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Full text of "Delle cose che vengono portate dall'Indie Occidentali pertinenti all'uso della medicina /raccolte & trattate dal Dottor Nicolo? Monardes .. ? novamente recata dalla Spagnola nella nostra lingua Italiana ? dove ancho si tratta de' Veneni, & della lor cura."

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CHE VENGONO 
portate dall °Indie Occidentali 
pertinenti all'vfo della 


MEDICINA. . 


| Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotò 
MonaRDES, Medico in Siuiglia, 


PARTE PRIMA. 


na recata dalla Spagnola nella noftra 
ci Ta Italiana . 


; Si uno de’ Capi principali; l’altro delle ola 
pu rilenanti, che fi ritronano i tutta l'opera. 


oro. Si OSSERVAND. 


“fi S. ANDREA CONTARINI, | 


pf del Claùi 6 M. set. 


» Pelle ii To 
tuttavia nel mio 


di "giouare a gli ea 
I diga b- che = 7 


‘car vnia brene; &chiara hifto- 
tia di molte cofe Medicinali,le 
uali fono à quefti tempi por- 
tate dalle Indie Occidentali | in 
Furopa.5 feritta nori è molto 
- dal D'. Nic. Monatdes Medico 
di Siuiglia in lingua Spagno- 
la,& nouaméte recata da quel- 
- Ta nella noftra lingua Italiana. 
Et perche fo quato V.S. clarifsi. 
| piena d'ogni virtù, fi diletti di 
intendere le cofe noue, che ci 
gon ei parti,mafli- 
an lo feco 1 tanti. 


minis& contre a qua- 
-. tofiail mio obligoconeffalei, 
& con tutta la Illuftre fua cafa;. 

ho 


ho propofto di mandarla fuori 
fotto la protettione del {uo no- 
mehonorato,fi per fauorirnele 
miefatiches & fi perdarle qual 
che intertenimeto diletteuole, 
quando ella fi troua libera dal 
la cura de'fuorclienu;&fi an- 
chora perche quefto le fia co- 
me vn piccol fegno del grato 
animo mio.Qui di Gome èdo+ 
rifere,di Liquori,di Ballamo,di 
Herbe,d'Arbori,di Frutri,drPie 
are, &aleri Minerali falutiferi &i 
- ragiona. Qui della Zarzapari- 
glia, del Guaiaco, & del Legno 
| Santo, & del modo,chefi hans £ 
no da vfare fi tratta. ua della 
radice del Mechioacha, & qua I 


 baScorzonera.Douefi veggo= 


O a 
SRI ATE 


. coldiletto poffono recare vniai 


talia gioucuoleMedicina ano 
ftri. corpi, & come fi dee pren- 


dere,fi fa palefe. Qui finalmen- 


te cò dotte ragioni & cò bella 
via fi difcorre intorno à vene- 
ni,& alla lor cura; & principal 
mentefopra due cofe,che è ano. 


. ftra falute la pietà di noftro S. 


Dio ci ha volutp' {coprire; cio 


> fo o laPietra Bezaar (altriméti 


ilagrima diCeruo)& l'her 


maeftramenti si i quali infieme 


incredibile beneficio à à gli È hu 
mini. 


miti. Etfor@ (sio non fpero in 
vanno) potia auenire, che V. S. 
| Clatifs.vi trowaffe ‘qualche Me- 
dicinà di tarita virtà c'haueffe 
forza di vincerla maluagità di 
quella Gorra, che co tato sdéno 
publico;e particolareindegna» 
mentela tiene oppreffa; la qual 
cola fe faccedeffe; mi ivaleteb- 
 beper vna dellemaggiori gra-. 
‘tie; che potelli ltauefe alla vita 
mià. Aleinon mancàl'orna= 
| mento dell’ illuftrézza del fan- 
— giiefuo,petcio che chi fentefo. 
 lamenteil nome della fua fami 
slia,chi confidera ilvalore &la 
bontà cofi defuoi Clarifs. pro- 
penitori; comede fuoi fratelli. 
* 4 ado- 3 


à 


adoprati tutti ne più graui ma-, 
neggi di quefta Seren. Repub. 
con grandiflima lorlaude; affai) 
bene conofce, quanto ella deb-, 
ba di cio allegrarfi. Delle fue. 


proprie virtù poi, della integri-, 
tà, &c dell’eloquentia fi ua,laqua, 
leella adopra cofi magnanima, 


mente a difefa della facultà, &. 
della vita de gli huomini; non 


go i tratto circon ui icino;che più: 


che s'ellafuffe ftata accompa- 
gnata 


alcunoin Venetia,ne perlun-, 


fia conceffo di poter. 
Wiplicasi al ese in parole, 
La Naturasancho l'haucua or-. 
nata di cofigenerofa prefentia,!. 


è 


gnata da fanità turt’ilcorfo del 
la (ua vita; come fu per yn té 
po dellafua giouérùsniuna co- 
fa fi poria dire, chele mancaf- 
feper farla giungereal.colina. 
d’ognihumana felicitàMa que 
fta c pofta nelle mani del Sign. 
Dio, il quale fe haueflevoluto 
perfua pieta farmi degno, che 
le apportaifli con quefto piccol 
dono cofi gran beneficio; di 
troppo mi terrei. cato à [ua Di- 
.wina M.Voftra S. Clarifs.adun- 
‘ queaccettibenignametequefto 
| poco;ch’iole poffo dareinluo- 
go del molto, ond'io in eterno 
| fon perefferle debitore; & poi 
che altre forze non ho, fi appa- 


x ghi 


ghi della piontezzà dell'animo — 
mio;il quale fara fempre incli- 
nato ad honotarla;& ferwiila.. 

in Venetia ildi 1. di Decemb. 
DiV.S. Clariffima» | 


— .Obligatifs: Seruitori. 


. Giordano Ziletti: 


" esa 3 A n 
È "€ yes I EVE 
ri > xi 


È de: 


— Ziletti a' Lettori. 


ZE SsENDOMI perzea 
ruta alle mani lapri- 


«cai ria delle cofe Medi- 
che fi portano al prefente 
eMaondo Nono, fcritta mona- 
e nella lingua Spagnuola dal 
— D.Nicolò Monardes, Medico di 
— Siuiglia, ho deliberato di comuni 


carla con voi, tradotta nella nofira 
‘ lingua per V. beneficio, accioche le 
fatiche del detto Dottore poteffero 
giomare a piu perfoneò. Appena 
haueua v'inie ffampare la'prima 
parte, che mi fopragtunfe la fecon- 
da, con vnlibro appreffo che trat- 
ta della Neve; € del beuer frefco 
con lei; 5° 10 che non foglio man- 
| sarei alcuna cofa, ond'io pofa 
= arti; e — panndesi ho voluto 


menire come mi giung 3 
parte promeffa dall’eAuttore, di | 
faruene febito partecipi. Or perè 
che egliè amenuto, che alquante 


delle vSteffe cofe Medicinali si 6n0 


A x terze © a 


 ftate molto alterate d'alcuni;che le, 
bano ferstte nella Lingua Latina; 
ame è paruto di nò o alterarlepun 
| to, ma farleni vedere tali; quali > 
— dalproprio Auttorefonoffate de- 
È gerine; s percioche oltra che i quel 
— modo fono tronche , &5 imperfette 
in maniera; che moltoci ha da dift 
derare chicofi le lecge:ft viene an- 
chor & fare né o poca offefa all'Aut-- 
sore, il quale d queffo modo le ha 
— ©olutefcrinere, per farfiintendere 
— piuchiaramente.Et fe ad altri è 
— «venuto voglia di ridurle 4 piu bre 
© mita,poteua far di‘ meno di aggin- 
| gevua fue anhotationi; non effendo 
; effe altroperlamaggiorparte,che 
un'eftratto delle medelime cofe fcrit 


— sedall'ifiefo M onardes. lo PA 


que ho deliberato di dondrleni in- 
Here,s? non mozze s ES ffampa- 
teconquella dilicentia , che io fo- 
glio vfarein tutte le altre mie co. 
de effendo ficuro,che l'ifefo cAut- 
tore non fol non hanerà cagione di 
dolerfi di mè, ma haueri anchor 
caro di ‘vedere, che lfuo nome, eS 
la faa induftria col mekzo delle 
== fia? pe fi GA — Sonori beneficio 


d di Hingaa mn AA 


«Capi del ra libro.) 


El Anime,& Copal' » toe, Fas cap.1:chegg 

Della Tacamahaca. ©» © | \cap.ti. ch.7a. 
Della Caragna o-cap.r11:ch.10) 
Dell’oglio del fico ri. cap. 1ir1.ch.12. 
Del Bitume> cap.v.ch.14» 
Del Liquid'ambro,et del fuo oglio. cap.v 1.ch.1 5. 
Del Balfamo. -..  —. CAp.vit.ch.18. 


Dell Herba di Giouanni infante. CVI11.0h.23» 
Del Guaiacan,&y Legno) fano: cap.ix.ch.24. 
“Della China” n sape. ch.3.2» 
Della Zarzapariglia. _ CAp.xX1.ch.37. 
Della Pietra del Sangue: “© Capxii ch.4 5» 
Della Pietra del Fianco.‘ cap.xura. ch.46. 
Del Legno per mal di Renc>. cap.x1v.Ch.47. 
Del Pepe delle fndie> — cap.xv.ch.49. 
Della (afia  cap.Xv 1.ch. 50. 
elle Nocelle purgatiucò ‘cap.xVII.ch.s I. 
De e Pignoli purgatiu. —6ApxviII. ch.53. 


 cap.X1x.ch.54- 
Della Late de’ Pinipinichi cap.XX.ch. 5 5- 
Del Mechioscan cap. XX t.cD. 5 6, 
Del Solfere uiuo. "CAp.xX11.ch.74 
Del Legno aromatico. cap.xx111.ch. 79, 


| Capi delfecondo libro. 


E° veneni, & della lot cura. cap.1.ch.79» 
Della Pietra Bezaar. 


2 - CAPp.11.0h.94. 
| Dell'Herba Scorzonera. cap.111.h.133. 
s " ap ge * “ Ri € 3% 


4 


è 
e PRECARI Doe ut 
ù o sa 7 x we. 


RASTA 


SrL LE COSE, 
WGHE SI PORTANO 
— DALL'INDIE OCCIDENTALI, 


pertinenti all’vfo della Medicina. 


Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotrò 
Monarpes «AMedico di Siuiglia. 


PARTE PRIMA. 


Proemio. 


% a ELL’ANNO 1492. furono i 
x - 6, noftri Spagnoli guidati da Don- 
Njyi CarIstoFORO coLoM- 

NI Bo natio di Genoua è difco - 

; DE prir le Indie Occidentali, lequa- 

li hoggi fi chiamano Mondo Nouo; & difcopri 

tono le prime alli vndeci dì d'Ottobre dell’iftef 

fo anno;& da quel tempo fin'àèqueft hora fi fo- 
no difcoperte molte, & varie ifole, & molta 
terra fetma, cofi in quella parte, che chiama- 

* no Nota Spagna; comein quella,che chiama- 

no Perù. Doue fitrouano molte Prouinde, 

molti Regni, molte Cittadi, che tengono va- 
gij & diucrfi coftumi; nelle quali fi fono troua- 
per A te cofe 


da 


4 
MEET E ig re IR 


ente Papagali, Mone, 
Ibi), Sparauieri, Tigri; 


i, femenze, li-. 
2 Che hannogranvittu medicinale; | 
ICE hanno rrouato, & fi trovano mol- 
ti grandì effetti, cheallai eccedono di valores® 
di pregio leeote fopradette; & tanto piu,quan 
to è piu cccellent LI 


più cosellente, cpiu necelfariala fanità del 
corpo, che ibeni delle ità del 
. 30 9; A A setta 1 ie =, 


pri, pianté; her 


la fortuna, Delle quai co-- 


PR OLEMILO © 
£; possa mondo isa hauuto i nancE 


di Scio; ch nd rl Pepe i 
folamente ni sp di: Maluco;.$, mol. 
altrecofe, fono.in diuerfe parti del, 


«mondo. 3 
| ps sia fono fare conofciute : fin moftri tem 
pi. delle quali mancarono.liantichi; & il tem 
po, cheè difcopritor di gni cofa ,; a, meleha mo- 
ftrate con molto: no tro ben eficio, per. la gran 
‘necellità, che noi ne i bamenamo. Et cofi.co- 
ne per li noftri Spagnoli fi fono difcoperte no 
ue regioni, noui Regni, & noue prouincie ; cofi 
= me hanno apportato none medicine, & noui ri 
— mmedi;; co'quali fi curano, & fanano molte in- 
firmitadi , le quali fenza di loro'farebbono in 
curabili , & fenza alcun rimedio ; lequai cofe 
(benche alcamosrhabbid no titia) non fono.tut 
“tauia communiad ogn’vno.. Per quelta cagio- 
ne deliberai di trattare, &di fcriuere tuttele co- 

fe, che portano dalle noft:e Indie Occidentali, 

CALA A 2 lequali 


19° 


be 


rr ZS4 goa cer 
- Fequali feruono all’arte,&vfo della meditina; 
per rimedio de'mali,& dell’infirmità, che patia- 

- “mo. Donde non manco di vrilità,& non minor 
beneficio ne vieneà quelli de noftri tempi, cheà 
quelli,che verrà dietro di noi,a° quali io farò fta 
to il primo; & eflì da quefto principio potranno 
aggiunger di piu della che faperanno, & tro- 
ueranno di piu per efperienza.Et perche in que 

- fta città di Siniglia, laquale èporto, & fcalla di 
tutte l'Indie Occidentali, fappiamo piu delle 
dette cofe, che in altra parte Hi tutta Spagna, 

f giunger qua tutte le cofe primieramente, 
con a relation, & con maggior efpe 
i fanno, & infieme fe ne puo hauere l’v- 
Pioua ) io, che gia trenta anni medi- 
me ne fono informato con 
te da quelle parti con 
nogni diligentia ; & 


Del 


DELL'ANIME ET COPAL.\ 5 


Dell’Anime, &) Copal. (Cap. 1. 
RES OrtANO dalla nona Spagna 
È Oi due fpetie digome, che fi allomi- 
È De gliano molto ; l'vna chiamano Co- 
><" pal; l’altra Anime. Il Copalè vna 
goma molto bianca, &molto lucida, &trafj 
rente. La portano in alcuni pezzi grandi, dl 
paiono pezzi di cedro condito molto chiaro, 
Tiene mezzano odore;non però cofi buono, co 
me l’Anime. Conquefto Copal facenano eli 
Indiani i profumi ne’ loro facnificij, & grrimeni - gh 
te ne" tempij l'vfanano fpeflo i Sacerdoti; && 
| quandoi primi Spagnoli furono in quelle par- 

‘ti, vfciron'a riceuerlii Sacerdoti con alcune fo- 
carette piccole abbrufciando imeffe quefto Co- 
pal, dando loro famoal nafo. Quìlo vfiamo 
noi per profumar.con lui nelle infirmitadi fred 
de della tefta inluogo d’incenfo,ò d’Anime, 
caldo nel fecondo grado, & humido nel pri- 
mo, E'refolutiuo, & mollificatiuo, per alcune 
parti acquee, che egli ha. L’Animeé lagrima, 
ogomad'vn’arboro grande.E' bianca.Tira è co 
lor d’incenfo. Ha piu vntuofità, chel Copal. 
Viene ingrani,come l’Incenfo,benche piu gran 
di, che piccoli, iquali hanno vn colore giallet- 
to come Ragia. Edi molto gratiofo, & foaue 
odore. Pofto nelle brage fi confuma facilmen- 
te. E'diuerfo dal noftro Anime, che portano di 
Leuante in quefto, che ello non è cofi bianco, 
i Ag necofì 


#% 


è gas coyr fa fa "> 
ne .cofi lucido ;-& portano il noftro in pezzi 
grandi trà(parenti tanto, ché han detto alcuni, 
che è {peciedì Charabe,ò Succino, che chiama» 
no Ambra congelata;de laqual finno le corone; 
& non è coli; percioche il Charabe è vn Bitu- 
mey; chefi i: nielmat Germanico, &fi caua 
del mar in pèzzi grandi con graffi di ferro ; il 
qual denevicire d'alcune fonti nell’itefto mare 
à guifa di Bitame, & falito all’aere freddo, fi 
congela & condenfa ; perche fi veogono mefco 
lati in quelli pezzi legni, &taltre fuperflu 
are. Et di qua venne l’error di quelli, che dif- 
cheera goma di Popolo ; & altri cheera 
Del noftro Anime Hermolao Barbaro 
limo difle, che egli fi coglie d’'in- 
e fi'toglie l'Incenfo; & 


Li 3 


fta, & Cefalea. Perquefto medelimo gioua è 


i = 


: DELL ANIME rv "Conn. . 9 
‘profumate c con lui la medefima tefta; perche la 
conforta è quelli,che l'hanno debole, & fiacca, 
& nepi tifcono diffetti. Faffene empiaftri,& ce 

| rotti, doue è meftieri di confortare, & rifoluere; 
fpecialmente humori freddi, è ventofitadi. Sv- 
fera luogo d’incenfo, cofi ne ‘profumi, come nel 
le cofe dette. A plicato in forma d’empiaftro con 
forta il ceruello;&fimilmente lo tomaco;&rut 
te le parti nego. Fatto al modo di cerotto; 
conla terza parte dì cera, caua il freddo di E 
lungque membro fi fia, leuando via quel , 
Îtato lungo temp 0, & "ufeizindelon «E cal 


nel { fecondo grad. 1 &humido nel primo. 
Della Danni. per 


S! porta fi milmente dalla 

tra fpecie dig ZOMI o rg 

po gl'Indiani Tacamahaca ; & i ifello no 
e diedero i poltri Spagnoli. E'ragia ca- 


ta pervia di taglio d'vn’arboro grande,come 
il Popolo, che è molto odorifero. Fa il frutto 
colorito , come feme di Peonia. Vfano gl eo 
ni molto. quelta ragia nelle loro infirmitadi, 
più nelle appolteme i in qualunqueparte paid: cor 
po; chefigencrino; ; perche le rifolus, matura, 
& disfice meranigliofamente. Similmenteae 
queta qua linquec dolore nato da humori. fred- 
di,ò ventofi . In queto l'vfano gl'indiamimo!- 
to communemente, & molto familiarmente ; ; 
& PSE quefti medelimi effetti jo han portato li 
aio A 4 dpr dio 


EER dc ts, 
Spagnoli, Il fuo coloreè di color di Galbano; 
& alcuni dicono, che è l'ifteffo . Ha alcune par- 
ti bianche, come l'Ammoniaco. E' di odor gra- 
ue,& tale éanchoil fuo fapore tanto, che getta 
to nelle brage, & profamando il nafo à don- 
‘na, che fia in aipoltia ò habbia perduto il fen 
timento per fuffocation di matrice; la fa riue- 
nirefacilmente.Pofta quefta iftefla ragia ful'om 
belico è modo d’empiaftro,fa ftarla madreà fuo 
luogo; &è rarto tra ledonne l'vfo diquefta, 
che la maggior parte di quella, che fi confuma 
è per quetto effetto; perche ricenono gran be 
cio da lei, vietando , & leuando loro ogni 
tion di matrice, & confortando lo ftoma' 
une curiofe vi aggiungono Ambra, & 
glio che da fe fola. Sta fempre 
che fi confuma del tr 


nr 


CT oi 


| lafua operatione,non fi puo leuar via; &l'iftef- 
fo fa pofta fopra leappofteme nate dall’iftelle 
cagioni; perche le confitma,& rifolue; & fehan 
difpofitione da maturarfi , le matura; & fa que 
fto con molta preftezza.Si tiene ancho per rime 
dio molto vero, & molto efperimentato; che 
gioui aflai alle reume, è diftilationi ; difcenda 
no doue fi voglia;& che fimilmente fe prohibi- 


fca, 


DELLA TACAMAHACA; 9 
fca, ponendo vna pezza di tela con quefta ragia 
‘tra tatte due le orecchie, otra la orecchia da la 

arte, doue elle diftilano ; perche prohibifce le 
foro difcete; & pofta alle rempieà modo d’epi 
‘ ‘thima, raffrena le diftilationi, & Huffo,che cor- 
re alli occhi, & altra parte della faccia . Prohi- 
bifce, & lena il dolor de denti,benche fia il den 
| teforato; ponendo yn poco di quefte ragia nel 
 forame; & fimilmente con quell’ifteffa fi fecca 
— ildenteguafto; acciò che non vada pivinnanci — 
 dacorruttione. Pofta ì modo d’empiaftro nel- 

l’incordamente del colo, è dolor delle fpallej | 
| Jo lena. Mefchiata conla terza parte di Stora 


| Ce, & vn poco d'Ambra, & fattone empiaftra 
perlo ftomaco; lo conforta, & li mette appeti- 
to di mangiare, &agiuta la digeftione,& rifolue 


le ventofitadi . Pofta al modo medefimo ful cer 
nello,lo conforta, & gli lena il dolore.Pofta fo- 
pra la Sciatica,ò dolor delle cofcie,fa grande ef 

ito; & il fimile fa in ogni dolore delle giuntu- 
re; fia in qual parte del corpo che fi voglia;maf 
fimamente pi humori freddi, è mifti ; per- 
che con la fua rìfolutione ha alcune parti iftrin 
‘genti;che la fan effere di meranigliofo confor- 
to. Poftalei folafule giunture, ò percofle de 
nerui, li fana, & cura; perche grandeè l'efpe- 
| rienza, che fen'ha,generando ella di fubito ma 
| teria,& vierando lo fpafimo, Applicaffi perf'or 

| dinarioadogni dolor.Iole rielidiio la verza par 
— tedicera gialla ; percheafferra meglio, &è a 


‘ramai. 


| ‘ramai tanto celebrato il fuo vfo., che nòn fail 


È polo altro rimedio, per ogni dolore , che l’v- 
9 quefta ragia, pur ato fiano infiamma» 
tioni molto calde; ma ancho è quefte, dapoi 
paffato il principio, & la furia, gioua molto per 
rifoluer il rimanente,E' calda nel principio del 
terzo grado, tenendo molra altringentia, & con 
forto;& fecca nel fecondo... 


Della(ragna. ©“ Cap. 111. 
Raogono di terra ferma per via di Cartage 
nia, c Nonre di Dio dalla terra è dentro, 
gia di color della racamahaca alquanto 
-& piu liquida, & piu denfa; laqual 
alincua dell'Indiani, Caragna, de 

10 dato ancho i noftri Spa 

ella T: haca 


na noua, ven ci anni in quéfte parti . 
Vfanla gl'Indiani nelle loro infirmitadi, nelle 


appofteme, & in ogni fpecie di dolore. Al 
prefente nelle noftre parti fi tiene in moltafti- 
ma, per libuoni cefferti, che fa. Gioua, & fana. 
Je medefime infermità, che la Tacamahaca.Ma 
fa la fuaoperatione con maggior preftezza. Et 
in molte infirmità, nellequali la Tacamahaca 

non fa tanto efferto, come bifognerebbe; la Ca. 
ragna le finifce di fanare, Onde vno,che patiua 


dolor 


DELLA CARAGNA TT 
dolord’vna fpalla ‘8 per.lo dolore era“ molto 
tempo, che uon'moueua il braccio ; hauendo 
vfato molto tempo fa Tacamahaca, nonfifanò 
fin; che nonegli puofero la Caragna; & con leî 
in tre giorni reftò libero;Ne dolori delle sint 
re;della Gotta arterica; è merauigliofo l’effetto 
che fa ; perche applicata fopra il dolore ( pure 
che non fia infiimmatione di humoti molto. 
caldi) Jo lena con’'molta facilità. ‘ Le appo- 
fteme antiche così di humori, come di vene 


tofità rifolie) & disface . | Fa merattigliofa 


opta nei dolori venuti pet Aulo; è diftillatic 
nedi Hiimori freddi, 6 mifti. Giotra mol 
tutte le paflioni de netui, & al dolor 
nello,8 a mali,che da quello procedono. 
è medicina perrifoluere, &. il dolore, di 
grande efficacia, & fa lafi 1a opra con gran fi- 

Nelle percofle recenti, & fpecialmente 
? netti giona molto ; & maffimamente delle 
| giunture; nelle quali iò ho veduto con tei fola 
| molto grandi operationi. E‘repercullina, per 
prohibire il fluflo, & diftillarione'a gli occhi, & 
ad altre parti, applicatà tra le orecchie, & nelle 
| rempie.E‘molto graffa,& vntuofa,& calda più, 
che nel fecondogrado . Etfi ha da notare, che 
‘tutte quefte ragie cogliono gli Indiani per via 
3a dando feritea gli arbori; dalqualluo- 


dit 
go efceil liquore, & indi lo colgono, 


x 


sal tr12>2,0 1: 
. Dell'oglio del Fico lnfernaleo. 


= (ap. 1V. | 
D I Gelifco Prouincia nella noua Spagna 
! portano vn'oglio , è liquore, che han chia 
mato gli Spagnoli, oglio di Fico dell'Inferno ; 
perche. fi caua di vn'arbore, che è ne più, ne 
meno, come il noftro Fico dell'Inferno, cofi 
nella foglia , comenel frutto. E' il medefimo 
chechiamiamo communemente Chatapucia, 
è Cherue. E' cofi piena di latte come la noftra,. 


{coride nel lib.primo al cap. 
nar la femenza,& cuocerla in ac- 
fi è cotta, coglier l’oglio, che 
nicucchiaro. Et quefto mo- 


a far Dio 


gnitione.Quefto ogli 
ita » che per elp idr 

uefto oglio grandi virtù, come dall’vfo fuo fi 
è veduto così nell’Indie, come nelle noftre par» 
ti; & tutto ciò, cheio dirò è con molto grande 
efperienza, & molta pratica di lui in diuerfe 
peroni .Cura tuttele infirmitadi prodotte da, 

umori freddi,& ventofi . Rifolue tutte le du- 
rezze mollificandole & tutte le gonifiezze ven- 
tofe. Leva ogni dolore in qualunque parte fi 


fia; 


ERE I 
iti i pià 


, DELL'OGLIO DEL FICO INFERNALE. 13 
fia; maggiormente fe viene da qualche cagione 
‘fredda, ò ventofa . Onde in quefto fa opra me- 
rauigliofa , rifoluendole ventofità groffe, fiano 
doue fi voglia;& principalmente nel ventre. & 
per ciò cura l’'hidropifia ventofa, & fimilmente 
ogni generation di quella ; vngendo con lui tut 
to.il ventre, & togliendone alcune goccie con vi 
no,ò altro liquore appropriato; perche ello pur 
l’acqua citrina, & fa vfcire la ventofità; &fe 

1 dà in criftiero, è medicina, fimilmente purga 
l’acqua citrina , & caccia la ventofità con più 


ficurtà, che altra medicina. Ne dolori dello fto- 
maco da humori dra sua ne’ coli 
fa grande opra ; vngendofi con lui, & to 
prete aziio pa fa quefto prificipalmen 
te in'quella infirmità mortale; € : chiamano 
Ileon,nella quale gettano le feccie per la bocca: 
Purga principalmente la flegma.Nelle paffioni 
delle giunture alcune goccie di quefto date con 


| brododiaugel graffo, purga l'humor, che pro> 
—_— duceidolori.Cura le vlcere antiche della telta, 


chemenano molta marcia. Vn caualierò, che 
vomitò per molti anni il cibo,fi vnfelo ftoma- 
| Co con quefto oglio, & fi fanò,che mai più non! 
vomitò.Di bile opilationi della Milza; & del’ 
lo Stomaco; &delli Matrice, vngendofi con lui, 
A fanciulli, & garzoni, che non fi polfono far 
dormire; vngendoli con quetto oglio di fotto 
dell’ombelico ; prouoca loro il fonno, & lifa'. 
purgare ; &fehanno vermigli caccia, &am- 


sr 


eta 


Again EIA 
“mazza; 5 maggiorment te fe li FR, Vna, 139 da 
(any " dell’og lio con latte, ò-con cola grilla. 
elle folio ka quelli, E han perduto | i ii 
ge, gliele fa ticuperare con merauigliofo 
to; come fi è veduto per molte efperienze. Nel. 
le paffioni delle giuntpre Sa nel dI olore, è appo 
fteme di quelle ( pur che la cagion non fia mol 
to calda )-le confuma , 8 gio Le membra 
ritratte, vnte ‘con quelto oglio , fi diftendono; 
&i nerni fi. eftendono, &. ora leuan, 
do il ISS fe ne farà, Le « Lenai fegni in qualun- 
rlmente della faccia. 
fon trauagliate le 
I leva via,& confu 
Tr CONtentezza + E cal 
di zo $ orado ; & hu: 


re, che.m: 
Some DE ART rr. 
| diani nellefr infir 
pieni 


ar "x pre rie: ol 
ha due fonti in Babilonia .vnabianca, & 
negra. Quelta, che fi, ‘porta d alleIndie 
asA pel nsHionica Fia NaienE perch 


as S ef 


N SE RIE I OI E II 


DEL riQviID' AMBRO 

{a Matrice a fuo luogo fe afcendeall’alto con po 
merfa alle natici ; &fe fcentle al Ballo, ponendo 
| di fotto vna pezza Baonata in quefto Bimime, 
tfa andar, & tidurfi alfi uo Inoso. Gioua fimil- 
mente applicata” alle infitrmità Feste * come le 
altre medicine, chabbiamo detto. Edi natura 

calda nel fecondo grado, & humida nel primo. 


“Del Liquid” Ambro NOI del ln oglio. 
Cap De 


‘Ella noua Spagna fi porta vna ragia, che 
chiamiamo Liquid ambro;& vna comé 
oglio, che chiamiamo oglio di Liquid” ambr: 
il che > vuol dire cofa odoratiflima , e iofa 
STIRO Ò fuo oglio È 
DONNE foaue, & gra atiolo oda 
re.l’oolio del Lic nid' ambi ( 
deli ato, & p più fodue. I Lic vid ambro è‘tagia 
per via di taglio da alcuni arbori dimol 
ta grandezza molto belli 2 ingombtati di molte 
foglie] le quali fon come di hedera Chiamanli 
Indiani, Ocozol.Hanno la fcorza grofla;& c ci 
neticia.Tagliataquefta {corza,0 pertugiata,mant' 
dafuori il Liquid' ambro denfo ; & cofilo co- 
gliono . Et'perchela fcotza ha vn'odore molto | 
foaue, la peltano, & mefchiano com la ragia; &' 
cofì quando fi abbrufcià ha miglior odore. In 
modo, che doutinque fi fiano gii avo tt 
Gausoe, piote e per tutto il RR dol 
e ad a”. A pin 


Li 


0} Se ri# Ro: 1, 0. 


Spagnoli la vltima volta prefero porto fa 


quella parte, douei detti arbori fono; penfaro- 
no, che quiui fuffe fpecieria, & che quelli ne 
-. fuffero gli arbori. Si porta in Ifpagna molta 
* GUARESA di Liquid’ambro in modo, che ne con 
ucono molte botti, & barille per mercantia; 
perciò che quì fi feruono di lei per profumare; 
& nelle cofe delli odori, adoprandolo in luogo 
di Storace; perche il fuo fimo, & odore pare ef- 
fer di quello;& fimilmente lo pongono in altre 
mpofitioni odorifere, come Paftigli, Penetti, 
Bc cofe fimili. Rende egli di fe tanto odore, men 
fi abbrufcia, che fia doue fi voglia, non 
ondere; perche trappafla oltre molte 
te ftradeilfuo odore, quando è in 
iolto nella Medicina, & fa in lei 
perche fcalda , conforta, 
olore . Pofto ful ceru 


ello 


qoiol Ile paffioni dello fto 
mao fa mera igliofo effetto applicato a modo 
di Stomaticon; e conforta lo ftomaco, ri- 


bra,& di Mufchio, & fattone empiaftro, gra È 
“ [d 


molto 


| 


DEL LIQVID'AMBRO 17 
© molto in tutto quello, che ho detto. Siha di que 
| fto empiaftro Pe grnde e pcnenta in queta 
Città, per li buoni efferti, chefa. E‘caldo nel fin 
del fecondo grado ; humido nel primo. Dique-. 
fto Liquid’ Ambro fi cana l’oglio, che chiamano 
di Liquid'Ambro, ilquale nel fuo odor'è piufoa 
ue.Cauaffi del Liquid’ Ambro quando e colto di 
| nouo (ponendolo in parte, onde pofla diftillar 
da fe) dpi fottile,& quefto è il piu perfetto. Al- 
tri lo {premono per cauarne più quantità ; per 
che lo portano per mercantia, acconciandone 
con lui guanti, perla gente comune; & in que- 
fto fe ne adopra molto. Vfafli in medicina per 
molteinfirmità; &èdigran virtù, per medicat; 
& famare infirmità fredde; perche fcalda eccellen= 
temente ogni parte; doue fi applica; rifoluendo, 
& mollificando qualunque durezza, & leuan- 
doneildolore. Rifoluede durezze della Matri- 
ce; &aprelefie oppilationi. Prouoca i meltrui; 
 &lil fuo officio rabiernerise ogni durezza. E 
caldo quafi nel terzo grado, Et fi dee notare,che 
molti portano quefto Storace liquido dalle Indie 
non cofi buono; perche lo fanno de’ tami d’ar- 
bori tagliali in pezzi, & bolliti ; cogliendone il 
graflo di foprauia,loqual poi vendono.I germo» 
gli dell’arbore, donde fi caua il Liquid’ Ambro 
detto , vendono glrIndiani in manipoli ne’ fuoi 
Tiangez; per ponerli tra le loro vefti, &robbe; 
perche hanno odore,come di acqua d’ Angeli; & 
per quelto effetto l’yfano li Spagnoli: | sù i 


cela > 
18 -“—“ossfiuumirror 11. ra 
i Del Ballomo: Cap. VP: 


P 'Ortinodalla nora Spagna soi liga ec? 
cellentifsimo; chè perdà fa eccellentia; (8 

merauigliofi effetti chiajbonà Balfanio; adinità 
rionedel vero Balfimo,chefolena effèré nellatet 
ra d’Egitto . Et perchefa opere cofì grandi, & ri 
mediaa tante infirmità s gli.fà daro sori nome: 
Fafsi.d'vnarboro maggior, che G sranato,il quale 
ha le foglie è modo di Ortica intagliate,& fottili. 
Chiamanlo gli Indiani Xilo ;& noi altri.;. quello. 
del Balfamo. Fafsiin due sinnierti la prima è; 
via di taglio, sfendendo la Lone dell’arbore, 
ortile. s &facendogli delle apriture.; dalle 
xh liquor tenace, che tira albianco; 
Milicaribiro:; 8 molto: 
era è quella;che gl Indiani 
gli arbari, la quale.tra. 


lio, ché nuota ta di fopra ‘con'vna cac- 
pes ;& coro gli il Balfamo, che viene in quelte 
patti; &che comunemente fi vfa.Il {uo coloreè 
roffo,.che tira alnegro. E'odoratifsimo tdi 
odor molto gratiofo; non fi puo rener:fanon in 
argento, o vetro ; 0 ftagno; o cofa vetriata; per- 
che si penetra,& palla tutte l'altre cofe. _- 
vfo 


.DBE E BAM SAM Ò» to 
yfoè folamente hélle cofedi Medicina; & molto 
tinticosperche cominciò quali da che fi diftopr; 
Xe adi agnò: la nowa”Spagna ;- perche fubito ne 
héebbero roritinti Spagnoli; ‘percioche con lui 
fimedicazano le ferite, che ricéucamo dagliin 
«liani ;fattr accorti da preti iftefsi; vedendo che 

imedefimi Indiani con quefto fi medicatano 4 
i Quando la primafiaàtolo pottarono in:H{pagna4 
- faltenutointantaftima,quanta era ragione; ché 
fitenefle;petche gli videro fareopre meraniglioh 
Lev Valeua vna onciardiéciz. & ‘venti dutatizse 
hora:valevn’Amphora tresoquaterò ducati: L 
primafiata; chelo portaronoa Rioniayv 
| valere vna oncia cento ditcatis Dapoita: 
hanno condotto. tanto, & in tanta Quanitità,nc 
folo. son ha prezzo ; ma fi dè in. domo. Erquelta 
è conditione dell’abbonden ‘cofe;o della! 
iri vvalena molto:caro, tutt 
ruimanodelle fuewittà ;& dapoi come è ves 
| nuto2 i sl precio, n6.lo tengono per riiente, 
- eflendoilmedelimo Balfamo; quello, chora né 
ha  prezzò,cò quello,che era allhora;quido vale! 


ua Cento.duc.l'oncia: Cetto,febende Indie hofi 


bayoiro difcoperro, fe nò p darne quefto liquo: 
raiieliofo, era ben impiegato il ttamaglio; 
che ne fopportò il Coromso;&i noftri Spagnò: 
li. Petcheil.Ba alfamo;chefoleua effer nello(Egit 
to.gia molti anni è petiro ; é{leridofi fectara da. 
vigna,onde'fidèuana, ‘&nonfi trona pi aliaon 
dei sella noftò Sigrore pernoftro bene derne 
EP 37 DA u, sh +? 


20 a HELL BR Of, 
in fuo luogo quefto Balfamo della noua Spagna; 
ilquale Kimi giudicio) nelle virtù negli 
none manco, chequel di Egitto, per quello;che 
noi vediamo da fuoi grandi effetti; & da molti 
fuoi beneficij. Quefto vfiamo noinella medici» 
na intre modi; ò fi prende per la bocca; ò fiap+ 
plica efteriormente; ò ferue in cofa di Chirurgia. 
Prefo la mattina a digiuno, fana Almo; &cuta 
Finfirmità della vefica. Prouoca' i menftrui delle 
donne; prefo, & applicato con tafta. Lena i dolo» 
de antichi del ftomaco, lambendone alcune goc» 
&, tolte nella mano la mattina a digiuno,& ciò 
tinuando. Conforta lo ftomaco;rettifica il fe 
;fa buon colotdi faccia;da bon fiato;allarga 
leoppilationi; conferua la gionen® 
perfona di grande qualità, che 
ndo di molt'età, pareua gios 
l’vfana ifferti. 


& 
cune Signore, che non Io. o 
vfato in forma di tafta, per purgar la Matrice; & 
ha lorogionato.Applicaffi parimente ad ogni fpe 
cie di dolore prodotto da humori freddi,0 vento 
fi; perche continuandofi lena molto bene ogni 
dolore,applicato caldo con vna penna, & poneni 
doui fopra tela bagnata nel medefimo Balfamo è 
. E refolutino;& fimilmente confuma, & disfa le 
Appofteme fredde, &antiche. Conforta ogni par 
te; cone fi rone. Pofto ful ceruello,lo conforta 
merauigliofamente , &glileua il dolore, confu= 
i i mando 


. DEL BALSAMO» 21 
mando qualunque humore; ò frigidità; che fia 
in lui. Leua-la paralifia , vngendo il ceruello, il 
collo; &lacoppa, &la parte, che fuffe parali- 
‘tica. Etfimilmente giona a tutte linfirmità de. 
— herui, &loro attrattione.Pofto fopra lo ftoma= 
coagiuta la digeftione,& lo conforta;rifoluendo 
— le ventofitadi; &fe vi ha oppilationi;le disface 5 
 & parimentele oppilationi della Milza;&la mol 
- Hifica, &intenerifce. Leua il dolor delle budel- 
‘la pofto caldo fopraildolore. Nel dolor del'cor 
po; & dello ftomico prodotto da freddo, ò ven+ 
tofità; poftoui caldo, ò gettato fopra pan caldo, 
tratto del forno; lo leua. Prouoca l'orina a giitel- 
li; che non poflono orinare, applicandolo’ efte-- 
riormente; & prefene alcune goccieyla appre; 
&fa vfcire+ Ne dolori dell fa opre 
meratigliofe;&cin quefto tiene fpeciale preroga- 
tina; particolarmente nelle Sciatiche; Rifolue: 
«qualunque durezza; &'Appoftema, che viene da 
gotali dolori. Nelle paffioni de’ nerui è meraui=:y 
| glioforimedio.:Rifolue, & fana ogni diftillatio- 
| ne,òfluflo. Applicato quefto Balfamo in cofe 
di Chirurgia, fa moltigrandi effetti pofto folo da 
fe, o mefcolato con altri medicamenti, che ren- 
gano Virtù di far l’effetto , perche fi applica. Er: 
perche farei lungo ad efplicar quefto, rimetto — 
a cui vorrà vfarlo; che faccia la miftion confe fi 
conuiene. E ‘il Balfamo molto comune, &vfato 
rimedio per le ferite noue; perche le cura per la 
| prima intentione , faldando le parti fenza far 


B_3 marcia 


et. . TEBRIOÈ Esa 
marcia, & doue ha percoffa,che non èccada falda 
© re, famolto buona operatione; faceto lì fua di 
gelftione con preftezza, & tutte Paltr'oprcinfitme 
di Chirurgia,che fi conuengono fino;:che fi fini 
norle ferite.Et perquelto fi vfa per medicina mol 
to cominein'witta la Chirurgia perlipoueri;poì 
che con vna medicina fi fanno utti:gli effetti 
aleineceffariji Erè gia cofa Comune quando fi fè 
rifce alcuno il dire j Mettinui il Balfamojil.che fi 
fa,& fifanano. Nelleferite de’ nerni fi opfe me: 
rauigliofe; perchele cura; &fana piu; ces tra 
dicina; vietando che nonivenga lo'fpafimo 
anà molto benele ferite della telta ; non etlen- 
Gliato:; né rotto l’offo. Cura ogni ferita nok 
‘parte del corpo pali voglia ; put 
femplice ferita, Nelle giuntu= 
Lopra;& prohibifce to fpa 


fera ginl 


DCO) 


® E 
TRA pts 
terzo di, quando vogliono metterne dell’altra 
tronano la ferita fana.. Nelle piaghe vecchie ap- 
plicaro perfe, ò con altro vnguento,le mondifi+ 
ci, écmnetta;&incarna, Nelle febbri di lunghi pa 
rofilmi, pofto mezza hora innanzi, che venga 
il freddo per tutta la coppa ben caido,& coprem 
dofî benc, & cogliendone lubito cinque ò fei go@ 

“ore ce 


DE L’HERB& DI GIO. INFANTE 2} 
cienel vino;leua il freddozini' quattro roderfiate; 
che ciò fi faccia Edi fapor:îcuto; &altrettinto 
amaro ; onde fi vede le parti coftrettiue,& con- 

| fortatiue, che egli tiene. E' caldo,& fecco nel fe- 
clelia E SI I 

— Dell'herba di Giomanni Infante: Cap1Xi 
NTON voglio reltatdi ferivere divo hérba, che 
1 Vi Conquiftatori delli nona Spaznavfarono, 
per medicare e loro ferite, & frezzare, la'qual fa 
pet loro fufficiente rimedio he lor trauagli; é- 1a 
difcoprì vn Indiano, cheera'creato di virò Spa: 

| gnolo, che fi chiamata Gionanni Infinte.. 

| perché il derto Gionanni Infante fil primofthe 

ke; vs6; la ‘Chiamatono’, & chiamano hésvi 


tI 


Phérba di Giouanni Infante. Queftaibtefba dpi 
cola.Ha le foglie, come 1a noltfetAtetofa alquani 


to pelofe . La colgono verde, & la peftano; &la 
pongono cofi femiplicerterite fopra la ferita. Rie 
gua il fangue? &f@ Eferità nella carne; a ale 
& cura, confolidindole parti. Digerifte, & 
mordificale ferire de nervi, & d'altre putti, & 
vi genera carne fin chele fani. Er perche non fi 
| trowana diquefti herbain ogni patte) la porta: 
| nano fatta in poluere; perche facena Lift-lio € 
fertochie verde; & ancho facena meglio l'opera* 
tione d'incarnare la poltere, che l'herba. Colf 
come vi fi trona quelta herba ; coff ne fono'imok 
te altre in tutre le altie parti delle Indie, che teh- 
gono quefte, & altre proprietà lequali fimno cf- 
tu merauiglioti; onde a feriverdi.tiafeuna in 
Csa di parti. 


24 pra B18 RL 0 3; 

articolare , era meftieri far maggior volumedì 
quello; cheè la noftra intentione in ciò, che hab 
biamo da trattare. 


Del Guaiacan,<s: Legno Santo. Cap.X. 
ù è Re cofe fi portano dalle fioftre Indie occi* 
dentali,che al dì d'hoggi fon celebrate per 
tutto il mondo; & con loro fi hanno fatto, & fi 
fanno i maggiori effetti nella Medicina, che s'hab 
biano giamai fatto con altre medicine,che fin al 
prefente fi fappia ; perche l’officio di tutte l’altre 
di curarinfirmitadi fenza rimedio incurabili, 
Sc fare effetti, che paiono cofa miracolofa . Et 
toe notorio non folo in quefte parti, main 
o.del vniuerfo. ug ono il legno; 
oGuaiacan; la China; & la Zarza- 

e, che la China venga di 
Ortoghelt la p nerina cas 


lo clio ne sò, quando p: 


zi.Cominciamo adunque da iacan come da -d 
rimedio prima venuto dalle Indie, & come pri- 


moin bontà fopra ogni altro, per quello che ha 
moftrato la ef «tt, & vfo RE n tanti anni, 
Il Guaiacan, che chiaman’i noftri Legno d'India, 
fi difcoprì fubito chefi trouarono le prime Indie, 
che fù la Ifola di S. Dominico, doue ne ha gran 
quantità. Ne diede notitia vno Indiano a vn fuo 
padrone in ona maniera. Patendo vno Spa- 
gnolo gran dolore per lo male, che poi fi chia 
mo 


ria pas n. 


DEL GVAIACAN,ET.LEGNO SANTO. 2$ 
mò Francefe, loquale vna Indiana gli hauewa at- 
taccato ; l’Indiano, che era. vno de Medici di 
quella terra,gli diede l’acqua del Guaiacan ; con 
la quale non folamente li ceffarono i dolori, che 
egli pativa,ma guarrì molto bene delmale;onde 
molti altri Spagnoli; chè erano infetri dell’ifteflo 
male furono fanati.Perla qual cofa da quelli, che 

venivano di la fi comunicò fubito quì in Sini. 
lia; & di quà per.tutta Spagna; & di là per rut- 
fo il greto i ian gia la nleiane gione dif 
feminata per tutto. Et certo per quelto maleegli 
è il migliore; & più alto rimedio , di quanti fin 
hoggi fi fiano trouati ; &quello,che con pi 
tezza; & più fermezza fana & cura quefta 
infirimità ; perche fe fono ben medicati sé 
quefta acqua, come fi dec dare sé «certo 


nano perfettiflimamente, f: 


faluo fe l’infermo.non torna;a riuoltarfi nel me- 
_ defimo fango,doue cadette da prima. Volle N.S. 


« ched'onde venneildetto male, indi ne venifle il 


rimedio ; perche egli venne da quofta parte delle 
Indie; &il primo da S.Dominico.E'il detto ma 
le tra gli Indiani comune, & famigliare; come a 
noi altri le Varuole ; & quafi la maggior parte 
de gli Indiani,& Indiane lo hanno, fenza farfene 
molta guardia. Quefto ci foprauenne in coral 
modo; Nell'anno 1493. nella guerra , cheilRe 
Carholico hebbe in Napoli col Re Carlo; che 
chiamauano dalla gran telta,Don CH RISTO- 
Foro CoLomzo inquelto tempo ma 


28 «orrisconporsinos2$;+Y0 111 
dal primiero difcoptimento!; che egli fece delle 
 Indie,chefwS.Dominico, &.altreIfole; & con- 
| dufle con'eflolui dv S.Domenico molta quanti» 
tà diIndiani, &Indiane; i quali nenò feco a Na 
poli;doue fi trouana a quel tempoil Re Catholi- 
silqualhauewa gia finita la fuer guerra. Et per 
che.era pace tra i dueRe, & gli eflerciti pravica- 
uanò irifieme; sionto quini Colombo co i fuoi 
Ifdiani, & Indiane; (la maggior parte de quali 
portauano fecoi frutti della lor>terra $ che'era il 
= > cei ‘cominciarono a vfare li Spagnoli 
con le Indiane, &gli'Indiani con le Spagnole; & 
al maniera infettatono gli Indiani, & Indiane 
effertcito «delli Spagnoli , Italiani, & Alemani, 
ttiquetti era l’elército del Re Catholi- 


£ 


mix Li Spagnoli, ara 
to'da' Francefi (lo chiamorno mal Francefe, ill 
qualnomeli è poi rimatto: IFrancefi (penfando, 
in Napoli; & da quellidella terra hauetlero pre 
{o ilmale) lo chiamaronome! Napolitano: Gli 
Alemani (vedendo che fi haueua attaccato loro 
dal conuerfare’ con li Spagnoli) lo chiamarono 
Scabbia Spagnola;&altrilo chiamarono Saram= 
i pion 


na, 


DEL GVAIACAN, ETSLEGNO SANTO. 27 
pion dell’Indie; com miolta verità poi che di là 
venne ibimale.. ‘Traimédici grandi dî quelitem> 
po-furono:varie opinioni della cagione, «& origi: 
nedi'quieltainfirmità. Alcuni dicèuano; ché era 
ventito:da.trifti cibi malinconici; che gli effèrci+ 
tiperneceflità hauenano mangiato; come herbe 
feluatiche, & altri herbaggi; e radici d'herbé, aff- 
ti;cattalli \ & altre cofe,che'generano fimili infir 
mità corrompendos &ciabbrufeiando.ib.fanguei 
Altri lo attribuitono ad’vna pesati —G 
‘turno; & Marte} &lò applicarono adinfueéntia 
celefte. Conquefto gli puofero varij;,.& diver. 
nomi;chiamandolo alcuni Leprà;alrri Lichegis; 
alvri Mentagra; altriMalmotto;& altri Eléhan 


tia,fenza poter tronar certamente; chedfifir 
chia fi'fulle ; perche noòn fapeuamegehe fufle infir+ 
adalciuna del- 


mirà noba,d cercanano di sicu: 
le gia fapute,& defcritte Or venendo:al noftro 


Guaiacànsil cri èIndiano , & traloro ben 
priofciuto, (che cofilo-hanno chiamato;&:chia+ 
mano iutto I mondo;nominandolo anche Le * 
 ghodiIndia ) di quefto Legno hanno fcritto mol 
ti; & molte cofe ; dicendo alcuni,che egli. è He- 
bano.;altri, che è fpecie di Boflo; & altri li han 
noimpofto molti altri nomi. Ma eflendo l'ars 
boro nouò:non mai più veduto nelle noftre pars 
ti, nein alcune altre delle difcoperte; & eflendo; 
il paefe nouo a noialtri, vienefimilmentel'arbo 
ro adefferne cofa noua . Or(quale cheegli fi fia), 
èeegli vn arboregrande della. grandezza di vna 
O quercia | 
DR n 


e SA E RO CINE RT E 


o casa iL SMI ITECIRTE 
quercia. Ha molti rami. Separì da fe fa corteecia 
quando è fecco, graffa, & 2omOli. Ha la medob 

la molto grofla, che tira al negro. Tutto effo è 
molroduro altrettanto; & più , chel’Hebano, 

Ha la foglia piccola;& dura; & ogni: anno fa al- 

cuni fiori gialli, de quali figenera vn frutto ron- 

do, & duro con alcuni nocciuoli dentro. della 
oe di quelli de’ Nefpoli. Ha di quefti Ar+ 

ori grande abbondantia in San Dominico. ; 
__Dapoi è ftato portato quì vn altro arboro della 
7 fpeciediquefto Guaiacanda S. Giouapni di por- 
«to ricco, (che è vn altre Hola diverfa da quella dì 
+Dominico } il quale è come quello; eccetto; 

Ù piccolo, & ha iltronco, & i rami più 
m ha quafi medolla ; & fe ne ha, ne 
pnco folo; perchei fuoi rami 
E più odorifero,& amare 
uefto hora al noftro ad 


che egli è di miglior o 
ratione, che quello diS.Dominico, come fi o 
per ripiena ; tuttauia l'vno, & l’altro è mera- 
nigliofo rimedio per curar il mal Francefe. Di 
Lino due, & di ciafcun di loro fi fa l’acqua, che 

1 piglia perquefta infirmità, & per altre molte 

_ in quefta formà. Prendono dodeci oncie del Le» 
| gno tagliato, òlimaro; &duconciedella fcorza 
dell’ifteflo Legno pefta,& mettono ogni cofa in 
infufione in tre boccali d’acqua dentro d'vna pi» 

-<ue Fi gnata 


DEL GVAIACAN, ET LEGNO SANTO. 2 9 
ghara nona, che tenga alquanto. più, per vinti» 
quattro hore ; & rurata ben la:pignata ; fi cuoce 
a foco lento di carbone:prima acefo fino, chefi 
fceminole due parti dell'acqua, & reftil'vna.. 
Quefto fi porrà conofcere,fe al rempo,che fi met 
terìl'acqua nella pignata;ponendowene vn boc+ 
cale; fi ponerà vna bacchetta netra,fegnando fo» 
pra di lei la mifura d'vn boccale;perche per coral 
mifura,& fegno; vederanno, quando farano fce- 
matili due boccali, & rimafto l'vno: Dapoi che 
farà cotta l’acqua;fi lafcia raffredare,& fi cola, & 
| ferbainvafoinuetriato: Etfubiro fopra quello. 
| iftellò legnogia-cortofi tornano a porrequani fo 
 boccalid'acqua,&ficuoce fino,che ne reftin 

& quefta acqua fi cola; & ferba da p attesi La 
acqua fi ha prendere in quefta forma + Dapoi 

che farà purgaro l'infermo col'configlio del mes 

f dico,fi ridurrà in vna-ftafiza chiufa,& difefa dal 
© freddo,8&dall’aere; &poftofi nel letto, prenderà 
| la mattina per tempo dicci oncie dell’acqua, che 
ima fi fece ben calda; & copriraffi di modo; 
che poffaà fudar molto bene; & ftarà fudando al= 
meno duehore; & dapoi che hauerà fudato , fi 
netterì del fudore, & prenderà vna camifcia cal 
da sd altra robba di lino. Mangierà quattro ho- 
re dapoi,chehauerì fudato vua palla, mandolez: 
bifcotto; & quefto in pocaquantirà;& benerà 
quella quantità della feconda acqua; chefi fece, 
cheli farà meftieri; & di quefta medefima bene= 
tà tra'l giorno. Tornarà otro doleae 


‘ 


uerì mangiato , a prender-della prima acqua; & 
“ne prenderà altre Sebenico fudarà 

| ileeédieci hore,&finetrarbdel fudore; inutan» 
dofi'coò ‘vna camiféia caldai;Vn'hota dapoi;chè 
l'anetà firdato ; cenerà della» medefima vua paf 
fasmandole,& bifcorros& benerà dell’acquà, fe- 
conda. Queft’ordineha da teneri primi quinde- 
cigiorni;faluo fe niomfi fentirà notabile debiolez 
za»; perche in.tal cafoy glifi lia da foccorrere con 
darli damangiarid’vn pollo'piccolo irroftitoine 
fieme con la iftella dieta. Ne deboli poi chenon 
dtranno fopportare tanta dieta; baftarà darglie? 
èiper noucgiorni; alla finede’ quali ar 

c 


Ci. pppozi puo ‘ae ch Lo Gi Imi FERIRE ET, 


n:pollo picsolo arroftito: Et cafoiche fuf- 
no debole; &nòn potefle toleratla diea 
: dal ‘principio vn piccoliflimo 
dlarcaccrèfcendo col-procello 
i ci dì;:fi rornaràa pure 


& quel giorno. 
a, madella fem- 


tt 

de di dapoi la purgatione tornarà al- 
infteflo ordine; prendeni ola mattina, &la fera 
Facqua gagliarda, co'fuoi fudori,mangiando, &. 
benendo-all’ifteflo modo 5 faluo che in luogo,di 
pollo può mangiar mezza pollaftraarroftita ;: &i 
nel finecalquanto più. Quefta feconda -fiata fi. 

| prenderà petaltri venti giorni, ne' quali levatofi, 
potrà andar per la fua:ftanza ueftito-&;ben co-. 


perto. 


non bene 


DEL GVAIACAN, ET LEGNO SANTO, 3I 
ro: Al fine diquiefti, fi ha da.tornaria purgare 
vr'altrafiata; 8 dee tenere fpeciatcuta di offer 
utarbuon-ordine dapoi préfa Yacqua, per altri 
rahta giorni in tutte le cofené naturali,guar 
dandofi da donne,& principalmente da vino,.& 
in luogo di vino beua acqua femplice dello iftef- 


fo Legno; & fé non potelle farlo; bea acqua cot 
tacon Anefi,o Finocchi, cenafido poco la fèra,& 
fenza mangiar carne: Quefia è.la miglior mani 
rajche fi vfa di darl'acqua del.Legho; laquel fa> 
na molteinfirmità incuribili dové la Medicina 
 non:puòfarefifuoi effetti. Er.queftaacquati 
iglior rimedio, «che fia.nel mondos:per cuta 
ogni mal Francefe, di qualunque fpecie,: cli 
fi fia; perche‘lo dinelle, & eftirpa g 1 
ché più non ritorna ;& in queltecdh 
|» pal prerogativia,& eccellezaeQ 
4 naperHidropifia; perl'Afmo;-per-ikmal cadu- 
co,perlormatdelia vefica,& delle reni; per paffioi  - 
nisé dolor di giunture ; perogni male prodotto: 
da humori freddi; per ventofitadi ; perinfirmità 
lunghe, & faftidiofe, doue n6 habbiano gionato 
i rimedi} ordinari}:de medici. Maggiotméte gio: 
ua: doue fon quefte indifpofitioni, che! fia ftato 
| innanziinqualchetempo il mal Francefe. Sono 
| molti, checonquefto Legno hanso fatto molte: — 
mifture, facendodiluifiropo: Ercerto fabuoni; 


effetti. Mailmioparer &lamisopenionefiè, — 
. chechihadatorrel’'acqua delLegno, da toglia. ’ 
nella maniera fopraderra, fenza miftura alcuna; 
deaglivn. -- — —— 00 pr 


AA, rasi 


 gucperaz dn 6 o ci: 
perche perefperienza fi è veduto far migliore e 
| pra irglieoziode, Quefta acqua fa buoni den- 
“ti; biancheggiando,& faldandoli;rifciaquandofi 
con lei di continuo. E'calda, & fecca nel fecone 
do grado. 


.DellaChina. ... Cap. X1. 


A medicina,che viene dalle noftre Indie fi è 

vna radice, che chiamano la China.Pare che 

fia cofaftandalofa il dire; che la China fia nelle 
noftre Indie Occidentali; poi che:comunemen= 
. tela portano'i Porroghefi dalle Indie Orientali. 
|. Però fappiano;che Don Francefco di Mendozza 
iero molto-Illuftre , quando venne dalla 
na, & dal Perù, mi moftrò vna radice 
dici piccole ; & mi dimando, 
Hle-Io rifpofi,che erano radi+ 


emi pareuano molto CA 


. Io mi maranieliai, che quini 
ella fitroualle, credendo che fuffè folmente nella 
China. Egli mi diffe, che non fol nella noua Spa 
gna era China, ma che tofto fi venirebbc a cauar 
molta quantità di Speciaria, donde fi traggena 
quellaChina;ilche io credetti, quando vidi la con 
uentione,che egli fece con fua Maettà, di condur 
in Ifpagna molta quantità di Speciaria, laqua- 
leégli hauewa gia cominciato'a metterui, & pian 
tarui. Jo vidi Gengiono verde portato di ld & fis 

milmente 


lai 


DELLA CHINA, 33 
tnilmenté la China ; laquale è vna tadlice, come 
radice di Canna; con alcuni nodi. E' bianca di. 
dentro; & alcuna infiéme con la bianchezza ha 


vn color trollo ; di fuori è colorita + La migliore 


è lafrefca, che non habbia fori; che fia di peloj 
che.non fiatarlata; che habbia vna vntuofizà 
foda; & che nel fapor fia infipida : Nafce quelta 
radice nella China, che è nella-India Orientale 
congiunta alla Scithia, & Sericana. Nafcealma- 
resE'la pianta come di Canna. Si vagliono fo- 
lamente della radice, con laqual fi curario gli In 
diani di graui infirmitadi; onde la tengono in 
molto pregio » Curano con lei tutte leinfirmità 
lunghe, & fimilmefire le-acute ; fpecialmente le 
febbricon la fua acgita, provocando il fudore; 
& per quefta via fanano molti. Prouoca il fudo+ 
re merauigliofamerìte » Ha quiafitrenta anni,che 
la conduflero i Portogheli a quelte parti con 
grande ripiitatiohe; pet cuitat tutte le infiumità; 
Sc fpecialmenteil mal Francefe; nelquale ha fat 
| - toeffettigrandi. Dafli l’acqua in quefta forma, 
# Purgatol'infermo,come meglio gli fi conuiene;fi 
7 prende vna delle radici; & fi taglia minuta della 
groflezza, & grandezza di vn quartillo d’argens 


- tosse di lei coti.tagliata fi pefa vna'oncia,. & fl po 


ficin yna pignata noua,; & fopra di dei fi mette; 
tre boceali acqua, &.fi lafcia in'infufione per 
vintiquattro hore. Copetta ber: la pigna:a; fi 
cuocea fuoco lento di carbone accelo prima, fin 


“ chefifcemila metà, & refti vn boccale s & mez 


FIS G . zo: 


visa 


Lr 


Blazon Pad 


34 e BR 01: Li 
20; & quefto fi faprà per l'ordine della mifurà 
detta di fopra nell'acqua dellegno. Dapoi che 
ella fiè raffreddata , fi cola, &ficonferua inv 
vafo innetriato . Si dee tenere con diligenza,che 
fia in parte aprica, è che habbia lume 5 perche fi 
conferita meglio, & dura piu tempo fenza cor 
romperfi. Pofto l’itfermo in ftanza ferrata, & 
comueniente ; piglierà la mattina a digiuno die. 
ccioncie della detta acqua più calda, che potrà; 
& procurarà di fudare per due hore:almeno: 
Dapoi îl fudor fi afciugherà, & muterà di cami- 
fcia, & vefti netre;& calde ; & ftarà due ò tre hos 
fe dapoi il fudore nel letto ripofando; poi five 
ftirà, &ben veftito ftarà nella fua ftanza, guar 
dandofi dal freddo, &dall’aere; & con ogni pia+ 
cere, & buona conuerfatione + Mangierà poi 
mezza pollaftra piccola aleflày ò vn quarto di | 
gallina con poca fale. AI principio del mangia- 
È gue vna fcudella della detta acqua calda; 
fubito mangierà del pollo; al principio poco; 
dopò i von seiiotoga.io ; ili ( SEG dello. 
do é prefe la mattina; perche di quefta non 
fi fa fe non vn’acqua. Può al principio dapoi il 
caldo cominciara mangiare dell’vua pafla fenza 
granello, ò delle Prune fenza offo.+Il pane farà le 
crofte del pan ben cotto, è bifcotto. fe tra il 
giorno vorrà beuer,lo può fare, prendendo qualè 
che condito, &beuendo della iftelà acqua. Paf 
fateotto hore dopò mangiare, rientrerà nel fuo 
letto, & prenderà altre dieci oncie della ifteflà 


acqua 


DELLA CHINA, 35 
acqua più calda, che potrà rorla, & procurerì di 
fudare due hore. dapoi il fudore fi afciugherà 
bene; &fi muterà di camifcia; è velta netta, ben 
calda ; indi ad vn'horà cenerà di qualche condi: 
to, ò vna palla, &mandole ; convn poco di bi 
fcotso ; & beuerà della medefima acqua; & das 
poi pafto del corognato, dietro al. quale non bes 
uerà : Quefto ordine ha da terierè trenti dì conè. 

chela prima; & può ftar fulo; pur c 
veftito ; dandofi in quefto tempo ogni piacere; 
&callegrezza; & giiardaridofi dalle:cofe, che lo 
poflono offendere: Dapoi tolta cofì queta ac- 
qua; dee terier biton’ordine, & buon gouernd 

petquaranta dì continiti , & non ha da beuer vi? 
Rote dh acqua fatti della Chinagià cotta ; la= 
qual fi conferuerà dapoi che farà cotta; ponens 
do; a feccar-la China all'ombràj & anetta cofì 
fecca fi conferuerì, per farne acqua da beuer per 
liquaranta di dapoi tolta l’acqua ; cocenidone 
vnaoncia in tre boccali di acqua ; fin che fi fce- 
mi la metà; dellaquale acqua betierà di conti- 
nuo j & fopra tutto fi guarderà da donne. Vfifi 
fempre:dilicenza nel fare, che cofi nell'acqua dei 
trenta giorni; come in quella dei quaranta ftia 
in infafione la China per vintiquattro hore pre 
ma, che fi coca; Ciiranifi con quefta acqua mol 
te infirmitadi ; ogni generatiore di mal Francefe; 
‘titre le piaghe vecchie; le vlcere ; disfi. 


fteme antiche ; lena i dolori delle gionrure, 
gii gps — È Fsse: 


- tinui, fenza che fia meftieri di altra Lin 
e ftia ben: 


e i Rat it rie iene 


36 UD f BR O:1de 
_. chiamano Gotte artetiche , &ogni dltra genera- 
-— tionedì Gotta, chefia in qualche parte, ò mem- 
bro particolare, & fpecialmente Sciatica. Lena i 
dolori della tefta antichi, & dello ftomaco. Sana 
ogni generatione di deftillarione,, & di reuma» 
Aprete oppilationi,& cura l’Hidro pifia.Fa buon 
color difacica. Leua la IRericia, & ogni mala 
compleflione di Fegato acconcia, & riduce in 
buono ftato; & in quefto tiene gran prerogati- 
ua, & cori quefto mezzo fana le fue infirmità. 
Sana la Paralifia,& ogni infirmità de nerui. Cu 
rail mal dell’orina.E' buona perla Mirachialej 
pre confama l'humor, che la produce . Lena 
maninconia, & ogni infirmità nata da dolori 
< ‘freddi. Conforta lo ftomaco;, & rifolue le vento- 
fità meranigliofaméte. Nelle febbri lunghe, & fa- 
ftidiofe ; come quotidiane; &c erratice, prefa que= 
fta acqua come fi dee,.le eftirpa, &lewa ; il chefa 
"prouocando il fudore ; perche in.quefto eccede 
tutte le altre medicine. Et alcuni hanno voluto 
dire, che nelle febbri peftilenti prosocando il 
fudore, le cura, & fana. E‘ fecca nel fecondo gra» 
do con molto poco calore; il.che fi vede , perche 
Jealtre acque del Legno, & della Zarzapariglia 
fcaldano,& fanno fete, & quefta non la fa, né la- 
fcia impreflione di caldo alcuno . Certo è molto 
nobile Medicina, con la quale io ho fattograae 


DI ene Della | 


DELLA ZARZAPARIGLIA. 37 
Della Zarzapariglia. © (Cap: 11. 
‘A Zarzapariglia è cofa venuta nelle noftre 
jparti dapoi della China. Può efler véti anni, 
che venne l’vfo di lei in quefta città, Si portò la 
rimiera fiata della nona Spagna; perche la vfa- 
wano gli Indiani per gran Medicina, con la qual 
— curanano moîte, & molto varie infirmità . E' 
vna pianta, che fa molte radici fotto tetra, lune 
ghe come vn braccio, & più, di color Leonato 
chiaro , & alle fiate vanno cofi profonde le radi- 
ci, chepereradicaria del tutto è meftieri di cauor 
molto. Fa alcunirami nodofi, che facilmente fi 
feccano, & lignofi ,‘ Non fappiamo, chefaccia 

‘ fiori, nè frutti. Dapoi snelle della nona Spa 
gna fene è trovata vn'altra di gran lunga mè 
gliore, & che fa migliori effetti nell’Honduras. 
Conofeefi effer dell'H6duras nell’effer Leonata, 
8 più grofla di quella della nota Spa: sei uale 
è ara tira al giallo, & più derlEt 39 la 
Zarzapatiglia,che tira piu al negro è la migliore. 
Dee eiler frefca,& in ciò confifte ogni fua- bontà. 
“Conofceffi eflerfrefca dal non elfere tarlata, & 
quaado fi rompe, che non tenga poluere; ò tar- 
Tatura ; perche la freftca rompendofi per mezzo 
nellango, rimane come vna correggia , & non 
fa poluere; &quento più pefa è migliote. Chia- 
maronla gli Spagnoli Zarzapariglia quanido 
videro, per la gran fimilitudine; che tiene conda 
noftra Zarzapariglia di quefte parti, che è fa Smi 
“lazze afpera, Io tengo percerto, che la Zarzapa- 


le nia? 


