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CITTADINO VENEZIANO
ISTORICOE Po ITA CeSAICSO '
Nelle quali s{ coatengon0 mólte notìzie attenenti ali* Isto**
RIA LETTERARIA dc\ sMoi tempi , c SÌ ragiona di Lw ^
iMiXy O* Iscrizioni , di Mbdaohe , e d' ogni
genere d'erudita Antichità';
SECONDA EDIZIONE
Jn cui U tutm ^ii stéiìiffatt si cmendan9^ e molttr
ìnidtte se ^yptlblieano .
Y O L U ME TERZO-
V E N E Z I # A ,
MDCCLXXXV.
Appresso Fra/n c*é sco Sansoni
COTi UCETlZjt DE* SC/PEKlOIil ^ E VRiriLEGrO .
/ '
\.
LETTERA
j^f^k Al Sii. uinina Ùorridfo . à ViHtzjink
^Unna zìi ÌÉebbtéiìo 1719*
jOpd scritte Q spedite l'altre mie itU
ttie in risposta alle precedenti , ^ mi
giungono due altre vostfeame cjatis-*
sinie i V una in data dei dì primo , e
4. del corrente j alla lettura delle quali
10 sono rimasto CQhfciso ^ e stordito 5 assai più
che air avvis<» dell' accusa datami dal Sig. Pai-*
qualigo; la quale sapendo io in mia coscieoaa
èssere affatto insussistente e falsa , noii mi ha
pun^o sorpreso, the per le cagioni accennatevi <
Ora io vi dirò dunque con la mia solita ìnge-
iiultà^ che non è punK> vera ^ che io aani &
avessi Éattòirt prosa T Ifigenia, e che poi T avessi
tonsegnata manoscritta al Slg. Bernajirdó Trivi*
lane é |o di questo éitto sono interaixiente alV
A % oscu«
4 Ltrrtti$t>i
oscuro > e non so cosa possa essere questa Ifige-^
" tila manoscritta in. prosa , 4a me non mài peti<-
sata, né vista. Riverite a mio nome il Sig#
Marchese Ab^te Suarez , e ditegli , che io gli
sono obbligato dell' amore , che mi porta , e del-
le dicliiarazioni , che egli si esibice di. fare per
mia discolpa : ma che nella maniera , che egli
propone , mi perdoni , se non posso accettarle ,
perchè sono fondate sopra un suppósto non vero ,
e che io non intendo . Il maggior favoìre , che ' |
possa farmi, si è quello di mandarmi per vostro !
mézto una copia del manoscritto) dal quale vtr-
irò in chiaro della faccenda, e potrò allora di-
leguare gli scrupoli e 1* ombre , the in ciò . mi
sì parano avanti . Qpando poi abbia veduto in
fonte la cosa , io saprò parla^re in maniera d' es-
sere inteso da tutti, e senza, che nessuno possa |
restame ingiuriato V bastandomi salvare la mia.
riputazione, senza lacearare T altìrui • Non lasciate^
pertanto, che akro manifesto si stampi da chi che j
sia sopra questo; poiché mi sarebbe anzi dispia^^ J
cere , che grazia • Se potete vedere il preciso ]
manoscritto dato dal Sig. Abate Suarez al Sig. J
Pasqualigo, vedrete, che non è mio carattere,
e vi accorgerete , se è scritto da molti anni , o
pur ora • Ma ^ assolutamente fate che io abbia
o r originale , o la copia , obbligandomi di ri-
mandar quello puntualmente , in caso che ne fossi
favorito ; perche ho più caro , che restì in Ve-
nezia , che presso di me . Più che pensa a que- i
sfa difesa , che mi si fa , meno l' intendo . In^
tendo bensì l'accusa, perchè e un' aperta impo^^^ ;
stu-
^ Àpoétoto Z È U óé $
Stura. In somma bisogna far ch'io tocchi ti
piaga Con mano> col /armi avere la pras$iDram^
manca y che è la pietra dello scandolo. Non
credo , che al mondo siasiintesa cosa somiglian-
te : che si accusi uno con una falsità : che con
un' altra falsità sia difeso: e che esso accusato
tanto disapprovi V impostura i quanto la difesa •
Da ciò potete ar^mentare e la mia innocenza»
e la mia sincerità . Xomunieate al Vi nostro fra-^
^ tello questa mia lettera , acciocché unitamente
^ possiate risolverci saviamente^ e senza far qual-#
che passo, che mi mettesse in maggior labirin-
.tOi Se quegli, che hanno ordita questa tela con-
tro di me , sono uomini onesti e Crìstiarii , han
r obbligo di ritrattarsene ♦ 11 Sig^ Pasqualigo , e
qualche altro saranno lodatti da. ciascuno, quan-
do confessino , che sono stati ingannati in dire
e credere quel che hanno >^detto e creduto , e
confessino oqttratamente ^Jo^o «eitore nato^ pec
ignoranza, non. per Analizpia ,. con quella pub-
blicità e solenoi^i^ con cui T hanno divulgato'/
I tJna tal dichiarazione sarebbe giusta, e appìau^
dita. Mi riserbo a r'ispondere al venturo ordi*
narìo ad altri particolari della vostra lettera j
poiché. òggi sono stanco, e dalla suddetta novità
sbalordito « Riverisco al solito tutti, e sono««
A i 454-
* L E T t * H « J> l
454. j4l Sii. OU. BétUt4i tLetéutéti . 4 Finixia.
DAila if^stra lettera , e da altre 4i fiongluati
e cU^ amici, e molto più dalU prefazione
dell'Opera stampata del Sig. P. intendo la so-
lenne impostura , che è stata tramata per abbate
tere , e denigrare quel poco di rìputasione, che
in tanti anni , é con tante fatièfae mi sonò in-
gegnato di guadagnare in Italia . SinD a tanto
che sono stato in Venezia > ho pubblicati XXX»
6 più Dranimatici componimenti ) senza che ab-
%\^ giammai trovato, chi mi abbia imposto ca-
lunnie , e mosse querele sopra di questo . App^»
na esco d' Italia , che al primo comparir di un
mìo Dramma, fatto, non ^r rtf»W^(? > per coman*
do di S. M. C. p non fer divertin94nto della Cor^
ie , v" è chi me ne accusa di furto , e mi fa tn*
tra re per sua bontà e gentilezza nel catalogo de'
plagiar) letterarj . S* io fossi stato costì , pui es-
sere* che questa gran nuvola si saria dileguata
da per se stessa . V esser giunto in questo pae»
»«, che mi ha fatto rompere per cammino utifL
gamba, ini minaccia ancora di volermi far pei^
d^re in questa mia permanenza la mia estima-
jelone . Io spero tuttavolta in Dio benedetto ,
nella mìa innocenza, nella verità^ e ne* buoni
amici che tengo , che questa seconda disgrazia
jnon mi abbia a succedere -, e che anz^ la perse-
cuzione ingiusta che mi vien fatta , me ne ri*
* \ dondi
A POS reto Zino. 7
daiidi m gloria e coi|ijolaziofie ; siccome sempre
im e occorso di sperimentare in tante occasioni,
dove o sia in privato , o'sìa 10 pubblico, sono
stato a torto e coatra ragione attaccato/ Io vi
giuro t mio degno amico , che la lettera ^ e la
jconsiderazione di simile accisa mi i^a fattQ anii
pdere , che sdegnarmene • ^iò solo \ììt mi ha
9tordkp^*si e, che i Sigg- B. ?• e M. & c^
insieme 11 Dn Qalva^i, tutti e tre da meamatt
da lungo tempo , da ^le ncjfi mai offesi in cont^.
vcruncy, e dai quali avrei anzi aerato in simile
pccasipne di esser sostenuto e difeso, sieiJo stati
quelli , che abbiano data fede a simile sc^ctag-
gine ordita contro di me : imperocché non vo
altro creder di loro, ^e t^on che sienp stati in«
gannati da altri, né niai mi ^rei immaginare,
che essi avessera data manp*, e tramata una cor.
sa , della quale un giorno sacebbono stati in
debito ) come Cristiani, <fi ritrattarsi con queRa^
solennità e pubblicità, con éui avessero cercato
di ca|un;ìlarim e infamarmi . Pfe ho ; tal viltà
non so figurarmi in loro j 'e se anche né. fossi
persuasp dagli occhi , il mio cMóve ne sarebbe
ancora sospeso «^ (^i^sto appunto è ¥ efettp , che
Ila prodotto in me la notizia deH' insussistente
impostura , dalla quale son carter che non aspet-
tate da me eh* io in qualche moderni giustifichi*,
poìdiè se credessi <he voi aycste bisogno di es-
serne persuaso > voi che sì a fondo conoscete la'
mia candidezza, e la tnia sufficietìaa, conunce-
tei a dubitare , che la mallgriitai avesse" fatta
quidche cattiva impcessione neir anitna ddle per--
A if. sone
8 LettsrSdì *
sone savie e dabbene. Ciò che ora inoliò pef.
soggiugnervi a mia difesa » si è ^ /fine di por
sotto rocchio a , qualche, {>ersoha) che non fosse,
ben informata del fatto ^ la seguente verità. Mi
si oppone, che io con leggiadria ( grazia sin^
golare dell' oppositore ) abbia accomodato per
divertimento della Corte Cesarea il Dramma dell*
Ifigenia uscito sotto il ìnio nóme da rni^Dra?»^..
manca prosa mano/crina d'uno Accademico^ che
va per le mani • Io dissi nelP argomento della
mia Òpera > dopo aver parlato di Euripide e di
Racine> queste précise parole: Confuso di aver
tolto assai àalC uno e dall* altro § dd oigntà di
render meno imperfetto , che per me fesse possiti^
le, il mio componimento. In questa confessione
voi ben vedete, come- io procèda sincero e mo^
desto • Ora dico lo : ifti si oppone j che io mi
sia servito di una Prosa Drammatica Ms. A far
chei là favola ^ cioè V invenzione , o '1 verso >
Il verso no, perchè ella è prosa drammatica*
Dunque r invenzione? Ma dimando io : V inven-
zione e ella la stéssa^ che quella di Euripide^
e di Racine, o pur altra? Se e la stéssa; dun->
que IO non avea bisogno del manoscritto, quan-i*
do confesso d' esser ricorso alle fonti , cioè a
que* due gran maestri • Se è diversa ; dunque io
non Tho rubata dalla prosa draèmatica. Mala
distribuzione e disposiziono della favola ì i pen-
sieri ì le decorazioni ? la^ locuzione ? Riscontrino
XXX. e più de' miei^ Drammi I e vedranno, se
per condurre una favola, per vestirla di concetti
e di parole proprie ^ ho avuto abilità in ciasche-'
duno
diino) è poi argomentino» $e. in questo iolo i^
aveva bisogno di omarini delle altrui penne é
Ma il Manoscfitlo? Rispondo i o che non v*è|
o che è la Tragedia 'di Euripide e di Radnt
oradotta .ia**pì^ i o die é , cosa diversa dalla
loro ^ e per iconsegoenza dalla mia ì ò che è &^
nalmente la mìa'jàiedeiifM ridòtta in pcipsa dsk
'chi ha inventata la cablila.^ In somnia hx tut^
to per vederf e avere in/T^suìO il maoosaittoi
e cosi allora daremo Joi.scioglioieqto/a qliestpt
nobile e gentil viluppo • Io vi ringrazio poidéls
la bond e pena che avete avuto in difendermi r
e anticipataitiente'vi ringrazio ancora di quahto
sarete per.opeStare in : &yor. mio .su quj^sto; partii
colare « Alla vostra lettera non cispet^ . pieiia^
mente 9 ma mi^ riserbo di farlo in altre occasio^
ni. Riverite gU amici degl'Accademia Lalliaiiat
Di questa , lettera non avrei jcaro che uscissero
fiiorì copie; onde la raccornsuido alla vòstra piuH
tualità> Vi abbraccio^ e sono. é. 4
455. jtt P. Pier CMefiné Ztnoé 4 Vènezidé
PUmté 13. FebhréQ0 1719»
Non mi stupisco piu^ the in Italia fiorisela
poco le lettere , poiehà tanto fra chi ie
professa , abbondano te baronate • Io credeva »
che quella fatfòmi dal P^ nella stampa dell' ar«
gpmento della su^ Ifigenia in Tauride, non por
(es^e essere più solenne » addossandomi il ^agio
da un Ms. che per Dio benedetto non so cosa
siai
so i 1 V T E R 1 O Z
dtj ni cosa po($a essere, qttao4o noa fb$s^ la
mia Opera medesima trasformata in prosa • Hq
scritto a lango sopra questo particolare a) Sig^
Andrea 9 e ho caro, che yi facciate mostrar la
lettera , 6 tutta la leggiate da capo a piedi «
Qui per altro ognuno se h* è fatto beffe; e cre-
do che pur costì', dove sono pia conosciuto, lo
stesso abbiano fatto le perso^ savie ed oneste.
Vorrei poi , che il Sig, Andrea andasse con mi-
sior Iboco , e frenasse il suo empito • Se }a pren^»
da in riso , e pon paee > e proccuri di scoprire
la fonte della cabala ordita, 6 di avere iil mai
no il preteso Ms. Proccuràte in tal caso anche
Toi di vederlo in fónte 5 ed esaminate il carata
tere, e le altre Qualità; poichè^diconoa che sia
dt autor morto anonimo ; onde secondo loro sarà
•critto da più anni. Ma son certd che Ù tutto
iria una baja aerea , e hiaKgi>a } e comfuhqoe ne
SJ^, io so di certo di non aver pr^c^ cosa àl«»
euna da Ms« veruno, e so »^ avessi preso , sape*
te che sono onorato , e che procedo sinceramen-
te, onde r avrei confessato candidamente. Tutt^
questa impostura non mi ha p^ò datOj ne mi
darìl punto di festicfié. Senza offesa di nessuno
ho tuttavìa pensiero di giustificannene con due
parole nel Giornale • Voi cho ne dite ì ,
' Assai più fastidio di questa prima teC\ ha da^
lo la seconda, perchè nli viene da man più ca«
ni o stimata . Ali viene scritto , che il M. M».
abbia pòste fra gli Opuscoli ultimamente da lui
pubblicati la IntroduzioMe al Giornale, e le due
Episteme decftcator^e , e fkio- uh estratto dèi li-
bro
ApoaroirO Entro. ii
bsQ del Gravina» e che nella LeCteia4^o«tamv
patore sieno certe espressioni non molto bpono
e vaataggiose pel rimajaente • Asp^to di fonotfi*
ne preciso gÌDdicio» quando abbia io mano j|
libro medesimo» Che vaniti sciocca è mai qu^
$ta in lui? E'vero, che ba fatte quelle diied^
dicavioni^ percbè esso fu ancora, che le Jiapt^ir
sentate^ e poi sono tali, che io non vorrei aver*-
le fatte. Ma per 1' Introduzione, egli bei»! V
ha stesa; ma una gran parte dei -materiali gli è
stata sonimiAistlrata da me, e molte cose sono
state con lui concertate, e col Sig. Vallisnieri,
e eoa me parimente» Ma finalmente sempre più
mi accorgo, che quasi in tutti il vano amor
della gle^ia fa gittate a parte i riguardi 4eUa
onestà , e d^lla fx>nvenienza ^ Del resto egU à
poi * falsissin^) dò che sento dirsi sìdla ucspi,
Prefazione, ciie di lui ajtn> non visianelGìor^
naie» perchè ve n^ha più di uoa cosa ^ deU
h quale può essere che a lui sia c^ro > cht
non si sappiala che ella sia sua* Basta* Per ora
non mi /etermino « Aspetto lo stesso JUbro pef
essernp^ testimo&io di vista, ; Uteijuameote gU
^crìsfi una lettera, che avsfte tuovata entro uni
vostra* O quanto mi sarebbe caro, che aon f
aveste mandata-, perche in tal caso vi pttgheroi
di te&erla in dietim • Ma dubito isolto , che il
mio deiiiderio sia inutile'^ e quando non ci ^a
pia rimedio , non bisogna pensarci • MI regcder^ ,
meglio anche seco Inavveisire.. Oedetemi , frateU»
amati^imo , che non so pia di chi fidarmi « Il IX
Chiseiì^tte si è recitato faltr'jeri per la prima
voi.
14 l t f f t k t n i
volta. 1/ applauso n^ è stato singolare e iacteàU
bile* Durò quasi 5* ore 5- e '1 tempo, è panjto un
momento . Tanto è stato il . piacere , con cui 1'
hanno inteso e gli Augustis^nii Padroni ^ e la
Corte tutta . Al Sigi ]{^ariati se ne deve il più
della lode e del inerito* Ad un mio cdnoscen-*
te , che e di partenza per costì , ne ho conse->
gnate akune cc^ie per voi.. Saluta^ tutti , e fi<
ìBÙsQo abbracciaiidovi ^
^ Vienna 25; Febhraj$ tjl^i
SE non rispondo? alle lettere di mglti che tìifi
lianno scritto ^ scusatemi, pressò loro , non
avendo ora tempo di farlo, per essere troppo oc-
cupato in Oratorio, ed altro componimento peu'
còrtiando dell' Augustissimo Padrone • Già vi àv-»
visai ron T altra inia il regalo fattomi dalla gè-
\nerosità e clemenza di & M, di 4000^ fiorini
^pcr le mie spedizioni^ le quali averò dentro un
mese • I^a cosa ha fatto grande strepito nel}^
Corte , perchè non ha. esempip ,v e Ha fatto ^iu*
dicare i che lai>M. S. mi guardi cpn occhio beni-
gno, e distinto i
Se la Storia del Mogol non si trova i bisogna
aver pazienza r Che non fosse nei libri prestati }
Guardatene le memoria. A proposito di ciò vor-
rei , che destramente scriveste per quelli , che
4tiene il Marchese Maffei 5 alcuno de' quali veta-
mchte mi preme , còme il Codix Apocryphus del
. Fab-
Fabrizio, il Costantino Por&QgenitQ , la Tafr**
oca Mst ^c. Ditegli che non ne ho scrìtto a
lui , perchè suppongo che già ye gli abbia trai*
messi • Il mio esemplare delle opere del Nava.
gero sta neU' alto dei libd in 4. Epistolari La^
tini • In esso troverete registratp J^* epigramma »
che desidera il Sigt Volpi > al quale risponderò
nella settimana ventuia . Nella edizioncddle Ora«
zipni Latine di Pàtrie j Veneziani intrapresa da lui
farebbe una bella comparsa la Orazione M&di
Carlo Capello in morte di Giorgio Comare , che
sta in cotesta vostra libreria della Saldte • lo
non ne sciavo ad esso^ perchè non so la vostra
intenzione; e solo a voi lo ricordo, perchè ne
risolviate a vostro talento t L' occasione veramen-
te è bellissima, e sarebbe oltremodo gradita la
cosa e da sua Serenità, e da S« Eminenza Cor«
nari • Se questa settimana scrìvete al Volpi ,
scrivetegli, che gli manderò con la mia rispo-
sa la Vita Ms. del Cardinal Valietm , compo-
sta da un Canonico Veronese • Salutate ti^tti
e sono • ik » *
457. jll Sii* ^ndred Cornerò f m Fentxdd^
FUntiéi 4» Métrxjo 1719^
Circa Taf&re del Ifigenia, il mio animo è in
tutta quiete . Già io me l' era indovinata,
che quella prosa Ms. altro non era^ che latra^
duzione della Tragedia di Racine. Rispondo al
March; Suàrez , e ne raccomando a voi il sicu-
ro
ì4 ILiftiiit.fit
tu ricafitd. La lettera di esso a vói ^tttà è
bcnei che sia costi in vostra mano » acciocché
Con quelli possiate confotidare T ostinazione lii
ìilcùao: onde mostratela» e conservatela. La sa-
lute vostra 5 t di tutti i àostri è la migli«>re
nudVa i che possiate darnlt • Io pure me la pdtssù
as^ai bene. Salutate al solito tutti 4 Sono an-c
Hoso dello stato < del Sig. mtó Sùoidero • Di gra*
2^ datemene qualche avvisò* Di Ciò paifmi di
avervi pregato anche con la mia precedente* In-*
tendo ^ e gradisco le. nuove della città. La nkftr*
te dell' opulento Sig. N. è un rìiiovo testimonio
della vanità di chi vivendo va ammassatido dar>
nari, e titchette. Qixantopiuse ne lascia agli'
^redi , tanto pid si ha 'I dolonfe di lasdiarle a Esse
iìon fanno un picdiolo attaccameinto air amore
del secolo 9 e di quesito niondo. Viver dnesta-» ^
mente, e ìasdar dopo se un buon ^ nome è Utlà
»ana morale* La nostra Religione esige qual-*
iske €05a di ptù. Piacda a Dio^ ch'io possi
adempirlo a riguardo mio , e , del niio prossimo i
Nel Giornale dirò qualche cosa per mìa giù»;
stificazione i ma in maniera i che tìon vi safà
Occasione di doglianza. l*anto si lodeifà la nliéi
moderazione^ quanto l'altrui aciimosità ha fatto
itomaéare ànffae le persone discrete • Questo ^
itatò, e sarà- sempre iì mio costume t ridevé^
Itiale y • far bene i Vi abbraccio di éoore ^ «
iÈOào 4 è • «
45«»
A P 9 i t t # 2 É K Ò* ^ ì$
458. Ai A iP*^r ,^^friH0, Zino . 4 ^<r«f«Ì4i»
P^ienna, 4. Mdrzà 1719^
Mi ^éno grandemente $tu|>Ìto in sentire^ dbf
S. E* il Sigi Pietro Garzoiiì $i lamenti
di me« Io non, posso crederlo^ sa{>enda la yireà
e pmdensa di quel gran Senatore » Nelle NoC#
alia Vita del Parata altro non si è detta 1 se ^
non quello che ne dice la Cronica Ms. del Sig«
Piocéurator Gradetììgo * Di mìo non vi ho fo^
sto [Hire una parola -, e quello non era luogo
di esaminare^ se la famìglia di lui v^iigada.Bd-*-
logàa t o da Lucca 1 Se egli yorfà , che questo
il ^mini in particolare in ócxasioàe- che si par«
lerà nella nuova edizione dei Paruta» potrà fai>
ÀI / ma tèmo ^ che cercati i fondamenti della
Cronica suddétta 3 A troverà esser ella verissima *
L^nostre Cronichté Mss* antiche tutte dicono Ì0
stessa ^ almeno le da me vedute • Vedete fra*
miei libfi .di Istorie f^atttcolari , là cbve s^nd
qjuelli appartenenti alla. Toscana' i quello del Pi
D. Placido Pucéindli in 4. che contiene molti
Èòse i come la Vita dì Ugo il Grand* y t Istd-
• ìia della Éadia Fiorentina ) le Memorie di Pe*
scia i ecc* Fra le Memorie di Pescia ^ t\xt e ^
come sapete, nobiì tefra della diocesi ii hnccìk
hello Spirituale al presente 5 e ah afìti<ìUo aiicht
nel temporale ^ troverete ìli più ludg^ii ìungà
menziofie della nòbile famiglia Gar^&oni nostift
Veneziana > la quaii| quivi chi^ranieàte si fa di**
i^Àva-
%e L s :e T E K € O X
xivare da Pesciat Anche quella di Bologna è un
ramo delia Lucchese » passatavi anch* tsù per )e
fazioni di allora. Non so quello che se ne di*
ca dal Frescot nei Preii ielU N^^ilti Fènetay
stampati dall' Ertz. Tra* mici libri Genealogici,
in 4. vi è quello delle Famiglie Bolognesi del
t>olfi . Non mi sovviene , ' it quivi si parli dì
detta fòmiglia • Voi potrete osservarlo . Mi stu^
piscb poi , che si faccia 1* opposìsjpione dell* t$st^
£e spacciate mescatanti di set^ quelle triglie
mobili Lucchesi alloia passate in Venezia* Echi
noli sa , che in que- tempi P arte della seta non
pregiudi<^ava punto nella Toscana ajià nobiltà
del casato ì Vedasi quello che né dicono ì& Sto«
rie di Toscana. Le faiiiiglie più nobili Fioren*
tìne. Lucchesi, ecc. non si itiattìcòlavano esse
a bella, posta in qualche arte, per èssere tr^ le
popolari , che erano le più potenti , e per go-
derne i privilegi > Tra le Lucchesi passiate in
Venezia, dove ne portarono Tuso e, la fobbri*
ca, non si annoveravano ÌaSahd[e|li, detta an«
che Sandei , la (Suìdiccioni,' la Vanni, e al-
tre, che soqò delle più cospicue nella Storia di
Lucca? Hanno esso per questo ^iarduto punto
del loro lustro^ e splendore? La Malpigli di
Bologna , ora estinta in Venezia , era dello stes-
so numero. Tutte queste cose desidererei, che
poneste sotto l'occhio del Sig. Manfrè, che ca-
ramente io saluto. E* benej che e* lo sappia,
per rispondere a chi per ignoranza Volesse ciar-
lare in una cosa, dovè, non abbia la debita co-
noscenza . Altee osservazioni potrei far sopra
que-
A p o $ T p t. o 2 E K o. if
<int$te l/^ se qui avessi U miei libri i! Ver altto
torno a dire', desidero, che in tutto a S. E. sì
soddisfaccia, quando ve ne sia, che non credo,
bisogno. Se avessi giudicata la cosa inconve-
niente, mi sarei astenuto dal parlarne nella Vi-
ta di un sì gran Senatore , qual fu il Proccu-
ratore Parùta, non per altro da me distesa,
^he ad oggetto di illustrarne la memoria, e la
^asa . ■ ■ ' ' "■■ " , ■■''■>
A vòt non sovviene , e ne meno a me , chi
mi abbia promésso l'Elògio di quel morto let-
terato, e non so né meno di chi. Se* avete le
lèttere, che vi ho scritto, in e5se lo trovere-
te . Sento , che in Roma sia morto' r!Abat4
Lionardo Adami , da Bolsena , autore dèlia lì
Parte delle Antichità Arcadiche • V Italia ha
perduto uri soggetto che potea farle onore. Era
intendentissimo del Greco , e andava allestendo
per la^ stampa non solo la continuazione della
suddetta opera ; ma una nuova versione e im-
pressione delle Epistole di Libanio notàbilmente
accresciuta. Scrìverete a Roma , per aver infor-
Hiazione di lui , onUe nel Giornale se tie possa
iar qualche picciolo Elogio j giadchè ora è tan-
to trascurata V Italia ih somministrar le notizie
det suoi letterati defunti . Grande trascuratezza !
Le due edizioni antiche da voi acquistate del
Vendemmiatore sono a mio giudicio assai sti-
mabili. Vi ringraziò della notizia, che me ne
date . Le noterò in margine al Giornale , ove
parlo del Tansillo.Vi ringrazio delle Novelle,
Proccuratemi una copia delI'Arsinda del: Testi ,^
Tomo III. B ter- ^
tentùnata d^ qu^l giovane Veronese. St s^tpete;
chi questi sia, avvisatemelo . .Se non è partito
il Nipoie del Eccmp «pstro Ambasqiatoré Gri-
mani » raccooiaiUate al P; D, Niccolò PetriceL
li , U cui veiduta mi «sarà 45$ai catra , di por^
tarmi quatlche pcH^zione de' libri < de' quali teni4
pò fa vi scrissi : e limito que^H ai libri stam-;
pati ui$i«lamente da' iSigg.. Vglpi; Fracastoro ^
.Sarihazzaro i è ^ Orsatì j a* quali àggiiignete T
^bmani ; il Navageiro , e i libri dì Firenze ,
cioè Galilei , Buonaccorsi , Fioretti di San Fran.
Cesco, T. !• de* Poeti JLatini Italiahi; e qualche
altra novità ; $t, ne <ivete , e più di tutti quel^
lo del Corsigtuai • Salutate tutti : Abbiraccio voi
caramente. ^
^9* ^l medesima, a FènczSai
V'Urina ii. Marzj^ 1719Ì
Lunedì dopo pranzò fui per là terza volti a
piedi dell' Augustissimo Padrone per render^
gli grazie del generoso regalo; che esso mi ha
fatto. Sempre piiì cori bontà mi ha ricevuto; e,
mi ha seco da ^olo a solò tenuto a ragiona-?
mento sppira materie letterarie. Ha prima loda-
to il D. Chisciotte , eh' ip posi in assetto , sé
b^ri tutto noi verseggiai. Ha pure lodato gran-
demente r Oratprio del Sisara i che si reciterà
fra ij. giorni. Ha poi m^ostrato sómmo gradi-
mento dei Giornale presentatogli ; Lo va, leg^
^endo: da capo a piedi, e lo vidi sopra il suo
tavo^
^PQSTÓLO ^flfÒ^ li
^volino. Disse , ct^e qe guj^tay^ 1% Ì^V^ I
Ittiche ia poco ne appfegdev^ mftlt^ j iigic^ ^,..
veacfo ^$$0 témpQ 4i l^gS^f^ ì^ fi?rtl« i libri
nuovi j che escoq(^ alla giordatai Mi ^\ ii)c^-r
tifato di édoperatfé al|4 cdii^ifi^a^iòde di pq'^«
pera, ciiie égli disse p9si(iyàn[^e];:ite é9sar4 W^i
e dilettevole ^ ^ Coa qi)e$t4 ócc^^iòde mi ^^c^^-r
ìxò mpite pairticolarità che aveva osservatoci ^
{>riricipa|mehté intorno alla <:onte^4 4^t P^ Qef^
il^on^ la cui opinione stravagante ày^a)^ sc^ft*
daleziatd ì Mi licenziò poi co(^ ^sibi^io^Q gfH
iàeFps^ di Quovi. f«|vòri i oiìde^ ^brigatfimi 4^1|(|
tnié ipedi:^Ì9ni farò i\;ibfX0 u£cj peir av^re tjk^
(juaftief conìodò^ e proprio: il. che sarà pàinot
^0 allò studiò^ e confortativo aU% tiió^a ; $criyf^
temi dello stato dej. - S[g* mif^ Suòcero^ i ^ ^^
ringtc^Vò delle visite i che gli ave;^ 4^té i fi
èhe iaréte pd fargli", quando pcJtléte; Salutata
la $ig; M>d|-^ i ie Sorelle ^ e tytti gefiejf4Ìi?i<^4
|e. Il Sigf Jppplito fa io stajpsò a v^i i é4 isf'
iii cucifre vi ;i|ihracci0 i e $(ijno • ; ; ^
L^ letfófà di V- S. liiij^tri^f. p Reverendi??-^
nii é ftat| olti^moc^ (ara ^ venendomi 4i
fierspia che ta^td ^(f è riv^rispd j nèe.vèa^ii|
4à essi |in hiidvo attcstai» delli^ iua (^44 ^fr
kf pi|5 } cp4 ?He veqgd |fssicurat9 i ch^ ì» ia3Ì4
kì^v^i i' M'^i »^. ,nii intiq^c^ §^it^
B i faei^
1(5 1 È T t I It I 1> T
nella sua grazia ed afiFetto. Io vo^ sempite pm
rimettendomi iii forze e in salute, e la' mìa
gamba , come che alquanto zoppa e^ ancor gon-
fia , mi permette però che cornine) ad uscir di
casa più spesso* Lunedi dopo pranzo fui per la
terza volta a piedi dell' Augustissimo Padrone >
per rendergli grazie di un generoso regalo , fat-
tomi di quattro iliille fiorini , in aggiùnta alii
altri quattro mille di mio annuale assegnamene.
to . Non posso esprimerle la bontà di questo
ìncomparabil Monairca , e il suo amore propen-
so verso le buone Lettere, nella quali anche
ha molta cognizione, più di quello che si può
figurare in chi è alla testa di una sì grati Monar-
chia. Sta ora leggendo il GiornaU adi me pre-
sentatogli , e mi ha incaricato a cooperare alla
continuazione di un'Opera , che esso giudica'
utile e dilettevole. Mi ha parlato dèlia contèsi
Germoniani di una maniera^ che. fa molto ono^
te al nonie di Mons. Fontànini ♦ Ancora non
5ono itato nella Biblioteca Cesarea , che per al-'
tro è un tesoro di cose rare , ed inedite . Il Sig.
GeiE^tilotti è uno de' piò degni Letterati chje to
abbia mai conosciuti • Esso è molto avanti ne),
^uo Catalogo de' Manoscritti , sopra il quale la-
vora con una diligenza, che senza esitanza ai-
cupa supera di molto quella dèi Lambeccio ^
Cb^sta insigne Opera si stamperà certamente ,
fiientre anche la M. S. ha. sommò desiderio di
vederla perfezionata, ed impressa . Del P. Pez
fion so dirle cosa alcuna , mentre dacché sono in
Vienna , £gli sì trova al 'spo Mpnisftro di Méldi ^
Le
X p é s t o t tìf Z E w o. ii
Le cose da me oss^rrate in rcnzjsne^ furori^
appunto certi EpitaflS antichi, dei quali mi fi|
mandata copia dai Slg. Viviano Pozzi \ giacche
io mi vi fermai così poco^ che non ebbi tem-»
pò di ricopiarli. Spiacemi però che. alcuno di
essi sia . difettoso . Questi si riducono a tre ,
tutti sul pavimento , e di carattere;^ giusta ii
comun detto , Gotico e barbaro • \IÌ primo è
il seguente i
tìiti iacet DominHì -,
Vi si scorge, sotto la figura di «n Irrelato. 4
fecondo si è •*
Hfe èjt :feputfHra 'Domini BoesUi
Dhcìs Cosiliensis & ^ . \ . • 4
Chi sia questo Duca Boeslao, non Io so « Di
sotto vi si vede la sua figura distesa eoa I9
sue armi • Il terzo si è /
tìic iacep p^s .
Lanremius ììc BacÌ4 ì
pi sotto vi è r arma del defunto , cioè tiri brac-
cio che impugna un lungo bastone. Tutte e tré
sono avanti ^ Aitar maggiore e mpstrano essetc
del XilL, o del principio del XIV. secolo. So-
pra uni muro di detta Chiesa nella Cappella di
San Lorenzo /vi è una lunga Memoria della
B 3 con-
li l l ¥ T E II E A t
ièéiéeraliòìlè ai détta Chiesi , fatta dal B. >^-
Vfiarck ÉtrirahJié Tanno 1^38. Supponeildo thè
V» ^» Illustrisi, r abbia , . hiHi ne mando copia j.
fèà, pccotrenddle , lion mancherà) di servirla \ La
fcttk Memòria è àisai (Considerabile,^ poiché dà
essa sì vede che a quella cpnsecrazione inèer-
Venfeerè cc8 l^àtriaà-cai un* arcivescovo , t ùtt^
Ve$<ovi ;
Tra le mìe carte a lei rimaste vi iono ol-
tre a quelle bislonghe sopra l'Aleàndro, alcu-
ne altre concerheiltl f affate del Patriarca Gìot
yinni Grìmapi , le quali ìe raècomando . Potrà ,
quancjp ne sia servita , farle avere al P. mio
jprateKò;. La tHigbzfo Mie Novelle Letteràrie ^
che mi p omuiiica > e npij cessi di favorirmene
quando pup.
Credo che ptèsfò ^a pèJ- Hrehirè jcó?tk , al serr
yigip del Cvrd. Barbeniio , H Sig. I>^ttpr Gio:
Oliva da )5lovigo^ persona erudita , come vedrà
ifelle Vue iéotè scampate. tiò basta per fenderlo
lacctoiiiandatb i Anche ih grazia jm^^ i'i'^cgok di
.onorarlo Jella sua protezione^ ed affetto. Io t
amo «da r.cltp tempo, perche in lui ho cpnor
sciutp del merito, je perche so che pij ama.
Jliyerisca ì PàJroni è' gli amici lèhe .costì ten-*
go, e in pa.rticplare iMons. Passionei , e i Si-
:èìtTori Vigneti , Garofalo , P. jiuàJieUi , è J>
J^Jiio'relli 1 t% piti d^ ogni cosa mi conservi là
Ì5ua liuc^a gSi^^ia , e si vaglia di th\ nulla pia
ctótistdera , che farsi tdhoscere sub buon ierVi-
^reT
P. 5. l'jirttàlyo tòitiO ^A tambctio è diÉcl-
lis-
ApOstoloZeno. 5tj
iSssimo ad adersi: anche questo a me manca
per coiBpttnfeWb'dcir/Operal II sesto non dispe-
ro che mi capiti,' 'e instai' caso avrò a menso-
tìk il iuo comandiirietito . .M '
4éì* ^t Sii. Antonio Fédlisnieri . 4 Pddùva.
i : . . . . . . . -s . : . ^ »
B lacuna diq coirà wil <jùa|cht3 cattiti co^tel-
laltcftie 3 ^la^^^quale' faccia véhrré le girando-
le al capo > e^ cadere ili 'paiziaT Voirmi avete
fetta fare questa ossetvàteìoné ' ift ' leggètado" le
vostre due lettere sèrittètói ullìiihinientè 1 II po-
vero AtK Giacomèftti/ h<i il primo luogo ," Di-
manda là Clttedfa dì Morale j t ottiene r"*"si; di$-'
péra 9 si dà delle eokeHàtej sàvrS'sole'^in'que*-
sto, che non sé le ha date ptèfonde, itia con
timore di fatsi male . £ceo il frifeò * Fausto
per tiinpre del lenriMtìoto già passafto dà in me- '
^ìancplia y teme di dovei morke , vuole avet
male; e non Vhk\ crede là morte, vicina, per- \
che è morto xsù 5U0 Itortfipagnò ^ tìè vuole usci-
re dilettò, ed è poco che ancor vivb hpn fac-
cia cantarsi l'esequie/ ficcò 11 secondo. L'Or-
aati per non perdere la buona 'oj)inipne, che si
aveva della :saa' virginità j'^ è in pericolo* di per-
dere dì mal Franceise la fita. Chi. non lo met-
tenebbe nel, tet^zo ? il M. M. yuol/tùtto Tonor'
dei Giornale, |Soi non vuol essere Gloraaìista;
pretende che %ìxl tutto siàò' fi^$ànientt>' d^V che
, da voi e da altri gli è «t^o suggerft*^ > è cor-
fi 4 ' retto •
5+ X B T T ER E D I
retto in gran parte; continua ad aver nìmó ilj
un' opera) che da lui in certo mòdo è rifiutata.
Chi può capirlo ? Aspetto di Vedere il suo li-
bro , e poi parlerò più chiaro . Intanto noA ii«
discorro con chi che sia ^ e serbo il segreto ,
che mi raccomandate ì Per altro non me .. ne
prendo fastidio . Non per tanto non crediate ,
ch'io vi ponga fuori di lista. Vi ponete al fian-
co una spada nuova di argento, e ve la las-
ciate rubare. Non (è egli questa mna solenrtè
pazzia ? Il nostro Sig. Ippolito studia tutto gior-
no la lìngua Tedesca, -e crede di poterla impa^
rare ) ma quanto più sopra, vi studia , tailto me-
no ne sa i Non è anch' egli uri bel pazzo ? Mi
dimenticava il Sig. B. T: con quelle sue Lezio*
ni . Lascio a vói considerate , se egli pure deb-
ba aver luogo in questa comune gabbia . Ma
che direte di me ? La , M. S. ,mi ha regalato di
quattro mila fiorini, siccome il Sig, Ippolito ve
ne ha scritto j ed io ho avuta la pazzia di pren-
derli. Ma chi di grazia non l'avrebbe avuta!
Piacesse al Cielo j eh' io avessi Spesso occasioni
di così impazzire) ed a voi pure ne auguro di
somiglianti.
Ma veniamo un poco sul serio . Io sfempre
più vo stando meglio , ed esco più spesso di ca-»
sa. Dal moto me ne risulta del giovamenti •
Non resta però i eh* io non zoppichi molto be-
ne j taicnc avendo perduto quel mio impeto na*
turale , e quel mio andar frettoloso , comincio
ad esser una persona grave, e posata. I giorni
passati sono stato un' altra voka a' piedi defr
Augu-
A P O S T Q t Ò . Z E k 6.» Ì.J
^Bguscis^imb . Padrone y che per più di im' cn
ia mi ha fatto r onore .ìli^ .teilermi a ragié^
hamento da $olo à solo sopra. materie letterariai
i^d erudite i nelle quali boi ritrovata h. sua gran
tnente di bellissime cognizicHu fotnitji. 5ta Its^
jgcndo con hiolta soddisfaiioné il Giornale 5ié:nie
io ha conun<3ndató assaissimo ; av^do io atité^
cedent^tneàt^ Fài^a. prosetitariì^ mxì int^to . cospQ
alla M. S. in attestato del mio rì^e]r^iì$sijiB|i
ossequio • Mi ha con fervore animato a far*
lo c^totsnaare tó Vériezià per T nettiti . che ;he
reca > e pel piacere eh' egli prova nella lettura
di psso i Vi .attestò su !' dhor mio y che mi hai
parlato con istima delle cose vostre, e ha inte-
so xtpltò volentieri da.me éicfichè ultìmàinprifìf}
ttii avete scritto èirca il mate , bovino.$ ifle cos-
ti va cessando ; avendole io' significato , che la
direzio(ae principale di questo af&re è tutto vò^
stro peso^ e meritò vostro ; Spiàcéoii grandeiiietib
^e il male del Sig. Poleni , e qndiò del Sigi
Moi:gagAi • Piaccia a Dio , die. pifestó ii tiin^a^
Ho in perfetta salute • Riverìtdl per mk>ripns»j
e fate lo stesso a*Sigg. Ab; Lioni ; Br. Faccfo<ik
latii Conte Alvarottl, ed agli altri amici ; Le
nuove partecipatemi , mi sono statd : carissime }
ma sopra tutto mi è piaciuta quella della Gat»
tedfa di Botanica data al Sig; Pontiadeira , éhe n^
è befi degno é Vifra il nostro Eccmo Sigw Cavj
Morosini, onore e ornamenta» ile* suoi pari , e
di cotesta Università. Fate, die nel Giornale ^i
dica qualche ) cosa di questa Cattedra cdnferita al
Pontadera^ 6 deli* altra dat» al Si fi Riva, a«-
cioc-
\
té L E T t J K f 1> I
fiòche iiess\if^o di esri abbia t>Q'>àt(it^#lèt4efìé^
ìÙtordate ai dignì«lim| ftroféisG^l ÈurgQs eLak*.
nirini la mia amica diy^ione . Alla Sig« Laura
ki particolare ipassegtio ii itiiò ofóéquio > é voi
fcbbracdandé di cviDte ffti diedri*.
X Fate fere iihidescristìprié dell' ultimò feftòi\^-
/fidi» e accctàipagnato cdu quaJdie dsisartvaziòiie ,
mpiidatelò a itm fratelli) aceidcehè io inserisca
liei Cii^rftàte^.
iXJadtk sia la ?tima, bhè io fo di V* S*
lilma^ e ]f[fuatiito aknore io le^mfes^^ egli
è siaperflijo> che gliene faccia' nuovi atte-
6taci<9 dopò avetiglle^s dat; 5 o blmi^o proccurató
di dai^e a lei in altre occasioni: e siccome ella
ba tutto li taicrito d4 canto suo, t dal midtìé
$c0Cge tutti grillatisi s còsi può bl5ta dia accer-
tami che vive ih me Uh . ardènte desiderio di
sempre più ponferitadè ^ e r<èriderle più ^nsibìld
questa verità. Masa bcnelU essèrvi certe ciAì^
(ifl^hzè^ dove l'amicizia non può far i^uelld
djé vottebbe^ |ierchè rattenuta o impedita «da
l^alcthe altro onèsto ritardo w Fra le persóne,
die tìla ha per cjojacopwntl alla Cattedra cfi Mo-.
naie 5 ve è' ha alcupa , cui pur professo stimai
affetto . Nbti vi ha mcrfo , the io mi adoperi per
Pijnà^ che 'flòn mineM airtótra: dìidé quel'
ciie lecikiÉneate fase |>oiso, tehaa offesa di
fio, egli si è starmene col cuore diviso ^ e C04
I le màhi alla cifttola «Sono certo cÈle eUa . gta-
dirà con la sua solita^ gentilezza , e f ioeyerà in
: buona parte qyestà mia sincerità , e schiettezza
d' animò ^ e rimarrà persuasa ^ che' senza un for-
te impedìpieiito io nv/n perderei questa occa-^
itone di servirla, ^iccome senza un fotte cfis^è^
cere io jton me. la veggo uscire di maiio'. TTub-
tu qt^elte, chfe Jio ^Jótuto fare pet lei, sénàiaofr
Éisa dci|' altVó , si ^ i* avere nisihuatò a quesfei
fwstit) pccAo 'Ajfnbàsciatifite Grimani, cljè ^la
suddétta Cattedra vìioho di pxeseiitè tali coh-
comenli iìfi It^a, che Isàrèbbe ihutile il cercar^
ne altri dì ii!giial hièlrito in ^éSta Córte-, éPi\^
f iiicià j ond* egli persuaso cfi tal yevìtìi Wn né
fca^jftitmmaggiot ptiérca, tuttoché sbliecitato nfe
sia da c<>tèsti tccAi S5gg. Riformatoti , Itìi tal
mòdo (jà .Questa pai*è ella non ha à tttrierè nuèr-
▼i conòorrepti, ed ài suo Vatòre rtìta libera
campo per superate quègh che tiébe a ftonte •
Quello che scrivo a lei ^ scrivo atlche ài P. ttàc
fratello . Sarrt>bé mia soriitùà SJsgraScfa , sé da
ciò 10 ytìtrfssl k perdere ptéssp di ìé\. una pa^te
di ^ella bóftt^, che $em|)rfe Kà per ine còntòr-^
vata, e xja cui yiù tostò hfe 'spéjrò I^nignotom-'
j^atfmetjtp ^ . Ri^erista à iùib tobnie il ' ^ig. p#
Gafetano suo fratello; e "péc fine reftdefeitlcyie gjrà*
zie dei Hbri , pht inj ha destinati , uscitj'^dalla
$aa ?tìMàtjsiìitià AàrtiJ>eJ-}a ^ è thè aii!tQ!idò cbù fe*
\
fiòche lassano ìii es»i abèM t>Qttt<»a^<4^^^é^
AÌTOrdate ai dig^«i^mi ftofékso^l fturgbs eLafe-.
aarint la mia •amica div^ione. Alla Sig^ Li^tà
in partfcolai:^ rassegno il itiiò òifi^uio> é Vòi
jtdbUracalaAdè di cuore mi dico^».^
^r Fate Sfeare ithi ciescristìprié tfeìruftirtiò feablliér
snaoKlatelò II itM> fratelli ^ aceibcehè fo inserisca
liei tìì^rftaiei.
^ TJadtk sia la >tima, bhè io Fò di V* S%
^Dimai» e ^^adto ainoare io lepi^festi^ egli
è superflin^ che gliene faccia' lìuo vi atte*
^tati s dopò avetsglieifte dat| 5 o bimi^o pcoccuràtó
di dai^tre a ilei in altra occasioni: e siccome ella
ba tutto H knerito 44 piilto s%]ò, è dilmiófìA
^eocge tutti ^riii^uisis cbsi può b^ eUaacsoér*
taxsi^ che yirc ih me lih . ardènte desiderio di
«ofnprè più fpnferitarjè> e r<èn4erie j>iù sfefisibilil
questa verità. Masa bmelU esservi certe ccHa
(ìn^hzè^ doF^e l' atmicizia non pìaò f»: qiielH
àté votfebbe^ |i'erchè ratteòuia o impedita ^A
l^akhe altro pntì^to rl^ardtì^ fra te pérséfte ,
die tìla ha per cjo«KJOifcntl aila <;3attie*rft di Mo-
lale 5 ve è' ba alcuna , xxà fxa profe^sQ stimai
affetto • Nbti Ti ha jxBDdo , the io pi ac^ptrl pei:
Pijtìà^ che "non niineki air altra: dnt^tò quelle,
che lecjkiÉneate faec |>oisa, tehaa offesa 4i alccT^
no ,
ArbiTOto E%l¥o« if .
no, egli si è starmene col cuore diviso, e coij
le matti alla cìtttpla «Sono certo ctie eUa-^ìta-
dirà con la sua solita gentilezza, ^riceverà in
buona pai^ questa mia sincerità , e schiettezza
tf animò ^ e rimarrà persuasa ^ che* senza un for-
te impedijnertto io nx)h perderei questa occa-'
iione di servirla, siècome senz:a un fotte dis{)ià**
cete io Itoti tne. la Veggo usèirié di itetiio'. Tut-
fo qpelip, thfe Jio ^rótuto fare pdr lei, seniaofr
fesa A^y* altVó , si t i' avere nisihuatd à quesfei
flosttt) pccì&o Artijbàsciatbte Grimarii, che pdtH
suddétta Cattedra VÌ iohp di pteseritè ttìi coh^
coimèntt in Itaiia^ che ^rèbbe ihutrle il Cercar^
ne altri dì ii!gùal inferito m^éÀaCrirte-. éPw^
fittciiij oìitf egli persuaso cfi tal ferità non iìtf
Ba'^jfetttt maggiot rìWrca, tuttoché sbliecitato nfe
sia da cottsti tccfti SSgg. Rifomiatotì , Itli tal
m6dp dà .^V?^ta pdkà eAa nó^n ha à tttiterè nu<jT*
▼i còncotteptì, ed ài suo iraìòre reità libero
campo per superate x^uégii che tifehe a ftonte .
Quello cljè scrivo a tój scrivo anche ài P. itilo
fratello . Sarèfcbé mia soraiftà fflsgraScfa y sé da
ciò io yètafe^t k perdere ptéssq di leji lina parte
di (jfueHa bòftti, che $emprfe Kà per ixié cònSér-^
vata, e ^a cui ^fi tostò *^ 'i^ftjrò l^e^igno tòfn-
(^atrme^to . .'Riveristi * à ttììb '' pòttit ' il "5ig. P*
Gafetafio suo fratello; e ^'dr fine retdtitoddlè gira*
iie dei'Hbri,'|:he mj ha deitinW , uscit^ ' ^d^^^
Joa 5tiMà»?ìsiiiirtàAàitope^ia è ti* aftè^ cbù ti*
|tó*lh4a, (tol^sbKtò 1^^ tìà l3/itoy..i
463.
\
Afeordate ai digiwsil^mf fóoféksorl Burgbs eLak-.
aarini la niìà •amica divi^siòne. Alla Sìg^^ Liurà
m {particolare ipas^egtio il itiiò biis^uio^ é voi
idbblracoiaAtó di ciBmt ttA dicd^i.^
^i: Fate &r« -^i de«criatferié bell'ultimo feftòtttò^
<4id^ e ak:c€»àipagnato cdu ^uakhe omrvaziéHd ,
snaódateld a itM> fratelli) aceidcehè fo inserisca
liei tìk^ftàiei.
QTJailtk rfat la ?rima, bhé io Fó di V* S*
^Qlma^ e i^éto alnoare io lepji^fest^^ egli
è superflix»^ che gliene faccia 'ìiud Vi atte^
(Stati s tiopò avetsglieifte dati ^ a Mm^o pfóccuràtó
di dar^e a ileifn altra occasioni: e siccome eli A
ba tutto li knerito d4 pulto su6, è dil midfi*
$c0tge tutti griii^blsis cbsì può bèta dJttacoér-
taxsi^ che yirc ih me Uh atdtote desiderio di
sempre più ppnferitiarldu e r<^nderte più stensjfeils
questa yefita. Masa benelU esservi certe con^^
(in^hzè^ doFVe l' atmicizià non p\aib far i^iielH
d]é votfebbe^ |ierchè ratteòuia o ittipedita 4A
i^akhe altro on^^to ri^ardii^ fra le persele ,
che tìla ha per cjontJOifcntl alla (^^atmhra di Mo-.
lele 5 ve è' ba alcufia , xxà fxa profeisp stima e4
affetto • Nbti vi ba, vatì^ » tbé io ini ac^ptri per
fijnà^ che '^nòn ininelki air iiltra: ohde quelle,
cbe lecjkiÉneaté faec |>oiso, tehaa offesa 4i stlm* '
no ,
IÌO9 egli si è starmene col cuore diviso ^ e coi)
le matti alla cBtola ; Sono cèrto éne ella , gta-
dirà con la sua splitai gentilezza , e f iceyerà in
buona patte questa mia sincerità , e schiettezza
d* animò ^ e rimarrà persuasa ^ che' senza un for-
te impedijpertto ìo nx)h perderei questa occa?^
iione di seirvirla, siccome senza un fotte dis^è»'
cete io lion tnè, la veggo usfcìrié di ihaho-. iTub.
to qQe!)p, thfe Jio ^Jótuto fare pet lei, seniaofr
fesa dci|' altVó , si *è i' avere nisihuatò à quesfei
ftostit) Ecìn&o Ajfnbàsciatbte Grimani, che p^thi
suddétta fca^ttedrà VÌ iohq di pteseiitè tali coh^
coirrtenli in Itaiiàj che Isàrèbbe inutile il cercar*
ne altri dì iiligùal itìtóto m ^éi^a Crirte-. é Vtc^
tittciiij ond' egli persuaso cfi tal yérità non né
Ba^jftittt^magglot riiìérca, tuttoché sbliecitato nb
Az da cotesti ìEccAi SSgg. Riformatoti , Itìi fca|
mòdo eia .^yesta tratte ella nòti ha à tttrierè nuò*
vi concotfeptS, ed ài suo Vaìbre reità libero
campo per superate x^uègh che ttehe a ftonte .
Quello che scrivo a lèi y scrivo aùche ^ P. Mù
j&rateliò . Sarèfcbé mia somtìià fflsgrajsfa y sé da
ciò 10 yèWferf k perdere ptéssp di ìef tìna parte
di qfuella bòft^i» the $eiTiprfe Kà per tiii cdn^ér-^
vata, e ^a cui ^Ifi tostò hfe '^éjrò l>e&iédo tqm-'
/^atftiieijto , . Riferisti à ftiò Jcibnie il "^ig. P#
Gaetano suo fratello 5 e ^'dr fine retdtJfttlcyid gjra*
2ie dei Hbri, fhe inj ha fleitinàti , 'uscitj'^dallj
Joa 5t5ittà»?isiiiirtiAàrt|>e^^^^ è thè aft*^ cbù ii*
^airitóhia, d)l «cyKtò ìòsieqtìSo tài liicby..i
4«3-
\
ti L B T- t J K ]E 1> l
ooÉcbè lassano 4i ^»i abèM ^OAt^a^ol^^^é^
ftkordate ri digiw«l^m| fóoféiso^l fiurgbs eJLak*
aarint la m|à •amica diy^iòàe. Alla Sig« Liurà
in particolare rassegno i]l itiìò bfó^uio^ é Vói
fdbbtracc^andè di cittMre ffti dicOb».^
•|- Fate &r^ uhi descra^riétfeir ultimo feaèllié:.
ttd^e ak:ctiMhnqpagnato con ^uakhe osservàziond ,
miRldatelò a mio fratelli) acei5é<ìhè fo inserisca
liei iSkipìaie^
^ Fieàn» 18. Marò i*ft9.
I XJadtk sia la ?tima, thè io Fò di V* S^
nima^ e ^^aàto ainore io lepmfesti^ egli
è superili»^ che gliene faccia* liuo Vi àttè^
«tatis tiopò avetsglleites dati ^ o blmi^o pcoccuràtó
di dabie a Sei ih altre occasioni: eVsicGOmeella
ba tutto H knerito d4 plinto s%]ò^ è dal mio fi*
^eotge tiitti griinpuisircbsì può bfe*a eUaaecér-
tarsia che yirc ih me Uh • ardènte desiderio di
«oìopré più pphferitarjèi e r<ènderie piùÌeilsifcil&
questa yeritì» Masa baielU essèf-vi certe cOUx
tfiìi^hzè^ dove 4' atmicizià non p\aib far ^lielH
d]é voifebbe ^ |ierchè rattehuta o impedita ^A
ll^aiche altro oménto rl^ardi^^ ^a te perséh^ ,
cbe ^Ila ha per cjoiKJOnpcnd ailà C^cirèirftftdS
relè 5 ve è' ha alcu^ta , xvd fxa profelso stima t4
àt[cim . Nbh tì ba uxo^ , tbe io pà ac^p^i per
Pijnà^ che 'Vòlt ihinebi air altra: iindiè quefié,
che lecftlÉnefiitè fax "p^o, ketea offesa 4i alccT^ -
no ,
no, egli si è starmene col cuore diviso ^ e" cpij
le matti alla coltola i Sono cèrto jptie eUa\ gra-
dirà con la sua splitai gentilezza , e riceverà in
buona parte questa piia sincerità , e schiettezza
d' animò ^ e rimarrà persuasa ^ chie' senza un for-
te impedifTiertto io nx)h perderei questa occa.?'
rione di i^rvirla , siècome senza un fotte cfis^è»'
cere io ^ton me. la veggo uscirle di ittaiio'. TTut-
fo qpelip; thfe Jio ^Jótuto fare pet lei, sentóofr
fesa dcy* altVò , si t i' avere nisìhuatd à quesfei
nostro ^ccì&o 'Aitabàsciatbi-e 'Griiilani, che pdtìà
suddétta 'Carttedrà VÌ iohp di pteseritè tali' coh^
corrténtt Tft Itaii^j che ijàrèbjbe ihutrle H ^«rcar*
ne altri di iégiial ktìèlrito m^éiìfcaCtfrte-. éPmi
fihciii} ond'eèli persuaso cfi (ài yéritò non né
Ba^jftitttt maggiot rìWrca, tuttoché sbliecitato Afe
àz da cottsti tccAi Sigg. Riformatoti , lu tk?
mòdo c)à i^uesta patte eùa iión ha à tttrierè nuò*
▼i Cùhcarfepti, ed ài suo Vaìòre reità li()èro
campo per superate x^uègii che tfehe a ftontè .
Quello che scrivo a lèij scrivo aùchc ^P. tftiò
fratello . Sittkhè mia somtìià aJsgraisfa ^ sé da
ciò 10 yètafest k perdere ptéssp di ieji lina parte
di (jfueUa bòftti, che setnprfe ha per irié cdn^ér-^
vata, e ^a cui *^Ifi tostò '^fe 'spftjrò I^&igno tpài-
J^atWxjfo .. . Rij^erlsfcl à iùià ptfvae il '^ig. p#
Gafetaftìp suo fratello) e ^'eSr fine retdetoi^dlé gira*
iie dei Hbti, fhe .«4 h^ fleitinà^i, usdtj'^dalte
Saa 5tiMà)CÌsiiiirtà Aàj^J>^^ è thè aifté^tdò cbù ii*
>iHéiia, dol' «cyKtò *sieqtìSo tài atcò.V.ì
4«3-
\
«ìcordate « diglwsiìitmì ftroféisorl Burgbs eLak-.
nrint la mia •antica diyi^si^àe. Alla Si^^ Liurà
m particolai:^ rassegno U inìò òtò^ulo^ é voi
fdbblracalaHdè di citt>i*e mi dicd^».^
^1 Fate ^1^ ^i descnz\0hè 4elV vAilnio fefìòtttè-
<4id^ e ak:c€»àipagnato cdu ^khe osservazióne .,
mpoidatelò a itm fr-atell^) aceibcehè fo inserisca
liei dì^fftaie^.
^ Fieàn» 18. Marò ift4.
iV^ttttk sia la ^titna, bhé io Fó di V* S%
Qima^ e f^dto aknoare io lepmfesti^ egli
e sìoperflin^ che gliene faccia* ìiUòVl atte*
^tativ tiopò aveì^^Ie^ dat; 5 a àlfn^o proccuràtó
di dai^ a leiiii altre pccàsionì: e siccome ellA
ba tutto H knes^ito d4 piilto s%]ò^ è dirmkfìA
$c0tge tutti gFiii^blsis còsi può bèta dia accer-
tatisi^ che yiré ih me Uh . ardènte desiderio di
«ofnprc più pphferitaddU e r<èn4erie ^iù i^jtlsibile
questa yerità» Masa btìnelU esservi cert<è con^^
(ìii^hzè^ doFVe X amicizia non )>i3è far ^lielH
d]é votfebbe^ |iercfaè rattenuta o ittipedita ^k
i^alcthe altro onfe^tp ri^ardtì^ fxi te pérséfte ,
cHe tìla ha per cjoncotfmtl alla <^ctÌE*rft di Mo-
lale 5 ve à' ha alcuisa , xui fxet profeisQ stimai
affetto • Nbti vi ha uxo^ , the io {«i ac^p^Jri per
fiitìà^ cbe'^òft inineki air altra: Kfnétò queMò,
che leciklÉne^tè far |i0iso, tetea offesa 4i alccT^ ^
no ,
po^ egli si è starmene col cuore diviso ^ e coij
le matti alla cintola i Sono càtò die ella » gta-
dirà con la sua solita^ gentilezza, e riQsyeirà in
buona f»arte <{xitstk piia sincerità , e schiettezza
d* animò ^ e rimarrà persuasa^ chesenza un for-
te imfedipiertto ìo nx)h perderei questa occa-^
iioìie di se!rvirla, ^iècome ^enza un fotte cfispià**
cere io lion ine, la Veggo uscfrié di ihaho'. TTuN
jto q^!)p, thfe Jio ^Jótuto fare pet lei, ^eìtóaofr
fesa dci|' altVó , si 'è i' avere nisihuatò à quesfei
nostro ^ccìxb Ajfnjbàsciatbte tjriinani, cljè ^la
suddétta Cacttedrà VÌ iohq idi pteseiitè tMi coh^
corrtsnli ift Itaiià^ che darebbe ihutrle H cercar*
ne altri dì ì^ùal iùttito m^é^aCrirte-, éVìM^
tittciii j ond* egli persuaso cfi tal yérità non ne
Ba^jfattttmagglot r}Wrca, tiittochè sbliecitato pb
sia da cotesti £ccÀi Sigg. Riformatoti , lìi, tal
mòdo eia .Questa patte ella nm ha à tttrierè ijuàr-
vi conòotTepti , ed ài sup Vafoire réSta libero
campo per superate t^uègh che tiehe a ftonte .
Quello' che scrivo a lèi^ scrivo aìùchc ilP. fciò
fratello . Saréfcbè mia somiùà fflsgraisfa y sé da
ciò 10 yèWfest k perdere ptéssp di ìq, lina parte
di qfudla bóftti, che $em|)rfe ha per hiì cpn^-^
vata, e ^a cui '^ifi tostò '^fe ';^éjrò l>e^igdo tqm-
/^atftnejoto . . Riveristi à fciib iibme il '^ig. 0#
Gafetafio suo fratello) e ^dr fine reùdetodòle gra*.
2fe liei libri, jthe mj ha deitinà^i , uscit; ' "dalli
Joa 5t5frtà»?isiiiirtàAàrtpeJ:ta^ è thfe aittèftdò cbù fa*
^airitónia, dpi itùHtó ^sie^itìSo tid fiteb.V.i
4«3-
ig I £ T T E R £ D t
4^j^ ^/ P. Pier Caterim Zeno* 4 Fenezddé
Fiema 19; Mattlo iii9*
E* arrivato il tto5ttro P. Petricelli , e mi ba
portati con le vòstre lettere Zittirai avvisi
della vostra buona ^ute , consolandone così dop^
piamente e <ton la sua presenza, e col ragiona-
f^ a lungo , che abbiapio fatto di voi j Diie vol-
te soh0 .stato a trovarlo, e m?rcor^iabl)iiamod5.
sinato insieme, appresso r Eccmo Sig. Àmbascia-f
tore Grimanl. Da lui ho ricevuti i tre Tomi del
Giofnale, che mi ^cporcevano ,. e i. fogli iipan-
canti ì conqfe anche j:^ libro ideile Rime e Prose
del SIg. Marchese ^aiFei . In queste ho lette
con mio stupore alcune parole, che poteva far
di meno di 4ire circa il Giornale . Tralascio^
ebe dica es^er tutta sua, operarla Introduzione^
dove 10 ebbi iix particolar moka p^tto ^ e dove
non si ieggerebbqmo molte cose,- se iorpon glie-
le avessi somministratjS . Non fo pure alci^n con-
to deir asserire che vi fa con ,tanta franchezza^
non esservi di suo ner Giornale ^ se. non. quel
tanto , che nel suo ultimp libro ha fatto ristam-
pare . Ma* egli ha dissiriiulate le cose , che noni
era di sua convenienaia , che si sapessero per*
«uè 4 Ct>n questo ha voluto scaricarsi dell'odio^
$ità di alcu(iit .e lasciarla tutta su T altrui spai-'
le: ma dubito, che poco gli varrà rinteréione
e r opera* Avrà cercato di sacrificare gli amici >
iTia non per questo egli si jarà posto, in sicu-
ro
A V o s t Q i o Z t ^ o. tst
IQ dalla malevolenza di certe persone i che' lina
vòlta nemiche mai non perdonano . Tutto' que-
sto, come vi dissi, rion^mi dà pùnto di fasti-
dio .* Se egli foisse fnenp amico mio ,' di quello
che èy saprei còme vendicarmi asisai' Seue* con
uii estratto ' di ^ queste sUe 'Rime e Prose . Ma ié
gli perdono ogni còsa /Solo vi pregò di non ri-
céver più in avvenire da lui alcun estratto di
suo, altrùi libro j^ che ervi mandasse 5 e ^é
egli ve ne dimanda il perchè , ditegli ftanéamen-
te 5 eh' io così vi ho scritto , e' dategliene per
ragione , che come égli non vuol più esser cre-
duto per Giornalista , e ha ribrezzo che altii per
r addietro ràbbia per tale creduto';, óra nòli è di
dovere, clVe jnanchi di sua parola J e che abbfa
più mano in un' operai % che 'in tal qual ' mòd^
e* condannai Qìiestb non è un yéndicam diès^^
^i nta'uiì ubbidirlo, è un secondare le sue in-
tenzioni .* Fare io V Articolo ' degli tre Istorici
Veneziani , giaccliè Io* stimate tene' .Bel Gar-
zoni 10 ilòn dirò 'nulla, quando non ve ne «ia
pfecisa necessità . Lodo 11 P. ' Santiùelli per lì
sofrimarj fatti al ' Moirosìni • Nel Giornale sarà
ben fatto, che si specifichi ir nóme di lui .A
proposito di Andrea Morosini , avvisatemi , se pen-
sate di fare alle d^ie Yìte dì lui qualche anno-
tazipne. Io ve ne suggerirei alcune fonti . Vi
manderei anche copia dèi decreto della sua ele-
zione. Mi ha stordito T asineria del' Loviisa cir-
ca la- traduzione di quest' Istqi'ico in raccoman-
darla a chi quasi tanto ne sa di buon Italiano,
quanto 10 di cattivo. Tedesco . Avrete .ragione ,
se
Iq L È T Tr 4 % S ^ * .
^ ^sii^ Vedrete, qk^ V «Wl e V ait^<;^ g«tar^«n
tUtt^ l'opere 44 (5^r4tó4 fien^ibqf sarebbe òt^ii.
vpi^. 1 Volpi. li' er^nof «iisicilau 4aÌ Sig.. Piet^fd
^eqib(( ^(;ii|€ ia (enipo I • eh' ìd era in Yehe^i^;
tri qtì©st4 JjibJÌQ^eca (pesare^ vi è; w Prteii^a iqedt
tql di lui ; Se $\ fari T e^ìziaijie ^ io né 0tterra(^
CQpi4 dai Sig, Qeritildltti . Al Sigi px; Vc4fJiris^
^:<^àd(> C9à V peciosa ^ e pr^q ,* (:ii$ ricevecà it;( bqo«^
iiai par(é |4 $ci)sai,cUe foj socó ^ per pò|:ermi imr
fù5igt]iare ìsi (a^re i^cj sqpra 1* affare » di c\^ tnt
ik:rive; Vi ìodp as&^I^ei^ Ì^ Orazioni Mss; (h^
4Ye(e 4At4 ^ i^e4erìmó da stanipare he}^ ra^^r-
coìta i Io ve rie scrissi ^i^tecfideàtemerité . O qu^n-
t^ pii SQop. st^t^ di pia^iere \é Is^òvelle ìetter^rlè;
Ho 0vi^iii\}lL qi^ì U $it3iÙQte(;a^ Fàbri^iana; I^el
^ecdh4o tòmo di essia si fa \]^ ristretto delle mi^
t)i55ertazÌo£Ìi contro il Voisict; ^ià quivi mi si
fa dire anche quelìjpi ctìe lioit mi sòri sognato di
4ife ; Mi è liece^sarid farne uri picciolo Artico^
lo, cte servirà per qdaìcHe Tòmo. Girerà T Ab.
t^ardellaj osservate quello che riè scrive ilMòn-.
gitòre nel Tonio IL ctelii sò3i J^ihliaiecà Sicù.14
in fogliò : Sci 6:4' miei libri ; Scrivetene aì Val-
lismerii cKé, vi, saprà dire^ molte particolarità;
t^igl tltplp di ^latenìaticcf fu al servigio di que-
sto Monarca > siti quando era in 3arcelloiia: Si
Ai; naé rie parlò l' ultima volta, còri sentiménti
di stiipa; e vorrebbe il suo librò (U jinin^4,
^tàmpatd dall' Al^rli^zi , ^^ riori erro; in fogliò;
Fàt^rie Ugì)^i Mm C^U ^P P^U^^ e ni^d^tériiq-
li
Apé$T«XQ Zeno; ji
la con la prima spedizióne • Se non veniva^ i
voi. cicca^iqoe 4x nQnùnarmi il ]Farddla« '^ nod
mi ricordava di qùe$lQ sovrano coniando ; Essa
ì^ardeilà era amicissimo del famóso Leibiiizlo > il
qual^ \q nomina nella sua opera postuma » in^
titolata Otium H^nnoveranum i stampata in LU
psia i' anno 170$; in d. a e. 104. dóve si le^
gè un frammentd di lettera scritta cial Fardellk
allo stesso l con là risposta di quésto V anna
Ì697. Della grande Istoria Bruxisuieense dell' Ec*«
cardo io non he so altro > che quel tanta ^ cho
Voi me ne scrìvete \ Circa Ercole Bentivogliqi
avrei moité^ cose da dirvi : ma e t>eòq aipettar
di vedere il. libro ^ è per ora basterà lanie una
buona Novella con quello^ cbe ne sapete! Scri^
vetemi più preciso il, conteA^to ckl librò del
Monti ^ Boipgna^ il titolo ihi pace .assai cu^
rioso'. Tra i letterati morti dite , qualclia coca:
. del Cardinale Casini i Le sue Prediche dette liei
Palazzo Apostolico^ stampate in tre tomi in fon
glio dal (Gonzaga diFldmàj e poi ristam{iat;& duo
volte a Milano in . 4. sono le più ecceìlcadti l che
in questb genere abbiadilo. Di un altro insigne
definito in questi ultiini anni dov^ebbònn pròcQu^
larsi hotiàie; Fu questi Ekinieììicd Aùlisio ì^l«
poietaho^ di cui s^nto c|ié possaix) darsi ^a
lucè due opere postume^ Tuna ^ ScHaiis Al^
xandrinis ; V altra, dà tìistàrià Meikinae • Seri*
vetetie al Sig;. Egizio ; ovverò al P: Aìfani • Il
ìbgìid è pieno: Salutate tutti j e vi abbcacckl:
4^4;
1^ - f T X * R B j^ X
* 4^,4- ^/ Sì^* Canonico P*aolo Gagliarda n
^ * ^ 4 Brescia • *
Viènn4 31. Marxjo. 1719. .
LE moke oqcupazioni non mi fasciano moda
di scrivere più frequentemente né a lei, he
agli amici; e pefcò ella dovrà perdonarmi con la
solita Sua. gentileaza . Io per altro raè la passo
assai bène: per lo più in casa, e di quando ia
Quando coti qualche incomodo nella gamì>al So^
Ho st$to per la terza volta a' piedi di S. M» C*
G* per renderle umilissimq grazie di un generò..
so regalo fattomi di quattromila fiorini in ag-
giunta à' miei assegnamenti; Mi ha tenuto secck
a Jtaglonamento di cose' letterarie, nelle quali
ha tutto il discernimento migliore, che deside-
rare si possa , non che sperare da un tanto Mcw
narcaV Certa cosa* è che chi ha ' V ohpx di ser-
yirlo , I^a il debito di servirlo per sempre : tan-
ta e ta sua clemènza e bontà vé^so i iuòi ser-
vidori. Il Sig. Gentilotti, dégnissi^Tiq, blbliatecar
rio ^Cesareo é giudiciosissimo 'lettei;ato , con cui
passo sovente rpòlte ore del giorno non meno
con frutto, che con piacere, m* impone di i/i-
verirla distintaiiientq 5 'e meco al sonano si ral-..
legrà per aver vedute in un catalogo dei libri '
Campati e da stamparsi per cura de' Signori Vol-
pi dal Cornino librajq di Eadova il titolo delle
Opere di S^ Gaudenzio ec. illustrate dalle An^
notazioni di lei . Egli ed io abbiamo usata ogni
. ^ . ^ dili-
;. , A p o $ X • t d. Z.ìkojì Ij ^
4iligedza per ^trovare Mcxfoa, delle Vecchie edì^
lioni di Ad^lmannh^ nia ogni tentati vb è riuscii
to inutile f Ella nom si puà figurare qtbuito mi-^
«erabile iia questa pae9e in materia H buoni
libjri i Là Biblioteca Cesarea $ ebe io . sotio statd
a yisitaré per la ptìxia volta i xre avrà de' stam^
pati.» per q^antp giudicar j)os^b ^ oltre a LX. mila
yolumi/ ma.così cfìsordinati^ per/:olpa,del sito^
^he poeò Iftioii xìsg( se ne puhjts:tl Mi disse. f
jA.ugasti$siii)io Padrone ^ .che pensala all^ fabbri^?'
jbi di un vaso capace per collocarli j. Che le. dirò
poi deir immensa. tesoro de' Mss. che vi ho qì4
fervati alla isfdggita ? Sono' .due grandi sjiaozef
piene dall'alto H basso > l'una tutta àX Codici
^reci e orientali; l'altra tutta di latiòi. .Ve né
ho dissellati parecchi del Vi é.del yii secdbul
e aleunt inir èditi porporina a caratteri maj[uscQlr
H* oro i e di argento • i Ma dì ciò più ^port^m;^?
xnentei.Il 3ig* Genftilotti lavorlÉ alla . gagliarda^
féc condurle a fvaé. U catalogo » illustr^tb d^
lui con, belli$sime ó^serta^zlbili » e ,4ové inserir^
mólte, cose: singdtalri.nOfii pia statuivate. Abbiamo'
Ietta la jfiU dòtta iJisserM^^nè ^osta nell'ult^^
mo Giof^ndci é come 4 lui ésiagolarmentè^u^
eiuta, letta la primi yojta^ così, a. me ^* ^hie gii
1' aVcya goduta in Venetziai , ,^ maggibrpiehte.pia^
tinta: solito, cretto delle cose ottime ^ che fctt<j
é rilette s<mpr^ più, appagaoo • il Giornale mi è
troppo' t cùprei P^^M se.o«, é1)biaaintta|ascii^
ie per idesso il lavoro* Cresta premtira é tanto
Àiù iti me cresciuta , quantóchè 1' opefa mi è
fcata calda^]^erite taòcomandatai ^ <Ui preciso cà^
34 h^'^'^^^^^t
mandq di S* M. la: quale mi disse ^ che la giù-
ilìcava utilissima e dilettevpUssima , ^vendpessa
molto gradita la {Hr^seat^xioii^ > che gliene feci
di uà corpo interp , di cui aveva già letti t tre
primi T9mi às^ capo a piedi in tre o quattro
giorni r dacché aveva avuto T onore di offerir*
glielo. Vo pensando di stendere pel Giornalà
XXX1|. una Dis^erfaùone sopra il Dittico di
Boezio. Al fu Sig. Averoldi ^ che Iddio abbiat
in f ielo » n' eranp state inviate molte spiegazio-
m. Ella mi farebbe favore a proccurannene qual«
i:he a^ia^ Io c'incpntrq i^l seconda Consolato
4i Boezio il Musico infinite difficoltà » ed alcuna
insuperabile • Sento che Al Sig. Senator Buonar«
roti sia 4i opinione^ che il Dittico appartenga
^d'unò d^ figlinoli ^el jsudd^ttp. famoso Boezio :
ma neipm^no questa opinione è senza insormon-
tabili intoppi. In Venezia io gliene spiegai 1*
Inscrizione in tal guisa :"N0V0. ANNO. RE-
DEVNTE . MANLIVS BOETHIVS , VIR •"
CL ARISS. ET INLVSTRIS . EX PRAER
^RAÈTORIO . PRÀEFECTVS . VRBI . SE-
CVNpVM / CONSVL. ORDINARI VS . ET
PATRICIVS . La prego impiegar per me un' ora
di applicazione, ^dirmene il $yo parere, e quel-f
lo ^ejlo stimatissimo Sìg. piulio suo fratello ,»
Riverisca a mio npme di^tinjtamente il medesi-^
mo. Lo stesso fa <a lei il nostro Ippolito^ edi^
pr £ne ini omfenno**^*
¥i^
V.
A p <( $ T e ìl o Z s A p; 95
4(5. ^ Fm PUr CéUmnQ Ztm. a Fcnexds.
Vienne^ %• Aprile 1719^
Tl^e. giurai fa vi scrissi un' altra mia, nélh^
quale vi raccomandava cti non p^met^eret
che il Lovisa stampasse i^Pt Chisciotte cqL miq
nome j ed ora ppr ogni buon riguardo yi yac-
comando con efficacia lo stesso >(roppo standch^
mi a cuore , che non segua questo disordine r
Voi noi ricercate novelle del mio stato* Le avv
rete, avute distinte dal P. Petricelli. lononpos*
so che replkarvi lo stesso ; che di^ salute sto be*
ne» € ([orse mai non ho avuto miglior colorito.
Per! altro fo una vita nieschina , perchè poco e$^
co di casa, e poco posso reggermi in piedi, stan«
do indormentite le cosce , e troppo pesante la
gamba • Aspetto^ con impazienza il venturo me-:
se, pei; tornare ai bagni, i quali. forse, e mol-
to più la buona stagione ,^ mi gioveranno • Dopo*
le feste debbo sollecitare il lavoro ^i due Dram-
mi per ordine supremo: onde sarò occupatissimo.
Delle mie spedizioni ancor non si e fatto nulla*
Sono con poco danaro,^ e con molto debito. Qpe-
sto non è mio picciol travaglio.
Se vedete il; Slg. Compare^ Patarolo , ditegli,
che mi conservi nella sua bupna. grafia , e eh*
io r'amp e lo sjimo, come debbo 1 Vi ringra-^
zio delle Novelle letterarie • Qj?ì per altro mi
par d'* essere sempre più fuorV del mondp. Nul-
la si sa di più di quello che mi laive^
' 9,' \^ ^ ^^
t9. I giorni passati sono $tato più di ^ae oté
col Sig. Gentilotti nella BiBlioteca Ccs^tea I J?
ìjn tesoro incomparàbiilc . Contiene più di éà*
mila Volumi stamj)ati i 1 Manoscritti ' occupano"
due grandi stanze » V una tìitta e di libri Greci
e Orientali; l'altra tutta di Lltirii é Italiani:
\le veduti ciÉdid di somma antichità ; é^e^doiie
di. quelli fino del V^ sècolo » e due fra gli air
tri in.èarti porporitiaì a caratteri majukòli i^
orò ed argentò • .Ve àe sonò alcuni ottanti al-
^e cose nòstri^; ina il più . sitigolàfe si è uhoin^
carta . pecora Coilcernèrite ^li Statuti atttlcBi det
la Repubblica , ^compilato dà Jacopo Béhaldo ^
che fu della Ghiesa di S. Pantalone, e Caricet
ìiet Dùcale i e poi Vescovo di Véglia Hel ^310.^
Fra questi ito, altresì veduta la Vita di Carlo
Zend scritta latinamerite da Morisigi JsfcdpoZe^
no Vescovo di Feltre,.e pòi di Padova 4 di cui
parlai Ilei Giornale. Di òoiticfae Catide Gernia»
ijicbe ve tf ha un diluyid . Nel rivisitarla ctié
filò, avrò campo di veder iluòve cose; Là ptu
ma vòlta .riii ha confuso e spaventato il grarf
nttmeitò^ Vi abbraceio con tdttà il éuòfd i'é
SOtLù ••••'/
46f. ^ Siii Jindreà CtrtiM^ro, i Venetiài
yUhnà i^i jifrili ijipi
Appéna ricévila la vostra lettera ,* vi gittai
sopra gli occhi sii le- prime, righe con im-
pnìttìaz , sicato' éi ttovarvi il féKcrd avv^sd adi
buoft •
hì^qn paÀo della Slg. Cognata : ne mi ^ono pun*
tp ingannato^ trovando quivi > che ai ^5* del
xpese passato sr le orq 5. e mezza dèlia notte
^^ ha 4^tci alla luce ph bellissimo Émciullino
piaschio, che Dio Signore prosperi e conservi •
lo me ne sono ' rallegrato , e me ne rallegò> fon
Yfti di tuttp cup^e ; e se; bene, nel {;^atte;;EÌ$rlo
non vi è riuscito di averne per compare alla fon-
te il P. nostro fratello} noti éperò, che egli ed
io ^qn YQ ne siamo obbligati , conici se la. q^
sa avesse avuto il suo effetto • Poche cose mi
restano a dirVl in risposta' alla vostra lettera ,
poiché non ho tempo di farlo, mentre fra poco
dp^bà chicle appiedi di S;. M, per/suo pt^ciso co-
mando f P^r la cosa, di' quel mOanosbrièto del Sig.
M. Suarez non vi prepdete' &stidio • Già poco
più mi curo di averlo. Quella è una faccenda ^
di i:ui uè, pur Itti, degno dì^ ridordarini • Approvq
I4 ristampa (ìel. D. Chisciotte, che ne va feoen**
^ il Lovisa; ma p^ego anche voi di non. per-;
mettere che vi sia postò il mio nome , mentri;
il CQmpQnimento è pìu l^^^e del Sig. Panati ,
che mio. Di. questo ho scritto anche al P. no-
stro fìàtello, e al Sig. Gio. Batista Recanati,
Quià^dp vedete il Sig, Cavaliere Antonio Lore-
dano, ricordatemegli. buon 'servidore /A guest*
ora sàr4- uscitq dd Lazzaretto , Ma a proposito
# Lazzà^tto,"è C|li fuori il pxior Sa^edo del
|U0 travagliò? Ho impazienza di saperne ilpre^
^iso « Tante^ morti jmpìrovvise cosstiaccadutè sonq
4irgQ]^ento (U spaventar ciascheduno é Quella poi
4cl Piovano 4i j|« Martino^, che e;a iniq^. àmi^
- \- ' - C J ; ^ ^ CP^
58 : t I t T è R 1 D I
co, mi ha tocco nel cuore sèfìsibilmente . Iddtó
ce ne gpaTjdi tutti; iiia tutti sttamo- prq>arati ^
come se di fatto ci avesse di giorno in giorno a
succedere ; Fo fine ^ perche l'ora sollecita. Vi
raccoiiiando 1* occluse * Abbracciate 4a S{g. ^Ma-
dre , ie Sorelle i i Nipotini: riverite la Sig* Co-
gnata ^ i padroni^ e gli amici ^ e per fine ini
dico. •• i
457* MP. Pier Cdtirinè ^cnoi k P"enexJi^i
t^ìtnnà zìi Acrile 1719.
/^ tJandò , vidi coti gii aitri Mss. nella Libre-*
Va^ijria di. SS. Gio. e Paolo tìiidla Orazione di-
Bernard© Navageto i lo vi fui ^ col P. di
Mohtfaucon ^ e i libri erano allora in nionte i
poiché si accomodava il Vaso della Libreria .* on*
de, non éssetìdovi di poi più tòràatò 1 non sa.^
jprei indicarvi il luogo ; Ove que* buoni Padri
possano averla ripósta; A voi dono ogni ama^
rezza, che potessi aver conccputa con l' amico 1
ài quale anche scrivo questa sera , e à voi he
taccomandò V occlusa ; Per altro vi giuro in buo^
na felle ^ elisio mai iioii ebbi animò di Vehiréà
iròtturà coti luiì il quale e solito a mancai: qìial-^
che volta più . di buon giudizio ^ che di buda
euore. Sopra questo fatto rion gliene sèrivopà*
rola^j é già lie ho perd uta ógni ricordanza * t
giórni passati mi sonol^opetatò per lui^ ésarò
per farl<i. anche .iti avvenire .' Rileggete j)erò V
estratti del iuó libro 4 In simili <x:casìoni suol
égli
kgfi sempre lodarsi^ ajr. eccesso... Per cmi%mesi
pressione i che pec compiacerlo ^xxt, vqlte ìm Isu^
ciàta correre j qUftsi yetmi 4 .»>tturà cori un al-
ttg^de' miei .amijpi,: Hoj^aroj, <be si nspoti}da
al Garuffi.^ nella cui ììissertàzioae io conres-
si alcuni sbagli sopra cose ì delle quali np^ et^
la sua (|ùistÌQn^i mi altri: ne osservai, i checoii-^
ceni^Vànò il suo soggettò j dove nodpotea Mct-*
ter inano ^enza mutarne il sistema ì
Io sto metteiido insieme molte cose per In
Dissertazione intorno i Boezio i cijirca |a<:uiieg^
geftdi vi prego ditmi Ù ^^trd $entMiientQ: Io In
spiegò in tal guisa i N^v^i A^niJi^ieùUtt MjiN"
LÌrS nOETHIf^S Vlk CLuìRÌSSÌMP^S J^T
ÌNLFSTRIS EXPR^ÉFBCTO PkuiÉTÙKfO
MX PRJ4EFÈCTÓ rkBÌ siCV'NDV'M CIÒN^
SFL ÓRDÌNARÌP^S ET P^RÌCÌTS. VéU
tire prime tiotc deiìar leggéndat tìori sonò àfett;©
Contento i %é bene convengono ai èempò i in cui
ài assumeva il Consolato ordinalo .* txia iion n\ft
Sovviene di meglio; Pei: T dtf<e che succedòboi
io ne Sono affatto persuaso f Htì tiotaté è lò^sèi^
vate molte cose intórno à Boezio lion più dét^
dà ^aicuno ^ ;0 malamente intese i ^ con disorclì^
Ile di itempi • Credo che étrò ^jùalcbé cosà di
iuono; ma ciò che, costi farei in due settimalaej
4ui sipti posso tetminaré in due inesi ì .per ìioa
aver libri ^ e ;per dovere qi^à e là iiiendicarli «
Bisognai die voi mi ajutiate; Osservate iti Go-
drono » e negli altri autori Credi ddià Isrocté
Itizantifia i jse ^ tlui iì [fi alcuiia nienzione 4
itiC mkì iiltri Ìstj»:ki vi sorìp i rdod tòmi iii fise
G 4 glio
ifi ' i f è » IH * tof
;}i0 ddh Bibliot Ms& del Labbè Gesuita : I^Iel
tonao Vi è una breve Crankhetta Remense ;
dove $1 pàrU deUa mòite^ c^^ lui sotto r anno
^24^ kiciopiaiietni il passo , ' e s è ve n* fia gualche
^ altro ndr opera sopraddetta', notando il titolo deif
opuscolo, e là pagina del Volume . Non so sé
pe parli Zonara; e Gio. Maiala. Il primo ènel^
ila vostra Libreria del Conventò • Ù secondo \
credo che sia' prèsso il Sig. Recanati. LTAnonì^
mo antico e coetàneo a Boezio , pubblicato^ dal
Valcsiò In fine dell* Ammiano Marcellino da lui
illustrato, mefte, che^oba^io fu fattq mprireds^
Teodorico in agre ÌO diventi APtoV Mi' sapreste voi
dire qual' sia questo* agro ' Calvenziano ì Gli al-
tri autori ' Io 'fanno morire nella prigione di
travia ^4 Mario Cronografo antico dice in ter--
riterio MedioUnense\ Pu^ essère che qucr Cai*-
venziano' fosse luogo ^el diistretto di Pavia. M^^
chi può' assicurarmelo ? 0sservat« di graziai' Itsfc
lià deir Alberti , e quella del Biondo dà Forlì t
ma molto più l'Italia Antica del Cluyério, el*
Orbis antiqutis del Cellario • Qiiestb secondo sta
fra^miéi libri Geogràfici* Ma ^opr^ ^tto osse/-
•vaté^* se ve tie sia vestigio nell* anonimo Geo-
grafo Ravennate,' che è firaf miei libfi di autoii
antichi in S. grande, legato alla rustica : ansa
^uesf ultimo libro niettetelò nella cassa, che mi
«pedite . Non so se Luiprando parli di Boezio »
io l'ho fra' miei libri in fòglio : credo . che sia
£ra g}i autori Latini antichi . Non^ finirei mai ;
f e volessi dirvi tinto il mio bisogno « Crami di4
inentlcàtQc di ^firvi,. che sabbato pas$atpsohQf(%
$0 più 3i uiì*ora e'meztb toh & M« 4a cuiso^
ina <{>^^ più cdn&i^ che inai , per la sua sovài
mài xìtùìéhsoil Mi ha pttoieàso * qùartiero , é di
scdledtaj^e'lìb làie sptdSfiòxd. Cs>n che ^bbntc^
cjiatidoyr iono/.*, * '
4*84 ^ JP% B^Mésrdé de EmÌììs. 4t VkttixJU<,
FSemd ^z* Afrii^ 1719*
Il Er di^ei^ inotivì principalmetite mi è stati. ^^
/^ trenàodo grata la Ictteira di V: B. M, R<|àr
l^^o, perché d^ quella hi» inteso il suo felice»
se bete tarda airrivp ia Vene^pia; e 1' altro, gei
avenni ella partecipalo con c^sl 1' ottimo ststfp
di tutte quelle persone , che singolajimènte |ni
$€ipò. caf:e: ónde dell'. Uq^ e dell' altro favóre '
*^io in(^ le coàfesso 'ternato • Q^ai^to {aù nella
s^ lettera pii nurtté in vi|ta la beUa coir^
p^LTsa, che fanno' i ipei lib|i ideila' sj^anza^/ dof
yé;orà son collocati, tanto più in me fa crest
cèrna il 4csidetIo , che pur troppo ' e in me grào-
<lp j ' conoscendo per isperiefia^àt q^is^itqinaiaqieif-*
tii; si. possa senxa libri studiare ', e massimamente
da. £fai gli abbia raccelti secondo ]e spe .mire
particolari • Ma questo punto è bene > che noi^ >
ip. si fetmi i lungo nella ^ fantasia \ Qndé' pas^e ^
rb a dire a V* Pi M. Rda, che tuttavia stogo*
(fe|ido o&ima salute, e che la gamba. ógni gior^
90 va rin'i^rzando \ laonde con la buoì^ «tagio^
né ffiiero che pot^' reggermi e camminare' co»
tpiiuxre iacptnodpj $<; ;pofi potrp &floc99 l^^pe-
. ' ' di^
ditezatl cfi prima.; Concmua la Maesci Cetacea i
tìgoardfflrmi coti la solite, beiiigoiti e d^ri^^àxaLé
aftnmetténciòmi ispesso all' òiidre déili sua visita «
e {set più d'iiha ibrà facendomi la gira^la^ di^co
trattenermi à privato ragiodanieiitd a IlSig:Gea*
tilotti m'impone di riverirla ; ì giorni passati
iono statd secò alU Bibli<lréc&Ce3area^.iÌQyeào^
trovato di libri é di cddici iìtt tesòro idcompl-
irabile i CotìL itti è col -Si^^'. Riccardi i la cui bel-
la libreria mi ha sorpreso , si é più d' udà vol^
ti ragionato cìel inerito siiigoìà^e , di Ìeì| è 1' a*i
sicuro die si tiltti è spiàdutdl' averla qui persi
. |>ocò tempo goduta; Qiiestd di^iacere-mi si ai-
leggéricà sommamente $ se ella si compisicera &*
K>rifrai de' suoi Hveriti cgmaridi i là qui la fo pa*
dirone di tutto me stesso^ e costi de ' miei libri ,
de^ quali la :p)régo à Valersi a tutto suo piaci«
mento ^ Il Sxg. Ippolito, se le ricorda bilon servi-
dore>^ ed ró particolarmente neilé sue sante òra-^
2Ìoni i ^ iielìa sud ibuon^ grazia mi raecòmaA^
àov
* 46]9, ^l S^é Antonia FallisnUri; dPsJmd^
Acciocché non abbiate più a. dirmi»' cfié soft
pieno di morbino , vi rispondo c^òfi fuono
àx serietà, e gravitò istoricò-poetica . Sto? hyenc
di salute '> alquanto nieglid della gimba^ e prò-;
sto lo sarò^ ancor della borsa » Nei prossimo me-
se tornerò ai ba^i « A momenti darò (principici
a due
/
À p o i r 6 z 6 % s ik ò: 4f
4 dòe i&usvi dràihmi : il che. vi. partecipe) , ac^
ciónche iioit cirediacé ì . eh' io m^. assassini , cònM
qui ifahno tàilt' altri j U denaro Imperiale^ sem^
far nulla; Due draninu ih una vòlta peruiiì^òe^
tà quinqùagenatio ; dopò averne fatto più di tré
dozzine^ E poi vorrete i è direte ; eh* io abbfal
morbino ?. Noii mèrito io più tostb conìpassioné i
che invidia ? Noii he voglio dir di vantaggia
jper non iscenìarvi il piacere; chepef aìtrò avtei
te coiicèpitò. per là mia bucma salute ; la quale
hofid^ altro mi fa temere; chef cbdl'essei: tròppo
buona; mentre m^ ingrassò come uii pòrco ^ e mi
riluce ia pelle del viso pia che non (Fa il i?uiò
della geiitii lucciolétti ; Che dite! di questa ga-^
lante simiiitbdinej ^loii T attribuiste di grazia ài
kiotbinò; che lioti ho; ma alla fantasia ^ ed all'
estro poetico; che si pascè d^imitaziòiii; M^ la-
sciamo le burle^ e veniamo alle coglionerie ; He
Veduto il librò /del Marchese Maffei: Qiaestotltf
ili fatto più ridere; che entrare in collera ;. fi*
assai pia quello eh' egli ci dà ; di quello che et
he levi; onde abbiamo occasiohe di restargli òb^
bligati; anzi che nò: Aióini di que' suoi còm|K3Mi
Cimenti noti terminati mi sono spiàduti^ inenè
'ikgii altri ;^^i^bé finiscoii più presto i Noti di-
co ; che in ntolri non vi si^ del buòiio ; e delT
ottimo ; nìa uhi inegualità ; che ttovò hel li»
bro ,• mi disgusta di molto é Voi avete toccàd
lilcuni putiti dei priticipali : ina iiuila ini dite
intortio à quella sua sentenza filosofica y che -à
ine convieri venerare», perché del vbstte riVifiri-.
tò liome è fregiata < Aspettò } chd me lai £ómu-
ni-
4f t I i; T ? a f |i t
mc)i^t<; a risposta, di quesu .Potete fiumeocf
Cotifidqiza » poiché $iete siQurq della mia discre^
(èzza. Tuttq le lettere» ch^ iqitóraQ a questa
pn^rticplare mi avete sqrltte , sono '$tatè da me
epns^nate alle fiaipme . Prego voi pure di far:
]ò stessp di questa mia ^ 'Qiò che ci scaviamo
^a fioi, non è bene chVua giqrno gorra rischio
41 esser vo4utq dagli altri, U autore ìSnaliijepìte
è nostro buon anii^o ^ e col riguardo dell' ami«
^izia ncil dotìbiamo compatirne , e scusarne i dì*
letti • II) grazia di quella rispettiamo 4^cbe que-
Iti , Iji ^^uo t^uscorsQ noi| YÌén^ da cuor ii^li^
ziosp, ma da testa troppo calda' , P^r altrq iq
l' amo di ' cuore » e ne stimo di molto T ìqgegQQ ,
j^e non ne Ipdo il giudicio. Il suo ultimo libra[
9&n (a pUfitQ» ch'io V ajni \meno di prima » e
aòno Ipèrto» eh* il vostro ^el coòre ss^rà di egual
se^tim^to. La yostra //tarda 4^a ùen^erazione
énxi UX{ op^*^ degna di voi, e vi farà più cmcv
X!^> raichòi (ara i^uovq sistema-, ónde entrereti^
fta gU Automi classici» e^ecèssar). Il Sig. Ca^
^alier Garelli vi saluta caramrate . Soi^o statQ
a^ vedj^r la iyi^ Libreria » per verità $Qelta » nu-
merosa » e da grand* uomo • Vi ringrazio delle
|(^vità]i.<;he mi avè^e Comunicate • Più di tutte
ilii.' è piaciuta qtiella del guaijiniento de" S$ig«
Pple^i^,,^ Morgagni* ^aiutate gli an^cl, » 9ur^
gos, Laa;zaripi» lucciolati» Al Viotti » q tipi\i,
al quale ditele ^^ che ^to in attenziònq di sua
Risposta. A tutti: di casa vostra ^^ordat^mibuoii
^orV^ore 5 e vi ^bbr^ccip . , . ;
47®-
ÌÌ7Ò. M Sti. Msrchese iSUéùrdì PoVtnìi
m faÀèvài
••< . . ■
It Sig. Vàfìisnidri mi hi ictittl la vòsd'à indi--
sposiziòne, é tanto in me he é durato T\tì^
frescimedtò , quanto Uà tardato a gitiij^éfmi \à
liótizia della vostra ricuperati salute. La vdstrs^
à me éatìssima Ietterà ha finite» di rassicuf^aitni^
onde per qWta cagiòiie ella ini è stata oltre il
solito ^ é pia dell' altre graditati e àuito più, n^
trovandola da capo .a piedi ripi^tìa di qùe'corté^'
si sentimeriti i cUe il vostro amore vie pitf chef
il mio meritò v vi suggerisée • Attendo octa^
sione ..di spedirvi le qoaLttto tópiè^ d^Ue leu
ésfe Keppleriarié • ^o quanto sieno gratosi ì
dazj dfi Vienna a Veneiia , «e però mi prenfe
di rispàriniarveli • ¥i riiigrazió intanto dèi /ivo-
fé fattomi in prodfùràriie lo' spaécio ì Présente*
mefite si ita imprimendo il secondo, tòmo deU^
òpere di quel celebre Cesareo Ast^diiómò ; ddve
credo che ^arà Impresso il seéóndò Coméf&ark>
(& esso 1^ sMUm AidrtiSri Io tftiió 9^nó a 12^
^onatAentò còl Sig; Marinoni » Mattématico di
S. M* e persona verameitté de|nà della vostAl
kima é. amicizia. Ha iina raccolta mmierosà é
ieelta di libri ^ e. principalmente Matematici $' ed
è fornito in eccellenza di ò^ind struihttti • Sof
90 certo, che vi sarebbe gran piacére il vedere
Hi e lo^ttù fi^ U |iodeÉ« li CÒàVctttseioineaM^
^ìle e detta del lor possessore ; ma noti ^ìs^
perp di avere aiacbe uà giórno questo conten-
to. Ho Inette le Cavità letterarie, che mi avete
comunicate se mi sono grandemente rallegrato
4el disegno da voi' poncèputo ^i illustrare ed
emendare con psserva^ioiii e con note i libri di
Frontino intcarnq agii Jt^qu^^Q^^ • Pochissimi vi
i^ |>osca mano a correggerli^ ma pochissimi an-*'"
Hora^ sono stati capaci ^^ farlo. Per ben riuscir^
yi è necessari^ scelta erudizione , e ;nolto pii^
grgi^ po|Sse$$q ftelia scienza delle acque . Circa
redizioni di questo opuscolo io ne ponto nove»
cioè due di Firenze 1513. 1522. due di Argen^
forato 15 4j. 1550. ^nx di Parigi con ^Itreope-
K[ del Panvini 1588.' quella di I^ida con gli
Autori ile re mlitàri 1 607. replicata in Vesalia
i#7o. una di Amsterdam illustrata dal Keene-^
aiqs e quella finalmente del GBeyio Tom. If^:»
AnfiqJ Remanarum . jNfdlaf pubblica e Libreria > di»
Leida si conserva T edizione Fiorentina del 1523»
con note marginali Mss. di Giuseppe Giusto Sca*
ligero •: Bisognerebbe far diligenza ' per viverle •
S'^o q^i avessi i miei libri j^ troverei molti luo-*
gitd 4el suddetto^ libro qua e là esaminati , e
splegatèsda var] Critici ♦ Alcuno mi ^sovviene jdÌL_
averM.iUJ^tato nejle Osservazioni ^el p.^ Andrea
Spetto; Gesuita. Proccurate qualche podice perle
varianti lezioni . Un podice di Frontii^q era pres-
so il Marchese MafFei : non jmi sovviene se fos*
4e questp^ intorno ?igli Acquedotti, yoi potete as-
sicwarvene • Il Zanchi i^a finito di scandalezzarmi .
Nm yolecmi restituire il mioMs. perchè sa che
sono
A 1^ q 5 T Q X p Zi n o . 47
^no in Geimania? Cbe bella ragione | Mirallegro
. ilfiir acquisto che avete fatto dell* prtelio perfet«
to. Anche qui è rarissimo^ Al Sig« Marinoni ne
mancano alcuni forni ; ma ha V uno e 1* altro
della macchina celeste . Riverite gli amici , e
partifolarmente il Sig. Conte Alvaroito . Alla
Sig. ^ornare, al Sig. Marchese yostro Padre ^
ed a' miei figliocci dispensate i miei più cordiali
li saluti. Il Sig. Ippolito m'impone di riverirvi,
ed io per fine abbracciandovi resto • • ^
47 X. jil Sii. ^^dns fomaro • 4 Venezie^.
MI ha fattp ridere il modo, con cuimiav-*
visate, che il nostro Abate Vianelli ri-
ceve le mie Jetterej e penso, che voi peabbia^'
te indovinata }a cagione, credendo, che non
per altro egli differisca di aprirle, e di leggerle,
se iion perchè abbia bisogno di studiarle un po-
co, non arrischiandosi di leggerle 4i prima oc-
chiata. Ho caro^ che il mio Oratorio vi ^iaf^
ciuto . Qui universalmente ^ stato jgracjito , e in
particolare da S. M. che a me in particolare ,
ed a tutti pubblicamente ne ha 4etto ogni bene..
Il Sig. ^onte di Savallà , Presidente sopra la
Musica, mi attestò di non aver sentito il mi*
glipfe; ma di questa lode io ne cedo ^an parte
al compositore di musica, che mi ha seryito as-
sai bene. A propòsito di questo vo farvi ridere*
Ne' foglietti stampati di Olanda rì è detto, che
nella
4* tii^ftkktit .
àella Cappella Imperiale è stato cantalo linbéL
ITssimp cbmpoiiimento intitolato Siisra , poesia
del Sig. Apostolo Zeno, IstmricQ è piets Ài &.
M. C e Ci Maestro di Gk^elU i G^iutiUta M
S. M. G. è C. ed Ifihruttort nella Musica del^
le Serenissime Arcidnclksse Giuseppirte. i Che di-
te? Non ho io dei nuovi titolili in.QÌanida, c^é
non tùai spero di ottenere in' Vienna ? Vi par
^gli poco èssere Instvdttpre^e. Maestro di Gap*'
pella di due Serenissime Axctdyi^tsièì Senza c^
mandarmi donde sia nato questo majuscolo spro-,
positò, voi ben vedete^ che òi" viene dall' essersi
dimenticati gli stampatori il ncttne ad Persile dor
pò i doe titoli, a me. convenienti. Ho intesaiqn
molto piacere T assoluzione del Pricir Sagredo'v
còl quale vi talléércreté di . dò ini mio home.*
Che pc^i 4' Priori sia stato levato con decreto il
godimento dei 4I spidì pjsr collo , satébbe vera-
tìieote sdmmo piJegiuc^cio , anzi precisa rovina'
defili: carica» ch^ isfé^^a tale ixtititi dfon è possi-
bile di potersi sostenne da ungalaùtuGfmo.. Ma
poi pensando, che i mercanti e speditionarj da«
vano prima di propria elezioàe tal soldo a* Prio^'
ri, conftinuerahno^ a dztlo anchfe in avvenite' /
ùon èssendo, gravosa un atto éhe è volotftario /
è i Priori contlnueramio a: prenderlo dà es^sicoV
flic dònd gratuito, e jtidtì a titolò di pagatmeniio ^
il tempo vi fera conoscere, e credteré qoairto ora
vi scrino. Godo .estrèmamente dissentite Tottiw
fQO stato di tutti i nostri. Il iifale di Alvise S2f«
fi: male da fanciullo «* prestò viene, e presto pas«
imi Qyelto detta Nònìia Rubi i ìxOìsitAsie ^
Apostolo Zeno. 49
poiché e un male di quasi 90. anni . Può tirare
innanzi , ma non camparne . Un cordial saluto
alla Sigr Madre, e Sorelle . Ricordatemi buon
scryidote agli Eccmi Sigg. Andrea Cappello ,
Cavaliere Morosini , Go^te Giovanelli , Agostino
Soderini , Marco Miani , Gianfcancesco Gotitari-
ni , e buon arpico al Sig. Vicenzo Zeno , al Sig.
Cassani,H;d agli altri; e pier fine con un te-
nero abbracqiaiiiento ^qii fottoscrivo , qual w-
no * . f «^
.. 47Z^ ^ miiesimfi. a ^Inezia.
Vienna 13. Maggio 1719.
SE voi e tutti i nostri, stan. bet\e , io purè so-
no in buona salute. Con questo principio di
ietterà costumavano di salutarsi e di scriversi an-
che ne'tcìppi antichi \t persone iQntane e con-
giunte, odi' parentela ò di affetto 1 Io mi servq
aUred dello stesso con voi, che mi s^ete e fratei-
Ip , e compare, ed amico , pc£ significarvi il mio
stato , è U piacere che sento in intendere il vo-
stro . Qp^ta séi;a scrivo dì. iiuovo ali* Eccmo
Friuli, e occlusa ne trovet^e la lettera » Circa
il prpp9rgli il Sig, ?• D- per suo Segretario,
non vi consiglio di farlo, non perche il sogget-
to npp sia di tutta abilità, mentre per tale il
confesso $ ma perchè sarebbe inutile }h farlo ,
meptre non si. suole eleggere dall'Eccelso Con-
siglio cU X. alcun Segretario pressò i Veneti
Ambasciatori » il quale -x|on sia atti^ di Can«
Tamo III. "■ ^ ' D celle-
50 , 1 È t T « It i » I
celleria Ducale , sta ordinario, o sia straorditìai-
rio, cioè del numero di queUi, che sono ihx^^
pettativà per essere surrogati in mancanza di ai*
cunó degli ordinar) . Circa il Salariò destinato a
chi a questa Corte sostiene un t;al pòstd ^ ùów
è meno. di 30. ducati al me^; é cosi lohapré«
sentemente questo gentilissimo e digiiissimo Sigi
Segretario Marchesini ; al quale non fessa dirvi
abbastanza ^ quanto io mi trovi obbligato , è
quanto qui universalmente per le sue degne qua-
lità sia fivclrito ed amato . Salutate tutti , e a
nome anche del Sig.^ IpjK^lito abbracciandovi i
àono • • • •
* 47 J* ^t Sii. Antonio ralìisnierii
a Pàdova.
FiénHÀ J^. Ai^iiù 1719^
Quando si ha età .parlare da burla, rlspdndtS
^da burla, e. quando sul $odo , sul sodo atl^^
Cora rispondo • Il vostro Trattato Intórno alla
gtnerazione JUIP uomo 4 siccome è opera degni
del vpstro nome e dèi vostro talento, cfosì ^-/
che è degna di es^e offerita a questo Augu^*
étissimo Monarca , il quale siccome ha tutta la
^tima di voi , essendosene anche i giorni passati ^
dichiarato col Sig« Gentilotti , suo dotto Biblio^
tecario ; così noti dubito putito che non sia pei^
èriadire di vedere in fronte al vostro libro il*
suo nome • Sopra di questo particolare noti ho
mancato di pàrlaf tubité col Sig^ Cavaliere Ga«
rem.
J ;,. A p o 1 1 o £ ò ' ^ 4 *^ o . li , ^ .
rélii^ .il quale ai è ttioltràto ptmitisstttié e fi|i
vorirvi in questa occasione, e ad- impiegati! (>6r
voi appresso S. M* alla quale io noti ho mòdo
pelr dira di faiWlIafé, |>fl[r ésmé €6À k Gortè ì -
Luieniburgo , luogo di siid divertimeiìto per le
cacce i lontano di qui quattro leghe in circa .
Abbiano e$jd Sig.Òivalier Garelli ed io ùnica-
mente concluso i esser bene che la dedicazione
sia tìtt^ tori sua previa saputa i td egli si è
dàricatd di parlargliene al pritód iiicdhtro i cìM I
gli si presenterà più O^pòrtùtìo l Da lui mèdésii
flid ^lìò essere, ihe ve ide sarà ^cf ìttd in.q&est^
drdihitìoi Dofk!Ì aver {>arIato di questa Dedita^
2ioné , si^n p^i Venuti iti fagionamentó intothd
4 un stìèolido puntò ; ti essendo egli per la ^à*^
tjtéà éht ha della Corte più versato di mecche
éi soho noVitiò^ tìii ha rappresentato ^ c&e neh ^
le pi^esenti còhgiunturé tikin si può sj[)érare ^eif
t&i uh pretiiio ^okrtispàndente alla dignità def
Meèeàate," e 4 merito vòstrò - tìit però A fa*
ié^he èghi sfottò perchè abbiate ad averev uiì
tontraiegne Onorévole della Imperiale munificen*
1^ in uria collana d* oro , o còsa limile . H6
yoiuté scrivétti ogni coisa còniidehtetoerite , tìòH
k&ciatidò di dirvi $ che a tutto il tagionamem^^
del Sig: Cavaliere ho mostrato di dare tutto V
atfséhid f^ la mia parte 5 soggiugnendoglì i che
i Vói ptìre irebbe par èsser ^r^to tutto quèUW
-ffcé e' fosse per dpórare à favor Voitro in simi*
le cdtigiuntura . lo mì tegolerò poi secondo il
tcifel»e ddia tis^stà i che sarefJTper darmi , e
ìmà ^teebe<fe^ £ fare anche dai caatóf mio qua*
DJ passi i^
%9> ' . i. f T T B R E D ;/
pa^sì 9 f he giudicherò esservi 9norevoli e van-
taggiósi .... '
474. ^/ ^is* f^^Ure Ant0nfrìmcfsco Marmi ^
VUnna ao» MduU 1719.
ar niente mi stupisco , che quel Gentiluomo ,
^ di cui V. S. Iliiha nii scrive nella sua lettera ^
o non }e abbia risposto » ò qpn a(>bia passato alcun
gfficio per lei neir a^are cpQsaputQ) poiché questo;
è 1 costume d^l paese , niente Vad^re alle per-^
§one lontane , e ppchi^simo alje vicine , quand^
non sia in CQ^a di proprio servigio e yanta^io ,
$opra d^ qpe^o io non ipi st^nderq maggipniien-
te, per^h^ teme^:ei di dir trpppo*, § ^Ip le ac*
cennerò in generate , cfee assai più focile è V ac-
cesso al Monarca, che ad unp del suo mini$t<?-
fo. L'Elogio steso da lei intorno al celebre Sig.
Magliabechi non è ancpra pervenuto in mia ma-
no. Il P. mio fratello mi scrive di averlo rice*
yuto .e letto con s\xo molto piafere^ ^ che me
lo invierà con prima occasione . Teme , c|ie pel
Piornale ei fia alquante lungo: di che io le.
scriverò espressamente , dappoiché V avrò ricevu-
to ; e mi varrò di quella franca confidenza , chjB
la sua bontà mi concede . Al Sig. Gentilotti hq
comunicata le belle notizie letterarie , che alU..
^ua bontà e piaciuto di notificarmi in queste p^r«;
ti 5 ove o non mai giungono, o molto, tardi ^.
iCpn questa occasione si è discorsp a lungo 44:
merir
\
À p ò i r o i o t ì u 6 j ^ j
imitò singolare di lei, clie-a qucst'lndgtie ké*'
terato è mòrto ben hotó, ed in prezzo ; Hb poi
godu^ in estrèmo <fell* onore fatto' dalt A. R, dJ
Sa Vè|a a cotesto dottissimo Sig. Corsifilani ^ chd
motto bene sostarfal col suo talento e Calore il
peicJ ònofóvoie dà un tanto Principe raccoman^
da^li. Il Stg. Cigli ha tutto il torto di preni
iJers^la sedò, o colSig. BenVóglieitti, perquan-*
to mi è convenuto dire nel Giornale a raiagiifv
stificaaiótìe; e neslsuiio fnegliodivftic può' render
testimonianza di q^eitd^- verità i Oltreché non. vck^
do, che esso abbia ak«|na occasione '>di dolersef
he, pei* le ragiohi a lai note. L'opdra ìiuota^-
che.egli sta imprimendo^ nèn so oòsa ^/ *e:-s*
' élla fne tic proccùf era un esfemplare > mi sari
kioito caro. Scrivèn«k> al Slg. Benvoglienti , lo
riverisca a mio nòrfie. Non e tolta in cui ttxi
venga fatto di e^ère iòl Sigr MitthtXc Bartó^
lommei, che non A parli dt séa péirsona 4 £'ùi»
t^ma volta iìòn bò mancato' di ubbidirla » sopri
quanto da lei mi viefie cmtiàtidafo:. Eglie'lSig.'
Gentilotti m'iftip*n|énó di riverir!^ a lornome#
11 Sig; Cav^aliere Garrii , che è*l ferro lettefàf-
to, di èuì ftìi scrive j» e Medicò di S. M; mi
che oltre il possésso di Hjuantó si aspetta alla
^ua professione , è;' orfCatissìmO della budfta' eru-
diziqpe, e deHnb /Conoscenza della lifìgUa' Greca-.
Q^i abbia^x«$ STtUìkn^te il Sig/ Con^ AlessaU^
dro Riccarda Géritilaoàiii Kf «f)oIèta&ò , e Fiscale
éil iupremo Rcal Consiglio di ^"'Spagna j tógget^
to vefa^etìfe dotto ^ ^principalmente tte'Psfdri j e
ftelle cose Ecdeé^ithié , e ne&t ÒiitfiiKudenaba
% D j Givi''
14 t f T t t R f n i
QwHn e C^tHC^ • Ha um sceiti^lma likeiig^
Ài cto pure è molto l;^^n fy>tmto il $uddfttp,$ig.
^yalifre.Gar^ìUf e'I S'ig* QentìlQtù . Om qw^
iti valMtiiOiniQÌ io cerco di rise^cire lepcrdUc,
fhc ho (ma in la$ciaj>dQ r fó^ino chéper^sem^
jpife nii sta nel $:upra. £d ^c^.quancppoisopra
i:cttiMrl« in cftmfeio d^e bclje noyitè frudite^
che imvp mìU. ^ kttisrA , jCizhf uno di questi
giorni farp pagisaresptt^ l* occhia dell' Augustiiv
siniQ Padrpf^e*' Cpfìtuiui a f^vorirniene » e afl
asnaimi» aH^ucanduUr ^ Mn può farmi cpsà
firn grata jdiiqtteitii tf^ ime ^^rv:
JL prìia^ peripdp d^lla yp^tri Ittjtet^ puntami
i)eU* ocdiiiari0 antecediate mi ba mosso an^Ei
f riso^ cl>è a cpilera • Picanp costi quello chg
yosliofip , i jiniei malèvoli . ì quattro mila fio^
pm datiim dalla Mt S* soiiq a titolp di assp}q^
40 r^al^». fi pofi c(i aw^up a«sfgnam^t9» lo »
l^uest'0ra yadp f recitare dallf Cameira 4i cinqiii;
|iii}a fiprini , i qi^ali > ottenuta }e mie spediifipr
hij sara^piìp da me tranquiUamej^tegpduti» He^
ificpè i^i corra T obbligo di far|ie la restituzio^
j^ aU'AugWtissji3)0 Padrpqe» per ayenneli, co*.
fae 03S4Ì ym 4kmiOy a copto de* miei quartali
|)restati. F ì^^ \cì^ qMSto r^alo ya tutto ^
^rbitp $iai- Mj«istti , ^Iqusììx intipmbt di ^tm
j^ ^lip fpi^fii^ì^^ If ft)^ obbligo t:om t
/ J \ ' quan-
A p OH s T • 1 o £ i n: o . , f%
quati ottengono impiego e titolo in questa Cor-
(e, e tal esborso e iiMispensabile a tatti; ed io
sopra loro soiiq stato ÌI primo ed il solo ad ave^
re questo avvantaggiò > cbe gli altri pagano del
proprio, ed io pago col soldo donato, a solo og-
getto ciie non soccomba col. mio • Ma di questo
%bba;tanzit. lasciamo abbajare i cani alta luna,
^icoyi sciamante , «Jie le xoie spedizioni sofìfo
al, fine, non^ìmancaqclovi che d|ie o tre ultimi'
passim In $ei mesLio^avrò superato ci^> che at
tìi con ' yàìidissitp^ pj^ezìoni non possono sùpe^
fare dppo due., e^tre,* e fino quattro anni d' in^
dugio. Bisoj^a conoscer questa Corte, e potei-;
calare • Ma a nessuno può teiaersi la bocca , e
ié altrùi ciaorlè^nè a me fan danno, nèdantra-
Vaglio • C^^ita aiattina ho ricevuto dal Sig. Con-
%è AlBcrti la vosta letteta con la Vita dei M»-
gjiabéchi. Letta che 1? abbia, ve ne scriverò il
imo parere • Ma qualunque siasi , è lunghissi-
ma; e tale non può stamparsi in un Giornale.
