CHE VENGONO
portate dall °Indie Occidentali
pertinenti all'vfo della
MEDICINA. .
| Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotò
MonaRDES, Medico in Siuiglia,
PARTE PRIMA.
na recata dalla Spagnola nella noftra
ci Ta Italiana .
; Si uno de’ Capi principali; l’altro delle ola
pu rilenanti, che fi ritronano i tutta l'opera.
oro. Si OSSERVAND.
“fi S. ANDREA CONTARINI, |
pf del Claùi 6 M. set.
» Pelle ii To
tuttavia nel mio
di "giouare a gli ea
I diga b- che = 7
‘car vnia brene; &chiara hifto-
tia di molte cofe Medicinali,le
uali fono à quefti tempi por-
tate dalle Indie Occidentali | in
Furopa.5 feritta nori è molto
- dal D'. Nic. Monatdes Medico
di Siuiglia in lingua Spagno-
la,& nouaméte recata da quel-
- Ta nella noftra lingua Italiana.
Et perche fo quato V.S. clarifsi.
| piena d'ogni virtù, fi diletti di
intendere le cofe noue, che ci
gon ei parti,mafli-
an lo feco 1 tanti.
minis& contre a qua-
-. tofiail mio obligoconeffalei,
& con tutta la Illuftre fua cafa;.
ho
ho propofto di mandarla fuori
fotto la protettione del {uo no-
mehonorato,fi per fauorirnele
miefatiches & fi perdarle qual
che intertenimeto diletteuole,
quando ella fi troua libera dal
la cura de'fuorclienu;&fi an-
chora perche quefto le fia co-
me vn piccol fegno del grato
animo mio.Qui di Gome èdo+
rifere,di Liquori,di Ballamo,di
Herbe,d'Arbori,di Frutri,drPie
are, &aleri Minerali falutiferi &i
- ragiona. Qui della Zarzapari-
glia, del Guaiaco, & del Legno
| Santo, & del modo,chefi hans £
no da vfare fi tratta. ua della
radice del Mechioacha, & qua I
baScorzonera.Douefi veggo=
O a
SRI ATE
. coldiletto poffono recare vniai
talia gioucuoleMedicina ano
ftri. corpi, & come fi dee pren-
dere,fi fa palefe. Qui finalmen-
te cò dotte ragioni & cò bella
via fi difcorre intorno à vene-
ni,& alla lor cura; & principal
mentefopra due cofe,che è ano.
. ftra falute la pietà di noftro S.
Dio ci ha volutp' {coprire; cio
> fo o laPietra Bezaar (altriméti
ilagrima diCeruo)& l'her
maeftramenti si i quali infieme
incredibile beneficio à à gli È hu
mini.
miti. Etfor@ (sio non fpero in
vanno) potia auenire, che V. S.
| Clatifs.vi trowaffe ‘qualche Me-
dicinà di tarita virtà c'haueffe
forza di vincerla maluagità di
quella Gorra, che co tato sdéno
publico;e particolareindegna»
mentela tiene oppreffa; la qual
cola fe faccedeffe; mi ivaleteb-
beper vna dellemaggiori gra-.
‘tie; che potelli ltauefe alla vita
mià. Aleinon mancàl'orna=
| mento dell’ illuftrézza del fan-
— giiefuo,petcio che chi fentefo.
lamenteil nome della fua fami
slia,chi confidera ilvalore &la
bontà cofi defuoi Clarifs. pro-
penitori; comede fuoi fratelli.
* 4 ado- 3
à
adoprati tutti ne più graui ma-,
neggi di quefta Seren. Repub.
con grandiflima lorlaude; affai)
bene conofce, quanto ella deb-,
ba di cio allegrarfi. Delle fue.
proprie virtù poi, della integri-,
tà, &c dell’eloquentia fi ua,laqua,
leella adopra cofi magnanima,
mente a difefa della facultà, &.
della vita de gli huomini; non
go i tratto circon ui icino;che più:
che s'ellafuffe ftata accompa-
gnata
alcunoin Venetia,ne perlun-,
fia conceffo di poter.
Wiplicasi al ese in parole,
La Naturasancho l'haucua or-.
nata di cofigenerofa prefentia,!.
è
gnata da fanità turt’ilcorfo del
la (ua vita; come fu per yn té
po dellafua giouérùsniuna co-
fa fi poria dire, chele mancaf-
feper farla giungereal.colina.
d’ognihumana felicitàMa que
fta c pofta nelle mani del Sign.
Dio, il quale fe haueflevoluto
perfua pieta farmi degno, che
le apportaifli con quefto piccol
dono cofi gran beneficio; di
troppo mi terrei. cato à [ua Di-
.wina M.Voftra S. Clarifs.adun-
‘ queaccettibenignametequefto
| poco;ch’iole poffo dareinluo-
go del molto, ond'io in eterno
| fon perefferle debitore; & poi
che altre forze non ho, fi appa-
x ghi
ghi della piontezzà dell'animo —
mio;il quale fara fempre incli-
nato ad honotarla;& ferwiila..
in Venetia ildi 1. di Decemb.
DiV.S. Clariffima» |
— .Obligatifs: Seruitori.
. Giordano Ziletti:
" esa 3 A n
È "€ yes I EVE
ri > xi
È de:
— Ziletti a' Lettori.
ZE SsENDOMI perzea
ruta alle mani lapri-
«cai ria delle cofe Medi-
che fi portano al prefente
eMaondo Nono, fcritta mona-
e nella lingua Spagnuola dal
— D.Nicolò Monardes, Medico di
— Siuiglia, ho deliberato di comuni
carla con voi, tradotta nella nofira
‘ lingua per V. beneficio, accioche le
fatiche del detto Dottore poteffero
giomare a piu perfoneò. Appena
haueua v'inie ffampare la'prima
parte, che mi fopragtunfe la fecon-
da, con vnlibro appreffo che trat-
ta della Neve; € del beuer frefco
con lei; 5° 10 che non foglio man-
| sarei alcuna cofa, ond'io pofa
= arti; e — panndesi ho voluto
menire come mi giung 3
parte promeffa dall’eAuttore, di |
faruene febito partecipi. Or perè
che egliè amenuto, che alquante
delle vSteffe cofe Medicinali si 6n0
A x terze © a
ftate molto alterate d'alcuni;che le,
bano ferstte nella Lingua Latina;
ame è paruto di nò o alterarlepun
| to, ma farleni vedere tali; quali >
— dalproprio Auttorefonoffate de-
È gerine; s percioche oltra che i quel
— modo fono tronche , &5 imperfette
in maniera; che moltoci ha da dift
derare chicofi le lecge:ft viene an-
chor & fare né o poca offefa all'Aut--
sore, il quale d queffo modo le ha
— ©olutefcrinere, per farfiintendere
— piuchiaramente.Et fe ad altri è
— «venuto voglia di ridurle 4 piu bre
© mita,poteua far di‘ meno di aggin-
| gevua fue anhotationi; non effendo
; effe altroperlamaggiorparte,che
un'eftratto delle medelime cofe fcrit
— sedall'ifiefo M onardes. lo PA
que ho deliberato di dondrleni in-
Here,s? non mozze s ES ffampa-
teconquella dilicentia , che io fo-
glio vfarein tutte le altre mie co.
de effendo ficuro,che l'ifefo cAut-
tore non fol non hanerà cagione di
dolerfi di mè, ma haueri anchor
caro di ‘vedere, che lfuo nome, eS
la faa induftria col mekzo delle
== fia? pe fi GA — Sonori beneficio
d di Hingaa mn AA
«Capi del ra libro.)
El Anime,& Copal' » toe, Fas cap.1:chegg
Della Tacamahaca. ©» © | \cap.ti. ch.7a.
Della Caragna o-cap.r11:ch.10)
Dell’oglio del fico ri. cap. 1ir1.ch.12.
Del Bitume> cap.v.ch.14»
Del Liquid'ambro,et del fuo oglio. cap.v 1.ch.1 5.
Del Balfamo. -.. —. CAp.vit.ch.18.
Dell Herba di Giouanni infante. CVI11.0h.23»
Del Guaiacan,&y Legno) fano: cap.ix.ch.24.
“Della China” n sape. ch.3.2»
Della Zarzapariglia. _ CAp.xX1.ch.37.
Della Pietra del Sangue: “© Capxii ch.4 5»
Della Pietra del Fianco.‘ cap.xura. ch.46.
Del Legno per mal di Renc>. cap.x1v.Ch.47.
Del Pepe delle fndie> — cap.xv.ch.49.
Della (afia cap.Xv 1.ch. 50.
elle Nocelle purgatiucò ‘cap.xVII.ch.s I.
De e Pignoli purgatiu. —6ApxviII. ch.53.
cap.X1x.ch.54-
Della Late de’ Pinipinichi cap.XX.ch. 5 5-
Del Mechioscan cap. XX t.cD. 5 6,
Del Solfere uiuo. "CAp.xX11.ch.74
Del Legno aromatico. cap.xx111.ch. 79,
| Capi delfecondo libro.
E° veneni, & della lot cura. cap.1.ch.79»
Della Pietra Bezaar.
2 - CAPp.11.0h.94.
| Dell'Herba Scorzonera. cap.111.h.133.
s " ap ge * “ Ri € 3%
4
è
e PRECARI Doe ut
ù o sa 7 x we.
RASTA
SrL LE COSE,
WGHE SI PORTANO
— DALL'INDIE OCCIDENTALI,
pertinenti all’vfo della Medicina.
Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotrò
Monarpes «AMedico di Siuiglia.
PARTE PRIMA.
Proemio.
% a ELL’ANNO 1492. furono i
x - 6, noftri Spagnoli guidati da Don-
Njyi CarIstoFORO coLoM-
NI Bo natio di Genoua è difco -
; DE prir le Indie Occidentali, lequa-
li hoggi fi chiamano Mondo Nouo; & difcopri
tono le prime alli vndeci dì d'Ottobre dell’iftef
fo anno;& da quel tempo fin'àèqueft hora fi fo-
no difcoperte molte, & varie ifole, & molta
terra fetma, cofi in quella parte, che chiama-
* no Nota Spagna; comein quella,che chiama-
no Perù. Doue fitrouano molte Prouinde,
molti Regni, molte Cittadi, che tengono va-
gij & diucrfi coftumi; nelle quali fi fono troua-
per A te cofe
da
4
MEET E ig re IR
ente Papagali, Mone,
Ibi), Sparauieri, Tigri;
i, femenze, li-.
2 Che hannogranvittu medicinale; |
ICE hanno rrouato, & fi trovano mol-
ti grandì effetti, cheallai eccedono di valores®
di pregio leeote fopradette; & tanto piu,quan
to è piu cccellent LI
più cosellente, cpiu necelfariala fanità del
corpo, che ibeni delle ità del
. 30 9; A A setta 1 ie =,
pri, pianté; her
la fortuna, Delle quai co--
PR OLEMILO ©
£; possa mondo isa hauuto i nancE
di Scio; ch nd rl Pepe i
folamente ni sp di: Maluco;.$, mol.
altrecofe, fono.in diuerfe parti del,
«mondo. 3
| ps sia fono fare conofciute : fin moftri tem
pi. delle quali mancarono.liantichi; & il tem
po, cheè difcopritor di gni cofa ,; a, meleha mo-
ftrate con molto: no tro ben eficio, per. la gran
‘necellità, che noi ne i bamenamo. Et cofi.co-
ne per li noftri Spagnoli fi fono difcoperte no
ue regioni, noui Regni, & noue prouincie ; cofi
= me hanno apportato none medicine, & noui ri
— mmedi;; co'quali fi curano, & fanano molte in-
firmitadi , le quali fenza di loro'farebbono in
curabili , & fenza alcun rimedio ; lequai cofe
(benche alcamosrhabbid no titia) non fono.tut
“tauia communiad ogn’vno.. Per quelta cagio-
ne deliberai di trattare, &di fcriuere tuttele co-
fe, che portano dalle noft:e Indie Occidentali,
CALA A 2 lequali
19°
be
rr ZS4 goa cer
- Fequali feruono all’arte,&vfo della meditina;
per rimedio de'mali,& dell’infirmità, che patia-
- “mo. Donde non manco di vrilità,& non minor
beneficio ne vieneà quelli de noftri tempi, cheà
quelli,che verrà dietro di noi,a° quali io farò fta
to il primo; & eflì da quefto principio potranno
aggiunger di piu della che faperanno, & tro-
ueranno di piu per efperienza.Et perche in que
- fta città di Siniglia, laquale èporto, & fcalla di
tutte l'Indie Occidentali, fappiamo piu delle
dette cofe, che in altra parte Hi tutta Spagna,
f giunger qua tutte le cofe primieramente,
con a relation, & con maggior efpe
i fanno, & infieme fe ne puo hauere l’v-
Pioua ) io, che gia trenta anni medi-
me ne fono informato con
te da quelle parti con
nogni diligentia ; &
Del
DELL'ANIME ET COPAL.\ 5
Dell’Anime, &) Copal. (Cap. 1.
RES OrtANO dalla nona Spagna
È Oi due fpetie digome, che fi allomi-
È De gliano molto ; l'vna chiamano Co-
><" pal; l’altra Anime. Il Copalè vna
goma molto bianca, &molto lucida, &trafj
rente. La portano in alcuni pezzi grandi, dl
paiono pezzi di cedro condito molto chiaro,
Tiene mezzano odore;non però cofi buono, co
me l’Anime. Conquefto Copal facenano eli
Indiani i profumi ne’ loro facnificij, & grrimeni - gh
te ne" tempij l'vfanano fpeflo i Sacerdoti; &&
| quandoi primi Spagnoli furono in quelle par-
‘ti, vfciron'a riceuerlii Sacerdoti con alcune fo-
carette piccole abbrufciando imeffe quefto Co-
pal, dando loro famoal nafo. Quìlo vfiamo
noi per profumar.con lui nelle infirmitadi fred
de della tefta inluogo d’incenfo,ò d’Anime,
caldo nel fecondo grado, & humido nel pri-
mo, E'refolutiuo, & mollificatiuo, per alcune
parti acquee, che egli ha. L’Animeé lagrima,
ogomad'vn’arboro grande.E' bianca.Tira è co
lor d’incenfo. Ha piu vntuofità, chel Copal.
Viene ingrani,come l’Incenfo,benche piu gran
di, che piccoli, iquali hanno vn colore giallet-
to come Ragia. Edi molto gratiofo, & foaue
odore. Pofto nelle brage fi confuma facilmen-
te. E'diuerfo dal noftro Anime, che portano di
Leuante in quefto, che ello non è cofi bianco,
i Ag necofì
#%
è gas coyr fa fa ">
ne .cofi lucido ;-& portano il noftro in pezzi
grandi trà(parenti tanto, ché han detto alcuni,
che è {peciedì Charabe,ò Succino, che chiama»
no Ambra congelata;de laqual finno le corone;
& non è coli; percioche il Charabe è vn Bitu-
mey; chefi i: nielmat Germanico, &fi caua
del mar in pèzzi grandi con graffi di ferro ; il
qual denevicire d'alcune fonti nell’itefto mare
à guifa di Bitame, & falito all’aere freddo, fi
congela & condenfa ; perche fi veogono mefco
lati in quelli pezzi legni, &taltre fuperflu
are. Et di qua venne l’error di quelli, che dif-
cheera goma di Popolo ; & altri cheera
Del noftro Anime Hermolao Barbaro
limo difle, che egli fi coglie d’'in-
e fi'toglie l'Incenfo; &
Li 3
fta, & Cefalea. Perquefto medelimo gioua è
i =
: DELL ANIME rv "Conn. . 9
‘profumate c con lui la medefima tefta; perche la
conforta è quelli,che l'hanno debole, & fiacca,
& nepi tifcono diffetti. Faffene empiaftri,& ce
| rotti, doue è meftieri di confortare, & rifoluere;
fpecialmente humori freddi, è ventofitadi. Sv-
fera luogo d’incenfo, cofi ne ‘profumi, come nel
le cofe dette. A plicato in forma d’empiaftro con
forta il ceruello;&fimilmente lo tomaco;&rut
te le parti nego. Fatto al modo di cerotto;
conla terza parte dì cera, caua il freddo di E
lungque membro fi fia, leuando via quel ,
Îtato lungo temp 0, & "ufeizindelon «E cal
nel { fecondo grad. 1 &humido nel primo.
Della Danni. per
S! porta fi milmente dalla
tra fpecie dig ZOMI o rg
po gl'Indiani Tacamahaca ; & i ifello no
e diedero i poltri Spagnoli. E'ragia ca-
ta pervia di taglio d'vn’arboro grande,come
il Popolo, che è molto odorifero. Fa il frutto
colorito , come feme di Peonia. Vfano gl eo
ni molto. quelta ragia nelle loro infirmitadi,
più nelle appolteme i in qualunqueparte paid: cor
po; chefigencrino; ; perche le rifolus, matura,
& disfice meranigliofamente. Similmenteae
queta qua linquec dolore nato da humori. fred-
di,ò ventofi . In queto l'vfano gl'indiamimo!-
to communemente, & molto familiarmente ; ;
& PSE quefti medelimi effetti jo han portato li
aio A 4 dpr dio
EER dc ts,
Spagnoli, Il fuo coloreè di color di Galbano;
& alcuni dicono, che è l'ifteffo . Ha alcune par-
ti bianche, come l'Ammoniaco. E' di odor gra-
ue,& tale éanchoil fuo fapore tanto, che getta
to nelle brage, & profamando il nafo à don-
‘na, che fia in aipoltia ò habbia perduto il fen
timento per fuffocation di matrice; la fa riue-
nirefacilmente.Pofta quefta iftefla ragia ful'om
belico è modo d’empiaftro,fa ftarla madreà fuo
luogo; &è rarto tra ledonne l'vfo diquefta,
che la maggior parte di quella, che fi confuma
è per quetto effetto; perche ricenono gran be
cio da lei, vietando , & leuando loro ogni
tion di matrice, & confortando lo ftoma'
une curiofe vi aggiungono Ambra, &
glio che da fe fola. Sta fempre
che fi confuma del tr
nr
CT oi
| lafua operatione,non fi puo leuar via; &l'iftef-
fo fa pofta fopra leappofteme nate dall’iftelle
cagioni; perche le confitma,& rifolue; & fehan
difpofitione da maturarfi , le matura; & fa que
fto con molta preftezza.Si tiene ancho per rime
dio molto vero, & molto efperimentato; che
gioui aflai alle reume, è diftilationi ; difcenda
no doue fi voglia;& che fimilmente fe prohibi-
fca,
DELLA TACAMAHACA; 9
fca, ponendo vna pezza di tela con quefta ragia
‘tra tatte due le orecchie, otra la orecchia da la
arte, doue elle diftilano ; perche prohibifce le
foro difcete; & pofta alle rempieà modo d’epi
‘ ‘thima, raffrena le diftilationi, & Huffo,che cor-
re alli occhi, & altra parte della faccia . Prohi-
bifce, & lena il dolor de denti,benche fia il den
| teforato; ponendo yn poco di quefte ragia nel
forame; & fimilmente con quell’ifteffa fi fecca
— ildenteguafto; acciò che non vada pivinnanci —
dacorruttione. Pofta ì modo d’empiaftro nel-
l’incordamente del colo, è dolor delle fpallej |
| Jo lena. Mefchiata conla terza parte di Stora
| Ce, & vn poco d'Ambra, & fattone empiaftra
perlo ftomaco; lo conforta, & li mette appeti-
to di mangiare, &agiuta la digeftione,& rifolue
le ventofitadi . Pofta al modo medefimo ful cer
nello,lo conforta, & gli lena il dolore.Pofta fo-
pra la Sciatica,ò dolor delle cofcie,fa grande ef
ito; & il fimile fa in ogni dolore delle giuntu-
re; fia in qual parte del corpo che fi voglia;maf
fimamente pi humori freddi, è mifti ; per-
che con la fua rìfolutione ha alcune parti iftrin
‘genti;che la fan effere di meranigliofo confor-
to. Poftalei folafule giunture, ò percofle de
nerui, li fana, & cura; perche grandeè l'efpe-
| rienza, che fen'ha,generando ella di fubito ma
| teria,& vierando lo fpafimo, Applicaffi perf'or
| dinarioadogni dolor.Iole rielidiio la verza par
— tedicera gialla ; percheafferra meglio, &è a
‘ramai.
| ‘ramai tanto celebrato il fuo vfo., che nòn fail
È polo altro rimedio, per ogni dolore , che l’v-
9 quefta ragia, pur ato fiano infiamma»
tioni molto calde; ma ancho è quefte, dapoi
paffato il principio, & la furia, gioua molto per
rifoluer il rimanente,E' calda nel principio del
terzo grado, tenendo molra altringentia, & con
forto;& fecca nel fecondo...
Della(ragna. ©“ Cap. 111.
Raogono di terra ferma per via di Cartage
nia, c Nonre di Dio dalla terra è dentro,
gia di color della racamahaca alquanto
-& piu liquida, & piu denfa; laqual
alincua dell'Indiani, Caragna, de
10 dato ancho i noftri Spa
ella T: haca
na noua, ven ci anni in quéfte parti .
Vfanla gl'Indiani nelle loro infirmitadi, nelle
appofteme, & in ogni fpecie di dolore. Al
prefente nelle noftre parti fi tiene in moltafti-
ma, per libuoni cefferti, che fa. Gioua, & fana.
Je medefime infermità, che la Tacamahaca.Ma
fa la fuaoperatione con maggior preftezza. Et
in molte infirmità, nellequali la Tacamahaca
non fa tanto efferto, come bifognerebbe; la Ca.
ragna le finifce di fanare, Onde vno,che patiua
dolor
DELLA CARAGNA TT
dolord’vna fpalla ‘8 per.lo dolore era“ molto
tempo, che uon'moueua il braccio ; hauendo
vfato molto tempo fa Tacamahaca, nonfifanò
fin; che nonegli puofero la Caragna; & con leî
in tre giorni reftò libero;Ne dolori delle sint
re;della Gotta arterica; è merauigliofo l’effetto
che fa ; perche applicata fopra il dolore ( pure
che non fia infiimmatione di humoti molto.
caldi) Jo lena con’'molta facilità. ‘ Le appo-
fteme antiche così di humori, come di vene
tofità rifolie) & disface . | Fa merattigliofa
opta nei dolori venuti pet Aulo; è diftillatic
nedi Hiimori freddi, 6 mifti. Giotra mol
tutte le paflioni de netui, & al dolor
nello,8 a mali,che da quello procedono.
è medicina perrifoluere, &. il dolore, di
grande efficacia, & fa lafi 1a opra con gran fi-
Nelle percofle recenti, & fpecialmente
? netti giona molto ; & maffimamente delle
| giunture; nelle quali iò ho veduto con tei fola
| molto grandi operationi. E‘repercullina, per
prohibire il fluflo, & diftillarione'a gli occhi, &
ad altre parti, applicatà tra le orecchie, & nelle
| rempie.E‘molto graffa,& vntuofa,& calda più,
che nel fecondogrado . Etfi ha da notare, che
‘tutte quefte ragie cogliono gli Indiani per via
3a dando feritea gli arbori; dalqualluo-
dit
go efceil liquore, & indi lo colgono,
x
sal tr12>2,0 1:
. Dell'oglio del Fico lnfernaleo.
= (ap. 1V. |
D I Gelifco Prouincia nella noua Spagna
! portano vn'oglio , è liquore, che han chia
mato gli Spagnoli, oglio di Fico dell'Inferno ;
perche. fi caua di vn'arbore, che è ne più, ne
meno, come il noftro Fico dell'Inferno, cofi
nella foglia , comenel frutto. E' il medefimo
chechiamiamo communemente Chatapucia,
è Cherue. E' cofi piena di latte come la noftra,.
{coride nel lib.primo al cap.
nar la femenza,& cuocerla in ac-
fi è cotta, coglier l’oglio, che
nicucchiaro. Et quefto mo-
a far Dio
gnitione.Quefto ogli
ita » che per elp idr
uefto oglio grandi virtù, come dall’vfo fuo fi
è veduto così nell’Indie, come nelle noftre par»
ti; & tutto ciò, cheio dirò è con molto grande
efperienza, & molta pratica di lui in diuerfe
peroni .Cura tuttele infirmitadi prodotte da,
umori freddi,& ventofi . Rifolue tutte le du-
rezze mollificandole & tutte le gonifiezze ven-
tofe. Leva ogni dolore in qualunque parte fi
fia;
ERE I
iti i pià
, DELL'OGLIO DEL FICO INFERNALE. 13
fia; maggiormente fe viene da qualche cagione
‘fredda, ò ventofa . Onde in quefto fa opra me-
rauigliofa , rifoluendole ventofità groffe, fiano
doue fi voglia;& principalmente nel ventre. &
per ciò cura l’'hidropifia ventofa, & fimilmente
ogni generation di quella ; vngendo con lui tut
to.il ventre, & togliendone alcune goccie con vi
no,ò altro liquore appropriato; perche ello pur
l’acqua citrina, & fa vfcire la ventofità; &fe
1 dà in criftiero, è medicina, fimilmente purga
l’acqua citrina , & caccia la ventofità con più
ficurtà, che altra medicina. Ne dolori dello fto-
maco da humori dra sua ne’ coli
fa grande opra ; vngendofi con lui, & to
prete aziio pa fa quefto prificipalmen
te in'quella infirmità mortale; € : chiamano
Ileon,nella quale gettano le feccie per la bocca:
Purga principalmente la flegma.Nelle paffioni
delle giunture alcune goccie di quefto date con
| brododiaugel graffo, purga l'humor, che pro>
—_— duceidolori.Cura le vlcere antiche della telta,
chemenano molta marcia. Vn caualierò, che
vomitò per molti anni il cibo,fi vnfelo ftoma-
| Co con quefto oglio, & fi fanò,che mai più non!
vomitò.Di bile opilationi della Milza; & del’
lo Stomaco; &delli Matrice, vngendofi con lui,
A fanciulli, & garzoni, che non fi polfono far
dormire; vngendoli con quetto oglio di fotto
dell’ombelico ; prouoca loro il fonno, & lifa'.
purgare ; &fehanno vermigli caccia, &am-
sr
eta
Again EIA
“mazza; 5 maggiorment te fe li FR, Vna, 139 da
(any " dell’og lio con latte, ò-con cola grilla.
elle folio ka quelli, E han perduto | i ii
ge, gliele fa ticuperare con merauigliofo
to; come fi è veduto per molte efperienze. Nel.
le paffioni delle giuntpre Sa nel dI olore, è appo
fteme di quelle ( pur che la cagion non fia mol
to calda )-le confuma , 8 gio Le membra
ritratte, vnte ‘con quelto oglio , fi diftendono;
&i nerni fi. eftendono, &. ora leuan,
do il ISS fe ne farà, Le « Lenai fegni in qualun-
rlmente della faccia.
fon trauagliate le
I leva via,& confu
Tr CONtentezza + E cal
di zo $ orado ; & hu:
re, che.m:
Some DE ART rr.
| diani nellefr infir
pieni
ar "x pre rie: ol
ha due fonti in Babilonia .vnabianca, &
negra. Quelta, che fi, ‘porta d alleIndie
asA pel nsHionica Fia NaienE perch
as S ef
N SE RIE I OI E II
DEL riQviID' AMBRO
{a Matrice a fuo luogo fe afcendeall’alto con po
merfa alle natici ; &fe fcentle al Ballo, ponendo
| di fotto vna pezza Baonata in quefto Bimime,
tfa andar, & tidurfi alfi uo Inoso. Gioua fimil-
mente applicata” alle infitrmità Feste * come le
altre medicine, chabbiamo detto. Edi natura
calda nel fecondo grado, & humida nel primo.
“Del Liquid” Ambro NOI del ln oglio.
Cap De
‘Ella noua Spagna fi porta vna ragia, che
chiamiamo Liquid ambro;& vna comé
oglio, che chiamiamo oglio di Liquid” ambr:
il che > vuol dire cofa odoratiflima , e iofa
STIRO Ò fuo oglio È
DONNE foaue, & gra atiolo oda
re.l’oolio del Lic nid' ambi (
deli ato, & p più fodue. I Lic vid ambro è‘tagia
per via di taglio da alcuni arbori dimol
ta grandezza molto belli 2 ingombtati di molte
foglie] le quali fon come di hedera Chiamanli
Indiani, Ocozol.Hanno la fcorza grofla;& c ci
neticia.Tagliataquefta {corza,0 pertugiata,mant'
dafuori il Liquid' ambro denfo ; & cofilo co-
gliono . Et'perchela fcotza ha vn'odore molto |
foaue, la peltano, & mefchiano com la ragia; &'
cofì quando fi abbrufcià ha miglior odore. In
modo, che doutinque fi fiano gii avo tt
Gausoe, piote e per tutto il RR dol
e ad a”. A pin
Li
0} Se ri# Ro: 1, 0.
Spagnoli la vltima volta prefero porto fa
quella parte, douei detti arbori fono; penfaro-
no, che quiui fuffe fpecieria, & che quelli ne
-. fuffero gli arbori. Si porta in Ifpagna molta
* GUARESA di Liquid’ambro in modo, che ne con
ucono molte botti, & barille per mercantia;
perciò che quì fi feruono di lei per profumare;
& nelle cofe delli odori, adoprandolo in luogo
di Storace; perche il fuo fimo, & odore pare ef-
fer di quello;& fimilmente lo pongono in altre
mpofitioni odorifere, come Paftigli, Penetti,
Bc cofe fimili. Rende egli di fe tanto odore, men
fi abbrufcia, che fia doue fi voglia, non
ondere; perche trappafla oltre molte
te ftradeilfuo odore, quando è in
iolto nella Medicina, & fa in lei
perche fcalda , conforta,
olore . Pofto ful ceru
ello
qoiol Ile paffioni dello fto
mao fa mera igliofo effetto applicato a modo
di Stomaticon; e conforta lo ftomaco, ri-
bra,& di Mufchio, & fattone empiaftro, gra È
“ [d
molto
|
DEL LIQVID'AMBRO 17
© molto in tutto quello, che ho detto. Siha di que
| fto empiaftro Pe grnde e pcnenta in queta
Città, per li buoni efferti, chefa. E‘caldo nel fin
del fecondo grado ; humido nel primo. Dique-.
fto Liquid’ Ambro fi cana l’oglio, che chiamano
di Liquid'Ambro, ilquale nel fuo odor'è piufoa
ue.Cauaffi del Liquid’ Ambro quando e colto di
| nouo (ponendolo in parte, onde pofla diftillar
da fe) dpi fottile,& quefto è il piu perfetto. Al-
tri lo {premono per cauarne più quantità ; per
che lo portano per mercantia, acconciandone
con lui guanti, perla gente comune; & in que-
fto fe ne adopra molto. Vfafli in medicina per
molteinfirmità; &èdigran virtù, per medicat;
& famare infirmità fredde; perche fcalda eccellen=
temente ogni parte; doue fi applica; rifoluendo,
& mollificando qualunque durezza, & leuan-
doneildolore. Rifoluede durezze della Matri-
ce; &aprelefie oppilationi. Prouoca i meltrui;
&lil fuo officio rabiernerise ogni durezza. E
caldo quafi nel terzo grado, Et fi dee notare,che
molti portano quefto Storace liquido dalle Indie
non cofi buono; perche lo fanno de’ tami d’ar-
bori tagliali in pezzi, & bolliti ; cogliendone il
graflo di foprauia,loqual poi vendono.I germo»
gli dell’arbore, donde fi caua il Liquid’ Ambro
detto , vendono glrIndiani in manipoli ne’ fuoi
Tiangez; per ponerli tra le loro vefti, &robbe;
perche hanno odore,come di acqua d’ Angeli; &
per quelto effetto l’yfano li Spagnoli: | sù i
cela >
18 -“—“ossfiuumirror 11. ra
i Del Ballomo: Cap. VP:
P 'Ortinodalla nora Spagna soi liga ec?
cellentifsimo; chè perdà fa eccellentia; (8
merauigliofi effetti chiajbonà Balfanio; adinità
rionedel vero Balfimo,chefolena effèré nellatet
ra d’Egitto . Et perchefa opere cofì grandi, & ri
mediaa tante infirmità s gli.fà daro sori nome:
Fafsi.d'vnarboro maggior, che G sranato,il quale
ha le foglie è modo di Ortica intagliate,& fottili.