7 


po PR 


sd trarricno rs piau 
riglia di quelle parti fia la medefima ;che la no- 
| ftra, laquale ho efperimentato molte fiate, & fa, 
cibi noftra, che quella della no- 
ua Spagna, con laqual tiene piu fimiglianza, che 
con quella di Honduras . E' difapore infipida, 
fenza alcuna acrimonia , & l'acqua fatta di lei 
non ticne più fapore, che acqua di orzo . Il pri- 
movfo. di quefta herba fu molto differente da 
quello ; chefi vfa ; perche ladauano come l'vfa= 
uano gli indiani nella cura delle loro infirmita- 
di,& certo faceuaà molto grandi effetti. Ma la de- 
licatezza de noftri tempi fece, che fi vfalle, & 
delle come l’acqua del Legno. Al principio pren 
deuano oto in molta quanatà 
più, che mezza libra ,&la tagliauano minuta, & 
ita, la poneuanoin infafione in acqua, & da- 
aro tn buon pezzo di modo, chef 
come vna bata,, & colavanla, 
olto bene, Vicina di Ici, come 
i» ò baua; & di quelia calda fi 
a vn buon bicchiero,& fi co- 
1 ci a fe trail 


pv 


È ta i, «buone 


ci 


| privano,& fudanano buone 
giorno voleano beuere alquanto, bifognara, che 
tulle della medefima ba 


o ; perche non fi haue- 


use mango è beuere d'altro . La fera rorna- 

uznoa prédere vn'altro vafo di quella medefima 

baua calda; fatta fimilméte per etpreffione;& fu- 

davano altrettanto... come la martina. Quefto 

-prdine tencuano per tregiorni continui , fenza 
n: “man- 


DELLA. ZARZAPARIGLIA. 39° 
înangiare; nè beuere altra cofa di fuftanza, ec- 
cetto,che quella baua vfcita per efpreffione della 
Zarzapariglia, Etdiquefte maniera la diedi io 
al principio molte fiate; & certo faccua grandi 

etti; & fi fanarono molti infermi meglio , che 


 _- nonfi fanano al prefente. Dapoi fi introdufle 


SE: 


altro modo di darla; & è quello., che fi yfa al 
prefente in quefta forma . Prendeli due oncie di 
Zarzapariglia, &lauata; firompe, $c.taglia mis 
nuta, & fi pone in'vna pignata noua, fopra la 
quale pongono tre boccali di acqua,& fi tiene in 
infufione per ventiquattro hore; & dapoi ben 
curata la pignata; fi cuoce a foco lento di carbo- 
ne già accefo ; fin che fcemino i dueboccali,, & 
refti l’vno;; il che fi conofcerà per ordine della 
mifuragià detta . Depoi raffreddata, ficola, & 


ferbain vafi verriati. Sopra la iftefla Zarzapari- 


glia già cotta, fi pone tanta acqua , che fi empia 


Ja pignata; & fi boglie, molti bogli; & dapoi fred- 
dafi cola, & ferba in vafivetriati. Purgato line 
fermo; come meglio fegli conuiene; & pofto in 
alloggiamento ferrato; prenderà la mattina dieci 
oncie della prima acqua della Zarzapariglia , & 


fudar)i almeno due hore; & dapoi il fndore fi 


afciughera; & fi muterà di camifcia , ò di velti 
mento calda, & netto; & l'iftello farà la fera otto 
hore dapoi, che haura mangiato , mutandoli di 
camifcia,ò di vefte calda + Mangierà alleyndici, - — 
& cenarà vn'hora dapoi l’hauer fudato la fera 


“vua pafla,mandole; & bifcotto ; &.beucrà della 


i Go 4 feconda 


uh Proetsrioncoii.5 ir 
feconda acqua. Terrà quefto ordine per quindi 
giorni; & fe hauerà debolezza , fe gli dee dare di 
vn pollo piccolo arroftito , accrefcendofi col 
procetlo del tempo. Dee ftare nelletto almeno 
i primi nouegiotni; gli altriin camera, guardan- 
dofi dal freddo,& dall’aere; &alli quindeci gior+ 
ni fi dee pursare con Medicina piacenole ; & fa- 
cile, 8 il medefimo ne trenta giorni in modo; 
che fi oflèrui in ogni cofa l'ordine, che dicemma 
di dare l'acqua del Legno. Similmente dapoili 
trenta giorni ha da guardarfi, & ben governarfi 
pet altri quaranta giorni, non beuendo vino; fe 
non acqua femplice , fatta della iftella Zarzapa- 
riglia, &guardandofi da donne. Quefto è il mo- 
do ordinario di tor l’acqua della Zarzapariglia; 
che hoggidì fi vlatEt perche io tengo efperienza 
di altri modi, che fono di gran fecreto, & di gran- 
dl effetti, gli fcriuerò qui ; perche fi dica tutto 
- quello; cheio sò della Zarzapariglia;poi che elle | 
è la Medicina, che più fi va al prefente; & veg: 
giamo in lei cofî grandi operationi . Lo ne faccio 
| wnfiropo, chegiàmoltianni è céiebrato‘in que- 
efta città, Sin tutta $pagna;ilquale già fedeci an- 
ni io vfo per l’infirmità del mal Francefe, & per 
altre infirmità; & che non fcalda; né infiamma, 
ma con molto temperamento , fecondo la fua 
graduationefa i fuoi buoni effetti . Il primo;per 
cui fu ordinato, fu per Pantaleo de Negri Geno- 
refe ; ilquale (eflendo ftaro ciù curato: da molti 
| Medici, & hauendo prefo l’acqua del ao) »& 

= <A + IRA altr 


ha 


DELLA.:ZTARZAPARIGLIA:;: J4&E 
altri medicamenti, confumato già quafi tutto, & 
con vna gonfiezza nel ginocchio, nelquale fenti+ 
- ua dolori grandi) lo prefe,& fi fanò molto bene. 
Quefto:firopo io ho vfato con molte genti; in 
uelle infirmità ; allequali giona la Zarzapari= 
glia,& il Legno,& per molte altre; & è dibuono 
temperamento; perche fi lena la fecchezza al Le- 
gno;el caldo alla Zarzapariglia , & faffi in que- 
fto modo; Prendonfi due oncie di Zarzapariglia, 
& quattro oncie di Legno fanto preparati(come __ 
è tato detto) & tre dozine di Giuggiole fenza 3 
oflì, & due dozine di Prune Damafcene fenza 
oflo,& mezza oncia di fiori di Borragine;&altra 
| mezzadi Viole; &'alquanti grani di Orzo fcor+ 
zato; & tutte quefte cofe fi pongono in tre boc- 
cali di acqua, & fi cuoceno a foco lento , fin che 
reftiin'vn boccale; poi fi cola, & in diecioncie 
‘di quefta decotione fi pone vn’oncia di firopo 
Wiolato.Si prende caldo la mattina, & la fera con 
d'ordine detto nell’altre acque, cercando di fuda= 
re,fe potranno;& benchefudino poco,fi fanano. 1. 
Poffono mangiare di vn pollo piccolo dapoi il 
primo giorno,con la folita dieta, &benerel'ac- 
qua femplice della Zarzapariglia, che fi fa di 
mezza oncia della Zarzapariglia cotta in quat 
tro boccali di acqua , fin chene fcemi vna, dale 
gnanto più. Quefto ordine fana ogni mal Fran- 
cele, & tutte quelle infirmità, che habbiamo det- 
to, che fana l’acqua del Legno, & la China, &cla 
argapatiglia, Er perche farebbe cofa fouer 
dal; Se 


“a 


Er so Feb BR O: I. 


4% +: I Ba vEGI 
chia a ridire. ; vegganfi nelle cofe npiular, 


perche certamente con quefta acqua femplice, 
&.conquefta decotioneio ho fatto grandi efterti, 
cofi nelle infirmità, done habbia hauuto qualche 
fofpetto di quefto malFrancefe;come nelle infir. 
mità lunghe, & faftidiofe;nellequali non hauédo 
fatto beneficio i rimedi} comuni. di Medicina, 
benche non procedano da morbo Gallico; que- 
fto nondimetrro le cura & fana ; come lo vedrà in 
effetto,chi lo vfarà.Fafli vn'altro firopo della Zar 
zapatiglia a quefto modo; Si préde otto oncie di 
Zarzapariglia peftata, & tagliata, & fi cuocein 
quattro boccali di acqua, fin che fcemino tre, è. 
reftinevno & nell’acqua,che reftarà; fi pone quat 


È tro libre di Zucchero, & fi fa ii firopo, come dee 


ftare.Si prende di quetto firopo treoncie la mat» 


tre la fera ; mangiando buoni cibi, & ce- 


> pi co È beuendo folamente acqua fem 


| plice della Zarzapariglia, & andando fuori di 
cafa per li fuoi negocij Si curano con quelto 


| molte infirmità delle dette, fenza che: fi fenta 


grauezza‘nella cura, Et {i dee prendere, fin che fi 
finifca il firopo . Dafli parimente la Zarzapari- 
glia in polucre inquefto modo; fi prende la Zar- 
zapariglia,& fe.le lena il core di dentro , & fi fec- 
ca,S ft pelta;S fi paifa per ftamigna di feda, &fi 
fa He Oluere .. Quetta poluere fi tuole nelle in> 
firmità del mal Francete,ò fpecie di quello; din 
firmirà nate da lei; prendendo vn pefo di vn rea- 


de di poluere,& beuendoyifopra dell'acqua fem- 


= ; plice 


DELLA ZARZA PARIGLIA, , 2 
plice della. Zastapariglia sprendendola da mate 
tina a digiuno,& la fera altrettanto, quando an» 
darà.a, dormire, «Dee,mangiare buoni. cibi, & 
non-beuer.vino fenza l’acqua femplice di lei. 
E'bene,.che prima che la.comincino ad vfares 
fi purghino . Quefta poluere oltre che fana mole 

teinfirmità lunghe, &cantiche, vna ne curame» 
rauigliofamente, laquiale èil Fleema falfo delle 
mani, & de piedi in quefta forma. Purgato lo 
infernio:, & ancho fenza\purgare (fe non: fi può 
fare altro)prendetà la fua poluere (come fi è det» 
ro) &:fopra.il Fleema falfo ; fi ponerà con vna 
penna vn poco diacqua.di Sulimato, mefcolata 
con acqua metalli na dapoi pofta per 
ogni parte ue fi-vederà il Flegma felfo, fi pone, 
ràfopra vn’empiaftto,che chiamano di Guglieb 
mo feruitore diftirato. fottilmente foprarafo , è 
taffetà, & pofto intutte.le parti; doue fi vedrà 
polta l’acqua di Sulimato, femplice Quefto fi 
ha da fare ogni giorno; perche con quelto in 
quindici di reftarà perfettamente fano » Quefto 
. da mondifica, & incarna, & fa pelle-fenza effer 
meftieri d’altri medicamenti, infieme con la 
poluere, & acqua femplice dellaZarzapariglia, 
«chehabbiamo detto. E'quetto di cofi grande 
opra,.& cofi efperimentato, quanto fi vedrà 
in effetto da quelli, che lo vfaranno ; perch 
ceriamente guarriranno. Al dì d'hoggi é tanto 
l'vfo dell'acqua della Zarzapariglia nel detto 
modo, che jfi applica ad ogni infermità, & è 
li venuta 


Ph 


dg EE e eni. Lu 
venuta a tanto , che in ogni diffetto di difce, 
diftillationi, ò ventofitàdi, mal di Mattice nel 
le donne, ò altro qual fi voglia diferto ; che fia 
Sarà che non fiano febbîi; d infirimità acute) 
ubiro prendono l'acqua femiplice della Zarza- 
patiglia . Il cheal prefenite è pofto ranto'in vo, 
che in molre cafe, cofì tengono l'acqua cotte 
della Zarzapariglia femplice, come l'acqua né 
fecchi. Et eerto fa grandi effetti , & rimedia 
lunghe; .& faltidiofe infirmità. Vero è; che alle 
pertone molto calide di compleffione , le fcalda 
piu di quello, che fi conuiene; onde non la deo- 
no beuere, & maggiormente fe hanno troppo 
caldo il fegato ; perche imolto lo fcalda. Nelle 
paflioni deile donne cofi della Matrice, come de 
gli humori freddi fa buoni effetti, & {calda li fto- 
machi freddi , & rifolue merawigliofamente le 
ventofità + Et in perfone diffettine di molti ma- 
li & fpecialmente di cararri, & dolori vec- 
chi, & infirmità nate da mali humori, & che 
tendono ‘a quefta via; con la continuatione di 
lei; fa manifefto beneficio 5; & guarrifcono di 
quello, onde mai non penfarono di doueri 
fanare , La fua compleflione è calda, & fec- 
ca,quafi nel fecendo grado + St deono dare 
tutte tre quelle atque ;- ò nell'Autunno 2.9 
mella Primauerra, i... sn 


DELLA PEUTRA DI SANGVE. 4$ 
Della Pietra del Sangue. C ap. X111 
}Ortano dalla nova Spagna due Pietredi grarì 
virtù; l'vha chiamano Pietra di Sanguej l'al 
tra Pietra del Fianco + La Pietra del Sanigue è fpe 
cie di Diafpro di vatij colori alquanto fcuri, fit 
ta macchiata d’alcunegoccie colorite come fan- 
gue ; delle quali Pietre fanno gli Indiani alcuni 
cuori grandi, & piccollini.. L’vfo fuo fin quaè 
per ogni fluffo di fangue di qualunque parte fi. 
fia , di Nafo,di Meftrui ; di Hemotroidi, di ferie 
te, & diquello, che efce'per bocca. Si idee ha- 
gnar le Pietra nell'acqua fredda; & prenderla 
lo'nferrmo nella mandrittà; & tenerla ferratà nel 
| pugno, &ditrattein tratto bagnarla nell'acqua 
tieddla - A queftomodo l'adoprano gli Indiani; 
È a quelto,medefimo modo; la adoptiamò an» 
chor noi altri. -Si tien per.certo da gli Indiani, 
che toccando la ifteflaPietra nella teri pare 
tes doue efce il fangrie; lo riftaghia 3 &hanne ini 
quefto.gran confidenza ; perche fe neha veduto 
‘ L'effetto. Giona Similmente renendola penden+ 
te, è legata nella parte medefima done èfcie il 
fangue ; purche rocchi la carne. Di quefta Pie 
tra aabbiamo veduto grandi effetti nel tiftagnat 
il fangue». Alcuni; che patifcono di Huflo di 
fangue hemoroidalevi hanno rimediato con fir 
anelli di,quelta Pietra, & portarli nel dittò di 
continuo, Et SE Mile, menftruo del- 
«hb 5° 7 . Della 


% 


46 seo af i a Ro 3 AS sd 


Della Pietra del Fianco. Cap. X11ÌI. 
fe CEBOo ant 
Y ‘Altra Pietra; che chiamario del Fianco, è 
box Pietra; chela più fina pare Rocha di 
Smeraldi; la qual rita al verde con vn color lit 
teo) La piuverde e la migliore La pottano di 
divierfe forme fatte anritamenite;tomedle tencna» 
no gli Indiani y alcune come pefci; alctific altre; 
cometettedi vdcelli ; altrecotne betchi di.Papa= 
gallì ; altre.tofide come palle titre petò forare ; 
perciò che vfauatid gli Iridiani portarle attaccate 
per cagione del dolor del fiarico, o del ftomaco ; 
[ero quette due ifnfirmità fa meravigliofi ef: 
ris Lé principal virtù; che tiene,è iiel dolot del 
fianco ; &nel far v{cirle Renelle , & là Pietra ini 
modo, che vrì gentiluomo ; il quale he ha vnà 
juìla migliore di miete quelle, che habbia vedi» 
to; tentiidola legata al braccio ; li fa vfoire; & 
far tanteRen 


| Renelle, che fe la lea molte volte, pen- 
fando; che gli polrfar danridilfarfie tarite ; & 
leuindofela refti di fatte notabilitiente. Toccan 
dolo il dolor del Fiaritog & poniendofela, lo di- 
minuifce; o lena; triandafidò fiori molte Rénel 
les &Pietricciuole | Toda ho vediti dara perfo* 
neafflitte' da grave dolor di Fianco; & ponendoè 
fela, far-vicire le Renellé ; & Pietricciuiole;ge re 
ftarlibere «Ha quiefta Pietà proprietàocchltà 3 
mediante la quale; fa ratio effetti di pre- 
feruare, che non cadano nel dolore del e” 
bt & di- 


DEL LEGNO: PER MAL DI RENE. &c. 47 
 &dipoi venuto;lo leui ; 0 dimimmifce, Fa wfcir 
Renellein gran quantità, & fimilmentePietre: 
Raffrena il caldo delle Reni. Giona 2 dolori del® 
lo ftornaco;poftaii fopra j & fopra tutto prefer 
ua dal dolor del Fianco. La Duchefla mia Signo+ 
ra hauendo haunto in breve tempo tre dolori di 
Fianco,fe ne fece di lei vn braccialetto; & lo: por- 
dial braccio ; & dapoi; che fe lo pofe; mai piu 
non ha fentito dolore di Fianco; &fon horamai 
piu di dieci anni $ &fimilmente ne ha feruito 
molti altri; che hanno fentito il'medefimo be> 
neficio . Onde è ftimata molto ;;& ron fi porta= 
no cofi facilmente; come ne’ priricipii:; perche 
foli i Caciqui, &:Signòti le hauenano ;:8>con 
ragione; poi che fanno cofi merauigliofi effetti, 
Altre Pietre vi ha, che fanano il Fle&ma fallo; 
le quali non ho veduto; ma intefone folo pet 
vdita. ) 


Del Legno per mal di Rene, e ni 
e E° PIE 


P Ortano fimilmente della noua: Spagiità #9 
X Legno; che pare, come tronco di Pero,grof- 
fo; & fenza modi ; ilqualegia moltianni fi via 
inquiefte parti per dolori di Rene j & di Fiancò} 
& per infirmitàdi orinà : Il'primo, cheiovidi 
vfarlo fù gi venticinque anni vn Piloto }che era 
infermo di orina,&di Rene; & dapoi che lo vfa- 
ua fi manteneua fano, &in buono ftato. Dapoi 
SA | o 


43 pbisnat Tm atri ini 
ho veduto; che molti lo han portato qua dallé 
nona Spagna, & lo vfano per quefte infitmità; 
& perquelli; che nonorinano liberamente; & 
per dolori di Rene, & di fianco, & per quelli; che 
| erinano con dolore, & perquelli, che orinano 
poco. E' paflatalacofa ancho più oltre nell'oppi 
lationi; perche fa funacqua le cura; &fana; cofî 
quelle della Milza, come quelle del Fegato i. Et 
quefto fiè prouato già pochi anni in quefte par- 
ti; & trouano in lui notabile gionamento.. Faffe- 
nel’acquainquefto modo: Prehdefi il Legno,& 
fanfi di lui alcuine tagliature molto fortili, quan= 
to piùè polibile,& non molto grandi, & fi pons 
dna inacqua chiata di fontana , che fia tholto 
uona& pura; & fi tégono dentro tutto il tem 
| pois che fiftà è bener l’acqua .. Mettendoti den- 
ero il Legno, nel termiue di mezza hora comin- 
| cial'acqua a divenire di vn colore azurro. mol 
to chiaro; &quanto più va innanzi, tanto più 
azutra diuietie, tutto che il CS iena color 
bianco . Di quefta acqua beono di continuo , & 
con lei adacquano il vino, &ella fa molti mera- 
nigliofi,&manifetti effetti, fenza alcuna altera 
tione, ne:che vi faccia meftieri altro chebuof 
ordine, &gouernio. Non ha l'acqua più fapore; 
che. fe ini lei non fi haueffe pofto cofa alcuna; 
perche il legno non l’altera niente. La fua.con& 
pleffione è calda, & fecca nel primo grado. 


DEL: PEPE D'INDIA 49 


Del Pepe delle Indie. Cap. XVI. 
Oa voglio reftar di dire del Pepe; che por- 
Ma dalle Inflie; ilquale non fol fetue per 
Medicina ; ma è eccellentiffimo; ilquale è cono- 
fciuto pertutta Spagna ; perche non ha giardi- . 
no,ge horto,me vafo alcuno, che:non lo tenga f 
iminaro, per ta bellezza del frutto, che porta, E' 
pianta grande tanto,che ioncho veduto in que- 
fta città alcuna, che fi pareggiaua con alcuni ar- 
bori. Fa la foglia verde a modo di Bafilico della 
randezza di quello,che chiamano Gariofilato, 
Fa alcuni fiori bianchi, de'quali efcie il frutto, 
che è di dinerfeforme ;Alcuno lungo , alcun ri> 
tondo, alcamn'altro alimodo di Melone, altro di 
Ceriefe ; ma tazvial principio quando non fono 
maturi,fono molto verdi; & dapoi maturi,mol- 
to coloriti, con vn colore aflai gratiofo. Sivfa - 
intutti i condimenti; &pottacchi ; perche è di 
‘ miglior gufto, che'l Pepe comune. Fatto in pez- 
zetti, &pofto:nel brodo;è condimento eccellen- 
tilimo,Si vfa in tutto quello, che fernieno le fpe- 
cie aromatiche, che fi portano di Maluco; & di 
Calicut.Sono diuerfi poi ; perche quelle dell’In- 
dia coftano molti ducati; & quell'altro non co- 
fta alrro,cheffeiminarlo; perché in vna pianta fo- 
no Specie per tutto Panno,con niente di dannò, 
sc molto vrilenoftro ;Conforta molto ; rifolue 
fe ventofità; ébnono per lo petto;&c per li freddi 
di compleffione {calda, & conforta, Soir cei 
M D 


ne de 


50 AIGAIRRONINIZA 
do li membri principali. E‘ caldo, & fecco,quafi 
nel quarto grado . sare 


ual quando giungeua quà, 


‘ on er buona (perche era molto fotti. | 
le,& perche fi maturata in coli lungo tempo)ve- | 


» 
a 


-hividanchora tanto corrotta, che gionana poco. | 
Quefta noftra s che portano da S.Dominicosi& | 
«S,Gionanniè matura, groflà; piena, graussdolee, | 
8 frefca tanto,che molte fiategiunge infertanta 
igiorni;da cheè colta; & eifendo frefea, è di grà- 
noto gufto, & non dell odore horzibile; che era 
di) “n - Sp quella 


e I i, PI 


DELLE NOCELLE” PVRGATIVE. —S$1° 
quella di Levante; onde fa la fua operatione mol 
to meglio, & con piu facilità. Ela Caflia; &Ja 
{ua operatione di molta ficurtà. Purga benigna». 
mente fenza alcuna alteratione . Euacua princi- 
palmente la colera,& dapoi il Flegma,& quello; 
che è nelle vie,& nelle budella. Tempera molto < 
quelli, che la prendono + Purifica il fangue. Fa 
molte buone opere in ogni maniera d’infirmi-. 
tà; & fpecialmente in paffioni di Rene, &di orit, 
na, prefa due horeinnanzi cena + Ne catarri fa: 
grandiflimo beneficio , prefadue hore dapoi ce- 
oa. Cura facilmentei mali del petto, continuata; 
&idolori delcoftato ; prefa con Elecmi petro- 
. rali. Applicatadifuori con oglio di mandole dol 
ci,lewa.i dolori grani del Polmone, & delle Reni. 
E'buona nelle febbri calde, & vfatà di conti» 
nuoinnanzi la cena, e’ definare  prohibifce la: 
seneratione della Pietra. Acquerala fete, E‘ hu» 
mida nel primo grado 3 declina a caldo, benche 
poco: E lenitiua, rifolutiva. Chiarifica il fanguey 
&rritonde la acutezza fua, & della ‘colera ‘roffa. 
Si trowa.nelle Indie, dapoi che furono difcoper- 
te La fua Dofis è il pefo di dieci Reali dipolpa 
paflata per fedazzo , fino ad yn’oncia,& mezza; 
&Quattro oncie in canna. e n 

‘Delle Nocelle purgatimueo. ‘È 
Cafio: -#RWH dii 0 pagg 


È 


L principio sche fi difcopriron v'leti fi d 


‘condullero da S.Dominico-alcune'Nocelle 
Si Da trian- 


gi — evito soon otti 


triangolari, con lequali fi purgauano gli Indiani, » 


&erà a loro purgatione familiare. Et dapoigli 
Spagnoli per neceffità fi purgarono con loro; & 


venutea quefte parti,fi purgano fimilmente con. 


loro molte genti con grande rifchio di alcuni, 
iquali nell'vfarle hanne creduto di perdere la 
vita; perche è purgation gagliardiffima ; laquale 


oltre che fa molto eccello di vfcita, provoca an-; 


cho il vomito gagliardamente con molta violen= 
za,&:congrande angofeia,& affanno, Alcuni da- 
poile retrificarono con arroftirle, & non fono 
tanto violenti,ne tanto eflarbitanti, ne fanno le 
loro operationi con tanta angofcia. Purgano ga 
gliardiffimamente il Flegma,& dapoi la Colera. 
E' medicina eccellente per lo Colico , Rifoluele 
ventofità.. Pofte ne crilteri euacuano mezzana- 
-— mente.La loto manierà,& colore fiè,come le no 
ftre Nocelle. Hanno vna fcorza fottile, di colore 


= di Caftagna chiaro + Sono triangolari. La medol- 


la di dentro è bianca , &. dolce tanto; che per la 
lora dolcezza, fi fono fatte con loro delle berte a 
molti, Chiamanle i Medici comunemente Ben; 
ilquale è di due maniere; vao , che chiamano 
Grande,l'altro-Pigciolo, Il Ben grande fono que. 
fte Nocelle purgatius,Il pieeolo è della grandezs 
na deCeci; delguale in Italia fanno quell’oglio 
pdorifefo,chè chiamano oglio di Ben;onde fi vn- 
gono j capelli, & le barbe per delicie. La lo- 
xo compleflione è calda nel principio del terzo 
grado fecca nel {econdo . La lpro Doflis è da 
et11) % IA 


- 


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dali e n ear 


DE PIGNOLI PYRGATIVI: 53 
rhezza dramma; fiho ad vna ; nia. deonio eflere 
arroftite. ded 
De Pigrioli purgatimi è 
Logo: Cup. PX 

i 1 picco della ndua Spagita ; alcuni Pignoli 
purgatiui;con liquiali fi purgauano gli India- 

ni; &in quefte parti fi purgano con loro molte 
genti : Sotto tfli come i noftri Pignoli, iquali nai” 
{cono di vna Mazzocca grande alla maniera del 
formetnto delle Indie: Non hannola feviza tan- 
to dura; comei noftri; è ella alquanto più negra. 
Sono ritondi;& di dentrò molto bianchi; graffi; 
&dolcialgufto : Purgano gagliardiffimamente 
1a Colera, il Flegma;& oghi acquofità: E‘ Medi- 
tina più piacenole, che le Nocelle : Purga pero 
V[cita,& per vomito: Se fi arroftifeono hon pur? 
pano tanto, ne:con tanita angofcia. Purgaho det- 
ti Pignoli pet lor natura humori grofli:E'purga- 
tione molto vfata tra gli Indiani. Macerati, & 
difciolti con vino (hauehdo prima prefi firopi, 
che difpongano 1 humore, che fi intende dicua- 
cuare;& vfanedo la dietà conueniente) fe nepren 
decinque; ò fei ; pit, òùmeno ;. fecondo, che può 
portare lo ftomaco di colui; che gli ha da torre: 
Si arroftifcoho per l’ordinario; perche cofi fono 
w grati, & manco impettiofi : Bifognia ; che co- 
ui;che li O ftia in buona guardia; come 
‘quando fi purga : Si danno nelle infirmità lun 
ghe, &doue fiano humorigrofii Sono: caldi nel 

<> Pr D_3°- terzòo 


terzo grado ;:& fecchi nel fecondo , con qual 
che vntuofità; che loro rimette qualche’ parte 
enna i _ ic... 

Delle Faue purgatinen. > (Ap. XX. 
TNA Catthigenia; & dal Nome di Dio por= 
pan alcune Faine al mododelle noftre, ec- 
cetto,chie fono piu piccòole;ma del colores & fat- 
tione delle notre: Hanno nel mezzo della Faua; 
wna pellicinola fottiles come-fcotza di Cipola; 
che ledinidein due perti.Leiiano loro la fcorza; 
Scla pellicivola interiore, & le artoftifcono,&le 
fanno in'polueres &fe la prendofio con vino ; è 
:fatteini poluere;& quelte mefcolata cò Zucche» 
-105 préfidotio va cucchiaro di poluere, & vn fia: 
todivinò dietto + Purgano fenza molta moleftia 
«Qalera,d Elogria,8 amori grofli mefcolati. E' 

«Medicina pretlo a gli Indiafii di molta ftima, per 

cla facilità, c6 la quale fi preride.Molti Spagnoli fi 
‘purgano cofì lei;c5 molta ficurtà; perche è Medi- 

| Gina più piaceuole,&c piu facile ; che le dette . Io 
ho veduto molti,che fono venti di quelle parti 

rapurgarfi con loro,& ficcederli molto bene, & 

‘purgarfi fenza moleftia; Et deono anertire di le- 
uareloro quella pelliciùola, cheita di mezzo tra. 
le due mezze Faue; perchie fela pigliaffero,è ran- 
tala fua forza; & vehementia di vomito: di 

:fcita; che metterebbe in gran pericolo chi la 

i prendefle;& fimilmente habbino cura di arro- | 

} Rirlepercheelle fi: preparano,&rimettono mol: | 


4 vitara. 60 xh 3 


to 


n 


DELLA LATTE DE PINIPINICHI- $$ 
| todellaloro forza «Laqual cofa dee cilere gene, 
. —raleinquefta Medicina, &in turrele dette;per- 
che lo arroftitleèla vera loro preparatione . Da- 
poi.tolta alcuna Medicina delle già dere; non fi 
deedormire niente. Bifogna, che fi tengano gran 
vuardia; fecondo che ho detto; come quelli,che . 
Liz in tutto quel'o, che vedranno, che ad 
huomo purgato fi conuegna i Danfi quefte Faue 
preparate nelle febbri molto lunghe, &impor- 
tune) & nelle infirmità di humori mifti,& molto. 
grofli; & nel colico 3 &ne' dolori delle giunture; 
&-è purgatione vninerfale: Sono calde nel fe- 
condo grado; & fecche nel primo. Danfi-di loro 
da quattro in numéro ; fino a fei, arroftite piu, ò_ 
meno fecondò;chefarà l'obedienza del corpo di 
tolui; chela prenderà | doal 
Della Litte di Pimipinichi 
scap 1. Lain 060 e Ladies 
Ntutta la colta della terra ferma cauano-vna. 
I Latte di alcuni arbofcelli, come Meli, li quali 
chiamano gli Indiani Pinipinichi ;& la cauano 
| aqueftomodo; Tagliano vna rama di detti ar- 
.botcelli del tagliò della qualeefcefubito vna 
| Latte alquento denfa;& vifcofa. Di quelta 
prefe tte jo quattro goccie; purga per di fotto 
valorofifsimamente;, principalmente gli humori 
colerici ; & l’aéqua citrina; &fa la fua operatio= 
ne con molta vehementia ; & preftezza: Si pren 
dein vino; 0 feccatain poluere in poca quanti- 
ci es: =" 


56 SSR Se I AI 
tà; percite è la fua operatione gagliardiffimg . 
Ha vna conditione , la qual.è ; che mangiando ; 
obetendo, brodo; o vino; od’altra cofa; fubito 
refta di:far la fua operatione .. Bifogna che fi cen- 
ga buona guardia; & buon érdine coli, chela. 

enderà: E"calda, & fecea nel terzo grido . 

‘ trtte quefte Medicine, c'habbiamo derto, fono 
violenti; & di grihdeimpeto; & fi ha lafciato di 
vfarle dapot; cheè ventito' il Mechioacan ; per 
chein lui fi trowra operarione molto fieura; & 
percio non folamentei noftri,. ma rutrele Iadie 
anchora fono ricorf-a lui; come a purgatione 
eccellcatiffima ; del quale hosa trittatemo + 


Del Mechioacan. Cap. a 
L Mechioacan è via radîce,che gia vent'anni 
: Ji fi difcoperfe nella Pronincia della noua Spa- 
gna nelle Indiedel Mar Oceano. Si porta da vna: 
Regione, che è più in là del Mexico piu di qua-- 
ranta leghe; la qual fi chiama Mechidacan;& fu 
conquiftata da. Don Ferrando Cortefe l'anno 
1524-E'terra:dimolta ricchezza d’oro, & più 
diargento ; perche di quefto e la più ricca terra; 
ché fiain tutte quelle parti;& fl intende, che mt- 
ta quella terra è argento per più di dugento le- 
ghe. Quini fono quelle Minere tanto celebrate 
& di tanta ricchezza , le quali chiamano Chaca- 
tetas, & ogni giorno fi vanno difcoprende nel- 
la terra molto ricche Minete d'argento; & alcu» 
ne doro . E'terra dimolto buono,;& fanozere;. 


eni cri 


DÈÉL'MECHIOACAN 5% 
laqual produce herbe falutifere , per fanare di 
molte infirmità. Tanto che al tempo dell’India- 
ni, i vicini veniuano quiui, perrifararfi de loro 
mali; &infirmità; perde due dette cagioni: E 
terra molto fertile 3 & molto abbondante dì pa- 
_ no &di pacciagiioli , & di fràtti.Ha moltefon= 
| taned’acqua dolce; & alcune, che hanno mol- 
| taquantità di pefce. Sono gli Indiani di quel pacs 
— femolto bendifpofti, & dimiglior afpetto; che 
| ilorvicini, &infiee più fani. Il principal luo+ 
go di quefta Pronincia chiamano gli Indiani nel 
la lor lingua Chincicila , & gli Spagnoli lo chias 
mano del ann evniuerfale del Regno Mecchioa- 
can; & è vn pacfemolto grande de gli Indiani 
fituato al capo d’vnalacuna; la qual è d’acqua 
dolce; & hi molto pefce. E‘di forma comevn 
ferro di cauallo,& nel mezzo della terra è collo= 
cato'illuogo; ilqual.al did'hoggi ha grandi trafs 
fichi,& commercij,per le Minere grandi d’argen= 
to; chefonointutto il derro Paefe. Subito,che 
quella Prouincia fi gradagnò alli Indianiy anda= 
rono là alcuni Fravi Framcifcani; & vifondarono: 
vn Monafterio delloro ordine; & comein Paefe 
nouo , & tanto lontano dal lor naturale; ne in 
‘fermarono alcùni; trai quali fiinfermò il Guara 
diano , col quale teneua molto ftretta amicitia: 
Cazoncin Cacique, & Signore di tutto quel Paes 
fe. Il padre Guardiano hebbe vna molto lunga 
infirmità, che lo riduffeall’eftremo . Il Cacique 
vedendo il fuo male andare innanzi; li diffe vo: 


58 2 16 de En Sar ; 
giorno; chegli meneria vn Indiano; che eta fuo 
Medico} chelo medicàna; il quale potria efleres. | 
chepotgelle rimedio alfuo male. La qual.cofa 
vdità.dal Padre Guardiano:;:& veduto la poca. 
prowifione; che fi trouaua là di Medici , & d’al-. 
tro; lo ringratiò ; & lidifle che glie le conducef- 
fe. Il qualvehuto,& veduta.la fia infirmità, dile: 
feakCaciguie;-che fe ello prehdewa vn4 poluere ; 
chè egli li direbbe d’vna radice; che lo fanareb» 
be; La qual cofà ritefiidal-Padte, per lo difide- 
rio3 che liaucua di fanatfis venne a quefto , & 
préfela poltiere ; che il giorno appreffo gli diede 
il Medico»Indiaho in vn poco di vino; con de 
quale.fi purgò cofì bene; & fenza pafionealcu- 
na; che quelgiorno fi alleitiò aflai, & molto più 
da.indiinnanzi di modo,che guarrì della fua.in- 
firmità. Gli altri Padri; ch'erano inférmi,& alcu- 

ni Spagnol, che erano nello'ftato ifteffo:; imita- 


lopra merauigliofa, chefacena ; fi {parfe la fua 
fxmainmaniera;chein breuetempo tutto î cs 
; dd 


2 Li ii 


È 
È 
A 
: 
j 
; 
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A 
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; 
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3 DEL! MECHEO':ACAN: 59 
fefiempidelle fue landi, & buoni effetti ;abban- 
donandofi l’vfo del Riobarbaro di Barberia ; & 
prendendo quella il:fuo nome, chiamandola 
Riobarbaro delle Indie; che cofì la chiamano 
tutti communemente. La chiamano ancho Me- 
chioacan ; per che fi tragge ; & coglie nella Pro+ 


| wrincia chiamata Mechioacan + Et non folo nel 


Mexico, & in tittoil fuo territorio fi purgano 
con lei; come purgatione eccellentiffima; lafcia= 
rétutte l’altre ;;ma nel Perù atichiora; & intutre 
le parti dell'India non vfano altra cofa;ne fi pur 
gano con altra purgatione, & ciò cotanta ficur+ 
tà, & facilità ;‘chequandola prendono; penfano 
dirihauercertola fanità ; 6nde li portano delli 
noua Spagna come mercantii di molto pregio: 
Sono ventiquatrroanni, che io la vidi qui li pri 
inafiata | Perche eflfendo venuto vn Pafqual Ca 
taneo Genouefedalla noua Spagna,nel qual viag 
gio era caduto in infirmità ; comeandai a medi: 
carlo; al tempo cheiolo volli purgare; mi dif- 
fe ; che ello:porraua vn Riobarbaro della ov 
Spagna, che era Medicina: eccellentifima ; con 
la quale fi purgauano tuttinel Mexico, & lo'chia 
mauano Riobarbaro di Mechioacani, & chie ello 
fihauena purgato affai volte con lui &gliene 
era fuccello. molto bene; & chie fe hauena da tore 
re alcuna purgatione,prendercbbe quella ; della 
quale egli hauéa certezza; & efperienza. Iogli 
biafimai l’vfo di cotali Medicine noue; dellequa> 
dinon'habbiamo cofa alcuna feritta;ne conofciu 


Lalli H ta; 


cit TR a SER a eg I ST AR 


Cn error invo wîsc — 
ta; &'gli petfuafi ; chefi purgaffe con Je Medici 
ne,chehabbiamo qui; dellequali io hanewa tanta 
 efperienza;& conofcimento; & erane ftato ferie 
to dahuomini fauij. Egli acconfentialle mie pa- 
role; & purgoffi con'vnapurgatione; cheioli 
diedi; fecondo che fi conuenina alla fuainfirmi- 
tà; con laquale ; benche-li fegitiffè notabile alle- 
wiamento; & beneficio; noù reftò però libero del 
la ififirmità di modo ;.che fu meceffario purgarfi 
vn'altra fiata ; & quando venimmo alla feconda 
pugreione volfe torrealtro, che il fuo Rio: 
baro del Mechioacan; col quale fi purgò tan> 

to bene,che reftò fano: & fenza alcun male. Et 
benche mi pareffe buono l’effetto ; non reftai pes 
rò fatisfatto ; firi che molti altri; che vennero in 
quella agione,&fi irifermarono ; non:fi furono 
argati col medefimo Mechioacan; it che fuccefi 
deleta:ineleo a propofito; perche erano -vfati di 

- purgarfi comlui nella nona Spagna . Vedureio le 
fue buone operationi în tanti ; cominciai ad 
vfarlos & p molti conlnis:dandò fama 2? 
fuoi buoni xEt.cofi con quello ) che io ho 
efperimétato quì; come con la relatione; & gran 
fama di quelli, che venizano dalla nowa Spagna; 
è venuto a tal termine il fuo vfo,chegiàè comus 
nein tutto il Mondo , &fi purgano con lui non 
folo nella nowa Spagna; & Prouincie del Perùz 
ma nella noftra Spagna,&in tutta Italia, Alema 
gna, & Fiandra. Io ho mandato relatione di lu? 
quafi per tutta Europa cofì in Lena nel 
® 


| 
vio 


DEL: MECHIOACAN. 61 
fa noftra Lingua; & giàè tanto vfato,chelo por- 
rano per mercantia principalein molta quanti- 
rà,& fe ne vende pet gran fommadi danari ; & è 
tanta:chemidiife wn Droghero,che oltra quello, 
chehauea venduto a quelli della città, ne hauea 
venduto per di fuori l’anno pailato piu di dieci 
centinaia; Il nome, ondelo icone sa è, Riobar- 
baro delle Indie; perche già è tanto familiare, che 
non vi è contrada, doue non fi vfi, come Medi- 
cina ficuri[fima,& di grande effetto; perche con 
lui non hanna bifagno di Medico; il cheè quello 
chea rutti apporta gran contétezza; come cofa, 
che già è ftata verificata, & approbata p buona, 
+ Jomifono informato con' molti di quelli;che 
e dalla noua Spagna; & fpecialméte con 
quelli, che fono ftati nel Mechioacan, della ma- 
niera della pianta, che ha quefta radice, & che for 
ma,ò figura ella tiene. Portano quefta della terra 
pofta a dentro quaranta Leghe,oltra il Mechioa- 
candi vna terra;che chiamano Colima; & tita è 
la negligenza di tutti, che come confeguifcopo il 
principal intento dell'intereffe de’ lor guadagni, 
nonfanno altro dilei;fe non, chegli Indiani nel 

echioacan vendono loro le full fecche, &c 
mette; come quà le conducono, & gli Spagnoli fe 


léicomaprano, & comefpecie di mercantia le man 
damoin Spagna : Et certo in queftò fiamo degni 
sli molto grande tiprenfione, poiche hauenda 
Neduto , che fona nella nona Spagna tante her. 


Re;& piante;& altre cofe Medicinali y lequali fo- 
Sr Di no 


. 


. 


-£3 MALO io 
modi:tanta ftima, non fia però chi di loro feri+ 
ua,ne ft fappia;che virtù, & figura habbiano; per 
compararlecon le noftre. chefe fi.poneflè pens 
fiero ad inueftigare; & efpetimentare tante gene- 
rationi di Medicine, come gli Indiani vendono 
ne loro Tiangez, farebbe cofa di grande vtilità; 
&cbeneficio,il vedere, & fapere leloro proprietà, 
8cefperimentare i loro vari} , &grandi effetti ;i 
quali glilndiani publicano , &manifeftano con 
grandi efperienze, che tra fe tefli hanno di loro; 
&cinoftrifenza altra confideratione le abbando 
nano,&de gli efferti di quelle, onde effi già han- 
no hauuto cognitione, non vogliono darne rela» 
tione, nenotitia del loro effere; ne deferiuerci la 
figura,8cla maniera ; chehànno | 
-rOrà andando io inueftigando la pianta della 
radice del Mechioacan ; vno paffaggiero,che era 
venuto di quella Prouincia,miatisò;che vn Pa- 
“dre Frantifcano; cheera venuto di quella terra; 
hauea feco: condotto nel Nauilio ; dove era ve- 
‘nuto la propria herba verde del: Mechioacan in 


wmbarilegrahdè, & che con molta follicitudine 


l'hauea portata fino di oltra al Mechioacany & 
chela rencua nel Monafterio ‘di S.Francefco di 
queta città | Onde ioné.prefi-grancontentezza; 
8 fubito: fui al Monafteriorg& alla porra:delii 


Infermeriaetà vna come mezza botté,f 


de ftaua+naherba molto verde; che differoeffete 
il Mechioacan;chè' 1 Padrè ‘hauca condotrodalia 
nou: Spagna: con nòn piccolo arduaglio + Eltaè 


Qi vna 


DEL MECHIOA:CAN. 63 
yna herba,che và falendo per certe canne.Ha vn 
verde ofcuro , porta cerre foglie, che lemaggiori 
farebbono della erandezza di vna buona feudel>- 
la;lequiali tirano al tondo, con vna punta picco» 
lina;verfo il piccinolo ha la foglia i fuoi nernettià 
E fortile quafi fenza humi.lità. I fuftifono di co- 
lore Leonato chiaro . Dicono,che fa certi grafpi. 
con alcune Vuette della grandezza di Coriando- 
li fecchi,& chequefto è ilfuo frutto yilquale fi 
matura nel mefedi Settembre. Fa moltirami.li 
quali fi eftendono foprala terra; & fe le pongono 
cofa,onde poffa auolgerfi,va falendo per lei. La 
radice è groifa al modo della radice della. Vital: 
ba tanto, che alcuni hanno voluto dire; che fia 
tei; ò fpecie di lei, Ma in vero fonomolto diffe» 
renti;perchela radice della Vitealba verde; & fec 
‘ca morde molto; il che non fa la radice del Me 
chioacan; anzi è infipida, & fenza mordacità, ne 
acrimonia alcunn.Et fimilmente nella foglia fo- 
no:different. Quello;che vediamo al prefente; 
‘(che:è il noftro Mechioacan) è vna Radice che 
portano della noua Spagna della Prouincia del 
Mechioacan,fatta in pezzigrandi;& piccoli, par- 
tetagliati in fonde,& parte rotti con lemani. E' 
radice bianca,alquantogreue. Paiono i pezzi ef- 
fere di.radicegrande,foda, fenza cuorealcunoii 

Le conditioni;òè qualità, ch’ella dee hanere ad 
reffer buona, & petlumadono ; cheella fiafrefca 
(il.che fi conofcerà,fe non farà tatlata, sug) 
+ Che fia bianca quanto piu può eflere, &e fe 
ou) | __—’@lquanto 


và: 


- 


64 sE BR 0: 
| alquanto pallida, che fia la parte efteriore della 
pri ice; perche lo interno di lei dec ‘etfer bianco; 
Guftata,& mafticata vn poco;è fenza fapore, ne 
__ mordicazione alcuna. Egli è meftieri (perche ella 
— faccia megliola fua operatione ) che ella fia fre- 
{ca ; perche quanto épiufrefca, è migliore; & 
quanto maggiori fono i pezzi, fi conferuano me- 
glio.Diqua é,che quella, che portano ridotta in 
poluere,non è cofi buona; perche effalla , & per- 
de molto della fua virtù, & operatione, Etfimil- 
mente veggiamo, che fe quà fi fain poluere, &fi. 
conferua,non fa cofi buona opra , come peltata 
la radice, & fubito prefa.La radice vecchia diuien 
negra; & fi tarla,& fi pertugia,& viene molto leg 
giera «Si conferua bene nel Miglio, d inuolta in. 
wn cerotto fottile. Cogliefi nel mefe di Ottobre. 
Mai non perde la foglia. La {ua temperatura è 
‘calda nel'-primo grado,& fecca nel fecondo ; per 


ne;lafcia corroborate le membra interiori, fenza 
-ladebilitarione, & fiacchezza;che lafciano le al- 
tre Medicine purgatiue. Anzi quelli, che con lei 
fi purgano,reftano dapoi purgati, piu forti,& ra- 
bufti, che non erano prima, che fi purgalfera. 
Nonha bifogno di rertificarione;perche non ve- 
diamo in quefta radice nocumento,ne danno no 
tabile.: Solamente il vino leè guida; &faften- 
tamento per la fua Operatione; percioche prefa 
«on vina,fa miglior operatione, che con altra Li 
ei —* quore 


ner SET, GO LARE EEA 


DEL MECHIOACAN, Br 
Quore alcuno ; perche nori fi vomità,; & operi 
meglio. Daffi d'ogni tempo, &ad ognivetaite! Fa 
la {ua operatione fenza moleftia} &efenzé quelli 
nocumenti ; che fogliono fare l'altre Medicine 
folutitie. E' Medicina facile da prehdére; perche 
non ha mal gulto» Solamente prende il fapore 
della cofa, con la quale fi tuolej perche è di fucco 
infipida, Per quefto è facile perl: fanciulli;perche 
la prendono fenza fentire ciò che fiaz& fimilmen 
te-per le perfonesche non poffono prendere Me- 
glicine; perche quefta non hane odore; ne fapos 
re. To.ho purgato con lei molti fanciulii;:& mol 
zi molto vecchi ; ‘perche io l'ho-ditaad huomò 
di piu di ottàra anni;&ha fatto in lui opra mol. 
to buona, & ficura fenza alcuna alteratione; ne 
granezza; &fenzalafciarlo debole, ne fiacco»: > 
r| Euacua quiefta radice gli humori Colericimi- - 
fi co’ grofli,& gli humori Flegmaticidi qualan» 
que fpecie fi fiano 1& glihumori vifcofi;.& pur 
tridi,& ambedue le Colere, Enacuale acque Cit 
trine degli Hidro pici con facilità; &la fua inten 
stione principale è al Fegato, mondificandolo,.& 
confortandolo ; &calle membrara lui congion- 


Siri EF apre 


” 


rgli i &.con facilitade:le caccia; 


eo eran n Sa, 


66 Miani o: te 
apre ogni durezza del Fegato, & della Milza, & 
dello Stomaco. Rimoneil dolore della refta an- 
tico , & mondifica il Ceruello,&i Nerui,& eua- 
cua gli humori,che ftanno nella tetta, & nelle fue 
> + Nelle Scroffole fa buoni effetti. Nelle pale 
omianticlie della tefta ; come nella Cephalea,& 
Vertigine, & Malcaduco, & in tutte le diftilla= 
tioni, o difcefe vecchie. Nelle paffioni delle gion 
ture in particolare, & in vniuerfale;come in Got- 
ta, & dolori Artetici. Nelle paffioni dello Sto- 
maco, com’èil dolore, enacuandone la cagione, 
& confumando le ventofita. Nelle paffioni del 
Yorina, & della vefica. Ne dolori delle budella, 
& nel Colico ( di qualunque fpecie egli fifia) fa 
opra merawigliofa, Curai dolori delle donne, & 
fpecialmente mal di Matrice ; cuacuando, & ri- 
mowendone la cagione, come quelli, che per la 


gior parte,nafcerido da: humori freddi,o ven 
tol ide no euacuati da quefta Medicina. Nel- 
lc paffioni del perto,comeTofeantica,& Afma, 
quefta radice molte fate; le rimoue , & fa- 
na, Nellepaffioni delle Reni; nare da humori 
gli. pl cuacua ; & difcaccia , Nelle paffioni 
1 Mal Francefe fa grande operatione, & pare, 
che per quelta paffionela ereatfe N.S.euacuando 
ella iloro humori, che per la maggior parte fo» 
no freddi; & maggiormére quido fono, dimelto 
tempo inuecchiari,li purga cella, & difcaccia fen- 
za neffun trauaglio ; continuando a rorlà tante 
volte,quante farà necellàrio; perchein o 
de. - firmi 


DEL 'MECHIOACAN. 67 
firmità vecchie; & antiche non bafti vna euacua- 
tione, mane fon neceflarie molte, lequali fi pof- 
fono fare con.molta ficurtà con quefta radice. 
Di quà è, che non fi deono meranmigliare , fe con 
vna enacuationenon fi confegue fubito la fani- 
tà,che fi difidera; perche egli fa bifogno adoprar- 
nemolta molte volte, per diueller, & eftirpar 
del tutto il malhumore , cheè cagione di cotale 
infirmità. Fuacua quefta radice meramgliofame 
tela cagione delle Febbri lunghe, & faftidiol@e ;- 
& di tutte le Febbri compofte, come Terzane ba, 
{tarde ; Cotidiane Flegmatiche,& quelle che fo- 
no di quefta guifa ; & nelle Febbri erranti, &in 
quelle prodotte da oppilationi, vfandone quan- 
re volte farà meftieri ; perche nelle infirmità di 
quefta guifa lunghe & faftidiofe, non fi de con- 
tentare il Medico d’'vna cuacuatione, ma dimol- 
tesdigerendo a poco a poco,& a poco a poco eua- 
cuando; poi che fi puo far la enacuatione con tan 
ta ficurtà con quefta Medicina cofi benedetta. | 
Quegli che ne haurà bifogno la dee vfare con 
buon’animo,& confidenza , che li habbia molto. 
| a‘giouare. Il che fino aquell'hora habbiamo ve- 
duto in tanti, che con giufta ragione fi può dare 
intiero credito alle fue buone operationi ; poi 
che vediamo:con quanta facilità; & come fenza. 
alcuno accidente ella fa gli efferti,che habbiamo. 
detto.Et fi fpera;che ogni giorno fe se cifcopri» 
ramho di maggiori,i quali fi potranno aggiungo». 
re aquelto. ala die ol 

“begii E Ù = La 


68, tn e Le i 
«La Methodo,&ordine, che fi dee tenere nella » 
adminittrarione; & nel dare di quelta. poluere: 
fatta della radice del Mechioacan, fi hebbe dal. 
Medico Indiano,che habbiamo detto; & dapoi fi 
ha vfato in varie, & dinerfe maniere. La prima. 

cofa,che fi richiede, che faccia quello», che ha da. 

torre quefta poluere fi è, che fi prepari con buon 
gouerno,& buon’ordine in tutele cofe non na-. 
turali ; guardandofi da nitro quello, che può of, 
fendere alia fanità, & vfando di quelli cibi; che 
piu fe gli coniengono , & piu difpangano1 hu 
more; che principalmente pretende di enacuare; 

&infieme vfi de’ firopi, sh habbiano il medefi- 
mo rifpetto,i quali difpongano l'hamore,& pre 

parino devie;sonde ha da vfcire; & perciò è bene 
| a prendete configlio da'vn Medico, Vfarà anche 
Criftieri,fe non hanerà il ventie obediente, malli: 
 mamente il giorno innanzi; che fi vorrà pren- 

derla. Se pet-caio farà pecellario il trarfangue, A, 
il corpo'in quella manicsa per pargarli, fi pride. 
tà pera rattice eletta, com fi è detto; & li pefta- 
rà,facédone polucreé che nò fia molro minuta,ne 
; molto grofla,ma peltata mezzanamente, & fe né 

pelarà la quantità, che fi vorrà prendere ; come 

cuiremo; & fi ha da mettere in vino bianco.intan | 
va quantità, Quanta farà meftieri per beuerla; & | 
fi dee prenclere la mattina Il vino è il migliorli, | 
quore;co’lquale fi poilà prendere, & cofi l'vyfano | 
‘nelle Indie tatti in generale; perche il vino (cor 
e] a : me 


NEBBIA o TTT" 


titan Bini a 


DE MÈ CHTO!IACA N. 69 
tfie habbiamo detto) corrobora j &dà forza a 
quefta poliere:Et perche ci fonoalcuni,che non 
pollono benerevino; in tal cafo la poffono dare 
in acqua cotta con Canriella, è con Anifi, è corn 
Finocchio. Etfe ilvino puro l'offetidefie ; fi può” 
adacquare con quialche acqua; maè tanto poca 
laquantità del vino ; che fi prefidejche non può 
offendere; ne dar moleftia a nino ; Puoffi A 
Quare con acqua d'Inditia;ò di Buylòffa}ò di Ci 
corea:Et perche quefta Medicina nòn fi dà nelle 
Febbri Acute; ria folo rielle Ctoniche lunghe; 
&a tempo ; fi conferite il vino più; che altro li- 
quore alcuno; & con quefto ho vedilto io mit 
lioreopra Dafli parimente quefta politere me: 
colata con'confetua violata, & con firopo vio- 
lare; &è buona cofà ; perche con la loro frigidi 
ù;&humidità fi corregge il poco calore; & fec- 
chezza,che ella ha; & prendeffi, benendòui fo: 
pra vino adacquato; d alcuna acquadelle dette: 
Fanfi di quefta poluere Pillole formate con Elet: 
tuario rofato di Mette ; & certò fantiò molto 
buona operatione, &ptirgans molto bene. Poi 
| mefi parimentein pafta di Lafagne; o di Ottig & 
| in Marzapan; & perche eltazion ha mal fapore 
— nonfifente;il cheferàe molto per li fanciulli, ge 
. perquelli, chenonpoflono prendere cofe fimilli? 
Le Pillole; chefifaramnodi Quefta poluere deo< 
no eflere molto piccole, poco piu di Còriamdoli 
fecchi; perche più tofto È diffoluano } & né fcal- 
| «ino, &operino piuzofto; &meglio; Polloni 
i (ESSE: E 3 dare 


De. 


79 sea bilob Rex bag 
dare là mattina + &la fera < Dafli quefta poluere 
con profperiffimi fuccefli pofta in firopo Rofa- 
todi nova.infufione, mefcolata la quantità , che 
fi vorrà torre di lei, con due onciedi firopo. Et 
certo fa quelta miltione meratiigliofa operano» 
ne; perche fi ingagliardifce, & accrefce molta 
forza all'opera della poluere. Euacua gli humo- 
ri Colerici,grofli,& Flegmatici, &mifti ; & lac- 
quofità del fangue;& cofi è grande Medicina , & 
di merauigliofa opra. Euacua poten viffimamen- 
te l'acqua Citrina de gli Hidropici, & di quelli, 
che patifcono Chachexia; frequentandola molte 
fiate,& dando ua l’vna;& l'altra purgatione co- 
fa;che corrobori,& fortifichi il Fegato. Si prende 
molte volte nel brodo,& fa buona operatione.Si 
dee torre quefta Medicina, ò purgatione lamate 
| tina molroabuomhora, & dapoi tolta vi fi può 
— dormiremezza hora fopra, innanzi che cominci 
| a purgare; perche il fonno prohibifce 1l vomito; 
& il calor naturale fa migliore impreffione nella 
Medicina» Ma fe fi temerà da colwi, che prenderà 
quefta poluere;ò qualunque altra Medicina pur- 
gatiua,& fi dubiterà di vomito ; può fare egli va 
rimedio,delquale io ho grande etperienza , & è; 
ché finita di prendere la purgatione, (0 quefta;: 
oirero qualunque altra; che fi fia) egli babbia vn 
roffo d’'ouo arroftito caldo disfatto tra i deti & 


pa invn panno di lino raro, & cofi inuolto,fe — 


ò ponga nella folla della gargata, che chiamano 
«Golla,& quin lo tenga, fin che. comincia a pe 
i garli, 


fici 
lita 


E a 0 TRI — 


A DÈL MECHIOACAN. 71 
garfi, che di certezza prohibirà ilvomito, & fi- 
milmente i vapori, che per la pùrgatione afcen- 
dono; che non è poca contentezza . Dapoi che 
hauerà alquanto dormito (fe hauerà potuto) co» 
minciando ad operare, non dormirà piu,ne man 
gierà,ne beuerà cofa alcuna ; ftandoin parte,do> 

ue l’aere non l'offenda, ne la molta: conuerfatio» 
nes perche rutto l'intento ha da effereil purgarfi, 
vietando tutte le cofe; cheimpedifcono la eua- 
cuatione.Et fi ha da detrito, cha vna delle mag 
giori eccellenze, che habbia quelta purgatione, 

fi è,che fta helle mani dell’infermo l’enacuare la 

quantità de gli humori ; che cilo vorrà.  Laqual 

cofa diede molto,che penfare a gli antichi ; per» 
chetratrando effisqual fufle cofà piu ficura , la 

purgatione;ò al falatto; non hebbero' altra cagio» 

né piu principale; onde priora il falaffo'effer 
piutficuro;quato che nel falaffo pofliamo cauate 
la quantità del fangue,che noi vogliamo,& nella 
| purgatione nò; perche tolta vna fiata;n6 è in po- 
ter del Medico,tie dell’infermo fare, che ella celli. 
ciclla:fiua:opra.lI che non è in quefta noftra purga 
tione del Mechioacan;poiche co’l préderevn po 
co-di.brodo,ò col mangiare qualche cofa;mentre 
che fa l’operatione;refta di farla del tutto.Et cofi 
nonpuòdeccedere,ne trafcorrere sfrenar amente: 
Certo fi dee hanere molto caro,che fi habbia tro 

varo vna maniera di purgatione, che cé anta fi 
curta,& cofi valorofaméte faccia la fua operatio» 
ne;Scche ftia in' volontà di cui la peeliaoi che 

14 E 4 1 ha 


sa 


de <—— A TAO RIS Big 
fihapnrgatoy quanto gli pare che bafti) di fare 
che.c6 vmfiaro di brodo,n6 operi;ne purghi più. 
Dapoi;chéil Medico; è l’infermo vedranno; che: 
ha tinito dienacuare; & ha purgaro quello, che 
fi comriene; lideono dare. da mafigiare, prenderti 
dolnebprincipio del cibo vnafcudella di brodo; 
& sera sin mangiando qualche augello, & 
nelrefto gouernandofi,come huomo;che fi pur- 
ghi;cofi nekberiere; conte nelmangiare, & come 
ancho nella guardia della: fua'perfona, per quel 
. dischela:prenderà. Guardifi didormire-trail 
iorno., 86 di bewere finto alla cena ;laqual farà 
Mogieci , &dicofe dibuona foftanza + L'altro» 
giorno: prenderà vna Medicirta lenitiva, & quale 
chie Conferma; & d’isidì innanzi terrà buon'or-» 
dine,& buongotermo in:tuttoiquello , che gli {è 
omuictie: Et fe col prédere vna fiata quefta pol- 
were; l'infermio.non firifanerày ò non ewacuerà: 
. quello;cheè bifogno;per rifanare;fi può tornare: 
a torre ana no quer vedrà il Medico,che fr 
conueniga;ilquale vfarà diligenza, dapoi purga-. 
rain confortare; scleri membri 
rincipali. Etin quefto io:non-poflo dare regola 
Fori. perche A diuerfe, & ui leinfinisità 
ondefono dimeftiesi varij,&: dinerfi rimedi); 
la mia intentione nonè;:fe non di fcriuere Lvfos 
della radice del Mechioacan;come dicofa diam’ 
ta ftima; & come di.purgatione; & rimedio:tan». 
| to eccellente, quanto la natura ci ha dato.Chefo> 
* iltempo neha privato della vera Misrha,del ve 


ro 


DEE MECHFOA CAN. 7 
#6 Balfanno,& del Ginamomo:; & d’altre Medi= 
cine, chegli Antichi vfarono ;'& a* noftri giorni 
non fiha ‘di loròmemoria alcuna ; perche col: 
tempo fi fono perdute; il medefimo in luogo lo- 
rocihadifcopetto; & dato tante; & cofì vatie 
cofè (come habbiaino detto) chele tioftre Indie 
cirmandanio;& fpecialmente il Mechioacan; puts 
gatione cofì eccelletire, & coli benigna; che fa la» 
fua operatione comoghi ficurtà ; bianca mel cos 
lore,gratiofa nell’odore,facile da torte, fenza mo» 
Jcftia nell'operare,&fenza quella abhominiatio= 
nesche hanno in fe lealtre purgationi y&fenza. 
quelli accidenti,& affanni, che vengono altem- 
podi torle,&fentza quel trauaglio,colquale fan>» 
nolaloro operatione: Ha quefta radice(oltra 
ciò:; chefiè detto di fopra) altre proprierà , &: 
apetationi occulte; chè non fappiamo, lequali 
col tempoz& con P’vfo di let; fifaperanno, & dis 
fcopriranno ogni giornois nio 0 si > ov 
La Dofis,oter quantità, che fi da delta polies! 
refatta della radice del Mechioacan è conforme 
alla obedientia del ventre di colui; chela vorrà 
tortè. Alcuni prirgasio con poca quanutà ( & io 
conofco vn Signore di quefto Regno, il quale 
cen pefo di mezzo Reale fi pùrga molto bene) & 
alcunialtri; hanno bifopnordi pefo di due Reas 
lì ;& alcuni aleri dipefo di tre; & in'quelto dee 
ciafcuno variarda quantità, fecondo; che‘trotie= 
rà'obediente il ventre più;o meno... Similmien- 
teli variala quantitày fecondo la'erade;i DES 


eni 
“ 


pe ire 


74 2% Too @x Big 

il fanciullo ne ha meftieri di poca,&ilgiouine di 
più,&l'homo gia robufto dimolto piùyg di me 
noil debole, &di più il gagliatdo.Per qu@fta ca- 
gione varieràil Medico la quantità, comîeli pa- 


| rerà, che fi conuegna; percheal fancitillo tè da- 
rà al pefo dimezzo Reale; Scal riouine al as 
vnReale;&all'huomoal péf pi due Rea fiche 


è quello;che continuamentéfiprende. Alle don- 


ne nonfene conuien daxmàé; che al pefo di 
due Reali.Etin ciò fi puo diliigr'vna cofideratio> 
neslaqual è;che poi che cl mani del Medico 
d'impedirle la = operati Mipagpando vedrà che 
ella ecceda ; gioua molto definévn poco meno; 


dapoi c6 vn fiato dibrodo(f&ella eccederà)fi puo 
rimediare all’ecceflo, Queftaè la fomma di quan. 
toio ho fin'horaintefo della tradice , che fi rag». 
ge della Prowincia del Mechioacan . Quel di. 


tempo, & la efperientia, che fi hauerà di lei» 


“Del Solfere "viuo. (ap. XXUL 


O Vande io hebbi finito di fcrinere quefte vl. 

time. righe, Bernadin di Burgos, huomo dot: 

to, &efperto nell'arte fua,mi moftrò nella fata 

bottega vn pezzo di Solfere viuo portato dalle 

noftre Indie, cofa la più eccellente , ch'io vedelli 

‘giaimai, neche fi fia veduta nel nofiro rempo. E* 
di trafpa- 


DEL SOLEERE VIVO. 75 
trafparente come .vn vetro, di color di finiffimo 
| oro. Togliendone vn pochetto, & mettendolo 

allalume.rende gesime: odore di pietra di 
Solfere; con va fumo verde. Odorato il pezzo, 
non, tiene odore. Lo portarono da Quito nella 
Provincia del Perùd’vna Minera, che quini fi tro 


uò,in vna montagna prefloalle Minere dell'oro; 


onde nofenza ragione dicono gli Alchimifti, che 
la miftura dell’oro fi.fa dell’argento viuo, & del 
Solfere;dell’argento viuo,come di materia; & del 
Solfere, come di forma, &agéte. Et cofi è quefto, 
ch'io vidi; ilqual’era, come vn pezzo d’oro finif- 
fimo. Portano di Nicaragua vn altro: Solfére; 
ma è ofcuro,cinericio, denfo, fenza colore; & fen 
za trafparentia 3 il quale fi caua vicino al Valcani 
di sT497 se pofto.alla lume,rendeodo+ 
re di Solfere ; ma è come vn pezzo diterra y che 
in niuna.cofa affomiglia a quello di Quito; fe 
nomnell’odore ; & nomhaquel.color d’oro. ne 
quella trafparentia,, &c chiarezza ; che: quelidî 
Quito ;.it quale applicato nelle cofe schie fono di 
meftieri nella Medicina ;'fa merauiglibfi effetti ; 
& principalmente mollificato, & disfatto nél vi- 
- no; & pofto la notte ful volto a quelli;che l’hans 
no-roflo; & infiammato , chepàionoleprofi:;.& 
vfato, era notte; dapoi-fatre le eacuatiohi 
vniuerfali, li libera. & fana merauigliofamente; 
dellaqual cofa io tengo molta efperienza . Sana 
disfatto con oglio Riofato.la Scabbiz. Prefa-al 


| pefodivnRealsinyn'ouo; fanail Colico, & lo 


fpafimo. 


