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Full text of "Lettere di Apostolo Zeno .."

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L E T T ERE 

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AP OS TP LO ZENQ 

CITTADINO VENEZIANO 

ISTORICOE Po ITA CeSAICSO ' 

Nelle quali s{ coatengon0 mólte notìzie attenenti ali* Isto** 
RIA LETTERARIA dc\ sMoi tempi , c SÌ ragiona di Lw ^ 
iMiXy O* Iscrizioni , di Mbdaohe , e d' ogni 
genere d'erudita Antichità'; 

SECONDA EDIZIONE 

Jn cui U tutm ^ii stéiìiffatt si cmendan9^ e molttr 
ìnidtte se ^yptlblieano . 

Y O L U ME TERZO- 




V E N E Z I # A , 
MDCCLXXXV. 

Appresso Fra/n c*é sco Sansoni 
COTi UCETlZjt DE* SC/PEKlOIil ^ E VRiriLEGrO . 



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\. 




LETTERA 

j^f^k Al Sii. uinina Ùorridfo . à ViHtzjink 

^Unna zìi ÌÉebbtéiìo 1719* 

jOpd scritte Q spedite l'altre mie itU 
ttie in risposta alle precedenti , ^ mi 
giungono due altre vostfeame cjatis-* 
sinie i V una in data dei dì primo , e 
4. del corrente j alla lettura delle quali 
10 sono rimasto CQhfciso ^ e stordito 5 assai più 
che air avvis<» dell' accusa datami dal Sig. Pai-* 
qualigo; la quale sapendo io in mia coscieoaa 
èssere affatto insussistente e falsa , noii mi ha 
pun^o sorpreso, the per le cagioni accennatevi < 
Ora io vi dirò dunque con la mia solita ìnge- 
iiultà^ che non è punK> vera ^ che io aani & 
avessi Éattòirt prosa T Ifigenia, e che poi T avessi 
tonsegnata manoscritta al Slg. Bernajirdó Trivi* 
lane é |o di questo éitto sono interaixiente alV 

A % oscu« 




4 Ltrrtti$t>i 

oscuro > e non so cosa possa essere questa Ifige-^ 
" tila manoscritta in. prosa , 4a me non mài peti<- 
sata, né vista. Riverite a mio nome il Sig# 
Marchese Ab^te Suarez , e ditegli , che io gli 
sono obbligato dell' amore , che mi porta , e del- 
le dicliiarazioni , che egli si esibice di. fare per 
mia discolpa : ma che nella maniera , che egli 
propone , mi perdoni , se non posso accettarle , 
perchè sono fondate sopra un suppósto non vero , 
e che io non intendo . Il maggior favoìre , che ' | 
possa farmi, si è quello di mandarmi per vostro ! 
mézto una copia del manoscritto) dal quale vtr- 
irò in chiaro della faccenda, e potrò allora di- 
leguare gli scrupoli e 1* ombre , the in ciò . mi 
sì parano avanti . Qpando poi abbia veduto in 
fonte la cosa , io saprò parla^re in maniera d' es- 
sere inteso da tutti, e senza, che nessuno possa | 
restame ingiuriato V bastandomi salvare la mia. 
riputazione, senza lacearare T altìrui • Non lasciate^ 
pertanto, che akro manifesto si stampi da chi che j 
sia sopra questo; poiché mi sarebbe anzi dispia^^ J 
cere , che grazia • Se potete vedere il preciso ] 
manoscritto dato dal Sig. Abate Suarez al Sig. J 
Pasqualigo, vedrete, che non è mio carattere, 
e vi accorgerete , se è scritto da molti anni , o 
pur ora • Ma ^ assolutamente fate che io abbia 
o r originale , o la copia , obbligandomi di ri- 
mandar quello puntualmente , in caso che ne fossi 
favorito ; perche ho più caro , che restì in Ve- 
nezia , che presso di me . Più che pensa a que- i 
sfa difesa , che mi si fa , meno l' intendo . In^ 
tendo bensì l'accusa, perchè e un' aperta impo^^^ ; 

stu- 



^ Àpoétoto Z È U óé $ 
Stura. In somma bisogna far ch'io tocchi ti 
piaga Con mano> col /armi avere la pras$iDram^ 
manca y che è la pietra dello scandolo. Non 
credo , che al mondo siasiintesa cosa somiglian- 
te : che si accusi uno con una falsità : che con 
un' altra falsità sia difeso: e che esso accusato 
tanto disapprovi V impostura i quanto la difesa • 
Da ciò potete ar^mentare e la mia innocenza» 
e la mia sincerità . Xomunieate al Vi nostro fra-^ 
^ tello questa mia lettera , acciocché unitamente 
^ possiate risolverci saviamente^ e senza far qual-# 
che passo, che mi mettesse in maggior labirin- 
.tOi Se quegli, che hanno ordita questa tela con- 
tro di me , sono uomini onesti e Crìstiarii , han 
r obbligo di ritrattarsene ♦ 11 Sig^ Pasqualigo , e 
qualche altro saranno lodatti da. ciascuno, quan- 
do confessino , che sono stati ingannati in dire 
e credere quel che hanno >^detto e creduto , e 
confessino oqttratamente ^Jo^o «eitore nato^ pec 
ignoranza, non. per Analizpia ,. con quella pub- 
blicità e solenoi^i^ con cui T hanno divulgato'/ 
I tJna tal dichiarazione sarebbe giusta, e appìau^ 
dita. Mi riserbo a r'ispondere al venturo ordi* 
narìo ad altri particolari della vostra lettera j 
poiché. òggi sono stanco, e dalla suddetta novità 
sbalordito « Riverisco al solito tutti, e sono«« 



A i 454- 



* L E T t * H « J> l 

454. j4l Sii. OU. BétUt4i tLetéutéti . 4 Finixia. 

DAila if^stra lettera , e da altre 4i fiongluati 
e cU^ amici, e molto più dalU prefazione 
dell'Opera stampata del Sig. P. intendo la so- 
lenne impostura , che è stata tramata per abbate 
tere , e denigrare quel poco di rìputasione, che 
in tanti anni , é con tante fatièfae mi sonò in- 
gegnato di guadagnare in Italia . SinD a tanto 
che sono stato in Venezia > ho pubblicati XXX» 
6 più Dranimatici componimenti ) senza che ab- 
%\^ giammai trovato, chi mi abbia imposto ca- 
lunnie , e mosse querele sopra di questo . App^» 
na esco d' Italia , che al primo comparir di un 
mìo Dramma, fatto, non ^r rtf»W^(? > per coman* 
do di S. M. C. p non fer divertin94nto della Cor^ 
ie , v" è chi me ne accusa di furto , e mi fa tn* 
tra re per sua bontà e gentilezza nel catalogo de' 
plagiar) letterarj . S* io fossi stato costì , pui es- 
sere* che questa gran nuvola si saria dileguata 
da per se stessa . V esser giunto in questo pae» 
»«, che mi ha fatto rompere per cammino utifL 
gamba, ini minaccia ancora di volermi far pei^ 
d^re in questa mia permanenza la mia estima- 
jelone . Io spero tuttavolta in Dio benedetto , 
nella mìa innocenza, nella verità^ e ne* buoni 
amici che tengo , che questa seconda disgrazia 
jnon mi abbia a succedere -, e che anz^ la perse- 
cuzione ingiusta che mi vien fatta , me ne ri* 
* \ dondi 



A POS reto Zino. 7 

daiidi m gloria e coi|ijolaziofie ; siccome sempre 
im e occorso di sperimentare in tante occasioni, 
dove o sia in privato , o'sìa 10 pubblico, sono 
stato a torto e coatra ragione attaccato/ Io vi 
giuro t mio degno amico , che la lettera ^ e la 
jconsiderazione di simile accisa mi i^a fattQ anii 
pdere , che sdegnarmene • ^iò solo \ììt mi ha 
9tordkp^*si e, che i Sigg- B. ?• e M. & c^ 
insieme 11 Dn Qalva^i, tutti e tre da meamatt 
da lungo tempo , da ^le ncjfi mai offesi in cont^. 
vcruncy, e dai quali avrei anzi aerato in simile 
pccasipne di esser sostenuto e difeso, sieiJo stati 
quelli , che abbiano data fede a simile sc^ctag- 
gine ordita contro di me : imperocché non vo 
altro creder di loro, ^e t^on che sienp stati in« 
gannati da altri, né niai mi ^rei immaginare, 
che essi avessera data manp*, e tramata una cor. 
sa , della quale un giorno sacebbono stati in 
debito ) come Cristiani, <fi ritrattarsi con queRa^ 
solennità e pubblicità, con éui avessero cercato 
di ca|un;ìlarim e infamarmi . Pfe ho ; tal viltà 
non so figurarmi in loro j 'e se anche né. fossi 
persuasp dagli occhi , il mio cMóve ne sarebbe 
ancora sospeso «^ (^i^sto appunto è ¥ efettp , che 
Ila prodotto in me la notizia deH' insussistente 
impostura , dalla quale son carter che non aspet- 
tate da me eh* io in qualche moderni giustifichi*, 
poìdiè se credessi <he voi aycste bisogno di es- 
serne persuaso > voi che sì a fondo conoscete la' 
mia candidezza, e la tnia sufficietìaa, conunce- 
tei a dubitare , che la mallgriitai avesse" fatta 
quidche cattiva impcessione neir anitna ddle per-- 
A if. sone 



8 LettsrSdì * 

sone savie e dabbene. Ciò che ora inoliò pef. 
soggiugnervi a mia difesa » si è ^ /fine di por 
sotto rocchio a , qualche, {>ersoha) che non fosse, 
ben informata del fatto ^ la seguente verità. Mi 
si oppone, che io con leggiadria ( grazia sin^ 
golare dell' oppositore ) abbia accomodato per 
divertimento della Corte Cesarea il Dramma dell* 
Ifigenia uscito sotto il ìnio nóme da rni^Dra?»^.. 
manca prosa mano/crina d'uno Accademico^ che 
va per le mani • Io dissi nelP argomento della 
mia Òpera > dopo aver parlato di Euripide e di 
Racine> queste précise parole: Confuso di aver 
tolto assai àalC uno e dall* altro § dd oigntà di 
render meno imperfetto , che per me fesse possiti^ 
le, il mio componimento. In questa confessione 
voi ben vedete, come- io procèda sincero e mo^ 
desto • Ora dico lo : ifti si oppone j che io mi 
sia servito di una Prosa Drammatica Ms. A far 
chei là favola ^ cioè V invenzione , o '1 verso > 
Il verso no, perchè ella è prosa drammatica* 
Dunque r invenzione? Ma dimando io : V inven- 
zione e ella la stéssa^ che quella di Euripide^ 
e di Racine, o pur altra? Se e la stéssa; dun-> 
que IO non avea bisogno del manoscritto, quan-i* 
do confesso d' esser ricorso alle fonti , cioè a 
que* due gran maestri • Se è diversa ; dunque io 
non Tho rubata dalla prosa draèmatica. Mala 
distribuzione e disposiziono della favola ì i pen- 
sieri ì le decorazioni ? la^ locuzione ? Riscontrino 
XXX. e più de' miei^ Drammi I e vedranno, se 
per condurre una favola, per vestirla di concetti 
e di parole proprie ^ ho avuto abilità in ciasche-' 

duno 



diino) è poi argomentino» $e. in questo iolo i^ 
aveva bisogno di omarini delle altrui penne é 
Ma il Manoscfitlo? Rispondo i o che non v*è| 
o che è la Tragedia 'di Euripide e di Radnt 
oradotta .ia**pì^ i o die é , cosa diversa dalla 
loro ^ e per iconsegoenza dalla mia ì ò che è &^ 
nalmente la mìa'jàiedeiifM ridòtta in pcipsa dsk 
'chi ha inventata la cablila.^ In somnia hx tut^ 
to per vederf e avere in/T^suìO il maoosaittoi 
e cosi allora daremo Joi.scioglioieqto/a qliestpt 
nobile e gentil viluppo • Io vi ringrazio poidéls 
la bond e pena che avete avuto in difendermi r 
e anticipataitiente'vi ringrazio ancora di quahto 
sarete per.opeStare in : &yor. mio .su quj^sto; partii 
colare « Alla vostra lettera non cispet^ . pieiia^ 
mente 9 ma mi^ riserbo di farlo in altre occasio^ 
ni. Riverite gU amici degl'Accademia Lalliaiiat 
Di questa , lettera non avrei jcaro che uscissero 
fiiorì copie; onde la raccornsuido alla vòstra piuH 
tualità> Vi abbraccio^ e sono. é. 4 

455. jtt P. Pier CMefiné Ztnoé 4 Vènezidé 

PUmté 13. FebhréQ0 1719» 

Non mi stupisco piu^ the in Italia fiorisela 
poco le lettere , poiehà tanto fra chi ie 
professa , abbondano te baronate • Io credeva » 
che quella fatfòmi dal P^ nella stampa dell' ar« 
gpmento della su^ Ifigenia in Tauride, non por 
(es^e essere più solenne » addossandomi il ^agio 
da un Ms. che per Dio benedetto non so cosa 

siai 



so i 1 V T E R 1 O Z 

dtj ni cosa po($a essere, qttao4o noa fb$s^ la 
mia Opera medesima trasformata in prosa • Hq 
scritto a lango sopra questo particolare a) Sig^ 
Andrea 9 e ho caro, che yi facciate mostrar la 
lettera , 6 tutta la leggiate da capo a piedi « 
Qui per altro ognuno se h* è fatto beffe; e cre- 
do che pur costì', dove sono pia conosciuto, lo 
stesso abbiano fatto le perso^ savie ed oneste. 
Vorrei poi , che il Sig, Andrea andasse con mi- 
sior Iboco , e frenasse il suo empito • Se }a pren^» 
da in riso , e pon paee > e proccuri di scoprire 
la fonte della cabala ordita, 6 di avere iil mai 
no il preteso Ms. Proccuràte in tal caso anche 
Toi di vederlo in fónte 5 ed esaminate il carata 
tere, e le altre Qualità; poichè^diconoa che sia 
dt autor morto anonimo ; onde secondo loro sarà 
•critto da più anni. Ma son certd che Ù tutto 
iria una baja aerea , e hiaKgi>a } e comfuhqoe ne 
SJ^, io so di certo di non aver pr^c^ cosa àl«» 
euna da Ms« veruno, e so »^ avessi preso , sape* 
te che sono onorato , e che procedo sinceramen- 
te, onde r avrei confessato candidamente. Tutt^ 
questa impostura non mi ha p^ò datOj ne mi 
darìl punto di festicfié. Senza offesa di nessuno 
ho tuttavìa pensiero di giustificannene con due 
parole nel Giornale • Voi cho ne dite ì , 

' Assai più fastidio di questa prima teC\ ha da^ 
lo la seconda, perchè nli viene da man più ca« 
ni o stimata . Ali viene scritto , che il M. M». 
abbia pòste fra gli Opuscoli ultimamente da lui 
pubblicati la IntroduzioMe al Giornale, e le due 
Episteme decftcator^e , e fkio- uh estratto dèi li- 
bro 



ApoaroirO Entro. ii 
bsQ del Gravina» e che nella LeCteia4^o«tamv 
patore sieno certe espressioni non molto bpono 
e vaataggiose pel rimajaente • Asp^to di fonotfi* 
ne preciso gÌDdicio» quando abbia io mano j| 
libro medesimo» Che vaniti sciocca è mai qu^ 
$ta in lui? E'vero, che ba fatte quelle diied^ 
dicavioni^ percbè esso fu ancora, che le Jiapt^ir 
sentate^ e poi sono tali, che io non vorrei aver*- 
le fatte. Ma per 1' Introduzione, egli bei»! V 
ha stesa; ma una gran parte dei -materiali gli è 
stata sonimiAistlrata da me, e molte cose sono 
state con lui concertate, e col Sig. Vallisnieri, 
e eoa me parimente» Ma finalmente sempre più 
mi accorgo, che quasi in tutti il vano amor 
della gle^ia fa gittate a parte i riguardi 4eUa 
onestà , e d^lla fx>nvenienza ^ Del resto egU à 
poi * falsissin^) dò che sento dirsi sìdla ucspi, 
Prefazione, ciie di lui ajtn> non visianelGìor^ 
naie» perchè ve n^ha più di uoa cosa ^ deU 
h quale può essere che a lui sia c^ro > cht 
non si sappiala che ella sia sua* Basta* Per ora 
non mi /etermino « Aspetto lo stesso JUbro pef 
essernp^ testimo&io di vista, ; Uteijuameote gU 
^crìsfi una lettera, che avsfte tuovata entro uni 
vostra* O quanto mi sarebbe caro, che aon f 
aveste mandata-, perche in tal caso vi pttgheroi 
di te&erla in dietim • Ma dubito isolto , che il 
mio deiiiderio sia inutile'^ e quando non ci ^a 
pia rimedio , non bisogna pensarci • MI regcder^ , 
meglio anche seco Inavveisire.. Oedetemi , frateU» 
amati^imo , che non so pia di chi fidarmi « Il IX 
Chiseiì^tte si è recitato faltr'jeri per la prima 

voi. 



14 l t f f t k t n i 

volta. 1/ applauso n^ è stato singolare e iacteàU 
bile* Durò quasi 5* ore 5- e '1 tempo, è panjto un 
momento . Tanto è stato il . piacere , con cui 1' 
hanno inteso e gli Augustis^nii Padroni ^ e la 
Corte tutta . Al Sigi ]{^ariati se ne deve il più 
della lode e del inerito* Ad un mio cdnoscen-* 
te , che e di partenza per costì , ne ho conse-> 
gnate akune cc^ie per voi.. Saluta^ tutti , e fi< 
ìBÙsQo abbracciaiidovi ^ 

^ Vienna 25; Febhraj$ tjl^i 

SE non rispondo? alle lettere di mglti che tìifi 
lianno scritto ^ scusatemi, pressò loro , non 
avendo ora tempo di farlo, per essere troppo oc- 
cupato in Oratorio, ed altro componimento peu' 
còrtiando dell' Augustissimo Padrone • Già vi àv-» 
visai ron T altra inia il regalo fattomi dalla gè- 
\nerosità e clemenza di & M, di 4000^ fiorini 
^pcr le mie spedizioni^ le quali averò dentro un 
mese • I^a cosa ha fatto grande strepito nel}^ 
Corte , perchè non ha. esempip ,v e Ha fatto ^iu* 
dicare i che lai>M. S. mi guardi cpn occhio beni- 
gno, e distinto i 

Se la Storia del Mogol non si trova i bisogna 
aver pazienza r Che non fosse nei libri prestati } 
Guardatene le memoria. A proposito di ciò vor- 
rei , che destramente scriveste per quelli , che 
4tiene il Marchese Maffei 5 alcuno de' quali veta- 
mchte mi preme , còme il Codix Apocryphus del 

. Fab- 



Fabrizio, il Costantino Por&QgenitQ , la Tafr** 
oca Mst ^c. Ditegli che non ne ho scrìtto a 
lui , perchè suppongo che già ye gli abbia trai* 
messi • Il mio esemplare delle opere del Nava. 
gero sta neU' alto dei libd in 4. Epistolari La^ 
tini • In esso troverete registratp J^* epigramma » 
che desidera il Sigt Volpi > al quale risponderò 
nella settimana ventuia . Nella edizioncddle Ora« 
zipni Latine di Pàtrie j Veneziani intrapresa da lui 
farebbe una bella comparsa la Orazione M&di 
Carlo Capello in morte di Giorgio Comare , che 
sta in cotesta vostra libreria della Saldte • lo 
non ne sciavo ad esso^ perchè non so la vostra 
intenzione; e solo a voi lo ricordo, perchè ne 
risolviate a vostro talento t L' occasione veramen- 
te è bellissima, e sarebbe oltremodo gradita la 
cosa e da sua Serenità, e da S« Eminenza Cor« 
nari • Se questa settimana scrìvete al Volpi , 
scrivetegli, che gli manderò con la mia rispo- 
sa la Vita Ms. del Cardinal Valietm , compo- 
sta da un Canonico Veronese • Salutate ti^tti 
e sono • ik » * 

457. jll Sii* ^ndred Cornerò f m Fentxdd^ 

FUntiéi 4» Métrxjo 1719^ 

Circa Taf&re del Ifigenia, il mio animo è in 
tutta quiete . Già io me l' era indovinata, 
che quella prosa Ms. altro non era^ che latra^ 
duzione della Tragedia di Racine. Rispondo al 
March; Suàrez , e ne raccomando a voi il sicu- 
ro 



ì4 ILiftiiit.fit 

tu ricafitd. La lettera di esso a vói ^tttà è 
bcnei che sia costi in vostra mano » acciocché 
Con quelli possiate confotidare T ostinazione lii 
ìilcùao: onde mostratela» e conservatela. La sa- 
lute vostra 5 t di tutti i àostri è la migli«>re 
nudVa i che possiate darnlt • Io pure me la pdtssù 
as^ai bene. Salutate al solito tutti 4 Sono an-c 
Hoso dello stato < del Sig. mtó Sùoidero • Di gra* 
2^ datemene qualche avvisò* Di Ciò paifmi di 
avervi pregato anche con la mia precedente* In-* 
tendo ^ e gradisco le. nuove della città. La nkftr* 
te dell' opulento Sig. N. è un rìiiovo testimonio 
della vanità di chi vivendo va ammassatido dar> 
nari, e titchette. Qixantopiuse ne lascia agli' 
^redi , tanto pid si ha 'I dolonfe di lasdiarle a Esse 
iìon fanno un picdiolo attaccameinto air amore 
del secolo 9 e di quesito niondo. Viver dnesta-» ^ 
mente, e ìasdar dopo se un buon ^ nome è Utlà 
»ana morale* La nostra Religione esige qual-* 
iske €05a di ptù. Piacda a Dio^ ch'io possi 
adempirlo a riguardo mio , e , del niio prossimo i 

Nel Giornale dirò qualche cosa per mìa giù»; 
stificazione i ma in maniera i che tìon vi safà 
Occasione di doglianza. l*anto si lodeifà la nliéi 
moderazione^ quanto l'altrui aciimosità ha fatto 
itomaéare ànffae le persone discrete • Questo ^ 
itatò, e sarà- sempre iì mio costume t ridevé^ 
Itiale y • far bene i Vi abbraccio di éoore ^ « 
iÈOào 4 è • « 



45«» 



A P 9 i t t # 2 É K Ò* ^ ì$ 

458. Ai A iP*^r ,^^friH0, Zino . 4 ^<r«f«Ì4i» 
P^ienna, 4. Mdrzà 1719^ 

Mi ^éno grandemente $tu|>Ìto in sentire^ dbf 
S. E* il Sigi Pietro Garzoiiì $i lamenti 
di me« Io non, posso crederlo^ sa{>enda la yireà 
e pmdensa di quel gran Senatore » Nelle NoC# 
alia Vita del Parata altro non si è detta 1 se ^ 
non quello che ne dice la Cronica Ms. del Sig« 
Piocéurator Gradetììgo * Di mìo non vi ho fo^ 
sto [Hire una parola -, e quello non era luogo 
di esaminare^ se la famìglia di lui v^iigada.Bd-*- 
logàa t o da Lucca 1 Se egli yorfà , che questo 
il ^mini in particolare in ócxasioàe- che si par« 
lerà nella nuova edizione dei Paruta» potrà fai> 
ÀI / ma tèmo ^ che cercati i fondamenti della 
Cronica suddétta 3 A troverà esser ella verissima * 
L^nostre Cronichté Mss* antiche tutte dicono Ì0 
stessa ^ almeno le da me vedute • Vedete fra* 
miei libfi .di Istorie f^atttcolari , là cbve s^nd 
qjuelli appartenenti alla. Toscana' i quello del Pi 
D. Placido Pucéindli in 4. che contiene molti 
Èòse i come la Vita dì Ugo il Grand* y t Istd- 
• ìia della Éadia Fiorentina ) le Memorie di Pe* 
scia i ecc* Fra le Memorie di Pescia ^ t\xt e ^ 
come sapete, nobiì tefra della diocesi ii hnccìk 
hello Spirituale al presente 5 e ah afìti<ìUo aiicht 
nel temporale ^ troverete ìli più ludg^ii ìungà 
menziofie della nòbile famiglia Gar^&oni nostift 
Veneziana > la quaii| quivi chi^ranieàte si fa di** 

i^Àva- 



%e L s :e T E K € O X 

xivare da Pesciat Anche quella di Bologna è un 
ramo delia Lucchese » passatavi anch* tsù per )e 
fazioni di allora. Non so quello che se ne di* 
ca dal Frescot nei Preii ielU N^^ilti Fènetay 
stampati dall' Ertz. Tra* mici libri Genealogici, 
in 4. vi è quello delle Famiglie Bolognesi del 
t>olfi . Non mi sovviene , ' it quivi si parli dì 
detta fòmiglia • Voi potrete osservarlo . Mi stu^ 
piscb poi , che si faccia 1* opposìsjpione dell* t$st^ 
£e spacciate mescatanti di set^ quelle triglie 
mobili Lucchesi alloia passate in Venezia* Echi 
noli sa , che in que- tempi P arte della seta non 
pregiudi<^ava punto nella Toscana ajià nobiltà 
del casato ì Vedasi quello che né dicono ì& Sto« 
rie di Toscana. Le faiiiiglie più nobili Fioren* 
tìne. Lucchesi, ecc. non si itiattìcòlavano esse 
a bella, posta in qualche arte, per èssere tr^ le 
popolari , che erano le più potenti , e per go- 
derne i privilegi > Tra le Lucchesi passiate in 
Venezia, dove ne portarono Tuso e, la fobbri* 
ca, non si annoveravano ÌaSahd[e|li, detta an« 
che Sandei , la (Suìdiccioni,' la Vanni, e al- 
tre, che soqò delle più cospicue nella Storia di 
Lucca? Hanno esso per questo ^iarduto punto 
del loro lustro^ e splendore? La Malpigli di 
Bologna , ora estinta in Venezia , era dello stes- 
so numero. Tutte queste cose desidererei, che 
poneste sotto l'occhio del Sig. Manfrè, che ca- 
ramente io saluto. E* benej che e* lo sappia, 
per rispondere a chi per ignoranza Volesse ciar- 
lare in una cosa, dovè, non abbia la debita co- 
noscenza . Altee osservazioni potrei far sopra 

que- 



A p o $ T p t. o 2 E K o. if 

<int$te l/^ se qui avessi U miei libri i! Ver altto 
torno a dire', desidero, che in tutto a S. E. sì 
soddisfaccia, quando ve ne sia, che non credo, 
bisogno. Se avessi giudicata la cosa inconve- 
niente, mi sarei astenuto dal parlarne nella Vi- 
ta di un sì gran Senatore , qual fu il Proccu- 
ratore Parùta, non per altro da me distesa, 
^he ad oggetto di illustrarne la memoria, e la 
^asa . ■ ■ ' ' "■■ " , ■■''■> 

A vòt non sovviene , e ne meno a me , chi 
mi abbia promésso l'Elògio di quel morto let- 
terato, e non so né meno di chi. Se* avete le 
lèttere, che vi ho scritto, in e5se lo trovere- 
te . Sento , che in Roma sia morto' r!Abat4 
Lionardo Adami , da Bolsena , autore dèlia lì 
Parte delle Antichità Arcadiche • V Italia ha 
perduto uri soggetto che potea farle onore. Era 
intendentissimo del Greco , e andava allestendo 
per la^ stampa non solo la continuazione della 
suddetta opera ; ma una nuova versione e im- 
pressione delle Epistole di Libanio notàbilmente 
accresciuta. Scrìverete a Roma , per aver infor- 
Hiazione di lui , onUe nel Giornale se tie possa 
iar qualche picciolo Elogio j giadchè ora è tan- 
to trascurata V Italia ih somministrar le notizie 
det suoi letterati defunti . Grande trascuratezza ! 
Le due edizioni antiche da voi acquistate del 
Vendemmiatore sono a mio giudicio assai sti- 
mabili. Vi ringraziò della notizia, che me ne 
date . Le noterò in margine al Giornale , ove 
parlo del Tansillo.Vi ringrazio delle Novelle, 
Proccuratemi una copia delI'Arsinda del: Testi ,^ 

Tomo III. B ter- ^ 



tentùnata d^ qu^l giovane Veronese. St s^tpete; 
chi questi sia, avvisatemelo . .Se non è partito 
il Nipoie del Eccmp «pstro Ambasqiatoré Gri- 
mani » raccooiaiUate al P; D, Niccolò PetriceL 
li , U cui veiduta mi «sarà 45$ai catra , di por^ 
tarmi quatlche pcH^zione de' libri < de' quali teni4 
pò fa vi scrissi : e limito que^H ai libri stam-; 
pati ui$i«lamente da' iSigg.. Vglpi; Fracastoro ^ 
.Sarihazzaro i è ^ Orsatì j a* quali àggiiignete T 
^bmani ; il Navageiro , e i libri dì Firenze , 
cioè Galilei , Buonaccorsi , Fioretti di San Fran. 
Cesco, T. !• de* Poeti JLatini Italiahi; e qualche 
altra novità ; $t, ne <ivete , e più di tutti quel^ 
lo del Corsigtuai • Salutate tutti : Abbiraccio voi 
caramente. ^ 

^9* ^l medesima, a FènczSai 

V'Urina ii. Marzj^ 1719Ì 

Lunedì dopo pranzò fui per là terza volti a 
piedi dell' Augustissimo Padrone per render^ 
gli grazie del generoso regalo; che esso mi ha 
fatto. Sempre piiì cori bontà mi ha ricevuto; e, 
mi ha seco da ^olo a solò tenuto a ragiona-? 
mento sppira materie letterarie. Ha prima loda- 
to il D. Chisciotte , eh' ip posi in assetto , sé 
b^ri tutto noi verseggiai. Ha pure lodato gran- 
demente r Oratprio del Sisara i che si reciterà 
fra ij. giorni. Ha poi m^ostrato sómmo gradi- 
mento dei Giornale presentatogli ; Lo va, leg^ 
^endo: da capo a piedi, e lo vidi sopra il suo 

tavo^ 



^PQSTÓLO ^flfÒ^ li 

^volino. Disse , ct^e qe guj^tay^ 1% Ì^V^ I 
Ittiche ia poco ne appfegdev^ mftlt^ j iigic^ ^,.. 
veacfo ^$$0 témpQ 4i l^gS^f^ ì^ fi?rtl« i libri 
nuovi j che escoq(^ alla giordatai Mi ^\ ii)c^-r 
tifato di édoperatfé al|4 cdii^ifi^a^iòde di pq'^« 
pera, ciiie égli disse p9si(iyàn[^e];:ite é9sar4 W^i 
e dilettevole ^ ^ Coa qi)e$t4 ócc^^iòde mi ^^c^^-r 
ìxò mpite pairticolarità che aveva osservatoci ^ 
{>riricipa|mehté intorno alla <:onte^4 4^t P^ Qef^ 
il^on^ la cui opinione stravagante ày^a)^ sc^ft* 
daleziatd ì Mi licenziò poi co(^ ^sibi^io^Q gfH 
iàeFps^ di Quovi. f«|vòri i oiìde^ ^brigatfimi 4^1|(| 
tnié ipedi:^Ì9ni farò i\;ibfX0 u£cj peir av^re tjk^ 
(juaftief conìodò^ e proprio: il. che sarà pàinot 
^0 allò studiò^ e confortativo aU% tiió^a ; $criyf^ 
temi dello stato dej. - S[g* mif^ Suòcero^ i ^ ^^ 
ringtc^Vò delle visite i che gli ave;^ 4^té i fi 
èhe iaréte pd fargli", quando pcJtléte; Salutata 
la $ig; M>d|-^ i ie Sorelle ^ e tytti gefiejf4Ìi?i<^4 
|e. Il Sigf Jppplito fa io stajpsò a v^i i é4 isf' 
iii cucifre vi ;i|ihracci0 i e $(ijno • ; ; ^ 

L^ letfófà di V- S. liiij^tri^f. p Reverendi??-^ 
nii é ftat| olti^moc^ (ara ^ venendomi 4i 
fierspia che ta^td ^(f è riv^rispd j nèe.vèa^ii| 
4à essi |in hiidvo attcstai» delli^ iua (^44 ^fr 
kf pi|5 } cp4 ?He veqgd |fssicurat9 i ch^ ì» ia3Ì4 
kì^v^i i' M'^i »^. ,nii intiq^c^ §^it^ 

B i faei^ 



1(5 1 È T t I It I 1> T 

nella sua grazia ed afiFetto. Io vo^ sempite pm 
rimettendomi iii forze e in salute, e la' mìa 
gamba , come che alquanto zoppa e^ ancor gon- 
fia , mi permette però che cornine) ad uscir di 
casa più spesso* Lunedi dopo pranzo fui per la 
terza volta a piedi dell' Augustissimo Padrone > 
per rendergli grazie di un generoso regalo , fat- 
tomi di quattro iliille fiorini , in aggiùnta alii 
altri quattro mille di mio annuale assegnamene. 
to . Non posso esprimerle la bontà di questo 
ìncomparabil Monairca , e il suo amore propen- 
so verso le buone Lettere, nella quali anche 
ha molta cognizione, più di quello che si può 
figurare in chi è alla testa di una sì grati Monar- 
chia. Sta ora leggendo il GiornaU adi me pre- 
sentatogli , e mi ha incaricato a cooperare alla 
continuazione di un'Opera , che esso giudica' 
utile e dilettevole. Mi ha parlato dèlia contèsi 
Germoniani di una maniera^ che. fa molto ono^ 
te al nonie di Mons. Fontànini ♦ Ancora non 
5ono itato nella Biblioteca Cesarea , che per al-' 
tro è un tesoro di cose rare , ed inedite . Il Sig. 
GeiE^tilotti è uno de' piò degni Letterati chje to 
abbia mai conosciuti • Esso è molto avanti ne), 
^uo Catalogo de' Manoscritti , sopra il quale la- 
vora con una diligenza, che senza esitanza ai- 
cupa supera di molto quella dèi Lambeccio ^ 
Cb^sta insigne Opera si stamperà certamente , 
fiientre anche la M. S. ha. sommò desiderio di 
vederla perfezionata, ed impressa . Del P. Pez 
fion so dirle cosa alcuna , mentre dacché sono in 
Vienna , £gli sì trova al 'spo Mpnisftro di Méldi ^ 

Le 



X p é s t o t tìf Z E w o. ii 

Le cose da me oss^rrate in rcnzjsne^ furori^ 
appunto certi EpitaflS antichi, dei quali mi fi| 
mandata copia dai Slg. Viviano Pozzi \ giacche 
io mi vi fermai così poco^ che non ebbi tem-» 
pò di ricopiarli. Spiacemi però che. alcuno di 
essi sia . difettoso . Questi si riducono a tre , 
tutti sul pavimento , e di carattere;^ giusta ii 
comun detto , Gotico e barbaro • \IÌ primo è 
il seguente i 

tìiti iacet DominHì -, 

Vi si scorge, sotto la figura di «n Irrelato. 4 
fecondo si è •* 

Hfe èjt :feputfHra 'Domini BoesUi 
Dhcìs Cosiliensis & ^ . \ . • 4 

Chi sia questo Duca Boeslao, non Io so « Di 
sotto vi si vede la sua figura distesa eoa I9 
sue armi • Il terzo si è / 

tìic iacep p^s . 

Lanremius ììc BacÌ4 ì 

pi sotto vi è r arma del defunto , cioè tiri brac- 
cio che impugna un lungo bastone. Tutte e tré 
sono avanti ^ Aitar maggiore e mpstrano essetc 
del XilL, o del principio del XIV. secolo. So- 
pra uni muro di detta Chiesa nella Cappella di 
San Lorenzo /vi è una lunga Memoria della 

B 3 con- 



li l l ¥ T E II E A t 

ièéiéeraliòìlè ai détta Chiesi , fatta dal B. >^- 
Vfiarck ÉtrirahJié Tanno 1^38. Supponeildo thè 
V» ^» Illustrisi, r abbia , . hiHi ne mando copia j. 
fèà, pccotrenddle , lion mancherà) di servirla \ La 
fcttk Memòria è àisai (Considerabile,^ poiché dà 
essa sì vede che a quella cpnsecrazione inèer- 
Venfeerè cc8 l^àtriaà-cai un* arcivescovo , t ùtt^ 
Ve$<ovi ; 

Tra le mìe carte a lei rimaste vi iono ol- 
tre a quelle bislonghe sopra l'Aleàndro, alcu- 
ne altre concerheiltl f affate del Patriarca Gìot 
yinni Grìmapi , le quali ìe raècomando . Potrà , 
quancjp ne sia servita , farle avere al P. mio 
jprateKò;. La tHigbzfo Mie Novelle Letteràrie ^ 
che mi p omuiiica > e npij cessi di favorirmene 
quando pup. 

Credo che ptèsfò ^a pèJ- Hrehirè jcó?tk , al serr 
yigip del Cvrd. Barbeniio , H Sig. I>^ttpr Gio: 
Oliva da )5lovigo^ persona erudita , come vedrà 
ifelle Vue iéotè scampate. tiò basta per fenderlo 
lacctoiiiandatb i Anche ih grazia jm^^ i'i'^cgok di 
.onorarlo Jella sua protezione^ ed affetto. Io t 
amo «da r.cltp tempo, perche in lui ho cpnor 
sciutp del merito, je perche so che pij ama. 
Jliyerisca ì PàJroni è' gli amici lèhe .costì ten-* 
go, e in pa.rticplare iMons. Passionei , e i Si- 
:èìtTori Vigneti , Garofalo , P. jiuàJieUi , è J> 
J^Jiio'relli 1 t% piti d^ ogni cosa mi conservi là 
Ì5ua liuc^a gSi^^ia , e si vaglia di th\ nulla pia 
ctótistdera , che farsi tdhoscere sub buon ierVi- 
^reT 

P. 5. l'jirttàlyo tòitiO ^A tambctio è diÉcl- 

lis- 



ApOstoloZeno. 5tj 

iSssimo ad adersi: anche questo a me manca 
per coiBpttnfeWb'dcir/Operal II sesto non dispe- 
ro che mi capiti,' 'e instai' caso avrò a menso- 
tìk il iuo comandiirietito . .M ' 

4éì* ^t Sii. Antonio Fédlisnieri . 4 Pddùva. 

i : . . . . . . . -s . : . ^ » 

B lacuna diq coirà wil <jùa|cht3 cattiti co^tel- 
laltcftie 3 ^la^^^quale' faccia véhrré le girando- 
le al capo > e^ cadere ili 'paiziaT Voirmi avete 
fetta fare questa ossetvàteìoné ' ift ' leggètado" le 
vostre due lettere sèrittètói ullìiihinientè 1 II po- 
vero AtK Giacomèftti/ h<i il primo luogo ," Di- 
manda là Clttedfa dì Morale j t ottiene r"*"si; di$-' 
péra 9 si dà delle eokeHàtej sàvrS'sole'^in'que*- 
sto, che non sé le ha date ptèfonde, itia con 
timore di fatsi male . £ceo il frifeò * Fausto 
per tiinpre del lenriMtìoto già passafto dà in me- ' 

^ìancplia y teme di dovei morke , vuole avet 
male; e non Vhk\ crede là morte, vicina, per- \ 

che è morto xsù 5U0 Itortfipagnò ^ tìè vuole usci- 
re dilettò, ed è poco che ancor vivb hpn fac- 
cia cantarsi l'esequie/ ficcò 11 secondo. L'Or- 
aati per non perdere la buona 'oj)inipne, che si 
aveva della :saa' virginità j'^ è in pericolo* di per- 
dere dì mal Franceise la fita. Chi. non lo met- 
tenebbe nel, tet^zo ? il M. M. yuol/tùtto Tonor' 
dei Giornale, |Soi non vuol essere Gloraaìista; 
pretende che %ìxl tutto siàò' fi^$ànientt>' d^V che 

, da voi e da altri gli è «t^o suggerft*^ > è cor- 
fi 4 ' retto • 



5+ X B T T ER E D I 

retto in gran parte; continua ad aver nìmó ilj 
un' opera) che da lui in certo mòdo è rifiutata. 
Chi può capirlo ? Aspetto di Vedere il suo li- 
bro , e poi parlerò più chiaro . Intanto noA ii« 
discorro con chi che sia ^ e serbo il segreto , 
che mi raccomandate ì Per altro non me .. ne 
prendo fastidio . Non per tanto non crediate , 
ch'io vi ponga fuori di lista. Vi ponete al fian- 
co una spada nuova di argento, e ve la las- 
ciate rubare. Non (è egli questa mna solenrtè 
pazzia ? Il nostro Sig. Ippolito studia tutto gior- 
no la lìngua Tedesca, -e crede di poterla impa^ 
rare ) ma quanto più sopra, vi studia , tailto me- 
no ne sa i Non è anch' egli uri bel pazzo ? Mi 
dimenticava il Sig. B. T: con quelle sue Lezio* 
ni . Lascio a vói considerate , se egli pure deb- 
ba aver luogo in questa comune gabbia . Ma 
che direte di me ? La , M. S. ,mi ha regalato di 
quattro mila fiorini, siccome il Sig, Ippolito ve 
ne ha scritto j ed io ho avuta la pazzia di pren- 
derli. Ma chi di grazia non l'avrebbe avuta! 
Piacesse al Cielo j eh' io avessi Spesso occasioni 
di così impazzire) ed a voi pure ne auguro di 
somiglianti. 

Ma veniamo un poco sul serio . Io sfempre 
più vo stando meglio , ed esco più spesso di ca-» 
sa. Dal moto me ne risulta del giovamenti • 
Non resta però i eh* io non zoppichi molto be- 
ne j taicnc avendo perduto quel mio impeto na* 
turale , e quel mio andar frettoloso , comincio 
ad esser una persona grave, e posata. I giorni 
passati sono stato un' altra voka a' piedi defr 

Augu- 



A P O S T Q t Ò . Z E k 6.» Ì.J 

^Bguscis^imb . Padrone y che per più di im' cn 
ia mi ha fatto r onore .ìli^ .teilermi a ragié^ 
hamento da $olo à solo sopra. materie letterariai 
i^d erudite i nelle quali boi ritrovata h. sua gran 
tnente di bellissime cognizicHu fotnitji. 5ta Its^ 
jgcndo con hiolta soddisfaiioné il Giornale 5ié:nie 
io ha conun<3ndató assaissimo ; av^do io atité^ 
cedent^tneàt^ Fài^a. prosetitariì^ mxì int^to . cospQ 
alla M. S. in attestato del mio rì^e]r^iì$sijiB|i 
ossequio • Mi ha con fervore animato a far* 
lo c^totsnaare tó Vériezià per T nettiti . che ;he 
reca > e pel piacere eh' egli prova nella lettura 
di psso i Vi .attestò su !' dhor mio y che mi hai 
parlato con istima delle cose vostre, e ha inte- 
so xtpltò volentieri da.me éicfichè ultìmàinprifìf} 
ttii avete scritto èirca il mate , bovino.$ ifle cos- 
ti va cessando ; avendole io' significato , che la 
direzio(ae principale di questo af&re è tutto vò^ 
stro peso^ e meritò vostro ; Spiàcéoii grandeiiietib 
^e il male del Sig. Poleni , e qndiò del Sigi 
Moi:gagAi • Piaccia a Dio , die. pifestó ii tiin^a^ 
Ho in perfetta salute • Riverìtdl per mk>ripns»j 
e fate lo stesso a*Sigg. Ab; Lioni ; Br. Faccfo<ik 
latii Conte Alvarottl, ed agli altri amici ; Le 
nuove partecipatemi , mi sono statd : carissime } 
ma sopra tutto mi è piaciuta quella della Gat» 
tedfa di Botanica data al Sig; Pontiadeira , éhe n^ 
è befi degno é Vifra il nostro Eccmo Sigw Cavj 
Morosini, onore e ornamenta» ile* suoi pari , e 
di cotesta Università. Fate, die nel Giornale ^i 
dica qualche ) cosa di questa Cattedra cdnferita al 
Pontadera^ 6 deli* altra dat» al Si fi Riva, a«- 

cioc- 



\ 



té L E T t J K f 1> I 

fiòche iiess\if^o di esri abbia t>Q'>àt(it^#lèt4efìé^ 
ìÙtordate ai dignì«lim| ftroféisG^l ÈurgQs eLak*. 
nirini la mia amica diy^ione . Alla Sig« Laura 
ki particolare ipassegtio ii itiiò ofóéquio > é voi 
fcbbracdandé di cviDte ffti diedri*. 
X Fate fere iihidescristìprié dell' ultimò feftòi\^- 
/fidi» e accctàipagnato cdu quaJdie dsisartvaziòiie , 
mpiidatelò a itm fratelli) aceidcehè io inserisca 
liei Cii^rftàte^. 

iXJadtk sia la ?tima, bhè io fo di V* S* 
lilma^ e ]f[fuatiito aknore io le^mfes^^ egli 
è siaperflijo> che gliene faccia' nuovi atte- 
6taci<9 dopò avetiglle^s dat; 5 o blmi^o proccurató 
di dai^e a lei in altre occasioni: e siccome ella 
ba tutto li taicrito d4 canto suo, t dal midtìé 
$c0Cge tutti grillatisi s còsi può bl5ta dia accer- 
tami che vive ih me Uh . ardènte desiderio di 
sempre più ponferitadè ^ e r<èriderle più ^nsibìld 
questa verità. Masa bcnelU essèrvi certe ciAì^ 
(ifl^hzè^ dove l'amicizia non può far i^uelld 
djé vottebbe^ |ierchè rattenuta o impedita «da 
l^alcthe altro onèsto ritardo w Fra le persóne, 
die tìla ha per cjojacopwntl alla Cattedra cfi Mo-. 
naie 5 ve è' ha alcupa , cui pur professo stimai 
affetto . Nbti vi ha mcrfo , the io mi adoperi per 
Pijnà^ che 'flòn mineM airtótra: dìidé quel' 
ciie lecikiÉneate fase |>oiso, tehaa offesa di 




fio, egli si è starmene col cuore diviso ^ e C04 
I le màhi alla cifttola «Sono certo cÈle eUa . gta- 
dirà con la sua solita^ gentilezza , e f ioeyerà in 
: buona parte qyestà mia sincerità , e schiettezza 
d' animò ^ e rimarrà persuasa ^ che' senza un for- 
te impedìpieiito io nv/n perderei questa occa-^ 
itone di servirla, ^iccome senza un fotte cfis^è^ 
cere io jton me. la veggo uscire di maiio'. TTub- 
tu qt^elte, chfe Jio ^Jótuto fare pet lei, sénàiaofr 
Éisa dci|' altVó , si ^ i* avere nisihuatò a quesfei 
fwstit) pccAo 'Ajfnbàsciatifite Grimani, cljè ^la 
suddétta Cattedra vìioho di pxeseiitè tali coh- 
comenli iìfi It^a, che Isàrèbbe ihutile il cercar^ 
ne altri dì ii!giial hièlrito in ^éSta Córte-, éPi\^ 
f iiicià j ond* egli persuaso cfi tal yevìtìi Wn né 
fca^jftitmmaggiot ptiérca, tuttoché sbliecitato nfe 
sia da c<>tèsti tccAi S5gg. Riformatoti , Itìi tal 
mòdo (jà .Questa pai*è ella non ha à tttrierè nuèr- 
▼i conòorrepti, ed ài suo Vatòre rtìta libera 
campo per superate quègh che tiébe a ftonte • 
Quello che scrivo a lei ^ scrivo atlche ài P. ttàc 
fratello . Sarrt>bé mia soriitùà SJsgraScfa , sé da 
ciò 10 ytìtrfssl k perdere ptéssp di ìé\. una pa^te 
di ^ella bóftt^, che $em|)rfe Kà per ine còntòr-^ 
vata, e xja cui yiù tostò hfe 'spéjrò I^nignotom-' 
j^atfmetjtp ^ . Ri^erista à iùib tobnie il ' ^ig. p# 
Gafetano suo fratello; e "péc fine reftdefeitlcyie gjrà* 
zie dei Hbri , pht inj ha destinati , uscitj'^dalla 
$aa ?tìMàtjsiìitià AàrtiJ>eJ-}a ^ è thè aii!tQ!idò cbù fe* 



\ 



fiòche lassano ìii es»i abèM t>Qttt<»a^<4^^^é^ 
AÌTOrdate ai dig^«i^mi ftofékso^l fturgbs eLafe-. 
aarint la mia •amica div^ione. Alla Sig^ Li^tà 
in partfcolai:^ rassegno il itiiò òifi^uio> é Vòi 
jtdbUracalaAdè di cuore mi dico^».^ 
^r Fate Sfeare ithi ciescristìprié tfeìruftirtiò feablliér 

snaoKlatelò II itM> fratelli ^ aceibcehè fo inserisca 
liei tìì^rftaiei. 

^ TJadtk sia la >tima, bhè io Fò di V* S% 
^Dimai» e ^^adto ainoare io lepi^festi^ egli 
è superflin^ che gliene faccia' lìuo vi atte* 
^tati s dopò avetsglieifte dat| 5 o bimi^o pcoccuràtó 
di dai^tre a ilei in altra occasioni: e siccome ella 
ba tutto H knerito 44 piilto s%]ò, è dilmiófìA 
^eocge tutti ^riii^uisis cbsi può b^ eUaacsoér* 
taxsi^ che yirc ih me lih . ardènte desiderio di 
«ofnprè più fpnferitarjè> e r<èn4erie j>iù sfefisibilil 
questa verità. Masa bmelU esservi certe ccHa 
(ìn^hzè^ doF^e l' atmicizia non pìaò f»: qiielH 
àté votfebbe^ |i'erchè ratteòuia o impedita ^A 
l^akhe altro pntì^to rl^ardtì^ fra te pérséfte , 
die tìla ha per cjo«KJOifcntl aila <;3attie*rft di Mo- 
lale 5 ve è' ba alcuna , xxà fxa profe^sQ stimai 
affetto • Nbti Ti ha jxBDdo , the io pi ac^ptrl pei: 
Pijtìà^ che "non niineki air altra: dnt^tò quelle, 
che lecjkiÉneate faec |>oisa, tehaa offesa 4i alccT^ 

no , 



ArbiTOto E%l¥o« if . 
no, egli si è starmene col cuore diviso, e coij 
le matti alla cìtttpla «Sono certo ctie eUa-^ìta- 
dirà con la sua solita gentilezza, ^riceverà in 
buona pai^ questa mia sincerità , e schiettezza 
tf animò ^ e rimarrà persuasa ^ che* senza un for- 
te impedijnertto io nx)h perderei questa occa-' 
iione di servirla, siècome senz:a un fotte dis{)ià** 
cete io Itoti tne. la Veggo usèirié di itetiio'. Tut- 
fo qpelip, thfe Jio ^rótuto fare pdr lei, seniaofr 
fesa A^y* altVó , si t i' avere nisihuatd à quesfei 
flosttt) pccì&o Artijbàsciatbte Grimarii, che pdtH 
suddétta Cattedra VÌ iohp di pteseritè ttìi coh^ 
coimèntt in Itaiia^ che ^rèbbe ihutrle il Cercar^ 
ne altri dì ii!gùal inferito m^éÀaCrirte-. éPw^ 
fittciiij oìitf egli persuaso cfi tal ferità non iìtf 
Ba'^jfetttt maggiot rìWrca, tuttoché sbliecitato nfe 
sia da cottsti tccfti SSgg. Rifomiatotì , Itli tal 
m6dp dà .^V?^ta pdkà eAa nó^n ha à tttiterè nu<jT* 
▼i còncotteptì, ed ài suo iraìòre reità libero 
campo per superate x^uégii che tifehe a ftonte . 
Quello cljè scrivo a tój scrivo anche ài P. itilo 
fratello . Sarèfcbé mia soraiftà fflsgraScfa y sé da 
ciò io yètafe^t k perdere ptéssq di leji lina parte 
di (jfueHa bòftti, che $emprfe Kà per ixié cònSér-^ 
vata, e ^a cui ^fi tostò *^ 'i^ftjrò l^e^igno tòfn- 
(^atrme^to . .'Riveristi * à ttììb '' pòttit ' il "5ig. P* 
Gafetafio suo fratello; e ^'dr fine retdtitoddlè gira* 
iie dei'Hbri,'|:he mj ha deitinW , uscit^ ' ^d^^^ 
Joa 5tiMà»?ìsiiiirtàAàitope^ia è ti* aftè^ cbù ti* 
|tó*lh4a, (tol^sbKtò 1^^ tìà l3/itoy..i 



463. 



\ 



Afeordate ai digiwsil^mf fóoféksorl Burgbs eLak-. 
aarini la niìà •amica divi^siòne. Alla Sìg^^ Liurà 
m {particolare ipas^egtio il itiiò biis^uio^ é voi 
idbblracoiaAtó di ciBmt ttA dicd^i.^ 
^i: Fate &r« -^i de«criatferié bell'ultimo feftòtttò^ 
<4id^ e ak:c€»àipagnato cdu ^uakhe omrvaziéHd , 
snaódateld a itM> fratelli) aceidcehè fo inserisca 
liei tìk^ftàiei. 

QTJailtk rfat la ?rima, bhé io Fó di V* S* 
^Qlma^ e i^éto alnoare io lepji^fest^^ egli 
è superflix»^ che gliene faccia 'ìiud Vi atte^ 
(Stati s tiopò avetsglieifte dati ^ a Mm^o pfóccuràtó 
di dar^e a ileifn altra occasioni: e siccome eli A 
ba tutto li knerito d4 pulto su6, è dil midfi* 
$c0tge tutti griii^blsis cbsì può bèta dJttacoér- 
taxsi^ che yirc ih me Uh atdtote desiderio di 
sempre più ppnferitiarldu e r<^nderte più stensjfeils 
questa yefita. Masa benelU esservi certe con^^ 
(in^hzè^ doFVe l' atmicizià non p\aib far i^iielH 
d]é votfebbe^ |ierchè ratteòuia o ittipedita 4A 
i^akhe altro on^^to ri^ardii^ fra le persele , 
che tìla ha per cjontJOifcntl alla (^^atmhra di Mo-. 
lele 5 ve è' ba alcufia , xxà fxa profeisp stima e4 
affetto • Nbti vi ba, vatì^ » tbé io ini ac^ptri per 
fijnà^ che '^nòn ininelki air iiltra: ohde quelle, 
cbe lecjkiÉneaté faec |>oiso, tehaa offesa 4i stlm* ' 

no , 



IÌO9 egli si è starmene col cuore diviso ^ e coi) 
le matti alla cBtola ; Sono cèrto éne ella , gta- 
dirà con la sua splitai gentilezza , e f iceyerà in 
buona patte questa mia sincerità , e schiettezza 
d* animò ^ e rimarrà persuasa ^ che' senza un for- 
te impedijpertto ìo nx)h perderei questa occa?^ 
iione di seirvirla, siccome senza un fotte dis^è»' 
cete io lion tnè, la veggo usfcìrié di ihaho-. iTub. 
to qQe!)p, thfe Jio ^Jótuto fare pet lei, seniaofr 
fesa dci|' altVó , si *è i' avere nisihuatò à quesfei 
ftostit) Ecìn&o Ajfnbàsciatbte Grimani, che p^thi 
suddétta fca^ttedrà VÌ iohq di pteseiitè tali coh^ 
coirrtenli in Itaiiàj che Isàrèbbe inutile il cercar* 
ne altri dì iiligùal itìtóto m ^éi^a Crirte-. é Vtc^ 
tittciiij ond' egli persuaso cfi tal yérità non né 
Ba^jftittt^magglot riiìérca, tuttoché sbliecitato nb 
Az da cotesti ìEccAi SSgg. Riformatoti , Itìi fca| 
mòdo eia .^yesta tratte ella nòti ha à tttrierè nuò* 
vi concotfeptS, ed ài suo Vaìbre reità libero 
campo per superate x^uègh che ttehe a ftonte . 
Quello che scrivo a lèi y scrivo aùche ^ P. Mù 
j&rateliò . Sarèfcbé mia somtìià fflsgrajsfa y sé da 
ciò 10 yèWferf k perdere ptéssp di ìef tìna parte 
di qfuella bòft^i» the $eiTiprfe Kà per tiii cdn^ér-^ 
vata, e ^a cui ^Ifi tostò hfe '^éjrò l>e&iédo tqm-' 
/^atftiieijto , . Riferisti à ftiò Jcibnie il "^ig. P# 
Gaetano suo fratello 5 e ^'dr fine retdtJfttlcyid gjra* 
2ie dei Hbri, fhe inj ha fleitinàti , 'uscitj'^dallj 
Joa 5t5ittà»?isiiiirtiAàrt|>e^^^^ è thè aft*^ cbù ii* 
^airitóhia, d)l «cyKtò ìòsieqtìSo tài liicby..i 



4«3- 



\ 



ti L B T- t J K ]E 1> l 

ooÉcbè lassano 4i ^»i abèM ^OAt^a^ol^^^é^ 
ftkordate ri digiw«l^m| fóoféiso^l fiurgbs eJLak* 
aarint la m|à •amica diy^iòàe. Alla Sig« Liurà 
in particolare rassegno i]l itiìò bfó^uio^ é Vói 
fdbbtracc^andè di cittMre ffti dicOb».^ 
•|- Fate &r^ uhi descra^riétfeir ultimo feaèllié:. 
ttd^e ak:ctiMhnqpagnato con ^uakhe osservàziond , 
miRldatelò a mio fratelli) acei5é<ìhè fo inserisca 
liei iSkipìaie^ 

^ Fieàn» 18. Marò i*ft9. 

I XJadtk sia la ?tima, thè io Fò di V* S^ 
nima^ e ^^aàto ainore io lepmfesti^ egli 
è superili»^ che gliene faccia* liuo Vi àttè^ 
«tatis tiopò avetsglleites dati ^ o blmi^o pcoccuràtó 
di dabie a Sei ih altre occasioni: eVsicGOmeella 
ba tutto H knerito d4 plinto s%]ò^ è dal mio fi* 
^eotge tiitti griinpuisircbsì può bfe*a eUaaecér- 
tarsia che yirc ih me Uh • ardènte desiderio di 
«oìopré più pphferitarjèi e r<ènderie piùÌeilsifcil& 
questa yeritì» Masa baielU essèf-vi certe cOUx 
tfiìi^hzè^ dove 4' atmicizià non p\aib far ^lielH 
d]é voifebbe ^ |ierchè rattehuta o impedita ^A 
ll^aiche altro oménto rl^ardi^^ ^a te perséh^ , 
cbe ^Ila ha per cjoiKJOnpcnd ailà C^cirèirftftdS 
relè 5 ve è' ha alcu^ta , xvd fxa profelso stima t4 
àt[cim . Nbh tì ba uxo^ , tbe io pà ac^p^i per 
Pijnà^ che 'Vòlt ihinebi air altra: iindiè quefié, 
che lecftlÉnefiitè fax "p^o, ketea offesa 4i alccT^ - 

no , 




no, egli si è starmene col cuore diviso ^ e" cpij 
le matti alla coltola i Sono cèrto jptie eUa\ gra- 
dirà con la sua splitai gentilezza , e riceverà in 
buona parte questa piia sincerità , e schiettezza 
d' animò ^ e rimarrà persuasa ^ chie' senza un for- 
te impedifTiertto io nx)h perderei questa occa.?' 
rione di i^rvirla , siècome senza un fotte cfis^è»' 
cere io ^ton me. la veggo uscirle di ittaiio'. TTut- 
fo qpelip; thfe Jio ^Jótuto fare pet lei, sentóofr 
fesa dcy* altVò , si t i' avere nisìhuatd à quesfei 
nostro ^ccì&o 'Aitabàsciatbi-e 'Griiilani, che pdtìà 
suddétta 'Carttedrà VÌ iohp di pteseritè tali' coh^ 
corrténtt Tft Itaii^j che ijàrèbjbe ihutrle H ^«rcar* 
ne altri di iégiial ktìèlrito m^éiìfcaCtfrte-. éPmi 
fihciii} ond'eèli persuaso cfi (ài yéritò non né 
Ba^jftitttt maggiot rìWrca, tuttoché sbliecitato Afe 
àz da cottsti tccAi Sigg. Riformatoti , lu tk? 
mòdo c)à i^uesta patte eùa iión ha à tttrierè nuò* 
▼i Cùhcarfepti, ed ài suo Vaìòre reità li()èro 
campo per superate x^uègii che tfehe a ftontè . 
Quello che scrivo a lèij scrivo aùchc ^P. tftiò 
fratello . Sittkhè mia somtìià aJsgraisfa ^ sé da 
ciò 10 yètafest k perdere ptéssp di ieji lina parte 
di (jfueUa bòftti, che setnprfe ha per irié cdn^ér-^ 
vata, e ^a cui *^Ifi tostò '^fe 'spftjrò I^&igno tpài- 
J^atWxjfo .. . Rij^erlsfcl à iùià ptfvae il '^ig. p# 
Gafetaftìp suo fratello) e ^'eSr fine retdetoi^dlé gira* 
iie dei Hbti, fhe .«4 h^ fleitinà^i, usdtj'^dalte 
Saa 5tiMà)CÌsiiiirtà Aàj^J>^^ è thè aifté^tdò cbù ii* 
>iHéiia, dol' «cyKtò *sieqtìSo tài atcò.V.ì 



4«3- 



\ 



«ìcordate « diglwsiìitmì ftroféisorl Burgbs eLak-. 
nrint la mia •antica diyi^si^àe. Alla Si^^ Liurà 
m particolai:^ rassegno U inìò òtò^ulo^ é voi 
fdbblracalaHdè di citt>i*e mi dicd^».^ 
^1 Fate ^1^ ^i descnz\0hè 4elV vAilnio fefìòtttè- 
<4id^ e ak:c€»àipagnato cdu ^khe osservazióne ., 
mpoidatelò a itm fr-atell^) aceibcehè fo inserisca 
liei dì^fftaie^. 

^ Fieàn» 18. Marò ift4. 

iV^ttttk sia la ^titna, bhé io Fó di V* S% 
Qima^ e f^dto aknoare io lepmfesti^ egli 
e sìoperflin^ che gliene faccia* ìiUòVl atte* 
^tativ tiopò aveì^^Ie^ dat; 5 a àlfn^o proccuràtó 
di dai^ a leiiii altre pccàsionì: e siccome ellA 
ba tutto H knes^ito d4 piilto s%]ò^ è dirmkfìA 
$c0tge tutti gFiii^blsis còsi può bèta dia accer- 
tatisi^ che yiré ih me Uh . ardènte desiderio di 
«ofnprc più pphferitaddU e r<èn4erie ^iù i^jtlsibile 
questa yerità» Masa btìnelU esservi cert<è con^^ 
(ìii^hzè^ doFVe X amicizia non )>i3è far ^lielH 
d]é votfebbe^ |iercfaè rattenuta o ittipedita ^k 
i^alcthe altro onfe^tp ri^ardtì^ fxi te pérséfte , 
cHe tìla ha per cjoncotfmtl alla <^ctÌE*rft di Mo- 
lale 5 ve à' ha alcuisa , xui fxet profeisQ stimai 
affetto • Nbti vi ha uxo^ , the io {«i ac^p^Jri per 
fiitìà^ cbe'^òft inineki air altra: Kfnétò queMò, 
che leciklÉne^tè far |i0iso, tetea offesa 4i alccT^ ^ 

no , 



po^ egli si è starmene col cuore diviso ^ e coij 
le matti alla cintola i Sono càtò die ella » gta- 
dirà con la sua solita^ gentilezza, e riQsyeirà in 
buona f»arte <{xitstk piia sincerità , e schiettezza 
d* animò ^ e rimarrà persuasa^ chesenza un for- 
te imfedipiertto ìo nx)h perderei questa occa-^ 
iioìie di se!rvirla, ^iècome ^enza un fotte cfispià** 
cere io lion ine, la Veggo uscfrié di ihaho'. TTuN 
jto q^!)p, thfe Jio ^Jótuto fare pet lei, ^eìtóaofr 
fesa dci|' altVó , si 'è i' avere nisihuatò à quesfei 
nostro ^ccìxb Ajfnjbàsciatbte tjriinani, cljè ^la 
suddétta Cacttedrà VÌ iohq idi pteseiitè tMi coh^ 
corrtsnli ift Itaiià^ che darebbe ihutrle H cercar* 
ne altri dì ì^ùal iùttito m^é^aCrirte-, éVìM^ 
tittciii j ond* egli persuaso cfi tal yérità non ne 
Ba^jfattttmagglot r}Wrca, tiittochè sbliecitato pb 
sia da cotesti £ccÀi Sigg. Riformatoti , lìi, tal 
mòdo eia .Questa patte ella nm ha à tttrierè ijuàr- 
vi conòotTepti , ed ài sup Vafoire réSta libero 
campo per superate t^uègh che tiehe a ftonte . 
Quello' che scrivo a lèi^ scrivo aìùchc ilP. fciò 
fratello . Saréfcbè mia somiùà fflsgraisfa y sé da 
ciò 10 yèWfest k perdere ptéssp di ìq, lina parte 
di qfudla bóftti, che $em|)rfe ha per hiì cpn^-^ 
vata, e ^a cui '^ifi tostò '^fe ';^éjrò l>e^igdo tqm- 
/^atftnejoto . . Riveristi à fciib iibme il '^ig. 0# 
Gafetafio suo fratello) e ^dr fine reùdetodòle gra*. 
2fe liei libri, jthe mj ha deitinà^i , uscit; ' "dalli 
Joa 5t5frtà»?isiiiirtàAàrtpeJ:ta^ è thfe aittèftdò cbù fa* 
^airitónia, dpi itùHtó ^sie^itìSo tid fiteb.V.i 



4«3- 



ig I £ T T E R £ D t 

4^j^ ^/ P. Pier Caterim Zeno* 4 Fenezddé 
Fiema 19; Mattlo iii9* 

E* arrivato il tto5ttro P. Petricelli , e mi ba 
portati con le vòstre lettere Zittirai avvisi 
della vostra buona ^ute , consolandone così dop^ 
piamente e <ton la sua presenza, e col ragiona- 
f^ a lungo , che abbiapio fatto di voi j Diie vol- 
te soh0 .stato a trovarlo, e m?rcor^iabl)iiamod5. 
sinato insieme, appresso r Eccmo Sig. Àmbascia-f 
tore Grimanl. Da lui ho ricevuti i tre Tomi del 
Giofnale, che mi ^cporcevano ,. e i. fogli iipan- 
canti ì conqfe anche j:^ libro ideile Rime e Prose 
del SIg. Marchese ^aiFei . In queste ho lette 
con mio stupore alcune parole, che poteva far 
di meno di 4ire circa il Giornale . Tralascio^ 
ebe dica es^er tutta sua, operarla Introduzione^ 
dove 10 ebbi iix particolar moka p^tto ^ e dove 
non si ieggerebbqmo molte cose,- se iorpon glie- 
le avessi somministratjS . Non fo pure alci^n con- 
to deir asserire che vi fa con ,tanta franchezza^ 
non esservi di suo ner Giornale ^ se. non. quel 
tanto , che nel suo ultimp libro ha fatto ristam- 
pare . Ma* egli ha dissiriiulate le cose , che noni 
era di sua convenienaia , che si sapessero per* 
«uè 4 Ct>n questo ha voluto scaricarsi dell'odio^ 
$ità di alcu(iit .e lasciarla tutta su T altrui spai-' 
le: ma dubito, che poco gli varrà rinteréione 
e r opera* Avrà cercato di sacrificare gli amici > 
iTia non per questo egli si jarà posto, in sicu- 
ro 



A V o s t Q i o Z t ^ o. tst 

IQ dalla malevolenza di certe persone i che' lina 
vòlta nemiche mai non perdonano . Tutto' que- 
sto, come vi dissi, rion^mi dà pùnto di fasti- 
dio .* Se egli foisse fnenp amico mio ,' di quello 
che èy saprei còme vendicarmi asisai' Seue* con 
uii estratto ' di ^ queste sUe 'Rime e Prose . Ma ié 
gli perdono ogni còsa /Solo vi pregò di non ri- 
céver più in avvenire da lui alcun estratto di 
suo, altrùi libro j^ che ervi mandasse 5 e ^é 
egli ve ne dimanda il perchè , ditegli ftanéamen- 
te 5 eh' io così vi ho scritto , e' dategliene per 
ragione , che come égli non vuol più esser cre- 
duto per Giornalista , e ha ribrezzo che altii per 
r addietro ràbbia per tale creduto';, óra nòli è di 
dovere, clVe jnanchi di sua parola J e che abbfa 
più mano in un' operai % che 'in tal qual ' mòd^ 
e* condannai Qìiestb non è un yéndicam diès^^ 
^i nta'uiì ubbidirlo, è un secondare le sue in- 
tenzioni .* Fare io V Articolo ' degli tre Istorici 
Veneziani , giaccliè Io* stimate tene' .Bel Gar- 
zoni 10 ilòn dirò 'nulla, quando non ve ne «ia 
pfecisa necessità . Lodo 11 P. ' Santiùelli per lì 
sofrimarj fatti al ' Moirosìni • Nel Giornale sarà 
ben fatto, che si specifichi ir nóme di lui .A 
proposito di Andrea Morosini , avvisatemi , se pen- 
sate di fare alle d^ie Yìte dì lui qualche anno- 
tazipne. Io ve ne suggerirei alcune fonti . Vi 
manderei anche copia dèi decreto della sua ele- 
zione. Mi ha stordito T asineria del' Loviisa cir- 
ca la- traduzione di quest' Istqi'ico in raccoman- 
darla a chi quasi tanto ne sa di buon Italiano, 
quanto 10 di cattivo. Tedesco . Avrete .ragione , 

se 



Iq L È T Tr 4 % S ^ * . 

^ ^sii^ Vedrete, qk^ V «Wl e V ait^<;^ g«tar^«n 

tUtt^ l'opere 44 (5^r4tó4 fien^ibqf sarebbe òt^ii. 
vpi^. 1 Volpi. li' er^nof «iisicilau 4aÌ Sig.. Piet^fd 
^eqib(( ^(;ii|€ ia (enipo I • eh' ìd era in Yehe^i^; 
tri qtì©st4 JjibJÌQ^eca (pesare^ vi è; w Prteii^a iqedt 
tql di lui ; Se $\ fari T e^ìziaijie ^ io né 0tterra(^ 
CQpi4 dai Sig, Qeritildltti . Al Sigi px; Vc4fJiris^ 
^:<^àd(> C9à V peciosa ^ e pr^q ,* (:ii$ ricevecà it;( bqo«^ 
iiai par(é |4 $ci)sai,cUe foj socó ^ per pò|:ermi imr 
fù5igt]iare ìsi (a^re i^cj sqpra 1* affare » di c\^ tnt 
ik:rive; Vi ìodp as&^I^ei^ Ì^ Orazioni Mss; (h^ 
4Ye(e 4At4 ^ i^e4erìmó da stanipare he}^ ra^^r- 
coìta i Io ve rie scrissi ^i^tecfideàtemerité . O qu^n- 
t^ pii SQop. st^t^ di pia^iere \é Is^òvelle ìetter^rlè; 
Ho 0vi^iii\}lL qi^ì U $it3iÙQte(;a^ Fàbri^iana; I^el 
^ecdh4o tòmo di essia si fa \]^ ristretto delle mi^ 
t)i55ertazÌo£Ìi contro il Voisict; ^ià quivi mi si 
fa dire anche quelìjpi ctìe lioit mi sòri sognato di 
4ife ; Mi è liece^sarid farne uri picciolo Artico^ 
lo, cte servirà per qdaìcHe Tòmo. Girerà T Ab. 
t^ardellaj osservate quello che riè scrive ilMòn-. 
gitòre nel Tonio IL ctelii sò3i J^ihliaiecà Sicù.14 
in fogliò : Sci 6:4' miei libri ; Scrivetene aì Val- 
lismerii cKé, vi, saprà dire^ molte particolarità; 
t^igl tltplp di ^latenìaticcf fu al servigio di que- 
sto Monarca > siti quando era in 3arcelloiia: Si 
Ai; naé rie parlò l' ultima volta, còri sentiménti 
di stiipa; e vorrebbe il suo librò (U jinin^4, 
^tàmpatd dall' Al^rli^zi , ^^ riori erro; in fogliò; 
Fàt^rie Ugì)^i Mm C^U ^P P^U^^ e ni^d^tériiq- 

li 



Apé$T«XQ Zeno; ji 

la con la prima spedizióne • Se non veniva^ i 

voi. cicca^iqoe 4x nQnùnarmi il ]Farddla« '^ nod 

mi ricordava di qùe$lQ sovrano coniando ; Essa 

ì^ardeilà era amicissimo del famóso Leibiiizlo > il 

qual^ \q nomina nella sua opera postuma » in^ 

titolata Otium H^nnoveranum i stampata in LU 

psia i' anno 170$; in d. a e. 104. dóve si le^ 

gè un frammentd di lettera scritta cial Fardellk 

allo stesso l con là risposta di quésto V anna 

Ì697. Della grande Istoria Bruxisuieense dell' Ec*« 

cardo io non he so altro > che quel tanta ^ cho 

Voi me ne scrìvete \ Circa Ercole Bentivogliqi 

avrei moité^ cose da dirvi : ma e t>eòq aipettar 

di vedere il. libro ^ è per ora basterà lanie una 

buona Novella con quello^ cbe ne sapete! Scri^ 

vetemi più preciso il, conteA^to ckl librò del 

Monti ^ Boipgna^ il titolo ihi pace .assai cu^ 

rioso'. Tra i letterati morti dite , qualclia coca: 

. del Cardinale Casini i Le sue Prediche dette liei 

Palazzo Apostolico^ stampate in tre tomi in fon 

glio dal (Gonzaga diFldmàj e poi ristam{iat;& duo 

volte a Milano in . 4. sono le più ecceìlcadti l che 

in questb genere abbiadilo. Di un altro insigne 

definito in questi ultiini anni dov^ebbònn pròcQu^ 

larsi hotiàie; Fu questi Ekinieììicd Aùlisio ì^l« 

poietaho^ di cui s^nto c|ié possaix) darsi ^a 

lucè due opere postume^ Tuna ^ ScHaiis Al^ 

xandrinis ; V altra, dà tìistàrià Meikinae • Seri* 

vetetie al Sig;. Egizio ; ovverò al P: Aìfani • Il 

ìbgìid è pieno: Salutate tutti j e vi abbcacckl: 



4^4; 



1^ - f T X * R B j^ X 

* 4^,4- ^/ Sì^* Canonico P*aolo Gagliarda n 
^ * ^ 4 Brescia • * 

Viènn4 31. Marxjo. 1719. . 

LE moke oqcupazioni non mi fasciano moda 
di scrivere più frequentemente né a lei, he 
agli amici; e pefcò ella dovrà perdonarmi con la 
solita Sua. gentileaza . Io per altro raè la passo 
assai bène: per lo più in casa, e di quando ia 
Quando coti qualche incomodo nella gamì>al So^ 
Ho st$to per la terza volta a' piedi di S. M» C* 
G* per renderle umilissimq grazie di un generò.. 
so regalo fattomi di quattromila fiorini in ag- 
giunta à' miei assegnamenti; Mi ha tenuto secck 
a Jtaglonamento di cose' letterarie, nelle quali 
ha tutto il discernimento migliore, che deside- 
rare si possa , non che sperare da un tanto Mcw 
narcaV Certa cosa* è che chi ha ' V ohpx di ser- 
yirlo , I^a il debito di servirlo per sempre : tan- 
ta e ta sua clemènza e bontà vé^so i iuòi ser- 
vidori. Il Sig. Gentilotti, dégnissi^Tiq, blbliatecar 
rio ^Cesareo é giudiciosissimo 'lettei;ato , con cui 
passo sovente rpòlte ore del giorno non meno 
con frutto, che con piacere, m* impone di i/i- 
verirla distintaiiientq 5 'e meco al sonano si ral-.. 
legrà per aver vedute in un catalogo dei libri ' 
Campati e da stamparsi per cura de' Signori Vol- 
pi dal Cornino librajq di Eadova il titolo delle 
Opere di S^ Gaudenzio ec. illustrate dalle An^ 
notazioni di lei . Egli ed io abbiamo usata ogni 
. ^ . ^ dili- 



;. , A p o $ X • t d. Z.ìkojì Ij ^ 

4iligedza per ^trovare Mcxfoa, delle Vecchie edì^ 
lioni di Ad^lmannh^ nia ogni tentati vb è riuscii 
to inutile f Ella nom si puà figurare qtbuito mi-^ 
«erabile iia questa pae9e in materia H buoni 
libjri i Là Biblioteca Cesarea $ ebe io . sotio statd 
a yisitaré per la ptìxia volta i xre avrà de' stam^ 
pati.» per q^antp giudicar j)os^b ^ oltre a LX. mila 
yolumi/ ma.così cfìsordinati^ per/:olpa,del sito^ 
^he poeò Iftioii xìsg( se ne puhjts:tl Mi disse. f 
jA.ugasti$siii)io Padrone ^ .che pensala all^ fabbri^?' 
jbi di un vaso capace per collocarli j. Che le. dirò 
poi deir immensa. tesoro de' Mss. che vi ho qì4 
fervati alla isfdggita ? Sono' .due grandi sjiaozef 
piene dall'alto H basso > l'una tutta àX Codici 
^reci e orientali; l'altra tutta di latiòi. .Ve né 
ho dissellati parecchi del Vi é.del yii secdbul 
e aleunt inir èditi porporina a caratteri maj[uscQlr 
H* oro i e di argento • i Ma dì ciò più ^port^m;^? 
xnentei.Il 3ig* Genftilotti lavorlÉ alla . gagliarda^ 
féc condurle a fvaé. U catalogo » illustr^tb d^ 
lui con, belli$sime ó^serta^zlbili » e ,4ové inserir^ 
mólte, cose: singdtalri.nOfii pia statuivate. Abbiamo' 
Ietta la jfiU dòtta iJisserM^^nè ^osta nell'ult^^ 
mo Giof^ndci é come 4 lui ésiagolarmentè^u^ 
eiuta, letta la primi yojta^ così, a. me ^* ^hie gii 
1' aVcya goduta in Venetziai , ,^ maggibrpiehte.pia^ 
tinta: solito, cretto delle cose ottime ^ che fctt<j 
é rilette s<mpr^ più, appagaoo • il Giornale mi è 
troppo' t cùprei P^^M se.o«, é1)biaaintta|ascii^ 
ie per idesso il lavoro* Cresta premtira é tanto 
Àiù iti me cresciuta , quantóchè 1' opefa mi è 
fcata calda^]^erite taòcomandatai ^ <Ui preciso cà^ 



34 h^'^'^^^^^t 

mandq di S* M. la: quale mi disse ^ che la giù- 
ilìcava utilissima e dilettevpUssima , ^vendpessa 
molto gradita la {Hr^seat^xioii^ > che gliene feci 
di uà corpo interp , di cui aveva già letti t tre 
primi T9mi às^ capo a piedi in tre o quattro 
giorni r dacché aveva avuto T onore di offerir* 
glielo. Vo pensando di stendere pel Giornalà 
XXX1|. una Dis^erfaùone sopra il Dittico di 
Boezio. Al fu Sig. Averoldi ^ che Iddio abbiat 
in f ielo » n' eranp state inviate molte spiegazio- 
m. Ella mi farebbe favore a proccurannene qual« 
i:he a^ia^ Io c'incpntrq i^l seconda Consolato 
4i Boezio il Musico infinite difficoltà » ed alcuna 
insuperabile • Sento che Al Sig. Senator Buonar« 
roti sia 4i opinione^ che il Dittico appartenga 
^d'unò d^ figlinoli ^el jsudd^ttp. famoso Boezio : 
ma neipm^no questa opinione è senza insormon- 
tabili intoppi. In Venezia io gliene spiegai 1* 
Inscrizione in tal guisa :"N0V0. ANNO. RE- 
DEVNTE . MANLIVS BOETHIVS , VIR •" 
CL ARISS. ET INLVSTRIS . EX PRAER 
^RAÈTORIO . PRÀEFECTVS . VRBI . SE- 
CVNpVM / CONSVL. ORDINARI VS . ET 
PATRICIVS . La prego impiegar per me un' ora 
di applicazione, ^dirmene il $yo parere, e quel-f 
lo ^ejlo stimatissimo Sìg. piulio suo fratello ,» 
Riverisca a mio npme di^tinjtamente il medesi-^ 
mo. Lo stesso fa <a lei il nostro Ippolito^ edi^ 
pr £ne ini omfenno**^* 



¥i^ 



V. 



A p <( $ T e ìl o Z s A p; 95 
4(5. ^ Fm PUr CéUmnQ Ztm. a Fcnexds. 
Vienne^ %• Aprile 1719^ 

Tl^e. giurai fa vi scrissi un' altra mia, nélh^ 
quale vi raccomandava cti non p^met^eret 
che il Lovisa stampasse i^Pt Chisciotte cqL miq 
nome j ed ora ppr ogni buon riguardo yi yac- 
comando con efficacia lo stesso >(roppo standch^ 
mi a cuore , che non segua questo disordine r 
Voi noi ricercate novelle del mio stato* Le avv 
rete, avute distinte dal P. Petricelli. lononpos* 
so che replkarvi lo stesso ; che di^ salute sto be* 
ne» € ([orse mai non ho avuto miglior colorito. 
Per! altro fo una vita nieschina , perchè poco e$^ 
co di casa, e poco posso reggermi in piedi, stan« 
do indormentite le cosce , e troppo pesante la 
gamba • Aspetto^ con impazienza il venturo me-: 
se, pei; tornare ai bagni, i quali. forse, e mol- 
to più la buona stagione ,^ mi gioveranno • Dopo* 
le feste debbo sollecitare il lavoro ^i due Dram- 
mi per ordine supremo: onde sarò occupatissimo. 
Delle mie spedizioni ancor non si e fatto nulla* 
Sono con poco danaro,^ e con molto debito. Qpe- 
sto non è mio picciol travaglio. 

Se vedete il; Slg. Compare^ Patarolo , ditegli, 
che mi conservi nella sua bupna. grafia , e eh* 
io r'amp e lo sjimo, come debbo 1 Vi ringra-^ 
zio delle Novelle letterarie • Qj?ì per altro mi 
par d'* essere sempre più fuorV del mondp. Nul- 
la si sa di più di quello che mi laive^ 

' 9,' \^ ^ ^^ 



t9. I giorni passati sono $tato più di ^ae oté 
col Sig. Gentilotti nella BiBlioteca Ccs^tea I J? 
ìjn tesoro incomparàbiilc . Contiene più di éà* 
mila Volumi stamj)ati i 1 Manoscritti ' occupano" 
due grandi stanze » V una tìitta e di libri Greci 
e Orientali; l'altra tutta di Lltirii é Italiani: 
\le veduti ciÉdid di somma antichità ; é^e^doiie 
di. quelli fino del V^ sècolo » e due fra gli air 
tri in.èarti porporitiaì a caratteri majukòli i^ 
orò ed argentò • .Ve àe sonò alcuni ottanti al- 
^e cose nòstri^; ina il più . sitigolàfe si è uhoin^ 
carta . pecora Coilcernèrite ^li Statuti atttlcBi det 
la Repubblica , ^compilato dà Jacopo Béhaldo ^ 
che fu della Ghiesa di S. Pantalone, e Caricet 
ìiet Dùcale i e poi Vescovo di Véglia Hel ^310.^ 
Fra questi ito, altresì veduta la Vita di Carlo 
Zend scritta latinamerite da Morisigi JsfcdpoZe^ 
no Vescovo di Feltre,.e pòi di Padova 4 di cui 
parlai Ilei Giornale. Di òoiticfae Catide Gernia» 
ijicbe ve tf ha un diluyid . Nel rivisitarla ctié 
filò, avrò campo di veder iluòve cose; Là ptu 
ma vòlta .riii ha confuso e spaventato il grarf 
nttmeitò^ Vi abbraceio con tdttà il éuòfd i'é 

SOtLù ••••'/ 

46f. ^ Siii Jindreà CtrtiM^ro, i Venetiài 
yUhnà i^i jifrili ijipi 

Appéna ricévila la vostra lettera ,* vi gittai 
sopra gli occhi sii le- prime, righe con im- 
pnìttìaz , sicato' éi ttovarvi il féKcrd avv^sd adi 

buoft • 



hì^qn paÀo della Slg. Cognata : ne mi ^ono pun* 
tp ingannato^ trovando quivi > che ai ^5* del 
xpese passato sr le orq 5. e mezza dèlia notte 
^^ ha 4^tci alla luce ph bellissimo Émciullino 
piaschio, che Dio Signore prosperi e conservi • 
lo me ne sono ' rallegrato , e me ne rallegò> fon 
Yfti di tuttp cup^e ; e se; bene, nel {;^atte;;EÌ$rlo 
non vi è riuscito di averne per compare alla fon- 
te il P. nostro fratello} noti éperò, che egli ed 
io ^qn YQ ne siamo obbligati , conici se la. q^ 
sa avesse avuto il suo effetto • Poche cose mi 
restano a dirVl in risposta' alla vostra lettera , 
poiché non ho tempo di farlo, mentre fra poco 
dp^bà chicle appiedi di S;. M, per/suo pt^ciso co- 
mando f P^r la cosa, di' quel mOanosbrièto del Sig. 
M. Suarez non vi prepdete' &stidio • Già poco 
più mi curo di averlo. Quella è una faccenda ^ 
di i:ui uè, pur Itti, degno dì^ ridordarini • Approvq 
I4 ristampa (ìel. D. Chisciotte, che ne va feoen** 
^ il Lovisa; ma p^ego anche voi di non. per-; 
mettere che vi sia postò il mio nome , mentri; 
il CQmpQnimento è pìu l^^^e del Sig. Panati , 
che mio. Di. questo ho scritto anche al P. no- 
stro fìàtello, e al Sig. Gio. Batista Recanati, 
Quià^dp vedete il Sig, Cavaliere Antonio Lore- 
dano, ricordatemegli. buon 'servidore /A guest* 
ora sàr4- uscitq dd Lazzaretto , Ma a proposito 
# Lazzà^tto,"è C|li fuori il pxior Sa^edo del 
|U0 travagliò? Ho impazienza di saperne ilpre^ 
^iso « Tante^ morti jmpìrovvise cosstiaccadutè sonq 
4irgQ]^ento (U spaventar ciascheduno é Quella poi 
4cl Piovano 4i j|« Martino^, che e;a iniq^. àmi^ 

- \- ' - C J ; ^ ^ CP^ 



58 : t I t T è R 1 D I 

co, mi ha tocco nel cuore sèfìsibilmente . Iddtó 
ce ne gpaTjdi tutti; iiia tutti sttamo- prq>arati ^ 
come se di fatto ci avesse di giorno in giorno a 
succedere ; Fo fine ^ perche l'ora sollecita. Vi 
raccoiiiando 1* occluse * Abbracciate 4a S{g. ^Ma- 
dre , ie Sorelle i i Nipotini: riverite la Sig* Co- 
gnata ^ i padroni^ e gli amici ^ e per fine ini 
dico. •• i 

457* MP. Pier Cdtirinè ^cnoi k P"enexJi^i 

t^ìtnnà zìi Acrile 1719. 

/^ tJandò , vidi coti gii aitri Mss. nella Libre-* 
Va^ijria di. SS. Gio. e Paolo tìiidla Orazione di- 
Bernard© Navageto i lo vi fui ^ col P. di 
Mohtfaucon ^ e i libri erano allora in nionte i 
poiché si accomodava il Vaso della Libreria .* on* 
de, non éssetìdovi di poi più tòràatò 1 non sa.^ 
jprei indicarvi il luogo ; Ove que* buoni Padri 
possano averla ripósta; A voi dono ogni ama^ 
rezza, che potessi aver conccputa con l' amico 1 
ài quale anche scrivo questa sera , e à voi he 
taccomandò V occlusa ; Per altro vi giuro in buo^ 
na felle ^ elisio mai iioii ebbi animò di Vehiréà 
iròtturà coti luiì il quale e solito a mancai: qìial-^ 
che volta più . di buon giudizio ^ che di buda 
euore. Sopra questo fatto rion gliene sèrivopà* 
rola^j é già lie ho perd uta ógni ricordanza * t 
giórni passati mi sonol^opetatò per lui^ ésarò 
per farl<i. anche .iti avvenire .' Rileggete j)erò V 
estratti del iuó libro 4 In simili <x:casìoni suol 

égli 



kgfi sempre lodarsi^ ajr. eccesso... Per cmi%mesi 
pressione i che pec compiacerlo ^xxt, vqlte ìm Isu^ 
ciàta correre j qUftsi yetmi 4 .»>tturà cori un al- 
ttg^de' miei .amijpi,: Hoj^aroj, <be si nspoti}da 
al Garuffi.^ nella cui ììissertàzioae io conres- 
si alcuni sbagli sopra cose ì delle quali np^ et^ 
la sua (|ùistÌQn^i mi altri: ne osservai, i checoii-^ 
ceni^Vànò il suo soggettò j dove nodpotea Mct-* 
ter inano ^enza mutarne il sistema ì 

Io sto metteiido insieme molte cose per In 
Dissertazione intorno i Boezio i cijirca |a<:uiieg^ 
geftdi vi prego ditmi Ù ^^trd $entMiientQ: Io In 
spiegò in tal guisa i N^v^i A^niJi^ieùUtt MjiN" 
LÌrS nOETHIf^S Vlk CLuìRÌSSÌMP^S J^T 
ÌNLFSTRIS EXPR^ÉFBCTO PkuiÉTÙKfO 
MX PRJ4EFÈCTÓ rkBÌ siCV'NDV'M CIÒN^ 
SFL ÓRDÌNARÌP^S ET P^RÌCÌTS. VéU 
tire prime tiotc deiìar leggéndat tìori sonò àfett;© 
Contento i %é bene convengono ai èempò i in cui 
ài assumeva il Consolato ordinalo .* txia iion n\ft 
Sovviene di meglio; Pei: T dtf<e che succedòboi 
io ne Sono affatto persuaso f Htì tiotaté è lò^sèi^ 
vate molte cose intórno à Boezio lion più dét^ 
dà ^aicuno ^ ;0 malamente intese i ^ con disorclì^ 
Ile di itempi • Credo che étrò ^jùalcbé cosà di 
iuono; ma ciò che, costi farei in due settimalaej 
4ui sipti posso tetminaré in due inesi ì .per ìioa 
aver libri ^ e ;per dovere qi^à e là iiiendicarli « 
Bisognai die voi mi ajutiate; Osservate iti Go- 
drono » e negli altri autori Credi ddià Isrocté 
Itizantifia i jse ^ tlui iì [fi alcuiia nienzione 4 
itiC mkì iiltri Ìstj»:ki vi sorìp i rdod tòmi iii fise 

G 4 glio 



ifi ' i f è » IH * tof 

;}i0 ddh Bibliot Ms& del Labbè Gesuita : I^Iel 
tonao Vi è una breve Crankhetta Remense ; 
dove $1 pàrU deUa mòite^ c^^ lui sotto r anno 
^24^ kiciopiaiietni il passo , ' e s è ve n* fia gualche 
^ altro ndr opera sopraddetta', notando il titolo deif 
opuscolo, e là pagina del Volume . Non so sé 
pe parli Zonara; e Gio. Maiala. Il primo ènel^ 
ila vostra Libreria del Conventò • Ù secondo \ 
credo che sia' prèsso il Sig. Recanati. LTAnonì^ 
mo antico e coetàneo a Boezio , pubblicato^ dal 
Valcsiò In fine dell* Ammiano Marcellino da lui 
illustrato, mefte, che^oba^io fu fattq mprireds^ 
Teodorico in agre ÌO diventi APtoV Mi' sapreste voi 
dire qual' sia questo* agro ' Calvenziano ì Gli al- 
tri autori ' Io 'fanno morire nella prigione di 
travia ^4 Mario Cronografo antico dice in ter-- 
riterio MedioUnense\ Pu^ essère che qucr Cai*- 
venziano' fosse luogo ^el diistretto di Pavia. M^^ 
chi può' assicurarmelo ? 0sservat« di graziai' Itsfc 
lià deir Alberti , e quella del Biondo dà Forlì t 
ma molto più l'Italia Antica del Cluyério, el* 
Orbis antiqutis del Cellario • Qiiestb secondo sta 
fra^miéi libri Geogràfici* Ma ^opr^ ^tto osse/- 
•vaté^* se ve tie sia vestigio nell* anonimo Geo- 
grafo Ravennate,' che è firaf miei libfi di autoii 
antichi in S. grande, legato alla rustica : ansa 
^uesf ultimo libro niettetelò nella cassa, che mi 
«pedite . Non so se Luiprando parli di Boezio » 
io l'ho fra' miei libri in fòglio : credo . che sia 
£ra g}i autori Latini antichi . Non^ finirei mai ; 
f e volessi dirvi tinto il mio bisogno « Crami di4 
inentlcàtQc di ^firvi,. che sabbato pas$atpsohQf(% 



$0 più 3i uiì*ora e'meztb toh & M« 4a cuiso^ 
ina <{>^^ più cdn&i^ che inai , per la sua sovài 
mài xìtùìéhsoil Mi ha pttoieàso * qùartiero , é di 
scdledtaj^e'lìb làie sptdSfiòxd. Cs>n che ^bbntc^ 
cjiatidoyr iono/.*, * ' 

4*84 ^ JP% B^Mésrdé de EmÌììs. 4t VkttixJU<, 

FSemd ^z* Afrii^ 1719* 

Il Er di^ei^ inotivì principalmetite mi è stati. ^^ 
/^ trenàodo grata la Ictteira di V: B. M, R<|àr 
l^^o, perché d^ quella hi» inteso il suo felice» 
se bete tarda airrivp ia Vene^pia; e 1' altro, gei 
avenni ella partecipalo con c^sl 1' ottimo ststfp 
di tutte quelle persone , che singolajimènte |ni 
$€ipò. caf:e: ónde dell'. Uq^ e dell' altro favóre ' 
*^io in(^ le coàfesso 'ternato • Q^ai^to {aù nella 
s^ lettera pii nurtté in vi|ta la beUa coir^ 
p^LTsa, che fanno' i ipei lib|i ideila' sj^anza^/ dof 
yé;orà son collocati, tanto più in me fa crest 
cèrna il 4csidetIo , che pur troppo ' e in me grào- 
<lp j ' conoscendo per isperiefia^àt q^is^itqinaiaqieif-* 
tii; si. possa senxa libri studiare ', e massimamente 
da. £fai gli abbia raccelti secondo ]e spe .mire 
particolari • Ma questo punto è bene > che noi^ > 
ip. si fetmi i lungo nella ^ fantasia \ Qndé' pas^e ^ 
rb a dire a V* Pi M. Rda, che tuttavia stogo* 
(fe|ido o&ima salute, e che la gamba. ógni gior^ 
90 va rin'i^rzando \ laonde con la buoì^ «tagio^ 
né ffiiero che pot^' reggermi e camminare' co» 
tpiiuxre iacptnodpj $<; ;pofi potrp &floc99 l^^pe- 
. ' ' di^ 



ditezatl cfi prima.; Concmua la Maesci Cetacea i 
tìgoardfflrmi coti la solite, beiiigoiti e d^ri^^àxaLé 
aftnmetténciòmi ispesso all' òiidre déili sua visita « 
e {set più d'iiha ibrà facendomi la gira^la^ di^co 
trattenermi à privato ragiodanieiitd a IlSig:Gea* 
tilotti m'impone di riverirla ; ì giorni passati 
iono statd secò alU Bibli<lréc&Ce3area^.iÌQyeào^ 
trovato di libri é di cddici iìtt tesòro idcompl- 
irabile i CotìL itti è col -Si^^'. Riccardi i la cui bel- 
la libreria mi ha sorpreso , si é più d' udà vol^ 
ti ragionato cìel inerito siiigoìà^e , di Ìeì| è 1' a*i 
sicuro die si tiltti è spiàdutdl' averla qui persi 
. |>ocò tempo goduta; Qiiestd di^iacere-mi si ai- 
leggéricà sommamente $ se ella si compisicera &* 
K>rifrai de' suoi Hveriti cgmaridi i là qui la fo pa* 
dirone di tutto me stesso^ e costi de ' miei libri , 
de^ quali la :p)régo à Valersi a tutto suo piaci« 
mento ^ Il Sxg. Ippolito, se le ricorda bilon servi- 
dore>^ ed ró particolarmente neilé sue sante òra-^ 
2Ìoni i ^ iielìa sud ibuon^ grazia mi raecòmaA^ 
àov 

* 46]9, ^l S^é Antonia FallisnUri; dPsJmd^ 

Acciocché non abbiate più a. dirmi»' cfié soft 
pieno di morbino , vi rispondo c^òfi fuono 
àx serietà, e gravitò istoricò-poetica . Sto? hyenc 
di salute '> alquanto nieglid della gimba^ e prò-; 
sto lo sarò^ ancor della borsa » Nei prossimo me- 
se tornerò ai ba^i « A momenti darò (principici 

a due 



/ 



À p o i r 6 z 6 % s ik ò: 4f 

4 dòe i&usvi dràihmi : il che. vi. partecipe) , ac^ 
ciónche iioit cirediacé ì . eh' io m^. assassini , cònM 
qui ifahno tàilt' altri j U denaro Imperiale^ sem^ 
far nulla; Due draninu ih una vòlta peruiiì^òe^ 
tà quinqùagenatio ; dopò averne fatto più di tré 
dozzine^ E poi vorrete i è direte ; eh* io abbfal 
morbino ?. Noii mèrito io più tostb conìpassioné i 
che invidia ? Noii he voglio dir di vantaggia 
jper non iscenìarvi il piacere; chepef aìtrò avtei 
te coiicèpitò. per là mia bucma salute ; la quale 
hofid^ altro mi fa temere; chef cbdl'essei: tròppo 
buona; mentre m^ ingrassò come uii pòrco ^ e mi 
riluce ia pelle del viso pia che non (Fa il i?uiò 
della geiitii lucciolétti ; Che dite! di questa ga-^ 
lante simiiitbdinej ^loii T attribuiste di grazia ài 
kiotbinò; che lioti ho; ma alla fantasia ^ ed all' 
estro poetico; che si pascè d^imitaziòiii; M^ la- 
sciamo le burle^ e veniamo alle coglionerie ; He 
Veduto il librò /del Marchese Maffei: Qiaestotltf 
ili fatto più ridere; che entrare in collera ;. fi* 
assai pia quello eh' egli ci dà ; di quello che et 
he levi; onde abbiamo occasiohe di restargli òb^ 
bligati; anzi che nò: Aióini di que' suoi còm|K3Mi 
Cimenti noti terminati mi sono spiàduti^ inenè 
'ikgii altri ;^^i^bé finiscoii più presto i Noti di- 
co ; che in ntolri non vi si^ del buòiio ; e delT 
ottimo ; nìa uhi inegualità ; che ttovò hel li» 
bro ,• mi disgusta di molto é Voi avete toccàd 
lilcuni putiti dei priticipali : ina iiuila ini dite 
intortio à quella sua sentenza filosofica y che -à 
ine convieri venerare», perché del vbstte riVifiri-. 
tò liome è fregiata < Aspettò } chd me lai £ómu- 

ni- 



4f t I i; T ? a f |i t 

mc)i^t<; a risposta, di quesu .Potete fiumeocf 
Cotifidqiza » poiché $iete siQurq della mia discre^ 
(èzza. Tuttq le lettere» ch^ iqitóraQ a questa 
pn^rticplare mi avete sqrltte , sono '$tatè da me 
epns^nate alle fiaipme . Prego voi pure di far: 
]ò stessp di questa mia ^ 'Qiò che ci scaviamo 
^a fioi, non è bene chVua giqrno gorra rischio 
41 esser vo4utq dagli altri, U autore ìSnaliijepìte 
è nostro buon anii^o ^ e col riguardo dell' ami« 
^izia ncil dotìbiamo compatirne , e scusarne i dì* 
letti • II) grazia di quella rispettiamo 4^cbe que- 
Iti , Iji ^^uo t^uscorsQ noi| YÌén^ da cuor ii^li^ 
ziosp, ma da testa troppo calda' , P^r altrq iq 
l' amo di ' cuore » e ne stimo di molto T ìqgegQQ , 
j^e non ne Ipdo il giudicio. Il suo ultimo libra[ 
9&n (a pUfitQ» ch'io V ajni \meno di prima » e 
aòno Ipèrto» eh* il vostro ^el coòre ss^rà di egual 
se^tim^to. La yostra //tarda 4^a ùen^erazione 
énxi UX{ op^*^ degna di voi, e vi farà più cmcv 
X!^> raichòi (ara i^uovq sistema-, ónde entrereti^ 
fta gU Automi classici» e^ecèssar). Il Sig. Ca^ 
^alier Garelli vi saluta caramrate . Soi^o statQ 
a^ vedj^r la iyi^ Libreria » per verità $Qelta » nu- 
merosa » e da grand* uomo • Vi ringrazio delle 
|(^vità]i.<;he mi avè^e Comunicate • Più di tutte 
ilii.' è piaciuta qtiella del guaijiniento de" S$ig« 
Pple^i^,,^ Morgagni* ^aiutate gli an^cl, » 9ur^ 
gos, Laa;zaripi» lucciolati» Al Viotti » q tipi\i, 
al quale ditele ^^ che ^to in attenziònq di sua 
Risposta. A tutti: di casa vostra ^^ordat^mibuoii 
^orV^ore 5 e vi ^bbr^ccip . , . ; 

47®- 



ÌÌ7Ò. M Sti. Msrchese iSUéùrdì PoVtnìi 
m faÀèvài 

••< . . ■ 

It Sig. Vàfìisnidri mi hi ictittl la vòsd'à indi-- 
sposiziòne, é tanto in me he é durato T\tì^ 
frescimedtò , quanto Uà tardato a gitiij^éfmi \à 
liótizia della vostra ricuperati salute. La vdstrs^ 
à me éatìssima Ietterà ha finite» di rassicuf^aitni^ 
onde per qWta cagiòiie ella ini è stata oltre il 
solito ^ é pia dell' altre graditati e àuito più, n^ 
trovandola da capo .a piedi ripi^tìa di qùe'corté^' 
si sentimeriti i cUe il vostro amore vie pitf chef 
il mio meritò v vi suggerisée • Attendo octa^ 
sione ..di spedirvi le qoaLttto tópiè^ d^Ue leu 
ésfe Keppleriarié • ^o quanto sieno gratosi ì 
dazj dfi Vienna a Veneiia , «e però mi prenfe 
di rispàriniarveli • ¥i riiigrazió intanto dèi /ivo- 
fé fattomi in prodfùràriie lo' spaécio ì Présente* 
mefite si ita imprimendo il secondo, tòmo deU^ 
òpere di quel celebre Cesareo Ast^diiómò ; ddve 
credo che ^arà Impresso il seéóndò Coméf&ark> 
(& esso 1^ sMUm AidrtiSri Io tftiió 9^nó a 12^ 
^onatAentò còl Sig; Marinoni » Mattématico di 
S. M* e persona verameitté de|nà della vostAl 
kima é. amicizia. Ha iina raccolta mmierosà é 
ieelta di libri ^ e. principalmente Matematici $' ed 
è fornito in eccellenza di ò^ind struihttti • Sof 
90 certo, che vi sarebbe gran piacére il vedere 
Hi e lo^ttù fi^ U |iodeÉ« li CÒàVctttseioineaM^ 



^ìle e detta del lor possessore ; ma noti ^ìs^ 
perp di avere aiacbe uà giórno questo conten- 
to. Ho Inette le Cavità letterarie, che mi avete 
comunicate se mi sono grandemente rallegrato 
4el disegno da voi' poncèputo ^i illustrare ed 
emendare con psserva^ioiii e con note i libri di 
Frontino intcarnq agii Jt^qu^^Q^^ • Pochissimi vi 
i^ |>osca mano a correggerli^ ma pochissimi an-*'" 
Hora^ sono stati capaci ^^ farlo. Per ben riuscir^ 
yi è necessari^ scelta erudizione , e ;nolto pii^ 
grgi^ po|Sse$$q ftelia scienza delle acque . Circa 
redizioni di questo opuscolo io ne ponto nove» 
cioè due di Firenze 1513. 1522. due di Argen^ 
forato 15 4j. 1550. ^nx di Parigi con ^Itreope- 
K[ del Panvini 1588.' quella di I^ida con gli 
Autori ile re mlitàri 1 607. replicata in Vesalia 
i#7o. una di Amsterdam illustrata dal Keene-^ 
aiqs e quella finalmente del GBeyio Tom. If^:» 
AnfiqJ Remanarum . jNfdlaf pubblica e Libreria > di» 
Leida si conserva T edizione Fiorentina del 1523» 
con note marginali Mss. di Giuseppe Giusto Sca* 
ligero •: Bisognerebbe far diligenza ' per viverle • 
S'^o q^i avessi i miei libri j^ troverei molti luo-* 
gitd 4el suddetto^ libro qua e là esaminati , e 
splegatèsda var] Critici ♦ Alcuno mi ^sovviene jdÌL_ 
averM.iUJ^tato nejle Osservazioni ^el p.^ Andrea 
Spetto; Gesuita. Proccurate qualche podice perle 
varianti lezioni . Un podice di Frontii^q era pres- 
so il Marchese MafFei : non jmi sovviene se fos* 
4e questp^ intorno ?igli Acquedotti, yoi potete as- 
sicwarvene • Il Zanchi i^a finito di scandalezzarmi . 
Nm yolecmi restituire il mioMs. perchè sa che 

sono 



A 1^ q 5 T Q X p Zi n o . 47 

^no in Geimania? Cbe bella ragione | Mirallegro 
. ilfiir acquisto che avete fatto dell* prtelio perfet« 
to. Anche qui è rarissimo^ Al Sig« Marinoni ne 
mancano alcuni forni ; ma ha V uno e 1* altro 
della macchina celeste . Riverite gli amici , e 
partifolarmente il Sig. Conte Alvaroito . Alla 
Sig. ^ornare, al Sig. Marchese yostro Padre ^ 
ed a' miei figliocci dispensate i miei più cordiali 
li saluti. Il Sig. Ippolito m'impone di riverirvi, 
ed io per fine abbracciandovi resto • • ^ 

47 X. jil Sii. ^^dns fomaro • 4 Venezie^. 

MI ha fattp ridere il modo, con cuimiav-* 
visate, che il nostro Abate Vianelli ri- 
ceve le mie Jetterej e penso, che voi peabbia^' 
te indovinata }a cagione, credendo, che non 
per altro egli differisca di aprirle, e di leggerle, 
se iion perchè abbia bisogno di studiarle un po- 
co, non arrischiandosi di leggerle 4i prima oc- 
chiata. Ho caro^ che il mio Oratorio vi ^iaf^ 
ciuto . Qui universalmente ^ stato jgracjito , e in 
particolare da S. M. che a me in particolare , 
ed a tutti pubblicamente ne ha 4etto ogni bene.. 
Il Sig. ^onte di Savallà , Presidente sopra la 
Musica, mi attestò di non aver sentito il mi* 
glipfe; ma di questa lode io ne cedo ^an parte 
al compositore di musica, che mi ha seryito as- 
sai bene. A propòsito di questo vo farvi ridere* 
Ne' foglietti stampati di Olanda rì è detto, che 

nella 



4* tii^ftkktit . 

àella Cappella Imperiale è stato cantalo linbéL 
ITssimp cbmpoiiimento intitolato Siisra , poesia 
del Sig. Apostolo Zeno, IstmricQ è piets Ài &. 
M. C e Ci Maestro di Gk^elU i G^iutiUta M 
S. M. G. è C. ed Ifihruttort nella Musica del^ 
le Serenissime Arcidnclksse Giuseppirte. i Che di- 
te? Non ho io dei nuovi titolili in.QÌanida, c^é 
non tùai spero di ottenere in' Vienna ? Vi par 
^gli poco èssere Instvdttpre^e. Maestro di Gap*' 
pella di due Serenissime Axctdyi^tsièì Senza c^ 
mandarmi donde sia nato questo majuscolo spro-, 
positò, voi ben vedete^ che òi" viene dall' essersi 
dimenticati gli stampatori il ncttne ad Persile dor 
pò i doe titoli, a me. convenienti. Ho intesaiqn 
molto piacere T assoluzione del Pricir Sagredo'v 
còl quale vi talléércreté di . dò ini mio home.* 
Che pc^i 4' Priori sia stato levato con decreto il 
godimento dei 4I spidì pjsr collo , satébbe vera- 
tìieote sdmmo piJegiuc^cio , anzi precisa rovina' 
defili: carica» ch^ isfé^^a tale ixtititi dfon è possi- 
bile di potersi sostenne da ungalaùtuGfmo.. Ma 
poi pensando, che i mercanti e speditionarj da« 
vano prima di propria elezioàe tal soldo a* Prio^' 
ri, conftinuerahno^ a dztlo anchfe in avvenite' / 
ùon èssendo, gravosa un atto éhe è volotftario / 
è i Priori contlnueramio a: prenderlo dà es^sicoV 
flic dònd gratuito, e jtidtì a titolò di pagatmeniio ^ 
il tempo vi fera conoscere, e credteré qoairto ora 
vi scrino. Godo .estrèmamente dissentite Tottiw 
fQO stato di tutti i nostri. Il iifale di Alvise S2f« 
fi: male da fanciullo «* prestò viene, e presto pas« 
imi Qyelto detta Nònìia Rubi i ìxOìsitAsie ^ 



Apostolo Zeno. 49 
poiché e un male di quasi 90. anni . Può tirare 
innanzi , ma non camparne . Un cordial saluto 
alla Sigr Madre, e Sorelle . Ricordatemi buon 
scryidote agli Eccmi Sigg. Andrea Cappello , 
Cavaliere Morosini , Go^te Giovanelli , Agostino 
Soderini , Marco Miani , Gianfcancesco Gotitari- 
ni , e buon arpico al Sig. Vicenzo Zeno , al Sig. 
Cassani,H;d agli altri; e pier fine con un te- 
nero abbracqiaiiiento ^qii fottoscrivo , qual w- 
no * . f «^ 

.. 47Z^ ^ miiesimfi. a ^Inezia. 

Vienna 13. Maggio 1719. 

SE voi e tutti i nostri, stan. bet\e , io purè so- 
no in buona salute. Con questo principio di 
ietterà costumavano di salutarsi e di scriversi an- 
che ne'tcìppi antichi \t persone iQntane e con- 
giunte, odi' parentela ò di affetto 1 Io mi servq 
aUred dello stesso con voi, che mi s^ete e fratei- 
Ip , e compare, ed amico , pc£ significarvi il mio 
stato , è U piacere che sento in intendere il vo- 
stro . Qp^ta séi;a scrivo dì. iiuovo ali* Eccmo 
Friuli, e occlusa ne trovet^e la lettera » Circa 
il prpp9rgli il Sig, ?• D- per suo Segretario, 
non vi consiglio di farlo, non perche il sogget- 
to npp sia di tutta abilità, mentre per tale il 
confesso $ ma perchè sarebbe inutile }h farlo , 
meptre non si. suole eleggere dall'Eccelso Con- 
siglio cU X. alcun Segretario pressò i Veneti 
Ambasciatori » il quale -x|on sia atti^ di Can« 
Tamo III. "■ ^ ' D celle- 



50 , 1 È t T « It i » I 

celleria Ducale , sta ordinario, o sia straorditìai- 
rio, cioè del numero di queUi, che sono ihx^^ 
pettativà per essere surrogati in mancanza di ai* 
cunó degli ordinar) . Circa il Salariò destinato a 
chi a questa Corte sostiene un t;al pòstd ^ ùów 
è meno. di 30. ducati al me^; é cosi lohapré« 
sentemente questo gentilissimo e digiiissimo Sigi 
Segretario Marchesini ; al quale non fessa dirvi 
abbastanza ^ quanto io mi trovi obbligato , è 
quanto qui universalmente per le sue degne qua- 
lità sia fivclrito ed amato . Salutate tutti , e a 
nome anche del Sig.^ IpjK^lito abbracciandovi i 
àono • • • • 

* 47 J* ^t Sii. Antonio ralìisnierii 
a Pàdova. 

FiénHÀ J^. Ai^iiù 1719^ 

Quando si ha età .parlare da burla, rlspdndtS 
^da burla, e. quando sul $odo , sul sodo atl^^ 
Cora rispondo • Il vostro Trattato Intórno alla 
gtnerazione JUIP uomo 4 siccome è opera degni 
del vpstro nome e dèi vostro talento, cfosì ^-/ 
che è degna di es^e offerita a questo Augu^* 
étissimo Monarca , il quale siccome ha tutta la 
^tima di voi , essendosene anche i giorni passati ^ 
dichiarato col Sig« Gentilotti , suo dotto Biblio^ 
tecario ; così noti dubito putito che non sia pei^ 
èriadire di vedere in fronte al vostro libro il* 
suo nome • Sopra di questo particolare noti ho 
mancato di pàrlaf tubité col Sig^ Cavaliere Ga« 

rem. 



J ;,. A p o 1 1 o £ ò ' ^ 4 *^ o . li , ^ . 

rélii^ .il quale ai è ttioltràto ptmitisstttié e fi|i 
vorirvi in questa occasione, e ad- impiegati! (>6r 
voi appresso S. M* alla quale io noti ho mòdo 
pelr dira di faiWlIafé, |>fl[r ésmé €6À k Gortè ì - 
Luieniburgo , luogo di siid divertimeiìto per le 
cacce i lontano di qui quattro leghe in circa . 
Abbiano e$jd Sig.Òivalier Garelli ed io ùnica- 
mente concluso i esser bene che la dedicazione 
sia tìtt^ tori sua previa saputa i td egli si è 
dàricatd di parlargliene al pritód iiicdhtro i cìM I 

gli si presenterà più O^pòrtùtìo l Da lui mèdésii 
flid ^lìò essere, ihe ve ide sarà ^cf ìttd in.q&est^ 
drdihitìoi Dofk!Ì aver {>arIato di questa Dedita^ 
2ioné , si^n p^i Venuti iti fagionamentó intothd 
4 un stìèolido puntò ; ti essendo egli per la ^à*^ 
tjtéà éht ha della Corte più versato di mecche 
éi soho noVitiò^ tìii ha rappresentato ^ c&e neh ^ 

le pi^esenti còhgiunturé tikin si può sj[)érare ^eif 
t&i uh pretiiio ^okrtispàndente alla dignità def 
Meèeàate," e 4 merito vòstrò - tìit però A fa* 
ié^he èghi sfottò perchè abbiate ad averev uiì 
tontraiegne Onorévole della Imperiale munificen* 
1^ in uria collana d* oro , o còsa limile . H6 
yoiuté scrivétti ogni coisa còniidehtetoerite , tìòH 
k&ciatidò di dirvi $ che a tutto il tagionamem^^ 
del Sig: Cavaliere ho mostrato di dare tutto V 
atfséhid f^ la mia parte 5 soggiugnendoglì i che 
i Vói ptìre irebbe par èsser ^r^to tutto quèUW 
-ffcé e' fosse per dpórare à favor Voitro in simi* 
le cdtigiuntura . lo mì tegolerò poi secondo il 
tcifel»e ddia tis^stà i che sarefJTper darmi , e 
ìmà ^teebe<fe^ £ fare anche dai caatóf mio qua* 

DJ passi i^ 



%9> ' . i. f T T B R E D ;/ 

pa^sì 9 f he giudicherò esservi 9norevoli e van- 
taggiósi .... ' 

474. ^/ ^is* f^^Ure Ant0nfrìmcfsco Marmi ^ 

VUnna ao» MduU 1719. 

ar niente mi stupisco , che quel Gentiluomo , 
^ di cui V. S. Iliiha nii scrive nella sua lettera ^ 
o non }e abbia risposto » ò qpn a(>bia passato alcun 
gfficio per lei neir a^are cpQsaputQ) poiché questo; 
è 1 costume d^l paese , niente Vad^re alle per-^ 
§one lontane , e ppchi^simo alje vicine , quand^ 
non sia in CQ^a di proprio servigio e yanta^io , 
$opra d^ qpe^o io non ipi st^nderq maggipniien- 
te, per^h^ teme^:ei di dir trpppo*, § ^Ip le ac* 
cennerò in generate , cfee assai più focile è V ac- 
cesso al Monarca, che ad unp del suo mini$t<?- 
fo. L'Elogio steso da lei intorno al celebre Sig. 
Magliabechi non è ancpra pervenuto in mia ma- 
no. Il P. mio fratello mi scrive di averlo rice* 
yuto .e letto con s\xo molto piafere^ ^ che me 
lo invierà con prima occasione . Teme , c|ie pel 
Piornale ei fia alquante lungo: di che io le. 
scriverò espressamente , dappoiché V avrò ricevu- 
to ; e mi varrò di quella franca confidenza , chjB 
la sua bontà mi concede . Al Sig. Gentilotti hq 
comunicata le belle notizie letterarie , che alU.. 
^ua bontà e piaciuto di notificarmi in queste p^r«; 
ti 5 ove o non mai giungono, o molto, tardi ^. 
iCpn questa occasione si è discorsp a lungo 44: 

merir 



\ 



À p ò i r o i o t ì u 6 j ^ j 
imitò singolare di lei, clie-a qucst'lndgtie ké*' 
terato è mòrto ben hotó, ed in prezzo ; Hb poi 
godu^ in estrèmo <fell* onore fatto' dalt A. R, dJ 
Sa Vè|a a cotesto dottissimo Sig. Corsifilani ^ chd 
motto bene sostarfal col suo talento e Calore il 
peicJ ònofóvoie dà un tanto Principe raccoman^ 
da^li. Il Stg. Cigli ha tutto il torto di preni 
iJers^la sedò, o colSig. BenVóglieitti, perquan-* 
to mi è convenuto dire nel Giornale a raiagiifv 
stificaaiótìe; e neslsuiio fnegliodivftic può' render 
testimonianza di q^eitd^- verità i Oltreché non. vck^ 
do, che esso abbia ak«|na occasione '>di dolersef 
he, pei* le ragiohi a lai note. L'opdra ìiuota^- 
che.egli sta imprimendo^ nèn so oòsa ^/ *e:-s* 
' élla fne tic proccùf era un esfemplare > mi sari 
kioito caro. Scrivèn«k> al Slg. Benvoglienti , lo 
riverisca a mio nòrfie. Non e tolta in cui ttxi 
venga fatto di e^ère iòl Sigr MitthtXc Bartó^ 
lommei, che non A parli dt séa péirsona 4 £'ùi» 
t^ma volta iìòn bò mancato' di ubbidirla » sopri 
quanto da lei mi viefie cmtiàtidafo:. Eglie'lSig.' 
Gentilotti m'iftip*n|énó di riverir!^ a lornome# 
11 Sig; Cav^aliere Garrii , che è*l ferro lettefàf- 
to, di èuì ftìi scrive j» e Medicò di S. M; mi 
che oltre il possésso di Hjuantó si aspetta alla 
^ua professione , è;' orfCatissìmO della budfta' eru- 
diziqpe, e deHnb /Conoscenza della lifìgUa' Greca-. 
Q^i abbia^x«$ STtUìkn^te il Sig/ Con^ AlessaU^ 
dro Riccarda Géritilaoàiii Kf «f)oIèta&ò , e Fiscale 
éil iupremo Rcal Consiglio di ^"'Spagna j tógget^ 
to vefa^etìfe dotto ^ ^principalmente tte'Psfdri j e 
ftelle cose Ecdeé^ithié , e ne&t ÒiitfiiKudenaba 
% D j Givi'' 



14 t f T t t R f n i 

QwHn e C^tHC^ • Ha um sceiti^lma likeiig^ 
Ài cto pure è molto l;^^n fy>tmto il $uddfttp,$ig. 
^yalifre.Gar^ìUf e'I S'ig* QentìlQtù . Om qw^ 
iti valMtiiOiniQÌ io cerco di rise^cire lepcrdUc, 
fhc ho (ma in la$ciaj>dQ r fó^ino chéper^sem^ 
jpife nii sta nel $:upra. £d ^c^.quancppoisopra 
i:cttiMrl« in cftmfeio d^e bclje noyitè frudite^ 
che imvp mìU. ^ kttisrA , jCizhf uno di questi 
giorni farp pagisaresptt^ l* occhia dell' Augustiiv 
siniQ Padrpf^e*' Cpfìtuiui a f^vorirniene » e afl 
asnaimi» aH^ucanduUr ^ Mn può farmi cpsà 
firn grata jdiiqtteitii tf^ ime ^^rv: 

JL prìia^ peripdp d^lla yp^tri Ittjtet^ puntami 
i)eU* ocdiiiari0 antecediate mi ba mosso an^Ei 
f riso^ cl>è a cpilera • Picanp costi quello chg 
yosliofip , i jiniei malèvoli . ì quattro mila fio^ 
pm datiim dalla Mt S* soiiq a titolp di assp}q^ 
40 r^al^». fi pofi c(i aw^up a«sfgnam^t9» lo » 
l^uest'0ra yadp f recitare dallf Cameira 4i cinqiii; 
|iii}a fiprini , i qi^ali > ottenuta }e mie spediifipr 
hij sara^piìp da me tranquiUamej^tegpduti» He^ 
ificpè i^i corra T obbligo di far|ie la restituzio^ 
j^ aU'AugWtissji3)0 Padrpqe» per ayenneli, co*. 
fae 03S4Ì ym 4kmiOy a copto de* miei quartali 
|)restati. F ì^^ \cì^ qMSto r^alo ya tutto ^ 
^rbitp $iai- Mj«istti , ^Iqusììx intipmbt di ^tm 
j^ ^lip fpi^fii^ì^^ If ft)^ obbligo t:om t 

/ J \ ' quan- 



A p OH s T • 1 o £ i n: o . , f% 
quati ottengono impiego e titolo in questa Cor- 
(e, e tal esborso e iiMispensabile a tatti; ed io 
sopra loro soiiq stato ÌI primo ed il solo ad ave^ 
re questo avvantaggiò > cbe gli altri pagano del 
proprio, ed io pago col soldo donato, a solo og- 
getto ciie non soccomba col. mio • Ma di questo 
%bba;tanzit. lasciamo abbajare i cani alta luna, 
^icoyi sciamante , «Jie le xoie spedizioni sofìfo 
al, fine, non^ìmancaqclovi che d|ie o tre ultimi' 
passim In $ei mesLio^avrò superato ci^> che at 
tìi con ' yàìidissitp^ pj^ezìoni non possono sùpe^ 
fare dppo due., e^tre,* e fino quattro anni d' in^ 
dugio. Bisoj^a conoscer questa Corte, e potei-; 
calare • Ma a nessuno può teiaersi la bocca , e 
ié altrùi ciaorlè^nè a me fan danno, nèdantra- 
Vaglio • C^^ita aiattina ho ricevuto dal Sig. Con- 
%è AlBcrti la vosta letteta con la Vita dei M»- 
gjiabéchi. Letta che 1? abbia, ve ne scriverò il 
imo parere • Ma qualunque siasi , è lunghissi- 
ma; e tale non può stamparsi in un Giornale. 
][1 Gi^ è un hdi^'ixi^^io , A insieiàe un beK 
matto . Del silo nuovo libro mi era stato' scrit*! 
to da altri: della sospensione^ della stampa di 
^so^ solo da voi. Cento cose ha principiato a' 
it^pare.* nmm se n*è fèmiia: laVitadiBranr 
d^no: il Giornale di Siena: 1' Opere di $anta. 
.Qyterina :, il Vocabolario j;^ e ora questo. Diqya^ 
osai albe» letterato si udì cosa wmle ? Qiìesto 
Residente di Tosdan^ji, che è il Mar^^ese BaErtd^ 
Joramel, gentiliss^nu» éà erudito Cavaliere , tni 
4isfiB , xbt costi si fl^mpayariò <1^ Istorie Fior^tU 
ae éel Va^cU • Mi spia<^e£»be > chf lai$osanoa 
\ D 4 ' ^ ' axes- 



5« £ £ t t E JR. B t> 1 

avesse il suo effetto; Anche il Giatmotti saret>^ 
be ricevuto a$$^i bene dal pubblica . Riverite ; 
è, animate a mio nome il Sig. Cavalier Settima- 
ni. Vi ringraséio al solito delle Novelle lettera- 
rie • .Quella della traduzione Italiana di ticofrò- 
pe è assai considerabile, purché sta beùe esegui^ 
ta* JL' statore di e^sa si sarà fenduto più cauto 
da quanto gli avvenne nella ptibblicaitioné della 
Létterd Toctantté Di quella Orazione Latina di 
SebastiaHo.Giastiiiiano alRe Ladislao^ avea ve- 
duto il volgarizzaitiento fra quelle del Sansovi-^ 
no.. Cotesta antica e. rozza che ipi accennate ì 
probabiimedite o sarà affatto diversa, , ò sarà ita-^ 
ta corretta e migliorata nella raccolta suddetta i 
Monsignor Fontanini non faa mar stèso , eh' io 
sappia, né lassolutaoiente mi ha mai trasmesco T 
Elògio del Cavalier Maffei . Si esibì di farlo ; 
ma non. lo fece. Salutate la Sig. Madre j e tut-^ 
ti gli altri^; * 

476. Al Sii. Andrea Carnato, a t^e'nezJa. 

ViennM 8* Luilip 1719. 