Chiamanlo gli Indiani Xilo ;& noi altri.;. quello.
del Balfamo. Fafsiin due sinnierti la prima è;
via di taglio, sfendendo la Lone dell’arbore,
ortile. s &facendogli delle apriture.; dalle
xh liquor tenace, che tira albianco;
Milicaribiro:; 8 molto:
era è quella;che gl Indiani
gli arbari, la quale.tra.
lio, ché nuota ta di fopra ‘con'vna cac-
pes ;& coro gli il Balfamo, che viene in quelte
patti; &che comunemente fi vfa.Il {uo coloreè
roffo,.che tira alnegro. E'odoratifsimo tdi
odor molto gratiofo; non fi puo rener:fanon in
argento, o vetro ; 0 ftagno; o cofa vetriata; per-
che si penetra,& palla tutte l'altre cofe. _-
vfo
.DBE E BAM SAM Ò» to
yfoè folamente hélle cofedi Medicina; & molto
tinticosperche cominciò quali da che fi diftopr;
Xe adi agnò: la nowa”Spagna ;- perche fubito ne
héebbero roritinti Spagnoli; ‘percioche con lui
fimedicazano le ferite, che ricéucamo dagliin
«liani ;fattr accorti da preti iftefsi; vedendo che
imedefimi Indiani con quefto fi medicatano 4
i Quando la primafiaàtolo pottarono in:H{pagna4
- faltenutointantaftima,quanta era ragione; ché
fitenefle;petche gli videro fareopre meraniglioh
Lev Valeua vna onciardiéciz. & ‘venti dutatizse
hora:valevn’Amphora tresoquaterò ducati: L
primafiata; chelo portaronoa Rioniayv
| valere vna oncia cento ditcatis Dapoita:
hanno condotto. tanto, & in tanta Quanitità,nc
folo. son ha prezzo ; ma fi dè in. domo. Erquelta
è conditione dell’abbonden ‘cofe;o della!
iri vvalena molto:caro, tutt
ruimanodelle fuewittà ;& dapoi come è ves
| nuto2 i sl precio, n6.lo tengono per riiente,
- eflendoilmedelimo Balfamo; quello, chora né
ha prezzò,cò quello,che era allhora;quido vale!
ua Cento.duc.l'oncia: Cetto,febende Indie hofi
bayoiro difcoperro, fe nò p darne quefto liquo:
raiieliofo, era ben impiegato il ttamaglio;
che ne fopportò il Coromso;&i noftri Spagnò:
li. Petcheil.Ba alfamo;chefoleua effer nello(Egit
to.gia molti anni è petiro ; é{leridofi fectara da.
vigna,onde'fidèuana, ‘&nonfi trona pi aliaon
dei sella noftò Sigrore pernoftro bene derne
EP 37 DA u, sh +?
20 a HELL BR Of,
in fuo luogo quefto Balfamo della noua Spagna;
ilquale Kimi giudicio) nelle virtù negli
none manco, chequel di Egitto, per quello;che
noi vediamo da fuoi grandi effetti; & da molti
fuoi beneficij. Quefto vfiamo noinella medici»
na intre modi; ò fi prende per la bocca; ò fiap+
plica efteriormente; ò ferue in cofa di Chirurgia.
Prefo la mattina a digiuno, fana Almo; &cuta
Finfirmità della vefica. Prouoca' i menftrui delle
donne; prefo, & applicato con tafta. Lena i dolo»
de antichi del ftomaco, lambendone alcune goc»
&, tolte nella mano la mattina a digiuno,& ciò
tinuando. Conforta lo ftomaco;rettifica il fe
;fa buon colotdi faccia;da bon fiato;allarga
leoppilationi; conferua la gionen®
perfona di grande qualità, che
ndo di molt'età, pareua gios
l’vfana ifferti.
&
cune Signore, che non Io. o
vfato in forma di tafta, per purgar la Matrice; &
ha lorogionato.Applicaffi parimente ad ogni fpe
cie di dolore prodotto da humori freddi,0 vento
fi; perche continuandofi lena molto bene ogni
dolore,applicato caldo con vna penna, & poneni
doui fopra tela bagnata nel medefimo Balfamo è
. E refolutino;& fimilmente confuma, & disfa le
Appofteme fredde, &antiche. Conforta ogni par
te; cone fi rone. Pofto ful ceruello,lo conforta
merauigliofamente , &glileua il dolore, confu=
i i mando
. DEL BALSAMO» 21
mando qualunque humore; ò frigidità; che fia
in lui. Leua-la paralifia , vngendo il ceruello, il
collo; &lacoppa, &la parte, che fuffe parali-
‘tica. Etfimilmente giona a tutte linfirmità de.
— herui, &loro attrattione.Pofto fopra lo ftoma=
coagiuta la digeftione,& lo conforta;rifoluendo
— le ventofitadi; &fe vi ha oppilationi;le disface 5
& parimentele oppilationi della Milza;&la mol
- Hifica, &intenerifce. Leua il dolor delle budel-
‘la pofto caldo fopraildolore. Nel dolor del'cor
po; & dello ftomico prodotto da freddo, ò ven+
tofità; poftoui caldo, ò gettato fopra pan caldo,
tratto del forno; lo leua. Prouoca l'orina a giitel-
li; che non poflono orinare, applicandolo’ efte--
riormente; & prefene alcune goccieyla appre;
&fa vfcire+ Ne dolori dell fa opre
meratigliofe;&cin quefto tiene fpeciale preroga-
tina; particolarmente nelle Sciatiche; Rifolue:
«qualunque durezza; &'Appoftema, che viene da
gotali dolori. Nelle paffioni de’ nerui è meraui=:y
| glioforimedio.:Rifolue, & fana ogni diftillatio-
| ne,òfluflo. Applicato quefto Balfamo in cofe
di Chirurgia, fa moltigrandi effetti pofto folo da
fe, o mefcolato con altri medicamenti, che ren-
gano Virtù di far l’effetto , perche fi applica. Er:
perche farei lungo ad efplicar quefto, rimetto —
a cui vorrà vfarlo; che faccia la miftion confe fi
conuiene. E ‘il Balfamo molto comune, &vfato
rimedio per le ferite noue; perche le cura per la
| prima intentione , faldando le parti fenza far
B_3 marcia
et. . TEBRIOÈ Esa
marcia, & doue ha percoffa,che non èccada falda
© re, famolto buona operatione; faceto lì fua di
gelftione con preftezza, & tutte Paltr'oprcinfitme
di Chirurgia,che fi conuengono fino;:che fi fini
norle ferite.Et perquelto fi vfa per medicina mol
to cominein'witta la Chirurgia perlipoueri;poì
che con vna medicina fi fanno utti:gli effetti
aleineceffariji Erè gia cofa Comune quando fi fè
rifce alcuno il dire j Mettinui il Balfamojil.che fi
fa,& fifanano. Nelleferite de’ nerni fi opfe me:
rauigliofe; perchele cura; &fana piu; ces tra
dicina; vietando che nonivenga lo'fpafimo
anà molto benele ferite della telta ; non etlen-
Gliato:; né rotto l’offo. Cura ogni ferita nok
‘parte del corpo pali voglia ; put
femplice ferita, Nelle giuntu=
Lopra;& prohibifce to fpa
fera ginl
DCO)
® E
TRA pts
terzo di, quando vogliono metterne dell’altra
tronano la ferita fana.. Nelle piaghe vecchie ap-
plicaro perfe, ò con altro vnguento,le mondifi+
ci, écmnetta;&incarna, Nelle febbri di lunghi pa
rofilmi, pofto mezza hora innanzi, che venga
il freddo per tutta la coppa ben caido,& coprem
dofî benc, & cogliendone lubito cinque ò fei go@
“ore ce
DE L’HERB& DI GIO. INFANTE 2}
cienel vino;leua il freddozini' quattro roderfiate;
che ciò fi faccia Edi fapor:îcuto; &altrettinto
amaro ; onde fi vede le parti coftrettiue,& con-
| fortatiue, che egli tiene. E' caldo,& fecco nel fe-
clelia E SI I
— Dell'herba di Giomanni Infante: Cap1Xi
NTON voglio reltatdi ferivere divo hérba, che
1 Vi Conquiftatori delli nona Spaznavfarono,
per medicare e loro ferite, & frezzare, la'qual fa
pet loro fufficiente rimedio he lor trauagli; é- 1a
difcoprì vn Indiano, cheera'creato di virò Spa:
| gnolo, che fi chiamata Gionanni Infinte..
| perché il derto Gionanni Infante fil primofthe
ke; vs6; la ‘Chiamatono’, & chiamano hésvi
tI
Phérba di Giouanni Infante. Queftaibtefba dpi
cola.Ha le foglie, come 1a noltfetAtetofa alquani
to pelofe . La colgono verde, & la peftano; &la
pongono cofi femiplicerterite fopra la ferita. Rie
gua il fangue? &f@ Eferità nella carne; a ale
& cura, confolidindole parti. Digerifte, &
mordificale ferire de nervi, & d'altre putti, &
vi genera carne fin chele fani. Er perche non fi
| trowana diquefti herbain ogni patte) la porta:
| nano fatta in poluere; perche facena Lift-lio €
fertochie verde; & ancho facena meglio l'opera*
tione d'incarnare la poltere, che l'herba. Colf
come vi fi trona quelta herba ; coff ne fono'imok
te altre in tutre le altie parti delle Indie, che teh-
gono quefte, & altre proprietà lequali fimno cf-
tu merauiglioti; onde a feriverdi.tiafeuna in
Csa di parti.
24 pra B18 RL 0 3;
articolare , era meftieri far maggior volumedì
quello; cheè la noftra intentione in ciò, che hab
biamo da trattare.
Del Guaiacan,<s: Legno Santo. Cap.X.
ù è Re cofe fi portano dalle fioftre Indie occi*
dentali,che al dì d'hoggi fon celebrate per
tutto il mondo; & con loro fi hanno fatto, & fi
fanno i maggiori effetti nella Medicina, che s'hab
biano giamai fatto con altre medicine,che fin al
prefente fi fappia ; perche l’officio di tutte l’altre
di curarinfirmitadi fenza rimedio incurabili,
Sc fare effetti, che paiono cofa miracolofa . Et
toe notorio non folo in quefte parti, main
o.del vniuerfo. ug ono il legno;
oGuaiacan; la China; & la Zarza-
e, che la China venga di
Ortoghelt la p nerina cas
lo clio ne sò, quando p:
zi.Cominciamo adunque da iacan come da -d
rimedio prima venuto dalle Indie, & come pri-
moin bontà fopra ogni altro, per quello che ha
moftrato la ef «tt, & vfo RE n tanti anni,
Il Guaiacan, che chiaman’i noftri Legno d'India,
fi difcoprì fubito chefi trouarono le prime Indie,
che fù la Ifola di S. Dominico, doue ne ha gran
quantità. Ne diede notitia vno Indiano a vn fuo
padrone in ona maniera. Patendo vno Spa-
gnolo gran dolore per lo male, che poi fi chia
mo
ria pas n.
DEL GVAIACAN,ET.LEGNO SANTO. 2$
mò Francefe, loquale vna Indiana gli hauewa at-
taccato ; l’Indiano, che era. vno de Medici di
quella terra,gli diede l’acqua del Guaiacan ; con
la quale non folamente li ceffarono i dolori, che
egli pativa,ma guarrì molto bene delmale;onde
molti altri Spagnoli; chè erano infetri dell’ifteflo
male furono fanati.Perla qual cofa da quelli, che
venivano di la fi comunicò fubito quì in Sini.
lia; & di quà per.tutta Spagna; & di là per rut-
fo il greto i ian gia la nleiane gione dif
feminata per tutto. Et certo per quelto maleegli
è il migliore; & più alto rimedio , di quanti fin
hoggi fi fiano trouati ; &quello,che con pi
tezza; & più fermezza fana & cura quefta
infirimità ; perche fe fono ben medicati sé
quefta acqua, come fi dec dare sé «certo
nano perfettiflimamente, f:
faluo fe l’infermo.non torna;a riuoltarfi nel me-
_ defimo fango,doue cadette da prima. Volle N.S.
« ched'onde venneildetto male, indi ne venifle il
rimedio ; perche egli venne da quofta parte delle
Indie; &il primo da S.Dominico.E'il detto ma
le tra gli Indiani comune, & famigliare; come a
noi altri le Varuole ; & quafi la maggior parte
de gli Indiani,& Indiane lo hanno, fenza farfene
molta guardia. Quefto ci foprauenne in coral
modo; Nell'anno 1493. nella guerra , cheilRe
Carholico hebbe in Napoli col Re Carlo; che
chiamauano dalla gran telta,Don CH RISTO-
Foro CoLomzo inquelto tempo ma
28 «orrisconporsinos2$;+Y0 111
dal primiero difcoptimento!; che egli fece delle
Indie,chefwS.Dominico, &.altreIfole; & con-
| dufle con'eflolui dv S.Domenico molta quanti»
tà diIndiani, &Indiane; i quali nenò feco a Na
poli;doue fi trouana a quel tempoil Re Catholi-
silqualhauewa gia finita la fuer guerra. Et per
che.era pace tra i dueRe, & gli eflerciti pravica-
uanò irifieme; sionto quini Colombo co i fuoi
Ifdiani, & Indiane; (la maggior parte de quali
portauano fecoi frutti della lor>terra $ che'era il
= > cei ‘cominciarono a vfare li Spagnoli
con le Indiane, &gli'Indiani con le Spagnole; &
al maniera infettatono gli Indiani, & Indiane
effertcito «delli Spagnoli , Italiani, & Alemani,
ttiquetti era l’elército del Re Catholi-
£
mix Li Spagnoli, ara
to'da' Francefi (lo chiamorno mal Francefe, ill
qualnomeli è poi rimatto: IFrancefi (penfando,
in Napoli; & da quellidella terra hauetlero pre
{o ilmale) lo chiamaronome! Napolitano: Gli
Alemani (vedendo che fi haueua attaccato loro
dal conuerfare’ con li Spagnoli) lo chiamarono
Scabbia Spagnola;&altrilo chiamarono Saram=
i pion
na,
DEL GVAIACAN, ETSLEGNO SANTO. 27
pion dell’Indie; com miolta verità poi che di là
venne ibimale.. ‘Traimédici grandi dî quelitem>
po-furono:varie opinioni della cagione, «& origi:
nedi'quieltainfirmità. Alcuni dicèuano; ché era
ventito:da.trifti cibi malinconici; che gli effèrci+
tiperneceflità hauenano mangiato; come herbe
feluatiche, & altri herbaggi; e radici d'herbé, aff-
ti;cattalli \ & altre cofe,che'generano fimili infir
mità corrompendos &ciabbrufeiando.ib.fanguei
Altri lo attribuitono ad’vna pesati —G
‘turno; & Marte} &lò applicarono adinfueéntia
celefte. Conquefto gli puofero varij;,.& diver.
nomi;chiamandolo alcuni Leprà;alrri Lichegis;
alvri Mentagra; altriMalmotto;& altri Eléhan
tia,fenza poter tronar certamente; chedfifir
chia fi'fulle ; perche noòn fapeuamegehe fufle infir+
adalciuna del-
mirà noba,d cercanano di sicu:
le gia fapute,& defcritte Or venendo:al noftro
Guaiacànsil cri èIndiano , & traloro ben
priofciuto, (che cofilo-hanno chiamato;&:chia+
mano iutto I mondo;nominandolo anche Le *
ghodiIndia ) di quefto Legno hanno fcritto mol
ti; & molte cofe ; dicendo alcuni,che egli. è He-
bano.;altri, che è fpecie di Boflo; & altri li han
noimpofto molti altri nomi. Ma eflendo l'ars
boro nouò:non mai più veduto nelle noftre pars
ti, nein alcune altre delle difcoperte; & eflendo;
il paefe nouo a noialtri, vienefimilmentel'arbo
ro adefferne cofa noua . Or(quale cheegli fi fia),
èeegli vn arboregrande della. grandezza di vna
O quercia |
DR n
e SA E RO CINE RT E
o casa iL SMI ITECIRTE
quercia. Ha molti rami. Separì da fe fa corteecia
quando è fecco, graffa, & 2omOli. Ha la medob
la molto grofla, che tira al negro. Tutto effo è
molroduro altrettanto; & più , chel’Hebano,
Ha la foglia piccola;& dura; & ogni: anno fa al-
cuni fiori gialli, de quali figenera vn frutto ron-
do, & duro con alcuni nocciuoli dentro. della
oe di quelli de’ Nefpoli. Ha di quefti Ar+
ori grande abbondantia in San Dominico. ;
__Dapoi è ftato portato quì vn altro arboro della
7 fpeciediquefto Guaiacanda S. Giouapni di por-
«to ricco, (che è vn altre Hola diverfa da quella dì
+Dominico } il quale è come quello; eccetto;
Ù piccolo, & ha iltronco, & i rami più
m ha quafi medolla ; & fe ne ha, ne
pnco folo; perchei fuoi rami
E più odorifero,& amare
uefto hora al noftro ad
che egli è di miglior o
ratione, che quello diS.Dominico, come fi o
per ripiena ; tuttauia l'vno, & l’altro è mera-
nigliofo rimedio per curar il mal Francefe. Di
Lino due, & di ciafcun di loro fi fa l’acqua, che
1 piglia perquefta infirmità, & per altre molte
_ in quefta formà. Prendono dodeci oncie del Le»
| gno tagliato, òlimaro; &duconciedella fcorza
dell’ifteflo Legno pefta,& mettono ogni cofa in
infufione in tre boccali d’acqua dentro d'vna pi»
-<ue Fi gnata
DEL GVAIACAN, ET LEGNO SANTO. 2 9
ghara nona, che tenga alquanto. più, per vinti»
quattro hore ; & rurata ben la:pignata ; fi cuoce
a foco lento di carbone:prima acefo fino, chefi
fceminole due parti dell'acqua, & reftil'vna..
Quefto fi porrà conofcere,fe al rempo,che fi met
terìl'acqua nella pignata;ponendowene vn boc+
cale; fi ponerà vna bacchetta netra,fegnando fo»
pra di lei la mifura d'vn boccale;perche per coral
mifura,& fegno; vederanno, quando farano fce-
matili due boccali, & rimafto l'vno: Dapoi che
farà cotta l’acqua;fi lafcia raffredare,& fi cola, &
| ferbainvafoinuetriato: Etfubiro fopra quello.
| iftellò legnogia-cortofi tornano a porrequani fo
boccalid'acqua,&ficuoce fino,che ne reftin
& quefta acqua fi cola; & ferba da p attesi La
acqua fi ha prendere in quefta forma + Dapoi
che farà purgaro l'infermo col'configlio del mes
f dico,fi ridurrà in vna-ftafiza chiufa,& difefa dal
© freddo,8&dall’aere; &poftofi nel letto, prenderà
| la mattina per tempo dicci oncie dell’acqua, che
ima fi fece ben calda; & copriraffi di modo;
che poffaà fudar molto bene; & ftarà fudando al=
meno duehore; & dapoi che hauerà fudato , fi
netterì del fudore, & prenderà vna camifcia cal
da sd altra robba di lino. Mangierà quattro ho-
re dapoi,chehauerì fudato vua palla, mandolez:
bifcotto; & quefto in pocaquantirà;& benerà
quella quantità della feconda acqua; chefi fece,
cheli farà meftieri; & di quefta medefima bene=
tà tra'l giorno. Tornarà otro doleae
‘
uerì mangiato , a prender-della prima acqua; &
“ne prenderà altre Sebenico fudarà
| ileeédieci hore,&finetrarbdel fudore; inutan»
dofi'coò ‘vna camiféia caldai;Vn'hota dapoi;chè
l'anetà firdato ; cenerà della» medefima vua paf
fasmandole,& bifcorros& benerà dell’acquà, fe-
conda. Queft’ordineha da teneri primi quinde-
cigiorni;faluo fe niomfi fentirà notabile debiolez
za»; perche in.tal cafoy glifi lia da foccorrere con
darli damangiarid’vn pollo'piccolo irroftitoine
fieme con la iftella dieta. Ne deboli poi chenon
dtranno fopportare tanta dieta; baftarà darglie?
èiper noucgiorni; alla finede’ quali ar
c
Ci. pppozi puo ‘ae ch Lo Gi Imi FERIRE ET,
n:pollo picsolo arroftito: Et cafoiche fuf-
no debole; &nòn potefle toleratla diea
: dal ‘principio vn piccoliflimo
dlarcaccrèfcendo col-procello
i ci dì;:fi rornaràa pure
& quel giorno.
a, madella fem-
tt
de di dapoi la purgatione tornarà al-
infteflo ordine; prendeni ola mattina, &la fera
Facqua gagliarda, co'fuoi fudori,mangiando, &.
benendo-all’ifteflo modo 5 faluo che in luogo,di
pollo può mangiar mezza pollaftraarroftita ;: &i
nel finecalquanto più. Quefta feconda -fiata fi.
| prenderà petaltri venti giorni, ne' quali levatofi,
potrà andar per la fua:ftanza ueftito-&;ben co-.
perto.
non bene
DEL GVAIACAN, ET LEGNO SANTO, 3I
ro: Al fine diquiefti, fi ha da.tornaria purgare
vr'altrafiata; 8 dee tenere fpeciatcuta di offer
utarbuon-ordine dapoi préfa Yacqua, per altri
rahta giorni in tutte le cofené naturali,guar
dandofi da donne,& principalmente da vino,.&
in luogo di vino beua acqua femplice dello iftef-
fo Legno; & fé non potelle farlo; bea acqua cot
tacon Anefi,o Finocchi, cenafido poco la fèra,&
fenza mangiar carne: Quefia è.la miglior mani
rajche fi vfa di darl'acqua del.Legho; laquel fa>
na molteinfirmità incuribili dové la Medicina
non:puòfarefifuoi effetti. Er.queftaacquati
iglior rimedio, «che fia.nel mondos:per cuta
ogni mal Francefe, di qualunque fpecie,: cli
fi fia; perche‘lo dinelle, & eftirpa g 1
ché più non ritorna ;& in queltecdh
|» pal prerogativia,& eccellezaeQ
4 naperHidropifia; perl'Afmo;-per-ikmal cadu-
co,perlormatdelia vefica,& delle reni; per paffioi -
nisé dolor di giunture ; perogni male prodotto:
da humori freddi; per ventofitadi ; perinfirmità
lunghe, & faftidiofe, doue n6 habbiano gionato
i rimedi} ordinari}:de medici. Maggiotméte gio:
ua: doue fon quefte indifpofitioni, che! fia ftato
| innanziinqualchetempo il mal Francefe. Sono
| molti, checonquefto Legno hanso fatto molte: —
mifture, facendodiluifiropo: Ercerto fabuoni;
effetti. Mailmioparer &lamisopenionefiè, —
. chechihadatorrel’'acqua delLegno, da toglia. ’
nella maniera fopraderra, fenza miftura alcuna;
deaglivn. -- — —— 00 pr
AA, rasi
gucperaz dn 6 o ci:
perche perefperienza fi è veduto far migliore e
| pra irglieoziode, Quefta acqua fa buoni den-
“ti; biancheggiando,& faldandoli;rifciaquandofi
con lei di continuo. E'calda, & fecca nel fecone
do grado.
.DellaChina. ... Cap. X1.
A medicina,che viene dalle noftre Indie fi è
vna radice, che chiamano la China.Pare che
fia cofaftandalofa il dire; che la China fia nelle
noftre Indie Occidentali; poi che:comunemen=
. tela portano'i Porroghefi dalle Indie Orientali.
|. Però fappiano;che Don Francefco di Mendozza
iero molto-Illuftre , quando venne dalla
na, & dal Perù, mi moftrò vna radice
dici piccole ; & mi dimando,
Hle-Io rifpofi,che erano radi+
emi pareuano molto CA
. Io mi maranieliai, che quini
ella fitroualle, credendo che fuffè folmente nella
China. Egli mi diffe, che non fol nella noua Spa
gna era China, ma che tofto fi venirebbc a cauar
molta quantità di Speciaria, donde fi traggena
quellaChina;ilche io credetti, quando vidi la con
uentione,che egli fece con fua Maettà, di condur
in Ifpagna molta quantità di Speciaria, laqua-
leégli hauewa gia cominciato'a metterui, & pian
tarui. Jo vidi Gengiono verde portato di ld & fis
milmente
lai
DELLA CHINA, 33
tnilmenté la China ; laquale è vna tadlice, come
radice di Canna; con alcuni nodi. E' bianca di.
dentro; & alcuna infiéme con la bianchezza ha
vn color trollo ; di fuori è colorita + La migliore
è lafrefca, che non habbia fori; che fia di peloj
che.non fiatarlata; che habbia vna vntuofizà
foda; & che nel fapor fia infipida : Nafce quelta
radice nella China, che è nella-India Orientale
congiunta alla Scithia, & Sericana. Nafcealma-
resE'la pianta come di Canna. Si vagliono fo-
lamente della radice, con laqual fi curario gli In
diani di graui infirmitadi; onde la tengono in
molto pregio » Curano con lei tutte leinfirmità
lunghe, & fimilmefire le-acute ; fpecialmente le
febbricon la fua acgita, provocando il fudore;
& per quefta via fanano molti. Prouoca il fudo+
re merauigliofamerìte » Ha quiafitrenta anni,che
la conduflero i Portogheli a quelte parti con
grande ripiitatiohe; pet cuitat tutte le infiumità;
Sc fpecialmenteil mal Francefe; nelquale ha fat
| - toeffettigrandi. Dafli l’acqua in quefta forma,
# Purgatol'infermo,come meglio gli fi conuiene;fi
7 prende vna delle radici; & fi taglia minuta della
groflezza, & grandezza di vn quartillo d’argens
- tosse di lei coti.tagliata fi pefa vna'oncia,. & fl po
ficin yna pignata noua,; & fopra di dei fi mette;
tre boceali acqua, &.fi lafcia in'infufione per
vintiquattro hore. Copetta ber: la pigna:a; fi
cuocea fuoco lento di carbone accelo prima, fin
“ chefifcemila metà, & refti vn boccale s & mez
FIS G . zo:
visa
Lr
Blazon Pad
34 e BR 01: Li
20; & quefto fi faprà per l'ordine della mifurà
detta di fopra nell'acqua dellegno. Dapoi che
ella fiè raffreddata , fi cola, &ficonferua inv
vafo innetriato . Si dee tenere con diligenza,che
fia in parte aprica, è che habbia lume 5 perche fi
conferita meglio, & dura piu tempo fenza cor
romperfi. Pofto l’itfermo in ftanza ferrata, &
comueniente ; piglierà la mattina a digiuno die.
ccioncie della detta acqua più calda, che potrà;
& procurarà di fudare per due hore:almeno:
Dapoi îl fudor fi afciugherà, & muterà di cami-
fcia, & vefti netre;& calde ; & ftarà due ò tre hos
fe dapoi il fudore nel letto ripofando; poi five
ftirà, &ben veftito ftarà nella fua ftanza, guar
dandofi dal freddo, &dall’aere; & con ogni pia+
cere, & buona conuerfatione + Mangierà poi
mezza pollaftra piccola aleflày ò vn quarto di |
gallina con poca fale. AI principio del mangia-
È gue vna fcudella della detta acqua calda;
fubito mangierà del pollo; al principio poco;
dopò i von seiiotoga.io ; ili ( SEG dello.
do é prefe la mattina; perche di quefta non
fi fa fe non vn’acqua. Può al principio dapoi il
caldo cominciara mangiare dell’vua pafla fenza
granello, ò delle Prune fenza offo.+Il pane farà le
crofte del pan ben cotto, è bifcotto. fe tra il
giorno vorrà beuer,lo può fare, prendendo qualè
che condito, &beuendo della iftelà acqua. Paf
fateotto hore dopò mangiare, rientrerà nel fuo
letto, & prenderà altre dieci oncie della ifteflà
acqua
DELLA CHINA, 35
acqua più calda, che potrà rorla, & procurerì di
fudare due hore. dapoi il fudore fi afciugherà
bene; &fi muterà di camifcia; è velta netta, ben
calda ; indi ad vn'horà cenerà di qualche condi:
to, ò vna palla, &mandole ; convn poco di bi
fcotso ; & beuerà della medefima acqua; & das
poi pafto del corognato, dietro al. quale non bes
uerà : Quefto ordine ha da terierè trenti dì conè.
chela prima; & può ftar fulo; pur c
veftito ; dandofi in quefto tempo ogni piacere;
&callegrezza; & giiardaridofi dalle:cofe, che lo
poflono offendere: Dapoi tolta cofì queta ac-
qua; dee terier biton’ordine, & buon gouernd
petquaranta dì continiti , & non ha da beuer vi?
Rote dh acqua fatti della Chinagià cotta ; la=
qual fi conferuerà dapoi che farà cotta; ponens
do; a feccar-la China all'ombràj & anetta cofì
fecca fi conferuerì, per farne acqua da beuer per
liquaranta di dapoi tolta l’acqua ; cocenidone
vnaoncia in tre boccali di acqua ; fin che fi fce-
mi la metà; dellaquale acqua betierà di conti-
nuo j & fopra tutto fi guarderà da donne. Vfifi
fempre:dilicenza nel fare, che cofi nell'acqua dei
trenta giorni; come in quella dei quaranta ftia
in infafione la China per vintiquattro hore pre
ma, che fi coca; Ciiranifi con quefta acqua mol
te infirmitadi ; ogni generatiore di mal Francefe;
‘titre le piaghe vecchie; le vlcere ; disfi.
fteme antiche ; lena i dolori delle gionrure,
gii gps — È Fsse:
- tinui, fenza che fia meftieri di altra Lin
e ftia ben:
e i Rat it rie iene
36 UD f BR O:1de
_. chiamano Gotte artetiche , &ogni dltra genera-
-— tionedì Gotta, chefia in qualche parte, ò mem-
bro particolare, & fpecialmente Sciatica. Lena i
dolori della tefta antichi, & dello ftomaco. Sana
ogni generatione di deftillarione,, & di reuma»
Aprete oppilationi,& cura l’Hidro pifia.Fa buon
color difacica. Leua la IRericia, & ogni mala
compleflione di Fegato acconcia, & riduce in
buono ftato; & in quefto tiene gran prerogati-
ua, & cori quefto mezzo fana le fue infirmità.