Dole SOSTE RR RR 
pafimo . E‘buono pet la doglia delle biidelle) 
Sana prefola I@ericia + E caldo, & fecco' eccefli+ 
tamente ; il che»appare pet Paimicitia; che ha 
col fuoco che toccò da lui; fi accenide; & tende 
fiamma vElloèla materia principale di quella 
diabolica inuentione della Poluere,che è ftata c& 
gione di tanti mali, & di tanti danni; © 
© Del Lectio «Aromaticò. 


na mi moftrò Pifteffo Bernardino dî 
Burgos,vn Legno; chealla vifta penfai, che 
fufle Legno fanto di quello di S. Giovanni di 
Porto ricco; itqualeegli trouò in quefto modo. 
Effendo in cafa di va Mercante principale di 
quefta città, facendo vnà Medicina ad'vicami 
no, doue abbrufcianano per legne quel Legno; if 
fumo; chefalina delle tegne.era molto dorato, 
&daua dife molto foane odore; dellaquali cofa: 
fi merauigliò molto;8 dimandò; che cofa hauea: 
fatrò là quel buon odore, Quelli di cafa gli dille 
ro;ché quelbuon’odorwera delletegne , che là ff 
abbruferauano ; lequali rendevano quel buono” 
odore. Egli prefe vno.di'quei Legni , & lewtò vna' 
fcheggia di quelididentro, Jaquale non hauena” 
odore, ne fapore piu , che altro legno comune. 
Lenò pofcia vnpoco della fcorza, & odorolla,& 

° ;&trouò.in lei vn'odoreardinatico ecé 

cellene 


liti: 


e" 


DEL LEGNO. AROMATECO.: 77 
gellentiffimo,& vnfapore, ne piy nemeno; co- 
me di Macis.,ò Noce mofcata ; & molto. piu vi- 
uo,& piu acuto,& più foaue, & con piu aroima- 
ticità,che quanta Garinella fia nel Mondoj& con 
piu viuezza,& acrimonia, che il Pepe Io la gu- 
ftai, lenando.la fcorza delmedefimo: Legno, del 
quale egli hanena. gran quantità 3 & certo non ci 
ha cofa aromatica gi quelle, che habbiamo, che 
con tanta foaunità, & con.tanta viuezza penetti, 
come mi penetrò il {no sufto,in maniera, che gu- 
ftandone va poco, mi lafciò titro’fgiorgo quel 
faporè în bocca aromatico , & mèrauigliofo, co- 
me hauerebbe lafciaro vn pezzo! di Noce mofca- 
ra. Dicono,che tagliò vna gran quantità di quo- 
fto Legno vn maeftro di vn fuo Nauilio , ilquale 
venne per Ja Hanana;& in vna montagna ne ta- 
gliarono gran quantità per legne del Nauilio; & 
quello,che foprauanzò mifero in cafa del Signo- 
re,& lo adoprauano, come ho detto . Per laqual 
cofa io confidero,quanti arbori,& piante habbia 
nelle noftre Indie, che hanno virtà Medicinali 
molto grandi; poi che per legne.da fuoco fi ado- 
prano arbori' odoriferi , & aromatici ; della 
cui fcorza ridotta in poluere fi potria fare mol- 
to grandi effetti, confortando il cuore, & lo 
ftomago, membri principali, fenza cercare le 
fpecie di Malucco, &le Medicine dell’Arabia, 
& della Perfia ; poi che ne’ campi incolti, & 
nelle Spia {pontancamente ce le danno 
le noftre Indie, La colpa è noftra, che non le 

er. a e =eic- 


8 LIBRO I. DEL'LEGNO AROMATICO, 
inueftighiamo ; ‘ne cerchiamo , ne vfiamo la 
dilisenza , che fi conuiene per prenalerci de’ 
“loro effetti merauigliofi ; li quali fpero, 

| chevil tempo; il quale è difcopritor | 

di ognicofa, & la diligenza, 

‘ cefperienza ne le dimo 
 ftreranno con mol 
to noftro v-. 
vati tile. 


FI fine del Primo Libro. 


* 


LIBRO SECONDO; 
cofeHeE: TRATTA DI DV 
MEDICINE ECCELLENTISSIME 

Contra ogni venenos . | 


Lequali fono la Pietra Bezaar, cy l'herba Scor- 
Zonera ; nel quale fi narrano î loro effetti mera- 
uigliofi, &r le loro grandi virtù, con la cura de” 
veneni,&y l'ordine, che fi ba da tenere per guar- 
darfi da loro. Doue fi vederanno grandi fecreti 
di Medicina, & molte efperienze . (ompofto no- 

-_ mamente per lo Dottor eMonardes, Medico di 

| Siuiglia, & al prefente tradotto dalla Spagnola 
nella noftra Lingua. 


tap A. 


=egl OLTO fi duole Plinio nel 

 fuo Libro della Hiftoria Na- 
turale, dicendo; che tuttele 
cofe in quefta vita fono cori- 
trarie all'huomo,; & che folo 


ii ii e rn aa 


folamente concelle mancamento d care gra 
poi che egli non fa quello,che figli ca 


7 vna piccola he 
to,& v 


tuttii vereni,&c ogni.losoacciden te; ilquale no- 

minarono; Pietra Bezaar:Ma.il tempo colicome 

è difcopritose di ogni cofa,cofi è diftruggitore; & 
“confumitore di loto; percioche ha molti anni. 
achece le occulto, & afcofe di maniérasi che non 
calci fapcuamo 


DE VENENIy ETUDELLA LOR CvRa. 8Eo 
+ fipeuano:piuquello;chefifutfela Pietra Bezaary | 
>» chefemainStuileftata, e'lfuo nomefte era cofi 
| .ftrano,& incognito, comei Popoli 


1 Scithia. Il 
medelimo tempo volédoci riftorare dell'hauer 
netenuto quetta Pietra preciofa afcofa per tanti 
anni, non folo cel’'ha dimoftrata; &difcoperta; 
mainfieme con lei neha dato: vn’'herba; chefi@ 
| milmente è cotra veneno;,laqual chiamano Her- 
‘ ba Scorzonera;che è di grande virtù, & già pochi 
| &anniinquefte parti è ftara difcoperta nonfenza 
grande vtile noftro .. Et:perche quefte due cofe; 
ciò fono,la Pietra Bez4ar, & la Herba Scorzone- 
ra fono cofì eguali,& tégono tante virtuti c6tra 
veneno, volfi fcriuer d'ambeduc infieme.. Or per 
hauer intera-fotitia, per qual cagione quefie dee 
tofe cofi eccellenti giouano;eglié meftieri primie 
raméte, che fi {appia,& fi ide’ veneni, come 
i 4.Dire ique,quello, che 
nofcere gli anenenati; i 
1cdij; eono preferuare da’ ve- 
“neni. Et perciò ttattaremo prima di quefto, per- 
che nò feruirà poco a quello, che intendiamo di 
fcriuere-della Pietra Bezaar;& della Herba Scor- 
zonera. Veneno è quella cofa,cheprefa p bocca, 
ò “pago di fuori; vince il noftro corpo;infet . 


mandolo; 0 corrompendolo; o.ammazzandolo. 


Quefto fi ritrouaimvna di quattro:cofe, o nelle 
Piate,o ne’ Minerali,o ne gli Animali,o:neMi 


dequai tutte cole, fanno i lor effetti,o per qualità — 
smanifefta;0 p proprietà occulta,o per am nalità 
el} : F i ‘nfalhe. I 


t 


Gf sr RO 

infieme Quetti veneni in parte ne offendono, & 
ammazzano, in parte ci feruiamo di loro perna 

ftro beneficio, & falure corporale; in parte fi va=. 
lenano di loro gli antichi, per rimedio delor tra- 
vagli.Diquelli,che ci offendono cofi in generale, 

come in particolare, Diofcoridenel Sefto della. 
fua hiftoria delle Piante trattò molto bene; po- 
nendo in generale i rimedij; & in particolare 
quelo.che a ciafcun di loro fi conueniua. Il me- 
efimo fecero altri Greci, & Latini, & Arabi, li 
quali potrà vedere, chi ne vorrà faper di loro più 
particolarmente, Quefti feriffero molti Antido- 
ti, & Medicamenti,co' quali ciafcuno fi può pre- 
fermare di non eflere auenenato ; sa la mali- 
tta hnmana è molto grande,& molti kanno pro 
«curato per loro iii, & vendette,non folo di 
tendere con veneni, & ammazzar la gente co- 


pe 


atj degli antichi compofe-. 
erit Medicamenti,accioche per lo- 
to mezzo non poreiero eltére offefi da’ veneni; 
&: cofe venenofe, che fi potetfera dare, Come 
vediamo che facena l'Imperatore M. Antonio; it { 
quale temendo di elleré auenenato, prendeva ti, 
ogni mattina wn poco di Theriaca 3 Similmente 
Michridate alcuna volra prendeua ja fua confer: 
tion Mithridaticasalcun? altra certe foglie di Rus. 
A ta, 


“ 


DE' VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 87 
ta’, con Noci, & Fichi; & parimente vfarono 
| altre vali Medicine; per non eflere offefi dal ve- 
neno, fefuilelor dato. Altri fi vagliono de ve» 
neni, per rimediare , & curare molte infirmitàg 
prete ibn fi vagliono di loro i Medici, per 
difcacciare, & cuacnare gli humori, che foprab- 
| bondano ne noftri corpi ; percio che quefto non 
fi puo fare gagliardamente fenza far violentia, & 
| forza alla Natura ; ondele Medicine purgariue 
gegliarde non eng di ties - Vero 7 che 
rocura con ogni diligentia di corregerle, & 
hrc tuttania benche quefto fi faccia;non- — 
| dimenoreftainloro la venenofità, con la quale 
— fannoquella operatione cofi gagliarda. Nel mo- 
do ifteffofivfano i veneni nelle cofe della Chi- 
| rurgia, co qualieftirpano, & corrodono ja car- 
iua ; $cil(ouerchio iaghe ; & apro» 
miftieri. Pari- 


‘ruano i venenid mità, come 
viuo dato a fanciulli, li preferua degli — 
hi: & il Solimato dalla Pefte. Io cénofco vno | 


înfermiero , che ftette in vno Hofpitale, done fi 
curauano molti feriti di Pefte , 11 quale col por- 
tare vn pezzo di Solimato preffa al core, mai né 

gliattaccò,ne fu ferito da cotalmale. Altri fi 
valfero anticaméte de’ veneni (efflendo priui del- 


deli,che haucnano da parire, dingiurie , ò ferui= 

tù perpetua; come Demofthene;ilquale per non 

patire vna morte crudele, & ingiuriofa, fe ne fot- 
e 4 trafle 


*% 


la Fede) co’ quali fi liberarono dalle mortierue | 


SEA con Pro 
— traffe egliinnanzi coi prendere il veneno, che 
| pottava feco in vn Cannoncino fotto i capelli, 
 tralaorecchiavIl medefimo fece Democrito col 
gencno,che portaua in vno anello . 1! medefimo 
ece Alia calo fi vide vinto, coni 
tra,perche di lei non trionfaffle Pompeio.Eraltri | 
molri,iquali per liberarli dalla morte ignominio | 
fa,che temevano; volfero efli darlaficon le loro | 
proprie mani più toto, che fofferirla d'alerui.. 
‘I fegni principali, perli quali fi conofce, che 
no fia auenenaro; è che habbia prefo veneno 
fono;quando alcuno dopo l'hawer mangiato; ò 
beuuto,fente fubito vnagranezza in tutto il'cor 
po con grande dnfietà di vomitare ; & che dalla 
iftello ftomaco li faglia vn'odore; & fapore hor+ 
fipofla mouere ; che habbia 
i,&difli amer ti; che gli 

ie Da 0 


vi lO 


e È no 
9 & per terr ntono nel core E 
angofciea Hanno gran voglia di vomi+ 
non poilono.H bianco deli occhio pate 
di còlordi fangue, & infiunmato, Riguaî Î i 
: ‘convoltoturbato, & horribile. Hannocil' polfo | 
difordinato, & fimilmonte' il refpirare;;& fopra 
Vitto vna freddura vninerfale pertuttoil corpo; 


de' vENENIS ET DELLA LOR CYRA. $$ 
&:imaggiormente nelle parti eftrenie; & queto 
tonformeal veneno, che haneranno prefo ; per: 
 chefeilveneno farà freddo; tutto il corpo fi raf: 
freddi, &fpecialmente piedi, & mani; & volro3. 
— &facendofifreddi lifpiriti; ftanno attoniti ; & 
quali fenza fentimerito + Ma fe farà caldo; hanno 
- granfete;& ardote interiore, & efteriore; che pat 
- lorodi abbrufciare. E molto a propofito per cos 
- mofcere qual fia il veneno;che prefero ; vedere. il. 
“vomito, & quel che rendono in lui, per giudicare 
al colore;qualveneno fia ; perche tutti i vereni 
hanno i fuoi colori: Conofciuto, che fi haurì pet 
quefta via,ò per relations; ò indirij; fi ha da Lgs 
| »euraredi rimediare col fuo contrario ; perchefi 
eftingua; & mortifichi la fua malitia ; della qual 
cola in tutti i Medici antichi fi troua fcritto a bd 
ftanza, cofi.iri generale:co utriscome in par- 
ticolare. còni fo ; petche-ciafcu= 
no hail fuo rimediare. alla fua ma> 
tia, I fegnali piu triftinelli anenenati fono ;ai- 
e molto {nel ; haneregli occhi bianchi, ef+ 
do effi molto rofli; tenere la lingua fuori mol 
| toigrolfa, & nera; il polfo caduto, & formicante; 
sL' dii Gedio, Sc vniuerfale pertutto il corpo; | 
& principalmente nelle eftremità,& nel petto; fe 
| glifi da cofada vomitare; non poter vomitare; 
l'hauer corrotto l’intelletto (& quefto è in ogni 
{pecie di verieni.;ò prefi:; d.per morfo di animali 
venenofi) in modo,che ferneticano; come fe faf 
{eroiin fernefia;il che è fegno mortale. Egli è mes 
doi: F-y-oibei 


# 


ii ia 


gle tnt; an een ce A n 7 


_86 > de l'e SL 


ftieri per meglio conofcere, qual fu il veneno;ché 
fiprefe; che fi mirife è rimafo qualche pocodi 
quello,che mangiò , ò beuette; per vedere quel- 
lo,che vi era mefcolato ; giudicandolo per fo co- 
lore, perl’odore,per lo fapore;ò dandone a qual- 
che animale;come Cane, Gallina, ò Gattòo,& cone 
fiderare gli effetti, che fa ; percioche fe fi attrifta- 


no, fegno è, che vi ha danno; & fe muoreè Tas 


efficace, che fu di gran forza il veneno. Conofciu 
to,che fi ha effere alcuno auerichato;la prima co- 


, fasche fi ha da procurarefi è; che il patiente vo« 


miti (il che è quello,che giona pit) accioche non 
habbia tempo il veneno da diftribuirfi per fe ve- 
ne, &arterie,& andare al core;percioche fe giun 
quiui, folo Dio vi può dare rimedio . Per que» 
a cagione bifogna , che quefto rimedio del vo- 

to fi faccia conela maggior pteftezza , che fi 


nai $ oltra 


ogli la iarioi n molta qui- 
tità di modo, che fe ne empia il veritie; accioche 
meglio fi caui quello , che vi fi contiene ; ilquale 
tenuto per qualche hora, fi procurarì con le di- 
ta,ò con qualche penna di prouocare il vomito, 
il che fi farà, fino che conofca, chie egli habbia 
gettato, & renduto tutto quello, che egli man- 
giò, ò beuette, & che li fece il danno, Et fe l’oglio 
non baftarà per far quefto , fi poffono fare ivo» || 


mitorija 


Rnrsreeii 


dE' VENENI; ET DELLA LOR CVRA. 8 


mitorij, cominciando da piu deboli,come deco- 
tione di Aneto, femenza di Raiffanò, di Chama- 
milla;, &di cofe fimili, che proiocaho il vomis 
to; aggiungendo alla decotione (fe farà bifogho- 
vna draitima di Àgariéo ; ilquale oltra il prouo) 
| ©aregagliàrdamente il vomito; ha proptietà di 
rompere lafotza del veneno. Alciii pet gran fe- 
| &teto danno vi quarro di acqua di fiori di Arahs 
zi tepida j percidche oltra che prouòta il vomi- 
to, ha viftù pafncolare di éftifigriete, & mortifis 
| tratela forza del verieno. Si dee dat calda, in qui- 
—  titddivn quatto; &hala detta virtà per elere 
acqua catiata da’ fioti de gli Aranzi, che fono fpe 
ciedi Cedro iquali hafino grin forza conitrai 
véneni;corite habbiàtfiv feritto in vn trattarello; 
che va ftimpato cor altri mici, ilquale trattà dela 
li Aranzi: Egli è niolto betî fat 
6 co 
13 de giiali tiafizi trattatemo; Ne' 
tempi fi hi compofto , &:caiato vn'oglio; 
che chiamano di Vittiolo,ò Chalcantho; percio: 
| Chedilii folo fi catià ; ilquale è la piu eccellente 
tofa per difcacciàre ; & far retidere il verieho, & 
pet eftinguere la fia malitia, di quante fi mi = 
ar eetilendoe fei goccie irì qualche 
Acqua cordi 
t6 il venerio ; eftirnigiiendo la fia malitia Et hoti 
folimerite quefto oglio di Vittiolo gioria a que= 


4 fità 


x» 


to ; clheto’ vomis 


biano virtù cons. 


ei petche fa v(cit pet via di vomi 


fio, ina a mioltealtre infirmità ; comelo dimo: — 


[na 


885 75 #prrasino: fierr' ta 
ftra Euonimo grande Alchimifta,& molto intel» 
ligente delle diftillationi. Medicinali .. Per la qual: 
cofa quello,che medicarà l’àauenenato ha da vfar: 
fpeciale diligenza ,. prima nel :procurareil vomi: 
to perche quelto è la Radice principal della cu- 
ra. Procurato il vomito, fi daranno pofcia allo 
infermo Medicine; chehabbiano virtù partico- 
lare, per tor via, & ammazzare la malitia, che il 
veneno lafcidim prefla nello Stomaco;& ne mé 
bri principali . Per quetto fi dee: procurare di fa-. 
pere, che veneno.in particolare prefe l’infetmo; 

che faputo, fi ricorri fubito.a Diofcoride, Ga= 
ifi,Pio o; Auicentia,&ad altri Auttori, iquali 
pongono il rimedio.in particolare contra ciafcu 
no de’ veneni particolari, & ne fcrinono co "tr 
ente:. Sequalche parte del veneno è difcefo 
udelle, che n on fi pofla fcacciare col vomi- 
e’ criftierà lenitiui, chetitino perdi 


gli acci veneno caldo; come è la fac 
la infiammata; ardore interno; punture per tut- 
to il pipe pi occhi coloriti ; le vnghie enfiate ; 
fete grandiflima , con qualche caldo, & ardore, 
& punture nello ftomaco;s& allhora fe conofcerà 
il veneno efler caldo ; i rimedi deono etlere in 
“modo, cheltra che habbiano grande virtù cone 

tra il veneno;alterino, & leuino la mala comple 
fione calda, che è ftata imprefla nelle membra in- 


cino, 


DE VENENI, ET DELLA LOR cvra. 89 
terne, dando di dentro infiéme con le Medicine 
 Bexaartichecofeimolto fredde; & cordiali;& pos 
—  nendoledi fuori fopra le membra piu principa» 
— _li;infiemecollufo de’ buoni cibi facili,& riftora- 
tivi;alterari con cofe fredde,& cordiali. che eftin= 
rano la forza del veneno. Ma fègli accidenti 
ino di modo, che fi creda effere ftato il vene= 
nofreddo;iquali fono; fonno profondo; ftare 
- iftordito a guifa di Lethargico;hauer le memibra. 
- fredde,&la faccia fenza colore; allhota fi deono 
‘fare Medicine (oltra de' le: Bezaartiche) lequali 
habbiano virtù calda;che difcaccino la frigidità, 
cofiinterna, come eftetna,fcaldando ilcorpo, & 
lemembra principali con Medicine, che abbia». 
virtù di farlo; vfando varie diuerfioni,& ri- 
medij,cheapportino caldo, & eftinguano la mas 
o eno ; infieme co’ zibi,chea corale ef 
si tin ciò fi.dee cò» 
fihani i benefici}, & time» 
h nno , perla cura dell'infirmità, che | 
luce il veneno;fenza fcordarfi della principa 
entione; laquale è di ammazzare, & diftrug» 
gere la malitia del veneno,che la produlfe, con le 
Medicine: &. rimedij,che diremo quiappreflo. 
‘Quando colui, che è'avienenato non fente,ne 
fa qualfu il veneno; che prefe, nei fuoi acciden® 
ti lo moftrano; fi ha da credere, che fia ftatodi 
quelli ; che fanno le:loto operationi da tutta la 
loro proprietà; che è il peggiore di tuttii vene». 
ni. Allhora bifogna; che fi vii maggiore diligene 
000 +-Seiail z% sa 


nof folo fie gli avenenati di veneni occulti; che 


| Le Medicine; che harino quefta virtù, & pros 
prietà fpecifica coritra i veneni forio inolte, al« 


| teli fiano mai com pofte; coritraogfii fpecie di 


90 Rd RO Ra 
za, procurando cheil vomito;fi faccia molto co: 
a (comefiè detto)& fe qualche parteè difce 
a alle budelle , fi cani con Criftiero lenititto ; & 
fabito fi dia all’infermo eofe, cheda tutta la lo- 
ro proprietà habbiano virtà fpecifica contra il 
veneno;leguiali fi chiamano Bezàarticheje quelte 
dec egli vfare in ogni tempo, & quatido;che mari 


| gietà& beiietà; procurando il conforto iriterno; 


& efterno delle meinbra principali, & vf{ando nu 
trimenti; & cibi; che diario grarì vigore, cauati 
pertorchietto; & in altra maniera j tie quali fi 
.deono metteredelle cofe; che hanno viftà Be 
zaartica contta veneno în generale ; delleguali 
trittatemo qui apprello ; Etquiefto fi ha di fate 


Oprietà ; main 


no la loro opetatione 
ì ncho 7 che hat 


cuné fono femplici; alcune altre conipotte ; & 
petche dell'vne;& dell’altre nie fono riolte, dirò 
piu vfate;& quielle; fiellequali Gi vede maggio» 
te efperienza « Delle cottipofte la principale è la | 
Thetiaca ; che ferifle Ahdromacho ì laquale feè 
ben fatta, è la piu principale Medicinasche qui= 


Yencno; 


i DE’ VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 9ÎÌ 
| Veneno+Ebencheperlafua vera compofitione | 
bu ti prec porci niienoee s tuttauia facen- 
| dofi quel; cheè poffibile, veggiamo, che fain 

* dimette effettù meranigliofi ; noù folamente 
i prefa con alcuna acqua appropriata; ma pofta 
nelle punture; diniorfi degli animali veneriofi, 
& fimilmente nelle Appofteme mialione; che fi 
fanno in tépo di Pefte ; Il Mithridato anchotàin 
quefti cali è digrande effetto,& ferie alcune fia> 
te pet Thetiaca. Quelle di Cedri, & di Smeraldi 
- fanno metauigliofe oprè contra titti i veneni, 
Quella della tetra figillara ha prerogatitia fopra 
I uealia, deren nelle Febbti, che hanno 

ala qualità La Thetiaca Diatheflatoti è appro- 
 priata contra i verieni freddi, & contra i morfi de 


etto foro le piu priricipali ; & dellequiali fi 
Lmaggiote efperienza | Le Medicine poi ferm- 
plici fono molte. La priricipale è quella tetra 
Lemnia tanto celebrata dalli Aritichi;& fpeciale 
imente da Galeno; ilquale per vederla folatierite, 
‘per vedere;come fa facettano i Sacerdoti, natii+ 
| gofinoall’ifola di Lemno; hoggi detta Stalifiîe= 
nc; laquale è là principale Medicina femiplice, 
che conofceffero;& fapelleto i Greci, Il Dittama 
| vero, che nafce nellilfola di Creta; hoggi detta 
Candia, alqual ricorrono le Capre, quando & 
ec cntono 


iii DL 


dà ir ab 1 R10r3 Pla: TARE LA 
fentono ferite da herbe venenofe; perche matte 
iando di quello , fe ne liberano. Lo Scordeony 
Siquale è di tanta virtù nel difendere dalla putre 
fattione, chein vna batraglia i-corpi;che ftaano 


‘diftefifopra quelta herba rimafero. molto tempo 


incorrotti, &fenza puttefattione alcuna, & gli 
altri;che.non caderono fopra diquefta herba;.re- 
ftarono molto putridi,& disfarti. Il ferite de Cei 
dri è cofa ent è coutra ogni veneno ; come lo 
dimoftra Atheneo. in vna lunga hiftoria ; chedi 
loro cotita. La medefima virtù hanno i femi: de 
gli Aranci, poi che fono itiferti di Cedri . L’offo 
delcore deli Ceruo è di gran virtù contra il vene 
no,Scl’angofcia del cuore.Itmedefimo fa l’Auo» 


rio; ilquale (olrra la virtù :Alexiapharmaca) cura 


rawigliofamente la I@eritia j del quale io ho 
alligiioi g 
rande efperienza in molti.Ogni sli 


ampliarono molto i Moderni. Bifogna, che fia 
del vero; perche ne fono molti di falfi, & finti; 
asili lo 


DE' VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 93 
| Iovidiin queltacittà vn Vinitiano,che ne portò 
| n pezzo molto grande, & ne dimandaua (cins 

quecento feudi ; delquale fece in ‘mia prefenza 
| la efperienza. Prefe vn filo, &lo vnfe moltobe 
ne con Elleboro ; & lo pafsò per le creftedi due 
‘polli; all'uno de’ quali diedevn poco di Vnicor 
norafoin vn poco diacqua comung &all'altro 
‘non diede sb alcuna. Quefto mori tra vn quar 
‘to di hora; l’altro che prefel’Vnicorno durò due 
giorni, feniza voler mangiare ; & alla finedi due 
‘giorni moti; fecco come vn legno”. Credo io,che 
| fefidelfead huomo; che non morrebbe; perche. 
ticne le vie piu aperte da potere fcaciare da fe il 
eneno;8cgli f può ancho fare degli altri rime» 
dij;col mezzo de: quali, & colt'Viicorno:potreb 
iberarfi:Di tutte quefte Medicine com pongò 
luiege, che cofi walità manifefte,co+ 


to 


ri Peftilentiali,‘è che habbiano mala/qua- 


è Bollo Armenò noftro preparato: al pefodi tre 
ali. Di femedi Cedri; Scordeon; Dittamoj. 
è preparate;di ciafcuno'al pefo di due Reali; 


felit: li caoridi Ceruo; Auorio;di ciafcuno al pe- 
. fodivn Reale ; Vnicorno,& Pietra Bezaar(fe fi 


haueranho} al pefodi venti grani, Facciafehe 
poluere minuta; & mefcolinfi infieme dieci fò- 
aglid'oro. Di quelta fi douerà vfare alpefo di 


3 MEZZO. 


94 casina ti: i 
mezzo e con qualche acqua appropriata, 
perlo efferto,che cedri : sì had n per 
molti giorni a digiuno, & fi dee ponere ne cibi, 
& nella foftanza di quel, che fi mangierà; perche 
fa molti grandi effetti, leuando il fomento al ve- 
neno, reprimendo la fua malitia , confortandoil 
cuore,& imembri piu principali, & leuandola 
mala qualità, che il veneno laffiò imprelfà in lo= 
ro . Similmente fi potrà vfare nelle Febbri Petti- 
Jenti,ò che habbiano mala qualità; perche repri- 
mela malitia venenofa loro;il che fe non fi fa, la 
“cura è per niente,Parimente fi darà a quelli, che 

fono morfi da animali venenofi,ò nelle loro pun 


Pei cn &cammazzi la malitia | 


del veneno, Et benche quelta poluere fia di tan- 
| ta nirtà nelle cofe fopradette ; di mol iox 
Lai 41 


| &pergi Îîelo in lei infufe contra i ver 
ni. Laqual fe fi tronarà, è il migliore,’ piu gran 
rimedio di tutti gli altri, come lo demoftrare. 


Della Pietra Bezaar, (ap. 11. 
Vefta Pietra Bezaar, ha molti nomi;perche 


i Arabi la chiamano Hager.I Perfiani Be- — 
zaar.Gli Indiani Bezar.Gli Hebrci Belzaar.] Gres 
ci 


| DELLA:PIBTRA:BEZA AR. 95 
| gi Alexipharmacum, I'Latini Contrauenenum. 
| Gli Spagnoli Pietra contra veneni, & angofcie. 
— Conrado Gefnero nel libro, che fece degli Ani+ 
«mali;parlando della Capra faluatica, dice;quefto 
nome Bezaar è nome Hebreo, perche Bel in He- 

breo vuoldire ranto;come Signore, & Zaar ve- 
neno; some fe diceflè; Signor de veneni Et con 


no alle cauerne,doue fono Bifcie, & Serpen- 
.& che col loro fiato li tirano fuori, & li man- 
jano;& quefto fiintende,chefanno,ò per fanarfi 
ne ‘heinfirmitàì, ò per ringionenire.; perche 
fto fatto, per dimofitare, che dal mangiare, che 
fanno i Cerui quelle Serpi,fi viene a enerare la 
Pietra Bezaar, & dicono cofi; Nelle parti di 
Oriente fi generano alcuni animali, che chia- 
mano Cerui, iquali nell’Eftate fe ne vanno nelle 

e © fpelunche, 


no moltianni, Gli Arabiamplificano que . 


SITE Pe X % ved per-"*î piera ia 
dt È 


è rin aro cris :roo A 
fpelunche; & canerne dè gli amimali veneti 
(che affai ne fono in quel paefe molto venenofi; 
pri Regione tanto'calda) & col lorfiato 
i tifano fuori;&gli calcano, & ammazzano, & 
feli mangiano; & poi che fonofatij:diloro; a 
ne vanno con la maggior preftezza;che poflono, 
douurique fia acqua; & vi fi cacciano dentro in. 
maniera; me non lafciano fuori; fe nonil muto; 
r poter refpiraro;:& quefto fanno;perchecon 
afrigidità dolbeei sa fi tempri il pran calore, 
chefentono, perloveneno, chehannosmangia- | 
to. Quiui ftanno fenza beucre goccio d'acqua, | 
fin:chefi gli tempri; & rinfrefchi quell’incendio; 
& chegli fia paflataquella furia del caldo . Stan+ 
do in quell’acc enera loro nè gli angoli de 


vfic 
% bisi vfciti dellacqua,gli 


icalta poi; per l'xfo della Medi» 
sogetie Te, ne id criuono 


iegocio è & è que. 
Ilaquale ferive Pro- 
> tibeni, de tante ricchezze, oltrail fiu- 
me Gange; incerte-rivnòragne, che confinano con 
fa China;nafcono-alcuni animali molto fimili a” 
Cerui,& petla grandezza, & per la leggierezza, — 
w&ognialtra cofa,:che effi hanno, molto confot- 
‘mia’ Cerui; eccetto:che hanno alcune peri per 
ia: è e 


= 
LU 


DELLA PIETRA: BEZAAR. 97 
kqtiali fono conformi alle Capre; cofi nelle cor- 
na,chelianno, a guifa di Capia,riuoltein dietro; 
‘come nella fattezza del corpo; onde li pofero . 
nome,Caprefilueftri; ilche mi pare;che fi deureb 
be emendare, & chiamarle Ceruicapre, per le par 
ti,che hanno d'ambeduc; cioè di Cerno,& di È 
pera Ceruicapre in quelle parti fanno l'of- 

icio de Cerui, che dice Plimio!ne duoghi detti; 
| perche vanno alle cauerne delle fiere, & collor 

fiato le tirano fuori,& felemasiano; & dapoi fe- 
ne vano,douunque fi trouiacqua, & vi fi caccia- 
no entro, fin chefentono , chefia loro paflata la 
furia del veneno,che mangiarono,fenza beuerne 
| pare vna goccia .Vfciti di là: fene vanno per li 

campi, & mangiano molte herbe filutifere di 
gran virtù, che fono contra ueneno, leqirali elfi 
per inftinito naturale conofcono ; onde rifulta 
cofì del veneno; che magiaroho, come dalle her- 
be,che pafcolatono, mediante il calor naturale, 
che figenera ( per virtù fpecifica infufa al tempo 
‘gdella generatione) nelle concauirà delle loro bu- 
adelle,& in altre parti del loro corpo alcune pie- 
piccole, & grandi; lequali fono la piu ammi- 
“rabile, & piu valorofa cofa contra veneno , che . 
fin'hora fi fappia + Si tiene per fermo,che di quel | 
veneno cofi perniciofo,che migiano, & di quel 
de herbe cofì falutifere, che salcilaià > pero rà 
merauigliofa;fi generi la PietraBezaar. Et fecon- 
«o che dicono quelli,che vengono di quelle pat- 
.8i,& hanno veduro quefto animale ; del quale £1 

La Gi cu: 


ei ri pone pe e abi 


93% a iL E BRIT ca 
x canano quefte pietre;egli è della grandezza divn 


Ceruo;& quafi-della fua fatrezza + Ha folamente 
due corna larghe, con la punta acuta, riuoltein 


| dietra,che cadono moltoin giu: Il fuo peloè ra: | 


fo, di color cinericio per la maggior parte, & 
‘rolfo,& d'altri colori, Ve ne fono moltiin quel 
le mornitagne GliIndiani li cacciano, g& ammaze 
zano con arstiy lacci, & reti; & fono tanto br» 
ui,che alcunawolta vecidono alcuno de’ caccia 
rori,Sono molto leggiéri, Saltano molto, Vino» 
no nelle cauerne, Vanno a fchiera,Sono mafchio, 


nanim: i 
Queen Rd) 
fo;cheli 
la via d'Africaziiquale è di quefta maniera.E wno 
animale dellagtandezza di vn Cern. Hadlme 
 defimo pelo,colore,& pelle,come va Ceruo, Ha 
il moftaccio;& la teftac'! collo di Geruo.E' mol 
a o to 


DELLA'PIETRA BEZAAR. ‘99 
ro leggiéro;come Ceruo» Ha ilmoftaccio come 
Céto;& fimilmente Pafpetto.Ha di Capra la fir- 

1 ami rie deg a pare vngri Caprone.Ha 

fimilmentei piedi, come Caprone; & die corna 
ritiolte in cia ei con le punte 
ritorte,che paiono ellere di i Tutto d rime 
néteè-dì Ceruo. Fa vna cofa,chedì gran meraui 
o che fi vetta da vna torre a ballo, & cade 
(opta le corna; ferizafarfi mal&;anzi rimbalza, co' 
me pallone davétonell’aere. Migia'herbe, Lesa 
mi, Pane, & tutto quello; che li danno. E' digran 
 fotza, & femprefta legato con vnacathena;per- 
che confumi,&rodelecorde. Stò con {peranza} 


_% 


tu pera fp 

Ea fatrezza &fiwira di quefte Pietre è di diuer 
fè'maniere; perche alcune forio lunghe, come ofli 
| diDiteri; altre fono,come Caftagne; altre come 
pallottole riréde; altre; come oni di Colombi, Tò 
meho vna,che pare propriamete Rognonedi Ca 
pretto;ma tutte fono ritonde, fenza alcuna pun 
ri'acuta. Cofi come quéfte pietre fono varie nel- 
lefattezze,cofi fono varie ne colori; perchealcu 
nébanno il colore di Caftayna ofcnto ; altiefo- 
no cittine. Commuinemente fono di colore ver: 
| dé, &neroj come dolore di Melenfana . Molte 


ro!Tiitte quelle, chefono fine fono' compofte di 
alcuni fogli vno fopral’altro,come-fcorze di Ci- 
di _ G x = pol, 


. altrefonodi ‘colore macchiato di quelle macchie 
. che'hanno i Gatrî di Algalia di coloré grifo fav- 5% 


3% 


chemuoiasò lo vecidano; per vedere fe hola Pie 


olle, pofte con meranigliofo artificio; & quefti. 
Fool fono tanto lifci,.&-tifplendenti.; che pare. 
che ciafcuno di loro fia ftaro brunito. con'grane. 
deartificip;& fimilmentelenata quella di fopra, 
l’altra, che fegue è molto più-rifplendéte, & bru- 
nita,che quella, chefi lenò $ & in quefto {i cono- 
{ce ellere fina, & vera; & perquefto folamentea 
quella;che io rengosleuai la prima {icorza,& tro», 
wai quella , che fegue dapoî di.lei:tanto lucente, 
& piu,quanto la prima . Quetti fogli fono piu 
grofii, ò piu fottili fecondo la. grandezza della 
Pietra. E pietra leggicra.Si-tade con facilità, co- 
me Alabaftro; perche è tenera.$e fta molto in ac-, 
qua fi disfa. Nel mezzo di dentro non ha cuo- 
re, nefundamento;fopra il quale fi ferwi; anzi è 
concaua; &la: concanità èpiena di vna poluere 
—. «della medefima. foftanzadella Pietra , laquale ò 
- la migliore parte, & di maggiore effetto , che fia, 
— inlei.l maggiore indicie,chela Pietra fia fina,& 
| vera;fiè;l'hauere nel mezzo quella poluere; per- 
. chelefalfe non l'hanno,Qade in quefte due cole 
— fr conpfeerà la fina,& vera,da quelle che non fa 
da 4 3 matr dè . 
‘mo;percioche la vera ha quelli. fogli vno dietra 
Mironlufeori 3 Sin quel di-dentro ha la pol 
nerescheho detto. Quelle,che non fono vere,ma 
falfe,non hanpo ne vna cofa;nell’alrra; perche io, 
ne vidi vna,.che fu.rotta, per.vedere fe ella era 
| fina;laqualehanewai fogli, & dentro haueua vn 
grano , ò feme, fopra il quale la formò l’Indiano 
‘falfario. Guido della Vazarisy. natio figuefa sip. E 
Cal È t 


x. gi L:1 Bd R-0; rElki 10 4 


o 


t 


__ DEL LA-IBIEFRA BÉzAAR. Îfof 
tà (ilquale caminò tutto il Mondo in git,& ftet 
tein quelle parti della China) mîi dicena; che vi 
“erano Indiani, iqualilefacenano falfecon vna 
tompofitione; liquale effi faperianò ; ma che le 
due cofe dette itiai hon poteroho fate in loro; 
cioè; i fogli, & la poluere interiore. Et'imi dices 
tia, che tra gli Indiahi fonb tenite molto piu in 
pregio; che tra hoi altri; perchefi ciiraho con los 
todi molte infirmità: Andreè Bellinenfe ros 
glie da Tiprhafi Arabo ih vn libro, che ferifle del 
le Pietre,& dice; che la Pietra Bezaar è Minerale, 
— &chefi cava della medefima materia; comele 
altrePietre particolari delle loro Mineré ; quali 
fono, Diamanti, Rubini; Smeraldi, & Agare; & 
‘che ciò fenta Serapione, quando parlando 
uefta Pietra,dice ; Et la Minera di quetta Pie- 
tra'ènella Sorta , & tiell'India; Stelle Regioni 
dell'Orierite. Nel che fiingannarono } perche fi 
vede chiaramente cauarfi da gli animali detti; 
che gli Indiani catciaiò con grant diligenza ; fo 
lamenteperlo effertò di caviarli le Pietregii det- 
te;gcinloro fi vede l’operàtiohe;& effetti mani- 
fefti,.come diremo’. Serapione diméftra; che an- 
tho nel fuo tempo erano tli:quefte Pierre fille, 
uafido dice ; Sonoùi di quiete ‘piette, chie on 


hanno lavitt coritrà venerdi; come le vert, DE 
| quiefta Pietra hon trovò hatiete ferittò' alcano” 
Auttore Grecosò Larino.Solamerite tra glivAra! 
bit ftato trattato dilei, & tra alcuni Modemi 
(come piu oltre diremo) & perquelto folamen& 
ca G_3 te: 


led = xi-13-X-G.. Ml. faa 
teio citerò gliauttori Arabi antichi, chedi lei 
fcrilfero ; &.i moderni Latini; &quelli de’ no- 
° ftri tempi, sg OA 
.° Tra gli Arabi quello., che piu fi allargò nello 
fcriuere di lei fu Serapione; (huomo molto dot- 
to nella hiftoria Medicinale) ilquale tiel Capo 
trecenteliamo fefto(doie feriue molte cole di que 
fta Pietra Bezaat degne di fapetfî).di fua auttori» 
stà dice, quanta eccellenza tenga quefta Pietra c6» 
tra ogni veneno diquelunquemaniera & quali- 
tà che fi fia,& contrai morfi degli animali vene: 
nofi;etinguédo,& eftirpando la radice,& la ima- 
la qualità,che i veneniimprimeno ne corpi, &i- 
beranido dalla morte quelli; che l’yfano.La dain 
poluere,& dice che fa il medefimio effetto fi uggen 
dola,ò.tenendola in.bocca; percioche dapoi to» 
ta,prowoca il fudore, & caccia fuori il veneno, 
«va ampliando la cofa; dicendo ; che portata 
eco in. modo,chetocchila carne; dalla parte mà 
capreferua colui,che la portarà di non effere of- 
felo da veneno.; ne da cofa verienofa ; perche la 
| fua proprietà, & virtù è.tale, che in qualunque 
maniera, che s’applichial.corpo,tefifte al veneno; 
che no. offende,& pi off gilona; & che ciò fa né 
folo,aquelli, che haueflero:prefo veneno, ma a 
quelliza cui fulfe pofto nella ftapha, nella veftesò 
nejle lettere, ò in altra parte ; che li polla offen> 
derfi + Gioua..molto (diceil.medefimo Serapio- 
ne) quefta Pietra ne morfi de gli animali vene= 
nefi, &cnelle loro punture; togliendo la pi luere 


- DELLA PIETRA BBR7ZAAR. È 
di quella per bocca ; perche prouocando ella Hi 
fudore, lo caccia tutto alle patti efteriori. Giotia.. 
molto il ponet la poliiere diquefta Pietra nelle 
puntuteo ferite di quelti animali veneriofi; pets. 
| chediftragge,&cleva via la malitia del veneno;&c» 
| tanto piufidecciò ftimare, Quanto piu cura,& fa 
| hatuttele piaghe fatte per lì dettianimali, rutto: 
.  chegifi fiaho comiriciitea corrompere: Poità 
—  lapohieredi quiefta Piettafopra Gliaiimali ve=) 
- henofi,gli tiipefa,& gli lena le forze;& fe vi fi po 

he dalla parte,con laguale ferifcono; benche fac 

ciano piaga; non iniprimeno malitia venenofa; 

& ciò fi vede pet efpetienza nelli Scorpionisper=. 

che.pofta fapoluete nella partescon laqual mor. 

deno,fi gli lea ogiii forza venenofa ; fehza: ché. 
facciano altrosche la piùtirà; Alle Vipere,goani: 
mali venenofi ; daîdo tre grani di quefta Pietra 
conqualcheliguore;miioiotio fiibito | Fiho qua, 

è quello di Serapione. Rafis5 Siînia di Galenò, 

(luomo trà gli Arabiil più dotto) fel libto;che. 

fcrifle.chiatato Continente, dice c6fi;.La Piettà 

Bezaar è Pietra,che tira alquito al pallido; biati- 

cafenzaalciina qualità di gufto i laquial dice has 
‘nere efperimentato due fiate; & trouafein lei vir. 

th efficaciffumia contra il Napello; che è il piu for. 

te di'tuttigli altri venteni ; Dice fimilimente; ha= 

îiere vediito in quiefta Pietra più stiirabili effetti 

contra ogni vettetio, che egli vedefle mai inaltea 

Medicina,che fuffe coritra verieno, cofi femplice, 

«otrie tompoltajò Aintidoto;ò compofitiohe fat 
ui O av 


rog li très ko CIT. 
ta contra veneno;come Theriaca , & altre come» 
pofitioni;perche di maggiore efficacia; & virnì è 
i detta Pietra, che alcuna di loro. Quefto mede- 
. fimo conferma ne Libri, che fecealRe Almane: 
fore; dicendo; A’ veneni cattiui,che offendono il 
cuore, &fanno la loro operatione da tutta la fo-' 
ftanza,ò quanto poco giona cura alcuna, che vi. 
fi faccia; fe non fiprende la Bezaar; perche que- 
{ta gli refilte. Erdice pia, ioftello vidi, che fece 
refiftenza al verieno del Napello,che è il più per- 
niciofo di tutti gli altriveneni Fin qua Rafis. 
Vn'altro Moro molto dotto, & grande A ftrelo-. 
go,che feriffe dellePietre rar qui ifi terra de). 
Segni,& Pianeti; &la virtù, che hanno; ilquale fi. 
chiama Hamec Ben. Reriph nel {uo libro, che 
feriffe delle virtù delle Piante, & delle Pietre, 8 
degli Amimabi;che fermorto all vfo della Medici=. 
na;dice; La Pietra Bezaar è contra ogni veneno.. 
Ha ella oltra di quefto particolare proprietà, pre 
fa in poluere,contrai morfi de gli Scorpion &: 
pottata feco fcolpita, è contra tutti i morfi de 
glianimali venenofi . Vn'altro Moro (nominato 
Abdala, Narach, Spagnolo, huomo dotto in Me-. 
dicina) dice ; La Pietra Bezaar è contra ogni ve- 
neno. Lo la vidi come-cofa preciofa in potere del 
Redi Corduba Miramamolin ; alquale fu dato 
veneno perniciofiffimo; & come li diedero la Pie 
tra Bezaar,fi liberò roralmente dal veneno;onde 
il Re donò il tuo Palazzo Regale a quello, cheli 
diè la Pietra; perche lo liberò dalla morte. Et cer 
i to 


DELLA PIETRA SEZAAR. 10% 
tofu dono di Re; poi che veggiamo; chieil Caftel 
| lo di Corduba èal dì d'hopgi cofa nolto' tara; &: 
digran valote;& la Pietra fu ftimara molto , poi 
| cheperlcifà dato cofi grin prezzo. Aiuenzaòr 

Medico Moro Spagholo (natio di Pegnafiore trà: 
Corduba,& Siviglia ) nelfuo Theifit dive ; come 
egliliberò vno giù pianto, per haitere prefo di vrì 
:: peflimo veneno , con darli della Pietta Bezaar al. 
| pefo di tre grani in acqua di Zucche, petcheil ve: 

| nenoer4 caldo; il che parue effet cofi; perche fit= 
. bito,in prendendolo, quegli, che lo prefe divens 
nic icterico;& molto giallo. Auerrois Medico, & 
Philofofo grandiffimo; Spagholo,natio di Corda’ . 
ba, nel Colliget; che egli fece di Medicina; dice; i 
La Pietra Bezaar;è fommamehte di tnaniifeffitno! 
gionaméto c6tra tuttii morfi de’ venteni;& prin 
cipalmente contra i morfi delli Scorpioni.Halia- 
bas fa mentione della Pietra Bezaar in tre lno- 

i,la done parlo de’ venchi; ma ‘pala via pare. 

ando di lei molto leggietmente ; Solamerite die 
| moftra,che fia tenera; poi ordina, che fi disfaccia» 
| 3macqua; & fi dia L'acqua di lei alliatenenario 
| Rabi Mofe dEgitto, natio di Spagna (Medico 
| grandiflimo, il quale feguì in tutto le veftigie di» 
| Galeno) nél libro,che iece de’ veneni, hel primo: 

Trattato; al Capo terzo, parlando delle Medici 
— cine femplici,& dell’vfo di quelle, che.fi conuefi= 
gono a’ morfi de gli animali venenofi, dice; Rife- 
| xirò delle Medicine femplici, che habbiamo tra 
| noi,quelle di maggiore vtilità, & beneficio, & di 

eng" ; maggior 


r0.6. pa bdr8 RR ria 


maggior efperienza,che fono da. molti a prouas 


‘tes Diquelte è il feme del Vedto , &c. l’altrasèilo 
Smeraldo,grande Medicina contra veneno; &G. 


& Galeno fece mentione della terza, che é la Pie-. 
tra Bezaar, laquiale fi cava di.vn'animales &è fi- 


milead vna pallora; il fuo colore tira-al verde;fi 
genera d poco a pote ingtoflandofi;&rallodan- 
dofi; &per-quefto fi.trova indei vn foglio fopra 
l’altro. Dicoho alcimi;che fi getieta.she gli angoli 
de gli occhi di lciuni Motonizchie fono.in Orien 
tes Altii dicono;che fi séniera nelli borfa del fele 


diquefti metlefimii.. Montoni'; il cheé il certo, &. 


veto. Vi ha vn'alîrà Bezaatslaquale è Pietta Mi- 
nerale nella terra di Egitto, di diuetfi colori, del- 


la.quale hanno detto. metatiiglie gli antichi ne. 
loro libri;ma niuna cofa habbiamo noi prouato 


perefperienza. Io leho efperimentate; &aniuna 


Cattà de gli animali detti, habbiamorefpetimen- 
tata la fua virtà con molte efperienze + Datéa 


DELLA PIETRA SEZAAR T07 
génerarli delle Pietre nel fiele. L'altro è il dire, 
che fi va generando a poco a poco; il che dimo- 
{tra perli foglijonde ella è compofta: Auicenna, 
limomo cofi-dotto, non fcrifle di. quefta Pietra 

articolarméte; come di molte alttecofe,ilquale 
effendo natio di Perfia della città di Bocara ; do+ 
nea haierhe piu notitia; che i Moti Spagnoli, 
îquali cofi particolarmentene fetiflero: Solo toc 
ca di lei nel fecotido Cationes riel Cipo:quiarto; 
parlado delle Medicirie,che pet la proprietà loro 
operano cotrala malitit del veneno; & da efem- 
pio della.T heriaca,& della Pietra Bezaar.Et piu 
oltre dicesche la Theriaca,& la Bezaat fono due 
cofe,che vonfertiano la fanità,&a vità delli fpi 
titijaccioche poflano difcatciate da loio.il venes 
no.Et nel quarto Libro-nella fefta Fen,nel Capo 
quarto; & nella quinta in treluoghi loda la Pie+ 
tra Bezaar contra veneno; & lo ifteffo fa nella cu 
ia.del fele della vipera; doue-dicej che è cofa ec+ 
cellente contra di quello.Iquali luoghi fonò tafi- 
to brewi,che non.fa fenon palfarfi di fopra via, 
- Comedi pallo,Oltrà di ciòsello hon lordifie da fe; 
forche lo;prefe.da Rafis. nel Trattato 6ttano. — 
lell’ifteffo Capo dice; Nelle cofe;che- piu gionas 
noèla Bezaar; fe i potrà tronaté; ilche dimoftra 
la difficoltà, cò laquale fi haneua Et nel Capo di 
quelli che hanno prefo Napello dice ; La Pietra, 
chiamata Bezaar Citrina; colorata; pura; 8 che 
fia buona.Ciò dice perle falfe, che deucino éfere 
al fuo tempo ati " po pia pe e 


+. Quetti 


Sri 


rag ga ‘trà noi tti 18 

Quetti fono gli Auttori, che io trouo antichi 
tragli Arabi, chehanno fritto di quefta Pietra | 
Bezaar,che non fono pochi; iquali dettano ha: 
nere alloro rempo cognitionedì lei; per lo trafe 
fico,& commercio;chei Redi Marocho tenenas 
no con l'India Otientale; fpecialmerite ‘con ila 
Perfia,onde veniuano lemiercantie;& le cofe pre 
tiofe dell’Indie;ilche mi affermò va Cattalier nol 
to principale} ilquale ftettequiui per to Re di 
Portogallo molto rempo Gowernatore; & hebbe 
notitia di quefta Pietra & del modo, come ella 
fitroiiana;& come la causuano gli Indiani de gli 
animali, & la formaloro ; ilche mi diede gran 
lucea qnello;che io ho detto: Etegli la efperi> 
mentò,& la vide efperimentare a molti coù mol 
talaude de’ fuoi grandi effetti. La efperimentai 
anchorzio in lui medefimo;con vna,chie coli ha= 


te) 


ucua,la maggiore, & migliore; che ‘io habbià ve- 


duto in mia vita ; percioche hauetido egli vna 
grande,& difficile infirmità, &inifieme vna triò 
ftezza grande, & temendo di vérieno, gli feci tor+ 
re molte mattine al pefo di ‘tre grani di quella 
Pietra Bezaar con acqua di Bugloffa ; & fi rifanò 
melto bene: Molti Medici moderni, & del noftro 
tempo hanno fatto mentione di quefta Pietra 
Bezaat,& la celebrano rie loro Libri,con grandi 
Priuilegi contra ogni fpecie di veneno , & contra 
altre molte. infirmità ; dellaquale diremostutro 
uello,che habbiamo tronato fcritto'in ciafcuni 
iloro, Tra gli altri Andrea Matthioli Senele 
gono Le” huomo 


dels 


np i i enni e n 


| DELLA. PIETRA BFZAAR. 109 
huomo dotto ne’ Gomentarij, che egli fece fopra 
| Diofcoride,nel-Libro fefto, contando le Medici 
ne, chefono*contra'ogni veneno per proptietà 
fpecifica, fcriue della Pietra Bezaar molteosan 
virtù, & la mette per Medicina; & rimedio piu 
principale, che hoggi fia al Mondo contra vene» 
ni;& quafi riforice tutto quello; ché hahno-detto 
gli Aurtori allegati da noi. Andrea Lacuna nazio 
di Segouia (ilquale fa.chiamato da:gli huomini 
molto dotti, Galéne-Spagnolo):ne*Commenta- 
rij,che egli fece fopra il medefimo Libro di Dio- 
feoride in lingua Spagnola ; fopra ilmedefimo 
Scftosche tratta de veneni,dices quanto fiame- 
rauigliofo rimedio la Pietra Bezaar contra ogni 
{pecie di veneno ; 8 contra imorfi delle fiere ve- 
nenofe, & contra la Febbre Peftilentiale, è che 
habbia mala qualità. Etfimilmente, cheè gran 
rimedio contra il maleCaduco; & che feaccia la 
Pietra fuori delle Reni: & che data con vino dif 
facela Pietra nella Veffica., Quiui dice, comefi 
genera quefta Pietra in alcune Caprefiluetri in 
Perfia,& come la buona dee eflere luftra, & fqua 
mofa;lifcia, di color di Melenzana;& cheè rime- 
dio molto celebrato tra’ Principi;& gran Signo» 
rispergli effetti già detti. Valalco de Taranto(Me- 
dico celeberimo delifuo rempo,natio di Milano, 
difcepolo di Totnamira) nel Libro Settimo della 
fua Pratica, loda molto quefta Pietra Bezaatc6- 
tra veneno,& altre infirmità; per li fuoi effetti, &c 
perla molta fama, che ella haucna nel fuo tem 
esta 3. po 


pis 24628: 


ei XI RI, 

o contra ògniveneno : Santo Ardionio da Pes 
| faro(Medico Italiano)ih vnlibro;che fece de ve-. 
neni;loda molto fa Pietra Bezaar;&la mette in+ 
 nizia tutte le Medicine cofi femplici,come com 
pofte, chehanno virtù contra veneno, ò morfi 
dianimah venenofi,& dice ; che lo vide, &ifeppe 
per grandi e{perienze; checonici fece. Amato 
Lufitano (huomo dorro de noftri tempi, ilquale 
hora habitain Ragugia)ne' Gommétari), che fe- 
cefopra:Diofcoride;nel libro fecondo, De Cerui 
genitale; tratto di quefti' Pierrà -Bezaar molto 
dorramente; come huomo Portoghefe, che fiin- 
formò pienamente da quelli della fua natione, 
che vengono d'India; & dice ; La Pietra Bezaar è 
al mododivaà pallottola,di calor cinericio;chè 
inclinazid'azutro (curo, compofta di molti fogli; 
“Taqualchiamiano Bezaar,come quella, che è pre- 
 ftantiflimorimedio contra ‘ogni veneno poCa 
- vanla ‘di alcuni animali, come-Cerni; che fono 
in India. chiamati Caprefilueftri è Trowanfi nelle 
budella, & nelle parnidoro interiori Dati rregra> 
ni di quefti con acqua di fiori d’Aranci,è preftan 
tiffimo rimedio contra byni venéno 5 & icon ac 
qua di Acerofa contrà' Febbri peltilentiali ; ame 
mazzando,& eftinsuendo la venenofità,& mali 
ria loro. Ammazza i veneni data con acqua di 
Porralaca;do ne foftancho Febbre; & dowenon 
fuflè;con'vino hianco. Dice di hanere efperienza, 
che ha curatò con lei ildolore del Fisncorebeli | 
le, & crudele; &che feliè aogiuntà mala qualità. | 


Mi tanto 


e Ie SS — Sg Pi Aa dll eg 


- BELLA PIETRA GREZIAAR. TIE 


tanto piudella è a propofito; Data a gliamenenati 
ne vomitivi, fa gettare il veneno per vomito ; & 
dara aquelli, che hino già vomitaro,lo fa difca 
| ciare,òper fudoreò per vicita,Data pelle Febbri 
| ilgiorno'del termine,promoca il fudore, col qua- 
. lemoltefiare tene liberano, Nella rerza Centu- 
| Tia; nella cura ferruagelimaguarta, & nellacura 
| ortogefimarerza, curando: certe Febbripeftilen: 
tiali dice;che prefi al pefo di tre grani della 


ietra 


| Bezaarconacquaappropriata , ella eftingues & 
ammazza la malitia del veneno di quelle tali 
—  Febbri,&lod&come rimedio preftantiffino; & 
| diceIRedell'Indianfnero quefta Pietra in mob 


ta ftima pe ben pare, che fia cofi, poi che in vno 
prefents;che nella prima conquifta di lei mandò 
iRediCochinalRe di Portogallo, tralle cofe 
| preciofe,che li mandò, perviia di maggior pre- 
gio, & ftima,fu vna Pictra Bozaar poco maggio» 
| redivna Nocella,laquale fa quivi molto ftima» 
| tasquandofifeppero lefuevirtà, Fiqueltafu la 
prima,che i Portoghefi partarono. in Spagna... 
- Efline portarono poi molte altre, vedutigli ef 


tecotepreciofe di eran valore, che traggono di 
| quelle parti;srlevendono per gran prezzo «Ni 

colò Fiorentino (tra quelli del fuo rempo molto 
fanio)nel Sermon'quarto del quarto Trattaro;al 
‘mono Capo , loda infinitimete la Pitra Bezaar, 


fetti grandi, chegli Indiani facenano con quelle; 
Wchokgi le portano co’ Diamanti, Rubini,&cal-- 


dc dice tutto quello; chiene dice Autirois, & Se- É 


Fapione, (= 


e | ere ito rari si ira ei pia 9, = pico Sl 
n 5 ji 4 


IS pr 118 Re O: Ta 1134 
rapionefenza metterui niente del fuo, come fece 
dn rutto quello, che fcrile, Giouanni Agricola, 
\mmonio Alemanoi, che fcrifle delle Medicine 
femplici de noftri tempi nel.Secédo Libro, par 
lando della Pietra Bezaar, dice; elere. A ntident 
eflicaciffimo contra veneno ; &eflere Medicina 
Diwina; & preftantiffimo rimedio contra i vene» 
ni,& morfi degli animali venenofi . Hieronimo 
Montuo Medico Francefe del Re Hénricò, nel 
Trattato,che egli ferifle de rimedij Chirurgica- |, 
li, ne fimedii de gli auenenati pone.la Pietra Ber 
Zaar, per lo maygior rimedio di tutti quelli, che 
fi ritrouino ne’ noftri tempi; per la molta efperié 
za,che fece di lei in molti Signori, Antonio Mu» 
fa Brafauola Medico ARA da Ferrara, nel | 
Prologo che ègli ferifle fopra le.cofe fcritteda 
lui.ne gli .Antidori.di Mefue, recita vn cafo, | 
cheauenne.in Ferrara di molte perfoneauene» 
nate;) lequali fi faluarono, vomitando il veneno 
con oglio di Vitriolo., & prendendo la Pietra 
Bezaar. Il Conciliatore (chiamato Pietro d’Aba- 
«ho, natio di Padona, huomo' tra quelli del fuo 
tempo dotto) in vn Trattato, che egli fcrile de 
venenisal Capo Ottuagefimoprimo dice; Bezaar 
Anthonomaltice fi dice di certa Pietta detta. lt 
milmente.Bezaar, la-cui propria, & {pecifica 
| vità fiè, contra ogni veneno mortifero ; libe- 
rando dalla morte conogni.preftezza, fenza che 
vi fia meftieri di aiuto y ne di beneficio dialtri 
Antidoti, ne di Medicina; ne di Metano 


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33 
#4 


DELLA-/P'TE PRIA BEZIA AR. TTF 


& fimilmente fi dice Bezaar, perche ella è tutta 
la Medicina, che libera da veneno;; dda morre, 
ò da altra graue infermità. Et chi haterà quetta 
Pietra feco , fia ficuroy:che per lei farà libero da 
ogni veneno mortale. Et per lei vn Re d'Inghil: 
terra chiamato Odoardo fu liberato da vna feri- 
ta auenenata mortale , che il gran Soldan con 


vnafpada auenenata li diede in vna battaglia; 


che fecero nella conquifta d'Oltramare, intorno 
la città di Aaron; alquale efendo già vicino alla 
morte , fu data la Pietra Bezaary che li diè il 
gran Maeftro de Templari) ; cheera vn’ordine a 
quel tempo. di molta ftima; & molto ricco Et 
dice piu, che vide al fuo tempo vn’altra Pietra 
Bezaarleggiera, & ch’ella fi radea come Getlo,di . 
colore di poluere, che era tenuta in molta fti- 
ma. Fin qua il Conciliatore. Conrado Gefnero 
Tigurino,nel Libro , che egli fece de glianimali, 
‘parlando della Capra ; loda molto quefta Pietra 


Bezaar contra ogni veneno, Altri Auttori fono, 


che fanno mentione di quelta Pietra; ma fene 


paflano leggiermente; non piu che lodandola 
contra veneno in generale; & in particolare; li- 
quali lafcio di nominare; perche baftano li detti, 
per hanere autrorità con tutti quelli, che uorran. 
no valerfi di lei. Refta, che diciamo quello, che 
io ho veduto per efperienza di lei, per più confir 


‘‘matione della fua auttorità,& dellefue opreme- 


‘rauigliofe,accioche fi n quanto nehan- 
ino fcritto gli Auttori fopradetti è lato appro- 


t 


ai 


E “fl dini se iii 


I14 Lis 0. :td.: 

uato con efempi manifefti. Haurà quatordeci 
anni, che la Duchefla di Begiar mia Signora fu 
auifata dal Signor Gionapni Manrique, che nel- 
la Corte fi vfaua, per leangofcie,vna Pietra ; che 
fi chiamana Bezaar; percioche la Duchella mia 
Signora haueua vn figliolo , che patiua molto di 
quefto male, fin quafi dalla fua infantia, & defi- 
derando la fua falute, procurana di fa pere alcun 
timedio , poi che gli ordinarij di Medicina (de 


Lg 


sedi a ra e 


Quai molti erano ftati fatti da’ piu fauij Medici 
i Spagna) non hauéeuano gionato niente. Aui- 
fata poi de buoni effetti, So in ciò faceua la Pie 
tra Bezaar, communicò il negocio meco; il che 


fu a me molto nouo ; perche non haueua altra 
notitia di quefta Pietra, fe non quella, cheio ha- 
uena veduta feritta ne Libri, & non penfaua, 
che ella fitroualfe in quefte parti. Qnde fuppli- 
cai, che fi ponetle diligenza per hauerla; fi per- 
— cheio 17 a la falute di quefto Signore, che 
lo meritauano molto le fue virtà, el fuo molto 
fapere in ogni guifa di lettere,& in tutto quello, 
«che vn principal Signore,qual'era egli, fi trou2, 
ua obligato di fapere, & valere ; come per vedere 
Ja Pietra,che cra cofa da me molto defiderata,Si 
mandò perla Pietra a Lisbona per mezzo di vn 
Genomnefe. Ne furono portate due molto buone, 
legate inoro, della grandezza di due offi di Da- 
teri, vn poco piu prc di colore verde, &cne- 
gro,come Melenfane.Venuta la Pietra con mol- 
.ta noftra fatisfatrione, feguendo ciafcuno il {uo 
È diffegno, 


PETTINI 
” 


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I 
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DELLA PIETRA BEZAAR. ÎI5 


diffesno;fi deliberò ; che affalendolo l’angofcia, 
laqualeimpromnifaméte li venina, fe gliene delli. 
Venutali l’angofcia vna fera, fi prefe fubito l'or- 
dine,che era venuto dalla Corte; ilquale era, che 
| fi toglieffe al pefo di tregrani della poluere della 
| Pietra, & fi poneffero in tanta ‘acquadi Buglof- 


- faschebaftalle; &poifigli delle, Fecelfi colì, & 


| aprendoli la bocca; fi‘hebbe farica affare, che la 
inghiottifce; ilche fece, benche con difficoltà ; & 
indi a due Credi, dapoi chela hebbe tolta;riwen-' 
ne di angofcia cofi facilméte,come fe non vi fuf- 
{e tato. Veduta labnona opra,che la Pietra ha- 
ucafatto ; la tenimmo in molta ftima ; & molto 
più fu ftimata,quando fi vide, che ogni fiata,che 

| figli daua riueniua cofì facilmente; & che in 

| queftoeranotabiledifferenza;petche fe nò pren- 
E dota la Pietra, li duraua molto l’angofcia, & ri- 
tornana in fe con trauaglio, & non poteua libe- 
rarfene compitamente in molto répo.Ma quan- 
do li dauano la Pietra, rineniva tofto,& c6 mol 
| .tafacilità, come fe non fufleandato in angofcia. 
Ondela Duchefla mia Signora portaua la Pietra 
rafa,nella borfa,di quella quantità, che fi gliha- 
vena a dare,accioche affalendolo l’angofcia, figli 
delle piu efpeditamente; & non li duraffe tanto. 
Etviera di piu;che dapoi, che egli l'vfo,non li ve 
niuano leangofcie coli fpeffo, come foleano. Ve- 
duto quefto , io difli vn giorno al mio Signore; 
che era dottrina de Medici , che le Medicine, le- 


quali ci curano dalleinfermità, ci poffono an- 


H 2: cho 


. 


bad 42:13 R:0 IF. a 1113 
cho preferuare,che non vi cadiamo,& che mì pa 
reua,che fi gli douelle dare ogni mattina la pol- 
uere della Pietra Bezaar 5 perche potria eflere, 
che con l’vfo/continuo dilei, fi confumerebbeil 
vapore, che afcendena al ceruello,'ilquale done» | 
ua effere venenofo, & di mala qualità; & che la 
Pietra eftinguerebbe, & ammazzarebbe quelta i 
ala qualità, & confumerebbe il wapare , che 
afcendena da tutto il corpo; è da qualche mem- i 
bro patticolare;& che eftirpata la radice, & ori= . 
gine del.male, reftarebbe libero.Si frce cofi ; & fi 
gli diede ogni mattina a digiuno della poluer& 
della ditta Pietra al pefo ditre grani, con acqua 
di Buglofla;& piacque a noftro Signore, che ella 
faceffefigrandeeffetto,che dal giorno ; chela co= 
minciò a prendere, fin che mori dialtra infirmi+ " 
tà, piudi dieci anni dapoij mai non li venne an 
— gofciaalcuna;laqual Pietra prefeegli per fei mefi 
continui fenza fallar mai vn giorno. Vedute io 
quefto cofi grande, & cofi manifefto effetto, & 
hauendola cura di vna Signora, cheera fanciub 
“la; nominata Donna Maria Catanco, laquale pi 
| tiua di alcune angofcie giù molto tempo;& fe be 
ne era ftara inedicara da Medici grandi, le partiva 
nondimeno tali,& cofi grandi, che alcuna ango» 
{cia ledaraua dieci,& dodeci‘hore,fenza riueni* 
re,& ciò era, quafi ogni giorno;& cera già a tal ter 
mine;che molti giorni hauea; che ella non file 
uaua del lerto . Quando io fini chiamato alla fua 
‘ura, veduto il poco gionamento;che le haucua= 
“ari, >» 10 _d 


. 