][1 Gi^ è un hdi^'ixi^^io , A insieiàe un beK
matto . Del silo nuovo libro mi era stato' scrit*!
to da altri: della sospensione^ della stampa di
^so^ solo da voi. Cento cose ha principiato a'
it^pare.* nmm se n*è fèmiia: laVitadiBranr
d^no: il Giornale di Siena: 1' Opere di $anta.
.Qyterina :, il Vocabolario j;^ e ora questo. Diqya^
osai albe» letterato si udì cosa wmle ? Qiìesto
Residente di Tosdan^ji, che è il Mar^^ese BaErtd^
Joramel, gentiliss^nu» éà erudito Cavaliere , tni
4isfiB , xbt costi si fl^mpayariò <1^ Istorie Fior^tU
ae éel Va^cU • Mi spia<^e£»be > chf lai$osanoa
\ D 4 ' ^ ' axes-
5« £ £ t t E JR. B t> 1
avesse il suo effetto; Anche il Giatmotti saret>^
be ricevuto a$$^i bene dal pubblica . Riverite ;
è, animate a mio nome il Sig. Cavalier Settima-
ni. Vi ringraséio al solito delle Novelle lettera-
rie • .Quella della traduzione Italiana di ticofrò-
pe è assai considerabile, purché sta beùe esegui^
ta* JL' statore di e^sa si sarà fenduto più cauto
da quanto gli avvenne nella ptibblicaitioné della
Létterd Toctantté Di quella Orazione Latina di
SebastiaHo.Giastiiiiano alRe Ladislao^ avea ve-
duto il volgarizzaitiento fra quelle del Sansovi-^
no.. Cotesta antica e. rozza che ipi accennate ì
probabiimedite o sarà affatto diversa, , ò sarà ita-^
ta corretta e migliorata nella raccolta suddetta i
Monsignor Fontanini non faa mar stèso , eh' io
sappia, né lassolutaoiente mi ha mai trasmesco T
Elògio del Cavalier Maffei . Si esibì di farlo ;
ma non. lo fece. Salutate la Sig. Madre j e tut-^
ti gli altri^; *
476. Al Sii. Andrea Carnato, a t^e'nezJa.
ViennM 8* Luilip 1719.
J Ergerà ho àVuto V onore di essere a' piedi dell*
Augustissima Regnante , e Av baciarle la ma*
no .. Noni si pub trovare Prinòipessa più benigna ,
è di avverienia più nobile. E' degna dèi grado;
éhe élla sostiene» Mi ha parlato, di itaolt^cosef,
ma principalmente dell'Opera, che sto facendo ,
lodandone molto i due primi atti, che sopopresH'
so di ìtììi e - delF Augustissimo' PaÉdronè. Io ctfh
deva
À P 6 J T O l o 2 i N ó# J^
deva ehe il componimento dovesse riuscir secco /
ma attrtrtìenti ne ha giudicato ciiscutió^ che Icr
lia veduto ; e pàÈtieòlarmeiite le Loro Maestà ;
e St'E. il Sig. G>nt6 di Cavalla» Presidente so«
|)ra la MusT&ai'^ ai quali tutti pare» cHe^mainon
-abbia é^rittd niegliò^ né più spiritSs^l Io ci lij^
posto Teram&nte d^rattetizidne) e- sono certo ^
the nlolti Stupiranno » come si possa fare ud
Oranmta sópra un viluppo » cNe àkrò don è l
the un' occhiata i II itiistéro di questa parola vi
si scoprirà, ne^lla léétdra del cdmpodiimetìto .. Stu-^
t>isco dte P Abate Suareai voglia porsi a £tf brami
mi^ Ciò fiofi cohvén'endò al suo stàtd i potendo
|>er8 ben convemirei al suo spiritò • Che V antico
ne fireinà , Io crMo i e comunque riesca là cosa l
non A Vedrà certamente èoii peggiot della sua;
Poteva egli scieglieré pef argomentò di un Dfam^
ma altro tanciduhie; che il* tT/W delle Spagne J^
éante volte veduto sopra i teatri sì cofAici, Hil
tragici ì Anche ini questo' là povertà del suo' ta-
lentò A disc-uopre ,' è si vede é C6n la ventura
Settimana: prifici^ier& a ripigliare cogli amici il
Commerzid epistolare. Intatltò Salutate ciàscund*;
Umiliate in particolare i miei rispetti àir^ccmb
Foscari, che io spero ancora di poter riverire in
Queste parti y'CklaiTnitovi dalle singolari magnifi^
tenze, tbé si apparecchiano a Dresda per leprosa
iime tioa&ze*'E quandof ciò tòsie i perchè' anche
a voi <ion. darebbe l'animo di esser seco in quel
Viaggiò ì Che si , che né avete il prurito ,• comò
io pure ne ho % desiderio? Al solito abbracciate
lotd, hdiegraiidOau del loie stìt hetà.' Addio di
cucwe/ 477/
, *
Ì5P<tee r<^y#n^pmì* trjsfcr^ amjEavprita, jpci
assist^ a4 m^ Pfpva. ^^f Opir^ r cfa« «faràin
p^eiNHL fl<igU .^ugpitis^imi 9|.d|:otu . Ho iat;^ra
^fl^ pii^ff^ijl :%^ìjiggi<>> cfee ^à in queste partì
ilficop^ Fp$g*ri, ck9 r|yjMtf«:o ^mio.nwic. M^
f^k P^ {^id^^ 4f^reÌ94èrai ckt. v} psolyfi^^ ad
^cc^p^gj^^q ijPi :t^ vj^g^o , pQkk<è avrdl il
S9qap[i9 Co||i^t9 di ^yfifieprl^ é diabl^Eacci^vIt
]^ sciiSHdio» !p^ ne ivcti^ ìa contrario ^^ à tfop^
pò dijipajtft,, j4 fQ V« «e fo ^iSrupQÌQ 4i awlo
coR^puto /r jwdtijfp . 4^ipQ , <c ii$oiuzione , amar
tUfimp ^S^^D ^ A Dgrci?4?L aifycc*<p occ|«ione <y,
ye^^^ jpo^a» cW nferifo appepsi .si <|0(|rraQ»Of l
i^ìS* #^ < Y9Z3:i ¥^ iris^l^tiifto ^ ]hlo« (Crecto
f^e fietiq p^f^ ritornare iii $9aiwlÌ9> i ma A; ffiì^
Ptff^V^ m ' JP^^ yfà^vfi U 9P9%e ila foìrnm^
ffjlf^ p^ ii >/e'7- di Asf^tf>. ta jsua Op(S»
fr^, cijie jii^ moto* M<»3poJb(di» icUo M a'
j4^ 4^U' Avi^V^ì^^w^ PadEPoe, egti si fipi»ih
5jp/ d\t jftV^r^ cpi^c^twsin^s ijl f:he pute^ naidis*
U ptmi^ vol^j^ in Q>jtp air Pira 44 prao^so 4tlr
le l^rp Ms^ti, je'i cl^m«ti^$ÌTO^ C^me mi.
ièjpp Tic^eipr^ di$i:Ì4(p .di. fajrnii cjiiamare, mentre
1»:^ ì^o Jj) fi|^ dfil j|r4O0o^ e di ^uxmi ^m
A p et ftp p f fi 7t ^n #,• f«
gipoameoto a vista di tutti per nonpcfCèteàipòi;
il .cha fu fStgiQ^e^ pl|e mo^ P^opif ,f |)raa
MiiH^stri gittassero V occhio sovra là mia perso-
fìa, 4fi Iq^P i?l Picif,^^^ ^PÀ conosciuta ^ Mi h«
promesso sollecita spodi;;ione per li mìei a^ari »
j» /qyi^f ta jcen^meqte sarà delle fpmff tjfif lifìsù
^oatri c(ie ne tcùgp • I^ingra^^^te 1', £fc^FÒM:ar
yi pec le ^ gtiief^o^t i^bmp^i- a mio iayfd^
VPfm^drh U^e$ti del ^.e Augii^^P;if 44 i^P
i< «•, iiii|;e^ai^ cBjalche feg^ilo ^lX9M:4«nWji»
IKT I* pccam9e del priinmi d^ ilici f^ppttt
In 9CQÌSÌM1» Mie presfa^ti ao^ze, frf^r^m»
(WJt^mpiaÉi^tte » it«ie «liiia • Ad qg^ì sqp
<^im9 io Ada iiUfli:herà» ^ fi^e ^ Ì$. ^, vip
fé te$tim9QMme del mo prAfijiid^ fAR>«^^ »*
a ili J^oloQit » 9Ì altrove' • ta^ ^^isni^sw;^
àeaie Sposa di^ cfce piatirà iU ^vfi por li
$f; o i(>, (del yeiiti^roAcp^* {<am§v4dely|«gr
gu^ di & ^' è sfitta da Àie dctra aAV^iti» ekti
ife sono stato il piiioo» cU solf fì«prji»^i^}a
fiipefse » Jcri ite fipei pM» 4 Sig^ ^^smao Grjr*
fiumi > che fu n litroyamji « VOpt» è te^i^^
ta, ma «ibito SO90 staio qtflic^to di eltro fom?
poofmisoto . Non l|o b^a, c^ m «vmueì y A^
braci:i9 e (àbóto tutti | e\ad|lM^ ti dim^
^^ ... . - . -^ , • ^ ^
4^«-
to' ' t i I T fe R È » f
47 J^. Al Sig* Lorèhzj9 PatsroL a Venezia é
-' Vienna 29. Luglio ifi9»
... '^ '
'T^Uttò queild che è usélto,' e uscita dal vtf-
X stro felice ingegno , lUmo Sìgriore , e Cdra-
parc anlatissimo, incontrerà cgual fortuna , cioè
r af)pIauso dì tutti 4 Qui le cose vóstrè sono i.
^lie* pochi , chfe bari gu5to di' bUone Mieve ,.à
fiòti2ia ed ih pregio , e spdcialmeùrt^ , a qjuestà
Sig. Gentilotti, dignissi'mo Bibliotecario cfiS^MT.
C e C. ccJn-cui più volte e àvveft'uto di tenere
ragionamerfto ìntorÀò alla vosfra perjorta, theé"'
mólto stima e commènda • ti fSfìiatì^L ha fatto
inoho bene a ristampare "i Pànegitidi degli- An-
tichi da voi volgà!rizz^ti"e ilTustrati: etàiftópidt
avrà di scacciò la ristampa/ che égli ne ha far*
ta , quaìitò' che ella è ripassata sótto il vostt'
èèchio ed' esame /cocf qdél tìoìabile 'migliora^
mento , che voi mi acfcennate . Là copia , di cui
mi onora l'amore e la gentilezza di V. S. Ilfma i
rùì è òltrémòdo c'ara , e gliene rendei distinta
gfteie. ^Sdrrvo qtkesta sei*a al P^ mio fratello ;
setiloc^hè me ite sòfteciti fa fpeditione,- essendo
impaziente di averla . A tanto favore , come ai
tanti altri , di cui ella in ogni tempo si è com-
piaciuta onorarmi , desidero , che da lei mi sia
porto il modo di poter corrispondere : e ciò «a-
fa la maggior defle griiic^ che abbia da lei ri-,
ceviite, e ch'io possa ricevere. Ne la pte§oper
tanto di tutto cuòre ì assicurandola , che in ognr
«
tei^po e luogo preg^rqraffii^i essere, $ di pj^l^^
♦ 47^. yrf^ Siir -^j Giuseppe Bipi • 4f Mììmo^ f.
LApdma.Jet^era che qui pi arriva 4i Yv^»
lUma non I;a avuta quella pronta ^risposta
eh* io dov^^. darle , a Riguardo del prainriia , e
di qualch'. altro cohiponimento , eh* a tutta fretta
mi convenn,e ^scrivere , e terminare in occasionò V
delle profsime Nozze, per ijoaiandp jlell' Augi>
stifsiinò èadrone . A\ prp^^nte <;he me ne tipyo
^ditò, adempio questo (dovere , <; le jj^bndp'ur
itiìli^simQ gra:^ie si della (rortese inemoria » . cbe
di m^ Conserva , fi deli- ' gmpreypli esp];^ssÌQni
. co|i le quali ai^cprtipagna la notizia peryenuùle
degli onori, t, favpri ii|ipartitimi d^i. clementis-
siiiip mio ^óyr^no, che soqp tanti, ^ tali^ qh^
non posso mai ricordarmene sénz^ estrema ef-
fusione , e fossore • L^ ritigraziò similmente di
quanto pe^ su^ b<^nt4 rè piaciuto di; fare , jtc-
ciocchè sopra cpteste scene si .abbia ^ t^^itar il
mioAmbleto, ppera tutta di mU invenzione , ina
noii tutta già da me verseggiata j essendo mftco
concorso nel lavoro di essa il Sig. Abate Pa«-
ria^i • Delle' sue Medaglie qui non si è potuto
far alcun esito • £s^e , sono . ppei^o d) mg^ nello
stato medesimo , in cui le i^^a lasciate , e può
disporre di tsse a suo piacimento, e niente m^-
no , cl>e di mia persona • I Signori Gentilotti ,
ed
il . . à i 1 1 E it È U
ké l^pè&tìì U tHtriscdhé éitmà^ttti éà ili ié^
))licahdóìa a uirJllare la mia più profonda éiirm^
ftioae à cotesto Eccellentissimo Sig* Governato*
!«,' pei, Cui tki j^articòii^ venèirtziiitie i ed éssej
4ui6, lai ptégo anche a credetmi j qùal sempre
jfló: ai h fìet CMtt^mé zim, a rin^dn: ^
vTt Sig: GioVinil^atista di Isella > Càttomc^
Ji ddL Finale À Qetiovà ^ vi Mnsegtìerà U t^e^
S6ttt9i è nei témpd^ che Costi si^ggioriìerà 5' dér
iidèrd the £a cedosciut^ ed amstòoi da voi > al*
pari di qadli> th'ì& l'anie è lo stimo • Esso è
àtsebe aittieò del P. Mofiàtii > end6 atìcfaie p&t
queste capò sOiìo cert^, che lo riceverete fcivtt-
tevrtmerite. iTròvereté iii e^sé una persotìadiflf
nifiSirad gu^to itelle bU6tl6 lettere, e di squisltdi
gìoAcl^ì ìs tetìtó altre ptegevo^ii condizioni^ che
a qfiàfìti li cona^oflo, lo rendono c^ò ed acf-
cetlo. Di lui ititMdetete il mio ottimo Stato;
é ptègóvi éi far per ^sso , quanto fareste ptt
qtlàisisria de' nostri migliori amici j Vedrà volen-
ttófi i vostri iibìri,^ è forse vorrà dare uh* otcbia-
M arithe a'rìiiei. Di questo, ed aftrd.son certo^,
éké ù^ik lascerete di rènderlo soddisfatto^ e p^i'
Sài tt)fefàctlai62^Vi sèfi&;.;v
4S1W
À ^ I i t o L ò z à lir o; il
%kié Al Site Alvise F0sckri A^hùrìs^irt M
Ri di PoUnià. a Drcsdd* /
L^ omahissimò fogliò di Vi fi- nù bà recita
sommi contentezza, e somma altresì coh^
visione.' la prima per tvei; iriteso il silo felicii-
Simo airrivo à Dresda ^ e le particolari é ,ònotev
tòli dimostrazióni di affètto , coti le quali è sti«
ti accolta da cStesto gloriósissimo Monarca: la
seconda per le . singolari Stimatissime grazie^ del-
ie quali J*£. Ve ha avuta la bbrità di onerarmi i
opi mettete in "(rista alla Maestà Sua il miooi--
curo nòmd i € col farle éredere che io mi sia i
quale per veHtà vorrei essére ,- acciocdiè iii quàl-
die parte V esemplare corrispóndesse al ritratto i
die a lei è piaciuto di farne il Di tanto favore
io le rendo le più divote e maggiori graziò i di*
io posso I è nel medesimo tempo timilmentè ià
prego a credere > che quanto io me te professo'
obbligato t^er quanto ha detto è operato a mio
favore j tanto ancora io mi troverei confuso è
smarrito, quando mi venisse cdmme^oil iavos
io di qualche Dramma per cotestà Real G}rte^
attesoché io sono continuamente occupate nel
servigio iempre per riie glorioso di questo Au-
gustissimo Monarca , talché nòti mi avanzerebbe
alcun tèmpo per addossanni riuovi obblighi e im-
pegni j oltreché non mi sarebbe né men pfermcfr»
se accettarli, come V* fi; ben vede , sema .mi
jlpwi*
r
6i |,ltTE;^B^^^
bositiyo comando del? Àuguistissimo Padirone «
Lo strepito delle magnifiche feste* con le quali
ti solcnqizzeraQno la venuta e^ le nozze dei Ser.
Reali Sposi , tiene in attenzione gli animi di
ciaschedunp . Se ali* idea fc alle spese del gene-
iroso JV^pr^arca coi;rì^ponderanno , come spero , le
operazioni dì, chi è destinato a servirlo; nulla si
$arà vedutq in questo genere di piijf reale e pia
grande, e non avraqino i mostri gipr^i di che
invidiare agli antichi • Se in qualche' ora più
Qziosa i' E.. V. $i cjegne^rà di gittare m" oc-
chiata sul pramii^à da me compqsto per ia sud^
dettk occasione, io lo stimerò pienamente feli-
ce. Ella \q riceye^à da^- Sig. D. Casimiro Avel-
Ioni, mauqito dell^ §ig. Durasta^te ,• 4 q^ale ho
avuta 0cca^QAe di ^ndii;izzarne anche \ing cqpia
per lei. Qiii certamente esso è stato gradifo ,
sì da tutte V Augustissime Padronanze , sì da
tutta la Orte, assai più di quello che io mi
fossi potuto figurare. E qui farò fine, col mag-
giore ossequi^ dichiarando!^ di èssere. •••
482. u^l /?. JPicr Caterino ^fno. a F€nt_x,Ì4 ^
Vienne 2$. Aiostfiji^.
LA mia Opera si è recitata lunedì con vir^
concoisp ed applauso indicibile , • ^ superio-
re a quante se ne son qui recitate , dappoiché
sono alla Q)rte . L' Augustissimo Padrona V ha
^istintamentè gradita, e commendata, e lo stes-
so ha fatto tut;:a T Augusti^ima Padronanza , •
A p o s^ t 6 i o, 7j e. ,h o; éf
U Brincipe R* ÌB. di Sàssó&ia» òhe era Io Spòso T
Io he sonò consolatisslmo per questo , ma rnol- ~
to più perchè fra pochi giorni vedrò data V ulti-
ma nianó alle mie spedizioni • Sta in procinto di
partire il Sig. Angelo Emo, a cui ho raccoman-
dato un involtino con éntro nove copie di essQ
Dnàmraa , dirette al Sig. Andrea , che |ìa V ordi-
ne di consegnarlo subito a voi. \fi preme sqim^
niameaté, che ricerchiate ne*- miei libri Biblioten
cai} i àue Cataloghi, "V imo in foglio, e l' altro
in 4. legati in cauta pecora, dèi libri; che vo-^
. Jisva pubblicare' T Accadèmia Veneziana ^ appresso
1^ qualp sorio ^nche inip/essi^ e che me gli man-
diate con prima occavotfe unifaihente con un air
trp Catalogo Ms. ih 4. ih caka pecora' dèi li-
bri Ebraici , i quali possedevi il" fu Cardinal.
Domenico Grimanì : il' quial Catalogo sta. fra*
iniei* Mss. Di grazia usate ogni diligenza f(èr ri-
trovarli, è per farmeli avere prontamente « So-
pra la Prefazione del Casotti ai due Bonaccorsi
nulla di' considerabile avrei' che aggiugnere al
presente, se non che net *Ms. dei PP. Domeni-
cani di San >ticColàr di Trivigi il trattato Latino
0U NohìUtdie 'e * diretto ad, illustrem Principem
GHÌdant0nium Mcntisferetrii Òomittm » è non a
Carlo Malate^tà. Nel Catialogót déì. Mss. della
Biblioteca pubblica di Leyden aV. '317. coL 2.
troyasL Ms. il' dittp opùscolo , ma guasto nel ti-
tolo del nome dell* ^xÀott iDisputAtU inter
Gaiiin^^ Corneliunf'' Scifionàn de NablGtaie per ^
JSett4cricum Pistmenìfm . Pérsu^stp ne ducafuxi^
rem. La declamazione , ^hè nello stampato si:
Temo lìL "^ E * légge
i4 I^ E TX £ IL S B^ 1
eg|c i Ci Ì42. aej Gxiice s»jcÌ|fHftto di Trivigl
porta qtiekd titolo : Lex niia i qui hlU navali
igdiSto '; pHor uirbem invadit , PamphiUm gnatam
r$iÌ4m uxorem ducat ., Nella libreria de* PP: Ko^
mitani di Padova iii un Codice cartaceo in 4.
contenente varie operette ^ v'c anche; Bmsccnr^
sii Pisnriensiì didsió^ 1^$^. Non so cosa sia'i
Nella detta Prefazione a r- XXXXIIL il Mon-
gitore e. chiamato col nome di Bernardino , e dee
starti Atitònind . ijcir edizióni di Dante io giu-à
dico "Ka più antica quella ^ che fu fatta in foglia
Tanno i47i» fatta (secondò me) in Venezia ^
in fondò della quale leggonsi i versi seguenti i
Nel mille inéUrocenté septe & due
Nel qtédnò mese adi fihqw & sei
Quest^ opera ietitile impressa fìte •
Io Maestro Johdnm Numister opera dei
uilla delia impressiohe & meco fue
MI Fnlginate^ Èkf^Hind mei é
Nello itessò anno i^jì* tié fu fatta un' altra ili
Mantova f&ure in foglio, dove nel fine si legge i
UXlCCCLXXlh Magister Georglui & Magister
Panini TéHianìci ine ^hs Afantuaé impresserun^
adifivanté ColnihUno Ver ortensi . Segjucrquelia-col
Comento pteteso di Benvenuto pét \Vindclino
Spir^ nel 14^7- po* quella di Milano Ndel 1478^
Nel qual anno v*ha altresì la seguente con la
correzione di un G Lucio Lello ^ che vi aggiun-
se di ^uo Ufi epigramma * Opni imfressnm artt
^ diliientia maiUtri philippi Veneti i Anno De-»
mini
A50ÌTOLOZl»l6t éf
hitd MCCCCLXXVIiL Imtyto Finitiàmm priil
cip€ Andrea Fendrmf^inù . E in foglio . A qUeste
succede là Bella jedleipne pubblicata ptr la ptt-
ma volta còl Còmehtò del Laiìditio i dove nel
fine : Fine del Cohiétito di Chriitépliere Ldndin^
Fiorentino sopréi la Comidii di DdHthe PoetA ex^
vellentiisimo : & impresso in Firenxje ^er Nickolè
di Lorenxj9 della Magna adi iJCXX: dagosto i
MCCCCLXXXI. in foglio reale : Questo èquati-
to per or^possò dirvi *delle più antiche' ediiid*
ni dì Dante da ine òsserVate e iiotate^ : Il Lui-?
gi AÌàmàiihi ; dalla cui libreria furono tratte la
Pastorali Greche di Lòrigo, era uno dei discen*
denìi del Poeti dello stesso nóme, e Casato i
Non so s' égli fòsse quello ; che poi apostatò ,
è la cui Vita si legge, nelle Vite degli eretici
scritte dal Prateolo : Alle , giunte del Vossio è
impossibile che ora io pelisi,^ non avendo né tem-
po , né libri . Che anno infausto e stato mai
questo per la letteratiira Italiana I Iddio cònscr-»'
vi qile* pochi , che ancor ci restano ; Vi ringira-'
iio delle Novelle letterarie.' Salutate tutti , evi
abbraccio. ^ '
V
483*; jil Sii. 'Andrea Cornàro* a yehezÀai
yienka a. Settembre 17! f^*
.• \ ^
L^A mia Opera non si recita più i come de-
siderava la Padronanza Augustissima ; poi-
ché il Consìglio Aulico ha Rimostrato alla M.
S* che i Drammi fatti e recitati gcr occasione
/ £ 2 di
6t Ì9TT|K£9|
di ùpzze lipn era stato mai costume di nuQy«i-
ijicate rappresentarjli > terminata quella funzione r
laonde n' è rimasto qui uq uQiversal desiderio :
il che I)0 yoliitp candidameate significarvi , poi-?
che se divcrsapaiente ne fosse scritto j o s^ ne
dicesse cpjtì, possiate convincere i maldicenti ;
dei qyali però fo pochissimo capitai^ ; Vi rin-
grazio per r attenzione che avete per la libre-
ria, onde non patisca in questi caldi . Al rin-
frescamento della stagione sarebbe opportuno far-
gli sbatter.<^ ad upo ad uno^almepo i piùgran-*
di , e quelli cbe sono nelle scanzie più basse :
poiché quegU in altq patiscpnp njigino , come me-
PP soggetti alla polvere' * Quanto ini <;o^sola T
pttimo stato di tutti di casa j tantq mi affligge
H poco buono st^tot della Sig, Madre '^. Fratello
amatissimo , è superfluo , qhe la racqonPfandi alla
vostra carità e al yostro affetto • Ma per amo^
mio fate qualche cosa di più . VìsitateU spesso ,
e consolatela cot\ qualche più lungo soggiorno
in sua stan;^a ^ Assistetela di tutto , e occorren-
dp Nf edif i , medicine , p altro , ijpn i:ispa4:miatQ
spesa , eh' io soccomberò volentieri a vostro sòl-?
lievo. Se leggerete questo capitolo alla medesi^
may sono certo, che le ne recherete molta con-
^olazioi^e. Io le scriverò dentro la prossima set-
timana , èssendo oggi V ora troppo tarda . Rive-
rite, e salutata tutti a- mio nome» e caramentft
Y\ abbraccio , e sonq • • • •
f«4-
, 1
k t 4 s ^ ò t é t i V ò\ ài
48i|« uit Medesimo, a Fcneza4é
p^itHn'a ìj6ì Settèmbre i*ji9l
POcMe cò^é mi occòrte di scrii^ervi ì ma uni
vaie per molte, ed è> che le mie spedizio-
ni si sonò finalmente lìltimate ^ e che %iz ho
riscosso uri quartale di mille fiorini . Là elezlo*
rie di Procfcuratòte fatta nella persòha del Sigi
Cavaliere Piero Grimani é ^tata mdlto applauditi
anche da questa Coite,* dò v' egli si è fatto di mol*
to amare , e stirfaare ^ Onesta sefa mi vien detto che
capiterà il niiovò Ambasciatore Friuli } ed io dima*
ivi sarò «abito a riverirlo < Intendo la còntihua-i
klone dell'incomodo della Sìg. M^dre^ e iion i-
stò per ésia cori ailimb riposato é Non le inan-
• tate dì assistenza , che da nle riceverete testi-
hionianze di gratitudine. Salutatela caramente i
come pure la Slg. Cognata , e le Sorelle J e sen-
à' altro abbradciaridovi resto . . • i
♦ 485. Al Sii. Canonico PàqU àailiardi :
a Brrìcia •
f^Uma 28.* Ottobre ijip»
C[Ottd debitore di rispósta a due lettere di V*
•3 S. lllma .• air uda,da ntoltò temj>p , e arf
altra di pbchi giórni. ìncomitiCerò dalla prima |
reiidendóle gratìe in primo lijogo di quanto et
la tfii sef;ve ìritonió alla opiniOM :» Che avevi
JB 3 Mou-
fiat L E T T 5 1^ * p I
Monsig. d* Adria di felice faiemorla sopra laleg
gcnda del Dittm di^oc^ÌQ, Per quanto sia ap-
presso di me in venerazione il sentimento di
lui y ia questa occasione non posso rimoverrai
dalla mia sentenza , ne approvare la* sua inter-
pretazione 5 con cui anche si guasta la stessa
Icj^genda , mentre in essa non istà scritto ECONS.
cioè ET CONSVl- , ma SECCONS. cioè SEC VN-
DVM CONSVJL. ec» Dipoi ella molto bene av-
verte non esservi esempio , che i tre PPP si-
gnifichino tre Prefetture , le quali non si sa
quando fossero e come potessero essere esercita-
te da Boezio avanti il suo Consolato, Oltreché
5e assegniamo a Boezio un sol Consolato 4 cioè
quello del DX. V immagine di lui espressa nel
Dittico nbn tene si conf| air età, in €ui esso
(cra in queU' anno : mentre nel DX. Boezio non
ppteya èssere al più che di trent' anni , giusta il
xa\o computo ben comprovato y laddove V imma*
gine ce lo rappresenta d' intorno a cinquanta ♦
Né può dirsi , che il Dittico fosse da lui fatto
fare dopo il detto anno del suo Consolato ,
mentre simili Dittici per legge Cesarea non po-
tevano essere ordinati che da' Consoli attuali in
occasione di donativi per il loro ingresso p pro-
cesso Consolare. Del secondo Consolato di lui,
seguito nel DXXII. io sono c}uasi così persua^
so , come lo sono del primo* Tutto il materia-
le della Di^jertazSone e già in pronto, ed altro
pón mi panca che il tempo di stenderla ; m^
sono occupatissimo , ne so quando potrò farlo ,
pnde mi convUjie per ora tenerla aflatto da par-
te.
\
Apostolo Zeno. yi
te • Sto ora mettendo insieme T EUììq iel M^
ilidbechi^ che anco di qua dai monti è molto
iteigiiderato . Il Sig. Cavaliet Marmi pie ne ha
Inviate molte belle ii^morie « ed io quasi non
fo altro che riordinarle e, rest^m^er le . Per la
continuazione della \it^ flel Censiti bisognerà
for ricorso al $ig. Marchese Pc^eni , che n' è
informatìssimo, e meglio di me possiede lema*
tierie^ soprs^ le quali versa principalmente la Vi-
ta di quel grand'. VJ^n»^ ^ Io |igi^|érderò di, vìr
•ta nemmeno la stèssa,' è vi coiraibiierò qi^aj^o
fosso . Ho rilette \ì nel (lUrjfale , * sì pelF UiheU
li le sue belle ed erudite Osservétzimi . 'Con
queste -seconde ella ha sì bene ìUostrata la se-
rie de* Vescovi di * cotesta sua patria , " che diffi-^
cilmcnte se ne ' troverà un' altr^ posta in pia
chiaro lume t Quanto, ^la, Dis/ert^zJmc <lel Sig.
Marchese Maffci sopra le cose di Vefona\ nella
quale comt^atte la opinione di lei ,' |e ccmfessc»
rò il v^fo > che tuttoché in essa abbia ritrova-
te m^lte ^ose ben pensate ^ tuttavolta parmi die
per sostenere la sua sentenza esso^Sig. Marche-
se si lasci troppo portare dalle sue conghiettu-
re • Niuna cosa è più che il dire : il tal auto-^
re e interpolato ,* è viziato, è imperito ec;, e
niuna è ancora più facile che il i^rlo" pariare a
suo modo Tnu io son di parere, che seiiza una
somma necessità e. senza il suftagio de* Codici
amichi, non bisogna mutare i te^ti, che ove P
errore è patente .• e tanto meno levarne via gP.
interi versi, e perìodi .' Qiial Cc^ice mai y' è
41 Catullo j che pure fu' scoperto dal vccchìd
E 4 \ Guéi*
72 L E t T E k E Ì> I . ,
tjuarino i\3^ jgoinpatrìota , oii majticjbi il distico
controverso > Qual' edi^iobe antica de lo tìcal»^
icia > niuna certamente, • Un giorno clic abbia
tcinpp, vo' dare una reyistà ai Codici di Llvi^
é di Catullo esistenti in .questa Biblioteca Cé^
safea per riscontrare i passi notati • Intanto io
la consiglio a non petder di yista una cosa che
le farà molto onore. Più che vi.^ si internerà ì
più vi andr4 scoprendo terra i , Circa i confini
degii antichi Cenomani e d^gU Euganei j.pyò
essere che T uno^eJ* altto di loro^ abbiano hr
gione i quahdo si faccia riguardo ai tempi • I
confini dèi paesi col tenìpo sji variano , e quel-
li ) ^he in uiia età ^^rano tali , in un'altra sono
diversi. Noi tutto giorno, lo scorgiamo avveni-
re secondo le vicende delle signorie e de' domi*
iij. U opinione del Sig. Marchese ; cK^ esclùde
le metropoli i è assai importante e" quiriosa . Ha
là sx^ novità, er non pu6 negarsi che egli nQil
vi dìstcorra sopra con mo|td ingegno : non sot
Con qijantà v^srità : Se io fos^i in ^talià e tra'
miei libri , potrei meglio esaminare la épsà : XfÀ
^ui n^ sono aiFatto senza y 4S le còse del T^-^
trò , mi tengono per ora ^teirtito dà / ógni seria
applicazione. , ^ ^ , «
^ Il Sig. Gentilotti la. risaluti carametité ì e
ahch^ egli 1' anima alla risposta , non essen4o
tiémmen egli persuaso di quelito avapza nella
$^Xà DissertaiUnt il siiQ pei:| /altro da lui jStima-^
tissimo Oppositore • Égli tuttavia ^^ta faticando
intorno al catalogo de'MSS. Cesarei . Anch' i^j
^onò impaziente di vederlo lermiiiatp ed. Impresa
fso.ìi^lkDwerfMzJofie ddV amicò qk quanta
mi ha scandalezzato un perìodo che vi si Jes^l
fc, cosi a torto .poco onorevole per la latterà*
tura Italiana 1, L\ assicurò . th^ anche .^ùi se ut".
son fatte gravi .do^an|pe eontra chi T hi diste^
'so. Da questo, mi figuro ,ci^ che .se i^ie sarà det«
to in Italia 9 che egli per altro fu sòlito $aiw
pre esaltare, tronCra le straiiie^Q h^ìoaì. „.:
, Io poi le rendo grazie del còr^esei U&cìq ì
che meco, passa, di congratUlaziode^ 9àpti juna co^
sa che mi saprebbe somn[iam<?n|pé cara , vi^a.did
non tu il minimo ibndameìito di verità : ed $
}o stabilimento della jCongregazipne $oma$ca > ^
per consegccenssa, dei Padre n\iq fratello _iii .4ue^^
^ta Città • L' assicuro sull' onor mio che di eia
hpn ho mai parlato con. là H* 5. ijè preferite-
mente ; T\è per lo passato , non esseridòvedè sta-^
ta òccasiojEie^ ne congiuntui;a • Qtiesta Bebsì ca-ì
pitandò, io non sono per trascurarla .- ma coàr
vien cogliere il tempo . opporremo ^ -e questo ji
ancor molto lontaiìo. # Non le farei nusteró di
una cosa che io. desidero ^ e quanto al preierìte
io le avanzo , distrugge ^ asserzione di chi di«
persamente jgUele volesse, far, credere ,
Ho inteso Con piacere il buon termine , ai
cui sono ridotte le sue aspettatissìnle erudite fa**
riche sopra -y., Gandentio , e che T opera sìa pef
darsi presto alk ^stampe. £Ua le accrescerà nuo*
vd onore ^ e anche questa farà conoscere ,' che
in Italia nQti sì attende solamente ^U hélU
fnétrgheritA* L- esemplare da lei esibitomi è co^
troppa preziosa 9 perché io non ad>btf ad accetr#
\
^adq co^ tutta U conteataKza y e ringraKÌarhela
«ommairiMCe.
• Pregola di umiliare il mio diroto rispetto alF
Jllmo Sìg. mo fratello ^* e di pregarlo in mìo
iiome a stendermi tutte le particcriLari àotizie ,
cbc sono a sua conoscenza intorno al fu Cava-
lier Bartéikmmeo Dtti già nostro comune ami-
co: condizione di nascita, tempo, impieghi, av-
venimenti ec. Sebbene sono in Germania non
perdo di rista i miei studj d'Italia, per quanto
mi è permesso. Io spero di non essermene esen-
tata per sempre, e di poterli ripigliare un gior-
no con più di quiète e di comodo • Mi conser-
yi il suo amore , e si assicuri che io sono . . • •
4.8f« ^l P. Pier C stirino Zen9. a FenezSa.
Fiennéi 28. Ottvbre 171^.
IQ ^n eredo the avanti Fra Paolo foss^ sa-
lito il Pubblico di 'avere il suo Teologo Con-
fultò^e > eòme per altro aveva' il Gturisconsulto ,
€ quello in materia de* Feudi % Credo bene , die
di quando in quando secóndo le contingenze di«
mandasse il parere nella materia canonica alle per-
sone più perite / ma non già che dì ' continuo
fossero^dal pti^l^blico salariate. Cosi per esempio
r anno 1 3 3 4. a dì i j. Giugno Andrea Vescovo
di Chitggia; e Saverio Primicerio di Castello
scrissero sopra la scomunica rilasciata dal'Nun*
ciò contra alcuni Nobili per aver mercantato io
Levante) cosi pure Buoniiìcontro , Abate di San
Gìor-
<^
(jiqtgio Maggiore, ranno I37t. diede il su#>
consiglio in una differenza allora vertente trai
Piovano e'i comune di Mer|èngo, e i Chericie
abitanti^ di Postema* Per altro i Giurisconsulti
salariati dal pubblico erano quelli che scriveva*
no, e davano il loro parere nelle materie spet^
tanti al gius Ecclesiastico » Cosi Pietro Àlbigna*
no J, C nel 15 io. scrisse sopra' il monitorio
dato da Giulio Ut contra la Repùbblica . I Com
«ultori Teologi succeduti a Fra Paolo fui^^no tut»
ti deir Órdine gle' Servi ; e saranno più che a me,
Aoti al P. M^ Bertoni; onde non occorre che di
quesd io gli somministri notizie • Egli fu elet-
to dal Senato li 28. Gennajo 1605. e li 22,
^Marzo 1607. gli fu dato per coadiutore Fra Ful-
genzio , che poscia ' gli swcedette .11 P. Fran^
eesco Emo credo che^ succedette a Fra !Fu1-»
genzio, che morì nel ló^*^. e al P. Emosucce**
dette il P, Cejso, e a questo il P. yalscicchi vi-
vente. Tra le nile medaglie d* uomini letterati
io tengo anche quella di M. Benedetto yafchi,
dove daU* una parte* intorno al suo ritratto leg-» '
gesi B. VARCHI^ e dall* altra nel rovescio , cho
è una figurai distesa all' ombra di un . alloro i
COSI QVAGGIV SI GODE . Se U Sig. Cavi
Settimani yprrà valersene ,' io volentieri gliela
trasmetterò per suo uso • Con somnio piacere ho
inteso il cpminciamcnto della stampa del Tomo
X3CXH. La distrlbpziòne degli Articoli è ben
pensata.. Ci vedo ommesso quello del tomo II.
4el Thesaurus del P. Martene • Stimerei ben fà^*
to il noa tralasciarlo \ e più tosto tralascia-
re
ifi L 't ì» T- E K ir D I '.. .,
ire per questo Tomo \a. reiasione del librp iì
Monsignor Sanfelici da me distesa . QiielP ari-
tìca traduzione di Lucano , fatta da L. Car-
dinale di Monticluellò , mi èra liota per al-
trui relazidde , ma nòri itii era mai capitata
^tto l'occhio. Ho caro che he abbiate fatto ac^
y quisto. Del traduttore 5 che non si nòmina tira i
Cardinali addotti dal Ciacconid nella sua grande
opera , ne da' suoi continuatori , oltre al Crescirà-^
beni ne' Commentari T. I. p. 354. e !p^/. IV.fi
3t. ne parlano il Rossotti negli Scrittori del Piis-
. inonte a e. 474 il Beugtìem nel lìhvolncunahéla Typo^
grdph. p. 9ji e Niccolò Antonid BihL Hìsp.Vct. Ti
li p. 48. Vi ha una edizione idi Roma faétà nel
1492. in 4. della tnedesima ahtica traduzione ri-
ferita dal Beughém ; nel qUal anno pure fu im*
pirejfea ìA Milano al •riferire del Crescimbeni i
sicché ve né «àrebberà al;iieiio tre edizioni . Lt
Vostra è taciuta . da tutti . Vi ha àlcùHa préfa-»
iione, da. cui. si possa venire in chliarò dell' au-*
tòtt^i e del tempo in cui egli fiorisse? nelle pri-
me^ o nelle ultime stanale dice egli alcuna cosa .
di se ì o indirizza l' opera sua ad alcuna peirso^
na ? Di lai io sono affatto all' oscuro . Abbraccia
la Sig. Madre é le Sorelle. Addio di cuòre.
487. Al medésime; a Venezia*
Vienna i«. Novembre 1719. ^
HO intesò dalla vostra ultlnlamente ricevuta
la partenza d^el Sig« Andrea» che Iddio fe-^
liciti
A pf ^ t; q t q Z n ^ q. %%
liciti i^él SVIO viaggio. Ho inteso parimente 1%
spedizióne delle due casse coi libd» del cui ar<
rivo sono impazientissimo* Hate bepissimo'a no%
voler dar fuori nel Giornale la Di$set;taa(ione del
Sig. BefhoulU cantra' il Sig; Fagnani i quando
non sia purgata dalle espressìoQi oltraggiose , le
quali "fifìalm^te niiUa servono al pùnto dibat-
tuto . pubblicarla ^i tal guisa vqpn è di yai^tag-k
gio né per il Giornale, ne per yoi» Il /Concet-
to 'che fate del Catalogo de* volgarizzatori, è sta-
to prpycnutp dal mio: Io gliene £éci T opposi-
zione àiniclievole al compilatore s ma esjo ha sti-
mato cpsi di far bene , e si è ostinato nella ^a
opinione ^" 6'. asciutto, mancante, confuso, e da
approfittarsene poco '. Ruò essere che raqtQceip®
nfe' |iia<idi qualche copia , Voi però riféi^itè V ope-I
t3Ì ^el Giornale in maniera, <iè egli non ab^»
b^ ad offèndersene, e che il giudiciò saviq del
Gioraalis» yj risalti all'occhia» L' ediajìoi^ie 4e-^.
gU fcatpmiti del Gicaldi in S. mi è hqita , qHa(i7
d9 sia quella di Montèregale. Quella di Lione»
c^è voi ITU accennate , mi p nuova afi&tto '• Se
PQteste averU per poco , prendetela , e riponete-
la fra' ^liei libri nella stantii. Fra i lil^ridàyo^
cpmperati ve ne sono moliti di curiosi , e da m^
np^ mai vedati, né notati • {.a Notizia di es^ii
mi e stat4 carissima. Qiii ho 'cpmpi;ati molti li-*
bri , ma tutti o . Greci , o Latiai , o Fcaqceii •
D' Italiani nqn se ne txova pur uno c;he sia de^
migliori • I giorni passati ho veduto il Cataloga
Ms. della famosa libjcèria del fiaron di Hohen^
éoxff, mprto ultimamentp ip Fiaj&diat dpv^ pure
è la
.^i • L I i T- E R B D. ì
è la medesima • Esso Catalogo è di tre betì giù-!
«ti volumi in foglio . Non lio vedato a' miei giot«
ni cosjsi più singolare. L'ho letto atcentamentdi
j^et (romandd di S. M. ch^ Ha intetìzione di coni«^
pcraria ; e di aggiugnerla alla Cesarea i Se lo fa-
rìi farà una cosa degna di uii tant0 Principe,'
é né anco iiì questo? avrà chi lo eguagli . Ab-
bonda di Mss:<, antichi e moderni curiosissimi ;
di edi&ioni antiche i di libri rarissimi in ogni
genere^ e jftridcipalmcrite Italiahi . Le legature
soti quasi tutte in damaschind con oro. Ih som-
nìst per ogni verso è singolare. Vengo ai vostri
libri di nuovd acquisto. Quella leggenda antica
ili verso di S. Giusto P-iladino trovasi notata fra
i libri da the veduti nella libreria del Boldu .'
1' Autore di essa mi è affatto Ignoto . La Vita
disperata di; Eurialo d'Ascoli in ottava rima noti
so se sia. differente drfle stariie di lui ; che si
leggono fra quelle raccolte dal Dolce nel I. lU
bro , ò dal Terminiò nel IL delle Stanze di di-
versi ; Tra là opere dici Magagnò iti lingua Pa-
dovana troVarisi alcun! coaipcfnimeriti del Petrar-
ca trasformati nella medesima lingua ; Voi po-
trete €olla2iotiare > se vi sieno inclusi (Quelli 4
dh« avete' nel Vostro libricciuolo i Fra ' le ariti-
ct^ «dizioni di Dante ponete anche le due se-
, goeriti notate fielle mie mériiorie .' In fine di una
leggeri a caratteri majuscoli .• ÈxpUcitLihrhsnr^
Hs imptissus d Magistré Federico Veronensi ♦
M.CCGG.LXXIL q%int^àecimo Kalendas Ahìu^
iti i^ É' in foglio («cclolo .' Nell'anno' seguente
MCCCCLXXJIL fu tistampato ih {ogììàper An-^
ioniuffi
À p ò % T o L ó Z % n òì 7^ ,
imi^ Zarmum Pifinmnsem . L^ mia. Opeta si
reificherà due o tre altre volte nella settimani
Ventura • E' indicibile V applauso cbe ha conse-
guitò • Prestò ne avrete dieci esemplari ^ t|re per
voi , e sette pei gli anuci i 'd npxjjq de* quali tro-^
veirete notato nella sopracdperta é Ve n' e per
voi uh esemplare, iti Tedesco > e vi ho posto ani»
che una còpia dell' Aténaide , che mi e riuscito
di ritrovare per voi i sapeddò che nod l' avete i
Salutate la SigT Madre i le Sorelle i, e tutti dt
casa ; Vi abbraccio di cu^re i è iòno • • • »
^ 48S* ^l iil* ^^* GÌHS€ffe Bini « s Mil4»e i
^ , FiiìtM4 li* Navémire 1719* \
ESibitore della presente a V. S. lUma sari il
^Sig* Giovanni Fiiipfàni mio concittadino 9. e
Fratello del Sigi t^ierantonio ,; mio caro amico i
e dimorante qui id. Vienna i a cui non ho' po^
tùtò ricusare un'e$cace raccomaadasioné p^ésA
di lei a favore di dètttf Sig* suo fratelli ; che
sta per trasferirsi in <otesta Città per l'affare m.
lei ben noto del geìkral Perticato da farsi sòttOr
la iaspeàsióne , e direzione del Sig. Marinoni #
Io credd che il merito delSig^F^ieraòtòniò,' v«r-
, satissihiò nelle cose matematiche sia ben not»
à V. S. lUmai ed lo l[ assicura che ben degna
di lui fratello e. il Sig. Giova^nni , neUa cui
p^sbnà id le raccomando un altro me st^s^ ^
accertandola che quanto dia òp«:eti a favoir dd^
medesimo i obbligherà Iqi , m me <t<^9 wt mei;
^ desi-
fa ' t E T T < H 1^ ■ fl! I
desimo tempo • Con egual libertà pregola valere
^ delia tuia debolezzia in agni incóntro , e eoa',
tutto r ossequio iqno ...
489. -4/ A Pier Cdt^iw Zen0. a Fèncxi^y
' / ' ^
f^enna aj. Novembre 1719.
1 Libri mi sot^o stati tutti carissimi , e in par*
ticòiàre*. V Anastasio cpsì bene ^tàm^to e le-
gato . Uscito che sia il II. Tomo , proccurate-
melo immediate da R^oma , e fategli fare una
legatura compagna . Lo si^s^ farete del? altip ^
che si ristampa sotto la direzione dell' Ab. Vi-
gnoli . Ho ietto attentamente ' da capo a piedi
le annotaa^ioni che avete fatte alla Vita del Aio-
ròsini, e mi soiio éstremàmenfee piaciute per
ógni capo « Non ci hoHri trovato che ridire. Tut-
te 'sono ben fondate , e benissimo stk^t\ Da
cise ho apprese molte cose curiose , eh* io non
ajipev4> e non dubito puntò. , che da tutti saran-
no applaudite e kkiaté. Penso di n^andare a Voi
fe memorie c;hé tierigo, pet far la Vita del Na-
lii ; poiché qui non ho libri ', ne modo da ris-
oontrarie, ne da arricchirle • La settimana ven-
tura scriverò al P,BertoÌlo per ringraziarlo deli'^
estratto , e ve* Ile manderò la Novella lettera-
ria» sì per il libro , sì per il medesimo estrat-
to ; Sono assai più irtibiaràzzato per quel Ms,*del
Sig. Alessandro Marcellp.. Seguane che può, io
ifli dirò con libertà e sincerità, il mio patere ;
cioè Jhé 4on dia alle stainpe qjuellei sue bazze-
cole.-
A P Q $ T O. E O Z S H O « ti
Cok,. Dello stesso parere * è 1 Sig. Parlati , al
qu^e le ho latte vedere • Cèrtamente mi rin-
cresce, che non abbiate fetta memoria di quel
«ometto di Lodovico di Monticellò^ ed in qual
jlibro ei si trovi . Con e^o si confuterebbe in
qualche modo. 1! opiiyone di chi lo fa GatxlQfiL-'
ije 9 e si. yei;rqbbc fope in cognizicoxe del tempo
in cui. vi^se . Iprse unNaltra yoUa vi. verjrà sot-
to r.ocichio. Circa-, il nuovo libra del Sjgn Mar^
cliese\^a£ki scriverò aj ipedesimos perchè nne la
f jiccia. ay^c per qualche strada, più probità 5 mci^
tre voi per adesso non avete modo, di spedirme-
li . hjji prcine per altro di averU piìi pr^^o ch^
4ia pofsibil^, vojendo servirlo^ per U distribuzio-
ne di essi; e se a voi capita congiuntat:a straor-r
dinaria , mi. farete favore a valeryène . Mi ha
fetto ridere U Novella del grai?^ lib^rcglp d§l
Danielli, il, quale ha la glocìa di essere statò i|
primo adattacele si bravamente , comesa]2.ete, i|/
QiQCniile, Manderq la m<5daglia dei Varghi, con,
patto, però di restituzione , npn volendo Ì9 di^
mipuire la serie d$U^. medaglie iterane che ten-
go j agzi vorrei accresceva j e s,e voi ne trova*
ste mai alcuna, non risparmiate danaro per aQ«,
quistarnie]a , massimamente quando sia . di conio ,,
C ben conservata • £. per^ i^ne ahbrac^iai\dqyi ^
lesto > e xg^: c^ico • • « • ^
I
r
tZ L È t T ^ K £ 6 I
49Ó. u^l Sii. Mkrco Bédoàràé à ^tmxSà é
IO posso dire, che è liata , cresciuta , è iii-»
vecchiata cóft me la mia divozione , e ( mi
pentietta 11 dirlo ) aihicizìa verso di V. E. sen-
za che inai possa riit^róVefarmi il mio core di-
averle datò aleuti isegnó di muitfUó mancameli*
te. L'ho coltivata con tutta J^eligiosltà j e per
genici e per debito; essendo stato da lei idran-
te ocirónrenie favorito e onorato . Là méniorià
dei favori, che TE; V* mi ha cómpiirtiti , è sì
fermamente impressa tìeiP inimo mìo , che nóii
può essere cancellata da qiiAlutìque sinistrò acci-
dente, odaqual^i^ia altrui contralria reiatióncé
E benché nell' affare del passato carnovale j di
cui non Vo* più sovvenirmi i mi sia statò rappre-
sentato aver lei operate diversamehte dà quello,
che pifesentenièhté mi scrive 5 10 Vogiid credere
più tosto alle sue cortesi c^spressionl , che all'
altrui ptùvé • Il thfe fo tanto più voìotitieìri ,
quanto cf^e mi sarebbe e troppo difficile e tròp-
po amaro ^ dover pei^^are una éosa tanto lonta-
na dai suo òostmne $ e tanto poco da mfc meri-
tata* Le dichiaro inoltre, che Sé anche taliX)sa
fosse stÀa. vera ^ e che io avessi potuto /èsserne
persuaso; tutto questo però nulla in m|é avrebbe
potuto diminuire di quell* antico e sìncero osse-
quio , che le professo . Sono e sarò sempre lo
stesso p che- sono stato , cioè a dire • . • •
49i«
A p 9 « T p L Q Z 1 ur o , 9|
Viemm j^ Dicemkrt 1719*
MI è stata di rkcrescimento la ntaova Ads
la iptocte del $ìg« Abate IkMnetiicd de Aà-i
gelis^rniQ amico da molti aaiti. Saria beae di]>
i|e qualche CQsa ne^ Giornale ^ oveca4era.il tosa**
po della su^, morte • Potete scriverne ini Napoli
air Egitto , ^^er^ suo antico ^ « a 041 aoasarji,
difficile ti farsi v^ce le notiqcie ttecessacie da,
Lecce « Sa vani Tomi 4el QixMmaie si è ragiona-^
to 4i lui 9 ^ dell' opere sue . Noa sia^ stati d^
accorda iiitorfio alla patria 4i Snnio: nel qual
punto ^èr verkà il torto è dal canto suo • L^
amoc deUa patria ^ q1. desiderio di esaltarla £1
$pes9o dir 4eUe ^o^> clie $en;s^ t^^nstb tioit %\
direbboQo, massimatomite ila fe^dn^ «ofiisate ^
Le inondazioQi seguita va, varie parti d' Italia^^
massioìamente nel Veronese, «sono ^ate scritte di
costi geheraliQentè, i^fi soa trovati ffla^ori di
quello dbi^ €i temeva, i danni infeitid. Sentirla
peste .a^ai vicina alli^ iiostra Dalmazia « Elia si
fa sentire ìs^ Croazia e in Valacha, e in altre
parti di questo^ Cesareo dominio, Li^ Polonia i^oi]^
ne va Gs^^x^ . Piaccia a Dio , che un «ì grat^
flagello noi^ si approssimi a noi di' vantaggio •
Per le due ultime edizioni di Dante , quella di
Federigo V^^resuese nd 1472. non^ha espre^o i|
ioogo; ma, sarà stata ptvibatriltTiente in Venezia^
dove etam}^ altri; ops^ il medesimo : ma non 4
Fi può
f4 Lk¥T|R£]>I
può asserìdà^^an franchezza» mentre ìnque'prì*
mi tewfi della $tanq>a gli artefici non istayapo
sempre fermi in un luogo. L'altra fatta. da An-
tonio ^arotto Parmigiano nel 1473. e sicuramen-
te in Milano. A proposito di antiche edizioni ,
te mai ne vedeste alcuna btu avanti il i^6Ì»
Vi prego di rendermene avvisato • Qjielle che
mi son note sino a quel tempo, sono le se^
goenti.
Ps4lmarum CoJUx • Afogunt* 1 45 7. fel.
Dnrandi Rationale . Mogunt. 1 45 9. foL
Canstitut. CkfHint.F'. M0gHnt. jj^6o. fol.
iìionr PnelUrum . VènH^ 14^1* 4*^«f^
NÌ€ol. Jens9n. La
data è falsa, do-
N irendQ stare 1471*
Miklia Latina . Mogimu 1 46 2 . foL t. I|r
Pt^letnaei Ccsmogrof. Bonon. 1462. fol.
Bihlia Latina • Parii , 1 464. foL
Ciaronij Officia . Mogunt^ 1 4^ 5 • fol^
LoElantius • Sub taci • 1465. foL
Ciceronis Officia « Mogunt. 1 466. fol.
Bilfiia Latina. Aug.Find.i^6é*{6ì^
S* Aug. di Civ. Dei • JRomae • 1 4^ 7* foL
C/V. ii4 FamiL Ramae • 1 467. fol.
fr/wr. Fiorii de jlm* Trenti . 146 7. 4.
^f . 7*i&»i». jiq. Sec. Sic. Mogunt f ì 46 7. foL
Dissi di sopra che il Decer PueUarum fu impresa
so da Niccolò Jenson nel 1471. e non come
^a peir ìmpreiso nel i^6u Oltre molte ragìpni»
cbCv
che mi vi persuadono, io aveva, e debbo aVé
re o tra i miscellanei in quarta, o tra i libri
sciolti, ajlcuni fogli 'mancanti del principio di
un libro spiritijale ; In fine del quale . sta nota^
to il detto anno M.CCCC.LXXL similissimo in
tutto di carta, impressione i e carattere al De-k
cor PueUarum . Pregovi di far diligenza con vo-
stro comodo di rinvenire i detti fogli, è altri
elle vi fossero annessi di altro opuscolo altre^
spirituale , dove non vi ìsi legge alcuna data di
stampa . Avvertite , che tutti sono in lingua vóK
gare; tuttoché giusta l'usò di allora portino il
titolo Latino. Il mdtivo per cui debbo servire
mene , si e per fare alcune Dissertazioni di giun^
te e correzioni sopra il libro ultimamente usci«
to in Olanda col titolo di Ahnsleé TypographU
vi ; assai curiosò , di Michele Maittai^e : di. cui
non vi sarebbe inutile il provvedervi. Costi ne
avelia il Coleti. Le dette Dissertazioni inserirò
un giórno héL Giornale, e saranno assai gu$to«
se per chi si diletta di simili antichità per F
istoria della stampa •' Fra' miei libri , che tengo
in Venezia, ne tengo moltissimi^ non accennj^*
ti dal Maittairef: pure con V ajutò delle mie mo> ,
mori^ ,. che 60 qui ; ne ho pdiiri in registro fi*
tkoti sino a dugento,^ fra i quali ve ne soìiodi
eurìòsissimi , non nominati ih alcun catalogo «
La notizia di q^ei trio opuscoktti dativi daU^
Hertz mi è stata per questa cagiòiìe a^ai gra-
ta. Ne' miei libri debbo anch'io avere uh Mo»
désto Ut re militari A antichissima edizioae ^
ina non $0^ se sia Io stesso £he il v^tró^ S^
F 3 ^ Ìuti#
St JLiET7£mB»I
UUàU la Sif. Mjidft, le Socelle, e gli amici.
Addio di cuore.
PUmbh i^ Dicewfhre 17X9.
QOalottqua sia Tepera» die ai stauq» aFer»
^rata^ degli Scrittoci Fiorentioi , £ite che
subito io r abbia • Non può essere , che
quella dd già Medico CiiieUi* Apcora esce \m
oampo quel matto del Pseudogiornaliita ForUve-
ie? non l egli stanco di iFarsi be&re da tutti >
Lodo PedixiMe di tutte 1' opere del Trissino -.
Ma si farà ella eoo gli omicroHy e togli omei*
ga, e con la solita ortografia di quel grand' uo-
mo? O li lasci) o si ponga, vi sarà molto che
dire • Fra i Imiei Mss« ve ne sono alcuni àa. rac*
colte di rime di diversi autori del seccào XVL
e fra tut non pochi componimenti del Trissino •
Saria beo fatto il fune il riscontro , se ve ne
iieno d'inediti* Oltre le cose volgari in verso
#d in prosa, «on so se sappiano esservi di lui
ont GramaticaLi&tina stampata in ottavo. Io la
vidi una volta sul banchetto del Paoli • Rico-
piai il titolo e T edizione ^ e feci la bestialitldi
non impiegare pochi quattrini a comprarla. Tor«
Mi a tale effetto, ma la ritrovai già venduta «
Di quanti parlano del Trisisino , non "so se al^
euno faccia mensione di questa sua Gramatica.
Anni sono, xhfìo diedi fuori nel L Voi. della
Galleria la Vita di osso : ma se ora V avessi k
seri-
ApQiToto ZiMo; t7
scrivere 9 la rìfomierei tutta d^ capo a piedi :
onde $c io ac fo ora sì poco conto , avvertite
ai^cUe i Sigg- yolpi a non hx sopra essa alcun
feiidameAto • Le scritture uscite a favore e con-
tra la sua opinione per le lettere aggiunte all'
nUabeto Itaiianp , si dovrebbono tutte inserire
sieir edizione suddetta > essendo rarissime » e assai
curiQse. Nelle Lettere Mss« di ci^a Gualdo, che
;^vete nella Libreria del Gmvento> ve ne sono
alcune del Trissino, per quanto ora cosi in due
piedi ise iie sovviene * Nel, Vocabolario di Fa-
bricio. da Luna alla vcic^ Sruffs^ credo che vi
sia allegato un sonetto del Trissino. Voi lo po-
trete vedere ne* miei libri di lingua « Può essere
però ch'io m'inganni» O quanto più volentieri
jittenderei a sì fatti miei primi studj, che a quo»
$tt bazzecole Drammatiche ! ma bisogna avec
^pazienza» e accomodarsi al tempo e albisog^no,
sinché a Pio piaccia • Vi abbraccio di cuore >
^ sono • • « t
493* ^l, Sig. jindrM CèriMto . 4 DnsJU •
ffUnnd 2%. Dic^^nkre I7Z9.
MI ha sensibilmente travagliato, e per suo
e per vòstro^ ^iguaixlQ, ravviso della ma«
laUia sopravvenuta all'Eccmo' Foscari s^ e non
dubito, punto , che la vostra compagnia ed assi'^
sDenza ipon gU sia^ stata di un gra^e ajoto e
sollievo 1^ Qliest^ voha yoi avete seo^, oberato e
<a buon medico 3^ e da bupn amico • Applaude^
Fa al
Sf Lettere d' i
al eoQsiglio preso da Vdi di non abhihdoÀvlò i
se in migliore Stato noti 1<) Vedete e lasciate^
Riveritelo divotamente da patte mia, e ditè^
gli i eh' io pure sto con ansietà di sentirlo per^
fattamente guarito: U non poter lui seguire là
Mi S; per Varsavia gli dirà certo afflizione.* ma
reseguire a nostro talento i disegni non .e iti
4Qostra potestà, e conviene umiliarsi allo supré«
me Divine disposizioni • Io non mancherò di fà^
re quanto mi comandate j .con queliti Eccmi Am->
baiciatori, Grimani e Friuli; e a buon conto Id
farò con quest' ultimo ; appresso il quale vo ai'
pranzo questa mattina: né mi scorderò di par^*
lare a lóro £cc;2e di voi ; di cui continuamente
mi dimandàh novelle. Poiché andate alla Fiera
di^ Lipsia j dóve vi desidero betie e fortuha; far
te diligenza di ritrovare due eseinplari , . uno de'
quali ha da servire per il Padre nostro fratello ;
delle Letttre Itdiààt k Francesi del Cardinal
Santacroce ; ultimamente stampate in. Olanda ;
e due altri del PastorFido, ultimamente ristane
pato in Londra con le annotslzioni di Paelante-
nio Rollìi e illustrato , credo io , <on figure ;
Vedete altresì i se a caso trovaste il terzo, el
quarto tomo, stampati ih Oxford già pochi anni
ìa 8. del libro intitolato Geogràphiae Vetèris Scri^
ft&resGraeci minotes ^ per opera di Gio. Hudson^
come ancora il secondo ; terzo ^ e quarto tomo in
foglio dell' Opera intitolata ScHpcores Rerum FtéM^
cicarum, impressa in Parigi j e raccolta da An-
drea Duchesne • Il primo , e 1 quinto tomo SO'^
no tra' miei libri in Venesrìa ; Desidererei anche r
ebf
A p d i; T b t ò Z-B N«é« Sf
tbé^ficèkcaste*, e trovaste un librìcèiuola stanU
pató iii luzoUtdA 1604. 4* ovvero in O^^eojK
ghéh; Lat. Hé^niéM in S. ovvero 0^J4/Ì4r > noti
so se in f. o in 8. ton questo titolo : Juvenci
Coelii Celimi BédmMéU de Attiléu Fhdz il qua^
le mi t>reme mc^tò di avete. Se avessi i cata«
loghi di que' libri ; e principalmente <]udli del;
Frìtscb^; ne sceglierei qualche nuxiera di mioi^
tuo. Oliando siete in qtiéUa città > parlate di me
al dettò Sig. Fritsch » e ditegli , che desidero di
carteggiare coii loii essendomi noto per le^ su^
buone qualità; Ma i tempo; che finisca 4 ìiSig.
Ippolito vi saluta i ed io tòno di cuore ^ comtf
por . di cóore vi sto aspettando • • . •
Degli Atti degli Eruditi di Lipsia comptatè^
mi legati in Rustico > cioè non punto tóndati.»
io^ con semplice coperta di citta a onde ; gli
anni 1684. i685f i68é« z687« 1(88* léif^
téf^ i<>i. 17x8. lyif*
494. jli medesima, à ZfriJidai
Qui si è Cominciato u nuovo anno coti
^pessiiiyi auspicj ^ e cori universale dispiaci-
mento. Lunedì mattina alle ore 7; 1' Augustis*
sima Imperatrice Madre è stata A>rp'resa da un
accidente apopletico ^ in teiiipoy che sola orava
nella sua Cappella domestica; dove, dopo cssei^
ai fatta aspettare gran tempo dal/ tuo Padre spi*
rituale g fu i:itrevata dtste^ boccone a ienra\dal^
f% . 1 £ X T i n $ D i;
k Dama , fba in quel gìcMmo U tQ^uv» li
aratiiQaAti^ <( V avella > cba dia oca b^ mai
WAiperata d' aUoca . | medici > e tutti geii^ral-
nMS|te la daoao par noorta» 9 solo per evideoto
iQtrafolo di Ilio piìà. riinetfóm * La città ti' à
perciò iiiopnscJtabUe^ mas^imauxei^t^ la povertà ,
«dia qualci infinite psci£(ne viv^vaiio delle car
Bla» àìt m^ all^ nsadesime cqtnps^iva. Nulla
tt dico ddUL' Angustissima. Padrosuuxza » la quale
se è «nooqsalahile: nulla p^re vi dico» 4% xm ^
%k^ itie sento il do|ofD nell'anima per molti rv*
«oacdi ^ S&accia a Dio ^gnpre di rlguardvoa
con la sua infinita ckmei^^ e d^ renderci con-
dolati » col conservarne una tanta Principessa ,
qht i lo sp£»:cbia dslla v£ra pielià rali^iofie «
Sempre pia' nti rallogco ddla, i^cupecata salute di
Sv £. Tó^m j< il quale vi pr^go di rivmr^ a
mio nome • La camera presa j^t voi ^ ancbe, di
tutto mip comodo , oi\de doppiamente tie sono
contentissiniQii ^ la lu aspetto a tjkuccia ,^ e^ cuore
aperto. Non vi dia fastidio > quanto costì si di-^
scorze $apt^ le cUffefe^ae a voi note . $e vi fos-*
se stato qualche pericolo , npn avrei mancato di
dounrene avviso « Qra vi dica.) che i torbid(^ si
sono rassecenati in gcan pa^t^ -, e ve ne do per
con^Hissegfio la, licen:^ cionoeduta dal <>^^^ Pub-
Uica a & £• Croccuralor erlinani di ri^atrlare:
il di0 prima eragli sftato^ magato per le dUScol-
ti sopra^uenate • U Sig. j^pollta vi saluta cara-
iimt»» f a^ft fier. ma |a stosso al Sig.^ Avanzo }
per fina abiMcacddndovi «està • . • •
495-
■< ■ ■
VI xet^ grazie degli ^vveirrtme^ti > ^^ n^
date Ì0lQf«o al P-apirip . Molte delle qq*
se, che non vi approvata» io T avea prevedute :.
ma espressaniante ho volato farle : ^ e^cQue l^
ragicmi. Non ho dato il nome di Fabia allaé*;
gliuola di Marco Fabio ^ poiché pur tr<^pQ 1^
ripetizione del nome di Fabio Ael padr^ e ndt
figliuolo età disgustosa all' oreccbio Isella musi-
ca: il qua} disgusto si sarebbe accresciuto t ^e
vi aggìugneva anche quejlo di Fabia* Ho presq
U nome di Rutilia non afl^tto straniero "t^lh
gente Fabia ^ stante il cogncund di in^Uén^. ct^^i
aveva il friatello per le cagioni > che voi sapete •>
Ho caricata poi V Opera di lentimenti , poidhQ
questi sono ciò che più piace alla Cort§ ^ f
massimamente al Padrone } e àXk quando ^ra ia
Venezia» e che fulativerire cotesto Ambasciatore
Cesareo, egli me ne diede V avvertimento ^ ast
sicurandomi esser ^questo il piacere della M* S,
la quale benignamente mi as^icuìrò , che niuaa
delle mie Opete eragli piaciuta pia di questa 9
solo per tal ragione. La cosa del trionfo Ȏ degli
auspicj è verissima ì> e se oss^verete la trovaret<t
rinfacciata dal Dittatore aQ;F. il quale come in
tutta quell'impresa si esportò con troppo imt>etq
giovasse ^ cosi anche si figure che )a sua vit-
toria gli |»t6Ml0 dare questo privil^io conira l'
uso
<
i± L fi T t < « t li i.
uso e le leggi» e di fatto egli arse le spoglie
e i trofei militari ottenuti nella vittòria , accicfc-
chè' di ^ssi non si valesse il Dittatore nel tri-
onfo 5 come dice Livio • Id una Tragedia si pos«
sono osservar religiosamente sì fatte regole, an-^
ti sì debboiio. In un Dramma bisogna darqual<-
che Còsa air abuso del secolo, iila decoraziodle ,
ed alla Musica . Io lo veggo verificare tuttcr,
giorno per isperienza , e nel Papirio principale
mente, che riusci a maraviglia i Per la mozio«
ne degH affìtti v*ha quanto basta; massimamenu
te per litìa Corte ^ dove il patecicd nort hamoK
ta i^Oga: il che sarà cagióne che spesso mi al-*
lontanerò da certe maniere' , che io per lo pas-
sato ^ stando in Italia j mi ei^a prescritte • Del
resto sono del vostro paerere ,; che P Ifigenia sia
Ihi^iore del Papirio : ma pure qui è piaciuto^
questo molto più, che T altra.' Ma di ciò abba*
stanfa, coilfessandd solo di nuovo , che le vo-
stre opposiziodi iono. giuste e fagtonevoH, ephe
le mie difese sono più apparenti,- che_sòde,
Dell'Istoria della Biblioteca Fabriciaxta sond
usiiiti il secondo , ed il terzo totno , e hth che
gii abbiate , siccome io pure? li tengo. Nel se-^
cdido di essi si fa un articolo sopra il Vossia
degli Storici Greci e Latini ,' e vi ri pongono in
ristretto tutte le censure ch'io ne ho fatte nel
Giornale , senza confutarne al<^una , mentre tut-
te si approvano . Egli è però vero , che jtu si
fa dire più cose; eh* io non itti sono mai sognai
tej e ciò per non avere il buon Tedesco capi-
to ben r Italiano i Nel terao tomd é. cits^ ai**
' tresì---
trest spesso il Gìomak, ed espresswieat^ yi 4
parla di me con lode : ti che pure ha fatto Qio.
Albei:to Fabrìdp nel tomp IX* della Biblioteca
Greca ultimaniente $taihpatai eh* io )ìonhoma|ì«
oitq di prendéines ^vendò gli altri costi ^ ^e£c^r*
se un gÌ0i?iQ farò venire» quaodp ini septa k^
risoluto a fermarini ili qQe^te pairti i dovq ffi/c
altro ogni giò^o più nù^ $eqto mepc^ acpomodacr
si raninio a starvi*
In pi;QposiCQ del trionfo ricercate; ^a CU Fabio»
benché iK>n gli competesse, ve ne ha uq esem-
pio consimile in P»ScipÌQpej che pQÌ fu cogno-
minato Africanq. Egli es^et^dq nella Spagna ^ine
ifUf m4iisttéUH y cqmiQ disse Valerio Massimo » ^
né caccio i Cartaginése e fe^$ cose diiniisimds
trinmpho : onde Livio al libro XXVIII; di ciò.
parlando, lascio scritto : Obhéu res gestds ^ MA-
GIS TENTATA EST TRIUMPm SPES, vm
fcfita pertinaciter \ quid ^eminem dd cdm diem
ttiiìff^tk^si y qui sin^ mdiistr*ttu res gessisset ,
constéAdt . Il giovine Fabio fo che anch* egli ten^
td U trionfò, e'i dimanda al penata coii Matte-
rà ^ Non vi $i Qstijia , ^ abbi^ucia i trofei ' per ^
invidiasse nqn f^ vero T attentato» nulla però
vi ba d^»inverisimile , massimamente considerato
il cafattere di lui giovanile ; di ci^i poscia si
ravvide io njaniera , che divenne col tcmporeg»
giare ij salvatore di" Rpma , e ne ottenne il so-
prannome di Massimo • Notate anche. , che L.
Lenitilo ottenne dal fenato la Qvawnf per le
cose di Spagna , tuttoché non fosse ntqne 2>/«
^AtoTy ncque Conml^ nfmiPrm^r* Uv. XXXI.
Dipoi
Bip^ la, <o0i5a andò M disilo ^ e siidforfe anc&e
H tmhfó Sl chi Hcm a>^ea ancora ottenuto alcun
Am§istl:a«ft , e ^oa ^rair p\ir Senatore^ • Cosi duft
volte trionfò Pompeo allora semplice CataUei:
Rtimaaftb, runa ^eU' Afrièa , V altra della Spa«
IHà: Mndtm "nttltim imWùnm ^iiapwMmi trinine
phki/lt*^ Mix^VIII. Ctò che fa cont:e4uto dàt^iy
io fb notamente dimandate a Q^ Fabio senza ot-
tenerlo. Ho aggiunto opesta coie per cìempiero
il lòglio . QiÀ éai ftimo gioritei del nuovo an*
aO) sino ad oggi) tutta la Corte é in triste^--
za> 1^ la eadt^ apdpletica ddir f inperatrice Ma^
écti Sóf^uwaiiutale alle 7. ott dei tnattino del
primo giorni . Sta m i^a coatinna agonia »
j^èttfe^avet pia feriate . Iddio AC; c<Miservi tatti $
Amatfi^i> e MìA9 $ ^ ^ r
{S|9«, ^ Sii;. Jlf^tMi, CétHÉra^ u Dresda^
f^^nm 14. Cfenni^u lyio»
DKjt ^Mt intere #d capitalo in unnibde-
Simo punto ; 1^ una àn data di Lipsia 17*
6astxa^> rdtera di Dresda 19^ detto* Coprimi®**
ransmite ma rallegro ^ra tutto delia vostra per-
^a «Unte^ e feUoe Htómo co$ti: eque^amia
eonieni«9:fca «trtbbe ancora più grande , . se le
vostre o^se fo$^ero andato alla Fiera di iniglior
pa$2>& di <^llo che sono andat^. L'aver coma*^
nfe wm tutti gli altri la sinistra sorte , oon è
fifie$$o iA« mitici il mio dispiacere ^ ma pare
bìeajna «LpcromiMtiMi ^ì% con^^mtura de^ ten^ ^
Air
ApOStoLO Z t u q: ^^
All'Eect&o Foscarì^ the riverirete a mio nome,*
e del Cui totale migilarainento hd sommo pia^
cere ^ già ri^po^ la settimana passata ; e da es«
sa lettera ) neh m64d che da altre patti avrete
ifittsa la grave p^Mita ^ che abbiam fatta dellat
Itupeiattice Madre, «laiicata cdd universale dia-»
piacimento • Ttttea la Corte ffe ^rta xlegii abi^
ti di ttétó il cotuccfo ^ il 4|ualè dorarà pet un
anno intéro ì sicché voi vénendé rosti dovete
pu»s atidar te^itb di nem con abito semplice ^
e sant'alito gua^nimento 5 o riiiàmoi i^n merla
nei manichetti^ o crovata : noti boxdo 6 altra
ael capello : ^iti una paiola tutto sem^piice e
schietto di panilo ^ coA fodra di seta ^ e bòtto^
ai ^\ift di seta i Noti é neeessai^io» che. sia ve^
stito di nero il servitore ; [loicbé Ìl luto non è
di ultima strettezza » e non lo fanno né i Mii*
nistri^ ne quelli, che sono al servigio di S«M.
C. C Risparmiate pertanto di fare l'altro abito
ricco, che mi accennate* Sa Iddio j, el mio cuo-
re 3 se hd tutta V ìmpaìeienza di abbracciarvi >
ma se la dilaziorie può essere di vantaggio ai
vostri interessi 5 é beìie die vi fermiate per tut-
to qiiel tefì^4 ehe visembtaspediente» aDres^
da* Non vi dia alcun fastidio » &è scrupolo li
ttàttetii^iri fuori d* Italia più di qudlo ^ che vi
poteste efsse^è statò ^rme^so . Si sa bene ^ càr
simlir viaggi noti pOs^o«ió essete misurati :^ sbc^
tilmeiite» che il ttdsgreditne di un itnsse Tintei»
vallo abbia ad essere ttn fallo e un deliito »
l^lte Se dall' Bcc&o tiOi^ò Ambia^sciatorfe me ne
satà f4ttó iMpm ^ hóki «laficher^ 4x Ibrvene nt*
bito
bito avviso. Intanto state con animo rìpo$^0^^
e tranquillo • (^i per un anno intéro saranno
chiusi i teatri ; e 1 Dramma dal $ig. Pariatl q
-ila me ultimamente comfsios^o e finito , non si
^(^erà alla più breve, che ^ carnovale ven-
fur^. Avete fatto btnissimo a spedire per via
, di Aùgùl^ta al P. nostro fratello i libri ,. che a^
yete furesi per lui « Io ve ne far^ il ^al4o alla
i^ostra veduta; le; gli avete avuti a byuc^ pf^^i^^
20. I cataloghi mi saranno cari ; e l'altro dbye.
Itii acceiìnat^ anelasi cqstì facendo , vorrei averla
avanti la Vostra partenza > poiché essendo cosa
èuona , se ne potrebbe far; n^glio il contratto «
Volendo v0r andare alla visita di S. M. basta
avere una perrucca ing^ròppa^a» qc^e le mie fat<^
tttìii da Vqi tarici ìXk Vme^i • Le luqglie non
fono qui in us^ . Vi abI:iraccio » e spixp « * , •
497* -4/ Siz* Con fé di Savall^i^ 4 J^Untj^fi.
Fienttf «. FiUmh i7Ji0,
NEI. puftto m^desìmo^ , ch.e V E. V> mi Éa V
onore di chiedermi la mi» opinione intor*
Ho al. tempo preciso della dui:azione del I^tK^
&omano , ella ne, scioglie il, dubbio proposto cga
tale maturità di. giudicio , che ip, no^, pps$<\c4c
sottoscrivermi al suo savio parere. -, <^. sokunet^e
restami di prpdiirre sppr^ di ciò a tttplo di uIk
bidienza qualche mia pai}icolare osservazione ^
Dico pertanto che. il Lustra tra^ i siioi di^jersi
signift^ati ha quello, di ui\<erto spazio di tempo »
che
^t ^etìza alcuna esitanza sì dee riducre a cin-
que anni interi compiuti . Non sortì però que-
sta voce un tale significato , $e non metafori-
camente, è in pregressa di tempo .. Imperocché
Servio Tullio, sesto re de' Romani, fu il pri^
tno che instituisse il censo^ y cioè T allibramento
e numerazione del popolo , col registro deL va-
lor delle rendite e facoltà dì ciascuno : e a t2(l
£ne ordinò che tutti i cittadini, che dentro , o
liior di Roina. abitassero > dessero in nota con
^iurametxtò i loro beni ed entrate, e insieme il
i^umf^rò è il nome di tutta k: loro femiglia , e^
indicassero il luogo della loro abitazione , riiì-
©acciando il fisco e le verghe a chiupque' noa
iiytszt puntualmente ubbidito • Finita questa de-
scrizione , cpniandò^ che tutti nel^ campo Marzio
si i^gunassero' , e fatti quivi intorno intomo
condurre suem^ovem, & taurumy donde poita«
li sacrificj' furono detti suavcfdHrilia , lustrò , a
$ia, purgò con la uccisione di quegli animali V
esercito e'I popolo, e terminò in tal manieira il
suddetto censo, & lustrum condidit , pec, valerr^
mi della formula antica Latina / Ibi ikstruElum
excrcitum omnem , dice Livio (^lik 1.44. ^j«<^
v€ta$^rUibui lustravi^ ) idqut conditnm lustrum
é^pellatum , quiik is censendo finis fa^s est .v e
perchè poi invalse il costume, che questo censo
si &cesse di cinque in cinque anni; anche que-
sto spazia di- tempo Lustra fii detto 4 lustrando ^
benché altri^ lo derivitio s luenda , perchè neliS
«tessa occasione dovevana i gabellieri pagarèi
f luere ) a^ pubUico. i loro appalti e gabelle.
T^^mo IIL G ! IL
9Ì . I» i T T JS JL E DI
Il diritto dì fare il censo, e fornire il lustrò
fa primieramente neir autorità del Re , 4^ cui
passò ì quella del t!ònsole , e talvolta ancora
a quella del l3ittatòfe : ma la mòltiplicità degli
affafi non lasciando mòdo a .questi primi magi-
strati della Repubblica di potere attendere agia,-
taiUente a cosa sì utile > è sì necessaria i Y m^
no di Roma 510. fu prósà risoluzione di eleg-
gere e deputare a ciò due Senatòri } i quali dall'
obbligo; che. avevano di fai'é il c^ìisoì furqtiòde-
nomittati C^^/<?rz ) e perchè il censo ed il lustro
norl potei farsi , che in capo ad ogni qHinqneru
nio^ fu determinato che la loro dignità cinqu*
anni appùAto durasse , e che nell* ultimò anno
dèi loro magistrato lusrrum condirCnt i Di che
Ascònio Pediàho (' In Cic. p. zip. ). ce riè fa
fede: Regendis vioYlbus civitatis Consorti quin-
ta j:iyoQiJE ANNO creari solebant . • . liAerh' fóm^
pleto QUINQUENNIO, urhem Instr^hAnt • Ma di là
a npv« anni Mamerco Emilio Dittatore rappre-»
sentando al popolo non esselr. bene , che in un^
governo , ove gli altri magistrati erano annui ,
la sola censura fosse quin(iutnndh , portò una
legge che i nuovi Censori v\ ogili tininqùunniff
fossero bensì eletti ^ ma che la censura non più
che diciottó mesi durasse . Ora io lasciatìdo que-
ste ed altre cose da parte , dirò francamente che
se bcjtie la dignità del Censore fu limitata t più
breve tempo di prima j il censo ed il lustro si
osservarono religiosamente in 4ne d* ogni 5»/;?-
quennio ; e che a minoif numero d' anni lìon dee
in veran modo applicarsi il lignificato di que-
sta
A . P O; S . T 1* O Z E N Ó ^ JJ9
Sta voce lustro , qualunque voltai ella? si trovi
Usata dagli scritto^; laonde insegna saviamente
il Turnebé ( Adv€rS4r.'yii'^ zu ) che censo lu-^
strale è ìd stesso, clje qiiingn:enndU ^j detto qosx
a differenza dall* equestre , dal senatorio,, e da
quello che si facCTa nelle prò viride dell' Jmpe-»
rio Romano ; Sceglierò alcuni esempli tra mol-
ti^ <:he in prpv^ potrei addurre.
Varrone , il dottissimo fra i itomani ^ inerita
il primo Wgo; LustrÙm^; die' egli ( de (.Lvd
2. ) nomMMtum tempus quinquennaie alnenàol
hoc est Solvendo : quoà ojjinto anno ve^igatia>
& trihiit4 per ciìtsores persohcbantur ; Ne Festo
( de verb\ signif. ) diversamente ne giudica : lu-
ìtrum , CHfl'i eJHsdem vofaluli prima syltnha pro^
dncùnr li significat nunc tefhpy^s QìjinQjt^nnale ^
fìunc populi Instrationem '. Qyindi e , che presso
gli antichi scrittori bene spesso si uniscono que-
sti due termini quinquenhio e lustro j conie una»
tosa iTiedesima. Nerone (Tacit.AnnaL xiy. zo.)
inst.ituì i giuochi qyiNQtJENJiALi , essendo lui
Console per la quarta volta insieme con Come*
lio Cosso i cioè Tanno^di fcoma 8i2, e deire-
ira volgare 6o. Di là a cinqu*anni cioè di Ro-
ma 817. e deir era volgare é'5. essendo Con-
soli P. Silio Nerva ^ ^ C. CfuHo Attico Vesti-
no, si celebrarono pej^ la àeconda volta sotto
il medesimo Imperatore i giuochi qùinoIienna-
n , dei quali Taéito ( ^nnal. xvi. 2. ) facen-
do menzione dice, che, ^i facevano nel lustro
secondo j ac forte qjjiììq^ei^ì;ai^ ludicrum se-
amdo iusTRo celehabatnr . XJyesti giuochi QJJl5^
G 2 cty£N-
109 L t T T i II 9 sr I
oyENKAti) a cui imita^slone dip^i sì instituiro*
no i decennali > e ì vieennéUi , passarono in usa
ancfie sotto altri Cesari , ed erkào luio dei yo^
ti che si fecèvaho per la loro salute ;' e pér^
Stazio nell* Eùcharisticon all' toperadpre Domi-^
atiana ( ^yhl iv. a. ) gli desidera feà T àltr^
cose*,
Sdepe coronatis iteres quinQuennia^ tyjTRis .
K« questi QuiNQjJENNALi "facevanst nel pritiVi^
pio, ma nerfine del quintq anno, cioè in ter-
minando il /«/^r<) medesimo, siccome dimostra-
no chiaramente i seguenti vèrsi di Sidonio ( Cdrm^
XIII. ) diretti ^ir Impèradore Majoriano :
Sic LUSTRO imperii pertennis acto
QyiNQUENNALiA foscibus dicentuT :
sopra i qiiai versi così riflette il dottissimo Sic*
mondo : Hinc \idere, est qjjinqjjennalia , de-
CENNALIA , & ceter0 id genus , non ineuntf '^
sed PERACTo ULTIMI Aì^m circulo celcbrdri cm^
snesse . JJè diversamente dai sopraddetti si es-
prime Claudio Mamertino quasi sul bel princi- !
pio del Genetliaco all' Imperador Massimiano, al |
quale avendo avuto in animò di recitare una
orazione panegirica in fine dei primi cinque an-
ni' del suo imperio , ne avendolo potuto fere ,
soggiunse , che la riserbava alla fine del secon-
do lustro^ o sìa del suo primo decennale : Ne-
fue ejtim otationis ejus<, quam ccmposueram , /k-
cio jalhiram; sed eam %eservo ^ ut QjjiNQpENWXo
rursus ex acto , decennalibus tuis dicam; quo-*
nidm quidem lustris omnibus praedicandis cem^
ntunis eratia est. Da un passo diEumenio, che
/ mi
À Pò i i 6 L,0^ 2 E ft 6 4 iti
hiì eenyerrà addurre, più sotto » si arguisce tti^
tavia che alcuna volta i qjjinq^bni^ali si C^
lebr^serò celi' ingresso dell'anno quinto. ,
Né dai Poeti men copiose e men chiare «
traggoQo alla mia asserzione le prave. Ausonio
in que'versi, doye ci va anooretando gli afnni
dell* imperio dei primi Cesati ^ ci dinota ì tyii
anni di quello di Augusto col numero di diedi
lustri e anni sei •' '
uiugustHs post LUSTRA dicem scjt proT^ot mncs •
Stazio parlando ( Sylv» ij. 2. v» é* ) de' giu6^
chi ginnastici soliti celebrarci di cinque in cinqu*
anni in Napoli sua patria^ cosi 4 espresse;
fìuc fhe post putrii l4etHm q^inqjjennia lustri
Cum stadio jam pigra quies , &c.
Marziale comincia cosi ( lib. x. ep. 38. ) T epiw
gramma a Galeno , marito felice di quindici anni i
O molles tibi q^tindbcimì Oalén^é
jQuos cum Sulpicia tua jugdles
/ndufsit Deus j é' poregit annos ; , ,
e pochi versi più sotto disegna i, suddetti quùu
dici anni col termine di tre lustri :f
fascisti tritus i e CàUné y lwTris .
I-gionde in queir altro epigramma ( iib. i. «pi i<Ai»^
col quale compiange la morte di t>emetrio mati^
cato in età di tre lustri ^ e di quattro anni »
altro non vuol egli dinotare i se tion che quel
giovane fosse morto d' anni diciaiih«vé •
Destituit primoi yirid^s Detnetriùs annoi.:
QpARTA tribus tvsTKis addita messiserat.
Quarta mf//^ disse poeticramente per anno quar«
to^ siccome fi in ^4 luogo: {tA. x. ep* 103.^
65 i^
lei -Lèttere © i
'* Quàfuàr accessit tricesima messiius aestd^^
Pét Burro, fanciiillo di cinque^ anni faceva pari-
mente voti il medesimo Marziale ( lik iv. ep^
44.. ) , e desideravagli lungo corso di vita :
Uf q$ù prima novo signat qu inq^enni a l ustro ,
" Jmpleat innumeras Burrus Ol^mpiadas .
Egli i strana cosa il pensare , che alcuni grand*
Uomini abbiano con questi due versi di Marzia-^
le preteso di sostenere , che le Olimpiadi aves-».
sero r Iscessa durazione , che i lusm , quando
tutt* altro è il sentimento di luì . Di uno , che
Viva più lustri^ può dirsi che viva ancora mol-
te Olimpiadi y senza che vi sia ragione di cre-
dere, che queste con cgual numero equivaglia-:
no a quelli • • " - * "
Ma egli e molto ancora più strino il pensa-
te > come a GiosefFo Giusto ' Scaligero ^ ( de e^
mendat. temp»lik v. pag% ^82. ^S^é ) uomo dei
più dotti e accreditati, the in. questi ultimi' se-
coli abbia aviit^ la letteraria repubblica , jiossa
es^er caduto iri mente , che dopo la cesfikéioqe
de' giuochi Qlimpici fosse succeduto il lustro Ro-
mano in significato di un' OUft^piade : talché pfes-'
^ i Romani il dire un lustro Ìossq lo ste%^ 5
the ciò che importava presso i Greci un' Qlim^
piade y cioè un solo quadriennio finito : onde me-
ritamente se ne mostra* scandalezzato 11 Petavip
( lih. m. cap. 43. ) r Q^is fando illud unquam
audiitf Ouis alitubi legit y centesiinam verbi gra-
fìa^ vel ducentesimam Oiimpiadem. prò centesi-
mo , 'Vel ducentesifho lxjstro , sivt quadrienniè
\uUano sum f Qkis4ta-. hcutus est f Pure lo Sca-
Jige.
APosTOto Zeno; ^oJ
^i^ero. si sfòorsea <ii recarne alcune prove , che
per quanto posso^ giudicarne > militaho anzi con-
tro, di lui , La prima è tratta da "^na antica in-
scrizione addotta^ da Onofrio Panvinio , nella
quale si dice , che'L. Valerio Pudente essendo
d* aniii/xilL ROMAE ' CERt AMINE lOVIS
CAPITOUNI LVSTRO JEXTO CLARITATE
JNGENI CORQNATVS EST: ^TER POETAS
LAXINOS OMI^IByS SENTENTliS IVDICVM^
Sopra di. che lo Scaligera (pn ' gran ' franchezza
. «j^cspriiTie : Ia ea inscr^iptipftf^ v^amfpsto LYSXR^YM
est agoh C^pitolinus ; cHebi^atumque est] Ul:^à\^J
^^ÌCSiyianm à Christo io6. W^;?^ iUst^uac
est temfus QìjADKìnìiHn. V agone CapitolinQ ^(Xy
cui parla la "lapida sopraddetta , e ii\ cui fu co-
ronato, L. Valerio Pudente tra i Poeti Latini nel
sesto hxjSTKo della instituzione dì esso, altro
esser non puote, Che'il già stabilito da Domi-*
ziano^ (. Censor. cap. xviii. ) V anno di Roma
DGCCXXXIX: e dell', era Cristiana LXXXVL
essendo l^iCòn^olp per la XIL volta, e Servio C
Dplabella. Ma i giuochi , che si facevano in
' questo agone ^Ca^itolino \ non erano di quattro
in quattrVannij iita/di cinque in^ginque , come
cfhial:amet\te «^dicè Suefonio : ( in Dómitian. c.xii.)
Instituit ( Domipianus ) C^., quinqjjennale cer^
tàmen Capitolimi lovi triple x 3 musidum , èque-'
stri y gymnicitm d^r, talché numerando dal dettò
anno delibera Cristiana LXXXVL in cui.;termi-
tiava ancora il quinto dell' impero di Domizia-
tio^ Sino air anno della *celebra,2;ione dell' agone
Capitolino del sesto Instrà /in cui Valerio Pu-
G 4 den-
IÒ4 , : ik f T T E R .E si t
dente ottenne la luurea poetica » ttofeisemo éi&en^
si c^ebrati quetó, giuochi Capitolini non nelP
anno dell* era medesima CYI. come vuol, lo Sca-
ligero y ma CXL cdme dal computo quiiiquen-*
naie di cinque lustri susseguenti ^apparisce.
La seconda ragione dello Scaligeri e d^tta
da due.verii di Ovidio ( Fast.Jib. Illi i6^. }
il quale dopò aver. parlato tì della rifórma detp.
anno fatto da Giulio Celare ; composto di ^65;
. giorni, si del giorno, che di quattrd in.quato:^
anni dovevasi intercalare s il che forma t aand
j bissestile; segue a dire così: . ,,
^ àiic anni ntùdusM • In ìustruxc aice^dere debeì^ ì
^ ^at conhimafàr pdrPihus ims Me^s *
Q^al^ondame^to possa cavar, lo Selligero dàf
questi due ver^i per ,la sua opinione , confessa
sinceramente che noi capis(;d* Qy^tìV accedere ìpì
liUSTRUM è lo stesso ditì dire a^ccedere in qjfik-
Q^fiHNiUM j di cui e composto, il làstrtf. . V iri«
ferc;ala^ione che si. fa nell' anno bissestile» noti
si fa èhe in fine di ogni quarto . adno j scatto &
bissexto Kal. A44nii 9 cioè quattro giorni primi
delle calen4e di Marzo ^ dal qual me$e , sì sa f
che principia Tannò Romaenò: onde Ovidio nojtì
Volle dire ahra cosa , se ^non che.uiia tale Ui*
tercalazione dee farsi dòpo i 14. di Febbrajò iit
capo ad ogni anno quarto i e quindi approssì<«
marsi ai lustro^ cioè all' anno; quinto : in, i.t>
STRUM siccedere dehet i Ne altrimet» 1 debbonoi
^piegarsi due luoghi di Plinio, e diEumeàio^ i
quali intesi diversamente pptrebbono far credere
probabile una si strafliafc opinione dello ScaligaM
1 A p é ìtb io Zi AH; iof.
tèi H luògo di Plinio ( lik xz. capi 47. ; seèi
Ve a provare it che in capo ad ogiii quadtlemiici
foma ih certo modo là natura a restituirsi al
I éuo. primo éisere i e à &rsi à^ck' ella in tal
qual maniera idéercalaré » vedendosi omnium re^
dire essdem vices-i & Q^AiikitKNio èàaSos non
"Zfentn^m mòdi j ^ciam , & hliqùknm temptstéh
fàm *maiiìa e:t parte i JEt lesse jpìu|fùtpiÌ7K iti»
sTBJt eJHs semper intertaUri anno. L' intetealare ^
che. è sempre, il termine di ì^ quadriennio i non
sarebbe il coACiNciAMENto del lustro i se il
2USTR9 niente più fosso, dH^ xiA ituu^iennuf • U
passo, di Ettmeniò sita 4iel ir. capei del sao Pa«
ttegiricò a Costaii^Eo Cesarei Volendo egli loda^
'te^il numero quaternario ^ perchè f' imperio Ko^
mano ei;a allora governato da quattro i cipèdi
Diocleeiano e. da Massimiano Augusti,, e daOK
L stànzo è dii. Calerlo Cesari, tie reca divèrse, raS
i gìotd i tra le quali quella j che in quarto Jiiò^
go tgli adduce 9 fa solo al nostro proposito r
Quippe^isto numinis vostri nùmero summd omnia
nitnntnr & ^audenf^ etementa qùatuàr , & toéi^
dem anni viéèsi &orbiì quadrifdriàm duplici di^
ìeretus oceano ^ & r£m£ns6 qtTATER cablo hV^
fTRA^ RfiOEtTNTiA , & quadrigoo sólts i & duobue
eoe li luminibus adjun^i F^esper &. IMife^: dov4
il panegirista altr^ però doU volle significare i
se non che dopo terminati quattro anni , rs^
KEN50 oyATER éAELo , ritornavano i lustri iiel
quinto, i^stRÀ RS0£UNTiA^ E che questa fos^
fé la sua sentenza interno l'intero spazio di un
Initro ^ lo dice espres^eHM il mede«iino £o«
"^ menio
|ò< L B r t s K s pi
Ittenip Inolia sua Orazione di teridimeixtQ dF gta^^
sie air ImpcrJKtor Costantino < cap. xiii. ) per
aver assoluti gli £d.ui dal pagamento del censo
per uà intero quinquen^nio / QjuriNQjrE anmoruk
f09Ìis reii^a renUsisti . O lxjstrum omnibus lu-
ìtris fflictHsJ e noa molto dopo : oyiNQjjEN-
HAtiA tna tnhis etiam ptrfeSla feUhrMda sunt.
iff/j 9$dm QjjiNTo nfciPi£NTB mscefta ( tccù per*
tatuo che atouna volta, i qniHquenfudi si solen*
miaaavano ancbe ^' ingresso del' quinto anno ,
come più sopra ho dovuto accennare ) omnibus
fépHlU^inre commwfiiaj, nobir haec propria ^ qnao!
piena Jf^nt. Preclara. ferj^rCatonis oratio de lu-
stfa sui felicitate. Jam tunc enim in ilU vete^
rt Refublica %d censorum loifdem' pertinebat ,
$i LU5TRUM ffiix cmdidissent , si horreM messis
impiesset 5 si vinden^a redundasset , ^/ oliveta
larga jU^issent^Quid^ ergo nos eenvenit gratula^
ri de hpc indmlgentia^ tuae lustro ? Mi è sem«*
bratp non alieno dall' argomenta il recare tutte
le sqddettc parole dei panegirista , le ^uali ci
fanno compiange^ la perdita , che abbiam fatta
della sopraddetta Pi^XK)ne di M. Porcio Gitone
ffitorno all^ felicità dì qufel lustra , in cui egli
«tacitò la gensura : 4a quale Orazione se fosse
a noi pervenuta , molte cose per certo e* inse-
gnerebbe su cpiestp punto , che ora stanno det
tutto nciF oblivione sepolte.
La terza prova prodotta dallo Scaligero per
corrobogcare la sua opinione gli yien suggerita
dalle . infrascritte parole d& Sidonio , tolte da u-
na Epistola {XXIV. ) del libro. IV. scritta ad
un
A p p $ T ^ I. Ci ^ I N o . 107
\a\ certo Turoo suo ; famigliare; per iùtdndcr le
quali egli é fiecessaplo, che io ''premetta Targo*
mento ^ di cui tratta la medesima epistola. Tur*-
pione padre del suddétto ^Tiimo , nomo Tribuni^
zioy avea chiesta e ótteinufa ad impteitito una
certa somma fiì danaro ^ non con altra sicurez^-
2a , die di uno scrìtto di sua man? , col quale
si obbli|ava di pagargliene T usura sino all'in-
tera restituzione : sed , ut chir^irapha fa&o èoce^
mur p cauU centesima est foeneràfti ; ed essenr
do córsi due, Itiitri , senza che mm $010 il d».
bitore avesse saldatp il capitale 3, ma né meno
avesse pagato un soldo dell'usura^ , il debito di
lui erasi giàr raddoppiato : uhm ( centttimA^ con-
tinua a dire Sidonio ) per BiLtrstittE proiduSis tbm-
>vs modum sùTtis ad duplum adduxit. Lo Scaii«
gero pensa , che per quel niLtJSTW timpus »
cioè spazio di d^è lustri , s' abbia ad intèndettr
lo spazio di otto anni , volendp che il lustra
Romano altro allora non ^^it , che un quMdrien*
nió . Non ^i può ben capire 1* opposizione e lo
scioglimento di essa, $e prima tion si capisca ^
che cosa impòrti usura certtesimd^ Ella pertanto
consiste in un censo annuo' di docttci per pento 1
il qual censo se tutto si paga^sVad un trattò»
finito r anno , o pure^ manualmente in dodici*
volte, qui non è luogo <iK «esàcminare ^ Suppo«
iiiamo adunque ^ Che i danari dati a Turpiotw
da Massimo con la condizione suddetta sienp sta--
ti cento. Acciocché l'usura giungesse a iraddof>-
piare il capitale dell' imps-estito , converebbe, chcy
anch' ella> al numero di cento ascendesse* Ora se
i due
tòt .ìlETtERB li*
i due lustri cofH dai giórno dell' imprestito ù»
no al tempo della: lettera fossero , come vuol lo
Scaligero^ àtt^ sóli amii i V u^ura di on^ anni
Computata à ragion di dodici per ^óntonongiun*
gerebbe a far la iumma di un altro i^ettnnajo ^
ma. ci niàncherebbono ancora quattro danari a
ebmpirla .' . e p^ tal òonipililexito n Vqrrèbhero
altresì qnàttro timi : 6 però noti bene vivrebbe
detto Sidoniò , de quanto al soldo , ne quanto
al tempo» che centesima per .bilustre produ&d
TBM^txs W^durnsertis ai ÀnpUm .add^xit j Pet
kftcQ adunque là véra e precisa intelligenza di
queste parole bisogna dire i. che il bilustre tem-
PUS importa, un intero decennale., non e&stti^
doei akuna necessiti di alterare il Vero^ spazio
del lUsfRoi che era un qtdnqHisnniQ .^ Ne mi si
opponga j che in . tal caso 1* usura di dieci anni
aon solò agguaglia ^ ma supera di venti datìari
la somdla ptestata di cento> mentre, in dieci am^
ni elfat accende a cento e, venti daciari : poiché
Sidonio^ uomo informatissimo delle costumanze
e delle leggi, molto bene sapeva i che le usure
non si potevano ne dov.ere^ uè esigere, quando
eeeedevano il doppio dekxapiule • Fèrum Sida-
nius, l'annotazione è dei\sopralodatb Sirifiondori
ut viri daSi phetporunt , excurre/ttis sUpra du^
pinm summoi fàeie^ém non habuit j qupa sciebaf
MSHras cammtinei skpra dtàplum nes deheri , nec
txigi passe i Le XXVI. Di di eondit. indek &
Li IVi D. de fóem nauté la qùal legge, e* sog^-
giunge j essere ratumeiiiOrata da Plutarco e da
4)iodoto. Pdtrei fare altre riflessioni y^iitsfggi^
ire alla 'lina opinione sopra la médésuna lettera ^^
con la quale Sidoniò nel proseguiménto avvisa
r amico, che Massimo iimetteya al suo debitch
re sHperfositàvi U^ùl^^AX%^ , qnae per^ nsura^
nomm Accréviì , soU simpli restitutimf còntt^ìh
ìHs . Ma mi accorgo essere ormai tempo» cb'ip
dia Sh^ alla mia^ con la quale mi sonò oltre
il dovére dìluàgato, ma solo a fine, di più pcp^
liingarmi il piacere 'che provo nell-. ubbidire a
y. E. pon già con animò di' dirle cose V che
alla ^ sua cognizióne sieno str<mie(e. £d ora do-
po ayerle significato il mio* sentimento ìntpQio
alla durazione del Lustro , altro a dirle non mi
rimane, che, quando in me duri la vita» taijto
in" ine viverà queir ossequiò ^ cpn cui ini pfc-
gi9 'dì èssere.'. f. ^ ' ^ ^
* , . ^ ^ • . t » .♦ « ► .. . -.1
Vienna ij. Fcbhng^ 1720*
IX Sig. Recatati mi h:à, scritta la morte del
Sig. Bernardo Txivis^o; é vi confesso ilve^
rp, (rbe ella mi ha passai» T anima ^ • mi ha
fatto provare un ifiespUcabile dolore. *Vpi sape^
te qyanto antica famigliarità ed amicizia sia [is-
sata tra lui éme, sen^ alcuna interrua^ioiie dal
canto mio • Io iion ipahco di scriverne questa
sera a Monsig. di Cénedà suofràtelh^,^ inadém*
pimento di una parte del ^ìio dovere. Ma (he
si farà de* suoi Mss. ? Di quel taqto che ne an-
derì succedendo 9 mi sarà c^o di e^sec di ma-
no
ilo L E T T E R e' i '
no in itìsiio avvisato. la caso 'che si vendesse^
Wi rsà sarebbe, assai card fare acquisto di ^^^
ami i de' quali tetigo il catalogo • Avvisaterni
amcora quello che f^^ttete intendere , intòtho al
$uo^ testàmeitto ; in casb che! he abbia jj^tt^ •
CircJt li. vostra congettura sopra la ideriva-
zi(me dai Grecò, del tìdme di Ziha : io non
saprei cpii ^qual jiersoha far capo in questa cit-
tà ^ dove siatóo nelle tenebre Cimmerie ; . Non
Vi partite dal vecchio Salvinìi che è il più dot-
to in detta lingua^ che sia in Italia: elògio^
che di lui inventi e più anni sono, mi fece il
P* di. Montfaiicon s e se con lui non carteggia-
te j scrivetene à dirittura al Sig^ Salvino suo
fratello ^ dalla cui gericilez^^a potete prometter-^
vi cigni cosai Per altro o che lunga còri|eren-
sta ebbi con. l' Augustissimo Padrone da solo a
soldi Pef più di due ore rai. tenne seco ^ e mi
ha fatto vedere alcuni bei libri da esso novel-
lantentei acquistati •. Sii le mie insinùa^iioni égli
farà acquisto della libreria del Baroli di Hohen-
dorff itiorto ultimamente In Olanda , copiosa di
quasi diecimila, volumi i per li quali non si vuoi
meno di dpdici mik doppie; Io ne ho veduto ^
ed esaminato il Catalogo i e per verità hori ho
mai lètta una più scelta raccolta • Intendo poi
che Ja loro conservazione sia singolare -, la mag-
gior parte in carta grande ,- molti in carta pe-
corina^ e quasi tutti legati in oro e damaschi-
lo . Libri di lingua j antiche edizioni y Aldi ^
Qiuriti ^ Grifl5 > Stefani , Plantiùi , Patissoni , El-
zevirj s' incontrano quasi in ogni Ceciata del
Cata^
, À JP Ò 5 T O' l O Z E il Ó. ili ,
ìQttabgo^ e bene spesso anche Mss; dei quali
alcuni sond originali l Fattone 1\ acquistò , vi
comunicherò qualche altra particdiarità i 'dicen<io^
Vi óra Sglamèiite ^ che esso, facéiidosi sarà cagio-
iàe; che subito $i ^daj^^iuaoo alla fabbrica di
uri grai* vaso per riporvija nuova e la vecchia
libreria \ che unità insième, difficilnieiite he avrà
una di uguale i e ,niunà ceftaniente di. sup^rio-ì
re • I Mss. saranno intórno a 1 2* 4niia ; . gli
Stampati intorno ad So. o 90^ mila. Oiiest'aii^
no alla buònaN stagione, vo Cominciarli a pr^n^
der per mano ; e non ho dùbbio ^ che ci trov^-^
ih cose rare; e non più vedute. Salutate al sor
iitd la Sig. Madre i e tutti ; Addio di cuore •
'499* »^i inedejimé \ a Venezia l \.
PìcnnÀ i. Afarzp 17*0;
MI ha grandemente mortificato il periodo
della Vostra Ietterai nel quale mi dite
x:he in avvenire àrderete . più ritenuto nei conìmet-
termi cosa alcuni iii queste partii per figiiarda
eh' io proc:cura di usare qualche atto' di .aiiiorei
yerso di Voi i Lodato Dio i io Sodo in istatò di
potervi dare qualche amorevole te^timorìiinia del
mio affetto i e delle mie obbÌiga2!:ioQÌ ^ ienza che
io tip risenta veruri incckttodd ;* Ho di che vive*
ire agiatamente^ e senza averne il fastidio^ che
in Italia mi è convenuto di continuò sof&ire.
In mille manière di genfjxxsità è di amore mi
ha assistito la voitca bontà ^ e ora tuttavia cp*^
tiosco
Xxjk 1 s X T I m s a X
^psco di darvi mille molestie e iccomodi ^ Di
grazia soffrite , che qualche volta io mi consoli
Con qualche di^ostra:|ione di piccala > e non mai
adeguata riconos^Qza • Valetevi di mie, e de|lG^
<ose mie liberamet^te , (f^endQÌtiii più caro ciò
eh* io potessi fare pec/voi» di quello che pojtessi
£tre per me medesihiQ ^ Il Petrarca citato del
1507. dal Cittadini 9 còme uscito dalla stàm^
9U1 Aldiina 9 è tanto vei^p » quanto quello' die
yìsn citato dal Ruscelli a h 385.. dei Com^Q^
ìarj, come uscito dalla medesima imperia nel
Ijóu Hell'.uàp) e nell'altro de? sta^e certa-;
^enté X50I. Ù edizione fattane dal Giolito nel
I547p e tanto lodata dal Cittadini » e in u.
èi^ è la prima, per quanto credo, nella quale
ponesse ngano Xòdovico Dolca , e che^ i^scisse dai
forchi del Giolito. Nella mia lista non ne ho^
notata altra dl^ anteriore • Vi ringrazio grande-
mente dei due cataloghi de* Gramatici , e deir
qperè 4él Tasso, che mi Qffsrk;e, e ye Ih ^-^
métterò puntualmente^ In questo secondo prego-
vi di notare , quando ^vete tempo , tutte le édi^i*
lEciot^. osseryat^ da voi delia Geojsalemme Libe-
rata* Io ne tengo costi alcuna delle più vec*
chie , còme quelle, di Casale , del Makspini ,
dellMngegneri , ecc delle quali npn ho qui al-
cuna ipeinpria • Il ^Giornaletto Tedesco da voi
veduta, oye si parla di me, sarà quello di Lip-
sia. lo'npQ rho ancora veduto « Penso di far^
melo venire. Non faci perduto di mira T affate
del libro del P. Santinelli ; ma di Lipsia non
$K^^ posto ritrarre al^unp. stabilimento . Tornerò
a scri-
/
Apostoio Seno. %i}
a scrivete} e per fiae dì cuore vi abbraccio, e
sodo ••••'.'
fOO# Al Pf Alessandro Bomco Serti. 4 Napoli.
MI arrossisco* di dovef »'Hre a t^. P. Rs^.»
He da più ài cinque ^misi io soni debito-
re di risposta ad una sua Ietterai é^ Insième. 3i
ringraziamento per II. catàlogo de* Mss. 'dèl&J
libreria Ìx ^ònre oiìveto, da^ lei' s|; cortese-]
rtiénte tósmesspmi: ma pur% mV con vì^n/ dirlo ,
cf dim)indarle nello \tesso' tempo perdono^ di'que^'
ila hlia'ineicusàbile trascur^ezza • ' Mi corifeo
<fi conseguirlo dalla sul bontà é gentilezza} as-'
sicurandola che la grazia non ' ini J daùri' stimolo
àd^abusarifnerie in avvenire. In esso'^catalogo^hp.
osservate mólte ^ose assai curiose, le quali^me-
litcrebbono che la sù^ erudizione s'impiegasse a
comunicarle al pubblico con le opportune osser-
vazioni ; e un Articolq ^eij Giornale sarebbe
molto bene occupato 1 QuelVìj/^?. C^tdario ^ 9
Catderio fu Veneziano ; i^t ixel secolo XV* e
scrisse molte cose • pocfie delle qual^ sono tijt-
tavpka alla stampa. Il suo libro Uc^ Ecclesiasti^
co ikterdiO^o non credo' che 'sia di Questo nume-
ro. Quel parafraste in V(?fsi Latini di Dante. ,
Monaco OKvetanò^, e notato nel cataloga col.
nome di Frairis Adatthaei Compto de Fenetiis^^
credo che possa essere^ quel ìylattèp Ronta , Oli; '
vetanoi e akresi Srcnèzianp , di cui parlasi'ncU* ',
Toffioìll^ tit. ' ' Ista- '
Istoria Ollvetalìa del P...LancUQtt9 a ^- 4^.« é
1^7. le cui parole i si nell'uno^ sì lieir^ltro
luogo di quest' opera imj>fessa iA Venezia, nii
sarebbe caro. di avere. Pajtmi ancora, che ^e
parli Pio II. nel libro X. de' siioi Comeritarii •
Avrei piacere similmente, che si facesse esatto
riscóntro nel Ms. se vi si legga nel cognome
deirapto^^f JS^nf^^ Qvverp CtfmpfQi come ancorji
le prime' linee del prologo, e i pfimi yer|i f
gii ultimi JeUa traduzione Latina^. L^ prego aiìr
éox3L di signijScarn^i , chf còsa sia il pidife ili-
titolato': Petru^ Èpscùjf^t irixiensis^ e ct^e co^
sa contenga; potendo ei^sqre qpera ^i W ^^'
che Vescovo Veneziano, 4; t^l nome sopra il
^ qua^e noti ^oiso oia^ detern^in^nii i ess^ndovens
stati molti '4i quella città di ^t^^cia* Spiac^n^i
grandemente la dils^z^qne della ^stampa della sua
aspettatissima oper^ de^li $critt^ri |jucchesi; Itì-
t^nderp volentieri , *^e sjia terminata quella delle
Rime e Prose ^ccresc^ujfe ^ Mons. Giovanni
Guidicciorie illustrate coli le annot^ioixi di lei^
In questa città npn y^A ^cun^ >\Gcademi^ Leo*
foldi0ia,i o a^traj di (?ui io poss4 rsjgguagli^rl^.
C^i 44 ogni co!|a sì pensa , eccetto ch^ a* bue*
ni studj . Fuoti di qUalfche fprestiero ^ 9 di qual-
che nazionale, che iplo sa la, §iurispruden5?a , \
massimamente intorno allo stato !^en?uaico i y*
e una crassa ^d univeijsale ignoranza* Presso 4
librai non si troyan^o libri di y^glia . Qjialcfhc
opera, che si v^^ ri$taropai;ido ip Gprma^ia , a' ^
•'1 più lodevole capitale - % questo partìcqla^fi^
non póti:ei dirle a bastanza* S' io bo qualche
' ' T buon
/ • ■
"*A p • $T*ti Zino. ii^
hiéòÀ libio , ine te *oii Alto Vfetiii^ ^ ftàlili l
Noti i:6st4i p6tÒ, di<5 lioft vi ^kno p^e«s^4 HMtftfi
pàttìcolati , niabiìtuiiifteiite f^iafti ^ aSsài boòhé
raccélte. ti Àiblìdti^a Cesaiisa è ^ teéioiti^; st
pét òpere imf^esie 9 che pa^sdi^afifto le Ho. ttm
glkja^ iìi^ le tfiàfto^trittéi cfhd farthiio iikél*'
fio A VSm JBcAla. ^ol^itni . 1Ì Sip GeMilotti ) Cfcè
ifte ìdtsL alk cu^:Qdia, è nn Signore eraditUtffnd»
è (Dttèsiissliito ; £gli data (iioii tnòltl tbmi i)t
fòglio, clie satatinó uba, cMtlhuà^bke de^i òty
to vx^umi |>ub^kàti tlal làmbééioi VHS^pdtk al
lui ONKetià infinito «èit ìrecòttclìea^ fe Àe «ticrf*
• tò iiiusfl:etàim<» k j%^bblioa iett^àtià . Q^e&M
i qUlfiitò posstt, ^«ìvérle pireséhtèfffténtè ià tt«*é*
ria di studio* Desiderò di f^téèle ditti&^tlfà^ te
co$e di maggior rilievi ì «pj^nto ié 5ié> ^ ^
prègi 0tf$ere4;.« /
* j(òr; ^l Sii. Hffi^io rMisni&i^ s PdèkMé
D£ik »k>ne del Sig. Orbato ho à^uté Hii^
CresdmetiÉo 5 ma molto più mi è spiatili-
ttl quella del nostm Sig* fternaftìo Tririsaflèf
della quale ndn posso rammemorarne, ittit2iséi>'
pirarite, e dolermene.- ttè a vói satì dlffidlè il
restame persuaso^ saj^endd la lunga e famììiate
l^trinsìcfaea^za fra noi per tanti anni passati:
èicèome dalP altro canto io sono persuaso , che
veri pure ve ne s$!(ett contristato per Parfiofe
che gli portavate^ e eh* egli altresì ri portava.