Sana la Paralifia,& ogni infirmità de nerui. Cu
rail mal dell’orina.E' buona perla Mirachialej
pre confama l'humor, che la produce . Lena
maninconia, & ogni infirmità nata da dolori
< ‘freddi. Conforta lo ftomaco;, & rifolue le vento-
fità meranigliofaméte. Nelle febbri lunghe, & fa-
ftidiofe ; come quotidiane; &c erratice, prefa que=
fta acqua come fi dee,.le eftirpa, &lewa ; il chefa
"prouocando il fudore ; perche in.quefto eccede
tutte le altre medicine. Et alcuni hanno voluto
dire, che nelle febbri peftilenti prosocando il
fudore, le cura, & fana. E‘ fecca nel fecondo gra»
do con molto poco calore; il.che fi vede , perche
Jealtre acque del Legno, & della Zarzapariglia
fcaldano,& fanno fete, & quefta non la fa, né la-
fcia impreflione di caldo alcuno . Certo è molto
nobile Medicina, con la quale io ho fattograae
DI ene Della |
DELLA ZARZAPARIGLIA. 37
Della Zarzapariglia. © (Cap: 11.
‘A Zarzapariglia è cofa venuta nelle noftre
jparti dapoi della China. Può efler véti anni,
che venne l’vfo di lei in quefta città, Si portò la
rimiera fiata della nona Spagna; perche la vfa-
wano gli Indiani per gran Medicina, con la qual
— curanano moîte, & molto varie infirmità . E'
vna pianta, che fa molte radici fotto tetra, lune
ghe come vn braccio, & più, di color Leonato
chiaro , & alle fiate vanno cofi profonde le radi-
ci, chepereradicaria del tutto è meftieri di cauor
molto. Fa alcunirami nodofi, che facilmente fi
feccano, & lignofi ,‘ Non fappiamo, chefaccia
‘ fiori, nè frutti. Dapoi snelle della nona Spa
gna fene è trovata vn'altra di gran lunga mè
gliore, & che fa migliori effetti nell’Honduras.
Conofeefi effer dell'H6duras nell’effer Leonata,
8 più grofla di quella della nota Spa: sei uale
è ara tira al giallo, & più derlEt 39 la
Zarzapatiglia,che tira piu al negro è la migliore.
Dee eiler frefca,& in ciò confifte ogni fua- bontà.
“Conofceffi eflerfrefca dal non elfere tarlata, &
quaado fi rompe, che non tenga poluere; ò tar-
Tatura ; perche la freftca rompendofi per mezzo
nellango, rimane come vna correggia , & non
fa poluere; &quento più pefa è migliote. Chia-
maronla gli Spagnoli Zarzapariglia quanido
videro, per la gran fimilitudine; che tiene conda
noftra Zarzapariglia di quefte parti, che è fa Smi
“lazze afpera, Io tengo percerto, che la Zarzapa-
le nia?
7
po PR
sd trarricno rs piau
riglia di quelle parti fia la medefima ;che la no-
| ftra, laquale ho efperimentato molte fiate, & fa,
cibi noftra, che quella della no-
ua Spagna, con laqual tiene piu fimiglianza, che
con quella di Honduras . E' difapore infipida,
fenza alcuna acrimonia , & l'acqua fatta di lei
non ticne più fapore, che acqua di orzo . Il pri-
movfo. di quefta herba fu molto differente da
quello ; chefi vfa ; perche ladauano come l'vfa=
uano gli indiani nella cura delle loro infirmita-
di,& certo faceuaà molto grandi effetti. Ma la de-
licatezza de noftri tempi fece, che fi vfalle, &
delle come l’acqua del Legno. Al principio pren
deuano oto in molta quanatà
più, che mezza libra ,&la tagliauano minuta, &
ita, la poneuanoin infafione in acqua, & da-
aro tn buon pezzo di modo, chef
come vna bata,, & colavanla,
olto bene, Vicina di Ici, come
i» ò baua; & di quelia calda fi
a vn buon bicchiero,& fi co-
1 ci a fe trail
pv
È ta i, «buone
ci
| privano,& fudanano buone
giorno voleano beuere alquanto, bifognara, che
tulle della medefima ba
o ; perche non fi haue-
use mango è beuere d'altro . La fera rorna-
uznoa prédere vn'altro vafo di quella medefima
baua calda; fatta fimilméte per etpreffione;& fu-
davano altrettanto... come la martina. Quefto
-prdine tencuano per tregiorni continui , fenza
n: “man-
DELLA. ZARZAPARIGLIA. 39°
înangiare; nè beuere altra cofa di fuftanza, ec-
cetto,che quella baua vfcita per efpreffione della
Zarzapariglia, Etdiquefte maniera la diedi io
al principio molte fiate; & certo faccua grandi
etti; & fi fanarono molti infermi meglio , che
_- nonfi fanano al prefente. Dapoi fi introdufle
SE:
altro modo di darla; & è quello., che fi yfa al
prefente in quefta forma . Prendeli due oncie di
Zarzapariglia, &lauata; firompe, $c.taglia mis
nuta, & fi pone in'vna pignata noua, fopra la
quale pongono tre boccali di acqua,& fi tiene in
infufione per ventiquattro hore; & dapoi ben
curata la pignata; fi cuoce a foco lento di carbo-
ne già accefo ; fin che fcemino i dueboccali,, &
refti l’vno;; il che fi conofcerà per ordine della
mifuragià detta . Depoi raffreddata, ficola, &
ferbain vafi verriati. Sopra la iftefla Zarzapari-
glia già cotta, fi pone tanta acqua , che fi empia
Ja pignata; & fi boglie, molti bogli; & dapoi fred-
dafi cola, & ferba in vafivetriati. Purgato line
fermo; come meglio fegli conuiene; & pofto in
alloggiamento ferrato; prenderà la mattina dieci
oncie della prima acqua della Zarzapariglia , &
fudar)i almeno due hore; & dapoi il fndore fi
afciughera; & fi muterà di camifcia , ò di velti
mento calda, & netto; & l'iftello farà la fera otto
hore dapoi, che haura mangiato , mutandoli di
camifcia,ò di vefte calda + Mangierà alleyndici, - —
& cenarà vn'hora dapoi l’hauer fudato la fera
“vua pafla,mandole; & bifcotto ; &.beucrà della
i Go 4 feconda
uh Proetsrioncoii.5 ir
feconda acqua. Terrà quefto ordine per quindi
giorni; & fe hauerà debolezza , fe gli dee dare di
vn pollo piccolo arroftito , accrefcendofi col
procetlo del tempo. Dee ftare nelletto almeno
i primi nouegiotni; gli altriin camera, guardan-
dofi dal freddo,& dall’aere; &alli quindeci gior+
ni fi dee pursare con Medicina piacenole ; & fa-
cile, 8 il medefimo ne trenta giorni in modo;
che fi oflèrui in ogni cofa l'ordine, che dicemma
di dare l'acqua del Legno. Similmente dapoili
trenta giorni ha da guardarfi, & ben governarfi
pet altri quaranta giorni, non beuendo vino; fe
non acqua femplice , fatta della iftella Zarzapa-
riglia, &guardandofi da donne. Quefto è il mo-
do ordinario di tor l’acqua della Zarzapariglia;
che hoggidì fi vlatEt perche io tengo efperienza
di altri modi, che fono di gran fecreto, & di gran-
dl effetti, gli fcriuerò qui ; perche fi dica tutto
- quello; cheio sò della Zarzapariglia;poi che elle |
è la Medicina, che più fi va al prefente; & veg:
giamo in lei cofî grandi operationi . Lo ne faccio
| wnfiropo, chegiàmoltianni è céiebrato‘in que-
efta città, Sin tutta $pagna;ilquale già fedeci an-
ni io vfo per l’infirmità del mal Francefe, & per
altre infirmità; & che non fcalda; né infiamma,
ma con molto temperamento , fecondo la fua
graduationefa i fuoi buoni effetti . Il primo;per
cui fu ordinato, fu per Pantaleo de Negri Geno-
refe ; ilquale (eflendo ftaro ciù curato: da molti
| Medici, & hauendo prefo l’acqua del ao) »&
= <A + IRA altr
ha
DELLA.:ZTARZAPARIGLIA:;: J4&E
altri medicamenti, confumato già quafi tutto, &
con vna gonfiezza nel ginocchio, nelquale fenti+
- ua dolori grandi) lo prefe,& fi fanò molto bene.
Quefto:firopo io ho vfato con molte genti; in
uelle infirmità ; allequali giona la Zarzapari=
glia,& il Legno,& per molte altre; & è dibuono
temperamento; perche fi lena la fecchezza al Le-
gno;el caldo alla Zarzapariglia , & faffi in que-
fto modo; Prendonfi due oncie di Zarzapariglia,
& quattro oncie di Legno fanto preparati(come __
è tato detto) & tre dozine di Giuggiole fenza 3
oflì, & due dozine di Prune Damafcene fenza
oflo,& mezza oncia di fiori di Borragine;&altra
| mezzadi Viole; &'alquanti grani di Orzo fcor+
zato; & tutte quefte cofe fi pongono in tre boc-
cali di acqua, & fi cuoceno a foco lento , fin che
reftiin'vn boccale; poi fi cola, & in diecioncie
‘di quefta decotione fi pone vn’oncia di firopo
Wiolato.Si prende caldo la mattina, & la fera con
d'ordine detto nell’altre acque, cercando di fuda=
re,fe potranno;& benchefudino poco,fi fanano. 1.
Poffono mangiare di vn pollo piccolo dapoi il
primo giorno,con la folita dieta, &benerel'ac-
qua femplice della Zarzapariglia, che fi fa di
mezza oncia della Zarzapariglia cotta in quat
tro boccali di acqua , fin chene fcemi vna, dale
gnanto più. Quefto ordine fana ogni mal Fran-
cele, & tutte quelle infirmità, che habbiamo det-
to, che fana l’acqua del Legno, & la China, &cla
argapatiglia, Er perche farebbe cofa fouer
dal; Se
“a
Er so Feb BR O: I.
4% +: I Ba vEGI
chia a ridire. ; vegganfi nelle cofe npiular,
perche certamente con quefta acqua femplice,
&.conquefta decotioneio ho fatto grandi efterti,
cofi nelle infirmità, done habbia hauuto qualche
fofpetto di quefto malFrancefe;come nelle infir.
mità lunghe, & faftidiofe;nellequali non hauédo
fatto beneficio i rimedi} comuni. di Medicina,
benche non procedano da morbo Gallico; que-
fto nondimetrro le cura & fana ; come lo vedrà in
effetto,chi lo vfarà.Fafli vn'altro firopo della Zar
zapatiglia a quefto modo; Si préde otto oncie di
Zarzapariglia peftata, & tagliata, & fi cuocein
quattro boccali di acqua, fin che fcemino tre, è.
reftinevno & nell’acqua,che reftarà; fi pone quat
È tro libre di Zucchero, & fi fa ii firopo, come dee
ftare.Si prende di quetto firopo treoncie la mat»
tre la fera ; mangiando buoni cibi, & ce-
> pi co È beuendo folamente acqua fem
| plice della Zarzapariglia, & andando fuori di
cafa per li fuoi negocij Si curano con quelto
| molte infirmità delle dette, fenza che: fi fenta
grauezza‘nella cura, Et {i dee prendere, fin che fi
finifca il firopo . Dafli parimente la Zarzapari-
glia in polucre inquefto modo; fi prende la Zar-
zapariglia,& fe.le lena il core di dentro , & fi fec-
ca,S ft pelta;S fi paifa per ftamigna di feda, &fi
fa He Oluere .. Quetta poluere fi tuole nelle in>
firmità del mal Francete,ò fpecie di quello; din
firmirà nate da lei; prendendo vn pefo di vn rea-
de di poluere,& beuendoyifopra dell'acqua fem-
= ; plice
DELLA ZARZA PARIGLIA, , 2
plice della. Zastapariglia sprendendola da mate
tina a digiuno,& la fera altrettanto, quando an»
darà.a, dormire, «Dee,mangiare buoni. cibi, &
non-beuer.vino fenza l’acqua femplice di lei.
E'bene,.che prima che la.comincino ad vfares
fi purghino . Quefta poluere oltre che fana mole
teinfirmità lunghe, &cantiche, vna ne curame»
rauigliofamente, laquiale èil Fleema falfo delle
mani, & de piedi in quefta forma. Purgato lo
infernio:, & ancho fenza\purgare (fe non: fi può
fare altro)prendetà la fua poluere (come fi è det»
ro) &:fopra.il Fleema falfo ; fi ponerà con vna
penna vn poco diacqua.di Sulimato, mefcolata
con acqua metalli na dapoi pofta per
ogni parte ue fi-vederà il Flegma felfo, fi pone,
ràfopra vn’empiaftto,che chiamano di Guglieb
mo feruitore diftirato. fottilmente foprarafo , è
taffetà, & pofto intutte.le parti; doue fi vedrà
polta l’acqua di Sulimato, femplice Quefto fi
ha da fare ogni giorno; perche con quelto in
quindici di reftarà perfettamente fano » Quefto
. da mondifica, & incarna, & fa pelle-fenza effer
meftieri d’altri medicamenti, infieme con la
poluere, & acqua femplice dellaZarzapariglia,
«chehabbiamo detto. E'quetto di cofi grande
opra,.& cofi efperimentato, quanto fi vedrà
in effetto da quelli, che lo vfaranno ; perch
ceriamente guarriranno. Al dì d'hoggi é tanto
l'vfo dell'acqua della Zarzapariglia nel detto
modo, che jfi applica ad ogni infermità, & è
li venuta
Ph
dg EE e eni. Lu
venuta a tanto , che in ogni diffetto di difce,
diftillationi, ò ventofitàdi, mal di Mattice nel
le donne, ò altro qual fi voglia diferto ; che fia
Sarà che non fiano febbîi; d infirimità acute)
ubiro prendono l'acqua femiplice della Zarza-
patiglia . Il cheal prefenite è pofto ranto'in vo,
che in molre cafe, cofì tengono l'acqua cotte
della Zarzapariglia femplice, come l'acqua né
fecchi. Et eerto fa grandi effetti , & rimedia
lunghe; .& faltidiofe infirmità. Vero è; che alle
pertone molto calide di compleffione , le fcalda
piu di quello, che fi conuiene; onde non la deo-
no beuere, & maggiormente fe hanno troppo
caldo il fegato ; perche imolto lo fcalda. Nelle
paflioni deile donne cofi della Matrice, come de
gli humori freddi fa buoni effetti, & {calda li fto-
machi freddi , & rifolue merawigliofamente le
ventofità + Et in perfone diffettine di molti ma-
li & fpecialmente di cararri, & dolori vec-
chi, & infirmità nate da mali humori, & che
tendono ‘a quefta via; con la continuatione di
lei; fa manifefto beneficio 5; & guarrifcono di
quello, onde mai non penfarono di doueri
fanare , La fua compleflione è calda, & fec-
ca,quafi nel fecendo grado + St deono dare
tutte tre quelle atque ;- ò nell'Autunno 2.9
mella Primauerra, i... sn
DELLA PEUTRA DI SANGVE. 4$
Della Pietra del Sangue. C ap. X111
}Ortano dalla nova Spagna due Pietredi grarì
virtù; l'vha chiamano Pietra di Sanguej l'al
tra Pietra del Fianco + La Pietra del Sanigue è fpe
cie di Diafpro di vatij colori alquanto fcuri, fit
ta macchiata d’alcunegoccie colorite come fan-
gue ; delle quali Pietre fanno gli Indiani alcuni
cuori grandi, & piccollini.. L’vfo fuo fin quaè
per ogni fluffo di fangue di qualunque parte fi.
fia , di Nafo,di Meftrui ; di Hemotroidi, di ferie
te, & diquello, che efce'per bocca. Si idee ha-
gnar le Pietra nell'acqua fredda; & prenderla
lo'nferrmo nella mandrittà; & tenerla ferratà nel
| pugno, &ditrattein tratto bagnarla nell'acqua
tieddla - A queftomodo l'adoprano gli Indiani;
È a quelto,medefimo modo; la adoptiamò an»
chor noi altri. -Si tien per.certo da gli Indiani,
che toccando la ifteflaPietra nella teri pare
tes doue efce il fangrie; lo riftaghia 3 &hanne ini
quefto.gran confidenza ; perche fe neha veduto
‘ L'effetto. Giona Similmente renendola penden+
te, è legata nella parte medefima done èfcie il
fangue ; purche rocchi la carne. Di quefta Pie
tra aabbiamo veduto grandi effetti nel tiftagnat
il fangue». Alcuni; che patifcono di Huflo di
fangue hemoroidalevi hanno rimediato con fir
anelli di,quelta Pietra, & portarli nel dittò di
continuo, Et SE Mile, menftruo del-
«hb 5° 7 . Della
%
46 seo af i a Ro 3 AS sd
Della Pietra del Fianco. Cap. X11ÌI.
fe CEBOo ant
Y ‘Altra Pietra; che chiamario del Fianco, è
box Pietra; chela più fina pare Rocha di
Smeraldi; la qual rita al verde con vn color lit
teo) La piuverde e la migliore La pottano di
divierfe forme fatte anritamenite;tomedle tencna»
no gli Indiani y alcune come pefci; alctific altre;
cometettedi vdcelli ; altrecotne betchi di.Papa=
gallì ; altre.tofide come palle titre petò forare ;
perciò che vfauatid gli Iridiani portarle attaccate
per cagione del dolor del fiarico, o del ftomaco ;
[ero quette due ifnfirmità fa meravigliofi ef:
ris Lé principal virtù; che tiene,è iiel dolot del
fianco ; &nel far v{cirle Renelle , & là Pietra ini
modo, che vrì gentiluomo ; il quale he ha vnà
juìla migliore di miete quelle, che habbia vedi»
to; tentiidola legata al braccio ; li fa vfoire; &
far tanteRen
| Renelle, che fe la lea molte volte, pen-
fando; che gli polrfar danridilfarfie tarite ; &
leuindofela refti di fatte notabilitiente. Toccan
dolo il dolor del Fiaritog & poniendofela, lo di-
minuifce; o lena; triandafidò fiori molte Rénel
les &Pietricciuole | Toda ho vediti dara perfo*
neafflitte' da grave dolor di Fianco; & ponendoè
fela, far-vicire le Renellé ; & Pietricciuiole;ge re
ftarlibere «Ha quiefta Pietà proprietàocchltà 3
mediante la quale; fa ratio effetti di pre-
feruare, che non cadano nel dolore del e”
bt & di-
DEL LEGNO: PER MAL DI RENE. &c. 47
&dipoi venuto;lo leui ; 0 dimimmifce, Fa wfcir
Renellein gran quantità, & fimilmentePietre:
Raffrena il caldo delle Reni. Giona 2 dolori del®
lo ftornaco;poftaii fopra j & fopra tutto prefer
ua dal dolor del Fianco. La Duchefla mia Signo+
ra hauendo haunto in breve tempo tre dolori di
Fianco,fe ne fece di lei vn braccialetto; & lo: por-
dial braccio ; & dapoi; che fe lo pofe; mai piu
non ha fentito dolore di Fianco; &fon horamai
piu di dieci anni $ &fimilmente ne ha feruito
molti altri; che hanno fentito il'medefimo be>
neficio . Onde è ftimata molto ;;& ron fi porta=
no cofi facilmente; come ne’ priricipii:; perche
foli i Caciqui, &:Signòti le hauenano ;:8>con
ragione; poi che fanno cofi merauigliofi effetti,
Altre Pietre vi ha, che fanano il Fle&ma fallo;
le quali non ho veduto; ma intefone folo pet
vdita. )
Del Legno per mal di Rene, e ni
e E° PIE
P Ortano fimilmente della noua: Spagiità #9
X Legno; che pare, come tronco di Pero,grof-
fo; & fenza modi ; ilqualegia moltianni fi via
inquiefte parti per dolori di Rene j & di Fiancò}
& per infirmitàdi orinà : Il'primo, cheiovidi
vfarlo fù gi venticinque anni vn Piloto }che era
infermo di orina,&di Rene; & dapoi che lo vfa-
ua fi manteneua fano, &in buono ftato. Dapoi
SA | o
43 pbisnat Tm atri ini
ho veduto; che molti lo han portato qua dallé
nona Spagna, & lo vfano per quefte infitmità;
& perquelli; che nonorinano liberamente; &
per dolori di Rene, & di fianco, & per quelli; che
| erinano con dolore, & perquelli, che orinano
poco. E' paflatalacofa ancho più oltre nell'oppi
lationi; perche fa funacqua le cura; &fana; cofî
quelle della Milza, come quelle del Fegato i. Et
quefto fiè prouato già pochi anni in quefte par-
ti; & trouano in lui notabile gionamento.. Faffe-
nel’acquainquefto modo: Prehdefi il Legno,&
fanfi di lui alcuine tagliature molto fortili, quan=
to piùè polibile,& non molto grandi, & fi pons
dna inacqua chiata di fontana , che fia tholto
uona& pura; & fi tégono dentro tutto il tem
| pois che fiftà è bener l’acqua .. Mettendoti den-
ero il Legno, nel termiue di mezza hora comin-
| cial'acqua a divenire di vn colore azurro. mol
to chiaro; &quanto più va innanzi, tanto più
azutra diuietie, tutto che il CS iena color
bianco . Di quefta acqua beono di continuo , &
con lei adacquano il vino, &ella fa molti mera-
nigliofi,&manifetti effetti, fenza alcuna altera
tione, ne:che vi faccia meftieri altro chebuof
ordine, &gouernio. Non ha l'acqua più fapore;
che. fe ini lei non fi haueffe pofto cofa alcuna;
perche il legno non l’altera niente. La fua.con&
pleffione è calda, & fecca nel primo grado.
DEL: PEPE D'INDIA 49
Del Pepe delle Indie. Cap. XVI.
Oa voglio reftar di dire del Pepe; che por-
Ma dalle Inflie; ilquale non fol fetue per
Medicina ; ma è eccellentiffimo; ilquale è cono-
fciuto pertutta Spagna ; perche non ha giardi- .
no,ge horto,me vafo alcuno, che:non lo tenga f
iminaro, per ta bellezza del frutto, che porta, E'
pianta grande tanto,che ioncho veduto in que-
fta città alcuna, che fi pareggiaua con alcuni ar-
bori. Fa la foglia verde a modo di Bafilico della
randezza di quello,che chiamano Gariofilato,
Fa alcuni fiori bianchi, de'quali efcie il frutto,
che è di dinerfeforme ;Alcuno lungo , alcun ri>
tondo, alcamn'altro alimodo di Melone, altro di
Ceriefe ; ma tazvial principio quando non fono
maturi,fono molto verdi; & dapoi maturi,mol-
to coloriti, con vn colore aflai gratiofo. Sivfa -
intutti i condimenti; &pottacchi ; perche è di
‘ miglior gufto, che'l Pepe comune. Fatto in pez-
zetti, &pofto:nel brodo;è condimento eccellen-
tilimo,Si vfa in tutto quello, che fernieno le fpe-
cie aromatiche, che fi portano di Maluco; & di
Calicut.Sono diuerfi poi ; perche quelle dell’In-
dia coftano molti ducati; & quell'altro non co-
fta alrro,cheffeiminarlo; perché in vna pianta fo-
no Specie per tutto Panno,con niente di dannò,
sc molto vrilenoftro ;Conforta molto ; rifolue
fe ventofità; ébnono per lo petto;&c per li freddi
di compleffione {calda, & conforta, Soir cei
M D
ne de
50 AIGAIRRONINIZA
do li membri principali. E‘ caldo, & fecco,quafi
nel quarto grado . sare
ual quando giungeua quà,
‘ on er buona (perche era molto fotti. |
le,& perche fi maturata in coli lungo tempo)ve- |
»
a
-hividanchora tanto corrotta, che gionana poco. |
Quefta noftra s che portano da S.Dominicosi& |
«S,Gionanniè matura, groflà; piena, graussdolee, |
8 frefca tanto,che molte fiategiunge infertanta
igiorni;da cheè colta; & eifendo frefea, è di grà-
noto gufto, & non dell odore horzibile; che era
di) “n - Sp quella
e I i, PI
DELLE NOCELLE” PVRGATIVE. —S$1°
quella di Levante; onde fa la fua operatione mol
to meglio, & con piu facilità. Ela Caflia; &Ja
{ua operatione di molta ficurtà. Purga benigna».
mente fenza alcuna alteratione . Euacua princi-
palmente la colera,& dapoi il Flegma,& quello;
che è nelle vie,& nelle budella. Tempera molto <
quelli, che la prendono + Purifica il fangue. Fa
molte buone opere in ogni maniera d’infirmi-.
tà; & fpecialmente in paffioni di Rene, &di orit,
na, prefa due horeinnanzi cena + Ne catarri fa:
grandiflimo beneficio , prefadue hore dapoi ce-
oa. Cura facilmentei mali del petto, continuata;
&idolori delcoftato ; prefa con Elecmi petro-
. rali. Applicatadifuori con oglio di mandole dol
ci,lewa.i dolori grani del Polmone, & delle Reni.
E'buona nelle febbri calde, & vfatà di conti»
nuoinnanzi la cena, e’ definare prohibifce la:
seneratione della Pietra. Acquerala fete, E‘ hu»
mida nel primo grado 3 declina a caldo, benche
poco: E lenitiua, rifolutiva. Chiarifica il fanguey
&rritonde la acutezza fua, & della ‘colera ‘roffa.
Si trowa.nelle Indie, dapoi che furono difcoper-
te La fua Dofis è il pefo di dieci Reali dipolpa
paflata per fedazzo , fino ad yn’oncia,& mezza;
&Quattro oncie in canna. e n
‘Delle Nocelle purgatimueo. ‘È
Cafio: -#RWH dii 0 pagg
È
L principio sche fi difcopriron v'leti fi d
‘condullero da S.Dominico-alcune'Nocelle
Si Da trian-
gi — evito soon otti
triangolari, con lequali fi purgauano gli Indiani, »
&erà a loro purgatione familiare. Et dapoigli
Spagnoli per neceffità fi purgarono con loro; &
venutea quefte parti,fi purgano fimilmente con.
loro molte genti con grande rifchio di alcuni,
iquali nell'vfarle hanne creduto di perdere la
vita; perche è purgation gagliardiffima ; laquale
oltre che fa molto eccello di vfcita, provoca an-;
cho il vomito gagliardamente con molta violen=
za,&:congrande angofeia,& affanno, Alcuni da-
poile retrificarono con arroftirle, & non fono
tanto violenti,ne tanto eflarbitanti, ne fanno le
loro operationi con tanta angofcia. Purgano ga
gliardiffimamente il Flegma,& dapoi la Colera.
E' medicina eccellente per lo Colico , Rifoluele
ventofità.. Pofte ne crilteri euacuano mezzana-
-— mente.La loto manierà,& colore fiè,come le no
ftre Nocelle. Hanno vna fcorza fottile, di colore
= di Caftagna chiaro + Sono triangolari. La medol-
la di dentro è bianca , &. dolce tanto; che per la
lora dolcezza, fi fono fatte con loro delle berte a
molti, Chiamanle i Medici comunemente Ben;
ilquale è di due maniere; vao , che chiamano
Grande,l'altro-Pigciolo, Il Ben grande fono que.
fte Nocelle purgatius,Il pieeolo è della grandezs
na deCeci; delguale in Italia fanno quell’oglio
pdorifefo,chè chiamano oglio di Ben;onde fi vn-
gono j capelli, & le barbe per delicie. La lo-
xo compleflione è calda nel principio del terzo
grado fecca nel {econdo . La lpro Doflis è da
et11) % IA
-
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dali e n ear
DE PIGNOLI PYRGATIVI: 53
rhezza dramma; fiho ad vna ; nia. deonio eflere
arroftite. ded
De Pigrioli purgatimi è
Logo: Cup. PX
i 1 picco della ndua Spagita ; alcuni Pignoli
purgatiui;con liquiali fi purgauano gli India-
ni; &in quefte parti fi purgano con loro molte
genti : Sotto tfli come i noftri Pignoli, iquali nai”
{cono di vna Mazzocca grande alla maniera del
formetnto delle Indie: Non hannola feviza tan-
to dura; comei noftri; è ella alquanto più negra.
Sono ritondi;& di dentrò molto bianchi; graffi;
&dolcialgufto : Purgano gagliardiffimamente
1a Colera, il Flegma;& oghi acquofità: E‘ Medi-
tina più piacenole, che le Nocelle : Purga pero
V[cita,& per vomito: Se fi arroftifeono hon pur?
pano tanto, ne:con tanita angofcia. Purgaho det-
ti Pignoli pet lor natura humori grofli:E'purga-
tione molto vfata tra gli Indiani. Macerati, &
difciolti con vino (hauehdo prima prefi firopi,
che difpongano 1 humore, che fi intende dicua-
cuare;& vfanedo la dietà conueniente) fe nepren
decinque; ò fei ; pit, òùmeno ;. fecondo, che può
portare lo ftomaco di colui; che gli ha da torre:
Si arroftifcoho per l’ordinario; perche cofi fono
w grati, & manco impettiofi : Bifognia ; che co-
ui;che li O ftia in buona guardia; come
‘quando fi purga : Si danno nelle infirmità lun
ghe, &doue fiano humorigrofii Sono: caldi nel
<> Pr D_3°- terzòo
terzo grado ;:& fecchi nel fecondo , con qual
che vntuofità; che loro rimette qualche’ parte
enna i _ ic...
Delle Faue purgatinen. > (Ap. XX.
TNA Catthigenia; & dal Nome di Dio por=
pan alcune Faine al mododelle noftre, ec-
cetto,chie fono piu piccòole;ma del colores & fat-
tione delle notre: Hanno nel mezzo della Faua;
wna pellicinola fottiles come-fcotza di Cipola;
che ledinidein due perti.Leiiano loro la fcorza;
Scla pellicivola interiore, & le artoftifcono,&le
fanno in'polueres &fe la prendofio con vino ; è
:fatteini poluere;& quelte mefcolata cò Zucche»
-105 préfidotio va cucchiaro di poluere, & vn fia:
todivinò dietto + Purgano fenza molta moleftia
«Qalera,d Elogria,8 amori grofli mefcolati. E'
«Medicina pretlo a gli Indiafii di molta ftima, per
cla facilità, c6 la quale fi preride.Molti Spagnoli fi
‘purgano cofì lei;c5 molta ficurtà; perche è Medi-
| Gina più piaceuole,&c piu facile ; che le dette . Io
ho veduto molti,che fono venti di quelle parti
rapurgarfi con loro,& ficcederli molto bene, &
‘purgarfi fenza moleftia; Et deono anertire di le-
uareloro quella pelliciùola, cheita di mezzo tra.
le due mezze Faue; perchie fela pigliaffero,è ran-
tala fua forza; & vehementia di vomito: di
:fcita; che metterebbe in gran pericolo chi la
i prendefle;& fimilmente habbino cura di arro- |
} Rirlepercheelle fi: preparano,&rimettono mol: |
4 vitara. 60 xh 3
to
n
DELLA LATTE DE PINIPINICHI- $$
| todellaloro forza «Laqual cofa dee cilere gene,
. —raleinquefta Medicina, &in turrele dette;per-
che lo arroftitleèla vera loro preparatione . Da-
poi.tolta alcuna Medicina delle già dere; non fi
deedormire niente. Bifogna, che fi tengano gran
vuardia; fecondo che ho detto; come quelli,che .