: DELLA.PTIETRA BEZA AR. ÎT7 
#io fatto gli'altri Medici;io lafciai i rimiedij com+ 
- muni;iqualiglialtri hanenano fatto a baftanza, 
& permolti anni; & le feci venire da Lisbona 
‘vwna Pietra Bezaar, &dapoi, chela hebbi purgata; 
iele diedi; con l'ordine detto;& dal giorno, che 
vla cominciò a prendere, fino al prefentenon 
ha patito piu angofcie ;;che fono piu di dodeci 
‘anni; & confuinò tutra vna Pierra della grandez 
za divn Datero . posi DA 
In quefto tempo il Licétiado Luigi di Cueua, 
- huomo dotto nella fua profeffione; mangiando 
fenza accorgerfene certa cofa venenofa;fi pofe al 
letto in tal termine di morte, & con tanti accidé 
ti delveneno ; che haueua prefo,che fu fimato; 
che egli in brene tempo douetle morire.Et bena 
ie egli prendefle vomitiui, & Theriaca, & altri 
| rimedij contra veneno; quando io l’andaia ve- 
deresera già a tal termine, che fihauena poca fpe- 
- tanza della fua vita. Hauendo io veduto chel 
fuoimale procedena da veneno; & quanto poco 
gli haucuano giouato i rimedi), che gli etano fta= 
ati fatti; io medelimo andaia procuratli il rime- 
dio; ilche era la Pietra Bezaar;laquale poi c'heb» 
dircercato:in alcuni luoghi, la trowai nelle mani 
deli: detta Dona Maria Cataneo;che le era retta» 
ta la poluere interiore della Pietra,laqual’ella ha 
“ueua ferbata, péfando che né fulfe da torre.Que- 
| «fta io hebbi,che potena effere al pefo di feigrani, | 
Sla diuifi in due charte; &c6 gran contentezza 
«di hauer trouato il rimedio p quefti, che ne hane 


118. WEA Ro0:111. 

ua gran bifogno.Tornato a cafà fua,lo rronai cé 
le maggiori anfietà,& affanni ; che fi pofla pen 
fare.Subito gli diedi 1 tregrani di poluere, che 
portaua in vna charta, disfatti con acqua di Bu= 
glofla;& fra tre Credi, che l'hebbe prefasfi comit 
ciarono notabilmente a rallentare gli accidenti, 
affanni, & angofcie di tal maniera ; che quando 
vennela notte,era già in buona difpofitione; & 
fuori del pericolo di morte, che haueia hauuto 


| cofì vicina; di modo, che il giorno dietro ftette 


bene,quanto al pericolo;ma rimafe tale, che per 
molti Mefi hon pote rihauerfi, perlo gran ma- 
le,che haueua hauuto . Efendo il medefimo Li- 
centiado Luigi di Cuenain via con vno Signore 
pre andarea caccia, vn Paggio grande fi ridufle a 

euerein vna Pozza d’acqua morta molto trifta, 
& piena di animali venenofi;& nel finir di beue- 
re,fi fentitanto afflitto,& di talmaniera, che né 
fi pore mouer di lì, enfiandofeli il ventre; & tut? 
to il corpo con grandiaffanni,& angofcie, cò gri 
vomito; & fudore;di modo,che lo portarono at- 
trauerfo del fuo cauallo ad vna Villa quiui vici 
n2;& dapoi hauerli fatto alcune cofe gioneuoli, li 
dierono la Pietra Bezaar, che portaua il Signore 
co lui per buon rifpetto;& li fece tanto giouamé- 
to,che l’altro giorno pote caminare col fuo pa- 
trone.Vna fanciulla mangiò certa cofa veneno- 
fa,onde le vennero accidenti mottali, come fan- 
noiveneni; & veduto che non giouauano i fi 


‘medi) Medicinali;le feci dare la Pietra Bezaar;& 


5 - fubito 


DELLA PIETRA BEZAAR. TTI9° 
| fabito ftettebene. Iolho fatta dare afancitilli 
percofii dall’Epilepfia, & ha fatto a molti di loro 
manifeftiffimo sionamento;& a quelli, che pati- 
ono di vermi;chein quefto fa grafide opra, per- 
ne li fa vfcire, & li disfa merawigliofamente, li» 
berando da gli accidenti; che hi fogliono fare. 
Quefto hacia fa douunque:fi teme, che vi 
fia materia;o humor densi Quiello,doue fi è 
| veduta piu manifefta la fua operatione fi è, nella 
— Pefte; percioche hauendo in Alemagna molto: 
— gran Pefte,in tutti quelli, a cui fi dava la Pietra 
| Bezaar,fi vedena molto chiaramente il gride ef- 
fetto, che ella facetta | Et facendofi efperienza: 
. di lei,hauendo nell’Hofpitale quatro feriti di co. 
valimale,fa data a due di loro, & a glialtri nò. 
, chela prefero camparono; gli altri due 
morirono.Fu data all’hota a molti feriti del det- 
romale,alcuni de'quali haueano due Ghiandof- 
— fesalcunitre,iquali camparono. Et di quefto fu- 
| rono teftimonij molti Gridi, & Signori,che qui- 
wifi ttonaronio;iquali lo videro imanifeftamente, 
8caltre perfone particolari; come è palefe a ttit- 
tala Corte. Gioua molto quefta Pietra nelle tri. 
ze,& malinconie. La Maeftà dell'Imperatofe 
(i fia in gloria) la prendena molte fiate per 
| quefto effetto;& cofî l'hanno prefa, & prendono 
molte perfone, che hanno triftezza fenza cagio» 
ne; perche li libera, & rende quelli ; che la pren- 
dono allegri,& in buono ftato.Molti ho io vedu- 
grandemente opprefi da affanni ; & angofcie 
"SA H 4 con 


iO RARE BR: Ph a» 
‘con maninconie ; liquali col torre al pelo di tte? 
ani di quefta Pietra Bezaar con acqua di Bu-. 
glofla,fi fono facilmente. fanati . Nelle Febbti di 
mala qualità, & nelle Peftilentiali,é.cofa meraui- 
gliofa la buona opra, che fa;perche glilenala ma. 
lignità,che hanno;& eftingue;& ammazza la ma: 
la qualità del veneno, che'è Ja prima; & princi 
pel cofa; cheil Medico habbia da fare;; perche fe 
© quelta nondileua innanzi d’ogni.altra cofa  in-. 
darno è la.cura,che vi fi fa. Molti vfano queita 
Pietra portandone in bocca vn pezzo ne' tempi 
fofpettidi Pefte,& quando fi teme diveneno-; è 
dicofa venenofa;& fimilmente gioua molto te- 
nendola in acqua,& dando quell'acqua agli infer. 
mi diFebbre Peftilentiale, 6 di mala qualità. Vn 
canaliero hebbe. tutti i foi ferwitori con Febbrì 
dimala qualità (che fi chiamano comnnemente 
male di Mazzucho)& haucua vna Pietta Bezaar, 
laqual pofein-vn Cantaro di acqua, della quale 
faceuasche beuelfero gli infermi; &tutti campa- 
rono,& fi liberarono dalla morte.Molti perque 
fta cagione tengono pefta di continuo queta Pie. 
tra nell'acqua , che hanno da beuere effendoin= 
fermi, perche giona molto ad acquetare la mala 
qualità della Febbre, & dà forza al cuore. Et né © 
folo gioua quefta Pietra nelle cofe venenofe ,8 
ne veneni;ma in altre infermità; come fi ha vedu- 
to'per efperienza. Onde data nelle vertigini del 
capo, giova molto , & fimilmente nelle oppila- 
tioni; il che fi feppe, perche vna Monaca;laquale 
— — hauewa 


DELLA PIETRA BEZAAR. ÎI22° 
haieuà angofcie , & molto: grandi oppilationi, | 
prendendola, (che laprefe perrifpetto delle an- 
gofcie) fanò di loro ;.«& fimilmente delle oppila= 
vioni,chehauena ; &ellendo molto tempo, che 
‘nonle venivano i fiwoi Mefiî, leritornarono mol: 
to bene, & copiofamente. Giona molto quefta. 
Pietra a quelli, che haueflero prefo Solimato; ò 
Aconito, od altri veneni corrofiui; perche am- 
mazza, & confuma la malitia del veneno, &libe= 
radai fuoi accidenti; benche nella corrofione; 
&efcoriacione,che fanno è meftieri di vfar rime- 
dij conuencuoli a loro; perche in quefto n6 opra 
la Pietra cofa alcuna. Lalatte tiene in ciò eran 
| prerogatiua, & fa manifeftiflimo effetto, pr in 
molta quantità; & molto al continuo ; la quale 
eltra che è merauigliofo rimedio , è quello an=: 
‘chora, che fi dee vfare ; perche ne’ veneni corro- 
fiui fa vfcireil veneno per vomito, & eftingue la 
loro malitia, &è il vero Antidotopcontra i ve- 
— meni corrofini. Dapoiche fi farà vfata la detta 
- “Latte,fi può darela Pietra, ò la poluere, dalcunie 
Medicine delle dette, che hanno virtù. contra 
«veneno . Similmente giona molto quefta Pietra 
‘nelle Febbri, che hanno Pettecchie; lequali fono - 
lcune punte colorite, come punture di Puliciz 
& perl ordinario fi (coprono nelle fpalle,&nel- 
Je parti Arreriofe del corpo } & véngono nelle 
Febbri maligne di mala qualità; ilche è vngiudi- 
cio della Natura ; laquale caccia 1 humorecatti- 
| no di fuori perla pelle; onde 'bifogna che efca 


ben 


ti è. ei gigi 


Re 


"fam 2,16:Ps Rowo:119,4 1:36 
ben fuorî,& noti torni dentrojilche fi farà facédo 
delle freghe, ponédo delleVérofe,& altre cofe gio 
tueuoli, che ririno humor fuori, per doueintéde 
la Natura dimandarlo; fuggendo di fare Epithi- 
me, Oncioni;& altre cofe;cheimpedifcono l'vfci 
re di quefte piiture.Il refto;che bifogha fare nello 
apparire delle Pettecchie fi è, dar cofe all’infer= 
mo;che habbiano virtù di eftinguere,& ammaze. 
zare il veneno (delche habbiamo trattato copio- 
famente) hauendo rifpetto:a non fare falaffo da- 
poi l'apparire delle Pettecchie, fe né vi fuflemol 
ta repletione,ò gonfiamento di fangue . Vna cofa 
ho ritrouato per quefte Pettecchie, & Febbri di 
mala qualità di molto giouamento ; & notabile 
efperienza in molti, & è il noftro BolP Armeno 
tridato fopra vna Pietra lifcia con acqua rofa, & 
dato in tutte le Medicine,che fi prenderanno, & 
in tuttii cibi, che fimangieranno; perche certo inì 
luiio ho trouato grande effetto,& maggiormen- 
te invn’anno, che regnorno qui molti mali di 
Mazzucho;percioché molti fi liberarono coll’u=" 
farlo; non elfendo'quefto noftro Bollo Armeno * 
molto differente dell’Orientale.Et quefto farà in 
mancamento. della Pietra Bezaar; perche quefta + 
auanza ogni cofa; come.lo vide vn Cavalierowi* 
- molto principale di quefta città, ilquale hauena > 
- winaFebbre di mala qualità, con molti accidenti 
..7 di vomito,angofcie , & altri accidenti di Febbre 
© maligna, alquale apparirono le punte già derte 
per le (palle; & dataglifi della Pietra Bezaar con 


LI 


DELL'HERBA\SCORZONERA. ‘123 
vn poco di Vnicorno; fubito cellarono gli accidé 
ti,.& prefe miglioramento ; perche fi citinfe, & 
ammazzò la malignità della Febbre; che produ= 
ceua tanto danno . Et in quefto modo io poria 
contare di molti,iquali in S pagna da quattordi- 
‘cianniin qua,cheio l’adopro, fi hannoliberato 
da grandi infirmità collufo di lei. Il che pare cers 
to miracolofo effetto ; che vna Pierra cauata del 
—  Ventre,oFiele di vn’animale come Cerno, ò Ca- 
pra,data in cofi poca quantità, faccia cofi grandi 
effetti, come quelli, che habbiamo feritto.Èt per- 
era tempo di trattare dell’herba Scorzone- 
ra,citendoci intertenuti molto nella Pietra Bes 
| zzaarjdirò cio che di lei hofaputo. 


>Dell'herba Scorzonera. (ap. 111. 

T A herba Scorzonera,dellaquale promettem- 
> da di trattare,è vn'hetba conofciuta, & tro» 
| &natagià trent'anni in quefte noftre parti,laquale 
- lil tempo ci ha difcoperto; come ha fattomolte 
altre cofe, fecédo che habbiamo veduto.in quelè 
de,che fi portano dalle Indie-Occidentali,lequali 
D tante, quante veggiamo ogni-giorno , non 
erlo paflato da noi vedute; comefcriffiia 


°vn 
uiglia; ilquale tratta di tutte le cofe appartenén > 
 all’vfodella Medicina sche fi portano dalle;no- | 
Atre Indie.Il cafo è, che la arte, doue fi dife6pri, : 
uo da prima quelta herbe Scarzogeto fi in 
e - Cathalogna, 


ttato, che ne feci al RenerendiffimodiSi- ; . 


Pinne Rs Sii i L 
- Rab LpaubtrRoon cdii 
-Cathalogna;& nel Contado di Vrgel, in vn luo= 
go; che fi chiama Momblanc; percioche tutta 
quella Regioneè moleftata da certi animali mol 
tovenenofi ;.liquali chiamano Scorzo ; & fimil- 
mente da altri molti, &infpeciale da quelti,i 
quali oltra l’effer molto trifti, & molto toficofi, 
vene fono in gran quantità; cofine' canipi lauo= 
tati,comefu gliarbori, & tra l'herbe, & piune 
luoghi coltinati ; di tal maniera, che l'hanno per 
vn caftigo ,& trauaglio irremediabile ; perche 
non può la gente ne lauorate le vigne ne fare le 
fue feature, & l'altre operationi rufticali necel- 
farie,fenza.che fiano crudelmente .trafitti da lo- 
ro; il cui Toffico,& veneno è tale, che douunque 
morde, gonfia fubito con grandi dolori , & acci- 
denti venenofi,& afcede la enfiatura al core, che 
fe non fi gli foccorre, giunge facilmente alla mor 
| te.Quel che ciò faceva piu tranagliofo, erà il po» 
(60 rimedio, che vi fi trouaua ; perche i rimedij 
© © «ella Theriaca;& altri rimedij, che vi. fi faceua- 
. hno,non giouatano punto. Dapoi quefto E 
eflendo quefta maledittione cofi fenza rimedio, 
giunfe al detto" luogo vn Moro d’Affrica fchia- 
mo;ilquale medicana gli morfi da quefto animale >» 
| cofì venenofo, dandolia mangiare di vna radice, * 
«&fucco di vn'herba; che egli conofceua; il quale 
giouaua tanto,che molto falcimente fi fananano * 
&c dai morfi,& dal veneno;onde concorfe tanta — 
| gente‘al Moro,chelo fecero non folo libero, ma | | 
aicco.Ne mai il Moro in tutto quefto tempo per 


#» 


DELL'HERBA %*CORZONERA. T2$ 
| promeffe;ò doni ;‘che fi gli vfalle, volfe dire, che 
| radice, &herba era quella, con la quale fanaua 
figran male; fin che due perfone del popolo 
(veduto quanto toccaua adogn'vno il 
e, che herba fi fuffe quella ) gli andarono 
tro,fenza effere veduti da lui; & videro doué 
coglieua l'herba,& cavatia le radici Pattito 
il Moro, andarono al luogo ; done egli l'hanena 
colta,& rrouaronoil refto della herba; che il Mo 
Fo haueua colto;dellaquale canata, & prefa buoi 
Tha quarità (perche quiwi ne era molta) andarono 
conelfa alla verra, &alla cafa del Moro, done lo 
trouarond; che egli cauava l’herba di vn facco, 
| melquale l'haweua ‘portata; & paragonata l'vna 
| herba coll altra, videro che era tutto vno ; onde 
4 te negareil Moro, cheilfecreto non fulle 
coperto, & che l'herba , che egli hauena ricol- 
to,& daua;&quella,che portarono gli altriinon 
fulle tutte vna.Dall'hora in poi ficontinuda co-.-.. 
‘nofcere da tutti ; 8 quelli, che ne hancanò bifa= © 
no la andavano a cooliere, & vfauanla, perti 
rfi di quefti animali, che ho derto . ‘Chiama--. 
o la detta herba,Scorzonera ; perche cura, & 
a? morfi di quefti animali detti, Scorzi,ià 
athelana 5 &per la fimilitudine, che ha. 
fua radice, col medefimo animale s pere 
> pare la radice nella figura il medefimo. E 
to animale di lunghézza communemente di 


‘palmo, &m E fottile nella codaj&vaffi 


tré 


5: CETTE 
legno. Ha la tefta groffa,& quadrata,cs la bocca 
grande, & larsa.Ha la lingua nera,& acuta. Hai 


—  dentiminuti, come di Vipera femina, co’ quali 


morde, & con la lingua punge, come Scorpione, 
Il fuo colore è cinericio,che tira a negro,fono va- 
rie macchie.E animale ftupido nell’andare,Sta di 
continuo tra le piante, & formenti,& vigne.Mor 
de cofì gli animali, comè gli huomini.Va di céti- 
nuo per terra, & perciò temono di dormire nel 
campo,doue ne fiano,E piena di brutta vifta, & 
di brutte opere . I fuoi morfi fono peggiori ; che 
quelli della Vipera di quei luoghi.Solo gli è con- 
traria quefta herba, chiamata del fuo nome Scor 
zonera;perche, fe gli pégono addoffo il fucco di 
queft'herba,lo ftupidifce;& fe gliè la pongono in 
bocca,& che lainghiotrifca;fe ne more . Sc alcu- 
no è morfo da quefto animale, & migia della ra- 
dice;ò beueilfucco della detta herba; fubito fi ri- 
fana;&benche fia gonfiato; fi fronfia,& cellano i 
dolori,& angofcie; & fe fi préde fubito morfi,n6 
| vengono gli accidenti, ne fi enfia la morfura, ne 

Ja parte douela fiera morfe;tanto che alcuni per 
| paffatépo fi fanno mordereall’animale nel braz- 
z0;0 nella gamba, & mentre fono morfi,mangia- . 
no la radice dell herba,& non fentono dano, ne 
acidentealcuno,eccetto, che la impreflione; che 


fecero i denticciuoli,Se col fucco di quefta herba © |’ 
fi bagnerà bene le mani, & prenderafli con loto 
Jo Scorzosegli fi ftupefa di modo,che né morde, ‘ 


‘nefi può mouere,ma fene fta, come morto.E la 


DELL'HERBA.,SCORZONERA. 127 
radice di queft'herba dibuon faporey che tira al- 
quanto al dolce, Mangiafli cruda, come Paftina- 

che. Gioua,comeho detto,a morfi di quelli ani- 
| mali,che fi chiamano del fuo nome; magiandofi 
ciuda,ò arroftita,o condita. Parimente vi gio 
ma il {uo fucco fatto delle foglie, beùuto da fe, ò 
mefcolato con altra cofa cordiale; & contra ve» 
| neno.Etnonfolorimedia a morfi dello Scorzo; 
| maa quelli della Vipera,& delli Scorpioni, & al- 

tri animali venenofi, Cauatane l'acqua per Alam 

bico,ouer fublimatione,& data nelleFebbri Pefti 

Jentiali,ò che habbiano mala-qualità, è gran ri- 

‘ medio; & data nel dì del termine, quando la na- 
tura moftra qualche fudore, lo protoca meraui- 
liofamente tanto,che lafeia molte volte l’infer- 

mo fano . La fua radice fi fa inconferua, &è di 

molto buon gufto, che fi può magiare per golla, 

Data coll’acqua diftillata dell’herba, è molto gra; 

| ximedio perle dette Febbri;& per angofcie,& tri 
| ftezzedicuore,& malinconie.L’acqua fi ponene 

Je Epithime cordiali. In ogni luogo vfano aldì 

dihoggi l’acqua diftillata nelle Febbri fofpette; 

— beuendonedicontinuo da fe, ò mefcolata c6 ac- 
| @Quecordiali,Dafli la c6ferua,&l’acqua per mol- 
| tigiorni, percurare le oppilationi del Fegato , ò 
«della Milza , & parti interne; & per quelle alle- 
È qui non vengono i loro Menftrui; & perango» 
| .fciadi cuore, La maniera, & figura di quelta 
® erba Scorzonera è molto bella;8&la Natura l'ha 
« «ipinta molto gentilméte, hauédo ella da gioua- 


re 


Pos 


eptao Ryo ITS 1 
rea molte cofe. E ella di altezza divn Cubito 
inalto poco piu, ò poco meno. Hala foglia; 
come di Cicorca, quando è ben crefciuta , al 

© quanto piu larga, intagliata, grofla ; fl fparge 
pet terra, èlunga,& acutain cima, nellaquale è 
vnneruo ; che fegue dalla origine fino alla pun 
ta. Eilfuo colore verde chiaro: Fa molri fufti 
ritondi, fottili, duri , legnofi ;;& in cima di loro 
fa alcuni capitelli lunghi, neruofi , ritondi , con 
alcune punte, come denti; che tirano alquanto 
a capitelli di Garoffoli.Nelmefe di Maggio efco- 
no diquefti capitelli alcuni fiori allai folti di 
molte fogliette; lequali aperte del tutto , fi fa vn 
fior grande, & ritondo ; & diuengono quelle fo> 
glie gialle, come raggio di Sole; che è fiore di 
. molto .bella'vifta. Nel findi Luglio gli cadono 
le foglie; &i capitellitornanò ritondi, mandan= 
«do fuori di fe molte fpiche intorno intorno, che 
fanno belvedere; & nell’Autunno ne vafetti, 
‘che reftano fta il feme. Patfato il feme, cadono 
le foglie della pianta, La radice fi è dalla ma- 
miera di Paftinaca, carnofa, eteue, finifcein pun 
sta; & vafli ingroffando verfo le foglie: Ha vna 
corza fottileattaccata alla iftellà radice, di vn 
‘color fofco, che tira al nero alquanto afpra . Ta- 
egliata, ò:pefta; manda fuori vna acquofità vifco- | 
"fa, comelatre. E bianca tutta di dentro,gralla, 
| &dolce. Nafce per la maggior parte ne luoghi 
- «montuofi, che habbiano humidità. La fua com- © — 
»pleflione è calda; & humida nel primo grido, gi 
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scurrile o sà Rn i I o ME RR ESSER “n 
t18 .: >: 


" 


DELL'HERBA SCORZONERA, 129 
Le virtà che ella ha fono quelle, che-habbiamo 
detto. La principale fi è, l’effer contra lo Scor- 
zo animale cofi venenofo, & che fa tanto dan- 
no; che in quefto certo la fua opra pare cofa mi- 
racolofa. È buono quando fi prende il fucco 
elle foglie,che egli fia chiarificaro;& che fi pren 

a la radice, laqualeha in fe maggior virtà.Hafli 
da confiderare, cheoltra che fi prendeil fucco, 
&la radice di quefta herba ; per rimediareal ve- 
neno cofi perniciofo di quefto animale , bifogna. 
ancho che fi facciano tutte le maggiori prouifio- 
ni, che habbiamo detto, per rim n agliaue- 
nenati, Onde egliè bene, che mentre da fica- 
n; fi apparecchia il fucco, ò radice detta, fi le- 
ghi quattro, ò cinque deti piu di fopra della 
morficatura ; accioche non pafli la malitia del 
veneno alle altre parti dei corpo, & ciò nel braz- 
zo,ò nella gamba; che fe fufle la morlura in par- 
te, douenon fi potefle legare, bifogna ponerui 
nella circonferenza empiaftricoftrettini gagliar- 
di, che impedifcano la furia del veneno ; &ciò 
fi deefare con preftezza , prima che il dannofi 
“communichi con le membra interiori ; perche fe 
‘Wna fiata giungelfe al core, farebbe difficile; & 
trauagliofa la cura. Et quetto dee eflere vniuer- 
falein tutte le punture, ò morfi di animali ve- 
nenòfi» Et fe farà la puntura piccola, è me- 
ftieri di aegrandirla, &alia rgarla, con fcarnatu» 
(ras bin altra maniera. Mafecella farà frefca; la 
{carnatura dee eller leggiera;fe di tempo; A mc 


» 


» 


Tg gr tt 3 Ro LTT) rd 
da; perche col molto fangue vfcirà gran parte 
del veneno. Dapoila fcarnatura, fele porrana: 
ventofe, lequali fuggano , & cauino fuora il veg 
 neno, moltiplicandole quante fiare farà meftic-. 
ri. Sonwnialcuni, che fuggeno le punture, & ca- 
uano il veneno con la bocca ; ma è cofa perico+ | 
lofa per chi lp fa ; perche giù fi è. vedure diquel»a 
li, chefono mort per far quetto . Meglio è ri- 
mediarui con le ventofe, è con penerui il cullo 
divn Gallo viuo ; è pollo, è col6bino fapra del: | 
da puntura; pelata quella parte ; & raddoppiar 
cio tante fiate, quante farà di meftieri per fape- 
re, chefihabbia cauato il-veneno, chesera nella 
ferita .Etfideono tenere detti animalitanto tem: | 
o foprayche fifentano indebolire, ò morire. E 
imilmente biton rimedio metterli viui aperti. 
rifchena , & renerueli ranto rempo, quanto 
rerà in loro quel calore; & cominciandoli a 
‘ddare ; fi leuino via, & fe ne pongano de 
gli altri, Cauato il veneno, col miglior ordine, 
che fi potrà; potranno fopra la piaga Medici- 
- na, che habbia virtù di sengre la piaga aperta, 
Alcuni vfano nella puntnra Cauterio attuale; 
& fa grande effetto, eltinguendo. il veneno, & 
confortando quella parte, Il medefimo effetto 
farà il potentiale ; nell'’ammazzare il veneno; 
ima non écofìi bueno, come l’attuale. Ambe 
due vietano, che non fi fer la piaga; il cheè 
molto neceilario , pet la cura .. Giona molto il 
— fucco dell'herba Scorzonera pofta spo” 
=@ 1 210, 


DELL'HERTA cORZONERA, IZL 
fo, è puntura da fe,ò mefcolato con altre Medi- 
cine Bezaartiche, come Theriaca, Mithtidate, & * 

altre Medicinefimili a quefte; & fe la Pietra Be- 
- 242% fi potrà hauere;mettendola fua poluere fo- 
| prala piaga; farà merauigliofo effetto , In tutto | 
| quefto tépo fi ha da tenere buon'ordine, & buon ‘ 
- regimento in turrele cofe non naturali; &vfare 
- delle enacuationi, quando fia bifogno, con Me- . 
dicine bencdette, nefcolando con jorodelle Me 
diciné contra veneno ; & quando bifognaflè fal- s- 
laffare, farlo. Nelrefto ricorrere alla cura de gli è 
accidenti , fecondo ché farà ciafcuno; & come» 
figli conuerrà, in vniuerfale, & in particolare;- 
hauendo fempre cura di dare a gli infermi vda; 
mattina a digiuno la conferua della radice della: 
Scorzonera, &lafua acqua, ò la Pietra Bezaar, 
| la detta poluere, ò il Boll’Armeno preparato; 
lequali ancho tra’l giorno fi potranno vfare,fe la 
neceffità farà molta. Sidee ponere ogni ftudio 
nel tenere vnto il cuore con cofe,che temperino, è 
&alterino ; 6 Epithime per lo .ifteflo , che diano». 
| conforto con poluere, & acque cordiali ; tralle 
quali fi ponga quella dell’hérba Scorzonera. Ol- 
"tralevirtà , che ha l'herba Scorzonera contra i 
morfì di quell'animale in particolare, & perri: 
miedio di ogni altro in vniverfale; ha altre vir. 
particolari anchora ; che con l’vfo di lei la efpe- 
rienza ne ha dimoftrato E molto lodata perle 
amgofcie del cuore; & perquelli, che patifcono 
ifimale Caduco , &- per le donne; che patifcono 
"= i <<defto- È 


» 


RE w 


ide 21:41 3 r.0 11. 

foffocatione della Matrice; prendendo la cons 
ferua fatta della radice, & beuendo il fucco 
dell’herba chiarificato , ò la fua acqua diftillata, 
Giona dapoi venuto il parofifmo, ma molto piu 
innanzi; cheyenva, Prefa la radice, quando fi 


| fentiràa venire, coll’acqua, probibifce, che non 


venga; & fe già iene, vien molto minore, & non 
ha tanta forza, come quando fi prende dapoi, A 
quelli gioua ; che patifcono vertigipi di refta ; & 
fimilmente gione molto a quelli, che fentono 
romore nel capo, prefa dapoi fatte le generali 
cuacuarioni. Prefa di continuo allegra ilcore, 
& libera dalle triftezze fenza cagione.1l fucco ca- 
nato delle foglie, & rifchiarato , & pofto al Sole 


per qualche giorno Spreto il ghiaro di lui, & po-, 


fto ne gli occhi) rifchiara la veduta, & leua il 
panno daloro , ò nuuola, fe fi mefcolarà con vn 


poco dibuon Mele. Quelli,che hanno timore, 


chefe gli dia vencno; prefa la conferua della ra- 


| dice, & l'acqua per la mrattina,non li potrà offen 


dere quel gione Tutto queto ha infegnato 
Livio, $c l'efperienza di quefta herba,fenza haner 


Autrore da feguitare; percioche fino a quefta. — 
hora non fappiama fotto:che nome la defcriua=, | 
nogli Agrtori., Gionanni Odorico Melchiori,, 
Meglico Aleniano ferine vna epiftola ad Andrea. 


Matrhiolo,dicendo;che Pietro Carnicer Medico 


- Cathelano, li mando l'herba Scorzonera fecca in 
Alemagna. Dimanda quefto Medico al Mar 


» 


bia i 


 DELL'HERBA SCORZONERA. 138 
‘Pherba molto bene; & il Matrhiolo non cono 
‘ce, chehetba fia; ne alcun'altro fin'hora lo hé 
"detto, ne feritto. Alcuni curiofi vogliono dirg; 
‘che fià la Condrila fpecie di Cichorea, dellaqual 
fa mentione Diofcoride tiel fecondo Libto al Cas 
"po centefimo vigefimo fecondo ; & benche elli 
I qualche fiiilitiidine con lei; è però mol+ 
to divierta da lci tiella tadicej perche faCondrila 
| lahaligiiofa, &ifiutile,&itiolto fottile} & pari» 
| ‘mentefie fiori fono differenti. Solaimiente fono 
- ambedue conformi fiella vitnàù di effet buone 
"coritra i morfi delle Viperei perche Diofcoride 
‘dice; che la Condtila data in vino; è gian rime- 
—_dliocontrai iorfi delle Vipere: Qualuanquefi 
fia quefta noftra Scofzoneta ; vediamo che i fuoi 
effetti fono grandi, cofi contra i motfi de gli Scor 
- Zi animiali cofi trilli; & venehofiscoinie per le al 
tie infirmità, che liibbiamo detto; liquiali effetti 
n che in fi pochianni fi foho palefati) fpeto, 
 chemolti più fe rie difcopritanno pet gli huomi= 
. mifavij ne tempi futiri; i quali fi potranno ags 
| giuinserca quefto , che io ho pòtitto difcoprire; 
&delcriner di lèi: Et poi che habbiamo tratta= 
to.ini fottima dl meglio, che fiabbiamo potiito, di 
quiefte due Medicitie coli principali , comeè dele 
la Pietra Bezaar; & dell’hetba Scorzonieti, le- 
quali fono due cofe tanto principali, & di cofi 
grandi viftàcontri iveneni; ragion viole; che 
Vegniamo all’vItima parte di quello; che pro- 
"tnertemmo di fctiuiete; cioè ja arr 


ca gilt dA sh. 


pere 


—— & poiche tanto è guardarci dal danno , quanto 


I Ga 


13 ts bd. R-0; LT. 
da guardare,& ciò che habhiamo affare. per pre» 
feryarci da loro, & per non cadere nel pericole 
coli grande, come da loro deriua ; poi che egli è 
indggior virtà il conferuare; che il guadagnare; 


guaritne; quando l'habbiamo:In quefto gli Anti- 
chi pofero molte preferuationi, & vlarono di 
molte cairtele ; trallequali he è vna molto anti- 
ca nelle Cortide i Re, & Prencipi, & Signori; 
laqual’è la credenza ; che loro fi fa altempo del | 
mangiare; &al tempo del berre; perehe mediane 
te quefta;fi aficurano di non mangiare, nc berre 
cofa, cheli polla offendere. Quetta eredenzafa 
loro.il Maettro di Sala , che ha cura di ponereil | 
mangiare al Signore; & quello, che ferue di cop» 
pasil qualeda berre al Signore, che coficome eflì 
tengono conto di quello, che il Signore ha da 


ate ,& da berre,& fono obligari a render» 


“ne. ragione ; cofiil Cuoco e’ Bottigliero a loro; 


é perche il Cuoco è obligato guardia confegna le “A 


“fliqua è, chea Signori: di ‘titolo fi fa quefk 


vivande al Maeftro di Sala, farli la credenza; & 
il medefimo il Botrigliero del vino,& dell'acqua, 
Ilqual coltume in vero è lodabile,, & neceffario, 

perla ficurtà, & falute di ciafcun Prencipe, ò Si=. 
gnore ; perche fe alcun pericolo fi tronerà nel 
mangiare,ò nel berre,toechi prima ad altri; ‘che 
al Signore nella cui. vita è falute confifte tanto. 

Verò è, che quéfto giàfi fa piu percerimonia,&& 
grandezza, che per guardia difanità; &div 


[SS 
void i PA 


dDELL’HERBA SCORZONERA. Ì35 
monia, ò complimento; & per quefto li chiama il 
vulgo,Signori di Credenza. Al giorno d’hoggi 
. fifa molto al cotrario quefta cerimonia da quel- 
- to;chefti inftituita; & chefi dee fare; perche al 
fente col:prendere vn poco di pane & toccar 
on'lui il mangiare di foprawia; & morficarlo; 
&egettarlo via;ò col guftar con le labbra wi goc+ 
| eiodi vino, ò acqua; fatisfano all’vna; & all’al. 
tra:cofa; done per far ciò bene, è meftieri, che 
- realmente mangino de’ cibi, & benano di quel: 
lo,chehanno da-beuerej perche in altra imanierà 
mal fi può fapere;fe vi fia danno; ò nò prima, che 
giunga alla perfona del Signore: Dene fimilmen- 
te ordinare il Signore; che li parcechino molti 
ibi; perche fem vno fentirà difpiacere; & non 
lo vorrà mangiare, poffla mangiare dell'altro; & 
tli quelli; che ananzatio .; perche eflendo molti; 
‘mangierà poco diciafcuno ; & mangiando poco 
- diquello; chefufleartoflicaro; non poria fareil 
danfro;:che farebbe; fe foflè vno ,.è due:& chedi 
lotodidonetle fatiate ; perche eflendo iqualun- 
| @Quedi loro aiuenenato, & mangiaridone molto, 
haurebbe il danno maggiore: Et auertifcano; 
chemolte volte dà L'animo di non mangiare di 
— Wieibo,ma lafciarlo tare fenza giultarlo;& firtro 
na dapoi eflere in quello notabil danno; Ebuo- 
 narcofaa mangiatequello , che fi mangiarà con 
Pirone,& Cucchiaro;iquali fiahò fatti al modo, 
| cheHieronimo Montuo,huomo dotto in Medi- 
£ina;fece fare al Re-Henrico di Francia; cioè; che 


NANI | 


é 


ere 35 


136 pet rp TL 
| per conòfcere, fequel che fi mangia ha veneno; 
dee fare vna Forchetta, ò Pirone, & vno Cuce 
chiaro di vna miftura d’Oro ; & d'Argento , che 
chiamarono gli antichi Ele&rum ; il che ha da 
eflere di quattro parti d'Oro, &vna d’Argéto;fa- 
cendoli lifci,netti,& molto berie bruniti.Col Pi- 
‘ron fi magino le cofe dure;col Cucchiaro le cofe 
liquide; perche intingendoli im ciò chefi man- 
gierà,ò tagliato,ò in pottacchi; fe haurà veneno; 
fubito diveniranno dî brutto colore , facendoli 
| Leonati, Azurri, ò Negri, òfmarrendofi, perden- 
do il luftro;che hancano perinnanziilche farà ca 
gione, che fi guardi il cibo,che farà quiefto, per ve 
dere ciò che ha; & che fi faccia di lut c{periéza in 
quiche animale, chie loimangi, & vedere ciò che 
. fuccederàdilui;perche quefta è la maggiore efpe 
| rienzayChefi poila fare. Il medefimo L, può fare 
nel berre, facendo del detto metallo vna Coppa, 
ò vafo grande; che fia ben brunito ; perche fe il 
vino; ò acquia, che vi fi getterà dentro;hauerà ve- 
neno, il vafo fiofcurerà; & renderà alcuni dei 
detti colori; & fe non ne hauerà;refterà nell’itef= 
fo colore, che era innanzi, fenza far mutatione 
alcuna. Et certoquefto è gentile; & molto deli 
cato fegreto & facile; Comincàarido a man- 
giare qualunque cibo fi fix; il primo boccone; 
che fi prenderà;firmaftichi molto bene, & fi pren 
.dagufitodi luî; & fi confideribene fe punge; dida 
qualche malfapore; fe gli abbrufcia labocta; ò 
lalingua, òfegli fa abhominatione,ò gli fa noia; 
+; PES] ia per che 


DELL'HERBA SCORZONERA. Î37 
perche fentendo qualunque di quefte cofe, getti 
quello; che prefe fuori della bocca ; &lawiffi con 
vino,ò con acqua;& fi Iafci quiel cibo, &ne man 
gideglialtri. E'bene a dare qualche poco di 

uello a qualche animale; per vedere l’effetto, 
he fa ; & fimilmente è betie tenertie alla ménfa 
del Signore alcurio,al quale fi poflà dare, per ve- 
derela efperienza,& dell’efferto,che fi vedrà fare 
ne’ detti animali fi giudicherà quiello; che farà. 
Auertifcano ; chequando i verietii forio di cofe 


{chino anchota il molto dolce ; perche occulta 
molto. Corifideri benie colui, che Havierà fofpet= 
to; quarido fi metterà a mangiate don fame; che 
non:fi precipiti a mangiaté fubito con molta 
fretta; ma fi'taffteni, & cominci a mafigiare 
pu 2 poco ; prendendone gufto; co. 
me habbiamo detto Il'imédefimò fiha dafare . 
nella fete ; perche .4itando ella è erandé fon fr 
fente ciò, che fibeneé } onde molti Fato bemruto: 


con 


E I ERE SS 


_33R a gsedot3 00 1 TL: ELA 
con fete;Tintura, Lifcia, & ancho acqua di Soè 
— limato fenza fentire ciò, che.beiteno, fin che hans 
no il danno nel corpo. Per quelto dee benere a 
tempo; &a poco a poco ;-prendendo gufto di 
quello, che benerà Che certo ogn’vno, che cor 
mediocre diligenza ftarà auertito per quelto or 
dine, facilmente jtroyarà; fe farà danno if ciò; 
che mangiarà , ò beuerà. Et fimilmente confis 
deri-bene il colore de cibi; perchre ello dimo- 
ftrarà molto il danno, che vi toi ; perche farà 
d'altro modo da quello, che domeria eflere , ef 
fendo di dinerfo colore da quello ; clie dewrebbè 
hauere: E molto a propofito, chei vafi, co quali 
fibenerà: & mangierà ; fiano netti, nowi, &fi- 
fplendenti ; & fe fufle poflibile, che fiano di 

| Argentolimpido,&brunito ; perche fe vi ha ve- 
neno nella beuanda; facilmente fi ofcura;& vien 
leonato, ò nero; l’Argento. Onde non ha molti 
giorni, che in quefta città eflendo dato da benere 
- ad vngentilhuomo di gran ricchezza in vna cop 
papiana d’argento, vide che venia la coppa 
‘ macchiata di vn color leonato'ofcuròo, & fi mes 
| rauigliò . Guftd il vino fenza beuerlo, & gli ina 
{pri molto la lingua, &la bocca; &gnardò il vis 

— no,che haneano portato nella Inghiftara;ilquale 
-— non hauena quella afprezza.. Guardò l’acqua, & 
* vide,che haueua il feechio nel fondo molti grani 
di Solimato, che anchora non .eràno disfatui. Jo 
vi fui chiamato, &ricolfi del fecchio piwdi venti 


grani di Solimato; & haucua qualche giornos 


chel 
. 


» 


Pa 
Pia» 


Palo 1 


DELL'HERZA SCORZÒNERA.-139 
chel Signore era infermo.; onde.io. conietturai, 
che non era quellala prima fiata y che fiera ten- 
tato di auenenarlo.;'& effendo molti giotni paf- 
Aati; che ciò è fuccelfo ; egli anchora giace infer- 
“mo fino al prefente. Quefto dico perche fe la 
SE0pps non-fi bauelfcofeumzo, è cinto non fi 
iYeniua a quefto . Egli è meftieri, che lebetti, ò 
‘vafi, douc fi tiencil vino,& Pacquaz fiano tutati; 
accioche nori vi ehtri, necada alcuna cofa vene- 
nofa; come Ragni, Salamandre, & fimiglianti 
animali vehenofi . Pet quefto è male a beuere 
con vafi, che habbiano ftretta la bocca, come 
bicchieri; perche il meglio è vedere, ciò che fi be- 
ine in cofa larga, & chiara + Quelli che fono cu- 
| riofi& confiderano alla loro filure tengono vn 
| pezzodivero Vhtitorho-in via cadenella d'Oro, 
| accioche ftia di continuo nell’acqua , che hanno 
da benere, & certo è ben fatto ; perche oltra che 
— lemail fofpetto del veneno,infunde anchora nel- 
— dabenanda vna virtù cordiale meratiigliofaa Si- 
milmente fi dee procurare di non ftare al fuoco 
 fattodilegne venenofe, & trifte; perche il fumo 
auenena, come fe fi prendefle tia . Etdi non 

— mettere nella camera carbone, che fi cominci ad 
| accendere;perche molti fono perciò morti.Hab- 
biano la cura de fuoi veltimenti ; & cofe di lino; 
perfone dellequali fi fidi; perche in loro fi peflo- 
no poner cofe, che fanno notabil danno ; Et per 
tutto ciò che fiè detto giona'a tener feriitori fe- 
 eleli, che fiano tali, che fe ne polli cpr st 
: i e cha 


gio: 535" af sr °° 11. 

che fiano ben nati,a' qiiali il Signore faccia mole 
ti beneficij, & doni. Etfopra tutto ha da pro- 
curare, cheil Medico , che liatità carico della fua 
falute fia letterato, &cefpetto ; difcretro ; & di 
buon giudicio ; &chefia ricco,& ben nato; pet- 
che eflendo di quiefta màniéta; non hatirà cofà, 
che non fe li corivienga ; poi che nelle fue mani 
ifta fa vita, & li falute del Signore. 


Fl fine della Prima parto 


Logo 


DELETE °GOSE: 
CHE VENGONO 
portate dall’Indie Occidentali 
pertinenti all'vfo della 
MEDICINA. 


Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotò 
Monarp:s, Medico in Siuiglia, 


PARTE SECONDA. 


Nonamente recata dalla Spagnola nella noftra 
lingua Italiana . 


Con vn libro appreffo dell’ifteffo Auttore, che tratta del- 
la Neve, & del beuer trefco con lei. 
Aggiunriui doi Indici; ‘vno de’ (api principal: ; l'altro delle cofe 
pis vilenanti, che fe ritrouano in tutta l'opera, 


di Gio 


1810 


A pi MOLTO. MAG, 
ET EGCELL:. MEDICO 
ÎL S. LEANDRO ZAROTTO; . 
mio Signor offeruiandif 


x Tar Ta) È T Ta) Mag” e) 


E 9 RE Ecce S. va10 offertam. 
ey (4 L’ obligosche io terigoà 
A wa i V. Sie" è coft gran 
PEN W fel) desche 70% mi trovans 
ASINI do baftante à ì pagarlo, 
€ now ivolerido parere ingrato s ho deli: 
bérato di farlo palefe ad ogiiiunosatcioche 
fi fappiaschefein altro modi non poffoscvo 
3 glio almenò col confeffare il imiò debito 
è è darle 


darle qualche fa feeno del erato: animo miò. 
Hora hauèdoio dato tn luce la prima parte 
della historia delle cofe M edicinali, che ch: 
vegono condotte dal Mondo nouo,compo 
Sta dal D: Nicolo Monardes Medico di 
Siiglia;c> efendomi fopragivnta la feco- 
da, copoffà pure dall ‘iffeffo eAuttore fatta 
tradurre atchor: ‘quefta dalla Spa grmola 
nella lingua Italiana; ho prefo partito di 
indrizzarla è è lei per ‘far conofcere ad ogni 
uno i molti meriti,che ella ha con meco; 
perche fapendo ro, quanto ella fi diletti del 
la» cognizione de Semplici medicamenti ; 
ff icurosthequeffa bifforia (nella quale 
= fono defcritte ‘tante cofe piene d' nfimte 
“virtà mat piu non conofcrate da noi, le- 
quaîs hora ci fon portate da paefî cofî lon- 
tant) novde debba effere ingrata. Perche 
effendo Plate @ferimentate con molte pro- 
ue-cofi nel Mondo nono; donde elle Den 
N come 1a S pagna. dose f6 = 720 ana i 


diuerfe infermità alleguali parewa.,-che 
ogni altro rimedio de gli vfati fin hora da 
moi fuffe. fearfosforfe. ella nelle occafioni., 
che lecverrano cuorrà walerfene è profitto 
di quelli, che nelle fue mani ricomandano 
la lor falutescome fu'adoprato anco il Le- 
guo Sdtosla ((binaset la Zarzapariglia da 
quelli che primi feppero della lor virtù co 
molto honore,t» vil loro; coft nel Mal 
Francefe, che all'hora era fenza rimedio ; 
come ini molte altre infirmità differata 
quafi dicura. Et cérto s'alcuno ci ha, che 
fia atto ad hauere fopra di quefto quelle cò 
fiderationi,che fi couegono a V.S.cio prom 
3 cipalnitte appartiene; percioch' effendo ella 
— ormata dibelle lettere Greche, eg Latine 
et imuecchiata nell'effercitio del medicare 
con tanta fiua laude prima in Padowa, poi 
sn (apo d'Iffria fua patria, doué ella nac- 
que di nobil fangue,et finalmite tn quefta 
| cura, vero (Plendore dell’ honor d' Italia; 


Me Ta ai. 


fenza' dibbio dal fio giudicio se dalla 
fra efperienza, quello de gh altri dipen 
derà > Et perche: iffeme con la detta 
Hifloria va congiunto eun trattatò dell’'- 
iffeffoAnttore intorno illa Neues 659 al» 
bener frefio com let: ho voluto mandarlò 
fuori amcho infieme fotto ilfuò nome; 

che tofî piacesole vfanza fia da lei fin. 
rita, 27 dife ifefa i La prego adungué è gra- 
dire queffomio piccolo prefenteset fia ficu 
vasche banendonti ella cor la fara diligente 
èura: vitornato, quaf da morte è Vita; fe 
benionel fersirla basie(fî occafione di far 
molto peò lei; nonni parrebbe mai di far 
tanto sche nov fuffe manco di nati chi 
vole, fono: debitore A 


i) 


- Data i In Venetia à 5 Decemb. IST4i 

DI Pad — È 

“nre «Affettionatif. ferwitore | © 
+ Giordano Zilettts. 


wi to C Ts) % 


SECONDA» PARTE 
tipe FO PIE: 


T PI Tabaco cr delle fue uirti, (ap. I. ch.3. 
[DDA SAfafras & fue irtà,* Capi. chii4; 


al Yi 


| Del Carlo Santo. - Cap.3.ch.32, 
De Paternoftri di S.Helena, —. © (p.4.ch.58, 
Dell* Herba Guacatan. Cap. 5: ch.61° 
Déell’Orzada. Cap.6.ch.63, 


D'alcune berbe di gra rid. sà (Ap-7.h.65» 
Libro fecondo. | 


Del Sangue di Drago, Cap.1. ch.85. 
Dell’ Armadillo. Cap. 2.ch.90. 
Delle Pietre de' (Gimani. ‘Cap. 3.ch.91.. 
Delle Pietre de Tiburoni, (4p.4. ch.93» 

| Della Trementina,ci Caragna di Carthagenia . 
ap, s. «i ch.94. 
Del fior del Mechioachan. Cap. 6. ch.95* 


Del fintto del Balfamo. © Cap. 7. ch.97. 


| Della Trementinad Abete». Cap. 8. ch.99. 
Del Pepelungo. Cap.9.ch.101 

— Del rimedio al focodella facccia. (ap,10.ch.102, 

Delle radici contra ueneno. Cap.2.ch.130. 


Delle caftagne purgatineo. Cap.12,ch.104. 
| Della Zarzaparigla di Guaiaquil, C.13.ch.105. 
— Dell’arboro contra il Fluffo. - Cap.14-ch.3. 
Dell'ambragrifoi. —“— «=@— Cap.rs.ch.113. 


Tubo della Neue.i 


| Della neceffità del beuere : (dell'acdua; s&del be- 


uer frefco. i cap.1.ch.128. 
Della fredura dell’ acqua. > cap.a.chi1 33 
e 460 maniere da rifrefcare. cap. 3.ch.13 6. 
Del rifrefcar conla Neue. cap. 4.ch.141, 
De glieAuttori, che hanno approwato il rifrefcar 

con Nene. cap. s.ch. 146, 
Del modo che fi ba da ufar la Neue , & da cui 

‘cap.6. . ch. 151 


De imodi,che fi'ufano à rifrefcar.con Neue a quefti 
np deli ha n cap.7.ch.15 5. 


Mita nt 


DAAMSL:E: COS E, 
“CHE SI PORTANO‘ 
|. DALLE INDIE OCCIDENTALI 
‘© Pertinenti all'vfo della Medicina; Ì 


RACCOLTE, ET TRATTATE 


dal Dottor Nrcorò MonarRDES 
Medico di Siuiglia. 


PARTE SECONDA. 


«Alla Macftà del Re (atholico : 
È Cc È KR, SU. 


73 E’ giorni paffati io fcriffi vn 
ASTA > A ftato tenuto in quella ftima, 
———_ °_°’ chemeritanolecofe,che inlui 
fi fono trattate.Vednto adunqueil beneficio,che 
ha fatto, &quanti fi hanno liberato , & fanato 
co’ fuoi remedij; deliberai di proceder piu oltre, 
‘& di fcriner di quelle cofe, lequiali dapoi, che io 
feriffi erano venute da quelle parti . Dallequali 
ai 40 


î 


Il 


SI 


gono dalle V. Indie Occiden- 
tali, lequali ferueno all'vfo 


ra 


Libro di tutte le cofe, chevene | 


della Medicina ; ilqual certo è 


EA 


® SURI 

porte ehione, che non mé ai 
LE: i prenderà, che dalle rciò 

che qui fi vedran cofe none, & PSE eda 

ranno merawiolia, mai fino al di d' mir non vee 
duri, ne faputi, Et poi che le cofe, onde noi trat- 
tiamo,&ci Regni, & le parti, onde elle vengono 
fono di V,M.& quegli, che ne fcrine è è parimente , 
{uo vafalio; fupplico V.M, che le ricena, & fauo- 
tifca, &le Luci grate.nel modo ,.ch’ella {uo 
fare b altre opere a V. M, dida; 


ii E 


| DelTabaco, cale e grandivirtà. —.3 


x o] \ 
2/4 
€] 


a \ 


Velta herba, chel communemente fi cain. 
Tabaco, è è herba molto antica, & conofciuta 
ppi Sl 2 tra... 


i Fai dl Rao Si ga 10 SG: 
tra gli Indiani, & piu tra quelli della noua Spas 
gna; perche dapoi l’acquifto di quei Regni farro 
‘da’ nottri Spagnoli, efli auertiti da gli Indiani, fi 
valfero di lei nelle ferite, che nella guerra riceue= . 
 uano,curadofi con lei con gri beneficio di tutti, 
Pochihanni ha, che da quella parte è ftata por- 
tata in Spagna piu per adornarne giardini, & hor 
| ti, accioche con la fua bellezza faceffè grata we= 
duta,che per penfare ch’ella portaffè feco le me- 
_ rauigliofe virtà Medicinali, che ella tiene. Al pre 
fepte noi l’vfiamo piu per lé fue virtù, che per la 
Tua bellezza; perche cetto fono tali, cheinduco= 
noa merauiglia . Il fuo nome proprio tra gliln-. | 
‘diani fiè, Picielt; che quel di Tabaco è polticcio | 
‘ denoftri Spagnoli, per vna Ifola, doue fè neri. | 
| trouajngrandiflima quantità, chiamata di que-. 
. ftonomeFabaco. Viue, &nafcein molte parti 
— delleIndic;& ordinariamente neluochi humidi, 
&ombrofi . Bifogna,chela terra, « doue fi ha da 
|. feminare fia ben coltivata, & fia terra libera. 
— Seminafli d'ognité ne luoghi caldi; & d'ogni 
tempo nafce. Ne' freddi fi-dee feminare il Mele 
_— dli Marzo, accioche fi difenda dal ghiaccio. — 
+. BPqu vn’herba, che crefce & viene a mol- 
-. tagrandezza; &fpeflè volte a maggiore dì vr 
«Limone, Produce vn fafto dalla radice, il quale 
—_ afcende dritto fenza piegarfi ad alcuna parte. 
__. Produce molti germogli dritti; che quafi fi ag 
L guagliano col fufto rincipale. Le fue "1a 
— no quafi come quelle del Cedro fallate, che 


DEL TABACO, ET DELIS SVE VIRTV.. f° 
filncomrano ‘ Vengono a molta grandezza, &, 
fpecialmente le bafic, lequali fono maggiori,che 
quelle della Rombice. Sono di và color verde, 
efcuro ; & di quefto colore è tutta.la Pianta: 
E pelofa la pianta, & anchele fue foglie. Pofti. 
allemut es le vefte come i Cedri, & Aranziz. 
ne urto l’anno fta verde; & mantiene le fo? 
y& fe alcunefi feccano; fono quelle da ballo. 
Sala cima di entta la pianta produce il fiore, il- 
quale è amodo di Campanella bianca, & nel 
mezzo incarnata; che ha molta gratia . Quando. 
fi fecca pare Papaueri negri: In lui fta chiufo il 
feme,; ilquale è foriimamente minuto, di colore 
Leonatoofcuro. Ha la radice grofla conforme 
alla 7 della pianta con molte radicette; 

che efcono . E' lienofa; & aperta,ha il 
core pori alla mianiora del colote.del Zaffra- 
10; &guftata; tiene algiranto di ‘amaro è Si lena 
da lei facilmente la fcorza . Non fappiamo; ché 

‘ella radi radicefia virtù alcuna: Delle foglie fole fap= 
Pia; iamo la virtù, che diremo; beriche io Eat 
2 adice babbia fofficietiti. virtù Medicinali, les 
| tempo difcoprirà: Tuttauia alc VE 


- 


mato 

feruano le foglie eoesscall'ombia; perli effetti; 
che diremo; & fe ne fa poluere, per vfarla in luos 
.g0.delle foglie ; sad non fi trowa quefta 
pianta, Hr della poluere in Inogo fuo; perche 
non fene trowa.in ‘ogni parte . L’vna ssfete altra fi 


è gi con 


ch’ella habbia la virtù del Riobatbaroj +* 
she efperimentata fin'hora: Si copis = * 


enna 


ni 


@ bas R:0;°1 ; 

conferita per molto tempo fenza .corromperfis 
La fua compieflione è calda , & feccain fecondo 
grado.Ha virrù di fcaldafe,rifoluere con qualche. 
aftringentia,& conforto. Confolida, & fcalda le. 


| feritefrefche,& le cura (come dicono) perla pri 


ma interitione.Le piaghe fpotche netta, & mon- 
difica, & riduce a perfetta fanità ; come diremo 
particolarmente di ogni cofa piu innanzi. Et fi- 
milmente diremo delfe virtù di queft'herba, & 
delle cofe ; allequiali ella gioua di vna in vnain 
particolare» | i vin: 
 Haqueftherba Tabaco particolare virtù di 
fanare i dolori della refta,fpecialmente proceden 
do da cagion fredda ; & fitnilmente cura laCe- 
phialei,quando procede da humor freddo,ò vie- 


| neda cagione ventofa . Si deono porre le foglie 


calde fopra il dolore; & moltiplicaridole Ie fiate, 


- che farà di meftieri, fin che'l dolors’'acquieti. AL 


cuni levngono cor oglio di fiori d’Aranzi, & 
fanno molto buona opra + 
— Quando per Catarro;ò per l’aere , 0 per altra 


| <agionfredda, fi incorda il collo, poftele foglie i 


‘calde nel dolore, è fullo incordamierito ; lo lena; 
‘& rifolue, & reftano:liberi dal riale. L’ifteffo fa 


‘in qualunque dolore; che fia nel corpo, & in 


qualunque fua parte ; perche effendo da cagion 
fredda, & applicandola,come fi è detto, lo toglie 


via; & rifolue non fenza gratideammiratione.» 
S Nelle paflioni del Petto fa quett’ GR o e 


‘tmigliofa opra,fpecialmente in quelli; chegetrano: 


DEL TABACO,ET: (DELLE: SVE VIRTV. # 
Xiarcia, &pitredine per la bocca; & ne gli Af 
- imatici,, &altrimali antichi. Ficendoli decotio- 
| hedell hetba, &ridotti conZuccheto iti firopo; 
& tolto iti poca quantità,fa vfcirla itiarcia; &la 

utredinie del Perto merziioliofamente . Eri pres 
1 ncilfiritio j pet la bocca; Ret la inatcia ia del 
petto alli Afmatici. 7 
‘(Nel dolore dello Stofnacò nato a cagione 
freddi;ò ventola; pofteiti le foglie molto calde, lo 
lewna; & rifoliie;-rornando 4 ritnetterle; fini che 
egli cella: Etfi dee notare,che le foglie fi (calda» 
| nomeglio; che in altto inodo tra là ceriete ; òi 
cenerazzo molto caldo, inettendole dentro , & 
ivi fcaldandole molto bebe; & fe fi poneranno 
‘incenerite faranho inigliore; & piu vigotofa la 
perio: ia 

- Nelle oppilationi dello Stoin aco, & della Mil 
za prificipalinente è grande rimedio qitefta her= 
i Da: perche ella le dista; è confniria: Et quefto 
ifteflo fa in quialingie altra oppilatione; ò du- 
tezza,che fia nel ventre;efiendo la cagioneò hu> 
mor freddo,ò ventofità. Si dee prendere l herba 
mi peftarla ; & con lei cofi pefta fregarela 

ervn buon pezzo ; & al tempo del pe 
pri fi infonde qualche goccia di aceto, | 
Pot pen faccia meglio la fua operatione . Et de Do 
sn il liogo ; fiinerte fopra vna foglia, è 

mn Tabaco calde; & fi lafcia ftare 
soli io al dì feguenite 3 nel quale fi fail medefi- 
pe in luogo dle foglia pone fopra vn pan- 
è * no 


vs. Dolci Mat sia 
no di lino bagnato nel fuo fucco caldo. ; 
—_— Alcuni dapoi l'hauer fregato colla herba coff 
pefta, vngono con Vhguenti appropriati a mali 
fimili; & fopra vi pongono le foglie ; dè fucco del 
Tabaco; & certo con quefta cura fi hanno difop- 
pilato grandi, & dure oppilationi, & disfatte 
antiche enfiature. SE ZIARO 
Nel dolore del Fianco fa quefta hetba grandi 
effetti, pofte le foglie tta la cenere, ò cenerazzo 
caldo; tanto che fi fcaldino bene; & poi melle 
fopra il dolore,ritornandowele quante volte farà 
bifogno. Sarà bene nelle deco tioni, che fi haura» 
| no affare perli Criftieri, mettere in loro infieme 
con l'altre cofe, le foglie di queft'herba, lequali 
giouaranno molto,& fimilmente per le Fomen- 
tationi,& Empiaftri,che fi faranno . cata 
| Ne dolori ventofi fa il medefimo effetto; le- 
mando ildolore;.che nafce dalla ventofità ; col- 
| Fapplicarele foglie nelPiftefo modo, che è fato — 
| detto,che fi hanno da poner nel dolore del Fian- 
co,cioè ; più calde,che pofano eflete; ... | 
. Nelle paffioni delle donne, che:chiatmiano mal 
di Matrice, ponendoni vna foglia di queft'herba 
Tabaco ben calda nella maniera , che fi.è detto, 
fa manifefto beneficio; & fi dee ponere full'Om-= 
belico,& di fotto di lui. Alcuni pongono pri 
— macofe dibuono odore full’Ombelico , & vi fe» 
proporgine poi la foglia. Quello, douein cora 
‘pafhone fi troua manifelto beneficio fi è,ilmetter 
È Tacamahaca , ò l’oglio del Lande 


DEL TABACCO, ET DELLE SVE VIRTV. 9 
il Balfamo; & la Caragna; perche ogniuna di 
quefte cofe pofte full'Ombelico, & date di conti 
nuo; è di tutteloro fattone vna miftura; fa nelle 
paffioni della Matrice manifeto beneficio 
= Inwvna.cofa celebrano quelt'herba lè dofine; 
che habitano nelleIndie, cioè; nelle tepletioni de 
fanciulli,& fimilmente de’ grandi;perche vigen= 
«dofi prima il Ventre cò oglio di Lucerna, ponen- 
doalcune foglie; che fiano ftate nella cenere cal 
‘da,foprà ilVentre; & alcune altre fopra gli ho+ 
ineri; lena la cridità, & fa farebuona digeftione; . 
ponendole le fiare ; che fanno bifogno., Se le fo+ 
glie faranao inéencrate farà meglio. ;13 
. Ne-Vermi del.corpo di tutte lè generationi; 
che fiano, ò tondi ; ò larghi ha virnà di veciderli; 
| &ctacciarli fuori merauigliofamente ; facendone 
decotione dell’herba ; & poi firopo con Zucche» 
ro; &datò in molto pocaquanrità; & pofto il 
fucco di lei full'Ombelico + Dapoi fatto. queftòo 
egli è meftieri farli vn Criftiero, che gli ewacwi; & 
cacci fuori delle budella. i 
Ne doloridellegiunture,eléndo' da cagion fred 
da,fannole foglie di quefto Tabaco merauigliofa 
| ®peratione;pofte calde fopra'il dolore. Il medefi- 
imofailfucco pofto in vn pannicello di lino ca 
do; perche rifolue l'humore,& lena il dolore «Se 
da cagione fulfe calda ; farebbe danno ; eccetto 
quando,eflendo l’humore caldo, fufle ftaro rifol- 
«to il fottile,& reftalIè il groffo;che in quefto cafo 
i gioua, non altrimenti, che fe fulle la condi 


iz 


tò vrriv svi tre Roo cata giu 
da. Erfi dee fapere, come pofte lefoglie done fi 
fenta Posen dna cagione detta (fia in qual pars 
. tedel corpofi voglia) giouano molto; st 
Nelle efifiàtute; d appoftemefredde, le nfol- 
ue; & disfa; lainandole col fico caldo, & ponen- 
doni = ee l'hetba pefta ; dle foglie del medefi= 


* si 
7 


| & portandoli beti éopetti. Quefto fa con grande 


____Ne Veneni,& ferite anelenate;è di graride ec- 

‘cellenza il noftrò Tabaco ; ilche da poco tempo 
Amqua fi ha faputo ifì quefte parti; Petche igliIn- 
-diani Caribi ; iquali ‘mangiano carne himana, 
tirano Je lorò faerte bagnate con vna herba j ò 
«compofitionefattà di molti veneni,contra tutte 
«quellc cofe; che vogliono vecidere; & è cofî tri- 
"fto, & tanto perniciofo quefto veneno , cheam- 
«mazza fenza alcun rimedio, & i feriti muoiono’ 
«con grandidolori ; &. accidenti rabbiofi ; fenza: 

«fi trouaro 


DEL TABACO,ET DELLE: SVA VIRTV. Ti 
trouarrimedio 3'cofi gran male. Pet alquanti: 
anni vfarono.in quella parte a poner nelle ferité 
del Solimato, & he guaritiano alcuni ; & tetto. . 
 cheinqueiluoghi fi ha patito molto di quefto» 

danno. Non è molto tempo 5 che indafidoalcne 


| miCaribirielle loroCinoe4-S.Giovanni di Pot 


| toricco pet facttatelridiani; è Spagnoli, fe li tro: 
| maffero; giuinfero ad vno alloggiamento; &ama | 
‘mazzarono alcuni Indiani;& Spagnoli, & nefe. 
rirono molti; & tion ttotiafidofi pet'forte l’hofte! 
Solimaro per guarirli; Si deliberò di adoperariî 
il fucco del Tabaco,& foptà di lui l'ifteffa herba 
peltata;& piacque a Dio;che ponéndolo nelle fe- 
| rite,fi mitigaffero i dolori, lerabbie; & gliacci® 
denti;co° quali moriitano, Et di ral mafiiera fi lis 
berarono diogni cofa; che leuata la forza al ves 
neno;gli fi faldorono le piaghie; ilche pofeatuttì 
merauiglia | Quefto faputo da quielli dell'Ifola,al 
prefente fe rie vagliono nelle ferite; che ticenòno 
combattendo co Caribi; &non li temono piu, 
ca chehanno tiouato cofi gran rimedio in co+ 
a tanto difperatà. Rshol 109 
|, Hafimilmente virtù queft'herba contra Het 
_ badeBalleftreri, laqualé vfano i rioftri catciaro= 
| Hpervcciderlefiere,laquale è venenio porentifi 
mo;che ammazza feriza rimedio «Il che volendo 
| werificafefua Maeftà,comandò , che fe nefacelle | 
la efperienza;& ferirono vn cagnoletto nella gol 
_  la,&fùbitoli pofero nella ferita l'herba de Balle 
 freri,&india%n poco li poferonella iftefla fe 


rita 


t* E°, v'nIiV sE: i Ro tr: ci AV .£3 né 
rita (che già haueuano vnto collherbade Ballesr 
ftreri) bitona quantità del fiicco del Fabaco; && 
“, dell'ifteffa herba pefta: fopra ; &lo legarono; &, 
catnpò il Cane:non-fenza grande merauiglia di, 
’vno che. lotvide; Onde! l’Eccellentiflimo. 
Medico della canîera difua:Maeftà;il'Dortor Ber. 
nardò;dice; Io feci quefta efperienza per coman- 
dametfito di fua Maeftì.. to ferrì il Cane con vm: 
coltellifio coll'herba; & dapoi pofi ancho molta: 
herba ide Balle&treri mella ferita, &la herba era 
{cielta ;.& il Canefu vinto dall’herba; ma -reftò: 
dapoi' moltofindi cis TI 
- Ne Carboni venenofi pofto il Tabaco nella: 
| forma;&manieta detra; eftingue la malitia def 
|  weneno,& fa quello; che farebbe vn Cauterio; & 
| ognîaltta òpradi Chirirgia, chef richiede pet 
|. fanarli. Il medefimo!fa nelle punture, & morfi dè 
| Anirmalì venciiofi; perche vecide & eftingue la: 

| mmalitia del venemo; & lefana i 000) 

._Nelleferite frefche;come coltellate;colpi,ftoo 
> ate;&qualunquealtra ferita; fa il-moftro Taba: 
co merauigliofi effetti;perchele cura,& fana cé3 
folidandole, pet la prima intentione. Bifogna la- 
uarla ferita con vino, & procrirare di vnigere lé 
fiielabbra, lenido-ciò;che fi vederà fuperfluo; 8 
| fubito ponerifiil facco di queft'herba,&di fopra | 

l'iftefla herba pefta;.& ben legaro;fe ne ftarà fino 
al giorno feguente,che fi tornarà a medicare nels 
la ifteffà maniera. Fertà buon’ordine nel mans © 


giare; vfando la dieta neceflaria, &.fe Gas mes 


DEL TABACO,EY DELLE! SVE VIRTV. 135 
ftieri alcune edacuationi, effendo il cafò grande,» 
{i facciano; come fi conuiene. Con quelto ordine 
- firifanarà fenza effer bifognò d'altra Chirurgia, 5 
| chequelt'herba, Qui in quefti confini;& inque». 
fa città; cagliandofi, è ferendofi alcuno;n6 fa rit, 
correre fe né al Tabaco;come a rimedio preftan:. 


