruf, a circa 3 Km. a nord 
della città. 

Per sloggiarli di là Stevani, all'indomani verso 
le 6, coi 4 battaglioni disponibili e coi 4 pezzi 
d'artiglieria, usci di nuovo dal forte e, proce- 
dendo avanti a sbalzi, si avvicinò a poco più 
di un Km. dalle trincee, e cominciò a batterle 
coll'artiglieria. 

Ne uscirono in breve due masse di Dervisci 
che dopo aver tentato un contrattacco aggirante 
sulla destra, fulminati dal fuoco dei nostri, do- 
vettero ritirarsi sconfitti verso Gulusit. 

Allora Stevani dopo aver fatto esplorare senza 
risultato le trincee, fece avanzare nuovamente 
le sue truppe per occuparle, ma altre masse 
di Dervisci che stavano ancora in agguato n*a- 
scoste, accolsero la nostra avanguardia con tale 
scarica di fucileria da obbligarla insieme al 

'osso a ritirarsi. 



Capitolo XVI L 125 



In pari tempo degli stormi di cavalleria Bag- 
gàrà minacciavano i nostri alle spalle. 

Stevani, riordinati i suoi in posizione più si- 
cura, riaprendo il fuoco, ridusse al silenzio lo 
trincee e disperse in breve la cavalleria nemica ; 
quindi si ritrasse ordinatamente nel forte. 

Questa giornata di Tucruf costò gravi perdite 
ai nostri, ma ebbe un risultato finale più de- 
cisivo di quello dei giorni precedenti, perché, i 
Dervisci rimasti malconci nella lotta, nei giorni 
successivi dovettero togliere V assedio a Kas- 
sala e ritirarsi precipitosamente verso TAtbara. 

L'assedio e la liberazione di Kassala costa- 
rono ai nostri 2 morti e 20 feriti nel forte, 20 
morti e 35 feriti in altre isolate operazioni 
esterne, e 127 morti e 281 feriti nelle giornate 
del 2 e 3 aprile, V4 dei quali circa in quella di 
Tucruf. 

I Dervisci vi perdettero non meno di un mi- 
gliaio di uomini. 

Stevani avrebbe voluto proseguire a fondo 
l'impresa contro i Dervisci ed inseguirli, ma fu 
impedito da Baldissera, che meditando o pre- 
vedendo non lontano un abbandono di Kassala 
e la sua annessione air Inghilterra, non volle 
oltre arrischiarsi. 

Cosi, Stevani dopo aver disposto pel cambio 
del presidio del forte, e distribuita la truppa 
occorrente lungo la via da Kassala a Keren, 
fece ritorno colle sue forze presso il corpo prin- 
cipale. 



126 ' Capitolo XVIL 



* 



Intanto le sagge disposizioni di Baldissera 
miravano a trar profitto delle ingenti forze che 
r Italia aveva mandata nell'Eritrea, ed a li- 
berare il presidio di Adigrat minacciato dai 
ras tigrini. 

Formato un corpo d'operazioni di circa 17.000 
uomini in due divisioni (Del Maino e Heusch) 
e 4 brigate (Bisesti, Barbieri, Gazzurelli e Massa) 
nei primi d'aprile iniziò il suo movimento in 
avanti riducendosi il 12 con tutto il corpo d'o- 
perazioni ad Adi Caie. 

Quivi sostò alquanto costrettovi dalla penuria 
dei viveri e dell'acqua, e potè solo riprendere 
il movimento verso la fine di aprile. 

Poscia Baldissera fece fare una dimostrazione 
dal colonnello Paganini con circa 2200 uomini 
su Adua, allo scopo di distrarre le forze tigrine 
assedianti Adigrat; e quando questo movimento 
fu iniziato e secondato con altre finte minacce 
di riparti e bande scorazzanti sulla destra, il 
2 maggio avanzò colle due divisioni ordinata- 
mente fino a Barakit, donde poi fra continue 
scaramucce di avamposti con ribelli, il 3 pro- 
cedette, manovrando come in piazza d' armi, 
per la pianura di Gullabà, ed il 4 arrivò a 
Kerseber ed a Legat in vista del forte di 
Adigrat. 

La marcia improvvisa di Baldissera scon- 



Capitolo XVIL 127 



certo Mangaseià e ras Sebath e la dimostra- 
zione di Paganini attrasse ras Alula su Adua, 
indebolendo intorno ad Adigrat le forze tigrino, 
che si tennero al largo senza combattere. 

Cosi Baldissera il giorno 4 stesso si mise in 
comunicazione con Prestinari nel forte. 

La fortunata impresa rinovellò la speranza 
di rivincita del 1° marzo, ma il Governo, in- 
tento a trattare la pace e la liberazione dei 
prigionieri, non solo si oppose a tentare nuove 
avventure ma ordinò lo sgombro di Adigrat ed 
il rimpatrio delle truppe. 

Prima però Baldissera volle trar profitto 
della sua impresa intimando ai ras tigrini, sotto 
minaccia di fiere rappresaglie, la consegna dei 
prigionieri italiani trattenuti nel Tigre; ed ac- 
compagnando le sue intimazioni con severi 
esempi di rigore contro i ribelli, riusciva in 
breve ad ottenere da Mangaseià e dagli altri 
ras la restituzione del maggiore Salsa, di altri 
7 ufficiali e 109 uomini di truppa prigionieri, 
nonché il permesso di far seppelire i morti d'A- 
dua nel campo di battaglia. 

Adigrat fu ceduto a Mangaseià il 18 maggio 
e subito dopo il corpo d'operazioni tornò al di 
qua della linea Mareb-Belesa-Muna, donde poi 
in gran parte rimpatriò. 

E cosi ebbe termine la campagna d'Africa del 
1895-96. Gli sforzi fatti dall'Italia furono grandi, 
ma slegati e sconnessi e contrastati da errori; 
cosicché oltre al sangue sparso, si ebbe grave 
danno economico e morale* 



128 Capitolo XML 

La maggior responsabilità fu aggiudicata al 
generale Barattieri che sottoposto a processo 
presso il tribunale militare delFAsmara, fu tut- 
tavia assolto da ogni imputazione delittuosa e 
soltanto dichiarato inetto all'alta carica soste- 
nuta. 



CAPITOLO XVIII. 



Trattative di pace e per soccorrere e liberare 1 prigionieri. 
Missioni Warsowiz, Macario e Nerazzini — Convenzioni 
col Negus. — Ritorno dei prigionieri. — La quistione 
dei confini insoluta. — Cessione di Kassala agli Inglesi. 
— Vittoria di costoro sul Kalifa. — Il Mahdismo di- 
strutto. — Ultime vicende eritrèe ed etiopiche. — Il go- 
vernatore Martini. 

Intanto che nell'Eritrea fervevano le opera- 
zioni di guerra contro i Mahdisti e contro i ras 
tigrini, il negus Menelik, pressato dalla fanne, 
indebolito dalle gravi perdite subite e spinto 
dairimminenza delle pioggie, si ritirava a grandi 
marcie verso lo Scioa, lasciando troncate le 
trattative di pace con V Italia, e trascinandosi 
dietro oltre 1500 prigionieri. 

La sorte di costoro aveva commosso tutta 
la nazione, e fatto vibrare le corde della ge- 
nerosità e della carità in tutti i cuori. 

Per cura di un comitato di signore presieduto 
dalla marchesa di Santa Fiora, dama d'onore 
di S. M. la Regina, e della benemerita Croce 
Rossa, si raccolsero nel regno e fuoi'i, dei vi- 

Melli. 9 



130 Capitolo XVIII. 



stosissimi soccorsi, e si impresero tosto le pra- 
tiche per farli pervenire ai prigionieri. 

La Croce Rossa raccolse Tingente somma di 
L. 1.752.181,62 di cui circa una metà tra i con- 
nazionali all'estero. 

Il predetto comitato inviò una missione al- 
THarrar guidata dal prete polacco Warsowiz 
Rey, la quale dopo lunghe fatiche e dolorosi 
incidenti, primo del quale la morte del capo. 
sostituito dal prete Oudin, il 14 agosto 1896 potè 
giungere in detta località, e quindi far pervenire 
ai prigionieri i primi soccorsi dell' Italia. 

La Croce Rossa, già benemerita per gli aiuti 
prestati alle truppe eritree durante tutta la 
campagna 95-96, cercò di compiere la sua mis- 
sione secondando l'opera diplomatica del Go- 
verno. 

Intanto anche il Sommo Pontefice si interes- 
sava dei prigionieri e mandava ad intercedere 
per la loro liberazione l'inviato pontificio Mon- 
signor Macario, il quale giungeva nell'agosto 
stesso presso il Negus ad Addis Abeba ; ma non 
poteva ottenere che dei grandi segni di defe- 
renza personale per sé e pel Pontefice. 

Cessate le ostilità nel Tigre, anche il Governo 
italiano si mosse; e dopo aver fatto preparare 
terreno presso il Negus per mezzo dell'ing. Ilg, 
ripartito per lo Scioa, disponeva per l'invio a 
quella volta del generale Valles in missione 
speciale, per trattare la pace e la liberazione 
dei prigionieri. 

Senonchè il predetto Generale fu poi soffer- 



Capitolo XVI IL ^ 131 

malo a Massaua, ed in sua vece fu delegato 
allo Scioa il maggiore Nerazzini (che si trovava 
i^ià in viaggio) munito dei più ampi poteri per 
le trattative predette. 

Nerazzini arrivò ad Addis Abeba il 3 ottobre 
e trovò il Negus già ben disposto, cosi che il 
giorno dopo potè con lui concludere due con- 
venzioni speciali, runa contenente i prelimi- 
nari di pace, Taltra la liberazione dei prigio- 
nieri. 

Circa la pace, fu convenuta l'abolizione del 
Trattato d'Uccialli ed il riconoscimento dell'in- 
dipendenza dell'Etiopia, nonché la concessione 
provvisoria all'Italia della linea di confine del 
Mareb-Balesa-Muna, fino ad ulteriori pratiche 
di delimitazione da farsi di comune accordo 
entro un anno. 

Relativamente ai prigionieri fu convenuta la 
loro liberazione per la via dell'Harrar; fu per- 
messo alla Croce Rossa di venire ad incontrarli 
fino alla predetta città, e si lasciò arbitro il Go- 
verno di fissare l'indenizzo a Menelik pel loro 
mantenimento, che fu poi pagato, dicesi, nella 
somma di 10 milioni. 

Il paese ed il Governo sanzionarono l'opera 
del Nerazzini ed i prigionieri, a scaglioni, dal 
dicembre 1896 al marzo 1897, fecero ritorno in 
patria (1); ma cessate le preoccupazioni per 
essi, rimaneva quella per gli incerti confini, che 
lasciavano ancora aperti i dissidi con Me- 
nelik. 



(1) li numero dei prigionieri tornati dallo Sdora fu di 1588. 



132 Capitolo XVIII. 



Ricominciarono le critiche e le lamentanze» 
rese più acute dagli effetti deprimenti dell'in- 
fausta campagna che facevano sentire mag- 
giormente il disagio economico e politico della 
nazione. 

Allo sforzo degli animi segui per legge na- 
turale un periodo di prostrazione, e si discusse 
perfino l'abbandono di tutto l'altipiano mentre 
si facevano pratiche coiringhilterra per resti- 
tuirle Kassala. 

Affrettò questa risoluzione una novella mi- 
naccia di Dervisci nel gennaio del 1897, i quali 
in gran numero invasero la Colonia devastando 
e predando fin sotto Agordat. 

Le sagge misure del generale Vigano li ob- 
bligarono alla ritirata senza combattere, ma 
l'avversione per Kassala s'accrebbe. 

Però l'idea della liquidazione della Colonia 
non potè farsi strada nella coscienza nazionale, 
e fu giuocoforza abbandonarla. 

Essendosi frattanto deliberata dal Parlamento 
la ripristinazione del Governatore civile, invece 
delTantiafricanista Bonfadini già designato dai 
partigiani della liquidazione, fu nominato a 
tale carica, con plauso quasi generale, il vice 
presidente della Commissione d'inchiesta del 1891 
on. Ferdinando Martini, che ancora regge la 
Colonia con amore e competenza, senza brame 
di azzardate avventure, ma anche senza dispo- 
sizioni a restringimenti di confini. 

Sotto il suo governo la nostra Colonia ha fin 
qui traversato un periodo di fecondo raccogli- 
mento e di pace. 



Capitolo XVIII. IXÌ 



Nel marzo del 1897 fu rimandato allo Scioa 
il maggiore Nerazzini per risolvere la quistione 
dei confini ; ma il Negus come al solito non 
venne ad alcuna decisione, limitandosi ad un 
tacito riconoscimento dello statu quo che lascia 
a noi la desiderata linea del Mareb-Balesa-Muna, 
senza però che ciò si possa ritenere come una 
concessione definitiva. 

Sulla fine dell'anno stesso vi andò poi come 
residente diplomatico il capitano, ora maggiore, 
Giccodicola, che vi si trova ancora; e mercè 
Topera sua e la sagace e ferma politica del Go- 
vernatore, le relazioni tra Tltalia e lo Scioa si 
sono mantenute finora ottime. 

Ed ottime si mantennero pure le relazioni tra 
TEritrea ed il Tigre. 

Quivi è morto in questo frattempo il vecchio 
ras Alula, il vincitore di Dogali, in seguito a 
ferita riportata in battaglia contro il rivale ras 
Agos dello Sciré; e i soliti tentativi di ribellione 
di Mangascià al Negus indussero questi a do- 
marlo e a spodestarlo affidando Tincarico e la 
successione a ras Maconnen. 

Questi sulla fine del 1898 venne nel Tigre con 
buon nerbo d'armati e riusci in breve ad aver 
ragione di Mangascià che indebolito e abban- 
donato da tutti nei primi del 1899 dovette ar- 
rendersi e lasciare a Maconnen il dominio avito 
del Tigre, riducendosi nell'oscurità alla mercè 
del Negus. 

Durante questo conflitto, l'Eritrea mantenne 
contegno neutrale e si offerse anzi mediatrice 



ÌU Capitolo XVin. 

tra i due contendenti, ciò che le valse ad otte- 
nere la gratitudine d*entrambi, ma non sorti 
alcun effetto di pace tra loro. 

Né meno cordiali si mantennero le relazioni 
tra TEritrea Tlnghilterra e TEgitto. 

Si è già detto che T Inghilterra dopo la batta- 
glia di Adua e T investimento di Kassala per 
parte dei Dervisci, temendo che questa piazza 
cadesse nelle loro mani, ciò che avrebbe raffor- 
zato la potenza Mahdista già prossima alla 
dissoluzione, determinò l'immediata discesa in 
campo contro il Sudan. 

Sebbene Kassala venisse poi liberata pel va- 
lore delle armi italiane, come si vide già, in 
seguito al protocollo del 15 aprile 1891, che con- 
cedeva airitalia un'occupazione soltanto provvi- 
soria di detta piazza, ed in seguito alle preoc- 
cupazioni che la disianza (Km. 399) da Mas- 
saua destava ancora, mediante accordi coirin- 
ghilterra, il 19 dicembre del 1897 veniva dairi- 
talia restituita a detta potenza, riducendosi i 
confini a circa 32 Km. più ad est, giusta la de- 
limitazione concordata nel 1891 collo stesso 
protocollo. 

Frattanto lord Kitchener, progredendo lenta- 
mente per la valle del Nilo moveva contro il 
Kalifa e il 2 settembre 1898 lo sconfiggeva in 
battaglia campale a Ondurmann abbattendo 
quasi completamente tutto l'impero Mahdista. 

Abdullai ritentò la sorte nell'anno successivo, 
ma perdette le ultime speranze e la vita nel 
combattimento di Gelid il 15 novembre del 1899. 



Capitolo XVIII . 135 



Questa brillante campagna anglo*egiziana ha 
riaperto al mondo e alla civiltà tutta l'impor- 
tantissima valle del Nilo che era in dominio 
della più nera barbarie; e ne fu causa indiretta 
la battaglia d'Adua. 

Le previsioni del grande avvenimento avevano 
già in antecedenza eccitato ambizioni e gelosie 
nella vecchia Europa; cosi che, mentre lord 
Kitchener stava per afferrare la palma finale 
della vittoria e Gecil Rohdes lanciava le sue 
ardite idee di un impero inglese dal Capo al 
Mediterraneo, piantando i primi germi della 
i^uerra anglo boera, la Francia dal Congo e 
dair Abissinia cercava attraversare T opera e i 
disegni deiringhilterra nel Sudan inviando due 
piccole spedizioni su Fascioda, nell'alto Nilo. 

Quella partita dall'Abissinia agli ordini del 
marchese Bonchamps dovette arrestarsi per via 
per la malattia del comandante; ma Taltra del 
Congo comandata dal maggiore Marchand, il 
10 luglio 1898 arrivò con 8 ufficiali e 120 uomini 
alla meta, nella capitale degli Scilluk. 

Un'altra spedizione inglese dall'Uganda ca- 
pitanata dal maggiore Macdonald, non aveva 
potuto prevenirlo; causa la rivolta dei Sudanesi, 
che la soffermarono. 

Questo fatto generò un grave incidente tra 
Francia e Inghilterra, che per poco non generò 
in un conflitto. 

Ma la Francia dovette cedere e richiamare il 
Marchand, umiliata nel suo orgoglio nazionale, 
ricevendo poi come compenso dall' Inghilterra, 



136 Capitolo XVllI. 



mediante convenzione 21 marzo 1899, un allar- 
gamento nei suoi domini nord- africani verso 
l'hinterland Tripolitano. 

Tra ringhilterra e l'Italia, il 7 dicembre 1898, 
si era frattanto concordata la delimitazione dei 
confini nord-ovest dell'Eritrea mal designati nel 
protocollo, del 1^891, rimanendo aggiudicati a 
questa il fecondo altipiano di Agar Nusch di 
circa 60 Kmq. e le regioni inferiori a nord del- 
rAmbarasaeb, che prima erano contestati. 






Nell'interno, l'opera del nuovo governo colo- 
niale si esplicò frattanto nei ' provvedimenti di 
riordinamento amministrativo, nel pacificare du- 
revolmente il paese, facilitare gli scambi, aprire 
strade, regolare e incoraggiare la produzione, 
determinare i demanii, provocare T immigra- 
zione, e promuovere le risorse economiche della 
Colonia. 

L'ordinamento già stabilito dai R. R. Decreti 
N. 67 e 68 del 1894, governando Baratieri, fu 
costituito da altro, stabilito con R. Decreto il 
febbraio 1900, già ivi parte in vigore per de- 
creti antecedenti del governatore Martini. 

Tale ordinamento stabilisce la carica di Go- 
vernatore civile della Colonia, avente respon- 
sabilità della sua amministrazione civile e mi- 
litare e dipendente dal Ministro degli esteri; 
mette alle sue dipendenze per l' impiego delle 
forze a scopo politico il Comandante delle truppe, 



Capitolo XVIIL 187 



e quello della stazione navale; prescrive la for- 
mazione di un bilancio annuale per cura del 
Governatore da trasmettersi al Ministro degli 
esteri e da approvarsi dal Parlamento ; stabili- 
sce la divisione del territorio eritreo non più in 
Zone di carattere militare ma in Regioni rette 
da Commissari civili mantenendo in vigore i 
Residenti per le località lontane b di confine ; 
fissa un personale civile di 27 ufficiali e 63 com- 
messi coloniali, ed un personale militare di 
196 ufficiali e 1136 uomini di truppa bianchi, e 
di 57 ufficiali e 5437 uomini di truppe in- 
digene, ripartiti nei seguenti organismi. 

Personale civile: Ufficio di governo, Giusti- 
zia civile, Commissariato regionale, Servizio 
di pubblica sicurezza. Servizio del genio civile, 
Servizio di cassa, Servizio di dogana e porto,. 
Servizio di posta e telegrafi. 

Personale militare: 1 Comando delle truppe, 
1 Compagnia di R. R. Carabinieri, 3 compagnie 
di cacciatori (bianchi), 6 battaglioni di indigeni, 
1 squadrone di cavalleria indigena, 2 batterie 
da montagna, indigene, 1 compagnia canno- 
nieri indigeni, 1 compagnia del Genio (misti), 
1 compagnia costiera (indigeni), 1 Tribunale 
militare, Servizii di sanità, Vettovagliamento, 
Veterinario, Treno, ecc., 1 Deposito della Co- 
lonia in Napoli. 

11 personale navale non ha un organico sta- 
bilito ed è amministrato direttamente dal Mini- 
stero della marina. 

L'Ufficio di governo con 3 direzioni preposte 



i:]8 Capitolo XVIII. 



ai vari rami deirAmministrazione civile fa capo 
al Governatore e rappresenta come il ministero 
della Colonia. 

I Gommissarii regionali ed i Residenti accen- 
trano in loro tutti i poteri governativi del ri- 
spettivo territorio: Pubblica sicurezza, giustizia, 
tasse, tributi, finanze, demanii e colonizza- 
zione, ecc.; e non trovano difficoltà nel loro 
esercizio, potendo disporre a scopo politico e 
amministrativo delle truppe. 

La pubblica sicurezza è relativamente poco 
turbata, malgrado Tindole della popolazione che 
ammette la vendetta del sangue e la vastità del 
territorio diffìcile a guardarsi tutto. Nel 1899 si 
ebbero a lamentare nella Colonia soltanto 375 
reati quasi tutti di poca entità sopra una popo- 
lazione di 330.000 abitanti circa. 

I/amministrazione della giustizia è tutt*ora in 
via di trasformazione. Aboliti gli antichi tribu- 
nali d'arbitrato, il suo riordinamento é ridoUo 
come segue: in Massaua, il Conciliatore perle 
cause lino a 450 lire e a 45 giorni d'arresti, ed 
il (Giudice unico (uguale a pretore) per le cause 
fino a 3000 lire e a 3 mesi di carcere. 

Nell'interno fanno le veci di Conciliatore e di 
Giudice unico, i Residenti e i Commissari regio- 
nali, ai quali si è ora aggiunta l'istituzione, in 
prova, di giudici togati. 

Le cause più gravi e quelle in appello sono 
devolute al Tribunale civile e penale di Mas- 
saua che può funzionare anche da Assise. 

Nelle cause d'indole civile e religiosa, oltre 



Capitolo XVIII. \'M) 



ai predetti e sotto la loro direzione, funzionano 
le Assemblee dei Notabili o dei Cadi e sono 
ammessi a consulti anche i capi religiosi in- 
digeìii. 

Nel 1899 venne fatto il censimento della po- 
polazione eritrea, che risultò di 327.502 indigeni, 
con lieve preponderanza di femmine, e di 2014 
bianchi, quasi tutti maschi, di cui 1356 italiani, 
359 greci, 177 baniani (asiatici indiani) ed il re- 
sto di nazionalità diverse. 

Con ciò si è constatato una diminuzione della 
popolazione, dovuta specialmente alle guerre 
precedenti, alla cessione di Kassala all'Inghil- 
terra, ed airesodo delle tribù degli Habab e dei 
Beni Amer nel territorio anglo egiziano, donde, 
ora pentiti, ritornano alla spicciolata entro i 
nostri confini. 

Abolito l'antico Ufficio del Demanio, prosegue 
l'opera sua per cura dei Residenti e dei Gom- 
raissarii Regionali; ed a quest'ora parecchie 
migliaia d'ettari di terre fertili, che prima erano 
abbandonate, o abusivamente occupate da in- 
trusi dopo Tesodo definitivo o la morte dei le- 
gittimi possessori, costituiscono un cospicuo 
patrimonio della Colonia. 

Per sfruttare tale patrimonio, il governo co- 
loniale cerca di promuovere la colonizzazione 
itahana, concedendo gratis a privati, per 30 anni 
degli appezzamenti di terreno, purché si colti- 
vino con sistemi europei e non si subaffittino 
ad indigeni. Dal canto suo, coltiva a sue cure 
e spese il calìe, ottenendone buoni frutti, ed 



140 Capitolo XVI ir. 



esperimenta la coltivazione d'alberi europei, 
come fichi, castagni, albicocchi e innesti di ulivi 
su quelli selvaggi che abbondano, onde si ri- 
promette col tempo dei buoni risultati. 

Cosi Tagricoltura, che dopo i primi esperi- 
menti del Franchetti e di altre società, languì 
per la guerra e per la sfiducia, ha ripreso oggi 
novello vigore, e nell'altipiano si veggono ora 
delle vaste plaghe ondeggianti di dura, d'orzo e 
di grano, onde il colono europeo o indigeno 
trova compenso e soddisfazione delle spese e 
delle fatiche. 

La maggior ricchezza della Colonia, però, è 
ancora riposta nella pastorizia, che nel 1899 
contava 30669 cammelli, 26205 tra cavalli, mu- 
letti e asini, 177969 animali bovini, e 770129 
ovini. 

Nel campo dell'industria v'é da notarsi la 
scoperta di miniere di quarzo aurifero, eserci- 
tate da una società di capitalisti inglesi ed ita- 
liani, che hanno già date i primi frutti modesti, 
in alcune verghe d'oro di lieto augurio per l'av- 
venire. 

Altro ramo dell'industria sarebbe quello della 
pesca delle perle e delle madreperle, che pel 
passato era assai fiorente ; ma l'abuso fattone 
ha esauriti alquanto i banchi marini, onde il 
governo coloniale ha dovuto disciplinarlo affi- 
dandone il monopolio per 30 anni, e col sem- 
plice canone di L. 30000 annue, alla società Pa- 
razzoli e Compagni, italiana. 

Anche il commercio non è troppo florido, 



Capitolo XVIII . 141 



causa le guerre, i torbidi nelF altipiano, il de- 
crescimento nella popolazione. 

Tuttavia il movimento d'importazione ascende 
a circa L. 10.000.000 di valore all'anno, in derrate 
alimentari, vini, liquori, stoffe, metalli e uten- 
sili diversi; e quello di esportazione, in perle, 
madreperle, gomma, cera, pelli d'animali, ecc., 
ascende a L. 1.628.000. 

L'importazione dà in massima un utile al bi- 
lancio deirSVo ^<^ valorem nelle merci; e Te- 
sportazione quello dell'i %» salvo alcune ecce- 
zioni che il Governatore, nell'applicazione di un 
ben inteso protezionismo delle produzioni eritree, 
può fare su dette tasse. 

Nel 1899 approdarono ai porti della Colonia 
116 piroscafi a vapore e 2837 velieri con 40000 
tonnellate di merci. 

Il servizio di dogana é esercitato dagli Uffici 
doganali di Massaua e di Assab, e dai Posti 
di dogana di Edd, Meder e Taclai sul litorale. 