H i Anche
ìli i. I t T « 1^ i \ ^ 1
^Qcfié in Mo0sig. (.attcisi voi avete per^atQ i|t^
degno amico, q ié lettgi^i^ , {{lascamente in Ita-
^a , pn 0^311 protettore . Qaccbè ho lanciato que«
Ite gafti, posso quasi dir^ i^i?' più sono gli a-
niici , ciie mi sono fiancati > 4i quelli che mi!
^no rimasti. Pjjpcqufiarno noi dic^ntetyarsi più
fhe ci fia Rpssibile, cqn sicurezza"^ ' cì^e come
in voi ìq sq 4i avere il migliore degli amici ,
cosi v<>i in m^ ayretjs ;empre il più sincero e
diyoto . h\ B\tf jeri Jiq parlalo di voi lungamen-/
|e cpt Sìg. C^ayalier Garelli^ il quale mi disse »
ch*^a 4^ l^f^SS tempo privo 4^ vQs(;re lettere»
CU ho partecipata la «otizi^, qh$ (jten presto il
vostro libro andrebbe alla ;tampa» ed egli m^
ha riconfermata la yolqnti che mantiene cji ben
servirvi appresso jj' A\3|gustissimq Padrone^. Risa-
lutate caramente in liiio nome gli ornici, e in
particolare il P. Ah. Bacchini, da me singoiar-
^i^Qte pei; le ^ùe degne qualità am2)td ^ stimai
to. Quando vi portate appresso di sua Eminen^
za, px:egovi di ricordarmele umilissimo servido-
re, e sempre memore dei favori ed pjtiori rice-
vuti 4a lui. Rer |e npvità, che mi comunicate',
io non ne ho altrf i| retribuiryi , che quelli
della mia ottima intera salute • Son divenuto
più gi;assp di prima, e nella àccia mi sonorin-^
giovanito; in altro ne ho segni al contrario*
La mia gamba non può mai |>ene ristal>ilirsi .
$^on mi dà dolore, ma è sempre più o menq
gonfia , e non ipi lascia ne camminare spedito ,'
ne ben reggermi fermo • Anche qliest* anno pen-
fo di afidare ai Jagni , e 'I Sig. garelli V ap-
* * prò-
A p ò à t ó i é ^ £ ilo; ixj
provai* Q^I Ho comiaciato a gittate le foikii-
hienta di una nuova Librecia^ e a quest'ora |
volumi empiono i grandi armari > e passano uii
migliajòl 11 téle si è> che potò di ìfmno /\e
nulla di rato ritrovasi presso di ^^esti libraj^^
e'I preai^i^o ne è e^rbitante^ massimamente dir
librv impressi fuor di Germania: Purè bisógna^
cavarsi la sete con P acqua salata » quando non
può farsi altrimenti. Pregovi di riverire a itiià
nome l'Itlina Signóra Laura vostra consorte; e
tutti gli altri di casa vostra. Continuate ad a^
inarfm> e ledetemi. ««•
Jo2. Jrf/ Pi Pier Caterino Zenè. a, VeriHiài
' ' ' ^■' . ^ *■"•■■ -^ ■• .
Piennd ip Màrzi lyab*
T Alito € Icmtanó ; che ibi dia punto di. farti*
niarico il consiglio pteso da' Siggi Oriniàili
di hon.valerj(i del lino Papiirid per Tannò v6t|U
turc.clifò anzi ixe $orìo cònténtissiitid . Sino eh*
io sto in queite parti , è mio piacere é vantag-
gio, che Costì nulla si rappresenti del mi6. Las«»
fciàtd pure the. facciano à lor talènto^ ,6 vedrò»
t|ì0 in fine ibhi ne àvtà il datino i t le. beffe ;
Il vo^o Articolo sópra queir uccellaccib costi
comparso mi ha fatto ridere a pièna bocca, fi^
to nóu u è lasdàto. vedere aneoira in queste pat«
ii. Vi dirò bene^.ci^e in un catalogò di Ubri
Ivemlone veduto il titolò ; mi sono subita im<-
kagiriato* contra chi in parte andrebbe a cade-
re <jfi0 imputò li è ;ni , sovviene jcte all' amico \
U i * qua?-
X
\ì;9k |. £ T X £ IV & a I
il^^pd^ Mhè. ^-«qf^oc^tQri 4ic4il). ma ncm fui a^
tì^ > . ^ cài^ ayerefebfi^ 3iVUtQ mode di vondicapsene •
\q bft, injulfcaitp ia d^e- eapi„ per qaiatjitQHii^ov'-
iri^ngv: cioè ttól pufit^rdel mtaéstQ noo; sorai-»
glj^^, ^ l'i^ltXQ ij^Wepiugo male af^pUc^to»^
]^ qu^$£o. sèscqiiidp^ ^t^io io fui. il pcàno» a dir^
]p, oel Gjlomalfó, e ncKi. accu;^ài alpuno ia paf:tì<?
«IpIarjS^ mofttre I0. sbaglio ejia s£aìOj simi aU'orat
uttiv«M:sal§:. Ni3l puato poi del mtratto |* autore
oltramoqLta^o merita scusa> poiché: nonJoiaveitH
tò di sua testa > e a capriccio ^ ma lo tolse dal
Waodbfii^^t >. e i^uu^i credo dsMà^ pecchia ectir
jcìone del Giovio fatta Iti Basilea . Io attendo
con imj^$zì&smk qnék libco^:^ ma non sarà poca
eh' io r abbia di qxà a due mesi . Se ne verran-;
tkQ: più cQpie!> q£iatsai» pac vcl ^efasoifaUo . Ma T
atmccr nesttfo, ohe pensa egli di* face?! Scrspitarnon
giova ,. rm; difeiidei^ , se( sii Uà: ràgtcme. Nell^
sMft Notte hfli pgcesL alcuni gaassL sbagli ;^ . às^^
qmlii io L' aa^m: avvcetitp^ isao: me le avesse co-
imuucat». Uba. re n!6 ip. pattimlài:;?: ^ ch« tir
&iiat£lar t|n jfyiTiSfi ^ >. in cuii sanot confusit l fan-
$^Ut,. e i> tempi •. Gli. dissi ^ quando, lat ossetìi^aà,
che* mutasse' qufilUi pagina, e non. sa perchè notti
\' ahbì^- étltb • Ma di ciò abbastanza per oca^t^
Sa mi. scxiMerài sopra questo, Ietto che abbia^ il?
libi%, ìgli cfinor candidaraente' e da; aimico il mioì
^eifttimentQrì^ e^farèrpet lui quanta» mi sarà- pos^
sibile:» anche, par. yiaì della stampai, doVe Odnsti-
che- lai. ira^on» siai d4' cantg. di lui • A cio^mi
. - \ . f>bbli-
/\
!.
I
Apostolo, Zeno, ti^
'dMlgz r affetto cKe gli porto ', e la* giustizia,
e lai vdrità , è l' ònor della patria , e della na-
zione . I^er le nuove letterarie vi're.ndo al soli-
f 0* le dovute grazie . Èuoh Dio ! Dopo la mìi
pàtteiiza dMtalia,- quante pèrsone di lettere vi
éòri morte ! . Quanti imìcr fio' perduti ! Iddio Si-
l^tìofe conservi qiie* pochi, clié/vi^^ rimangono aa;
Coìra^ •
TQh ho mai iiteéé con più^cf impazienza le,
•f vostre lèttere , clié nel presente ordinaria.
Élleno spero cKe mi torrarièol da una grave pas-
sióne, che mi ha cagionata là lettura della. vo*^
^ra della settimana passalta • II vostro male q,
nel prÌt;^cì^io, e nel proséguiinex^o mi dà mol$p
a temere, pei le circostanze, phe 1- accompagn^^
Àò. Esso è certamente un\ effetto delÌQ troppa
vostre occupazióni, della naìaggior. parte delle
qbali , e ifbrse dette più rincrescevbli .e laticos^
io: ne sop la cagione ^ 0i grafia abbiatevi ^ e
per voi e per me*, un pò* più di riguardo. Gli
inni corrono a furia, e non siamo pia in., età,
qovè il.capc^, e lo stomaco regga» .al p^ -di^
pfil6a : ^ ed £0 pure 10, dico* per isperienza . 4<^scia-:
tè' pertanto andare le, cose che più v' Imbarazza-
no's e. gerchè CQnbsco^ c^e 13^ più ^^tr^yagKpV ^
pesante, può éVere il Giornale^, ^K^^ il pe-
sò ^d aitrt, chjè abbiano più d'ozio e 41,: quie-
H 4 / Ui.
té; Voi beh vedete » che ^ me )poco àvanaa tii
tempo per agutarvi ih simi^ fatica s e per quan*
tò nli fòsse caro il proseguimento di eìso^^^ Ben
potete restar persùìiso, Zht più di esso e eli tut-
\o mi sta a cubte la whstti salute e conservar
«ione . Pregovi duilque , per guanto mi amate, di
gettarne da parte iimil lavorò, ógni qual volta
Conosciate , cké es&o Vi sia di troppS imbarazzo
per la vita, e di troppo dispendio per U saiu*
te . Esso ha avanzato , e ^frebbe avanzare di
molto sótto ià vbstra direzione.- hìa replico ci^
the di sopra già dissi: la vostra salute più eh*
attrd mi pirémé; £)i quésto solo ho più Volte ìra*^
gionatò i giorni passati col nostro Sig^ Andrea i
che caramei\te Vi abbraccia . Se con esso volete
eh' io spediica costì il Sig. II)polito , che vi ter*
Ntà compagnia nel viaggiò, io 16 manderò volen-
tieiri. costì, affinthè éòn esio nii diate il conten-
tò di abbracciarvi e godervi pei: qUalclie mese
in qubsté patti • Niuna còsa più gfatà ^ mi giu^
gderi nella Voi^tti rispósta l dòpo la sicurezza
dei vostro òttibò statò , che V àssefaso alla gra-
fia che vi dimaiido. A qiiatito òdcorreravvi per
cotal Viaggio, nulla voi avrete a ^ pensare . A
tutto et me $atà provveduto ; Risolvete i e scrì-
vetemi • . .
Cifca la notizia di que' Mss. che desidera il
Sié*'Wander Aa, ed a sua istanza il 5ig. Ca-
valiere Francescò^ Còrtìaro i io àlttò iion posso
dirvi, se hoti cHe quello del Ì>empstero intorno
air àfitichità deÙ' Etrùria , iutitòìatò De tìetru^
ria ktiifili iihìri VJt. si èoùseira Ms. ih l^ifehze i
^ ■ ■ ' é Vii
À p ^ s T-p. LO 35 i ^ b J ìrìifV
%ne park il Salvini ne'Fasti Coasobrlac* |5i« '
Fochi mesi avanti la mia parte&za d* Italia m^
ne mostrp ^una copia ^ ;e forse V oprigUlale , .u4
letterato Inglese» c{ie Tavev^ acquistato, nel sugi
viaggio: e parmi di avérn«[ fatta n^emoria iami|
libco di ei^o pempstero> Latino», intorno lagli
uomini iilùstiri della Scozia» siaàq>2^to,iii 4* ia
iSologna, « le^to in pelle ^ che troverete tra*
miei liBri Bibl^otej:arj .^ Osservate nel , principÌ9
ia parta che vi sta» ^òme dicono » di. ris^uar*.
do'« I libri che aveva il fu Domenic<|[ MoIìqo »
sono ancora appressò del ^ig« 4^(^i^^<?^ v^o ^^f"
cendente » , da San Vito 3 e Pf^ ^quanto^ mi
c\stato rinerltò» stanno cìiiusi ^ià/più cassoni
nella soffitta» d<dve di quando ili. quandp alcuno
de' suoi servidori », anni %» né scoteya^ben. bec^e
iià alcuno là polvere : il che seppi da bpqna
parte . Il Sig. Bernardo Tii^visano fece tutto per
poterli vedere » ma no|i potè ripsciinfi , ia inodp
veruno s e questo è quanto. posso' dirvi sa que-^
sto particolare . Circa il Prologo del Mussato
iiulla saprai dirvi di {MSisitivo» né veramente fe^
ci nuu riflessióne, su tal mancanza • Date un* oc*
chiata all' esemplare » che sta frtVnuei ii(>ri.; À
tal proposito vi dirò bensì» che unita al Mùs?'
skto sta l' istoria de' Ccirtusj mancante, di alcuni"
capitoli^ i quali io, trascrissi d^ lui Cadice e^ì*
sciìte . appresso il, Sig* Manfredo Conti, ^ che
si pbtrebbonò supplire in occasione di|al ristami-
pà • I detti fogli saranno ò nella copia stampa*^
tà , o fra' miei Mss. Voi badate a star sano a e app»^ '
fècchiatevi à venirmi a trovare* A4dio d( cuore 4
p. S^ i^ rapka àia, ìi \*éSer* letteci • Spéti*
Pst cm éss* cfi;'coa$olarml y W ttìl- lascia àfiffift-
^ pkìp €bé' tìial, ééìi- sólo tttéfidcrtdo da essala
«ftiitinttasrietfé 4^t to^é nMé ^- ma: ancora Pa.&i
^^iméittó- # Vòt àòlì^ ft(e riè Sgitìficite atlcun^
jtòficolàtffeè: et ^ taéermi- torto ittì fa tetticèè dì
è*ta,- Notf- fltStf fai skfSjit ia^t^deihìcrgfto di tfoj:
^mnì^ ^ V€AeÀ^, ^dièé al presènte i Faccia' Id^
c^ S^horèv cHé f ìùàty e X aSfea siàrtior coh^ó;
là»* j' e P ope» tìfr S2ù:i il Vo^o tótalé ^art-
«itìfitós^ che dfellaf róatìo dell* Afeissimó* <fi vefd
9à<i*e «'ìiiifliQìeòf . Kisj)9ttdfer^ dfto voitó lettièra,
riel v«ìitofò (*(fin2trio, pò?chè óra noa, sìolb' liprf
if^ fenì^ dt farfó V niàt riè meritf m'erte e vi-
06rét tJMfcfa ^ vòstror riialìé M stóto' sbatordl^
tSy tf *jòi)?a(xy. i^djlìq di- ritiòfvoy fraiétftf àmaitìs.*
« . .
£V ì; t^ *gftpt àvàtfeatfb' il rìsttrtto dell^ Vi-;
ta dfeL édfebfe^ Maè?«Beehi , ctó M pòchi'
^0»i cdtìfiHcf df ik^tè'glì^ dàrie^ TiiììtiAii riiarió ,
acdìoc^ sàiifó in^ tem)*?' di- Védétid iniel^fò nel
Ibìlìo tirefttfeiirfiotéÈzo^ del Giòrrfalef a {^iibbKca
soaaisAfeiòhé^. Tòstbchè poi' mi sii valuto d^àl4^
isittii)rié éitaditeV cof«otó , che' lii! sbiip st;at'é
tràttnésse dfe V. S- HtiRaS fàrìf che le medesime
rkfcasflhé^, óbtat è b^' doVeré , ili SUI mano\
^ - ^^ onde.
£ci plr "quanto a» me non^ med» ^ chd a tuttai Ja
l<9tera$k sepubblka utile* e giaea cosa ^sHebbd^
che ifiàéme oonv lar Vìla di esiso,- dflar He fitces^
se.p&i't^ per laa delta stampa di u» dittgoi^Ql
l^ataibga delia insigne Biblioteca dm lui liasdaM
Uy. si di libri impressi , come d' inedita j^ ÌUu^
soaxBdoIò iosimie y ove qe conoscess%i ìà ì^s^
gaa^^ di qualche soa^ erudita atxnotasione | ooH
die 'mpUà pe^trebbe avvantaggiarsi la; ndti9ia(dft)^
le persiMie erodSte • Ri<:eya in bUQfìar patven^^
stp: mìo) siacelo c^siglid, che' parte dti uncud^
se dinota ,. 0^ atfiàiite ;^1 pac deUa sufei , deMa^
gloria de* sudii amioÌ>^ e padroni. O^a- sòlapiei^^
ho ^^itq in ItaKa uti buon disegnò dèi mky
mtratto untò da eccdlentealrtieflbey acciocchii
datp< a qualche belavo intagUator^ a< bulino : e^
tbcftoohà^roftiRai ^àrà «erminuta, do» de- primi c^
srnnphffl saranno ^r 1^, ondain* qtialche^ mp*
4o^ abbia presente' /dii sòl<^ b^ V" onot«d di es^
serie da^ viciiw» con rànimó>, 6 Mn^ fo^eq^Afi.
KJairisshmi- sonc^ i libri ini{>réssì< in^ I^lia» clfc^
giiuig^tiop in^ quesiti parti, he Pdesie giocose del^
Sig^ Vinciqii nqn si. sono qui' antór vedute, SeP
ha pcca^oMe^di scrivere a quél Signor^-» «He à
stolto; ssftipise de^ mi^i amici: , lo* riverisca^ a mio^
wm^ .■ Dd Taìsso^ costi andar lènft^ienée ella^
n)ii scrive rim^-essionei t&at in yetiezià^ nqnsd
ohe ancMT sia- comindata ; e pùà èssere ctie» il^
confisonto: abbia spaventatcf^ queir im{^sèJre>
Coli pare sa di sicurp'^he non sf imprime la-
tamo^ ricercala Istt>ria del VUrcìii' y ma ^ebbd
deside-
/
x
. ,lÌ4 . t t t t.J^ & B B t. ^ •\\' \^^
<d$$iderat>ile » che anco .^aesta si reàdesse pubÙi^
ca per ria delle stampe. Non ho tocor veduto
\i Pastor Fida ristanipató , in Londra dal ^ Sig. Rojl-^ ,
li; ma mi tieiji dettò ^. che Tediaione sia. al. ma^
giotiegno sqùisijta • lodd il .cordiglio 4^ Idi
datagli di ristampare T Orlando riformato dal Ber-
ni, gia^hè ha in animo dijdar fUori le ra4jt^
sime, a|>cre di t^é ^t degli aìtri di quella scup-
la • Mi viene scritto y che un gioriio si tistani-i
peranno le X^^^^o ricercata Epistole, d^ Pier Del-
fino, insieme Con più vplvimi di altre del^os^te^'
so Religioso i che , non mai ..jonp state iitipjcess^ •
Chi lìe.hs preso l'assuiito sOpra.di. se ì ha. ta^
laotp e attenj2iond per ben.cohdurr^ ,a finè^.s}
lodevole impreca , ed ; io non ;hQ maticatoi di dar-^
gli coraggio; ed Impulso. Egli ^i . è . il dignissimò.
P* Abate Cam^tdoiese . .Qio: Benedetto Tassi^.. ^
iindde'^iù éijesti $ e jaegtì lejfcetati ^^ th! ^o mf
iab{>ia tiiai.conpsciuti^. fjIU ha tuitta iragiorie .di
star ispspes^f p^r.non, privaci. del bel ,Ms.d'Ia«^
Scrizioni , che. ti^ne ,di Fra GiòcOft4<> Veronese i
In esso :la pregò di os^erirair^^ se ve n$ sk-àl^
cunai <^ve^ ^a espresso, alcun G>nsokto di.Boò^
2ÌQj o di Simi^aaco, qupluQque,.e'|[ia^,' e diccH.
niamcarmene 1^ notizia..cpill|i copi? esatta di.
essa* Mi sarebbe .parimente ^3iai cara una co^'
pia delia. <lcdica?ione, 3^ òhe fie^jfa r autore i e
anco ,delU su^a prefazione «^sé pijiire.ivé <i\ha air
tra .oltre la dedicazione • yjix lignifichi, similmenr^
t^ la qualità di es^o Codice, e l'ordine cheyi
tiene j e se lo crede originale dell' autore ^ dte^
fu disegnatore eccellente di Simili còSe antiche ,
tome
/
ffusae si Tisdè aver htto nel suo Vittùvio •' fiqi
ftèsto qui aVicmó là fiera > con Toccasioiie déti
la quale ^^anno libraij di lipsia , di No^ìm^
berja, ed altre paid di Germania. 'Non soW
sa ppiteranno *di nuovo j è di ^uo^io . Se tn>yer&
co^ de^uL di ima -notizia, non inancheiÀ dt àvn
v£$aniela, in retribuzione di tante ^ altre > * e si
peregrine , che ella mi somministra . Spero' che
il) essa ritroverò aoQ) per lei un ipmolX* déi%
la' pihlioleca Greca del: Fabrìcio ^ per cui il R
mio fratello nu ha data la conunissionf» \ e ^u»
bìto cercherò mòdo di fiurgildo jpervènire per, Viì^
sicura y e noi\ dispendiosa • II' P; Gamier fieqcr»
dè4^o% della Congregazione' di S»'Maurq » ci
£u:jL godere \ma migliore edirioné , di* quante
sii|òr ne abbiamq, di tutte l'opere di S* Basilio
G»' L. Colà pure si è stampate ynS. Cirillo Gt-
rcispUmitajjQ « Noti so a qual ^eghq' sìa in pggi
l' adizione di $. Cipriano , incominciata dal Ba^
Imio avanti la di 4^ ^tte « finisco » e coq .
t^tto Tossequio sono « . • • '
T&ppp fi eb^ Yp $• lUwi la l>o^tà ^i ccn
mandarmi che If facès^ avere una copia
de) mio l». Caplrio , cì^ ^toìe pri^na 4a al^
txi^ ell^ aveya ^ccolrb» di si buon occhio .JpiiQQ
ma^e^i di ubbidirla facendoglielo indirizzare C(^>
stì ^ Sig, Filippini i eii(ie sperft ^:ìq re^jtrppla-
re spe-
>.
le 6t3edìt0fe .^rà {jerrenuto iti stni ai«o • Vùeedl
àhQ pjà di ftequea^e dlU xni.dew ^c»àoi/t\4i
jaModa servire hi cote di aaà ma ggaore prema^
ras s dove io ineg^.<p<Mbestal.i^k «soiloscere la
nU divcMuone» e per dacie pia stimoto atmisò*
kbmi icit quefta sioèera oiia ^i^pplica^ eocc^ dbé
ii siiprcndd la oonfidetièa di i^kbcoere alla soa
protecione per raocomaodarie <lAa persona che <pef;
Verità Ae è meiijiten)le 'i Qpesca si è la Signora
Giovaniia Stcadio^- VetleKÌana ; la quale di'pre«
iente a questa Gocte si ti;ova « Elia è féndatis^
sima iìeila Musica* e ae ben sia óra i'iìa pral^
fessati tra le sOedomesriciiepsiretiy desidera iì6h«
, ditnejio di iarsi sentire finalmente atxjie inpub»
ìfLìeii. Gmta eccelieiiténiedte bene, e coti tuctft
^fitóch«ts;^à, trasportando ogni cosa per quatitto
sia difficile air improvvito ^ e accompagnandosi da*
per se sola di una maniera mirabile • La sua vo^
\ ce i anari in meèce soprano 4 eh' in contraitò ;
^11 teatto per guanto to%&^ vasto , per lei non
farebbe che picciolo » avendo grla petto, e voce
da farsi da per tutto sciltire. La statura cresce
de} mediocre» ha buoni portamento , nobil per-
sona ^ ed è tale clìe può fare sopra la scetia un
assai maestosi comparsa. Inoltre e d' ottitiii cos-
tumi » se pure questa è condi2Siotle che in chi
profesia la Musica ^ i^icerchi. Ora questa Gio-^
ttne avrebbe detiddrio di far la sua prima com«
l^arsa aopra coteste scene v o nell"^ opera dell' Au^
tunno^ o in qu^la del prossimo Garnovalé, d
neìFuna, ^ t«àir altra ancóra , quando cosi ag^
ImpressarJ ^9t^$$ii^é £' ricorsa a me con ispa-ai^
za cb'
A p ó 5 T p f p % i y ó: tH
^ ^"|6j)ófs* fv §\h|^ cp&a 4i «IO valiti^*
chp aqiindp ? lei j^^ì:^il 4i P^^ipprla, 4oA sia
CQ^a jdifficile il i^derlii 9{|»^^si:a, Quot isieirefì^
jpo$«<^ 4icl6 che bò mt^ U qpfificteaz^^ chddd^
la ripscitiat hqq $i ^wi i9Qti^ j^ peàtirst, nd
per 1^ io ayèrU pn>pp$(a, iié é^r use in averla
PFPB9$t«* Ob^ftP vQlUf ^i)i ha volttU» sonticbi^
Ansii^ti^fimp Pà^roQe, da cui àn^^ra lie ha eoa»
seguito m gtiefpsQ r^gilo. lo j»6r y^l^ °^mi 10^
]|p nw ìt^^Oi folitp impacciarmi in eotali feoce^i-
4e: ma questui volta ncm ho fUotxx ditfstklcnm
dàlk in^tanàse, che ni^iie sorto ijtattf fatte, alle
qùaU ha dato i^^ch^ forata U merito della Sigiuiàrà
(^ioyanà^. Atstm^ò dalla sua risposta uà hok
tello risi^oj^t^p della sua hoóti ,. e gentileasa vetr
SQ la mia gerspiaia i tuttoché &i^na cp^ può fare i.
eh' ip jsia p^u di quello i ch$ sèmpre sonò staff ì
^ profe^sQ d* f §ser* ... *
^ |P(Ì* ÀI ^tfi C^^i^^ ^4tdé aaikUu'S ;
./ ' , ' • ■ ^
LA^idfi 9^mm^ i titpH • i oon^>limettti éà
part^ft scriViamopi co^ quella libertà ecooi-^
fklenz» i con cui; si sctìtev«io qise* valentuomiai
accora del X VI^: fecola . Mo ricevuta la vostra
g^^sima lettera ) la quale mi ha i;nioit0 4i
piacele ceca^tQ si con V avvisp della vostra salu^
te, come «^ la. jiotìaia della vioiiiia pubblica^
3KÌ0M
X%9. l I t T E K « it I
|5Ìoke del vostro S.^ Gaudenzio . Fpci vedere U^
stessa al Sig. Gvntiloéti , U cui precisa nspostà
ritrove£6t§ neiroccliiio'viglietto, donde intende--'
jretè le' dUigehze inconùndate ad usarsi cfa lui
per' rèndervi servito' circa quanto gli donuindàtè
intorno ai \pstix Adeltn^nno^'^ FiUstria. XJlti-
. mamente mi è capitata uh' Opei^H^tta stampala la
JLipsià'da Già. Federigo Gladit^fiMDCGX.in4^*
con questo titolo : Di ÌUustribuì 'AlemannU \
imprimis iis y quòs JhÙgdeiurium oh nobilkatem gen^
tis' a VlL tetti saecutis ad se recepii y ofqueinde
per mnem EuropaM m ptAlicum ^rhis^còmn^àMm dif*
fudit ,&t. V Autore sì è uii tale Urtano Qoni^
fredo Sikèro Arcidiacono diSnèebèr^.' Qpiviegli
^arla a lungo del Véscovo JHeimanno àiììSL^^g.:
52. sino alla 72. Bnetende che quegli $1 chia-*
mi^sse Alemanno y o JUmdnn^y coma Siieherpo^
^putito lo dice^e che trovassi^ questa dénomì-n
^azione dall' antica sua origine di Alemagna ;
I^oco però Q nulla dice di lui più di quello che
pe abbiali detto Sigeherto el itrkemo fra i più
antichi » il Mabillony il j^lèoy e qualche altrp^
moderno. A e. 55. 58. porta i Rytlmi alphahe^
$Ui cfi èsjo jfdilmanno dt f^iris Illustrihus sui,
temporit\ e a e. 58. , e 6i. le Annotazioni del
Mdhilione^ A e. poi ìéil 72* produce Idi Pistola^,
del, medesimo a Berengjtrio y senza iarvi sopra
alciiha Nota, e senza che si veda averla lui
coUaziohaìà con alcun Gxitce, ma tronca e mu-
tila tal quale! ^si vede negli astoplari già impressi
si. n 4^. Filasiria poi del Fabrizio y io qfuasi
pre^aitivameQéBy^ assicurerei esser egli una di
quel-
A » o s T ò.i:. o Z E H o« V»f
qiidte Òpere > cbe possono ^ ancora zytst luogo
lidia Bibiiothecéi pramisjM & Utcns dell* Almilo-
veen^ e quésta è la prova sopra di cui fondo
la mia corighiéftura . Nel MDCCXYIIL pubbli-
cò il Fahriiia in Amburgo la seguente Opera
in foglio: Bibliothecd Eqclesiastivég ^ nella quale
egli i;oraprese e illustrò con sue I^te tutti gli
Scrittori antichi , che hanno^ trattato degli Scrit-
tori Ecclesiastici,' cioè S. Cirolumo , (Senn^Ho
di Marsiglia , S. ' Isidore di Si^vigUa , lUtfan'^
so di Toledo , Onorio ctt Autun , Sightrto Gem^
blacense , e i loro Continuatoli GÌMÌÌAno e Teli*
cà di Toledo, e Y^ Anonimo^ oltre adi Arrigo A\
Cant, e V Anonimo Kiellicense, À>/ro Casmen-
%t^ Ptacido Romano, el Tritemio^ e per fine
V Aggiù^ia di Auberto Mirco ^ che prima di lui
pubblicò e illustrò con Note graii/parte deglr
Autori suddetti. Ora egli al cap. ///. àtW Ano-^
«wl? continuatore ^ Isidoro ^ e tS Ildefonsò y fa-
cendo yna lunga ed erudita Annotazione ^opra
lo stésso S. Filastrio^ non tlice cosa alcuna cir-
ca l*avét posto in esecuzione quanto aveva dise-
gnato di voler fare sopra ^i questo Autore > an-
ni nemmeno fa motto di aver avuto in animo
di pubblicarlo.- e lo stesso silenzio usa egli lad*
dove fa qualqbè iVb/^.. kK cap. LXXXIV. deirO-
pera dell* Abate Tritemìo^ che quivi parla dello
stesso Filastrio : il che certamente noA, avrebbe
dissimulato, se egli o avesse dato fuori V Opn^
scolo di quel S. Vescovo, b fosse stato in pro-
cinto* di darlo , noQ. avendo esso per altro lascia^
to di* ràmmemorarje akre sue fatiche sopra que*
Tom 11^ \ ' gU
l^Ò i É t t E ifjB D 4 /
gU Scrittori Ècclesia^ki j che. m var) tempi Jiw»
va fatti ristampare, ó de* quali era^ bccorso di
favellare nelle sue Opere da ìoi divulgate • Art*
coVa non mi è capitat-a sotto l'occhio lalLPar-^
te del Codice apocrifo del N»T. pubblicato ulti*-
màmente dal • medesimo Fabrizio , e pero non
ho ancora osservato quaiit<^ con molta borita gli
è piaciuto di dire di mia persona ^ di cui pet
altro in più luoghi della sua Bihliotheca Gr4ec4
ha parlato con; espressioni assai maggiori dei me^
rito mio. Rendavi intanto grazie dell' avviso,
come pure deUe ioJi, che date al Tomo xxxii.
del Giornale ^ le quali però tutte si debbono ali*
attenta cura del Padre mio fratello pef le buo*,
ne cose che vi ha inserite, e principal\nente per
quel beir Articolo che concerne Lhììì Ala-
manni , donde confesso aver tratte licite noti-
zie, delle quali, io era affatto ali* oscuro * V
Elogio Aiagliabechiana avrà certamente il suo luo-
go nel Tomo seguente , e se sarò a tempo , an-
che la mia Dissertaxiùnt sovra Boezio . L* aria
di questo paese fa in me queU' effetto che ci suol
fare generalmente , cioè che mi rende più del
mio consueto tardo allo studio» in cbe però non
ha poca parte V esser privo de' miei libri , ipol-
ti de' quali sarebbe inutile qui ricercare . Inten-
do con piacere quanto mi scrivete della Disstr-*
tdZsioni vicine a pubblicarsi in risposta a queUa
del comune amico . Esse precederanno la vòstra
ài tempo , ma non le, torranno il primato del
merito . V opinione di lui ha più ammiratori
per la lievità, che seguaci per la forza delle ra-
giV
A p ò i f e t d 2 1 N o* ijr
gtbnii In essa egli ha volu&> confonharsi al ^ud
direttore di queste materie 5 che. è il celebre A-
baie Bacehitii . Pregovi di tivetire divotamente
a mio noma il chiarissimo Sig* vostro fratello i
imo singolare padro^ae > e di ringraziarlo dell'
incomodo ^ che si prende per proccurarmi le iié^
tizie desiderate dell' amico Doni defunto , le
quali mi saranno carissime ^ Gli direte inoltre
che ben subito avrei dato ordine al Padue mio
fratello di spedirgli le Epistola di Plinio con le
Nope de' Far} , se il mio esemplare fosse rima^
sto ih Venezia"; ma e$$o è uno de' pochi libd
che meco ho recati di qua dai monti. Starò ia
attenzione di procacciargliene un esemplare , e
in ogni caso, quando a lui piaccia 9 lo servirò
del mio proprio • Finisco ^ e abbracciandovi con
tutto il cuore sono • • « •
* 507* Al Sii* Antonio ysllisnicri ^
Viennn^ z$. Maggio 172^^.
NOn ho che scrivervi se non dirvi che go*-
do pafetta salute , e che fo una vita ri»-
t>osata e tranquilla. Per chi ama da vero , co-
«ne voi fate > questo è dir tutto . Desidero a ver
nuova del vostro statò . La. stampa del vostro
libro si va ella avvantando ?. quando credete ,
' che ella sarà terminata ? Ho inteso dal Padre
inio fratelto T addottoramento del Sig. Uber .
Non dubito che voi non gli abbiate > anche à
H 2 mio
t$> t » t T ip ^ » ^ I
mio riguardo prestata ogni amorevole assistete*
%k: di che vi rìngraj5Ìo quanto so e posso. Fa-
temi ave<è uoa' copia della lettera scrittavi da^
gli iiQCi^àeiYUci li^differèfìti . M' immagino che
libila sia una delle solite freddure di que! poi^i
iicioli Milanesi, che sempre hanno perseguitato
ìt nostro Giornale • Ho scritto à mio fratello ',
^he nulla vi badi , e' ch^ tiri avanti senza de-
gnar costoro di risposta . Ma se vói sapete chi
^óno» rimostrate à loro» che hanno il torto di
dolersi . Chi fa uh Giorhale , no^ ha l' obbligo
di parlare; di tutto mii)utatn6nt^ • Esso h% dei
Riguardi iipi qualche occasione V cbe uh' altro not>
avrebbe. Se lorp ne spiacè uh silehzio che non
gli offènde, scrivano a loi; talento un* altro Gioi:-
liale » e si soddisfacciano * £ poi a che tanto
àflfannarsi di veder nominate le pose loro, e de!
loro amici in un' Opera , di cui tanto sparlano ,
è che d|t gsii è giudicata sì dispi;egeyole ? Io per
ine non mi contenterei gianjniai di vedermi no-
minato né men con lode in un libro , che fos*
se §ciogco, e da Qulla • Il ^ig* Cogrossi è un
valentuomo nella sua professione 5 onde avete
fatto benissimo di averlo guadagnato afforesta
Università. Rivefite gli amici, cioè iSigg.Rpp
leni, Mo^rgagni, Bosip , Fa^ciolati , Lioni , e
gli altri tutti . Il nostfo Ippolito sta bene , e^
con esso di qui ad pttp giorni mi poiflr-erò ai so^
liti bagni per meglio consolidare ,' e asciugare
la gamba, che sempre si risente della passata
sciagura, poco, o molto* L'ultimo Tomo del
piprnale nii ^ piaciuto gr^indeindtite^ 9 Sua M.
^ ' ' " • ' . me-
À P O S.T Ò t Ò Z E N Òi- iii ,
{ncdesima rtóa molto gradito. Rassegno il soli-
to ossequiò alla Sig. Laura , e alla Sigi Oau*'
diaj e di cuore mi dico qua! sono ; • i *
jàS* Al Siii Andrea C^rnaro. k Venezia.
yitnnd 8i Giugno 1720Ì
L'Avviso del vostro felicissimo . arrivo mi ha
grandemente consolato. Io era impazientis-
$imp di averne la .notizia j quale, appunto me
Favate avanzata. Lodato sia Dio Signore di tut-
to , e {)iacciagli di mant^iervi sano , e di prcv
sperare lungamente le - cose vostre • Goda che
abbiate trovati, in perfetta salute tiitti quelli, di
hostra casa. Non mi stupisco » ciie al ritorno
siavi sembrata piit vecchia , la Sig^ Madre di quel-
lo che r avete lasciata • In una persona dellat
sua età ùii mezz* anno di più fa assai ■ maggiòit
tangiametito 3 che in una che. rie. abbia 35. o
30. anni di meno i óltté di che. i cangiamenti
deiraspettd non sono cosi Sensibili a chi gli ha
tuitto giorno presenti,* còme a chi si disavvezza
a vederli per qtialche tempo • Abbracciatela ca-
lamente a mio nome;» e riverite pure la. Sign<^
ra Cognata, le SoreÙé, i Nipotini; e gli ami-
Nti* L'Abate Vianello ini ha scritto di aver ri-
cevuto 4^ voi i quahto vi avea consegnato per
esso. Egli non. lascia d* impòrtuiianm t ma un
Vo^ró . sodo ragioriamèntp ^pero che finirà di per^
suaderlo della impossibilità, in cui sonodiconif^
piacere al suo' desiderio ^ Farò col ^ig* Conte
-t j . Sa^
^34 IrETTiREDl
SavalU y y^diXchtsQ Bartolommei , Conte Mosche^
ai e altri, quanto mi commettete • Al Sig. A-
bate Pariatì pregovi di scrivere due righe di scu-
sa con lettera a parte : il -che sono certo che
da lui Sfirà sommamente gradito . Oggi final*
mente ho ricevuta lettera dal Sig. Zio Sevastò ,
con una diretta a voi di >risposta : la quale tro^
verete qui occlusa. Ha mostrato molto piacere,
cke gli abbiate scritto , e se n' esprime nella
mia con molto sentimento • Scrivo al P. nostro
jtateUo , che proccuri di feir capo col Sig* Con»
te Sava , Coasìgliere del Czar qui abitante , p^r
la sicura spedizione al suddetto nostiro Zio di
lima cassetta di libri , che ho ^tto apparecchia-*
i5e per lui . Se trovate apertqra di raccomandar-
la a quel Signore^ che mólto ama la persona
del Sig^ Sevastò , mi sarà molto caro . S, £• Fo-
scàri parti jeri mattina • lo sono stato a riverir-
lo piiL volte , e mi tratteni seco in lunghi e
soavissimi ragipnàmenti . Compresi , eh' egli vi
ama di buoa cuòre . Mi disse , che nel soffitto
di sua casa aveva alcuni armar) di libri vecchi ,
9 con la sua solita frase me ne fece un rega-*
lo . Oh 5« fossi costì , e pote5>sì avere la liber-
tà di vederli,^ sonp certo , che ne trarrei fuori
qualche buon pezzo: e forse anche mi risolve-
rei a comprarli tutti • Bisognerebbe potere far il
catialogo. Se riuscisse a voi di ottenere, che il
K nostro fratello li vedesse , si potrebbe fare
un buon colpo . Nulla voi mi scrivete dei libri
del prete di Eontana^fredda . Questo è segnQ ,
che Q ijion avete p<jtuto vederli , o non vi sie-
te
A Pi S T O L O. 2 B N O • 155:
té sopra essi acccMrdato • Intanto, vi abbraccio dì
^feore , e sono . • •, .
*j0^v-^' Sììk ^t9nÌ9 FaUismeri. aPddàva.
Vienna 15. Gingnd 1720-
PÉr minile prove di debito e di amicizia po-
tete essere molto htn persuaso , che poche
còse ini sono più a cuore , che le vostre sod-
disfazioni, e i vostri comandi \ e che in occa-
sione di potervi' diraosfraife questo mio deside-
rio, incpntrandosì dalla parte mia qualche osta-
colo , segno e , che ho tale precedente impegno,
da non potermene distaccare e rimuovere senza
niancare a me ^esso • Tal« appunto si è la pre-
sente congiudtura 3 in dui mi fate sì calda in-
stafnza d' impiegarmi à favore del P. Caraffa ^
Monaco Olìyetano, per proccurargli l'onore di
queào Cesarea pulpito. Io per verità ^^^ oltre la
vostra attestazione ed impulso > ho molta stima
per CQtesto Soggetto , e forse inclinazione di a-
doperarmi pe:^ lui ; ma sappiate primieramente >
che in niun modo da me dipende , come costì
ne córre voce,, una sì fatta elesjione: ch'io né
mai ho proposto, né mi prenderei la libertà di
proporre ad un tanto Monarca ri suo Predica-
tore di Corte : in oltre , che '1 posto per 1* anno
Venturo è già destinato al Sig. Canonico Badia ,
t>en noto per tutta l'Italia; che per Tanno* sus-
seguente seno tenuto , il che non dissimulo , a
fere ogni sforzo ,per un mio carissimo e degnis».
\ H 4 simo
ì^é . JL E T T E H È . b i
Simo araicd mio , non meno che vostro ì eòa
cui ne tengo antecedente parola^ e di cui non
posso far confidenza ne a voi , né a persona ;
se non dopo l' esito * Tutto quello , che mi à
concesso di fare per Voi , e per il P. Caraffa ^
si è , che se 1 suo nome sarà presentato allo
Augustissimo Padrone > e che a me ne sia di^
mandato parere, io gli renderò quella giustitia ;
che se gU deve» e che per qualunque riguardò
noh' posso negare a persona di merito i cqme es-
so ; Di tanto potete assicurarle quel nobilissimo.
Reiigioisò i Ho inteso dalla vostra con sóm^io
rincrescimento il pericoloso stato di S..E. Sei
Bastiano Pisani , al quale desidero un pieno ri^
stabilimento in buona salute anche per riguardo
di voié Piacemi > che la stampa del vostro li-
bro -sia terminata ^ e che la Dedicatoria siavi
riuscita degiia del Monarca ^ e di voi . Odiando
indirizzate i libri per la dedicazione 3 fate, che
vadano in manp al Sig. Cavaliere Garelli 5^ac=-
ciocché esso abbia l'onore del presentarli « Sip^
piate in confidenza, ch'egli è un buon amico ^
uomo di onore ecc. ma sommamente dilicato i
talché mi mette in . soggezione ^ quando parlo
con lui. E più facile averlo amico da lontano,
/ehé da vicino, ed io fo tutto per conservarmer
lo 3, e per verità non ho occasione di lagnarmé-
ne, anzi essergli tenuto di molto : ma i come
dissi i serbo tutte le misure^ e le convenienze}
oltre di che egli fu il primo a parlare del vostro
Libro ai Monarca , onde se gli cedo la premia
nenza 9 non fo eh' il dovere , e insieme il von
tttó
À p o^ 9 t p £ o .3 t ;*.<>• t^f^
iimJraftcaggiQ * Sempre più mi obbligate p^
quanto a^vete Éitto » e andate facendo per .initrii^
zione del Sig« Ùber • Qsiel Ricettario Ms. cho
gli a\reta dato^ ^ un faror? partìcolate , e per "
cui può essere, che ai^maì^zi a suo tempo «qual*
che .dozzina d]^^ammalat;jl.di più ; perdonatemi :
i^o fallatq: Volli dire di ménb;> di quello che
avrebbe fatto ^enza di esso. Atteilderò. la Let«*
tera degl' Indifferenti jsoù vostra comojdità • Ma
come sono Indifferenti > ^se. sono tamto appassio^
nati? Voi molto bene, avete, a. costoro teutatò
il nome ^ in quello di Coglioni : aggiugnejcevi
quello ^i pipecidenti • Coi Sij^ Cogrossi .e Scp^
ti sempre più si rinforzerà cos^ il partito dp*
galantuomini Professori)^ eh' è. il vostro • Miral<^
legro ^ che lo Studio abbia^ fatto acqiiisto . di utì
sì degno Riformatore, quale si è j' Eccel^entis-
sÌQ(io Sig. Frocùrator Cfi^lier Grimani ■; mio sili*
golare Padrone j e con cui qui bene spesso bd
tenuto ragionamefito circa la vostra persona r
Salutate gli amici, e abbracciandovi i resto ..;
510. jil Sii* Contt di Savallà. et VUnn^l
Vienna 20. Gitiino t^tél
IL passo di Plutarco ^ che si legge nella Vita
di Teseo, sopra di cui è piaciuto ali* E. V*
di chiedermi il mio sentimento , ha dato occa*'
sione a molte persone erudite di esaminarlo atw
tentamente > e ha fatto nascer dei dubbj i ifl^
torno alla cui soluzione trovo divisi ì par^l 4
io
|o mi sono appigliato ^ quella pairte, che; giu-
dicai la* più ragionevole , e- che 3» per quanto rU
<;ave daUa sua tBedestma lettera , sembra anche
9, lei la migliore • Io fo gran caso iri simUi ma.^
ferie, che riguardano 'F erudita antichità , del
inatm*<> gìudicio di V^^-J^. ijion essendomi ayve-
Buto di sentirla ragtonaire sopra alcuna quistio-
ne, bei^chè difficile e astrusa , senza riconosce-
1»* che ella si lascia muovere e persuadere dall'
aBìore della verità, e dalla forza della ragione ,
^nz^hè dair applauso della novità , che molte
|>ersoae anche dotie. -affettano di wnsegqire, più
per parer singolarfc^ che perchè elleno sbi^ssé se
ne mostrino paghe e convinte^
Dice adunque Plutarco , che Tes^ fe battere
una moneta in Atene , scolpitovi sopra un bue ,
per ' simbolo deF tpjco Maratonio , oppure del Ca-
pitano- di Minosse , ovvero per eccitare i suoi
cittadini alP amdre delf agricoltura : dalla qu^I
moneta dicono essersi appellato F Ev^ambeo e 1
Dtc^eo. te parole di lui sono queste : eV^ì
rtfi^, i Sipt rk fAifm gpotrr^if 9 w irfk ywpyletf rig
VfXlretg Tr9tpa9ut>Xv . «V*" 4x«»« Jé^ fu^r ri inourif^fio^
i#vr^ 7-J <^X)«i0«iM «V/^^d'niKa • le quali secondo
la versione di Guglielmo Silandro , significano :
Signavit (Theseus) etiam fmmnmm incisnm ho--
ve y vel oh tawrum Afaratboniwn ^ vel oh Minois
I^ucemi Vii ad agricHlturam cives incitans . tìinc
ytrum^ JHbcÀt^mkoeoH & Decahoeon diilttm . Non
diveBsamente dal Silandro sono spiegate da Er-
manno Cruserio: e assai prima dell' uno e dell'
al-
Apoaxote % n if o. tj^
altro le' (rasiate hdfto fiiraga » il giovane , dà
Castiglionchio , aggiugnendovi però qualche co»
per maggior chiarezza del testo: Nummttmprsc^^
urea st^itmt , bovemque in io in^idit , vel ^
M^V^hpninm taurus^ , vcl ah AtànoU 4i^cem y vft
qnia d(i diri ctiltion^m cives prùvacarc velUt ♦
Ah €0 nummù. Jdcitur Htcatombaeon , qmà fstctn^
tum hgHm , & Decaboeon , quod 4st 4ecem , n9^
fwni praxisse . Il Consigliere Jacopo Araiot , la
cui versione di Plutarco dopo un secolo e mezw
2K> in ebrea, è ancora in grande stima appresso
i s9oi Francesi, benché in essa siefio^ stati no*
la4 gravi e frequenti errori , trasportò in questa
guisa le suddette parole ; D* avantagù il fip fot-»
ger di la monnoye , q^i avoit panr n$arqH^ un
»<keuf^ en m^mcire dn t^iureau de Maraahen , a$e^
d» capitaine de Mines , eu poHr inciter ses cit^
yenj à s* adonner 4h lahonrage : \(^ dit-oìi' , ^ke^
de Qfttse monncye cnt depuis i$4 ìfppell^s HecéUom^
hoeon & Decaboeon , qui signifie 'uÀlant éent hoeufs ^
& valanf dix hoeufs , Su queste ultime parole»
cade il primo dubbio di V. E. /poiché intcrprc-
tandosi letteralmente la versione dell' Amiot ,
corrispondente a quella altresì d^J/Birago, se T
ecatombeo valeva cento bovi animali, éìdecabeo
ne valeva dieci, "dovevano queste due monete ,
e la prima in particolare , essere d' una smisura-
ta grandezza . Per la qual cosa sembrar potreb-
be più verisimile il credere, che la moneta del
bue battuta da Teseo , essendo di poco peso , e
di poco prezzo, V ecatombeo non fosse che una
moneta corrispondente al peso e valore di cent0
di
ÌJJ.Ì tÈfrÌRB b i . ^
dì queste plcxiole monete ^^z^'^ él deuiei liiìl
èorrispdhdente a quello di dieci; pi queste mo-
nete non etóetidó dallo storico specificato, il me-
tallo,, ne ilasce Un secondo dubbio ^ cidè, séfos*
itero d*òrò> di argeiitò; di rame, di fèrro , ò
d^altra. materia ; sapendosi the fino di stagno 6
di cuojo^ ri' ebbero gli antìctìi nella prima loro
instituzionèl ,
Jl?^r procèder còti ordine , ^senzi di cui s* ira-
hf obliano ; pia di quello che si sciòlgano lei.
difficoltà , dividerò la materia. , di dui debbcl
trattare per ubbidirla , in alcUtii punti j i quali
tutti à meglio spiaiiar la qùistione contribuisco-^
ilo i h Sé la moneta appellata hue (osst battu-
ta , p no, coii riraprpnto di questo ariimale ;
IL di qi|al metallo ella fosse . .III. di qual va-
lore. IV. sifto a quali tempo si masse in Ate-
lie . y. Se r ecatomheo è 1 decahco ,' che da tss^
presero il home, fossero riiortete vere e reali ì
o fittizie e ideali. VI. Sé il valore di essi deb-
bisi intendere corrispondente a quello di cento
hvi animali > Ò a quello 'di cento b$vi monéte .'
, Non sembri punito strano a V. E. ch'io pori-
ga di primo tratto ih controversia uria cosa i
che. da Plutarco vi^e sì espressamente asserita:
cioè se Teseo in Atene facesse veramente bat-
tere una ifeoneta marcata .con t imprpnto di xin
bue. Ottofne Sperlingio, letterato insigne Dane-
se j' pufbbHcèr venti anni sono' uria erudita Di^
ser-
yertazìone' 5Óprà le monéte non battute fi degli
antichi, sì d^'nióderni ( Amstèlaéd. 1700. in 4^
^. Francùcum tìdlmam ) . In èssa egli impiega
parte del capitolo I. e* tutto il XXII- pei; soste,
ifère che quésta' monéta bue ^ e le altre cogno-
ininatè da 'èssa, fossero di quelle che inai noii
uscirono "^ dai mopétarj ; é^ perchè le' paròle dì
Fiutar éo son troppo cohti;arie a questo' suo sea-^
tiiiientó 9 ;iòh si fa il menomo sfirùpoìp di di-
r^' , "che fallii & fÀUìiur bonus iÙ^ philes^bfi/
{ >^* 143- )• Egli vuole pertanto ^ the Te^
altra non abbia* fàttp, se non insegnare agliÀ-
t|niesi il modo 4' incìdere' e tagliare in tante
lamine tanto ^\ orò , d^ argentò , o^ il* altìo me-,
tallo, quànèo loro bastasse a comprare un bue :
Iq quali lamine si appella^sei^p* ^ert;i , non per
C?$e^ cpniàte dfill^ figura di questo animale, ma
per essere di peso equivalente al yàlprè di uà
bue: e che quindi ancora fossero détte Eeàtoig^
b(^ e decakei le lamine , che "a "proporzione ^di
pè^ valessero cento , q dieci bovi effettivi .' Ta-
li lamine^ pertaiitò èT conclude ( p^j. 146. ) npa
^ssèr nummi, ò monete di conio, e bàttute', iìik
pe^i , masse, imìiiaata^ ^fy^fn , m^JiiitH ^ tàglia»
t^/e segate instai guisa, perche più ageVolnifn-
tè nei vicendévoli contratti si ipettessero in u-
sò^ le quali essendo rp^ie e imperfette, fiitt)]|o
yh primp abbòzzo e modèllo delle (honète , cke
*? I^rogre^so di tempo vennero nel commbiiio
introdotte . Pretende inoltre , che prima di bi-
done re di Argo qon si coniasser moneta , e
che nel luogo allegato' di Elutarco , come pure
t^% L È ¥ f £ H È i» i
in un altn> di Erodoto » ( Uh L tu 94. i9t tèi
ctns. pùstr» jàt. .Gràftvv. 4. 1715; ^ ove ragiona
dei Lidj, come primi inventori di essQy unapa-»
tola non bene intesa abbia fatto errare gì* in*
terptetl . Dice egli pertanto ( p. 7. ) che il vet^
^ neTrrmy di òui si servono Erodotto 6 Plutaf-i
co ne' luoghi accennati, non significa percHtere ^
ii^nare nwnmtim^ ma iecare ì €ons€Ìndere ; e chd
là dove scrive Plutarco , che Teseo iw\è uiAffrfm 1
dò non si abbia ad intendere di monete ba^tu-^
tei ma di lamine tagliate ad uso di moneta «
Sigììificat énim iti^r^ nullo modo pì^oprie cudè^
re y sed secare > conscindere; quod de nammù
non casi$ in lamellas ■& alia kipfÀecrà pra usti
nummofum sedis melius dicitur , quam de cusis «
Tutte quéste còse però di tlpeciosa appatenza
SQno addotte dallo Sp9rlingto senza V appoggio
di alcuna prova , e tutte le suddette iantina
monetali escono dalla mera zecca del suo ca«
priccio . Imperocché primietamente qnatito al ver-
bo «fl5»y#^ j egli è ben vertf che di sua natura
significa tagliare j incidere in parti ; ma quando
sì parla di monete, non altro significa, che^^r-
tere e coniuge le stess? 5: nessuiio esempio ed au-
torità potendosi allegare presso gli scrittori Gre-
ci, -che faccia a favore di. lui : certe vel iexcen^
tis Miseri posset loci/ thrrm ìotua-jatM non aliter ,
quam de signatura nummorum intelligi posse :
scrìve, contro di lui Tiberio Hemsterhuis nel suo
dotto comento sopra T Onomastico di Giulio P9I-
luce . ( lik tx. cof. IV. segm. 60. p. 1028. )
Non inganna adunque , e non s' inganna bonsti
• ille
A i> o $ T ó t ò Z fi H 0; I4J
illc Pkilos0phHs y Quando asserì» ch« feseofe|MKt*j|
tere un danaro con T impronto d' un ^, d2l
cui ne prese anche il nóme. Di questa itìoneta,
la quale fu certamente la prima che si usasse
dagU Ateniesi, trovasi menzione appi^esso iGre*
ci scrittori i Ne parla lo Scoliaste di Omei^ al
XXIIl. deir Iliade i dove pure ci rende un* al-
tra ragione del ine scolpitovi sópra j diversa da
quelle tre, che ne ha recate Plutarco . Gii an-
Wri[y/\ die' égli , avanti l'usò delle monete perH^u^
iàvam le loro merci còri animali ; iootide ^ ritrò--
voto dipoi l' uso delU medesime ^ le segnavamo coh
V impronto del hue per dinotare F antico itoetwnet
fih hr duna f^ir^tv» • La qual cosa conformasi
parimente con T autorità del compilatore delgran^
de Btimologico, vanamente attribuito da alcuni
ad un certo Nìca ^ nella voce- ixàtrtw^t^ « Anche
£usta2Ìo^ il più celebre degli spositori di Ome»
to, scrive nel comento del II. dell' Iliade , es^
serti fatto ciò in onore del suddetto animale 1
ma da g^sto animale furono le monete appellata
bovi , e perciò in esse incidevano parimele nm
bue 9 principalmente gli ateniesi in onore di es»
jr(^« E in uà altro luogo conferma la stesila co*
^: Impef occhi gli antichi onorande questo ani*
male ìH per molte cagioni , sì ancora per esser
sacro y^ scavano da una parte della moneta tà
figura del hn/e» e daip altra l* effigie del re. Non
4 pure da ommettersi queUo ^ che ne dice Poi*
luce nel luogo sopracitato : Ma antica era la
moneta degli Ateniesi ,, ed appellatasi bue , pet*
che m/eva impressa la figura di un Ime : (e «^<
>JHTO
I
I{44 , ^ t B Tf T E «l « » I
autorità, ed dtre, che potrei allegare , di' ÌEsi-'
cbio , di Suida , di Zenobiò^ e di altri ^ stiina
i sufficiènza provato, che tal moneta fa vera-[
inenté battuta con V impronto di questo anima-
te» da cui anche prese la denominazione (ti ^^t^i^.
Più brevemente mi spedirò nella ricerca de(
fecondo dubbiò , che è , dì qùal metallo' eHa
fosse. Riferisce Ateneo { Dipnosópk lih. XV. p^
^69^ edk LugA éu 1^5 7. f* ) che Dionisio , o^»
ratore e poefa Grecp elegiografo , fa il primo. ,
che con una sua orazione inducesse gli Atenie-
si a servirsi della monéta di rame » è di bron*
zo, %sCK$^ ìofita'fAttTt > dalia quai. cosa egli* poi
ottenne il soprannome dì d^kày cioc Ene^\ che
più volgamiehte dir non saprei,' che bronzin$ .
Con questo soprannome lo distingue anche Arit*
stotile nella Rettbrica ( Uh. IL c^. I/t )• Ma
' in qùal tèmpo questo poeta vivesse , non si sa-'
frebbe agevolmente ' determinare , se non se no
avesse qualche indizio è barlume da Plutarco ,
il quale nella Vita di Nicia racconta , che un
ccr^ Jèrone confiàcnte di esso Nicia , appresso
il quale era stato educato , spacciavasl j^tt fi-
gliuolo del poeta Dionisio , che CMco fii cò^o-
minato '• Non molto prima adunque di Nicla » il'
quale visse ai tempi di Alcibiade nell* Olimpia-
5le XC cioè a dire intorno a otto secoli dopo
Teseo, e quasi due dopo. Solone, fu introdotto
' dal
A P O^ S. T Jt O Z E H. O • l^p,
^ suddetto Dionisio iii Atene V uso di batter
monete di metallo, delle quali, come di moner*
te, i;ecenti e cattive , parla con poca lode Ari-
^^o&ne j che non molto lontano da que' tempi
fiiMrivil^f tielja CpnimediA delle I^ane ^ v^ 7|o.
^HfsM nostra ^ CittÀ^ spe^s^ mi: p^rp^.
Ikgli uomini da ben far t uso istesso,^
Ch$ fa dille monete antiche f nuove •
ISioieke non zi^ wi^^ ^k Rame, oViou^o^
Ma /* OTTIME disprexxA e quelle lascia
Che hanno impronta n^ioro^y e^, miglior suono ^^
Tra i Barbari j' e tra i Greci andar disperse^
Jfia t altre di vii ramb.^ ^, |^ssA ieÌ?^»^^ :s.
Che C ALTR,* nKfur battute^ apprejuui e spffii^ 4
7*4/ anche i cittadini ingenui y < jw^s^j,: ^U^i*
ÈgiuJÌti^j^ e onesti^ e necessari^ £ *«*/k^; ',^.; ^^»^
jÌ la palestra avvezxi% ai cori^ t ah cantà\ \ ì '*r
Lascia Ut non calej .9 mette in opra f vili ^
di stranieri y i fli^alv4gi ^ olii cattivo
Scmo^ prodotti , alme servili , e, sf^ln ^
ÌErfk noi pocl^uizd^ ad allignata, vcHHte ^
B^icercar moneta, ijn Atene avaiiti il tempo del
suddetto Dionisio, fuorché, di asgento, o di oro,
arduo sarebbe ed iQ^til^. Lo Sperlingio però sup»-
pone^ ma senza fonflaipento alomo » che la mo-
neta bue, noa fosse, che il. pe^ di una libbra di
ranv:. ìa che nondimeno egli s' inganna di tmh'
to • Ellai era di argegro , poiché valenilc^. ,^ come
vedrassi, àxit dramme^ ^t%^tndoàtti^didracmai
Tomo III. IC, si,
1^-6' L E T T È H È D i
SI sa, che «fBanda èì parla etélk Ai^aflimé, S A^
tene , seiJz' altra speèìQcazio&e ^^ étla s* iàtetìtjé
sempre di argcftté ; onde da; Alésfsarcò , déttó V
innovatore delle parole > pre^à» Atetieè f libi Ili. )
\»e|[ , chiamata semplicemetttó 4^^/; eìdè <# ai?-
gento,; ed in que' versi de foriderihus & nknèm
ris i che vanno Sotto il nome di Rennio Fan^
nio Palemdne , e che àlduM attribùHfcom> a Pri-
sciatlOi leggasi;
„ ì» sàfupulis pernii dfaeftiìianl ^ #o p0;ideré
doièù ' ;
^ At^mì facilù' siinatPti' nwnmks Jlt&eàisi
Sicché 4* antica ftictoeta dd ^^ fcatfota dà "te-
»ed Jfì* Atene era solo di Argénioy e ndii àktì^
menti : la qual coia apparirà aricòrà pia mani-*
festa, fieir e^me del tèrzo queiito i al quale, of a
mi avan2<»^.
§^ III.
Del valere di qtiesfa moftet» ci assicura VóU
luée j da €vii ( L t. Segm. 6i4 p. 2025^. ) ab-
biamo , che ella valesse due drkinme Attiche
di argento, e però fa detta ancóra didracma .
Attesta €gli, che nella sacra legazione a Delo
il trombetta gridava , in occasione di assefgnare
il prem^ ad alcuno , che a questa saranno da*
ti tanti bovi , e che per ciascun bue gli saranno
contate dui dramme Attiche : <f ìli^^ttà ,%éÉf ?•
)(A?^y Jìif ^ fyOcpMi 'ArrtnJk * E da ciò alcuni
argtiisconp essere statoci! ^Ȏ wia moneta pro-
pria
Apostolo Zeno* t^f
pria di quei di Delo ^ e non di quelli di. Attf^
ne. Esichio nella voce ièndfi^m asseti , che pec
la suddetta ragiom ^cuni furono di parere i che
il K» fosse moneta dei Detiensi » alla coi Iso*
la ciascun anno mandavano gli Ateniesi unasa*-
età legazione , della quale ha fatto nominanza
Callinucp nei suo fniìo a belo. Ma ritornando
.^ al yalore della moneta di Teseo , Im Scoliaste
antico di Aristofane al v. iio6» della Comme-
dia intitolata ili Uccelli i dice espressamente i
che le prime monete degli Ateniesi erano didra^
cme j e improntate con V effigie del iu^ ; Tel
Se tale era piertanto il valóre *-di questa piccola
moneta» ben vede V. Ecc. non essere in verud
^ modo credibile il sentimento dello Sperlingio 4
I il quale pifetende^ che ella fi)s$e detta ^^ non
per la figura impressavi , ma perchè con essa
fo$x stabiliéo il preizo di un animale bovino i
Mettendolo egli a costo si vile , solo per daif
peso alla sua opinione : quando air opposto ajtK
Èiamo da Plutarq? nella vita di Solone > che
un bue efiectivò valeva in Atene cinque dram^
me. Imperocché dice questo incóoiqparabile isto«
tì^y appoggiato anche all' autorità di Demetrio
F^ilereo ^ che Solonè fece una legge , con la
quale ordinava , che a chi avesse recato uà lu«
pò , ftstero date ciaque dramme ; a chi unal lu«
. pa una dramma: aggiugnendo che unaDuAMacA
^ era il prezzo di una pecora , e ctH^i Draì»»
MIT erano -il PMZnà di un nvt • ^
Egli è però da avvertirsi ^ dkt avanti Solont
K 2 una
r^S L ^ ^ T 1^ DL f p K
una Dramma Adfica era di maggior valore: imr
pci:cipcchè la miiia Attica , la quale dà prima
non costava» che 4i sessantatre dramme , fu da
^so Solòne ri4otta a cento : talchi una àtini^
ma, che prima ecà la $e)s^aote$ima tersa ^ parte
a una mina^ yenfie poi ad '<p$$erQe la c^tesi-
qsa ; e questa alterazione fu ordinata da quel
Savio legislatore ad oggetto di sollevare inqùal--
che parte i debitori dal peso dei loro debiti ,
$enza pregtudizio dei cfreditqri » sitcqmè nella
Vita di lui ci lascia scritto Plutarco' « Notisi
ài|Cora , che io Atene ebbe corso un' altra mo^
neta improntata còlla figura del kue, d'etti W^^
fy^Hs y niwuiiH 9 nominata da Aristofane nella
Commedia intitolata la Race; sopra il q^al lùo^
go dice il suQ ^colia$te, che if collikq era ima
specie di vii moneta > della q^ale ye '{le fu di
rame , come rapporta E$ichiq ^ e ye ne fu aiico^
ra di argento , come attenta Polluce i ma élla
non fu mai appellata tue ; della qual denomi-^
nazione rìiiiase solo il privilègio a qi^èlla di
Teseq • Noterò altresì di passaggio , moltissime
esser le piovete antiche , is principalmente delM
colonie Greche^ le quali ppÀaQo impressa la fi*
£ura di questo animale : é |e prim^^ i^satq dai
domani pprtay^Qo Tiste^so improntq , o quellq
di un porco» ovvero di upa pecpra : Quocircéi ,
dice Plutarco ( in P^tlUcla ) shas féicultéitei,
(tiamfmm s pecudiius peculìa naminant ( RùfUéh
91 ) & vemstissimis nummis^Qynu^ aut ij^em ^
éuit suem insculf^^Mt: e la stessa cosa 6 ri^
féte ip a)t]:a sua <s>era> '
Adottato Ztitì^ Ì4#
$* iv;
ChM^to tracio dotasse ia Atene T osò delUt
hioneta twc ; noa y\ hi per quaato io ne sap-^
pia, chi siasi preso la briga di ricercarlo • So*
pra.di questo io recherò, alcude mie particolati
toaghiettore; acciocché V B. Y. ne giud&òki» ^
me ne corregga. Ella .clprtamente fd in uso dal
tempo di Teseo a qijiet di Dracone » che primxj
ciiede . agli Ateniesi le leggi , nòti per altra c6^
sa più celebri ; che per la loro seventi 9 e ri^
gi^eeza x talché fu detto di esse i che egli Id
àreva scritte còl sangiie i Fu Draconé Arconte
fn Atene V anno l . dell' Olimpiade XXXIX:
( Cdvis. Cromi. ) éidé a dire DC. . e più anni »
dappoiché, Te^eó ateya. quivi cominciato 'a rei
j(nare t XXX. anni prima cU Solone ; che ^essen*
do Arcónte in Alene X anno {IL dell' Olimpia*
de XLVI. annullò le leggi di Dràcptle j e pre-
À:risse le sue « 0r^ tra le leggi Hi Dracone ( Boll.
Qwn^. L e p.' io2^. } tì ecai quella iTTfrikif
iimftdmi cioè pkgxre ti» dedàte^^ « ria diecina
nete hwi : pena promulgata cóntro coloro l tìat
aVesseid pocct decentemoflte parlato : donde ; se
órediamo . a Zenobio ( Ptavgrb. LXX. Cent. . II. )\
liacque,il si trito adagio > fik fVi >Xflbr#f /Ì<iMi<fè
sta il bné nelÌ3. lingua \ e si applica a chi ih
parlando utsa òircòsfpetioné e iigùardd ^ Aititi pé^
tò gli danno diverso, significato \ applicandolo
à certe persone in particól^. &M:e;nsi i ctìf hoa
tanta cèiàe diée PetÌ6nìó LSkf^ik ki^i XIV. }
I5« ilTTEaEDI
Nùrtnamquétm vfrbis vendere verha solente
«a sì lasciano tactomfQtt con danari , accioc^
\ che jtacciaflQ^ e tradiscaiiQ la cau$4 de' loro clien<-
'U:v contri de' quali aon pu^ contena: la sua bi*
ie. quella grand' anima di Gug|ielrtio Budeo ( de
^ue liii. V« ) senza querelarsi altamente ^ che
spesso . di siiiùl peste ve ne sono stati ben mol»
ti in ogni luogo; e poi soggiungendo: qttad gc-
nms kminnm cmn sfmptr nùxium rsbus hcffc g€^^
rmdis ffiàf tum vero iUi detprimi > atque txi^
fialej , qtii non tàvem fnodo in oreysed wjbm in.
frpmt\ & x^lptm in (or4i get^fit r Caiuai a chi
cade sotto le zampe di ^i &tte bestie !
Ma ritomaxtdo all'usq continuato delia soprad-;
^etta moneta, io t^on ritrovo che Solone tià mur
tasse !• imprónta' 4i prima ^ quantunque ad altro
peso la riducesse y quando ordinò che la mina
Attica non più di LXXIILma di C dramme co^
sitasse* Ritrovo bensì, che Ippia figliuolo di Pi»
^rato , ùttosi tkanno di Atene V a^o II» deis-
ta Olimpiade L3^L ( Calvis L e. ) vietò la
snoneta d'argènttì, allora usuale in Atene ^ e
stabilitone il preEoo, qual più parve cfa^glitor^
passe in profitto, còmatidò chp tutta fosse por*
(aia al <^ €arrario»^ggiugne Aristotile, da cui
ilo tratta questa notizia { Oicon^m. lib. Tl^ ) ^
cfec il tiranno fettovi improntar sopra un altro
diverso impronto ., jf t^v )!«pK«rfp« , soddisfece i
SKloi cittadini cxm quel medesimo argento , che
fm ricevuto da loro- artificio, di cui i pnnci<-
pi
Apostolo Zbno. iji
ipc eiii:be a* j^omi nostri si sono più cf una voi*
ta serviti » OW senza loro pai^colare vMtag*
gio^ ma sempcp ictm pubbtioo detociorapEienio cM»
le (issali «noneier Q^ fo^ H dìi^eiso indoor
^ 4li 1^ lurooQ coniale le mx^^ ipod^te <&
]^ia, Aristotile tión lo «Udùara : ma lio ferie
ragìpae f^sr c^eàmp ^ ^ iCMiceUato«e l'. antico
im^ fiiccedesse so suo luoso .la fguca dalla €i^
tmffay icofisacjnlia a Pslkde ^ JkJiÀ tutelare . di
Atene, lo Sociiaslte 4i A|iiiio4m$ ( in Jlrib. «v
li^C^ ) lesponenilo itfeyni «ersi del Conùco aftr
eesta, che la n»Meta ac^naia die]^ c^vi:«r# era
al ^ di Eiloooro^ sméAM^m^^ fijpè di qmitto
dramme^ meiifre le attfoiofiì monetie eraoip di^
dtacmij (s avean^ la ifigwa del ^, sVjnifyv. 9f,^
ipt» ffjt^n^ii I vetail di Adstofalae , aopra i qiuals
cagiona io Scoliaste « suonano.^ oo^, «a voigaBe
lingua: ^ r ^
Zr ciy£TT« Lamiftùèi mài meno^
l^on vi verrsn': ms staran f^iusc» ^ nid»
Vi fm:m ntU0 bwAà^ e in niwrigrfi
MDNS3ffe cfcluder^np^ :.
cioè a xfit» avrete m abbw4«tm lie m/èiftMèt-
tute del metalto caiu^ dal Ifwio^ m queste
mofiete che ^mmo, inaggtori > è mrétdréfcmi ^t abo-
fikaano f i^q dette jcaimm «e didr^tcme^ ciie ces-
ila i àffvl. Sp dunque in A^eoe avaw!^ ;ie mon
nete coq U Agitta d#i ifiràrr/^4 ivm it'iisitfH^^^
che ^^ueile ool.iegno «te^ j^ue^s &^ l\SMeripiEÌ e-
cono fiMÌ fUi^9 fffxhi H 4Mf siolp^fdiimm.é^
Xyi LfitTEUlDl
le ^stencnri più gràaii, perchè di quattro >' è ie
finalmente Ippia fu quegli, cfie'pttme alle vec-^
<;hié monete canglaisse i'imprdkito; e un ^Itrò
ve rie fecesse coniare: >eirisimile patmi ; \he
. Ippia fosse quegli, che iiducesse il didracwM col
bue al teiTAdtacWM con là vivettM. E, questo se^
condd danaro, benché più grande , dovette per$
essete di peggior lega ^ e di meli fino argentò
del primo^ poiché Ippia iFece espressamente qUj^
sta altercàtione a mdtivd di approfittariene :. di
che anche i versi soprallegati del Comico ci ùsc^ '
00 fede; ^Alciifiè di queste seconde monete di
Atene , che ebbero an lungo corso , àvevariò da
Una parte la testa di Paliade^ e non già diGicP
ve} cerne vuole Polluce (i.cls^tm 63.}, se pure
non i^ è falld nel testo ^ e dall'altra la figura
di una; due^a^mi e se ne ctàb$etymó an^
che in oggi neTgabtàetti de* curiosi a
$i V;
Ala e|U i cjnfiai tempo' ; ch'io Venga al ^ Ai
tdtea^ e all' Ecstomtfeo ; i quali . éìt± Plbtarcd
che presero la denominazione dalla moneta del
Me • V Amiot tacila jua tradu^iòne.^ o parafrasi i
che *ogliam dirla J dichiara che l' imo Valevi
dièci^ i>t/i i e r altro rie Valdl centb > senia peròf
specificare i se egli irtteildeà che valesifcro tanti
animati bovini, o tanti ^^t^/ id moileta* lotioa^
dktìènò àvàtìti di ayaniafriii allo scidgliraento di
qiiestó dubbio j mi conceda TE. V. che io né
premeftii un altto ì non afiatto alleho dal n<^
ètirò
Apotta.tb e « fi o: 15^
stM argomento ) ed )^ , se il dii'ifiif0\ t Vicài
fèmitù fossem monete reali » o ideali ; ò àia bat*
tute » o* non mai batiste . Lo Sperlingio §i ià
hdk di Fiutar^ i e di Polluce » per aver egU^
m\ secondò lui; creduto ed asserito, chel de^
^ésto% e Vet^^aàth^i ibiserb t^re màiete còniaa*^
-te coA r effigie .del he l è dà eisa fosseré in tal
guisia denominati^ Ma iQ.tioii s6 Hiivenire, dg^
ve P uno ; o 1* alti;o abbiasio avanzata .totesti
propòsixMme i che. loro il Critico ittribdisce;
P^itarco non asserisce altra iiòlaì se iiotx che
dalla moneta bue ritrovata da T^eti dicesi l' ttà^
tìrtàte0y,e*ÌrdiCéibeé esjer denoq;iiiiati , fìèiAàHheU^
è ptUre lo Sperlingio il ripreniEle : iei fsllit » d^
fàiiùur huus Ute Philosaflnù : kunpism tnim
DbcabòJii^^ìMFJ eési fiéfmnt^ miùto mhm nt-^
cÀTOMBoai • Poco dopi» e' SQggijU^e » che .nell^
stesso errore cade Polluce, le cui pai^é da me
riferite più sopra egli allc;^a: le qtiaii però tùtt'
altro diiiòtanb , da quello che esso pretende •
Per altero egli k verissimo i, che U Mcake^ , ^ i*
ecatombeo non furond inai battuti d^i monetar j|
e che debbonsi mettere iti conto bensì, di mòne^
te> ma di .quelle che solo coftoAo ne" contrae;^
.ti secondo ili. valore ideale ^ che ìo^ò impone i*
opinione degli uòmini quali erano li talenti , i|
mlne^ e tant'alcr^ , e. quali anche in oggi tìf
sonò stabilite nell'usuale commercio appressq 4*
ogni nazione/ . >
A somiglianza del decàbeé è ddV ecétpmbe^
. trovasi, mentovato il tetrabeoj valore dì quattro
Ì9vi \ V e9(n€4$h$òi che è di n^ve i il iecUc^beé di
^iia y V mni$$ di v^nti ; « £ieilmetite re m
caramio <iegli aitici di questo^ gene»* . Tutte te
^uaU mapLete f;bi potrà mai Àgurafsi, che fosse*
fo tealpiente t^atrate 5 rìflettetido aireaornie graOf*
dézzà 9 4i cai avrebbono. 4o}nìXo x^star le 010^
fteiime pei^ ^sere equiv^leati al fe$c> e ndore
JUi vintiquéUtré , di x^kvr^tfi^A ^ e fino di àn^nt^
pannile Attidie y cke relativanimte tanto a^^ieb-
bdoo inifx>itatò i '^di^dàei y^ gli icwsi tei y e gli
€C^mÌtiì Qjiesti nomi pertanto di «ioaete «or
1^ • stati ìsktoà^itìik per e6p;r£m6ie o «die compre,
^le mercédi valore, et mp^nero di tand Arar/ »
che L^MÌpcatori Coreano dare per t^se^ o iidr
le pene giodki^e la quantità^ di quelli , die i
rèi doveano^ fSig^te\ iXHne il ànah^ nelle leggi
di Dracene ^ e V eCéitdmlMidié pcesticilsìfiliio, efa|t
fra una pei» di <fnto kcmi ^ ^ .
$. Vt
Vengo aU*«kimo del éAh) da n^e giiioposti ««
^be ^ , se il dtMkt» » e If 9CMomè^ cerrisgo»^
desseeo al valore di t^nté im/r MÌm^^ » e a
mello ^ sinté lnévi móntti • Omero é stato del
primi à fame menzione neU* wo ^. nelf «Itno
étì sìoqk maggioii Poemi , iicSjia cui didìiaraftio-
Ile «u, questo^ui^to ritrovo notafcilmente <iiviso
)A secltimento é€ 5Uoi comeataitori > e di altri •
Omero adunque nel sesto deir IKade raccontan-
Ho il cambiaraentd delK" awm , ci« fecero tra di
loro Glauco , e £)fòmede ^ dice cosi : AlUr^ U
Jtgtiuéh di S4mrnn ésaréht il.Mréf^ ii GUm^
C9 l
A R o 5 T • f ^ 2 » N 0|. '|5j
armi £ otq fir émm ài é^}M^ > «>W eki%^f^
VMO CINTO. BOVf » ftr Wmi' cki W ^^^liSlM^
di^e 1^2ogiii r ec^tonik$a ^ dice espressaroasire 4*7
gnificarsi coin esso uqà cpsa eia àppi;e;^r«L {^
f^i2/a, is molti Imi éfniméùiiimtnocchi^MMSf^
goe, w» ^' JtrvivMfi, dhmm^try Ftolluoer^U?
opposto ( A f * segm, éQ.':^MÌd&par:.aìireC plc}»t#
dèlia moneta d^ Irncy dx(^.i^Q^Qmomr/x^l/wAf^
detto luogo iotmdb» secóado afcuiki , iddi). stt^<<
sa mofieta; ma più sotto (juti^'/ptjj^)^ Swh
bra che egli aqo $ia ^ato di lai pacete^ foicbè
rapportando que* versi del V lì. vdeir Qiade » dovi
Qxnerq raccoi^ta, (Cbe i Qtetì iocrendo ifi folk
a prpyoiierti del viao di teànd, aicuai da^iit
per esso del rìune, altri 4d £en:o.> altri ddc^
joji ed alcuni fino d^ iovi* , . .
Dice che il Poe» pppooeo^ Al i^k^i)^ M^iiirf ^
t%tssi-i^iy nianifestwieote dìiK>ta <oa U fWobi
<ìi^w^ r4«<iii^/tf/, e tioft U moneta di questo
nomei &cendosi allora tatti i covami p^ vis»
di caiiibip^. Plimof^. KHXL cap* l-) aMu^M
suddetti versi» quaodp eiclìs»3aò>- ^Mnom/i^ ffìif
'€ifir€ £vo» CHfp rU if;^a pcrmut^JpMim' inM^ n.9
sicHt & TroJAfiif jttmpnrihn^ faiiit^i^um , fiam€rt
ttstt y creai cofwenit %^ Itawm^ «r 4^nor^ Cfim^
mertu viSus ira4^ inventa , idiéf ^riif Jattma^
dli0i ferro^ eoftit/i^H^ rekut f^tatff trsditt
qfiOUn-
ìjÀ t fi ir TÉ Ài i> t
^kéimq^M^ & ipse miratus aurum ^timatio^e^
tenìm itét fecif , ut c^NtUM boum éirms perm
ì»f$tatJe' Sldkcim JUceriì cum Diamèdis armii
140 t«M BoUMé Dà questa, parole di Plinio parmi
dì i:^céoglierej che egli, fosse di^òpinioiKei ciie
OmetO ii^ on luògo abbia inte^ per hovi gli
dfnìiàdli 5 e ili ;ua altird le ix^;?^/> ^ cfi qiies(o ,no*p
kié i e che IleU^1^90^^ ci ^ abbia voluto dar^ T ef
^mpid dipormutakione^ énelP altro unìo diyeai
dita é G>mmii(^e7:feràr ^e ne 2d>bia a titàéiei
egU itòd ;è ^.mettersi in dubbio i che i con*
ttatti èi feos^ prim^ pier ^ia di cambiò , di mer^*
èi coà. merci j iht per via di cómpra; di. merci
tofi^ soldo : la ^qual * prededenara di tenq^ é ricò!^
Hcì^fiiiità da' migliori Giufisccmsulti , e appravatai
dà Giùstiniafìo al titolo de inlftlone & venditio^
ài; àévCi la ^emmta2!io0^ è ehiaiki^ti ateitichis-^
sima. ^ ; v ■ ". ■ • --.
Non posso partirmi da Omero sefi^a rappòr^
tarne un* aletò pa|S|ò.| tdko dk h dell' Odi^s^^
dove parlando d'una certa Ericltfft^ narra che
ìàeite tempo fk k comperò (i^/ai/#) con le sue'
facoltà,* tàeiltre ella èra ^cora gtovanetta » e
diede per e^sà yehtl bòvi : ttmiplpitt^ t tikktv: il
che (KJnderatd da Matteo Osto (//Ì« A de reniti
inar. pk 46*) d^ cui éonfe^sò . eS^erriti ^àti i6m^
ministrati tdóìti, buoni Iiiitfi intohid a . qétesta
matèria, persegli motivd di dire^ ehie Iti quel
lùfò|<y di Òmero v'ha \ki eiempib' cJi fondita/
4hìì r^i Mmm$ xemparafitùr ^ Ma diversa, dalla
ftn sfetitenz'a è la spiegazione , che ne dà il Gre».
tti SéoHatte i t iòosiiTeò e è m eettS fesò ài
A I? Q ;5 T p t 9 2 n H y 157
^AtefiÀ metallica 9 con cui si possane c^mperinr,
yENTi 30VÌ j gW^ -f^' ^ jV tktrabco» w» ri^f
^TATTRpiV/ ÙO05CAB1SO, ^Oh Cui DOPICI,* e /!
ÌCATÓMBEO) f^i^ (TM^* CBNtQ • ^ ^^^''/^ ^^1^*^ <Crf/*
)f«?n w> j f ^« Ik inali si ' cop^p^inm altretta^nti
BOVI. Dal cbe si vedq , che ({uestp Scoliaste
Dioii fu alieno dal credere , che . Òmero abbia pch
tùtò intendere per icosiheoìX vajor^ dìvf^nti bovi
<:ontanti ; é però lo ste^sp e^poi^e^^do là ypce di
,^£atomieo nel II. dell' Iliade, diC(^ c^e tanto si
pilo irjtèhder pelp quella il prezzo di corno hovi j
4ÀiiXMr^*, qùiioto di cento bovi Ì ero; mentre del " /
bue d'pt^o in moneta si fa ancora ipe^zipne ap*
pressò r Etimòlogo Grecq •
Concludo da quaptp espost in questi ultimi
parti della ipi* lettela » che la diversità d^' pa^r
re^i , qpii cui yepgpnb dichiarati in Òriier^ ,
V e^dtombeo , V enneabefi $ e sìniili derivati» 4ai
chi iijtesi per aiiimali, <la chi pernioneté| tofl*
fe^a appuntò la mia opii^ione, cioè che il dcm
cabioy \\ t^atombeo ^ ecCt non fossero , s^ ^loti mce
nete i4ea|i, CQrrispopdenti al v^ore di ^^f ^% di
cento tee, iponete ^wi> essendo afetto ìì^su^Ìt
steste ir doppip sentiinetitQ del|ò Sperlingio »
cioiè che il . bove > il elefabeo » e V ecatombon 9
fossero la mina di tal peso di rame, di argen-
to? od* orp, che' cori esse sji pptes^rp cpmpQi:^-
x%'uno^ dieci i o cento bovi effettivi; ovvero che
il bove fosse ima libbra' di rame non battuta, il
iecabeo una di argento , e 1* ecatombeo una di
oro, fondando questa sua feconda asserzione fo-
pra :u^ f agguaglio ^di prepdrzionè , che gli asse-
gna
goà si valm di questi tre metalli, incoada ia
<{»aie taia libbra ili ranis ne tale dieci di ar«
ì^ento, e ceata di rame una i oro.* e peto as*
adgtta ^ prezzo di un ammaie bovino una h^
Aiitia «di pes<^ $ o di*, cento dtatnmé di fame i
il di disti di argento, i ò di una di oro . ì/ideé
nfj ^pidm suÀvittr Ubi vii do&^ fingMt ^ ^uU
épuiUfi nns^HMm^ quit €iit9 Mullé itUriti jcrifta^
fii tntinmiio pràèdri póterunt 4 conchiùderò cdii
fe p^tfcise paròle del moderno commetìtatoire di
Polluce ( piiié loiS. ) pronunziate a codfuta^
22ionè di^ questo patere delio Sperlingio } e darè^
lint a questa ormai pèt se stéssa tibpDo lutìga
e stiicbevole diceria , con la quale, tardi final*
Mmté tùi accòrgo di aver portato civette ad A*
Mie^ jpti vaienai di on proverbio desunto dall'
^ atgomemomed^undb Resta solo , che 1* E. V«
non mi coiìdaniii aìlà^ pena prescritta dalle leg-^
gì <fi Dracone \ per la trc^pa libertà , clié mt
jdno predò ài tenerla a tedb ni inutilmentcT •
Ma qualunque sia la sentensa eh' io ne riceva ,
é di gradiiHento^ o di condanna , rispetterò là
sua Wgge^ non altrimenti che i suoi cittadini
mM» Miiti riguardare quelle di Sólonè ^ cioè
fiaM Éi equità, e di giustizia.*
^f4» Ai Éii. Ahssttnérp AùorttlU . m P^tcnétid ;
f^tnnm 12. Cingm ijio.
/
On prima occasione sicura clie mi si oflfbi
risca 9 far» avere all' £• V. il suo man<>
sciit-
A F o s T a t ò Z fe » ò: ì$f
serto 4 Hoa è stata mia trasomàteztar T avetri^
differito iiooia la spaliiiòne : ma e stato desi-
derio di meglio ubbidirla^ col farlo vedere agìi^
aimci letterati dì questa- Corte , alcuno de' qua^^
li HW Io ha rìtefiutti pia del dovere « In avv6^,
nire é^i non uscirà di niià mano ^ se non pét.
piBsàr^ alle sue*» Rendo ora di liuovo grazie a,
y. £. della bontà i cdn coi ila volutfó commet«<.
tere r siaoi ^iici cotdpoiiimtnti al mio giodi^
ZIO ^ ^ quale ip to assai stieno di fede ^ di
qìicll0 che ella ne abbia j Siccome quegli che.
•sono di mia insufficicaéa pienamente informato;.
é ps:ò prima di coniufiicatle il mio sèntiinéntò.
ho voluto raccogliete quello degli altri a 't'uttl
unitamente riconoscono spirito e^ vivezza ne*
▼ersi ^ V. £« è 1 difotto ^Ipponto eha essi vi
trovano , si è il riconoscerne troppo ^ Il titdkn
stesso , che. a lei è piaciuto di dare t niedesì*
nii> ci dà a vedere^ che ella stcssz li cònside*
rà come scherzi: e pere non satino acconsenti^
re che Vi E. di sehno e sapere maturo , e ap^
plìoata Bestini) piò ^erii , debba risolversi alla
[iubbiicazione di essi , dalla quale mi hanno con^
tordemente dato sttmcrlò a disiuaderla t le mi
S»:ei gfnardato di scriVcHrglieite coH qne^ta ì^àet^
tà ) e di mio sentimento , cèrne troj^pd intere»*
tato d'ossequio e di ainote in tuti9 tiÀ che n^
gHatdA la spa persona: \ììà il parate di UominS
cosi assennati mi parve avere tal pésd é éì^tAj^
ti iti se medesimo , che avrei stimato di tfà^
re ilTOto debito 5 sé mi fossi asfenutó di >alew
sarglielo. Non temo che dila ^a per dole^ft'.
ito XbTTE&E 9 1
di* io gliel abbia comunicato » dappokhd (fai lei
|ié sbap' stato richiesto • Le rendo poi «levotisst-i
me grazie dei citr^itti q medaglie in rame. iiua«
gliate» delle quali ella ha voluto geaerosamenr
te regalarmi» acciocché io'gossa venerare inquaL-^
che modò/pre^ente». chi taqto onoro , e riveli^.
SCO lotttipcio • Ne ho fatta la distribuzione al
Letterati e a* pittori , che tutti le hanno grande-
lènte commelidate e gradite • U elogio» che giù*
$tamentè vi si legge impresso , del suo raro e
^lice talento , è dellp varie c^ copiose cognizio-
ni eh* ella possie^de, ha confelpiati n^ggiòrmen-
(e gli ;mimi neir espetta^iq^ne ^ qualche cosa
di più grande da lei ; che .di giovanili pctesie •
Nuovamente la prego ^i sicusa , e di conse^ar*
ini il suo patrocinio 9 assiciiraòidola eh' ìq' «qjm
- «Oli tutto r ossequiq • •• ^
t 512% ^ Sii* Antonie ì^lisfHm*^
S PdàovA.
eRedeten^, vnatissimcx mio Yallisnieri, cho
. se fos^ yfxfì quel tai|to , che, $i dice, in
coteste parti > e$set^ io (* arbitro e \ disposltore
di que$to Cesaieo pulpito» e riportarsi la M« S«
alhelezipjde dei soj^getti ch'io fpssi pei; farne »
io mi «titsiarei Tuomp^ più infelice del mondo)
mentre tutto il giprnp sarei stordito ^ a^ttornia-
to da suppliche e memoriali frateschi , e 4^ ami-
chevoli raccomandazioiu V essendo questo unboc*
cone
4
A p Q s xc ^ li a Z n k o. léi
^0tie: (S più di cihqpaecento oo^rì,, che con poca
&tica> econ molto gusto scingo j&. Da qualche
Csvati^sre. 4i Corte qualche volta mi si domanda
f informazione dei soggetti, proposti più a titola
di curiosità , che di decisione ; ed io la do sin-
c^caipnente >; perchè se volessi dire, diyfirsapiente
da quello che sento, potrei rendermi ^un giorno
ri(tiicolo., o fapni credere, appassionato. Gò vi
scrivo non per esimermi da impiegarmi ^ quando
^errà T occasione , a ;lavore dèt R Catafe -, ma
«ciocché sappìafe- fa: verità, e possiate, regolarvi
eiiiJspQndere ìq altre somiglianti occasioni . In»-
tanto. riverite a mio^ nome quel degnissimo. Re*
IJgbsQ* Poiché i libri del Con^ Alvarotti: si
4ebbono distrarre per via di vendita, e. questo
4&re è raccop^andata al Sig. Come Bosio,. s^
presso il quale so quahlso potete. , fatemi il h^
ivoce di. proccuraimi la n<^a dei^ manoscritti, e
xlei libri migliori dell' ultime:^ inq>res^i^i coi
4oro. commentatori ^ segnata dèi foio ultimo
«prezzo , acqiocchè io possa provvedermi di quel-
le, che mi potessero mancare • Io lascio le àn«
^cfae edizioni a'Sigg. Inglesi, che hanno più
tqisattrini di: me,' e mi contento di quelli» che
^ono men. rari , e più di uso « Scrivo tutto que-
jco in ca^Q , che. non. si volessera vendere i li-
jbr^ tutti ins^eme^ . nel> guai casa, io mi ritiro den-
aro il mio guscio,, e non ardisco fiatare* Per d[«^
^o io vi raccqmfindo quest'affare quanto so e'
posso . Avete (atto bene a disingannarmi dallo
sbaglio, eh* io aveua. preso^ nel :cred^e. presso che
ienpinata» quandof qo|l ^ ^ncoT) comupiciatai If
• ti^ ' -1 'È T i^B k k * i
àmpressbué dei voistìio ìibfm i Di $raièla fwtè di^
sia a&istìfò di biiÀiia stsimjpa^ koatta^^ ì^^oc^tie^
m^ RtiHreriÈe al ioéitó tiitti <& oaia^ e fùki <&
cà9i f e credéeeum <iuài idiiò * u^
f ■• • ■
ti?^ i^ /^- Pier Cubwrinb Étn9i drf^ms^^
HOfartùnUajtmti^&tì^vàtù U Sisaea dàspeelk«-
^i y ie lo sverete àsti la Poggiala p^r maM
4éL Sigi Filippo Bohlà ^ che {^aeCtllÀ ben^prèsta ters<»
potestà paifte . Includerò nel fa^dttihd àwete il
librò Mté dei Sig. Marcello y ài qidaiè lo ren*
derete una tolta ^ per tracrmi foorà di cjtiesto ìm^-
pkcip. Q^i oedt^i ricéverla due forgli dinoti^
-zie 'spettanti alla tita del fu Dmtienicd de Ali-
geUs. Non IO se mieliti TUtio airalti^ih eoeto
uniformi; ma Voi pofarefè ' fariìe^ il riscóntro i^é
raietvene ptt il Giornale ^ Vi timanck) la ROti^
tia stampata del nuovo iibcó del Vieo^ cii*io
pi xfaì arcHra, veduta pt^sso oii amico # Vi cou^
fesso il vèrOì> che trìe Volte Tho tetta atttàta-
mente» e Tultitiia volta Tfao intesa meno, che
la prima. Mi è difficile il credere, che f Auto-
re istesso sappia quello, che ^ha voluto dire, o
alnkeno sappia trovare il preciso ordine Atl iub
disegno.» Il libro àon txoy&^ì niolti letbriV poi^
itiiè non molti saranho colon» , cbe si vonraiuito
ròtnt>ere it capo su quelle sofistieberie d che me-
soolftmento di; tem^ rosnsri , eroiei ^ ed istorici 1
^ fa^sle, di poesie, ^iioiric! «ti Rortiàdtxd, di
Gre-
A> ò i T o L o Zìe n o. \éi
eretto y di Ethifcb! QjieU* 'c«:aiIònfe'^tÌq>HDttd
tiétt ii iarebbé stànìpatà cértàihehte ìnVèhezià^
tóme tìè stàiiiiJatiìnBoldgriàs Pbisiftllé cRe iiàsi
^tiitò scàmàUté qitei Greca; che ^àtlavà ati un gen^
tilùótttó e di «ti ^éntìlaomd di refiùbblica f Molti ,
é ili itiàggiòt hùitléró tóiSd licl nioiidò letteirà-
rio quégli che vàn fdrhitì d* ingegno , che digiti^
dicio; Se mai Jcrivété al Sig; Cavalier ^éttima-
ìd i àggiùgnéte i che Kà più d* uh mese j che pét
Auga$ta'«|lt ho tìfà^niesso una mia i della quale
non io hiai àVtitat risposta; Io Id piregaVl in et^
si per la iricerea di alcuni lib^i da ihe segnati
lìl un càiiaiògd tedchlo cfi un librajòdiÀugu^^/
NOfi (ài a ittììpo di ìrispdnderé alla Vóéttt
/lettera dèlia tè'ttimatia ^sàta i aVetidolà
ricévuta a^sai tardi. Léssi; è rilessi bensì- subi-
ta coti &ftéfÌfeione> e ndn sénca fotìtenoziòne di
aniiSd là cétiiaputà mfbrmaiiohe ; dalla cui lettiiri
si àétrébbè in itìè maggiòtmetfeé il desiderid di
soddi^àte ai vostirì cdmancfi , e di • consolate k
Vòstre premute ^ e quelle di Sé fe là Sig. Ptinci*
pessa MiAotl^ di iTrébisaccid ^ fe acciocché non
languisse iniitìiftìéàt» qdésttì mio desiderio > ec^
cóvi eie che ho òpterafti in Quésti giortó ^ e c\jb
che mi é' riuscite di pdteir itica^ài<it* Mi sono su*
bit» tr^fel^ìtd ^ptèHo fino de' Miniitti dèi Real
Censigtio éi Spaglia > Asio pàietie^lar Signore , eé
L a ami-
iuiico , ^ 4eUa cui fede posso in questa » it In
ogai congiuntura far singolai: capitale . Lo zìtton
y4Ì non solo inforn^tissimo si ^el gassato ,^ ckOi
del presente st;atq dell* affiire » ^^ d^^stissimo a
favorirmi; ma nel medesimo tempo |i\i rappre-
^eiitò alcune ^9^ty le qi^ali stimo f^e^ess^ariq d^
^^poryi, acciocché discon;ei^doiie coq % £• poijr,
siate prenderle quelle de^ermina^^ioni , che yi par-
lano più espedite , ^ più |>i:oprie • In qualq
ttatq sia a^ pressate il regno di I^Japqli» egli q
superfluo il rapprc$entarvelo . Le qose inpa^tÌQo-
l]fre della ^arcfegna faanqo fattp, che esso sitro-
^Y^ indebitato pe^r più di Si, mille Fiorini ; pei?
il qual suo debito è stato preso decreto » che
si debbano vendete tut^e |e c^richf^ , It quali
suderanno vacando , e ctie le vendute per poco
si debbano riyendqre, e saldatone il primo com-
pratore , applicare il soprappiù in benefìzio della
(la^^a Rqgia. Di più ordina, il dec|:etQs che|ioti
;i pQSsa da chi che $ia propor co^a alcutxa io
CQi^trario, talché dqbba aver sen^pre la sua forza.
^ vigore . Vero è , che seibbene ultimamente $«
ne ha u(i esempio che mostra pon esserct invio*
labile quest* edittp» ciò è perp ^tato a favoc
di persona portata coq alta manp y e protetta,
con forte impegno da cl^i ppò moltissimo ; tal«./
che la difficoltà deU' esen)pio fa anzi spaventò ,
phe coraggio a chi yplesse tentale una somiglian-
fq fortuna. Preme;ssami questa notizia datami dal-
l'amico, egli concluse che stimerebbe esses me^
glio in tal congiuntura di cose porger supplica
% S. M. per qi;^lche ufficio ^ o altro iìe}la Sicir
lia:
A F ò 5 T d i b ^ i * o: 1^5 .
liaì in che pure darebbe spedicnte inatieggiàrsì
còli celerità, avafatichc tra i molti ptetendeiiitl
he siaio divisi i beneficj e gV impieghi ; Sopra
di questo attehderò le risoluzioni della Damaecl
il vostro sentimento • Ho parlato annoia per gli
ÌBoo. ducati; che S. £• d9vrébbe esigere libei
ri d' ogni gravezza ^ e che bàt Sono ridòtti
al miseràbile ritratto di soìi dUgento • Sopra di
che riamico mi disse 4 che si potrebbe dar tali
ordini^ che i detti 8oo. le fòiserò interamente
assegnati : ma di qtiesto patticjplare sono altresì
lieceSsarie chiare ed esatte instruzioni • Dopò
tutto io di nuovo vi prometto tutta la fhia aà«
sistehza pei: quello che da me dipende; ma vo-
lendo pròmo^ere questo affare; vi dirS cottfidetp
teméhte, che è necessai^ia uiia persona, la qua^it
le possa fiit la figura di procCuratore per la Da^
ma, non potendo io supplire à ciò , ne per li
impotenza della mia gamba; che mi lascia toi:--
tir. di radb , né perii carattere che qui tengo di
servidore di S.M. Alla Sig. Principeiisa noti sa«
rà difficile aver persona iuffidehte , alla quale
S^Pfog^ìait questa faccenda, la cui direiiobe peli
altro io |>r^nderò interaitiente sopta hie stesso.
* fl$i Al Sii. Antàfiio P^éUUìhUtri* « PiuUpM*
^ùnnM ia. Agosté fjtó^ '
Non poiso farvi il maggior regalo dì quet
lo che ora vi fo: e non ho dubbio , che
saiftfté ))er jtingrasiarmene. Egli n é 1.* occasione
t 3 -i
1^^ L I J T E R I P I
a cui mi vaglio dì fervi coi^osce^e <U pwsenap^
j'IlU Si§- Qio; penpd«^9 6»;U9"i| ^^Nipt^c^-
pp di §. M. C ^^ afilla cui lp4 vi feo ta%|ip
p. Voi ben ?ap^te quelito io Ip yen^ri a F «,-
rpi, onde è superg\iq c^e i^i flujostj pa^t^ i^ di
vantaggio pi stenda. Bi:e§OYÌ ^e^ brey^ soggiorr
l^p , che e^^ far4 i^ cqtpst^ {^Re ^ di fat? pe^
j[ul quejllp che fareste pe^ me medesimp , e di
giù àftcpra, $e lo pQtefe^ pqichè pgli <}i piw Iq
pepita , \^ ew ritroiferf te RPH s^ se più c|i sa-
jprp , q di i^entiiezza , ?»s^^do 0|f^ati§$imp di
tutte* quelle dc(ti , cjie in ppchi lettera^ti ^ fto-
v^no , e i;^ tiitti dfiyr^l^bpqp sindsH: ^jq^giunte •
Egli h^ ifl c)J[tfe per yoi tutta que^U sti^a che
yi è dovuta^, e p^rl^ c^^lf co^f y<^^^ % CPPiQ^
ti^tti colojfo, cl^e 4i fioq disce^nirap^to jonpdo-r
^tì. Quanto farete i^ suo pi?^cere , sisfriyerq
t^tto a mio ^ebitp : |na no^ avete bisogno d\
ficdtampntg a psercitare. \3l vostra natugle gen-
tÙez35^ verso pgfsppag^i ^ì merito gr^pde e di^
$^ntg. fategli yp^e^e il vostf 9 Mu$ep ji la Strina-:
|eria ^ ^iblioteqi ^el Seminario ^ e ci^ che y^
paff^ più degnq di psser da ]u\ y^uto , e in
particplare i galantuomini Professori vostri Col-»
legKi 5 e npstti c?m\iai Amici . ^ ppx ^ne di
cuore vi abbraccio , e col solito ossequio /vi fu
yeriscqi • r • ^
jl5^
^ P q 4 T QJC p ^ « « 0, |ft7
.:-. . . ^g^OUMJ li. -^^ i^a#.
\
\
oie/ba$Ì9 a iiMfteitk) «mimam^té caiCfomaiidat*
ikoQ i^tft a yeji > ohe a tueti| git amatoli ctelia
HìigliQrf {«fi^ratmiai figlie V lUmQ s5];g. Gio: Bj^
notetfiet Qmtnlonii ffibliotfffiaflio^ $i;^^M^CC e
kttHSirati^ ék quei merì$c\ e peso.» efao a tutti ^
motxi. Ss oltre alla ccosidera^^a d»^ l\^. nutria
to persojgial? , qudk: agpyogiie^^ vMrete ^^Ila di*^
voKiq^e e aiDÌci«ia, |aiacticolair&, oca cui^ pe^.roQlw
ti tkpH ÌQi gli sona vitretta e tenuto y io som'
èucSmexitt persuasa, che voi lii aceverete,. noa^
ta&to, coni quella stiiùa , che voi professai;e^ ai
suo ipecitó^^a^ <iuaiiia^ €onl queUà tei^^pepa , ctan
©li ^[ic^yere^^e^nie atessòc*:^ Basta* vóéerto a coao^
sorlo > ipet;. axnaakii i cumei bastai leggen le cos9
w$ {^^ |aQi]pirajd<>, e; M^tlb^^ Tuttò^ qpelloL (dkr
voi (aif^. pec es$a, ^à di ^naoiaai&mQ ài mk»
ci90re ^ c^ 41 qiaakdkei letc^us^iow atte infiaioor
obblig^iaiii, cbc^ h%^ àkìbhxk di fio$assati^ ^ Da.
lui ^yxé:ù il (x^mato 4' in^endese il mìa ottL
Qttn tfa^o> e 'Il de^ìdfiSiQ cbe ts&ga di sivadenei.»
e di alibiaciQiaraà , come Ij^ a]^ {tcaseat^ co» mitk
(%Jl;0Baae5
5X,7a
i69 -^r t È é T £ «l'B lù t
. 4^f. Al medesi$Ȏi. <d P'mekSai ^ :
' ì^nnÀ2^ jigosto n%òi
IL $ììì^ Màrcbetó b^ ^ ìrésientstd il sub li&ró %
die e kato nudto gradito da S. M. Piaccia
» Dio , che ai gradimento succeda il j^remio #
Io far^ ogni còia per contribuire al vantaggia
éAV amico V che cèrtamente ti è de^o •. Jcri
me he ha mandato un etemplare in ottima car^
(fa, e asiai imUtamentè' stampato ; Ne ho lettdL
il primo cahtoy dove osservai ìnolte cose ansate
^Ùene. Qiii occluso ritroverete ; il progettò di»
uha grand* opera, che s' impirinie à Lipsia , in^
^rnò all^ antic^tà della Germaìiia; Dì 4^adai
monti, troverà moUi completori : ma pochi (iksé
iti Italia '• Prégdvi però di dirne qualche dosa
nei npstro Giornale 4 Voi vedete spogliata la Vi^
(Una LòitiDardia , e anche la nostra città delle
sue coie migliòri da^li oltramontani;^ e ne de-
plorate la iiùseria * Ecctovene tm aim> novella
esempio » dal quale conoscerete ^ che questa dis^'
grazia è Comune \fi tutta l'Italia; Ho studio de*
|Sig.. Valletta in Napoli, ha pèrduto ùnò de' suoi
inigUorì or&amenti > cioè (tutte le Statue anti-^
ohe 9 dellQ quali era nobilmente ìadbrnato, e che
il jreecfaio. Vaile^a^'avesi con tanto studio e di^
spendid raccolte, ^ònò estate vendute ad ttnM^
dico Inglese pel basso prezzo di mille e cento
ducati Napòietani. iSòao rimaste presso gli ere^
di ^nedesiini alcune unle bellissime di straordi^
t ^ I baria
/
&xh ^andezkais che fece già diseg&2^e H cèiéi
l>re Jacopo Tollio con aniino d* illustrarle e f^flb»
blicade con tue dotte cKsseltaziofii s il che ^
^on fece per MOhe iofMarveaiitagli; Sentesi eba
«àcbe qùest* urne iienò ih dettato di vendita ;
un àlttb Inglese S^itaÀdovl . Io sb^ centf V
die dopò queste avranno la stessa ibrte le tùieÀ
daglié, )sa i libri^ e in particolare i bei Gbdi;:*
d , de'.quali ho datò il catalogò, klel Giornale i
Ogni giòmb benedico rfiminentissimo Gomaroi
che non ha lasciato tortir d* ItaUa » e di Pado^
vi que* libri delV Alvarotti ì U R Paoli; chetili
hcitiàcò^^ il fatto delle Statue . suddette ^ mi scrive i
che il Mutatofì^^ abbia trasmesso un volume
Ms; contenente U Ots€f^étzj^ni Ctéicbc àél* Ahk
Anton Maria Salvini s^cà i due Tomi ^Ibl
Pnfehd PècsU italiana di essiti Muratori » èS^
che si stampino .* che per entro ci è del buMno i
e del buono assai : che V autore Vi fa mastra dì
grande erudiilonet ma bhe forse forse la critica è
la quale per la maggior parte cade su la jin^i^
^ua, è troppo minuta} e che Si cerca mòdo di
farla stampare, ma the fin qui non si trova lo
stampatóre; che vo^la addossarsi tal jieso; Ghe
Giuset>pe Sorge Avvocato Napoletsuio ha dat^
fuori uh libricciuolo intitolato *y Dt wklUne 4«
qHi0 Disstrtdtiù perctieiris ; dove cerca » :se oìbAm
giando il mellone da acqua si guasti II digiuNf
no Ecclesiastico: ctie veramente egli ha dato in
una soìeàiiissima. mellonaggine > a gran Éitica
raccapezzandosi la sua opinione » che è s chò
mangiandosi di quel di mezzo » t come suol
' K ) dirsi
Ift 'l*^^? * T 1&. % % 1>rX ^5 ', >
W^ 10icci()l^ prejÈ^iqofi ; ^«»ix| pmfHa fferm-
Imhf. Ck^ il Sig^jiR yiGq ila iofi^cttt^t^a ^ifiicoit
G^i^fsi, ^ iiicttsatQ di apprivirad^ ^ dicbiataiu!