J Ergerà ho àVuto V onore di essere a' piedi dell* 
Augustissima Regnante , e Av baciarle la ma* 
no .. Noni si pub trovare Prinòipessa più benigna , 
è di avverienia più nobile. E' degna dèi grado; 
éhe élla sostiene» Mi ha parlato, di itaolt^cosef, 
ma principalmente dell'Opera, che sto facendo , 
lodandone molto i due primi atti, che sopopresH' 
so di ìtììi e - delF Augustissimo' PaÉdronè. Io ctfh 

deva 



À P 6 J T O l o 2 i N ó# J^ 

deva ehe il componimento dovesse riuscir secco / 
ma attrtrtìenti ne ha giudicato ciiscutió^ che Icr 
lia veduto ; e pàÈtieòlarmeiite le Loro Maestà ; 
e St'E. il Sig. G>nt6 di Cavalla» Presidente so« 
|)ra la MusT&ai'^ ai quali tutti pare» cHe^mainon 
-abbia é^rittd niegliò^ né più spiritSs^l Io ci lij^ 
posto Teram&nte d^rattetizidne) e- sono certo ^ 
the nlolti Stupiranno » come si possa fare ud 
Oranmta sópra un viluppo » cNe àkrò don è l 
the un' occhiata i II itiistéro di questa parola vi 
si scoprirà, ne^lla léétdra del cdmpodiimetìto .. Stu-^ 
t>isco dte P Abate Suareai voglia porsi a £tf brami 
mi^ Ciò fiofi cohvén'endò al suo stàtd i potendo 
|>er8 ben convemirei al suo spiritò • Che V antico 
ne fireinà , Io crMo i e comunque riesca là cosa l 
non A Vedrà certamente èoii peggiot della sua; 
Poteva egli scieglieré pef argomentò di un Dfam^ 
ma altro tanciduhie; che il* tT/W delle Spagne J^ 
éante volte veduto sopra i teatri sì cofAici, Hil 
tragici ì Anche ini questo' là povertà del suo' ta- 
lentò A disc-uopre ,' è si vede é C6n la ventura 
Settimana: prifici^ier& a ripigliare cogli amici il 
Commerzid epistolare. Intatltò Salutate ciàscund*; 
Umiliate in particolare i miei rispetti àir^ccmb 
Foscari, che io spero ancora di poter riverire in 
Queste parti y'CklaiTnitovi dalle singolari magnifi^ 
tenze, tbé si apparecchiano a Dresda per leprosa 
iime tioa&ze*'E quandof ciò tòsie i perchè' anche 
a voi <ion. darebbe l'animo di esser seco in quel 
Viaggiò ì Che si , che né avete il prurito ,• comò 
io pure ne ho % desiderio? Al solito abbracciate 
lotd, hdiegraiidOau del loie stìt hetà.' Addio di 
cucwe/ 477/ 



, * 

Ì5P<tee r<^y#n^pmì* trjsfcr^ amjEavprita, jpci 
assist^ a4 m^ Pfpva. ^^f Opir^ r cfa« «faràin 
p^eiNHL fl<igU .^ugpitis^imi 9|.d|:otu . Ho iat;^ra 
^fl^ pii^ff^ijl :%^ìjiggi<>> cfee ^à in queste partì 
ilficop^ Fp$g*ri, ck9 r|yjMtf«:o ^mio.nwic. M^ 
f^k P^ {^id^^ 4f^reÌ94èrai ckt. v} psolyfi^^ ad 
^cc^p^gj^^q ijPi :t^ vj^g^o , pQkk<è avrdl il 
S9qap[i9 Co||i^t9 di ^yfifieprl^ é diabl^Eacci^vIt 
]^ sciiSHdio» !p^ ne ivcti^ ìa contrario ^^ à tfop^ 
pò dijipajtft,, j4 fQ V« «e fo ^iSrupQÌQ 4i awlo 
coR^puto /r jwdtijfp . 4^ipQ , <c ii$oiuzione , amar 
tUfimp ^S^^D ^ A Dgrci?4?L aifycc*<p occ|«ione <y, 
ye^^^ jpo^a» cW nferifo appepsi .si <|0(|rraQ»Of l 
i^ìS* #^ < Y9Z3:i ¥^ iris^l^tiifto ^ ]hlo« (Crecto 
f^e fietiq p^f^ ritornare iii $9aiwlÌ9> i ma A; ffiì^ 
Ptff^V^ m ' JP^^ yfà^vfi U 9P9%e ila foìrnm^ 
ffjlf^ p^ ii >/e'7- di Asf^tf>. ta jsua Op(S» 
fr^, cijie jii^ moto* M<»3poJb(di» icUo M a' 
j4^ 4^U' Avi^V^ì^^w^ PadEPoe, egti si fipi»ih 
5jp/ d\t jftV^r^ cpi^c^twsin^s ijl f:he pute^ naidis* 

U ptmi^ vol^j^ in Q>jtp air Pira 44 prao^so 4tlr 
le l^rp Ms^ti, je'i cl^m«ti^$ÌTO^ C^me mi. 
ièjpp Tic^eipr^ di$i:Ì4(p .di. fajrnii cjiiamare, mentre 
1»:^ ì^o Jj) fi|^ dfil j|r4O0o^ e di ^uxmi ^m 



A p et ftp p f fi 7t ^n #,• f« 

gipoameoto a vista di tutti per nonpcfCèteàipòi; 
il .cha fu fStgiQ^e^ pl|e mo^ P^opif ,f |)raa 
MiiH^stri gittassero V occhio sovra là mia perso- 
fìa, 4fi Iq^P i?l Picif,^^^ ^PÀ conosciuta ^ Mi h« 
promesso sollecita spodi;;ione per li mìei a^ari » 
j» /qyi^f ta jcen^meqte sarà delle fpmff tjfif lifìsù 
^oatri c(ie ne tcùgp • I^ingra^^^te 1', £fc^FÒM:ar 
yi pec le ^ gtiief^o^t i^bmp^i- a mio iayfd^ 
VPfm^drh U^e$ti del ^.e Augii^^P;if 44 i^P 
i< «•, iiii|;e^ai^ cBjalche feg^ilo ^lX9M:4«nWji» 
IKT I* pccam9e del priinmi d^ ilici f^ppttt 
In 9CQÌSÌM1» Mie presfa^ti ao^ze, frf^r^m» 
(WJt^mpiaÉi^tte » it«ie «liiia • Ad qg^ì sqp 
<^im9 io Ada iiUfli:herà» ^ fi^e ^ Ì$. ^, vip 
fé te$tim9QMme del mo prAfijiid^ fAR>«^^ »* 
a ili J^oloQit » 9Ì altrove' • ta^ ^^isni^sw;^ 
àeaie Sposa di^ cfce piatirà iU ^vfi por li 
$f; o i(>, (del yeiiti^roAcp^* {<am§v4dely|«gr 
gu^ di & ^' è sfitta da Àie dctra aAV^iti» ekti 
ife sono stato il piiioo» cU solf fì«prji»^i^}a 
fiipefse » Jcri ite fipei pM» 4 Sig^ ^^smao Grjr* 
fiumi > che fu n litroyamji « VOpt» è te^i^^ 
ta, ma «ibito SO90 staio qtflic^to di eltro fom? 
poofmisoto . Non l|o b^a, c^ m «vmueì y A^ 

braci:i9 e (àbóto tutti | e\ad|lM^ ti dim^ 

^^ ... . - . -^ , • ^ ^ 



4^«- 



to' ' t i I T fe R È » f 

47 J^. Al Sig* Lorèhzj9 PatsroL a Venezia é 

-' Vienna 29. Luglio ifi9» 

... '^ ' 

'T^Uttò queild che è usélto,' e uscita dal vtf- 
X stro felice ingegno , lUmo Sìgriore , e Cdra- 
parc anlatissimo, incontrerà cgual fortuna , cioè 
r af)pIauso dì tutti 4 Qui le cose vóstrè sono i. 
^lie* pochi , chfe bari gu5to di' bUone Mieve ,.à 
fiòti2ia ed ih pregio , e spdcialmeùrt^ , a qjuestà 
Sig. Gentilotti, dignissi'mo Bibliotecario cfiS^MT. 
C e C. ccJn-cui più volte e àvveft'uto di tenere 
ragionamerfto ìntorÀò alla vosfra perjorta, theé"' 
mólto stima e commènda • ti fSfìiatì^L ha fatto 
inoho bene a ristampare "i Pànegitidi degli- An- 
tichi da voi volgà!rizz^ti"e ilTustrati: etàiftópidt 
avrà di scacciò la ristampa/ che égli ne ha far* 
ta , quaìitò' che ella è ripassata sótto il vostt' 
èèchio ed' esame /cocf qdél tìoìabile 'migliora^ 
mento , che voi mi acfcennate . Là copia , di cui 
mi onora l'amore e la gentilezza di V. S. Ilfma i 
rùì è òltrémòdo c'ara , e gliene rendei distinta 
gfteie. ^Sdrrvo qtkesta sei*a al P^ mio fratello ; 
setiloc^hè me ite sòfteciti fa fpeditione,- essendo 
impaziente di averla . A tanto favore , come ai 
tanti altri , di cui ella in ogni tempo si è com- 
piaciuta onorarmi , desidero , che da lei mi sia 
porto il modo di poter corrispondere : e ciò «a- 
fa la maggior defle griiic^ che abbia da lei ri-, 
ceviite, e ch'io possa ricevere. Ne la pte§oper 
tanto di tutto cuòre ì assicurandola , che in ognr 



« 



tei^po e luogo preg^rqraffii^i essere, $ di pj^l^^ 
♦ 47^. yrf^ Siir -^j Giuseppe Bipi • 4f Mììmo^ f. 

LApdma.Jet^era che qui pi arriva 4i Yv^» 
lUma non I;a avuta quella pronta ^risposta 
eh* io dov^^. darle , a Riguardo del prainriia , e 
di qualch'. altro cohiponimento , eh* a tutta fretta 
mi convenn,e ^scrivere , e terminare in occasionò V 
delle profsime Nozze, per ijoaiandp jlell' Augi> 
stifsiinò èadrone . A\ prp^^nte <;he me ne tipyo 
^ditò, adempio questo (dovere , <; le jj^bndp'ur 
itiìli^simQ gra:^ie si della (rortese inemoria » . cbe 
di m^ Conserva , fi deli- ' gmpreypli esp];^ssÌQni 
. co|i le quali ai^cprtipagna la notizia peryenuùle 
degli onori, t, favpri ii|ipartitimi d^i. clementis- 
siiiip mio ^óyr^no, che soqp tanti, ^ tali^ qh^ 
non posso mai ricordarmene sénz^ estrema ef- 
fusione , e fossore • L^ ritigraziò similmente di 
quanto pe^ su^ b<^nt4 rè piaciuto di; fare , jtc- 
ciocchè sopra cpteste scene si .abbia ^ t^^itar il 
mioAmbleto, ppera tutta di mU invenzione , ina 
noii tutta già da me verseggiata j essendo mftco 
concorso nel lavoro di essa il Sig. Abate Pa«- 
ria^i • Delle' sue Medaglie qui non si è potuto 
far alcun esito • £s^e , sono . ppei^o d) mg^ nello 
stato medesimo , in cui le i^^a lasciate , e può 
disporre di tsse a suo piacimento, e niente m^- 
no , cl>e di mia persona • I Signori Gentilotti , 

ed 



il . . à i 1 1 E it È U 

ké l^pè&tìì U tHtriscdhé éitmà^ttti éà ili ié^ 
))licahdóìa a uirJllare la mia più profonda éiirm^ 
ftioae à cotesto Eccellentissimo Sig* Governato* 
!«,' pei, Cui tki j^articòii^ venèirtziiitie i ed éssej 
4ui6, lai ptégo anche a credetmi j qùal sempre 

jfló: ai h fìet CMtt^mé zim, a rin^dn: ^ 

vTt Sig: GioVinil^atista di Isella > Càttomc^ 
Ji ddL Finale À Qetiovà ^ vi Mnsegtìerà U t^e^ 
S6ttt9i è nei témpd^ che Costi si^ggioriìerà 5' dér 
iidèrd the £a cedosciut^ ed amstòoi da voi > al* 
pari di qadli> th'ì& l'anie è lo stimo • Esso è 
àtsebe aittieò del P. Mofiàtii > end6 atìcfaie p&t 
queste capò sOiìo cert^, che lo riceverete fcivtt- 
tevrtmerite. iTròvereté iii e^sé una persotìadiflf 
nifiSirad gu^to itelle bU6tl6 lettere, e di squisltdi 
gìoAcl^ì ìs tetìtó altre ptegevo^ii condizioni^ che 
a qfiàfìti li cona^oflo, lo rendono c^ò ed acf- 
cetlo. Di lui ititMdetete il mio ottimo Stato; 
é ptègóvi éi far per ^sso , quanto fareste ptt 
qtlàisisria de' nostri migliori amici j Vedrà volen- 
ttófi i vostri iibìri,^ è forse vorrà dare uh* otcbia- 
M arithe a'rìiiei. Di questo, ed aftrd.son certo^, 
éké ù^ik lascerete di rènderlo soddisfatto^ e p^i' 
Sài tt)fefàctlai62^Vi sèfi&;.;v 



4S1W 



À ^ I i t o L ò z à lir o; il 

%kié Al Site Alvise F0sckri A^hùrìs^irt M 
Ri di PoUnià. a Drcsdd* / 

L^ omahissimò fogliò di Vi fi- nù bà recita 
sommi contentezza, e somma altresì coh^ 
visione.' la prima per tvei; iriteso il silo felicii- 
Simo airrivo à Dresda ^ e le particolari é ,ònotev 
tòli dimostrazióni di affètto , coti le quali è sti« 
ti accolta da cStesto gloriósissimo Monarca: la 
seconda per le . singolari Stimatissime grazie^ del- 
ie quali J*£. Ve ha avuta la bbrità di onerarmi i 
opi mettete in "(rista alla Maestà Sua il miooi-- 
curo nòmd i € col farle éredere che io mi sia i 
quale per veHtà vorrei essére ,- acciocdiè iii quàl- 
die parte V esemplare corrispóndesse al ritratto i 
die a lei è piaciuto di farne il Di tanto favore 
io le rendo le più divote e maggiori graziò i di* 
io posso I è nel medesimo tempo timilmentè ià 
prego a credere > che quanto io me te professo' 
obbligato t^er quanto ha detto è operato a mio 
favore j tanto ancora io mi troverei confuso è 
smarrito, quando mi venisse cdmme^oil iavos 
io di qualche Dramma per cotestà Real G}rte^ 
attesoché io sono continuamente occupate nel 
servigio iempre per riie glorioso di questo Au- 
gustissimo Monarca , talché nòti mi avanzerebbe 
alcun tèmpo per addossanni riuovi obblighi e im- 
pegni j oltreché non mi sarebbe né men pfermcfr» 
se accettarli, come V* fi; ben vede , sema .mi 

jlpwi* 



r 



6i |,ltTE;^B^^^ 

bositiyo comando del? Àuguistissimo Padirone « 
Lo strepito delle magnifiche feste* con le quali 
ti solcnqizzeraQno la venuta e^ le nozze dei Ser. 
Reali Sposi , tiene in attenzione gli animi di 
ciaschedunp . Se ali* idea fc alle spese del gene- 
iroso JV^pr^arca coi;rì^ponderanno , come spero , le 
operazioni dì, chi è destinato a servirlo; nulla si 
$arà vedutq in questo genere di piijf reale e pia 
grande, e non avraqino i mostri gipr^i di che 
invidiare agli antichi • Se in qualche' ora più 
Qziosa i' E.. V. $i cjegne^rà di gittare m" oc- 
chiata sul pramii^à da me compqsto per ia sud^ 
dettk occasione, io lo stimerò pienamente feli- 
ce. Ella \q riceye^à da^- Sig. D. Casimiro Avel- 
Ioni, mauqito dell^ §ig. Durasta^te ,• 4 q^ale ho 
avuta 0cca^QAe di ^ndii;izzarne anche \ing cqpia 
per lei. Qiii certamente esso è stato gradifo , 
sì da tutte V Augustissime Padronanze , sì da 
tutta la Orte, assai più di quello che io mi 
fossi potuto figurare. E qui farò fine, col mag- 
giore ossequi^ dichiarando!^ di èssere. ••• 

482. u^l /?. JPicr Caterino ^fno. a F€nt_x,Ì4 ^ 

Vienne 2$. Aiostfiji^. 

LA mia Opera si è recitata lunedì con vir^ 
concoisp ed applauso indicibile , • ^ superio- 
re a quante se ne son qui recitate , dappoiché 
sono alla Q)rte . L' Augustissimo Padrona V ha 
^istintamentè gradita, e commendata, e lo stes- 
so ha fatto tut;:a T Augusti^ima Padronanza , • 



A p o s^ t 6 i o, 7j e. ,h o; éf 
U Brincipe R* ÌB. di Sàssó&ia» òhe era Io Spòso T 
Io he sonò consolatisslmo per questo , ma rnol- ~ 
to più perchè fra pochi giorni vedrò data V ulti- 
ma nianó alle mie spedizioni • Sta in procinto di 
partire il Sig. Angelo Emo, a cui ho raccoman- 
dato un involtino con éntro nove copie di essQ 
Dnàmraa , dirette al Sig. Andrea , che |ìa V ordi- 
ne di consegnarlo subito a voi. \fi preme sqim^ 
niameaté, che ricerchiate ne*- miei libri Biblioten 
cai} i àue Cataloghi, "V imo in foglio, e l' altro 
in 4. legati in cauta pecora, dèi libri; che vo-^ 
. Jisva pubblicare' T Accadèmia Veneziana ^ appresso 
1^ qualp sorio ^nche inip/essi^ e che me gli man- 
diate con prima occavotfe unifaihente con un air 
trp Catalogo Ms. ih 4. ih caka pecora' dèi li- 
bri Ebraici , i quali possedevi il" fu Cardinal. 
Domenico Grimanì : il' quial Catalogo sta. fra* 
iniei* Mss. Di grazia usate ogni diligenza f(èr ri- 
trovarli, è per farmeli avere prontamente « So- 
pra la Prefazione del Casotti ai due Bonaccorsi 
nulla di' considerabile avrei' che aggiugnere al 
presente, se non che net *Ms. dei PP. Domeni- 
cani di San >ticColàr di Trivigi il trattato Latino 
0U NohìUtdie 'e * diretto ad, illustrem Principem 
GHÌdant0nium Mcntisferetrii Òomittm » è non a 
Carlo Malate^tà. Nel Catialogót déì. Mss. della 
Biblioteca pubblica di Leyden aV. '317. coL 2. 
troyasL Ms. il' dittp opùscolo , ma guasto nel ti- 
tolo del nome dell* ^xÀott iDisputAtU inter 
Gaiiin^^ Corneliunf'' Scifionàn de NablGtaie per ^ 
JSett4cricum Pistmenìfm . Pérsu^stp ne ducafuxi^ 
rem. La declamazione , ^hè nello stampato si: 
Temo lìL "^ E * légge 



i4 I^ E TX £ IL S B^ 1 

eg|c i Ci Ì42. aej Gxiice s»jcÌ|fHftto di Trivigl 
porta qtiekd titolo : Lex niia i qui hlU navali 
igdiSto '; pHor uirbem invadit , PamphiUm gnatam 
r$iÌ4m uxorem ducat ., Nella libreria de* PP: Ko^ 
mitani di Padova iii un Codice cartaceo in 4. 
contenente varie operette ^ v'c anche; Bmsccnr^ 
sii Pisnriensiì didsió^ 1^$^. Non so cosa sia'i 
Nella detta Prefazione a r- XXXXIIL il Mon- 
gitore e. chiamato col nome di Bernardino , e dee 
starti Atitònind . ijcir edizióni di Dante io giu-à 
dico "Ka più antica quella ^ che fu fatta in foglia 
Tanno i47i» fatta (secondò me) in Venezia ^ 
in fondò della quale leggonsi i versi seguenti i 

Nel mille inéUrocenté septe & due 
Nel qtédnò mese adi fihqw & sei 
Quest^ opera ietitile impressa fìte • 
Io Maestro Johdnm Numister opera dei 
uilla delia impressiohe & meco fue 
MI Fnlginate^ Èkf^Hind mei é 

Nello itessò anno i^jì* tié fu fatta un' altra ili 
Mantova f&ure in foglio, dove nel fine si legge i 
UXlCCCLXXlh Magister Georglui & Magister 
Panini TéHianìci ine ^hs Afantuaé impresserun^ 
adifivanté ColnihUno Ver ortensi . Segjucrquelia-col 
Comento pteteso di Benvenuto pét \Vindclino 
Spir^ nel 14^7- po* quella di Milano Ndel 1478^ 
Nel qual anno v*ha altresì la seguente con la 
correzione di un G Lucio Lello ^ che vi aggiun- 
se di ^uo Ufi epigramma * Opni imfressnm artt 
^ diliientia maiUtri philippi Veneti i Anno De-» 

mini 



A50ÌTOLOZl»l6t éf 

hitd MCCCCLXXVIiL Imtyto Finitiàmm priil 
cip€ Andrea Fendrmf^inù . E in foglio . A qUeste 
succede là Bella jedleipne pubblicata ptr la ptt- 
ma volta còl Còmehtò del Laiìditio i dove nel 
fine : Fine del Cohiétito di Chriitépliere Ldndin^ 
Fiorentino sopréi la Comidii di DdHthe PoetA ex^ 
vellentiisimo : & impresso in Firenxje ^er Nickolè 
di Lorenxj9 della Magna adi iJCXX: dagosto i 
MCCCCLXXXI. in foglio reale : Questo èquati- 
to per or^possò dirvi *delle più antiche' ediiid* 
ni dì Dante da ine òsserVate e iiotate^ : Il Lui-? 
gi AÌàmàiihi ; dalla cui libreria furono tratte la 
Pastorali Greche di Lòrigo, era uno dei discen* 
denìi del Poeti dello stesso nóme, e Casato i 
Non so s' égli fòsse quello ; che poi apostatò , 
è la cui Vita si legge, nelle Vite degli eretici 
scritte dal Prateolo : Alle , giunte del Vossio è 
impossibile che ora io pelisi,^ non avendo né tem- 
po , né libri . Che anno infausto e stato mai 
questo per la letteratiira Italiana I Iddio cònscr-»' 
vi qile* pochi , che ancor ci restano ; Vi ringira-' 
iio delle Novelle letterarie.' Salutate tutti , evi 
abbraccio. ^ ' 

V 

483*; jil Sii. 'Andrea Cornàro* a yehezÀai 

yienka a. Settembre 17! f^* 

.• \ ^ 

L^A mia Opera non si recita più i come de- 
siderava la Padronanza Augustissima ; poi- 
ché il Consìglio Aulico ha Rimostrato alla M. 
S* che i Drammi fatti e recitati gcr occasione 
/ £ 2 di 



6t Ì9TT|K£9| 

di ùpzze lipn era stato mai costume di nuQy«i- 
ijicate rappresentarjli > terminata quella funzione r 
laonde n' è rimasto qui uq uQiversal desiderio : 
il che I)0 yoliitp candidameate significarvi , poi-? 
che se divcrsapaiente ne fosse scritto j o s^ ne 
dicesse cpjtì, possiate convincere i maldicenti ; 
dei qyali però fo pochissimo capitai^ ; Vi rin- 
grazio per r attenzione che avete per la libre- 
ria, onde non patisca in questi caldi . Al rin- 
frescamento della stagione sarebbe opportuno far- 
gli sbatter.<^ ad upo ad uno^almepo i piùgran-* 
di , e quelli cbe sono nelle scanzie più basse : 
poiché quegU in altq patiscpnp njigino , come me- 
PP soggetti alla polvere' * Quanto ini <;o^sola T 
pttimo stato di tutti di casa j tantq mi affligge 
H poco buono st^tot della Sig, Madre '^. Fratello 
amatissimo , è superfluo , qhe la racqonPfandi alla 
vostra carità e al yostro affetto • Ma per amo^ 
mio fate qualche cosa di più . VìsitateU spesso , 
e consolatela cot\ qualche più lungo soggiorno 
in sua stan;^a ^ Assistetela di tutto , e occorren- 
dp Nf edif i , medicine , p altro , ijpn i:ispa4:miatQ 
spesa , eh' io soccomberò volentieri a vostro sòl-? 
lievo. Se leggerete questo capitolo alla medesi^ 
may sono certo, che le ne recherete molta con- 
^olazioi^e. Io le scriverò dentro la prossima set- 
timana , èssendo oggi V ora troppo tarda . Rive- 
rite, e salutata tutti a- mio nome» e caramentft 
Y\ abbraccio , e sonq • • • • 



f«4- 



, 1 



k t 4 s ^ ò t é t i V ò\ ài 
48i|« uit Medesimo, a Fcneza4é 

p^itHn'a ìj6ì Settèmbre i*ji9l 

POcMe cò^é mi occòrte di scrii^ervi ì ma uni 
vaie per molte, ed è> che le mie spedizio- 
ni si sonò finalmente lìltimate ^ e che %iz ho 
riscosso uri quartale di mille fiorini . Là elezlo* 
rie di Procfcuratòte fatta nella persòha del Sigi 
Cavaliere Piero Grimani é ^tata mdlto applauditi 
anche da questa Coite,* dò v' egli si è fatto di mol* 
to amare , e stirfaare ^ Onesta sefa mi vien detto che 
capiterà il niiovò Ambasciatore Friuli } ed io dima* 
ivi sarò «abito a riverirlo < Intendo la còntihua-i 
klone dell'incomodo della Sìg. M^dre^ e iion i- 
stò per ésia cori ailimb riposato é Non le inan- 
• tate dì assistenza , che da nle riceverete testi- 
hionianze di gratitudine. Salutatela caramente i 
come pure la Slg. Cognata , e le Sorelle J e sen- 
à' altro abbradciaridovi resto . . • i 

♦ 485. Al Sii. Canonico PàqU àailiardi : 
a Brrìcia • 

f^Uma 28.* Ottobre ijip» 

C[Ottd debitore di rispósta a due lettere di V* 
•3 S. lllma .• air uda,da ntoltò temj>p , e arf 
altra di pbchi giórni. ìncomitiCerò dalla prima | 
reiidendóle gratìe in primo lijogo di quanto et 
la tfii sef;ve ìritonió alla opiniOM :» Che avevi 
JB 3 Mou- 



fiat L E T T 5 1^ * p I 

Monsig. d* Adria di felice faiemorla sopra laleg 
gcnda del Dittm di^oc^ÌQ, Per quanto sia ap- 
presso di me in venerazione il sentimento di 
lui y ia questa occasione non posso rimoverrai 
dalla mia sentenza , ne approvare la* sua inter- 
pretazione 5 con cui anche si guasta la stessa 
Icj^genda , mentre in essa non istà scritto ECONS. 
cioè ET CONSVl- , ma SECCONS. cioè SEC VN- 
DVM CONSVJL. ec» Dipoi ella molto bene av- 
verte non esservi esempio , che i tre PPP si- 
gnifichino tre Prefetture , le quali non si sa 
quando fossero e come potessero essere esercita- 
te da Boezio avanti il suo Consolato, Oltreché 
5e assegniamo a Boezio un sol Consolato 4 cioè 
quello del DX. V immagine di lui espressa nel 
Dittico nbn tene si conf| air età, in €ui esso 
(cra in queU' anno : mentre nel DX. Boezio non 
ppteya èssere al più che di trent' anni , giusta il 
xa\o computo ben comprovato y laddove V imma* 
gine ce lo rappresenta d' intorno a cinquanta ♦ 
Né può dirsi , che il Dittico fosse da lui fatto 
fare dopo il detto anno del suo Consolato , 
mentre simili Dittici per legge Cesarea non po- 
tevano essere ordinati che da' Consoli attuali in 
occasione di donativi per il loro ingresso p pro- 
cesso Consolare. Del secondo Consolato di lui, 
seguito nel DXXII. io sono c}uasi così persua^ 
so , come lo sono del primo* Tutto il materia- 
le della Di^jertazSone e già in pronto, ed altro 
pón mi panca che il tempo di stenderla ; m^ 
sono occupatissimo , ne so quando potrò farlo , 
pnde mi convUjie per ora tenerla aflatto da par- 
te. 



\ 



Apostolo Zeno. yi 
te • Sto ora mettendo insieme T EUììq iel M^ 
ilidbechi^ che anco di qua dai monti è molto 
iteigiiderato . Il Sig. Cavaliet Marmi pie ne ha 
Inviate molte belle ii^morie « ed io quasi non 
fo altro che riordinarle e, rest^m^er le . Per la 
continuazione della \it^ flel Censiti bisognerà 
for ricorso al $ig. Marchese Pc^eni , che n' è 
informatìssimo, e meglio di me possiede lema* 
tierie^ soprs^ le quali versa principalmente la Vi- 
ta di quel grand'. VJ^n»^ ^ Io |igi^|érderò di, vìr 
•ta nemmeno la stèssa,' è vi coiraibiierò qi^aj^o 
fosso . Ho rilette \ì nel (lUrjfale , * sì pelF UiheU 
li le sue belle ed erudite Osservétzimi . 'Con 
queste -seconde ella ha sì bene ìUostrata la se- 
rie de* Vescovi di * cotesta sua patria , " che diffi-^ 
cilmcnte se ne ' troverà un' altr^ posta in pia 
chiaro lume t Quanto, ^la, Dis/ert^zJmc <lel Sig. 
Marchese Maffci sopra le cose di Vefona\ nella 
quale comt^atte la opinione di lei ,' |e ccmfessc» 
rò il v^fo > che tuttoché in essa abbia ritrova- 
te m^lte ^ose ben pensate ^ tuttavolta parmi die 
per sostenere la sua sentenza esso^Sig. Marche- 
se si lasci troppo portare dalle sue conghiettu- 
re • Niuna cosa è più che il dire : il tal auto-^ 
re e interpolato ,* è viziato, è imperito ec;, e 
niuna è ancora più facile che il i^rlo" pariare a 
suo modo Tnu io son di parere, che seiiza una 
somma necessità e. senza il suftagio de* Codici 
amichi, non bisogna mutare i te^ti, che ove P 
errore è patente .• e tanto meno levarne via gP. 
interi versi, e perìodi .' Qiial Cc^ice mai y' è 
41 Catullo j che pure fu' scoperto dal vccchìd 

E 4 \ Guéi* 



72 L E t T E k E Ì> I . , 

tjuarino i\3^ jgoinpatrìota , oii majticjbi il distico 
controverso > Qual' edi^iobe antica de lo tìcal»^ 
icia > niuna certamente, • Un giorno clic abbia 
tcinpp, vo' dare una reyistà ai Codici di Llvi^ 
é di Catullo esistenti in .questa Biblioteca Cé^ 
safea per riscontrare i passi notati • Intanto io 
la consiglio a non petder di yista una cosa che 
le farà molto onore. Più che vi.^ si internerà ì 
più vi andr4 scoprendo terra i , Circa i confini 
degii antichi Cenomani e d^gU Euganei j.pyò 
essere che T uno^eJ* altto di loro^ abbiano hr 
gione i quahdo si faccia riguardo ai tempi • I 
confini dèi paesi col tenìpo sji variano , e quel- 
li ) ^he in uiia età ^^rano tali , in un'altra sono 
diversi. Noi tutto giorno, lo scorgiamo avveni- 
re secondo le vicende delle signorie e de' domi* 
iij. U opinione del Sig. Marchese ; cK^ esclùde 
le metropoli i è assai importante e" quiriosa . Ha 
là sx^ novità, er non pu6 negarsi che egli nQil 
vi dìstcorra sopra con mo|td ingegno : non sot 
Con qijantà v^srità : Se io fos^i in ^talià e tra' 
miei libri , potrei meglio esaminare la épsà : XfÀ 
^ui n^ sono aiFatto senza y 4S le còse del T^-^ 
trò , mi tengono per ora ^teirtito dà / ógni seria 
applicazione. , ^ ^ , « 
^ Il Sig. Gentilotti la. risaluti carametité ì e 
ahch^ egli 1' anima alla risposta , non essen4o 
tiémmen egli persuaso di quelito avapza nella 
$^Xà DissertaiUnt il siiQ pei:| /altro da lui jStima-^ 
tissimo Oppositore • Égli tuttavia ^^ta faticando 
intorno al catalogo de'MSS. Cesarei . Anch' i^j 
^onò impaziente di vederlo lermiiiatp ed. Impresa 



fso.ìi^lkDwerfMzJofie ddV amicò qk quanta 
mi ha scandalezzato un perìodo che vi si Jes^l 
fc, cosi a torto .poco onorevole per la latterà* 
tura Italiana 1, L\ assicurò . th^ anche .^ùi se ut". 
son fatte gravi .do^an|pe eontra chi T hi diste^ 
'so. Da questo, mi figuro ,ci^ che .se i^ie sarà det« 
to in Italia 9 che egli per altro fu sòlito $aiw 
pre esaltare, tronCra le straiiie^Q h^ìoaì. „.: 

, Io poi le rendo grazie del còr^esei U&cìq ì 
che meco, passa, di congratUlaziode^ 9àpti juna co^ 
sa che mi saprebbe somn[iam<?n|pé cara , vi^a.did 
non tu il minimo ibndameìito di verità : ed $ 
}o stabilimento della jCongregazipne $oma$ca > ^ 
per consegccenssa, dei Padre n\iq fratello _iii .4ue^^ 
^ta Città • L' assicuro sull' onor mio che di eia 
hpn ho mai parlato con. là H* 5. ijè preferite- 
mente ; T\è per lo passato , non esseridòvedè sta-^ 
ta òccasiojEie^ ne congiuntui;a • Qtiesta Bebsì ca-ì 
pitandò, io non sono per trascurarla .- ma coàr 
vien cogliere il tempo . opporremo ^ -e questo ji 
ancor molto lontaiìo. # Non le farei nusteró di 
una cosa che io. desidero ^ e quanto al preierìte 
io le avanzo , distrugge ^ asserzione di chi di« 
persamente jgUele volesse, far, credere , 

Ho inteso Con piacere il buon termine , ai 
cui sono ridotte le sue aspettatissìnle erudite fa** 
riche sopra -y., Gandentio , e che T opera sìa pef 
darsi presto alk ^stampe. £Ua le accrescerà nuo* 
vd onore ^ e anche questa farà conoscere ,' che 
in Italia nQti sì attende solamente ^U hélU 
fnétrgheritA* L- esemplare da lei esibitomi è co^ 

troppa preziosa 9 perché io non ad>btf ad accetr# 



\ 



^adq co^ tutta U conteataKza y e ringraKÌarhela 
«ommairiMCe. 

• Pregola di umiliare il mio diroto rispetto alF 
Jllmo Sìg. mo fratello ^* e di pregarlo in mìo 
iiome a stendermi tutte le particcriLari àotizie , 
cbc sono a sua conoscenza intorno al fu Cava- 
lier Bartéikmmeo Dtti già nostro comune ami- 
co: condizione di nascita, tempo, impieghi, av- 
venimenti ec. Sebbene sono in Germania non 
perdo di rista i miei studj d'Italia, per quanto 
mi è permesso. Io spero di non essermene esen- 
tata per sempre, e di poterli ripigliare un gior- 
no con più di quiète e di comodo • Mi conser- 
yi il suo amore , e si assicuri che io sono . . • • 

4.8f« ^l P. Pier C stirino Zen9. a FenezSa. 

Fiennéi 28. Ottvbre 171^. 

IQ ^n eredo the avanti Fra Paolo foss^ sa- 
lito il Pubblico di 'avere il suo Teologo Con- 
fultò^e > eòme per altro aveva' il Gturisconsulto , 
€ quello in materia de* Feudi % Credo bene , die 
di quando in quando secóndo le contingenze di« 
mandasse il parere nella materia canonica alle per- 
sone più perite / ma non già che dì ' continuo 
fossero^dal pti^l^blico salariate. Cosi per esempio 
r anno 1 3 3 4. a dì i j. Giugno Andrea Vescovo 
di Chitggia; e Saverio Primicerio di Castello 
scrissero sopra la scomunica rilasciata dal'Nun* 
ciò contra alcuni Nobili per aver mercantato io 
Levante) cosi pure Buoniiìcontro , Abate di San 

Gìor- 



<^ 



(jiqtgio Maggiore, ranno I37t. diede il su#> 
consiglio in una differenza allora vertente trai 
Piovano e'i comune di Mer|èngo, e i Chericie 
abitanti^ di Postema* Per altro i Giurisconsulti 
salariati dal pubblico erano quelli che scriveva* 
no, e davano il loro parere nelle materie spet^ 
tanti al gius Ecclesiastico » Cosi Pietro Àlbigna* 
no J, C nel 15 io. scrisse sopra' il monitorio 
dato da Giulio Ut contra la Repùbblica . I Com 
«ultori Teologi succeduti a Fra Paolo fui^^no tut» 
ti deir Órdine gle' Servi ; e saranno più che a me, 
Aoti al P. M^ Bertoni; onde non occorre che di 
quesd io gli somministri notizie • Egli fu elet- 
to dal Senato li 28. Gennajo 1605. e li 22, 
^Marzo 1607. gli fu dato per coadiutore Fra Ful- 
genzio , che poscia ' gli swcedette .11 P. Fran^ 
eesco Emo credo che^ succedette a Fra !Fu1-» 
genzio, che morì nel ló^*^. e al P. Emosucce** 
dette il P, Cejso, e a questo il P. yalscicchi vi- 
vente. Tra le nile medaglie d* uomini letterati 
io tengo anche quella di M. Benedetto yafchi, 
dove daU* una parte* intorno al suo ritratto leg-» ' 
gesi B. VARCHI^ e dall* altra nel rovescio , cho 
è una figurai distesa all' ombra di un . alloro i 
COSI QVAGGIV SI GODE . Se U Sig. Cavi 
Settimani yprrà valersene ,' io volentieri gliela 
trasmetterò per suo uso • Con somnio piacere ho 
inteso il cpminciamcnto della stampa del Tomo 
X3CXH. La distrlbpziòne degli Articoli è ben 
pensata.. Ci vedo ommesso quello del tomo II. 
4el Thesaurus del P. Martene • Stimerei ben fà^* 
to il noa tralasciarlo \ e più tosto tralascia- 
re 



ifi L 't ì» T- E K ir D I '.. ., 

ire per questo Tomo \a. reiasione del librp iì 
Monsignor Sanfelici da me distesa . QiielP ari- 
tìca traduzione di Lucano , fatta da L. Car- 
dinale di Monticluellò , mi èra liota per al- 
trui relazidde , ma nòri itii era mai capitata 
^tto l'occhio. Ho caro che he abbiate fatto ac^ 

y quisto. Del traduttore 5 che non si nòmina tira i 
Cardinali addotti dal Ciacconid nella sua grande 
opera , ne da' suoi continuatori , oltre al Crescirà-^ 
beni ne' Commentari T. I. p. 354. e !p^/. IV.fi 
3t. ne parlano il Rossotti negli Scrittori del Piis- 

. inonte a e. 474 il Beugtìem nel lìhvolncunahéla Typo^ 
grdph. p. 9ji e Niccolò Antonid BihL Hìsp.Vct. Ti 
li p. 48. Vi ha una edizione idi Roma faétà nel 
1492. in 4. della tnedesima ahtica traduzione ri- 
ferita dal Beughém ; nel qUal anno pure fu im* 
pirejfea ìA Milano al •riferire del Crescimbeni i 
sicché ve né «àrebberà al;iieiio tre edizioni . Lt 
Vostra è taciuta . da tutti . Vi ha àlcùHa préfa-» 
iione, da. cui. si possa venire in chliarò dell' au-* 
tòtt^i e del tempo in cui egli fiorisse? nelle pri- 
me^ o nelle ultime stanale dice egli alcuna cosa . 
di se ì o indirizza l' opera sua ad alcuna peirso^ 
na ? Di lai io sono affatto all' oscuro . Abbraccia 
la Sig. Madre é le Sorelle. Addio di cuòre. 

487. Al medésime; a Venezia* 

Vienna i«. Novembre 1719. ^ 

HO intesò dalla vostra ultlnlamente ricevuta 
la partenza d^el Sig« Andrea» che Iddio fe-^ 

liciti 



A pf ^ t; q t q Z n ^ q. %% 
liciti i^él SVIO viaggio. Ho inteso parimente 1% 
spedizióne delle due casse coi libd» del cui ar< 
rivo sono impazientissimo* Hate bepissimo'a no% 
voler dar fuori nel Giornale la Di$set;taa(ione del 
Sig. BefhoulU cantra' il Sig; Fagnani i quando 
non sia purgata dalle espressìoQi oltraggiose , le 
quali "fifìalm^te niiUa servono al pùnto dibat- 
tuto . pubblicarla ^i tal guisa vqpn è di yai^tag-k 
gio né per il Giornale, ne per yoi» Il /Concet- 
to 'che fate del Catalogo de* volgarizzatori, è sta- 
to prpycnutp dal mio: Io gliene £éci T opposi- 
zione àiniclievole al compilatore s ma esjo ha sti- 
mato cpsi di far bene , e si è ostinato nella ^a 
opinione ^" 6'. asciutto, mancante, confuso, e da 
approfittarsene poco '. Ruò essere che raqtQceip® 
nfe' |iia<idi qualche copia , Voi però riféi^itè V ope-I 
t3Ì ^el Giornale in maniera, <iè egli non ab^» 
b^ ad offèndersene, e che il giudiciò saviq del 
Gioraalis» yj risalti all'occhia» L' ediajìoi^ie 4e-^. 
gU fcatpmiti del Gicaldi in S. mi è hqita , qHa(i7 
d9 sia quella di Montèregale. Quella di Lione» 
c^è voi ITU accennate , mi p nuova afi&tto '• Se 
PQteste averU per poco , prendetela , e riponete- 
la fra' ^liei libri nella stantii. Fra i lil^ridàyo^ 
cpmperati ve ne sono moliti di curiosi , e da m^ 
np^ mai vedati, né notati • {.a Notizia di es^ii 
mi e stat4 carissima. Qiii ho 'cpmpi;ati molti li-* 
bri , ma tutti o . Greci , o Latiai , o Fcaqceii • 
D' Italiani nqn se ne txova pur uno c;he sia de^ 
migliori • I giorni passati ho veduto il Cataloga 
Ms. della famosa libjcèria del fiaron di Hohen^ 
éoxff, mprto ultimamentp ip Fiaj&diat dpv^ pure 

è la 



.^i • L I i T- E R B D. ì 

è la medesima • Esso Catalogo è di tre betì giù-! 
«ti volumi in foglio . Non lio vedato a' miei giot« 
ni cosjsi più singolare. L'ho letto atcentamentdi 
j^et (romandd di S. M. ch^ Ha intetìzione di coni«^ 
pcraria ; e di aggiugnerla alla Cesarea i Se lo fa- 
rìi farà una cosa degna di uii tant0 Principe,' 
é né anco iiì questo? avrà chi lo eguagli . Ab- 
bonda di Mss:<, antichi e moderni curiosissimi ; 
di edi&ioni antiche i di libri rarissimi in ogni 
genere^ e jftridcipalmcrite Italiahi . Le legature 
soti quasi tutte in damaschind con oro. Ih som- 
nìst per ogni verso è singolare. Vengo ai vostri 
libri di nuovd acquisto. Quella leggenda antica 
ili verso di S. Giusto P-iladino trovasi notata fra 
i libri da the veduti nella libreria del Boldu .' 
1' Autore di essa mi è affatto Ignoto . La Vita 
disperata di; Eurialo d'Ascoli in ottava rima noti 
so se sia. differente drfle stariie di lui ; che si 
leggono fra quelle raccolte dal Dolce nel I. lU 
bro , ò dal Terminiò nel IL delle Stanze di di- 
versi ; Tra là opere dici Magagnò iti lingua Pa- 
dovana troVarisi alcun! coaipcfnimeriti del Petrar- 
ca trasformati nella medesima lingua ; Voi po- 
trete €olla2iotiare > se vi sieno inclusi (Quelli 4 
dh« avete' nel Vostro libricciuolo i Fra ' le ariti- 
ct^ «dizioni di Dante ponete anche le due se- 
, goeriti notate fielle mie mériiorie .' In fine di una 
leggeri a caratteri majuscoli .• ÈxpUcitLihrhsnr^ 
Hs imptissus d Magistré Federico Veronensi ♦ 
M.CCGG.LXXIL q%int^àecimo Kalendas Ahìu^ 
iti i^ É' in foglio («cclolo .' Nell'anno' seguente 
MCCCCLXXJIL fu tistampato ih {ogììàper An-^ 

ioniuffi 



À p ò % T o L ó Z % n òì 7^ , 
imi^ Zarmum Pifinmnsem . L^ mia. Opeta si 
reificherà due o tre altre volte nella settimani 
Ventura • E' indicibile V applauso cbe ha conse- 
guitò • Prestò ne avrete dieci esemplari ^ t|re per 
voi , e sette pei gli anuci i 'd npxjjq de* quali tro-^ 
veirete notato nella sopracdperta é Ve n' e per 
voi uh esemplare, iti Tedesco > e vi ho posto ani» 
che una còpia dell' Aténaide , che mi e riuscito 
di ritrovare per voi i sapeddò che nod l' avete i 
Salutate la SigT Madre i le Sorelle i, e tutti dt 
casa ; Vi abbraccio di cu^re i è iòno • • • » 

^ 48S* ^l iil* ^^* GÌHS€ffe Bini « s Mil4»e i 

^ , FiiìtM4 li* Navémire 1719* \ 

ESibitore della presente a V. S. lUma sari il 
^Sig* Giovanni Fiiipfàni mio concittadino 9. e 
Fratello del Sigi t^ierantonio ,; mio caro amico i 
e dimorante qui id. Vienna i a cui non ho' po^ 
tùtò ricusare un'e$cace raccomaadasioné p^ésA 
di lei a favore di dètttf Sig* suo fratelli ; che 
sta per trasferirsi in <otesta Città per l'affare m. 
lei ben noto del geìkral Perticato da farsi sòttOr 
la iaspeàsióne , e direzione del Sig. Marinoni # 
Io credd che il merito delSig^F^ieraòtòniò,' v«r- 
, satissihiò nelle cose matematiche sia ben not» 
à V. S. lUmai ed lo l[ assicura che ben degna 
di lui fratello e. il Sig. Giova^nni , neUa cui 
p^sbnà id le raccomando un altro me st^s^ ^ 
accertandola che quanto dia òp«:eti a favoir dd^ 
medesimo i obbligherà Iqi , m me <t<^9 wt mei; 

^ desi- 



fa ' t E T T < H 1^ ■ fl! I 

desimo tempo • Con egual libertà pregola valere 
^ delia tuia debolezzia in agni incóntro , e eoa', 
tutto r ossequio iqno ... 

489. -4/ A Pier Cdt^iw Zen0. a Fèncxi^y 

' / ' ^ 

f^enna aj. Novembre 1719. 

1 Libri mi sot^o stati tutti carissimi , e in par* 
ticòiàre*. V Anastasio cpsì bene ^tàm^to e le- 
gato . Uscito che sia il II. Tomo , proccurate- 
melo immediate da R^oma , e fategli fare una 
legatura compagna . Lo si^s^ farete del? altip ^ 
che si ristampa sotto la direzione dell' Ab. Vi- 
gnoli . Ho ietto attentamente ' da capo a piedi 
le annotaa^ioni che avete fatte alla Vita del Aio- 
ròsini, e mi soiio éstremàmenfee piaciute per 
ógni capo « Non ci hoHri trovato che ridire. Tut- 
te 'sono ben fondate , e benissimo stk^t\ Da 
cise ho apprese molte cose curiose , eh* io non 
ajipev4> e non dubito puntò. , che da tutti saran- 
no applaudite e kkiaté. Penso di n^andare a Voi 
fe memorie c;hé tierigo, pet far la Vita del Na- 
lii ; poiché qui non ho libri ', ne modo da ris- 
oontrarie, ne da arricchirle • La settimana ven- 
tura scriverò al P,BertoÌlo per ringraziarlo deli'^ 
estratto , e ve* Ile manderò la Novella lettera- 
ria» sì per il libro , sì per il medesimo estrat- 
to ; Sono assai più irtibiaràzzato per quel Ms,*del 
Sig. Alessandro Marcellp.. Seguane che può, io 
ifli dirò con libertà e sincerità, il mio patere ; 
cioè Jhé 4on dia alle stainpe qjuellei sue bazze- 
cole.- 



A P Q $ T O. E O Z S H O « ti 

Cok,. Dello stesso parere * è 1 Sig. Parlati , al 
qu^e le ho latte vedere • Cèrtamente mi rin- 
cresce, che non abbiate fetta memoria di quel 
«ometto di Lodovico di Monticellò^ ed in qual 
jlibro ei si trovi . Con e^o si confuterebbe in 
qualche modo. 1! opiiyone di chi lo fa GatxlQfiL-' 
ije 9 e si. yei;rqbbc fope in cognizicoxe del tempo 
in cui. vi^se . Iprse unNaltra yoUa vi. verjrà sot- 
to r.ocichio. Circa-, il nuovo libra del Sjgn Mar^ 
cliese\^a£ki scriverò aj ipedesimos perchè nne la 
f jiccia. ay^c per qualche strada, più probità 5 mci^ 
tre voi per adesso non avete modo, di spedirme- 
li . hjji prcine per altro di averU piìi pr^^o ch^ 
4ia pofsibil^, vojendo servirlo^ per U distribuzio- 
ne di essi; e se a voi capita congiuntat:a straor-r 
dinaria , mi. farete favore a valeryène . Mi ha 
fetto ridere U Novella del grai?^ lib^rcglp d§l 
Danielli, il, quale ha la glocìa di essere statò i| 
primo adattacele si bravamente , comesa]2.ete, i|/ 
QiQCniile, Manderq la m<5daglia dei Varghi, con, 
patto, però di restituzione , npn volendo Ì9 di^ 
mipuire la serie d$U^. medaglie iterane che ten- 
go j agzi vorrei accresceva j e s,e voi ne trova* 
ste mai alcuna, non risparmiate danaro per aQ«, 
quistarnie]a , massimamente quando sia . di conio ,, 
C ben conservata • £. per^ i^ne ahbrac^iai\dqyi ^ 
lesto > e xg^: c^ico • • « • ^ 



I 



r 



tZ L È t T ^ K £ 6 I 

49Ó. u^l Sii. Mkrco Bédoàràé à ^tmxSà é 

IO posso dire, che è liata , cresciuta , è iii-» 
vecchiata cóft me la mia divozione , e ( mi 
pentietta 11 dirlo ) aihicizìa verso di V. E. sen- 
za che inai possa riit^róVefarmi il mio core di- 
averle datò aleuti isegnó di muitfUó mancameli* 
te. L'ho coltivata con tutta J^eligiosltà j e per 
genici e per debito; essendo stato da lei idran- 
te ocirónrenie favorito e onorato . Là méniorià 
dei favori, che TE; V* mi ha cómpiirtiti , è sì 
fermamente impressa tìeiP inimo mìo , che nóii 
può essere cancellata da qiiAlutìque sinistrò acci- 
dente, odaqual^i^ia altrui contralria reiatióncé 
E benché nell' affare del passato carnovale j di 
cui non Vo* più sovvenirmi i mi sia statò rappre- 
sentato aver lei operate diversamehte dà quello, 
che pifesentenièhté mi scrive 5 10 Vogiid credere 
più tosto alle sue cortesi c^spressionl , che all' 
altrui ptùvé • Il thfe fo tanto più voìotitieìri , 
quanto cf^e mi sarebbe e troppo difficile e tròp- 
po amaro ^ dover pei^^are una éosa tanto lonta- 
na dai suo òostmne $ e tanto poco da mfc meri- 
tata* Le dichiaro inoltre, che Sé anche taliX)sa 
fosse stÀa. vera ^ e che io avessi potuto /èsserne 
persuaso; tutto questo però nulla in m|é avrebbe 
potuto diminuire di quell* antico e sìncero osse- 
quio , che le professo . Sono e sarò sempre lo 
stesso p che- sono stato , cioè a dire • . • • 

49i« 



A p 9 « T p L Q Z 1 ur o , 9| 

Viemm j^ Dicemkrt 1719* 

MI è stata di rkcrescimento la ntaova Ads 
la iptocte del $ìg« Abate IkMnetiicd de Aà-i 
gelis^rniQ amico da molti aaiti. Saria beae di]> 
i|e qualche CQsa ne^ Giornale ^ oveca4era.il tosa** 
po della su^, morte • Potete scriverne ini Napoli 
air Egitto , ^^er^ suo antico ^ « a 041 aoasarji, 
difficile ti farsi v^ce le notiqcie ttecessacie da, 
Lecce « Sa vani Tomi 4el QixMmaie si è ragiona-^ 
to 4i lui 9 ^ dell' opere sue . Noa sia^ stati d^ 
accorda iiitorfio alla patria 4i Snnio: nel qual 
punto ^èr verkà il torto è dal canto suo • L^ 
amoc deUa patria ^ q1. desiderio di esaltarla £1 
$pes9o dir 4eUe ^o^> clie $en;s^ t^^nstb tioit %\ 
direbboQo, massimatomite ila fe^dn^ «ofiisate ^ 
Le inondazioQi seguita va, varie parti d' Italia^^ 
massioìamente nel Veronese, «sono ^ate scritte di 
costi geheraliQentè, i^fi soa trovati ffla^ori di 
quello dbi^ €i temeva, i danni infeitid. Sentirla 
peste .a^ai vicina alli^ iiostra Dalmazia « Elia si 
fa sentire ìs^ Croazia e in Valacha, e in altre 
parti di questo^ Cesareo dominio, Li^ Polonia i^oi]^ 
ne va Gs^^x^ . Piaccia a Dio , che un «ì grat^ 
flagello noi^ si approssimi a noi di' vantaggio • 
Per le due ultime edizioni di Dante , quella di 
Federigo V^^resuese nd 1472. non^ha espre^o i| 
ioogo; ma, sarà stata ptvibatriltTiente in Venezia^ 
dove etam}^ altri; ops^ il medesimo : ma non 4 

Fi può 



f4 Lk¥T|R£]>I 

può asserìdà^^an franchezza» mentre ìnque'prì* 
mi tewfi della $tanq>a gli artefici non istayapo 
sempre fermi in un luogo. L'altra fatta. da An- 
tonio ^arotto Parmigiano nel 1473. e sicuramen- 
te in Milano. A proposito di antiche edizioni , 
te mai ne vedeste alcuna btu avanti il i^6Ì» 
Vi prego di rendermene avvisato • Qjielle che 
mi son note sino a quel tempo, sono le se^ 
goenti. 

Ps4lmarum CoJUx • Afogunt* 1 45 7. fel. 
Dnrandi Rationale . Mogunt. 1 45 9. foL 
Canstitut. CkfHint.F'. M0gHnt. jj^6o. fol. 
iìionr PnelUrum . VènH^ 14^1* 4*^«f^ 

NÌ€ol. Jens9n. La 
data è falsa, do- 
N irendQ stare 1471* 

Miklia Latina . Mogimu 1 46 2 . foL t. I|r 

Pt^letnaei Ccsmogrof. Bonon. 1462. fol. 
Bihlia Latina • Parii , 1 464. foL 

Ciaronij Officia . Mogunt^ 1 4^ 5 • fol^ 
LoElantius • Sub taci • 1465. foL 

Ciceronis Officia « Mogunt. 1 466. fol. 
Bilfiia Latina. Aug.Find.i^6é*{6ì^ 

S* Aug. di Civ. Dei • JRomae • 1 4^ 7* foL 
C/V. ii4 FamiL Ramae • 1 467. fol. 

fr/wr. Fiorii de jlm* Trenti . 146 7. 4. 
^f . 7*i&»i». jiq. Sec. Sic. Mogunt f ì 46 7. foL 

Dissi di sopra che il Decer PueUarum fu impresa 
so da Niccolò Jenson nel 1471. e non come 
^a peir ìmpreiso nel i^6u Oltre molte ragìpni» 

cbCv 



che mi vi persuadono, io aveva, e debbo aVé 
re o tra i miscellanei in quarta, o tra i libri 
sciolti, ajlcuni fogli 'mancanti del principio di 
un libro spiritijale ; In fine del quale . sta nota^ 
to il detto anno M.CCCC.LXXL similissimo in 
tutto di carta, impressione i e carattere al De-k 
cor PueUarum . Pregovi di far diligenza con vo- 
stro comodo di rinvenire i detti fogli, è altri 
elle vi fossero annessi di altro opuscolo altre^ 
spirituale , dove non vi ìsi legge alcuna data di 
stampa . Avvertite , che tutti sono in lingua vóK 
gare; tuttoché giusta l'usò di allora portino il 
titolo Latino. Il mdtivo per cui debbo servire 
mene , si e per fare alcune Dissertazioni di giun^ 
te e correzioni sopra il libro ultimamente usci« 
to in Olanda col titolo di Ahnsleé TypographU 
vi ; assai curiosò , di Michele Maittai^e : di. cui 
non vi sarebbe inutile il provvedervi. Costi ne 
avelia il Coleti. Le dette Dissertazioni inserirò 
un giórno héL Giornale, e saranno assai gu$to« 
se per chi si diletta di simili antichità per F 
istoria della stampa •' Fra' miei libri , che tengo 
in Venezia, ne tengo moltissimi^ non accennj^* 
ti dal Maittairef: pure con V ajutò delle mie mo> , 
mori^ ,. che 60 qui ; ne ho pdiiri in registro fi* 
tkoti sino a dugento,^ fra i quali ve ne soìiodi 
eurìòsissimi , non nominati ih alcun catalogo « 
La notizia di q^ei trio opuscoktti dativi daU^ 
Hertz mi è stata per questa cagiòiìe a^ai gra- 
ta. Ne' miei libri debbo anch'io avere uh Mo» 
désto Ut re militari A antichissima edizioae ^ 
ina non $0^ se sia Io stesso £he il v^tró^ S^ 

F 3 ^ Ìuti# 



St JLiET7£mB»I 

UUàU la Sif. Mjidft, le Socelle, e gli amici. 

Addio di cuore. 

PUmbh i^ Dicewfhre 17X9. 

QOalottqua sia Tepera» die ai stauq» aFer» 
^rata^ degli Scrittoci Fiorentioi , £ite che 
subito io r abbia • Non può essere , che 
quella dd già Medico CiiieUi* Apcora esce \m 
oampo quel matto del Pseudogiornaliita ForUve- 
ie? non l egli stanco di iFarsi be&re da tutti > 
Lodo PedixiMe di tutte 1' opere del Trissino -. 
Ma si farà ella eoo gli omicroHy e togli omei* 
ga, e con la solita ortografia di quel grand' uo- 
mo? O li lasci) o si ponga, vi sarà molto che 
dire • Fra i Imiei Mss« ve ne sono alcuni àa. rac* 
colte di rime di diversi autori del seccào XVL 
e fra tut non pochi componimenti del Trissino • 
Saria beo fatto il fune il riscontro , se ve ne 
iieno d'inediti* Oltre le cose volgari in verso 
#d in prosa, «on so se sappiano esservi di lui 
ont GramaticaLi&tina stampata in ottavo. Io la 
vidi una volta sul banchetto del Paoli • Rico- 
piai il titolo e T edizione ^ e feci la bestialitldi 
non impiegare pochi quattrini a comprarla. Tor« 
Mi a tale effetto, ma la ritrovai già venduta « 
Di quanti parlano del Trisisino , non "so se al^ 
euno faccia mensione di questa sua Gramatica. 
Anni sono, xhfìo diedi fuori nel L Voi. della 
Galleria la Vita di osso : ma se ora V avessi k 

seri- 



ApQiToto ZiMo; t7 
scrivere 9 la rìfomierei tutta d^ capo a piedi : 
onde $c io ac fo ora sì poco conto , avvertite 
ai^cUe i Sigg- yolpi a non hx sopra essa alcun 
feiidameAto • Le scritture uscite a favore e con- 
tra la sua opinione per le lettere aggiunte all' 
nUabeto Itaiianp , si dovrebbono tutte inserire 
sieir edizione suddetta > essendo rarissime » e assai 
curiQse. Nelle Lettere Mss« di ci^a Gualdo, che 
;^vete nella Libreria del Gmvento> ve ne sono 
alcune del Trissino, per quanto ora cosi in due 
piedi ise iie sovviene * Nel, Vocabolario di Fa- 
bricio. da Luna alla vcic^ Sruffs^ credo che vi 
sia allegato un sonetto del Trissino. Voi lo po- 
trete vedere ne* miei libri di lingua « Può essere 
però ch'io m'inganni» O quanto più volentieri 
jittenderei a sì fatti miei primi studj, che a quo» 
$tt bazzecole Drammatiche ! ma bisogna avec 
^pazienza» e accomodarsi al tempo e albisog^no, 
sinché a Pio piaccia • Vi abbraccio di cuore > 
^ sono • • « t 

493* ^l, Sig. jindrM CèriMto . 4 DnsJU • 

ffUnnd 2%. Dic^^nkre I7Z9. 

MI ha sensibilmente travagliato, e per suo 
e per vòstro^ ^iguaixlQ, ravviso della ma« 
laUia sopravvenuta all'Eccmo' Foscari s^ e non 
dubito, punto , che la vostra compagnia ed assi'^ 
sDenza ipon gU sia^ stata di un gra^e ajoto e 
sollievo 1^ Qliest^ voha yoi avete seo^, oberato e 
<a buon medico 3^ e da bupn amico • Applaude^ 

Fa al 



Sf Lettere d' i 

al eoQsiglio preso da Vdi di non abhihdoÀvlò i 
se in migliore Stato noti 1<) Vedete e lasciate^ 
Riveritelo divotamente da patte mia, e ditè^ 
gli i eh' io pure sto con ansietà di sentirlo per^ 
fattamente guarito: U non poter lui seguire là 
Mi S; per Varsavia gli dirà certo afflizione.* ma 
reseguire a nostro talento i disegni non .e iti 
4Qostra potestà, e conviene umiliarsi allo supré« 
me Divine disposizioni • Io non mancherò di fà^ 
re quanto mi comandate j .con queliti Eccmi Am-> 
baiciatori, Grimani e Friuli; e a buon conto Id 
farò con quest' ultimo ; appresso il quale vo ai' 
pranzo questa mattina: né mi scorderò di par^* 
lare a lóro £cc;2e di voi ; di cui continuamente 
mi dimandàh novelle. Poiché andate alla Fiera 
di^ Lipsia j dóve vi desidero betie e fortuha; far 
te diligenza di ritrovare due eseinplari , . uno de' 
quali ha da servire per il Padre nostro fratello ; 
delle Letttre Itdiààt k Francesi del Cardinal 
Santacroce ; ultimamente stampate in. Olanda ; 
e due altri del PastorFido, ultimamente ristane 
pato in Londra con le annotslzioni di Paelante- 
nio Rollìi e illustrato , credo io , <on figure ; 
Vedete altresì i se a caso trovaste il terzo, el 
quarto tomo, stampati ih Oxford già pochi anni 
ìa 8. del libro intitolato Geogràphiae Vetèris Scri^ 
ft&resGraeci minotes ^ per opera di Gio. Hudson^ 
come ancora il secondo ; terzo ^ e quarto tomo in 
foglio dell' Opera intitolata ScHpcores Rerum FtéM^ 
cicarum, impressa in Parigi j e raccolta da An- 
drea Duchesne • Il primo , e 1 quinto tomo SO'^ 
no tra' miei libri in Venesrìa ; Desidererei anche r 

ebf 



A p d i; T b t ò Z-B N«é« Sf 
tbé^ficèkcaste*, e trovaste un librìcèiuola stanU 
pató iii luzoUtdA 1604. 4* ovvero in O^^eojK 
ghéh; Lat. Hé^niéM in S. ovvero 0^J4/Ì4r > noti 
so se in f. o in 8. ton questo titolo : Juvenci 
Coelii Celimi BédmMéU de Attiléu Fhdz il qua^ 
le mi t>reme mc^tò di avete. Se avessi i cata« 
loghi di que' libri ; e principalmente <]udli del; 
Frìtscb^; ne sceglierei qualche nuxiera di mioi^ 
tuo. Oliando siete in qtiéUa città > parlate di me 
al dettò Sig. Fritsch » e ditegli , che desidero di 
carteggiare coii loii essendomi noto per le^ su^ 
buone qualità; Ma i tempo; che finisca 4 ìiSig. 
Ippolito vi saluta i ed io tòno di cuore ^ comtf 
por . di cóore vi sto aspettando • • . • 

Degli Atti degli Eruditi di Lipsia comptatè^ 
mi legati in Rustico > cioè non punto tóndati.» 
io^ con semplice coperta di citta a onde ; gli 
anni 1684. i685f i68é« z687« 1(88* léif^ 
téf^ i<>i. 17x8. lyif* 

494. jli medesima, à ZfriJidai 

Qui si è Cominciato u nuovo anno coti 
^pessiiiyi auspicj ^ e cori universale dispiaci- 
mento. Lunedì mattina alle ore 7; 1' Augustis* 
sima Imperatrice Madre è stata A>rp'resa da un 
accidente apopletico ^ in teiiipoy che sola orava 
nella sua Cappella domestica; dove, dopo cssei^ 
ai fatta aspettare gran tempo dal/ tuo Padre spi* 
rituale g fu i:itrevata dtste^ boccone a ienra\dal^ 



f% . 1 £ X T i n $ D i; 

k Dama , fba in quel gìcMmo U tQ^uv» li 

aratiiQaAti^ <( V avella > cba dia oca b^ mai 
WAiperata d' aUoca . | medici > e tutti geii^ral- 
nMS|te la daoao par noorta» 9 solo per evideoto 
iQtrafolo di Ilio piìà. riinetfóm * La città ti' à 
perciò iiiopnscJtabUe^ mas^imauxei^t^ la povertà , 
«dia qualci infinite psci£(ne viv^vaiio delle car 
Bla» àìt m^ all^ nsadesime cqtnps^iva. Nulla 
tt dico ddUL' Angustissima. Padrosuuxza » la quale 
se è «nooqsalahile: nulla p^re vi dico» 4% xm ^ 
%k^ itie sento il do|ofD nell'anima per molti rv* 
«oacdi ^ S&accia a Dio ^gnpre di rlguardvoa 
con la sua infinita ckmei^^ e d^ renderci con- 
dolati » col conservarne una tanta Principessa , 
qht i lo sp£»:cbia dslla v£ra pielià rali^iofie « 
Sempre pia' nti rallogco ddla, i^cupecata salute di 
Sv £. Tó^m j< il quale vi pr^go di rivmr^ a 
mio nome • La camera presa j^t voi ^ ancbe, di 
tutto mip comodo , oi\de doppiamente tie sono 
contentissiniQii ^ la lu aspetto a tjkuccia ,^ e^ cuore 
aperto. Non vi dia fastidio > quanto costì si di-^ 
scorze $apt^ le cUffefe^ae a voi note . $e vi fos-* 
se stato qualche pericolo , npn avrei mancato di 
dounrene avviso « Qra vi dica.) che i torbid(^ si 
sono rassecenati in gcan pa^t^ -, e ve ne do per 
con^Hissegfio la, licen:^ cionoeduta dal <>^^^ Pub- 
Uica a & £• Croccuralor erlinani di ri^atrlare: 
il di0 prima eragli sftato^ magato per le dUScol- 
ti sopra^uenate • U Sig. j^pollta vi saluta cara- 
iimt»» f a^ft fier. ma |a stosso al Sig.^ Avanzo } 
per fina abiMcacddndovi «està • . • • 

495- 



■< ■ ■ 

VI xet^ grazie degli ^vveirrtme^ti > ^^ n^ 
date Ì0lQf«o al P-apirip . Molte delle qq* 
se, che non vi approvata» io T avea prevedute :. 
ma espressaniante ho volato farle : ^ e^cQue l^ 
ragicmi. Non ho dato il nome di Fabia allaé*; 
gliuola di Marco Fabio ^ poiché pur tr<^pQ 1^ 
ripetizione del nome di Fabio Ael padr^ e ndt 
figliuolo età disgustosa all' oreccbio Isella musi- 
ca: il qua} disgusto si sarebbe accresciuto t ^e 
vi aggìugneva anche quejlo di Fabia* Ho presq 
U nome di Rutilia non afl^tto straniero "t^lh 
gente Fabia ^ stante il cogncund di in^Uén^. ct^^i 
aveva il friatello per le cagioni > che voi sapete •> 
Ho caricata poi V Opera di lentimenti , poidhQ 
questi sono ciò che più piace alla Cort§ ^ f 
massimamente al Padrone } e àXk quando ^ra ia 
Venezia» e che fulativerire cotesto Ambasciatore 
Cesareo, egli me ne diede V avvertimento ^ ast 
sicurandomi esser ^questo il piacere della M* S, 
la quale benignamente mi as^icuìrò , che niuaa 
delle mie Opete eragli piaciuta pia di questa 9 
solo per tal ragione. La cosa del trionfo Ȏ degli 
auspicj è verissima ì> e se oss^verete la trovaret<t 
rinfacciata dal Dittatore aQ;F. il quale come in 
tutta quell'impresa si esportò con troppo imt>etq 
giovasse ^ cosi anche si figure che )a sua vit- 
toria gli |»t6Ml0 dare questo privil^io conira l' 

uso 



< 



i± L fi T t < « t li i. 

uso e le leggi» e di fatto egli arse le spoglie 
e i trofei militari ottenuti nella vittòria , accicfc- 
chè' di ^ssi non si valesse il Dittatore nel tri- 
onfo 5 come dice Livio • Id una Tragedia si pos« 
sono osservar religiosamente sì fatte regole, an-^ 
ti sì debboiio. In un Dramma bisogna darqual<- 
che Còsa air abuso del secolo, iila decoraziodle , 
ed alla Musica . Io lo veggo verificare tuttcr, 
giorno per isperienza , e nel Papirio principale 
mente, che riusci a maraviglia i Per la mozio« 
ne degH affìtti v*ha quanto basta; massimamenu 
te per litìa Corte ^ dove il patecicd nort hamoK 
ta i^Oga: il che sarà cagióne che spesso mi al-* 
lontanerò da certe maniere' , che io per lo pas- 
sato ^ stando in Italia j mi ei^a prescritte • Del 
resto sono del vostro paerere ,; che P Ifigenia sia 
Ihi^iore del Papirio : ma pure qui è piaciuto^ 
questo molto più, che T altra.' Ma di ciò abba* 
stanfa, coilfessandd solo di nuovo , che le vo- 
stre opposiziodi iono. giuste e fagtonevoH, ephe 
le mie difese sono più apparenti,- che_sòde, 

Dell'Istoria della Biblioteca Fabriciaxta sond 
usiiiti il secondo , ed il terzo totno , e hth che 
gii abbiate , siccome io pure? li tengo. Nel se-^ 
cdido di essi si fa un articolo sopra il Vossia 
degli Storici Greci e Latini ,' e vi ri pongono in 
ristretto tutte le censure ch'io ne ho fatte nel 
Giornale , senza confutarne al<^una , mentre tut- 
te si approvano . Egli è però vero , che jtu si 
fa dire più cose; eh* io non itti sono mai sognai 
tej e ciò per non avere il buon Tedesco capi- 
to ben r Italiano i Nel terao tomd é. cits^ ai** 
' tresì--- 



trest spesso il Gìomak, ed espresswieat^ yi 4 
parla di me con lode : ti che pure ha fatto Qio. 
Albei:to Fabrìdp nel tomp IX* della Biblioteca 
Greca ultimaniente $taihpatai eh* io )ìonhoma|ì« 
oitq di prendéines ^vendò gli altri costi ^ ^e£c^r* 
se un gÌ0i?iQ farò venire» quaodp ini septa k^ 
risoluto a fermarini ili qQe^te pairti i dovq ffi/c 
altro ogni giò^o più nù^ $eqto mepc^ acpomodacr 
si raninio a starvi* 

In pi;QposiCQ del trionfo ricercate; ^a CU Fabio» 
benché iK>n gli competesse, ve ne ha uq esem- 
pio consimile in P»ScipÌQpej che pQÌ fu cogno- 
minato Africanq. Egli es^et^dq nella Spagna ^ine 
ifUf m4iisttéUH y cqmiQ disse Valerio Massimo » ^ 
né caccio i Cartaginése e fe^$ cose diiniisimds 
trinmpho : onde Livio al libro XXVIII; di ciò. 
parlando, lascio scritto : Obhéu res gestds ^ MA- 
GIS TENTATA EST TRIUMPm SPES, vm 
fcfita pertinaciter \ quid ^eminem dd cdm diem 
ttiiìff^tk^si y qui sin^ mdiistr*ttu res gessisset , 
constéAdt . Il giovine Fabio fo che anch* egli ten^ 
td U trionfò, e'i dimanda al penata coii Matte- 
rà ^ Non vi $i Qstijia , ^ abbi^ucia i trofei ' per ^ 
invidiasse nqn f^ vero T attentato» nulla però 
vi ba d^»inverisimile , massimamente considerato 
il cafattere di lui giovanile ; di ci^i poscia si 
ravvide io njaniera , che divenne col tcmporeg» 
giare ij salvatore di" Rpma , e ne ottenne il so- 
prannome di Massimo • Notate anche. , che L. 
Lenitilo ottenne dal fenato la Qvawnf per le 
cose di Spagna , tuttoché non fosse ntqne 2>/« 
^AtoTy ncque Conml^ nfmiPrm^r* Uv. XXXI. 

Dipoi 



Bip^ la, <o0i5a andò M disilo ^ e siidforfe anc&e 
H tmhfó Sl chi Hcm a>^ea ancora ottenuto alcun 
Am§istl:a«ft , e ^oa ^rair p\ir Senatore^ • Cosi duft 
volte trionfò Pompeo allora semplice CataUei: 
Rtimaaftb, runa ^eU' Afrièa , V altra della Spa« 
IHà: Mndtm "nttltim imWùnm ^iiapwMmi trinine 
phki/lt*^ Mix^VIII. Ctò che fa cont:e4uto dàt^iy 
io fb notamente dimandate a Q^ Fabio senza ot- 
tenerlo. Ho aggiunto opesta coie per cìempiero 
il lòglio . QiÀ éai ftimo gioritei del nuovo an* 
aO) sino ad oggi) tutta la Corte é in triste^-- 
za> 1^ la eadt^ apdpletica ddir f inperatrice Ma^ 
écti Sóf^uwaiiutale alle 7. ott dei tnattino del 
primo giorni . Sta m i^a coatinna agonia » 
j^èttfe^avet pia feriate . Iddio AC; c<Miservi tatti $ 
Amatfi^i> e MìA9 $ ^ ^ r 

{S|9«, ^ Sii;. Jlf^tMi, CétHÉra^ u Dresda^ 

f^^nm 14. Cfenni^u lyio» 

DKjt ^Mt intere #d capitalo in unnibde- 
Simo punto ; 1^ una àn data di Lipsia 17* 
6astxa^> rdtera di Dresda 19^ detto* Coprimi®** 
ransmite ma rallegro ^ra tutto delia vostra per- 
^a «Unte^ e feUoe Htómo co$ti: eque^amia 
eonieni«9:fca «trtbbe ancora più grande , . se le 
vostre o^se fo$^ero andato alla Fiera di iniglior 
pa$2>& di <^llo che sono andat^. L'aver coma*^ 
nfe wm tutti gli altri la sinistra sorte , oon è 
fifie$$o iA« mitici il mio dispiacere ^ ma pare 
bìeajna «LpcromiMtiMi ^ì% con^^mtura de^ ten^ ^ 

Air 



ApOStoLO Z t u q: ^^ 
All'Eect&o Foscarì^ the riverirete a mio nome,* 
e del Cui totale migilarainento hd sommo pia^ 
cere ^ già ri^po^ la settimana passata ; e da es« 
sa lettera ) neh m64d che da altre patti avrete 
ifittsa la grave p^Mita ^ che abbiam fatta dellat 
Itupeiattice Madre, «laiicata cdd universale dia-» 
piacimento • Ttttea la Corte ffe ^rta xlegii abi^ 
ti di ttétó il cotuccfo ^ il 4|ualè dorarà pet un 
anno intéro ì sicché voi vénendé rosti dovete 
pu»s atidar te^itb di nem con abito semplice ^ 
e sant'alito gua^nimento 5 o riiiàmoi i^n merla 
nei manichetti^ o crovata : noti boxdo 6 altra 
ael capello : ^iti una paiola tutto sem^piice e 
schietto di panilo ^ coA fodra di seta ^ e bòtto^ 
ai ^\ift di seta i Noti é neeessai^io» che. sia ve^ 
stito di nero il servitore ; [loicbé Ìl luto non è 
di ultima strettezza » e non lo fanno né i Mii* 
nistri^ ne quelli, che sono al servigio di S«M. 
C. C Risparmiate pertanto di fare l'altro abito 
ricco, che mi accennate* Sa Iddio j, el mio cuo- 
re 3 se hd tutta V ìmpaìeienza di abbracciarvi > 
ma se la dilaziorie può essere di vantaggio ai 
vostri interessi 5 é beìie die vi fermiate per tut- 
to qiiel tefì^4 ehe visembtaspediente» aDres^ 
da* Non vi dia alcun fastidio » &è scrupolo li 
ttàttetii^iri fuori d* Italia più di qudlo ^ che vi 
poteste efsse^è statò ^rme^so . Si sa bene ^ càr 
simlir viaggi noti pOs^o«ió essete misurati :^ sbc^ 
tilmeiite» che il ttdsgreditne di un itnsse Tintei» 
vallo abbia ad essere ttn fallo e un deliito » 
l^lte Se dall' Bcc&o tiOi^ò Ambia^sciatorfe me ne 
satà f4ttó iMpm ^ hóki «laficher^ 4x Ibrvene nt* 

bito 



bito avviso. Intanto state con animo rìpo$^0^^ 
e tranquillo • (^i per un anno intéro saranno 
chiusi i teatri ; e 1 Dramma dal $ig. Pariatl q 
-ila me ultimamente comfsios^o e finito , non si 
^(^erà alla più breve, che ^ carnovale ven- 
fur^. Avete fatto btnissimo a spedire per via 
, di Aùgùl^ta al P. nostro fratello i libri ,. che a^ 
yete furesi per lui « Io ve ne far^ il ^al4o alla 
i^ostra veduta; le; gli avete avuti a byuc^ pf^^i^^ 
20. I cataloghi mi saranno cari ; e l'altro dbye. 
Itii acceiìnat^ anelasi cqstì facendo , vorrei averla 
avanti la Vostra partenza > poiché essendo cosa 
èuona , se ne potrebbe far; n^glio il contratto « 
Volendo v0r andare alla visita di S. M. basta 
avere una perrucca ing^ròppa^a» qc^e le mie fat<^ 
tttìii da Vqi tarici ìXk Vme^i • Le luqglie non 
fono qui in us^ . Vi abI:iraccio » e spixp « * , • 

497* -4/ Siz* Con fé di Savall^i^ 4 J^Untj^fi. 

Fienttf «. FiUmh i7Ji0, 

NEI. puftto m^desìmo^ , ch.e V E. V> mi Éa V 
onore di chiedermi la mi» opinione intor* 
Ho al. tempo preciso della dui:azione del I^tK^ 
&omano , ella ne, scioglie il, dubbio proposto cga 
tale maturità di. giudicio , che ip, no^, pps$<\c4c 
sottoscrivermi al suo savio parere. -, <^. sokunet^e 
restami di prpdiirre sppr^ di ciò a tttplo di uIk 
bidienza qualche mia pai}icolare osservazione ^ 
Dico pertanto che. il Lustra tra^ i siioi di^jersi 
signift^ati ha quello, di ui\<erto spazio di tempo » 

che 



^t ^etìza alcuna esitanza sì dee riducre a cin- 
que anni interi compiuti . Non sortì però que- 
sta voce un tale significato , $e non metafori- 
camente, è in pregressa di tempo .. Imperocché 
Servio Tullio, sesto re de' Romani, fu il pri^ 
tno che instituisse il censo^ y cioè T allibramento 
e numerazione del popolo , col registro deL va- 
lor delle rendite e facoltà dì ciascuno : e a t2(l 
£ne ordinò che tutti i cittadini, che dentro , o 
liior di Roina. abitassero > dessero in nota con 
^iurametxtò i loro beni ed entrate, e insieme il 
i^umf^rò è il nome di tutta k: loro femiglia , e^ 
indicassero il luogo della loro abitazione , riiì- 
©acciando il fisco e le verghe a chiupque' noa 
iiytszt puntualmente ubbidito • Finita questa de- 
scrizione , cpniandò^ che tutti nel^ campo Marzio 
si i^gunassero' , e fatti quivi intorno intomo 
condurre suem^ovem, & taurumy donde poita« 
li sacrificj' furono detti suavcfdHrilia , lustrò , a 
$ia, purgò con la uccisione di quegli animali V 
esercito e'I popolo, e terminò in tal manieira il 
suddetto censo, & lustrum condidit , pec, valerr^ 
mi della formula antica Latina / Ibi ikstruElum 
excrcitum omnem , dice Livio (^lik 1.44. ^j«<^ 
v€ta$^rUibui lustravi^ ) idqut conditnm lustrum 
é^pellatum , quiik is censendo finis fa^s est .v e 
perchè poi invalse il costume, che questo censo 
si &cesse di cinque in cinque anni; anche que- 
sto spazia di- tempo Lustra fii detto 4 lustrando ^ 
benché altri^ lo derivitio s luenda , perchè neliS 
«tessa occasione dovevana i gabellieri pagarèi 
f luere ) a^ pubUico. i loro appalti e gabelle. 
T^^mo IIL G ! IL 



9Ì . I» i T T JS JL E DI 

Il diritto dì fare il censo, e fornire il lustrò 
fa primieramente neir autorità del Re , 4^ cui 
passò ì quella del t!ònsole , e talvolta ancora 
a quella del l3ittatòfe : ma la mòltiplicità degli 
affafi non lasciando mòdo a .questi primi magi- 
strati della Repubblica di potere attendere agia,- 
taiUente a cosa sì utile > è sì necessaria i Y m^ 
no di Roma 510. fu prósà risoluzione di eleg- 
gere e deputare a ciò due Senatòri } i quali dall' 
obbligo; che. avevano di fai'é il c^ìisoì furqtiòde- 
nomittati C^^/<?rz ) e perchè il censo ed il lustro 
norl potei farsi , che in capo ad ogni qHinqneru 
nio^ fu determinato che la loro dignità cinqu* 
anni appùAto durasse , e che nell* ultimò anno 
dèi loro magistrato lusrrum condirCnt i Di che 
Ascònio Pediàho (' In Cic. p. zip. ). ce riè fa 
fede: Regendis vioYlbus civitatis Consorti quin- 
ta j:iyoQiJE ANNO creari solebant . • . liAerh' fóm^ 
pleto QUINQUENNIO, urhem Instr^hAnt • Ma di là 
a npv« anni Mamerco Emilio Dittatore rappre-» 
sentando al popolo non esselr. bene , che in un^ 
governo , ove gli altri magistrati erano annui , 
la sola censura fosse quin(iutnndh , portò una 
legge che i nuovi Censori v\ ogili tininqùunniff 
fossero bensì eletti ^ ma che la censura non più 
che diciottó mesi durasse . Ora io lasciatìdo que- 
ste ed altre cose da parte , dirò francamente che 
se bcjtie la dignità del Censore fu limitata t più 
breve tempo di prima j il censo ed il lustro si 
osservarono religiosamente in 4ne d* ogni 5»/;?- 
quennio ; e che a minoif numero d' anni lìon dee 
in veran modo applicarsi il lignificato di que- 
sta 



A . P O; S . T 1* O Z E N Ó ^ JJ9 

Sta voce lustro , qualunque voltai ella? si trovi 
Usata dagli scritto^; laonde insegna saviamente 
il Turnebé ( Adv€rS4r.'yii'^ zu ) che censo lu-^ 
strale è ìd stesso, clje qiiingn:enndU ^j detto qosx 
a differenza dall* equestre , dal senatorio,, e da 
quello che si facCTa nelle prò viride dell' Jmpe-» 
rio Romano ; Sceglierò alcuni esempli tra mol- 
ti^ <:he in prpv^ potrei addurre. 

Varrone , il dottissimo fra i itomani ^ inerita 
il primo Wgo; LustrÙm^; die' egli ( de (.Lvd 
2. ) nomMMtum tempus quinquennaie alnenàol 
hoc est Solvendo : quoà ojjinto anno ve^igatia> 
& trihiit4 per ciìtsores persohcbantur ; Ne Festo 
( de verb\ signif. ) diversamente ne giudica : lu- 
ìtrum , CHfl'i eJHsdem vofaluli prima syltnha pro^ 
dncùnr li significat nunc tefhpy^s QìjinQjt^nnale ^ 
fìunc populi Instrationem '. Qyindi e , che presso 
gli antichi scrittori bene spesso si uniscono que- 
sti due termini quinquenhio e lustro j conie una» 
tosa iTiedesima. Nerone (Tacit.AnnaL xiy. zo.) 
inst.ituì i giuochi qyiNQtJENJiALi , essendo lui 
Console per la quarta volta insieme con Come* 
lio Cosso i cioè Tanno^di fcoma 8i2, e deire- 
ira volgare 6o. Di là a cinqu*anni cioè di Ro- 
ma 817. e deir era volgare é'5. essendo Con- 
soli P. Silio Nerva ^ ^ C. CfuHo Attico Vesti- 
no, si celebrarono pej^ la àeconda volta sotto 
il medesimo Imperatore i giuochi qùinoIienna- 
n , dei quali Taéito ( ^nnal. xvi. 2. ) facen- 
do menzione dice, che, ^i facevano nel lustro 
secondo j ac forte qjjiììq^ei^ì;ai^ ludicrum se- 
amdo iusTRo celehabatnr . XJyesti giuochi QJJl5^ 

G 2 cty£N- 



109 L t T T i II 9 sr I 

oyENKAti) a cui imita^slone dip^i sì instituiro* 
no i decennali > e ì vieennéUi , passarono in usa 
ancfie sotto altri Cesari , ed erkào luio dei yo^ 
ti che si fecèvaho per la loro salute ;' e pér^ 
Stazio nell* Eùcharisticon all' toperadpre Domi-^ 
atiana ( ^yhl iv. a. ) gli desidera feà T àltr^ 
cose*, 

Sdepe coronatis iteres quinQuennia^ tyjTRis . 
K« questi QuiNQjJENNALi "facevanst nel pritiVi^ 
pio, ma nerfine del quintq anno, cioè in ter- 
minando il /«/^r<) medesimo, siccome dimostra- 
no chiaramente i seguenti vèrsi di Sidonio ( Cdrm^ 
XIII. ) diretti ^ir Impèradore Majoriano : 

Sic LUSTRO imperii pertennis acto 

QyiNQUENNALiA foscibus dicentuT : 
sopra i qiiai versi così riflette il dottissimo Sic* 
mondo : Hinc \idere, est qjjinqjjennalia , de- 
CENNALIA , & ceter0 id genus , non ineuntf '^ 
sed PERACTo ULTIMI Aì^m circulo celcbrdri cm^ 
snesse . JJè diversamente dai sopraddetti si es- 
prime Claudio Mamertino quasi sul bel princi- ! 
pio del Genetliaco all' Imperador Massimiano, al | 
quale avendo avuto in animò di recitare una 
orazione panegirica in fine dei primi cinque an- 
ni' del suo imperio , ne avendolo potuto fere , 
soggiunse , che la riserbava alla fine del secon- 
do lustro^ o sìa del suo primo decennale : Ne- 
fue ejtim otationis ejus<, quam ccmposueram , /k- 
cio jalhiram; sed eam %eservo ^ ut QjjiNQpENWXo 
rursus ex acto , decennalibus tuis dicam; quo-* 
nidm quidem lustris omnibus praedicandis cem^ 
ntunis eratia est. Da un passo diEumenio, che 
/ mi 



À Pò i i 6 L,0^ 2 E ft 6 4 iti 

hiì eenyerrà addurre, più sotto » si arguisce tti^ 
tavia che alcuna volta i qjjinq^bni^ali si C^ 
lebr^serò celi' ingresso dell'anno quinto. , 

Né dai Poeti men copiose e men chiare « 
traggoQo alla mia asserzione le prave. Ausonio 
in que'versi, doye ci va anooretando gli afnni 
dell* imperio dei primi Cesati ^ ci dinota ì tyii 
anni di quello di Augusto col numero di diedi 
lustri e anni sei •' ' 

uiugustHs post LUSTRA dicem scjt proT^ot mncs • 
Stazio parlando ( Sylv» ij. 2. v» é* ) de' giu6^ 
chi ginnastici soliti celebrarci di cinque in cinqu* 
anni in Napoli sua patria^ cosi 4 espresse; 

fìuc fhe post putrii l4etHm q^inqjjennia lustri 

Cum stadio jam pigra quies , &c. 
Marziale comincia cosi ( lib. x. ep. 38. ) T epiw 
gramma a Galeno , marito felice di quindici anni i 

O molles tibi q^tindbcimì Oalén^é 

jQuos cum Sulpicia tua jugdles 

/ndufsit Deus j é' poregit annos ; , , 
e pochi versi più sotto disegna i, suddetti quùu 
dici anni col termine di tre lustri :f 

fascisti tritus i e CàUné y lwTris . 
I-gionde in queir altro epigramma ( iib. i. «pi i<Ai»^ 
col quale compiange la morte di t>emetrio mati^ 
cato in età di tre lustri ^ e di quattro anni » 
altro non vuol egli dinotare i se tion che quel 
giovane fosse morto d' anni diciaiih«vé • 

Destituit primoi yirid^s Detnetriùs annoi.: 
QpARTA tribus tvsTKis addita messiserat. 
Quarta mf//^ disse poeticramente per anno quar« 
to^ siccome fi in ^4 luogo: {tA. x. ep* 103.^ 

65 i^ 



lei -Lèttere © i 
'* Quàfuàr accessit tricesima messiius aestd^^ 

Pét Burro, fanciiillo di cinque^ anni faceva pari- 
mente voti il medesimo Marziale ( lik iv. ep^ 
44.. ) , e desideravagli lungo corso di vita : 

Uf q$ù prima novo signat qu inq^enni a l ustro , 
" Jmpleat innumeras Burrus Ol^mpiadas . 
Egli i strana cosa il pensare , che alcuni grand* 
Uomini abbiano con questi due versi di Marzia-^ 
le preteso di sostenere , che le Olimpiadi aves-». 
sero r Iscessa durazione , che i lusm , quando 
tutt* altro è il sentimento di luì . Di uno , che 
Viva più lustri^ può dirsi che viva ancora mol- 
te Olimpiadi y senza che vi sia ragione di cre- 
dere, che queste con cgual numero equivaglia-: 
no a quelli • • " - * " 

Ma egli e molto ancora più strino il pensa- 
te > come a GiosefFo Giusto ' Scaligero ^ ( de e^ 
mendat. temp»lik v. pag% ^82. ^S^é ) uomo dei 
più dotti e accreditati, the in. questi ultimi' se- 
coli abbia aviit^ la letteraria repubblica , jiossa 
es^er caduto iri mente , che dopo la cesfikéioqe 
de' giuochi Qlimpici fosse succeduto il lustro Ro- 
mano in significato di un' OUft^piade : talché pfes-' 
^ i Romani il dire un lustro Ìossq lo ste%^ 5 
the ciò che importava presso i Greci un' Qlim^ 
piade y cioè un solo quadriennio finito : onde me- 
ritamente se ne mostra* scandalezzato 11 Petavip 
( lih. m. cap. 43. ) r Q^is fando illud unquam 
audiitf Ouis alitubi legit y centesiinam verbi gra- 
fìa^ vel ducentesimam Oiimpiadem. prò centesi- 
mo , 'Vel ducentesifho lxjstro , sivt quadrienniè 
\uUano sum f Qkis4ta-. hcutus est f Pure lo Sca- 

Jige. 



APosTOto Zeno; ^oJ 
^i^ero. si sfòorsea <ii recarne alcune prove , che 
per quanto posso^ giudicarne > militaho anzi con- 
tro, di lui , La prima è tratta da "^na antica in- 
scrizione addotta^ da Onofrio Panvinio , nella 
quale si dice , che'L. Valerio Pudente essendo 
d* aniii/xilL ROMAE ' CERt AMINE lOVIS 
CAPITOUNI LVSTRO JEXTO CLARITATE 
JNGENI CORQNATVS EST: ^TER POETAS 
LAXINOS OMI^IByS SENTENTliS IVDICVM^ 
Sopra di. che lo Scaligera (pn ' gran ' franchezza 
. «j^cspriiTie : Ia ea inscr^iptipftf^ v^amfpsto LYSXR^YM 
est agoh C^pitolinus ; cHebi^atumque est] Ul:^à\^J 
^^ÌCSiyianm à Christo io6. W^;?^ iUst^uac 
est temfus QìjADKìnìiHn. V agone CapitolinQ ^(Xy 
cui parla la "lapida sopraddetta , e ii\ cui fu co- 
ronato, L. Valerio Pudente tra i Poeti Latini nel 
sesto hxjSTKo della instituzione dì esso, altro 
esser non puote, Che'il già stabilito da Domi-* 
ziano^ (. Censor. cap. xviii. ) V anno di Roma 
DGCCXXXIX: e dell', era Cristiana LXXXVL 
essendo l^iCòn^olp per la XIL volta, e Servio C 
Dplabella. Ma i giuochi , che si facevano in 
' questo agone ^Ca^itolino \ non erano di quattro 
in quattrVannij iita/di cinque in^ginque , come 
cfhial:amet\te «^dicè Suefonio : ( in Dómitian. c.xii.) 
Instituit ( Domipianus ) C^., quinqjjennale cer^ 
tàmen Capitolimi lovi triple x 3 musidum , èque-' 
stri y gymnicitm d^r, talché numerando dal dettò 
anno delibera Cristiana LXXXVL in cui.;termi- 
tiava ancora il quinto dell' impero di Domizia- 
tio^ Sino air anno della *celebra,2;ione dell' agone 
Capitolino del sesto Instrà /in cui Valerio Pu- 

G 4 den- 



IÒ4 , : ik f T T E R .E si t 

dente ottenne la luurea poetica » ttofeisemo éi&en^ 
si c^ebrati quetó, giuochi Capitolini non nelP 
anno dell* era medesima CYI. come vuol, lo Sca- 
ligero y ma CXL cdme dal computo quiiiquen-* 
naie di cinque lustri susseguenti ^apparisce. 

La seconda ragione dello Scaligeri e d^tta 
da due.verii di Ovidio ( Fast.Jib. Illi i6^. } 
il quale dopò aver. parlato tì della rifórma detp. 
anno fatto da Giulio Celare ; composto di ^65; 
. giorni, si del giorno, che di quattrd in.quato:^ 
anni dovevasi intercalare s il che forma t aand 
j bissestile; segue a dire così: . ,, 

^ àiic anni ntùdusM • In ìustruxc aice^dere debeì^ ì 

^ ^at conhimafàr pdrPihus ims Me^s * 
Q^al^ondame^to possa cavar, lo Selligero dàf 
questi due ver^i per ,la sua opinione , confessa 
sinceramente che noi capis(;d* Qy^tìV accedere ìpì 
liUSTRUM è lo stesso ditì dire a^ccedere in qjfik- 
Q^fiHNiUM j di cui e composto, il làstrtf. . V iri« 
ferc;ala^ione che si. fa nell' anno bissestile» noti 
si fa èhe in fine di ogni quarto . adno j scatto & 
bissexto Kal. A44nii 9 cioè quattro giorni primi 
delle calen4e di Marzo ^ dal qual me$e , sì sa f 
che principia Tannò Romaenò: onde Ovidio nojtì 
Volle dire ahra cosa , se ^non che.uiia tale Ui* 
tercalazione dee farsi dòpo i 14. di Febbrajò iit 
capo ad ogni anno quarto i e quindi approssì<« 
marsi ai lustro^ cioè all' anno; quinto : in, i.t> 
STRUM siccedere dehet i Ne altrimet» 1 debbonoi 
^piegarsi due luoghi di Plinio, e diEumeàio^ i 
quali intesi diversamente pptrebbono far credere 
probabile una si strafliafc opinione dello ScaligaM 



1 A p é ìtb io Zi AH; iof. 

tèi H luògo di Plinio ( lik xz. capi 47. ; seèi 
Ve a provare it che in capo ad ogiii quadtlemiici 
foma ih certo modo là natura a restituirsi al 

I éuo. primo éisere i e à &rsi à^ck' ella in tal 

qual maniera idéercalaré » vedendosi omnium re^ 
dire essdem vices-i & Q^AiikitKNio èàaSos non 
"Zfentn^m mòdi j ^ciam , & hliqùknm temptstéh 
fàm *maiiìa e:t parte i JEt lesse jpìu|fùtpiÌ7K iti» 
sTBJt eJHs semper intertaUri anno. L' intetealare ^ 
che. è sempre, il termine di ì^ quadriennio i non 
sarebbe il coACiNciAMENto del lustro i se il 
2USTR9 niente più fosso, dH^ xiA ituu^iennuf • U 
passo, di Ettmeniò sita 4iel ir. capei del sao Pa« 
ttegiricò a Costaii^Eo Cesarei Volendo egli loda^ 
'te^il numero quaternario ^ perchè f' imperio Ko^ 
mano ei;a allora governato da quattro i cipèdi 
Diocleeiano e. da Massimiano Augusti,, e daOK 

L stànzo è dii. Calerlo Cesari, tie reca divèrse, raS 

i gìotd i tra le quali quella j che in quarto Jiiò^ 
go tgli adduce 9 fa solo al nostro proposito r 
Quippe^isto numinis vostri nùmero summd omnia 
nitnntnr & ^audenf^ etementa qùatuàr , & toéi^ 
dem anni viéèsi &orbiì quadrifdriàm duplici di^ 
ìeretus oceano ^ & r£m£ns6 qtTATER cablo hV^ 
fTRA^ RfiOEtTNTiA , & quadrigoo sólts i & duobue 
eoe li luminibus adjun^i F^esper &. IMife^: dov4 
il panegirista altr^ però doU volle significare i 
se non che dopo terminati quattro anni , rs^ 
KEN50 oyATER éAELo , ritornavano i lustri iiel 
quinto, i^stRÀ RS0£UNTiA^ E che questa fos^ 
fé la sua sentenza interno l'intero spazio di un 
Initro ^ lo dice espres^eHM il mede«iino £o« 

"^ menio 



|ò< L B r t s K s pi 

Ittenip Inolia sua Orazione di teridimeixtQ dF gta^^ 
sie air ImpcrJKtor Costantino < cap. xiii. ) per 
aver assoluti gli £d.ui dal pagamento del censo 
per uà intero quinquen^nio / QjuriNQjrE anmoruk 
f09Ìis reii^a renUsisti . O lxjstrum omnibus lu- 
ìtris fflictHsJ e noa molto dopo : oyiNQjjEN- 
HAtiA tna tnhis etiam ptrfeSla feUhrMda sunt. 
iff/j 9$dm QjjiNTo nfciPi£NTB mscefta ( tccù per* 
tatuo che atouna volta, i qniHquenfudi si solen* 
miaaavano ancbe ^' ingresso del' quinto anno , 
come più sopra ho dovuto accennare ) omnibus 
fépHlU^inre commwfiiaj, nobir haec propria ^ qnao! 
piena Jf^nt. Preclara. ferj^rCatonis oratio de lu- 
stfa sui felicitate. Jam tunc enim in ilU vete^ 
rt Refublica %d censorum loifdem' pertinebat , 
$i LU5TRUM ffiix cmdidissent , si horreM messis 
impiesset 5 si vinden^a redundasset , ^/ oliveta 
larga jU^issent^Quid^ ergo nos eenvenit gratula^ 
ri de hpc indmlgentia^ tuae lustro ? Mi è sem«* 
bratp non alieno dall' argomenta il recare tutte 
le sqddettc parole dei panegirista , le ^uali ci 
fanno compiange^ la perdita , che abbiam fatta 
della sopraddetta Pi^XK)ne di M. Porcio Gitone 
ffitorno all^ felicità dì qufel lustra , in cui egli 
«tacitò la gensura : 4a quale Orazione se fosse 
a noi pervenuta , molte cose per certo e* inse- 
gnerebbe su cpiestp punto , che ora stanno det 
tutto nciF oblivione sepolte. 

La terza prova prodotta dallo Scaligero per 
corrobogcare la sua opinione gli yien suggerita 
dalle . infrascritte parole d& Sidonio , tolte da u- 
na Epistola {XXIV. ) del libro. IV. scritta ad 

un 



A p p $ T ^ I. Ci ^ I N o . 107 
\a\ certo Turoo suo ; famigliare; per iùtdndcr le 
quali egli é fiecessaplo, che io ''premetta Targo* 
mento ^ di cui tratta la medesima epistola. Tur*- 
pione padre del suddétto ^Tiimo , nomo Tribuni^ 
zioy avea chiesta e ótteinufa ad impteitito una 
certa somma fiì danaro ^ non con altra sicurez^- 
2a , die di uno scrìtto di sua man? , col quale 
si obbli|ava di pagargliene T usura sino all'in- 
tera restituzione : sed , ut chir^irapha fa&o èoce^ 
mur p cauU centesima est foeneràfti ; ed essenr 
do córsi due, Itiitri , senza che mm $010 il d». 
bitore avesse saldatp il capitale 3, ma né meno 
avesse pagato un soldo dell'usura^ , il debito di 
lui erasi giàr raddoppiato : uhm ( centttimA^ con- 
tinua a dire Sidonio ) per BiLtrstittE proiduSis tbm- 
>vs modum sùTtis ad duplum adduxit. Lo Scaii« 
gero pensa , che per quel niLtJSTW timpus » 
cioè spazio di d^è lustri , s' abbia ad intèndettr 
lo spazio di otto anni , volendp che il lustra 
Romano altro allora non ^^it , che un quMdrien* 
nió . Non ^i può ben capire 1* opposizione e lo 
scioglimento di essa, $e prima tion si capisca ^ 
che cosa impòrti usura certtesimd^ Ella pertanto 
consiste in un censo annuo' di docttci per pento 1 
il qual censo se tutto si paga^sVad un trattò» 
finito r anno , o pure^ manualmente in dodici* 
volte, qui non è luogo <iK «esàcminare ^ Suppo« 
iiiamo adunque ^ Che i danari dati a Turpiotw 
da Massimo con la condizione suddetta sienp sta-- 
ti cento. Acciocché l'usura giungesse a iraddof>- 
piare il capitale dell' imps-estito , converebbe, chcy 
anch' ella> al numero di cento ascendesse* Ora se 

i due 



tòt .ìlETtERB li* 

i due lustri cofH dai giórno dell' imprestito ù» 

no al tempo della: lettera fossero , come vuol lo 

Scaligero^ àtt^ sóli amii i V u^ura di on^ anni 

Computata à ragion di dodici per ^óntonongiun* 

gerebbe a far la iumma di un altro i^ettnnajo ^ 

ma. ci niàncherebbono ancora quattro danari a 

ebmpirla .' . e p^ tal òonipililexito n Vqrrèbhero 

altresì qnàttro timi : 6 però noti bene vivrebbe 

detto Sidoniò , de quanto al soldo , ne quanto 

al tempo» che centesima per .bilustre produ&d 

TBM^txs W^durnsertis ai ÀnpUm .add^xit j Pet 

kftcQ adunque là véra e precisa intelligenza di 

queste parole bisogna dire i. che il bilustre tem- 

PUS importa, un intero decennale., non e&stti^ 

doei akuna necessiti di alterare il Vero^ spazio 

del lUsfRoi che era un qtdnqHisnniQ .^ Ne mi si 

opponga j che in . tal caso 1* usura di dieci anni 

aon solò agguaglia ^ ma supera di venti datìari 

la somdla ptestata di cento> mentre, in dieci am^ 

ni elfat accende a cento e, venti daciari : poiché 

Sidonio^ uomo informatissimo delle costumanze 

e delle leggi, molto bene sapeva i che le usure 

non si potevano ne dov.ere^ uè esigere, quando 

eeeedevano il doppio dekxapiule • Fèrum Sida- 

nius, l'annotazione è dei\sopralodatb Sirifiondori 

ut viri daSi phetporunt , excurre/ttis sUpra du^ 

pinm summoi fàeie^ém non habuit j qupa sciebaf 

MSHras cammtinei skpra dtàplum nes deheri , nec 

txigi passe i Le XXVI. Di di eondit. indek & 

Li IVi D. de fóem nauté la qùal legge, e* sog^- 

giunge j essere ratumeiiiOrata da Plutarco e da 

4)iodoto. Pdtrei fare altre riflessioni y^iitsfggi^ 



ire alla 'lina opinione sopra la médésuna lettera ^^ 
con la quale Sidoniò nel proseguiménto avvisa 
r amico, che Massimo iimetteya al suo debitch 
re sHperfositàvi U^ùl^^AX%^ , qnae per^ nsura^ 
nomm Accréviì , soU simpli restitutimf còntt^ìh 
ìHs . Ma mi accorgo essere ormai tempo» cb'ip 
dia Sh^ alla mia^ con la quale mi sonò oltre 
il dovére dìluàgato, ma solo a fine, di più pcp^ 
liingarmi il piacere 'che provo nell-. ubbidire a 
y. E. pon già con animò di' dirle cose V che 
alla ^ sua cognizióne sieno str<mie(e. £d ora do- 
po ayerle significato il mio* sentimento ìntpQio 
alla durazione del Lustro , altro a dirle non mi 
rimane, che, quando in me duri la vita» taijto 
in" ine viverà queir ossequiò ^ cpn cui ini pfc- 
gi9 'dì èssere.'. f. ^ ' ^ ^ 

* , . ^ ^ • . t » .♦ « ► .. . -.1 

Vienna ij. Fcbhng^ 1720* 

IX Sig. Recatati mi h:à, scritta la morte del 
Sig. Bernardo Txivis^o; é vi confesso ilve^ 
rp, (rbe ella mi ha passai» T anima ^ • mi ha 
fatto provare un ifiespUcabile dolore. *Vpi sape^ 
te qyanto antica famigliarità ed amicizia sia [is- 
sata tra lui éme, sen^ alcuna interrua^ioiie dal 
canto mio • Io iion ipahco di scriverne questa 
sera a Monsig. di Cénedà suofràtelh^,^ inadém* 
pimento di una parte del ^ìio dovere. Ma (he 
si farà de* suoi Mss. ? Di quel taqto che ne an- 
derì succedendo 9 mi sarà c^o di e^sec di ma- 
no 



ilo L E T T E R e' i ' 

no in itìsiio avvisato. la caso 'che si vendesse^ 
Wi rsà sarebbe, assai card fare acquisto di ^^^ 
ami i de' quali tetigo il catalogo • Avvisaterni 
amcora quello che f^^ttete intendere , intòtho al 
$uo^ testàmeitto ; in casb che! he abbia jj^tt^ • 
CircJt li. vostra congettura sopra la ideriva- 
zi(me dai Grecò, del tìdme di Ziha : io non 
saprei cpii ^qual jiersoha far capo in questa cit- 
tà ^ dove siatóo nelle tenebre Cimmerie ; . Non 
Vi partite dal vecchio Salvinìi che è il più dot- 
to in detta lingua^ che sia in Italia: elògio^ 
che di lui inventi e più anni sono, mi fece il 
P* di. Montfaiicon s e se con lui non carteggia- 
te j scrivetene à dirittura al Sig^ Salvino suo 
fratello ^ dalla cui gericilez^^a potete prometter-^ 
vi cigni cosai Per altro o che lunga còri|eren- 
sta ebbi con. l' Augustissimo Padrone da solo a 
soldi Pef più di due ore rai. tenne seco ^ e mi 
ha fatto vedere alcuni bei libri da esso novel- 
lantentei acquistati •. Sii le mie insinùa^iioni égli 
farà acquisto della libreria del Baroli di Hohen- 
dorff itiorto ultimamente In Olanda , copiosa di 
quasi diecimila, volumi i per li quali non si vuoi 
meno di dpdici mik doppie; Io ne ho veduto ^ 
ed esaminato il Catalogo i e per verità hori ho 
mai lètta una più scelta raccolta • Intendo poi 
che Ja loro conservazione sia singolare -, la mag- 
gior parte in carta grande ,- molti in carta pe- 
corina^ e quasi tutti legati in oro e damaschi- 
lo . Libri di lingua j antiche edizioni y Aldi ^ 
Qiuriti ^ Grifl5 > Stefani , Plantiùi , Patissoni , El- 
zevirj s' incontrano quasi in ogni Ceciata del 

Cata^ 



, À JP Ò 5 T O' l O Z E il Ó. ili , 

ìQttabgo^ e bene spesso anche Mss; dei quali 
alcuni sond originali l Fattone 1\ acquistò , vi 
comunicherò qualche altra particdiarità i 'dicen<io^ 
Vi óra Sglamèiite ^ che esso, facéiidosi sarà cagio- 
iàe; che subito $i ^daj^^iuaoo alla fabbrica di 
uri grai* vaso per riporvija nuova e la vecchia 
libreria \ che unità insième, difficilnieiite he avrà 
una di uguale i e ,niunà ceftaniente di. sup^rio-ì 
re • I Mss. saranno intórno a 1 2* 4niia ; . gli 
Stampati intorno ad So. o 90^ mila. Oiiest'aii^ 
no alla buònaN stagione, vo Cominciarli a pr^n^ 
der per mano ; e non ho dùbbio ^ che ci trov^-^ 
ih cose rare; e non più vedute. Salutate al sor 
iitd la Sig. Madre i e tutti ; Addio di cuore • 

'499* »^i inedejimé \ a Venezia l \. 

PìcnnÀ i. Afarzp 17*0; 

MI ha grandemente mortificato il periodo 
della Vostra Ietterai nel quale mi dite 
x:he in avvenire àrderete . più ritenuto nei conìmet- 
termi cosa alcuni iii queste partii per figiiarda 
eh' io proc:cura di usare qualche atto' di .aiiiorei 
yerso di Voi i Lodato Dio i io Sodo in istatò di 
potervi dare qualche amorevole te^timorìiinia del 
mio affetto i e delle mie obbÌiga2!:ioQÌ ^ ienza che 
io tip risenta veruri incckttodd ;* Ho di che vive* 
ire agiatamente^ e senza averne il fastidio^ che 
in Italia mi è convenuto di continuò sof&ire. 
In mille manière di genfjxxsità è di amore mi 
ha assistito la voitca bontà ^ e ora tuttavia cp*^ 

tiosco 



Xxjk 1 s X T I m s a X 

^psco di darvi mille molestie e iccomodi ^ Di 
grazia soffrite , che qualche volta io mi consoli 
Con qualche di^ostra:|ione di piccala > e non mai 
adeguata riconos^Qza • Valetevi di mie, e de|lG^ 
<ose mie liberamet^te , (f^endQÌtiii più caro ciò 
eh* io potessi fare pec/voi» di quello che pojtessi 
£tre per me medesihiQ ^ Il Petrarca citato del 
1507. dal Cittadini 9 còme uscito dalla stàm^ 
9U1 Aldiina 9 è tanto vei^p » quanto quello' die 
yìsn citato dal Ruscelli a h 385.. dei Com^Q^ 
ìarj, come uscito dalla medesima imperia nel 
Ijóu Hell'.uàp) e nell'altro de? sta^e certa-; 
^enté X50I. Ù edizione fattane dal Giolito nel 
I547p e tanto lodata dal Cittadini » e in u. 
èi^ è la prima, per quanto credo, nella quale 
ponesse ngano Xòdovico Dolca , e che^ i^scisse dai 
forchi del Giolito. Nella mia lista non ne ho^ 
notata altra dl^ anteriore • Vi ringrazio grande- 
mente dei due cataloghi de* Gramatici , e deir 
qperè 4él Tasso, che mi Qffsrk;e, e ye Ih ^-^ 
métterò puntualmente^ In questo secondo prego- 
vi di notare , quando ^vete tempo , tutte le édi^i* 
lEciot^. osseryat^ da voi delia Geojsalemme Libe- 
rata* Io ne tengo costi alcuna delle più vec* 
chie , còme quelle, di Casale , del Makspini , 
dellMngegneri , ecc delle quali npn ho qui al- 
cuna ipeinpria • Il ^Giornaletto Tedesco da voi 
veduta, oye si parla di me, sarà quello di Lip- 
sia. lo'npQ rho ancora veduto « Penso di far^ 
melo venire. Non faci perduto di mira T affate 
del libro del P. Santinelli ; ma di Lipsia non 
$K^^ posto ritrarre al^unp. stabilimento . Tornerò 



a scri- 

/ 



Apostoio Seno. %i} 
a scrivete} e per fiae dì cuore vi abbraccio, e 
sodo ••••'.' 

fOO# Al Pf Alessandro Bomco Serti. 4 Napoli. 

MI arrossisco* di dovef »'Hre a t^. P. Rs^.» 
He da più ài cinque ^misi io soni debito- 
re di risposta ad una sua Ietterai é^ Insième. 3i 
ringraziamento per II. catàlogo de* Mss. 'dèl&J 
libreria Ìx ^ònre oiìveto, da^ lei' s|; cortese-] 
rtiénte tósmesspmi: ma pur% mV con vì^n/ dirlo , 
cf dim)indarle nello \tesso' tempo perdono^ di'que^' 
ila hlia'ineicusàbile trascur^ezza • ' Mi corifeo 
<fi conseguirlo dalla sul bontà é gentilezza} as-' 
sicurandola che la grazia non ' ini J daùri' stimolo 
àd^abusarifnerie in avvenire. In esso'^catalogo^hp. 
osservate mólte ^ose assai curiose, le quali^me- 
litcrebbono che la sù^ erudizione s'impiegasse a 
comunicarle al pubblico con le opportune osser- 
vazioni ; e un Articolq ^eij Giornale sarebbe 
molto bene occupato 1 QuelVìj/^?. C^tdario ^ 9 
Catderio fu Veneziano ; i^t ixel secolo XV* e 
scrisse molte cose • pocfie delle qual^ sono tijt- 
tavpka alla stampa. Il suo libro Uc^ Ecclesiasti^ 
co ikterdiO^o non credo' che 'sia di Questo nume- 
ro. Quel parafraste in V(?fsi Latini di Dante. , 
Monaco OKvetanò^, e notato nel cataloga col. 
nome di Frairis Adatthaei Compto de Fenetiis^^ 
credo che possa essere^ quel ìylattèp Ronta , Oli; ' 
vetanoi e akresi Srcnèzianp , di cui parlasi'ncU* ', 
Toffioìll^ tit. ' ' Ista- ' 



Istoria Ollvetalìa del P...LancUQtt9 a ^- 4^.« é 
1^7. le cui parole i si nell'uno^ sì lieir^ltro 
luogo di quest' opera imj>fessa iA Venezia, nii 
sarebbe caro. di avere. Pajtmi ancora, che ^e 
parli Pio II. nel libro X. de' siioi Comeritarii • 
Avrei piacere similmente, che si facesse esatto 
riscóntro nel Ms. se vi si legga nel cognome 
deirapto^^f JS^nf^^ Qvverp CtfmpfQi come ancorji 
le prime' linee del prologo, e i pfimi yer|i f 
gii ultimi JeUa traduzione Latina^. L^ prego aiìr 
éox3L di signijScarn^i , chf còsa sia il pidife ili- 
titolato': Petru^ Èpscùjf^t irixiensis^ e ct^e co^ 
sa contenga; potendo ei^sqre qpera ^i W ^^' 
che Vescovo Veneziano, 4; t^l nome sopra il 
^ qua^e noti ^oiso oia^ detern^in^nii i ess^ndovens 
stati molti '4i quella città di ^t^^cia* Spiac^n^i 
grandemente la dils^z^qne della ^stampa della sua 
aspettatissima oper^ de^li $critt^ri |jucchesi; Itì- 
t^nderp volentieri , *^e sjia terminata quella delle 
Rime e Prose ^ccresc^ujfe ^ Mons. Giovanni 
Guidicciorie illustrate coli le annot^ioixi di lei^ 
In questa città npn y^A ^cun^ >\Gcademi^ Leo* 
foldi0ia,i o a^traj di (?ui io poss4 rsjgguagli^rl^. 
C^i 44 ogni co!|a sì pensa , eccetto ch^ a* bue* 
ni studj . Fuoti di qUalfche fprestiero ^ 9 di qual- 
che nazionale, che iplo sa la, §iurispruden5?a , \ 
massimamente intorno allo stato !^en?uaico i y* 
e una crassa ^d univeijsale ignoranza* Presso 4 
librai non si troyan^o libri di y^glia . Qjialcfhc 
opera, che si v^^ ri$taropai;ido ip Gprma^ia , a' ^ 
•'1 più lodevole capitale - % questo partìcqla^fi^ 
non póti:ei dirle a bastanza* S' io bo qualche 
' ' T buon 

/ • ■ 



"*A p • $T*ti Zino. ii^ 
hiéòÀ libio , ine te *oii Alto Vfetiii^ ^ ftàlili l 
Noti i:6st4i p6tÒ, di<5 lioft vi ^kno p^e«s^4 HMtftfi 
pàttìcolati , niabiìtuiiifteiite f^iafti ^ aSsài boòhé 
raccélte. ti Àiblìdti^a Cesaiisa è ^ teéioiti^; st 
pét òpere imf^esie 9 che pa^sdi^afifto le Ho. ttm 
glkja^ iìi^ le tfiàfto^trittéi cfhd farthiio iikél*' 
fio A VSm JBcAla. ^ol^itni . 1Ì Sip GeMilotti ) Cfcè 
ifte ìdtsL alk cu^:Qdia, è nn Signore eraditUtffnd» 
è (Dttèsiissliito ; £gli data (iioii tnòltl tbmi i)t 
fòglio, clie satatinó uba, cMtlhuà^bke de^i òty 
to vx^umi |>ub^kàti tlal làmbééioi VHS^pdtk al 
lui ONKetià infinito «èit ìrecòttclìea^ fe Àe «ticrf* 
• tò iiiusfl:etàim<» k j%^bblioa iett^àtià . Q^e&M 
i qUlfiitò posstt, ^«ìvérle pireséhtèfffténtè ià tt«*é* 
ria di studio* Desiderò di f^téèle ditti&^tlfà^ te 
co$e di maggior rilievi ì «pj^nto ié 5ié> ^ ^ 
prègi 0tf$ere4;.« / 

* j(òr; ^l Sii. Hffi^io rMisni&i^ s PdèkMé 

D£ik »k>ne del Sig. Orbato ho à^uté Hii^ 
CresdmetiÉo 5 ma molto più mi è spiatili- 
ttl quella del nostm Sig* fternaftìo Tririsaflèf 
della quale ndn posso rammemorarne, ittit2iséi>' 
pirarite, e dolermene.- ttè a vói satì dlffidlè il 
restame persuaso^ saj^endd la lunga e famììiate 
l^trinsìcfaea^za fra noi per tanti anni passati: 
èicèome dalP altro canto io sono persuaso , che 
veri pure ve ne s$!(ett contristato per Parfiofe 
che gli portavate^ e eh* egli altresì ri portava. 