— tiffimo,che fa opre merauigliofe, fenza che cifia, 
 ameftieri d’alcun'altra Chirurgia;fuor Chedi que. 
. fkaherba.Nel riftagnareil Flullo delfangue delle; 
ferire, faopra merauigliofa .:; perche il. fueco PEA 
Lherba peita baffa a riftagnare qualunque Flulfo, 

« di'fanguefifia. . : iù: 


| © Nelle piaghe vecchie è cofa merauigliofa le 
| operationi,& effetti grandi, che fa quefta herbaz. 
—perchelecura, & fana merauigliofamente, net- 
— tandole; mondificandole d'ogni fuperfluità, & 
| putredine, chehanno, &generandole carne; & 
| riducendole.a perfetta fanità. Il che hoggimai è 
tanto comunein quefta città, che tutti lo fanno; 
&zio l'ho adopratain molta gente cofi huomini, 
‘ comedonnc; & ne è gran numero di quelli, chè 
| didieci,&venti anni fi fono fanati di piaghe pu 
.tride antiche nelle gambe, &altre parti delcor 
po con quefto folo rimedio, con gran merauiglia 
| dlitutti, L'ordine, chefi tiene per curar con ques | 
Be nina le piaghe vecchie putride, benche fiano 
incancherite , è quetto ; Si hi l’infermo col 
configlio del Medico, 8titalal,fe ri 
| &fubito prendadi quell'herba,&la pefti., & ne 
sani ilfacco, &lo ponga nella piaga, laquale {e 
sia ne 


14 CERI SB 004 Po: ita 
ne empiaftri bene ;:& fubito a modo di Empi4»! 
ftro fi ponga fopral’herba pelta , &queftò faccia . 
è vna volta al giorno ; mangiando buoni cibi, & 
non eccedendo nel far difordiniin tutto quello, 
| chefic6uiene a buon’ordine, & buon gouerno; 
perche in altra maniera non li giouarà ; Facendo 
quefto li nettarà la piaga d'ogni carne cattiua, pu 
trida,&fuperflua fina,che refti la carne fana. Ne: 
fitema punto, che fi faccia la piaga molto gran- 
de ; perche mangia folo il cattiuo fin'al buono. 
Con la medefima cura ponendoui minor quan- 
| titàdi fucco,la incarnarà, & ridurrà a perfetta fa- 
nità. Di modo; che fa tutte le operationi di Chi- 
rurgia,che tutte le Medicine del Mondo poffono. 
fare;fenza eller bifogno d’alrro medicamento . 
3 Quefta operatione di curar piaghe vecchie, 
che fail Tabaco con tanta metauiglia', non fola+ 
mente lo fa né gli hiuomini, ma negli animali 
brutti; perche in tutte leparti dell'India, doue 
fiano Arméti; cofi perle ferite; come per legraf- 
. fiature,chefi fanno nel':monte;& peraltre cagio 
 miimpiagandofi;effi; & effendo la terra calda,& 
humida in eftremità,molro facilmente fi gli pu- 
trefanno le piaghe, & vengono molto prefto ad 
incancherirfi; & perquefta cagione fe ne muoio» 
no molti Armenti.Perrimediara quefto,& a ver 
ini, che gli fi generano nella carne,foleuano met- 
tere nelle piaghe del Solimato; perche in quefto 
rimedio trouauano più beneficio , che i a ese 
altro,che haueffero vfato . Et percheil. bre . 


bb 


A 


d 


PEL TABACO, EY DELLE SYE VIRTV. Ti 
xal molto1n quelle parti; molte fiate valeva piu 
il Solimato, cheficonfumana; chei capi d’ani+ 
— mali, cheficonfernanano . + Per quefta cagione è 
- hauendo trouato nel Tabaco tanta virtà per cu»: 
| rarle piaghe noue,&putride;deliberarono diva» 
— lerfidelTabaco nella curà deglianimali cofijco». 
— mehanerìfitto nella cura, &rimedio de glihuo-: 
mini; ponédoliilfucco del Tabaco nelle iaghe, 

Gclanandole con lui; & ponendoni Sopra her N 
pefta.Et è di tanta efticacia, &virrùsche vecidei . 
«vermi, netta la piaga,mangiando la carne catti» 
nas& genera carne,fin che fi fana, comenelle al- 
tre,che habbiamo detto, l’ifteflo fa nelle percof= 
fe deglianimali.da carico; perche poftoui il fuc= 


__ cos&l'herbapefta del Tabaco (come fiè detro) © 


benche fitfero incancherite; le netta; incarna, & 

cura,&fana, Similmente la portano gli Indiani! 

fatta in poluere,quado vinoin viaggio, per que- 

fto effet10; perche fa l’ifteffo beneficio, chel firc- 

- co:lo vidi vn'hnomo; che haneua aleune piaghe 

- antiche nelle Narici, dédevfciuva molta marcia, 

 &candavano corsodendo fempre piuj &lo con- 

figliai, che tiraffe fu per le narici ibfucco del Tas 

baco; ilquale lo fece; &alla feconda ‘volta gettò 

- piu di venti vermi piccoliffimi , & dapoialcuni 

. altripochi,finchenereftò fenza niuno ; &vfan- 

| Aolocofiperqualche giorno,guarri delle piaghe; 
che hauena di dentro del Nafo ; benche non ri- 

facefle quello che fi gli era mangiato, & ca.luto; 

- & fe piutardaua credo, che PI bia 
tia; nafo 


| acaderele pagliole; & croftebianthe,che hauea 
Aula tefta;& di tal maniera le fi nerrò, & fano la 
tefta,col far ciò per qualche giorno ( benche più 
piaceuolmente) che fi fanò della Tegna; è Vola» 
tiche molto bene; fenza (apere quello che effe 
1 faceflero. et sgh x cul 
Vna delle meraniglie di queft'herba; & cheap 
porta piu di ftupone fiè pil modo, col quale la 
| vfananoi Sacerdoti de gli Indiani, ilqualeera ta-. 
le;Quando tra gli Indiani occorrena negocio di 
qualche importitiasondei Caciqui, ò princip 


n ati È 
(DOP 


DEL TABACO, ET DELL® SVE VIRTV, I7 

del popolo havieffero neceffità di configliare co” 
lor Sacerdoti di coral negocio ; andauano al Sa- 
cerdote, & li proponeuano la cofa. Il Sacerdote 
{ubito, alla loro prefentia, prendeua alcune fo- 

+ glie del Tabaco, & le poneua fopra la lucerna, & 
riceuena il loro fumo nella bocca, & nel nafo,per 
vna cannella ; & come l'hiauea prefo, cadena in 

; terra a guifa di morto,& ftaua così fecodo la qui- 
-tità del fumo, che hanea ricenuto ; & quando 
«Fherba hauea fatto la fua operatione, riueniua in 

- fe; & daua loro le rifpofte, fecon.lo i fantafmi, & 
illufioni, che egli vedeua, mentre che dimoraua 

a quel modo; &leinterpretaua come li parena, 

io come il Demonio lo configliaua; dando di cò- 
-tinuo le rifpofte dubbiofe, & di tal maniera, che 

- qualiique cofa che accadefle, potetano dire, che 
«quello era, che effi hauean detto, & la rifpofta, 
che haueuano dato. Similmente gli altri India- 
F.;jmi pe loro paffatempo prendenano il fumo del 
| Tabaco, per inebbriarfi con lui, & per vedere 
quelli fancafmi, & cole, che fi gli rapprefentaua- 
no; dallequali riceucan piacere. Etaltre volte 
lo prédeuano per faperiloro negocij; &fuccelli; 
perche fecondo quello , che gli fi apprefentaua 


mentre che erano ebbri di lui; così giudicauano 


. 


; efli de loto negocij. Er perche il Demonio Cin- 


profeta conofcele vir:ù dell’herbe, infegnò 
oro la virrù di quelta, accio che mediantelei,gli 
-venilfero quelle imaginationi, & fantafmi, che 
glifi rapprefentauano; & con tal mezzo li in- 
i e. bi gan- 


i, DS Br TEVE IR TO: 00 S247 430 
gannaua . Che ci fiano herbe, lequali habbiano 
fimil virtù, è cofa commune ne libri de Medici. 
* Diofcoride dice, che vna Dramma della radice 
* del Solatro furiofo, prefa in vino, prouoca gran- 
demente il fonno, & fà, che colui, che la prende 
fi infogni cofe varie, &gli fi rapptefentino fan- 
‘tafmi, & imaginationi parte terribili, & fpauen- 
" tofe; parte piaceuoli, & dilettenoli. Dell’ Anfo 
‘fi dice, che mangiato all’hora del dormire, indu- 
‘ ce fogni graciofi,& molto piacenoli; & che il Ra 
uano li fa grani,& molto molefti; & cofi di mol- 
“te altre berbe, the farebbe cofa lunga il nartar 
‘cio, che di quefto fatto feriffero gli antichi. Die- 
‘ go Garziadi Guerta nel libro , che fcriffe de gli 
“Aromati delle Indie Orientali, dice, che in quel- 
le partiè vn’ herba, che chiamano Bague, laqua- 
‘le mefcolata con cofè odorifere, fi fa di lei vna 
Confettione di buon odore,& gufto ; & che qua- 
| do gliIndianidi quelle parti vogliono vfcir di 
fe teli, & veder cofe, & vifioni, che diano loro 
“piacere, prédono vna certa quatità di auefta C6- 
fettione;& prendendolà reftano privi di ogni fen 
timento ; & mentre dura la virtù del medicamé- 
to, fentono molta contentezza, & vergono co- 
fe, dallequali ricenono piacere, & fi allegrano 
con loro. Et chevn gran Soldan Signore di mol 
ti Regni diffe a Martin Alfonfo di Soffa, che'fu 
Vice Ré nell’India;che quando voleua veder Re- 
‘gni, Città, & altre cofe, delle quali hauena/piacé- 
Te, toglicua il Bague fatto in certa da “i 
= & che 


| DEL TABATCO, ET DELLE SVE VIRTV, 49 
& che con quefto ricenena piacerè, & contentez» 
za. L’vfo di quefta Confettione è molto:comu- 
ne, & è molto vfara da gli Indiani di quelle par 
ti, & la vendono publicaméte per quefto effetto; 
°° Vfano gli Indiani delle noftre Indie Occiden 
rali il Tabaco perriftorarfi della tanchezza; & 

er prender alleniamento della fatica ; perche 
nelle loro fefte, o balli fi ftancano ,; &affaticano 
tanto, che reftano fenza porerfi mouere;.& per 
poter affaticarfi il giorno fegnente, &rornarà 
hr quell’ecceffiuo effercitio, prendono per lo nà 
fo, &perlabocca il fumo del Tabaco, & rettaro 
come morti; & ftando così, di tal maniera fi rin- 
francano, che quando ritornano in fe fteffi, relta- 
no così franchi, che poflono tornarà trauàglia- 
realtrettanto, Et cosìfanno fempre, che effi ne 
hanno meftieri ; perche con quel fonno ricupt» 
rano le forze, &firiftorano molto. vob 
| I Negri chefono andati da quefte parti alle 

- Indie, han prefoil medefimo modo, & vfo.del 
Tabaco, che hanno gli Indiani; perche quando 
fi vescono ftanchi, lo prendono perle narici, & 
perla bocca; & auien loro il medefimo, chea gli 
Indiani, ftando tre, & quattro hore tramottiti, 

Et reftano leggieri & franchi per poterfi affaricar 
di nono; & fanno quefto con tanta contentezza, 
che benche non fiano ftanchi,- lafciano di ferui- 
re, per farlo. Etè venuta la cofaa tanto; chei 
loroPadronili caftigano per quefto,& abbrufcia 
_  moloroilTabaco, accio che non l’vfino; & cfli 
Se Wa {ene 2 


4 


20 ai; 8:2.10.. i 

fe ne vanno nelle cauerne, & luoghi occulti, per 
farlo ; perche non potendofi inebbriar con vino. 
(che non he hanno) cercano di inebbriarfi col fu- 
mo del Tabaco. lo liho vedutiquia farlo, & 
auenir loro quello, che fiè detto. Dicono che 
quando efcono di quello ftordimento, o fonno; 
fi tronano molto riftorati; & che vorrebbono 
effer rimafti a quel modo, poi che da ciò non ri- 
ceuono danno. 

Chequefti Barbari vfino cofe fimili per lenarfi 
la ftanchezza, non folo fi vede nelle noftre Indie 
Occidentali; ma fi vfa anchora, & è cofa molto 
comune nelle Indie Orientali . Et fimilméte nel- 
l'India di Portogallo per quefto effetto cofì five. 
del'Opio nelle botteghe ; come quì vn condito; 
ilquale vfano gli Indiani perriftorarfi della ftan- 
chezza, che prendono, & per allegrarfi , & non 
fentir dolore di qualunque cofa trauagliofa di 
corpo s o di fpirito, che polla loro anenire; & la 
| chiamano là tra loro Aphion. Di quefto Aphion 
vfanoi Turchi per quefto effetto. I foldati, & 
| Capitani, chevannoalla guerra , quando fono 
‘molto ftanchi, poi che fono allogiati, & fi pollo- 
no ripofare, prendono l’Aphion, & con lui dor- 
mono, & reftano riftorati della fatica. Altri più 
principali prendono ìl Bagne, che ha miglior gu- 
fto , & miglior odore; perche porta molta Am- 
bra, & Mufchio, & Garofoli, & altre fpecie; che 
certo è cola di merauiglia il vedere, ha quelle | 
genti Barbare prendano corali Medicine & che. 

Cee . lepren- 


le prendano in fi gran quantità, & che non liam- 
mazzino ; anzi le prendono per falute, & rime- 
dio ne’ loro bifogni. Io vidi vn'Indiano di quel- 
le parti, che in mia prefentia dimandò a vn bot- 
teghiero vn quarto di Opio. Io lo interrogai, 
perche lo richiedeua ; egli mi diffe, che lo pren- 
«deua per riftorarfi, quando fi fentiva molto ftan- 
‘co, & afflitto dalla fatica ; & che prendena lame 
tà di quello, che togliena, (perche il botteghierò 
| glie ne diede piudi vna ottaua per dine Reali ) & 
“ehe con quello dormiua. tanto, che quando tor- 
naua in fe, fitronaua molto riftoraro, & franco 
da poterfi affaticare di novo. Io me ne marzui- 
gliai, & paruemi cofa di burla, poi che cinque, o 
{ei grani, (ilche € il piu,che poffiamo dare ad vno 


infermo;per robufto,che egli fifia) &quefti mol- . 


‘to ben preparati, fono cagione fpefle uolte di ac- 
cidenti di morte . Molti anni dipoi effendo io 


tà, venne vn'altro Indiano delle medefime Indie 
Orientali, & dimandò allo Speciale; che li delle 
- Aphion: ilquale non lo intefe. Io ricordando» 
mi dell'altro Indiano, feci che moftrò all'India 


nol'Opio;&nel moftrargliele, dille egli, che quel 


lo dimandana; & necomprò vn'ottaua .. Io die 

mandai all’Indiano perche fo volena ; & eglimi 

diffe il medefimo, che l'altro Indiano: mi hauettà 

- detto, cioè, che era per poter affaticarfi; &crifto» 

tarli della fatica, che gli apporcauano li carichi} 

& che haucua da aiutara fcaricar vna Naue, ona 
b_; de vo- 


nella bottega di vn'altro Speciale di quefta Cit- 


MT 


DEL TABACO, BT DELLE SVE VIRTV. 2I 


29 try LD Livi ino 

de volena prender la metà di quello innanzi, per 
poter reggere alla fatica; & l'altra metà dapoi 
paffata la fatica, pertiftorarfi. Allhora io diedi 
fede al primo talia» di quello, che egli mi dif- 
fe; &dapoilo ho creduto; hauendo. veduto, & 
‘ letto, che in quelle parti è cofà molto comune 
per fimili effetti. Ilche certo è.cofa degna di 
grande confideratione ; poi che cinque grani di 
Opio vecidano noi, & feflanta diano è [oro falu- 
te, & riftoro,. .. vesgi 
- Miano gliIndiani il.-Tabaco per eltinguer, & 
non patir la fere; & fimilmente per fopportax 
la fame; & poter pallar le giornate, fenza hauer 
bifogno di mangiare,ne di benere.Quando han- 
no-da paflar per qualche diferto,, o folitudine, 
doue non habbiano da ntrouare acqua, o cibo; 
fano alcune pallottole, che finno di quefto Ta- 


vanno fiisgendo rutto il tépo, che caminano, dg 
ag <a da ‘quello, 


DEL TABACO, ET DELLE SVE VIRTV. 23 
quello, che ne fuggono inghiottifcono; & a que- 
fta maniera paffano, & caminano tre, & quattro 
giorni fenza temerilmancamento del mangiare, 
nè del bere; perche non fentono nè fame, né fe- 
te,nè ftanchezza, che impedifca loro il caminare. 
Tocredo che la cagione del poter. paflare a que- 
fto modo fia, che cofi come vanno fuggendo di 
continuo la pallottola, traggono del flegma alla 
bocca, ilquale vanno inghiottendo, & mandan- 
dolo allo ftomaco; & che quefto intertenga il ca- 
- lor naturale, ilquale lo và confumando, & finu» 
trifce di quello. Ilche vediamo, che interuiene 
in molti animali, che per. molto tempo dell’In- 
—  uernoftanno chiufi, nelle concauità, & cauerne 

della terta, $-quiui paffano fenza niuno cibo; 
percheil calor naturale ha che confumare della 
graflezza,cheacquiftorno nell'Eftare. L'Orfo an- 
cho animal grande, e feroce ftà molto tempo del 
Verno nella fua cana; & {Corre in lei fenza man» 
iare, nè bere, fuggendofi folo le branche; ilche 
A pet le cagioni dette. sa 
+Quefto è in fommaquelio,cheio ho potuto rie 
s08 iere di queft-herba così celebrata, chiamata 
| Tabaco ;. che certo è herba di grande ftima, per Je 


dra 


molte virtù, cheella ha, (i come habbiamo detto, 


Pio ff 
Poe FSE Di 


i i DU er 10 
“" Dell’ Arboro, che portano dalla Florida, 
pit chiamato Saffafras. Cav. IL. 
Attra Florida, cheè terra ferma nelle no+ 
Di Indie Occidentali, pofta in venticinque 
gradi, portano vn legno; & radice d vn'arbo- 
to, chenafce in quelle parti di gran virtù, & di 
grande eccellentia; percioche fi curano con Ini 
graui, &diuerfe infirmità. E'treanni, cheio 
Rebbi notitia di quefto arboro; perche vn Fran- 
cele, cheera atoin quelle parti me ne moltrò 
Yn pezzo, & midifle merauiglie delle fne vir 
tù; & quante, & quanto varie infirmità fi cura: 
uano conl’acqua, chefene faceua. Per allho- 
ta io nonli diedi credenza ; perche in quefte co- 
fe di piante, & herbe, chef portano di fuora 
ingran parte fi parla affai; & fe ne sà poco; fe 
‘nò è perhuomo, che ne habbia fatto cf erientia 
Gost, & diligentia. Confiderai beni lf 
boro, &lefue parti, &giudicailo quel che ho- 
ra ho trouato, & veduto pet efperientia, Mi 
diffe egli, cheiFrancefi, iqualierano ftati nel 
la Florida al tempo, che giunfero in quelle par- 
ti, fi erano infermatila mageior parte di varie, 
‘& grani infirmità; & che gli Indiani infegnaro- 


no loro queftoarboro, &ilmodo, comelo has 


ucuano da vfare; & che così fecero, & fi rifana» 


DS 


rono di molti mali. Ilche certo apporta mera- 


uiglia, che vn folo rimedio faceffè così meraui= 
gliofi, & varij effetti. Dapoi che ne furno cac- 


ciati i Francefi, cominciarono ad infermarfi è 
tha Tani è ri 


noftri 


' DEL SASSAFRAS, "ET SYE VIRTV. 2$ 
noftri Spagnoli, comeiFrancefi hauean'fatto ; 
& alcuni di loro, che erano rimafti; infegna- 
rono a’ noftri Spagnoli; come efli fi hauewano 
curato con l’acqua di quefto arboro ‘imeraii@ 
gliofo; &.il modo ; che hauean tenuto nell’u- 
farlo”, moftrato loro da gli Indiani, i quali con 
quefta fi curauano, quando erano infermi, dio- 
gni lor male . Cominciarono i a Lia 
a curarfi con l’acqua di quefto arboro, & fecein 
loro così grandi merawiglie,che n6 fi. può dire;nè' 
credere. Perche per li trifti cibi, & beneracque 
crude, & dormiral fereno, vennero la maggior 
partea cadere in alcune febbri continue; per le- 
quali la maggiorparte di loro fi vennero ad op- 
pilare,& dalle piimcna a gonfiare;& nel prin- 
cipio del mal fubito perdenano l’apperito del 
mangiare; & li fopraueninano altri accidenti, & 
infirmità, che fogliono apportat fimili febbri; 
otide n6 vedédo quiui rimedio da poter curarfi, 
fecero comeli configliarono i Francefì ; facendo 
quello, che effihauean fatto . Ilche era in que 
fto modo ; Cauauano la radice di quefto arbo- 
ro; & prendeuano vn pezzo di lei, come lor 
parena , & ne faceuan rafadure, & le pone= 
lano in acqua a defcrittione quanto vedenano 
etfer bifogno, poco piu, 0 poco meno; & la 
cuocenano tanto, quanto vedevano; che bafta- 
u2a rimaner di buon colore. Così la beuena- 
no la matrinaa digiuno , & tra il giorno, &al 


definare , 8 alcenare; fenza guar piu pelo > 
sag2 - nè 


= 


26 e brit B:;R 50, Ie: a: "a 
nè mifura di quello ; che io dico ; nè altra guar 
ia, nè ordine; di quelta.  In.cotal modo fi 
rifanaronò di tanto;grani, & trauagliofeinfir- 
mità» cheà quelli iftefli,. chele patinano, & fi 
rifanarono.,.ha lafciato gran merauiglia. I fa- 
nila beneuano anche efli in luogo divino, la- 
le li conferuaua in-fanità; come-fi ha ve- 
" ciò molto. bene in quelli, che fono venu- 
ti quell’anno di quelle patti, liquali foù torna- 
ti tutti fani, &falui, robufti; & di buon co- 
lore; ilche non fuccedeà quelli, che vengono 
diquellealtre parti; o di altre conquifte; i qua- 
li-tornano.infermi, gonfi}, difcoloriti ; & in bre- 
ue tempo ne morela maggior parte di loto... 
Vengono quefti Soldati.tanto confidati da que- 
fto.legno; che ftando.io.vn giorno tra molt di 
loro informandomi delle cofe di quefto arboro 5 
la maggior. parte di loro,.traflè delle loro fcar- 
felle vn. buon pezzo di-detto legno , & diflero ; 
Vedete quì Signore il legno; che tutti lo portia- 
mo con noi, per medicarne con lui, cafo che 
ci.malaffimo , come habbiamo. fatto là; & co- 
minciarono.- 3 lodarlo.ranto , & confermar le 
{ue-opre!merauigliofe con tanti eflempi di quel- 
li, chequiui itauano, che certo io diedi gran 
fedeà quello ,..che di lui hauena vdito; & pre 
fi-animo.di efpetimentarlo, come ho fatto, & 
come vediemmo nelle virnì,,.& merauiglie,-che 
di lui trattaremo;,.: Hora porremo la. deteritttor 
nes: Sc.figura di quefto arboro |. .3 È; ; sb 

SE lare 


DEL SASSAFRASy BT \SVE VIRTV. 27 


ila aqua fi an ne 
plc pot di nuono dalla Florida, chia- 


mato 


ee 1 n Ro iis dae 

mato Saffafras) vn’arboro, che vien ad effere di 
molta grandezza. Ve ne fono ‘ancho di mez - 
zani, & di piccoli. Il maggiore è della gran- 
dezza d'vn Pino mezzano, & quafi di quella fat- 
tezza; perch'è dritto. Non fa piu ch'vn tronco, 
fenza altri vireniti,nerami; come la Palma. 
Solo nell’alto A le fue rame a guifa d’vn.Pino 
mondato ; facendo delle rame, che egli porta, 
——vna coppa. Ha.la fcorcia grofla, di color leo- 
nato, & difopra vna fottile, come cenere criue- 
lata. Nell’interiore è l’arboro, & le rame bian- 

co, che tira al leonato vn poco; & l’arboro, & 

le rame fono lifcie. Mangiata la fcorcia, ha 
odor aromatico ; & tira fiano all’odor di 
Finocchio con grand’aromaticità, & fragrantia 
tanto, che poca quantità di quefto legno, che 
fia in vna cafa, empie l’acre che vi è dentro del 
fuo odore. La fcorcia tiene alquanto dell'acu- 
to ; quel di dentro ne ha poco, & poca aroma- 
icità. La cima, che hale rame, tien le foglie 
-verdi a guifa difoglie di Fico con tre punte. 
Quando fon picciole, fono come foglie di Pero, 
& vi fi vede a pena-il fegno delle punte, & fono 
verdifcures & odorifere; & molto piu quando 
fon fecche . Vfano quelte gl'Indiani per po- 
_— nerlé pelte fopra le battiture; & quando fi féc- 
cano leto nelle cofe medicinali ; non per 
-. deno lefoglie però, ma ftanno elle fempre vere 
- li; & fe Wna fi fecca, & cade; ne nafcerwn'altra. 
> Nori fi sì, che faccia ‘fiore, ne frutto +: Lerradici 


A sia 
act 


DEL SASSAFRASS ET :SVE VIRTV. 29 
di quell'arboro fono grofle, & fottili,; fecondo 
la grandezza dell'arboro... Per etler tadici, fo- 
no lifcie;ma non tanto come l’arboro, & le fue 
rame ; lequali fono tali rifpetto alla lor grandez- 
| za notabilmente. Sono le radici di quefl'arbo- 
- ro molto fuperficiali fopra la terra; onde, s’e- 
ftirpano con frcilità  LEt quefta è cofa comune 
a gli arbori dell'India : perche rutti per la mag- 
gior parte tengono le radicidifoprauia., Etfe di 
Spagna ne portano alcuno per metterlo là, fe 
* non lo pongono di foprauia, non fa frutto. H_— 
meglio di tutto l’arboro, & quello, che fa. mi- 
glior effetto; fi è la radice; laquale ha la fcorcia 
molto vifcofa di dentro ; & è leonata; &molto. 
piu odorifera, che tutto l’arbore, & le fue rame. 
La fcorcia mangiata tien piu aromatica , che 
Parboro ; & l’acqua cotta con la radice, è di mi- 
gliore, & maggiore opra, & è piu odorifera; 
di lei fi vagliono in quelle parti li Spagnoli, per- 
| che èdimiglior, & maggior effetto ;&perlab- 
— bondantia che quivi fe n'ha. E' arboro ; che 
nafce vicin'al mare; & in luoghi temperati; che 
| non.tengano molta fecchezza, ne humiditàs, 
Vi fono monti pieni di loro, che rendono foa- 
-uiffimo odore, quido fi palla per di là ;.& quan= 
do da prima li videro, penfarono che fullero gli 
arbori della Cannella; & non s’ingannanano in 
parte; perche tant'aromaticità tiene la, feorcia — 
di queft'arboro, quanto ja Cannella;.&;è coli — 
“odorifero, come ella; &.la fimiglia nel colore, & 


nell'a- 


DO rev are tE Ri07AIS:: 15n 
nell’acrimonia, &odote; & fimilmente l’acqui 
che. di lei fi fa è odorifera, & aromatica, comè 
quella della Cannella, & fa l'opere, & effetti, che 
ella fa. Nafcequeft'arborein vna parte della 
rei Florida, & n6 nafce altroue ; perche fe ne troua 
nel porto di S. Helena, & nel porto di S.Mar+ 
theo, & non vi ha in altri porti. Anzi quando 
i foldati inf‘rmauano in luogo, douenon fi tro- 
waua il detto arboro , oli conducenano a detti 
luoghi a medicarfi; o li rfiandauano dell'arboro, 
& delle fueradici principalmente, & con quelle» 
fi medicauano. Lamiglior parte dell’arboro è 
Ja radice, dapoi le rame, & finalmente l’arboro; 
& la miglior parte di lui è la fcorcia. La com- 
 pIeffione dell'’arboro, & delle fue rame è calda, 
&fecca nel fecondo: grado. La fcorcia è alqui- 
to piu calda, che il refto ; perche entra nel terzo 
| rado di caldo, & fecco; & ciò fi vede nell'acqua 
«manifeltamente . Onde fi dee procurare d’haue- 
re le radici,;o lerame cola fcorcia; perche quel, 
che è fenza di leinon fa cofi buon’efferto. ’ 
7 Il nome di detto arboro preffo a gl’Indiani fi 
> chiama Pauame; &iFrancefi lo chiamano Saf- 
faftas. Non {o per qual cagione i noftri Spagnoli 
lo chiamino atmodo ifteflo, che li han infegna» 
to i Francefi, Ma alcuni lo corrompono, & chia _ 
27 amano Saffifragia.Tuttauia il nome chepreflva’ | 
noftri di là, & a quelli di quà propriamente — 
egli tiene, è Saflafras. tig 3 
- L’vfo di quefta radice, o del legno di quelto 


- ‘DEL SAUSSAFRAS,'ET SVE VIRTV. ‘3I 
‘arboro, del'quale habbiamo trattato ; in quelle 
| parti, & in quefte, e per via di decottione; &ca 
‘«quelto modo l’infegnarono gli Indiani a’ Frani- 
.  cefi, &anoialtri..Et perche gl’Indiani non ten- 
i se pefo, ne mifura; non hano in quelle parti 
- ‘haunto riguardo ad alcun ordine nel farl’acqua 
 -didettolegno; perche non'fanno altro in quelle 
| * parti, che tor vn pezzo di radice, è di:legno a 
defcrittione , fatto in raffàture'nell’acquay che 
. «lor pare; &lo cuoceno*a lor modo, fenza con- 
 »fumarne altra quantità di quella, che veogono 
- baftare alla cottura. Onde tutti quelli, che fon 
. venuti di quelle parti fon molto varij nella ma- 
| * niera della cottura ; percheogni foldato dicefto 
|» modo particolar di cuocerlo; ilche apporta non 
: poca confufione a coloro, che lo vogliono vfa- 
«fre, & a Medici, che hanno da dare. Quello, 
ch'io faccio in quefto, dirò; Confidero la com- 
pleflione, & temperatura dello'nfermo, che ha 
«da prendere, & vfar quell'acqua, & fimilmente 
la maniera; & qualità dell’infermità ; & confor-_ 
me a lei faccio l'acqua; & la dò allo’nfermo; d'- 
dola al colerico manco cotta, & minor quanti è 
ra s&al flegmatico piu corta,& piu quan- 
‘titàdilegno; &alfanguigno mezzanaméte; &ta 
‘ quefta maniera nell’altre infermità, fecédo la , SD 
i ualità ; perche fe non fi fa a quefto modo, non 
{ «fipuo fenon fare molti errori nell’vfo di què- 
fa acqua . Parimente egli è meftieri, che per lo 
piu fi offerui la dieta, & gouerno; che fi con- 


nerrà 


| 


} 
î 


i 


198 Ddrnre sieX:3 Morgia 
«verrà conforme alla infermità, che fi pretende di 
seurare ; perche non penfi alcuno, che il tor gue- 
fta acqua fenza ordine, & inconfideratamente, 
comemolti fanno; poffa loro far acquiftar la fa- 
nità. Anzi prendendola fenza methodo, & fen- 
za ordine,farà loro molto danno .. Onde egli mi 
‘pare;che quando fi ha da amminiftrar quefta ac- 
‘qua così nelle infirmita, allequali ella gioua ( fe- 
condo che diremo ) come nelle altre, qualunque 
effe fi fiano, che occorrano a dotto Medico; fi 
debba penfare al modo delfar l'acqua; & all'or- 
dine,che fi ha da tenere nel prenderla ; perche di- 


_°werfamente fi ha da prender rel verno , da quel, 


che fi fala primauera ; & di vn’altro modo fi ha 
da dar aldebole,che al robulto; & d’altra manie- 
ra la prenderà il colerico, che il femmatico ; & 
ad'altro modo nella region calda, che nella fred- 


\ 
: o ne hauer riguardo all’ordine,& 


‘Methodo, DE torla ; che in ciò non fi tratta di 
manco che della vita, & della fanità ; laqual fap- 


| piamo,che non ha precio nel Mondo . Chela- 


ciando ciò al parere di chi non sì, liawiene quel- 


“do, cheaunenne ad vna Signora, laquale pe alcu-. 


neindifpotitioni di Matrice, & grandi frigidità, 
che patiua, ioconfigliai, che prendeffe 1 acqua.di 


, quefto legno Saffafras ; &le diedi l'ordine, che 


hauca detenere nel farla, & prenderla ; che fu 
quello, che le fi conuenia. Ma parendo è lei, 
«che mettendo molto legno piu di quello; che io 


le:difli ; & che cocendo l'acqua piu di cio; chele 


" hauea 


i 


È DEL SASSAPRASSETISVE VIRTV. ‘33 
 haneainfegnato;fihanerebbe rifanatà piu rofto. 
Poi che l'hebbe tolta alcuni giorni coti gagliar: 
‘da, le mife vn'accenfione colì grande sddodo > 
| che non folo le conuenne lafciar l’acqua, ma fix 
meftieri falaffàarla cinque fiate; & puofe la vita 
fua in anentura; & fece vergogna alrimedio 
| Dapoi fatta fana, & gagliarda, tornò a prender 
acqua coll’ordine, che 10 prima le haueua der- 
to;& fi rifanò molto bene de fuoi difetti; chie nen 
‘erano pochi ne piccoli. teri ne 
_ Tempose già,che vegniamo alle virnù di que! 
 ftolegno coftvalorofo, &che parliamo in parti- 
. colarediciafcuna di loro,fecòdo che l’habbiamo 
| fapute,&efperimentate. In generaleì noftri 5a 
gnoli in quelle parti della Florida, doue fono fta- 
ti, &fono,vfano diquell’acqua gia detta cortaà 
| "defcrittione, per ogni fpetie di infitrmità,fenza e- \ 
fcluderne alcuna;ma efsédo infermi di qualique 
infirmità, chelorfoprauéga;acutasò lunga;calda; 
© fredda ; graue, ò leggiera ; tutte le curano àvn 
‘modòiftetlo ; & tutte fi medicano convmmodò 
di aqua fenza far ditferentia alcuna; &èbuono) 
ne tutti guarifcono. Del che fono effi cofi certi; 
che non temeno ne’ mali prefenti, ne ufano guar. 
| dia perquelli;che han da venire; mala rengono 
«per vn rimedio vniuerfaleà tutte leinfirmità e * 
| Vnadellecofe, nellaqual trouarono gran be 
neficio di quefta aqua, fi fu nelle oppilationi in- — 
terne, per lequali fi venivano ad enfiar & fari 
«topici la maggior parte ; perche dal e 
sià da o 


do che patiftono, teniuano ad hauet quali tutti 
‘in generale quefti mali; & con l’aqua fi difenfia= 
rono,& fi difoppilorno; & con quella iftefla vé- 
nero à fanarfi de calori quotidiani,chel piu di lo 
ro patiuano. Perche nel giiiger Milia teriaro» 
«ho la maggior parte di cotali febbri lighe,& im- 
portune; nellequali io ho efperientia;che queftà 
acqua prefa, come fi conuiene,fa metatrigliofi ef- 
fetti;& fi fono fanati molti con lei ; perche il {uo 
orincipal effetto è confortare il Fegato ; difoppi- 
rlo, & confottat lo Stomaco; che fono le due 
cofe principali , che conuieni chel Medico faccia; 
perche guarifcano da cofi fatte infirmità. Perche 
nell’infirmità n6:s'ha da dubitare, che effendo gli 
htmori corrotti; né fiano anchora offefi i mébri 
rincipali. Onde vna delle cofe, che fanno que- 
fte Medicine, lequali fi portano da le noftre Indie 
è princi te(quando fi prende lacqua dial 
| €tina di loro) confortaril Fegato, & fortificatlo 
grrcbe generi buoni humoti ; che fecio no fifa 
i cura è per niente: . Similmente il noftro Saffa- 
frasha merauigliofe proprietà di confottar il Fe- 
gato ; & di (oppilarlo di modo, chegeheri fan- 
guelodettole: ||. 
Io rnedicai vn giouinetto, che pet alcune Ter: 
zane baftarde fi hauena oppilato ; & perle oppi- 
lationi fihauena:enfiato tutto di modo,che era 


DEL SASSAFRASS ET sve wnty, S 5 Pi 
o adetto Saflafras di continuo, fenza'betmterne d'al- 
“cun alta venne à cada molebena; & à difen- 


1 sm portanea con qua acqua fattà del 
i. diro quello; che aitiene. In quefto an 
‘che io {critio quiefte cofe fono ftate in quelta cit-o 
tà imolte Terzane baltarde, cofi importiine, che 
cniuna cofa di medicina era baftite pet g suarirle, — 
ò eftirparle tanto,che molti, iquali noi i lafciaua- 
‘mo ftare cò buò ordine,& buò goierno folamé 
«tesfenza medicarli altriméti; reftauano oppilari, 

1& corì mal colot della faccia: & alcuni enfiari. 
\Erquefto fu al tempo quando l’Adelantado Pie- 
tro Mendelez venne dalla Flotida, &{i fpatfeiti 
commune quiefto legno. del Sallaffas, E: perche 
toltilo laudanano:c cotanto, alcitni de Terzana= 

rij detti prefero lacquia del Sallaftas ; fecriendo 
‘ordine,ch'i foldati dauiano loro.Et cenni 

î ciomeraniglie;perche fi rifanarono molti.col 

: di quella; non folamente dalle eTerzane,ché 

li moleftauano ; ma dalle oppilationi,.&é — 
colore iialiore: che eli hatienano. Vedu-. 
la feci prendere ad altri, chenon ofi= 
tano farlo fenfa cofiolio, & ne ficcefte loro mol 
sto bene. Mafiha da donfidetate,ca me fi dà, 8a 
veui fi da; perche richiede il negotio ordine; me. 
‘thodo 3 Qiello, che ordinariagieht& fifacera, 
| dar vn vafo del’aquia ben cotta per da matti- 
E és = fiacon 


et 
Pe SI fran idepa 110 
| ‘ina con Zwchero, è fenza; & dapoi benerl'aqua 
— più femplice,chela prima di continjo; & quefto 
‘ fecondo che vedeua il Medico, che fi conueniua 
all’infermo ; bauendo riguardo alle conditioni, 
© che nel mododi prenderqueft'aqua diremo. 
 Ercerto, cheé cofa,laqualapporta gran con- 
ntezza , il fanarfi conbener folamente acqua 
odorifera; & faporofa; che fi prende, & beue 
fenza alcuna noia; laqual faccia quello,che non 
hanno potuto operare le medicine, & firopi no- 
iofi, & di mal fapore, & meal gufto. 

Quielli, che beneuano vino adacquauano il vi 
no c6 lei, & ne fiiccedena lor bene. In vna cofa 
fi vide gran beneficio nell’vfo di quefta acqua, & 
fuin quelli, che hauenano perduto l'appetito 

del mangiare ; perche lo ricuperauano , &.con 
Pufodilei fi levaua loroil faftidio; il che fu cagio 
- ne che molti tolto fi rihebbero. Et quefto, che 
lufo di quefta acqua dia appetito di mangiare, 
| vien predicato da foldati con tanta ammiratio- 
“ne;che dicono ; chealcuni lafciauano ftar di be- 
î netla, perche producena in loro tanta fame, che 
non fi potevano mantenere; & perche quiui nò 
viera abbondancia di vettowaglie, onde potefle- 
ro fatisfar alla fame, che lor facena l’acqua; quel- © 
li,che non ne haueuano bifogno non la volean 
beuere ; perche tutti la vfauano per beuanda in | 
luogo di vino. Il chefu gran cagione,cheritor- {m 
. naflero fani ; comefi vedein quelli, che ritor- | 
A i ’ n Tali © #5 
| ‘fano da quelle parti, doue la vfauano. Nella: 


DEL SASSAFRAS ET SVE VIRTV. 37 


cheintende, ilqual curò molti diquelli, che ve- 


nano nella Flota dalla Nuona Spagna infermi 


perche molti (anarono . Gliè ne: daua da bere © 


Svalcenare & la mattina. . A'quelli, che.non; 
poteuano andar del corpo, nedaua vn vafo di, 
calda con vn poco di zucchero né molto biico;. 
& andauano con quefto molto bene del corpo. 
Adaltri dana medicine fol di quefta conmele;&c. 
faccuano buone operationi. Io medicai qui al. - 
cuni, che furono nella Hauana curatià quefto 
modo,i quali non erano ritornati fani del tutto, 
ma qui fi rifanarono molto bene. , 

e' dolori della telta noui,& vecchi, che pro- 
«cedono da cagione fredda, prendendo quefta ac- 
qua calda la mattina,ben cotta, &al definare;&: 
alcenare; & tra il giorno femplice, con buon go 
no così nel mangiare, come nell’altre cofe nò 
rali,& facendo ciò per molti giorni; meraui» 
imente li curi, &fana . Ben è miftieri che, 
mi. che vorrà ciò fare, fi purchi prima, & che. 
tempo di mezzo,che la predera,vfi alcune pil, 
lole di È iera femplice . Et fappiano quelli, che! 
prenderanno quefta acqua,che non è loro bifo-. 
pe di ftar {errati nella camera; ma bafta l'andar 


&vfar buoni cibi, 


c3 Nele;j 


Hauana fi trova vn Medico tenuto per huomo, 
con.l’vfo-folo di quefta acqua, fenza dare, ne far. 
loro altri rimedij ; & riufcì molto bene conlei ; 


nta ne voleuano tra’ giorno, & al definare;. 


ben veftiti, & guardarti dal freddo, & dall'aria ;__ 


pr. 


E° su SL” 
— «Nellepaffioni del petto;che procedono da hu' 
moti freddi, fa quefta acqua grande vtile,&bene- 
ficio. Aprelavia del perro. Confuma lehumi= 
dità; &flegme;che à quel difcendono . Prohibi- 
{cele difcefe,&cararri,che à quello derinano dal 
la tefta. Sidè prendere alcuni giorni nella mat- 
tina calda ; &benerla poi fem plice di continuo. 
Lafciata quella della matvina;fi ha da bener quel 
la cheè piu femplicemente fatta, per molto rem- 
p9; perche facendo quefte acque femplici le loro 
| 9perationi è poco à poco, & debolmente; fi con- 
wiene corinuarle per molto rempo. Egli è bene 
a mefcolarni del Zachero con l’acqua; perche cl- 
la faccia miglior operatione . 
Nelle pallioni dello Stomaco;quando la cagio 
ne è fredda ò ventofa,dapoi fatte le euacuationi 
vniberfali, prendendo quefta acqua la mattina 
Ceca rie ‘nel refto (come fi è detto ) 
eguarifee,& fana; maggiormente fe vi ha dolor 
vecchio ; percheio Lho data per quefto effetto 
adbuomini,che gia molti anni pativano dolori. 
di Stomaco srauiffimi; molti de qualisco! prene 
derl'acqua la mattina caldiffima per'alquanti 
giorni, & continuarl'acqua femplice alla lunga è 
prendendo ‘via fiata alla fettimana pillole di Hi> 
era femplice:j fi fono fanati . Già habbiamo det 
“7 to, comel'vfodi quell'acqua riftora l’apperito 
perfo, &inducevoglia di mangiare, ©’ i 
: Nella debolezza dello Stomaco,& nel difetto |, 
“ delcalor naturale,ondeng fi digerifce quel, che | 


et 


i DEL SASSAFRASy ET SVE VIRTV. 39 di 

- fimangia; fa molti effetti, Agiutala digeftione ; 

- confumale ventofità,che fon cagione della indi= 
reftione; leual’acetofità,&tirurti . Aquelli.che 

womitano il cibo (‘vfanza molto cattiua ) lena 

efto mal vlo , pur che mangino poco, & vlino _ 

I.continuo di bener queft'acqua fenza vino ,; 

pra tutto fa buon fiato,&bug odor di bacca; 

© Nel dolor, & mal di fianco vfata quell'acqua, 

| quado fiha il dolore, calda;giona molto;& mol - 

| to piu vfara di continuo femplice; da fe, 0 (con 

vino ; perche preferua;chenò vengail dolor tan 

to:continto;& tanto graue, Similmente fa fare 

à quelli, che I vfano,molte renelle, ondefi gene» 

- rala pietra; & parimente fa far le pietre fe ve ne 

 (onnelle reni; & prohibifce la lor generatione; 

‘perche confuma il Flegma;dande efie fi.genera- 


Pim 


noprincipàlmente ; & le ventolitàche fon cag 
nie molte volte del dolore . = 
WA quelli, che hino ardore d’orina;& à quelli 
i &patifcono nell’orinare grande ardore, & si 
smdicalore notabile; à quefti non fi couien Tv 
nell'acquasperche è calda , Quiefti tali deue 
rediquel legno;cheio {fcriffi nella. prima 
‘quefta hiftoria ; ilquale è eccellente per 
chepatifcono fimili ardori;:& dolori; & - 
[andai enelle,& pictre; perche in mitri quelli ma 

< oli nino Asch «è mdrauigliofa gola la 
| fuà operarione p'eccerto chefe vi fuile pietra nel= 
larvelica;onde proceckeffero fimili ardori;perehs 

i tal cafo niunadi quelte acque può far eco j 

n: - pa” 


Db Vtari #4 h-0--La 


mafolala lenzerta, quando ella è grande; vi può 
prin ho veduto in molti, che tando 
uldire ella è pietra,clla non è pietra, è lor fopra- 
giontalamorte. Che fe peranentura à tempo fi 
foflero aperti; farebbono viuuti molti anni; co- 
meshabbiamo:veduto affai di feffanta anni, & 
piu,farfi tagliare,& viver fino à gli ottita, & piu 
oltreanchora;Bifogna ftarattenti,che quefto le- 
gno;cheio chiamo della orina; & del fianco fac» 
cial’acqua azutra ;:che fenon la fà azurra,non è 
del vero; perche portano ancho vn legno, che 
fa l'acqua gialla;ma quefto non'è quello chegio- 
uz; ma-quel folo-è. tale; chefel'acqua azurra; — 
onde quello;che la farà azurra farà il vero. Que- 
fto è auenuro per la auaricia di quelli, che lo 
portano ; che quando hanno veduto, che fi vede 
cofibenzin quetta città; per li manifeft benefi- 
| Cij,cheegli fa in cotali paffioni di orina, tempe- 
rando le Reni;&cil Fegato; & facendo molti altri 
‘beni; portano di rutti i legni che trovano, & li 
‘vendono per legno del fianco. Il medefimo è 
auenuto nel Mechicacan; che quando cominciò 
è valer venti ducatila libra, ne cargarono di la. 
‘tanto;parte che era per maturare, parte che non. 
‘era anchora maturo, chegionto qua, non fecela 
effetto, che faceua il buono,& ben ftagionato» 
Onde è meftieri hauer l'occhio, che quelziche 
«portano; fia del pes rio,& fiain tutto jar fta- 
gionato.. Il molto bianco (quanto à me) tengo 
sche non fia di quella guifa;che. è.il.fofco ; perch 


dis: i ra veggiamo, 


| DEL SASSAFRA $$ ET SVE VIRTYV. 4 r 
veggiamé ; chel: fofeo! fa «miglior. opetatione . 
Poria effer che quel molto biico.nò fia di quello; 
n6 habbia la perfertione che de haner il buono. 
+ Or-venendo alla noftra acqua del Sallafras j 
ella è prouocatiua della otina , &fa orinar bene 
quelli,che ne hanno impedimento; maggiormé- 
teeffendo ciò per humori,ò cagioni fr x 
To conobbi vn Prete,che venne con quefta Flota 
della Florida, ilqual ftando in quefte parti orina- 
‘ua male; & molto fottilmente, & faceua delle pie 
tremolro minute,c6 molto dolore; &alcuni lo 
Itimauano vicino à morte.Ma quido egli fu nel- 
la Florida;&beuette l’acqua del Saffafras perl’or 
«dinario;come faceuala. maggior parte in luogo 
di vino.; fece molte pietre grandi, & piccole fen 
zaniuna paffione. Dapoi ritornò qua fano, & 
in buono ftato, quanto à detto male ; benendo 
l'acqua femplice di quefto legno per l’ordinario, 
&adacquandoneil vino. tr, 
Molti beueno quell'acqua per la/medefimara 
gione, & fanno molterenelle, & rie[celormol- 

e. cigni ) 
deboli;& nelle perfone, chenon poffono 
€ ne adoperarfi( perciò che Fastin 


sila 


l'acqua fe 
-& vfando quefto per molti giorni; habbiamo ve 
duto molti fanarfi.... rioni | 


ce È 


2 È | ICI RO: 1 LIA i 
- Erfi dee notare,che nel préderequefta acqua; 
non vi ha bifogno di guardia,come nell’altre ; fe 
| non quando fi prende calda, cioè;fe occorreà fu- 
*  dare,guardarfi,& pot paflato il fudore lenarfi, & 
andar ben veltito + Non fà bifofagno altro che 
quefto,& bus ordine, & buoni cibi nel magiare, 
Er-fe non fi fudarà,non fa cafo,perche benche 
non fi fudi tuttavia fi guarifce, Io conobbi vn 
Capitano.di quelli, che vennero dalla Florida , il 
qualemi certificò, che ftette lacofì debole di tut 
tiifuoi membriche ifuoi foldan lo portauano 
fopra di vna Bara, perchead altro modo inonfi 
potena aitare.Et percheerà in vn porto, doue nd 
era il Saflafras, mandò è torne, & prefe l’acqua, 
& fudò pet alcuni giorni, & dapoi la prefe fem> 
plice;&reftò faniffimo,come io lo vidi fano, & 
in buoni tato best: = sE 
Nelidolor:de denti peltaro il legno, & maftica» 
/ to col dente, che duole,& lafciando il mafticato 
nel bucco del'dente,cheduole;feè forato ; & an- 
cho fenonè; leuaildolore marauigliofamente + 
con efperientia in molti, rs 
ovNelmal Fricefe fa î medelimi effetti,che le al 
#° treacque del Legno;della China;& della Zarza» 
| pariglia; prendendofi, comefi prendono le.dettg 
acque co” fitoi fudori ; accrefcendo piu , ò meno 
la pet dell'acqua, &la quantità delilegho; 
fecondo che'farà la c6pleffione,& la infermità di 
- chia prende ; perche ne-humori freddifiegma- | 
- Bichifa miglior opra, chenei colerici; 8e7 tum 


__— Moltigor 
E° bé; 


DEL SASSAFRAS, ET SVE VIRTV. %3. 
méte nel detto male antico fa migliot operatio». 
pe, & maggiore, chein quelli di poco tempo; &. 
piu done habbia enfiaturc,ò flati,& dolori di te- 

fta;con le cenditioni già dette. In quefti mali ff 
prendel’acqua femplice continuaméte per mol-: 

6 tempo, & fa grandi effetti,maggiormente ne. 
«eboli, che fiano rimafti ftanchi, & indeboliti = 
per l'vfo di moite Medicine. -- 


i; da 
lon commu».. 
ai I 3 ” . ( 

nno vfato, & vfano à bener acqua di que- | 
fto arboro, prendendola alcuni calda, (comehab:' 
biamo detto) alcuni altri femplice di continuo, :. 


— &adacquando con leiil vino... Queilo, cheio. 
. hovedutofiè; chenegottofiinuecchiati non fa. 
— me bene,ne male; & fe fa alcun bene,é confortar- | 
- lilo Stomacho; refoluerli le ventofità;darle qual, 


appetito di mangiare; & maggiori benefi» 
‘cii, checlla fa fono in quelli, che di poco.tempo 
fono infermi ; che (fela cagione del male. è frede 
da) giona loro notabilmente; mafe Phumore, & 
î cagione fono caldi, non folo non gioua loro, 
ma fa lor danno, infiammandoli,& apportando». 
limagoiori dolori. ; 


s Diuna cofa ho io veduto notabile beneficio è 
in molti cell'afo continuo di quefl'acquaj &è; 
in quelli,che hanno lemani ftorpiate, che non le 


poffono exercitare, come folenano ; percheio ho 


| curato vn gentil'homo,‘ilquale non poteua feri- 
— wetn&quado fi mercéna è feriver li:cadena la ma 


mo poco è poco infieme-con la penna incomia 
risse ciando 


4% ERE po R:0 Le; 
' ciando àfcriuer fin I cinque, òfei litere.. _Prele 
| eglivn valo della piu corta la mattina,& fi fterre 
per duehore nel letto, & dapoi andò a’ fuoi ne- 
gocii, & mangio buoni cibi, & SEABRa 
te; beuetteacqua femplice dell’ifteflo Saflafras, 
Ssguarrì molto bene; hauerido confumato gran 
fomimadi danari in Medici, & Medicine,che non 
lihaueano giouato cofa alcuna, fin chefigli ri- 
mediò ; come fi è detto. delta in 
Molti hanno certificato, & io lo veggo qui 
per éfperientià apprefa da loro, che quando era- 
no infermi nella Hauana, &non poteuano an- 
dar del corpo;quel Medico,che fta la li facea tor 
lamattina è digiuno yn.buon vafo di acqua cal- 
da del Saflafras,& li mollificaua il vétre,& haue- 
| rano molto beneficio del corpo ; il che habbia- 
mo veduto. qni per efperientia. Ét vn foldato mi. 
refe certo;& lo. coprobo co glialtri della fua Ca-, 
merata , che hauendo Hub per indigeftione , 
8 crudita dello Stomaco; & mancamento di 
‘calore; li cello , co? prender vn, vafo di quefta 
acquaogni mattina à digiuno , & beuerla fimil-. 
méte di cotinuo;& quella,che beuea la mattina, 
la bènea. ben fredda; &sicon quefto guarrì bene 
del Fluffo;chehauca patito per molti anni... e 
t— Nedolori; & infermità delle donnefa l’acqua 
del Saflafras erandi benefici; & {pecialmentein 
uello;.chechiamano mal di Matrice; & doue, 
fano: ventofità, le confuma ,&.rifolue infieme, 


‘comogni altra friggidirà del ventre,& disfa le fue. 


Sat 


È DEL SASSAFRAS,ET' SVE VIRTV. 45 
* gonfiezze,curando ogniguifa di difetto, che pro- 
"ceda dalla Matrice. Etquefto è già coli: efperi- 
“mentato , &cofi poftoin vfo, che fono guarite 
“molte con quell'acqua ; che mai non penfauano 
di effer fane. 

Nelle rirentioni de Menftrui, è Mefi, che non \ 
‘vengono alle d5ne,fa quefta acqua opere meraui 
gliofe, cio facedoli venirà quelle,alle 
quali del tutto né vegono;prendendo vn vafodi 
quefta acqua calda la mattina, & benendone per. 
l'ordinario al definare, &alla cenadiquella, che 
fia più fimplice,che né è quella della mattina; te 
nendo buon gouerno nel mangiare; & facendo 
altre cofe,che diano vigor all'acqua percheli pof 
“fa prouocare. A quelle, che effi ftentano è veni- 
re,fà ella manifefto beneficio, prendendo l’acqua 
nella forma detta, guardandofi, mentrela pren- 
dono, dalle cofe, che lepoflono nuocere. — — 
 Effendo vfata,difoppilla, & fa buon colore di 
volto, comelo vedranno da gli effettii Signori 
che luferanno per neceflita. 

| Habbiano riguardo (quando fi trouaffero pa- 
caldo ;.ò compleffione calda) di moderardla 
tantita del leono, & la decottione dell’aqua, 
come ficonuiene; & quefto fi fa facilmente, ve- 

| dendocome procede nel principio l’vfo di quel- 
Bi perche conforme accio; poffono accrefcere,$c 

* diminuire comelor parera necellario, 

| Vfano diquefta acqua alcune donne per in- 
gramidare ; &inalcune ha fatto manifelto effet- 


4 TO. 


È PS N 
D irriv bite RO te: ig 
«to. Quello,che io voglio dire fiè; che vna Signo 
raslaqualerà maritata gia molti ani,&nò havca 
*hauutofiglioli;prefe detta acqua (perche fuo nia 
rito la prendeua, peralcuni mali dioppilationi, 
& per vn certo caldo lento, che li era rimafto di 
«wna Terzana doppia; che gli Hauea hauuto) & la 
continuò prendendola nella mattina calda; & al 
definar, & al cenare,& tra il giorno femplice; te- 
netido nel refto buon gonerrto ; oride ella ingra 
uidò, & partorì vn figliolo mafchio. 
# Io intendo; che vna delle principali virtù di 
“A quefta acquia fi è j il difponerla Matrice à quefto 
effetto; perche per la maggior parte le dine. non 
fano figliuoli, per la molta friggidità, che fi gene- 
ra nella Mattice;laqual impedifle la generatione: 
«Et perche quefta acqua la confuma; confortidos 
= a le ventofità; che danno grandeim= | 
| pedimento; tengo per certo, che farà manifeto 
eneficio, comehabbiamno veduto. Quelle che 
i non partorifcono per ifinifurato calore, &fe- 
— Chezza; noft vfino quell’aqua, che non; gionerà — 
loto; perchefela prenderanno, &ne fentiran 
danno non attribuifcano la colpa, &ildiferro 
all'aqua, ma allaloro compleffionie; & al son | 
conuenirfi con loro. der 
Lufo di quell'aqua inoraffla manifeftamente; 
perche abbiamo veduto molti deboli, gcinfer- 4 
ini, che l'hanno prefa, ì quali fono guaritti deb | 
lor mali, & fono rimafti con più carne,& miglior 
-&olore. Ilche affermano, & lodano molso quelli, 


pazzi CS RL IE n 


DEL SASSAFRASZET SVE VIRTV. 47 
che vengono dalla Florida; ì qualli tutti dicono, 
chelufodi queft'aquaingraffa; & che cofì è au- 
uenuto è loro; che non folo conlei fono guariti. 


de’ lor séali,&-infirmità; ma che li ingraflaua, & 


| néftanano di buon colore. Etcofiinloro fi ve- 
desperche tutti quelli.che fono venuti di là, tutti 
fon venuti fani , grafli,& di buon colore. Io cre- 
to, cheqiido erano infermi doucano: eflere de- 
boli,& gialli; & poi che fi rifanarono fecero buo 
hacarne, & buon colore; generando il Fegato 
buon fangue, onde meglio fi nutriuano le mem- 
bra;che quando infermarono. Mi par certò gran 
‘cofa,che detta acqua faccia cotale effeto,eflendo 
calda; & fecca ; fe non è perle cagioni derre. 
«Similmente io-ho veduto molti entrar è tor- 
sBacqua del>Legno deboli, & fcoloriti; & vfcit 
gagliardi.grafli,& di buon colore;non mangian> 
«do altro, chevua palla, & mandolle,&cbiicotro. 
-Nemali peftilentiofi; & contagiofi, che hab 
biamo. veduto quefti.tempi di Pette paflati;molti* 
l'hano vfata à beiner per preferuarfi da cotal.ma- 
le; & habbiamo veduto; che ninno di quelli,che 


lolti portauano vn pezzo della Radice ò del Le 
| gno; odorandolo di continuò, come vn pomoj 
perche col fuo odore cofi grato fi rettificalle l'ae- 
te contaminato : Io ne portai vn pezzo molto 
tempo; & al mio giudicio trouaua gran benefi- 
cio in lui; perche coniquetto;& col inatlicatvna 
ondà di Cedro, è di Limone la mattina, & cca il 


giorno 


irono; fu tocco dall infermità, che correna. 


prno, ( ilche pet preferuare «ha gran forza; & 
proprietà) mi parue, mediante Dio,che io mili- 
‘Bberafli del fuogo,nel quale noi Medici veniua- 
mo pofti. Benedetto fia il noftro Signore,che ci 


libero da tanto gran male ; &che ci diede quefto 
così eccellerite arboro chiamato, Saffafras,che ha 

“così gran virtù,& effetti tanto merauigliofi , co- 
mehabbiamo detto, &di quelli piu, che'l tem- 
po ne infeguerà, il quale è difcopritor di tutte le 
cole. 

Saria ben notarela quantità di detto legno, & 
la quantita dell’acqua, nellaqual fiha da cuoce- 
re;& ponere vna regola, & pefo, & mifura nelli 
afferti,& téperaméti caldi;8vn altra ne' freddi. 
Io dirò l'ordine; che fi ha da tenere nel prender 

‘l’acqua di quefto legno eccellente. Quefta fi dec 
fare conforme alla infirmità di colui,che la pren- 
| de;& fecondo il tempo,nel quale fi prende;& fe- 
. condo la qualità,& compleflione dello infermo; 
perche al colerico daranno l'acqua meno cotta, 
& con minor quantità dilegno; &al flegmati- 
“co piu cotta; & con più quantità dilegno. 
‘Così ficonfidererà intorno alle infirmità;che alle 


o. Lo ifteflò fi offeruerà nel tempo caldo, è 
F eddo:& nelle 


| —DEL SASSABRAS,ET!SVE VIRTV. 49. 
| porròqui vnordinemezzano come fi dee vfar 
queflt'acqua,il qual ferwira ad accrefcere, o dimi- 
nuire fecondo cheegli parera, che fi conuenga a 
ciafcuno ; perche nelle infermitadi molto fredde __ 
$ alzerano l’acqua di grado nella cottura, & nella. 
quantita del legno; &nelie infermità , che non 
| farancofifredde,o cheparticiperan;d'alcii calore 
abbaffaranno l’acqua di grado,cocendola meno, .. 
& metrendoui manco legno. L'ordine mezzano 
1. @quefto. Hafli da eleggeril legno, che:non: fia 
5 antico,mail piu frefco che fi pofta havere; & che 
habbia fcorza; perche quello,che non l'ha,non è 
buono, nefa effetto. Hanno da procurare di ha- -— 
uere della radice; perche quefta e ilmeglio del- 
l’arboro per quefti effetti, & cure delle infermi 
ta;che habbiamo detto;& in cafo, che non fi ha- 
ueffela radice, fono migliori leramé, che nafco-. 
no nellacima dell’arboro ; &in.cafo che man- 
caffero le rame, è buono l’arboro ; ma inmodo 
che: & quefto,& quelle habbiano la fcorza Della 
radice fr-ha da préder minor quatita;ma piu del. 
lerame; & piu aflai dell’arboro; che dee efler il 
doppio della radice.Hora diremo delle rame, co- 
me di cofa mezzana tra la radice, &l’arboro, & 
come di quelle, che comunemente fi conduce» 
no. Di quefte fi prédera mezza oncia , & fene fa- 
ra rafadure piu fottili, che fi potra, & fi porran» 
no in tre boccali di acqua in vna pignata nuo- 
| ua,doueftarinoin infufione per dodici hore, & 
Ss dapoifi cuocera a foco di bronze pescatore fin 
e E d che 


checalii due terzi, & refti vno . Dapoi fredda fi 

colerà, &fiferbera in vafo vitriato. Sopra quel- 

le rafchiadure del legnogia cotte, fi gettera altre 

tre boccale di acqua, & fi cuocera fin che cali 

mezzo boccale; & non piu; Dapoi fredda, fico» 

lerà, &fi ferbera in vafo vitiato ; Dell’acqua; pri- 

ma fila da torla mattinaa digiuno vn mezzo 
_» quatto di lei calda ; poi fi.ha n rir bene, & 
x w- procurar di fudare ; &fe fi fudara, fi mutera poi 
= di robba calda; & fi afciugarà il fudore. Mangi 
di vn vcello arrofto, & frutte fecche, & conditi; 
8 beua della feconda acqua al definar, &al ce- 
nare, & tra il giorno, Poi fi leni; & leuandofi va- 
di ben veftito , & fugga tutte quelle cofe , che lo 
pe offendere. La fera ceni leggiermente;del 
‘fruttefecche, & conferue; & non ceni carne; 
benédo dell’acqua feconda. Quefto potra far per 
molti giorni fecondo, che fi fentira ; perche fe fi 
fentira migliorare coll’vfo di quelt'acqua in que 
fta forma prefa 5 procedera innanzi fin che refti 
fano; ma fenon; la vadi togliendo ogni terzo 
giorno ; benendo della femplice al continuo, 

Aquefta maniera ella fi puo darein tutte le in- 

fermita che habbiamo trattato , alle quali gio- + 

ua. Ma quelli, che non fi vogliono metterein * 

quefto trauaglio , che certo è ‘il megliore & piu 

conueniente , poffono far l’acqua femplice in 

quefta forma, 
- Prendino mezza oncia del legno poco piu; o | 
5 e" conle conditioni gia dette; &lofacciano | 


DAL SASSAFRÀS3 ET SVE VIRTV. CSI 
‘n tafciadure, & le cuocino in tre boccali di ac- 
qua tanto, che cali la metà ypiu tofto piu, che 
meno; & di quell'acqua Sollokis benere di con- 
tinti al definare, al cenare, & trail giorno ; che 
‘ certo prefa in quefta forma fa, &hafa&o mera- 
sr — osi &-curegrandiflime nelle infirmi- 
CI talunghe & faftidiofe; renendo buon ordiue, & 
| buon goueruo nel refto dell’altre cofe non natu 
tali: Et benche fia beuuta cofì fimplice fa nonì 
 dimeno gran beneficio ;& fi ha da continuare 
perlungo tempo; perche l'ufo continuo di que- 

è fupplife alla virtu ‘della prima, che labbia- 
mo detto. Quelli; che non poffono reftare di be- 
uer vino poffono adacquare il vino cé lei; perche 
lo fara ancho piu pro » &di miglior gufto; 

perche queft'acqua ha vn foauiffimo odore, che. 

miglia ad acqua cotta con finocchio, & mol- 
to buon fapore, &gufto. Sopra tutto farmeraui. 
eliofi effetti, come labbiamorveduto , &.veggia- 
o in diuerfe, & varie infirmita , maggiormen- 

e infirmita lunghe, & importune; nelle 
non gionano i rimedij ordinari) di medi- 
con grandi exempli che habbiamo di cio 
tfi dee confidertare, che principalmen 
? infirmità fredde, lunghe, + doue 
fiano ventofitadi, & altri mali di quefta guifa; 
il che conofcerà tofto quelli che la vorrau mini 
ftrare, &la vfaranno . Vna cofa deono notare; 
vfata; comefi è detto, benche non fi conue- 
r quello che fi prenderà , nondimeno non 

È pig pro 


sa - 1 Bebe > 
li puo far danno alcuno ; anzi fe ben fi ponera 
mente, manifefto vtile, daltempo, che la fi hau- 


| ra prefo fin chefi lafciera; il che puo far ogni- 


uno aflai facilmente, fe vedera, che non troui in 
lei quel beneficio, che defidera, fénza che le hab- 
bia fatto danno, ne pregiudicio ‘alcuno nel tem- 
po che l'hanrà prefa. 


Del ((arlo Santo, Radice | portata della 
Nona Spagnaz. © (4p. Ul 


4A, 
Che asi 7, 


VOZIU” } 
praee 11) at 


Ortano della Noua Spagna gia tre anni in 

P quefte parti vna radice merauigliofa, & di 

ran virtù, che chiamano Carlo fanto; laquale 

STESA & fatra palefe vn pissa Franci» 
È I -  fcano 


das ot Dia atta o ci ai Lars 
di, e e iero I ali 


DEL CARLO SANTO) ET SVE VIRTV. 53 
fcanò nella Prouiticia del Mechioachan, infe- 
’Gnatali da vn'Indiano di quei luoghi molto pra- 
tico in quefte' cole, & gran conofcitore delle lo- 
"0 proprietà} perche in quefte Irouincie (come 
| nella prima parte dicémo) fono molt'herbe me- 
"*dicinali, che hanno grandi fecteti, & virtù. 
Nafce quefto noftto Carlo fanto ‘in quella Pro- 
@tincia,ne luoghi molto temperati, în terre, che 
on fono scad molto humide. La fua figu- 
ra} & forma & come noftri Lupuli di Spagna; 
perche ha la foglia Jfimile a loro , & al lor modo 
—egli fi aegrappa s'egli.ha doue andarin alto; ma 
fe non ha doueaggrapparfi, fi diftede fopra la ter 
ravIlfiro colore. verde ofcuro . Non fa fiore, 
ne frutto: L'odor che riene è graue, grato alqui- 
-toi La radice fa vn fuftò groflo, & poi da lui ma- 
ida molte radici;che fono della groffezza d’vn di- 
«to groffo più 0 meno: Enel colore bianichiccia. 
“Ha.la fcorcia, che fi lafcia. L’interiore, o midola 
fa è merauigliofamente adoperata ; perche è 
compoltta d’alcuni fogli foteilì, che fi poffono fe- 
tead vno advno. Laradice ha odore quali - 
tico Matticata rende amarezza notabile, 
‘unaacrimonia. Ha quefta radice le fue 
rà nella fcorcid In quefte nauiz che fono 
fiteal prefeni 


l ineè venuto copia di lei, & fi 
ha piu notitia delle fue virià, che per innanzi: 

‘liti di quelli, che vengono in quefta Flotta del 
ua Spagnardicono moko bene di quefta 
Machi medie pia è n geneliomo 


di 


Swe rh + BR bers rod 
‘che viene del Mechiacan; ilquale n'ha portato 
buona! quantità. Quello che: egli dice, & hab- 
biamo!efperimentato di lei. diremo. Nella-fua 
ceto lla temperatura, è calda, & fecca 
nella prima meta del fecorido grado .. 