Liz in tutto quel'o, che vedranno, che ad
huomo purgato fi conuegna i Danfi quefte Faue
preparate nelle febbri molto lunghe, &impor-
tune) & nelle infirmità di humori mifti,& molto.
grofli; & nel colico 3 &ne' dolori delle giunture;
&-è purgatione vninerfale: Sono calde nel fe-
condo grado; & fecche nel primo. Danfi-di loro
da quattro in numéro ; fino a fei, arroftite piu, ò_
meno fecondò;chefarà l'obedienza del corpo di
tolui; chela prenderà | doal
Della Litte di Pimipinichi
scap 1. Lain 060 e Ladies
Ntutta la colta della terra ferma cauano-vna.
I Latte di alcuni arbofcelli, come Meli, li quali
chiamano gli Indiani Pinipinichi ;& la cauano
| aqueftomodo; Tagliano vna rama di detti ar-
.botcelli del tagliò della qualeefcefubito vna
| Latte alquento denfa;& vifcofa. Di quelta
prefe tte jo quattro goccie; purga per di fotto
valorofifsimamente;, principalmente gli humori
colerici ; & l’aéqua citrina; &fa la fua operatio=
ne con molta vehementia ; & preftezza: Si pren
dein vino; 0 feccatain poluere in poca quanti-
ci es: ="
56 SSR Se I AI
tà; percite è la fua operatione gagliardiffimg .
Ha vna conditione , la qual.è ; che mangiando ;
obetendo, brodo; o vino; od’altra cofa; fubito
refta di:far la fua operatione .. Bifogna che fi cen-
ga buona guardia; & buon érdine coli, chela.
enderà: E"calda, & fecea nel terzo grido .
‘ trtte quefte Medicine, c'habbiamo derto, fono
violenti; & di grihdeimpeto; & fi ha lafciato di
vfarle dapot; cheè ventito' il Mechioacan ; per
chein lui fi trowra operarione molto fieura; &
percio non folamentei noftri,. ma rutrele Iadie
anchora fono ricorf-a lui; come a purgatione
eccellcatiffima ; del quale hosa trittatemo +
Del Mechioacan. Cap. a
L Mechioacan è via radîce,che gia vent'anni
: Ji fi difcoperfe nella Pronincia della noua Spa-
gna nelle Indiedel Mar Oceano. Si porta da vna:
Regione, che è più in là del Mexico piu di qua--
ranta leghe; la qual fi chiama Mechidacan;& fu
conquiftata da. Don Ferrando Cortefe l'anno
1524-E'terra:dimolta ricchezza d’oro, & più
diargento ; perche di quefto e la più ricca terra;
ché fiain tutte quelle parti;& fl intende, che mt-
ta quella terra è argento per più di dugento le-
ghe. Quini fono quelle Minere tanto celebrate
& di tanta ricchezza , le quali chiamano Chaca-
tetas, & ogni giorno fi vanno difcoprende nel-
la terra molto ricche Minete d'argento; & alcu»
ne doro . E'terra dimolto buono,;& fanozere;.
eni cri
DÈÉL'MECHIOACAN 5%
laqual produce herbe falutifere , per fanare di
molte infirmità. Tanto che al tempo dell’India-
ni, i vicini veniuano quiui, perrifararfi de loro
mali; &infirmità; perde due dette cagioni: E
terra molto fertile 3 & molto abbondante dì pa-
_ no &di pacciagiioli , & di fràtti.Ha moltefon=
| taned’acqua dolce; & alcune, che hanno mol-
| taquantità di pefce. Sono gli Indiani di quel pacs
— femolto bendifpofti, & dimiglior afpetto; che
| ilorvicini, &infiee più fani. Il principal luo+
go di quefta Pronincia chiamano gli Indiani nel
la lor lingua Chincicila , & gli Spagnoli lo chias
mano del ann evniuerfale del Regno Mecchioa-
can; & è vn pacfemolto grande de gli Indiani
fituato al capo d’vnalacuna; la qual è d’acqua
dolce; & hi molto pefce. E‘di forma comevn
ferro di cauallo,& nel mezzo della terra è collo=
cato'illuogo; ilqual.al did'hoggi ha grandi trafs
fichi,& commercij,per le Minere grandi d’argen=
to; chefonointutto il derro Paefe. Subito,che
quella Prouincia fi gradagnò alli Indianiy anda=
rono là alcuni Fravi Framcifcani; & vifondarono:
vn Monafterio delloro ordine; & comein Paefe
nouo , & tanto lontano dal lor naturale; ne in
‘fermarono alcùni; trai quali fiinfermò il Guara
diano , col quale teneua molto ftretta amicitia:
Cazoncin Cacique, & Signore di tutto quel Paes
fe. Il padre Guardiano hebbe vna molto lunga
infirmità, che lo riduffeall’eftremo . Il Cacique
vedendo il fuo male andare innanzi; li diffe vo:
58 2 16 de En Sar ;
giorno; chegli meneria vn Indiano; che eta fuo
Medico} chelo medicàna; il quale potria efleres. |
chepotgelle rimedio alfuo male. La qual.cofa
vdità.dal Padre Guardiano:;:& veduto la poca.
prowifione; che fi trouaua là di Medici , & d’al-.
tro; lo ringratiò ; & lidifle che glie le conducef-
fe. Il qualvehuto,& veduta.la fia infirmità, dile:
feakCaciguie;-che fe ello prehdewa vn4 poluere ;
chè egli li direbbe d’vna radice; che lo fanareb»
be; La qual cofà ritefiidal-Padte, per lo difide-
rio3 che liaucua di fanatfis venne a quefto , &
préfela poltiere ; che il giorno appreffo gli diede
il Medico»Indiaho in vn poco di vino; con de
quale.fi purgò cofì bene; & fenza pafionealcu-
na; che quelgiorno fi alleitiò aflai, & molto più
da.indiinnanzi di modo,che guarrì della fua.in-
firmità. Gli altri Padri; ch'erano inférmi,& alcu-
ni Spagnol, che erano nello'ftato ifteffo:; imita-
lopra merauigliofa, chefacena ; fi {parfe la fua
fxmainmaniera;chein breuetempo tutto î cs
; dd
2 Li ii
È
È
A
:
j
;
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A
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E
3 DEL! MECHEO':ACAN: 59
fefiempidelle fue landi, & buoni effetti ;abban-
donandofi l’vfo del Riobarbaro di Barberia ; &
prendendo quella il:fuo nome, chiamandola
Riobarbaro delle Indie; che cofì la chiamano
tutti communemente. La chiamano ancho Me-
chioacan ; per che fi tragge ; & coglie nella Pro+
| wrincia chiamata Mechioacan + Et non folo nel
Mexico, & in tittoil fuo territorio fi purgano
con lei; come purgatione eccellentiffima; lafcia=
rétutte l’altre ;;ma nel Perù atichiora; & intutre
le parti dell'India non vfano altra cofa;ne fi pur
gano con altra purgatione, & ciò cotanta ficur+
tà, & facilità ;‘chequandola prendono; penfano
dirihauercertola fanità ; 6nde li portano delli
noua Spagna come mercantii di molto pregio:
Sono ventiquatrroanni, che io la vidi qui li pri
inafiata | Perche eflfendo venuto vn Pafqual Ca
taneo Genouefedalla noua Spagna,nel qual viag
gio era caduto in infirmità ; comeandai a medi:
carlo; al tempo cheiolo volli purgare; mi dif-
fe ; che ello:porraua vn Riobarbaro della ov
Spagna, che era Medicina: eccellentifima ; con
la quale fi purgauano tuttinel Mexico, & lo'chia
mauano Riobarbaro di Mechioacani, & chie ello
fihauena purgato affai volte con lui &gliene
era fuccello. molto bene; & chie fe hauena da tore
re alcuna purgatione,prendercbbe quella ; della
quale egli hauéa certezza; & efperienza. Iogli
biafimai l’vfo di cotali Medicine noue; dellequa>
dinon'habbiamo cofa alcuna feritta;ne conofciu
Lalli H ta;
cit TR a SER a eg I ST AR
Cn error invo wîsc —
ta; &'gli petfuafi ; chefi purgaffe con Je Medici
ne,chehabbiamo qui; dellequali io hanewa tanta
efperienza;& conofcimento; & erane ftato ferie
to dahuomini fauij. Egli acconfentialle mie pa-
role; & purgoffi con'vnapurgatione; cheioli
diedi; fecondo che fi conuenina alla fuainfirmi-
tà; con laquale ; benche-li fegitiffè notabile alle-
wiamento; & beneficio; noù reftò però libero del
la ififirmità di modo ;.che fu meceffario purgarfi
vn'altra fiata ; & quando venimmo alla feconda
pugreione volfe torrealtro, che il fuo Rio:
baro del Mechioacan; col quale fi purgò tan>
to bene,che reftò fano: & fenza alcun male. Et
benche mi pareffe buono l’effetto ; non reftai pes
rò fatisfatto ; firi che molti altri; che vennero in
quella agione,&fi irifermarono ; non:fi furono
argati col medefimo Mechioacan; it che fuccefi
deleta:ineleo a propofito; perche erano -vfati di
- purgarfi comlui nella nona Spagna . Vedureio le
fue buone operationi în tanti ; cominciai ad
vfarlos & p molti conlnis:dandò fama 2?
fuoi buoni xEt.cofi con quello ) che io ho
efperimétato quì; come con la relatione; & gran
fama di quelli, che venizano dalla nowa Spagna;
è venuto a tal termine il fuo vfo,chegiàè comus
nein tutto il Mondo , &fi purgano con lui non
folo nella nowa Spagna; & Prouincie del Perùz
ma nella noftra Spagna,&in tutta Italia, Alema
gna, & Fiandra. Io ho mandato relatione di lu?
quafi per tutta Europa cofì in Lena nel
®
|
vio
DEL: MECHIOACAN. 61
fa noftra Lingua; & giàè tanto vfato,chelo por-
rano per mercantia principalein molta quanti-
rà,& fe ne vende pet gran fommadi danari ; & è
tanta:chemidiife wn Droghero,che oltra quello,
chehauea venduto a quelli della città, ne hauea
venduto per di fuori l’anno pailato piu di dieci
centinaia; Il nome, ondelo icone sa è, Riobar-
baro delle Indie; perche già è tanto familiare, che
non vi è contrada, doue non fi vfi, come Medi-
cina ficuri[fima,& di grande effetto; perche con
lui non hanna bifagno di Medico; il cheè quello
chea rutti apporta gran contétezza; come cofa,
che già è ftata verificata, & approbata p buona,
+ Jomifono informato con' molti di quelli;che
e dalla noua Spagna; & fpecialméte con
quelli, che fono ftati nel Mechioacan, della ma-
niera della pianta, che ha quefta radice, & che for
ma,ò figura ella tiene. Portano quefta della terra
pofta a dentro quaranta Leghe,oltra il Mechioa-
candi vna terra;che chiamano Colima; & tita è
la negligenza di tutti, che come confeguifcopo il
principal intento dell'intereffe de’ lor guadagni,
nonfanno altro dilei;fe non, chegli Indiani nel
echioacan vendono loro le full fecche, &c
mette; come quà le conducono, & gli Spagnoli fe
léicomaprano, & comefpecie di mercantia le man
damoin Spagna : Et certo in queftò fiamo degni
sli molto grande tiprenfione, poiche hauenda
Neduto , che fona nella nona Spagna tante her.
Re;& piante;& altre cofe Medicinali y lequali fo-
Sr Di no
.
.
-£3 MALO io
modi:tanta ftima, non fia però chi di loro feri+
ua,ne ft fappia;che virtù, & figura habbiano; per
compararlecon le noftre. chefe fi.poneflè pens
fiero ad inueftigare; & efpetimentare tante gene-
rationi di Medicine, come gli Indiani vendono
ne loro Tiangez, farebbe cofa di grande vtilità;
&cbeneficio,il vedere, & fapere leloro proprietà,
8cefperimentare i loro vari} , &grandi effetti ;i
quali glilndiani publicano , &manifeftano con
grandi efperienze, che tra fe tefli hanno di loro;
&cinoftrifenza altra confideratione le abbando
nano,&de gli efferti di quelle, onde effi già han-
no hauuto cognitione, non vogliono darne rela»
tione, nenotitia del loro effere; ne deferiuerci la
figura,8cla maniera ; chehànno |
-rOrà andando io inueftigando la pianta della
radice del Mechioacan ; vno paffaggiero,che era
venuto di quella Prouincia,miatisò;che vn Pa-
“dre Frantifcano; cheera venuto di quella terra;
hauea feco: condotto nel Nauilio ; dove era ve-
‘nuto la propria herba verde del: Mechioacan in
wmbarilegrahdè, & che con molta follicitudine
l'hauea portata fino di oltra al Mechioacany &
chela rencua nel Monafterio ‘di S.Francefco di
queta città | Onde ioné.prefi-grancontentezza;
8 fubito: fui al Monafteriorg& alla porra:delii
Infermeriaetà vna come mezza botté,f
de ftaua+naherba molto verde; che differoeffete
il Mechioacan;chè' 1 Padrè ‘hauca condotrodalia
nou: Spagna: con nòn piccolo arduaglio + Eltaè
Qi vna
DEL MECHIOA:CAN. 63
yna herba,che và falendo per certe canne.Ha vn
verde ofcuro , porta cerre foglie, che lemaggiori
farebbono della erandezza di vna buona feudel>-
la;lequiali tirano al tondo, con vna punta picco»
lina;verfo il piccinolo ha la foglia i fuoi nernettià
E fortile quafi fenza humi.lità. I fuftifono di co-
lore Leonato chiaro . Dicono,che fa certi grafpi.
con alcune Vuette della grandezza di Coriando-
li fecchi,& chequefto è ilfuo frutto yilquale fi
matura nel mefedi Settembre. Fa moltirami.li
quali fi eftendono foprala terra; & fe le pongono
cofa,onde poffa auolgerfi,va falendo per lei. La
radice è groifa al modo della radice della. Vital:
ba tanto, che alcuni hanno voluto dire; che fia
tei; ò fpecie di lei, Ma in vero fonomolto diffe»
renti;perchela radice della Vitealba verde; & fec
‘ca morde molto; il che non fa la radice del Me
chioacan; anzi è infipida, & fenza mordacità, ne
acrimonia alcunn.Et fimilmente nella foglia fo-
no:different. Quello;che vediamo al prefente;
‘(che:è il noftro Mechioacan) è vna Radice che
portano della noua Spagna della Prouincia del
Mechioacan,fatta in pezzigrandi;& piccoli, par-
tetagliati in fonde,& parte rotti con lemani. E'
radice bianca,alquantogreue. Paiono i pezzi ef-
fere di.radicegrande,foda, fenza cuorealcunoii
Le conditioni;òè qualità, ch’ella dee hanere ad
reffer buona, & petlumadono ; cheella fiafrefca
(il.che fi conofcerà,fe non farà tatlata, sug)
+ Che fia bianca quanto piu può eflere, &e fe
ou) | __—’@lquanto
và:
-
64 sE BR 0:
| alquanto pallida, che fia la parte efteriore della
pri ice; perche lo interno di lei dec ‘etfer bianco;
Guftata,& mafticata vn poco;è fenza fapore, ne
__ mordicazione alcuna. Egli è meftieri (perche ella
— faccia megliola fua operatione ) che ella fia fre-
{ca ; perche quanto épiufrefca, è migliore; &
quanto maggiori fono i pezzi, fi conferuano me-
glio.Diqua é,che quella, che portano ridotta in
poluere,non è cofi buona; perche effalla , & per-
de molto della fua virtù, & operatione, Etfimil-
mente veggiamo, che fe quà fi fain poluere, &fi.
conferua,non fa cofi buona opra , come peltata
la radice, & fubito prefa.La radice vecchia diuien
negra; & fi tarla,& fi pertugia,& viene molto leg
giera «Si conferua bene nel Miglio, d inuolta in.
wn cerotto fottile. Cogliefi nel mefe di Ottobre.
Mai non perde la foglia. La {ua temperatura è
‘calda nel'-primo grado,& fecca nel fecondo ; per
ne;lafcia corroborate le membra interiori, fenza
-ladebilitarione, & fiacchezza;che lafciano le al-
tre Medicine purgatiue. Anzi quelli, che con lei
fi purgano,reftano dapoi purgati, piu forti,& ra-
bufti, che non erano prima, che fi purgalfera.
Nonha bifogno di rertificarione;perche non ve-
diamo in quefta radice nocumento,ne danno no
tabile.: Solamente il vino leè guida; &faften-
tamento per la fua Operatione; percioche prefa
«on vina,fa miglior operatione, che con altra Li
ei —* quore
ner SET, GO LARE EEA
DEL MECHIOACAN, Br
Quore alcuno ; perche nori fi vomità,; & operi
meglio. Daffi d'ogni tempo, &ad ognivetaite! Fa
la {ua operatione fenza moleftia} &efenzé quelli
nocumenti ; che fogliono fare l'altre Medicine
folutitie. E' Medicina facile da prehdére; perche
non ha mal gulto» Solamente prende il fapore
della cofa, con la quale fi tuolej perche è di fucco
infipida, Per quefto è facile perl: fanciulli;perche
la prendono fenza fentire ciò che fiaz& fimilmen
te-per le perfonesche non poffono prendere Me-
glicine; perche quefta non hane odore; ne fapos
re. To.ho purgato con lei molti fanciulii;:& mol
zi molto vecchi ; ‘perche io l'ho-ditaad huomò
di piu di ottàra anni;&ha fatto in lui opra mol.
to buona, & ficura fenza alcuna alteratione; ne
granezza; &fenzalafciarlo debole, ne fiacco»: >
r| Euacua quiefta radice gli humori Colericimi- -
fi co’ grofli,& gli humori Flegmaticidi qualan»
que fpecie fi fiano 1& glihumori vifcofi;.& pur
tridi,& ambedue le Colere, Enacuale acque Cit
trine degli Hidro pici con facilità; &la fua inten
stione principale è al Fegato, mondificandolo,.&
confortandolo ; &calle membrara lui congion-
Siri EF apre
”
rgli i &.con facilitade:le caccia;
eo eran n Sa,
66 Miani o: te
apre ogni durezza del Fegato, & della Milza, &
dello Stomaco. Rimoneil dolore della refta an-
tico , & mondifica il Ceruello,&i Nerui,& eua-
cua gli humori,che ftanno nella tetta, & nelle fue
> + Nelle Scroffole fa buoni effetti. Nelle pale
omianticlie della tefta ; come nella Cephalea,&
Vertigine, & Malcaduco, & in tutte le diftilla=
tioni, o difcefe vecchie. Nelle paffioni delle gion
ture in particolare, & in vniuerfale;come in Got-
ta, & dolori Artetici. Nelle paffioni dello Sto-
maco, com’èil dolore, enacuandone la cagione,
& confumando le ventofita. Nelle paffioni del
Yorina, & della vefica. Ne dolori delle budella,
& nel Colico ( di qualunque fpecie egli fifia) fa
opra merawigliofa, Curai dolori delle donne, &
fpecialmente mal di Matrice ; cuacuando, & ri-
mowendone la cagione, come quelli, che per la
gior parte,nafcerido da: humori freddi,o ven
tol ide no euacuati da quefta Medicina. Nel-
lc paffioni del perto,comeTofeantica,& Afma,
quefta radice molte fate; le rimoue , & fa-
na, Nellepaffioni delle Reni; nare da humori
gli. pl cuacua ; & difcaccia , Nelle paffioni
1 Mal Francefe fa grande operatione, & pare,
che per quelta paffionela ereatfe N.S.euacuando
ella iloro humori, che per la maggior parte fo»
no freddi; & maggiormére quido fono, dimelto
tempo inuecchiari,li purga cella, & difcaccia fen-
za neffun trauaglio ; continuando a rorlà tante
volte,quante farà necellàrio; perchein o
de. - firmi
DEL 'MECHIOACAN. 67
firmità vecchie; & antiche non bafti vna euacua-
tione, mane fon neceflarie molte, lequali fi pof-
fono fare con.molta ficurtà con quefta radice.
Di quà è, che non fi deono meranmigliare , fe con
vna enacuationenon fi confegue fubito la fani-
tà,che fi difidera; perche egli fa bifogno adoprar-
nemolta molte volte, per diueller, & eftirpar
del tutto il malhumore , cheè cagione di cotale
infirmità. Fuacua quefta radice meramgliofame
tela cagione delle Febbri lunghe, & faftidiol@e ;-
& di tutte le Febbri compofte, come Terzane ba,
{tarde ; Cotidiane Flegmatiche,& quelle che fo-
no di quefta guifa ; & nelle Febbri erranti, &in
quelle prodotte da oppilationi, vfandone quan-
re volte farà meftieri ; perche nelle infirmità di
quefta guifa lunghe & faftidiofe, non fi de con-
tentare il Medico d’'vna cuacuatione, ma dimol-
tesdigerendo a poco a poco,& a poco a poco eua-
cuando; poi che fi puo far la enacuatione con tan
ta ficurtà con quefta Medicina cofi benedetta. |
Quegli che ne haurà bifogno la dee vfare con
buon’animo,& confidenza , che li habbia molto.
| a‘giouare. Il che fino aquell'hora habbiamo ve-
duto in tanti, che con giufta ragione fi può dare
intiero credito alle fue buone operationi ; poi
che vediamo:con quanta facilità; & come fenza.
alcuno accidente ella fa gli efferti,che habbiamo.
detto.Et fi fpera;che ogni giorno fe se cifcopri»
ramho di maggiori,i quali fi potranno aggiungo».
re aquelto. ala die ol
“begii E Ù = La
68, tn e Le i
«La Methodo,&ordine, che fi dee tenere nella »
adminittrarione; & nel dare di quelta. poluere:
fatta della radice del Mechioacan, fi hebbe dal.
Medico Indiano,che habbiamo detto; & dapoi fi
ha vfato in varie, & dinerfe maniere. La prima.
cofa,che fi richiede, che faccia quello», che ha da.
torre quefta poluere fi è, che fi prepari con buon
gouerno,& buon’ordine in tutele cofe non na-.
turali ; guardandofi da nitro quello, che può of,
fendere alia fanità, & vfando di quelli cibi; che
piu fe gli coniengono , & piu difpangano1 hu
more; che principalmente pretende di enacuare;
&infieme vfi de’ firopi, sh habbiano il medefi-
mo rifpetto,i quali difpongano l'hamore,& pre
parino devie;sonde ha da vfcire; & perciò è bene
| a prendete configlio da'vn Medico, Vfarà anche
Criftieri,fe non hanerà il ventie obediente, malli:
mamente il giorno innanzi; che fi vorrà pren-
derla. Se pet-caio farà pecellario il trarfangue, A,
il corpo'in quella manicsa per pargarli, fi pride.
tà pera rattice eletta, com fi è detto; & li pefta-
rà,facédone polucreé che nò fia molro minuta,ne
; molto grofla,ma peltata mezzanamente, & fe né
pelarà la quantità, che fi vorrà prendere ; come
cuiremo; & fi ha da mettere in vino bianco.intan |
va quantità, Quanta farà meftieri per beuerla; & |
fi dee prenclere la mattina Il vino è il migliorli, |
quore;co’lquale fi poilà prendere, & cofi l'vyfano |
‘nelle Indie tatti in generale; perche il vino (cor
e] a : me
NEBBIA o TTT"
titan Bini a
DE MÈ CHTO!IACA N. 69
tfie habbiamo detto) corrobora j &dà forza a
quefta poliere:Et perche ci fonoalcuni,che non
pollono benerevino; in tal cafo la poffono dare
in acqua cotta con Canriella, è con Anifi, è corn
Finocchio. Etfe ilvino puro l'offetidefie ; fi può”
adacquare con quialche acqua; maè tanto poca
laquantità del vino ; che fi prefidejche non può
offendere; ne dar moleftia a nino ; Puoffi A
Quare con acqua d'Inditia;ò di Buylòffa}ò di Ci
corea:Et perche quefta Medicina nòn fi dà nelle
Febbri Acute; ria folo rielle Ctoniche lunghe;
&a tempo ; fi conferite il vino più; che altro li-
quore alcuno; & con quefto ho vedilto io mit
lioreopra Dafli parimente quefta politere me:
colata con'confetua violata, & con firopo vio-
lare; &è buona cofà ; perche con la loro frigidi
ù;&humidità fi corregge il poco calore; & fec-
chezza,che ella ha; & prendeffi, benendòui fo:
pra vino adacquato; d alcuna acquadelle dette:
Fanfi di quefta poluere Pillole formate con Elet:
tuario rofato di Mette ; & certò fantiò molto
buona operatione, &ptirgans molto bene. Poi
| mefi parimentein pafta di Lafagne; o di Ottig &
| in Marzapan; & perche eltazion ha mal fapore
— nonfifente;il cheferàe molto per li fanciulli, ge
. perquelli, chenonpoflono prendere cofe fimilli?
Le Pillole; chefifaramnodi Quefta poluere deo<
no eflere molto piccole, poco piu di Còriamdoli
fecchi; perche più tofto È diffoluano } & né fcal-
| «ino, &operino piuzofto; &meglio; Polloni
i (ESSE: E 3 dare
De.
79 sea bilob Rex bag
dare là mattina + &la fera < Dafli quefta poluere
con profperiffimi fuccefli pofta in firopo Rofa-
todi nova.infufione, mefcolata la quantità , che
fi vorrà torre di lei, con due onciedi firopo. Et
certo fa quelta miltione meratiigliofa operano»
ne; perche fi ingagliardifce, & accrefce molta
forza all'opera della poluere. Euacua gli humo-
ri Colerici,grofli,& Flegmatici, &mifti ; & lac-
quofità del fangue;& cofi è grande Medicina , &
di merauigliofa opra. Euacua poten viffimamen-
te l'acqua Citrina de gli Hidropici, & di quelli,
che patifcono Chachexia; frequentandola molte
fiate,& dando ua l’vna;& l'altra purgatione co-
fa;che corrobori,& fortifichi il Fegato. Si prende
molte volte nel brodo,& fa buona operatione.Si
dee torre quefta Medicina, ò purgatione lamate
| tina molroabuomhora, & dapoi tolta vi fi può
— dormiremezza hora fopra, innanzi che cominci
| a purgare; perche il fonno prohibifce 1l vomito;
& il calor naturale fa migliore impreffione nella
Medicina» Ma fe fi temerà da colwi, che prenderà
quefta poluere;ò qualunque altra Medicina pur-
gatiua,& fi dubiterà di vomito ; può fare egli va
rimedio,delquale io ho grande etperienza , & è;
ché finita di prendere la purgatione, (0 quefta;:
oirero qualunque altra; che fi fia) egli babbia vn
roffo d’'ouo arroftito caldo disfatto tra i deti &
pa invn panno di lino raro, & cofi inuolto,fe —
ò ponga nella folla della gargata, che chiamano
«Golla,& quin lo tenga, fin che. comincia a pe
i garli,
fici
lita
E a 0 TRI —
A DÈL MECHIOACAN. 71
garfi, che di certezza prohibirà ilvomito, & fi-
milmente i vapori, che per la pùrgatione afcen-
dono; che non è poca contentezza . Dapoi che
hauerà alquanto dormito (fe hauerà potuto) co»
minciando ad operare, non dormirà piu,ne man
gierà,ne beuerà cofa alcuna ; ftandoin parte,do>
ue l’aere non l'offenda, ne la molta: conuerfatio»
nes perche rutto l'intento ha da effereil purgarfi,
vietando tutte le cofe; cheimpedifcono la eua-
cuatione.Et fi ha da detrito, cha vna delle mag
giori eccellenze, che habbia quelta purgatione,
fi è,che fta helle mani dell’infermo l’enacuare la
quantità de gli humori ; che cilo vorrà. Laqual
cofa diede molto,che penfare a gli antichi ; per»
chetratrando effisqual fufle cofà piu ficura , la
purgatione;ò al falatto; non hebbero' altra cagio»
né piu principale; onde priora il falaffo'effer
piutficuro;quato che nel falaffo pofliamo cauate
la quantità del fangue,che noi vogliamo,& nella
| purgatione nò; perche tolta vna fiata;n6 è in po-
ter del Medico,tie dell’infermo fare, che ella celli.
ciclla:fiua:opra.lI che non è in quefta noftra purga
tione del Mechioacan;poiche co’l préderevn po
co-di.brodo,ò col mangiare qualche cofa;mentre
che fa l’operatione;refta di farla del tutto.Et cofi
nonpuòdeccedere,ne trafcorrere sfrenar amente:
Certo fi dee hanere molto caro,che fi habbia tro
varo vna maniera di purgatione, che cé anta fi
curta,& cofi valorofaméte faccia la fua operatio»
ne;Scche ftia in' volontà di cui la peeliaoi che
14 E 4 1 ha
sa
de <—— A TAO RIS Big
fihapnrgatoy quanto gli pare che bafti) di fare
che.c6 vmfiaro di brodo,n6 operi;ne purghi più.