H i Anche 



ìli i. I t T « 1^ i \ ^ 1 

^Qcfié in Mo0sig. (.attcisi voi avete per^atQ i|t^ 
degno amico, q ié lettgi^i^ , {{lascamente in Ita- 
^a , pn 0^311 protettore . Qaccbè ho lanciato que« 
Ite gafti, posso quasi dir^ i^i?' più sono gli a- 
niici , ciie mi sono fiancati > 4i quelli che mi! 
^no rimasti. Pjjpcqufiarno noi dic^ntetyarsi più 
fhe ci fia Rpssibile, cqn sicurezza"^ ' cì^e come 
in voi ìq sq 4i avere il migliore degli amici , 
cosi v<>i in m^ ayretjs ;empre il più sincero e 
diyoto . h\ B\tf jeri Jiq parlalo di voi lungamen-/ 
|e cpt Sìg. C^ayalier Garelli^ il quale mi disse » 
ch*^a 4^ l^f^SS tempo privo 4^ vQs(;re lettere» 
CU ho partecipata la «otizi^, qh$ (jten presto il 
vostro libro andrebbe alla ;tampa» ed egli m^ 
ha riconfermata la yolqnti che mantiene cji ben 
servirvi appresso jj' A\3|gustissimq Padrone^. Risa- 
lutate caramente in liiio nome gli ornici, e in 
particolare il P. Ah. Bacchini, da me singoiar- 
^i^Qte pei; le ^ùe degne qualità am2)td ^ stimai 
to. Quando vi portate appresso di sua Eminen^ 
za, px:egovi di ricordarmele umilissimo servido- 
re, e sempre memore dei favori ed pjtiori rice- 
vuti 4a lui. Rer |e npvità, che mi comunicate', 
io non ne ho altrf i| retribuiryi , che quelli 
della mia ottima intera salute • Son divenuto 
più gi;assp di prima, e nella àccia mi sonorin-^ 
giovanito; in altro ne ho segni al contrario* 
La mia gamba non può mai |>ene ristal>ilirsi . 
$^on mi dà dolore, ma è sempre più o menq 
gonfia , e non ipi lascia ne camminare spedito ,' 
ne ben reggermi fermo • Anche qliest* anno pen- 
fo di afidare ai Jagni , e 'I Sig. garelli V ap- 

* * prò- 



A p ò à t ó i é ^ £ ilo; ixj 
provai* Q^I Ho comiaciato a gittate le foikii- 
hienta di una nuova Librecia^ e a quest'ora | 
volumi empiono i grandi armari > e passano uii 
migliajòl 11 téle si è> che potò di ìfmno /\e 
nulla di rato ritrovasi presso di ^^esti libraj^^ 
e'I preai^i^o ne è e^rbitante^ massimamente dir 
librv impressi fuor di Germania: Purè bisógna^ 
cavarsi la sete con P acqua salata » quando non 
può farsi altrimenti. Pregovi di riverire a itiià 
nome l'Itlina Signóra Laura vostra consorte; e 
tutti gli altri di casa vostra. Continuate ad a^ 
inarfm> e ledetemi. ««• 

Jo2. Jrf/ Pi Pier Caterino Zenè. a, VeriHiài 

' ' ' ^■' . ^ *■"•■■ -^ ■• . 

Piennd ip Màrzi lyab* 

T Alito € Icmtanó ; che ibi dia punto di. farti* 
niarico il consiglio pteso da' Siggi Oriniàili 
di hon.valerj(i del lino Papiirid per Tannò v6t|U 
turc.clifò anzi ixe $orìo cònténtissiitid . Sino eh* 
io sto in queite parti , è mio piacere é vantag- 
gio, che Costì nulla si rappresenti del mi6. Las«» 
fciàtd pure the. facciano à lor talènto^ ,6 vedrò» 
t|ì0 in fine ibhi ne àvtà il datino i t le. beffe ; 
Il vo^o Articolo sópra queir uccellaccib costi 
comparso mi ha fatto ridere a pièna bocca, fi^ 
to nóu u è lasdàto. vedere aneoira in queste pat« 
ii. Vi dirò bene^.ci^e in un catalogò di Ubri 
Ivemlone veduto il titolò ; mi sono subita im<- 
kagiriato* contra chi in parte andrebbe a cade- 
re <jfi0 imputò li è ;ni , sovviene jcte all' amico \ 

U i * qua?- 



X 



\ì;9k |. £ T X £ IV & a I 

il^^pd^ Mhè. ^-«qf^oc^tQri 4ic4il). ma ncm fui a^ 

tì^ > . ^ cài^ ayerefebfi^ 3iVUtQ mode di vondicapsene • 
\q bft, injulfcaitp ia d^e- eapi„ per qaiatjitQHii^ov'- 
iri^ngv: cioè ttól pufit^rdel mtaéstQ noo; sorai-» 
glj^^, ^ l'i^ltXQ ij^Wepiugo male af^pUc^to»^ 
]^ qu^$£o. sèscqiiidp^ ^t^io io fui. il pcàno» a dir^ 
]p, oel Gjlomalfó, e ncKi. accu;^ài alpuno ia paf:tì<? 
«IpIarjS^ mofttre I0. sbaglio ejia s£aìOj simi aU'orat 
uttiv«M:sal§:. Ni3l puato poi del mtratto |* autore 
oltramoqLta^o merita scusa> poiché: nonJoiaveitH 
tò di sua testa > e a capriccio ^ ma lo tolse dal 
Waodbfii^^t >. e i^uu^i credo dsMà^ pecchia ectir 
jcìone del Giovio fatta Iti Basilea . Io attendo 
con imj^$zì&smk qnék libco^:^ ma non sarà poca 
eh' io r abbia di qxà a due mesi . Se ne verran-; 
tkQ: più cQpie!> q£iatsai» pac vcl ^efasoifaUo . Ma T 
atmccr nesttfo, ohe pensa egli di* face?! Scrspitarnon 
giova ,. rm; difeiidei^ , se( sii Uà: ràgtcme. Nell^ 
sMft Notte hfli pgcesL alcuni gaassL sbagli ;^ . às^^ 
qmlii io L' aa^m: avvcetitp^ isao: me le avesse co- 
imuucat». Uba. re n!6 ip. pattimlài:;?: ^ ch« tir 
&iiat£lar t|n jfyiTiSfi ^ >. in cuii sanot confusit l fan- 
$^Ut,. e i> tempi •. Gli. dissi ^ quando, lat ossetìi^aà, 
che* mutasse' qufilUi pagina, e non. sa perchè notti 
\' ahbì^- étltb • Ma di ciò abbastanza per oca^t^ 
Sa mi. scxiMerài sopra questo, Ietto che abbia^ il? 
libi%, ìgli cfinor candidaraente' e da; aimico il mioì 
^eifttimentQrì^ e^farèrpet lui quanta» mi sarà- pos^ 
sibile:» anche, par. yiaì della stampai, doVe Odnsti- 
che- lai. ira^on» siai d4' cantg. di lui • A cio^mi 
. - \ . f>bbli- 



/\ 



!. 
I 



Apostolo, Zeno, ti^ 

'dMlgz r affetto cKe gli porto ', e la* giustizia, 
e lai vdrità , è l' ònor della patria , e della na- 
zione . I^er le nuove letterarie vi're.ndo al soli- 
f 0* le dovute grazie . Èuoh Dio ! Dopo la mìi 
pàtteiiza dMtalia,- quante pèrsone di lettere vi 
éòri morte ! . Quanti imìcr fio' perduti ! Iddio Si- 
l^tìofe conservi qiie* pochi, clié/vi^^ rimangono aa; 



Coìra^ • 



TQh ho mai iiteéé con più^cf impazienza le, 
•f vostre lèttere , clié nel presente ordinaria. 
Élleno spero cKe mi torrarièol da una grave pas- 
sióne, che mi ha cagionata là lettura della. vo*^ 
^ra della settimana passalta • II vostro male q, 
nel prÌt;^cì^io, e nel proséguiinex^o mi dà mol$p 
a temere, pei le circostanze, phe 1- accompagn^^ 
Àò. Esso è certamente un\ effetto delÌQ troppa 
vostre occupazióni, della naìaggior. parte delle 
qbali , e ifbrse dette più rincrescevbli .e laticos^ 
io: ne sop la cagione ^ 0i grafia abbiatevi ^ e 
per voi e per me*, un pò* più di riguardo. Gli 
inni corrono a furia, e non siamo pia in., età, 
qovè il.capc^, e lo stomaco regga» .al p^ -di^ 
pfil6a : ^ ed £0 pure 10, dico* per isperienza . 4<^scia-: 
tè' pertanto andare le, cose che più v' Imbarazza- 
no's e. gerchè CQnbsco^ c^e 13^ più ^^tr^yagKpV ^ 
pesante, può éVere il Giornale^, ^K^^ il pe- 

sò ^d aitrt, chjè abbiano più d'ozio e 41,: quie- 

H 4 / Ui. 



té; Voi beh vedete » che ^ me )poco àvanaa tii 
tempo per agutarvi ih simi^ fatica s e per quan* 
tò nli fòsse caro il proseguimento di eìso^^^ Ben 
potete restar persùìiso, Zht più di esso e eli tut- 
\o mi sta a cubte la whstti salute e conservar 
«ione . Pregovi duilque , per guanto mi amate, di 
gettarne da parte iimil lavorò, ógni qual volta 
Conosciate , cké es&o Vi sia di troppS imbarazzo 
per la vita, e di troppo dispendio per U saiu* 
te . Esso ha avanzato , e ^frebbe avanzare di 
molto sótto ià vbstra direzione.- hìa replico ci^ 
the di sopra già dissi: la vostra salute più eh* 
attrd mi pirémé; £)i quésto solo ho più Volte ìra*^ 
gionatò i giorni passati col nostro Sig^ Andrea i 
che caramei\te Vi abbraccia . Se con esso volete 
eh' io spediica costì il Sig. II)polito , che vi ter* 
Ntà compagnia nel viaggiò, io 16 manderò volen- 
tieiri. costì, affinthè éòn esio nii diate il conten- 
tò di abbracciarvi e godervi pei: qUalclie mese 
in qubsté patti • Niuna còsa più gfatà ^ mi giu^ 
gderi nella Voi^tti rispósta l dòpo la sicurezza 
dei vostro òttibò statò , che V àssefaso alla gra- 
fia che vi dimaiido. A qiiatito òdcorreravvi per 
cotal Viaggio, nulla voi avrete a ^ pensare . A 
tutto et me $atà provveduto ; Risolvete i e scrì- 
vetemi • . . 

Cifca la notizia di que' Mss. che desidera il 
Sié*'Wander Aa, ed a sua istanza il 5ig. Ca- 
valiere Francescò^ Còrtìaro i io àlttò iion posso 
dirvi, se hoti cHe quello del Ì>empstero intorno 
air àfitichità deÙ' Etrùria , iutitòìatò De tìetru^ 
ria ktiifili iihìri VJt. si èoùseira Ms. ih l^ifehze i 
^ ■ ■ ' é Vii 



À p ^ s T-p. LO 35 i ^ b J ìrìifV 
%ne park il Salvini ne'Fasti Coasobrlac* |5i« ' 
Fochi mesi avanti la mia parte&za d* Italia m^ 
ne mostrp ^una copia ^ ;e forse V oprigUlale , .u4 
letterato Inglese» c{ie Tavev^ acquistato, nel sugi 
viaggio: e parmi di avérn«[ fatta n^emoria iami| 
libco di ei^o pempstero> Latino», intorno lagli 
uomini iilùstiri della Scozia» siaàq>2^to,iii 4* ia 
iSologna, « le^to in pelle ^ che troverete tra* 
miei liBri Bibl^otej:arj .^ Osservate nel , principÌ9 
ia parta che vi sta» ^òme dicono » di. ris^uar*. 
do'« I libri che aveva il fu Domenic<|[ MoIìqo » 
sono ancora appressò del ^ig« 4^(^i^^<?^ v^o ^^f" 
cendente » , da San Vito 3 e Pf^ ^quanto^ mi 
c\stato rinerltò» stanno cìiiusi ^ià/più cassoni 
nella soffitta» d<dve di quando ili. quandp alcuno 
de' suoi servidori », anni %» né scoteya^ben. bec^e 
iià alcuno là polvere : il che seppi da bpqna 
parte . Il Sig. Bernardo Tii^visano fece tutto per 
poterli vedere » ma no|i potè ripsciinfi , ia inodp 
veruno s e questo è quanto. posso' dirvi sa que-^ 
sto particolare . Circa il Prologo del Mussato 
iiulla saprai dirvi di {MSisitivo» né veramente fe^ 
ci nuu riflessióne, su tal mancanza • Date un* oc* 
chiata all' esemplare » che sta frtVnuei ii(>ri.; À 
tal proposito vi dirò bensì» che unita al Mùs?' 
skto sta l' istoria de' Ccirtusj mancante, di alcuni" 
capitoli^ i quali io, trascrissi d^ lui Cadice e^ì* 
sciìte . appresso il, Sig* Manfredo Conti, ^ che 
si pbtrebbonò supplire in occasione di|al ristami- 
pà • I detti fogli saranno ò nella copia stampa*^ 
tà , o fra' miei Mss. Voi badate a star sano a e app»^ ' 
fècchiatevi à venirmi a trovare* A4dio d( cuore 4 



p. S^ i^ rapka àia, ìi \*éSer* letteci • Spéti* 
Pst cm éss* cfi;'coa$olarml y W ttìl- lascia àfiffift- 
^ pkìp €bé' tìial, ééìi- sólo tttéfidcrtdo da essala 
«ftiitinttasrietfé 4^t to^é nMé ^- ma: ancora Pa.&i 
^^iméittó- # Vòt àòlì^ ft(e riè Sgitìficite atlcun^ 
jtòficolàtffeè: et ^ taéermi- torto ittì fa tetticèè dì 
è*ta,- Notf- fltStf fai skfSjit ia^t^deihìcrgfto di tfoj: 
^mnì^ ^ V€AeÀ^, ^dièé al presènte i Faccia' Id^ 
c^ S^horèv cHé f ìùàty e X aSfea siàrtior coh^ó; 
là»* j' e P ope» tìfr S2ù:i il Vo^o tótalé ^art- 
«itìfitós^ che dfellaf róatìo dell* Afeissimó* <fi vefd 
9à<i*e «'ìiiifliQìeòf . Kisj)9ttdfer^ dfto voitó lettièra, 
riel v«ìitofò (*(fin2trio, pò?chè óra noa, sìolb' liprf 
if^ fenì^ dt farfó V niàt riè meritf m'erte e vi- 
06rét tJMfcfa ^ vòstror riialìé M stóto' sbatordl^ 
tSy tf *jòi)?a(xy. i^djlìq di- ritiòfvoy fraiétftf àmaitìs.* 

« . . 

£V ì; t^ *gftpt àvàtfeatfb' il rìsttrtto dell^ Vi-; 
ta dfeL édfebfe^ Maè?«Beehi , ctó M pòchi' 
^0»i cdtìfiHcf df ik^tè'glì^ dàrie^ TiiììtiAii riiarió , 
acdìoc^ sàiifó in^ tem)*?' di- Védétid iniel^fò nel 
Ibìlìo tirefttfeiirfiotéÈzo^ del Giòrrfalef a {^iibbKca 
soaaisAfeiòhé^. Tòstbchè poi' mi sii valuto d^àl4^ 
isittii)rié éitaditeV cof«otó , che' lii! sbiip st;at'é 
tràttnésse dfe V. S- HtiRaS fàrìf che le medesime 
rkfcasflhé^, óbtat è b^' doVeré , ili SUI mano\ 
^ - ^^ onde. 



£ci plr "quanto a» me non^ med» ^ chd a tuttai Ja 
l<9tera$k sepubblka utile* e giaea cosa ^sHebbd^ 
che ifiàéme oonv lar Vìla di esiso,- dflar He fitces^ 
se.p&i't^ per laa delta stampa di u» dittgoi^Ql 
l^ataibga delia insigne Biblioteca dm lui liasdaM 
Uy. si di libri impressi , come d' inedita j^ ÌUu^ 
soaxBdoIò iosimie y ove qe conoscess%i ìà ì^s^ 
gaa^^ di qualche soa^ erudita atxnotasione | ooH 
die 'mpUà pe^trebbe avvantaggiarsi la; ndti9ia(dft)^ 
le persiMie erodSte • Ri<:eya in bUQfìar patven^^ 
stp: mìo) siacelo c^siglid, che' parte dti uncud^ 
se dinota ,. 0^ atfiàiite ;^1 pac deUa sufei , deMa^ 
gloria de* sudii amioÌ>^ e padroni. O^a- sòlapiei^^ 
ho ^^itq in ItaKa uti buon disegnò dèi mky 
mtratto untò da eccdlentealrtieflbey acciocchii 
datp< a qualche belavo intagUator^ a< bulino : e^ 
tbcftoohà^roftiRai ^àrà «erminuta, do» de- primi c^ 
srnnphffl saranno ^r 1^, ondain* qtialche^ mp* 
4o^ abbia presente' /dii sòl<^ b^ V" onot«d di es^ 
serie da^ viciiw» con rànimó>, 6 Mn^ fo^eq^Afi. 
KJairisshmi- sonc^ i libri ini{>réssì< in^ I^lia» clfc^ 
giiuig^tiop in^ quesiti parti, he Pdesie giocose del^ 
Sig^ Vinciqii nqn si. sono qui' antór vedute, SeP 
ha pcca^oMe^di scrivere a quél Signor^-» «He à 
stolto; ssftipise de^ mi^i amici: , lo* riverisca^ a mio^ 
wm^ .■ Dd Taìsso^ costi andar lènft^ienée ella^ 
n)ii scrive rim^-essionei t&at in yetiezià^ nqnsd 
ohe ancMT sia- comindata ; e pùà èssere ctie» il^ 
confisonto: abbia spaventatcf^ queir im{^sèJre> 
Coli pare sa di sicurp'^he non sf imprime la- 
tamo^ ricercala Istt>ria del VUrcìii' y ma ^ebbd 

deside- 



/ 



x 



. ,lÌ4 . t t t t.J^ & B B t. ^ •\\' \^^ 

<d$$iderat>ile » che anco .^aesta si reàdesse pubÙi^ 
ca per ria delle stampe. Non ho tocor veduto 
\i Pastor Fida ristanipató , in Londra dal ^ Sig. Rojl-^ , 
li; ma mi tieiji dettò ^. che Tediaione sia. al. ma^ 
giotiegno sqùisijta • lodd il .cordiglio 4^ Idi 
datagli di ristampare T Orlando riformato dal Ber- 
ni, gia^hè ha in animo dijdar fUori le ra4jt^ 
sime, a|>cre di t^é ^t degli aìtri di quella scup- 
la • Mi viene scritto y che un gioriio si tistani-i 
peranno le X^^^^o ricercata Epistole, d^ Pier Del- 
fino, insieme Con più vplvimi di altre del^os^te^' 
so Religioso i che , non mai ..jonp state iitipjcess^ • 
Chi lìe.hs preso l'assuiito sOpra.di. se ì ha. ta^ 
laotp e attenj2iond per ben.cohdurr^ ,a finè^.s} 
lodevole impreca , ed ; io non ;hQ maticatoi di dar-^ 
gli coraggio; ed Impulso. Egli ^i . è . il dignissimò. 
P* Abate Cam^tdoiese . .Qio: Benedetto Tassi^.. ^ 
iindde'^iù éijesti $ e jaegtì lejfcetati ^^ th! ^o mf 
iab{>ia tiiai.conpsciuti^. fjIU ha tuitta iragiorie .di 
star ispspes^f p^r.non, privaci. del bel ,Ms.d'Ia«^ 
Scrizioni , che. ti^ne ,di Fra GiòcOft4<> Veronese i 
In esso :la pregò di os^erirair^^ se ve n$ sk-àl^ 
cunai <^ve^ ^a espresso, alcun G>nsokto di.Boò^ 
2ÌQj o di Simi^aaco, qupluQque,.e'|[ia^,' e diccH. 
niamcarmene 1^ notizia..cpill|i copi? esatta di. 
essa* Mi sarebbe .parimente ^3iai cara una co^' 
pia delia. <lcdica?ione, 3^ òhe fie^jfa r autore i e 
anco ,delU su^a prefazione «^sé pijiire.ivé <i\ha air 
tra .oltre la dedicazione • yjix lignifichi, similmenr^ 
t^ la qualità di es^o Codice, e l'ordine cheyi 
tiene j e se lo crede originale dell' autore ^ dte^ 
fu disegnatore eccellente di Simili còSe antiche , 

tome 



/ 



ffusae si Tisdè aver htto nel suo Vittùvio •' fiqi 
ftèsto qui aVicmó là fiera > con Toccasioiie déti 
la quale ^^anno libraij di lipsia , di No^ìm^ 
berja, ed altre paid di Germania. 'Non soW 
sa ppiteranno *di nuovo j è di ^uo^io . Se tn>yer& 
co^ de^uL di ima -notizia, non inancheiÀ dt àvn 
v£$aniela, in retribuzione di tante ^ altre > * e si 
peregrine , che ella mi somministra . Spero' che 
il) essa ritroverò aoQ) per lei un ipmolX* déi% 
la' pihlioleca Greca del: Fabrìcio ^ per cui il R 
mio fratello nu ha data la conunissionf» \ e ^u» 
bìto cercherò mòdo di fiurgildo jpervènire per, Viì^ 
sicura y e noi\ dispendiosa • II' P; Gamier fieqcr» 
dè4^o% della Congregazione' di S»'Maurq » ci 
£u:jL godere \ma migliore edirioné , di* quante 
sii|òr ne abbiamq, di tutte l'opere di S* Basilio 
G»' L. Colà pure si è stampate ynS. Cirillo Gt- 
rcispUmitajjQ « Noti so a qual ^eghq' sìa in pggi 
l' adizione di $. Cipriano , incominciata dal Ba^ 
Imio avanti la di 4^ ^tte « finisco » e coq . 
t^tto Tossequio sono « . • • ' 

T&ppp fi eb^ Yp $• lUwi la l>o^tà ^i ccn 
mandarmi che If facès^ avere una copia 
de) mio l». Caplrio , cì^ ^toìe pri^na 4a al^ 
txi^ ell^ aveya ^ccolrb» di si buon occhio .JpiiQQ 
ma^e^i di ubbidirla facendoglielo indirizzare C(^> 
stì ^ Sig, Filippini i eii(ie sperft ^:ìq re^jtrppla- 

re spe- 



>. 



le 6t3edìt0fe .^rà {jerrenuto iti stni ai«o • Vùeedl 
àhQ pjà di ftequea^e dlU xni.dew ^c»àoi/t\4i 
jaModa servire hi cote di aaà ma ggaore prema^ 
ras s dove io ineg^.<p<Mbestal.i^k «soiloscere la 
nU divcMuone» e per dacie pia stimoto atmisò* 
kbmi icit quefta sioèera oiia ^i^pplica^ eocc^ dbé 
ii siiprcndd la oonfidetièa di i^kbcoere alla soa 
protecione per raocomaodarie <lAa persona che <pef; 
Verità Ae è meiijiten)le 'i Qpesca si è la Signora 
Giovaniia Stcadio^- VetleKÌana ; la quale di'pre« 
iente a questa Gocte si ti;ova « Elia è féndatis^ 
sima iìeila Musica* e ae ben sia óra i'iìa pral^ 
fessati tra le sOedomesriciiepsiretiy desidera iì6h« 

, ditnejio di iarsi sentire finalmente atxjie inpub» 

ìfLìeii. Gmta eccelieiiténiedte bene, e coti tuctft 

^fitóch«ts;^à, trasportando ogni cosa per quatitto 

sia difficile air improvvito ^ e accompagnandosi da* 

per se sola di una maniera mirabile • La sua vo^ 

\ ce i anari in meèce soprano 4 eh' in contraitò ; 
^11 teatto per guanto to%&^ vasto , per lei non 
farebbe che picciolo » avendo grla petto, e voce 
da farsi da per tutto sciltire. La statura cresce 
de} mediocre» ha buoni portamento , nobil per- 
sona ^ ed è tale clìe può fare sopra la scetia un 
assai maestosi comparsa. Inoltre e d' ottitiii cos- 
tumi » se pure questa è condi2Siotle che in chi 
profesia la Musica ^ i^icerchi. Ora questa Gio-^ 
ttne avrebbe detiddrio di far la sua prima com« 
l^arsa aopra coteste scene v o nell"^ opera dell' Au^ 
tunno^ o in qu^la del prossimo Garnovalé, d 
neìFuna, ^ t«àir altra ancóra , quando cosi ag^ 
ImpressarJ ^9t^$$ii^é £' ricorsa a me con ispa-ai^ 

za cb' 



A p ó 5 T p f p % i y ó: tH 

^ ^"|6j)ófs* fv §\h|^ cp&a 4i «IO valiti^* 

chp aqiindp ? lei j^^ì:^il 4i P^^ipprla, 4oA sia 
CQ^a jdifficile il i^derlii 9{|»^^si:a, Quot isieirefì^ 
jpo$«<^ 4icl6 che bò mt^ U qpfificteaz^^ chddd^ 
la ripscitiat hqq $i ^wi i9Qti^ j^ peàtirst, nd 
per 1^ io ayèrU pn>pp$(a, iié é^r use in averla 
PFPB9$t«* Ob^ftP vQlUf ^i)i ha volttU» sonticbi^ 
Ansii^ti^fimp Pà^roQe, da cui àn^^ra lie ha eoa» 
seguito m gtiefpsQ r^gilo. lo j»6r y^l^ °^mi 10^ 
]|p nw ìt^^Oi folitp impacciarmi in eotali feoce^i- 
4e: ma questui volta ncm ho fUotxx ditfstklcnm 
dàlk in^tanàse, che ni^iie sorto ijtattf fatte, alle 
qùaU ha dato i^^ch^ forata U merito della Sigiuiàrà 
(^ioyanà^. Atstm^ò dalla sua risposta uà hok 
tello risi^oj^t^p della sua hoóti ,. e gentileasa vetr 
SQ la mia gerspiaia i tuttoché &i^na cp^ può fare i. 
eh' ip jsia p^u di quello i ch$ sèmpre sonò staff ì 
^ profe^sQ d* f §ser* ... * 

^ |P(Ì* ÀI ^tfi C^^i^^ ^4tdé aaikUu'S ; 

./ ' , ' • ■ ^ 

LA^idfi 9^mm^ i titpH • i oon^>limettti éà 
part^ft scriViamopi co^ quella libertà ecooi-^ 
fklenz» i con cui; si sctìtev«io qise* valentuomiai 
accora del X VI^: fecola . Mo ricevuta la vostra 
g^^sima lettera ) la quale mi ha i;nioit0 4i 
piacele ceca^tQ si con V avvisp della vostra salu^ 
te, come «^ la. jiotìaia della vioiiiia pubblica^ 

3KÌ0M 



X%9. l I t T E K « it I 

|5Ìoke del vostro S.^ Gaudenzio . Fpci vedere U^ 
stessa al Sig. Gvntiloéti , U cui precisa nspostà 
ritrove£6t§ neiroccliiio'viglietto, donde intende--' 
jretè le' dUigehze inconùndate ad usarsi cfa lui 
per' rèndervi servito' circa quanto gli donuindàtè 
intorno ai \pstix Adeltn^nno^'^ FiUstria. XJlti- 
. mamente mi è capitata uh' Opei^H^tta stampala la 
JLipsià'da Già. Federigo Gladit^fiMDCGX.in4^* 
con questo titolo : Di ÌUustribuì 'AlemannU \ 
imprimis iis y quòs JhÙgdeiurium oh nobilkatem gen^ 
tis' a VlL tetti saecutis ad se recepii y ofqueinde 
per mnem EuropaM m ptAlicum ^rhis^còmn^àMm dif* 
fudit ,&t. V Autore sì è uii tale Urtano Qoni^ 
fredo Sikèro Arcidiacono diSnèebèr^.' Qpiviegli 
^arla a lungo del Véscovo JHeimanno àiììSL^^g.: 
52. sino alla 72. Bnetende che quegli $1 chia-* 
mi^sse Alemanno y o JUmdnn^y coma Siieherpo^ 
^putito lo dice^e che trovassi^ questa dénomì-n 
^azione dall' antica sua origine di Alemagna ; 
I^oco però Q nulla dice di lui più di quello che 
pe abbiali detto Sigeherto el itrkemo fra i più 
antichi » il Mabillony il j^lèoy e qualche altrp^ 
moderno. A e. 55. 58. porta i Rytlmi alphahe^ 
$Ui cfi èsjo jfdilmanno dt f^iris Illustrihus sui, 
temporit\ e a e. 58. , e 6i. le Annotazioni del 
Mdhilione^ A e. poi ìéil 72* produce Idi Pistola^, 
del, medesimo a Berengjtrio y senza iarvi sopra 
alciiha Nota, e senza che si veda averla lui 
coUaziohaìà con alcun Gxitce, ma tronca e mu- 
tila tal quale! ^si vede negli astoplari già impressi 
si. n 4^. Filasiria poi del Fabrizio y io qfuasi 
pre^aitivameQéBy^ assicurerei esser egli una di 

quel- 



A » o s T ò.i:. o Z E H o« V»f 
qiidte Òpere > cbe possono ^ ancora zytst luogo 
lidia Bibiiothecéi pramisjM & Utcns dell* Almilo- 
veen^ e quésta è la prova sopra di cui fondo 
la mia corighiéftura . Nel MDCCXYIIL pubbli- 
cò il Fahriiia in Amburgo la seguente Opera 
in foglio: Bibliothecd Eqclesiastivég ^ nella quale 
egli i;oraprese e illustrò con sue I^te tutti gli 
Scrittori antichi , che hanno^ trattato degli Scrit- 
tori Ecclesiastici,' cioè S. Cirolumo , (Senn^Ho 
di Marsiglia , S. ' Isidore di Si^vigUa , lUtfan'^ 
so di Toledo , Onorio ctt Autun , Sightrto Gem^ 
blacense , e i loro Continuatoli GÌMÌÌAno e Teli* 
cà di Toledo, e Y^ Anonimo^ oltre adi Arrigo A\ 
Cant, e V Anonimo Kiellicense, À>/ro Casmen- 
%t^ Ptacido Romano, el Tritemio^ e per fine 
V Aggiù^ia di Auberto Mirco ^ che prima di lui 
pubblicò e illustrò con Note graii/parte deglr 
Autori suddetti. Ora egli al cap. ///. àtW Ano-^ 
«wl? continuatore ^ Isidoro ^ e tS Ildefonsò y fa- 
cendo yna lunga ed erudita Annotazione ^opra 
lo stésso S. Filastrio^ non tlice cosa alcuna cir- 
ca l*avét posto in esecuzione quanto aveva dise- 
gnato di voler fare sopra ^i questo Autore > an- 
ni nemmeno fa motto di aver avuto in animo 
di pubblicarlo.- e lo stesso silenzio usa egli lad* 
dove fa qualqbè iVb/^.. kK cap. LXXXIV. deirO- 
pera dell* Abate Tritemìo^ che quivi parla dello 
stesso Filastrio : il che certamente noA, avrebbe 
dissimulato, se egli o avesse dato fuori V Opn^ 
scolo di quel S. Vescovo, b fosse stato in pro- 
cinto* di darlo , noQ. avendo esso per altro lascia^ 
to di* ràmmemorarje akre sue fatiche sopra que* 
Tom 11^ \ ' gU 



l^Ò i É t t E ifjB D 4 / 

gU Scrittori Ècclesia^ki j che. m var) tempi Jiw» 
va fatti ristampare, ó de* quali era^ bccorso di 
favellare nelle sue Opere da ìoi divulgate • Art* 
coVa non mi è capitat-a sotto l'occhio lalLPar-^ 
te del Codice apocrifo del N»T. pubblicato ulti*- 
màmente dal • medesimo Fabrizio , e pero non 
ho ancora osservato quaiit<^ con molta borita gli 
è piaciuto di dire di mia persona ^ di cui pet 
altro in più luoghi della sua Bihliotheca Gr4ec4 
ha parlato con; espressioni assai maggiori dei me^ 
rito mio. Rendavi intanto grazie dell' avviso, 
come pure deUe ioJi, che date al Tomo xxxii. 
del Giornale ^ le quali però tutte si debbono ali* 
attenta cura del Padre mio fratello pef le buo*, 
ne cose che vi ha inserite, e principal\nente per 
quel beir Articolo che concerne Lhììì Ala- 
manni , donde confesso aver tratte licite noti- 
zie, delle quali, io era affatto ali* oscuro * V 
Elogio Aiagliabechiana avrà certamente il suo luo- 
go nel Tomo seguente , e se sarò a tempo , an- 
che la mia Dissertaxiùnt sovra Boezio . L* aria 
di questo paese fa in me queU' effetto che ci suol 
fare generalmente , cioè che mi rende più del 
mio consueto tardo allo studio» in cbe però non 
ha poca parte V esser privo de' miei libri , ipol- 
ti de' quali sarebbe inutile qui ricercare . Inten- 
do con piacere quanto mi scrivete della Disstr-* 
tdZsioni vicine a pubblicarsi in risposta a queUa 
del comune amico . Esse precederanno la vòstra 
ài tempo , ma non le, torranno il primato del 
merito . V opinione di lui ha più ammiratori 
per la lievità, che seguaci per la forza delle ra- 

giV 



A p ò i f e t d 2 1 N o* ijr 
gtbnii In essa egli ha volu&> confonharsi al ^ud 
direttore di queste materie 5 che. è il celebre A- 
baie Bacehitii . Pregovi di tivetire divotamente 
a mio noma il chiarissimo Sig* vostro fratello i 
imo singolare padro^ae > e di ringraziarlo dell' 
incomodo ^ che si prende per proccurarmi le iié^ 
tizie desiderate dell' amico Doni defunto , le 
quali mi saranno carissime ^ Gli direte inoltre 
che ben subito avrei dato ordine al Padue mio 
fratello di spedirgli le Epistola di Plinio con le 
Nope de' Far} , se il mio esemplare fosse rima^ 
sto ih Venezia"; ma e$$o è uno de' pochi libd 
che meco ho recati di qua dai monti. Starò ia 
attenzione di procacciargliene un esemplare , e 
in ogni caso, quando a lui piaccia 9 lo servirò 
del mio proprio • Finisco ^ e abbracciandovi con 
tutto il cuore sono • • « • 

* 507* Al Sii* Antonio ysllisnicri ^ 

Viennn^ z$. Maggio 172^^. 

NOn ho che scrivervi se non dirvi che go*- 
do pafetta salute , e che fo una vita ri»- 
t>osata e tranquilla. Per chi ama da vero , co- 
«ne voi fate > questo è dir tutto . Desidero a ver 
nuova del vostro statò . La. stampa del vostro 
libro si va ella avvantando ?. quando credete , 
' che ella sarà terminata ? Ho inteso dal Padre 
inio fratelto T addottoramento del Sig. Uber . 
Non dubito che voi non gli abbiate > anche à 

H 2 mio 



t$> t » t T ip ^ » ^ I 

mio riguardo prestata ogni amorevole assistete* 
%k: di che vi rìngraj5Ìo quanto so e posso. Fa- 
temi ave<è uoa' copia della lettera scrittavi da^ 
gli iiQCi^àeiYUci li^differèfìti . M' immagino che 
libila sia una delle solite freddure di que! poi^i 
iicioli Milanesi, che sempre hanno perseguitato 
ìt nostro Giornale • Ho scritto à mio fratello ', 
^he nulla vi badi , e' ch^ tiri avanti senza de- 
gnar costoro di risposta . Ma se vói sapete chi 
^óno» rimostrate à loro» che hanno il torto di 
dolersi . Chi fa uh Giorhale , no^ ha l' obbligo 
di parlare; di tutto mii)utatn6nt^ • Esso h% dei 
Riguardi iipi qualche occasione V cbe uh' altro not> 
avrebbe. Se lorp ne spiacè uh silehzio che non 
gli offènde, scrivano a loi; talento un* altro Gioi:- 
liale » e si soddisfacciano * £ poi a che tanto 
àflfannarsi di veder nominate le pose loro, e de! 
loro amici in un' Opera , di cui tanto sparlano , 
è che d|t gsii è giudicata sì dispi;egeyole ? Io per 
ine non mi contenterei gianjniai di vedermi no- 
minato né men con lode in un libro , che fos* 
se §ciogco, e da Qulla • Il ^ig* Cogrossi è un 
valentuomo nella sua professione 5 onde avete 
fatto benissimo di averlo guadagnato afforesta 
Università. Rivefite gli amici, cioè iSigg.Rpp 
leni, Mo^rgagni, Bosip , Fa^ciolati , Lioni , e 
gli altri tutti . Il nostfo Ippolito sta bene , e^ 
con esso di qui ad pttp giorni mi poiflr-erò ai so^ 
liti bagni per meglio consolidare ,' e asciugare 
la gamba, che sempre si risente della passata 
sciagura, poco, o molto* L'ultimo Tomo del 
piprnale nii ^ piaciuto gr^indeindtite^ 9 Sua M. 
^ ' ' " • ' . me- 



À P O S.T Ò t Ò Z E N Òi- iii , 

{ncdesima rtóa molto gradito. Rassegno il soli- 
to ossequiò alla Sig. Laura , e alla Sigi Oau*' 
diaj e di cuore mi dico qua! sono ; • i * 

jàS* Al Siii Andrea C^rnaro. k Venezia. 

yitnnd 8i Giugno 1720Ì 

L'Avviso del vostro felicissimo . arrivo mi ha 
grandemente consolato. Io era impazientis- 
$imp di averne la .notizia j quale, appunto me 
Favate avanzata. Lodato sia Dio Signore di tut- 
to , e {)iacciagli di mant^iervi sano , e di prcv 
sperare lungamente le - cose vostre • Goda che 
abbiate trovati, in perfetta salute tiitti quelli, di 
hostra casa. Non mi stupisco » ciie al ritorno 
siavi sembrata piit vecchia , la Sig^ Madre di quel- 
lo che r avete lasciata • In una persona dellat 
sua età ùii mezz* anno di più fa assai ■ maggiòit 
tangiametito 3 che in una che. rie. abbia 35. o 
30. anni di meno i óltté di che. i cangiamenti 
deiraspettd non sono cosi Sensibili a chi gli ha 
tuitto giorno presenti,* còme a chi si disavvezza 
a vederli per qtialche tempo • Abbracciatela ca- 
lamente a mio nome;» e riverite pure la. Sign<^ 
ra Cognata, le SoreÙé, i Nipotini; e gli ami- 
Nti* L'Abate Vianello ini ha scritto di aver ri- 
cevuto 4^ voi i quahto vi avea consegnato per 
esso. Egli non. lascia d* impòrtuiianm t ma un 
Vo^ró . sodo ragioriamèntp ^pero che finirà di per^ 
suaderlo della impossibilità, in cui sonodiconif^ 
piacere al suo' desiderio ^ Farò col ^ig* Conte 

-t j . Sa^ 



^34 IrETTiREDl 

SavalU y y^diXchtsQ Bartolommei , Conte Mosche^ 
ai e altri, quanto mi commettete • Al Sig. A- 
bate Pariatì pregovi di scrivere due righe di scu- 
sa con lettera a parte : il -che sono certo che 
da lui Sfirà sommamente gradito . Oggi final* 
mente ho ricevuta lettera dal Sig. Zio Sevastò , 
con una diretta a voi di >risposta : la quale tro^ 
verete qui occlusa. Ha mostrato molto piacere, 
cke gli abbiate scritto , e se n' esprime nella 
mia con molto sentimento • Scrivo al P. nostro 
jtateUo , che proccuri di feir capo col Sig* Con» 
te Sava , Coasìgliere del Czar qui abitante , p^r 
la sicura spedizione al suddetto nostiro Zio di 
lima cassetta di libri , che ho ^tto apparecchia-* 
i5e per lui . Se trovate apertqra di raccomandar- 
la a quel Signore^ che mólto ama la persona 
del Sig^ Sevastò , mi sarà molto caro . S, £• Fo- 
scàri parti jeri mattina • lo sono stato a riverir- 
lo piiL volte , e mi tratteni seco in lunghi e 
soavissimi ragipnàmenti . Compresi , eh' egli vi 
ama di buoa cuòre . Mi disse , che nel soffitto 
di sua casa aveva alcuni armar) di libri vecchi , 
9 con la sua solita frase me ne fece un rega-* 
lo . Oh 5« fossi costì , e pote5>sì avere la liber- 
tà di vederli,^ sonp certo , che ne trarrei fuori 
qualche buon pezzo: e forse anche mi risolve- 
rei a comprarli tutti • Bisognerebbe potere far il 
catialogo. Se riuscisse a voi di ottenere, che il 
K nostro fratello li vedesse , si potrebbe fare 
un buon colpo . Nulla voi mi scrivete dei libri 
del prete di Eontana^fredda . Questo è segnQ , 
che Q ijion avete p<jtuto vederli , o non vi sie- 
te 



A Pi S T O L O. 2 B N O • 155: 

té sopra essi acccMrdato • Intanto, vi abbraccio dì 
^feore , e sono . • •, . 

*j0^v-^' Sììk ^t9nÌ9 FaUismeri. aPddàva. 

Vienna 15. Gingnd 1720- 

PÉr minile prove di debito e di amicizia po- 
tete essere molto htn persuaso , che poche 
còse ini sono più a cuore , che le vostre sod- 
disfazioni, e i vostri comandi \ e che in occa- 
sione di potervi' diraosfraife questo mio deside- 
rio, incpntrandosì dalla parte mia qualche osta- 
colo , segno e , che ho tale precedente impegno, 
da non potermene distaccare e rimuovere senza 
niancare a me ^esso • Tal« appunto si è la pre- 
sente congiudtura 3 in dui mi fate sì calda in- 
stafnza d' impiegarmi à favore del P. Caraffa ^ 
Monaco Olìyetano, per proccurargli l'onore di 
queào Cesarea pulpito. Io per verità ^^^ oltre la 
vostra attestazione ed impulso > ho molta stima 
per CQtesto Soggetto , e forse inclinazione di a- 
doperarmi pe:^ lui ; ma sappiate primieramente > 
che in niun modo da me dipende , come costì 
ne córre voce,, una sì fatta elesjione: ch'io né 
mai ho proposto, né mi prenderei la libertà di 
proporre ad un tanto Monarca ri suo Predica- 
tore di Corte : in oltre , che '1 posto per 1* anno 
Venturo è già destinato al Sig. Canonico Badia , 
t>en noto per tutta l'Italia; che per Tanno* sus- 
seguente seno tenuto , il che non dissimulo , a 
fere ogni sforzo ,per un mio carissimo e degnis». 
\ H 4 simo 



ì^é . JL E T T E H È . b i 

Simo araicd mio , non meno che vostro ì eòa 
cui ne tengo antecedente parola^ e di cui non 
posso far confidenza ne a voi , né a persona ; 
se non dopo l' esito * Tutto quello , che mi à 
concesso di fare per Voi , e per il P. Caraffa ^ 
si è , che se 1 suo nome sarà presentato allo 
Augustissimo Padrone > e che a me ne sia di^ 
mandato parere, io gli renderò quella giustitia ; 
che se gU deve» e che per qualunque riguardò 
noh' posso negare a persona di merito i cqme es- 
so ; Di tanto potete assicurarle quel nobilissimo. 
Reiigioisò i Ho inteso dalla vostra con sóm^io 
rincrescimento il pericoloso stato di S..E. Sei 
Bastiano Pisani , al quale desidero un pieno ri^ 
stabilimento in buona salute anche per riguardo 
di voié Piacemi > che la stampa del vostro li- 
bro -sia terminata ^ e che la Dedicatoria siavi 
riuscita degiia del Monarca ^ e di voi . Odiando 
indirizzate i libri per la dedicazione 3 fate, che 
vadano in manp al Sig. Cavaliere Garelli 5^ac=- 
ciocché esso abbia l'onore del presentarli « Sip^ 
piate in confidenza, ch'egli è un buon amico ^ 
uomo di onore ecc. ma sommamente dilicato i 
talché mi mette in . soggezione ^ quando parlo 
con lui. E più facile averlo amico da lontano, 
/ehé da vicino, ed io fo tutto per conservarmer 
lo 3, e per verità non ho occasione di lagnarmé- 
ne, anzi essergli tenuto di molto : ma i come 
dissi i serbo tutte le misure^ e le convenienze} 
oltre di che egli fu il primo a parlare del vostro 
Libro ai Monarca , onde se gli cedo la premia 
nenza 9 non fo eh' il dovere , e insieme il von 

tttó 



À p o^ 9 t p £ o .3 t ;*.<>• t^f^ 
iimJraftcaggiQ * Sempre più mi obbligate p^ 
quanto a^vete Éitto » e andate facendo per .initrii^ 
zione del Sig« Ùber • Qsiel Ricettario Ms. cho 
gli a\reta dato^ ^ un faror? partìcolate , e per " 
cui può essere, che ai^maì^zi a suo tempo «qual* 
che .dozzina d]^^ammalat;jl.di più ; perdonatemi : 
i^o fallatq: Volli dire di ménb;> di quello che 
avrebbe fatto ^enza di esso. Atteilderò. la Let«* 
tera degl' Indifferenti jsoù vostra comojdità • Ma 
come sono Indifferenti > ^se. sono tamto appassio^ 
nati? Voi molto bene, avete, a. costoro teutatò 
il nome ^ in quello di Coglioni : aggiugnejcevi 
quello ^i pipecidenti • Coi Sij^ Cogrossi .e Scp^ 
ti sempre più si rinforzerà cos^ il partito dp* 
galantuomini Professori)^ eh' è. il vostro • Miral<^ 
legro ^ che lo Studio abbia^ fatto acqiiisto . di utì 
sì degno Riformatore, quale si è j' Eccel^entis- 
sÌQ(io Sig. Frocùrator Cfi^lier Grimani ■; mio sili* 
golare Padrone j e con cui qui bene spesso bd 
tenuto ragionamefito circa la vostra persona r 
Salutate gli amici, e abbracciandovi i resto ..; 

510. jil Sii* Contt di Savallà. et VUnn^l 

Vienna 20. Gitiino t^tél 

IL passo di Plutarco ^ che si legge nella Vita 
di Teseo, sopra di cui è piaciuto ali* E. V* 
di chiedermi il mio sentimento , ha dato occa*' 
sione a molte persone erudite di esaminarlo atw 
tentamente > e ha fatto nascer dei dubbj i ifl^ 
torno alla cui soluzione trovo divisi ì par^l 4 

io 



|o mi sono appigliato ^ quella pairte, che; giu- 
dicai la* più ragionevole , e- che 3» per quanto rU 
<;ave daUa sua tBedestma lettera , sembra anche 
9, lei la migliore • Io fo gran caso iri simUi ma.^ 
ferie, che riguardano 'F erudita antichità , del 
inatm*<> gìudicio di V^^-J^. ijion essendomi ayve- 
Buto di sentirla ragtonaire sopra alcuna quistio- 
ne, bei^chè difficile e astrusa , senza riconosce- 
1»* che ella si lascia muovere e persuadere dall' 
aBìore della verità, e dalla forza della ragione , 
^nz^hè dair applauso della novità , che molte 
|>ersoae anche dotie. -affettano di wnsegqire, più 
per parer singolarfc^ che perchè elleno sbi^ssé se 
ne mostrino paghe e convinte^ 

Dice adunque Plutarco , che Tes^ fe battere 
una moneta in Atene , scolpitovi sopra un bue , 
per ' simbolo deF tpjco Maratonio , oppure del Ca- 
pitano- di Minosse , ovvero per eccitare i suoi 
cittadini alP amdre delf agricoltura : dalla qu^I 
moneta dicono essersi appellato F Ev^ambeo e 1 
Dtc^eo. te parole di lui sono queste : eV^ì 

rtfi^, i Sipt rk fAifm gpotrr^if 9 w irfk ywpyletf rig 
VfXlretg Tr9tpa9ut>Xv . «V*" 4x«»« Jé^ fu^r ri inourif^fio^ 
i#vr^ 7-J <^X)«i0«iM «V/^^d'niKa • le quali secondo 
la versione di Guglielmo Silandro , significano : 
Signavit (Theseus) etiam fmmnmm incisnm ho-- 
ve y vel oh tawrum Afaratboniwn ^ vel oh Minois 
I^ucemi Vii ad agricHlturam cives incitans . tìinc 
ytrum^ JHbcÀt^mkoeoH & Decahoeon diilttm . Non 
diveBsamente dal Silandro sono spiegate da Er- 
manno Cruserio: e assai prima dell' uno e dell' 

al- 



Apoaxote % n if o. tj^ 
altro le' (rasiate hdfto fiiraga » il giovane , dà 
Castiglionchio , aggiugnendovi però qualche co» 
per maggior chiarezza del testo: Nummttmprsc^^ 
urea st^itmt , bovemque in io in^idit , vel ^ 
M^V^hpninm taurus^ , vcl ah AtànoU 4i^cem y vft 
qnia d(i diri ctiltion^m cives prùvacarc velUt ♦ 
Ah €0 nummù. Jdcitur Htcatombaeon , qmà fstctn^ 
tum hgHm , & Decaboeon , quod 4st 4ecem , n9^ 
fwni praxisse . Il Consigliere Jacopo Araiot , la 
cui versione di Plutarco dopo un secolo e mezw 
2K> in ebrea, è ancora in grande stima appresso 
i s9oi Francesi, benché in essa siefio^ stati no* 
la4 gravi e frequenti errori , trasportò in questa 
guisa le suddette parole ; D* avantagù il fip fot-» 
ger di la monnoye , q^i avoit panr n$arqH^ un 
»<keuf^ en m^mcire dn t^iureau de Maraahen , a$e^ 
d» capitaine de Mines , eu poHr inciter ses cit^ 
yenj à s* adonner 4h lahonrage : \(^ dit-oìi' , ^ke^ 
de Qfttse monncye cnt depuis i$4 ìfppell^s HecéUom^ 
hoeon & Decaboeon , qui signifie 'uÀlant éent hoeufs ^ 
& valanf dix hoeufs , Su queste ultime parole» 
cade il primo dubbio di V. E. /poiché intcrprc- 
tandosi letteralmente la versione dell' Amiot , 
corrispondente a quella altresì d^J/Birago, se T 
ecatombeo valeva cento bovi animali, éìdecabeo 
ne valeva dieci, "dovevano queste due monete , 
e la prima in particolare , essere d' una smisura- 
ta grandezza . Per la qual cosa sembrar potreb- 
be più verisimile il credere, che la moneta del 
bue battuta da Teseo , essendo di poco peso , e 
di poco prezzo, V ecatombeo non fosse che una 
moneta corrispondente al peso e valore di cent0 

di 



ÌJJ.Ì tÈfrÌRB b i . ^ 
dì queste plcxiole monete ^^z^'^ él deuiei liiìl 
èorrispdhdente a quello di dieci; pi queste mo- 
nete non etóetidó dallo storico specificato, il me- 
tallo,, ne ilasce Un secondo dubbio ^ cidè, séfos* 
itero d*òrò> di argeiitò; di rame, di fèrro , ò 
d^altra. materia ; sapendosi the fino di stagno 6 
di cuojo^ ri' ebbero gli antìctìi nella prima loro 
instituzionèl , 

Jl?^r procèder còti ordine , ^senzi di cui s* ira- 
hf obliano ; pia di quello che si sciòlgano lei. 
difficoltà , dividerò la materia. , di dui debbcl 
trattare per ubbidirla , in alcUtii punti j i quali 
tutti à meglio spiaiiar la qùistione contribuisco-^ 
ilo i h Sé la moneta appellata hue (osst battu- 
ta , p no, coii riraprpnto di questo ariimale ; 
IL di qi|al metallo ella fosse . .III. di qual va- 
lore. IV. sifto a quali tempo si masse in Ate- 
lie . y. Se r ecatomheo è 1 decahco ,' che da tss^ 
presero il home, fossero riiortete vere e reali ì 
o fittizie e ideali. VI. Sé il valore di essi deb- 
bisi intendere corrispondente a quello di cento 
hvi animali > Ò a quello 'di cento b$vi monéte .' 

, Non sembri punito strano a V. E. ch'io pori- 
ga di primo tratto ih controversia uria cosa i 
che. da Plutarco vi^e sì espressamente asserita: 
cioè se Teseo in Atene facesse veramente bat- 
tere una ifeoneta marcata .con t imprpnto di xin 
bue. Ottofne Sperlingio, letterato insigne Dane- 
se j' pufbbHcèr venti anni sono' uria erudita Di^ 

ser- 



yertazìone' 5Óprà le monéte non battute fi degli 
antichi, sì d^'nióderni ( Amstèlaéd. 1700. in 4^ 
^. Francùcum tìdlmam ) . In èssa egli impiega 
parte del capitolo I. e* tutto il XXII- pei; soste, 
ifère che quésta' monéta bue ^ e le altre cogno- 
ininatè da 'èssa, fossero di quelle che inai noii 
uscirono "^ dai mopétarj ; é^ perchè le' paròle dì 
Fiutar éo son troppo cohti;arie a questo' suo sea-^ 
tiiiientó 9 ;iòh si fa il menomo sfirùpoìp di di- 
r^' , "che fallii & fÀUìiur bonus iÙ^ philes^bfi/ 
{ >^* 143- )• Egli vuole pertanto ^ the Te^ 
altra non abbia* fàttp, se non insegnare agliÀ- 
t|niesi il modo 4' incìdere' e tagliare in tante 
lamine tanto ^\ orò , d^ argentò , o^ il* altìo me-, 
tallo, quànèo loro bastasse a comprare un bue : 
Iq quali lamine si appella^sei^p* ^ert;i , non per 
C?$e^ cpniàte dfill^ figura di questo animale, ma 
per essere di peso equivalente al yàlprè di uà 
bue: e che quindi ancora fossero détte Eeàtoig^ 
b(^ e decakei le lamine , che "a "proporzione ^di 
pè^ valessero cento , q dieci bovi effettivi .' Ta- 
li lamine^ pertaiitò èT conclude ( p^j. 146. ) npa 
^ssèr nummi, ò monete di conio, e bàttute', iìik 
pe^i , masse, imìiiaata^ ^fy^fn , m^JiiitH ^ tàglia» 
t^/e segate instai guisa, perche più ageVolnifn- 
tè nei vicendévoli contratti si ipettessero in u- 
sò^ le quali essendo rp^ie e imperfette, fiitt)]|o 
yh primp abbòzzo e modèllo delle (honète , cke 
*? I^rogre^so di tempo vennero nel commbiiio 
introdotte . Pretende inoltre , che prima di bi- 
done re di Argo qon si coniasser moneta , e 
che nel luogo allegato' di Elutarco , come pure 



t^% L È ¥ f £ H È i» i 

in un altn> di Erodoto » ( Uh L tu 94. i9t tèi 
ctns. pùstr» jàt. .Gràftvv. 4. 1715; ^ ove ragiona 
dei Lidj, come primi inventori di essQy unapa-» 
tola non bene intesa abbia fatto errare gì* in* 
terptetl . Dice egli pertanto ( p. 7. ) che il vet^ 
^ neTrrmy di òui si servono Erodotto 6 Plutaf-i 
co ne' luoghi accennati, non significa percHtere ^ 
ii^nare nwnmtim^ ma iecare ì €ons€Ìndere ; e chd 
là dove scrive Plutarco , che Teseo iw\è uiAffrfm 1 
dò non si abbia ad intendere di monete ba^tu-^ 
tei ma di lamine tagliate ad uso di moneta « 
Sigììificat énim iti^r^ nullo modo pì^oprie cudè^ 
re y sed secare > conscindere; quod de nammù 
non casi$ in lamellas ■& alia kipfÀecrà pra usti 
nummofum sedis melius dicitur , quam de cusis « 
Tutte quéste còse però di tlpeciosa appatenza 
SQno addotte dallo Sp9rlingto senza V appoggio 
di alcuna prova , e tutte le suddette iantina 
monetali escono dalla mera zecca del suo ca« 
priccio . Imperocché primietamente qnatito al ver- 
bo «fl5»y#^ j egli è ben vertf che di sua natura 
significa tagliare j incidere in parti ; ma quando 
sì parla di monete, non altro significa, che^^r- 
tere e coniuge le stess? 5: nessuiio esempio ed au- 
torità potendosi allegare presso gli scrittori Gre- 
ci, -che faccia a favore di. lui : certe vel iexcen^ 
tis Miseri posset loci/ thrrm ìotua-jatM non aliter , 
quam de signatura nummorum intelligi posse : 
scrìve, contro di lui Tiberio Hemsterhuis nel suo 
dotto comento sopra T Onomastico di Giulio P9I- 
luce . ( lik tx. cof. IV. segm. 60. p. 1028. ) 
Non inganna adunque , e non s' inganna bonsti 

• ille 



A i> o $ T ó t ò Z fi H 0; I4J 
illc Pkilos0phHs y Quando asserì» ch« feseofe|MKt*j| 
tere un danaro con T impronto d' un ^, d2l 
cui ne prese anche il nóme. Di questa itìoneta, 
la quale fu certamente la prima che si usasse 
dagU Ateniesi, trovasi menzione appi^esso iGre* 
ci scrittori i Ne parla lo Scoliaste di Omei^ al 
XXIIl. deir Iliade i dove pure ci rende un* al- 
tra ragione del ine scolpitovi sópra j diversa da 
quelle tre, che ne ha recate Plutarco . Gii an- 
Wri[y/\ die' égli , avanti l'usò delle monete perH^u^ 
iàvam le loro merci còri animali ; iootide ^ ritrò-- 
voto dipoi l' uso delU medesime ^ le segnavamo coh 
V impronto del hue per dinotare F antico itoetwnet 
fih hr duna f^ir^tv» • La qual cosa conformasi 
parimente con T autorità del compilatore delgran^ 
de Btimologico, vanamente attribuito da alcuni 
ad un certo Nìca ^ nella voce- ixàtrtw^t^ « Anche 
£usta2Ìo^ il più celebre degli spositori di Ome» 
to, scrive nel comento del II. dell' Iliade , es^ 
serti fatto ciò in onore del suddetto animale 1 
ma da g^sto animale furono le monete appellata 
bovi , e perciò in esse incidevano parimele nm 
bue 9 principalmente gli ateniesi in onore di es» 
jr(^« E in uà altro luogo conferma la stesila co* 
^: Impef occhi gli antichi onorande questo ani* 
male ìH per molte cagioni , sì ancora per esser 
sacro y^ scavano da una parte della moneta tà 
figura del hn/e» e daip altra l* effigie del re. Non 
4 pure da ommettersi queUo ^ che ne dice Poi* 
luce nel luogo sopracitato : Ma antica era la 
moneta degli Ateniesi ,, ed appellatasi bue , pet* 
che m/eva impressa la figura di un Ime : (e «^< 



>JHTO 



I 



I{44 , ^ t B Tf T E «l « » I 

autorità, ed dtre, che potrei allegare , di' ÌEsi-' 
cbio , di Suida , di Zenobiò^ e di altri ^ stiina 
i sufficiènza provato, che tal moneta fa vera-[ 
inenté battuta con V impronto di questo anima- 
te» da cui anche prese la denominazione (ti ^^t^i^. 

Più brevemente mi spedirò nella ricerca de( 
fecondo dubbiò , che è , dì qùal metallo' eHa 
fosse. Riferisce Ateneo { Dipnosópk lih. XV. p^ 
^69^ edk LugA éu 1^5 7. f* ) che Dionisio , o^» 
ratore e poefa Grecp elegiografo , fa il primo. , 
che con una sua orazione inducesse gli Atenie- 
si a servirsi della monéta di rame » è di bron* 
zo, %sCK$^ ìofita'fAttTt > dalia quai. cosa egli* poi 
ottenne il soprannome dì d^kày cioc Ene^\ che 
più volgamiehte dir non saprei,' che bronzin$ . 
Con questo soprannome lo distingue anche Arit* 
stotile nella Rettbrica ( Uh. IL c^. I/t )• Ma 
' in qùal tèmpo questo poeta vivesse , non si sa-' 
frebbe agevolmente ' determinare , se non se no 
avesse qualche indizio è barlume da Plutarco , 
il quale nella Vita di Nicia racconta , che un 
ccr^ Jèrone confiàcnte di esso Nicia , appresso 
il quale era stato educato , spacciavasl j^tt fi- 
gliuolo del poeta Dionisio , che CMco fii cò^o- 
minato '• Non molto prima adunque di Nicla » il' 
quale visse ai tempi di Alcibiade nell* Olimpia- 
5le XC cioè a dire intorno a otto secoli dopo 
Teseo, e quasi due dopo. Solone, fu introdotto 
' dal 



A P O^ S. T Jt O Z E H. O • l^p, 

^ suddetto Dionisio iii Atene V uso di batter 
monete di metallo, delle quali, come di moner* 
te, i;ecenti e cattive , parla con poca lode Ari- 
^^o&ne j che non molto lontano da que' tempi 
fiiMrivil^f tielja CpnimediA delle I^ane ^ v^ 7|o. 

^HfsM nostra ^ CittÀ^ spe^s^ mi: p^rp^. 

Ikgli uomini da ben far t uso istesso,^ 

Ch$ fa dille monete antiche f nuove • 

ISioieke non zi^ wi^^ ^k Rame, oViou^o^ 

Ma /* OTTIME disprexxA e quelle lascia 

Che hanno impronta n^ioro^y e^, miglior suono ^^ 

Tra i Barbari j' e tra i Greci andar disperse^ 

Jfia t altre di vii ramb.^ ^, |^ssA ieÌ?^»^^ :s. 

Che C ALTR,* nKfur battute^ apprejuui e spffii^ 4 

7*4/ anche i cittadini ingenui y < jw^s^j,: ^U^i* 

ÈgiuJÌti^j^ e onesti^ e necessari^ £ *«*/k^; ',^.; ^^»^ 

jÌ la palestra avvezxi% ai cori^ t ah cantà\ \ ì '*r 

Lascia Ut non calej .9 mette in opra f vili ^ 

di stranieri y i fli^alv4gi ^ olii cattivo 

Scmo^ prodotti , alme servili , e, sf^ln ^ 

ÌErfk noi pocl^uizd^ ad allignata, vcHHte ^ 

B^icercar moneta, ijn Atene avaiiti il tempo del 
suddetto Dionisio, fuorché, di asgento, o di oro, 
arduo sarebbe ed iQ^til^. Lo Sperlingio però sup»- 
pone^ ma senza fonflaipento alomo » che la mo- 
neta bue, noa fosse, che il. pe^ di una libbra di 
ranv:. ìa che nondimeno egli s' inganna di tmh' 
to • Ellai era di argegro , poiché valenilc^. ,^ come 
vedrassi, àxit dramme^ ^t%^tndoàtti^didracmai 
Tomo III. IC, si, 



1^-6' L E T T È H È D i 

SI sa, che «fBanda èì parla etélk Ai^aflimé, S A^ 
tene , seiJz' altra speèìQcazio&e ^^ étla s* iàtetìtjé 
sempre di argcftté ; onde da; Alésfsarcò , déttó V 
innovatore delle parole > pre^à» Atetieè f libi Ili. ) 
\»e|[ , chiamata semplicemetttó 4^^/; eìdè <# ai?- 
gento,; ed in que' versi de foriderihus & nknèm 
ris i che vanno Sotto il nome di Rennio Fan^ 
nio Palemdne , e che àlduM attribùHfcom> a Pri- 
sciatlOi leggasi; 

„ ì» sàfupulis pernii dfaeftiìianl ^ #o p0;ideré 
doièù ' ; 

^ At^mì facilù' siinatPti' nwnmks Jlt&eàisi 

Sicché 4* antica ftictoeta dd ^^ fcatfota dà "te- 
»ed Jfì* Atene era solo di Argénioy e ndii àktì^ 
menti : la qual coia apparirà aricòrà pia mani-* 
festa, fieir e^me del tèrzo queiito i al quale, of a 
mi avan2<»^. 

§^ III. 

Del valere di qtiesfa moftet» ci assicura VóU 
luée j da €vii ( L t. Segm. 6i4 p. 2025^. ) ab- 
biamo , che ella valesse due drkinme Attiche 
di argento, e però fa detta ancóra didracma . 
Attesta €gli, che nella sacra legazione a Delo 
il trombetta gridava , in occasione di assefgnare 
il prem^ ad alcuno , che a questa saranno da* 
ti tanti bovi , e che per ciascun bue gli saranno 
contate dui dramme Attiche : <f ìli^^ttà ,%éÉf ?• 
)(A?^y Jìif ^ fyOcpMi 'ArrtnJk * E da ciò alcuni 
argtiisconp essere statoci! ^Ȏ wia moneta pro- 
pria 



Apostolo Zeno* t^f 
pria di quei di Delo ^ e non di quelli di. Attf^ 
ne. Esichio nella voce ièndfi^m asseti , che pec 
la suddetta ragiom ^cuni furono di parere i che 
il K» fosse moneta dei Detiensi » alla coi Iso* 
la ciascun anno mandavano gli Ateniesi unasa*- 
età legazione , della quale ha fatto nominanza 
Callinucp nei suo fniìo a belo. Ma ritornando 
.^ al yalore della moneta di Teseo , Im Scoliaste 
antico di Aristofane al v. iio6» della Comme- 
dia intitolata ili Uccelli i dice espressamente i 
che le prime monete degli Ateniesi erano didra^ 
cme j e improntate con V effigie del iu^ ; Tel 

Se tale era piertanto il valóre *-di questa piccola 

moneta» ben vede V. Ecc. non essere in verud 

^ modo credibile il sentimento dello Sperlingio 4 

I il quale pifetende^ che ella fi)s$e detta ^^ non 

per la figura impressavi , ma perchè con essa 

fo$x stabiliéo il preizo di un animale bovino i 

Mettendolo egli a costo si vile , solo per daif 

peso alla sua opinione : quando air opposto ajtK 

Èiamo da Plutarq? nella vita di Solone > che 

un bue efiectivò valeva in Atene cinque dram^ 

me. Imperocché dice questo incóoiqparabile isto« 

tì^y appoggiato anche all' autorità di Demetrio 

F^ilereo ^ che Solonè fece una legge , con la 

quale ordinava , che a chi avesse recato uà lu« 

pò , ftstero date ciaque dramme ; a chi unal lu« 

. pa una dramma: aggiugnendo che unaDuAMacA 

^ era il prezzo di una pecora , e ctH^i Draì»» 

MIT erano -il PMZnà di un nvt • ^ 

Egli è però da avvertirsi ^ dkt avanti Solont 

K 2 una 



r^S L ^ ^ T 1^ DL f p K 

una Dramma Adfica era di maggior valore: imr 
pci:cipcchè la miiia Attica , la quale dà prima 
non costava» che 4i sessantatre dramme , fu da 
^so Solòne ri4otta a cento : talchi una àtini^ 
ma, che prima ecà la $e)s^aote$ima tersa ^ parte 
a una mina^ yenfie poi ad '<p$$erQe la c^tesi- 
qsa ; e questa alterazione fu ordinata da quel 
Savio legislatore ad oggetto di sollevare inqùal-- 
che parte i debitori dal peso dei loro debiti , 
$enza pregtudizio dei cfreditqri » sitcqmè nella 
Vita di lui ci lascia scritto Plutarco' « Notisi 
ài|Cora , che io Atene ebbe corso un' altra mo^ 
neta improntata còlla figura del kue, d'etti W^^ 
fy^Hs y niwuiiH 9 nominata da Aristofane nella 
Commedia intitolata la Race; sopra il q^al lùo^ 
go dice il suQ ^colia$te, che if collikq era ima 
specie di vii moneta > della q^ale ye '{le fu di 
rame , come rapporta E$ichiq ^ e ye ne fu aiico^ 
ra di argento , come attenta Polluce i ma élla 
non fu mai appellata tue ; della qual denomi-^ 
nazione rìiiiase solo il privilègio a qi^èlla di 
Teseq • Noterò altresì di passaggio , moltissime 
esser le piovete antiche , is principalmente delM 
colonie Greche^ le quali ppÀaQo impressa la fi* 
£ura di questo animale : é |e prim^^ i^satq dai 
domani pprtay^Qo Tiste^so improntq , o quellq 
di un porco» ovvero di upa pecpra : Quocircéi , 
dice Plutarco ( in P^tlUcla ) shas féicultéitei, 
(tiamfmm s pecudiius peculìa naminant ( RùfUéh 
91 ) & vemstissimis nummis^Qynu^ aut ij^em ^ 
éuit suem insculf^^Mt: e la stessa cosa 6 ri^ 
féte ip a)t]:a sua <s>era> ' 



Adottato Ztitì^ Ì4# 

$* iv; 

ChM^to tracio dotasse ia Atene T osò delUt 
hioneta twc ; noa y\ hi per quaato io ne sap-^ 
pia, chi siasi preso la briga di ricercarlo • So* 
pra.di questo io recherò, alcude mie particolati 
toaghiettore; acciocché V B. Y. ne giud&òki» ^ 
me ne corregga. Ella .clprtamente fd in uso dal 
tempo di Teseo a qijiet di Dracone » che primxj 
ciiede . agli Ateniesi le leggi , nòti per altra c6^ 
sa più celebri ; che per la loro seventi 9 e ri^ 
gi^eeza x talché fu detto di esse i che egli Id 
àreva scritte còl sangiie i Fu Draconé Arconte 
fn Atene V anno l . dell' Olimpiade XXXIX: 
( Cdvis. Cromi. ) éidé a dire DC. . e più anni » 
dappoiché, Te^eó ateya. quivi cominciato 'a rei 
j(nare t XXX. anni prima cU Solone ; che ^essen* 
do Arcónte in Alene X anno {IL dell' Olimpia* 
de XLVI. annullò le leggi di Dràcptle j e pre- 
À:risse le sue « 0r^ tra le leggi Hi Dracone ( Boll. 
Qwn^. L e p.' io2^. } tì ecai quella iTTfrikif 
iimftdmi cioè pkgxre ti» dedàte^^ « ria diecina 
nete hwi : pena promulgata cóntro coloro l tìat 
aVesseid pocct decentemoflte parlato : donde ; se 
órediamo . a Zenobio ( Ptavgrb. LXX. Cent. . II. )\ 
liacque,il si trito adagio > fik fVi >Xflbr#f /Ì<iMi<fè 
sta il bné nelÌ3. lingua \ e si applica a chi ih 
parlando utsa òircòsfpetioné e iigùardd ^ Aititi pé^ 
tò gli danno diverso, significato \ applicandolo 
à certe persone in particól^. &M:e;nsi i ctìf hoa 
tanta cèiàe diée PetÌ6nìó LSkf^ik ki^i XIV. } 



I5« ilTTEaEDI 

Nùrtnamquétm vfrbis vendere verha solente 

«a sì lasciano tactomfQtt con danari , accioc^ 

\ che jtacciaflQ^ e tradiscaiiQ la cau$4 de' loro clien<- 

'U:v contri de' quali aon pu^ contena: la sua bi* 

ie. quella grand' anima di Gug|ielrtio Budeo ( de 

^ue liii. V« ) senza querelarsi altamente ^ che 

spesso . di siiiùl peste ve ne sono stati ben mol» 

ti in ogni luogo; e poi soggiungendo: qttad gc- 

nms kminnm cmn sfmptr nùxium rsbus hcffc g€^^ 

rmdis ffiàf tum vero iUi detprimi > atque txi^ 

fialej , qtii non tàvem fnodo in oreysed wjbm in. 

frpmt\ & x^lptm in (or4i get^fit r Caiuai a chi 

cade sotto le zampe di ^i &tte bestie ! 

Ma ritomaxtdo all'usq continuato delia soprad-; 
^etta moneta, io t^on ritrovo che Solone tià mur 
tasse !• imprónta' 4i prima ^ quantunque ad altro 
peso la riducesse y quando ordinò che la mina 
Attica non più di LXXIILma di C dramme co^ 
sitasse* Ritrovo bensì, che Ippia figliuolo di Pi» 
^rato , ùttosi tkanno di Atene V a^o II» deis- 
ta Olimpiade L3^L ( Calvis L e. ) vietò la 
snoneta d'argènttì, allora usuale in Atene ^ e 
stabilitone il preEoo, qual più parve cfa^glitor^ 
passe in profitto, còmatidò chp tutta fosse por* 
(aia al <^ €arrario»^ggiugne Aristotile, da cui 
ilo tratta questa notizia { Oicon^m. lib. Tl^ ) ^ 
cfec il tiranno fettovi improntar sopra un altro 
diverso impronto ., jf t^v )!«pK«rfp« , soddisfece i 
SKloi cittadini cxm quel medesimo argento , che 
fm ricevuto da loro- artificio, di cui i pnnci<- 

pi 



Apostolo Zbno. iji 
ipc eiii:be a* j^omi nostri si sono più cf una voi* 
ta serviti » OW senza loro pai^colare vMtag* 
gio^ ma sempcp ictm pubbtioo detociorapEienio cM» 
le (issali «noneier Q^ fo^ H dìi^eiso indoor 
^ 4li 1^ lurooQ coniale le mx^^ ipod^te <& 
]^ia, Aristotile tión lo «Udùara : ma lio ferie 
ragìpae f^sr c^eàmp ^ ^ iCMiceUato«e l'. antico 
im^ fiiccedesse so suo luoso .la fguca dalla €i^ 
tmffay icofisacjnlia a Pslkde ^ JkJiÀ tutelare . di 
Atene, lo Sociiaslte 4i A|iiiio4m$ ( in Jlrib. «v 
li^C^ ) lesponenilo itfeyni «ersi del Conùco aftr 
eesta, che la n»Meta ac^naia die]^ c^vi:«r# era 
al ^ di Eiloooro^ sméAM^m^^ fijpè di qmitto 
dramme^ meiifre le attfoiofiì monetie eraoip di^ 
dtacmij (s avean^ la ifigwa del ^, sVjnifyv. 9f,^ 
ipt» ffjt^n^ii I vetail di Adstofalae , aopra i qiuals 
cagiona io Scoliaste « suonano.^ oo^, «a voigaBe 
lingua: ^ r ^ 

Zr ciy£TT« Lamiftùèi mài meno^ 
l^on vi verrsn': ms staran f^iusc» ^ nid» 
Vi fm:m ntU0 bwAà^ e in niwrigrfi 
MDNS3ffe cfcluder^np^ :. 

cioè a xfit» avrete m abbw4«tm lie m/èiftMèt- 
tute del metalto caiu^ dal Ifwio^ m queste 
mofiete che ^mmo, inaggtori > è mrétdréfcmi ^t abo- 
fikaano f i^q dette jcaimm «e didr^tcme^ ciie ces- 
ila i àffvl. Sp dunque in A^eoe avaw!^ ;ie mon 
nete coq U Agitta d#i ifiràrr/^4 ivm it'iisitfH^^^ 
che ^^ueile ool.iegno «te^ j^ue^s &^ l\SMeripiEÌ e- 
cono fiMÌ fUi^9 fffxhi H 4Mf siolp^fdiimm.é^ 



Xyi LfitTEUlDl 

le ^stencnri più gràaii, perchè di quattro >' è ie 
finalmente Ippia fu quegli, cfie'pttme alle vec-^ 
<;hié monete canglaisse i'imprdkito; e un ^Itrò 
ve rie fecesse coniare: >eirisimile patmi ; \he 
. Ippia fosse quegli, che iiducesse il didracwM col 
bue al teiTAdtacWM con là vivettM. E, questo se^ 
condd danaro, benché più grande , dovette per$ 
essete di peggior lega ^ e di meli fino argentò 
del primo^ poiché Ippia iFece espressamente qUj^ 
sta altercàtione a mdtivd di approfittariene :. di 
che anche i versi soprallegati del Comico ci ùsc^ ' 
00 fede; ^Alciifiè di queste seconde monete di 
Atene , che ebbero an lungo corso , àvevariò da 
Una parte la testa di Paliade^ e non già diGicP 
ve} cerne vuole Polluce (i.cls^tm 63.}, se pure 
non i^ è falld nel testo ^ e dall'altra la figura 
di una; due^a^mi e se ne ctàb$etymó an^ 
che in oggi neTgabtàetti de* curiosi a 

$i V; 

Ala e|U i cjnfiai tempo' ; ch'io Venga al ^ Ai 
tdtea^ e all' Ecstomtfeo ; i quali . éìt± Plbtarcd 
che presero la denominazione dalla moneta del 
Me • V Amiot tacila jua tradu^iòne.^ o parafrasi i 
che *ogliam dirla J dichiara che l' imo Valevi 
dièci^ i>t/i i e r altro rie Valdl centb > senia peròf 
specificare i se egli irtteildeà che valesifcro tanti 
animati bovini, o tanti ^^t^/ id moileta* lotioa^ 
dktìènò àvàtìti di ayaniafriii allo scidgliraento di 
qiiestó dubbio j mi conceda TE. V. che io né 
premeftii un altto ì non afiatto alleho dal n<^ 

ètirò 



Apotta.tb e « fi o: 15^ 
stM argomento ) ed )^ , se il dii'ifiif0\ t Vicài 
fèmitù fossem monete reali » o ideali ; ò àia bat* 
tute » o* non mai batiste . Lo Sperlingio §i ià 
hdk di Fiutar^ i e di Polluce » per aver egU^ 
m\ secondò lui; creduto ed asserito, chel de^ 
^ésto% e Vet^^aàth^i ibiserb t^re màiete còniaa*^ 
-te coA r effigie .del he l è dà eisa fosseré in tal 
guisia denominati^ Ma iQ.tioii s6 Hiivenire, dg^ 
ve P uno ; o 1* alti;o abbiasio avanzata .totesti 
propòsixMme i che. loro il Critico ittribdisce; 
P^itarco non asserisce altra iiòlaì se iiotx che 
dalla moneta bue ritrovata da T^eti dicesi l' ttà^ 
tìrtàte0y,e*ÌrdiCéibeé esjer denoq;iiiiati , fìèiAàHheU^ 
è ptUre lo Sperlingio il ripreniEle : iei fsllit » d^ 
fàiiùur huus Ute Philosaflnù : kunpism tnim 
DbcabòJii^^ìMFJ eési fiéfmnt^ miùto mhm nt-^ 
cÀTOMBoai • Poco dopi» e' SQggijU^e » che .nell^ 
stesso errore cade Polluce, le cui pai^é da me 
riferite più sopra egli allc;^a: le qtiaii però tùtt' 
altro diiiòtanb , da quello che esso pretende • 
Per altero egli k verissimo i, che U Mcake^ , ^ i* 
ecatombeo non furond inai battuti d^i monetar j| 
e che debbonsi mettere iti conto bensì, di mòne^ 
te> ma di .quelle che solo coftoAo ne" contrae;^ 
.ti secondo ili. valore ideale ^ che ìo^ò impone i* 
opinione degli uòmini quali erano li talenti , i| 
mlne^ e tant'alcr^ , e. quali anche in oggi tìf 
sonò stabilite nell'usuale commercio appressq 4* 
ogni nazione/ . > 

A somiglianza del decàbeé è ddV ecétpmbe^ 

. trovasi, mentovato il tetrabeoj valore dì quattro 

Ì9vi \ V e9(n€4$h$òi che è di n^ve i il iecUc^beé di 



^iia y V mni$$ di v^nti ; « £ieilmetite re m 
caramio <iegli aitici di questo^ gene»* . Tutte te 
^uaU mapLete f;bi potrà mai Àgurafsi, che fosse* 
fo tealpiente t^atrate 5 rìflettetido aireaornie graOf* 
dézzà 9 4i cai avrebbono. 4o}nìXo x^star le 010^ 
fteiime pei^ ^sere equiv^leati al fe$c> e ndore 
JUi vintiquéUtré , di x^kvr^tfi^A ^ e fino di àn^nt^ 
pannile Attidie y cke relativanimte tanto a^^ieb- 
bdoo inifx>itatò i '^di^dàei y^ gli icwsi tei y e gli 
€C^mÌtiì Qjiesti nomi pertanto di «ioaete «or 
1^ • stati ìsktoà^itìik per e6p;r£m6ie o «die compre, 
^le mercédi valore, et mp^nero di tand Arar/ » 
che L^MÌpcatori Coreano dare per t^se^ o iidr 
le pene giodki^e la quantità^ di quelli , die i 
rèi doveano^ fSig^te\ iXHne il ànah^ nelle leggi 
di Dracene ^ e V eCéitdmlMidié pcesticilsìfiliio, efa|t 
fra una pei» di <fnto kcmi ^ ^ . 

$. Vt 

Vengo aU*«kimo del éAh) da n^e giiioposti «« 
^be ^ , se il dtMkt» » e If 9CMomè^ cerrisgo»^ 
desseeo al valore di t^nté im/r MÌm^^ » e a 
mello ^ sinté lnévi móntti • Omero é stato del 
primi à fame menzione neU* wo ^. nelf «Itno 
étì sìoqk maggioii Poemi , iicSjia cui didìiaraftio- 
Ile «u, questo^ui^to ritrovo notafcilmente <iiviso 
)A secltimento é€ 5Uoi comeataitori > e di altri • 
Omero adunque nel sesto deir IKade raccontan- 
Ho il cambiaraentd delK" awm , ci« fecero tra di 
loro Glauco , e £)fòmede ^ dice cosi : AlUr^ U 
Jtgtiuéh di S4mrnn ésaréht il.Mréf^ ii GUm^ 

C9 l 



A R o 5 T • f ^ 2 » N 0|. '|5j 
armi £ otq fir émm ài é^}M^ > «>W eki%^f^ 

VMO CINTO. BOVf » ftr Wmi' cki W ^^^liSlM^ 

di^e 1^2ogiii r ec^tonik$a ^ dice espressaroasire 4*7 
gnificarsi coin esso uqà cpsa eia àppi;e;^r«L {^ 
f^i2/a, is molti Imi éfniméùiiimtnocchi^MMSf^ 
goe, w» ^' JtrvivMfi, dhmm^try Ftolluoer^U? 
opposto ( A f * segm, éQ.':^MÌd&par:.aìireC plc}»t# 
dèlia moneta d^ Irncy dx(^.i^Q^Qmomr/x^l/wAf^ 
detto luogo iotmdb» secóado afcuiki , iddi). stt^<< 
sa mofieta; ma più sotto (juti^'/ptjj^)^ Swh 
bra che egli aqo $ia ^ato di lai pacete^ foicbè 
rapportando que* versi del V lì. vdeir Qiade » dovi 
Qxnerq raccoi^ta, (Cbe i Qtetì iocrendo ifi folk 
a prpyoiierti del viao di teànd, aicuai da^iit 
per esso del rìune, altri 4d £en:o.> altri ddc^ 
joji ed alcuni fino d^ iovi* , . . 

Dice che il Poe» pppooeo^ Al i^k^i)^ M^iiirf ^ 
t%tssi-i^iy nianifestwieote dìiK>ta <oa U fWobi 
<ìi^w^ r4«<iii^/tf/, e tioft U moneta di questo 
nomei &cendosi allora tatti i covami p^ vis» 
di caiiibip^. Plimof^. KHXL cap* l-) aMu^M 
suddetti versi» quaodp eiclìs»3aò>- ^Mnom/i^ ffìif 
'€ifir€ £vo» CHfp rU if;^a pcrmut^JpMim' inM^ n.9 
sicHt & TroJAfiif jttmpnrihn^ faiiit^i^um , fiam€rt 
ttstt y creai cofwenit %^ Itawm^ «r 4^nor^ Cfim^ 
mertu viSus ira4^ inventa , idiéf ^riif Jattma^ 
dli0i ferro^ eoftit/i^H^ rekut f^tatff trsditt 

qfiOUn- 



ìjÀ t fi ir TÉ Ài i> t 

^kéimq^M^ & ipse miratus aurum ^timatio^e^ 
tenìm itét fecif , ut c^NtUM boum éirms perm 
ì»f$tatJe' Sldkcim JUceriì cum Diamèdis armii 
140 t«M BoUMé Dà questa, parole di Plinio parmi 
dì i:^céoglierej che egli, fosse di^òpinioiKei ciie 
OmetO ii^ on luògo abbia inte^ per hovi gli 
dfnìiàdli 5 e ili ;ua altird le ix^;?^/> ^ cfi qiies(o ,no*p 
kié i e che IleU^1^90^^ ci ^ abbia voluto dar^ T ef 
^mpid dipormutakione^ énelP altro unìo diyeai 
dita é G>mmii(^e7:feràr ^e ne 2d>bia a titàéiei 
egU itòd ;è ^.mettersi in dubbio i che i con* 
ttatti èi feos^ prim^ pier ^ia di cambiò , di mer^* 
èi coà. merci j iht per via di cómpra; di. merci 
tofi^ soldo : la ^qual * prededenara di tenq^ é ricò!^ 
Hcì^fiiiità da' migliori Giufisccmsulti , e appravatai 
dà Giùstiniafìo al titolo de inlftlone & venditio^ 
ài; àévCi la ^emmta2!io0^ è ehiaiki^ti ateitichis-^ 
sima. ^ ; v ■ ". ■ • --. 

Non posso partirmi da Omero sefi^a rappòr^ 
tarne un* aletò pa|S|ò.| tdko dk h dell' Odi^s^^ 
dove parlando d'una certa Ericltfft^ narra che 
ìàeite tempo fk k comperò (i^/ai/#) con le sue' 
facoltà,* tàeiltre ella èra ^cora gtovanetta » e 
diede per e^sà yehtl bòvi : ttmiplpitt^ t tikktv: il 
che (KJnderatd da Matteo Osto (//Ì« A de reniti 
inar. pk 46*) d^ cui éonfe^sò . eS^erriti ^àti i6m^ 
ministrati tdóìti, buoni Iiiitfi intohid a . qétesta 
matèria, persegli motivd di dire^ ehie Iti quel 
lùfò|<y di Òmero v'ha \ki eiempib' cJi fondita/ 
4hìì r^i Mmm$ xemparafitùr ^ Ma diversa, dalla 
ftn sfetitenz'a è la spiegazione , che ne dà il Gre». 
tti SéoHatte i t iòosiiTeò e è m eettS fesò ài 



A I? Q ;5 T p t 9 2 n H y 157 

^AtefiÀ metallica 9 con cui si possane c^mperinr, 
yENTi 30VÌ j gW^ -f^' ^ jV tktrabco» w» ri^f 

^TATTRpiV/ ÙO05CAB1SO, ^Oh Cui DOPICI,* e /! 
ÌCATÓMBEO) f^i^ (TM^* CBNtQ • ^ ^^^''/^ ^^1^*^ <Crf/* 

)f«?n w> j f ^« Ik inali si ' cop^p^inm altretta^nti 
BOVI. Dal cbe si vedq , che ({uestp Scoliaste 
Dioii fu alieno dal credere , che . Òmero abbia pch 
tùtò intendere per icosiheoìX vajor^ dìvf^nti bovi 
<:ontanti ; é però lo ste^sp e^poi^e^^do là ypce di 
,^£atomieo nel II. dell' Iliade, diC(^ c^e tanto si 
pilo irjtèhder pelp quella il prezzo di corno hovi j 

4ÀiiXMr^*, qùiioto di cento bovi Ì ero; mentre del " / 
bue d'pt^o in moneta si fa ancora ipe^zipne ap* 
pressò r Etimòlogo Grecq • 

Concludo da quaptp espost in questi ultimi 
parti della ipi* lettela » che la diversità d^' pa^r 
re^i , qpii cui yepgpnb dichiarati in Òriier^ , 
V e^dtombeo , V enneabefi $ e sìniili derivati» 4ai 
chi iijtesi per aiiimali, <la chi pernioneté| tofl* 
fe^a appuntò la mia opii^ione, cioè che il dcm 
cabioy \\ t^atombeo ^ ecCt non fossero , s^ ^loti mce 
nete i4ea|i, CQrrispopdenti al v^ore di ^^f ^% di 
cento tee, iponete ^wi> essendo afetto ìì^su^Ìt 
steste ir doppip sentiinetitQ del|ò Sperlingio » 
cioiè che il . bove > il elefabeo » e V ecatombon 9 
fossero la mina di tal peso di rame, di argen- 
to? od* orp, che' cori esse sji pptes^rp cpmpQi:^- 
x%'uno^ dieci i o cento bovi effettivi; ovvero che 
il bove fosse ima libbra' di rame non battuta, il 
iecabeo una di argento , e 1* ecatombeo una di 
oro, fondando questa sua feconda asserzione fo- 
pra :u^ f agguaglio ^di prepdrzionè , che gli asse- 
gna 



goà si valm di questi tre metalli, incoada ia 
<{»aie taia libbra ili ranis ne tale dieci di ar« 
ì^ento, e ceata di rame una i oro.* e peto as* 
adgtta ^ prezzo di un ammaie bovino una h^ 
Aiitia «di pes<^ $ o di*, cento dtatnmé di fame i 
il di disti di argento, i ò di una di oro . ì/ideé 
nfj ^pidm suÀvittr Ubi vii do&^ fingMt ^ ^uU 
épuiUfi nns^HMm^ quit €iit9 Mullé itUriti jcrifta^ 
fii tntinmiio pràèdri póterunt 4 conchiùderò cdii 
fe p^tfcise paròle del moderno commetìtatoire di 
Polluce ( piiié loiS. ) pronunziate a codfuta^ 
22ionè di^ questo patere delio Sperlingio } e darè^ 
lint a questa ormai pèt se stéssa tibpDo lutìga 
e stiicbevole diceria , con la quale, tardi final* 
Mmté tùi accòrgo di aver portato civette ad A* 
Mie^ jpti vaienai di on proverbio desunto dall' 
^ atgomemomed^undb Resta solo , che 1* E. V« 
non mi coiìdaniii aìlà^ pena prescritta dalle leg-^ 
gì <fi Dracone \ per la trc^pa libertà , clié mt 
jdno predò ài tenerla a tedb ni inutilmentcT • 
Ma qualunque sia la sentensa eh' io ne riceva , 
é di gradiiHento^ o di condanna , rispetterò là 
sua Wgge^ non altrimenti che i suoi cittadini 
mM» Miiti riguardare quelle di Sólonè ^ cioè 
fiaM Éi equità, e di giustizia.* 

^f4» Ai Éii. Ahssttnérp AùorttlU . m P^tcnétid ; 

f^tnnm 12. Cingm ijio. 
/ 
On prima occasione sicura clie mi si oflfbi 
risca 9 far» avere all' £• V. il suo man<> 

sciit- 



A F o s T a t ò Z fe » ò: ì$f 

serto 4 Hoa è stata mia trasomàteztar T avetri^ 
differito iiooia la spaliiiòne : ma e stato desi- 
derio di meglio ubbidirla^ col farlo vedere agìi^ 
aimci letterati dì questa- Corte , alcuno de' qua^^ 
li HW Io ha rìtefiutti pia del dovere « In avv6^, 
nire é^i non uscirà di niià mano ^ se non pét. 
piBsàr^ alle sue*» Rendo ora di liuovo grazie a, 
y. £. della bontà i cdn coi ila volutfó commet«<. 
tere r siaoi ^iici cotdpoiiimtnti al mio giodi^ 
ZIO ^ ^ quale ip to assai stieno di fede ^ di 
qìicll0 che ella ne abbia j Siccome quegli che. 
•sono di mia insufficicaéa pienamente informato;. 
é ps:ò prima di coniufiicatle il mio sèntiinéntò. 
ho voluto raccogliete quello degli altri a 't'uttl 
unitamente riconoscono spirito e^ vivezza ne* 
▼ersi ^ V. £« è 1 difotto ^Ipponto eha essi vi 
trovano , si è il riconoscerne troppo ^ Il titdkn 
stesso , che. a lei è piaciuto di dare t niedesì* 
nii> ci dà a vedere^ che ella stcssz li cònside* 
rà come scherzi: e pere non satino acconsenti^ 
re che Vi E. di sehno e sapere maturo , e ap^ 
plìoata Bestini) piò ^erii , debba risolversi alla 
[iubbiicazione di essi , dalla quale mi hanno con^ 
tordemente dato sttmcrlò a disiuaderla t le mi 
S»:ei gfnardato di scriVcHrglieite coH qne^ta ì^àet^ 
tà ) e di mio sentimento , cèrne troj^pd intere»* 
tato d'ossequio e di ainote in tuti9 tiÀ che n^ 
gHatdA la spa persona: \ììà il parate di UominS 
cosi assennati mi parve avere tal pésd é éì^tAj^ 
ti iti se medesimo , che avrei stimato di tfà^ 
re ilTOto debito 5 sé mi fossi asfenutó di >alew 
sarglielo. Non temo che dila ^a per dole^ft'. 



ito XbTTE&E 9 1 

di* io gliel abbia comunicato » dappokhd (fai lei 
|ié sbap' stato richiesto • Le rendo poi «levotisst-i 
me grazie dei citr^itti q medaglie in rame. iiua« 
gliate» delle quali ella ha voluto geaerosamenr 
te regalarmi» acciocché io'gossa venerare inquaL-^ 
che modò/pre^ente». chi taqto onoro , e riveli^. 
SCO lotttipcio • Ne ho fatta la distribuzione al 

Letterati e a* pittori , che tutti le hanno grande- 
lènte commelidate e gradite • U elogio» che giù* 
$tamentè vi si legge impresso , del suo raro e 
^lice talento , è dellp varie c^ copiose cognizio- 
ni eh* ella possie^de, ha confelpiati n^ggiòrmen- 
(e gli ;mimi neir espetta^iq^ne ^ qualche cosa 
di più grande da lei ; che .di giovanili pctesie • 
Nuovamente la prego ^i sicusa , e di conse^ar* 
ini il suo patrocinio 9 assiciiraòidola eh' ìq' «qjm 
- «Oli tutto r ossequiq • •• ^ 

t 512% ^ Sii* Antonie ì^lisfHm*^ 
S PdàovA. 

eRedeten^, vnatissimcx mio Yallisnieri, cho 
. se fos^ yfxfì quel tai|to , che, $i dice, in 
coteste parti > e$set^ io (* arbitro e \ disposltore 
di que$to Cesaieo pulpito» e riportarsi la M« S« 
alhelezipjde dei soj^getti ch'io fpssi pei; farne » 
io mi «titsiarei Tuomp^ più infelice del mondo) 
mentre tutto il giprnp sarei stordito ^ a^ttornia- 
to da suppliche e memoriali frateschi , e 4^ ami- 
chevoli raccomandazioiu V essendo questo unboc* 

cone 



4 



A p Q s xc ^ li a Z n k o. léi 

^0tie: (S più di cihqpaecento oo^rì,, che con poca 
&tica> econ molto gusto scingo j&. Da qualche 
Csvati^sre. 4i Corte qualche volta mi si domanda 
f informazione dei soggetti, proposti più a titola 
di curiosità , che di decisione ; ed io la do sin- 
c^caipnente >; perchè se volessi dire, diyfirsapiente 
da quello che sento, potrei rendermi ^un giorno 
ri(tiicolo., o fapni credere, appassionato. Gò vi 
scrivo non per esimermi da impiegarmi ^ quando 
^errà T occasione , a ;lavore dèt R Catafe -, ma 
«ciocché sappìafe- fa: verità, e possiate, regolarvi 
eiiiJspQndere ìq altre somiglianti occasioni . In»- 
tanto. riverite a mio^ nome quel degnissimo. Re* 
IJgbsQ* Poiché i libri del Con^ Alvarotti: si 
4ebbono distrarre per via di vendita, e. questo 
4&re è raccop^andata al Sig. Come Bosio,. s^ 
presso il quale so quahlso potete. , fatemi il h^ 
ivoce di. proccuraimi la n<^a dei^ manoscritti, e 
xlei libri migliori dell' ultime:^ inq>res^i^i coi 
4oro. commentatori ^ segnata dèi foio ultimo 
«prezzo , acqiocchè io possa provvedermi di quel- 
le, che mi potessero mancare • Io lascio le àn« 
^cfae edizioni a'Sigg. Inglesi, che hanno più 
tqisattrini di: me,' e mi contento di quelli» che 
^ono men. rari , e più di uso « Scrivo tutto que- 
jco in ca^Q , che. non. si volessera vendere i li- 
jbr^ tutti ins^eme^ . nel> guai casa, io mi ritiro den- 
aro il mio guscio,, e non ardisco fiatare* Per d[«^ 
^o io vi raccqmfindo quest'affare quanto so e' 
posso . Avete (atto bene a disingannarmi dallo 
sbaglio, eh* io aveua. preso^ nel :cred^e. presso che 
ienpinata» quandof qo|l ^ ^ncoT) comupiciatai If 



• ti^ ' -1 'È T i^B k k * i 

àmpressbué dei voistìio ìibfm i Di $raièla fwtè di^ 
sia a&istìfò di biiÀiia stsimjpa^ koatta^^ ì^^oc^tie^ 
m^ RtiHreriÈe al ioéitó tiitti <& oaia^ e fùki <& 
cà9i f e credéeeum <iuài idiiò * u^ 

f ■• • ■ 

ti?^ i^ /^- Pier Cubwrinb Étn9i drf^ms^^ 

HOfartùnUajtmti^&tì^vàtù U Sisaea dàspeelk«- 
^i y ie lo sverete àsti la Poggiala p^r maM 
4éL Sigi Filippo Bohlà ^ che {^aeCtllÀ ben^prèsta ters<» 
potestà paifte . Includerò nel fa^dttihd àwete il 
librò Mté dei Sig. Marcello y ài qidaiè lo ren* 
derete una tolta ^ per tracrmi foorà di cjtiesto ìm^- 
pkcip. Q^i oedt^i ricéverla due forgli dinoti^ 
-zie 'spettanti alla tita del fu Dmtienicd de Ali- 
geUs. Non IO se mieliti TUtio airalti^ih eoeto 
uniformi; ma Voi pofarefè ' fariìe^ il riscóntro i^é 
raietvene ptt il Giornale ^ Vi timanck) la ROti^ 
tia stampata del nuovo iibcó del Vieo^ cii*io 
pi xfaì arcHra, veduta pt^sso oii amico # Vi cou^ 
fesso il vèrOì> che trìe Volte Tho tetta atttàta- 
mente» e Tultitiia volta Tfao intesa meno, che 
la prima. Mi è difficile il credere, che f Auto- 
re istesso sappia quello, che ^ha voluto dire, o 
alnkeno sappia trovare il preciso ordine Atl iub 
disegno.» Il libro àon txoy&^ì niolti letbriV poi^ 
itiiè non molti saranho colon» , cbe si vonraiuito 
ròtnt>ere it capo su quelle sofistieberie d che me- 
soolftmento di; tem^ rosnsri , eroiei ^ ed istorici 1 
^ fa^sle, di poesie, ^iioiric! «ti Rortiàdtxd, di 

Gre- 



A> ò i T o L o Zìe n o. \éi 
eretto y di Ethifcb! QjieU* 'c«:aiIònfe'^tÌq>HDttd 
tiétt ii iarebbé stànìpatà cértàihehte ìnVèhezià^ 
tóme tìè stàiiiiJatiìnBoldgriàs Pbisiftllé cRe iiàsi 
^tiitò scàmàUté qitei Greca; che ^àtlavà ati un gen^ 
tilùótttó e di «ti ^éntìlaomd di refiùbblica f Molti , 
é ili itiàggiòt hùitléró tóiSd licl nioiidò letteirà- 
rio quégli che vàn fdrhitì d* ingegno , che digiti^ 
dicio; Se mai Jcrivété al Sig; Cavalier ^éttima- 
ìd i àggiùgnéte i che Kà più d* uh mese j che pét 
Auga$ta'«|lt ho tìfà^niesso una mia i della quale 
non io hiai àVtitat risposta; Io Id piregaVl in et^ 
si per la iricerea di alcuni lib^i da ihe segnati 
lìl un càiiaiògd tedchlo cfi un librajòdiÀugu^^/ 

NOfi (ài a ittììpo di ìrispdnderé alla Vóéttt 
/lettera dèlia tè'ttimatia ^sàta i aVetidolà 
ricévuta a^sai tardi. Léssi; è rilessi bensì- subi- 
ta coti &ftéfÌfeione> e ndn sénca fotìtenoziòne di 
aniiSd là cétiiaputà mfbrmaiiohe ; dalla cui lettiiri 
si àétrébbè in itìè maggiòtmetfeé il desiderid di 
soddi^àte ai vostirì cdmancfi , e di • consolate k 
Vòstre premute ^ e quelle di Sé fe là Sig. Ptinci* 
pessa MiAotl^ di iTrébisaccid ^ fe acciocché non 
languisse iniitìiftìéàt» qdésttì mio desiderio > ec^ 
cóvi eie che ho òpterafti in Quésti giortó ^ e c\jb 
che mi é' riuscite di pdteir itica^ài<it* Mi sono su* 
bit» tr^fel^ìtd ^ptèHo fino de' Miniitti dèi Real 
Censigtio éi Spaglia > Asio pàietie^lar Signore , eé 

L a ami- 



iuiico , ^ 4eUa cui fede posso in questa » it In 
ogai congiuntura far singolai: capitale . Lo zìtton 
y4Ì non solo inforn^tissimo si ^el gassato ,^ ckOi 
del presente st;atq dell* affiire » ^^ d^^stissimo a 
favorirmi; ma nel medesimo tempo |i\i rappre- 
^eiitò alcune ^9^ty le qi^ali stimo f^e^ess^ariq d^ 
^^poryi, acciocché discon;ei^doiie coq % £• poijr, 
siate prenderle quelle de^ermina^^ioni , che yi par- 
lano più espedite , ^ più |>i:oprie • In qualq 
ttatq sia a^ pressate il regno di I^Japqli» egli q 
superfluo il rapprc$entarvelo . Le qose inpa^tÌQo- 
l]fre della ^arcfegna faanqo fattp, che esso sitro- 
^Y^ indebitato pe^r più di Si, mille Fiorini ; pei? 
il qual suo debito è stato preso decreto » che 
si debbano vendete tut^e |e c^richf^ , It quali 
suderanno vacando , e ctie le vendute per poco 
si debbano riyendqre, e saldatone il primo com- 
pratore , applicare il soprappiù in benefìzio della 
(la^^a Rqgia. Di più ordina, il dec|:etQs che|ioti 
;i pQSsa da chi che $ia propor co^a alcutxa io 
CQi^trario, talché dqbba aver sen^pre la sua forza. 
^ vigore . Vero è , che seibbene ultimamente $« 
ne ha u(i esempio che mostra pon esserct invio* 
labile quest* edittp» ciò è perp ^tato a favoc 
di persona portata coq alta manp y e protetta, 
con forte impegno da cl^i ppò moltissimo ; tal«./ 
che la difficoltà deU' esen)pio fa anzi spaventò , 
phe coraggio a chi yplesse tentale una somiglian- 
fq fortuna. Preme;ssami questa notizia datami dal- 
l'amico, egli concluse che stimerebbe esses me^ 
glio in tal congiuntura di cose porger supplica 
% S. M. per qi;^lche ufficio ^ o altro iìe}la Sicir 

lia: 



A F ò 5 T d i b ^ i * o: 1^5 . 
liaì in che pure darebbe spedicnte inatieggiàrsì 
còli celerità, avafatichc tra i molti ptetendeiiitl 
he siaio divisi i beneficj e gV impieghi ; Sopra 
di questo attehderò le risoluzioni della Damaecl 
il vostro sentimento • Ho parlato annoia per gli 
ÌBoo. ducati; che S. £• d9vrébbe esigere libei 
ri d' ogni gravezza ^ e che bàt Sono ridòtti 
al miseràbile ritratto di soìi dUgento • Sopra di 
che riamico mi disse 4 che si potrebbe dar tali 
ordini^ che i detti 8oo. le fòiserò interamente 
assegnati : ma di qtiesto patticjplare sono altresì 
lieceSsarie chiare ed esatte instruzioni • Dopò 
tutto io di nuovo vi prometto tutta la fhia aà« 
sistehza pei: quello che da me dipende; ma vo- 
lendo pròmo^ere questo affare; vi dirS cottfidetp 
teméhte, che è necessai^ia uiia persona, la qua^it 
le possa fiit la figura di procCuratore per la Da^ 
ma, non potendo io supplire à ciò , ne per li 
impotenza della mia gamba; che mi lascia toi:-- 
tir. di radb , né perii carattere che qui tengo di 
servidore di S.M. Alla Sig. Principeiisa noti sa« 
rà difficile aver persona iuffidehte , alla quale 
S^Pfog^ìait questa faccenda, la cui direiiobe peli 
altro io |>r^nderò interaitiente sopta hie stesso. 

* fl$i Al Sii. Antàfiio P^éUUìhUtri* « PiuUpM* 

^ùnnM ia. Agosté fjtó^ ' 

Non poiso farvi il maggior regalo dì quet 
lo che ora vi fo: e non ho dubbio , che 
saiftfté ))er jtingrasiarmene. Egli n é 1.* occasione 
t 3 -i 



1^^ L I J T E R I P I 

a cui mi vaglio dì fervi coi^osce^e <U pwsenap^ 
j'IlU Si§- Qio; penpd«^9 6»;U9"i| ^^Nipt^c^- 
pp di §. M. C ^^ afilla cui lp4 vi feo ta%|ip 

p. Voi ben ?ap^te quelito io Ip yen^ri a F «,- 
rpi, onde è superg\iq c^e i^i flujostj pa^t^ i^ di 
vantaggio pi stenda. Bi:e§OYÌ ^e^ brey^ soggiorr 
l^p , che e^^ far4 i^ cqtpst^ {^Re ^ di fat? pe^ 
j[ul quejllp che fareste pe^ me medesimp , e di 
giù àftcpra, $e lo pQtefe^ pqichè pgli <}i piw Iq 
pepita , \^ ew ritroiferf te RPH s^ se più c|i sa- 
jprp , q di i^entiiezza , ?»s^^do 0|f^ati§$imp di 
tutte* quelle dc(ti , cjie in ppchi lettera^ti ^ fto- 
v^no , e i;^ tiitti dfiyr^l^bpqp sindsH: ^jq^giunte • 
Egli h^ ifl c)J[tfe per yoi tutta que^U sti^a che 
yi è dovuta^, e p^rl^ c^^lf co^f y<^^^ % CPPiQ^ 
ti^tti colojfo, cl^e 4i fioq disce^nirap^to jonpdo-r 
^tì. Quanto farete i^ suo pi?^cere , sisfriyerq 
t^tto a mio ^ebitp : |na no^ avete bisogno d\ 
ficdtampntg a psercitare. \3l vostra natugle gen- 
tÙez35^ verso pgfsppag^i ^ì merito gr^pde e di^ 
$^ntg. fategli yp^e^e il vostf 9 Mu$ep ji la Strina-: 
|eria ^ ^iblioteqi ^el Seminario ^ e ci^ che y^ 
paff^ più degnq di psser da ]u\ y^uto , e in 
particplare i galantuomini Professori vostri Col-» 
legKi 5 e npstti c?m\iai Amici . ^ ppx ^ne di 
cuore vi abbraccio , e col solito ossequio /vi fu 
yeriscqi • r • ^ 



jl5^ 



^ P q 4 T QJC p ^ « « 0, |ft7 

.:-. . . ^g^OUMJ li. -^^ i^a#. 

\ 
\ 

oie/ba$Ì9 a iiMfteitk) «mimam^té caiCfomaiidat* 
ikoQ i^tft a yeji > ohe a tueti| git amatoli ctelia 
HìigliQrf {«fi^ratmiai figlie V lUmQ s5];g. Gio: Bj^ 
notetfiet Qmtnlonii ffibliotfffiaflio^ $i;^^M^CC e 
kttHSirati^ ék quei merì$c\ e peso.» efao a tutti ^ 
motxi. Ss oltre alla ccosidera^^a d»^ l\^. nutria 
to persojgial? , qudk: agpyogiie^^ vMrete ^^Ila di*^ 
voKiq^e e aiDÌci«ia, |aiacticolair&, oca cui^ pe^.roQlw 
ti tkpH ÌQi gli sona vitretta e tenuto y io som' 
èucSmexitt persuasa, che voi lii aceverete,. noa^ 
ta&to, coni quella stiiùa , che voi professai;e^ ai 
suo ipecitó^^a^ <iuaiiia^ €onl queUà tei^^pepa , ctan 
©li ^[ic^yere^^e^nie atessòc*:^ Basta* vóéerto a coao^ 
sorlo > ipet;. axnaakii i cumei bastai leggen le cos9 
w$ {^^ |aQi]pirajd<>, e; M^tlb^^ Tuttò^ qpelloL (dkr 
voi (aif^. pec es$a, ^à di ^naoiaai&mQ ài mk» 
ci90re ^ c^ 41 qiaakdkei letc^us^iow atte infiaioor 
obblig^iaiii, cbc^ h%^ àkìbhxk di fio$assati^ ^ Da. 
lui ^yxé:ù il (x^mato 4' in^endese il mìa ottL 
Qttn tfa^o> e 'Il de^ìdfiSiQ cbe ts&ga di sivadenei.» 
e di alibiaciQiaraà , come Ij^ a]^ {tcaseat^ co» mitk 
(%Jl;0Baae5 



5X,7a 



i69 -^r t È é T £ «l'B lù t 
. 4^f. Al medesi$Ȏi. <d P'mekSai ^ : 

' ì^nnÀ2^ jigosto n%òi 

IL $ììì^ Màrcbetó b^ ^ ìrésientstd il sub li&ró % 
die e kato nudto gradito da S. M. Piaccia 
» Dio , che ai gradimento succeda il j^remio # 
Io far^ ogni còia per contribuire al vantaggia 
éAV amico V che cèrtamente ti è de^o •. Jcri 
me he ha mandato un etemplare in ottima car^ 
(fa, e asiai imUtamentè' stampato ; Ne ho lettdL 
il primo cahtoy dove osservai ìnolte cose ansate 
^Ùene. Qiii occluso ritroverete ; il progettò di» 
uha grand* opera, che s' impirinie à Lipsia , in^ 
^rnò all^ antic^tà della Germaìiia; Dì 4^adai 
monti, troverà moUi completori : ma pochi (iksé 
iti Italia '• Prégdvi però di dirne qualche dosa 
nei npstro Giornale 4 Voi vedete spogliata la Vi^ 
(Una LòitiDardia , e anche la nostra città delle 
sue coie migliòri da^li oltramontani;^ e ne de- 
plorate la iiùseria * Ecctovene tm aim> novella 
esempio » dal quale conoscerete ^ che questa dis^' 
grazia è Comune \fi tutta l'Italia; Ho studio de* 
|Sig.. Valletta in Napoli, ha pèrduto ùnò de' suoi 
inigUorì or&amenti > cioè (tutte le Statue anti-^ 
ohe 9 dellQ quali era nobilmente ìadbrnato, e che 
il jreecfaio. Vaile^a^'avesi con tanto studio e di^ 
spendid raccolte, ^ònò estate vendute ad ttnM^ 
dico Inglese pel basso prezzo di mille e cento 
ducati Napòietani. iSòao rimaste presso gli ere^ 
di ^nedesiini alcune unle bellissime di straordi^ 
t ^ I baria 



/ 



&xh ^andezkais che fece già diseg&2^e H cèiéi 
l>re Jacopo Tollio con aniino d* illustrarle e f^flb» 
blicade con tue dotte cKsseltaziofii s il che ^ 
^on fece per MOhe iofMarveaiitagli; Sentesi eba 
«àcbe qùest* urne iienò ih dettato di vendita ; 
un àlttb Inglese S^itaÀdovl . Io sb^ centf V 
die dopò queste avranno la stessa ibrte le tùieÀ 
daglié, )sa i libri^ e in particolare i bei Gbdi;:* 
d , de'.quali ho datò il catalogò, klel Giornale i 
Ogni giòmb benedico rfiminentissimo Gomaroi 
che non ha lasciato tortir d* ItaUa » e di Pado^ 
vi que* libri delV Alvarotti ì U R Paoli; chetili 
hcitiàcò^^ il fatto delle Statue . suddette ^ mi scrive i 
che il Mutatofì^^ abbia trasmesso un volume 
Ms; contenente U Ots€f^étzj^ni Ctéicbc àél* Ahk 
Anton Maria Salvini s^cà i due Tomi ^Ibl 
Pnfehd PècsU italiana di essiti Muratori » èS^ 
che si stampino .* che per entro ci è del buMno i 
e del buono assai : che V autore Vi fa mastra dì 
grande erudiilonet ma bhe forse forse la critica è 
la quale per la maggior parte cade su la jin^i^ 
^ua, è troppo minuta} e che Si cerca mòdo di 
farla stampare, ma the fin qui non si trova lo 
stampatóre; che vo^la addossarsi tal jieso; Ghe 
Giuset>pe Sorge Avvocato Napoletsuio ha dat^ 
fuori uh libricciuolo intitolato *y Dt wklUne 4« 
qHi0 Disstrtdtiù perctieiris ; dove cerca » :se oìbAm 
giando il mellone da acqua si guasti II digiuNf 
no Ecclesiastico: ctie veramente egli ha dato in 
una soìeàiiissima. mellonaggine > a gran Éitica 
raccapezzandosi la sua opinione » che è s chò 
mangiandosi di quel di mezzo » t come suol 
' K ) dirsi 



Ift 'l*^^? * T 1&. % % 1>rX ^5 ', > 

W^ 10icci()l^ prejÈ^iqofi ; ^«»ix| pmfHa fferm- 
Imhf. Ck^ il Sig^jiR yiGq ila iofi^cttt^t^a ^ifiicoit 

G^i^fsi, ^ iiicttsatQ di apprivirad^ ^ dicbiataiu! 
^H aj^Q cot&tfar^^ alte me, i^tf i che l' utia^ 
C l'^ill^/^hlKìfCdtQ^ iosiemQ ^ti(òaou:ate $ipai> 
tiscM[ii^^iHpftb|evQ^me suxijueggi^ti :. ^« ft^V 
9ÌasiCQ$e i\ detta t^vJUoc^ oqql teine didonoa^ 
^^ ^ $i^ yiCD V ^^\ dv;6« iQtt^ JQè^Àfi^ Ati& 
<;2u:itàlSjlPa> ^ egli ^i^tp^Ii di n^ i.MÀ. fcjwi 
ìt Mi^ ktto tifisi il ^ Al»i(te> ^ j^arjfSÈc km 

^nmfn irjtm JP^^iij ^. abei oxt il Yica Sa in^ 
ftaMi did gli siì^ smpì^w^t^ ^n ^Itirci revisprer* 
]|gli ^ ben varici queitQ feyisiQtc^ Napoliiana d% 
q\idlÌ9^> ^h^ sorti ^tl il nostra Yàltijtti^ri, Sejs 
k in«ltQ i^ cQOtiiiuo j^ioi^iai ,! chfii i^^, ^iviattfCQK 
IB^QÌ^4lldoji tip vobito ^^vi qaes^ 99f^kf^.x H 

1k^¥^ al soHtQria Si^. Mùì^c^^, . itt^^ ;ali^ tmk 
di. |asiL« Akfisia yi av»à, i^calie agjvt^^^^ # m» 
sulutcì ^ ilulki xii ^foii^iiuigot qìs^ ìà mia inecH 
msàxk% pfkià era ui| bopirwup et ìm cimediaT^ 
Mi .Vi dò m «o^diak ^tMcpuo^^ o addio* 



ji8. v^ 



4 F O S f f 1 f Z f HO. *Tt 

NQ% pptotf fittmi CQ» più scau ; eie 9» 
daxvok nptificat^dp 4 awyì acquisti ià ym 
^Ltti e di^ fmi dei HM V^f^K? che ì^ «ptah 
no per ip^f . F^ i rettami cke costì tenga» 
ne 4el>|)9i^Q ^f ^f 4}c^M <leUa Zucca <M Dwui 
della ^fccctiia impr^iom d^Ms^CDlùù^ i qisaìr 
$p vi seryisi^o. ad agsiu^e quelli» eto ayeto 
presf^ de) ino^^sinip libra» p«>tret9 y^tarvenQ « 
yostrp pi4cij9f nt9 « Io per ^9 m MAgQt costì 
vuti esieinp|2ire beUq e perfetto.» cw cui potietfi 
fiscoiBj^r^^ il yos^. Y^mdo itgli altri vi àf^ 
queUq fl^f m Vfi tqvY^fftt Qìi»! Capito^ del 
Gl4^ib9f\i«fm9^C9$a SÌ9» nècredo^ ^iouti %yein 
io v^^t^. Jutt^ycdta queU^ attaccamwttt deUa 
ì(^vo}^ di N4rci$(\ n^i di qualche tft4fei<( » (Via 
possa i^>g^n^^rmi^ e4 avefja ìfra le oiift Mimt-« 
Iai|;ie^. lslo;(» yi s^ete iegact^ta in ^teciere» dui 
Qi^WtP ^h«iai:49 i^$$e Yene^iaiuì^ ma hoa era 
dell' osdi^e PatifÌ9(ÌQ , itia di quello de!' (Sitt^ini • 
Fiorì ppco dopp 4eUa s^ssa^i^ougUa \ui Antonia 
Gbcfafd^ ppttof di t^eggi» « Bpeta a»ch*^gli» 
e u^q 4e' FojRdatori dell' Aocadetnia VMQta ixkr 
st^it^ in ca» ^ Federigo Badoac^. Ma toiD^ 
ivindft a ^^^» i'«^?i^^^ ^«Ue sue l^inaa » 
ctjA ypi avete iiìjpce$;^e in ìkmz dea 15 ^8* mi 
gi\)g%^ t^n^va , Iq tenga costi del mede^ino auto'^ 
sa im li^f^ivwla intitolato ; M mffi Mhmt èk 



jOuinto Gherardo in Ventziii 1537. xtf 8^ Nòà 
|io memoria dello ^Stam]patore. Se mii vi capi- 
tassero queste sotto l' occhio » avrei caro che le 
colla2ÌonÀ$tè con le V&stìe ^ e vedeste se sono 
la stessa cosa^ o diversa, e poi me ne deste 
avviso* Qjie'dae opuscoli deh* Albi<:ailté , jptiè 
ifu' tino degli eitiòll e avversar] dell* Aretiil)» 
fstainnó àncbir fra^miei libri. Nod ébsi qile'due 
Cónti di Sigismondo PaòÌilcci3 Filogenie , di cdi 
però tengo un jgrosso poema ihtitolattì C^;/^/;7»i^ 
xiùHt idi Orlando Ff^rioiéi impressa in Veiie^i^ 
dai Niceòlini 1543I in 4. Bellissima' è la noti- 
zia avanat^tami intornò à Marinò Saiiùdòr il 
• cui testaménto vdriréi tutto avere per disteso, e 

. pregatene a tpio Honlè il hoitrd Si^.Leonardui:-^; 
zi^ cui caramente salutò i Ma sopra V aver luf 
èccitto dopé il Sabellico per dtdine t)ubblicò , 
) ho qualche difficoltà* Avverto primieramente i 
che nel titolo del testamento vi dee essere er- 
rore, dovendosi leggere £:^ testiàimehù Marini 
Sanuto $ MAGKlfici^ non^ q; Marci D. Leo-^ 
nardi: poiché quel Marinò, che allora scrivevàv 
ristoria Veneziana, era figliuòlo dì Liofìdrdoi 
non di Marco : di che ne ho sicurissiiifé prove • 
Trovo secondàriamente, che questi sGflVevà 1^ 
Istoria Veneziana nel 1501Ì iu Cui Aldo glide^ 
dico r edizione di Otazio in 8« dove cosi dice 
Aldo : Alanti Rom. Marino SanUtó A ^; Leo- 
nardi filio . • i . EuM igitur {H^dtiikm ) ad té' 
dono fnitrimus , Marini Sanutè ^ vir omnium bn- 
manissime^ ut lihris quomm ptenam titi esse ti^ 
kiothecam vidima , * & Flacéui bravissima hàc^ 



^m^: exCHSut ddddmr > f/t^ M ^^^ P^nT/ftdfM 44 
/# hzeném^ cnm v^fl ^ mtnmhs pnblicU. tal 

A YbNETA&UH lUlllUM COMPQ|f£MI)A HUX0|LXA 

f€ss4re patef^ invif^t. Se dwque eiSQ Marim 

iscriveva IMstor^i Veneziana nel 15.p1. yoìhm 

^vedete che la scriveva yiveaté i\ Sabelliqo,^ a| 

q^jia^ allóra vivente i( Cposiigli^ iU X. non 

av^rebbe sc^tkuko un'altro» che Ì2( condnuacse 

pef lui, (pn torto cpsi^vldente« Osservo di più ^ 

ch^ li ^anudp era incoi: vivo nel 153;}. in cut 

fo^e il.suo teitainento. :$e, chmqu^ |i &t>fllicQ 

if>^9 stata isQ^tityjIeD U Saoudp « ^ non il Navat 

ge^o.» quando avrebbe avu(30t luogo questo $ecom 

dq per C5ser^ eletto a scrivere d'ordine pubbli 

CQ( Certo e. che il Nav^igero prèniod almenot 

qi^ant* anni prinu del Sanudo ». poicfaEÒ mori nel 

li%9* Nò si può mettere r.elezioeie del Sanudo: 

dqpo la morfcf diri Naxa^ro, poiché egli, è cer-» 

tit^Qio, che a quello 61 sostituita U;Q^bp.^ 

dicendolo lui medesimo nel prii\cipio della su^ 

Istopa ^ e tutti gii Scrittori delb sua Vit^ •• 

Sifch^ io aon s». trovar luogo pec V (PteaUomi: 

de^* altro; il quiale oltre a. ciò noU.fo nomina* 

tp giiamni^ da chi che sia, e principalmente daL 

Carciinale, Yalierp che ne. fa esatto r^istro, tra; 

gV Istoriografi piubhlici. Di più vi. dico j^ che li 

mplti libri scritti dal Sanudo iopr4 le co^ei yfpr, 

nexi^e, i quaU pei: quanto mi 61 assicurato .^x^ 

si conservane^ la XII* grossi vilumi in. foglia: 

nell' archivio segreto deir Eccelsp Consiglio cti,Xi^; 

sono mentovati in più di un luogo delle Lette-^i. 

re Volgari dal Cardinal. Sembo» il ^ual^ c^v.^. 

mol- 



/ 



teolo» ìfèM lapene» le qix6l tanto ^ egÙ tié 
««risse ih ivi; Uttti della Istoria lìr Miù X^H^ 
$éi fy^ stài» ctfia{iòstodà luiper |iéMdicàODr^ 
iaN»iòfaei ti; noti avi^ebfare ixiatK^tb di tt^eàiitDrlè 
ioi' qiuàcbe ÌMgiii ^ ddl' inorici i d dèlie hétté^ 
te^<^i^ ^U di iui • Io ti(»i ile 4qtti le Me 
iMtevèi tha. iiiiiiia j |>a^inii icmtà ài Gipi àell* 
£c£€lsÒ9 sparlai c&e lord diituuidl di péteSt ^o* 
ire ìitfe' libri <^ ^ebt)eiìé cód pis^cà rpètadsiià dl^ter^ 
ile lAcò^i^e eoisa alcdtia \tt imdfitii ttia p^d 
i^dìò^ ieiisé%Ù «iéeessaiid di avf^li s^Pl>tGifièi 
H^ K^cUe idubbid aticòriij <tE^ lìeito idricti iti 
lingua VQlgàre^^di che potrebbe a^sicitràrvi d-i^^ 
é^^oné òcuiaièdi <)taaÌdieSeiiatoréj tUéìq^ell'^ 
archivio àhBià ìdcesso • Da tatto xfàesitó càdclu-^ 
do$ ìAké ii Sadudd^ se bètiig ha scritto la St<^ié 
siiddeitta ^ é «r inètte é>h^ p^ovnAótiè ài i^òi 
dueatl aànni^dai Corisigiìdi À }C<^ lìoÀ la kri^sé 
pesa» di piibbìtca cotnmissiode i rùsi ebbe qiieilà 
Ipmvi^iicme Ini premiò delle moice fatiche dstiui 
knpièj^atc^ sì ilCdlo scriyer là stè^à i sì per le 
xMtcf aitili 0096 > tìxé itaxkm alle fàintiglie ^ itia* 
gt$tffxd^ «ìalisre aAtldbità Veaeatiatie e' raccolse « 
Séttépót^ «ina vostra 0{AfliX)tie i miei cdibiì i 
-pKÉiitìr j^eri^ ^ rimetterirai alla vètkà ^ dVé rifàg- 
gibr kine itì> ise abbia/Egli tioà dovette eV^ere 
xtìbìta^'Atcéi fOViàè àtl i^àié èglifii eletto Ca- 
iHefi&lf^ di Vòrortaji è nel tfoi^ tòrdato ift Ve- 
tsàU {{i tléM- Savffi^ d^li Ordini ^ cdme si kk 
Mia dèti^tasibtie lattiigli da Aldo dell' Epistola 
Cipiete di Oftóiii ^neir anno iiiedésiitìtì/ e pària 
a«dW( di Itti làèU^rfr^iM» &lk Opere del Pc^ 

lizia- 



-ItéiaM^ S(nacétó poti aver copia di cjmicstai ii^^ 
«fem» àlndénb ^t qttd tantò cte xigiui^dala^* 
-mm, Ili lai > Mi utt t&ò pcc bri à feaMantu ; 

iHregòVi iU' ilnm thiscfivere ^lli inidrkiò&é 

«é fienèdie^a Brugiìolb^ iì qiÉaìe fii dà L^giiaglr., 

«lei ^éfonese^ posta ndlà i^hkla db' Firàti imi 

4a sita effigie V;ddia qyialé se BVctéòibd^ 4iiar«i 

«iisive^ ud disegnò j TawS niotni caaii; Sbkm 

obidigatd» di t^ avvisi^ ii àvoi^ cfìe al niróstÀl 

aniiLtifóiìiìd Si^ Zèndrflii ; il quakf iSiréHretb cih 

rtóiente a mio dòmeì 2 H Sàti$b^ino bfct wi^ dice 

fafola nelÙ sua Venezia i e 1 Palerò; ibd rife^ 

tisce €a sua. mscrixtc^tie mi Ms: ck* io teoMt 

Mid qlbl Ìp^»e8l^en»tt,erò nari Idi <^ 

^glio ^ iita&ti?e per tnoitissiiììi dtf 1 Usconèri tht 

iie». Ii0> fatei^ li Ho trwati difetémisi»simi^> « dt^ 

«attratij Skx^tedé^iò petlsd di &dàr {>ostillaìid0 

il ioaso Vìi- deirUghdli ìà ^ moltissimi hió0à 

m me àrsenrati j « die senipttf^ atìdrb ili' àinre^ 

nìtt osservando i psi doverlo pài ^ mtituifei al tìr\i 

Colétti i dtidet t^potùL valeismé Ad tótfltf dbi 

Sisp^imetttii cosi nort wttéi'speMeì^ d^èàssó^ 

esso^ ma sóle avéiSo al tiióokr di ni^rd impresti^ 

tot ìe con rtdèbligd di fargliede résdtbziòàe ìi 

Dei lettera Volpi ComstKibì afldrì» i^ttìiàè 

qwlhi chef ìA! vtrfe raecólftf life* tcrài bhtéo 9 

ina credit dte àà p&éAgArmì è ftk yh n^ dàéè 

te nftitie^ DÌ^GìtólaiUé soné fi-é jlpi^ainiilt « 

f4 «0^ delia Raécoita di <^^: Pk'Ao ^^óéttAì 

€ sonò i tre médeiiml tòe sta6c^ k >. iSil Il4 

tttnò L dilla Ra^eèétà dtil tbScaf&i 4 A ^ <f ^^^ 

tre 



ttè belUssimi componimenti poetici di Giqs Aii- 
4P9Ìo\ Voi avete gli- otto volumi delie Rimedi 
^yet^si in i. ia alciaoi de*quali vi $ono compa* 
ntmenti dell' uiio e dell' altro • IV Mt. cbe avete 
jicquistatot di FcàncjSscQ Contarìni^ sati buon» 
.per coUa:2;ionatlo con le due edizioni ^ ■ cbe m^ 
4ÌjbianH)» di LioAe e, di Venezia « QiieUa di V^ 
jnezia tfa cqsti fra*, miei libri in 4« nella ^ class», 
^leglMstorici particolari delle cose di Toscana • 
jpialdassar BoniÙFaccia U fece &re dal Pinelli , e vi 
:^giaqsQ del suo Ehgia C^Hpmufné^ > P^ ^^ ^^^ ^dU 
^ione e: rarissima , e r^rercatissinut ^ Qièsti Slogj o 
.^aiuio annessi al mio e^emplar^e^ , o ^raunp 
trs^porlrati ijiell* amiadio , ove sono gli altri iniei 
libri Genealogia 9 Le cose delSig.AnnibaileMsav 
^esje hanno bellissimo aspetto « il ino libro, e 
^tato . 4;i . ^tta ¥ Augustissima P^konanzà corte» 
isemeate gradito, e da tutti sene^^ada con lode 
« stima, ed io &> la. parte di t>aon amico. ÌJH 
h^ imposto di saiutarvi • In lui sempre più tro^ 
^0 un gettilisisimo e amabiUssimo Cavaliere • 
Ho speranza che otterrà qualche bpon impiego 
iib^sua patria, eysseotdo sostenuto dal suo morb* 
to, e dal iavocfi di molti principali Ministri « 
CoA la prima occasione io n^d^simo ne parletè 
f $,.. M* ^e Qva va quasi ogni giorno alia cac^ 
eia; lo. sto sano.^ ma sempre initomodato o dal 
peso 4ella gamba , a dall* altra>rQtt2ura^ Sto sem^ 
p^ più col timore di diventare, inutile e per me ^ 
• P^. sii 9lt;ri. Se crescerà Tincomodoed ilpe>* 
j|;ifaIo, verrò ^ qu?Icte ris4iluzio|ie, che nu ar» 
xicinezi p^iù a)U ypstra^pìQissQAa^ 4^€u aj^iatis^ 

«imo 



^PQ. STO j^.^Zeno. 177 
^s|mo fratello * Conseryateyi e. per voi e per ine\ 
AfìiixQ nuovaii^eate di cuore.^ 

Ma aon, vot germinare , ne chiudere questa 
lettera, sen^ <:Urvi qualche cosa intorno al ca* 
talogo degli Scrittori della nostra Città , e del- 
la disposizione,, che loro avete data : la quale 
tuttoché buon^ , e giudidqsa , perdonatemi però, 
se vi dito , cb^ di moltq si pptrebbe perfezic-^ 
nare. Prinùei^Lmente io. vorrei > che al titolo, di 
Rernm Pi»€ forum Sariptore^ si aggiugoessero tre 
aec^s^e specifìcazioni ; T una , che dinoti gli 
Scrittori che hanno Latinamente scritta \ la se- 
coada gli Scrittori sinora stampati >, mentre de« 
gli inediti si farà una terza raccolta ; la terza 
gli Scrittori che. non hanno . scritto, d* ordine pub- 
blico: il che stimo, tutto esser necessario a di^ 
chiararsi nel frontispizio della Raccolta , per le 
ragioni che da per. voi stesso, potete indovinare» 
e CQng§gcte. 