Le cofe principali, allequali quefta radice gio- 
ni; fono;le diftillarioni,&i catharridi tefta ; per- 
che fa renderilcatarro perla bocca, tirandolo 


, «della tefta col matticare.vn poco della fcorcia 


della radice buona pezza di tempo; & fputarne; 
siche fi dè fare la mattina a digiuno. Fa venir 
fuori molta flegma & huinori della tefta; che fa- 
rian andati allo ftomaco; o ad altre parii. 
Prima. che facciamo! quefto ; conuien che fi 
-purghino & euacuino . ‘Alcunidi quelli che la 
-mafticano; iquali fono facilial vomitare, vomi- 
.tano con lei mafticandola, &-fa render molta 
«cholera , & flegma; & molto piu fa vomitare, 
fe fi prenderà la fua decottione; perche fa vomi- 
tare con facilità 1 humor che fi trouerà nello fto- 
maco, Facendo quefto conforta detraradice lo | 
ftomaco, & mafticandola conforta le-gengiue, & | 
fortifica i denti; & prohibifce la loro afprezza, | 
‘&fa chenon fiputrefano, necorrompono . Fa _ 
buon'odor di bocca ; & perche è amara, bifogna 
dapoi l'hawer mafticato lauarfila bocca con. vi- 
no, percheleuil’amaritudiue, 4 tf 
Ne mali, &-infermirà delle donne, & piu do- 
me fiano oppilationi, & mancamento di purga= 


“tione; prefa la poluere alga «di 1 


Ri cn 


DEL CARLO SANTO ET SVE VIRTV. $$ 
dice; le disfa &guarifce; & fi fa che venga ben la 
purgatione con l’yfo di quefta fi ha da. tor con 
vino, o con acqua cotta con Coriandoli, & can 
nella;.laquale s'ha da bewere mentre fi torrà, 
Rifoluele ventofitadi, & conforra lo ftomico . 
Mentre fi prende, fi ha da vnger'il corpo coll’o- 
glio d'Ambra liquido, & Dialtea parti eguali . 
‘S'ha prima da purgare; è poi tener buon’or- 
dinein ogni cofa, & buon gouerno è. . 
© Nelle paffioni del Cuore, maggiormente co» 
“municate dalla Matrice, fa la poluere detta, & 
‘acqua cotta della fcorcia della radice molto 
grand’efferti . S'ha da prendere la poluere,come 
sè detto; 8 la decottione fatta, al pefo di due 
Reali della ‘radice tagliata minuta, & cotta in 
yn boccale, & mezzo d’acqua tanto che cali la 
métaj&efubiro tor fcorcie fecche dicedrial pefo 
diquattro Reali; & di Cannella fatta in polue- 
real pelo di due Reali; & darli ve bogho con 
quefte cofe, poi torla via, &colarla » Si douena 
rendere ogni mattina vn vaffetto di fei oncie 
iquefta decottione con zuccaro, (perche è al. 

nto amara) o fenza, come meglio fi vorrà. 
refuppofto però, che prima che s’vfi fi fiano 
trele wniverfali & debite 2 o 
ce» che porta quefta 


ne dolori del Mal 


rali se td n 
A rg 
| mofatto l'efpetiétia di quefto. Dice che fi prefi- 
* de, fenza guardia; ma che fin, che fi prenderà | 
Pacqua, ola poluerefi tenga buon’ordine,& go- 
uerno & hél mangiare; & in.tutto il refto.. > 
. vNelMorbo caduco,-che fi chiama Gottacoral 
infermità grande, & quafi incurabile s dicono; 
cha an proprietà, & che fa grand’effetti, pren- 
dendo la polwere della fcorcia della radice con. 
vino, od acqua; come piu fi conuenira. Io ne 
configliai vnoqui,ilquale perche era di piu di. 
quaranta anni, è già molto rempo ne patina; 
non ha fentito fin'hora altro; fe non che-con la 
poluere vomita:quando la préde, & rende mol 
ta colera, & non fono:cofi grandii parofifmi; 
come foléan èflère:. «Pare a me che non vadi al- 
la via di guarire. Deue far l’effetto in quelli, 
che non paflano i venticinque anni; perche fin 
lì poffono haner rimedio. Lo l’efperimentarò in 
quefti tali, che non faria poco bene, sella fa- 
celle l’effetto, che vien promeflo .. e i 
Ne dolori della‘tefta vfano quefta radice in 
quelle parti, come rimedio grande & molto cer- 
ro. Dirò come vala cofa. «La prima fiata ch'io. 
vidi quefta radicefu nelle mani d’vn'infermo; 
ch’era venuto ‘del Mexico; che la portaua pet. 
| gran icofà, dicendo ; che fanana, & {cacciaua i 
. doloridella refta, ilche egli haueua d’alcuniln= 
diani; & mi dimandò; fe la doueua. vfare+ 19 
guftai la radice, & paruemi uello, che ne hò 
detto ; &lo configlizi;:chel'vfaffe; comeglvera 
ga: > _ A — ftato 


DEL CARLO SANTO; ET SVE VIRTV, $7 
ftato ‘detto ‘nel Mexico; &"cofi fece egli, mafti: 
candola larmattina, &-fputtando ; conche gli 
celsò ilrdolore della tefta, ché molto età che lo 
inoletina. Dapoi mi diffe vn pallaggiero; che 
veniva’ nella Naue, done venimi qiicfto gentil. 
—  huomo;il quale ne portava gran quantità ; che 
-  ftandovegli nel Nauilio con dolor grande di te- 
Ra, glie ne ‘diede vn poco da mafticare; &' che 
la mafticò bene, & fputò cori lei; &cheli celsò 
il dolore manifeftamente, & me ne moftrò vi 

poco, che glie n'era reftato , chera la medefima, 
ch'io hauewa veduto ; Dapoi quialcuni Phan- 


tro vfata, & ha lor fatto gran bene. 


Nel dolor de’ denti la celebran molto quelli, 
chel’han portata di Spagna. Stando io nell’Ho- 
| Steria, doue era quetti, che portaua la radice, mi 

‘certificò l’Hofte, che hauendo vn gran dolor di 
| denti; fe neliberò co’ mafticar la fcorza di detta 
| radicedalla parte apunto douw’era il dente, cheli 
. dlolcua, fputando quanto poteua. Et effendo 
| io vn°altro'giorno nella Dogana à medicare vn 

Genoliefe dhe ftaua lì, fi lamentò meco vn’altro, 
chè era pur là della medefima natione di dolordi 
€ti;& facémo portar della detta radice,& in pre 
fentia di tutti mafticò la fcorzadi quefta sii 
co’l dente; che Li doleua, & fputò molto, & fpu=. 
| tandò.gli cominciò a paffàr’il dolore ; &inanzi 

che partimmo di là, li cefsò del tutto. Io hebbi 
i giorni : palati vn dolot d’vn dente, che mi die 

ina tutta; vna notte, dc parte: d’vn giorno 1 x 
DO Si Pica ; pre 


8 vrriv le forte cai 

prefi.d’vn vafo, che tengo in cafa vna foglia di 
Tabaco, & fimilmente della radice;detta, &e le 
mafticai ambedue infieme, & fputai, &mi cefsò 
il dolore, che non m'è totnato più, & forio piu 
di fei mefi,-che mi.pafsò...! Quefto è in:fomma 
quello, che hò potuto inueftigare del Carlo fan> 
ro; ilche,è alai, poi ch’egli'è cofi poco.tempo, 
che fi conofce. Il. tempo difcoprità il refto ;.& 
come ne fapremo più;.ne daremo notitia di 
ogni cofa. rofob È 


“Di PaternoStri, che chiamano di s. 
con Helena: st: (4p-1V. 


ian nin 


DI PATERNOSTRI DI.S, HELENA. ;$9 
modo che tagliando.ogni nodo. refta ritonda, 
«come, vn Paternoftro; delle quali forare nel mez- 
.20 fi.fan.Rofarij, che portano i foldati al collo 

per cofa di molta ftima , :Si feccanò, & diuen- 
_gon dure, come offo. Nell’efterior.foh ‘negre, 
&didetro bianche. Sta la fcorza attaccata! così 
forte chela & la midolla fi fa tutto wno; & fifa 
‘rugofa: com'è fecca.: Guftata quefta radice; tutta 
‘tiene fapor aromatico.con buon gufto Pare al 
nto che fia vna generation di fpeciey comeGa- 
cn Sono della sroflezza del dito groflo piu, 
omeno, L’herba, o pianta non ha molto! fiu- 
fto, le frondi fi fpargono per terra. Fa lefoglie 
Jarghe; grandi, &molro verdi. Nafce per l’or- 
dinario ne luoghi humidi. La fua compleffione 
è calda.in fin del fecondo grado, & fecca piu-che 
nel.primo. Le fue. virtù fono quefte... 
son Gli Indiani vfano l’herba peftada tra due -pie- 
tre, quando fi hanno da bagnare, fregandofi con 
lei tutto il corpo j perche dicono ,.che.ràflo da 
. doro lacarne,&li conforta col fuo buon odore; 
fi Seguelto fannoiil piu del tempo. per lo granbe- 
| _neficio,iche ritrouanoinlei. nola 
«i©Ne dolori dello ftomaco lufano gli ever) 
prendendonela poluere; & i noftri Spagnoli 
vfano per lo ittello efferto tolta fade ni nel- 
l’infufione nel vino ; del che io o veduto in al- 
cuni notabile experientia . 
Nel dolordel fianco fa la poluere di radice ma 
nifefto effetto ; perche alcuni hanno prefa quefta 


: radice 


—“% 


ica 


Vo siti: mi : IRSA VAR dC SI 
radice fatta poluerein vino yhanendo tuttauia 
la doglia;'& elor ceflara. Etnon me ne merani- 
‘glio; perchela fua qualita manifefta è baftante 
‘aprodurfimilieffetti; | | > i 

Ne doloridell'orina, a quelliche non poffo 

‘no benorinare, prendendola poluere,la prouo- 

“ca; & fa vfcit fuori. E‘ cofa coftumata per molti 

di ‘quelli;che fon venuti ‘di quelle parti; iquali 
l'hànno vfata ih mali Simili. Erqui fifa vedu- 

‘to la medefima experientia;che vno, che haueua 
.vifa pietra; & né lapoteua far, vsò alcrini giorni 

“della poluere di quefta ‘radice, & la fece facil- 
“0 Vafoldato portata vii Rofario al collo fatto 

‘diquefte radici, &'im'incontrovn giorno; & mi 

‘dimafidò ; fe conofcena que»Pater noftri, & di 
che erano perchelierà ftarodetto , che eranò 

-diradicedi ‘Gentiana yIo lidifli ; che i Paterno- 

ftri eranofatti di alcane radici; che fi tronaua- 

:nonel porto di S. Heléna; & che non era Gen- 

‘tiana. All'hora mi narrò grandi virtu di lei, & 

li effetti cofibuoni, che l’ufo!di quella facena;; 
il che io credetti, perche par bene; chela radice 
habbia gran vittù medicinale, fecondo la fua 
maniera; &aromaticità:; &0per quello che iò 
nehauena fperimentato è » © I once 


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DEL GVACATAN, ET SVE VIRTY. 6r 


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Del Guacatan. + (ap V... 


Pa Ca 
AHI 


Pe: f 
te È 


r Anno portato in quefte Naui vn'herba de 
H la noua Spagna , che chiamano gli Indiani 
Guacatan; laqual fimiglia molto al noftro Polio 
© montano, eccetto, che non ha odore. E'picco- 
| la herba, bianchiccia, puntata . Non fo fe porti 

fiore, ne frutto. Ho io l’herba fenza radice. . 
-Ilfuo nome proprio tra gli Indiani è il detto. 
— Loiftefole hanno pofto li Spagnoli. Vfanla gli 
Indiani perleinfermita,che dito per le iftef 
| fela vfanoli Spagnoli lì, & quelli, che l'hanno 

portata quì con notabile beneficio . 
Nelle Hemoroidi la vfano in quefto modo. 
Peftano l'herba molto bene,&lauano l’Hemoroi 
| diconvino, nelquale fia fata cotta quefta her- 
ba bene (ma fe fono molto calde, fi cuocein ac- 
Qua) & con quella decotione calda lelauano, & 
pi fubito 


6a deli D ‘4 5 ì ‘B eR 0 A. Fi bal 139 £ 
fubito le afciugano leggiermente, & le pongono 
fopra della de lata Etcerto.è dBaigiiv 
fo l’effetto , che in quelto cafo; ondio dapoi ve- 
duto i fuoi buoni effetti ; timo la detta herba 
molto. PL x 
> Donunque labbia-dolor per freddo,o per ven 
tofità fia in qualunque parte del corpo;che fi vo 
lia; ponendo Trementina in ogni parte chedo 
e,& mettendouila poluere di quelt'herba fotti 
mente peftata.con vno pano di lino,o di feta, fo- 
pra, fi attacca, come colla in tal modo, che non 
fi leua fin che mon cefla il dolore. Etdi cio ten- 
gono manifefta efperientia quelli di quelle par- 
- ti, & fimilmente quelli dij quefte ; perche l’han- 
no efperimentato. © 
La poluere di quefta herba pofta in piaghe pic 
ciole; fpecialmente nelle parti occulte, le netta; 


3 


mondifica; &le cicatriza, &fana. 


DELLA’ OxBADAG: er cave viRtY. 


Della ‘orzada. À 


en 
«Spagna vn fe- 
pnt: Orzada. 


dute bla ella à 
con la noftra orzo; la 
gran fimilitudine+ che la 
colui; perche fa vna fpica, 


_ come'ella, & nella fcorza 
tienèinclufoil femé; mat 


\ | molto da lei lies; nelle 


virtu, & nelle fue qualità; 
perchela Orzada è il piu ga 


gliardo cauftico ; & corro- 


fiuo, che fin hoggidi.i in her 
ba, o in pianta fi habbia 
veduto; & tanto ; che-fa 
quell’opera ; che farebbeil 
folimato, o Rifagallo:On- 
de douunque fa scia” 
cauterizare, 0 abbrufciate, 
o corrodere qualung; car 

ne per putrida che ella Pi 
fia, ponendo la polucredi 
quefto feme,fala per 
ra, che farebbe il cauterio 


È ) atta al di ferro ardere, di modo che èilpiugi- 
o a cauterio potétiale che fi 7419 hora. 


soli 


e ra 


TEN 


que fi fiano. Mangia, & corrode la carne cat- 
-tiua;& a leuando quella delle piaghe, co- 
.me gagliardo ‘afterfivo.:. i 


Gli Indiani; perche non haueano ne Solima- 


- to, ne altri cauftici, come habbiamo noi; quan- 
:do haueuano da vfare di fimili rimedij , tencua- 


‘no & tengono quefto feme per cauftico poten- 
tiffirno; come eglièin'iero; & cofi fe ne vaglio- 


no, come di rimedio efficaciffimo. 

Side mettere queftapoluere à poco a poco, 
‘& piu, o meno; conforme allagrandezza del ma 
le; ponendo idifenfiui ;iche fi vfano 2 mettere, 
quando fi adoprano fimili rimedi). 

Nelle piaghe vecchie, & immonde,doue è bi- 
fogno di corroderla carne trifta ; con prender 
quefto feme, & macinarlo,& difoluerlo ben con 
acqua di Piantagine; o acqua rofata ; bagnando 
nell'acqua chiara; che reftera poi di fopra, vn 

ezzetro di tela, 0 ponendo inluogo cli tela, 
Fo fili bagnati nell'acqua; netta la piaga , man- 
giando la carne cattiva di tal maniera, che per 
cattiva , & antica, che fiala piaga, & per im- 
monda che fia; la laffa netta, & conlafua car 
ne falda & fana.Dapoi quefto deonfi vfare quelle 
Medicine,che hano virtù di generar carne; pche 
l’effetto di quefto feme non è, fe non di mondi- 
ficare & nettare, & leuar il fouerchio della pia- 
ga-Quefto effetto medelimo che fain noi altri 


fa ne 


da 


È 
} 
È 
j 


DELL'ORZADAS'ET SVEI VIRTV. &$ 
faneglialtri; ne quali perla maggiot-parte fo- 
mo piaghe molto cattiue; cancherofe; & piene di 
vermi doue;pofta la femenza (fe il cafo fara cofi 

nde, chelo:richieda) o la fua acqua, come fi è 
sioni fa lo medefimo che fi è detto; & meglio; 
| vfando fempre nel luogo; doue fi pongono co? 
| valimedicamenti, de difenfiui y che fiano conue- 
| mienti; perchee medicamento fortiffimo che ne 
ha meftiero di tutti; Dirò quello, cheame n'è 
auenuto:Mi portò quefto feme vno Indiano con 
altre molteherbe; & andando difcorrendo fo- 
| pradi loro; quando venimmo à quefto feme, ne 
prefi vn grano; & melo pofi alla bocca, per pro- 
« uarloQuelli;:che l’'hanena portato (come quel, 
che bene la conofcena, ) mi prefe la mano, & 
non mi lafciò pigliarla ; ma con tutto cio, io nè 
fuppi co° denti vn grano; che non è maggior 
che vn gran di femenza di lino, & anco piu pic» 
colo, & tien gran fimilitudine con quella; &.nel 
toccarmi la cima della lingua quefto femerotto; 
mi vi fece vna veflica, chemi durò per alcuni 
ni+lo la diedi al Diauolo, & credetti bene 
di lei mi affermauano.Horà io comincio 
i & fa piu effetti, che non fi dicono.. 
Tin 4 grado, & piu,fe vi fon piwgradi. 
PN'HERBE DI GRAN VIRTV. (ap.vi 

“a mente tengo vn'herba, che corta, écpre 
Diala fur acqua calda; fana il mal del petto; 
qual non: fo come fi chiama ; fenon che nella 


li lei veniua feritto quelto. > 
: ager Et 


PI 


G6, -ernivinte dro 
Et vn'altra, che fa vfcir la creatura morta deli 
ventre, & le Seconde; perche di quelta ne hanno: 
grande efperientia gli Indiani, per quefto effetto. 
& ha giouato vna fiata in quefte patti. 
Mi portarono due herbefecche , che mi con- 
tentaua piu, fe le vedena verdi, Luna,che ftando 
nel campo nel fuo piubell’eflere, fe l'homo, ola 
donna le mettela mano fopra; fubito filafcia ca 
der come morta in terra.L’altra,che effendo fpat 
fa perterra, nel toccarla per coglierla ; fi incre- 
(pa, &firicogliein feftella, & ferra; come vn 
caule Murciano . Cofa merauigliofa, & di gran- 
de confideratione. i p113 
Tengo Heleboro negro portato della Prouin 
cia del Mechixcan, come quello di Spagna; & 
fa l’ifteflo effetto . 
 Quefti giorni effendo venuto vn giouine è 
| configliarfi meco; il quale veniua di Quito; ven 
ne da me vn mio vicino dicendo; che fua figlia 
ftaua molto inal del Buffo, ond’io la medicaua ; 
-& che le vfcina molto fangue,& che l’adafli a vi 
fitare. Dimandomi l’Indiano, che cofà era fluf= 
fo di fangue.Io gli diffi quello, che egli erra. Egli 
mi diffe, che mi darebbe vna cofa ehe fatta in 
poluere, & prefa , lo: fa cellar (ubitò; laquale 
egliin Quito haueua efperimentato molte fiaté. 
«Andò il padre di lei con luial fuo alloggiamen- 
to , & portò vn pezzo di vn frutto, che pareua 
efler di arboro grande . Da vna parte era molto 
lifcio, & di color giallo; dall'altra molto afpro, 


& molto 


D'ALCVNE, HERBE DISGRAN VIRTV. 67. 
«& molto colotito che paerua morello. Egli fi. 
| peftò fottilmére, Snefu data la poluere alla in- 
ferma cò acqua.di capi di rofe;una'fiata a quell'- 
hora tarda;l’altra lamartina;& fubito cominciò 
a ceffarle il fuffo; &dell’hora in nanzi prefe mi- 
glioramento, onde venne a rifanarfi Et perch: 
mai piu non vidi colui, chelo diede (benche lo 
| procurafli con diligentia ) non potei mai fapex 
cio che era, ne che.arboro era quello;; che pro- 
ducena il detto frutto . 

Di quefta maniera fono molte altre cofe nelle 
noftre Indie Occidentali, che hanno gran victa, 
& grandi fecreti Medicinali} de quali ogni gior: 
no fi fapra piu; & fi andaranno difcoprendo, 
accio che poffiamo feruirci di loro . Il. che hab- 
biamo veduto molto manifeftamente, hel benc- 
ficio, che hanno fatto quelle, che fin hora fono 
| ftate portate; poiche è tutro il Mondo pieno d.l 
le fue opre merauigliofe; curandofi con-effe in- 
firmita, lequali non è ftato baltante tutto il re- 
| Ato della Medicina à fanare; come fi vede in tut 
tiquelli, chele vfano, &adoprano, con grande 
e, & beneficio. Il che tutto fi dee alla mia di- 

entia &.cura, onde io ne fcrifli nella prima 
parte di quelta hiltoria Medicinale; laquale è 
| ftata molto celebrata nel Mondo ;s per le.ca- 
fe che in, lei fi trattano. Et perche fi .veg- 
| gailfrutto, chequefte mie fatiche hanno fatto, 

voglio pone: qui vna letera,che vn gentil’ homo 
Perù mi mandò gialdue Mefi, perla qualc;ì 


and 


* 


GR rr rosi sorigaavoia‘a 
vedta, che pet:casion «i quello;che io feriffi nel. 
la prima parte, fi fono difcoperte le pietre Be». 
zaar nel:Perù; lequali con tanta riputatione 
fi conducono dall'India di Portogallo; & come 
perla relarione, & ordine, cheio ferifli , venne» 
ro‘in Cognitione di lei. Cofa certo ineftimabile;, 
& degna di efler tenuta molto cara; che vna co- 
fa, loquale tanto merayigliofa,&di tanto prez- 
zo fi habbia trouato nelle Indie di V.M, & fiî 
cofi facili da poterfi hauere, & cofi certe; & ve- 
re; che non tegniamo dubbio de’ fuoi effetti, & 
virtù.Ilche non è cofi in quelle che portano dela 
l'India Orientale; che fe ne vengono dieci vere, 
fono accompagnate da cento falfe. Onde quelli, 
che le comprano deono molto bene confiderare 
quandorle comprano ; che monvengano ingan- 
nati. Quefte, che fi portano dalle noftre Indie fo 
no tutte di van modo ifteffo;nefono diuerfein'al- 
tro ; che nell’effer grandi, & piccole. Li effetti, 
che fanno fono merauigliofi; perche è porentiffi- 
ma la lor virtù contra ogni veleno, & febbri pe- 
ftifere;, &humori velenofi, come nella terza par- 
te Dio permettente diremo . Il modo, che fu por 
tatala littera era quefto . Venne vn piego come 
di lettere innolto in vna tela incerata cofi: ben 
affetto; che poteua andare in ogni luogos/per 
luntano ‘che fufle. Aperto quefto, eraui vna 
callettina fatta di vn pezzo di legno.ben: groflo, 
‘concauo, che era bel da vedere. Nel concano 
‘di quello erano le herbe, & femenze; che di- 
dc ra 


D’ALCVNE HERBE DI GRAN vIRTV. L9 
erala littera; fopra dogn'una era fctitro' quello 
che era. In vn lato del legno, che era concauato 
n poco piuz erano tre. pierre. Bezaari fermate 
con. vna pergamina con la fua cera, ben gouer- 
‘nate. La lettera era pofta di fotto, (oritra di mol 
to minnta lettera, & alquanto difficile da lvgse- 
ere. La foprafcritta diceua a quello modo.. 


a È MOLTO MAG. SIGNOR, 
MIO. S. IL DOTTOR MONARDES' 
| MEDICO IN SIVIGLIA. —— 


i” 
a 
Magi Signor: $ 


ro. rt famofo Dottore; cofa molto 
noua parerà a V. Mercè, non efendo 
so literato, ne della Sua profeffione, 
‘cche le derina immateria. del fuo ef- 
> fercitio ; efendo io un foldato ; che 
querra in quefte parti tutta mia uita. 
os effendo affettionato 4 F. Mercè, 
ella ha compoSto delle Mediciney 


-— Mov una vato. 

| Sa rimedij , che babbiamo qui; iquali innanzi erano 
vadoperati da noi fenza regola, ne modo alcuno, er 
“ron faceuano cofi buon'effetto , ne fi rimediana 
— ranto con effi. Fl che al prefente è al contrario, che 
 mediantei fuoi libri,fi fono fanati molti,che mai non 
 penfarono,di ricuperare la fanità, ne hanere rimedio 
alcuno. fo Signor ha piu di uent’otto anni, fin allo 
ferinere di quefta , che uado peregrinando per tutte 
queSte Indie, done fono.molte di quelle cofe, che ella 
‘ fcrine nel fuo libro; «x altre che non fonò State 
condotte coSti, per efferei Afedici , che uengono in 
queSte parti poco curiofi ; iquali non attendono al 
bene uninerfale, ma al lor folo particolare , ue- 
nendo per arricchirfi folamente . Ét perche la gente |’ 
che paffa a quefti luoghi per lamaggior parte digno | 
rante, non apprezza i bene, che poria fare>. | 
fo Signore, benche nion babbia lettere , fon nondi- 
ineno affettionato a gli huomini dotti, come a V.M. 
" fi per lo fuo libro, come per la fama; che ella ha în 
* queSte parti, laquale è grande} ma tutto che non la 
.v conofca , bo uoluto tuttania prender quefto trana- 
glio, chemiediletto: V.Afercè fcrine nel fuo li- 
* bro, dando notitia della pietra Bezaar ; &r da i fe- | 
° gnali dell'animale, che l'ha; liquali confiderati jéi | 
: babbiamo abbattuto in una Specie d’animali che 
‘ vanno per lemontagne di queSte Regioni, liguali fi- 
 migliano moltò a Montoni, ò Caproni , ch'ella dice 

e/fere nelle Indie di Portogallo, iquali generano, & 
"bammo:le dette pietre ; de ampio 
Spaefi nelle Montagne , & luoghi freddi omo per la 
e» | vo > | maggior 


% 
\i 


RC 


LETTERA DAL PERV. Ser fa È 
maggior parte di color roffo.Pafcolano herbe faln-. 
| tifere, delle qualiba gran quantita nelle montagne, 
one nafcono, Sono molto leggieri tanto , che non fi 
polfono cacciare fe non conarchibuggi. Sono diyerfi 

lamente da quelli dell Fudia nell'Îfer prini di cor- 
na 3 perche intutto il refto fono gl'ifteffi. | — 
ed quindeci di Giugno di queSt’anno 1568.i0 
Ur un canaliero mio amico fummo a caccia file 
montagne, &y ftemmo falla caccia cinque giorni, 
drammazzammo alcuni di detti animali, che ho 
tro, Et perche ui andammo a quefto fine di confi- 
are, fe'erano gli iftelfi dell'Îndia, portammo i 
fito libro connoi ; cr ne aprimmo uno di quelli, che 
hauenamo prefo a caccia , il maggiore , el piu uec- 
chio &” non tronammo ne pietra , ne altra cofa al- 
nel uentre, ne in altra fua parte; onde cre- 
‘che non faffero quefti animali, come quelli 
dell'India, poi chenon hanenano pietre s dr doman 
Mammo'a certi Fndiani, che ueniuano con noi per 
boftro fernigio, done quelli animali banenano le 
ire. «Ma perche fono noftri‘inimici; & non 
sche fapeffimoi lor fegreti, differo ; che 
Upeano niente di quella pietra. Ma 
rzone Indiano , che praticana ‘con noi di 
jd dodici ; uedendo xche -defidera= 
averlo: ci moftrò doue quell'animale, che 
morto la in terra, baueffe la pietra; qual 
vuna-borfetta particolare,lagnale p 
‘i medefimo forò, donde tornano a rumina- 
Stanno diftefi;l'herba, che banno pafiola- 
te to, 


pà - eno 1Brir dr 
to. Gli Indiani #tolfero ammazzar quel garzone, 
perdo anifo, che ci banca dato; a effi fimano 
‘molto quelle pietre, dr le offerifcono ne loro Gua- 
che, oner Oratori) , done tengono 1 loro fdoli}; a 
quali offerifcono le piu preciofe cofe, che polfa 
no bauere>; onde loro offerifeono quefte pie» 
ssre, come cofa preciofa , & di molta ftima ; fecon 
do che offerifcono anchora oro, &r argento, & gem 
me preciofe, o animali, & figliolimafcenti . Dapoi 
fapemmo , che baneano facrificato quel garzone, 
perche con lacaccia noi ci fcordammo dilui, effi 
To hbanenano menato per quelle montagne, dowe mai 
‘piu non lo uedemmo . Et è cofada confiderare, che 
intutte le parti della fndia non fi hanno trouato que 
fi animali, fenon nelle montagne di quejto Regno 
del Però ; perche io ho caminato tutti i Regni del 
Mexico, dr-tutte leProuincie, y Regni del Per 
xù, dr per le Provincie, cr Ifole del Afaragnonizi&t 
per la Florida, & per molte parti di quefte Indie 
«Occidentali; & mai non ho ueduto quefti animali; 
fenonin quefte montagne del Per.Signore, quello; | 
«chewo ho potuto con ogni diligenza del mondo, fote 
trarre, cr fapere daquefti Indiani amici, di quefte 
pietre, che fi cauano da quefti animali, fi è; Che fo= 
n° meranigliofe contra ogni ueneno, & contra ogni 


specie di Toffico mangiato sò in altramanierag@® | 
ne mali delcuore ; o nel difcacciare , <r uccidere 
auermidelcorpo . Nelle ferite auenenate fattecon 
—_ &berba mortale; laqual ufano i Caribis poftala 
. poluere di quefta pietra dentro, è granriniedia. Ea 


LI 


ire ini et rca 


È LETTERA DAL PERV. 273 
| diconocancho. glindiani, che quefta pietra è contra 
 Wuenenodell'herbarmortalez;che efimedefimi ufa» 
no per ucciderfituh l'altro ver per »uccider no 
Steffis perche molti dè noftri spagnoli fono pertei. 
morti\rabbiando:; &coniffrani accidenti fenza 
tronare5ne fipere alvun rimedio: Verd.è; chehèl 
Solimato'ban ritrouato qualcherimedio, ponendi 
mella ferita; ma fel'heibd'é frefcas toda mono:po» — 
fasgiona poro , ey fe ne muoiono Senzàrrimedio. 
Gabammo del primo animale; che aprimmio daquel 
 buccolino, ondetorna a rominar, quandoegligiate 
Lherba, che pafcolò, none pietre . Et pare ; che:coa 
mel'herbe che pafcolano fono di coft granairtài 
vofe quiui dal loro fiacco per ordine di natura fi ge- 
nerino Cr nafcano quelle pietre , che harinocofi rarè. 
sinti Ne aprimimo de gli altri di quelli, che baue-. 
amo morti, cn cacciati; dr in tutti trouammo delle 
pietrermaggiori, è minori, fecondo la loro età . Ft 
fedee'notàre;-che quelli, che pafcolano nella monta» 
gna fono quelli ; che generano le pietre ; che-bannò 
mintos-perche quelli, che pafcolano al piano, come 
 mommangiano , ne fi nutricano dell’herbe nirtuofe 
montagna ; cofi le pietre, che hanno; benchè 
no mirto 3 non fon però tali, ne tanto buonez 
s che-banno quelli, che fon nati, ft 
rifcono nella‘montagna . Habbiamo cominciaà 
soa ufar quefte pietre fecondo l'ordine , che AM. 
sensa e dandole rela Leg sa 
fer di nio Habbo nati im loro crt 


che. 


ga vb Pia Rs0riis.- 
che.ciha fatto merauigliare ; dr in loro habbiame 
ueduto manifefti benefici); & hanno guarito di 
infirmita molto grandi; che fi merauigliano tutti 
quelli; che.l'han nedute. «Alla Signora Catherina 
diVera:forella del Signor Prefidente; &r a Donna 
Maria di Ribera ; dr a Diego dieAndrada; & a 
Diego dell'Ifola ; & a Mariana moglie di Maeftro 
Giouanni Plutino; & al Padre fofeppe Martinoss 
e al Padre Fernandes Clerici; & ad altri molti, 
hanno fatto grandi benéficij que/te pietre, fanandoli 
dimolti mali; che farebbe cofa lunga:dar di loro 
notitiaa V.Mercè ..Bafta a dirle, che elle fono pie- 
tre digranuirtà;.& come cofa nona le prendono 
inpolueretutti quelli, che hanno infirmita, che rion 
fi poffono fanare cone Medicine ; & molti guarri- 
feono; ilche fia a laude del noftro Signore, che pofe 
inloro-cotali.wrtù. Quefte fi hanno ufato dapoî 
quella-caccia; che ho detto a W.M. perche quelle fw 
rono le prime,.che fi difcoperfero nel Mondo; per 
ufo di curar ‘infirmità 3 Speriamo , che habbiano 
da fare-opre meranigliofe ; fecondo che hanno co- 
minciato. T utto cio fi dee a W.A4. poi che col fuo li» 
bro neidie notitia pertrouarle sr difcoprirle , 
canarle-diquefti animali ,.che le teneuano cofi oc+ 
culte . ‘(Che certo fi dec a V.M. molto; perche. ne di» 
Scoprìcofi grantheforo, come questo; che è il mag= 
giore; chefifia difcoperto, & trovato in quefte par= 
ttOnde le dicela noftra nation molto, & fimil» 
‘mente tutto il Afondo, chefi ha da valer diloro,& 
"deogli altri fecreti che V. M4.mette nel cnr 


a 


de ri rici iaia nm 


__ LETTERA DALIPERV, 275 > 

‘de qualli noi qui ci valemo molto 3 cr credo chefe 
“ne vaglia ogniuno. »fn-ricompenfa del beneficio, 

‘che io.horiceuuto per la mia parte mando aV. M. 
vena dozina di Pietre per via di Gionanant. Cor- 
‘zomercantericco. Se giungeranno coSti ; ella fa- 
| “radi loro efperientia, in molte infirmità, ‘chè fitro- 
merà grandi effetti in loro. Perla medefima uia 
"ella ‘mi anifara della -riceuuta 3°& di quel piu 
«che ella fara feruita di comandarmb, che lo faro, 
sicome homo, il qualleè affettionatiffi» per banerla 
| bveduta surf dr dotta, & far tanto ben al Afon- 
i “do con quello che ellaba feritto, & publicato.. 
© Hora io mando è VM. vna caffetta , nella qual 
“fono ‘alcuni Fafuoli, liquali ella dara ordine , che fi 
‘feminino ‘al principio di Marzo; perche il "freddo 
nonli abbrufci. so fannola pianta come le faue 
a to piu piccola; &r quali hanno le uagine, done 
| “ftanoi femi. Mangizdo vna dozena di quefti cò fale, 
3 “squali hanno fapor di faua frefca; purgano gagliar 
— Vdamente gli bumori colerici, &î vi egmatici medio- 
Veremente; cr enacuano l'’acquade gli bidropici fen 
za granezza. Il medefimo fanno fe effendo fecchi 

fin ‘ano è molle, fi torranno con vino.E° me-- 
e ‘tener apparecchiaro il cibo, perche fe purgaf- 
Jero.troppo; mangiando,ceffera fubito l'operatione.. 
«© andò fimilmente a V. M. vna herba che mafte 
n inferta nella terra , come Gramigna; 
gii uirtw per molte infirmità; Gr # 

Cn ioo maine n 
&y altrimali; perihe fattane de-. 


sug on cottione 


76 Yves: B_ RO T3 + 
rcottione;c&y ufandolai in gargarifinili fa celfare mol 
«to facilmente cr con gran beneficio» Et. per quefto 
I@ per la dolori della tefta., & diftillationi, mafli- 


.veandoli, fa fputar molto. Chiamano queta herba | 


Ù del mia nomes sperche io la usò, &y-confi iglio; che gli 
altri 'afino in:mali frmili 5 laqualm nfegnò uno 18- 
vidiano;\che fapeua molto dell'herbe > 

vio Similmente,mandò a VM un frutto diun ue: 
«To s che è di gran beneficiay'iquali arbari non fi tro- 
vano invaltie parti, cheinquefte>. E della grax- 
.xdezza divina Quercia diquelledi CaRtiglia.» Ha la 
Scorzascome di (ervozesla foglia,come di Fraffene. 
\Ha molte uirtu ; perche la feorza fatta poluere, & 
‘pofta fopraogni piaga; che babbia mestieri di ef- 

cfermettatà y per effer-:immonda 3 la netta, &dapoi 
-fa\erefcer-da carne; o là fina ‘molto bene. Fre- 
“ gando v denti condesta poluere sli netta ; & posta 
«nelle gengine fcarnatezle incarna; ferma liden- 

"tiche Sona Cocendobenle foglie di quelt'at- 
-boro ini acqua,cr lauado cò quet'acqua ogni enfiata 
snai che habbia qualche piagas'o:chefimappofiemata 
«fanala gofiezzaseo larpoftema: Et ponedo una tela 

in detta decotionie tepida fopra il medica- 

“mento,obe fi mette fopra la piaga; 0 fopra la polue 
,res chefi fece-della fcorzaslaqual fi pone per fanar 
de piaghe fazche quelle piaghe fi fanino pia tofto, 
«uietando chemon wi difcendano gli humori. Delk'at- 
-boro effematafa odorifera,.che ferue per ‘profe 

| \marinsnoltimali di teSta, &y per fan empiaftri pe 
| «ttoltimali. Hora la.mando a R/4: Del fiutto fi 
RAS sp) n0 8 


ù LETTERA? DAL' PERV, Fr 
no gli Indiani certa benanda, la qual perlorò-è mol 
ro fatid. V:A1. lo faccia feminare,che uorreî che naa 
fcefferos perche farebbe cofa di grà piacere per. li 
benefici ; che fa‘ nella Medicina‘, dr. perla novità 
del'arboro; perche in ogni tempo ha molto buono 
odore» Po meniai in queste partiuna Negra; che 
comprai a Xercz della frontiera;ta» quale rimafe 
cori uenimmo qua cò alcune piaghe uecchie nel 

egambe, lequali ella bauena gia molto tempo; & 
uentd'io alla Jfola della Margarita molto tranaglia 

to,per le piaghe,che hanena la mia Negra ; un In- 

dian mi diffe,che la fanerebbe; &x vedtd’io che qui- 
+ minon banca altro rimedio; la puoft ‘nelle mani del 
l’Indiano , perche me la curaffe; ilgnale prefo un 
frutto (che in quellaterra e commune, & lo mangia 
| no tatttin generale, che è della grandezza diun 
vAranzo , & tiene un offo , come Perfico ) lo ab- 
brufcid,c<&o ne fece poluere (perche l'offo è duro de 
— fe puo peftar fenza abbrufciarlo) & le pofeladetta 
poluere nell piache,ch'ella hauena c6-molta carne 
putrida ; & molto (porca, lequali con tadetta»pol | 
mere fi nettarono molto bene, &x fe le corrofe tutta 
quella carne putrida fin fnl'offo. Dapoù fatte net. 
te; confili, a un poco della poluere, rs le cominciò 

a generar carne noua, fin che fi empirono di carnes 
"«& fi fanarono molto bene. ‘Ft fi dee confiderare, 
— chela anima dell’offo ‘ba tanto veleno, &malitià, 

— che fe alcuna perfona,o animale la mangiaffesmor- 
| rebbe fubito fenza alcun rimedio y come febauelfe 
“mangiato ogni altro neleno corrofino;tome Solima- 
too Rifagallo. 


dii ii e re a Alia i EIZO +, È ee gr pece 


70 vata la Ba Ri Otr ar 
__ «onNellaterra di Pefto, doue io wifialcuni anni,ba-. 
mea un Indiano, che medicana i foi &rli Spagno- 
li di ogntinfirmita, che effi.baueffero , con ungerlo- 
ro le giunture, &x le parti che lor doleuano yo done 
baueffero il male, col fumo di certa hberba, & fubi- 
toli copriua; & fudanano per le giunture puro fan- 
«gue, fimilmente per la parte inferma , done po- 
newa il fucco; <& come andauano fudando, andaua 
ricogliendo, x nettando con un panno di lino i fan- 
gue, finche uedeua che fnffe a baftanza. Dapoi li 
nutriua con cofe di fuStantia, facendoli fudar tante 
fiate; quante uedena che baftauano ; &y con quefto 
Sanauano molti di infirmita incurabili ; & fe deb- 
bo dirloà V.«M. egli -pareua che molti ringione- 
niffero ,&y-reftalfero piu gagliardi, & piu gionani, 
di quello che erano prima che infermaffero.Et per co 
fazche noi facémo ne perdoni,ne per carezze, ne per 
afprezze s ne per minaccie , mai non uolle egli dir- 
ne,che herba fuffe quella,ne moftrarla ad alcuno. 
>. Inquefta terra fi troua una (pecie d'&rboro,ch è di 
‘ legno tenero. Li Indiani piutofto fr lafceriano am- 
mazzare,che andar al fuo lume; perche dicono, che 
mettendo l’Indiano ala luce di quefto arboro,o dan 
dole il fuo fumo; refta impotente condonne. Et 
tengono quefto per cofi certo, & uerificato, che non 
andariano al foco , che fi fa di quello,per tutte le co- 
fe del mondo; perche effi come carnali non uoglio- 
noquefto. 
— Curanoinqueftaterrale enfiature, che uengono 
- À piedi,cy alle gambe da humori freddi con IR 
- SR gle 4 


} 


> 


° LETTÉRA DAL PERV. 79 
| ba, che fi chiama Centella; laqual peftatay &x pol 
— fopralaenfiatura, lena fubito alcune ueffiche; per 
| lequali efce molta quantità di acqua , & bumore 
| fincherrefta il piede;o la gamba afciuta. lobo ue> 
| duto grandi esperientie di quefte euacuationi tra gli 
— Prdiani,che lufano molto; &ho weduto alcuni Spa 
| gnoliufarla,c&r guarire di fimilimali. << «<< « 
| “ Nell'anno del cinquantaotto In Chile fi tagliaro» 
— mo alcuni Indiani prigioni le fuole de’ piedi perman: 
| guarfele,<y le arroftirono pare per cio; &r quel che 
| apporta piu merauiglia fi é,che fi puofero ful taglio 
| alcunefogliedi certe herbe; &non gli ufci goccia 
| difangue tenendole fufo.. Etquefto uidero all'hora 
molti nella citta di S.facopo prefente il S. Garcia 
di eMendozza ; che fu cofa, ‘che fece merani 


ovzHerbe, & arbori, come quelli di S ‘pagna' qui fr 
nano molto pochi ; perche la terra nonli porta. 
— Nella NouaS pagna ue ne fon piu, che in altra par- 
te delle Indie; che quando fi conquiftò , trouarono 
molti arbori, come quelli di Ca/tiglia, ey molte her- 
be, piante,come quelle,che ba in Caftiglia; & au- 
ell” animali fimilmente.Quel che babbiamo qui 
Serpenti, che pongono meraviglia è chi li nedezi 


LIA e 


80 «Vr € pato Er ori 

tinti Auoltori, che nafcono in molte Ifole che fa= 
noin-quefto Mar preffo.a terra; che fi mangiano 
lepeccore ; dointanta quantità che mette Spanen- 
to; penche effendo i Negri p ojlt alialor guardia, ne 
ban potatura, Di una.cofa mimeraniglio , che le 
uacche che nafcono nelle montagne,condotte al pia 
not muoiantutte. Towidi cheun amico mio menò 
trecento nacche per pafcolare& frettero qualche 
tempo che non pafcolorno; <& 4 poco d poco in un 
mefe nonzglie ne refto niuna; che tutte fimorirono; 
<& quelsche è piu da merauigliar fi è,che ft muoiono 
tutte tremido,gy confumate. Alcuni ne dino la.col 
pasall'effer laterra delle motagne frigidi[fimaset pio 
ueruiogni giorno; nel piano n6 piowe,e far caldo; 
ondematandofi da uno.eftremo all'altro,ft muoiono. 
che certo Signor è cofa degna di confiderationeue- 
‘dendo, che in spatio di otto leghe poco piu, ò meno, 


che cifiadi pianura dalla cofta alle montagneper — 


untratto di piu di mille leghe, giamai-non habbia 
piounto, dr che nelle montahne piowa ogni giorno. 
| Saprà ©. AL. che d gli 8.di Ottobre di quello an= 
n0 giunfe quiunmio cugino s chefi chiama eAlonfo 
(Garzia molto buon Soldato; cr ci diffe,che ha troua 
ito umaberba,laqual è contra quell’herba,che necide 
fenza rimedio, cr ufanoì Caribi, &r gli altri fndia 
ini ualorofi nelle loro guerre, cr caccie, è quali babe 
tano da Charcas fin è Chile, cy winono come Arabi, 
— smantenendofi folamente della caccia , &y di-carne 
«humana. Quejti con le frezze inherbate hanno mor 
«tvuna infinità di Spagnoli ; ì quali e” 
la fon 


Meli se i e co 


LETTERA DAL PERVa = 8° 
Son buoni dé mangiare, per effer carne dura; onde 
Quandoli uccidonos litengono a macerare, tre, 
quattro giorni. Con queSt'herba, che bora fi ba tro- 
uato firimediarà molto al danno, che effi fanno; 
perche î noftri nonlitemenano, fe non per l'herba, . 
co laqual ungeno le faette,che tirano,lagnale li fa- 
cena morir rabbiando, fenza rimedio alcuno. Al 
prefente con la contr'herba, che ban trowato, fian- 
no tuttimolto allegri. cea % é un'herba la- 
ale ba alcune foglie larghe, che fi puo fimieliare, 
S Misano della Piantagine di Spina sla dia pe- 
 Saycy pofta nella ferità attofficita, mortifica il tof- 
fico, & il ueleno, &r fa-ceffar fubito gli accidenti, 
che fa il ueleno dell'herba. Siha per cofadi gran 
momento in quei luoghi l'hanerfi trovato cotalri- 
dio» & fappia:V. A4. che fitrona la contr’ber- 
ba nel medefimo luogo, doue fitroual'herba; & 
credo che ancho ne fia in altre parti ; ma là, dove 
Sefa il danno ha piacciuto a N. S. difcoprirne 
rimedio . i 
crino a V.M. quefte cofe, perche di quà ella con 
eri quante piu berbe &r piante di gran uirtà fimi 
efta debban tenere le noftre Indie, lequali non 
10 tronato, ne fuppiamo s perche gli India» | 
inte cattina,cr noftra inimica, non ci di- 


roprimebbono un fecreto,ne una virtu di un'her- 
ba; benche effiueniffero fegati per mezzo + Che fe 
‘alcuna cofa Sappiamo diquefte ; che ho detto & 
altre ; fi fanno dall’Indie, le quali come ufano 
«di Spagnoli difcoprono loro, cy -dicono tutto 
se: i È s cio, 


Gib — ques poorriiru 
cio, chè fanno. Non voglio.effer piu lungos:perà 
che non fo, fe quefta lettera peruenirà alle mandi 
PM. Seella'vi giungerà , piacendole di darme=. 
ne anifo, 10 le ferinerò piu alla lunga, & con piu 
particolari di quefta terra, &r delle uirtù di altre. 
herbe, &de gli animali, &r d’altre cofe, che fo, 
chele daran piacere, poi ch’ella è cofi. |» 

curiofa di fapere quefte cofeo, | 

Lau N; Sio. 

Di Lima nel Perb a 2.6.di Deceb. l'anno 1568, 
lu Rada la mano di VM, | 

Pietro di Ofina, <&y di Xara, &x Zegio. 


Qvesto gentilhomo del:Perù,che mi (cri 
ne quefta littera, benche io non lo conofca, pa> . 
re homo curiofo , &affettionato àquefto cole zi 
&io lo-ftimo molto.Perche'efendo l’officio del 


Soldato manéggiar l’armi; fparger il fangue ; &'. 
far’altri efferciti) militari; de ftimer molto,» 


che voglia inquirir ; & cercarherbe, & piante, 
pet faper le loro proprieta,& virtà. Nel che par. 
che habbia imitato Diofcotide, che trattaua l’ar: 
mi nello effercitio di Ant.& di Cleopatra, & per. 
ogni luogo douce egli andava, cercaua di fapere 
dell’Herbe, Arbori, Piante, Animali, & Minerali 
& altre molte cofe,delle quali fece que’ fuoidfeili 

‘bri,che fon tito celebrati in tutto il M6dojonde 
eglin’acquifto la gloria, &la fama, di li hors 
tiene; & ha ricenuto maggiornome dallo ferite 

ua i UCcro, 


ta 


da TI nt fatti in ate 


_ .,_ PETTERA DAL PERV. 83 
tiero,chefe hanelle giadagnato molte Città con 
| Jefuè armi militaritBEr perciò tengo in:gran pre- 

gio aueliesgaito Poe rende 

nel voler fapere,&tinueftivare quefte cofe natu- 
sali; &liho etande obligo; perla buona opinio 
° ei ha dime, &/perquello;chemihain=. 
miaro, che certo fi de apprezzar molto. Io pro- 
curato refcrinendoli,ché ne mandi piu cofe; poi 
che ci farà gran Theforo il faperli fecreti,& me- 
rauiglie della Natura. Delle herbe, chemi ha 
mandato faro efperietia, & faprò leloro virtù; 
‘&quelo;chefinno. Ifemi feminaremo à tem 
po. Le Pietré Bezaar mi paiono diuerfe da quel 
Ae, che portario dell'Indie Orictali; Nollafuper- 
ciefono Leonate:ofcure; &rilucenti. Sotto di 

due copette, o fogli hanno vna cofabianca , che 
| Buftata, &trattata co denti, è pura terra. Non 
ha fapor ne gufto; & anzi rinfrefca; che fcaldi + 
Son perordinario della gridezza divna mezza 
‘Faua. Sono per la maggior parte piane.Vene fo- 

no digrande,& piccole; & ben pare che in lor 
fi troui virtù Medicinale Molki diquelli,che fon 
enutiin quefta Flota ne hanno portato , ì quali . 
‘mi vengono àtrouare, comefeio fuflì il primo 
inuentor di effe. Contano di loro merauigliofi 
effetti, che paiono prodigi. To ne peltai vana, & 
fatta poluere la diediad vn garzone che fi diceva 
 hauer prefo veleno. Non fofealtri rimedij , ò 
ella fu,che lo rifanarono molto bene. Me ne va- 
lero in altre infirmità ; & quello ch cio vedrò di 

ì AA lei 


_ 18% 13 kb 
ei, &dell’altre Medicine, conquello, che ci fara 
dinono; daremo in lucein vn'altroterzo volu- 
me, che faremo diquelta Hiftoria Medicinale. 
Nel qual faranno cofe meramigliofe, & fecreti 
didi Medicina, che darano piacerad ogni» 
uno,& piu alli infermi, che hanno bifogno di fas 
narfi conloro. Vna cofa fi dee confiderare, che 
quello ; che io ho fcrittoqui, patte ho intefo da 
coloro, che fono venuti di quelle patti , iqua» 
li ne hanno potitia ; parte fi attribwiffe alle {ue 
. compleflioni, & qualità, chelo poflono fare; & 
parte habbiamo efperimentato . Etin ogni cofa 
fi dehauer confideratione, che tutte queftecofe, 
che fi conducono dalle noftre Indie fono per la 
maggior parte calde ; & che fi debbono vfare co 
‘me di cotal qualità in tutto quello, che vorran» 
no adoprare, perche egliè bene eller auifati di 
quefto, che ranto giona à faperfi. 


Del Sangue di Drago . (a pi. 


> = oa de a (ESTE, 
ftieri per meglio conofcere,qual fu il veneno;ché 
fi prefe; che fi miri fe è rimafo qualche pocodi 
quello,che mangiò , ò beuette; per vedere quel 
lo;che vi eta mefcolato ; gitidicandolo per Îo co- 
— lore, perl'odore,perlo fapore;ò dandorie a qual- 
che animale;come Cane, Gallina, o Gattò,& cone 
fiderare gli effetti,che fa ; percioche fe fi atttifta- 
no, fegno è, che vi ha danno; & fe muore fegno 
efficace, che fu di grafi forza il veneno. Cotielciu 
to,che fi ha effere alcuno auierichiato;la prima co- 
| fasche fi ha da procurarefi è; che il pariente vo= 
miti (il che è quello,che gioni più) accioche non 
habbia tempo il veneno da diftribuirfi per fe ve- 
ne, &carterie;& andare al core spercioche fe giun 
quiui, folo Dio vi può dare rimedio , Per que- 
ta cagione bifogna , che quefto rimedio del vo- 

*J faccia corista maggior DI eft zza , che fi 


fi oltra 


gettato, & renduto tutto quello, che egli man- | 
el'oglio | 


DE’ VENENI; ET DELLA LOR CVRA. 87 
mitorij, cominciando da piu deboli,come deco» 


rompere la fotza del veneno. Alcii pet spia fe- 
i di Arahs 
zi tepida j percioche oltra che prouòîa il vomi- 


i; de giiali più iritiafizi frattàrenio | Ne 
temipi fi ha comipofto, & calato vn’oglio; ; 
- che chiattiano di Vittiolo,ò Chalcantho; percio: 
chedi lui folo fi carià ; ilquale è la pit eccellente 
cofa per difcaccire ; & far retidere il verieno, & 
pet eftingiere la fia mialitia, di quante fi fappias 
no fin’hota, pretidendone fei goccie irì qualche 
acqua cordiale; petche fa vfcit pet via di vomi- 
tò il veneno ; eftingiiendo la fua malitia Er hoti 
folimerite quefto oglio di Vittiolo giotia a que= 
fto, ina a nioltealtre infirmità ; comelo Pg | 


» 


88 100050 DE RIDI LIA 
‘to,cheegli porta fatto è guifa di vn Dracone. 
- "Però da qui innanzi faremo certi, che cofa dia 
fanouedi Drago; & perchefi chiami fanguedì 
uns o che’l fuo frutto da il nome all’arbo- 
ro, &e'alloGoma , è lagrima; che da lui ftilla. 
“Laquial traggono eccellétiffitma di Carthagenis, 
che fi fa per incifione, dando vna coltellata nel 
T'ifteffo arboro,il quale pereffer'arboro di molta 
‘gradezza, ha la fcorza molto:fottile,checon o- 
"gni cofa fi ròpe. Similmente fi fa ma.n6 cofi buo 
na, al modo che fi fa la trementina in Caftiglia; 
— daqualfivendein pani. Luna fi chiama fangue 
‘di Drago digoccia;l'altra Sangue di Drago in pa 
ne. L’vna, &l’altra hanno virtù di fermare qua- 
lunquefluffo di corpo, pofta ful ventre, 6 mella 
ne chrifteri, & sode bocca. Fatta poluere, 
& poftaful capo, prohibillei Catarri della telta 
‘alleparteinfertori. Applicata in qualunque fluf= 
fo di fangue,lo tiriene & ferma.Confolida & c6- 
glutinale piaghe frefche. Prohibifle; che non ca- 
‘dano'ì denti, &fa crefcere carne» nelle gengiue 
guafte.E color merauigliofo perli pittori; & ol- 
trà di quefto ha molte altre virtù. Io penfo di fe- 
‘minarifemi, per veder fe nacefle in quefte partii 
Tienfi per temperato il fangue di Drago con po+ 
cò ‘calore. re 2 
© Mi diede‘egli vnagoma, che fi trà della terra 
ferma del Perù, con la quale fi purgano i gorrofi 
in quelle parti.Pongono tanto di quella; quanto 
È vna'‘nocella in acqua ftillata, & lafcianla Max 
N te 


Li 
su 


DEL'*SANGYE» DI DRAGO. 89 
retutta la nottein infafione.La mattina la si 
sno; &la fpremono;, & prendono quell’acq 
ih puo eflerein quantità.di due oncie;& RA 
fenza mangiarefin al mezzo giorno; & con quel 
Ja purgano l'humore; che fala gotta. lo, vidi che 
Ja vfaua vn Caualiero,che venne in:quefta Flora, 
ilqualeffendo gottofo , lo porta per rimedio al 
fuo male, & con vfarquefta euacuatione fi fente 
bene, &non li vienla gotta come folewa; che V- 
offendena molto crudelmente,& fpeffo.A mene 
- diede tanto, quanto yna nocella, che non vollè 
qa iù; & io lo diedi con l'ordine detto ad 
wa gottofo, & fece tre purgationi con lui. Non 
È cio; che ne farà, Era meftieri hanerne piu qua= 
| tità, per procedere piu oltre. Ma ella farì porta- 
ta, & altri ne condutanno, come fono ftare con- 
-dotte molte altre cofe. Habuon gufto nel pren- 
 derfi ; perche nora odore, ne fapore. Fa a fua 
Bprrasione fenza noia. E calda (è quel che me 
‘nepare) in primo grado . Non fo qual fia l’ar- 
c a e bel face, perche tampoco non lo fa 


Lcd «CORTE DIRSOOV EI) * 
saba "Dl "Arniadilo.' Lap. mo > 
os "Oppo nate è CYIsraltio dA vr altro PITRRTTÀ 
‘ehe è Hel'ACifeo dt onfaluo Gonzallo di «Moli.. 
nas ca diquefta città ; nel'queale fono molta 
«Grants dbbri n wari Pettrone, «ir molte fpetie 
“di annali, Gaudi, altre: cafe curiofe, tratte 
sp dall’indie Orientali; cime Occidentali; dè 
d'altre parti del «Mono; &% gran copia di Medi 
“glie; e pretre antiche, oe rarità ‘dariti, che eglit cò 
gran banrà e Cor gen dip ha e 


rio 105 bath 3 


- 


sro) iii a È. 1 rd Pi 


ditta na sn MISE: dnisbatiza " 


è della coda. d’vn’animale ftrano, ilqua- 
leè tutto coperto di ope fin’a piedi, comevn 
“cauallo che po arme; onde lo chia 


P Ortano fimilméte dalia terra ferma vn’offos 


RIREPEPARERE eee 0 TI 


VE E PAT VI STE 


trice A n 


DELL'ARMA DILLO. >“ 
“ib P Armadilio,.E) della grandezzà di vn porce- 
-Fetto nafcente, & nel moftaccio li fomiglia. Ha 
-vna coda lunga, &grofla -come vm: Liguro., Sta 
 *entrodella Terra; come Topinera; & dicono; 
ei finutrifce; perche:fuor dilei,non li veg 
mangiare cofa alcuna» Ha la virtù folo nel 
Foffordella coda; ilqual farro polnere minuta, & 
‘prendendofene tanto quanto. vna telta.diaco 
ei fartonewnapallatola; metrendolo nel- 
wdito 3:fe fi haueffe i pr dolore» lo fa-ceflare 
ameràvigliofamente. Similmente fe-vi {i fente fu. 
| fiirtòcoti qualche férdita;fa grande effetto. Qua 
val dolore fencha:grandi efperientie in quelle 
Ruano Îmolte perfone; che l'hanno vfaro, & fi 
fono fanati con lui.Et Monfig.il Vefcono mi cer 
| tifico hauerlò veduto molte fiate con grande fua 
etauiglia ; poî che fi-vede che ella habbia tal 
virtù in pari cofiroceulte »- Sono di quefti ani- 
tmalichella Ifola di Pottogallo.Chiamali coperti, 
effer ‘come ho detto:armati di lame, & cappe; 
Pietrb de Caimani 0 ((ap.111 
no delle Terre del Nomt di Dio; gs Car 
as &ed'altre parti delli Terra. ferma 
tte, che fon pura giarra di fimo, odi 


* bè 0° vi au db'erte 
rano fuoi figlioli, come leTeftugini. Sonoani- 
mali fieri,con molti ordini di denti, di gran boc- 
ca'in maniéra, che inghiottifcono vn Indiano in- 
tierò.Habitàno per l’ordinario alle riuiere defiu 
mi; alcuni nel Mare fu le foci. E‘ cofa meraui. 
rliofa da lor grandezza ; perche ne fono alcuni 
ùnghi trenta doi piedi. Li vecidono:còn Ha- 
mi; petchè con archibugi è difficile, per la dura 
copertà; che hanno»Stanno-del continuo con 
la Bertie «Quanto li vecidono-li tronano 
nel ftomacorvna gran fporta di pietre, &:ciottoli, 
che non fi fa perche effetto: le portino lè, o.fe fia 
pertenere occupato il fuo ftomaco; o per fauor- 
na,com’a Nauilio.Quefte pietre cuftodifcono gli 
Indianî&li Spagnoli; per quelli, che hanno la 
Quarta; perche ponendoli due di quefte pie- 
tre alle tépie vna per parto, li cella la Quartana, 
o feleallegerifeclil calore norabilmente.Et mr 
tengono in quelle parti efperientia ; perche nel 
Navilio, desn Fura chi me ‘nediede duedi lo- 
ro,mi difle egli, che le puofe a vn Monacho mini 
ftro dél Nanilio, ilquel hauewa la Quartana , la- 
qual li celfo,& fi ando alleggerédo in tre, o quat 
tro termini; che fi pofela pietra. Io le ho efpe- 
rimentate;& le ho pofte due fiate ad vna dongel 
lina, che ha la Quartana;& par che né fenta tato 
caldo mentre che le tiene; ma non leè ceffatala 
Quartana in quefte due fiate, che fe le fono po+ 
. fte. Nonfocio, chefarà da quiinnanzi» -.. 


Di” È 


ri 3 Delle È 
Zisa ci 
; \ À ni 


} DELLE PIETRE DI TIBVRONI. 93 
i | Delle Pietre de Tiburoni. Cap. 1V. 


Li tuttii mari dell'India nella maggior parte di 
| Alloro fono alcuni pefci, che chiamano Tiburo- 
- mi, iquali fono molto gagliardi & bellicofi, & 
| combattono co’ Vecchi marini, & fono fieri nel 
| lelor opre, & effetti, Pefcano quefti con hami 
di, &cli tirano:a terra, © mettono nel navi. 
Îi& li fanno in pezzi. Nella telta di quelti, la- 
ualè molto grande,trouano alcune pierre gran- 
i, bianche; di molta grandezza, tre, & quattro, 
& piu; & alcune di piu di due libre, concaue in 
alcune parti, & molto-bianche , Sono alquanto 
- grani. Si radeno facilmente.Dì quefte ‘pese han 
| no nelleIndie grande efperientia,dan ole in pol 
werca quelli, che patifcono doglia di fianco; à 
| quelli, che non poffono orinare; dra quelli che 
| non polfono mandat fuori la pietra deile reni, 
- &della velica; effendo di grandezza, che pollà 
vfcire. Quefta è cofa tra gli Indiani molto veri- 
ficata, & faputa; & fimilmente trali $ pagnoli, 
| che habitano.in quelle parti; & quelli che ven- 
| gono qui, lo verificano, & affermano efler cofì. 
Io rieho guftato ; & pare .cofa infipida. Non la 
| ho prouata, ne applicata fin hora, Col rempoli 
| farà, & daremo conto di lci. 


* ca 
1), 


0) SER 2 1 DI ALI STRETTE 


© ‘Della Trementina,es ((aragna di, > 
— Chartagema. Cap.V. 
prot PA ‘Wtsibal | e e; «ris e 


PD Ittano del novo Regno, & provincia di Car 
4° thagenia vna Trementina molto chiàrà, & 
mmolt'odorifera, & molto miglior che quella;chè 
chiamano di Abete, & di quella che portano da 
Venetia. Ha tutte levitty, che ha a buona Tre 
mentina, & fa quelli medefimi'effetti,& miglio- 
ri, & con maggior efficacia & preltezza. 
—. Quifié adoprata nelle ferite; & è cola mera» 
igliofa la buona Operatione, cheella fa; mag 
iormente nelle ferire delle giunturé; St dinetui; 
& delle gambe ; perche io ho veduto vrandi ope 
rationi fatte con lei. Mondifica anchora méfco- 
Jata con altre cofe le piaghe vecchie;-& lavata; 
& preparata, è cofa eccellente perla faccia delle 
Signore, che nc hanno bifogrio. © < 
__. Portano da quefte medefime parti Caragna 
purificata , & tanto chiara che pare Balamo; 
& certo è migliore, & fi applica molto meglio, 
che quella,che fin qua è venuta, & è molro odoè 
Tifera, & fa meglio i fuo effetti, & opera meglio 
Ul ite ret, PICO Ring OL Sa 


È ti PIPA 
ii L Wa pr ì 


Da 


DEL FIORE DEL MELCHIOACAN. 9$ 


Del Fiore del Mechioacan. . (ap. Vl. 


"È 
“ 3 PI ASI N 
— =" s ci 
" + 
= ro 
asini 


Ortarono molti di quelli; chefon venutiin 
fl'-quefta Flora della Terra ferma molto buo- 
no Mechiozcan ; afiai migliore, che quello della 
Noua Spagna, colto nella colta di Nicaragua, & 
ini Quito ; ilquale dapoi che fi fcoprì,-& trouò, 
quiello della Noua Spagna; è ftata trouate in 
Quefte parti ch'io dico; la medefima herba, &. 
tadice; S& lufano per purgare ; & fa meraviglio- 
fa ione. Et gia l’adoprano in quelle parti,, 
or adoprauano quello,che i 
era portato dalla Noua Spagna, con merauiglio, 
Li fucceffi .Dal capo di S Ù Fieleda nella medefis 
ma cofta traggono vn'altro Mechioacan; ma egli, 
è molto impetuofo,gg prefo » fa molto franiac* 
cidenti di vomiti, &angofcie, con molta vfcita; 
& per quefto lo chiamano Scamonta, non 


i Puh 


Id 


GE nio: niner 0 rh DAG 
lufa alcuno ; perche fa li accidenti detti. Ha la 
foglia , come il.medefimò Mechioacan, benche 
vn poco piu piccola ; che fi anolge, & attacca, 
douunque s’appiglia; &-ha la radice minore & 
con qualche acrimonia. Onde fi vede manifefta- 
mente, quanto faccia al cafola difpofitione del 
luogo ; perche la detta radice faccia maggiore, o 
minor opra.Onde io credo,che il primo,che vé- 
prima falle colto di buonluogo; & 
che quello che portano al prefente debba efler 
colto in altre parti piu humide, che li leuano 
la virtà,& l’operatione. Gia fi femina nella cofta 
della Terra fetrmane’ giardini, & horti, & fanno 
coferue della radice in molti modi,ch'è cofa pia 
cenole al gufto, &-fi può mangiare per gola; per+ 
cheefnliodi sadibenslidà pmi: il Zuché 
ro molto benéein ogni maniera; che fi confet= 
ti, o condifca. Qui portano il frutto, & il fiore 
cofi intiero, come fta fu la piàta,&cle foglie; & le 
rami.E il fiore,come di Aranzi,di cinque foglie 
mer maggiori. Sono nel color leonate; fa 

nel mezzo vna veflica della grandezza di vna no 
cella; che è vna pellicciuola molto fottile, bian- 
ca alquanto nel colore; laqualefi diuide in due 
campi, parti,feparate con vna pelliccinola mol 
to fottile; & in ogni parte ha due grani della gra 
dezza de ceci molto piccoli ; & quando fon fec- 
chi reftan negri. Non hanno al gufto fapor al- 
cuno . Quefti feminati in terra molle, & tenera. 