Il commercio interno è esercitato general- 
mente da europei o baniani, e sviluppato per 
mezzo di carovane, in cui nel 1899, furono im- 
piegate 43336 persone e 60196 quadrupedi. 

Il servizio di cassa è esercitato da uti per- 
sonale di tesoreria nonché dagli uffici postali 
che fanno anche il servizio telegrafico. 

A Massaua esistono un ospedale ed una far- 
macia civile, onde si provvede alla salute pub- 
blica ed all'igiene. Funzionano pure nella Co- 
lonia le scuole italiane con ottimi risultati pei 
fanciulli indigeni che sono molto intelligenti ; il 



Ii2 Capitolo XVIII. 

eulto religioso vi si pratica con reciproca tol- 
leranza e rispetto e non dà mai luogo ad in- 
convenienti. 

L'ordinamento militare, sebbene modesto si 
è dimostrato sufficiente a mantenere, in pace, 
l'ordine e la sicurezza interna della Colonia; e 
gli studi già fatti ed i preparativi pronti pel caso 
di una guerra esterna affidano suirincolumità 
di essa. 

In complesso si può dire che l'attuale ammi- 
nistrazione della Colonia funziona regolarmente 
e corrisponde ai principii della moderna civiltà 
e a quei bisogni di pace e di lavoro interno 
che sono indispensabili per lo sviluppo di tutte 
le sue risorse. 11 bilancio annuo ridotto alla 
spesa di L. 7.600.000 non turba più gravemente 
i sonni dei contribuenti iialiani, e migliori ri- 
sultati economici e morali sono ora promessi 
da un nuovo progetto d'ordinamento in esame 
presso le Camere. 

La memoria dei gravi sacrifici di sangue e 
di denaro che la Colonia ci costa (1) e gli inte- 
ressi materiali e morali che ad essa ci legano, 
hanno finalmente anche in Italia attutite le la- 
gnanze e le critiche, e disposti gli animi verso 
i fatti compiuti. Certamente la giovine Italia in 
questa sua prima impresa coloniale none stata 
troppo fortunata nella scelta dei luoghi, nei 
mezzi, e nei risultati finali ; tuttavia dall'esame 



(1) Ormai ci costa circa 6000 viUime bianche e quasi mezzo 
miliardo ; noncliè circa 3000 morti dei nostri indigèni. 



Calatolo XYIIL 143 



obbiettivo dei fatti, delle loro cause e dei loro 
effetti, si può affermare che se essa ha com- 
messo degli errori e sofferto dolori, ha pure 
compiuto delle cose buone che le possono es- 
sere argomento di legittima soddisfazione. 

Là dove un giorno il nomade beduino per di- 
fendere il gregge e la famiglia dalle feroci scor- 
rerie di predoni, era costretto a continue dolo- 
rose peregrinazioni, ed al servo della terra, il 
di del raccolto, veniva spesso rubato il frutto 
de' suoi sudori, e devastato il campo e violata 
la casa e tradotta schiava la prole, ora regna 
la pace e la quiete, e nasce il lavoro, e la terra 
dà i suoi primi frutti, e si rispettano le pro- 
prietà e le famiglie e si ingentiliscono i costumi^ 
ed il fanatico mussulmano e l'indomato etiope, 
da secoli abborrentisi fra loro, dalla soglia della 
vicina capanna o dal campicello confinante si 
muovono ora incontro col saluto dell'amicizia, 
della concordia, e della fratellanza. 

E un lembo di civiltà che l'Italia ha portato 
lassù tra le misteriore terre nubiane ed etiopi- 
che, già risonanti di intolleranze crudeli, di odi 
feroci, e di barbariche stragi : di quella civiltà 
che dovrebbe essere il miglior prodotto dell'a- 
more universale, ma che, in antitesi all'essenza 
sua stessa, invece che ad essere diffusa per 
mezzo della sola parola e delle amichevoli re- 
lazioni, sembra destinata ad essere imposta ai 
popoli incivili quasi sempre collii violenza. 

E violenza fu pure quella che esercitò l'Italia 
nello stabilirsi in quelle regioni; ma violenza 



i4i Capitolo XVIII. 



utile al pari di quella onde prima si sottomi 
sero e poscia si civilizzarono i popoli ameri- 
cani ; altrettanto feconda di quella per cui nel- 
l'Australia sorsero città fiorenti e potenti indu- 
strie europee, ed i fiacchi popoli indiani senti- 
rono dall'Inghilterra l'impulso al lavoro ed alle 
produzioni d'ogni >specie ; altrettanto legittima di 
quella onde l'anno scorso tutte le principali na- 
zioni del mondo mossero contro la Gina per 
attrarla nell'orbita dei commerci occidentali; 
altrettanto naturale come quella onde tutta l'Eu- 
ropa civile ha stretto in un cerchio di dominii 
e d'ingerenze il misterioso continente nero, e 
ferve laggiù, presso al Capo, una lotta titanica 
tra due popoli, nella quale, malgrado le simpa- 
tie e forse il diritto dei Boeri, sarà più fecondo, 
per l'avvenire della civiltà, il trionfo della po- 
tenza britanica, destinata a risolvere i più grandi 
problemi della colonizzazione africana. 

Già nella mente di Ghamberlain e di Cecii 
Rhodes (1) funziona la grande ferrovia dal Capo 
al Mediterraneo; e dal Congo e da Gibuti due 
altre la vanno ad incontrare al centro; sui 



(1) Il Napoleone del Capo, come lo chiamano gli Inglesi, 
è morto, ancor giovane, il 26 marzo 1902 mentre questo li- 
bro era in corso di pubblicazione. Era il genio colonizza- 
tore della grande Britannia. Egli non ha potuto assistere 
al trionfo della sua patria e della sua politica raggiunto 
due mesi dopo (31 maggio 1902) colla convenzione di pace 
stipulata tra lord Kitchener, lord Milner e i Delegati Boeri, 
onde il Transvaal e l'Orange hanno perduto, e forse per 
sempre, la loro indipendenza. 



Capitolo XVIIL 145 



fiumi e sui laghi scorrono vapori, si impiantano 
linee telegrafiche , le grandi cascate offrono 
la forza idraulica, le selve i loro legnami, le 
miniere i loro tesori ; ed i terreni vergini aspet- 
tano la mano dell'uomo che li coltivi per pro- 
durre i loro frutti. 

Fra un secolo tutto il continente nero avrà 
cambiato faccia; e come avvenne per l'America, 
progredendo a grandi passi nella via della ci- 
viltà, potrà un giorno emanciparsi da coloro 
che gli diedero la vita. 

È fenomeno naturale, conseguenza di una 
legge biologica universale cui sottostanno, come 
gli individui, anche le regioni ed i continenti. 



Melli. 1 



APPENDICE 



APPENDICE 



1. — Note geografiche e statistiche 
suLL* Eritrea. 

La Colonia Eritrea ha per confini la spiaggia 
del Capo Kasar (18o latit. nord) fino al 12<> 3(y 
a sud di Racheita sullo stretto di Bab el Man- 
deb; e una linea che dal capo predetto, adden- 
trandosi in direzione sud-ovest, oltrepassa la 
valle del Barca fino a toccare Sabderat, ad est 
di Kassala; donde prosegue poi verso TAtbara, 
e ripiegando in seguito verso sud-est, raggiunge 
e sale il corso superiore del Mareb e quello del 
suo affluente Belesa, per ridiscendere verso il 
Mare col Mai Muna che si perde nel litorale 
Daricalo. Da questo punto la linea di confine 
si svolge verso sud tra la costa e Torlo dell'al- 
tipiano e va a congiungersi al mare, all'estre- 
mo limite, a sud di Raheita, predetto. 

Restano compresi in questi confini: a nord la 
regione del Sahel, detta genericamente dei Beni 
Amer, tra le valli del Barca e dell'Anseba, ed 
il litorale del Sahmar fin contro Massaua; nel- 



150 Appendice. 



rinterno centrale le regioni dell' Amasen, dei 
Bogos e dei Bazè; a sud il Seraè; rOkulé-Kusai 
ed altre terre minori; a sud-est la costa Dan- 
cala fino a Raheita. 

Davanti a Massaua, sul mare, l' Italia pos- 
siede pure l'arcipelago delle isole Dahlac, Disse, 
Baca, Hauachil. 

La superfìcie della Colonia è di circa 247.000 
kmq. e la popolazione indigena, secondo il cen- 
simento del 1899, è di 327.000 ab. oltre a 2.000 
tra europei e asiatici. 

La conformazione del suolo è varia. 

La costa è bassa ed in gran parte madrepo- 
rica e sinuosa. Lungo di essa si trovano buoni 
posti come Massaua, Arafali, Zula, Beilul e 
Assab. 

Hanno pure caratteri madreporici l'arcipelago 
Dahlac e le isolette intorno ad Assab. 

Il litorale varia di larghezza ed è general- 
mente piano. 

L'interno è percorso da catene e diramazioni 
montane che si annodano al massiccio dell'A- 
masen, e solcato da fiumi e torrenti che in parte 
sboccano verso il Nilo, ed in parte scendono 
al Mar Rosso. 

Alla diversa conformazione del suolo corri- 
sponde una diversità di aspetto, di clima, di 
vegetazione, di vita. 

Il litorale é generalmente arido e sabbioso, e 
composto di sedimenti marini che lo rendono 
infecondo. Soltanto qua e là sorgono gracili ar- 
busti di spini e di mimose, e lungo i brevi tor- 



Appendice. 151 



renlelli che si perdono nella sabbia, qualche 
macchia o cespuglio, qualche piccola oasi, qual- 
che pozzanghera, qualche punto vitale. Clima 
torrido, insalubre, infestato dai venti micidiali 
del deserto e dalle sensibilissime basse maree; 
pochi abitanti, pescatori o pastori, raccolti lungo 
la costa, iene e sciacalli in giro, rettili striscianti 
al sole, uccellacci marini svolazzanti in aria. 

La popolazione è misera, neghittosa e fiacca. 

La vita si restringe ai porti, ove come a Mas- 
saua affluiscono indiani ed europei, che hanno 
il monopolio del commercio. 

L'industria principale è quella della pesca e 
lavorazione della madreperla che si esercita a 
Massaua e nelle isole Dahlac. 

L'interno delle regioni nubiane del Sahel è 
percorso da diverse catene montane di media 
elevatezza dette Rore, propaggini settentrionali 
dei monti etiopici, e solcato dalle due grandi 
valli del Barca e deirAnseba suo affluente. 

Qui tra le Rore Asghede e Siacà e tra le pen- 
dici settentrionali del Senhait sono declivi e 
pianori verdeggianti di pascoli e di coltivazioni, 
lungo i fiumi e torrenti fitte boscaglie e con- 
vaUi feconde di lussureggiante vegetazione tro- 
picale; vi abbondano i buoi, i cammelli e gli 
animali ovini, sono più scarsi quelli equini, e 
non vi mancano i feroci come il leopardo, la 
tigre e la iena nelle foreste e il coccodrillo nei 
fiumi; la popolazione, scarsa, ma relativamente 
ben ordinata e tranquilla, vive più di pastorizia 
che di agricoltura e fa qualche traffico di com- 
merci coi porti della costa. 



152 Appendice. 



Nel Senhait, tra i Bogos, nell'Amasen petroso, 
nel Seraè, neirOkulé-Kusai e nelle terre affini 
il suolo ed il clima offrono gli stessi caratteri, 
aspetti e ambienti di quelli in generale della 
regione etiopica. 

Le sommità spiccano ovunque nell'azzurro 
dell'aree calve, cineree, nelle più strane forme 
e dimensioni e alle più disparate altezze, so- 
vrastando a fianchi ripidi, dirupati e brulli, e 
rinserrando spesso tra pareti di pietra e cre- 
pacci anguste gole e profondissimi letti di tor- 
renti. Tratto tratto degli ammassi solitari di 
granito, detti Ambe, coi fianchi verticali e la 
sommità piatta, torreggiano intorno come titani 
del cielo. 

Ma ai piedi dei monti orridi e sterili, tra cui 
scherzano i nembi e le tempeste e regna deso- 
lante lo squallore, si stendono frequenti convalli 
e pianori, ove il verde scherza fra le acque, 
ove le erbe e le piante sentono tutta la rigo- 
gliosità di una vegetazione tropicale, ove l'oc- 
chio si riposa, dove ferve la vita, e l'animo si 
consola. 

I geografi dividono il territorio abissino in tre 
zone, a ciascuna de4le quali corrisponde una 
fauna, una flora ed un clima speciale. La prima 
detta dei Kolla é la più bassa e comprende la 
zona inferiore a 1.500 m. In essa il clima è tro- 
picale, e la vegetazione rigogliosissima: vi ab- 
bondano dense foi^este di palme e boscaglie di 
ogni specie, e le erbe crescono ad una prodi- 
giosa altezza. 



Appendice, 153 



Il suolo vi darebbe ogni sorta di prodotti agri- 
coli, ma la troppa umidità e le pioggie perio- 
diche rendono i Kolla disabitabili e malsani; 
numerosi serpenti strisciano fra Terbe; nei tor- 
renti e nei fiumi vive il coccodrillo, nelle foreste, 
allietate da miriadi di variopinti augelli, rugge 
il leone, e la iena, gli sciacalli ed un' infinita 
quantità di scimmie fanno all'uomo una poco 
gradita compagnia. 

Gli agricoltori e i pastori che scendono ai 
Kolla, generalmente nella notte risalgono più 
in alto. 

La seconda zona é detta Uoìna Dega e com- 
prende le altezze tra 1500 e 2500 m. In essa il 
clima é salubre e temperato non arrivando mai 
il calore al disopra dei 25 gradi, né al disotto 
dei 5. In questa zona prosperano l'ulivo, il co- 
tone, Forzo e la dura, ed altre graminacee; vi 
sono ottime praterie e . vi cresce rigoglioso il 
caffé. Quivi é agglomerata la popolazione mag- 
giore, gli animali feroci vi sono in minor nu- 
mero; qui il cavallo e Telefante addomesticato 
rendono buoni servigi all'uomo; vi abbondano 
pure gli uccelli d'ogni specie, il leone vi appare 
di rado, e la iena sale soltanto di notte a cer- 
care il suo pasto tra le carogne abbandonate. 

La terza zona è quella dei Degà che com- 
prende le alture superiori ai 2.500 m. In essa il 
clima é freddo, il suolo infecondo e gli abitanti 
sono scarsi. 

Come in molti altri paesi tropicali anche nel- 
l'altipiano etiopico v'é una stagione di pioggie 



154 Appendice. 



periodiche, dal giugno al settembre, che fecon- 
dano il suolo; raa per la loro impetuosità talora 
lo devastano ed interrompono i commerci e le 
comunicazioni. 

NeirAmasen, neirOkulè-Kusai, nel Seraé e 
nei Bogos vive la maggior parte della popola- 
zione eritrea; vi sono centri abitati come Asmara, 
sede del governo, Godofelassi, Gura, Saganeiti 
e Keren. 

Gli indigeni si occupano generalmente di pa- 
storizia e cominciano a curare anche ragricol- 
tura. 

2. — Caratteri e costumi della 
popolazione eritrea. 

La popolazione dell'Eritrea é composta di in- 
digeni, arabi ed etiopi, e di gente proveniente 
dall'Europa, specialmente italiani e greci, o dal 
l'India (Baniani;. 

Degli indigeni sono di razza etiope quelli del- 
l'altipiano, cioè gli abitanti dell'Amasen, del Se- 
raè e dell'Okulè-Kusai nonché una parte di quelli 
dei Bogos e dei Bazé: sono di razza araba tutti 
gli altri. 

Poca civiltà negli arabi: il Corano, solo codice 
e sola scienza; feticismo per Maometto e per 
Allah; i piaceri erotici solo scopo di questa e 
dell'altra vita. 

Belli di forme e di statura, agili, ma senza 
fibra, neghittosi al lavoro ed ignoranti, timidi, 
miti d'animo e di tratto, diventano feroci quando 



Appendice, 155 



si riscaldano per un ideale di patria o di reli- 
gione e sacrificano volontieri per esso la vita. 

L'abissino, o etiope, ha anch'esso bella sta- 
tura, conformazione regolare ed è più agile e 
più robusto dell'arabo; professa con un certo 
fervore la religione cristiana di rito copto, è 
dissoluto nei piaceri, inclinato all'ignavia ed al 
brigantaggio, falso e borioso, pronto agli in- 
ganni, fiero di sé e del suo paese, valoroso in 
guerra, meno refrattario dell'arabo al lume della 
civiltà. 

Tanto l'arabo che l'abissino sentono gli af- 
fetti famigliari, l'amicizia, il rispetto ai vecchi, 
e adorano la forza ed il valore. 

Le donne sono buone e laboriose e soppor- 
tano il maggior peso delle famiglie, dovendo 
costruire le capanne, e preparare il cibo al- 
l'uomo che le tiene come schiave. Sono di svi- 
luppo precoce e di precoce senilità; da giovani 
sono belle e piacenti, a trent' anni diventano 
orride. ^ 

L'abissino porta in genere per vestito, se uo- 
mo, un paio di mutandine lunghe fino al ginoc- 
chio, ed un lenzuolo (sciamma o marghef) a 
manto, bianco o variopinto intorno, niente in 
testa, di rado i sandali ai piedi; le donne una 
lunga camicia bianca o bordata, che arriva ai 
piedi e nient'altro. 

Uomini e donne, e specialmente queste, por- 
tano i capelli unii di grasso e fittamente intrec- 
ciate intorno al capo. 

L'arabo, se uomo, veste un giacchettino corto 



156 Appendice, 



variopinto ed un camicione talare bianco, san- 
dali ai piedi e un cencio a turbante in testa. I 
poveri però portano un solo grembiale (futa) 
intorno alle anche, niente ai piedi ed in lesta. 
I giovinotti prediligono il berretto fez. 

Le donne ricche vanno tutte ammantate e co- 
perte fino agli occhi e al naso, portano sotto- 
vesti variopinte, sandali e monili. Le povere 
hanno la sola fata intorno alle anche ed un 
fazzoletto a scialle sulla testa. 

I capelli degli uomini arabi sono rasi o radu- 
nati a piramide sul capo; nelle donne sono in- 
trecciati e cadenti intorno. 

I Mussulmani parlano un dialetto più o meno 
affine alla lingua araba; gli Abissini hanno una 
speciale lingua geez, o sacra, pei riti religiosi 
ed una amharica per le reazioni ufficiali, ma 
nella pratica parlano un orribile moderno dia- 
letto tigrino. 

3. — Possedimenti del Bejiadir. 

Al di là dello stretto di Bah el Mandeb da 
Zeila alla foce del Giuba si estende la penisola 
dei Somali, bagnata dall'Oceano indiano. 

Ha una superficie, in parte ancora inesplo- 
rata, di circa un milione di Kmq. ed un suolo 
che offre tutte le varietà di quello africano in 
genere: plaghe deserte e sterili lungo il litorale 
e neirinterno del corno nord-est ; ed altre di 
grande fecondità lungo le valli dei fiumi e se- 
gnatamente in quelle del Giuba e delVUebi, 



Appendice. 157 



Vi abita la popolazione Somala d'incerto nu- 
nnero, di razza e religione affine all'araba, ma 
più maligna, infingarda e crudele. 

Prima che scoppiasse in Egitto la rivolta del 
1882 e la conseguente insurrezione Mahdista, la 
maggior parte della costa Somala era in po- 
tere di delto vicereame, tranne in alcuni punti 
presso il capo Guardafui, ove dominava già 
ringhilterra. Dopo i predetti eventi egiziani Tln- 
ghilterra si prese tutta la costa da Bender Ziade 
al golfo di Tadgiura, coi porti di Berbera e Zeila; 
la Francia si installò su questo golfo e ad Obok; 
e l'Italia a poco per volta, per mezzo di pra- 
tiche coi sultani locali, si assise dominatrice o 
protettrice sul restante della costa Somala da 
Bender Ziade predetto sino alle foci del Giuba. 

Cominciò il sultano d'Obbia, ribelle a quello 
dei Migiurtini, a chiedere il protettorato italiano; 
e questo gli fu concesso dal R. incrociatore Do- 
gali rs Febbraio 1889. 

Il 7 aprile di detto anno anche il sultano dei 
Migiurtini cedeva all'Italia il possesso del lito- 
rale da Ras Auad a capo Beduin; e più tardi 
si obbligava a non cedere ad altre potenze do- 
minio e protettorati sul suo territorio. 

Nell'agosto del 1889 in seguito ad accordi col- 
ringhilterra e col sultano del Zanzibar, Tltalia 
prendeva in affitto le cinque stazioni del Be- 
nadir (paese dei porti) Kismaio, Brava, Merca, 
Mogadixo e Uarsceik, le prime con un circuito 
di 18 Km. di territorio e Tultima di 8. In se- 
guito, coi protocolli 24 marzo e 15 aprile 1891, 



158 Appendice. 



r Italia estese la sua influenza sui territori 
limitrofi lungo la costa e fino al corso del 
Giuba. 

Consolidata la presa in affitto delle stazioni 
predette, esse vennero affidate per gli esperi- 
menti agricoli e commerciali alla compagnia 
V. Filonardi e compagni; ed in seguito ai buoni 
risultati di tale esperimento sì costituì poi la 
Compagnia Milanese del Benadir, la quale però 
dovette ritardare ad installarsi pel contraccolpo 
che ebbe anche laggiù la battaglia d^Adua. 

Frattanto la direzione delle stazioni del Be- 
nadir venne affidata al noto viaggiatore Anto- 
nio Cecchi. 

Questi si mise all'opera per farla prosperare, 
ma il 26 novembre del 1896, avendo intrapreso 
un'escursione da Mogadixo sul Sebeli per re- 
carsi presso il sultano di Keledi, giunto a La- 
folé venne assalilo dai Somali ed ucciso con 9 
ufficiali di marina e 4 soldati italiani e parecchi 
ascari che lo scortavano. 

Accorse in loro aiuto una compagnia di sbarco, 
ma fu anch'essa assalita e costretta a ritornare. 

Il Governo italiano prese terribile vendetta 
sugli assassini di La fole, ma questo fatto dolo- 
roso paralizzò alquanto lo sviluppo del nostro 
possedimento. 

Finalmente con legge del 25 gennaio 1808. 
venne concesso per 50 anni dal 1896 Tesercizio 
delle città e dei porti del Benadir e del relativo 
hinterland alla Società anonima commerciale 
italiana del Benadir (con sede a Milano) che 
funziona già. 



Appendice, 159 



Questa Società, composta di azionisti ha un 
milione di capitale e riceve un sussidio annuo 
di L. 400.000 dal Governo che saranno ridotti a 
L. 350.000 dal 1910 al 1946. 

Essa ha facoltà di esercitare il commercio e 
le industrie del Benadir e la missione di far 
prosperare la Colonia ai patti seguenti; 

a) inalberare la bandiera nazionale. 

b) pagare al sultano del Zanzibar il canone 
annuo di 120.000 rupie già convenuto coH'Italia. 

e) pagare (per conto e con danari del Go- 
verno) 3.600 talleri complessivamente ai sultani 
di Obbia e di Alula. 

d) conservare in buono stato i fabbricati del 
Governo. 

^) amministrare la giustizia in base alle 
norme in vigore. 

/) mantenere almeno 600 guardie per la si- 
curezza interna della Colonia; 

g) applicare gli atti di Berlino (26 febbraio 
1885) e di Bruxelles (2 luglio 1890) per quanto 
riguarda la tratta degli schiavi ed il commercio 
delle armi da fuoco e delle bevande spiritose. 

Il Governo non si è impegnato, ma si è riser- 
bato libertà di azione in caso di attacchi esterni 
della Colonia, ed ha solo convenuto di procu- 
rare di tenere uno stazionario lungo la costa. 

La convenzione predetta è scindibile pel Go- 
verno nel 1921, mediante preavviso di 2 anni; 
per la Società nel 1910, mediante preavviso di 
un anno. 
I risultati ottenuti finora dalla società lasciano 



160 Appendice, 



sperare che la nostra Colonia del Benadir potrà 
un giorno divenir proficua alla patria, mentre 
che la pace che vi é regnato finora affida che 
non sorgeranno inconvenienti per Fa v venire (1). 

4. — Viaggi ed esplorazioni d'Italiani 
Vittorio Bottego. 

I nostri possedimenti Africani furono prepa- 
rati dalle esplorazioni e dai viaggi di avventu- 
rosi italiani che in parte rimasero vittima del 

loro ardimento. 
Non consentendo Vindole di questo manuale 

di ricordarli tutti, come sarebbe dovere, accen- 
neremo ai nomi dei principali. 

Prima di tutti vanno ricordati Mons. Massaia 
ed il prof. Sapeto che vissero per lunghi anni 
in Etiopia e la descrissero in opere magistrali; 
poi il marchese Antinori, visitatore di Kassala, 
e primo fondatore della stazione italiana di Lett 
Mareffìà nello Scioa, dove mori; Gecchi e Ghia- 



(1) Il movimento commerciale nei porti del Benadir 
(Mogadixo, Merca, Brava, Giumbo, Uarsceik, Itala) nell'anno 
1H98-99 diede i seguenti risultati: 

Importazione : Caffè, datteri, metalli, filati, legnami, legumi, 
pelli conciate, pesce salato, petrolio, riso, sale, sapone, stuoie) 
tabacco, tessuti, zucchero, ecc. — Talleri 909413,64. 

Dazio - Talleri 48647,19. 

Esportazonb: Ambra, avorio, bestiame, burro, gomma, 
grasso, legumi, corna di rinoceronte, mirra, olio di sesamo, 
pelli, penne di struzzo, pesce cane, tartarughe, tessuti in- 
digeni, ecc. — Talleri 558173,88. 
Dazio — Talleri 52417,07. 



Appendice. 161 



rini pei loro viaggi avventurosi nei regni di 
Ghera e Gaffa; Gustavo Bianchi, visitatore del- 
TAbissinia e della terra dei Galla, rimasto poi 
vittima nella costa Dancala; Ragazzi e Traversi 
deirHarrar e dei paesi Galla meridionali, Bandi 
e Gandeo esploratori dell'Ogaden, Ting. Robecchi 
della Gosta del Benadir e della Somalia, Sac- 
coni e Porro rimasti vittime negli stessi pa- 
raggi ; Eugenio Ruspoli morto a Burgi nei Galla, 
Giulietti è Biglieri, Franzoi, Gamperio, Anto- 
nelli, S. Martini ed altri coi loro seguaci. 

Ma l'esploratore che coi suoi viaggi e colle 
sue scoperte ha illustrato la patria fu Vittorio 
Bottego. 