Tomo L / 

Avanti dJiPgU autori che tratt^òo. d^I sito del- 
la città , stimerei, bene che si mettessero , come 
.han fatto qua^i tutti i più moderni in somiglian* 
ti collezioni , Excerpta ex Scriptoribus antiquis , 
come Strabone , Livio , Plinia, Tolommeo , per 
qu^Q che hanno detto deli-aprica Venezia m^* 
rittima \ cosi pure la lettera di. Cassiodorot , jL 
passi degli Scrittori dell* ^tà. di: \v>^%o , coU3e 
Costantino Porfirogenito 3 Paolo Diacono» l'ano- 
ni^no Ravennate. ,^ e simili monumenti ^ anzi a 

Tomtf III. ' , M tut- 



If^ LETTIltS DÌ ! 

tutto preiiaetéereì quel tanti> che ne discorre il 
Cluverio nélV/talU antiqua , o'I Cellario neir 
Ortis ,antiqui$j\ A questi farei succedere quaL 
che buona descrizione di Venezia f à&fo i due 
trkttatelli del Sabellico da voi notati ) fatta da 
(|ualche valeiltUomo'; dòme dal GmfréÀd$ nelP 
ArthmtùUgià Cosmica ^ dal Reùsaeré ii D^Hnri- 
p^ione halia^ t altri 5 che più à jptòpòsitó giu« 
dicaste . Non sarebbe male^ aggiiàgnervi Rugenis 
Favalii fiir Fènetum j e F$m Franeitei Sfirm-i- 
U /ter FenitHm\ e anche, làni Pàmnmi ab Iti^ 
neribns JacoU Anfnii MarcilU Pi Ve i quali 
tre opuscoli in verso Latino sonò tiella raccolta 
intitolata Hodoeporicorum di Niccolò Reusnero i 
Unita ai Gòritarini de fypnk Fenet. dell' Edizio^ 
ne Elzeviriana in 32. v' ha un* opericciùoìa in-i 
titolata : Feneti Éominii Cherographica Descriptié 
&c. ex va^iis aù^ot^Hus colleEla \ che si potreb-* 
be inserire ih fine di tutte le suddette cose, le 
quaji credo che per sé baéterebbono a costituire 
un giusto volume; e qiiaìftdé ciò non fosse suf- 
ficiente , vi si potrebbe attaccare Je: Meursii 
Majestas Finèta } il Panegirico radissimo di Ve- 
nezia scritto da Pietro Paolo Vergerlo ^ il gio. 
vane, avanti la sua apostasia 5 e '1 Durafttitìo ^^ 
Landi^Hs Urkì Fenetiatum i d$qHe ejns ÀisHplu 
na^ quando questa vi paresse che fosse degno . 
Tutti questi libri*^ e qualche dtro di poca itio- 
le su tal proposito sono costì fra mici libri , e 
voi U potete esaminare « 



Tomo 



A P 4 t Ó t O: Z £ K o • 1^^ ^N 
. tromb Ih 

lì secondo Tonio potrebbohd formire i traen- 
ti autori , die trattano dd governo delia .Re- 
pubblica* 

Sabellieus de nmetii AÌMgis$rankHs . 

Qasfétr dòniarenus de Mé^istnuiifu^ & XìH^ 
eolica yeneterunii --^ 

Donsti jànnotii DUlegus di yèn; Rep* 

Nicolai Crassi junior is Nota » in Contar* & 
Jannot. le quali darebbe ^bene di contrassegiure 
coi loro lìumeri in mairgine. 

Ejusdem de forma Reip.renetorum liier singHtàHs. 

Balthaù Éomfaeii Epistola da modo sfiffragan^ 
di in Gomitici Veneti 

Efusdem Epistola de Pyride^ quam Fineh¥um 
MagistrattiUfUk CoUegia adhHen^i Qj^iéstc due E-* 
pistole n<« menò die il seguelité opuscolo i stao^ 
no coli la suddetta edizione del Contarini ^ Neil' 
Hist. Ltidriiea di questo autore non so se vi 
possa esser Avèo al proposito • 

'/•• Cot^iei Synépsis Reipé f^ené 

Pancratius Justinianus de ptradàris ignote A^ 
Hspéetatia gestii . Quando però^ non vi piaccia 
di unirlo al libco dell' Egilatia de Estemplis in al^ 
tre Tomo « Molte cose v4 saranno da esrcarsl 
dai libri delle etesso . Panctaaia intitolati Parth' 
d»xa; Epistola^ Pandelta* 

Soacius de f^èmtetfum & Romanarum M4£Ì^ 

-^rmnmn eompa^mUne . Opera plausibile > e unica 

per l' af^^emente» fda nen S9 quanto bene e^^^ita* 

Ma- ni- 



iBt^ , ' X £ T T B a £ O à 

III. JV. appresso voi II» e III. 

A questi non avrei die aggmgaere , qiiaindo 
ciò non fosse un' operetta di Jacopo BpnfadiQ in 
8. costi impressa spettante a Venezia, il cui ti-; 
tolo ora non mi sovviene , ma è Éicile a ritro* 
varsi . Andrea MoMroctni J>Jarrjntio de suctis. Lyp-^ 
sanis &c. potrebbe riserbarsi a un Tonio , ove, 
ex professp si trattasse delle cose sacre ^ yo*. 
»€zia^ 

He prigine finm^um^ 

Agli Scrittori che trattano di ciò 9 premette*? 
m tre autori, che hanno scrìtto la Vita di At* 
tila , dalle cui desolazioni fatte in Italia è cor 
mune opinione esser nata la nostra città : doè 
J^ilippo Callimaco Esperìente , e/1 non mai da 
me ritrovato, se bene due o tre volte impresso > 
Celio Giuvenzio Calano Dalmatino , rammendo- 
rato da Bernardo Giustiniano nella sua Istoria . 
Il nome del terzo autore ipi sovverà un' altrc^^ 
volta. Oltre ai notati da voi, se darete un'ocr;, 
cKiata air Epistole di GÌo: Michele Bruti starar», 
pàté in Cracovia, e ristampate io Berlino, trp-? 
verete un bel trattatino di esso de Origine Ve^ 
netimrum^ che non inerita di essere tralasciato. 
Al vostro Modesto AViminese fate venir dopo % 
Geritici Auàiberfi Fenm^4 > già impre^sp da A}^ 



, A p e « t o t d Z t U Hi . til 

do il gióvane iii quarto ^ e poi ristampato ìli 
Hannovia dal Wechelo, Poema Latino di molto 
grido , pet cui Fautore fu fattx» Cavaliere dal 
Senato . 

Vii VII- Vili.- IX. nel Vostro catalogo Vi Yh 
VII. Vili. •■ 

Nella Storia di Pietro Giustiniano aggiugoelf 
a suo luogo quel tanto « che ne fu levato m 
dalla^ prima ^ nella seconda edizione^ 

?• / • • 

Àfarini Sanudi Torselli Liber Éeèretornm fi* 
dtlium Crucis . 

Ejnsdan EpistaU XXlL e^mdo tutte sopra IH 
stesso argomento con molte particolarità notabi- 
li intorno a Venezia, giusta l'edizione delBon- 
garsio. "^ 

XI. XIL XIIL 

Istorici di cose particolari i 

joi JmcoH Ghilini de Cksaris étdvéntu in It^ 
liam i 

Petrus BiìUIrrus Jdfmensis de Bello Qyfrio. 

Jo: Petrus Cont^renus de Sello Cyfrie Nicolào 
StufMo interpretem. { scrisse il Contarini ia 
volgare J. ÉasiL 1575* 4. 

Francisei Petrércha MpisteU de héutiludU » 



>|i Lettere di 

^iiod fiSm» fuk in PléUea J}^ Mèrci . Ext^ in^ 
$er ijuìdem EpUtpUs. Altre ve ne ioao tra es- 
èe degao di eitere trascelte e distribuite a suo 
luogo . / 

Croci Anonymi Chronicon breve aliquot gesto^ 
rmm Grmvrwn^ Kemteartm^ & Turcamm G* L. 
interprete Mnaele BuUialdo Cum ejus Netìs . Ex^ 
stae in Hisu ByzAnu post Ducét ^ Michaelis J)h^ 
«y nefotisy Mstòriam^ Chi scorresse quella va- 
sta collezione, il che stimerei t^ecessario , tro* 
vérebbe altre cose da inerìrsi nella raccolta • 

jtdnonymus de obsidione Jadrensi* Sta nel libro 
di Gio: Lucio de Regna Dalmaci^e & Creaci^ : 
dove vi sarà forse qualche altra posa da non o- 
rtetwsì e ' / 

Angeli /Chabrielis P. V. Libellus bespitatit mu- 
nìficenti^e P^enetermm in c^ipiendM Anns HfginM 
jUti^ngariéc. 

AAck^tUi <rf0rrÀ7/i Hin* de Belle Mdàìmiliam 
ni CesAris ctm Venetis gesto s* ijii, 

Béiptist€ Carmelito Historia Belli Cameracen-^ 
jìs Carmine hexAmetré enmraté. 

Historia Venetét Joi Baptist € L^mbertini ab 
V. C. ad annum ijol. liber V* (E^ VI. Antuerp. 
1635. in S. Non so cosa sia. Ne ho veduto il 
titolo nel Catalogo della Biblioteca Mallincro* 
ziana a r. 300. Essendo cosa buona , dovrebbe 
riporri niel Tom? VL con gU altri Epòtomatori 
^ir Istoria V^jteziana. 



XV. 



Apostolo Zeno. iH^ 

V XV. 

^ i 

yite d'Uoaùai illustri. 

All' Egnuio^ si aggiimgano alcune cose s^ar* 
se nei libri del Sabellico de £xemp^ , e altre 
toke dati* opere di S. Pier Damiano • 

£^k Bonifjeii >Ef^if^ Càutmr€na . 

Nicpléii ^Crassi Pu/mrM Gens . 

j4t§U Fnscareni Prùcwr. jp. Mar^i fritta ^. 
B^i Jn jùinnio RédiUfho Sfortim» Pìhh. dpud 
PÌMiUmm Ì6iì.'^ \ 

Nudai : Crassi Elegia P^emtèrwn^ 

Antonii Stella Vita Bernardi Justiniani . 

Jo: Casa Vita Card. Gasp. C^ntartni . 

^ntonii Maria Gratiani Vita Card. J^. Ft^m^ 
ciseV Cemimnd^ni * , 

^HgHstini Valerii Vita Card^ Bernardi Na»t^ 
ni. 

jacobi Phii. ThàmawU f^ta Cassandra Ftik- 
lis . ^ ^ ' 

Jacobi PhiU BergomaHi Vka <^Hidem CmsMì^ , 
dra. ■-'■•-: , / 

Petrir triehi Qtmìo in funere p: Mapfista 
EgnéÈtU. " • ^ 

Je: jintottii Vulpii VitK ainétii Nanierii^ 



/- M 4 XVI. 



]^84 Lettere b- \ 

X-VI. . 

Cose Sacre k 

UlheUins de Patriarchis Grddensilms & ^w* 
tis &è. 

Vlmus de TrmsUtioht ciìrpòYis Si Nicolai. 

Birnarduj Justiniantu de Fìta , Tramlutiàne ^ 
& Apparinone D. Marci. 

Kit a S. Gerardi Sagredi aurore Arnoldo VKion . 

Z«a medesima scritta da uà altro autore Lativ 
namente, di cui ora il nome non mi ricorda; 

Bernardus Justinianus de Fita & òbitu É. 
Laur^ntii Justimani • . . 

Petri Delpbini Epistola de ObitH Card. ìM^ 
pheii Girardi Patn Keneu 

Aàdrea Aìauroceni vlarratia de sacris Lypsa* 
nis . X 

Concilinoli P'enetiis habitum sub Alex. HI. A 
At. an. 1177^ apud Labb» & Harduin. ^ 

AEla SS. Surii &c. Ée ^S. FeheHs y wl vi-^ 
ris sOHEiitate illustribus* 

Ho notate le opere confusamente ^ còme mi 
sotio andate sovvenendo » ma si potrebbe maturi 
rar rérdine e la scelta* Altre col tempo me no 
vetranno ia mente . 



* 51^ 



" / 



I 



ArosTOLoZiAOé tff 

* ^19. Al Sii* Antonio y)dlùmmm [ 

if^iinna 14* Stttetnbri i^aa. 

T L nostra $Ig* Dottóre Schendo tpi ha dai4 
JL, una cassettina per voi ripiena di beUissintf 
pezsl 4i minerali^ eh' esso ha raccolti e, poirt^ 
dalle miniere della Valacchia ^ e TransilV2mia> 
Con r occasione di un mio amico ^ohe pgttv di 
quì^ io là ho indiritta a Venezia al Pfdr^ jxi» 
fratello, con ordine di farla sverei a^jrof7<:^f9 
giuntar di clie con esso v* inftip4jBrq^e.^f>^4l: pa^ 
desimo amico^ che altamente, si pr€gU(:^di .f^$9^ 
^tato vostro discepolo i e che ngeraj(il(8n|e/f% nigi- 
tò onore al suo maestro ^ m'« injpp«e:di j^vèrir'^ 
vi a suo nome ^ e di dirvi ^ s^^'-a^gx^ pe^ 
più rari di minerali come di ofO/ e 4i #geti|% 
egli si riserva di portarveli fra pochi nlQ6i^'iÉl 
persoAa, avendo ora solamente voluto sgridarsi 
degli altri, per minore incomodo del suq 'Viag<^, 
.gio. Diciotto mesi egli fu in queste parti ,-dofv^ 
de ne riportò moltissime cose di. raro pregio i 
ma ciò che è più da stimarsi^ più di trenta mir 
ia fiorini in tanti bei ungherl; di fresco e puli»' 
to conio 5 che cavano gli occhi , e più '1 cuore 
a riguardarli • Dite il vero : non ha egli in qU€k 
sto il discepolo avanzato di gran lunga il ma#!>' 
stro ì Né crediate ^ che queste sian baje • N(Xi 
vi ho detto , che la pura purissima verità , e 
alla somma ho più tosto levato, che aggiuntpi 
E^U vi«n q^asi ogni sera a trovarmi, ebenpo^. 

teté 



/ 



%Èi L « *» T B'R e:, f f 

fete figurarvi , che spesso spesso il ragiona^nea* 
to cade su vùì\ e vi si febna gtan tempo , non 
potando mai dirsene a sufficienza ; e non tanto 
si farla del vostro «aj^ei» ^'e rara letteratura , 
quanto della vostra gentilezza , sincerità , gene* 
lo«ità> e; eent' altre 4mai>ili 4oCi ^ che actoronno 
il vostro' afiinio, e cbd' vi tostitulscono , senza 
tfo^^o di ttieftzògaa o di adulazione, un rani 
<e^%lài:6'4el ^alintuon»o ktiemp» 
* Egli è Àolto tempo i die «K)ii ho vostre let* 
tìté ^ è''c&^ tiÌMi he novèlla ^Ha impressìMie 
ilei H^mqi^U&^ò"/ Scrive vi prego , friù di 

^quinte ^^^aati*^ àVviso <teUa vostra salute , 
'tfte;^ìrtir>dé^^s^^^ cara, ben covvenendomi , 

46e si^Wèt *^i^^ y^^^ ho doyiito la mia ♦ Ho it^ 
fèso^ il bel'ScqiuUtOi che ha làttò^ il Seminario 
^dlli 3Libt«ril' de\ ^u Conte Alvatotti" / e mille 
^^lte*!ik> benedétta e lodata la grand' anima> di 
^otet$to Eminentissiinò Vescovo Cornaro , al qua* 
ìe: fiK>n ha sofferto il cuore di lasciai' uscire un 
sì (atto tesoro dalia nostra (ta)ia, contitmamien* 
-te in^iimìli ornamenti saccheggiata e irapoverU 
^a^ dall' avidità, oltraniohtkna • Qu^mdo avete in* 
t^ti;o di riyèriire Sua' Eftiinenza , vi prego di 
fartìjii 1* onore" di rico^rdarle il mio profondo « 
sincèro ossequio , essendo feen rkdrievole dei 
segnalati femori V^hd i<^ ^àrj tempi mi ha fat- 
ili . Prégovi ancora ctì ^n* altra grafia , ed è , 
ehe nella Libreria venduta c^ifeendoviiftolti/ libri 
duplicati >^ e che già erano k^ora nella Libre- 
ria dèi Semkiatlo , e però dovendosi esporre ftk 
la vendita , voi ne parliate in n^io tióm^ ai Sig, 

FaO|- 



, faco»lafi , o al Sig. Canale ^ ii me ae pKocciar 
fiate il catalogo » fegftatt» del presso di cìasphtii. 
duno, acciocchii io pos^ ppporcu^amec^te pcon* 
vedermi di quei che mi ipapca&Q* UiiostioSt^ 
Ippolito se la passa a^sai beoe ed ^giraaieiit^i 
ma farebbe volentieri una scappau m Italia » 
fU isgrayahi la schiena di certo peso» ^ no» 
^i di r aniino di scacciare su queste sucidissi- 
me intnehùi . Per me bo appese X armi al buca 
Priapo, e la nece$sisà ba fatto il voto » non 1* 
elezione* Addìo cam amico • Riverite al solite 
f Sig* Poleùi. Morgagni, Lioni, Faccìolati ecc, 
dandovi p^ farlo ogni plenipotensta \ ma ^ sopra 
tu^o ricordatemi servidore all' Ulme vòstte Qoi^ 
sorte e Figlie, e credetemi di ^uóre^ 

jf20. M P. Pkr jCétirimo Z^no% 4 Fiffixia. 

FiànMM ^9. JS€ttmlnt 1710, 

HO letto con aommo piacefe il testamenti 
di Marino Sanuto , al quale in nessun 
modo può contenderla it posto fra g)i altri • Se 
mai potrete penetrar cosa alcuna di quarto scris« 
se in cofitifiuiis^ioae al Sabellico , mi sarà caro 
di essenie ist^ito ^ La sua prefazione potrebbe 
dirci. assai sopra questo particolare • (iratissima 
altresì mi è stata V inscrizione posta lul deposi^ 
to del Brognolo > non riferita da <alqano • Ri*- 
Stasiate il Sig. teonarduzzi del grande Incomo- 
do t die si è preso » e del segnalato fiivoc cbe 
tm Jia ibtto j e io riverirete canmeote a mi» 

np- 



i»8 - i u f f ÉHt hi 

nùtrie. Oh qùatito desiderio tiudrlsco di ntéttiì^ 
ce agli abbaiidonati geiii^i. iHiei stùdj : itia qcà 
«<m ho uè il tempo i liè il modo di poterlo fa* 
«e ; Scriverò' in ringraziamento al Sig« Gailonico 
XSagliardi per la cdpia dòdatanii del sUo Libro ,. 
xhe ^edrò ben tòleiittèri a suo tempo idsieme 
^on ^lelU destinata pel Sig. Gentilotti, quando 
non gliel' abbiate data in occasione della saa 
breve dimota kostì^ Sono slata soddisfattissimo ^ 
che egli sia statò à trovarvi, e che egli sia par- j 
^ tito còli sòddisfaì^ione da voi : I>a Napoli mi è 
scritta altresì la grave malattia del P. Berti,' e*l 
>suo migliocam^entd • Q^eir aria del Vasto , per 
quaàto mi viene detto, è di tal fatta ^ cbecbiun* ' 
que vi va , o muore , o incontra uria mortai ^ I 
malattia. Per me mi guarderò certamente di mai 1 
capitarvi ; Piacemi il pensiero di aggiungere al« < 
la nuova raccolta degli Storici Veneziani un To- 
ma di Orazioni funebri di Ddgi , e di- altri ixì^ 
sigfti personaggi Veneziani . Io pure ci aveva 
pensato , e parmi di avervene dato un qtiaìcbé 
tocco. Per 'me farei ^ che ella non passasse U 
i6oo. a fine di non impegnarci ad inserir nella 
^stessa tante sciocche Orazioni recitate pòsteriòt'. 
mente nella morte de' nostri Dogi: sopra di che 
risolverete ciò che vi parrà più espedieilte i DI 
Gasperino Barziza ho veduto molte cose • Fra* 
miei MSS. debbo averne alcuna sì di lui coftte 
di Cristoforo ^ èredo ^ suo nipote » Fra i libii 
ch'io attendo d'Olanda, v'ha un' antica edizio- 
ne in 4. delle rarissime Epistole di Gasperitio 
«inora in vano xia me ricercata 1 Fra' miei C^i- 

' ci 



Qt ve a'Iia uqq c^jrtacep ia foglio scriciK> V m^r 
no I450t» in GpqSigliano, 4a uo tal Francesoot) 
Ferra?e:si Notajo', intitolato GL4ig^m B€rg0men^, 
MS Ckarimmi Or^fms^ Qrfhogr4pHa.. Comincia ^ 
Qn^nàatn nda mip^nrOf^*^ Un' altro ne tepgp i^ 
4; ^artacep col titolo: CbristopjbpriB4rjdsui Btt^ 

f^. Quum luGHkri^tionum fftesruni • In vatie ocn 
calte tengQ sparse nK>.lte, epistole dì Qasperino , 
e qu)ltì ejso^dj orate»:); U^ i^n- al^tro Codice uix 
STO tcaiGUtelltì ^ AUgisfK4Kitii( ^oms' ^ il cpi 
c^unciamentot si è ; JLexRfiimi4us^i e puq e^s^ej^e 
qq^cbe altra cosa^ella t Tanto potrete scriveva . 
al 5ig. Ab.T Giotgi, editandogli X opeir^i mik ini, 
Ogni cosa , ct\e fo^e di s)]^ pia^e^e ^ il G^ 
^ì è stato sempjre , e s^à sempre un matto : 
ma \d, burla che ha Éitta al P«^ ^l^ini per y^ 
rit^ ^ni h3i f^tto molto li^idetig • Ijon. so > ^e 9 
quel VQStrp dabben religio^ ella sarà molto p^-^ 
cl^ta ; ma fìnalmeiite è ui^a galanteria ^ 1^9. 
scl^erap* Addio di cuo|:e.. 

Fi^m^ y. Oft^he 1720, 

A tempo son gignt^ le Novelle JetÉ^arie » 
che mi avete trasmesse^ per aggiu^erle;. 
ad alcune altre, ch'io aveva già ricevute da 
voi, e quindi pcesentarle al Clei^ìentiss^imo Pa<t 
drone , che le ita sommame^tf Mf^94^ *. : T?^^?ir, 

nato 



\ - 



Mfo" il mio c^mpÉAi^ato ék lai ultimanie&té 
t^maortatènli i mi dissd ehè b«ii presto Tol&rft 
ib|^ie|Armi Itt qtlàktie altrat M^à di {itià rilievo, 
è se ii6 eÀpjTds^e adehé ^1 Si^. Conte xJi jlavd^ 
H^ mie gfsti p^étettore^ scarsi pere dicbiai'afii 
che co^ àl>bia ad essefe. Io ^arò {>tofitd à tu^^ 
t?> €o(i la Volontà; )«à no£l s^^ scr ai desiderio 
coFrhpdfl<lér& il taiétito eia l&ti^; Martedì; che 
fu4Ì giortiò deilsl si3à fiasciia-j imitd il pifitueo, 
e levatosi di fiietisaj presente tiitià là /Corte mi 
prese per uiàiioif che dèe volte io lyacial. rive- 
ren'temètité insieme cpfi quelli delta M; dell* Iiti^ 
pèràtricé) e poi si tfattende à discorrer rnèco 
per ijuasi un qiiàrto d'ofacsoit somma Beiii^i*^ 
tài la qiiai cosà veduta^ fìoa sd come a qual^ 
pfafddufiò éàiìt piaciuta é Là risoiu;^toiie presa dal 
Favino di tìstampaife la Teologia Dònirriatlca del 
Petàviój noti può esser migliore^ Troverà ubiti 
associati ; ed ^ò médesinxj he Sarà uno; Ma òtif 
j^uò àisièùrare^ ch'ei là prindp), '« principiata 
U teloni i ncHi dico a perfezione ^ ma còitipe»' 
tentemente beile ? Delia disugiiagliariaa dellà^^ài!'- 
ta adoperata dal Lovisa tiel proseguimento dell' 
opera j fu tguAìó beiie da tàé avvertita^ e non 
senza indignazione i ma dai nostri stàtlìpatóri 
nulla (fi compiute pA operarsi. Anche dedizio- 
ne delrUghelli qui non finisce dì soddisfare , 
principalmente per la infelJdti del carattere , e 
^|Jer la mditiplicità degli errori é Qualunque però 
ella sifli saràsettlp^ una buon'opera, e ricer- 
cata . ìhì itàmò arrivati in gran parte i libri , 
che ho fattì comperare in Olanda . Vi darò la 

nótl-^ 



Apostolo Z«fo: zpr 
éotbia di alcufli, che haa qi»lche ^ singokrità i 
. L Jéttù Pmnnmii Qmnqme eccUsitf$sU £piiC0fi. 
0p0rÀ\ Scc. Bdsilià per Jo: Ofininim (sens'aa^ 
ao ) in È* Sonò bellissime Poesie Latiìifi ^ e ra^ 
dssiiiiò libro; Fd discepolo ciel vecchio GiuriAo:| 
la cui Vita egli scrìve in un long^ Panegiiricc» 
Epico : ai quale ne succede un altro di JacqK»- 
Antonio Marcello, P» V. e Capitano di molte 
gridò ^ nei quale si descrlvond a^sai. {airticoIafe>« 
BK&rè le co^ de' Veneziani avveilstt ni quel 
tcn^ iabttò là direzione di lai tonde sarà ini 
novello còiT^iiimentò per iaraccoita da farsi ; 
Il suo titolò èzJÀni Panàmii ad Jétcohim iém^ 
totrìttm MMrcrìlum Fenttum PÀutfyricHs i e co*: 
iì^cia dalla pag; 4St« sino a 157; onde ben po4. 
tetaé atgòineÀtare noxi essere cosa si poca ; 

Il^yl^ Fitràpii 'PoUUnis di jlrcbjteBurà ^ deÌ4 
la beila edizione ìÙusttata con le note de* vdi|^ 
é còti altri opuscuìi da Giò: di Làet j e £àtta ia 
Leida' liei 1649; in foglio ; Ctà che rende sia^ 
golare ià mia copiai si è ; che tuttt> il testp di 
Vitrurio k stato colla^nonato , ik >dapò a^iedi 
&>n un testò i mano di Pier Piteé did famosol 
Stefano Baluziò ^ possessore di es^ò esemplale 
stampato j in fine del quale scrisse ^i stesso!^ 
segiienti parole: Cinteli cum vetustissima còdice 
MSi 4^i fuit r. C.Peiri Phhmi jékiàvi /IA 
Kdl. Se^tettttr. MDCLXXXXIX. £ più sotto ^ 
StiphmHs Bàlézius : il cui nome pure segtiattf 
di sua mano ieggesi al basso d^ frontispiciò « 
Io V ebbi pet 1 3i fiorini i ma iiod H darei t>e^ 59« 

liLDiGsrus^mmCoÈ^ùtMtdddS^M^ériua^ 



Vf.X ' l.UXTIRE mi 

t^Tassp. lihriXXlIILA(tlUéo& Revm9 3ig. il 
Signor Cinthia AldobrémÀini Card, di S* Giorgio. 
M Pdrigi affrtsso AbcL C Angelini nella primM 
coténna, del palazxjo M.D.UJXF:. ( cosi in veco 
4i: M.D.XCV.) in iz. Vha, oome ndle altre v 
k dedicazione, di Angelo Ingegneri , e la can^ 
«one del Tasso al Card. Aldobrandino, eunso- 
|ietto in lode del divin^Sii.T\T*ch^ principia: 
Amici y questi e il Tassa ^ Ma avanti il spnetto 
à legge una certa lettera in lingua Francese 
dello stampatore Angelieri ai lettori; dalla qua^ 
le si rio^va > che egli dopo avere impresso que-< 
$jto bel Poema in prosa Francese , .tiudotto. éa un 
fit^sonaggio de'. più eccellenti , come egli dice, 
del suo tempo > ha dovutp , sì per U bellezza 
del Poema, come per Tinstanze che gliene fa- 
céano i Francesi, porlo sotto il torchio; non già 
finendo i' esemplare per t addietro impresso , ma 
Afipra una nfivella ^opia del tutto camiiat^, e ri->: 
veduta dair autore^ inmatagli da, Roma^ ecc. £ 
promette di stampare in fine alcuni canti di qoe- 
4^Q Poema in Yersi Italiani^ e Francesi : il che 
i(^on so, 'se poi abhk fatto* Qjaesta edizione è 
Ideissima, estiraatis$una:.poicI\à bea sapete, che 
<dla fu condannata e suppressa con decreto del 
Parlamento . di Parigi del di primo Settembre 
t$^$. a riguardo prìncipaliiiente di^XVIIL vetsi 
posti quivi: B,.c. 17Q. nel liòjro XX. come versi, 
dice il decreto « contenenti: sentimenti contrarj 
all' autorità del Re^ e ai bene del Regno , e cor 
me infamatori deli;defunto Re Arrigo IH. e deli' 
allora regnante Arrigo IV; non^ ancora ammésso 

»; in 



ì 

m quell'anno al grembo della S. K* C e non 
uraca assoluto dalle censure • Di <)uesto decreto 
paria H Dupin nel suo trattato JOe la fuissance 
ScfUsiasti^u & tensfortlU y impresso nel 1707. 
in S. ma. d troya distesamente inserito a e. 154. 
4^5.. del Tomo L del libro intitolato Prcuves 
4^/ Libcrtiz^iU. fE^ise Gallicane y della seconda 
acci:esciuta impreissione fiitta in Parigi per Bastia-* . 
ao e Gabbriello Cramoisy 1.65 1. in ibgl. Hovo« 
]»to comunicarvi que^e notizie 3 che però forsH 
DQa vi giugn^anno nòvde • Salutate la Sig* 
Madre ^ e tutti al* solita. Addio ^ firatella^ ama^ 

P« S. Mi età dimen^dcato di. dirvi » che il Sig. 
Gentilotti mi ha scritto da Trento con espressio- 
1^ di nioltì[> amo^^ e stima per voi • Io non ave- 
va alcun dubbio, ch'egli noti partisse da voi 
che soddis&ttissimb » e ne ho tutto Ur. piacere • 
Pup cissece» ch'io gU risponda qi^sta s^a , e 
ngn maccherò di scrivergli io pure di' voi (x>n 
quelle parole e concetti , che stimerò più con-» 
venienti . Io per verità l\amo singolarmente , 
avi^odola sperimentato galantuomo, e vero ami^ 
co. 

* 522* Al Sig* ÀnUnio f^llisnUn^ ékJNidivM. 

VUnn0 j. Ott^e 1720. - 

Circa r afiàre. della Dedicatoria , di cui ave- 
te parlato col Sig» ^entilotti, e di culmi 
avete scrieto, intenderete . 11 modo di regolarvi 
Tomo IIL N e per 



1^4 . L s t t 1 a E D 1 ^ 
e per, If/Co^e i e per le iegatlare dalla kstleir«^ 
del Stg. If>|^Utót che sapra di eie ht leulttM 
lungo ragionamento col Sig. GaraKerd Gàrdli i 
il quale non meno di .me vi facconumda la fa» 
litesza , e la correzione della stampa • Gii mi 
figuro, che le cepie déstiàtte per Svu Maeitii^ 
saranno tittpiresse in carta distinta per qiialitì è 
grandezva : il che è necessario • Del resto io 
volli es^e^samente > che V idfocfnazioQe vi ^^ 
oisse espttsssttnenté per la ria sopraddetti délì^ 
atidco, accbctbè di nulla e' si adombri « che aU 
tri fuori^ di lui voglia Éursi nieritd di servirvi 
in tal affare , e tutto passi con la sua dire^io^ 
ne e consiglio & Nuli' altro io curo , se non che 
ottengbiate il vostro fine . Vi rerido gràiie di 
quanto aVete opeifàto . iri servigio del Sig, Geli-* 
tilottii il quale è ora a Trento ^ e di là fìà 
ha scritto tutto il bene di voi. £* un b\iangk^ 
^antttomoy ed ^ bene tenerselo amico i Io noà 
ho > e non/ voglio avere per antici grand' uo^ 
mini forestieri per riempiane cotesta Università, 
quasiché he ittancbino all' Italia . Cotesti SSig» 
RR* hanno pur fresco sotto l'occhio l'esempio 
del BernouUi . Mi rallegro del Vescovato di 
Tricarico conferito a Monsig. Cai^affa , e molto 
ancora del bel quadro , di cui .esso vi ha^ regai 
lato • Dei Mss. acquistati dall' Ab. Giovanelli io 
non ho altra notizia» che la datami da voi. Se 
capiteranno , che non crédo , saranno i ben ve« 
/ditti > principalmente da me , Che di simtl! rar>> 
tk non sono awexzo a gooterhe, dacché lAi trcu 
vo i» queitfte parti . Mi è italo detto da varie 

par- 



ri^ 9 fini' datlie Gansetter ledticlié itatafseej. 
yxmri andata a Mèdetia pen tmaspì qatììà. 
Prhidf{tessa Spàsi.: ;Mi tallio (kit ooòre ^ é 
elei tégàlcy^ che ti artétt guaklagttat«r : .iiia<>c]i 
tMitf m^ ne ^tteparòU, e por la^tc > (che. nM 
Vo esserne d parte^ Goà^tevdò pxsise da peiì-vòt 
sdier in sÉiila |iafc& y è Irofoi (>t:ó« ti.fatccca.* #; 
vntn-fb 4^ i passati giorni uà mèdico co§ii<Shii^ 
hafer ^òcholiràr^ che ha .labiata uà' eredità dì 
pia di ucr miìlione di fiorini ;^ e poi ti ist»|piì€^ 
te, che il nostti Scheildo ne abbia §Ettidagitato 
^cr. mileti <^ìeàtb per Verità, è idà buon tetso» 
nd^ t^ soler per ahi sa ben piaòtartri le sqo 
earotQ • (^lel . Fdema dell' Ificsrnaiiotie del Yes* 
hdi d& cbl mi sdriveta essere statò uitimamente 
impiffifisso^ e dedicata al nastro Augtasto MonaC'» 
QÉrUìl è affacàzr scoisosdutd I Sé sarà capitata 
aita C^e,. non inaiflcherò di siaperlow Vi pjtegfii 
dir farmi avere, Mbito uscite ^ si la Tragedia del 
Sìg. Gmitè Gioì Attkti di Porttia, kì quella del 
Srg. Morateri • ' Vorrei pure ^ -*qual4inqùe e' sieno # 
qiiè' doe Ktol istoriti ultihianiénte usciti dèlia 
eatfa^àtoa ,^ e di Budrto « Fàte|li avere H Pa- 
dfc mie FratelllT'^ dtt Ouiind s^ic^e subito riniA 
toi^ltftò Ifel:o0s»9v E' sèraiià?ds](à) die.i Ver^ 
ei abbiati hm prefulef gùéni con gli Angeli j 
Che dite di questo concetto 1 Non sarebbe ttl^ 
to felice a chi fosse venuto su la penna nel 
secolo del liSoo. anche pensatamente . E pure 
credetemi io ve V ho scritto senza pensarvi : ma 
questi sono cose ordinarie ne'^Poetl Cesarei ^ stan- 
te il privilegio dell* eccezione , che voi con to- 

N ^ ^ ga 



^ m^l^istrale avete ad essi loro rilasciata » e 
pero ve ne sono qbbllgatissimi. Mi sarà caro V 
indice dei libri dupplicati della Libreria del Sei 
minacio • So che, ho da fare eòa gente die sa , 
ma mi sono dimenticato il buon costume d'Ita^ 
Ita di comperarne a buon meccato . Lo attenderà 
j^rtanto o^ vostra comoditi « Ho veduta quel- 
la Raccolta Epitalamica di Modena v €t in vero 
per entro vi sono ' mplti buoni co.uponimenti : 
ma .la troppa adulazione vi guasta qu^si ogni 
cosa« i^ned etto quésto grande Imperadore , che 
sempre comanda ^ che si parli con tutto il ri* 
guardo più moderato ; e pure qon si potrebbe 
giammai a sufficienza lodare • Credetemi > che 
iiiuna cosa pia Io disgusta > che una lode che 
soverchia a lui sembri ; e uè ho ogni giorno 
chiarissimi sperimenti* Ama grandemente le let- 
tere ed i buoni libri , e ultimasaenté ha speso 
^n una libreria 70^ mila fiorini , che per sq> 
stessa ne vale più di dugeàto mila.; Il catalogo 
^ stampato in Olanda, e se potrò , ve ne faròt 
^vete una co{^a • Riverite a mio nome V 111. 
Sig. Laura, e figliuoli; come pure i soliti ami^ 
ci, e in parti^are il mip amatissima Compaq 
re , e Amico 1?oleni . Cotiservatemi il vostrq 
cuòre , è tenetemi viva nella vostra mempria ^ 
^ddio, carissimo Amico , 



5*3- 



A 1^ é i tòta ^ É n &l t^f 

jx^é^l Pi Pier Céffmn^. Ztm^ * Fèn^jÙMì 

Attrè..yol(e mi avete: domai^clate noci^rie in^ 
torno alla perdona «li Roberto Titié Trii 
quelle che yi ho tra^ix^sse» non tni (ovviente 
di avervi indicato > che. aelF opere |n foglio ^ 
Marco Velsexo, e prÌQeipi4nieat^ , nelle sUe £pir 
stole si parl^ pia ^olte di lui.t.yoi poèr^e tcol' 
varne i luoghi nel libro. medesimo, che tfdv.<J^ 
lete tra' miei Epistolari in foglio 4 Date anche 
im' occhiata , alla prefazipno dicUe Inscrizioni ttjd^ 
coke ^alGruteroi^é ail'indke degli Autori^ chté 
hanno contribuite e somministralo materiali per 
iare queir ifisigne collezione \ il qual indice é ^ 
dopo la prefazione « Credo che avrete osservato! . 
Jbgni cosai nia ho voluto per ogni rispettò àor 
prabbondafe# Da Mons. Albani mi è ^stato dattf 
il Libro di Mòns; Fontanini sopra le cose ieU 
Parma e Piacenza, Vi dirò cónédef^temente ì che 
9gli ha voluto provar troppg^ e cjae preveggo > 
quando sia ietto ed e^jtnii^t^) più tpsto disoi^ 
dini e pregiudicj per la ^ fa^sa^ che altro ^ 
..^fon tviXxs> a giudicare de) inerito:, ma molle 
cose odiosfe^ e giàraQce^ ^e pf»cò albispgno .0^ 
portiine pé^evano disshnuljursi-; e tacersi: ma 4^ 
^piei capo fervido è itpffétuc^p Qon si poteva as» 
gettare altrim^ti,. II. tutto tenete ideiìtrò di Vw^ 
èssendo io risplujgo di parlarne OÀiil^a^ om^iio 
che posso: é ka.i^Mstq e#l9# ^^^re ac)4lf 



%§§ -i . jti » T 't É * « - n r 

V0i> che nel Qiomale non sarà che ottimame^* 
te .iJtt» 41»»nea dfcne f)ati#|a, fct àm ^t^afém \ " 
impegno ne con T una , né con 1' altra parte • 
Mi-èrs^aiOfìasé «ttintfaM^ <k Napoli il D^cameu 
rone colà ultimamente stampato in ottavo: raa^. 
4 mokid «coiwdtò ^'^Mi fioin i>uott& casta ,^ e'*\4i 
uniste catactere . > H^ì'^ infti ^^r0 ,; cb^ dncr^sofr 
iiiP&le, che n€ii tiiio Dramma <li L. P^piriib iA 
iponga niaiao <la «hr pretende èli ^aperse più <ift 
^à|è-t-Così altiielMr, ^ tKmciiKcirà, €oine<:recio; 
ia cò*!^ non^' sarà <lt me toloi ^1 confronto 
•<àìrà tonfoscere, ^ TavrantÉo raggiustato , ognalT 
«to. Lo stesso Orsmima si redtem anciie inMirT/ 
{ano nel pros-sk^o carnovale >' ima pef qiiaato m* 
teado dal mùsico XSaeta&o Orsini i ohe come 
41^^ cosi là àiÌGorà rappifesenterà la patte dvQ; 
f^abio , coÀ poc^ ó £|iuna mutazióne , e per quan^* 
to mi scrive y con la stessa musica delViceraae- 
«Ék> Caldera. La Insigne Biblioteca HòbendorSa^ . 
fia comperata da S, M. C. C. pei^ yò. mila in? 
^cz fiorini , è già capitata ih 8o. gran casse •} 
^ «li stanno facendo gli àrraadj per collocarla « 
<li«poria ih lana gtHeria di Corte f>er ora, ìnsi- 
•#0 a tanto ^cfie sì feccia^ 'la gran^ fabbrica piar 
• ripprvi tutta • là %astaBà)lioteca Cesarea, IlCi- 
^logo dèllat <HofcéhdorÌSana è ' «ta;tO' impresso m 
<Sa»da , ed io afe: ho ^vute diie <:(^te , una dei- 
Ite ^ali t ^r ^01 V € vi capiterà con prima si- 
-earà ooQasiohe-*' V^'^ ringrazio della co^a déOe 
Jnscrmiòhi del ^Vàsto^-nkncfàtevi 'dal P. Blrti, il ' 

qcòJ tìstaÌMlimerttó «dlàrsió -primiera salute mi v, 
tià dato liiokè ^*^cim,^'mii * ^^Ancbe il bi:»on 
1 ^ Pa- 



A i> S T 6 1 o Z i H « • tfi. 

Padre Laudati ha passata una bruttar burrasaa : 
ma \gmzié^ a Dio, ara si è riiticsio assai l>dnft',' 
e n saluta caran)Mte» coma fame i^igg. K%e^\ 
cméi é Marchese - "La spiegaaicttie datii 'Ha 'tùii 
^tìm^!3L dtìle suddetta InscrìzioM è ottlnta, 
e n^a: ho ch^ iJdire in coi»trario« Qià^ icaii^^ 
mtìJk €ol sua pi€de quella di' M. ^B^o^^ corret- 
ta ptà attentamente nella secon^ bevMo^ ; 
che il P* BtfA ^fe fece; Un giorno faro dilii 
genza pressp i colletto^ di taH atklchiiài, p^/^ 
rincontrare quali vi sreoo prodotte, ^ quai tio. 
Pet riempiere il meteo foglio mi manca la tna-* 
ttria ed il tempo ; Saltiate caramente la' Sig. 
Madre, e tutti di^ caèa 8yb$tra'5- e vi ^bblraocioi 
col cuòre. '. .:.r. :• -; r ■ J. e' ■■' .• •-. 

524. JÌl sii. Anàttà Ctfmto. 4 f^i^naUM.^ 

Rkpondo aQa: ^vostra lettdra ^l'^og^i y che in 
questo ^unto rìceror* Xa continuazione afil- 
la vostra buonsa iàlate, e di quella della S%. 
Maitre, e di ti^tS; '^i c^sai* Un avviso j>er me 
scm^ grato, e di* tonsolazipne • Pòic[;^ non si 
-può fare. 4i méne ; con vien psusiimtàce , e atten- 
dere il nuovo anno per la -spiedizione di que' 
libri iiì'MosCovia al Sigé Zie Sevàstò. Vi con- 
tiguo però a fer .cjapo anch« co^Sigg. Cottoni:, 
iMntte qualche Volm suol capitare 4traor4iiiair^ 
^iasione t>er qùìslte patti. VI' «ringraiEÌo innato 
d0U*avirisp^ • vi chiedo c^pSiiaieiito^ del ftU(^ 



\ 



A 



ZQÙ tifTTERt fili, 

vó : inpojn0do , irh* yi reco* Né le Còniftiedle}^ 
che ora costì si recitalo, ne i Driitiiint, cheià 
hrefvt vi si averanno a recitare, mi muov^HiC^ 
piiiitojii pnarito tfinterveàirri . Io ^odo piàUot*^ 
lamia piccioia stanza già qoa^i tutta rìpiieijto<ti 
bisoxii libri y che di quutiui\qtte altro divartimen-^ 
to> Ho termina«!i la mia Serenata^ che sri pan-» 
^erà ptìi li 19: dei venturo JMoyembre ', gLortib 
ti^larédel Qome della regnante Imperatrice £lìP 
sabetta^ Kel prossimo mese si Slargherà aCór« 
te. alquanto il corruccio , e credo che questo 
carnovale sì fati T Operai che già il Sig» Parlaci 
ti ed. io avev2WQ preparata pel carnevale paSsa<^ 
to* La morte, del Go^e.. Stella segui poti dolOt 
re di tiitti , e in particolare di S* M. martecU 
dopo il pràhzo • Ha lasciati molti legati pii , ed 
erede, universale il^^ nipote $ che ayeva .presso di 
lui . Suo fratello Arcivescovo di "Taranto ha per* 
duto.un grande, appp^iQ^ ^ una grande ii{iérah^ 
2a di un Cappello Cardinalizio* La peste non 
e pra. tanto fiera in Marsiglia > quanto in Ais> 
capitale. delU Prpvetizac » die non ostante ogni 
sua dìligenta rf i ,, stata fieranieAte attaccata ; 
Senteri che i^Moscóviti abbiano fatti nelle sjjiàg- 
ge della Svezia due sbarchi :!* ^^sito ancora iloii 
A sa; ma è % facile indovinarlo i in<ietldj^ Stragi i 
predei e disòlazionit' Intanto si .maneggia una 
treguii per due mesi ; e si eired^ accordata : sarà 
però sèmpre tafda per quelli, die a queséòrà 
piangono il danno sofferto; Voglio darvi, una 
nuova, $d. è^ che studio atr^bbi^itamente Ialina 
gua T«Jwa# Se mi vedeste ^ e sentiste ^ crepie^ 

teste 



À 1^ é s % ^ t à 2 fi H # ^ tòt r 
tMti 4dle jrisiT: tali è tante som le amorfie i^lfé 
mi. conviene iai:e per.ptònùotiare una parola | 
cbe talvott^ t^ tu » o sette, consonanti di se4 
guito^ sensa il conforto di knez^o di Una sola 
vocale . Qi^alcbe vÙUt ha paiìia , che alcuiianit 
«e ne attraversi nd gptia; onde per rimediare 
tengo sempre vicina unat bottiglia di .bUoiivina^ 
con cui teiigo inbrbida la goia> e pia sdritedò» 
l^vol la lingua» A queiti Tedeschi ^ cfa^ beoni 
i^nto > comincio, a bx ragione^ esisendd imposi» 
bile parlar làia lingua si faticosa senaa assetarsi i 
Voieté sapere qiiai profitti) siilo ad óra ti a^boNl 
fatto? Ve lo scriverò» quando io stesso loisap^ 
pia.* poichi^ sioòca noti xaA ne accorgo & ^nùt 
non vi lasciate prender daila^malinccinia^:. cho 
tiuUa giova nd male » è ch^ aiizi è un Movi 
jnale, Patìs per m^ uà figliale, an^lesso dila 
:Sig4 Madre» e riverite la. Sig^ Cognata, e te 
^O^ellei.e baciata i ni^ti» e scdiza pregiudicio 
della' clausura » anche CatAriOia in $• Rocco.; « 
per fine sono di cuore. ;•• 

52|f Al medesima ^ s f^cnezids 

Pìennd 9. Novembre Ì7Ì0; 

ALtre/Mttete di vostra . ragione . da Vàirsai 
via^, p:.d^L. Dresda non mi sono più capl^ 
tatek Se yeriranlìo, siate sicuro» <:he yi perire»» 
tanno sicuri^.é Da Utre parti, di Lombardia^ ni 
viene scritto esser comune quest'anno la disgra» 
sia della rac^ba d^ granii ^^ bucati^ 

^r 



^ . » .-t.B-T t $ m n -fri*. ' 
«RtSQ iti vtnrtlmi, che lo divttnno ^ f otta chr$l 
fvUuppa ìq ana farlallinac: V altro ia uao soa^ 
fftfei^8etiQ':»/die ila i naturalisti appdthfi'/^^^r-* 
p$ùlo.4$l ^rés». Di gravia avV^itiiar bene -^i 
tMM luJìarvi in quopt' annoi. iti/ pui^ littp 4iqtt6^ 
ita iì»ta rdi grano ^ efae .^^sdc^tameiifd non puòt 
(Asor^ ^ 9be < nocivo r : fallavi i^uona, '^tovvigiQQa 
disi Mocéììoi ^ potete, avaaticfaè 4f vantaggio 
Ittsarisca*» U contagio di Maniglia; che sempre 
piò. ^l dilata e icifieri^e, mi fa tremare anclie 
per la povera Italia • Sono prccocM^ tutti k pre« 
iodi, die deschi wno T Istorie passate, inaestré 
4^. tempo ^ cioè' prina il contàgio dt bestiami ^ 
t ctfa ku'<:epa: dagl'insetti. Piaccia a Dio, cb<| 
^ijiest^ vcita iieno. vani I pi;edi^j« Il Sig* BerMk 
|t «iba date btìoiui dovetk ^tta v%étra aalutfc 
€ùa mìo mólto piacere* Esso , il ^ Parlati > 
•l Sigt Ippolito y| ^ali^anp cernente • i^ateyòl 
lo ite&so a mio nome alle Sigg. lliadre , Co», 
inata. Sorelle, e Nipotihi.' 

^ 5a(« ^/ S!i^ Antonio FMisnieri. a Padws^ 

VitnnA 9. I^ovemire 1720^, 

HO ricevuta e letta. la vostra bella Dedica* 
toiia, (hjB subita iio fatto paika^ In/ina- 
«p al ciostro. Sig* Qtvalier Garelli- • E^t dipoi 
é.statpa troyarml, e come pia di voi e di me 
iben intoioaio del gmco de| P^ronei^ ba giddl^ 
€afiD> die da'oéftì^ si debbano levare ^alcune es* 
'imssioni di:tsoppa lode» ò troppo caricate, per 
^ • - ridur- 



fidàilà allò Slite fiv^ moflììt^ i ed i# «ifende4 
46ifè<fl>o$tr0 i^rti^'bcia ybli^tien ^si eoa* 
^to nel wo f9ir%ò^i it«to '{>ì& Hprbtkameii^ |^ 
^endoiot» filanto <^ \:(ki la So^dra 4tttéra a lui 
iìirdCC^ fU-date ògai .auioitità ^ dt lata ciò dot 
^l&ì€ fia|afii^ a toì giovévole «l^dreésti^, ey 
^to od 1^ ve la ^ittiatidi tiéife ^settin&iiit^ yeiN 
lura^ atcìècchè pòssUte staiiipiSrU cél Ht^òv Vi 
«ì ajjglugttafa-forae uà periate ihtomò alla vè^ 
f*naató tó^nte--è'-Sfeig<^ar Bfercrir^tìtìmaliidW 
^cquiàtata ijft Sr^K* eoa lo èUorso ^iótorko à4 
««>• 'tóla '&(kini'iyét aggiuglieflà- 'ali'' altra i^ 
tounìtìwìw^ toccolta ila?su6i ma^gìérP/'Uaita cfcc 
Mi& Viihk àiraltfa, « cpHocatà (Dfoiaqnaado^ 

«fi 'uii' Ci^afeéi ti isèftlinanf^. vé«rtti*^'^àvrb\Q(?i^ 
tìb^e dì spedirvi • la caifetìttìArf dtì 'itóntràl; 9 
4dae^opte. del Catalogò, di essà^ librerà , datèaÉi 
per voi da! fiig. GétdUi; Se. Ja'Càtétedra't^^mfe 
'^ L^ggé è data ai Ceffi$V n(?; vàiifièrà^'^'^aittai 
tiel^qual caso racì^órrtanaóyi -il ^- t<>lpi^- ten 
«àpeado ijuantp Jpcissìi; esserci ■ ÌH vaSttagé^q Ik 
.yosèfe -paróteziofié • lia letteratura "^i tteve' moffo 
per le fcreUe edijióhi che ha -fiittè di buoni li- 
-bri, e le siié {i^refezSoni anche di qui dai Còli- 
ti «Qfto ^fndko* stimate'. Vi rétrdo gratie per le 
due Istorie mandatemi . Io però le ^deva a prè«* 
zo , e non in regalo • In avvenire mi guarderò 
di darvi simili commissioni « La vostra generq^ 
sita me ne leva la confidenza. La prossima Fie- 
ra di S. Caterina faxì capita|:e i libra) di No* 
rimberga, e d- Augusta t Cercherò qualche buom 

libr# 



"^ìti Vtx esemplare della Storia Latina del Sat^eÌ« 
lieo' iinrtrei^ i|i catta i^eeaca ^ «to^skltite à .q«el- 
io di casa Natii ^ io ne vidi nella libreria del 
Sig. Sicff Qaràem i if fu «itf tempo del famóso 
Andrea Reniero Cavaliere e Proccuratore , gen- 

, tikaB» ieiteratiaiimo » ià trtii ixma éM le llùf 
lettere iniotaii del sdd» nome A» lU vi na pi^ 
litam^Hte rìiinì^ae dorata ^ piSiicifttii dèli' <H» 
pera « Verissii^ i k vostit osscrvaieioae direi 
TattenzioM ssaM dai diftcetiéeéti di Qua HmX 
di Gausateegi» « e .|K>ra ift: ti&e delle, sàie tu^ 
stre l^^ttrAt baservata i ]}fe itetd (Mid lin al^jdl 
eienifio. nei Nani dèlia Giisièca^ pretto i qiiall 
si fiiislodiscooo àdn meit2k diligenza 1 prestimi 
Mssà de* Pi^triàJf€hi Brnioiao e. 13toieUo Barba^. 
rèa <tei^ ^^^ ^ssi fareno isist^hfie cdi Basadoithsi 
gli eradi è Se cosi fatte avessero gli altri ^ ttn* 
ti edcdiehd <lod(cI'ie vbedifféàd non sarébbef#^ 
vK^dti di^ Veóefllia* nattgandoit^fiflo in Olanda èr. 
in Inghilterra i né tanti andati à male iislle bolsa 
teglie de'cimbamaii è de* batti P ord. Ma <)ue^' 
^e disavventure possono |»iù tó^o de^ofarSi > 
4iie tifarsi. Il male si è, che il passato* Àdti 
ipstrifisce dd pre^nte , e che finirànitó ^ f»èr« 
dem ancora qlte^ pochi Mss/che ci fìnlatìgcmòé 
Ì!f8 abbiamo dei fresefai esempli anche in. ;ikuni 
<U <pi6^ Patrie) ^' che professano amole t^rto le 
Ietterei e si Itpaéeiano per letblei'Ifti « Il Sig. Bi 
T. ftvea cominciato a dar mataè allo spoglio tfe^ 
Moi. Nefk so qneHo che si fafà col tèmpo de^ 
gif tkri > ehe ione testtti IlDipo ^dft §ìia nft^rté . 

Non 



127. jtt f. Pier elevino Zltm^ 4 finexin^ 
Vienne \6. Névmbfif ijio. 

DI Robecto Titi cqsi fa pienzione il ^ruto- 
rp nella pré&zione alla sua ^ti( raccolta 
delle IascrÌ2^umÌ' antiche p.4f . 8. j^id récenseum 
C^^um STMCMUilum \ 'LùdovìcuM Sepfalium ^ 
f^tnnem C^ttwkmtky ÌFrandscum Piftan^ y Anto^- 
ninm CarottuMy Frederiam Ctrtustm^ ROBÈR*' 
TUM TITIUM2 Conttpuando a nominare diver^- 
4 altri letterati j die gli prestarono a)ilto mtal 
lavoro , Qonchiudè z Singulis kit i$0t universis^' 
pUfìf 9» fwe leBér » utfote sint qìtibux PémàorM 
kiiÌHs! nif strae stn^Mrd numqùém fervenisset età 
màgnit^inis, ^Mf or pilchnéulini^ ìHpremi^m cid^ 
mjin Co^ pure iieiU* Inpdice ài quelli ^ qui sf^ri^ 
t^s tmvatis frtfitermii , v* Ita Robenkf Titius « ' 
Iq ^n indice di libri venutomi aicimamentc da 
Lìp^sia bo osservato tia quelU in 8. il' seguente i{ 
ff&a^aptiifét Nani ^quifis «f* Marci . Pdfavii 
]f é8.o. in 8. Non 90 cosa pos^ esseie • Avendo; 
<o^ commessa la spedizione (fi p;arècchi altri , 
y\k(X posto ancora il suddetto • Sp sarà ancora 
i^ esperei ^ mi saia caro, per saper cosa sia. Di 
quei Miss. <ii qasa Nani anche teanipo fa mi scri^ 
veste. Il trattatello senza nome d^antore: ^i-^ 
bm in artilms^ adfiUsc^nj Venemt^ àeheat exalle* 
rr^ oÀ Bern^rdum Zane:, sam probabilmente o^' 
peia di Agostino Yaliero > che fu pei Ordinar. 

.leT 



fot . ^ .; t * T vf « * » V » r '' 

latue p^r. voi all' Augustissimo Packme > le 4^ 
li^SÀ^ ^^^^ ^^'^ (^^^^ mepto vostfo $òsta;iuitc 
f; difese. Al pricseate che dails^ vd^x kttesa 
^i;rittaxtdi fi da altri avvisi venuti da varie par-- 
tl> ^i Jiiaril fondamefito di si fatto filso run^re, 
^ tornata la tranquillità negli spiriti., cke n'era- 
no agitati; e in particolare nel mio, che più di 
9gQÌ altro si^ pre|ia di oonosdrre il merito vo- 
stro , e di andarvi. Il tutto vi sia scritto in ami- 
^vK^ confidami. Ho Vicdata, im ^1 di pa$- 
faggio, la sgrktui^ delle ijagiom della Saata Sede 
$ppra Darma e Piacene* Farmi che ài più forte si 
Riduca al terzo iibrp. Se qui gii si abbia a far dar 
lisposta, noi so, perchè non ne sento parlare. 
Molti, luoghi per verità vi ho osservati , ne' qua^ 
li malamente, vi sona trattati i vostri Modane- 
fi , e spesso ^esso fuor: 4i proposito • Ma che 
{ion fa ia passione? 

Ip nqn /tengo qui aloino dermici G>dici, per 
jpoteryi ^^ervire di quelli, che io stimassi opportu^ 
ni alia raccpka che pensate di fiire degli Scrit« 
tori inaiti RsYum ItaìiMmmx pensiero, che co* 
ane capete» io i»uq una volta niidriva, ed acca- 
pezzava j e. ^be nim ha alteramente deposta , se 
qui a 'me riesce» e ad alcuni miei dotti amici» 
4i stabilire yna. buona stamperia sotto la proter 
iljbne Cesarea., dov« si imprimano fra T^dtrecose 
moljti insigni Mss* e documenti» cfe' quali é ri«* 
ea 1a copia questa Imperiai Biblioteca , ukhna- 
mente accresciuta d^ pi-ieziosissimo acquisto dell* 
H^kcndorffiéina , mediante uno sborso fatto da S« 
M« O <;:. ^fm»^ e fitt.miUe iorim; il cui 



A p o s !^ o L o Z 1 » o ^ ao^ 
Catalogo impresso, se vi sarà caro di averlo i 
iccrch^ò iriodp di fare qhe senaB* aggravio veruno 
io abbiate . Mi sar^ qaro di avere il catalogò de- 
gli $ioti^i inediti , cte pensate di pubblicate -^ a 
Jìi^e 4; po^eryene ej^ibire alcuno che non abbiate, 
e f^r cui ^. ^Mo tempo n^ sqriverò in Venezia^ a 
mia fratello, on/egU ye lo trasmetta. \ Vi avr 
yertq solp , chp come ng tengo ben molti con- 
.cementi le. cgse Vene^^iane , e unitamente con 
l^sso mio fifatello tengo impegno c»l mio Pubbli- 
.co .di pubblicare un^ cprp dj Storici^ Veneaiiam 
non. qaai stampati^ terminala ctie sia T impresa- 
sione già avanzata all' ottavo. t9pia degl* Istorici 
Veneapiani, a voi nota, penja egli di dar fqpri 
uaa. xrolìea^one degl' inediti , frai quali ve np sa- 
fanpq akunì asjai ^nsiderabili ^ o ppco,; o niei^ 
te cqnoscititì . v ... 

^ Sig, Abate Padia ^a pia di. ijigiorni, che 
é arrivato. Io non gli sono stato inutile , quan- 
do fu chiamato a questo Cesareo pulpito, e se- 
cq ne discorsi in yeQjp?:ia poco prima 4i^lla mia 
paj^enza, dgve fui uno. de' siuqi più parziali udi- 
tori f anzi io ebbi la commissione da, -5* M. di 
dargliele prima d' altri 1* avviso , ed» fargliene T 
i^vitc^. \q, gli ho parlato di voi , e mi ha im- 
posto di rlv^riixi, sigcopae fanno 1 Sigg. Genti- 
lotti, Bibliotecario di S. M. e Alessandro Ric- 
cardi, Fiscale del R. C. di Spagna , uomini di 
quel grido e sapere , che a voi è conosciuto , e 
che distintamente yi hajcmo ìi^ pregio y come più 
volte con, mio piacere se ne son meco espressi . 
Vi ringrazio poi del generoso • sentimento , con 

Tema III. O cui 



^ 1X0 L E T t E A É D I 

cui avete intesi gli atti di bofità, che tìSéttò iià 
esercitati , e èi eòìatinua éseitiià qtìtés^ kicom^ 
parabil Monarca i Io ^dh posso àarrafvS à suffi- 
cienza i segftalati e fréc^ilentì fàyèìi ^ thè he ri- 
cevo- i^a^rébbe jattahza iì aitila è ^ì!fr nto ia*- 
*ébbè che verità. Non sóàó ifià the citte gitani, 
x^ie hii fé fare un rég^ó cfi niifle cìnqìiècftWò 
iìùrini i Ma ciò che più stìiWó cg tùtt» ^i è V 
'onore che egii mi fa di tenermi Secò fìùL >Mctftfe 
-per ciasciià tìiése à ten^è faftóiiaiiienì^ s»^ 
Varie cose^ 'e in parcicolàr letterarie-, iièllé ^qàa- 
, ii ha intelllgéttóà e diicètiiiAfeSfcò %(3priffinb ^ 
accòriil)agható da marav%Ì4osa metìtoria SfièfiSt- 
gtìertf della sua qualità ^ é Xfòn kdSos^ òfA tì 
gratt M^naAJhia; Égli è ètrtai tèmpo , the dia 
-fine 2t qtìesta 'mia Ietterà 5 lieHo scriver là alia- 
le ho avuto uri particolare piacere, pensando <fi 
scrive-rlà ad uri tanttó amko % Ihnahzi peiÀ di 
chiùderla ^ pregòvi Si ìifti ^ègftafate favore ^ -ed 4è 
di conmriicaAnl riòvitt ^^ttéràrfe 5 èhe ^ènèànò^ 
Vòstra notizia^ mst che tati le giuìKchiaitÉ <là po- 
terai particìpàré alla ÌÀ. 5, che e Vaghissima di 
averne contezza: con là qukl octalsìòile pìfend^. 
roriimi anche la confidenza di ^parlarle éi Voi , 
che per altro ^li siete noti^Siihó; ^ cjui 'ctì cuo-. 
re abbraficìandcM mi irìcòràò più che mài * * * 



* 529* 



Ai» o % r o i ó Z i^ n o. ili 
* J29. Al Stf. sdnt^nio r4lUnieri. à fàda^é; 

IL nostro SIg. Ciiralier GaralU vi hai ^e<iU|l 
nel passai» ordinario la VQstra de4ic4tQrU • 
S. Mi la alcune cose accorciala^ accr^^ciù A t 
tome già avete veduto \ il ciié si t follo di ^^ 
iBirné parere » non già perché 0Ua ftelìl pri$m 
manìdra non. istesse beòissio^i ÌBa |^rc;hé s^ 
|)6ndo noi ; che siaoxi qui ^ 1' u$i^ Cotisaet5» i e t 
particolat genio ild Padrone^ «bbianao .«(imatQ n ^ 
|)topositi) di tkA fare per Jnaggior vosuo «fscv?- 
gio . Con jqueka riflessione io son cect^ > ^ \ n 

cóiMlorieicete il ijostrò ardire^ e in p^rtici^j^ffs % 
imo ^ èbe ben per aìtiro sa^te » quanto io rUpéi^ 
ti le cose vostre ; e ne sia stato in s^i tei4p0 
ineneratorei Nod aggiungo 4i vantagfio ^ ^ch^ 
lo di parlare ad amÌ£so discreto ; Dal Sig» iQei^\ 
tilotti , che già è ritornato ^ ho idteso il voi^tr^ 
ottimo stato di salute i e le grazie ^ che gli à-* 
Ve(£ Ìéìsìaì di lObc niobo. jsi ì^d^é » ia p9#tìóo- 
lare Si chiama schiavo dei vostro tratto obbli- 
gante >^ 090 cui vi ^liàdaguate i cuori di eia* ^ 
«cheduno . M* impone di salutarvi caramente ^ ed 
j$aic«tìrvi> cte in iui avrete M ógni i^^^récf - 
^Ea «uà bvion ^m<)b « I «inneraii posti in imP^i ^aj* ^ 
, setta » dattim per m dal; ifentil^i^sinió nostrp 
Schendb^ cfa'f tióa delle più car^ conV)ers9RÌot|i 
fih'io qui lai abbia» e due libri coi^{^natÌ£cii 
flmilfbMte ^ voi dil Citiriai9r G^ir^Ui^ s^op 



O » /^^^^i 



Stati da fne spediti franchi di X>gai spesa al R, 
mio fratello per via di 'uà vetturino siqùrp l 
Può ^ssere che ogni cosa vi giunga prima di 
qi^esta, mentre à quest- oca' it P. suddetto do- 
vrebbe averla ricevuta. In questa fiera tiò presa 
per voi Id. Spermatologia Historjicp ^ Aiedicd di 
Martino Schurìgio , impressa a Strasbourg in 4. 
nel preisentè anno. L'ho presa suIK altrui rela- 
zione come cosa buona ; ma ella e opera di Te- 
desco, e non ve la mantengo per tale. Ve la 
spedirò al primo incontro che nii se offerisca • 
|>el i^to io sto al {^esente con perfetta salu- 
te, riavutomi affatto da qualche mio vecchio in- 
comodò . Compero libri a gran furia , mercè le 
continue e generose grazie del Padrone 1 II Sig, 
Ippolito intodéschisce nella lingua e negli ossi; 
può essere che ye^e scriva 1 Finisco i' perchè 
fra un* ora debbo essere a' piedi di S^M. perVeiqt- 
bergliene divote grazie • Salutate là Sig. Laura , 
è tutti di ca$a vostra • Addio , mio carissima 
Amico ...* ' ' ' 

5)0* Al S. Bur Céiurino Zino. 4 Vtnexj^n 

Vienns 7. Dicewirà 1720. 

Riceverete con questa lan altro foglio dell' 
Elogio Magiiabecliiàno . Voleva farne di van- 
taggio, ma non mi è stato possibile. Penso pe- 
rò di esserne alla metà , è oggi otto spedirò for- 
se il rimanente j non vedendo V ora di essertite 
uscito • Farò poi succèdere alqune Novelle letie- 
- • ra- 



. A p 6 i T io £ b 2 fe k a: Ìi| ^ 
^arìe. Era sicuro che la Gismonda d^l Tasso ad* 
thè per voi fosse. tuia notizia del tutto nuova 4 
Non dubitate di non averne' la xopia . Ne ^iiò 
parlato al Sip Gentilòtti^ il quale mel'Jia prow 
messa, tostóthè abbia terminata di ricevere, dal 
Sig. Cavi Garelli. in consegna la Hohendorfiana » 
dove quella rarissima Tragedia è compresa « U 
uno e r altro di loro, còme pure i Sigg. Mar- 
chesi e Riccardi caramente vi salutano > ma ià 
particolairé il Sig, Gsntilotti ; che i tutti parla 
di voi j e. dice clid ha guadagnato molto in què» 
sto suo viaggio ; perchè ha guadagnata la^ vostra 
conoscenza t amicizia • Credo che ne abbia par- 
lato anche al Padrone 1 Ho pensato più posata- 
mente a quel Bernardino. Ròsabardo, che. ha da? 
to à stampare ih Parigi quella Tragedia, del 
Tasso ^ e come certamente tal nome non mi eri 
affatto. stranieto^ finalmente mi sono ricordato ì 
i:fae egli et^ uii Ferrarese j commediante di. prciP- 
fessione; détto Comico Cànfidemt . Costi fri le 
mie Commedie vi. ha, da ts^ìt tìna Commedia 
di lui i intitolata^ V ^IchimisM , impressa in Fer- 
rara ^ credo, dal Baldini^ del iJSg. in 8. ìaqua* 
le fa poi ristampata in Venezia appressò 'gli er^ 
di dì Marchiò Stésa 1586. in l2« Io tengo qui > 
trovata a caso^ la seconda edizione, la «q^uale 
vien ricordata insieme con la terza dall' Allacci 
nella Drainìnatùrgia ^ dove però non fa motto 
della prima • Questa piccola notizia non Vi saii 
forse discara i Di^qnell* antica .edizione della Bel-- 
Umano veduta presso ilBustii altira memoria non 
feci» e non hè^ se txoi^ che ella é di Venezia 

i 'm^ 



1474. ià^ 4» Ocaxrendovi, potrestap scriverne ^ 
lui medesitno, o se io volete, me ne pref^deri^ 
io la briga « Di giorno in giorpp ringrassto DIq 
éi avere accettato questo servigio. I soldi da' 
Ctpqdistria non si esigono: queHi del Pisani 
sono andati in perdizione : gli anni si avanza* 
yaBo: gli utij[i cessavano* Che sarebbe stato dì 
àìeì Finalmente sono in una gran Corte, con 
un assegnamento , cui pochi della mia professio^ 

xfte hanno goduto V eguale , sotto un Monarca , 
efae di bubn occhio mi guardi , in un ten^ ^ 
iove si' pagana puntualmente i quartali ^ e in 
luogo finalmente^ dove nulla mi manca per un 
vivere onesto^ e siami lecito dirlo, per essere 
ben veduto da tutti , e ^a non ^pochi 'stimato • 
$e ypì foste , o poteste esser raebp , e <mt te- 
tiessi allora 1 miei libri > saz^i tròppo felice t Id- 
4ip pon ci vuole tali quaggiù*/ Ancl^' io sono 
4el vostto patere, che quel libro del Canonico 
Scardbva., qualunguc obliasi, abbiasi ar&enere« 
Qlfel titodo deH^Oitin/q troppo appìccalx>vi per 
significare Amé Vnmw» troppo^ è da porsi yi- 
^cim> a gudlo édJC Jintoniiem» Margarit4 3:X3^ 
ini Tt>^f q^ filosofo Spagniiolp intitolare ti soò 
|ièiK) filosp^o 4al fioine 4^ Antonio vsui fs^dm 
it dì Margi^erita sua inadre .* ma qaestq seconda 
i Iibtb I& molta fonsideraKione, non tanto |>e|: 

Jii sua tarìtài, quanto per e^ser la fonte 4i P»p4* 
fé iriodha^io^i 5 che poi Cartesio con plagio evi- 
iSlente', ma tardi conosciuto , si fece sue , Q^ 
sub famoso: Ego^ f egito -y ergo snmi vi si trova 
^n cerfiiìni , e <p$i ^molti^ime TÒ&tt cose , che 

ben 



A p o s T^q i Q Z E H b. 'iif 
htìf^ l^fbb? c^^ ^ qu^yicbe valentuomo si met* 
tesse a r^coi^tca^e nello Spa^QualQ, e le tauces- 
s§ ^oQQs^re 4 i^bUco con una eiudita dlssec- 
uig^n^. Ma ritQl^f^lAdP dUo Scardava» io non 
sQ fh^ diQftte pioite Tragedie e Commedie , del- 
If qwli ?i ^ 4 iUp^o^ nel suo. p«4w rr^^, 
s^tre 9ie $ieQ9 jstaj[9pat«> che quelle due della 
Jjif4s;9 ^ 4e\ G^iMfckwff> le qu^^i sono rarissimi- 
n^, %^o noj^e: talché ne met)OLr Allacci le 
ha 7i(^ukte ndla $ua pcs^}?i^(atui:già*. $q pegole 
tengft. fiotti fra' miei, libri, e le ba gioito caca. 
Yep^rteteyi curic^ità ^ vedeile, e di ejaifllnarle, 
1$: petme ntrpvace 6;a le mie Cotiune^ie in g. 
V ìfLTit e V aitila soijìp »crUte iiy^tos^, fuori d?^ 
U prima iceaa. d^Ua iVi^t/e , che è ia, versi s<»iol« 
li po^ti in bopca alla Sirena Cluteria. Getta ^ > 
fhe quf^ta é ì^s^z favola mari^ima anteiiofe a 
quella d^U* Ongarp ; e, lo Scardova si pregia di 
essere. i^ve;[tf6r9 ^, 41 questa » si della pastoxale, 
aoR ti^Jtp al ffincìpiP, di ts$^ , quanto nel frour 
4:ifipicio dej[ ^t>^? dav^ le cbiam^. ^imfndM fwr 
r4 dfltmf^fmmf^ f^M^lV*' Svisceratamente ab^ 
braccip la Migliora Ua^e , h^ Sorelle > e tutti i 
nostri di ca$a> e voi in particolare ^ iddio ^ 
fratello apsifUswPv 

>^ ni* '^ *?* •^^*^«V f^iiwkri^ 4 ^aJfiVén. 

CIrn la 4aiif ifiRrlai nvil' jdtȓ. l>ft : f^ak sog- 
giungo , rìm^jttmdonn iq tUtto, ft jquello ». 
O 4 ' c^ 



^lè jL-E T T È R fi ^D i 

che dopo iì Sìg. Càvalier Garelli io vetiéfcrfi-* 
'si tieUa mia precedente . ' Allo stesso ho signU 
ficato quanto mi accennate intorno ai libri che 
avete presi per lui e per mfej e al primo cen- 
no che Ile diate di averli trovati interi e per» 
fettij scriverò al P. mio fratello, acciocché ve 
ne rimborsi del danaro • La cassa eòi minerali , 
e i due cataloghi dovrebbero essere à qut^st*'dra 
arrivati ..Al Sig. Schendo ho data la vostra let- 
tera, e qui occlusa ne trovaréte la risposta^ 
Egli è un grato discepolo, e non si saeia di 
amarvi ^ benedirvi y e lodarvi , e vi fa dal can^ 
to suo molto onore ; Spiacemi d* intendere le 
opposizióni i che trova il Sigi Dr. Volpi per 
conseguire la Cattedra 5 e che 'principalmente 
ess^ vengano dai Sig. Gavaìier Mòroslnl , che 
sempre ha avuta |a massima diproteggei^ei suoi) 
e i letterati dello Stato i Ma T amico L. vuol far- 
si nuove créature ^ è rendere questo sinistrò uf- 
ficio al Sig; Vbipi , che V ha più volte nelle 
sue stampe esaltato. Pregòvi però di non abì;. 
bandonare si giusta causai e 3e lo stimate op» 
portuno , e che V ufficiò possa èssere a tèmpo i 
avvisatemi i eh' io .pute ne scriverò càldamentii 
a quel di^ijisimò Cavaliere^ Nella persona (5di 
del Sig. Cògrossi si è fatta una degna elezio^ 
nei Risalutate a mio nome il Sig. Canale; e 
ditegli , che maggior favore non può farmi dt 
quello di farmi avere » subito finito i il catalogò 
de' libri duplicati, e se lo. avrò accompagnato 
xlalla specificazione del prezzo , la grazia mi la*^ 
rà f)ià segnalata» e la cómpra di quelli che ia- 

irai^ 



£uUlo di mio piacere, si fiarà' più prèsto* A vói 
e a tttta la vostra onoràtis^inia famiglia 4èsi-^ - 
dero dÀ €ido ogni bene e fdìcità. Vòccisi^ 
ne me ne vlen suggerita dal tem(>o die si t¥^ 
\4cinà delie Santissime Feste Natalizie i\e del 
proséimO' fiòVelIò anno ^ al qiiale ^ égual pas- 
so e tenore molti e rùòtti ve ne iUCcéd;too ; 
Fate per me lo stesSo ufficiò a* Siggi Pòlenii 
Morgagni, Faeciolatt, Canale, e Liéùe^s ^c; 
é per fine di cuòre vi àbblraccio • . • • 

532^ jll Sili CMédtet Amùnfriine^c$ MMrMl 
4 Firtkzjt\ 

Ptenrm tZ^ Dkmhrt tjioi 

16 noli e^iigò a V. S. Ulma le ragidid 4fel 
mio lungo silenìKio, non altronde nato; che 
da una mia lunga e molesta Indis^sisiane; di 
cui non mi sento ancora perfèttamente riavuto; 
Io ne lìb sSèritlo qneétà àeia, medesima ài nostro 
Sig. Marchese Maffei , dal qbale potrà aver Ta 
bontà di tendercene pienamente informato • He 
inteso pei: altro e da eiso Sigi Marchése, e dal^ 
le lettere dei P. mio fratello le sué giuste doì 
glianze per la tardanza dell* Elògio Magliabtf- 
chianoi ma grazie a Dio, che in tutto questd 
teinpo non essendo uscito il Tomo XX^lILdd 
Giornale, nel quale iti le avea data la fede di 
farlo; ihsenre , sono ancora a tem{k> di os^ser^ 
varglida r cóme di fatto dia gKene verrà ossero 
vata^ stante Tarver tttlmeìsa ài Rmio fratellci^ 

ehù 



^i| ^ E T t « H it PI 

j^lt |9 .t;#ftf giè in ^ potere , Ja V*r% fii ««^ 

* gl^' ««?«*?» ^is^^S» ^^ i^ f?4^1s»ci\^ a l^l^gbQ 

ili slstìf^m , 1*^ i* d%ttf f ^ t^e .nw®)4^ , ^i|<l 

<U Jei ra§ fic( |oi|9 Mftta U^vi^?? i P«ò fssi^e > 

{ , RCt $a^ f 9qft|«pvQ gli ^tfjsi «^glii^^ti h^ì sjiina , 

fatti nmcr^ A^ lmS9^ i§t^^ cpil. 

fanti e tanti segnalatissimi suoi favori ^ Resta 
91^ «l^> l^r ^ ^ f^dpia (^(^'9! i( suoMs. pr 
riginale, il che farQ/^ii pròna sicura occasio- 
ne, che 'mi si .presenti^ e quandi questa, o; mi 
M«S4 wm^ , «Pppft; «tì si ritardi ^ prenderò 
la risoluzione di raccomandarla a\ gentilissimo 
lif* Maficàe5$ ^armlpwi^ì ^ Inviala, di cotesti 

ì» <ji (dr^li^t firn ^ to|gipr^js<41?^^^ 

4Èlla ^n , f t^ li , è presji g rigiwd«i mio . in 
floercwà» W' m^ ÙSf fi' |;i^rl^i^i autich^ 
a^ftm^, 4ì^¥€ i\ iHi®e di Sftwo» ft di Siouna.- 
jm 4 h^em • s *? bet^e pqjrq ^ «^ niilj^ te è 

^Mtsì restii j>r?r0 , 4^ ip jp** j^ie pe abbìe sora- 
«a iQttóig%zJ«i« • ' 6J^aB*E«jeg)t^ i^i m i stata 
.cara IfL n^tiiia 4^1 im^de^nuir J^s, jcoi^p^ii^o^ dil 
«de&re. jF. ^ìi[^9ondq V^finQS^ , e ìn^j^^ ^ ipci- 
mt ptgfejsioiie, ph^ dtla «f s» «i .è pf«la* l' ia- 
J9omìsi0 4à xmmxsà, ìssb h yq^ugle Ia indirà- 

' . " za . 



f» n Ùoas, Agalli Ara¥e3Coy^ «tó CoieitEal 
ma $e non fosse (reippo U mio ardire^ oserei di 
sQpplicarU anco 41 una ^opia ^la «eeoocU, dm 
9ta a r^ jéf;* siccome ella nsi accenna. A sua* 
tempQ ye$hrà'ella gli ^detti di quettie mie «ijpr 
pliche 4s i|istaa2e . Credo che dal R» mio Àatdv 
lo, cui tempo fa lie diedi la commissioEte » tlla^ 
avrà fifev^to in testimoaio della mia fwQtemn 
il IXt volume della Biblioteca Crepa flel Fabbri^ 
ciò • Seiite ciie otit $ia stampatio il X* e im , 
saìtto I Lipsia per wprm due copie , iina 4dh 
quali ^arà similmeate ^r lei. (^m\Dpsa mi 
vkn 4etto^ ci;? avnt U suo compimenta nel Jo^ 
mo XII? £lla seuM dubbiq è utilissima/ e iia 
dato i^oilto di ripumione al suo mitsxel Vtàìm 
9Ìone dell'opere d^ T^^ ^^^^ ^^Pf^!^ ^^"«^ 
^una issai, lenta \ Idia assai più to|ta' a prìnci* 
piarsi j» po^ xihe a filarsi 9 ^ ^uelbt deU^ Pisto^ 
le del jB* Ambrogio promessa al pnbbiiao fino 
da <|uel tempo > che 1^ tPpmiaciaftì i4 nostrp Gior« 
naie 4'Itaaia, cioè a dire dieci aont hf W&k 
coQÙacio. ^ 4is]>eramef Se U Sig. ^eroesco^ti è~ 
costì , 1^ prego di dvqrirlq a inÌ0 ^,tsm * Ok 
i|uant^ è^àtQ:^ p^iiifcipalmepte in m modico di 
professipiie , quel di l^i bel geoiq di racc^Ue^ 
re ottimi «Ubri ! jua è AS^ai ^^rara jik jran^ in 
un musico quella fina intelligenza del buono, 
che ^gli possiede. Io credo, che ix^ questo tem- 
po Y? S. lilma avrà dato ^onunciamento alla 
laudeyole impressa di compilare il Catalpgo de* 
Mss. della Magliabecchiana sommamente deside- 
rato • il nostro Sig. Gentilotti ha terminato quel> 
. lo del- 



V 



io della Cesarea, e adesso si pensa a porlo ÌK>t^ 
tò la ^àmpa. Il mio ritrattò a quest*ora dov«^ 
rebbe esser ^fiiiito ': di àh6 qUaddò ii' abf>ià la si* 
cur^Ezà, darò órdine a Venezia, che se gliene 
nutìdi Una copia • Io certàmedte ancóra non i' 
bo veduto . Il Sìg. Marcbese Bartolommei là risa* 
iuta eórdlalmente . Soventi vòlte facciamo^ tecó 
onorifica menzióne di sua dignissima |>eriona • 
Novità letterarie sonò qui per me un piacer 
molto ràroi Sento tcrininata in Rotterdam entrd 
qùest*anna la quarta 2lrapliata edizione flel Di-: 
zionariò Oiticò-Istoricò del Bayle in 4. vetiinii 
in fogliò. Ho scritto tolà per averla ^^ In uit 
Catalogo novellò di Olatida ho lètto éhe il P; | 
MontfaùcòH abbia fatto ristampare Jl suo Dia^ 
kio Italièo con là giunta di V. 6 VI; Tòmi di 
monumenti inediti aiìtidii* L' Eccàrdo 'in Lipsia j 1 
di cui abbiamo variò cose , darà fuori una nuo-^ 
va colIeiioUe delle Leggi antiche de' Goti i Vi- 
sigòti, Longobardi, FràncHi, Aleitianhi,. Sàs$(yi 
Hi, eccé Corredate di sUe aiìnòtaziotìi • Con che j 
iioh mi rlmàneUdd altro da dirle ^ mi ristringo 
a formar di euore utì votò per U sua lunga è ^ 
intera prosperiti in occasione delle prossime Fe^ 
8te Natalizie , e del tiudvo atiho i e divòtàmed^ 
te le fo riverenza > e sònò..i. 



^Ì3. 



J33. 41 P# Pier CAurinp Z€n9% 4 Kk^xM; 
Fi€f^4^ %U Hicpmkre. I7«Q* 

PRini4 di tutto vi do la buona novella» che 
^no rimesso ii^ pedet^ salute* Non ho piìk 
febbre; inangiò da pàrasito; dormo da poltrcsiei 
« ìql una parola sto meglio che poma dell* ii^ 
coibodo che hq sofiertoj. Del mio L.'Papirìonoi| 
vi pr^dete, come fo io, pena ^ alcuna; vadabe^ 
n^, o yadà male. Sapete gì* impegoi dell* ai^io 
falsato con qixelF altro ài^male per. r> Ifigenia • . 
Io p^ che posso » voglio staile Jontaiioi e bra- 
X1Ì9 che ypi facciate là medesima cosa, la qua^* 
le diirete purè al Sig. Andrea, cWqràsi ppràh 
jtq da ticqppo amore ha. fatto \uió sproposito , col 
vokr C9nipeìai;e ioo* eseiq;iplarì del Patirlo dal 
Lòvisa p^ dispensagli qi^ e là , dove ne sen- 
tisse dir mate* (o ancwa gli scrivo su quésto 
parjticolare , pregandolo di tacere e di ridersi;. 
Piaccmi^ cl^e il mio ridrattcl $ia (eiminato dal 
stucchi ; e qt^ridò io f abbia , Ve «e scriverò il 
lìiiio sentimento • Pel distico' ncm mi importa;^ 
Mi sacche piaciuto > che^ ne fosse uno dà voi 
composto , non di mia lode , -ma- di^ amore fra-* 
tèrno , <;;b(3 ha qercàto v\ qualche moclo di av<si: 
(«ciese^te, chi lontacio amate e vicino «Tutte le 
alti^ lodi per me sari^bopo state affettazioni, e 
yoi sapiete quanto io le abbia in* abbommentp' . 
Còsti non nìe date, che a pochi, ciòò uno a 
^nijo s;oo.(;qrq> upq i n;OStrp ix^^ùo,^ wq alla 

so- 



/ 



àzà i fi T T £ i È » K 

sorella Maria > uno al Recanati, cui V ho prd^ 
nirào i e falche altra a chi Vocrete voi; pegll' 
ansici lontani n* abbiano il Vallistiieri i il Pole^ 
ni4 ii Meàd^ à Marmi ^ lilSavini^ ed altri che 
darebbe superfluo il nominarvi • Qui pensò di iion 
fUm^ à pccsòna: ma akiìno ne spedirò per Ger-^ 
Éiàiiia, e Olanda é dàdde ni vieti dcercatb i Io 
j(km eòi uè mai ho ^Miàtb nominare dii;$iai'i^*^ 
im^ HamaMM ; 41 coi Sigi il Vaiider Aà vi iri^ 
Mlt:a« Alò tsssste; cbé iattàdà ddl^ AhMÌ9 Dm^ 
àfideM; mòrto costi ^quaiiti àìuii sono ^ <|ella 
coi petssaàà ^odccte essere isforniàito dai^retiddU 
la Chklia di S» Manta ^ ^ove sedeva iiirinéssa« 
£gii tiodL ixi Campato aloni libm eh' id sappia, 
isA Hie hi éxitti ibiokissùnl ^ tutti Gensado^ici 
4i £iirnigHè Sorttane di Èutopi^ e I^Izie i Non 
fefà di ìBÉoto ddteriò nel distinguere gjbi àutod 
imri «ti^i japocrifi^ dòme per lo pia torna oon- 
m di ùa:é A chi ti^avaglta ili i fridcip} deUeaii'^ 
ticbci fanaiglie* Ogni stài ooi^iettuì'a gli facéa 
^^i è ^métteva negali alberi éuttiì gU oaxtìtìi^ 
toii Al ^Ksà Maérelio da & fiaold in sonò ^iìé 
gmssi$»sii tomi in iogllo frìtti da liai óiqiai^^ 
ia casa 9 tielte ^ualtf fa entrare tutti i iiaii^lìi 
JLónsmi # a iMbrceHi e MaiteMini Santi ^ è t^cìn^ 
(Mgci^lS VeftCcsHL^J^^ libreria Esteàstvì so- 
«9 I^ùré dar gstii volumi di qoeMa cusapncàle^ 
^tta 4òptD ^ altri ttnofaé àà bi derivare dà^ 
«Asnof SLtmittìi Q^ieilef stiattze col nóme ddjsoe- 
^ StìMmrd JFiértmim i è &oi^Mssinid'£be iieno 
SqueUte òitàtei dalia Crusca gei titoio dk Èaéiia 
di AéftOÈm 4 a iatcr |bbqo irei» ft0 <en^ di prò- 
va. 



•tà. À nie mti ^ mai iS^t» divédcA-léàè^mm-: 
filèji É^ lÉftfiìMièHtté ; Il toiib Veit> èmtotè i^ 
^&k tòpècè «he Ib il ÉftnésQi KÌàl^scklk) ili Frài^ 
^ìà Pkró «il FHìt)^ Sttoi^ i ìalMIàte k JSig. 
Mftdt^^ é tfitti di éà»a i fìratéilé àhladssiiho ^ 
addici 

^ 534 ^ iS^ ^immiè Vdlkl^iérié À Pad^di 

E Gli è tó tolitò «ffeetó ddk ttistirà siògotar 
géktileziéi il gtftdlntetito , toft tui àvietérij- 
.|;dàfdaft6 M accolto qttel ^cò chtA iè ikttb iiel* 
là i^ttehi édhsapirea« Quftodi^ sili tetà^ % ope- 
i!ftir ai«rd à Mostrò Tatitaggio i li^ii si tàsÀchttH 
4àl tniè Cìtmé di dÀtVèiie j^id ^ééti attestati ^ 
"jp^èteétàfidò peirò che t«ftM t\ià di, Molto inf^lr* 
;6è ài «ferito tostié é ^ ;^mò tìéskeridi II ^ig. 
iG(5iitfÌatti vi rìàgtasit, della ilseimria che tèsrieté 
di lui ^ e m^ impone di riverìtvi cafaiiiòttte ; Ho 
Inteso <?òti piacere I che fiiialfiietìte siàsì dacòco- 
Jttriticiaittèsitd alia stampa del tosfcfd làm ; 1* 
WhktìL v4 frsttti rìioltò male ^eòh tmté sdttigfii^ 
^Qi ic^^idò per a!iit> dé^et)^ é t>esd d*otb pàw 
fare le to«è vòstre^ i:ìie tt^cehdò H iààttó ttìù 
maestm i e dì tahtcì ;^ò ^ acetéjfikàiib 1^ t06 
'«(àmpe< Mt i iioslri ia>l:2èf jòhò di si fatta tem^ 
ì*rai che àltìré ìitrtl prez^afta^ thel lòt j^HvàW 
iNakdettd fntei^sei ^^^^ j^y 'Àrattai^ cbìl tebtri ^ 
iDà Àìemé eoH Imeàrfi ; f^amò ftdahtb i p^ 
i^è la Me ini «raspottefèbbe tMjg^ ohtt < 



t 



^Ji4 L' 1^ T 1^ E «. « B I. 

.]^a ca^^etta dei mioerali » e i libfi ddi CfareUL 
^yrebbonvi esser giunti > >e anche damplto teoi* 
pò 5 Ha qiiasi un mesQ e u^ez^p che gli ho ^pcr 

Ìiti al P^ mio fr^teMa per uà vetturino, al^qua-^ 
e ne p^ai apche la fra^catur^ 03a due fiorici, 
acciocché senapa veruna vostra spesa ne rimaBest^' 
servito. Il Sig, $chendo qui presente vi saluta 
^\ cupre. ^jsso ha risposto due $eitima;&e • 1^ aUa 
vostra lettera, la quale vi fu da me spedita con 
altra mia^ 4ÌJ^tta^ giunta il polito, al Sig, Colpi- 
te Savioli. Attenderò occasione per mandarvi il 
libro, che hq prpso per voi. L* argomento, èoo- 
;^io$o ;. m4 non so , come maneggiato • Voi ne. sa- 
rete giudige con^peténte • (| Sigé Ippolito parla 
tetìcsco pome i^n Turco ; .e4 io cpme un muto . 
Per me vi $o^ dire, che non ne Ca?enjo, niente» 
ì^i si s$orp^ano^ le parola in bocc^ , (e. nù si a&- 
traversalo in jgola . *£^sogpa poi yalefsi del isygo 
delboc^al^ per ispignerle gii^ : pi^e cgn^atite 
costoro^ s; i^essoan^h' eglino corrono^ ^ questo 
^umettatlvo riniediQ. 

Il ^qnte c^ PorzLia non ha Ragione 4.1 e$f&[^ 
m colletta col Sig. Muratori per xxtf' amichevole 
j^ensura. A ^ più dispiace^ e f^ o^sa up'^d^- 
lazJLpi^e servile, cj^e un^a critica ragipaevole., e 
più mi gioya ^ser cprrettO;, che ingannato. ^ Se 
uscirannp con la Tragi^dìa I3 critica ^ ^ la dife- 
sa, vedras$i chi ha la ragione, e^hi hai torto.. 
Conservatetpi la vomirà buoina grafia • j^iv^rltea 
miq^nome 1^ Sig« vostra consorte^ e tutti di ca- 
si vostra, ai qìfaU in p(:casione de^ nuoyo^annp 
imploro dal Cel^ ogni bene . E ben pQtQte ct^ 

dere 



dfece (^ vi parla di cuore , chi si pregia di esse- 
re da tanto tempo » e per tanti titoli • •• • 

> 

• * 

1^ifn94 4« GtnnAjQ I7ir« 

NOq perche lum creda intecameate alla vo- 
stra lettera , che mi. ireste, torto e dispiace* 
1^^ S9 ne dubitaste ) o se credeste che io ne du- 
bitai \ ma perchè, desidero^ di metterla insieme 
con altre djL t^i njitui^ » mi sari caro di^ avere 
Waa Cpde a parte. d^Ue 50^ n)esse, deUequaRvi 
t^b pregato. A^tre simili instanze spero di poter- 
vi darip. a)t];:e, volte ^ e per lungo tempo:., méntre 
creder, che il b^e che faccUunQ> e. ci facciam 
^e in questa vita» si trovi più prèste^ nell*al*^ 
tiia, quaq^P a Dio piaccia di chiamam^^ a. se, 
^ chj^ sia piòc sicurp il prepararci da 'nqi stessi 
questo tesoro,, che. stame dppo morte su laiede \ 
di ch^ resta dopo, di qoi • Al Sig. Marchese Ba^<- 
tolo^nmei , gentilissima Cavaliere > e Inviato di 
5* A« di Toscana a questa Corte, ho^consegnato 
i giorni, passati il , Ms. del Sig. Cavalier.Manm 
intorno aila Vita del Magliabechi. Esso Signore 
mi disse, che avvera prossimo incontro di Éirla^ 
avere per via sicura in Fir^nz^i ia mano del me- 
itesimo; al quale, sp avete occasione, di scriver^ 
gU d'altro» potrete significare anche questa. mia 
consegna : ond* egli n^ resti • cheto e contento • 
Sici^vQ. q^psta sera in Perugia al Sig. Dr^ Busti, 
fer avei^prf^ise notizie dLqueU' antica ediauone' 
7€PW 1I\' ^ \ di 



J 



2z6 h E f * É k É » r 

di Venem della JKellatnitio i Ma se e$sé vi ita 
assicurata, noa ;nrea: pia iì dcJÈto libro ^ e aotl 
esser più in suo potere alcuii catalogò de^i al- 
tri, che ave^a in Venezia J io téimS cHe noiifié 
ricaverò più di quello , che Tòi né avete rica- 
vato. Certo e, che in partire t^ii mi ìasciò 
m^lte sue notis di libri, e tra essi uti catalogò 
medioctMdftte esatto dèi Noetici «si^eiiti piresid 
di lui; ed iil queste note trova enuticiMtt 1^ édi- 
2iòhe del 14^4^ delia Beliamaao; ma tiòà coii 
akta particolarità ^ die qudlà ,^ che già vi sci^i^. 
si^ €^ chd tale ancii' io diportai su la saa ^édé 
nel ilio Catalogo geniale de' Poeti Ilaliam éé 
opere loto^ Idteiiderei vòleiitieri, se tìdla Viti 
del Silvestri scritta dal Zòrii si dioà cosa alcu* 
na del fàttd dell* Oliva ^ per àii ì Sigg. .Reca-» 
filati e Faccioiati sono in tadtacolldra. Anch^i<i 
tengo U medàglia idei Magliabechi ; Ha ael ro* 
vesdo U motto: Jfciri hòjtrmi ìhenèii^Ucii Ve n* 
ha però un* altri ton altro motto ; Avvisatemi » 
4|fial da r acquistata noyeliametite da Voi^ Se si 
Ipoteise avelie quella del éelébró Card^Nòt^is^ mi 
sarebbe carissimi ^ À proppsico di medaglie i ha 
latto uitìmamehte a<!qui5td di uri bellissimd e 
singplat medaglione^ in ofo ^ del J^sd di ro^ 
imgherìi d' òttima cotlservaaione ^ e non ancótt 
i^eduto^ uè registrato dagli aiitiquarj i Da uni 
{>aft« ha la testa dell^ Impeifatore Vaiente ^ die 
tietie in mino uri globo ^ sd ètti sta una vitt^t^ 
ria Iti atto di polvere i lui ùilt coroni di ille* 
ro<là !e$geridi è D.N. VAtEN& MAXi ÀV- 
GVSTVS. 0aU*iltra vi l la flguJ'a dclT Imperi- 

tortf 



AposToip2;ii«o. ^i. 

|<^e fy>l itU4^fnai stantia ^r^ uà cano tatto a 
foggia ,di pi4pilfif ticatp da sei cavalli n e; all' uiW 
é all' altra UtLQ dÙQ ViifpHe ià^anà eoa m mano per 
tia^ched^a^mà cbfoìia diaUpllo^i ealrintoroa** 
RN. VAIENJ VICTQl^r SfiMPÉR: AVQVS^ 
TVS: N^i Bà^o della nwJàsJiia^ V ha U modioi 
ed al^«i ibpsQceUei cqà 4^Q Intere iaiziaìi del qo^ 
tìie forse è cogaomd del iiiQii;iet;ù:ÌQ ; Q]^é$tpm^^ 
daglidti^ vieti qui Valutato più di iqo« uf^b^i 
dallQ t^^rsoóe mtendentii e |^u6 ^^exc ctie aìU 
itÌQui ile $u<ceda i^a giorno U vendita ^i S^avctQ 
p^isipng di parlami con S: B^ Tic^iiQtp^ e épt 
Cav^ ttom j feomuoicategUea^ la notizia ^ Io ro- 
jjtd ^tprdit^ ili iseQttre cbe il tucioì ciie ora ti4 
il Re^aiiaitìi sia dfUa àt«ssà édi.iione ) c;he ^U 
altri iia^ Voi Veduti! cioè di quella di^^ Francfpit 
col i^sp fcoìitispl^to di iii^Ql^d^ ; Egli poco 
ia Èeftainèate he ^ aveva ting^ i» M , carattere ' 
litKìfidbi s^eoddo ii buQii gostp dfi.meaeu-f i 
im cQ|ÌQ$a deU' alt(p ; e qu^ta fu la ca^^io^e j 
Cbe io dopo iì i:i$CQ)8trp fattole nù ^onp ìfi^t^ 
to a privarmi deircs^mpiafe (;|)i, aveva ; Salujtiìf 
tutti al sòlito i f, in pam4t>iai:e la i$ifr M»4^ej 
^ «arameùtei vi ahkràc;f4Qt 

tS àiìa inQ«i9 4cÌ, nipQtUid ^p9$toÌ9^ M pn»^ 

P » e». 



cevere questa acerba' novèlla : ma* benché mi vf 
fossi apparecchiato , 1* ho però 'mentita si ' forte , 
eome sé mi fòsse putita improvvisa • Beato lui 
che ne ha lasciati • Beati anche noi , se à' suo 
t^mpo saremo coq cssq a parte di quel gran bè- 
ne, 'di cui egli ora sta' sicuranièiat^ godenào I 
Mi ha peir altro molto ' raccc^sòlatò T intendete 
foor idi pericolo il nostro Càtarininó, e la buo- 
na salute di tutti di nostra casa , qhe Iddio Si- 
gnore lungamente , e felicemente conservi . La 
|)rospera gravidanza della Signora Cogitata risar- 
cirà noi della, perdita che abbiam fatta , e rin-* 
i^razio voi della amorevole disposizione che ave- 
te di conservare nella famiglia** il noiii^ eli una 
persona, in cui può crescsere l'obbligo, ma non 
l' amore 1 La generosità $traordinàt;ia del Padróne 
è stata molto opportuna per le còs^ mie > massi- 
inamente in quésto tempo , in cui tardano a ve-^^ 
nire innanzi i quartali ,' de' quali la bancalità ce - 
ne deve al presente due: ma! anche questi un 
^orno verranno. Verso il Settembre sonorisolu^ 
to di fare uria scappata peBCotesta parte: e con- 
fido che non me ne sarà negata la permissione « 
Credetemi, che sono impaziente di vedere la Sig^ 
Madre , voi , il fratello , i parenti tutti e gli 
runici . Facciane Iddio la grazia di rivederci tut- 
ti in buona salute • Riveriteli frattanto* ^ e i^ 
particolare la Sìg. Madi:e , alla quale averci serie* 
to questa settimana , ma^ lo farò nella ventura • 
Mi è rincresciuta la morte del Sig. Gio« Mbrq-^ 
sini fu Avvogadore , mio antico Padrone : mìa ho 
inteso con piacere» che dal fenato £ccma sia 
" f sta- 



itata recrdutà giustizia al merito del Sig. Andrei * 
Cornaro i eletto Pit>veditor Generale da Mare , pet 
cui ho sèmpre a viltà diitint^ stima e riverenza jf 
e vi prego di coagratulpirV^ene a mio noi^e $2 
con esso lui, sì co'suoi Sigg. Fratelli , a* quali 
sono generalmèdte temuto di molte grazie • La 
stagione che qui córre, è pessima: senza vento, 
senza éóI^.ì e sqnza freddo, con perpetue pipg^ 
ge^ e calighi: Io per lo più me la pàss^ in ea^ 
sa, ma lontano dalla $tufa; Non penso di -mu« 
t^rmi per ora di quartiere , , trovando assai coino^ 
do e proprio quello i ili cui sono;, e ogni gior- 
np ine ne chiamo più contento i Si ioti comin^ 
date le pròve a Corte del Dramm^ da recitarsi 
nel prossimo carnovale. Toltone il difetto dèlU 
lunghezza , credp che tutto, sairà plausibile : ì[nk 
serve di scusa alla lungliè^za V aveirci dovuto lii- 
tradurre undici personaggi i due intermezzi i é 
quattro balli. Se staremo in sei ore ^ npn sarà 
poco; Ma còsi vuol chi comanda « Fratello atna;" 
tissimo , addio di cùote * 

if^y. Al Sig. Frmc€s^0 Jk*GUnnini^ m Òlmitti 

UNa mia lunga e ttavagliosa indispo^iziotìe 
mi ha tolto bensì il modo di rispóndere 
sino ad ora alla dotta e cortese lettera di V. S» 
Ulma} ma non già levata la ricofdania di adem* 
piere a questp mio debito ì cóme fo Qra> che iti 
parte xni trovo solleratò 4ai gii lotfertQ mioia^ 

t j co^ 



tdtftodte. Lt ^òttfbso il véro, che fad |ettq ^f|- 
lètto più wlt6 If stéssa ddti ttiio sommò piace* 
tt^ sì pèrche èlii mi sette ili W ami caro >àt. 
testwb della benignità sua t^niò di fiat , sìp^^: 
che rh<i ritrovata ripiena éi èì peregrine notitie 
lèstratte dai Codici fe libri <fi còtesta «ua Biblio* 
teca Capitolare ^ che ne sono rimasto insieme e 
^ddisfatti} > e iiistrttito • La cttoiideraatione dt 
éssè mi ha fatto ravvisate è cótìigiagiieré U gra- 
vai dannò, che ne^ risulta dai tanti* bèi ftipqu- 
^nti, èhe $ònó andati à male perle pacate di«^ 
iavventììTè , che V. S. nima si yivamentcf mi ha 
Jàpptesefttate V Quello che |iè è rirtiàsto , dt 
mólto bene a divedere i| pregio di qiliello Che 
ella dovetti? èssere nell* afttico suo stato , ^ che 
^hl ne ^ raccogiìtorè primiero , ha saputa co-- 
libscère i! buono i^ è scégliere F ottimo .' Ma^ iic- 
èoiite al passato non y* è rimedio-, cosìlcidosom^ 
ttìatnehte P attenzione ^i lei, che con tai^tostut 
kiò e fatica si è posta a rassettare , e riocdittar* 
fé le preziose reliquie , che ne sono rimaste ^ 
jìon avendo \o pufitó dubbio ,► che dall* esempio e 
rfàl!* iitipiilsp dì lei non sienp un gkiirno altri eccitati 
a risarcirne i danni patiti * E ben ella mi dà una 
fioyeJla spefanta di farmene sentire gli avanza- 
menti, con r acquisto dei preziosi Codici, chea 
^a notizia son giunti, ed' ora esistenti ìtt ma- 
llo 4i pili fton solo non pe conosce il valore, e 
tie fa poco conto ;^ma che un giorno' potrebbe ^ 
fome spesso è avvenuto, gittarl^ comp iputili e 
Inintelligibili 'anticàglia,' o darli a qualche fori- 
gtìetpj che aitjtjve M tìfasportasse , o a qualche 

hot- 



Ij^ttCfajo per farli servire di tonaca a caviale e 
sgam^j(i) ò di coperchio a fiaschi e bottiglie* Ma 
vetiQ(\do/al particolare dei^ Mss* che y« S. Ill&ai 
stu va rifereadó,^ ine ha recata non. poca me-^ 
ravigUa r udirne uri esulto numero de*no^ribr^ 
vi Italianji in cotesto parti ^ dove, ajlcutto avre^ 
be stinuitq^^ cb^ appeoa v^ 6^ g\unto^ il no* 
me r ^S^V ^ ben vero ^ che i^el fine del se- 
C0I9, , XV# e nel coini^cUnif nto del^ susseguen^ 
te solevano, i nobilf giovagli dell* Austria , deU 
la Ungb^eria , del|a iNjIocavia , e della i^konia 
tra^rir^ in 1,(a|ia , ove allora as$ai più cUe. al 
presente ficcivanp uomini eccellenti , e celebri 
professori, per quivi imparar/ le scienae j e ia 
panicolsure la. buo|ia lingua patina s c^ mi^' ^y*- 
viene , che 14, que'.tenipl Aldo il, vecchio^ e al- 
tri doni uomJ|ii dedicarono libri a molti^diqM* 
sti loro ^iuicepoli è allievi , e li coftiinendaroiio 
alta^e^te n^Moio scritti « Di che noq gliene té» 
co esempli « perché so thè i)^ farlo sarebbe alla 
sua ervidizione saperi^. Fra essi Codiql mi è 
riuscito nuovo quello del (^tneEytario,' sc^ra la 
Rectorica; il^/Qiceron$l. scritto^ da GandianQ/^ol^ 
lai^i , (gentiluomo yeneaiano > e ^osofo insigne» 
il qua^e^rii ael^ \47o« £gli. scrisse un' altra 
opera sopra il. Genesi» diretta a un frat^ C^t- 
tosino^ per ooniè Andrea l^^nnonio nel. ]4ÌS6« 
4A qnjtri^ibro, mi ^pvviec», a^r, V^eA^ct due testi 
a penna in Venezia 4 l!4]jàci.nel^a lii^ria del fix 
O^ f^tìfpsL^i^ V i*ialtra i« quella de* PP, Do- 
«lenjkàai di S.j^eP^òlo^» l^rce egU^aijtCcM un^ 
Comento» che e inedito» sopc» U Meteore di. 