’Plafcono folto bene; & è herba 


ra 


dee n 


Re 
dbEL FRviTO DEL FALSAMÒ ——97 


Co in qualunque luogo, ch'ella apgiinga., © 
Manrien la fogliatutro l'anno. Il reftosieile he 
iperationi; 8 il modo delprender la radice di+ 
icemmo nella prima parte; doue.potra vedere, 
‘chi didei fi vorra ferire» Sifa dilei conferua: 
icomedi polpa diMele Corogne ; 0 con la copet 
itadi Zucchero;o in firopo di Zucchero; 0 a mo, 
ide di gelata fartà del fio fucco; &\di Zucchero» 
‘fAdogni guifa egli purga benignamente, &fens. 


Za grauezza» 


Del frutto del Balfamo. Cap. VII 


LAI 


Tila pria parte parlando del Balfamo;dì. 
N cémo; corne fi faccnain due maniere, vnà | 
et: taglio; & che poco di quefto vehiva.in quefte. 
at ltra per decotione,& di quefto, e tutta. 
qu he viehein Spagna; Quello che è fatto. 
perincilione non viene in quefte parti ;/perche 

cofa tolto dunga da farfi; & coglierfi ., Hora iîà 


ati che Vehgoito, delli | die» 
$ ila 


quantità di Ballanio fare 


i 
- 


inno) che ha fatto, & farà ogni giorno, Co 
erinfi le operationi quiui contate, & l’altrean- 


den manifeftamente vfandolo. Che certo quel, 


go per vero,chea 


SAB 


i DELLA TREMENTINA: D' ABETE. 99 
| @ezradell’arboro;&évn grano dellagrandez- 
| zadivnCece Bianco. Guftatoèwn poco amaro, 
8: fta chiufo nelcapo di vna vagina’ della lar 
precsa di vn dito,ftreta,bianca, & fottile, come 
a grofiezza di vn Reale femplice. Non ha fe n6 
wngrano nel capo, cheèil frutto; ilqual vfano 
‘gliIndiani per profumarfi con.lui ne dolori del: 
tefta,& ne'Catarri.Certo quello del Balfamoè 

— cofa meravigliofa; & ben pareiniui, ch’ egli fia 
tale; quali fono l’opere fue. i bh, 


“ Della Trementina d'-Abete, 
ir VALI. i 
r- Raggono dellaTerra ferma vnaTremétina; 
vu èliquor,che chiamano diAbete,ilqual fi co 
- glie d’alcuni'arbori maninconici, i quali non fo- 
none Pinni,ne Cipreffi. Sono molto alri, & affai 
‘piu;cheì noftri Pinni;fono diritti, come Ciprefli. 
- Nella lor cima fi generano , & produce l’arboro 
da fe alcune Vefliche grandi , & piccole; lequali 
peftate, efce di loro vn liquore merauiglioto,che 
Cadea goccia a goccia ; & cofi lo colgono gli In- 
‘diani con gran lunghezza. Portano quelle goc- 
cie,che fono nelle veffiche in vna Cappa, &ne 
. ‘mettono vn’altra,ja doue fi ftilla; & è fatanra co- 
fi lunga, che gli Indiani ne colgono molto po- 
coal giorno.Serue quefto liquore per rutto quel 
lo, à che ferue il Balfamo. Sana molto ben le 


. 


g 1 ; si Difcaccia 


IOO .ar3s; rr BUR‘. I: 

“. Difeaccia li dolori freddi,& ventofi. Alcuni le 
prendono: per dolore. di Stomaclio nato da hu» 
mori freddi;ò:per ventofità con vn poco di vino 
bianco. Et fi dee fa pere, che'l Balfamo fatto per 
decotione3 & quel fatto perincifione,&ognial- 
tro liquore! di quefti delle Indie; che fi prende- 
ranno per .bocca', fene de prender poca quanti» 
tà; ilche non' dee eflere più ; chequiattrò, ò cin+ 
que goccie, & nonfihannoda torre nella palma 
della mano, come diffi ;ma togliendo vn poco 
di vino, d acqua rofa fopra vn cucchiaro, & po- 
fteui le goccie'del Balfamo.fopra; metter il cuc- 
chiaro dentro la bocca; & lafciarlo cader, che né 
tochi la lingua 5 perche toccandola; non fi parte 
quel fapor della lingua, &"del gufto. per molto 
tempo &.fa:vn difeufto di tal maniera , che per 
quefto folo alcunil'abborrifcono;.& nonlo pren 
deno ; 8-ad-aleri ha.lenato l'appetito del man- 
sara con la lingua nel pren- 


RT VEST È 


DEL PEPE IVN:6O0, Gib: 


Del Pepe lungo. Cap. 1X. 


» 
x 


S Imilmente' portano 
di Carthigenia, & 


‘dalla coftà ‘della Terri 


ferma di Natacabe Vera 


gua vna fpetiédi Pepe, 


che chiamano effi Pepe 
lungo ; il qual tien piu 
acrimonia , che il Pepe, 
chefi travge dell'India 
Orientale; & punge più 
di lui, & è piu aromati- 


ui @0;& di maggior odore, 


che lo Axies ò Pepe d’- 


India. E fpeciaria molto 


gentile per lì cibi; & per 
quefto effetto la vfano 


suit) de sr 


102 Sue s peo: Mi 
della lunghezza di vn mezzo piede. Il fundamé. 
to è vn'fufto. inolto fottile; & fopra di quello 
ftannoìgranetii attaccati molto infieme, come 
incaftrari., i quali fanno Ja groffezza, che ho 
derto. Leuato dal fufto,refta ilfufto rutto netto. 
E‘verde quando è frefco. Il Sollo matura, &lo 
fa negro; & cofi lo portano à quefte parti.Si tro- 
ua quiui per la colta. della Terra ferma in Nata, 
Sin Carthagenia; & nel nouo Regno. In tatte 
quette partil'vfano,come ho detro. 

Hale virtù medicinali, che ha il Pepe Orienta 
le, che vfiamo. Lafua compleflione è calda in 
terzo grado. . 


Delrimedio al fico della faccia. (Cap. X. 


Sfendoandato io à vifitar vn garzone figlio» 
flo di quefto caualiero , che mi diede quelto 
Pepe,il quale haueua yna infirmità di ardot nel-. 
la Eecia s liordinai; che fi caualfe fangue,& che 
fu la faccia li ponneffero vn pannicello di acqua 
rofa, & di herba Mora. Egli midiffe,che quanto. 
al falaffo,ftaua bene, e ilgarzon era fangui 
gno; ma. che quanto à quello, chefi gli douea: 
por fulà Hociegl hauea con che fanarlo in po» 
co tempo. Io volfi uederc il rimedio. Egli mane, 
doà torre vna cofa,come vna Torta, tanto gian. 
de, come vn piato mezzano , di fuori negra, de 
dentro gialla, & per effer venuta quafi due mille 

eghe,era humida;& disfattone vn poco inacqua, 


"a 
a 


ma 
A 


| fiaspurche tion fia-veniefiò cotrolino 


ia Mi 


DaLLÈ RADICD ConTRA venENO. I0j 
tofa, la pbfe ful vifoal garzone: Cercai di faper 
di cheetà Egli. midille; quando fi vedta l’ope- 
ra, che ella farà, fidità, diche è tomipofta: L'al- 
tro giorno totmai è vedete l’infermo ; &baueia 
tarito.migliotsto del volto; cheiò mi metani» 
ggliai; e fubito glié la Jauò 66 acqua rofa vn poco 
scalda; & relto come non havieflehauito colà al- 
cunà. Lai Tortierafattà di alciini vermi,che gli 
Indiani cavano di fottotettàs & li.ingtalfàno; 
dando loto mengitre alciite foglie di Mahiz, 
Dapoi fatti proflì, li mettono in vnà cazzuola, 
&li cuoceno,tetendolifpumar, & poi li cola= 
no ; poi totnano è cuocetli fin che fi-\condenfi 
piu che vnigiiento, quale era quello. che have» 


Aia colti. 


Delle tadici contra il veneno. Cap.21, 


qa vino = a ela pia papliarda cola , & 
maggior virtà, che quiui fi troni contra opht 
veleno , diqualu ang leale & qualità che r 
Solimato,o, quelti (olocol be 


uetmolcalatte fi rimedia. Fa tende radi» 


MP SE, 


1-3 ISIICRRIL O Vi alal SI CRL I PRESTO 
que altro humor venenofo;} è di mala qualità, 
che fia, cofi per vomito, comeper fudore, Se ui 
fono eli Iobrici, nel corpo,.li caccia; & veci= 
de; cagii ha fofpetta,che alcuni habbiano da . 
quello che chiamano Boccone,ò finveneno;ò fat 
wochierie; to cacciano, & vomirano; nelche hano 
tica cofidéza in quelle parti; chelotégono perri 
medio merauigliofo, perle .cofederte. La radice 
guitata,tiene alcuna aromaticità, con qualche 4- 


«Grimonia. Par calda in feconda grado, Fobash 
Delle (4fragne purgatineo Cap. AI, 


Alla.cofta di Nicaragua;& di Nata tragga» 
D no inquefta nauedì T.F.vna fpetie di ne: 
gatione,laqual certo al gufto è facile da prédere, 
&xfa bnona operatione, &fenza giauezza pur 
ga principalméte la colera. Quefta è vn frutto di 
:wn’arbore dimolta gridezza à niodo di que Rio- 
ici.delle Gaftagne;liquali hano détro le Catagne; 


| «eccerto;cheeglinon è fpinofoymalifcio.In que- 


mo - Il e malto pia ceuole; ast. è purgane cai acilità A 


Ati rizzi, fono alcune, come Caltagne mondate, 
avaligndtelagoali mediante wna pellicciuo» 
Ja, fidiuideno ciafcuna'in due parti; lequaliella 
fimilmente copre; & quando fi prendono, & vfa» 
no;filegatiaquettalor pellicciuiola;& fi netrano 
flilei;peschè prefe co.leisfanno gradiffimi accidé 
ti di vomito,da molte angafcie; &c infinite vfciee; 
purga+ 


cutE 
Li 


DELLA Z RRZAPARIOLIA: . E 
fenzagrauezza. Siprendetio arroftite, fe fi vuo» 

SE (= che operino. meno, Se: fono. verdi;: farmangia. 
no; ò peftate fi prendono. con vinogfe fecche;fe 
nefà poluere; secfi ‘prèndono.con vino,ò. sad 
gli pollo. Ma in ogni modo fanno lefue operati 

| anîmolto bene, &ficuramente;olferuando Lordi 
mie. &:guardia, che hannada senere quelli sche ’ 
fi purgano;& prepararido lihumibri percio; Cda 
gie fi comuienicy Sono calde nel priaio gender 


Di | Della Zarzapari iglia $ a 
gu. > cor Cali: SII. 


ro66 . rire rRro'0: IT: 
«cheimpietuttile valle vicine delle fucacque. 
+ Chiamanlo Guaiaquil , perche palla ne’ piani 
preffo vn luogo;che fi chiama S.Giacvpo di Gua 
iaquil.Corre da Oriétejad Occidére,& va aden- 
trarinimare prefflo è Porto:vecchio, pet lo paffo, 
che chiamano diGuainacawa.St le riue di quefto 
fiimenafcemolta quantità di Lardaperiglia, & 
fimilmente nelle valli vicine. Quella, che nafce 
fu leriue,è bagnata co l’acqua del fiime; quella 
delle valli, conle inondationi, &acque fug, 
quando egli crefcé, . né 
La chiamano gli Indiani diquei contotni, & 

vicinanze Guattcasilcas ; dove hanno in colti» 
medicanarfi i denti per modo di facrificio, & of 
ferirli a loto. Idoli; perche dicono;che fi dee loro 
offerirela miglior cofày che l’huomo ha; & che 
nell'huomo né trovano cofa migliore;he più ne 
ceffiria; che îdenti. Ha quefto fiume, che chia» 
mano di Guaiaquil gran virtà preffo à tutriquel 
li, che ce in quelle p si 1006 pesi, co+ 
| meSpagnoli,& con l'acqua di lui fanano di 

di infinità; & perqu ione, Y anti 
piu lutigi che feicento Leghe è medicarfi in lui. 
Alcuni fi curano lanandonifi entro, & benendo 
la fua acqua; gli altri fi medicano col prender la 
Zarzapatiglia, che nafce preffo di lui; & hanno 
opinione; che la vittà.ch'ella ha, le venga data 
dall'acqua del fiume,con laqual molte fiate fi ba 
gnano. -L’vfo dell'acqua del fitme è frequente 
Scèmolto adoprata dalli Indiani, & da molta 


DELLA: ZALZAPARIGLIA». I07 
Spagnoli, bagnandofi molre fiareinlei, & prena 
dendonela mattina quanto ne poffono bèuerin 
molte fiare. Orinano molto, &fudano molto, 
&con quefto fi curano.Il che è quafi come fi me 

| dica ne'Bagni diLuca,& di Pozzuolo,& di Aba 
no, & di si altri che fono in Italia. 
_ Etcomefi vfa l’acqua del fantedi. 4 che 
: Gina tante, & cofi diuerfinfirmîtà; cofi vano 
- Pacqua del fiume Guaiaquil, col bagnetfiin lei, 
 &colbenerné molta quantità. L'altro mododi 
“cura, chefu quel fiame fi fa.,è l'vfo della Zarza- 
Pace quiui nafce; laqualéè come Rouo di 
Spgos grande, & molto {pelle La {ua radice 
& gia, laqual è alquanro piu profila, 
i chequella di Honduras; &.di color Leonato al- 
| quito ofcurro.Sono alcune radici cofi longhe,& 
rofunde, ch'egliemeftieri cauar quafi vna fara 
«d’ huomo per eftirparle. Di quelta Zarzapari- 
glia fi vaglionoà quel fiume in due maniere; Lu- 
naò,come l’vfano gli Indiani,& la Fiato: anti. 
camente,quando fi difcopri,& come da prima i 
vò quando Ja infegnarono gli Indiani 
pio è noftri Sp pali il chec a quelto îno 
redela fcorza arzapariglia fenza il i 
&fe ella e verde non suse riponerla à macerai 
re;sma ca è meftieri ponerla per lo tempos. 
Za bifogno ad intenerirla; & fene dee pren. 


8 ivirrpdavr tisi 
ig acqua di modo , che fe ne poffi cas 
mat ilfuccosilquale efce, come vna baua, omu+ 


tilagine: Di quefto fi prende la mattina tanto; — 


quanto fispuo beuere in vna fiata, o in piufiate; 
&dapoifi-dee' porre Phomoafudare,& fudarta 
to; che vadà il fudor pet lo letto in gran quanti 
tà. Dapoifi dee mutare di velti nette; & man- 
giare pollo, & non beuer'altro, che quel fucco, i+ 
qualefi è cauato della fcorza della Zarzapariglia 
cofiàl'definare,come alla:cena; il che ha da effer 
molto: leggiermente.come ‘anicho tra il giorno. 
Procurifio di guardarfi dall'aere;e dal freddo.tut 
tiquelli;iche potranno; benchein quel luogo di 
Guaiaquil che puo effer fabrica di cinquanta ca 
feyo poco piu;&la maggior parte fono di paglia, 
& pocorchife &iparetifono di canna, & nom 
vi fon-foleti; ma fi habita al piano ) qui habbia; 
affai poca difefa: A quéeftarmaniera, & con vn: 
me conditi; &frutti fecchi, che 

arian neceflirij; in orto; 0/nouegiorni reftanio fa 
siiditutreleinfirmità; che ‘fircarano con la Zar- 


zapariglia,&id'altremolte;chefaria lungo il con 


tatle!Baftache non va'hitomo tà; che non torni: 
fano;béche hàbbia molto:grane infirmità; lequar 
li fe non fori febbri acute (cheinquefto cafo non 
ha luogocdletta cura,ne.in altra infirmità, chefia: 
acuta )vutrelaltrefi fanano:cd meranigliofi fac 
celti, comefi vede, perla molta gente inferma;* 
che giunge là laqualtitorna fana de mali; che 


DELLA ZARZAPARIGLIA, — clog 
— Pt2curihabbixleforzegagliarde;&noti fia debe 
| le notabilmente; perche fe fara debole, non po» 
«tta fofferire cofisgran fudore, fenza rifchio:della 
£ua vita. Per quefti tali tengono vialtramaniè 
tà d’acqua, laqual e.cofì; Prendeffiquattro oncie 
| di Zarzapariglia, piu tofto piu,che meno (perche 
Janon vfano ne pefo,ne mifura, ma.togliono di 
| tutto a defcririone) &fileua la fcorza à quefta 
— Zarzaparilla;& fi pefta tanto la detta: fcorza, fen 
zaporlain acqua È ella è verde; & feè fecca, fi pe 
| fra; &fi ponein acqua finche pare intenerità; 
dapoi fi cuoce quefta. fcorza fenza il cor di den» 
tro iniquattro boccali diacqua, poco piu, è mes 
“ noygcfi lalcia tanto,che calila metà dell'acqua’ 
piu tofto piu,che meno; & di quell'acqua fibeue 
piu che fi puo in molte fiate, o in vna 3 &fubito 
Sereni hero à fadare; &benche non fuditan 
to,quanto con la prima; fula nondimeno bene; 
fi muta di vefti; mangia pollo; fi guarda dal fred 
dò, Sdall'acre, & al definare, & cenare vfala 
| iltelfa acque; perchein vn giorno fe ne confuma 
| wnadecotione. «S1 prende è quefta maniera quin 
leciso venti giorni; & ancho a quefto modo guar 
ifcono moltide lor mali, con gri meraviglia dî 
uno ;.perche dall’vfar-quefta Zarzaparigli&. 
i fente male altuno; (ens fuffein febbo di 
in mali acuti. Effi non fi purgano, come quiface 
tiamo ne MRiacipiondi mezzo; nealfin del- 
| che quiui non vi.fono Med ,ne me 


giro .. tre roo< mr 
acqua} lequali ne fono efperte, &la togliono,& 
«anno comelor pare. 
* Quello,cheio noto in quefto negocio fiè,che 
ficuocela:Zarzapariglia fenza il cor di mezzo; 
‘& che non ftadopra tà non la fcorza fola ; il che 
‘mi par molto bene, & molto conforme a buona 
Îmedicina ; perche alle radici, che hanno coredì 
elentro, fi gli dee leuare, come cofa fuperflua , & 
fenza virtu, & beneficio. Anziimpedifcono; & 
fturbano,che né fi faccia fopra, che fi difidera per 
loro ; perche la virtu fta nella fcorza; la quale è 
quella, che communementeè vfata hora da noi, 
quando fe ne vogliamo fetuire. Onde io da qui 
inanzi, marta mess da ordinar quell'acqua 
peralcuno, che ne habbia bifogno , 10 vfaro la 
fcorza. Et.al prefente l’ordineche io infegno , e 
quefto,cio è; Prendafi quattro oncie di Zarzapa- 
riglia,& fe lecaui il cor di détro,& lauata la fcor 
za,fi ponga a molle in quattro boccali di acqua 
ser vngioruo naturale. Dapoi fi cocera fin che 
cali la metà; & fe fi temera di calor nello'nfer. 
mo, fi ponerà mezza oncia di Orzo fcorzato , a 
cuocer colei infieme. Et fe il calore fara gride,in 
luogo di acqua comune fi fara in acqua di Cicho 
rea cò lorzo ; & fara cofa téperatiflima,& in que 
fti tali fara merauigliofi effetti, come lo habbia: 
mo efperimentato in molti. L'altra cofa; chein 
quefto negocio ho confiderato , & di che mi fon 
waluto fi è ; che ella fibeua quanto piu fi puo in 
ma, o piu fiate; il che certo fa efferto nel 


pet 


dti ic da 


DELL'ARBORO CONTRA IL PLVSSO: TIRO 
prouocar il fudore; perche fi fuda molto; beuen 
— do molta acqua, &guarifce meglio,& piu tofto; 
 &quello chefihadafarin molti giorni, fifain 

ochi ; & con piu certezza di reftar fani. |... 
-. Certo fono due cofe quefte,chegionano mol- 
- tozlunal’vfar la fcorza fenza l’anima; &l'altra 
- beuermolta acqua la mattina in vna;ò piu fiate, 
| perche prouochi maggior {udore,Nel refto ogni 
| unovfarala dieta, che potra fopportare, confer+ 
‘mando la virtà; perche quefta e quella, che fana 
- leinfirmita,Vediamo,che ne'bagni d'Italia, & di 
. Alemagna prendelo’nferma diquell'acqua mi. 
— meraleventi,& tréta bichieri prima che magi, &t 
— turtala rende infieme con l'humorc; che produ= 
— ceilmale, ond’egli fi cura o per fudore,o per ori 
| na; & con quefto fi fana di tanteinfirmita,come 
| veggiamo feritto da graui Auttori. Cofi credo 
| Chequefto nouo vfo fara a quelli, che la prende» 
ranno, &vferanno, grandeviilità, & beneficio; - 
— &chefifaneranno meglio, &con piu facilità, & 
in minortépo, facendofi c6 l'ordine fopradettoy 


: Dell'Arboro contra 4 Fluffo. (4p. XIV 
= PN AI nouo Regno traggono vna fcorza, che. 
Das cl di sazio - cheè e 
ta dezza;ilqu ilqual dicono,che ha le fogliein figu= 
fa dicore; & che non (angie = i 
ha vna fcorzagrofla, molto folida ,& duta; che 


tr martin fasiro otti rali: cf ] 
‘zadel'Legho;chechiamano Guaiacan. Nella fa? — 
etficie hawna pelliccinola fottile; bianchicciay — 
Oppiaratutta. Ha la fcorza piu di vii dito grofs | 
fo folida; & gratis; laqual:guitata; riene notabile 
amaritudine ;:comequella della Gentiana. Hà 
nelgufto mirabile aftringentia; con qualchearo» | 
‘ maticità; perche al fine del mafticarla, refpira da “è 
&ei buon odore. Tengono gli Indianiquefta (core 
za in molta ftima; & fe ne vagliono in ogni guifà 
di flufli che fiano con fangue, o fenza fangue: 
Li Spagnoli ftanchi di queftrvinfirmità; per auis 
fo degli Iridiani; hanno vfato di quefta forza; 
fon rifanati molti cò lei.Ne togliono tita,qua: 
‘ta vna Faua piccola fatta in poluere:Prendefli in. 
vino roffo;o inacqua appropriata, fecondo il cal. 
do; oilmale; Side prendet la mattina à digiua 
no; & tre;oquatito fiate; vfando hel refto l’ordis 
ne, &gouerno;chefi conuieneà gtielli, che hana. 
no fluffo. E‘tante quello;che ne dicono coloro; : 
che la celebrano ; & vengono da quelle parti; i 
quali la portano come cola metatiigliofa; per ria. 
medio è quefto male; che certo non è cofa di pa 
cò pregio,per la difficult, che fi ha nel curarloa > 
Jo hebbi vn pezzo della fcorza gia due, o tre 
giorni, laquale io efperimentarò con l'altre cofeg 
& daro notitia'di tutto nella terza partesche pias 
cendo a Dio; feriueto di queta medefima mates 
ria. Iola ho efperimentata gia due fiate cori mes - 
rauigliofo fucceflo ; perche ha fatto ceflar fufa 
Bigli molto tempo. vii. i a o 


prLl'amana: sous 113 


Sg 
“Dell ‘Ambra. g g1 Co 0, apre. nua 
£) {td ; Vh ilo im al 
4 4 Sfide: nimibiptianni Cuiierez-Teo 
[vali tnaarinie Theforiero ice 
a Contrattarione; vn paflagitero;. «che veni 
Maiella Fiorila di dicie2rai pezzo di:Ambtra gri- 
fo eccellentiffimo; dicendo; chela hiuea: hiauuro 
mella Florida» Iò: prefial.) pezzo diAmbras&lo 
Qaperfis & riufcì di "ce grifo. di molto-bitori , 
colore; percheil pezzo ili fuoravia era neero.Di , 
imandai a colui, chelo portò; douél'hiueur ha |, 
unto; :egli mi diffe chefi-ricoglieta; néllacotà , 
dellaFlorida; & che fi haueua principalmiteda © 
gli Indiani, cheloricoglienano nella:detra. colta; i 
È perche fi. valenan dilui ne loro piaceri, & dos» 
| tenti; wngendoficon lui lafaccia; Scaltiv: patti 
del corpos per lo fio brion odore. Del chè cer 
to:mi merattigliai, vedendo, che nelle ‘noferelt» 
die Ottidenrali foffe:cofi eccellenté, Aimmbras:& 
cheiltempo nell'habbia. :difcopertos& che ra ve 
nuto daquelle patti non folamente tata» srithoze 
za-di-argerito, oro; perle, it altre cofe-pre 
iaarichò al prefette ne portino L'Arnb reg 
ellerre; cofa tanto,ftimata al amondo ja 
pesa vfa per la falute, del corpoécxche è 
tanto necelfaria per curars& fanar ton prante, 
sli diuerfeinfirmità,come diremo; & cofas che 
perle delicie hi ‘opnattiento; &econten> 
tezza dell’homo ferue contanto, Seppi fimilmen 


de 


1 LAIOBIRO/ AI, -. 
11}, altri pafaggieri portauano del medefime 
Ambra, & alcuni in molta quantità; onde rima- 


£i molto fatisfatto, perche il primo pezzo che io 


vidimi puofe fofpetto;ma poi che ne vidi dell’al 


‘troycredetti, cheegli fuffe di quelle parti. Que- 


fto fi rroua nella cofta di quel Mare, dal Canna» 
veral fin alla punta di S.Helena, Trouanlo get- 
tato alla cofta , Penfano;che-fia feme di Balena, 


cometftara ‘opinione antica; il che è falfo,come 


Abb 


to dimoftra Simeé Archiatros, Auttor Grecco;di 
cendo;L'Ambra in diuerfi luoghi riforge.Sono le 
fonti onde elio efce, come quelle del Birume .Jl 
r è quello, cheguftano, & inghiotrifcono i i 

Deli & &c, Il medefimo pare,che fenta Scrapione, 
Se non fuffe ftaro detto Simeon,& Actio,noci fo 
altri Greci, che facciano mentione di lui , Da gli 
Arabi il negocio è trattato contanra ignorantia, 
& confufione, come vedrà,chi per ‘loro VOra cer- 
tificarfi, ché la fia PAmbra, ‘Egli è veramente 


nno (regie die e e, & effe delle 
* fonti, chefono nel profondo Mare; & venu- 
toall'acreil bauora ondoiche egrolfo, fi con- 


gela; & condenfi 8 fi fa l'Ambra, gobo noi ni. 
giamo; Te dilene di molte cofe,che ftan 
nel profondo del Mare fono molli, & tenere) 8. 
cauare fuori all’aere, diuég ono dure;come è 4 
mo nel Corallo, che wr ofondo del Mare 
néro;&molle; & venendo all ‘aere,diuien pjetra; 


‘. 8edell’ Ambra, del. qual fi fannoi Pater noftri; 


Be profondo. del Matè ses: di 


DELL'AMBRA GRISO. TI 
all’acre diuié duro; &faflofo:& tuttauia egliè Bi+ 
rume;che:efce dellefonti,che fono nel Mare.Ger 
‘:manico.:Cé quefto fi cofondono le.opinioni bar 
bareslequali.dicono;che Ambra e feme di Bale 
ma;& la cagione; onde venne quefta ignoràtia fu 
l'haner trovato dell’Ambra nello Stomaco delle 
Balene, &:di attri pefcidi quella fpetie; perche 
come afcende il derro Bitume all’alro all Mare 
per la fua leggerezza, ie Balcne fe lo inghiorsifco 
no;tredendo che fia cofa da magiare, & cofi glie 
le. trouano nel.ventre, Che fefulle feme fterch= — 
| beinaltra parte delcorpo, come è naturale à tig 
tigli animati. «Almio tépo fi prefevna Baleng 
nella cofta di vna defle Canarie, fagual haucua. 
piu di quattro Amphore di Ambra. Dall'hora 
inquane hanno vecife molre,&r non ne han tro- 
‘ aato niente. Dicono quefti,che vegono dalla Flo 
° rrida,chevifono Balene perquella cofta, & he 

lè hanno morte, & che non hanno lorgronago 
Ambra; nealtra cofa nello ftomacho ; che pe 
fce;&che è Balenati lor figlioli, che fono di 
| nioltagrandezza, bencheli habbian vccifi , non 
| libannomai pero trouaro niuna gofa;perche gli 
- Indianiglipefcano,& prendono, con la maggior 
deftrezza;che-fi poffla imaginar,& e àquefto mo 
| do; Piglia wn'Indiano vna.corda lunga, & forte 
— conalcunidazzi fatti; fi mettein vna Canoa, 
Bova alla parte, doue vede venir la Balena c0°- 
- fuoifilioli;& fiauuenta addoflo ad vndi loro, & 
 Lifaltaincima,& fubito bpontakga - ® 
i i i 2 3 


AI Ta 


ngi sriri x son ari pra 
HBalenato come fente quefto;fcehdeal 


do?delt Mare: &l’Indiano abbrazzato: pid E 


perche fon grafdimotatori, &foffreno molto.la . | 
ftar fottacqua:il Balèriaro. perche ha ‘neceftità di 
rifpitàretorna’ad alto «In quefto tempo. di meza 
ol ‘Indiano gli caccia vi chginoacuto 3 &uglic.lé 
eperle narici; onde refpira;&é litda dol pugnò 
in modo; che’! Balenato! non:lo puorgettarvia 
di-fe; & quando elto torna adaltopl’Indianolt 
prolongala corda; & torna:alla fia Canoa; & va 
rirando“il Balenato; il quale; perche nompuo: red 
fpirare; facilmente fi atfigantà fene viene d terra; 
che certo èbella,;&- merauigliofa caîccia ‘quella; i 
| nellaqualehannotanta deftrezza;che wih'Indiaa 
no'vecideun Caiman, ilqualè vin Leguro;o Groy | 
codilo di trentadue piedi; il piu hozrendo, & cru. 
dele animale, che fia nel Mares iii 
‘Alcunîidicoho ; chel-Ambtafi fa di: cali 
* frutti; che fonoralla riva del Mare;doue fono deli 
| leBalene 308 che nèl MefedicA prile;:& cr i 
qiandoeflî fono maturi; 8 odariferi, Le Balene: 
felimigiano;&chedi ‘quello fifa } Ambra;quas:. 
fi comerib frutto ‘cofi mangiato pofla conuer.! 
tirfi im-abcra cofascheinfangue, & came . Altre! 
molte! ‘0 ni hovedate:in'quelto riegociorinà 
tofno'a ‘comoffceriche cofa fixl'Amibra;fequali@ 
rifoluono;&impugnano;quando-fi ihtendb;che» i 
è fpecie diBitame,che forge delle fonti;ché fono - 
nél profondo del Mareinalcuni luoghi patricu-+ 
lare, rie ce ne fono di Petroleo, 


DELLIAM®=RA GRIsOo. fr7 
di Na phraSdi;Solfere;& di nrolte altrecofe;& coi 
ment fono:nellenotre Indie Occidentali di'ala 
tri.divierfiliquori. i Miglior Ambra e quello; che 
à colorato; il bianco non e cofi buono; &il pegò 
giondi rutti:è il negforp sitio. 
#Hal'Ambra grà virnà;& ferue nel. Mondo per 
molte cofe, onde viene molto apprezzato; pera 
chè ilbuono aldi d’hoggi vale più; che diro 
finifinio oro: Perli piaceri humani;&-per.le dea 
licie del Mondo ferviein molte cofe. Gon luilfi fa 
Poluere, Pater noftri;Guandialetti, Profumi; Pas 
ftelli, Peuetti, Acqua d’Angeli'odoriferà diva» 
rij gun maniere; Con lei fixaddobano Guan- 
tià molte guife;&fifanno ogli;& liquori di foa> 
viflimi, rice odori. pei | 
perle beuande in diuerfe,& varie maniere,che à. 
riferirle: farei troppo dungo.. Nelle cofe medicis 
naliè molto. grandela fua opra ;:&cil beneficio) 
 heegliapportaalla noftra Medicina ; perch’egli. 
‘entrance’ piu principali Medicamenti,che ficònt, 
“pongano nelle fpeciarie coli Letrowarijcome Cs, 
x iomi; Poluere;Pillole,Siropi; Gallie; Vnguèn= 
è “ti Empiaftris &caltremolte cofe; chei-ricenonor* 
— gramirtà da lui;&:delfuo nome fifa unaConferà - 
‘ tione;:che fi chiama; Diambar:. Le fue virmim - 
particolare fono. grandi; & di grandi efférti ; pér- > 
ca minano con lei'varie ir Crmità. - 
t quefto ci infegnarono gli Arabi; petche « 
Za Gencidolo. Simei Sedici Actiost 
| > poco;&breueméte,& AQuari 
plhb 


rs ars giovi: 
te mentione; perche effendo ftati quefti tre Auto 
tori Greci dapoi che fcriffero gli‘ Arabi; fanno. 
qualche memoria delle medicine; & cofe, fritte 
da loro; delle quali gli autichinon fecero men- 
tion alcuna ; vna delle quali è l’Ambra , ilqual 
non conobbero i Mediciantichi innanzi de gli 
Arabi, ne fecero di lui mentione. >. — ‘ 
La fua virtù è di fcaldare; rifoluere,& confor- 
tare; in qualunque maniera; chefi applichi; pers 
chela {ua compleffione è calda, &fecca con al 
curia vntuofità, che le da virtù di mollificare,& 
intenerirecoll’altre virtù. Posti? 
- Applicato al ceruello in forma di vnguento 
(ilqual fi fa diftenperandolo con vna mazza di 
Mortaio calda; &mefcolatorcon orlio di fior 
d'Aranzi) lena il dolor del ceruello, = conforta; 
8 conforta i nerui. Rifolue ogni freddura ; che 
fiain lui;o imloro co gran prerogativa, Sc benefi= 
cio cofiin quefta forma; come facendoidi Ini, & 
di Aliptamo vno cr gie na fidittenda tenen 
doloin quelle parti dicontinuo «>|. 00 
-Odotandolo in pezzo, ofacendo di lui vn pe- 
& ifieféolaro con Mulchio;& Legno aloe, cone 
téxil cernello, & aprei fentimenti, Ad vn mos 
6 8 all’altro applicato fa bona memoria; & 
qu lo’ntelletto , ad efler piu atto , & più pers 


fe & quefto conuien, che l’vfino piugli ‘ho 
tiiini, che ledonne per lo dino che faloro il buo 
éiére. Quelle che patifcono della Matrice non 
dicono vfare, eccetto fe non patiffero difcela 


DILL'AMBRA .GRÎSO. © tua 
dellì Matrice alle. partiinferiori.; che in tal cafo 
. conilen édorarlo molto; perche fata tornat la 
Matriceal fuo luogo col bus odoie,& didoeglie 
lecatrino dalla. -patte inferiore. Similmente odo 
faridolo, conforta il cote,& fa gagliatdi.& viuili 
. fpisiù. Etdi qua vierie; chia gioua portidolo,& 

ant al tempo di Pelte; 0 di Aetecorrot- 

to; per. fefiftet egli a la cotrotrione;&atialitia di 
luii con la fuia virui,& foaue odore, E cofa ineta= 
| wiglioli quanto L'Ainbragioui, & agiùti i vecchi 
in'ogni maniera ;.che fo vfino ; perche oltre chie 
colfuo eccelléte odore coforta loro li-{piriti,il.co 
re, sil cetuello; alfotiglià lor anchora gli humo- 
rivifcofi, & flegitiatici } de quali. continuaniente 
sbbinidanicobt alciutii dicono,che'l fuo v{o.inter 
tieniela uechiezza, & chie coriferità quelli; che ni 
fono; che noti paflirio piu oltte. E bene chie que 
| ftitaliPufino rie cibi; &he profumidellelor ue 
fti, & ftantie; & pofto fu la refta,& ful petto; & 
lo portino di contintio.inniano per adoratlo;& 
fi ponga nel uirio; col quale fi laninio la faccià,. & 
detliegi; i chie è è cola mietauigliofa il conforto, & 


igliardezza; che loro appotta; 
Delli qual cofa io ho vediito trianifetti effetti, 
&loscitmeleo betie il uecchio. detcepitaaalio 
So nale pianto ciolia(o ti 
nheé meta 
dal miefcolato con pietra Calamira, de Galba- 
> no; pofto in rofopia } far 


pr Matrice Apa sucone SEO ie fas 
4 paffioni. — 


Mei coerrormno:rtbE,ita 
phffioni Gioia fommamenteodoridolo di con 
tinuo;alle donne, alle quali difcendela Matrice, 
Et fe vich if fu,meffoin vna taftà di bambaggié 
vntaton'ogliodi Liquidambra; la fa difcenders 
ponédofele nella boca della Matrice. Nelle don 
neschenon partorifcono perfrigidità;che vihab. 
bianio-dentro' vsò id affare quefti Confertione;: 
che fifa di Ambra due:parti; rafatara di Auorio- 
vria parte;fotrilmente tridate;Legno aloe mezza 
partefatto in poluere; & con vri poco di Zibetto: 
fi facciano pillole; delle quali.fe ne ha da pren. 
dere ogni terzo. giorno tre sche pefino mezzo 
Reale; ponendofi l'emipiaftro detto fu l'Ombili 
Vos8clai tafta predetta nella bocca della Matnice: - 
* 333 Berto: fanno grambeneficio ; fatte primate 
| purgazionivniverfali: chè faranno contienienti; 
e fi deono:vlare molti giorni . Suono oto 
| 3% Giowamolto l'Ambra nelle infermità dello 
| ftomaco;&nellafua frigidità,vandolo if émpia. 
‘ Atrofatro di lui; &:di Alipra mofcora,&Storacé 
| Anforma difcudo! pofto:fullo ftomato ; &'della. 
°. imedefima’malla fatte pillole;o mefcolata conivi 
‘ ‘noodorifero, prendendonela mattinaa digius 
0; perché rifolue lewentofità; caccià ogni fred- 
*  lura;(chefianello ftomaco; agiuta la digeftione$ - 
*- induce appetito, & voglia di mangiare, Ecquefta 
fi comnieneàfreddi di compleflione,o. chéiaica- 
‘. gionidel' danno dello ftomaco;che hanno, venga 
= des ddura ; & per quefto fi.conuiené àvegchi, 
IBèfreddi di Stomaco ,L’Ambra \confores il 
teo £ Cie i guore, 


?DIVLLA Me RA ‘età vol: 
ifuore, & fanale fale'infirmità; principalitiente fe 
Wvengonò da'verntofità 0. pet cagione di humori 
freddi» Prendenddlo da fe) o iefoiaro con 
«buon Legno aloe, & Malthio in'formadì i pole. 
snez odi pillole( perchè il Mufchiò colte dice 
‘conforta piu, che'tutrete tofeodbrife 
ire; chelfiamo alMoudo; ; perche la Tuta'drontstici- 
asd ‘conforto auaza tutti glialtà in ogni 
; “nitaniera ; ichel’Ambtrafia splieidia da Lego éon 
teicofenell'infirmità del: ciiòre giorietà inolto, 
A plicato alcuore eftèriorm ere in ohi ci che 
litio fi‘ faccia io conforra & ingagliardifee; ‘&rk 
foluevgni bebdr;che. fia in lui, To ficcio tridar 
3 PAmbra, i &emeflcolarlo beneéon Cera gialla dif- 

tà;-& di ciò fare vna tottetta fottile; faqual pò 

uore:gioua molto ne’ fuoi: sro 
vengono da flati malinconici, di qùa- 
alta cagibnechè:fi fi fa; pur chenò fia calda, 
“molto gioneole Ambra a rafinconici; 
: li allegra moltogdennando lèagione del 
e rifoluendo le file ventofità;oné ‘patifco 
0; 5 cà quefti taliè bene ché fidia; & che 
mattine per via di medicina, mefco- 
abbiamo detto; &' siii 

t Lul cuore; 8fal ceruello'; 


3 


Î2è LIBRO.II. DELL'AMBRA ORISO; 


cofitofto,netanto gagliardo il parofifimo; & vn- 
gendo con leià quelli, che ps paralifia; il 
ceruello,!& tutto il collo,manifeltaméte gioua lo 
ro; perchel’Ambraè cofi; che conforta piui ner 
ui,&il ceruello, di quante cofe;che conofciamo. 


| maniera che vino mefcolato coll’Ambra; 
inebria notabilmente;; il che ho.io veduto. per 


Regni, ilquale perdelitia,& graridezza tenia fa 
liere, dica di Lab come di fale ; da potietla 


a 


57 delle fi pro &delmodoj che fiha 
‘4a tenet nel beuer rinftefcato con lei &de' 
‘© glialtri modi; chie fi ha da rinfrefcare. 
Con altre confi detationi; che apor= © 
‘’ tano piacere, erle cofe antiche, |’ 
7. degne da efferc'intefe, che qui i 
vederanno rinduate intorne 
di quefta materia. 


seo Mo po S'T0 
DitDottor Monardes Medico di Sigla: 


P.RO.E::M 1 O. | 
E” Ecs Diotioftro Signore, permani 
de a AÌ feftaril fuo fipere, & infinito pote 
33 re; la machiria vniuerfale di quefto 
DS Motido, Inqual contiene tutte quel+ 
7 leperfettioni, chel' hiuttomo puo nek 
fuo ingegno imaginiare. Quefta fi dividein due 
3 pe regione Etherea; & nella Elemenita» 
n La Etherca,o vanti è lucida, mu > 

donssicnlit ri Suini inì fevndeci Seli nelee 

ed qua fono il Sole; & la Luna, & gli altri 

‘ottavo ftanzio le Stelle.Ii nono chia 
mano 


ci ROEMI D. 


saio Cri mpiteo; che vare di 


Por grind {plendore, ché: 
ce tear TA fi moue,doue 
È è di . i | di 


cin parte èlaxc jo iagradioi che con 
rinnamente, & (enza. n fta foggetta alle 
alterationi; & fidigidein, quattro Elementi, ché 
fono'F muoco, fiere; Acquante ensdalla miftura 
de qua PRESTANO a Purisguet: .cofe inferiori. 
Lo clemg mi Ila. Te rafta.n cl mezzo , come 
centro pil Da; n à lei fta Ac- 
qua;& GE “Acqua, latte ra fta lAere;fopra 
Facreil Fuoco ; ilqualeè congiunto col ciel. del+ 
la Luna. Tutriquetti Elementi fî rivueno, come 
va nelleim prefioni, che fifannoin. loro» 

3 la Terta éimmiòbile; comecentro di ogni 
On La Terrà ha molta miftufa di Acqua, ;& 
d:Aere;-foleil-Fuoco:nomifene sitter: 

Eleméti: Fra ren è molto principale: 
I'Acere, ilqual pare pa arti;l’vii aiar pr 
ma,cheè vicina tegiorie «Fuoco; laqual. 
è calda, 8e:fecca, perla. vicinanza, che elle ha 
con bui; Bar denigii della fua qualità ; 8 

è.chiarai& pura, douenonafeendeno eventi, | | 
né nubbiz & queltà chiamano parte, region ce 
| leficata perse piu bala;che fa prellorall’Aegua: 

Sralla Terrasègrofla,& torbida, iena crt 

- èprcolla;Scuifitara da raggi del Sole;onde 
befler calda, comeladuprema. Pereofeguen . 


P) Rr 9: E MS 1504 taz 


ge la mezzana regio dell Agrè niencad éffer,mol 
to fredda, er.trouarfi nelmezzo-di, quelti, doi 
sltremi pal de Idi ; omde.in-lei 'aduna il freddo; 
some inparte ‘ dimezzo,, fuggedo, dal calore delli 

x che habbiamo: derro.., Gushpe parte di 


chela parte, che è è uicina:a noi altri, nan è zato 
fredda, come quella; che è è uicina allarparre,che 
èforo, del Fuoco,orde quatro piu faghonoiua- 
por in alto; piu fi.condenfano., & {1 Mringono: 

elta mezzana regione del’aere fi generano. 


de Nebbie, leRuggiate,.le Goccie, lePruinejle © 


Go Neui,la Grandine,le Nuuole,.& altra 
impr come. Tuoni, Folgori, Fulmini & 

e Le Nebbie fonò la. principal materia, 
erano la; iPioggiala Neue,& la Gran»; 


ch aviene nella Neue,come di lei generata. 


 dino&lal ioni; che habbiamo detto; 
— lequalifi fanno nei molti uapori, che afcendo=, 
| nedall inferiore alla mezzana regione dell’aerez; 
— —& quiui.adunati, fi fanno un corpo, &fi con-; 

| denfano per la freddura del luogo detto... Et, 

= percio: èla Nebbia; come ‘madre, & materia co=! 
mune di tutte impreflioni,chefi fanno nell’Ae; p 


‘mezzo ha diuerfe. parti. piu, &c meno fredd de;pet+ 


i dà 
band, 


na. rione della ser iChe peg E 


126: 


ho. 


Porio'e ro 


ragion dell’ifteffo più condenfatò , fi genera la 


ti; che ing apt continuo . Sono i fuoi 
caldo ; & l'humido; & moto piu il 


PROE MIO 7 
genòn habbia donde vfcirfene fuori; &cofi in » 
élufo di dentro; è cagionedi cofi eraué incen: » 
dio , che par chefi abbrufcino ;Il:che veggiamo » 
nel contrario; che feardeno le mani, & fi pon- » 

ono in acqua calda, core fi aprono i porri, me- » 
“diante il calordell’acqua ; efflala; &cfce fuoriil » 
. alorinteriore,& reftanolemanifredde»? |’ » 
Gade la Neue per la maggior parte in tempo di 
Inuerno; principalmente quando corre l'ereda 
| Grecco. Cadeinterre montuofe. Mai non cade 
— imterre molto calde, eccetto che permerauwiglia. 
& Quando cade,è dibella,&gratiofa vifta ; perche 
È: de in faldebianchiffime, & cade piaceuolmen _ 
pe, fenza tempeftade,ne wento. F la gen- 
a le ue palle, Non fa dannoè 
niuno; perche fe s'indura la terra ; ella quando 
| fidesfa,laintenerifle, &cingraffa, ammazzando 
| l'herbecatriue;&facendo frutrificar, & crefcer 
| lebuone,.comedice A. Gellio ; & per gio fidi. 
ce; Anno di neue, anno di bene.E grata è caccia» 
tori; perche al tempo, che ella cade hanno mol- 
te caccie , cofi di feluaggiumi, come d'altre fiere, 
Dice Galeno; che la neue prohibifle , che non fi 
impa il pefle; onde lo conferua per molto. 
np. < neterasa putrefà. Similmente confer 
che nelle Montagne tra la neue fi rrouano huo=. 
ini, ani 12 3 che fi fono hiaccia icofii 


128 A era pputa 
di  mità de.Quanto piu è la Neve viecthia; tità 
urca; gc-perde la.fua. bianchezza, 8 fina 
pa: di tal maniera, che.wi fono nélle Mor 
- pi ficij-& aa di Néueicofi forti, che fi 
r durar molti. fecoli: 
> Molle buone cofe.ci fon.) ida direidelias rie 
cqual'iglatcio di raccorare, per dite d’vina la: 
ugrande, & la piu principale,.che ella habbia} 
“pe fiufaaldì d’ hoggiin-stutoil Mido; &è;i 
che con.ei.fi rifrefca quelloy: che. bewiamordi-tab 
| manbiera,.che cò ogni ficurtàlo fa. tanto freddoz: 
quitola noftrafanità el :g)td:lò prortolerare,» 
\Et cioè in tata perferrione; chemiuna cafaici ha) 
hoggi dì, che con piu gufto -Sc:foauità lo faccia: 
Trattareno adiique (poi che l’efferto della nene 
frè.il rifrefcare) cio-che fiasil.beuer freddo, & & 
cui ficonuenga beuer.cofi ; &quaifiano quelliz. 
che con ficurtà fo poffino. fare; cofi perconferna: 
tiene dela oro fanità, come pini cura score 
I bkeg lorsteo bons: 


4 si ea re: di, 
e Ti a prg 222 pai + la È »Ì 4 


pra ri 


mia bebe: inizino dalla Rodi ; che: 
frico noftra-conferiiatione; perche: 
egliè.vn itonaturale che ogni Lato fentez:. 

pes apatt ‘humido,chedi corinuo fi perde.Per:s. 
Gen creo la natura l'aéquas-che è fredda; ge hu». 

mida} peti riparare ì à quefta perdità,laqualeè co--, 

| muneàd intrighi animali. Similmente Hippocra-. 

a n0; Sc Diofcoride dicono;che-l'acquaak' 


7 SCAP DINVIL: «La - n9* 
| treche dee eflere fenza fapore, fenza odore, & 
fenza colore, lucida, & chiara; ha da efler anchor 
| fredda; perche cotalacqua riftora l'humido per- 
fo, &faaffortigliare ilcibo, accio che pofla pe- 
| netrareal Fegato, & quiui farli fangue. Dice Ga- 
leriosche yna delle conditioni della buona acqua 
firè;che.ella fia fredda; perche. effendo cofi,ha mol 
tebuone proprietà , che non ha la calda. Aui- 
cènna fentendo quefto,nel fecondo libro parlan- 
do dell’acqua, loda molto l’acqua fredda, dicen- 
do cofi; Egli è vero che l’acqua fredda oltre che » 
tiara lo $ romacho;gioua anco à quelli,che h » 
no il ventre ferrato;& à quelli che patiffero flufli; » 
ò vfcite di corpo; fiai in qualiique maniera di fuf » 
foschefi voglia è di qualunque parte che venga; » 
& parimente è quelli, che patiffero infermità, na- * 
‘teida cotali difcefe. » 
‘x ‘Doue ci dà da intendere Auicenna, » guanto fi -s 
coi LP'vfo dell’acqua fredda è quelli,che pa- 
tifcono di fluffi, è di diftilacioni sUh Stomacho;. 
m aggiormente lefafferò prodotte da humori cal 
.Hche è veggiamo in alcuni,i quali hauendo fluf=. .. 
colerici, guarifcono con prender vn buon for-. .. 
fodiacqua fredda; & in alcuni altri che bai; 

‘ patendo dolori, "8caffani di Stomacho,conbe- 
rfolo2cqua freddiflima, fi fono fanati; come, 
racconta Galeno nel fettimo della Methodoy. Vi». 
cirie i)che in vn genio. anciin vn'hora,c6 » 
a ato di acqua Foida fanai molti infermi i,» 
rdeboli dello Stomacho;-con alcuni de quali » 
{ol gs acqua difonti fredda,et li fanai; smas 


i con 


130! LIBRO DLILA NEVE, 
» con acqua anchora rifrefcata nella. Neue;'cò=: 
» mefi coltumainRoma. 

-Similméte Cornelio Celfo nel primo libro otdi ' 
na à deboli di Sromacho,che benano dopo migia: 
re acqua frediflima.Il medefimo ne’ Flnffi Coleri 
ci da acqua frediffima. Etin Catarri prodotte da. 
humori caldi,la vfa per vietar la difcefa.Auicéna. * 

» nel cap.detto, dice;l'acqua fredda coforta tutte le 
» virtu nelle fue operationi;cioe à fapere; la wirtù di 
» geftiuà; l’artrattiva; la retentiva; & la efpulfina. 
“Coli na efplicando ciafcunadi loro, dandone ad. 
° intendere, quanto l’acqua fredda fortifichi, &in- 
‘ gagliardifca tutte quefte virtù, perche meglio fac: 
°cianole loro operationi:Etil medefino Auicen=. 
na,nella feconda del primo; trattando dell’acqua: 
”-dics; L'acqua fredda èdà migliore dituttel’acque,. 
8g a che ficonuiene à fani; perche da appeti+. 
* todi mangiarey&fa lo Stomacho forte.Erfubiro 
* piuoltre dice quella che non fara fredda;corrò-. 
» pila digeftione,& fa nuotare il cibo nello Stoma-. 
» cho;nonleua la feteje cagione di Hidropifia, per- 
» che corrompela prima digéftione; & confuina il. 
» corpo col fuo calore.Quefto medefimo conferma 
» l'iteffo-Awicenna nella terza del primo, dicendo; 
» l’acqua fredda fi còuiene è quelli, che, hanno cé- 
» aa temperata ; perche la calda fa infermar 
x lo Stomacho. i ugisa 
‘“Ifac, Aliabas, Rafis differo il medefimo ; che ha 
«detto Auicenna ; il che lafcio di feriuer per non: 
© effer lungo.Vna cofa vuole Auicenna nella terza 
imo, che colui, che vorrà ber molto freddo 


prima 


© Capitoro. CT.) 13t 
| prima debba fare buon fondamento di cibo,mà- 
ppc prima che beua vna buona quantità di ci 
- bo. Etdice pit; che la benanda fredda non fi de 
. beuercin vn tratto, ma a poco a poco ; onde na» 
due beneficij, prima eli in quel,che fi beue fi 
preride miglior gufto, poi che non mortifica il ca 
othaturale, come fi vede nell’olla; che boglie, 
che fe fele getta l’acqua ad vn tratto, cella di 
bollire,& fe fe le getta a poco a poco,nò lafcia di 
far la fua operatione; Et percio dice il medefimo 
Auicenna; chequando fi vorrà benet freddo,che 
‘beua con dafo di bocca ftretta,accioche né fc&» 
fa la benda ad vn trato.Intédo per uafo di boc+ 
a ftretta; carraffa,ò ampolla,ò bicchiero da bec- 
‘certo ègran licentia per quelli, che fon af 
ati è better con uafi fimili. Se prendino ué 
iò mirimietto al Dottor Villalobos,che trat 
vallurigo di quefto negocio. | 
Dalle cofe dette fi vede , che Awicenna vuole, 
vielli,che beuerano molto freddo non beva» 
bito al principio del mangiare; perche ci fo» 
che cominciando è màgiare fabito vo- 
freddiffimo, ellendo lo Stomiacho 
jo, squali né poffono rimanerfèn 
rale, che da cio vien loro lo attri+ 
valla freddura della bevanda; & 
’otdine. Delche dice Auicenh& 
ità fredda } chel benetla fenza 
di molte infermità, &fefi beue 
el tempo; come nella quatità fa» 
eliagliferdetro: Pet la qual cofa oe = 


i 2 gnuuno 


132 LIBRO DELLA.NBEVE, 

gniuno deè confiderareà quel, che fi contiene, & 
fare cfperientia in feftelfo.Che feli farà couenien- 
té àbener freddo 3 &lo potrà fopportare, fenza 

che l’offenda;che lo faccia, perche da cio li fegui 
tà-ibeneficii,chehabbiamo detto. Ma fe è infere 
mo;dha difetti, donde vegga; che’ bener freddo 
Foffenda notabilmente;che non-lo faccia. Perchè 

il mio intento e di moftrare, &: perluadere à quel 
di,che beueno freddo,&.non fa lor male; ne li of- 
fende;che feguano è beuer cofi;percheà quetti tali 
che l'hanno in.coftume,& gia hanno efperientia, 
che non lioffende;il diuietarlo,leuerebbe loro P- 
‘appetito del magiare; n6 haurebbono gufto di cio 
che mangiallero;& mangiarebbono con difpiace» 
te,& trifto appetito ; perche.non piacerebbe loro 
quello,che efli beuellero;S fempirebbono con la 
beuada caldalo Sromacho di ventofità;&nò po- 
riano fare buona digeftione.Ma chi.è colui che ef 
fendo mezzanamente fano.in tépo digrà caldo,ò 

di eftare,& ucnendo à mangiare fianco da gli elfer 
citij,ò.da negocij, pien di caldo,c6 la lingua fecca, 
Scil-refpirar frequéte; lafci tare di beuer freddo? 
poi che cio facédo li feguono ritibeneficij, quiti 
io:ho derro,& fowiene alla fua necelfità,& traua- 
10,6% relta contento,& allegro, fenza hauer offe 

b alla.fua difpofitione; &.falute, Alche ci da ani- 
-_mo,$eflorta Galeno nel libro,che fece debuoni, 
_» 8 malicibi,dicendo;Nel tempo di ate,nel quale 
»-dl noftro corpo è caldo, & alcune fiate infiamato, 
*all'horanoi habbiamo meftieri di vfare quelle co- 
ne rifrefchino,, benche fiano di malnutri 


© mente 


MAP ITVEO ohali 133% 
mento,comefono Prune, More, Pomi; Cirieggi, 
Meloni, Zucche, & gli altri frutti freddi.In tempi. 
tali (‘dice Galeno ) noi poffiamo vfar cibi freddi, 
come fono Piedi di Porco cotti con Aceto, &la- 
te congelata; & i medefimi tibi fi deono rifre- 
fcare. Et fimilmente fiha darrifréfcàr il berre;. 
come l’acqua, &il wino daequato con.acqua 
fredda; 0 rifrefcata nella Neué.; &hino, &l'al- 
tro; cioe il cibo, &la beuenda fi dee rifrefcarcin: 
acqua freddiffima di fontana, & fe non fe nehaus 
ra;fi rifrefchi con newe,&foprà tutto la benanda;i 
Etdapoi,che Galeno ha fatto liigadigreflione,co- 
me ficonuiet folo in rempo di eftare mangiare, 
8&beuere freddo; pone chi fian quelli;che hanno, 
da beverfteddo;& dicein quefta maniera;Quelli;: e 
che hanno da beuere freddo fono gli huominioc 
cupati in molti negocij, & quelli;che hanno cu- xi 
ra di molte cofe; come fono i Governatori delle. » 
Città,& deRe,&iminiftri, che liagiurano;&ché » 
participano di tali‘cure,& fatiche; & quiellische fi » 
eflercitano molto nellefatiche corporali; & fpe-, » 
cialmentenegliefforcivii militari, o'‘aleti eflercitii) » 
Violenti;:& quelli che caminano paint » 

viaggio ggio lungo; volendo intédere d'ogni ciletcirio, » 

| Cofidi corpo,comedifpirito;Et di poi, che ha trat; »> 
tato quelto, lo modera in quefta forma, dicendo;: » 
 Maquelli,che non hanno quefte cure, & beueno, » 
— freddoifenza quefta cagionein ociù ,& grande! « 
| zasfenza eflercitarfi;quefti perche néhino cagio! » 
| necofi gtidedicaldo;che lia@tringa a beuer inol: » 
do;non:lo facciano, chemon fi conuiene lo, @ 
1 DE fw: 


sa SSA 4383 


t 


Po 3 se 
PIEZA 


134 LIBRO DELLA NEVE. 
» ro che beuano cofi.Siano effi contenti dell’acqua 
» frefca; come Natura la produffè ,'fenza ponerla à 
» rifrefcare in altra cofa'; poi che effi.non fiati bifo= 
» gno,cheella fia freddiffima.Et dice fubito;Et ben 
» che bewano ociofi,&fenza fare eflèrcitii,& fenza 
» cure; pur chel tempo fia di-eftate;ò faccia molto — 
caldo;poffono beuer l’acqua fredda.Intendo,che 
». ne’luoghi,doue ella non è fredda fi pofla ponerà 
» rifrefcare, purche nonfi faccia freddiflîma.Que- 

«: fto ifteffo confirmò il medefimo Galeno nel terzo 
.* libro de'cibi, & nel libro delle infermità delle re- 
» ni,done dice;chel'vfo dell’acqua freddacon neue 
® aimolto caldi,& a’carnofi,&à quelli, che fi effer- 
» citano, &faticano affai, fipuo concedere molto. 
» fredda, maggiormîte fe fono vfati di beuerla;per 
sche de s chefono vfila fopportano meglio, & 
»: piu fenza danno, che quelli, che non fono vfi, i- 
» de la deono berre con piu rifpetto, & piucon 
® fideratione. Fehr ob Ar 

+ Oltre chel’acqua ha rante bitone conditioni, 

* come habbiamo detto,per la conferuatione della 
|» fanità; ncha di molto maggiori anchora nel cu+ 

‘rarle febri,& altre infirmità. Onde Hippocratey 

* & Galeno tratrarono di leimolto particolarmé+ | 

« te; fpecialméte Galeno nel nono della Methodoy 

» & in quello De caufis:procatharticis ; doue ripré 

e de Erafitrato,8 quelli, che lo feguitanano;iquas 

* li vietauano. Pvfo dell’acqua fredda è quelli, che 

* haucuano la febbre. Et nel libro primo della Me 
_* thodo per la medefima ragione ripréde Theflfalo: 
‘nel libro fettimo fi loda hauercurato molti in 


uti 


TAPITOLO > ERI. 135 
fermi di paffioni di Stomacho con acqua fredifli 
ma,&ancho rifrefcata con Neue. Etnel ottauo, 
nono, & decimo;& vndecimo dell’ iftefla Metho- 
do cura le febbri,&altre infirmità cò acqua fred= 
diffima; laquale è rimedio eccellente prefa con le 
conditioni,che fi conuiene: Nell’vndecimo dice, 
chele febbri acute fi curano con falafli;& acqua 
| fredda;&fpecialméte le febbri fanguigne;à che ne 
-— hanmoltamiftura. Perle cofe dettefi vederà; 
quanto fia conuenientel’acqua rifrefcara con Ne 
ue;quando nò fi troui cofi fredda,'‘comé è meftie= 
ri per la noftra conferuatione;& diletto; & per.cu 
ratne di molte infirmità. Tutta la qualmatteria 
habbiamo trattato breuemente,accio che fia pre- 
 Iudiò, &principio al noftro difegno, il qualè, di 

dire .ilmode di rifrefcarcon la Neue. Et perche 
quello, chefihadarifrefcaree l’acqua(fotto del- 
< laquale, fiintendiil vino, & ogni altra cofa, che 
— ficha da rifrefcare) ditemo quello, che fi hauerà 
da trattar fotto dell’acqua. . h 

0 SM Cap... 11. a 
| Tp Acquaè fredda in due modi;Vno naturale; 
| Ae; comeforge delle fontane fredde,& delleforti © 

| ue;&quetta;efiendo rito fredda, quito fi céniens. — 
— nionèmeftieri rifrefcarla; fe ella ha ranta freddo= * 
| ra}ch'ella fatisfaccia allainoftra neceffità;séza che 
— fiameftieri di cercar cofa, che piula rifrefchi. Vi 
su © i n6 è fredda ranto;quito 
ne:bifognerebbe cofi pla noftra coferuatione, & 
nità, come per la noftrafatisfarrione;anzi per ndi 


dd ì 4 dea 


136: LIBRO DELLA NEVE. 

efler tito fredda, quito couenirebbe,è cagione de 
danni;che di fopra habbiamo detto. Di queft'ac- 
que,chenon fon cofi fredde fi per lor natura;co, 
e pereeflere in terre calde,è noftro intéto di trat 
rarescome fi deono rifrefcare, accio che col.lot ca 
loren6 ci danneggino; &accio che rifrefcate,co- 
me fi conwiene, ci fatisfacciano in modoy chele 
poffiamo beuere, & vfare; fenza noftro danno; 
Adunquenoi porremo quì tuttii modi, che ci fo- 
no da rifrefcare; i quali fi vano al dì d’hoggi in 
tutto il Mondo; &di loro faremo fcielta del mi- 
gliore,& piu ficuro;raccontando li inconuenien- 
ti;che fi-trouano in ciafcheduno, asa 
CapcidhF.c; | 

Vattro maniere:ci fono di rifrefcare, che al 

di d’'hoggi fi vfano in tutto.il Mondo; cioe, 

o.con Aere;in pozzo;con Salnitro;& con Ne 

ue. Ciafcuna di:quefte evfata a quefti rempi. La. 
prima; che edi riftefcarcon aére; benche fia co-: 
mune,& vfara da ogniuno; nondimeno e ftata, &, 


emolto vfata dalli ] ittii, per. n6 hauer pozzi,ne 


Nene. Quella del Salnitro niai non la conobbe- 

to. Galeno fa lunga mentionedel modo di rifre- 

{car coll'aere, & dice cofi; Quelli di Alefandria, 
Egitto per rifrefcar l’acqua da poterla beuere: 
dieftate, prima la fcaldano, o la cuoceno; poi ne’; 
vafi di terra la pongono la notte al fereno fu defe: 
meftre,o terrazze,o fu li arbori; & la tégono qui- 


ui tuttala:notte;& prima cheil foleefca; la lena= 


. 


25 & lauando i vafi di fuori conacqua fred=. 
ligono:loro attorno delle foglie. di Pampi» : 


no,& 


è 


e 


-3VCTA:PETVLO.0 TE. È 
îmio;& di Latruca, &d’altre hetbe frefche;& li pé- 
gono fotto terra nella parte piu frefca della cafa, 
|. saccioche conferuino il frefco. Queftomodoidi 
‘rifrefcare fi vfa al di d’hoggi in tuto il Monido,bé 
| ache noncon tanta diligétia;perche non:cuoceno 
| «l’acqua, &fi contentano di ponerla al fereno.co 
 Imecommunementefifa. stay 
= Nel modo ifteffo fi rifrefca l'’acquaall’aerein 
-Vtri;fofpédédo alcuni cuoi pieni d’acquaall’ae- 
| re,&mouendoli continuamente..Ilche fi vfa in 
, tutta Eftremadura. Altri rifrefcano ponendo»i 
| Yafial fereno:con acqua;&prima che'l Solefcà 
< li auolgono intorno vefti; ò pellizze; & quefto 
fannoì paftori, & genti de campi. . ©’ 1 
-— ‘Quefto modo di rinfrefcare coll’aere ha moli 
contrari) ;perche l'aere è elemento; che rice» 
ue ogni alterazione, & corruttione; & per que 
| ftofipuoimprimere d’ogni mala qualità facilmé 
te; &luiinfetto, puo faril medefimonell’acqua; 
| percheà quefto modo egli rifrefca imprimendo 
Inleila fua malitia; ilche dimoftra molto bene 
Auicenna nella feconda del primo dicendo; 
QuelPacreè cattiuo,che ha miftura di cofe cattis » 


dliciantichi vietano, che tempo di Pelte-n6 fi p6. 


©1338 LÌ BRO.DELLA NEVE. 
-torto;hori.dia'mila qualità all'acqua. Vièwvn'al 
«tro inconueniente ; che non ogni fiata fi puo ri 
ifrefcarl’atquarall’aere; perchealcune notti, dle 
spiù dell'Eftare fono tanto calde;che non fol l’ae» 
renonorifrefca!, ma lafcia l’acqua più calda; che 
inòuifipuofe;s fe acquifta alcun frefco,nò dura 
più che perla mattina, cuando non fa bifogno:, 
Similmente nell’Autunno 5 & nell’Inuerno,qua- 
do fi vuole rifrefcare all’aere le tépefte, le piog- 
gie,le nebbie, & altrealterationi, non lafciano, 
che fi poffa fare. Tutte quefte cofeci fono mo- 

« ftravedalla efperientia‘al dìd'hoggi. 