Il capitano d'artiglieria Vittorio Bottego, par- 
migiano, nel 1892-93, partendo da Berbera nel 
Golfo d'Aden e traversando TOgaden ed altre 
regioni non mai battute da piede europeo, rag- 
giunse ed esplorò i rami superiori che formano 
il Giuba, cioè THelmal, il Ganale Doria, e il 
Daua-Parma. Discese poi tra molte peripezie e 
pericoli lungo il corso inferiore di detto fiume 
fino a Lugh ed a Barderà, studiando minuta- 
mente la regione; e giunto in patria pubblicò 
un'opera; — Il Giuba Esplorato — che gli valse 
l'ammirazione del mondo. 

Nel 1895, Bottego aiutato dal governo di Grispi 
e della Società geografica italiana, . volle im- 
prendere un altro viaggio di esplorazione più 
grandioso, cioè girare attorno alla linea d' in- 
fluenza italiana, dal Giuba al Nilo azzurro, per 
rientrare nella Golonia Eritrea presso Kassala. 



102 Appendice. 



Ciò era in armonia coirindi rizzo generale 
della politica coloniale del ministero Grispi. 

Bottego il 12 ottobre 1895 parti da Brava nel 
Benadir, accompagnato dai tenenti Vannulelli 
e Gitemi e dal dottor Maurizio Sacchi, scor- 
tato da 250 ascari, e ritornò a Lugh sul Giuba, 
dove alzò la bandiera italiana e fondò una sta- 
zione commerciale, lasciandovi il capitano Fer- 
randi e 43 ascari. 

Il 27 dicembre lasciò Lugh e risalendo il Ga- 
nana ed il Daua si spinse fino alle regioni dei 
Boràn e dei laghi superiori, toccando Burgi ove 
era già morto il viaggiatore Eugenio Ruspoli. 

Il 1° maggio poi mosse in direzione dello 
Scioa e scopri il bellissimo e grande lago Pa- 
gade, dedicato a S. M. la regina Margherita. 

Dopo aver sostato alquanto nelle fiorenti pla- 
ghe tra i laghi Pagadè e Giamo, e nel Gemo, 
il 1° luglio 1896 prosegui verso Ghera e Gaffa 
e giunse all'Omo (detto poi Omo Bottego). De- 
sideroso di conoscere questo fiume che alcuni 
supponevano ancora come un corso superiore 
del gran Nilo, ne segui la costa e scopri che 
si scaricava nel lago Rodolfo. 

Visitò poi questo lago e quello vicino di Ste- 
fania e quindi distaccò il dottor Sacchi per spe- 
dire alla costa il grande avorio accumulato. 

Sui primi di novembre del 1896, costeggiando 
ad ovest il lago Rodolfo si diresse a nod ovest, 
raggiungendo i corsi di un altro Giuba e del- 
rUpeno affluenti del Sobat sboccanti nel Nilo 
presso Fascioda. 



Appendice. 163 



Ma suirintrepido viaggiatore s* addensavano 
già le tempeste scatenate dalla battaglia d'Adua 
ch'egli ignorava ancora. 

Risalito rUpeno e spintosi fino a Gobbo presso 
Lega, a sud ovest dello Scioa e del Goggiam, 
la spedizione il 17 marzo 1897 venne assalita 
da un gran numero di Amhara, e dopo fiera 
lotta fu sopraffatta e depredata. Bottego cadde 
difendendosi come un leone; Vannutelli e Gi- 
temi rimasero feriti in mano dei nemici e po- 
terono salvare a stento una parte dei materiali 
scientifici raccolti; gli ascari parte furono uccisi 
e parte dispersi. 

Intanto anche il dottor Sacchi incontrava 
ugual sorte nel discendere alla costa. 

La grande impresa del Bottego gli ha dato 
colla morte la gloria. 

La scoperta del Sagan, e del Lago Pagadé, Te- 
splorazione delralto corso del Sobat, e special- 
mente la esplorazione del corso e della defluenza 
dell'Omo, onde veniva risolta per sempre la 
grande questione delle sorgenti del Nilo, pon- 
gono il nome di Bottego accanto a quelli dei 
più illustri esploratori moderni. 



FINE. 



700 

MANUALI HI 



PQbbUoatì a tutto Maggi 



Eiitort 


La lai 




alla eolie 




diti dalla 




dtne ceri 


Hoepli, ricca ormai di quasi 


e più ODI 


700 oalumi, forma laptù ooìta 


s. r. Ili 


enciclopedia di lelenze, lellere 


blicazion: 


ed ani ftaora apparsa in Ita- 


lia. Uerltaao lode cerlameale 




t gli autori, che (n forma lu- 




cida e bnoe hanno prtparato 


pia dire 


così vàlido aasilio alla gloemlù 


V agrlcol 


studiosa, e VtdHort che ha sa- 


industrie 


puto sctgllert. Ira le varie di- 
scipline, quelle che meglio nat- 


oandoti 1 
che la S. 
di coases 


gono a formare un compleao 


Mi (or. 


df cognizioni Indispensabili alla 


«primari 


coltura moderna. 





Salii Sttrilaria ii Siala 
Wtiilirt lilla pKiil. Ill-'^ia'U. 



Tutti i MANUALI HOEPLI sono elegantemente 
legati in tela e si spediscono franco di por^o nel 
Regno. — Chi desidera ricevere i volumi racco- 
mandati, onde evitare lo smarrimento, é pregato 
di aggiungere la sopratassa di raccomandazione. 

10* I libri, non raecomandati, viaggiano a 
riscliio e pericolo del committente *^8s 



700 

Manuali Hoef 

Nella divisione sistematica che segue, fatta eapr 
per facilitare la consultazione del presente catalo 
dunato in pochi gruppi e disposto in ordine alfalM 
le voci più salienti delle materie trattate nel Mani 
e prego gli Studiosi di consultarlo sempre nelle lori 

Agraria. 



Abitazianl d. animili 




Mezzeria 


Agricoitorelillib-deiL') 


Economia fabb, rurali 


Mollili 


Agricoltore (proni, d.) 


Enologia 




Agronomia 


Id. domestica 


OIWo B^'oi 


Id. e agricoLtnra 


Estimo rurale 


Olii vegelj 


AUmentaa. bcatisme 


Id. dei terreni 




Floricoltura 


Pani acazi! 


Analisi vino 


Frumento e mais 


Piante e fl 


Animali da oortilo 


Frutta minori 


Piante Ind 


Id. pariBalti 




Piante tes: 


ApicoltDia 


Funghi mangerecci 


Poilicoltur 


ABBicnr. aziende rurali 


Gelsicoltura 


Pomologia 


Baohl da seta 






Bestiame e agri Colt. 


ijTnTnirale 


Prodotti at 


Cane 


Id. veterinaria 


Selviooltur 


Cantiniere 


Immunità a. malattie 




CaB^iflclo 


Insetti nocivi 


Tart'tJfl"e f 


Catasto 


Id. utili 




Cavallo 


Latte, burro o cacio 


Uv'e'dÌ''Ta 


CUmica agraria 


Legislas. rurale 


Vini bianc 


Cosnac 

Cofombi domestici 


Uaccbine agricolo 


Vino 


Mais 


Viticoltura 




Mdaltie crittogam. 


Zoonosi 


Conimi ^ 


Zootecnia 


ConÌBlieoItnra 

P 


Id. del vini 

rodottì alimentai 


i. 


Adnlteraz. alimenti 


Enologia 




Simentazione 


Enologia domestica 


Olii vegetE 
Orticoltura 


Animali da cortile 


Frutta minori 




Apicoltura 




Panlflcanlo 


Caseificio 


Funghi mangerecci 


Pisci co Itnr 


Cantiniere 




Poilicoltur. 


Co^mbi domestici 




Tartufi e f 


Liquorista 


Uve da ta- 


ConlBliooltnra 


Mais 


Vini Mane 


ConBerTttzionesostan- 


Maja^e 





ADStomla vegeti 



). Piaiologia 



Cal«olCeil 

Colombi domestici 

Co Digli coltura 

CilBtnllDgiafia 

Ditteri 

Embrici e morto], gen. 

Plori setifici ali 



Id. utili 
Ittiologia 
Lepidotteri 
Ualale 

Ualattie cri ti 
Motalli preiii 
Hioeralogia , 

Id. 
Maturai lata i 



Medicina, Ghìrori 



Anatomia 



Impiego Ipod 



Tecnologìa, Ingegneria, Costruzioni, ecc. 



Cnbstura, legnami 



Indiistiie (Piccole) 



iale Macchine a 



Mode Untore meccinlt 

Moli ni 

U omenti resi stenti 



Peso metalli 



Algebra «lem en tati 



(iseeno gì 



e. di). Id. dlTrigonom. iPet 



Logismografia 
Uatematiche BUpeiiori 
"urologia 



lOcappl d 






ELENCO DEI MANUALI HOEPH 



Amministrazione pubblica 
Diritto e Giurisprudenza. 



Assicurazione 

Id. e stima danni 

Beneficenza 

Bonifiche 

Catasto 

Chimica appL a igiene 

Codice daziario 

Codice dei bollo 
Id. doganale 
Id. civile 
Id. proced. civile 
Id. commercio 
Id. pen.eproc.pen. 
Id. di marina 
Id. pen. p. l'eserc. 
Id. del teatro 
Id. d. perito misur. 

Cod.e leggi us. dltalia 

Computisteria 

Conciliatore 

Contabilità comunale 
Id. dello Stato 

Cooperative rurali 

Cooperazione 

Debito pubblico 

Digesto 

Diritti e dov. d. cittad. 

Diritto amministrati v. 
Id. civile 
Id. commerciale 



Diritto costituzionale 
Id. Ecclesiastico 
Id. Intern. pubbl. 
Id. Id. privato 
Id. penale 
Id. Id. romano 
Id. romano 
Ef^.onomia politica 
Esattore comunale. 
Estimo dei terreni 

Id. rurale 
Fognatura cittadina 
Giustizia amministr. 
Igiene scolastica 

Id. veterinaria 
Imposte dirette 
Infortuni sul lavoro 
Ingegneria legale 
Interesse e sconto 
Ipoteche 
Legge comunale 
Id. sui lav. pubbl. 
Id. s. ordin. giud. 
Id. infort. 8. lavoro 
Id. s propr.letter. 
Id. s. diritti d'aut. 
Id. 8. priv.industr. 
Id. s. sanità e sicu- 
rezza pubblica 



Legge sulle tasse di re- 
gistro e bollo 
Legislazione sanitaria 
Legislazione rurale 
Logismografìa 
Mandato commerciale 
Notaio 
Ordin am. Stati d'Eur. 

Id. Id.f. d'Eur. 
Paga giornaliera 
Posta 

Produz.ecommer.vino 
Prontuario d. agricoli. 

Id. d. ragion. 
Proprietario di case 
Ragioneria 
Ragioneria d. Cooper. 

Id. industriale 
Ricchezza mobile 
Scienza d. finanze 
Scritture d'affari 
Socialismo 
Società di mut. soccer. 

Id. industriali 
Sociologia generale 
Statistica 
Testamenti 
Trasporti e tariffe 
Valori pubblici 



Archeologia, Belle Arti. 



Amatore oggett. d'arte 
Anatomia pittorica 
Antichità greche 

Id. priv.d. rom. 

Id. pubbl. rora. 
Armi antiche 
Araldica 

Archeol. d. arte greca 
Id. d. arte etr. rom. 
Architettura 
Armi antiche 
Arti grafiche fotomec. 
Atene 
Calligrafia 
Colori e pittura 



Decoraz. e ind. artist. 
Disegno 

Id. (Gramm. del) 
Fiori artificiali 
Fotosmaltografia 
Gioielleria, oreficeria 
Litografia 
Luce e colori 
Majoliche e porcellane 
Marmista 
Mitologia 
Monete greche 

Id. romane 
Monogrammi 
Numismatica 



Ornatista 
Paleografia 
Paleoetnologia 
Pittura italiana 
Id. ad olio 
Prospettiva 
Ristauratore dipinti 
Scoltura 
Storia dell'arte 
Teoria d. ombre 
Topografia di Roma 
Vocabolarietto numis. 
Vocabolario araldico 



8 



ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 




Storia e Geografia. 



Acque minerali 

Alpi 

Atlante st. geog.d. Ital . 
Id. geog. nnivers. 

Cartografia 

Climatologia 

Cosmografia 

Cristoforo Colombo 

Cronologia 

Id. scop. geog. 

Dizionario alpino 
Id. geografico 
Id. dei comuni 
d'Italia 



Dizionario biografico 


Prontuario di geograf. 


Esercizi geografici 


Rivoluzione francese 


Etnografia 


Shakespeare 


Geografia 


Sismologia 


Id. classica 


Statistica 


Id. fisica 


Storia antica 


Id. commercial. 


Id. d. arte militare 


Geologia 


Id. del commercio 


Manzoni A. 


Id. d'Italia 


Mare 


Id. di Francia 


Mitologia 


Id. d'Inghilterra 


Omero 


Id. e cronologia 


Paleoetnologia 


Topografia di Roma 


Prealpi bergamasche 


Vulcanismo 



Erudizione, Bibliografia, ecc. 



Amatore oggetti d'art. Crittografia 



Id. di maioliche 
Armi antiche 
Atene 
Autografi 
Bibliografia 
Bibliotecario 
Classificaz. d. scienze 



Dizionario bibliograf. 
Id. biografico 
Id. stenograf. 
Id. abbreviat. 

Enciclopedia Hoepli 

Epigrafia latina 

Errori e pregiudizi 



Evoluzione (storia d.) 

Grafologia 

Litografia 

Paleoetnologia 

Paleografia 

Stenografia 

Stenografo 

Tipografia 



/ 



Filosofia, Pedagogia, Religione. 



Bibbia 

Buddismo 

Didattica 

Diritto ecclesiastico 

Estetica 

Etica 

Evoluzione 



Filosofia morale 
Giardino infantile 
Grafologia 
Igiene scolastica 
Imitazione Cristo 
Logica 
Mitologia 



Psicologia 

Id. fisiologica 
Protezione animali 
Ortofrenia 
Religioni dell'India 
Sordomuto 



Arte militare, Nautica. 



Amatore oggetti d'art. 
Armi antiche 
Attrezzatura navale 
Canottaggio 
Codice cavalleresco 
Costruttore navale 
Disegno e costruz.navi 
Doveri macchi n.naval. 



Duellante 
Esplodenti 
Filonauta 
Flotte moderne 
Ingegnere navale 
Macchinista navale 
Marine da guerra 
Marino 



Meccanica del macchi- 
nista di bordo 
Nautica stimata 
Pirotecnia 
Scherma 

I Storia arte militare 
, Telemetria 
, Ufficiale 



"BK 



ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 



I 

I 



Letteratura, Lingaistica, Filologia. 



Arabo parlato 
Arte del dire 
Oonversaz. ItaL-Ted. 
Id. Ital.-Fran. 
Gorrisp. comm. italian. 

Id. Id. spago. 
Crittografia 
Dantologia 
Dialetti italici 

Id. grechi 
Dizion. abbrev. latine 

Id. bibliografico 

Id. Eritreo 

Id. Milanese 

Id. Tedesco 

Id. aniy.in41ing. 
Dottrina pop.in41iag. 
Enciclopedia Hoepli 
Esercizi greci 
Id. latini 
Id. di traduzione 

della gramm. frane. 
Esercizi di traduzione 

della gramm. tedesc. 
Filologia classica 
Florilegio poet. greco 
Fonologia italiana 

Id. latina 
Fraseologia francese 
Glottologia 
Grammatica albanese 



Grammat. dan.-norv. 

Id. ebraica 

Id. Francese 

Id. Galla (Orom.) 

Id. Greca 

Id. Greca-mod. 

Id. Inglese 

Id. Italiana 

Id. Latina 

Id. Olandese 

Id. Portoghese- 
Brasiliana 
Grammat. Rumena 

Id. Bussa 

Id. Slovena 

Id. Spagnnola 

Id. Svedese 

Id. Tedesca 

Id. Turca osm. 
Letteratura albanese 

Id. american. 

Id. araba 

Id. assira 

Id. catalana 

Id. dramm. 

Id. ebraica 

Id. egiziana 

Id. francese 

Id. greca 

Id. indiana 

Id. inglese 



Letteratura italiana 
Id. norveg. 
Id. persiana 
Id. provenz. 
Id. romana 
Id. spagnnol. 
Id. tedesca 
Id. ungheres. 
Id. slava 

Lingua gotica 

Lingue d'Africa 
Id. neo-latine 
Id. straniere 

Metrica d. greci e rom. 

Morfologia greca 
Id. italiana 

Omero 

Paleografia 

Relig.eling.di India 

Bettorica 

Bitmica italiana 

Sanscrito 

Shakespeare 

Stilistica 

Tavole divina comm. 

Tigre 

Traduttore tedesco 

Verbi greci 
Id. latini 

Vocabol. lingua Bussa 

Volapuk 



Acrobatica e atletica 

Alpinismo 

Amatore oggetti d'art. 

Armonia 

Armi antiche 

Automobilista 

Ballo 

Biliardo 

Cacciatore 

Cane (Allevatore del) 

Canottaggio 

Canto (II) 

Cantante 



Musica, Sport. 

Cavallo 

Chitarra 

Ciclista 

Codice cavalleresco 

Dizionario alpino 
Id. diatetico 

Dizionario delle corse 

Duellante 

Filonauta 

Ginnastica femminile 
Id. maschile 
Id. (Storia d.) 

Giuochi ginnastici 



Infortuni d. montagna 

Lawn-Tennis 

Mandolinista 

Nuotatore 

Pianista 

Proverbi sul cavallo 

Scacchi 

Scherma 

Storia della musica 

Strumentazione 

Strumenti ad arco 



Elenco completo dei MANUALI HOEPLI 
disposti in ordine alfabetico per materia. 

L. e. 

Abitazione degli animali domestici, del Dott. u. Barpi, 

di pag. xvi-372, con 168 incisioni 4 — 

Abitazioni — vedi Fabbricati civili. 

Abiti per signora (Confezione di) e l'arte del taglio, com- 
pilato da Emilia Cova, di pag. vni-9l, con 40 tavole . 8 — 

Abbreviatura — vedi Dizionario abbreviature — Dizionario ste- 
nografico. 

Acetilene (L') del Dott. L. castellani di pag. xvi-126 . 2 — 

Acido solforico, Acido nitrico, Solfato sodico, Acido mu- 
riatico (Fabbricazione dell'), del Dott. V. Vender, di 
pag. VIII-S12, con 107 incisioni e molte tabelle. . . . 3 50 

Acque (Le) minerali e termali dei Regno d'Italia, diLuiei 

TiOLi. Topografia - Analisi - Elenchi - Denominazione delle 
acque - Malattie per le quali si prescrivono - Comuni in 
cui scaturi<3cono - Stabilimenti e loro proprietari - Acque e 
fanghi in commercio - Negozianti d'acque minerali, di pag. 
XXn-552 • . . 5 50 

Acrobatica e atletica di A. Zucca, di pag. xxx-267, con 

100 tavole e 42 incisioni nel testo 6 50 

Acustica — vedi Lnce e suono. 

Adulterazioni e falsificazioni (Dizionario delle) degli ali- 
menti, del Dott. Prof. L. Gabba (è in lavoro la 2* ediz.). 

Agricoltore (Prontuario dell*). Manuale di agricoltura, eco- 
nomia, estimo e costruzioni rurali, del prof. V. Niccoli, 
2» edizione riveduta ed ampliata, di p. xxvili-464 . . 5 50 

— (Il libro dell') di A. Bruttini. (In lavoro). 
Agronomia, del Prof. Cabeqa di Muricce, 3» ediz. rive- 
duta ed ampliata dall'autore, di pag. xii-210 1 50 

Agronomia e agricoltura moderna, di g. Soldani, 2» ed. 

di pag. viii-416 con 134 incisioni e 2 tav. cromolit. . . 8 50 
Agrumi (Coltivazione, malattie e commercio degli), di A. 

Aloi, con 22 incisioni e 5 tavole cromolit., pag. xa-238 3 50 
Alcool (Fabbricazione e materie prime), di F. Cantamessa 

di pag. xii-307, con 24 incisioni 3 — 

Alcool industriale, di G. Chiapetti. Produzione dell'al- 
cool industriale dal punto di vista dell' agricoltura, appli- 
cazione dell'alcool denaturato alla fabbricazione dell'aceto 
e delle vinacce, alla produzione della forza motrice, al ri- 
scaldamento e alla illuminazloue con 98 illustrazioni. (In 
lavoro). 

Algebra complementare, del Prof. s. Pincherle: 

Parte I. AnaUai Algèbrica, di pag. vin-174 . . . . 1 50 
^ Parte II. Teoria delle equazioni, pag. iv-169 con 4 ine. l 60 



— (Esercizi dll. del Prof. S. Pincheri-e, dipa^. yiii 
con 2 Incisioni ' 

Alighieri (Daite} — vidi Dantologia. 

Alimentazfone, di G. Strafforello, di pag. viu-i; 

Alimentazione del bestiame, dei Prof. Menozzi e 
COLI, di pag. xvi-400 con molte tabelle .... 

Allittamento — vidi NntriziODe del liambioo. 

AlllguiDiie per l'oro e per l'argtiito — cedi Leglie - Tavole 

Alliiininio {h'), di e, Dormenti, di pag, xxriii-S24 , 

Alai — tedi Prodotti agricoli. 

Alpi (Le), di J. B.U.L, »ad. di I. Cremona, pag. vi-l 

Alpinismo, di G. Brocberel, di pag. viu-sil . . 

AmaliMne — vtdt Lagbe metalllcbo. 

Amatore (L) di oggetti d'arte e di curiosità, di L. de 

Mauri, di eoo pag, adorno di umnerose incis. e marcbe. 
Contiene le materie seguenti: Plttuia - Incisione - Scollnra 
ia amrìo - Piccola scoitura - Vetri - Mobili - Smalti - 
togli - Tabaccbiere - Orologi - Vasellame di stagno - Armi 
ed armature - DIziODario complementare di altri infiniti (%- 
getti d'aite e di curiosità, di pag. xii-530. . . . 

Anagramnii, — vidi Boi miniatici. 

Analisi chimica qualitativa di sostanze minerali e oiganiche 
e riceiche tossicologtcbe, ad uso dei laboratori di cbimica in 
genere e in particolare delle Scuole di Parmauia, del Prof. P. 
E. ALESSANDRI. 2' ediz. intieramente rifatta, di pag. XU- 
384, con 11 ine. namerose tabelle e5 tar. eromo litografiche 5 - 

Analltl di toatMie allnantaN. -— ttit Chimica ipplicnla all'Igiene. 

Anallil della Urine. — t«li Chimica clinica. 

Analisi del vino, ad oso dei cblmicl e dei legali, del Uott. 
M. Barth. traduzione del Prof. E. Comboni, 2" ediiione 
italiana interamente riveduta ed ampliata dal traduttore, 
di pag. XVI 140. con S ine. intercalate nel testo . . , 2 - 

Analisi volumetrica applicata ai prodotti commerciali e in- 
dustriali, del Prof. P. E, Alessandri, pag. x-342, con ine. 4 5' 

Anaau. — tiidi Prodotti agricoli. 

Anatomia e fisiologia comparate, del Prof. E. Besta, di 

pag. TU 318 con 34 incisioni I 6 

Anatomia microscopica (Tecnica di|, dei Prof. U. G.utAZill, 



12 ELENCO DEI MASC.VLI HOEPLI 

_ 

Anatomia pittorica, dei Prof. A Lombardini, 2° edii:. ri- 
veduta e ampliata, di pag. V111-I6B, con SS ino. ... 3 
Aaatomia topograilca, del Dott, Prof. e. falcone, di 

con SO incisioni E 

etalO, del Dottor A. TOONINI, di pagine 

irtlle, del Prof. P. BONIZZI. di pag. xiv-288 
oni. (Ln 2> ediz. i In preparazione), 
[Mirasslti dell'uomo, del Prof, F. Mebcasti, 

9, con 33 Inciaioni 1 

aie, del Prof. V, [Nama, (la lavoro). 
rate dei romail, dei Prof. W. Kopp, (radu- 
te ed aggiunte del Prof. N. UORESCBI. (B 
me la 3* edizione). 

Iiliohe ramane di J. O. Hcbert, edizione 
Prof. A. WiTTGENs, |ln Uvoro). 
> Medicklnr» aotleetllca. 
del Prof. Q. Canebtrinj, 8' edlz., di pag. 



I (L') (n Egitto, grammatica, ft'asi, dialoghi 
oltre SODO vocaboli del Prof. A. Nallino, 
dall'Arabo volgare di De Sterlich e Dib 



► edii. rifatta 



^rte Greca, dei Prof. 1. gentile, Atl. di 

I testo rifatto dal Prof. 8. Ricci è in lavoro. 
Storia dell'arte Italica, etnisca e ramaM. 

ir. rifatta. Uo voi. di testo eon inW. blbllogr. 

snlle ultime scoperte e questioni orcheol. di 
i46 con 96 lav, nel testo a cura del Prof. B. 
Di. di 7B tav, e in, a cura del Prof, I, Gentile I 
(Manuale di) italiana, antica e modella, di 

S' edizione rifatta con 181 incisioni e 70 



ELENCO DEI MAwrALr HOCTII 

■ — vidi QBLvanizzizioDe — e^lTanopUElica — Qsl 
nostsgia — Uelallocromlft— Uelallì preziosi — Ptccole Indn 

Aritmetica pratica, ieì Prof. Doti. F. Panizza. a* e 

lioBe riveduta, di pag. vill-ISS . . 
Aritmetica razionale, del Prof. Dott. v. 

aiona riveduta di pag. xn-210 . . . 
— (Esercizi di), del Prof. Doti. P. Paniz 
Aritmetica (L) e Geometria deil'operaio 

di pag. xil-183, con 74 flgnie . . 
Armi antiche (Guida del racci^lltore e d 

J. Oelli, di pag. viii-888, con ^ tavoh 

ìDolflioni nel testo e 14 (avole di maccl 
Armonia (Manuale di), del Prof. Q. BER^ 

liane di E. Kossi di pag. xit-SSS . 
Arte del dire (h'ì, di D. Ferbari, Mani 

per lo stn dente delle Scuole scconiarie. 