Dapoi;chéil Medico; è l’infermo vedranno; che:
ha tinito dienacuare; & ha purgaro quello, che
fi comriene; lideono dare. da mafigiare, prenderti
dolnebprincipio del cibo vnafcudella di brodo;
& sera sin mangiando qualche augello, &
nelrefto gouernandofi,come huomo;che fi pur-
ghi;cofi nekberiere; conte nelmangiare, & come
ancho nella guardia della: fua'perfona, per quel
. dischela:prenderà. Guardifi didormire-trail
iorno., 86 di bewere finto alla cena ;laqual farà
Mogieci , &dicofe dibuona foftanza + L'altro»
giorno: prenderà vna Medicirta lenitiva, & quale
chie Conferma; & d’isidì innanzi terrà buon'or-»
dine,& buongotermo in:tuttoiquello , che gli {è
omuictie: Et fe col prédere vna fiata quefta pol-
were; l'infermio.non firifanerày ò non ewacuerà:
. quello;cheè bifogno;per rifanare;fi può tornare:
a torre ana no quer vedrà il Medico,che fr
conueniga;ilquale vfarà diligenza, dapoi purga-.
rain confortare; scleri membri
rincipali. Etin quefto io:non-poflo dare regola
Fori. perche A diuerfe, & ui leinfinisità
ondefono dimeftiesi varij,&: dinerfi rimedi);
la mia intentione nonè;:fe non di fcriuere Lvfos
della radice del Mechioacan;come dicofa diam’
ta ftima; & come di.purgatione; & rimedio:tan».
| to eccellente, quanto la natura ci ha dato.Chefo>
* iltempo neha privato della vera Misrha,del ve
ro
DEE MECHFOA CAN. 7
#6 Balfanno,& del Ginamomo:; & d’altre Medi=
cine, chegli Antichi vfarono ;'& a* noftri giorni
non fiha ‘di loròmemoria alcuna ; perche col:
tempo fi fono perdute; il medefimo in luogo lo-
rocihadifcopetto; & dato tante; & cofì vatie
cofè (come habbiaino detto) chele tioftre Indie
cirmandanio;& fpecialmente il Mechioacan; puts
gatione cofì eccelletire, & coli benigna; che fa la»
fua operatione comoghi ficurtà ; bianca mel cos
lore,gratiofa nell’odore,facile da torte, fenza mo»
Jcftia nell'operare,&fenza quella abhominiatio=
nesche hanno in fe lealtre purgationi y&fenza.
quelli accidenti,& affanni, che vengono altem-
podi torle,&fentza quel trauaglio,colquale fan>»
nolaloro operatione: Ha quefta radice(oltra
ciò:; chefiè detto di fopra) altre proprierà , &:
apetationi occulte; chè non fappiamo, lequali
col tempoz& con P’vfo di let; fifaperanno, & dis
fcopriranno ogni giornois nio 0 si > ov
La Dofis,oter quantità, che fi da delta polies!
refatta della radice del Mechioacan è conforme
alla obedientia del ventre di colui; chela vorrà
tortè. Alcuni prirgasio con poca quanutà ( & io
conofco vn Signore di quefto Regno, il quale
cen pefo di mezzo Reale fi pùrga molto bene) &
alcunialtri; hanno bifopnordi pefo di due Reas
lì ;& alcuni aleri dipefo di tre; & in'quelto dee
ciafcuno variarda quantità, fecondo; che‘trotie=
rà'obediente il ventre più;o meno... Similmien-
teli variala quantitày fecondo la'erade;i DES
eni
“
pe ire
74 2% Too @x Big
il fanciullo ne ha meftieri di poca,&ilgiouine di
più,&l'homo gia robufto dimolto piùyg di me
noil debole, &di più il gagliatdo.Per qu@fta ca-
gione varieràil Medico la quantità, comîeli pa-
| rerà, che fi conuegna; percheal fancitillo tè da-
rà al pefo dimezzo Reale; Scal riouine al as
vnReale;&all'huomoal péf pi due Rea fiche
è quello;che continuamentéfiprende. Alle don-
ne nonfene conuien daxmàé; che al pefo di
due Reali.Etin ciò fi puo diliigr'vna cofideratio>
neslaqual è;che poi che cl mani del Medico
d'impedirle la = operati Mipagpando vedrà che
ella ecceda ; gioua molto definévn poco meno;
dapoi c6 vn fiato dibrodo(f&ella eccederà)fi puo
rimediare all’ecceflo, Queftaè la fomma di quan.
toio ho fin'horaintefo della tradice , che fi rag».
ge della Prowincia del Mechioacan . Quel di.
tempo, & la efperientia, che fi hauerà di lei»
“Del Solfere "viuo. (ap. XXUL
O Vande io hebbi finito di fcrinere quefte vl.
time. righe, Bernadin di Burgos, huomo dot:
to, &efperto nell'arte fua,mi moftrò nella fata
bottega vn pezzo di Solfere viuo portato dalle
noftre Indie, cofa la più eccellente , ch'io vedelli
‘giaimai, neche fi fia veduta nel nofiro rempo. E*
di trafpa-
DEL SOLEERE VIVO. 75
trafparente come .vn vetro, di color di finiffimo
| oro. Togliendone vn pochetto, & mettendolo
allalume.rende gesime: odore di pietra di
Solfere; con va fumo verde. Odorato il pezzo,
non, tiene odore. Lo portarono da Quito nella
Provincia del Perùd’vna Minera, che quini fi tro
uò,in vna montagna prefloalle Minere dell'oro;
onde nofenza ragione dicono gli Alchimifti, che
la miftura dell’oro fi.fa dell’argento viuo, & del
Solfere;dell’argento viuo,come di materia; & del
Solfere, come di forma, &agéte. Et cofi è quefto,
ch'io vidi; ilqual’era, come vn pezzo d’oro finif-
fimo. Portano di Nicaragua vn altro: Solfére;
ma è ofcuro,cinericio, denfo, fenza colore; & fen
za trafparentia 3 il quale fi caua vicino al Valcani
di sT497 se pofto.alla lume,rendeodo+
re di Solfere ; ma è come vn pezzo diterra y che
in niuna.cofa affomiglia a quello di Quito; fe
nomnell’odore ; & nomhaquel.color d’oro. ne
quella trafparentia,, &c chiarezza ; che: quelidî
Quito ;.it quale applicato nelle cofe schie fono di
meftieri nella Medicina ;'fa merauiglibfi effetti ;
& principalmente mollificato, & disfatto nél vi-
- no; & pofto la notte ful volto a quelli;che l’hans
no-roflo; & infiammato , chepàionoleprofi:;.&
vfato, era notte; dapoi-fatre le eacuatiohi
vniuerfali, li libera. & fana merauigliofamente;
dellaqual cofa io tengo molta efperienza . Sana
disfatto con oglio Riofato.la Scabbiz. Prefa-al
| pefodivnRealsinyn'ouo; fanail Colico, & lo
fpafimo.
Dole SOSTE RR RR
pafimo . E‘buono pet la doglia delle biidelle)
Sana prefola I@ericia + E caldo, & fecco' eccefli+
tamente ; il che»appare pet Paimicitia; che ha
col fuoco che toccò da lui; fi accenide; & tende
fiamma vElloèla materia principale di quella
diabolica inuentione della Poluere,che è ftata c&
gione di tanti mali, & di tanti danni; ©
© Del Lectio «Aromaticò.
na mi moftrò Pifteffo Bernardino dî
Burgos,vn Legno; chealla vifta penfai, che
fufle Legno fanto di quello di S. Giovanni di
Porto ricco; itqualeegli trouò in quefto modo.
Effendo in cafa di va Mercante principale di
quefta città, facendo vnà Medicina ad'vicami
no, doue abbrufcianano per legne quel Legno; if
fumo; chefalina delle tegne.era molto dorato,
&daua dife molto foane odore; dellaquali cofa:
fi merauigliò molto;8 dimandò; che cofa hauea:
fatrò là quel buon odore, Quelli di cafa gli dille
ro;ché quelbuon’odorwera delletegne , che là ff
abbruferauano ; lequali rendevano quel buono”
odore. Egli prefe vno.di'quei Legni , & lewtò vna'
fcheggia di quelididentro, Jaquale non hauena”
odore, ne fapore piu , che altro legno comune.
Lenò pofcia vnpoco della fcorza, & odorolla,&
° ;&trouò.in lei vn'odoreardinatico ecé
cellene
liti:
e"
DEL LEGNO. AROMATECO.: 77
gellentiffimo,& vnfapore, ne piy nemeno; co-
me di Macis.,ò Noce mofcata ; & molto. piu vi-
uo,& piu acuto,& più foaue, & con piu aroima-
ticità,che quanta Garinella fia nel Mondoj& con
piu viuezza,& acrimonia, che il Pepe Io la gu-
ftai, lenando.la fcorza delmedefimo: Legno, del
quale egli hanena. gran quantità 3 & certo non ci
ha cofa aromatica gi quelle, che habbiamo, che
con tanta foaunità, & con.tanta viuezza penetti,
come mi penetrò il {no sufto,in maniera, che gu-
ftandone va poco, mi lafciò titro’fgiorgo quel
faporè în bocca aromatico , & mèrauigliofo, co-
me hauerebbe lafciaro vn pezzo! di Noce mofca-
ra. Dicono,che tagliò vna gran quantità di quo-
fto Legno vn maeftro di vn fuo Nauilio , ilquale
venne per Ja Hanana;& in vna montagna ne ta-
gliarono gran quantità per legne del Nauilio; &
quello,che foprauanzò mifero in cafa del Signo-
re,& lo adoprauano, come ho detto . Per laqual
cofa io confidero,quanti arbori,& piante habbia
nelle noftre Indie, che hanno virtà Medicinali
molto grandi; poi che per legne.da fuoco fi ado-
prano arbori' odoriferi , & aromatici ; della
cui fcorza ridotta in poluere fi potria fare mol-
to grandi effetti, confortando il cuore, & lo
ftomago, membri principali, fenza cercare le
fpecie di Malucco, &le Medicine dell’Arabia,
& della Perfia ; poi che ne’ campi incolti, &
nelle Spia {pontancamente ce le danno
le noftre Indie, La colpa è noftra, che non le
er. a e =eic-
8 LIBRO I. DEL'LEGNO AROMATICO,
inueftighiamo ; ‘ne cerchiamo , ne vfiamo la
dilisenza , che fi conuiene per prenalerci de’
“loro effetti merauigliofi ; li quali fpero,
| chevil tempo; il quale è difcopritor |
di ognicofa, & la diligenza,
‘ cefperienza ne le dimo
ftreranno con mol
to noftro v-.
vati tile.
FI fine del Primo Libro.
*
LIBRO SECONDO;
cofeHeE: TRATTA DI DV
MEDICINE ECCELLENTISSIME
Contra ogni venenos . |
Lequali fono la Pietra Bezaar, cy l'herba Scor-
Zonera ; nel quale fi narrano î loro effetti mera-
uigliofi, &r le loro grandi virtù, con la cura de”
veneni,&y l'ordine, che fi ba da tenere per guar-
darfi da loro. Doue fi vederanno grandi fecreti
di Medicina, & molte efperienze . (ompofto no-
-_ mamente per lo Dottor eMonardes, Medico di
| Siuiglia, & al prefente tradotto dalla Spagnola
nella noftra Lingua.
tap A.
=egl OLTO fi duole Plinio nel
fuo Libro della Hiftoria Na-
turale, dicendo; che tuttele
cofe in quefta vita fono cori-
trarie all'huomo,; & che folo
ii ii e rn aa
folamente concelle mancamento d care gra
poi che egli non fa quello,che figli ca
7 vna piccola he
to,& v
tuttii vereni,&c ogni.losoacciden te; ilquale no-
minarono; Pietra Bezaar:Ma.il tempo colicome
è difcopritose di ogni cofa,cofi è diftruggitore; &
“confumitore di loto; percioche ha molti anni.
achece le occulto, & afcofe di maniérasi che non
calci fapcuamo
DE VENENIy ETUDELLA LOR CvRa. 8Eo
+ fipeuano:piuquello;chefifutfela Pietra Bezaary |
>» chefemainStuileftata, e'lfuo nomefte era cofi
| .ftrano,& incognito, comei Popoli
1 Scithia. Il
medelimo tempo volédoci riftorare dell'hauer
netenuto quetta Pietra preciofa afcofa per tanti
anni, non folo cel’'ha dimoftrata; &difcoperta;
mainfieme con lei neha dato: vn’'herba; chefi@
| milmente è cotra veneno;,laqual chiamano Her-
‘ ba Scorzonera;che è di grande virtù, & già pochi
| &anniinquefte parti è ftara difcoperta nonfenza
grande vtile noftro .. Et:perche quefte due cofe;
ciò fono,la Pietra Bez4ar, & la Herba Scorzone-
ra fono cofì eguali,& tégono tante virtuti c6tra
veneno, volfi fcriuer d'ambeduc infieme.. Or per
hauer intera-fotitia, per qual cagione quefie dee
tofe cofi eccellenti giouano;eglié meftieri primie
raméte, che fi {appia,& fi ide’ veneni, come
i 4.Dire ique,quello, che
nofcere gli anenenati; i
1cdij; eono preferuare da’ ve-
“neni. Et perciò ttattaremo prima di quefto, per-
che nò feruirà poco a quello, che intendiamo di
fcriuere-della Pietra Bezaar;& della Herba Scor-
zonera. Veneno è quella cofa,cheprefa p bocca,
ò “pago di fuori; vince il noftro corpo;infet .
mandolo; 0 corrompendolo; o.ammazzandolo.
Quefto fi ritrouaimvna di quattro:cofe, o nelle
Piate,o ne’ Minerali,o ne gli Animali,o:neMi
dequai tutte cole, fanno i lor effetti,o per qualità —
smanifefta;0 p proprietà occulta,o per am nalità
el} : F i ‘nfalhe. I
t
Gf sr RO
infieme Quetti veneni in parte ne offendono, &
ammazzano, in parte ci feruiamo di loro perna
ftro beneficio, & falure corporale; in parte fi va=.
lenano di loro gli antichi, per rimedio delor tra-
vagli.Diquelli,che ci offendono cofi in generale,
come in particolare, Diofcoridenel Sefto della.
fua hiftoria delle Piante trattò molto bene; po-
nendo in generale i rimedij; & in particolare
quelo.che a ciafcun di loro fi conueniua. Il me-
efimo fecero altri Greci, & Latini, & Arabi, li
quali potrà vedere, chi ne vorrà faper di loro più
particolarmente, Quefti feriffero molti Antido-
ti, & Medicamenti,co' quali ciafcuno fi può pre-
fermare di non eflere auenenato ; sa la mali-
tta hnmana è molto grande,& molti kanno pro
«curato per loro iii, & vendette,non folo di
tendere con veneni, & ammazzar la gente co-
pe
atj degli antichi compofe-.
erit Medicamenti,accioche per lo-
to mezzo non poreiero eltére offefi da’ veneni;
&: cofe venenofe, che fi potetfera dare, Come
vediamo che facena l'Imperatore M. Antonio; it {
quale temendo di elleré auenenato, prendeva ti,
ogni mattina wn poco di Theriaca 3 Similmente
Michridate alcuna volra prendeua ja fua confer:
tion Mithridaticasalcun? altra certe foglie di Rus.
A ta,
“
DE' VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 87
ta’, con Noci, & Fichi; & parimente vfarono
| altre vali Medicine; per non eflere offefi dal ve-
neno, fefuilelor dato. Altri fi vagliono de ve»
neni, per rimediare , & curare molte infirmitàg
prete ibn fi vagliono di loro i Medici, per
difcacciare, & cuacnare gli humori, che foprab-
| bondano ne noftri corpi ; percio che quefto non
fi puo fare gagliardamente fenza far violentia, &
| forza alla Natura ; ondele Medicine purgariue
gegliarde non eng di ties - Vero 7 che
rocura con ogni diligentia di corregerle, &
hrc tuttania benche quefto fi faccia;non- —
| dimenoreftainloro la venenofità, con la quale
— fannoquella operatione cofi gagliarda. Nel mo-
do ifteffofivfano i veneni nelle cofe della Chi-
| rurgia, co qualieftirpano, & corrodono ja car-
iua ; $cil(ouerchio iaghe ; & apro»
miftieri. Pari-
‘ruano i venenid mità, come
viuo dato a fanciulli, li preferua degli —
hi: & il Solimato dalla Pefte. Io cénofco vno |
înfermiero , che ftette in vno Hofpitale, done fi
curauano molti feriti di Pefte , 11 quale col por-
tare vn pezzo di Solimato preffa al core, mai né
gliattaccò,ne fu ferito da cotalmale. Altri fi
valfero anticaméte de’ veneni (efflendo priui del-
deli,che haucnano da parire, dingiurie , ò ferui=
tù perpetua; come Demofthene;ilquale per non
patire vna morte crudele, & ingiuriofa, fe ne fot-
e 4 trafle
*%
la Fede) co’ quali fi liberarono dalle mortierue |
SEA con Pro
— traffe egliinnanzi coi prendere il veneno, che
| pottava feco in vn Cannoncino fotto i capelli,
tralaorecchiavIl medefimo fece Democrito col
gencno,che portaua in vno anello . 1! medefimo
ece Alia calo fi vide vinto, coni
tra,perche di lei non trionfaffle Pompeio.Eraltri |
molri,iquali per liberarli dalla morte ignominio |
fa,che temevano; volfero efli darlaficon le loro |
proprie mani più toto, che fofferirla d'alerui..
‘I fegni principali, perli quali fi conofce, che
no fia auenenaro; è che habbia prefo veneno
fono;quando alcuno dopo l'hawer mangiato; ò
beuuto,fente fubito vnagranezza in tutto il'cor
po con grande dnfietà di vomitare ; & che dalla
iftello ftomaco li faglia vn'odore; & fapore hor+
fipofla mouere ; che habbia
i,&difli amer ti; che gli
ie Da 0
vi lO
e È no
9 & per terr ntono nel core E
angofciea Hanno gran voglia di vomi+
non poilono.H bianco deli occhio pate
di còlordi fangue, & infiunmato, Riguaî Î i
: ‘convoltoturbato, & horribile. Hannocil' polfo |
difordinato, & fimilmonte' il refpirare;;& fopra
Vitto vna freddura vninerfale pertuttoil corpo;
de' vENENIS ET DELLA LOR CYRA. $$
&:imaggiormente nelle parti eftrenie; & queto
tonformeal veneno, che haneranno prefo ; per:
chefeilveneno farà freddo; tutto il corpo fi raf:
freddi, &fpecialmente piedi, & mani; & volro3.
— &facendofifreddi lifpiriti; ftanno attoniti ; &
quali fenza fentimerito + Ma fe farà caldo; hanno
- granfete;& ardote interiore, & efteriore; che pat
- lorodi abbrufciare. E molto a propofito per cos
- mofcere qual fia il veneno;che prefero ; vedere. il.
“vomito, & quel che rendono in lui, per giudicare
al colore;qualveneno fia ; perche tutti i vereni
hanno i fuoi colori: Conofciuto, che fi haurì pet
quefta via,ò per relations; ò indirij; fi ha da Lgs
| »euraredi rimediare col fuo contrario ; perchefi
eftingua; & mortifichi la fua malitia ; della qual
cola in tutti i Medici antichi fi troua fcritto a bd
ftanza, cofi.iri generale:co utriscome in par-
ticolare. còni fo ; petche-ciafcu=
no hail fuo rimediare. alla fua ma>
tia, I fegnali piu triftinelli anenenati fono ;ai-
e molto {nel ; haneregli occhi bianchi, ef+
do effi molto rofli; tenere la lingua fuori mol
| toigrolfa, & nera; il polfo caduto, & formicante;
sL' dii Gedio, Sc vniuerfale pertutto il corpo; |
& principalmente nelle eftremità,& nel petto; fe
| glifi da cofada vomitare; non poter vomitare;
l'hauer corrotto l’intelletto (& quefto è in ogni
{pecie di verieni.;ò prefi:; d.per morfo di animali
venenofi) in modo,che ferneticano; come fe faf
{eroiin fernefia;il che è fegno mortale. Egli è mes
doi: F-y-oibei
#
ii ia
gle tnt; an een ce A n 7
_86 > de l'e SL
ftieri per meglio conofcere, qual fu il veneno;ché
fiprefe; che fi mirife è rimafo qualche pocodi
quello,che mangiò , ò beuette; per vedere quel-
lo,che vi era mefcolato ; giudicandolo per fo co-
lore, perl’odore,per lo fapore;ò dandone a qual-
che animale;come Cane, Gallina, ò Gattòo,& cone
fiderare gli effetti, che fa ; percioche fe fi attrifta-
no, fegno è, che vi ha danno; & fe muoreè Tas
efficace, che fu di gran forza il veneno. Conofciu
to,che fi ha effere alcuno auerichato;la prima co-
, fasche fi ha da procurarefi è; che il patiente vo«
miti (il che è quello,che giona pit) accioche non
habbia tempo il veneno da diftribuirfi per fe ve-
ne, &arterie,& andare al core;percioche fe giun
quiui, folo Dio vi può dare rimedio . Per que»
a cagione bifogna , che quefto rimedio del vo-
to fi faccia conela maggior pteftezza , che fi
nai $ oltra
ogli la iarioi n molta qui-
tità di modo, che fe ne empia il veritie; accioche
meglio fi caui quello , che vi fi contiene ; ilquale
tenuto per qualche hora, fi procurarì con le di-
ta,ò con qualche penna di prouocare il vomito,
il che fi farà, fino che conofca, chie egli habbia
gettato, & renduto tutto quello, che egli man-
giò, ò beuette, & che li fece il danno, Et fe l’oglio
non baftarà per far quefto , fi poffono fare ivo» ||
mitorija
Rnrsreeii
dE' VENENI; ET DELLA LOR CVRA. 8
mitorij, cominciando da piu deboli,come deco-
tione di Aneto, femenza di Raiffanò, di Chama-
milla;, &di cofe fimili, che proiocaho il vomis
to; aggiungendo alla decotione (fe farà bifogho-
vna draitima di Àgariéo ; ilquale oltra il prouo)
| ©aregagliàrdamente il vomito; ha proptietà di
rompere lafotza del veneno. Alciii pet gran fe-
| &teto danno vi quarro di acqua di fiori di Arahs
zi tepida j percidche oltra che prouòta il vomi-
to, ha viftù pafncolare di éftifigriete, & mortifis
| tratela forza del verieno. Si dee dat calda, in qui-
— titddivn quatto; &hala detta virtà per elere
acqua catiata da’ fioti de gli Aranzi, che fono fpe
ciedi Cedro iquali hafino grin forza conitrai
véneni;corite habbiàtfiv feritto in vn trattarello;
che va ftimpato cor altri mici, ilquale trattà dela
li Aranzi: Egli è niolto betî fat
6 co
13 de giiali tiafizi trattatemo; Ne'
tempi fi hi compofto , &:caiato vn'oglio;
che chiamano di Vittiolo,ò Chalcantho; percio:
| Chedilii folo fi catià ; ilquale è la piu eccellente
tofa per difcacciàre ; & far retidere il verieho, &
pet eftinguere la fia malitia, di quante fi mi =
ar eetilendoe fei goccie irì qualche
Acqua cordi
t6 il venerio ; eftirnigiiendo la fia malitia Et hoti
folimerite quefto oglio di Vittiolo gioria a que=
4 fità
x»
to ; clheto’ vomis
biano virtù cons.
ei petche fa v(cit pet via di vomi
fio, ina a mioltealtre infirmità ; comelo dimo: —
[na
885 75 #prrasino: fierr' ta
ftra Euonimo grande Alchimifta,& molto intel»
ligente delle diftillationi. Medicinali .. Per la qual:
cofa quello,che medicarà l’àauenenato ha da vfar:
fpeciale diligenza ,. prima nel :procurareil vomi:
to perche quelto è la Radice principal della cu-
ra. Procurato il vomito, fi daranno pofcia allo
infermo Medicine; chehabbiano virtù partico-
lare, per tor via, & ammazzare la malitia, che il
veneno lafcidim prefla nello Stomaco;& ne mé
bri principali . Per quetto fi dee: procurare di fa-.
pere, che veneno.in particolare prefe l’infetmo;
che faputo, fi ricorri fubito.a Diofcoride, Ga=
ifi,Pio o; Auicentia,&ad altri Auttori, iquali
pongono il rimedio.in particolare contra ciafcu
no de’ veneni particolari, & ne fcrinono co "tr
ente:. Sequalche parte del veneno è difcefo
udelle, che n on fi pofla fcacciare col vomi-
e’ criftierà lenitiui, chetitino perdi
gli acci veneno caldo; come è la fac
la infiammata; ardore interno; punture per tut-
to il pipe pi occhi coloriti ; le vnghie enfiate ;
fete grandiflima , con qualche caldo, & ardore,
& punture nello ftomaco;s& allhora fe conofcerà
il veneno efler caldo ; i rimedi deono etlere in
“modo, cheltra che habbiano grande virtù cone
tra il veneno;alterino, & leuino la mala comple
fione calda, che è ftata imprefla nelle membra in-
cino,
DE VENENI, ET DELLA LOR cvra. 89
terne, dando di dentro infiéme con le Medicine
Bexaartichecofeimolto fredde; & cordiali;& pos
— nendoledi fuori fopra le membra piu principa»
— _li;infiemecollufo de’ buoni cibi facili,& riftora-
tivi;alterari con cofe fredde,& cordiali. che eftin=
rano la forza del veneno. Ma fègli accidenti
ino di modo, che fi creda effere ftato il vene=
nofreddo;iquali fono; fonno profondo; ftare
- iftordito a guifa di Lethargico;hauer le memibra.
- fredde,&la faccia fenza colore; allhota fi deono
‘fare Medicine (oltra de' le: Bezaartiche) lequali
habbiano virtù calda;che difcaccino la frigidità,
cofiinterna, come eftetna,fcaldando ilcorpo, &
lemembra principali con Medicine, che abbia».
virtù di farlo; vfando varie diuerfioni,& ri-
medij,cheapportino caldo, & eftinguano la mas
o eno ; infieme co’ zibi,chea corale ef
si tin ciò fi.dee cò»
fihani i benefici}, & time»
h nno , perla cura dell'infirmità, che |
luce il veneno;fenza fcordarfi della principa
entione; laquale è di ammazzare, & diftrug»
gere la malitia del veneno,che la produlfe, con le
Medicine: &. rimedij,che diremo quiappreflo.
‘Quando colui, che è'avienenato non fente,ne
fa qualfu il veneno; che prefe, nei fuoi acciden®
ti lo moftrano; fi ha da credere, che fia ftatodi
quelli ; che fanno le:loto operationi da tutta la
loro proprietà; che è il peggiore di tuttii vene».
ni. Allhora bifogna; che fi vii maggiore diligene
000 +-Seiail z% sa
nof folo fie gli avenenati di veneni occulti; che
| Le Medicine; che harino quefta virtù, & pros
prietà fpecifica coritra i veneni forio inolte, al«
| teli fiano mai com pofte; coritraogfii fpecie di
90 Rd RO Ra
za, procurando cheil vomito;fi faccia molto co:
a (comefiè detto)& fe qualche parteè difce
a alle budelle , fi cani con Criftiero lenititto ; &
fabito fi dia all’infermo eofe, cheda tutta la lo-
ro proprietà habbiano virtà fpecifica contra il
veneno;leguiali fi chiamano Bezàarticheje quelte
dec egli vfare in ogni tempo, & quatido;che mari
| gietà& beiietà; procurando il conforto iriterno;
& efterno delle meinbra principali, & vf{ando nu
trimenti; & cibi; che diario grarì vigore, cauati
pertorchietto; & in altra maniera j tie quali fi
.deono metteredelle cofe; che hanno viftà Be
zaartica contta veneno în generale ; delleguali
trittatemo qui apprello ; Etquiefto fi ha di fate
Oprietà ; main
no la loro opetatione
ì ncho 7 che hat
cuné fono femplici; alcune altre conipotte ; &
petche dell'vne;& dell’altre nie fono riolte, dirò
piu vfate;& quielle; fiellequali Gi vede maggio»
te efperienza « Delle cottipofte la principale è la |
Thetiaca ; che ferifle Ahdromacho ì laquale feè
ben fatta, è la piu principale Medicinasche qui=
Yencno;
i DE’ VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 9ÎÌ
| Veneno+Ebencheperlafua vera compofitione |
bu ti prec porci niienoee s tuttauia facen-
| dofi quel; cheè poffibile, veggiamo, che fain
* dimette effettù meranigliofi ; noù folamente
i prefa con alcuna acqua appropriata; ma pofta
nelle punture; diniorfi degli animali veneriofi,
& fimilmente nelle Appofteme mialione; che fi
fanno in tépo di Pefte ; Il Mithridato anchotàin
quefti cali è digrande effetto,& ferie alcune fia>
te pet Thetiaca. Quelle di Cedri, & di Smeraldi
- fanno metauigliofe oprè contra titti i veneni,
Quella della tetra figillara ha prerogatitia fopra
I uealia, deren nelle Febbti, che hanno
ala qualità La Thetiaca Diatheflatoti è appro-
priata contra i verieni freddi, & contra i morfi de
etto foro le piu priricipali ; & dellequiali fi
Lmaggiote efperienza | Le Medicine poi ferm-
plici fono molte. La priricipale è quella tetra
Lemnia tanto celebrata dalli Aritichi;& fpeciale
imente da Galeno; ilquale per vederla folatierite,
‘per vedere;come fa facettano i Sacerdoti, natii+
| gofinoall’ifola di Lemno; hoggi detta Stalifiîe=
nc; laquale è là principale Medicina femiplice,
che conofceffero;& fapelleto i Greci, Il Dittama
| vero, che nafce nellilfola di Creta; hoggi detta
Candia, alqual ricorrono le Capre, quando &
ec cntono
iii DL
dà ir ab 1 R10r3 Pla: TARE LA
fentono ferite da herbe venenofe; perche matte
iando di quello , fe ne liberano. Lo Scordeony
Siquale è di tanta virtù nel difendere dalla putre
fattione, chein vna batraglia i-corpi;che ftaano
‘diftefifopra quelta herba rimafero. molto tempo
incorrotti, &fenza puttefattione alcuna, & gli
altri;che.non caderono fopra diquefta herba;.re-
ftarono molto putridi,& disfarti. Il ferite de Cei
dri è cofa ent è coutra ogni veneno ; come lo
dimoftra Atheneo. in vna lunga hiftoria ; chedi
loro cotita. La medefima virtù hanno i femi: de
gli Aranci, poi che fono itiferti di Cedri . L’offo
delcore deli Ceruo è di gran virtù contra il vene
no,Scl’angofcia del cuore.Itmedefimo fa l’Auo»
rio; ilquale (olrra la virtù :Alexiapharmaca) cura
rawigliofamente la I@eritia j del quale io ho
alligiioi g
rande efperienza in molti.Ogni sli
ampliarono molto i Moderni. Bifogna, che fia
del vero; perche ne fono molti di falfi, & finti;
asili lo
DE' VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 93
| Iovidiin queltacittà vn Vinitiano,che ne portò
| n pezzo molto grande, & ne dimandaua (cins
quecento feudi ; delquale fece in ‘mia prefenza
| la efperienza. Prefe vn filo, &lo vnfe moltobe
ne con Elleboro ; & lo pafsò per le creftedi due
‘polli; all'uno de’ quali diedevn poco di Vnicor
norafoin vn poco diacqua comung &all'altro
‘non diede sb alcuna. Quefto mori tra vn quar
‘to di hora; l’altro che prefel’Vnicorno durò due
giorni, feniza voler mangiare ; & alla finedi due
‘giorni moti; fecco come vn legno”. Credo io,che
| fefidelfead huomo; che non morrebbe; perche.
ticne le vie piu aperte da potere fcaciare da fe il
eneno;8cgli f può ancho fare degli altri rime»
dij;col mezzo de: quali, & colt'Viicorno:potreb
iberarfi:Di tutte quefte Medicine com pongò
luiege, che cofi walità manifefte,co+
to
ri Peftilentiali,‘è che habbiano mala/qua-
è Bollo Armenò noftro preparato: al pefodi tre
ali. Di femedi Cedri; Scordeon; Dittamoj.