? 4. ^^Ì^T 



Z^^ * L S T T £ a £ ]) i 

Arisebtile i un' opera filosofica e aitrdtiqtiiiei 
de iignis céUesrìbm\ e di lui pure vidi presso uii 
mio amico in Verona ima Orazione Latida ìil 
lode di Francesco Sforza Duca di Milano^ ì&t 
di quel suo Comento Sopra la Rettorica di Ci-» 
cerone «01:1 trovo alcuno che àe, parli ; onde Id 
stimo Còdice singolare: e però la prego di no* 
tarmi tutte le particolarità di tsso (Codice , ^ioè 
la sua forma ^ la qualità della <:arta , V anno iti 
cui può essere scrìtto ^ la pref arsione ^ e^léprii^lé^ 
e l'ultime parole dell'opera) dovendòméiie va4 
lere nella plia Opera degli ^ scrittori e ùdkuinl 
letterati della città di Venezia mia patria ^ se a 
Dio piacerà di darmi .vita e riposo per termina^r^ 
la. L'edizione di Ovidio fatta ih Milano del 
1477. esser, dee molto rara i poiché riótr trbvd 
chi ne faccia menzione ^ nd meno il Maittairé 
ne^suoi Anndles Typographici ultimamente stampati^ 
ho stapij^atore ne sarà stato prdbabilmente o Ah^ 
tomo Z^tòtto^ o Filippo di Lavagna j che erano ^ 
allora in somma riputazLcHie 1 è le cqi stampe 
sono in credito pre^ gli t^ltramodtani, al par! 
di qualsivoglia* Il Marziale di Venezia 147J1; 
«ara quello col Comento di Domizio Calderina 
Veronese. Il Dizionario ,^ecò Latina j di ciii 
ella mi Jcriye^ è stimatissimo, per e^^ere prift*' 
ctpiilmente il primo che fosse stampato. L^autd« 
re ne fu quel Giovanni Grassone ,* Piacentino , 
Frate CarmelitaM , che* nel 148^1* diede alle 
stampe di Milano un Salterio Davidico Grecola* 
tAnOi e nel 1480. la Gramatica ^rècolatina del 
Lascari * li lessico Grecolatino di esso ^io. QrasU 

toné 



t^ 



A p 6 s T a LO 2 1 il o# SÌ5 ^ 
^bike.iu impcesso in Reggio nel 1^97» e poscìl 
in Modacia od 4499* Veggoperò» ^e heUa^uà 
lettera essa lo chiàitna col nome di Già. Batiste 
Matitwkno CéÈrrnHit^nù^ ài cdi non fio àlcanA 
notizia. Cuti^se soptaiU tutto. sono lo hòtizie» 
thè ella mi ccMnunicà intorni ài varj Còdici del 
Petrarca • Q^lla. memoria <hi^ principia Lmtrà 
trépriis vifttmhuif itìkstrùy trovasi anche sj^am» 
jpata ia aicuiie déUè prime edizioni del Canzof^ 
hieb^del Petrarca» e Jn utia prin^palmente eh' 
io . tedi^p in Venezia in forma , di pidcóio foglie 
tieL iif7i« Mi è stato percK ciro di Sipetil» ésse^^ 
i:e. la étessa Itsdta finora del Codice ^^tiéo della 
Biblioteca di Pa^ià del DUca Galeaitd; Viscen* 
ti^ che tpl titolo 4^ Co^ttfi di flirta Vièn i:i^ 
b6hosciuto dagli istorici del siìo. ^mpo 9 e éhd 
si ireiìdetté famoso con aver radunato un bucai 
mimerò di Ckklici) é, postili nel palazzi òhe te^' 
neva a Pavia.. Fra gii opuscoli del Petrarca e^ 
instenti nel terzo Codice , |ho pedsiero, che al^ 
cono ve ne possa esser d' inedito : di che tì,oA 
tni posso assicurare \ per noiì aver qili il vòlu^ 
ine delle sue opere : e segnatamente lo credd 
qnelV uimwdianù^f miìssM^ Magistrù rAt^ìroHo i 
té pure fra le sue opere noti pòrta diverso tito* 
lo ; Ddr Invettiva contfa quel Cardinale noti 
òli sovviene : ma dia .se ne potrà assicurare eoa 
riscontrarne V edizione Enricpetrina di Basilea i 
Con singolare piacere ho ricevute tmte le cose^' 
che mi ha segnate di questo Codice , non mend 
dsLt quelle, delle versiodi Boemnu e Tedesca dell* 
opera dello stesso autore de nmàdiis utriHUmè 



fìrhMOif,^ |:he. ^ferito d'esset qiia$i iti tutte )e 
>" lìiigM yiyeiitL d'Europa trtslatatt. Verìssìifia è 
^ l' ósi^vdaXoai da |ei fatta| dopC^ U Letbnii;io 64 
tltfi lettorati di qua dai moati,' che la no$tt2t 
\\xkpà^ ba il pr^tq diaVe^Q alatori ^olti e puliti 
lo bit $^GJk>]i dove 1^ àltfc |ingu^ Volgari iioit 
Hie caqtavafio alcuno . I compi^arori à^tì Diziò^ 
aario dell* ^ci^àmù^ Francese scinto st^ti costret^ 
ti a tiinfelsarlo» lìo^ valenc^siper testo di loro 
lingua (oor cbe ' di autori recenti \ o, al più di 
alcuno i^el aecòlQ XVL consideraì^do gli altri 
frutti per barbaci e i^ico^ti scrittori ^ e ^ lingua 
^he prima si parhya in (^rancia, per piente pu^- 
|ita , n diversa iq g^au ^te da quella che ora 
ài parlai' ^«a^do ^ f^ostr^li^plà di q^tio sé* 
foli > che ^a^tH scrittori purgatisrìnii^ e d^ som* 
lua autorità; presso^ di * noi ^ onde, possia^np, valer- 
cet^e per esemplari. Ma troppo, a lun^o io la 
tengo a disagio con vane ciance, ^ e ma^e retri* 
buìsco Je belle aot^^ie, ohdei ^c\ 2^bójt^a^^za mi 
iha ("opit^^ |a aii^a dòtta lettera ^ RestaipV per- 
tidlito ^ avvi^inarim alla fine con rendergliele 
infittite $1^391^1 e saipei (|ul . zsaX pe^ terminare » 
f e. j^. fni9^ part^ccdare^ e insieme per pubblico 
,M<^ta|gio lipi^ m rin^t^esse di due'^ose a pre^- 
p^a \ ' X t^^Qa a daire T ultii^a niano al lavoro del 
Cataipgq de' ^i^anos^rkti , di fui la sua ^nti- 
lexza %\ ei&hntt di farmi parte :- V altra éà non 
perder^, di i^ira il lodevole pensiero, che gli è 
venuto ^ mepte» di andane scrivendo IMstoria 
tfi Potestà 9ua Cbl^a, la quale manca di «ark* 
tmt y o^e a lei soia né è riseirvata la gloria » 

II 



^ P Ó f T p ^ P Z W1» O. tglL. 

d pato dke ùe hatmo ietto G&»é Dabiario^ « 
gii altri scrittoli 4elle cose di Ifòenimias e Cfi«I, 
^forgio Stseiemikf nella sua Stprìa Saca 
])lorafia^ Aòq basta fd appagare ia racMlp akOip 
115 r att^ti^idtie del pubblico:, anzi pia ^to iciv 
ve a solleticarlo . Tanto /^à ella ne avrà di ma^ 
rito e fii' lode , quapto p. campo ^ ^14 ^^^ V 
e più Copiosa la |ii^sse>. Restami ai^cork ' di un^ 
altra coia a Vivamente supplicarla, ad ^ cheti*. 
|a mi ^oni^cvi f on^e della s\i^' stimatissimi 
p^My e ad pnoratnii de' ^òi comandamenti ^ 
ocrde nella e^ecutiòne di essi possa dalle a CQ% 
iioscere, quanto io wi • • • « ' 

538. j4Ì Sii* JbfdrM C^murè^ m nuxÌ4^ 

QUantè occupatissimo pà: molti affiuri nii 
^€rovo> tanto sono in ottima «; perfc(t^ sa^ 
Iute, alla 4^^a ^n poco coatri^iscft r 
dére il voiti%| ottimo stato l- e iquellb della Sig» 
Madre 5 fSagnata, Sorelle^ e ^ipotmi ," qiie tati| 
ti carainente abbràccio é salato. Mi ^ stato e»; 
ro di vedere un ^esemplare del mio L. Papiriii 
costì rii^aimpato V e per ' y^ità ^ndbè 411 mold 
luog&i lo ibbia trovilo mutilo e tronco, ti^ttsi^ 
volta W confesto óbblig^tissimo 'alla gentileasM 
-del Sig. Piovane 5 per'ta sua cortes^is esp^easIcM 
fosca |ìeir ayvisc^ ai lettore f fmde yi pn^ di 
ringraziarlo a mio nome. Farete ancora'cheMa^ 
fino yi dia un altro esemplare di esso Dram* 

ma. 



p,l6 ■ L i T T E.k fi i t ; 
Ina, ma che non sia puntd tagliato nel niargtS 
ne ^ e lo direte pórre nella cassa dei libri còti 
gli altri Drammi del presente anno ^ già rice- 
vuti, per quanto aedo, da nostro fratello. Ho 
fiensàto al libro ^ che vorrebbe il nòstro Rossetr 
ti fai: tradurre daJi Francese;, e, 5tàm^aré: ma ita 
yejjrità nessuno mq nd. sovviene al.propqsita i 
Credo ^ che noi potrebbe dispiacere V f storia 4el 
' Fertot^ ctìe é vino degli Aecadeiiuri dell' Acci.^ 
demia ^eale, autore molto s^ràatò, intorno. al4 
le RivdktioHi sùcc^dfi^e: ?iH. g^frff^ della .Repnl^ 
ilicà Komana. to Iho letto, cori pi|i(:ere:* Nòna 
opera di gran mole , essendo in tre piqcoli vo^ 
lumi in 1 2i ristampata all' Haja neir anno pas- 
bto I72Ò. per la seconda volta « .M^n 2lb tiit- 
tavolta, se questa mia opididne sarà di suo gu- 
sto , ; o di qualdie altro Ì ton cui se ne potrà 
consultare. VVc altresì V Istùria dei sene Sm^ 
delU Grecia di M. Lmft^ \\n dije Comi iei 84 
impressa p^hi anni sono a Rotterdam; ma ben- 
ché curiosa , la stimo meno universale p^r t ,e4 
«ito. $e. mi verrà per mente . qualche altro. Ik 
bro migliòre ; . ùòn manchetib di Mig|eriryelò , 
per desiderio di far piacere allo stesso , che ca- 
ramente saluto; àggtughendoli ^ che vi sarebbero 
alcuni libri notanti da ite nel suo catalogo ^ i 
quali io mi risolverei a prendere ; m^ volendo* 
ne esso troppo , e tfoppo contandomi là condot*- 
ta , e i dazj ^ stimo betìe di poh ^ro(e ulterio- 
re dimanda • Con che abbracciandovi di cuore i 
90no9 e mi dico * • • » . 

5ÌP* 



* " • < V V. -■ k " < >• \ te . 

139. ^l Sii* Gji4nnMtùnU Filfi^ 4 Ssdox^. 

SQno desideroso di sapere in quale stato sieQo 
gli affari di V« S. Illma cir^à il coii<;^rso a 
potestà Cattedra di legge,' e quale effetto possa 

' av^r procTottà là mia^ lèttera di raccomandazione 
per lei' a cotesto Eccnio Sig. P^roccuràtqrè e Ca- >^ 
valiete Gritiiani, Y^èhdooe rltarda^Q gli effetti, 
e avend(^ inteso, che Sf £.11 Sig. Càv,' Gìo; 
Francesco Mbrbsini 4on sia interamente 4isposto 
f suo favore, raéi^trè' rìcecjcafoggetto forestiero,' 
ho 'ansato di scrJvergUen* q\ieista sera a dirit- 
tuta, con isperanza che un ufficiò > al quale d*v 
albo ^QQ soQ mossp, che 'dalla con^uderazionc 
e conoscenza che tèjpgo del ipésito di lei , 'av« 
valòtiato dalla lun^ servitù cli^é bb col medesì- 
mp Cavaliere, possa produrre qualche buona ìm* 
pressione in esso a dar finalmente mano ad una 

^ promozione , la qq^alè à lui fariumpt^ ^ e 4arà 
a cotesto Studiq Vantaggio • Piacciale , * se non 
altro., 'di gradire in ciòla testimonianza delPamo* 
£^ e della stima, che le professo: non dico del^ 
Iq obbligazioni I i^entre nuli* altro nii muove in 
^i\es$' occasione,* che giustizia, s^nzachè v* abbia 
f arte riconoscenza « Mi rallegro poi sqmmatrien-»' 
tè della somma rlputazi^r^ / che vanno aoqui; 
staiado le sue belle ectizioni • Ultimament;e ha 
letta negli Atti di Lipsia la relazione onoriev»» 
ICi ch« $€t ne di di (juella di Cornelio liirepo*"^ 

te. 



ali ^ L j| T T « n * ni . . ._^ 
ie» che pochi mesi fa io stesso mandai a dooa^ 
re al Sig; M^ack^o ; Ia fx^ , 41 CQfìse|«iar 1' 
occlùsa al Sigi sub Fratello^ e di conservare il 
sud àWQrè é me» che ieiio 4i verd cuoife;.; 

DÀi 5i«. Tcfierité 6iÌo4mÌÌo I>^éttitf 
tigò^ vi %dià cGftis9gtiau Up^^sentemiiìct^ 
terì insieme c<3fh uii fagfifttitia j Qvé spticf lediié 
iòipie del tórno ib^ deUi fiiUioteca Greà del 
Fil>rigÌQ ì delle quali vi hxmx cqiì, altra iiaUÉ 
é^ìaisieoie ki mi dato ragguaglio del mtcf otttT 
ilio itatd di fallite j iti cui àt^ m trovo ; Ma 
4|tttstfif dati tutto il varit%ioj fUe licaveletfir 
dalla consiglia di qiiostà lettela i , m^tr e ud nugr 
Jii^ ve ne risultei^à dàlia àjcasiptie che anetti 
di far mpio^cenia cU una pe? soni j; ch'io itifini^ 
imB^ùté imdé étimo^ per le sue singolari ddtij 
f fier le quali égli è, ben degtid di^siere aiiilatd 
41 stiriuitq da voi similmeiite; Egli è Grótiluo* 
!«(( Cretehsé di origine | Venéeiaho dt ì^^tria i 
i»oà vasiSxi fleili sua professione militare ì c\^ 
àe'isKteni Àudj tnoltai aperiméntatd j onesta è ve« 
|qì ^ajitiiomo i ed , amico mio : tutti ij^oti^I ; ^f 
h (piali àon hp dubbie alcuno j che da Voi iarl 
gSiiiif^saÌBenté accolto^ é all' occoaretise servito; 
£gli per certi sua òperia j soffra di cui sta; titt« ^ 
ttviil lairoórandò^ ha bisc»gno d[i ctit3i J^smiJmi 
ùtim94Ìum^À Àiì fy^Hé Ma àÌ9tèÀi scritti 

assai 



' À p lo i T 6 i 6 Z I lì ò ; i]^ . 
assai eruditamente dal ta Medico Alessandro Pi4 
9Ì9 là. quale manoscritta in fogliai di nonnipieai 
mole , t senza alcuda coperta èù nella stara* 
4efmì€i libri; Io vi piejlpi pertàdtd di pòendervi 
r incomodò uà giorno di an^luré a cercarla; edt 
tóiiie^^atla al medésima} da -cut dt^ l'usòchà 
|ìé àVri Ìattd> verTam destituiti i avttddola ia' 
ìxioitd cara^ per essere cosà biiona ed originato 
di maiiò dell' àùtcMre ; .^ però forse tinica ; SaluS 
ttt icaraniencé al solii» la Sig; Madrv j é tùtd 
ili tasa» é #c» cordialmente abbràcx:iò; 

^41; itil midesim. a Fineziai 

Vknnà 31; Oennég0 jjiii 

IL Sig; Gentìlbtti vi saluta affetéiiòsamente ; 
Eiso mi ha data la Gitmoridà del Tassò} ac«^ 
cWccbè Vie liè iacdà uni còpia: ì'riml di (>brci 
iMàù; ho voiutii le^gdrtà coti ogni àtteiizi^e; 
t*&0 trovati di Itampìi cdsi àcorróttà 4 che iàon 
VhA qiiàsì i^ersd cUe vi sii ìdM i e in niòltis<f 
«imi luòghi tìofl se ne può assolutameite rica; 
tace il senso ; ora per istorpiameitò e maiiea« 
ineiitd di j^olej osa per maitcaiiM di versi ioìì 
teri: Cii) tuttavolta non n^ avscbbe arrelàìtrf 
dal diesiderid che aVlvaj di ktvi édii grata col 
fiirVeiié e mahdafvene c<^iaj se fton avessi fatta! 
tuia scJdpeitai la quale vi soipréijidecili certsmcdJ 
Mi comò me |^ di hittd anconl dòr|lteso ^ Io 1^ 
9Vei tutti gii létctl 4i éapd a ^i t^d ioé 
PÓC0 tttacefej a^Mdok travati aséai taodà .4 # 

ttòii 



^4q Ibttsils ni 

Soti indegna in tutto del àome del Tsusp^ : mai 
i poi raccogliendone le specie in me ste^sp , 
parvenu di aver qualche idea di averla altre ypI^ 
le letta* Gohtenendq e$sa là stp^ìa di Tanaedi 
Frincipe di Salerno, feci jDlftessione» che due ce» 
lebrl sctitto^ còetai^ei al Tasso avevano tratta^- 
fo quasi nellq stésso tempo questp ^sfgomento , 
<toè Pomponio ToreÙls e Asipari, Coiste di Ca« 
iheràno ; Per buona 6>rtui;ia io teneva presso di 
m^ runa e Taltia, è dato di piglio a quella 
àeirAsinari di primo tratto, la trovai (a ^ssa 
stessissima, che la pretesa Gismoada del Tasso « 
potate, cbQ q^Jesta dejL Tasso e stampata un an- 
tico primk dblF altra) méntre essa fg pubblicata 
da Bemardjaa Lombardi in Parigi Tanno 1587, 
iti 8., 1* altra delP Asinari fu data alle stam- 
pe dopo la morte di lui da Gherardo Borgo^ 
gru in Bergomo per Comiàa, Ventuiìa T ai^ 
jio ^52.8. in 4* collazionata da lui in Milana, 
sopra due miànoscritti • Il Borgogni noh fa akun 
ihottQ delja edizione della Gismonda , n^ dell^ 
impostura dei|^ Loqtbarcli.; il che fa credere oon 
averne lui. avutp cpgi)iz^(>Qj9 • (Ihe poi ella sfa 
4nzi dell: Astàarl, ckfi del. Tas^. , sono indòtto 
j^ giudicarlo si perche esso Tas$a non; ne fa men-i 
9|icme alcuna nelle $ue Lettere, si p^cbe. nessu^ 
to l}Ka m^i iregistr^ta t|elle opere di lui^ sì per*' 
diesila, ed.egli$te;so se ne lamenta > naokeàltre 
cose es^<^listatp, supposte, che noó' erano sue, si 
perchè essendo allpr^ lui vjtv^ntfi , che in Parigi 
Al impressa dal Lombardi la pretesa Gismonda > 
% vedendoci cke. d^ ^ji d^a,* vm^ ella tipa si 
. , ^ spar- 



A p o s, T p ^ 9, 2L E ij o . 241 
spars^, xiè^ fu ristampata, come sarebbe sicura- 
lue^èé s,e^ui|Ep, seella vi fosse giunta , e fosse 
^ta rkono3ciuta per opera genuina di esso ;. 
. scigno cche iì Lombarcfi medesimo , o avverti- 
tQ.deir inganno , o vergognatosi dell' impostura 
l^pccurò.ben tosto^. di, suppr^metla : Costui , co* 
m^ altre volte vi scrissi, era commediante^ cioè 
a dire capace d'ogni viltà^^ .Ko' uij altro riflesso, 
ch^ il Bqr^pgni avendo^ stampato il Tancrédr 
déU* Asinari .i|^ Bergomo , 90C pella patria deli 
medesimo Xassq, che allora 5|V trovava ftiFer-:' 
rat?, avrebbe rì^èyuto feèilmeote avviso da lul,^ 
che* il Tancredi delj' altio èra spia la soa Gis- 
tnoiida i "C che pe^ò giÌQjie fosse cerxdifta giusti- 
zia^. Ma tròpp9 ini. dilqfigo. iti riQes$ioni. , dhe 

voi f ap^^ f^fi JW^gV^v ^ me> Vi. dico[ bene\ 
essersi 'ipganijato il Bargogni ìfl, chismiare il Con^ 
te di Camerano autoire della tragedia col hoQiiè 
di Ottéiviano y in luogo di chiamarlo con qùeL 
lo di Federigo : il qual nome non fu avvertito 
dall' Allacci nella Drammaturgia > essendosi la« 

. sciato ingannare dàf Borgogtii • Molte rime di 
l^ederigo :^siÀài;l^ sonq spa^jje nelle ràccqlte de\, 
500% e costì in Venezia ne sono due Cò4ici. di 
quel secolo, in fine de' quali vi è anche la T^jf- 

- ged^ suddetta del. ."^jncredi : V uno era tempo 
Ca presso il fa Angelo Boldù , e l'altro è in 
pggi presso il Sig^; fll,ecanati, il quale credo che 
^ abbia fetto acquisto anche dell' al(p esemplare • 
tinirò di parlare d| q||ie$to puQ^to eoa unV altra 
p$|e|va5fione , ed è \\ke il i^fgognì dicàidp óel- 
)ji dedicazione che i àj^e Mss. del Taiji^crii qra-x 



24^ LlTTÈR'Edi 

no sens^a elivisione di atti , nella sumpa si ré- 
golò eoa te ragione dei cori ; ma il Lotnbardi 
tèntle Bènsi la stessa divisione i ma in vece di 
atti libiamo scene le divisioiìì della Csvola i tal- 
ché ttella. stampa della Gismodda ella viene dd 
essete diiirisa in cinque scene , e iiofi in cii^tte 
atti. Ora aVèhdo fatta questa scoperta j ho sos-^ 
posò di Éurvi ì^iar la Tragedia » Ve ne mandò 
^lo il precisò titolò^ e la dedicasetonè delLohi- 
bardi; i&e peto vorrete il rimaneixfie , vi servirò^ 
Volèn/tieri i Ho poi pét mio gusto colbuéiòriato 
U Tancredi con la GisdbÀda, la quale, se be-^ 
àè scoixettisMihll^;^ nù ha^ petò ^amministrato mol» 
te Varie lezioni assai bubne^ e kncbe alcuni po- 
chi Versi mancanti net Tancrectì ( i quali , co* 
me aasblbtàmaÀte faecessarj ^ ho à^liuhti e se- 
gnati ili margiiM al mio esemplare ì 3àlt3tàte tM* 
ti, e in patticòJtare la Sig; Madre • Jò sto eoa. 
oteima salute; fratello carissimo^ addio; 

VI nngraiiò delie vostre cortesi esibizioni 
pei: la «camera, e a Dio piacendo, sarò a 
goderne gli effetti heirAutUnób Venturo; Intet»^ 
do coner coìti \ruiiàorei che io Voglia ripatriaie 
cori animò di non più ritornale di qua dai mon- 
ti ; fe di feìmarmi iii Italia ; Dite à Costoro ; che 
essi soli pazzia tè lo ttedànoi éà io più di ìo^ 
fo i te i» &ce$si i Sempre più^ ton riguairdato di 

bqoii 



ÀpostoiÓ Zeno. , Ì43 
DMQ ocduo i e, beneficato dal primo Mooarai 
ideUa terra i là dorè se venisfi a star costi ^ tro^ 
irerei tnille occasioni di petitintiétie : Oggi ap* 
|yantò sonò stato a* jnédi di S^ M. in uti t<Kto 
ragionamento ; Lunedi si farà là prora getìeral^ 
dell' Opera i cké riesce à natavigiia i ed esso rat 
iie ila parlato ùm. . jparticolar gradimeo^ i Puè 
essere j cfae Cióredi sd ne Éiccia là prime, rap<^ 
presentazióne* Si è rallegrate ìiieco della buone 
riuscita dei mio Papiri^ in Venezia ^ e soggiua^ 
^^.cfae hon, dubitava che non fosse applaudito 
aóche in Milano; ctbvé se noti è andato; deyé 
andare ia^ iscena di giorno in giorno • La mii 
salute è perfetta. Sonò oonsolati^simd pei5 inten^ 
ilere qii^ìla della^Sig. Madre ; e di tutd'di ca^ 
ki tiostra ; dhe caramente salutef^tè. à inio noN 
kie ; e aibbraà:iand«n con tbttq 1* àÉttto lèi mW 
(amo '• . L • 

. . " •5. <> ,-, .. , 



alzando io lessi , il ehe feoi con attenzicmé j 
^la Vita del Nani scritta da^Voi, <^tti al4 
tÉà cosa mi venne, ifi |>ensierd ; fuorché la kes^ 
sa,|)ikessé a cjii ciie sia^ benché dilicatòè scribi 
j^>lo90ì parete ima censuia e satira ì ànzicìràim 
jNinegisico ed elogiò di quello Ist^ob ; Ma 1t 
igtiòranzà; tìón vo'dire malignità; ka sapiitòpé» 
't^i^OM \^à ^tté ikdt iàcÀmò altrui ^ di <^ell# 
Ùì| n!^i ll^ei M^IM 4|irarea s0|Bar#» Ì'0pp4» 



^44 ilifXiJi»? Pf 

$aiopr perà fatte a vói, q alla st^mpatoi^ m^a 
1^90 d'alcun rilievo. sChi inetti^ ig( yista le op<- 
posiapipiii a fine di farhé {a di^i , jpòora , e 
iiofì vilipende i e farebbe^ a} censurato ima mag-- 
giore censui^a dissimulai^dole /poiché cpn ciò 
IKvrebbe mostrato di non sapere com^ difenderle * 
S'io avessi fatta i'opèr^, per ipui tai|tt materiali 
ho ammassati, iijtorno agli Scrittori Veneziani» 
pve noi^ solo con l'altrui giudicio, mai con T. 
fsame preciso dell'opere Iofo portò |a mia opi- 
nione del loro merito e den^eritò, ctie cosaàvret> 
bon d^tto crosti t revi^ri; Mi ai^rebbo^o certo 
proclan^atQ e accusato, ^òme ndmico della pa-> 
tria, quasiché le materie letteri|:ie siejio punti di 
stato, n Lovisa ppi ha fatto in' <|uestaoccasio^ 
])Q ci^ ^ che ha ^àticat^ t^egli altri tomi ^ l^ 
Vita delSabelli'ca, del Bembo ^ e del Panità (tèa 
anelarono sotto altro occhio , o revisione , ch^ 
que^lla del P. Ì4. 3ertollo} e allora non vi fu 
che dire io .contrago. Io però gii^icp che futtà 
questi |i)QSiia terminerà d^, se stéssa senz' avei: 
maggiori conseguenze: di che ne attenderò coq 
Impazienza l'avviso. Erami afl&tto uscito di: nien- 
te , che nel Giornale si fbs$e {^ttp deìUà* tfiòtv 
tè del Gravida 9 e riferitole il testaiT^entQ ; Egli 
è poi i}so wiver;ale quasi. diye^qto il copiare il 
Giornale sen:i^ nomÌQa];lo. Si é veduto su 1^ 
$tìstÌQ nmsicali il Tas$o e l^Ariostq • Niuno $\ 
èia peQsatQ di condurci aficqra ilGuarini. Q^ 
ala gloria tie avrà il bravo copista dell' Antigo^ 
9a> al qu^lè riuscirà sempre meglio il laypirai: 
'^ V altrui » che sul suo • Ri8aliitiit(^ Poóipilio , 
♦ i e dit^ 



A p ò s t o io É E il d; Ì41 , 

U ditegli che quel silo Cavalière raccoaiftndatòqil 
ha pòci fortuna ia Corte , dove chi va pcmeit« 
te; è senia quattrini » non può esser atnmesioi 
né a radunanze j né ad udienze. Ad alcuno atdl 
dato neL naso la buòna riuscita della Tragedia 
Lazzarihiana. Qjii pure costata grandetnenteptà^ 
ciuta i in particolare alt Augustissinia Padrona];)^ 
éaj la prima rètità fattasi i giorni {i^issati, dellf 
Alessandro Jn Sidòne composto ^dal Sig*. Panati 
è da me. Noh incontra che una sojia , opposlzidr 
ne, ed è là sbveirchla^. lunghezza >. durando ^ià 
di 5. ore e iòezto*. Ma questa volta non si è 
Ì>otuto f^ di meno iron ùndici |>er^ònaggi > t 
quattro balli. Io lo previdi tre mesi fa , e lo 
ìdissi al Padròtie , il quale ,con benignità rispose i 
che ciò poco rilevava, .e che più sa^etìbe dura* 
èo il suo piacere. Soddisfatto lai 3 io j$opo con* 
tentissimò, uè mi curò di più# Si replicherà nel^ 
la settimana irentnrà; I due filòsofi Cratee^Arfr 
$tippo sonò hìir'abìlnQente rapprèséhtati dal Boro« 
isini e dal Casati •* Con pfinùl oCcasiolie .ve il^ 
inanderò esemplati «pf r vcCi e per gli amici . Dal 
Sig. Ifiiviato di Modaib . Còaté Ritci^rdi n)i . è 
Stata, regalata la Disamina del ;Sig. Muratori sco- 
pra le cb%t di Comacchio ; la quale è di &ìA 
lunga e pia htodestà ì e pii\ dotta dell' alt;ra dei 
suo aif vetsario y ehe per. ferità nóri ^ , che ufl 
ammasso d'ingiurie è di Villaiiiéi .talché quanti 
r.han qui veduta, ne sono; amasti %cz3^i:àì&at^ 
ti. V'invidio, il, vostro bel Ms. tioyellamcntè 
li^Qiii^tato...Q£iel PUtro/Odo MonUpóiin non k> 
chi sia.' kt erm€À M^^mÀnà izxk un MH^ 

€1 i ^Ì2Z^:i 



fteiamQSto c^ quella di ij^actii^ Còlono pottiet^^ 
^anp; e di si fatti Volgariazameinti sono' enóa- 
yiati 'altri Codici fial P. ^chard. Nelle 'OraKioni 
4el Filelfo, che còsti Wgo ' stampate 111^4.' po^ 
irete vedere^ se vi sia p sto quelli ' del yostrcH 
podice. Il GahhM Xkh (Generale de' Frances- 
cani i frada che 'fo&se cosi cognominato dalla sua 
Mtria di Lecce. N^ parler!' il Vaddìngq ne'suoi 
Annali T Molte altre opere ha scrìtte quel ' Gio. 
Michele* Alberti , da Carrara , Betgamasco , di cui 
ha parlato in un Tomo del Giornale * Quanto 
àir^pera sua de kella L A* AL &c. se «avi al* 
irò olti^ il primo libro*, io predo di no .' Date 
m'occhiata allo stesso Jomo del Giornale, glife 
è il' XVI. L'Oraai<me detpànprimta ?iiGenoresi 
è stampata, ed t<> ne d^si pnqite cose in altro 
Tomo flel GiornaleV pi quel Xorenzo Zane Àr- 
eivescovp di Spalato j^rla molto il Lucio nel suo 
libro *^ Regftù Palm* Fu nipote di Eugenio IV. 
èssendo nato di Paolo Zane e di Berìola fon- 
fiulmara figliuola di Bartolomn^eó t Se quella letr 
tera non fosse troppo lunga , itemene una ccv 
pia^ tanto più essendo ella diretta a quel Gioj^ 
gio da Lazise , Veronese / il quale |u istorie© di 
ijualcbe grido a* suoi tempi .' Il traduttore di quel- 
la' Omelia di S. Basilio indiritta al fembso Co- 
lucie , pioè a Pieno Colucio jSalutati da Stlgna?? 
fio ,' Segretario della Repubblica Fiorentina , non 
fo altri che Liopardo Aretino, la cui traduzip- 
pe trovasi ancora stampata. E questo è quai^to 
posso (|irvi così in due piedi sopra il yostro M^* 
al ohe aggiugn<»:ò^ cito del suddetto Arciyesco- 
'.'''' ^ " ' yo 



Apostolo Zeno., 147 
fO jLorienxo Zane parla più volte Lorenzo"' Valla 
in alcuna delle sue opere ; e che nipote di lui fu 
Beqiardo Zane , ^parimente Arcivescovo di Spala- 
to» di cui sono alle f stampe alcune Orazioni ; 
una io due delle quali Aprono da iui recitateiiel 
CodiCklìp cti Laterano ' tenqto sotto Leon X. se 
non erto. Ve ne ha un', altra di Jui detta ad 
Alessandro Y|« io Consistoro. Saluto caramente 
la Sig.' Madre» e S(»:elle » e tutti di casa no^ 
stra. Il P/^ariconi, e'I Sig« Ippolito vi man-- 
dano pure uq.^ affettuoso saluto } ed io col cuore 
vi abbraccio t ," 

j4j.^ ^l Sii» Lodovico Antonio Alatori ^ 

^ f%€nnét 19. Fifbhajo J721, 

VI do in primo luogo una buona nuova, e 
credo che sarò il primo anche a darvela» 
ed è » die ir nostro ^P# Pauli verrà a predicate 
in qujfs^p Cesarep pulpito nel prossimo avvenu)^ 
e sussegi^nte. quaresima /lo {iq avuto la com- 
missiòqe ' spvrana di farglielo sapere , ed oggi ap- 
punto gliene ho ,fcritto . Fuori ^ di me'npn. Io 
.sanno che due o t|« in questa Corte » e tutti 
-da me: che a4 a|^ri non ho vi>ìiuto eomumcac<-. 
ia ,' avanti di scriverne a lui medesiipp ^ Il Sig. 
Conte Guicciardi n' è per anche air ospira » e 
dimani glfe^i^e darò l'avviso •' So quantsoi 1* amate 
e stimate, e però ho voluto notificarla anche a 
voi» Dal Sig, Conte G^icciardi mi e ^ata data 



248 * L^E r tte A È ib ì ^ 
una copì3L della vostra ultima Saittutà; là <pii^ 
le tanto è piaciuta a me, al 5ig« (^ntilotti, è 
a tutti ^ùeÙi che Than -veduta ^ quanto ha sto- 
macato r altra; da dirsi con più ragiòi^ libel^ 
lo,- del. vostro ay^feriarioi Con tutta l'amicizfaL 
che ptofesso a questo ì non ho potuto noti isto- 
macatìnene in guisa, che senza poter finire di 
leggerla; l'ho da me gittata lontana , col pen- 
^iero^ determinato di non mai più rivedork i Vi 
assicurò, tHe gli $tessi interessati noii sòia iioÀ 
ia difendono, ma la detestarlo f onde [^tStèite con- 
solarvi, che si rende a voi e a lui piena ghi* 
stizia, senza che quello possa rallegrarci di a* 
veryi oltraggiato ^ ile vói, dolervi di iino si jm^ 
trattamento. Egli e pertailtd superfiuo, che se ne 
facciano ulteriori passi , al quali per altro voi 
bea vedete che non. sarei proprio mezzo senza 
mancare a quel debito di amicizia, che relig^- 
samente da tanto t^npo anche air attiro io pro^ 
feisò ; Se si trattasse di sblkvaJrti da qualche 
angustia ih * cu^ foste $ lo farei di buótì cuòre ^ 
rotto» o^Ai qualunque riguardo: ma non trattàri* 
do$f rtke delle vostre convenienze i que?te sotUi 
si. beijic 'sostenute da voi; e ricevute dal pubBli- 
co, che non avete bis(»gno dì più éfiìcàcc ripa- 
ro ; né dì più valida assistenza . Delia eòtifideii- 
za per altro, che rnì avete fatta, de'vostti m- 
gelwiì e giusti risentinienti, non avrete mai^òe• 
calorie di dolervi ; e 'perchè io parimente so coli 
chi ùratto; mi Spiego con piùconfìdenzadi qUel^ 
lo che son solito fare in somiglianti occasioni. 
Circa l'altra Scrittura soJ>ra P; e I*; hdn sento 

dir*. 



A p b s t;0 £ ò Z'$u o. 4^ 
^ti che alcuno iti prepari a tìspònderè , né dà 
S,M. ne è uscita alcuna coniinissione; pdrquaìi^ 
tó io sappia « Tóngo per voi una còpia del Ca^ 
talògo stampato della insigne Librerii atqiiisiati 
dal Padrone: aèteiido occasibnet per mandarcelo ; 
é m0 ile sono raecomahdatt^ al Sig» Cónte Guic« 
tiatdi, è al Sig« Sòragna; accick:tfaé trovihomoi» 
do di farvelo avete speditamente i Vi soriver^ 
|)iù a lungo i ina <mi manca il teippò : taitto so* 
nò afibUato* Amico amatissimo ì iddio* 

^ 545. j^l Sit^ Canònico PaoU ìSMili4tdil 

f^nM 19. Fehiràfo ijzù 
.' '.' i ' - - . 

HO finalmente r^vuto il vostre ^ ;<74li^ 
denzia^y e ftnajballsnte xil^dò alla, yoscr^ 
lettera» L'Openr (>ef tutti i tapi. merib lode» t 
l'esige. Stampai Carta > e correzione » tutto d 
é òttimo « Le Prefazioni ^ e le Nòte non posso^ 
ho essere più seriamente concepiate ; e |^iù puli^ 
tamehte distese. Il Sig.-Géntilotti me ne àvevst 
iletjtò mólto per P avanti ; ed io ne aspettala pur 
molto . La lettura dell* Opera Iia fatfb nmaneie 
di gran lunga inferiore e la lode di esso, e ÌM 
mia éspetta2iòne ^ e 16 farebbe. rimanere ancora 
tutto quello che id ne potessi dire a; voi stessp^ 
Non ho potuto far mei^o, né ^aputofar, dì van- 
taggio per testimoniarvene il , mio sentimento > 
cbe farne legare pulitamente in damaschinole ortf 
tui eéempkdrej; e presentirlo id ste^ alPÀtÌRio:^ 

Ha 



05t 1 E ir T E K I fJ f 

liE AyGV5Tis$|Ko , che lo h& 9cmHxitnaettte ^^tr 
di^ 9 e poi wcor 'comiTieiidito , Coa >qttas^ <>c^ 
fotone mi Ita rìci^ieste-iuttfcm Intorno al no* 
Ilio EmJfìontimiQo ^arbàrl^» ^ ^ cui' hp detto 
vtutto qutfl htc^ » die |u( sapido/ <^: éivttto , di 
(ciie ne fluiate itiolto tamt^moz e questa |>arti^ 

^ sigQtfi(;«sé>lk> 9te$ao» kx ^trgwieQtcr^^eir an- 
tica e fràbx^^ Yei^eia^done , che mfi&trvo da 
{ungo tenpò per lui- fo tì toefldo^ pòi distinte 
grazie de} bel? esemplare ,' di cui vi siete com- 
piaciuto di |a^ ^etierofo dono , e molto più 
cieir onorevole Ipogo , <%& r entro ' avete voluto 
dare al'Wo nome, e che' oer quanto,, iq mene 
ccMBopea immeritevole , non pu^ da me psservar- 
si senza pafit^folare soddisfazione ^ sì per V ono- 
|e die ine »f; viene ^' ti per vedcrtniv^ in còm- 
Mgnta $ì pr€|^0ie e cara > come ?[ è quella del 
iig. ^e^otti , cbe pia yoke si è meco * doluto 
éi ACMI a^ver ayutip l^ncontro (ii palesarvi a vo- 
ee ^'sth»a'e amore» x;be vi ^fessa, in occ»* 
àoBe dbl passai suo viaggio in Italia» A lui 
|ì0 data»' il ;fu0 esettap^re giusta ia vostra com^ 
loessìÉicie, e. può essere fh'egli sia sttK^ pia di 
4»p dfligeote ^ rifigrtsi^TYene f ^Iq dovrei seca* 
i)|C!e yVprkna di levar la numo» come dirsi suor 
le , dalla taytda a quoticbe pai;ttooiar^ della va- « 
Mm Opera s sia que^ mi portercbl^ ^oppo in 
lungo per le (fante e * tai|te ^e cow , ' <:he vi 
ho osservate e appttese con ratio progtta e pia- 
cere . A qtiastti luoghi {oscuri avete dato del lu* 
wH a quanti stcavolti ddi* ousdi^c i Molti bei 
./ ' punti 



4 J» q i T p X q 55 1 it o» *Jt 

di confoodeie i Wtri iivversarj , * yi «pop beif 
messi in yitta è nelle pre^ioQt^ « nelle Ao^r 
notazioni/ Oltre piodo mi ^ piaciutt la sa?ii 
confutazione e censura flel troppo ardito />«p/» , 
cbe spei^ ha dat^ e frecipitati i suor gioiluij ^ 
o per pojòj avvertenza^ o per groppa 'passione » 
Del * Vescovo ' no^txoF ilàstrio non Vi ^ alcua 
Codice nella Cesarea /I giorni passati b^ tuttf 
da capo a^edt attentamente rivolti e letti tdoe 
volumi in 4. déUa, £iklioth^4£jfliif4 A4^^ 
pM di Ant§nÌ9 Sémim ^ ' és|H:essatneate 'per ye» 
dere » fé' ye ne fosse nominato ' aleuti testo di[ 
quelite Librerie della Fiandra | delte ifàjàx ess(( 
ne ci^ il catalogo," e posso assicucarvi ^noo: e^ 
servene'pnre un solo. In Basile^ io nonbo ciain 
ftoscenze per profcuraryene ' ia * notila ^ Ottima 
mezzo pottdsbe essere il Sig. Ermanmy già Pip^. 
fessi»:e di mateniaticiie^inPadovay e grafideanur» 
co del Sig. Poleni, con cu^ potreaie £u: capo ^ 
cssepdo quel Signora molto cortese ^ 4 f^^Vf^P^f^ 
ancop yostro apnico. Manca a me per. tanto oc«* 
casjpne di ubbidirvi e servirvi 9 qtiaiido opa me 
ne diate il contento am altro vostro comando é 
Riyàrite diiftintamentè a nuo 'penne il Sig; W 
stio fratellp, da me singolarmente amato 'e sti- 
mato. Mi figuro ffae al presente vi tetta 411 oc* 
cnpazione la risposta , che yi siete obbligato ap>* 
presso il pubblico di voler dare al MStfo S^ 
Marchese Xlaffei* in difesa delia yostra ' patria . 
In una iVo^^; al :s. Qaudenwntù$iecvu ilv»- 
Itro impegno « Avete campo <ti funi Wox9 e di 

dire 



ilìre molte rare cose intorno agli antichi CenoS 
Inani , da altri ò niente o non molto bene coti^ 
siderite. lo^ fo fine, e nella vòstra Biiòtìà grazia 
bii raédomandò • • • « 

. 546, 'Al Sig* Giàfinantmiò P^olpi. 4 faàhàX 

P'itnnA ì\ HkàriÀ 172 !• 

LE doglianze di V. S. Illtqa a me. confidale 
nella sua lèttela , sono giustissime ; aim 
sono modètte; dicefido aissai meno di quello chiè 
élla.dovr^béì e di quello. cH' id stésso conniòl* 
ti altri ne dico. Io benché. da lontana,, ho cp<» 
•^oscfuta la mano ; dòh4e le ..è venuta la tnali^ 
siosa persecuziohe , She non le lii fatto ottenere 
la Cattedra; che ella meritava i > Non pertanto 
ella non si perda di animo : poiché finalmenìte 
la^ malevolenza irimai^fa, schernita ; e '1 inerito sik> 
con le «spenuize de'^uoi buoni amiti jaccòrìsola» 
to • L' Eccellenza del Sigi <3avalier Sdorosini mi 
ha risposto intorno alla persona^ di .lei con es- 
presàoni di xnolte stima; e le predse parole fo! 
tùnó da me t^pó fa comunicate, ih lettei^a al 
Pi mio fratello j dal quale facilmente siaraiìiiì^ 
state le medesime partecipate andi^ a lei i aven- 
dogli ib scritto che lo facesse; Mi eretta; Sig. 
Gìoi Aiitohio amatissimo > che^ le cose, sue^mi 
•$onp molto, a cuore , conoscendo iti lei eancé 
•beile doti , che la rendono dégna dell* amore' è 
della stima di tutti , e vedendo quanto onore 
Acciano le cose iue alla letteratura Italiana, che 

in 



i. ^ - ' 

A P $ T.Q ;. <^-/* i « Q* \%% 

ip Oggi iti' asssdi podbi 3i sostiene.^ i quaU ^qcI^ 
fra di lofo lac^raniibsi ,e ìny|ctia|i4Q5Ì » carcai^ 
quanto posspgQ V <l' annientarla e CQjttfoiMterJia * 
imzichè incoraggirla , .e difenderla^. £ ciò/n^scié 
dall' ayp^' la inagjgior pairte di .e4»i fio tQ$tp bùi^ 
ingegn^, che buon-cii^re, e dall' ay€i;p più v ti»?. 
Taglio' e* intécèssè nell' altrui ^abi?a$sam^tQ^,.^he 
sella propda riputazione} 1^ ^\ule ip fosse ìpt^ 
y Cliente a cum^ ^ si ^^itérfet^bodio a tuttg po«(^. 
«Ul maccbiarla con un yi?io shtìiil^^ e sì lode/ 
gDÒ di un., véro letterato • J&la t^aibc^do sipii^ 
li' coilsiderasioni^ dajle quaU f^t jS^q Jiòn tor^ 
irei sì préstQ la «ne4te e'U penna^pass^r^c^diih 
1^9 che il iud Vlalerio Fiacco è òl^i pia^Qiutq <3^ 
stremamente a que' pochi , che hanno baei^ g}^ 
sto* Pressoché tutti i dodici esemplari se ne so^* 
nQ Sfacciati. /rod'^uQQ di e^ p^nso.in^ndarlQ ff| 
Lipsia al $ig. Menchenio, siccome feci del ^or-^ 
nelio NèFMote; della cui edizione si è vantaggio- 
sanile L parilo Hk quégli Atti. È piaciuta an^ 
Cora all'estremo la impressione del S* Gauden^ 
^o, ^t^mabili^sinia msien^ get le psefa^ionri ^ 
n^té ^ delle quali 11 ha CQcréd^ il ^ost?;p Sig.^ 
CancMÙco Gagliardi ^ ]o mi $Qti fatto V onói^e di 
pifesentarpe un^ copi^ air AugustissiiQQ Padrona, 
^ cui fu cctn bontì gradita > e cc^. giustizia iof 
4ata« io pèn$Q. a qualche cosa^ pe<: li^^ che st 
^i riuscisse 5 credei^ei di ^ver fàttq un bel ccdU 
Pq:, ma ci vuol teippp ed 'ingegno. Citca il li- 
Ijìjo del $ig. Salio , cui la pr^o di rendei gra^ 
a^}p a mio nofxie pe^ le du^ Ò9RÌe. inviatemene^ 
i? pos^Q »tte«aj:e;i c;fee qùeUp ftj . flr^iKt?«o .4» 
^ ■ ' * ■ ■ ' ^. E. 



♦ -, .,,.- 



:)54 t • ir T E R E • f 

S. fi. il &g^ CòMé A Sa?aUi (fi propria niatt^ 
iir li^l^atrteé R^àfit^ dalla ^ale fdiHcevittO 
ioiì Jkdtem béftigtii^ : In quel Pwmà ho troVn^ 
m molttt cSsei -ciié mi sonotiibltó piaciute; La 
|k^ par ibi* ii^ c<msema:iTÌ& it ^uo amerei è di 
at^mfisi f <A? io «ono : • « ; 

^. S» La pregia <li jpi^dera infiocmazione l « 
ii^!sàÌ!iBi; se U^&g* ^aUo iììl B^iàe^i ^ di»* 
étsàésiàe^ 4a quef due Poeti Baànmesi ^ Giorgi» j; e 
Vaiatiò Salii ide'^qi^i sì trovano kinte nella 
IntccdliA da' l^éeti Bas^ l (atu dà Loreiìao 
Mithiàmii i/é imtMoessa dal Fnmcésciii in Véa^ 
zia aei i$i6* in ^ ìeiei . quali ancora iarelibena 
àfcai «afio 4i^ arer ìiaHde patticotairl àUi lon^ 
tilà i^Muinti; 
•■-*' •"'!,••>•,', ' ■*».*".' 

147; 1^ Sig. tspaiùrt AfUwiffmCim JÙéir^ 

GÒft mia aomnui òonsolaKione ho ricevuta 4 
letta r umanisfiìma lettera di y. S. lUma j 
aomé navello atteétàtoi della continuazione, <lel 
auo imore è boikà Verso la mia j^ersana i che ki 
ytMà tampd nod ha lasciato^/nè lascerà di i^ 
ferirli e «ti amarla,' ^. per riguardò della <xh 
iuKcenaca ; che tengi^ delle sue degne condizióni ; 
fi par la ixseinória^ che mi sta imjsressa heira«^ 
miao ^ dei molti e segnalati favori, che ho A^ 
(a¥ùti di lei; UH è similifièhte stato di molta 
MQtaAiiBaà i! iàdùitera^ che fit^tiMiita U siend 

per* 



^rveauti i saoi fegU contenenti le memorie dà 

ini ertt^etoi»té distése della Vìu dd nostra^ 

belèbré Magiìabèchii dà me pi4 di tre mesi fa 

già coilite^ati. e raccbaiàfklati a questo geotUis^ 

sixiK) Sig; Marc^^ . lóiiàtd Bartoipmoìei ; che 

iem{>ré mi assicurò di àVergUeli próiitàniente sf6^ 

Ulti; e per >ià di amicò siéurò l Xe n»idò poi 

divotd,i^aAÌe,delU pena, che si è presa per £fr^ 

vorirmi in ^icdpialidò dia stèìsà la lunga ^ti 

ìc^da ^i^a2iocie del siioi M%. di Fr^ k^iocofidoi 

la qUalé Ittoiderci con tutto ìnù còmodo ; , dou 

i;iendbmi ella s^vir di inbltó J>eir ceftà miaDi9« 

sertaisione i che penéÒ di (pubblicare • AV.S* lìLtìttà 

• e4 a hi^ ugUalm€»ìte Bà móka peiìà ladii^aiofie 

delia pubblicatone del kXXIIh Tomd del Giois 

naie} ma ciè^ iiofi ostatìté la ^Éego di coixipatir'- 

he il Padre iniÒ Catello ; il 4^^ ^ vi e statò ebf 

bligatò e da iiha iiià fastidiósa indisposizione ^ e 

dà molti e mditi indispensabili suol disturbi i ed 

occupazióni ; che in si fatto ténlpò é , per àttèn# 

dere ad altre , tose lime ^ e t>er levarsi da àhiri 

impicci > gli è conTenutò di ., sujierab ; per poi 

pia mamrameiité attèinderé allo stesso Giornale > 

^ àiì posso assicuìfàrla che faò còdtiihii seimÒM 

ti e impulsi èà qiiekò Àugòstissinb Mònaria j 

con iriii s{>esse volte faó avuto il còiìteàtò é l* 

onore di ragionare i Esso mie fratello mi lui 

scritto ultimamente; che ora tròvatidosi j^ressck 

che liberò da àkri fastìdj ì volerà Unicam^iCi 

Bilicare à questa desiderata pubblicazione} Àà^ 

la quale kicnràtheiitè avrà inògò, T Elogiò M^ 

^bechiaà^^ cU tiene presso dì s». lo iba 

man^ 



VQ^tò di sollecitarlo a dò; per quaotcì 9tsiao 
Qpnveniefìtje • A lei per aitco è ben noto, cjie^ 
qbi ha sopra cU siis U gesor e.lal direzione dì uà 
Giornale 9 • non dovrebbe; avere, altro pensieto e 
4Ji5tra%iQne.« Una tale impresia i bastante a td- 
jiete occupato tutto un uomo, quando ^o^'ìa 
jpixlo fuori i^e^olarraente : e niùno ' j>ii4 di me , 
€Ì^e ne bo fattp sperimento, può testificarlq epa 
Verità. Dal medesimo ella riceverà quanto prima 
s^ una copia del mio' rIl:(4tto, sì un ^semplace 
del X. tomo del Fabricio , j^upplicatidola a gra« 
clir l'unoy e l'altro, come piccolo contrassegfio 
ctellè i^ii^' tafinìte obbligazioni yersq- di lei , 
Citando usciranno r.XJ» e'I XXI* tqmq di^U'ope- 
1» stes^ del Fjtbrido, che ancor^ màqcanct al 
suo comi^iitiei^to , avt:ò l'.atten%ìqiie^ cqmenebo 
^ debito, di farglieli. pervenire; e se in qqeste 
parti vi fosse cosa di suo piacere e servigio , mi 
Comandi pure ^on libertà, poiché tutto le deg-. 

: Ella ^à molto be^e d^ dar nnoyi stimoli al 
P* Abate (^nneti pét l* edizione dell' epistole 
4ei BL Ambi:Qgioj[ t se crede; V che le mie in- 
M3MZ6 pqssano . ayisì: vigore di datforzc^ alle sue ^ 
t^ .te aggtuqga>ut:e: ma temo, che per aid^so 
<^on ce ne vedremo qpnsolati^ 'i:Qentre il detto 
dotti^imo B^eligioso» fià diyeitito dalP edizione 
dt cert'QÌ)gra genealogica ^dv(;ui mi è stato co- 
municato il (j^Ip 9 ola qiedQ 4hQ stia, occup^o 
nelle annotazioni, al Qpadfiriflfgio di Federigo 
Frazzi, già Vescovo di Foligno, il quale al pr^ 
$e«t€ $i VA riiijanv^do pj^ p^Utanjc<jt^ di pi?* 

ma , 



A P O ^ T O t O/' Z B 1A O. 15:31 

tgOLf véòdìcabdòld dàljtà falsa opinione di chi ha 
ybliito aiìtribaire quell'opera ad altro autore » 
come ella sa^ Con prima occasione le spedirà^il 
Catalogo impresso della Biblioteca ^Hohendorfia- 
iia, ultitnamente acquistata da S. M. con V es- 
borso di So* mila fiorini > copiosissima , quant' 
altra mai, d'ottimi è i^ari^simi libri , si stam- 
paìi j che iiiediti , legati nobilihente ; e dove son 
certo che ella stessa ne osserverà moki e molti 
è non niai veduti, o molto difficili a rinve- 
nirsi. Sì sta intistdbdd, pierchd si fabbrichi uà 
grande e bel vaso , il qukle non ' sola questa , 
ma 1^ vecchia anòora Libreria' Cesarèa cohten- 
^\ numerosa di più di pò. mila volumi a staili^ 
pa ed à penna, e che però, difficilmente avrà 
alti:a che la pareggi, noh che li superi. Not} si 
j^rda ella intanto di animo ii^ proseguire la beh 
cominciata^ impteia della Magliabedhiana / nella 
quale non tanto ' vi*ta il nome di chi l' avrà 
fondata ; che di chi T avià eifettuata • Ho vedute 
le due ultime scritture , delle^ quali V. S. Ulma 
mi parla nella sua lettera , sopra Ùaiàre di 'Co- 
macchio. Per verità che non ho potuto senza 
indignazióne e nausea leggere la Romana: tan- 
to r.ho ritroi^àta piena di astio, e di rabbia. 
Quel trattati^ sòprar la Carità Cristiana sarebbe 
assai bene che uscisse , pei: insegnarla z chi cosi 
se ne abusa ^Qtiel Teatro alla ^loda del Sigi 
Benedetto Marcello , che è fratello del $ì^. Ates- 
f andrò, è una satira get^tilissima : ma altisettan- 
tò è insulsa e piena di errori quella Foggiana 
ài ii^ V Eofant , i\, quale c;cfn essa si è scredita* 
T9mo IIL R ta 



ijg i E T T B*a E J) I 

to m0lt0. Spero che il Sig. Rcscsuuut gli pernii 
dasserà malto bene indosso la lana* Si fatti ol* 
tramontani » che voglion disracrere e decidere 
de}l^ cose nostre, sono, e si mostrano sempre 
fanciulli • Ho commesso ctie mi si mandi T qpe^ 
r^ del Canonico Bòldétti Stampata in Roma j es^ 
sindone V argomentò "plausibile ; nia npn so se 
ben maneggiato. Il nostro P. I^iuli è stato di^ 
ciiÌ4(ato , Predicatore Cesated per il ptossicDo ar^ 
vei^fò i e quaresima suss^étite : Anch^ egli in» 
h^ scritto intoifiio a quella Raccolte di lettere- 
memorabili/ che in Napoli si sta facendo • Ne 
vorrebbe alcuna da nie; ma di fatte nottneten^ 
go ; e p^r farne non bp tempo . Il merita de^ 
P. Giuseppe Maria Brenibati Teatino^ mi è picn 
namenté noto ; ed enimi gràndécrieiìté à éudre , 
che queste soggettò sia elètto pei: Predicatore di 
$• M* C G per 1' anno Iji^. Fuori di questo 
in jtal pròpòsitoi hi ho , he prender posso altro 
impegno; Dt gii né ho fatto, parlare al Padrc^ 
|ie , e farò ogni sforzo i perchè V eiezione cada 
su lui ; in che tuttavoita noti còfivieiie afrettar-» 
si ^ mentre qui pet P ordinario tutte le cose si 
f itàho in lungo; É questo è quanto per oarapos*, 
so dirle su questo particolare ; La prego di ri- 
verire a m^o nóme il Sig. Cavaliere Perfetti ^ 
sernpté mirabile^ e crec^ò singolare, nella pron-* 
tezza e pulitézza del sud verseggiare all' impròv-i 
viso. I Sigg. Bartolommei e Óeritìlotti e Fama-i 
rio ; e la stimano ^ è la riveriscono : EUa ìa 
mio nome Éicctà lo stesso a* Sigg. Abati Salvi^ 
nì^ e Casòtti; ÀI nosd» Si^ Marchese Mai&i 

f escri» 



Ata$TO«.iO'Z»ilo» %f^ , 
isesaivj» questa sera medesima > e per fine supplii 
i^ndold di Èontiattamu la sua buonagrazia, tné 
U tiìcd 4ii cuorey quai sooo * . • • 

J48* ii/ ?^ AVr CatèriHù JZen^* n FkMzSs. 

ff» . • . • . .■ ■ ., . .. ■ 

T A vostra lettera della settimana passata. mi 
X^ ha polto iu grande a^itaa^ione. e travaglio» 
ibn per alttb' moti voi «« non perchè da ^ t%s^ 
ho conopei y che. voi pure siete . in travaglio a 
' in agitazione l càgioìiatavi dalle diiscus£i(>hi i ^ che 
^costì si vaftnò. facendo per la Vita del Nani 
stampata dtl>tovisa« Sento che ella è stata pò^ 
sta tottó -mólte revisioni^ e che qualunque he 
sia stata là opinióne <ié' revisori; non si è atv^ 
Cora. venuto sui alcoli^ decisione e risolusioùe... 
Io di imòvo ho ^olutó attentaiheiìte . rilegger!^ » 
e disaimnarla '; per vedere se , posso indovinare ^ 
bve cadano le imposizioni ciegne di tanto schia* 
mano .• e per ^ varifeà ^ nod ho iaputo ritrovarle, i 
ètSerùpre pili s^no rimasto persuaso » che, mula 
ni si contenga » che tion sia a gloria ^della , oo^ 
stra Repubblica ; e; a lode d^ quel celebre tsto»^ 
ideò» il quale se vivo fosse > anziché dolersene» 
si ccHifesserebb^ tenuto a chi si . pulitamente , 1* 
ha scritta* Se jprer trarvi di «h^bblez^Éa e d' ii^ 
^[oietezn Jmò esser bastante la mia. àpprovacitCK* 
xie ; e 'i fnio .nóme > . sono conteikissimo che ve 
M servile all' ocèastóne,* nella miglior forma « 
che Vi parrà ptk éaqpediditè ; Sa Iddio , e '1 mio 

R 2 cuo- 



%6<$ L « V t B KM 9 I 

euQJce y che darei molto più per dÌmosttacvl« il 
mip amore , e la mia |:enerezza • Io voglio per^ 
sperare , ct>é t^qn vi sacà bispgao alcuno per va. 
stra difesa : poiché V opera stessa vi è sufficiente 
e manifesta discolpa. Dite pare liberamente ^ clie 
io vi, ho somministrate e distese tutte le notizie 
di quella Vita , le quali ho raccolte dalla viva^ 
voce dì quella grand' anima del Cavaliere Bati- 
sta I^ani ultimamente de^ntp ; il qualif? sapen- 
do che io dovea scriver la Vita dell' Istoriof; Ca* 
yaliere e Proccuratoce ^uo zio, mi ha datimpl* 
ti lumi 9 e suggerite molte particolarità intomo 
ad esso, acciocché ^oà 1^ òmmettessi in i^odo 
veruno. Egli moltq bene sap^a non solo le pre- 
cise azioni del suo antenato , e i pregi déllf^ 
Stpria di lui; ma ancora le opposizioni , che a 
qisesta ventano fatte in paQicolare dagli oltca% 
montani ; le quali se si fossero taciute da chi 
ne scrìveva la . Vita , ciò sarebbe stato u^a jip* 
velia censura, e saìrebb^^ parutp^ che come ye^- 
re, si fossero' dissimulate • Bisognava toccarle 
per confutarle , come molto bravamente avete 
fatto: talché e la memoria di lui , ed i suoi 
eredi ve ne debbono rimanere con obbligo . Ciir- 
ca il luogo della mediazione del Nani rigettata 
dall'Ambasciatore Spagnuolo, che cosji dite di 
più di quello, che se ne ha dairistorìco Miche^r 
ie Foscarini, la cui Storia scritta d? ordine pub» 
blico fu approvata dall'Eccelso Consiglio dìDie^ 
ci) Le opposizioni fatte allo stile , alla favella, 
e alle concioni del Nani sono benissimo ribut* 
tate : il che è stato molto ben fattp , poiché que' 

li- 



A P ^ T Ò 1 d È È il d. %|i 

libri, ove elleno soatì sparse, van^er le raaàl 
di tutti. E da. quando in qua diventano oltrag*» 
gio^i gli Scritti, ove, si rapportano leT censure ^ 
per ributtarle , e codfondetk ì Piacesse a Dio ^ 
cHé. si trovasséird cittadini così zelanti In somV 
gliatiti riscofitri; a*qùali doterebbe darsi premio 
e Éivòre ^ anziché JFarsi querela e persecuzione à 
Qiieste ed altre considerazioni che potrei aggiu- 
gnere, si della giustizia della vostra causa i 4 
della. equità e saviezza di cotesti prudentissimi 
t gravissimi Senatori i mi dannò confidenza - a 
ispefaré $ o più tostd sicurezza a . credere i cha 
tutto finalmente resterà sopito ^ e ridonderà a vo- 
stra quiète ed onore. Mi serve di fondamento a 
ciò il vedere, che noli è uscito in tanto, tenw 
J^, in cui sM presa per mano questa, faccene 
da; alcun ordine pubblicò^ per cui re^tisuppres^ 
&a o. sospetta ìa mano del Lovisa la distribuzio^ 
lie degli esemplari del tomo , ove tal Vita sta 
impressa: il che è segno, non esser la ttiedesi^ 
tua stata jiudlcata tale^ che meritasse si rigo», 
tosa condanna < Rifletto di più j che nulla può 
avvenirvi per essa di sinistro , quando aiiche vi 
fysse qualche còsa i che non v' è , la quale di&> 
piacesse; mentre non l'avete pubblicata ne alla 
macchia, né in luogo straniero, né tacendovi, 
o ma^cherandtrvi il nome^ ma l'avete fatta in 
Venezia , col Vòstro nome alla testa « e dandola 
allo stampatore i acciocché la dess^ a Hvedere , 
tome credo che ^{^ fattoi bnde per voi està- 
tò soddisfatta in ógni parte al vostro dqvere • 
Sicché Itile jfin^ <^ animo ripesato « £i|raaqmir 



a*ìl LETtERE »I 



l9) e al più' senz* alcuna alterazione rappresenta- 
te le vostre ragioni ad alcuno 4e* tanti vostri è 
miei" padroni , tra* quali vi nominerei SS. ££• Cav. 
t P^oc. Grimàni^ Andrea Cappello ecc. "sé non 
credessi di farvi Wto col suggeriryelì '^ Io ilon 
mi ifarel scrupolo alcuno di parlarne ' anche a S. 
^. Cav. Gio: Francesco Mc^ósini , che e trop^ 
j» savio è giusto, per non approvare , quanto 
feste per dimostrargli 'a vostra difesa» Presso' di 
lui potete anche valervi del Sig.' ^Antonio Val- 
lisniè'rr: nja non y* e bisegno'dì mezzo ^ ove il 
jpudice ' è giusto , ' e T innocenza patese'* Sono 
stato forse tròppo lungo a scrivervi sopra questa 
itoateria : ma la premura *cbe ho della vostra 
quiète, da cut dipende la mia ancora ,* n* è sta- 
tjt-cagìpne. Se si volesstf poi, che nel' Giòma^ 
^i ponesse j^ualche onesta dichiarazione, o nella 
yita stampata si levasse qualche ' perioda • pia 
per soddisfare a qualche doglianza, cfaeal^biso- 
gno, fatelo pure di buona Voglia : ma* non cre- 
do che ne anche si verrà a questo passo , pel: 
jH^n^ esseryene bisogno alcuno^. Ma passiamo ad 
altro , solo dì nuovo replicando ,' che quanto a 
me e ai nome mìo , diciate tutto* quello che più 
irtimaté spediente per vostra quiete. * ' ! 

" yi ringrazio' pel Lessico del Calvino , e pei: 
que*Kbri che avete presi éa Teodoro Garbiza'. 
1 dufi rpmi (iella Biblioteca Rabbinica' tìon oc- 
corre che per" ora passino ' i monti • ' Riponeteti 
presso il yolumeddPImbonati nella stanza d^ 
miei libri. Gli altri tre , cioè P Inchoflfer , le 
iSetelstrate, e PÀUa^eie-, ttS sarà caro di àvei^ 
. ' - Il 



Apòstolo Ziko. H^ 
\i qui con altra spedi2ioflfe . (^atidò scrivete a 
Rohift al P. fialdifìij o al P. Zuanelli j riverite 
r uno e r altro a nrio^ nome , e raccomandate 
ad eisi toro la ricerca del II. e del IIL tomo 
dèlia su<ìdettaBibliotèc2i R.ab$inica, la quale mi 
sateU>e molto j^rato'di poter avere bella e per« 
ftcta ; tpdL prima Éitene co^ti diligenza • 

j4^w j/il Sii. CMvdlUre Già: Francesca Mor&sini . 

rieÀMd $. Aprite lyiU 

Npte iio prkn^l d'ora data risposta air urna- 
iiisiima lettera di V. E. poiché liberò di 
faccende incaric^teitii da S. M. ho voluto più 
ieriamcnte applicare a quello", che io potessi r^ 
scrivere intorno àll*^ Istoria della Università di 
'Padova , cìxé ella pensa' molto saviamente di vou 
icr fefe scrivere da àlcufio di 'que*felebrl Vftfè^ 
$oti* lo le dirò pertanto ingenuamente ^opra éi 
questo U mio puere ,' as^ggettandolo umUftiefi- 
te al>avio InteUdiftidnto dt*Y« £. cui ta^o è 
a cuore k gloria* di quello Studio , Due setitfo- 
ri ex profèsso bacino trattato / cotóé èlto sa V U 
isad4etto argomenti) ," tìoè "Antonio RiccoWni % e 
*^cop<f Filippo TottutiasJni ^ ^ che lu poi Vestovo 
di Òtta" Nuova nèll* Istria .^L'Opere IWo petvè- 
l^ì coftte|igoii(>' inoite co^ otthM '#Ìrkigokr^ ^ 
e sono dtegnedìf molta! Iód6: ma Vmàetéi- 
aof f haiino' fatto si «Jatsaa^ , che in que- 
sta ^artt'fawno pia to^co iòUtttkHtp , efa^ sod- 



2#4 J^ f T T I a, E > i 

disfatto il desiderio del pubblico. Nelle ahticKè 
notizie o sono mancanti^ o poto esatti, e nel re- 
gistro de' pubblici Professori de' secoli passati nod 
hanno preso tutti qUe* lumi che ^ano nécessarii ^ 
Stimerei pertanto , che quandi dall' E V. e dall' 
Eccmo Magistrato de' Sigg* Riformatori unitat* 
mente fo^se commessa a soggetto abile ed eru^ 
dito (di che non è punto scarsa quella insigne 
Università ) V impresa di scriverne ^di pianta ^ 1* 
istòria con miglioi: ordine » ,e con pia eìtehsi<>. 
ne di quello che ilRiccobóni e il Tommasini ab*, 
biano j^tto ^^ tanto a riguardo dell* origine e avan^ 
2ameato della Università in diversi teoipi e go- 
verni; quanto a riguardo delle Vite de' Professo- 
ri e de' loro^ scritti , fermando ili quelli pritìcì^ 
paliiiente la naitazione^ bhe pel crec)ito ed oper 
re loro son più distinti^ e frammischiandola col 
racconto . de^li avvenimenti pubblici e privati , 
che la riguar^tano , e coi documénti dcÙ^ savi6 
^ordinazioni di ehi vi ha ^reseduto ; si potrebbe 
avere un'opera di molto decoro, e, di molto gib^ 
vamentQ, Abbiamo l'esempio di. altìre jàazioni ^ 
presso le quali si tlrova, da bellissime istorie il- 
lustrata la memoria delle loro università^ .aniu- 
na delle quali^ né di antichità, né di pregio ce^ 
de in. veron conto quella di Padova . Qìiesta 
non ha; da invidiare ad alcuna di esse , sé 
non la fortuna di un bravo istcl|ri^o ^^ the la 11^ 
lustri^ come hailno ^tto Cesajre Buleó per quel- 
la di Parigi i Gipvaniii , launojo per quella di 
Navarra^ Antònjo di Vood per quella diOsford^ 
Gio. Gristoford Beemanno pisr quella di, Frano» 

fortj 



A » a s T .o ;l o . Z 1 il o« àif 
felit e con àltii . Mòkimme cose kb osservati 
iiyÉi*miei var) stod|» e notate su questo proposi^ 
to> le <{Qali mèlto yòleatìeri »dei per sàggeri* 
ire a chi fósfis incaricato di si lodevole impresai 
e mi stimerei a gran sorte di poter .còntdboirè 
qllalcbe cosa al buono ipcamuìindmento deità 
ibede^imai la quale ridonderebbe anche, in ono- 
re a cdtesta mia Serenissimsl, Patria l Vero é ; 
^e tali nojtitie ;iòn ho t^e preiso. di.me, e»* 
^endo rimaste costi in gran parte coVmiei libri i 
'^na spero che verso la ,fiae dell'anno avrò dalU 
M» Si ia permissione di fare, una soótsa in Ibù 
lia: ed allori avrei campò^ di ràc<M»gUere tutto 
quello che mi è oecbno 4^. osservare» e notare* 
Tanto per .adesco posso dire a V. .£• sovra qu^ 
4to par^colare » aggiugnendolc solo i die se V 
idea dell' Eccmo Magistrato fosse di èontinuar» 
solamente il Gymftàsium féUdvimm delTòmnij^ 
sini; in falcai foeù più avrei da ÌK>mministrartó 
xli quello; che 3i ritrova nei pub(dicl registri 
della stessa Ùnive]fsitai,,e dell' Èccmo Magistin« 
to; anzi nulla di più di tali notizie vi si dkH 
vrebbe aggiugnere» per non allontanarsi dàll* 
«ardine e dallo stile dell'opera sopraddetta» 

f5o« Al Sigé ÀmàtUC^m'éOfì. à Finèxisi 

Fùnns it. ApriU ijiii 

Quando vi scrissi la settimana pusati» che 
^a momenti. dovea partire Monsij^or Alb»^ 
ai alU voiu di Roma i non vi ferissi À 

vero» 



ftiù y poiobè il sabbafiÉ iiésto USL buso «lattiiiè 
«fa fWliio aU'iAfrecta i e 'I ^ibiiiq avaati era 
dealer fatto agais^dtik & M.^ di un bdiUsim* 
diananta raìntatò 17* mila iSorini 4 Gti altri 
tutti SOM» iti calammo ì» ({uesta settimam^^ sic- 
óòme vi iBodi avv^c^ r e (tftti cM mm poicb^di- 
apenolia; df quiest^'M^afcaV^ Veago. óra/ alla itck 
atra lettfra. 1a iicn^ata h^nte ddla Sig. Ma- 
lira mi ha toék^f rztcmstAsM i e <famào mafi* 
già di iMiod» api^tito; è<buot| ^^t» « Ha fatto 
^116 a -^ ^ '|iii(m> il^ ^uo' te^amèitft) ^ e pre. 
j|0[ Dio, cltfe di ^ua( a iMlti aaai abbia aàcera 
s xifarto^/Mi ^et6 fta^»^ (fi abbracciarla ca* 
sameote a . Wu^ Mine i^ « ' {6 sttsai^ (^^ ^^ 
^ €ogaat^/ Sorelle; p l^i^otiai^itutti dal pri- 
^o airtt^im<^ « Ick^ ì;\^ |a >^ i ^^^ ^f<^ 
att». nmcì ^ a boM porto l Nb àhé al Segretario 
Vìgnolà , <:lio éaféMdnto vi Mi|atai , la ^osttii 
kttora^ diretta al SegtMario Catombo; per Cc^ 
àtamiiiopoli , dov6 la apedtr) coti prima occasioÀ. 
BC di pubUteoi dispaccio/ àccidocbè vsMai pia sh 

Sf staio ^iMtirgaiidgo dì morte q«ietto darò air 
uccisore della ^vtra' BkkbiM ; ina itoti v^ i 
mòrte che ^^^t\ a chi e caduto nell' orribile ec- 
ct^f^ di uecMerè' #&pó i^ ]Mwp»<> perire kf :. (no- 
gliè'e la figliuolina', avanti 'uccisa fhe nata • 
Pare i^pedibilaV^oi**^ ^ ^i^ovino cuori umani 
più bestiali dei bnitì medesimi ,'e più feroci j. 
Moia ko'^ufo^ ^H^, •^Ife Tostta * lette j?^*atVY^ 
*«iivetito/ isi'6rri6U% ed etfcmn^, sen» tutto raé- 
iapiieciarimV Ad swfSÈtoÀ ^€^^^ aMai bel- 



I4 e soave, ma tròppo asdutéi/ Si votrebbìeora 
deHa pioggia >V e perchè ai atima ^n^eoaria\^* e 
perchè si 'teme ,^^che né voiga in tempa in«p. 
portuno» 6 allora eoa troppa abbonìdanza •' Tutti 
vorrebbero un Diq a loro 'modo, e * I9* iStagioni 
a loc gusto : ma T Altissimo èl dUpósitoré . ^tf 
tutto, e i 'nostri sciocchi desideri non lo rimp^ 
ao pùnto dalle sue santissime ^téene !ciisposbiio«« 
tii • Delle cose di Roma mi è stato detto > chof 
il CanL^iUbcmV^ i^^ un coreiche qu 

giuntò a Fossc^nbtooe , a qucst* ora siar in Ro^ 
ma : che ^è* due primi assembramenti del ' Sacm 
CoHegio il Cardi Paulucci 'abbia 'riscossi prinui 
8* € poi lé. voti, mancat^dcme solo tir ^' £tf^ 
Io Papa; e che dall' Ambasciatore CesatOB»' Caiw 
àìnàk *d' Althaif sia mto protestato co&trq' dil«è 
• nome di Cesare, Se sia^'vera lacosa^neolso:' 
ma c^o può esser yeia^ * SaiW questa ìeaxn 
nella sera' del sabbato'santo^oM 'tal' vigor di 
salute^ come se ancor fossi hd primo mac^ték 
A qiiai:esima> a non avessi quWta osservata , tt 
Sig. ìhdoIUo vi'saluta caraìnente, ed io<^lcu^ 
re vi^abfacacdpy e sono . ^W 



\ 551- 



iifé .' .'tir t « à i ■* I 
. 5 j I, Al f> fier ffatiriftf Zenit . *■ Fenizàiì 

V? Cc0^i lillà fiiccoli Novella ìettctàtìt qiii òoì 
JZ# elusa da'pjor nel Giornale, la cui edizione 
molto nìi f£ètfie') essetidottè ^tatd èfficàcemeiité 
stimolato da Sé M« T àltt' jeri , che fu il giorno 
innanzi; the égli partisse per^Laxeniburgo. MI 
sonò seco icuiàtd su ie vostre indlspdsiziohi pas^ 
iàte , ed joc^pationi présédti ì assictìrandolo p6i 
jcò j che la cdntinuazidrie dell' o^erà vi st^ri à 
€mte i ed egli ^e né mostrò soddis&ttò • Mi pre- 
jn^e^grandMiéilte ravvisò;. £he finalménte sospi- 
kù^ dà avet voi dito il Tomo i' revisori; òiide 
lN>i. i^assi in titutho dello statmpatòre • Mi è shìtd 
e^issitna» se beii noti qòntieiie gran case» quel 
Hstrdttó ddie attorie di Vicenza fattd dal Ttijsi^ 
fio» che per lo t>ià lo Ha trascritto dal, Pà:gHl^ 
iSni • Tra i Mssi del yòsttó, Goiivehtò lasciati*! 
dai JBergòtici. ne troverete una còpia ; di cui tein^ 
^ fa n^ feci memoria nel catalogò che rie pref 
sii fra i qtiali vi sodò altri Mssi àp[:iaiténenti a 
quella città ^ i qiiaii uii i6r^pó diÉOà di cas2l 
Gualda ; e fra essi in patticolaré V ha un AÌè^ 
f>MrÌ0U^ di C9i€ k^^ilii è nnàM illuttri di p^i^ 
tcnzAy scritto iti foglio^ iti forma blsìutiga, do-; 
Ve può èssere che ritroviate qualche^ notizia <1! 
qliatitd atidate cecéaddd. lì detto MemoriMè ha 
pere uri altro titolo , cioè Ficenza tMnisatà di 
Girolamo Gk4ldà 16^9. tp9i hccrescintddei iS^^jé 

- dedi- 



d^dk^À 4 A tr^anmcQ Bjtrhéiréi^ C^WPw:a»^ ^ 
Q^teUa yo^trif. cf^iighiettua iQtocQQ alt avei;esa% 
to e indiripatò il TfissiQQ il suddetto .competi^ 
dio a fra Leandro Alberti, perchè se ne vales- 
se mìX^ Vaa.De;qcmio9e d* Italia» ciceiicat^ne 
(la lui, mi è piaciuta estremamente, e la ^timo 
molto if quasi la creder certissima. Prego vi pqi 
di riverire a mio nome il Slg. Càv. Zorzi , e 
rin^raziarne^q vivaitieqce del fevo^e fettotui col 
dar^ cc^ia di quel Ms« ^ quanto prima gli^e 
scriverò in ringicaa^iameqto a dirittura, con»; è 
ào^tx^i m^ o^ fono troppq oqiifupato ii^ una 

tracluziqae^ che deggio fai:e pe$: ^oh^ndatiieiitQ 
d^l' Ip^peràtric^ di ^n tinatta^lo di S« Agostii|q^ 
e cJtié fra tr^. o quattro giorni, dpvi:ò teroònare , 
fsi ^ver poi dai; cominciamentp 4 primo Cb:;un^ 
v^ da fai;si. Non v'ha dubbiq poi :^ ^he se ti 
H^e$$ero soQto. Toccbiq quelle /lettèt^e «pettaoti 
^frissitio^ che iqno pi;essp de' su/c>i c^^edi , séno 
pi^tiebbonQ trarre xpolte buone nòtiÌEÌe per. iUu** 
^tcare 4Ì la Yita di quel grat^d'uomo, si la^to* 
ria tetterarjia de' suoi tenq^i • || Cansponier de) 
E^triirca è bene, (;be si ristampi dai Volpi, c^. 
s^dovene ora scarsea^^a , lipassimamieiite di bu^ 

^Q^ edi^iopit Pel libro di Bo^iq ye Q*e^ poca 
necessità; ma queir Elpide, di qui si.«. triovanq « 
o si ^redonq gi'Intiì, che portano il suo nqme.^ 
npn fu mai moglie di Boeziq : e(l iq ne bo^ 
cqn rispetto di quanti 11 hanno asserii, ^scoof 
tri cosi sicuxi, che sarebbe pazzia il dùbitamat 
o'I.. contenderlo • La posta d'oggi non' è ancor 
giu)at4,,^d. iot^sonp f^ccu£^tissij^04 oncte^^Wr 

4o 



i 






Iéo ai iQÌit»*€acdiatm6&C9 tutti y è itt partioolàr^ 
U Stg; Madre; vi abbraccio f?ofì tétt» VàSMiit 
Addio; fratello àzxìkimiBO* . 






L^ 



E nostra connuii Ietterò si riducono al ^le^ 
sente quasi alla sola consolaziatie di comti* 
ìlicarci r un • T altro il nostro, ottimo stato i meiw 
tre ora a me iion odcòtte .«ii pregarvi di còsa ai<^ 
icUna; e Tot a me tlòndàèe; occasione di Arno 
^uÉM^ in vostro iseìSrigio . Tuttavòlta. quel pò* 
tersi ìlire a. vìcéii(&L ^ sto bene^ è'I prìncifale j 
lenza di cui il -rimanente noìi, sarebbe ,che\ c^ 
ttàvaglio* Atudie la. salute ristabilita della, Sij^i 

\ Jiladte ,ini fièmi)iie di cònteritekza i e quella dtt 

tutti di casa nostra,' che salutetete caramente d 
snid .home ^ Qtu son venute nuove che ai Car-» 
itiìial Goziadini noti è . mancato che un sol votò j 

. ^ cunr Papai Ci^^ono i politici, che ancora 

' lo pQSsa essere il Cardinale Pauluzzi,, e che per 

' lai eÀtto sia stato di là spedito V ultimo cor- 

y fiere 4ut giunto ^ e . quasi, tosto partito con Je 

tispoisteiU altra )Bri (ioi lungamente, coti S* MJ 
dft;èui. k» ssntitò dir tnolto bene^ s^, <^. Cardia 
naie Cenuro ì . sì àék Cardìnaie Barbarigo ; e al^ 
coni: particolari me ne richiese. Potete benfigu^ 
sam ,' die A ^Qon cu^re abbracciai T occasiéàe 
iti tefjcitf giustieia a que' due PoqDorati Pitiìi) ^ 
ete^ fiuioé in nfgi st sraxkke bnoré aUa ^/ai * 



A P t T^O I. O : % 1 H o: %fi 

U mmùga&aie giamo, faxa V A^^ustiiStmo Pajfih 
ne .per Lacemburgo ìmwiM o^n V Impecàcciof ^ 
che prìfiiai, della metà ilei, «d^se VecitutQ s' iocam* 
minerà , ^à vicdtà icki Baj^ìii Ut Praga i i qiiaU 
faccia Dia (Itb^ le riescano «altkevoli li par lei; 
sì per qitesta vlésarea Casa ^ Crèscond i 3«^spe(ti 
dell' armi 4e^ Turchi CMtra la Pdildmà ^ pret^st^ 
l>er poi venire ^ r^tttira con qbeéta , Potensa ^ la 
qoalt però y^xin^hóàù veder prima ii altro; im^ 
jp^^fio diranatata 1 Iddio tieassistorà^ Al SigtNa* 
dal Berti, dcòèdatemi buon . leryìdóro ed aoucor^ 
Invidiii r andata à Roma, di Cotesti Vostri <^àlàh 
iiiomiiu ì Sì (ditte occasioni tion vengono , si di 
fireqUmte i il, tHattimi^io della Pisani Morette 
Col Pisani del Banco avrà disgustati ceàt' occkl ; 
che si kiafigia^aiio col desiderio si ^uom bocccN 
iie; l^a. qOeite non sono torte cl^e si paìtisQaw 
Ho : debbono toccar èuttei ad uà solo • Tra pàrbV 
le e Calice ho fattft lajetMraf ei tra sinéèri sih 
ì^ i e cordiali abbracciamenti la fiaiicb ìj ÀfUki 
ài .<:upre; 

POcId pQ«sono dèsideiar più di m0> chd ìfki 
kaioiia del Scmrano Ponti6càta riesca n^ 
h pccsiin^ ck2l; Emineikissimd Cornu^^ ; fOV^i 
pochi, più: di: me. pmoòò amare e. admattf 9^4 
gotti pdaooaggìo , die mi iia &tti ta vitìA 
XMOfù^ «u^Qlacisiin4 faVori ì ciia> hi iirtté tà 

^ùa- 



/ 



^X» ' L « t T B U E t ^ 

qualità necessarie , per ottenere il ptimq pa^ 
ftò deila Chiesa Cattolica ; Se questQ sortisce » 
io né sarei contet^tìssimo, ed anche a vòstro ri-^ 
guardo 9 ck^ sieste della 'stéssa famiglia , benché 
dà lungo tempo se ne sia £atta la diraniaziòi\è^: 
ma finalmente dove è comune lo stipite » il san- 
gue è sempre comune « come appunto Tacque, 
the in più canali derivano, benciiè di molto sì 
3C6stinoLdàlIa so^rgjente, sono però tutte acque 
della stessa sorgente, Qtii si sta in un sommo, 
sil^zie dei maneggi dèi Conclave » perché pochi ne 
etannò in attesìzione. 'Ha stj^rdito universalnien^ 
ie il fatto del Cardinal Salerno , dichiaratosi d* 
^Itro partito ; benché V esser suo Io ' Heonosca da 
^hi sapere. Il soggiomq in Verona ilei Principi 
di Módana h credere, che possano ancora dare 
^a scorsi a Venezia. Il Re di Danimarca si è 
rimaritato dopo una Vedovanza di pochissimi gior- 
ni CQn la vedova Duchéssa di Holsiein Gottorp, 
alétta di Slès^yic, 1 timori che si avevano ^ella 
mossa dei Turchi verso la Polonia , vannosi di* 
legnando. C^edesi che ta|i nuove fossero disse- 
minate per^ri^ardi politici dai Religionarj della 
C^rmania , dove pure le controversie di R^eligio- 
né si vanno mette|idò in migliore aspetto • la 
città é quasi tutta a Laxemburgo , o fuori ne* 
ix)rgh£, e ^e*. castelli « Si sfa in difetto di qu^^r. 
tali , e questaj[ é la nuova ciie^ più mi tocca • 
Disturbi- liòn me ne mancano .'Nella ventum^ 
settimana darò principio al nuovo Dramma' per^ 
la Favorita • Bregòvi di salutar caldamente e te- 
neramente a nuQ ooipé la^Sigi Madi^,' e la^. 

Co-. 



/ - 



Apostoi-p Zbi^o* 273 
Gogaata , le Soretle , è i' Nipotini • Il Sig; lA^m^ 
imsdàtore è ahch* egli in un pallazio di villa 
lontano di qui intorno mezza lega; e può és- 
aere eh* io Vada presto a stór con* lui qualche 
giorno # Vi abbraccio caramente ,' e sono • . • • 

< 554. -^/ Sig. ^ Antonia F^llisnieri. a Padova. 

Vienna 3. MaggÌ9 itzu 

IL Sig- Domenico Maissardi , dipintore "Bolo- 
gnese , tni ha- rfe^tà la vòstra lettera . Ben 
potete figurarvi che molto volentieri T'ho vedu- 
to, vcnendotìii raccomandato da voi . Farò qiìan- 
io mi 'fia* possibile ih sub >?àntaggio; ma spi'àce- 
ml , che ai^cbe quìsstò nosltro ttaliaho sia venu- 
to in iaq pSese, è in uh tèmpo dove v'ha poco 
da sperare per chi non è tedesco « Sono quasi" 
tré anni ch'io sono qui, e con tutti i miei 
sfoi^zi, e con tutta la premura che ne tengo, 
non 'mi e -^neórì riuscito di: trovar Aicchìo a 
proposito pel i^òstro' carissimo Sig. Ippolito , il 
quale ptìcò iton disperò cfi vedere lin giorno ben 
provveduto per' fcomuné consolafciotìe • Il Sig.' 
Cavaliere Garelli ha rkevùtir i libri," che puresi 
avete per lui dal Preti dèi '^Senunarip , fe h* è 
contentissimo . Credo i eh* esso ve he avrà scrit- 
to « Ai i:^. egli partirà con la Maestà dell'Im- 
peratrice Verso i Bagni di Praga in Boemia, e 
vi dimorerà^ intorno a due mesi. Ihtanto termir 
parete la statìipaMcft vostro libro, il quale hori 
^ potrà presentare al Padroiie^ prima del ritorno 
Tmo m^ S deir ' 



< 



\ 

^ «ta hila, e darvi nuove del mio ottimo stato; 
ed io che sono desideroso di j^termi adoperare 
in qualche modo per lui , vi supplico fistaiite* 
mente di supplire iti ciò le mie veci, e di te- 
stimoniargli con r opera vostra il grato animo \ 
assicurandovi, che mi farete. cosà di mio som- 
aio piacere. Deggio anche aggiungervi, che il 
méctesimo mi ha ragionato di voi con sentimen- 
ti sì affettuosi é obbliganti , che pei: vostro n^ 
guardo ancora avrei dovuto amarlo, se per mio 
non fossi stato astretto ad' amarlo, come face- 
va. Fo fine, ed abbracciandovi col cuore mi 
aicb • • • • 

556* Al medesimo • a Venezia. 

Vienna ij* Maggie iT%u 

Sicché non mi sono malame»te apposto nelfaic 
r indovino in proposito di quelle Osserva- 
zioni del Facciolati. Quelle Lettere del Redi è 
bene, die in qualunque rnodb sieno stampate . 
Vi ringrazio della notizia dei due Mss. di casa 
Nani . Gio. Francesco Benedetti , autore di quel- 
la letteira, ò sia paiiegirico al Doge Barbarigo, 
fton mai , eh* io s^pià , stampata j fu Cittadino 
e Segretàrio Veiij(|àno\^ Era amico deV Polizia-^ 
tio, tra le cui Lettere al libro VL ne troverete , 
alcuna di lui. Mori nel 1509. e fu seppellito 
in S. Maria delle Grazie còn'epitafió, che dal 
Palfero sta riferito , come segue : Sepulchrum 
Joannis Fr^H^irci de SenedilHi f^eneti Sécretarii ^ 
'^ ' fri4' 



^ À p o s T tì £ o i i il ó; àff ^. 
Mv/r Thì Sis Qh^hc Àfemor. ijostr Se mal ^ S. 

vi occorresse per altro di andare a queir Isole4« 
ta , e vi riuscisse di osservarlo , fatemi il favore 
di ricopiarlo, come sta e giace, notando arme $ 
forma di depositò i o altre curiose circostanze'^ ^ | 

PliiBsto è quanto so di ess9 Benedetti. Iti dett» \] 

Isola stagno okre al, Sabellico sepolti inoltigraxv 
di. uomini ^ come Luigi Pisani Cardinale « Pietro ^ > v 
Giorgio^, Lodovico Marcello Dottore e fenato* 
re. Bertucci Vaiiero Vescovo dì Verona, tiììppo 
TTerzi letterato di grido, ed altri - Al Marctiest 
Maffei ho risiposto mercordì passato ^ssai a lun* 
go. 11 suo Cassiodoro sarà più applaudito, %9 
vi aggiugcierà altre, cose inedite antiche djài Co*. 
dici Veronesi . Io V ho consigliato a farlo . Le 
altre notiiiq letterarie mi sono state carissime .' 
Nella . rac(:olta degli scrittori delle cóst Padova- 
ne pubblicata da Felice Òsio, osserverete dietro 
la Cronica di R,olandino due antichi Cataloghi 
Latini dei Reggimenti di Padova; nel primo de 
^uali a f • 12 2. e nel secondo a r* 129. trovel- ' 

rete .farsi mcn^zione .della rappresentazione della 
Passione e, Rifprrezipne di Cristo celebrata nel 
gran Prato della Valle in tempo della podestaria 
^i Galvano Lanza l'anno. X24}* il giorno éì 
Pasqua • Roìandino non dice cosa . al<;una di que* 
sta rappresentazione $ .ma ben di simili feste , cUcf 
ixcl suddetto Prato della Valle fijLcevansi concadh 
ti e baili: si può osservare quello che esso ne 
scrive //^. I. cap. x. p. 1,4. ali* anno laoS. t 
lib. ly, cap. ix. p: 41. ali* anno 1239. Se la 
f uddletta rappreKénttamcac finse stata fatta la' rl^ 



1/ 



<" , Ì*[È L X t E R B i) ì 

A ifia e lingua Volgare, sarebbe si<iuramei!te ante* 

Kore di molto a quelle, che poi pe furòtio fat- 
te e rappreseutafe in Toscana . Il Tommasi nejr 
Istoria di SieAa P. n. p. 6^. pretende, che le 
tàppre^entàiioni sacre 5i coitiintiassero a mette- 
te in uso in Siena tìn dèi ìi^i. in memoria e 
laude del B." Ambrogio Sanóedohì, chft impetrò 
l!àl Pohteficè Gregorio IX. T assoluzione de'Sa- 
Aesi dàlia scomunica, e perb ogni anno se né 
Celebrava là memoria nel venerdì .di Latterò . 
il Oestimbèni nel Voi; t. del Comentarj pj€g. 
't\ì* e sèig. parla^ a Jungò di totali rapprésenta- 
jionij ma pare che egli non le creda ' introdot- 
te prima del 144$. In che vói j^etì vedete, che 
ti mólto s'inèantìa. No|i ho questa volta che 
|>iii sóggijigflere , se noti che Riveriate càramen- 
te la iig. Madre, le Rotelle/ e tutti i nostri, 
^àte sanò , ed amatemi • yì ràecomando T oc- 
eluse al Lalli, ed al Volpi. Io sono occupatis- 
simo nel lavoro di un Dramma^ di cui non lib 
tatto altro che^ lo scenario , e dopo fatto , temo 
Jtt averne a fare un ^Itro sopra altro soggetto, 
^ riguàildo dèlia difficoltà che incontro nella rap- 
presentanza di lin fìnto abbattimento tra Perseo 
è Cenietrio , figliuoli del Re KUppo , seguiti 
^dai lord Macedoni; menare dicono, che il tea- 
tro della Favorita pon è capace di tale spettaco- 
lo ,* il che è falso ; e che S. M» abbia gli anni 
J^assati datò ordine , che simili abbjtttimenti più 
in avvenire non abbiano a rappresentarsi ^ a ri- 

rardo di qualche disordine, che n* è seguito j 
cife tttrfo che sia tettf -'Nuovamente vi sa- 
"^ luto. 



APosTOtò Z ^ ^ ^^ 179 
luto , e vi abbraccio • Sono obbligato a vói e 
al Sig.Facciolati dei lumi dat^i sopra la voce 

r€HmÌHs y e sopra 1* altra InsntUantts ♦ "^ ' 

1557* Jil Sig. Anàttn Cvmdrò. a Vénctia,. 
p^ma 2^ Ma^gtp 1721^ 

LA elezioìie a jSqmmo Pontefice del Cardinal 
Conti, il quale per rinnovar la memoria di 
Papa fenoofinzo III. uno de' suoi ascendenti , ha 
preso il nome d' Innocenzo XIIL e stata ^ molto 
b^nfe ricevuta in questa Corte •/ dalla quale gli 
sono stati prestati anche non pochi favori . Due 
suoi frateUi , o nipoti, son morti inoltì anni so- 
lio militando in Ungheria al servizio Cesareo . 
Dei Ministri, che si ha nominati-'in questo co- 
minciamentQ del suo Pontificato, qui è stato in- 
teso con piacere, che 'abbia dato il carico di Se- 
gretario "di Stato al CaMinale Spifiolà , che fa 
molti anni Nuncio al nostro Impcradpre . Tutfti 
parlano 'bene del/ nuovo eletto ^ confessandolo 
tutti Idi un ^cuore franco e sincero ^ ^inclinato al 
ben fare a tutti , amante delle lèttere , avendo 
raccòlta un* assai buona libreria , e |n una paro- 
la uom da tfcne , e lontano da ognL interesse e 
passione ; rfcchè se ne " spera ' generalmente ^ un 
•felice Pohtificato ,'che Iddip^ Signore per 'molti 
anni concedagli, e sia ja beneficio di tutta la 
Chiesa • Ho inteso con dispiacere 1* arrivo ddfe 
innumerabìli cavallette comparse in coteJte par- 
ti, fino a coprire 5. miglia ifi paese . 51 fatte 
^ S 4 ' be. 



bestie uè mai fanno del bene ove sono ; kè thal 
ne annuncialo per , dove , vanno ; ..Spesso spesso se 
ne son ve4uti pfissimi .affetti » Lodevolissima e 
santissima si è la vigilanza e zelo di cotesto 
Eccmo Magistrato d^ia Sahità , che subito ne^ 
ricerca il rimedio e 1 firesèrvativo , avantichè ne 
avvenga di peggio. Non tid sovviene ^ che dir^ 
vi di avvantaggio > e però desiderandovi ognibe^ 
ne, vi abbraccio col cuore » e sonò • • • ì 

J58* ^/ P. Pier Ga^eriné Zeno . a VènezSa. 

• f '. , - . ' ■• ■• • • • • ' . 
yUnna Ì4. Giuinè 172 lì 

LA risposta ,datavj da Firenze intorno al Vo- 
pisco 4el Burchiello noti può essere più ri^ 
dicola. JEgliè più sano iL^ir^t cpméfo io^ ngil 
lo so,) che il parlare a sproposito ., Alcuno lo 
^ avrebbe potuto dire un soprannome Romano dsK^ 
tosi dallo Scala giusu Tinstituto dell' Accademia 
Romana e Napolitana» che aÙora,gotivano: ma 
io non so, ,chéJo Scala fqsse dell' una , o dell' 
altra > e nell* albero. de'$uoi asceAdenti, che fu- 
rono da Colle di Valdelsa , e di bassa leg^ , pò* 
sto nel fine della, sua Storia Fiot:entina, nrpn sd 
che .alcuno di essi sì chiainasse Vppisco, al,q^a- 
le il Burchiello potesse fare^ allusione . Del|a 
morte del P. Garzoni il P. Mariconi ed io ab- 
biamo provato ì un grande rincrescimento • Io lo 
aveva (già prevenuto con, la notizia della sua ir- 
' remediabile pialattia participatami da voi •, ][ddio 
Signore T abbia, come e. da sperare diquel buon 

feii- 



A i> è^ è T é J, o Z B H oi ili 
ir^igiòsai nella soa eterna . gloria • Il posto dà 
Segretario Po|itificio 4elle lettere Latine ^ a' Pria- 
^pi ^ statò degnamente epaferito, a M9n3.^ Pa$^ 
ìionei dal nuoto *r4[naote Pontefice ^ U;<^e4i 
iiìòlta. ^speranza di voler riuscire uà gran Papa^ 
e di voler fare un glorio^ go^vernot Df. ^uen» 
huòVa ho sentito . molto. piace2;e ^ amarao ,6 , ^t^ 
mando da malici anni singolarmente 4 .su4dett<» 
Prelato;, e iCon e^ual piacere ho inteso similqi^:^ 
teinuovf titoli e onori ottenuti da Mfms^Bi^jtik 
chini »^ al> qua}e sonot obbllgatUsìmo per la me^ 
daglia del Cardiiial Noris, da lui data pfr me 4 
P. Baldini j> che mi sarà molto cara • Deli" I^^K 
ItHliCHm del Mabiìlon servasji purjs ji tutto suo 
comodo il Sig. Arciprete Conte MuseUt « poiché 
à s\ buon usò se ofi sei;ye. ,Bas(afni. solio il riap 
.Verlo^ quando ne sia finita la epilazione col Ms^ 
esistente in Verona delFandico Órdine- R0m9no« 
Aiu:hi io Qj3n ho, molt9 buoni riscontri ^ intorno / 
a Moni. . Fptitanini y al quale però desiderp.ogni 
bene^ essendogli stato.amico per tanti anni ^,c 
non avendo cagiotl^. alcuna per j(ion continuarlo 
ad amare > se bene in alcuna delle sue Scrittu« 
re sopra Comaccbio non mi son pptutp indurre 
.ad approvare xerta numera di. scrivere -^iroppò 
yiplenta i e aliena da^la carità Cristiatìa coi^tro 
del suo avversario. Il tipme di Aurelio Amaltea 
non mi e sconósciuto • Mi sovviene di aver vQib 
duto, molti, e molti ai^ni sono > più. di un vo» 
liune Ms. di poesie volgari presso il fa D* Àa^ 
tonio Ottoboni y che ne facevii molta stimai i 
Trovasi anche stampato del luò un l^^ro in S(^ 

net- 



pttd intitolato f^nttiM ^otéAngliésa. In P^Hetid 
p^èà/o il JHliàco\t6y6. itìf 4. e afi àMm ititko- 
ìktó II Ttmpio delld paci fiMftcatP dal Cardia 
itàl MézXarifià ^ Stànkjt déV C^aitere- Afndteo 
( ma questi efèdó, che fo^se 'Ascanio' ^uo fra^- 
*éUo^ il quàlti full Cavaliere') |)t Parigi pr e s^ 
S0 il 'ciritfhùiì^ té. ... ih fbglìù.* Qtiesta hn\u 
glia è'celÀre'jtfitidpalmtote pei? li W (tatelli 
Amaltri , tSitòJartio , Gidt batista, t Gonidio, 
tutti e tfè' bravi Poeti Latini, Il iecotidò dèi 
gttalì, cioè Giò. Batista ^ si dSettii molto della 
irolglr pòetìài wine y^^ eia' su<>Ì <^ortìpòilìàiert- 
R Sparsi per ratie raccolte. Avrò paro , eh* sì 
^tarapl la ftaduzioh^ 'delle ' Tragedie di Seneca 
fatta dar Suddetto Àtareliù . Ricordatemi (>tion ser- 
yidore iX nòmù Sìg: Gìo, |àtista Bono , nostro 
più buon àttiftip', fhe parente. Vi ringrazio del- 
le notifcicf dàtehli ìntfitfnò alle lettere scritte di 
éiversì grandi uomit}! al fiimoto Tassino • Il De* 
iMtrio precettore di lui nella' lingua Greca fu 
IDemc^o Calcondìlà ,''Co^intinopolitano , arai- 
w>'del pembo e dell' Arrosto /il quale adche 
lo nòmina |ieHa sua Sàtira al Bembo. Osserva- 
W »cl Tx>mp XXVIII. del Giornale juir- 1^*- ^ 
Irtiut^iitazìòtie da me fatta ad una sciocca annotaa 
kìonedd Rolli '.Avete «igionc in dine, che 
^tod bonétto del Tris^ino rfafkttó cóntri Vicen- 
À , amci che contra. Veneiia . ' Pure il rumor cor- 
sfe, che fesse tcOTitro dì questa. Vedete le Ltt- 
tétt dei Ciaco^Adria a e. 34^ 35. delia edt- 
fttofie di Venezia \6t>6.m 4. Qyel sonetto im 
è* «ito ca^issfatto . fo *ron Tatea mai rtdvto , 

né 



^è sb che io bicMa raecekk lia tiptmté* Un 
llùoVò prdìtìé mi Viene impostò fli ilDil più tt^ 
tagliare dietiw àlJà Serenata^ ;iia diètro J' Op6A 
fa . O quanto feitì^ , che' pur m* etu' nccesèt* 
rio, mi si è httò ptriete |nutilméhte! Paté ci 
vviòl pàziefi2a. Salutate la Sig/Mad^', e totei 
di casa Ao^tra* Il Sig» Ippolito j il Sigi Gcttti* 
lòtti 5 e'I P. Mdricòai vi maiidano tm aifetfu6^ 
so saluto y ed i6 più di tutti tordialmeAte ' ri 
pbbttLttio . 

5^^. ^f Sii* -^^àreifi C^hdrè • M V^ntiSà, 

VitWHà fy Luilio tftU 

SEmpre più nii consolo déir ottiitJo «ato èli 
tutti di nostra casa, e in particolare di quel- 
lo della Sig* Ma4re, è 'dèlia 'Sig. Cognata i il 
cui male passato né a lei darà timore, né a voi 
cofripassiìphe per yefalfiJ ad altri simili esperimen- 
ti . Piacerai però sì fatta risoluzione, poiché voi 
la volete fate più tosto da marito Cristitóo, clic 
da pfStklcb. Al gterntì^ d'oggi molti $ì inarita- 
tto pét aver prole, e poi <emeftodl aveifnètròp* 
pa; onde laotiano di praticare in loro ea^a quel^ 
lo , di che fìoft si astengono 'fuori *^ Non è poi 
dà maraVigliàlsi , che tante fajiiiglfe Vadano à 
ìtìaie, e periscano. Veggo ^na fiuovà finezza ddl 
vostro cordiale e fraterno affettò verso' la mìa 
persona nel nome , che vi Siete eompladtìlo èk 
rinnovare nella vostra caia, chiamando col mie 
nome T ultlmanicnte a voi nato figliuolitìo • Vi 

ne 



•n 1 



Ile ringrazio di Cuore, e Iddio Signore lai Bd-* 
nedicai e cotiseryij )q[uando petò ciò abbia ad 
^sei?e per gloria, d^ Dio ; e pdr nostra ; contea-* 
tezza • Lx^nddi si attende di ritorno , o 1 giori^ 
tegqeoce la nostra Augustisslnli Imperatrice , la 
quale ^pde perfetta salate i Per. li dieci^ è la gala 
della Vedova J^mpèratriciì Anjalia, 1* quale poi 
ai dodicr^psirthà a^ aggiornare per sei settimana 
à\ suo delizióso ritiro di $érnprun , , nqn molto 
discosto dal Palazzo Obizzi , che quesp' anno ba 
preso a godere il ^ig. Ambasciatole Friuli , spes- 
so ivi d^ nie visitato all' <)!ra^ de^ prànìzo,» Egli 
ha sempre buona compagnia, ma nel tempo del- 
la dimora deUf Irapetatric^e T avrà ancora miglio- 
te pel continuo passaggio de* Cavalieri ébe ne 
andfaohò aliai visitai 

fióé Al P. Pur Cì^èrino Zené. n Fenczidi 

Fie$tn4 12* Loglio 1721. 

àUesta settimana 5 cioè domenicapassata « n^i * 
^è finalmente riuscito di aVer. Tonpre di 
baciar la mapo ai Padrone» e dppo varie cose 
ragionate insieme ^i cadde il proposito del discordo 
sul Giornale, e su Ja. vostra persona. Mi valsi 
dell' occasioffó » e gli ^esposi le nostre comuni 
suppliche e desiderj. Mi rispose^ b.e9Ìgname;n,te 
ascoltatomi > che stendessi il memoriale , e ^be 
poi vedrebbe ciò che potesse fare, per consolar^ 
ini : di che umilmente lo ri|igrazi2(i • Vedrp nel- 
ia venti^ra Settimana di stendere il memoriale e 

di 




/ 

A p è % r o L o Z i n o. sSj^ 
jii presentarglielo , e rie spero un buca Àicce^^ 

j sò/ArSig. Giovanni David io yorrei aver fooi 
dò di far cosa di suo piacere ^ Vantaggio*. Qh 
AÒscòla bontà del giovale, e conipaìtisà) la sua 
liiiseril* Ma qui non v'è nianferà di f^erJó 
CoUpcanè/si per non aver lui la lingua Tedò« 
sca» sì perche dall'esempio di più di trenta ik>7 
stri Italiani 5 e la maggior parte Veneziani » ho 

^ manifestamente impai:àt^ > ette quanti ^i vengo* 
Qo con le mani vote , con le mani vote qe par* 
tono; e Iddio ' sa quààte' carità mi è convenutp 
di fare , per non vederli perire di disperazione e 
di fame, consigliandoli sempre, e àjotandoU ^ 
ripassarsene i 'monti , e to'tnatsene 'in pàtria • 
Non sonò molti giorni, che qui 'mi si e pre- 
sentato un giovane Atehiesè , 'c*he sa ben^ di 
Greco, per nome Andrea Miari , raccomaridatoi^ 
mi caldamente coli lettere dal Sig. Marchése 
Mafiei , acciò lo kjufi e lo assista per metterlo 
pressò qualc'he personaggio. Ma buon Dio! lì 
pover* uòmo giunse , che non aveva un quattri- 
no, male in arnese', é bene in appetito. Io credo 
die' dovrà fra pòchi giorni ribattete a piedi la stessa 
^strada che ha fatto : ma intanto io sarò , come sono , 
condannato nelle spese . Qui non piace il Grecò , 
ni meno quello che sta nei fiaschi ; stimandosi. 
più una bottiglia di Toccai, e due di Borgo- 
gi^a, che cento dì Greta, o di Cipri. Scrivo còn 
ìjn grave dolor di capo , cagionatomi dal dover 
cpn troppa fretta lavorare il JDramma , di cui 
«ono a quest*ora solamente alla metà del tei^zo 
^ttQ , cioè a dire di e^fo . A propofa^ic^^ che I» 

lina 



vm Q àìfì MtMi mi convita ttwv<larl9 alilaf^; 
$tra (tì^muf^i^. Cpsì noà ho mocip oé dirlp^i- 
1U1«,II<( di <^r9Sgerl« i «9» f b^ di nùgUprar- 
U^ ó immU: co^à ch^ più OW mi 4 aJuc<;«d\Jh 
(9 ; Fari pfirder^ il teinpgl iiiiitilinéptie ; ^ i mf^ 
x^ (9CC4 U peiÌ4* $al4t^e U $i$* Mi4ra i « 
tWti gU al^rt « di ^uj^r* vi àtecfiQ. 

|^<- ÀK^k^ '4^àre4r <:«riMr«i. 4 Vf»W4^ 

16 tui trpvo indpwo ancbe di Agortp tutti i 
ve«titneiiti di Geonajo : per;:i>é 1q stesso rigpr 
di fredda vi ^i >eiite e pauli^e. $X^g\6v^ ^iiViii. 
disordiq^ di questa lioa bo iii^i provata V niiei 
giorni. NpQ so cpme v« la passiate ià Italia s 
ma pf r quello cl^e . ne yitn ^tó dà altri i paf^ 
cbe^ le Hoà vguale^ alipelip iiisplitsl $travagan^ 
VL di tfmpi W' qi^asi universale « te malattie 
spnp moUe e {iericplose i 4 piaccia i Piò cb9 
peli* autunòo no^ né seguapo di , peggiori - la 
Francia seraj^re più peggipranp gli affari àélU 
f^9t^i la quale dopo un anno ^ in cui pareva 
gpnfinatà sqIq nella Provenza, si è stesa anche 
<iell4i ìjùa^dgcdi in più luoghi; il che metterà 
più i^ apprensione quel Governo ^ il quak 1^ 
4^e finora non n^ abbia p^so molto fastidio ^ 
iiv^dovi ; per quanto si dice i inandate e tarde 
9 scarne le provvisioni per sostentaménto di que* 
popoli «desolati . Grazie a Pio ^ che tutti stiàni 
^a^ di ^u(re > jse ^en d'^luo poco contenti : 

ma 



'Apostolo Zi^nro. :^aj 
ma in ^i^esto taóodo non si pu9 av^f mai beaè 
seo» mescolamento 4i travaglio^ jil quale $e):v^ 
di merito, quanclp si tollera cpn umiltà e con; 
paziènza i , ^ • ! < 

Q^i occlusi riceverete la copia del Diplomi 
(conceduto da Ferdinando L d* Austria ; Re di 
Boemia^ nei 1538* al Cavaliere Qurlo Cappello • 
Esso è molto poorificò per lui i per Francesco 
Cavaliere sud pa^^e^ 9 per tutta la sua npbilis^ 
sima famiglia • In oggi tali testimonianze non si 
costumano • Mi era per altr<^ stato, fatto crede- 
re, che fosse privilegio di titolo di Conte nella 
sua posterità/ ma in leggendolo non ho trova- 
to , che còdteiìesse tal cosa ; ma solo uni ono- 
revole dichiarazione del Cavalierato conferitogli ; 
pare Betisi l che tali fossero i Diplomi cpipcedu^ 
ti 4I CaValier Francesco da Ferdinando di Sp^ 
gna i e dall' Iti^peradore^ Massimiliano I. enuncia^^ 
ti Ui quello del (2aValier Carlo: i quali se pel- 
tro ri4venire in qualche parte ; non mancherò 
di farne prender cppia,' a di inaiviarvela per far* 
H quindi passare in mano air^ccmo Sig» An-*< 
drea,* mio singolar Padrone^ al quale potrete 
l^gg^re tutto questo paragrafo; aggiugnendpvi ìa 
fine le attestazioni del mio riverenti^simo osse^ 
quiòj come Jmre all'i^ccmo $ig. ^irplamo soq 
figliuolo < Ho fatto trascriver^ il^ Diploma X(^ 
U sua medesima ortografìa ^ e co' suoi meciesimi 
errori 4 Doménica passata lui a praiizo appre$i9 
$; E; la Sig; Contessa ii Felz^ e vi trovai **• 
che l' J^ccmo Priuli • Il pi-incipio 4eÌ diesinare fU 
allegrissi^no, maappew m?ng«^ w'attiitìa^up. 



^^^ l B -^ T E & S 1 

»a,' tutto ad un trattò calò utia fierlssimsi flus- 
sione accompagnata da gonfiezza nella màiicfib'u- 
la (destri è nei denti ^alFEccmo Sìg. Ambascia- 
tore ,s che non gli permise di mangiar di vantag- 
gio, e questa gli contiriiiè cinque giorni, obbli* 
^àndoìo anche a lètto : ma jet rhattina che fui 
a riverirlo, io trovai al tavoltnà^ e in assai mi- 
gliore stato di prima ; >talchc lo spero In tte o 
Quattro giorni dèi tutto libero. ^^ 

P 562 Al Sig. Canonico Paolo Gagliardi. 
' a Brescia p 

Fiinna 3. Sttnmbre 1721. 

GRatissima mi è stata la vostra lettera si 
per yenihni da una persóna che (fatico amo 
ed onoro, sì perchè da molto tempo n' era di- 
giuno e voldnterosQ . Io vi ringrazio quanto «o e 
#o$sc) della cortese memoria, che avete fetta di 
nic con cotesto Emo Vescovo Barbirigo , e tue- 
ta professo alla voàra gentilezza ed al vostro 
amore la l>uona opinione che di me ' tiene , sa- 
ifendo ben io non essère in me qualità alcuna 
fer meritarla. DelP esemplare del vòstro prege- 
volissimo «P, Gaudinzio , che ho' avuto 1* onore 
di preisentaré ali* Augustissimo Padrone , ho 
ricevuto tale compenso del gradimento che là 
Kf. S. ne ha mostrato, che : sarei molto indi» 
scretOy quando da voi 'ne potéssf accettare un 
altro cambio' del' presentato •- fìregovi per taéto ài 
dispensarmene, assicurandovi, che in tutte le 00- 

ca- 



\ 



Apostolo Zeno», aS^ 
casipm» che ini sono oflferte,*e che mi si pò- 
tr^iino offerire , ove possa far giustizia al merito 
vostro , e dare attestazione della stima , che vi 
professo , nessun riguardo me la farà di mago 
;5faggire , parendo a me di essere a parte della- 
gloria che hanno le persone che singolarmente 
^mo e onoro • Da: un Catalogo da me ultima- 
mente iis^iervato , compresi esser vicina la pubbli- 
(azfione del S* FiUstrio^ che "da molto tempo è 
stata projTiessa al pubblico dal Sig, Gio: Alber- 
ta Wahriw • Qiiali fatiche ci abbia fatte sopra 
questo letterato, npn è a mia notizia, ma pro- 
babilmente vi sarà qualche erudita ' Prefazione e 
qualche Annotazione, più tosto generale, che 
ad illustramento del testo, in quella guisa ap- 
punta che egli è stato solito fare in altre Ope- 
re dì Autori da lui fatti ristampare in Ambur- 
go , e negnSàmente nella Bibliotheca Ecclesia-^ 
jtic^. Comunque ne sia, starò" in attenzione di 
avere il libro , tostochè ne sia compita V edizio- 
ne, e di farvelo avere per la via più spedita e 
sicura. Circa lo spedire al Fabrizio un esem- 
plare del vostro S\ Gaudenzio ^^ io crederei che 
esso maggiormente lo gradirebbe , riceyendo- 
lo-accompagnato da una vostra lettera. Vi po- 
treste valere del Sig. Dottor Faeciolati , che tie- 
ne con esso corrispondenza letteraria -da mol- 
to tempo . Il Sig. Gentilotti , che si è riavuto 
dopo molti giorni da una travagliosa indisposi- 
zione, mi ha promesso di usar diligenza per 
trovar le edizioni del S. Filastrio ^ che. possono 
essere nella Biblioteca Cesarea , e quando le ab- 
Tomo III. T . bia 



>9ó JLetteredi 

bià ritrovate i andrò io medesimo ad osservarle 
per vedere se sieno le, ricercate da voi. Di tut- 
to renderovyi opportunamente avvinato . Nella 
Cersarea non v'ha sicuramente alcun Codice Ms. 
di Catullo y avendone fatta usar diligenza tem- 
pò^ fa anche ad istanza del Sip Marchese Ma£. 
feÌ4 JLa vostra Disserfaxdone iritàPHtf ali* antica 
statò de' Cenomani , ed ai loro Confini i illustrerà 
molte. Còse s dr^ cui siamo all' oscurò i Tutti i 
Veronesi di buoti gusto e sapore che sóAó vis- 
$ùti sino ad óra ^ faan posta certamente! U città 
di Verona nei Cenomani • io avrete os^^fyato 
specificataìneilté dei versi del célèbre FracMttof'o ^ 
e nelle Caitig4tio?ìi del dotto Francesco Spara-' 
Vieri y dove egli dì dà uno Specimen rerum Fe^ 
ronensiumy che quattórdici anni prima dèi 1 676* 
egli avea cominciato a distendere : opera vera- 
mente utile al pubblico, e a lui lodevole , se 
l' avesse compiuta e divulgata • 11 fatto delle' 
metropoli antiche , principalmente in Italia , par- 
mi che ancora sia grandemeilte imbrogliato ed. 
oscuro . Crederei però che considerato in diver- 
si tempi i e sotto diversi governi ^ sarebbe più 
facile lo svilupparlo e illustrarlo • Cosi sono di 
parere 5 che avanti che i Romani si rendessero 
padroni dell' Italia j vi fossero città capi di po- 
poli e di* Provincie , e per conseguenza metro- 
poli : così Brescia lo era de' Cenomani j Ascoli 
del Piceno i Capua della Campania i Taranto del- 
la -Lucania 5 Brindesi de' Salentini ec. le quali 
città, dopo la conquista fattane da' Romàni ^ 
fossero tutte ridotte alla stessa condizione che 

le 






A P Ò S T 6 i 6 ^ È N ò. *^| 

le altre i divenute respettivamente quale coloató ^ 
(juale municìpio ec. Sotto gf Iriiper«ldori dipoi 
ili progresso di tèmpo tòrriatorfsi a restituir le 
rrtetropoli , come si ha nella NoiisUa dilt ff^fe-^ 
rio , e in tariti Autori ^ cfcé ne tìaniid eccellen- 
temente trattato • Ho messi insieme tutti i vòAr 
teriali per distendere la mia Diiserf azione sopra 
il ^biitico di Boezio i e per èotofatafe coìoi^, i 
Squali ^ifiora han v^ftametité creduto che la fa- 
mosi Élpidé fosse sua prima mcrglie : ma noti 
èa (Jùatìto mi avanzerà di tèmpo a porri mano 
e à finirla." Al preseiite sonò occu{5atisiìmo nel 
fecondò Dramh^d , che deggio aVef tehninato 
entrò qùestd.mese^ e appena rie sono alla me- 
tà ^ e ciò che é peggio , la te^ta rioii mi stt 
molto à segno e iri vigore ,• essendo ella assai 
«tatìcai Egli è fur la cosa faticósa il fat versi 
quando s'invecchia,' ed ìó già piego versò cin- 
quantacjuattr'' anni delP età mia •- Ma lasciamo 
quésti petìsierì e fagionarteìiti melancoìici i' Ri- 
tornò alla vostra Disscrtaziorie i Sono persuaso, 
che si vedrà una cosa iri questo geriere perfjet- 
ta^ e singolare;; riia guardate che non la gua- 
diti il nome, che' disegnate dì porvi iri fronte . 
Io rièri meritò Veilmente sì grande onore ,- e 
tutto if prègio ne ricevo dalla Vostra amicizia , 
in riguardo alla quale io non posso iri nlòdo ^ 
alqund ricusarlo ,- qì^iiriqrief sia per essere la 
Corifusiòrie^ che me ne verrà daf pòco mio me- 
ritò. Mi è aitato scritto i che il Sig, Madrisio ne 
abbia fatti un' altra in difesa! della sua Aquìlejà , 
antica Metropoli della Vcrieiia . Io non 1* ho 
T a anco- 



^CQra veduta, ma hq scritto che mi si man* 
di , U ^aceirdpte Panagioti mi è notq , ed è uà 
valerftuprào per insegnare la lingua greca . Mi 
cqqsqIo deir acquisto che ne ba fatto la vostra 
patria > perchè gliene verrà giovamento. L'igfip- 
trac quella lingua è uq esser sempre straniero nel 
pae$e della buona letteratura; ed io pur tcoppo 
per i^perienza il confesso. In un catalogo di Li- 
breria già venduta iu Olanda ì^o osservato il ' 
titolo del seguente libro it^ 4, Thcophili Bri- 
^Ifnsis Carmine. jSri:^'ia 1495* Nqn ho qui i 
miei libri per indagare chi fo^se cotesto Teofi- 
Ipy e di qual casato. Scrisse egli, pure unDia^ 
Ifigo in versi esametri lìe vita soluarim , & ci^ 
vili y a Guidubs^do della Rovere Duca di Ui- 
biup . Avete voi mai avuta la suddetta edizione ì 
Gontien ella cose diverse d^l suddetto Dialo^rq^ 
Finisco ec. • • • • 



; 



J63* ^l Sig* Andrea Cornaro ,. a Venezia^ 
yiennik ?• Novembre 1721. 

MArtedì è anda^ in iscen^ per la prin^a 
volta il mio/Dramma intitolato Or»/W^ . 
Le nuove del siiigolare e indicibile applauso ^ 
che ha conseguito , sono ce^jo *che vi saranno 
significate da altri . In mia bocca parrebbòno 
effetto di vanità e di jattanza' . Dirò solo che gli 
Angustissimi Padroni me ne han fattp distinto 
elogio, e avanti e dopo la rappresentazione , 
Per tutta la Corte si dice concordemente non 
.. ^ es- 



Apòstolo 2 t i4 ó: i0^ 

' èssersi veduta sul teatro còsa pia magnifica i i^ 
Vendo corrispósto la bontà della musica ; T atti- 
vità dei cantanti i la grandiosità delle scene , e 
la magnificenza degli abiti . Io stesso ne sono 
rimasto soi'pì'eso, tuttoché due volte in toutarà 
la scena siasi convenuto aspettare ciie gli opera) 
finissero di apparecchiarla .• al qual disordine $i- 
rlmedlerà nella secòtilda fecita .• anzi né men 
questo sarebbe seguito, se si fosse potuta fjure 
Uria pfova gerierale pfima della redtay mi le 
scene riòtì erano in ofdine , e però é convenuto, 
farla a ripentaglio, ed io mi era figurato dipeg*- 
gìò . Direi che per quést* anno son libero d' ofghi 
-impiccio; ma il desiderio che ho di rivedervi 
con tutti 1 tnlei nell' ariiiò vetìtdro j farà che béft 
■ presto ripigliérò il travaglio dell* Opete e degli 

Ofatorj da farsi i Quaggiù non si può a<^er bene 
e piiacrere senza travaglio ed incomodo. Gtó ^er- 
j ve,' Kà a- fare ciò che dee, non ciò che viiole. 

Alla prima occasione che mi si offerisca i vi spe- 
j dirò le solite copie dell* Opera per vói e per gli 

I amici 4 Dietro a quéste glorie vorrei che veiiis- 

I. sero i quartali, se fìont i fregali: ma di quelli 

lioti se lié parla , e di questi tìon se ne speta . 
Qiii da qualche giorno si è in molta costertìa^ione 
t fer voce sparsa* 5 che inVeneiia essendosi data t)ra- 

; tica ad uri bastimento venuto da Marsiglia i vi iì sia 

itìtirodotto , che Dio tat guardi , il contagio < So di 
( certo che il rumore'^ndn ha alcuno fi^iìdstmento ; ma 

desiderò di averne positiva sicurezza con qualche Iet« 
tefa da voi : sicché strivet«ni due tigbe ^pra di ciò ^ 
e ac:<;énnat€ifu . sópra di che pòssa essersi Invea^ 
i T 3 tata 



9f4 I-jBTcgjLf or 

(ata cj^testa fi^vola e claacia • JE per ^e sala- 
ndo al $olit9 tutti 4^ casa , e in particolare la 
^ig. M^P > y^ abbraccio caramente ^ e sono • • f 

if(^ yjf/ ^/i". Capelliere An$0nfri^c€seq Aùirmi f 

yifnna i^. ^aytft^hre 1721? 