11 e 12 migliaio), pag. XVI-350 e quad 
Arte deiia memoria (L'), sua storia e le 

Bfica). Mnemolecnia Triforme (parte pra 

B. Plebani, di pag. xxxii-224 con IB 
Arte mineraria, dell'iog. ptof.V. Zoppbtt 

stit.dalMaa. Coltivaiione deUe miniere,i 

Arti lalutlre — vtdi Meoioriale dei Medici I 

Arti (Le) grafiche fotomeccaniciie, ossia 

diverse applieas. (Folozlncotipia. fotosin 

molitografia, otolitografia, fotocollogral 

tricromia, fotocollo cromia, elioiacisione, i 

todl più receifti, con un DlzionarietM ti 

storico sulle arti grafiche^ S> ediz. corr. 

io parte rifatta, con molte iltustr. di pa 
Asfalto (L'), (abbricazione, applioazìoae, 

OHETTI. con 22 Incisioni, di pag. vni-l 
Aaelcuritzlone in generale, di u. Gobbi 
Awicurazlone sulla vita, di e. pacami, 
AsslGHraztonl (Le) e la stima dei danni 

rali, eoa appendice sai medili contro la 

A. Capilcti, di pag. Viii-381, n IDCU 
Assistenza degl'infermi nell'ospedale eri 

Doti. C. Calliano, 2* ediz., pag. xxrv-4. 
Assistenza dei pazzi nei manioomio e neii 

A. PlBRACClNl, e pretai. del prof. E. Mo 



Astronomis, di J. N. Lockyer, auota vecsiODe libera con 
noi* ed agginntp del Prof. G, Cei.Oria, 4* edii., di pag. 
.VI-Z58 con 51 incisioni 1 50 

Astronomia nautica, dei prof. o. Naccari, di pag. xvi 
3S0. con 45 inda, e tsv. numeriche 3 — 

Atene. Brevi cenni snlla cittd antica e modeioa, segniti da 
iograSa deBcrìttiia e da una Appendice 
i. Ahbbosoli, con DO panoiama e una 
! Ut. e varie incisioni nel i«ato . . . 3 50 
storico d'Italia, dei Doti. a. Garollo, 
vili 67 di testo e un'appendice . . . 2 — 
universale, di R. Kiepert, 2S carte 
ift della tara del Dote. O. Garollo. 
la e corretta (dalla Bl.OOO' alla 100.000- 



jsooiii e ig roma tri. 

ovra navale, segnalazioni marittime 
1 Marina, di P. Imperato, 3> edizione 
XXIV 648, con 930 incis. e 2S lav. in 
enti le bandi 
re d'), del conte E. HUDAN oon 361 fac- 
'-436 . 



t. dì) in Italia 



i C. Vanbian- 



e raccogli 
376, 102 tav. di facsimi 

male dell') e guida del meccanico con- 
ibili. Trattato auiia costruzione di ' 
edlcaM agli antomobilistl italiani, agli 
lUlsmo in genere, agli Inventari, ai d 
lica cicliatica, ecc.. di O. Pedretti, ' 
>a IBI incisioni 

imaU da cortile — ColomW — Polllcolloi 
Veleni. 
Prof. F. Seni 



11-300, ( 



t 47 Ineia. e 2 tav. ... 
- Bsplodonii — Pirotecnia — Bto- 

I di F. GaVBA, di pag. VliI-249, con 92 
Storia della danza - Balli girati - Co- 
lali - Feste di ballo - Igiene del ballo. 






ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 15 

L. e. 

Batteriologia, dei Professori G. e N. Canestrini, 2» ediz. 
in gran parte rifatta, di pag. x-274 con «37 incis. . . . 1 50 

Beneficenza (Mannaie della), del Dott. L. Gastiguoni, con 
appendice sulle contabilità delle istituzioni di pubblica 
beneficenza, del Rag. G. Rota, di pag. xvi-840. . . . 3 50 

Bestiame (ii) e l'agricoltura in Italia, del Prof. E. al- 

BEBTi, di pag. vin-812, con 22 zincotlpie. 2 50 

Biancheria (Disegno, taglio e confezione di), Manuale teo- 
rico pratico di E. Bonetti, con un Dizionario di nomen- 
clatura, 2^ edizione riveduta e aumentata, di pag. xvi- 
202 con 50 tavole illustrative e 5 prospetti ..... 3 — 

Bibbia (Man. della), di G. M. Zampini, di pag. xn.308 . 2 50 

Bibliografia, di G. Ottino, 2" edizione riveduta, di pag. 
IV-166, con 17 incisioni 2 — 

Bibliotecario (Manuale del), di G. Petzholdt, tradotto 
sulla S)^ edizione tedesca, con un'appendice originale di 
note illustrative, di norme legislative ed amministrative 
e con un elenco delle pubbliche biblioteche italiane e stra- 
niere, per cura di G. BiAGi e G. Fumagalli di pagine 
XX-364-CCXni 7 50 

Biliardo (Il giuoco del), di J. Gelu, di pag. xv-179, con 
79 illustrazioni 2 50 

Biografia — vedi Crìstoforo Colombo — Dantologia — Dizionario 
biografico — Manzoni — Napoleone I — Omero — Shakespeare. 

Biologia animale (Zoologia generale e speciale) per Natu- 
ralisti, Medici e Veterinarii del Dott. G. Collamarini, 
di pag. x-426 con 23 tavole 3 - 

Bollo -- vedi Codice del bollo — Leggi registro e bollo. 

Bonifiche (Manuale amministrativo delle) di C. Mezza- 
notti. (In lavoro). 

Borsa (Operaz. di) — vedi Debito pnbblico — Valori pubblici. 

Boschi — vedi Selvicoltura. 

Botanica, del Prof. I. D. Hookeb, traduzione del Prof. N. 
PEDicmo, 4» ediz., di pag. viii-134, con 68 incisioni . 1 50 

Botti — vedi Enologìa. 

Bronzatura — vedi Metallocromia — Galvanostegìa. 

Bronzo — vedi Leghe metalliche. 

Buddismo, di E. Pavouni, di pag. xyi-i64 i 50 

Borro — vedi Latte — Caseificio. 

Cacciatore (Manuale del), di G. Franceschi, 2» edizione 

rifatta, di pag. xni-315, con 41 incisioni 2 50 

Cacio — vedi Bestiame — Caseificio — Latte, ecc. 
Caffè — vedi Prodotti agricoli. 



Caloestruz» (Coatrasioni in) ed In cementi armati, di Q. 

Vacdbelli, di psg. zvi-312. con SIO lucia. (È in lavoro 
I& 2' edisi ona). 
Calci e Cementi (impiega delle), per Mng. L. Mazzocchi 

di pag. XII-21Z con 49 Inclsioai 2 

ntJII s bancwls — i»U CobH e CalcoJt fitti ~ 
>Dto — PrcmtDATlo del TBgìanictfl — Monete, 

limale, del Tiof. E, Pascal: 
ikolo differemiaU. di pag. lx-316 eoa 10 
ncisioai. (È la prepara^ioDO ia 3' edizione). 
aicolo integrale, di pag. VI-818 EOll 15 ine. S 
aiuolo delle variaiioni e calcala delle dif- 
ereme finite, di pag. XU-SDO . . . ' . 3 
vicolo infinitesimale (Calcolo differenziale 
Bl Prof. E. Pascal, di pag. xx-872 ... 3 
SO e castruttore di caldaie a vapore, e 
echi industriali, di 0. Belldohini, di pag. 

30 incisioni 3 

uale di). Cenno storico, cifre numeriche, 
lerate per la acrltlura e metodo d'inaegna- 

tavole di modelli dei pcincipali carotieri 
ogrammt, del Prof. E. PERCOSSI, con SS 
rittnre 3 

Dott. E. Jones, trad. di U. Fornari, dì 



: Conciliatole. 

lell'amatore ed allevatore del), dì Anqelo 
ag. xvi-403, oon 139 ine. a 51 tav. . . 8 
annale di), del Cap. G. GROPPI, di pagine 

387 incia. e 91 tav. eromolit. 7 

del), di L. MastrioLI, di pag. X1I-1S2 . 2 
Uanuale di vinificazione per uso dei canti- 
luccm, E* edizione riveduta ed annientata, 
Di unite al testo, una tabella compteta per 
et pe)io degli spitltl, ed on' Appendice sulla 
smmereio del vino in Italia, di pag. ZTI-2D6 2 
uo meccanismo, di v. gubtta, di p. vm- 



ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 

' "'J^: 

Carta (Industria della), dell'Ing. L. Sartori, di pag. vu- 
326. con 106 incisioni e 1 tavola 

Carte fotografiche, Preparazione e trattamento, di L. Sassi, 
di pag. xn-853 

Carte OBografiche — vedi Atlante. 

Cartografia (Manuale teorico-pratico della), con -un sunto 
della storia della Cartografia, del Prof. E. Gelcich, di 
pag. vi-257, con 37 illustrazioni 

Casa (La) dell'avvenire, deiring. pedrini. (in lavoro). 

Case coloniche — vedi Economia fabbricati rurali. 

Caseificio, di L. Manetti, 3<^ edìz. nuovamente ampliata 
dal Prof. G. Sartori, di pag. vni-256, con 40 incis. . 

Catasto (Il nuovo) italiano, di E. Bruni, di pag. yii-346 . 

Cavallo (II), del Colonnello C, Volpini, 2» edizione rived. 
ed ampliata di pag. vi-165, con 8 tavole 

Cavi telegrafici sottomarini. Costruzione, immersione, ri- 
parazione, deiring. E. JONA, di pag. xvi-388, 188 fig. e 
1 carta delle comunicazioni telegrafiche sottomarine . . 

Cedri — vedi Agrumi. 

Celerimensura e tavole logaritmiche a quattro decimali del- 
l'Ing. F. BORLETTi, di pag. vi-148, con 29 incisioni . . : 

Celerimensura (Manuale e tavole di), del ring. G. Orlandi, 
di pag. 1200, con quadro generale d'interpolazioni ... 1 

Celluloide — vedi Imitazioni. 

Cementazione — vedi Tempera. 

Cementi armati — vedi Calcestruzzo — Calci e cementi. 

Ceralacca — vedi Vernici e lacche. 

Ceramiche — vedi Maioliche e porcellane — Fotosmaltografla. 

Chimica, del Prof. H. E. EoscoE, 5» edizione rifatta da E. 
Ricci, di pag. xn-228, con 47 incisioni : 

Chimica agraria, di a. Aducco, p. viii-328, 2» ed. (in lav.). 
Chimica analitica (Elementi scientifici di), di W. Ostwald, 
trad. del Dott. BoLis, di pag. xvi-234 ; 

Chimica applicata all'igiene. Guida pratica ad uso degli 
Ufficiali sanit.. Medici - Farmacisti - Commercianti - Labo- 
ratori d'igiene, di merciologia, ecc., di P. E. Alessandri, 
di pag. xx-515, ceto 49 incisioni e 2 tav I 

Chimica clinica, del Prof. B. Supino, di pagine xu-202. . ; 

Chimica delle sostanze coloranti, di a. Pellizza. (in 
lavoro). 

Chimica legale^ (Tossicologia), di N. Valentini, di pa- 
gine XlI-243 i 

Chimico (Manuale del) e dell'industriale. Eaccolta di ta- 



belle, di dali Usici e cbimici e di processi d'analisi tecnica, 

ad oso dei chimici analitici e tecnici, dei ditetioii di fab- 

biiche. del fabbricanti di prodotti oblmlci, degli atndenti di 

del Dottor L. Qabba, 3' edizione am- 

d arriccbita delle tavole analitidie di 

aX-45T, con 12 tavole S ai 

I (Man. di|, dei Dottori B. STECCHI e A. 

nu-322, con US incisioni 3 - 

ratico per lo stadio della), di A. PISANI, 
in SS Agore e 2fi esempi di mnaica. . . 3 - 
<i, 2> ediz. compiei, rifatta del ' Mannaie - 
. QilLastb, di pag. 244, 117 ine. . . .2 H 
neri» legale, 

e scieize, di e. Tbiveko, p. xti-292 . B - 
De Uarchi, pag. x-204 e e carte . . . I il 

Italiano (Tecnica del dnella), di J. 

fatta, di pag. xvi-283 . . - 3 51 

}. Nuovo teslo nnico commentalo colle 
li strati ve e le massime di ginrispra- 

'ORSI, di pag. C'564 1 i( 

leyno d'Italia, accuiatamenle riscoo- 
iale, corredala di richiami e coordioaU) 
FraNCBi, :• ediz. di pag. 2S2 . . . 1 JC 



di richiami e coordinato dal Prof. Avv. 
iz. di pag. lv-158 1 

G. De Samio. (In lavoro). 

aliano con commento e note. deii'Avv. 

XX-I078 con 4 ine 6 

nercantile, secondo il testo nlSciale, 
ni e aoordioató dal Prof. Avv. L. Fras- 



1 penale, secondo il teitto 
di rìctaiami e coordinalo dai Prof. Avv. 

iz. di pag. iv-380 .- . 1 

l'esercito e penale militare maritti- 
mo ufficialo, corredato di richiami e còor- 
■v. L. Franchi, 2* ediz. di pag. 1J9 . .1 
Itsuratore. Raccolta di norme e dati 
irazione e la valutaiione d'ogni lavoro 



' '"^. . ■ ELBSCO DEI ÌSAStlAhl HOEPr.I 

edile, prontuario per preventivi, liqnidasionl, collaudi, pe- 
'rizie, arbiaameDti, degli Ingegn. L. Mazzocchi e E. Mar- 
aORATl, di pag. xin'4B8 con 116 illustrasioai . , ' 

Codice Ili procedura civile, accuratamente liscout 
lesto ufficiale, corredato di richiami e coordinato d 
Aw, L. Franchi, 2' edii. di pag. 167 

Codice de< teatro {IJ). Vade-mecum legale per arti; 
e drammatici, impresari, capicomici, direttori d'or 
direzioni teatrali, agenti teatrali, gli avvocati e per 
blico, dell' Avv. Tabasblli, di pag. xvi-S28 . . 

Codici e leggi usuai) d'Italia, riscontrati snl testo 
coordinati e annotati dal Prof. Avv. L. FitANCHl, rai 
quattro grossi volumi legati In pelle flessibile . . 

Val. J. Codice civile - di procedura civile - di con 
- penale - procedura penale - delta marina mercanti 
naie per l'esercito - penale militare marittimo [otto 

2' edisione, di pag. viii-1361 

Voi. li. Fart« I. Leggi usuali d'Italia. Eaccolta co( 
di tutte le leggi speciali più Importanti e di piti rli 
ad estesa apptìcaniDae in Italia; con annessi decreti 
lamenti e disposte secondo l'ordine alfa1>etii!o delle i 
Dalla voce " Abbordi in mare , alla voce " Istruz. p 
(Le^e Casati), , di pag. vui-1361 a 2 colonne . . 
Voi. II. Parte II. Dalla voce : Laghi pubblici ali 
Volture taiastaU con appen,, pag. V1II-1S69-29SS 
Voi. III. Leggi e oonvenKioni sui diritti d'autoi 
colta generale delle leggi italiane e straniere e 
i trattati e le convenzioni esistenti tra l'Italia i 
Stati a cura della Società italiana degli autori, 
zinne interamente rifatta dal prof. L. Prakchi, di 
711-617, legato in tntla pelle flessibile .... 

Cognac (Fabbricazione dely e dello Spìrito di vjno e 
■azione delle fecce e delle vinacce, di dal Pi.< 
redato di annotazioni del Cav. O. Prato, di pag. 
con 37 incisioni 

Coleotteri Italiani, del Dott. A. Griffdji, (Gotomt 
dipag. xvi-881, conSlSinc 

Colombi domestici e colombicoltura, dei Prof. p. 6< 
2» edizione ritaila a cura della Società Colombifìla 
tina, di pag. £-211, con 26 flgnre 



20 KI.KSI'O DKI M.tNflÀI.I HÒEPLl ' 

~~— — r L-C. 

Colnrulons dai <*«t«lll — luji Ueullocromli. 
Colori iLa EcieniB dei) e la pittura, di L. Ovaita, p. 318 . 2 — 
Color) B vernioi, di Q. Oorini, 3* edii. totalmente rifatta, 

per cura di 0. Appiani, di pag. x-282, con 13 Incbioni 2 — 
CMibHlltriil — tèdi ImiMiioni. 
Connadli — cidi Iietteratnn draimuatica. 
Commercio, istoria dei) di R. Larice, di pag. 868 . . . S - 

igraSa commerciale — Industria mccbero — 
toltala — pTodDziona e commeTcio det yIdo — 
irittora d'affari — Traaporli e Tariffe —Conti 

logli errori con speciale applicatone id 

Ji, di P. Crotti, pag. iy-860 2 — 

.tO (Manuale dell'allievol, di 8. Landi — rtdi 

lei Prof. V. GiTTii 

natlietla commerciale, 5* edii., (9 e 10» 

[. IV-184 1 iO 

Qtlst. finanziaria, 3* eAit., pag. viIl-156 . . I 50 
graria, del Prof. L. Petri, seconda edizio- 

j. yiii-210 1 50 

I' Halli — Vedi Disionarlo. 

li ed artì affini, di G. Goblni, b* ediiionB 
itta dal Doli, G, B. Franceschi e G. Ves- 

jx-210 2 - 

male del), dell' Atv. G. Patfaccimi. Guida 
Eon foicnulario completo pel Conciliatore, 
clero e Patrocinatore di cause, B' edizione 
itore e messa In armonia con l'ultima legge 

di pag. X-16& 6 — 

'. A. Fdsaro, 2" edizione rinnovala e ac- 

r, KII-266 2-- 

- vedi Abiti. 

ratica, di G, Licci.ardelli, di pag. yui- 
lisioni e 9 tavole in sincromia. (fe in pre^ 
edizione). 

elle sostanze alimentari, di G. gorini, 
iramenie rifatta dai Doti, G, B. France- 

'UROLI, di pag, VIII-2D6 2 - 

udì Ricettarlo dsmeetico — InduBtrlile — Soc- 

inate, secondo le noove disposizioni legi- 



slatlre e regolamanturi (Testo nnica 10 febbraio 1! 

Deor. 6 luglio 1890), del Prof. A. Db ] 
Contabilità domestica, Nozioni ammi: 

aso delle famiglie e delle scnole [et 

Beroamaschi, di pag. svi-186 . . 
Contabilità generale dello Stato, del 

edizione titMU, pag. sVi-420 . . . 
Contabili U della lititmionl «1 p. befisfioani 
Conti e calcoli fatti, deii'lng. I. gher 

lioni pratiche sul modo di osarle. ( 
, Termometro, Qas e Vapori, Areometri 

zloDl zuccherine, Pesi speclScl, Legna 

Divisioni del tempo, Paga giornaliera, 

Bendila, Potenze e Sadici, Poligoni e 

ni, Circolo, Divisione della cireonf., P 

Conversazione italiana e tedesca (Ma 
completa per chiunque vaglia esprin: 
speditezza In ambe le lingue, e per se: 
ai viaggiatori, di A, Fiori, B* edizione 

MEO, pag. xrv-400 

Conversazione Ital lana-francese — ' 
Cooperative rurali, di credito, di lavoi 

di materie prime, di vendita di prodoti 
tnzlone, norme giurìdiche, tecutche, av 
fiati eh e, di V. Niccoli, pag. vii 1-382 

Cooperazione nella sociologia e nelh 
VntGiLii, pag. XU-22S 

Corrispondenza commerciale poi Iglò 
compilala su di un piano speciale i 
francese, tedesca, inglese e apagnuoh 
ma in ai slessa t'originate e le altre i 
la chiave : 

T. - PARTE ITAUAMAi Manuale di Corri* 
iUllMI corredata di tacsImUt dei vari 
giomsUera. seguito da od Glossahio d 
eeprecalont attinenti al Commercio, ^11 

Bucbierl. Negoiianti ed ludDEtriali di ( 
desiderano Bhilltarsl alla modema termii 
fraseolagia mercaDtile Italiana, di pag. 



ZZ ELENCO DEI MANU.U.I HOCPLI 



L.C. 

IL — PARTE SPAGNUOLA: Manual de Correspondencia Comercial 
Espanda, accompanado de facsimìles de los varios documentos 
de uso cotidiano, Begaido de un Diccionario Espanol-Italiano 
que contiene las principales voces empleados en los Negocios 
mercantiles y marìtimos y los términos mas importantes del 
Banco, de la Contabìlidad y de la Bolsa, compuesto para uso 
de las Escuelas, de los Banqneros, Negociante é industri ales de 
cualquicra nacìón qne desean habilitarse en la moderna termi- 
nologia y en la corriente fraseologia mercantil espaaola,p. xx-440. 4 — 

m. - PARTE FRANCESE : in lavoro. 

Corrispondenza in cifre — vedi Crittografia. 

Corse — vedi Dizion. dei termini delle — Cavallo — Proverbi. 

Cosmografia. Vno sguardo a^rZJmrer^o, di B. M. La Let A, 
pag. xii-197, con 11 incisioni e 3 tavole ...*... 1 50 

Costituzione degli Stati — tedi Diritti e doveri — Ordinam. 

Costruttore navale (Manuale dei), di G. Rossi, pag. xvi- 
517, con 281 flg. intercalate nel testo e 65 tabelle. . . . 6 — 

Costruzione ed economia dei fabbricati rurail, di v. Nic- 
coli, 2* edizione rifatta dell' " Economia dei fabbricati 
rurali „ di pag. xvi-335, con 125 figure ...... 3 50 

Cotoni — vedi Prodotti agricoli. 

Cremore di tartaro — vedi Distillazione. 

Cristallo — vedi Specchi. 

Cristallografia geometrica, fisica e chimica, applicata ai 

minerali, di E. Sansoni, p. xvi-867, 284 ine. nel teato . 3 — 
Cristo — vedi Imitazione di Cristo. 

Cristoforo Colombo, di v. Bellio, pag. iv-i36 e io incis. . 1 50 

Crittogame — vedi Funghi — Malattie crittogamiche — Tartufi. 

Crittografia (La) diplomatica, militare e commerciale, ossia 
l'arte di cifrare e decifrare le corrispondenze segrete. Sag- 
gio del conte L. GlOPPi, pag. 177 3 50 

Cronologia delle Scoperte Geografiche dall'anno 1492 a 
tutto Tanno 1900 del Prof. L. Hugues. (In lavoro). 

Cronologia — vedi Storia e cronologia. 

Cubatura dei legnami (Prontuario per la), di G. Belluo- 
MINI, 4* ediz. corretta ed accresciuta, pag. 220 2 50 

Cuoio — vedi Concia delle pelli — Imitazioni. 

Curiosità — vedi Amatore di oggetti d'arte — Maioliche e porcel- 
lane — Armi antiche — Autografi. 

Curve circolari e raccordi. Manuale pratico per il traccia- 
mento delle curve in qualunque sistema e in qualsiasi caso 
particolare nelle ferrovie, strade e canali e per il compaio 
generali dei raccordi circolari con- speciali applicazioni al 
tracciamento dei raddoppi del Binario delle derivazioni e 
degli scambi ferroviari (In sostituzione del mannaie del 
^nONHKE), di C. Ferrario, pag. xi-264, con 94 incis. . . 3 50 



ELENCO DEI A[.\SUAU HOEPU 

i 
Dantatogia, dei Dott. G. a. Scartazzini, S' edizione. Vila 

e Opere di Dante Alighieri, pag. Ti-408 3 

OuuB — tedi B&llo. 

Daflarl — tedi Fradottl agricoli. 

Debito (11) pubblico italiano. Regoleemodlperle operazioni 

3iii titoli che lo rappresentano, di P. AZZONI, pag. VI1I-B76 3 
Decaratione dal mstalll — nidi Metallociomia. 
DecDrailoni dal vttro — itdi Bpecchl — FotosaisUDlDgia. 

Decorazioni e industrie artisticlie, dell'Architetic 
LASI, 2 volumi, flag. xx-460, con 118 incisioni . . 
Danti — vidi Igleoe della bocca. 
DeteriBinantl e applicazioni, di E. Pascal, pag. y 

DligNoatloa — cidi Semeiotica. 

Dialetti italici. Grammatica, Iscrizione, versione e 

dì 0. Nazari, pagine xvi-S64 

Dialetti letterari greci (epico, neo-ionico, dorico, 

del Pof. 0, BONiXO, pag. xxxii-2U 

Didattica per gli alunni delle Scuole normali e pel 

elemenlart, del Pof. G. SOLI, pag. vm-314 . . . 
Digesto (II), del Prof. G. FERBlNr, pag. iV-134 . . 
allenanti di pittura - ledi Pittata ad olio. 

Dinamica elementare, di G. catt.\neo, p. viii-i4( 

Diritti e doveri dei cittadini, secondo le istituzio 
stato, per nao delle pubbliche Scuole, del Prof. 
FIOLI, IO* edizione, (dal 26 al S0> migliaio) con nni 
dice sul Codice penale, pag. xvi-229 

Diritti d'Kiilor* - %edi Leggi sai. 

Diritto amninietrativO, glnata l programmi gov 
ad nso degli Islitnti tecaici, di G, Loris, 4' e 
pag. xx-531 

Diritto civile (Compendio di), del Prof. G. Loris, i 
programmi governativi ad uso degli IstitiHi tecnici, 
riveduta, corretta ed ampliata, pag. xvi-SEo. . . 

Diritto civile Italiano, di e. Albioisi, p. viii-i2( 

Diritto commerciale Italiano, del Prof. E. vm.uti 
zione diligentemente riveduta, pag. X-44E . . . 

Diritte conunala e pravinclile — crdi Contabilità comDnal 
ritto amministrativo — Legge comaDalc. 

Diritto costituzionale, dell'Aw. Prof. F. F. CONTI) 
eiizione, pag. xvi-3"0 

Diritto ecclesiastico, di G. Olmo, pagine xii-47B. 