^H aj^Q cot&tfar^^ alte me, i^tf i che l' utia^
C l'^ill^/^hlKìfCdtQ^ iosiemQ ^ti(òaou:ate $ipai>
tiscM[ii^^iHpftb|evQ^me suxijueggi^ti :. ^« ft^V
9ÌasiCQ$e i\ detta t^vJUoc^ oqql teine didonoa^
^^ ^ $i^ yiCD V ^^\ dv;6« iQtt^ JQè^Àfi^ Ati&
<;2u:itàlSjlPa> ^ egli ^i^tp^Ii di n^ i.MÀ. fcjwi
ìt Mi^ ktto tifisi il ^ Al»i(te> ^ j^arjfSÈc km
^nmfn irjtm JP^^iij ^. abei oxt il Yica Sa in^
ftaMi did gli siì^ smpì^w^t^ ^n ^Itirci revisprer*
]|gli ^ ben varici queitQ feyisiQtc^ Napoliiana d%
q\idlÌ9^> ^h^ sorti ^tl il nostra Yàltijtti^ri, Sejs
k in«ltQ i^ cQOtiiiuo j^ioi^iai ,! chfii i^^, ^iviattfCQK
IB^QÌ^4lldoji tip vobito ^^vi qaes^ 99f^kf^.x H
1k^¥^ al soHtQria Si^. Mùì^c^^, . itt^^ ;ali^ tmk
di. |asiL« Akfisia yi av»à, i^calie agjvt^^^^ # m»
sulutcì ^ ilulki xii ^foii^iiuigot qìs^ ìà mia inecH
msàxk% pfkià era ui| bopirwup et ìm cimediaT^
Mi .Vi dò m «o^diak ^tMcpuo^^ o addio*
ji8. v^
4 F O S f f 1 f Z f HO. *Tt
NQ% pptotf fittmi CQ» più scau ; eie 9»
daxvok nptificat^dp 4 awyì acquisti ià ym
^Ltti e di^ fmi dei HM V^f^K? che ì^ «ptah
no per ip^f . F^ i rettami cke costì tenga»
ne 4el>|)9i^Q ^f ^f 4}c^M <leUa Zucca <M Dwui
della ^fccctiia impr^iom d^Ms^CDlùù^ i qisaìr
$p vi seryisi^o. ad agsiu^e quelli» eto ayeto
presf^ de) ino^^sinip libra» p«>tret9 y^tarvenQ «
yostrp pi4cij9f nt9 « Io per ^9 m MAgQt costì
vuti esieinp|2ire beUq e perfetto.» cw cui potietfi
fiscoiBj^r^^ il yos^. Y^mdo itgli altri vi àf^
queUq fl^f m Vfi tqvY^fftt Qìi»! Capito^ del
Gl4^ib9f\i«fm9^C9$a SÌ9» nècredo^ ^iouti %yein
io v^^t^. Jutt^ycdta queU^ attaccamwttt deUa
ì(^vo}^ di N4rci$(\ n^i di qualche tft4fei<( » (Via
possa i^>g^n^^rmi^ e4 avefja ìfra le oiift Mimt-«
Iai|;ie^. lslo;(» yi s^ete iegact^ta in ^teciere» dui
Qi^WtP ^h«iai:49 i^$$e Yene^iaiuì^ ma hoa era
dell' osdi^e PatifÌ9(ÌQ , itia di quello de!' (Sitt^ini •
Fiorì ppco dopp 4eUa s^ssa^i^ougUa \ui Antonia
Gbcfafd^ ppttof di t^eggi» « Bpeta a»ch*^gli»
e u^q 4e' FojRdatori dell' Aocadetnia VMQta ixkr
st^it^ in ca» ^ Federigo Badoac^. Ma toiD^
ivindft a ^^^» i'«^?i^^^ ^«Ue sue l^inaa »
ctjA ypi avete iiìjpce$;^e in ìkmz dea 15 ^8* mi
gi\)g%^ t^n^va , Iq tenga costi del mede^ino auto'^
sa im li^f^ivwla intitolato ; M mffi Mhmt èk
jOuinto Gherardo in Ventziii 1537. xtf 8^ Nòà
|io memoria dello ^Stam]patore. Se mii vi capi-
tassero queste sotto l' occhio » avrei caro che le
colla2ÌonÀ$tè con le V&stìe ^ e vedeste se sono
la stessa cosa^ o diversa, e poi me ne deste
avviso* Qjie'dae opuscoli deh* Albi<:ailté , jptiè
ifu' tino degli eitiòll e avversar] dell* Aretiil)»
fstainnó àncbir fra^miei libri. Nod ébsi qile'due
Cónti di Sigismondo PaòÌilcci3 Filogenie , di cdi
però tengo un jgrosso poema ihtitolattì C^;/^/;7»i^
xiùHt idi Orlando Ff^rioiéi impressa in Veiie^i^
dai Niceòlini 1543I in 4. Bellissima' è la noti-
zia avanat^tami intornò à Marinò Saiiùdòr il
• cui testaménto vdriréi tutto avere per disteso, e
. pregatene a tpio Honlè il hoitrd Si^.Leonardui:-^;
zi^ cui caramente salutò i Ma sopra V aver luf
èccitto dopé il Sabellico per dtdine t)ubblicò ,
) ho qualche difficoltà* Avverto primieramente i
che nel titolo del testamento vi dee essere er-
rore, dovendosi leggere £:^ testiàimehù Marini
Sanuto $ MAGKlfici^ non^ q; Marci D. Leo-^
nardi: poiché quel Marinò, che allora scrivevàv
ristoria Veneziana, era figliuòlo dì Liofìdrdoi
non di Marco : di che ne ho sicurissiiifé prove •
Trovo secondàriamente, che questi sGflVevà 1^
Istoria Veneziana nel 1501Ì iu Cui Aldo glide^
dico r edizione di Otazio in 8« dove cosi dice
Aldo : Alanti Rom. Marino SanUtó A ^; Leo-
nardi filio . • i . EuM igitur {H^dtiikm ) ad té'
dono fnitrimus , Marini Sanutè ^ vir omnium bn-
manissime^ ut lihris quomm ptenam titi esse ti^
kiothecam vidima , * & Flacéui bravissima hàc^
^m^: exCHSut ddddmr > f/t^ M ^^^ P^nT/ftdfM 44
/# hzeném^ cnm v^fl ^ mtnmhs pnblicU. tal
A YbNETA&UH lUlllUM COMPQ|f£MI)A HUX0|LXA
f€ss4re patef^ invif^t. Se dwque eiSQ Marim
iscriveva IMstor^i Veneziana nel 15.p1. yoìhm
^vedete che la scriveva yiveaté i\ Sabelliqo,^ a|
q^jia^ allóra vivente i( Cposiigli^ iU X. non
av^rebbe sc^tkuko un'altro» che Ì2( condnuacse
pef lui, (pn torto cpsi^vldente« Osservo di più ^
ch^ li ^anudp era incoi: vivo nel 153;}. in cut
fo^e il.suo teitainento. :$e, chmqu^ |i &t>fllicQ
if>^9 stata isQ^tityjIeD U Saoudp « ^ non il Navat
ge^o.» quando avrebbe avu(30t luogo questo $ecom
dq per C5ser^ eletto a scrivere d'ordine pubbli
CQ( Certo e. che il Nav^igero prèniod almenot
qi^ant* anni prinu del Sanudo ». poicfaEÒ mori nel
li%9* Nò si può mettere r.elezioeie del Sanudo:
dqpo la morfcf diri Naxa^ro, poiché egli, è cer-»
tit^Qio, che a quello 61 sostituita U;Q^bp.^
dicendolo lui medesimo nel prii\cipio della su^
Istopa ^ e tutti gii Scrittori delb sua Vit^ ••
Sifch^ io aon s». trovar luogo pec V (PteaUomi:
de^* altro; il quiale oltre a. ciò noU.fo nomina*
tp giiamni^ da chi che sia, e principalmente daL
Carciinale, Yalierp che ne. fa esatto r^istro, tra;
gV Istoriografi piubhlici. Di più vi. dico j^ che li
mplti libri scritti dal Sanudo iopr4 le co^ei yfpr,
nexi^e, i quaU pei: quanto mi 61 assicurato .^x^
si conservane^ la XII* grossi vilumi in. foglia:
nell' archivio segreto deir Eccelsp Consiglio cti,Xi^;
sono mentovati in più di un luogo delle Lette-^i.
re Volgari dal Cardinal. Sembo» il ^ual^ c^v.^.
mol-
/
teolo» ìfèM lapene» le qix6l tanto ^ egÙ tié
««risse ih ivi; Uttti della Istoria lìr Miù X^H^
$éi fy^ stài» ctfia{iòstodà luiper |iéMdicàODr^
iaN»iòfaei ti; noti avi^ebfare ixiatK^tb di tt^eàiitDrlè
ioi' qiuàcbe ÌMgiii ^ ddl' inorici i d dèlie hétté^
te^<^i^ ^U di iui • Io ti(»i ile 4qtti le Me
iMtevèi tha. iiiiiiia j |>a^inii icmtà ài Gipi àell*
£c£€lsÒ9 sparlai c&e lord diituuidl di péteSt ^o*
ire ìitfe' libri <^ ^ebt)eiìé cód pis^cà rpètadsiià dl^ter^
ile lAcò^i^e eoisa alcdtia \tt imdfitii ttia p^d
i^dìò^ ieiisé%Ù «iéeessaiid di avf^li s^Pl>tGifièi
H^ K^cUe idubbid aticòriij <tE^ lìeito idricti iti
lingua VQlgàre^^di che potrebbe a^sicitràrvi d-i^^
é^^oné òcuiaièdi <)taaÌdieSeiiatoréj tUéìq^ell'^
archivio àhBià ìdcesso • Da tatto xfàesitó càdclu-^
do$ ìAké ii Sadudd^ se bètiig ha scritto la St<^ié
siiddeitta ^ é «r inètte é>h^ p^ovnAótiè ài i^òi
dueatl aànni^dai Corisigiìdi À }C<^ lìoÀ la kri^sé
pesa» di piibbìtca cotnmissiode i rùsi ebbe qiieilà
Ipmvi^iicme Ini premiò delle moice fatiche dstiui
knpièj^atc^ sì ilCdlo scriyer là stè^à i sì per le
xMtcf aitili 0096 > tìxé itaxkm alle fàintiglie ^ itia*
gt$tffxd^ «ìalisre aAtldbità Veaeatiatie e' raccolse «
Séttépót^ «ina vostra 0{AfliX)tie i miei cdibiì i
-pKÉiitìr j^eri^ ^ rimetterirai alla vètkà ^ dVé rifàg-
gibr kine itì> ise abbia/Egli tioà dovette eV^ere
xtìbìta^'Atcéi fOViàè àtl i^àié èglifii eletto Ca-
iHefi&lf^ di Vòrortaji è nel tfoi^ tòrdato ift Ve-
tsàU {{i tléM- Savffi^ d^li Ordini ^ cdme si kk
Mia dèti^tasibtie lattiigli da Aldo dell' Epistola
Cipiete di Oftóiii ^neir anno iiiedésiitìtì/ e pària
a«dW( di Itti làèU^rfr^iM» &lk Opere del Pc^
lizia-
-ItéiaM^ S(nacétó poti aver copia di cjmicstai ii^^
«fem» àlndénb ^t qttd tantò cte xigiui^dala^*
-mm, Ili lai > Mi utt t&ò pcc bri à feaMantu ;
iHregòVi iU' ilnm thiscfivere ^lli inidrkiò&é
«é fienèdie^a Brugiìolb^ iì qiÉaìe fii dà L^giiaglr.,
«lei ^éfonese^ posta ndlà i^hkla db' Firàti imi
4a sita effigie V;ddia qyialé se BVctéòibd^ 4iiar«i
«iisive^ ud disegnò j TawS niotni caaii; Sbkm
obidigatd» di t^ avvisi^ ii àvoi^ cfìe al niróstÀl
aniiLtifóiìiìd Si^ Zèndrflii ; il quakf iSiréHretb cih
rtóiente a mio dòmeì 2 H Sàti$b^ino bfct wi^ dice
fafola nelÙ sua Venezia i e 1 Palerò; ibd rife^
tisce €a sua. mscrixtc^tie mi Ms: ck* io teoMt
Mid qlbl Ìp^»e8l^en»tt,erò nari Idi <^
^glio ^ iita&ti?e per tnoitissiiììi dtf 1 Usconèri tht
iie». Ii0> fatei^ li Ho trwati difetémisi»simi^> « dt^
«attratij Skx^tedé^iò petlsd di &dàr {>ostillaìid0
il ioaso Vìi- deirUghdli ìà ^ moltissimi hió0à
m me àrsenrati j « die senipttf^ atìdrb ili' àinre^
nìtt osservando i psi doverlo pài ^ mtituifei al tìr\i
Colétti i dtidet t^potùL valeismé Ad tótfltf dbi
Sisp^imetttii cosi nort wttéi'speMeì^ d^èàssó^
esso^ ma sóle avéiSo al tiióokr di ni^rd impresti^
tot ìe con rtdèbligd di fargliede résdtbziòàe ìi
Dei lettera Volpi ComstKibì afldrì» i^ttìiàè
qwlhi chef ìA! vtrfe raecólftf life* tcrài bhtéo 9
ina credit dte àà p&éAgArmì è ftk yh n^ dàéè
te nftitie^ DÌ^GìtólaiUé soné fi-é jlpi^ainiilt «
f4 «0^ delia Raécoita di <^^: Pk'Ao ^^óéttAì
€ sonò i tre médeiiml tòe sta6c^ k >. iSil Il4
tttnò L dilla Ra^eèétà dtil tbScaf&i 4 A ^ <f ^^^
tre
ttè belUssimi componimenti poetici di Giqs Aii-
4P9Ìo\ Voi avete gli- otto volumi delie Rimedi
^yet^si in i. ia alciaoi de*quali vi $ono compa*
ntmenti dell' uiio e dell' altro • IV Mt. cbe avete
jicquistatot di FcàncjSscQ Contarìni^ sati buon»
.per coUa:2;ionatlo con le due edizioni ^ ■ cbe m^
4ÌjbianH)» di LioAe e, di Venezia « QiieUa di V^
jnezia tfa cqsti fra*, miei libri in 4« nella ^ class»,
^leglMstorici particolari delle cose di Toscana •
jpialdassar BoniÙFaccia U fece &re dal Pinelli , e vi
:^giaqsQ del suo Ehgia C^Hpmufné^ > P^ ^^ ^^^ ^dU
^ione e: rarissima , e r^rercatissinut ^ Qièsti Slogj o
.^aiuio annessi al mio e^emplar^e^ , o ^raunp
trs^porlrati ijiell* amiadio , ove sono gli altri iniei
libri Genealogia 9 Le cose delSig.AnnibaileMsav
^esje hanno bellissimo aspetto « il ino libro, e
^tato . 4;i . ^tta ¥ Augustissima P^konanzà corte»
isemeate gradito, e da tutti sene^^ada con lode
« stima, ed io &> la. parte di t>aon amico. ÌJH
h^ imposto di saiutarvi • In lui sempre più tro^
^0 un gettilisisimo e amabiUssimo Cavaliere •
Ho speranza che otterrà qualche bpon impiego
iib^sua patria, eysseotdo sostenuto dal suo morb*
to, e dal iavocfi di molti principali Ministri «
CoA la prima occasione io n^d^simo ne parletè
f $,.. M* ^e Qva va quasi ogni giorno alia cac^
eia; lo. sto sano.^ ma sempre initomodato o dal
peso 4ella gamba , a dall* altra>rQtt2ura^ Sto sem^
p^ più col timore di diventare, inutile e per me ^
• P^. sii 9lt;ri. Se crescerà Tincomodoed ilpe>*
j|;ifaIo, verrò ^ qu?Icte ris4iluzio|ie, che nu ar»
xicinezi p^iù a)U ypstra^pìQissQAa^ 4^€u aj^iatis^
«imo
^PQ. STO j^.^Zeno. 177
^s|mo fratello * Conseryateyi e. per voi e per ine\
AfìiixQ nuovaii^eate di cuore.^
Ma aon, vot germinare , ne chiudere questa
lettera, sen^ <:Urvi qualche cosa intorno al ca*
talogo degli Scrittori della nostra Città , e del-
la disposizione,, che loro avete data : la quale
tuttoché buon^ , e giudidqsa , perdonatemi però,
se vi dito , cb^ di moltq si pptrebbe perfezic-^
nare. Prinùei^Lmente io. vorrei > che al titolo, di
Rernm Pi»€ forum Sariptore^ si aggiugoessero tre
aec^s^e specifìcazioni ; T una , che dinoti gli
Scrittori che hanno Latinamente scritta \ la se-
coada gli Scrittori sinora stampati >, mentre de«
gli inediti si farà una terza raccolta ; la terza
gli Scrittori che. non hanno . scritto, d* ordine pub-
blico: il che stimo, tutto esser necessario a di^
chiararsi nel frontispizio della Raccolta , per le
ragioni che da per. voi stesso, potete indovinare»
e CQng§gcte.
Tomo L /
Avanti dJiPgU autori che tratt^òo. d^I sito del-
la città , stimerei, bene che si mettessero , come
.han fatto qua^i tutti i più moderni in somiglian*
ti collezioni , Excerpta ex Scriptoribus antiquis ,
come Strabone , Livio , Plinia, Tolommeo , per
qu^Q che hanno detto deli-aprica Venezia m^*
rittima \ cosi pure la lettera di. Cassiodorot , jL
passi degli Scrittori dell* ^tà. di: \v>^%o , coU3e
Costantino Porfirogenito 3 Paolo Diacono» l'ano-
ni^no Ravennate. ,^ e simili monumenti ^ anzi a
Tomtf III. ' , M tut-
If^ LETTIltS DÌ !
tutto preiiaetéereì quel tanti> che ne discorre il
Cluverio nélV/talU antiqua , o'I Cellario neir
Ortis ,antiqui$j\ A questi farei succedere quaL
che buona descrizione di Venezia f à&fo i due
trkttatelli del Sabellico da voi notati ) fatta da
(|ualche valeiltUomo'; dòme dal GmfréÀd$ nelP
ArthmtùUgià Cosmica ^ dal Reùsaeré ii D^Hnri-
p^ione halia^ t altri 5 che più à jptòpòsitó giu«
dicaste . Non sarebbe male^ aggiiàgnervi Rugenis
Favalii fiir Fènetum j e F$m Franeitei Sfirm-i-
U /ter FenitHm\ e anche, làni Pàmnmi ab Iti^
neribns JacoU Anfnii MarcilU Pi Ve i quali
tre opuscoli in verso Latino sonò tiella raccolta
intitolata Hodoeporicorum di Niccolò Reusnero i
Unita ai Gòritarini de fypnk Fenet. dell' Edizio^
ne Elzeviriana in 32. v' ha un* opericciùoìa in-i
titolata : Feneti Éominii Cherographica Descriptié
&c. ex va^iis aù^ot^Hus colleEla \ che si potreb-*
be inserire ih fine di tutte le suddette cose, le
quaji credo che per sé baéterebbono a costituire
un giusto volume; e qiiaìftdé ciò non fosse suf-
ficiente , vi si potrebbe attaccare Je: Meursii
Majestas Finèta } il Panegirico radissimo di Ve-
nezia scritto da Pietro Paolo Vergerlo ^ il gio.
vane, avanti la sua apostasia 5 e '1 Durafttitìo ^^
Landi^Hs Urkì Fenetiatum i d$qHe ejns ÀisHplu
na^ quando questa vi paresse che fosse degno .
Tutti questi libri*^ e qualche dtro di poca itio-
le su tal proposito sono costì fra mici libri , e
voi U potete esaminare «
Tomo
A P 4 t Ó t O: Z £ K o • 1^^ ^N
. tromb Ih
lì secondo Tonio potrebbohd formire i traen-
ti autori , die trattano dd governo delia .Re-
pubblica*
Sabellieus de nmetii AÌMgis$rankHs .
Qasfétr dòniarenus de Mé^istnuiifu^ & XìH^
eolica yeneterunii --^
Donsti jànnotii DUlegus di yèn; Rep*
Nicolai Crassi junior is Nota » in Contar* &
Jannot. le quali darebbe ^bene di contrassegiure
coi loro lìumeri in mairgine.
Ejusdem de forma Reip.renetorum liier singHtàHs.
Balthaù Éomfaeii Epistola da modo sfiffragan^
di in Gomitici Veneti
Efusdem Epistola de Pyride^ quam Fineh¥um
MagistrattiUfUk CoUegia adhHen^i Qj^iéstc due E-*
pistole n<« menò die il seguelité opuscolo i stao^
no coli la suddetta edizione del Contarini ^ Neil'
Hist. Ltidriiea di questo autore non so se vi
possa esser Avèo al proposito •
'/•• Cot^iei Synépsis Reipé f^ené
Pancratius Justinianus de ptradàris ignote A^
Hspéetatia gestii . Quando però^ non vi piaccia
di unirlo al libco dell' Egilatia de Estemplis in al^
tre Tomo « Molte cose v4 saranno da esrcarsl
dai libri delle etesso . Panctaaia intitolati Parth'
d»xa; Epistola^ Pandelta*
Soacius de f^èmtetfum & Romanarum M4£Ì^
-^rmnmn eompa^mUne . Opera plausibile > e unica
per l' af^^emente» fda nen S9 quanto bene e^^^ita*
Ma- ni-
iBt^ , ' X £ T T B a £ O à
III. JV. appresso voi II» e III.
A questi non avrei die aggmgaere , qiiaindo
ciò non fosse un' operetta di Jacopo BpnfadiQ in
8. costi impressa spettante a Venezia, il cui ti-;
tolo ora non mi sovviene , ma è Éicile a ritro*
varsi . Andrea MoMroctni J>Jarrjntio de suctis. Lyp-^
sanis &c. potrebbe riserbarsi a un Tonio , ove,
ex professp si trattasse delle cose sacre ^ yo*.
»€zia^
He prigine finm^um^
Agli Scrittori che trattano di ciò 9 premette*?
m tre autori, che hanno scrìtto la Vita di At*
tila , dalle cui desolazioni fatte in Italia è cor
mune opinione esser nata la nostra città : doè
J^ilippo Callimaco Esperìente , e/1 non mai da
me ritrovato, se bene due o tre volte impresso >
Celio Giuvenzio Calano Dalmatino , rammendo-
rato da Bernardo Giustiniano nella sua Istoria .
Il nome del terzo autore ipi sovverà un' altrc^^
volta. Oltre ai notati da voi, se darete un'ocr;,
cKiata air Epistole di GÌo: Michele Bruti starar»,
pàté in Cracovia, e ristampate io Berlino, trp-?
verete un bel trattatino di esso de Origine Ve^
netimrum^ che non inerita di essere tralasciato.
Al vostro Modesto AViminese fate venir dopo %
Geritici Auàiberfi Fenm^4 > già impre^sp da A}^
, A p e « t o t d Z t U Hi . til
do il gióvane iii quarto ^ e poi ristampato ìli
Hannovia dal Wechelo, Poema Latino di molto
grido , pet cui Fautore fu fattx» Cavaliere dal
Senato .
Vii VII- Vili.- IX. nel Vostro catalogo Vi Yh
VII. Vili. •■
Nella Storia di Pietro Giustiniano aggiugoelf
a suo luogo quel tanto « che ne fu levato m
dalla^ prima ^ nella seconda edizione^
?• / • •
Àfarini Sanudi Torselli Liber Éeèretornm fi*
dtlium Crucis .
Ejnsdan EpistaU XXlL e^mdo tutte sopra IH
stesso argomento con molte particolarità notabi-
li intorno a Venezia, giusta l'edizione delBon-
garsio. "^
XI. XIL XIIL
Istorici di cose particolari i
joi JmcoH Ghilini de Cksaris étdvéntu in It^
liam i
Petrus BiìUIrrus Jdfmensis de Bello Qyfrio.
Jo: Petrus Cont^renus de Sello Cyfrie Nicolào
StufMo interpretem. { scrisse il Contarini ia
volgare J. ÉasiL 1575* 4.
Francisei Petrércha MpisteU de héutiludU »
>|i Lettere di
^iiod fiSm» fuk in PléUea J}^ Mèrci . Ext^ in^
$er ijuìdem EpUtpUs. Altre ve ne ioao tra es-
èe degao di eitere trascelte e distribuite a suo
luogo . /
Croci Anonymi Chronicon breve aliquot gesto^
rmm Grmvrwn^ Kemteartm^ & Turcamm G* L.
interprete Mnaele BuUialdo Cum ejus Netìs . Ex^
stae in Hisu ByzAnu post Ducét ^ Michaelis J)h^
«y nefotisy Mstòriam^ Chi scorresse quella va-
sta collezione, il che stimerei t^ecessario , tro*
vérebbe altre cose da inerìrsi nella raccolta •
jtdnonymus de obsidione Jadrensi* Sta nel libro
di Gio: Lucio de Regna Dalmaci^e & Creaci^ :
dove vi sarà forse qualche altra posa da non o-
rtetwsì e ' /
Angeli /Chabrielis P. V. Libellus bespitatit mu-
nìficenti^e P^enetermm in c^ipiendM Anns HfginM
jUti^ngariéc.
AAck^tUi <rf0rrÀ7/i Hin* de Belle Mdàìmiliam
ni CesAris ctm Venetis gesto s* ijii,
Béiptist€ Carmelito Historia Belli Cameracen-^
jìs Carmine hexAmetré enmraté.
Historia Venetét Joi Baptist € L^mbertini ab
V. C. ad annum ijol. liber V* (E^ VI. Antuerp.
1635. in S. Non so cosa sia. Ne ho veduto il
titolo nel Catalogo della Biblioteca Mallincro*
ziana a r. 300. Essendo cosa buona , dovrebbe
riporri niel Tom? VL con gU altri Epòtomatori
^ir Istoria V^jteziana.
XV.
Apostolo Zeno. iH^
V XV.
^ i
yite d'Uoaùai illustri.
All' Egnuio^ si aggiimgano alcune cose s^ar*
se nei libri del Sabellico de £xemp^ , e altre
toke dati* opere di S. Pier Damiano •
£^k Bonifjeii >Ef^if^ Càutmr€na .
Nicpléii ^Crassi Pu/mrM Gens .
j4t§U Fnscareni Prùcwr. jp. Mar^i fritta ^.
B^i Jn jùinnio RédiUfho Sfortim» Pìhh. dpud
PÌMiUmm Ì6iì.'^ \
Nudai : Crassi Elegia P^emtèrwn^
Antonii Stella Vita Bernardi Justiniani .
Jo: Casa Vita Card. Gasp. C^ntartni .
^ntonii Maria Gratiani Vita Card. J^. Ft^m^
ciseV Cemimnd^ni * ,
^HgHstini Valerii Vita Card^ Bernardi Na»t^
ni.
jacobi Phii. ThàmawU f^ta Cassandra Ftik-
lis . ^ ^ '
Jacobi PhiU BergomaHi Vka <^Hidem CmsMì^ ,
dra. ■-'■•-: , /
Petrir triehi Qtmìo in funere p: Mapfista
EgnéÈtU. " • ^
Je: jintottii Vulpii VitK ainétii Nanierii^
/- M 4 XVI.
]^84 Lettere b- \
X-VI. .
Cose Sacre k
UlheUins de Patriarchis Grddensilms & ^w*
tis &è.
Vlmus de TrmsUtioht ciìrpòYis Si Nicolai.
Birnarduj Justiniantu de Fìta , Tramlutiàne ^
& Apparinone D. Marci.
Kit a S. Gerardi Sagredi aurore Arnoldo VKion .
Z«a medesima scritta da uà altro autore Lativ
namente, di cui ora il nome non mi ricorda;
Bernardus Justinianus de Fita & òbitu É.
Laur^ntii Justimani • . .
Petri Delpbini Epistola de ObitH Card. ìM^
pheii Girardi Patn Keneu
Aàdrea Aìauroceni vlarratia de sacris Lypsa*
nis . X
Concilinoli P'enetiis habitum sub Alex. HI. A
At. an. 1177^ apud Labb» & Harduin. ^
AEla SS. Surii &c. Ée ^S. FeheHs y wl vi-^
ris sOHEiitate illustribus*
Ho notate le opere confusamente ^ còme mi
sotio andate sovvenendo » ma si potrebbe maturi
rar rérdine e la scelta* Altre col tempo me no
vetranno ia mente .
* 51^
" /
I
ArosTOLoZiAOé tff
* ^19. Al Sii* Antonio y)dlùmmm [
if^iinna 14* Stttetnbri i^aa.
T L nostra $Ig* Dottóre Schendo tpi ha dai4
JL, una cassettina per voi ripiena di beUissintf
pezsl 4i minerali^ eh' esso ha raccolti e, poirt^
dalle miniere della Valacchia ^ e TransilV2mia>
Con r occasione di un mio amico ^ohe pgttv di
quì^ io là ho indiritta a Venezia al Pfdr^ jxi»
fratello, con ordine di farla sverei a^jrof7<:^f9
giuntar di clie con esso v* inftip4jBrq^e.^f>^4l: pa^
desimo amico^ che altamente, si pr€gU(:^di .f^$9^
^tato vostro discepolo i e che ngeraj(il(8n|e/f% nigi-
tò onore al suo maestro ^ m'« injpp«e:di j^vèrir'^
vi a suo nome ^ e di dirvi ^ s^^'-a^gx^ pe^
più rari di minerali come di ofO/ e 4i #geti|%
egli si riserva di portarveli fra pochi nlQ6i^'iÉl
persoAa, avendo ora solamente voluto sgridarsi
degli altri, per minore incomodo del suq 'Viag<^,
.gio. Diciotto mesi egli fu in queste parti ,-dofv^
de ne riportò moltissime cose di. raro pregio i
ma ciò che è più da stimarsi^ più di trenta mir
ia fiorini in tanti bei ungherl; di fresco e puli»'
to conio 5 che cavano gli occhi , e più '1 cuore
a riguardarli • Dite il vero : non ha egli in qU€k
sto il discepolo avanzato di gran lunga il ma#!>'
stro ì Né crediate ^ che queste sian baje • N(Xi
vi ho detto , che la pura purissima verità , e
alla somma ho più tosto levato, che aggiuntpi
E^U vi«n q^asi ogni sera a trovarmi, ebenpo^.
teté
/
%Èi L « *» T B'R e:, f f
fete figurarvi , che spesso spesso il ragiona^nea*
to cade su vùì\ e vi si febna gtan tempo , non
potando mai dirsene a sufficienza ; e non tanto
si farla del vostro «aj^ei» ^'e rara letteratura ,
quanto della vostra gentilezza , sincerità , gene*
lo«ità> e; eent' altre 4mai>ili 4oCi ^ che actoronno
il vostro' afiinio, e cbd' vi tostitulscono , senza
tfo^^o di ttieftzògaa o di adulazione, un rani
<e^%lài:6'4el ^alintuon»o ktiemp»
* Egli è Àolto tempo i die «K)ii ho vostre let*
tìté ^ è''c&^ tiÌMi he novèlla ^Ha impressìMie
ilei H^mqi^U&^ò"/ Scrive vi prego , friù di
^quinte ^^^aati*^ àVviso <teUa vostra salute ,
'tfte;^ìrtir>dé^^s^^^ cara, ben covvenendomi ,
46e si^Wèt *^i^^ y^^^ ho doyiito la mia ♦ Ho it^
fèso^ il bel'ScqiuUtOi che ha làttò^ il Seminario
^dlli 3Libt«ril' de\ ^u Conte Alvatotti" / e mille
^^lte*!ik> benedétta e lodata la grand' anima> di
^otet$to Eminentissiinò Vescovo Cornaro , al qua*
ìe: fiK>n ha sofferto il cuore di lasciai' uscire un
sì (atto tesoro dalia nostra (ta)ia, contitmamien*
-te in^iimìli ornamenti saccheggiata e irapoverU
^a^ dall' avidità, oltraniohtkna • Qu^mdo avete in*
t^ti;o di riyèriire Sua' Eftiinenza , vi prego di
fartìjii 1* onore" di rico^rdarle il mio profondo «
sincèro ossequio , essendo feen rkdrievole dei
segnalati femori V^hd i<^ ^àrj tempi mi ha fat-
ili . Prégovi ancora ctì ^n* altra grafia , ed è ,
ehe nella Libreria venduta c^ifeendoviiftolti/ libri
duplicati >^ e che già erano k^ora nella Libre-
ria dèi Semkiatlo , e però dovendosi esporre ftk
la vendita , voi ne parliate in n^io tióm^ ai Sig,
FaO|-
, faco»lafi , o al Sig. Canale ^ ii me ae pKocciar
fiate il catalogo » fegftatt» del presso di cìasphtii.
duno, acciocchii io pos^ ppporcu^amec^te pcon*
vedermi di quei che mi ipapca&Q* UiiostioSt^
Ippolito se la passa a^sai beoe ed ^giraaieiit^i
ma farebbe volentieri una scappau m Italia »
fU isgrayahi la schiena di certo peso» ^ no»
^i di r aniino di scacciare su queste sucidissi-
me intnehùi . Per me bo appese X armi al buca
Priapo, e la nece$sisà ba fatto il voto » non 1*
elezione* Addìo cam amico • Riverite al solite
f Sig* Poleùi. Morgagni, Lioni, Faccìolati ecc,
dandovi p^ farlo ogni plenipotensta \ ma ^ sopra
tu^o ricordatemi servidore all' Ulme vòstte Qoi^
sorte e Figlie, e credetemi di ^uóre^
jf20. M P. Pkr jCétirimo Z^no% 4 Fiffixia.
FiànMM ^9. JS€ttmlnt 1710,
HO letto con aommo piacefe il testamenti
di Marino Sanuto , al quale in nessun
modo può contenderla it posto fra g)i altri • Se
mai potrete penetrar cosa alcuna di quarto scris«
se in cofitifiuiis^ioae al Sabellico , mi sarà caro
di essenie ist^ito ^ La sua prefazione potrebbe
dirci. assai sopra questo particolare • (iratissima
altresì mi è stata V inscrizione posta lul deposi^
to del Brognolo > non riferita da <alqano • Ri*-
Stasiate il Sig. teonarduzzi del grande Incomo-
do t die si è preso » e del segnalato fiivoc cbe
tm Jia ibtto j e io riverirete canmeote a mi»
np-
i»8 - i u f f ÉHt hi
nùtrie. Oh qùatito desiderio tiudrlsco di ntéttiì^
ce agli abbaiidonati geiii^i. iHiei stùdj : itia qcà
«<m ho uè il tempo i liè il modo di poterlo fa*
«e ; Scriverò' in ringraziamento al Sig« Gailonico
XSagliardi per la cdpia dòdatanii del sUo Libro ,.
xhe ^edrò ben tòleiittèri a suo tempo idsieme
^on ^lelU destinata pel Sig. Gentilotti, quando
non gliel' abbiate data in occasione della saa
breve dimota kostì^ Sono slata soddisfattissimo ^
che egli sia statò à trovarvi, e che egli sia par- j
^ tito còli sòddisfaì^ione da voi : I>a Napoli mi è
scritta altresì la grave malattia del P. Berti,' e*l
>suo migliocam^entd • Q^eir aria del Vasto , per
quaàto mi viene detto, è di tal fatta ^ cbecbiun* '
que vi va , o muore , o incontra uria mortai ^ I
malattia. Per me mi guarderò certamente di mai 1
capitarvi ; Piacemi il pensiero di aggiungere al« <
la nuova raccolta degli Storici Veneziani un To-
ma di Orazioni funebri di Ddgi , e di- altri ixì^
sigfti personaggi Veneziani . Io pure ci aveva
pensato , e parmi di avervene dato un qtiaìcbé
tocco. Per 'me farei ^ che ella non passasse U
i6oo. a fine di non impegnarci ad inserir nella
^stessa tante sciocche Orazioni recitate pòsteriòt'.
mente nella morte de' nostri Dogi: sopra di che
risolverete ciò che vi parrà più espedieilte i DI
Gasperino Barziza ho veduto molte cose • Fra*
miei MSS. debbo averne alcuna sì di lui coftte
di Cristoforo ^ èredo ^ suo nipote » Fra i libii
ch'io attendo d'Olanda, v'ha un' antica edizio-
ne in 4. delle rarissime Epistole di Gasperitio
«inora in vano xia me ricercata 1 Fra' miei C^i-
' ci
Qt ve a'Iia uqq c^jrtacep ia foglio scriciK> V m^r
no I450t» in GpqSigliano, 4a uo tal Francesoot)
Ferra?e:si Notajo', intitolato GL4ig^m B€rg0men^,
MS Ckarimmi Or^fms^ Qrfhogr4pHa.. Comincia ^
Qn^nàatn nda mip^nrOf^*^ Un' altro ne tepgp i^
4; ^artacep col titolo: CbristopjbpriB4rjdsui Btt^
f^. Quum luGHkri^tionum fftesruni • In vatie ocn
calte tengQ sparse nK>.lte, epistole dì Qasperino ,
e qu)ltì ejso^dj orate»:); U^ i^n- al^tro Codice uix
STO tcaiGUtelltì ^ AUgisfK4Kitii( ^oms' ^ il cpi
c^unciamentot si è ; JLexRfiimi4us^i e puq e^s^ej^e
qq^cbe altra cosa^ella t Tanto potrete scriveva .
al 5ig. Ab.T Giotgi, editandogli X opeir^i mik ini,
Ogni cosa , ct\e fo^e di s)]^ pia^e^e ^ il G^
^ì è stato sempjre , e s^à sempre un matto :
ma \d, burla che ha Éitta al P«^ ^l^ini per y^
rit^ ^ni h3i f^tto molto li^idetig • Ijon. so > ^e 9
quel VQStrp dabben religio^ ella sarà molto p^-^
cl^ta ; ma fìnalmeiite è ui^a galanteria ^ 1^9.
scl^erap* Addio di cuo|:e..
Fi^m^ y. Oft^he 1720,
A tempo son gignt^ le Novelle JetÉ^arie »
che mi avete trasmesse^ per aggiu^erle;.
ad alcune altre, ch'io aveva già ricevute da
voi, e quindi pcesentarle al Clei^ìentiss^imo Pa<t
drone , che le ita sommame^tf Mf^94^ *. : T?^^?ir,
nato
\ -
Mfo" il mio c^mpÉAi^ato ék lai ultimanie&té
t^maortatènli i mi dissd ehè b«ii presto Tol&rft
ib|^ie|Armi Itt qtlàktie altrat M^à di {itià rilievo,
è se ii6 eÀpjTds^e adehé ^1 Si^. Conte xJi jlavd^
H^ mie gfsti p^étettore^ scarsi pere dicbiai'afii
che co^ àl>bia ad essefe. Io ^arò {>tofitd à tu^^
t?> €o(i la Volontà; )«à no£l s^^ scr ai desiderio
coFrhpdfl<lér& il taiétito eia l&ti^; Martedì; che
fu4Ì giortiò deilsl si3à fiasciia-j imitd il pifitueo,
e levatosi di fiietisaj presente tiitià là /Corte mi
prese per uiàiioif che dèe volte io lyacial. rive-
ren'temètité insieme cpfi quelli delta M; dell* Iiti^
pèràtricé) e poi si tfattende à discorrer rnèco
per ijuasi un qiiàrto d'ofacsoit somma Beiii^i*^
tài la qiiai cosà veduta^ fìoa sd come a qual^
pfafddufiò éàiìt piaciuta é Là risoiu;^toiie presa dal
Favino di tìstampaife la Teologia Dònirriatlca del
Petàviój noti può esser migliore^ Troverà ubiti
associati ; ed ^ò médesinxj he Sarà uno; Ma òtif
j^uò àisièùrare^ ch'ei là prindp), '« principiata
U teloni i ncHi dico a perfezione ^ ma còitipe»'
tentemente beile ? Delia disugiiagliariaa dellà^^ài!'-
ta adoperata dal Lovisa tiel proseguimento dell'
opera j fu tguAìó beiie da tàé avvertita^ e non
senza indignazione i ma dai nostri stàtlìpatóri
nulla (fi compiute pA operarsi. Anche dedizio-
ne delrUghelli qui non finisce dì soddisfare ,
principalmente per la infelJdti del carattere , e
^|Jer la mditiplicità degli errori é Qualunque però
ella sifli saràsettlp^ una buon'opera, e ricer-
cata . ìhì itàmò arrivati in gran parte i libri ,
che ho fattì comperare in Olanda . Vi darò la
nótl-^
Apostolo Z«fo: zpr
éotbia di alcufli, che haa qi»lche ^ singokrità i
. L Jéttù Pmnnmii Qmnqme eccUsitf$sU £piiC0fi.
0p0rÀ\ Scc. Bdsilià per Jo: Ofininim (sens'aa^
ao ) in È* Sonò bellissime Poesie Latiìifi ^ e ra^
dssiiiiò libro; Fd discepolo ciel vecchio GiuriAo:|
la cui Vita egli scrìve in un long^ Panegiiricc»
Epico : ai quale ne succede un altro di JacqK»-
Antonio Marcello, P» V. e Capitano di molte
gridò ^ nei quale si descrlvond a^sai. {airticoIafe>«
BK&rè le co^ de' Veneziani avveilstt ni quel
tcn^ iabttò là direzione di lai tonde sarà ini
novello còiT^iiimentò per iaraccoita da farsi ;
Il suo titolò èzJÀni Panàmii ad Jétcohim iém^
totrìttm MMrcrìlum Fenttum PÀutfyricHs i e co*:
iì^cia dalla pag; 4St« sino a 157; onde ben po4.
tetaé atgòineÀtare noxi essere cosa si poca ;
Il^yl^ Fitràpii 'PoUUnis di jlrcbjteBurà ^ deÌ4
la beila edizione ìÙusttata con le note de* vdi|^
é còti altri opuscuìi da Giò: di Làet j e £àtta ia
Leida' liei 1649; in foglio ; Ctà che rende sia^
golare ià mia copiai si è ; che tuttt> il testp di
Vitrurio k stato colla^nonato , ik >dapò a^iedi
&>n un testò i mano di Pier Piteé did famosol
Stefano Baluziò ^ possessore di es^ò esemplale
stampato j in fine del quale scrisse ^i stesso!^
segiienti parole: Cinteli cum vetustissima còdice
MSi 4^i fuit r. C.Peiri Phhmi jékiàvi /IA
Kdl. Se^tettttr. MDCLXXXXIX. £ più sotto ^
StiphmHs Bàlézius : il cui nome pure segtiattf
di sua mano ieggesi al basso d^ frontispiciò «
Io V ebbi pet 1 3i fiorini i ma iiod H darei t>e^ 59«
liLDiGsrus^mmCoÈ^ùtMtdddS^M^ériua^
Vf.X ' l.UXTIRE mi
t^Tassp. lihriXXlIILA(tlUéo& Revm9 3ig. il
Signor Cinthia AldobrémÀini Card, di S* Giorgio.
M Pdrigi affrtsso AbcL C Angelini nella primM
coténna, del palazxjo M.D.UJXF:. ( cosi in veco
4i: M.D.XCV.) in iz. Vha, oome ndle altre v
k dedicazione, di Angelo Ingegneri , e la can^
«one del Tasso al Card. Aldobrandino, eunso-
|ietto in lode del divin^Sii.T\T*ch^ principia:
Amici y questi e il Tassa ^ Ma avanti il spnetto
à legge una certa lettera in lingua Francese
dello stampatore Angelieri ai lettori; dalla qua^
le si rio^va > che egli dopo avere impresso que-<
$jto bel Poema in prosa Francese , .tiudotto. éa un
fit^sonaggio de'. più eccellenti , come egli dice,
del suo tempo > ha dovutp , sì per U bellezza
del Poema, come per Tinstanze che gliene fa-
céano i Francesi, porlo sotto il torchio; non già
finendo i' esemplare per t addietro impresso , ma
Afipra una nfivella ^opia del tutto camiiat^, e ri->:
veduta dair autore^ inmatagli da, Roma^ ecc. £
promette di stampare in fine alcuni canti di qoe-
4^Q Poema in Yersi Italiani^ e Francesi : il che
i(^on so, 'se poi abhk fatto* Qjaesta edizione è
Ideissima, estiraatis$una:.poicI\à bea sapete, che
<dla fu condannata e suppressa con decreto del
Parlamento . di Parigi del di primo Settembre
t$^$. a riguardo prìncipaliiiente di^XVIIL vetsi
posti quivi: B,.c. 17Q. nel liòjro XX. come versi,
dice il decreto « contenenti: sentimenti contrarj
all' autorità del Re^ e ai bene del Regno , e cor
me infamatori deli;defunto Re Arrigo IH. e deli'
allora regnante Arrigo IV; non^ ancora ammésso
»; in
ì
m quell'anno al grembo della S. K* C e non
uraca assoluto dalle censure • Di <)uesto decreto
paria H Dupin nel suo trattato JOe la fuissance
ScfUsiasti^u & tensfortlU y impresso nel 1707.
in S. ma. d troya distesamente inserito a e. 154.
4^5.. del Tomo L del libro intitolato Prcuves
4^/ Libcrtiz^iU. fE^ise Gallicane y della seconda
acci:esciuta impreissione fiitta in Parigi per Bastia-* .
ao e Gabbriello Cramoisy 1.65 1. in ibgl. Hovo«
]»to comunicarvi que^e notizie 3 che però forsH
DQa vi giugn^anno nòvde • Salutate la Sig*
Madre ^ e tutti al* solita. Addio ^ firatella^ ama^
P« S. Mi età dimen^dcato di. dirvi » che il Sig.
Gentilotti mi ha scritto da Trento con espressio-
1^ di nioltì[> amo^^ e stima per voi • Io non ave-
va alcun dubbio, ch'egli noti partisse da voi
che soddis&ttissimb » e ne ho tutto Ur. piacere •
Pup cissece» ch'io gU risponda qi^sta s^a , e
ngn maccherò di scrivergli io pure di' voi (x>n
quelle parole e concetti , che stimerò più con-»
venienti . Io per verità l\amo singolarmente ,
avi^odola sperimentato galantuomo, e vero ami^
co.
* 522* Al Sig* ÀnUnio f^llisnUn^ ékJNidivM.
VUnn0 j. Ott^e 1720. -
Circa r afiàre. della Dedicatoria , di cui ave-
te parlato col Sig» ^entilotti, e di culmi
avete scrieto, intenderete . 11 modo di regolarvi
Tomo IIL N e per
1^4 . L s t t 1 a E D 1 ^
e per, If/Co^e i e per le iegatlare dalla kstleir«^
del Stg. If>|^Utót che sapra di eie ht leulttM
lungo ragionamento col Sig. GaraKerd Gàrdli i
il quale non meno di .me vi facconumda la fa»
litesza , e la correzione della stampa • Gii mi
figuro, che le cepie déstiàtte per Svu Maeitii^
saranno tittpiresse in carta distinta per qiialitì è
grandezva : il che è necessario • Del resto io
volli es^e^samente > che V idfocfnazioQe vi ^^
oisse espttsssttnenté per la ria sopraddetti délì^
atidco, accbctbè di nulla e' si adombri « che aU
tri fuori^ di lui voglia Éursi nieritd di servirvi
in tal affare , e tutto passi con la sua dire^io^
ne e consiglio & Nuli' altro io curo , se non che
ottengbiate il vostro fine . Vi rerido gràiie di
quanto aVete opeifàto . iri servigio del Sig, Geli-*
tilottii il quale è ora a Trento ^ e di là fìà
ha scritto tutto il bene di voi. £* un b\iangk^
^antttomoy ed ^ bene tenerselo amico i Io noà
ho > e non/ voglio avere per antici grand' uo^
mini forestieri per riempiane cotesta Università,
quasiché he ittancbino all' Italia . Cotesti SSig»
RR* hanno pur fresco sotto l'occhio l'esempio
del BernouUi . Mi rallegro del Vescovato di
Tricarico conferito a Monsig. Cai^affa , e molto
ancora del bel quadro , di cui .esso vi ha^ regai
lato • Dei Mss. acquistati dall' Ab. Giovanelli io
non ho altra notizia» che la datami da voi. Se
capiteranno , che non crédo , saranno i ben ve«
/ditti > principalmente da me , Che di simtl! rar>>
tk non sono awexzo a gooterhe, dacché lAi trcu
vo i» queitfte parti . Mi è italo detto da varie
par-
ri^ 9 fini' datlie Gansetter ledticlié itatafseej.
yxmri andata a Mèdetia pen tmaspì qatììà.
Prhidf{tessa Spàsi.: ;Mi tallio (kit ooòre ^ é
elei tégàlcy^ che ti artétt guaklagttat«r : .iiia<>c]i
tMitf m^ ne ^tteparòU, e por la^tc > (che. nM
Vo esserne d parte^ Goà^tevdò pxsise da peiì-vòt
sdier in sÉiila |iafc& y è Irofoi (>t:ó« ti.fatccca.* #;
vntn-fb 4^ i passati giorni uà mèdico co§ii<Shii^
hafer ^òcholiràr^ che ha .labiata uà' eredità dì
pia di ucr miìlione di fiorini ;^ e poi ti ist»|piì€^
te, che il nostti Scheildo ne abbia §Ettidagitato
^cr. mileti <^ìeàtb per Verità, è idà buon tetso»
nd^ t^ soler per ahi sa ben piaòtartri le sqo
earotQ • (^lel . Fdema dell' Ificsrnaiiotie del Yes*
hdi d& cbl mi sdriveta essere statò uitimamente
impiffifisso^ e dedicata al nastro Augtasto MonaC'»
QÉrUìl è affacàzr scoisosdutd I Sé sarà capitata
aita C^e,. non inaiflcherò di siaperlow Vi pjtegfii
dir farmi avere, Mbito uscite ^ si la Tragedia del
Sìg. Gmitè Gioì Attkti di Porttia, kì quella del
Srg. Morateri • ' Vorrei pure ^ -*qual4inqùe e' sieno #
qiiè' doe Ktol istoriti ultihianiénte usciti dèlia
eatfa^àtoa ,^ e di Budrto « Fàte|li avere H Pa-
dfc mie FratelllT'^ dtt Ouiind s^ic^e subito riniA
toi^ltftò Ifel:o0s»9v E' sèraiià?ds](à) die.i Ver^
ei abbiati hm prefulef gùéni con gli Angeli j
Che dite di questo concetto 1 Non sarebbe ttl^
to felice a chi fosse venuto su la penna nel
secolo del liSoo. anche pensatamente . E pure
credetemi io ve V ho scritto senza pensarvi : ma
questi sono cose ordinarie ne'^Poetl Cesarei ^ stan-
te il privilegio dell* eccezione , che voi con to-
N ^ ^ ga
^ m^l^istrale avete ad essi loro rilasciata » e
pero ve ne sono qbbllgatissimi. Mi sarà caro V
indice dei libri dupplicati della Libreria del Sei
minacio • So che, ho da fare eòa gente die sa ,
ma mi sono dimenticato il buon costume d'Ita^
Ita di comperarne a buon meccato . Lo attenderà
j^rtanto o^ vostra comoditi « Ho veduta quel-
la Raccolta Epitalamica di Modena v €t in vero
per entro vi sono ' mplti buoni co.uponimenti :
ma .la troppa adulazione vi guasta qu^si ogni
cosa« i^ned etto quésto grande Imperadore , che
sempre comanda ^ che si parli con tutto il ri*
guardo più moderato ; e pure qon si potrebbe
giammai a sufficienza lodare • Credetemi > che
iiiuna cosa pia Io disgusta > che una lode che
soverchia a lui sembri ; e uè ho ogni giorno
chiarissimi sperimenti* Ama grandemente le let-
tere ed i buoni libri , e ultimasaenté ha speso
^n una libreria 70^ mila fiorini , che per sq>
stessa ne vale più di dugeàto mila.; Il catalogo
^ stampato in Olanda, e se potrò , ve ne faròt
^vete una co{^a • Riverite a mio nome V 111.
Sig. Laura, e figliuoli; come pure i soliti ami^
ci, e in parti^are il mip amatissima Compaq
re , e Amico 1?oleni . Cotiservatemi il vostrq
cuòre , è tenetemi viva nella vostra mempria ^
^ddio, carissimo Amico ,
5*3-
A 1^ é i tòta ^ É n &l t^f
jx^é^l Pi Pier Céffmn^. Ztm^ * Fèn^jÙMì
Attrè..yol(e mi avete: domai^clate noci^rie in^
torno alla perdona «li Roberto Titié Trii
quelle che yi ho tra^ix^sse» non tni (ovviente
di avervi indicato > che. aelF opere |n foglio ^
Marco Velsexo, e prÌQeipi4nieat^ , nelle sUe £pir
stole si parl^ pia ^olte di lui.t.yoi poèr^e tcol'
varne i luoghi nel libro. medesimo, che tfdv.<J^
lete tra' miei Epistolari in foglio 4 Date anche
im' occhiata , alla prefazipno dicUe Inscrizioni ttjd^
coke ^alGruteroi^é ail'indke degli Autori^ chté
hanno contribuite e somministralo materiali per
iare queir ifisigne collezione \ il qual indice é ^
dopo la prefazione « Credo che avrete osservato! .
Jbgni cosai nia ho voluto per ogni rispettò àor
prabbondafe# Da Mons. Albani mi è ^stato dattf
il Libro di Mòns; Fontanini sopra le cose ieU
Parma e Piacenza, Vi dirò cónédef^temente ì che
9gli ha voluto provar troppg^ e cjae preveggo >
quando sia ietto ed e^jtnii^t^) più tpsto disoi^
dini e pregiudicj per la ^ fa^sa^ che altro ^
..^fon tviXxs> a giudicare de) inerito:, ma molle
cose odiosfe^ e giàraQce^ ^e pf»cò albispgno .0^
portiine pé^evano disshnuljursi-; e tacersi: ma 4^
^piei capo fervido è itpffétuc^p Qon si poteva as»
gettare altrim^ti,. II. tutto tenete ideiìtrò di Vw^
èssendo io risplujgo di parlarne OÀiil^a^ om^iio
che posso: é ka.i^Mstq e#l9# ^^^re ac)4lf
%§§ -i . jti » T 't É * « - n r
V0i> che nel Qiomale non sarà che ottimame^*
te .iJtt» 41»»nea dfcne f)ati#|a, fct àm ^t^afém \ "
impegno ne con T una , né con 1' altra parte •
Mi-èrs^aiOfìasé «ttintfaM^ <k Napoli il D^cameu
rone colà ultimamente stampato in ottavo: raa^.
4 mokid «coiwdtò ^'^Mi fioin i>uott& casta ,^ e'*\4i
uniste catactere . > H^ì'^ infti ^^r0 ,; cb^ dncr^sofr
iiiP&le, che n€ii tiiio Dramma <li L. P^piriib iA
iponga niaiao <la «hr pretende èli ^aperse più <ift
^à|è-t-Così altiielMr, ^ tKmciiKcirà, €oine<:recio;
ia cò*!^ non^' sarà <lt me toloi ^1 confronto
•<àìrà tonfoscere, ^ TavrantÉo raggiustato , ognalT
«to. Lo stesso Orsmima si redtem anciie inMirT/
{ano nel pros-sk^o carnovale >' ima pef qiiaato m*
teado dal mùsico XSaeta&o Orsini i ohe come
41^^ cosi là àiÌGorà rappifesenterà la patte dvQ;
f^abio , coÀ poc^ ó £|iuna mutazióne , e per quan^*
to mi scrive y con la stessa musica delViceraae-
«Ék> Caldera. La Insigne Biblioteca HòbendorSa^ .
fia comperata da S, M. C. C. pei^ yò. mila in?
^cz fiorini , è già capitata ih 8o. gran casse •}
^ «li stanno facendo gli àrraadj per collocarla «
<li«poria ih lana gtHeria di Corte f>er ora, ìnsi-
•#0 a tanto ^cfie sì feccia^ 'la gran^ fabbrica piar
• ripprvi tutta • là %astaBà)lioteca Cesarea, IlCi-
^logo dèllat <HofcéhdorÌSana è ' «ta;tO' impresso m
<Sa»da , ed io afe: ho ^vute diie <:(^te , una dei-
Ite ^ali t ^r ^01 V € vi capiterà con prima si-
-earà ooQasiohe-*' V^'^ ringrazio della co^a déOe
Jnscrmiòhi del ^Vàsto^-nkncfàtevi 'dal P. Blrti, il '
qcòJ tìstaÌMlimerttó «dlàrsió -primiera salute mi v,
tià dato liiokè ^*^cim,^'mii * ^^Ancbe il bi:»on
1 ^ Pa-
A i> S T 6 1 o Z i H « • tfi.
Padre Laudati ha passata una bruttar burrasaa :
ma \gmzié^ a Dio, ara si è riiticsio assai l>dnft','
e n saluta caran)Mte» coma fame i^igg. K%e^\
cméi é Marchese - "La spiegaaicttie datii 'Ha 'tùii
^tìm^!3L dtìle suddetta InscrìzioM è ottlnta,
e n^a: ho ch^ iJdire in coi»trario« Qià^ icaii^^
mtìJk €ol sua pi€de quella di' M. ^B^o^^ corret-
ta ptà attentamente nella secon^ bevMo^ ;
che il P* BtfA ^fe fece; Un giorno faro dilii
genza pressp i colletto^ di taH atklchiiài, p^/^
rincontrare quali vi sreoo prodotte, ^ quai tio.
Pet riempiere il meteo foglio mi manca la tna-*
ttria ed il tempo ; Saltiate caramente la' Sig.
Madre, e tutti di^ caèa 8yb$tra'5- e vi ^bblraocioi
col cuòre. '. .:.r. :• -; r ■ J. e' ■■' .• •-.
524. JÌl sii. Anàttà Ctfmto. 4 f^i^naUM.^
Rkpondo aQa: ^vostra lettdra ^l'^og^i y che in
questo ^unto rìceror* Xa continuazione afil-
la vostra buonsa iàlate, e di quella della S%.
Maitre, e di ti^tS; '^i c^sai* Un avviso j>er me
scm^ grato, e di* tonsolazipne • Pòic[;^ non si
-può fare. 4i méne ; con vien psusiimtàce , e atten-
dere il nuovo anno per la -spiedizione di que'
libri iiì'MosCovia al Sigé Zie Sevàstò. Vi con-
tiguo però a fer .cjapo anch« co^Sigg. Cottoni:,
iMntte qualche Volm suol capitare 4traor4iiiair^
^iasione t>er qùìslte patti. VI' «ringraiEÌo innato
d0U*avirisp^ • vi chiedo c^pSiiaieiito^ del ftU(^
\
A
ZQÙ tifTTERt fili,
vó : inpojn0do , irh* yi reco* Né le Còniftiedle}^
che ora costì si recitalo, ne i Driitiiint, cheià
hrefvt vi si averanno a recitare, mi muov^HiC^
piiiitojii pnarito tfinterveàirri . Io ^odo piàUot*^
lamia piccioia stanza già qoa^i tutta rìpiieijto<ti
bisoxii libri y che di quutiui\qtte altro divartimen-^
to> Ho termina«!i la mia Serenata^ che sri pan-»
^erà ptìi li 19: dei venturo JMoyembre ', gLortib
ti^larédel Qome della regnante Imperatrice £lìP
sabetta^ Kel prossimo mese si Slargherà aCór«
te. alquanto il corruccio , e credo che questo
carnovale sì fati T Operai che già il Sig» Parlaci
ti ed. io avev2WQ preparata pel carnevale paSsa<^
to* La morte, del Go^e.. Stella segui poti dolOt
re di tiitti , e in particolare di S* M. martecU
dopo il pràhzo • Ha lasciati molti legati pii , ed
erede, universale il^^ nipote $ che ayeva .presso di
lui . Suo fratello Arcivescovo di "Taranto ha per*
duto.un grande, appp^iQ^ ^ una grande ii{iérah^
2a di un Cappello Cardinalizio* La peste non
e pra. tanto fiera in Marsiglia > quanto in Ais>
capitale. delU Prpvetizac » die non ostante ogni
sua dìligenta rf i ,, stata fieranieAte attaccata ;
Senteri che i^Moscóviti abbiano fatti nelle sjjiàg-
ge della Svezia due sbarchi :!* ^^sito ancora iloii
A sa; ma è % facile indovinarlo i in<ietldj^ Stragi i
predei e disòlazionit' Intanto si .maneggia una
treguii per due mesi ; e si eired^ accordata : sarà
però sèmpre tafda per quelli, die a queséòrà
piangono il danno sofferto; Voglio darvi, una
nuova, $d. è^ che studio atr^bbi^itamente Ialina
gua T«Jwa# Se mi vedeste ^ e sentiste ^ crepie^
teste
À 1^ é s % ^ t à 2 fi H # ^ tòt r
tMti 4dle jrisiT: tali è tante som le amorfie i^lfé
mi. conviene iai:e per.ptònùotiare una parola |
cbe talvott^ t^ tu » o sette, consonanti di se4
guito^ sensa il conforto di knez^o di Una sola
vocale . Qi^alcbe vÙUt ha paiìia , che alcuiianit
«e ne attraversi nd gptia; onde per rimediare
tengo sempre vicina unat bottiglia di .bUoiivina^
con cui teiigo inbrbida la goia> e pia sdritedò»
l^vol la lingua» A queiti Tedeschi ^ cfa^ beoni
i^nto > comincio, a bx ragione^ esisendd imposi»
bile parlar làia lingua si faticosa senaa assetarsi i
Voieté sapere qiiai profitti) siilo ad óra ti a^boNl
fatto? Ve lo scriverò» quando io stesso loisap^
pia.* poichi^ sioòca noti xaA ne accorgo & ^nùt
non vi lasciate prender daila^malinccinia^:. cho
tiuUa giova nd male » è ch^ aiizi è un Movi
jnale, Patìs per m^ uà figliale, an^lesso dila
:Sig4 Madre» e riverite la. Sig^ Cognata, e te
^O^ellei.e baciata i ni^ti» e scdiza pregiudicio
della' clausura » anche CatAriOia in $• Rocco.; «
per fine sono di cuore. ;••
52|f Al medesima ^ s f^cnezids
Pìennd 9. Novembre Ì7Ì0;
ALtre/Mttete di vostra . ragione . da Vàirsai
via^, p:.d^L. Dresda non mi sono più capl^
tatek Se yeriranlìo, siate sicuro» <:he yi perire»»
tanno sicuri^.é Da Utre parti, di Lombardia^ ni
viene scritto esser comune quest'anno la disgra»
sia della rac^ba d^ granii ^^ bucati^
^r
^ . » .-t.B-T t $ m n -fri*. '
«RtSQ iti vtnrtlmi, che lo divttnno ^ f otta chr$l
fvUuppa ìq ana farlallinac: V altro ia uao soa^
fftfei^8etiQ':»/die ila i naturalisti appdthfi'/^^^r-*
p$ùlo.4$l ^rés». Di gravia avV^itiiar bene -^i
tMM luJìarvi in quopt' annoi. iti/ pui^ littp 4iqtt6^
ita iì»ta rdi grano ^ efae .^^sdc^tameiifd non puòt
(Asor^ ^ 9be < nocivo r : fallavi i^uona, '^tovvigiQQa
disi Mocéììoi ^ potete, avaaticfaè 4f vantaggio
Ittsarisca*» U contagio di Maniglia; che sempre
piò. ^l dilata e icifieri^e, mi fa tremare anclie
per la povera Italia • Sono prccocM^ tutti k pre«
iodi, die deschi wno T Istorie passate, inaestré
4^. tempo ^ cioè' prina il contàgio dt bestiami ^
t ctfa ku'<:epa: dagl'insetti. Piaccia a Dio, cb<|
^ijiest^ vcita iieno. vani I pi;edi^j« Il Sig* BerMk
|t «iba date btìoiui dovetk ^tta v%étra aalutfc
€ùa mìo mólto piacere* Esso , il ^ Parlati >
•l Sigt Ippolito y| ^ali^anp cernente • i^ateyòl
lo ite&so a mio nome alle Sigg. lliadre , Co»,
inata. Sorelle, e Nipotihi.'
^ 5a(« ^/ S!i^ Antonio FMisnieri. a Padws^
VitnnA 9. I^ovemire 1720^,
HO ricevuta e letta. la vostra bella Dedica*
toiia, (hjB subita iio fatto paika^ In/ina-
«p al ciostro. Sig* Qtvalier Garelli- • E^t dipoi
é.statpa troyarml, e come pia di voi e di me
iben intoioaio del gmco de| P^ronei^ ba giddl^
€afiD> die da'oéftì^ si debbano levare ^alcune es*
'imssioni di:tsoppa lode» ò troppo caricate, per
^ • - ridur-
fidàilà allò Slite fiv^ moflììt^ i ed i# «ifende4
46ifè<fl>o$tr0 i^rti^'bcia ybli^tien ^si eoa*
^to nel wo f9ir%ò^i it«to '{>ì& Hprbtkameii^ |^
^endoiot» filanto <^ \:(ki la So^dra 4tttéra a lui
iìirdCC^ fU-date ògai .auioitità ^ dt lata ciò dot
^l&ì€ fia|afii^ a toì giovévole «l^dreésti^, ey
^to od 1^ ve la ^ittiatidi tiéife ^settin&iiit^ yeiN
lura^ atcìècchè pòssUte staiiipiSrU cél Ht^òv Vi
«ì ajjglugttafa-forae uà periate ihtomò alla vè^
f*naató tó^nte--è'-Sfeig<^ar Bfercrir^tìtìmaliidW
^cquiàtata ijft Sr^K* eoa lo èUorso ^iótorko à4
««>• 'tóla '&(kini'iyét aggiuglieflà- 'ali'' altra i^
tounìtìwìw^ toccolta ila?su6i ma^gìérP/'Uaita cfcc
Mi& Viihk àiraltfa, « cpHocatà (Dfoiaqnaado^
«fi 'uii' Ci^afeéi ti isèftlinanf^. vé«rtti*^'^àvrb\Q(?i^
tìb^e dì spedirvi • la caifetìttìArf dtì 'itóntràl; 9
4dae^opte. del Catalogò, di essà^ librerà , datèaÉi
per voi da! fiig. GétdUi; Se. Ja'Càtétedra't^^mfe
'^ L^ggé è data ai Ceffi$V n(?; vàiifièrà^'^'^aittai
tiel^qual caso racì^órrtanaóyi -il ^- t<>lpi^- ten
«àpeado ijuantp Jpcissìi; esserci ■ ÌH vaSttagé^q Ik
.yosèfe -paróteziofié • lia letteratura "^i tteve' moffo
per le fcreUe edijióhi che ha -fiittè di buoni li-
-bri, e le siié {i^refezSoni anche di qui dai Còli-
ti «Qfto ^fndko* stimate'. Vi rétrdo gratie per le
due Istorie mandatemi . Io però le ^deva a prè«*
zo , e non in regalo • In avvenire mi guarderò
di darvi simili commissioni « La vostra generq^
sita me ne leva la confidenza. La prossima Fie-
ra di S. Caterina faxì capita|:e i libra) di No*
rimberga, e d- Augusta t Cercherò qualche buom
libr#
"^ìti Vtx esemplare della Storia Latina del Sat^eÌ«
lieo' iinrtrei^ i|i catta i^eeaca ^ «to^skltite à .q«el-
io di casa Natii ^ io ne vidi nella libreria del
Sig. Sicff Qaràem i if fu «itf tempo del famóso
Andrea Reniero Cavaliere e Proccuratore , gen-
, tikaB» ieiteratiaiimo » ià trtii ixma éM le llùf
lettere iniotaii del sdd» nome A» lU vi na pi^
litam^Hte rìiinì^ae dorata ^ piSiicifttii dèli' <H»
pera « Verissii^ i k vostit osscrvaieioae direi
TattenzioM ssaM dai diftcetiéeéti di Qua HmX
di Gausateegi» « e .|K>ra ift: ti&e delle, sàie tu^
stre l^^ttrAt baservata i ]}fe itetd (Mid lin al^jdl
eienifio. nei Nani dèlia Giisièca^ pretto i qiiall
si fiiislodiscooo àdn meit2k diligenza 1 prestimi
Mssà de* Pi^triàJf€hi Brnioiao e. 13toieUo Barba^.
rèa <tei^ ^^^ ^ssi fareno isist^hfie cdi Basadoithsi
gli eradi è Se cosi fatte avessero gli altri ^ ttn*
ti edcdiehd <lod(cI'ie vbedifféàd non sarébbef#^
vK^dti di^ Veóefllia* nattgandoit^fiflo in Olanda èr.
in Inghilterra i né tanti andati à male iislle bolsa
teglie de'cimbamaii è de* batti P ord. Ma <)ue^'
^e disavventure possono |»iù tó^o de^ofarSi >
4iie tifarsi. Il male si è, che il passato* Àdti
ipstrifisce dd pre^nte , e che finirànitó ^ f»èr«
dem ancora qlte^ pochi Mss/che ci fìnlatìgcmòé
Ì!f8 abbiamo dei fresefai esempli anche in. ;ikuni
<U <pi6^ Patrie) ^' che professano amole t^rto le
Ietterei e si Itpaéeiano per letblei'Ifti « Il Sig. Bi
T. ftvea cominciato a dar mataè allo spoglio tfe^
Moi. Nefk so qneHo che si fafà col tèmpo de^
gif tkri > ehe ione testtti IlDipo ^dft §ìia nft^rté .
Non
127. jtt f. Pier elevino Zltm^ 4 finexin^
Vienne \6. Névmbfif ijio.
DI Robecto Titi cqsi fa pienzione il ^ruto-
rp nella pré&zione alla sua ^ti( raccolta
delle IascrÌ2^umÌ' antiche p.4f . 8. j^id récenseum
C^^um STMCMUilum \ 'LùdovìcuM Sepfalium ^
f^tnnem C^ttwkmtky ÌFrandscum Piftan^ y Anto^-
ninm CarottuMy Frederiam Ctrtustm^ ROBÈR*'
TUM TITIUM2 Conttpuando a nominare diver^-
4 altri letterati j die gli prestarono a)ilto mtal
lavoro , Qonchiudè z Singulis kit i$0t universis^'
pUfìf 9» fwe leBér » utfote sint qìtibux PémàorM
kiiÌHs! nif strae stn^Mrd numqùém fervenisset età
màgnit^inis, ^Mf or pilchnéulini^ ìHpremi^m cid^
mjin Co^ pure iieiU* Inpdice ài quelli ^ qui sf^ri^
t^s tmvatis frtfitermii , v* Ita Robenkf Titius « '
Iq ^n indice di libri venutomi aicimamentc da
Lìp^sia bo osservato tia quelU in 8. il' seguente i{
ff&a^aptiifét Nani ^quifis «f* Marci . Pdfavii
]f é8.o. in 8. Non 90 cosa pos^ esseie • Avendo;
<o^ commessa la spedizione (fi p;arècchi altri ,
y\k(X posto ancora il suddetto • Sp sarà ancora
i^ esperei ^ mi saia caro, per saper cosa sia. Di
quei Miss. <ii qasa Nani anche teanipo fa mi scri^
veste. Il trattatello senza nome d^antore: ^i-^
bm in artilms^ adfiUsc^nj Venemt^ àeheat exalle*
rr^ oÀ Bern^rdum Zane:, sam probabilmente o^'
peia di Agostino Yaliero > che fu pei Ordinar.
.leT
fot . ^ .; t * T vf « * » V » r ''
latue p^r. voi all' Augustissimo Packme > le 4^
li^SÀ^ ^^^^ ^^'^ (^^^^ mepto vostfo $òsta;iuitc
f; difese. Al pricseate che dails^ vd^x kttesa
^i;rittaxtdi fi da altri avvisi venuti da varie par--
tl> ^i Jiiaril fondamefito di si fatto filso run^re,
^ tornata la tranquillità negli spiriti., cke n'era-
no agitati; e in particolare nel mio, che più di
9gQÌ altro si^ pre|ia di oonosdrre il merito vo-
stro , e di andarvi. Il tutto vi sia scritto in ami-
^vK^ confidami. Ho Vicdata, im ^1 di pa$-
faggio, la sgrktui^ delle ijagiom della Saata Sede
$ppra Darma e Piacene* Farmi che ài più forte si
Riduca al terzo iibrp. Se qui gii si abbia a far dar
lisposta, noi so, perchè non ne sento parlare.
Molti, luoghi per verità vi ho osservati , ne' qua^
li malamente, vi sona trattati i vostri Modane-
fi , e spesso ^esso fuor: 4i proposito • Ma che
{ion fa ia passione?
Ip nqn /tengo qui aloino dermici G>dici, per
jpoteryi ^^ervire di quelli, che io stimassi opportu^
ni alia raccpka che pensate di fiire degli Scrit«
tori inaiti RsYum ItaìiMmmx pensiero, che co*
ane capete» io i»uq una volta niidriva, ed acca-
pezzava j e. ^be nim ha alteramente deposta , se
qui a 'me riesce» e ad alcuni miei dotti amici»
4i stabilire yna. buona stamperia sotto la proter
iljbne Cesarea., dov« si imprimano fra T^dtrecose
moljti insigni Mss* e documenti» cfe' quali é ri«*
ea 1a copia questa Imperiai Biblioteca , ukhna-
mente accresciuta d^ pi-ieziosissimo acquisto dell*
H^kcndorffiéina , mediante uno sborso fatto da S«
M« O <;:. ^fm»^ e fitt.miUe iorim; il cui
A p o s !^ o L o Z 1 » o ^ ao^
Catalogo impresso, se vi sarà caro di averlo i
iccrch^ò iriodp di fare qhe senaB* aggravio veruno
io abbiate . Mi sar^ qaro di avere il catalogò de-
gli $ioti^i inediti , cte pensate di pubblicate -^ a
Jìi^e 4; po^eryene ej^ibire alcuno che non abbiate,
e f^r cui ^. ^Mo tempo n^ sqriverò in Venezia^ a
mia fratello, on/egU ye lo trasmetta. \ Vi avr
yertq solp , chp come ng tengo ben molti con-
.cementi le. cgse Vene^^iane , e unitamente con
l^sso mio fifatello tengo impegno c»l mio Pubbli-
.co .di pubblicare un^ cprp dj Storici^ Veneaiiam
non. qaai stampati^ terminala ctie sia T impresa-
sione già avanzata all' ottavo. t9pia degl* Istorici
Veneapiani, a voi nota, penja egli di dar fqpri
uaa. xrolìea^one degl' inediti , frai quali ve np sa-
fanpq akunì asjai ^nsiderabili ^ o ppco,; o niei^
te cqnoscititì . v ...
^ Sig, Abate Padia ^a pia di. ijigiorni, che
é arrivato. Io non gli sono stato inutile , quan-
do fu chiamato a questo Cesareo pulpito, e se-
cq ne discorsi in yeQjp?:ia poco prima 4i^lla mia
paj^enza, dgve fui uno. de' siuqi più parziali udi-
tori f anzi io ebbi la commissione da, -5* M. di
dargliele prima d' altri 1* avviso , ed» fargliene T
i^vitc^. \q, gli ho parlato di voi , e mi ha im-
posto di rlv^riixi, sigcopae fanno 1 Sigg. Genti-
lotti, Bibliotecario di S. M. e Alessandro Ric-
cardi, Fiscale del R. C. di Spagna , uomini di
quel grido e sapere , che a voi è conosciuto , e
che distintamente yi hajcmo ìi^ pregio y come più
volte con, mio piacere se ne son meco espressi .
Vi ringrazio poi del generoso • sentimento , con
Tema III. O cui
^ 1X0 L E T t E A É D I
cui avete intesi gli atti di bofità, che tìSéttò iià
esercitati , e èi eòìatinua éseitiià qtìtés^ kicom^
parabil Monarca i Io ^dh posso àarrafvS à suffi-
cienza i segftalati e fréc^ilentì fàyèìi ^ thè he ri-
cevo- i^a^rébbe jattahza iì aitila è ^ì!fr nto ia*-
*ébbè che verità. Non sóàó ifià the citte gitani,
x^ie hii fé fare un rég^ó cfi niifle cìnqìiècftWò
iìùrini i Ma ciò che più stìiWó cg tùtt» ^i è V
'onore che egii mi fa di tenermi Secò fìùL >Mctftfe
-per ciasciià tìiése à ten^è faftóiiaiiienì^ s»^
Varie cose^ 'e in parcicolàr letterarie-, iièllé ^qàa-
, ii ha intelllgéttóà e diicètiiiAfeSfcò %(3priffinb ^
accòriil)agható da marav%Ì4osa metìtoria SfièfiSt-
gtìertf della sua qualità ^ é Xfòn kdSos^ òfA tì
gratt M^naAJhia; Égli è ètrtai tèmpo , the dia
-fine 2t qtìesta 'mia Ietterà 5 lieHo scriver là alia-
le ho avuto uri particolare piacere, pensando <fi
scrive-rlà ad uri tanttó amko % Ihnahzi peiÀ di
chiùderla ^ pregòvi Si ìifti ^ègftafate favore ^ -ed 4è
di conmriicaAnl riòvitt ^^ttéràrfe 5 èhe ^ènèànò^
Vòstra notizia^ mst che tati le giuìKchiaitÉ <là po-
terai particìpàré alla ÌÀ. 5, che e Vaghissima di
averne contezza: con là qukl octalsìòile pìfend^.
roriimi anche la confidenza di ^parlarle éi Voi ,
che per altro ^li siete noti^Siihó; ^ cjui 'ctì cuo-.
re abbraficìandcM mi irìcòràò più che mài * * *
* 529*
Ai» o % r o i ó Z i^ n o. ili
* J29. Al Stf. sdnt^nio r4lUnieri. à fàda^é;
IL nostro SIg. Ciiralier GaralU vi hai ^e<iU|l
nel passai» ordinario la VQstra de4ic4tQrU •
S. Mi la alcune cose accorciala^ accr^^ciù A t
tome già avete veduto \ il ciié si t follo di ^^
iBirné parere » non già perché 0Ua ftelìl pri$m
manìdra non. istesse beòissio^i ÌBa |^rc;hé s^
|)6ndo noi ; che siaoxi qui ^ 1' u$i^ Cotisaet5» i e t
particolat genio ild Padrone^ «bbianao .«(imatQ n ^
|)topositi) di tkA fare per Jnaggior vosuo «fscv?-
gio . Con jqueka riflessione io son cect^ > ^ \ n
cóiMlorieicete il ijostrò ardire^ e in p^rtici^j^ffs %
imo ^ èbe ben per aìtiro sa^te » quanto io rUpéi^
ti le cose vostre ; e ne sia stato in s^i tei4p0
ineneratorei Nod aggiungo 4i vantagfio ^ ^ch^
lo di parlare ad amÌ£so discreto ; Dal Sig» iQei^\
tilotti , che già è ritornato ^ ho idteso il voi^tr^
ottimo stato di salute i e le grazie ^ che gli à-*
Ve(£ Ìéìsìaì di lObc niobo. jsi ì^d^é » ia p9#tìóo-
lare Si chiama schiavo dei vostro tratto obbli-
gante >^ 090 cui vi ^liàdaguate i cuori di eia* ^
«cheduno . M* impone di salutarvi caramente ^ ed
j$aic«tìrvi> cte in iui avrete M ógni i^^^récf -
^Ea «uà bvion ^m<)b « I «inneraii posti in imP^i ^aj* ^
, setta » dattim per m dal; ifentil^i^sinió nostrp
Schendb^ cfa'f tióa delle più car^ conV)ers9RÌot|i
fih'io qui lai abbia» e due libri coi^{^natÌ£cii
flmilfbMte ^ voi dil Citiriai9r G^ir^Ui^ s^op
O » /^^^^i
Stati da fne spediti franchi di X>gai spesa al R,
mio fratello per via di 'uà vetturino siqùrp l
Può ^ssere che ogni cosa vi giunga prima di
qi^esta, mentre à quest- oca' it P. suddetto do-
vrebbe averla ricevuta. In questa fiera tiò presa
per voi Id. Spermatologia Historjicp ^ Aiedicd di
Martino Schurìgio , impressa a Strasbourg in 4.
nel preisentè anno. L'ho presa suIK altrui rela-
zione come cosa buona ; ma ella e opera di Te-
desco, e non ve la mantengo per tale. Ve la
spedirò al primo incontro che nii se offerisca •
|>el i^to io sto al {^esente con perfetta salu-
te, riavutomi affatto da qualche mio vecchio in-
comodò . Compero libri a gran furia , mercè le
continue e generose grazie del Padrone 1 II Sig,
Ippolito intodéschisce nella lingua e negli ossi;
può essere che ye^e scriva 1 Finisco i' perchè
fra un* ora debbo essere a' piedi di S^M. perVeiqt-
bergliene divote grazie • Salutate là Sig. Laura ,
è tutti di ca$a vostra • Addio , mio carissima
Amico ...* ' ' '
5)0* Al S. Bur Céiurino Zino. 4 Vtnexj^n
Vienns 7. Dicewirà 1720.
Riceverete con questa lan altro foglio dell'
Elogio Magiiabecliiàno . Voleva farne di van-
taggio, ma non mi è stato possibile. Penso pe-
rò di esserne alla metà , è oggi otto spedirò for-
se il rimanente j non vedendo V ora di essertite
uscito • Farò poi succèdere alqune Novelle letie-
- • ra-
. A p 6 i T io £ b 2 fe k a: Ìi| ^
^arìe. Era sicuro che la Gismonda d^l Tasso ad*
thè per voi fosse. tuia notizia del tutto nuova 4
Non dubitate di non averne' la xopia . Ne ^iiò
parlato al Sip Gentilòtti^ il quale mel'Jia prow
messa, tostóthè abbia terminata di ricevere, dal
Sig. Cavi Garelli. in consegna la Hohendorfiana »
dove quella rarissima Tragedia è compresa « U
uno e r altro di loro, còme pure i Sigg. Mar-
chesi e Riccardi caramente vi salutano > ma ià
particolairé il Sig, Gsntilotti ; che i tutti parla
di voi j e. dice clid ha guadagnato molto in què»
sto suo viaggio ; perchè ha guadagnata la^ vostra
conoscenza t amicizia • Credo che ne abbia par-
lato anche al Padrone 1 Ho pensato più posata-
mente a quel Bernardino. Ròsabardo, che. ha da?
to à stampare ih Parigi quella Tragedia, del
Tasso ^ e come certamente tal nome non mi eri
affatto. stranieto^ finalmente mi sono ricordato ì
i:fae egli et^ uii Ferrarese j commediante di. prciP-
fessione; détto Comico Cànfidemt . Costi fri le
mie Commedie vi. ha, da ts^ìt tìna Commedia
di lui i intitolata^ V ^IchimisM , impressa in Fer-
rara ^ credo, dal Baldini^ del iJSg. in 8. ìaqua*
le fa poi ristampata in Venezia appressò 'gli er^
di dì Marchiò Stésa 1586. in l2« Io tengo qui >
trovata a caso^ la seconda edizione, la «q^uale
vien ricordata insieme con la terza dall' Allacci
nella Drainìnatùrgia ^ dove però non fa motto
della prima • Questa piccola notizia non Vi saii
forse discara i Di^qnell* antica .edizione della Bel--
Umano veduta presso ilBustii altira memoria non
feci» e non hè^ se txoi^ che ella é di Venezia
i 'm^
1474. ià^ 4» Ocaxrendovi, potrestap scriverne ^
lui medesitno, o se io volete, me ne pref^deri^
io la briga « Di giorno in giorpp ringrassto DIq
éi avere accettato questo servigio. I soldi da'
Ctpqdistria non si esigono: queHi del Pisani
sono andati in perdizione : gli anni si avanza*
yaBo: gli utij[i cessavano* Che sarebbe stato dì
àìeì Finalmente sono in una gran Corte, con
un assegnamento , cui pochi della mia professio^
xfte hanno goduto V eguale , sotto un Monarca ,
efae di bubn occhio mi guardi , in un ten^ ^
iove si' pagana puntualmente i quartali ^ e in
luogo finalmente^ dove nulla mi manca per un
vivere onesto^ e siami lecito dirlo, per essere
ben veduto da tutti , e ^a non ^pochi 'stimato •
$e ypì foste , o poteste esser raebp , e <mt te-
tiessi allora 1 miei libri > saz^i tròppo felice t Id-
4ip pon ci vuole tali quaggiù*/ Ancl^' io sono
4el vostto patere, che quel libro del Canonico
Scardbva., qualunguc obliasi, abbiasi ar&enere«
Qlfel titodo deH^Oitin/q troppo appìccalx>vi per
significare Amé Vnmw» troppo^ è da porsi yi-
^cim> a gudlo édJC Jintoniiem» Margarit4 3:X3^
ini Tt>^f q^ filosofo Spagniiolp intitolare ti soò
|ièiK) filosp^o 4al fioine 4^ Antonio vsui fs^dm
it dì Margi^erita sua inadre .* ma qaestq seconda
i Iibtb I& molta fonsideraKione, non tanto |>e|:
Jii sua tarìtài, quanto per e^ser la fonte 4i P»p4*
fé iriodha^io^i 5 che poi Cartesio con plagio evi-
iSlente', ma tardi conosciuto , si fece sue , Q^
sub famoso: Ego^ f egito -y ergo snmi vi si trova
^n cerfiiìni , e <p$i ^molti^ime TÒ&tt cose , che
ben
A p o s T^q i Q Z E H b. 'iif
htìf^ l^fbb? c^^ ^ qu^yicbe valentuomo si met*
tesse a r^coi^tca^e nello Spa^QualQ, e le tauces-
s§ ^oQQs^re 4 i^bUco con una eiudita dlssec-
uig^n^. Ma ritQl^f^lAdP dUo Scardava» io non
sQ fh^ diQftte pioite Tragedie e Commedie , del-
If qwli ?i ^ 4 iUp^o^ nel suo. p«4w rr^^,
s^tre 9ie $ieQ9 jstaj[9pat«> che quelle due della
Jjif4s;9 ^ 4e\ G^iMfckwff> le qu^^i sono rarissimi-
n^, %^o noj^e: talché ne met)OLr Allacci le
ha 7i(^ukte ndla $ua pcs^}?i^(atui:già*. $q pegole
tengft. fiotti fra' miei, libri, e le ba gioito caca.
Yep^rteteyi curic^ità ^ vedeile, e di ejaifllnarle,
1$: petme ntrpvace 6;a le mie Cotiune^ie in g.
V ìfLTit e V aitila soijìp »crUte iiy^tos^, fuori d?^
U prima iceaa. d^Ua iVi^t/e , che è ia, versi s<»iol«
li po^ti in bopca alla Sirena Cluteria. Getta ^ >
fhe quf^ta é ì^s^z favola mari^ima anteiiofe a
quella d^U* Ongarp ; e, lo Scardova si pregia di
essere. i^ve;[tf6r9 ^, 41 questa » si della pastoxale,
aoR ti^Jtp al ffincìpiP, di ts$^ , quanto nel frour
4:ifipicio dej[ ^t>^? dav^ le cbiam^. ^imfndM fwr
r4 dfltmf^fmmf^ f^M^lV*' Svisceratamente ab^
braccip la Migliora Ua^e , h^ Sorelle > e tutti i
nostri di ca$a> e voi in particolare ^ iddio ^
fratello apsifUswPv
>^ ni* '^ *?* •^^*^«V f^iiwkri^ 4 ^aJfiVén.
CIrn la 4aiif ifiRrlai nvil' jdtȓ. l>ft : f^ak sog-
giungo , rìm^jttmdonn iq tUtto, ft jquello ».
O 4 ' c^
^lè jL-E T T È R fi ^D i
che dopo iì Sìg. Càvalier Garelli io vetiéfcrfi-*
'si tieUa mia precedente . ' Allo stesso ho signU
ficato quanto mi accennate intorno ai libri che
avete presi per lui e per mfej e al primo cen-
no che Ile diate di averli trovati interi e per»
fettij scriverò al P. mio fratello, acciocché ve
ne rimborsi del danaro • La cassa eòi minerali ,
e i due cataloghi dovrebbero essere à qut^st*'dra
arrivati ..Al Sig. Schendo ho data la vostra let-
tera, e qui occlusa ne trovaréte la risposta^
Egli è un grato discepolo, e non si saeia di
amarvi ^ benedirvi y e lodarvi , e vi fa dal can^
to suo molto onore ; Spiacemi d* intendere le
opposizióni i che trova il Sigi Dr. Volpi per
conseguire la Cattedra 5 e che 'principalmente
ess^ vengano dai Sig. Gavaìier Mòroslnl , che
sempre ha avuta |a massima diproteggei^ei suoi)
e i letterati dello Stato i Ma T amico L. vuol far-
si nuove créature ^ è rendere questo sinistrò uf-
ficio al Sig; Vbipi , che V ha più volte nelle
sue stampe esaltato. Pregòvi però di non abì;.
bandonare si giusta causai e 3e lo stimate op»
portuno , e che V ufficiò possa èssere a tèmpo i
avvisatemi i eh' io .pute ne scriverò càldamentii
a quel di^ijisimò Cavaliere^ Nella persona (5di
del Sig. Cògrossi si è fatta una degna elezio^
nei Risalutate a mio nome il Sig. Canale; e
ditegli , che maggior favore non può farmi dt
quello di farmi avere » subito finito i il catalogò
de' libri duplicati, e se lo. avrò accompagnato
xlalla specificazione del prezzo , la grazia mi la*^
rà f)ià segnalata» e la cómpra di quelli che ia-
irai^
£uUlo di mio piacere, si fiarà' più prèsto* A vói
e a tttta la vostra onoràtis^inia famiglia 4èsi-^ -
dero dÀ €ido ogni bene e fdìcità. Vòccisi^
ne me ne vlen suggerita dal tem(>o die si t¥^
\4cinà delie Santissime Feste Natalizie i\e del
proséimO' fiòVelIò anno ^ al qiiale ^ égual pas-
so e tenore molti e rùòtti ve ne iUCcéd;too ;
Fate per me lo stesSo ufficiò a* Siggi Pòlenii
Morgagni, Faeciolatt, Canale, e Liéùe^s ^c;
é per fine di cuòre vi àbblraccio • . • •
532^ jll Sili CMédtet Amùnfriine^c$ MMrMl
4 Firtkzjt\
Ptenrm tZ^ Dkmhrt tjioi
16 noli e^iigò a V. S. Ulma le ragidid 4fel
mio lungo silenìKio, non altronde nato; che
da una mia lunga e molesta Indis^sisiane; di
cui non mi sento ancora perfèttamente riavuto;
Io ne lìb sSèritlo qneétà àeia, medesima ài nostro
Sig. Marchese Maffei , dal qbale potrà aver Ta
bontà di tendercene pienamente informato • He
inteso pei: altro e da eiso Sigi Marchése, e dal^
le lettere dei P. mio fratello le sué giuste doì
glianze per la tardanza dell* Elògio Magliabtf-
chianoi ma grazie a Dio, che in tutto questd
teinpo non essendo uscito il Tomo XX^lILdd
Giornale, nel quale iti le avea data la fede di
farlo; ihsenre , sono ancora a tem{k> di os^ser^
varglida r cóme di fatto dia gKene verrà ossero
vata^ stante Tarver tttlmeìsa ài Rmio fratellci^
ehù
^i| ^ E T t « H it PI
j^lt |9 .t;#ftf giè in ^ potere , Ja V*r% fii ««^
* gl^' ««?«*?» ^is^^S» ^^ i^ f?4^1s»ci\^ a l^l^gbQ
ili slstìf^m , 1*^ i* d%ttf f ^ t^e .nw®)4^ , ^i|<l
<U Jei ra§ fic( |oi|9 Mftta U^vi^?? i P«ò fssi^e >
{ , RCt $a^ f 9qft|«pvQ gli ^tfjsi «^glii^^ti h^ì sjiina ,
fatti nmcr^ A^ lmS9^ i§t^^ cpil.
fanti e tanti segnalatissimi suoi favori ^ Resta
91^ «l^> l^r ^ ^ f^dpia (^(^'9! i( suoMs. pr
riginale, il che farQ/^ii pròna sicura occasio-
ne, che 'mi si .presenti^ e quandi questa, o; mi
M«S4 wm^ , «Pppft; «tì si ritardi ^ prenderò
la risoluzione di raccomandarla a\ gentilissimo
lif* Maficàe5$ ^armlpwi^ì ^ Inviala, di cotesti
ì» <ji (dr^li^t firn ^ to|gipr^js<41?^^^
4Èlla ^n , f t^ li , è presji g rigiwd«i mio . in
floercwà» W' m^ ÙSf fi' |;i^rl^i^i autich^
a^ftm^, 4ì^¥€ i\ iHi®e di Sftwo» ft di Siouna.-
jm 4 h^em • s *? bet^e pqjrq ^ «^ niilj^ te è
^Mtsì restii j>r?r0 , 4^ ip jp** j^ie pe abbìe sora-
«a iQttóig%zJ«i« • ' 6J^aB*E«jeg)t^ i^i m i stata
.cara IfL n^tiiia 4^1 im^de^nuir J^s, jcoi^p^ii^o^ dil
«de&re. jF. ^ìi[^9ondq V^finQS^ , e ìn^j^^ ^ ipci-
mt ptgfejsioiie, ph^ dtla «f s» «i .è pf«la* l' ia-
J9omìsi0 4à xmmxsà, ìssb h yq^ugle Ia indirà-
' . " za .
f» n Ùoas, Agalli Ara¥e3Coy^ «tó CoieitEal
ma $e non fosse (reippo U mio ardire^ oserei di
sQpplicarU anco 41 una ^opia ^la «eeoocU, dm
9ta a r^ jéf;* siccome ella nsi accenna. A sua*
tempQ ye$hrà'ella gli ^detti di quettie mie «ijpr
pliche 4s i|istaa2e . Credo che dal R» mio Àatdv
lo, cui tempo fa lie diedi la commissioEte » tlla^
avrà fifev^to in testimoaio della mia fwQtemn
il IXt volume della Biblioteca Crepa flel Fabbri^
ciò • Seiite ciie otit $ia stampatio il X* e im ,
saìtto I Lipsia per wprm due copie , iina 4dh
quali ^arà similmeate ^r lei. (^m\Dpsa mi
vkn 4etto^ ci;? avnt U suo compimenta nel Jo^
mo XII? £lla seuM dubbiq è utilissima/ e iia
dato i^oilto di ripumione al suo mitsxel Vtàìm
9Ìone dell'opere d^ T^^ ^^^^ ^^Pf^!^ ^^"«^
^una issai, lenta \ Idia assai più to|ta' a prìnci*
piarsi j» po^ xihe a filarsi 9 ^ ^uelbt deU^ Pisto^
le del jB* Ambrogio promessa al pnbbiiao fino
da <|uel tempo > che 1^ tPpmiaciaftì i4 nostrp Gior«
naie 4'Itaaia, cioè a dire dieci aont hf W&k
coQÙacio. ^ 4is]>eramef Se U Sig. ^eroesco^ti è~
costì , 1^ prego di dvqrirlq a inÌ0 ^,tsm * Ok
i|uant^ è^àtQ:^ p^iiifcipalmepte in m modico di
professipiie , quel di l^i bel geoiq di racc^Ue^
re ottimi «Ubri ! jua è AS^ai ^^rara jik jran^ in
un musico quella fina intelligenza del buono,
che ^gli possiede. Io credo, che ix^ questo tem-
po Y? S. lilma avrà dato ^onunciamento alla
laudeyole impressa di compilare il Catalpgo de*
Mss. della Magliabecchiana sommamente deside-
rato • il nostro Sig. Gentilotti ha terminato quel>
. lo del-
V
io della Cesarea, e adesso si pensa a porlo ÌK>t^
tò la ^àmpa. Il mio ritrattò a quest*ora dov«^
rebbe esser ^fiiiito ': di àh6 qUaddò ii' abf>ià la si*
cur^Ezà, darò órdine a Venezia, che se gliene
nutìdi Una copia • Io certàmedte ancóra non i'
bo veduto . Il Sìg. Marcbese Bartolommei là risa*
iuta eórdlalmente . Soventi vòlte facciamo^ tecó
onorifica menzióne di sua dignissima |>eriona •
Novità letterarie sonò qui per me un piacer
molto ràroi Sento tcrininata in Rotterdam entrd
qùest*anna la quarta 2lrapliata edizione flel Di-:
zionariò Oiticò-Istoricò del Bayle in 4. vetiinii
in fogliò. Ho scritto tolà per averla ^^ In uit
Catalogo novellò di Olatida ho lètto éhe il P; |
MontfaùcòH abbia fatto ristampare Jl suo Dia^
kio Italièo con là giunta di V. 6 VI; Tòmi di
monumenti inediti aiìtidii* L' Eccàrdo 'in Lipsia j 1
di cui abbiamo variò cose , darà fuori una nuo-^
va colIeiioUe delle Leggi antiche de' Goti i Vi-
sigòti, Longobardi, FràncHi, Aleitianhi,. Sàs$(yi
Hi, eccé Corredate di sUe aiìnòtaziotìi • Con che j
iioh mi rlmàneUdd altro da dirle ^ mi ristringo
a formar di euore utì votò per U sua lunga è ^
intera prosperiti in occasione delle prossime Fe^
8te Natalizie , e del tiudvo atiho i e divòtàmed^
te le fo riverenza > e sònò..i.
^Ì3.
J33. 41 P# Pier CAurinp Z€n9% 4 Kk^xM;
Fi€f^4^ %U Hicpmkre. I7«Q*
PRini4 di tutto vi do la buona novella» che
^no rimesso ii^ pedet^ salute* Non ho piìk
febbre; inangiò da pàrasito; dormo da poltrcsiei
« ìql una parola sto meglio che poma dell* ii^
coibodo che hq sofiertoj. Del mio L.'Papirìonoi|
vi pr^dete, come fo io, pena ^ alcuna; vadabe^
n^, o yadà male. Sapete gì* impegoi dell* ai^io
falsato con qixelF altro ài^male per. r> Ifigenia • .
Io p^ che posso » voglio staile Jontaiioi e bra-
X1Ì9 che ypi facciate là medesima cosa, la qua^*
le diirete purè al Sig. Andrea, cWqràsi ppràh
jtq da ticqppo amore ha. fatto \uió sproposito , col
vokr C9nipeìai;e ioo* eseiq;iplarì del Patirlo dal
Lòvisa p^ dispensagli qi^ e là , dove ne sen-
tisse dir mate* (o ancwa gli scrivo su quésto
parjticolare , pregandolo di tacere e di ridersi;.
Piaccmi^ cl^e il mio ridrattcl $ia (eiminato dal
stucchi ; e qt^ridò io f abbia , Ve «e scriverò il
lìiiio sentimento • Pel distico' ncm mi importa;^
Mi sacche piaciuto > che^ ne fosse uno dà voi
composto , non di mia lode , -ma- di^ amore fra-*
tèrno , <;;b(3 ha qercàto v\ qualche moclo di av<si:
(«ciese^te, chi lontacio amate e vicino «Tutte le
alti^ lodi per me sari^bopo state affettazioni, e
yoi sapiete quanto io le abbia in* abbommentp' .
Còsti non nìe date, che a pochi, ciòò uno a
^nijo s;oo.(;qrq> upq i n;OStrp ix^^ùo,^ wq alla
so-
/
àzà i fi T T £ i È » K
sorella Maria > uno al Recanati, cui V ho prd^
nirào i e falche altra a chi Vocrete voi; pegll'
ansici lontani n* abbiano il Vallistiieri i il Pole^
ni4 ii Meàd^ à Marmi ^ lilSavini^ ed altri che
darebbe superfluo il nominarvi • Qui pensò di iion
fUm^ à pccsòna: ma akiìno ne spedirò per Ger-^
Éiàiiia, e Olanda é dàdde ni vieti dcercatb i Io
j(km eòi uè mai ho ^Miàtb nominare dii;$iai'i^*^
im^ HamaMM ; 41 coi Sigi il Vaiider Aà vi iri^
Mlt:a« Alò tsssste; cbé iattàdà ddl^ AhMÌ9 Dm^
àfideM; mòrto costi ^quaiiti àìuii sono ^ <|ella
coi petssaàà ^odccte essere isforniàito dai^retiddU
la Chklia di S» Manta ^ ^ove sedeva iiirinéssa«
£gii tiodL ixi Campato aloni libm eh' id sappia,
isA Hie hi éxitti ibiokissùnl ^ tutti Gensado^ici
4i £iirnigHè Sorttane di Èutopi^ e I^Izie i Non
fefà di ìBÉoto ddteriò nel distinguere gjbi àutod
imri «ti^i japocrifi^ dòme per lo pia torna oon-
m di ùa:é A chi ti^avaglta ili i fridcip} deUeaii'^
ticbci fanaiglie* Ogni stài ooi^iettuì'a gli facéa
^^i è ^métteva negali alberi éuttiì gU oaxtìtìi^
toii Al ^Ksà Maérelio da & fiaold in sonò ^iìé
gmssi$»sii tomi in iogllo frìtti da liai óiqiai^^
ia casa 9 tielte ^ualtf fa entrare tutti i iiaii^lìi
JLónsmi # a iMbrceHi e MaiteMini Santi ^ è t^cìn^
(Mgci^lS VeftCcsHL^J^^ libreria Esteàstvì so-
«9 I^ùré dar gstii volumi di qoeMa cusapncàle^
^tta 4òptD ^ altri ttnofaé àà bi derivare dà^
«Asnof SLtmittìi Q^ieilef stiattze col nóme ddjsoe-
^ StìMmrd JFiértmim i è &oi^Mssinid'£be iieno
SqueUte òitàtei dalia Crusca gei titoio dk Èaéiia
di AéftOÈm 4 a iatcr |bbqo irei» ft0 <en^ di prò-
va.
•tà. À nie mti ^ mai iS^t» divédcA-léàè^mm-:
filèji É^ lÉftfiìMièHtté ; Il toiib Veit> èmtotè i^
^&k tòpècè «he Ib il ÉftnésQi KÌàl^scklk) ili Frài^
^ìà Pkró «il FHìt)^ Sttoi^ i ìalMIàte k JSig.
Mftdt^^ é tfitti di éà»a i fìratéilé àhladssiiho ^
addici
^ 534 ^ iS^ ^immiè Vdlkl^iérié À Pad^di
E Gli è tó tolitò «ffeetó ddk ttistirà siògotar
géktileziéi il gtftdlntetito , toft tui àvietérij-
.|;dàfdaft6 M accolto qttel ^cò chtA iè ikttb iiel*
là i^ttehi édhsapirea« Quftodi^ sili tetà^ % ope-
i!ftir ai«rd à Mostrò Tatitaggio i li^ii si tàsÀchttH
4àl tniè Cìtmé di dÀtVèiie j^id ^ééti attestati ^
"jp^èteétàfidò peirò che t«ftM t\ià di, Molto inf^lr*
;6è ài «ferito tostié é ^ ;^mò tìéskeridi II ^ig.
iG(5iitfÌatti vi rìàgtasit, della ilseimria che tèsrieté
di lui ^ e m^ impone di riverìtvi cafaiiiòttte ; Ho
Inteso <?òti piacere I che fiiialfiietìte siàsì dacòco-
Jttriticiaittèsitd alia stampa del tosfcfd làm ; 1*
WhktìL v4 frsttti rìioltò male ^eòh tmté sdttigfii^
^Qi ic^^idò per a!iit> dé^et)^ é t>esd d*otb pàw
fare le to«è vòstre^ i:ìie tt^cehdò H iààttó ttìù
maestm i e dì tahtcì ;^ò ^ acetéjfikàiib 1^ t06
'«(àmpe< Mt i iioslri ia>l:2èf jòhò di si fatta tem^
ì*rai che àltìré ìitrtl prez^afta^ thel lòt j^HvàW
iNakdettd fntei^sei ^^^^ j^y 'Àrattai^ cbìl tebtri ^
iDà Àìemé eoH Imeàrfi ; f^amò ftdahtb i p^
i^è la Me ini «raspottefèbbe tMjg^ ohtt <
t
^Ji4 L' 1^ T 1^ E «. « B I.
.]^a ca^^etta dei mioerali » e i libfi ddi CfareUL
^yrebbonvi esser giunti > >e anche damplto teoi*
pò 5 Ha qiiasi un mesQ e u^ez^p che gli ho ^pcr
Ìiti al P^ mio fr^teMa per uà vetturino, al^qua-^
e ne p^ai apche la fra^catur^ 03a due fiorici,
acciocché senapa veruna vostra spesa ne rimaBest^'
servito. Il Sig, $chendo qui presente vi saluta
^\ cupre. ^jsso ha risposto due $eitima;&e • 1^ aUa
vostra lettera, la quale vi fu da me spedita con
altra mia^ 4ÌJ^tta^ giunta il polito, al Sig, Colpi-
te Savioli. Attenderò occasione per mandarvi il
libro, che hq prpso per voi. L* argomento, èoo-
;^io$o ;. m4 non so , come maneggiato • Voi ne. sa-
rete giudige con^peténte • (| Sigé Ippolito parla
tetìcsco pome i^n Turco ; .e4 io cpme un muto .
Per me vi $o^ dire, che non ne Ca?enjo, niente»
ì^i si s$orp^ano^ le parola in bocc^ , (e. nù si a&-
traversalo in jgola . *£^sogpa poi yalefsi del isygo
delboc^al^ per ispignerle gii^ : pi^e cgn^atite
costoro^ s; i^essoan^h' eglino corrono^ ^ questo
^umettatlvo riniediQ.
Il ^qnte c^ PorzLia non ha Ragione 4.1 e$f&[^
m colletta col Sig. Muratori per xxtf' amichevole
j^ensura. A ^ più dispiace^ e f^ o^sa up'^d^-
lazJLpi^e servile, cj^e un^a critica ragipaevole., e
più mi gioya ^ser cprrettO;, che ingannato. ^ Se
uscirannp con la Tragi^dìa I3 critica ^ ^ la dife-
sa, vedras$i chi ha la ragione, e^hi hai torto..
Conservatetpi la vomirà buoina grafia • j^iv^rltea
miq^nome 1^ Sig« vostra consorte^ e tutti di ca-
si vostra, ai qìfaU in p(:casione de^ nuoyo^annp
imploro dal Cel^ ogni bene . E ben pQtQte ct^
dere
dfece (^ vi parla di cuore , chi si pregia di esse-
re da tanto tempo » e per tanti titoli • •• •
>
• *
1^ifn94 4« GtnnAjQ I7ir«
NOq perche lum creda intecameate alla vo-
stra lettera , che mi. ireste, torto e dispiace*
1^^ S9 ne dubitaste ) o se credeste che io ne du-
bitai \ ma perchè, desidero^ di metterla insieme
con altre djL t^i njitui^ » mi sari caro di^ avere
Waa Cpde a parte. d^Ue 50^ n)esse, deUequaRvi
t^b pregato. A^tre simili instanze spero di poter-
vi darip. a)t];:e, volte ^ e per lungo tempo:., méntre
creder, che il b^e che faccUunQ> e. ci facciam
^e in questa vita» si trovi più prèste^ nell*al*^
tiia, quaq^P a Dio piaccia di chiamam^^ a. se,
^ chj^ sia piòc sicurp il prepararci da 'nqi stessi
questo tesoro,, che. stame dppo morte su laiede \
di ch^ resta dopo, di qoi • Al Sig. Marchese Ba^<-
tolo^nmei , gentilissima Cavaliere > e Inviato di
5* A« di Toscana a questa Corte, ho^consegnato
i giorni, passati il , Ms. del Sig. Cavalier.Manm
intorno aila Vita del Magliabechi. Esso Signore
mi disse, che avvera prossimo incontro di Éirla^
avere per via sicura in Fir^nz^i ia mano del me-
itesimo; al quale, sp avete occasione, di scriver^
gU d'altro» potrete significare anche questa. mia
consegna : ond* egli n^ resti • cheto e contento •
Sici^vQ. q^psta sera in Perugia al Sig. Dr^ Busti,
fer avei^prf^ise notizie dLqueU' antica ediauone'
7€PW 1I\' ^ \ di
J
2z6 h E f * É k É » r
di Venem della JKellatnitio i Ma se e$sé vi ita
assicurata, noa ;nrea: pia iì dcJÈto libro ^ e aotl
esser più in suo potere alcuii catalogò de^i al-
tri, che ave^a in Venezia J io téimS cHe noiifié
ricaverò più di quello , che Tòi né avete rica-
vato. Certo e, che in partire t^ii mi ìasciò
m^lte sue notis di libri, e tra essi uti catalogò
medioctMdftte esatto dèi Noetici «si^eiiti piresid
di lui; ed iil queste note trova enuticiMtt 1^ édi-
2iòhe del 14^4^ delia Beliamaao; ma tiòà coii
akta particolarità ^ die qudlà ,^ che già vi sci^i^.
si^ €^ chd tale ancii' io diportai su la saa ^édé
nel ilio Catalogo geniale de' Poeti Ilaliam éé
opere loto^ Idteiiderei vòleiitieri, se tìdla Viti
del Silvestri scritta dal Zòrii si dioà cosa alcu*
na del fàttd dell* Oliva ^ per àii ì Sigg. .Reca-»
filati e Faccioiati sono in tadtacolldra. Anch^i<i
tengo U medàglia idei Magliabechi ; Ha ael ro*
vesdo U motto: Jfciri hòjtrmi ìhenèii^Ucii Ve n*
ha però un* altri ton altro motto ; Avvisatemi »
4|fial da r acquistata noyeliametite da Voi^ Se si
Ipoteise avelie quella del éelébró Card^Nòt^is^ mi
sarebbe carissimi ^ À proppsico di medaglie i ha
latto uitìmamehte a<!qui5td di uri bellissimd e
singplat medaglione^ in ofo ^ del J^sd di ro^
imgherìi d' òttima cotlservaaione ^ e non ancótt
i^eduto^ uè registrato dagli aiitiquarj i Da uni
{>aft« ha la testa dell^ Impeifatore Vaiente ^ die
tietie in mino uri globo ^ sd ètti sta una vitt^t^
ria Iti atto di polvere i lui ùilt coroni di ille*
ro<là !e$geridi è D.N. VAtEN& MAXi ÀV-
GVSTVS. 0aU*iltra vi l la flguJ'a dclT Imperi-
tortf
AposToip2;ii«o. ^i.
|<^e fy>l itU4^fnai stantia ^r^ uà cano tatto a
foggia ,di pi4pilfif ticatp da sei cavalli n e; all' uiW
é all' altra UtLQ dÙQ ViifpHe ià^anà eoa m mano per
tia^ched^a^mà cbfoìia diaUpllo^i ealrintoroa**
RN. VAIENJ VICTQl^r SfiMPÉR: AVQVS^
TVS: N^i Bà^o della nwJàsJiia^ V ha U modioi
ed al^«i ibpsQceUei cqà 4^Q Intere iaiziaìi del qo^
tìie forse è cogaomd del iiiQii;iet;ù:ÌQ ; Q]^é$tpm^^
daglidti^ vieti qui Valutato più di iqo« uf^b^i
dallQ t^^rsoóe mtendentii e |^u6 ^^exc ctie aìU
itÌQui ile $u<ceda i^a giorno U vendita ^i S^avctQ
p^isipng di parlami con S: B^ Tic^iiQtp^ e épt
Cav^ ttom j feomuoicategUea^ la notizia ^ Io ro-
jjtd ^tprdit^ ili iseQttre cbe il tucioì ciie ora ti4
il Re^aiiaitìi sia dfUa àt«ssà édi.iione ) c;he ^U
altri iia^ Voi Veduti! cioè di quella di^^ Francfpit
col i^sp fcoìitispl^to di iii^Ql^d^ ; Egli poco
ia Èeftainèate he ^ aveva ting^ i» M , carattere '
litKìfidbi s^eoddo ii buQii gostp dfi.meaeu-f i
im cQ|ÌQ$a deU' alt(p ; e qu^ta fu la ca^^io^e j
Cbe io dopo iì i:i$CQ)8trp fattole nù ^onp ìfi^t^
to a privarmi deircs^mpiafe (;|)i, aveva ; Salujtiìf
tutti al sòlito i f, in pam4t>iai:e la i$ifr M»4^ej
^ «arameùtei vi ahkràc;f4Qt
tS àiìa inQ«i9 4cÌ, nipQtUid ^p9$toÌ9^ M pn»^
P » e».
cevere questa acerba' novèlla : ma* benché mi vf
fossi apparecchiato , 1* ho però 'mentita si ' forte ,
eome sé mi fòsse putita improvvisa • Beato lui
che ne ha lasciati • Beati anche noi , se à' suo
t^mpo saremo coq cssq a parte di quel gran bè-
ne, 'di cui egli ora sta' sicuranièiat^ godenào I
Mi ha peir altro molto ' raccc^sòlatò T intendete
foor idi pericolo il nostro Càtarininó, e la buo-
na salute di tutti di nostra casa , qhe Iddio Si-
gnore lungamente , e felicemente conservi . La
|)rospera gravidanza della Signora Cogitata risar-
cirà noi della, perdita che abbiam fatta , e rin-*
i^razio voi della amorevole disposizione che ave-
te di conservare nella famiglia** il noiii^ eli una
persona, in cui può crescsere l'obbligo, ma non
l' amore 1 La generosità $traordinàt;ia del Padróne
è stata molto opportuna per le còs^ mie > massi-
inamente in quésto tempo , in cui tardano a ve-^^
nire innanzi i quartali ,' de' quali la bancalità ce -
ne deve al presente due: ma! anche questi un
^orno verranno. Verso il Settembre sonorisolu^
to di fare uria scappata peBCotesta parte: e con-
fido che non me ne sarà negata la permissione «
Credetemi, che sono impaziente di vedere la Sig^
Madre , voi , il fratello , i parenti tutti e gli
runici . Facciane Iddio la grazia di rivederci tut-
ti in buona salute • Riveriteli frattanto* ^ e i^
particolare la Sìg. Madi:e , alla quale averci serie*
to questa settimana , ma^ lo farò nella ventura •
Mi è rincresciuta la morte del Sig. Gio« Mbrq-^
sini fu Avvogadore , mio antico Padrone : mìa ho
inteso con piacere» che dal fenato £ccma sia
" f sta-
itata recrdutà giustizia al merito del Sig. Andrei *
Cornaro i eletto Pit>veditor Generale da Mare , pet
cui ho sèmpre a viltà diitint^ stima e riverenza jf
e vi prego di coagratulpirV^ene a mio noi^e $2
con esso lui, sì co'suoi Sigg. Fratelli , a* quali
sono generalmèdte temuto di molte grazie • La
stagione che qui córre, è pessima: senza vento,
senza éóI^.ì e sqnza freddo, con perpetue pipg^
ge^ e calighi: Io per lo più me la pàss^ in ea^
sa, ma lontano dalla $tufa; Non penso di -mu«
t^rmi per ora di quartiere , , trovando assai coino^
do e proprio quello i ili cui sono;, e ogni gior-
np ine ne chiamo più contento i Si ioti comin^
date le pròve a Corte del Dramm^ da recitarsi
nel prossimo carnovale. Toltone il difetto dèlU
lunghezza , credp che tutto, sairà plausibile : ì[nk
serve di scusa alla lungliè^za V aveirci dovuto lii-
tradurre undici personaggi i due intermezzi i é
quattro balli. Se staremo in sei ore ^ npn sarà
poco; Ma còsi vuol chi comanda « Fratello atna;"
tissimo , addio di cùote *
if^y. Al Sig. Frmc€s^0 Jk*GUnnini^ m Òlmitti
UNa mia lunga e ttavagliosa indispo^iziotìe
mi ha tolto bensì il modo di rispóndere
sino ad ora alla dotta e cortese lettera di V. S»
Ulma} ma non già levata la ricofdania di adem*
piere a questp mio debito ì cóme fo Qra> che iti
parte xni trovo solleratò 4ai gii lotfertQ mioia^
t j co^
tdtftodte. Lt ^òttfbso il véro, che fad |ettq ^f|-
lètto più wlt6 If stéssa ddti ttiio sommò piace*
tt^ sì pèrche èlii mi sette ili W ami caro >àt.
testwb della benignità sua t^niò di fiat , sìp^^:
che rh<i ritrovata ripiena éi èì peregrine notitie
lèstratte dai Codici fe libri <fi còtesta «ua Biblio*
teca Capitolare ^ che ne sono rimasto insieme e
^ddisfatti} > e iiistrttito • La cttoiideraatione dt
éssè mi ha fatto ravvisate è cótìigiagiieré U gra-
vai dannò, che ne^ risulta dai tanti* bèi ftipqu-
^nti, èhe $ònó andati à male perle pacate di«^
iavventììTè , che V. S. nima si yivamentcf mi ha
Jàpptesefttate V Quello che |iè è rirtiàsto , dt
mólto bene a divedere i| pregio di qiliello Che
ella dovetti? èssere nell* afttico suo stato , ^ che
^hl ne ^ raccogiìtorè primiero , ha saputa co--
libscère i! buono i^ è scégliere F ottimo .' Ma^ iic-
èoiite al passato non y* è rimedio-, cosìlcidosom^
ttìatnehte P attenzione ^i lei, che con tai^tostut
kiò e fatica si è posta a rassettare , e riocdittar*
fé le preziose reliquie , che ne sono rimaste ^
jìon avendo \o pufitó dubbio ,► che dall* esempio e
rfàl!* iitipiilsp dì lei non sienp un gkiirno altri eccitati
a risarcirne i danni patiti * E ben ella mi dà una
fioyeJla spefanta di farmene sentire gli avanza-
menti, con r acquisto dei preziosi Codici, chea
^a notizia son giunti, ed' ora esistenti ìtt ma-
llo 4i pili fton solo non pe conosce il valore, e
tie fa poco conto ;^ma che un giorno' potrebbe ^
fome spesso è avvenuto, gittarl^ comp iputili e
Inintelligibili 'anticàglia,' o darli a qualche fori-
gtìetpj che aitjtjve M tìfasportasse , o a qualche
hot-
Ij^ttCfajo per farli servire di tonaca a caviale e
sgam^j(i) ò di coperchio a fiaschi e bottiglie* Ma
vetiQ(\do/al particolare dei^ Mss* che y« S. Ill&ai
stu va rifereadó,^ ine ha recata non. poca me-^
ravigUa r udirne uri esulto numero de*no^ribr^
vi Italianji in cotesto parti ^ dove, ajlcutto avre^
be stinuitq^^ cb^ appeoa v^ 6^ g\unto^ il no*
me r ^S^V ^ ben vero ^ che i^el fine del se-
C0I9, , XV# e nel coini^cUnif nto del^ susseguen^
te solevano, i nobilf giovagli dell* Austria , deU
la Ungb^eria , del|a iNjIocavia , e della i^konia
tra^rir^ in 1,(a|ia , ove allora as$ai più cUe. al
presente ficcivanp uomini eccellenti , e celebri
professori, per quivi imparar/ le scienae j e ia
panicolsure la. buo|ia lingua patina s c^ mi^' ^y*-
viene , che 14, que'.tenipl Aldo il, vecchio^ e al-
tri doni uomJ|ii dedicarono libri a molti^diqM*
sti loro ^iuicepoli è allievi , e li coftiinendaroiio
alta^e^te n^Moio scritti « Di che noq gliene té»
co esempli « perché so thè i)^ farlo sarebbe alla
sua ervidizione saperi^. Fra essi Codiql mi è
riuscito nuovo quello del (^tneEytario,' sc^ra la
Rectorica; il^/Qiceron$l. scritto^ da GandianQ/^ol^
lai^i , (gentiluomo yeneaiano > e ^osofo insigne»
il qua^e^rii ael^ \47o« £gli. scrisse un' altra
opera sopra il. Genesi» diretta a un frat^ C^t-
tosino^ per ooniè Andrea l^^nnonio nel. ]4ÌS6«
4A qnjtri^ibro, mi ^pvviec», a^r, V^eA^ct due testi
a penna in Venezia 4 l!4]jàci.nel^a lii^ria del fix
O^ f^tìfpsL^i^ V i*ialtra i« quella de* PP, Do-
«lenjkàai di S.j^eP^òlo^» l^rce egU^aijtCcM un^
Comento» che e inedito» sopc» U Meteore di.