ALcutd letterali, ciie in questa G>rite dlnioT 
raop, si sono messi ìq risoluzione di fare 
pna nuova (edizione deUa «Storia famosa $lej[ Guic- 
ciardini, ^he siji la più ^mpia, corretta, e nii^ 
^iore di quante 3Ìno ad ora ne jsienp uscite ^ 
^ tal fine si ^osw> posti % pollazipnare quante 
fte sono uscite in Firenze ^ in yene;^ia, in (Ge- 
nova, lèd altroye; inserendovi iancpra ajic^iluor 
^i che si trovaioo impressi ^ qua 4<L'|nonti ìq 
un libro intitolalD Tìm^nus rcstitutus . Ma per- 
che j^nnp ^he .questa (edizione sarebbe imperfet- 
ta, « mancante di molto, se pon fos^ risconr 
trista e ^supplita ,cpl MapQSf:ritto originale d^ll' 
iN^ore medesimo , che si ritrova in cotesta ]LÌt 
^reria Ducale, ed ^ssen^o persuasi 4e]|a parti* 
cplar servitù frhe tengo con V. S.IUfnai ^ del- 
la somm^ sua bon(^ e intelligenza 5 banpofattp 
a me ricorso, ^A ipstanza, perchè io dpye^sì 
scriverle efficacemente, come ìq^ ?u questo par- 
ticolare, e supplicarla ili trascrivermi ^on diiir 
jgenza quc' luogfci , che per pegligep^a de* cor 
^isti, degli stainpatori , o per qualche altr^ 
ipa^giiMie )^s$ero ^^ti neU' Istoria impressa su4« 

detta ^ 



; 



Api>t5TOLO Zeno. a^j 
4^fta, o tronchi > o alterati e guasti. Coa ciò 
Y* Sf lUma fera a persone ben meritevoli ^ ed a 
n^ incora, che per és$Q ne ^no, intercessore, 
ina grazia s^egnalata > assicuratidola , che in pub- 
ilicQ ^4 ^ privato mi regolerò religiosamente 
is^ qije^ie norme ecoQdkaoni, che a lei piacerà 
4i pciesCriyérmi • Lungamente già le scrissi con 
akira mia. ixitorno ad altri punti in risposta del- 
la ;ua lettera, ^ spero che essa sicuramente le 
sari pervenuta .* onde altro per ora non rim^i- 
nendpmi a soggiugnerle ^l mi dico qual sono • • • • 

^ ).€$. Al Sig. Ab* Giuseppe Bini^ 4 Milano . 

iry^ non mancare al mio debito trasmetto a 
X y. S. Illma il $)econdo mio Dranima di quest* 
ana> recitato per Ja prima volta ai 4. del pre- 
sene Me^e nd[ giorno <iel nome del nostro Au- 
gustssìflip Padrone , sperando , che ella debba 
onpnre m^e questo del suo benigno compati- 
mento • |.a decorazione ^ }a musica ^ e la virtù 
degli attori , qui V ban fatto universalmente gra- 
dire , fi in pamcQjaire con distinzione dall' Au- 
gu^ti5sima PadfonMza; ma abbandonato da que- 
sti a juti,' non $0 ^e tale sarà V* S. Illma ptf: 
litrpyarlp nella lettura di esso , qimndo nòti lo 
figuardi con queir occhio di bontà , con cui ne 
ligU9jrda V autorje • Giusta il suo primo coman- 
dimwto mi feci V onore di trasmetterle anche 
r altro già recitato : ma mi saràr caro di averne 

T 4 un ,^ 



29^ LlètTERE DI* 

un suo versd che me ne accerti . Vaglioitii éi 
questa occasione per supplicarla d* inviarmi coti 
prima congiuntura che se le presenti ^ una scrit* 
t^2^ ultimamente costi pubblicata da D. Girola- 
mo Barizzàldi su 'l'affare di Parma , e di Pi^ 
cenza, intitolata Parma i t Piacenza Imftridi 
di Girolamo BalAozxjori > in risposta ad un d- 
tra , che porta II titolo , di Dichiatayione deda 
natnra degli stati di PiaceuzA , e Parma j la 
quale credo che sia stata impressa in Parma « o 
in Piacenza : e se alla prima sopraddetta unisse 
anche la seconda , il favore sarebbemi più sin- 
golare, assicurandola 9 che à niund verrebbe ia 
me confidata la mano, d*onde ricevute le aves- 
si ^ : La grazia mi sarà carissin^a » ed aggiungerà 
un nuòvo titolo e pesò alle tante mie obbli- 
gazioni» che le professo, e che mi constituildó- 
nò qUal sonp^ e sarò sempre i 

j66% Al P. Pier Caterino Zeno, a f^efieiia. 

Vienna 21. Novembre 1761» 

ANticipo d'uri giorno ìa risposta alla vostra 
lettera, mentre dimani non t)otreJ farlo 
comodamente, dovendo intervenire ad una rap- 
presentazioiie della mia Opera j la quale lunedi 
non 'si è recitata i come n'era già uscito l' ordi- 
ne^ stante Una grave flussione di denti soprar- 
venuta all' Imperatrice regnante , che per tre gior- 
ni è stata obbligaA a guardar la Camera. Do- 
menico David , Cittadino Venezian*^ , di famiglia 

anti- 



À F S s T ò t 2 f 5 ò • J^ 
ixìAOi e nobile aratiti il ferrare del Maggidt 
Consiglio 5 e ndla quale fu un Vescovo di C^ 
stello dello stesso nòme^ come osserverete tld 
Tomo V. dell' Ughelli ^ mori ixH me:&ao-giòrno 
del di ultimo di Giugno 1698. FU aggregato à 
molt^ Accademie d* Italia >' e ie non ertb, an« 
d^e a quella della Crusca • In Yehezia éerta^ 
niènte fu di quella dei Dodònei, dei Pàèifid, t 
degli^ Animosi. Si addottorò in Padova in Filo^ 
sofia' e Medicina; ma lo stùdio delle belle ìci^ 
tere> e in particolare della poesia lo tenne ioh* 
tano dair eaeirdxio di questa^ professione • £bbei 
amicizia con letteirati di gtido; e in partic^Ur^ 
col Dottor Jacopo Grandi, Modanese» Medico e 
Anatomico insigne in Venezia > e gran Mate^ 
inatico^ e letterato in ógni bodna disCipUni'^ 
cosi pure col fanìoso Avvocato Giovanni Qjilri* 
ni , e ^on quanti Gentiluomini ì e d' altra cdd^ 
disione Coltivassero in Veaes^ia.al ^ud teinpdgU 
studj* Io che Tho intimamente per più di ^tì% 
anni praticato i non posso ricordarmi di lui sen* 
1L3, tenere:^za; e senifca stimai 'avéndt>lo tròi^eitd 
sempre d'animo ben cdtnpostò^ è di amabilissi- 
mo tratto; tuttoché un 'certo ino contégno na- 
turale lo facesse éA alcuno parere alquanto rù^ 
vido e altero • Delle opere d^ lui in vario teiH^' 
pò pubblicate, e giunte a tùia* nòàzia^ etcoViil 
preciso catalogo . 

L tf glorie divotéatè dell' /Ma- & Éì^cin^Sigi 
Linrenzfi C9t:,cò, Iti Vetì.. per jGib. Pietro PinelH 
i66i. in 12. 

IL Lo SvenìHtat^i IdiltU ÀLè^Udè L Im§i^ 



\ 



fP$ tir T5E;R E # < • 

fftprf. I» Vap4 lyjpn P4«1p^ Ba^om K74. m 
4^ Pai:l^ ili qve;t9 J4il|i» di » ft^sp » chmctfi 

ffuai^W: Qd4 iPtara(«t* o^lje ^Ime fmfhi ecc. 
fc V,e©, per Andrea Poléttì 167^. m j^vCon- 
m «ufSt* Qd« Uicì fiftori yaa x:er^a Cotica $etiza 
ific^i; 4!;tti(9i:^; mi In quale jfu. ^ liccom^ egli 
«IL iiQtfs^ . ^ vpltje > «criet^ . dal Dottor Ciò. 
Mmu^ jC^ilMiiii ^ Modan^e : 9Ì at questa (Ispo- 

..^H/'. ^hii4 fsfzc^. In ye^eijia per UValvasen- 
f^ ^|tS i# tu 4> Qsim" Apologia ^ta (:p;|ti fra' mici 
Jiki ^.QrieiiQ» e <fi Jiing»a vol^^tì* 
,.y/ W>W4 ii^^^^ {in ptt^Yj riina), In Ven. 
f)^ Ciò* france^Qo V^ìv^^nfie i^i$4. iq foglio • 

VJ. Jl MvQsim in iG4ron0 {'m qmyz, riira). 
i) V/ene^iia 16^4* ift fogligi 4 . 

yih 1.4 CoìtM9ì^9 Qdf A lA^fQldii /. intera-^ 
f§r€, lì^ Yen.. • ♦ • 10 foglio* 

yill» ^ MammUiaf$9 ^méwefe finca di Bé^ 
&Wf4^ % Q44 pr V 4Cj3»Uto 4i M^M * ìsx Vfitt^jper 
^rtren Pplj^ttì 1696* m foglio. y 

J^m ^ Qié • l« V^B« m Afìdr!» F/odetti i6^^. 
m ^glie* 

: X- Carh //• t$ Me gpmnf, Qig . In Ven. 
per Andrea Poletti i6%j. in foglio. 
^ JCI* i^f^k -WwA^ ^//# 4ltiixj^Snmsnmt di 
firèipanM Qr^n fm^iu 4i ToscMé ( da que- 
sto Principe egli era grandemente onoriuo e ^ti- 
JlWtp ) / JH^éiàmé^ l^idmp frìmtffxa. di £a^ 

viera . 



A P f T p X O Z f y O. fff 

pifrs . Qd§ . Ivi per Andrea Poleetj ì^%if it 

fiit^to in S.ltuc^^ It^ Ypn, p^ ^ll^icolwii 1691. 

XIII. Z4 IForzA M^aFir^k^ Pr^tf^f^ tfrmHf 
^icM recipéUo iif Sf Gio; Qri^ostpfno . In Yei^ie^^iji 
per li Nìcòlinji 16^3. in i?. l^oa fi p^^ ^^ 
fi bastanza T^f^I^uso, ch^ ott)sn;Qie que/sto pptn* 
po^m^liitp prainmaticQ • ^u r^citatQ j|i jtutti i 
migliori teatri ^'Jta|i;i, e replica/to i^ y^exisk^ 
lUi j^yo pfjaulp ppttor Giai|oin|r s^an^ aiM^e po^r 
j[;ro 4i ((|uesto Pravun^ paa fpfyclace cernia i 
dalla, quale in. pubblica radu^a^^a fu jli^so d?r 
^i Accademici ^fxiwQsi ip ^asfi ^rjiqiia^ y py/p 
4opQ fìaita rAcca4emi^ fu 9f sa fubblicai^iiegte Ij^ 
suddettji (ceiiiSyra.. Dai lifcri fleU' Acc»^n4|i , jcfep 
foQo presso i Siggf Durli , fo^/eAe fiqayaiie 4 
|;empo pr^cisQ di questa funzioo^e^ $1^ per yieri- 
tà fu assai strepitosa , e i noini f|egli Afxade^ 
mici, che yi fagipt|a£pno la ^ifes^ ^^el Pay)d , 
«mo de* quali apc;)i'io ^. 

Xiy. y^wr < dover y l>rdfmM P^ Pm4Ìf^ r^ 
fit4t9 in -y. Gip: (irispstpm^ • Jp Vep. ppr MNl- 
colini i6#7. ip i;a. 

JCY? -P?^j/> /.i>/Vib# ppjftHmf^ Ip yie». per Po^ 
piepico lovisa 1700. ip i2f Ip qpfifJta ffcgojt^ 
stanno gran partje dei suddetti conpiponipiQpti jU- 
rici de> Pavidde? Alitri ve ne ;sarjappp sp^si ìp 
varie raccalte, p da per se .stap^pati* limili ba- 
gattelle sfuggono facilpiente all' altrui cPg(9iÌ7Ì9- 
pe . P4Ua prcfoionc delle suddette fpfsd ff 



3dé ' 1 i i T É R È b l 

Ìtu79k flcavetete qualche altra notizia della sua 
viltà- Presso sua sorella, la quale non so , sa 
pia viraj' eiranò altri suoi scritti di prosa e ver- 
w, e quakhe altto suo Dramma • Abitava nel- 
la contrada di S. Felice , se non erro , e quivi 
àrtcBè morì u Fra i suoi amici particolari nomi- 
nàte li Dottor Gio: Batista Magtlavirii, e Ffanf- 
cescò Redi . Giti abtia \$arlàtd di lui , non lo 
so , fuorché il Cinelli nella Scdtód V. della 
Blhliót. VéL a r. it** e'I GrescinAerii nei Comen'^ 
tarj FòL\lVé k ti iSi. Col riònie di Osiro Cé-^ 
di^eàtito* egli fu àsóritto agli Arcadi di Róma 
ddlà^Solonia Animdsa . L* Accademia degli Ani- 
mosi 15 conta* per uno def sudi fòftdatòrì • Ùil 
?Jtro stjò compdnimerfto tròVaÀ impresso nella 
raccolta di poesie intitolata Piéf^ $ ingegno y iti 
lòde di ut!à pittura di Cado' Màrattì rappresene v 
tante la primavera * impressa in Venezia nel 
Ì685. itì li. -Q^Std è quattto in confuso he 
saputo dircene i ' 

XI Sìg. Conte Colfalto mi Ka datò due copie 
del suo ritratto intagliato costì daLtueiano.^ V^ 
Ite mahdd una , clie potrete ì^oite in frónte al 
Petrar&i dei Muratori dedicato a quel j^etitilis- 
Simo Cavaliere, con cui jeri' appuntò insterile 
col P. Paol^, die caramente vi saluta, sottosta- 
to a pranzo . Vi stimo àssaìsJsirfìo AA gran prc>- 
'fitto fatto da voi così presto hella gentilissima 
lingua Tedesca, della quale Io ne sò fiiifo ad 
ora tanto appunto, quanto ne sapeva prima dì 
partirmi d'Italia 4 La tradu2!iotìe medesima del 
èoccaecio che avete Vdi in tallingua composta, 
' . trova- 



tjToygsi anche Ms. nella Biblioteca Cesare^ ^p 
ye n'ha qualche altea impressione più vecchii^ 
della vostra . Eccovene uQa ^ che pure non è la- 
priiTia , col in^desimo titolo : 2(H Sfrasjfànrg , im 
Nans KnohloHchf Urncksrey . M.DeXLVII. in 
ìogL U nome 4^1 traduttore non $i legge ne nel 
Ms. ne agIIq stampato : m^ 1' anonimp Alemam 
no fu certaqiente il primo tFadluttore » chefaces-. 
se quest'pnore al npstrp ^ocpacciOf Viveva nel 
fine del secolo XV. o nel cominciaraento del 
XVL Quell'opera del Petrarca capitatavi tradotta 
nella stessa lingua^ trovasi anche traslatata in 
lingua Boeipma: e pccprrendovì pptrò darvene 
la notizia comunicatami da un Canonico di Ol^ 
mutz, nella cui Biblioteca Capitplare ella si 
«conserva scritta a mano> e parmi anche sfain* 
pata* Orsù ;tate s^np ^ aUegro.^ Addipj fra-i 
tello ^iiati^simo. 

567. Al fnf delimo. 4 P^n^zia^ 

Fietma Z9^ Novtmére 1721, 

UJ^a delle maggiori contentezze che abbia, 
mai provate, si è stata quella, che anco-», 
ra provo 9 dell'onore conferito da S» M* al mip 
amatissimo Sig. Conte di Cavalla , da lui pro-t 
^ mosso tre gìpri^ sono ajl- ordine de* Cavalieri del; 
Tospn d' oro . Dimani egli si lascerà vedere eoi^ 
l'abito ai 'primi vesperij e lunedi dopo la mes- 
sa solenne sederà con gli altri Tósofiisti alla 
stessa tavola con V topgratpre , Capg syprerao 

deU* 



3f^|. I:sf7£RE DI 

)dàffQ f^V BartoIoHimeo Bennati e Mattia di 
JParma, l'altra 4 4ì 18. Novembre per Piero 
Cremonese 4ettq Veronese. Mi è stata carissin» 
1% notizia iex libji^giqQli 44 voi novellamente 
accipistatì* QjjeUa dell' Amoco^o Ricordo delLi- 
t)yrtik> mi *è^givi|ita del tu^to nupya . Qggi si 
far^L pej: la quit|ta, ftd ultima yo|ta |a recita del 
. inio Qrnii$daj Mai piii qi4 non si p recitato 
tante volte alcmi Draipma ^ né con tanto con- 
(Corso : e difficilmente se ne vedrà altro cosi 
mjignìficp, e cpsj gradito, prafeljip amatissimo, 
^dio, 

* 5^$*«<2^/ Sii* Antonio f^allisnieri . 4 Padova ^ 
Fipnn^ 6. Dicmbrc 1721. 

EQli^ è qualche tempo ^ che non ho veduto 
ij Sig. Cavalier Garelli, al quale però l'ul- 
tima volta non ko mancato di rac^mandar vi-» 
yaipente P ^r$ del vostro diploma, esibendomi 
di.pagajrgU, subitp frons^guito , quel tanto che 
ci a.r\dasse di spe^a per. Jp conseguimento di es- 
so: e da }ui mi fui assicurato > che lo proccura- 
rebbe in maniera, clie p^r voi fo$$e il più d^ 
coroso y e insieme il meno dispendioso * Disse- 
nni, che vi aveva scritto per avere certe noti- 
sele intorno alla vostra persona e famiglia , con 
le quali sarebbe, riuscito più pieno e più gran- 
dioso il Cesareo attestafo , e ciie le stava atten- 
dfsndo da voi, per dover poscia ultimare questa 
faccenda. Qit^à il tirolp di Cavaliere , cui de- 

side- 



AposToto Zino,, jojjj 

siderereste aggiunto a quello di Medico Cesareo , 
egli non giudica la cosa per questa volta fatti- 
bile; ed io stimo , che a lui non piaccia di 
avervi compagno in questo i Egli è ben vero , 
che non essetidost da principio parlato a S. M. 
per averlo ,, ora parrebbe <^^asi indiscretezza il 
domandarlo, dopo concedutavi già la collana , 
la quale è di suo medico : oltreché se aqcbe si 
potesse pttenere, la spesa del diploma impQrte-* 
rebbe dì molto. 'Mi è stato poi di sptrimo pia- 
cere l'intendere T applauso che vi è stato fatto 
]»er r onore della collana , e la rabbia che ne 
kanno avuta i vostri emoli , de' quali mai pon 
è senza ogni onesta persona : talché quanto più 
si studia di operar bene, tanto più si é sogget* 
to a soffrir del male • Continuate ad amarmi , e 
riverendo di cuore tutti di vostra casa , mi taf- 
fermp qual sov^o vostro • * • 

569» j^l Sig. Lodavic4f Antonio^ Murafm » 

Vienna 24. Dicembre 17*1. 

PRima di tutto vi desidero e imploro dal Cie- 
lo ogni bene , e per lungo tempo • Spero 
che a quest'ora vi sarà giunto i} Ms. di Con**' 
forto Pulice da Custoza , da me indirizzato al 
Sig. Zanelli, e inviato con sicura occasione • 
Anche Taltr'jeri parlai al Sig. Gentilotti , il 
quale é prontissimo a collazionare il vostro Si- 
cardo con quello della Biblioteca Cesarea , ogni 
Tomo III. V qual ' 



|0é t B t t E R È 1 

t]pal volta vi compiacerete di Éirglì avere il vtt* 
è;tro esemplare : e. dopo il riscontro di questo » 
occórrendo» apcor^ ve ne farà fare Qot^ diligen-^ 
za una copia .-Ho scritto in Venejiia a miofta^ 
tello, che ini mandi la Cronaca di £i^cenz^ « 
che colà tengo ì ma finora nqn gli è xiuscito dì 
trovarla: di che però non avete ^ stupirvi, raea-y 
tre nel trasporto fatto colà de' miei libri da un*! 
casa air altra dopo U naia partenza» questi sono 
stati genéiralmetite confusi» né mai ci sono sta-» 
ti riposti in buon ordine « Scapperà lìoQdimena 
fluori, e sicuramente, l'avrete, lo vorrei dopo la 
iprossima Pasqua dare uiia scorsa ip Italia t nel 
qual caso probabilmente ripasserei per costì, do^ 
ve a lungo discorreremitio di gioite cose al vq^ 
i^tro nobil disegno appartenenti, o forse non vi 
darebbe del tutto inutile tal mia,, venuta. Della 
protezione di S. M. G. ve ne. potete ac^ìertares 
sì per la naturale propensione di questo glorio- 
so Monarca versp le perdane di merito e IctÉc- 
rate , si per la conoscenza che esso tiene di voi , 
e per la stima che ha di così bella raccolta sot- 
to la. vostra dii'e^ione . La Sìg. Contessa di Col* 
lalto 3 per verità compitissima Dama , mi ha im» 
po5^ di salutarvi a suo nom^^ Più volte vi sì 
^pn fatti dei brindisi alla sua tavola » ma sen> 
pre col vino di Toccai della, migltor qualità < 
Elia mi dissQ di scrivervi » ^1^ Con altro \\skO 
non sapea bere alla vostra $a^t« • . Parla ^mpre 
di vpi con affetto distinto» non meno che ifl 
Sì^. Conte $uo naafito. Il nostro P. Pauli si «è 
fatto mol(o onore con le su^ belle Prediche in 

que- 



A p ó t r à i b i ii a ó i l^y 
<}ùes<^ avvento. Vi assiemo che tutti ne ^or>d 
cementi) ed io in particolare ^ parendomi dies-i 
sete a parte della sua gloria^ Noi ci reggiamo 
ogni giorno i mentre abbiamo V alloggi» nella 
h^desinia casa; e ben pdtete figurarvi, che il 
Veltro nome fa spesso una gran parte delle no' 
stre soavi conversazioni* State sano^ ed ama*' 
temi* 

$^Qi Al Sigi AdATchest GmaH^i Pdtni. 

ég Padova • 

Vknna %\i Genna]^ \^^Xi 

NQn ho potuto > che con somma tenerexn 
e consolazione ricevere e leggere la vo- 
stra a tne gtatissima lettera : dei qua! piacere e 
favore da tanto temt>o io ei'a privo • v Del noa 
avermi voi scritto non altro tfè iii colpa, che 
il. mio luogo silenzio ^ e senna te^arvene s^use^ 
Ve ne fb libera confessione, e ve iie dimanda 
compatimento e pétdono. Sarei per altro incon^ 
soiabiie, m ascriveste qnosta mia cqlpftoanlali^ 
cania di afietto^ o a dimehtkanza di obbligo 
nel mio cuore verso di voi . Vùi ben sapett 
SKm essere capace dì tal bassezza T animo mio é 
particolarmente a riguardò di una persona damo 
si distintamente rìveriu ed amata: ma la vo* 
«tra medesima lettera scrittami cc»i tanta beni- 
gnità mi rassicuta dà un sì grankle infocfonio^ 
le mi & conoscere, che muna cosa mi ha reca* 
to pregiudicio a!(mno dentro il Rostro bel cuo» 

V a re. 



f te. Io mi accordo ben volentieri con voi nelU 

giusta condizione prescrittami, clie in avvenire 
non si abbia né dal vostro canto, né dal mio 

l a stare in sì ostinato silenzio; e ^i parlino piiìt 

sovente i nostri cuori anche con \e lettere ; co- 
me si parlano con la memoria e con T affetto • 
Nella lettura del vostro foglio mi è stato sin-, 
golarmente grato F intendere la vostra buona sa^ 
Iute , e quella di tutti di vostra casa , che ad 
uno ad uno cordialmente riveriscped abbraccio. 
Iddio Signore continui a ricolmar loro e voi di 
tutte le sue celesti benedizioni per lungo segui- 
to tf atini , e le vostre contentezze sieno a mi-» 
sura dei vostri meriti , e de' miei voti • Mi ral- 
legro della prossima edizione del vostro Fronti-' 
no, la quale «icuramente vi fora molto onore 
anche fuori della classe dei Matematici, men- 
tre l'opera si spargerà per le piani di tutti gli 
amatori dell' antichità , e delle buone lettere , 
Il libro aveva somma necessità di essere illu- 
strato, e per verità alcune volte che mi è oc- 
corso di prenderlo per mano , ci ho rincontrati 
varj luoghi , che poco ho saputo intendere , e 
cheo nulla o malamente sono stari spiegati dagl' 
interpreti; alla cui disattenzione e insufficienza 
non ho dubbio alcuno, che avrà supplitola vo- 
stra intelligenza e diligenza. Quelle note dello 
Scaligero , qualunque es%e sieno , renderanno 1^ 
opera di ftiaggiore riputazione , e mi sarà caro 
per altro di veder lui confutato , che in ogni 
é occasione si è dichiarato e scatenato contro i 
letterati del passato tempo , e del sua, massìr 

ma- 



ffiaraedte. Italiani: atteso che ^gli uùa tanto, <<. 
iettava di essere riconosciato discendente ed ero- 
de degli Scaligeri Signori di Verona ì quanto dì 
essere giudicato j e vensrato per Principe di tut* 
ti i dotti . Accetto con tutto V animo la corte*- 
éè esibizione che mi fate di farmi avere la stes^ 
sa òpera , sì to^to che si sia divulgata : anzi di 
Vantaggio ve ne prego ^ e anticipatamente ve ut 
ringrazio.. Se Con essa me ne farete avere ua| 
dozzina di esemplari , ve ne assicuro prontamQi^ 
te lo spaccio al prezzo ahe sarete per determi- 
tiarne; mentre qui di già vi. sono molte perso- 
le letterate^ che sono impazienti di provveder* 
sene; Novità letterarie, qui non mi giungono ., 
che rare e tarde i ,Facilmente averete vcdiJli't 
tre gran tomi in foglio del Thesaurus jinecd^ 
torum novifsiftnis ^ del P. Bernardo Pez BenedcJt^ 
tiiioi in alcuno de* quali vi ha qìaalche trattato 
matematico sin ora inedito^ come la Geometria 
di GerbettOj che fu poi Papa Silvestro IL con 
altro suo Trattato de tansa diversùatis arearum 
VI trigono aeqHÌUtero ^ scritto ad Adelboldo .Ve* 
scovo di Utrec, di cui pure v*ha un opuscolo 
de ratione inveniendi créissitudinem Sphaerae : 
annessi al quale stanno due libricciuoli di Er- 
manno Contratto V uno de mensuta AstroUUi , 
1' altro de utilitanhus Aftrolahii in due parti di* 
viio • Alcuni le giudica^ cose rancide ^ e di poca 
utilità: ma pure è sempre bene l'aver cose veCf< 
chie , e 1 vedere cojpe abbiano «pensato e scrit- 
to quelli > che furotiò avanti di «loi. Sappiate 
poÌ> che in 3|uesta città egli imero accidente > 

V s che 



flit Lett^I^ì^i 

iMie si ecavì , o capiti qualche buon^ librò ^ Id 
ne ho rzcco^tp un tal numero^ che ne ho riem- 
|Mi;ta uéa buon» stanza : ma la maggior parte 
mi son &tta venire da Lipsia, da Norimberga^ 
id da Olanda: tutti per lo più ad alto e rigo* 
IK^ prezzo* Mi è tt^ttavi^ più caro avere i lir 
briy che i quattrini. Di questi ogni poco mi 
basta: là dove di quelli sono insaziabile. 

Per darvi motivo di risposta, ricorro ad istan? 
%^ di un gran Cavatile » mio amico ^ il quale 
^aivaglia dietro un Comentario dei libri di Q 
45iulto (Sesare, ricorro 4ico, alla vostra virtù, 
jer discioglimento di un di^bbio, sopra cui e^ 
<lesidera di essere illuminato « Cesare dopo il sup 
ficoroo dalla Germania nella Gallia, rifinisce > 
€he benché poco mancasse alla fin della state 
( exigHs fmte acstatis rellqua , lik IV. fif 3j^X. ) 
e benché la stagione non fosse oppprtuna alle 
spedizioni militari [etsi tempHs a?mi a4 hllum 
gerendum deficertt) ; determinò tuttavolta di pas- 
sarsene con Tarmata nella Bretagna, ora In- 
ghHtcrra . Cercò primieramente d* informarsi dei» 
la grandezza, $ito, costumi deir Isola; e non 
trovando chi sapesse soddisfarlo in ciò, stabilì 
di mandarvi innanzi C, Voluseno fon una n^r 
ve , e datigli i suoi ordini , andò intanto ad 
aspettarlo di ritorno nel paese dei' Morini , cor 
me il tragitto più breve dalla GalUa Belgica 
^fiella Bretagna. Dopo cinque giorni ritornò % 
lui Voluicno, recandogli quanto avesse potuto 
mitrarne di notizia 5 setoza però aver osato di 
pender tejrra, ? dì por piede nell'Isola. ,CÌor> 
* - $efo 



^ Apostolo Zbno. jii 
«ero alquanti giorni dopo il ritorno di Volusé- 
fio , priraachè Cesare avesse raccolte le navi , e 
fatti i preparativi necessarj a tal passaggio; e. 
finalmente nadns idoneam ad navigandHfn terh- 
peffatemy sciolse dal porto su la terza vigilia , 
-e con felice viaggio giunse alla spiaggia Bri- 
tannica verso le ore quattro del giorno . Stette 
su 1* ancore sino ali* ora nona , e quindi dato il 
segno , e sciolte le ancqre , andè a fermarsi con 
le sue navi otto miglia incirca lungi dal liicf- 
go , ove prima s* era fermato , e quivi non scn- 
Z3L difficoltà e contrasto presero terra i Romani . 
Premesso questo racconto ,1 si desidera di siapere 
in qvjal mese, e in qual giorno seguisse cote- 
sto primo sbarco dei Romani nell' Isola . Per 
disciogliére in parte la difliGoItà , può giovare 
molto il seguitare le tracce di Cesare • Egli scri- 
ve, che il quarto giorno dopo il suo arrivo in 
Bretagna, i8. sue navi furono battute da una 
fièra tempesta , e che la notte immediatkmente 
seguita fii il plenilunio (eadtmnoEte deciditi ut 
tsset luna piena 5 qnae dies tnaritimas aestns ma-^ 
xifMs in òceam efficer-e consuevh y Uh» IV. n. 
XXIX. ) Notisi , che colà non era tagliato an- 
cora in quella stagione tutto il frumento ne' 
campì (». XXXI.) Più gìotni -si fermò poi Ce- 
sare in quella parte. Vinti e soggiogati i ne- 
mici , € ricevuti gli ostaggi , non volle e' subi- 
to arrischiarsi alla navigazione, quody propinqua 
dii AEQUINOCTII y infirmis navikwsy kitmi 
navigationem suhjieicndafn n^n eximf^akat' ( n. 
XXXVL ) Trovato poco «topo miglior tempo , 

V 4 snol- 



} f a I E T f E R B D I 

iciolse dopo la mezza notte dal lido, e salvo 
si ricondusse con tutti i suoi nella Gallia, Per 
disciogliinento adunque del pritno dubbio con- 
viene; indagare il mese eì giorno, in cui se- 
guirono i due pleniluni antecedenti immediata- 
mente air equinozio autunnale : poiché qjaattro 
giorni avanti V uno di essi plenilunj segui l'ar- 
rivo di. Cesare in Inghilterra; Un'altra difficol- 
tà nasce ancora dallo stabilimento dell' anno , 
in cui si fé tale spedizione i alcuni mettendolo 
all'anno avanti V era volgare 53^ al^i al 54. 
e altri al 55. Il Cavaliere » che chiede la so- 
luzione» si attiene alla prima: onde su tai sup- 
posto si dovrà stendere la risposta : é se per so- 
prabbondanza si vorrà darla stando ancora sugli 
altri due computi , tanto più segnalata sarà la 
^azia. Crédo > che in un tomo delle Tran/azJa- 
m Filosofiche d' Inghilterra si agiti questo pun- 
to: ma per non esservi qui si fatto libro, non 
posso assicurarmene. Perdonatemi il disturbo, e 
continuate a^d amarmi ^ come fo di cuore , e 
per fine riverendo di nuovo il Sig. vostro Pa* 
dre , e la Sig. Comare vostra Consorte » mi 
dico • • • • 

♦571* Ai Sig* Antonio Fallisnièn . s Pi^va* 

Vienna 'f. Febbrajo 172**. 

IN primo luogo vi darò una novella 5 se pur 
tale vi giugne , che darà aì^cfae a voi , co* 
me a me ha dato , dello stordimento . Io V ho 

letta 



A P O S T £ O Z È ti Ò. 31 J 

fetta neUe gazzette di Olanda i tì^ qualche ri* 
scòÀtìrò me n' era giunto anche ^ prima ^ ed è > 
ch'il Sig. Principe di Valacbia ha cacciato yer^ 
gognosaitiente fuori di quello Stato il Dottore 
Schendo^ e fattelo scortare ai confini della TraiW* 
dlyania • Sin qui mi era notd il fatto ^ ma li 
cagione ipe n' era occulta • La gazzetta me }à 
scuopre, lasciando io tuttavoltà il suo luogo aìU 
la verità ^ tìóè f eh* esso Scbei^do unitamente con 
un altro grecò avevano con^piraté di avvelena* 
re quei Principe* Se ciò è vero > io non poss^ 
abbast«inza detestare la scelleratezza dell' uno i 
àè abbastanza lodare ed esaltare la demenza 
dell'altro. Il delitto meritava , certamente, assai 
peggio I che un gastigo di esilio* Dietro la spò^ 
siziohe d^l f^tto sieguono otto ^ o dieci |:ighe i 
nelle quali si descrive la qualità ^ figura^ statua 
ra ecc* dello Schendo ^ , acciocché ognuno sé ne 
possa guardare : cDn cb^ egli è infamato e per 
sempre , e per tutto • Ho voluto avanzarveiié 
la notizia, acciocché possiate farvi sopra le vo- 
stre riflessioni • Pregovi solamente di tenere li ' 
tutto dentro di voi^ e di non dire a persona » 
eh' io ve n' abbia scritto • Egli é mio costume 
di ìricoprit quanto posso i difetti del prossimo x 
ma questa Volta avendolo letto negli avvisi pub- 
blici, non mi sbn &ttò scrupolo di avaiialafve^ 
ne la notizia. Del vòstro aflfare niente vi script 
vo, poiché so che siete di mano in mano rag' 
guagliato dal Sig. Cavaliere Garelli , che vera^ 
mente vi assiste da buon amico. A lui ho con* 
segnato il Bacio ^ e gli altri libri i che gli ave- 
te 



4è irasmeisl. Mi ba toccato sefìstbitmefite ladis. 
^tÈLzisL acoadata al Sig. Dottor Volpi , amaodo^ 
fo io per moki riguardi • Piaccia al Cielo che 
ticuperi interamente la sua salute, s6 bene sarè 

rr lui irremediabile la perdita della spo^a. Mi 
allato 4>enst gratisaimo , che la faccenda della 
carta arrestata sia finalmente terminata in bene 
pel nostro ^mune amico • La Canzone 4e{ Ca- 
valière erudito, eh* i a Modena 5 si è lasciata 
vedere ancbe ^m: ma voi le avete dato per irò- 
i^a l'aggiunto di bellissima • La venuta del Sig. 
PHneipe Gianfederigo a que^a Corte non si dà 
per sicura i ma del fatto del Sig. Cumano par- 
tito di Reggio, ne ne parla molto , e tutti gè- 
neralmente lo compatiscono. IlTomoI. dei sup- 
plementi al Giornale sarà opera molto lodata > 
perche la spero ben eseguita. Il Sig* Ippolito vi 
saluta caramente , e forse ^ vi scriverà qualche 
cosa in aggiunta s^lla mia • Riverite a mio nou 
ine tutti eli vostra casa, i?h*io tengo fiducia cer* 
ta di rivedere di nuovo prima che tamini la 
imona stagione- : ma prima mi convien termina- 
fé i due Dxàmmi , che dovranno qui recitarsi 
ilei presente anno. Questa quadragesima sarà da 
ine occupata net lafoix) di essi ^ Vi abbraccio , 
1^ sòto • f t 



572. 



^ F o 5 r o 1^ o Zeno» |ij 

57Z. ^/ Sip Andrea C^rnmrQ. s f^tnezMf 

FU9tna 14. febbr^o l'ji'X* 

Finalmente si disin^anerani^o Stesti Slggv 
Impressarl di teatro y e resteranno persuasi 
che l'opere di certuni non sono buone , die a 
rovinare le scene;» e a disgustare gli spettatori* 
Ne hanno tanti e sì ^tti esempj , che saranno 
ben pazzi, se in avvenire 5' arrischteranno an* 
Cora a produrle. Non so qual esito potrà aver^ 
}a seconda volta il mio Venceslao , recitato an^ 
01 sono con maraviglioso concorso ^ Esso inpri^f' 
mo luogo non ha il vantaggio dsUa novità. Se^ 
condariamente messo cosi air i^fìretta in musica 
da tre diversi compositori corre pericolo di non 
essere in tutte le sue parti egualmente plausitn* 
le. Xerzo sarà corredato di decorazioni già ve? 
duté, non essendovi tempo di farne tur deH^ 
nuove . Pure con tutti questi e altri pregiudicj 
speco The non ne riuscirà affetto discaro lo spet- 
tacolo . Sono curioso di saperne il vero esito , 
jLunedì si farà perla terza ed ultima volta il Dram- 
ma del Sig. Pariati . Con S. E. Friuli ho fatto 
allegramente il giovedì grasso . Tutto il mio 
icamovale si ristrigne in qualche buon pranapT 
coi padroni e gli amici . Ho scritto la settima- 
na passata al novello detto Ambasciatore Do* 
nato, da cui facilmente ve'ne sarà stato parlato . 
•Si spera, che presto seguirà il concesso diCam- 
feraj, a riguardo delle iitanae cbe ne ha fattt 

fare 



\ 

i 



5td[ tEfTEKED? 

tare alle Potenze interessate V Augustissimo Pst^ 
drone^ il quale pochi glorili dopo Pasqua dicesri 
che si porterà alla Dieta di Presburgo in Un- 
gheria p per farvi determinare dalla Dieta il pun- 
to della successione in quel regno a favore del- 
le Arciduchesse sue figliuole in mancanza della 
linea maschile : dal , qual male' Iddio preservi 
la Cristianità, essendovi troppa ragione per tut- 
ti di temerne le conseguenze • Q^i è seguito' uti 
duello tr^ .due Cavalieri ^ V uno di Slesia ^ che 
è morto sul fatto > e l'altro di Torino ^ che pu* 
re due giorni dopo ne mori dalla ferita. che 
pazzi ! Il motivò della rissa nacque sul giuoco , 
e la differenza non era che per ^^o. fiorini: ma 
ci andava della loro riputazione a n0n aramaz- 
zarsi é Chiudo li lettera col solito abbracciamen- 
to e saluto alla Sig. Madre ^ Cognata^ Sorelle , 
Nipotini , e a voi pure di vero cuòre addio • 

573. j4l Pi Piet Caterino Zensé a FènexJd 4 

Vienna zi. Febbraio ijiié 

STimo a$sai il Ms. di Antonio di Tempo , eli 
cui altra copia del tutto consimile alla vo« 
stra, siccome ne feci nota, ne vidi in Verona 
appresso il Marchese Maffei* In quella però non 
v' era il nome del copista , i^è quel sonetto acro- 
stico di M. Znane Falaresso . Sappiate poi , che 
la suddetta opera si trova stampata in Venezia 
in 8. Panno non mi sovviene, ma la tengo 
Costì fra' miei libri» e la troverete o nellVarma- 

dio 



Apostolo 2 i a g; «^ |i^ 
dla'dei Gritici (U che è più focile), o inqueU 
Io de- Poetici, quando vi piaccia di farne ilris*^ 
contro. Il /volume è legato alla rustica col ti-? 
tolo al di fuori scriao di mia mano, e di pi^ 
piola mole • Lo stampato è in molti luòghi diverso 
dal Ms. Veronese • Manca in quello la 4edicazione 
dei Giudice Cadovano a Alberto della Scala • In ma&: 
gine ad esso Ms« e a riscontro dei sonetti , é degli 
altri componimenti volgari rimati eraa notate le sen^ 
lenze dei varj autori, daljie quali il Tempo pre^ 
se il tema di essi • Ma nello stampato a e, 3 5^ 
vi^ s'insegna il modo di fare l'ottava, e se he 
inette una per esempio. Se questa ottava è del 
Boccaccio , cbe c(»iiunemente si crede tssese ^ta-* 
to l'inventore di essa, non saprei come potesse 
sussistere cbe il Tempo avesse scrittp U suo li-^ 
bro nel 1332. mentre il Boccaccio, allora assai 
giovanetto j molti inni dopo comincia splamen-: 
te a scrivere i suoi poemi . Se non è del Boc^ 
caccio, ad altri dunque dee attribuirsi V onore 
di aver ritrovata l' ottava rima . Il fatto si è ^ 
che nel Ms. Veronese manca la suddetta otta-, 
va , né vi si pasla punto di questo genere di 
componimento : onde, forse altri posteriore d- età 
^èSjs^.d^^ppiccsityi nella stampa la suddetta ginn-; 
ta,.f$il2a pensare più oltre; e questi forse por 
tra essere stato un altro Antonio da Tempo , 
pur Padovano, che visse nel XV, secolo, cento 
e più anni dopo il primo , e che ^ uno dei co?, 
mentatori del Petrarca àvoi noto; mentre Usuo 
fomento sopra il Canzoniere di esso Petrarca fu 
campato ^ ristampato pia volte ^ e I9 primi edii' 

zio- 



^iif 1 i f f E il i ì» i 

Éione credo che ne sta qii^a clie ia 4. {u> vediìfi 
flessa ÌPP4 Camaldolese dì S^ Michele di Mara^ 
noj iwL 6xie della quale si legge: Fetutiis VIU^ 
Mali MXCCCJLXXVIL e lo ^ampatore ne fa 
IhmÌHÌ^ ji^U S GéUpMTé siliprdHd^ > il col noi» 
tfiei si ìeg^ a pie della dedicazione dellibro &t4 
tane da* Ini a M. Federigo Qooz^a • Per benei 
elucidare l'^tày in coi TÌssèro i due Aittcmii 
da Tempo ^ ben sarebbe esaminare attentamente 
laiche là Suddetta edizione. Salutate tutiì, eia 
particolare In Sip Madve^ Addio 9 carissima frah 
^ tello. 

574» Al Sig. Csrh JÌrchM9^ é Jólofié é 

E^ Supplicata ùmiiiiieme TE. V. di restar per-^ 
suasa i che a me non è meno a cuore T 2lU 
fare ed Sig. Argelatl di quello^ che possa es^ 
sere a lui medesimo, sì per l'affetto che prc^s* 
50 a lui) si perc&è conosco la grazia esser di 
tutta convei:^enasa e giustL»a , sì e molto più^ 
perchè mi è noto, quanto il conseguimento <H 
essa sia di premura a V. £. i cut .comaàdì sono 
da me ai pari di chi che sia riveriti • Mi sono 
testimoniò mimo Cavaliere suo figliò , il P. 
IkOreficdi e altri ancora, quante volte io neab» 
bia parlato, e all'Augustissimo Padrone , e si 
Sn £« il 5ig. Conte di Savallà , e analmente 4 
S. £• Monsi^or Arcivescovo di Valenza, nelle 
cui imm sta ora ìi dar com|)imenta al bene in^ 

Cam- 



\ 



A ^ $ t a t ó Z U ^ ài ^i^ 
taxùwinato affarci e tìiunà cosa v' ha ià-oggl 
che fi opponga al (:ofnim desiderio ^ se non la 
consueta lentezza 5 con cui tutto il resto proce- 
de. Per finir 4i vincere ?»che questo ostacolo * 
io stimerei bene ^ che V E. V. avesse, la bontà 
di scùvome efficacemeàte all' IÙ4^ Sig» Gonttf 
Reggente P6ri;usatÌ9 U quale per «e stesso prò* 
teggq caldamente i^ Sag. Argelati, e che aven«< 
do ^ùa^i ogni gknnq occasione di essere con deti 
to Monsignore Ai^^^vesco^j il che altri iidn puà 
{as0 ^ che con fatica e di rado ) può ancora paùr 
facilmentcl di chi che sia rimostrare al medesis 
mo la necessità di o^a ritardarlie di vantaggk> 
la spedizióne) e di conseguirla « Io oon onlraiet^ 
terò frattanto, dal canto mio alcuna diligenza 4 
che giudicherò opportuna^ € facilmente dimani 
ayrò l' onore di parlarne di nuovo al mio €le^ 
metiti^simo Sovrano > il quale è informatissimo. 
del merito dell' opera che èì , stampa > e veda 
qvanto sìa giusto il consolare le suppliche del 
Sig. Argelati. Spiacemi che nel primo incóntro 
offeritomi di poter dìmostf are all'È* V. il ittkl 
a<Hnmo otsequU»^ moà abbia awora tutta la bocM 
qa f^ttmsLi coma so di aterci ttitta i'attenzicH 
tio% desiderando^ sopra ogni cosa di renderla «idii) 
ta cV io sono &à fiìk prof^nd» fei^^itlo t • ^ « 



SS7' 



3a* L 1 T T E R B «ni 

. 175. Al F. Pier Céuetifw Zeno. 4 VkmxJ^^ 

HO data qualche ora i giorni passati aldub-. 
bio da voi propostomi, se nei primi se- 
coli della Chiesa ió^%t, in uso di ca.mbiai« i Hot 
mi agli adulti , o gentili , o Giudei che si foj- 
«ero, ntel ricevere il battesimi. Nei due primi 
secoli ftoiil ho saputo trovarne esempio. U Mar^^ 
tene neir^ opera de Hinhus Ecdesine pare che sia 
ex contraria opinione; ma non ne reca altro e^ 
tempio, che uno tratto dagli Atti del martirio 
di S. Ippolito prodotti dal Baronio . Ma questo 
è del IIL secolo; e quegli Atti non sono di 
inolta iFede . Il Ruinarziq non^ gli ammette nella 
$ua opera , jiHa frimornm Martymm ; e ^1 Til- 
lemonzio nella sua Storia Ecclesiastica yi trova 
difficoltà a mio credere insuperabili 5 una delle 
quali si è appunto il cambiamento del nom«. 
Nell'opera suddetta del Ruinarzio se ne incon- 
trano due esOTipli, Tuno e f altro nel comin- 
ciamento del iV. «^olo: il primo dei Martiri di 
Palestina riferiti da Eusebio nel libro VI. delfe 
sua Storia Ecclesiastica: ma questo non è inolta 
chiaro, e non interamente forse al proposito: il 
secondo è tratta dagli Atti di S. Piero Balsa- 
mo , il quale aveva questo secondo nome avan» 
ti di battezzarsi 5» e poi ricevette il primo , quan- 
do fu battezzato . Voi potrete riscontrar V uno 
e V altro nel suddetto libro , che sta nella mia 

5tàn- 



A p o f Tj o L o Z fi M o ; 3^1 
stan^ , legato ia carta pecora in foglio . Nel 
V. $ecóló cominciano ad incontrarsene esempli 
pA frequenti ; U più famoso de* quali ^i è quelt 
Iq di Atenaidie, ehe divenuta Imperatrice , emo-r 
elie di Teodosio II. si chiamò al battesimo £u- 
cfossia'. Per ora non mi sovviene di vantaggiò 
sp. tal proposito. Rispondo ài vostri due quesi- 
ti» ma nulla posso dirvi, 'icbè non sappiate. Dei 
libri impressi da alcuno dei Manuc^ri non ho 
mai veduto catalogo a parte. Nel li. tomo del> 
la Biblioteca del' Gesnero , Nche io tengo costi ^ 
-te h' ha inserito uno imperfettissimo . di quegli 
che furono impressi da Aldo il vecchip^ e'^oa 
Paolo. Aido il giovane soleva' in a}cucio de' li- 
bri ^da lui stampati porre ora nel fine» ora nel 
plrkieìpio un^* picciolo catalogo, d'egl' impres- 
si da lui» /e in parte da Paolo \suó padre > 
co© la nota d6l prèzzo^ Mi soyvienefr^ questi 
. ù da iui^ posto nèir ^Lgricoji.tura di Carlo Stefano 
volgarizxataiLiMa assar' più copioso si^è quello, 
che sta in prkicipio delle sue Eleganze , ^tam* 
paté da lui in Venezia 'nel 1594. in 8;^ Esso è 
di sette facciate, e vi é* a flanéo ia nota del 
.prezzo di ciascun libro -, il che soleano fare mol- 
ti vde* nostri librai» fra i quali ora mi sovviene 
H Giolito • Delle edizioni dèli* Ar<;adia fatte da 
Aldo io non ho^v^utà» che quella del i^ii:* 
e quella del 15 34. l'una e Paltxa in 8. Q^l- 
1^ del 1514^ fij fatta lui vivente s mentre egli, 
che che he dica il Moreri, non fini di vivere, 
che nel ijijf. Vedete h prefazione dell' Egna- 
auo al LattatetQ di Aldo stampato in quest*an- 
Tmo ///. X no.. 



V 






tio. Che- altre edizioni prima di quella dd 15 14^ 
ne possa aver fatte il suddetto Alfio ^ P^ò esse^ 
re , e forse qe sarà uììa alcuna • delle due fatt^ 
in Venezia avanti quella di Napoli nel 1^04^ ^ 
iii .4. nella quale Pietro SuiiMnpnte atiilco del 
Sannazaro si lamenta ne^a dedicazióne da* lui 
fatta al Card, di Aragona delle Egloghe del 5»anr 
fìazaro impresse tre anni prima in Italia^, tutte; 
deforiiiàte e guaste, e poi ristampate con errpri 
intoUetabili dagl' impressori Yene^aniw Ma voi 
che avete ìa suddetta . edizione di Nà^li^ l' 
avrete anche esaminata* Il suddetto ajliìG^ ^5^^ 
Filippo di Giunta la stampò ih Firen:?^ did me^ 
se di Marzo in i* e gli eredi dì -esso Filippo 
di Giunta altra impi^essione n^ecero nella stes-» 
sa forma nel 151^. còme ^xe Bernardo di Giuijt^ 
ta nel 15.32.' ristampo le Rime del Sannaz^o* , 
£ questa edizione pa^e- che sia molto pregevole. < 
Qiiel titoip di Presidente datovi dal Vallisnieiri 
e assai bello ì ma dò t^o|^ .ostante 10 puce^.m^ 
ne sarei risentirò ^ e in ogni niodo 1* ayrei ìat*^ 
to cancellare dal libro óól cangiametìto della pa-« 
gina ,neUa stampa* Moki ctederanno, che vi sia 
stato dato per cagione della^itlcipale assistenza 
(^he date al Giornale i ed io non istimo. b^ne 
che tutti lo sappiano 5 sjs {>en itiolti lo Credoi^o < 
Il P^dre Paoli vi saluta cà^amente^*. $ssp>^à 
vicino al terrnin^e delle su^ »sa^re fatic{)e;i^[i.qj»e^ 
sta Corte . Non pos^, dirvi a basfanzf.U iSii^ni^ 
e l'amore che presso tutti si ^, gu^agnatcì^ {ov 
spero che r Augustissime^ Pa4rQ|^e potrà jtifhia-. 
marlo qualch/s altro anno , essendone in : questo 

rima- 



Ai* à s f ò i. Jj 2: E H éi |i* 

rinaaso s(^dis£attU$inio ^ 4 nie j>iire la tfaat^tì^ 
non ha recato nocumento alcutioTi sé ^ne gca^^ 
zie a Dk>, T i)o r<ygjLo$ai;neate osservata» a disy. 
petto dì Questi pessimi pesci , die mai noti v^nv 
goncf alla nua tavola ,' clae non. mi ftu:€iaoo 3ov-u 
venire di cotesti così squi^* Qgandp sarò coh 
sti^ yp'instttuirmi asùrhp dfc state un' altva intera 
quaresuiva. Salutate al solito tutti, e U Sig^ 
Madre in ^particolare , e. le Sorelle / Addio /fra-' 
teiio amatissimo ... 

57^^ ^i Sigi Anàre^,Q^né^Qyd f^€n$xi4i^^^ 

Pìcfma. ^i^ Marx/i i'jtz* 

E'difl^e ch'io sia costi per la; pros^n» fie- 
ra delr Ascecsa^ mentre^. sona m^olta. ìndie-' 
tro nel lavoro delle due Opeire f che mi coàvie^ 
ne teenimare.avantik di fii^tte^gii ìrx vìaj^ • Sea- 
t2L qiiest^ condizione noii. avrei ottenuta U. n^ia 
licen». Godo soamtaoiente bell'ottimo stato di 
tuttL di nc^^ra ca^a j: cte riverirete ad ut>a ad .uni» 
earaiiient^ i^ mip^nQina^.da«doack:iié un bacio adb 
Apostoletto ]( il quale se o^mé di noine^. ò sofiiK, 
gliante di volto anche al zio, non può essere 
Che bello è graiioso à nlaravigÙa i E' itato de- 
gno della graii mente del Sig. Proccuratpr Gri- 
mani il pensiero venutogli di far ripulire i be^ 
Mosaici della Chiesa Ducale^ e le preziose co^ 
lonne pòste avanti la facciata di essai come pa- 
re e di molto decorò al pubblico P ordine dato 
di far lastricare la piazza di Saii Marco di pie^ 

X t (re 



\ 



i \ 



1^^ ' L 1 T T É BL t Vf t \ 

txe da Este» come sta nella merceria» e ia ài* 
tre cot^trade della città y la quale da molto tem« > 
pò sarebbe già stata presso che tutta lastricata 
della stessa maniera y se le ^ueir|e passate non 
Avessero inteirrotto cotesto nobil disegno • Iq 
quest'anno non ho fatto alcun Dramma incora- 

\ pagnia'^del Sig. Pariati. U ultimo, che si À qu^ 
recitato nel passai c^ovale^ è stato tutto pat^ 
tb ingegnoso di lui.^anto vi aflfermo non per 
sottrarmi al piaccrey che avrò di servirne voi 

V el Sig. Alessandro Morosini di due esemplari; 
ma pecche si renda piena giustizia ài merito del 
yero autore • Riverirete intanto a mio nome 

^_cuel Cavaliere; epdr fine ^abbracciandovi mi ^pn^ 
èirmo • • . . / \ '7* 

P. S. Jeri alle due dopo pranzo è arrivato 4 
^esta Coite il Principe Gianfederigo di Moda- 
nij e h^ preso quartiere non molto lontano dal * 
lino • Penso di aitare a far riverenza V- S. A. 
^ella yegpentè settimana /X^Comici Italiani $ok 
no stati congedati da questp Imperiale servigio. 
Hanno perduto il loro principale apppg^fo^rifii' 
€ònte di Althan, al q^ale oggi a t ténnìoato 
4i ceicBrare i funerali. 



\ 



i. 



«f?' 



ApCfStOtO !t M ti 0é 141 

^jj. jàt Sig. Pdndf^^o Pémdolfini Vicis^jrnéirk 
ÀfW jicc'4é^mi€ dflU Crusca . 4 Finmi . 

IN quai s9uue<ra ip cìebJA rendere ^uk^Qate (^ 
gras&Ie a cotesti I^mi Sigg. Acca4emict9 e ia 
parcicoiare a V. S« Illma del ^a^nde, onore im^ 
partitomi i)^eir avermi ammesso alla Imo inogh^ 
te^ipo (relebratijsima adunanza, non trovo ^Joà»^ 

" spefo di trovar mcklo di farlo i anzi sulbelprtc^ 
cipio im sonof còdi'confosò e sitdtdito, cbe qu2« 
si in luogfii di piacere me ne viene tristezza ^#^ 
donde altri ne trarrebbe soggettò 'di vanità % di ^ 
colaggio, in me si ^te^lià abbattimenito di spi«^ 

^ rito e ^coilfiwfìorie di mente* Non posso da ùii^ 
patte dar lode alla loro elezione > senza mostrar* 
mi pròsontuoso; né dall' altfk^ a mio riguardo di^^ 
tópprpvaris^ senza far torto al lorodi^sceminaeiH 
tQi Se tuttavolta si pu^ far mèrito di una na- 

- tiifaie inclinazione 9 e di ufi sommo ossequio^ 
io ardirò di credere di non t^txt affatto iisde* 
gno del loro soyrafio beneficio} méntre in tutto 
il ccMrso della mia yita il mio maggiore studiò 
e passione è statò qi^ello* della fiostrà voì^' fa«* 
velia i he per altri mi soli sentita portare a più 
di stima e di ossequio i cbe per si dotta ifkccade^ 
mia 5 che l'ha in tanta parte arriccfaica e ìUij 
«tfatà : talché non 'si può disgiugdere l' autor de 
una daiu stima àell^alurai né far passo ir 
la di buono, chi dajdt àcritti e lai^gMìnentl 



I \ 

1 

I 



/ . 

ài questa non se ne prenda la guida ^ V e$$cr 
io rfìvttitito cittàdifto di così dotta repu1>blica » 
e itiéttAtò idi si illustre corpo , mi darà in* avr 
venire eccitam^to a farmi ciò che non ^ono , 
e a^ tèhdenni meno immeritevole di un titola^ 
che ora non riconosco > che dalla loro bontà e 
gentllerta. Io prqgo intanto V. S.Ilima rap< 
presentare à tutti cotesti nòbilissimi ^ccacjemici 
I più sijnccri e diYPti sentimenti deir animo mio , 
t di supplire con quellfe più forfi ^espressioni , 
che ben saprà dettarle il yigor del suo spirito e 
ad suo sapere , i difetti del mio scarso inget- 
|no ) attestandole però che ,dal >3canto della gra- 
titùdine e della riverenza, io ne conserverò i 
sentimenti a tante grazie più tponveneypli , JL^ 
pothe osservazioni; ^he.mì è .occorso di fare 
intorno al tanto ntile e tanto stimato Vocabor 
lario dcir Accademia , ia tui novella e più co^- 
plosà edizione è «desiderata dal pubblico, e sin- 
golarmente dagli amatori della Toscana JLihgua^ | 
verranno un giorno in ]atte;5tat9 della niia nb- 
J>idienza? ma prima mi conviene raccoglierle , 
essendo sparse, e meglio .ordinar;le^ e pulirle', 
onde meno mi .arrossisca in sottoporle al loro 
purgato intendimento . Debbo al predente futt^ 
Ja mia attenzione al lavoro di due componi- 
mentì Driimmatici in t^ervigip di questo Augu- 
sto jMonarca ? terminati ì quali V. S. Illma éì 
;assicurt, che sarà mio unico affare il ripigUsire* 
pct mano" le suddette psservaisibtti j e può "essere 
rhe mi sia data permissione di fare un viaggio 
» Venezia V dove ìtrovcrò fra' miei libri molte* 



\ i 
i 



ì 

Apostolo Zino. 327 
memorie colà lasciate in aggiunta ad altre , che 
qoì ne tengo ; della quale opportunità può es^ 
sete ancora' ch€ io mi vaglia per Venire a de- 
dicarle in persona la mia singoiar riverenza , e 
a proccurarmi il vantaègip di conoscere di pre- 
senta y. S. iUi&a , e cotesti in$igni letterati , 
che venero da lontanò e per ftma y, ^ qui col 
pili profondo rispettò la prego di, avermi nella 
sua bóona grazia , e di considerarmi qual mi 
dichiaro essere col' pia profondo ossequio di tut- 
ti .gVtìimi Accademici, e in particolare diV.S. 
Jllma'.... , \ > 

* 577. -^/ Sii. ^ntonio Fallisnhri . a Padova. 

f^lenna 11. aprile 17Ì2. . 

IL 5ig. D. Niccola JSfardagna , Medico Cesareo ^ 
ini |ia fatto ayerei in nome vostro sessanta 
fiorini, che subito ho' consegnati al SIg- Ippo- 
lito per altrettanti da |ui dati al §ig. Cavalier 
Garelli > Qssjia al Referendario Puel , per avere 
il magnifico diploma Cesareo , diN:ui siete sta- 
to onorato, e che nel, prossimo mese riceverete 
con la venata in poteste parti del mio araa^s- 
siniio P. Pauli; il quale ha predicato alla Cor^ 
te con un singolare applauso di. tutti , e in par- , 
ticolare della Padroaan2;a, e ha sostenuto in Ger- 
mania , anzi accresciuto di molto il . buon. no^. 
me» che si^jé#^con le sue .dotte opere guada- 
gnato in Italia . Egli è ben degno di essere vo- 
st^ro amico , e vi assicuro che parla sempre di 
^^^ X 4 voi 



I „ 

i 



^26 L , E T T E k B DI 

Voi con particolare stima ed affetto^ ed è fieaé 
di desiderio e d* imp^ienka di conosc^i ancke 
di presenza^ come vi riverisce per ^,.£una/* Del 
restoy mi ^énsòlo* Avete un Diploma , che fari 
pia vStrepitp che ìa ^ià ricevuta colìana i e sarà 
iieila vostra tasa uh nioaumento. perf^t^o di o- 
hore e per voi 9 e per li vostri figliuoli, e di- 
scendenti • Se questa y^lta non creppano di rab- 
bia ì Vostri malevoli ^'^pé immortalici ìjgior- 
, Ài passaci sono stato a^ faf rivarenàa ai Serenis- 
simo GÌaniTederigo , che mi accolse coÀ tu jxm-^ 
tà e gentilezza 9 che s^nVrmiasta confuso* SI è 
parlato mólto 4i voi » e oen potete figurarvi » 
che non se ti* J dett6 se non be^V, a nijjsujra 
del vòstro"^ merito . Lo stesso^liò * fatto coi P* 
iìhessi, il quale pure tali confermò , che la lé^ ^\ 
tura -dei' vostro libro aveagli fatto mutar parere 1 "^ 
intorno all'origine delle fontane à Vedete ^ quan«: 
lo possa il vostro sjipere ^ iiien^re lia tolto dì 
pregiudiizio un Gesuita é Dello Schendò non hp ' 
saputo altro; ma credo che sia ancora ih Ttan- 
sil Vania. Universale non credè che vi sìa quel 
iiiaie, che né, sta scritto nelie gazzette : ed io 
per bene <Ìi lui desidero ^ c&e tutto sìa falso • ' 
Voi siete uh graiidé adulatóre » e slete più cor- 
tigiano di me, dipencio berte per rigi^ardo poji- - 
tico di chi altrimenti ne ayetc in altro tempo 
giudicato. Vo darvene però, lode., senzk, segui- 
. tarile T esempio. Riverite ^gU amici , e In par; 
ticolare il ÌSig4 Compare . Marchese Polehi , al 
quale vi pregò di dpihandare , se <lal^ Sigi ^F^eca- 
nati ha iriceVutà una mia ietterà ir alla quale mi 

pre^ 



V, 



- / 



A p ó < t o £ d, £ 9 » o é \%^ 

pttìat eh" e* dia lisppsta* Ricordate àdche Umié. 
ossequio alia S^vLaara^ vostra , e^ a tutti 4i 
yòi»tra casa); è per fine caramente vi abbrao^/ 
è sono \ • • ^ 

TL Sig. Piàaofeonio Filippial» vói^endp costi ,i 
JL vi .recherà una nìia . lettera ^ desideroso di 
conoscervi t e di .^venrvi. Troverete. ia lui una 
persona degna^ detta vftstra s^ima e del vostro 
amore > e però lo tengo da. se bastevolment^ 
raccomandato • Avrei vcjlentieri voluto potervi 
nuuidar con esiio un esemplare delle Epistole del 
. Kepploro >* n^ 4)Ui p^ mala ^rte .non. ve ne h^ 
alcuQ esemplare 9. e^.qudlo c^e in Lipsia si è 
commesse) p^ Y*^!^ non è ancor arri\^to% Ger* 
chérò altra occasione, per £u:vel£\perveoiire , e 
aUa più lunga lo riceverete da me con la mia 
venuta y cheTa Dio piacendo farò quesf anno in 
Italia. Vi, ringrazio distii^tamente a nome anch# 
del ^ Cavaliere » per cui ve ni^^ feci richiesta, di 
quanto^ ini avete scritto intornò al temper pre» 
cisò ddla spedizione Britannica fatta da GiuUo 
(Cesare .. Egli n' è rimasto molto soddisfatto ) f) 
veduto che voi pure meco convjsnité dell' anno 
J5; avanti Cristo, in cui vediamo seguita I4 
^luddetta spedizione dol consenso de* migUpri Cro« 
>oÌogi,>enso che anche. e^ muterà opipione » 

' ' ■'^^ e 'si 



/ 



/ 



e SI riserverà a seguitare la tìò^tra. NtffleTrafr* 
Ifàzioch Atì^cam y^ha \m Disserta:done sti 
<{«!iestop\9«itet Bla ^ c%ata d4CrLbsóii nella $ua 
Dissertazione de Portu Iccioy per quanto mi a^- 
.seri il medesioip Cavaliere ^ il quale ha fatto 
scrivetfe^lfn ftìgWJterra-, per averne unn copia . 
L' autore ne è Edmbhdò Halley , e vq} forse V 
arerete vedi^ta al num. 193. di e^%^ Transa- 
zioni \ Si aspetta coA impazienza \\ vostro Fron- 
tino f L* indice erbe ci fate ad esempio di que- 
gli iU Mntm l^e^hini , ssarà utiHssimQ ; siccóme 
tali Ilo sempre ftiai. giocati quegli die abbia- 
mo , «^ vòrieei che gli avessimo di ciascun auto- 
tè, e principalmente di Cicerpne, e di jLi^io . 
I Francesi che travagUarQno a farne per uso del 
Delfino, ne presem T esempio da un wstirp Ve- 
neziano , cioè da Niccolò Erìtre0 , ^ più tosto 
Hicc^l^ df fyjsiy che ad esèmpio di molti altri 
¥olle grtciiz.XAr€ il ^o noine^ Egli, come sa- 
pete, fiorì nel secolo XVI. e itct rfndice dì 
jhjtte Je yoci e modi di dire Virgiliani , che ulti- 
mamente é stato ristampato nella bella edizione 
éì Virgilio, illustrata da Pancrazb Masvicio, e 
stampata in dup tomi in 4. a Leovardia per Fran- 
itesoo Halma, I717. Vi tendo grazie delle vo- 
stre amorevoli inibizioni , (piando sia per yenir- 
«nene a Padova; p ben pot^e assicurarvi, che 
k SUD tempp isarò per yale^mene, sapendo per 
farite esperienze hntrx^^ qua^tp bene e affettuo- 
tòmente io vi sia ricevuto e trattato p Riverire-^ 
te « mìo nome tutti di vostra casa. Padre, 
Ccmsorte, e fi^mdi. Ho scritto a Lipsia per 

proc- 



ft!òceatàrn^ì «tee prkm fogli del $é$to En^kic^^ 
rojà staflipato dajL C;i6<kischio) etxistodiè gliab^ 
èia» allestivi saraaiìo Spediti • Del jKeppjleio aoa 
^i è stampato altro ^e* il Tonio delk JBj^istote , 
fer Jà cui edissione dedicatoria questp Augusto 
Monarca ha fatto un regalo di 4000. fiorini ai 
Sig. Nanschio , e di più ^^noratolo del titolo di 
suo C0n$iglia:e. JEgli si era pre^ co} pubblico 
r assunto di proseguite la stampa di tutte jl'o« 
pere Ke})plénan€ , ma credo che .sul Jbel princii» 
pio si sia pèrduto di forjce , per maiflcaii^à di ca- 
lor naturale, e dej. /f>é ^»;^»j . Contpuatemi il 
mostro amore, e nella vostra buona grazia yji^ 
y amente mi j:accpmahdo>, 

* Ifyf. Al ^i^. A*^t9HÌ0 f^aliUnitri . ^ Pad9va ^ 

Ggi si sotio posti in cammino per VenezI^^. 

il P.' Pauli, e 1 Sig. Filippini miei carissimi 
amici , il primo de' quali ha seco il ^yo$tro nobil 
Diploma Cesarep-v^e jio consegnerà a mio jfratè^ 
lo, da cui lo riceverete sicuro e beai custodito^ 
Eglino alla più lunga arriveranno colà ^ai ^j.i 
O 24* del corrente mese ^ je può essere che 'J 
Sig. Filippini pa$?i dopò qualche giorno in Pa- 
dova , onde pon manco di raccomandarvelo di 
fiuoyo ^ In caso che abbia bi$Qg«io di vostra as- 
sistenza, tuttoché gli abbia consegnata altra let« 
tera esj^essament^ per Voi . Speto che al yedc- 
i:c,.c ieggere ^ssò piplbraa rimarrete contento, 

non 



^^ ' ' - - ~ / 

taon metto Cbei vostri ftfxùci $ e al C(Hitrartp <kM3M 
' fusi i trostd maletoli » it pui? oc avote» ed è 
feria che ^1 9 ^ mentre à ^eatuomiaf non ne 
inaQCati giammai • Cod lettera a mio fràcejUo vi 
ho fatCQ t)òrtare mie. ratcoma^dazipm per Ifi Sig» 
Maria Landini Coati^^ che di^tintameote riverii 
SCO i come^, pure il Sig.' Franeespo, suo màrìte^^» 
Funo, e l'altra. ben degni d^la^ vostra a^sistea- ! 
za ^r ia stima iìi eoi totip pressici questa h\x^ , 
gusto Monarci . Questo ^sol nome . lor basta pres* 
sor di toi per qualan^^ie akro uffizio ciie tol^s^ 
À passarveue a Jpr fasore. Il no^ro Sig* Ippor- 
lito sarà uno. di <^esti , giorni a baciar la mano 
^ al Padrone per rendergli grazie dei 500* iiorì- 
ni » che la M. 5. gli ha benignamente accorda- 
— ti per la buona ot>eradaliti prestata, è da pre-t 
starsi in cose di suo servigio. Q^iesta doncessio^ | 
ne^pa^lserà peif VarvSirei éqmejn annua j^en» / 
sione ^ onde il galantuomo, che ben lo merita, 
' / .respirerà da qudche -sua o presSnte d futura in* ^ 
digemca » comecché dal canto ihio i p& quante! 
mi è stato , é mi fia possibile , noti siasi man- 
cato^ né siasi per matìcareyad esso in conto vè^ s^ 
i^uno . Jk) son certo che di tale arvisp ne re-» 
sterete con^platò e al presente j e molto pia air 
/ y-' effettuai:^ della ^azta ^accordata * Nuovo titolo 

^ _ di onore 51 aggiugne nel Pritìcipato accordatovi 

di cotesta chiarissuna Accademia de' Ricoverati: 
onore non tolito coùferilrsi dal contegno Pado# 
vano, che a loro genttloonoiini ^ e però ad esso 
voi rendutdpìù decoroso • Io pure non fltlan^ 
^- di significarvi raggrqgazione fatta di mìa pec* 

' "sonai 

V " . ■ ■ ' ' ■ ' : ' ■- 



o 



9pt^ uh kmo$3. Accadèmia deUa Crusca \ prce 
posto alla stessa per prdme di quel gran Duca^' / 
ìpi accettatovi » il che è insolito , eoa tutti i 
voti alla prima^ baliottaatòné • |L^ diss^ta^ipòi 
dai voi/ somministrate per Io secondo tomo dì^ 
Supi^leQieiiti del Giornale » ìiqqq di Curioso e pe« 
regriììo argomentò » e^ non dubito che non fac* 
.eìanò ui^»^as^ai beUa comparsa » essendo u^It^ 
da si bravi' ingegni . Il nbme del Sig. Ale^sftì)^ 
dro (Suarini mTmuoye a pregiarvi di riverirlo 2| 
ibio npme , e di pregarlo a darvi per me uqi 
copia esatta dell'albero di sua ^sUniglia , inco- 
.iivmciahdò alnienp dal padre del vecchio Guarì- 
np Guarini , e ponendovi sotto gli anni è i mesh 
(^'giorni delli: nascita e morte di ciascheduno j 
e i locò matrimoii| / Avrò occasione di valer-* 
sne&e in pia id^unl congiuntura letteraria • Ho; 
sqolto piaciSM» dei yantaggj che - proccurate pei' 
Sig. Abate Lioiii dall'Altezza di Parma* Io nìon 
qe parlerà a' chi che\sik ^ se non dopo la per- 
missione che s2Mrete per darmene. Se tutti i let- 
terati fpsseró cosi questi e di sì buon cuore co^ 
mf voi ^ e tome io pure pretendo di. esserlo » ' 
eglino sarebbero più in prezzo ìq 1^ lettere av- 
rèbbooo pia seguito p riputatiòne. Ma. spesso il 
male delle arti viene dalla maligniti de^Ii ar^ 
t<i£ci, e da qi^el perseguitarsi che -ftontf 1* uà 
1^ altro, in luogo di darsi mano t di sostener- 
^ • Se la lapida destinata al Marchése Mafféi <& 
inedita^ mandatemene copia, cbemi sari cara* 
Riv^iti la Sig. laura 9 tutti di vostra casa V 

\ ' rìxsh \ 



\ 



\ . yi 



534(r t i r T ii i * :D f , . . 
V'implorò dal cielo os^ b^ne t contentati i 
9 sono fià che mai • ^ • . . 

jitóv ^/ A -ftVr dannine Z^df à FkniKiét^ 
tJatiife Ì9 scrissi ia Vita dei Vèscovor G<»-' 




^i^ci0oi, esaminai aft^nfasaeiiteL'atuiodeU' 
età 9^ in; tnì venne: a xnairte> ef f^rveini ak 
iQfà di trovar iragioni sufficienti per credere ed 
asserire^ che ^S^i morisse di at^ni 6u e notk <li 
41 4 nel tf4iw.Di tutte le sijiddetté tagicMH situi 
fu^ allofat molto esatto a farne nié^iotia > n)eii- 
tre nù tiserv;ava a parlarne più distesainetlte nel^ 
la ima Storia de' Poeti ^ che. aiÌÌ(iFa.,h)i $tav(a 2I 
cwfel ei pu6' essere che tra leniie carte ne akf 
bia fatto ifegistro. Al presente adunque ijieti po^ 
W aJlti:^^ suggerirvi i se i^on che la inscriÀioae 
sepolcrale di lui riferìtiC dall' Ugbelli nel Tòma 
IL iteil' Italia Sacra ,^ lo di^e morto di anni LXL 
t hovL df X^rt . come sàisse Lelio Gt^dicciom ; 
e^ sovvienimi aticora.(^be avmd<pei|tquel t^no^ 
sSC^iita a Lucca al Si^ Fiòreiìtini ,. per ^aperiié 
il preciso i egli mi assicurò con sua lettera » 4^6 
toà Slam espresso nella lapida sepolcrale , cioè 
IXh Di più allora confiderai, che ^^ Gujdic€ky« 
ni essencb stato fatto. Vescovo di Fos^mbrdue 
fiel 25014. dai Qenìente VlL se fbs$e egli Hior* 
tqf dfanAi XLL avrebbe ottenuto il gover^oi dt 
q))^«: Om^k 4 anni, 24^ $0 T ab^so di quel 
r- tem- 



'Apostolo % ir ^ <ìì jjJ 

ééhipo ,. al quale sì rimediò dal Concilio di Tren-' 
to; ma pure convieoe .cqi3L^d^i;arQ « che il Qui* 
diccioni. |s^ iiojLxiiCf, <^i.<^i;e4jÌto ì^ Jjàcc^ ^s^ pa-^ 
trla avanti di {>assaré à B^óma, i che in quella 
i^ecitQ Qra:^ioiu pubblicami^ii^} e che pqrts^Qsi ai 
Ròmi vi siette niolti anni al ,s^yi$id delC^d# 
AlèSjjafidro, Farnese i. ^he.fi^ dipdi Paplp, III,, ixx 
(qualità di ^uo Au4ìtore: tutjt^ le .q^ali ao^ ai;^ 
lai j^ii Si pattano' ad |^ Uf^, ì^creditaM 
di 44* anni j ch^ ad un gioy^^e di ^4*. Trassi 
^inoltre dalle sg^e Rim^ ^gooieótà per ^t^etiiernAi^ 
alla suddetta opinione ; In più d' uoò de' ^uoi 
Sonétti confessa Un suo innamofahientd per lo 
spaziò di io; ed ancbe^ ^u annij del; qi))^ in 
altro Sonetto dipoi confessa di essersi à.,fp«za. 
liberato^ ili abbraccianda lo stato. 4^. Vlal £c-f 
clesiastica ; ^ 

Il yerà^ dell'iti n4 foc^ vissi ^ / 
E pùnse il cor sol amorosa curai 
Poi fiocqufi zitr^, disì(>^k È^ A* Ciiéi é»ffi, 
tegge 4> n^ 4ifi9sò iil^ti pì^««:i;isfiu . 

C^he égli sia statò iahàmor^to^WM^* e^nhi %f^^^ 
VfL quel S^ttqttfl.- 

iOup l»?t|;lìp lim^òU nmS^^, vivm^l^ 

£ di ^nii^iÌQ^ dic0 «I. quoto ictó jpriA^iwaii -4fc* 

bel 4^etaur0 ecQ^ 



è quel^ 



/ f ^Itì èrrtr ewrtgpi , 

/ ^ Otv w' étóvilslt * v4 r undednf anno . 

0n se <f anni 24^ egli (osse stato pDotnDSSb. a| 
Vescovado » e se undici anni prìma fòsse' segui- 
Co il suoltmamoramenteb ; voi vedreste mcltopér 
tèinpb innaiiioràtò un ragaauio di miictéip^i^ e 
l^treste Aure h^ke 1||aziòni'poeo vantaggiose al 
buon ' nome di cotesto Prelato • Vedesi andiQ 
in altri componimenti di lui chiaramente^ ^^^f-' 
sa la sua età, già mtaxra* Som xò8* 

Or ch§ t-tutte 1M4 t^ verde i gifat 
e Son. 62. ' [ 

Mdturi: 
i^ Som 6^ ^ , 

At^ gii csàf éU jm firn guest* egrf vhtk : 

digressioni più convenfend a c}xì\ mén sessag^fu^ 

rÌ0^ che ^fMàrAgenme . Ma quelle » che io pò-, 

/ xp aveva osservate nelle Lettere del Caro > son 

cbnv€i{iiepti al dolore » cl\e si ha di un atmeo 

perduto • A chi ama 9 par seqipre di peider tròppo 

per tempo la persona amata. Il direche^uao, ^ 

q!»il che p^enfs pherf^, Me ìm Usdéto 4ncar gie* 

wme^ oonvien benhanno a chi muore ^annt 

N Co» n|qrQfK|o^ allodra in latti molti anni primsi 

del corso ùtdi^arÌQ della vita , ohe ai 70. ynea 

eircoscritto : e però Da^te » che saisse la sua 

Cymmed^ 4'auni 35* la coisinciò con quel verso : 

'" '. ■" / ' Nel 



9 



I 

^ P O 5 T o i Q .Z f N O. 337 



JNel meixA9 M ca^min di nostra vif^ • 

Qjiesto per ora posso cosi dirvi iq due piedi .^ 
Noa ho qui il Gfailini per, vedere, che co$a an- 
che questi ne abbia detto nel suo Teatro • Se 
altro con più comodità nn verri perniano, non 
mancherò di comunicarvelo « sqttopoi^eiidQ però 
sempre il mio saottimento al vostrp , e a quello 
del mio stimsttissimo P. Berti : mentre sarò sem- 
f le un di quegli , che han più piacere di es- 
ser convinti di avei: errato, di quello chesifac- 
cian glòria di persistere nel loro inganno ed er- 
rore; amaiuio io più in altfi il vem> che in me 
|l' opinione f 

l' edizione dell' opere Latine e Volgari del 
jgembo sarebbe molto applaudita. Avanti di pat- 
tiirmi d'Italia v*era chi la promoveva ^ e le da- 
va non poco stimolo Mons. Bembo Vescovo già 
di Belluno, el Senatore Pietro Bembo suo fra- 
tello* JLa cosa di poi svani, e credo appunto 
per la ragione della t>pposizione del Lovisa, il 
quale converrebbe avanti d' altro acquetare ; il 
che stimo ora non moko difficile , che stimo 
quel negozio dopo la morte del vecchie esser di 
molta deteriorato ; e lo argomento dal tardar che 
ÙL la e^iziotie del Foscaont, 4ji cui tutti qui si 
l^bnentano • La disposizione da voi data alle stesse 
Qon.può esser migliore. Ma 'I volervi aggiugne- 
re le altre opere tutfe, impresse ed inedite^ di 
que' della casa del Bembo j sarebbe cosa di trop- 
po impegno e difficoltà, oltre che ve ne ha al* 

Tomo III. Y cune 



338 L-E T T K R E- ili 1 

cune non degàè di questo onore. Bernardo Bern^' 
bo, padre del CaMinale, fa uook^ tfotdisimo;,' 
iscrisse molto , e fuori di qualche lettera latina 
stauspata. tra altre ili scrittori del suo Paxifo y 
ixijlla 9 cbi io sappia-^ di ìui si trova ' alle stwtM^ 
}^ ». U Baruffaidi aveva Uà vdLunie di orazioni 
I«a4»Ii!^ di lui;. Se: vi riuscisse di averle , baste* 
rebbe èure^ nti primo tornò di csi^ e di quanto 
p\xh ritrovarsi dei nibdesimo 5 ag^tsìitavi la VitìL 
di iui; e contiAtìatie di poi la racceìtà con quel* 
}e dd Cardinale kùa Hgliudlo. Ponendosi que^ 
3tó ad icffettOi ' vi pótì^ei isuggerire qualche noti- 
zia opportuna • €itéa te medaglie > che DètrtMi* 
co Vicentino vi mòsttò i già vi pregai am 1* al*» 
tra mia , che me le pretidiatè iii ogni htmt ^ 
conìécfaè nòli vi sièno Poèti per la mia fócfeol- 
ta^ pochi letterati > ed alcuiu ancora^ i quali 
del tiitto ini sono ignòti. La Biblioteca Tecdò» 
^gica di Br^ni cohiiene molte cost contra lano^ 
stra irdigione. Io he tengo le tii^ ^riiiie clslssi: 
ma voi se ne pariate nei Gioniale ^ aódaté riguar* 
dato 4 Ella è ftertamenté d' idea uflifoirme a queir 
la dei S^>piimenti del Glcmialei Di così' fatct 
apére ve ne ha {>areccfaie in Gemiània ^ e in O* 
landa • Occorrendovi di averne notizia , potrò 
somminìstrajfvela . Salutate tutti. A rivederci con 
lettere al mio riti^rno dai bagni* Addio 5 ksXeU 
lo amatissimo. 



sii* 



A P Q i t Ò L Ò 2 £ N 6. Jj5», 

5 Si* d^i Sit* Andrea Cornare i a F'tmxi^é 

p^ifnHa i. Giufffo 1722. .. 

Lunedi mattinai son ritornato da Bacten . Mi 
soQo bagaato i piedi alla sorgente quattor^ 
dici volte ; ma sentendone poco beneficio , e più 
tosto nocumetito, non ne voUi di vantaggio # 
Contini^ qui con altri rimedj di profumo assai 
buoni i che molto, mi giovano y talché ora mi 
trovo passabilmente migUcMrata la gamba # Spero 
era pochi giorni dì sentirmene rimesso intera^ 
mente . Alla Sig, Madre e a' nostri di casa nul- 
la dite deir incomodo passato i e solo del bene 
presente. Si è stabilita e divulgato il matrimo- 
nio di questa Serenissima Arciduchessa Amalia ^ 
figliuola dei fu Imperator Giuseppe i col Serenis- 
simo tóncipe Elettorale di Baviera * Verso la fine 
di Agosto probabilmente se tie solenizs^fant)» 
gli sfi^nsali i II ferirne Pratnma $ su cui ^ra 
travaglio^ sarà forse destinato alla celebrazioat 
di quella lolenhità • te novelle cittadinesche te- \ 
muhiéatemi^ mi sono state' aisài calre • Senta 
che rOrmiada mio^ che ora si ttciu in Bolo^ 
gna> riesca mirabilmente: di che ho ^nimapia- 
cere • Ringr aftiàte il vecchio ictmo Piero Grimal 
ni della cortese tneaaoria 6h« di me tiene } come 
pure Monsìg^ Vicario Sùarefli^ e gli altri tuiti» 
che di me vi Aan parlato 5 o vt parlano ^ sa^ 
ranno p^r parlarvi • Io (uh lo stesso *aUa mia 
veiiìita costì. U nostro Eccmo Amb. Friuli U 

Y 2 tolta 



1 



\ 



)ifO L£XT£R£ h t 

tpUa a Laxemburga P ultima udienza di eoa- 
gedo da S. M. la quale creandolo Cavaliere , 
lo ha fatto regalare in uscirne dalla visita di uqi 
jkellissimo ritratto giojellato, che per quanto mi 
yien detto ^ avrà il valore di sei mila fiorini ; 
benché corra voce , che ne sia costato più dt 
otto mila. Dimani lo vedrò probabilmente. Il 
Sig. Ippolito si è rallegrato molto della felice 
rimasta di senatore dei Sig- Farrigo Reniero , 
Egli vi saluta caramente; il che fanno pari^ 
mente ì Sigg. Vignola , e ,Pariati , e Conte Mo- 
sconi. Il solito abbracciamento cordiale alla Si^^ 
Madre y e con tutto ' V affetto mi protesto • 

583. ^l Sii^ LoèAVM Antonia Afurétori^ 
>f MéiUnd f 

VieHHd IO. Giugno 1711» 

MI confesso molto tenuto alla vostra corte* 
sia e amorevolezza del benigno gradimenr 
%Oy che ha dimostrato cotesta Serenissima Al^ 
tesza pa: quanto ho dovuto scrivervi in atter 
stazione di verità intcMrno al Serenissimo Sig. 
Fdikipe Gb: Federigo , die ^mpre più si è fac-r 
to stimare ed amare da tutta questa gran Corte » 
lo ve ne ringrazio per tanto, quanto so e pos- 
^o 9 e pregovi di tenermi umilmente raccoman- 
ìdatQ al vo^ro Serenissifno Padrone ^ la memò- 
ria dei cui beneficj verso di me non sarà mai 
|>er mancarmi, che con la vita. Il P. Pauligià 
9^1 Stato a vederci, e può essére che qìiest^ 



ApOSTÒLÓf i % n Od ji0 . 

kttersi lo ritrovi ancora costì : nel qual caso i^ 
abbraccerete affettuosamente in mio nome ) Qjgi 
61 parla sovente di^ Ini , e sempre con lode ^ • 
nuovamente vi attesto i che difficilmente trov<^ 
successore nel suo impiego 9^ che lo paleggi , t 
niuno certamente 9 che il superi. Il mio viaggi» 
poi 4 intomo al quale ini ricercate 9 non sì effeti 
tuerà per Italia ^ che > nel venturo Sett^bràf 
quando pure non me lo. faccia diflferke all'Old* 
tobre la necessità di dovere assistere alle festo 
teatrali da celebrarsi in occasionfe dei già stàbi» 
liti sponsali di questa Serenissima Arciduchessa 
Amalia col Principe Elettorale di Baviera; mai 
può essere ancora^ che io trovi modo di esser** 
né sollevato. Mi è statò di piacerei T Intendere ^ 
che abbiate già ricevute le due Cronache Mss^/ 
di Piacenza e di Padova speditevi da mio fxiH 
tello • Spero che queste non saranno le ultime ^ 
principalmente se non mi viei» impedito il mia 
venire in Italia^ Dopo il mio ritorno dai Ba^ 
gni , che air incòmodo della mia gamba anzi 
nocumento 5 che giovamento han recato i npn 
mi è avvenuto di vedere che di p^ass'agio il Sigi 
Gentilotti: maalprimo incontro ch'io n'abbia^^ 
npn mi scorderò di patriargli della Cronaca di 
Sicardo j acciocché ne solleciti la collazione del 
vostro testo con quello della Cesfarea ^ se puro 
il vostfer é in siia mano i S(>iacemi dt aver tri^w 
pt occupazioni j e di lifon avere pui^ tanto temi' 
pò da potefvi 10 stesso servire sinché in quèsttf 
travaglio: ma F attenzione e gentiiezia di lui 
iup^ìtrà » si^cieaza. Souid sf^s4 ai i^agiòcte« 



1*^ -ttfTERE P t 

«lento ed a pranM col Sig. G>ntd CoUaltO;» H 
i^juale v& Hiirabilmente avaatfaAdlo nel buon mo- 
da di scfiver sonetti y e uliimiimente ne ha fatti 
fireceki , P^ quanto giudicar pos^o ^ da règi- 
•trar$i Ita. gli pttinij* Sì fatti personaggi fanno 
^M^ore alle lettere, t possono janche promuover- 
le e bendiloarle • I Cronisti di Genova antichi , 
fhe avete rieevuti^, son molto da stimarsi. So\r- 
iirlemnni idi averne in Venezia veduto più d'uno, 
t mi ricordi dì un Caffaro, se pur .non erro 
«di nc»n^^ e di uno Stella; e costoro tanto più 
MO^ pregevoli ^ quanto che per lo più non iscrU 
vevano\che le cose del loro tempo, o vicine^ 
• p^mi anche eletti dal loro pubblico. «Sono 
gitati dagli Storici di Genova posteriori, e se ne 
farla ^ài compilatori delle Vit^ <de' letterati Ge^ 
lìM^vesi , Foglietta , Giustiniani , Soprani , e DI'!- 
4cano. M^ A jche queste ciarle} Vasi a Samo, 
« civette \a4 Atme • Il P* A^^i^i Domenicano 
è mio amico 9 e non inutilmente mi son ado- 
ficrato i^er lui ne' suoi passati travagli , e nell* 
impet^^gli un Diploidia di Teologo Cesareo, 
49I quai titplp ya ora fregiato il suonarne. Io 
lono sub amico, e lo conosca per buon lette- 
iato», e religioso: onde 'ben |>otete figurarvi , 
éhe air occasione non tralascerò cosa ' alcuna dì 
tua servigio . Pregovi dopo tutto di risalutare i 
wjo nome ì Slgg. Marchese Orsi, Zanellì, Tor- 
ti, e Corradi; e per fine abbracciandovi .1^ 



^8f- 



Apostolo Zeno^ 345 

5f4» Al Sii. Andrea C^vméifté. s Vmttia. 

Kiema ^.I^fi^lh 171 z. 

Dfìlz iHia gxiì&asèò ^i^iiiK), tòt^ilìicip* 
picamento, cui non v'ha più rihiedio, él 
più p meno pesa sd^ondo il cangiaménto de* 
tempi : ma pure da molti giorni in qua |ie sen- 
to njolto sollièvo 4 tiÀcbè dopi» la rfiia disgrazia 
non mai me ne soti portato metimale. GobIiiÌ- 
éocìò qùa$i sempre ste ìif ti^ y per tion perder 
di vistali lavoro del Dramma , di cui non mi re- 
sta a fare, che U- terzo atto • Questa mattina si 
è pK>vata la musica del primo ^ che per vero di- 
re mi; jè riuscita eccellente , e né scine soddis- 
attissimo. Buon prò vi faccia per U "^ravi èirin* 
disi che ini avete £éitti con nos$rQÌrc(teIto i^giorno 
di S. Vito • lo ve gli ho rimafìd^i > btoch^ tai^i , il 
giorno che mi è: capitata la vostra lettera • I 
ifuartali ancor tardano; ma qiiesva^ mattina mi i 
venuto un bt^on ajqto dalla clemefiza Cesarea, 
che pcìfiltp mi ha sollevato . Le buone nuove di 
casa mi tengono allfgpo. Iddio feliciti le vostra 
idee , che tenctoqo al vostro vai^taggto • Gli ami- 
ci el Sigt Ippolito vi risalutano • jPate voi lo 
stesso alla. $ig. Madre d a tiitti'i soliti a nome 
mio. Lunedì la Corte pai^tirà^ cot^ le Maestà re^ 
gnand a Presl^^go , dove si fei^neranno tre seti 
timane, per quanto si dico. Qyi v*ha otìt pia 
di freddo, che di caldo. Il temp^ sente ftò del 
clima 5 che della stagione • Non vi scrivo novi* 

Y 4 *tà. 



^44 ^ ^^ T £ R B 1 

ià, perchè non uscetido di casa, e aiiimetteticttf 
poche visite, non ho chimeoe patii, ed^iptut* 
t' altro leggo,, che gazzette* Vi do uQ cordialfli 
abbcacciamento^, e sooo**** 

^$p ^ A PÌ9r Cdtmn& Zeno . à P^HetUé 

f^enné^ 25. Lttglio ijzii 

Ringrazrate i mio hòvùé ti P. Alacatti eH 
Padre Toletta deir esem{dare del libro , di 
cai essi ini favórisiootìo ^ e assicurategli che ì* 
altro esemplare sarà da me stesso presentato alT 
Augustissimo Padróne; Il Sig* Albrizci nostro 
gentilissimo è in uno de* borghi di Vimna , e 
fion si è più lasciato. da me vedere , senzachè 
io ffo^B, indovinarne la cagione • A dirvi la ve- 
rità, è degno figliuolo di saò padre ^ e fórse 
anche in qualche conto gli sta al disopra. Non 
è da fidarsi di quanto dice e promette v Crede 
di essere un grand' uomo, pieno didottriàaesah 
pere, ed è un arcisolenne petulante. Fa il Teo- 
logo e l'Antiquario. Mi è 9tatd detto ^ chepre»., 
^entemente stucQ di Greco per saper leggere le 
medaglie Greche ^ quando ancora non intende 
punto le Latine • Delle due ^medaglie dotiatevi 
* anch' io tengo la prima , che è quella di Fran- 
cesco (girini. L'altra di Dafiiello di Anna non 
l'ho mai veduta, né so chi quegli siasi . Tia fa- 
miglia e Napoletana* Fra le mie ne tengo una, 
intomo alla quale si legge MARTINVS. DE* 
HÀNNA. non ^Atn4^ come mi Scrivete legget» 

si 



si fidla vostt^; Nei rovescio ha lioa figura dk 
donna -m piedi con vesia svolazaaate ì e ooa le 
flaani unite ^ e soUevate in alto vet;so-un gnm innitt 
che n' esce » e col motto s SPES. M£A^ IN«i 
D£0. £ST é Ella è di più eh? mezaana grandesi 
za> e di assai bravo arte&e • Qt^esto Martino 
di Anna mostra all'abito di essere stato Preia* 
to i Queste due medaglie starebbóno bene insi^^ 
me* Spiacemi d' intendere i dispareri de* Sigj^' 
Cenedesi col kfo Vescovo. Egli è testa cfilda» 
€ non sempre la più arrendevole « U Sig^ Be^ ^ 
nardo suo fratello 1>» m^ lo temeva in freno, e 
più volte gli accomodò mólte cose ^ dove per 
alt]3o sarebbe riuscito 'coti .pocd onore . A Die 
4tìQEii piaccia y che non gli succeda eoa ootetié 
Pabblioót qualche incontro , di suo ma^ior dis^ 
piacere . I parenti , che gli . stanno é* intorno ì 
hanno la maggior colpa di tm^o • Peìr altro i 
di ottimo cuore ^ e ha mc^e partii che lo ren^ 
dono degìio,di. amote e di lode i Un cordiale 
abbracciamento alla Sig. Madre ^ SordUe» e tutti 
di casa. Il Sig* Ippolito ùl lo stesso con vdl i 
Addio 9 fratello amatis^o^ 

586* j^ meéksim»^ a Venezia. 

Vienna gì Agptù ijiìi- 

Alla sdprascritu della lettera al P. Pàult 
conoscerete il titolo finalmente da me. ini* 
petratojgli di Istorico di S. M. C C iiel Re^^ 
ipo di Napoli . Il diploma non astcdra è ^tatii 
' ' àot^ 



^^ X E t 7 B R e: Pt 

.»tfi>scritt» dal Pa4c6u ^ ojgl. soio titoniàlo dal 
ib0 ^iag^o divoi(b^ di Maria Zeli } m»* lo farà 
T^Mà» fi^ìxaa, y essetidoii fatm il più col Éurto 
«spproracd, beturhd aon setizà apposizioni, inqve» 
•^ iU C. di Spagflia / taktoclà par ùx Ucere 
f^ op|K)sìi<KÌ ^ é ^roftvenuccr prendale il iiieazo 
47er4titae 4i itttteolarlo iitoricò Cesareo ;M49^egfk> 
4i Napoli itt twgo di dir^ i^ R^ao diNafio^ 
Jg..: il 4lhe fioalmente p<»chissimo impoctaf dee a 
4pbi'l^ ka co8$égi|ko • Gliene d» avWso ^ecm T 
iHiiìes«^y la quale al vottrd ^indire rjurconumda^ 
Aaefae r ArgeMAi fiaalmj^nte sarà contento , eg^ 
seciddsegli inSpetraCd il titolò di Provveditore de' 
libri per S^ M>k &«4n Italia rcoii che potrà li* 
taaMenee stabilire il suo Degenio di lU>reria e 
sùiinper^ in Milano , il che egli flì fture soni- 
mtmeoBise desiderava »i Ma voi pu direte; pertut^ 
li McÀ siete buono a qualéhe cosa , fuorché per 
v^fro fratello; mentre detl^ affaire di Roitia non 
pvkÀ aticora. vedersi. la conolusione^ Piacesse a 
I>io, che i^idipèiiddsse'intetàtiiente da questa 
Cocte : che ^ ^nosa' sarièbest ceit^ento ^Ifettua* 
to • Spero tuttavolta <Ìi sortirne £dieemente ^ 
mediante pn nuovo memoriale da pie disteso , 
e che sarà^rafcocnandaié alf^^^ dell' £m* 

Signor Cardinale Cinfuegos tanto dal ^larchese 
Pestassi qu^QCÒ dalGo^ di Savallà: p ho buo- 
na ragione per predere , che questo secondo ten* 
iatfvo riuscirà più feti^^me^ife delfaltro . Aiitea • 
io non saprei disvi il tempo preciso , in^ cui n 
«ominciè a psodus su ie scene le maschie di 
jPaiitalnAe, Stettosn, 2anfti eec. So^viemmi so^ 

la. 



A PpLS f* • 10 ZSN o« ^^f 

^megkte di averne ye^te aloune fi^p ^er^ i^ 
I58i»f laelle quali non solamente era impresse 
il nonie, ma aticora la figura • Tenete dosti il 
Pacbimere giuntovi da Iloma • Siachè noa km 
gli altri dieci tomi che vfà man^^no » poco iim 
preme di aver P opera mezzp iaVianiia^ emù^ 
%o in Venezia. Spero , che ilP. Ru|>eis potrà 
ritrovarmi in Parigi que* che mi mancano « JLé 
piregai di £ìa avanti la sua parten^ . per fx^x^ 
chy doyp poi gli ho fatta far6 una buona rif 
inessa, ta^to per /essi, quai^to per altri libri \^ 
miei, che di altri . Tengo qualche dUSpollà aif 
creder legittima quella jidscriaiono ài Spello # 
Qpel LEM. c\ie indica il nome della tribù Xr-» 
moma , di cui si pretende che foue il Proper^ 
^io della lapida » dovrebbe essere ira il «qi^f 
Amrd. e'I cognome froptift. e non in £nd della 
lapida • Egli è pure di raro esempio ii vederci 
quel I. lOominip figliuolo di Lucio della ttìkk 
jLempnia senza ¥ aggiunto jdi ìin. fognami ; i^ 
che pure era xarisisimo in tempo della Roraàt^ 
Repubblica « Mi rknetteìò iuttavolta al giudi? 
ciò , che sarà per dame il «nodeiiaa coaspilat^e 
deir ^ts Crima LafidarÌ4t^ , c&e se ne 'avrà coftn 
tezza, non mancherà dì farla esaminare « Li 
circostanze del luogo , ove sì dice essersi ulti- 
mamente scavato il marmo , tutte spirano im- 
postura . La ypstra osservazione sopra J' Aminta 
bagnato dell* Ongaro è ingegnósissima . Nelle 
Rime di lui v* ha certamentte più sicure prove 
intorno alla sua patria • Questa mi fa ricordare 
^ àx pregarvi di un favore, ed e, che usiate ogiu 

di'» 



X 



^^^ L E T t E n E ni 

diligenza per ritrovarmi un. esemplare dclk RÉ*' 
me di M.Gaspara Stampa 3( rìraatrice insigaePa^ 
dova&a, comechè ii Ziiloli e rCrescimbeni la 
dicano Veneziana. Di queUo ch'io aveva ^ ini 
è convenuto privarmi^ per fame un donoalSig. 
Conte GoUalto i che ardentemente desiderava di 
averlo 9 per essere la maggior parte di quelle 
Rime in lode dd Conte CoUiltino da CbllaL 
to, di cui la Stampa fu oltremodo innamorata. 
Anzi vorrei i che scriveste a Padova^ per inteif- 
der, se di fai famiglia sopravviva alcuno, e se 
pressò gli eredi della medesimia ^ d altrove si 
conservi il suo rìtrat^ ^ <ht ad ogni costo n 
comprerebbe, ovvero se ne farla pretldei^ còpia* 
Ella per altro mori «in Venezia poco prima del 
1554. in cui da Clfas^acidra Stampa sua sorella 
furono fatte stampare le Rime di lei per Plinio 
Pieti^asaiìta.^ e dedicate a Mons. della Casa • II 
Sigi Conte CóUalto cerca notizie spettanti alls 
Vita di lei , perchè vorrebbe fetne ristampare là 
Rime illustrate eoa sue note , e col ritratto del-» 
la medesima i se si potesse avere ^ e coti quelld 
del Conte Gc^altino suo aniante. Afaèraccio cà^ 
ramente la Sigi Madre, e di cuore saluto ttìttii 
Fratello anuttinkno i addio i 



't * ji 



3«7« 



A P O $ T-O LO 2 I M O, i^f 

j8j. jit ìmdisimo. a Fittizia. 

Fìittn4t,^2. jfyoU0 lyxa, * 

MEsi sono m'inviaste la copia di alcuni So^* 
netti del Burchiello contra Bartolommeo 
Scala ^ in due de' quali egli lo chiama per deri* 
«ione FopiscQ . Noi allora non abbiam potuto in-*» 
dovinare, che cosa e' volesse intendere con tal 
soprannome, e perchè cosilo chiamasse. Il Sai*- 
vini i al quale ne scriveste , non ve ne seppe 
dir cosa «dcuna • Ora io leggendo i giorni pas? 
sati il tomo VI. Csrnt* illmtv. Poet^ haL$tzxQr 
pato ultimamente in Firenze, osservai a e. 82. 
dove incominciano i versi di Cristoforo Landi? 
ni, esservene alcuni da lui indiritti ad BartK 
OPISCVM Scalam ColUnsem , e altri con lo 
sti^sso titolo a i\ 8é« Da ciò venni subito in 
iCognizione, che Sopisco, Qsia,Opisco fosse un cot 
gnome, che air uso de' letterati di quel tempo, 
i quali adottavano un qualche nome^ cogno^ 
me antico. Greco <r Romano , ^i fosse ai^o- 
priato lo Scala; e forse allusivo a qualche par-r 
l^icolarità e circostanza del suo Venire alla luce 
del mondo fuori del ventre della madre • Vopisco 
in Latino significa nascer ucottdo , o posteriore 
di due gemelii» il primo de' quali sia uscito per 
aborto fuori del ventre materno. Opisco inGre* 
co può essere lo stesso , che hrivi'teg 9 aversus.^ 
seu posterier. Qviesta mia considerazione gen^ 
f4^ fari megjiio a vpi considerare la cosa , • 



||0 & i t T E RE » i / 

darmene sopra il vo^ro giudicio . Osservò afì« 
che nello Setptilai cbe t^iiW i ila a^ìunto dato 
a Diana 3 qtiod parturiemium fationem & cttram 
habMtt Goti (Quésta guidia fe' intende pegUòquel 
verso àéi Burchiello i 

£H titlf Gnco e il sidiigwM ti vani péCoi 

Oi^ftsra setttmàha ho ^ta ac^titSto per p&co più 
4i ' sei fiorùfti di un Bel Msi^ iti catta pecorina ila 4« 
civù^^o À% Sòmemtd di Gio: Fiérehttno \ idelt 
Ordine de' Preditfatori ^ il quale fìofcì iti teii^ 
del Còtìcilio di Hrenzt? i QjaéJtQ è dédi^àtd éà, 
lui totJL Ho'aée Saffica a Pief de' Medici^ che fu 
iggliuolo di C^s^tao ilgraiideK padre (klla patria é 
L' opera è tutta in versi elegiaci Latini i divisa 
iirit IV^ libri ^ ihtitoiata TheòtéMi^ e coiitiene la 
Vita e le lodi della Beatisisima Vergine ùei dud 
primi libri; e nei due ultimi tratti delle basilx-« 
che di Roitìa i di Toscana ,- e di Firenze i alla 
medesima dedicate.* e péro se né cavino molte 
beUe notizie iberiche ^ Il Codice e stiritto nel 
secolo dell* autore , e molto puìitattlente . Vi rin- 
grazio della beila medagliai di dui mi favorite , 
di ÓanieUo di Ahna^ La porrò vtéinò a quel-- 
Uidi Martino della stessa famiglia. Mi e stita 
etra la prómò^^ione del Sig. Volpi alla Cattedra 
di NotOfiiia* Se vA àvatiaerà tempo » ne Arrive- 
rò quelta «era al Sig. suo Fratello t ma temb 
che la prova del téatl!é mi leverà dalla segrete»» 
ria • Staremo a vedere cosa sarà questo Corneo^ 
tm del Apceacci» càé si vuole stampare ìa Na^ 

poli 



poli sopra tutta la Commedia di Dante. I ris«' 
contri cbe si hanno ^ cha il Comatitstore non 
hsse passato «col suo travagliò oltre la prima 
Càiiticst j «faiiilQ a^che i me dubitare^ che in ciò 
forse non si pretida mi granciporro maiuscolo « 
Saràtiìio pia 4i 24^ aohi i ehè ebbi 9ottò ì* oc- 
chia il Codice già póssediirà dal fti Dottor |a^ 
o^)ò Grandi^ scritto nel XIV. Secolo 1 il qua^ 
ie oon cooteiieviiL èhe il. Cometìté del Bocca^ei^ 
^Gfira r Infermi Axicbe il SaWitii scrìsserett tetii* 
jjki hi che i Mss. dalai veduti tebainaTano n^l^ 
li stessa guUai Nella ibscriaioiié di Bev^^gnà 
tibn tiròvó cosa che me la faceta sospettsk d'ìm*« 
postura i Iklli famiglia jitàtia non v^hàìikmo^ 
ria nel Griiteró; tè nel Reineàioi ma bène ka 
psÀ luòghi dell' .4N^'^^ Vedrè volentieri le ra^^ 
gioni^ per le 4^ali ella si erede supf><>9tà * La 
risoluzione pregni dai Sig* Proceorator Pisani di 
tener per se tutta la libreria del fu Pròc; Coti- 
tarini > è esosa degne di im tanto Gav^iere.. là. 
unirà a quella del fo Girolamo Coiéaro'^ d sari 
una delle più belle é numerose private d!It^ia* 
Sarà Celebre la sua casa e per questa^ 6 per te 
studiò de^ medaglioni uniti cori tatita Sffesa dal 
addette Cortaro* Finisco salutando tutti cart^ 
tritate^ e ili particolare iaSig. Maclre^ allaqua>^ 
le somminìstrarété scaii' alcun ngdardo tutto il 
ysognevola, che potesse esservi lìcercati di lei 1^ 
^Ukfió» fratdlo àootatissiiiit 4 



587- 



^^p L E T T E a t D I 

Sono quindici gionù clie mi smto ttavagU^ 
eia una tal debolezza di testa, e da uà si 
fiero dolor di schiena > che per poco <phe dò mi 
duri , non sarò a tempo di sccivere H seamdo 
Dramma , di cui non ho xtecseggiate che le {^* 
me quattro scene. Conosco sempre più» che nif 
invecchio non meno, nel corpo , che nello spici^ 
to, e che questo mestier di far versi non è più 
per me. Già ne dissi qualche cosa al Badcqiie 
«eli* ultima udienza, ma né da lui, né da altri 
mi viene prestata fede • Ma ciò poco m' unpor^ 
ta. Quando non potrò » non potrò; e ciò ch^ 
vuole, altri creda. U mio Dramma si recitesà 
per la prima volta > che sarà anche 1% ultima , 
dimani . Lunedì la CcMte prenderà lo scoruccio 
per la morte della Principessa Sobieski, Zia del 
Padrone. Qiial applauso abbia incontrato il mio 
eomponimento , io non ve lo posso esprimere t 
Mèglio lo intenderete da altri. £^ opinione unk 
versale , che io né abbia composto , né possn 
compome un migliore * U Imperadore disse in pub» 
Uico , che // fatte ppcr4 ftm si vtdtvMo in Ité^ 
li4y p$rchl in JkéUis nùn v* $vs mm édtrùu^sfùU 
Zeni che sapesse camparne: precise parole ^ M» 
f he jeri appunto , giorno di gala per essere V 
anniversario delP Augustissima , me ne diede , 
insieme ^n essa, lode i^rticolave. U Sig. G>n* 

te 



A P O S T Oi 1 O Z E N O^ 15} 

M di Savallà mi soggiunse, che gli dispiaceva 
(^e }o avessi fatto si bello , poiché ciò mi avrebbe 
difficoltato di ottenere da S« H* la pertnissione di 
non più f^rne . Non crediate però eh' io vi scri- 
va queste cose per vanità , eh' io ne senta . L* 
anuno mio le aécoka con indifferenza , è solo ve 
le partecipo^ perchè so che ne avrete piacere. 
Col Slgn Genttlotti non passeiro 1* officio di con- 
gratulazione che mi ordinate, se prima non sia 
co;lclusa e promulgata la di lui promozione • 
Fìe^. la carica di Bil^iotepario si fanno molti mo- 
vttnenti ^ e principalmente dal Cav* Garelli > che 
è molto avaati » avendo fatta che anche V Impe- 
fadrìpe pacli caldameate per lui • N|oki pensano 
a niQ, j^ià io. non voglio assolutamente , ^e ho 
pregatio con tutta lo spirito i miei padroni » che 
non £|(;ciano il minima passo a mio favore ; 
^ mentre ricuserei, aache se mi fosse offerto» quel 
posto} yoipQdo stare più gioito che sia possibi* 
le 9 ed essendo risoluta di non vojer morire, se 
a Dio piaccia^ in questi paesi» de' quali sono 
aonojatissinK^. Il tutto scritta vi sh, in confi- 
denza • La Cronica Genovese scritta dallo Stel- 
la era Ms. in foglio, appresso il fu Angelo Boldu 
da ^an Trovaso • Rimase con altri Gidiei pres* 
so i di lui figliuoli j| dai quali cinquenni sono 
fu prestata anche al Sig* Recanati » presso il qua- 
le la vidi la lecpnda volta. Se. questi poi Tab^ 
Uà ad essi loro resituita, o pure ne abbia fata- 
to acquisto, non saprei dirvelo di certo* Tanto 
potrete scrivere al Sig. Muratori, salutandolo a 
mio nome. Ho detto al P* Mariconi quanto mi 
T0n0 II L 2 ave- 



e • 



5154 Lnrrtìiihi 

àVete significato; e in* impone di salutarvi catal» 
mente ■• Lo stesso fa il Sig. If^lito • Abbracci»! 
te la Sig* MadJre^* e tutti di casa a nuo nome* 
FrateUo aiDatisskno^ addio. 

Sdlisturgo i6è Ottobre 17^24 

Questa rnatdiia sono» grazie a Dio^ felice* 
finente arri vattd col Sig» Segretario Vignoli 
in questa città ^ dove egli è probabile eh' 
io mi fermi simo a martedì ^ per una dolce via* 
lenza, che già preveggo dovermi esser fatta da 
Questa Altezza Reverendissima j acciocché io si%, 
lino degli spettatori del Drattiiiia, che si recite- 
rà nel suo teatro di Corte lunedì, giorno àflni^ 
versarlo di. sua eleaione . Il Sig« Gentilotti , Gòii-* 
sìgliere 6 Caricelli«r di Corte di S. A. Rma, e 
fratello del nostro Sig. Gentilotti Bibliotecaria » 
da cui anche sòn favorito di carrozza , me ne 
ha gentilmente oggi insitiuato il desiderio del 
suo Padrone , protestando che un^ antidpa^e la 
nostra partenza , sarebbe un fare a Sui Altezza 
un gravissimo dispiacere . Il Sig. Vignola se n* 
e difeso, ma finalmetke converrà cèdere all^ in- 
feriore, a cui l'obbedienza risulta in onore ed 
in merito . Ora tornando al mio viaggio > hù 
trovato sìuora le strade parte buone ^ parte cat- 
tive, ma non mai pessime, come quelle di Sti- 
ria e Corintia . Da InspruC , o da Trento , con-^ 
tinuerò a ragguagliarvi del buon pioseguirtiento 

del 



Apostolo Z.è.k o^ ||5 

ddl mia cammino,. cbe tanto più mi dì. di .piéi 
cere, quanto più a voi mi a^TVÌcioia. < . ^alutaM 
tutti i e in particolare ìa Sig4 Madre ; FrateUo 
amatissimo i addio^ 

jfpo* ^ «fìii^. Marche jé éiavàmni Foltnii 
a Padova i 

Vtntzia 25. iisvémM iixjiè - 

; '•'• "• •'' • ■ - *■ ;"' 

Ho ilicevuto il vdstro imìgne Fantina i \€ 
ho cominciato a goderei ^tòn imo vantag^ 
gio della lettura di esso. Nella £>issertazione^ 
che avete, premessa ìntortio alla vita e scritti di 
lui, siulla mie rimasto che desiderare ^ tutto 094 
fiendovi molto bene disposto ì e molto gjudicio* 
samente pensato e detto* Le còfighietture mede^ 
slme hanno aspetto di prove ^ e nelle tedebr^ 
istesse mi avete porto un gran lume • Qjuuid0 
sia sparsa e veduta cotanto beli' òpera i troverà 
In ogni parte persone che la loderanno ^ e at'» 
crescerà da per tutto quel!' altk rìputaisione i che 
ti siete con le vostre altre opere meritata . Io 
me* tie' consolo di tutt$ cuora con voi y e ^af-' 
ini di essere con voi a parte, della vostra gÌoh_ 
ria i 2L riguardo del molto interesse , che déllBò 
avere in ogni cosa con un- amico i che sì singp* 
larmente venero ed amo* Mi iono avanzato ail« 
che nella lettui'a delle Annota^^ioni ^ le quali 
godrò più pienamente, quando dal legatore mi 
sia restituito il librò , che gli ho consegnato i 
giórni passati 4 Intanto dal saggio , che qua e U 

t % ^ ne 



I |}é >X & T T E a e o I 

ne /no peèso^ ho rkonosciuto di qual dottrmi 
ed ecudizìooe ìe avete corcedate , e con qua^ giù? 
^cio avete illustrati que' luoghi, cfa^ più di bi-» 
sogno ne avevano. Npn finirei giammài, se dii 
volessi tutto quello^ che ne penso. Oggi finale 
j mente è arrivata la cassa , in cui sono parimen- 

^ te 1* Epistole Keppleriane . Scrivetemi , se volete , 

^he a dirittura a voi le trasmetta, o se debba 
aspettare ocquione siaira per darvele, opertras* 
mettervele • La cppia di esse donatemi da chi 
i : le hft fubUicate, osi è piacere , che passi in yo- 

I 8t£a mano, e simanga pcessg di voi, che sapete 

I Céurne così buon uso ^ Non posso . risolvermi dì 

! venir costì , se prkna non do un abbràcciamen- 

I ito al nostro Sig. Recanati y che .sto di giqrno 

\ in giorno attendendo ^ fatto già uòmo di Chiesa • 

Iddio Siigopipe benedica cotesta sua santa 'e sag- 
gia risoluzione , e faccia sì , eh' ella tomi in 
vantaggio e onore, di lui. Riverite tutti di VO9 
stra casa a mio nome^ e per fine mi dico^ft 

^ $%!• M Si^. uintomo f^dUisnkri^ a Padova f 

j Vtn€iUà Sii Dicmbre ij%x^ 



) . 



fTpUt^e! le }etteire» che mi av^te scritte , 4ac- 
i X che sono in Italia , $Qno in data^ di Piove 
ili Sacco. Si^te ancora ritornato _a Padova? M 
vefcc ripigliate le yostte Legioni ; Siete in istato 
di lasciarvi qui , o' cpsfì riverire ed abbracciar 
i:e ì di che io song impazienris^imo • Mi era sta-r 
t9 dipttp i f:he ^licemente ea guarita la Dama , 



|>er cui yi era convenuto {Partirvi} e'fiehoa^vo^ 
ta c<Misola2ioile pel: essci> e per voi: ma dotf^ 
giorni sono mi % riferita la cecidiva. dell^ me-^ 
desitna , la quale a Dio piaccia di preservare a 
quella dignissinàa casa. Jeri mi è venuta eoa 
l'altre mie 1* occlusa, diretta a^ y0i^ ed è dd 
tidstro Sìg. Ippolito^ il q^ale vi càrica di tito- 
li nella soprascritta 9 e fra essi ne mette del 
suo. Vedete a qual grado di autorità egli sia 
giunto 9 che pòssa onorare al pati* delle Repub^ 
blicfae e de' Cesari 4 Ma non vi stupite • CXr 
che '1 Teatro è sioitto la sua direzione , egli dis- 
pone a bacchetta delle persone Reali i e fin^^ 
dei Conili e Proconsoli Romania A lui ho 
mandata la vostra lèttera, acciocché legga il 
{paragrafo 9 che riguarda lui , e Ìo stato di sm 
casa. Ho detto al Lovisa, quanto mi avete im^ 
posto di dirgli , e ve ne ringrazia . Ho saputd 
qualehe cosa circa V af&re di quel libro f che 
qui si è stampato i ové s'impugnano ^ modesta» 
mente però', le vostre opinioni. Circa questo a 
"Yoce parleremo a lungo : xiSLà intanto mi farete 
piacere di credere il Sig* Efottòr Lodovici i im* 
ntunie af&tto da qualunque sospetto che potreste 
aveif concepito di lui^ Egli e uomo trop|>o one* 
sto ^ e so che vi stima molto , e non ha alcu* 
na parte nella [Pubblicazione di quel libro , anzi 
se si fòsse date orecchio a lui 5 questo non sar 
rebbe uscito . Tanto io so ^ e vi dico sincera* 
mente f e fondatamente^ , a l' amicizia che seco 
tengo dai prìitu aiini della mia fanciulezza éipto 
al predente « non i ciò che aà ot^ìiga a scri« 

% 3 Vej:^'^ 



Véivi > m^ la verità i e voi ben^ siete perso^tso 
<|uanto io sia lontano dal dare il falso agli a* 
nùci i qual voi itti siete , e i|i oui io cono di 
vero cijore .... 