24 tLESCO UKl MANUALI HOEPLI ■ ', ' 

__ . . . . . _. . _ 

Diritto internazionale privato, detiAw. Prof. f. p, con- 

TUZZI, pagine xvi-SZZ 8 — 

Diritto Internazionale pubblico. deii'Aw. Prof. F. P. con- 

TUZZl, pagine Kll-320 S ■- 

Diritto penale, dell'Arv. &. stoppato, 2> edU., (in lavoro) 

Diritto penale romana, di C. Ferrini, pog. V111-B6O. . . S — 

Diritto romano, di C. Feureìi, 2* eiiii, rif^ pag. xvi-ns . 1 50 

Disegnatore mecoanioo e nozioni tecniche generali dì Aril- 

melil^a, Geometria, Algebra, Prospettiva, Resistenza del 

parecchi Idranllcl, Uaeehine semplici ed a va- 

iti, per G. Goffi, S* ed I7 Ione riveduta, pagine 

368 figure 5 — 

cipll del Disegno, del Prof. C. Borro, i' edl- 

-2D6, con 61 silografie 2 — 

malica del). Metodo pratico per Imparare 11 
;. HoNCHETTl, di pag. vi-190, con 84 figure, 
tercalati nel tE»to e un atlante a parie con 
I, 27 foglietti e 34 tavole, (ludi visi bill) . . 7 SO . 
OmetrìCO, dei Prof. P, Paoi.ONI, pag. IV-122, 

e 2!l figure nel testo ! — 

Itrlco, del Prof, A. Anth.i.i, 2' ed,, pag. vai- 
re nel teslo e 27 tavole liicgraflcbe'. . . . t — 
la e Costruzione itelle Navi, ad uso del Pro- 
trutloii di Navi - Capi tecnici, AsalsleaU e Di- 
ali • Capi operai caipentlert - Alunni d'Istituti 
GiOBLl, pag. VlIl-388, consto incisioni . . ! 50 
trlale, di E. Giouli. Corso regolare di dise- 
co e delle proiezioni. Degli sviluppi delle su- 
illdi. Della costruzione dei principali organi 
le. Uacchine utensili. S* edlz., pag. viu-152, 

,emi risolti e 448 figure Z id 

llezioni ortoDonaii, del Prof. D. Landi, di 

S2, con 192 incisioni t- 

raflco, del Capitano G. Bertelli, 3' ediz., 

J, con 12 tavole e 10 incisioni Z- 

ja pratica della) pubblica e privata per i Doi- 
£SSA^'DRl e L. Pizzini, 2' edizione, pag, tui- 

iclslonl 2 iU 

ielle Vinacce, e delie frutta fermentate, 
ne razionale del Cognac. Estrazione del 
Tartaro ed utiiizzazlDne di tutti 1 resi- 



m.KN-fO DEf MANU.ATt HOFPrt 

dui della distillazione, di U. Da Povte, ì* eàwi 
ratta, coQteaenti le leggi itnUane sugli spinti e la 
Austro-Ungarica, pag. XII-S75, con 68 mciaiant 

Ditteri Italiani, di paolo Lioy {Eatomotogta 
vn-856, con 227 incisioni .... 

Dizionario alpino Italiano. Parte i* Vette e i 
Hani, dell'Ing. B. Bignami-Sormani. — Pari 
lombarde e limitrofe alla Lombardia, dell'I: 
iJiii, pag. xxn-8Ì0 

Dizionario di abbreviature latine ed italiane i 
carte e codici specialmente del Medio Evo 
con oltre IMOO segni Incisi, aggiuntovi un pi 
Sigle Epigrafiche. I monogrammi, la numeri, 
mana ed arabica e i segai indicami monete, 
re, ecc., pef aura di ADRIANO CAPPELLI, Ar 
leografo presso il R. Archivio di Stato in Mil 
Lxil-433, con elegante legatura in cromo . . 

Dizionario bibllografloo, di e. arlia, pag. loo 

Dizionario Biografico Universale, dei Profe 

G. OAltOI.LO, (In lavoro]. 

Dizionario dei comuni del Regno d'Italia, secc 
aimento del 10 febbraio 1301, compilato da 1 
pag. XLVl-ns 

Dizionario Eritreo (Piccolo) Italiano- Arabo- An 
colta dei vocaboli più usuali nelle prìnoipali III 
nella Colonia Eritrea, di A. Allori, pag. XXXì 

Dizionario filatelico, per il raccoglitore dì fra 
introduzione storica e bibliogtafloa, di J. Geli 
con Appendice 1898-99, pag. LXIII-464 . . , 

Dizionario fotografico pei ditettanti e professìoi 
tre I&OO voci in 1 lingue, 500 sinonimi e 600 
L. Groppi, pag. Till-600, 95 incisioni e 10 lavo 

Dizionario geografico universale, del Prof. S 
ROLLO, 4> edizione del tutlo rifatta e molto . 
pagine xii-1461 

Oiilanarlo gotica — utili LId^qb gotica. 

Dlrionarlo milanese- itali a no e repertorio ita 
nese, di Cletto Arrighi, pag. 9is, a 2 colon 

Dizionario HunltmaticD — vidi VocaboUrietto nnmis 
Diiloiitrlo ruintuo — udì Oraminattca mmeca. 
Dizionario stenografico. Sigle e abbreviature 
Gabelsbei«er-Noe, di A. Sohiavenato, pag. x" 



26 ELENCO DEI MANCALI HOEPLI 



L.C. 

Dizionario tascabile (Nuovo) italiano-tedesco e tedesco- 
italiano, compilato sni migliori vocabolari moderni e prov- 
visto d'un'accurata accentuazione per la pronuncia dell'ita- 
liano, di A. Fiori, 8<^ edizione, pag. 798, completamente ri- 
fatta dal Prof. G. Cattaneo 3 50 

Dizionario tecnico in quattro lingue deiring. E. Webber, 
4 volumi : 
Voi. I. Italiano-Tedesco-Francese-Inglese, 2» ediz. com- 
pletamente riveduta e aumentata di circa 2000 ter- 
mini tecnici, pag. xii-553 6 — 

Voi. II. Deutsch-Italienisch-Franzòsisch-Englisch, p. 408 . 4 — 
Voi. III. Fran^ais-Italien-Allemand-Anglais, pag. 509 . . 4 — 
Voi. IV. Englisch-Italian-German-French, pag. 659. . . 6 — 

Dizionario (Piccolo) dei termini delle corse, di g. vol- 
pini, di pagine 47. (Esaurito). 
Dizionario turco — tedi Grammatica turca. 

Dizionario universale delle lingue italiana, tedesca in- 
glese e francese, disposte in unico alfabeto, 1 volume di 
pag. 1200 a 2 colonne 8 — 

Dizionario Volapiik — vedi Volapiik. 

Dogane — vedi Codice doganale — Trasporti e tariffe. 

Doratura — vedi Galvanizzaz. — Galvanostegia — Metallocromia. 

Dottrina popolare, in 4 lingue, (italiana. Francese, Inglese 
e Tedesca). Motti popolari, frasi commerciali e proverbi, 
raccolti da G. Sessa, 2» edizione, pag. iv-112 2 — 

Doveri del macchinista navale, e condotta della macchina 
a vapore marina ad uso dei macchinista navali e degli Isti- 
tuti nautici, di M. LiGNAROLO, pag. xvi-303 2 50 

Drammi — vedi Letteratura drammatica. 

Duellante (Manuale del) in appendice al Codice cavalleresco, 
di J. Gelli, 2» edizione, pag. viii-256, con 26 tavole. . . 2 50 

Ebanista — vedi Falegname — Modellatore mecc. — Operaio. 

Educazlonp dei bambini — vedi Ortofrenia — Sordomuti. 

Economia matematica (Introduzione alla), dei Prof. F. ViR- 
GiLii e C, Garibaldi, pag. xii-210, con 19 incisioni . . 1 50 

Economia politica, del Prof. W. S. Jevons, traduzione del 
Prof. L. COSSA, 4» ediz. riveduta, pag. XVI-1T9 1 50 

Edilizia — vedi Fabbric. civili — Ingegneria civ. — Ingegn. leg. 

Elettricità, dei Prof. Pleeming Jenkin, traduz. del Prof. 
R. Ferrini, 3» ediz. rived., pag. xri-237, con 40 incisioni . 1 50 

Elettrochimica (Prime nozioni elementari di), del Professor 
A. CossA, pagine viii-104, con 10 incisioni 1 50 

..'^.2 J 



Elettrotecnica (Mannaie di', di GbawinkeI'Streck 
duzione italiana dell'lng. Flavio Dessv, pagine : 
con 34S,SgaTe 

EimtDJagiA — aedi Malattìe dei eangne- 

Embrlologia e morfologia generale, dei Prof. G. 

NEO, pag. X-2J2, con TI incisioni 

Enoielapgdli d«l giurIaU — if ili Codici e le^i nsimli d'I 

. Enciclopedia Hoepll (Piceoia), m 2 grossi voi. dì 337. 

2 col. per ogni pag., con Appendice (1167-10 voci). 
Energia fisica, del Prof. S. ferrimi, pag. vm-iST, 

incisioni, 2> edizione interamente rifatta .... 
Eni m mistica. Qaida per comporre e per spiegare I 

Sciarade, Anagrammi, Logogrifi, Rebns, ecc., di D. 

SANI iBaJardo), pag. xil-516, con 29 ttlnsCr. e molti 
Enologia, precetti ad uso degli enologi italiani, del F 

O. Ottavi, 4* edizione Interamente rifatta da A. 

CHI, con nna Appendice sul metodo della Botte uni 

calcoli relativi alle botti cìccolari, dell'Ing. agr. R. 

pag. xvi-804, con 88 incisioni 

Enologia domestica, di B Ser.vagiotto, pag. v 

EalaniDlO||l> dì A. Griffim e P. Lioy, i volumi {itiìi C 

— Ditteri — Lepidotteri — Imenotteri). 
Epigrafia latina. Trattato elementare con esercizi | 

facsimili, con 65 lav. del Prof. S. Ricci, pag. xxxr 
— tedi DisIoDario di abbre^-ìatore ialine. 
Epilessia, Eziologia, Patogenesi, Cnra, Dr. P: Pimi, i 
Èritrat — «tói Arabo parlalo — Dizionario eritreo. — t 

tlca galla — Llngoe d'Africa — Proflottt agricoli del 

- Tigre italiano. 

Errori e pregiudizi volgari, confutati colla scort 
scienza e del raziocinio da G. Str.\fforello, 2' < 
accresciuta, pag. xil-196 

Emid* ttagli Infermi — ridi Semeiotica. 

Esattore comunale (Uannale dell'), ad uso ancbe di 
vìtorl provinciali, tiessi esattoriali, Prefetti, Intem 
finanza, Agenti Imposte, Sindaci e Segretari del < 
Avvocati, Ingegneri, Ragionieri, Notai e Contribnt 
Rag. R. Mainardi, 2* ediz. rived. e ampi,, pag. xt 

Esercii! geografici e quesiti, sull'Aitante geo 
universale di R. Kiepert, di L. HcauEs, 3> ediz 
di pagine viii-208 

Esercizi sulla geometria elementare, dei Prof, i 
CHERLE, pag. vin-iao, con 50 incisioni .... 



28 ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 

L.C. 
Esercizi greci, per la 4^ classe ginnasiale in correlazione 
alle Nozioni elemen. di lingua greca, del Prof. V. Inama: 
del Prof. A. V. BISCONTI, 2» ediz. rifatta, di p. xxvi-284 . 8 — 

Esercizi latini con regole (Morfologia generale), del Prof. 

P. E. Cereti, pag. Xll-382 1 50 

Esercizi di stenografia — vedi Stenografia. 

Esercizi di traduzione a complemento della grammatica 

francese, del Prof. G. Prat, pag. vi-188 1 50 

Esercizi di traduzione con vocabolario a complemento 

della Grammatica tedesca, di G.Adler, 2'' ed., p.Yni-284. i 50 
Esercizi ed applicazione dì Trigonometria piana, con 

400 esercizi e problemi proposti dal Prof. C. Alasia, pag. 
xvi-292, con 30 incisioni 1 50 

Espiodjenti e modo di fabbricarli, di R. Molina, p. xx-800 2 50 

— Vedi anche Pirotecnica. 

Espropriazione - vedi Ingegneria legale. 

Essenze — vedi Profumiere — Liquorista — Ricettario ini. 

Estetica, dei prof. M. Pilo, di pag. xx-260 1 50 

Estimo df cose d'arte — vedi Amatore di oggetti d'arte e di cu- 
riosità — Amatore di Maioliche e Porcellane. 

Estimo dei terreni. Garanzia dei prestiti ipotecari e della 
equa ripartizione dei terreni, dell'Ing. P. Filippini, pag. 
xvi-328, con 8 incisioni 3 — 

Estimo rurale, del Prof. Carega di Muricce, pag. vi-l64. 2 — 
Etica, (Elementi di) del Prof. G. Vidari, di pag. xvi-884. 2 - 
Etnografia, di B. Malfatti, 2» ediz. Inter, rifusa, p. vi-200. 1 50 
Evoluzione (Storia dell'), del Prof. Carlo Penizia, con bre- 
ve saggio di Biblio^afia evoluzionistica, pag. xiV-389 . . 3 — 

Fabbricati civili di abitazione, deiring. e. Levi, 2» ediz. 

rifatta, con 207 incis.. e i Capitolati d'oneri approvati dalle 

principali città d'Italia, pag. xvi-412 4 50 

Fabbricati rurali (Costruzione ed economia dei). 2» edizione 
rifatta dall' " Economia dei fabbricati rurali „, di V. Nic- 
coli, di pag. XVl-335, con 125 figure 3 50 

Fabbro — v. Aritmetica dell'operaio — Fonditore — Meccanico — 
Operaio — Tornitore. 

Fabbro-ferraio (Manuale pralico del), di G. Belluomini, 
opera necessaria ed indispensabile ai fabbri fucinatori, agli 
aggiustatori meccanici, armaiuoli, carrozzieri, carradori, 
calderai, coltellinai, fumisti, costruttori di strumenti me- 
trici, di serrature, di arnesi rurali, di ferramenti in ge- 
nere ed a tutti quelli che si dilettano nei lavori in ferro 
ed in acciaio, di pag. viil-242, con 224 incisioni . . . 2 50 

Falegname ed ebanista. Natura dei legnami, maniera di 
conservarli, prepararli, colorirli e verniciarli, loro cubatura, 
L G. Belluomini, di pag. x-138, con 42 incisioni . . . 2 - 



>-:^. 



Firfills — vedi LEpldott«rt. 

Farnaclsta (HanD&te del), del Prof. P. E. Al 
edizione inl«ruaeal« rifatta e aamentata, coi 
1 nnoYl medlcameoti In aso nella terapeutica, 
caratteri, alterazioni, falsificazioni, usi, dosi, 
731, con 142 tavole e 83 incisioni .... 

Farsacoterapia e formularlo, à.\ p. piccin 

Ftrravle — nidi Codice doganale — Corvè — ìdì 
Uaoobln. & Paoctalsta — Trasporti e tarlffe- 

FilaWla — tedi Dliionarìo aialelico. 

Filatura. Mannaie di filatnra, tessitura e lavor 
nìea delle fibre tessili, di E. Orothe, tradnzìi 
tedesca, pag. yiu-414, con 105 Incisioni . . 

Filatura della seta, di a. Pasqualib. (In la< 

Filologia classica, greca e latina, del Pro 
di pa^. xn-195 

Filonauta. Quadro generale di navigazione da 
sigli al principianti, con un Vocabolorlo tecni 
nel panfiUamento, del Cap. G. Olivabi, pag. 

Filosofia morale, del Prof. h. Friso, pag. xv 

Fillossera eie principali malattie crìttogam 
con speciale riguardo al mezzi di difesa, di 

Filu|«>lo — eidi Bachi fla seta. 

Fiori artificiali, Mannaie del fiorista, dì 

pag. xvi-278, con 144 incisioni, e 1 tav. a 36 
— stdi awlu Pomologia artiSciale, 
Fisica, del Prof. O. UimA^ti, con 21S incisioni 

edizione, oompletamente rifatta del Uaoual 

Balfoub Stewart pag. xyi-411 .... 
Fisica cristallograflca, V>- Voidt, tcad. A. Si 
Fisiologia, di Poster, tradusione del Prof, i 

edizione, pag. XII-15S, con Ig incisioni . . 
Flilslggla oomiunta — vidi Anatomia. . 
Fisiologia vegetale, del Doti. Luiai uonte 

xvi-sao, eon 68 incisioni 

Floricoltura (Manuale di), di C, M, Fralelll Bi 

ne riveduta da O. Roda, pag, viii-2iia, con S 
Florilegio poetico greco, dei Prof. v. inama. 
Flotte moderne (Le) i896-i900, di E. Bucci di 

Cnmpienento del Manuale del Marino, del C. 

pagine iv-204 



ttadlna, dell'Iag. D. Spataro, pag. x-684, con 

1 lavolSi in litograifia 7 

tmeatlca, deiiing. a. cerotti, pag. vm-42i, 

stoni 4 

tutti I metalli (Mnauale del), d^ O. Belluo- 
lioae, pag. rni-lSO, con 41 incisioni .... 3 
.liana, di L. Stoppato, pag. viii-102. . . . i 
lina, del Prof. S. Consou, pag. 208 . . . . 1 

Ingegneria legale - SelHooLiura. 

BOlastico di matematica elementare (ariune- 
I, geomelrifl, trigonoineiria), di M. A. Rossotti, 

-192 1 

•dt Arti graflche — Chinile» toloeraHca — Folo- 
riale — ProcesaL foMmeccantoi. 

— vdi Processi fotomeccinlci. 

irafla iLal, itel DoK. L. sassi, pag. xxl-138. 

dustriale (La), fot«calchi economici per la ri- 
di disegni, piani, itaite, mnsica, negative folo- 
\, del Dote. Luigi Qioppi, pag. vin-208, con 

e 5 tavole fnori testo '. . . . 2 

tooromatloa, del Dott, e. Bohacini, pagine 

n incisioni e 5 tavole 3 

li dilettanti. (Come dipinge il sole), di ti. 
Li'' edizione rifatta ed ampliata, pag. xx-B88, 

iionl e 11 tavole 3 

ria, Pototopografia praticata in Italia e appli- 
rotogrammetria airidrografia, deiring. P. Pa- 
;. svi-288, con 56 Agore e * tavole. ... 3 

ridi Arti graflche — Procesaì fotomecc. 
afia (La), applicata alla decorazione inda- 

ceramiche e dei vetri, di A. Montagna, pag. 
n 16 Incisioni nel testo 1 

- lidi Arti graffila — Processi folomooc. 

Storia della Frimcla. 
idi Diilonario fllalelico. 

ranoese- Italiana, di E. iiakoschi Sorehisi, 
2 ì 

ui-tadSHa — tidi Converesiiona — Dottrina po- 
tidi Ortofrenl». 



Frumento (il), (come si coltiva si ilovi 
Italia) di B. AziMONTi, 2' edizione com 
del Hannnle " Frumento e mais , di O, 



Frutticoltura, del Prof. Dott. D. Tamar 
ptig. XTni-319, con 31 incUlanl . . 

Frutti arflfeltli — ttdt Pomologia arti Scìa] e. 

Falmlnl e parafulmini, del Dott. Piof. e 
Funghi maDoerecoi e funghi velenosi, 

VARA, di pag. XVI-192, con 43 tavole i 
Funzioni analitiche {Teoria delie), di G. 

vni-lSZ (volume doppio) 

Funzioni ellittiche, M Piof. e. Pascal 
Fuoohlita — Mdi Macchili isla e raocbisla, 
Fidahl ■rtilolBlI — iWi — BsplodenCi — Pin 
ealllnaoel — vidi Animali d& cortile ~ Colon 

Galvanizzai io ne, pulitura e verniclatui 
galvanoplastica in generale. Mannaie 
dnatriale e l'oporaio riguardante la nichi 
oltonatiiTa, doratura, argentatura, stagi 
acDiaiatnra, ami moni atura, cobaltatura, 
noplastica in rame, argento, oro, enc, 
applicaz. pratiche, diP. Werth, di p. xv 

Galvanoplastica ed altre applicazione de 
ranostegia. Elettrometallurgia, ASinatun 
psrazione dell'atluminio, Sbian obi mento < 
stoffe, Risanamento delle acque, Conci 
pelli, ecc., del Prof. R. Pekhini, 3» eii 
mente rifatta, pag. xil-iH, con i6 inci 

Gaiva/iostegla, dell' Ing. I. Uhersi. Nicli 

' turo, doratura, ramatura, metallizzaztoi 

32J, con 4 iticisioni 

Gastronomia (Terminologia gastronomie! 
eese) di E. BOBGOREl.LO, con SOO Uen 

Gaz illuminante (Indastrìa del), dì V. ( 
XXXU-tnz, con 375 incisioni e 216 labi 

Gelsicoltura, dei Prof. D. Tamaro, pag. 

Geografia, di e. Grovc, traduzione del Pi 

2* edizione riveduta, pag. xiMfiO, con ; 



82 ELENCO DEI MA>U.\LI HOEPLI 

Geografia classica, ài H. f. Tozer, tradazione e note del 
Prof. I. Gentile, 5* edizione, pag. iv-168 . . ^ . . 1 50 

Geografia commerciale economica. Europa, Asia, Oceania, 
Africa, America, di P. LanzonI, pag. vni-844. . . . 8 — 

Geografia fisica, di a. Geikie, traduzione di A. Stoppani, 

3» edizione, pag. iv-182, con 20 incisioni 1 50 

Geologia, di A. Geikie, traduzione di A. Stoppani, quarta 
edizione, riveduta sull'ultima edizione inglese da G. Mer- 
CALLi, pag. xn-l76, con 47 incisioni 1 50 

Geometria analitica dello spazio, del Prof. F. aschieri, 

pag. vi-196, con 11 incisioni 1 50 

Geometria analitica del piano, del Prof. F. aschieri, di 

pag. vi-194, con 12 incisioni 1 50 

Geometria descrittiva, del Prof, aschieri, pag. vi-222, 

con 103 incisioni, 2* edizione rifatta 1 50 

Geometria elementare — vedi Esercizi di Geometria pura — Pro- 
blemi di Geometria elementare. 

Geometria e trigonometria delia sfera, del Prof. e. Ala- 

SIA, pag. vlli-208, con 84 incisioni 1 50 

Geometria metrica e trigonometria, del Prof. s. pin- 

CHERLE, 5* edizione, pag. iv-158, con 47 incisioni. . . 1 50 

— vedi anche Esercizi di Trigonometrìa. 

Geometria pratica, dell'Ing. Prof. G. erede, 3» edizione 
riveduta ed aumentata, pag. xii-258, con 184 incis. . . 2 — 

Geometrìa proiettiva del piano e della stella, dei Prof. 
P. Aschieri, 2» edizione, pag. vi-228, con 86 incisioni. . 1 50 

Geometria proiettiva dello spazio, del Prof. F. Aschieri, 

2» edizione rifatta, pag. vi-264, con 16 incisioni . . . 1 50 

Geometria pura elementare, dei Prof. s. Pincherle, £» 

edizione, con l'aggiunta delle figure sferiche, pag. vin- 
176, con 121 incisioni 1 50 

Giardino (II) infantile, di P. conti, pag. iv-2i8, 27 tav. 3 - 

Ginnastica (Storia della), di F. VAI.LETTI, pag. Vin-181 . 1 50 

Ginnastica femminile, di f. Valletti, pag. vi-112, 67 ili. 2 - 
Ginnastica maschile (Manuale di), per cura di J. Gelli, 
pag. vni-108, con 216 incisioni 2 — 

— vedi anche Giuochi ginnastici. 

Gioielleria, oreficerìa, oro, argento e platino, di E. bo- 

SELLI, pag. 336, con 125 incisioni 4 — 

— vedi anche Metalli preziosi — Pietre preziose. 



Giuochi ginnastici per laflioventù delle Scuole e del po- 
polo, raoeolM s deaotitti, di P. OABRiELLr, pag. X" "■" 

con 24 litTole llInsCTaCive 

Giustizia amministrativa iHao. di), di O. Vitta. (1 
Glottologia, det Prof. O. De QREaoRio, pag. xxxn 
Gnomonica ossia l'arte di costruire orologi solari, 
popolari di B. M. La Lbta, pag. vjn-160, con 19 
Soninii elaitiei — vedi Imitasioni. 

Grafologia, di e. Lombroso, pag. t-245 e ITO fac- 
Grammatica albanese con le possle rare di Var 

de) Prof. V. Libbandi, pag. xyi-200 .... 
SraniinaUiia Arabi — tjcJi Ai&bo parlilo. 
Sranniatlca araldica - tedi Araldica — Vocabolario arai 

Grammatica ed esercizi pratici della lingua d) 
norvegiana con nn. snpplemento eonteDente le pri 
eapressioni lecnico-Tiftiitiche ad uso degli ufficiali 
rina che freqnenlano i mari del nord e gli atre 
Baltico, di tì. Frisoni, pag. xk-483 

Grammatica ed esercizi pratici delia lingua eb 
del Prof. I. Levi fu Isacco, pag. 192 ... . 

Grammatica francese, del Prof. G. Prat. secom 
ninne rivedute, pag. xil-299 

Grammatica e dizionario delia lingua dei Galla 
monica), del Prof. E. Viterbo: 
Voi. 7. Galla-Italiano, pag. tiii-15S .... 
Voi. II. Italiano-Galla, pag. LKlv-106 . . . 

Oranniatica satlu — ridi Lingua gotica. ' 

Grammatica greca. (Nozioni eiementeri di lingua , 
del Prof. INAMA, 2* ediiione, pag. xvi-208 . . 

Grammatica delia lingua greca motterna, del P 

LOVERA, pag. ¥1-154 

Grammatica Inglese, del Prof. L. Pavia, pag. xii- 
Grammatica italiana, del Prof. T. Concari, £• ec 

rivedute, pag.' xvi-230 • . . 

Grammatica latina, del Prof. L. V.m.macgi, secon< 

zinne, pag. viri-25(i 

Grammatica della lingua olandese, di M. horqa 

pagine vi(i-134 

Grammatica ed esercizi pratici della lingua portoi 

brasiliana, del Prof. G. frisoni, pag. xil-267 . 
Grammatica e vocabolario delia lingua rumena, de 

R, LoVERA, pag. vni-200 



/■ - -i^i.-iPTr^ i 



84 ELENCO DEI .MANUALI HOGPLI 

_ 

Grammatica russa, dei Prof. Voinovich, pag. x-272 . . 3 - 

Srammatloa tansertta — vedi Sanscrito. 

Grammatica della lingua slovena. Esercizi e vocabolario 
del Prof, Bruno Guyon, pag. xvi-8U 3 - 

Grammatica spagnuola, del Prof. Pavia, 2» edizione, di 
pagine xvni-272 1 5< 

Grammatica della lingua svedese, dei Prof. b. pàroli, 

pagine xv-298 3 - 

Grammatica tedesca, del Prof. L. Pavia, 2*^ edizione, di 
pagine xvin-272 . i 1 5( 

Qrammatioa Tigre — vedi Tigre italiano. 

Grammatica turca osmanli, con paradigmi, crestomazia, 
e glossario, di L. Bonelu, pag. vni-200 e 5 tavole . . 8 — 

Grandine — vedi Assicnrazionl. 

QmnturGO — vedi Fmmento e mais — Industria dei molini. 

Gravitazione. Spiegazione elementare delle principali per- 
turbazioni nel sistema solare, di Sir G. B. AiRY, tradu- 
zione di F. Porro, con 50 incisioni, pag. xxii-176 . . 1 5<. 