? 4. ^^Ì^T
Z^^ * L S T T £ a £ ]) i
Arisebtile i un' opera filosofica e aitrdtiqtiiiei
de iignis céUesrìbm\ e di lui pure vidi presso uii
mio amico in Verona ima Orazione Latida ìil
lode di Francesco Sforza Duca di Milano^ ì&t
di quel suo Comento Sopra la Rettorica di Ci-»
cerone «01:1 trovo alcuno che àe, parli ; onde Id
stimo Còdice singolare: e però la prego di no*
tarmi tutte le particolarità di tsso (Codice , ^ioè
la sua forma ^ la qualità della <:arta , V anno iti
cui può essere scrìtto ^ la pref arsione ^ e^léprii^lé^
e l'ultime parole dell'opera) dovendòméiie va4
lere nella plia Opera degli ^ scrittori e ùdkuinl
letterati della città di Venezia mia patria ^ se a
Dio piacerà di darmi .vita e riposo per termina^r^
la. L'edizione di Ovidio fatta ih Milano del
1477. esser, dee molto rara i poiché riótr trbvd
chi ne faccia menzione ^ nd meno il Maittairé
ne^suoi Anndles Typographici ultimamente stampati^
ho stapij^atore ne sarà stato prdbabilmente o Ah^
tomo Z^tòtto^ o Filippo di Lavagna j che erano ^
allora in somma riputazLcHie 1 è le cqi stampe
sono in credito pre^ gli t^ltramodtani, al par!
di qualsivoglia* Il Marziale di Venezia 147J1;
«ara quello col Comento di Domizio Calderina
Veronese. Il Dizionario ,^ecò Latina j di ciii
ella mi Jcriye^ è stimatissimo, per e^^ere prift*'
ctpiilmente il primo che fosse stampato. L^autd«
re ne fu quel Giovanni Grassone ,* Piacentino ,
Frate CarmelitaM , che* nel 148^1* diede alle
stampe di Milano un Salterio Davidico Grecola*
tAnOi e nel 1480. la Gramatica ^rècolatina del
Lascari * li lessico Grecolatino di esso ^io. QrasU
toné
t^
A p 6 s T a LO 2 1 il o# SÌ5 ^
^bike.iu impcesso in Reggio nel 1^97» e poscìl
in Modacia od 4499* Veggoperò» ^e heUa^uà
lettera essa lo chiàitna col nome di Già. Batiste
Matitwkno CéÈrrnHit^nù^ ài cdi non fio àlcanA
notizia. Cuti^se soptaiU tutto. sono lo hòtizie»
thè ella mi ccMnunicà intorni ài varj Còdici del
Petrarca • Q^lla. memoria <hi^ principia Lmtrà
trépriis vifttmhuif itìkstrùy trovasi anche sj^am»
jpata ia aicuiie déUè prime edizioni del Canzof^
hieb^del Petrarca» e Jn utia prin^palmente eh'
io . tedi^p in Venezia in forma , di pidcóio foglie
tieL iif7i« Mi è stato percK ciro di Sipetil» ésse^^
i:e. la étessa Itsdta finora del Codice ^^tiéo della
Biblioteca di Pa^ià del DUca Galeaitd; Viscen*
ti^ che tpl titolo 4^ Co^ttfi di flirta Vièn i:i^
b6hosciuto dagli istorici del siìo. ^mpo 9 e éhd
si ireiìdetté famoso con aver radunato un bucai
mimerò di Ckklici) é, postili nel palazzi òhe te^'
neva a Pavia.. Fra gii opuscoli del Petrarca e^
instenti nel terzo Codice , |ho pedsiero, che al^
cono ve ne possa esser d' inedito : di che tì,oA
tni posso assicurare \ per noiì aver qili il vòlu^
ine delle sue opere : e segnatamente lo credd
qnelV uimwdianù^f miìssM^ Magistrù rAt^ìroHo i
té pure fra le sue opere noti pòrta diverso tito*
lo ; Ddr Invettiva contfa quel Cardinale noti
òli sovviene : ma dia .se ne potrà assicurare eoa
riscontrarne V edizione Enricpetrina di Basilea i
Con singolare piacere ho ricevute tmte le cose^'
che mi ha segnate di questo Codice , non mend
dsLt quelle, delle versiodi Boemnu e Tedesca dell*
opera dello stesso autore de nmàdiis utriHUmè
fìrhMOif,^ |:he. ^ferito d'esset qiia$i iti tutte )e
>" lìiigM yiyeiitL d'Europa trtslatatt. Verìssìifia è
^ l' ósi^vdaXoai da |ei fatta| dopC^ U Letbnii;io 64
tltfi lettorati di qua dai moati,' che la no$tt2t
\\xkpà^ ba il pr^tq diaVe^Q alatori ^olti e puliti
lo bit $^GJk>]i dove 1^ àltfc |ingu^ Volgari iioit
Hie caqtavafio alcuno . I compi^arori à^tì Diziò^
aario dell* ^ci^àmù^ Francese scinto st^ti costret^
ti a tiinfelsarlo» lìo^ valenc^siper testo di loro
lingua (oor cbe ' di autori recenti \ o, al più di
alcuno i^el aecòlQ XVL consideraì^do gli altri
frutti per barbaci e i^ico^ti scrittori ^ e ^ lingua
^he prima si parhya in (^rancia, per piente pu^-
|ita , n diversa iq g^au ^te da quella che ora
ài parlai' ^«a^do ^ f^ostr^li^plà di q^tio sé*
foli > che ^a^tH scrittori purgatisrìnii^ e d^ som*
lua autorità; presso^ di * noi ^ onde, possia^np, valer-
cet^e per esemplari. Ma troppo, a lun^o io la
tengo a disagio con vane ciance, ^ e ma^e retri*
buìsco Je belle aot^^ie, ohdei ^c\ 2^bójt^a^^za mi
iha ("opit^^ |a aii^a dòtta lettera ^ RestaipV per-
tidlito ^ avvi^inarim alla fine con rendergliele
infittite $1^391^1 e saipei (|ul . zsaX pe^ terminare »
f e. j^. fni9^ part^ccdare^ e insieme per pubblico
,M<^ta|gio lipi^ m rin^t^esse di due'^ose a pre^-
p^a \ ' X t^^Qa a daire T ultii^a niano al lavoro del
Cataipgq de' ^i^anos^rkti , di fui la sua ^nti-
lexza %\ ei&hntt di farmi parte :- V altra éà non
perder^, di i^ira il lodevole pensiero, che gli è
venuto ^ mepte» di andane scrivendo IMstoria
tfi Potestà 9ua Cbl^a, la quale manca di «ark*
tmt y o^e a lei soia né è riseirvata la gloria »
II
^ P Ó f T p ^ P Z W1» O. tglL.
d pato dke ùe hatmo ietto G&»é Dabiario^ «
gii altri scrittoli 4elle cose di Ifòenimias e Cfi«I,
^forgio Stseiemikf nella sua Stprìa Saca
])lorafia^ Aòq basta fd appagare ia racMlp akOip
115 r att^ti^idtie del pubblico:, anzi pia ^to iciv
ve a solleticarlo . Tanto /^à ella ne avrà di ma^
rito e fii' lode , quapto p. campo ^ ^14 ^^^ V
e più Copiosa la |ii^sse>. Restami ai^cork ' di un^
altra coia a Vivamente supplicarla, ad ^ cheti*.
|a mi ^oni^cvi f on^e della s\i^' stimatissimi
p^My e ad pnoratnii de' ^òi comandamenti ^
ocrde nella e^ecutiòne di essi possa dalle a CQ%
iioscere, quanto io wi • • • « '
538. j4Ì Sii* JbfdrM C^murè^ m nuxÌ4^
QUantè occupatissimo pà: molti affiuri nii
^€rovo> tanto sono in ottima «; perfc(t^ sa^
Iute, alla 4^^a ^n poco coatri^iscft r
dére il voiti%| ottimo stato l- e iquellb della Sig»
Madre 5 fSagnata, Sorelle^ e ^ipotmi ," qiie tati|
ti carainente abbràccio é salato. Mi ^ stato e»;
ro di vedere un ^esemplare del mio L. Papiriii
costì rii^aimpato V e per ' y^ità ^ndbè 411 mold
luog&i lo ibbia trovilo mutilo e tronco, ti^ttsi^
volta W confesto óbblig^tissimo 'alla gentileasM
-del Sig. Piovane 5 per'ta sua cortes^is esp^easIcM
fosca |ìeir ayvisc^ ai lettore f fmde yi pn^ di
ringraziarlo a mio nome. Farete ancora'cheMa^
fino yi dia un altro esemplare di esso Dram*
ma.
p,l6 ■ L i T T E.k fi i t ;
Ina, ma che non sia puntd tagliato nel niargtS
ne ^ e lo direte pórre nella cassa dei libri còti
gli altri Drammi del presente anno ^ già rice-
vuti, per quanto aedo, da nostro fratello. Ho
fiensàto al libro ^ che vorrebbe il nòstro Rossetr
ti fai: tradurre daJi Francese;, e, 5tàm^aré: ma ita
yejjrità nessuno mq nd. sovviene al.propqsita i
Credo ^ che noi potrebbe dispiacere V f storia 4el
' Fertot^ ctìe é vino degli Aecadeiiuri dell' Acci.^
demia ^eale, autore molto s^ràatò, intorno. al4
le RivdktioHi sùcc^dfi^e: ?iH. g^frff^ della .Repnl^
ilicà Komana. to Iho letto, cori pi|i(:ere:* Nòna
opera di gran mole , essendo in tre piqcoli vo^
lumi in 1 2i ristampata all' Haja neir anno pas-
bto I72Ò. per la seconda volta « .M^n 2lb tiit-
tavolta, se questa mia opididne sarà di suo gu-
sto , ; o di qualdie altro Ì ton cui se ne potrà
consultare. VVc altresì V Istùria dei sene Sm^
delU Grecia di M. Lmft^ \\n dije Comi iei 84
impressa p^hi anni sono a Rotterdam; ma ben-
ché curiosa , la stimo meno universale p^r t ,e4
«ito. $e. mi verrà per mente . qualche altro. Ik
bro migliòre ; . ùòn manchetib di Mig|eriryelò ,
per desiderio di far piacere allo stesso , che ca-
ramente saluto; àggtughendoli ^ che vi sarebbero
alcuni libri notanti da ite nel suo catalogo ^ i
quali io mi risolverei a prendere ; m^ volendo*
ne esso troppo , e tfoppo contandomi là condot*-
ta , e i dazj ^ stimo betìe di poh ^ro(e ulterio-
re dimanda • Con che abbracciandovi di cuore i
90no9 e mi dico * • • » .
5ÌP*
* " • < V V. -■ k " < >• \ te .
139. ^l Sii* Gji4nnMtùnU Filfi^ 4 Ssdox^.
SQno desideroso di sapere in quale stato sieQo
gli affari di V« S. Illma cir^à il coii<;^rso a
potestà Cattedra di legge,' e quale effetto possa
' av^r procTottà là mia^ lèttera di raccomandazione
per lei' a cotesto Eccnio Sig. P^roccuràtqrè e Ca- >^
valiete Gritiiani, Y^èhdooe rltarda^Q gli effetti,
e avend(^ inteso, che Sf £.11 Sig. Càv,' Gìo;
Francesco Mbrbsini 4on sia interamente 4isposto
f suo favore, raéi^trè' rìcecjcafoggetto forestiero,'
ho 'ansato di scrJvergUen* q\ieista sera a dirit-
tuta, con isperanza che un ufficiò > al quale d*v
albo ^QQ soQ mossp, che 'dalla con^uderazionc
e conoscenza che tèjpgo del ipésito di lei , 'av«
valòtiato dalla lun^ servitù cli^é bb col medesì-
mp Cavaliere, possa produrre qualche buona ìm*
pressione in esso a dar finalmente mano ad una
^ promozione , la qq^alè à lui fariumpt^ ^ e 4arà
a cotesto Studiq Vantaggio • Piacciale , * se non
altro., 'di gradire in ciòla testimonianza delPamo*
£^ e della stima, che le professo: non dico del^
Iq obbligazioni I i^entre nuli* altro nii muove in
^i\es$' occasione,* che giustizia, s^nzachè v* abbia
f arte riconoscenza « Mi rallegro poi sqmmatrien-»'
tè della somma rlputazi^r^ / che vanno aoqui;
staiado le sue belle ectizioni • Ultimament;e ha
letta negli Atti di Lipsia la relazione onoriev»»
ICi ch« $€t ne di di (juella di Cornelio liirepo*"^
te.
ali ^ L j| T T « n * ni . . ._^
ie» che pochi mesi fa io stesso mandai a dooa^
re al Sig; M^ack^o ; Ia fx^ , 41 CQfìse|«iar 1'
occlùsa al Sigi sub Fratello^ e di conservare il
sud àWQrè é me» che ieiio 4i verd cuoife;.;
DÀi 5i«. Tcfierité 6iÌo4mÌÌo I>^éttitf
tigò^ vi %dià cGftis9gtiau Up^^sentemiiìct^
terì insieme c<3fh uii fagfifttitia j Qvé spticf lediié
iòipie del tórno ib^ deUi fiiUioteca Greà del
Fil>rigÌQ ì delle quali vi hxmx cqiì, altra iiaUÉ
é^ìaisieoie ki mi dato ragguaglio del mtcf otttT
ilio itatd di fallite j iti cui àt^ m trovo ; Ma
4|tttstfif dati tutto il varit%ioj fUe licaveletfir
dalla consiglia di qiiostà lettela i , m^tr e ud nugr
Jii^ ve ne risultei^à dàlia àjcasiptie che anetti
di far mpio^cenia cU una pe? soni j; ch'io itifini^
imB^ùté imdé étimo^ per le sue singolari ddtij
f fier le quali égli è, ben degtid di^siere aiiilatd
41 stiriuitq da voi similmeiite; Egli è Grótiluo*
!«(( Cretehsé di origine | Venéeiaho dt ì^^tria i
i»oà vasiSxi fleili sua professione militare ì c\^
àe'isKteni Àudj tnoltai aperiméntatd j onesta è ve«
|qì ^ajitiiomo i ed , amico mio : tutti ij^oti^I ; ^f
h (piali àon hp dubbie alcuno j che da Voi iarl
gSiiiif^saÌBenté accolto^ é all' occoaretise servito;
£gli per certi sua òperia j soffra di cui sta; titt« ^
ttviil lairoórandò^ ha bisc»gno d[i ctit3i J^smiJmi
ùtim94Ìum^À Àiì fy^Hé Ma àÌ9tèÀi scritti
assai
' À p lo i T 6 i 6 Z I lì ò ; i]^ .
assai eruditamente dal ta Medico Alessandro Pi4
9Ì9 là. quale manoscritta in fogliai di nonnipieai
mole , t senza alcuda coperta èù nella stara*
4efmì€i libri; Io vi piejlpi pertàdtd di pòendervi
r incomodò uà giorno di an^luré a cercarla; edt
tóiiie^^atla al medésima} da -cut dt^ l'usòchà
|ìé àVri Ìattd> verTam destituiti i avttddola ia'
ìxioitd cara^ per essere cosà biiona ed originato
di maiiò dell' àùtcMre ; .^ però forse tinica ; SaluS
ttt icaraniencé al solii» la Sig; Madrv j é tùtd
ili tasa» é #c» cordialmente abbràcx:iò;
^41; itil midesim. a Fineziai
Vknnà 31; Oennég0 jjiii
IL Sig; Gentìlbtti vi saluta affetéiiòsamente ;
Eiso mi ha data la Gitmoridà del Tassò} ac«^
cWccbè Vie liè iacdà uni còpia: ì'riml di (>brci
iMàù; ho voiutii le^gdrtà coti ogni àtteiizi^e;
t*&0 trovati di Itampìi cdsi àcorróttà 4 che iàon
VhA qiiàsì i^ersd cUe vi sii ìdM i e in niòltis<f
«imi luòghi tìofl se ne può assolutameite rica;
tace il senso ; ora per istorpiameitò e maiiea«
ineiitd di j^olej osa per maitcaiiM di versi ioìì
teri: Cii) tuttavolta non n^ avscbbe arrelàìtrf
dal diesiderid che aVlvaj di ktvi édii grata col
fiirVeiié e mahdafvene c<^iaj se fton avessi fatta!
tuia scJdpeitai la quale vi soipréijidecili certsmcdJ
Mi comò me |^ di hittd anconl dòr|lteso ^ Io 1^
9Vei tutti gii létctl 4i éapd a ^i t^d ioé
PÓC0 tttacefej a^Mdok travati aséai taodà .4 #
ttòii
^4q Ibttsils ni
Soti indegna in tutto del àome del Tsusp^ : mai
i poi raccogliendone le specie in me ste^sp ,
parvenu di aver qualche idea di averla altre ypI^
le letta* Gohtenendq e$sa là stp^ìa di Tanaedi
Frincipe di Salerno, feci jDlftessione» che due ce»
lebrl sctitto^ còetai^ei al Tasso avevano tratta^-
fo quasi nellq stésso tempo questp ^sfgomento ,
<toè Pomponio ToreÙls e Asipari, Coiste di Ca«
iheràno ; Per buona 6>rtui;ia io teneva presso di
m^ runa e Taltia, è dato di piglio a quella
àeirAsinari di primo tratto, la trovai (a ^ssa
stessissima, che la pretesa Gismoada del Tasso «
potate, cbQ q^Jesta dejL Tasso e stampata un an-
tico primk dblF altra) méntre essa fg pubblicata
da Bemardjaa Lombardi in Parigi Tanno 1587,
iti 8., 1* altra delP Asinari fu data alle stam-
pe dopo la morte di lui da Gherardo Borgo^
gru in Bergomo per Comiàa, Ventuiìa T ai^
jio ^52.8. in 4* collazionata da lui in Milana,
sopra due miànoscritti • Il Borgogni noh fa akun
ihottQ delja edizione della Gismonda , n^ dell^
impostura dei|^ Loqtbarcli.; il che fa credere oon
averne lui. avutp cpgi)iz^(>Qj9 • (Ihe poi ella sfa
4nzi dell: Astàarl, ckfi del. Tas^. , sono indòtto
j^ giudicarlo si perche esso Tas$a non; ne fa men-i
9|icme alcuna nelle $ue Lettere, si p^cbe. nessu^
to l}Ka m^i iregistr^ta t|elle opere di lui^ sì per*'
diesila, ed.egli$te;so se ne lamenta > naokeàltre
cose es^<^listatp, supposte, che noó' erano sue, si
perchè essendo allpr^ lui vjtv^ntfi , che in Parigi
Al impressa dal Lombardi la pretesa Gismonda >
% vedendoci cke. d^ ^ji d^a,* vm^ ella tipa si
. , ^ spar-
A p o s, T p ^ 9, 2L E ij o . 241
spars^, xiè^ fu ristampata, come sarebbe sicura-
lue^èé s,e^ui|Ep, seella vi fosse giunta , e fosse
^ta rkono3ciuta per opera genuina di esso ;.
. scigno cche iì Lombarcfi medesimo , o avverti-
tQ.deir inganno , o vergognatosi dell' impostura
l^pccurò.ben tosto^. di, suppr^metla : Costui , co*
m^ altre volte vi scrissi, era commediante^ cioè
a dire capace d'ogni viltà^^ .Ko' uij altro riflesso,
ch^ il Bqr^pgni avendo^ stampato il Tancrédr
déU* Asinari .i|^ Bergomo , 90C pella patria deli
medesimo Xassq, che allora 5|V trovava ftiFer-:'
rat?, avrebbe rì^èyuto feèilmeote avviso da lul,^
che* il Tancredi delj' altio èra spia la soa Gis-
tnoiida i "C che pe^ò giÌQjie fosse cerxdifta giusti-
zia^. Ma tròpp9 ini. dilqfigo. iti riQes$ioni. , dhe
voi f ap^^ f^fi JW^gV^v ^ me> Vi. dico[ bene\
essersi 'ipganijato il Bargogni ìfl, chismiare il Con^
te di Camerano autoire della tragedia col hoQiiè
di Ottéiviano y in luogo di chiamarlo con qùeL
lo di Federigo : il qual nome non fu avvertito
dall' Allacci nella Drammaturgia > essendosi la«
. sciato ingannare dàf Borgogtii • Molte rime di
l^ederigo :^siÀài;l^ sonq spa^jje nelle ràccqlte de\,
500% e costì in Venezia ne sono due Cò4ici. di
quel secolo, in fine de' quali vi è anche la T^jf-
- ged^ suddetta del. ."^jncredi : V uno era tempo
Ca presso il fa Angelo Boldù , e l'altro è in
pggi presso il Sig^; fll,ecanati, il quale credo che
^ abbia fetto acquisto anche dell' al(p esemplare •
tinirò di parlare d| q||ie$to puQ^to eoa unV altra
p$|e|va5fione , ed è \\ke il i^fgognì dicàidp óel-
)ji dedicazione che i àj^e Mss. del Taiji^crii qra-x
24^ LlTTÈR'Edi
no sens^a elivisione di atti , nella sumpa si ré-
golò eoa te ragione dei cori ; ma il Lotnbardi
tèntle Bènsi la stessa divisione i ma in vece di
atti libiamo scene le divisioiìì della Csvola i tal-
ché ttella. stampa della Gismodda ella viene dd
essete diiirisa in cinque scene , e iiofi in cii^tte
atti. Ora aVèhdo fatta questa scoperta j ho sos-^
posò di Éurvi ì^iar la Tragedia » Ve ne mandò
^lo il precisò titolò^ e la dedicasetonè delLohi-
bardi; i&e peto vorrete il rimaneixfie , vi servirò^
Volèn/tieri i Ho poi pét mio gusto colbuéiòriato
U Tancredi con la GisdbÀda, la quale, se be-^
àè scoixettisMihll^;^ nù ha^ petò ^amministrato mol»
te Varie lezioni assai bubne^ e kncbe alcuni po-
chi Versi mancanti net Tancrectì ( i quali , co*
me aasblbtàmaÀte faecessarj ^ ho à^liuhti e se-
gnati ili margiiM al mio esemplare ì 3àlt3tàte tM*
ti, e in patticòJtare la Sig; Madre • Jò sto eoa.
oteima salute; fratello carissimo^ addio;
VI nngraiiò delie vostre cortesi esibizioni
pei: la «camera, e a Dio piacendo, sarò a
goderne gli effetti heirAutUnób Venturo; Intet»^
do coner coìti \ruiiàorei che io Voglia ripatriaie
cori animò di non più ritornale di qua dai mon-
ti ; fe di feìmarmi iii Italia ; Dite à Costoro ; che
essi soli pazzia tè lo ttedànoi éà io più di ìo^
fo i te i» &ce$si i Sempre più^ ton riguairdato di
bqoii
ÀpostoiÓ Zeno. , Ì43
DMQ ocduo i e, beneficato dal primo Mooarai
ideUa terra i là dorè se venisfi a star costi ^ tro^
irerei tnille occasioni di petitintiétie : Oggi ap*
|yantò sonò stato a* jnédi di S^ M. in uti t<Kto
ragionamento ; Lunedi si farà là prora getìeral^
dell' Opera i cké riesce à natavigiia i ed esso rat
iie ila parlato ùm. . jparticolar gradimeo^ i Puè
essere j cfae Cióredi sd ne Éiccia là prime, rap<^
presentazióne* Si è rallegrate ìiieco della buone
riuscita dei mio Papiri^ in Venezia ^ e soggiua^
^^.cfae hon, dubitava che non fosse applaudito
aóche in Milano; ctbvé se noti è andato; deyé
andare ia^ iscena di giorno in giorno • La mii
salute è perfetta. Sonò oonsolati^simd pei5 inten^
ilere qii^ìla della^Sig. Madre ; e di tutd'di ca^
ki tiostra ; dhe caramente salutef^tè. à inio noN
kie ; e aibbraà:iand«n con tbttq 1* àÉttto lèi mW
(amo '• . L •
. . " •5. <> ,-, .. ,
alzando io lessi , il ehe feoi con attenzicmé j
^la Vita del Nani scritta da^Voi, <^tti al4
tÉà cosa mi venne, ifi |>ensierd ; fuorché la kes^
sa,|)ikessé a cjii ciie sia^ benché dilicatòè scribi
j^>lo90ì parete ima censuia e satira ì ànzicìràim
jNinegisico ed elogiò di quello Ist^ob ; Ma 1t
igtiòranzà; tìón vo'dire malignità; ka sapiitòpé»
't^i^OM \^à ^tté ikdt iàcÀmò altrui ^ di <^ell#
Ùì| n!^i ll^ei M^IM 4|irarea s0|Bar#» Ì'0pp4»
^44 ilifXiJi»? Pf
$aiopr perà fatte a vói, q alla st^mpatoi^ m^a
1^90 d'alcun rilievo. sChi inetti^ ig( yista le op<-
posiapipiii a fine di farhé {a di^i , jpòora , e
iiofì vilipende i e farebbe^ a} censurato ima mag--
giore censui^a dissimulai^dole /poiché cpn ciò
IKvrebbe mostrato di non sapere com^ difenderle *
S'io avessi fatta i'opèr^, per ipui tai|tt materiali
ho ammassati, iijtorno agli Scrittori Veneziani»
pve noi^ solo con l'altrui giudicio, mai con T.
fsame preciso dell'opere Iofo portò |a mia opi-
nione del loro merito e den^eritò, ctie cosaàvret>
bon d^tto crosti t revi^ri; Mi ai^rebbo^o certo
proclan^atQ e accusato, ^òme ndmico della pa->
tria, quasiché le materie letteri|:ie siejio punti di
stato, n Lovisa ppi ha fatto in' <|uestaoccasio^
])Q ci^ ^ che ha ^àticat^ t^egli altri tomi ^ l^
Vita delSabelli'ca, del Bembo ^ e del Panità (tèa
anelarono sotto altro occhio , o revisione , ch^
que^lla del P. Ì4. 3ertollo} e allora non vi fu
che dire io .contrago. Io però gii^icp che futtà
questi |i)QSiia terminerà d^, se stéssa senz' avei:
maggiori conseguenze: di che ne attenderò coq
Impazienza l'avviso. Erami afl&tto uscito di: nien-
te , che nel Giornale si fbs$e {^ttp deìUà* tfiòtv
tè del Gravida 9 e riferitole il testaiT^entQ ; Egli
è poi i}so wiver;ale quasi. diye^qto il copiare il
Giornale sen:i^ nomÌQa];lo. Si é veduto su 1^
$tìstÌQ nmsicali il Tas$o e l^Ariostq • Niuno $\
èia peQsatQ di condurci aficqra ilGuarini. Q^
ala gloria tie avrà il bravo copista dell' Antigo^
9a> al qu^lè riuscirà sempre meglio il laypirai:
'^ V altrui » che sul suo • Ri8aliitiit(^ Poóipilio ,
♦ i e dit^
A p ò s t o io É E il d; Ì41 ,
U ditegli che quel silo Cavalière raccoaiftndatòqil
ha pòci fortuna ia Corte , dove chi va pcmeit«
te; è senia quattrini » non può esser atnmesioi
né a radunanze j né ad udienze. Ad alcuno atdl
dato neL naso la buòna riuscita della Tragedia
Lazzarihiana. Qjii pure costata grandetnenteptà^
ciuta i in particolare alt Augustissinia Padrona];)^
éaj la prima rètità fattasi i giorni {i^issati, dellf
Alessandro Jn Sidòne composto ^dal Sig*. Panati
è da me. Noh incontra che una sojia , opposlzidr
ne, ed è là sbveirchla^. lunghezza >. durando ^ià
di 5. ore e iòezto*. Ma questa volta non si è
Ì>otuto f^ di meno iron ùndici |>er^ònaggi > t
quattro balli. Io lo previdi tre mesi fa , e lo
ìdissi al Padròtie , il quale ,con benignità rispose i
che ciò poco rilevava, .e che più sa^etìbe dura*
èo il suo piacere. Soddisfatto lai 3 io j$opo con*
tentissimò, uè mi curò di più# Si replicherà nel^
la settimana irentnrà; I due filòsofi Cratee^Arfr
$tippo sonò hìir'abìlnQente rapprèséhtati dal Boro«
isini e dal Casati •* Con pfinùl oCcasiolie .ve il^
inanderò esemplati «pf r vcCi e per gli amici . Dal
Sig. Ifiiviato di Modaib . Còaté Ritci^rdi n)i . è
Stata, regalata la Disamina del ;Sig. Muratori sco-
pra le cb%t di Comacchio ; la quale è di &ìA
lunga e pia htodestà ì e pii\ dotta dell' alt;ra dei
suo aif vetsario y ehe per. ferità nóri ^ , che ufl
ammasso d'ingiurie è di Villaiiiéi .talché quanti
r.han qui veduta, ne sono; amasti %cz3^i:àì&at^
ti. V'invidio, il, vostro bel Ms. tioyellamcntè
li^Qiii^tato...Q£iel PUtro/Odo MonUpóiin non k>
chi sia.' kt erm€À M^^mÀnà izxk un MH^
€1 i ^Ì2Z^:i
fteiamQSto c^ quella di ij^actii^ Còlono pottiet^^
^anp; e di si fatti Volgariazameinti sono' enóa-
yiati 'altri Codici fial P. ^chard. Nelle 'OraKioni
4el Filelfo, che còsti Wgo ' stampate 111^4.' po^
irete vedere^ se vi sia p sto quelli ' del yostrcH
podice. Il GahhM Xkh (Generale de' Frances-
cani i frada che 'fo&se cosi cognominato dalla sua
Mtria di Lecce. N^ parler!' il Vaddìngq ne'suoi
Annali T Molte altre opere ha scrìtte quel ' Gio.
Michele* Alberti , da Carrara , Betgamasco , di cui
ha parlato in un Tomo del Giornale * Quanto
àir^pera sua de kella L A* AL &c. se «avi al*
irò olti^ il primo libro*, io predo di no .' Date
m'occhiata allo stesso Jomo del Giornale, glife
è il' XVI. L'Oraai<me detpànprimta ?iiGenoresi
è stampata, ed t<> ne d^si pnqite cose in altro
Tomo flel GiornaleV pi quel Xorenzo Zane Àr-
eivescovp di Spalato j^rla molto il Lucio nel suo
libro *^ Regftù Palm* Fu nipote di Eugenio IV.
èssendo nato di Paolo Zane e di Berìola fon-
fiulmara figliuola di Bartolomn^eó t Se quella letr
tera non fosse troppo lunga , itemene una ccv
pia^ tanto più essendo ella diretta a quel Gioj^
gio da Lazise , Veronese / il quale |u istorie© di
ijualcbe grido a* suoi tempi .' Il traduttore di quel-
la' Omelia di S. Basilio indiritta al fembso Co-
lucie , pioè a Pieno Colucio jSalutati da Stlgna??
fio ,' Segretario della Repubblica Fiorentina , non
fo altri che Liopardo Aretino, la cui traduzip-
pe trovasi ancora stampata. E questo è quai^to
posso (|irvi così in due piedi sopra il yostro M^*
al ohe aggiugn<»:ò^ cito del suddetto Arciyesco-
'.'''' ^ " ' yo
Apostolo Zeno., 147
fO jLorienxo Zane parla più volte Lorenzo"' Valla
in alcuna delle sue opere ; e che nipote di lui fu
Beqiardo Zane , ^parimente Arcivescovo di Spala-
to» di cui sono alle f stampe alcune Orazioni ;
una io due delle quali Aprono da iui recitateiiel
CodiCklìp cti Laterano ' tenqto sotto Leon X. se
non erto. Ve ne ha un', altra di Jui detta ad
Alessandro Y|« io Consistoro. Saluto caramente
la Sig.' Madre» e S(»:elle » e tutti di casa no^
stra. Il P/^ariconi, e'I Sig« Ippolito vi man--
dano pure uq.^ affettuoso saluto } ed io col cuore
vi abbraccio t ,"
j4j.^ ^l Sii» Lodovico Antonio Alatori ^
^ f%€nnét 19. Fifbhajo J721,
VI do in primo luogo una buona nuova, e
credo che sarò il primo anche a darvela»
ed è » die ir nostro ^P# Pauli verrà a predicate
in qujfs^p Cesarep pulpito nel prossimo avvenu)^
e sussegi^nte. quaresima /lo {iq avuto la com-
missiòqe ' spvrana di farglielo sapere , ed oggi ap-
punto gliene ho ,fcritto . Fuori ^ di me'npn. Io
.sanno che due o t|« in questa Corte » e tutti
-da me: che a4 a|^ri non ho vi>ìiuto eomumcac<-.
ia ,' avanti di scriverne a lui medesiipp ^ Il Sig.
Conte Guicciardi n' è per anche air ospira » e
dimani glfe^i^e darò l'avviso •' So quantsoi 1* amate
e stimate, e però ho voluto notificarla anche a
voi» Dal Sig, Conte G^icciardi mi e ^ata data
248 * L^E r tte A È ib ì ^
una copì3L della vostra ultima Saittutà; là <pii^
le tanto è piaciuta a me, al 5ig« (^ntilotti, è
a tutti ^ùeÙi che Than -veduta ^ quanto ha sto-
macato r altra; da dirsi con più ragiòi^ libel^
lo,- del. vostro ay^feriarioi Con tutta l'amicizfaL
che ptofesso a questo ì non ho potuto noti isto-
macatìnene in guisa, che senza poter finire di
leggerla; l'ho da me gittata lontana , col pen-
^iero^ determinato di non mai più rivedork i Vi
assicurò, tHe gli $tessi interessati noii sòia iioÀ
ia difendono, ma la detestarlo f onde [^tStèite con-
solarvi, che si rende a voi e a lui piena ghi*
stizia, senza che quello possa rallegrarci di a*
veryi oltraggiato ^ ile vói, dolervi di iino si jm^
trattamento. Egli e pertailtd superfiuo, che se ne
facciano ulteriori passi , al quali per altro voi
bea vedete che non. sarei proprio mezzo senza
mancare a quel debito di amicizia, che relig^-
samente da tanto t^npo anche air attiro io pro^
feisò ; Se si trattasse di sblkvaJrti da qualche
angustia ih * cu^ foste $ lo farei di buótì cuòre ^
rotto» o^Ai qualunque riguardo: ma non trattàri*
do$f rtke delle vostre convenienze i que?te sotUi
si. beijic 'sostenute da voi; e ricevute dal pubBli-
co, che non avete bis(»gno dì più éfiìcàcc ripa-
ro ; né dì più valida assistenza . Delia eòtifideii-
za per altro, che rnì avete fatta, de'vostti m-
gelwiì e giusti risentinienti, non avrete mai^òe•
calorie di dolervi ; e 'perchè io parimente so coli
chi ùratto; mi Spiego con piùconfìdenzadi qUel^
lo che son solito fare in somiglianti occasioni.
Circa l'altra Scrittura soJ>ra P; e I*; hdn sento
dir*.
A p b s t;0 £ ò Z'$u o. 4^
^ti che alcuno iti prepari a tìspònderè , né dà
S,M. ne è uscita alcuna coniinissione; pdrquaìi^
tó io sappia « Tóngo per voi una còpia del Ca^
talògo stampato della insigne Librerii atqiiisiati
dal Padrone: aèteiido occasibnet per mandarcelo ;
é m0 ile sono raecomahdatt^ al Sig» Cónte Guic«
tiatdi, è al Sig« Sòragna; accick:tfaé trovihomoi»
do di farvelo avete speditamente i Vi soriver^
|)iù a lungo i ina <mi manca il teippò : taitto so*
nò afibUato* Amico amatissimo ì iddio*
^ 545. j^l Sit^ Canònico PaoU ìSMili4tdil
f^nM 19. Fehiràfo ijzù
.' '.' i ' - - .
HO finalmente r^vuto il vostre ^ ;<74li^
denzia^y e ftnajballsnte xil^dò alla, yoscr^
lettera» L'Openr (>ef tutti i tapi. merib lode» t
l'esige. Stampai Carta > e correzione » tutto d
é òttimo « Le Prefazioni ^ e le Nòte non posso^
ho essere più seriamente concepiate ; e |^iù puli^
tamehte distese. Il Sig.-Géntilotti me ne àvevst
iletjtò mólto per P avanti ; ed io ne aspettala pur
molto . La lettura dell* Opera Iia fatfb nmaneie
di gran lunga inferiore e la lode di esso, e ÌM
mia éspetta2iòne ^ e 16 farebbe. rimanere ancora
tutto quello che id ne potessi dire a; voi stessp^
Non ho potuto far mei^o, né ^aputofar, dì van-
taggio per testimoniarvene il , mio sentimento >
cbe farne legare pulitamente in damaschinole ortf
tui eéempkdrej; e presentirlo id ste^ alPÀtÌRio:^
Ha
05t 1 E ir T E K I fJ f
liE AyGV5Tis$|Ko , che lo h& 9cmHxitnaettte ^^tr
di^ 9 e poi wcor 'comiTieiidito , Coa >qttas^ <>c^
fotone mi Ita rìci^ieste-iuttfcm Intorno al no*
Ilio EmJfìontimiQo ^arbàrl^» ^ ^ cui' hp detto
vtutto qutfl htc^ » die |u( sapido/ <^: éivttto , di
(ciie ne fluiate itiolto tamt^moz e questa |>arti^
^ sigQtfi(;«sé>lk> 9te$ao» kx ^trgwieQtcr^^eir an-
tica e fràbx^^ Yei^eia^done , che mfi&trvo da
{ungo tenpò per lui- fo tì toefldo^ pòi distinte
grazie de} bel? esemplare ,' di cui vi siete com-
piaciuto di |a^ ^etierofo dono , e molto più
cieir onorevole Ipogo , <%& r entro ' avete voluto
dare al'Wo nome, e che' oer quanto,, iq mene
ccMBopea immeritevole , non pu^ da me psservar-
si senza pafit^folare soddisfazione ^ sì per V ono-
|e die ine »f; viene ^' ti per vedcrtniv^ in còm-
Mgnta $ì pr€|^0ie e cara > come ?[ è quella del
iig. ^e^otti , cbe pia yoke si è meco * doluto
éi ACMI a^ver ayutip l^ncontro (ii palesarvi a vo-
ee ^'sth»a'e amore» x;be vi ^fessa, in occ»*
àoBe dbl passai suo viaggio in Italia» A lui
|ì0 data»' il ;fu0 esettap^re giusta ia vostra com^
loessìÉicie, e. può essere fh'egli sia sttK^ pia di
4»p dfligeote ^ rifigrtsi^TYene f ^Iq dovrei seca*
i)|C!e yVprkna di levar la numo» come dirsi suor
le , dalla taytda a quoticbe pai;ttooiar^ della va- «
Mm Opera s sia que^ mi portercbl^ ^oppo in
lungo per le (fante e * tai|te ^e cow , ' <:he vi
ho osservate e appttese con ratio progtta e pia-
cere . A qtiastti luoghi {oscuri avete dato del lu*
wH a quanti stcavolti ddi* ousdi^c i Molti bei
./ ' punti
4 J» q i T p X q 55 1 it o» *Jt
di confoodeie i Wtri iivversarj , * yi «pop beif
messi in yitta è nelle pre^ioQt^ « nelle Ao^r
notazioni/ Oltre piodo mi ^ piaciutt la sa?ii
confutazione e censura flel troppo ardito />«p/» ,
cbe spei^ ha dat^ e frecipitati i suor gioiluij ^
o per pojòj avvertenza^ o per groppa 'passione »
Del * Vescovo ' no^txoF ilàstrio non Vi ^ alcua
Codice nella Cesarea /I giorni passati b^ tuttf
da capo a^edt attentamente rivolti e letti tdoe
volumi in 4. déUa, £iklioth^4£jfliif4 A4^^
pM di Ant§nÌ9 Sémim ^ ' és|H:essatneate 'per ye»
dere » fé' ye ne fosse nominato ' aleuti testo di[
quelite Librerie della Fiandra | delte ifàjàx ess((
ne ci^ il catalogo," e posso assicucarvi ^noo: e^
servene'pnre un solo. In Basile^ io nonbo ciain
ftoscenze per profcuraryene ' ia * notila ^ Ottima
mezzo pottdsbe essere il Sig. Ermanmy già Pip^.
fessi»:e di mateniaticiie^inPadovay e grafideanur»
co del Sig. Poleni, con cu^ potreaie £u: capo ^
cssepdo quel Signora molto cortese ^ 4 f^^Vf^P^f^
ancop yostro apnico. Manca a me per. tanto oc«*
casjpne di ubbidirvi e servirvi 9 qtiaiido opa me
ne diate il contento am altro vostro comando é
Riyàrite diiftintamentè a nuo 'penne il Sig; W
stio fratellp, da me singolarmente amato 'e sti-
mato. Mi figuro ffae al presente vi tetta 411 oc*
cnpazione la risposta , che yi siete obbligato ap>*
presso il pubblico di voler dare al MStfo S^
Marchese Xlaffei* in difesa delia yostra ' patria .
In una iVo^^; al :s. Qaudenwntù$iecvu ilv»-
Itro impegno « Avete campo <ti funi Wox9 e di
dire
ilìre molte rare cose intorno agli antichi CenoS
Inani , da altri ò niente o non molto bene coti^
siderite. lo^ fo fine, e nella vòstra Biiòtìà grazia
bii raédomandò • • • «
. 546, 'Al Sig* Giàfinantmiò P^olpi. 4 faàhàX
P'itnnA ì\ HkàriÀ 172 !•
LE doglianze di V. S. Illtqa a me. confidale
nella sua lèttela , sono giustissime ; aim
sono modètte; dicefido aissai meno di quello chiè
élla.dovr^béì e di quello. cH' id stésso conniòl*
ti altri ne dico. Io benché. da lontana,, ho cp<»
•^oscfuta la mano ; dòh4e le ..è venuta la tnali^
siosa persecuziohe , She non le lii fatto ottenere
la Cattedra; che ella meritava i > Non pertanto
ella non si perda di animo : poiché finalmenìte
la^ malevolenza irimai^fa, schernita ; e '1 inerito sik>
con le «spenuize de'^uoi buoni amiti jaccòrìsola»
to • L' Eccellenza del Sigi <3avalier Sdorosini mi
ha risposto intorno alla persona^ di .lei con es-
presàoni di xnolte stima; e le predse parole fo!
tùnó da me t^pó fa comunicate, ih lettei^a al
Pi mio fratello j dal quale facilmente siaraiìiiì^
state le medesime partecipate andi^ a lei i aven-
dogli ib scritto che lo facesse; Mi eretta; Sig.
Gìoi Aiitohio amatissimo > che^ le cose, sue^mi
•$onp molto, a cuore , conoscendo iti lei eancé
•beile doti , che la rendono dégna dell* amore' è
della stima di tutti , e vedendo quanto onore
Acciano le cose iue alla letteratura Italiana, che
in
i. ^ - '
A P $ T.Q ;. <^-/* i « Q* \%%
ip Oggi iti' asssdi podbi 3i sostiene.^ i quaU ^qcI^
fra di lofo lac^raniibsi ,e ìny|ctia|i4Q5Ì » carcai^
quanto posspgQ V <l' annientarla e CQjttfoiMterJia *
imzichè incoraggirla , .e difenderla^. £ ciò/n^scié
dall' ayp^' la inagjgior pairte di .e4»i fio tQ$tp bùi^
ingegn^, che buon-cii^re, e dall' ay€i;p più v ti»?.
Taglio' e* intécèssè nell' altrui ^abi?a$sam^tQ^,.^he
sella propda riputazione} 1^ ^\ule ip fosse ìpt^
y Cliente a cum^ ^ si ^^itérfet^bodio a tuttg po«(^.
«Ul maccbiarla con un yi?io shtìiil^^ e sì lode/
gDÒ di un., véro letterato • J&la t^aibc^do sipii^
li' coilsiderasioni^ dajle quaU f^t jS^q Jiòn tor^
irei sì préstQ la «ne4te e'U penna^pass^r^c^diih
1^9 che il iud Vlalerio Fiacco è òl^i pia^Qiutq <3^
stremamente a que' pochi , che hanno baei^ g}^
sto* Pressoché tutti i dodici esemplari se ne so^*
nQ Sfacciati. /rod'^uQQ di e^ p^nso.in^ndarlQ ff|
Lipsia al $ig. Menchenio, siccome feci del ^or-^
nelio NèFMote; della cui edizione si è vantaggio-
sanile L parilo Hk quégli Atti. È piaciuta an^
Cora all'estremo la impressione del S* Gauden^
^o, ^t^mabili^sinia msien^ get le psefa^ionri ^
n^té ^ delle quali 11 ha CQcréd^ il ^ost?;p Sig.^
CancMÙco Gagliardi ^ ]o mi $Qti fatto V onói^e di
pifesentarpe un^ copi^ air AugustissiiQQ Padrona,
^ cui fu cctn bontì gradita > e cc^. giustizia iof
4ata« io pèn$Q. a qualche cosa^ pe<: li^^ che st
^i riuscisse 5 credei^ei di ^ver fàttq un bel ccdU
Pq:, ma ci vuol teippp ed 'ingegno. Citca il li-
Ijìjo del $ig. Salio , cui la pr^o di rendei gra^
a^}p a mio nofxie pe^ le du^ Ò9RÌe. inviatemene^
i? pos^Q »tte«aj:e;i c;fee qùeUp ftj . flr^iKt?«o .4»
^ ■ ' * ■ ■ ' ^. E.
♦ -, .,,.-
:)54 t • ir T E R E • f
S. fi. il &g^ CòMé A Sa?aUi (fi propria niatt^
iir li^l^atrteé R^àfit^ dalla ^ale fdiHcevittO
ioiì Jkdtem béftigtii^ : In quel Pwmà ho troVn^
m molttt cSsei -ciié mi sonotiibltó piaciute; La
|k^ par ibi* ii^ c<msema:iTÌ& it ^uo amerei è di
at^mfisi f <A? io «ono : • « ;
^. S» La pregia <li jpi^dera infiocmazione l «
ii^!sàÌ!iBi; se U^&g* ^aUo iììl B^iàe^i ^ di»*
étsàésiàe^ 4a quef due Poeti Baànmesi ^ Giorgi» j; e
Vaiatiò Salii ide'^qi^i sì trovano kinte nella
IntccdliA da' l^éeti Bas^ l (atu dà Loreiìao
Mithiàmii i/é imtMoessa dal Fnmcésciii in Véa^
zia aei i$i6* in ^ ìeiei . quali ancora iarelibena
àfcai «afio 4i^ arer ìiaHde patticotairl àUi lon^
tilà i^Muinti;
•■-*' •"'!,••>•,', ' ■*».*".'
147; 1^ Sig. tspaiùrt AfUwiffmCim JÙéir^
GÒft mia aomnui òonsolaKione ho ricevuta 4
letta r umanisfiìma lettera di y. S. lUma j
aomé navello atteétàtoi della continuazione, <lel
auo imore è boikà Verso la mia j^ersana i che ki
ytMà tampd nod ha lasciato^/nè lascerà di i^
ferirli e «ti amarla,' ^. per riguardò della <xh
iuKcenaca ; che tengi^ delle sue degne condizióni ;
fi par la ixseinória^ che mi sta imjsressa heira«^
miao ^ dei molti e segnalati favori, che ho A^
(a¥ùti di lei; UH è similifièhte stato di molta
MQtaAiiBaà i! iàdùitera^ che fit^tiMiita U siend
per*
^rveauti i saoi fegU contenenti le memorie dà
ini ertt^etoi»té distése della Vìu dd nostra^
belèbré Magiìabèchii dà me pi4 di tre mesi fa
già coilite^ati. e raccbaiàfklati a questo geotUis^
sixiK) Sig; Marc^^ . lóiiàtd Bartoipmoìei ; che
iem{>ré mi assicurò di àVergUeli próiitàniente sf6^
Ulti; e per >ià di amicò siéurò l Xe n»idò poi
divotd,i^aAÌe,delU pena, che si è presa per £fr^
vorirmi in ^icdpialidò dia stèìsà la lunga ^ti
ìc^da ^i^a2iocie del siioi M%. di Fr^ k^iocofidoi
la qUalé Ittoiderci con tutto ìnù còmodo ; , dou
i;iendbmi ella s^vir di inbltó J>eir ceftà miaDi9«
sertaisione i che penéÒ di (pubblicare • AV.S* lìLtìttà
• e4 a hi^ ugUalm€»ìte Bà móka peiìà ladii^aiofie
delia pubblicatone del kXXIIh Tomd del Giois
naie} ma ciè^ iiofi ostatìté la ^Éego di coixipatir'-
he il Padre iniÒ Catello ; il 4^^ ^ vi e statò ebf
bligatò e da iiha iiià fastidiósa indisposizione ^ e
dà molti e mditi indispensabili suol disturbi i ed
occupazióni ; che in si fatto ténlpò é , per àttèn#
dere ad altre , tose lime ^ e t>er levarsi da àhiri
impicci > gli è conTenutò di ., sujierab ; per poi
pia mamrameiité attèinderé allo stesso Giornale >
^ àiì posso assicuìfàrla che faò còdtiihii seimÒM
ti e impulsi èà qiiekò Àugòstissinb Mònaria j
con iriii s{>esse volte faó avuto il còiìteàtò é l*
onore di ragionare i Esso mie fratello mi lui
scritto ultimamente; che ora tròvatidosi j^ressck
che liberò da àkri fastìdj ì volerà Unicam^iCi
Bilicare à questa desiderata pubblicazione} Àà^
la quale kicnràtheiitè avrà inògò, T Elogiò M^
^bechiaà^^ cU tiene presso dì s». lo iba
man^
VQ^tò di sollecitarlo a dò; per quaotcì 9tsiao
Qpnveniefìtje • A lei per aitco è ben noto, cjie^
qbi ha sopra cU siis U gesor e.lal direzione dì uà
Giornale 9 • non dovrebbe; avere, altro pensieto e
4Ji5tra%iQne.« Una tale impresia i bastante a td-
jiete occupato tutto un uomo, quando ^o^'ìa
jpixlo fuori i^e^olarraente : e niùno ' j>ii4 di me ,
€Ì^e ne bo fattp sperimento, può testificarlq epa
Verità. Dal medesimo ella riceverà quanto prima
s^ una copia del mio' rIl:(4tto, sì un ^semplace
del X. tomo del Fabricio , j^upplicatidola a gra«
clir l'unoy e l'altro, come piccolo contrassegfio
ctellè i^ii^' tafinìte obbligazioni yersq- di lei ,
Citando usciranno r.XJ» e'I XXI* tqmq di^U'ope-
1» stes^ del Fjtbrido, che ancor^ màqcanct al
suo comi^iitiei^to , avt:ò l'.atten%ìqiie^ cqmenebo
^ debito, di farglieli. pervenire; e se in qqeste
parti vi fosse cosa di suo piacere e servigio , mi
Comandi pure ^on libertà, poiché tutto le deg-.
: Ella ^à molto be^e d^ dar nnoyi stimoli al
P* Abate (^nneti pét l* edizione dell' epistole
4ei BL Ambi:Qgioj[ t se crede; V che le mie in-
M3MZ6 pqssano . ayisì: vigore di datforzc^ alle sue ^
t^ .te aggtuqga>ut:e: ma temo, che per aid^so
<^on ce ne vedremo qpnsolati^ 'i:Qentre il detto
dotti^imo B^eligioso» fià diyeitito dalP edizione
dt cert'QÌ)gra genealogica ^dv(;ui mi è stato co-
municato il (j^Ip 9 ola qiedQ 4hQ stia, occup^o
nelle annotazioni, al Qpadfiriflfgio di Federigo
Frazzi, già Vescovo di Foligno, il quale al pr^
$e«t€ $i VA riiijanv^do pj^ p^Utanjc<jt^ di pi?*
ma ,
A P O ^ T O t O/' Z B 1A O. 15:31
tgOLf véòdìcabdòld dàljtà falsa opinione di chi ha
ybliito aiìtribaire quell'opera ad altro autore »
come ella sa^ Con prima occasione le spedirà^il
Catalogo impresso della Biblioteca ^Hohendorfia-
iia, ultitnamente acquistata da S. M. con V es-
borso di So* mila fiorini > copiosissima , quant'
altra mai, d'ottimi è i^ari^simi libri , si stam-
paìi j che iiiediti , legati nobilihente ; e dove son
certo che ella stessa ne osserverà moki e molti
è non niai veduti, o molto difficili a rinve-
nirsi. Sì sta intistdbdd, pierchd si fabbrichi uà
grande e bel vaso , il qukle non ' sola questa ,
ma 1^ vecchia anòora Libreria' Cesarèa cohten-
^\ numerosa di più di pò. mila volumi a staili^
pa ed à penna, e che però, difficilmente avrà
alti:a che la pareggi, noh che li superi. Not} si
j^rda ella intanto di animo ii^ proseguire la beh
cominciata^ impteia della Magliabedhiana / nella
quale non tanto ' vi*ta il nome di chi l' avrà
fondata ; che di chi T avià eifettuata • Ho vedute
le due ultime scritture , delle^ quali V. S. Ulma
mi parla nella sua lettera , sopra Ùaiàre di 'Co-
macchio. Per verità che non ho potuto senza
indignazióne e nausea leggere la Romana: tan-
to r.ho ritroi^àta piena di astio, e di rabbia.
Quel trattati^ sòprar la Carità Cristiana sarebbe
assai bene che uscisse , pei: insegnarla z chi cosi
se ne abusa ^Qtiel Teatro alla ^loda del Sigi
Benedetto Marcello , che è fratello del $ì^. Ates-
f andrò, è una satira get^tilissima : ma altisettan-
tò è insulsa e piena di errori quella Foggiana
ài ii^ V Eofant , i\, quale c;cfn essa si è scredita*
T9mo IIL R ta
ijg i E T T B*a E J) I
to m0lt0. Spero che il Sig. Rcscsuuut gli pernii
dasserà malto bene indosso la lana* Si fatti ol*
tramontani » che voglion disracrere e decidere
de}l^ cose nostre, sono, e si mostrano sempre
fanciulli • Ho commesso ctie mi si mandi T qpe^
r^ del Canonico Bòldétti Stampata in Roma j es^
sindone V argomentò "plausibile ; nia npn so se
ben maneggiato. Il nostro P. I^iuli è stato di^
ciiÌ4(ato , Predicatore Cesated per il ptossicDo ar^
vei^fò i e quaresima suss^étite : Anch^ egli in»
h^ scritto intoifiio a quella Raccolte di lettere-
memorabili/ che in Napoli si sta facendo • Ne
vorrebbe alcuna da nie; ma di fatte nottneten^
go ; e p^r farne non bp tempo . Il merita de^
P. Giuseppe Maria Brenibati Teatino^ mi è picn
namenté noto ; ed enimi gràndécrieiìté à éudre ,
che queste soggettò sia elètto pei: Predicatore di
$• M* C G per 1' anno Iji^. Fuori di questo
in jtal pròpòsitoi hi ho , he prender posso altro
impegno; Dt gii né ho fatto, parlare al Padrc^
|ie , e farò ogni sforzo i perchè V eiezione cada
su lui ; in che tuttavoita noti còfivieiie afrettar-»
si ^ mentre qui pet P ordinario tutte le cose si
f itàho in lungo; É questo è quanto per oarapos*,
so dirle su questo particolare ; La prego di ri-
verire a m^o nóme il Sig. Cavaliere Perfetti ^
sernpté mirabile^ e crec^ò singolare, nella pron-*
tezza e pulitézza del sud verseggiare all' impròv-i
viso. I Sigg. Bartolommei e Óeritìlotti e Fama-i
rio ; e la stimano ^ è la riveriscono : EUa ìa
mio nome Éicctà lo stesso a* Sigg. Abati Salvi^
nì^ e Casòtti; ÀI nosd» Si^ Marchese Mai&i
f escri»
Ata$TO«.iO'Z»ilo» %f^ ,
isesaivj» questa sera medesima > e per fine supplii
i^ndold di Èontiattamu la sua buonagrazia, tné
U tiìcd 4ii cuorey quai sooo * . • •
J48* ii/ ?^ AVr CatèriHù JZen^* n FkMzSs.
ff» . • . • . .■ ■ ., . .. ■
T A vostra lettera della settimana passata. mi
X^ ha polto iu grande a^itaa^ione. e travaglio»
ibn per alttb' moti voi «« non perchè da ^ t%s^
ho conopei y che. voi pure siete . in travaglio a
' in agitazione l càgioìiatavi dalle diiscus£i(>hi i ^ che
^costì si vaftnò. facendo per la Vita del Nani
stampata dtl>tovisa« Sento che ella è stata pò^
sta tottó -mólte revisioni^ e che qualunque he
sia stata là opinióne <ié' revisori; non si è atv^
Cora. venuto sui alcoli^ decisione e risolusioùe...
Io di imòvo ho ^olutó attentaiheiìte . rilegger!^ »
e disaimnarla '; per vedere se , posso indovinare ^
bve cadano le imposizioni ciegne di tanto schia*
mano .• e per ^ varifeà ^ nod ho iaputo ritrovarle, i
ètSerùpre pili s^no rimasto persuaso » che, mula
ni si contenga » che tion sia a gloria ^della , oo^
stra Repubblica ; e; a lode d^ quel celebre tsto»^
ideò» il quale se vivo fosse > anziché dolersene»
si ccHifesserebb^ tenuto a chi si . pulitamente , 1*
ha scritta* Se jprer trarvi di «h^bblez^Éa e d' ii^
^[oietezn Jmò esser bastante la mia. àpprovacitCK*
xie ; e 'i fnio .nóme > . sono conteikissimo che ve
M servile all' ocèastóne,* nella miglior forma «
che Vi parrà ptk éaqpediditè ; Sa Iddio , e '1 mio
R 2 cuo-
%6<$ L « V t B KM 9 I
euQJce y che darei molto più per dÌmosttacvl« il
mip amore , e la mia |:enerezza • Io voglio per^
sperare , ct>é t^qn vi sacà bispgao alcuno per va.
stra difesa : poiché V opera stessa vi è sufficiente
e manifesta discolpa. Dite pare liberamente ^ clie
io vi, ho somministrate e distese tutte le notizie
di quella Vita , le quali ho raccolte dalla viva^
voce dì quella grand' anima del Cavaliere Bati-
sta I^ani ultimamente de^ntp ; il qualif? sapen-
do che io dovea scriver la Vita dell' Istoriof; Ca*
yaliere e Proccuratoce ^uo zio, mi ha datimpl*
ti lumi 9 e suggerite molte particolarità intomo
ad esso, acciocché ^oà 1^ òmmettessi in i^odo
veruno. Egli moltq bene sap^a non solo le pre-
cise azioni del suo antenato , e i pregi déllf^
Stpria di lui; ma ancora le opposizioni , che a
qisesta ventano fatte in paQicolare dagli oltca%
montani ; le quali se si fossero taciute da chi
ne scrìveva la . Vita , ciò sarebbe stato u^a jip*
velia censura, e saìrebb^^ parutp^ che come ye^-
re, si fossero' dissimulate • Bisognava toccarle
per confutarle , come molto bravamente avete
fatto: talché e la memoria di lui , ed i suoi
eredi ve ne debbono rimanere con obbligo . Ciir-
ca il luogo della mediazione del Nani rigettata
dall'Ambasciatore Spagnuolo, che cosji dite di
più di quello, che se ne ha dairistorìco Miche^r
ie Foscarini, la cui Storia scritta d? ordine pub»
blico fu approvata dall'Eccelso Consiglio dìDie^
ci) Le opposizioni fatte allo stile , alla favella,
e alle concioni del Nani sono benissimo ribut*
tate : il che è stato molto ben fattp , poiché que'
li-
A P ^ T Ò 1 d È È il d. %|i
libri, ove elleno soatì sparse, van^er le raaàl
di tutti. E da. quando in qua diventano oltrag*»
gio^i gli Scritti, ove, si rapportano leT censure ^
per ributtarle , e codfondetk ì Piacesse a Dio ^
cHé. si trovasséird cittadini così zelanti In somV
gliatiti riscofitri; a*qùali doterebbe darsi premio
e Éivòre ^ anziché JFarsi querela e persecuzione à
Qiieste ed altre considerazioni che potrei aggiu-
gnere, si della giustizia della vostra causa i 4
della. equità e saviezza di cotesti prudentissimi
t gravissimi Senatori i mi dannò confidenza - a
ispefaré $ o più tostd sicurezza a . credere i cha
tutto finalmente resterà sopito ^ e ridonderà a vo-
stra quiète ed onore. Mi serve di fondamento a
ciò il vedere, che noli è uscito in tanto, tenw
J^, in cui sM presa per mano questa, faccene
da; alcun ordine pubblicò^ per cui re^tisuppres^
&a o. sospetta ìa mano del Lovisa la distribuzio^
lie degli esemplari del tomo , ove tal Vita sta
impressa: il che è segno, non esser la ttiedesi^
tua stata jiudlcata tale^ che meritasse si rigo»,
tosa condanna < Rifletto di più j che nulla può
avvenirvi per essa di sinistro , quando aiiche vi
fysse qualche còsa i che non v' è , la quale di&>
piacesse; mentre non l'avete pubblicata ne alla
macchia, né in luogo straniero, né tacendovi,
o ma^cherandtrvi il nome^ ma l'avete fatta in
Venezia , col Vòstro nome alla testa « e dandola
allo stampatore i acciocché la dess^ a Hvedere ,
tome credo che ^{^ fattoi bnde per voi està-
tò soddisfatta in ógni parte al vostro dqvere •
Sicché Itile jfin^ <^ animo ripesato « £i|raaqmir
a*ìl LETtERE »I
l9) e al più' senz* alcuna alterazione rappresenta-
te le vostre ragioni ad alcuno 4e* tanti vostri è
miei" padroni , tra* quali vi nominerei SS. ££• Cav.
t P^oc. Grimàni^ Andrea Cappello ecc. "sé non
credessi di farvi Wto col suggeriryelì '^ Io ilon
mi ifarel scrupolo alcuno di parlarne ' anche a S.
^. Cav. Gio: Francesco Mc^ósini , che e trop^
j» savio è giusto, per non approvare , quanto
feste per dimostrargli 'a vostra difesa» Presso' di
lui potete anche valervi del Sig.' ^Antonio Val-
lisniè'rr: nja non y* e bisegno'dì mezzo ^ ove il
jpudice ' è giusto , ' e T innocenza patese'* Sono
stato forse tròppo lungo a scrivervi sopra questa
itoateria : ma la premura *cbe ho della vostra
quiète, da cut dipende la mia ancora ,* n* è sta-
tjt-cagìpne. Se si volesstf poi, che nel' Giòma^
^i ponesse j^ualche onesta dichiarazione, o nella
yita stampata si levasse qualche ' perioda • pia
per soddisfare a qualche doglianza, cfaeal^biso-
gno, fatelo pure di buona Voglia : ma* non cre-
do che ne anche si verrà a questo passo , pel:
jH^n^ esseryene bisogno alcuno^. Ma passiamo ad
altro , solo dì nuovo replicando ,' che quanto a
me e ai nome mìo , diciate tutto* quello che più
irtimaté spediente per vostra quiete. * ' !
" yi ringrazio' pel Lessico del Calvino , e pei:
que*Kbri che avete presi éa Teodoro Garbiza'.
1 dufi rpmi (iella Biblioteca Rabbinica' tìon oc-
corre che per" ora passino ' i monti • ' Riponeteti
presso il yolumeddPImbonati nella stanza d^
miei libri. Gli altri tre , cioè P Inchoflfer , le
iSetelstrate, e PÀUa^eie-, ttS sarà caro di àvei^
. ' - Il
Apòstolo Ziko. H^
\i qui con altra spedi2ioflfe . (^atidò scrivete a
Rohift al P. fialdifìij o al P. Zuanelli j riverite
r uno e r altro a nrio^ nome , e raccomandate
ad eisi toro la ricerca del II. e del IIL tomo
dèlia su<ìdettaBibliotèc2i R.ab$inica, la quale mi
sateU>e molto j^rato'di poter avere bella e per«
ftcta ; tpdL prima Éitene co^ti diligenza •
j4^w j/il Sii. CMvdlUre Già: Francesca Mor&sini .
rieÀMd $. Aprite lyiU
Npte iio prkn^l d'ora data risposta air urna-
iiisiima lettera di V. E. poiché liberò di
faccende incaric^teitii da S. M. ho voluto più
ieriamcnte applicare a quello", che io potessi r^
scrivere intorno àll*^ Istoria della Università di
'Padova , cìxé ella pensa' molto saviamente di vou
icr fefe scrivere da àlcufio di 'que*felebrl Vftfè^
$oti* lo le dirò pertanto ingenuamente ^opra éi
questo U mio puere ,' as^ggettandolo umUftiefi-
te al>avio InteUdiftidnto dt*Y« £. cui ta^o è
a cuore k gloria* di quello Studio , Due setitfo-
ri ex profèsso bacino trattato / cotóé èlto sa V U
isad4etto argomenti) ," tìoè "Antonio RiccoWni % e
*^cop<f Filippo TottutiasJni ^ ^ che lu poi Vestovo
di Òtta" Nuova nèll* Istria .^L'Opere IWo petvè-
l^ì coftte|igoii(>' inoite co^ otthM '#Ìrkigokr^ ^
e sono dtegnedìf molta! Iód6: ma Vmàetéi-
aof f haiino' fatto si «Jatsaa^ , che in que-
sta ^artt'fawno pia to^co iòUtttkHtp , efa^ sod-
2#4 J^ f T T I a, E > i
disfatto il desiderio del pubblico. Nelle ahticKè
notizie o sono mancanti^ o poto esatti, e nel re-
gistro de' pubblici Professori de' secoli passati nod
hanno preso tutti qUe* lumi che ^ano nécessarii ^
Stimerei pertanto , che quandi dall' E V. e dall'
Eccmo Magistrato de' Sigg* Riformatori unitat*
mente fo^se commessa a soggetto abile ed eru^
dito (di che non è punto scarsa quella insigne
Università ) V impresa di scriverne ^di pianta ^ 1*
istòria con miglioi: ordine » ,e con pia eìtehsi<>.
ne di quello che ilRiccobóni e il Tommasini ab*,
biano j^tto ^^ tanto a riguardo dell* origine e avan^
2ameato della Università in diversi teoipi e go-
verni; quanto a riguardo delle Vite de' Professo-
ri e de' loro^ scritti , fermando ili quelli pritìcì^
paliiiente la naitazione^ bhe pel crec)ito ed oper
re loro son più distinti^ e frammischiandola col
racconto . de^li avvenimenti pubblici e privati ,
che la riguar^tano , e coi documénti dcÙ^ savi6
^ordinazioni di ehi vi ha ^reseduto ; si potrebbe
avere un'opera di molto decoro, e, di molto gib^
vamentQ, Abbiamo l'esempio di. altìre jàazioni ^
presso le quali si tlrova, da bellissime istorie il-
lustrata la memoria delle loro università^ .aniu-
na delle quali^ né di antichità, né di pregio ce^
de in. veron conto quella di Padova . Qìiesta
non ha; da invidiare ad alcuna di esse , sé
non la fortuna di un bravo istcl|ri^o ^^ the la 11^
lustri^ come hailno ^tto Cesajre Buleó per quel-
la di Parigi i Gipvaniii , launojo per quella di
Navarra^ Antònjo di Vood per quella diOsford^
Gio. Gristoford Beemanno pisr quella di, Frano»
fortj
A » a s T .o ;l o . Z 1 il o« àif
felit e con àltii . Mòkimme cose kb osservati
iiyÉi*miei var) stod|» e notate su questo proposi^
to> le <{Qali mèlto yòleatìeri »dei per sàggeri*
ire a chi fósfis incaricato di si lodevole impresai
e mi stimerei a gran sorte di poter .còntdboirè
qllalcbe cosa al buono ipcamuìindmento deità
ibede^imai la quale ridonderebbe anche, in ono-
re a cdtesta mia Serenissimsl, Patria l Vero é ;
^e tali nojtitie ;iòn ho t^e preiso. di.me, e»*
^endo rimaste costi in gran parte coVmiei libri i
'^na spero che verso la ,fiae dell'anno avrò dalU
M» Si ia permissione di fare, una soótsa in Ibù
lia: ed allori avrei campò^ di ràc<M»gUere tutto
quello che mi è oecbno 4^. osservare» e notare*
Tanto per .adesco posso dire a V. .£• sovra qu^
4to par^colare » aggiugnendolc solo i die se V
idea dell' Eccmo Magistrato fosse di èontinuar»
solamente il Gymftàsium féUdvimm delTòmnij^
sini; in falcai foeù più avrei da ÌK>mministrartó
xli quello; che 3i ritrova nei pub(dicl registri
della stessa Ùnive]fsitai,,e dell' Èccmo Magistin«
to; anzi nulla di più di tali notizie vi si dkH
vrebbe aggiugnere» per non allontanarsi dàll*
«ardine e dallo stile dell'opera sopraddetta»
f5o« Al Sigé ÀmàtUC^m'éOfì. à Finèxisi
Fùnns it. ApriU ijiii
Quando vi scrissi la settimana pusati» che
^a momenti. dovea partire Monsij^or Alb»^
ai alU voiu di Roma i non vi ferissi À
vero»
ftiù y poiobè il sabbafiÉ iiésto USL buso «lattiiiè
«fa fWliio aU'iAfrecta i e 'I ^ibiiiq avaati era
dealer fatto agais^dtik & M.^ di un bdiUsim*
diananta raìntatò 17* mila iSorini 4 Gti altri
tutti SOM» iti calammo ì» ({uesta settimam^^ sic-
óòme vi iBodi avv^c^ r e (tftti cM mm poicb^di-
apenolia; df quiest^'M^afcaV^ Veago. óra/ alla itck
atra lettfra. 1a iicn^ata h^nte ddla Sig. Ma-
lira mi ha toék^f rztcmstAsM i e <famào mafi*
già di iMiod» api^tito; è<buot| ^^t» « Ha fatto
^116 a -^ ^ '|iii(m> il^ ^uo' te^amèitft) ^ e pre.
j|0[ Dio, cltfe di ^ua( a iMlti aaai abbia aàcera
s xifarto^/Mi ^et6 fta^»^ (fi abbracciarla ca*
sameote a . Wu^ Mine i^ « ' {6 sttsai^ (^^ ^^
^ €ogaat^/ Sorelle; p l^i^otiai^itutti dal pri-
^o airtt^im<^ « Ick^ ì;\^ |a >^ i ^^^ ^f<^
att». nmcì ^ a boM porto l Nb àhé al Segretario
Vìgnolà , <:lio éaféMdnto vi Mi|atai , la ^osttii
kttora^ diretta al SegtMario Catombo; per Cc^
àtamiiiopoli , dov6 la apedtr) coti prima occasioÀ.
BC di pubUteoi dispaccio/ àccidocbè vsMai pia sh
Sf staio ^iMtirgaiidgo dì morte q«ietto darò air
uccisore della ^vtra' BkkbiM ; ina itoti v^ i
mòrte che ^^^t\ a chi e caduto nell' orribile ec-
ct^f^ di uecMerè' #&pó i^ ]Mwp»<> perire kf :. (no-
gliè'e la figliuolina', avanti 'uccisa fhe nata •
Pare i^pedibilaV^oi**^ ^ ^i^ovino cuori umani
più bestiali dei bnitì medesimi ,'e più feroci j.
Moia ko'^ufo^ ^H^, •^Ife Tostta * lette j?^*atVY^
*«iivetito/ isi'6rri6U% ed etfcmn^, sen» tutto raé-
iapiieciarimV Ad swfSÈtoÀ ^€^^^ aMai bel-
I4 e soave, ma tròppo asdutéi/ Si votrebbìeora
deHa pioggia >V e perchè ai atima ^n^eoaria\^* e
perchè si 'teme ,^^che né voiga in tempa in«p.
portuno» 6 allora eoa troppa abbonìdanza •' Tutti
vorrebbero un Diq a loro 'modo, e * I9* iStagioni
a loc gusto : ma T Altissimo èl dUpósitoré . ^tf
tutto, e i 'nostri sciocchi desideri non lo rimp^
ao pùnto dalle sue santissime ^téene !ciisposbiio««
tii • Delle cose di Roma mi è stato detto > chof
il CanL^iUbcmV^ i^^ un coreiche qu
giuntò a Fossc^nbtooe , a qucst* ora siar in Ro^
ma : che ^è* due primi assembramenti del ' Sacm
CoHegio il Cardi Paulucci 'abbia 'riscossi prinui
8* € poi lé. voti, mancat^dcme solo tir ^' £tf^
Io Papa; e che dall' Ambasciatore CesatOB»' Caiw
àìnàk *d' Althaif sia mto protestato co&trq' dil«è
• nome di Cesare, Se sia^'vera lacosa^neolso:'
ma c^o può esser yeia^ * SaiW questa ìeaxn
nella sera' del sabbato'santo^oM 'tal' vigor di
salute^ come se ancor fossi hd primo mac^ték
A qiiai:esima> a non avessi quWta osservata , tt
Sig. ìhdoIUo vi'saluta caraìnente, ed io<^lcu^
re vi^abfacacdpy e sono . ^W
\ 551-
iifé .' .'tir t « à i ■* I
. 5 j I, Al f> fier ffatiriftf Zenit . *■ Fenizàiì
V? Cc0^i lillà fiiccoli Novella ìettctàtìt qiii òoì
JZ# elusa da'pjor nel Giornale, la cui edizione
molto nìi f£ètfie') essetidottè ^tatd èfficàcemeiité
stimolato da Sé M« T àltt' jeri , che fu il giorno
innanzi; the égli partisse per^Laxeniburgo. MI
sonò seco icuiàtd su ie vostre indlspdsiziohi pas^
iàte , ed joc^pationi présédti ì assictìrandolo p6i
jcò j che la cdntinuazidrie dell' o^erà vi st^ri à
€mte i ed egli ^e né mostrò soddis&ttò • Mi pre-
jn^e^grandMiéilte ravvisò;. £he finalménte sospi-
kù^ dà avet voi dito il Tomo i' revisori; òiide
lN>i. i^assi in titutho dello statmpatòre • Mi è shìtd
e^issitna» se beii noti qòntieiie gran case» quel
Hstrdttó ddie attorie di Vicenza fattd dal Ttijsi^
fio» che per lo t>ià lo Ha trascritto dal, Pà:gHl^
iSni • Tra i Mssi del yòsttó, Goiivehtò lasciati*!
dai JBergòtici. ne troverete una còpia ; di cui tein^
^ fa n^ feci memoria nel catalogò che rie pref
sii fra i qtiali vi sodò altri Mssi àp[:iaiténenti a
quella città ^ i qiiaii uii i6r^pó diÉOà di cas2l
Gualda ; e fra essi in patticolaré V ha un AÌè^
f>MrÌ0U^ di C9i€ k^^ilii è nnàM illuttri di p^i^
tcnzAy scritto iti foglio^ iti forma blsìutiga, do-;
Ve può èssere che ritroviate qualche^ notizia <1!
qliatitd atidate cecéaddd. lì detto MemoriMè ha
pere uri altro titolo , cioè Ficenza tMnisatà di
Girolamo Gk4ldà 16^9. tp9i hccrescintddei iS^^jé
- dedi-
d^dk^À 4 A tr^anmcQ Bjtrhéiréi^ C^WPw:a»^ ^
Q^teUa yo^trif. cf^iighiettua iQtocQQ alt avei;esa%
to e indiripatò il TfissiQQ il suddetto .competi^
dio a fra Leandro Alberti, perchè se ne vales-
se mìX^ Vaa.De;qcmio9e d* Italia» ciceiicat^ne
(la lui, mi è piaciuta estremamente, e la ^timo
molto if quasi la creder certissima. Prego vi pqi
di riverire a mio nome il Slg. Càv. Zorzi , e
rin^raziarne^q vivaitieqce del fevo^e fettotui col
dar^ cc^ia di quel Ms« ^ quanto prima gli^e
scriverò in ringicaa^iameqto a dirittura, con»; è
ào^tx^i m^ o^ fono troppq oqiifupato ii^ una
tracluziqae^ che deggio fai:e pe$: ^oh^ndatiieiitQ
d^l' Ip^peràtric^ di ^n tinatta^lo di S« Agostii|q^
e cJtié fra tr^. o quattro giorni, dpvi:ò teroònare ,
fsi ^ver poi dai; cominciamentp 4 primo Cb:;un^
v^ da fai;si. Non v'ha dubbiq poi :^ ^he se ti
H^e$$ero soQto. Toccbiq quelle /lettèt^e «pettaoti
^frissitio^ che iqno pi;essp de' su/c>i c^^edi , séno
pi^tiebbonQ trarre xpolte buone nòtiÌEÌe per. iUu**
^tcare 4Ì la Yita di quel grat^d'uomo, si la^to*
ria tetterarjia de' suoi tenq^i • || Cansponier de)
E^triirca è bene, (;be si ristampi dai Volpi, c^.
s^dovene ora scarsea^^a , lipassimamieiite di bu^
^Q^ edi^iopit Pel libro di Bo^iq ye Q*e^ poca
necessità; ma queir Elpide, di qui si.«. triovanq «
o si ^redonq gi'Intiì, che portano il suo nqme.^
npn fu mai moglie di Boeziq : e(l iq ne bo^
cqn rispetto di quanti 11 hanno asserii, ^scoof
tri cosi sicuxi, che sarebbe pazzia il dùbitamat
o'I.. contenderlo • La posta d'oggi non' è ancor
giu)at4,,^d. iot^sonp f^ccu£^tissij^04 oncte^^Wr
4o
i
Iéo ai iQÌit»*€acdiatm6&C9 tutti y è itt partioolàr^
U Stg; Madre; vi abbraccio f?ofì tétt» VàSMiit
Addio; fratello àzxìkimiBO* .
L^
E nostra connuii Ietterò si riducono al ^le^
sente quasi alla sola consolaziatie di comti*
ìlicarci r un • T altro il nostro, ottimo stato i meiw
tre ora a me iion odcòtte .«ii pregarvi di còsa ai<^
icUna; e Tot a me tlòndàèe; occasione di Arno
^uÉM^ in vostro iseìSrigio . Tuttavòlta. quel pò*
tersi ìlire a. vìcéii(&L ^ sto bene^ è'I prìncifale j
lenza di cui il -rimanente noìi, sarebbe ,che\ c^
ttàvaglio* Atudie la. salute ristabilita della, Sij^i
\ Jiladte ,ini fièmi)iie di cònteritekza i e quella dtt
tutti di casa nostra,' che salutetete caramente d
snid .home ^ Qtu son venute nuove che ai Car-»
itiìial Goziadini noti è . mancato che un sol votò j
. ^ cunr Papai Ci^^ono i politici, che ancora
' lo pQSsa essere il Cardinale Pauluzzi,, e che per
' lai eÀtto sia stato di là spedito V ultimo cor-
y fiere 4ut giunto ^ e . quasi, tosto partito con Je
tispoisteiU altra )Bri (ioi lungamente, coti S* MJ
dft;èui. k» ssntitò dir tnolto bene^ s^, <^. Cardia
naie Cenuro ì . sì àék Cardìnaie Barbarigo ; e al^
coni: particolari me ne richiese. Potete benfigu^
sam ,' die A ^Qon cu^re abbracciai T occasiéàe
iti tefjcitf giustieia a que' due PoqDorati Pitiìi) ^
ete^ fiuioé in nfgi st sraxkke bnoré aUa ^/ai *
A P t T^O I. O : % 1 H o: %fi
U mmùga&aie giamo, faxa V A^^ustiiStmo Pajfih
ne .per Lacemburgo ìmwiM o^n V Impecàcciof ^
che prìfiiai, della metà ilei, «d^se VecitutQ s' iocam*
minerà , ^à vicdtà icki Baj^ìii Ut Praga i i qiiaU
faccia Dia (Itb^ le riescano «altkevoli li par lei;
sì per qitesta vlésarea Casa ^ Crèscond i 3«^spe(ti
dell' armi 4e^ Turchi CMtra la Pdildmà ^ pret^st^
l>er poi venire ^ r^tttira con qbeéta , Potensa ^ la
qoalt però y^xin^hóàù veder prima ii altro; im^
jp^^fio diranatata 1 Iddio tieassistorà^ Al SigtNa*
dal Berti, dcòèdatemi buon . leryìdóro ed aoucor^
Invidiii r andata à Roma, di Cotesti Vostri <^àlàh
iiiomiiu ì Sì (ditte occasioni tion vengono , si di
fireqUmte i il, tHattimi^io della Pisani Morette
Col Pisani del Banco avrà disgustati ceàt' occkl ;
che si kiafigia^aiio col desiderio si ^uom bocccN
iie; l^a. qOeite non sono torte cl^e si paìtisQaw
Ho : debbono toccar èuttei ad uà solo • Tra pàrbV
le e Calice ho fattft lajetMraf ei tra sinéèri sih
ì^ i e cordiali abbracciamenti la fiaiicb ìj ÀfUki
ài .<:upre;
POcId pQ«sono dèsideiar più di m0> chd ìfki
kaioiia del Scmrano Ponti6càta riesca n^
h pccsiin^ ck2l; Emineikissimd Cornu^^ ; fOV^i
pochi, più: di: me. pmoòò amare e. admattf 9^4
gotti pdaooaggìo , die mi iia &tti ta vitìA
XMOfù^ «u^Qlacisiin4 faVori ì ciia> hi iirtté tà
^ùa-
/
^X» ' L « t T B U E t ^
qualità necessarie , per ottenere il ptimq pa^
ftò deila Chiesa Cattolica ; Se questQ sortisce »
io né sarei contet^tìssimo, ed anche a vòstro ri-^
guardo 9 ck^ sieste della 'stéssa famiglia , benché
dà lungo tempo se ne sia £atta la diraniaziòi\è^:
ma finalmente dove è comune lo stipite » il san-
gue è sempre comune « come appunto Tacque,
the in più canali derivano, benciiè di molto sì
3C6stinoLdàlIa so^rgjente, sono però tutte acque
della stessa sorgente, Qtii si sta in un sommo,
sil^zie dei maneggi dèi Conclave » perché pochi ne
etannò in attesìzione. 'Ha stj^rdito universalnien^
ie il fatto del Cardinal Salerno , dichiaratosi d*
^Itro partito ; benché V esser suo Io ' Heonosca da
^hi sapere. Il soggiomq in Verona ilei Principi
di Módana h credere, che possano ancora dare
^a scorsi a Venezia. Il Re di Danimarca si è
rimaritato dopo una Vedovanza di pochissimi gior-
ni CQn la vedova Duchéssa di Holsiein Gottorp,
alétta di Slès^yic, 1 timori che si avevano ^ella
mossa dei Turchi verso la Polonia , vannosi di*
legnando. C^edesi che ta|i nuove fossero disse-
minate per^ri^ardi politici dai Religionarj della
C^rmania , dove pure le controversie di R^eligio-
né si vanno mette|idò in migliore aspetto • la
città é quasi tutta a Laxemburgo , o fuori ne*
ix)rgh£, e ^e*. castelli « Si sfa in difetto di qu^^r.
tali , e questaj[ é la nuova ciie^ più mi tocca •
Disturbi- liòn me ne mancano .'Nella ventum^
settimana darò principio al nuovo Dramma' per^
la Favorita • Bregòvi di salutar caldamente e te-
neramente a nuQ ooipé la^Sigi Madi^,' e la^.
Co-.
/ -
Apostoi-p Zbi^o* 273
Gogaata , le Soretle , è i' Nipotini • Il Sig; lA^m^
imsdàtore è ahch* egli in un pallazio di villa
lontano di qui intorno mezza lega; e può és-
aere eh* io Vada presto a stór con* lui qualche
giorno # Vi abbraccio caramente ,' e sono • . • •
< 554. -^/ Sig. ^ Antonia F^llisnieri. a Padova.
Vienna 3. MaggÌ9 itzu
IL Sig- Domenico Maissardi , dipintore "Bolo-
gnese , tni ha- rfe^tà la vòstra lettera . Ben
potete figurarvi che molto volentieri T'ho vedu-
to, vcnendotìii raccomandato da voi . Farò qiìan-
io mi 'fia* possibile ih sub >?àntaggio; ma spi'àce-
ml , che ai^cbe quìsstò nosltro ttaliaho sia venu-
to in iaq pSese, è in uh tèmpo dove v'ha poco
da sperare per chi non è tedesco « Sono quasi"
tré anni ch'io sono qui, e con tutti i miei
sfoi^zi, e con tutta la premura che ne tengo,
non 'mi e -^neórì riuscito di: trovar Aicchìo a
proposito pel i^òstro' carissimo Sig. Ippolito , il
quale ptìcò iton disperò cfi vedere lin giorno ben
provveduto per' fcomuné consolafciotìe • Il Sig.'
Cavaliere Garelli ha rkevùtir i libri," che puresi
avete per lui dal Preti dèi '^Senunarip , fe h* è
contentissimo . Credo i eh* esso ve he avrà scrit-
to « Ai i:^. egli partirà con la Maestà dell'Im-
peratrice Verso i Bagni di Praga in Boemia, e
vi dimorerà^ intorno a due mesi. Ihtanto termir
parete la statìipaMcft vostro libro, il quale hori
^ potrà presentare al Padroiie^ prima del ritorno
Tmo m^ S deir '
<
\
^ «ta hila, e darvi nuove del mio ottimo stato;
ed io che sono desideroso di j^termi adoperare
in qualche modo per lui , vi supplico fistaiite*
mente di supplire iti ciò le mie veci, e di te-
stimoniargli con r opera vostra il grato animo \
assicurandovi, che mi farete. cosà di mio som-
aio piacere. Deggio anche aggiungervi, che il
méctesimo mi ha ragionato di voi con sentimen-
ti sì affettuosi é obbliganti , che pei: vostro n^
guardo ancora avrei dovuto amarlo, se per mio
non fossi stato astretto ad' amarlo, come face-
va. Fo fine, ed abbracciandovi col cuore mi
aicb • • • •
556* Al medesimo • a Venezia.
Vienna ij* Maggie iT%u
Sicché non mi sono malame»te apposto nelfaic
r indovino in proposito di quelle Osserva-
zioni del Facciolati. Quelle Lettere del Redi è
bene, die in qualunque rnodb sieno stampate .
Vi ringrazio della notizia dei due Mss. di casa
Nani . Gio. Francesco Benedetti , autore di quel-
la letteira, ò sia paiiegirico al Doge Barbarigo,
fton mai , eh* io s^pià , stampata j fu Cittadino
e Segretàrio Veiij(|àno\^ Era amico deV Polizia-^
tio, tra le cui Lettere al libro VL ne troverete ,
alcuna di lui. Mori nel 1509. e fu seppellito
in S. Maria delle Grazie còn'epitafió, che dal
Palfero sta riferito , come segue : Sepulchrum
Joannis Fr^H^irci de SenedilHi f^eneti Sécretarii ^
'^ ' fri4'
^ À p o s T tì £ o i i il ó; àff ^.
Mv/r Thì Sis Qh^hc Àfemor. ijostr Se mal ^ S.
vi occorresse per altro di andare a queir Isole4«
ta , e vi riuscisse di osservarlo , fatemi il favore
di ricopiarlo, come sta e giace, notando arme $
forma di depositò i o altre curiose circostanze'^ ^ |
PliiBsto è quanto so di ess9 Benedetti. Iti dett» \]
Isola stagno okre al, Sabellico sepolti inoltigraxv
di. uomini ^ come Luigi Pisani Cardinale « Pietro ^ > v
Giorgio^, Lodovico Marcello Dottore e fenato*
re. Bertucci Vaiiero Vescovo dì Verona, tiììppo
TTerzi letterato di grido, ed altri - Al Marctiest
Maffei ho risiposto mercordì passato ^ssai a lun*
go. 11 suo Cassiodoro sarà più applaudito, %9
vi aggiugcierà altre, cose inedite antiche djài Co*.
dici Veronesi . Io V ho consigliato a farlo . Le
altre notiiiq letterarie mi sono state carissime .'
Nella . rac(:olta degli scrittori delle cóst Padova-
ne pubblicata da Felice Òsio, osserverete dietro
la Cronica di R,olandino due antichi Cataloghi
Latini dei Reggimenti di Padova; nel primo de
^uali a f • 12 2. e nel secondo a r* 129. trovel- '
rete .farsi mcn^zione .della rappresentazione della
Passione e, Rifprrezipne di Cristo celebrata nel
gran Prato della Valle in tempo della podestaria
^i Galvano Lanza l'anno. X24}* il giorno éì
Pasqua • Roìandino non dice cosa . al<;una di que*
sta rappresentazione $ .ma ben di simili feste , cUcf
ixcl suddetto Prato della Valle fijLcevansi concadh
ti e baili: si può osservare quello che esso ne
scrive //^. I. cap. x. p. 1,4. ali* anno laoS. t
lib. ly, cap. ix. p: 41. ali* anno 1239. Se la
f uddletta rappreKénttamcac finse stata fatta la' rl^
1/
<" , Ì*[È L X t E R B i) ì
A ifia e lingua Volgare, sarebbe si<iuramei!te ante*
Kore di molto a quelle, che poi pe furòtio fat-
te e rappreseutafe in Toscana . Il Tommasi nejr
Istoria di SieAa P. n. p. 6^. pretende, che le
tàppre^entàiioni sacre 5i coitiintiassero a mette-
te in uso in Siena tìn dèi ìi^i. in memoria e
laude del B." Ambrogio Sanóedohì, chft impetrò
l!àl Pohteficè Gregorio IX. T assoluzione de'Sa-
Aesi dàlia scomunica, e perb ogni anno se né
Celebrava là memoria nel venerdì .di Latterò .
il Oestimbèni nel Voi; t. del Comentarj pj€g.
't\ì* e sèig. parla^ a Jungò di totali rapprésenta-
jionij ma pare che egli non le creda ' introdot-
te prima del 144$. In che vói j^etì vedete, che
ti mólto s'inèantìa. No|i ho questa volta che
|>iii sóggijigflere , se noti che Riveriate càramen-
te la iig. Madre, le Rotelle/ e tutti i nostri,
^àte sanò , ed amatemi • yì ràecomando T oc-
eluse al Lalli, ed al Volpi. Io sono occupatis-
simo nel lavoro di un Dramma^ di cui non lib
tatto altro che^ lo scenario , e dopo fatto , temo
Jtt averne a fare un ^Itro sopra altro soggetto,
^ riguàildo dèlia difficoltà che incontro nella rap-
presentanza di lin fìnto abbattimento tra Perseo
è Cenietrio , figliuoli del Re KUppo , seguiti
^dai lord Macedoni; menare dicono, che il tea-
tro della Favorita pon è capace di tale spettaco-
lo ,* il che è falso ; e che S. M» abbia gli anni
J^assati datò ordine , che simili abbjtttimenti più
in avvenire non abbiano a rappresentarsi ^ a ri-
rardo di qualche disordine, che n* è seguito j
cife tttrfo che sia tettf -'Nuovamente vi sa-
"^ luto.
APosTOtò Z ^ ^ ^^ 179
luto , e vi abbraccio • Sono obbligato a vói e
al Sig.Facciolati dei lumi dat^i sopra la voce
r€HmÌHs y e sopra 1* altra InsntUantts ♦ "^ '
1557* Jil Sig. Anàttn Cvmdrò. a Vénctia,.
p^ma 2^ Ma^gtp 1721^
LA elezioìie a jSqmmo Pontefice del Cardinal
Conti, il quale per rinnovar la memoria di
Papa fenoofinzo III. uno de' suoi ascendenti , ha
preso il nome d' Innocenzo XIIL e stata ^ molto
b^nfe ricevuta in questa Corte •/ dalla quale gli
sono stati prestati anche non pochi favori . Due
suoi frateUi , o nipoti, son morti inoltì anni so-
lio militando in Ungheria al servizio Cesareo .
Dei Ministri, che si ha nominati-'in questo co-
minciamentQ del suo Pontificato, qui è stato in-
teso con piacere, che 'abbia dato il carico di Se-
gretario "di Stato al CaMinale Spifiolà , che fa
molti anni Nuncio al nostro Impcradpre . Tutfti
parlano 'bene del/ nuovo eletto ^ confessandolo
tutti Idi un ^cuore franco e sincero ^ ^inclinato al
ben fare a tutti , amante delle lèttere , avendo
raccòlta un* assai buona libreria , e |n una paro-
la uom da tfcne , e lontano da ognL interesse e
passione ; rfcchè se ne " spera ' generalmente ^ un
•felice Pohtificato ,'che Iddip^ Signore per 'molti
anni concedagli, e sia ja beneficio di tutta la
Chiesa • Ho inteso con dispiacere 1* arrivo ddfe
innumerabìli cavallette comparse in coteJte par-
ti, fino a coprire 5. miglia ifi paese . 51 fatte
^ S 4 ' be.
bestie uè mai fanno del bene ove sono ; kè thal
ne annuncialo per , dove , vanno ; ..Spesso spesso se
ne son ve4uti pfissimi .affetti » Lodevolissima e
santissima si è la vigilanza e zelo di cotesto
Eccmo Magistrato d^ia Sahità , che subito ne^
ricerca il rimedio e 1 firesèrvativo , avantichè ne
avvenga di peggio. Non tid sovviene ^ che dir^
vi di avvantaggio > e però desiderandovi ognibe^
ne, vi abbraccio col cuore » e sonò • • • ì
J58* ^/ P. Pier Ga^eriné Zeno . a VènezSa.
• f '. , - . ' ■• ■• • • • • ' .
yUnna Ì4. Giuinè 172 lì
LA risposta ,datavj da Firenze intorno al Vo-
pisco 4el Burchiello noti può essere più ri^
dicola. JEgliè più sano iL^ir^t cpméfo io^ ngil
lo so,) che il parlare a sproposito ., Alcuno lo
^ avrebbe potuto dire un soprannome Romano dsK^
tosi dallo Scala giusu Tinstituto dell' Accademia
Romana e Napolitana» che aÙora,gotivano: ma
io non so, ,chéJo Scala fqsse dell' una , o dell'
altra > e nell* albero. de'$uoi asceAdenti, che fu-
rono da Colle di Valdelsa , e di bassa leg^ , pò*
sto nel fine della, sua Storia Fiot:entina, nrpn sd
che .alcuno di essi sì chiainasse Vppisco, al,q^a-
le il Burchiello potesse fare^ allusione . Del|a
morte del P. Garzoni il P. Mariconi ed io ab-
biamo provato ì un grande rincrescimento • Io lo
aveva (già prevenuto con, la notizia della sua ir-
' remediabile pialattia participatami da voi •, ][ddio
Signore T abbia, come e. da sperare diquel buon
feii-
A i> è^ è T é J, o Z B H oi ili
ir^igiòsai nella soa eterna . gloria • Il posto dà
Segretario Po|itificio 4elle lettere Latine ^ a' Pria-
^pi ^ statò degnamente epaferito, a M9n3.^ Pa$^
ìionei dal nuoto *r4[naote Pontefice ^ U;<^e4i
iiìòlta. ^speranza di voler riuscire uà gran Papa^
e di voler fare un glorio^ go^vernot Df. ^uen»
huòVa ho sentito . molto. piace2;e ^ amarao ,6 , ^t^
mando da malici anni singolarmente 4 .su4dett<»
Prelato;, e iCon e^ual piacere ho inteso similqi^:^
teinuovf titoli e onori ottenuti da Mfms^Bi^jtik
chini »^ al> qua}e sonot obbllgatUsìmo per la me^
daglia del Cardiiial Noris, da lui data pfr me 4
P. Baldini j> che mi sarà molto cara • Deli" I^^K
ItHliCHm del Mabiìlon servasji purjs ji tutto suo
comodo il Sig. Arciprete Conte MuseUt « poiché
à s\ buon usò se ofi sei;ye. ,Bas(afni. solio il riap
.Verlo^ quando ne sia finita la epilazione col Ms^
esistente in Verona delFandico Órdine- R0m9no«
Aiu:hi io Qj3n ho, molt9 buoni riscontri ^ intorno /
a Moni. . Fptitanini y al quale però desiderp.ogni
bene^ essendogli stato.amico per tanti anni ^,c
non avendo cagiotl^. alcuna per j(ion continuarlo
ad amare > se bene in alcuna delle sue Scrittu«
re sopra Comaccbio non mi son pptutp indurre
.ad approvare xerta numera di. scrivere -^iroppò
yiplenta i e aliena da^la carità Cristiatìa coi^tro
del suo avversario. Il tipme di Aurelio Amaltea
non mi e sconósciuto • Mi sovviene di aver vQib
duto, molti, e molti ai^ni sono > più. di un vo»
liune Ms. di poesie volgari presso il fa D* Àa^
tonio Ottoboni y che ne facevii molta stimai i
Trovasi anche stampato del luò un l^^ro in S(^
net-
pttd intitolato f^nttiM ^otéAngliésa. In P^Hetid
p^èà/o il JHliàco\t6y6. itìf 4. e afi àMm ititko-
ìktó II Ttmpio delld paci fiMftcatP dal Cardia
itàl MézXarifià ^ Stànkjt déV C^aitere- Afndteo
( ma questi efèdó, che fo^se 'Ascanio' ^uo fra^-
*éUo^ il quàlti full Cavaliere') |)t Parigi pr e s^
S0 il 'ciritfhùiì^ té. ... ih fbglìù.* Qtiesta hn\u
glia è'celÀre'jtfitidpalmtote pei? li W (tatelli
Amaltri , tSitòJartio , Gidt batista, t Gonidio,
tutti e tfè' bravi Poeti Latini, Il iecotidò dèi
gttalì, cioè Giò. Batista ^ si dSettii molto della
irolglr pòetìài wine y^^ eia' su<>Ì <^ortìpòilìàiert-
R Sparsi per ratie raccolte. Avrò paro , eh* sì
^tarapl la ftaduzioh^ 'delle ' Tragedie di Seneca
fatta dar Suddetto Àtareliù . Ricordatemi (>tion ser-
yidore iX nòmù Sìg: Gìo, |àtista Bono , nostro
più buon àttiftip', fhe parente. Vi ringrazio del-
le notifcicf dàtehli ìntfitfnò alle lettere scritte di
éiversì grandi uomit}! al fiimoto Tassino • Il De*
iMtrio precettore di lui nella' lingua Greca fu
IDemc^o Calcondìlà ,''Co^intinopolitano , arai-
w>'del pembo e dell' Arrosto /il quale adche
lo nòmina |ieHa sua Sàtira al Bembo. Osserva-
W »cl Tx>mp XXVIII. del Giornale juir- 1^*- ^
Irtiut^iitazìòtie da me fatta ad una sciocca annotaa
kìonedd Rolli '.Avete «igionc in dine, che
^tod bonétto del Tris^ino rfafkttó cóntri Vicen-
À , amci che contra. Veneiia . ' Pure il rumor cor-
sfe, che fesse tcOTitro dì questa. Vedete le Ltt-
tétt dei Ciaco^Adria a e. 34^ 35. delia edt-
fttofie di Venezia \6t>6.m 4. Qyel sonetto im
è* «ito ca^issfatto . fo *ron Tatea mai rtdvto ,
né
^è sb che io bicMa raecekk lia tiptmté* Un
llùoVò prdìtìé mi Viene impostò fli ilDil più tt^
tagliare dietiw àlJà Serenata^ ;iia diètro J' Op6A
fa . O quanto feitì^ , che' pur m* etu' nccesèt*
rio, mi si è httò ptriete |nutilméhte! Paté ci
vviòl pàziefi2a. Salutate la Sig/Mad^', e totei
di casa Ao^tra* Il Sig» Ippolito j il Sigi Gcttti*
lòtti 5 e'I P. Mdricòai vi maiidano tm aifetfu6^
so saluto y ed i6 più di tutti tordialmeAte ' ri
pbbttLttio .
5^^. ^f Sii* -^^àreifi C^hdrè • M V^ntiSà,
VitWHà fy Luilio tftU
SEmpre più nii consolo déir ottiitJo «ato èli
tutti di nostra casa, e in particolare di quel-
lo della Sig* Ma4re, è 'dèlia 'Sig. Cognata i il
cui male passato né a lei darà timore, né a voi
cofripassiìphe per yefalfiJ ad altri simili esperimen-
ti . Piacerai però sì fatta risoluzione, poiché voi
la volete fate più tosto da marito Cristitóo, clic
da pfStklcb. Al gterntì^ d'oggi molti $ì inarita-
tto pét aver prole, e poi <emeftodl aveifnètròp*
pa; onde laotiano di praticare in loro ea^a quel^
lo , di che fìoft si astengono 'fuori *^ Non è poi
dà maraVigliàlsi , che tante fajiiiglfe Vadano à
ìtìaie, e periscano. Veggo ^na fiuovà finezza ddl
vostro cordiale e fraterno affettò verso' la mìa
persona nel nome , che vi Siete eompladtìlo èk
rinnovare nella vostra caia, chiamando col mie
nome T ultlmanicnte a voi nato figliuolitìo • Vi
ne
•n 1
Ile ringrazio di Cuore, e Iddio Signore lai Bd-*
nedicai e cotiseryij )q[uando petò ciò abbia ad
^sei?e per gloria, d^ Dio ; e pdr nostra ; contea-*
tezza • Lx^nddi si attende di ritorno , o 1 giori^
tegqeoce la nostra Augustisslnli Imperatrice , la
quale ^pde perfetta salate i Per. li dieci^ è la gala
della Vedova J^mpèratriciì Anjalia, 1* quale poi
ai dodicr^psirthà a^ aggiornare per sei settimana
à\ suo delizióso ritiro di $érnprun , , nqn molto
discosto dal Palazzo Obizzi , che quesp' anno ba
preso a godere il ^ig. Ambasciatole Friuli , spes-
so ivi d^ nie visitato all' <)!ra^ de^ prànìzo,» Egli
ha sempre buona compagnia, ma nel tempo del-
la dimora deUf Irapetatric^e T avrà ancora miglio-
te pel continuo passaggio de* Cavalieri ébe ne
andfaohò aliai visitai
fióé Al P. Pur Cì^èrino Zené. n Fenczidi
Fie$tn4 12* Loglio 1721.
àUesta settimana 5 cioè domenicapassata « n^i *
^è finalmente riuscito di aVer. Tonpre di
baciar la mapo ai Padrone» e dppo varie cose
ragionate insieme ^i cadde il proposito del discordo
sul Giornale, e su Ja. vostra persona. Mi valsi
dell' occasioffó » e gli ^esposi le nostre comuni
suppliche e desiderj. Mi rispose^ b.e9Ìgname;n,te
ascoltatomi > che stendessi il memoriale , e ^be
poi vedrebbe ciò che potesse fare, per consolar^
ini : di che umilmente lo ri|igrazi2(i • Vedrp nel-
ia venti^ra Settimana di stendere il memoriale e
di
/
A p è % r o L o Z i n o. sSj^
jii presentarglielo , e rie spero un buca Àicce^^
j sò/ArSig. Giovanni David io yorrei aver fooi
dò di far cosa di suo piacere ^ Vantaggio*. Qh
AÒscòla bontà del giovale, e conipaìtisà) la sua
liiiseril* Ma qui non v'è nianferà di f^erJó
CoUpcanè/si per non aver lui la lingua Tedò«
sca» sì perche dall'esempio di più di trenta ik>7
stri Italiani 5 e la maggior parte Veneziani » ho
^ manifestamente impai:àt^ > ette quanti ^i vengo*
Qo con le mani vote , con le mani vote qe par*
tono; e Iddio ' sa quààte' carità mi è convenutp
di fare , per non vederli perire di disperazione e
di fame, consigliandoli sempre, e àjotandoU ^
ripassarsene i 'monti , e to'tnatsene 'in pàtria •
Non sonò molti giorni, che qui 'mi si e pre-
sentato un giovane Atehiesè , 'c*he sa ben^ di
Greco, per nome Andrea Miari , raccomaridatoi^
mi caldamente coli lettere dal Sig. Marchése
Mafiei , acciò lo kjufi e lo assista per metterlo
pressò qualc'he personaggio. Ma buon Dio! lì
pover* uòmo giunse , che non aveva un quattri-
no, male in arnese', é bene in appetito. Io credo
die' dovrà fra pòchi giorni ribattete a piedi la stessa
^strada che ha fatto : ma intanto io sarò , come sono ,
condannato nelle spese . Qui non piace il Grecò ,
ni meno quello che sta nei fiaschi ; stimandosi.
più una bottiglia di Toccai, e due di Borgo-
gi^a, che cento dì Greta, o di Cipri. Scrivo còn
ìjn grave dolor di capo , cagionatomi dal dover
cpn troppa fretta lavorare il JDramma , di cui
«ono a quest*ora solamente alla metà del tei^zo
^ttQ , cioè a dire di e^fo . A propofa^ic^^ che I»
lina
vm Q àìfì MtMi mi convita ttwv<larl9 alilaf^;
$tra (tì^muf^i^. Cpsì noà ho mocip oé dirlp^i-
1U1«,II<( di <^r9Sgerl« i «9» f b^ di nùgUprar-
U^ ó immU: co^à ch^ più OW mi 4 aJuc<;«d\Jh
(9 ; Fari pfirder^ il teinpgl iiiiitilinéptie ; ^ i mf^
x^ (9CC4 U peiÌ4* $al4t^e U $i$* Mi4ra i «
tWti gU al^rt « di ^uj^r* vi àtecfiQ.
|^<- ÀK^k^ '4^àre4r <:«riMr«i. 4 Vf»W4^
16 tui trpvo indpwo ancbe di Agortp tutti i
ve«titneiiti di Geonajo : per;:i>é 1q stesso rigpr
di fredda vi ^i >eiite e pauli^e. $X^g\6v^ ^iiViii.
disordiq^ di questa lioa bo iii^i provata V niiei
giorni. NpQ so cpme v« la passiate ià Italia s
ma pf r quello cl^e . ne yitn ^tó dà altri i paf^
cbe^ le Hoà vguale^ alipelip iiisplitsl $travagan^
VL di tfmpi W' qi^asi universale « te malattie
spnp moUe e {iericplose i 4 piaccia i Piò cb9
peli* autunòo no^ né seguapo di , peggiori - la
Francia seraj^re più peggipranp gli affari àélU
f^9t^i la quale dopo un anno ^ in cui pareva
gpnfinatà sqIq nella Provenza, si è stesa anche
<iell4i ìjùa^dgcdi in più luoghi; il che metterà
più i^ apprensione quel Governo ^ il quak 1^
4^e finora non n^ abbia p^so molto fastidio ^
iiv^dovi ; per quanto si dice i inandate e tarde
9 scarne le provvisioni per sostentaménto di que*
popoli «desolati . Grazie a Pio ^ che tutti stiàni
^a^ di ^u(re > jse ^en d'^luo poco contenti :
ma
'Apostolo Zi^nro. :^aj
ma in ^i^esto taóodo non si pu9 av^f mai beaè
seo» mescolamento 4i travaglio^ jil quale $e):v^
di merito, quanclp si tollera cpn umiltà e con;
paziènza i , ^ • ! <
Q^i occlusi riceverete la copia del Diplomi
(conceduto da Ferdinando L d* Austria ; Re di
Boemia^ nei 1538* al Cavaliere Qurlo Cappello •
Esso è molto poorificò per lui i per Francesco
Cavaliere sud pa^^e^ 9 per tutta la sua npbilis^
sima famiglia • In oggi tali testimonianze non si
costumano • Mi era per altr<^ stato, fatto crede-
re, che fosse privilegio di titolo di Conte nella
sua posterità/ ma in leggendolo non ho trova-
to , che còdteiìesse tal cosa ; ma solo uni ono-
revole dichiarazione del Cavalierato conferitogli ;
pare Betisi l che tali fossero i Diplomi cpipcedu^
ti 4I CaValier Francesco da Ferdinando di Sp^
gna i e dall' Iti^peradore^ Massimiliano I. enuncia^^
ti Ui quello del (2aValier Carlo: i quali se pel-
tro ri4venire in qualche parte ; non mancherò
di farne prender cppia,' a di inaiviarvela per far*
H quindi passare in mano air^ccmo Sig» An-*<
drea,* mio singolar Padrone^ al quale potrete
l^gg^re tutto questo paragrafo; aggiugnendpvi ìa
fine le attestazioni del mio riverenti^simo osse^
quiòj come Jmre all'i^ccmo $ig. ^irplamo soq
figliuolo < Ho fatto trascriver^ il^ Diploma X(^
U sua medesima ortografìa ^ e co' suoi meciesimi
errori 4 Doménica passata lui a praiizo appre$i9
$; E; la Sig; Contessa ii Felz^ e vi trovai **•
che l' J^ccmo Priuli • Il pi-incipio 4eÌ diesinare fU
allegrissi^no, maappew m?ng«^ w'attiitìa^up.
^^^ l B -^ T E & S 1
»a,' tutto ad un trattò calò utia fierlssimsi flus-
sione accompagnata da gonfiezza nella màiicfib'u-
la (destri è nei denti ^alFEccmo Sìg. Ambascia-
tore ,s che non gli permise di mangiar di vantag-
gio, e questa gli contiriiiè cinque giorni, obbli*
^àndoìo anche a lètto : ma jet rhattina che fui
a riverirlo, io trovai al tavoltnà^ e in assai mi-
gliore stato di prima ; >talchc lo spero In tte o
Quattro giorni dèi tutto libero. ^^
P 562 Al Sig. Canonico Paolo Gagliardi.
' a Brescia p
Fiinna 3. Sttnmbre 1721.
GRatissima mi è stata la vostra lettera si
per yenihni da una persóna che (fatico amo
ed onoro, sì perchè da molto tempo n' era di-
giuno e voldnterosQ . Io vi ringrazio quanto «o e
#o$sc) della cortese memoria, che avete fetta di
nic con cotesto Emo Vescovo Barbirigo , e tue-
ta professo alla voàra gentilezza ed al vostro
amore la l>uona opinione che di me ' tiene , sa-
ifendo ben io non essère in me qualità alcuna
fer meritarla. DelP esemplare del vòstro prege-
volissimo «P, Gaudinzio , che ho' avuto 1* onore
di preisentaré ali* Augustissimo Padrone , ho
ricevuto tale compenso del gradimento che là
Kf. S. ne ha mostrato, che : sarei molto indi»
scretOy quando da voi 'ne potéssf accettare un
altro cambio' del' presentato •- fìregovi per taéto ài
dispensarmene, assicurandovi, che in tutte le 00-
ca-
\
Apostolo Zeno», aS^
casipm» che ini sono oflferte,*e che mi si pò-
tr^iino offerire , ove possa far giustizia al merito
vostro , e dare attestazione della stima , che vi
professo , nessun riguardo me la farà di mago
;5faggire , parendo a me di essere a parte della-
gloria che hanno le persone che singolarmente
^mo e onoro • Da: un Catalogo da me ultima-
mente iis^iervato , compresi esser vicina la pubbli-
(azfione del S* FiUstrio^ che "da molto tempo è
stata projTiessa al pubblico dal Sig, Gio: Alber-
ta Wahriw • Qiiali fatiche ci abbia fatte sopra
questo letterato, npn è a mia notizia, ma pro-
babilmente vi sarà qualche erudita ' Prefazione e
qualche Annotazione, più tosto generale, che
ad illustramento del testo, in quella guisa ap-
punta che egli è stato solito fare in altre Ope-
re dì Autori da lui fatti ristampare in Ambur-
go , e negnSàmente nella Bibliotheca Ecclesia-^
jtic^. Comunque ne sia, starò" in attenzione di
avere il libro , tostochè ne sia compita V edizio-
ne, e di farvelo avere per la via più spedita e
sicura. Circa lo spedire al Fabrizio un esem-
plare del vostro S\ Gaudenzio ^^ io crederei che
esso maggiormente lo gradirebbe , riceyendo-
lo-accompagnato da una vostra lettera. Vi po-
treste valere del Sig. Dottor Faeciolati , che tie-
ne con esso corrispondenza letteraria -da mol-
to tempo . Il Sig. Gentilotti , che si è riavuto
dopo molti giorni da una travagliosa indisposi-
zione, mi ha promesso di usar diligenza per
trovar le edizioni del S. Filastrio ^ che. possono
essere nella Biblioteca Cesarea , e quando le ab-
Tomo III. T . bia
>9ó JLetteredi
bià ritrovate i andrò io medesimo ad osservarle
per vedere se sieno le, ricercate da voi. Di tut-
to renderovyi opportunamente avvinato . Nella
Cersarea non v'ha sicuramente alcun Codice Ms.
di Catullo y avendone fatta usar diligenza tem-
pò^ fa anche ad istanza del Sip Marchese Ma£.
feÌ4 JLa vostra Disserfaxdone iritàPHtf ali* antica
statò de' Cenomani , ed ai loro Confini i illustrerà
molte. Còse s dr^ cui siamo all' oscurò i Tutti i
Veronesi di buoti gusto e sapore che sóAó vis-
$ùti sino ad óra ^ faan posta certamente! U città
di Verona nei Cenomani • io avrete os^^fyato
specificataìneilté dei versi del célèbre FracMttof'o ^
e nelle Caitig4tio?ìi del dotto Francesco Spara-'
Vieri y dove egli dì dà uno Specimen rerum Fe^
ronensiumy che quattórdici anni prima dèi 1 676*
egli avea cominciato a distendere : opera vera-
mente utile al pubblico, e a lui lodevole , se
l' avesse compiuta e divulgata • 11 fatto delle'
metropoli antiche , principalmente in Italia , par-
mi che ancora sia grandemeilte imbrogliato ed.
oscuro . Crederei però che considerato in diver-
si tempi i e sotto diversi governi ^ sarebbe più
facile lo svilupparlo e illustrarlo • Cosi sono di
parere 5 che avanti che i Romani si rendessero
padroni dell' Italia j vi fossero città capi di po-
poli e di* Provincie , e per conseguenza metro-
poli : così Brescia lo era de' Cenomani j Ascoli
del Piceno i Capua della Campania i Taranto del-
la -Lucania 5 Brindesi de' Salentini ec. le quali
città, dopo la conquista fattane da' Romàni ^
fossero tutte ridotte alla stessa condizione che
le
A P Ò S T 6 i 6 ^ È N ò. *^|
le altre i divenute respettivamente quale coloató ^
(juale municìpio ec. Sotto gf Iriiper«ldori dipoi
ili progresso di tèmpo tòrriatorfsi a restituir le
rrtetropoli , come si ha nella NoiisUa dilt ff^fe-^
rio , e in tariti Autori ^ cfcé ne tìaniid eccellen-
temente trattato • Ho messi insieme tutti i vòAr
teriali per distendere la mia Diiserf azione sopra
il ^biitico di Boezio i e per èotofatafe coìoi^, i
Squali ^ifiora han v^ftametité creduto che la fa-
mosi Élpidé fosse sua prima mcrglie : ma noti
èa (Jùatìto mi avanzerà di tèmpo a porri mano
e à finirla." Al preseiite sonò occu{5atisiìmo nel
fecondò Dramh^d , che deggio aVef tehninato
entrò qùestd.mese^ e appena rie sono alla me-
tà ^ e ciò che é peggio , la te^ta rioii mi stt
molto à segno e iri vigore ,• essendo ella assai
«tatìcai Egli è fur la cosa faticósa il fat versi
quando s'invecchia,' ed ìó già piego versò cin-
quantacjuattr'' anni delP età mia •- Ma lasciamo
quésti petìsierì e fagionarteìiti melancoìici i' Ri-
tornò alla vostra Disscrtaziorie i Sono persuaso,
che si vedrà una cosa iri questo geriere perfjet-
ta^ e singolare;; riia guardate che non la gua-
diti il nome, che' disegnate dì porvi iri fronte .
Io rièri meritò Veilmente sì grande onore ,- e
tutto if prègio ne ricevo dalla Vostra amicizia ,
in riguardo alla quale io non posso iri nlòdo ^
alqund ricusarlo ,- qì^iiriqrief sia per essere la
Corifusiòrie^ che me ne verrà daf pòco mio me-
ritò. Mi è aitato scritto i che il Sig, Madrisio ne
abbia fatti un' altra in difesa! della sua Aquìlejà ,
antica Metropoli della Vcrieiia . Io non 1* ho
T a anco-
^CQra veduta, ma hq scritto che mi si man*
di , U ^aceirdpte Panagioti mi è notq , ed è uà
valerftuprào per insegnare la lingua greca . Mi
cqqsqIo deir acquisto che ne ba fatto la vostra
patria > perchè gliene verrà giovamento. L'igfip-
trac quella lingua è uq esser sempre straniero nel
pae$e della buona letteratura; ed io pur tcoppo
per i^perienza il confesso. In un catalogo di Li-
breria già venduta iu Olanda ì^o osservato il '
titolo del seguente libro it^ 4, Thcophili Bri-
^Ifnsis Carmine. jSri:^'ia 1495* Nqn ho qui i
miei libri per indagare chi fo^se cotesto Teofi-
Ipy e di qual casato. Scrisse egli, pure unDia^
Ifigo in versi esametri lìe vita soluarim , & ci^
vili y a Guidubs^do della Rovere Duca di Ui-
biup . Avete voi mai avuta la suddetta edizione ì
Gontien ella cose diverse d^l suddetto Dialo^rq^
Finisco ec. • • • •
;
J63* ^l Sig* Andrea Cornaro ,. a Venezia^
yiennik ?• Novembre 1721.
MArtedì è anda^ in iscen^ per la prin^a
volta il mio/Dramma intitolato Or»/W^ .
Le nuove del siiigolare e indicibile applauso ^
che ha conseguito , sono ce^jo *che vi saranno
significate da altri . In mia bocca parrebbòno
effetto di vanità e di jattanza' . Dirò solo che gli
Angustissimi Padroni me ne han fattp distinto
elogio, e avanti e dopo la rappresentazione ,
Per tutta la Corte si dice concordemente non
.. ^ es-
Apòstolo 2 t i4 ó: i0^
' èssersi veduta sul teatro còsa pia magnifica i i^
Vendo corrispósto la bontà della musica ; T atti-
vità dei cantanti i la grandiosità delle scene , e
la magnificenza degli abiti . Io stesso ne sono
rimasto soi'pì'eso, tuttoché due volte in toutarà
la scena siasi convenuto aspettare ciie gli opera)
finissero di apparecchiarla .• al qual disordine $i-
rlmedlerà nella secòtilda fecita .• anzi né men
questo sarebbe seguito, se si fosse potuta fjure
Uria pfova gerierale pfima della redtay mi le
scene riòtì erano in ofdine , e però é convenuto,
farla a ripentaglio, ed io mi era figurato dipeg*-
gìò . Direi che per quést* anno son libero d' ofghi
-impiccio; ma il desiderio che ho di rivedervi
con tutti 1 tnlei nell' ariiiò vetìtdro j farà che béft
■ presto ripigliérò il travaglio dell* Opete e degli
Ofatorj da farsi i Quaggiù non si può a<^er bene
e piiacrere senza travaglio ed incomodo. Gtó ^er-
j ve,' Kà a- fare ciò che dee, non ciò che viiole.
Alla prima occasione che mi si offerisca i vi spe-
j dirò le solite copie dell* Opera per vói e per gli
I amici 4 Dietro a quéste glorie vorrei che veiiis-
I. sero i quartali, se fìont i fregali: ma di quelli
lioti se lié parla , e di questi tìon se ne speta .
Qiii da qualche giorno si è in molta costertìa^ione
t fer voce sparsa* 5 che inVeneiia essendosi data t)ra-
; tica ad uri bastimento venuto da Marsiglia i vi iì sia
itìtirodotto , che Dio tat guardi , il contagio < So di
( certo che il rumore'^ndn ha alcuno fi^iìdstmento ; ma
desiderò di averne positiva sicurezza con qualche Iet«
tefa da voi : sicché strivet«ni due tigbe ^pra di ciò ^
e ac:<;énnat€ifu . sópra di che pòssa essersi Invea^
i T 3 tata
9f4 I-jBTcgjLf or
(ata cj^testa fi^vola e claacia • JE per ^e sala-
ndo al $olit9 tutti 4^ casa , e in particolare la
^ig. M^P > y^ abbraccio caramente ^ e sono • • f
if(^ yjf/ ^/i". Capelliere An$0nfri^c€seq Aùirmi f
yifnna i^. ^aytft^hre 1721?