è preparate;di ciafcuno'al pefo di due Reali;
felit: li caoridi Ceruo; Auorio;di ciafcuno al pe-
. fodivn Reale ; Vnicorno,& Pietra Bezaar(fe fi
haueranho} al pefodi venti grani, Facciafehe
poluere minuta; & mefcolinfi infieme dieci fò-
aglid'oro. Di quelta fi douerà vfare alpefo di
3 MEZZO.
94 casina ti: i
mezzo e con qualche acqua appropriata,
perlo efferto,che cedri : sì had n per
molti giorni a digiuno, & fi dee ponere ne cibi,
& nella foftanza di quel, che fi mangierà; perche
fa molti grandi effetti, leuando il fomento al ve-
neno, reprimendo la fua malitia , confortandoil
cuore,& imembri piu principali, & leuandola
mala qualità, che il veneno laffiò imprelfà in lo=
ro . Similmente fi potrà vfare nelle Febbri Petti-
Jenti,ò che habbiano mala qualità; perche repri-
mela malitia venenofa loro;il che fe non fi fa, la
“cura è per niente,Parimente fi darà a quelli, che
fono morfi da animali venenofi,ò nelle loro pun
Pei cn &cammazzi la malitia |
del veneno, Et benche quelta poluere fia di tan-
| ta nirtà nelle cofe fopradette ; di mol iox
Lai 41
| &pergi Îîelo in lei infufe contra i ver
ni. Laqual fe fi tronarà, è il migliore,’ piu gran
rimedio di tutti gli altri, come lo demoftrare.
Della Pietra Bezaar, (ap. 11.
Vefta Pietra Bezaar, ha molti nomi;perche
i Arabi la chiamano Hager.I Perfiani Be- —
zaar.Gli Indiani Bezar.Gli Hebrci Belzaar.] Gres
ci
| DELLA:PIBTRA:BEZA AR. 95
| gi Alexipharmacum, I'Latini Contrauenenum.
| Gli Spagnoli Pietra contra veneni, & angofcie.
— Conrado Gefnero nel libro, che fece degli Ani+
«mali;parlando della Capra faluatica, dice;quefto
nome Bezaar è nome Hebreo, perche Bel in He-
breo vuoldire ranto;come Signore, & Zaar ve-
neno; some fe diceflè; Signor de veneni Et con
no alle cauerne,doue fono Bifcie, & Serpen-
.& che col loro fiato li tirano fuori, & li man-
jano;& quefto fiintende,chefanno,ò per fanarfi
ne ‘heinfirmitàì, ò per ringionenire.; perche
fto fatto, per dimofitare, che dal mangiare, che
fanno i Cerui quelle Serpi,fi viene a enerare la
Pietra Bezaar, & dicono cofi; Nelle parti di
Oriente fi generano alcuni animali, che chia-
mano Cerui, iquali nell’Eftate fe ne vanno nelle
e © fpelunche,
no moltianni, Gli Arabiamplificano que .
SITE Pe X % ved per-"*î piera ia
dt È
è rin aro cris :roo A
fpelunche; & canerne dè gli amimali veneti
(che affai ne fono in quel paefe molto venenofi;
pri Regione tanto'calda) & col lorfiato
i tifano fuori;&gli calcano, & ammazzano, &
feli mangiano; & poi che fonofatij:diloro; a
ne vanno con la maggior preftezza;che poflono,
douurique fia acqua; & vi fi cacciano dentro in.
maniera; me non lafciano fuori; fe nonil muto;
r poter refpiraro;:& quefto fanno;perchecon
afrigidità dolbeei sa fi tempri il pran calore,
chefentono, perloveneno, chehannosmangia- |
to. Quiui ftanno fenza beucre goccio d'acqua, |
fin:chefi gli tempri; & rinfrefchi quell’incendio;
& chegli fia paflataquella furia del caldo . Stan+
do in quell’acc enera loro nè gli angoli de
vfic
% bisi vfciti dellacqua,gli
icalta poi; per l'xfo della Medi»
sogetie Te, ne id criuono
iegocio è & è que.
Ilaquale ferive Pro-
> tibeni, de tante ricchezze, oltrail fiu-
me Gange; incerte-rivnòragne, che confinano con
fa China;nafcono-alcuni animali molto fimili a”
Cerui,& petla grandezza, & per la leggierezza, —
w&ognialtra cofa,:che effi hanno, molto confot-
‘mia’ Cerui; eccetto:che hanno alcune peri per
ia: è e
=
LU
DELLA PIETRA: BEZAAR. 97
kqtiali fono conformi alle Capre; cofi nelle cor-
na,chelianno, a guifa di Capia,riuoltein dietro;
‘come nella fattezza del corpo; onde li pofero .
nome,Caprefilueftri; ilche mi pare;che fi deureb
be emendare, & chiamarle Ceruicapre, per le par
ti,che hanno d'ambeduc; cioè di Cerno,& di È
pera Ceruicapre in quelle parti fanno l'of-
icio de Cerui, che dice Plimio!ne duoghi detti;
| perche vanno alle cauerne delle fiere, & collor
fiato le tirano fuori,& felemasiano; & dapoi fe-
ne vano,douunque fi trouiacqua, & vi fi caccia-
no entro, fin chefentono , chefia loro paflata la
furia del veneno,che mangiarono,fenza beuerne
| pare vna goccia .Vfciti di là: fene vanno per li
campi, & mangiano molte herbe filutifere di
gran virtù, che fono contra ueneno, leqirali elfi
per inftinito naturale conofcono ; onde rifulta
cofì del veneno; che magiaroho, come dalle her-
be,che pafcolatono, mediante il calor naturale,
che figenera ( per virtù fpecifica infufa al tempo
‘gdella generatione) nelle concauirà delle loro bu-
adelle,& in altre parti del loro corpo alcune pie-
piccole, & grandi; lequali fono la piu ammi-
“rabile, & piu valorofa cofa contra veneno , che .
fin'hora fi fappia + Si tiene per fermo,che di quel |
veneno cofi perniciofo,che migiano, & di quel
de herbe cofì falutifere, che salcilaià > pero rà
merauigliofa;fi generi la PietraBezaar. Et fecon-
«o che dicono quelli,che vengono di quelle pat-
.8i,& hanno veduro quefto animale ; del quale £1
La Gi cu:
ei ri pone pe e abi
93% a iL E BRIT ca
x canano quefte pietre;egli è della grandezza divn
Ceruo;& quafi-della fua fatrezza + Ha folamente
due corna larghe, con la punta acuta, riuoltein
| dietra,che cadono moltoin giu: Il fuo peloè ra: |
fo, di color cinericio per la maggior parte, &
‘rolfo,& d'altri colori, Ve ne fono moltiin quel
le mornitagne GliIndiani li cacciano, g& ammaze
zano con arstiy lacci, & reti; & fono tanto br»
ui,che alcunawolta vecidono alcuno de’ caccia
rori,Sono molto leggiéri, Saltano molto, Vino»
no nelle cauerne, Vanno a fchiera,Sono mafchio,
nanim: i
Queen Rd)
fo;cheli
la via d'Africaziiquale è di quefta maniera.E wno
animale dellagtandezza di vn Cern. Hadlme
defimo pelo,colore,& pelle,come va Ceruo, Ha
il moftaccio;& la teftac'! collo di Geruo.E' mol
a o to
DELLA'PIETRA BEZAAR. ‘99
ro leggiéro;come Ceruo» Ha ilmoftaccio come
Céto;& fimilmente Pafpetto.Ha di Capra la fir-
1 ami rie deg a pare vngri Caprone.Ha
fimilmentei piedi, come Caprone; & die corna
ritiolte in cia ei con le punte
ritorte,che paiono ellere di i Tutto d rime
néteè-dì Ceruo. Fa vna cofa,chedì gran meraui
o che fi vetta da vna torre a ballo, & cade
(opta le corna; ferizafarfi mal&;anzi rimbalza, co'
me pallone davétonell’aere. Migia'herbe, Lesa
mi, Pane, & tutto quello; che li danno. E' digran
fotza, & femprefta legato con vnacathena;per-
che confumi,&rodelecorde. Stò con {peranza}
_%
tu pera fp
Ea fatrezza &fiwira di quefte Pietre è di diuer
fè'maniere; perche alcune forio lunghe, come ofli
| diDiteri; altre fono,come Caftagne; altre come
pallottole riréde; altre; come oni di Colombi, Tò
meho vna,che pare propriamete Rognonedi Ca
pretto;ma tutte fono ritonde, fenza alcuna pun
ri'acuta. Cofi come quéfte pietre fono varie nel-
lefattezze,cofi fono varie ne colori; perchealcu
nébanno il colore di Caftayna ofcnto ; altiefo-
no cittine. Commuinemente fono di colore ver:
| dé, &neroj come dolore di Melenfana . Molte
ro!Tiitte quelle, chefono fine fono' compofte di
alcuni fogli vno fopral’altro,come-fcorze di Ci-
di _ G x = pol,
. altrefonodi ‘colore macchiato di quelle macchie
. che'hanno i Gatrî di Algalia di coloré grifo fav- 5%
3%
chemuoiasò lo vecidano; per vedere fe hola Pie
olle, pofte con meranigliofo artificio; & quefti.
Fool fono tanto lifci,.&-tifplendenti.; che pare.
che ciafcuno di loro fia ftaro brunito. con'grane.
deartificip;& fimilmentelenata quella di fopra,
l’altra, che fegue è molto più-rifplendéte, & bru-
nita,che quella, chefi lenò $ & in quefto {i cono-
{ce ellere fina, & vera; & perquefto folamentea
quella;che io rengosleuai la prima {icorza,& tro»,
wai quella , che fegue dapoî di.lei:tanto lucente,
& piu,quanto la prima . Quetti fogli fono piu
grofii, ò piu fottili fecondo la. grandezza della
Pietra. E pietra leggicra.Si-tade con facilità, co-
me Alabaftro; perche è tenera.$e fta molto in ac-,
qua fi disfa. Nel mezzo di dentro non ha cuo-
re, nefundamento;fopra il quale fi ferwi; anzi è
concaua; &la: concanità èpiena di vna poluere
—. «della medefima. foftanzadella Pietra , laquale ò
- la migliore parte, & di maggiore effetto , che fia,
— inlei.l maggiore indicie,chela Pietra fia fina,&
| vera;fiè;l'hauere nel mezzo quella poluere; per-
. chelefalfe non l'hanno,Qade in quefte due cole
— fr conpfeerà la fina,& vera,da quelle che non fa
da 4 3 matr dè .
‘mo;percioche la vera ha quelli. fogli vno dietra
Mironlufeori 3 Sin quel di-dentro ha la pol
nerescheho detto. Quelle,che non fono vere,ma
falfe,non hanpo ne vna cofa;nell’alrra; perche io,
ne vidi vna,.che fu.rotta, per.vedere fe ella era
| fina;laqualehanewai fogli, & dentro haueua vn
grano , ò feme, fopra il quale la formò l’Indiano
‘falfario. Guido della Vazarisy. natio figuefa sip. E
Cal È t
x. gi L:1 Bd R-0; rElki 10 4
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__ DEL LA-IBIEFRA BÉzAAR. Îfof
tà (ilquale caminò tutto il Mondo in git,& ftet
tein quelle parti della China) mîi dicena; che vi
“erano Indiani, iqualilefacenano falfecon vna
tompofitione; liquale effi faperianò ; ma che le
due cofe dette itiai hon poteroho fate in loro;
cioè; i fogli, & la poluere interiore. Et'imi dices
tia, che tra gli Indiahi fonb tenite molto piu in
pregio; che tra hoi altri; perchefi ciiraho con los
todi molte infirmità: Andreè Bellinenfe ros
glie da Tiprhafi Arabo ih vn libro, che ferifle del
le Pietre,& dice; che la Pietra Bezaar è Minerale,
— &chefi cava della medefima materia; comele
altrePietre particolari delle loro Mineré ; quali
fono, Diamanti, Rubini; Smeraldi, & Agare; &
‘che ciò fenta Serapione, quando parlando
uefta Pietra,dice ; Et la Minera di quetta Pie-
tra'ènella Sorta , & tiell'India; Stelle Regioni
dell'Orierite. Nel che fiingannarono } perche fi
vede chiaramente cauarfi da gli animali detti;
che gli Indiani catciaiò con grant diligenza ; fo
lamenteperlo effertò di caviarli le Pietregii det-
te;gcinloro fi vede l’operàtiohe;& effetti mani-
fefti,.come diremo’. Serapione diméftra; che an-
tho nel fuo tempo erano tli:quefte Pierre fille,
uafido dice ; Sonoùi di quiete ‘piette, chie on
hanno lavitt coritrà venerdi; come le vert, DE
| quiefta Pietra hon trovò hatiete ferittò' alcano”
Auttore Grecosò Larino.Solamerite tra glivAra!
bit ftato trattato dilei, & tra alcuni Modemi
(come piu oltre diremo) & perquelto folamen&
ca G_3 te:
led = xi-13-X-G.. Ml. faa
teio citerò gliauttori Arabi antichi, chedi lei
fcrilfero ; &.i moderni Latini; &quelli de’ no-
° ftri tempi, sg OA
.° Tra gli Arabi quello., che piu fi allargò nello
fcriuere di lei fu Serapione; (huomo molto dot-
to nella hiftoria Medicinale) ilquale tiel Capo
trecenteliamo fefto(doie feriue molte cole di que
fta Pietra Bezaat degne di fapetfî).di fua auttori»
stà dice, quanta eccellenza tenga quefta Pietra c6»
tra ogni veneno diquelunquemaniera & quali-
tà che fi fia,& contrai morfi degli animali vene:
nofi;etinguédo,& eftirpando la radice,& la ima-
la qualità,che i veneniimprimeno ne corpi, &i-
beranido dalla morte quelli; che l’yfano.La dain
poluere,& dice che fa il medefimio effetto fi uggen
dola,ò.tenendola in.bocca; percioche dapoi to»
ta,prowoca il fudore, & caccia fuori il veneno,
«va ampliando la cofa; dicendo ; che portata
eco in. modo,chetocchila carne; dalla parte mà
capreferua colui,che la portarà di non effere of-
felo da veneno.; ne da cofa verienofa ; perche la
| fua proprietà, & virtù è.tale, che in qualunque
maniera, che s’applichial.corpo,tefifte al veneno;
che no. offende,& pi off gilona; & che ciò fa né
folo,aquelli, che haueflero:prefo veneno, ma a
quelliza cui fulfe pofto nella ftapha, nella veftesò
nejle lettere, ò in altra parte ; che li polla offen>
derfi + Gioua..molto (diceil.medefimo Serapio-
ne) quefta Pietra ne morfi de gli animali vene=
nefi, &cnelle loro punture; togliendo la pi luere
- DELLA PIETRA BBR7ZAAR. È
di quella per bocca ; perche prouocando ella Hi
fudore, lo caccia tutto alle patti efteriori. Giotia..
molto il ponet la poliiere diquefta Pietra nelle
puntuteo ferite di quelti animali veneriofi; pets.
| chediftragge,&cleva via la malitia del veneno;&c»
| tanto piufidecciò ftimare, Quanto piu cura,& fa
| hatuttele piaghe fatte per lì dettianimali, rutto:
. chegifi fiaho comiriciitea corrompere: Poità
— lapohieredi quiefta Piettafopra Gliaiimali ve=)
- henofi,gli tiipefa,& gli lena le forze;& fe vi fi po
he dalla parte,con laguale ferifcono; benche fac
ciano piaga; non iniprimeno malitia venenofa;
& ciò fi vede pet efpetienza nelli Scorpionisper=.
che.pofta fapoluete nella partescon laqual mor.
deno,fi gli lea ogiii forza venenofa ; fehza: ché.
facciano altrosche la piùtirà; Alle Vipere,goani:
mali venenofi ; daîdo tre grani di quefta Pietra
conqualcheliguore;miioiotio fiibito | Fiho qua,
è quello di Serapione. Rafis5 Siînia di Galenò,
(luomo trà gli Arabiil più dotto) fel libto;che.
fcrifle.chiatato Continente, dice c6fi;.La Piettà
Bezaar è Pietra,che tira alquito al pallido; biati-
cafenzaalciina qualità di gufto i laquial dice has
‘nere efperimentato due fiate; & trouafein lei vir.
th efficaciffumia contra il Napello; che è il piu for.
te di'tuttigli altri venteni ; Dice fimilimente; ha=
îiere vediito in quiefta Pietra più stiirabili effetti
contra ogni vettetio, che egli vedefle mai inaltea
Medicina,che fuffe coritra verieno, cofi femplice,
«otrie tompoltajò Aintidoto;ò compofitiohe fat
ui O av
rog li très ko CIT.
ta contra veneno;come Theriaca , & altre come»
pofitioni;perche di maggiore efficacia; & virnì è
i detta Pietra, che alcuna di loro. Quefto mede-
. fimo conferma ne Libri, che fecealRe Almane:
fore; dicendo; A’ veneni cattiui,che offendono il
cuore, &fanno la loro operatione da tutta la fo-'
ftanza,ò quanto poco giona cura alcuna, che vi.
fi faccia; fe non fiprende la Bezaar; perche que-
{ta gli refilte. Erdice pia, ioftello vidi, che fece
refiftenza al verieno del Napello,che è il più per-
niciofo di tutti gli altriveneni Fin qua Rafis.
Vn'altro Moro molto dotto, & grande A ftrelo-.
go,che feriffe dellePietre rar qui ifi terra de).
Segni,& Pianeti; &la virtù, che hanno; ilquale fi.
chiama Hamec Ben. Reriph nel {uo libro, che
feriffe delle virtù delle Piante, & delle Pietre, 8
degli Amimabi;che fermorto all vfo della Medici=.
na;dice; La Pietra Bezaar è contra ogni veneno..
Ha ella oltra di quefto particolare proprietà, pre
fa in poluere,contrai morfi de gli Scorpion &:
pottata feco fcolpita, è contra tutti i morfi de
glianimali venenofi . Vn'altro Moro (nominato
Abdala, Narach, Spagnolo, huomo dotto in Me-.
dicina) dice ; La Pietra Bezaar è contra ogni ve-
neno. Lo la vidi come-cofa preciofa in potere del
Redi Corduba Miramamolin ; alquale fu dato
veneno perniciofiffimo; & come li diedero la Pie
tra Bezaar,fi liberò roralmente dal veneno;onde
il Re donò il tuo Palazzo Regale a quello, cheli
diè la Pietra; perche lo liberò dalla morte. Et cer
i to
DELLA PIETRA SEZAAR. 10%
tofu dono di Re; poi che veggiamo; chieil Caftel
| lo di Corduba èal dì d'hopgi cofa nolto' tara; &:
digran valote;& la Pietra fu ftimara molto , poi
| cheperlcifà dato cofi grin prezzo. Aiuenzaòr
Medico Moro Spagholo (natio di Pegnafiore trà:
Corduba,& Siviglia ) nelfuo Theifit dive ; come
egliliberò vno giù pianto, per haitere prefo di vrì
:: peflimo veneno , con darli della Pietta Bezaar al.
| pefo di tre grani in acqua di Zucche, petcheil ve:
| nenoer4 caldo; il che parue effet cofi; perche fit=
. bito,in prendendolo, quegli, che lo prefe divens
nic icterico;& molto giallo. Auerrois Medico, &
Philofofo grandiffimo; Spagholo,natio di Corda’ .
ba, nel Colliget; che egli fece di Medicina; dice; i
La Pietra Bezaar;è fommamehte di tnaniifeffitno!
gionaméto c6tra tuttii morfi de’ venteni;& prin
cipalmente contra i morfi delli Scorpioni.Halia-
bas fa mentione della Pietra Bezaar in tre lno-
i,la done parlo de’ venchi; ma ‘pala via pare.
ando di lei molto leggietmente ; Solamerite die
| moftra,che fia tenera; poi ordina, che fi disfaccia»
| 3macqua; & fi dia L'acqua di lei alliatenenario
| Rabi Mofe dEgitto, natio di Spagna (Medico
| grandiflimo, il quale feguì in tutto le veftigie di»
| Galeno) nél libro,che iece de’ veneni, hel primo:
Trattato; al Capo terzo, parlando delle Medici
— cine femplici,& dell’vfo di quelle, che.fi conuefi=
gono a’ morfi de gli animali venenofi, dice; Rife-
| xirò delle Medicine femplici, che habbiamo tra
| noi,quelle di maggiore vtilità, & beneficio, & di
eng" ; maggior
r0.6. pa bdr8 RR ria
maggior efperienza,che fono da. molti a prouas
‘tes Diquelte è il feme del Vedto , &c. l’altrasèilo
Smeraldo,grande Medicina contra veneno; &G.
& Galeno fece mentione della terza, che é la Pie-.
tra Bezaar, laquiale fi cava di.vn'animales &è fi-
milead vna pallora; il fuo colore tira-al verde;fi
genera d poco a pote ingtoflandofi;&rallodan-
dofi; &per-quefto fi.trova indei vn foglio fopra
l’altro. Dicoho alcimi;che fi getieta.she gli angoli
de gli occhi di lciuni Motonizchie fono.in Orien
tes Altii dicono;che fi séniera nelli borfa del fele
diquefti metlefimii.. Montoni'; il cheé il certo, &.
veto. Vi ha vn'alîrà Bezaatslaquale è Pietta Mi-
nerale nella terra di Egitto, di diuetfi colori, del-
la.quale hanno detto. metatiiglie gli antichi ne.
loro libri;ma niuna cofa habbiamo noi prouato
perefperienza. Io leho efperimentate; &aniuna
Cattà de gli animali detti, habbiamorefpetimen-
tata la fua virtà con molte efperienze + Datéa
DELLA PIETRA SEZAAR T07
génerarli delle Pietre nel fiele. L'altro è il dire,
che fi va generando a poco a poco; il che dimo-
{tra perli foglijonde ella è compofta: Auicenna,
limomo cofi-dotto, non fcrifle di. quefta Pietra
articolarméte; come di molte alttecofe,ilquale
effendo natio di Perfia della città di Bocara ; do+
nea haierhe piu notitia; che i Moti Spagnoli,
îquali cofi particolarmentene fetiflero: Solo toc
ca di lei nel fecotido Cationes riel Cipo:quiarto;
parlado delle Medicirie,che pet la proprietà loro
operano cotrala malitit del veneno; & da efem-
pio della.T heriaca,& della Pietra Bezaar.Et piu
oltre dicesche la Theriaca,& la Bezaat fono due
cofe,che vonfertiano la fanità,&a vità delli fpi
titijaccioche poflano difcatciate da loio.il venes
no.Et nel quarto Libro-nella fefta Fen,nel Capo
quarto; & nella quinta in treluoghi loda la Pie+
tra Bezaar contra veneno; & lo ifteffo fa nella cu
ia.del fele della vipera; doue-dicej che è cofa ec+
cellente contra di quello.Iquali luoghi fonò tafi-
to brewi,che non.fa fenon palfarfi di fopra via,
- Comedi pallo,Oltrà di ciòsello hon lordifie da fe;
forche lo;prefe.da Rafis. nel Trattato 6ttano. —
lell’ifteffo Capo dice; Nelle cofe;che- piu gionas
noèla Bezaar; fe i potrà tronaté; ilche dimoftra
la difficoltà, cò laquale fi haneua Et nel Capo di
quelli che hanno prefo Napello dice ; La Pietra,
chiamata Bezaar Citrina; colorata; pura; 8 che
fia buona.Ciò dice perle falfe, che deucino éfere
al fuo tempo ati " po pia pe e
+. Quetti
Sri
rag ga ‘trà noi tti 18
Quetti fono gli Auttori, che io trouo antichi
tragli Arabi, chehanno fritto di quefta Pietra |
Bezaar,che non fono pochi; iquali dettano ha:
nere alloro rempo cognitionedì lei; per lo trafe
fico,& commercio;chei Redi Marocho tenenas
no con l'India Otientale; fpecialmerite ‘con ila
Perfia,onde veniuano lemiercantie;& le cofe pre
tiofe dell’Indie;ilche mi affermò va Cattalier nol
to principale} ilquale ftettequiui per to Re di
Portogallo molto rempo Gowernatore; & hebbe
notitia di quefta Pietra & del modo, come ella
fitroiiana;& come la causuano gli Indiani de gli
animali, & la formaloro ; ilche mi diede gran
lucea qnello;che io ho detto: Etegli la efperi>
mentò,& la vide efperimentare a molti coù mol
talaude de’ fuoi grandi effetti. La efperimentai
anchorzio in lui medefimo;con vna,chie coli ha=
te)
ucua,la maggiore, & migliore; che ‘io habbià ve-
duto in mia vita ; percioche hauetido egli vna
grande,& difficile infirmità, &inifieme vna triò
ftezza grande, & temendo di vérieno, gli feci tor+
re molte mattine al pefo di ‘tre grani di quella
Pietra Bezaar con acqua di Bugloffa ; & fi rifanò
melto bene: Molti Medici moderni, & del noftro
tempo hanno fatto mentione di quefta Pietra
Bezaat,& la celebrano rie loro Libri,con grandi
Priuilegi contra ogni fpecie di veneno , & contra
altre molte. infirmità ; dellaquale diremostutro
uello,che habbiamo tronato fcritto'in ciafcuni
iloro, Tra gli altri Andrea Matthioli Senele
gono Le” huomo
dels
np i i enni e n
| DELLA. PIETRA BFZAAR. 109
huomo dotto ne’ Gomentarij, che egli fece fopra
| Diofcoride,nel-Libro fefto, contando le Medici
ne, chefono*contra'ogni veneno per proptietà
fpecifica, fcriue della Pietra Bezaar molteosan
virtù, & la mette per Medicina; & rimedio piu
principale, che hoggi fia al Mondo contra vene»
ni;& quafi riforice tutto quello; ché hahno-detto
gli Aurtori allegati da noi. Andrea Lacuna nazio
di Segouia (ilquale fa.chiamato da:gli huomini
molto dotti, Galéne-Spagnolo):ne*Commenta-
rij,che egli fece fopra il medefimo Libro di Dio-
feoride in lingua Spagnola ; fopra ilmedefimo
Scftosche tratta de veneni,dices quanto fiame-
rauigliofo rimedio la Pietra Bezaar contra ogni
{pecie di veneno ; 8 contra imorfi delle fiere ve-
nenofe, & contra la Febbre Peftilentiale, è che
habbia mala qualità. Etfimilmente, cheè gran
rimedio contra il maleCaduco; & che feaccia la
Pietra fuori delle Reni: & che data con vino dif
facela Pietra nella Veffica., Quiui dice, comefi
genera quefta Pietra in alcune Caprefiluetri in
Perfia,& come la buona dee eflere luftra, & fqua
mofa;lifcia, di color di Melenzana;& cheè rime-
dio molto celebrato tra’ Principi;& gran Signo»
rispergli effetti già detti. Valalco de Taranto(Me-
dico celeberimo delifuo rempo,natio di Milano,
difcepolo di Totnamira) nel Libro Settimo della
fua Pratica, loda molto quefta Pietra Bezaatc6-
tra veneno,& altre infirmità; per li fuoi effetti, &c
perla molta fama, che ella haucna nel fuo tem
esta 3. po
pis 24628:
ei XI RI,
o contra ògniveneno : Santo Ardionio da Pes
| faro(Medico Italiano)ih vnlibro;che fece de ve-.
neni;loda molto fa Pietra Bezaar;&la mette in+
nizia tutte le Medicine cofi femplici,come com
pofte, chehanno virtù contra veneno, ò morfi
dianimah venenofi,& dice ; che lo vide, &ifeppe
per grandi e{perienze; checonici fece. Amato
Lufitano (huomo dorro de noftri tempi, ilquale
hora habitain Ragugia)ne' Gommétari), che fe-
cefopra:Diofcoride;nel libro fecondo, De Cerui
genitale; tratto di quefti' Pierrà -Bezaar molto
dorramente; come huomo Portoghefe, che fiin-
formò pienamente da quelli della fua natione,
che vengono d'India; & dice ; La Pietra Bezaar è
al mododivaà pallottola,di calor cinericio;chè
inclinazid'azutro (curo, compofta di molti fogli;
“Taqualchiamiano Bezaar,come quella, che è pre-
ftantiflimorimedio contra ‘ogni veneno poCa
- vanla ‘di alcuni animali, come-Cerni; che fono
in India. chiamati Caprefilueftri è Trowanfi nelle
budella, & nelle parnidoro interiori Dati rregra>
ni di quefti con acqua di fiori d’Aranci,è preftan
tiffimo rimedio contra byni venéno 5 & icon ac
qua di Acerofa contrà' Febbri peltilentiali ; ame
mazzando,& eftinsuendo la venenofità,& mali
ria loro. Ammazza i veneni data con acqua di
Porralaca;do ne foftancho Febbre; & dowenon
fuflè;con'vino hianco. Dice di hanere efperienza,
che ha curatò con lei ildolore del Fisncorebeli |
le, & crudele; &che feliè aogiuntà mala qualità. |
Mi tanto
e Ie SS — Sg Pi Aa dll eg
- BELLA PIETRA GREZIAAR. TIE
tanto piudella è a propofito; Data a gliamenenati
ne vomitivi, fa gettare il veneno per vomito ; &
dara aquelli, che hino già vomitaro,lo fa difca
| ciare,òper fudoreò per vicita,Data pelle Febbri
| ilgiorno'del termine,promoca il fudore, col qua-
. lemoltefiare tene liberano, Nella rerza Centu-
| Tia; nella cura ferruagelimaguarta, & nellacura
| ortogefimarerza, curando: certe Febbripeftilen:
tiali dice;che prefi al pefo di tre grani della
ietra
| Bezaarconacquaappropriata , ella eftingues &
ammazza la malitia del veneno di quelle tali
— Febbri,&lod&come rimedio preftantiffino; &
| diceIRedell'Indianfnero quefta Pietra in mob
ta ftima pe ben pare, che fia cofi, poi che in vno
prefents;che nella prima conquifta di lei mandò
iRediCochinalRe di Portogallo, tralle cofe
| preciofe,che li mandò, perviia di maggior pre-
gio, & ftima,fu vna Pictra Bozaar poco maggio»
| redivna Nocella,laquale fa quivi molto ftima»
| tasquandofifeppero lefuevirtà, Fiqueltafu la
prima,che i Portoghefi partarono. in Spagna...