Sreoia antica — vedi Archeologia (Arte greca) — Mitologia greca 
— Monete greche — Storia antica. 

Gruppi di trasformazione (Teoria dei), di E. Pascal. (In 

lavoro). 
Guttaperca — vedi Imitazioni. 

Humus (L ), la fertilità e l'igiene dei terreni cufturali, 

del Prof. A. Casali, pag. xvi-210 2 - 

Idraulica, di T. Perdoni, di pag. xxvni-892, con 801 fi- 
gure e 8 tavole ..*... 6 50 

Idrografia — vedi Fotogrammetria. 

Idroterapia, di o. Gibelli, pag. iv-2d8, con 80 incis. . . 2 — 

— vedi anche Acqne minerali e termali del Regno d'Italia. 

Igiene della Bocca e del Denti, nozioni elementari di 0- 

«lontologia, del Prof. Dott. L. CouLLiAUX, di pagine xvi- 
880, con 28 incisioni 2 50 

Igiene del lavoro, di Trambusti a. e Sanarelli, pagine 
vin-262, con 70 incisioni 2 50 

Igiene delia pelle, di a. bellini, pàg. xvi-240, 7 incis. . 2 - 

Igiene privata e medicina popolare ad uso delle famiglie, 
di C. BocK, 2» edizione italiana cnrata dal Dott. GlOV. 
Galli, pag. xvi-272 2 5'« 

Igiene rurale, di a. Carraroli, pagine x-470 .... 3 ^ 
Igiene scolastica, di a. Repossi, 2» ediz., pag. iv-246. . 2 
Igiene veterinaria, del Dott. u. Barpi, pag. viii-228 . . 2 



i 



.#1. 



ELKN€0 ÌWA MANUALI HOKPLl' 35 

L.C. 

Igiene della vista sotto il rispetto scolastico, del Dott. 

A- LOMONACO, pag. XII-272 2 50 

Igiene della vita pubblica e {irivata, dei Dott. g. fa- 

RALLI, di pag. xil-250 2 50 

igroscopi, igrometri, umidità atmosferica, del Prof. P. 
Cantoni, pag. xii-142, eoa 24 incisioni e 7 tabelle . . 1 50 

illuminazione — vedi Acetilene — Gaz. illnm. — Incandescenza. 

IHuminazione elettrica (impianti di), Manuale pratico del- 
ring. E. PiAZZOLi, 5» ediz. interamente rifatta, (9-10 mi- 
gliaio) seguita da un'appendice contenente la legislazione 
Italiana relativa agli impianti elettrici, di pag. 606, con 
264 incisioni, 90 tabelle e 2 tavole 6 50 

Imbalsamatore — vedi Natnralisia preparatore — Naturalista 
viaggiatore — Zoologia. 

Imenotteri, Neurotteri, Pseudoneurotteri, Ortotteri e 
Rincoti italiani, del Dott. E. Griffini (Entomologia IV), 
pag. xvi-687, con 243 incisioni 4 50 

Imitazione di Cristo (Delia), Libri quattro di QiO. Geb- 
SENio, volgarizzamento di Cesare Guasti, con proemio 
e note di G. M. Zampini, pag. lvi-896 ...... 3 50 

Imitazioni e succedanei dell' ing. I. Ghersi. (In lavoro). 

immunità e resistenza alle malattie, di A. Galli Va- 
lerio, pag. Viil-218 1 50 

impiego ipodermico e la dosatura dei rimedi, Manuale 
di terapeutica del Dott. G. Malacrida, pag. 305 . . , 3 — 

Imposte dirette (Riscossione delle), dell'Avv. E. Bruni, di 
pag. vin-158 1 50 

Incandescenza a gaz, (Fabbricazione delle reticelle) di L. 
Castellani, pag. x-140, con 33 incisioni 2 — 

Inoliiostri — vedi Ricettario industriale — Vernici ecc. 
Incisioni — vedi Amatore d'oggetti d'arte e di curiosità. 
Indovinelli — vedi Enimmistica. 

Industrie (Piccole). Scuole e musei industriali - Industrie 
agricole e rurali - Industrie manifatturiere ed artistiche, 
dell'Ing. I. Ghersi, 2» edizione completamente rifatta del 
Manuale delle Piccole Industrie del Prof. A. Errerà, 
pag. XIl-372 3 50 

Infermiere — vedi Assistenza degli infermi — Soccorsi d'urgenza 

— Tisici e sanatorii. 

Infanzia — vedi Terapia delle malattie dell' — Giardino infantile 

— Nutrizione — Ortofrenia — Sordomuto. 
Infezione — vedi Disinfezione — Medicatura antisettica. 
Infortnnii sui lavoro — vedi Legge sugli. 



f' 



T 

3G ELENCO BEI MANUALI HOEPLI 

L.C. 

Infortunii della montagna (Gli). Manuale pratico dpgU Al- 
pinisti, delle guide e dei portatori, del Dott. 0. , Ber- 
nhard, traduzione con aggiunte del Dott. E. Gurti, di 
pag. xvin-60, con 65 tav. e 175 figure dimostrative . . 3 50 

Infortuni sul lavoro, (Mezzi tecnici per prevenirli) di E. 
Magrini. (In lavoro). 

— vedi anche Leggi per gli. 

Ingegnere agronomo — vedi Agronomia — Prontuario dell'agric. 

Ingegnere civile. Manuale dell'ingegnere civile e industriale, 
del Prof. G. Colombo, 18*^ edizióne modificata e aumen- 
tata, (46®, 470 e 48® migliaia), con 212 fig., pag. XIV-416. 5 50 
Il medesimo tradotto in francese da P. Marcillac . d 50 

Ingegnere navale. Prontuario di a. cignoni, pag. xxxii- 

292, con 36 figure. Legato in pelle 5 50 

Ingegneria legale per tecnici e giuristi (Manuale di), dei- 

TAvv. A. LiON. Commento ed illustrazione con la più re- 
cente giurisprudenza: Kesponsabilità - Perizia- Servitù - 
Piani regolatori e di ampliamento - Legge di sanità - Re- 
golamenti d'igiene ed edilizii - Espropriazione - Miniere - 
Foreste - Catasto - Privativa industriale - Acque - Strade - 
Ferrovie - Tramvay - Bonifiche - Telefoni - Appalti - Ripa- 
razioni - Cimiteri - Derivazioni di acque pubbliche - Monu- 
menti d'arte e d'antichità, ecc., pag. vin-552 5 50 

Inghilterra — ved« Storia d' Inghilerra. 

Insetti nocivi, del Prof. F. Franceschini, pag. vni-264, 
con 96 incisioni 2 — 

Insetti utili, del Prof. P. Franceschini, di pag. xn-160, 
con 43 incisioni e 1 tavola • . . . 2 — 

interesse e sconto, del Prof. E. gagliardi, 2'- edizione 
rifatta e aumentata, pagine vin-198 2 — 

Inumazioni — vedi Morte vera. 

Ipnotismo — vedi Magnetismo — Spiritismo — Telepatia. 

Ipoteche (Man. per le), di A. Rabbeno, pag. xyi-247 . . . 1 50 

ittiologia italiana, del Dott. A. Gbiffini, con molte in- 
cisioni. (In lavoro). 

— vedi anche Piscicoltura — Ostricoltura. 
Lacctie — vedi Vernici ecc. 

Latte, burro e cacio. Chimica analitica applicata al casei- 
ficio, del Prof. Sartori, pag. x-162, con 24 incisioni . 2 — 

/ Abiti per signora 

\ Biancheria. 
Lavori femminili — vedi < Macchine da cucire. 

/ Monogrammi. 

\ Trine al fascilo. 
' -vori pubblici — vedi Leggi sui lavori pjabblici. ' ^ 



ELENCO DEI MANUALI HiDEPLI 87 

— - - - , , ■■■■■!■ I ■■^— ■>! . ■ I I ■■ ■■■■ .^i^— 

L.C. 
Lavori rn tèrra (Manuale di), dell'Ing. B. Leoni, pag. xi- 
305, con 38 incisioni 3 -^ 

Lawn-Tennis, di V. Baddeley, prima tradazione italiana 
con note e aggiunte del trad., pag. XXX'206, con 13 illustr. 2 50 

Legge (La nuova) comunale e provinciale, annotata da E. 

Mazzoccolo, 4^ edizione, interamente rifatta con l'ag- . 
giunta del regolamento e di 2 indici, pag. xu-820 . . . 7 50 

Legge sul lavori pubblici e regolamenti, di L. fbanchi, 

pag. IV-110-CXLVIII . • I 50 

Legge sull'ordinamento giudiziario, dell' Aw. L.^Fbanchi, 

pag. IV-92-CXXVI 1 50 

Legge sulla proprietà letteraria, di L. Franchi (In lav.). 

Leggi e convenzioni sul diritti d'autore — vedi Codici e leggi u- 
suali d' Italia, voi. III. 

Leggi per gUnfortunii sul lavoro, deil'Avv. A. Salva- 
tore, pag. 812 a — 

Leggi e convenzioni sulle privative industriali, disegni, 

modelli di fabbrica, marchi di fabbrica e di commercio, di 
L. Franchi. (In lavoro). 

Leggi sulla sanità e sicurezza pubblica, di L. franchi, 

pag. IV-108-XCII 1 50 

Leggi sulle tasse di Registro e Bollo, con appendice, del 

Prof. L. Franchi, pag. iv-l24-cn 1 50 

Leggi usuali d'Italia — vedi Codloi e leggi. 

Leghe metalliche ed amalgamo, alluminio, nichelio, me- 
talli preziosi e imitazione, bronzo, ottone, monete e me- 
daglie, saldature, dell'Ing. I. Ghersi, p. xvi-431, con 15 ine. 4 — 

Legislazione {Mortuaria — vedi Morte. 

Legislazione sanitaria italiana, (La nuova) di E. Noseda. 

di pag. viIl-570 5 — 

Legislazione rurale, secondo il programma governativo per 

gli Istituti Tecnici, deil'Avv. E. Bruni, pag. xi-423 . . 8 — 
Legmmi — vedi Cubatura dei legnami — Falegname. 
Legno artificiale — vedi Imitazioni. 

Lepidotteri italiani, del Dott. A. Griffini (Entomoi. Il), 

pag. xiil-248, con 149 incisioni 1 50 

Letteratura albanese (Manuale di), del Prof. A. Straticò, 
pag. xxiv-280 8 — 

Letteratura americana, di G. Strafforello. pag. 158 . i 50 

Letteratura araba, del Prof. i. Pizzi. (In lavoro). 

Letteratura assira, dei Mott. B. Teloni. (In lavoro). 

Letteratura catalana, del Prof. Restori. (in lavoro). 

Letteratura danese — vedi Letteratura norvegiana 

Letteratura drammatica, di e. Levi, pag. xn-339 . . . s — 



-y-. 



» 



I 



88 KI,KN<"0 DPI MANUALI HOEPLI 

!.. e. 

Letieratora ebraica, di A. Revel, 2 voi., pag. 864 . . 8 — 
Letteratura egiziana, di L. Bbigiuti. (in lavoro). 
Letteratura francese, del Prof. E. Mabcillac, tradnz. 

di A. Paganini, 8* edizione, pag. vin-198 1 50 

Letteratura greca, di v. Inama, is» edis. riveduta (dal 

610 al 550 migliaio) pag. vin-236 e una tavola. ^ . . 1 60 

Letteratura indiana* A. De Gi/bebnatis, pag. Tin-169 . 1 60 
Letteratura inglese, di B. Solazzi, 2» edizione, di pa- 
gine Vinrl9i 1 50 

Letteratura Italiana, del Prof. e. Fenini, dalle origini al 
1748, 6» edizione completamente rifatta dal Prof. V. Fer- 
RABI, pag. xvi-291 1 50 

Letteratura italiana moderna, (1748-1870). Aggiunti 2 qua- 
dri sinottici della letteratura contelnporsCnea (1870*1901) 
del Prof. V. Ferrari, pag. 290 1 50 

Letteratura Italiana moderna e contemporanea 1748- 
1901, del Prof. V. Ferrari, pag. viii-406 8 — 

Letteratura latina — vedi Letteratura romana 

Letteratura norvegiana, di s. Consoli, pag. xyi'272. . 1 50 
Letteratura persiana, del Prof. i. Pizzi, pag. x-208 . . 1 50 
Lj)tteratura provenzale, di A. Restori, pag. x-220 . . 1 50 
Letteratura romana, del Prof. F. Ramorino, 5» edizione 

riveduU (dal 17, al -22» migliaio), pag. vili-844. , . . 1 50 

Letteratura spagnuola e portogliese, del Prof. L. Cap- 
pelletti, 2* edizione rif. da B. Gorra. (In lavoro). 

Letteratura tedesca, del Prof. 0. Lange, S*" edizione ri- 
fatta dal Prof. MiNUTTi, pag. xvi-188 1 60 

Letteratura ungherese, di Zigany Arpàd, pag. xii-295. 1 50 

Letterature 'slave, dei Prof. D. Ciàmpoli, 2 volumi: 

I. Bulgari, Serbo-Croati, Yugo-Ruasi, pag. lv-144. . . 1 50 
II. Russi, Polacchi, Boemi, pag. iv-142 1 50 

LexlQon Abbrevi aturarnm qn&e in lapidibus, codicibns et chartis 
praesertim Medii-Aevi occurrunt — vedi Dizionario di abbre- 
viature. 

Limoni vedi Agrumi. 

Lingua araba — vedi Arabo parlato — Dizionario eritreo — Qrain- 
matica Galla — Lingue dell'Africa — Tigre. 

Lingua gotica, grammatica, esercizi, testi, vocabolario com- 
parato con Ispecial riguardo al tedesco, inglese, latino e 
greco, del Prof. B. Friedmann, pag. xvi-888 . . . . 3 — 

Lingua greca — vedi Esercizi — Pilologla — Florilegio — Gram- 
matica - Letteratura — Morfologia — Dialetti — Verbi. 



ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 89 



L.C. 

Lingue dell'Africa, di R. Cust, versione italiana del Prof. 

A. De Gubernatis, di pag. iv-llO 1 50 

Lingua latina vedi Dizionario di abbreviature latine — Epigrafia 

— Esercizi -^ Filologia classica — Fonologia — Grammatica 

— Letteratnra romana — Metrica — Verbi. 

Lingne germaniche — vedi Grammatica danese-norvegiana inglese, 

olandese, tedesca, svedese. 
Lingua Turoa Otmanii — - vedi Grammatica. 

Lingue neo-latine, dei Dott. b. gorra, pag. U7. . . .150 

Lingue straniere (Studio delle), di e. Marcel, ossia l'arte 
di pensare in una lingua straniera, traduzione del Prof. 
Damiani, di pag. xvi-186 1 50 

Linoleum — vedi Imitazioni. 

Liquorista, di A. Rossi, con 1270 ricette pratiche. Mate- 
riale, Materie prime, Manipolazioni, Tinture, Essenze na- 
turali ed artificiali, Fabbricazione dei liquori per mace- 
razione, digestione, distillazione, con essenze, tinture, ecc.. 
Liquori speciali, Vini aromatizzati, pag. xxxii-560, con 
19 incisioni nel testo 5 — 

Litografia, di e. Do yen, di pag. yiii-261, con 8 tavole e 
40 figure di attrezzi, ecc., occorrenti al litografo ... 4 — 

Lliito — vedi Chitarra — Mandolinista — Stmm. ad arco. 

Logaritmi (Tavole di), con 6 decimali, di 0. Mùller, 6» 
ediz., aumentata delle tavole dei logaritmi d'addizione e 
sottrazione per cura di M. Raina, di pagine XXXYI-IQI. 
(11, 12, 18«> migliaio) 1 50 

Logica, di W. Stanley Jevons, traduz. del Prof, d^ Can- 
toni, 5» ediz. di pag. viii-166, con 16 incisioni. . . . 1 50 

Logica matematica, del Prof. e. Burali-forti, p. yi-i58. 1 50 
Logismografia, di e. Chiesa, 3» ediz., pag. xiy-172 . . 1 50 

Logogrifi — vedi Enimmistica. 

Lotta — vedi Pugilato. 

Luce e colori, dei Prof. G. Bellotti, pag. X'-157, con 24 

incisioni e 1 tavola 1 50 

Ijioe e suono, di e. Jones, traduzione di U. Fornari, di 

pag. vm-836, con 121 incisioni 3 — 

iHacclline a vapore, (Manuale del costruttore di), di H. Hae- 

DER. Bdizione italiana compilata sulla 5* edizione tedesca, 

con notevoli aggiunte dell'Ing. E. Webber, pag. xvi-452, 
,con 1444 incisioni e 244 tabelle, legato in bulgaro rosso . 7 — 

Haeciiine agricole, dei Conte a. cencelli-Perti, di pag. 

vin-216. con 68 incisioni 2 — 



-«" 



40 ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 

__ 

Macchine per cucire e ricamare, dell'ing. Alfredo Ga- 

LASSINI, pag. vn-230, con 100 incisioni .2 50 

Maccliinista e fuoctiista, del Prof. G. Gautero, 8» ediz. 

con Appendice sulle Locomobili e le Locomotive dell'Ing. 

Prof. Loria, e col Regolamento sulle caldaie a vapore, 

pag. xx-194, con 84 incisioni 2 — 

Macchinista navale (Manuale del), di M. Lignarolo, 2*- ed. 

rifatta, pag. xxiV-602, con 844 incisioni 7 àO 

■aelna2tone — vedi Industrie dei molini ~ Panificazione. 

Magnetismo ed elettricità. Principi e applicazioni esposti 
elementarmente, del Prof. F. Grassi. 8* ediz. completa- 
mente rifatta del manuale di PoLOKi e Grassi, di pa- 
gine xyi-508, con 280 figure 6 tavole fuori testo . . . 5 50 

Magnetismo ed ipnotismo, Prof. G. Belfiore, p. vni-378 . 3 50 
Maiale (il). Razze, metodi di riproduzione, di allevamento, 
ingrassamento, commercio, salumeria, patologia suina e 
terapeutica, tecnica operatoria, tossicologia, dizionario sui- 
no-tecnico, del Prof. E. Marchi, 2» ediz., pag. xx-786, 
con 190 incisioni e una Carta A ^^ 

Maioliche e porcellane (L'amatore di), di L. De Mauri, il- 
lustrato da splendide incisione in nero, da 12 superbe \ 
tavole a colori e da 3000 marche. - Contiene: Tecnica della 
fabbricazione - Sguardo generale sulla storia delle Cerami- 
che dai primi tempi fino ai giorni nostri - Cenni storici ed 
artistici su tutte le fabbriche - Raccolte di 8000 marche cor- ' 
redate ognuna di notizie relative, e coordinate ai Cenni Sto- 
rici in modo che le ricerche riescano di esito invmediaio - 
Dizionario di termini Artistici aventi relazione coli' Arte Ce- 
ramica, e ai oggetti Ceramici speciali, coi prezzi correnti. 
Bibliografia ceramica, indici vari, pag. xii-650 12 50 

Mais (II) granoturco, o formentone, o granone, o melgone, 
o melica, o melicotto, o carlone, o polenta, ecc. Norme 
per una buona coltivazione, di E. Azimonti, 2» edizione 
rifatta dal Manuale " Frumento e Mais „ di E. Cantoni, 
di pag. xii-196 con CI incisioni nel testo 2 50 

Malattie crittogamiche delle piante erbacee coltivate, del 

Dott. R. WOLP, traduzione con note ed aggiunte del Dott. 

P. Baccarini, pag. x-268, con 50 incisioni 2 — 

Malattie ed alterazione dei vini, dei Prof. s. Cettolini, di 

pag. xi-138, con 18 incisioni 2- 

Malattle dalla vite — vedi Filossera -- Malattie crittogamiche. 
Mammiferi — vedi Zoologia. 
Mandarini — vedi Agrumi. 

Malattie del sangue. Manuale d'Ematologia del Dott. E. Re- - 
BUSCHINI, pag. VIII-482 3 50 

•■•"dato commerciale, di e. VroARi, pag. vi-i60. .... 1 so 



I 



ELENCO DEI MANUZI HOEPLI 41 

L. e. 

Mandolinista (Manuale del), di A. Pisani, pag. xx-140, con 

18 figure, 3 tavole e 89 esempi .2 — 

■anioomio — vedi Assistenza pazzi — Psichiatria. 

Manzoni Alessandro. Cenni biografici, di L. Beltrami, di 

pag. 109. con 9 autografi e 68 incisioni 1 50 

Marche di Fabbrica — vedi Amatore oggetti d'arte — Leggi sulle 
proprietà — Maioliche. 

Mare (il). V. Bellio, pag. iv-140, con 6 tav. Ut. a colori. 1 56 

Marine (Le) da guerra del mondo al 1897, di L. D'Adda, 

pag. xvi'320, con 77 illustrazioni .450 

Marino (Manuale del) militare e mercantile, del Contr'am- > 

miraglio De Amezaga, con 18 xilografiie, 2^ edizione, 

con appendice di Bucci di Santapiora 5 — 

Marmista (Manuale del), di A. Ricci, 2<' edizione, pag. xil- 

154, con 47 incisioni 2 — 

■armo — vedi Imitazioni. 

Massaggio, dei Dott. B. Majnoni, p. xn-i79, con 51 ine. . 2 — 

■astioi — vedi Ricettario industriaìe — Vernici, ecc. 

Matematiche superiori (Repertorio di). Definizioni, formole, 
teoremi, cenni bibliografici, del Prof. E. Pascal^^ 

Voi. I. Analisi, pag. XVI-642 6 — 

Voi. II. Geometria, e indice gen. per i 2 voi. pag. 950 9 50 

Materia medica moderna (Man. dì), a. Malacrida, p.xi-761 7 5o 

■aterfaii. artificiaii — v. Ricettario indust. — Imitaz. e succedanei. 
Meccanica, del Prof. K. Stawell Ball, traduzione del 
Prof. J. Benetti, 4» edizione, pag. xvi-214, con 89 ine. 1 50 

Meccanica (La) del macchinista di bordo, per gii Ufficiali 

macchinisti della R. Marina, i macchinisti delle Compa- 
gnie di navigazione, i Costruttori e i Periti meccanici, gli 
Allievi degli Istituti Tecnici e Nautici e delle Scuole Indu- 
striali e Professionali, di E. GiORLi, con 92 flg. (In lavoro). 

Meccanico (li), ad uso dei macchinisti, capi tecnici, elettri- 
cisti, disegnatori, assistenti, capi operai, conduttori di cal- 
daie a vapore, alunni di Scuole industriali, di E. GiORU, 
3» edizione ampliata, pag. yu-370, con 205 incisioni . . 3 — 

Meccanismi (500), scelti fra i più importanti e recenti rife- 

rentisi alla dinamica, idraulica, idrostatica, pneumatica, 

macchine a vapore, molini, torchi, orologerie, ecc., di H. 

T. Brown, trad. d. Ing. F. Cerruti, 3» edizione italiana, 

pag. vl-176, con 500 incisioni 2 50 

IMedaolte — vedi Leghe metalliche — Monete greche — Monete 
romane — Numismatica — - Vocaholarietto dei numismatici. 

Medicatura antisettica, dei Dott. a. Zambler, con prefa- 
zione del Prof. E. Trigoni, pag. xvr-124, con 6 incis. . 1 50 



42 KLENCO DKI MANUALI tìOKPLI '^ 



L. c. 
■ediclna operativa — vedi Chirurgia. 

Medico pratico, (li) di e. Muzio. 8* edizione del Naovo 
memoriale pei medici pratici, di pag. xvi-492 . . . .5. — 

■•moria (L'arte della) — vedi Arte. 

Maroedi — vedi Paga giornaliera. 

Merclologla, ad uso delie scuole e degli agenti dì commer- 
cio, di 0. LUXARDO, pag. xn-452 4 — 

MerMItne — vedi Onomonica. 

Hotalli preziosi (oro, argento, platino, estrazione, fusione, 
assaggi, usi), di G. GORINI, 2» ed., p. n-196, con 9 ine. . 2 — 

Metallizzazione — v. Oalvanizz.— Qalvanoplastica — Qaiyanoetegia. 

Metallocromia. Colorazione e decorazione chimica ed elet- 
trica dei metalli, bronzatura, ossidazione, preservazione e 
pulitura, deiring. I. Ghersi, pag. vni-192 2 — 

Metallurgia — vedi Coltivazione delle miniere — Fonditore — 
Leghe metalliche — Siderurgia — Tempera e cementazione. 

Meteorologia generale, dei Dott. L. De Marchi, pag. vi- 

156, con 8 tavole colorate 1 50 

vedi anche — Climatologia — Igroscopi. 

Metrica dei greci e dei romani, di L. mùlleb, 2* edizione 

italiana confrontata colla 2» tedesca ed annotata dal Dott. 

Giuseppe Clerico, pag. xvi-186 15© 

Metrica Italiana — vedi Ritmica e metrica italiana. 

Metrologia Universale ed il Codice Metrico internazionale, 

coll'indice alfabetico di tutti 1 pesi misure, monete, ecc., 

dell'Ing. A. Tacchini, pag. xx-482 6 50 

Mezzeria (Manuale pratico della) e dei vari sistemi della co- 
lonia parziaria in Italia, d. Prof. A. Rabbeno, p. Tm-196 1 50 

Micologia vedi Funghi mangerecci — Malattie crittogamiche — Tar- 
tufi e funghi. 

Microbiologia. Perchè e come dobbiamo difenderci dai mi- 
crobi. Malattie infettive. Disinfezioni, Profilassi, del Dott. 
L. PIZZINI, pag. ViiI-142 2 — 

iliorotcopia — vedi Anatomia microscopica — Animali parassiti — 
Bacologia — Batteriologia — Prostitologia — Tecnica presti- 
tologlca. 

Microeoopio (il), Guida elementare alle osservazioni di Mi- 
croscopia, del Prof. Camillo Acqua, p. xn-226, 81 ine. 1 50 

Mineralogia generale, del Prof. L. Bombicci, 2<' ediz. ri- 
veduta, di pag. XVI-190, con 188 ine. e 8 tavole . . . 1 50 

Mineralogia descrittiva, del Prof. L. Bombicci, 2* edi- 
zione, di pag. IV-800, con 119 incisioni .8 — 

Miniere (Coltivazione delle), di 8. Bertolio, 2» ediz. . ri- 
fatta del Man. " Arte Min. „ di ZOPPETTI, p. Vin-284 . 2 50 
turazlone delle botti — ce<?t Enologia. 



• 1A..1? 