ALcutd letterali, ciie in questa G>rite dlnioT
raop, si sono messi ìq risoluzione di fare
pna nuova (edizione deUa «Storia famosa $lej[ Guic-
ciardini, ^he siji la più ^mpia, corretta, e nii^
^iore di quante 3Ìno ad ora ne jsienp uscite ^
^ tal fine si ^osw> posti % pollazipnare quante
fte sono uscite in Firenze ^ in yene;^ia, in (Ge-
nova, lèd altroye; inserendovi iancpra ajic^iluor
^i che si trovaioo impressi ^ qua 4<L'|nonti ìq
un libro intitolalD Tìm^nus rcstitutus . Ma per-
che j^nnp ^he .questa (edizione sarebbe imperfet-
ta, « mancante di molto, se pon fos^ risconr
trista e ^supplita ,cpl MapQSf:ritto originale d^ll'
iN^ore medesimo , che si ritrova in cotesta ]LÌt
^reria Ducale, ed ^ssen^o persuasi 4e]|a parti*
cplar servitù frhe tengo con V. S.IUfnai ^ del-
la somm^ sua bon(^ e intelligenza 5 banpofattp
a me ricorso, ^A ipstanza, perchè io dpye^sì
scriverle efficacemente, come ìq^ ?u questo par-
ticolare, e supplicarla ili trascrivermi ^on diiir
jgenza quc' luogfci , che per pegligep^a de* cor
^isti, degli stainpatori , o per qualche altr^
ipa^giiMie )^s$ero ^^ti neU' Istoria impressa su4«
detta ^
;
Api>t5TOLO Zeno. a^j
4^fta, o tronchi > o alterati e guasti. Coa ciò
Y* Sf lUma fera a persone ben meritevoli ^ ed a
n^ incora, che per és$Q ne ^no, intercessore,
ina grazia s^egnalata > assicuratidola , che in pub-
ilicQ ^4 ^ privato mi regolerò religiosamente
is^ qije^ie norme ecoQdkaoni, che a lei piacerà
4i pciesCriyérmi • Lungamente già le scrissi con
akira mia. ixitorno ad altri punti in risposta del-
la ;ua lettera, ^ spero che essa sicuramente le
sari pervenuta .* onde altro per ora non rim^i-
nendpmi a soggiugnerle ^l mi dico qual sono • • • •
^ ).€$. Al Sig. Ab* Giuseppe Bini^ 4 Milano .
iry^ non mancare al mio debito trasmetto a
X y. S. Illma il $)econdo mio Dranima di quest*
ana> recitato per Ja prima volta ai 4. del pre-
sene Me^e nd[ giorno <iel nome del nostro Au-
gustssìflip Padrone , sperando , che ella debba
onpnre m^e questo del suo benigno compati-
mento • |.a decorazione ^ }a musica ^ e la virtù
degli attori , qui V ban fatto universalmente gra-
dire , fi in pamcQjaire con distinzione dall' Au-
gu^ti5sima PadfonMza; ma abbandonato da que-
sti a juti,' non $0 ^e tale sarà V* S. Illma ptf:
litrpyarlp nella lettura di esso , qimndo nòti lo
figuardi con queir occhio di bontà , con cui ne
ligU9jrda V autorje • Giusta il suo primo coman-
dimwto mi feci V onore di trasmetterle anche
r altro già recitato : ma mi saràr caro di averne
T 4 un ,^
29^ LlètTERE DI*
un suo versd che me ne accerti . Vaglioitii éi
questa occasione per supplicarla d* inviarmi coti
prima congiuntura che se le presenti ^ una scrit*
t^2^ ultimamente costi pubblicata da D. Girola-
mo Barizzàldi su 'l'affare di Parma , e di Pi^
cenza, intitolata Parma i t Piacenza Imftridi
di Girolamo BalAozxjori > in risposta ad un d-
tra , che porta II titolo , di Dichiatayione deda
natnra degli stati di PiaceuzA , e Parma j la
quale credo che sia stata impressa in Parma « o
in Piacenza : e se alla prima sopraddetta unisse
anche la seconda , il favore sarebbemi più sin-
golare, assicurandola 9 che à niund verrebbe ia
me confidata la mano, d*onde ricevute le aves-
si ^ : La grazia mi sarà carissin^a » ed aggiungerà
un nuòvo titolo e pesò alle tante mie obbli-
gazioni» che le professo, e che mi constituildó-
nò qUal sonp^ e sarò sempre i
j66% Al P. Pier Caterino Zeno, a f^efieiia.
Vienna 21. Novembre 1761»
ANticipo d'uri giorno ìa risposta alla vostra
lettera, mentre dimani non t)otreJ farlo
comodamente, dovendo intervenire ad una rap-
presentazioiie della mia Opera j la quale lunedi
non 'si è recitata i come n'era già uscito l' ordi-
ne^ stante Una grave flussione di denti soprar-
venuta all' Imperatrice regnante , che per tre gior-
ni è stata obbligaA a guardar la Camera. Do-
menico David , Cittadino Venezian*^ , di famiglia
anti-
À F S s T ò t 2 f 5 ò • J^
ixìAOi e nobile aratiti il ferrare del Maggidt
Consiglio 5 e ndla quale fu un Vescovo di C^
stello dello stesso nòme^ come osserverete tld
Tomo V. dell' Ughelli ^ mori ixH me:&ao-giòrno
del di ultimo di Giugno 1698. FU aggregato à
molt^ Accademie d* Italia >' e ie non ertb, an«
d^e a quella della Crusca • In Yehezia éerta^
niènte fu di quella dei Dodònei, dei Pàèifid, t
degli^ Animosi. Si addottorò in Padova in Filo^
sofia' e Medicina; ma lo stùdio delle belle ìci^
tere> e in particolare della poesia lo tenne ioh*
tano dair eaeirdxio di questa^ professione • £bbei
amicizia con letteirati di gtido; e in partic^Ur^
col Dottor Jacopo Grandi, Modanese» Medico e
Anatomico insigne in Venezia > e gran Mate^
inatico^ e letterato in ógni bodna disCipUni'^
cosi pure col fanìoso Avvocato Giovanni Qjilri*
ni , e ^on quanti Gentiluomini ì e d' altra cdd^
disione Coltivassero in Veaes^ia.al ^ud teinpdgU
studj* Io che Tho intimamente per più di ^tì%
anni praticato i non posso ricordarmi di lui sen*
1L3, tenere:^za; e senifca stimai 'avéndt>lo tròi^eitd
sempre d'animo ben cdtnpostò^ è di amabilissi-
mo tratto; tuttoché un 'certo ino contégno na-
turale lo facesse éA alcuno parere alquanto rù^
vido e altero • Delle opere d^ lui in vario teiH^'
pò pubblicate, e giunte a tùia* nòàzia^ etcoViil
preciso catalogo .
L tf glorie divotéatè dell' /Ma- & Éì^cin^Sigi
Linrenzfi C9t:,cò, Iti Vetì.. per jGib. Pietro PinelH
i66i. in 12.
IL Lo SvenìHtat^i IdiltU ÀLè^Udè L Im§i^
\
fP$ tir T5E;R E # < •
fftprf. I» Vap4 lyjpn P4«1p^ Ba^om K74. m
4^ Pai:l^ ili qve;t9 J4il|i» di » ft^sp » chmctfi
ffuai^W: Qd4 iPtara(«t* o^lje ^Ime fmfhi ecc.
fc V,e©, per Andrea Poléttì 167^. m j^vCon-
m «ufSt* Qd« Uicì fiftori yaa x:er^a Cotica $etiza
ific^i; 4!;tti(9i:^; mi In quale jfu. ^ liccom^ egli
«IL iiQtfs^ . ^ vpltje > «criet^ . dal Dottor Ciò.
Mmu^ jC^ilMiiii ^ Modan^e : 9Ì at questa (Ispo-
..^H/'. ^hii4 fsfzc^. In ye^eijia per UValvasen-
f^ ^|tS i# tu 4> Qsim" Apologia ^ta (:p;|ti fra' mici
Jiki ^.QrieiiQ» e <fi Jiing»a vol^^tì*
,.y/ W>W4 ii^^^^ {in ptt^Yj riina), In Ven.
f)^ Ciò* france^Qo V^ìv^^nfie i^i$4. iq foglio •
VJ. Jl MvQsim in iG4ron0 {'m qmyz, riira).
i) V/ene^iia 16^4* ift fogligi 4 .
yih 1.4 CoìtM9ì^9 Qdf A lA^fQldii /. intera-^
f§r€, lì^ Yen.. • ♦ • 10 foglio*
yill» ^ MammUiaf$9 ^méwefe finca di Bé^
&Wf4^ % Q44 pr V 4Cj3»Uto 4i M^M * ìsx Vfitt^jper
^rtren Pplj^ttì 1696* m foglio. y
J^m ^ Qié • l« V^B« m Afìdr!» F/odetti i6^^.
m ^glie*
: X- Carh //• t$ Me gpmnf, Qig . In Ven.
per Andrea Poletti i6%j. in foglio.
^ JCI* i^f^k -WwA^ ^//# 4ltiixj^Snmsnmt di
firèipanM Qr^n fm^iu 4i ToscMé ( da que-
sto Principe egli era grandemente onoriuo e ^ti-
JlWtp ) / JH^éiàmé^ l^idmp frìmtffxa. di £a^
viera .
A P f T p X O Z f y O. fff
pifrs . Qd§ . Ivi per Andrea Poleetj ì^%if it
fiit^to in S.ltuc^^ It^ Ypn, p^ ^ll^icolwii 1691.
XIII. Z4 IForzA M^aFir^k^ Pr^tf^f^ tfrmHf
^icM recipéUo iif Sf Gio; Qri^ostpfno . In Yei^ie^^iji
per li Nìcòlinji 16^3. in i?. l^oa fi p^^ ^^
fi bastanza T^f^I^uso, ch^ ott)sn;Qie que/sto pptn*
po^m^liitp prainmaticQ • ^u r^citatQ j|i jtutti i
migliori teatri ^'Jta|i;i, e replica/to i^ y^exisk^
lUi j^yo pfjaulp ppttor Giai|oin|r s^an^ aiM^e po^r
j[;ro 4i ((|uesto Pravun^ paa fpfyclace cernia i
dalla, quale in. pubblica radu^a^^a fu jli^so d?r
^i Accademici ^fxiwQsi ip ^asfi ^rjiqiia^ y py/p
4opQ fìaita rAcca4emi^ fu 9f sa fubblicai^iiegte Ij^
suddettji (ceiiiSyra.. Dai lifcri fleU' Acc»^n4|i , jcfep
foQo presso i Siggf Durli , fo^/eAe fiqayaiie 4
|;empo pr^cisQ di questa funzioo^e^ $1^ per yieri-
tà fu assai strepitosa , e i noini f|egli Afxade^
mici, che yi fagipt|a£pno la ^ifes^ ^^el Pay)d ,
«mo de* quali apc;)i'io ^.
Xiy. y^wr < dover y l>rdfmM P^ Pm4Ìf^ r^
fit4t9 in -y. Gip: (irispstpm^ • Jp Vep. ppr MNl-
colini i6#7. ip i;a.
JCY? -P?^j/> /.i>/Vib# ppjftHmf^ Ip yie». per Po^
piepico lovisa 1700. ip i2f Ip qpfifJta ffcgojt^
stanno gran partje dei suddetti conpiponipiQpti jU-
rici de> Pavidde? Alitri ve ne ;sarjappp sp^si ìp
varie raccalte, p da per se .stap^pati* limili ba-
gattelle sfuggono facilpiente all' altrui cPg(9iÌ7Ì9-
pe . P4Ua prcfoionc delle suddette fpfsd ff
3dé ' 1 i i T É R È b l
Ìtu79k flcavetete qualche altra notizia della sua
viltà- Presso sua sorella, la quale non so , sa
pia viraj' eiranò altri suoi scritti di prosa e ver-
w, e quakhe altto suo Dramma • Abitava nel-
la contrada di S. Felice , se non erro , e quivi
àrtcBè morì u Fra i suoi amici particolari nomi-
nàte li Dottor Gio: Batista Magtlavirii, e Ffanf-
cescò Redi . Giti abtia \$arlàtd di lui , non lo
so , fuorché il Cinelli nella Scdtód V. della
Blhliót. VéL a r. it** e'I GrescinAerii nei Comen'^
tarj FòL\lVé k ti iSi. Col riònie di Osiro Cé-^
di^eàtito* egli fu àsóritto agli Arcadi di Róma
ddlà^Solonia Animdsa . L* Accademia degli Ani-
mosi 15 conta* per uno def sudi fòftdatòrì • Ùil
?Jtro stjò compdnimerfto tròVaÀ impresso nella
raccolta di poesie intitolata Piéf^ $ ingegno y iti
lòde di ut!à pittura di Cado' Màrattì rappresene v
tante la primavera * impressa in Venezia nel
Ì685. itì li. -Q^Std è quattto in confuso he
saputo dircene i '
XI Sìg. Conte Colfalto mi Ka datò due copie
del suo ritratto intagliato costì daLtueiano.^ V^
Ite mahdd una , clie potrete ì^oite in frónte al
Petrar&i dei Muratori dedicato a quel j^etitilis-
Simo Cavaliere, con cui jeri' appuntò insterile
col P. Paol^, die caramente vi saluta, sottosta-
to a pranzo . Vi stimo àssaìsJsirfìo AA gran prc>-
'fitto fatto da voi così presto hella gentilissima
lingua Tedesca, della quale Io ne sò fiiifo ad
ora tanto appunto, quanto ne sapeva prima dì
partirmi d'Italia 4 La tradu2!iotìe medesima del
èoccaecio che avete Vdi in tallingua composta,
' . trova-
tjToygsi anche Ms. nella Biblioteca Cesare^ ^p
ye n'ha qualche altea impressione più vecchii^
della vostra . Eccovene uQa ^ che pure non è la-
priiTia , col in^desimo titolo : 2(H Sfrasjfànrg , im
Nans KnohloHchf Urncksrey . M.DeXLVII. in
ìogL U nome 4^1 traduttore non $i legge ne nel
Ms. ne agIIq stampato : m^ 1' anonimp Alemam
no fu certaqiente il primo tFadluttore » chefaces-.
se quest'pnore al npstrp ^ocpacciOf Viveva nel
fine del secolo XV. o nel cominciaraento del
XVL Quell'opera del Petrarca capitatavi tradotta
nella stessa lingua^ trovasi anche traslatata in
lingua Boeipma: e pccprrendovì pptrò darvene
la notizia comunicatami da un Canonico di Ol^
mutz, nella cui Biblioteca Capitplare ella si
«conserva scritta a mano> e parmi anche sfain*
pata* Orsù ;tate s^np ^ aUegro.^ Addipj fra-i
tello ^iiati^simo.
567. Al fnf delimo. 4 P^n^zia^
Fietma Z9^ Novtmére 1721,
UJ^a delle maggiori contentezze che abbia,
mai provate, si è stata quella, che anco-»,
ra provo 9 dell'onore conferito da S» M* al mip
amatissimo Sig. Conte di Cavalla , da lui pro-t
^ mosso tre gìpri^ sono ajl- ordine de* Cavalieri del;
Tospn d' oro . Dimani egli si lascerà vedere eoi^
l'abito ai 'primi vesperij e lunedi dopo la mes-
sa solenne sederà con gli altri Tósofiisti alla
stessa tavola con V topgratpre , Capg syprerao
deU*
3f^|. I:sf7£RE DI
)dàffQ f^V BartoIoHimeo Bennati e Mattia di
JParma, l'altra 4 4ì 18. Novembre per Piero
Cremonese 4ettq Veronese. Mi è stata carissin»
1% notizia iex libji^giqQli 44 voi novellamente
accipistatì* QjjeUa dell' Amoco^o Ricordo delLi-
t)yrtik> mi *è^givi|ita del tu^to nupya . Qggi si
far^L pej: la quit|ta, ftd ultima yo|ta |a recita del
. inio Qrnii$daj Mai piii qi4 non si p recitato
tante volte alcmi Draipma ^ né con tanto con-
(Corso : e difficilmente se ne vedrà altro cosi
mjignìficp, e cpsj gradito, prafeljip amatissimo,
^dio,
* 5^$*«<2^/ Sii* Antonio f^allisnieri . 4 Padova ^
Fipnn^ 6. Dicmbrc 1721.
EQli^ è qualche tempo ^ che non ho veduto
ij Sig. Cavalier Garelli, al quale però l'ul-
tima volta non ko mancato di rac^mandar vi-»
yaipente P ^r$ del vostro diploma, esibendomi
di.pagajrgU, subitp frons^guito , quel tanto che
ci a.r\dasse di spe^a per. Jp conseguimento di es-
so: e da }ui mi fui assicurato > che lo proccura-
rebbe in maniera, clie p^r voi fo$$e il più d^
coroso y e insieme il meno dispendioso * Disse-
nni, che vi aveva scritto per avere certe noti-
sele intorno alla vostra persona e famiglia , con
le quali sarebbe, riuscito più pieno e più gran-
dioso il Cesareo attestafo , e ciie le stava atten-
dfsndo da voi, per dover poscia ultimare questa
faccenda. Qit^à il tirolp di Cavaliere , cui de-
side-
AposToto Zino,, jojjj
siderereste aggiunto a quello di Medico Cesareo ,
egli non giudica la cosa per questa volta fatti-
bile; ed io stimo , che a lui non piaccia di
avervi compagno in questo i Egli è ben vero ,
che non essetidost da principio parlato a S. M.
per averlo ,, ora parrebbe <^^asi indiscretezza il
domandarlo, dopo concedutavi già la collana ,
la quale è di suo medico : oltreché se aqcbe si
potesse pttenere, la spesa del diploma impQrte-*
rebbe dì molto. 'Mi è stato poi di sptrimo pia-
cere l'intendere T applauso che vi è stato fatto
]»er r onore della collana , e la rabbia che ne
kanno avuta i vostri emoli , de' quali mai pon
è senza ogni onesta persona : talché quanto più
si studia di operar bene, tanto più si é sogget*
to a soffrir del male • Continuate ad amarmi , e
riverendo di cuore tutti di vostra casa , mi taf-
fermp qual sov^o vostro • * •
569» j^l Sig. Lodavic4f Antonio^ Murafm »
Vienna 24. Dicembre 17*1.
PRima di tutto vi desidero e imploro dal Cie-
lo ogni bene , e per lungo tempo • Spero
che a quest'ora vi sarà giunto i} Ms. di Con**'
forto Pulice da Custoza , da me indirizzato al
Sig. Zanelli, e inviato con sicura occasione •
Anche Taltr'jeri parlai al Sig. Gentilotti , il
quale é prontissimo a collazionare il vostro Si-
cardo con quello della Biblioteca Cesarea , ogni
Tomo III. V qual '
|0é t B t t E R È 1
t]pal volta vi compiacerete di Éirglì avere il vtt*
è;tro esemplare : e. dopo il riscontro di questo »
occórrendo» apcor^ ve ne farà fare Qot^ diligen-^
za una copia .-Ho scritto in Venejiia a miofta^
tello, che ini mandi la Cronaca di £i^cenz^ «
che colà tengo ì ma finora nqn gli è xiuscito dì
trovarla: di che però non avete ^ stupirvi, raea-y
tre nel trasporto fatto colà de' miei libri da un*!
casa air altra dopo U naia partenza» questi sono
stati genéiralmetite confusi» né mai ci sono sta-»
ti riposti in buon ordine « Scapperà lìoQdimena
fluori, e sicuramente, l'avrete, lo vorrei dopo la
iprossima Pasqua dare uiia scorsa ip Italia t nel
qual caso probabilmente ripasserei per costì, do^
ve a lungo discorreremitio di gioite cose al vq^
i^tro nobil disegno appartenenti, o forse non vi
darebbe del tutto inutile tal mia,, venuta. Della
protezione di S. M. G. ve ne. potete ac^ìertares
sì per la naturale propensione di questo glorio-
so Monarca versp le perdane di merito e IctÉc-
rate , si per la conoscenza che esso tiene di voi ,
e per la stima che ha di così bella raccolta sot-
to la. vostra dii'e^ione . La Sìg. Contessa di Col*
lalto 3 per verità compitissima Dama , mi ha im»
po5^ di salutarvi a suo nom^^ Più volte vi sì
^pn fatti dei brindisi alla sua tavola » ma sen>
pre col vino di Toccai della, migltor qualità <
Elia mi dissQ di scrivervi » ^1^ Con altro \\skO
non sapea bere alla vostra $a^t« • . Parla ^mpre
di vpi con affetto distinto» non meno che ifl
Sì^. Conte $uo naafito. Il nostro P. Pauli si «è
fatto mol(o onore con le su^ belle Prediche in
que-
A p ó t r à i b i ii a ó i l^y
<}ùes<^ avvento. Vi assiemo che tutti ne ^or>d
cementi) ed io in particolare ^ parendomi dies-i
sete a parte della sua gloria^ Noi ci reggiamo
ogni giorno i mentre abbiamo V alloggi» nella
h^desinia casa; e ben pdtete figurarvi, che il
Veltro nome fa spesso una gran parte delle no'
stre soavi conversazioni* State sano^ ed ama*'
temi*
$^Qi Al Sigi AdATchest GmaH^i Pdtni.
ég Padova •
Vknna %\i Genna]^ \^^Xi
NQn ho potuto > che con somma tenerexn
e consolazione ricevere e leggere la vo-
stra a tne gtatissima lettera : dei qua! piacere e
favore da tanto temt>o io ei'a privo • v Del noa
avermi voi scritto non altro tfè iii colpa, che
il. mio luogo silenzio ^ e senna te^arvene s^use^
Ve ne fb libera confessione, e ve iie dimanda
compatimento e pétdono. Sarei per altro incon^
soiabiie, m ascriveste qnosta mia cqlpftoanlali^
cania di afietto^ o a dimehtkanza di obbligo
nel mio cuore verso di voi . Vùi ben sapett
SKm essere capace dì tal bassezza T animo mio é
particolarmente a riguardò di una persona damo
si distintamente rìveriu ed amata: ma la vo*
«tra medesima lettera scrittami cc»i tanta beni-
gnità mi rassicuta dà un sì grankle infocfonio^
le mi & conoscere, che muna cosa mi ha reca*
to pregiudicio a!(mno dentro il Rostro bel cuo»
V a re.
f te. Io mi accordo ben volentieri con voi nelU
giusta condizione prescrittami, clie in avvenire
non si abbia né dal vostro canto, né dal mio
l a stare in sì ostinato silenzio; e ^i parlino piiìt
sovente i nostri cuori anche con \e lettere ; co-
me si parlano con la memoria e con T affetto •
Nella lettura del vostro foglio mi è stato sin-,
golarmente grato F intendere la vostra buona sa^
Iute , e quella di tutti di vostra casa , che ad
uno ad uno cordialmente riveriscped abbraccio.
Iddio Signore continui a ricolmar loro e voi di
tutte le sue celesti benedizioni per lungo segui-
to tf atini , e le vostre contentezze sieno a mi-»
sura dei vostri meriti , e de' miei voti • Mi ral-
legro della prossima edizione del vostro Fronti-'
no, la quale «icuramente vi fora molto onore
anche fuori della classe dei Matematici, men-
tre l'opera si spargerà per le piani di tutti gli
amatori dell' antichità , e delle buone lettere ,
Il libro aveva somma necessità di essere illu-
strato, e per verità alcune volte che mi è oc-
corso di prenderlo per mano , ci ho rincontrati
varj luoghi , che poco ho saputo intendere , e
cheo nulla o malamente sono stari spiegati dagl'
interpreti; alla cui disattenzione e insufficienza
non ho dubbio alcuno, che avrà supplitola vo-
stra intelligenza e diligenza. Quelle note dello
Scaligero , qualunque es%e sieno , renderanno 1^
opera di ftiaggiore riputazione , e mi sarà caro
per altro di veder lui confutato , che in ogni
é occasione si è dichiarato e scatenato contro i
letterati del passato tempo , e del sua, massìr
ma-
ffiaraedte. Italiani: atteso che ^gli uùa tanto, <<.
iettava di essere riconosciato discendente ed ero-
de degli Scaligeri Signori di Verona ì quanto dì
essere giudicato j e vensrato per Principe di tut*
ti i dotti . Accetto con tutto V animo la corte*-
éè esibizione che mi fate di farmi avere la stes^
sa òpera , sì to^to che si sia divulgata : anzi di
Vantaggio ve ne prego ^ e anticipatamente ve ut
ringrazio.. Se Con essa me ne farete avere ua|
dozzina di esemplari , ve ne assicuro prontamQi^
te lo spaccio al prezzo ahe sarete per determi-
tiarne; mentre qui di già vi. sono molte perso-
le letterate^ che sono impazienti di provveder*
sene; Novità letterarie, qui non mi giungono .,
che rare e tarde i ,Facilmente averete vcdiJli't
tre gran tomi in foglio del Thesaurus jinecd^
torum novifsiftnis ^ del P. Bernardo Pez BenedcJt^
tiiioi in alcuno de* quali vi ha qìaalche trattato
matematico sin ora inedito^ come la Geometria
di GerbettOj che fu poi Papa Silvestro IL con
altro suo Trattato de tansa diversùatis arearum
VI trigono aeqHÌUtero ^ scritto ad Adelboldo .Ve*
scovo di Utrec, di cui pure v*ha un opuscolo
de ratione inveniendi créissitudinem Sphaerae :
annessi al quale stanno due libricciuoli di Er-
manno Contratto V uno de mensuta AstroUUi ,
1' altro de utilitanhus Aftrolahii in due parti di*
viio • Alcuni le giudica^ cose rancide ^ e di poca
utilità: ma pure è sempre bene l'aver cose veCf<
chie , e 1 vedere cojpe abbiano «pensato e scrit-
to quelli > che furotiò avanti di «loi. Sappiate
poÌ> che in 3|uesta città egli imero accidente >
V s che
flit Lett^I^ì^i
iMie si ecavì , o capiti qualche buon^ librò ^ Id
ne ho rzcco^tp un tal numero^ che ne ho riem-
|Mi;ta uéa buon» stanza : ma la maggior parte
mi son &tta venire da Lipsia, da Norimberga^
id da Olanda: tutti per lo più ad alto e rigo*
IK^ prezzo* Mi è tt^ttavi^ più caro avere i lir
briy che i quattrini. Di questi ogni poco mi
basta: là dove di quelli sono insaziabile.
Per darvi motivo di risposta, ricorro ad istan?
%^ di un gran Cavatile » mio amico ^ il quale
^aivaglia dietro un Comentario dei libri di Q
45iulto (Sesare, ricorro 4ico, alla vostra virtù,
jer discioglimento di un di^bbio, sopra cui e^
<lesidera di essere illuminato « Cesare dopo il sup
ficoroo dalla Germania nella Gallia, rifinisce >
€he benché poco mancasse alla fin della state
( exigHs fmte acstatis rellqua , lik IV. fif 3j^X. )
e benché la stagione non fosse oppprtuna alle
spedizioni militari [etsi tempHs a?mi a4 hllum
gerendum deficertt) ; determinò tuttavolta di pas-
sarsene con Tarmata nella Bretagna, ora In-
ghHtcrra . Cercò primieramente d* informarsi dei»
la grandezza, $ito, costumi deir Isola; e non
trovando chi sapesse soddisfarlo in ciò, stabilì
di mandarvi innanzi C, Voluseno fon una n^r
ve , e datigli i suoi ordini , andò intanto ad
aspettarlo di ritorno nel paese dei' Morini , cor
me il tragitto più breve dalla GalUa Belgica
^fiella Bretagna. Dopo cinque giorni ritornò %
lui Voluicno, recandogli quanto avesse potuto
mitrarne di notizia 5 setoza però aver osato di
pender tejrra, ? dì por piede nell'Isola. ,CÌor>
* - $efo
^ Apostolo Zbno. jii
«ero alquanti giorni dopo il ritorno di Volusé-
fio , priraachè Cesare avesse raccolte le navi , e
fatti i preparativi necessarj a tal passaggio; e.
finalmente nadns idoneam ad navigandHfn terh-
peffatemy sciolse dal porto su la terza vigilia ,
-e con felice viaggio giunse alla spiaggia Bri-
tannica verso le ore quattro del giorno . Stette
su 1* ancore sino ali* ora nona , e quindi dato il
segno , e sciolte le ancqre , andè a fermarsi con
le sue navi otto miglia incirca lungi dal liicf-
go , ove prima s* era fermato , e quivi non scn-
Z3L difficoltà e contrasto presero terra i Romani .
Premesso questo racconto ,1 si desidera di siapere
in qvjal mese, e in qual giorno seguisse cote-
sto primo sbarco dei Romani nell' Isola . Per
disciogliére in parte la difliGoItà , può giovare
molto il seguitare le tracce di Cesare • Egli scri-
ve, che il quarto giorno dopo il suo arrivo in
Bretagna, i8. sue navi furono battute da una
fièra tempesta , e che la notte immediatkmente
seguita fii il plenilunio (eadtmnoEte deciditi ut
tsset luna piena 5 qnae dies tnaritimas aestns ma-^
xifMs in òceam efficer-e consuevh y Uh» IV. n.
XXIX. ) Notisi , che colà non era tagliato an-
cora in quella stagione tutto il frumento ne'
campì (». XXXI.) Più gìotni -si fermò poi Ce-
sare in quella parte. Vinti e soggiogati i ne-
mici , € ricevuti gli ostaggi , non volle e' subi-
to arrischiarsi alla navigazione, quody propinqua
dii AEQUINOCTII y infirmis navikwsy kitmi
navigationem suhjieicndafn n^n eximf^akat' ( n.
XXXVL ) Trovato poco «topo miglior tempo ,
V 4 snol-
} f a I E T f E R B D I
iciolse dopo la mezza notte dal lido, e salvo
si ricondusse con tutti i suoi nella Gallia, Per
disciogliinento adunque del pritno dubbio con-
viene; indagare il mese eì giorno, in cui se-
guirono i due pleniluni antecedenti immediata-
mente air equinozio autunnale : poiché qjaattro
giorni avanti V uno di essi plenilunj segui l'ar-
rivo di. Cesare in Inghilterra; Un'altra difficol-
tà nasce ancora dallo stabilimento dell' anno ,
in cui si fé tale spedizione i alcuni mettendolo
all'anno avanti V era volgare 53^ al^i al 54.
e altri al 55. Il Cavaliere » che chiede la so-
luzione» si attiene alla prima: onde su tai sup-
posto si dovrà stendere la risposta : é se per so-
prabbondanza si vorrà darla stando ancora sugli
altri due computi , tanto più segnalata sarà la
^azia. Crédo > che in un tomo delle Tran/azJa-
m Filosofiche d' Inghilterra si agiti questo pun-
to: ma per non esservi qui si fatto libro, non
posso assicurarmene. Perdonatemi il disturbo, e
continuate a^d amarmi ^ come fo di cuore , e
per fine riverendo di nuovo il Sig. vostro Pa*
dre , e la Sig. Comare vostra Consorte » mi
dico • • • •
♦571* Ai Sig* Antonio Fallisnièn . s Pi^va*
Vienna 'f. Febbrajo 172**.
IN primo luogo vi darò una novella 5 se pur
tale vi giugne , che darà aì^cfae a voi , co*
me a me ha dato , dello stordimento . Io V ho
letta
A P O S T £ O Z È ti Ò. 31 J
fetta neUe gazzette di Olanda i tì^ qualche ri*
scòÀtìrò me n' era giunto anche ^ prima ^ ed è >
ch'il Sig. Principe di Valacbia ha cacciato yer^
gognosaitiente fuori di quello Stato il Dottore
Schendo^ e fattelo scortare ai confini della TraiW*
dlyania • Sin qui mi era notd il fatto ^ ma li
cagione ipe n' era occulta • La gazzetta me }à
scuopre, lasciando io tuttavoltà il suo luogo aìU
la verità ^ tìóè f eh* esso Scbei^do unitamente con
un altro grecò avevano con^piraté di avvelena*
re quei Principe* Se ciò è vero > io non poss^
abbast«inza detestare la scelleratezza dell' uno i
àè abbastanza lodare ed esaltare la demenza
dell'altro. Il delitto meritava , certamente, assai
peggio I che un gastigo di esilio* Dietro la spò^
siziohe d^l f^tto sieguono otto ^ o dieci |:ighe i
nelle quali si descrive la qualità ^ figura^ statua
ra ecc* dello Schendo ^ , acciocché ognuno sé ne
possa guardare : cDn cb^ egli è infamato e per
sempre , e per tutto • Ho voluto avanzarveiié
la notizia, acciocché possiate farvi sopra le vo-
stre riflessioni • Pregovi solamente di tenere li '
tutto dentro di voi^ e di non dire a persona »
eh' io ve n' abbia scritto • Egli é mio costume
di ìricoprit quanto posso i difetti del prossimo x
ma questa Volta avendolo letto negli avvisi pub-
blici, non mi sbn &ttò scrupolo di avaiialafve^
ne la notizia. Del vòstro aflfare niente vi script
vo, poiché so che siete di mano in mano rag'
guagliato dal Sig. Cavaliere Garelli , che vera^
mente vi assiste da buon amico. A lui ho con*
segnato il Bacio ^ e gli altri libri i che gli ave-
te
4è irasmeisl. Mi ba toccato sefìstbitmefite ladis.
^tÈLzisL acoadata al Sig. Dottor Volpi , amaodo^
fo io per moki riguardi • Piaccia al Cielo che
ticuperi interamente la sua salute, s6 bene sarè
rr lui irremediabile la perdita della spo^a. Mi
allato 4>enst gratisaimo , che la faccenda della
carta arrestata sia finalmente terminata in bene
pel nostro ^mune amico • La Canzone 4e{ Ca-
valière erudito, eh* i a Modena 5 si è lasciata
vedere ancbe ^m: ma voi le avete dato per irò-
i^a l'aggiunto di bellissima • La venuta del Sig.
PHneipe Gianfederigo a que^a Corte non si dà
per sicura i ma del fatto del Sig. Cumano par-
tito di Reggio, ne ne parla molto , e tutti gè-
neralmente lo compatiscono. IlTomoI. dei sup-
plementi al Giornale sarà opera molto lodata >
perche la spero ben eseguita. Il Sig* Ippolito vi
saluta caramente , e forse ^ vi scriverà qualche
cosa in aggiunta s^lla mia • Riverite a mio nou
ine tutti eli vostra casa, i?h*io tengo fiducia cer*
ta di rivedere di nuovo prima che tamini la
imona stagione- : ma prima mi convien termina-
fé i due Dxàmmi , che dovranno qui recitarsi
ilei presente anno. Questa quadragesima sarà da
ine occupata net lafoix) di essi ^ Vi abbraccio ,
1^ sòto • f t
572.
^ F o 5 r o 1^ o Zeno» |ij
57Z. ^/ Sip Andrea C^rnmrQ. s f^tnezMf
FU9tna 14. febbr^o l'ji'X*
Finalmente si disin^anerani^o Stesti Slggv
Impressarl di teatro y e resteranno persuasi
che l'opere di certuni non sono buone , die a
rovinare le scene;» e a disgustare gli spettatori*
Ne hanno tanti e sì ^tti esempj , che saranno
ben pazzi, se in avvenire 5' arrischteranno an*
Cora a produrle. Non so qual esito potrà aver^
}a seconda volta il mio Venceslao , recitato an^
01 sono con maraviglioso concorso ^ Esso inpri^f'
mo luogo non ha il vantaggio dsUa novità. Se^
condariamente messo cosi air i^fìretta in musica
da tre diversi compositori corre pericolo di non
essere in tutte le sue parti egualmente plausitn*
le. Xerzo sarà corredato di decorazioni già ve?
duté, non essendovi tempo di farne tur deH^
nuove . Pure con tutti questi e altri pregiudicj
speco The non ne riuscirà affetto discaro lo spet-
tacolo . Sono curioso di saperne il vero esito ,
jLunedì si farà perla terza ed ultima volta il Dram-
ma del Sig. Pariati . Con S. E. Friuli ho fatto
allegramente il giovedì grasso . Tutto il mio
icamovale si ristrigne in qualche buon pranapT
coi padroni e gli amici . Ho scritto la settima-
na passata al novello detto Ambasciatore Do*
nato, da cui facilmente ve'ne sarà stato parlato .
•Si spera, che presto seguirà il concesso diCam-
feraj, a riguardo delle iitanae cbe ne ha fattt
fare
\
i
5td[ tEfTEKED?
tare alle Potenze interessate V Augustissimo Pst^
drone^ il quale pochi glorili dopo Pasqua dicesri
che si porterà alla Dieta di Presburgo in Un-
gheria p per farvi determinare dalla Dieta il pun-
to della successione in quel regno a favore del-
le Arciduchesse sue figliuole in mancanza della
linea maschile : dal , qual male' Iddio preservi
la Cristianità, essendovi troppa ragione per tut-
ti di temerne le conseguenze • Q^i è seguito' uti
duello tr^ .due Cavalieri ^ V uno di Slesia ^ che
è morto sul fatto > e l'altro di Torino ^ che pu*
re due giorni dopo ne mori dalla ferita. che
pazzi ! Il motivò della rissa nacque sul giuoco ,
e la differenza non era che per ^^o. fiorini: ma
ci andava della loro riputazione a n0n aramaz-
zarsi é Chiudo li lettera col solito abbracciamen-
to e saluto alla Sig. Madre ^ Cognata^ Sorelle ,
Nipotini , e a voi pure di vero cuòre addio •
573. j4l Pi Piet Caterino Zensé a FènexJd 4
Vienna zi. Febbraio ijiié
STimo a$sai il Ms. di Antonio di Tempo , eli
cui altra copia del tutto consimile alla vo«
stra, siccome ne feci nota, ne vidi in Verona
appresso il Marchese Maffei* In quella però non
v' era il nome del copista , i^è quel sonetto acro-
stico di M. Znane Falaresso . Sappiate poi , che
la suddetta opera si trova stampata in Venezia
in 8. Panno non mi sovviene, ma la tengo
Costì fra' miei libri» e la troverete o nellVarma-
dio
Apostolo 2 i a g; «^ |i^
dla'dei Gritici (U che è più focile), o inqueU
Io de- Poetici, quando vi piaccia di farne ilris*^
contro. Il /volume è legato alla rustica col ti-?
tolo al di fuori scriao di mia mano, e di pi^
piola mole • Lo stampato è in molti luòghi diverso
dal Ms. Veronese • Manca in quello la 4edicazione
dei Giudice Cadovano a Alberto della Scala • In ma&:
gine ad esso Ms« e a riscontro dei sonetti , é degli
altri componimenti volgari rimati eraa notate le sen^
lenze dei varj autori, daljie quali il Tempo pre^
se il tema di essi • Ma nello stampato a e, 3 5^
vi^ s'insegna il modo di fare l'ottava, e se he
inette una per esempio. Se questa ottava è del
Boccaccio , cbe c(»iiunemente si crede tssese ^ta-*
to l'inventore di essa, non saprei come potesse
sussistere cbe il Tempo avesse scrittp U suo li-^
bro nel 1332. mentre il Boccaccio, allora assai
giovanetto j molti inni dopo comincia splamen-:
te a scrivere i suoi poemi . Se non è del Boc^
caccio, ad altri dunque dee attribuirsi V onore
di aver ritrovata l' ottava rima . Il fatto si è ^
che nel Ms. Veronese manca la suddetta otta-,
va , né vi si pasla punto di questo genere di
componimento : onde, forse altri posteriore d- età
^èSjs^.d^^ppiccsityi nella stampa la suddetta ginn-;
ta,.f$il2a pensare più oltre; e questi forse por
tra essere stato un altro Antonio da Tempo ,
pur Padovano, che visse nel XV, secolo, cento
e più anni dopo il primo , e che ^ uno dei co?,
mentatori del Petrarca àvoi noto; mentre Usuo
fomento sopra il Canzoniere di esso Petrarca fu
campato ^ ristampato pia volte ^ e I9 primi edii'
zio-
^iif 1 i f f E il i ì» i
Éione credo che ne sta qii^a clie ia 4. {u> vediìfi
flessa ÌPP4 Camaldolese dì S^ Michele di Mara^
noj iwL 6xie della quale si legge: Fetutiis VIU^
Mali MXCCCJLXXVIL e lo ^ampatore ne fa
IhmÌHÌ^ ji^U S GéUpMTé siliprdHd^ > il col noi»
tfiei si ìeg^ a pie della dedicazione dellibro &t4
tane da* Ini a M. Federigo Qooz^a • Per benei
elucidare l'^tày in coi TÌssèro i due Aittcmii
da Tempo ^ ben sarebbe esaminare attentamente
laiche là Suddetta edizione. Salutate tutiì, eia
particolare In Sip Madve^ Addio 9 carissima frah
^ tello.
574» Al Sig. Csrh JÌrchM9^ é Jólofié é
E^ Supplicata ùmiiiiieme TE. V. di restar per-^
suasa i che a me non è meno a cuore T 2lU
fare ed Sig. Argelatl di quello^ che possa es^
sere a lui medesimo, sì per l'affetto che prc^s*
50 a lui) si perc&è conosco la grazia esser di
tutta convei:^enasa e giustL»a , sì e molto più^
perchè mi è noto, quanto il conseguimento <H
essa sia di premura a V. £. i cut .comaàdì sono
da me ai pari di chi che sia riveriti • Mi sono
testimoniò mimo Cavaliere suo figliò , il P.
IkOreficdi e altri ancora, quante volte io neab»
bia parlato, e all'Augustissimo Padrone , e si
Sn £« il 5ig. Conte di Savallà , e analmente 4
S. £• Monsi^or Arcivescovo di Valenza, nelle
cui imm sta ora ìi dar com|)imenta al bene in^
Cam-
\
A ^ $ t a t ó Z U ^ ài ^i^
taxùwinato affarci e tìiunà cosa v' ha ià-oggl
che fi opponga al (:ofnim desiderio ^ se non la
consueta lentezza 5 con cui tutto il resto proce-
de. Per finir 4i vincere ?»che questo ostacolo *
io stimerei bene ^ che V E. V. avesse, la bontà
di scùvome efficacemeàte all' IÙ4^ Sig» Gonttf
Reggente P6ri;usatÌ9 U quale per «e stesso prò*
teggq caldamente i^ Sag. Argelati, e che aven«<
do ^ùa^i ogni gknnq occasione di essere con deti
to Monsignore Ai^^^vesco^j il che altri iidn puà
{as0 ^ che con fatica e di rado ) può ancora paùr
facilmentcl di chi che sia rimostrare al medesis
mo la necessità di o^a ritardarlie di vantaggk>
la spedizióne) e di conseguirla « Io oon onlraiet^
terò frattanto, dal canto mio alcuna diligenza 4
che giudicherò opportuna^ € facilmente dimani
ayrò l' onore di parlarne di nuovo al mio €le^
metiti^simo Sovrano > il quale è informatissimo.
del merito dell' opera che èì , stampa > e veda
qvanto sìa giusto il consolare le suppliche del
Sig. Argelati. Spiacemi che nel primo incóntro
offeritomi di poter dìmostf are all'È* V. il ittkl
a<Hnmo otsequU»^ moà abbia awora tutta la bocM
qa f^ttmsLi coma so di aterci ttitta i'attenzicH
tio% desiderando^ sopra ogni cosa di renderla «idii)
ta cV io sono &à fiìk prof^nd» fei^^itlo t • ^ «
SS7'
3a* L 1 T T E R B «ni
. 175. Al F. Pier Céuetifw Zeno. 4 VkmxJ^^
HO data qualche ora i giorni passati aldub-.
bio da voi propostomi, se nei primi se-
coli della Chiesa ió^%t, in uso di ca.mbiai« i Hot
mi agli adulti , o gentili , o Giudei che si foj-
«ero, ntel ricevere il battesimi. Nei due primi
secoli ftoiil ho saputo trovarne esempio. U Mar^^
tene neir^ opera de Hinhus Ecdesine pare che sia
ex contraria opinione; ma non ne reca altro e^
tempio, che uno tratto dagli Atti del martirio
di S. Ippolito prodotti dal Baronio . Ma questo
è del IIL secolo; e quegli Atti non sono di
inolta iFede . Il Ruinarziq non^ gli ammette nella
$ua opera , jiHa frimornm Martymm ; e ^1 Til-
lemonzio nella sua Storia Ecclesiastica yi trova
difficoltà a mio credere insuperabili 5 una delle
quali si è appunto il cambiamento del nom«.
Nell'opera suddetta del Ruinarzio se ne incon-
trano due esOTipli, Tuno e f altro nel comin-
ciamento del iV. «^olo: il primo dei Martiri di
Palestina riferiti da Eusebio nel libro VI. delfe
sua Storia Ecclesiastica: ma questo non è inolta
chiaro, e non interamente forse al proposito: il
secondo è tratta dagli Atti di S. Piero Balsa-
mo , il quale aveva questo secondo nome avan»
ti di battezzarsi 5» e poi ricevette il primo , quan-
do fu battezzato . Voi potrete riscontrar V uno
e V altro nel suddetto libro , che sta nella mia
5tàn-
A p o f Tj o L o Z fi M o ; 3^1
stan^ , legato ia carta pecora in foglio . Nel
V. $ecóló cominciano ad incontrarsene esempli
pA frequenti ; U più famoso de* quali ^i è quelt
Iq di Atenaidie, ehe divenuta Imperatrice , emo-r
elie di Teodosio II. si chiamò al battesimo £u-
cfossia'. Per ora non mi sovviene di vantaggiò
sp. tal proposito. Rispondo ài vostri due quesi-
ti» ma nulla posso dirvi, 'icbè non sappiate. Dei
libri impressi da alcuno dei Manuc^ri non ho
mai veduto catalogo a parte. Nel li. tomo del>
la Biblioteca del' Gesnero , Nche io tengo costi ^
-te h' ha inserito uno imperfettissimo . di quegli
che furono impressi da Aldo il vecchip^ e'^oa
Paolo. Aido il giovane soleva' in a}cucio de' li-
bri ^da lui stampati porre ora nel fine» ora nel
plrkieìpio un^* picciolo catalogo, d'egl' impres-
si da lui» /e in parte da Paolo \suó padre >
co© la nota d6l prèzzo^ Mi soyvienefr^ questi
. ù da iui^ posto nèir ^Lgricoji.tura di Carlo Stefano
volgarizxataiLiMa assar' più copioso si^è quello,
che sta in prkicipio delle sue Eleganze , ^tam*
paté da lui in Venezia 'nel 1594. in 8;^ Esso è
di sette facciate, e vi é* a flanéo ia nota del
.prezzo di ciascun libro -, il che soleano fare mol-
ti vde* nostri librai» fra i quali ora mi sovviene
H Giolito • Delle edizioni dèli* Ar<;adia fatte da
Aldo io non ho^v^utà» che quella del i^ii:*
e quella del 15 34. l'una e Paltxa in 8. Q^l-
1^ del 1514^ fij fatta lui vivente s mentre egli,
che che he dica il Moreri, non fini di vivere,
che nel ijijf. Vedete h prefazione dell' Egna-
auo al LattatetQ di Aldo stampato in quest*an-
Tmo ///. X no..
V
tio. Che- altre edizioni prima di quella dd 15 14^
ne possa aver fatte il suddetto Alfio ^ P^ò esse^
re , e forse qe sarà uììa alcuna • delle due fatt^
in Venezia avanti quella di Napoli nel 1^04^ ^
iii .4. nella quale Pietro SuiiMnpnte atiilco del
Sannazaro si lamenta ne^a dedicazióne da* lui
fatta al Card, di Aragona delle Egloghe del 5»anr
fìazaro impresse tre anni prima in Italia^, tutte;
deforiiiàte e guaste, e poi ristampate con errpri
intoUetabili dagl' impressori Yene^aniw Ma voi
che avete ìa suddetta . edizione di Nà^li^ l'
avrete anche esaminata* Il suddetto ajliìG^ ^5^^
Filippo di Giunta la stampò ih Firen:?^ did me^
se di Marzo in i* e gli eredi dì -esso Filippo
di Giunta altra impi^essione n^ecero nella stes-»
sa forma nel 151^. còme ^xe Bernardo di Giuijt^
ta nel 15.32.' ristampo le Rime del Sannaz^o* ,
£ questa edizione pa^e- che sia molto pregevole. <
Qiiel titoip di Presidente datovi dal Vallisnieiri
e assai bello ì ma dò t^o|^ .ostante 10 puce^.m^
ne sarei risentirò ^ e in ogni niodo 1* ayrei ìat*^
to cancellare dal libro óól cangiametìto della pa-«
gina ,neUa stampa* Moki ctederanno, che vi sia
stato dato per cagione della^itlcipale assistenza
(^he date al Giornale i ed io non istimo. b^ne
che tutti lo sappiano 5 sjs {>en itiolti lo Credoi^o <
Il P^dre Paoli vi saluta cà^amente^*. $ssp>^à
vicino al terrnin^e delle su^ »sa^re fatic{)e;i^[i.qj»e^
sta Corte . Non pos^, dirvi a basfanzf.U iSii^ni^
e l'amore che presso tutti si ^, gu^agnatcì^ {ov
spero che r Augustissime^ Pa4rQ|^e potrà jtifhia-.
marlo qualch/s altro anno , essendone in : questo
rima-
Ai* à s f ò i. Jj 2: E H éi |i*
rinaaso s(^dis£attU$inio ^ 4 nie j>iire la tfaat^tì^
non ha recato nocumento alcutioTi sé ^ne gca^^
zie a Dk>, T i)o r<ygjLo$ai;neate osservata» a disy.
petto dì Questi pessimi pesci , die mai noti v^nv
goncf alla nua tavola ,' clae non. mi ftu:€iaoo 3ov-u
venire di cotesti così squi^* Qgandp sarò coh
sti^ yp'instttuirmi asùrhp dfc state un' altva intera
quaresuiva. Salutate al solito tutti, e U Sig^
Madre in ^particolare , e. le Sorelle / Addio /fra-'
teiio amatissimo ...
57^^ ^i Sigi Anàre^,Q^né^Qyd f^€n$xi4i^^^
Pìcfma. ^i^ Marx/i i'jtz*
E'difl^e ch'io sia costi per la; pros^n» fie-
ra delr Ascecsa^ mentre^. sona m^olta. ìndie-'
tro nel lavoro delle due Opeire f che mi coàvie^
ne teenimare.avantik di fii^tte^gii ìrx vìaj^ • Sea-
t2L qiiest^ condizione noii. avrei ottenuta U. n^ia
licen». Godo soamtaoiente bell'ottimo stato di
tuttL di nc^^ra ca^a j: cte riverirete ad ut>a ad .uni»
earaiiient^ i^ mip^nQina^.da«doack:iié un bacio adb
Apostoletto ]( il quale se o^mé di noine^. ò sofiiK,
gliante di volto anche al zio, non può essere
Che bello è graiioso à nlaravigÙa i E' itato de-
gno della graii mente del Sig. Proccuratpr Gri-
mani il pensiero venutogli di far ripulire i be^
Mosaici della Chiesa Ducale^ e le preziose co^
lonne pòste avanti la facciata di essai come pa-
re e di molto decorò al pubblico P ordine dato
di far lastricare la piazza di Saii Marco di pie^
X t (re
\
i \
1^^ ' L 1 T T É BL t Vf t \
txe da Este» come sta nella merceria» e ia ài*
tre cot^trade della città y la quale da molto tem« >
pò sarebbe già stata presso che tutta lastricata
della stessa maniera y se le ^ueir|e passate non
Avessero inteirrotto cotesto nobil disegno • Iq
quest'anno non ho fatto alcun Dramma incora-
\ pagnia'^del Sig. Pariati. U ultimo, che si À qu^
recitato nel passai c^ovale^ è stato tutto pat^
tb ingegnoso di lui.^anto vi aflfermo non per
sottrarmi al piaccrey che avrò di servirne voi
V el Sig. Alessandro Morosini di due esemplari;
ma pecche si renda piena giustizia ài merito del
yero autore • Riverirete intanto a mio nome
^_cuel Cavaliere; epdr fine ^abbracciandovi mi ^pn^
èirmo • • . . / \ '7*
P. S. Jeri alle due dopo pranzo è arrivato 4
^esta Coite il Principe Gianfederigo di Moda-
nij e h^ preso quartiere non molto lontano dal *
lino • Penso di aitare a far riverenza V- S. A.
^ella yegpentè settimana /X^Comici Italiani $ok
no stati congedati da questp Imperiale servigio.
Hanno perduto il loro principale apppg^fo^rifii'
€ònte di Althan, al q^ale oggi a t ténnìoato
4i ceicBrare i funerali.
\
i.
«f?'
ApCfStOtO !t M ti 0é 141
^jj. jàt Sig. Pdndf^^o Pémdolfini Vicis^jrnéirk
ÀfW jicc'4é^mi€ dflU Crusca . 4 Finmi .
IN quai s9uue<ra ip cìebJA rendere ^uk^Qate (^
gras&Ie a cotesti I^mi Sigg. Acca4emict9 e ia
parcicoiare a V. S« Illma del ^a^nde, onore im^
partitomi i)^eir avermi ammesso alla Imo inogh^
te^ipo (relebratijsima adunanza, non trovo ^Joà»^
" spefo di trovar mcklo di farlo i anzi sulbelprtc^
cipio im sonof còdi'confosò e sitdtdito, cbe qu2«
si in luogfii di piacere me ne viene tristezza ^#^
donde altri ne trarrebbe soggettò 'di vanità % di ^
colaggio, in me si ^te^lià abbattimenito di spi«^
^ rito e ^coilfiwfìorie di mente* Non posso da ùii^
patte dar lode alla loro elezione > senza mostrar*
mi pròsontuoso; né dall' altfk^ a mio riguardo di^^
tópprpvaris^ senza far torto al lorodi^sceminaeiH
tQi Se tuttavolta si pu^ far mèrito di una na-
- tiifaie inclinazione 9 e di ufi sommo ossequio^
io ardirò di credere di non t^txt affatto iisde*
gno del loro soyrafio beneficio} méntre in tutto
il ccMrso della mia yita il mio maggiore studiò
e passione è statò qi^ello* della fiostrà voì^' fa«*
velia i he per altri mi soli sentita portare a più
di stima e di ossequio i cbe per si dotta ifkccade^
mia 5 che l'ha in tanta parte arriccfaica e ìUij
«tfatà : talché non 'si può disgiugdere l' autor de
una daiu stima àell^alurai né far passo ir
la di buono, chi dajdt àcritti e lai^gMìnentl
I \
1
I
/ .
ài questa non se ne prenda la guida ^ V e$$cr
io rfìvttitito cittàdifto di così dotta repu1>blica »
e itiéttAtò idi si illustre corpo , mi darà in* avr
venire eccitam^to a farmi ciò che non ^ono ,
e a^ tèhdenni meno immeritevole di un titola^
che ora non riconosco > che dalla loro bontà e
gentllerta. Io prqgo intanto V. S.Ilima rap<
presentare à tutti cotesti nòbilissimi ^ccacjemici
I più sijnccri e diYPti sentimenti deir animo mio ,
t di supplire con quellfe più forfi ^espressioni ,
che ben saprà dettarle il yigor del suo spirito e
ad suo sapere , i difetti del mio scarso inget-
|no ) attestandole però che ,dal >3canto della gra-
titùdine e della riverenza, io ne conserverò i
sentimenti a tante grazie più tponveneypli , JL^
pothe osservazioni; ^he.mì è .occorso di fare
intorno al tanto ntile e tanto stimato Vocabor
lario dcir Accademia , ia tui novella e più co^-
plosà edizione è «desiderata dal pubblico, e sin-
golarmente dagli amatori della Toscana JLihgua^ |
verranno un giorno in ]atte;5tat9 della niia nb-
J>idienza? ma prima mi conviene raccoglierle ,
essendo sparse, e meglio .ordinar;le^ e pulirle',
onde meno mi .arrossisca in sottoporle al loro
purgato intendimento . Debbo al predente futt^
Ja mia attenzione al lavoro di due componi-
mentì Driimmatici in t^ervigip di questo Augu-
sto jMonarca ? terminati ì quali V. S. Illma éì
;assicurt, che sarà mio unico affare il ripigUsire*
pct mano" le suddette psservaisibtti j e può "essere
rhe mi sia data permissione di fare un viaggio
» Venezia V dove ìtrovcrò fra' miei libri molte*
\ i
i
ì
Apostolo Zino. 327
memorie colà lasciate in aggiunta ad altre , che
qoì ne tengo ; della quale opportunità può es^
sete ancora' ch€ io mi vaglia per Venire a de-
dicarle in persona la mia singoiar riverenza , e
a proccurarmi il vantaègip di conoscere di pre-
senta y. S. iUi&a , e cotesti in$igni letterati ,
che venero da lontanò e per ftma y, ^ qui col
pili profondo rispettò la prego di, avermi nella
sua bóona grazia , e di considerarmi qual mi
dichiaro essere col' pia profondo ossequio di tut-
ti .gVtìimi Accademici, e in particolare diV.S.
Jllma'.... , \ >
* 577. -^/ Sii. ^ntonio Fallisnhri . a Padova.
f^lenna 11. aprile 17Ì2. .
IL 5ig. D. Niccola JSfardagna , Medico Cesareo ^
ini |ia fatto ayerei in nome vostro sessanta
fiorini, che subito ho' consegnati al SIg- Ippo-
lito per altrettanti da |ui dati al §ig. Cavalier
Garelli > Qssjia al Referendario Puel , per avere
il magnifico diploma Cesareo , diN:ui siete sta-
to onorato, e che nel, prossimo mese riceverete
con la venata in poteste parti del mio araa^s-
siniio P. Pauli; il quale ha predicato alla Cor^
te con un singolare applauso di. tutti , e in par- ,
ticolare della Padroaan2;a, e ha sostenuto in Ger-
mania , anzi accresciuto di molto il . buon. no^.
me» che si^jé#^con le sue .dotte opere guada-
gnato in Italia . Egli è ben degno di essere vo-
st^ro amico , e vi assicuro che parla sempre di
^^^ X 4 voi
I „
i
^26 L , E T T E k B DI
Voi con particolare stima ed affetto^ ed è fieaé
di desiderio e d* imp^ienka di conosc^i ancke
di presenza^ come vi riverisce per ^,.£una/* Del
restoy mi ^énsòlo* Avete un Diploma , che fari
pia vStrepitp che ìa ^ià ricevuta colìana i e sarà
iieila vostra tasa uh nioaumento. perf^t^o di o-
hore e per voi 9 e per li vostri figliuoli, e di-
scendenti • Se questa y^lta non creppano di rab-
bia ì Vostri malevoli ^'^pé immortalici ìjgior-
, Ài passaci sono stato a^ faf rivarenàa ai Serenis-
simo GÌaniTederigo , che mi accolse coÀ tu jxm-^
tà e gentilezza 9 che s^nVrmiasta confuso* SI è
parlato mólto 4i voi » e oen potete figurarvi »
che non se ti* J dett6 se non be^V, a nijjsujra
del vòstro"^ merito . Lo stesso^liò * fatto coi P*
iìhessi, il quale pure tali confermò , che la lé^ ^\
tura -dei' vostro libro aveagli fatto mutar parere 1 "^
intorno all'origine delle fontane à Vedete ^ quan«:
lo possa il vostro sjipere ^ iiien^re lia tolto dì
pregiudiizio un Gesuita é Dello Schendò non hp '
saputo altro; ma credo che sia ancora ih Ttan-
sil Vania. Universale non credè che vi sìa quel
iiiaie, che né, sta scritto nelie gazzette : ed io
per bene <Ìi lui desidero ^ c&e tutto sìa falso • '
Voi siete uh graiidé adulatóre » e slete più cor-
tigiano di me, dipencio berte per rigi^ardo poji- -
tico di chi altrimenti ne ayetc in altro tempo
giudicato. Vo darvene però, lode., senzk, segui-
. tarile T esempio. Riverite ^gU amici , e In par;
ticolare il ÌSig4 Compare . Marchese Polehi , al
quale vi pregò di dpihandare , se <lal^ Sigi ^F^eca-
nati ha iriceVutà una mia ietterà ir alla quale mi
pre^
V,
- /
A p ó < t o £ d, £ 9 » o é \%^
pttìat eh" e* dia lisppsta* Ricordate àdche Umié.
ossequio alia S^vLaara^ vostra , e^ a tutti 4i
yòi»tra casa); è per fine caramente vi abbrao^/
è sono \ • • ^
TL Sig. Piàaofeonio Filippial» vói^endp costi ,i
JL vi .recherà una nìia . lettera ^ desideroso di
conoscervi t e di .^venrvi. Troverete. ia lui una
persona degna^ detta vftstra s^ima e del vostro
amore > e però lo tengo da. se bastevolment^
raccomandato • Avrei vcjlentieri voluto potervi
nuuidar con esiio un esemplare delle Epistole del
. Kepploro >* n^ 4)Ui p^ mala ^rte .non. ve ne h^
alcuQ esemplare 9. e^.qudlo c^e in Lipsia si è
commesse) p^ Y*^!^ non è ancor arri\^to% Ger*
chérò altra occasione, per £u:vel£\perveoiire , e
aUa più lunga lo riceverete da me con la mia
venuta y cheTa Dio piacendo farò quesf anno in
Italia. Vi, ringrazio distii^tamente a nome anch#
del ^ Cavaliere » per cui ve ni^^ feci richiesta, di
quanto^ ini avete scritto intornò al temper pre»
cisò ddla spedizione Britannica fatta da GiuUo
(Cesare .. Egli n' è rimasto molto soddisfatto ) f)
veduto che voi pure meco convjsnité dell' anno
J5; avanti Cristo, in cui vediamo seguita I4
^luddetta spedizione dol consenso de* migUpri Cro«
>oÌogi,>enso che anche. e^ muterà opipione »
' ' ■'^^ e 'si
/
/
e SI riserverà a seguitare la tìò^tra. NtffleTrafr*
Ifàzioch Atì^cam y^ha \m Disserta:done sti
<{«!iestop\9«itet Bla ^ c%ata d4CrLbsóii nella $ua
Dissertazione de Portu Iccioy per quanto mi a^-
.seri il medesioip Cavaliere ^ il quale ha fatto
scrivetfe^lfn ftìgWJterra-, per averne unn copia .
L' autore ne è Edmbhdò Halley , e vq} forse V
arerete vedi^ta al num. 193. di e^%^ Transa-
zioni \ Si aspetta coA impazienza \\ vostro Fron-
tino f L* indice erbe ci fate ad esempio di que-
gli iU Mntm l^e^hini , ssarà utiHssimQ ; siccóme
tali Ilo sempre ftiai. giocati quegli die abbia-
mo , «^ vòrieei che gli avessimo di ciascun auto-
tè, e principalmente di Cicerpne, e di jLi^io .
I Francesi che travagUarQno a farne per uso del
Delfino, ne presem T esempio da un wstirp Ve-
neziano , cioè da Niccolò Erìtre0 , ^ più tosto
Hicc^l^ df fyjsiy che ad esèmpio di molti altri
¥olle grtciiz.XAr€ il ^o noine^ Egli, come sa-
pete, fiorì nel secolo XVI. e itct rfndice dì
jhjtte Je yoci e modi di dire Virgiliani , che ulti-
mamente é stato ristampato nella bella edizione
éì Virgilio, illustrata da Pancrazb Masvicio, e
stampata in dup tomi in 4. a Leovardia per Fran-
itesoo Halma, I717. Vi tendo grazie delle vo-
stre amorevoli inibizioni , (piando sia per yenir-
«nene a Padova; p ben pot^e assicurarvi, che
k SUD tempp isarò per yale^mene, sapendo per
farite esperienze hntrx^^ qua^tp bene e affettuo-
tòmente io vi sia ricevuto e trattato p Riverire-^
te « mìo nome tutti di vostra casa. Padre,
Ccmsorte, e fi^mdi. Ho scritto a Lipsia per
proc-
ft!òceatàrn^ì «tee prkm fogli del $é$to En^kic^^
rojà staflipato dajL C;i6<kischio) etxistodiè gliab^
èia» allestivi saraaiìo Spediti • Del jKeppjleio aoa
^i è stampato altro ^e* il Tonio delk JBj^istote ,
fer Jà cui edissione dedicatoria questp Augusto
Monarca ha fatto un regalo di 4000. fiorini ai
Sig. Nanschio , e di più ^^noratolo del titolo di
suo C0n$iglia:e. JEgli si era pre^ co} pubblico
r assunto di proseguite la stampa di tutte jl'o«
pere Ke})plénan€ , ma credo che .sul Jbel princii»
pio si sia pèrduto di forjce , per maiflcaii^à di ca-
lor naturale, e dej. /f>é ^»;^»j . Contpuatemi il
mostro amore, e nella vostra buona grazia yji^
y amente mi j:accpmahdo>,
* Ifyf. Al ^i^. A*^t9HÌ0 f^aliUnitri . ^ Pad9va ^
Ggi si sotio posti in cammino per VenezI^^.
il P.' Pauli, e 1 Sig. Filippini miei carissimi
amici , il primo de' quali ha seco il ^yo$tro nobil
Diploma Cesarep-v^e jio consegnerà a mio jfratè^
lo, da cui lo riceverete sicuro e beai custodito^
Eglino alla più lunga arriveranno colà ^ai ^j.i
O 24* del corrente mese ^ je può essere che 'J
Sig. Filippini pa$?i dopò qualche giorno in Pa-
dova , onde pon manco di raccomandarvelo di
fiuoyo ^ In caso che abbia bi$Qg«io di vostra as-
sistenza, tuttoché gli abbia consegnata altra let«
tera esj^essament^ per Voi . Speto che al yedc-
i:c,.c ieggere ^ssò piplbraa rimarrete contento,
non
^^ ' ' - - ~ /
taon metto Cbei vostri ftfxùci $ e al C(Hitrartp <kM3M
' fusi i trostd maletoli » it pui? oc avote» ed è
feria che ^1 9 ^ mentre à ^eatuomiaf non ne
inaQCati giammai • Cod lettera a mio fràcejUo vi
ho fatCQ t)òrtare mie. ratcoma^dazipm per Ifi Sig»
Maria Landini Coati^^ che di^tintameote riverii
SCO i come^, pure il Sig.' Franeespo, suo màrìte^^»
Funo, e l'altra. ben degni d^la^ vostra a^sistea- !
za ^r ia stima iìi eoi totip pressici questa h\x^ ,
gusto Monarci . Questo ^sol nome . lor basta pres*
sor di toi per qualan^^ie akro uffizio ciie tol^s^
À passarveue a Jpr fasore. Il no^ro Sig* Ippor-
lito sarà uno. di <^esti , giorni a baciar la mano
^ al Padrone per rendergli grazie dei 500* iiorì-
ni » che la M. 5. gli ha benignamente accorda-
— ti per la buona ot>eradaliti prestata, è da pre-t
starsi in cose di suo servigio. Q^iesta doncessio^ |
ne^pa^lserà peif VarvSirei éqmejn annua j^en» /
sione ^ onde il galantuomo, che ben lo merita,
' / .respirerà da qudche -sua o presSnte d futura in* ^
digemca » comecché dal canto ihio i p& quante!
mi è stato , é mi fia possibile , noti siasi man-
cato^ né siasi per matìcareyad esso in conto vè^ s^
i^uno . Jk) son certo che di tale arvisp ne re-»
sterete con^platò e al presente j e molto pia air
/ y-' effettuai:^ della ^azta ^accordata * Nuovo titolo
^ _ di onore 51 aggiugne nel Pritìcipato accordatovi
di cotesta chiarissuna Accademia de' Ricoverati:
onore non tolito coùferilrsi dal contegno Pado#
vano, che a loro genttloonoiini ^ e però ad esso
voi rendutdpìù decoroso • Io pure non fltlan^
^- di significarvi raggrqgazione fatta di mìa pec*
' "sonai
V " . ■ ■ ' ' ■ ' : ' ■-
o
9pt^ uh kmo$3. Accadèmia deUa Crusca \ prce
posto alla stessa per prdme di quel gran Duca^' /
ìpi accettatovi » il che è insolito , eoa tutti i
voti alla prima^ baliottaatòné • |L^ diss^ta^ipòi
dai voi/ somministrate per Io secondo tomo dì^
Supi^leQieiiti del Giornale » ìiqqq di Curioso e pe«
regriììo argomentò » e^ non dubito che non fac*
.eìanò ui^»^as^ai beUa comparsa » essendo u^It^
da si bravi' ingegni . Il nbme del Sig. Ale^sftì)^
dro (Suarini mTmuoye a pregiarvi di riverirlo 2|
ibio npme , e di pregarlo a darvi per me uqi
copia esatta dell'albero di sua ^sUniglia , inco-
.iivmciahdò alnienp dal padre del vecchio Guarì-
np Guarini , e ponendovi sotto gli anni è i mesh
(^'giorni delli: nascita e morte di ciascheduno j
e i locò matrimoii| / Avrò occasione di valer-*
sne&e in pia id^unl congiuntura letteraria • Ho;
sqolto piaciSM» dei yantaggj che - proccurate pei'
Sig. Abate Lioiii dall'Altezza di Parma* Io nìon
qe parlerà a' chi che\sik ^ se non dopo la per-
missione che s2Mrete per darmene. Se tutti i let-
terati fpsseró cosi questi e di sì buon cuore co^
mf voi ^ e tome io pure pretendo di. esserlo » '
eglino sarebbero più in prezzo ìq 1^ lettere av-
rèbbooo pia seguito p riputatiòne. Ma. spesso il
male delle arti viene dalla maligniti de^Ii ar^
t<i£ci, e da qi^el perseguitarsi che -ftontf 1* uà
1^ altro, in luogo di darsi mano t di sostener-
^ • Se la lapida destinata al Marchése Mafféi <&
inedita^ mandatemene copia, cbemi sari cara*
Riv^iti la Sig. laura 9 tutti di vostra casa V
\ ' rìxsh \
\
\ . yi
534(r t i r T ii i * :D f , . .
V'implorò dal cielo os^ b^ne t contentati i
9 sono fià che mai • ^ • . .
jitóv ^/ A -ftVr dannine Z^df à FkniKiét^
tJatiife Ì9 scrissi ia Vita dei Vèscovor G<»-'
^i^ci0oi, esaminai aft^nfasaeiiteL'atuiodeU'
età 9^ in; tnì venne: a xnairte> ef f^rveini ak
iQfà di trovar iragioni sufficienti per credere ed
asserire^ che ^S^i morisse di at^ni 6u e notk <li
41 4 nel tf4iw.Di tutte le sijiddetté tagicMH situi
fu^ allofat molto esatto a farne nié^iotia > n)eii-
tre nù tiserv;ava a parlarne più distesainetlte nel^
la ima Storia de' Poeti ^ che. aiÌÌ(iFa.,h)i $tav(a 2I
cwfel ei pu6' essere che tra leniie carte ne akf
bia fatto ifegistro. Al presente adunque ijieti po^
W aJlti:^^ suggerirvi i se i^on che la inscriÀioae
sepolcrale di lui riferìtiC dall' Ugbelli nel Tòma
IL iteil' Italia Sacra ,^ lo di^e morto di anni LXL
t hovL df X^rt . come sàisse Lelio Gt^dicciom ;
e^ sovvienimi aticora.(^be avmd<pei|tquel t^no^
sSC^iita a Lucca al Si^ Fiòreiìtini ,. per ^aperiié
il preciso i egli mi assicurò con sua lettera » 4^6
toà Slam espresso nella lapida sepolcrale , cioè
IXh Di più allora confiderai, che ^^ Gujdic€ky«
ni essencb stato fatto. Vescovo di Fos^mbrdue
fiel 25014. dai Qenìente VlL se fbs$e egli Hior*
tqf dfanAi XLL avrebbe ottenuto il gover^oi dt
q))^«: Om^k 4 anni, 24^ $0 T ab^so di quel
r- tem-
'Apostolo % ir ^ <ìì jjJ
ééhipo ,. al quale sì rimediò dal Concilio di Tren-'
to; ma pure convieoe .cqi3L^d^i;arQ « che il Qui*
diccioni. |s^ iiojLxiiCf, <^i.<^i;e4jÌto ì^ Jjàcc^ ^s^ pa-^
trla avanti di {>assaré à B^óma, i che in quella
i^ecitQ Qra:^ioiu pubblicami^ii^} e che pqrts^Qsi ai
Ròmi vi siette niolti anni al ,s^yi$id delC^d#
AlèSjjafidro, Farnese i. ^he.fi^ dipdi Paplp, III,, ixx
(qualità di ^uo Au4ìtore: tutjt^ le .q^ali ao^ ai;^
lai j^ii Si pattano' ad |^ Uf^, ì^creditaM
di 44* anni j ch^ ad un gioy^^e di ^4*. Trassi
^inoltre dalle sg^e Rim^ ^gooieótà per ^t^etiiernAi^
alla suddetta opinione ; In più d' uoò de' ^uoi
Sonétti confessa Un suo innamofahientd per lo
spaziò di io; ed ancbe^ ^u annij del; qi))^ in
altro Sonetto dipoi confessa di essersi à.,fp«za.
liberato^ ili abbraccianda lo stato. 4^. Vlal £c-f
clesiastica ; ^
Il yerà^ dell'iti n4 foc^ vissi ^ /
E pùnse il cor sol amorosa curai
Poi fiocqufi zitr^, disì(>^k È^ A* Ciiéi é»ffi,
tegge 4> n^ 4ifi9sò iil^ti pì^««:i;isfiu .
C^he égli sia statò iahàmor^to^WM^* e^nhi %f^^^
VfL quel S^ttqttfl.-
iOup l»?t|;lìp lim^òU nmS^^, vivm^l^
£ di ^nii^iÌQ^ dic0 «I. quoto ictó jpriA^iwaii -4fc*
bel 4^etaur0 ecQ^
è quel^
/ f ^Itì èrrtr ewrtgpi ,
/ ^ Otv w' étóvilslt * v4 r undednf anno .
0n se <f anni 24^ egli (osse stato pDotnDSSb. a|
Vescovado » e se undici anni prìma fòsse' segui-
Co il suoltmamoramenteb ; voi vedreste mcltopér
tèinpb innaiiioràtò un ragaauio di miictéip^i^ e
l^treste Aure h^ke 1||aziòni'poeo vantaggiose al
buon ' nome di cotesto Prelato • Vedesi andiQ
in altri componimenti di lui chiaramente^ ^^^f-'
sa la sua età, già mtaxra* Som xò8*
Or ch§ t-tutte 1M4 t^ verde i gifat
e Son. 62. ' [
Mdturi:
i^ Som 6^ ^ ,
At^ gii csàf éU jm firn guest* egrf vhtk :
digressioni più convenfend a c}xì\ mén sessag^fu^
rÌ0^ che ^fMàrAgenme . Ma quelle » che io pò-,
/ xp aveva osservate nelle Lettere del Caro > son
cbnv€i{iiepti al dolore » cl\e si ha di un atmeo
perduto • A chi ama 9 par seqipre di peider tròppo
per tempo la persona amata. Il direche^uao, ^
q!»il che p^enfs pherf^, Me ìm Usdéto 4ncar gie*
wme^ oonvien benhanno a chi muore ^annt
N Co» n|qrQfK|o^ allodra in latti molti anni primsi
del corso ùtdi^arÌQ della vita , ohe ai 70. ynea
eircoscritto : e però Da^te » che saisse la sua
Cymmed^ 4'auni 35* la coisinciò con quel verso :
'" '. ■" / ' Nel
9
I
^ P O 5 T o i Q .Z f N O. 337
JNel meixA9 M ca^min di nostra vif^ •
Qjiesto per ora posso cosi dirvi iq due piedi .^
Noa ho qui il Gfailini per, vedere, che co$a an-
che questi ne abbia detto nel suo Teatro • Se
altro con più comodità nn verri perniano, non
mancherò di comunicarvelo « sqttopoi^eiidQ però
sempre il mio saottimento al vostrp , e a quello
del mio stimsttissimo P. Berti : mentre sarò sem-
f le un di quegli , che han più piacere di es-
ser convinti di avei: errato, di quello chesifac-
cian glòria di persistere nel loro inganno ed er-
rore; amaiuio io più in altfi il vem> che in me
|l' opinione f
l' edizione dell' opere Latine e Volgari del
jgembo sarebbe molto applaudita. Avanti di pat-
tiirmi d'Italia v*era chi la promoveva ^ e le da-
va non poco stimolo Mons. Bembo Vescovo già
di Belluno, el Senatore Pietro Bembo suo fra-
tello* JLa cosa di poi svani, e credo appunto
per la ragione della t>pposizione del Lovisa, il
quale converrebbe avanti d' altro acquetare ; il
che stimo ora non moko difficile , che stimo
quel negozio dopo la morte del vecchie esser di
molta deteriorato ; e lo argomento dal tardar che
ÙL la e^iziotie del Foscaont, 4ji cui tutti qui si
l^bnentano • La disposizione da voi data alle stesse
Qon.può esser migliore. Ma 'I volervi aggiugne-
re le altre opere tutfe, impresse ed inedite^ di
que' della casa del Bembo j sarebbe cosa di trop-
po impegno e difficoltà, oltre che ve ne ha al*
Tomo III. Y cune
338 L-E T T K R E- ili 1
cune non degàè di questo onore. Bernardo Bern^'
bo, padre del CaMinale, fa uook^ tfotdisimo;,'
iscrisse molto , e fuori di qualche lettera latina
stauspata. tra altre ili scrittori del suo Paxifo y
ixijlla 9 cbi io sappia-^ di ìui si trova ' alle stwtM^
}^ ». U Baruffaidi aveva Uà vdLunie di orazioni
I«a4»Ii!^ di lui;. Se: vi riuscisse di averle , baste*
rebbe èure^ nti primo tornò di csi^ e di quanto
p\xh ritrovarsi dei nibdesimo 5 ag^tsìitavi la VitìL
di iui; e contiAtìatie di poi la racceìtà con quel*
}e dd Cardinale kùa Hgliudlo. Ponendosi que^
3tó ad icffettOi ' vi pótì^ei isuggerire qualche noti-
zia opportuna • €itéa te medaglie > che DètrtMi*
co Vicentino vi mòsttò i già vi pregai am 1* al*»
tra mia , che me le pretidiatè iii ogni htmt ^
conìécfaè nòli vi sièno Poèti per la mia fócfeol-
ta^ pochi letterati > ed alcuiu ancora^ i quali
del tiitto ini sono ignòti. La Biblioteca Tecdò»
^gica di Br^ni cohiiene molte cost contra lano^
stra irdigione. Io he tengo le tii^ ^riiiie clslssi:
ma voi se ne pariate nei Gioniale ^ aódaté riguar*
dato 4 Ella è ftertamenté d' idea uflifoirme a queir
la dei S^>piimenti del Glcmialei Di così' fatct
apére ve ne ha {>areccfaie in Gemiània ^ e in O*
landa • Occorrendovi di averne notizia , potrò
somminìstrajfvela . Salutate tutti. A rivederci con
lettere al mio riti^rno dai bagni* Addio 5 ksXeU
lo amatissimo.
sii*
A P Q i t Ò L Ò 2 £ N 6. Jj5»,
5 Si* d^i Sit* Andrea Cornare i a F'tmxi^é
p^ifnHa i. Giufffo 1722. ..
Lunedi mattinai son ritornato da Bacten . Mi
soQo bagaato i piedi alla sorgente quattor^
dici volte ; ma sentendone poco beneficio , e più
tosto nocumetito, non ne voUi di vantaggio #
Contini^ qui con altri rimedj di profumo assai
buoni i che molto, mi giovano y talché ora mi
trovo passabilmente migUcMrata la gamba # Spero
era pochi giorni dì sentirmene rimesso intera^
mente . Alla Sig, Madre e a' nostri di casa nul-
la dite deir incomodo passato i e solo del bene
presente. Si è stabilita e divulgato il matrimo-
nio di questa Serenissima Arciduchessa Amalia ^
figliuola dei fu Imperator Giuseppe i col Serenis-
simo tóncipe Elettorale di Baviera * Verso la fine
di Agosto probabilmente se tie solenizs^fant)»
gli sfi^nsali i II ferirne Pratnma $ su cui ^ra
travaglio^ sarà forse destinato alla celebrazioat
di quella lolenhità • te novelle cittadinesche te- \
muhiéatemi^ mi sono state' aisài calre • Senta
che rOrmiada mio^ che ora si ttciu in Bolo^
gna> riesca mirabilmente: di che ho ^nimapia-
cere • Ringr aftiàte il vecchio ictmo Piero Grimal
ni della cortese tneaaoria 6h« di me tiene } come
pure Monsìg^ Vicario Sùarefli^ e gli altri tuiti»
che di me vi Aan parlato 5 o vt parlano ^ sa^
ranno p^r parlarvi • Io (uh lo stesso *aUa mia
veiiìita costì. U nostro Eccmo Amb. Friuli U
Y 2 tolta
1
\
)ifO L£XT£R£ h t
tpUa a Laxemburga P ultima udienza di eoa-
gedo da S. M. la quale creandolo Cavaliere ,
lo ha fatto regalare in uscirne dalla visita di uqi
jkellissimo ritratto giojellato, che per quanto mi
yien detto ^ avrà il valore di sei mila fiorini ;
benché corra voce , che ne sia costato più dt
otto mila. Dimani lo vedrò probabilmente. Il
Sig. Ippolito si è rallegrato molto della felice
rimasta di senatore dei Sig- Farrigo Reniero ,
Egli vi saluta caramente; il che fanno pari^
mente ì Sigg. Vignola , e ,Pariati , e Conte Mo-
sconi. Il solito abbracciamento cordiale alla Si^^
Madre y e con tutto ' V affetto mi protesto •
583. ^l Sii^ LoèAVM Antonia Afurétori^
>f MéiUnd f
VieHHd IO. Giugno 1711»
MI confesso molto tenuto alla vostra corte*
sia e amorevolezza del benigno gradimenr
%Oy che ha dimostrato cotesta Serenissima Al^
tesza pa: quanto ho dovuto scrivervi in atter
stazione di verità intcMrno al Serenissimo Sig.
Fdikipe Gb: Federigo , die ^mpre più si è fac-r
to stimare ed amare da tutta questa gran Corte »
lo ve ne ringrazio per tanto, quanto so e pos-
^o 9 e pregovi di tenermi umilmente raccoman-
ìdatQ al vo^ro Serenissifno Padrone ^ la memò-
ria dei cui beneficj verso di me non sarà mai
|>er mancarmi, che con la vita. Il P. Pauligià
9^1 Stato a vederci, e può essére che qìiest^
ApOSTÒLÓf i % n Od ji0 .
kttersi lo ritrovi ancora costì : nel qual caso i^
abbraccerete affettuosamente in mio nome ) Qjgi
61 parla sovente di^ Ini , e sempre con lode ^ •
nuovamente vi attesto i che difficilmente trov<^
successore nel suo impiego 9^ che lo paleggi , t
niuno certamente 9 che il superi. Il mio viaggi»
poi 4 intomo al quale ini ricercate 9 non sì effeti
tuerà per Italia ^ che > nel venturo Sett^bràf
quando pure non me lo. faccia diflferke all'Old*
tobre la necessità di dovere assistere alle festo
teatrali da celebrarsi in occasionfe dei già stàbi»
liti sponsali di questa Serenissima Arciduchessa
Amalia col Principe Elettorale di Baviera; mai
può essere ancora^ che io trovi modo di esser**
né sollevato. Mi è statò di piacerei T Intendere ^
che abbiate già ricevute le due Cronache Mss^/
di Piacenza e di Padova speditevi da mio fxiH
tello • Spero che queste non saranno le ultime ^
principalmente se non mi viei» impedito il mia
venire in Italia^ Dopo il mio ritorno dai Ba^
gni , che air incòmodo della mia gamba anzi
nocumento 5 che giovamento han recato i npn
mi è avvenuto di vedere che di p^ass'agio il Sigi
Gentilotti: maalprimo incontro ch'io n'abbia^^
npn mi scorderò di patriargli della Cronaca di
Sicardo j acciocché ne solleciti la collazione del
vostro testo con quello della Cesfarea ^ se puro
il vostfer é in siia mano i S(>iacemi dt aver tri^w
pt occupazioni j e di lifon avere pui^ tanto temi'
pò da potefvi 10 stesso servire sinché in quèsttf
travaglio: ma F attenzione e gentiiezia di lui
iup^ìtrà » si^cieaza. Souid sf^s4 ai i^agiòcte«
1*^ -ttfTERE P t
«lento ed a pranM col Sig. G>ntd CoUaltO;» H
i^juale v& Hiirabilmente avaatfaAdlo nel buon mo-
da di scfiver sonetti y e uliimiimente ne ha fatti
fireceki , P^ quanto giudicar pos^o ^ da règi-
•trar$i Ita. gli pttinij* Sì fatti personaggi fanno
^M^ore alle lettere, t possono janche promuover-
le e bendiloarle • I Cronisti di Genova antichi ,
fhe avete rieevuti^, son molto da stimarsi. So\r-
iirlemnni idi averne in Venezia veduto più d'uno,
t mi ricordi dì un Caffaro, se pur .non erro
«di nc»n^^ e di uno Stella; e costoro tanto più
MO^ pregevoli ^ quanto che per lo più non iscrU
vevano\che le cose del loro tempo, o vicine^
• p^mi anche eletti dal loro pubblico. «Sono
gitati dagli Storici di Genova posteriori, e se ne
farla ^ài compilatori delle Vit^ <de' letterati Ge^
lìM^vesi , Foglietta , Giustiniani , Soprani , e DI'!-
4cano. M^ A jche queste ciarle} Vasi a Samo,
« civette \a4 Atme • Il P* A^^i^i Domenicano
è mio amico 9 e non inutilmente mi son ado-
ficrato i^er lui ne' suoi passati travagli , e nell*
impet^^gli un Diploidia di Teologo Cesareo,
49I quai titplp ya ora fregiato il suonarne. Io
lono sub amico, e lo conosca per buon lette-
iato», e religioso: onde 'ben |>otete figurarvi ,
éhe air occasione non tralascerò cosa ' alcuna dì
tua servigio . Pregovi dopo tutto di risalutare i
wjo nome ì Slgg. Marchese Orsi, Zanellì, Tor-
ti, e Corradi; e per fine abbracciandovi .1^
^8f-
Apostolo Zeno^ 345
5f4» Al Sii. Andrea C^vméifté. s Vmttia.
Kiema ^.I^fi^lh 171 z.
Dfìlz iHia gxiì&asèò ^i^iiiK), tòt^ilìicip*
picamento, cui non v'ha più rihiedio, él
più p meno pesa sd^ondo il cangiaménto de*
tempi : ma pure da molti giorni in qua |ie sen-
to njolto sollièvo 4 tiÀcbè dopi» la rfiia disgrazia
non mai me ne soti portato metimale. GobIiiÌ-
éocìò qùa$i sempre ste ìif ti^ y per tion perder
di vistali lavoro del Dramma , di cui non mi re-
sta a fare, che U- terzo atto • Questa mattina si
è pK>vata la musica del primo ^ che per vero di-
re mi; jè riuscita eccellente , e né scine soddis-
attissimo. Buon prò vi faccia per U "^ravi èirin*
disi che ini avete £éitti con nos$rQÌrc(teIto i^giorno
di S. Vito • lo ve gli ho rimafìd^i > btoch^ tai^i , il
giorno che mi è: capitata la vostra lettera • I
ifuartali ancor tardano; ma qiiesva^ mattina mi i
venuto un bt^on ajqto dalla clemefiza Cesarea,
che pcìfiltp mi ha sollevato . Le buone nuove di
casa mi tengono allfgpo. Iddio feliciti le vostra
idee , che tenctoqo al vostro vai^taggto • Gli ami-
ci el Sigt Ippolito vi risalutano • jPate voi lo
stesso alla. $ig. Madre d a tiitti'i soliti a nome
mio. Lunedì la Corte pai^tirà^ cot^ le Maestà re^
gnand a Presl^^go , dove si fei^neranno tre seti
timane, per quanto si dico. Qyi v*ha otìt pia
di freddo, che di caldo. Il temp^ sente ftò del
clima 5 che della stagione • Non vi scrivo novi*
Y 4 *tà.
^44 ^ ^^ T £ R B 1
ià, perchè non uscetido di casa, e aiiimetteticttf
poche visite, non ho chimeoe patii, ed^iptut*
t' altro leggo,, che gazzette* Vi do uQ cordialfli
abbcacciamento^, e sooo****
^$p ^ A PÌ9r Cdtmn& Zeno . à P^HetUé
f^enné^ 25. Lttglio ijzii
Ringrazrate i mio hòvùé ti P. Alacatti eH
Padre Toletta deir esem{dare del libro , di
cai essi ini favórisiootìo ^ e assicurategli che ì*
altro esemplare sarà da me stesso presentato alT
Augustissimo Padróne; Il Sig* Albrizci nostro
gentilissimo è in uno de* borghi di Vimna , e
fion si è più lasciato. da me vedere , senzachè
io ffo^B, indovinarne la cagione • A dirvi la ve-
rità, è degno figliuolo di saò padre ^ e fórse
anche in qualche conto gli sta al disopra. Non
è da fidarsi di quanto dice e promette v Crede
di essere un grand' uomo, pieno didottriàaesah
pere, ed è un arcisolenne petulante. Fa il Teo-
logo e l'Antiquario. Mi è 9tatd detto ^ chepre».,
^entemente stucQ di Greco per saper leggere le
medaglie Greche ^ quando ancora non intende
punto le Latine • Delle due ^medaglie dotiatevi
* anch' io tengo la prima , che è quella di Fran-
cesco (girini. L'altra di Dafiiello di Anna non
l'ho mai veduta, né so chi quegli siasi . Tia fa-
miglia e Napoletana* Fra le mie ne tengo una,
intomo alla quale si legge MARTINVS. DE*
HÀNNA. non ^Atn4^ come mi Scrivete legget»
si
si fidla vostt^; Nei rovescio ha lioa figura dk
donna -m piedi con vesia svolazaaate ì e ooa le
flaani unite ^ e soUevate in alto vet;so-un gnm innitt
che n' esce » e col motto s SPES. M£A^ IN«i
D£0. £ST é Ella è di più eh? mezaana grandesi
za> e di assai bravo arte&e • Qt^esto Martino
di Anna mostra all'abito di essere stato Preia*
to i Queste due medaglie starebbóno bene insi^^
me* Spiacemi d' intendere i dispareri de* Sigj^'
Cenedesi col kfo Vescovo. Egli è testa cfilda»
€ non sempre la più arrendevole « U Sig^ Be^ ^
nardo suo fratello 1>» m^ lo temeva in freno, e
più volte gli accomodò mólte cose ^ dove per
alt]3o sarebbe riuscito 'coti .pocd onore . A Die
4tìQEii piaccia y che non gli succeda eoa ootetié
Pabblioót qualche incontro , di suo ma^ior dis^
piacere . I parenti , che gli . stanno é* intorno ì
hanno la maggior colpa di tm^o • Peìr altro i
di ottimo cuore ^ e ha mc^e partii che lo ren^
dono degìio,di. amote e di lode i Un cordiale
abbracciamento alla Sig. Madre ^ SordUe» e tutti
di casa. Il Sig* Ippolito ùl lo stesso con vdl i
Addio 9 fratello amatis^o^
586* j^ meéksim»^ a Venezia.
Vienna gì Agptù ijiìi-
Alla sdprascritu della lettera al P. Pàult
conoscerete il titolo finalmente da me. ini*
petratojgli di Istorico di S. M. C C iiel Re^^
ipo di Napoli . Il diploma non astcdra è ^tatii
' ' àot^
^^ X E t 7 B R e: Pt
.»tfi>scritt» dal Pa4c6u ^ ojgl. soio titoniàlo dal
ib0 ^iag^o divoi(b^ di Maria Zeli } m»* lo farà
T^Mà» fi^ìxaa, y essetidoii fatm il più col Éurto
«spproracd, beturhd aon setizà apposizioni, inqve»
•^ iU C. di Spagflia / taktoclà par ùx Ucere
f^ op|K)sìi<KÌ ^ é ^roftvenuccr prendale il iiieazo
47er4titae 4i itttteolarlo iitoricò Cesareo ;M49^egfk>
4i Napoli itt twgo di dir^ i^ R^ao diNafio^
Jg..: il 4lhe fioalmente p<»chissimo impoctaf dee a
4pbi'l^ ka co8$égi|ko • Gliene d» avWso ^ecm T
iHiiìes«^y la quale al vottrd ^indire rjurconumda^
Aaefae r ArgeMAi fiaalmj^nte sarà contento , eg^
seciddsegli inSpetraCd il titolò di Provveditore de'
libri per S^ M>k &«4n Italia rcoii che potrà li*
taaMenee stabilire il suo Degenio di lU>reria e
sùiinper^ in Milano , il che egli flì fture soni-
mtmeoBise desiderava »i Ma voi pu direte; pertut^
li McÀ siete buono a qualéhe cosa , fuorché per
v^fro fratello; mentre detl^ affaire di Roitia non
pvkÀ aticora. vedersi. la conolusione^ Piacesse a
I>io, che i^idipèiiddsse'intetàtiiente da questa
Cocte : che ^ ^nosa' sarièbest ceit^ento ^Ifettua*
to • Spero tuttavolta <Ìi sortirne £dieemente ^
mediante pn nuovo memoriale da pie disteso ,
e che sarà^rafcocnandaié alf^^^ dell' £m*
Signor Cardinale Cinfuegos tanto dal ^larchese
Pestassi qu^QCÒ dalGo^ di Savallà: p ho buo-
na ragione per predere , che questo secondo ten*
iatfvo riuscirà più feti^^me^ife delfaltro . Aiitea •
io non saprei disvi il tempo preciso , in^ cui n
«ominciè a psodus su ie scene le maschie di
jPaiitalnAe, Stettosn, 2anfti eec. So^viemmi so^
la.
A PpLS f* • 10 ZSN o« ^^f
^megkte di averne ye^te aloune fi^p ^er^ i^
I58i»f laelle quali non solamente era impresse
il nonie, ma aticora la figura • Tenete dosti il
Pacbimere giuntovi da Iloma • Siachè noa km
gli altri dieci tomi che vfà man^^no » poco iim
preme di aver P opera mezzp iaVianiia^ emù^
%o in Venezia. Spero , che ilP. Ru|>eis potrà
ritrovarmi in Parigi que* che mi mancano « JLé
piregai di £ìa avanti la sua parten^ . per fx^x^
chy doyp poi gli ho fatta far6 una buona rif
inessa, ta^to per /essi, quai^to per altri libri \^
miei, che di altri . Tengo qualche dUSpollà aif
creder legittima quella jidscriaiono ài Spello #
Qpel LEM. c\ie indica il nome della tribù Xr-»
moma , di cui si pretende che foue il Proper^
^io della lapida » dovrebbe essere ira il «qi^f
Amrd. e'I cognome froptift. e non in £nd della
lapida • Egli è pure di raro esempio ii vederci
quel I. lOominip figliuolo di Lucio della ttìkk
jLempnia senza ¥ aggiunto jdi ìin. fognami ; i^
che pure era xarisisimo in tempo della Roraàt^
Repubblica « Mi rknetteìò iuttavolta al giudi?
ciò , che sarà per dame il «nodeiiaa coaspilat^e
deir ^ts Crima LafidarÌ4t^ , c&e se ne 'avrà coftn
tezza, non mancherà dì farla esaminare « Li
circostanze del luogo , ove sì dice essersi ulti-
mamente scavato il marmo , tutte spirano im-
postura . La ypstra osservazione sopra J' Aminta
bagnato dell* Ongaro è ingegnósissima . Nelle
Rime di lui v* ha certamentte più sicure prove
intorno alla sua patria • Questa mi fa ricordare
^ àx pregarvi di un favore, ed e, che usiate ogiu
di'»
X
^^^ L E T t E n E ni
diligenza per ritrovarmi un. esemplare dclk RÉ*'
me di M.Gaspara Stampa 3( rìraatrice insigaePa^
dova&a, comechè ii Ziiloli e rCrescimbeni la
dicano Veneziana. Di queUo ch'io aveva ^ ini
è convenuto privarmi^ per fame un donoalSig.
Conte GoUalto i che ardentemente desiderava di
averlo 9 per essere la maggior parte di quelle
Rime in lode dd Conte CoUiltino da CbllaL
to, di cui la Stampa fu oltremodo innamorata.
Anzi vorrei i che scriveste a Padova^ per inteif-
der, se di fai famiglia sopravviva alcuno, e se
pressò gli eredi della medesimia ^ d altrove si
conservi il suo rìtrat^ ^ <ht ad ogni costo n
comprerebbe, ovvero se ne farla pretldei^ còpia*
Ella per altro mori «in Venezia poco prima del
1554. in cui da Clfas^acidra Stampa sua sorella
furono fatte stampare le Rime di lei per Plinio
Pieti^asaiìta.^ e dedicate a Mons. della Casa • II
Sigi Conte CóUalto cerca notizie spettanti alls
Vita di lei , perchè vorrebbe fetne ristampare là
Rime illustrate eoa sue note , e col ritratto del-»
la medesima i se si potesse avere ^ e coti quelld
del Conte Gc^altino suo aniante. Afaèraccio cà^
ramente la Sigi Madre, e di cuore saluto ttìttii
Fratello anuttinkno i addio i
't * ji
3«7«
A P O $ T-O LO 2 I M O, i^f
j8j. jit ìmdisimo. a Fittizia.
Fìittn4t,^2. jfyoU0 lyxa, *
MEsi sono m'inviaste la copia di alcuni So^*
netti del Burchiello contra Bartolommeo
Scala ^ in due de' quali egli lo chiama per deri*
«ione FopiscQ . Noi allora non abbiam potuto in-*»
dovinare, che cosa e' volesse intendere con tal
soprannome, e perchè cosilo chiamasse. Il Sai*-
vini i al quale ne scriveste , non ve ne seppe
dir cosa «dcuna • Ora io leggendo i giorni pas?
sati il tomo VI. Csrnt* illmtv. Poet^ haL$tzxQr
pato ultimamente in Firenze, osservai a e. 82.
dove incominciano i versi di Cristoforo Landi?
ni, esservene alcuni da lui indiritti ad BartK
OPISCVM Scalam ColUnsem , e altri con lo
sti^sso titolo a i\ 8é« Da ciò venni subito in
iCognizione, che Sopisco, Qsia,Opisco fosse un cot
gnome, che air uso de' letterati di quel tempo,
i quali adottavano un qualche nome^ cogno^
me antico. Greco <r Romano , ^i fosse ai^o-
priato lo Scala; e forse allusivo a qualche par-r
l^icolarità e circostanza del suo Venire alla luce
del mondo fuori del ventre della madre • Vopisco
in Latino significa nascer ucottdo , o posteriore
di due gemelii» il primo de' quali sia uscito per
aborto fuori del ventre materno. Opisco inGre*
co può essere lo stesso , che hrivi'teg 9 aversus.^
seu posterier. Qviesta mia considerazione gen^
f4^ fari megjiio a vpi considerare la cosa , •
||0 & i t T E RE » i /
darmene sopra il vo^ro giudicio . Osservò afì«
che nello Setptilai cbe t^iiW i ila a^ìunto dato
a Diana 3 qtiod parturiemium fationem & cttram
habMtt Goti (Quésta guidia fe' intende pegUòquel
verso àéi Burchiello i
£H titlf Gnco e il sidiigwM ti vani péCoi
Oi^ftsra setttmàha ho ^ta ac^titSto per p&co più
4i ' sei fiorùfti di un Bel Msi^ iti catta pecorina ila 4«
civù^^o À% Sòmemtd di Gio: Fiérehttno \ idelt
Ordine de' Preditfatori ^ il quale fìofcì iti teii^
del Còtìcilio di Hrenzt? i QjaéJtQ è dédi^àtd éà,
lui totJL Ho'aée Saffica a Pief de' Medici^ che fu
iggliuolo di C^s^tao ilgraiideK padre (klla patria é
L' opera è tutta in versi elegiaci Latini i divisa
iirit IV^ libri ^ ihtitoiata TheòtéMi^ e coiitiene la
Vita e le lodi della Beatisisima Vergine ùei dud
primi libri; e nei due ultimi tratti delle basilx-«
che di Roitìa i di Toscana ,- e di Firenze i alla
medesima dedicate.* e péro se né cavino molte
beUe notizie iberiche ^ Il Codice e stiritto nel
secolo dell* autore , e molto puìitattlente . Vi rin-
grazio della beila medagliai di dui mi favorite ,
di ÓanieUo di Ahna^ La porrò vtéinò a quel--
Uidi Martino della stessa famiglia. Mi e stita
etra la prómò^^ione del Sig. Volpi alla Cattedra
di NotOfiiia* Se vA àvatiaerà tempo » ne Arrive-
rò quelta «era al Sig. suo Fratello t ma temb
che la prova del téatl!é mi leverà dalla segrete»»
ria • Staremo a vedere cosa sarà questo Corneo^
tm del Apceacci» càé si vuole stampare ìa Na^
poli
poli sopra tutta la Commedia di Dante. I ris«'
contri cbe si hanno ^ cha il Comatitstore non
hsse passato «col suo travagliò oltre la prima
Càiiticst j «faiiilQ a^che i me dubitare^ che in ciò
forse non si pretida mi granciporro maiuscolo «
Saràtiìio pia 4i 24^ aohi i ehè ebbi 9ottò ì* oc-
chia il Codice già póssediirà dal fti Dottor |a^
o^)ò Grandi^ scritto nel XIV. Secolo 1 il qua^
ie oon cooteiieviiL èhe il. Cometìté del Bocca^ei^
^Gfira r Infermi Axicbe il SaWitii scrìsserett tetii*
jjki hi che i Mss. dalai veduti tebainaTano n^l^
li stessa guUai Nella ibscriaioiié di Bev^^gnà
tibn tiròvó cosa che me la faceta sospettsk d'ìm*«
postura i Iklli famiglia jitàtia non v^hàìikmo^
ria nel Griiteró; tè nel Reineàioi ma bène ka
psÀ luòghi dell' .4N^'^^ Vedrè volentieri le ra^^
gioni^ per le 4^ali ella si erede supf><>9tà * La
risoluzione pregni dai Sig* Proceorator Pisani di
tener per se tutta la libreria del fu Pròc; Coti-
tarini > è esosa degne di im tanto Gav^iere.. là.
unirà a quella del fo Girolamo Coiéaro'^ d sari
una delle più belle é numerose private d!It^ia*
Sarà Celebre la sua casa e per questa^ 6 per te
studiò de^ medaglioni uniti cori tatita Sffesa dal
addette Cortaro* Finisco salutando tutti cart^
tritate^ e ili particolare iaSig. Maclre^ allaqua>^
le somminìstrarété scaii' alcun ngdardo tutto il
ysognevola, che potesse esservi lìcercati di lei 1^
^Ukfió» fratdlo àootatissiiiit 4
587-
^^p L E T T E a t D I
Sono quindici gionù clie mi smto ttavagU^
eia una tal debolezza di testa, e da uà si
fiero dolor di schiena > che per poco <phe dò mi
duri , non sarò a tempo di sccivere H seamdo
Dramma , di cui non ho xtecseggiate che le {^*
me quattro scene. Conosco sempre più» che nif
invecchio non meno, nel corpo , che nello spici^
to, e che questo mestier di far versi non è più
per me. Già ne dissi qualche cosa al Badcqiie
«eli* ultima udienza, ma né da lui, né da altri
mi viene prestata fede • Ma ciò poco m' unpor^
ta. Quando non potrò » non potrò; e ciò ch^
vuole, altri creda. U mio Dramma si recitesà
per la prima volta > che sarà anche 1% ultima ,
dimani . Lunedì la CcMte prenderà lo scoruccio
per la morte della Principessa Sobieski, Zia del
Padrone. Qiial applauso abbia incontrato il mio
eomponimento , io non ve lo posso esprimere t
Mèglio lo intenderete da altri. £^ opinione unk
versale , che io né abbia composto , né possn
compome un migliore * U Imperadore disse in pub»
Uico , che // fatte ppcr4 ftm si vtdtvMo in Ité^
li4y p$rchl in JkéUis nùn v* $vs mm édtrùu^sfùU
Zeni che sapesse camparne: precise parole ^ M»
f he jeri appunto , giorno di gala per essere V
anniversario delP Augustissima , me ne diede ,
insieme ^n essa, lode i^rticolave. U Sig. G>n*
te
A P O S T Oi 1 O Z E N O^ 15}
M di Savallà mi soggiunse, che gli dispiaceva
(^e }o avessi fatto si bello , poiché ciò mi avrebbe
difficoltato di ottenere da S« H* la pertnissione di
non più f^rne . Non crediate però eh' io vi scri-
va queste cose per vanità , eh' io ne senta . L*
anuno mio le aécoka con indifferenza , è solo ve
le partecipo^ perchè so che ne avrete piacere.
Col Slgn Genttlotti non passeiro 1* officio di con-
gratulazione che mi ordinate, se prima non sia
co;lclusa e promulgata la di lui promozione •
Fìe^. la carica di Bil^iotepario si fanno molti mo-
vttnenti ^ e principalmente dal Cav* Garelli > che
è molto avaati » avendo fatta che anche V Impe-
fadrìpe pacli caldameate per lui • N|oki pensano
a niQ, j^ià io. non voglio assolutamente , ^e ho
pregatio con tutta lo spirito i miei padroni » che
non £|(;ciano il minima passo a mio favore ;
^ mentre ricuserei, aache se mi fosse offerto» quel
posto} yoipQdo stare più gioito che sia possibi*
le 9 ed essendo risoluta di non vojer morire, se
a Dio piaccia^ in questi paesi» de' quali sono
aonojatissinK^. Il tutto scritta vi sh, in confi-
denza • La Cronica Genovese scritta dallo Stel-
la era Ms. in foglio, appresso il fu Angelo Boldu
da ^an Trovaso • Rimase con altri Gidiei pres*
so i di lui figliuoli j| dai quali cinquenni sono
fu prestata anche al Sig* Recanati » presso il qua-
le la vidi la lecpnda volta. Se. questi poi Tab^
Uà ad essi loro resituita, o pure ne abbia fata-
to acquisto, non saprei dirvelo di certo* Tanto
potrete scrivere al Sig. Muratori, salutandolo a
mio nome. Ho detto al P* Mariconi quanto mi
T0n0 II L 2 ave-
e •
5154 Lnrrtìiihi
àVete significato; e in* impone di salutarvi catal»
mente ■• Lo stesso fa il Sig. If^lito • Abbracci»!
te la Sig* MadJre^* e tutti di casa a nuo nome*
FrateUo aiDatisskno^ addio.
Sdlisturgo i6è Ottobre 17^24
Questa rnatdiia sono» grazie a Dio^ felice*
finente arri vattd col Sig» Segretario Vignoli
in questa città ^ dove egli è probabile eh'
io mi fermi simo a martedì ^ per una dolce via*
lenza, che già preveggo dovermi esser fatta da
Questa Altezza Reverendissima j acciocché io si%,
lino degli spettatori del Drattiiiia, che si recite-
rà nel suo teatro di Corte lunedì, giorno àflni^
versarlo di. sua eleaione . Il Sig« Gentilotti , Gòii-*
sìgliere 6 Caricelli«r di Corte di S. A. Rma, e
fratello del nostro Sig. Gentilotti Bibliotecaria »
da cui anche sòn favorito di carrozza , me ne
ha gentilmente oggi insitiuato il desiderio del
suo Padrone , protestando che un^ antidpa^e la
nostra partenza , sarebbe un fare a Sui Altezza
un gravissimo dispiacere . Il Sig. Vignola se n*
e difeso, ma finalmetke converrà cèdere all^ in-
feriore, a cui l'obbedienza risulta in onore ed
in merito . Ora tornando al mio viaggio > hù
trovato sìuora le strade parte buone ^ parte cat-
tive, ma non mai pessime, come quelle di Sti-
ria e Corintia . Da InspruC , o da Trento , con-^
tinuerò a ragguagliarvi del buon pioseguirtiento
del
Apostolo Z.è.k o^ ||5
ddl mia cammino,. cbe tanto più mi dì. di .piéi
cere, quanto più a voi mi a^TVÌcioia. < . ^alutaM
tutti i e in particolare ìa Sig4 Madre ; FrateUo
amatissimo i addio^
jfpo* ^ «fìii^. Marche jé éiavàmni Foltnii
a Padova i
Vtntzia 25. iisvémM iixjiè -
; '•'• "• •'' • ■ - *■ ;"'
Ho ilicevuto il vdstro imìgne Fantina i \€
ho cominciato a goderei ^tòn imo vantag^
gio della lettura di esso. Nella £>issertazione^
che avete, premessa ìntortio alla vita e scritti di
lui, siulla mie rimasto che desiderare ^ tutto 094
fiendovi molto bene disposto ì e molto gjudicio*
samente pensato e detto* Le còfighietture mede^
slme hanno aspetto di prove ^ e nelle tedebr^
istesse mi avete porto un gran lume • Qjuuid0
sia sparsa e veduta cotanto beli' òpera i troverà
In ogni parte persone che la loderanno ^ e at'»
crescerà da per tutto quel!' altk rìputaisione i che
ti siete con le vostre altre opere meritata . Io
me* tie' consolo di tutt$ cuora con voi y e ^af-'
ini di essere con voi a parte, della vostra gÌoh_
ria i 2L riguardo del molto interesse , che déllBò
avere in ogni cosa con un- amico i che sì singp*
larmente venero ed amo* Mi iono avanzato ail«
che nella lettui'a delle Annota^^ioni ^ le quali
godrò più pienamente, quando dal legatore mi
sia restituito il librò , che gli ho consegnato i
giórni passati 4 Intanto dal saggio , che qua e U
t % ^ ne
I |}é >X & T T E a e o I
ne /no peèso^ ho rkonosciuto di qual dottrmi
ed ecudizìooe ìe avete corcedate , e con qua^ giù?
^cio avete illustrati que' luoghi, cfa^ più di bi-»
sogno ne avevano. Npn finirei giammài, se dii
volessi tutto quello^ che ne penso. Oggi finale
j mente è arrivata la cassa , in cui sono parimen-
^ te 1* Epistole Keppleriane . Scrivetemi , se volete ,
^he a dirittura a voi le trasmetta, o se debba
aspettare ocquione siaira per darvele, opertras*
mettervele • La cppia di esse donatemi da chi
i : le hft fubUicate, osi è piacere , che passi in yo-
I 8t£a mano, e simanga pcessg di voi, che sapete
I Céurne così buon uso ^ Non posso . risolvermi dì
! venir costì , se prkna non do un abbràcciamen-
I ito al nostro Sig. Recanati y che .sto di giqrno
\ in giorno attendendo ^ fatto già uòmo di Chiesa •
Iddio Siigopipe benedica cotesta sua santa 'e sag-
gia risoluzione , e faccia sì , eh' ella tomi in
vantaggio e onore, di lui. Riverite tutti di VO9
stra casa a mio nome^ e per fine mi dico^ft
^ $%!• M Si^. uintomo f^dUisnkri^ a Padova f
j Vtn€iUà Sii Dicmbre ij%x^
) .
fTpUt^e! le }etteire» che mi av^te scritte , 4ac-
i X che sono in Italia , $Qno in data^ di Piove
ili Sacco. Si^te ancora ritornato _a Padova? M
vefcc ripigliate le yostte Legioni ; Siete in istato
di lasciarvi qui , o' cpsfì riverire ed abbracciar
i:e ì di che io song impazienris^imo • Mi era sta-r
t9 dipttp i f:he ^licemente ea guarita la Dama ,
|>er cui yi era convenuto {Partirvi} e'fiehoa^vo^
ta c<Misola2ioile pel: essci> e per voi: ma dotf^
giorni sono mi % riferita la cecidiva. dell^ me-^
desitna , la quale a Dio piaccia di preservare a
quella dignissinàa casa. Jeri mi è venuta eoa
l'altre mie 1* occlusa, diretta a^ y0i^ ed è dd
tidstro Sìg. Ippolito^ il q^ale vi càrica di tito-
li nella soprascritta 9 e fra essi ne mette del
suo. Vedete a qual grado di autorità egli sia
giunto 9 che pòssa onorare al pati* delle Repub^
blicfae e de' Cesari 4 Ma non vi stupite • CXr
che '1 Teatro è sioitto la sua direzione , egli dis-
pone a bacchetta delle persone Reali i e fin^^
dei Conili e Proconsoli Romania A lui ho
mandata la vostra lèttera, acciocché legga il
{paragrafo 9 che riguarda lui , e Ìo stato di sm
casa. Ho detto al Lovisa, quanto mi avete im^
posto di dirgli , e ve ne ringrazia . Ho saputd
qualehe cosa circa V af&re di quel libro f che
qui si è stampato i ové s'impugnano ^ modesta»
mente però', le vostre opinioni. Circa questo a
"Yoce parleremo a lungo : xiSLà intanto mi farete
piacere di credere il Sig* Efottòr Lodovici i im*
ntunie af&tto da qualunque sospetto che potreste
aveif concepito di lui^ Egli e uomo trop|>o one*
sto ^ e so che vi stima molto , e non ha alcu*
na parte nella [Pubblicazione di quel libro , anzi
se si fòsse date orecchio a lui 5 questo non sar
rebbe uscito . Tanto io so ^ e vi dico sincera*
mente f e fondatamente^ , a l' amicizia che seco
tengo dai prìitu aiini della mia fanciulezza éipto
al predente « non i ciò che aà ot^ìiga a scri«
% 3 Vej:^'^
Véivi > m^ la verità i e voi ben^ siete perso^tso
<|uanto io sia lontano dal dare il falso agli a*
nùci i qual voi itti siete , e i|i oui io cono di
vero cijore ....
CQmjB i) più forte stimolo di ripassarmene i
monti , e rivedere per qualche mese 1* Ita-
lia e la patria è stato il desiderio dt abbracciar
té i miei antichi amici e padroni; cosi uno d^
*nìei maggiori piaceri skrebbe quello di riverire
presenzialmente V. S. lUma, che da tanti e tan-
ti anni singolarmente amo ed onoro , e cui . di
tante e tante grazie mi confesso giustamente ob-
bligatp . Ma poiché fra lei e me s' interpone uq
}ungp tratto di mare , e questa contentezza mi
viene tolta da- suoi e miei affari ^ e convenienr
%ej resta in qualche parte riparato ij mio dan-
no dal ricever che ho &tto i giorni passata il
suo umanissimo foglio, e dal vedere con la let-
tura di esso, che nell'animo suo nulla mi bà
pregiudicato né la lunghezza dei tempi > né la
distanza dei luoghi : in che con' tutta la sincer
tìtì le protesto j che io pure mi pregio di con-
servare per lei eguale affetto e cordialità , sen^
n veruna diminuzione della mia stima ed osse^
quio Ora per rispondere ordinatamente a tutto
Quello di che V. S. Illmà mi richiede nella sua
lettera ^ }e diij^ in primo luogo j efa^ di saluta
' ■ .di
/
Apostolo Z|^o. 359
ifi cprpoy e di quiei^ di apitng non mai sonq
sfat^ meglio, di quello, che al pf esente io mi
i^ai Non sento alcun incomodo, dal pe^ c|egti
BXìpìy pet altro non poco, essendo questi oltre
^ 54* e ^e nqn mi fosse succeduta la disgrazia
della gamba male accomodata , mi parrebbe di
essere in tijtia nel fiore <leir età mia • Oìii co-
munemente gli ami^i mi dicono, essere ringiova-
nito, e per essermi ingrassato alquanto , sóg^
giungono aver io qui riportata un'aria da Te-
desco. Qcca il mia statq in Co^te, le dirò che
nulla di vantaggio posso né debba desiderare ,
poiché se lo clesiderassi » starei men bétie di
quello che sto. Godo l'onore di essere ben ve-^
dutq ed accolto da tutta la PadronaQiea ; delle
cose mie mostrasi particolar gradimento y e per-
chè come lasciò scritto quel Poeta Siciliano ,
préicmia Prinoipum esre ékient cUm munera //-
kirMipatis, bene spesso me ne dà generosi con-
trassegni l'Augustissimo mio Padrone, dal qua*-
le oltre al mio annuo assegnamento , ho rice-
vuto in poco più di quattr* anni oltre a dieci
mille fiorini in regalo • Il mio* impiego è di suo
Poeta y e di suo Istorie© • Nel primo ho trava-
gliato continuamente : nel secondo si dispongo-
no le materie , si replicano i comandi , ma si
va con lentezza , perchè è arduo il lavoro , e
còhviene ben esaminare se stesso avanti che dar
di mano ali* impresa • Per altro la Poesia non è
stata sinora la mia' continua occupazione • Mol-
te Dissertazioni istoriche ^ e filologiche mi è bi-
sognato di stendere, per ubbidire a chi deggio:
Z 4 e que- .
g<Jp Lettere dì ^
e queste ^eitaao sqiolta» e nasoise, ali* altrùi
$guar4o e ceàsura ^ U. Sig« GentUotti , che per
molti anm ha, degiumente so^temito il posto di
BibUotecàxio Cesareo» è stato ultimamente prò.
mosso a quello di Auditore di Ruota in Roma
^er la nazione Germanica. Con quella ing'ehui-
là i che sen:4)re è ^tat^o nuó tostume di profes«»
sare nelle cose mie» rassicuro, che solo è da
me restiiÈo di non essergli successore nel primo ^
che era vacante. Non era di mia utilità» né di
mio ripòso r accettarla) e me né farebbe anch*
ella cagione > se ne sapesse i motivi • Me ne
sono pit>testato altamente , è ho parlato ih, gai*
sa» che & M« ebbe ella stessa a comptendere «
che aveva i miei^ riguardi per ets&e disposato*
Dopò il mio arrivo in Italia ho avuto il piacer
Ire d'intendere, che in luogo del Sig« Qentilot^
d sono stati eletti due fiibliotecarj, cioè ilSig.