° vi Vn'altra‘:maniera di rifrefcarcon'l’aereci ha, 
laquale è la piùfana;&fenza peticolo di ogni al- 
tra, con laqualend:fiacquifta nivina mala quali- 
tà; & quefta vfano molte perfone di qualità, per 
rifrefcare quello che hanno da beuer, ponendo» 
Jo in vaftdrterra;ò di metallo; & facendo vento 
con vn lenzuolo bagnato continuameniteài vafi. 
Etha.da efler il vento gagliardo,fenza celare mé 
tredura il mangiare. A'queftor modo fi rifrefca 
molto bene; perche l’aere caldo, che ftà d’intor- 

« no'è vafi.fi.parte,& le fuccedel’aere frefco;& fred 
«« do; comeaniene quando fifa vento alla faccia , 
- chefcacciando quello; che le ftà preffo caldo, & 
venedo aere da nouo, la rifrefca;& raffredda. i» 
xL’altra maniera di rifrefcàr è nel pozzo; doué 
fimettono i vafi con acquasò vino;& quiui fano 
ipofti la maggibr parte dé giorno. Quefta mas 
pn diri Sa fimilmiente oclstdonmaniio 


lalla parte dell’acquia,con ché fi rifretasco=: 


*ve CAPITOLO: Air, 139 
arie dalla parte del luogo, doue fi poné; maggior» 
mente mertendofi ne pozzi publici delle città, & 
del popolo, pre p la maggior parte fono fpot- 

‘chi, & pieni diimmonditie. L'acqua de pozzi è 
‘acqua terreftre,groffa, morta, per ftar di cotinuo 
ferma, & ripofta nelle vifcere della tetra. Et per- 
che è acqua immobile, fi putrefa; percheiraggi 
del Sole né la percuoteno,ne è veduta dall’aere; 
‘& per ciò di continuo è piena di effalationi,& va 
pori non buoni, per li quali facilmente fi corré- 
1e;& fono dette acque f; porche,piene di fango, & 
‘di altrianimali di mala qualità.Oltra di ciò effen 
doinquefti termini; che puo acquiftar l’acqua, 
ol vino pofti per molto tempo in quefta acqua 
porca,&ftagnante;fe non la mala qualità ch'el- 
+ Galeno dice, chei vafi,che fi aio 
‘poner né zo;fi deono poner pieni; perche 

fe fono Ma Maceio del ala I fuo 
pore nel sil; & perciò fi conuiene porrei vafi 
ni,& ben chiufi, per quello,che fi è.detto. Et 
‘e che dee effere © Sete , quando fi vorrà 
r.coll’aere;perchèi vafi né fi deono poner 
na che nerefti qualche loro parte da em- 
elaére freddo della notte inclufo in 
reftafcemo;rifrefca più l’acqua... 
mente fi pone à rifrefcar ne pozzi 
ò dilama da Milan. Il ramefens 


li imprime mala qualità 

fca s perche conla bumidicà 

zzo fifa fubito nel rame il verde rame; che 
el verde; ‘che vi.fi vede dapoi alcuni gornlar 


140 »s LIBRO DELLA NEVE, 
ilche è cofa molto cattiua,$&perniciofa. La Ja 
“ma da Milan è fatta di ferro,la qual con la humi > 
dita del pozzo fi carrica tofto di ruggine, che è 
quel nero;chein lei fi vede dapoi alcuni giorni; & 
il ruggine è cofa cattiua,cheimprime molto ma» 
la qualità in quel, che fibewe Onde:io farei di 
1 Lett che quello; che fi haueffe da rifrefcar nel- 
Pacqua del pozzo fuffe in vafi di vetro;ò di arsen 
to. Bencheil meglio è trarl’acqua delpozzo, & 
ponerla in vafi,& in quelli poi metter quello che 
fi vorrà rifrefcare, mutando molte fiate l’acqua; 
perche tratta l’acqua del pozzo, perde molto. de” 
trifti vapori, per etfer-veduta dall’aere. Dalle cofe 
dette fi veggono liinconuenientì;che fono nel ti» 
frefcar in pozzo; appreflo' de’ quali veggiamo, 
che femprel’acqua tiene fa por di terra; ò qualche 
altro malgufto, ilqual fi fente notabilmente da- 
poi beuuta;oltra il matodore,ch’ella rende. 
- L’altra maniera;& terza di rifrefcare è confal- 
nitro; laqual è inuentione de' Marinari, & fpe- 
cialinente di quelli, che vanno nelle galee; pche 
quiuî non rifrefcandofi l’aere, maggiormente in 
tempo di calme; &non'vi effendo pozzi , ne ne- 
ue ; la‘ neceffità infegno loro quefto rimedio,ben- 
che non fia buono; per limolti inconueniéti, che 
egli ha . (Elli fi rifrefca fecondo che dicono alcu= 
ni fuggendo il freddo‘alla parte interna di quello; 
che fi rifrefca, per l'eccefliuo calordel Salnitro il 
quialnafce per la forte agitation del Sanitro:con 
Pacqua;onde ricogliédofi il freddo allaparte inter 
viéà generar il freddo fuggédo dal.calor del 
È tro 


»v@APITOLO TV: i r4f 
Salnitro che ridotto inatto dallaforteagitatione: 
Altri dicono; che l'’acquafiingrofla col:Salnitro; 
&:che fatta più fpella,&grolla; ha più virtù fred 
di; laqual(egiutata dal calor.del Salnitro la fred- 
dura.-dell’acqua)fa maggior penetratione; perche 
egnicofa fredda;quanto ha più parti denfe;tanto 
La raffredda. Er perciò dice Galeno: nel libro ‘ 
lelle femplici medicine; chè niuna cofa puo. ef- 
fer freddiffima,che habbia parti rarc;ò fottilij; on 
dequaito più denfe fono le cofe, hino tanto màg- 
gior forza .. Alrri dicono, chel Salnitre ha virtà 
attuale molto fredda, & che agitato coll’acqua;fi 
fa piùfreddo,come fi vede nella falamuoia,che da 
poi l’efferfi molto mefcolato il fale coll’acquasre 
Ba freddiffima.Il medifimo fi vede nell’acqua del 
o e, & del Salnitro. n 
mododi rifrefcareinduce molt'infirmi 
"®.Scaldail fegato. Apporta fete corinuaméte. Fa 
febbri aride.Infiima il Polm6e Fa perder l’appeti 
imagiare;et altri mali, che farciliigoà corarli. 
ri modi di rifrefcare ci fono; comein fiu- 
fonti freddiffimi, de’ quali parla Galeno; 
accade trattarne; perche douefonoac+ 
me,non è meftier,che fi metta à iffe 


puo vfar quelle. 


Li 


i 4 : dell mez 
ue dell’aere,fi agghiacciò, & fi fece ne- 


: poco differente l'acqua piovana, dal 
che efce dalla neue ; percheambedue fi fo 
> nei 


242 LIBRO DELLA NEVE, 

no:genetate di vna ifteffa materia ; faluo;chel’aci 
o della neue è vn poco più groffa,per la cepeee 

one,chericeuette dalla freddura dell’aere;dimo 
do,che non è così cattiva, come là dipingono .Et 
fimilmente veggiamo:, che ì Scithi labeono per 
+ Vordinario,come dice Hippocrate; Veggiamo che 
" leneui;che fi dileguano fi fanno fiumi principali, 
de’ quali beono'per l'ordinarioì circonwicini fer 
za danno;ne offela alcuna. Di quefti molti fono 
in Spagna;in Alemagna, & molto più nell’Indie 
occidentali; doue la maggiorparte de Fiumi fos 
no delle neui che fi dileguano nelle montagne, 
&méoti;;delle quali beueno tutti in generale;pers 

chenonviha altra acquain tutte quelle parti. 
- IRomahi pet diletto, & curiofitàbeucano l'ac 
‘qua, che vfciua della nenè; laqualfaceano cader 
giùper alcune pietre per atfottigliarla: Athenco 
pone vn verfo di Sopita antichiffimo Poeta , nel 
qualeegli dice;che al fuo tempo bencuano neue; 
& l’acqua,che vfciua della nene.Pericrates hiftori 

| co Grecco famofiflimo dice, chealfuo tempo fi 
beuca.la neue non folo nellecittà, ma nelli eflerci 
ti. Euticles homo dottoin vna delle fue epiftole 
riprende quelli del fuo tempo, che non fi conten 
tauano di beuer rifrefcato con neue, ma che be» 
ucano l’ifteffa neue.Attates hiftorico fa moltamé 
‘tion dellaneue vfata al {uo tempo con molta di- 
liventia,& diletto. Xenophonte nelle cofe memo 
rabili,che fcrilfe fa mentione di molte génti, che 
né folbeucuano neue, ma la fua acqua di conti». 
nuo. IRomanilav{arono molto, & de ente 

= Plinio 


. — +BVOABITDLO dNati eb 
Plinio nel libro trentauno della {ua hiftoria dice;: 
che Neron fu il primo; che :cuoceffel’acqua per: 
rifrefcatla con la neue; ilche' Galeno nel fettimo. — 
«ella Merhodoriferifce,dicendo;; Neronfuilpri » 
| monelcuocerl’acqua,'& dapoiraffreddarlacon » 
mene;perche l’acqua fcladata è quefto modo rice » 
ue.più rofto la freddura,& più intenfamente;grè, » 
‘acqua più fana ; perche dalla cottura fi feparano, » 
le pasti terreftri dell’acqua,& refta più fottile, & » 
piùattenuata;onde (cede più facilmente dallo fto » 
maco.. Plinio fecondo in vna delle fue cpiftole 
dice ad vn fuo amico;che tra le altre cofe, ch'egli » 
tiene apparecchiate per mangiare, è mplta neue, » 
7 rifrefcar con lei quello,che beyeranno . Etil 
Oopradetto Plinio Zio di quefto nella fua natural » 
hiftoria, nel libro decimonono, filamenta della » 
diligentia,che quelli del fuo. tempo teneuano nel » 
conferuarla nenèedell’Inuerno, perlo tempo cal » 
ro della Primatiera; dicendo;che.volsevano fot- a 
tofopra iméti,conferuando la nene perl'Efta, fa » 
cédo preuertir l'ordine della Natura;che ne Mefi » 
 (aldiffimi,nequalinonèfenon calor &fecchez- » 
| tasfia.tantala curiofità delle genti, che habbiano » 
| all'horatanta abbondaria dincue,quita neMefh, » 
equali fuole la tagion naturale mandarne inter 
. Fagranquantità. Quefto dice Plinio; perche al 
| fuo tempo,& dapoi fu cofa molto commune co- 
ss feruarla neue dell’Innerno per la Primauera, & 
- Eftì. Heliogabalò Imperatore teneua fatta vna 
| granfofla,in vnmonticello di vna fua vigna, do- 
| Mnel'Inuerno faceua ricogliere molta quantità di. 


neue | 


Dei 


144 LIRRIO DELLA NEVE, 
neue portàta! da i monti circonuicini è Roma,doi 
ueda:tenea per vfarla al tépordel'caldo nelle fue 
cent laùtiffime» Charette Mitileneo nella hifto: 
Li ria, che ferifedel Re Aleffandro difle; come nel. 
“ Ja cittàidi Petra,citrà opulentiffima dell Afia;lera 
‘ sio ordinariamente trenta foffezlequali in tempo 
» d'Inverno fi empiuano di nel, per lo rempo cale 
* do,adinftantiadi Aleffandro;&de firoi..« 
© Aldìd’'hoggi fi fa quefto non folo in Afia, ma 
‘ înmolte parti dell’Africa,gcin torta ja Europa; 
& più anchora in tutte le terre fignoreggiare dal 
; n'Furco;fpecialmente in Conftantinopoli,do 
* neé tanto l'vfo della Neue,che tutto l’anno fi vé 
de publicimente,& tutto l’anno fi vfa. Il medeft 
© mo fifa al prefentein tuttii ftati di Alemagna, 
“ &diFiandta,di Ongaria, & di Bohemia, & altre 
© partiidoue confetuano la neue in cafe, dò cauerne 
Pr cafe! st rifrefcarcon leila Primauera ; 8 
: portano di Fiandra è Pariggi molto ghiaccio, che 
‘ni ha più di feffanta leghe. Nella Caftiglià & con- 
‘ ferna fimilmente nelle cafe; &1a colgono PIn- 
‘ terno; ilqual paffato, la conferuano per lo a 
* delcaldo. Etvi fono molti Signori, & Gridi,ché 
tengono nelle Montagne cafe particolari; donelà 
midano àraccorrel’Inuerno per quefto effetto ; 
& molti fimilimente l'vfano, &rifrefcano comkei | 
così nell’Interno, come nella Primauera tutto 
‘che principalmente in Caftiglia vi habbiaal rem — 
po ‘dell'Inuerno acque freddiffime. Diconoid® | 
joti delli neue, che nonli offende quello; cheè 
fatto ffeddifimo perla neue, come quello; che è 
= ea freddiflirmmo 


hu è ipuroroornw. | 145 
freddifimo per lo tempo; perche fi vede che 
&'beuet vn bicchier d’acqua ffeddadi pozzo; b di 
| fontana fredda ; fa male; & benendola rifrefcataà 
| ton neu, nòn fi fente quel dano . Di vna cofa 
| Timtrattigliò iò moltò, che effendo quefta città 
‘dî Siuiglia vna delle più notabili del Modo, nel 
% Lo fempre fono viuuti molti Gradi, & Signo 
| fiy& Caùtalieti molto principali;& molta géte né 
 Bilecosìinaturale,come ftranierasnonti fia ftato;, 
| ©hiBabbia portato nenein tempo di Eftate perrî 
freftat cHei ciò, che fi bene;poi cheicaldi dique 
Raterra dal principio della Primavera fin quafi “ 
‘tutto l'Autumno fono così granidi,che né fi polo 
no'roleràre,& tutte l’icque fono ranto caldesche * 
tion fi pollon beiere;& cò tutto ciò la maggiot 
| parte della sente di quefta città, fonogenti da nè 
bocij;& facetide. Adiunque iù terrà così calda; dò 
miefoprabbondeno le facende,& fatiche;tloue Pat 
qua è calda, & non ci è con che farla fredda ; con .. 
Brufta tagiorie fi più admettere, & vireilrifiefca .. 
re con nere ; poi chel fao fredito è tanto ficuro , 
| tomehabbiamo detto ; & fai benefici, che Gale .. 
lo, &Aticennatie han dimoftrato » Confideri .. 
Ognuno da fila difpofitione; perche effendo., & .. 
ènco non effendo fino del rarto;in rempo di Efla 
te può beer freddo più,ò mero, come lific6uie . 
he; perche il beberfeeddo relmpeta il fegato, mi» 
tiga1l calore;induce appetito,& voglia dimigia- 
te; confortà lo ftomato; cotrobora tutte Quat- , 
trole virtù, pche meglio poflano farleloro ope» 
| trationi; fa mangiare con appeti Pea allesramea 
| 3 | : te; 


9 PERE 


pet cc 


1:46 LIBRO ,DELLA NEVE 

te; eltingue la fere di tal maniera, che c6 poco be 
uerfi fatisfanno ; rogliela fete tra'l giorno; prohi 
bifce,che non.fi generino pietre nelle Reni, tem 
prando.il loro calore; diuieta l'ebbrezza ; & fi- 
ilmente fa molti altri buonieffetti, che l'ufo,& 
efperientia ne dimoftra.. | È 
ef Caf site 4 
TI perche il miglior mododi rifrefcarefitc6 
E la nene,come habbiamo detro ; diamoli aut 
torità con auttori graui:, & fia il primo Auicéna 
. nella terza del primo, oue dice; Tara ua fredda 
* conneueàquelli,che faranno di compleffione té 
© perata,la cui freddura fi habbia fatto con Neue; 
® eflendo laneuetrifta. Dice, efendo la neue tri- 
fta, perche quefta ferue per rifrefcar di fuorauia; 
la buona fi mette détro. di quello .che fi vorrà 
beuer;come lo dimoftra il medefimo Auicenna 
nella Fen.feconda del primo al cap,decimofefto, 
‘mdoue dice; La neue,& l’acqua agghiacciata,qua- 
» do faran limpide, che la neue non farà caduta fo- 
» pra male piante,ò che non haperà miftura di ter- 
» 1a,ò d’altre fuperfluità; & il ghiaccio no farà fat 
» to d’acqua cattiva, & inferta ; ma che l’acqua che 
n» Yfcirà della neue farà chiara,& limpida;& quella 
» che vfcirà del ghiaccio farà buona, & limpida; & 
» alcuna parte della neue,ò del. gelo fi metterà nel. 
_» L'acqua,chefi beuerà; ò cò lei f1.rifrefcarà l’acqua 
| » perdifuori; èbuona; perche l’acqua, che di lor 
| n efcenonèdiverfa dall'altra acqua. Quefto dice 
licenna,dadone ad intédere, che quelteacque, | 

elcono della ncue,& del gelo, ellendo limpi- . 
= 7 de,non 


CAPITOLO ‘v. 147 
ele, non fon diuerfe di bontà dall’altre acque. So, 
Jo ui è differentia,in quefto,che l’acqua della ne- 

me; &delghiaccio fono più groffe, che l’altreac- 
Que, per effer il vapor condenfato nella mezzana 
region dell’acre,come habbiamo detto Rafis tra 
9 cori Arabiil più dotto, nel terzo libro al Re 
‘Almanfor dice così ; l’acqua della neue rifrefca 
il fegato caldo; prefa fopra il cibo corrobora , & 
fortifica lo ftomaco ; induce appettito, & voglia 
| cli mangiare ; ma non bifogna beuerne molta,Et 
. fubito dice; L'acqua,che non è tanto frefca, che 
Pe e à chila beuc,gonfia il ventre; néle- 
mi tesguafta l’appetito;leua la voglia di man- 
| giare;confuma il corpo; & conclude con dire;che 
 ellanonè cofa buona; Ciò intendo io per la con- 
— femaation della fanità humana, della qual tratta 
 Rafisin quel libro. Il medefimo nel quarto ad 
. Almanfore;parlando della preferuation nella Pe 
fte, ordina;che fi beua acqua di neue ; & nelme- 
efimo capolo riferifce vn'altra fiata;& nel cap. 
È Migefinolito del medefimo libro,in tépo di Efta 
te,ordina,che fi beua la mattina neue c6 Zucche 
urarono gli Arabi molte infirmità coll’ufo 
co l'acqua riftefcata cò lei. Auicéna 
dello tomaco calde,ordinache firi 
uanda con neue, Etfimilmenteil me 
* paffioni calde del Fegarospotte fo- 
i molto acuto, & in cagioni moltacal 
e, fi ha veduto molte fiare lenare il dolore. Or- 
ina egli netdolorde denri,che fi rifrefchi cò ac- 
na con neue; & che fi fcialacquino con Ici mol 
Br: k 2 to 


dI 


> 


148 LIBRO: DELLA DEVE, 

to fpeffo. Similmente Auicenna nell’vadecima 

» del terzo;trattando del tremor del cuore dice; Se 

» il cafo farà difficile,& vi farà aecenfione, feli dia 

-  àberacqua fredda; & acqua dineue mefcolata cà 
acqua vfata è goccia;à goccia; perche hop fi beua 

ad un tratto, per le cagioni dette, Il medefimo di 

ce Rafis nel continentein tre luoghi, parlando di 

quefta medefima paffione; nella prima dà à que» 
fti rali abewer dicontinuo acquadi neue; mag+ 
giormente fe la tal infirmità farà di humor malin 

conico. Et nel fecondo luogo li configlia;che va- 

dino è beuer in luoghi freddi ; & fe non Îo potrî 
fare; chevfino di beuer neue, & l’acqua di lci di 
continuo.Il terzo fi è,à quelli, che non hanno ri+ 

medio al digerire; che fi debbano conferuare col 

dar loro è bere di continuo acqua di neue. Eriò 

mentre che ferino quefte cofe,ho curato vn Cana 

liero,che n6 poteva refpirare; &c era rutto enfià- 

.to,& nò potena prender fonno già molti giorni, 
«cé giunta di yna paffione di core;ilquale col trar 
di fanguc,& darli è ber acqua di nene di c6tinuo, 
fi fanò,non fenza maraniglia di ogniuno; perche 
era tenuto per morto. Amato Lufitano nella fet 

tima Centuria conta vn cafo di vno, che hauea 

vna febbreardente, & che per lo stande ardore, 

& calor ch'egli hauca nella gola, non potena i+ 

ghiottire; & che convn pezzo di ghiaccio» Dr 

‘gendolo di continuo, non folo li celsò la difft- 
cultà dell'inghiottire, & la accenfione, cheha- 
nella gola; ma fe li rimeffe notabilmente 


w 


DIC» 


à 


8 


CAPITOLO VV. < DIRE 
> Vfaffi è quetti tépi il beuerrifrefcato c6 nene 
intutte le Le ella fi può hauere; perchefi 


rifrefcata con neue . Et nel fefto del 
vfà molta l’acqua prima cotta, & polci 
con neue. In molti luoghi pone à rifrefcar in. 
uele Medicine, che fi hanno davfares &il me- 
defimofanno:gli. Arabi, 0/0 : 
“<&0a ci K:4 Dalle 


150 LIBRO DELLA NEVE. | * 
Dalle cofe dette egli appare quanto fulle cele- ‘ 
brata la neue preflo gli antichi; & comefenefer 
uinano per conferitatione dellalotofanità,& nel. 
lecure dell’infirmità ; per ellere il miglior modo: 
da rifrefcare,il più fchietto,& più fenza fofpetto 4 
checi fia; perche il freddo, che fi acquifta dalla. 
neue è fano fenza pericolo della cofa;che fi rifre-. 
fca,ne alterationi alcuna ; pet effer quello che ri- 
frefca vn’acqua agghiacciata molto buona. 
Cap. VI > dI 
Gli è veto,che non fi conniene vfar di conti 
E nuo della medefima newe,fe né in tempo di 
neceffità per via di medicina.; perche l’vfo della 
medefima neue beuuta nell'acqua; ò niel vino, è 
paffandoli per lei,genera molte fpecie d'in fermi. 
ta,lequali {cal prefentenon fi fentono; vengonfi 
à fentir nella vecchiezza ; dellequalifalonga mé. 
tione Galeno nellibro dell’infermità delle Reni; 
‘&nellibro de buoni,& rei cibi. Et perche Auicé. 
na ne parlò alquanto più chiaramente, dirò quel. 
lo,ch'egli fcriue nella terza del primo,nel cap.ot-. 
» tano 5 Quelli,che beueno neue, &l’acqua,ch'efce 
s dallaiftella neuc;fel'vfarannio di continuo,zueni. 
» tano lotomoltidanni . Ella offendeì nerui, & è. 
. cattiua per lo petto,& per li membriinteriori,& 
{pecialmente per lo refpirare ; & rion l'vfarà alcw 
——. -noàbcuer,chenon li faccia daino (faluo fenon, 
_. fullefanguigno)chefeal prefente non fentiràil- 
- ‘danno;lo fentirà nelPauenire .. Perle cofe dette. 
ippare, quito dinofo fial'vfo della medefi= 
meuc,& dell’acqua,ch'efce di lei; eccetro:che 
=d A fe hont 


ca 


Ad 


“i 


: 

i * GABITOÒLO VI rsr 

| fenonfuafle per via di Medicina: Solaméte fi pu 

_— Wfarquello,chefitifréfca corì lei j perche cid'non 

 ®ffende,come habbiàmo detto ; perche iti quefto 

— gliantichi differo non effet daninio;tie fofpetto al- 
cuno;tical preséte veogiamo;che vi fia altro, che 

il farì benefici;;& l’veilità dette; sodédo; come di 

ce Plinio ; del piacere; & delicatezza del frefco 

. fenzacheci uffa ì diffetti della neiiej come 

Jo dimioftrà Martiale nel libro quiatto,dotie dice; 

Not fi dee beiiet la rietie; Ma quiello,che fi ha bé Fo) 
tiftefcato c6 leitilchié ne moftro la fete itigeniolar #a 
A ttrioltò vecchi ton fta bene il beiiete frefco 6 


detino‘tiel betiet freddiffimo,& che fi dino pia 
teeoquiel,che fia freddo mezzaniamére;béche fià 


5 pigage sd 


1:5% LIB:RO DELLA NEVE. 
vino;il terzo è ponerlo à rifrefcare per qualche.té. 
poin acqua freddiffima,ò in neue; perche quato,. 
piùintéfamétefirifrefca, tito più fi Sepsimaona ì, 
{uoi fumi,&.vapori,& fimilmente offendemeno, 
Ja telta,& penetra meno alle giiiture. Ilchefi ve=. 
de nell’iftelfo vino;che rifrefcato perde molto del. 
lefueforze tito,che feè freddifimo,pare acqua... 
Sono alcuni, che fenza confideratione dicono, &c; 
van predicando molti mali.del rifrefcar. c0, nenc,; 
è fenzafapetsfeè buono è reo; perche eflendo cofa: 
« nuoua, maggiormente in quefta rerra,temono nò. 
venga lor dano dall’vfarla. Ellendo ad vna:tauo= 
la dvn Signore vn piato di Cirieggi ca la neue. di. 
fopra,n6.osò vn Caualiero à préderne pur vna;di, 
cendo;che li farebbe male, per'eller rifrefcate con, 
neus;tutto, che fia cola molto antica ponerla ne, 
me fopraì frutti,.come conta Galeno, che la pone», 
va fopralemore.La cagionedì quefto fi è;perche, 
né.fi ha vfato,ne anco veduro neue in quefta rer-; 
xa. Onde.tuttawia la tengono in fofpettoz & non, 
VYyfa,fe non la gente Illuftre;& noù tutti,ma quel 
li,chefono. ftati cortigiani; & quelli , che hanno. 
prouato il beneficio,chelor fegue dall’vfa dici} 
perche gli altri dicono,chefenza neue fon vifli;&, 
che fenza dilei vineranno anchora;& né cSfide». 
rano,che perwiuerpoflono paflarfela c5 Mizos 
 Aglio,& Porri; ma quefti tali cibi fotétano male, . 
& né piacciano,Che altra cofa è il magiar le Per- 
mici,& laVitella al fuo répos&il Caftrato,&ì Pol 
lialloro;&diuerfa cofa è il mangiar la came con 
Sc la Pernice con limone;che ad yn modoè 
2 “ae? vn mangiar À 


104 a 


CAP ROLO 15 
va magiarfenza:gufto;& rufticamere; &all'altro. 
©xn magiargranofo &delicaramete; come huo=, 
mini.Il medefimo'è nel'bener frefco;ò caldo; pers, 
) che dal beuer:rifrefcato:cò neue, fegue Ganità. bus 
| Mufto;& piacere; &dal'beuer caldo.infirmità,dif=: 
auito; Se noia. Confideriamo, che gli antichi po- 
ero tanta felicità nel bener freddo, fpecialmente, 
felcaro con'neue;& che erano genti faue, & di, 


forete,lequali con molta cura procurauauo la io4, 
ro fahità;& cofervatione; ba in quefto, &ne), 

loro glotiofi; &'eccellenti gelti poncuano la loro, 
- fomma felicità, Onde fe efli con.tanta diligentia,! 
— ‘ceme habbiamo derto prima ; beuenano frefco; 


on nene,in tetreimanco calde,che quefte; perche 
Vogliamo noi altri lafciar di godere di quetto bea 
ttospoi che da ciò nò puo feguire, fe nò. 
E inde; vfandofi come ho detto ? 
| ©Ogn'unocofiderigllo,chefi gli couiene coforme 
| Alafuafanità,&all'v{o,&al coumefuo;& coli 
3% Gllo,che li coporta, pche l’vfo ltinfegne. 
Cha da. fare j poi.dal dino, .d beneficio, 
fela deue viare,ò no,Er fi dee auertire, che. 
he fi vfa fbener frefco cò neye,i pri 
inte fere fra pafto;ma paflati ferte,o= 
ujella n6 fol:cefla;ima fa,che fi palla, 
ass& la cena fenza fere,&fenza alcuna 
ibeuere. | Portafli.la nenegigfta rerra 
agna neyada fei leghe di fapra Granata, 
eucallai,p efleril camino Higoseporta= 
x; caldi, onde vie à {cemar molto, & gi & * 
oito poca dila,che di là ci e6ducono; & p-, 
ty el cià. 


î3;4 LIBRO DELLA NEVE, 
ciòvale così cara: E'cofa metauigliofa è vedere; 
chequefti monti di Granata fiano fetmpre pieni: 
dineue,& fia in loro durabile; & perpetia;& per: 
gran caldi,& Soli,che facciamoxfempre fta la neue 
in vn ftato permanente; ilche véggiamo; che non. 
aviene ne miti Pirenei,ì quali fi empionio di ne=. 
ue ogni Inuetno,& venédo l’Eftate,fi dilegua tut: 
ta dimodo,chensreftain loto tiencalcuna.IRe. 
di Granata pet gridezza Regale v{anano tie Mefi: 
del gran caldo PEftate di beuer l’acqua; che bere 
tano rifrefcata c6 neue ; come tiferifce il'noftto. 
hiftorico Alfonfo di Palentia if quello i ch'egli: 
feriffe della guerra di Granata è 0 0 
Coferdadila neue in luoghi freddi ; & fecchi $ 
perche la umidità, & calore forio fuoi contratijt 
&ilventodi Lewarite moltò più, pet effer caldo; 
& humido. Si calca la heite quando fi ferba; pete 
che dura più,& fi dilegivà meno. Charette Mitia 
leneo dice, che ne n Peer la o 
&copetta;c6 foglie,& rami di Rowete; percheè 
dalierodo ficonferna più, Quella, i rtasi 
no à quefta città la portano in paglia; perche ella 
la coferua più ch’altra cofa; & la dilegiia meno + 
Il che ci dimoftra bene il gloriofo Santo Agoftiz 
no nel libro primo della Citrà di Dio;doie diceg 
‘» Chidiedealla paglia virtù fredda così pollente 
s» checonfernafle la neticfreddiffima, & la manites 
» nelle? & chi le diede fimilmietige così calda;$tate 
sm dentevirtà,cheì frutti verdi immaturi, come po 
» fi fuo1 fimili,rendelle matiti & fa gue da 
serfi mangiare è Nel che appare, quianto dieta 
appare, vinà 


CAPITOLG vi. 155: 
fa virtà tenga la paglia, poi che fa effetti contra» 
rii; conferuando la Neue, & maturando ifrutti, 
nerdi;& fa anchot piu; che pofto vn vafo col’ac- 
qua rifrefcata al fereno, cin altra cofa dentrola 
glia, conferua il fuo freféo per tutto il giorno» 
dl Cap. V. I è È ; i 
Vemodi principali fi vfano à quefti tempi 
? di rifrefcar con Neue, L’vno è,mettterì fia- 
| fchi,ò vafi di quello, che fi haviera da rifrefcare fe 
| polti nella medefimà Neue; il chiefi fa douefia 
molta Neue; & cofi fi tifrefca piu, & piu tofto. IL 
| medelimofi fa col ghiaccio;et co’pezzi fuoi.Ci ha 
— wn'altro modo di rifrefcare,il qual é molto facile, 
&eteta co poca Neve; è quefto modo;fi empie vn 
uello,che fi vorrà rifrefcare,& fi ui pone 
piato di argento;ò di vetro,o di lama 

«Mila, che fia fondito, perche tocchi,&c fi bagni 
bene in quello,che fi vorta rifrefcate:& in quello 
fi metro della Nete,gettatido via di volta in vol+ 
ta l’acqua,che fi colera delia Neue; perche fe ella 

getta viasla Neuefi fcalda,& 5-3 piu. 
2manictà fi rifrefca molto, &cofi intéfa- 
fi-vorta; & emodo; che ciafcuno 
e piu; 0 meno, come uorrà,o ne haue- 
tri rifrefcano ponendo la Neuein 


56: LIBRO DELLA NEVE. 
mo;&quefto fi fa perrifrefcare vn Citaro, o valo: 
grande. ‘Quefti doi modidi rifrefcare fono tardi: 
& e meftieri,che fi facciano molto tempo innan= 
zia] mangiare; & con tutto cio né rifrefcano mol. 
toxAltri pongono la neucin una Ceftella inuolta 
in un poco di fafcio di paglia,perche cio la c6fer- 
uamolto, ponédo il bicchieretto;nel. qualefi vor 
ra bener vicino alla nene. A quefta maniera fe- 
guono molti beneficii, prima non è meltieri an 
dar gettando nia l’acqua alla Neue; perche per la 
Cefta fi cola; poi non fi dilegua tanto la Neue; & 
finalmente nonaccade riempire il vafo di quello, 
che fi vorrà berresperche bagni il piato;perche cò 
ogni quantità, che fi porrà il bicchiero; egli fi rifré 
fcara. Etquefto mi pare il miglior modo: di rifre- 
fcare d’ogni altro,con poca:nene. Quello del pia 
to cancho effo buono; Ma ognivno faceia fecon- 
= 8 la quantità della Neue,che egli hauera;& qua 
_toal rifrefcare pia, o menofi gouerni; fecédo:che 
richiederala-neceffità ;\o la fanità fua, & fecondo 
che gli comportera l’vfo di lei. Della qual cofa 
habbiamo fatto molto lunga relatione; benche il . 
mio propomimento nofì fuffefe non di difendere 
| cheil miglior modo di rifrefcare, & piu fano; fia 
il rifrefcare cò neue; & che gli altri vfi,& modi di 
rifrefcare; habbiano molticontrarij; comehab» 
| biamodetto; &:che folo il rifrefcar con Neuefia 
| quello,che piu fi conuenga;poi che la Neue non 
tocca la:cofa, ma folo il: piato rifrefeato ida lei è 
» cherifrefca.Tutti gli altri modi;che ci fa 
re non giongono di gran lungralti: 
frefcare 


*; 5 d'a. eat ea 


CADETOLO ha. DE 
freftare con neue; perche quel che fi rifrefca con 
lei fi fa freddifimo; vue tutto il refto, chefi rifre- 
{ca al fereno,o in pozzo;o con Salnitro;fi puo dir 
caldo in comparatione di quello,che e silfelito 
con la neue. Onde e cofa grande, & da farne mol 
raftima, chenel rempo caldo dell’Etarequando 
fiamo tutti foco pet l'intenfo calote del tempo, 
quando la fere è tanto gride, che ne tuo l'anima; 
quando i corpi vino ardédo,& fudando;che hab 
biamo il rimedio cofi facile, che con poca neue 
poffiamo bewer tanto frefco, quanto ne couenga, 
& tanto piu freddosquito fi vorra, cé ogni ficut- 
t2,& fanità;apportidone cio tito piacere, & con- 
| tentezza,che non ha prezzo; con che fi podla efti- 
mare, neinteletto che lo fappia efplicare. Onde 
ogniuno , che beuerà freddo con neue potrà effer 
‘giudice della mia Apologia; quando col mezzo 
dilei trowera modo dibeuer fredo perferramere. 


EPILOGO. 


D Alle cofe dette fi nederà, che cofafianene, & 
quanto celebrato ful'ufo fuo preffo alli An- 
tichi per rifrefcare con lei ; & come il miglior modo 
di quellische ci fono darifrefcare,dy il piu conuenien= 
ste per la noftra fanità, & neceffità, fi € quello, che fi 
fa con lei; et fimilmente come il beuer fr d 


G 


358 = Lrnro DELLA NEVE, 
—&yindebolifca il Fegato; produce fete continua;non 


fatisface alla noftra neceffità ; apporta noia, & tit 
ftezza,er altri damni;i quali conofcera colui,che l’u- 


_ fera, facilmentein feSteffo. Ada a quelli, che beneno 


frefco o chefia frefco naturalmente , o rifrefcato con 
«Neue; awiene tutto il contrario;perche conforta loro 
lo Stomacho;e fe l'hanno rilaffato,cr debole;lo for 
tifica,&y ingagltardifce ; uieta il fluffo,&r le deriua- 
tion de gli bumori caldi a lui onde impedifce è fluffi, 
& uomiti colerici ; conforta tutte quattro le wrtà ; 
togliela feteida appetito di magiare; fa miglior dige- 
Stione; benefi meno , &» cio con piu piacere, cr alle- 
grezza; fatis facendone piu un poco di beuanda fre- 
fca,che molta che non fia cofi;probibifce la pietra a 
i caldi di compleffionesimpedifce la ebbrezzastempe 
‘ra il Fegato caldo; refrigera l'incendio,el foco a quel 
di che fommamente fon caldi, 0 infiammati, per ogm 
«cagione che ciofia; tempra il calore ecceffiwo della 
Slate;preferua da Pefte; prefa fopra il cibo da forza 
al calore naturale, perche faccia meglio la fua dige- 
fiione,&y operatione;toglie i dolori acuti che uenzo- 
no da cagion calda;lena il tremor del cuore; allegra 
imalinconici;toglie al uino la fuafuria,&y il fuo fu- 


-mo; poftele frutta nella Neue,probibifce, che non fi 


corropano,<& fi gode della delicatezza,che apporta 
3 fuo frefco; lequali fono cofe che lingua alcuna non 
puo esphcare, ne intelletto bumano comprendere. 
- Quelli, che poffono liberamente beuer frefco , & 

ifrefcato cò Neue fono i tensperati di compleffione, 
î; quelli , che hanno compleffione colerica, 
fiammata; quelli,che fono caldi di Fegato,et 
de di Sto- 


è r1L1066° 90° 
gi Stomacho;quelli,che fon fanguigni;quelli, che fi ef- 
| Sercitano, &raffaticano molto ; gli buomini di molti 

— negocij;quelli,che banno molte facende;7 gouernato» 
ti della Città,cy ‘Republiche; & i ministri,& quelli, 

chi e participano di cotali facende, & fatiche; quelli 
che fi effercitano, cr affaticano ne gli efferciti mili» 
tari, &y altre gran fatiche; quelli, che caminano mol 
» &fi fono molto affaticati ; quelli , che patifcono 
bri ardenti,<&r mali di gran caldo, cr accenfioni, 
‘fopra tutto quelli,che fono ufati à beuer cofî. Et 
to a queSto,ogniun beua freddo,a freddiffimo,co 
 memnorrala neceffità , & come piu li fi conuerra. 
— Quelli poi,a quali nonfi conuien beuer molto freddò, 
e freddiffimo,fono i molto uecchi ; quelli che beuono 
fenza far effercitio,et fenza facède quelli,che 
crudità nello Stomacho per cagion di humori 
a quelli che fono infermi del petto;quelli,che ha 
male di nerui; quelli, che non poffono digerire quel, 
che mangiano,per bumori,<y cagioni fredde ; quelli, 
che patifcono molte uentofità; i fanciullini, & quelli 
dipoca età,c&5 altri, a quali il tempo, & l'ufo ha in- 
mato cio, che lor bifogna. Et con quefto diamo fin 
seApologia , 


I.N DLC 


EIDELLE GOSE PIV NOTABILI, 


che fi ritrovano nella prima, & feconda parte delle | 
.cofe , che vengono portate dalle Indie 
Occidentali: & nel libro appreffo, 
che tratta della Neue. 


Il primo numero fi gnifica la prima, ò la feconda parte. 
Il fecondo le spice 


«Aron città. par.1. 

y; %; charte 113 
eAbdala Narac Moro , 
«Medico Spagnuolo. par 
, te prima. ch.104 
er del Legno,come fi 
par.1.0.28 

‘come fi préda. P.1.6.29 
ifueuirtù. par.1.c.31 
«acqua del Legno, China, 

«1 ZarZapariglia quan 
| do fideono dare, dp 4 
‘ cui, parte ‘prima. c.44 
adcqua.  par.2.c,124 


__  Jhebi buone qualità. parte 


conda...» ch.129 
2 -j té natura p 2,C.135 
È cumenti. par.2.ch.130 
#9 vAGuario Medico parte 

prada. chix47 


eAfere par.2. C.124 
Aere corrotto p.2.C,12t 
Actio Medico. p.1.c.117 
Alemagna. par.2..144 
Alexandro par.2.C.144 
Alfonfo di ‘Palentia Hi- 
florico. par.2.c.154 
Aliabas Medico Ara- 
bo par.2.C.130 
Almanfor Re. p.1.6.104 
Amato Lufirano Medi 
co para.ch.110 
Ambra da Pater noîtri 
ar.t.C.6.Paf.2. C.4 L4- 


Ambra Grifo odorifero: 


ar.t ch.113 
doue fi troui.p.2.6-161 
- cio.che egli] ar C.U4 
fue mità par. 2.0h.117 
4 «pine: diuerfei intorno 
dilui. ; par.2.C.114 


TAVOLA: bela “PRIMA D 


ednaximenes filofofo + 
Al, Ch..12.6 
Andiea Ballunenfe Me- 
dico — part. ch.i01 
Andrea Lacuna Medico È 
par.1. ch.109 
Andrea Matthioli. par- 
db ch.108.132 
eAngofcia,p.1.6.127.231 
Anime 
Anifo fa fognar cofe pia- 
ceuolì © par.2.ch. 18 
Annibale> para. (84 
Antonio HMyfa Brafa- 
uola Medico; p.r.c.r12 
Appetito, del cibo perdu- 
"pe 
glia fo ufo. par- 


ch. 20, 


WS È : elfo; the l opio» 


sparteoz:+ — chan 
Apotteme ; lor cura. 
> partedb i: chi 
 freddep.t20. pir.to 
antiche> par.a.0.35 
gencnofe >? par.2.c.12 
edranzi pari. (087 

— lorfemi. - par.1.0.92 
ntra il fluffo . 


chti 


er 


parai.ch.t - 


c par:2. ch. 56. 


eArboro dî gran Aa 
parte i: cho 6 
Armadillo & fua fiera. 
parte 2. ch.90 
fua deferittione>. par- 
ch. 91 
offo della fua coda, & 
fua'uiftd. par.2. c. 9I 
emo, fua cura. par- 
tes 1. Ch.t0. 3.1..66 
Athenco.p.1.92.P.2:142 
eAtrates Hiftorico. par- 
teo £:° ch.:142 
eAttrattione di‘ mebra, 
parte 1. ch. 14 
eAvzritia delli Spagnuo- 
cli nel condur le Afedici 


ne falfe. L20140 
brciuni Medico Ara 
bo. “part: c.105 


SAuesr,pi.105-p. 2.122 


Auicenna par. 1.C.107 
par.  (.129:130 
peg para. c.92, 
A. Gellio pari2. c:127 
uditori în grande qui- 
tità: par. 2.60.80 
Abiloia città.pia.ca4 
Bis berba cell 
die Orientali. pix. 18 
con 


bad 


‘confettion di lei per fo- 
gnarfi cofe piaceno - 
oli par.2.6.18 
Balenati, & come gl'In- 
diani li prédano în cac- 
k ara. COLI f 
ndia Occidè- 
#f Pcaui.pir.c.18 
che fi chiami cofi. 
| pari te nit "tvthi 8 
iito È hora perduto. 
teo dti ch. 9 
s ‘adopri nella Afe 
par. 1.20 
e fua tem. 
.1.ch.x3 
“ Jua figa 
par.2-ch.97 
ittione del ‘fano fut 
par.2.c.98.99 
ande, & pole: 


Beuer caldo, & 


Bitrume 


è BIT (SE CIONDA PARTE,7 


coe fi dè ufare. p.2.0:138 
conneue ‘par.2.6.13 5 
ai cuò non fi connenga. 
par.2 C,1$1.159 
fuobenefici. parte 2, 
char... 158.145 
acufi cong: p.r:0.1:58 
$ spugne daeAnicen- 
NRE \ par.2 2:65 146 
da Ref so parir:0.147 
d' Amato Lufit.p:2.138 
daGaleno par.2:c.149 
foi nò- 
“cumenti: <> Par.2.6:157 


Bezsar che fegnifichi è nel 


laligua Araba.p.1.6:113 


Bezaartiche Medicine + 


-chd13 
parr.ch.1 4 


> fina tEperatura. ports 
o par:2:ch.144 


spanpso 


‘Bollo: 4 Armeno buono: ie E 


È foci Pi I «ada 


TAVOLA DELLA» PREMA 


Cannella.cy altre Specia- 
rie nelle ffole di Ma- 
+ Îuco. par.1. ch. 3 


Caragna.p. I.C.10,P.2.94 


(arboni, a «Appofteme 
© menenofe. p.3.ch.12 
Carlo sato radice.p.2.52 
- fuafigura. ‘par.2.c.5 2 
+ doue nafca. par. 2.0.5 3 

Sua defcritiide.p,2.0.53 
i fuatemperatura,ey fue 
| girtu. © par.2.C:54 
Caffia dell’Indie Occiden 

tali. par.1.ch.50 
| fuauirtà. par.1.ch. 51 
Caflagne purgatiue.par- 

lora defer srt 
. lora defcrittione.par, 12. 


| vomodo di sorio KE 
; dor. correttide.p.2.6205 


‘lor si den 2.6.10.5 
(Caftiglia. 12:0h.144 


* C68.36.pi2r:s4. 122. 
* da bumori caldi, par... 
: ‘chartev» 130 


«Cauflico eccellente. par- 


= te 2. ch.63.64.65 
anterio, par.1, chi130 — 


LEI 1 


(edriset lor uirtù.pià.c.a1 
Centella berba, #9: fue'uir 
to. par.2.ch.79 
Ceruello;<& fuo dolore_3; 
parte) 2. ch.118 
(acatecas Afinered° Ar- 
gento della Pronincia 
Mechioacan.par,1.c:5 6 
(harabe, ..  par.1.0h;6 
Charette Mitilenio. par- 
ber: ot anehi144 
Chimbo luogo nel ‘Però. 
arie gica: hiros 
(Pina donde fi porti.par- 
ch:2 4.32 
fuadeferittione.p.i.c.3 3 


» fio ufo, fua acquaipar- 


ri? te ch.:53 


‘Modo di prenderla. par 
(<P RO 


ch.34 


“fia nità, par. t.ch.33 


fa seperatura,p.1,6.3 6 


(hincicila luogoprincipal 
Catarrietlor rimedio.p.i 


nel Mechioaci,p. 1.6. 57 
Chriftoforo icolobo, pica 
Cichorea» - > par.1.6.133 


«Cieli undeci.par,2:0.12 3 


Cleopatra. par.1.ch:84 

(olico,<r fua'cura. par. 
per: 3:53:75- 66 
(ol lo, ; 


ET SECONDA PARTE. 


€ollo,etr fuo incordamen- 
to. par.t,ch.9:p.2.0.6 
Colore ? pittori. p.2-0.88 
Codrila berba. P.1.0: 133 
Copal: » vpari.ch.1. 
Corallo. par.2:0.104 
Cornelio celfo «Medico 
«parte di ch.1.30 
Cofe, chefi portano dalle 
ren Otcidétalrin Spa- 
3 par.1.c2 
» Collantiriopoli. Pi2.C-1 44 
i (redenza, che fi fa a' Si- 
gnori. > par.1.ch.134 
Crudita ò repletione. "al 
esa. 
 Cuore,dy fue dalfioni. Da 
teo >. ch. 5 $:121 
D Ebolezza come fi 
ristori. par.2.ci4 t 
' Democrito. par.1.ch:84 
Demofthene.par.1.ch.$ 3 
Déti,et lor-dolori come fi 
- 1.c.9.10:31. 88. 
‘th.42.57 
facrificiorbe fifa di lare 
‘dalli Indiani. p.>:c. 106 
Dioftoride p.ù.c.8 2.133ì + 


ch. 18. 188 
è stor girtà 


contra neneno. p.i.t.9t 
Dolore per bumori freddi 
come fi curi. p.1.c.8.11 
16.20.p.2.C.8.62.100 
Dolori arterti. p.1.c.66. 
Ducheffa di Begiaar. par 
ted 1.. 0014 
Durezze come fi rifolui- 
no. par.v:ch.12 
Bbrezza coll''Am- 
bro. par.r.ch.12 2 

col fumo del Tabaco, 

; parte è. ch.16 
Elettrum miffura doro, 


&r d'argento. p:1.C. 136 


Elementi. par.:2.ch.12 3 
Epilepfia ‘de Faciali .par= 
te 1. ch.119 


Erafiftrato,piò.2.ch.134 
Etherea regide.p. 1.012 3 
Euonimo Alchimifta. par 
ctecata.- ch.88 
Euticles. par.2.ch.142 

Ame,t fere come fe 
F toleri col Tabaco- 


par.r 131 


Fofuai rio 


îo dfn pc Si 
ch. 27 $ 


E 3: Fe 


TAVOLA DELLA: PRIMA 


Ferite,et lor.curasp:119 
1dp.23: par.za 6.94 99. 
vanelenate «> p.2-10 
ofrefobe.3.< 
Ferrido-Cortefe.p.1.c.5 6 
| Fianco: prt.47.p.2.0:8. 
»39-59.93 
Fiandra P:2:€-144 
Flegma come fi purghi . 
pari ch:13 
| fallo &y fna:cura:p.1.43 
Flujfo di fangue i Hemo- 


fis C.55 i 


Giacintogioia, pit. €598 
GiosannveAgricola.par- 
tei. sch.112 
Gio, «Manric:pisc114 
Gio..Odorico Melchiori, 
parte. chiv33 
Giunte, et-lon doglie , 
p.1-4D.9. 1043: 14e2l. 
35.660 Pazichar.9 
Goma:pèr. li Gotra. par- 
IA ch:89 
Gotta, parit.:ch.3.6.66. 


protdale;Mbtruo.pit.4 5 pr .2 0° 6h:43.88 
Elulfo. pix dif: ui3r9 Granata, &y-fuoi monti. 
‘ calerico > - p.2,6.130 Fempre. carichi di neue. 
: de fangue». . pi 23688 parte 2. ch. 1:54 
eso con vlgico. Guacatsn berba;fua figa 
#6 ,8 6h ol masee fuomome.p.2.€.64 
EdozZa:] | Guaiacararboro quando, 
Fi for € i: He, » ‘ e come fi conobbe 3 par» 
«mon offendesconse quel> ale i te 
‘© losche è dal tempo.par= | fud deferittide:p.1.6:23 
tei, “© b:144 Acquadi lucome (ja. 
Fuoco clemeto, punicazag partenie ch;28 
Fuocodella. \faeciazinfin- eAcqua'ditta con che re- 
sinità. p.2.C-1022103 golaftpiende.p. 1.6:29 
eAicno:pa.coro6, -fuenintà. ‘|. prac:z1 
1. 2.0 126.128.129 Ginziagmuil, fine nel Pes 
ol Ha ; p. i 


2 ed fco proumeid. pi1si2 


uerdepo 1.032 wi 


BÈ (SECONDA DART. 

darte:si +. :-6bio6 Porter. chit 3} 
Guaricanilcas:, nome fn Sua defertttione; luoghi. 
diano della Zanzapari> done nafce;co fua tema 
| glia. «»parazaro6 peraturà:par.. «ch;128 
Guilielmò feruitor cy.fuo fuduirid.. pil c.r29 
empiaftro. parst:ca43. Sua acqua nelle febri pè 
Guido dellaVazaris s ché filenti. . par. cs127 
tirtondò i Mondo. par- coditosò, conferma di lei, 
se Ii chiroo Patstar + ch.137. 
Amech BE Reniph» Herba dè Balleftreripar- 
s d AMtrolog o.pianog ter. chiijo 

S “Pliiona città Shell ifola Hérba.di Pietro d'Ofinà, 
— diCuba. p.ixco3 ef uintop.r.07 76 
È Auiateea Negrò della» Herba cotralhérba,: paf= 


î cia del Adechioa | tes di ch.80.8%. 
+ Cab ‘de menaaziole pare 


Imperatori ch.66: 

Re "ch. 143: Foimslso Barbaro: par= 

ura ter ch.6. 

ch. idropifiastr fuoi rime» 

.u pobvi 1.6,13:31+3 6:70» 
Herba di, SR È a è Montuo Mès' 
drop rst è } dico Francefe. parte t. 

seo fuò chat. > 13%-135 


parvisch.23 Hippotrate. P- 10188 
‘pai. ci23. Hoduras Porto: pA-0+37 
squà» Himori ii t.0h:3 1 


ca 


T-RVOLA DELLA PRIMA 


dnbdio. par:1.0.13 
Incèfo done nafca. pa.c.3 
Indiani fusgono l'andar 
alfoco fatto di certe le- 
gue. par.2.c.78 
fr taglito le fiole de pie 
diet le mangiano;poi fi 
fanao le ferite.p.3..6.79 
Indie Occidttali qrizet da 
cui fcoperte.par.1.ch.1 
Infirmità fredde. p.3.12.15 
lunghe». par.1.ch:31 
Ingraffare. par.2.ch:46 


Ingrauidare.par.1.6.46. 


Jfac Medito Arabo.par- 
teo 2. 


C.5 
Legio Aromatico “ 896 


Legno p le Rene.p.1:0:47 
fua equa come fi fac- 
cia. para. c.48 

Legno Santo eArboro. 
parte 1. —— ch24 
| bio che egli fia.p.1.6.27 

1a agri par.1. 

gli 27:28 


ch.1 30. 
edite, dr fan uirtà. . 
| Mal Fracefe onde da pri 


fua acqua cde fi facciaet 
coe fi préda.p.1.c.28.29 > 
fua wirtà. par.1.ch.31 
Lemno lfolahoggi Stali- 
MEN). | par.1.c.91 
Lentigini  par.1.c44 
Lettera del Peru fcritta>. 
da Pietro d'Ofma al D. 
Monardes. par.2.6.69= 


Liquid’ Ambro,gy fuo 0- 
glio. para.c.15 
Sueuirtà.  para.c.1 6. 


fua teperatura.pa.c.17 


 Luigidi cuena.p.1.6.117. 
Al caduco. par.1. 
pis 30. 131.par.d 


charte> sGur. 


neri C:P.t.C.2 5-27.. 
chiamaffe.p.1.c.26 
fue cura: D.1:0.28.29. 
35. 66.p.2/42.5 5-56. 
Malinconia.p.1.c.3 6.119 
132. par.2.6.121 
M.Anton.imp.p.i.c.82 


Maria Catanco inferma 


di angofcie. p.1.c.116 : 
Martiale>.par.2.6:151 
Martin Alfonfo di Soffa, 
Vice Aroutar Indie Oa 

rientali. 


ET SECONDA CPA RT: 


tientali..par.2:6.18 
uMaftici doue nafcono. 
parte» 1. ch.3. 
Matrice & Sua foffoca- 
tone». par.1.6.8.132 

fue paffioni.par.i.ch.14 
fue oppilationi, &y du- 
TEZZE.Pp.1.17.P.2.54:55 

fua purgatione.p.1.6,20 
Shordolori. pii.ch.66 
fuoi affanni. par. 2.ch.8 
fhoi difetti;p.1.c.44.45 

foi nocumenti. part.2. 
A 3 118.119 
— Afechioac&Pronincia nel 


la nona: Spagna.p.r.c. 56 


AMechioaci Herba.p.a. s6 
Sua biStorìa. par.1.c.57 
fia deferittione.p.1. c.63 
tioni, è 
fuateperatura.p.rc. 64 
Fia wirtà. par:1.ch.65 
\eparit. ch. 68 


par.1.0.63: niet 
«Mondo pieno di perfet=. 


no. par.2.ch.40 
eMechioacan di S.Hele 
na pericolofo. p.2.6-95- 
MedicQueneni.p.1 0:90 
Medicine delle Indie , & 
fue uirto. par:2.ch:34. 
Medicine, che curano 
unmale confernano an- 
cho da quello.p.1.c.115 
eMenftrui. para.ch.17. 
20.45. pali2.45 
Milza. par. 1.0:13.11.4% 
6,127. part.2.C.7 
Minere doro. p.1.ch.7 5. 
Mirachial. par.1.ch.36 
iramamolin Re di cor- 
uba, cr fua liberalità. 

e I ch.104 


| Afithridate Re. ps.c.81 


eMithridato Medicina. 
parte t. ch. 9L, 


tione.* par:2:ch.123 
Monti Pirenci.p.2.CA 54 
Mufchio: pari.chaxt. 

 T Apello Veneno.par-. 

N ten ch.104 


Naphta,Bitume.p. LC: 14 
> Nebbiecomefi generino. 


ch.125. 


ve. li 


TAVOLA:DELLA PRE WE 
«tÉmadre-ditutte l’impref  parsi. ‘chit 
° afroniaereo. piasch.î25. lorinirtà. par. 1. ch:53. 

Nerui:percoff, &lorri- lortéperatura. pane. 2% 00 
medio. par.» chig.rò. lor difetti; cy corratio=. 
»lorosattrattive.p. lic:2 MED. pan.t. chi52 


Nenécome fi generispar» fg nidi. piiso.133 
devi. ich}. Ocozol»Arboro . 
, “donecada. p.r)c.126 pari. 0. chis 


come fcaldi. p.2:6.137 Qdoardo Re d’ inebiltor 
confernala carneel pe. va liberato d'una ferita 
Feed: partier27 ‘amelen:cò che: pr 6.23 
fuo:frefco.. parc. 128 Oglio dest: Fico infernale. 
fua natura. P.rioonzi  partét: o. ch13 
fuo.sfo nel rifrefcare vi. come fi fi ca CAUA. f.v:c:12 
par.>. .chit4t. r42.t43. d uairtà. pars 10h.12 
fua acqno fina.p.2.350. frattperatura: pcirà 
SK fit con di cea Get: del biguid: ‘ambroi 


och. 

o ferdi. (74 c'pariti :0.16 

parer: * Oglio coe fi canide frutti 
eModi di ar soi dfemi da gl'nd.p.1.c22 
denis pirmisfo ng irpi2eC.144 

bench fui p.2xchar  Opilationi: pi1. c.10.36 


ted i 57:58. parte 2. chè33:3/$» 
Nerone. Impe. pi 26.143. Opios er fuowifo preffo è 
Nicaragua Prouicia. par gh fndianti,par.2:ch.2à 
teo. i vch.i7 5. Orecchie; & udito. pia 
Nicolò Fiorentino «Me tevè. è. chir4sst 
dico. — pari. chit Orina; par.t.ch:21. 66 
 Nocell i pwrgatineo: aio ra 


ABI ASSE CON DA PARTE 


ifuaretttide. p.2-42:93 
Suadoglia:\ pra. ch. 60. 
Orzadaberba; cy frafi- 
VEura. + par.z. 6.63 
flo casata 
K sparte.2 2. 2.0hi63; 
fia tèperatura. D:2:6:63, 
©Offo del cuor del "cerno. 
xparte +. -chi92 
Ancaleo de' Negri. 
pa. ch. 40 


E Paral; Iaspit: cata 36. 


SEI: 
Paternoîtri di-5. Helena 


sradiceet lor fig.p.2: 58 
‘or deferirtione;lor com. 
‘ pleffionè; & Ufo del- 


“paria ch.:59 


Pepe d'India. p.1.c.49 


Pepelungo: par. 2.chaot 
fui figura, et fua deforit 


hm aich:102 


wo fe sirti 


parte I, 


2 Mione, par.2. chiro2” 


temi, 1 Chbgo 
Peuetti pfumi. p.2:6.AX7 
Philoftrato» par.1.ch+92 
Piaghe uecchie.p.1.6:22: 
3s«pattez. 6he13 
frefehei..- «par.2. ch.88 
piccole, « - par.2.ch.62: 
Pietra Bezaar,& fuoi no 


Pi In Cig 


td 
animali che la generano 
etlondoleri pil 0.96 
come {a generi. p.t.C,97 
fuocoloret fig. p.ixC-99 
falfa. come. fi conofca. 
ch. 100. 
quegado prima condotta 
Agna. par.1-ch.it 
«Minerale, pi. 04106 
faa poluere. p.1.6.1 17: 
gemellate occulta un re 
4fio: 0 si par.t. ch.89. 
Sa eperitza. Pit. 11% 
| fue'nirtà.p.1:1:8.1194 
come::fcoperte nel Pe-. 
rà. par.2:0:68:71 


dor ufo:par.3:ch:7 483 


LI 


Pietra del Sanguescome 
sb 44 Sedopriy ;@ ge fa uirti): 


parte. .i © ch4s 
delinea, & fia uirti. 
parte. 


Y'AVIOILTA DELLA PRIMA 


‘parte 1. 
fuasperienza.p.1-0-47 
Pietre preciofe. pr .c.9% 
| Pietre de’ Caimani.p.2.61 
Pietre de'Tiburdi.p.2-93 
Pietra delle Reni.p.1.93 
“Pietro d' Abano il conci- 
batore:. para.ch\ 12. 
Pietro Carnicer. p1.C.132 
Pignoli purcatiti ; loro 
‘deftrittione; & lor uir- 
th. . par.1.ch.53 
Pioggia nel Pera nelle 


‘Montagne , & non nel. > 
par.2.ch:.80 


- piano. 
Plinio. par.1.ch.7 9:9 5- 
parsa. ch.142.151 


Plinio fecondo. piz1c.143 


Poffidonio.  paraich:14 


Profumi.p1.16.p.2.117" 
Proprietà occulta.p.1.0:81 


Ca manifetta.. 


parts. ©» ch.81 
Quartanaet fua cura.p.2 
| _charteo: 62 
Quito Pronin. nel Peri. 
.  partevt. SL eh75 
Abi Mofe SHebreo, 
rr I. ch:105 
comeATan 


char.46 . 


zi. par.2.ch.09: 
Rafis Medico Arabo. 
par.t.c.103.par.2.130 
Re di Cochin. \p.1. ciÙ 
Redi Portogallo:p.1.c.4} 
Rent:p.r.C.31.66.f.2.6.92 
Rifrefcar è quattro modi. 
parte» 2. ch.136 
conaere. par.1.t.137 
.con Salnitro: p.1.c:140 
in pozzo. par.2.ch.138 
-con neue. par.2:ch. 143 
Ruggiada come fi generi, 
parte 2. ch.t2 $ 
neAfcerdoti Indiani,co 
Y mediano le rikpoîte 
-d quellische ui a lor per 
«configlio. par.2.ch.17 
Skgue di Drago.p.2.c.8 $ 
fua 10ne, CI 
del fuo arboro,et fua 
io 2.ch.8 5.86 
‘opmioni delli antichi cir 
ca'il detto. par:2 ch.86 
‘ode cofifi chiai.p.2.c.83 
didue guifezcioe di goc 
ria, di pane.p.2:0:88° 
Santo Ardionio Medico. 
parte 2. otro 


Safafras Arborodi gras. 


uti bi 


- 


-BT SECONDA PARTE 


‘nirtà. par.2. ch:24 


‘come fi pofein ufo pri- —. 


ma da Francefi ,poida 

| *Spagnolr. par.2. ch.25 
> fua figura,et fua diferît 
tione. par:2.ch.27 

i donefitroni.par.2.6.29 
..doue folamente nafca, 
parte > 2. ch.30 

| fuatèperatura.p.2.6.30 
 fuo nome. par...6.30 

| comeprimaftufaua;& 
| come fi dee ufare.par.è 


par. t.ch.7 


| WSciatica, &y fuo rimedio: 


> aspetta 1. ch.9.21 
Scordeon herbap.1.c.92 


animale uenenofo 
ni ch.124 
.Pp.1.C.12.5 

a berha.p.1,81 
rouata. p.t.C.124 
nome. par. .ch.12 5 
fua wrtu.par.1.ch.139 


Sua tEperatura.p.1.6.128 


Scroffole..  par.1.ch.66. 
Segni dellafaccia.parte 1 
charte 14 
Serapione Medico Ara- 
bo. p.1.c.101.102.P-2- 
vcharte de DA 
Serpéti piacenoli. p.2.79 
Simeone Archiatros Me- 
dico.p.2:C.114-117.222 
Stropo del legno.p.a.c53,1 
Siuiglia città non ufa be- 
uer frefcopar.2.ch.14 5 
Smeraldi gioie.p.1.91.62 


8 Sognarfineueche fignifi- 
‘che, 


par.1,h.128 
Sogni che uengono per 


ter. 
Solatro furiofo fa fognar 
*cofe uarie. par:2.ch,18 
Solfere uino.par.1.ch.7 4 
fuevirto. par,1.ch7 5 
fuatdperatura.p.1.6.76 
“Sonno come fi inuiti.par.s 
charte 13 
Sopita Poeta. p.2.0.141 
Spagnoli negligenti nello 
inueStigar le Medicine. 
Pari ch.78 
Spafima. par.1.ch.33. 
Specaria, 


PAVOLA 
- Sodio parchi 32 
Spiriti, e lor conforto. 
dparteo 2. vcheît) 
Vione ci Lemno par 
tei 1 0. hd 

| Stambezza come finito 
bri. parte 2.ch.19 
Stomaco,& fra cura. ‘p. 
1.C,9.13.16.20.21)56 


‘66. pi2: 0738. $9. Los 


120.130.129 


DELLA "PRIMA 


»Za'in un Came. p.2. C.12 


Tegna: cpar.r:chi16 - 
Templarij) ordine de’ Ca- 
walieri; ‘* part. C1L3 
Terra: > parir.ch.124 
Terrafigillata. p.r..0:91 
lemma. par.i. ch.91 


Teftaset.fuo dolore.par.1. 
69.101 6£29:3 6.66 
fueslcere. parsi: C:13 
fuor dolori. pa 2. ‘che 6. 


Storpiati. par.32: hag F7+56.88. 
Sudor di fanque. p.r.78 Theriaca. AE 90 
Sudor provocato dall’ac- Thefzlo. par.2- 6134 
‘qua dell'herba Scorzo- Tiangez Mercati de gli 
nera. pari. ciraz ©Indiam»* par.1.0.17 
Fregi 2 Tipthafi ferittor Arabo 
arsz.ch. tele piggre. p.r: (101 
‘gie cofi € * par.z:c.10 
vparter. © © riI. €.66 
fuo nome proprio si Temi di Chartage- 
— lIndiatà: “parte vithige” ‘nia. par.i ch.94 
luogho, ci tempo quan. > d'abete > come nafci, 
do to feminas&r fica de- -&come ficolga, & fue 
ferittione. parsa:ch.g virtù. par.>. C.99 
 foghe,& polnere delle :coefi. deetorre p. 2. 0.119 

“dette. pari sb stes sii 

— “t@perdtura dilei.p.2.c.6 Turco gran S. p: 200134 


ù, par.2-0:6,7 | 


spes 


Alafco di Taranto 
v. Mione p.1.109 
È Vecchi 


ET SECONDA PARTBIGTO 
chica. 


Vecchi & lor conforto. 
par. ch.119 
Veneno. — par.1.c.80 
che cofa fia, & doue fi 
troua. par.1.ch.S1 
Suoi danni, &x beneficij. 
parte... ch,82 
per curar le infermità. 
«per liberarfi da prigio- 
ne ò morte. par. 
Segni dell'anelenato.par 
tei. : ch.84 
«. da uenenfreddo, &y da 


menen caldo. piic.8s 
Segni peggiori. p.1.c.85 


= curadelli auene 


parte. 


«parte tz» 
| Sua cura coll'herbascor 
—. Zonera. P.1,C.129.1 3% 
» i di guardarfi da 


si 


Loro deferiti 


lor temperatura, parte 


ch, SR 
 cnra del freddo.p.1.0:89% 
per proprietà occulta. 
ch.89° t 


È Wenéni. par.1..6.134 
Radici contra ueneno,et 
nomen. par.2.c.103- 


feconda +. 
Vermidel corpo. par.r. 
C.13:T19.p.2:ch.9-104 
Vertigine. pi.C.120.13% 
Veffica. Spar.1. 6.31.66 


Villalobo Dottore. par==® 


te 2 È ch,131 
Vino,efua wuacità come. 


 fimortifichi. p.2.ch:151 


Vitriolo,cy fuo oglio.par 
"ri, .ch:87 
Unicorno.  par.1.ch.92 
Volatiche,d Tegna.par 
Vomito. -para.cha3. 


fim vedifca. par.1.c.70. 


7 Enophote.p.2.C.14% 
i Xile arboro del Bal- 
“famo, cy fua deforittio- 


MES, pal: 1.ch.18 


fi 247 


iropo di ber comp: 


» 


qapariglia. p.ts 


dode fu portata.p. 11,37" 
 fua defcritzione effer la 
° finilace apra come fi 


. 


DELLA ner m PARTE 


dal svauttore, &r fue tera th.10g> 


“mirtil. pa. ch.40:42. douenafca. p. 2.ch. 10$ 
‘Poluere di da perte.n., come la chiamano gli In. 
tharteo..: si 42° diam. par.z:ch.106 


" Pa 44 d charte_o 9 «107. 
 fuavirtà. par. 1.ch,42 comefideedare. par.2. 


— Zarzaparigha nona.par- ceto | 119 


rit. & 24.cap.ti 
D.x1. ch.45.cap.xItl; 
xv. ch.49.cap. 
iz cap.avii. ch.53. 


do: xi; spit. 55.cap xx1; CAp.xX; 


ch.56.c T6.ca.xX1V; CA.KXAII. 
ch.3. 13. Canela ; C ino. ch 4.14. fi 
fanno;fi ti diftilatio;diftilla 
modo.24.2.tutte |°- 

‘cenamente; certamente. 


‘102.28.0ffen- 
i perche. 110.16 
0 MAME com reunieinente 
fon ‘alcune varie.10. E piena;E pieno. 
iale.. 1140.5.fia;fia. 

P AE DR de fo LI DE D ni 


Nella dedicazione della feconda parte alla terza faccia à righe i 
- difperata quafi di cura. di cura quali difperata. 


i. . fecretti. fecreti. 13. farànao; faranrio, 15.7. HauesdiHane- 
alia 34-23. di fopprlario. di difoppilarlo. 66. 15. Mechiacan. 
Mechioacan. 74:38. dice.dee. 80:20. n pera 
Mola India. ca pig Manzo ; Bue, 


fa comprati par.i. comefiadopri. parte. 
-charte