ELENCO DEI MANUALI UOEPLI 43 



L. e. 
Misure — vedi Codice del Perito Misuratore — Metrologia — Mo- 
nete — Strumenti metrici. 
■itiiioottura — v€d* Ostricoltura — Piscicoltura. 
Mitologia (Dizionario di), di F. Ramorino. (In lavoro). 

Mitologia comparata, del Prof. A. De Gubernatis, 2» 

edizione, di pag. vin-150. (Esaurito). 
Mitotogia greca, di A. Foresti: 

Volume I. Divinità, di pag. viu-264 1 50 

Volume II. Kroi, di pag. 188 1 50 

Mitologie orientali, di D. Bassi: 

Voi. I. Mitologia babilonese-assira, pag. xvi-219 . . 1 50 
Voi. U. Mitologia egiziana e fenicia. (In lavoro). ' 

Hnemotecnia — vedi Arte della memoria. 

Mobili artistici — vedi Amatore d'oggetti d'arte. 

Moda — vedi Abiti — Biancheria — Fiori artificiali — Trine. 

Modellatore meccanico, falegname ed ebanista, del Prof. 

^G. Mina, pag. xvii-428, con 293 incisioni e 1 tavola . 5 50 

Molini (L* Industria dei) e la macinazione del frumento, 

di C. SiBER-MlLLOT, di pag. xx-259, con 108 incisioni 

nel testo e 8 tavole 5 — 

Momentt resistenti e pesi di travi metalliche composte. 

Prontuario ad uso degli Ingegneri, Architetti e costruttori, 
con 10 figure ed una tabella per la chiodatura, deiring. 
B. SCHENCK, di png. XI-188 8 50 

Monete greche, di s. Ambrosou, di pag. xiy-286, con 200 

fotoincisioni e 2 carte geografiche 8 — 

Monete (Prontuario delle), pesi e misure inglesi, raggua- 
gliate a quelle del sistema decimale, deiring. Gbersi, di 
pag. xn-196, con 47 tabelle di conti fatti e 40 facsimili 
delle monete in corso 8 50 

Monete romane. Manuale elementare compii, da F. GNEO- 
GHI, 2» edizione, riveduta corretta ed ampliata, di pag. 
XXVn-870, con 25 tavole e 90 figure nel testo , . . . 8 — 

Monogrammi, del Prof. A. Severi, 78 tavole divise in tre 
serie, le prime due di 462 in due cifre e la terza in 116 
in tre cifre 8 50 

Montatore «il) di macchine. Opera arricchita da oltre 250 
esempi pratici e problemi risolti, di S. Dinaro, di pei- 
gine xu-„68 4 — 

Morfologia generale — vedi Embriologia. 

Morfologia greca, del Prof. v. Bettei, pag. xx-876 . . 3 — 
Morfologia italiana, del Prof. E. gorra, pag. yi-142 . . l 50 
Morte (La) vera e la morte apparente, eon appendice " La 



*■* Kl^K.-SlJU UKL MANU ALA HOKPJLil '^"~ ^?>^ 

legislckzione mortuaria „ di P. DELL'ACQUA, p. VlII-186 . 2 — 

Mosti (Densità dei), dei vini e degli spiriti: ed I problemi 
che ne dipendono, ad uso degli enochimicì, degli eno- 
tecnici e dei distillatori, di E. CiLLis, di pag. xvi-230, 
con 11 figaro e 46 tavole 2 — 

MuMi — vedi Amatore oggetti d'arte e curiosità — Amatore ma- 
ioliche e porcellane — Armi anticbe — Pittura — Bcoltnra. 

Musei industriali — vedi Industrie Piccole. 

Mutuo tocoorso — vedi Società mntno soccorso. 

Napoleone l<>, di L. cappelletti, 28 fotoinc, p. xx-272 . 2 50 
Naturalista preparatore (il), del Dott. R. Gestro, ^^ edi- 
zione riveduta ed aumentata del Manuale ddVImhaUa- 
matorey di pag. xvi-168, con 42 incisioni 2 — 

Naturalista viaggiatore, dei Prof. A. Issel e E. Gestro 

(Zoologia), di pag. vin-144, con 88 incisioni 2 — -. 

Nautica stimata o Navigazione piana di F. t.\mi. (In lav.). 

Neurotteri — vedi Imenotteri. 

Nichelatura — vedi Galvanostegia. 

Notaio (Manuale del), aggiunte le Tasse di registro, di bollo 
ed ipotecarie, norme e moduli pel Debito pubblico, di A. 
Garetti, 4» ediz. riveduta e ampliata, pag. vni-380 . . 3 50 

Numeri — vedi Teoria dei numeri. 

Numismatica, del Dott. S. Ambrosoli, 2'- edizione accre- 
sciuta, di pag. xy-250, con 120 fotoincisioni e 4 tavole . 1 50 

Nuotatore (Manuale dei), del Prof. P. Abbo, di pag. xu- 
148, con 97 incisioni 2 50 

Nutrizione del bambino. AUattam. naturale ed artificiale, 
del Dott. L. Colombo, pag. xx-228, con 12 incisioni. . 2 50 

Occultismo — vedi Magnet. e ipnotismo — Spiritismo — Telepatia. 

Oculistica — vedi Igiene della vista — Ottica. 

Odontologia — vedi Igiene della bocca. 

Olii vegetati, animali e minerali, loro applicazioni di g. 

GORINI, 2* edizione completamente rifatta dal Dott. G. 
Pabris, di pag. vni-214, con 7 incisioni 2 — 

Olivo ed olio. Coltivazione dell'olivo, estrazione, purifica- 
zione e conservazione dell'olio, del Prof. A. Axoi, 4» edi- 
zione, di pag. xvi-361, con 45 incisioni .3 — 

Omero, di W. Gladstone, traduzione di R, Palumbo e 
C. PlORILLi, di pag. xn-196 1 50 

Operaio (Manuale dell'). Raccolta di cognizioni utlU ed in- 
dispensabili agli operai tornitori, fabbri, calderai, fondi- 
tori di metalli, bronzisti, aggiustatori e meccanici di G. 
Belluomini, 5» ediz. aumentata, di pag. xvi-262 , . . 2 — ' 



46 KLENCO DEI MANUALI HOEPU > '^ ' ^ 



Panificazione razionale, di Pompilio, pag. iv-i26 ... 2 — 

Parafulmini — vsdi Elettricità — Fulmini. 

Patate di gran reddito (Coltivazione delle) e loro pratica 

utilità. Fabbricazione della fecola. Fecole deiramido di 
mais, di grano e di riso, di N. Aducci. (In lavoro). 

Pazzia — vedi Psichiatra — Grafologia. 

Pediatria — vedi Nutrizione del bambino — Ortopedia — Terapia 
malattie infanzia. 

Pellagra (La), storia, eziologia, patogenesi, profilassi, di 6. 
Antonini, di pag. vni-166 con 2 tav 2 — 

Pelle — vedi Igiene della. 

Pelli — vedi Concia delle pelli. 

Pensioni — vedi Società di mutuo soccorso. 

Pepe -- Prodotti agricoli. 

Perito — vedi Codice nel perito misuratore — Ingegneria legale. 

PeecI — vedi Ittiologia — Ostricoltura — Piscicoltura. 

Pesi e misure — vedi Metrologia — Misure e pesi inglesi — Mo- 
nete — Strumenti metrici — Tecnologia monetaria. 

Peso dei metalli, ferri quadrati, rettangolari, cilindrici, 
a squadra, a U, a Y, a Z, a T e a doppio T, e delle 
lamiere e tubi di tutti i metalli, di G. Belluomini, 

di pag. xxiv-248. 3 50 

Pianeti — vedi Astron. — Cosmogr. — Oravit. — Spettroscopio. 
Pianista i Manuale del), di L. M ASTRIGLI, pag. XVl-112 . 2 — 
Piante e fiori sulle finestre, sulle terrazze e nei cortili. 

Coltura e descrizione delle principali specie di varietà, di 

A. Pucci, 2» edizione, pag. viii-214, con 117 incisioni . 2 50 
Piante industriali, coltivazione, raccolta, preparazione, di 

G. GORiNi, nuova edizione, di pag. II-144 2 — 

Piante tessili (Coltivazione ed industrie delle), propriamente 
dette e di quelle che danno materia per legacci, lavori 
d'intreccio, sparteria, spazzole, scope, carta, ecc., coU'ag- 
ginnta di un dizionario delle piante ed industrie tèssili, 
di oltre 8000 voci, del Prof. M. A. Savorgnan D'Osoppo, 
di pag. xii,-476, con 72 incisioni 5 — 

Piccole Industrie — vedi Industrie. 
Pietre artificiali — vedi Imitazioni. 

Pietre preziose, classificazione, valore, arte del giojellie^e, 

di G. GORINI, 2» edizione, di pag. 138, con 12 incisioni. 2 — 
Pirotecnia moderna, di f. di Maio, ih ine, p. yni-i50. 2 50 

Piscicoltura (d'acqua dolce), del Dott. E. Bettoni, di pa- 
gine viii-318, con 85 incisioni 3 

Pittura ad olio, acquarello e miniatura (Manuale per di- 
lettante di), paesaggio, figura e fiori, di G. RONCHETTI, 
pag. xvi-280, 29 incis. e 24 Tav. in zincot. e cromolit . S 50 

Pittura italiana antica e moderna, dell'Ardi. A. Melani, 






ELENCO DEI MANUALI HOEPLI 



L.C. 
2* edizione completamente rifatta, di pag. xxx-4S0 con 

28 incisioni intercalate e 187 tavole ........ 7 50 

Ptattica — vedi Imitazioni. 

Pollicoltura, dei March. G. Trevisani, 4» edi^.ione, di pa- 
gine xyi-216, eod 82 incisioni 2 50 

Polveri piriche — vedi Esplodenti — Pirotecnia. 

Pomologia, descrizione delle migliori varietà di Albicocchi, 
Ciliegi, Meli, Peri, Peschi, del Dott. G. MOLON, con 86 
incisioni e 12 tavole colorate, di pag. xxxii-717 . . . 8 50 

Pomologia artificiale, secondo il sistema Garnier-Vallettì, 
del Prof. M. Del Lupo, pag. vi-182, e 84 incisioni . . 2 -— 

Poponi — vedi Fratta minori. 

Porcellane — vedi Maioliche — Ricettario domestico. 

Porco (Allevamento del) - vedi Maiale. 

Porti di mare, (I) deiring. Bastiani Florio. (In lavoro). 

Posologia — vedi Impiego ipodermico. 

Posta. Mannaie Postale di A. Palombi. Notizie storiche 
snlle Poste d'Italia, organizzazione, legislazione, posta 
militare, unione postale universale, con una appendice 
contenente le norme relative ad alcuni servizi accessori 
della posta, di pag. xxx-309 3 -- 

Prato 'II), del Prof. G. Cantoni, di pag. 146, con 18 ine. 2 — 

Prealpi bergamasche (Gaida>itinerario alle), compresa la 
Valsassina ed i Passi alla Valtellina ed alla Yalcamonica, 
colla prefaziope di A. Stoppani, e cenni geologici di A. 
Tabamelli, 8* edizione rifatta per cura della Sezione 
di Bergamo del C. A. I., con 15 tavole, due carte topo- 
grafiche, ed una carta e profilo geologico. Un volume di 
pag. 290 e un voi. colle carte topografiche in busta . . 6 50 

Pregiudizi — vedi Errori e pregiudìzi. 

Previdenza — vedi Assicuraz. — Cooperaz. — Società di M. 8. 

Privative industriali — vedi Leggi sulle — - Ingegneria legale. 

Problemi dì Geometria elementare, deii'lng. i. ghersi, 

(Metodi facili per risolverli), con circa 200 problemi ri- 
solti, e 119 incisioni, di pag. xn-160 , 1 50 

Procedura civile e procedura penale — vedi Codice. 

Procedura privHegiata fiscale per la riscossione delle imposte di- 
rette — vedi Esattore. 

Processi fotomeccanici (I moderni). FotocoUografia, fototi- 
pografia, fotocalcografia, fotomodellatura, tricromia, del 
Prof. R, Namias, p. vin-816, 53 fig., 41 illustr. e 9 tav. 3 50 

Prodotti agricoli del Tropico (Manuale pratico del pian- 
tatore), del Cav. A. Gaslini. (Il caffé, la canna da zuc- 



48 ELENCO DEI MANUALI HOEPLI - "r^* 






L. e 

ehero, il pepe, il tabacco, il cacao, il tè, il dattero, il co- 
tone, il cocco, la coca, il baniano, l'aloè, l'indaco,, il ta^ 
marindo, l'ananas, l'albero del chinino, la jota, il baobab, 
li papaia, l'albero del caoutchoac, la guttaperca, l'arancio, 
le perle). Di pag. xvi-270 , . . 2 — 

Produzione e commercio del vino in Italia, di s. Mon- 

DINI, di pag. vii-803 2 50 

Profumiere (Manuale del), di A. Bossi, con 700 ricette pra- 
tiche, di pag. iv-476 e 58 incisioni . . . . . . ' . .5 — 

— vedi anche Ricettario domest. — Bicettarìo indnstr. — Saponi. 

Proiezioni (Le). Materiali, Accessori, Vedute a movimento, 
Positive sul vetro, Proiezioni speciali policrome, stereo- 
scopiche, panoramiche, didattiche, ecc., del Dott. L. Sassi 
di pag. xvi-447, con 141 incisioni 5 — 

Proiezioni ortooonali ~ vedi Disegno. 

Prontuario di geografia e statistica, del Prof. a. Ga- 

ROLLO, pag. 62 1 — 

Prontuario per le paghe — vedi Paghe -^ Conti fatti. 
Proprietà letteraria, artistica e industriale — vedi Leggi 

Proprietario di case e di opifici, imposta sui fabbricati, 
dell'Avv. G. Giordani, di pag. xx-264 1 50 

Prosodia — vedi Metrica del greci e dei romani - Ritmica. 

Prospettiva (Manuale di), dell'Ing. L. Claudi, di pagine 
64, con 28 tavole, 2 — 

Protezione degli animali (La), di Nigro Licò, p. yni-200 2 -^ 
Protistologia, di L. Maggi, 2<' ed., p. xvt-278, 93 incis. . . 8 — 

Prototipi (I) intemazionali del metro e del kilogramma ed il co- 
dice metrico internazionale — vedi Metrologia. 

Proverbi In 4 lingue — vedi Dottrina popolare. 

Proverbi (516) sul cavallo, raccolti od annotati dal Colon- 
nello Volpini, di pag. xix-172 2 50 

Psiciliatra. Confini, cause e fenomeni della pazzia. Con- 
cetto, classificazione, forme cliniche o diagnosi delle ma> 
terie mentali. Il manicomio, di J. FiNZi, pag. yin-225 . 2 50 

Psicologia, del Prof. C. Cantoni, pag. vin*168, 2*- ediz. . 1 50 

Psicologia fisiologica, del Dott. G. Mantovani, pag. vni- 
165, con 16 incisioni 1 50 

Pugilato e lotta per la difesa personale. Box Inglese e 
francese, di A. Cougnet, pag. xxiv-i98, 104 incis. . 2 50 

Radiografia — vedi Raggi Rontgen. 

Ragioneria, del Prof. V. Gitti, 8» edizione riveduta, di 
pag. vni-187, con 2 tavole 1 50, 






KLENCO DEI 



Ragioneria delle cooperative di consumo (Hnane'- 
del Sag. 0. Kota, di pag. xv^408 

Ragioneria industriale, del Prof. Rag. Orebte Ber 
som, di pag. vil-38D e molti modali .... 

Ragioniere [Prontuario del). (Uannale di calcolazioD 
oajiUlI e bancarie), di B. OaoLiardi, fag. sil-BOl 

Ramatin — cidi Galvano stagi». 

RnolBirl rerravliHI — cidt Trasporti e tariffe. 
Regiatro < Bollo — ridi hoggì Balla «use di. 

Regolo calcolatore e sue applicazioni nelle opei 
topograflclw, deiriog. G. Pozzi, di pag. xv-288, e 
incisioni e 1 tavola 

Religioni e linBue dell'India inglese, di rcust, t 
dal Prof. A. De Qubersatis, di pag. rv-Ì24 . 

Resistenza dei materiali e stalillltà delle costruii 

P. OaLUZIA, pag. X-S36, eoa SS6 iQC. 6 2 lavAle 
Raipontatllltt — ^edi Ingegneria legale. 
Usuili — ttdi Zoologia. 

Rettorica, ad oso delle Scaole, di P. Capello, p. 
RI bei — vedi Frutta minori. 

— Piccolo Industrie — Ricettario domestico — Trine. 

Ricchezza mobile, dell'Avr. E. bruni, psg. vm-Sl 
Ricettario domestico, deU'Ing, 1. Ohersi, Adorni 
della casa. Arti del disegno. Giardinaggio. Conaervaj 
animali, fratti, ortaggi, piante. Animali domestici e 
Becande. Bostanie alimentari. Combaatibili e illnmln 
Detersione e lavatuia. Smacchiatura. Vestiario. Prof 
e toeletta. Igiene e medioina. Mastici e plastica. I 
gomme. Vernici ed encaustici. Metalli. Vetrerie, di p. 
con 2340 consigli pratici e ricette accuratamente bci 
Ricettarlo industriale, dell'lng. I. Ghersi. Procet 

Dtill nelle arti, industrie e mestieri, caratteri; saggio 
servasione delle sostanze natniali ed artiflcìaU d'uso 
ne; colori, lemici, mastici, colle. Inchiostri, gona 
Btica, materie tessili, cariba, legno, Sammlferi, fuochi 
Belo, vetro; metalli, bronaatura, nichelatura, nrgei 
daratnra, galvanoplastica, incisione, tempera, legale: 
zlone; materiali Impermeabili, Incombustibili, artlflci 
scarni, olii, saponi, profumeria, tintoria, smacchiati! 
bianchimento; agricottaro, elettricità; 2* edizione r 



V- 



i>0 ELENCO DEI MA:«(UALI HOEPLI ' ' 

L*. e. 

aumentata, di pag. vu-704, con 27 ine. e 2886 ricette . . 6 50 

Ricettario fotografico. Terza edizione riveduta e notevol- 
mente ampliata di nuove formolo e procedimenti, del Dott. 
L. Sassi, di pag. xxiv-229 2 — 

Rtlitvi — vedi Cartografia — Compens. errori — Telemetria. 

RloorgimentO italiano (Storia dei) 1814-1870, con rag- 
giunta di un sommario degli eventi posteriori, del Prof. 
P. Bertouni, 2» ediz,, di pag. Vlu-208 1 50 

Ristauratore dei dipinti, del Conte G. Secco-Suabdo, 2 

volumi, di pag. xvi-269, xu-862, con 47 incisioni. . . 6 — 

Ritmica e metrica razionale italiana, del Prof. Rocco 
Murari, di pag. xvi-216. . . • 1 50 

Rivoluzione franceee (La) (1789-1799), dei Prof. Doti. Gian 
Paolo Solerio, di pag. iv-176 15© 

Roma antica — vedi Mitologia — Monete — Topografia. 

Rontgen (i raggi di) e le loro pratiche applicazioni, di 

Italo Tonta, pag. yiii-l60, con 65 incis e 14 tavole . 2 50 

Rbuni — vedi Liquorista 

Saggiatore (Manuale- del), di F. Buttari, di pag. yui-245, 
con 28 incisioni 2 òO 

Sale (II) e le Saline, di A. De Gasparis. (Processi indu- 
striali» usi del sale, prodotti chimici, industria manifat- 
turiera, industria agraria, il sale nell'economia pubblica 
e nella legislazione), di pag. yiii-358, con 24 incisioni . 3 50 

Salumiere — vedi Majale. 
Sanatorll — vedi Tisici e sanatori!. 

Sanità e sicurezza pul)bllca. - Vedi Leggi auUa, 

Sanscrito (Avviamento allo studio del), del Prof. F. G. Fumi, 
2* edizione rifatta, di pag. xii-254 8 — 

Saponi (L'industria saponiera), con alcuni cenni sull'indn- 
stria della soda e della potassa. Materia prima e fabbri- 
cazione in generale. Guida pratica dell'Ing. B. Marazza, 
di pag. yii-410, con 111 figure e molte tabelle .... 6 — 

Sarta da donna — vedi Abiti — Biancheria. 

Scaccili (Manuale del giuochi degli), di A. Seghieri, 2» 
ediz. ampliato da E, Orsini, con una appendice alla se- 
zione delle partite gluocate e una nuova raccolta di 52 
problemi di autori ital., di pag. vi-810, con 191 incis. . 3 — 

Scaldamento e ventilazione degli ambienti abitati, di R. 
Ferrini, 2» ediz., di pag. viii-800, con 98 incisioni. . . 8 — 

Scenografia (La). Cenni storici dall'evo classico ai nostri 
giorni, di G. Ferrari, di pag. xxiv.827, con IG inci- 
^^oni nel testo, 160 tavole e 5 tricromie 12 



Schema italiana di j. gelli, £• edìz., di pagiae vi-S5t, 

con 108 figure 3 60 

Scivad» — vidi EiOinioistloa 

Scienza delle finanze, di T. carnevali, jag. iv-uo . . i so 
Scritture d'affari iPvecetti ed esempi di), por oao delle 
Scaole tecniche, popoliti e commerciali, del Prof. D. Hap- 
FIOU, 2' edii,, di pag. VI1I-20S 1 50 

Soop<rt* gBogriUGha — vrili CronolagU. 

Scultura ilaliaaa antica e modernit (Muonale di), dell' Areh. 
A. Helahi. £> editìone rifalla eoa 2i iacisioni nel teato 
e 100 tavole, dt pafi. XVlI-248 à — 

Ssuola IMuttrItli - ridi iDdnstrle (Pl^wole). 



Selvicoltura, di a. santilli, di pag. viu-aao, e 46 ine. . 2 — 
Semeiotica. Breve compendio dei metodi Usici di esame 
degli intermi, di U. Gabbi, di pag. xvi-2IB, con 11 Inc. 2 50 

iDdiutrla dulia cela ~ Tintara della seta. 
Serviti ~ tedi Ingegneiia legale. 

Sliakespeare, di Dowde», trad. di a. Balzani, p. xii-242 i 50 
Seta iladusirla della], del Prof. L. Gabba. 2" ed., p. iv-208 2 — 

Seti artHiolalB — tedi imitazioni. 

Siderurgia (Mannaie di), dell'lng. V. ZovVETri, pubblicato 
e completata per cura dell'lng. E. Oarucfa, di pag. iv- 
368, con 220 incisioni 5 50 

Sieroterapia, del Dott. E. Hebuscuini, di pag. vik-isj . s — 

Sismologia, del capitano L. Gatta, di pag. viii-n5, con 
16 incisioni e 1 carta I 50 

Smalli — ttiU Amatole d'oggetti d'arte — FoloBiDallegrafla — 
Bicaltsrlo indnsCi. 

Soccorsi d'urgenza, dei Dott. e. caluaho, 4* edizione 
rivedala ed ampliata, di pag. XLVI-SBS, con 6 tav. litogr. S — 

Sociailsma, di Q. BinAOHI, di pag, xV-385 S — 

Società di mutuo soccorso. Norme per rassicurazione delle 
pensioni e dei susxsldt per malattia e per morte, del Doti. 
H. Bardenoki, di pag. ti-152 1 60 

Società industriali Italiane per azioni, del Dott. P. Pie- 

OINELLI, di pag. XXXVl-534 D 50 



62 



Sociologia 'generale (Elementi ài), dei Dott. Emilio Hob- 
BBLLi, di pag, xn-172 1 

Sordomuto (III e la sua istruzione. Muuale pet gli al- 
lievi e le allieva delle R. Bcaole normali, maestri e ge- 
nitori, del Prof. F. FOBNARi, di pag. vni-2S2, ec* Il ine. 2 

vtdi CoDservatlODS delle. 

tiene degli) e la decorazione del vetro 
rofeasor R. Nahias, di pagine xn-156, 

(Mannaie di), di E. QaLLERANI, (In 

t te sue applicazioni, di R. A. pbo- 

Eon note ed aggiunte di P. Porro, di 
1 inela. e una carta di spettri 

10, Seconda edizione, < 



'. F. ViBGiLii, 2' ed., pag. viii-ni 
ttrìa stearica). Mannaie pratico dell'Ing. 
ftgine si-284, con 70 Incialoni e molle 

inla — Cosmoersfla — QrayitsatonB — 

:a — Nnmiaraattoa — Vooabol. wsldico. 
QioiteEiTi, (aecoDdo il aistemi Oabel- 

dii„ di pag. iv-241 3 

per lo studio della) sistema Oabelsber- 
I in sa lezioni da A. Hicoleiti, S* ed. 

vui-iao 1 

ti graduali di lettura e di scrittura ste- « 

Gabeisberger-Noe), con S novelle del 
TI, 2' edii.. di pag. vill-160 . . . . 1 
lo alenogrsflco. 

(Lo) di L. Ckistofoli, di pag. Xll-lBl I 
lata allo sviluppo dei solidi e alla loro 
irta, del Prof. a. Rivelii, di pag. 90, 

« tavole 2 



a KLENCO lini MINTALI IlOEPLI ' ' '- 

_- 

Tartan dj ed i funghi, loro nainra, slaris, coltnia. conseT- 

vailona e cuclnatura, di PoLCO Bruni, dì psg. vin-lSt 2 - 
Tuta di p«fll>tr«, »olla, aoo. — vidi Codice ti bollo — Esattore 
- ImpoEta — LoKgl TBssa Rag. e Bollo — Nolkio — Bicsti. iDob. 
- ttdì liDbiiI»niat»re — NatnrsMBtft ri^gUtore. 
ProOolti agricoli. 

rdi LetterKInra dramoiittlca ~ Codice dal leAtro. 
mlaroKOtiioi — vidi Anktomla microaooptc*. 

d'alligazione per l'oro e per i'argeato eoa nama- 

tìri per il loro uso. P. Buttari, p. XMl-220. 3 H 

Inha _ f^i l,0j[»rttmi. 

le della Divina Coffimedla di Danle Ali' 

LACCO, aeguite da sei tavole topogr. iD 
dal Maestro O. AONELU, pag. x-ia2 . S - 
iglCB, del Prof. L. MAQQI, pag. xvi-318 S - 



Piccoli, di p. iV-130, oon 38 incia., L. 2. 
. la !• ediz. complet. riratu da O. Motta). 
a{. R. Ferrini, 2' edizione corretut ed 
ig. 7UI-ai5, con 104 incisioni .... 2 — 
DI). (In lavoro). 

a delle distanze in gnerra, del Cap. o. 
g. xill-14a, con 12 zincotlpie . , . . 2 - 
sione del pensiero), di A. Pappalardo, 

2 50 

;lemo — IpnotlsniD — Spirllieitia. 

tazlone, deiringegoer Padda, di pagine 

incisioni a — 

, (Primi elementi della), per 11 Prof. U. 