Cavaliere Pio Niccola Garelli , Medico di S. M*
eì Sig«^^ AlessandJ^o Riccardi^ Fiscale del Real
C<msiglio di Spagna » r uno e T altm letterati
di vaglia i t miei degni amTci^ Eglino davranr
no assistere al trasportameilto> che un giorno si ^
farà > di es$a Biblioteca dalle stanze vecchie del
Palazzo nel gran salofae ^ ct^ ora si sta fabbri-
cando sopirà la cavallerizza di Corte, corrispon*
dente, aUo stesso Palazzo. £ acciocché ella si
fo$s^ figurare quale abbia ad essere la grandez-
za del salojoe^, sappia es^iere la Librètia Cesarea
nutnerosa di pia di cento mila voluiiii y dièci
mila def quali sono Manoscritti: tesoro ihcom*
parabil t singolare à Là mia dimora ih Italia sa«
ri
.V )
t\ siào 2Cd AprUè; Alleva ia animb di feirtSàùrni
iasm0 a Ma$gb ; ma vói iztl forta acceletare
la mìa andata \ z.jAtut di trovar S. M; anoot in
Vienna j e servirlo pdi nella sua andata in Pra-
gà nel Maggio sedente'» in cui ha detetmiiia-
to di trasferirsi colà insieme con V Im]peratrictt
regnante, e tutta la Ccxtè^ Il itiotivo aj^areti-
té di tale andata si è quello di solennÌ2zare It
cóToà^àioàe da farsi della medesima Imperatrice
in Regina di Boemmi^s e credesi Che il loro
sòggtofiio in quella gran cag^itale bon sari me^
no di Jdieci mesi : di che strillano gllAusttiaei^
i quali sentiranno il grave pregiùdicb delv^er
lontana la Corte da loro per taiìto tempo. Q^idlo
che costì si dice della lenteìsza nel pagamento
dei salariati^ con cui si procede^ non è che in
parte vefor nm pure alla fine vengono acomùdtt
sollievo. Di presente non andiamo creditori » che
di tre soli quartali : di che però a me non resur'
di che dt^lermi ; mitktre intanto supplisce la mu^
iÀdcttasL Soti^ana coi donativi. Non è poi ca«
pa^ ^ma lèttera di contehere le lodi del ìtnlo
Mónaica* Q^el suo gran core , ornato d^ ogni
virtù ^ non si finisce mai di conoscere i né co«
nosciutò mài isi finisce di ammirare e di amafel
tJn giorno gliene formerò uh ritratto più sorni*
diàiite^ eh* io possa, senza timore che v' entri
1 adulazione d dove la verità è si evidente • Io
ho l'ònor d^ essere bene spesso a' suoi >iedi ^ e
di godere da solo a solo le ore intere de' suoi saggi
ragionamenti . Qs^l le dirò solamente , che in
materia letteraria egli j^énetra a foiufa»^ e la sua
ine*
.|p«^ - If t r r ^ ^: B? »•! ' r
tnemoria ^>cqsì /«coada» ^ì^^ pià volte me', ùe
ioao ^tupitp ; e fra T altre soVvieiprai , . che * uil
gioroQ esjiepdo entraci ^ dhjporrere 4eUa jfilpso-
^a degli Stoici, me ile e^tpse i vantaggj ., e i
difetti ^o|u:a Vallee secte clegti £tmci, réamdo-
oe le pfoye caa le precise parole di Epitetto e
di 6eae^a,,yciie stfnui che di fresco aves^e^stu^
diato quegli: autori espi^ssamente } quatido .egli
mi ^e$tò; essm^ più di quattordici anni ^ che
jp^r manor lu>a/gU .-avea presi ^ Oltxe. aUa\soa
lingua natntale. parla a.perfei^ìone 1$, Latina, la
Italiana, laxFrancese, )a Castigliana , è lai Ca-
talana; e se il suo impeto goderà fe;fma pace,
avranno in liii un* Augusto protettore' fe scienze
p le buone arti. Iddio g|i conceda ogni: bene ,
che ben lo merita, e lo feliciti di prole ma^
cfaile; per comune felicità e sicurezza*
: Ma è tempo che io venga , all' affare della
vedova Qartoli , della quale ho poca (ragione di
lodarmi , vedendomi sì - malamente soddisfatta
nelle mie riscossioni, Qiiesto è un punto, al
qua|e debbo assolutamente dar }' ultima mano
avanti di partire d' Italia ; e quandQ vegga , che
ella si,^ ritiri dair onesto, mi converrà abbrac*
lutare le prQpiosizioni di persona sicura e facol-
tosa 9 }a quale mi si esibisce di prendere la pos«
Cessione a più vsmtaggio^er condizioni > e di bo-
nificarne i miglioramenti, che vi potessero es-
sere^ à chi fosse di convenienza . Io vado cre-
ditore dalla stessa di più' di xlugento ducati per
tate cor^se e maturate: delle quali assolutamene
te; intendo di . esser saldato dentro il venturo
Feb-
Febbrajo : altrimenti in Marzo preodetb altro
iwisure. V. S. lU^ ne vtedrà il ristretto di^
<pntp dal foggio occluso , J-a mia fede e -1 mìo
buon nome son troppo noti , perchè ^lei abbit
a diffidarsi cb'ip la fpssa defraudare pè puir di
yn quattrino r Io non ho altre note, che quelle
che troverà qui segnate, ed io di mano in ma<^
Ilo ho fatte le debite cauzipni e ricevute al fu
$uo marito ^ C^r^a quel pezs&o di terra della fu
vedova .^anzago, che n'è stato tolto npn so
•con qual ragipne, egli è di tutto dovere, che
ìfì dia alla Partoli il dovutq compenso. Ella
ben Y^de che nel niio procedere non mi diparto
punto dair onesto; e cotesta bypna donna do*
yerebbe una volta lasciare di àndajr cercando
pretesti, e pagar ciò che deve. Se costei vorr^
ostinarsi, torno a dire^ che prenderò altre mi^-
(ure • Io mi confido nella buona fede e autoriti
di V. S. IlIAa per veder terminato amichevole
mente T affare; e qui per fine imploirandole dai
Cielo ogni felicita ^ mi cpnfe|:mo col solito os*
lequio • • • r
jf9|. ^l Si^f fjodavicif AntonU Muratori*
SOno in Venezia, godendomi gli amici che
qui mi sono rimasti , è vorrei nel brìeve
tempo, che ancor mi avanza del mio soggiorno
4x qua dai monti ^^ poter essw f costi e in at
tre
I /
I \
\ y
tre parti d^ttalU, per rivedére e abbracdlafé gli
altri amici lontani. Tra questi potete ben esic*
te persuado , che voi non isardste degli ultimi »
'amandovi a itiisora dei vostro, meritò^ e del mio
dovere. Io per dir Vero 4 aveva deliberato», di
fairvi una visita 3 ma la risoluzióne presa dopo
la mia parten^sa dàlP Augustissima Padronanza di
trasferirsi a Praga con tutta la Gorte dentro il
prossimo Maggio ; mi obbliga a sollecitare il mio
ritorno colà un mese prima di quello > che io
m'era proposto é stabilito; Mi è fona di leva^-
reXquesto spazio di tempo al mio génk> i per
darlo alle mie convenienze • Chi sa mai ^ se u^
na si bella 'occasione di esser con voi mi si
presenterà più in avvenire? Mi giova sperarlo i
per consolarmene; Io stimava inoltre conia mia
venuta in Venezia di ritrovar qualche cosa per
la vostra' insigne raccolta: ma la disgrazia j che
quasi generalniente ha spiogliata P Italia' de' mi«
gliori Godici j die ornavano le pubbliche libre^
rie e le private, si è fatta anche qui comune;,
talché cori mio incredibil dolore ne ho ritrovati
moltissimi di già passati oltra i monti ed i ma-
ri in mano di Olafadesi ed Inglesi , che trion-
fano delle nòstre ipogllé ; 6 sì f iddho della no-
^ra sciocchezza . Alcuni pochi òltire a ciò , co-
me il Ferreti Vicentino > ed altri , so che gijf
vi sono stati dorauriifcati ; Se scriverete al Sig.
Canonico Salvino Salvini, non vi sarà difficile ,
di ottenere da lui la Cronica Ms. di Ditld Cora-
pagnl delle cose dei suo tempo , scrittore avaor*
ti Giovan Villani j e niente ad esso inferiore
; " ' lieiìa
/^ 9 9 r-o %. O Z 1 11 Q. J<||
adla pulitezza della Toscana favella* Io ne ^n ,
veva una copia recente ^ ci^e ppi feci cpllaasip-?
pare da esso Sig. Salvini cpn testi a^ticiii esi^
stenti nella Strozziana » a fine di pubblicarlàk
per via della stappa; ma la mia ancata in Gei* ^
mania interruppe questa ^ e altri imei^ l^esar|
idisegni. IJ'mio Codice è ptesentemente in ma?
no di esso $igf Canonico* Qiii pi:es^q un Qen^
tiluoniQ di casa Lpredano v' £a un antico Codir*
ce ^T^embcaaaceo , contenente fica V altre cpse un*
ogtra i^tqrica sìnora inedita, intpmo all'4ss«di9
yp$tQ 4Ua pitta di Ancona in tempo di F^eri-»
gfi It 9utpr della quale (a un certo Mae^ti:^
Quoniiipmpagno , di pui si parla da Giuliano Sh
raciQo nel VI. librp della luaStofiia diAi^cona* ^
Pcoccurer<!( di £uvene avere una ^opia ,^ in easfpr
che noti V abitate , Vomei ^imilmenti^ » cbe trc^,
vaite modP di bx trascrivere la Vita di Carlof:
Zmoy il più celebre capitano che abbiano ayui
tq i Vene^iaiù ^ scritta latinamente da Mom«
JacqpQ Zeno, Vescovo di Padova ^ e chemor^
nel XV. ^ecolp. L'edera ^ scritta assai bene, %
cpntien fatti degni di esser saputi dal pubblico r
^è abbiamo a)le stampe una tradizione. Jtalii^
na^ e anche un ristretto in nostra lingua ^ M
io ne parla in un Tomp de} Qiprnale • - Ma i|
testp Latino si conserva in un bel Codice tnoxxh
branacep in fQgìio nella Libreria del Semipariq
di Padova , donde potrete agevolmc|xtp impietrar^
ne una copia . Tanto per ora mi sovviene di
scrivervi sqpr;i la vostra rappolta > e ciò a i^n^
di }itt(fstaryi , fhe mi ricprdp di voi, ech§t^n-
^éi l È t ± EU* » t
g0 a cuore k cose voàre^ Pf^oyi di tifinbvftA
réf al Vostrd Sereqissitno Padrone T antica e. pro^
fonda mia riverenza ^ e per line abbracciandovi 9
mi dico • ; ; •
; » 5J14- Al Sig. Canoriiùó Paola Ùdglid¥Ììé
a Brescia é
P^netia 27^ MàrxM iyi^*
SÉ soho $tat(l in Italia più mesi senza scrk
vervi, noli vo* però andarmene , serizaÉ che
Abbiate mia lettera • Io pàitirò fra dieci o do^
dici giórni 9 richiamato a Vienna da ùtì sovrana
eoitinitdo^ al ^uale noti nii e lecito di frappor-^
tt s)dtt$à o dimora • Eira itiiio fermp proponimeli-'
to di vefnirvi a dare un anuchevole abbraécia^
mento i avanti di lasciar l'Italia^ nella qual'oc^
castone avrei potuto appagare anco il desiderio^
che da tnolto tempo ho avuto , di rivedere la
fàccélta delle Lapide e delle Medaglie del fu
chiarissimo Sig4 Antonio Averoldii Illa mi sono
Mat^ e tronche e impedite le mie misure ì tal-
ché debbo essere in Vienna dentro T Aprile i
qUaiido per altro tutto il Maggio mi eCa stata
conceduto di termine per la dimora » Ghi serve
non ha sèmpre tutto il piacere > benché pos^a
Hsultargliene tutto il Vantaggio . Gli è duòpo
sagtiflcare ali* ubbidienza tutto se stesso , e non
pèrdere cort una sola renitenza o inutile , o im-
prudente, quanto può aver acquistato di merito
Gon. uii lungo attento servigio *^oi ciò non o-
«tan- '
A p d'S f^ o t CI yl!^>E¥r d* féP^
stante cofìtiiu3a[tè ad: amarmi ^ còme avete hm
per lo passato y cesiate persaas#f che pòchtf^e^
éoaé amo cohié voi ^ e iiWa più di voi amat
posso i Subko« 'ricévuta V ultima vostra lettera ^
parlai al Dottor Coleti ì perchè vi spedisse Una
copia del librò del Sìg. Abate Giorgi tanto de-^
sideratà da voi, ed egli mi dii^se che T avrebbe
fatto là sera medesima ì Sinora dunqtie V avretf^
e ietto, e Considerato i il che io non ho potutb
fere» perchè i dacché sonò ih Italia > o sono sta^»'
to affollato da affari , ó jpoco h& goduto di pet^^
fetta salute, dssehdo stato travagliato in part&<
Colare da più di due mesi in qua , còme lo sog-
lio ancor di presente 5 da una ferissima ostina^
ta flussione di denti e di orecthio^ che qualche,
giorno e più notti nii ha dato acerbo fastidio è
Il Sig. Marchese Maffei ^ ha otto gicnrni iticiiu
ca, che è capitato in Venezia 5 * chiamatovi éà
una sua lite di non leggerò rimarco ^ « di i nòli
poca premuta • Io secò mi troVò quasi .ogni gicn%
Jio^ e spesso spesso si parla di Voi, per cui egli
professa di avere stima ed amore i Oh perchè non
abbiamo potuto essdr insieme qualche tempo t
Qjiante cose Ci saremmo dette l'un t' altro, che
o ne manca lì tempo , 1' ardite di esprimer
Con la petiù^i Avrete intesa la promoatione di
Monsignor Genttlotti all' Auditoi^àtò di Ròta pet
la Nazione Germanica • Il po^to vacatite di hU
bliotecario Cesareo , che egli godeva solo ^ ò
stato diviso e trasferito in due , cioè nel Sig»^
D. Alessandro Riccardi Kajpoletano fiscale i^
Real Cotisiglio di Spagna^ é nà Sig. Cavalièc;
Pi4?
1^ Nicmia Garrii Medio» di & M. O |2r
fO^tti deigni, 6 di yagUa ccij'
|9j, -rfi{ iP» /^/ir Catarina, Zfng. é{ f^ezJs^
^ Uesta settimana ho aymz^Lta di molte io
jaliite • Dòpo 35. giorni si è fermato il
mio sangue emorroidale , e spoo oggi cia^c
que giorni » cbe tion me n' esce pur goccia ^
iVera è che mi contimia la febbre e la vigilia }
jma giovami sperare , cbe cessata la cagione ,
4^sserana ancbe que^ie^ e le ^ze ritorneranno
al loro primo vigore . Cradcicemi » fratello ama-
tissimo, che il pericola è stato maggiore di quel-
lo che vi ho descritto ^ e che dai Medici si è
KsmatQ in me un principio di idropisia • Qia sto
{«fendendo J^acciajo, mio ai^io^ e giovevole ^e-
^rvativo, e di oui comincio già a provare vi-*
fibiimraté ottimi effetti . La vei|tura scalmana
m pai!terò a Medling, luogo di qui lontano in*^
tomo ar I5t triglia , e poco discosto ^a l^axem»
burgo, afSi\e di godervi e miglior aida di qqe^
«ta, e più ripQSp, e sopra tutto T amabile con»
ters^zione del Sig. Conte di S^vallà , che colà
pure mi attende. Non lasceiiò di scrivervi m*
^e da quel luogo 3^ acciocché per me non vi
aiettiate in ti^avaglio f palla v^ra lettera ho
ifit^so con somqm consolazione 1! ottimo vostro
$tAt0> e di to(t| di no$tr4 casa, che caramente
s9Ìa%9PSte a mip nom^» e i9 partìt^are la $i^#
Ma-
/\ppSTOi.p Zeno. ^69
Madre e Sorelle • Della Storia Napoletana c^ui
se ne parla assai male dai buoni , e assai bene
dai tristi . Credesì che V autore sia per capitar
qui fra pochi giorni . La sua opera in Napoli è
stata pubblicamente condannata e proclamata • ^ 1
Ha detto male T autore di essa insino del san- \
gue di San Geanajo , ed è stato in pericolo di I
esser lapidato, dal popolo , che per le strade mo- "^ \
straval© a dito, e befiavalo. Nel vostro Codi* ]
ce di nuovo acquisto vi sono molte cose buone ,
delle quali in altro tempo vi dimanderò notizia
più esatta. Gli akri libricciuoli da voi compe-
rati soa rari per F edizione. La prima dell^ Let-
tera del Citolini mi era per V addietix) - scono*
sciata: ed ora V ho registrata noli* Indice .11
Medico che mi assiste , è il 5ig. D. Gabriel
Longobardi Napolitano > Medico anch' egli di S.
M. e uno de' più degni uomini , che m* abbia
conosciuti f Fratello amatissimo, addio.
5^6. ^l Sig. Michele Schenda Fanderbech.
Vienna 12. Giuinb 1723.
IO risponderò alla sua lettera del di 29. Mag-
gio passato con quella sincerità » che sempre
ho nelle azioni mie professata • II giorno che
ebbi il contento di riverirla in mia casa , ella
^ sovverrà molto bene di avermi ritrovato in po-
^o buona salute, e molto abbattuto da un ma*
le , di cui tuttavia non mi sono pienamente ri-
messo. Appena partì ella > che aggravandomisi
Tomo III. A a que- .
^yo L ft , T T ,E R JS Hi
questo con febbre» e con grave dolor di eapo,^
mi convaane pormi a letto , e d!^r orbine cfaea
quanti io^sexo veyauti quella ^era a visitarmi i
sì rispondesse non QssetQ io in istato di dare ii«
àÌQQ^^: e fra questi eoa mio rincrescimento ^
la putie dovette essere compresa j non oslaote V
^ppuatamentQ della seconda sua, visita ^ Eccole
ingenuamente esposto il veiro e pri^cipalve nu>-
tivOi del i^ìo non averla potuto ricevere , assi-
curandola iion esservi stata persona > e tanto
meno^f^uella che mi nomina nella dua lettera >
da cui potessi estete stato disuaso da.àmmetter'-
la la seconda volta in mia casa • Tutt^ U te^
stanjte , che dal Sig* Ippolito le ^ stato detto
in mio nome ^ e stato per rappresentarle , cb^
del fatto di Valachia impresso aella Gà^asettsi
Olandese si è parlato nella Corte assai focte^
mente ^ e con poco 8>%o vantaggio .* talché io. me^
desialo , che non avevei altra conostenjsa del fat^
to 5 che quella che era a tutti comune , come
non voleva condannarla a riguardò della. nostra
antica amicizia ; così non poteva giustificarla ,
perchè non ne aveva alcuno particolar fonda-
mento. Ne da lei me ne era stato avanzato un
distinta ragguaglio 5 né da altti io n' era statò
precisamente informato j e il Sig- Trapesunz^D
ìion si è mai lasciato Vedere io ima. casà^ dac-^
che giunse qui notila della disgrazia di lei »
e della sua uscita di Vakchia • Noa le soggiun-
go di più su questo padttlcolare , se non che del
dispiacere, che può averle recato la risposta del.
Sig. Ippolito > io pare sono stato a ptrce; onde.
la.
ApòItòjAo Zàito» ^ji
la sua gentilézza dee usarm<^iie comtatimetttS #
anziché farmene rì^rensiGihe e querela : Mi iiJt
stordito di molto qiielia {larté diella ^ila lettera^
nella quale mi aòcentia eli' id dbbia taaoctota^
mefite cooperato alla sua disgraiia toa dm niié' 1
lettere di scinso équitoco • QtlaU {KDfhàno essate .
queste mie lèttere »^noa lo so 'w Tutte le céfS.fi • -^ ' \
di quelle efae ho scritte a Iti^^ ilon ;neiio cto
di quelle che ne bd rìcevuee, Maa kk mia ffia»>
no-, e non v' ha parola , tióa che periudd ^ per
cui io possa rimproverarmi un si ixitò difetto »*
Ho 4^tà risposta òhtara i quanto tiri vehne scrit-
to da lei y né V àa bisogno <tl8 io ricorressi
agli equivoci^ parlando coti per^na> dacui to^
leva essere inteso ^ e caraitando di cose ^ do^
nulla em di mtstetioso^ o di occulto. Del resto
Sig. mio, il assicuft di avete in me a^ll' occasio-
ne iln bu^no ed onèsto amico , e che non sono
di qoelli che amino belle prosperiti , € abbaa^
donano nelle disgrazie . Anio li persona , nott
la fortuna degli uomini onesti e dabbene » nel
Humei^ de' quali bo cooosciuto io ogni tempo
esser lei; e se tale fiiofi t aversi conosciuta ta
ogni tempo, ia fidssuoo avtei preso ad amarla *
Compatisco al sommo la sua sciagura s «^ **^
questa dee regolarsi più con la prudenza , che
con la passiona • S' é c!àlutinia e impostOca « la
confonda con la ragione, facendola rappresenta-
re, quando ella atoia ftloio , o coraggio , col
mezzo di qualche autorevole e accreditato sog-
getto o chi pu6 gtuaUatk . II Si|. P^i«èlp^ ^^
Valachk è in cokicettè À un Prinlipèoifr rett^
A a a dis-
171 L^BTTEl^RE DI
^scernimeato , di alto sapere , e cf illtt)ata giu^»
tfdzia^ Cerchi mezzo di far dileguare dall' ani-
tno eccelso di lui le vane ombre ^ che V artifi*
do de* suoi malevoli vi avrà fatto nascere. Sa-
li glona maggicn: di lei il farsi veder sollevata
m Caccia del mondo dalla mano medesima, che
Pha oppressa* Né creda , che i Principi si ar-
_ iDSsiscano di fiar conoscere al pubblico di aver
cerato talvolta sei lor giudicjt e ricusino di' ri*
^trattarCx una conosciuta ingiustizia f 1 tiranni se
ne arrossiscono , e lo ricusano : ma non i Prin^
cqpi giusti^ ma non i Principi saggi , i quali
anzi si ascrivono a gloria di render ragione a
chi la merita, e di risarcire 1* innocenza per con-
solazione dei buoni , e per confusione dei mal^-
▼agi • Cotesta ha da essere la sua vera apolo^
già, il suo lodevole manifesto: io glielo consi-
glio da vero amico-^in isaitto ,v\come gliel ho
consigliato anche a voce. Qgni altra scrittura,
# sia stampa , o sia a penna , e poco sufficiente
alla sua discolpa » e niente utile alla sua quier
te , Si lasci <](u»ta volta reggere da chi deside-
ra ogni suo maggior bene/ e se non altro gra^
disca la sinceriti de) mio cuore j e per fii^e
dono • • f
597. jil Pt JBcfrnsrdp de K»hù. a Vèntziét.
■ • ■ »
NOa hp prima d'ora significato , come età
tfl^ :det»itp » il mio anivo in questa città
. aV^
A p o « t o t o 2 È a o. iff
a V. P. M. Rda . EUa f ià d' altra parte, anè
intesa la mia travagliosa indisposizidne , e mt
he avrà compatito. Comincio da qualche di a
respirare i e adempio il dovere vetio di lei sensT
altra dilazione* EUa sa di avere uà buon setK
vidore in queste pacti da potersene valere àUH
occasione: ond' è superfluo che di vantaggio io
le offerisca r opera mia. Questa matttoa è paj^
tità r Augustissima Padronanza alla voka di Pran
gai La Corte la y^ seguetido alla sfilata • Io
prenderò pure le mie mosse dòpo la metà del
venturo . Crédeva di esserne dispensato : ma ud
replicato coman4amento ha deluse le mie sperane
ze^ e messa alla tortura la mia obbedienza «
Mons. Gentilotti ha rinoticiata» ne* giorni sono,
ai nuovi Bibliotecarj la Biblioteca. Guai a me»
se Capessero eh' io li chiami Bibliotecarj • Va»
gliono che .il loro titolo sia Prefetti della BU
blioteca Cesarea . Il suddetto Prelato partirà di
qui fra dieci o dodici giorni, ma si fermerà qual-
che mese in Trento sua patria > talché nqn vucd
essère in Roma * che verso i primi di Novem*
bre. Pensa di passar per costà verso la 0ne di.
Ottolnre, dove sarà facile che gli si^ a riverir*
la , avendomi più volte tenuto ragiona^iiento <fi
sua degna persona. Ho poche novità letteraria
a comunicarle. Il P. Bernardo Pez ha dato foo*
ri i mesi passati il iV. tomo del suo Thtsémnis
nwiidmus Anecdùtommi ora travaglia sul quin*
te. C^ uscita contro idi lui una forte scrittura
dalla parte de* Gesuiti 9 pet aver lui due anni
sono impugnalo un libro del P. Gabdello £t#[
A a } ncsio.
^f^ L X t r E K E B I
||e|k>9 inHtpl^tó Cura salutis : nel qual libro
éicesi cbe . il P. Exenesio sostenga ^ che i neces-
sario a salvaursl T essere cbila sua Compagnia.
dio* Giorgio ficcard ha dati fuori in Lipsia due
tdmi in foglio di Scrittori Istorici mdìi atvi^
tk maggior parte inediti» Tra essi tira a se la
curiosità il Diario istorico di Mona, Burcardo^
gU Cerimoniere Pontificio sotto Alessandro Vlt
# poi Vescovo df Otta .- una. parte de) qual Diar
Ilo , sotto il titolo d' Idistori^ Mfcana , fii puiv
Uicàta pockl anni sono dal Leibnizio. Del Lu-
écvvig ò uscito il V* toi^ delle fyli^Hiai Aiss^
J>ifl&m4tHm , da me non ancora veduto » Monst
Gentilotti mi ha detto , che vi sien molti do^
coment! notabili « Nel I. tomo della • suddetta
iraccolta dell' Eccard sta impi^ssa in primo luogp
)a raccolta di tutti i documenti del Codice Vdi^
ridano , per cui il ^P. Pez e *1 Sig. Gentilpeti
vennero in contesa, come è a lei noto • Orsùf
Mn vo tenerla più a tedio. Riverisca cttstints^^
éiente a mio no^ie cotesto P« jLettoee, e si aì^
sicari die sono a tutte prove «.«^
yipS» M /• Pkr Catirin$ Ztm f 4 FèntniM p
VunnA 19. OÌMOno 1713*
MAjrfcectà paisàtp son rìfiomato in cktà dalla
naa brìewe villeggiatura 4t Medlin\ Due
«odùe sono stato a* questi ultimi giorni a pì^
iki Padrone » il (piale f epjlicatamente mi ha co-
ittasdato di portatmi oo« sollecitudine a Praga i
^ viag-
Apostolo ^eho* 375
viaggio che m'ificomoda per la spesa», e pei*
nw^ti altri riguardi; ma bisqgna ad ogni' c^st^
ubbidire. Iddip me la mandi bidona in que$tai
5tate, lo pÉirtifò verso i ij. d«l venturo » Oggi
è partita per Praga la Padronajiza 1 ||Sig. Conte
<fi Savallà pratideri anch* egli la sua^njos?^ den-
jtro sei giorni. Vienna rimarrà presso che deso-
lata. Non si sa quanto $ia per istarne lungi lu
Corte; ma quanto a m« $on dì parere che qui
.sarà di ritorno alla fine di Ottobre, o al ed-
^ninciar di Novembre . S. M, ne fa un mistero
^'suoi: fila: più ragioni mi persuadono a così
predere . Jeri solamente Ito 'ricevuti g|i esemplari
della Storia Fiorentina del Segni . Mercoledì ne
dari paste ifi Augusta ai Sig. Cavalier Settima-
na A voi il Wander Aa ha dedicata la ..Stor^^
di Cesena 4d Chiaramonti y e a tné il Irfoiis
<^tnot4fhiA Piséma^ mandandomene un esemplare
puiitafnente legato .^Di Cristoforo e di Guiniforte
troverete notizie negli Scrittori Bergamaschi del
Calvi, e nell' Efemeridi di Bergomo del medesi-
mo autore . S' io. avessi notati i- lt30g;hi , dove
presso diversi scrittori si tftgìotia di essi, po-
trei saddìsfarc alla dimanda- die me ne fate . Di
Cristoforo non ho veduto altro che le due De-
damàzioni , che costì '^ono fra* miei Mss. in 4.
Il Calvi nomina qualche altra cosa di lui . Da-
te un' occhiata air Alberti neir Italia , e a Jaco-
po Filippo da Bergamo nei Supplemento Istorico •
Dovendo io partire per Praga nel mese seguen-
te , potete scrivere d Sig. Canonico Gagliardi ,
die non si affretti per farmi avere \1 Dittico,
A a 4 ma
^jé Lettere iri
ma tenga' lì trattato in sospeso » quando peri
non gli riuscisse dì ìarmelo avere per 4o« zec-
chini ; nei quaì caso non dia tempo ai posses-
ìsore di esso di pentirsene. Di salute sto bene,
fuori delia mia flussione di denti » che spesto
^esso 9 pa: hcn dir dì continovo ^ mi molesta •
Spero tuttavia che anche di questo ini liberai
il caldo deÙa prossima state ^ Salutate al solito
tutti > e in particolare la Sigè Madre v Fratella
amatissimo > addio w
^99. Ai Sig. Michele Sehenৠf^uiàerhcbà
a Lugié
Viennd 30. Giugnè 172^*
DElia sua ietterà scritumi di Liege sòtco li
ì9» dei corrente mese di Giugno, io |ion
risponderò che a una s(4a parte 1 traìasciatido
quella, sopra la quale sarebbe superfluo che io
replicassi di vantaggio, dappoiché ^a Jia presa
la risoluzione, che le è sembrata la* più conve-
niente , anzi l' har quasi eseguita con la impres-
sione del Manifesto • Non è già, ch'io con
questo silenzio concessi di acchetarmi alle sue
ragioni , e di approvarle : ma per non potete ^ar
altro le risparmio la ;io)a di più lunga lettera»
Solo le soggiungo, che mi si accresce per tu
guardo di lei un nuovo rincrescimento > iauden«
do che la sua scrittura sarà stesa con aaimo«
nia e con fierezza di espressioni t e tión m*im^
porta f eh* ella in me ciò ascriva a genio troppe
^ man*
L/
A I» é is T L o Z E ir ! iff
ttunsuetOy o troppp timido» porche io creda sin*
cero • Qiiaiitb alla seconda novella ^ ch^ csUa mi
. scrive essersi impressa nelle Gazzette di Olanda
contro di lei ^ e che non per anche mi è sor*
iko di vedere nei foglietti di Amsterdam » che
Jk^o due volte alla settimana } io T assicuro
«ih^^da me letta e considerata le fa anài bene ^
(phfe male ^ e/1 gazzettiere con la insusistenza
della seconda dà ' un gran tracollo alla prima •
Innanzi di passar oltre > la prego che saivendò-
cìi in avvenire^ tralasci di più fiurmi parola del
suo Manifesto ^ e della pbrsona contro cui é di-
rètto. Per que' libri da Francfort, ne* quali com-
presa la (Condotta e la legatura» ho speso, co-
me le scrissi» cento fiorini per T appunto^ ella
non si prenda altro fasti<^o • Ql^ti resteranno
plesso di me per mio conto : che sé bene molti
di essi non sono al mio gusto , suppliscono tut^
tavia parecchi^ altri di essi» che mi son cari*
Non voglio che per questa cagione ella abbisi
minimo nocumento. Sto accrescendo il mio pie^
cioio studio ài medaglie Imperiali d* argento': se
in coteste parti gliene capitassero di buone» me
lo significhi» concia qualità e loro prezzo: di
che le, sarò con molta obbligazione • fi con tut«
ta «ncerità mi rassegno. •#«
«00.
SA^ato v&rsò;^ meMd gl^ne, dopo^ei gìttìL
ni ^ "Éiek^G^ <ii Nicìmnao viaggio» sefto il^•
Hrafo ift questa ciltà veramente raagniiiM, erféc
^a dipinta resìéei^a Imp^iale. La Germania cer-
tamente ii<^ ha Tégàale, d ^ia per la gwadeis-
ìpa del suo reèkito, ^ sJa per la «obiltà delie
fafcbricbè , e t?ia per la €estìtii?;iofte del sito j
^dande «empre eoa dolce salka vergo ìj/inottte ^
jteve sta ift pajawo ftaperiaie; a cui paco sidu-
fa fatìcgi ad arrivarvi con due «èli cavalli , inas*.
^imamente quanto vi «a ghiaecie ^ o poco as^.
flutto 41 terréno . Qyattf ^ eittà concorrono a fc«rr
mar tetta Praga j cioè la Città nuova , la vec-
el^ia, la piccioli , ed il Rasefain ^ dove sta la
€orte ; alle qùtìì alcuni aggiungono come per
qtrinta 3 ghetto de^ fibwì ,• ehe tuttavia iionc
^prlamente the ima paiite" della GitÉà vecchia 1
H feip.aHògglQ 51 è nd cuore 41 questa ^ poco
fontano da quello dd nostro Sig. ^J^nbasciatore ^
t 4tl Sig.' Gpnte Colialto . *f on è molto biìó-
no, e lontano assai' dai p§daw5o; ma ^erò che
. fra pochi giorni mi sarà questo in altro cangia-
to sopra il Raschin, e più dafipresso al Sig.
Conte di Savallàr e di ciò T altr' jeri ne feci
instania al Padrone, che con bontà si è esibi-
to di farmelo avere, avendomi accolto con di-
mostr azioni distinte di affetto s le quali però vor-
'. . , "^ / ^ ' rei '
rei cbo fossero ^.ecaiitpagnate da qualdie sussidi»
di datìaro , esseadi^ae iq per dir yeco al fresco»-
te assai bisognoso : fna ne dubito niolt<» y perah^
so di certo esserne in rtstrette^sl* <bi dovrebbt '
•ommlnistrarmelo ^ Ho visitati questi libra| : mt
nulla vi bo ritrovato di bqoao , e stanne peggu^
di queMi Vienna, che peraltro he stanno malis^ >
simot Praga poi è per se stessa assai popolata <;
. onde figuratevi quàl ella siasi a) premute , do»
ire da tutte le parti cpncorrooo persone d* ogòi
c:dndi;5Ìone a vedeila. Vi ^ atte^idono di giorno
in giorno i Principi di Lorena, di Sassonia , e
di Baviera.. }l giorno di Sant- Agostino, che è
il natalizio deir Augustissima , ^si f apprensenteri
in un gran teatro fatto a cielo scoperto una Te*
sta teatrale, componimenti del Sig. Parlati , la.
quale costerà oltre a 50. mila fiorini^ Il luogo
sarà capace di più di (Quattro mila persone ; Tr)§,
Io non sarò di si fatto numero | poco curando**
mi di sofierire un incomodo di più di sei ore ad
aria aperta , e di notte , per aver ^oIq il diletto
di uditia ; e Io stesso farei , se fosse mio prò-"
prio c«rDponimeiit0 • Sono contentissimo deiP
acquisto fatto della medaglia di T«Quarcino àn*
che per le joó. lire. Se bene in essa non sS
legge , che DIVO JITO , ella è però del Tu.
ranno vivuto verso i tempi di Severp, e primi
«lei XXX. ^ Tiranni y ( se pur non m' inganna tà
cnemoria ) e non' mai dell' hiiperador Tito , co-
me si vede dalle fatte^zze di lui . Ella è delle
pm rare, che si veggano ne' gabinetti ; e pochis*
iime «e ae trovano • Il primo a produrla credo
che
|4lo .''^ L 1 1 t E R E B i
che sia stato il Tristano • il Sig. Ippolito iàeà
anch'esso in Praga fra pochi giorni. Esso mi ha
«erkto di aver ricevuta dopo la mia partenza
tadto la cassetta col Ms. ^1 Redusio , e eoa
ie medagUe, quanto l'altra con Tacquevite , e
altre quintessenze ; Non Éfecendonilsi da roÌ al-
cun motto del Sigi Andrea^ noti solo credo che
non sia aiicora tornato i m^ che non ne abbiate
.ricevuto altro avviso. Vi raccomando V oèclu»
al Sig. mi^o Suocero 3 e per fine vi dò un S€»a-
vtssimo abb^acciamenlo con un dolcissimo e te«
nerissìmo addio ^
ioti ÀI Site Andred C&mAto. m FefttxJa^
. Préii4 14. Sm^mhrè 1723.
LA vostra lettera mi ha recato molto 'piace*'*
re i per aver inteso da essa il vostro felice
ritorno in Venezia ^ e con perfetta salut;e à Di*
mani anch'io parto per Vienna ^ annojatissimo
di questo soggiorno in Praga, che sopravvenu^
tomi dopo il mio viaggio d'Italia, ha finito di
smugnermi la saccoccia \ e tanto più non àven«
do ottenuto verun sussidio , ne mólto , uè
poco dalla bontà del Padrone ^ né meno per gli
Manoscritti » che gli ho presentati • Giovami spe*
rare che le-C9se ahdranno meglio in' Vienna ai
ritocno della Corte ^ che però non vi sarà pro-
babilmente» che dopo la metà di Novembre. Il
bel Museo di Medaglie trovate in casa Sorauzo
sarà quello probabilmentse > che già cento e pia
anni
\
anni fa raccolta da un Giacomo Soranzo , Sena^
tore studiosissimo di si fatte co$e , Il Sig. • <Sia«^
corno Socanzo figliuolo de) vivente Prìoccurator^
é Gentiluomo amantissimo delle buone lettere ,<
e raccoglitore di ottimi libri : onde non sari
cosi semplice a lasciarsi uscire di mano , e - di
casa per poco un sì fatto tesoro f Rendete per
me grazie aU'Eccmo 4^ Riva delle due meda-;
jlie, delle quali mi ha &vorito« Colui che in<9
taglia diamanti^ è un valentuomo ^ ma èunpaz*r
zo solenne • Se vuol guadagnar molto , perchè
intagliarvi un Nerone > e non più tosto un qual*-'
che gran Monarca vivente? Ringrazio Dio , che
)a cpsa' non sia andata a gusto de) l^adrpne di
quel diamante : ed io feci benissimo ^ non ca<»
rìcarvi sopra le instanze. Là cosa si sarebbe un
giorno scoperta ^ il che mi avrebbe dato o dan*
no, o rammarico )^ p almeno discredito.' Siate si<*
curo che non ne parlerò con persona • Mi sari
cara la lista de* libri promessavi dal Cavalier
Lioni, al quale però non bisogna creder tutto r
anzi convten creder poco. Riverite a mioi\ome'
l'Eccmo Sig. Gio. Domenico Tiepolo, e ditegli
che non mi sento in disposizione di privarmi del
mio medaglione di Valente in oro per meno di.
cento ungheri • Sessanta- due volte ne ho rifiuta^
ti. Risolvendomi di darlo, anteporrei a uguaL
prezzo Sua Eccellenza ad ogni altro • Anzi p^
facilitargliene l'acquisto, mi oflferìsco di rila's^
darglielo per loe. ungheri in questa ^nnniera.^
Cinquanta sieno in contanti , e gli altri ciò-
quanta in altre medaglie d' or^ > o d' argento
scel-
Mclté d4 ttim^ist 4^e tante du^cate thè ^*
tìtìxi^é I giMni pftssatt 6oinpèraiqiMuiiii altro bei
iM^^ione d' ota 4» ^eso di ^ttto^ uogberi ,
ctm la teila di GaUid&o^dt ima patto» e dalT
^dfa MA un. fecole étm daira, e pdfó di lio<k
M , e la le^Uda yìr$uì ffMiini An»Mti 4 All'
Bearne. Sig» C^valterQ Astònio Nk>cemfG^ fate i
ariiei conopiiinató^ c^tte t>ure riT^Hte il Stg^ mìo
SoòotfOi A 11 Sif< Cognati i iSor&Ues Nif>otiiii^
c.in i^attifolar^ la $xg* Madre < Aàéio di cBore.
^ 6oa« ^ Jil;^ Antimi^ FklUsnS&i* 4 PéJUvà*
■''."■- ; i. ì ' " • . ■■ ■
PAltto ditnatii per yieana, é ISiscto più che
coateneo quésta gran Città ^ soggiorno ptiif
m» tra^j^o. tttCwioéQi ei diipendiaso* No» voglia
però pÉiStiniKifK^ , seosia dar risposta r a più vosti:^
lettere t chtt da molto tempo vi debbo. Q;;ieir>
Abate; Nidcdlino Alcalà ,^ lioo avendo potu^
to ottenere in Vieiàtia quello che si. èra préfis*
sd^ e (^he «i teneva é,cmói so che p^t tutti l
ItK^glii si Va dolendo di ine^ come cagione rde!^
li sua poeo (mena fortutia^ quastdìè io gli a**
vessi passiti milL«f&|: presso il Eadròne a fino
di àrgli del indie. Amico caro, ^0i mi cond-»
•cete^ d vi paxìò da tiomo di otìore e di co^
•eidnsaw Io ttoti so sovvenirmi di lui^ senta
considerarlo come uàa persona, alla quale to .
cercato in Vienna (jiaentire prima appena lo cb^
Avieeva eii vi^a) di iar del bene ^ ei, alla qu^^
le
U to cori vefkà di noii ^atel* m^'&t$0Hdel tniH
toji né ixieiii €0l< peAsi^toi tioti che, coci TippeFai
Q.^n ù v^ce. Di teifiù d'wai vai» te par*
iato con lode i ^ i^vorevolmeiitdv al Padfotio ••
gU ha ppecacciata V> a»^cì«il e la: stiitia; dei G»»
Yàlìcti pia accreditati > e ia particolare del Si^
Coote di ^avalla i om Consigliere ìmifM di
Stato): c^ì meszo del qbaì Cavaliere gU >o ÀCr
m ottenere da S; Mi ìia regalo di 4^6^ ifioriaii
gli ha dati i per . quanta, mi è ^tato pos^iòiìe ^
amichevoli inscruziotìi e consigli ^ -^i se gli ave»»
se seguiti 9 noii jsi sarebbe fatto t^ltnale d^sé
m^deiimo * Qii^sto è tutto quello che ho fatto
coiìtrò di lui) è se eie merita th'egli f^arlt di
me , e mi promulghi per aiitòre delle sue: dis-
grazie 5 Io faccia i^ure & suo grad0, j:h*i<^ ^ieki
'perdono di cuore ^ e ptintò notimene inquieto^
Qj^el contrasto eh' ekbi eòn lui iit proposito del
Conciliò di Costanza è stato tra iSteé due dascH
lo a solo, ed appena egli usci di mia camera ^
che più non me ne sovrehne ) sicòoim nòti m
sovviene di certe inciviltà e impertiinMzè kh'<l!gU
mi (tifse pochi giórni prima dì sua partenxa àat
yienna» e che avrebbe^ in tùtf aitriche nktai
commessa indignazione e rissentitnento : làdbvtt
io le .intesi con non cucanza » e le ributtai tam
derisione e dispifezzo • Tanto ho voluto scrivere
a voi, non perchè credessi di aver bisogno di
discolparmi con chi mi conósce si a fondo f
quanto acciocché conosciate il genio di costui »
che in Vienna, In Praga, e per tutto dove Si
e fermato, si è fatti dei poco^amorevoli^ sema
sa«
')84 LfiTTERS 9 1
sapersi faire alcun* amico • Sono por pochi i left*
terati^ che al sapere aggiungano la moderaziotie
el j^udizio! Vengo allo Schendo, di cui prima
che da voi , mi fii scritto ^a altsi circa la sua
venuta in Italia. Non ho ancor veduto il sua
libro > né mi curo di vederlo. Egli ò anno|ato
di vivere 9 ostenterà a ben guardarsi. L'ha Gol-
eata con uno » che ha le mani assai più lunghe
di quello Che egli abbia i piedi veloci. Volen-
do ^ lo potrà giugnese da per tutto. Per j||tro
me ne dispiace grandemmte, iqentrenoir vo«?ei
sentire arrivar male a persona , massime di inia
conoscenza • V ho persuaso e a voce e con lab-
tese a non lasciar correre tal libello alle stam*
pe, in occasione ^di avermene lui parlato nel suo
passaggio per Vienna . Avendomi egli risposto
ostinatamente ^ gli ho scritto che più non me ne
sidrivesse, essendo inutile dar consiglj a chi non
vuole ascoltarli . Può essere che eia V abbia pò*
sto in collera > poiché né vidi più sue lettere ,
tè più seppi novella , se non ora che da voi 9
é da altri ne son ragguagliato. Uora tarda ^ é
le occupazioni dell' essere su le mosse non mi
fehno esser più lungo i Risponderò da Vienna ad
àltn punti delle vostre lettei-e. Salutate tutti di
Vostra casa, e ^pvam^nte vi abbracdp • • • •
ffoj.
ioj. -4? A ^^^ Caterino ^^fta^ 4 VèntxjU^
Fìcnna \. Ottohr0 1723*
DI Paolo deUa Pergola yi scassi alcune cose
pec cQAghìettura , ma non per certezza 9
essendo in Praga sprovveduto ài libri • Q^ ora
tra le mie memorie ritrovo, che egli fu Letto-
re pubblico di filosofia in Venezia salariato dal-
la Proccuratia^ e che morì nel 1451. ia cui a
di 1 6« Dicembre gli fii nella Cattedra sostituito
pomenico Bragadino con assegnamento di ducati
d^oro 150. ultra ilìas^ pensione! ^ qnas ipse Aid-^
gistcr PohIhs recipiebat a Pracuraiiis^ pr0 simili
IfHur^: siccome sta nel decreto pubblico esi«
steste nel Voi. L del Catàstico delle scritture
appartenenti a^Sigg. Riformatori p. 19^ Di esso
Paolo trovasi impresso ia Lfiiè'Ca^ siv€ C^mper^
dium Logicts in Venezia I48i. e 1498. e un
altro libro de sensu ompùsitQ & divisa • Venetiii
1500. in 4. al riferire di Cornelio a Beugfaem
nel suo libro IneunabnU Typographiae p. io5« Al-
tro di certo intomo a lui non sapi^ei suggerin^i •
La Pergola è grossa terra nella Marca Anconi-
tana: e perÀ potete dare un'occhiata all'istoria
di Ancona del Saraceni stampata in foglio; ed
è tra' miei libri costi , dove può essere che si
trovi qualche menzione di lui. Che egli sia
stato frate » parmi averlo letto in qualche cata-
logo; ma non posso assicurarlo. Ho qui rice-
vuta la vostra lettera degli 11. Settembre, Ve.-
Tomo IH. B b ^ nu-
hutami per via di Praga: dalla quale coh^red^
dò il dolore da voi avuto, per non avo: rice*
Vùtè mìe lettere in quell'ordinario, eh* io mi
tfóVaVa fierissimaniteiite tfavagliato da dolori dì
fianco : i quali sen2a darmi respiro mi continua^
I^0fi0 per io spaialo ^i ^6* ore» :D* aUpra iiKiua,
grazie a Dio^ più 0od me ne sono. risentito,
ta Preii(;4 de' se^ni del P. D. Hypne^ da Sehh
( Dòme fintò } è un opuscolo f arissiiiio « Io ve ne
dirò il vero autore ^ cfaé fórse a voi non è no-
to « Egli si è st^to il famoso Daniello Barbaro:
in prova di che dirovvi csservene un'altra edi-
zione in 8« senza luogo ^ anno ^ o stampatore,
ma Col medesimo titolo: dietro al i^ale v'ha
una lettera di esso Barbato alla MonernssimM tir
. ft>irtUQsissim0 Madonna Giulid Fèfrtta; dove ù
dichiara di averla composta coifte per sogno «
, Alia Predica succedono cinque Sonetti intitoliti
del Dubino: ma non v* è la Canzoiie che mi
accennate • Una copia di questa edizione è ap^
, presso il Sig4 Ab< Recanad , impressa tatfói ia
carta di turchino é Dell'opera delle Medaglie del
Doni io ne tengo ^ né ho veduto, che il priino
iibro • Pregovi dì copiare il . titolo del libro , e
tutta la lettera del Doni al Conte Collaltinodi
CoUalto • Qiielle che sono nelk Lettele dell'
Aretino , o . di diversi a lui t per ora noa mi
^occorrono. Ha data un' Qc^iata agli ultimi mesi
degli Atti di lipiia >. e aM' ultime Sezioni del
Tomo VIIL dei Supplementi ^ e £no a fiotto il
passato Agosto^ e £no a tutta la VL Sezione
di detto Tomo nuUa ho osservato , che sia ia
rispo-
APOSTOLO ^ è U 6. iif
iispocta ^la Difesa dai Sig.Cmte Fàghani pd|«
blicata ^el Toteo L dèi SuppiemeiÀt del Gior-
nale • ^lamefite^bo veduto kaisi n^Ua iz. 5o-
zioaedfi'Sufpl^iéÉti dello stesso Tonio la me-
desima IKfesa di lui tradotta in Latitò alla fi
75* ^ "f^^JZ* Salutate la Sig. Madre» e tutti 4(
casa • Iddicf Signore vi feliciti e éoos^cti»
Addi© .
604^ ^i ^igé Andrea Corniiro • ^ rmfì^M .
, VknnÀ p. Ottobre 1723^
PRi^n^ di rUpeAéere a due vòstre lettere itu
coavìeae 4arvi un diserbo ^ in cui è $1^
cessarto cbe usiate tiètta la vostra atten»io«^«
^ tutto U vostro ansare i Non ho potu^ dis[>^c^
satf^iaie) f^r esser tfoppo obbligato al SigrCar
CoUMto;» che me de inc^atka^ uè ho S2^ut^ a
chi aaeglio appoggiarlo ^ Ch^ a voi. £jCcovi ia
ristretto il hisagda^ U Sig. Qonte Collalto ha
avuto l'oQdre di avèlla per ospiti gjli Aùgustis^i^
UH Pidrom ndla loro andata con t^tta la Q»-^
te 4i qui a Praga i e li ricevette a Pirnitz «
luogo di $)|a giurìttiizione in Moravia j alla^ m^
4el cammino da Vienna % Praga • O^ nel ca^^
torn0 che dabboa fare Jiel mese seguente da
Praga a Vienna , «sso^gi* Conte av,rà V ottuer
ili servigli aPimitz la seconda volta ^ ^ dij^ saia
ai 12. del ^venturo Novembre. Ora come qoct
gloHìo cade in ^fexsA » così dovrà egU aervinli
di peste al pianta » e fiarse anche alla <^na «
B b a Desiai
, /
||| LfiTTEltE 01
jDe^ideca pertanto di esser costi provveduto del
^glior pesce, che possa aversi nella presente
stagione. Acciocché meglio ne intendiate il bi-
«gno^ vi spedisco qui occlusa la sua lettera
iltessa • Voi ben vedete quello ehe avete a fare •
Primieramente far la compra di 300. ostriche
delle migliori, e più belle ch.e possano aversi:
di due o tre gran rombi : di i^aa dozzina di
grossi 6 scelti barboni : di moki belli granci?
porri , di uno o due astesi , ma ben grandi 2 di
qualche bel brancino, quando stimiate che p>ost
6a durare t e di ciò in fine cl|e crederete éssce
più raio e stimato j ed io crederei che una doz-
zina di orade dalla corona non sarebbe ciisag^ar
devole • Qjii cosa rara si stimano le nostre cappe
«ante , e i gambarelii rossi col corallo • Ma ìq
son pazzo, volendo suggerire a voi ciò , che
voi sapete meglio di me e di chi che sia • Se-
condo, intendervi col Sig. G>nte Savioli per la
spedizione dicendogli esser cosa 4^ servigio del
Sig. G)nte CoUaito per uso di S. M. e spedire
per istaffetta ai 5. alla più lunga dd ventura
mese ogni cosa^ acciocché sia qui pec li S.delr
id stesso meses e subito possa esset inviato à
#imit2, onde il Cavaliere T abbia ;^lchegior-
ho avanti i ii. per poter dar ordine, che sia
allestito ogni còsa • Terzo , indirizzare con la
ttaffetta la provvigione suddetta , e fatta' metter
da Vói in buon assetto, acciocché per camminq
fotisca meno che <«ia possibile, indirizzarla dico
S.£. il Sig. Come Antonio RéwAédÀo di Col^
f^to a Plrnitz per Vienna . V ìncoiiiodo è gran*
-. . - ' ; de^.
Avoirótò t i ^ à. ìlf .
iti xnsL r obbligazione sarà inagglofe é Veagt
ora alla risposta alle vostre^ Spedirò » tosto che
abbia fnodo 9 danaro a mostro fratello^ pet co^
tninciare la lite coi Nj U; Pisani^ RescrivecIdA
al N. U; Daniel Balbi ^ e al Sig. Conte Fagna^
ni, risalutateli a mio nome; e fate lo stesso y
vedendoli $ ai Sigg« VianeUie Cassani^ ed agÙ
altri. Finisco salutando tutti, e ici particolate
la Sis^ Madre i e carameofie vi abbraccio è
60 j. j/Itd Signors Lnisd BerialU^ 4 ì^tntxààì
Alla> gentile nùn menò che "^^dlerosd Signifra Luisa
Bergali i jépMélo Zeno felkiti e sedute .
thennti 9. Ottobre 1723.'
HO ricevuto e letto con moka s^ddisfaziòtfe
il Dramma intitolato Agide , uscito dai y<^
kro felicissimo ingegno , di cui ayete voluto far-*
ini parte a, titolo di gentilezza!; benché la ve^^
jltra modestia voglia f^melo credere a fine, di
èórre^ione^ Esso a dirvi iincer^ménte Tatiirncy
iliio^ mi è piaciuto sov^a q'uaifti ne avete ^t
r addietro composti) ^ eredo, che ssCr^ («r dare
Ib stesso giudicio a Éivòr di (fucili che andrete
in ay venire, scrivendo j mentre con T esercizio e
Gc^ io Studio la vostra poesia fi va. sempre, pie
ripulendo è perfe^tionando , a somiglianza dei fiu^
mi reali ; che più créscono S acque nel Corso ^
e più acquistano di limpidezza. L<^<3ivi poi sdm^
miamehte i che iasdati i sogjj'etti &vobsi e pou
Ibi ^ tÉsai&i
)^# t i T T É R X P r
mmai^ vi siate appigliata agli eroici , i quali
jMÙ degli altri portano la fantasia a ctif cose
gmndi e sabKmK« e 4ov€ meglio s'intreccia col
ik»bile ranipr<)5ó) Al genio' molle del secolo
piaciono sulla scena le passioni più delicate ; ma
spesso ancora ^en nauseane^ , quando non le tro?
vin ineschiate con le più fottio V une setvonp
.^* altre di cpn<iin)ento , come in ben «Rispósto
convito ^le dolci vivande le aspre e le amare f
Jl viluppo del Dramma iè facile e naturale; ma
e seiog]tme|ito è jnirabile, non potenda e$skT
meglio pensato ^ condotto » Al primo vostro cen-
ile, è alla prima congiuntura te ne manctejÀ 1*
esemplare. A riscontro dei versi vi sar^ di c^uanr-
do in quando qualche coserella da pie notata^
più per farvi cosa grata , dacché me Io richiede-
te , che perchè ve ne fosse bisogno . psso poi
^ digi^i's^ioìf^ della protezione del Sig. Conte Bar-
Mi , cui divot^fijeitjite riverisco i e; insieme della
{mbblica comparsa sopra qualunqùe'teatro : 3 che*
un giorno non ptià mancar di^ccedere» jLedif-
Scolta che jincontrate , non vi «gomei^tino • I
' ceminclamenti di ogni imf^resa sono malagevoli/
disastrosi : ma finalménte la maligniti cede al
meritò .• Nel mio soggiorno di Praga ho parlato'
a luqgo di yoì col Sìg. Pallavicini , che non 5ì'
5»zia di onorarvi e jiodarvi . Salutate tutti i vo-
sÈxi 3.' mio nom^ , e al primo incontro fatte lo
stesso ajllà ij&compairaibile Sig. Jlosalba , e a tut-
ti quei di $ua casa i e per fine sé anch' io pos-
ao fare in queste parti cosa alcuna di vostro
piacere e servigio , ptef^wi dt taón lasciarmi di-
sutile
\
AposToto ZsN9. 39J
«olile e ozioso» Sute sana, e nella vòstra buo.
Ila grafiia mi raccomando.
foé^ M P* Pifr Cmnrf9 Zeno , ^ FèncTua .
J^ienn^ l6. Ottobre 173 3.
IQ {^^ fie sto tranquillo^ e quaii semine in
casa^ dove da hiidlti giorni ia qua il "sfiato
Ini tortnen^a ostinatam^nee^ e di quando in quando
mi sc^prav viene il tnio doiot di denti • Ogni giot-
no più invecchio , e dalla salute sempre incorno-
datai be^ me ne accòrgo; La Cóttt ha di&rito
il SUO arrìyo sino ai 23. del venturo. i^Uorale
cose mie- è ri^gliéraiino inigliore as^tto , o dì-
verrannp peggiori. Me ne . accòrgerò' ai tarimi se-
ffàz perchè chi sta in Cortèi raffina la vista*
Speriamo bene , perchl yoì atesso, me ne fate co-
raggio. A l^alentino ho fetto intendere con buon
inchiostro il vostro e mio risentiriiento • JEgli non
è tanto pazzd, quanto sagace e ifìtolente. vQl^i
é carico di dèbiti\ e no« lascia tuttavia distrai
altri nella tràppola. Ha più di 15. giorni, che
non rbo veduto, fe a voi óra e facile Tindo-
viiìarne ia (ragione • Ma non importa • Ha più
bisogno di me^ die d<@i é£. fiorini^ che ne hz,
carpiti. Bisognerà ch6 venga bón le' mani piene,
^e vorrà essere ascoltato r perchè '0^ ^ue chiac-
chiere nulla bado. Più e più volte' gli ho det-
to: siete un gtattàe' oratore: rna- non avrete msu
modo da persuadenti a erèdieré. Le due prime
kttere della inscrizione di Tcnrii^ ' 6- 'C. taq|ò
B b 4 ;, ; pòs-
59to . L E T T E K E o r f ;
|ioss:ono tBsefe interpretate con probabile éòtii
ghiettwa secohdo il parer vostro Genio i Caih
quanto secondo quello dd Marchése Scipione
Cai Ciauiii. H male/si è che non trovo esem^
pio, che la semplice C in nome di famiglia sia
posta nelle lapide a stgmliiEare la Cldudia^ po^
tendone indicare più altre principianti dalla me*
desima^ e tion lo trovò nemméno della G* pres-
sa pet "Ctniush Potrete date pere un'occhiata al
iibro delle Note antiche Romane ddl' Orsati in
foglio y che sta fra* miei libri • La vostra co&-
ghiettura per altro lui sembra più semplice e
na;turale, essendovi moltissimi esemj^ nd, Gru-
tero di inscrisipAi poste al Genio di persone aa»
che private % A ^* MXVIIL z. ho osservata quo»
sta di un Ì^f>M> posta in Novara^ addome
lo stesso #S|^ col nhiéu^ 41 qudìa di Toribo »
GENIO
% ATTItlIi VlBIANI
CLARVS LIB.
Per i|ap tion vi dia fastidio il prihdpio ààlz
|aj«lii 4iai gémtivi G.CENNIÌ4 VIBIÀNhmol-
Ij^imé èssendone nel Grutero> é negli altri Cdl-
féttori con tal principio ^ senza, che que' casi
veggansi nella lapida retti da alcun sostantivo •
Vi soprintende DIS. MANIBVS , ovvero D. U.
come dicono inolti * Nella linea seénnda ddL*
insctizione non farei cangiamento a,lcuno a - ca->
priccio^jm^ l^gS^^lj come sta ^ LARTtt)^ doè
Létrtidiaei ^miglia di eui v*ha nel Grutefo più
d' una volta memoria é A Ck CDXXVIIL y* v^
t^ una LartìdiA Philemsé Né &€tia scrupolo il
vecie^
A P è i « O & « Z fi K O • f9|
Véikc!» ttiia fìu^glia con tre n^mii Jmi4 Zi^itjp
Wi4 JPrisci^ai l Romani antichi in Repubblica
oon l'arrebbono ^sato: ma ai. tempi degl' lippe-
ìradorì la cosa andò altrimenti;, é ne ton. pi<»ie
ie lapida • ITiitto qnéseo siari detto » percl^è me lo
comandate '•
Poiché siete inteso a finir P Elogio dei Baor
chini ^ non vi dimenticate^ sé. non ì\ avete £it^
to ^ di vedere qoanto ne dice il Do Pin in uno
de' due ultiim tomi della sua Biblioteca Ecde^
siasdqt.^ dove ne park lungamente , esaminane
do il librò de HUrMnbU EcHesmsfUé ^ri^niìfM
di esso Bacchini. Nelia V. ScMk deUa Éikio:
ttca VèUnn del Gnelli si riferisce un di. lui
JPanegkicO) e in altre Scanzie aiàcora* Là Let«
tera Latina del Baccbini al Magliabéchi sta in*
serita a e. ,97. del Tomo XV* àdle N0nvHles
de U RepuUique des Lntrei ( mese di Gennajò
1689. } di Pietra Bé^U ^ I^M. Petr$$s BéUéens i
Elia è sopra una medagUa pretesa di. Scipione
Affiicano:.in cui dall'una parte si vede la ,te^
$ta nuda di lui con intórno ?. €. SCIPIO AF-
RICANA e dali\altra lo stessa Scipione sopra uìl
carro trionfale tirato da quattro cavalli cpn un
ramò di palma nella destra. Il Baccbini la at*-^,
tribuisce a Scipione Affiicano il niinòre i Ma
sappiamo che detta medaglia è un' impostura evi*
dente « Il Vaillsuit si è guardato di riportarla 9
come pure il Patino ; e l'Orsini 9 tra le altre della
£unigUa CòrndÙa nei loro libri ddìe MedagU«
delle FanugUe Romane. Oliando i^' intese i che
ai tenqpi di Scipione si lasciassero sci^lpiré sule
hMf-
liièds^giie |Sfi^;déf^itta£iifi> Goiiuitcib queito
iiSéeinpitli' Cesare dòpo la pikatu^ pei^^étua
dkà^uÀta dà lui r e gii- ^nàplir ^he se ne acf^^
^«òdo Àneenori, dome dì Siila ^ è di «quache aK
ikoy scftio o éahhiùsi e épatrastati» p fa^éi ma^
^ìfestamente • Trpvansi bei^e nelle medaglie Ro^
piaae le testé di Romolo , «U Ta?Jìo, di hfuma ,
di Tulio ÒstSKò» è di Aqcq Marzio i m^ que-
^e forònp fìtte' battere héi ttmpì di Cesare e
di AogU$t(> da chi pretendeva di trarre la di9^
penédt^2L da afcuno di'ldro. Co^i la fanlosam^*
daigHa di Òf asiq Coélite hr fatta b^tttere assai
. (dopò di lui, e »è ne trova anche con la leg*
^enda , ^ cui app^isce , che (n festitulta da
Trajaao. iromitnio al P. Bacchini, ^ alla det-
^a sua, Lett^a^ ideila quale egli si ^^ iptèontro ^
ifL questa pf^posizipne } ma lym (tfiiì^ -cosa che
persuada in contrariò. Riconosce bensì perfelsa
Hit' altra medaglia éaisteìit^. »el- suo Muserò , ove
itttornp alla testa leg^i PRp/5?iIP|QrAFR^ICÌ
è nel rpyescia^ oltre di detto di 4;ppra y* ha la
leiggeQda CARTHAG. SVBAC V uQa è ^ta a
Jmitazipoe dell'altana; il Bacchiai riconosce que^
Mft per falsa, e spstkii l'altra per vera, laqua^
ìe lera nel Museo del Comunendatore Càrlanto*
Ékk> dal F62ik> in fl^ma f Pél sup |:ibro poi éU
fUir^ihià EfcteHétncé oriiinihìs y di cui si è
iirto r Articolo nA {^ornale, non v' ha altra
edizione > che quejfa- di Modana • la collezione
delie aMichità £.braiéb& 5 ed Ecclesiastiche promes-
sa dal Fabrizio non mai vide le stampe , e sta
àÀeora iiett*idea di, chi l'ha cencepuU* Ed. ec-
covi
.ftf^ì dettò da me quel pòco xhe ha, saputo » in»
tomo alle dimande fattenù# Non mi rioaiie^ $t
pon y salutati tutti di nostra casa , e in partii
cibare la Sig. Madre, darvi con un aAèttooao
|ibbra$:ciamento un cordiale addìo»
* f^ennà 30. Qttohr$ 1723.
VI lingraaiìo delta copia della lettera del Hoh
ni al Conte Collaltino , e la fatò avere
fMSk primo inccmtio al Sig.|òpnte Af^onip Ranv
baldo, che ora si prova a ^imit;^ • Dei Fasti
jLetterati di Bergomc^ ncm ne spajti&, che ina«
nùnatl dia yoi . Il Calvi potrà forse sugjjeriryenc
9ialche altro. Il Jeatro dalie donne letterate è
opera «di Mpns. ^Francesco Agostino ^iììz^ Chia«
sa. Vescovo di Saluzzo* E^ in ottavo , elotro*:
verete fra i miei libri Biblioteca|>iÌ jtegalo ia
carta pecorma ^vecchia «^ Il libro dei jFasii 4el
Plaistorfido del Guarini stampato dal Ciotta ^ mi è
del tutto sconosciuto,. Il Ciotti stamj^ bensì ia
12. un libro di Rime di diversi 10 morte dei^
GuaiÌDÌ .* ma questo non porta seco il tltplp èsL
Fasti ctel Pastorfido . He goduto sommamente là
affbrietta parratarai dei quàdtietti piiniati di casa
Nani, ia pergamefia dei RUI§m Nkotm Laelii
CoJmici dovette essere il froptispicio delle Rione
di costui Mss. che pro&abilinefite «aranm» andk*
le a male depo ^levatone SI frontis{»ciò» Clusa>
se fosdeto co^ differente dalle Cftittom» che m
• - " / ~ tro-
^9^ L E f T B R e; E i
èrovano ipipresse di lui ^ il quale bene io . s»«
peva che ia aggiunta al home di Niccolò ne
portava im altro Incdtaificiante dalla Intera L f
ina non sapeva che questa getterà dincrta^ie qiiel^
to di Lelio. Isella medàglia singolare Che di lui
tengo beliissiiTia di quarta graildeiza, leggesi in-
torno di luì N. B. COSMICI. POETAE CjL. ;
la qua!/ leggenda ora tutta intendo mercè al vo^
^ro a Wisp • Ma chi sa i se quel Lelio fosse sé->
condo nome di lui, ovvero quello di suo padre?
Tèmpo fa il Prete avèya^un grosso Ms. ih 4^
di Sonetti e Canzoni del Comisco, intitolato .*
RtrHtn vnliorium jtagments imipiunt ; diversa
dalld staitnpalo. Sentiremo cosa scriva d^ Rt>ina
il P. Baldiifi pirica le sue . medaglie • Jeri ne ho
vedute di assai belle iiibudn nttmerp» e. ih ogni
metallo presso il Sig. Conte Ar]p!(tt $ Capititno^
di Ufi reggim^to Cesareo^ che 4* ordinario at^
in Transilvaniat dónde per nda insinua«ioìfe.fa.
cohdur qui In tre barche sopra il Danubio i in
ubbidienza ai com^indaxnenti A S.M. più di^^
salita Upide antiche i colà ukim^ente. per ti
maggior psarte d:6yatesi» a. fine di abbelire. eoa
esse, al di fuoti il gran vasor, della Biblioteca
Imperiale, che ora ^i st^ fabbricando «Mst sgca^
agiatamente una di tssf barche i debelli per sé
.^tessei si è aperta nel Tibisco , e andata ^fecM
do con U perdita di XIX. Inscrizioni » le quali,
esso Sigi Conte mi attestò essere le pia iK>ta^
bili «Spero tuttjivia che Sa M^ <Urà t^i ordini^
die le v^emp rìcupfirate dVl letto . del fiume
in cui ^iaci^Mf Cr^do^che di tutte avrò co^Ha^
é ne
A P O S "^ ^ ^ e Z B M^Q. jVy
^^^ ne iacke<^pc]^itoif amente; atvisatQ* Sqqò im«
paziente di sentiire <;bè finalmente sia cosa ^iuiit
ito il Salio • Ha più di un mese ^ chje è partttd^
^i qui. Salutate tutti > e m particolaire là Si^i
Madre. Il Sig« Ippolitb^ ed io yi abbracciàm9
caramente ^ ' r \ ■
éio^. Al Pf Oir: PrMcesoQ Baldini i 4 Hms .
Ficnfts 3. Nov€f9Art 1723.
Essendosi ^eso la F. V. M. Rda' a miS rì'^
guardo un tanto e tale incomodo, col for-
mare il catalogo della serie di meda^ie Impe-*
rhtii in argento 9 da lei raccolta e posseduta^ e'
col segnarmene ad una per una il valore ; mi
ha fatta una grazia cosi distinta , che già mi
C0nfesso impotente a potergliela retribuire : onr
de per questa parte io le sarò sempre mai de-
bitore, e resteri sempre accesa a suo credito la
mia partita • Per V acqmsto d' esse ritrovo ben$i'
assai meno difficile jl trovar modo di renderla
soddisfatta; non volendo io dilungarmi dal cpn-r
veniente , e sapendo di avere a trattar con per-»
sona così intendente ed onesta* Ho letta e con-;
sMerata con attenzione tutta la serie \ e se be-
ne mancante di molte teste , che sono T opiar
menip dei gabinetti , la trovo pregevole , t ta-
le , che dà a conoscere il bupn gusto di chi P
)ia raccolta. Se mi riuscirà di lenirla alla mia^
che 1^ numerosa di quasi altrettante , crederei
iclie ella potesse f pmparire co4 qualche decoro ,
"^ e far
j98 t E T t 1 IL E ri) t
e fat U sua buQU figw» tra moke altre • tfi2
sta cbe si Mavemalmo del preèto • ILitrof« ve-
jramente U notato da lei i citiscuna medaglia
as^ai ragiodèv^e » quaócki a parte a parte vo*
glia considerare , e per ehi quài di questa i e
qual di <)aellà né tenga bisogno • Ma eUa éee
riflettere^ che io le compero tutte ad uct trat-
to^ ci che dellK metà quasi d*és$e^ tra le qiu-
lì ve nel ha pafiitlenté ben molte delle miglio-
ri 5 mi trovò ^à provveduto « Contutto'ciò quan-
do élla sé riè contenti ,' io le oflfefisco pei" tutte
le descritte nel suo catalogo»^ oMdptese le Gre-
che i ^ U tii di Gordiano il vecòbiò 4 di Giù-
Ita^ ^ ^ G>staritÌ0ò^ le offerisce^ dissi tiiece&to
effettivi scudi Rchnani : ta tttet^ avanti che me
ne facciaL la spedii^tone i e 1! ailtr'a metì diie nie*
à dopo arrii^até 4 II denaro le sarà costi rimes^
aa a mid cònt^ìf coti polizze di cambio f e quan-
do si conchittdiL il tontràttd,- penseremof ai mo-
do di fai^ ventre^^pÈ^via più jsicura e spedita ie
stette «iedaglie. Perìit^^ms^VasKione è legitti^
mità di esìe nulla le scriva ^ non tanto petcàè
'«Uà tutte me le mailtiene ben cotiservate e fo*
Intime j quanto perché cocioscc^ e la sua inte»
gritàf e la sua intelli^sa. Attendere a rispo-
saca la sua tt^^xbne» e con essa- r onore de'
su^ cttmaiidimMti •
«09;
yUèf^à $' Ntffemiri 17 ti»
LOreoKÒ Ve&iero » Qfa(ìlaòmp ydiesé^fìo f fl|
ìfiglii^old di. Qiaanaoidreii ,5 uno de' più insìr
gni {Senatori dei f^M toinpQ nella R<^Ù)Ììqei «
Suoi fratti! i^^0 l'Uigi^ X>omehicò i FÌ99C^
SCO t Q Girolamo ; dal quale discetiriqiid i Vo-
oieri della contrada di & Vitoì dettt i Biòndi »
cioè quelli dei Vivente Proccutator Girolamo ^
e fratelli 4 Doi^ehicò ^ t^raiicescoi fratelli di Lo^
renaci ^ occiH)ariQ uii bei pósto fra i letterata
coi loro conq>o4Ìmenti che ne sono rimasti i Lo-
fenid ebl^ dvie figliuoli ^ Luigi , la cui line)
maschile id un Giambati^à si speiise i e Ma£«
&oi^ <:be fa Arcivescovo di Còrfiij e Prelato di
ijioltà xlòttrina y ^ Ì9|i8n^ in particolare nella
poesia ^. U dQtt«^ torentio fu allievo e cre^o
deir Ar^ìPMl^ ^ poscia ia0 grande aniic^s <ed e«
gli fo^ <;h<9 fé stampate iil Venezia in 4^ 1 due
primi Canù di M^fisa di efiso Afetino 1 dief ptU
«la 6^iio-4isciti dallQ stainpé ^di.Aócoqa aitmh
ti . e .guasti i pi:eniettàidOyi u^à »>a l4ttjtìL «
Ili 5 ««Ila qiiiile %\i dicfe : «f tfiR#r »/^ 5 |^ ^
mo ^Ih eh' ié iè frd i né esHt ^^^'f iglt
^ssend^ assai giovanetto i eoa ia dketÌQii^ deU'
^.tetinò suo tMeéttòi impresse net i53Mny^
nezia in S. uti libro in ottava rim( ditriat %|
tre Canti » e intitolato 2>^//4 PuttMa trréimi dm^
ti tre : al ^nate te aggiunse m altw k iw«^
4o6 LiTTtaBi^r
lo canto col titolo // Trentuno , Non vi maq^
do il preciso titolo né dell'una, né ddl*altr^(L
pera; poiché 1^ unica copia eh* io n*ho vedutsi
di questa edizione , mo^tàratami dal Sig. Barone
Filippo Stqschiq Prussiano , era difettosa di fron*
tispicip • La P* E é dedicata dalli* autore all' A-
jsetino, e in essa oscenamente descrive |a vita
e le azioni infami di una donna di mal a&re*
Il Trentuno è Sfritto contro una tal Angela Zaf-
fetta, soletmis^ima poltrona , della quale garla
l' Airétino in pia luoghi delle sue iètteée » e al-
trove. Lo intitola il Trentuno^ a riguardo che
essendogli stato fatto un oltraggio dà colei » se
no vendicò ben viUanescamìsnté , ma secondq 1^
abuso che allora ne correva, col farla aChiog-
già condurre, e giacere In una sda notte con
trentuna persone: il che yà sporcamente descri-
vendo in coteste sue stanze ^ indiritte anct^ es-
se all'Aretino . In fine vi sonai due Sonetti d^
incertp in lode del Veniero , senza però nomi-
narlo: poiché avete a sapere che né nel frontispir
ciò, né, a pie delle lettere d^elV Aretino vi si
legge il nome di lui. Credo bene che nel fron»
tispicio della P. E. stiaci il suo nome di^gnatD
dalle sole lecere iniziali L» V. V» cioè Lofaai-
zo Veniero if^eneziano. Di tutte le suddette op-
se vi recherò ora le forove • h Che il Venia»
fesse giovane^ quando scrisse i suddetti versi ,
ricavasi dal primo SQn^9 d'incerto, che vista
Ipostq nel fine:
Z^gi duf9fg»o Utoory^no io éàti^mt^
A p Oi s T o t à 7: ^ li o. 401
Se ntf'CAovtnt in ita' tanto discorre^
Che nàrakU non i quel ch^il del vele.
II. .Ohe il Tf^pttié^e fatta dare alla Zaffetta se-
gmsst oel r53][, a ctì <. *tf Aprile in Chioggia,
|o jdtce r autóre ^el fyìe di una stanza :
Mestati a Chiéxji ^fùtili cempagnofii
Scrisser per ogni muro ^ e in ogni vÌ4^y
Cerne 1^ \^giela Zaffa nel trentino
yrf sei d^ aprite a e hiexA ehhe il rKi^uj^vvo*
m. Ci\9 ^s%f^ un Gentiluomo di casa' Vq\icro
quegli, ^he la sì fatt^ guisa si vendicò di co.
tei 9 af^arisce da una stanza ^^ che cominciai h-
<:^do' parlar la medesima:
/-"
.. fienksaem per eontgMa qists^M r quella
f JbuMiua di, mia. kwma sett^.
C^me il y«i^iBR le sa , farà novella , -
i*erfk'^rir non li wisi kn 4^ ^^ forte .
S nelU ^ijltima stanza più espressamente si
^ec«Pia la ragione del disgusto a lui dato , apo*
st£bfimlo<(egU alk stessa f la quale , sé' male
nim mi ricwda^ Gbiamavasi la Z affetta per es-'
«er figlinola di q» xjaffe Veneziano , tanto pa-^
fimdoim aver Imo m una ^lle .Lettere dell' A*
idiao )
. jineìtik v^ la mid parte de f henerei
Sen tmMiém , fitt0 a dmarvi 4eni
Tme III. Ce ^ f?»-
40:» '. I^BtTSR£Dl
fìfnni 'a ^Mnar per fnn4 rhmrem%,4 i
JUa ddl balvìtn mi fk élMa:.iémms •
ìy. Che r dutlte della P^ £. fesse tjArtmà Vi*
n'uTQ y U che più di tutt» ^ tfóc^sario di pD»&
vare^ e cbe fossis ili età. gidtntiiis ^ pUòr'^a^
vàrsi chiaramente dai seguenti versi della V»
stanza del Qmifsi tk dlfliar S% £«:^ > :^^
PwVtó tliì % onesto in^dzxir ad àovèrq ^
Se fìóh ire vòlte ^ atmén sèfnii'ifi annoi
Peri il ifoftro Lorenzo Venieìiò
tìk fMiso orÀ il cervello s saccomanni :
Jt^ditdppHU y non th^nh giovin , ìdrì Piero S
Tiiìii t àòi U pHtidke Massi fanne ^ ecc.
fiernatd« jkfoàttà^ m l^raòdiiè À^ éf^la Mn^
noye^ vìyeixtQ ktMrato ^ e «aò dtU^Àlff€àdemia
di FraÀKia^ uòiw quant" ahfi tuli óra" fecèstieri
versata Aellà «ogàiéiéiie de^i ^òrittèri tt^iani,
sopra i quali ha fatto delle osservazioni parti-
colari V paci* « lungo at nostitt f»f^&sìé# bei
IVé 'X^sttà detU Mmagiailk % t^ i^^^. i4d»"«
2%i« Niilla per verità egli 4Ìdii:^li' io èSÉ-^RI*
pessir ma co^ tutM ^ poAsè^ (tì'^vt €rakrif«l!U
Io» poicbè mi rts^tinOà là ktlbàk 4k ^Éfikirk^qM
è li ripeseaiiM- i/>d €«t<i^<^'^^^ >^^ "^
ca. /a iS^tf creduto altre volte che il Didlàgp M
Maddalena e di Giulia > ehè ha per titolo la Put-
tana lèxt^esmi kok fksM^ Mi^yÉtefin^^ éd^M i^
renzji f^fd^é me èllkxfè . Io m$ fmAki/ìIt^k que^
^'* sta
V.
i A P o i r ò i ò % t ì$ 0: ^
m crtd^mca sìtfm Ipte'vfrH detf Aretino mah
sitw nel àn0 €ntif9lò ut ^u^m di Aétnfpì^aì
. A^ perck Ì9 sento' il prés^^tf aU^otlére^
Vft' oferettH iit qfief, eéimhh galme^
Vi mtmdé hora im mi Iddf^ e trAAitott.^ \
Intitolarsi là f^tànu Mrfunté^
Dal yknieiré t oneste mio cr^Me y
Che m'ì in dir mnl qnsutró ihrMnte iHnmOe A
io uni foniuva ultresì in . tede, opmione | perfAi lek
Méiiiè le Foyer pag. ^f6i dèi xm Diàhto d«
Marllge ed. in 4^ mokndo diro nnà pu^aha eoa»
sumatà dsàe la pauóLùz del VeMiert) i D^ 4ì^n^
do %/eélteeé nn Poemn di qetàttrè canti { notate
che lo dice di quattro Canti ^ cfòitiprésoirt aocki
quella del Tfencuóò ) in otttet^a Hmà^ ùltitlflsh
té la Puttana ettante di h* V* Y^ dot di lA^
iwaò Vetìlero Vmeaiané^ tnaHoscHtH ^ ma H*
I Copiato Éopra fintptesso in P^eneì^A l' dnno 153 1^
pbMohbi eh' io mf trsf ingaktiato i e ette i tìtrsi
[ ^ptalieiaii riguntdàé^anè solamente onesto Poéms %
òifU iùteéo tmtjeens tstert dertisJintmnoMtò deif
jiritin»i noft^nmé che il Ttentuaci ddla Zitl^
lètta 4 Poemd di 1 14^ stdnU parimentt ié otta/M
rimd^^ stM^patìf dietrer il prim sètto il medtsim
fMs$ nomo dot fritta : àmpofrìminti tun$ e rat*
irte ipiiifìfMnii pie disp^tez/oti^ipiìemostrmoi.,
è Mia per le paiole ^ sia per li eemimemi iitkumà
t^ela i pi$$ Atmìmìi the si possano id^re. Ih
terrò Memardim Afelià i detto altrimimi f Armei^
Uno i in im$t Uttéfa M Antiwo in da^a di T^
C e a fino
L t T t e ti £ I
rf$iè li 17. Ottobre 153 1« tli scrive ^lla pbe
deguei Ho vediito di nuovo uti2( puttana erraa^
te y condotta insino qua a Turino • Ah l la bel«
la festa che le fanno queste madonne intorno ,
7*4/ lettera si ritma trs qtitlle che seriib state
scritte alF Aretine y stampate in Venezia in 8«
in due i/olumi fer Francesee Afarcàlini • £Ua è
.del /. voi., pag* 104. j^est- Arelio si fe^ poi re-f
ligioso Benedettino della Congregazione di Santa
Gijestina di Padova » e prese il nome di Don
Pacificò, pag. 300. del suddetto volume • Giio.
Alessandro Zanco in una lettera in data di Pa«
dt>va li 26'. Marzo ISÌ6. prega t Aretino di vo^
lergli inviare la Zaffetta corretta, e la errante»
La lettera è sottoscritta : Io AlessandJ» Zaneò
détto Poetino • Sin qui il Moneta • V Aretino
patirla in più luoghi , e in più opere di Zxiren^o
Veniero. Nella Commedia della Cortigian^^rr«
2IL Seenn VIIL E chi non istoriar lieto 3 ndenda
le piacevoli invenzioni di Lorenz/^ Feniero f^
ntlV AttoVf. Scavili. E non vorrei che tu scé^
fossi ih un trentuno , come incappi A^cla dol Mo^
f^o. Forse era. cotesto il cognome rero della J7^
fitto. Vedete anche l'Aretino nt'Rogionam* a a
^j* e in tolti e sei i libri delle sue Ledete •
Ma basti il già. detto intorno a Lorenzo ^
I due sopraddetti libelli di Lorenzo impressi in^
Venezia nel ijji* forono ristampati a Lucerna
in 8* con lo stesso titolo nel 1651. ma nel
fiàntispÌ2Ìo dagli eretici stancatoti, o da. chi vi
assistette alla stampa, vi fu ^giunto il nome di
yJUoffeo Femeto Arcivescovo d{ Corfk y con um
• ' . ^ */ fi-
irlt^tto, non so se vero i o finto ,. di que^«l
Prelato col di lui nome all' intorno > acciocchì
tanto più comt>arÌsse qual ne fosse V autore , taiQ^
to in fronte della P« E. quanto del Trentuno >
mutando a questo secondo un tal titolo in quei-»
lo delia É^ma. Egli ha più di 30. anni ^ 9
pure sovviemmi benissimo di aver avuto in mai»
nò un esemplare di questa ristampa nella bottCM
ga di GÌ04 Negri llbrajo ai Frari , dal qtìalè
non lo comperai , perchè me ne richiese ùnd
scudo i e allóra mi parve caro: che ora he ét^
rei per esso anche quattro. Essendo periti ^
esemplari detla prihià edizione ^ si sparsero
quél della seconda ne* paesi de* Protestanti i e
de* Riformati : e toe<fò al ndstro Maffeo Venie-
fò. Prelato innocentissimo, di entrate anche egli
nella lista di tafìte altire persone Ecclesiastiche^
fregiate delle più venerabili dignità, della GWe-
ii\ alle quali fu imposto malignamente ^ e dia-
bolicamente lo sfregio dì essere autori di opere
ifqatìdaióse^ oscene ^ ed empie . Se ne vorrete
csempj^ questi miV saranno alla mano. Vói bea
vedete, che autore legittimo e Indubitato ddla
P* E^ e del Tn sì è stato LorenKO Veniero^ pa»
dre di Maffeo^ e noti Mafieo figliuolo di lui •
Lorenzo gli scrisse, e It pubblicò nel rjji.ndl
qual tempo Maffeo noh eira ptobabiùnente ancor
tìato . Ve Ile ^ttete assicurate air Avvogheria
nel Libro d^Oro* Che pòi gli eretici abbiapp
diffamata tal Cosa, e l'abbiano divulgata e cre-
duta» no mi $tupiscoi ma che il Sìg» Rolli-, e
riialto più che U Sig. Ab. Salvini 1 tanto erudii^
j
I 4/^4 >L ia r T £ R B PI
[ HfyXà Cfe4aM, e 1q dicano» ne resto tcmàt*
l tewsflto. Voi fatene U difeftinfiUapiù savia ma.-
^ trfera, a più.pmprìa« T<Jtto il dettovi da me
. p^A i da ridirsi : Aia T ^ detto m>Io ^ acciocché
f m Ceciate la seelu coovwevole*
['%
i ' ,
DA Picnìtt mi ifiriirf #1 $ìg, Coatq Cullai-
^, che aveva mfffv^to il pesce , ottimo,
«ano, e frescg, 1^ deUia migliar qualità 9 che si
fo^sfi potuto desiderare , e pbe T Augu«ti$$ima
Padronanza la aveva g»i^tat0 e lodato assaissi-
mo , e ^Itire misura p mn meno i:he tutta la
^rte» che j|eneralinfn$f ne iiyeva goduto co»
^ abbondanza r Esso Sig. Q)flte mi commette di
«endervene milij^ grazie 1 e vi isi protesta phhli-
patissimo per sì graiide iafomodo^ che arìgnar-
4do di lui siete preso 9 ed ip a' suoi ringrazià<-
isM^ti aggioqyso anch^ i meit Vi do poi la no-
^ aìi&ia y che la Maestà dell' Imperatore è rimasta
^ «jfsì spfvafktta, e contenta del magqi^o tmtta-
nieftto^ con ci^i taoHio alla tavola^ quanto al
ifarco^ dove a lume A tprpia gli fu dato un
.ìiersaglio ac^^mpsgna^ da ricchi precn|iion solo
:jicr la Padrosanaa, ^be pei^ tutte le Pame di
Coite ; che nel flartite da Piroitz d! {iroprio mo-
to dicMirò il à^tìm Sfg* Con^ per suo Intimo
uCpnsig^re di StaÈo: <»tolo onorevolissimo, e
^.aofe liMnratp a'piàmsKkiitevoli persònag^, è die
^ ■ I .^ ' < - ^^ per
A«9^TQto Zino* 407
fU.Qcs^eo'àsaMo, ba il pr^tamento di IboctU
4fifis^ 43L chi iche sia, àhobè. da' Principi il Al-
ttfua» 4 Sovrani, iccpmpagnand^ae l' onore ccm
gfiSì^BQM^ jD^bligantissiaie. espressioni ver$o di lai ,
QM anche. V Augustissima Regnante regalò £
$vi^ {nano |a Sig. Contesa di CoUalto di un
J>^Ui$liA»)j5{^|9Jiie giojeila^ del valore di j^ù
di mille ung][ieri; e tutta la famiglia • 61 pari-
meQt^ (ialle lorp^ Maestà imperialmente regalata •
Ho^ v0ÌRto rifemyi ogni cosa V pisrchè so cke he
avrete piacere , trattandosi di un . nostro Patri-
zio, ^ di mi mi^ 4 (li^t^ite padrone ed amico.
Egli non ^arà in Viefiiìa prima della fine della
iQttìma&aY<^tu|a, per c^aiito.osack). Ve»goaIM
VQSt]3i lèttera (lei xq. iskel ^QXfmOA. tempre pm
fomnsca da etm il glande 9 sommo disCìirbo\,
cbe vi siete pteto pts ]^ provvigione di dMp
l^see» e seoapse {ujì v/ù ne'ringyay^. Ho tetti
la iiita della booiia f ^ara qflialiti di ei^l ù
£Ìt^ guato nel jeggeetal O ol^ xiKlggior jiel go-
derne ) Me li dhiotava coUà fao^ia, voà il
^iwtre n'era digiiuuoi, e qi^ta v^ta 'f itntna-
gt^^ione in ne, come st^ol diesi, non ftce il
casa* Uq itracciatd il vi^iettd, cfae vi i stato
àgio «' Non è rasf fa noe , e Ixpsoposta fattavi
a snÌQ riguardo pu»a di simomaco • 'A tal patto
«00 xofcttt divenire siè mena il {ìù ricco uomo
4eMa t«nra« Se quei soggetta cb^ desidera il
Vocovado , kt n^eciti , e titoU gfustj^ per Me^
nerlo, li produca, e gU sarà fei^a ^lìstiziar •
Ricevo ora aitila vostra, aUa quala ri^oded^
4adP ordinario venturo» lataAtso mi cdns&io con
C e 4 voi
4C& LiETTBkE Dr
Voi delUa felice* e gloriosa rimasta di S. & it
51g« Próccutafore Gio. Emo. Priegòvi di ralla-
^rarvene seco a suo tempo, e ora ià particola-
re con gli Eccmi Sigg^ suoi Fratelli » passaftido
un tale ufficio di vero cuore» e con tutto l'os-
sequio. Abbraccio caramente la Sig. Madre ^ ^
tutti feneralmlentè , e vói ia j^artioJare , è
J iti. /ai Sii. AntofdàVallunkn. n PwimfAé
-^/1Sfjwr4 27. N^tmhtè 1723^
COa thì anM^> è icóh dii so che mi aifià'i
non fo scuse, né mendico pretesti, quan^
do gli scriro di rado: sicconié taon ne ricerco»
quando di rado mi giungono le sue lettere: ìmm
vtniam pefimusqfte tlamtu^e zdcisifim^ Direte al
Pw Burgos^ che faò steso il memoriale a favore
del Sig. O. Antxmio Moleti, pei: ottenere la
lettera desiderata da Mons. Arcivéscovo di Va-*
lensa al Sigw Viceré di Sicilia dtca i' affiure con^
isaputo: e che dentfo«}a settimana ì^tura speto
di vederne la felice dOfettùasionei Riveritelo a
mio nome, n componimento presentato qdi dal
Sig. SaUo è stato gradita da S. M^ eU Signor
Principe Pio gli ha data la commissióne di uno
degli OratoFJ soliti cantarsi nella Cappella Co*
^rea in quaresima. Piacendo, come nóh dubi*
to, Hcevorà probabilmente qualche contrassegno
della^munificenza Celsarea . Vorrei iscrivervi qual-
che novità, ma fra le tante ^ che mi si affolla^
no
A 1^ o s « i> e l> 2 s >t ò i i0j^
Ito lioa ne txòro alcuna degha della ròstra cn^
siofkà. Letterarie non ve n^ sdnoi Péliddie ^
àon è mio costume né di aikdafne iti tràccia ^
nò di. d^lme raggug&Oi Bure vi dirò^ che 1«
Pace generalmente si dà per Éitta e conclusa i
^anctie non poco contrU>uisce Tindispèsitione del
Re di Spagna; ìJl nostra Auguttikisimà è ritòì?^'
nata ai 13. dd corrente su l'ore 4. del dopo
pranco» Insieme toh V Angttjstisitmo e ne hm
tutti racconsolati la buona e intera salute, cc>ifi
cui rivedremmo te Maestà lòto» 'Là- gravidanza
deUa medesima va proseguendo ocuì tutt^ feltd^
tà. Un Frate. ha fatto un' anag^anittfa numerico^
da cui risulta, che ai 14. di Fet3l)rai>jó déiraniib
i7a4« avremo un/beUo bellissimo Artìduchiiìb ^
è qui gli si pre^^ tutta la fede. Io sperò e de*
iriderò avverato il pronoìtìcó^ hdi sia qué^o àt
a^ ai 28* ià Marzo, o in A|)irile, po^iò mi
x:moy né vo andarmele con la fyllz e cfon là
comune dei pazzi* A proposito di nascite » mi
callegto con voi del felicissimo^ parto della vò-i
-stra Serenissima Principessa 3 che ha dato tìÌM.
Serenissima Casa d'Este un bdlissin» prinloge^
nitó* Esultala fecondità in questa parte, quani
do disperasi toì quella di Toscana. Crescono I
guai alla nostra Italia ^ quanoa^ ^ mancano^ te
linee dei Principi che la governino* Vi ringi»;
ttiò deUe nóveil» letterarie, che à suo tempé
leggera inche nei GionialeV Riverite gli an&
ci, e £itemi servidore alla vostra Sig. Laura i
e a tutti di vostra casa . Vi do un^ tenerissiniif
addio, e aono di vero cuorev.i» ^ ^
éitftii^ frfifr i^éiNrm ZmàM.é Fimuim^
iÙigitP > nw^iSnaa^ cIn? »1 fóg- Andoa. > di qg^
l3teBI (^ Pt Cìii»9^taiÌQ^ ch« Si yaaaa ristàu^
<#inà> «a Nicoli M fm yQl^m in 4* «a ^ome
y94mm9wm è »tminm^ ^ egli npa ne ha
jrii^^vqti , «te Mp^ P?W^i ?PWÌ) »« iion y^ggo
;«9da $& RttA4firi|ii un'e»$ta ^ve}la jlettfra^ia
4P«: M ^il^Q Gisrnak* A pr^i^e^i^ fl4 (^iorna-
1#> ]à morti doi £È» Duca > eia sJ2ccessip^e ddi
figlilHSdif |3eg|it||fte lo priva ilei solito jurotettoce •
fieéi^^iurlQ alla Qrbn PriocifiSMa vecjpya aq^ mi
1^ 9QfiVMi^Qi:^f Sicc^ti^ pccà^uinpdi dar fuor^
4 il lllipv«r TpnaQ ci.to. Uscuei usdure «e^z^àl-^
tnà^L ^i<MontÌ4 4 fiaodi yedece^ se visi pre^-
«fSli p«r l' tevfioirar mitj^ ^poogiuntura / evvé*
M te d^dMÌ|eix^ a( Msccó jS^i enissiaif» Frincipe ;
M i^ btsiereklM J» iCfaiuder^ la hpcaà a ciafcuno »
« «mblK^ liq&iPBialKWpte lodato * Qjpaluaque di
«Mptti due putiti 9«|i^e> noi^ }q stimerò che
ìtft iat<to, ta Aptifia ddUe Urne dtflSaa&azaro
iflpresif im a» ìa Napoli àA ij»3a» ita ofl ii»
Im:^ ddie 0iie ncmftde » e Vb» tiatta da uà
iMMilìttts die «e vidi ia VMasdia pressa ilDc
Busti > il quale rtit icgoat» altreiì »e'su«i Ca<>
ta-
<tldghi» che QMJ lengp? jL.^ «dii^ione 4i mtt» p
opere pi4 mifi^t» 4i Dante ^ |:Ì9tai»parfi 44
Volpi e uft pttimp coqmiglio da voi mgg,mt9
lotQp Ai ip 6ÌiigQ)an«eatie y approva* Vonrei paca
^he ci av^ie ail entrare )a éi iui I^V^ scritta
dal Boccaippb» lifcontrat^ et^n |e tra ec^^ipni
^cbo ne al^biamo» cam^ pitta U suo CgnyipU^
t la ma ^/4 Mé^itSt Pa Fir^iize ^ene potrebr
bono avere 1^ iFarie Uziord tratte dai Codici
aBtictu > ciia poU ae ne serbano e Lqdo ei^d '?i
a*ia$erisca U ra^ia^inio ppuicolo 4f pnigari #/«b.
§^nti0 9 tal quale sta Dell' edizione dal ^oAl^
nelli ^ fpn T^Bs^une d4b versione ^afie dal
Triisino, cke per qyanto già |ie ^pi risfroatFiEi
in molti luoghi^ é pochis$i(no' esatta t ^felIa<Sa}»
leria di Minerva T''>nio I? v' ha pna sua 4atta
libera > cV io feci quivi stampare comi^aicat^tiii
dal Dr« jLapconi^ e credQ che la copia avutati*
eia costi fra'mi^i Codici» quando qui npn Tab*
bia fra le mìe /irarts. Di si|e rime sparse^ cltrt
all'accennate dà voi, v'ha una Canzone fra' !•
Annotadoni d^l jiedi al spo Ditirambo . Tr^
isuoi Sonetti stanno n^la flaccolta dell'allacci
a e» %^if 2fz, ^93. N911 atà cosa contenga di
lui un libretto stampato con questo tit<^; f^erH
morali di Dante y del Petrarca y delf Ariosto y e
ài m^ti altri au^sriy per utiUtÀ p^mume insieme
raccolti f In Vine^ia nella Contr^a ài #f . Maria
Fotm^My MDJLIIIIt in 16, Bisognerebbe poter
trovare un altro libro intitolato : Dantis Floren^
tini quaestio de natura duorum elementorum aqiuif
& tnrm éMmtoitt^ edera, frcnttiii 1^0%. ìsl^
Per
%t% ■ t % r 't k'ti i li i
f^ renderne l'edizione più compiuta cònverrétìi
bé ottener licenza , ma Id stimo difficile 5 di
ristampare il raro libro de MonarcbU di • esso
Dante i di coi mi son note quattro edizioni 3,
tmte di qua dai monti htté nel passato secolo ;
€ agglugnervi k fianco la bella traduzione ka«
liana fattane da Marsilio Ficini > fionttìai stam-
pata; un Gxiice della quale bdlissimo e cor^
rettissimo io possedeva gii tempo» ma ne' miei
bisogni partili di averlo venduto al Sig; Mar-
chese Mafeiik che lo diede al Sdbanti insienie
con altri miei Mss; i quali ora ricomprerei col
dóppio sbórso di quello» che allora ne ebbi ^.
Noe» posso ricoMarmene mai senza rierapiériiii
di tristezza* Non so» se si avessero a traìa*
sciare quelle Rime sacre » che col nome di Dan-
le stanno impresse in fine delle due antiche edi-
stoni della sua Conunedia con T ampio Gdmèiì*
to attribuito a Benvenuto da Imola « e a Jacopo
della Laia^ fiittt in Vèilezia 1477» e in Mila-
no 14784 Ma di ciò abbastanza per ora; Pia
cose potrò dirvi a più beli' a^^ quando da ve«
ro si dil di mano air impresa . Addio a tutti »
e in particolare alla Stg4 Alkdre ; e di cuore vi
id>braccié. Folti
6i%k M Sig^ Anirt^ Cornata* a f^enèzid.
Pimno II. DictfHhre 1723.
N
Uovamente vi rendo grazie per le due tè*
ste di Seneca » e di Platone » le qùali^ sd^
benq
bme di artefice inodenio» «pur.nu.scm case» im
ftardcoiare -perchè . le riguardo come att^ssuti det
VQstro aamr? verso di n)e, Vengo a}le meda^
|[lie. Olireste é necessario che ripiglia la strada,^
per cui son venute. La Didia Qara, el Perti-.
^ace jono tutt* altro, che T effige lorps il bun
lino vi ha Javorafio. all^ intpoio ^ e le ha voliate
far aedere quello ^ che in fatti aqii sono. Se
fossero legktmiet per ima loia yi »vrei fitirpvaii
fo il danaK), che mi si ricerca per tutte; Le
due altre ìa metallo sono. antiche,.!;^ assai noilt
conservate,, e non possono trpviu: kiogo nei buoi
Ai musei • Delle quattro yin argento tse sono^
Consolari » e òsdttiarie ^ e mal conservate > sìg<
chiè vagflioAo poco. pia di quello che pesano. Lar^
fuaru che ha xla una parte la iesta di Augu-^
sto» e d^U'^tra quella di Agrippa ,v sarebbe di
preua , e a^ssai raia , se non lìùse un bel g^^
to moderno di eccellente artefice» Né crediate
c^'io parH di tnia sola. opinione. Ella ^i <0a-i
imne al parere ^ di due altri smtiquar|, che «mio:
^t» persone intcndeniissime di'>ii faDte antica»,
^ie , Farò considerarle anche ad altri dilettanti «.
$incbc mi viene vottr' ordine del come rimandar^
la* Acciocché non si facciano da voi infruttuo»
samente tali spedizioni , s^ à bene che prima lo
£u:ciate vedere al Sig. Lorenco Fatarci • mie»
Compara amatissifno» che sinceramente ve ne die
rà il suo parere» e lo riverirete. a mio nome.»
Cotesti altri, antiquarj s' intendono ^a di lora»
e non cercano , che d* ingannare « Se la moda^
glia è c;attim fi ^sa» dicono. che à legittima •
vera;
4r^ L i * t £ à i J> I
««rai Stt.bilOta; to ^furMBibOH^ Hitimcbi noli
éica^ 4tl paese^ < possa eàdar lòijà if sotto. It
Si^.l^tairoÌ è uii Vesai ed óttMSta «aiantucnm/
Acklio di v«R> éuòte.
H4é jit Sii. M4ì^chèsè aMmMi p9Ì9m é .
Non posso ÉàM ìwgtky càrf^óchnoiitó ài ft»^
tdkr artio» tbe iCiA éssidoarei e imptonN
i» di i^ fiig&òrè à voi e alia toftra^àasa ogni
nàggknr boirt Unno scrtrttrTÌ;.di iadò è cofo'
fKàsatiÉ daUa taetìUms^ tàxi te^gor cotttsImmiM*
te di voi) ^ de £1 cbe in ogni téiri^ ^. voti
di féliiàià per la yésjtià dégna perteià^ e piaci»
O il cìibrQ ia&ùke téitt oeU^aniiOi c^..^ li
mm, lok la coil^t^tttdine tiél péinoipi^ di caso 4
Col Sig. Jllariikmi noa è gsomù cbt 4% ve^ìà^
moy il the bené^fpessb mUeàti che iroi ime
aiate 1* ai^Miietlto e 1 aéggecti» de^ nottti cagiona^
«lenti 4 Egli ed i« ti rin^fciiattui oA %. Filip^
piai delta oseeri^òm Asttoisomica rhé ci ntM*
dat0^ é che neretta qnatios prima cm aitei U-
Inti di tiìa ligiMid^ e di nda* L'uno e Faterò
di essi n tiÀutano càramstìté 5 r- ptiegofi di
ftt k nesso in aaìa hotùe al Sig^ vostro Pad^^
alla Sig« Comare^ ài f^liotcb^ ed atmd. ÈtM^
sé iù, aitensBioiic per« qudl'aneàde > di ali nd
activete/W cose SM Msritano esser wdufe y è
•cifoistàcei A» ^uerà Tedeiciii di natta piùL ai
> - .' cu.
r
A 1^ A 4l t^mho ji: £ k òé %t^
(gtfidiìo » che. di squisite bottiglie • Rispondo poi
liei di danari nòti molto i i viaggi d'Italia» e
di 9i»S^ laé^'iì^Jiaànò: ascritti i e assorbiti . Il
soggiornò di Praga mi è stato d'incòniodo i di
dù^siù&ó ^e di ùìfSÉL piataKt ^r.le ^^% tutti iòni
<Itt| tìfiktttlti soli Ib Stei^ .ibnCIh^
ria'dd éulBàsé aie iha iat^ andkr «iì/.iispriiÌLift
atquisfd 4i àaèvi libri: pura n^'lili iMipwrail
j^^^édii Àsbà buMi ^ la ilota éi quMi fi ^dati
ìì^ itóltr0 Sifp Abate ileàniiti^ìd i^ ^tmetn
ftrìlà presente bccaiiò&e^cte il ertti hMie sarà
ktildttkta ift: Prcgadi^ ^n miev Hovèlkr iììm»
»)it^« àìA ÀiiaiO;a ifliA tog&hionby ferirò ma
siHid^»iiiÌ2» portala «Vi do basì ftuovi^ ékè
aUte» bd-Mihiiiciat»^ iwtàasc « seu^ì v t^
o^iab éi^ fcÉd^Càidne^ obd tecchuk si dcedd al^
lafitu<to driià lii^Qa l^dasr^ 6i ttovd tnko il
Udo piader^i,^ s^ffiorei dk irtniàié a dipè idpo»
to fempii y se ftoti ibis} disamt» *daild . (àuandm
ìàk^^}ì\ fià^ds «^ Dii» likék^le dòli iar Aàsthi
ta d'Un AMdum, aUà ^ab^ alcuna di esse sii
«à «lestì^ta.Miiubst» S)%. Ippòitto iif b^p^tf
dt ¥lv«^irM <ì4rftniltt0f ed io abbtic€ittlltovi ilì>
dtat) vsf^ tfSNièvttittlssiftiti è j %)•-:'
:Q!^el iVbsflftisifl» mÀ tdfe tgH •« i^ri?
!• ? ' i • .M'^ t .. *. • *• ^;, .1 '. • ' i
.. .'•.. J '. 1. ir: . .' • .' i _
6I5Ì
^tunardiVf^. M. Rj&t io m! età ^
irteità pérsiiai» istte >eUa àoa pòiesffii'js^ nà
à priraf «i della tua serie ^ utè a iroien&eia ala^
iciare per H 9|0ia», ccudi .&òaìbu v db.' io gtiena
ai{as\ra.offechil£Ìp^ fece» chetm. questa, leispa
Im-vmne: idsutto £ iiamii&i0ner.|iarecchtei nelle
^fmìì avm CjUpacnakto. U datia^ iì » (dna ini
fo$ie giunta U cortese kttert , che •or» cicisva.
Ciò ì^mY^ta.SkM voglio che «li seiT]^ dipfete»^
«Icuno per ayeoe a disciogliese la, condosi^nedi
<{m^tOL si»ÌQ:zSbàtìii. £Ua mi Qnhb(^$ cbAique la dotta
4oti le à<sjmm tà stsèilite ..cqAidiztQCik per 350^
<a3di &ocQa«i < io gliene aveva eiìb^iti sQlà3oi»»
sd qoaU présemènieQre altii ^5* ae aggiuagos ^e
par tmotf Ar«. le dilazioni con li «piol^plicità d^e
sieste > le^invìp <^t ocoluip^im.iOi^e mercati
«te de' Si^g* Wentel. e comj^t^iau .oote^co &ì«
€10. ^tt^o.BeUQni di cc^jnf^^a .¥• P. M^Hd^
immediatamente .dugftito scQc^» ^liffi^vaQdoini .p«)«*
scia il dièbtto i6r foctit^fedt p^ ^ a)tti t>5«
due mesi dopo la rìcipvata ^Ue stesse medaglie «
Non gliene ho fatte la dimessa con una cam-
biale, perchè essendo in dubbio, che elU si eoo»
tentasse di tale ^^flfcrta, non ho voluto in tal
caso soggiacere al siculo discapito del canaio
mercaiotile ; là dove non s^ucsidQiie V accordo
-dia
A p OS % o ìb. o Z I M o; 417
dia ^ pregaù a rknati<dacmi il suddetto ordine %
9ìcdocchè festitìieodalo ai Sigg. Wenzel e ectopia
goo, io sia libero del debito e del coQtamentò
del, soldo j ù del pagamento del cambio • Se poi
ella si risolve una volta a cedenni la detu se-
eie, per la sotiuna suddetta di 315. scodi ; Jba
ima pfoata e sicura occasione di farmele avere
a flirittwa qm- ia Vienna , cioè per via del Sig.
Cavaliere Cento di Sa^vaUà, ciie in cotesto col-
l^b è ^0: fra loro aUevàSo, e ch'è figliuolo
del più distinto padrone» di'i^ m* abbia » e dd
fià degno Cavaliere» cbVio m'abbia mai conò^
^ioto, e al quale né posso mai rendere grazie
equivalenti al mio dovere, né dar lodi propot-
suonate al saio merito. Ora il suddetto Sig«Con^
te ^liuolo. doyrà in breve prendere il camnuno
per questa patte i e lunedi partirà di qui il ca-
megere intimo del S^ig. Qmte suo padre » a ciò
da lui espressamente ^)editQ. Già sarà scritto di
qui » dk^ venendo da V. P. NL Rda consegnato
fec me un pacchetto di esse medaglie, sia rice-
vuto e portato. Accioccliè poi esse medaglie non
soggiacciano in questa dogana, ed in altre, co-
me ne ornare l'abuso, all'aggravip d!ei dacj; mi
6ktk fiivoce di* porre sopra il pacchetto , o cas-
settitia che sia pec fere, jI* S* M* ilSii.Fran-
W$o I>anéit9 AmkéU€Ìéi$ér9 Fineto . d Fienffs :
che cosi mi verranno del tutto franche -, e già
di ciò mi sono inteso con S. £• Egli è poi su-
perfli^ ch'io le raccomandi ]i* accomodarle in ma-
niera » che nulla patiscano per viaggio » e che
nù vengano ben cotuUaionate t In ciò ali* amor
Tmù II/. D d suo
wflS L £ t T £ R S f> J
$uo ne lascb tutto il pensiero. <• Confido poi $
che questo possa ^seiìe un. principio di xomxnss:^
ciò tra iìioi letterario sopxa di ^etf o «t A lei not|
mancbel;aànò occasioni di acquistarne per. me dell* \
altre ^ che accrescai\p la mia serie anche in quel-
le ch'oro rie quali pe):ò oosx sono di presente in
gran nùmero ^ poidtóimxon viene ptoaaésrvilea*-
tatnehte^ ^ a mismoa .delle me f<»te • Ho do«-
lor^ e rossore di.essétnu postò cosi Mrdi a si
/atta itQpresa..* jiu pirìnul non h0 j)otu<x;i. I libi
n^i hanno assorbito il pia del deikiaré: ^ che in
mia vita ho guadagnato; ma già avedddhe tma
racC^ta numerosa di più di dieci mila volami »
part^ i^ui, parte ia Venesia» comiacib a trovar*
mene, sbanco ed imbarazzatoci Ond^ èchedaqnal^
che tempo le cOnHnissiohi snhd più ifare i e pia
•Idggifre^ Se avanti la spedizione ^ dette meda*
- .glie qualche buona testa, gliene fosse capitata in
.arg^t^^ p alcuna Ae avesse in oro, di tui vo^
.lesse privarsene » potrà unirla alle stesse i che
al significarmene il prezato io la soddisfarò pun-
tualmente. In jona parola nella .c6tK;hiusione di
questa faccenda ia considero più il vantaggio che
ne spero, di quello che ne ricdvo ^ oltre a quel-
lo che potrà risultarmi e dalla sua ccttrì^nden-
za ,, e dair o^ore. de^ suoi comandamenti , de'
quali sarà per donarmi * Dal cameriere del Sìg.
Conte di Savallà le sarà montata la lista di
alcuni libri, de' quali S. £• desidera di esjìèr co-
sti provveduta . Io la prego di assisterlo in qu^
sto, essendomi assicurato di comprometterglielo^
per la notizia che . tengo della sua gentilezza :
'^ con
'A i à à r o i 6 % ì jf 6 . 4jj^
fioiì ^iie di c^jqre la xivmsc^ , e, nu .confcrnH?
sfmpte più . i,^ ; :U -/-. ; . .'. :■ ■ \.
,: .Henna iu^M^zj^ x^^^
NOn pojso sigpificire bastievplqaetite iV. Si
Ulma la come^t€Z2^ ^be mi Jba jcagtònata
la sua gefitilissima amorosa leti^ ; veii^ndonu
da inas^ persona che tanto àjeSo ed onoro ^! e cui
tantd debbo. Il pa^p.di ^uest' 4lU£ustissiàiabn-
perattice Regòat^te sh H avvicifìaed^ , e piaccia^
a Dk> cfa^ SQrttiscà /élicèmeht^ ^ giusta i coipu«
m voti i e gi^ta il bisógho «Mia pa!ce e bene
del Cristianesimo #\ poverd)b<: .Àe^ulre o. versò
la fine dd corrente feese^ò dentra i primi die-
ci giorni del veàt)ir<> Aptile . Mf è ?taU) ;Co-
Hiatidàto di scrivere usi Dranuàaa iz canitarsi ia
tal congiuntux^ «^ Ciò* ciie teodetà ti^atdevole
questo componimento già da ntcÀn pochi giort
ni termijiato > sarà -Hon Ia qualità dello stesso ^
ma quella degli, attori iclue Io reciteranno col
canto « e lo accoii^àgàecatiAd d|» la danza i e col
«uoncf^.SardiìiKi. dùnque gli attori^ ì sonatori .^\
Oli i hàlioriói» tvrtri nobillssifui Cavalieri e Dar
Rie t^ X.' introduziotie 4i un baHo avrà il cornila
ciafncéito dal canto (futa delle piccìole ArcidUf
cbbsse Sèrisiìissime , cioè dalla SerenissiQia Ter
tesÉ,y che è ta maggiore • V ultimo. {)allo iva
danzato dall'una e 1* altra delle medesime Ar-
ciduchesse > accoftipagnate e seguite da altri fìin-
V à 2 ciullì
4i9 Lettere 91
eiùUi e fimoti41e nobili , e degne di hx f&tU§i
gio alte stesse. Ma ciò che tirerà pia ^ qgt
chi e la stima del pubblico» sarà il vedere ta
persona medesima di questo --Augustissimo Impe^
radore, che accompagnerà al cembalo da ^apoft
piedi tutta la musica ^ e sarà alla testa dì tut»
ta l'orchestra, n teatro sarà (atto espressamen-
te a Corte in. ^ma gran sàia , che si ch^ma I4
Sala di Spàgqa ^ con tre sole mutazioni \ pec
adattarsi ài sito ; siccome pure a me conv^oine
^restrlgaere a l^revità e piccioleua di anione ì
ma tutta nobile e allegra, il mio componimene
tò. Già si è dato principio alle pcove od pA^
no atto, che riesce mirabilmente ; ed o^ ap^
punto mi conriene trasferirmi a Corta , per as*
sistere alla seconda prova , che vi è stata otdir
nata • A suo tempo mi hrò ptacei>e di spedirne
una copia a V« S. Illma» accompagnata da qual-
che altro mio componimento , acciocché la sUa
gentilezza abbia ad esercitare il suo solito com-
patimento verso le cose mie 3 come pratica ht^
io verso la mia persona • Rendo grazie air U^
Idlio Sig. p>nte Sabini suo Zio della affettuosa
memoria, che d* un suo vero s^srvidore conseD»
va ; e la prego di riverirlo distintafnente a mio
mom^ , e di assicurarlo che tengo a cuoce 1 tan-
ti £lvori che in ogni tempo mi ha fatti, e un
vivo desiderio di poterglieli all' occasione retri-
iMiire • Dopo tutto ella mi conservi nella sua
stiiBatissima grazia , e di cuore mi dico • • • t
fl7*
A # i» I f « t « 2 il n «. 4ii
'* " *.*
IO teègo biiògiìb cbe èsercitiaie Wtw tÙ is#
v|ia parte di qiìfUa c^irì Crisliite ^ cht i^
biavameitte ini^ate agli aitti. Né lta^>^ «è vtnf ^
gito scusarmi 4(^ jBton ^venrin^i a(Élifo .4a lyw
go tempo • Gli ^Itri invecchiaflido ifiventaiio %
aordi^ o ciechi^ e d*altrapf>teiin Ìilettiiosi:;ig^
ine 5, a misuta che èreicoiiogU aiinii e siai^iH
j(aiio a gran passp verso la yccdbiajaf si £si di^
fetta ed. abito la pigrizia ^ la quale in me 4
sostenuta da innunUeraiHli diittasieni t iheen^
benae» che, alla giornata mi sopraTrengono.^;;
Con ttttiD ci6 non prediate ^ amatissiino Sigop^
te ed amico mio» che. la torpedini^ della mano»
l»ve si tiatta di sorime^ passi al|a mente %X
d cuore; Ad ogni occasione^ i e questa bea#
4)esso mi si presenta ^ e tagio^o di Vqì » f
ittco \mt di voi $ e pfttsp ^ voi 4 .e^ooa
inai mi scordo di voi i Può essermene tràoA
testimonio il nostro amabilissimo Sig» Giratdi ^ '
te» cui non è volta eh* io mi titzovi ^ che . ly
Vóstifa dignissima persona non sia il pi'incipal^
soggetto de^ nostri tagionamenii; Gli ÈccmiSigg^
<t}bnti ìbl Savalii e di Collalto pòttcbbcmo àiu
mene uguaìmeflte giustima# non meno che ^fs^
jte^ SèroiissiiiÉid Principe Eslensei e finor X Au-^
gustissimo mio Padrone^ taiito kf^ k vero » che
D d 3 mi
j^^i* '' -11 ^ T T £ Il Ife lf V
ini fo onpre e' piacere di far conoscere a tutti
l*anioife e fa Mima tht vi professa • ÌA^ tfedo
che ne si^te da voi medèsiiliQ persuasp ^ poiché
pienamente mi cotioscete. ^fiIle grazie fi|:^odo ,
dbllA vòstHi t)dr|9^ra) di cui ultimamente vPì^
favoriste ; e tanto maggiori ye le rendo , quan^
é6'"chè nella lettura eli essa faon fanto trova dì»-
jféttb la rtì^ftfe '5 4^tfat9 uSM' Pal^n^a cpn lèpie
Mkisstme ^he y' instÙIaté •' jBéne^è V abbia letta
©"^itìlétta, nbi| $o risòlvami • à |)òrla nelle scan^
fie; poiché ^la^ trovo meglio 'itfllócata sopra ii
Aio tavoline^;. ^t± iè. per yerilS iih:^|ibro 4'6m ,
sè'IxenmP figutt^, «he non mj^néìjHeii^fhì ylstt^-
piifi contro, ntHipercjHè non di'cfelMS ìj y^rò ;
|ha |>erchè àppufttéVlo dite. Nulla poi yt spriyQ
dèlia vostra' tjWlf^- fLacgóIti IsBrica y phe s?