- Efline portarono poi molte altre, vedutigli ef
tecotepreciofe di eran valore, che traggono di
| quelle parti;srlevendono per gran prezzo «Ni
colò Fiorentino (tra quelli del fuo rempo molto
fanio)nel Sermon'quarto del quarto Trattaro;al
‘mono Capo , loda infinitimete la Pitra Bezaar,
fetti grandi, chegli Indiani facenano con quelle;
Wchokgi le portano co’ Diamanti, Rubini,&cal--
dc dice tutto quello; chiene dice Autirois, & Se- É
Fapione, (=
e | ere ito rari si ira ei pia 9, = pico Sl
n 5 ji 4
IS pr 118 Re O: Ta 1134
rapionefenza metterui niente del fuo, come fece
dn rutto quello, che fcrile, Giouanni Agricola,
\mmonio Alemanoi, che fcrifle delle Medicine
femplici de noftri tempi nel.Secédo Libro, par
lando della Pietra Bezaar, dice; elere. A ntident
eflicaciffimo contra veneno ; &eflere Medicina
Diwina; & preftantiffimo rimedio contra i vene»
ni,& morfi degli animali venenofi . Hieronimo
Montuo Medico Francefe del Re Hénricò, nel
Trattato,che egli ferifle de rimedij Chirurgica- |,
li, ne fimedii de gli auenenati pone.la Pietra Ber
Zaar, per lo maygior rimedio di tutti quelli, che
fi ritrouino ne’ noftri tempi; per la molta efperié
za,che fece di lei in molti Signori, Antonio Mu»
fa Brafauola Medico ARA da Ferrara, nel |
Prologo che ègli ferifle fopra le.cofe fcritteda
lui.ne gli .Antidori.di Mefue, recita vn cafo, |
cheauenne.in Ferrara di molte perfoneauene»
nate;) lequali fi faluarono, vomitando il veneno
con oglio di Vitriolo., & prendendo la Pietra
Bezaar. Il Conciliatore (chiamato Pietro d’Aba-
«ho, natio di Padona, huomo' tra quelli del fuo
tempo dotto) in vn Trattato, che egli fcrile de
venenisal Capo Ottuagefimoprimo dice; Bezaar
Anthonomaltice fi dice di certa Pietta detta. lt
milmente.Bezaar, la-cui propria, & {pecifica
| vità fiè, contra ogni veneno mortifero ; libe-
rando dalla morte conogni.preftezza, fenza che
vi fia meftieri di aiuto y ne di beneficio dialtri
Antidoti, ne di Medicina; ne di Metano
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#4
DELLA-/P'TE PRIA BEZIA AR. TTF
& fimilmente fi dice Bezaar, perche ella è tutta
la Medicina, che libera da veneno;; dda morre,
ò da altra graue infermità. Et chi haterà quetta
Pietra feco , fia ficuroy:che per lei farà libero da
ogni veneno mortale. Et per lei vn Re d'Inghil:
terra chiamato Odoardo fu liberato da vna feri-
ta auenenata mortale , che il gran Soldan con
vnafpada auenenata li diede in vna battaglia;
che fecero nella conquifta d'Oltramare, intorno
la città di Aaron; alquale efendo già vicino alla
morte , fu data la Pietra Bezaary che li diè il
gran Maeftro de Templari) ; cheera vn’ordine a
quel tempo. di molta ftima; & molto ricco Et
dice piu, che vide al fuo tempo vn’altra Pietra
Bezaarleggiera, & ch’ella fi radea come Getlo,di .
colore di poluere, che era tenuta in molta fti-
ma. Fin qua il Conciliatore. Conrado Gefnero
Tigurino,nel Libro , che egli fece de glianimali,
‘parlando della Capra ; loda molto quefta Pietra
Bezaar contra ogni veneno, Altri Auttori fono,
che fanno mentione di quelta Pietra; ma fene
paflano leggiermente; non piu che lodandola
contra veneno in generale; & in particolare; li-
quali lafcio di nominare; perche baftano li detti,
per hanere autrorità con tutti quelli, che uorran.
no valerfi di lei. Refta, che diciamo quello, che
io ho veduto per efperienza di lei, per più confir
‘‘matione della fua auttorità,& dellefue opreme-
‘rauigliofe,accioche fi n quanto nehan-
ino fcritto gli Auttori fopradetti è lato appro-
t
ai
E “fl dini se iii
I14 Lis 0. :td.:
uato con efempi manifefti. Haurà quatordeci
anni, che la Duchefla di Begiar mia Signora fu
auifata dal Signor Gionapni Manrique, che nel-
la Corte fi vfaua, per leangofcie,vna Pietra ; che
fi chiamana Bezaar; percioche la Duchella mia
Signora haueua vn figliolo , che patiua molto di
quefto male, fin quafi dalla fua infantia, & defi-
derando la fua falute, procurana di fa pere alcun
timedio , poi che gli ordinarij di Medicina (de
Lg
sedi a ra e
Quai molti erano ftati fatti da’ piu fauij Medici
i Spagna) non hauéeuano gionato niente. Aui-
fata poi de buoni effetti, So in ciò faceua la Pie
tra Bezaar, communicò il negocio meco; il che
fu a me molto nouo ; perche non haueua altra
notitia di quefta Pietra, fe non quella, cheio ha-
uena veduta feritta ne Libri, & non penfaua,
che ella fitroualfe in quefte parti. Qnde fuppli-
cai, che fi ponetle diligenza per hauerla; fi per-
— cheio 17 a la falute di quefto Signore, che
lo meritauano molto le fue virtà, el fuo molto
fapere in ogni guifa di lettere,& in tutto quello,
«che vn principal Signore,qual'era egli, fi trou2,
ua obligato di fapere, & valere ; come per vedere
Ja Pietra,che cra cofa da me molto defiderata,Si
mandò perla Pietra a Lisbona per mezzo di vn
Genomnefe. Ne furono portate due molto buone,
legate inoro, della grandezza di due offi di Da-
teri, vn poco piu prc di colore verde, &cne-
gro,come Melenfane.Venuta la Pietra con mol-
.ta noftra fatisfatrione, feguendo ciafcuno il {uo
È diffegno,
PETTINI
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DELLA PIETRA BEZAAR. ÎI5
diffesno;fi deliberò ; che affalendolo l’angofcia,
laqualeimpromnifaméte li venina, fe gliene delli.
Venutali l’angofcia vna fera, fi prefe fubito l'or-
dine,che era venuto dalla Corte; ilquale era, che
| fi toglieffe al pefo di tregrani della poluere della
| Pietra, & fi poneffero in tanta ‘acquadi Buglof-
- faschebaftalle; &poifigli delle, Fecelfi colì, &
| aprendoli la bocca; fi‘hebbe farica affare, che la
inghiottifce; ilche fece, benche con difficoltà ; &
indi a due Credi, dapoi chela hebbe tolta;riwen-'
ne di angofcia cofi facilméte,come fe non vi fuf-
{e tato. Veduta labnona opra,che la Pietra ha-
ucafatto ; la tenimmo in molta ftima ; & molto
più fu ftimata,quando fi vide, che ogni fiata,che
| figli daua riueniua cofì facilmente; & che in
| queftoeranotabiledifferenza;petche fe nò pren-
E dota la Pietra, li duraua molto l’angofcia, & ri-
tornana in fe con trauaglio, & non poteua libe-
rarfene compitamente in molto répo.Ma quan-
do li dauano la Pietra, rineniva tofto,& c6 mol
| .tafacilità, come fe non fufleandato in angofcia.
Ondela Duchefla mia Signora portaua la Pietra
rafa,nella borfa,di quella quantità, che fi gliha-
vena a dare,accioche affalendolo l’angofcia, figli
delle piu efpeditamente; & non li duraffe tanto.
Etviera di piu;che dapoi, che egli l'vfo,non li ve
niuano leangofcie coli fpeffo, come foleano. Ve-
duto quefto , io difli vn giorno al mio Signore;
che era dottrina de Medici , che le Medicine, le-
quali ci curano dalleinfermità, ci poffono an-
H 2: cho
.
bad 42:13 R:0 IF. a 1113
cho preferuare,che non vi cadiamo,& che mì pa
reua,che fi gli douelle dare ogni mattina la pol-
uere della Pietra Bezaar 5 perche potria eflere,
che con l’vfo/continuo dilei, fi confumerebbeil
vapore, che afcendena al ceruello,'ilquale done» |
ua effere venenofo, & di mala qualità; & che la
Pietra eftinguerebbe, & ammazzarebbe quelta i
ala qualità, & confumerebbe il wapare , che
afcendena da tutto il corpo; è da qualche mem- i
bro patticolare;& che eftirpata la radice, & ori= .
gine del.male, reftarebbe libero.Si frce cofi ; & fi
gli diede ogni mattina a digiuno della poluer&
della ditta Pietra al pefo ditre grani, con acqua
di Buglofla;& piacque a noftro Signore, che ella
faceffefigrandeeffetto,che dal giorno ; chela co=
minciò a prendere, fin che mori dialtra infirmi+ "
tà, piudi dieci anni dapoij mai non li venne an
— gofciaalcuna;laqual Pietra prefeegli per fei mefi
continui fenza fallar mai vn giorno. Vedute io
quefto cofi grande, & cofi manifefto effetto, &
hauendola cura di vna Signora, cheera fanciub
“la; nominata Donna Maria Catanco, laquale pi
| tiua di alcune angofcie giù molto tempo;& fe be
ne era ftara inedicara da Medici grandi, le partiva
nondimeno tali,& cofi grandi, che alcuna ango»
{cia ledaraua dieci,& dodeci‘hore,fenza riueni*
re,& ciò era, quafi ogni giorno;& cera già a tal ter
mine;che molti giorni hauea; che ella non file
uaua del lerto . Quando io fini chiamato alla fua
‘ura, veduto il poco gionamento;che le haucua=
“ari, >» 10 _d
.
: DELLA.PTIETRA BEZA AR. ÎT7
#io fatto gli'altri Medici;io lafciai i rimiedij com+
- muni;iqualiglialtri hanenano fatto a baftanza,
& permolti anni; & le feci venire da Lisbona
‘vwna Pietra Bezaar, &dapoi, chela hebbi purgata;
iele diedi; con l'ordine detto;& dal giorno, che
vla cominciò a prendere, fino al prefentenon
ha patito piu angofcie ;;che fono piu di dodeci
‘anni; & confuinò tutra vna Pierra della grandez
za divn Datero . posi DA
In quefto tempo il Licétiado Luigi di Cueua,
- huomo dotto nella fua profeffione; mangiando
fenza accorgerfene certa cofa venenofa;fi pofe al
letto in tal termine di morte, & con tanti accidé
ti delveneno ; che haueua prefo,che fu fimato;
che egli in brene tempo douetle morire.Et bena
ie egli prendefle vomitiui, & Theriaca, & altri
| rimedij contra veneno; quando io l’andaia ve-
deresera già a tal termine, che fihauena poca fpe-
- tanza della fua vita. Hauendo io veduto chel
fuoimale procedena da veneno; & quanto poco
gli haucuano giouato i rimedi), che gli etano fta=
ati fatti; io medelimo andaia procuratli il rime-
dio; ilche era la Pietra Bezaar;laquale poi c'heb»
dircercato:in alcuni luoghi, la trowai nelle mani
deli: detta Dona Maria Cataneo;che le era retta»
ta la poluere interiore della Pietra,laqual’ella ha
“ueua ferbata, péfando che né fulfe da torre.Que-
| «fta io hebbi,che potena effere al pefo di feigrani, |
Sla diuifi in due charte; &c6 gran contentezza
«di hauer trouato il rimedio p quefti, che ne hane
118. WEA Ro0:111.
ua gran bifogno.Tornato a cafà fua,lo rronai cé
le maggiori anfietà,& affanni ; che fi pofla pen
fare.Subito gli diedi 1 tregrani di poluere, che
portaua in vna charta, disfatti con acqua di Bu=
glofla;& fra tre Credi, che l'hebbe prefasfi comit
ciarono notabilmente a rallentare gli accidenti,
affanni, & angofcie di tal maniera ; che quando
vennela notte,era già in buona difpofitione; &
fuori del pericolo di morte, che haueia hauuto
| cofì vicina; di modo, che il giorno dietro ftette
bene,quanto al pericolo;ma rimafe tale, che per
molti Mefi hon pote rihauerfi, perlo gran ma-
le,che haueua hauuto . Efendo il medefimo Li-
centiado Luigi di Cuenain via con vno Signore
pre andarea caccia, vn Paggio grande fi ridufle a
euerein vna Pozza d’acqua morta molto trifta,
& piena di animali venenofi;& nel finir di beue-
re,fi fentitanto afflitto,& di talmaniera, che né
fi pore mouer di lì, enfiandofeli il ventre; & tut?
to il corpo con grandiaffanni,& angofcie, cò gri
vomito; & fudore;di modo,che lo portarono at-
trauerfo del fuo cauallo ad vna Villa quiui vici
n2;& dapoi hauerli fatto alcune cofe gioneuoli, li
dierono la Pietra Bezaar, che portaua il Signore
co lui per buon rifpetto;& li fece tanto giouamé-
to,che l’altro giorno pote caminare col fuo pa-
trone.Vna fanciulla mangiò certa cofa veneno-
fa,onde le vennero accidenti mottali, come fan-
noiveneni; & veduto che non giouauano i fi
‘medi) Medicinali;le feci dare la Pietra Bezaar;&
5 - fubito
DELLA PIETRA BEZAAR. TTI9°
| fabito ftettebene. Iolho fatta dare afancitilli
percofii dall’Epilepfia, & ha fatto a molti di loro
manifeftiffimo sionamento;& a quelli, che pati-
ono di vermi;chein quefto fa grafide opra, per-
ne li fa vfcire, & li disfa merawigliofamente, li»
berando da gli accidenti; che hi fogliono fare.
Quefto hacia fa douunque:fi teme, che vi
fia materia;o humor densi Quiello,doue fi è
| veduta piu manifefta la fua operatione fi è, nella
— Pefte; percioche hauendo in Alemagna molto:
— gran Pefte,in tutti quelli, a cui fi dava la Pietra
| Bezaar,fi vedena molto chiaramente il gride ef-
fetto, che ella facetta | Et facendofi efperienza:
. di lei,hauendo nell’Hofpitale quatro feriti di co.
valimale,fa data a due di loro, & a glialtri nò.
, chela prefero camparono; gli altri due
morirono.Fu data all’hota a molti feriti del det-
romale,alcuni de'quali haueano due Ghiandof-
— fesalcunitre,iquali camparono. Et di quefto fu-
| rono teftimonij molti Gridi, & Signori,che qui-
wifi ttonaronio;iquali lo videro imanifeftamente,
8caltre perfone particolari; come è palefe a ttit-
tala Corte. Gioua molto quefta Pietra nelle tri.
ze,& malinconie. La Maeftà dell'Imperatofe
(i fia in gloria) la prendena molte fiate per
| quefto effetto;& cofî l'hanno prefa, & prendono
molte perfone, che hanno triftezza fenza cagio»
ne; perche li libera, & rende quelli ; che la pren-
dono allegri,& in buono ftato.Molti ho io vedu-
grandemente opprefi da affanni ; & angofcie
"SA H 4 con
iO RARE BR: Ph a»
‘con maninconie ; liquali col torre al pelo di tte?
ani di quefta Pietra Bezaar con acqua di Bu-.
glofla,fi fono facilmente. fanati . Nelle Febbti di
mala qualità, & nelle Peftilentiali,é.cofa meraui-
gliofa la buona opra, che fa;perche glilenala ma.
lignità,che hanno;& eftingue;& ammazza la ma:
la qualità del veneno, che'è Ja prima; & princi
pel cofa; cheil Medico habbia da fare;; perche fe
© quelta nondileua innanzi d’ogni.altra cofa in-.
darno è la.cura,che vi fi fa. Molti vfano queita
Pietra portandone in bocca vn pezzo ne' tempi
fofpettidi Pefte,& quando fi teme diveneno-; è
dicofa venenofa;& fimilmente gioua molto te-
nendola in acqua,& dando quell'acqua agli infer.
mi diFebbre Peftilentiale, 6 di mala qualità. Vn
canaliero hebbe. tutti i foi ferwitori con Febbrì
dimala qualità (che fi chiamano comnnemente
male di Mazzucho)& haucua vna Pietta Bezaar,
laqual pofein-vn Cantaro di acqua, della quale
faceuasche beuelfero gli infermi; &tutti campa-
rono,& fi liberarono dalla morte.Molti perque
fta cagione tengono pefta di continuo queta Pie.
tra nell'acqua , che hanno da beuere effendoin=
fermi, perche giona molto ad acquetare la mala
qualità della Febbre, & dà forza al cuore. Et né ©
folo gioua quefta Pietra nelle cofe venenofe ,8
ne veneni;ma in altre infermità; come fi ha vedu-
to'per efperienza. Onde data nelle vertigini del
capo, giova molto , & fimilmente nelle oppila-
tioni; il che fi feppe, perche vna Monaca;laquale
— — hauewa
DELLA PIETRA BEZAAR. ÎI22°
haieuà angofcie , & molto: grandi oppilationi, |
prendendola, (che laprefe perrifpetto delle an-
gofcie) fanò di loro ;.«& fimilmente delle oppila=
vioni,chehauena ; &ellendo molto tempo, che
‘nonle venivano i fiwoi Mefiî, leritornarono mol:
to bene, & copiofamente. Giona molto quefta.
Pietra a quelli, che haueflero prefo Solimato; ò
Aconito, od altri veneni corrofiui; perche am-
mazza, & confuma la malitia del veneno, &libe=
radai fuoi accidenti; benche nella corrofione;
&efcoriacione,che fanno è meftieri di vfar rime-
dij conuencuoli a loro; perche in quefto n6 opra
la Pietra cofa alcuna. Lalatte tiene in ciò eran
| prerogatiua, & fa manifeftiflimo effetto, pr in
molta quantità; & molto al continuo ; la quale
eltra che è merauigliofo rimedio , è quello an=:
‘chora, che fi dee vfare ; perche ne’ veneni corro-
fiui fa vfcireil veneno per vomito, & eftingue la
loro malitia, &è il vero Antidotopcontra i ve-
— meni corrofini. Dapoiche fi farà vfata la detta
- “Latte,fi può darela Pietra, ò la poluere, dalcunie
Medicine delle dette, che hanno virtù. contra
«veneno . Similmente giona molto quefta Pietra
‘nelle Febbri, che hanno Pettecchie; lequali fono -
lcune punte colorite, come punture di Puliciz
& perl ordinario fi (coprono nelle fpalle,&nel-
Je parti Arreriofe del corpo } & véngono nelle
Febbri maligne di mala qualità; ilche è vngiudi-
cio della Natura ; laquale caccia 1 humorecatti-
| no di fuori perla pelle; onde 'bifogna che efca
ben
ti è. ei gigi
Re
"fam 2,16:Ps Rowo:119,4 1:36
ben fuorî,& noti torni dentrojilche fi farà facédo
delle freghe, ponédo delleVérofe,& altre cofe gio
tueuoli, che ririno humor fuori, per doueintéde
la Natura dimandarlo; fuggendo di fare Epithi-
me, Oncioni;& altre cofe;cheimpedifcono l'vfci
re di quefte piiture.Il refto;che bifogha fare nello
apparire delle Pettecchie fi è, dar cofe all’infer=
mo;che habbiano virtù di eftinguere,& ammaze.
zare il veneno (delche habbiamo trattato copio-
famente) hauendo rifpetto:a non fare falaffo da-
poi l'apparire delle Pettecchie, fe né vi fuflemol
ta repletione,ò gonfiamento di fangue . Vna cofa
ho ritrouato per quefte Pettecchie, & Febbri di
mala qualità di molto giouamento ; & notabile
efperienza in molti, & è il noftro BolP Armeno
tridato fopra vna Pietra lifcia con acqua rofa, &
dato in tutte le Medicine,che fi prenderanno, &
in tuttii cibi, che fimangieranno; perche certo inì
luiio ho trouato grande effetto,& maggiormen-
te invn’anno, che regnorno qui molti mali di
Mazzucho;percioché molti fi liberarono coll’u="
farlo; non elfendo'quefto noftro Bollo Armeno *
molto differente dell’Orientale.Et quefto farà in
mancamento. della Pietra Bezaar; perche quefta +
auanza ogni cofa; come.lo vide vn Cavalierowi*
- molto principale di quefta città, ilquale hauena >
- winaFebbre di mala qualità, con molti accidenti
..7 di vomito,angofcie , & altri accidenti di Febbre
© maligna, alquale apparirono le punte già derte
per le (palle; & dataglifi della Pietra Bezaar con
LI
DELL'HERBA\SCORZONERA. ‘123
vn poco di Vnicorno; fubito cellarono gli accidé
ti,.& prefe miglioramento ; perche fi citinfe, &
ammazzò la malignità della Febbre; che produ=
ceua tanto danno . Et in quefto modo io poria
contare di molti,iquali in S pagna da quattordi-
‘cianniin qua,cheio l’adopro, fi hannoliberato
da grandi infirmità collufo di lei. Il che pare cers
to miracolofo effetto ; che vna Pierra cauata del
— Ventre,oFiele di vn’animale come Cerno, ò Ca-
pra,data in cofi poca quantità, faccia cofi grandi
effetti, come quelli, che habbiamo feritto.Èt per-
era tempo di trattare dell’herba Scorzone-
ra,citendoci intertenuti molto nella Pietra Bes
| zzaarjdirò cio che di lei hofaputo.
>Dell'herba Scorzonera. (ap. 111.
T A herba Scorzonera,dellaquale promettem-
> da di trattare,è vn'hetba conofciuta, & tro»
| &natagià trent'anni in quefte noftre parti,laquale
- lil tempo ci ha difcoperto; come ha fattomolte
altre cofe, fecédo che habbiamo veduto.in quelè
de,che fi portano dalle Indie-Occidentali,lequali
D tante, quante veggiamo ogni-giorno , non
erlo paflato da noi vedute; comefcriffiia
°vn
uiglia; ilquale tratta di tutte le cofe appartenén >
all’vfodella Medicina sche fi portano dalle;no- |
Atre Indie.Il cafo è, che la arte, doue fi dife6pri, :
uo da prima quelta herbe Scarzogeto fi in
e - Cathalogna,
ttato, che ne feci al RenerendiffimodiSi- ; .
Pinne Rs Sii i L
- Rab LpaubtrRoon cdii
-Cathalogna;& nel Contado di Vrgel, in vn luo=
go; che fi chiama Momblanc; percioche tutta
quella Regioneè moleftata da certi animali mol
tovenenofi ;.liquali chiamano Scorzo ; & fimil-
mente da altri molti, &infpeciale da quelti,i
quali oltra l’effer molto trifti, & molto toficofi,
vene fono in gran quantità; cofine' canipi lauo=
tati,comefu gliarbori, & tra l'herbe, & piune
luoghi coltinati ; di tal maniera, che l'hanno per
vn caftigo ,& trauaglio irremediabile ; perche
non può la gente ne lauorate le vigne ne fare le
fue feature, & l'altre operationi rufticali necel-
farie,fenza.che fiano crudelmente .trafitti da lo-
ro; il cui Toffico,& veneno è tale, che douunque
morde, gonfia fubito con grandi dolori , & acci-
denti venenofi,& afcede la enfiatura al core, che
fe non fi gli foccorre, giunge facilmente alla mor
| te.Quel che ciò faceva piu tranagliofo, erà il po»
(60 rimedio, che vi fi trouaua ; perche i rimedij
© © «ella Theriaca;& altri rimedij, che vi. fi faceua-
. hno,non giouatano punto. Dapoi quefto E
eflendo quefta maledittione cofi fenza rimedio,
giunfe al detto" luogo vn Moro d’Affrica fchia-
mo;ilquale medicana gli morfi da quefto animale >»
| cofì venenofo, dandolia mangiare di vna radice, *
«&fucco di vn'herba; che egli conofceua; il quale
giouaua tanto,che molto falcimente fi fananano *
&c dai morfi,& dal veneno;onde concorfe tanta —
| gente‘al Moro,chelo fecero non folo libero, ma | |
aicco.Ne mai il Moro in tutto quefto tempo per
#»
DELL'HERBA %*CORZONERA. T2$
| promeffe;ò doni ;‘che fi gli vfalle, volfe dire, che
| radice, &herba era quella, con la quale fanaua
figran male; fin che due perfone del popolo
(veduto quanto toccaua adogn'vno il
e, che herba fi fuffe quella ) gli andarono
tro,fenza effere veduti da lui; & videro doué
coglieua l'herba,& cavatia le radici Pattito
il Moro, andarono al luogo ; done egli l'hanena
colta,& rrouaronoil refto della herba; che il Mo
Fo haueua colto;dellaquale canata, & prefa buoi
Tha quarità (perche quiwi ne era molta) andarono
conelfa alla verra, &alla cafa del Moro, done lo
trouarond; che egli cauava l’herba di vn facco,
| melquale l'haweua ‘portata; & paragonata l'vna
| herba coll altra, videro che era tutto vno ; onde
4 te negareil Moro, cheilfecreto non fulle
coperto, & che l'herba , che egli hauena ricol-
to,& daua;&quella,che portarono gli altriinon
fulle tutte vna.Dall'hora in poi ficontinuda co-.-..
‘nofcere da tutti ; 8 quelli, che ne hancanò bifa= ©
no la andavano a cooliere, & vfauanla, perti
rfi di quefti animali, che ho derto . ‘Chiama--.
o la detta herba,Scorzonera ; perche cura, &
a? morfi di quefti animali detti, Scorzi,ià
athelana 5 &per la fimilitudine, che ha.
fua radice, col medefimo animale s pere
> pare la radice nella figura il medefimo. E
to animale di lunghézza communemente di
‘palmo, &m E fottile nella codaj&vaffi
tré
5: CETTE
legno. Ha la tefta groffa,& quadrata,cs la bocca
grande, & larsa.Ha la lingua nera,& acuta. Hai
— dentiminuti, come di Vipera femina, co’ quali
morde, & con la lingua punge, come Scorpione,
Il fuo colore è cinericio,che tira a negro,fono va-
rie macchie.E animale ftupido nell’andare,Sta di
continuo tra le piante, & formenti,& vigne.Mor
de cofì gli animali, comè gli huomini.Va di céti-
nuo per terra, & perciò temono di dormire nel
campo,doue ne fiano,E piena di brutta vifta, &
di brutte opere . I fuoi morfi fono peggiori ; che
quelli della Vipera di quei luoghi.Solo gli è con-
traria quefta herba, chiamata del fuo nome Scor
zonera;perche, fe gli pégono addoffo il fucco di
queft'herba,lo ftupidifce;& fe gliè la pongono in
bocca,& che lainghiotrifca;fe ne more . Sc alcu-
no è morfo da quefto animale, & migia della ra-
dice;ò beueilfucco della detta herba; fubito fi ri-
fana;&benche fia gonfiato; fi fronfia,& cellano i
dolori,& angofcie; & fe fi préde fubito morfi,n6
| vengono gli accidenti, ne fi enfia la morfura, ne
Ja parte douela fiera morfe;tanto che alcuni per
| paffatépo fi fanno mordereall’animale nel braz-
z0;0 nella gamba, & mentre fono morfi,mangia- .
no la radice dell herba,& non fentono dano, ne
acidentealcuno,eccetto, che la impreflione; che
fecero i denticciuoli,Se col fucco di quefta herba © |’
fi bagnerà bene le mani, & prenderafli con loto
Jo Scorzosegli fi ftupefa di modo,che né morde, ‘
‘nefi può mouere,ma fene fta, come morto.E la
DELL'HERBA.,SCORZONERA. 127
radice di queft'herba dibuon faporey che tira al-
quanto al dolce, Mangiafli cruda, come Paftina-
che. Gioua,comeho detto,a morfi di quelli ani-
| mali,che fi chiamano del fuo nome; magiandofi
ciuda,ò arroftita,o condita. Parimente vi gio
ma il {uo fucco fatto delle foglie, beùuto da fe, ò
mefcolato con altra cofa cordiale; & contra ve»
| neno.Etnonfolorimedia a morfi dello Scorzo;
| maa quelli della Vipera,& delli Scorpioni, & al-
tri animali venenofi, Cauatane l'acqua per Alam
bico,ouer fublimatione,& data nelleFebbri Pefti
Jentiali,ò che habbiano mala-qualità, è gran ri-
‘ medio; & data nel dì del termine, quando la na-
tura moftra qualche fudore, lo protoca meraui-
liofamente tanto,che lafeia molte volte l’infer-
mo fano . La fua radice fi fa inconferua, &è di
molto buon gufto, che fi può magiare per golla,
Data coll’acqua diftillata dell’herba, è molto gra;
| ximedio perle dette Febbri;& per angofcie,& tri
| ftezzedicuore,& malinconie.L’acqua fi ponene
Je Epithime cordiali. In ogni luogo vfano aldì
dihoggi l’acqua diftillata nelle Febbri fofpette;
— beuendonedicontinuo da fe, ò mefcolata c6 ac-
| @Quecordiali,Dafli la c6ferua,&l’acqua per mol-
| tigiorni, percurare le oppilationi del Fegato , ò
«della Milza , & parti interne; & per quelle alle-
È qui non vengono i loro Menftrui; & perango»
| .fciadi cuore, La maniera, & figura di quelta
® erba Scorzonera è molto bella;8&la Natura l'ha
« «ipinta molto gentilméte, hauédo ella da gioua-
re
Pos
eptao Ryo ITS 1
rea molte cofe. E ella di altezza divn Cubito
inalto poco piu, ò poco meno. Hala foglia;
come di Cicorca, quando è ben crefciuta , al
© quanto piu larga, intagliata, grofla ; fl fparge
pet terra, èlunga,& acutain cima, nellaquale è
vnneruo ; che fegue dalla origine fino alla pun
ta. Eilfuo colore verde chiaro: Fa molri fufti
ritondi, fottili, duri , legnofi ;;& in cima di loro
fa alcuni capitelli lunghi, neruofi , ritondi , con
alcune punte, come denti; che tirano alquanto
a capitelli di Garoffoli.Nelmefe di Maggio efco-
no diquefti capitelli alcuni fiori allai folti di
molte fogliette; lequali aperte del tutto , fi fa vn
fior grande, & ritondo ; & diuengono quelle fo>
glie gialle, come raggio di Sole; che è fiore di
. molto .bella'vifta. Nel findi Luglio gli cadono
le foglie; &i capitellitornanò ritondi, mandan=
«do fuori di fe molte fpiche intorno intorno, che
fanno belvedere; & nell’Autunno ne vafetti,
‘che reftano fta il feme. Patfato il feme, cadono
le foglie della pianta, La radice fi è dalla ma-
miera di Paftinaca, carnofa, eteue, finifcein pun
sta; & vafli ingroffando verfo le foglie: Ha vna
corza fottileattaccata alla iftellà radice, di vn
‘color fofco, che tira al nero alquanto afpra . Ta-
egliata, ò:pefta; manda fuori vna acquofità vifco- |
"fa, comelatre. E bianca tutta di dentro,gralla,
| &dolce. Nafce per la maggior parte ne luoghi
- «montuofi, che habbiano humidità. La fua com- © —
»pleflione è calda; & humida nel primo grido, gi
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scurrile o sà Rn i I o ME RR ESSER “n
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DELL'HERBA SCORZONERA, 129
Le virtà che ella ha fono quelle, che-habbiamo
detto. La principale fi è, l’effer contra lo Scor-
zo animale cofi venenofo, & che fa tanto dan-
no; che in quefto certo la fua opra pare cofa mi-
racolofa. È buono quando fi prende il fucco
elle foglie,che egli fia chiarificaro;& che fi pren
a la radice, laqualeha in fe maggior virtà.Hafli
da confiderare, cheoltra che fi prendeil fucco,
&la radice di quefta herba ; per rimediareal ve-
neno cofi perniciofo di quefto animale , bifogna.