VIII-I53 1 EO 

e, con na cenno stil Cbiarosouro e ani 
del Prof, e. BONCI, di pag. vra-!61, eon 

attle deli'tnhnzia, del Dote. 0. catta- 

-S08 4 - 

'rof. a. Cattaneo, pag. x-196, 4 l!g. . 1 so 

mologia — Vnleanlinio. 
ioa i«r»ria - Concinil — Bemne. 
3 dell, del Prof. P. PiNCHETn, 2* edii. 
XVI-B12, oon illnatraiionl . . . 8 5e 



Tessuti di lana e di cotone (An&Usl e fabbricazione dei), 
di 0. Giudici. (Iq lavoro). 

Testaraent) (Haanall del), per An del Do(t. G. Sbsina, 
di pag. Tl-338 2 

Tior^ltaliano (Msaaale), con dae dlzianarìeetl iCaliano-tlgi'è 
e derè-italiano ed una cartina dimoatratlva deg 
parlati 1d BriCrea, del Cap. ìi. Cahpebio, di p. 

Tintore (Manuale del), di E. Lefetit, S* edizion 
gine X-2T0, con 14 Incisioni 

Tintura della seta, studio chimico tecnico, di T. 
di pag. XVI-4S3 

Tipografia (Voi. I). Qnlda per cbi stampa e fa st 
Compositori, Correttori, Eeviaori, Autori ed Edii 
Laudi, di pag. 280 

Tipografia (Voi. li). Lezioni di composUìone ad i 
allievi e di quanti fanno stampare, di 8. Landi, < 
£71, corredato di figure e di modelli. . . . 

— «di anclit Vocabolario tìpograflco. 

Tisici e 1 Sanatori! (La cura raiionalo dei), del 
ZUBiANi, prefai. del Prof. B. Silva, p. xiJ-240 

TltoH di rendita - vtd4 DeHiW pnlibllco — Valori pobl 

TopograflB e rilievi — vedi Caitografla — Cataato — ( 
enrs -- ConipcnBazionB orrori - Corvè — Dlaeenot 
— Betlmo terreni — Estimo rurale — Fologrammelr 
metria pratica ~ PrOEpeltiva — Regolo calcolatori 
metri a — Trisngolaiionl. 

Topografia di Roma antica, di L. borsaiu, di ; 
486, con 7 tavole 

TlH-nitore raeCCaniCO [Qulda pratica dei), ovvero 
unico per calcoli in generale snlla costruzione 
mole dentato, arricchita di oltre 100 problemi 
8. Dinaro, 2' edizione, di pag. Kii-n5 . , 

Traduttore tedesco (H), compendio delie priud 
colto grammaticali della Lingua Tedesca, dei 
MlNnTTl, di pag. KTl-224 

Trasporti, tariffe, reclami ferroviari ed opera: 
ganali. Manuale pratico ad uso del commercia 
vati, colle norme per l'interpretazione delle tariS 
3* edizione rifatta, di pagine XVl-308 , . . 

Travi metallici composti — Vodl Momenti Tesi 

Triangolazioni topograflciie e tri angolazioni e 

deiring. O. Jacoanqeij. Modo di fondarle snlla 
detica, di rilevarle e calcolarle, di pag. xn"-3W 



Le. 

iDclsloDi, 4 quadri degli elementi geodetici, S2 modelli 

pel oalooli UigoBometrlcl e tavole anailiurìe 7 60 

THitiDiMtri* — ridi Ce)erinieasiir& — Rserclii GeDmetria me- 
trlu — Geometri» metti» — Logaritmi. 

lo In Italia. Lavorazione, discoasioDe, 
bllografici, analiai. diviaione, istntzioDi 
ir eseguirle, con oltre 200 inclaioni, di 
elli-Makone. (In laToro). 

atri migliori); loro caratteri e coatami, 
e conservarli in schiaTÌCù. Cura delle 
niera per ottenere U riprodniione del 
JTEESTEINEa, di pag. xn-175 . . . 2 — 
er 1') dei Regio Esercito italiano, di U. 

x-888 8 50 

intxione, Dimenaionl, Bap presentazione. 

G. Bebtolini, pag. X-1S4 2 ao 



ieti. coltivazione e commercio, del DoU. 
izione. di pag. xvi-218, con tavole co- 
e 57 iaoisioni 4 

Dlilonarlo Hlplno — Prealpi BergitmaBche. 
male per l'apprezzamenlo dei), a per le 
1, del D. F. PicciNELU, 2* edizione 

a, di pBg. xxrv-B02 7 

Dtuaria del ri^oDlere. 

li Amatore Al oggetti d'arte e carlDeltì. 

nentl, del Dott. C. Pebrabib, di pag. 



i Amatore di oggetti d'atte e di cnrioalta. 

(I), del Prof. P, SpaOKOTTI, secondo 
Curtius e Inaua, pag. xxiv-i07 . i 
a particolare nel perfetto e nel su- 

ANELLO, con indice alfabetico di dett« 



itici, inchiostri da stampa, ceraiac- 

Ini (Fabbrlo<LzÌone delle), dell'Ing. Uoo 

mi-262 2 

■atore inetti d'arte — Specchi — Foto- 



ELENCO DEI MAN L'ALI SOT.P 

Vetro (Indnstrìa del], dell' fng. Ioseph D'Ani 
Vini Manchi da pasto e Vini mezzo colore i 

per 1& fabbrìiiaElone, l'affinamenUi e la eonse 

di G. A. Prato, di pag. xa-21S, con 40 it 

Vino (H), di G. 0R.48ai-80NCiNi, di pag. xv: 

Vino aramalluitd — tedi Cognac — LlqaarlBta. 

Viticoltura. Precetti ad nao del VIUcottori ita) 

O. Ottavi, 5* ed. riveduta ed ampliata da 

di pag, XYI-221, con 80 incisioni . . . , 

Vocabolariettn pei numismatici |in : lingne) 

Ambbosoli, di pag. viii-isi 

Vocabolario araidico ad uso degli Italiani, 

GoELFi, di pag. vur-294, con 356 iBeisiooi 
Vocabolario compendioso della lingua rui 

VoisoYicn, Ai pag. xyi-23S 

Vocabolario tipoBrallco, di s. landi. |in la 

Volapiik (Dizionario Itali ano-volapiik), precedi 

zioni compendiose di grammatica della lln^ 

C. Mattei, secondo i principii dell'inventoie S 

ed a norma del Dizionario Volapùlc ad usi 

del Prof. Kerckhofps, di pag. xxx-198 . 

VoIapSIc (Dizion. YolapUk-ital.), Prof. C. Matti 

Volapiik, Uanuale dì conversazione e raccoll 

e dialoghi italiani-volapiik, per cura di M. 

MASI e A. Zahbelli, di pag. 153. . . . 

Vulcanismo, del Cap. L. Gatta, di pag. vni-2 

Zecohe — vidi Tormlnologia mooelaria. 

Zoologia, dei prof. E. H. aiauoLi e O. Ca^ 

I, [nvertebrati, di pag. 200, con 45 flgu 

II. Vertebrati, Parte I, Qeneraliti, Ittiops 

Anfibi), di pag. xvi-la6, con 88 iaois 

III, Vertebrati. Parte II. Sanropsidi, Terio 

Uccelli e Mammiferi), di pag. xvi-SOO, 

Zoonosi, del Dott B. GALLI Valerio, di paj 

Zootecnia, del Prof. 0. Tampblini, p. vni-2 

Zucchero (industria dello): 

I. CoUivasionedeUa barbabietola da luca 

B. E. Debarbieri, di pag. xvi'330, e 

II. Commereio, importanza «conomicn e 

doganale, di L, Pontana-RUSSO, di pi 

III. Fabbricazione dello lueehero di bari 

l'Ing, A, Taccasi, di pag. xir-»28. con 



iDillce alWlco per ailiri lei HainÉ i 



• P. NuoUtore ........ 44 

■■ C. UlcraseoplD 42 

■rQ.EBerc di LingUBledesiu, 28 



■e (Coltiva 

jo A Chimloii aurarl 

Àiullia. Tav.Div. Coinii 
Aìri 0. B. Oravi tallone. 



AlmandrlP.E. Analisichimioa ] 

-~ Anallxi valametrlca l 

~' ' 'a. applit^ alllgleae . 1 



«lori A. Dizion 
Alni A. Olivo e( 
- Agrnnii. . . 



BtlllRl A. Igiene della pelle 

BbIiIo V. Usis (It) 

- Crisiotoro Colombo . . . 

- - a. Calderaio pril 
* ' legnami . 



feri 



I ed ebanista . 
I dell') '. 



- Falegnan 

- Fonditt- 

- Operai< 

- PPBn dr 



Barnirdl B. Armonia 

BamhaH. Infortunii di mont.. 
Berttlll 0. Disegno topografico 

- Telemetria 

Bertollnl F. Slsarglmeolo iu- 



n (Storia del) , 



BertolUI G. Unita asBolnte. . . i 
BartoIlD S. CoUiv. delle min. . 4 
Betta R. Anat e flaiol. compar. 1 
Ballai V. Morfologia greca. . . 1 

Slttanl E Ptacicorinra. 4 

Blagl G, Blbllotec. {Man. dell. I 
Blgiaml-SorffliBl E, DlilonarlD 



O lt.1111 



Blrafkl a. SoGlallamo h\ 

BliEontI A. Eaercisi greci . . . 2S 

Book 0. Igiene privata SI 

Bollo C. Diafano (Princ. del) . -H 
Bamblml C. Uineral. s<-n>rale iì 
~ Mineralogia descrlillva. . . a 
Bomalnl C. Pologratla ortocr. 3t 
Sonai E. Teoria delle ombre . 54 
Sonaltl L Orammatlca tnrca . 34 
Bonetti E. Blanoberla (Disegno, 



ISDICE 



BtTClll E. aiaioU«ria e areBc. 
eniuno'oe. Storia, di Plancia 

blglatl L Lcuerac «gi£i»na. 

Bnielural 6. AlpIniBmo 

Brami H. T. Heocinisunt (SOO) 
Bruni F. TarCna a fungili . . . 
Brini E CauBlo Italiana. . . . 

— Cadice doganale iialiano. . 

— Cnnuhililii ddlo Stato, . . 

~ L"BÌ8lwionl tI'tÌìv '.'.'.'.'. 

— fiiovbfEEa mobile 

Brattili A. Il libro deil'agikol. ID 



moderne (Le). . . 
Bvdai E. AntOKrsn lEacc. d.. ._ 
Bura'l-FiTtl C. Logica matem. 3!) 
Bullarl F. Saggiatore (Man. d.) 50 

— Tav, per l'alllg. oro a arg. 54 
CaRiralll f. Strnnienll ad arco 53 
Calllais C Socconi d'Urgenza 51 
~ AKalBtenza dpgli infermi. . 13 
Ca'iavara V. Indaalrla del gas 3l 
Camparlo ■. TigrÈ-iCallano . . 55 
Cansitrlni E. Pulmini e paraf. 31 
Caatitrlnl a. Apicoltura 12 

- Antronoiogia 12 

Cineslrlnl C. e R. Batteriologia 15 

Cantamaiia F. Alcool 10 

cantoni C. Logica 3H 

Cifltoni C. Psicologia 4& 

Cintoli G Prato (II) il 

- Tab»r-«o <ll) , . . 53 

Caitoni P. Igroscopi, Isrome- 

(rl, nmldila atmosferica. . . 35 

Ctna C. Storia italiana 51 

Capiillo F. Ketlorica i9 

CipHupi A. A'sicnràz. VeCima' l.t 
CapHllitn L. Napoleone L . . 41 

— Latterai, apagn. a portoffb, 3S 
Cippi'll A. Diz. Si abbreviai. . 25 
Caraul 0. Oatrlcoltnra 45 

Circgi di ■uriooB. Agronomia IO 



. XltlaneoÒ. Dinamica eiement. i 



Ceriti 

Cerruti 
Cerutti 

Callolll 



□a eHk«riatlt A. Belig. e lin 

gae dell'India 

OcirAo^na f. Uarte (La) vcrj 



Da Hit 

— Clim 
DaMairiLHHlaliohe(AmaCdl) 4 

— Amurore d'oggelti d'arte . 1 



S. Conserve aliment. °0 
■I F. laeecu utili . .3^ 

Franokl L. Codio! '.'.'.'.'.'.'. \à-n 

— he^ sol lavori pubblici . 37 

— Legge a. tasse di reg. e bolla 37 

— Legge ealrOrdlD. gindla. . Si 

— Leggesanitie Biour.pnbbl. 17 
~ Leggi enlle prlvac ladnslr. 37 

— Leggi diiitti d'autore lS-1»^ 
Frledmun S. Lingua gotica . . 3» 
Friia L. Blloenaa morale. . . . 29 
Frlinnl a. Oranini. porL-biaa. 3:! 

— Corrlepoadenna italiana. . 21 

— . apsgouoli 22 

— aTimin. Daneae-Norveg., . 33 
FamuBlll e. Bibliotecario ... 1^ 

— PileoBrada 45 

Fami F, S Sanscrito ju 

fuiuro IL Concimi <I) 2» 

eaMn L Cbimico (Uan. del) . 17 

— Seta (Induatrla della). . . . ól 

— Adult. e falsiae. degli alim. 10 

Qabtl U. Semeiotica 31 

8al>al •barge r- ioli. Stenografla. Sì 
aal>rlelll F. QiDocbi ginnastici 33 
Gagliardi E. Inlereaee esconlo 36 

— BaKinnlera IPront. del). . . « 
Salatilnl A. U^oc. cnc. e rlcam. 40 
Gillannl E. Speilrorotometria 52 

Uallettl E. Oeografla 31 

ami e, igiene prlvau 34 

Salii Vaiarlo B. Zoonosi 57 

alle mal. 3o 



III P. Beali 
alibi e. S 



:.dini 



A. Notalo <I 
aardlnl A. Cbirorgia operat . . K 
Oarliialdl C- Econ. matematica 2fi 
Garalar-Villattl Pomologia ... 47 
GarDllo G- Atl. geog.-et. d'Ital. 14 

— Dliionatio blograf. univ. . 25 

— Dizionario geograf. univ, . » 

— Prontuario dt geografia . . 48 
Ganifla E. Orologeria 4.i 

— Siderargla 51 

Gallili A. Prodotti dei Tropico 47 
Satta L Siaraaiogia 51 

— Vnlcanlamo 57 

Sautwa B. Uaccb. e fuochista . 44 
HiKiiu F Ballo (Uanuale del). 14 
flaikla A. GeograDu Balca 31 

— Geologia 32 

Oelaish E. Cartograda 17 

— Ottica ,...,,« 

ami J. Armi antlcbe ... .\ ..'..il 



INDICE ALFABETICO P! 


Belli J, Biaardo 


15 


Grifflr 


— Codice Civallereaio 


18 


- L( 


- Detonarlo filatelico 


% 






26 


froth 


— QiDnastica maschile. . . . 


32 


Grò» 


— Scherma 




Bualii 






aiut 


^QÌoeraaa''ettt ^"!'*\^ 


27 


Suein 


— Storia antica (Otienie). . 


53 


Buatt 


GamMlo B. Imitaz. di Cristo 




Guyo. 


aaatro R. Nacnral. vlagglat.. 




Hiedi 


— Naturallata preparatore . 




Hospl 


Sherai 1. Cioliata . 






— Conci /atti 


I 


Rubai 


— Oaivanoategia 




Hygu. 


- Imitaaioni e anooedanei . 


35 




~ Industrie {Piccole) 




init*: 


— Leghe metalliche 


37 


Imper 


— Hetallocromla 


42 




- Monete, pesi e mia. ingl. 




-^ U 


-Problemi di geometria. . 


47 


- "^ 




49 




— Biceltarìo indastrisle. . . 


49 


-PI 




.3i 


-Ef 


Qlglloll E. H. Zoologia 


.W 


Itati 


eiOMl L. CritlograHa 

-- Dizionario totogtaflco . . 


22 






lenWi 




30 


levon 


Bioriltnl^. ProprlecaFlo di caa 


e 48 


-Le 


aiaraetll S. Stenografia. , . . 
Blorh 6. Diaegno indBStriaie 




Iona 


24 


lOM* 


— Disegno e costrns. Nave. 


24 


- Li 


— Aritmetica e Qeometiia . 




Klapa 


— Meccanico (II) 




-El 


— Meccanica (La) del mac 




Kepp 


Dhiniela di bordo 




KrW» 




20 


La Li 


- Eaglonorla 


48 


-Gì 


Giudici 0. TeasDCi di Una e co 


- 55 




Gladilone W. E. Omero 






Gigoahi f. Mone» romane. . 


'-i3 


- (Il 


aobbi U. Aasicuraz. generale 




- V. 


GODI V. ClBcgnat. meccanico 


"24 


Lugi 


Gorlii a. Colori e vernici . . 


,20 


IMU 


- Concia delle pelli 


. 2» 


Larioi 




.20 




— Ueialli preaioBÌ_. 


.42 


Upal 




.44 


uJii 








— Pietre prezioae 


!45 


U«ll 


Bom E. Llngno neo-latine . 


39 


Libra 


— Morfologia italiana . . . 


.43 


Liooli 


Graitinltel, Elettrotecnica. . . 


.27 


LM 


Graatl F. Magnetismo « elet 


.40 


Ugal 


annl-SsNolBl G. Vino (II) . . 
flrlWpI A. Coleotteri italiani 




_-M 


'. » 





Uu P. Ditteri llaliani 
Livi L, Ancrnponictrla . 
LMky*r I. H. ABtionoiD 
LmnbmlW A. Anat. i><i 
LtnbrOM C. Oralok 



loloel». . . . 



Lori! L Macchinista e rnochis, tO 



< HDrgiH e. Gramm. olandeie. 3:i 
1 Morlil U. VtBc. (Man. per 1*) . 36 

-— Hlir E. SDOiDlogla generale 52 

M Q. Telefono ó) 

OM S. FatograSa 3t\ 

«r L. Metrica dei Greci e 

..-■i Romani K 

I lailar a. Logaritmi 39 

< ■upul 0. Fixica » 

1 Wurarl R. Ritmica 5D 

< Mutio C. Uedico pratico. ... 41 
! laccarl B Astronomia nantiea II 

■ - - ■ uraho parlata Vi 

. .. 'abbr. degli speoebf i: 

t - Processi fotomeccmici. . -ti 
I Huarl 0. DUieiU Italici 33 

Hegrln C. l'aga eiornaliera. . . C^ 

> «IMI T. Bac^l da asta l( 

' HMcsIl V. Alimenlaz. beetiame 11 

- Cosini Ki OH e ed 



[iniaaria dell 'agricoltore. 10 

Ul A Stenogaafla iO 

erclzl di Btenografla. . . SU 
■ E. Legialaz. sanitaria 37 

I e. Filonauta . . 29 

C. Uirito ecclcRiagtloo. . 23 

II a. Celeri meo Bara. ... 17 

) OmI p. Storia d'Italia 53 

< OrUni E. Scacchi 50 

* ' >al<-Bolli. Qlnica analitica 1' 
>l 0. Enologia K 

!" la 



, Blbliot, 
:. AsBicn 



! OHIno 

-. Panini , 

1 Paganini A. Letterata 

' Paganini P, Potogrammetria. . ^ 
'. PatomM A. Uannile postale. . 47 

1 Palumbs R, Omero -14 

-'«nlzia F. Aritmetica razion. U 
- Aritmetica pratica, 13 



- Teii-pinia U 

l Pari» P. Oftofrenia tó 

I Parali E. dram malica svedew 34 
■ Paieal T. Tlntnra della seta . M 

'■■•cai E. Calcolo dlfferenxiaie K 

- Calcolo InieKTale 16 

- Calcolo «elle variaslnni . . !l> 

- Esero. di ealeolo IdShìIcb. . K 

- Determinanti S 

- ]<'unzloni ellittiche 31 

- Oruppi di trasforma*. . 'slÌH 



I L. Fiuti 



tD F A. Verbi latini 

Pavia L. OrammaciM tedei 

— Qiammatica inglese. . , 

— Grani malica apagnuola 
Pavollni E BnddiBmn .... 

, Ptdieino N. A. Botanica . . . 
Pednttl a. AntomobilisU (L'}. 14 F 

Paallaa V. Flloaiem 2r ' 

PgUliza A. Chimica Boat, color. Ij 

ParCMtl H. CnlltRrnnn ìt 

PartaU T. Idranlicii 3* 

P«lri L Coinpntiaterla aerarla a 
PetHnI. Caaa dell'avvenire. . . 1^ 

PeUkaldl. Bibllotecarln li 

Planali E. Illninlnnz, elettrici 3ì 
Plcdaalll F. Società Ind. p. az, 51 

— Valori pnbbllcl 5< 

Pleaialnl P. Farmacolerapia . . 21 

PicoMI 0. V. Telefono 54 

Pimoalal A. Assist, dei panni ìi 

Pila ■. Ealetica. 2) 

Piaoharl* 8. Algebra element. Il 

— Algebra complementare , . K 

— Esercizi di algebra elem. . 11 

— Gsercisl di Eeometria. . . . X 

— Oeometr.metr. elrigonom. 3^ 

— Oeomeirla pura. 3: 

" "". Tessitore bt 



RIakettI 
Rivalli « 
Reda F.I 



Rial P. Epiles_._ 

PltMl A. Uandollnista . 



Pini I. Letteratura peri 
— Letteratnra araba . 
Pleblal B.t 



— Cont 
1 SaEolMtl 



Poul a Regolo < 
Prat a. Oramm.i 
— EserolJt di ti 
Prato S. Gognio, 



64 



INDICE ALFABETICO PER AUTÓRI 



SolilAveRato A. Diz. stenogr. . 25 
Sottirl C Dizionario alpino. . 25 
8«ooo-8uartfa Bistaa. dipinti . 50 

Seghlerf A. Scacchi 50 

SalUi A. Fisica cristallografica 29 

Serina L Testamenti 55 

Sernagiotto R Enol domestica 27 
Setta B. Dottrina popolare . . 26 
Severi A. Monogrammi ... * . 43 
Siber-Hillot C. Molini (Ind. dei) 43 
Solaizi E. Letteratura inglese. 38 
Soldani 6. Agronom. moderna 10 
Solerlo G. P. fiivoluz. francese .50 

Soli Q Didattica 28 

Spagnottl P. Verbi greci .... 56 
Spataro D. Fognat. cittadina . 30 
Stecchi R. Chirurgia operat. . 18 
Stoppani A. Geografia fìsica. . 32 

— Geologia 32 

— Prealpi bergamasche .... 47 
Stoppato A. Diritto penale ... 24 
Stoppato L Fonologia italiana 30 
Strafforello Q. Alimentazione . 11 

— Errori e pregiudizi 27 

— Letteratura americana ... 37 
Straticó A. Letterat. albanese. 37 

Streker. Elettrotecnica 27 

Stracchi A. Cantiniere 16 

— Enologia 27 

— Viticoltura 57 

Supino R. Chimica clinica ... 17 
Tabtnelli N Codice del teatro 10 
Taocanl A. Zucchero (Fabbr. d.) 57 

TacohiAi A. Metrologia 42 

Tamaro D. Frutticoltura .... 31 

— Gelsicoltura 31 

— Orticoltura 45 

— Uve da tavola 56 

Tami F. Nautica stimata. ... 44 

Tampelinl Q. Zootecnia 57 

Taramelll A. Prealpi bergamas. 47 
Teloni B. Letteratura assira. . 37 
Thompson E H. Paleografìa . . 45 
Tloll L. Acque minerali e cure 10 
Tognini A. Anatomia vegetale. 12 
Tolesani 0. Enimmistica .... 27 
Tommasl H. R. Manuale di- con- 

versaz. italiano-volaptìk. . . 57 
Toniazzo Q St. ant. (La GTecia;^ 53 
Tonta I. Ra{;gi Rontgen . , . . 50 
Tozer H. F. Geografia classica. 32 
Trambusti A. Igiene del lavoro 47 
Trasporti e tariffe ferroviarie . . 55 



Trevisani 8. Pollicoltura .... 47 
Tribolati F. Araldica (Gramm.) 12 
TricOBi E. Medicat. antisettica 41 
Trlvero C Classiflc. d. scienze 18 
Unterttelner A. Stofia mnsiea. 53 

— Uccelli canori 56 

Vacchelll 6. Costruzioni in cal- 
cestruzzo 16 

ValentinI N. Chimica legale . . 17 
Valletti F. Ginnast. femminile . 32 

— Ginnastica (Storia della). . 32 
Valmaggi L. Gramm. latina. . . 3P< 

Vanbiaaohl C. Autografi 14 

Vecchio A. Cane (II) 16 

Vender V. Acido solforico, ecc. 10 
Ventatoli B. Concia pelli ... . 2C) 

— Conserve alimentari .... 20 
Vldarl E. Diritto commerciale. 23 

— Mandato commerciale ... 40 

Vldarl B. Etica 28 

Vlnatta P. Paleontologia. ... 45 
VlroMIi F. Cooperazione 21 

— Economia matematica . . .25 

— Statistica , .... 52 

Viterbo E. Grammatica e di- 

zion. Galla (Oromonica). . . 33 
Vltta B Giustizia amministr. . as 
Viventi B. Funzioni analitiche 31 
Volgt W. Fisica cristallograf. . 29 
Voinovioh. Grammatica russa . 34 

— Vocabolario russo 57 

Volpini C. Cavallo. . . : 17 

— Dizionario delle corse ... 20 

— Proverbi sul cavallo .... 48 
Webber E. Costruttore delle 

macchine a vapore 39 

— Dizionario tecnico italiano- 
tedesco-francese-inglese. . . 26 

Werth F. Galvanizzazione ... .31 
WIII, Tav. analit. (v. Chimico) 17 
Wittgens A. Antic. {)ubbl. rora. 12 
Wolf R. Malattie crittogam.. . 40 
Zambelli A. Mannaie di con- 

versaz. itali ano- volapùk . . 57 
Zambler A. Medicat. antisett. . 41 
Zampini 6. Bibbia (Man. della) 15 

— Imitazione di cristo 3.') 

Zigàny-Arpàd. Lett. ungherese. 38 
Zoppettl V. Arte mineraria. 13-42 

— Siderurgia al 

Zubianl A. Tisici e sanatori! . óó 
Zucca A. Acrobatica e atletica 10 



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