CQmjB i) più forte stimolo di ripassarmene i 
monti , e rivedere per qualche mese 1* Ita- 
lia e la patria è stato il desiderio dt abbracciar 
té i miei antichi amici e padroni; cosi uno d^ 
*nìei maggiori piaceri skrebbe quello di riverire 
presenzialmente V. S. lUma, che da tanti e tan- 
ti anni singolarmente amo ed onoro , e cui . di 
tante e tante grazie mi confesso giustamente ob- 
bligatp . Ma poiché fra lei e me s' interpone uq 
}ungp tratto di mare , e questa contentezza mi 
viene tolta da- suoi e miei affari ^ e convenienr 
%ej resta in qualche parte riparato ij mio dan- 
no dal ricever che ho &tto i giorni passata il 
suo umanissimo foglio, e dal vedere con la let- 
tura di esso, che nell'animo suo nulla mi bà 
pregiudicato né la lunghezza dei tempi > né la 
distanza dei luoghi : in che con' tutta la sincer 
tìtì le protesto j che io pure mi pregio di con- 
servare per lei eguale affetto e cordialità , sen^ 
n veruna diminuzione della mia stima ed osse^ 
quio Ora per rispondere ordinatamente a tutto 
Quello di che V. S. Illmà mi richiede nella sua 
lettera ^ }e diij^ in primo luogo j efa^ di saluta 
' ■ .di 



/ 

Apostolo Z|^o. 359 
ifi cprpoy e di quiei^ di apitng non mai sonq 
sfat^ meglio, di quello, che al pf esente io mi 
i^ai Non sento alcun incomodo, dal pe^ c|egti 
BXìpìy pet altro non poco, essendo questi oltre 
^ 54* e ^e nqn mi fosse succeduta la disgrazia 
della gamba male accomodata , mi parrebbe di 
essere in tijtia nel fiore <leir età mia • Oìii co- 
munemente gli ami^i mi dicono, essere ringiova- 
nito, e per essermi ingrassato alquanto , sóg^ 
giungono aver io qui riportata un'aria da Te- 
desco. Qcca il mia statq in Co^te, le dirò che 
nulla di vantaggio posso né debba desiderare , 
poiché se lo clesiderassi » starei men bétie di 
quello che sto. Godo l'onore di essere ben ve-^ 
dutq ed accolto da tutta la PadronaQiea ; delle 
cose mie mostrasi particolar gradimento y e per- 
chè come lasciò scritto quel Poeta Siciliano , 
préicmia Prinoipum esre ékient cUm munera //- 
kirMipatis, bene spesso me ne dà generosi con- 
trassegni l'Augustissimo mio Padrone, dal qua*- 
le oltre al mio annuo assegnamento , ho rice- 
vuto in poco più di quattr* anni oltre a dieci 
mille fiorini in regalo • Il mio* impiego è di suo 
Poeta y e di suo Istorie© • Nel primo ho trava- 
gliato continuamente : nel secondo si dispongo- 
no le materie , si replicano i comandi , ma si 
va con lentezza , perchè è arduo il lavoro , e 
còhviene ben esaminare se stesso avanti che dar 
di mano ali* impresa • Per altro la Poesia non è 
stata sinora la mia' continua occupazione • Mol- 
te Dissertazioni istoriche ^ e filologiche mi è bi- 
sognato di stendere, per ubbidire a chi deggio: 

Z 4 e que- . 



g<Jp Lettere dì ^ 

e queste ^eitaao sqiolta» e nasoise, ali* altrùi 
$guar4o e ceàsura ^ U. Sig« GentUotti , che per 
molti anm ha, degiumente so^temito il posto di 
BibUotecàxio Cesareo» è stato ultimamente prò. 
mosso a quello di Auditore di Ruota in Roma 
^er la nazione Germanica. Con quella ing'ehui- 
là i che sen:4)re è ^tat^o nuó tostume di profes«» 
sare nelle cose mie» rassicuro, che solo è da 
me restiiÈo di non essergli successore nel primo ^ 
che era vacante. Non era di mia utilità» né di 
mio ripòso r accettarla) e me né farebbe anch* 
ella cagione > se ne sapesse i motivi • Me ne 
sono pit>testato altamente , è ho parlato ih, gai* 
sa» che & M« ebbe ella stessa a comptendere « 
che aveva i miei^ riguardi per ets&e disposato* 
Dopò il mio arrivo in Italia ho avuto il piacer 
Ire d'intendere, che in luogo del Sig« Qentilot^ 
d sono stati eletti due fiibliotecarj, cioè ilSig. 
Cavaliere Pio Niccola Garelli , Medico di S. M* 
eì Sig«^^ AlessandJ^o Riccardi^ Fiscale del Real 
C<msiglio di Spagna » r uno e T altm letterati 
di vaglia i t miei degni amTci^ Eglino davranr 
no assistere al trasportameilto> che un giorno si ^ 
farà > di es$a Biblioteca dalle stanze vecchie del 
Palazzo nel gran salofae ^ ct^ ora si sta fabbri- 
cando sopirà la cavallerizza di Corte, corrispon* 
dente, aUo stesso Palazzo. £ acciocché ella si 
fo$s^ figurare quale abbia ad essere la grandez- 
za del salojoe^, sappia es^iere la Librètia Cesarea 
nutnerosa di pia di cento mila voluiiii y dièci 
mila def quali sono Manoscritti: tesoro ihcom* 
parabil t singolare à Là mia dimora ih Italia sa« 

ri 



.V ) 

t\ siào 2Cd AprUè; Alleva ia animb di feirtSàùrni 
iasm0 a Ma$gb ; ma vói iztl forta acceletare 
la mìa andata \ z.jAtut di trovar S. M; anoot in 
Vienna j e servirlo pdi nella sua andata in Pra- 
gà nel Maggio sedente'» in cui ha detetmiiia- 
to di trasferirsi colà insieme con V Im]peratrictt 
regnante, e tutta la Ccxtè^ Il itiotivo aj^areti- 
té di tale andata si è quello di solennÌ2zare It 
cóToà^àioàe da farsi della medesima Imperatrice 
in Regina di Boemmi^s e credesi Che il loro 
sòggtofiio in quella gran cag^itale bon sari me^ 
no di Jdieci mesi : di che strillano gllAusttiaei^ 
i quali sentiranno il grave pregiùdicb delv^er 
lontana la Corte da loro per taiìto tempo. Q^idlo 
che costì si dice della lenteìsza nel pagamento 
dei salariati^ con cui si procede^ non è che in 
parte vefor nm pure alla fine vengono acomùdtt 
sollievo. Di presente non andiamo creditori » che 
di tre soli quartali : di che però a me non resur' 
di che dt^lermi ; mitktre intanto supplisce la mu^ 
iÀdcttasL Soti^ana coi donativi. Non è poi ca« 
pa^ ^ma lèttera di contehere le lodi del ìtnlo 
Mónaica* Q^el suo gran core , ornato d^ ogni 
virtù ^ non si finisce mai di conoscere i né co« 
nosciutò mài isi finisce di ammirare e di amafel 
tJn giorno gliene formerò uh ritratto più sorni* 
diàiite^ eh* io possa, senza timore che v' entri 
1 adulazione d dove la verità è si evidente • Io 
ho l'ònor d^ essere bene spesso a' suoi >iedi ^ e 
di godere da solo a solo le ore intere de' suoi saggi 
ragionamenti . Qs^l le dirò solamente , che in 
materia letteraria egli j^énetra a foiufa»^ e la sua 

ine* 



.|p«^ - If t r r ^ ^: B? »•! ' r 
tnemoria ^>cqsì /«coada» ^ì^^ pià volte me', ùe 
ioao ^tupitp ; e fra T altre soVvieiprai , . che * uil 
gioroQ esjiepdo entraci ^ dhjporrere 4eUa jfilpso- 
^a degli Stoici, me ile e^tpse i vantaggj ., e i 
difetti ^o|u:a Vallee secte clegti £tmci, réamdo- 
oe le pfoye caa le precise parole di Epitetto e 
di 6eae^a,,yciie stfnui che di fresco aves^e^stu^ 
diato quegli: autori espi^ssamente } quatido .egli 
mi ^e$tò; essm^ più di quattordici anni ^ che 
jp^r manor lu>a/gU .-avea presi ^ Oltxe. aUa\soa 
lingua natntale. parla a.perfei^ìone 1$, Latina, la 
Italiana, laxFrancese, )a Castigliana , è lai Ca- 
talana; e se il suo impeto goderà fe;fma pace, 
avranno in liii un* Augusto protettore' fe scienze 
p le buone arti. Iddio g|i conceda ogni: bene , 
che ben lo merita, e lo feliciti di prole ma^ 
cfaile; per comune felicità e sicurezza* 
: Ma è tempo che io venga , all' affare della 
vedova Qartoli , della quale ho poca (ragione di 
lodarmi , vedendomi sì - malamente soddisfatta 
nelle mie riscossioni, Qiiesto è un punto, al 
qua|e debbo assolutamente dar }' ultima mano 
avanti di partire d' Italia ; e quandQ vegga , che 
ella si,^ ritiri dair onesto, mi converrà abbrac* 
lutare le prQpiosizioni di persona sicura e facol- 
tosa 9 }a quale mi si esibisce di prendere la pos« 
Cessione a più vsmtaggio^er condizioni > e di bo- 
nificarne i miglioramenti, che vi potessero es- 
sere^ à chi fosse di convenienza . Io vado cre- 
ditore dalla stessa di più' di xlugento ducati per 
tate cor^se e maturate: delle quali assolutamene 
te; intendo di . esser saldato dentro il venturo 

Feb- 



Febbrajo : altrimenti in Marzo preodetb altro 
iwisure. V. S. lU^ ne vtedrà il ristretto di^ 
<pntp dal foggio occluso , J-a mia fede e -1 mìo 
buon nome son troppo noti , perchè ^lei abbit 
a diffidarsi cb'ip la fpssa defraudare pè puir di 
yn quattrino r Io non ho altre note, che quelle 
che troverà qui segnate, ed io di mano in ma<^ 
Ilo ho fatte le debite cauzipni e ricevute al fu 
$uo marito ^ C^r^a quel pezs&o di terra della fu 
vedova .^anzago, che n'è stato tolto npn so 
•con qual ragipne, egli è di tutto dovere, che 
ìfì dia alla Partoli il dovutq compenso. Ella 
ben Y^de che nel niio procedere non mi diparto 
punto dair onesto; e cotesta bypna donna do* 
yerebbe una volta lasciare di àndajr cercando 
pretesti, e pagar ciò che deve. Se costei vorr^ 
ostinarsi, torno a dire^ che prenderò altre mi^- 
(ure • Io mi confido nella buona fede e autoriti 
di V. S. IlIAa per veder terminato amichevole 
mente T affare; e qui per fine imploirandole dai 
Cielo ogni felicita ^ mi cpnfe|:mo col solito os* 
lequio • • • r 

jf9|. ^l Si^f fjodavicif AntonU Muratori* 

SOno in Venezia, godendomi gli amici che 
qui mi sono rimasti , è vorrei nel brìeve 
tempo, che ancor mi avanza del mio soggiorno 
4x qua dai monti ^^ poter essw f costi e in at 

tre 



I / 
I \ 



\ y 



tre parti d^ttalU, per rivedére e abbracdlafé gli 
altri amici lontani. Tra questi potete ben esic* 
te persuado , che voi non isardste degli ultimi » 
'amandovi a itiisora dei vostro, meritò^ e del mio 
dovere. Io per dir Vero 4 aveva deliberato», di 
fairvi una visita 3 ma la risoluzióne presa dopo 
la mia parten^sa dàlP Augustissima Padronanza di 
trasferirsi a Praga con tutta la Gorte dentro il 
prossimo Maggio ; mi obbliga a sollecitare il mio 
ritorno colà un mese prima di quello > che io 
m'era proposto é stabilito; Mi è fona di leva^- 
reXquesto spazio di tempo al mio génk> i per 
darlo alle mie convenienze • Chi sa mai ^ se u^ 
na si bella 'occasione di esser con voi mi si 
presenterà più in avvenire? Mi giova sperarlo i 
per consolarmene; Io stimava inoltre conia mia 
venuta in Venezia di ritrovar qualche cosa per 
la vostra' insigne raccolta: ma la disgrazia j che 
quasi generalniente ha spiogliata P Italia' de' mi« 
gliori Godici j die ornavano le pubbliche libre^ 
rie e le private, si è fatta anche qui comune;, 
talché cori mio incredibil dolore ne ho ritrovati 
moltissimi di già passati oltra i monti ed i ma- 
ri in mano di Olafadesi ed Inglesi , che trion- 
fano delle nòstre ipogllé ; 6 sì f iddho della no- 
^ra sciocchezza . Alcuni pochi òltire a ciò , co- 
me il Ferreti Vicentino > ed altri , so che gijf 
vi sono stati dorauriifcati ; Se scriverete al Sig. 
Canonico Salvino Salvini, non vi sarà difficile , 
di ottenere da lui la Cronica Ms. di Ditld Cora- 
pagnl delle cose dei suo tempo , scrittore avaor* 
ti Giovan Villani j e niente ad esso inferiore 
; " ' lieiìa 



/^ 9 9 r-o %. O Z 1 11 Q. J<|| 
adla pulitezza della Toscana favella* Io ne ^n , 
veva una copia recente ^ ci^e ppi feci cpllaasip-? 
pare da esso Sig. Salvini cpn testi a^ticiii esi^ 
stenti nella Strozziana » a fine di pubblicarlàk 
per via della stappa; ma la mia ancata in Gei* ^ 
mania interruppe questa ^ e altri imei^ l^esar| 
idisegni. IJ'mio Codice è ptesentemente in ma? 
no di esso $igf Canonico* Qiii pi:es^q un Qen^ 
tiluoniQ di casa Lpredano v' £a un antico Codir* 
ce ^T^embcaaaceo , contenente fica V altre cpse un* 
ogtra i^tqrica sìnora inedita, intpmo all'4ss«di9 
yp$tQ 4Ua pitta di Ancona in tempo di F^eri-» 
gfi It 9utpr della quale (a un certo Mae^ti:^ 
Quoniiipmpagno , di pui si parla da Giuliano Sh 
raciQo nel VI. librp della luaStofiia diAi^cona* ^ 
Pcoccurer<!( di £uvene avere una ^opia ,^ in easfpr 
che noti V abitate , Vomei ^imilmenti^ » cbe trc^, 
vaite modP di bx trascrivere la Vita di Carlof: 
Zmoy il più celebre capitano che abbiano ayui 
tq i Vene^iaiù ^ scritta latinamente da Mom« 
JacqpQ Zeno, Vescovo di Padova ^ e chemor^ 
nel XV. ^ecolp. L'edera ^ scritta assai bene, % 
cpntien fatti degni di esser saputi dal pubblico r 
^è abbiamo a)le stampe una tradizione. Jtalii^ 
na^ e anche un ristretto in nostra lingua ^ M 
io ne parla in un Tomp de} Qiprnale • - Ma i| 
testp Latino si conserva in un bel Codice tnoxxh 
branacep in fQgìio nella Libreria del Semipariq 
di Padova , donde potrete agevolmc|xtp impietrar^ 
ne una copia . Tanto per ora mi sovviene di 
scrivervi sqpr;i la vostra rappolta > e ciò a i^n^ 
di }itt(fstaryi , fhe mi ricprdp di voi, ech§t^n- 



^éi l È t ± EU* » t 

g0 a cuore k cose voàre^ Pf^oyi di tifinbvftA 
réf al Vostrd Sereqissitno Padrone T antica e. pro^ 
fonda mia riverenza ^ e per line abbracciandovi 9 
mi dico • ; ; • 

; » 5J14- Al Sig. Canoriiùó Paola Ùdglid¥Ììé 
a Brescia é 

P^netia 27^ MàrxM iyi^* 

SÉ soho $tat(l in Italia più mesi senza scrk 
vervi, noli vo* però andarmene , serizaÉ che 
Abbiate mia lettera • Io pàitirò fra dieci o do^ 
dici giórni 9 richiamato a Vienna da ùtì sovrana 
eoitinitdo^ al ^uale noti nii e lecito di frappor-^ 
tt s)dtt$à o dimora • Eira itiiio fermp proponimeli-' 
to di vefnirvi a dare un anuchevole abbraécia^ 
mento i avanti di lasciar l'Italia^ nella qual'oc^ 
castone avrei potuto appagare anco il desiderio^ 
che da tnolto tempo ho avuto , di rivedere la 
fàccélta delle Lapide e delle Medaglie del fu 
chiarissimo Sig4 Antonio Averoldii Illa mi sono 
Mat^ e tronche e impedite le mie misure ì tal- 
ché debbo essere in Vienna dentro T Aprile i 
qUaiido per altro tutto il Maggio mi eCa stata 
conceduto di termine per la dimora » Ghi serve 
non ha sèmpre tutto il piacere > benché pos^a 
Hsultargliene tutto il Vantaggio . Gli è duòpo 
sagtiflcare ali* ubbidienza tutto se stesso , e non 
pèrdere cort una sola renitenza o inutile , o im- 
prudente, quanto può aver acquistato di merito 
Gon. uii lungo attento servigio *^oi ciò non o- 

«tan- ' 



A p d'S f^ o t CI yl!^>E¥r d* féP^ 
stante cofìtiiu3a[tè ad: amarmi ^ còme avete hm 
per lo passato y cesiate persaas#f che pòchtf^e^ 
éoaé amo cohié voi ^ e iiWa più di voi amat 
posso i Subko« 'ricévuta V ultima vostra lettera ^ 
parlai al Dottor Coleti ì perchè vi spedisse Una 
copia del librò del Sìg. Abate Giorgi tanto de-^ 
sideratà da voi, ed egli mi dii^se che T avrebbe 
fatto là sera medesima ì Sinora dunqtie V avretf^ 
e ietto, e Considerato i il che io non ho potutb 
fere» perchè i dacché sonò ih Italia > o sono sta^»' 
to affollato da affari , ó jpoco h& goduto di pet^^ 
fetta salute, dssehdo stato travagliato in part&< 
Colare da più di due mesi in qua , còme lo sog- 
lio ancor di presente 5 da una ferissima ostina^ 
ta flussione di denti e di orecthio^ che qualche, 
giorno e più notti nii ha dato acerbo fastidio è 
Il Sig. Marchese Maffei ^ ha otto gicnrni iticiiu 
ca, che è capitato in Venezia 5 * chiamatovi éà 
una sua lite di non leggerò rimarco ^ « di i nòli 
poca premuta • Io secò mi troVò quasi .ogni gicn% 
Jio^ e spesso spesso si parla di Voi, per cui egli 
professa di avere stima ed amore i Oh perchè non 
abbiamo potuto essdr insieme qualche tempo t 
Qjiante cose Ci saremmo dette l'un t' altro, che 
o ne manca lì tempo , 1' ardite di esprimer 
Con la petiù^i Avrete intesa la promoatione di 
Monsignor Genttlotti all' Auditoi^àtò di Ròta pet 
la Nazione Germanica • Il po^to vacatite di hU 
bliotecario Cesareo , che egli godeva solo ^ ò 
stato diviso e trasferito in due , cioè nel Sig»^ 
D. Alessandro Riccardi Kajpoletano fiscale i^ 
Real Cotisiglio di Spagna^ é nà Sig. Cavalièc; 

Pi4? 




1^ Nicmia Garrii Medio» di & M. O |2r 
fO^tti deigni, 6 di yagUa ccij' 

|9j, -rfi{ iP» /^/ir Catarina, Zfng. é{ f^ezJs^ 

^ Uesta settimana ho aymz^Lta di molte io 
jaliite • Dòpo 35. giorni si è fermato il 
mio sangue emorroidale , e spoo oggi cia^c 
que giorni » cbe tion me n' esce pur goccia ^ 
iVera è che mi contimia la febbre e la vigilia } 
jma giovami sperare , cbe cessata la cagione , 
4^sserana ancbe que^ie^ e le ^ze ritorneranno 
al loro primo vigore . Cradcicemi » fratello ama- 
tissimo, che il pericola è stato maggiore di quel- 
lo che vi ho descritto ^ e che dai Medici si è 
KsmatQ in me un principio di idropisia • Qia sto 
{«fendendo J^acciajo, mio ai^io^ e giovevole ^e- 
^rvativo, e di oui comincio già a provare vi-* 
fibiimraté ottimi effetti . La vei|tura scalmana 
m pai!terò a Medling, luogo di qui lontano in*^ 
tomo ar I5t triglia , e poco discosto ^a l^axem» 
burgo, afSi\e di godervi e miglior aida di qqe^ 
«ta, e più ripQSp, e sopra tutto T amabile con» 
ters^zione del Sig. Conte di S^vallà , che colà 
pure mi attende. Non lasceiiò di scrivervi m* 
^e da quel luogo 3^ acciocché per me non vi 
aiettiate in ti^avaglio f palla v^ra lettera ho 
ifit^so con somqm consolazione 1! ottimo vostro 
$tAt0> e di to(t| di no$tr4 casa, che caramente 
s9Ìa%9PSte a mip nom^» e i9 partìt^are la $i^# 

Ma- 



/\ppSTOi.p Zeno. ^69 
Madre e Sorelle • Della Storia Napoletana c^ui 
se ne parla assai male dai buoni , e assai bene 
dai tristi . Credesì che V autore sia per capitar 
qui fra pochi giorni . La sua opera in Napoli è 
stata pubblicamente condannata e proclamata • ^ 1 

Ha detto male T autore di essa insino del san- \ 

gue di San Geanajo , ed è stato in pericolo di I 

esser lapidato, dal popolo , che per le strade mo- "^ \ 

straval© a dito, e befiavalo. Nel vostro Codi* ] 

ce di nuovo acquisto vi sono molte cose buone , 
delle quali in altro tempo vi dimanderò notizia 
più esatta. Gli akri libricciuoli da voi compe- 
rati soa rari per F edizione. La prima dell^ Let- 
tera del Citolini mi era per V addietix) - scono* 
sciata: ed ora V ho registrata noli* Indice .11 
Medico che mi assiste , è il 5ig. D. Gabriel 
Longobardi Napolitano > Medico anch' egli di S. 
M. e uno de' più degni uomini , che m* abbia 
conosciuti f Fratello amatissimo, addio. 

5^6. ^l Sig. Michele Schenda Fanderbech. 

Vienna 12. Giuinb 1723. 

IO risponderò alla sua lettera del di 29. Mag- 
gio passato con quella sincerità » che sempre 
ho nelle azioni mie professata • II giorno che 
ebbi il contento di riverirla in mia casa , ella 
^ sovverrà molto bene di avermi ritrovato in po- 
^o buona salute, e molto abbattuto da un ma* 
le , di cui tuttavia non mi sono pienamente ri- 
messo. Appena partì ella > che aggravandomisi 
Tomo III. A a que- . 



^yo L ft , T T ,E R JS Hi 

questo con febbre» e con grave dolor di eapo,^ 
mi convaane pormi a letto , e d!^r orbine cfaea 
quanti io^sexo veyauti quella ^era a visitarmi i 
sì rispondesse non QssetQ io in istato di dare ii« 
àÌQQ^^: e fra questi eoa mio rincrescimento ^ 
la putie dovette essere compresa j non oslaote V 
^ppuatamentQ della seconda sua, visita ^ Eccole 
ingenuamente esposto il veiro e pri^cipalve nu>- 
tivOi del i^ìo non averla potuto ricevere , assi- 
curandola iion esservi stata persona > e tanto 
meno^f^uella che mi nomina nella dua lettera > 
da cui potessi estete stato disuaso da.àmmetter'- 
la la seconda volta in mia casa • Tutt^ U te^ 
stanjte , che dal Sig* Ippolito le ^ stato detto 
in mio nome ^ e stato per rappresentarle , cb^ 
del fatto di Valachia impresso aella Gà^asettsi 
Olandese si è parlato nella Corte assai focte^ 
mente ^ e con poco 8>%o vantaggio .* talché io. me^ 
desialo , che non avevei altra conostenjsa del fat^ 
to 5 che quella che era a tutti comune , come 
non voleva condannarla a riguardò della. nostra 
antica amicizia ; così non poteva giustificarla , 
perchè non ne aveva alcuno particolar fonda- 
mento. Ne da lei me ne era stato avanzato un 
distinta ragguaglio 5 né da altti io n' era statò 
precisamente informato j e il Sig- Trapesunz^D 
ìion si è mai lasciato Vedere io ima. casà^ dac-^ 
che giunse qui notila della disgrazia di lei » 
e della sua uscita di Vakchia • Noa le soggiun- 
go di più su questo padttlcolare , se non che del 
dispiacere, che può averle recato la risposta del. 
Sig. Ippolito > io pare sono stato a ptrce; onde. 

la. 



ApòItòjAo Zàito» ^ji 
la sua gentilézza dee usarm<^iie comtatimetttS # 
anziché farmene rì^rensiGihe e querela : Mi iiJt 
stordito di molto qiielia {larté diella ^ila lettera^ 
nella quale mi aòcentia eli' id dbbia taaoctota^ 
mefite cooperato alla sua disgraiia toa dm niié' 1 

lettere di scinso équitoco • QtlaU {KDfhàno essate . 

queste mie lèttere »^noa lo so 'w Tutte le céfS.fi • -^ ' \ 
di quelle efae ho scritte a Iti^^ ilon ;neiio cto 
di quelle che ne bd rìcevuee, Maa kk mia ffia»> 
no-, e non v' ha parola , tióa che periudd ^ per 
cui io possa rimproverarmi un si ixitò difetto »* 
Ho 4^tà risposta òhtara i quanto tiri vehne scrit- 
to da lei y né V àa bisogno <tl8 io ricorressi 
agli equivoci^ parlando coti per^na> dacui to^ 
leva essere inteso ^ e caraitando di cose ^ do^ 
nulla em di mtstetioso^ o di occulto. Del resto 
Sig. mio, il assicuft di avete in me a^ll' occasio- 
ne iln bu^no ed onèsto amico , e che non sono 
di qoelli che amino belle prosperiti , € abbaa^ 
donano nelle disgrazie . Anio li persona , nott 
la fortuna degli uomini onesti e dabbene » nel 
Humei^ de' quali bo cooosciuto io ogni tempo 
esser lei; e se tale fiiofi t aversi conosciuta ta 
ogni tempo, ia fidssuoo avtei preso ad amarla * 
Compatisco al sommo la sua sciagura s «^ **^ 
questa dee regolarsi più con la prudenza , che 
con la passiona • S' é c!àlutinia e impostOca « la 
confonda con la ragione, facendola rappresenta- 
re, quando ella atoia ftloio , o coraggio , col 
mezzo di qualche autorevole e accreditato sog- 
getto o chi pu6 gtuaUatk . II Si|. P^i«èlp^ ^^ 
Valachk è in cokicettè À un Prinlipèoifr rett^ 

A a a dis- 



171 L^BTTEl^RE DI 

^scernimeato , di alto sapere , e cf illtt)ata giu^» 
tfdzia^ Cerchi mezzo di far dileguare dall' ani- 
tno eccelso di lui le vane ombre ^ che V artifi* 
do de* suoi malevoli vi avrà fatto nascere. Sa- 
li glona maggicn: di lei il farsi veder sollevata 
m Caccia del mondo dalla mano medesima, che 
Pha oppressa* Né creda , che i Principi si ar- 
_ iDSsiscano di fiar conoscere al pubblico di aver 
cerato talvolta sei lor giudicjt e ricusino di' ri* 
^trattarCx una conosciuta ingiustizia f 1 tiranni se 
ne arrossiscono , e lo ricusano : ma non i Prin^ 
cqpi giusti^ ma non i Principi saggi , i quali 
anzi si ascrivono a gloria di render ragione a 
chi la merita, e di risarcire 1* innocenza per con- 
solazione dei buoni , e per confusione dei mal^- 
▼agi • Cotesta ha da essere la sua vera apolo^ 
già, il suo lodevole manifesto: io glielo consi- 
glio da vero amico-^in isaitto ,v\come gliel ho 
consigliato anche a voce. Qgni altra scrittura, 
# sia stampa , o sia a penna , e poco sufficiente 
alla sua discolpa » e niente utile alla sua quier 
te , Si lasci <](u»ta volta reggere da chi deside- 
ra ogni suo maggior bene/ e se non altro gra^ 
disca la sinceriti de) mio cuore j e per fii^e 
dono • • f 

597. jil Pt JBcfrnsrdp de K»hù. a Vèntziét. 

■ • ■ » 

NOa hp prima d'ora significato , come età 
tfl^ :det»itp » il mio anivo in questa città 
. aV^ 



A p o « t o t o 2 È a o. iff 
a V. P. M. Rda . EUa f ià d' altra parte, anè 
intesa la mia travagliosa indisposizidne , e mt 
he avrà compatito. Comincio da qualche di a 
respirare i e adempio il dovere vetio di lei sensT 
altra dilazione* EUa sa di avere uà buon setK 
vidore in queste pacti da potersene valere àUH 
occasione: ond' è superfluo che di vantaggio io 
le offerisca r opera mia. Questa matttoa è paj^ 
tità r Augustissima Padronanza alla voka di Pran 
gai La Corte la y^ seguetido alla sfilata • Io 
prenderò pure le mie mosse dòpo la metà del 
venturo . Crédeva di esserne dispensato : ma ud 
replicato coman4amento ha deluse le mie sperane 
ze^ e messa alla tortura la mia obbedienza « 
Mons. Gentilotti ha rinoticiata» ne* giorni sono, 
ai nuovi Bibliotecarj la Biblioteca. Guai a me» 
se Capessero eh' io li chiami Bibliotecarj • Va» 
gliono che .il loro titolo sia Prefetti della BU 
blioteca Cesarea . Il suddetto Prelato partirà di 
qui fra dieci o dodici giorni, ma si fermerà qual- 
che mese in Trento sua patria > talché nqn vucd 
essère in Roma * che verso i primi di Novem* 
bre. Pensa di passar per costà verso la 0ne di. 
Ottolnre, dove sarà facile che gli si^ a riverir* 
la , avendomi più volte tenuto ragiona^iiento <fi 
sua degna persona. Ho poche novità letteraria 
a comunicarle. Il P. Bernardo Pez ha dato foo* 
ri i mesi passati il iV. tomo del suo Thtsémnis 
nwiidmus Anecdùtommi ora travaglia sul quin* 
te. C^ uscita contro idi lui una forte scrittura 
dalla parte de* Gesuiti 9 pet aver lui due anni 
sono impugnalo un libro del P. Gabdello £t#[ 

A a } ncsio. 



^f^ L X t r E K E B I 

||e|k>9 inHtpl^tó Cura salutis : nel qual libro 
éicesi cbe . il P. Exenesio sostenga ^ che i neces- 
sario a salvaursl T essere cbila sua Compagnia. 
dio* Giorgio ficcard ha dati fuori in Lipsia due 
tdmi in foglio di Scrittori Istorici mdìi atvi^ 
tk maggior parte inediti» Tra essi tira a se la 
curiosità il Diario istorico di Mona, Burcardo^ 
gU Cerimoniere Pontificio sotto Alessandro Vlt 
# poi Vescovo df Otta .- una. parte de) qual Diar 
Ilo , sotto il titolo d' Idistori^ Mfcana , fii puiv 
Uicàta pockl anni sono dal Leibnizio. Del Lu- 
écvvig ò uscito il V* toi^ delle fyli^Hiai Aiss^ 
J>ifl&m4tHm , da me non ancora veduto » Monst 
Gentilotti mi ha detto , che vi sien molti do^ 
coment! notabili « Nel I. tomo della • suddetta 
iraccolta dell' Eccard sta impi^ssa in primo luogp 
)a raccolta di tutti i documenti del Codice Vdi^ 
ridano , per cui il ^P. Pez e *1 Sig. Gentilpeti 
vennero in contesa, come è a lei noto • Orsùf 
Mn vo tenerla più a tedio. Riverisca cttstints^^ 
éiente a mio no^ie cotesto P« jLettoee, e si aì^ 
sicari die sono a tutte prove «.«^ 

yipS» M /• Pkr Catirin$ Ztm f 4 FèntniM p 

VunnA 19. OÌMOno 1713* 

MAjrfcectà paisàtp son rìfiomato in cktà dalla 
naa brìewe villeggiatura 4t Medlin\ Due 
«odùe sono stato a* questi ultimi giorni a pì^ 
iki Padrone » il (piale f epjlicatamente mi ha co- 
ittasdato di portatmi oo« sollecitudine a Praga i 
^ viag- 



Apostolo ^eho* 375 
viaggio che m'ificomoda per la spesa», e pei* 
nw^ti altri riguardi; ma bisqgna ad ogni' c^st^ 
ubbidire. Iddip me la mandi bidona in que$tai 
5tate, lo pÉirtifò verso i ij. d«l venturo » Oggi 
è partita per Praga la Padronajiza 1 ||Sig. Conte 
<fi Savallà pratideri anch* egli la sua^njos?^ den- 
jtro sei giorni. Vienna rimarrà presso che deso- 
lata. Non si sa quanto $ia per istarne lungi lu 
Corte; ma quanto a m« $on dì parere che qui 
.sarà di ritorno alla fine di Ottobre, o al ed- 
^ninciar di Novembre . S. M, ne fa un mistero 
^'suoi: fila: più ragioni mi persuadono a così 
predere . Jeri solamente Ito 'ricevuti g|i esemplari 
della Storia Fiorentina del Segni . Mercoledì ne 
dari paste ifi Augusta ai Sig. Cavalier Settima- 
na A voi il Wander Aa ha dedicata la ..Stor^^ 
di Cesena 4d Chiaramonti y e a tné il Irfoiis 
<^tnot4fhiA Piséma^ mandandomene un esemplare 
puiitafnente legato .^Di Cristoforo e di Guiniforte 
troverete notizie negli Scrittori Bergamaschi del 
Calvi, e nell' Efemeridi di Bergomo del medesi- 
mo autore . S' io. avessi notati i- lt30g;hi , dove 
presso diversi scrittori si tftgìotia di essi, po- 
trei saddìsfarc alla dimanda- die me ne fate . Di 
Cristoforo non ho veduto altro che le due De- 
damàzioni , che costì '^ono fra* miei Mss. in 4. 
Il Calvi nomina qualche altra cosa di lui . Da- 
te un' occhiata air Alberti neir Italia , e a Jaco- 
po Filippo da Bergamo nei Supplemento Istorico • 
Dovendo io partire per Praga nel mese seguen- 
te , potete scrivere d Sig. Canonico Gagliardi , 
die non si affretti per farmi avere \1 Dittico, 

A a 4 ma 



^jé Lettere iri 

ma tenga' lì trattato in sospeso » quando peri 
non gli riuscisse dì ìarmelo avere per 4o« zec- 
chini ; nei quaì caso non dia tempo ai posses- 
ìsore di esso di pentirsene. Di salute sto bene, 
fuori delia mia flussione di denti » che spesto 
^esso 9 pa: hcn dir dì continovo ^ mi molesta • 
Spero tuttavia che anche di questo ini liberai 
il caldo deÙa prossima state ^ Salutate al solito 
tutti > e in particolare la Sigè Madre v Fratella 
amatissimo > addio w 

^99. Ai Sig. Michele Sehenৠf^uiàerhcbà 
a Lugié 

Viennd 30. Giugnè 172^* 

DElia sua ietterà scritumi di Liege sòtco li 
ì9» dei corrente mese di Giugno, io |ion 
risponderò che a una s(4a parte 1 traìasciatido 
quella, sopra la quale sarebbe superfluo che io 
replicassi di vantaggio, dappoiché ^a Jia presa 
la risoluzione, che le è sembrata la* più conve- 
niente , anzi l' har quasi eseguita con la impres- 
sione del Manifesto • Non è già, ch'io con 
questo silenzio concessi di acchetarmi alle sue 
ragioni , e di approvarle : ma per non potete ^ar 
altro le risparmio la ;io)a di più lunga lettera» 
Solo le soggiungo, che mi si accresce per tu 
guardo di lei un nuovo rincrescimento > iauden« 
do che la sua scrittura sarà stesa con aaimo« 
nia e con fierezza di espressioni t e tión m*im^ 
porta f eh* ella in me ciò ascriva a genio troppe 
^ man* 



L/ 



A I» é is T L o Z E ir ! iff 

ttunsuetOy o troppp timido» porche io creda sin* 
cero • Qiiaiitb alla seconda novella ^ ch^ csUa mi 
. scrive essersi impressa nelle Gazzette di Olanda 
contro di lei ^ e che non per anche mi è sor* 
iko di vedere nei foglietti di Amsterdam » che 
Jk^o due volte alla settimana } io T assicuro 
«ih^^da me letta e considerata le fa anài bene ^ 
(phfe male ^ e/1 gazzettiere con la insusistenza 
della seconda dà ' un gran tracollo alla prima • 
Innanzi di passar oltre > la prego che saivendò- 
cìi in avvenire^ tralasci di più fiurmi parola del 
suo Manifesto ^ e della pbrsona contro cui é di- 
rètto. Per que' libri da Francfort, ne* quali com- 
presa la (Condotta e la legatura» ho speso, co- 
me le scrissi» cento fiorini per T appunto^ ella 
non si prenda altro fasti<^o • Ql^ti resteranno 
plesso di me per mio conto : che sé bene molti 
di essi non sono al mio gusto , suppliscono tut^ 
tavia parecchi^ altri di essi» che mi son cari* 
Non voglio che per questa cagione ella abbisi 
minimo nocumento. Sto accrescendo il mio pie^ 
cioio studio ài medaglie Imperiali d* argento': se 
in coteste parti gliene capitassero di buone» me 
lo significhi» concia qualità e loro prezzo: di 
che le, sarò con molta obbligazione • fi con tut« 
ta «ncerità mi rassegno. •#« 



«00. 



SA^ato v&rsò;^ meMd gl^ne, dopo^ei gìttìL 
ni ^ "Éiek^G^ <ii Nicìmnao viaggio» sefto il^• 
Hrafo ift questa ciltà veramente raagniiiM, erféc 
^a dipinta resìéei^a Imp^iale. La Germania cer- 
tamente ii<^ ha Tégàale, d ^ia per la gwadeis- 
ìpa del suo reèkito, ^ sJa per la «obiltà delie 
fafcbricbè , e t?ia per la €estìtii?;iofte del sito j 
^dande «empre eoa dolce salka vergo ìj/inottte ^ 
jteve sta ift pajawo ftaperiaie; a cui paco sidu- 
fa fatìcgi ad arrivarvi con due «èli cavalli , inas*. 
^imamente quanto vi «a ghiaecie ^ o poco as^. 
flutto 41 terréno . Qyattf ^ eittà concorrono a fc«rr 
mar tetta Praga j cioè la Città nuova , la vec- 
el^ia, la piccioli , ed il Rasefain ^ dove sta la 
€orte ; alle qùtìì alcuni aggiungono come per 
qtrinta 3 ghetto de^ fibwì ,• ehe tuttavia iionc 
^prlamente the ima paiite" della GitÉà vecchia 1 
H feip.aHògglQ 51 è nd cuore 41 questa ^ poco 
fontano da quello dd nostro Sig. ^J^nbasciatore ^ 
t 4tl Sig.' Gpnte Colialto . *f on è molto biìó- 
no, e lontano assai' dai p§daw5o; ma ^erò che 
. fra pochi giorni mi sarà questo in altro cangia- 
to sopra il Raschin, e più dafipresso al Sig. 
Conte di Savallàr e di ciò T altr' jeri ne feci 
instania al Padrone, che con bontà si è esibi- 
to di farmelo avere, avendomi accolto con di- 
mostr azioni distinte di affetto s le quali però vor- 
'. . , "^ / ^ ' rei ' 



rei cbo fossero ^.ecaiitpagnate da qualdie sussidi» 
di datìaro , esseadi^ae iq per dir yeco al fresco»- 
te assai bisognoso : fna ne dubito niolt<» y perah^ 
so di certo esserne in rtstrette^sl* <bi dovrebbt ' 
•ommlnistrarmelo ^ Ho visitati questi libra| : mt 
nulla vi bo ritrovato di bqoao , e stanne peggu^ 
di queMi Vienna, che peraltro he stanno malis^ > 
simot Praga poi è per se stessa assai popolata <; 
. onde figuratevi quàl ella siasi a) premute , do» 
ire da tutte le parti cpncorrooo persone d* ogòi 
c:dndi;5Ìone a vedeila. Vi ^ atte^idono di giorno 
in giorno i Principi di Lorena, di Sassonia , e 
di Baviera.. }l giorno di Sant- Agostino, che è 
il natalizio deir Augustissima , ^si f apprensenteri 
in un gran teatro fatto a cielo scoperto una Te* 
sta teatrale, componimenti del Sig. Parlati , la. 
quale costerà oltre a 50. mila fiorini^ Il luogo 
sarà capace di più di (Quattro mila persone ; Tr)§, 
Io non sarò di si fatto numero | poco curando** 
mi di sofierire un incomodo di più di sei ore ad 
aria aperta , e di notte , per aver ^oIq il diletto 
di uditia ; e Io stesso farei , se fosse mio prò-" 
prio c«rDponimeiit0 • Sono contentissimo deiP 
acquisto fatto della medaglia di T«Quarcino àn* 
che per le joó. lire. Se bene in essa non sS 
legge , che DIVO JITO , ella è però del Tu. 
ranno vivuto verso i tempi di Severp, e primi 
«lei XXX. ^ Tiranni y ( se pur non m' inganna tà 
cnemoria ) e non' mai dell' hiiperador Tito , co- 
me si vede dalle fatte^zze di lui . Ella è delle 
pm rare, che si veggano ne' gabinetti ; e pochis* 
iime «e ae trovano • Il primo a produrla credo 

che 



|4lo .''^ L 1 1 t E R E B i 
che sia stato il Tristano • il Sig. Ippolito iàeà 
anch'esso in Praga fra pochi giorni. Esso mi ha 
«erkto di aver ricevuta dopo la mia partenza 
tadto la cassetta col Ms. ^1 Redusio , e eoa 
ie medagUe, quanto l'altra con Tacquevite , e 
altre quintessenze ; Non Éfecendonilsi da roÌ al- 
cun motto del Sigi Andrea^ noti solo credo che 
non sia aiicora tornato i m^ che non ne abbiate 
.ricevuto altro avviso. Vi raccomando V oèclu» 
al Sig. mi^o Suocero 3 e per fine vi dò un S€»a- 
vtssimo abb^acciamenlo con un dolcissimo e te« 
nerissìmo addio ^ 

ioti ÀI Site Andred C&mAto. m FefttxJa^ 

. Préii4 14. Sm^mhrè 1723. 

LA vostra lettera mi ha recato molto 'piace*'* 
re i per aver inteso da essa il vostro felice 
ritorno in Venezia ^ e con perfetta salut;e à Di* 
mani anch'io parto per Vienna ^ annojatissimo 
di questo soggiorno in Praga, che sopravvenu^ 
tomi dopo il mio viaggio d'Italia, ha finito di 
smugnermi la saccoccia \ e tanto più non àven« 
do ottenuto verun sussidio , ne mólto , uè 
poco dalla bontà del Padrone ^ né meno per gli 
Manoscritti » che gli ho presentati • Giovami spe* 
rare che le-C9se ahdranno meglio in' Vienna ai 
ritocno della Corte ^ che però non vi sarà pro- 
babilmente» che dopo la metà di Novembre. Il 
bel Museo di Medaglie trovate in casa Sorauzo 
sarà quello probabilmentse > che già cento e pia 

anni 



\ 



anni fa raccolta da un Giacomo Soranzo , Sena^ 
tore studiosissimo di si fatte co$e , Il Sig. • <Sia«^ 
corno Socanzo figliuolo de) vivente Prìoccurator^ 
é Gentiluomo amantissimo delle buone lettere ,< 
e raccoglitore di ottimi libri : onde non sari 
cosi semplice a lasciarsi uscire di mano , e - di 
casa per poco un sì fatto tesoro f Rendete per 
me grazie aU'Eccmo 4^ Riva delle due meda-; 
jlie, delle quali mi ha &vorito« Colui che in<9 
taglia diamanti^ è un valentuomo ^ ma èunpaz*r 
zo solenne • Se vuol guadagnar molto , perchè 
intagliarvi un Nerone > e non più tosto un qual*-' 
che gran Monarca vivente? Ringrazio Dio , che 
)a cpsa' non sia andata a gusto de) l^adrpne di 
quel diamante : ed io feci benissimo ^ non ca<» 
rìcarvi sopra le instanze. Là cosa si sarebbe un 
giorno scoperta ^ il che mi avrebbe dato o dan* 
no, o rammarico )^ p almeno discredito.' Siate si<* 
curo che non ne parlerò con persona • Mi sari 
cara la lista de* libri promessavi dal Cavalier 
Lioni, al quale però non bisogna creder tutto r 
anzi convten creder poco. Riverite a mioi\ome' 
l'Eccmo Sig. Gio. Domenico Tiepolo, e ditegli 
che non mi sento in disposizione di privarmi del 
mio medaglione di Valente in oro per meno di. 
cento ungheri • Sessanta- due volte ne ho rifiuta^ 
ti. Risolvendomi di darlo, anteporrei a uguaL 
prezzo Sua Eccellenza ad ogni altro • Anzi p^ 
facilitargliene l'acquisto, mi oflferìsco di rila's^ 
darglielo per loe. ungheri in questa ^nnniera.^ 
Cinquanta sieno in contanti , e gli altri ciò- 
quanta in altre medaglie d' or^ > o d' argento 

scel- 



Mclté d4 ttim^ist 4^e tante du^cate thè ^* 
tìtìxi^é I giMni pftssatt 6oinpèraiqiMuiiii altro bei 
iM^^ione d' ota 4» ^eso di ^ttto^ uogberi , 
ctm la teila di GaUid&o^dt ima patto» e dalT 
^dfa MA un. fecole étm daira, e pdfó di lio<k 
M , e la le^Uda yìr$uì ffMiini An»Mti 4 All' 
Bearne. Sig» C^valterQ Astònio Nk>cemfG^ fate i 
ariiei conopiiinató^ c^tte t>ure riT^Hte il Stg^ mìo 
SoòotfOi A 11 Sif< Cognati i iSor&Ues Nif>otiiii^ 
c.in i^attifolar^ la $xg* Madre < Aàéio di cBore. 

^ 6oa« ^ Jil;^ Antimi^ FklUsnS&i* 4 PéJUvà* 

■''."■- ; i. ì ' " • . ■■ ■ 

PAltto ditnatii per yieana, é ISiscto più che 
coateneo quésta gran Città ^ soggiorno ptiif 
m» tra^j^o. tttCwioéQi ei diipendiaso* No» voglia 
però pÉiStiniKifK^ , seosia dar risposta r a più vosti:^ 
lettere t chtt da molto tempo vi debbo. Q;;ieir> 
Abate; Nidcdlino Alcalà ,^ lioo avendo potu^ 
to ottenere in Vieiàtia quello che si. èra préfis* 
sd^ e (^he «i teneva é,cmói so che p^t tutti l 
ItK^glii si Va dolendo di ine^ come cagione rde!^ 
li sua poeo (mena fortutia^ quastdìè io gli a** 
vessi passiti milL«f&|: presso il Eadròne a fino 
di àrgli del indie. Amico caro, ^0i mi cond-» 
•cete^ d vi paxìò da tiomo di otìore e di co^ 
•eidnsaw Io ttoti so sovvenirmi di lui^ senta 
considerarlo come uàa persona, alla quale to . 
cercato in Vienna (jiaentire prima appena lo cb^ 
Avieeva eii vi^a) di iar del bene ^ ei, alla qu^^ 

le 



U to cori vefkà di noii ^atel* m^'&t$0Hdel tniH 
toji né ixieiii €0l< peAsi^toi tioti che, coci TippeFai 
Q.^n ù v^ce. Di teifiù d'wai vai» te par* 
iato con lode i ^ i^vorevolmeiitdv al Padfotio •• 
gU ha ppecacciata V> a»^cì«il e la: stiitia; dei G»» 
Yàlìcti pia accreditati > e ia particolare del Si^ 
Coote di ^avalla i om Consigliere ìmifM di 
Stato): c^ì meszo del qbaì Cavaliere gU >o ÀCr 
m ottenere da S; Mi ìia regalo di 4^6^ ifioriaii 
gli ha dati i per . quanta, mi è ^tato pos^iòiìe ^ 
amichevoli inscruziotìi e consigli ^ -^i se gli ave»» 
se seguiti 9 noii jsi sarebbe fatto t^ltnale d^sé 
m^deiimo * Qii^sto è tutto quello che ho fatto 
coiìtrò di lui) è se eie merita th'egli f^arlt di 
me , e mi promulghi per aiitòre delle sue: dis- 
grazie 5 Io faccia i^ure & suo grad0, j:h*i<^ ^ieki 
'perdono di cuore ^ e ptintò notimene inquieto^ 
Qj^el contrasto eh' ekbi eòn lui iit proposito del 
Conciliò di Costanza è stato tra iSteé due dascH 
lo a solo, ed appena egli usci di mia camera ^ 
che più non me ne sovrehne ) sicòoim nòti m 
sovviene di certe inciviltà e impertiinMzè kh'<l!gU 
mi (tifse pochi giórni prima dì sua partenxa àat 
yienna» e che avrebbe^ in tùtf aitriche nktai 
commessa indignazione e rissentitnento : làdbvtt 
io le .intesi con non cucanza » e le ributtai tam 
derisione e dispifezzo • Tanto ho voluto scrivere 
a voi, non perchè credessi di aver bisogno di 
discolparmi con chi mi conósce si a fondo f 
quanto acciocché conosciate il genio di costui » 
che in Vienna, In Praga, e per tutto dove Si 
e fermato, si è fatti dei poco^amorevoli^ sema 

sa« 



')84 LfiTTERS 9 1 

sapersi faire alcun* amico • Sono por pochi i left* 
terati^ che al sapere aggiungano la moderaziotie 
el j^udizio! Vengo allo Schendo, di cui prima 
che da voi , mi fii scritto ^a altsi circa la sua 
venuta in Italia. Non ho ancor veduto il sua 
libro > né mi curo di vederlo. Egli ò anno|ato 
di vivere 9 ostenterà a ben guardarsi. L'ha Gol- 
eata con uno » che ha le mani assai più lunghe 
di quello Che egli abbia i piedi veloci. Volen- 
do ^ lo potrà giugnese da per tutto. Per j||tro 
me ne dispiace grandemmte, iqentrenoir vo«?ei 
sentire arrivar male a persona , massime di inia 
conoscenza • V ho persuaso e a voce e con lab- 
tese a non lasciar correre tal libello alle stam* 
pe, in occasione ^di avermene lui parlato nel suo 
passaggio per Vienna . Avendomi egli risposto 
ostinatamente ^ gli ho scritto che più non me ne 
sidrivesse, essendo inutile dar consiglj a chi non 
vuole ascoltarli . Può essere che eia V abbia pò* 
sto in collera > poiché né vidi più sue lettere , 
tè più seppi novella , se non ora che da voi 9 
é da altri ne son ragguagliato. Uora tarda ^ é 
le occupazioni dell' essere su le mosse non mi 
fehno esser più lungo i Risponderò da Vienna ad 
àltn punti delle vostre lettei-e. Salutate tutti di 
Vostra casa, e ^pvam^nte vi abbracdp • • • • 



ffoj. 



ioj. -4? A ^^^ Caterino ^^fta^ 4 VèntxjU^ 
Fìcnna \. Ottohr0 1723* 

DI Paolo deUa Pergola yi scassi alcune cose 
pec cQAghìettura , ma non per certezza 9 
essendo in Praga sprovveduto ài libri • Q^ ora 
tra le mie memorie ritrovo, che egli fu Letto- 
re pubblico di filosofia in Venezia salariato dal- 
la Proccuratia^ e che morì nel 1451. ia cui a 
di 1 6« Dicembre gli fii nella Cattedra sostituito 
pomenico Bragadino con assegnamento di ducati 
d^oro 150. ultra ilìas^ pensione! ^ qnas ipse Aid-^ 
gistcr PohIhs recipiebat a Pracuraiiis^ pr0 simili 
IfHur^: siccome sta nel decreto pubblico esi« 
steste nel Voi. L del Catàstico delle scritture 
appartenenti a^Sigg. Riformatori p. 19^ Di esso 
Paolo trovasi impresso ia Lfiiè'Ca^ siv€ C^mper^ 
dium Logicts in Venezia I48i. e 1498. e un 
altro libro de sensu ompùsitQ & divisa • Venetiii 
1500. in 4. al riferire di Cornelio a Beugfaem 
nel suo libro IneunabnU Typographiae p. io5« Al- 
tro di certo intomo a lui non sapi^ei suggerin^i • 
La Pergola è grossa terra nella Marca Anconi- 
tana: e perÀ potete dare un'occhiata all'istoria 
di Ancona del Saraceni stampata in foglio; ed 
è tra' miei libri costi , dove può essere che si 
trovi qualche menzione di lui. Che egli sia 
stato frate » parmi averlo letto in qualche cata- 
logo; ma non posso assicurarlo. Ho qui rice- 
vuta la vostra lettera degli 11. Settembre, Ve.- 
Tomo IH. B b ^ nu- 



hutami per via di Praga: dalla quale coh^red^ 
dò il dolore da voi avuto, per non avo: rice* 
Vùtè mìe lettere in quell'ordinario, eh* io mi 
tfóVaVa fierissimaniteiite tfavagliato da dolori dì 
fianco : i quali sen2a darmi respiro mi continua^ 
I^0fi0 per io spaialo ^i ^6* ore» :D* aUpra iiKiua, 
grazie a Dio^ più 0od me ne sono. risentito, 
ta Preii(;4 de' se^ni del P. D. Hypne^ da Sehh 
( Dòme fintò } è un opuscolo f arissiiiio « Io ve ne 
dirò il vero autore ^ cfaé fórse a voi non è no- 
to « Egli si è st^to il famoso Daniello Barbaro: 
in prova di che dirovvi csservene un'altra edi- 
zione in 8« senza luogo ^ anno ^ o stampatore, 
ma Col medesimo titolo: dietro al i^ale v'ha 
una lettera di esso Barbato alla MonernssimM tir 

. ft>irtUQsissim0 Madonna Giulid Fèfrtta; dove ù 
dichiara di averla composta coifte per sogno « 

, Alia Predica succedono cinque Sonetti intitoliti 
del Dubino: ma non v* è la Canzoiie che mi 
accennate • Una copia di questa edizione è ap^ 

, presso il Sig4 Ab< Recanad , impressa tatfói ia 
carta di turchino é Dell'opera delle Medaglie del 
Doni io ne tengo ^ né ho veduto, che il priino 
iibro • Pregovi dì copiare il . titolo del libro , e 
tutta la lettera del Doni al Conte Collaltinodi 
CoUalto • Qiielle che sono nelk Lettele dell' 
Aretino , o . di diversi a lui t per ora noa mi 

^occorrono. Ha data un' Qc^iata agli ultimi mesi 
degli Atti di lipiia >. e aM' ultime Sezioni del 
Tomo VIIL dei Supplementi ^ e £no a fiotto il 
passato Agosto^ e £no a tutta la VL Sezione 
di detto Tomo nuUa ho osservato , che sia ia 

rispo- 



APOSTOLO ^ è U 6. iif 
iispocta ^la Difesa dai Sig.Cmte Fàghani pd|« 
blicata ^el Toteo L dèi SuppiemeiÀt del Gior- 
nale • ^lamefite^bo veduto kaisi n^Ua iz. 5o- 
zioaedfi'Sufpl^iéÉti dello stesso Tonio la me- 
desima IKfesa di lui tradotta in Latitò alla fi 
75* ^ "f^^JZ* Salutate la Sig. Madre» e tutti 4( 
casa • Iddicf Signore vi feliciti e éoos^cti» 
Addi© . 

604^ ^i ^igé Andrea Corniiro • ^ rmfì^M . 

, VknnÀ p. Ottobre 1723^ 

PRi^n^ di rUpeAéere a due vòstre lettere itu 
coavìeae 4arvi un diserbo ^ in cui è $1^ 
cessarto cbe usiate tiètta la vostra atten»io«^« 
^ tutto U vostro ansare i Non ho potu^ dis[>^c^ 
satf^iaie) f^r esser tfoppo obbligato al SigrCar 
CoUMto;» che me de inc^atka^ uè ho S2^ut^ a 
chi aaeglio appoggiarlo ^ Ch^ a voi. £jCcovi ia 
ristretto il hisagda^ U Sig. Qonte Collalto ha 
avuto l'oQdre di avèlla per ospiti gjli Aùgustis^i^ 
UH Pidrom ndla loro andata con t^tta la Q»-^ 
te 4i qui a Praga i e li ricevette a Pirnitz « 
luogo di $)|a giurìttiizione in Moravia j alla^ m^ 
4el cammino da Vienna % Praga • O^ nel ca^^ 
torn0 che dabboa fare Jiel mese seguente da 
Praga a Vienna , «sso^gi* Conte av,rà V ottuer 
ili servigli aPimitz la seconda volta ^ ^ dij^ saia 
ai 12. del ^venturo Novembre. Ora come qoct 
gloHìo cade in ^fexsA » così dovrà egU aervinli 
di peste al pianta » e fiarse anche alla <^na « 
B b a Desiai 



, / 



||| LfiTTEltE 01 

jDe^ideca pertanto di esser costi provveduto del 
^glior pesce, che possa aversi nella presente 
stagione. Acciocché meglio ne intendiate il bi- 
«gno^ vi spedisco qui occlusa la sua lettera 
iltessa • Voi ben vedete quello ehe avete a fare • 
Primieramente far la compra di 300. ostriche 
delle migliori, e più belle ch.e possano aversi: 
di due o tre gran rombi : di i^aa dozzina di 
grossi 6 scelti barboni : di moki belli granci? 
porri , di uno o due astesi , ma ben grandi 2 di 
qualche bel brancino, quando stimiate che p>ost 
6a durare t e di ciò in fine cl|e crederete éssce 
più raio e stimato j ed io crederei che una doz- 
zina di orade dalla corona non sarebbe ciisag^ar 
devole • Qjii cosa rara si stimano le nostre cappe 
«ante , e i gambarelii rossi col corallo • Ma ìq 
son pazzo, volendo suggerire a voi ciò , che 
voi sapete meglio di me e di chi che sia • Se- 
condo, intendervi col Sig. G>nte Savioli per la 
spedizione dicendogli esser cosa 4^ servigio del 
Sig. G)nte CoUaito per uso di S. M. e spedire 
per istaffetta ai 5. alla più lunga dd ventura 
mese ogni cosa^ acciocché sia qui pec li S.delr 
id stesso meses e subito possa esset inviato à 
#imit2, onde il Cavaliere T abbia ;^lchegior- 
ho avanti i ii. per poter dar ordine, che sia 
allestito ogni còsa • Terzo , indirizzare con la 
ttaffetta la provvigione suddetta , e fatta' metter 
da Vói in buon assetto, acciocché per camminq 
fotisca meno che <«ia possibile, indirizzarla dico 
S.£. il Sig. Come Antonio RéwAédÀo di Col^ 
f^to a Plrnitz per Vienna . V ìncoiiiodo è gran* 
-. . - ' ; de^. 



Avoirótò t i ^ à. ìlf . 
iti xnsL r obbligazione sarà inagglofe é Veagt 
ora alla risposta alle vostre^ Spedirò » tosto che 
abbia fnodo 9 danaro a mostro fratello^ pet co^ 
tninciare la lite coi Nj U; Pisani^ RescrivecIdA 
al N. U; Daniel Balbi ^ e al Sig. Conte Fagna^ 
ni, risalutateli a mio nome; e fate lo stesso y 
vedendoli $ ai Sigg« VianeUie Cassani^ ed agÙ 
altri. Finisco salutando tutti, e ici particolate 
la Sis^ Madre i e carameofie vi abbraccio è 

60 j. j/Itd Signors Lnisd BerialU^ 4 ì^tntxààì 

Alla> gentile nùn menò che "^^dlerosd Signifra Luisa 
Bergali i jépMélo Zeno felkiti e sedute . 

thennti 9. Ottobre 1723.' 

HO ricevuto e letto con moka s^ddisfaziòtfe 
il Dramma intitolato Agide , uscito dai y<^ 
kro felicissimo ingegno , di cui ayete voluto far-* 
ini parte a, titolo di gentilezza!; benché la ve^^ 
jltra modestia voglia f^melo credere a fine, di 
èórre^ione^ Esso a dirvi iincer^ménte Tatiirncy 
iliio^ mi è piaciuto sov^a q'uaifti ne avete ^t 
r addietro composti) ^ eredo, che ssCr^ («r dare 
Ib stesso giudicio a Éivòr di (fucili che andrete 
in ay venire, scrivendo j mentre con T esercizio e 
Gc^ io Studio la vostra poesia fi va. sempre, pie 
ripulendo è perfe^tionando , a somiglianza dei fiu^ 
mi reali ; che più créscono S acque nel Corso ^ 
e più acquistano di limpidezza. L<^<3ivi poi sdm^ 
miamehte i che iasdati i sogjj'etti &vobsi e pou 

Ibi ^ tÉsai&i 



)^# t i T T É R X P r 

mmai^ vi siate appigliata agli eroici , i quali 
jMÙ degli altri portano la fantasia a ctif cose 
gmndi e sabKmK« e 4ov€ meglio s'intreccia col 
ik»bile ranipr<)5ó) Al genio' molle del secolo 
piaciono sulla scena le passioni più delicate ; ma 
spesso ancora ^en nauseane^ , quando non le tro? 
vin ineschiate con le più fottio V une setvonp 
.^* altre di cpn<iin)ento , come in ben «Rispósto 
convito ^le dolci vivande le aspre e le amare f 

Jl viluppo del Dramma iè facile e naturale; ma 
e seiog]tme|ito è jnirabile, non potenda e$skT 
meglio pensato ^ condotto » Al primo vostro cen- 
ile, è alla prima congiuntura te ne manctejÀ 1* 
esemplare. A riscontro dei versi vi sar^ di c^uanr- 
do in quando qualche coserella da pie notata^ 
più per farvi cosa grata , dacché me Io richiede- 
te , che perchè ve ne fosse bisogno . psso poi 
^ digi^i's^ioìf^ della protezione del Sig. Conte Bar- 
Mi , cui divot^fijeitjite riverisco i e; insieme della 
{mbblica comparsa sopra qualunqùe'teatro : 3 che* 
un giorno non ptià mancar di^ccedere» jLedif- 
Scolta che jincontrate , non vi «gomei^tino • I 
' ceminclamenti di ogni imf^resa sono malagevoli/ 
disastrosi : ma finalménte la maligniti cede al 
meritò .• Nel mio soggiorno di Praga ho parlato' 
a luqgo di yoì col Sìg. Pallavicini , che non 5ì' 
5»zia di onorarvi e jiodarvi . Salutate tutti i vo- 
sÈxi 3.' mio nom^ , e al primo incontro fatte lo 
stesso ajllà ij&compairaibile Sig. Jlosalba , e a tut- 
ti quei di $ua casa i e per fine sé anch' io pos- 
ao fare in queste parti cosa alcuna di vostro 
piacere e servigio , ptef^wi dt taón lasciarmi di- 
sutile 



\ 



AposToto ZsN9. 39J 
«olile e ozioso» Sute sana, e nella vòstra buo. 
Ila grafiia mi raccomando. 

foé^ M P* Pifr Cmnrf9 Zeno , ^ FèncTua . 

J^ienn^ l6. Ottobre 173 3. 

IQ {^^ fie sto tranquillo^ e quaii semine in 
casa^ dove da hiidlti giorni ia qua il "sfiato 
Ini tortnen^a ostinatam^nee^ e di quando in quando 
mi sc^prav viene il tnio doiot di denti • Ogni giot- 
no più invecchio , e dalla salute sempre incorno- 
datai be^ me ne accòrgo; La Cóttt ha di&rito 
il SUO arrìyo sino ai 23. del venturo. i^Uorale 
cose mie- è ri^gliéraiino inigliore as^tto , o dì- 
verrannp peggiori. Me ne . accòrgerò' ai tarimi se- 
ffàz perchè chi sta in Cortèi raffina la vista* 
Speriamo bene , perchl yoì atesso, me ne fate co- 
raggio. A l^alentino ho fetto intendere con buon 
inchiostro il vostro e mio risentiriiento • JEgli non 
è tanto pazzd, quanto sagace e ifìtolente. vQl^i 
é carico di dèbiti\ e no« lascia tuttavia distrai 
altri nella tràppola. Ha più di 15. giorni, che 
non rbo veduto, fe a voi óra e facile Tindo- 
viiìarne ia (ragione • Ma non importa • Ha più 
bisogno di me^ die d<@i é£. fiorini^ che ne hz, 
carpiti. Bisognerà ch6 venga bón le' mani piene, 
^e vorrà essere ascoltato r perchè '0^ ^ue chiac- 
chiere nulla bado. Più e più volte' gli ho det- 
to: siete un gtattàe' oratore: rna- non avrete msu 
modo da persuadenti a erèdieré. Le due prime 
kttere della inscrizione di Tcnrii^ ' 6- 'C. taq|ò 

B b 4 ;, ; pòs- 



59to . L E T T E K E o r f ; 
|ioss:ono tBsefe interpretate con probabile éòtii 
ghiettwa secohdo il parer vostro Genio i Caih 
quanto secondo quello dd Marchése Scipione 
Cai Ciauiii. H male/si è che non trovo esem^ 
pio, che la semplice C in nome di famiglia sia 
posta nelle lapide a stgmliiEare la Cldudia^ po^ 
tendone indicare più altre principianti dalla me* 
desima^ e tion lo trovò nemméno della G* pres- 
sa pet "Ctniush Potrete date pere un'occhiata al 
iibro delle Note antiche Romane ddl' Orsati in 
foglio y che sta fra* miei libri • La vostra co&- 
ghiettura per altro lui sembra più semplice e 
na;turale, essendovi moltissimi esemj^ nd, Gru- 
tero di inscrisipAi poste al Genio di persone aa» 
che private % A ^* MXVIIL z. ho osservata quo» 
sta di un Ì^f>M> posta in Novara^ addome 
lo stesso #S|^ col nhiéu^ 41 qudìa di Toribo » 
GENIO 
% ATTItlIi VlBIANI 
CLARVS LIB. 
Per i|ap tion vi dia fastidio il prihdpio ààlz 
|aj«lii 4iai gémtivi G.CENNIÌ4 VIBIÀNhmol- 
Ij^imé èssendone nel Grutero> é negli altri Cdl- 
féttori con tal principio ^ senza, che que' casi 
veggansi nella lapida retti da alcun sostantivo • 
Vi soprintende DIS. MANIBVS , ovvero D. U. 
come dicono inolti * Nella linea seénnda ddL* 
insctizione non farei cangiamento a,lcuno a - ca-> 
priccio^jm^ l^gS^^lj come sta ^ LARTtt)^ doè 
Létrtidiaei ^miglia di eui v*ha nel Grutefo più 
d' una volta memoria é A Ck CDXXVIIL y* v^ 
t^ una LartìdiA Philemsé Né &€tia scrupolo il 

vecie^ 



A P è i « O & « Z fi K O • f9| 
Véikc!» ttiia fìu^glia con tre n^mii Jmi4 Zi^itjp 
Wi4 JPrisci^ai l Romani antichi in Repubblica 
oon l'arrebbono ^sato: ma ai. tempi degl' lippe- 
ìradorì la cosa andò altrimenti;, é ne ton. pi<»ie 
ie lapida • ITiitto qnéseo siari detto » percl^è me lo 
comandate '• 

Poiché siete inteso a finir P Elogio dei Baor 
chini ^ non vi dimenticate^ sé. non ì\ avete £it^ 
to ^ di vedere qoanto ne dice il Do Pin in uno 
de' due ultiim tomi della sua Biblioteca Ecde^ 
siasdqt.^ dove ne park lungamente , esaminane 
do il librò de HUrMnbU EcHesmsfUé ^ri^niìfM 
di esso Bacchini. Nelia V. ScMk deUa Éikio: 
ttca VèUnn del Gnelli si riferisce un di. lui 
JPanegkicO) e in altre Scanzie aiàcora* Là Let« 
tera Latina del Baccbini al Magliabéchi sta in* 
serita a e. ,97. del Tomo XV* àdle N0nvHles 
de U RepuUique des Lntrei ( mese di Gennajò 
1689. } di Pietra Bé^U ^ I^M. Petr$$s BéUéens i 
Elia è sopra una medagUa pretesa di. Scipione 
Affiicano:.in cui dall'una parte si vede la ,te^ 
$ta nuda di lui con intórno ?. €. SCIPIO AF- 
RICANA e dali\altra lo stessa Scipione sopra uìl 
carro trionfale tirato da quattro cavalli cpn un 
ramò di palma nella destra. Il Baccbini la at*-^, 
tribuisce a Scipione Affiicano il niinòre i Ma 
sappiamo che detta medaglia è un' impostura evi* 
dente « Il Vaillsuit si è guardato di riportarla 9 
come pure il Patino ; e l'Orsini 9 tra le altre della 
£unigUa CòrndÙa nei loro libri ddìe MedagU« 
delle FanugUe Romane. Oliando i^' intese i che 
ai tenqpi di Scipione si lasciassero sci^lpiré sule 

hMf- 



liièds^giie |Sfi^;déf^itta£iifi> Goiiuitcib queito 
iiSéeinpitli' Cesare dòpo la pikatu^ pei^^étua 
dkà^uÀta dà lui r e gii- ^nàplir ^he se ne acf^^ 
^«òdo Àneenori, dome dì Siila ^ è di «quache aK 
ikoy scftio o éahhiùsi e épatrastati» p fa^éi ma^ 
^ìfestamente • Trpvansi bei^e nelle medaglie Ro^ 
piaae le testé di Romolo , «U Ta?Jìo, di hfuma , 
di Tulio ÒstSKò» è di Aqcq Marzio i m^ que- 
^e forònp fìtte' battere héi ttmpì di Cesare e 
di AogU$t(> da chi pretendeva di trarre la di9^ 
penédt^2L da afcuno di'ldro. Co^i la fanlosam^* 
daigHa di Òf asiq Coélite hr fatta b^tttere assai 
. (dopò di lui, e »è ne trova anche con la leg* 
^enda , ^ cui app^isce , che (n festitulta da 
Trajaao. iromitnio al P. Bacchini, ^ alla det- 
^a sua, Lett^a^ ideila quale egli si ^^ iptèontro ^ 
ifL questa pf^posizipne } ma lym (tfiiì^ -cosa che 
persuada in contrariò. Riconosce bensì perfelsa 
Hit' altra medaglia éaisteìit^. »el- suo Muserò , ove 
itttornp alla testa leg^i PRp/5?iIP|QrAFR^ICÌ 
è nel rpyescia^ oltre di detto di 4;ppra y* ha la 
leiggeQda CARTHAG. SVBAC V uQa è ^ta a 
Jmitazipoe dell'altana; il Bacchiai riconosce que^ 
Mft per falsa, e spstkii l'altra per vera, laqua^ 
ìe lera nel Museo del Comunendatore Càrlanto* 
Ékk> dal F62ik> in fl^ma f Pél sup |:ibro poi éU 
fUir^ihià EfcteHétncé oriiinihìs y di cui si è 
iirto r Articolo nA {^ornale, non v' ha altra 
edizione > che quejfa- di Modana • la collezione 
delie aMichità £.braiéb& 5 ed Ecclesiastiche promes- 
sa dal Fabrizio non mai vide le stampe , e sta 
àÀeora iiett*idea di, chi l'ha cencepuU* Ed. ec- 
covi 



.ftf^ì dettò da me quel pòco xhe ha, saputo » in» 
tomo alle dimande fattenù# Non mi rioaiie^ $t 
pon y salutati tutti di nostra casa , e in partii 
cibare la Sig. Madre, darvi con un aAèttooao 
|ibbra$:ciamento un cordiale addìo» 

* f^ennà 30. Qttohr$ 1723. 

VI lingraaiìo delta copia della lettera del Hoh 
ni al Conte Collaltino , e la fatò avere 
fMSk primo inccmtio al Sig.|òpnte Af^onip Ranv 
baldo, che ora si prova a ^imit;^ • Dei Fasti 
jLetterati di Bergomc^ ncm ne spajti&, che ina« 
nùnatl dia yoi . Il Calvi potrà forse sugjjeriryenc 
9ialche altro. Il Jeatro dalie donne letterate è 
opera «di Mpns. ^Francesco Agostino ^iììz^ Chia« 
sa. Vescovo di Saluzzo* E^ in ottavo , elotro*: 
verete fra i miei libri Biblioteca|>iÌ jtegalo ia 
carta pecorma ^vecchia «^ Il libro dei jFasii 4el 
Plaistorfido del Guarini stampato dal Ciotta ^ mi è 
del tutto sconosciuto,. Il Ciotti stamj^ bensì ia 
12. un libro di Rime di diversi 10 morte dei^ 
GuaiÌDÌ .* ma questo non porta seco il tltplp èsL 
Fasti ctel Pastorfido . He goduto sommamente là 
affbrietta parratarai dei quàdtietti piiniati di casa 
Nani, ia pergamefia dei RUI§m Nkotm Laelii 
CoJmici dovette essere il froptispicio delle Rione 
di costui Mss. che pro&abilinefite «aranm» andk* 
le a male depo ^levatone SI frontis{»ciò» Clusa> 
se fosdeto co^ differente dalle Cftittom» che m 
• - " / ~ tro- 



^9^ L E f T B R e; E i 

èrovano ipipresse di lui ^ il quale bene io . s»« 
peva che ia aggiunta al home di Niccolò ne 
portava im altro Incdtaificiante dalla Intera L f 
ina non sapeva che questa getterà dincrta^ie qiiel^ 
to di Lelio. Isella medàglia singolare Che di lui 
tengo beliissiiTia di quarta graildeiza, leggesi in- 
torno di luì N. B. COSMICI. POETAE CjL. ; 
la qua!/ leggenda ora tutta intendo mercè al vo^ 
^ro a Wisp • Ma chi sa i se quel Lelio fosse sé-> 
condo nome di lui, ovvero quello di suo padre? 
Tèmpo fa il Prete avèya^un grosso Ms. ih 4^ 
di Sonetti e Canzoni del Comisco, intitolato .* 
RtrHtn vnliorium jtagments imipiunt ; diversa 
dalld staitnpalo. Sentiremo cosa scriva d^ Rt>ina 
il P. Baldiifi pirica le sue . medaglie • Jeri ne ho 
vedute di assai belle iiibudn nttmerp» e. ih ogni 
metallo presso il Sig. Conte Ar]p!(tt $ Capititno^ 
di Ufi reggim^to Cesareo^ che 4* ordinario at^ 
in Transilvaniat dónde per nda insinua«ioìfe.fa. 
cohdur qui In tre barche sopra il Danubio i in 
ubbidienza ai com^indaxnenti A S.M. più di^^ 
salita Upide antiche i colà ukim^ente. per ti 
maggior psarte d:6yatesi» a. fine di abbelire. eoa 
esse, al di fuoti il gran vasor, della Biblioteca 
Imperiale, che ora ^i st^ fabbricando «Mst sgca^ 
agiatamente una di tssf barche i debelli per sé 
.^tessei si è aperta nel Tibisco , e andata ^fecM 
do con U perdita di XIX. Inscrizioni » le quali, 
esso Sigi Conte mi attestò essere le pia iK>ta^ 
bili «Spero tuttjivia che Sa M^ <Urà t^i ordini^ 
die le v^emp rìcupfirate dVl letto . del fiume 
in cui ^iaci^Mf Cr^do^che di tutte avrò co^Ha^ 

é ne 



A P O S "^ ^ ^ e Z B M^Q. jVy 

^^^ ne iacke<^pc]^itoif amente; atvisatQ* Sqqò im« 
paziente di sentiire <;bè finalmente sia cosa ^iuiit 
ito il Salio • Ha più di un mese ^ chje è partttd^ 
^i qui. Salutate tutti > e m particolaire là Si^i 
Madre. Il Sig« Ippolitb^ ed io yi abbracciàm9 
caramente ^ ' r \ ■ 

éio^. Al Pf Oir: PrMcesoQ Baldini i 4 Hms . 

Ficnfts 3. Nov€f9Art 1723. 

Essendosi ^eso la F. V. M. Rda' a miS rì'^ 
guardo un tanto e tale incomodo, col for- 
mare il catalogo della serie di meda^ie Impe-* 
rhtii in argento 9 da lei raccolta e posseduta^ e' 
col segnarmene ad una per una il valore ; mi 
ha fatta una grazia cosi distinta , che già mi 
C0nfesso impotente a potergliela retribuire : onr 
de per questa parte io le sarò sempre mai de- 
bitore, e resteri sempre accesa a suo credito la 
mia partita • Per V acqmsto d' esse ritrovo ben$i' 
assai meno difficile jl trovar modo di renderla 
soddisfatta; non volendo io dilungarmi dal cpn-r 
veniente , e sapendo di avere a trattar con per-» 
sona così intendente ed onesta* Ho letta e con-; 
sMerata con attenzione tutta la serie \ e se be- 
ne mancante di molte teste , che sono T opiar 
menip dei gabinetti , la trovo pregevole , t ta- 
le , che dà a conoscere il bupn gusto di chi P 
)ia raccolta. Se mi riuscirà di lenirla alla mia^ 
che 1^ numerosa di quasi altrettante , crederei 
iclie ella potesse f pmparire co4 qualche decoro , 

"^ e far 



j98 t E T t 1 IL E ri) t 

e fat U sua buQU figw» tra moke altre • tfi2 
sta cbe si Mavemalmo del preèto • ILitrof« ve- 
jramente U notato da lei i citiscuna medaglia 
as^ai ragiodèv^e » quaócki a parte a parte vo* 
glia considerare , e per ehi quài di questa i e 
qual di <)aellà né tenga bisogno • Ma eUa éee 
riflettere^ che io le compero tutte ad uct trat- 
to^ ci che dellK metà quasi d*és$e^ tra le qiu- 
lì ve nel ha pafiitlenté ben molte delle miglio- 
ri 5 mi trovò ^à provveduto « Contutto'ciò quan- 
do élla sé riè contenti ,' io le oflfefisco pei" tutte 
le descritte nel suo catalogo»^ oMdptese le Gre- 
che i ^ U tii di Gordiano il vecòbiò 4 di Giù- 
Ita^ ^ ^ G>staritÌ0ò^ le offerisce^ dissi tiiece&to 
effettivi scudi Rchnani : ta tttet^ avanti che me 
ne facciaL la spedii^tone i e 1! ailtr'a metì diie nie* 
à dopo arrii^até 4 II denaro le sarà costi rimes^ 
aa a mid cònt^ìf coti polizze di cambio f e quan- 
do si conchittdiL il tontràttd,- penseremof ai mo- 
do di fai^ ventre^^pÈ^via più jsicura e spedita ie 
stette «iedaglie. Perìit^^ms^VasKione è legitti^ 
mità di esìe nulla le scriva ^ non tanto petcàè 
'«Uà tutte me le mailtiene ben cotiservate e fo* 
Intime j quanto perché cocioscc^ e la sua inte» 
gritàf e la sua intelli^sa. Attendere a rispo- 
saca la sua tt^^xbne» e con essa- r onore de' 
su^ cttmaiidimMti • 



«09; 



yUèf^à $' Ntffemiri 17 ti» 

LOreoKÒ Ve&iero » Qfa(ìlaòmp ydiesé^fìo f fl| 
ìfiglii^old di. Qiaanaoidreii ,5 uno de' più insìr 
gni {Senatori dei f^M toinpQ nella R<^Ù)Ììqei « 
Suoi fratti! i^^0 l'Uigi^ X>omehicò i FÌ99C^ 
SCO t Q Girolamo ; dal quale discetiriqiid i Vo- 
oieri della contrada di & Vitoì dettt i Biòndi » 
cioè quelli dei Vivente Proccutator Girolamo ^ 
e fratelli 4 Doi^ehicò ^ t^raiicescoi fratelli di Lo^ 
renaci ^ occiH)ariQ uii bei pósto fra i letterata 
coi loro conq>o4Ìmenti che ne sono rimasti i Lo- 
fenid ebl^ dvie figliuoli ^ Luigi , la cui line) 
maschile id un Giambati^à si speiise i e Ma£« 
&oi^ <:be fa Arcivescovo di Còrfiij e Prelato di 
ijioltà xlòttrina y ^ Ì9|i8n^ in particolare nella 
poesia ^. U dQtt«^ torentio fu allievo e cre^o 
deir Ar^ìPMl^ ^ poscia ia0 grande aniic^s <ed e« 
gli fo^ <;h<9 fé stampate iil Venezia in 4^ 1 due 
primi Canù di M^fisa di efiso Afetino 1 dief ptU 
«la 6^iio-4isciti dallQ stainpé ^di.Aócoqa aitmh 
ti . e .guasti i pi:eniettàidOyi u^à »>a l4ttjtìL « 
Ili 5 ««Ila qiiiile %\i dicfe : «f tfiR#r »/^ 5 |^ ^ 
mo ^Ih eh' ié iè frd i né esHt ^^^'f iglt 
^ssend^ assai giovanetto i eoa ia dketÌQii^ deU' 
^.tetinò suo tMeéttòi impresse net i53Mny^ 
nezia in S. uti libro in ottava rim( ditriat %| 
tre Canti » e intitolato 2>^//4 PuttMa trréimi dm^ 
ti tre : al ^nate te aggiunse m altw k iw«^ 



4o6 LiTTtaBi^r 

lo canto col titolo // Trentuno , Non vi maq^ 
do il preciso titolo né dell'una, né ddl*altr^(L 
pera; poiché 1^ unica copia eh* io n*ho vedutsi 
di questa edizione , mo^tàratami dal Sig. Barone 
Filippo Stqschiq Prussiano , era difettosa di fron* 
tispicip • La P* E é dedicata dalli* autore all' A- 
jsetino, e in essa oscenamente descrive |a vita 
e le azioni infami di una donna di mal a&re* 
Il Trentuno è Sfritto contro una tal Angela Zaf- 
fetta, soletmis^ima poltrona , della quale garla 
l' Airétino in pia luoghi delle sue iètteée » e al- 
trove. Lo intitola il Trentuno^ a riguardo che 
essendogli stato fatto un oltraggio dà colei » se 
no vendicò ben viUanescamìsnté , ma secondq 1^ 
abuso che allora ne correva, col farla aChiog- 
già condurre, e giacere In una sda notte con 
trentuna persone: il che yà sporcamente descri- 
vendo in coteste sue stanze ^ indiritte anct^ es- 
se all'Aretino . In fine vi sonai due Sonetti d^ 
incertp in lode del Veniero , senza però nomi- 
narlo: poiché avete a sapere che né nel frontispir 
ciò, né, a pie delle lettere d^elV Aretino vi si 
legge il nome di lui. Credo bene che nel fron» 
tispicio della P. E. stiaci il suo nome di^gnatD 
dalle sole lecere iniziali L» V. V» cioè Lofaai- 
zo Veniero if^eneziano. Di tutte le suddette op- 
se vi recherò ora le forove • h Che il Venia» 
fesse giovane^ quando scrisse i suddetti versi , 
ricavasi dal primo SQn^9 d'incerto, che vista 
Ipostq nel fine: 

Z^gi duf9fg»o Utoory^no io éàti^mt^ 



A p Oi s T o t à 7: ^ li o. 401 
Se ntf'CAovtnt in ita' tanto discorre^ 
Che nàrakU non i quel ch^il del vele. 

II. .Ohe il Tf^pttié^e fatta dare alla Zaffetta se- 
gmsst oel r53][, a ctì <. *tf Aprile in Chioggia, 
|o jdtce r autóre ^el fyìe di una stanza : 

Mestati a Chiéxji ^fùtili cempagnofii 

Scrisser per ogni muro ^ e in ogni vÌ4^y 

Cerne 1^ \^giela Zaffa nel trentino 

yrf sei d^ aprite a e hiexA ehhe il rKi^uj^vvo* 

m. Ci\9 ^s%f^ un Gentiluomo di casa' Vq\icro 

quegli, ^he la sì fatt^ guisa si vendicò di co. 

tei 9 af^arisce da una stanza ^^ che cominciai h- 

<:^do' parlar la medesima: 
/-" 

.. fienksaem per eontgMa qists^M r quella 

f JbuMiua di, mia. kwma sett^. 

C^me il y«i^iBR le sa , farà novella , - 
i*erfk'^rir non li wisi kn 4^ ^^ forte . 

S nelU ^ijltima stanza più espressamente si 
^ec«Pia la ragione del disgusto a lui dato , apo* 
st£bfimlo<(egU alk stessa f la quale , sé' male 
nim mi ricwda^ Gbiamavasi la Z affetta per es-' 
«er figlinola di q» xjaffe Veneziano , tanto pa-^ 
fimdoim aver Imo m una ^lle .Lettere dell' A* 
idiao ) 

. jineìtik v^ la mid parte de f henerei 
Sen tmMiém , fitt0 a dmarvi 4eni 
Tme III. Ce ^ f?»- 



40:» '. I^BtTSR£Dl 

fìfnni 'a ^Mnar per fnn4 rhmrem%,4 i 
JUa ddl balvìtn mi fk élMa:.iémms • 

ìy. Che r dutlte della P^ £. fesse tjArtmà Vi* 
n'uTQ y U che più di tutt» ^ tfóc^sario di pD»& 
vare^ e cbe fossis ili età. gidtntiiis ^ pUòr'^a^ 
vàrsi chiaramente dai seguenti versi della V» 
stanza del Qmifsi tk dlfliar S% £«:^ > :^^ 

PwVtó tliì % onesto in^dzxir ad àovèrq ^ 
Se fìóh ire vòlte ^ atmén sèfnii'ifi annoi 
Peri il ifoftro Lorenzo Venieìiò 
tìk fMiso orÀ il cervello s saccomanni : 
Jt^ditdppHU y non th^nh giovin , ìdrì Piero S 
Tiiìii t àòi U pHtidke Massi fanne ^ ecc. 

fiernatd« jkfoàttà^ m l^raòdiiè À^ éf^la Mn^ 
noye^ vìyeixtQ ktMrato ^ e «aò dtU^Àlff€àdemia 
di FraÀKia^ uòiw quant" ahfi tuli óra" fecèstieri 
versata Aellà «ogàiéiéiie de^i ^òrittèri tt^iani, 
sopra i quali ha fatto delle osservazioni parti- 
colari V paci* « lungo at nostitt f»f^&sìé# bei 
IVé 'X^sttà detU Mmagiailk % t^ i^^^. i4d»"« 
2%i« Niilla per verità egli 4Ìdii:^li' io èSÉ-^RI* 
pessir ma co^ tutM ^ poAsè^ (tì'^vt €rakrif«l!U 
Io» poicbè mi rts^tinOà là ktlbàk 4k ^Éfikirk^qM 

è li ripeseaiiM- i/>d €«t<i^<^'^^^ >^^ "^ 
ca. /a iS^tf creduto altre volte che il Didlàgp M 
Maddalena e di Giulia > ehè ha per titolo la Put- 
tana lèxt^esmi kok fksM^ Mi^yÉtefin^^ éd^M i^ 
renzji f^fd^é me èllkxfè . Io m$ fmAki/ìIt^k que^ 

^'* sta 



V. 



i A P o i r ò i ò % t ì$ 0: ^ 

m crtd^mca sìtfm Ipte'vfrH detf Aretino mah 
sitw nel àn0 €ntif9lò ut ^u^m di Aétnfpì^aì 

. A^ perck Ì9 sento' il prés^^tf aU^otlére^ 
Vft' oferettH iit qfief, eéimhh galme^ 
Vi mtmdé hora im mi Iddf^ e trAAitott.^ \ 
Intitolarsi là f^tànu Mrfunté^ 
Dal yknieiré t oneste mio cr^Me y 
Che m'ì in dir mnl qnsutró ihrMnte iHnmOe A 

io uni foniuva ultresì in . tede, opmione | perfAi lek 
Méiiiè le Foyer pag. ^f6i dèi xm Diàhto d« 
Marllge ed. in 4^ mokndo diro nnà pu^aha eoa» 
sumatà dsàe la pauóLùz del VeMiert) i D^ 4ì^n^ 
do %/eélteeé nn Poemn di qetàttrè canti { notate 
che lo dice di quattro Canti ^ cfòitiprésoirt aocki 
quella del Tfencuóò ) in otttet^a Hmà^ ùltitlflsh 
té la Puttana ettante di h* V* Y^ dot di lA^ 
iwaò Vetìlero Vmeaiané^ tnaHoscHtH ^ ma H* 

I Copiato Éopra fintptesso in P^eneì^A l' dnno 153 1^ 

pbMohbi eh' io mf trsf ingaktiato i e ette i tìtrsi 

[ ^ptalieiaii riguntdàé^anè solamente onesto Poéms % 
òifU iùteéo tmtjeens tstert dertisJintmnoMtò deif 
jiritin»i noft^nmé che il Ttentuaci ddla Zitl^ 
lètta 4 Poemd di 1 14^ stdnU parimentt ié otta/M 
rimd^^ stM^patìf dietrer il prim sètto il medtsim 
fMs$ nomo dot fritta : àmpofrìminti tun$ e rat* 
irte ipiiifìfMnii pie disp^tez/oti^ipiìemostrmoi., 
è Mia per le paiole ^ sia per li eemimemi iitkumà 
t^ela i pi$$ Atmìmìi the si possano id^re. Ih 
terrò Memardim Afelià i detto altrimimi f Armei^ 
Uno i in im$t Uttéfa M Antiwo in da^a di T^ 
C e a fino 



L t T t e ti £ I 

rf$iè li 17. Ottobre 153 1« tli scrive ^lla pbe 
deguei Ho vediito di nuovo uti2( puttana erraa^ 
te y condotta insino qua a Turino • Ah l la bel« 
la festa che le fanno queste madonne intorno , 
7*4/ lettera si ritma trs qtitlle che seriib state 
scritte alF Aretine y stampate in Venezia in 8« 
in due i/olumi fer Francesee Afarcàlini • £Ua è 
.del /. voi., pag* 104. j^est- Arelio si fe^ poi re-f 
ligioso Benedettino della Congregazione di Santa 
Gijestina di Padova » e prese il nome di Don 
Pacificò, pag. 300. del suddetto volume • Giio. 
Alessandro Zanco in una lettera in data di Pa« 
dt>va li 26'. Marzo ISÌ6. prega t Aretino di vo^ 
lergli inviare la Zaffetta corretta, e la errante» 
La lettera è sottoscritta : Io AlessandJ» Zaneò 
détto Poetino • Sin qui il Moneta • V Aretino 
patirla in più luoghi , e in più opere di Zxiren^o 
Veniero. Nella Commedia della Cortigian^^rr« 
2IL Seenn VIIL E chi non istoriar lieto 3 ndenda 
le piacevoli invenzioni di Lorenz/^ Feniero f^ 
ntlV AttoVf. Scavili. E non vorrei che tu scé^ 
fossi ih un trentuno , come incappi A^cla dol Mo^ 
f^o. Forse era. cotesto il cognome rero della J7^ 
fitto. Vedete anche l'Aretino nt'Rogionam* a a 
^j* e in tolti e sei i libri delle sue Ledete • 
Ma basti il già. detto intorno a Lorenzo ^ 

I due sopraddetti libelli di Lorenzo impressi in^ 
Venezia nel ijji* forono ristampati a Lucerna 
in 8* con lo stesso titolo nel 1651. ma nel 
fiàntispÌ2Ìo dagli eretici stancatoti, o da. chi vi 
assistette alla stampa, vi fu ^giunto il nome di 
yJUoffeo Femeto Arcivescovo d{ Corfk y con um 
• ' . ^ */ fi- 



irlt^tto, non so se vero i o finto ,. di que^«l 
Prelato col di lui nome all' intorno > acciocchì 
tanto più comt>arÌsse qual ne fosse V autore , taiQ^ 
to in fronte della P« E. quanto del Trentuno > 
mutando a questo secondo un tal titolo in quei-» 
lo delia É^ma. Egli ha più di 30. anni ^ 9 
pure sovviemmi benissimo di aver avuto in mai» 
nò un esemplare di questa ristampa nella bottCM 
ga di GÌ04 Negri llbrajo ai Frari , dal qtìalè 
non lo comperai , perchè me ne richiese ùnd 
scudo i e allóra mi parve caro: che ora he ét^ 
rei per esso anche quattro. Essendo periti ^ 
esemplari detla prihià edizione ^ si sparsero 
quél della seconda ne* paesi de* Protestanti i e 
de* Riformati : e toe<fò al ndstro Maffeo Venie- 
fò. Prelato innocentissimo, di entrate anche egli 
nella lista di tafìte altire persone Ecclesiastiche^ 
fregiate delle più venerabili dignità, della GWe- 
ii\ alle quali fu imposto malignamente ^ e dia- 
bolicamente lo sfregio dì essere autori di opere 
ifqatìdaióse^ oscene ^ ed empie . Se ne vorrete 
csempj^ questi miV saranno alla mano. Vói bea 
vedete, che autore legittimo e Indubitato ddla 
P* E^ e del Tn sì è stato LorenKO Veniero^ pa» 
dre di Maffeo^ e noti Mafieo figliuolo di lui • 
Lorenzo gli scrisse, e It pubblicò nel rjji.ndl 
qual tempo Maffeo noh eira ptobabiùnente ancor 
tìato . Ve Ile ^ttete assicurate air Avvogheria 
nel Libro d^Oro* Che pòi gli eretici abbiapp 
diffamata tal Cosa, e l'abbiano divulgata e cre- 
duta» no mi $tupiscoi ma che il Sìg» Rolli-, e 
riialto più che U Sig. Ab. Salvini 1 tanto erudii^ 



j 



I 4/^4 >L ia r T £ R B PI 

[ HfyXà Cfe4aM, e 1q dicano» ne resto tcmàt* 

l tewsflto. Voi fatene U difeftinfiUapiù savia ma.- 

^ trfera, a più.pmprìa« T<Jtto il dettovi da me 

. p^A i da ridirsi : Aia T ^ detto m>Io ^ acciocché 

f m Ceciate la seelu coovwevole* 

['% 

i ' , 

DA Picnìtt mi ifiriirf #1 $ìg, Coatq Cullai- 
^, che aveva mfffv^to il pesce , ottimo, 
«ano, e frescg, 1^ deUia migliar qualità 9 che si 
fo^sfi potuto desiderare , e pbe T Augu«ti$$ima 
Padronanza la aveva g»i^tat0 e lodato assaissi- 
mo , e ^Itire misura p mn meno i:he tutta la 
^rte» che j|eneralinfn$f ne iiyeva goduto co» 
^ abbondanza r Esso Sig. Q)flte mi commette di 
«endervene milij^ grazie 1 e vi isi protesta phhli- 
patissimo per sì graiide iafomodo^ che arìgnar- 
4do di lui siete preso 9 ed ip a' suoi ringrazià<- 
isM^ti aggioqyso anch^ i meit Vi do poi la no- 
^ aìi&ia y che la Maestà dell' Imperatore è rimasta 
^ «jfsì spfvafktta, e contenta del magqi^o tmtta- 

nieftto^ con ci^i taoHio alla tavola^ quanto al 
ifarco^ dove a lume A tprpia gli fu dato un 
.ìiersaglio ac^^mpsgna^ da ricchi precn|iion solo 
:jicr la Padrosanaa, ^be pei^ tutte le Pame di 
Coite ; che nel flartite da Piroitz d! {iroprio mo- 
to dicMirò il à^tìm Sfg* Con^ per suo Intimo 
uCpnsig^re di StaÈo: <»tolo onorevolissimo, e 
^.aofe liMnratp a'piàmsKkiitevoli persònag^, è die 
^ ■ I .^ ' < - ^^ per 



A«9^TQto Zino* 407 
fU.Qcs^eo'àsaMo, ba il pr^tamento di IboctU 
4fifis^ 43L chi iche sia, àhobè. da' Principi il Al- 
ttfua» 4 Sovrani, iccpmpagnand^ae l' onore ccm 
gfiSì^BQM^ jD^bligantissiaie. espressioni ver$o di lai , 
QM anche. V Augustissima Regnante regalò £ 
$vi^ {nano |a Sig. Contesa di CoUalto di un 
J>^Ui$liA»)j5{^|9Jiie giojeila^ del valore di j^ù 
di mille ung][ieri; e tutta la famiglia • 61 pari- 
meQt^ (ialle lorp^ Maestà imperialmente regalata • 
Ho^ v0ÌRto rifemyi ogni cosa V pisrchè so cke he 
avrete piacere , trattandosi di un . nostro Patri- 
zio, ^ di mi mi^ 4 (li^t^ite padrone ed amico. 
Egli non ^arà in Viefiiìa prima della fine della 
iQttìma&aY<^tu|a, per c^aiito.osack). Ve»goaIM 
VQSt]3i lèttera (lei xq. iskel ^QXfmOA. tempre pm 
fomnsca da etm il glande 9 sommo disCìirbo\, 
cbe vi siete pteto pts ]^ provvigione di dMp 
l^see» e seoapse {ujì v/ù ne'ringyay^. Ho tetti 
la iiita della booiia f ^ara qflialiti di ei^l ù 
£Ìt^ guato nel jeggeetal O ol^ xiKlggior jiel go- 
derne ) Me li dhiotava coUà fao^ia, voà il 
^iwtre n'era digiiuuoi, e qi^ta v^ta 'f itntna- 
gt^^ione in ne, come st^ol diesi, non ftce il 
casa* Uq itracciatd il vi^iettd, cfae vi i stato 
àgio «' Non è rasf fa noe , e Ixpsoposta fattavi 
a snÌQ riguardo pu»a di simomaco • 'A tal patto 
«00 xofcttt divenire siè mena il {ìù ricco uomo 
4eMa t«nra« Se quei soggetta cb^ desidera il 
Vocovado , kt n^eciti , e titoU gfustj^ per Me^ 
nerlo, li produca, e gU sarà fei^a ^lìstiziar • 
Ricevo ora aitila vostra, aUa quala ri^oded^ 
4adP ordinario venturo» lataAtso mi cdns&io con 

C e 4 voi 



4C& LiETTBkE Dr 

Voi delUa felice* e gloriosa rimasta di S. & it 
51g« Próccutafore Gio. Emo. Priegòvi di ralla- 
^rarvene seco a suo tempo, e ora ià particola- 
re con gli Eccmi Sigg^ suoi Fratelli » passaftido 
un tale ufficio di vero cuore» e con tutto l'os- 
sequio. Abbraccio caramente la Sig. Madre ^ ^ 
tutti feneralmlentè , e vói ia j^artioJare , è 



J iti. /ai Sii. AntofdàVallunkn. n PwimfAé 
-^/1Sfjwr4 27. N^tmhtè 1723^ 

COa thì anM^> è icóh dii so che mi aifià'i 
non fo scuse, né mendico pretesti, quan^ 
do gli scriro di rado: sicconié taon ne ricerco» 
quando di rado mi giungono le sue lettere: ìmm 
vtniam pefimusqfte tlamtu^e zdcisifim^ Direte al 
Pw Burgos^ che faò steso il memoriale a favore 
del Sig. O. Antxmio Moleti, pei: ottenere la 
lettera desiderata da Mons. Arcivéscovo di Va-* 
lensa al Sigw Viceré di Sicilia dtca i' affiure con^ 
isaputo: e che dentfo«}a settimana ì^tura speto 
di vederne la felice dOfettùasionei Riveritelo a 
mio nome, n componimento presentato qdi dal 
Sig. SaUo è stato gradita da S. M^ eU Signor 
Principe Pio gli ha data la commissióne di uno 
degli OratoFJ soliti cantarsi nella Cappella Co* 
^rea in quaresima. Piacendo, come nóh dubi* 
to, Hcevorà probabilmente qualche contrassegno 
della^munificenza Celsarea . Vorrei iscrivervi qual- 
che novità, ma fra le tante ^ che mi si affolla^ 

no 



A 1^ o s « i> e l> 2 s >t ò i i0j^ 
Ito lioa ne txòro alcuna degha della ròstra cn^ 
siofkà. Letterarie non ve n^ sdnoi Péliddie ^ 
àon è mio costume né di aikdafne iti tràccia ^ 
nò di. d^lme raggug&Oi Bure vi dirò^ che 1« 
Pace generalmente si dà per Éitta e conclusa i 
^anctie non poco contrU>uisce Tindispèsitione del 
Re di Spagna; ìJl nostra Auguttikisimà è ritòì?^' 
nata ai 13. dd corrente su l'ore 4. del dopo 
pranco» Insieme toh V Angttjstisitmo e ne hm 
tutti racconsolati la buona e intera salute, cc>ifi 
cui rivedremmo te Maestà lòto» 'Là- gravidanza 
deUa medesima va proseguendo ocuì tutt^ feltd^ 
tà. Un Frate. ha fatto un' anag^anittfa numerico^ 
da cui risulta, che ai 14. di Fet3l)rai>jó déiraniib 
i7a4« avremo un/beUo bellissimo Artìduchiiìb ^ 
è qui gli si pre^^ tutta la fede. Io sperò e de* 
iriderò avverato il pronoìtìcó^ hdi sia qué^o àt 
a^ ai 28* ià Marzo, o in A|)irile, po^iò mi 
x:moy né vo andarmele con la fyllz e cfon là 
comune dei pazzi* A proposito di nascite » mi 
callegto con voi del felicissimo^ parto della vò-i 
-stra Serenissima Principessa 3 che ha dato tìÌM. 
Serenissima Casa d'Este un bdlissin» prinloge^ 
nitó* Esultala fecondità in questa parte, quani 
do disperasi toì quella di Toscana. Crescono I 
guai alla nostra Italia ^ quanoa^ ^ mancano^ te 
linee dei Principi che la governino* Vi ringi»; 
ttiò deUe nóveil» letterarie, che à suo tempé 
leggera inche nei GionialeV Riverite gli an& 
ci, e £itemi servidore alla vostra Sig. Laura i 
e a tutti di vostra casa . Vi do un^ tenerissiniif 
addio, e aono di vero cuorev.i» ^ ^ 



éitftii^ frfifr i^éiNrm ZmàM.é Fimuim^ 

iÙigitP > nw^iSnaa^ cIn? »1 fóg- Andoa. > di qg^ 

l3teBI (^ Pt Cìii»9^taiÌQ^ ch« Si yaaaa ristàu^ 
<#inà> «a Nicoli M fm yQl^m in 4* «a ^ome 
y94mm9wm è »tminm^ ^ egli npa ne ha 

jrii^^vqti , «te Mp^ P?W^i ?PWÌ) »« iion y^ggo 
;«9da $& RttA4firi|ii un'e»$ta ^ve}la jlettfra^ia 
4P«: M ^il^Q Gisrnak* A pr^i^e^i^ fl4 (^iorna- 
1#> ]à morti doi £È» Duca > eia sJ2ccessip^e ddi 
figlilHSdif |3eg|it||fte lo priva ilei solito jurotettoce • 
fieéi^^iurlQ alla Qrbn PriocifiSMa vecjpya aq^ mi 
1^ 9QfiVMi^Qi:^f Sicc^ti^ pccà^uinpdi dar fuor^ 
4 il lllipv«r TpnaQ ci.to. Uscuei usdure «e^z^àl-^ 
tnà^L ^i<MontÌ4 4 fiaodi yedece^ se visi pre^- 
«fSli p«r l' tevfioirar mitj^ ^poogiuntura / evvé* 
M te d^dMÌ|eix^ a( Msccó jS^i enissiaif» Frincipe ; 
M i^ btsiereklM J» iCfaiuder^ la hpcaà a ciafcuno » 
« «mblK^ liq&iPBialKWpte lodato * Qjpaluaque di 
«Mptti due putiti 9«|i^e> noi^ }q stimerò che 
ìtft iat<to, ta Aptifia ddUe Urne dtflSaa&azaro 
iflpresif im a» ìa Napoli àA ij»3a» ita ofl ii» 
Im:^ ddie 0iie ncmftde » e Vb» tiatta da uà 
iMMilìttts die «e vidi ia VMasdia pressa ilDc 
Busti > il quale rtit icgoat» altreiì »e'su«i Ca<> 

ta- 



<tldghi» che QMJ lengp? jL.^ «dii^ione 4i mtt» p 
opere pi4 mifi^t» 4i Dante ^ |:Ì9tai»parfi 44 
Volpi e uft pttimp coqmiglio da voi mgg,mt9 
lotQp Ai ip 6ÌiigQ)an«eatie y approva* Vonrei paca 
^he ci av^ie ail entrare )a éi iui I^V^ scritta 
dal Boccaippb» lifcontrat^ et^n |e tra ec^^ipni 
^cbo ne al^biamo» cam^ pitta U suo CgnyipU^ 
t la ma ^/4 Mé^itSt Pa Fir^iize ^ene potrebr 
bono avere 1^ iFarie Uziord tratte dai Codici 
aBtictu > ciia poU ae ne serbano e Lqdo ei^d '?i 
a*ia$erisca U ra^ia^inio ppuicolo 4f pnigari #/«b. 
§^nti0 9 tal quale sta Dell' edizione dal ^oAl^ 
nelli ^ fpn T^Bs^une d4b versione ^afie dal 
Triisino, cke per qyanto già |ie ^pi risfroatFiEi 
in molti luoghi^ é pochis$i(no' esatta t ^felIa<Sa}» 
leria di Minerva T''>nio I? v' ha pna sua 4atta 
libera > cV io feci quivi stampare comi^aicat^tiii 
dal Dr« jLapconi^ e credQ che la copia avutati* 
eia costi fra'mi^i Codici» quando qui npn Tab* 
bia fra le mìe /irarts. Di si|e rime sparse^ cltrt 
all'accennate dà voi, v'ha una Canzone fra' !• 
Annotadoni d^l jiedi al spo Ditirambo . Tr^ 
isuoi Sonetti stanno n^la flaccolta dell'allacci 
a e» %^if 2fz, ^93. N911 atà cosa contenga di 
lui un libretto stampato con questo tit<^; f^erH 
morali di Dante y del Petrarca y delf Ariosto y e 
ài m^ti altri au^sriy per utiUtÀ p^mume insieme 
raccolti f In Vine^ia nella Contr^a ài #f . Maria 
Fotm^My MDJLIIIIt in 16, Bisognerebbe poter 
trovare un altro libro intitolato : Dantis Floren^ 
tini quaestio de natura duorum elementorum aqiuif 
& tnrm éMmtoitt^ edera, frcnttiii 1^0%. ìsl^ 

Per 



%t% ■ t % r 't k'ti i li i 
f^ renderne l'edizione più compiuta cònverrétìi 
bé ottener licenza , ma Id stimo difficile 5 di 
ristampare il raro libro de MonarcbU di • esso 
Dante i di coi mi son note quattro edizioni 3, 
tmte di qua dai monti htté nel passato secolo ; 
€ agglugnervi k fianco la bella traduzione ka« 
liana fattane da Marsilio Ficini > fionttìai stam- 
pata; un Gxiice della quale bdlissimo e cor^ 
rettissimo io possedeva gii tempo» ma ne' miei 
bisogni partili di averlo venduto al Sig; Mar- 
chese Mafeiik che lo diede al Sdbanti insienie 
con altri miei Mss; i quali ora ricomprerei col 
dóppio sbórso di quello» che allora ne ebbi ^. 
Noe» posso ricoMarmene mai senza rierapiériiii 
di tristezza* Non so» se si avessero a traìa* 
sciare quelle Rime sacre » che col nome di Dan- 
le stanno impresse in fine delle due antiche edi- 
stoni della sua Conunedia con T ampio Gdmèiì* 
to attribuito a Benvenuto da Imola « e a Jacopo 
della Laia^ fiittt in Vèilezia 1477» e in Mila- 
no 14784 Ma di ciò abbastanza per ora; Pia 
cose potrò dirvi a più beli' a^^ quando da ve« 
ro si dil di mano air impresa . Addio a tutti » 
e in particolare alla Stg4 Alkdre ; e di cuore vi 
id>braccié. Folti 

6i%k M Sig^ Anirt^ Cornata* a f^enèzid. 

Pimno II. DictfHhre 1723. 



N 



Uovamente vi rendo grazie per le due tè* 
ste di Seneca » e di Platone » le qùali^ sd^ 

benq 



bme di artefice inodenio» «pur.nu.scm case» im 
ftardcoiare -perchè . le riguardo come att^ssuti det 
VQstro aamr? verso di n)e, Vengo a}le meda^ 
|[lie. Olireste é necessario che ripiglia la strada,^ 
per cui son venute. La Didia Qara, el Perti-. 
^ace jono tutt* altro, che T effige lorps il bun 
lino vi ha Javorafio. all^ intpoio ^ e le ha voliate 
far aedere quello ^ che in fatti aqii sono. Se 
fossero legktmiet per ima loia yi »vrei fitirpvaii 
fo il danaK), che mi si ricerca per tutte; Le 
due altre ìa metallo sono. antiche,.!;^ assai noilt 
conservate,, e non possono trpviu: kiogo nei buoi 
Ai musei • Delle quattro yin argento tse sono^ 
Consolari » e òsdttiarie ^ e mal conservate > sìg< 
chiè vagflioAo poco. pia di quello che pesano. Lar^ 
fuaru che ha xla una parte la iesta di Augu-^ 
sto» e d^U'^tra quella di Agrippa ,v sarebbe di 
preua , e a^ssai raia , se non lìùse un bel g^^ 
to moderno di eccellente artefice» Né crediate 
c^'io parH di tnia sola. opinione. Ella ^i <0a-i 
imne al parere ^ di due altri smtiquar|, che «mio: 
^t» persone intcndeniissime di'>ii faDte antica», 
^ie , Farò considerarle anche ad altri dilettanti «. 
$incbc mi viene vottr' ordine del come rimandar^ 
la* Acciocché non si facciano da voi infruttuo» 
samente tali spedizioni , s^ à bene che prima lo 
£u:ciate vedere al Sig. Lorenco Fatarci • mie» 
Compara amatissifno» che sinceramente ve ne die 
rà il suo parere» e lo riverirete. a mio nome.» 
Cotesti altri, antiquarj s' intendono ^a di lora» 
e non cercano , che d* ingannare « Se la moda^ 
glia è c;attim fi ^sa» dicono. che à legittima • 

vera; 



4r^ L i * t £ à i J> I 

««rai Stt.bilOta; to ^furMBibOH^ Hitimcbi noli 
éica^ 4tl paese^ < possa eàdar lòijà if sotto. It 
Si^.l^tairoÌ è uii Vesai ed óttMSta «aiantucnm/ 
Acklio di v«R> éuòte. 

H4é jit Sii. M4ì^chèsè aMmMi p9Ì9m é . 

Non posso ÉàM ìwgtky càrf^óchnoiitó ài ft»^ 
tdkr artio» tbe iCiA éssidoarei e imptonN 
i» di i^ fiig&òrè à voi e alia toftra^àasa ogni 
nàggknr boirt Unno scrtrttrTÌ;.di iadò è cofo' 
fKàsatiÉ daUa taetìUms^ tàxi te^gor cotttsImmiM* 
te di voi) ^ de £1 cbe in ogni téiri^ ^. voti 
di féliiàià per la yésjtià dégna perteià^ e piaci» 
O il cìibrQ ia&ùke téitt oeU^aniiOi c^..^ li 
mm, lok la coil^t^tttdine tiél péinoipi^ di caso 4 
Col Sig. Jllariikmi noa è gsomù cbt 4% ve^ìà^ 
moy il the bené^fpessb mUeàti che iroi ime 
aiate 1* ai^Miietlto e 1 aéggecti» de^ nottti cagiona^ 
«lenti 4 Egli ed i« ti rin^fciiattui oA %. Filip^ 
piai delta oseeri^òm Asttoisomica rhé ci ntM* 
dat0^ é che neretta qnatios prima cm aitei U- 
Inti di tiìa ligiMid^ e di nda* L'uno e Faterò 
di essi n tiÀutano càramstìté 5 r- ptiegofi di 
ftt k nesso in aaìa hotùe al Sig^ vostro Pad^^ 
alla Sig« Comare^ ài f^liotcb^ ed atmd. ÈtM^ 
sé iù, aitensBioiic per« qudl'aneàde > di ali nd 
activete/W cose SM Msritano esser wdufe y è 
•cifoistàcei A» ^uerà Tedeiciii di natta piùL ai 
> - .' cu. 



r 



A 1^ A 4l t^mho ji: £ k òé %t^ 
(gtfidiìo » che. di squisite bottiglie • Rispondo poi 

liei di danari nòti molto i i viaggi d'Italia» e 
di 9i»S^ laé^'iì^Jiaànò: ascritti i e assorbiti . Il 
soggiornò di Praga mi è stato d'incòniodo i di 
dù^siù&ó ^e di ùìfSÉL piataKt ^r.le ^^% tutti iòni 
<Itt| tìfiktttlti soli Ib Stei^ .ibnCIh^ 
ria'dd éulBàsé aie iha iat^ andkr «iì/.iispriiÌLift 
atquisfd 4i àaèvi libri: pura n^'lili iMipwrail 
j^^^édii Àsbà buMi ^ la ilota éi quMi fi ^dati 
ìì^ itóltr0 Sifp Abate ileàniiti^ìd i^ ^tmetn 
ftrìlà presente bccaiiò&e^cte il ertti hMie sarà 
ktildttkta ift: Prcgadi^ ^n miev Hovèlkr iììm» 
»)it^« àìA ÀiiaiO;a ifliA tog&hionby ferirò ma 
siHid^»iiiÌ2» portala «Vi do basì ftuovi^ ékè 
aUte» bd-Mihiiiciat»^ iwtàasc « seu^ì v t^ 
o^iab éi^ fcÉd^Càidne^ obd tecchuk si dcedd al^ 
lafitu<to driià lii^Qa l^dasr^ 6i ttovd tnko il 
Udo piader^i,^ s^ffiorei dk irtniàié a dipè idpo» 
to fempii y se ftoti ibis} disamt» *daild . (àuandm 
ìàk^^}ì\ fià^ds «^ Dii» likék^le dòli iar Aàsthi 
ta d'Un AMdum, aUà ^ab^ alcuna di esse sii 
«à «lestì^ta.Miiubst» S)%. Ippòitto iif b^p^tf 
dt ¥lv«^irM <ì4rftniltt0f ed io abbtic€ittlltovi ilì> 
dtat) vsf^ tfSNièvttittlssiftiti è j %)•-:' 
:Q!^el iVbsflftisifl» mÀ tdfe tgH •« i^ri? 

!• ? ' i • .M'^ t .. *. • *• ^;, .1 '. • ' i 
.. .'•.. J '. 1. ir: . .' • .' i _ 

6I5Ì 









^tunardiVf^. M. Rj&t io m! età ^ 
irteità pérsiiai» istte >eUa àoa pòiesffii'js^ nà 
à priraf «i della tua serie ^ utè a iroien&eia ala^ 
iciare per H 9|0ia», ccudi .&òaìbu v db.' io gtiena 
ai{as\ra.offechil£Ìp^ fece» chetm. questa, leispa 
Im-vmne: idsutto £ iiamii&i0ner.|iarecchtei nelle 
^fmìì avm CjUpacnakto. U datia^ iì » (dna ini 
fo$ie giunta U cortese kttert , che •or» cicisva. 
Ciò ì^mY^ta.SkM voglio che «li seiT]^ dipfete»^ 
«Icuno per ayeoe a disciogliese la, condosi^nedi 
<{m^tOL si»ÌQ:zSbàtìii. £Ua mi Qnhb(^$ cbAique la dotta 
4oti le à<sjmm tà stsèilite ..cqAidiztQCik per 350^ 
<a3di &ocQa«i < io gliene aveva eiìb^iti sQlà3oi»» 
sd qoaU présemènieQre altii ^5* ae aggiuagos ^e 
par tmotf Ar«. le dilazioni con li «piol^plicità d^e 
sieste > le^invìp <^t ocoluip^im.iOi^e mercati 
«te de' Si^g* Wentel. e comj^t^iau .oote^co &ì« 
€10. ^tt^o.BeUQni di cc^jnf^^a .¥• P. M^Hd^ 
immediatamente .dugftito scQc^» ^liffi^vaQdoini .p«)«* 
scia il dièbtto i6r foctit^fedt p^ ^ a)tti t>5« 
due mesi dopo la rìcipvata ^Ue stesse medaglie « 
Non gliene ho fatte la dimessa con una cam- 
biale, perchè essendo in dubbio, che elU si eoo» 
tentasse di tale ^^flfcrta, non ho voluto in tal 
caso soggiacere al siculo discapito del canaio 
mercaiotile ; là dove non s^ucsidQiie V accordo 

-dia 



A p OS % o ìb. o Z I M o; 417 
dia ^ pregaù a rknati<dacmi il suddetto ordine % 
9ìcdocchè festitìieodalo ai Sigg. Wenzel e ectopia 
goo, io sia libero del debito e del coQtamentò 
del, soldo j ù del pagamento del cambio • Se poi 
ella si risolve una volta a cedenni la detu se- 
eie, per la sotiuna suddetta di 315. scodi ; Jba 
ima pfoata e sicura occasione di farmele avere 
a flirittwa qm- ia Vienna , cioè per via del Sig. 
Cavaliere Cento di Sa^vaUà, ciie in cotesto col- 
l^b è ^0: fra loro aUevàSo, e ch'è figliuolo 
del più distinto padrone» di'i^ m* abbia » e dd 
fià degno Cavaliere» cbVio m'abbia mai conò^ 
^ioto, e al quale né posso mai rendere grazie 
equivalenti al mio dovere, né dar lodi propot- 
suonate al saio merito. Ora il suddetto Sig«Con^ 
te ^liuolo. doyrà in breve prendere il camnuno 
per questa patte i e lunedi partirà di qui il ca- 
megere intimo del S^ig. Qmte suo padre » a ciò 
da lui espressamente ^)editQ. Già sarà scritto di 
qui » dk^ venendo da V. P. NL Rda consegnato 
fec me un pacchetto di esse medaglie, sia rice- 
vuto e portato. Accioccliè poi esse medaglie non 
soggiacciano in questa dogana, ed in altre, co- 
me ne ornare l'abuso, all'aggravip d!ei dacj; mi 
6ktk fiivoce di* porre sopra il pacchetto , o cas- 
settitia che sia pec fere, jI* S* M* ilSii.Fran- 
W$o I>anéit9 AmkéU€Ìéi$ér9 Fineto . d Fienffs : 
che cosi mi verranno del tutto franche -, e già 
di ciò mi sono inteso con S. £• Egli è poi su- 
perfli^ ch'io le raccomandi ]i* accomodarle in ma- 
niera » che nulla patiscano per viaggio » e che 
nù vengano ben cotuUaionate t In ciò ali* amor 
Tmù II/. D d suo 



wflS L £ t T £ R S f> J 

$uo ne lascb tutto il pensiero. <• Confido poi $ 
che questo possa ^seiìe un. principio di xomxnss:^ 
ciò tra iìioi letterario sopxa di ^etf o «t A lei not| 
mancbel;aànò occasioni di acquistarne per. me dell* \ 
altre ^ che accrescai\p la mia serie anche in quel- 
le ch'oro rie quali pe):ò oosx sono di presente in 
gran nùmero ^ poidtóimxon viene ptoaaésrvilea*- 
tatnehte^ ^ a mismoa .delle me f<»te • Ho do«- 
lor^ e rossore di.essétnu postò cosi Mrdi a si 
/atta itQpresa..* jiu pirìnul non h0 j)otu<x;i. I libi 
n^i hanno assorbito il pia del deikiaré: ^ che in 
mia vita ho guadagnato; ma già avedddhe tma 
racC^ta numerosa di più di dieci mila volami » 
part^ i^ui, parte ia Venesia» comiacib a trovar* 
mene, sbanco ed imbarazzatoci Ond^ èchedaqnal^ 
che tempo le cOnHnissiohi snhd più ifare i e pia 
•Idggifre^ Se avanti la spedizione ^ dette meda* 
- .glie qualche buona testa, gliene fosse capitata in 
.arg^t^^ p alcuna Ae avesse in oro, di tui vo^ 
.lesse privarsene » potrà unirla alle stesse i che 
al significarmene il prezato io la soddisfarò pun- 
tualmente. In jona parola nella .c6tK;hiusione di 
questa faccenda ia considero più il vantaggio che 
ne spero, di quello che ne ricdvo ^ oltre a quel- 
lo che potrà risultarmi e dalla sua ccttrì^nden- 
za ,, e dair o^ore. de^ suoi comandamenti , de' 
quali sarà per donarmi * Dal cameriere del Sìg. 
Conte di Savallà le sarà montata la lista di 
alcuni libri, de' quali S. £• desidera di esjìèr co- 
sti provveduta . Io la prego di assisterlo in qu^ 
sto, essendomi assicurato di comprometterglielo^ 
per la notizia che . tengo della sua gentilezza : 

'^ con 



'A i à à r o i 6 % ì jf 6 . 4jj^ 
fioiì ^iie di c^jqre la xivmsc^ , e, nu .confcrnH? 

sfmpte più . i,^ ; :U -/-. ; . .'. :■ ■ \. 

,: .Henna iu^M^zj^ x^^^ 

NOn pojso sigpificire bastievplqaetite iV. Si 
Ulma la come^t€Z2^ ^be mi Jba jcagtònata 
la sua gefitilissima amorosa leti^ ; veii^ndonu 
da inas^ persona che tanto àjeSo ed onoro ^! e cui 
tantd debbo. Il pa^p.di ^uest' 4lU£ustissiàiabn- 
perattice Regòat^te sh H avvicifìaed^ , e piaccia^ 
a Dk> cfa^ SQrttiscà /élicèmeht^ ^ giusta i coipu« 
m voti i e gi^ta il bisógho «Mia pa!ce e bene 
del Cristianesimo #\ poverd)b<: .Àe^ulre o. versò 
la fine dd corrente feese^ò dentra i primi die- 
ci giorni del veàt)ir<> Aptile . Mf è ?taU) ;Co- 
Hiatidàto di scrivere usi Dranuàaa iz canitarsi ia 
tal congiuntux^ «^ Ciò* ciie teodetà ti^atdevole 
questo componimento già da ntcÀn pochi giort 
ni termijiato > sarà -Hon Ia qualità dello stesso ^ 
ma quella degli, attori iclue Io reciteranno col 
canto « e lo accoii^àgàecatiAd d|» la danza i e col 
«uoncf^.SardiìiKi. dùnque gli attori^ ì sonatori .^\ 
Oli i hàlioriói» tvrtri nobillssifui Cavalieri e Dar 
Rie t^ X.' introduziotie 4i un baHo avrà il cornila 
ciafncéito dal canto (futa delle piccìole ArcidUf 
cbbsse Sèrisiìissime , cioè dalla SerenissiQia Ter 
tesÉ,y che è ta maggiore • V ultimo. {)allo iva 
danzato dall'una e 1* altra delle medesime Ar- 
ciduchesse > accoftipagnate e seguite da altri fìin- 
V à 2 ciullì 



4i9 Lettere 91 

eiùUi e fimoti41e nobili , e degne di hx f&tU§i 
gio alte stesse. Ma ciò che tirerà pia ^ qgt 
chi e la stima del pubblico» sarà il vedere ta 
persona medesima di questo --Augustissimo Impe^ 
radore, che accompagnerà al cembalo da ^apoft 
piedi tutta la musica ^ e sarà alla testa dì tut» 
ta l'orchestra, n teatro sarà (atto espressamen- 
te a Corte in. ^ma gran sàia , che si ch^ma I4 
Sala di Spàgqa ^ con tre sole mutazioni \ pec 
adattarsi ài sito ; siccome pure a me conv^oine 
^restrlgaere a l^revità e piccioleua di anione ì 
ma tutta nobile e allegra, il mio componimene 
tò. Già si è dato principio alle pcove od pA^ 
no atto, che riesce mirabilmente ; ed o^ ap^ 
punto mi conriene trasferirmi a Corta , per as* 
sistere alla seconda prova , che vi è stata otdir 
nata • A suo tempo mi hrò ptacei>e di spedirne 
una copia a V« S. Illma» accompagnata da qual- 
che altro mio componimento , acciocché la sUa 
gentilezza abbia ad esercitare il suo solito com- 
patimento verso le cose mie 3 come pratica ht^ 
io verso la mia persona • Rendo grazie air U^ 
Idlio Sig. p>nte Sabini suo Zio della affettuosa 
memoria, che d* un suo vero s^srvidore conseD» 
va ; e la prego di riverirlo distintafnente a mio 
mom^ , e di assicurarlo che tengo a cuoce 1 tan- 
ti £lvori che in ogni tempo mi ha fatti, e un 
vivo desiderio di poterglieli all' occasione retri- 
iMiire • Dopo tutto ella mi conservi nella sua 
stiiBatissima grazia , e di cuore mi dico • • • t 



fl7* 



A # i» I f « t « 2 il n «. 4ii 

'* " *.* 

IO teègo biiògiìb cbe èsercitiaie Wtw tÙ is# 
v|ia parte di qiìfUa c^irì Crisliite ^ cht i^ 
biavameitte ini^ate agli aitti. Né lta^>^ «è vtnf ^ 
gito scusarmi 4(^ jBton ^venrin^i a(Élifo .4a lyw 
go tempo • Gli ^Itri invecchiaflido ifiventaiio % 
aordi^ o ciechi^ e d*altrapf>teiin Ìilettiiosi:;ig^ 
ine 5, a misuta che èreicoiiogU aiinii e siai^iH 
j(aiio a gran passp verso la yccdbiajaf si £si di^ 
fetta ed. abito la pigrizia ^ la quale in me 4 
sostenuta da innunUeraiHli diittasieni t iheen^ 
benae» che, alla giornata mi sopraTrengono.^;; 
Con ttttiD ci6 non prediate ^ amatissiino Sigop^ 
te ed amico mio» che. la torpedini^ della mano» 
l»ve si tiatta di sorime^ passi al|a mente %X 
d cuore; Ad ogni occasione^ i e questa bea# 
4)esso mi si presenta ^ e tagio^o di Vqì » f 
ittco \mt di voi $ e pfttsp ^ voi 4 .e^ooa 
inai mi scordo di voi i Può essermene tràoA 
testimonio il nostro amabilissimo Sig» Giratdi ^ ' 
te» cui non è volta eh* io mi titzovi ^ che . ly 
Vóstifa dignissima persona non sia il pi'incipal^ 
soggetto de^ nostri tagionamenii; Gli ÈccmiSigg^ 
<t}bnti ìbl Savalii e di Collalto pòttcbbcmo àiu 
mene uguaìmeflte giustima# non meno che ^fs^ 
jte^ SèroiissiiiÉid Principe Eslensei e finor X Au-^ 
gustissimo mio Padrone^ taiito kf^ k vero » che 
D d 3 mi 



j^^i* '' -11 ^ T T £ Il Ife lf V 
ini fo onpre e' piacere di far conoscere a tutti 
l*anioife e fa Mima tht vi professa • ÌA^ tfedo 
che ne si^te da voi medèsiiliQ persuasp ^ poiché 
pienamente mi cotioscete. ^fiIle grazie fi|:^odo , 
dbllA vòstHi t)dr|9^ra) di cui ultimamente vPì^ 
favoriste ; e tanto maggiori ye le rendo , quan^ 
é6'"chè nella lettura eli essa faon fanto trova dì»- 
jféttb la rtì^ftfe '5 4^tfat9 uSM' Pal^n^a cpn lèpie 
Mkisstme ^he y' instÙIaté •' jBéne^è V abbia letta 
©"^itìlétta, nbi| $o risòlvami • à |)òrla nelle scan^ 
fie; poiché ^la^ trovo meglio 'itfllócata sopra ii 
Aio tavoline^;. ^t± iè. per yerilS iih:^|ibro 4'6m , 
sè'IxenmP figutt^, «he non mj^néìjHeii^fhì ylstt^- 
piifi contro, ntHipercjHè non di'cfelMS ìj y^rò ; 
|ha |>erchè àppufttéVlo dite. Nulla poi yt spriyQ 
dèlia vostra' tjWlf^- fLacgóIti IsBrica y phe s? 
^a si t)eha a^àiizatido * Elia ^ |!alé ^ ciie - (k $# 
^là iè bk$tanéé a^tnettere i^'ol'fedtt^ il yostrò 
ftome, e la néstif* Italia • Posso aisicuraryi , cBé 
più vòlte ' il ' Padrone' ine ne fià fiarlato fon nSéfe 
la Ipde* It' nostro ■'Sig/Giraitìl ben presto avrà 
finita la «opfel ^elBeMoniV XSB ho etjibitò f jt rftì^ 
DlMo Cott^P^g^ Mttoiònatp coi''^^ ^teMftt 
^fì^zknal. pis^emi;^ che ne a*tetfitey%té Uiiesera^ 
jpiàre dà JP^:^ J'Tett?<> inèdrfa }ai^ Cronidi^ "-* 
itìeir^rcltó « "Ranieri di {Jkcópb ^^Ihigardì^ Mf 
airètTOy sciatta in terza rima/ délfécò^e^ ìl^ftr - 
iMA pWna^ é^4t\ Itèmpa suo /effe- fu' yersó^ '»» 
1 3 8c^" Sé t*'^ piacerà djb favèrlà,- jarÒ^ pr^to àe<^- 
<nuiii]?arlar'*àirafitìeo s kc^ioc^hè 'per vói .*la tra*- 
lÉtivaT Tèrrei' aver* di Vantaggiò />^ér poter lW*r 
^io^^Mr?i;.Qì»nad l^te finito di valerci 4i 
• ' ; < ^ <"'. xjueliii. 