^a si t)eha a^àiizatido * Elia ^ |!alé ^ ciie - (k $#
^là iè bk$tanéé a^tnettere i^'ol'fedtt^ il yostrò
ftome, e la néstif* Italia • Posso aisicuraryi , cBé
più vòlte ' il ' Padrone' ine ne fià fiarlato fon nSéfe
la Ipde* It' nostro ■'Sig/Giraitìl ben presto avrà
finita la «opfel ^elBeMoniV XSB ho etjibitò f jt rftì^
DlMo Cott^P^g^ Mttoiònatp coi''^^ ^teMftt
^fì^zknal. pis^emi;^ che ne a*tetfitey%té Uiiesera^
jpiàre dà JP^:^ J'Tett?<> inèdrfa }ai^ Cronidi^ "-*
itìeir^rcltó « "Ranieri di {Jkcópb ^^Ihigardì^ Mf
airètTOy sciatta in terza rima/ délfécò^e^ ìl^ftr -
iMA pWna^ é^4t\ Itèmpa suo /effe- fu' yersó^ '»»
1 3 8c^" Sé t*'^ piacerà djb favèrlà,- jarÒ^ pr^to àe<^-
<nuiii]?arlar'*àirafitìeo s kc^ioc^hè 'per vói .*la tra*-
lÉtivaT Tèrrei' aver* di Vantaggiò />^ér poter lW*r
^io^^Mr?i;.Qì»nad l^te finito di valerci 4i
• ' ; < ^ <"'. xjueliii.
A p o i t o tf. 9 ZBffo; 413
quella Ccottica Padovana, pottet^ rìmaiidame V
iyrigifialè in* Veiiezia al P. *nfi© ^ateMo t Prepo-
nete^ 4lel rcit0 di me in tutte quello che fK>s^ ;
Kiuàa f30$a mi sarà mai <più a cuore , che il
«mpre più f3ftfef marmi jj <^àl fai é sàuro sfeitì-
pre.-i,. ' * ■• ^ ■"''■''^ •• ' ^ ' •
' ^l8« Ai Sig* Andrea Cètn^p * fif^hezja •
Cpii la yostra lettera ho ricevuto il Tiberio
ih oro ,• che mt^ avete tevikto • La meda-
glia mi ^ stata fara^ ^e f>en nèf' aveva altra sr-
«ile ii| t}^lt^ le sue patti; poiché né>a mièptin*
to <U$cile^ di cki^{]larla in alhra » eh* io ancóra
mm aM>iai. Mi t?émtéQto anche a rij^oardo del
pxeasoV ?'iié ringraziò tì voi^ t\xé me T avete
proccunlta , sii i| mio amaitii^iimo Sig. Compare
Fatare 9 che si amotevolrtiertte vi ha assistito
per favorirnìi • Fate voi le mie parti . Scrivo a
nostro fratello, ^he yi 'rimborsi próntamente ,
com* è di dovere , ^ quantp avete dato ddla
medaglia suddetta ^ a ragguaglia di due zecchi-
ni , e gn 13. per il peso, e di imfilippo per il
soprappiù che ne ha voluto V orefice • Medaglie
Imperiali d' oro di egual peso del secolo alto si
possono prender sempre a tal patto : non cosi
tutte quelle del secolo basso , che pesano appe-
na la metà; quando però non fussero di qual-
che rarità o per la testa, o per il rovescio, in
particolare quando sono d' Imperatrici » che nei
P d 4 seco^
4J4 i i t r 1 k I 1^ t
secoli bfssi tutte sonò stimevoH e rieer<!Ue 4
Nel secolo alto U te$te di femmiae\sood.qiftan
tutte rar«^) cioè fuori di quelle di Sabtaa \ delle due
faiistine, dilaidlUf le quali m wo s<mo ftej^
wriiné^^ quando non abbiano ilarità bel xovc^
scio • Dei XIL Cesati in oro , le t^e ^ iù go«
munì sono di Augusto ^ di Tiberio» di Nerone,
<& Ve^KUEÌano, di Tito, e di Domiziano ; Ciò
«Kcoviper vostrarègola: ma la più sicura per j^à
iiguardi si é^ xihè preildiate sempre il consiglio
dsl iSig. Fatatola di éui solo e p^ la dnceritài
e per l' intelligenaa mi fido; Tutte lè medaglie
d'oro con più testf sono^rare ) cosi quelle che
l^ei roveicib han molte Ugure > o qualche teni«
pio, ò altra àbbrica. Io q)ero ancora col xtse»
zo dd vostro àteore , e della buona direziono
ddr amico far quaìcl^e beli* acquisto • Ma non
iio fietia, poiché ìe ÌFonie non reisistooó al mol«
to aggravio , e i quartali y^^^nò leàtalnente %
Ne matura il tene; con questo mese , di cui
siamo alia fine. Salutate caramente tutti iti mio
nome ; e per fine raccomandandovi sempre laSig^
Madre» vi abbiac^jo^ e mi 4|wi^
^19^
laadi che Vi sii|e peesi a ii^a ìagimdai'
yer &i¥Qrire M Si^« Aiuln:a mio &ateUo ddte
yort» «iMicMa àtsìi^BO«a \ ónde «è eglii nèio)
iesicUmo i)!igàfl^^ natta rii^ei^a^ «Iftda^iaij^
l>editi 4* oso À ea^mto ; dtUi fMM aè&MÉ
di aoctoje ^suasMnào la ^jecela sMie w clie già
mi droa^ 41 aVeir^. 4o ^ pre^o 4i ttaaittiici»!»
dQuaiùdo i VMtrì fiMf^ ^ foioiiè^ «òdi ódft ha ^
ile coAiQiicó persona di mi possa tike|^ fidarmi ^
che di voi^ taj&tQ per f intklijtenaa % quanto ^
la rettitudine (teli* animo Vostro i il Tiberio ia
droda voi védnto mi è stato duo } kéii SMo
percbè, io. non r avessi porche di fitto ne s^veva
altro simile; guanto perchè di elio ^so valerne
ad avere qualche altra medaglia > che mi manca ^^
4Ìperòcdi poter atete da lUxmi nnh Aerie di piii
di 350I iiiedagjUe <Paigeittoi fra leqùali ve ntf
h^ di rarissime è è anche di. singolari} é Colà hai
già rimessi dugcsntd scudi Rjomani a conto d^
quasi altrettanti, che doVrb sborsarne doi» riJ
eevute le steise ^ Toltòcbé ^^ss» mi sidio ginn*
te^ vi orasmetterb il catalogo delle teste % chei^
mi mancbecanno in argento ^ acciocché mi aja«
fiate a ^é a questa serie qualche compime^;
to# Io ne tefl^ qui iiello stesso metallo intorr
no a }9o» ^hè postevi le Remane adesso «
co«
jcomifìceraiitio a fare qualche comparsa. I>i quel^
Ile èst orò ^caao flttc^ «|Mì^#ìì«f6 : tu in (|ue*
^e per deficienza ^i for^e mi ponyiene <^dare
piuitetttanmto; f^es^tìk ^e capita alcuna »
pon me la lascio facilmente %ggi^ di mano .
^ òostì Ve i|i» opitasse itiouta liefi ootue^am,
f iHMi; f^^iiit fec^ voi ^iprtttdAti^a ^112;' ahm
^ mei 4^te del presxó ^ dt tàtió ne kifcioair
Mun yosecol^lr alrbitrio • Mi (tfnpwtteti^e «om ,
yorèhi iqupn^yl' {Kurli del|e medaglie in kt»i«
l»»i cb« «o«^ ^^^ 'st»nme ^^ Vi mpqn^i^ ^
|he con pottfaa^iiiob yo' incominCfai», e coomoi*
te ini imnca pusr pra o^'l lebdov P r incQnuro «
U tenipc^ p^tià> fiim^^ «^ bifc^ae^^
Inette 3^ #4nisinto metterò a (fSMe q!|a)ei|e pic^
pio|a sMHpns^ fta ^&> pòi senzai in^niodQ w Ed
gccgnà^ Coit^paiem^iatis^ttiti^ entrato 19 iiq caun-
pò, oy% noli 'mi'^oi^ msu- ^ri^ilcht^^ di £armi>
"«eder; i nom ^ fÀcàkè ine ne mincftsto il 4^^ite«
lio , mt pa?is^è nnt| pfi^teya .fai'e ^|trim#^i . La^
iiumi4censca Cesaiwa »l dà /^a -.<|Ujdcbe foi^g*
H^: al ^he $1 ^g^^« si cM la mia libreria ,
}n qu4^ ^iiiQi^ iiai' ha 'n$«»ri>ii[?o' ^1 ip^ce lolda*
«he tnl ava0l^9«s ' é S^ttctti-a W segno ,' che
me ne ohianiia quasi còntMtoc. {volumi cbeteoNr
gà pafte C04tl v^ e patte qui anccMrt ^ giuagonQ<
etanoli ai nuniero di pre|l«^ à 4^Hi mìiz :^ per
nn privato anch<^ fs«ppo ^ Ma igU^ 4 t^^P®' che
in fnisea d* Impoftmaryi » per^onaom» per tan*'
trib -disturU. Bisponpte di mt ^ poine^ di; a^a 4k
ìm^ tempo gii vostra ; m Msicuatevi cke sono >
«k «aè ^ift opiL teiépo- . •. • • 1 ;..... ^
-^ * é20* ^
^ P (• » T 9 * P ? i # «. ^Sf
EGgU ^ un grafi témp^ phe non vi sciivd/
GH addi '^ iil^ che yaanoinye^ckij^ii^^^
^tveotai^o ^irjaftri, p mdébpll^to&o di visia> m(|^
(Cadono, in' lakri: effetti • Io comincio a . impigrì*
re > e '1 viito^^ n pòc^ s^ poco si yà facendo iia^
fura» ^^però yetb^ che ne -séno in parte cagio^
jié le continue p fnce^santi ime '^cdupi^ioniV
ina pure- con* yei non yo' ili' tutto sensale, ac«
^occl^è abbiate qualche metito in usarmi com<*
patimento. Sto per altro di btìonk paiate » p t^
Quaresima,' benché' siasi ih -penuria -^^ icoèeilt
pesci , dà me cotdftto }^ anno p^àto > goduti v
Qui assai ^£à i^hé dìe!|t |ìuòyo'pàpà';>''$ist2'fiiaé2
tèfnzione dei pfòssìmo partsQ ' déUa^oStra )n^^
fatrice, Ta fjùàle spirò che nòn't:a#detà dx\p m^
fiimane a licitarne con ù^ beUò e tàito tos^
rato AtcIdu^Èa; '^ va alla^é^atèa proykndcMiff
iniò picciolo cbmj^niìneoto Dramimtito y^ che iéài
cantai)» tutto da Cavalieri' e da' t>2(me ,^ fé ^lua^.
H-^ure còrtlè'*je picciole Ar^icjudbesse fàicmìl^
ranno i balli.* T'orehestira , * iurta anch' es$ft ffxm
mata di Cavalieri, avrà l'onore che vi stia al
ceipbalo Io stesso Augustissin^o » il quale con
tutta yeriti posso idiryi, phe suona fia ydente
professore;. Non sarà egli questo un itxiagnifico
t singolare spettacolo, il quale, direbbe un Ma-
rinista! non invidierebbe punto a chi vedesse
4»t iftftJfti bi
Irappi^eatare un suo Dcimma dalle nove ìàdsé
€ da Apollo^ è danzato à$Uiè GMh « dail^-i
ceri? Che si» che vorreste esseme uno degli
àSciJiiBtori ì Mtk potendo altro i farò almeno che
Io leggiate a suo tempo. Ho avdtd il librò del
^g. Femdi é Tho &ttb sùbito .avete al ^gai
Prìncipe Eugenio; Ringraziateiie TAuiofe. della
éppiai ehe me nje lii trasmessa il i^ta^ 9uc^
nànrigo. Nqu mi è capitltò che falor'jeri,^ e
]9frò non ha avuto Uncorà ti temp6 ^ leggalo é.
Diie settimane fa è stàio cantato riella Gappeila
Cesarea 1^ 0r«tQtrio; de^ Sig. Salto » intitolata
«4/r< , ed è riuscito iQJirabilmente . Rallegrate^
vene, cton F Autore i al qu^e scriverò questa
aerai ^e avrb tempo di fiidoì dovendo portami
dggi a Corte aUa prova di tutta l'Opera da
hiéi: nelle stansie ^leUa Regnante.» Qpando uset<«,
là fuMi U tnjLO Draotouif àe.iiianderò copia ati<^
che al Sig* Fee^locttl citi scd^Nsudo» pregovidi
riverirlo iti mio jnonie; jLo accompagnerò con
«^laiche altro dm^. atìteced«nti , poiché non ho
modo «di ^servirlo di tùtd * RÌv^it^ a mio nome
la>S%* tgoffàj e tutti di vostTjacà^, come {iure
^ amid , e in particolare il mio amat(ssiiKO
Sfi^-Gompare Poloni v Ù Sig. Ippolito sta bette «
e^^'Vi eaiuta it ed io jibbracciams»vt mi dice4«i>
étu
LpdacoDio, siano aitimi alla sattGiPa*iM
con buona salute :. ìdàio Signpre a loago
«e la oofisenri con la piettezasa <teUe sue cele*
$d beilédizioni. Se voi non j^roccunM di din^
diate a uo male» che mi soù fatti» dame ne»T
•0 > me m; testéti sem^i^e rìnctescimeinto % Iq
«reva della stampa del Royillio m xé. 1* At»i
sto» il Décaiìseioné j il Cottigiaao» ilBetcaroi»
e Dante^ Ho dovuto nmtq forcato tegalarìm
un amico. Se vi tie$ce di tfovatmeàe altri e^
•empiati > ma bei| conservati » prendeteli smxf
altro* Mi rallegro con voi dd beli- acquisto 9
che avtte fetto del Codice di Dante. Il suoc»
sato è scritto diversamente. Alighieri, Alaghie*
ti, Akichieri^ e Aldigbieri. Della sua^ opendi^
visa in tre<Iommedie non so intanfì esemplari
da me veduti di avente notato esempio. Della
medaglietta' d'argento mostratavi dal Sig. Abate
BeUQtti, ve n*ba una ne^a serie del P. Baldi^
ni, notata di pìre^zp dieci bajocchi, e in tutto-
simile anche nel rovescio a qnella, per. cui ve
ne fot richiesti dieci ungberi; se non che la
leggenda flella testa è DN ZENO PERP j^&
cioè D^miìOis Nosttr Zino Pirpetuus AtfgHMut
che cosi appunto dee stare. Andatevi ora a fi*
dare de^ libri stampati^ Anch^ip in ìeggepdo la
Risposta dei P. de Rubeis al Vf 5criy, cor4
iiiinie-
Immediate ad assicurarmi di quello i che sulprd«
pQ9Ì»éA wommff di S» TG«vita$9 4^Aqw»o
ne lasciò scritto Giacchetto' Malàipini -, e non
trovàlMil^lOi mUi «tàaipa ne restai sbalordito .
Vi ringra^piof pertanto della bontà ^ con cui vi
ùt^ ^dnvtaciutò di cemudicarmi qr^ Còdiee
tal 4uale ^ta nel CJ)odice de' Sjgg^ Zr^ugni di
IFirenze ^ Fu^ vefà^aent^ troppa ftijtichezsl T in|^
f$i6te che. tissc siatfpatd* Q^$tò difettii sco^
ptft^ mi £i dubitare che ve, ne possaiid esseice
aftche degli al^ ; Anche i Vìilam che abbi«^
m^i, U Gtiicdardinii ed altri sono $tati sono«
piasti «Uq' stesso infprtonioj No «>^ sé tali e^
stòitìife fervano pel regno deV Geltj Aitm ora
iiQti mi iimad che soggiugnere i mi fórse non
mancbejri là «olita {Coscritta « AUd Sig. JMÈadre «
Sordte i soliti cordiali abU'aciriaineati ; Addica ^
£catdla imatissimo^ ; : ...
éz%4 MSig^ Lorefumi Paiàrol. d PìnézJdé
o trienne %i. jit/rilé tyt^é
NOn mi po8$0 sapar di leggerle* e di gtista*^
re la yosi»iiMrtQse l^er^*, ivero xkr^tta
del Vostro sincera amabilissmio cuore é Egli i
flaolttf ternpo^ che non ne ho ricevuta una pia
aura f né altrimatti doveva attendere da un
amico, «i degito 4 ReiidoVi pertantcNle maggiori
^a^e. ch'io sappia^ sì. delle vostre cordiali es-
fitessioni ^ isi delle vostre generose ^ esibizioni ^
udlt «uaU la $t6ist modestia mi obbliga >e m' ;
inna^
A p o ff r:i Oì 4: a 5i ^e ti o* 451
I iaqaobra; Vt^^miè^ bX ^poétp^; delle medaglie i
I Qim* 4p«i$J0 diityi iòti ^icutefisza ^> ote; quelle 4* ar^
^ |^n(9/» delte qiùlii >i|i4 Tiicmsi: eh' ìa ' era la
eoM^aittO' coti mi; midi àmicQ id Riiina ^ permmi
, idi fede e d' iAtf^ié^jàstì^i paMefatìod fra poco ndl
I hàk>. pick:iold $tiiidiò>i:>ejMti4on t^i (ktormmato
I a dafiliieie pec l^òMstdr:|>cezfccl qhe ^li bé esibip^
^ té.: te ,tftste, che ;preseÉKtementè mi xtiaUicaììo per
dare qiialcàe compiniéi^ò alla sèrie} iche ut sto
fociiiaBdo i saranno per, vostra instrustohé notate
iieirbcdiMo foglio 4 £lìeno ) ar dirr verd i soa
molte ^ e la maggioir patte assai rate* i ma da esse
conóscerete ^ che. moke sonò i e fra 1 iquekti pa«
teccl4é altresì di rarissime (Quelle ) die teìi^q «
Pensd di p^tàtla^ per quanto* tfcii sia possibile»
6ibo ai più bassi teniiH» snpplehdooVehoii si pos-
isi in argento ; xfcòii qoeÉt ditàriagraiidesia ìA met
tallo. 5 delle quali ne hò parleccfaie non pdcd pre«
gevoli^ secondo ii.gi^dició» che il P» Baàduri
ne rende; Lé.segttàtó iiii margine coii ufi aste-
risco significano qtislle, appunto^ che lid dì me^
tallo .^ e che vorrei avéi'e d^argedto |»ard^ b al«
meno impuro 1 Già sapete^ che le medaglie di
{aird lur^etitò dopò i. tempi di GalÙeho sono ra«
isissimd^ fuóixrhè iii alcimi pochi Im^Èraddri ^ oh
me' iti Diocleziano 4 in Mà^simiaim ^ id Costane
tey e ili qualche altro t e di sì Éutte tìòii. mene
lascidi all^ocdàsioiìi0 sfuggite àleuila di mano •
Tnttp que^d siavi detto , acdoccfaé spieiate il
mio derìderid e 1 mio bisogno ; ritìoidfetlcniiidovi
, nuetvaiiietite^ die ìtir tuceo e peif tutto -sairè per
I SDttosoivctnii di buona voglia a quamo »rà 1^
proh
f[|:o(vaitQ e( subilko ìi yoi^ a( iielk qwlUà , <É
nel pccz^zo. Iiiìomo poi alle imc^aglie d'oconoa
vi lo alonna {^e^izioiift , poiciiji, oc teiifo 4
poche, ishe quasi tm convioii dice <iU( avere appch
]t\a i^èo^inckito i aiMi teneodràe cM q^uuantt
ificirjca, la na^ioc/paiM dftlhas^ij tempi « Pn>*
cecb in qo^e. più lentameate « si fCGftó nm
ini se oc presenta Fiiiqatitroi |t perchè ^^ «e. be*
ne il desidecio ò graode, limito peiÀ V acuimi»
con le focze. Se aiooiia per^ y» ae dia. pei* nut»
PO 9 che ;ia ben cQnservàu , e a buon fiattò «^
leiiassimatiiente se sia dei secoli avanti Co^aii^
no.» mi farete favoie d| fiennarla a mio còoto^ •
Del resto sappiate , che k> stesso riflesso j pi^
troppo vero» deHa tenuità d^el mio po^^e » s| è
la ^a e priocipal ^gione, per cai ancora noia
mi sono posto a fiure acquisti di medaglie ìa
bronzo • Non per altro ho cpmindfiito da qwU«
in argenta, se nqn perchè di queste mi è statar
jià ùcUe casualmmte rindontro, e qui ve m
ha altresì maggior copia. Conosco bcM, il pre-
gio dell'altre, «seriore a queste di moltp ^ e
come questa anno penso di andar continuando in
vie più accrescile la sesie g^ die ho di molto avan^
ut^ ; cosi r anno venturo ho in animo di faro
uno sforzo , e cf impiegare ail un colpo qualche
centinajo di fiorini neli'acqiusto di un qualche
studio se già ne ho in imra più d^uno^ Se qui
volessi applicare a metterne insieme una serio » or T
una, or 1* al^ medaglia comperando , a misura che
vengono., nulla di buono mi riuscirebbe ditìfiìtt-
im insientf, e y^r^bbe anche a epstaimi i^op-
-^pos, Tqto ZEi^Of '435
pò; mentre si ^tta mercatanzla costa più qui ,
che in Italia. Ma di ciò un'altra volta. V' ho
già infastidito abbastanza, e tenuto di soverchiò
a disagio • Aggiungo solo , che se in questo tenv*
pp vi capita* qualche medaglia Greca , sia in
^^nzo, Q 1^ in altro metallo ^^ e di qualunque
grandezza :( avrò a sommo favore > che la pren*
^iate per me, quand' ella non serva per voi :
mentre a dirvi vero le medaglie Greche mi fen-
no un particolare solletico, e a riguardo d'esse
in questi ultimi mesi ho ìfatto qualche studio
nella lingua Greca, ove impiègo quel poco di
tempo » che mi avanza dalle mie più necessarie ^
ma non già più gustose, incombenze. Ho inte-
sò con piacere che abbiate veduta la mia libre-
ria, se pur m*è lecito cDn tal nome chiamare
la . raccolta de* li^i che costi tengo , e phe ella vi
sia piaciuta. Occorrendovi di valervi di qualche
lifsfo, fatelo con tutta libertà. Ne ho scritto al
Sig. Andrea mio fratello, che vi serva di tutto a
vostro piacimento . Còsti avete veduto il maggior
numero d^essa: ma a mio parere qui ne tengo
il pia scelto^ che alla giornata cresce notabil-
mente : mentre non yo* che il nuovo genio per
le medaglie pregrudicfai al vecchio affetto • La
nuova da voi datami della morte quasi repenti^
ila del nostro Sig. Giuseppe Durli , mi è stata
assai dolorosa . In lui ho perduto un buon ami-
co,' e di molti anni. PrìegovI di passarne uffi-
ciò di condoglienza col Sig. Pietro di Idi fratel-
lo. Ho fatto pregar per lui néf Divini sacrificj:
che questo èl miglior contrassegno d' amore.
Tomo ÌIL E e che
4H Lettere di,
ttie dar $i posìa ad un amico defunto. Iddìo .Si--'
gnore conservi voi lungamente; e con ciò. di
vero cuore mi dico e protesto • • .. .
ÉàJ. Al Sig. Lodovico Antonio AiHraxori .
a Afodana*
V'Unnà kó. Maglio iix^
PRimà di tutto vi darò notizia del niio Co4i^
ce della Cronaca di ser fiartolommeo di %^t
Gorello d'Arezzo. Esso fu scritto in. grah fog-
gilo nel i6i8; tutto à^x mano di Jacopo Burali
Acetinoi del quale parmi che sia alle stampe .
un libro delle storie dei Vescovi di quella Clxie-
sas nel qiialé è probabile che abbia parlato di
detto sei: Bartolòmmeò detto Gorello i Tutta la
Cronaca è piena di lunghe note di ^i%à Qurali^
e per saggio di ^s,^t Vi .mando T occluso foglio ,
che contiene I9 metà del secondò Capitolo i Da
questo saggiò (Conoscerete, esservi del buono e del
cattivo « Il Codice per altro non mi par molto
corretto 5 ma coil tutto ciò T ho in qualche sti-^
ma , e se voi X aveste , come potete averlo, oc-
coftendovi 5 forse lie fareste qualche usò \ Ora
per venire a quailto mi ricercate ^ vi dirp , che
anche nel mio Codicei il Cap: IL termina 5 come
nel vostro i e'I Cap. ìli. incomiricia dal due ver*
si , che mi accennate ^ dopo i quali sta scritta
di mano 'del Burali, qid manQhémo- molti vtrds
continuando così:-
To-
Apostolo ZéMov 4^^
fosda Unnnciò come a lui pUce. .^
jl XVIIL e ultimo' Capitolo finisce come nel vo*-
stro ; e nel mio non vi è dietro appiccato quel
friiiunéxito ,* che nel vostro comincia:
Se AUrcó\àv€ssé d moki amici qresoì
ónde sqpra di questo rion ho che soggiugniérvi ^
Della mia Cronaca di Dino Compagni , colla* ^
zionàta dal Canonico Salvino. Sàlvini coi Mss.
Strozziàm, potete disporre y come anche di tut^
te le cose mie., a vostro piacimento . C^àndo
scrissi a mio fratello y'^he vi mandasse la Cro--
nichetta di Piàcetiza^ ò gli scrissi, o crecki di
avergli scritto ; che vi spedisse anche uria Cro-
Hichrttà LatiriàL^^adovana,^ scritta nel principio
del I jóo; ( sef non erro di memoria ♦) dji uà
^ certo* Frate Giòarmiccio Domenicano ,• dove osser-
vai qualche particolarità dèlie cose di quel tem-
po noni dispregevole V Se questa: noti ti è capita-
ta , datemene avviso , che subito scrìverò in Ve-
nezia, a mio' fratello, acciocché ne siate servi-
to • Il yero padrone della Croàìchétta di Anco-
na , da me già veduta in ' Brescia presso il fu
^Fortunato Viriaccesi, e poscia in Venezia presso
n. Sig^ Gio. Batista Loredano ^ j^trizio Venezia- -
no, credo che sìa il P. Audiberti ^ della Con-
gregazione di S. Filippo N^ri, dimorante in Bre-»
scia i dove la comperò o da esso Vinaccesi , 6
dopo la morte di lui dagli ei:edi . Qjiesto e quanto
E e ^ pofr-
4.$^ L t^ t T E K E pi
^sso dirvi sopra di ciò» Io ne parlai nel 7«.
XV. del Gioraale a e» 312. e parmi che il Sa«
racem nelle Istorie di Ancona produca un lun*
go squarcio di essa Cronaca del -Biloncompagno)
di cui pure credo di aver notata qualche cosa,
ma non saprei dove, ora far ^apo a trovarla. Le
cose vostre mi sono a cuore, come le mie pror
prie^ je non lascio Tòccasic^e 4i promuoverle e
di esaltarle , come è dovere •* ma qui tutto è
pieno di buone intenzioni, e di nulla più • Il
Sig. Gt^erajrdi può farvene testimonianza, essen-
done informatissimo ^ Voi per tanto non vi sgo*
mentate dal proseguire sì grande e si illustre
opera* Dal bene finalmente ne dee venire ^ei
^ene* Vi scriverei più a lungo, ma mille oc-
cupazioni 11^ affollano , e )' ora tarda non mi
permette^ di vantaggio . Conservatemi la vostra
cara amicizia, ^ credetemi guaì m dichiaro di
essere f • ^ ,
( j ) /0 ti dirh il pnncipio del mi^ stato ^
{2) Di mia natio» antica y t àe\ miti nati ^
E qual
( I J No il principio, mz il rinascimento d'Arezzo
4lopo'la cacciata cti Desiderio Re delli Longobardi, fude^
^ofe ; e quivi habitavanp ti^ci anieri , e chi ,arte non faT
ceva« non era a^nmesso alli ofEtii, perchè il popolo non
li Tolèya ; è queste sono quelle famiglie nominate dallo
Scrittore, e dirraronp ' d- essere sole al governo delU citr
ti i fino alla venuta di Federigo primo Imp^r^itore > di OtT
tone IV, e di Federigo II. Re di picilia, quali nobili-
tando con privilegii le Citti di ^Toscana , furono causa
che li Nobili ,- quali tenevano tutt^e le castella del c^ntaT
co > venissero ad abitare ad Arezzo ; e fu la rovina •
( ^) h suo lucfo si nomiflcraonp gli Pettamali ft V*
A P o 5 * 6 t O Z 1 it d. 4J^
£ qual di lof d timpQ nfhd honorata^
{ 3 ) Quali virsQ di fiu san stati inirati ^
E fatto m^hannà sèmpre ónta e vergognai
Ne vale perch* io gì* hMia gastigati .
Certo sonsio^^cke non dirai menzj^gna^
( ^ ),£t io lo scriverò , padre mio a$nenòi
Che chi la scrive ahajando agogna •
Quando che si4 forse fia stréno ^
E tu meriterai P opere tutte i
E metterai al, tuo Cavallo il freno ;
E le malitie tutt^ fleti distrutte
Di fuelli che fan tanto vitupero y,
E le virtù dei buon saran construtté i
( f ) Et io non diro mal dicendo il vero i
(6) Come ti piace : chi pur vuol f ddiriì
Io vivrh pur con^ t animo sincero^. "
£ lacrimando con gravi sospiri $
Coi^ colui che tosto non s" Acqueta i
Perche sgranati li sieHo i martiri *
La tua parola par tanto discreta ,
jf / ben comprendo la tua opinione i
eh' io ti diro ogni cosa segreta i
( f ) Disse egli a me : Tito Livio pone i
eh* io fui dei tre f un capo di Toscana i
E fui con li altri Etrhrii àkn pennone *
E e J ir**
Ò ) ti tìottoiii Camajani, & Àlbergocd*
( 4 ) Lo Scrìccore deve essere Firìi||co»
( f ) Q^ veritdtem dichy mmim injmiéun féché.
ié\ Concetto òi Daatc nelja XVIIL del Paradisea «
( 7 ) Arezzo ùtia delle i>.. Colonie > quali pìh. ami iw
fono ^dvfemate da Perugia , BoUeoa, e Arcato ; & Arc^
^o per alcOq mapo^ fui capo^ WB» pOQt T, Ììtìo Anb^
TMIO,
4^S L E T TE R E %> f
Sinché si dica per la gente vana^
( 8 ^ Cìff Aurelia prima n9minatafos^§
Per ifiella che si fé di maneha ^ana •
JSuperbiay invidia la stolta commosse
Udendo pomandat mio nobil sito
Col suo figliolo suo principio mosse.
JJdendo Etrusco il subito partito
Non preveduta lor paro impresa ^
E che 4 ìndia sempre havesse invita ^
£ così certa/mente e stata accesa
Era i miei figlioli e più fra molti- e molti ^
eh' hanno di me per se fatta contesa .
( 9 ) Sono superbi , arroganti , e stolti
Comunemente più che non han possa y
E "son per ijkesto spésse vjolte colti .
Schifai pero la disdegnosa fossa ^
(io) Che vien del Casentin dritto a mia foce ^
E, (^ando } presso a tne ^ fa sua rimossa f
Ma quel che più di lor forte mi coccy ^
JE^ che del iene comun non z.elosi .
(il ) Per chi Sibilla ver dica sua vpce^
iDel proprio bene son desiderosi •
-' '■ ^ £• •
( 'S ) Favola ^che Aurelia fos^e inoglic di Tusco ^ e po-
nesse nome alla Citti ; può bene essere > che vivendo Ta-
sca Principe de'Lucumoni, e Re di Joscana» e facendo
tcsldentia in Arezzo con Aurelia 5ua ^ donna * fusse chia-
mata detta città Aurelia > coti dire A<)<^i^ó ad ÀureKa l
( 9 ) Superbia vanadejli Aretini^ che non haVendoni^*
la , presumono pofèr far gran cose •
( IO ) Dice d* fitVLO , il quale , come dice Dante , torè? i
il muso , vedendo Arezzo , e va Verso il Val d' Arno .
- ( 1 1 ) ^ Artttnm ftdcherrime sitnm cives invidos farh i^'
farnm reipubltcMt amatwra ^ fmr»mhcn4 9 fmtnfitfts ff^^^f
^lienigenae dtvorahtmtn
Aposto tó Zeno^ aj^
JEfur invidia e proprio lor mtio ,
£ dei^ altre virtù sono famosi .
( 12 )^ Il verp nome mio fu sempre Aritio
Per le mài f Are cìf eran nel mio centro ^
pove alti JJfei ^i f4ce4 ^a^crififio.
( Il ) Toti^ fni vif^se ^ che di fypri p dentro
pisf^r mi fece per dispetto é^ltrui ^
E par tornato a star spesso quincentro .,
A non ti dipo crudeltà di lui^
^ ( 14 ) Parche son r inovate e assai pin crude
Hai me doglioso^ perche i e da cui $
Lassommi tutte le mie membra nude .
, * U ogni fortez.z.a y. sicché poi convenne
I Cittadin fuggiti alla palude
ph pò rimesse eh* hehher poi le penr^y
Ate riponessero in picciol^ form^ y
• fChe dai P Codoni a sommo piazxjt tenne .
( i^ ) Ma pèrche molti si fan della prfna >
E e 4 ( i^ )
f IX ) Qui si ctìptradicc , pcrcli' ^sjendo la Citti d* Arez-
zo cosi cliiamapa in lingua jgtrusca > quale fu innanzi alla
Latina e Greca ,^ «on può esser detto ah Ara neoue ab Art^
lì; sed ab AtfHa. Tùsci uxorty seu Festa y Ù- Areta ^ quae
sonat ttrram f^ttUm ^
( 13 ) Non Totlla, ina Alarico nel 41 x. dette um sacco
ad A^ez^p > ma non 'Jp guastò f q >
' ( ^4 ) Qui i8!i nota che assai peggio faann9 fatto li Cit-
tadini ' alla Citti ) che non fecero quelle ^enci barbare >
poiché essi non la destrussero • Ma é ^r vero y clie li
successori di detp Gotp e {Longobardi in progresso di
tempo sono stati quelli, che hannp venduta la libertà alli
Fiorentini ; ma se era la Città* rifatta per loro ^ giusta*
mente la poterono .vendere conpe cosa sua*
{ *f ) Qui si nota , che si son fatti nella Città molti
innesti di famiglie antiche ^ quali di presente passano per
nobilissime •
44^ Lbttersdi
( l6) Dodiifi fwr le C4S0 sfar tdl bdnidt
Pdrwi che a numerarle tu ti dorma»
( 17 ) Ftcemi poi la seconda griÙanda^
Che ancor si vede da Sani Agostù^o ,
Quel che mi volse far mutar vivéOida i
Vescovo mio primo Marcetlino ^
che fu mio nato ^ e per st$o vitio iHflse
(iS) Tormi all' Imperio , e darmi al Fiorentino ♦
{ i^ ) Di tali impresa molto mal ili colse %
( 20 ) Fu stt'oginato fino a Castiglione^
E poi la vita un tanto error gli tòlse «
E degna fu la sua condennagionè •
Così fosse punito ciascheduno .
Che € del mio dolor vera cagione h >
. fior ti vuo dir figliol ad uno ad uno
E" miei figliol che son degni di nota
Quel che si veste di hiancbo è di bruho t \
Al hor si pose la mano alla gota ,
Come huom che volessi ricordare^
O
( f ^ ) n medesimo scrittore», come Aretino invidioso ,
non le vuole noniinare. Come ho detto ^ questi etano ar* \
cleri 9 e li nòbili erano nelli monti •
( 17 ) Qui fo nn salto di anni foo. la teonda crilIaiH
da di mura la fece MatcèUittò iijóé ouale tirava 4a Sali-
to Agostino aopra la Via, Sacra fino ai casaménto » e poi
saliva per la piegala di Marcello, come si vede, e come
si cava da una lapide di marmo in Viterbo : ma si inteif«
de delle prime, perchè Marcellino fece le seconde.
( 18 ) Però si puà. dire» che li nostri anticiii sdega<b 1
tono obedire all' Imperatori, e poi si sottopósero a gente '
vile.
( 19 ) Q]ieito avvenne , per la nimidaia che aveva con {
li nobili.
f so > Tu menti per la goli , fperché ftì impiccato t
Palmerino in quel di Anchoaa per ordine 4i Federigo II*
Lnperatore •
A p ò s r d i o Zia 0; 44)1
Ò pensi kmit inìfmnci U rotei \
( ti ) Jn tlruciferd vaglio ihgamincifre ì
/ Perche e U sammitÀ ^- miei confini f
kt in ciò non mi par figliola errare •
{ ZI ) Perdona AÌontehuofts Aù^abmini^
Berlinghier ^ Maffci y Ghì4ì i e PagéimlUi
{ ti ) Guidoterni » & anche Bostolini •.
Se ien son tuiti a me crudeli e felli
Per lor isupetiia i e fton voUer mai pari
Xion lor vichi, se non cóme lupo a agnelli ^
Seccbmar j Totiy Catenacci^ e Gazzjìri^
Cioncholi y Sinigarii , e Caponsacchi i
JDichiy ms. jignesch^y e sua sicarj .
{ 24 ) //r San f Andrea fa che tu i* attacchi
jiv^rardeschi ^ Manoclli , e T^ascipni^
E i Testi yèilor vicin non tHìo che fiacchii
( lì ) La Cittì ìirikz in 4. porte , & hamdo ih sé
poco MDulo , era allora niente , mentre cHe era klblfata
&0I0 dalle npJMte famiglie. In porca Crucifera i^. In por»
Santo Andrea 7. con altri pofolafi. In porta, Foi^ la. In
poru Butgi 16. Fanno il naoiero di jfu tàoiit pia erano
quelle di fuori. Se bene ho detto chela Città havevapo^
co ipopolo y è anchor vero che vi era il Consiglio di. 400*
ma in questo vi concorrevano li nobili contadini.
, ( aa ì Parla il poeta a passione, poiché tace le nobili^
& antiche famiglie, ,e numera quelle che come dice disoc^
to, erano discese di notar}, e non quelle che derivano
d'antichi heroi, come parte di quéste.
^ ( a^ } Ne discende (cioè dai Guidotemi ) la Casa dei
Btandagli ...
( 14 ^ Molte famiglie hanno avuto in quelli tempi ori*
Kine da più ville « come li Marsopini, Ricoveri, eDasds
Baldnoci, Lappoli» Maitre, cne tutte vennero dalli q|iar«*
tieri di Qiiaraca 9 o di luoghi circonvicini • Può ancorai
csseìicà che vi sieno di quelle che alcuno tiene per pia
nobili di Quelle di Qturatt) ft in qucUi lemi^ fusseio
lA cQr|K> a ^ua madre^
'^IfHCci, I>offiigìdHÌ ^ e Rédolfont^
uiltfi^ ve soH notori e fntrpataniiy
( 1$ } £ Sàrchiàtàlr M zUfché g. di jfop^f^i ^
^entiUixA di fuori hor vho che cdnti ,
CasA degli Vbertinty e PetrdmaUy
E dirai il vero senzjh-f^r fini ariti.
E coii/^e fu a sommo di mia scala y
In altra farti H fia manifesto ,
E quanto ' ancor per me p stata mala .
XdSyoti , iì cui vestire e color mesto ,
( 16 ) Biidofnini , Cathani , e Ranier vidi
CV hebber per ^ arte lor voler si presto •
TéiU^^^^9 ^ppdritiy e Sraccifidi^
Ratutci y uirnatdiy &, ancho Afaghalotti^
Epa in Burgho convieh ^h*io ti guidi .
( 27 ) Dove fur gli tTdumeri gid molto datti :
appresso lor vi sono acciai i Roselli ,
E quei chi nf han sì concio , gli Jl^lbergotti .
0id più di lor non vuo che tu novelli •
u4ltroi/e ti dirh se non mi scorda ^
Chi sono stati e chi son hor a quelli •
(.28 ^ foi son Guasconi y se ben mi ricorda ^
(29)
f af V Api! akrj s perchè quc^i crino Ai pòrta Fuori .
\ %6 ) Sotto nome di Catcani Venerano tutti li Nobili
di Contado lassati indietro per inyidia.
( xt ) Gli Udutneri habitavano in Valle lunga: Il Al-
be rgotti nella loro contrada. Della famiglia degli Udume-
ri fa mes* Bonaguida, e mes. Bonagratia, huomini dot*
cissimi • Peri qui ]aisa dietro pnoltc f^ù^lie che fors^
gli erano nemiche.
{ 18 ) Pare che nomini per forza li Guasconi , quali
etano d'anticfi nobiltà forye più delli altri, se già ^on
etano aggregati ; della qua! casa si crede fossi Santo An-
drea morto, anno »oc. ( nm s$ se dica laoo. )
^ p é ^ j q f. o Z j^ ^ o. 44}
(29) Ràtzjtlli^ Accettanti :, dncj & -Azjtji ^
E Camajan che fan mia voce sorda •
^e^HÌtavan poi i calorosi Pàzxiy
Dei qukl pon so^ch'ip possa dir vergògnéf
O contra me fatessfr mai tramazjd.
j( 30 ) Pift non ti conto per non dir menxji^na.
f 6^4. Al iSigi Canonico Palilo gagliardi ^
a Brescia.
j^ienna 1^ Maggio 17Z4.
Voi yi scusate '^raeeo gentilmente del non
aver mai scritto dopo la mia partenza d*
Italia , jquand' \o debbo dom3.ndaryi perdono di
avere ih ciò mancato al mio Movere con voi ^
jMa <;osi va : la yostra gentilezza non ha modo ,
e a me tocca a fare con un amicò di troppo,
buon fupre , per non avere a diffidare che mi
sia usatp da lui ^ il .compatimeQto , che gli do-
mando • Mi è. stata cosa gratissima \^ nuova da-
tami da voi, che sia cosi vicina ad uscire alla
luce la vostra erudita pissert^tione intorno ali*
Antico Stato de* Cenomani ed ai loro (Jonfini :
nella cui pubblicazione mi fa piacere V onore
^he sarà per derivarne a voi ed a me ancora :
a yoi
( 19 ) Dalli Accettanti ycngono quelli derBeiie di Fi-
renze.
( 30 ) Havendonc detto a dozzine si vergognava di diV
9e più ; e che questo sìa vero si cognosce che non vi hs
nominate jnezze le famiglie escluse dal' governo : l'incluse
poi erano almeno sessanta y quali governavano •
/
^4 t ^ T r à àà ti
a voi per gli applausi che ne consegmretè A^
pubblico; ed a me per la pregevole, testiimnìian-i
za. , che vi piape di dar al mondo dell' amore
che mi portate: in ch^ però tutti concisceranno
esser questo più un effetti della vostra gentilez*
XI i che d'^cun medito mio; quando f^rò a me*
rito non mi si, ascriva la ^ benevolenza e la sti-
ma che vi professo • Io laccio /voi ixì libertà di
dire di mia persona tutto quello che vi sugge-
risce il vostro affetto , di due cose sole pregan»'
dovi a far parola , cioè della nostra antica aoii^
cizia , e della bontà con cui V Augustissimo Fa^'
dròne riguarda me di continuo e le cosp mSe i
e con questa occasione potrete lasciar correre un
periodQ a gloria di questo gran Monarca y chef
è non solo protettore delle buone lettere. , ma
lino discernitore di esse > sapendo e^i e iegget^
do molto: in che noh^dir^e che il vero . ,Da
molte parti ho inteso lo stabilimento onorevole
dei nostro Marchese Scipione alla Corte. di To^
lino. Idoio Signore sempre più lo feliciti i co-*
me di cuore glielo desidero i poiché di cuore lo
amo. Si è fatto bene a rispoi^dere. qualche coss
ai Giornalisti di Lipsia sopra quanto inorante-
mente o malignamente iianno opposto nel rHe-*
rire il vostro S. Ganìenzio . Ma perchè que* fcf-
gliétti non hanno molto credito > non sarà che
ben fatto dirne qualche cosa di più in uno de*
Tomi del Giornale d' Italia , il quale è ^ato
principalmente istituito per vendicare i liostrt
letterati dalle censure de' Giornalisti oltramonta-
ni é V anno passato oel mio ritorno da Praga
mi
\
\
Apostolo Z | i^ o, ^^ì(
§f& sono postò setiosamente allo studio della lin^^^
gua Greca» e vi ho fatto qualche avanzanietit9»
Le inie ihcorabeiize Teatrali me ne hanno distolt
to da sei mesi in qua: ma tpsto che mi sia da:;
to un poco di riposp , lo ripigtierò attentamen<>
te, conoscendolo necessario onninamente a chi
{professa letteratura • Da questo studio mi sono
avanzato a quello ancora delle medaglie • Hq
cominciato da quelle di argento, delle quali mji
è riuscito con Tajcquisto 4i una grossa partita ^
ottone in Roma per ottocento fiorini, di ayan^
zarne potabilmente una non dispregievole serie j^
arrivando glà-epiéste al numero di ottocento y e
da Giulio Cesare fino a Gallieno, non i^iancan^
domi che intorno a dodici teste y alcune delle
quali non sono delle pia rare. Ne ho comincia-?
tat una anche in oro , ma in queste yo assai
fin lentamente^ perchè le forze al desiderio noi|'
corrispondono. So che la più stimabile si è la
serie di quelle di bronzo i ma per' questa' aspetr
to clie mi si preséhti qualche buona occasione
ad un tratto» non volendo incominciare con po^^
ehe • Se costì conosceste chi ne abbia » e a prez-
{20 onesto voglia disfarsene , troVerì in me ut|
hdl^ compratore . H Sig. Conte Ignazio Zanar-
di, che da mplto tèmpo in questa Corte tratr
tienesi, d)ssemi che tempo fa aveva donato un'
fcel Codice , contenente un* Opera del celebre
Monsig. Altobello Averoldo al Sig. Gianvìncen-
«io Averoldo fìgjiiuolo del fu Sig. Giulio Anto-
nio di gloriósa memoria . Mi sarebbe caro di
/essere in£)rmato 4el cpntecfuto di esso Codice ,
e con
/
4i^6 jL ? T T E It E 5 1
è eoa tale occasione rinihoverete b mia. aitici
servitù a cotesto Sìg: Gimvidcéiizìó Avetoldo •
Pi Moi^gnor Gentilotti ha più di quattro me^
$i che non ho risposta ;^ma spi ,' che ha tnolte
faccende in occasione del pres^n(|e imbrogliatissi-
' ino Conclave,* che da motivo di: molte dicerie «
lliverite caramente a mio npina la stimatissima
^ig« vostro' fratello j e per fine^ mi dico ; • •
05; u4Z Sii* Art^reÀ Cornerà: a Fe^tezidi
,; VitnnÀ zo*JI4éiggio ijz^
TtJttà questa settimana è stata per me ienzai
respiro , e di, , continua fasica > 'a riguardo
dell' Opera:' marni vi sono a|&(;icatd con piadere »
Sì per la feliciss^nà riuscita di €i$sa , si perchè con
la giornata 4* oggi . avrò modo di riposarmi > e
starmene al mior tavolini^ dietro il lavorò ddl'
altra... Del t^stp non pos^ipl descrivervi adequata^
t^sfitt 1^ applauso^' che ha óttmuto il mio Dram-
ma.,-, recitata^ sonato i e danzato- a maraviglia
da queste Dame ^ e Cavalieri ì i quali hanna
avijito tempre alla testa dell'orchestra al priiiio
ceu^a^ò questo AugustissimcT: Padrone ,< il quale
spon^ 4a professore ^ e con la maggiore y e più
£na maestria #^ Oggi sé ne fari la terza recita ,
ed è peccato che tìpn l'abbiati potuta vedeffesc
non pochi 9^ e scelti^ e; nominati di^ S^ Mi^ Tro-
verà modo di maó4«u:vené presto degli esemplari ^
anche pet gli amici w N^ libro Vedrete il nome
di tuiitc^ le Dame ^ e Cavallai 9 che had ocim*
A p q s T. o. Là T^fifol ij^j
^ost9i. e aoiraat? ^fi sì jp^|;;ii^ò^.sp^fa^ , ij(
quale sarà costato , . fattc^f; ^4 .' giiist^ , computo ,
óltre a ceiitó mila fióilfii ^\a, ^^orj^à, ìnip^tidle^
té tre Dame cantatrick in ^axti^ppl^ 50119 ritj^
scité 4 niai^^iglia, e se fossero della sfera d^
piiisici ordirtarji e avessero a i^iiadàgaarsv il yt«
Vere cantando a prewo., anche iq |tali4 farejjj-
fcqnp tri le prime là prima comparsi ^ col c^^^
t0i che coA r^ziotié; Ma da altrjl i^.jriceverf^
té. gli avvisi i-, onde io aie ne. asitengp ^ ^acciQCr
cl^c ùp^^ i^i' crediate parte; intergs^a^,. JLà :^i^^
flussione, di dehti cre^cq é^ diminuisce a xnlJ^^^t
che il tempo e buòno i o càttivp / }na,;^e)r£hè
qui per r ordijdariò e ^disi^g4àle i, eiajizi. càttTvà
che nop id. co^^eg^^ri^a quasi, di; fotìtiiiud me
he risento; jL*unjco riitiediò di .tanti fhe hpprow
Vàto, si è la ^^zieriz^; Mi Consolò coti: vqidel
singolare acquistò, chf avete fatto del S^ìy^tore
deiriàsighe PittorjB Par^ Bordone i Jé cui Òpere
sonò {Stimatissime.^ iSa^^^ta^c; tutti ^ e ^bl^iicci^^
itovi fò- fitte,; ,, ^ , -,, . ; . .... ;. • ^ -
Nljpyamentó vi ^ringraziò 4^^ diligenze usa^
te per. c^el ritratto 4ei Conte Manfredo
di CoUalto: e cqtì a^ti^a mia/già y^ne; .slgpi^-?
Cai alcune cijrtostanzei- con U scorti dellq^oa-
U potreste piijL,faeilnient€i indagarlo ^ e sdoprirlo*
Certamente c^ ^oiu? ur^ tesoro i bei Quadri ài
casa
I$a5a Batbarigo dà vói veduti,^ ì quali sono h^
ihosi presso i dilettatiti e imeadenti . Ànch* io
lunedi passato ^uo stato finalmente a vedere col
nostro Eccito ^Sig< Athbasciadoris il Tesoro Im-
{>eiìale ^ ripartito in molte stanze^ e con buo*
hissimo' ordine. Vi sono cose assai pregevoli e
Ì>er natura è |)èr arte; e in particolare due qua-
dri del Correggio, e un arraaro intero di e^ra-
iifiei> alcuni de^ quali sono di ^misurata grandez*
^ sa > e di eccellenti antichi maesdi ^ A considé*
rar- bene -sòl questo ci vorrebbpno mesi interi,
^ pan che una inezza giornata . Mi è stato di
gran piacere T intendere quanta avete operato per
gratificare nella persona dd suo congiuro il S^ig.
Avvocata Durighello » mio caio amico » il qua«
le riverirete* a mio nome, nella cui'virtà edas-
liistenza per la tnia causa eonfidQ moltissimo • A
tutto quello che coùcerae la stiessa ^ risposi al
3ig«niió Suocero, e a vbi la settimana passata ^ e
ne scrissi anche alF uno e ali* altro de^ nostri Ayvo*
cati • Riverirete a mio nome V Eccmo Tron ^ § }i
fenderete grazie della bnona ^«inione, che tie*
pe per li miei cptiìponimeoti. Dei I^ammi da
ine composti , e adattati al suo teatro , e alle
^ due parti da lui stabilite di Niccolino e Roma-
Bina , in numero di sette personaggi , n^n sa^
prei qual suggerirli, che pia /a proposito fosse
disila Nitocrf: ma conviene troncarla di- molto
per ridurla a misura: in che bisb|nà gran 4^
stjrezza e avvertenza; akrknenti può facilmente
guastarsi , come intendo essersi ora &tto del
mo Scifiùfu da persona 9 <he pogo intende il
tea-
V
A <". a $ T 9 ft a Z E >^ o. 449
leatioì ia quale però non sq veramente qual
dasi. Rivenite a mio notne la Sig« M^ixlre, e la
Si$- Cognata : ssdutate le sorelle e i ni^tini ,
e abbracfciandovi caraumentc resto , e mi coiì^ \
fesmo • • ^ • '
^17. Al Sii* Aiarcbcìe Giwémni fokni.
V-
PUnHd u £MflÌ9 1724-
Appena arrmtq^ ^ questa Corte fl 9ig. Con-
te Ehise Buzzacarini» io ebbi il coqtento
di essere uno de' primi a conoscerlo , ehe i lo
stesso che dire a riverirlo , e ad amarlo • Né
dui^ gran p^na a ritro^Io , ^ichè è venuto
a slare di alloggio nella stessa casa oy* io abi-
to» difimpettp al mio quartiere nello stosso pia-
no • Qjiasi ogni giorno pi starno ve(faiti , o in
casa, o alle tavole, dove siamo spesso unita-
m^e invitati • l\ pAtn^ momeq^to, della nostra
conoscenza egli mi ha parlato di 'voi, e incoa-
tineiktf ho preso ad amarlo di vantaggio, aven-
do compreso quanto siate amato 4a lui . Dopo
qualche Mapp di ^òno trasfeiìto, a Medfin per^
esiare pia da ^esse alhfc Corte « el^e allora sta-
rasi a laiMiburgòi e là fu che mi pervenne la
vostra a me cariilsiiha lettera, con la quale mi
caceomauMate quel Cavaliere. Io non so, se la
lettura di essa , che mi veniva da parte si cara,
abbia potuto accrescere il mio debito el mio
amore verso di lui ^ poiché era persuaso di amar-
Tmc III. F f lo
\
459 Lettb&b Di
lo quadro mai. si. {Kijte^e» esseoda egli dotala
d^ t;ali. qualità » cbf tu^o^ ad uà tra^tto. si. fia-*
dàgj(>abp; 1 ^upri d^jtle pecsdoe» .e. shnzno p^i?
COSI dirq. ramiqzìai Pure me gIi,,i$ond esibitq
anche a, V9strò riguardo ^ per non parere, che aà
trascuraissi 1^ uffizio ^ e fo conto ^ quand* e^li sarà
(>er coi^'di ritocoOr 4i .tà^c^as^rla anch'io
a voi ; poiché pretencjo. di > ncul amarlo inenò di
voi i Gii ho fatta tenete la vostra lettera avanti
di toi:naic;m^e. ^ Vienns^a dove poi mi disse di
avervi data rispósta ^ e presentemeilte m'impone
di .darvi ^n amor^y) ^alutq ; I^ò manydat/s àlqu^iii-
te copie. del' mio pr^mma^ recitala da. DanJKS ^.
Cavalieri j e con marai^^igliosa. riusicitaj al P.
mip frat;elÌo« con ordina che. una he; fa^ia, te*.-
nere a.voi^ ^P^^<^ ^h^ 1' avereté già, ticevula. «
Cofìtserv^ièmi U v^^tco. aii^tto ^ è rif^eriftp at Jpio
nome^^tutti di vostra. ca§f ; e p?r fine Cordialr
m^nt)^ abbracciandovi ipi dico .• .> , ,, : .
t '
S'£i|ffÌi?vqRsi,dc)v\i^.s(;riv^rvi,» i^»iy»v«et |kii-
,ti^;farlQf;^i^i3^^,:|PMfi|.- ^fi^ «J> ^fiflobett-
tof dal iflÌQ: iwpmg^o.r?t8pre^Vte^ > '^'•^ ■«* ^Jt-
tay^a mi. c^ftijjiu^ /f fl».perèri;ótt:fi^^^4^^^
ZA, .J^on usfeadqaii U.fj^nggeK :c^> m. ^9mi(m^
nor.jqogìa . .Ho cfxpffti^aìm a4 .u?2«e i rimed) ,■
co' qut}l\, SR^ di wn^t(j^rm^ in pqfilii gÌQ»i« Il
buojijiPfdigj ^o^a^rpj j)iì nQxi mi: «cri^e •> .Egli $i_
■ r: * 1 H ;a^ «y^r-.
A P O * T 0;i ;Oi % 1 lì O. 4f%
io^ Hdn^ iteoacisciiìfte |»er ÀUe > bh meno aiì rìl|-
cresce la suacbàéisipne ì di quello^, che mi .$%•
rii fiaciescialqr ìLsud ingatiit0 «^.DstrqiifJilQ shr
visggoi^ e M x}ueÙo cbe mi seiive T òcQCiéiKx Siìi^
Pàtati^ì^ P9Q0 di bnono é di siocecà ki sì, ititit
geoftre. éi cose si -può' sperar. 'da cosd »' e gejter*
nltueilte' da qiialua^e luogo ;} joadé sempre > pw
sono Jcooteòto della. «compra che ne ilo /atta d4
nostra P.' Baldini* Qiiei^ Antiquarirrte. atiiDaM
pia .di- 2000. fiorini ^ e pure noà mi costano 740^
I giorni passati mi è fortunatamente xrapitatQ .ui%
terzo .itiedaglio0it Sri. ora àk peso' di dtique xin-
ghem.eLiatt quairts> ^ ed.è)jbenissimo conservato'^
e :^% tQr(l> purissima^ haatuta in AquiJejla. > coma
si ricava jtlalle, lét^eore AQ^^Sé cioè Aitiilejae si^
gttatM.i.p(jist3S inifondo del rovescio « La testa à
di DidcIetstanDrcoii la leggenda^ IMP.DIOCL&-
TiANUS R F AYQ y r. nd »v«scio v" è un
figm»!/ di donna ia piedi stolta:;, js rivolta vec^
so la < destra y nella» iqnale lieiiie una bUanciay 9
nella sinistra ìi\ corunoopta. Nel camj^o sojtto U
bilani:ia v'ba uaai steUa,: e nelF àltsoc Vh e so^h
toi cóme' disaii AQ«:\S£.la lèggeiubb aU' intorat
si c;SM:it MOIìJET^A AVGG.ET CA^S NOr
STR.^: Questa meda^ìai trovasi comunemente in .
rami^ ài mesiàana graniiezsa ^.11 fianduri sullgt
fe^e dei MesQzabariia.;tle. riporta una sola in orci
eon^mile^ ma né *ilv ^Mezaabadia^ y né il .^<ta*
ri dice che: sia ^medaglione : sicoiiè là mia yia>
ne ad essere singolare , e la stimo di taolto. i
e tanto più quanto che anche questa non mi vie-.
- . ' F f a . ne
4$$ tltt-&ll£ 01
01$ t OMtare» che un utigiiero di più defi' pn»^
iiccocne feci dell* altra bel medagUone di Gallie-
•o acqi^stato itt Praga • V- ba qui un bellissi?
«o Costanzo Cloro ii^ eco di peso di ciaque
Ungheria ma chi lo da, non ha voluto lascwr
Irido > benché io gli abbia oberiti 15» ongheri;
•è io mi sento volontà di dargli di più . Hoii
fo se il nostro Marchese Maffei sta ancoira in
Venezia» né perchè tardi cotanto a rispondermi ,
Alla Sig. Madre e a tutti i nostri date un cor^
diale abbracciamento e salutp ^ Addio ^ fratelli
amatissimo*
P. & Potrete rescrìvere al Tummerman ^ che
TArgelati icol pcomedcergli quella licenza che é?
gli desiderava (f avere , non. ha inteso d' inganr
narlo per aver qu&'li(iri a miglior mercato r ma
ha creduto di poterlo servire in cosa » che gli
fosse facile ad ottenere • Io sono buon te^tlmor
Aio, che esso ne ha stsrittot tanto a me, quan^
to ad altri, e in particolare a Mpns* di Valen-?
sa, con cui. io pure ho parlato di questo afiìiT
ffe; e £• E. era disposti^imo a farlo , ma altri
liei Consiglio W lumno fatte taU opposizioni ^ che
tton si è potuto dipoi supératlé • lamalattiaDsucT
ceduta de| Prelato ha finito di guastare agili cor
sa con diio sommo^ dolore ^ che a fìi vere del
Tummerman, mio Compare, come, sapete ,'so
di aver fatte le parti di buon atnico : sicché ini
ciò non può giustamente dolersi { d' alcuno , se
non se deUa sua mala sorte w Vi lamandp la su^
lettera^
ftSt
A p d Sf T 6 t o Zyi rf o. 4SÌ
* 619. Al Sigi jintofrié Failisnkri* m Péàovét^
l^AI Sigg. firstelli Serdahna ho ricetuta 1»
JL^J^ostra lettera,; ^ insieme. h notizia del vo-
stro ottitno stata.: il cbe mi ira recato moka di
tontetitezza • Del mio passato incomodo, ca:gio-
natanìi dalF emorroidi eon lunga copia di sanr
gue^ e da una susseguente febbretta^ gcazfe a
Dio, mi trova ai&tto quarri riinetfiov nonesseft-
domiene in oggi rimasto che un poco di debole»-
2fò. Vi ringrazio per gE libri ehe mi avete fat-
to avere per via dei addetti Signori ^ mandativi
da mid fì:atello, al quale parimente ne scrivo •
Dal nostto Maffei ho aVute più lettere > daccbi
£ ritornato da Tarino; e spiacétni del suo mail
d'occhi» di cai egli pure mi dà contezza. N<m
mi par& che d' animo sia niòltò coamito , non
ostante il suo buon soggiornò a Torino ^ e 1*
onore e l'utile,» che rie ha riportato. Ho dolo-
re, chel Burgos continui a star male: ma mi
ìrien dettar,- die ne ha gran colpa, il suo noti
volersi governar da malato. Se B Sig. Abate
tonte Lioni è in dispcrsizfone di voler prender
moglie, penserà poco più ai -Supplementi, t ttoa
$arà pocdf che àon sia in b1soghcr,,cHé altri fi^e
facciano^ per lui . Dal * Perone - io vengo béHe
spesst^ sollecitato a fare questa paizia : ma iot
SCO $aldo a non entrata di ftuotó in si Iktto pt«t
ia^; à un gionio prateflte rldip^ritriee # tìf^
4S4 OL B T T è H E p t
jpDsi > che jt mi si voleva dar fnoglie vecchia ^
i^iiU$a nm univa per niec se givùant ^ io non
serviva per lei. Per Dio che yoglio vivere e
coaservarmi pÉf <|uanto posso , e almeno in que-
sta parte godere della mia libertà * Si son co-
«tiiiK:àte le ptéve d' un* altra taà. Opeta » «tid-
-tdatà Anàtamatam Dopor questa ne Terrà uà'
altra pur mia , intilioiata Giangmr Itnperator del
-Mogol ^dt cui. forse non isi. kadL fatta la più
magnifica. A sajo t^voofo avrete T una e 1) altra;
45e fcene so cbe |)oco vì curiate di legger sì fatr
^st l>aje. Se >poa altro yi seryicamnp come atte-
ntati della niemaria , che ^i voi conservo • li^ig*
Ippolito sta bene ^ e. vi saltata ^caramente . Fate
imi lo stesso in mio liome a totti di vostra ca-
^a . Io mi ^^ pontinuamoité godendo F amabi-
lissima converkajsione del Sig, jCohte Duse Buz-
t^adierini \ di cui ; hon posso saziarmi , e cui a
suo tenspo non potrò Veder partire da questa
Oorte , dove tutti T amano estiipano , senza un'
estremo rincrescimento. Conservatemi il yostrp
•Atnore , e prcdeteral qual mi <lÌco ; . •'.
' , 530. Alla Sigt Jjfisa Serialii.a yenezJa»
' ì 'v,
P^iemra' 19* jigosts kjz^
* . /■' ' ,
Edi è prxnai tempo» fb'io risponda aUa vo-
stra gentil lettera : 'il. che ipet la^mia già
superata iiidisposizione non fcci le due settima-
tte passate é Mi soft giunti fon -essa i ^striitue
•vSonQtti , i quali ini smid piftcìnti grandemente ,
; '. \ e su-
Apostolo ZcNOf 455
e cubito , scritti cosi di vostra mano , gli hq
spenti a S. E. il Sig. Conte Collaltp 2^ Pirnitz,
luogo d[i sua giurii^dizione nel(a Moravia , si-
gnfficatìdogli (lello stesso tempo la prontezza e ^1
piacei», con cui avevate ricevuto 1* onore fatto-
vi da lui nelP accettare là dedicazione della, vo-
stra Opera . A risposta della 'mia lettera egli si
tesprtme in- commetidazìohe di voi e dei Vòstri
dùe.SWnetti d^una mlnleiia , che la vostra mo-
idestìa ti0t\. saprebbe in ' ytrxin modo difendersi
dairàYérnè interno compiacimento j e 'fonie egli
•è proittisìsimo/ m simil genere di compèJiiinenti^,
fe d* una vivacità mirabile 5 còsi lo stesso gior-
no, in cui ricteyette la\ liii^ lettera , e* i vostri
Sonetti, ^i^osis a questi' due jpoù \e medesime
ritne ^ paiole \ ^ ^ggiugué^dobe , tre alttì : man-
dandomi e iiuègli e questi , acciocché ai vòi.^i
facessi ìnoòntaiie^te genere, come. ora. fo : onde
xjui annessi li troverete . jKla^ acciocché meglio
intendiate il.tei^or dì essi i iriì. è necessario à-
vanzarvi alfcune notiziiei , the tiòn Vi iriustìranho
discare» L Vàasco Creteo ci nome pastòScalé 3i
S. t. neir Atcademia degli Arcadi iinkoma, al-
•li quale è aggregato. ÌI: $mà)rp ' ^Imbólià è'I
nòrn^ mio pastorale sortito nella sbpraddettà Ac-
tadeipi^* ni. Madonna Cus^àray 'detta anche
Gdspaxina StdtnpAy fu una delle più eccelleri-
*tì'ritnatrici, die mai sienq fiorite. Nessuna al-
tra pu^ andarle Innanzi ^ e le ^vie p:imè . iiiif*e^'
^ in Venézjar^èr Plinio Pieti:as,anta nèì *i'554-
in 8. pubt)lic3,te dopò la motte di lèi. da M.
Cassandra sua Sorella, la quale le dedicò al ce-
F f 4 lebrc
4S.è' JL B T T B K E II 1
iebre Mons* Giovanni 4dlaGasa, Nunciò alic^
ra in Venezia » possono .anda^ del pari con quel*
ie dei più famósi poeti Italiani di qiaalunqtte età
e condizione. Óra siccome la detta M; Gaspara
amò suadentemente » ma d* amore onesto » , il G<m«
te Collaltiho di Coìlalto , stimatissiràò Cayalie^
re in qu^ tempo, tanto in armi che in tetta*
ke» e specialmente in verso Italiaàò, e fratelto
del Conte Vinciguerra^ che similmente fo bra»
vò >òeb ; cosi quasi tu^e le di lei Rime sono
in lode di detto G>nté CoUaltino , e in esptes-
, sione del suo tenero amore ^ IV, AmusilU è
finto nome , il quale diedesl heHe sue RJmt la
addetta M. Gaspara » dorivaàdoio da cj^ùeìla^del
jfiume AnA$s9^ dettò volgarmente la Piave 2. il
qua! fiume cmge ed abbraccia le a&tidiissinie
?'urisdizi(»ìi della Casa iCoìlaltb nella Inarca
rivigiana : sictchè ÀnisiilU è lo Itesso ^^ che
Kinfi del fiume Afiasso. Mi scordava di dirvi 5
2;6è qùéita donna singolare, isx Padovana di n^-
fecita^ e Venéstiaha ili domicilio, di condizione
civile., e alla quale non è mancata che un'al-
ta hòbiltà per andar più lodata^ cóme 4i £atto
lo meritanra^ {>uì di Vittoria Colonna è di V^oni«
<9 GamBara^ e di tatit<i altre dame It4iane9
che scrissero hello stesso succiò asiai pulite e
lodate poesie.
Accioécbiè poi siate infermati delle notu^
oppoifutié ^r formare la vostra dedicazione a
S. £• io qui ve le suggerisco di suo gradimen*
to e. saputa; £ quantq ai titolo da porsi nel
froatispiciò 4 A Snk EQciHkmU li Situar
^é»mi4^^ XMmt4ld0 Cmn éU CMàké^ Sun Séd\
^0^4, R^^ Cr^ÀMKX^,, C0IU di SMnAùmimi
t^MU9sfnt S^puhre di Pimitti Tìmtè-Riiù^
inrjc* # Cx^nM 9 Ifp^icario P^ssess^ delidAfik*
té itìfhmi4 ed Ikmnéià , ConsiiUeri imimà di
StMk di S. M. C. €• ecc. Nella deRlkatorìa
)K>i [MNHdyQderete ccm due, periodi. dalle .'grandest^
ze f aatfchità i ttobUtà insigàe deiln Simiglia Gol^
Idto discendente per erìgine ^ et per parentadi
Via. caie ^^otrane e Heali . Vi ferni^reté hella
gloria, de*^uoi aiitèóati) màssimamaite d^i ar
-knatori dopile lettere» e in particolare delle Mt>
se 9 no^nando, i Conti Manfredo V. CoUaltinb
i. , Vinciguerra UL Antx^nip, IV. CoUateral gene*
tÀe deila^ Seri. Rep." di Venezia ', Vinciguerra
iV. Cavalier di Malta # ^ue Massimigliani il
grimo p*l fecondo I Sertéìrio Abate di Nervesa^
Rambaidb Vili. ÌX*. e X. Già Batista IL An^
tonio- Carlo, e Qaudio IIL e IV. tittti uòihint
dotti f e generosi promotori delle scienze si con
ia proteziom» ciie cbn f esempio; atendo fon-^
date Accademie, donati poderi, e assegnate pen«
8i«ni a letterati s da modo che di loro fu detto i
Jtigftm 0pes 4iqHémt éinimis . Non vi scordate di
parlare della StéimpM^ della quale di sopra ti
ilo suggerite sufficiente notizie ^ Discendete pfer
Ultimo aila persona di $. E. lodandola peir T
biriiàitieiito di tutte le tutù de* suoi maggiori;
le quali egii possiede in se . raccolte ^ con ac-
cresdmelitb di gloria e per loro i e per se) Si-
gnificate il desiderio che ba il Pubblico di ve-
dere alle itan\pe,i suoi poetici eampoiiinienti •
Non
•Moia ^'Aetteeèj^aitii^zki^^t^ tò'^m e6|^r|
iectdt^ evènti i |^ tnoki ^^ t^udi- gli dcéffikrou
tiè i .ftM libn > e r igére^ationft di flit ^dft
fmtid^aii' Aoejic^èmie tf* ftMià yè in parlic3o!àrfe
i^ ^^ dèì^ Ai!<^i rfli kottià , fe della Cm-
tca '4i if^nì^ « £ tdiitp basti ìntomo ijilia dc^-
flfci3i«to^ew^lDtee'<!os^ sdggiiiìigo |>ér Ultimci ? f
«ina tiiè '^glè litdiaté f»te di altri Vostri f orapo^
tiiffieiati,' è the di ^uatWk) if^ quando ne ahdia-
tc steiulifléè'igUaìchq a^^ drè
i»so dséiidefit^i avere Uyéstri|> rittàttV' da ^^
Te liei S130 ^binetto , bvt tie rien fni>!ti altri .
Lo yotrebbe \h tela |)ìù tostd grande , thè nie-
i^ixrore'^ <0 iii^ato nrótt Hea pitt^eépca , e con ve-
iltitnenti ^éeali fe poètica Ì' dii tìfano 4ellk famosa
ÌR.o*alba, !p dd yecthio Belliutci ^lio kitrtc<)- Sfe
|o vorrete' far ai maiió vostra, tanto più lo a^i
^là catb. Fo j|ne , palato tutti di yoftrà càisa,
^ mi diwv.éi^"^^'' ^> ■ -•' V
f jjr Al Sig. Lèrcio pMtàhfL ifi f^enikx^.
^p\ A tuitì^^ fràtdlq xiéh vA è statò fitto alcun
jlJ motto intorno alle pre«tìùbe'ditbt€sttt Ba-
dessa di S. Zftccheria ; ma irte ne è $tatò strìt-
tó AH mstto Pavini , ài <}uà!e non rl^qdb ,
fet esière occupatissimo j ma tea yì ptego a dat-
•gliene ili yéce là risposta ♦ A pàli^tri iittcétì-
«ente,* a iTie hcm ék V aftimo di portar le mie
^ù{)^licte topri &fé&ML fecttm^ al. mio Augusto
Pa.
A p O ^ T « r p -Z-EìK:^. ^J^
jPadcme ^ il^ <|ude certafiieiite «e la fkrefickarabbé
ia fgmòco,.e hòn ifoixebbe ^.jdS9^^^
torità al ^wore 4tl ^ligiosoiraccomandatx) ^ l<» afe
parlai {giorni rsoùo ^ odi P; GiranèUi , digaìssinao
Sacerdote della .Cobipa^oia^ e tooofessore jEfeU^
l^eratrice -Amalia ,'U quale» ^ iscdubnente* im hi^
consigliato a poa tentare voa oosa « dorè noa
ftnsdrei «jon poore* Se làcast^ preme tai3tQ.*cot
«ti, perdièiXiostt non <ji *i:erca«)di far ricorso a
fotcsto Ecdraò Sig* Ambasdatpre Cesareo ^ 1(1
quale caldameofte^ ne -scriva al' "6^ Marckese ytì>
las, Sc^retmào diiStato, ne che l molto pc^i»bbe
fC€ otten^ie la gOiAk e Tacite, poìsete imiibui:
ìiestraaiente , dicendo con ^ncbezzach'io smesso
^e oé lìo {soggetito jl consìglio • Vorrai potsi
di yanta^^jb, per senrice.tanta.a ftà e al: ;Sig;
Pavkio , quanto a quel: Mbiii^mo Monimsfà ^
per- cui kà tutta la stilar p :. venerazione 4 <pui
.«questa yolta coiwSènè ^iie gradiscano al atìarboóBi
solére, non potH^ido operar di yanta^io . Q^
«ta lettera ^tiafrcaso. di ^^ e non la.xoina^
sitcate a persona^ non-piacebdcsni c(ie irada)iJÌ3;L
rgiro> come potrebbe^ in casO'che ^ la jkscia-
5te n$dreodi inano . Sarà a sufficienza ^che in
buona forma: ne dichiate il 'contenuto • i.
Vengo : al punto, «della pomizia G^a^ ictenu
avete rìinandirta. Non. jicv.jnai inyptejgato meglio
il mio danaro)^ come ndla suddetta $ poicbè 4a
lei pai jè praveouto . il; -piacere e^l vantatici 4^
«ricevere ^nà si^^iotu e sì sairia lèttera , peonie
la vostra . Ella per : me ^ vale un tesoro V avei|-
idomi fatto aprir gli* occhi sopca iQoltecose> con
% la
4*<J i i^r ^ à k à Si '
ia scorta delle quali saprò in avvenir regcdaf^
mi • Sonò tanto perso^tsd della falsità della tn^
da^ia» die avrei scnipòld di darla par budasr a
ctì tale bredéndola j nie la rieetca ,' e 1116 ne
èfiBisds un prezzo maggior del costo 4 £;d dl^in- ^
ganherò del iód parére col fondamento del vo^
sào; e :^e .€iè nonostante la vdtti dappoi; non
ftvrò riguardo di . datigliela i pdiehè dorrete capere ^
jbhe qui si |iagaiio assai bene da alciintle medsr- ^
•glie anche false s in mancanza tleUieèuòne; pur- )
chi sienò teita fstra ; pensando egiitf o in tal rhodo
di ciempire i - vaedi , e di perfezionare la serie •
All' annco poi j da cui con boema fede Tboavu^ ^
ta >i]on abbiate ddbbkf , eh' io^iàai ne scrìva : ma stat^
iSDmqii nella {olitatindiffeterii^; IhureUè gli fao ri^
maùditetahre medaglie 5 con le quali pensava £
"j^cTfflft gàbbafela iitebatodi volta , si è vergognato
di pia scrivermi i ed io piccóne dito; C^i^chè non
9'éémào di avere le medagHe Zane duplicate > las^
pristino di più ragidhariie . Se col Marchese Maf-
£sì;}.rui ora sol^ è tenuto in pensieri di racccf-
gjlier' simili antiobità ; non riesce di accordarsi
per ife medaglie del fu Ambrogio Franco; e avcn
paresse^ che TiBqaisto'ne fios^ onesto per chi
vende, e par chi cotepca; io vi: applicherei vo-
lentieri anche a tutte. Mi rimetterò sempre al
vcmro giudicio. Di metallo io non ne. ho : on-
de direi un qualche {principio con le migliori ;
che ili tanto numero conterrà pure che ve tie
siem> parecchie; Qfiaiidc> poi non lo stimaste a
proposto, separate dà qudle di brónzo V altte
d' 0x0 e d' argento , e di quéste fermate il pres*
zo
M per «e col Sig. ^uonayetitura MineUl ^ il.
quale è anche mia amico» e si sqvyeirriì: ^cil^»
mente ciò cbc feci per ìut, pec fai^g^i avere' il
governo 4^^ Dogana di Mare, quando ne^feci
ikxpnzia» e lui ebbi p^ successore • Serdonate**-
mi il lungo fastidio die vi recq • Vi ringrasiq
d^la buona accoglienza da voi f^a al mioEu^
ctsjtjso*; e.pcr £oe col più vivq affetto mfdicttm
5 6i^. Ai Sii* Antonio Fkilùnini.^ JBaéttKSf
HO spedita idtimamente a mb fratèllo al?
quanti esemplari della mia Anésoadca^ ,
dtterde^ quali gli ho data la commissione di far
tenere a vm^aeciocchè poscia delFuno di essi
i^cciate parte* coni sicura occasione per Guastai^*
la al fiig. Pégolotti » che riverirete in mio no-
me • V altro è gii vostro > ma non 'ardisco di
pregarvi che gettiate nella lettura di esso quel'
tsmpPt di^ i^pdte si bene^appto^ttarvi neir^
ore; che vi Hiii^gonQ libei;e. Eccovi il disegno
di un' uccello stravagante uc^ciso ultimammte in-
uno di questi sobborghi « veduto anche da. mp >'
ed jKCcede^ della- pietà la grandezza ordinarla
di 'un Gorv0 •; Son. certo , cte/se foste^ stato qui,.
la jcurio^tà vi avtei>be spitm»' a vederlo • Il no-
ttirp Macssbese Maffei ha veduti^' , raccòlte , ed
esaminate in&iite. cose dell'antichità . Ha mpl^
te idee tutte vaste: or su V una, or su T altra
si ferma» pia> lo ^ c;osi ^pessp» che dyfblto chf.
alla
^a^ gaònDti SB^ ; peCi tevmmarfie oioerMa ^ Hi
caiigìatGì. di iiuB$iiBa:> Da ìpcum aoai m.. degnava
^ iteppor». di tigdttéanc i 4ltd^ étì\ libd y che u.
scmuM edntta i^suoi sctitiLi: adesfid gli diana
ùààdkà aaicbe le aaasche ,; a imòì p^Ii^le per
àcia: sf* mqoièu i s' iiksòUoidsce*) e pmìe il teni«
po^' é> finire dii rovitiaie iai sita per ialutot . pec«»
coQsisteiitc iafaale l Oltsrè; ;i. cimti àqot disapgiù
sonò sì vasti, cHé la borsa di uri privató non
à bacante a.^ieggesae» V knniMsa s{fesa> e pbchl"
sono' id oggi i Princìpi j che si curino' di stipen-
diacci' ^rak^gbÌBiaU Bo imtesdl con sdinind pia*
cere il risanamento del liostro Burgos : Caritinsi
iàd iX.léàQi e si :cekbi:ina spettacoli festivi al
suaEsculapio liberatóre . (^i^o il SÌg: Abata
'ò>ntii. lictei è polca fortsoatòr nelle iue^ spernui
zo,* ejneUQ ^e preteiuuòófl , tànbo pia/ lo èista^*
ta MorisigiT, Suareà>^ che j. cosi ia i>Jàeve tém^ ^
e ifli «ccMÌ Dtescà ró ha dm^gakèt il [bei Vesco-
vado. di..Feltce^a Cbé contento per Monsigtior di
Ceneda. u«i ùc^i . iik. cuii giótkL js vantaggio ri«
dondsL là dignità del nipote.. ! Macoedìi.. mattiaa
snl^ÒÉ dd gioctùi e partita di qnp 3f àmabiiissiw
rvà «jQtfQ Sig. Conte BuazaccaiDki alla volti di
Praga y dove non si tcatjtercà che tre ò quatltfo
gicurni* ^Di là pass€|^à,à vedere^ la Corte d££lres^
day la fie»rdi Lipsia)^ e. quinidr la Città di Ber-*
ìiooi e .un'allM jbuon tratto deila Laniagna^con
^liino timhito di esser—poi qui èi . riltìmo il
giorno • 4* di N'ovembre in., cui sarà spettatore
della tna^nifica Opera che si va allestendo nel
Ipran Teanso di Corte per soh&iniaaxc il glorio-
so
À P ? f Tr;05ii.r<i: ? « Jf ài ^^^
$6 fifvnf 44 mia .Ajiagustp I^roqi; . Oiiesta im!
5aiià . pili : seii$ii)U^ i quaofip 4l J4 , a: pòcii^ «toim
iti^ dM^ uà tenero, <ibt^»ccii<^eai:< per r)tOEMiK
^Ci *U*-j patria edj^i^cfttjjQ/cbi) d^^; cbo
CwÈ9ii.,^ye « é fottìi . distìotameiiW Wlaiìèt.^
stilile f Spiabeml w^rM iHiitosciutQj^.tafdi;,^»
in avv«ì«e lo aoi^iriò» wich' io vivai* : Voi iioii:
ini direte- die esageri -» ppiqlic Utt $ep*U[i, che»
dico as^ai nìenp del y^p^ U rubiitta 5ig; Ijìikh
lìtp saluta VOI canaiii^te » «i (ulti di.yo^tm ca-.
sai P.IÌ siiiiiUsiì^nt^ iat^lnù.gi'àzià cUpòttaii^ imieà
piùi cordici 94uti;:. Sta, boMji d ttoi^ 6> disordini
ni; Npn mi levate Ut»», pai^teì del/meritóii.^cbt.
credere; qUistfa qMeraas&kie ;. inipot^ns^ % ilUiiyniiK
umii-cofA^ vi aimt9 é.assifttjrattvicbe itoad^^.à
saj;à(i»e9ipr« . ; • ^ t *
i ... . , Fipm^ ajN Smmkni ii%4à
N[ìmi Qon maggióinfitìté ipi^obUigft «hmK
pur con lei k «tfèlte^lq^pti di! io: m^ers^
fa^to ,41, UQ, peri^eijiifli.tftifixizloi: «0 «laiii il -foiM
^cr^tiplcì.<;^ im, faiiiaifeci fidi' annoo i;à<i»>a lei»»
t«!fA .4«i , 1 6^:4^ coerente t . Qiiùx^M. <s$ai P i»
g,lu$li^à.chei.eUii «ili/ìki col ciadémi e\cai motk
cesarmi, colpevole di.ùti^ passano ^:tk' ib «Mt
cpnoscQ^ No* Minuiikiaiiiaia Sigooc teid # ob'i»
non
bojaat i^ovato» fiè..4ni aedcy^ipue tfinuii
ojvartii bva pissiocfe <^1' o^^ la questo c^n^
io lacinia coscienza aoi^ imi rimorde <fi aver mai
ibaacaito a quanto da me ieiig^no onestà e reli-
fioc^ei • Soaci ^tato suo amico » ed ella non bai
Voluto di* io pialo fessi: ma (ÌaHS([mc^U
pas^to ^a'kiiÈUkmiz^^nak^^ estre-
lao,. He mtà desideralo the mi si pt«spatas^
ncmvone di adotpetarmi in cosa di suo vantai
gÌQ ; e quando al mio ritomo in Germania ri*
passai per Salisburgoi^ ringraziai il Sigm (^ti-
lotti d4 nuovi favóri, ebe eisole aWcompar^^
titi nella scelta del secoi;iéàt sw Dramma ^^ e lo
pregai a c^^tiauj^gliene la protezione • Avtt^do
dipoi inteso, che ^tjuell' A* R^i^a av^ preso si<
sbluzipi^e di valérsi gU a^ini seguenti di Dram-
mi già fatti altrove , n*ebbi rìn&r^scimento a ri*
gnacc^ di lè^i , in cui svantaggi veniva eia a
fidondare. G>n eguale afiSizione e compatimen^
f o mi è gimita ora la imova della grave per*
flita fM4 da ieiv ncfla tnoite del 6x Mons. Y«s«
fovo di Erbipoli, intenqyo massimamente che ne
attendeva Uà à genwMK) soGcopso » e ne aveva
impetrato un si vantaggioso staèilimento • La Di«
vias^ Brq^yideim, la quate veglia pes tutti, $e
fei chiude uiia poita, gtiaur aprirà qualcfae al.
ara. Ccmfldiinlei, eheaba aumcaa nessuno, a
ae thamà, coBÌKdatat lQ>4oao un debole stru-
annto, aiajycneiMo iacontcoifavorevole , per me
una rilas(à«(à di coopetarri a tutia mia possa,
cade gli éflfettfe ié ocHupiavino me^o il mio
cuo»» JU aiagrazip di quaaa> mi scrive circa i
' * mìei
A V © s X a t. a 2 t n o., 4^5
miei Drammi 5 che si pensa di far vedere di ^uqn
vo su cotesti teatri : itia ie assicuro , che ni^ sap-
rebbe più caro il saperli dimenticati e negletti,
che scelti eoa altro aspetto ad una secpnda com-
parsa. Po. fine, e pii protesto . . .
434. Al P. Pier Caterino Zenp • a Fen^xJ^d.
'^enna. 39» Setumhre lyz^
Quando scrhrète al Sìg. Ab^te Conti , rive-
^ritelo a mìo nome , e ditegli che mi è
stato assai caro T intendere che conservi memo-
ria di un antico, suo servidore , il quale mai
non si scorda di lui j siccome avrà potuto In- .
tendere dal Sig. Conte Carlo Quinto, Gentiluo-
mo Vicentino, che e stato qiii i mesi passati ,
e ultimamente è ritornato a Parigi. Se quel let-
terato Francese , di cui mi scrivete, peosa di vo-
ler correggere la famosa edizione del Boccaccio
del 1527. con averla coUaJEÌonata con altre, che
se ne sono fette innanzi ^ dopo3^ prenderà dei
grossi sbagli, sapendosi quanto in qijieste siensi
preso ^i libertà gli stampatori ed i cprrettori .
Bisognerebbe , che per penderne persuasi , fosse
a lui pervenuto qualche codice pili antico e mi-
gliore dì quel del Manelli , fetto suil* originale
del medesimo autore • Staremo a vedere , se man-
derà la sua Dissertazione , e qual possesso egli
aver possa delle finezze dì nostra lingua , e con
qua! giudido e' produca quelle sue pretese corre-
zioni . Le opere di Giordano Bruno son molte ,
T^mó HI. G g ? tut-
l
4.66 t E r T E K E D i
é tutte rarissima. Non è ora solo, che sr dici
e di qua e di là dai liioQtl, che da e^ abbia^
nò il Cartesio, il I^eibnizio, ed altri rubate no9
poche idee « Il Bayle , e 1 BaiUet ne had pnv
dotta qtialche cosa: ma nessuno ex professd si
è presa 11 briga di dimostrarlo. Mi e nota To^
pera di lui intitolata La sol a hms trionfdnu i
nia solo sii l'altrui relazione. Posso peròvCavar-
fnene la curiosità col pòrtafmi nella Biblioteca
Cesarea^ dove esià si còilserva Scritta a mano,
t ìricòpiata dallo ^tànlpatò iti I^airigi nel 15-84.
Ideila medesima Libreria itailiio altre opere del
Nolano i Italiane e Latine; SoVrà i j^unti che
mi ricercate ^ io non saprei còme meglio e pia
fondatamente rispondermi » che con la testimo-
niànza ^ che', he dà Gasparo Sdoppio id Una sua
lettera scritta a Còrra^do Rtttersusio in d^ta di.
Roma a di i;?, Febbrajd dell'anno 1600* chtì è
il giorno preciso i in cui per sentenza della Sa*
era Inquisi:iFloné fu e$s4 Nolano abbruciato ia
Roma. Questa ietterà si trova a r. 64. segg.
délV ^ìla Ufteraria ex mànH/friptis erut^ at^ne
colleSia cura Burchardi Gonheìjfii Struvii Tom^ !•
FaiCicuL Y. Jenae sumptibus Bielcì^idmsijp^*S^
dove lo Scioppio dice primlecanlente così* ^
vero nùnc 0piam scriberemy hàdiern^ ipsa Mes
me instigé^^ ^ua lORDANVS BRVNVS pruder
baeresim vfpkf vidensque publice in Campò Flora»
ante Theatrwfk Ponipeii est combustHs. Io non
vi starò qui a ricJdpiai'e tutta la lettera^ che è
assai lunga: ma solone trascriverò qualche pas-
so con<Sernente la dimanda vostra, e del. Sig*
Aba-
Apòstolo ^ i li ói 4éf
Abate Conti. A e. 66* Fuit enim Branus ilU
fotria Nolanns ex regno Neaj^litano i prqfexsime
Domiùkantis : qui eum jam annis éibhinc oBode»*^
€im de iranmbdantiatione (raiioni fdmirum-i ti9^
ChfysóstamHs tuns docet i repugnanfè) duifitare ,
imo éam prorsus pugare y. & xtatim vtrgimtatem
Rt Aéariae ( ^fiam idem Chryiostonmi àmnihn
Chertéw & Ser^lnn pnrisrem éUt) vi duiitmt
vùcarè èotpisset i Genéiiam aèiù i & isthic tien^
nio Cominoratus i tandemqué quod CaLmìiir^m§m ,
qtia tamén nihilreEia moigis éfd atheismeim duciti
per ammA npti praharet ^* inde èje^us Lngdufmm y
inde f'olosfm ì hinc Parifios devenit ,- ihique ex^
trapjrdinariii^ Professerem egit i cum tfideret er^^
dinarios eegi Atistde sacri interesse • Pesied Len^
dinttm proveEhés likellum isthic edidit de fiestia
thrliun^hantei h» è^ de Pap^i quem ifeJtri (il
Rittersusio era Luteraiio) hmeris causa iNfsnanf
appellare sùlent i Inde Finèmbergam aàiit^ iiiqiU
pnblice pirofessus est biennitm^i nt f alter • Hine
Pragam delatus UhioH édit de imìnenso 8C infi-
nito ^ itemque de innumefabilibus (si tituterum
sai teSh meminii ifUm lihres ipsos Pragae ha^
bui ) & rursùs aiinm de utnbrìs 8c ideis i. in qfd^
bus. herrendd &c. Gontixluandot a dare in ti^tretp-
tir r empie eceste é bestemmie t^gistrate nei li-
bri del Bruna. A è. 68. Prag^ BrunsmgAM &
tìelmstadium^ pffevenitf^ & ibi aliquandiu prefes^^
sus dioitw* 4 Inde Francofurtum librum editnrus
abiitj tatidefnque PTenenis iti tnquisitionis manue^
pervenite ubi din satis Cnm fuisset ^ Romana mis^-
SHS ejt^ tifi saepius a S» Officio, quei vacanp ,
G § ;^ /n-
4^jS Eette&e.oi
/nquisitionis exéoninatus , & 4 summis Theohgi^^
fiùnviSlus y modo qHadragint4 dies ohpinui^ , quibus
deliheraret , modo promisi f paiiìtodiam , modo de-;
nuo suas nugas defendit , m^do alios quadragima
4iei impetrdviti sfd tandem nihil egit aliud ^ nisi
ut Pontificcm & Inquisitionem deluderet . Fere
. igitur ètiennio post quam hic in InqHisitionem'dcr
vemt , nupéta die nona FeiruaKÌi in supremi In-f
qtdfitoris Baldtioy pi^aesentibus lUustrissimis Car-r
dinalilms S. Officii Inquisitionis ( qui & senio ^
i^ rerum usu , & tbealogiae jurisque scientia re-
liquis praestMt ) & consultorihus theologis y &-
jaeeuiari magistratu , Frhis GuhernMore , fuit Bru-
nus ille in locum Inquisitionis introduEku^y iii-r
^U€ genihus flexis -sententiam eontra fé pronun^
eiari audiit * £a autem fuit hujusmodi • Narrata
fuit òfHs vita , studisi , & dogmat0 , & qualem
Juquisitio diligentiam in convertendo ilio , &frA
teme munendo adl^ibuerit ^ qualemque ille pertina^
oiam & impietatem ^stenderit : inde eum DpGR A-
DARVNT, ut dicimus 3 prorsusque excomm^ni-
earunt y & saeculari magistratui eum tradiderunt
puniendum 9 rogante s ut quam clementissime ^ é^-
sint sanguini:S effusione puniretur • tìaec eum ita
essent peralléy nihil ille respondit aliud , nisimir
naèiundus : Afajori forsan eum tifuone sententiam
in me fertis , quam ego accipiam» Sic a liBori-^
bus Gubernatàris in carcerem deduiius ^ iàique as-
siduo ^asservatus fuit y si vpl nane errore s suos
^ revocare vellct ; sed frustra • tìodie igitur ad rch
gun^^ sive pyram deduQus-y eum Satvatoris Cru^
e^fixi imago ei jam fnpritnro o^cttdfrctur 9 torm
pm
idi» vhUh asperndtùs rejecir ^ ncque uinUdtitf
mUere fcriity irenunciatùrus ^ credo ^ in retiquih
ilHsy quos finxu mUndu i quefUm pdSe hominem
Hasphemi & impli d'Rémknii tremori seUésnt •
Da tutto questo si raccoglie > che il Bruno fìi
. Domenicano y e che vivo fu 'abbruciata in Roma
tiòn per altro ^ che per cagicn di eresia^ cofft*
vinto dà' suoi libri, e dalla sua bocca medesU
ma. Chi potesse vedere i libri del S. Officio »
ove sta registrato il di lui processole disseppèUf»
rebhene fuori molte cose recòndite^ e forse tm
esse qualche riscontra ne trarrebbe del|a str^ta
Intelligenza di lui tol Cav^ Sidfieo , per còrriàK
bare il sospetto del Sig. Abate Conti; Per al-
tro di cotesta sua còngbiettura non mi sòvviede
di avef niai letto scrittóre che la soffiragbr. Po^
trei allegarvi altre testimonianze intorno al fra-
tismò del Bruno ^ negato i o messo in dubbio
dall' Echard ^ a' suoi 'scritti 4 e alla sua molte \
ma dubito che anche il già detto sia sòverdno ;
Onde passo ad altro « Il Cav. Busi alcuni anni
iòiio fu sfrattafò di qui per supremo òomando .«
lo non ne so le precise ragioni, e non voglio
merle, ^gli è verissimo, che ultimamente à
mòrto un suo zio, il quale ha lasciata una fa«
€olti di 150. mila fiorini: tna pagati i debiti ^
e soddisfatti i legati pii ^ <lavrà il Residuo divi*
derst in noVe partii una delle quali tocda A
suddetto nipote del defunto^ e non arriverà a
.r2*tniia fiorini; Tanto mi è stato assicurato da
persóna^ che può saperne 21 vero^ essendo uno
degli esectttori tevtamentarj . U P« Giorgio Tom«
49» . L t T T X i. B p r
Jainvìlle^ Priore del GmveDto CoUei^ale
Ae^PK DoiQeoicaoi delia contrada (de la Riie)
idi S* Jacopo di Parigi^ £ace e recitò l'orazione
Jadna funerale In lode del P. Natale Alessan-
dri^ della imi morte ^ià vi scrissi. Da questa
Orazione si ha che esso Padre morì li XXL
'Agosto su la ;nezq^a notte, orando co' suoi Ite-
^ iigiosi^ dopo pssece stato parificato dal sacra*
mento della penitenza, e dopo aver pcevuta 1'
^estrema unzione, d'anni 8é. di vita, e 68. di
' i^fesstotie. Prese jl' abito, e fecei suoi voti nel
I convento di Rohan. fu onorato della berretta
l Ài Dottpre della Facoltà della Sorbona nel sud-
I 4Ìetto convento di S. Jacopo di Parigi, alla cyi
^gliuolanza fa associato ^ jFa Priore di esso Con>
evento , ^ anche Pripr Proviaciale dell* Isola dì
Francia • Pubblicò yarie opere e più ne avrebbe
pubblicate, se la cecità sopravvenutagli quindici
^nni avanti lasi^a piprtenon gliene avesse stur«-
Ibato il lavoro..
.635. uil medc/ip$o. ^ yjfneziaf
yiennA 14. Qttàbre l^^^
HO avuto analmente dal mio legatore il ttt-
zo e *][ quarto tomo della raccòlta ìstorica
di Milano^ e subito per servirvi ho preso per
mano il terzo, dove a À 423. ho osservato il
Trattato 4i Arnolfo Arcidiacono di Séez , e poi
Vescovo <fr,iisieur, che i raccoglitori dicono
^ jS^oviinsh in jQogo àiJLcjfovi^nsis , tanto in quel
Juo*
Apòstolo Z t v q ^ 47 j
itóo^o , quanto negl'Indici, dove lo riferr$conQ,
Dal titolo d' esso mi venne sùbito in mente ,
che queU' opuscolo era gii sta.to impresso dal P.
Luca d" Achery , Monaco della Congregazione di
S. Mauro nel tomo II. dd suo Spicilegio a e.
33 tf. ddia prima edià?ìoi)e, è posto a r. 152^ del
tomo primo ddla seconda , ]^gHnq V han sicura-
mente creduto inèdito : poiché altrimenti àvrebbonb
corìrettp il suddetto errore del titolo ^ e inoltre cof-
lazionando T esemplare Che avevano Ms. con 1'
impresso xie^o Spicilegio , tolto da un Codice
tii un móhastcro benedettino di trancia , avreb-
t)tnio avuto modo di ristamparlq più emendato
in molti luoghi 5 siccome osserva^ là diversità
dell'uno dall'altro in tre o quattro j[i^ghi del
solo proemio che né fa Arnolfo , il quale lo scris^
$e ili ttalia, dóvb sì eira portato per impararvi
la giurisprudenza, a Gaufrido Vescovo Carnuten-
se i( di Chartres ) y Legato in Francia di Papà
Innocenzìo IL II detto Arnolfo fu fratello di
Giovanni Vescovo di Seèz , il quale gli premo-
rì . Fu am^co di S. Bernardo , che dì lui parla
con lode ndr Epistole CCXlVlì. e CCCXLVIII.
giusta }* e4Ì2ÌQne NJabilloniana , dove potrete cer-
carne , Pegli stutòri che ne parlano , "Ìtiu rimetto
a quanto gii vè ne scrissi» Nei sopraddetto ter-
feo tomo della raccolta' Milaiiese à e. ^/^i.tsei.
Sta Imprèssa la Vita di Papa Alessandro llL fi-
fcopiata dal Codice di Niccolò Cardinale d' Ara-
gona. In fine dei. libro iiititòlato Concorda in*
fer Àlckandruni ÌÌL sutnmHm Pohtificém ^ &Fri-
dericunt I. Imperatùrèm cóhftrm'kti nArrktio ecc.
G g 4 deir
^7^ LlTTE^lEBI
dèir Abate felice Contelori y Custode della li-
breria Vaticana 3 impresso Pàrisiis àp«d Diony*
4Ìum de U N0uey via Jfac^hd, sub signo ìmminis
JesH M.DCXXXIL in fd. sta impressa ^ Vita
di Alessandro III. presa da un antico Codice *
Non so se questa sia la stessa con l'altra. Ve
ne potrete assicurare facendone il riscontro > Io
non ho il librò del Conteìori» che però misa*
rebbe caro di avere. Può essere che lo abbiate
ideila Libreria del Convento? ma in ogni caso
jpotféte vederlo presso il N* V. Bartolommeo
Morà« che con tal odcaslone riverirete per mia
pa^tó : e certificato che ne siate > datene cohto
al pubblicò i quando Ìò stimiate opportuno; Non
saprei rimettere a suo luogo questo tòmo senza
^confidarvi una cosa '» che mi ha sorpreso . Era
]txella librerìa del q. Gio: Cariò (Srimahi un pre-
gevole Codice in foglio in carta pecora, digiu'-
sta mole, e scritto nel secolo XIIL il quale
conteneva le Vite di alcuni ?api , corainciando
dalla Vita di Leone IX. e terminando eòa quella'
di Gregorro IX. Era il suo titolo: Gesta Papa-
rum vmissa in Chronicis • Era nel Codice^ ^ il
imi sóvvieàé che era senza alcuna coperta > premés*
so alla dette Vite Pontificie Un opuscolo di po-
che pajgine^ e di tutt' altra materia^ Intitolato ^
siccóme ne feci memoria, quando la prima vol-r
ta lo vidi : Likellus de pratservàtiùne ak epydi^
miai iompilàtHS per Maginrum MaynimieMéy-
nefiis de Àiediolano Phiìòsoptuae JPhysicaeque ar»
tiùm prcfeisorem , anno fiomini XICCLX. lì co*
miiiciamento si e : Simile est opus : e ì fine :
^ A P;« S T o i O Z B N o^ 473*
^lorid inestimahilu. Ora quando io fui ultiioa*^
mente in Venezia > usai ogni diligenza in tssz
libreria Grimani per ritrovare il sikldetto Codi-*
cev non senza, speranza ^ di farne acquistò i sic-
come mi riusci di qualcbe altro. Non mi af(dò
fatto, di ritrovarlo » per quanto ne ricercassi; e
non senza, mio grave rincrescimento ora credo
essermi chiarito della mia inutil ricerca • Osser*
vatene il motivo a e. 274. di quel terzo tonip^
dove scorgerete citato e, descritto un si fatto Co-
dice con le medesime circostanze, passato nella
Libreria Estense , per qual via non so é ó più
tòsto non vo saperlo. Q^i si diceche T opusco-
lo del Mainerio fu compilato nel MGCCl^X; ed
Io notai MCCLX* Può essére che io abbia tìras^
critto malamente : ma parmi che . la Scrittura del
Codice fosse anzi del XIIL che -del XIV* secolo ; e le
ùltime Vite dei Papi , che vi sono comprese , essendo
anzi di quel ,. che di questo > può essere, che lo
sbaglia non sia dal mio canto • M^ ciò poco
impòrta i Tenete ìik voi la notizia che vi *confl-
do ; Sono curioso di intendere ^ che mai vi sari
risposto daMons. Fontanini sopra i' due Arnolfi
istorici Milanesi : ma credo che abbia torto , e
t\x€ 2hhìdL equivocat dai due Landolfiai due Ar«
noifi. La cosa però »Kin meritava, che il Mu«
ratori ne facesse ir "^^ quella sua prefazione tanto
schiamazzo: ma il^^iogo gli è caduto in accon-
cio per dir male del suo avversario 5 da cui 2^
itato si fieramente . .^ato • Addio di cuore *
4^4 JL E T t E Jt i p t
«36. jM medesimo, «f VèntziéL.
t^ìtHnìi 4* Novembre 17^4,
OGgi è •! ^iojmb ftstivt> di S. Carlo . Oggi
si tolenni2za coti ^ala il fìotne dell' Au«
-^ste PAdriMè • Oggi $i fa la prima recita del
mio Dr^tiHnà • Oggi succintamente rispondo alla
iro&tra lette!!r^» la quale pe^r il dubbio della vo-
sirat salute mi trova ancora pien «di travaglio è
'tiaiotes di cui però ho speranza cjbe ìnitrarran-
•fk) gli avvisi, ch'oggi hii^iori ne attendo. Per
l'ai&re del Sìg. Yblpi io miadoprefò da amico,
jottd* egli né rèsti consolato e servito : ma biso-
gna che attenda la venuta del $ig. Conte » e che
ipTMda pa'oira) in cui |o yegga sano e d^buon
Wiott^ Le gratie si ottengono ìq ^n tempo, che
fissilmente ^i ti ricusano in un altro . In ciò qonsi-
istt principalmente V atte e '1 ^iudicib di ^\\i Ha '1
^voré dei grandi. U tomenlo del jgoccaccio so-
lata patite sarà un' opera per più motivi applau-
iita ^ pubblito , e '1 Sig. Cavalier Manpi ne
tVBa ^ii gran merito presso tutti . Ma il &tto
jBta , the ini JNfapoJi lo Stampino bene e corretta*
joié&te. Jba maggior parte dei saccenti correttori
teoderni vogì^ònp aggipstar?^ V ortografia degli
Hfttichi a }or fantasia, e qt^ndo incontrano una
lK>c6, che non è di loro iptelligenza, o dì lo-
to gusto , e iphe lor «embra troppo rancida e vie-
ta, ne sostituiscono un'altri tutta alU moda >
e spesso anche contraria al sentimento del vec*
"* • chio
f
^i0 tutore;» Fo fine sàlutafido ttttti, % in pa^
ticoiare la Sig. MstAre e le Sorelle . yi àbbra^^
,cto con un tenerissimo àiddio.
* 657. s^/ «T/^» C^m^nico Péiòlù'Gffiglim'M m
fi Brescia .
^ P^enna 11. N&vtmbré 1^2^
HO differito finora di rispondere alla vostri^
lettera, poiché sono stato in attetizione
<ii ricevere il vostro Libro che T altro jéri sola-
mente ^ giunse . Io r ho letto da capo k pie*-
4di> e tutto, per cosi dire, ad un fiate, te coti
tanto di piacere f, di frutto , che nòli saprei ai>>
bastanza significarcelo. jL*ho trova^to in tutti %
liumeri ottimo , giudicioso , elegante 3 pieno di ^òàk
^critica , di peregrina ^erudiaipne , e di purgata
dicitura, e tale in somma, che fa onore a voi '^
alla vostra patria , ed al vostro jistesto Avv^r*-
sarloi se pur tale mi e lecito di chiamare chi
lodate .e grattate da amico. Ma jma Cosi bdf
Òpera meritava di portare in fronte un nom^
più illustre . La vostra generosa amicizia ha vo-
luto onorarne il mio , e farmi parte di ^quella
gloria ;> <che per essa a voi ^oprabbphda • Comò
riconoscerò io un tanto beneficio , che mi fari
vivere nella memoria dtf secoli ? Confesso il yt^
ro , che la moderazione dell' animo mio ^ per
quanto grapde ella siasi, pon sa .difendefnri dà
un interno compiacimento , imassimanMite pol-
ire avete trovato modo > che venga il mondo a c^
»o-
\ ^ ; ^ \ ì
47< t i r r % t^ n t^ i
.ttoscerc f quanto io vi ami^e quanto tàiàtìiAté
da voi* Ho cominciato a far p^rte agli amici let«
iefati delle molte copie, delle quali vi è pia*^
ciato ton tanta generosità farmi dono. Mi farò
on^re di pt^en(ariie alcuna 01* Augustissima mio
I^adrone, di cui in po^be parole avete fatto un
pieno panegirico , qual altri V avrebbe diffidi-
m^te m l^mgo ragionamento potuto fare i £gli
ha deUa stima per voi^ e sono certo, che que-
8ta nella lettura .del nupvo libro ^i si accrescerà
inaggioi^naente * Tempo fa nii sovviene , che égli
parl^andomi dell' qpinione d^l nostfo Marchese
>faffei interno alle metropoli , dissemi espressa-
mente, OfiS NOK POTEVA BNTRARE NEL DI LVÌ
PENTIMENTO é NON MENO CHE INTOR]tlO A Qj/£L-
LO CHS tO STESSO HE HA SCRITTO 50PKA DEI
tULMiNi • Staremo a vedere che cosa potrà P amico
xispcmdervi in difesa della si^a Ricefrca . Il vo*-
stro .sistema, è ^ a mio giu^icio i si chiaro ì si
certo, e sì bene p]:0vato, che non patisce otiiu^'
na o almeno assai debole contraddizione • Può
essere che ad alcuno dia un poco di fastidio 1'
%aver voi fatta entrare tra le famiglie antiche V
Aviola s mentre pare che questo sia più tosto
un cognome odagnome, non già gentilizio, fnt
comune a molte famiglie , come all' jicUia , alla
CMinUy alla Siliat e ad altrui ma eia nulla
pregiudica al vostro proposito. Non vi avrei àc«
cennatà questa piccicda osservazione ) ma V ho
fatto per ubbidirvi , giacché mi avete ricercato
,di avanzarvi cpn sincerità il mio giudicio • Ho
.piacere che nel yenm:o GlorffdU ^ ove si darà b
con-
Apostolo Zeno. 47^
i (contifiuazion^ dell'articolo di S. Géi^denz4o^ si
I fionda alle sciocche opposizioni dei Qiornélisti
I M Lipsia^ a' quali m verun modo non si dee
; far buono un sì fatto ardire . In que} ìJ\,s. de|
[ viaggi e negoziati del fiairaoso Vescoyp Alto-
bello Averoldo si conterranno certamente isto^
riche ed eccellenti notizie , essendo egli statp
Prelato di gran mente, e in tempi e affari dif-
^cili adoperato. Jeri ho avuta la ' grata novella «
jche il mio amatissimo P. Pauli avrà nel rven-
turo anno ia seconda volta P onore di venire a
predicare l'Avvento, e*l Qiiairesimale nella Ca-
jpella Cesarea , e questa sera gitene avanzo P
avviso. Ninna cosa mi è di maggior godimen*
to, che l'occasione di fax del bène e di servire
agli amici , fra i quali tenendo voi un posto così
distinto , ' ben potete credere , che fioin potrete
giamjnai farmi maggior favore^ che quello di
valermi di me ad ogn' incontro, ove io possa
^operarmi in sostxq sei^igio^^ec...»*
:^ine del Tnno T^rxj ^
TA-
47*
T A V Ò t A
2>e^ éògnonu di cotorò à* quali fona
ixidìxìitAtd le Lettere! del
Terzo! Volume^
Archìsitò Cacio» Pag. 31^8.
éadoarq Macco • Pag. S^n.
Saldila Cipi Fcsmcesco* fagf, 3^17% 41 fi^
Bergali Luis^^ Pag* ^9^9* 45 4(.
Berti Alessatìdrò Pompeo. Page n,j.
Bini Abi Giuseppe. -P^. 61* 7^ laj. 295.
Copiajcd Andreas P^^. 3,. 13^ ;,é^ 47. 4^. 56.
^8. 6,7. i9,, ^7. 8^ sk^
t^Jm 3,3,5. Ì4Ì. ^65vi{ 270»
1.W* 2,pv 315- 5^3^ 3;3jS^*
4^6* 4ii* 323. 446^ 447.
Fodtànini Mpp^* Giosto.^ i'4iff. tsr*
Foscati Alvise < Page 63.
Gagliardi danònico Paolo. Pag. 1%^ 69* izj*
249. 288.' 366. 443. 47'5.
de' Giannini Francesco^ Pag. 229^
frisoni Francesco. /'4|;. 358. 41 9^
Lalli Dometiicct. Pag. 4^^.
Marcello Alessandro. Pag. I58.
Marmi Cavaliere Antònfraiicesco ^ Pdg»^!* 122.
217* 254^ ±94-
Morosini Cavaliere Gio: Prancescd* Pag. 2<3.
Muratori Lodovico Antonio. Pag* 207. 247.
305. 340. 363. 421. 434.
Pan^ ,
U3V
199'
aoi«
271.
2f9*
2^3.
3+3-
380*
387-
Pandolfioi Pandolfò.' P4Ì' ^tS^
Patarol Locenzo • P^g* 6o. 42:5. 4^8;
Poleni Marchese Giov^oni. P4t 45* 307* i%fé
^ 355- 414^ +30^ 449- , ;
Rècanatl Gioi Battuta. P4Ì- 6^ léii
de É.ubeis P. Berna^d$]b« <P4!& 4i« )7«<i
di Savailà Sig« Conte • Pag. 96. L}7«
Scheridd NÌichele; P^f* 36^* J7tf.
Vallisnieri Antonio. ^4^. 23. 41. 50^ rij;. Ij^i
135. 160^ 16$. i8^. ^pj; ao»^ :jn. 21V
323; 273: 304. 312; 3,27; 33I, i^6f 5.8,2^
408* 427. 453. 4^1.
Volpi Giannàììtonio 2 Pag. 26* Ì37. 2 5; 2»
Zeno P. Pier Caterino. P^f0 9^1^ ^S* ^Ì^^Sk
35. ^8. 54; ^^i $4^ 74f 7^' 9p* 83* ^A9I«
109* in; 117. jJi9i» 1ì6a* ^67; i68i. IìTIì.
187. 189; 197; 205; 2X2. 221.^ 22*5. 2*39»
^Ì9* i43« ^59; 2&Éi 275; 276. 280Ì 2^4.
296. 30K 316. 320. 334. 344^ 345. 349«,
35^- 354^ i6S. 374^ 378- 385-* Ì9l*, 39lS<
Ì99* 410. 429^ 450- 4«Ì- 470- 474-.
NOMI
NO^I dei Sìgg. Associati che si ascristero in
questo Terzo Tomo.
Arigoni Rdo. Sig. Don Giuseppe •
^anderini Illoioy Sig. Marco • '
• Beltrame Rdo. Sig. D. Angelo. i
Buffetti Illmo. Sig. Qio. Battiità. ;
Buffoni ^g. Alberto .
C!availief Sig. Andrea qu; Giuseppe ^ ^
Carminati Rmo. P. Rinaldo .
Cortesi Antonio di Maceratta *
Dandolo N. U. i. Mattio .
Drandi Sig. Luigi.
Btno N, H. i. Lunardo .
Fabri^j «Imo. Sig. Daniel Med. Fis. i
Qilbtan^ lUmo. Sig*. Giacomo n <
Gritti N« H. i. Zuanne.
Guiitrnieri Ottoni il Nobil Uomo . ,
Il Sig. Co; Aurelio Patrizio Osimano .
Lpc^tel|i Francesce di Bergamo .
Miller Sig. Francesco. .
Molìn^ri Sig. 6io: Battista . a
Paulini Illmo. Sig. Antonio.
piazza Rdo. Sig. Don (^iovairnf •
Pisani N. H. i. Paulo di JV|r. 2orri P*oc€nra*>r
di S. Marco,
polita Sig. Spirìdion .
de Rassetti lllmo. Sig, Gii^seppe ^ '
Svagier Sig. Aniadep.
Spadon Sig. Qiovanni,
Vfdali Sig. Antonio .
Zuccbi^ti ^4ot Sig. Don Domenico.
f£B 1- 1950