A p o i t o tf. 9 ZBffo; 413 
quella Ccottica Padovana, pottet^ rìmaiidame V 
iyrigifialè in* Veiiezia al P. *nfi© ^ateMo t Prepo- 
nete^ 4lel rcit0 di me in tutte quello che fK>s^ ; 
Kiuàa f30$a mi sarà mai <più a cuore , che il 
«mpre più f3ftfef marmi jj <^àl fai é sàuro sfeitì- 
pre.-i,. ' * ■• ^ ■"''■''^ •• ' ^ ' • 

' ^l8« Ai Sig* Andrea Cètn^p * fif^hezja • 

Cpii la yostra lettera ho ricevuto il Tiberio 
ih oro ,• che mt^ avete tevikto • La meda- 
glia mi ^ stata fara^ ^e f>en nèf' aveva altra sr- 
«ile ii| t}^lt^ le sue patti; poiché né>a mièptin* 
to <U$cile^ di cki^{]larla in alhra » eh* io ancóra 
mm aM>iai. Mi t?émtéQto anche a rij^oardo del 
pxeasoV ?'iié ringraziò tì voi^ t\xé me T avete 
proccunlta , sii i| mio amaitii^iimo Sig. Compare 
Fatare 9 che si amotevolrtiertte vi ha assistito 
per favorirnìi • Fate voi le mie parti . Scrivo a 
nostro fratello, ^he yi 'rimborsi próntamente , 
com* è di dovere , ^ quantp avete dato ddla 
medaglia suddetta ^ a ragguaglia di due zecchi- 
ni , e gn 13. per il peso, e di imfilippo per il 
soprappiù che ne ha voluto V orefice • Medaglie 
Imperiali d' oro di egual peso del secolo alto si 
possono prender sempre a tal patto : non cosi 
tutte quelle del secolo basso , che pesano appe- 
na la metà; quando però non fussero di qual- 
che rarità o per la testa, o per il rovescio, in 
particolare quando sono d' Imperatrici » che nei 

P d 4 seco^ 



4J4 i i t r 1 k I 1^ t 

secoli bfssi tutte sonò stimevoH e rieer<!Ue 4 
Nel secolo alto U te$te di femmiae\sood.qiftan 
tutte rar«^) cioè fuori di quelle di Sabtaa \ delle due 
faiistine, dilaidlUf le quali m wo s<mo ftej^ 
wriiné^^ quando non abbiano ilarità bel xovc^ 
scio • Dei XIL Cesati in oro , le t^e ^ iù go« 
munì sono di Augusto ^ di Tiberio» di Nerone, 
<& Ve^KUEÌano, di Tito, e di Domiziano ; Ciò 
«Kcoviper vostrarègola: ma la più sicura per j^à 
iiguardi si é^ xihè preildiate sempre il consiglio 
dsl iSig. Fatatola di éui solo e p^ la dnceritài 
e per l' intelligenaa mi fido; Tutte lè medaglie 
d'oro con più testf sono^rare ) cosi quelle che 
l^ei roveicib han molte Ugure > o qualche teni« 
pio, ò altra àbbrica. Io q)ero ancora col xtse» 
zo dd vostro àteore , e della buona direziono 
ddr amico far quaìcl^e beli* acquisto • Ma non 
iio fietia, poiché ìe ÌFonie non reisistooó al mol« 
to aggravio , e i quartali y^^^nò leàtalnente % 
Ne matura il tene; con questo mese , di cui 
siamo alia fine. Salutate caramente tutti iti mio 
nome ; e per fine raccomandandovi sempre laSig^ 
Madre» vi abbiac^jo^ e mi 4|wi^ 



^19^ 




laadi che Vi sii|e peesi a ii^a ìagimdai' 
yer &i¥Qrire M Si^« Aiuln:a mio &ateUo ddte 
yort» «iMicMa àtsìi^BO«a \ ónde «è eglii nèio) 
iesicUmo i)!igàfl^^ natta rii^ei^a^ «Iftda^iaij^ 
l>editi 4* oso À ea^mto ; dtUi fMM aè&MÉ 
di aoctoje ^suasMnào la ^jecela sMie w clie già 
mi droa^ 41 aVeir^. 4o ^ pre^o 4i ttaaittiici»!» 
dQuaiùdo i VMtrì fiMf^ ^ foioiiè^ «òdi ódft ha ^ 
ile coAiQiicó persona di mi possa tike|^ fidarmi ^ 
che di voi^ taj&tQ per f intklijtenaa % quanto ^ 
la rettitudine (teli* animo Vostro i il Tiberio ia 
droda voi védnto mi è stato duo } kéii SMo 
percbè, io. non r avessi porche di fitto ne s^veva 
altro simile; guanto perchè di elio ^so valerne 
ad avere qualche altra medaglia > che mi manca ^^ 
4Ìperòcdi poter atete da lUxmi nnh Aerie di piii 
di 350I iiiedagjUe <Paigeittoi fra leqùali ve ntf 
h^ di rarissime è è anche di. singolari} é Colà hai 
già rimessi dugcsntd scudi Rjomani a conto d^ 
quasi altrettanti, che doVrb sborsarne doi» riJ 
eevute le steise ^ Toltòcbé ^^ss» mi sidio ginn* 
te^ vi orasmetterb il catalogo delle teste % chei^ 
mi mancbecanno in argento ^ acciocché mi aja« 
fiate a ^é a questa serie qualche compime^; 
to# Io ne tefl^ qui iiello stesso metallo intorr 
no a }9o» ^hè postevi le Remane adesso « 

co« 



jcomifìceraiitio a fare qualche comparsa. I>i quel^ 
Ile èst orò ^caao flttc^ «|Mì^#ìì«f6 : tu in (|ue* 
^e per deficienza ^i for^e mi ponyiene <^dare 
piuitetttanmto; f^es^tìk ^e capita alcuna » 
pon me la lascio facilmente %ggi^ di mano . 
^ òostì Ve i|i» opitasse itiouta liefi ootue^am, 
f iHMi; f^^iiit fec^ voi ^iprtttdAti^a ^112;' ahm 
^ mei 4^te del presxó ^ dt tàtió ne kifcioair 
Mun yosecol^lr alrbitrio • Mi (tfnpwtteti^e «om , 
yorèhi iqupn^yl' {Kurli del|e medaglie in kt»i« 
l»»i cb« «o«^ ^^^ 'st»nme ^^ Vi mpqn^i^ ^ 
|he con pottfaa^iiiob yo' incominCfai», e coomoi* 
te ini imnca pusr pra o^'l lebdov P r incQnuro « 
U tenipc^ p^tià> fiim^^ «^ bifc^ae^^ 

Inette 3^ #4nisinto metterò a (fSMe q!|a)ei|e pic^ 
pio|a sMHpns^ fta ^&> pòi senzai in^niodQ w Ed 
gccgnà^ Coit^paiem^iatis^ttiti^ entrato 19 iiq caun- 
pò, oy% noli 'mi'^oi^ msu- ^ri^ilcht^^ di £armi> 
"«eder; i nom ^ fÀcàkè ine ne mincftsto il 4^^ite« 
lio , mt pa?is^è nnt| pfi^teya .fai'e ^|trim#^i . La^ 
iiumi4censca Cesaiwa »l dà /^a -.<|Ujdcbe foi^g* 
H^: al ^he $1 ^g^^« si cM la mia libreria , 
}n qu4^ ^iiiQi^ iiai' ha 'n$«»ri>ii[?o' ^1 ip^ce lolda* 
«he tnl ava0l^9«s ' é S^ttctti-a W segno ,' che 
me ne ohianiia quasi còntMtoc. {volumi cbeteoNr 
gà pafte C04tl v^ e patte qui anccMrt ^ giuagonQ< 
etanoli ai nuniero di pre|l«^ à 4^Hi mìiz :^ per 
nn privato anch<^ fs«ppo ^ Ma igU^ 4 t^^P®' che 
in fnisea d* Impoftmaryi » per^onaom» per tan*' 
trib -disturU. Bisponpte di mt ^ poine^ di; a^a 4k 
ìm^ tempo gii vostra ; m Msicuatevi cke sono > 
«k «aè ^ift opiL teiépo- . •. • • 1 ;..... ^ 

-^ * é20* ^ 



^ P (• » T 9 * P ? i # «. ^Sf 

EGgU ^ un grafi témp^ phe non vi sciivd/ 
GH addi '^ iil^ che yaanoinye^ckij^ii^^^ 
^tveotai^o ^irjaftri, p mdébpll^to&o di visia> m(|^ 
(Cadono, in' lakri: effetti • Io comincio a . impigrì* 
re > e '1 viito^^ n pòc^ s^ poco si yà facendo iia^ 
fura» ^^però yetb^ che ne -séno in parte cagio^ 
jié le continue p fnce^santi ime '^cdupi^ioniV 
ina pure- con* yei non yo' ili' tutto sensale, ac« 
^occl^è abbiate qualche metito in usarmi com<* 
patimento. Sto per altro di btìonk paiate » p t^ 
Quaresima,' benché' siasi ih -penuria -^^ icoèeilt 
pesci , dà me cotdftto }^ anno p^àto > goduti v 
Qui assai ^£à i^hé dìe!|t |ìuòyo'pàpà';>''$ist2'fiiaé2 
tèfnzione dei pfòssìmo partsQ ' déUa^oStra )n^^ 
fatrice, Ta fjùàle spirò che nòn't:a#detà dx\p m^ 
fiimane a licitarne con ù^ beUò e tàito tos^ 
rato AtcIdu^Èa; '^ va alla^é^atèa proykndcMiff 
iniò picciolo cbmj^niìneoto Dramimtito y^ che iéài 
cantai)» tutto da Cavalieri' e da' t>2(me ,^ fé ^lua^. 
H-^ure còrtlè'*je picciole Ar^icjudbesse fàicmìl^ 
ranno i balli.* T'orehestira , * iurta anch' es$ft ffxm 
mata di Cavalieri, avrà l'onore che vi stia al 
ceipbalo Io stesso Augustissin^o » il quale con 
tutta yeriti posso idiryi, phe suona fia ydente 
professore;. Non sarà egli questo un itxiagnifico 
t singolare spettacolo, il quale, direbbe un Ma- 
rinista! non invidierebbe punto a chi vedesse 



4»t iftftJfti bi 

Irappi^eatare un suo Dcimma dalle nove ìàdsé 
€ da Apollo^ è danzato à$Uiè GMh « dail^-i 
ceri? Che si» che vorreste esseme uno degli 
àSciJiiBtori ì Mtk potendo altro i farò almeno che 
Io leggiate a suo tempo. Ho avdtd il librò del 
^g. Femdi é Tho &ttb sùbito .avete al ^gai 
Prìncipe Eugenio; Ringraziateiie TAuiofe. della 
éppiai ehe me nje lii trasmessa il i^ta^ 9uc^ 
nànrigo. Nqu mi è capitltò che falor'jeri,^ e 
]9frò non ha avuto Uncorà ti temp6 ^ leggalo é. 
Diie settimane fa è stàio cantato riella Gappeila 
Cesarea 1^ 0r«tQtrio; de^ Sig. Salto » intitolata 
«4/r< , ed è riuscito iQJirabilmente . Rallegrate^ 
vene, cton F Autore i al qu^e scriverò questa 
aerai ^e avrb tempo di fiidoì dovendo portami 
dggi a Corte aUa prova di tutta l'Opera da 
hiéi: nelle stansie ^leUa Regnante.» Qpando uset<«, 
là fuMi U tnjLO Draotouif àe.iiianderò copia ati<^ 
che al Sig* Fee^locttl citi scd^Nsudo» pregovidi 
riverirlo iti mio jnonie; jLo accompagnerò con 
«^laiche altro dm^. atìteced«nti , poiché non ho 
modo «di ^servirlo di tùtd * RÌv^it^ a mio nome 
la>S%* tgoffàj e tutti di vostTjacà^, come {iure 
^ amid , e in particolare il mio amat(ssiiKO 
Sfi^-Gompare Poloni v Ù Sig. Ippolito sta bette « 
e^^'Vi eaiuta it ed io jibbracciams»vt mi dice4«i> 



étu 



LpdacoDio, siano aitimi alla sattGiPa*iM 
con buona salute :. ìdàio Signpre a loago 
«e la oofisenri con la piettezasa <teUe sue cele* 
$d beilédizioni. Se voi non j^roccunM di din^ 
diate a uo male» che mi soù fatti» dame ne»T 
•0 > me m; testéti sem^i^e rìnctescimeinto % Iq 
«reva della stampa del Royillio m xé. 1* At»i 
sto» il Décaiìseioné j il Cottigiaao» ilBetcaroi» 
e Dante^ Ho dovuto nmtq forcato tegalarìm 
un amico. Se vi tie$ce di tfovatmeàe altri e^ 
•empiati > ma bei| conservati » prendeteli smxf 
altro* Mi rallegro con voi dd beli- acquisto 9 
che avtte fetto del Codice di Dante. Il suoc» 
sato è scritto diversamente. Alighieri, Alaghie* 
ti, Akichieri^ e Aldigbieri. Della sua^ opendi^ 
visa in tre<Iommedie non so intanfì esemplari 
da me veduti di avente notato esempio. Della 
medaglietta' d'argento mostratavi dal Sig. Abate 
BeUQtti, ve n*ba una ne^a serie del P. Baldi^ 
ni, notata di pìre^zp dieci bajocchi, e in tutto- 
simile anche nel rovescio a qnella, per. cui ve 
ne fot richiesti dieci ungberi; se non che la 
leggenda flella testa è DN ZENO PERP j^& 
cioè D^miìOis Nosttr Zino Pirpetuus AtfgHMut 
che cosi appunto dee stare. Andatevi ora a fi* 
dare de^ libri stampati^ Anch^ip in ìeggepdo la 
Risposta dei P. de Rubeis al Vf 5criy, cor4 

iiiinie- 



Immediate ad assicurarmi di quello i che sulprd« 
pQ9Ì»éA wommff di S» TG«vita$9 4^Aqw»o 
ne lasciò scritto Giacchetto' Malàipini -, e non 
trovàlMil^lOi mUi «tàaipa ne restai sbalordito . 
Vi ringra^piof pertanto della bontà ^ con cui vi 
ùt^ ^dnvtaciutò di cemudicarmi qr^ Còdiee 
tal 4uale ^ta nel CJ)odice de' Sjgg^ Zr^ugni di 
IFirenze ^ Fu^ vefà^aent^ troppa ftijtichezsl T in|^ 
f$i6te che. tissc siatfpatd* Q^$tò difettii sco^ 
ptft^ mi £i dubitare che ve, ne possaiid esseice 
aftche degli al^ ; Anche i Vìilam che abbi«^ 
m^i, U Gtiicdardinii ed altri sono $tati sono« 
piasti «Uq' stesso infprtonioj No «>^ sé tali e^ 
stòitìife fervano pel regno deV Geltj Aitm ora 
iiQti mi iimad che soggiugnere i mi fórse non 
mancbejri là «olita {Coscritta « AUd Sig. JMÈadre « 
Sordte i soliti cordiali abU'aciriaineati ; Addica ^ 
£catdla imatissimo^ ; : ... 

éz%4 MSig^ Lorefumi Paiàrol. d PìnézJdé 

o trienne %i. jit/rilé tyt^é 

NOn mi po8$0 sapar di leggerle* e di gtista*^ 
re la yosi»iiMrtQse l^er^*, ivero xkr^tta 
del Vostro sincera amabilissmio cuore é Egli i 
flaolttf ternpo^ che non ne ho ricevuta una pia 
aura f né altrimatti doveva attendere da un 
amico, «i degito 4 ReiidoVi pertantcNle maggiori 
^a^e. ch'io sappia^ sì. delle vostre cordiali es- 
fitessioni ^ isi delle vostre generose ^ esibizioni ^ 
udlt «uaU la $t6ist modestia mi obbliga >e m' ; 

inna^ 



A p o ff r:i Oì 4: a 5i ^e ti o* 451 
I iaqaobra; Vt^^miè^ bX ^poétp^; delle medaglie i 
I Qim* 4p«i$J0 diityi iòti ^icutefisza ^> ote; quelle 4* ar^ 
^ |^n(9/» delte qiùlii >i|i4 Tiicmsi: eh' ìa ' era la 
eoM^aittO' coti mi; midi àmicQ id Riiina ^ permmi 
, idi fede e d' iAtf^ié^jàstì^i paMefatìod fra poco ndl 
I hàk>. pick:iold $tiiidiò>i:>ejMti4on t^i (ktormmato 
I a dafiliieie pec l^òMstdr:|>cezfccl qhe ^li bé esibip^ 
^ té.: te ,tftste, che ;preseÉKtementè mi xtiaUicaììo per 
dare qiialcàe compiniéi^ò alla sèrie} iche ut sto 
fociiiaBdo i saranno per, vostra instrustohé notate 
iieirbcdiMo foglio 4 £lìeno ) ar dirr verd i soa 
molte ^ e la maggioir patte assai rate* i ma da esse 
conóscerete ^ che. moke sonò i e fra 1 iquekti pa« 
teccl4é altresì di rarissime (Quelle ) die teìi^q « 
Pensd di p^tàtla^ per quanto* tfcii sia possibile» 
6ibo ai più bassi teniiH» snpplehdooVehoii si pos- 
isi in argento ; xfcòii qoeÉt ditàriagraiidesia ìA met 
tallo. 5 delle quali ne hò parleccfaie non pdcd pre« 
gevoli^ secondo ii.gi^dició» che il P» Baàduri 
ne rende; Lé.segttàtó iiii margine coii ufi aste- 
risco significano qtislle, appunto^ che lid dì me^ 
tallo .^ e che vorrei avéi'e d^argedto |»ard^ b al« 
meno impuro 1 Già sapete^ che le medaglie di 
{aird lur^etitò dopò i. tempi di GalÙeho sono ra« 
isissimd^ fuóixrhè iii alcimi pochi Im^Èraddri ^ oh 
me' iti Diocleziano 4 in Mà^simiaim ^ id Costane 
tey e ili qualche altro t e di sì Éutte tìòii. mene 
lascidi all^ocdàsioiìi0 sfuggite àleuila di mano • 
Tnttp que^d siavi detto , acdoccfaé spieiate il 
mio derìderid e 1 mio bisogno ; ritìoidfetlcniiidovi 
, nuetvaiiietite^ die ìtir tuceo e peif tutto -sairè per 
I SDttosoivctnii di buona voglia a quamo »rà 1^ 

proh 



f[|:o(vaitQ e( subilko ìi yoi^ a( iielk qwlUà , <É 
nel pccz^zo. Iiiìomo poi alle imc^aglie d'oconoa 
vi lo alonna {^e^izioiift , poiciiji, oc teiifo 4 
poche, ishe quasi tm convioii dice <iU( avere appch 
]t\a i^èo^inckito i aiMi teneodràe cM q^uuantt 
ificirjca, la na^ioc/paiM dftlhas^ij tempi « Pn>* 
cecb in qo^e. più lentameate « si fCGftó nm 
ini se oc presenta Fiiiqatitroi |t perchè ^^ «e. be* 
ne il desidecio ò graode, limito peiÀ V acuimi» 
con le focze. Se aiooiia per^ y» ae dia. pei* nut» 
PO 9 che ;ia ben cQnservàu , e a buon fiattò «^ 
leiiassimatiiente se sia dei secoli avanti Co^aii^ 
no.» mi farete favoie d| fiennarla a mio còoto^ • 
Del resto sappiate , che k> stesso riflesso j pi^ 
troppo vero» deHa tenuità d^el mio po^^e » s| è 
la ^a e priocipal ^gione, per cai ancora noia 
mi sono posto a fiure acquisti di medaglie ìa 
bronzo • Non per altro ho cpmindfiito da qwU« 
in argenta, se nqn perchè di queste mi è statar 
jià ùcUe casualmmte rindontro, e qui ve m 
ha altresì maggior copia. Conosco bcM, il pre- 
gio dell'altre, «seriore a queste di moltp ^ e 
come questa anno penso di andar continuando in 
vie più accrescile la sesie g^ die ho di molto avan^ 
ut^ ; cosi r anno venturo ho in animo di faro 
uno sforzo , e cf impiegare ail un colpo qualche 
centinajo di fiorini neli'acqiusto di un qualche 
studio se già ne ho in imra più d^uno^ Se qui 
volessi applicare a metterne insieme una serio » or T 
una, or 1* al^ medaglia comperando , a misura che 
vengono., nulla di buono mi riuscirebbe ditìfiìtt- 
im insientf, e y^r^bbe anche a epstaimi i^op- 



-^pos, Tqto ZEi^Of '435 
pò; mentre si ^tta mercatanzla costa più qui , 
che in Italia. Ma di ciò un'altra volta. V' ho 
già infastidito abbastanza, e tenuto di soverchiò 
a disagio • Aggiungo solo , che se in questo tenv* 
pp vi capita* qualche medaglia Greca , sia in 
^^nzo, Q 1^ in altro metallo ^^ e di qualunque 
grandezza :( avrò a sommo favore > che la pren* 
^iate per me, quand' ella non serva per voi : 
mentre a dirvi vero le medaglie Greche mi fen- 
no un particolare solletico, e a riguardo d'esse 
in questi ultimi mesi ho ìfatto qualche studio 
nella lingua Greca, ove impiègo quel poco di 
tempo » che mi avanza dalle mie più necessarie ^ 
ma non già più gustose, incombenze. Ho inte- 
sò con piacere che abbiate veduta la mia libre- 
ria, se pur m*è lecito cDn tal nome chiamare 
la . raccolta de* li^i che costi tengo , e phe ella vi 
sia piaciuta. Occorrendovi di valervi di qualche 
lifsfo, fatelo con tutta libertà. Ne ho scritto al 
Sig. Andrea mio fratello, che vi serva di tutto a 
vostro piacimento . Còsti avete veduto il maggior 
numero d^essa: ma a mio parere qui ne tengo 
il pia scelto^ che alla giornata cresce notabil- 
mente : mentre non yo* che il nuovo genio per 
le medaglie pregrudicfai al vecchio affetto • La 
nuova da voi datami della morte quasi repenti^ 
ila del nostro Sig. Giuseppe Durli , mi è stata 
assai dolorosa . In lui ho perduto un buon ami- 
co,' e di molti anni. PrìegovI di passarne uffi- 
ciò di condoglienza col Sig. Pietro di Idi fratel- 
lo. Ho fatto pregar per lui néf Divini sacrificj: 
che questo èl miglior contrassegno d' amore. 
Tomo ÌIL E e che 



4H Lettere di, 

ttie dar $i posìa ad un amico defunto. Iddìo .Si--' 
gnore conservi voi lungamente; e con ciò. di 
vero cuore mi dico e protesto • • .. . 

ÉàJ. Al Sig. Lodovico Antonio AiHraxori . 
a Afodana* 

V'Unnà kó. Maglio iix^ 

PRimà di tutto vi darò notizia del niio Co4i^ 
ce della Cronaca di ser fiartolommeo di %^t 
Gorello d'Arezzo. Esso fu scritto in. grah fog- 
gilo nel i6i8; tutto à^x mano di Jacopo Burali 
Acetinoi del quale parmi che sia alle stampe . 
un libro delle storie dei Vescovi di quella Clxie- 
sas nel qiialé è probabile che abbia parlato di 
detto sei: Bartolòmmeò detto Gorello i Tutta la 
Cronaca è piena di lunghe note di ^i%à Qurali^ 
e per saggio di ^s,^t Vi .mando T occluso foglio , 
che contiene I9 metà del secondò Capitolo i Da 
questo saggiò (Conoscerete, esservi del buono e del 
cattivo « Il Codice per altro non mi par molto 
corretto 5 ma coil tutto ciò T ho in qualche sti-^ 
ma , e se voi X aveste , come potete averlo, oc- 
coftendovi 5 forse lie fareste qualche usò \ Ora 
per venire a quailto mi ricercate ^ vi dirp , che 
anche nel mio Codicei il Cap: IL termina 5 come 
nel vostro i e'I Cap. ìli. incomiricia dal due ver* 
si , che mi accennate ^ dopo i quali sta scritta 
di mano 'del Burali, qid manQhémo- molti vtrds 
continuando così:- 



To- 



Apostolo ZéMov 4^^ 

fosda Unnnciò come a lui pUce. .^ 

jl XVIIL e ultimo' Capitolo finisce come nel vo*- 
stro ; e nel mio non vi è dietro appiccato quel 
friiiunéxito ,* che nel vostro comincia: 

Se AUrcó\àv€ssé d moki amici qresoì 

ónde sqpra di questo rion ho che soggiugniérvi ^ 

Della mia Cronaca di Dino Compagni , colla* ^ 
zionàta dal Canonico Salvino. Sàlvini coi Mss. 
Strozziàm, potete disporre y come anche di tut^ 
te le cose mie., a vostro piacimento . C^àndo 
scrissi a mio fratello y'^he vi mandasse la Cro-- 
nichetta di Piàcetiza^ ò gli scrissi, o crecki di 
avergli scritto ; che vi spedisse anche uria Cro- 
Hichrttà LatiriàL^^adovana,^ scritta nel principio 
del I jóo; ( sef non erro di memoria ♦) dji uà 

^ certo* Frate Giòarmiccio Domenicano ,• dove osser- 
vai qualche particolarità dèlie cose di quel tem- 
po noni dispregevole V Se questa: noti ti è capita- 
ta , datemene avviso , che subito scrìverò in Ve- 
nezia, a mio' fratello, acciocché ne siate servi- 
to • Il yero padrone della Croàìchétta di Anco- 
na , da me già veduta in ' Brescia presso il fu 

^Fortunato Viriaccesi, e poscia in Venezia presso 
n. Sig^ Gio. Batista Loredano ^ j^trizio Venezia- - 
no, credo che sìa il P. Audiberti ^ della Con- 
gregazione di S. Filippo N^ri, dimorante in Bre-» 
scia i dove la comperò o da esso Vinaccesi , 6 
dopo la morte di lui dagli ei:edi . Qjiesto e quanto 

E e ^ pofr- 



4.$^ L t^ t T E K E pi 

^sso dirvi sopra di ciò» Io ne parlai nel 7«. 
XV. del Gioraale a e» 312. e parmi che il Sa« 
racem nelle Istorie di Ancona produca un lun* 
go squarcio di essa Cronaca del -Biloncompagno) 
di cui pure credo di aver notata qualche cosa, 
ma non saprei dove, ora far ^apo a trovarla. Le 
cose vostre mi sono a cuore, come le mie pror 
prie^ je non lascio Tòccasic^e 4i promuoverle e 
di esaltarle , come è dovere •* ma qui tutto è 
pieno di buone intenzioni, e di nulla più • Il 
Sig. Gt^erajrdi può farvene testimonianza, essen- 
done informatissimo ^ Voi per tanto non vi sgo* 
mentate dal proseguire sì grande e si illustre 
opera* Dal bene finalmente ne dee venire ^ei 
^ene* Vi scriverei più a lungo, ma mille oc- 
cupazioni 11^ affollano , e )' ora tarda non mi 
permette^ di vantaggio . Conservatemi la vostra 
cara amicizia, ^ credetemi guaì m dichiaro di 
essere f • ^ , 

( j ) /0 ti dirh il pnncipio del mi^ stato ^ 

{2) Di mia natio» antica y t àe\ miti nati ^ 

E qual 

( I J No il principio, mz il rinascimento d'Arezzo 
4lopo'la cacciata cti Desiderio Re delli Longobardi, fude^ 
^ofe ; e quivi habitavanp ti^ci anieri , e chi ,arte non faT 
ceva« non era a^nmesso alli ofEtii, perchè il popolo non 
li Tolèya ; è queste sono quelle famiglie nominate dallo 
Scrittore, e dirraronp ' d- essere sole al governo delU citr 
ti i fino alla venuta di Federigo primo Imp^r^itore > di OtT 
tone IV, e di Federigo II. Re di picilia, quali nobili- 
tando con privilegii le Citti di ^Toscana , furono causa 
che li Nobili ,- quali tenevano tutt^e le castella del c^ntaT 
co > venissero ad abitare ad Arezzo ; e fu la rovina • 

( ^) h suo lucfo si nomiflcraonp gli Pettamali ft V* 



A P o 5 * 6 t O Z 1 it d. 4J^ 
£ qual di lof d timpQ nfhd honorata^ 

{ 3 ) Quali virsQ di fiu san stati inirati ^ 
E fatto m^hannà sèmpre ónta e vergognai 
Ne vale perch* io gì* hMia gastigati . 

Certo sonsio^^cke non dirai menzj^gna^ 

( ^ ),£t io lo scriverò , padre mio a$nenòi 
Che chi la scrive ahajando agogna • 

Quando che si4 forse fia stréno ^ 
E tu meriterai P opere tutte i 
E metterai al, tuo Cavallo il freno ; 

E le malitie tutt^ fleti distrutte 

Di fuelli che fan tanto vitupero y, 
E le virtù dei buon saran construtté i 

( f ) Et io non diro mal dicendo il vero i 

(6) Come ti piace : chi pur vuol f ddiriì 
Io vivrh pur con^ t animo sincero^. " 

£ lacrimando con gravi sospiri $ 

Coi^ colui che tosto non s" Acqueta i 
Perche sgranati li sieHo i martiri * 

La tua parola par tanto discreta , 

jf / ben comprendo la tua opinione i 
eh' io ti diro ogni cosa segreta i 

( f ) Disse egli a me : Tito Livio pone i 

eh* io fui dei tre f un capo di Toscana i 
E fui con li altri Etrhrii àkn pennone * 
E e J ir** 

Ò ) ti tìottoiii Camajani, & Àlbergocd* 
( 4 ) Lo Scrìccore deve essere Firìi||co» 
( f ) Q^ veritdtem dichy mmim injmiéun féché. 
ié\ Concetto òi Daatc nelja XVIIL del Paradisea « 
( 7 ) Arezzo ùtia delle i>.. Colonie > quali pìh. ami iw 
fono ^dvfemate da Perugia , BoUeoa, e Arcato ; & Arc^ 
^o per alcOq mapo^ fui capo^ WB» pOQt T, Ììtìo Anb^ 

TMIO, 



4^S L E T TE R E %> f 

Sinché si dica per la gente vana^ 

( 8 ^ Cìff Aurelia prima n9minatafos^§ 
Per ifiella che si fé di maneha ^ana • 

JSuperbiay invidia la stolta commosse 
Udendo pomandat mio nobil sito 
Col suo figliolo suo principio mosse. 

JJdendo Etrusco il subito partito 

Non preveduta lor paro impresa ^ 

E che 4 ìndia sempre havesse invita ^ 

£ così certa/mente e stata accesa 

Era i miei figlioli e più fra molti- e molti ^ 
eh' hanno di me per se fatta contesa . 

( 9 ) Sono superbi , arroganti , e stolti 

Comunemente più che non han possa y 
E "son per ijkesto spésse vjolte colti . 

Schifai pero la disdegnosa fossa ^ 

(io) Che vien del Casentin dritto a mia foce ^ 
E, (^ando } presso a tne ^ fa sua rimossa f 

Ma quel che più di lor forte mi coccy ^ 

JE^ che del iene comun non z.elosi . 
(il ) Per chi Sibilla ver dica sua vpce^ 

iDel proprio bene son desiderosi • 

-' '■ ^ £• • 

( 'S ) Favola ^che Aurelia fos^e inoglic di Tusco ^ e po- 
nesse nome alla Citti ; può bene essere > che vivendo Ta- 
sca Principe de'Lucumoni, e Re di Joscana» e facendo 
tcsldentia in Arezzo con Aurelia 5ua ^ donna * fusse chia- 
mata detta città Aurelia > coti dire A<)<^i^ó ad ÀureKa l 

( 9 ) Superbia vanadejli Aretini^ che non haVendoni^* 
la , presumono pofèr far gran cose • 

( IO ) Dice d* fitVLO , il quale , come dice Dante , torè? i 
il muso , vedendo Arezzo , e va Verso il Val d' Arno . 

- ( 1 1 ) ^ Artttnm ftdcherrime sitnm cives invidos farh i^' 
farnm reipubltcMt amatwra ^ fmr»mhcn4 9 fmtnfitfts ff^^^f 
^lienigenae dtvorahtmtn 



Aposto tó Zeno^ aj^ 
JEfur invidia e proprio lor mtio , 
£ dei^ altre virtù sono famosi . 
( 12 )^ Il verp nome mio fu sempre Aritio 

Per le mài f Are cìf eran nel mio centro ^ 
pove alti JJfei ^i f4ce4 ^a^crififio. 
( Il ) Toti^ fni vif^se ^ che di fypri p dentro 
pisf^r mi fece per dispetto é^ltrui ^ 
E par tornato a star spesso quincentro ., 
A non ti dipo crudeltà di lui^ 
^ ( 14 ) Parche son r inovate e assai pin crude 

Hai me doglioso^ perche i e da cui $ 
Lassommi tutte le mie membra nude . 
, * U ogni fortez.z.a y. sicché poi convenne 
I Cittadin fuggiti alla palude 
ph pò rimesse eh* hehher poi le penr^y 
Ate riponessero in picciol^ form^ y 
• fChe dai P Codoni a sommo piazxjt tenne . 
( i^ ) Ma pèrche molti si fan della prfna > 

E e 4 ( i^ ) 



f IX ) Qui si ctìptradicc , pcrcli' ^sjendo la Citti d* Arez- 
zo cosi cliiamapa in lingua jgtrusca > quale fu innanzi alla 
Latina e Greca ,^ «on può esser detto ah Ara neoue ab Art^ 
lì; sed ab AtfHa. Tùsci uxorty seu Festa y Ù- Areta ^ quae 
sonat ttrram f^ttUm ^ 

( 13 ) Non Totlla, ina Alarico nel 41 x. dette um sacco 
ad A^ez^p > ma non 'Jp guastò f q > 

' ( ^4 ) Qui i8!i nota che assai peggio faann9 fatto li Cit- 
tadini ' alla Citti ) che non fecero quelle ^enci barbare > 
poiché essi non la destrussero • Ma é ^r vero y clie li 
successori di detp Gotp e {Longobardi in progresso di 
tempo sono stati quelli, che hannp venduta la libertà alli 
Fiorentini ; ma se era la Città* rifatta per loro ^ giusta* 
mente la poterono .vendere conpe cosa sua* 

{ *f ) Qui si nota , che si son fatti nella Città molti 
innesti di famiglie antiche ^ quali di presente passano per 
nobilissime • 



44^ Lbttersdi 

( l6) Dodiifi fwr le C4S0 sfar tdl bdnidt 

Pdrwi che a numerarle tu ti dorma» 
( 17 ) Ftcemi poi la seconda griÙanda^ 

Che ancor si vede da Sani Agostù^o , 

Quel che mi volse far mutar vivéOida i 
Vescovo mio primo Marcetlino ^ 

che fu mio nato ^ e per st$o vitio iHflse 

(iS) Tormi all' Imperio , e darmi al Fiorentino ♦ 
{ i^ ) Di tali impresa molto mal ili colse % 

( 20 ) Fu stt'oginato fino a Castiglione^ 

E poi la vita un tanto error gli tòlse « 
E degna fu la sua condennagionè • 

Così fosse punito ciascheduno . 

Che € del mio dolor vera cagione h > 

. fior ti vuo dir figliol ad uno ad uno 

E" miei figliol che son degni di nota 

Quel che si veste di hiancbo è di bruho t \ 

Al hor si pose la mano alla gota , 

Come huom che volessi ricordare^ 

O 

( f ^ ) n medesimo scrittore», come Aretino invidioso , 
non le vuole noniinare. Come ho detto ^ questi etano ar* \ 

cleri 9 e li nòbili erano nelli monti • 

( 17 ) Qui fo nn salto di anni foo. la teonda crilIaiH 
da di mura la fece MatcèUittò iijóé ouale tirava 4a Sali- 
to Agostino aopra la Via, Sacra fino ai casaménto » e poi 
saliva per la piegala di Marcello, come si vede, e come 
si cava da una lapide di marmo in Viterbo : ma si inteif« 
de delle prime, perchè Marcellino fece le seconde. 

( 18 ) Però si puà. dire» che li nostri anticiii sdega<b 1 

tono obedire all' Imperatori, e poi si sottopósero a gente ' 

vile. 

( 19 ) Q]ieito avvenne , per la nimidaia che aveva con { 

li nobili. 

f so > Tu menti per la goli , fperché ftì impiccato t 
Palmerino in quel di Anchoaa per ordine 4i Federigo II* 
Lnperatore • 



A p ò s r d i o Zia 0; 44)1 

Ò pensi kmit inìfmnci U rotei \ 

( ti ) Jn tlruciferd vaglio ihgamincifre ì 
/ Perche e U sammitÀ ^- miei confini f 
kt in ciò non mi par figliola errare • 

{ ZI ) Perdona AÌontehuofts Aù^abmini^ 

Berlinghier ^ Maffci y Ghì4ì i e PagéimlUi 
{ ti ) Guidoterni » & anche Bostolini •. 

Se ien son tuiti a me crudeli e felli 

Per lor isupetiia i e fton voUer mai pari 
Xion lor vichi, se non cóme lupo a agnelli ^ 

Seccbmar j Totiy Catenacci^ e Gazzjìri^ 
Cioncholi y Sinigarii , e Caponsacchi i 
JDichiy ms. jignesch^y e sua sicarj . 

{ 24 ) //r San f Andrea fa che tu i* attacchi 
jiv^rardeschi ^ Manoclli , e T^ascipni^ 
E i Testi yèilor vicin non tHìo che fiacchii 

( lì ) La Cittì ìirikz in 4. porte , & hamdo ih sé 
poco MDulo , era allora niente , mentre cHe era klblfata 
&0I0 dalle npJMte famiglie. In porca Crucifera i^. In por» 
Santo Andrea 7. con altri pofolafi. In porta, Foi^ la. In 
poru Butgi 16. Fanno il naoiero di jfu tàoiit pia erano 
quelle di fuori. Se bene ho detto chela Città havevapo^ 
co ipopolo y è anchor vero che vi era il Consiglio di. 400* 
ma in questo vi concorrevano li nobili contadini. 
, ( aa ì Parla il poeta a passione, poiché tace le nobili^ 
& antiche famiglie, ,e numera quelle che come dice disoc^ 
to, erano discese di notar}, e non quelle che derivano 
d'antichi heroi, come parte di quéste. 
^ ( a^ } Ne discende (cioè dai Guidotemi ) la Casa dei 
Btandagli ... 

( 14 ^ Molte famiglie hanno avuto in quelli tempi ori* 
Kine da più ville « come li Marsopini, Ricoveri, eDasds 
Baldnoci, Lappoli» Maitre, cne tutte vennero dalli q|iar«* 
tieri di Qiiaraca 9 o di luoghi circonvicini • Può ancorai 
csseìicà che vi sieno di quelle che alcuno tiene per pia 
nobili di Quelle di Qturatt) ft in qucUi lemi^ fusseio 
lA cQr|K> a ^ua madre^ 



'^IfHCci, I>offiigìdHÌ ^ e Rédolfont^ 

uiltfi^ ve soH notori e fntrpataniiy 

( 1$ } £ Sàrchiàtàlr M zUfché g. di jfop^f^i ^ 

^entiUixA di fuori hor vho che cdnti , 
CasA degli Vbertinty e PetrdmaUy 
E dirai il vero senzjh-f^r fini ariti. 

E coii/^e fu a sommo di mia scala y 
In altra farti H fia manifesto , 
E quanto ' ancor per me p stata mala . 

XdSyoti , iì cui vestire e color mesto , 

( 16 ) Biidofnini , Cathani , e Ranier vidi 
CV hebber per ^ arte lor voler si presto • 

TéiU^^^^9 ^ppdritiy e Sraccifidi^ 

Ratutci y uirnatdiy &, ancho Afaghalotti^ 
Epa in Burgho convieh ^h*io ti guidi . 

( 27 ) Dove fur gli tTdumeri gid molto datti : 
appresso lor vi sono acciai i Roselli , 
E quei chi nf han sì concio , gli Jl^lbergotti . 

0id più di lor non vuo che tu novelli • 
u4ltroi/e ti dirh se non mi scorda ^ 
Chi sono stati e chi son hor a quelli • 

(.28 ^ foi son Guasconi y se ben mi ricorda ^ 

(29) 

f af V Api! akrj s perchè quc^i crino Ai pòrta Fuori . 

\ %6 ) Sotto nome di Catcani Venerano tutti li Nobili 
di Contado lassati indietro per inyidia. 

( xt ) Gli Udutneri habitavano in Valle lunga: Il Al- 
be rgotti nella loro contrada. Della famiglia degli Udume- 
ri fa mes* Bonaguida, e mes. Bonagratia, huomini dot* 
cissimi • Peri qui ]aisa dietro pnoltc f^ù^lie che fors^ 
gli erano nemiche. 

{ 18 ) Pare che nomini per forza li Guasconi , quali 
etano d'anticfi nobiltà forye più delli altri, se già ^on 
etano aggregati ; della qua! casa si crede fossi Santo An- 
drea morto, anno »oc. ( nm s$ se dica laoo. ) 



^ p é ^ j q f. o Z j^ ^ o. 44} 
(29) Ràtzjtlli^ Accettanti :, dncj & -Azjtji ^ 
E Camajan che fan mia voce sorda • 

^e^HÌtavan poi i calorosi Pàzxiy 

Dei qukl pon so^ch'ip possa dir vergògnéf 
O contra me fatessfr mai tramazjd. 

j( 30 ) Pift non ti conto per non dir menxji^na. 

f 6^4. Al iSigi Canonico Palilo gagliardi ^ 
a Brescia. 

j^ienna 1^ Maggio 17Z4. 

Voi yi scusate '^raeeo gentilmente del non 
aver mai scritto dopo la mia partenza d* 
Italia , jquand' \o debbo dom3.ndaryi perdono di 
avere ih ciò mancato al mio Movere con voi ^ 
jMa <;osi va : la yostra gentilezza non ha modo , 
e a me tocca a fare con un amicò di troppo, 
buon fupre , per non avere a diffidare che mi 
sia usatp da lui ^ il .compatimeQto , che gli do- 
mando • Mi è. stata cosa gratissima \^ nuova da- 
tami da voi, che sia cosi vicina ad uscire alla 
luce la vostra erudita pissert^tione intorno ali* 
Antico Stato de* Cenomani ed ai loro (Jonfini : 
nella cui pubblicazione mi fa piacere V onore 
^he sarà per derivarne a voi ed a me ancora : 

a yoi 



( 19 ) Dalli Accettanti ycngono quelli derBeiie di Fi- 
renze. 

( 30 ) Havendonc detto a dozzine si vergognava di diV 
9e più ; e che questo sìa vero si cognosce che non vi hs 
nominate jnezze le famiglie escluse dal' governo : l'incluse 
poi erano almeno sessanta y quali governavano • 

/ 



^4 t ^ T r à àà ti 

a voi per gli applausi che ne consegmretè A^ 
pubblico; ed a me per la pregevole, testiimnìian-i 
za. , che vi piape di dar al mondo dell' amore 
che mi portate: in ch^ però tutti concisceranno 
esser questo più un effetti della vostra gentilez* 
XI i che d'^cun medito mio; quando f^rò a me* 
rito non mi si, ascriva la ^ benevolenza e la sti- 
ma che vi professo • Io laccio /voi ixì libertà di 
dire di mia persona tutto quello che vi sugge- 
risce il vostro affetto , di due cose sole pregan»' 
dovi a far parola , cioè della nostra antica aoii^ 
cizia , e della bontà con cui V Augustissimo Fa^' 
dròne riguarda me di continuo e le cosp mSe i 
e con questa occasione potrete lasciar correre un 
periodQ a gloria di questo gran Monarca y chef 
è non solo protettore delle buone lettere. , ma 
lino discernitore di esse > sapendo e^i e iegget^ 
do molto: in che noh^dir^e che il vero . ,Da 
molte parti ho inteso lo stabilimento onorevole 
dei nostro Marchese Scipione alla Corte. di To^ 
lino. Idoio Signore sempre più lo feliciti i co-* 
me di cuore glielo desidero i poiché di cuore lo 
amo. Si è fatto bene a rispoi^dere. qualche coss 
ai Giornalisti di Lipsia sopra quanto inorante- 
mente o malignamente iianno opposto nel rHe-* 
rire il vostro S. Ganìenzio . Ma perchè que* fcf- 
gliétti non hanno molto credito > non sarà che 
ben fatto dirne qualche cosa di più in uno de* 
Tomi del Giornale d' Italia , il quale è ^ato 
principalmente istituito per vendicare i liostrt 
letterati dalle censure de' Giornalisti oltramonta- 
ni é V anno passato oel mio ritorno da Praga 

mi 



\ 



\ 



Apostolo Z | i^ o, ^^ì( 
§f& sono postò setiosamente allo studio della lin^^^ 
gua Greca» e vi ho fatto qualche avanzanietit9» 
Le inie ihcorabeiize Teatrali me ne hanno distolt 
to da sei mesi in qua: ma tpsto che mi sia da:; 
to un poco di riposp , lo ripigtierò attentamen<> 
te, conoscendolo necessario onninamente a chi 
{professa letteratura • Da questo studio mi sono 
avanzato a quello ancora delle medaglie • Hq 
cominciato da quelle di argento, delle quali mji 
è riuscito con Tajcquisto 4i una grossa partita ^ 
ottone in Roma per ottocento fiorini, di ayan^ 
zarne potabilmente una non dispregievole serie j^ 
arrivando glà-epiéste al numero di ottocento y e 
da Giulio Cesare fino a Gallieno, non i^iancan^ 
domi che intorno a dodici teste y alcune delle 
quali non sono delle pia rare. Ne ho comincia-? 
tat una anche in oro , ma in queste yo assai 
fin lentamente^ perchè le forze al desiderio noi|' 
corrispondono. So che la più stimabile si è la 
serie di quelle di bronzo i ma per' questa' aspetr 
to clie mi si preséhti qualche buona occasione 
ad un tratto» non volendo incominciare con po^^ 
ehe • Se costì conosceste chi ne abbia » e a prez- 
{20 onesto voglia disfarsene , troVerì in me ut| 
hdl^ compratore . H Sig. Conte Ignazio Zanar- 
di, che da mplto tèmpo in questa Corte tratr 
tienesi, d)ssemi che tempo fa aveva donato un' 
fcel Codice , contenente un* Opera del celebre 
Monsig. Altobello Averoldo al Sig. Gianvìncen- 
«io Averoldo fìgjiiuolo del fu Sig. Giulio Anto- 
nio di gloriósa memoria . Mi sarebbe caro di 
/essere in£)rmato 4el cpntecfuto di esso Codice , 

e con 



/ 



4i^6 jL ? T T E It E 5 1 

è eoa tale occasione rinihoverete b mia. aitici 
servitù a cotesto Sìg: Gimvidcéiizìó Avetoldo • 
Pi Moi^gnor Gentilotti ha più di quattro me^ 
$i che non ho risposta ;^ma spi ,' che ha tnolte 
faccende in occasione del pres^n(|e imbrogliatissi- 
' ino Conclave,* che da motivo di: molte dicerie « 
lliverite caramente a mio npina la stimatissima 
^ig« vostro' fratello j e per fine^ mi dico ; • • 

05; u4Z Sii* Art^reÀ Cornerà: a Fe^tezidi 

,; VitnnÀ zo*JI4éiggio ijz^ 

TtJttà questa settimana è stata per me ienzai 
respiro , e di, , continua fasica > 'a riguardo 
dell' Opera:' marni vi sono a|&(;icatd con piadere » 
Sì per la feliciss^nà riuscita di €i$sa , si perchè con 
la giornata 4* oggi . avrò modo di riposarmi > e 
starmene al mior tavolini^ dietro il lavorò ddl' 
altra... Del t^stp non pos^ipl descrivervi adequata^ 
t^sfitt 1^ applauso^' che ha óttmuto il mio Dram- 
ma.,-, recitata^ sonato i e danzato- a maraviglia 
da queste Dame ^ e Cavalieri ì i quali hanna 
avijito tempre alla testa dell'orchestra al priiiio 
ceu^a^ò questo AugustissimcT: Padrone ,< il quale 
spon^ 4a professore ^ e con la maggiore y e più 
£na maestria #^ Oggi sé ne fari la terza recita , 
ed è peccato che tìpn l'abbiati potuta vedeffesc 
non pochi 9^ e scelti^ e; nominati di^ S^ Mi^ Tro- 
verà modo di maó4«u:vené presto degli esemplari ^ 
anche pet gli amici w N^ libro Vedrete il nome 
di tuiitc^ le Dame ^ e Cavallai 9 che had ocim* 



A p q s T. o. Là T^fifol ij^j 
^ost9i. e aoiraat? ^fi sì jp^|;;ii^ò^.sp^fa^ , ij( 
quale sarà costato , . fattc^f; ^4 .' giiist^ , computo , 
óltre a ceiitó mila fióilfii ^\a, ^^orj^à, ìnip^tidle^ 
té tre Dame cantatrick in ^axti^ppl^ 50119 ritj^ 
scité 4 niai^^iglia, e se fossero della sfera d^ 
piiisici ordirtarji e avessero a i^iiadàgaarsv il yt« 
Vere cantando a prewo., anche iq |tali4 farejjj- 
fcqnp tri le prime là prima comparsi ^ col c^^^ 
t0i che coA r^ziotié; Ma da altrjl i^.jriceverf^ 
té. gli avvisi i-, onde io aie ne. asitengp ^ ^acciQCr 
cl^c ùp^^ i^i' crediate parte; intergs^a^,. JLà :^i^^ 
flussione, di dehti cre^cq é^ diminuisce a xnlJ^^^t 
che il tempo e buòno i o càttivp / }na,;^e)r£hè 
qui per r ordijdariò e ^disi^g4àle i, eiajizi. càttTvà 
che nop id. co^^eg^^ri^a quasi, di; fotìtiiiud me 
he risento; jL*unjco riitiediò di .tanti fhe hpprow 
Vàto, si è la ^^zieriz^; Mi Consolò coti: vqidel 
singolare acquistò, chf avete fatto del S^ìy^tore 
deiriàsighe PittorjB Par^ Bordone i Jé cui Òpere 
sonò {Stimatissime.^ iSa^^^ta^c; tutti ^ e ^bl^iicci^^ 
itovi fò- fitte,; ,, ^ , -,, . ; . .... ;. • ^ - 

Nljpyamentó vi ^ringraziò 4^^ diligenze usa^ 
te per. c^el ritratto 4ei Conte Manfredo 
di CoUalto: e cqtì a^ti^a mia/già y^ne; .slgpi^-? 
Cai alcune cijrtostanzei- con U scorti dellq^oa- 
U potreste piijL,faeilnient€i indagarlo ^ e sdoprirlo* 
Certamente c^ ^oiu? ur^ tesoro i bei Quadri ài 

casa 



I$a5a Batbarigo dà vói veduti,^ ì quali sono h^ 
ihosi presso i dilettatiti e imeadenti . Ànch* io 
lunedi passato ^uo stato finalmente a vedere col 
nostro Eccito ^Sig< Athbasciadoris il Tesoro Im- 
{>eiìale ^ ripartito in molte stanze^ e con buo* 
hissimo' ordine. Vi sono cose assai pregevoli e 
Ì>er natura è |)èr arte; e in particolare due qua- 
dri del Correggio, e un arraaro intero di e^ra- 
iifiei> alcuni de^ quali sono di ^misurata grandez* 
^ sa > e di eccellenti antichi maesdi ^ A considé* 

rar- bene -sòl questo ci vorrebbpno mesi interi, 
^ pan che una inezza giornata . Mi è stato di 
gran piacere T intendere quanta avete operato per 
gratificare nella persona dd suo congiuro il S^ig. 
Avvocata Durighello » mio caio amico » il qua« 
le riverirete* a mio nome, nella cui'virtà edas- 
liistenza per la tnia causa eonfidQ moltissimo • A 
tutto quello che coùcerae la stiessa ^ risposi al 
3ig«niió Suocero, e a vbi la settimana passata ^ e 
ne scrissi anche alF uno e ali* altro de^ nostri Ayvo* 
cati • Riverirete a mio nome V Eccmo Tron ^ § }i 
fenderete grazie della bnona ^«inione, che tie* 
pe per li miei cptiìponimeoti. Dei I^ammi da 
ine composti , e adattati al suo teatro , e alle 
^ due parti da lui stabilite di Niccolino e Roma- 

Bina , in numero di sette personaggi , n^n sa^ 
prei qual suggerirli, che pia /a proposito fosse 
disila Nitocrf: ma conviene troncarla di- molto 
per ridurla a misura: in che bisb|nà gran 4^ 
stjrezza e avvertenza; akrknenti può facilmente 
guastarsi , come intendo essersi ora &tto del 
mo Scifiùfu da persona 9 <he pogo intende il 

tea- 



V 



A <". a $ T 9 ft a Z E >^ o. 449 
leatioì ia quale però non sq veramente qual 
dasi. Rivenite a mio notne la Sig« M^ixlre, e la 
Si$- Cognata : ssdutate le sorelle e i ni^tini , 
e abbracfciandovi caraumentc resto , e mi coiì^ \ 

fesmo • • ^ • ' 

^17. Al Sii* Aiarcbcìe Giwémni fokni. 

V- 
PUnHd u £MflÌ9 1724- 

Appena arrmtq^ ^ questa Corte fl 9ig. Con- 
te Ehise Buzzacarini» io ebbi il coqtento 
di essere uno de' primi a conoscerlo , ehe i lo 
stesso che dire a riverirlo , e ad amarlo • Né 
dui^ gran p^na a ritro^Io , ^ichè è venuto 
a slare di alloggio nella stessa casa oy* io abi- 
to» difimpettp al mio quartiere nello stosso pia- 
no • Qjiasi ogni giorno pi starno ve(faiti , o in 
casa, o alle tavole, dove siamo spesso unita- 
m^e invitati • l\ pAtn^ momeq^to, della nostra 
conoscenza egli mi ha parlato di 'voi, e incoa- 
tineiktf ho preso ad amarlo di vantaggio, aven- 
do compreso quanto siate amato 4a lui . Dopo 
qualche Mapp di ^òno trasfeiìto, a Medfin per^ 
esiare pia da ^esse alhfc Corte « el^e allora sta- 
rasi a laiMiburgòi e là fu che mi pervenne la 
vostra a me cariilsiiha lettera, con la quale mi 
caceomauMate quel Cavaliere. Io non so, se la 
lettura di essa , che mi veniva da parte si cara, 
abbia potuto accrescere il mio debito el mio 
amore verso di lui ^ poiché era persuaso di amar- 
Tmc III. F f lo 



\ 



459 Lettb&b Di 

lo quadro mai. si. {Kijte^e» esseoda egli dotala 
d^ t;ali. qualità » cbf tu^o^ ad uà tra^tto. si. fia-* 
dàgj(>abp; 1 ^upri d^jtle pecsdoe» .e. shnzno p^i? 
COSI dirq. ramiqzìai Pure me gIi,,i$ond esibitq 
anche a, V9strò riguardo ^ per non parere, che aà 
trascuraissi 1^ uffizio ^ e fo conto ^ quand* e^li sarà 
(>er coi^'di ritocoOr 4i .tà^c^as^rla anch'io 
a voi ; poiché pretencjo. di > ncul amarlo inenò di 
voi i Gii ho fatta tenete la vostra lettera avanti 
di toi:naic;m^e. ^ Vienns^a dove poi mi disse di 
avervi data rispósta ^ e presentemeilte m'impone 
di .darvi ^n amor^y) ^alutq ; I^ò manydat/s àlqu^iii- 
te copie. del' mio pr^mma^ recitala da. DanJKS ^. 
Cavalieri j e con marai^^igliosa. riusicitaj al P. 
mip frat;elÌo« con ordina che. una he; fa^ia, te*.- 
nere a.voi^ ^P^^<^ ^h^ 1' avereté già, ticevula. « 
Cofìtserv^ièmi U v^^tco. aii^tto ^ è rif^eriftp at Jpio 
nome^^tutti di vostra. ca§f ; e p?r fine Cordialr 
m^nt)^ abbracciandovi ipi dico .• .> , ,, : . 



t ' 



S'£i|ffÌi?vqRsi,dc)v\i^.s(;riv^rvi,» i^»iy»v«et |kii- 
,ti^;farlQf;^i^i3^^,:|PMfi|.- ^fi^ «J> ^fiflobett- 
tof dal iflÌQ: iwpmg^o.r?t8pre^Vte^ > '^'•^ ■«* ^Jt- 
tay^a mi. c^ftijjiu^ /f fl».perèri;ótt:fi^^^4^^^ 
ZA, .J^on usfeadqaii U.fj^nggeK :c^> m. ^9mi(m^ 
nor.jqogìa . .Ho cfxpffti^aìm a4 .u?2«e i rimed) ,■ 
co' qut}l\, SR^ di wn^t(j^rm^ in pqfilii gÌQ»i« Il 
buojijiPfdigj ^o^a^rpj j)iì nQxi mi: «cri^e •> .Egli $i_ 
■ r: * 1 H ;a^ «y^r-. 



A P O * T 0;i ;Oi % 1 lì O. 4f% 

io^ Hdn^ iteoacisciiìfte |»er ÀUe > bh meno aiì rìl|- 

cresce la suacbàéisipne ì di quello^, che mi .$%• 

rii fiaciescialqr ìLsud ingatiit0 «^.DstrqiifJilQ shr 

visggoi^ e M x}ueÙo cbe mi seiive T òcQCiéiKx Siìi^ 

Pàtati^ì^ P9Q0 di bnono é di siocecà ki sì, ititit 

geoftre. éi cose si -può' sperar. 'da cosd »' e gejter* 

nltueilte' da qiialua^e luogo ;} joadé sempre > pw 

sono Jcooteòto della. «compra che ne ilo /atta d4 

nostra P.' Baldini* Qiiei^ Antiquarirrte. atiiDaM 

pia .di- 2000. fiorini ^ e pure noà mi costano 740^ 

I giorni passati mi è fortunatamente xrapitatQ .ui% 

terzo .itiedaglio0it Sri. ora àk peso' di dtique xin- 

ghem.eLiatt quairts> ^ ed.è)jbenissimo conservato'^ 

e :^% tQr(l> purissima^ haatuta in AquiJejla. > coma 

si ricava jtlalle, lét^eore AQ^^Sé cioè Aitiilejae si^ 

gttatM.i.p(jist3S inifondo del rovescio « La testa à 

di DidcIetstanDrcoii la leggenda^ IMP.DIOCL&- 

TiANUS R F AYQ y r. nd »v«scio v" è un 

figm»!/ di donna ia piedi stolta:;, js rivolta vec^ 

so la < destra y nella» iqnale lieiiie una bUanciay 9 

nella sinistra ìi\ corunoopta. Nel camj^o sojtto U 

bilani:ia v'ba uaai steUa,: e nelF àltsoc Vh e so^h 

toi cóme' disaii AQ«:\S£.la lèggeiubb aU' intorat 

si c;SM:it MOIìJET^A AVGG.ET CA^S NOr 

STR.^: Questa meda^ìai trovasi comunemente in . 

rami^ ài mesiàana graniiezsa ^.11 fianduri sullgt 

fe^e dei MesQzabariia.;tle. riporta una sola in orci 

eon^mile^ ma né *ilv ^Mezaabadia^ y né il .^<ta* 

ri dice che: sia ^medaglione : sicoiiè là mia yia> 

ne ad essere singolare , e la stimo di taolto. i 

e tanto più quanto che anche questa non mi vie-. 

- . ' F f a . ne 



4$$ tltt-&ll£ 01 

01$ t OMtare» che un utigiiero di più defi' pn»^ 
iiccocne feci dell* altra bel medagUone di Gallie- 
•o acqi^stato itt Praga • V- ba qui un bellissi? 
«o Costanzo Cloro ii^ eco di peso di ciaque 
Ungheria ma chi lo da, non ha voluto lascwr 
Irido > benché io gli abbia oberiti 15» ongheri; 
•è io mi sento volontà di dargli di più . Hoii 
fo se il nostro Marchese Maffei sta ancoira in 
Venezia» né perchè tardi cotanto a rispondermi , 
Alla Sig. Madre e a tutti i nostri date un cor^ 
diale abbracciamento e salutp ^ Addio ^ fratelli 
amatissimo* 

P. & Potrete rescrìvere al Tummerman ^ che 
TArgelati icol pcomedcergli quella licenza che é? 
gli desiderava (f avere , non. ha inteso d' inganr 
narlo per aver qu&'li(iri a miglior mercato r ma 
ha creduto di poterlo servire in cosa » che gli 
fosse facile ad ottenere • Io sono buon te^tlmor 
Aio, che esso ne ha stsrittot tanto a me, quan^ 
to ad altri, e in particolare a Mpns* di Valen-? 
sa, con cui. io pure ho parlato di questo afiìiT 
ffe; e £• E. era disposti^imo a farlo , ma altri 
liei Consiglio W lumno fatte taU opposizioni ^ che 
tton si è potuto dipoi supératlé • lamalattiaDsucT 
ceduta de| Prelato ha finito di guastare agili cor 
sa con diio sommo^ dolore ^ che a fìi vere del 
Tummerman, mio Compare, come, sapete ,'so 
di aver fatte le parti di buon atnico : sicché ini 
ciò non può giustamente dolersi { d' alcuno , se 
non se deUa sua mala sorte w Vi lamandp la su^ 
lettera^ 



ftSt 



A p d Sf T 6 t o Zyi rf o. 4SÌ 
* 619. Al Sigi jintofrié Failisnkri* m Péàovét^ 

l^AI Sigg. firstelli Serdahna ho ricetuta 1» 
JL^J^ostra lettera,; ^ insieme. h notizia del vo- 
stro ottitno stata.: il cbe mi ira recato moka di 
tontetitezza • Del mio passato incomodo, ca:gio- 
natanìi dalF emorroidi eon lunga copia di sanr 
gue^ e da una susseguente febbretta^ gcazfe a 
Dio, mi trova ai&tto quarri riinetfiov nonesseft- 
domiene in oggi rimasto che un poco di debole»- 
2fò. Vi ringrazio per gE libri ehe mi avete fat- 
to avere per via dei addetti Signori ^ mandativi 
da mid fì:atello, al quale parimente ne scrivo • 
Dal nostto Maffei ho aVute più lettere > daccbi 
£ ritornato da Tarino; e spiacétni del suo mail 
d'occhi» di cai egli pure mi dà contezza. N<m 
mi par& che d' animo sia niòltò coamito , non 
ostante il suo buon soggiornò a Torino ^ e 1* 
onore e l'utile,» che rie ha riportato. Ho dolo- 
re, chel Burgos continui a star male: ma mi 
ìrien dettar,- die ne ha gran colpa, il suo noti 
volersi governar da malato. Se B Sig. Abate 
tonte Lioni è in dispcrsizfone di voler prender 
moglie, penserà poco più ai -Supplementi, t ttoa 
$arà pocdf che àon sia in b1soghcr,,cHé altri fi^e 
facciano^ per lui . Dal * Perone - io vengo béHe 
spesst^ sollecitato a fare questa paizia : ma iot 
SCO $aldo a non entrata di ftuotó in si Iktto pt«t 
ia^; à un gionio prateflte rldip^ritriee # tìf^ 



4S4 OL B T T è H E p t 

jpDsi > che jt mi si voleva dar fnoglie vecchia ^ 
i^iiU$a nm univa per niec se givùant ^ io non 
serviva per lei. Per Dio che yoglio vivere e 
coaservarmi pÉf <|uanto posso , e almeno in que- 
sta parte godere della mia libertà * Si son co- 
«tiiiK:àte le ptéve d' un* altra taà. Opeta » «tid- 
-tdatà Anàtamatam Dopor questa ne Terrà uà' 
altra pur mia , intilioiata Giangmr Itnperator del 
-Mogol ^dt cui. forse non isi. kadL fatta la più 
magnifica. A sajo t^voofo avrete T una e 1) altra; 
45e fcene so cbe |)oco vì curiate di legger sì fatr 
^st l>aje. Se >poa altro yi seryicamnp come atte- 
ntati della niemaria , che ^i voi conservo • li^ig* 
Ippolito sta bene ^ e. vi saltata ^caramente . Fate 
imi lo stesso in mio liome a totti di vostra ca- 
^a . Io mi ^^ pontinuamoité godendo F amabi- 
lissima converkajsione del Sig, jCohte Duse Buz- 
t^adierini \ di cui ; hon posso saziarmi , e cui a 
suo tenspo non potrò Veder partire da questa 
Oorte , dove tutti T amano estiipano , senza un' 
estremo rincrescimento. Conservatemi il yostrp 
•Atnore , e prcdeteral qual mi <lÌco ; . •'. 

' , 530. Alla Sigt Jjfisa Serialii.a yenezJa» 

' ì 'v, 

P^iemra' 19* jigosts kjz^ 

* . /■' ' , 

Edi è prxnai tempo» fb'io risponda aUa vo- 
stra gentil lettera : 'il. che ipet la^mia già 
superata iiidisposizione non fcci le due settima- 
tte passate é Mi soft giunti fon -essa i ^striitue 
•vSonQtti , i quali ini smid piftcìnti grandemente , 
; '. \ e su- 



Apostolo ZcNOf 455 
e cubito , scritti cosi di vostra mano , gli hq 
spenti a S. E. il Sig. Conte Collaltp 2^ Pirnitz, 
luogo d[i sua giurii^dizione nel(a Moravia , si- 
gnfficatìdogli (lello stesso tempo la prontezza e ^1 
piacei», con cui avevate ricevuto 1* onore fatto- 
vi da lui nelP accettare là dedicazione della, vo- 
stra Opera . A risposta della 'mia lettera egli si 
tesprtme in- commetidazìohe di voi e dei Vòstri 
dùe.SWnetti d^una mlnleiia , che la vostra mo- 
idestìa ti0t\. saprebbe in ' ytrxin modo difendersi 
dairàYérnè interno compiacimento j e 'fonie egli 
•è proittisìsimo/ m simil genere di compèJiiinenti^, 
fe d* una vivacità mirabile 5 còsi lo stesso gior- 
no, in cui ricteyette la\ liii^ lettera , e* i vostri 
Sonetti, ^i^osis a questi' due jpoù \e medesime 
ritne ^ paiole \ ^ ^ggiugué^dobe , tre alttì : man- 
dandomi e iiuègli e questi , acciocché ai vòi.^i 
facessi ìnoòntaiie^te genere, come. ora. fo : onde 
xjui annessi li troverete . jKla^ acciocché meglio 
intendiate il.tei^or dì essi i iriì. è necessario à- 
vanzarvi alfcune notiziiei , the tiòn Vi iriustìranho 
discare» L Vàasco Creteo ci nome pastòScalé 3i 
S. t. neir Atcademia degli Arcadi iinkoma, al- 
•li quale è aggregato. ÌI: $mà)rp ' ^Imbólià è'I 
nòrn^ mio pastorale sortito nella sbpraddettà Ac- 
tadeipi^* ni. Madonna Cus^àray 'detta anche 
Gdspaxina StdtnpAy fu una delle più eccelleri- 
*tì'ritnatrici, die mai sienq fiorite. Nessuna al- 
tra pu^ andarle Innanzi ^ e le ^vie p:imè . iiiif*e^' 
^ in Venézjar^èr Plinio Pieti:as,anta nèì *i'554- 
in 8. pubt)lic3,te dopò la motte di lèi. da M. 
Cassandra sua Sorella, la quale le dedicò al ce- 

F f 4 lebrc 



4S.è' JL B T T B K E II 1 

iebre Mons* Giovanni 4dlaGasa, Nunciò alic^ 
ra in Venezia » possono .anda^ del pari con quel* 
ie dei più famósi poeti Italiani di qiaalunqtte età 
e condizione. Óra siccome la detta M; Gaspara 
amò suadentemente » ma d* amore onesto » , il G<m« 
te Collaltiho di Coìlalto , stimatissiràò Cayalie^ 
re in qu^ tempo, tanto in armi che in tetta* 
ke» e specialmente in verso Italiaàò, e fratelto 
del Conte Vinciguerra^ che similmente fo bra» 
vò >òeb ; cosi quasi tu^e le di lei Rime sono 
in lode di detto G>nté CoUaltino , e in esptes- 
, sione del suo tenero amore ^ IV, AmusilU è 
finto nome , il quale diedesl heHe sue RJmt la 
addetta M. Gaspara » dorivaàdoio da cj^ùeìla^del 
jfiume AnA$s9^ dettò volgarmente la Piave 2. il 
qua! fiume cmge ed abbraccia le a&tidiissinie 

?'urisdizi(»ìi della Casa iCoìlaltb nella Inarca 
rivigiana : sictchè ÀnisiilU è lo Itesso ^^ che 
Kinfi del fiume Afiasso. Mi scordava di dirvi 5 
2;6è qùéita donna singolare, isx Padovana di n^- 
fecita^ e Venéstiaha ili domicilio, di condizione 
civile., e alla quale non è mancata che un'al- 
ta hòbiltà per andar più lodata^ cóme 4i £atto 
lo meritanra^ {>uì di Vittoria Colonna è di V^oni« 
<9 GamBara^ e di tatit<i altre dame It4iane9 
che scrissero hello stesso succiò asiai pulite e 
lodate poesie. 

Accioécbiè poi siate infermati delle notu^ 
oppoifutié ^r formare la vostra dedicazione a 
S. £• io qui ve le suggerisco di suo gradimen* 
to e. saputa; £ quantq ai titolo da porsi nel 
froatispiciò 4 A Snk EQciHkmU li Situar 



^é»mi4^^ XMmt4ld0 Cmn éU CMàké^ Sun Séd\ 
^0^4, R^^ Cr^ÀMKX^,, C0IU di SMnAùmimi 
t^MU9sfnt S^puhre di Pimitti Tìmtè-Riiù^ 
inrjc* # Cx^nM 9 Ifp^icario P^ssess^ delidAfik* 
té itìfhmi4 ed Ikmnéià , ConsiiUeri imimà di 
StMk di S. M. C. €• ecc. Nella deRlkatorìa 
)K>i [MNHdyQderete ccm due, periodi. dalle .'grandest^ 
ze f aatfchità i ttobUtà insigàe deiln Simiglia Gol^ 
Idto discendente per erìgine ^ et per parentadi 
Via. caie ^^otrane e Heali . Vi ferni^reté hella 
gloria, de*^uoi aiitèóati) màssimamaite d^i ar 
-knatori dopile lettere» e in particolare delle Mt> 
se 9 no^nando, i Conti Manfredo V. CoUaltinb 
i. , Vinciguerra UL Antx^nip, IV. CoUateral gene* 
tÀe deila^ Seri. Rep." di Venezia ', Vinciguerra 
iV. Cavalier di Malta # ^ue Massimigliani il 
grimo p*l fecondo I Sertéìrio Abate di Nervesa^ 
Rambaidb Vili. ÌX*. e X. Già Batista IL An^ 
tonio- Carlo, e Qaudio IIL e IV. tittti uòihint 
dotti f e generosi promotori delle scienze si con 
ia proteziom» ciie cbn f esempio; atendo fon-^ 
date Accademie, donati poderi, e assegnate pen« 
8i«ni a letterati s da modo che di loro fu detto i 
Jtigftm 0pes 4iqHémt éinimis . Non vi scordate di 
parlare della StéimpM^ della quale di sopra ti 
ilo suggerite sufficiente notizie ^ Discendete pfer 
Ultimo aila persona di $. E. lodandola peir T 
biriiàitieiito di tutte le tutù de* suoi maggiori; 
le quali egii possiede in se . raccolte ^ con ac- 
cresdmelitb di gloria e per loro i e per se) Si- 
gnificate il desiderio che ba il Pubblico di ve- 
dere alle itan\pe,i suoi poetici eampoiiinienti • 

Non 



•Moia ^'Aetteeèj^aitii^zki^^t^ tò'^m e6|^r| 
iectdt^ evènti i |^ tnoki ^^ t^udi- gli dcéffikrou 
tiè i .ftM libn > e r igére^ationft di flit ^dft 
fmtid^aii' Aoejic^èmie tf* ftMià yè in parlic3o!àrfe 
i^ ^^ dèì^ Ai!<^i rfli kottià , fe della Cm- 
tca '4i if^nì^ « £ tdiitp basti ìntomo ijilia dc^- 
flfci3i«to^ew^lDtee'<!os^ sdggiiiìigo |>ér Ultimci ? f 
«ina tiiè '^glè litdiaté f»te di altri Vostri f orapo^ 
tiiffieiati,' è the di ^uatWk) if^ quando ne ahdia- 
tc steiulifléè'igUaìchq a^^ drè 

i»so dséiidefit^i avere Uyéstri|> rittàttV' da ^^ 
Te liei S130 ^binetto , bvt tie rien fni>!ti altri . 
Lo yotrebbe \h tela |)ìù tostd grande , thè nie- 
i^ixrore'^ <0 iii^ato nrótt Hea pitt^eépca , e con ve- 
iltitnenti ^éeali fe poètica Ì' dii tìfano 4ellk famosa 
ÌR.o*alba, !p dd yecthio Belliutci ^lio kitrtc<)- Sfe 
|o vorrete' far ai maiió vostra, tanto più lo a^i 
^là catb. Fo j|ne , palato tutti di yoftrà càisa, 
^ mi diwv.éi^"^^'' ^> ■ -•' V 

f jjr Al Sig. Lèrcio pMtàhfL ifi f^enikx^. 

^p\ A tuitì^^ fràtdlq xiéh vA è statò fitto alcun 
jlJ motto intorno alle pre«tìùbe'ditbt€sttt Ba- 
dessa di S. Zftccheria ; ma irte ne è $tatò strìt- 
tó AH mstto Pavini , ài <}uà!e non rl^qdb , 
fet esière occupatissimo j ma tea yì ptego a dat- 
•gliene ili yéce là risposta ♦ A pàli^tri iittcétì- 
«ente,* a iTie hcm ék V aftimo di portar le mie 
^ù{)^licte topri &fé&ML fecttm^ al. mio Augusto 

Pa. 



A p O ^ T « r p -Z-EìK:^. ^J^ 
jPadcme ^ il^ <|ude certafiieiite «e la fkrefickarabbé 
ia fgmòco,.e hòn ifoixebbe ^.jdS9^^^ 
torità al ^wore 4tl ^ligiosoiraccomandatx) ^ l<» afe 
parlai {giorni rsoùo ^ odi P; GiranèUi , digaìssinao 
Sacerdote della .Cobipa^oia^ e tooofessore jEfeU^ 
l^eratrice -Amalia ,'U quale» ^ iscdubnente* im hi^ 
consigliato a poa tentare voa oosa « dorè noa 
ftnsdrei «jon poore* Se làcast^ preme tai3tQ.*cot 
«ti, perdièiXiostt non <ji *i:erca«)di far ricorso a 
fotcsto Ecdraò Sig* Ambasdatpre Cesareo ^ 1(1 
quale caldameofte^ ne -scriva al' "6^ Marckese ytì> 
las, Sc^retmào diiStato, ne che l molto pc^i»bbe 
fC€ otten^ie la gOiAk e Tacite, poìsete imiibui: 
ìiestraaiente , dicendo con ^ncbezzach'io smesso 
^e oé lìo {soggetito jl consìglio • Vorrai potsi 
di yanta^^jb, per senrice.tanta.a ftà e al: ;Sig; 
Pavkio , quanto a quel: Mbiii^mo Monimsfà ^ 
per- cui kà tutta la stilar p :. venerazione 4 <pui 
.«questa yolta coiwSènè ^iie gradiscano al atìarboóBi 
solére, non potH^ido operar di yanta^io . Q^ 
«ta lettera ^tiafrcaso. di ^^ e non la.xoina^ 
sitcate a persona^ non-piacebdcsni c(ie irada)iJÌ3;L 
rgiro> come potrebbe^ in casO'che ^ la jkscia- 
5te n$dreodi inano . Sarà a sufficienza ^che in 
buona forma: ne dichiate il 'contenuto • i. 

Vengo : al punto, «della pomizia G^a^ ictenu 
avete rìinandirta. Non. jicv.jnai inyptejgato meglio 
il mio danaro)^ come ndla suddetta $ poicbè 4a 
lei pai jè praveouto . il; -piacere e^l vantatici 4^ 
«ricevere ^nà si^^iotu e sì sairia lèttera , peonie 
la vostra . Ella per : me ^ vale un tesoro V avei|- 
idomi fatto aprir gli* occhi sopca iQoltecose> con 
% la 



4*<J i i^r ^ à k à Si ' 

ia scorta delle quali saprò in avvenir regcdaf^ 
mi • Sonò tanto perso^tsd della falsità della tn^ 
da^ia» die avrei scnipòld di darla par budasr a 
ctì tale bredéndola j nie la rieetca ,' e 1116 ne 
èfiBisds un prezzo maggior del costo 4 £;d dl^in- ^ 
ganherò del iód parére col fondamento del vo^ 
sào; e :^e .€iè nonostante la vdtti dappoi; non 
ftvrò riguardo di . datigliela i pdiehè dorrete capere ^ 
jbhe qui si |iagaiio assai bene da alciintle medsr- ^ 
•glie anche false s in mancanza tleUieèuòne; pur- ) 
chi sienò teita fstra ; pensando egiitf o in tal rhodo 
di ciempire i - vaedi , e di perfezionare la serie • 
All' annco poi j da cui con boema fede Tboavu^ ^ 
ta >i]on abbiate ddbbkf , eh' io^iàai ne scrìva : ma stat^ 
iSDmqii nella {olitatindiffeterii^; IhureUè gli fao ri^ 
maùditetahre medaglie 5 con le quali pensava £ 
"j^cTfflft gàbbafela iitebatodi volta , si è vergognato 
di pia scrivermi i ed io piccóne dito; C^i^chè non 
9'éémào di avere le medagHe Zane duplicate > las^ 
pristino di più ragidhariie . Se col Marchese Maf- 
£sì;}.rui ora sol^ è tenuto in pensieri di racccf- 
gjlier' simili antiobità ; non riesce di accordarsi 
per ife medaglie del fu Ambrogio Franco; e avcn 
paresse^ che TiBqaisto'ne fios^ onesto per chi 
vende, e par chi cotepca; io vi: applicherei vo- 
lentieri anche a tutte. Mi rimetterò sempre al 
vcmro giudicio. Di metallo io non ne. ho : on- 
de direi un qualche {principio con le migliori ; 
che ili tanto numero conterrà pure che ve tie 
siem> parecchie; Qfiaiidc> poi non lo stimaste a 
proposto, separate dà qudle di brónzo V altte 
d' 0x0 e d' argento , e di quéste fermate il pres* 

zo 



M per «e col Sig. ^uonayetitura MineUl ^ il. 
quale è anche mia amico» e si sqvyeirriì: ^cil^» 
mente ciò cbc feci per ìut, pec fai^g^i avere' il 
governo 4^^ Dogana di Mare, quando ne^feci 
ikxpnzia» e lui ebbi p^ successore • Serdonate**- 
mi il lungo fastidio die vi recq • Vi ringrasiq 
d^la buona accoglienza da voi f^a al mioEu^ 
ctsjtjso*; e.pcr £oe col più vivq affetto mfdicttm 

5 6i^. Ai Sii* Antonio Fkilùnini.^ JBaéttKSf 

HO spedita idtimamente a mb fratèllo al? 
quanti esemplari della mia Anésoadca^ , 
dtterde^ quali gli ho data la commissione di far 
tenere a vm^aeciocchè poscia delFuno di essi 
i^cciate parte* coni sicura occasione per Guastai^* 
la al fiig. Pégolotti » che riverirete in mio no- 
me • V altro è gii vostro > ma non 'ardisco di 
pregarvi che gettiate nella lettura di esso quel' 
tsmpPt di^ i^pdte si bene^appto^ttarvi neir^ 
ore; che vi Hiii^gonQ libei;e. Eccovi il disegno 
di un' uccello stravagante uc^ciso ultimammte in- 
uno di questi sobborghi « veduto anche da. mp >' 
ed jKCcede^ della- pietà la grandezza ordinarla 
di 'un Gorv0 •; Son. certo , cte/se foste^ stato qui,. 
la jcurio^tà vi avtei>be spitm»' a vederlo • Il no- 
ttirp Macssbese Maffei ha veduti^' , raccòlte , ed 
esaminate in&iite. cose dell'antichità . Ha mpl^ 
te idee tutte vaste: or su V una, or su T altra 
si ferma» pia> lo ^ c;osi ^pessp» che dyfblto chf. 

alla 



^a^ gaònDti SB^ ; peCi tevmmarfie oioerMa ^ Hi 
caiigìatGì. di iiuB$iiBa:> Da ìpcum aoai m.. degnava 
^ iteppor». di tigdttéanc i 4ltd^ étì\ libd y che u. 
scmuM edntta i^suoi sctitiLi: adesfid gli diana 
ùààdkà aaicbe le aaasche ,; a imòì p^Ii^le per 
àcia: sf* mqoièu i s' iiksòUoidsce*) e pmìe il teni« 
po^' é> finire dii rovitiaie iai sita per ialutot . pec«» 
coQsisteiitc iafaale l Oltsrè; ;i. cimti àqot disapgiù 
sonò sì vasti, cHé la borsa di uri privató non 
à bacante a.^ieggesae» V knniMsa s{fesa> e pbchl" 
sono' id oggi i Princìpi j che si curino' di stipen- 
diacci' ^rak^gbÌBiaU Bo imtesdl con sdinind pia* 
cere il risanamento del liostro Burgos : Caritinsi 
iàd iX.léàQi e si :cekbi:ina spettacoli festivi al 
suaEsculapio liberatóre . (^i^o il SÌg: Abata 
'ò>ntii. lictei è polca fortsoatòr nelle iue^ spernui 
zo,* ejneUQ ^e preteiuuòófl , tànbo pia/ lo èista^* 
ta MorisigiT, Suareà>^ che j. cosi ia i>Jàeve tém^ ^ 
e ifli «ccMÌ Dtescà ró ha dm^gakèt il [bei Vesco- 
vado. di..Feltce^a Cbé contento per Monsigtior di 
Ceneda. u«i ùc^i . iik. cuii giótkL js vantaggio ri« 
dondsL là dignità del nipote.. ! Macoedìi.. mattiaa 
snl^ÒÉ dd gioctùi e partita di qnp 3f àmabiiissiw 
rvà «jQtfQ Sig. Conte BuazaccaiDki alla volti di 
Praga y dove non si tcatjtercà che tre ò quatltfo 
gicurni* ^Di là pass€|^à,à vedere^ la Corte d££lres^ 
day la fie»rdi Lipsia)^ e. quinidr la Città di Ber-* 
ìiooi e .un'allM jbuon tratto deila Laniagna^con 
^liino timhito di esser—poi qui èi . riltìmo il 
giorno • 4* di N'ovembre in., cui sarà spettatore 
della tna^nifica Opera che si va allestendo nel 
Ipran Teanso di Corte per soh&iniaaxc il glorio- 
so 



À P ? f Tr;05ii.r<i: ? « Jf ài ^^^ 
$6 fifvnf 44 mia .Ajiagustp I^roqi; . Oiiesta im! 

5aiià . pili : seii$ii)U^ i quaofip 4l J4 , a: pòcii^ «toim 
iti^ dM^ uà tenero, <ibt^»ccii<^eai:< per r)tOEMiK 
^Ci *U*-j patria edj^i^cfttjjQ/cbi) d^^; cbo 

CwÈ9ii.,^ye « é fottìi . distìotameiiW Wlaiìèt.^ 
stilile f Spiabeml w^rM iHiitosciutQj^.tafdi;,^» 
in avv«ì«e lo aoi^iriò» wich' io vivai* : Voi iioii: 
ini direte- die esageri -» ppiqlic Utt $ep*U[i, che» 
dico as^ai nìenp del y^p^ U rubiitta 5ig; Ijìikh 
lìtp saluta VOI canaiii^te » «i (ulti di.yo^tm ca-. 
sai P.IÌ siiiiiUsiì^nt^ iat^lnù.gi'àzià cUpòttaii^ imieà 
piùi cordici 94uti;:. Sta, boMji d ttoi^ 6> disordini 
ni; Npn mi levate Ut»», pai^teì del/meritóii.^cbt. 
credere; qUistfa qMeraas&kie ;. inipot^ns^ % ilUiiyniiK 
umii-cofA^ vi aimt9 é.assifttjrattvicbe itoad^^.à 
saj;à(i»e9ipr« . ; • ^ t * 

i ... . , Fipm^ ajN Smmkni ii%4à 

N[ìmi Qon maggióinfitìté ipi^obUigft «hmK 
pur con lei k «tfèlte^lq^pti di! io: m^ers^ 
fa^to ,41, UQ, peri^eijiifli.tftifixizloi: «0 «laiii il -foiM 
^cr^tiplcì.<;^ im, faiiiaifeci fidi' annoo i;à<i»>a lei»» 
t«!fA .4«i , 1 6^:4^ coerente t . Qiiùx^M. <s$ai P i» 
g,lu$li^à.chei.eUii «ili/ìki col ciadémi e\cai motk 
cesarmi, colpevole di.ùti^ passano ^:tk' ib «Mt 
cpnoscQ^ No* Minuiikiaiiiaia Sigooc teid # ob'i» 

non 



bojaat i^ovato» fiè..4ni aedcy^ipue tfinuii 
ojvartii bva pissiocfe <^1' o^^ la questo c^n^ 
io lacinia coscienza aoi^ imi rimorde <fi aver mai 
ibaacaito a quanto da me ieiig^no onestà e reli- 
fioc^ei • Soaci ^tato suo amico » ed ella non bai 
Voluto di* io pialo fessi: ma (ÌaHS([mc^U 
pas^to ^a'kiiÈUkmiz^^nak^^ estre- 

lao,. He mtà desideralo the mi si pt«spatas^ 
ncmvone di adotpetarmi in cosa di suo vantai 
gÌQ ; e quando al mio ritomo in Germania ri* 
passai per Salisburgoi^ ringraziai il Sigm (^ti- 
lotti d4 nuovi favóri, ebe eisole aWcompar^^ 
titi nella scelta del secoi;iéàt sw Dramma ^^ e lo 
pregai a c^^tiauj^gliene la protezione • Avtt^do 
dipoi inteso, che ^tjuell' A* R^i^a av^ preso si< 
sbluzipi^e di valérsi gU a^ini seguenti di Dram- 
mi già fatti altrove , n*ebbi rìn&r^scimento a ri* 
gnacc^ di lè^i , in cui svantaggi veniva eia a 
fidondare. G>n eguale afiSizione e compatimen^ 
f o mi è gimita ora la imova della grave per* 
flita fM4 da ieiv ncfla tnoite del 6x Mons. Y«s« 
fovo di Erbipoli, intenqyo massimamente che ne 
attendeva Uà à genwMK) soGcopso » e ne aveva 
impetrato un si vantaggioso staèilimento • La Di« 
vias^ Brq^yideim, la quate veglia pes tutti, $e 
fei chiude uiia poita, gtiaur aprirà qualcfae al. 
ara. Ccmfldiinlei, eheaba aumcaa nessuno, a 
ae thamà, coBÌKdatat lQ>4oao un debole stru- 
annto, aiajycneiMo iacontcoifavorevole , per me 
una rilas(à«(à di coopetarri a tutia mia possa, 
cade gli éflfettfe ié ocHupiavino me^o il mio 
cuo»» JU aiagrazip di quaaa> mi scrive circa i 
' * mìei 



A V © s X a t. a 2 t n o., 4^5 

miei Drammi 5 che si pensa di far vedere di ^uqn 
vo su cotesti teatri : itia ie assicuro , che ni^ sap- 
rebbe più caro il saperli dimenticati e negletti, 
che scelti eoa altro aspetto ad una secpnda com- 
parsa. Po. fine, e pii protesto . . . 

434. Al P. Pier Caterino Zenp • a Fen^xJ^d. 

'^enna. 39» Setumhre lyz^ 

Quando scrhrète al Sìg. Ab^te Conti , rive- 
^ritelo a mìo nome , e ditegli che mi è 
stato assai caro T intendere che conservi memo- 
ria di un antico, suo servidore , il quale mai 
non si scorda di lui j siccome avrà potuto In- . 
tendere dal Sig. Conte Carlo Quinto, Gentiluo- 
mo Vicentino, che e stato qiii i mesi passati , 
e ultimamente è ritornato a Parigi. Se quel let- 
terato Francese , di cui mi scrivete, peosa di vo- 
ler correggere la famosa edizione del Boccaccio 
del 1527. con averla coUaJEÌonata con altre, che 
se ne sono fette innanzi ^ dopo3^ prenderà dei 
grossi sbagli, sapendosi quanto in qijieste siensi 
preso ^i libertà gli stampatori ed i cprrettori . 
Bisognerebbe , che per penderne persuasi , fosse 
a lui pervenuto qualche codice pili antico e mi- 
gliore dì quel del Manelli , fetto suil* originale 
del medesimo autore • Staremo a vedere , se man- 
derà la sua Dissertazione , e qual possesso egli 
aver possa delle finezze dì nostra lingua , e con 
qua! giudido e' produca quelle sue pretese corre- 
zioni . Le opere di Giordano Bruno son molte , 
T^mó HI. G g ? tut- 



l 



4.66 t E r T E K E D i 

é tutte rarissima. Non è ora solo, che sr dici 
e di qua e di là dai liioQtl, che da e^ abbia^ 
nò il Cartesio, il I^eibnizio, ed altri rubate no9 
poche idee « Il Bayle , e 1 BaiUet ne had pnv 
dotta qtialche cosa: ma nessuno ex professd si 
è presa 11 briga di dimostrarlo. Mi e nota To^ 
pera di lui intitolata La sol a hms trionfdnu i 
nia solo sii l'altrui relazione. Posso peròvCavar- 
fnene la curiosità col pòrtafmi nella Biblioteca 
Cesarea^ dove esià si còilserva Scritta a mano, 
t ìricòpiata dallo ^tànlpatò iti I^airigi nel 15-84. 
Ideila medesima Libreria itailiio altre opere del 
Nolano i Italiane e Latine; SoVrà i j^unti che 
mi ricercate ^ io non saprei còme meglio e pia 
fondatamente rispondermi » che con la testimo- 
niànza ^ che', he dà Gasparo Sdoppio id Una sua 
lettera scritta a Còrra^do Rtttersusio in d^ta di. 
Roma a di i;?, Febbrajd dell'anno 1600* chtì è 
il giorno preciso i in cui per sentenza della Sa* 
era Inquisi:iFloné fu e$s4 Nolano abbruciato ia 
Roma. Questa ietterà si trova a r. 64. segg. 
délV ^ìla Ufteraria ex mànH/friptis erut^ at^ne 
colleSia cura Burchardi Gonheìjfii Struvii Tom^ !• 
FaiCicuL Y. Jenae sumptibus Bielcì^idmsijp^*S^ 
dove lo Scioppio dice primlecanlente così* ^ 
vero nùnc 0piam scriberemy hàdiern^ ipsa Mes 
me instigé^^ ^ua lORDANVS BRVNVS pruder 
baeresim vfpkf vidensque publice in Campò Flora» 
ante Theatrwfk Ponipeii est combustHs. Io non 
vi starò qui a ricJdpiai'e tutta la lettera^ che è 
assai lunga: ma solone trascriverò qualche pas- 
so con<Sernente la dimanda vostra, e del. Sig* 

Aba- 



Apòstolo ^ i li ói 4éf 
Abate Conti. A e. 66* Fuit enim Branus ilU 
fotria Nolanns ex regno Neaj^litano i prqfexsime 
Domiùkantis : qui eum jam annis éibhinc oBode»*^ 
€im de iranmbdantiatione (raiioni fdmirum-i ti9^ 
ChfysóstamHs tuns docet i repugnanfè) duifitare , 
imo éam prorsus pugare y. & xtatim vtrgimtatem 
Rt Aéariae ( ^fiam idem Chryiostonmi àmnihn 
Chertéw & Ser^lnn pnrisrem éUt) vi duiitmt 
vùcarè èotpisset i Genéiiam aèiù i & isthic tien^ 
nio Cominoratus i tandemqué quod CaLmìiir^m§m , 
qtia tamén nihilreEia moigis éfd atheismeim duciti 
per ammA npti praharet ^* inde èje^us Lngdufmm y 
inde f'olosfm ì hinc Parifios devenit ,- ihique ex^ 
trapjrdinariii^ Professerem egit i cum tfideret er^^ 
dinarios eegi Atistde sacri interesse • Pesied Len^ 
dinttm proveEhés likellum isthic edidit de fiestia 
thrliun^hantei h» è^ de Pap^i quem ifeJtri (il 
Rittersusio era Luteraiio) hmeris causa iNfsnanf 
appellare sùlent i Inde Finèmbergam aàiit^ iiiqiU 
pnblice pirofessus est biennitm^i nt f alter • Hine 
Pragam delatus UhioH édit de imìnenso 8C infi- 
nito ^ itemque de innumefabilibus (si tituterum 
sai teSh meminii ifUm lihres ipsos Pragae ha^ 
bui ) & rursùs aiinm de utnbrìs 8c ideis i. in qfd^ 
bus. herrendd &c. Gontixluandot a dare in ti^tretp- 
tir r empie eceste é bestemmie t^gistrate nei li- 
bri del Bruna. A è. 68. Prag^ BrunsmgAM & 
tìelmstadium^ pffevenitf^ & ibi aliquandiu prefes^^ 
sus dioitw* 4 Inde Francofurtum librum editnrus 
abiitj tatidefnque PTenenis iti tnquisitionis manue^ 
pervenite ubi din satis Cnm fuisset ^ Romana mis^- 
SHS ejt^ tifi saepius a S» Officio, quei vacanp , 

G § ;^ /n- 



4^jS Eette&e.oi 

/nquisitionis exéoninatus , & 4 summis Theohgi^^ 
fiùnviSlus y modo qHadragint4 dies ohpinui^ , quibus 
deliheraret , modo promisi f paiiìtodiam , modo de-; 
nuo suas nugas defendit , m^do alios quadragima 
4iei impetrdviti sfd tandem nihil egit aliud ^ nisi 
ut Pontificcm & Inquisitionem deluderet . Fere 

. igitur ètiennio post quam hic in InqHisitionem'dcr 
vemt , nupéta die nona FeiruaKÌi in supremi In-f 
qtdfitoris Baldtioy pi^aesentibus lUustrissimis Car-r 
dinalilms S. Officii Inquisitionis ( qui & senio ^ 
i^ rerum usu , & tbealogiae jurisque scientia re- 
liquis praestMt ) & consultorihus theologis y &- 
jaeeuiari magistratu , Frhis GuhernMore , fuit Bru- 
nus ille in locum Inquisitionis introduEku^y iii-r 
^U€ genihus flexis -sententiam eontra fé pronun^ 
eiari audiit * £a autem fuit hujusmodi • Narrata 
fuit òfHs vita , studisi , & dogmat0 , & qualem 
Juquisitio diligentiam in convertendo ilio , &frA 
teme munendo adl^ibuerit ^ qualemque ille pertina^ 
oiam & impietatem ^stenderit : inde eum DpGR A- 
DARVNT, ut dicimus 3 prorsusque excomm^ni- 
earunt y & saeculari magistratui eum tradiderunt 
puniendum 9 rogante s ut quam clementissime ^ é^- 
sint sanguini:S effusione puniretur • tìaec eum ita 
essent peralléy nihil ille respondit aliud , nisimir 
naèiundus : Afajori forsan eum tifuone sententiam 
in me fertis , quam ego accipiam» Sic a liBori-^ 
bus Gubernatàris in carcerem deduiius ^ iàique as- 
siduo ^asservatus fuit y si vpl nane errore s suos 

^ revocare vellct ; sed frustra • tìodie igitur ad rch 
gun^^ sive pyram deduQus-y eum Satvatoris Cru^ 
e^fixi imago ei jam fnpritnro o^cttdfrctur 9 torm 

pm 



idi» vhUh asperndtùs rejecir ^ ncque uinUdtitf 
mUere fcriity irenunciatùrus ^ credo ^ in retiquih 
ilHsy quos finxu mUndu i quefUm pdSe hominem 
Hasphemi & impli d'Rémknii tremori seUésnt • 
Da tutto questo si raccoglie > che il Bruno fìi 
. Domenicano y e che vivo fu 'abbruciata in Roma 
tiòn per altro ^ che per cagicn di eresia^ cofft* 
vinto dà' suoi libri, e dalla sua bocca medesU 
ma. Chi potesse vedere i libri del S. Officio » 
ove sta registrato il di lui processole disseppèUf» 
rebhene fuori molte cose recòndite^ e forse tm 
esse qualche riscontra ne trarrebbe del|a str^ta 
Intelligenza di lui tol Cav^ Sidfieo , per còrriàK 
bare il sospetto del Sig. Abate Conti; Per al- 
tro di cotesta sua còngbiettura non mi sòvviede 
di avef niai letto scrittóre che la soffiragbr. Po^ 
trei allegarvi altre testimonianze intorno al fra- 
tismò del Bruno ^ negato i o messo in dubbio 
dall' Echard ^ a' suoi 'scritti 4 e alla sua molte \ 
ma dubito che anche il già detto sia sòverdno ; 
Onde passo ad altro « Il Cav. Busi alcuni anni 
iòiio fu sfrattafò di qui per supremo òomando .« 
lo non ne so le precise ragioni, e non voglio 
merle, ^gli è verissimo, che ultimamente à 
mòrto un suo zio, il quale ha lasciata una fa« 
€olti di 150. mila fiorini: tna pagati i debiti ^ 
e soddisfatti i legati pii ^ <lavrà il Residuo divi* 
derst in noVe partii una delle quali tocda A 
suddetto nipote del defunto^ e non arriverà a 
.r2*tniia fiorini; Tanto mi è stato assicurato da 
persóna^ che può saperne 21 vero^ essendo uno 
degli esectttori tevtamentarj . U P« Giorgio Tom« 



49» . L t T T X i. B p r 

Jainvìlle^ Priore del GmveDto CoUei^ale 
Ae^PK DoiQeoicaoi delia contrada (de la Riie) 
idi S* Jacopo di Parigi^ £ace e recitò l'orazione 
Jadna funerale In lode del P. Natale Alessan- 
dri^ della imi morte ^ià vi scrissi. Da questa 
Orazione si ha che esso Padre morì li XXL 
'Agosto su la ;nezq^a notte, orando co' suoi Ite- 
^ iigiosi^ dopo pssece stato parificato dal sacra* 

mento della penitenza, e dopo aver pcevuta 1' 
^estrema unzione, d'anni 8é. di vita, e 68. di 
' i^fesstotie. Prese jl' abito, e fecei suoi voti nel 

I convento di Rohan. fu onorato della berretta 

l Ài Dottpre della Facoltà della Sorbona nel sud- 

I 4Ìetto convento di S. Jacopo di Parigi, alla cyi 

^gliuolanza fa associato ^ jFa Priore di esso Con> 
evento , ^ anche Pripr Proviaciale dell* Isola dì 
Francia • Pubblicò yarie opere e più ne avrebbe 
pubblicate, se la cecità sopravvenutagli quindici 
^nni avanti lasi^a piprtenon gliene avesse stur«- 
Ibato il lavoro.. 

.635. uil medc/ip$o. ^ yjfneziaf 

yiennA 14. Qttàbre l^^^ 

HO avuto analmente dal mio legatore il ttt- 
zo e *][ quarto tomo della raccòlta ìstorica 
di Milano^ e subito per servirvi ho preso per 
mano il terzo, dove a À 423. ho osservato il 
Trattato 4i Arnolfo Arcidiacono di Séez , e poi 
Vescovo <fr,iisieur, che i raccoglitori dicono 
^ jS^oviinsh in jQogo àiJLcjfovi^nsis , tanto in quel 

Juo* 



Apòstolo Z t v q ^ 47 j 
itóo^o , quanto negl'Indici, dove lo riferr$conQ, 
Dal titolo d' esso mi venne sùbito in mente , 
che queU' opuscolo era gii sta.to impresso dal P. 
Luca d" Achery , Monaco della Congregazione di 
S. Mauro nel tomo II. dd suo Spicilegio a e. 
33 tf. ddia prima edià?ìoi)e, è posto a r. 152^ del 
tomo primo ddla seconda , ]^gHnq V han sicura- 
mente creduto inèdito : poiché altrimenti àvrebbonb 
corìrettp il suddetto errore del titolo ^ e inoltre cof- 
lazionando T esemplare Che avevano Ms. con 1' 
impresso xie^o Spicilegio , tolto da un Codice 
tii un móhastcro benedettino di trancia , avreb- 
t)tnio avuto modo di ristamparlq più emendato 
in molti luoghi 5 siccome osserva^ là diversità 
dell'uno dall'altro in tre o quattro j[i^ghi del 
solo proemio che né fa Arnolfo , il quale lo scris^ 
$e ili ttalia, dóvb sì eira portato per impararvi 
la giurisprudenza, a Gaufrido Vescovo Carnuten- 
se i( di Chartres ) y Legato in Francia di Papà 
Innocenzìo IL II detto Arnolfo fu fratello di 
Giovanni Vescovo di Seèz , il quale gli premo- 
rì . Fu am^co di S. Bernardo , che dì lui parla 
con lode ndr Epistole CCXlVlì. e CCCXLVIII. 
giusta }* e4Ì2ÌQne NJabilloniana , dove potrete cer- 
carne , Pegli stutòri che ne parlano , "Ìtiu rimetto 
a quanto gii vè ne scrissi» Nei sopraddetto ter- 
feo tomo della raccolta' Milaiiese à e. ^/^i.tsei. 
Sta Imprèssa la Vita di Papa Alessandro llL fi- 
fcopiata dal Codice di Niccolò Cardinale d' Ara- 
gona. In fine dei. libro iiititòlato Concorda in* 
fer Àlckandruni ÌÌL sutnmHm Pohtificém ^ &Fri- 
dericunt I. Imperatùrèm cóhftrm'kti nArrktio ecc. 

G g 4 deir 



^7^ LlTTE^lEBI 

dèir Abate felice Contelori y Custode della li- 
breria Vaticana 3 impresso Pàrisiis àp«d Diony* 
4Ìum de U N0uey via Jfac^hd, sub signo ìmminis 
JesH M.DCXXXIL in fd. sta impressa ^ Vita 
di Alessandro III. presa da un antico Codice * 
Non so se questa sia la stessa con l'altra. Ve 
ne potrete assicurare facendone il riscontro > Io 
non ho il librò del Conteìori» che però misa* 
rebbe caro di avere. Può essere che lo abbiate 
ideila Libreria del Convento? ma in ogni caso 
jpotféte vederlo presso il N* V. Bartolommeo 
Morà« che con tal odcaslone riverirete per mia 
pa^tó : e certificato che ne siate > datene cohto 
al pubblicò i quando Ìò stimiate opportuno; Non 
saprei rimettere a suo luogo questo tòmo senza 
^confidarvi una cosa '» che mi ha sorpreso . Era 
]txella librerìa del q. Gio: Cariò (Srimahi un pre- 
gevole Codice in foglio in carta pecora, digiu'- 
sta mole, e scritto nel secolo XIIL il quale 
conteneva le Vite di alcuni ?api , corainciando 
dalla Vita di Leone IX. e terminando eòa quella' 
di Gregorro IX. Era il suo titolo: Gesta Papa- 
rum vmissa in Chronicis • Era nel Codice^ ^ il 
imi sóvvieàé che era senza alcuna coperta > premés* 
so alla dette Vite Pontificie Un opuscolo di po- 
che pajgine^ e di tutt' altra materia^ Intitolato ^ 
siccóme ne feci memoria, quando la prima vol-r 
ta lo vidi : Likellus de pratservàtiùne ak epydi^ 
miai iompilàtHS per Maginrum MaynimieMéy- 
nefiis de Àiediolano Phiìòsoptuae JPhysicaeque ar» 
tiùm prcfeisorem , anno fiomini XICCLX. lì co* 
miiiciamento si e : Simile est opus : e ì fine : 



^ A P;« S T o i O Z B N o^ 473* 

^lorid inestimahilu. Ora quando io fui ultiioa*^ 
mente in Venezia > usai ogni diligenza in tssz 
libreria Grimani per ritrovare il sikldetto Codi-* 
cev non senza, speranza ^ di farne acquistò i sic- 
come mi riusci di qualcbe altro. Non mi af(dò 
fatto, di ritrovarlo » per quanto ne ricercassi; e 
non senza, mio grave rincrescimento ora credo 
essermi chiarito della mia inutil ricerca • Osser* 
vatene il motivo a e. 274. di quel terzo tonip^ 
dove scorgerete citato e, descritto un si fatto Co- 
dice con le medesime circostanze, passato nella 
Libreria Estense , per qual via non so é ó più 
tòsto non vo saperlo. Q^i si diceche T opusco- 
lo del Mainerio fu compilato nel MGCCl^X; ed 
Io notai MCCLX* Può essére che io abbia tìras^ 
critto malamente : ma parmi che . la Scrittura del 
Codice fosse anzi del XIIL che -del XIV* secolo ; e le 
ùltime Vite dei Papi , che vi sono comprese , essendo 
anzi di quel ,. che di questo > può essere, che lo 
sbaglia non sia dal mio canto • M^ ciò poco 
impòrta i Tenete ìik voi la notizia che vi *confl- 
do ; Sono curioso di intendere ^ che mai vi sari 
risposto daMons. Fontanini sopra i' due Arnolfi 
istorici Milanesi : ma credo che abbia torto , e 
t\x€ 2hhìdL equivocat dai due Landolfiai due Ar« 
noifi. La cosa però »Kin meritava, che il Mu« 
ratori ne facesse ir "^^ quella sua prefazione tanto 
schiamazzo: ma il^^iogo gli è caduto in accon- 
cio per dir male del suo avversario 5 da cui 2^ 
itato si fieramente . .^ato • Addio di cuore * 






4^4 JL E T t E Jt i p t 

«36. jM medesimo, «f VèntziéL. 

t^ìtHnìi 4* Novembre 17^4, 

OGgi è •! ^iojmb ftstivt> di S. Carlo . Oggi 
si tolenni2za coti ^ala il fìotne dell' Au« 
-^ste PAdriMè • Oggi $i fa la prima recita del 
mio Dr^tiHnà • Oggi succintamente rispondo alla 
iro&tra lette!!r^» la quale pe^r il dubbio della vo- 
sirat salute mi trova ancora pien «di travaglio è 
'tiaiotes di cui però ho speranza cjbe ìnitrarran- 
•fk) gli avvisi, ch'oggi hii^iori ne attendo. Per 
l'ai&re del Sìg. Yblpi io miadoprefò da amico, 
jottd* egli né rèsti consolato e servito : ma biso- 
gna che attenda la venuta del $ig. Conte » e che 
ipTMda pa'oira) in cui |o yegga sano e d^buon 
Wiott^ Le gratie si ottengono ìq ^n tempo, che 
fissilmente ^i ti ricusano in un altro . In ciò qonsi- 
istt principalmente V atte e '1 ^iudicib di ^\\i Ha '1 
^voré dei grandi. U tomenlo del jgoccaccio so- 
lata patite sarà un' opera per più motivi applau- 
iita ^ pubblito , e '1 Sig. Cavalier Manpi ne 
tVBa ^ii gran merito presso tutti . Ma il &tto 
jBta , the ini JNfapoJi lo Stampino bene e corretta* 
joié&te. Jba maggior parte dei saccenti correttori 
teoderni vogì^ònp aggipstar?^ V ortografia degli 
Hfttichi a }or fantasia, e qt^ndo incontrano una 
lK>c6, che non è di loro iptelligenza, o dì lo- 
to gusto , e iphe lor «embra troppo rancida e vie- 
ta, ne sostituiscono un'altri tutta alU moda > 
e spesso anche contraria al sentimento del vec* 
"* • chio 



f 

^i0 tutore;» Fo fine sàlutafido ttttti, % in pa^ 
ticoiare la Sig. MstAre e le Sorelle . yi àbbra^^ 
,cto con un tenerissimo àiddio. 

* 657. s^/ «T/^» C^m^nico Péiòlù'Gffiglim'M m 
fi Brescia . 

^ P^enna 11. N&vtmbré 1^2^ 

HO differito finora di rispondere alla vostri^ 
lettera, poiché sono stato in attetizione 
<ii ricevere il vostro Libro che T altro jéri sola- 
mente ^ giunse . Io r ho letto da capo k pie*- 
4di> e tutto, per cosi dire, ad un fiate, te coti 
tanto di piacere f, di frutto , che nòli saprei ai>> 
bastanza significarcelo. jL*ho trova^to in tutti % 
liumeri ottimo , giudicioso , elegante 3 pieno di ^òàk 
^critica , di peregrina ^erudiaipne , e di purgata 
dicitura, e tale in somma, che fa onore a voi '^ 
alla vostra patria , ed al vostro jistesto Avv^r*- 
sarloi se pur tale mi e lecito di chiamare chi 
lodate .e grattate da amico. Ma jma Cosi bdf 
Òpera meritava di portare in fronte un nom^ 
più illustre . La vostra generosa amicizia ha vo- 
luto onorarne il mio , e farmi parte di ^quella 
gloria ;> <che per essa a voi ^oprabbphda • Comò 
riconoscerò io un tanto beneficio , che mi fari 
vivere nella memoria dtf secoli ? Confesso il yt^ 
ro , che la moderazione dell' animo mio ^ per 
quanto grapde ella siasi, pon sa .difendefnri dà 
un interno compiacimento , imassimanMite pol- 
ire avete trovato modo > che venga il mondo a c^ 

»o- 



\ ^ ; ^ \ ì 



47< t i r r % t^ n t^ i 

.ttoscerc f quanto io vi ami^e quanto tàiàtìiAté 
da voi* Ho cominciato a far p^rte agli amici let« 
iefati delle molte copie, delle quali vi è pia*^ 
ciato ton tanta generosità farmi dono. Mi farò 
on^re di pt^en(ariie alcuna 01* Augustissima mio 
I^adrone, di cui in po^be parole avete fatto un 
pieno panegirico , qual altri V avrebbe diffidi- 
m^te m l^mgo ragionamento potuto fare i £gli 
ha deUa stima per voi^ e sono certo, che que- 
8ta nella lettura .del nupvo libro ^i si accrescerà 
inaggioi^naente * Tempo fa nii sovviene , che égli 
parl^andomi dell' qpinione d^l nostfo Marchese 
>faffei interno alle metropoli , dissemi espressa- 
mente, OfiS NOK POTEVA BNTRARE NEL DI LVÌ 
PENTIMENTO é NON MENO CHE INTOR]tlO A Qj/£L- 
LO CHS tO STESSO HE HA SCRITTO 50PKA DEI 

tULMiNi • Staremo a vedere che cosa potrà P amico 
xispcmdervi in difesa della si^a Ricefrca . Il vo*- 
stro .sistema, è ^ a mio giu^icio i si chiaro ì si 
certo, e sì bene p]:0vato, che non patisce otiiu^' 
na o almeno assai debole contraddizione • Può 
essere che ad alcuno dia un poco di fastidio 1' 
%aver voi fatta entrare tra le famiglie antiche V 
Aviola s mentre pare che questo sia più tosto 
un cognome odagnome, non già gentilizio, fnt 
comune a molte famiglie , come all' jicUia , alla 
CMinUy alla Siliat e ad altrui ma eia nulla 
pregiudica al vostro proposito. Non vi avrei àc« 
cennatà questa piccicda osservazione ) ma V ho 
fatto per ubbidirvi , giacché mi avete ricercato 
,di avanzarvi cpn sincerità il mio giudicio • Ho 
.piacere che nel yenm:o GlorffdU ^ ove si darà b 

con- 



Apostolo Zeno. 47^ 
i (contifiuazion^ dell'articolo di S. Géi^denz4o^ si 
I fionda alle sciocche opposizioni dei Qiornélisti 
I M Lipsia^ a' quali m verun modo non si dee 
; far buono un sì fatto ardire . In que} ìJ\,s. de| 
[ viaggi e negoziati del fiairaoso Vescoyp Alto- 
bello Averoldo si conterranno certamente isto^ 
riche ed eccellenti notizie , essendo egli statp 
Prelato di gran mente, e in tempi e affari dif- 
^cili adoperato. Jeri ho avuta la ' grata novella « 
jche il mio amatissimo P. Pauli avrà nel rven- 
turo anno ia seconda volta P onore di venire a 
predicare l'Avvento, e*l Qiiairesimale nella Ca- 
jpella Cesarea , e questa sera gitene avanzo P 
avviso. Ninna cosa mi è di maggior godimen* 
to, che l'occasione di fax del bène e di servire 
agli amici , fra i quali tenendo voi un posto così 
distinto , ' ben potete credere , che fioin potrete 
giamjnai farmi maggior favore^ che quello di 
valermi di me ad ogn' incontro, ove io possa 
^operarmi in sostxq sei^igio^^ec...»* 



:^ine del Tnno T^rxj ^ 



TA- 



47* 

T A V Ò t A 

2>e^ éògnonu di cotorò à* quali fona 

ixidìxìitAtd le Lettere! del 

Terzo! Volume^ 

Archìsitò Cacio» Pag. 31^8. 
éadoarq Macco • Pag. S^n. 
Saldila Cipi Fcsmcesco* fagf, 3^17% 41 fi^ 
Bergali Luis^^ Pag* ^9^9* 45 4(. 
Berti Alessatìdrò Pompeo. Page n,j. 
Bini Abi Giuseppe. -P^. 61* 7^ laj. 295. 
Copiajcd Andreas P^^. 3,. 13^ ;,é^ 47. 4^. 56. 
^8. 6,7. i9,, ^7. 8^ sk^ 

t^Jm 3,3,5. Ì4Ì. ^65vi{ 270» 

1.W* 2,pv 315- 5^3^ 3;3jS^* 

4^6* 4ii* 323. 446^ 447. 
Fodtànini Mpp^* Giosto.^ i'4iff. tsr* 
Foscati Alvise < Page 63. 
Gagliardi danònico Paolo. Pag. 1%^ 69* izj* 

249. 288.' 366. 443. 47'5. 
de' Giannini Francesco^ Pag. 229^ 
frisoni Francesco. /'4|;. 358. 41 9^ 
Lalli Dometiicct. Pag. 4^^. 
Marcello Alessandro. Pag. I58. 
Marmi Cavaliere Antònfraiicesco ^ Pdg»^!* 122. 

217* 254^ ±94- 
Morosini Cavaliere Gio: Prancescd* Pag. 2<3. 
Muratori Lodovico Antonio. Pag* 207. 247. 

305. 340. 363. 421. 434. 

Pan^ , 



U3V 


199' 


aoi« 


271. 


2f9* 


2^3. 


3+3- 


380* 


387- 



Pandolfioi Pandolfò.' P4Ì' ^tS^ 

Patarol Locenzo • P^g* 6o. 42:5. 4^8; 

Poleni Marchese Giov^oni. P4t 45* 307* i%fé 

^ 355- 414^ +30^ 449- , ; 

Rècanatl Gioi Battuta. P4Ì- 6^ léii 
de É.ubeis P. Berna^d$]b« <P4!& 4i« )7«<i 
di Savailà Sig« Conte • Pag. 96. L}7« 
Scheridd NÌichele; P^f* 36^* J7tf. 
Vallisnieri Antonio. ^4^. 23. 41. 50^ rij;. Ij^i 
135. 160^ 16$. i8^. ^pj; ao»^ :jn. 21V 
323; 273: 304. 312; 3,27; 33I, i^6f 5.8,2^ 
408* 427. 453. 4^1. 
Volpi Giannàììtonio 2 Pag. 26* Ì37. 2 5; 2» 
Zeno P. Pier Caterino. P^f0 9^1^ ^S* ^Ì^^Sk 
35. ^8. 54; ^^i $4^ 74f 7^' 9p* 83* ^A9I« 
109* in; 117. jJi9i» 1ì6a* ^67; i68i. IìTIì. 
187. 189; 197; 205; 2X2. 221.^ 22*5. 2*39» 
^Ì9* i43« ^59; 2&Éi 275; 276. 280Ì 2^4. 
296. 30K 316. 320. 334. 344^ 345. 349«, 
35^- 354^ i6S. 374^ 378- 385-* Ì9l*, 39lS< 
Ì99* 410. 429^ 450- 4«Ì- 470- 474-. 



NOMI 



NO^I dei Sìgg. Associati che si ascristero in 
questo Terzo Tomo. 

Arigoni Rdo. Sig. Don Giuseppe • 

^anderini Illoioy Sig. Marco • ' 
• Beltrame Rdo. Sig. D. Angelo. i 

Buffetti Illmo. Sig. Qio. Battiità. ; 

Buffoni ^g. Alberto . 

C!availief Sig. Andrea qu; Giuseppe ^ ^ 

Carminati Rmo. P. Rinaldo . 

Cortesi Antonio di Maceratta * 

Dandolo N. U. i. Mattio . 

Drandi Sig. Luigi. 

Btno N, H. i. Lunardo . 

Fabri^j «Imo. Sig. Daniel Med. Fis. i 

Qilbtan^ lUmo. Sig*. Giacomo n < 

Gritti N« H. i. Zuanne. 

Guiitrnieri Ottoni il Nobil Uomo . , 

Il Sig. Co; Aurelio Patrizio Osimano . 

Lpc^tel|i Francesce di Bergamo . 

Miller Sig. Francesco. . 

Molìn^ri Sig. 6io: Battista . a 

Paulini Illmo. Sig. Antonio. 

piazza Rdo. Sig. Don (^iovairnf • 

Pisani N. H. i. Paulo di JV|r. 2orri P*oc€nra*>r 

di S. Marco, 
polita Sig. Spirìdion . 

de Rassetti lllmo. Sig, Gii^seppe ^ ' 

Svagier Sig. Aniadep. 
Spadon Sig. Qiovanni, 
Vfdali Sig. Antonio . 
Zuccbi^ti ^4ot Sig. Don Domenico. 



f£B 1- 1950