ancho che fi facciano tutte le maggiori prouifio-
ni, che habbiamo detto, per rim n agliaue-
nenati, Onde egliè bene, che mentre da fica-
n; fi apparecchia il fucco, ò radice detta, fi le-
ghi quattro, ò cinque deti piu di fopra della
morficatura ; accioche non pafli la malitia del
veneno alle altre parti dei corpo, & ciò nel braz-
zo,ò nella gamba; che fe fufle la morlura in par-
te, douenon fi potefle legare, bifogna ponerui
nella circonferenza empiaftricoftrettini gagliar-
di, che impedifcano la furia del veneno ; &ciò
fi deefare con preftezza , prima che il dannofi
“communichi con le membra interiori ; perche fe
‘Wna fiata giungelfe al core, farebbe difficile; &
trauagliofa la cura. Et quetto dee eflere vniuer-
falein tutte le punture, ò morfi di animali ve-
nenòfi» Et fe farà la puntura piccola, è me-
ftieri di aegrandirla, &alia rgarla, con fcarnatu»
(ras bin altra maniera. Mafecella farà frefca; la
{carnatura dee eller leggiera;fe di tempo; A mc
»
»
Tg gr tt 3 Ro LTT) rd
da; perche col molto fangue vfcirà gran parte
del veneno. Dapoila fcarnatura, fele porrana:
ventofe, lequali fuggano , & cauino fuora il veg
neno, moltiplicandole quante fiare farà meftic-.
ri. Sonwnialcuni, che fuggeno le punture, & ca-
uano il veneno con la bocca ; ma è cofa perico+ |
lofa per chi lp fa ; perche giù fi è. vedure diquel»a
li, chefono mort per far quetto . Meglio è ri-
mediarui con le ventofe, è con penerui il cullo
divn Gallo viuo ; è pollo, è col6bino fapra del: |
da puntura; pelata quella parte ; & raddoppiar
cio tante fiate, quante farà di meftieri per fape-
re, chefihabbia cauato il-veneno, chesera nella
ferita .Etfideono tenere detti animalitanto tem: |
o foprayche fifentano indebolire, ò morire. E
imilmente biton rimedio metterli viui aperti.
rifchena , & renerueli ranto rempo, quanto
rerà in loro quel calore; & cominciandoli a
‘ddare ; fi leuino via, & fe ne pongano de
gli altri, Cauato il veneno, col miglior ordine,
che fi potrà; potranno fopra la piaga Medici-
- na, che habbia virtù di sengre la piaga aperta,
Alcuni vfano nella puntnra Cauterio attuale;
& fa grande effetto, eltinguendo. il veneno, &
confortando quella parte, Il medefimo effetto
farà il potentiale ; nell'’ammazzare il veneno;
ima non écofìi bueno, come l’attuale. Ambe
due vietano, che non fi fer la piaga; il cheè
molto neceilario , pet la cura .. Giona molto il
— fucco dell'herba Scorzonera pofta spo”
=@ 1 210,
DELL'HERTA cORZONERA, IZL
fo, è puntura da fe,ò mefcolato con altre Medi-
cine Bezaartiche, come Theriaca, Mithtidate, & *
altre Medicinefimili a quefte; & fe la Pietra Be-
- 242% fi potrà hauere;mettendola fua poluere fo-
| prala piaga; farà merauigliofo effetto , In tutto |
| quefto tépo fi ha da tenere buon'ordine, & buon ‘
- regimento in turrele cofe non naturali; &vfare
- delle enacuationi, quando fia bifogno, con Me- .
dicine bencdette, nefcolando con jorodelle Me
diciné contra veneno ; & quando bifognaflè fal- s-
laffare, farlo. Nelrefto ricorrere alla cura de gli è
accidenti , fecondo ché farà ciafcuno; & come»
figli conuerrà, in vniuerfale, & in particolare;-
hauendo fempre cura di dare a gli infermi vda;
mattina a digiuno la conferua della radice della:
Scorzonera, &lafua acqua, ò la Pietra Bezaar,
| la detta poluere, ò il Boll’Armeno preparato;
lequali ancho tra’l giorno fi potranno vfare,fe la
neceffità farà molta. Sidee ponere ogni ftudio
nel tenere vnto il cuore con cofe,che temperino, è
&alterino ; 6 Epithime per lo .ifteflo , che diano».
| conforto con poluere, & acque cordiali ; tralle
quali fi ponga quella dell’hérba Scorzonera. Ol-
"tralevirtà , che ha l'herba Scorzonera contra i
morfì di quell'animale in particolare, & perri:
miedio di ogni altro in vniverfale; ha altre vir.
particolari anchora ; che con l’vfo di lei la efpe-
rienza ne ha dimoftrato E molto lodata perle
amgofcie del cuore; & perquelli, che patifcono
ifimale Caduco , &- per le donne; che patifcono
"= i <<defto- È
»
RE w
ide 21:41 3 r.0 11.
foffocatione della Matrice; prendendo la cons
ferua fatta della radice, & beuendo il fucco
dell’herba chiarificato , ò la fua acqua diftillata,
Giona dapoi venuto il parofifmo, ma molto piu
innanzi; cheyenva, Prefa la radice, quando fi
| fentiràa venire, coll’acqua, probibifce, che non
venga; & fe già iene, vien molto minore, & non
ha tanta forza, come quando fi prende dapoi, A
quelli gioua ; che patifcono vertigipi di refta ; &
fimilmente gione molto a quelli, che fentono
romore nel capo, prefa dapoi fatte le generali
cuacuarioni. Prefa di continuo allegra ilcore,
& libera dalle triftezze fenza cagione.1l fucco ca-
nato delle foglie, & rifchiarato , & pofto al Sole
per qualche giorno Spreto il ghiaro di lui, & po-,
fto ne gli occhi) rifchiara la veduta, & leua il
panno daloro , ò nuuola, fe fi mefcolarà con vn
poco dibuon Mele. Quelli,che hanno timore,
chefe gli dia vencno; prefa la conferua della ra-
| dice, & l'acqua per la mrattina,non li potrà offen
dere quel gione Tutto queto ha infegnato
Livio, $c l'efperienza di quefta herba,fenza haner
Autrore da feguitare; percioche fino a quefta. —
hora non fappiama fotto:che nome la defcriua=, |
nogli Agrtori., Gionanni Odorico Melchiori,,
Meglico Aleniano ferine vna epiftola ad Andrea.
Matrhiolo,dicendo;che Pietro Carnicer Medico
- Cathelano, li mando l'herba Scorzonera fecca in
Alemagna. Dimanda quefto Medico al Mar
»
bia i
DELL'HERBA SCORZONERA. 138
‘Pherba molto bene; & il Matrhiolo non cono
‘ce, chehetba fia; ne alcun'altro fin'hora lo hé
"detto, ne feritto. Alcuni curiofi vogliono dirg;
‘che fià la Condrila fpecie di Cichorea, dellaqual
fa mentione Diofcoride tiel fecondo Libto al Cas
"po centefimo vigefimo fecondo ; & benche elli
I qualche fiiilitiidine con lei; è però mol+
to divierta da lci tiella tadicej perche faCondrila
| lahaligiiofa, &ifiutile,&itiolto fottile} & pari»
| ‘mentefie fiori fono differenti. Solaimiente fono
- ambedue conformi fiella vitnàù di effet buone
"coritra i morfi delle Viperei perche Diofcoride
‘dice; che la Condtila data in vino; è gian rime-
—_dliocontrai iorfi delle Vipere: Qualuanquefi
fia quefta noftra Scofzoneta ; vediamo che i fuoi
effetti fono grandi, cofi contra i motfi de gli Scor
- Zi animiali cofi trilli; & venehofiscoinie per le al
tie infirmità, che liibbiamo detto; liquiali effetti
n che in fi pochianni fi foho palefati) fpeto,
chemolti più fe rie difcopritanno pet gli huomi=
. mifavij ne tempi futiri; i quali fi potranno ags
| giuinserca quefto , che io ho pòtitto difcoprire;
&delcriner di lèi: Et poi che habbiamo tratta=
to.ini fottima dl meglio, che fiabbiamo potiito, di
quiefte due Medicitie coli principali , comeè dele
la Pietra Bezaar; & dell’hetba Scorzonieti, le-
quali fono due cofe tanto principali, & di cofi
grandi viftàcontri iveneni; ragion viole; che
Vegniamo all’vItima parte di quello; che pro-
"tnertemmo di fctiuiete; cioè ja arr
ca gilt dA sh.
pere
—— & poiche tanto è guardarci dal danno , quanto
I Ga
13 ts bd. R-0; LT.
da guardare,& ciò che habhiamo affare. per pre»
feryarci da loro, & per non cadere nel pericole
coli grande, come da loro deriua ; poi che egli è
indggior virtà il conferuare; che il guadagnare;
guaritne; quando l'habbiamo:In quefto gli Anti-
chi pofero molte preferuationi, & vlarono di
molte cairtele ; trallequali he è vna molto anti-
ca nelle Cortide i Re, & Prencipi, & Signori;
laqual’è la credenza ; che loro fi fa altempo del |
mangiare; &al tempo del berre; perehe mediane
te quefta;fi aficurano di non mangiare, nc berre
cofa, cheli polla offendere. Quetta eredenzafa
loro.il Maettro di Sala , che ha cura di ponereil |
mangiare al Signore; & quello, che ferue di cop»
pasil qualeda berre al Signore, che coficome eflì
tengono conto di quello, che il Signore ha da
ate ,& da berre,& fono obligari a render»
“ne. ragione ; cofiil Cuoco e’ Bottigliero a loro;
é perche il Cuoco è obligato guardia confegna le “A
“fliqua è, chea Signori: di ‘titolo fi fa quefk
vivande al Maeftro di Sala, farli la credenza; &
il medefimo il Botrigliero del vino,& dell'acqua,
Ilqual coltume in vero è lodabile,, & neceffario,
perla ficurtà, & falute di ciafcun Prencipe, ò Si=.
gnore ; perche fe alcun pericolo fi tronerà nel
mangiare,ò nel berre,toechi prima ad altri; ‘che
al Signore nella cui. vita è falute confifte tanto.
Verò è, che quéfto giàfi fa piu percerimonia,&&
grandezza, che per guardia difanità; &div
[SS
void i PA
dDELL’HERBA SCORZONERA. Ì35
monia, ò complimento; & per quefto li chiama il
vulgo,Signori di Credenza. Al giorno d’hoggi
. fifa molto al cotrario quefta cerimonia da quel-
- to;chefti inftituita; & chefi dee fare; perche al
fente col:prendere vn poco di pane & toccar
on'lui il mangiare di foprawia; & morficarlo;
&egettarlo via;ò col guftar con le labbra wi goc+
| eiodi vino, ò acqua; fatisfano all’vna; & all’al.
tra:cofa; done per far ciò bene, è meftieri, che
- realmente mangino de’ cibi, & benano di quel:
lo,chehanno da-beuerej perche in altra imanierà
mal fi può fapere;fe vi fia danno; ò nò prima, che
giunga alla perfona del Signore: Dene fimilmen-
te ordinare il Signore; che li parcechino molti
ibi; perche fem vno fentirà difpiacere; & non
lo vorrà mangiare, poffla mangiare dell'altro; &
tli quelli; che ananzatio .; perche eflendo molti;
‘mangierà poco diciafcuno ; & mangiando poco
- diquello; chefufleartoflicaro; non poria fareil
danfro;:che farebbe; fe foflè vno ,.è due:& chedi
lotodidonetle fatiate ; perche eflendo iqualun-
| @Quedi loro aiuenenato, & mangiaridone molto,
haurebbe il danno maggiore: Et auertifcano;
chemolte volte dà L'animo di non mangiare di
— Wieibo,ma lafciarlo tare fenza giultarlo;& firtro
na dapoi eflere in quello notabil danno; Ebuo-
narcofaa mangiatequello , che fi mangiarà con
Pirone,& Cucchiaro;iquali fiahò fatti al modo,
| cheHieronimo Montuo,huomo dotto in Medi-
£ina;fece fare al Re-Henrico di Francia; cioè; che
NANI |
é
ere 35
136 pet rp TL
| per conòfcere, fequel che fi mangia ha veneno;
dee fare vna Forchetta, ò Pirone, & vno Cuce
chiaro di vna miftura d’Oro ; & d'Argento , che
chiamarono gli antichi Ele&rum ; il che ha da
eflere di quattro parti d'Oro, &vna d’Argéto;fa-
cendoli lifci,netti,& molto berie bruniti.Col Pi-
‘ron fi magino le cofe dure;col Cucchiaro le cofe
liquide; perche intingendoli im ciò chefi man-
gierà,ò tagliato,ò in pottacchi; fe haurà veneno;
fubito diveniranno dî brutto colore , facendoli
| Leonati, Azurri, ò Negri, òfmarrendofi, perden-
do il luftro;che hancano perinnanziilche farà ca
gione, che fi guardi il cibo,che farà quiefto, per ve
dere ciò che ha; & che fi faccia di lut c{periéza in
quiche animale, chie loimangi, & vedere ciò che
. fuccederàdilui;perche quefta è la maggiore efpe
| rienzayChefi poila fare. Il medefimo L, può fare
nel berre, facendo del detto metallo vna Coppa,
ò vafo grande; che fia ben brunito ; perche fe il
vino; ò acquia, che vi fi getterà dentro;hauerà ve-
neno, il vafo fiofcurerà; & renderà alcuni dei
detti colori; & fe non ne hauerà;refterà nell’itef=
fo colore, che era innanzi, fenza far mutatione
alcuna. Et certoquefto è gentile; & molto deli
cato fegreto & facile; Comincàarido a man-
giare qualunque cibo fi fix; il primo boccone;
che fi prenderà;firmaftichi molto bene, & fi pren
.dagufitodi luî; & fi confideribene fe punge; dida
qualche malfapore; fe gli abbrufcia labocta; ò
lalingua, òfegli fa abhominatione,ò gli fa noia;
+; PES] ia per che
DELL'HERBA SCORZONERA. Î37
perche fentendo qualunque di quefte cofe, getti
quello; che prefe fuori della bocca ; &lawiffi con
vino,ò con acqua;& fi Iafci quiel cibo, &ne man
gideglialtri. E'bene a dare qualche poco di
uello a qualche animale; per vedere l’effetto,
he fa ; & fimilmente è betie tenertie alla ménfa
del Signore alcurio,al quale fi poflà dare, per ve-
derela efperienza,& dell’efferto,che fi vedrà fare
ne’ detti animali fi giudicherà quiello; che farà.
Auertifcano ; chequando i verietii forio di cofe
{chino anchota il molto dolce ; perche occulta
molto. Corifideri benie colui, che Havierà fofpet=
to; quarido fi metterà a mangiate don fame; che
non:fi precipiti a mangiaté fubito con molta
fretta; ma fi'taffteni, & cominci a mafigiare
pu 2 poco ; prendendone gufto; co.
me habbiamo detto Il'imédefimò fiha dafare .
nella fete ; perche .4itando ella è erandé fon fr
fente ciò, che fibeneé } onde molti Fato bemruto:
con
E I ERE SS
_33R a gsedot3 00 1 TL: ELA
con fete;Tintura, Lifcia, & ancho acqua di Soè
— limato fenza fentire ciò, che.beiteno, fin che hans
no il danno nel corpo. Per quelto dee benere a
tempo; &a poco a poco ;-prendendo gufto di
quello, che benerà Che certo ogn’vno, che cor
mediocre diligenza ftarà auertito per quelto or
dine, facilmente jtroyarà; fe farà danno if ciò;
che mangiarà , ò beuerà. Et fimilmente confis
deri-bene il colore de cibi; perchre ello dimo-
ftrarà molto il danno, che vi toi ; perche farà
d'altro modo da quello, che domeria eflere , ef
fendo di dinerfo colore da quello ; clie dewrebbè
hauere: E molto a propofito, chei vafi, co quali
fibenerà: & mangierà ; fiano netti, nowi, &fi-
fplendenti ; & fe fufle poflibile, che fiano di
| Argentolimpido,&brunito ; perche fe vi ha ve-
neno nella beuanda; facilmente fi ofcura;& vien
leonato, ò nero; l’Argento. Onde non ha molti
giorni, che in quefta città eflendo dato da benere
- ad vngentilhuomo di gran ricchezza in vna cop
papiana d’argento, vide che venia la coppa
‘ macchiata di vn color leonato'ofcuròo, & fi mes
| rauigliò . Guftd il vino fenza beuerlo, & gli ina
{pri molto la lingua, &la bocca; &gnardò il vis
— no,che haneano portato nella Inghiftara;ilquale
-— non hauena quella afprezza.. Guardò l’acqua, &
* vide,che haueua il feechio nel fondo molti grani
di Solimato, che anchora non .eràno disfatui. Jo
vi fui chiamato, &ricolfi del fecchio piwdi venti
grani di Solimato; & haucua qualche giornos
chel
.
»
Pa
Pia»
Palo 1
DELL'HERZA SCORZÒNERA.-139
chel Signore era infermo.; onde.io. conietturai,
che non era quellala prima fiata y che fiera ten-
tato di auenenarlo.;'& effendo molti giotni paf-
Aati; che ciò è fuccelfo ; egli anchora giace infer-
“mo fino al prefente. Quefto dico perche fe la
SE0pps non-fi bauelfcofeumzo, è cinto non fi
iYeniua a quefto . Egli è meftieri, che lebetti, ò
‘vafi, douc fi tiencil vino,& Pacquaz fiano tutati;
accioche nori vi ehtri, necada alcuna cofa vene-
nofa; come Ragni, Salamandre, & fimiglianti
animali vehenofi . Pet quefto è male a beuere
con vafi, che habbiano ftretta la bocca, come
bicchieri; perche il meglio è vedere, ciò che fi be-
ine in cofa larga, & chiara + Quelli che fono cu-
| riofi& confiderano alla loro filure tengono vn
| pezzodivero Vhtitorho-in via cadenella d'Oro,
| accioche ftia di continuo nell’acqua , che hanno
da benere, & certo è ben fatto ; perche oltra che
— lemail fofpetto del veneno,infunde anchora nel-
— dabenanda vna virtù cordiale meratiigliofaa Si-
milmente fi dee procurare di non ftare al fuoco
fattodilegne venenofe, & trifte; perche il fumo
auenena, come fe fi prendefle tia . Etdi non
— mettere nella camera carbone, che fi cominci ad
| accendere;perche molti fono perciò morti.Hab-
biano la cura de fuoi veltimenti ; & cofe di lino;
perfone dellequali fi fidi; perche in loro fi peflo-
no poner cofe, che fanno notabil danno ; Et per
tutto ciò che fiè detto giona'a tener feriitori fe-
eleli, che fiano tali, che fe ne polli cpr st
: i e cha
gio: 535" af sr °° 11.
che fiano ben nati,a' qiiali il Signore faccia mole
ti beneficij, & doni. Etfopra tutto ha da pro-
curare, cheil Medico , che liatità carico della fua
falute fia letterato, &cefpetto ; difcretro ; & di
buon giudicio ; &chefia ricco,& ben nato; pet-
che eflendo di quiefta màniéta; non hatirà cofà,
che non fe li corivienga ; poi che nelle fue mani
ifta fa vita, & li falute del Signore.
Fl fine della Prima parto
Logo
DELETE °GOSE:
CHE VENGONO
portate dall’Indie Occidentali
pertinenti all'vfo della
MEDICINA.
Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotò
Monarp:s, Medico in Siuiglia,
PARTE SECONDA.
Nonamente recata dalla Spagnola nella noftra
lingua Italiana .
Con vn libro appreffo dell’ifteffo Auttore, che tratta del-
la Neve, & del beuer trefco con lei.
Aggiunriui doi Indici; ‘vno de’ (api principal: ; l'altro delle cofe
pis vilenanti, che fe ritrouano in tutta l'opera,
di Gio
1810
A pi MOLTO. MAG,
ET EGCELL:. MEDICO
ÎL S. LEANDRO ZAROTTO; .
mio Signor offeruiandif
x Tar Ta) È T Ta) Mag” e)
E 9 RE Ecce S. va10 offertam.
ey (4 L’ obligosche io terigoà
A wa i V. Sie" è coft gran
PEN W fel) desche 70% mi trovans
ASINI do baftante à ì pagarlo,
€ now ivolerido parere ingrato s ho deli:
bérato di farlo palefe ad ogiiiunosatcioche
fi fappiaschefein altro modi non poffoscvo
3 glio almenò col confeffare il imiò debito
è è darle
darle qualche fa feeno del erato: animo miò.
Hora hauèdoio dato tn luce la prima parte
della historia delle cofe M edicinali, che ch:
vegono condotte dal Mondo nouo,compo
Sta dal D: Nicolo Monardes Medico di
Siiglia;c> efendomi fopragivnta la feco-
da, copoffà pure dall ‘iffeffo eAuttore fatta
tradurre atchor: ‘quefta dalla Spa grmola
nella lingua Italiana; ho prefo partito di
indrizzarla è è lei per ‘far conofcere ad ogni
uno i molti meriti,che ella ha con meco;
perche fapendo ro, quanto ella fi diletti del
la» cognizione de Semplici medicamenti ;
ff icurosthequeffa bifforia (nella quale
= fono defcritte ‘tante cofe piene d' nfimte
“virtà mat piu non conofcrate da noi, le-
quaîs hora ci fon portate da paefî cofî lon-
tant) novde debba effere ingrata. Perche
effendo Plate @ferimentate con molte pro-
ue-cofi nel Mondo nono; donde elle Den
N come 1a S pagna. dose f6 = 720 ana i
diuerfe infermità alleguali parewa.,-che
ogni altro rimedio de gli vfati fin hora da
moi fuffe. fearfosforfe. ella nelle occafioni.,
che lecverrano cuorrà walerfene è profitto
di quelli, che nelle fue mani ricomandano
la lor falutescome fu'adoprato anco il Le-
guo Sdtosla ((binaset la Zarzapariglia da
quelli che primi feppero della lor virtù co
molto honore,t» vil loro; coft nel Mal
Francefe, che all'hora era fenza rimedio ;
come ini molte altre infirmità differata
quafi dicura. Et cérto s'alcuno ci ha, che
fia atto ad hauere fopra di quefto quelle cò
fiderationi,che fi couegono a V.S.cio prom
3 cipalnitte appartiene; percioch' effendo ella
— ormata dibelle lettere Greche, eg Latine
et imuecchiata nell'effercitio del medicare
con tanta fiua laude prima in Padowa, poi
sn (apo d'Iffria fua patria, doué ella nac-
que di nobil fangue,et finalmite tn quefta
| cura, vero (Plendore dell’ honor d' Italia;
Me Ta ai.
fenza' dibbio dal fio giudicio se dalla
fra efperienza, quello de gh altri dipen
derà > Et perche: iffeme con la detta
Hifloria va congiunto eun trattatò dell’'-
iffeffoAnttore intorno illa Neues 659 al»
bener frefio com let: ho voluto mandarlò
fuori amcho infieme fotto ilfuò nome;
che tofî piacesole vfanza fia da lei fin.
rita, 27 dife ifefa i La prego adungué è gra-
dire queffomio piccolo prefenteset fia ficu
vasche banendonti ella cor la fara diligente
èura: vitornato, quaf da morte è Vita; fe
benionel fersirla basie(fî occafione di far
molto peò lei; nonni parrebbe mai di far
tanto sche nov fuffe manco di nati chi
vole, fono: debitore A
i)
- Data i In Venetia à 5 Decemb. IST4i
DI Pad — È
“nre «Affettionatif. ferwitore | ©
+ Giordano Zilettts.
wi to C Ts) %
SECONDA» PARTE
tipe FO PIE:
T PI Tabaco cr delle fue uirti, (ap. I. ch.3.
[DDA SAfafras & fue irtà,* Capi. chii4;
al Yi
| Del Carlo Santo. - Cap.3.ch.32,
De Paternoftri di S.Helena, —. © (p.4.ch.58,
Dell* Herba Guacatan. Cap. 5: ch.61°
Déell’Orzada. Cap.6.ch.63,
D'alcune berbe di gra rid. sà (Ap-7.h.65»
Libro fecondo. |
Del Sangue di Drago, Cap.1. ch.85.
Dell’ Armadillo. Cap. 2.ch.90.
Delle Pietre de' (Gimani. ‘Cap. 3.ch.91..
Delle Pietre de Tiburoni, (4p.4. ch.93»
| Della Trementina,ci Caragna di Carthagenia .
ap, s. «i ch.94.
Del fior del Mechioachan. Cap. 6. ch.95*
Del fintto del Balfamo. © Cap. 7. ch.97.
| Della Trementinad Abete». Cap. 8. ch.99.
Del Pepelungo. Cap.9.ch.101
— Del rimedio al focodella facccia. (ap,10.ch.102,
Delle radici contra ueneno. Cap.2.ch.130.
Delle caftagne purgatineo. Cap.12,ch.104.
| Della Zarzaparigla di Guaiaquil, C.13.ch.105.
— Dell’arboro contra il Fluffo. - Cap.14-ch.3.
Dell'ambragrifoi. —“— «=@— Cap.rs.ch.113.
Tubo della Neue.i
| Della neceffità del beuere : (dell'acdua; s&del be-
uer frefco. i cap.1.ch.128.
Della fredura dell’ acqua. > cap.a.chi1 33
e 460 maniere da rifrefcare. cap. 3.ch.13 6.
Del rifrefcar conla Neue. cap. 4.ch.141,
De glieAuttori, che hanno approwato il rifrefcar
con Nene. cap. s.ch. 146,
Del modo che fi ba da ufar la Neue , & da cui
‘cap.6. . ch. 151
De imodi,che fi'ufano à rifrefcar.con Neue a quefti
np deli ha n cap.7.ch.15 5.
Mita nt
DAAMSL:E: COS E,
“CHE SI PORTANO‘
|. DALLE INDIE OCCIDENTALI
‘© Pertinenti all'vfo della Medicina; Ì
RACCOLTE, ET TRATTATE
dal Dottor Nrcorò MonarRDES
Medico di Siuiglia.
PARTE SECONDA.
«Alla Macftà del Re (atholico :
È Cc È KR, SU.
73 E’ giorni paffati io fcriffi vn
ASTA > A ftato tenuto in quella ftima,
———_ °_°’ chemeritanolecofe,che inlui
fi fono trattate.Vednto adunqueil beneficio,che
ha fatto, &quanti fi hanno liberato , & fanato
co’ fuoi remedij; deliberai di proceder piu oltre,
‘& di fcriner di quelle cofe, lequiali dapoi, che io
feriffi erano venute da quelle parti . Dallequali
ai 40
î
Il
SI
gono dalle V. Indie Occiden-
tali, lequali ferueno all'vfo
ra
Libro di tutte le cofe, chevene |
della Medicina ; ilqual certo è
EA
® SURI
porte ehione, che non mé ai
LE: i prenderà, che dalle rciò
che qui fi vedran cofe none, & PSE eda
ranno merawiolia, mai fino al di d' mir non vee
duri, ne faputi, Et poi che le cofe, onde noi trat-
tiamo,&ci Regni, & le parti, onde elle vengono
fono di V,M.& quegli, che ne fcrine è è parimente ,
{uo vafalio; fupplico V.M, che le ricena, & fauo-
tifca, &le Luci grate.nel modo ,.ch’ella {uo
fare b altre opere a V. M, dida;
ii E
| DelTabaco, cale e grandivirtà. —.3
x o] \
2/4
€]
a \
Velta herba, chel communemente fi cain.
Tabaco, è è herba molto antica, & conofciuta
ppi Sl 2 tra...
i Fai dl Rao Si ga 10 SG:
tra gli Indiani, & piu tra quelli della noua Spas
gna; perche dapoi l’acquifto di quei Regni farro
‘da’ nottri Spagnoli, efli auertiti da gli Indiani, fi
valfero di lei nelle ferite, che nella guerra riceue= .
uano,curadofi con lei con gri beneficio di tutti,
Pochihanni ha, che da quella parte è ftata por-
tata in Spagna piu per adornarne giardini, & hor
| ti, accioche con la fua bellezza faceffè grata we=
duta,che per penfare ch’ella portaffè feco le me-
_ rauigliofe virtà Medicinali, che ella tiene. Al pre
fepte noi l’vfiamo piu per lé fue virtù, che per la
Tua bellezza; perche cetto fono tali, cheinduco=
noa merauiglia . Il fuo nome proprio tra gliln-. |
‘diani fiè, Picielt; che quel di Tabaco è polticcio |
‘ denoftri Spagnoli, per vna Ifola, doue fè neri. |
| trouajngrandiflima quantità, chiamata di que-.
. ftonomeFabaco. Viue, &nafcein molte parti
— delleIndic;& ordinariamente neluochi humidi,
&ombrofi . Bifogna,chela terra, « doue fi ha da
|. feminare fia ben coltivata, & fia terra libera.
— Seminafli d'ognité ne luoghi caldi; & d'ogni
tempo nafce. Ne' freddi fi-dee feminare il Mele
_— dli Marzo, accioche fi difenda dal ghiaccio. —
+. BPqu vn’herba, che crefce & viene a mol-
-. tagrandezza; &fpeflè volte a maggiore dì vr
«Limone, Produce vn fafto dalla radice, il quale
—_ afcende dritto fenza piegarfi ad alcuna parte.
__. Produce molti germogli dritti; che quafi fi ag
L guagliano col fufto rincipale. Le fue "1a
— no quafi come quelle del Cedro fallate, che
DEL TABACO, ET DELIS SVE VIRTV.. f°
filncomrano ‘ Vengono a molta grandezza, &,
fpecialmente le bafic, lequali fono maggiori,che
quelle della Rombice. Sono di và color verde,
efcuro ; & di quefto colore è tutta.la Pianta:
E pelofa la pianta, & anchele fue foglie. Pofti.
allemut es le vefte come i Cedri, & Aranziz.
ne urto l’anno fta verde; & mantiene le fo?
y& fe alcunefi feccano; fono quelle da ballo.
Sala cima di entta la pianta produce il fiore, il-
quale è amodo di Campanella bianca, & nel
mezzo incarnata; che ha molta gratia . Quando.
fi fecca pare Papaueri negri: In lui fta chiufo il
feme,; ilquale è foriimamente minuto, di colore
Leonatoofcuro. Ha la radice grofla conforme
alla 7 della pianta con molte radicette;
che efcono . E' lienofa; & aperta,ha il
core pori alla mianiora del colote.del Zaffra-
10; &guftata; tiene algiranto di ‘amaro è Si lena
da lei facilmente la fcorza . Non fappiamo; ché
‘ella radi radicefia virtù alcuna: Delle foglie fole fap=
Pia; iamo la virtù, che diremo; beriche io Eat
2 adice babbia fofficietiti. virtù Medicinali, les
| tempo difcoprirà: Tuttauia alc VE
-
mato
feruano le foglie eoesscall'ombia; perli effetti;
che diremo; & fe ne fa poluere, per vfarla in luos
.g0.delle foglie ; sad non fi trowa quefta
pianta, Hr della poluere in Inogo fuo; perche
non fene trowa.in ‘ogni parte . L’vna ssfete altra fi
è gi con
ch’ella habbia la virtù del Riobatbaroj +*
she efperimentata fin'hora: Si copis = *
enna
ni
@ bas R:0;°1 ;
conferita per molto tempo fenza .corromperfis
La fua compieflione è calda , & feccain fecondo
grado.Ha virrù di fcaldafe,rifoluere con qualche.
aftringentia,& conforto. Confolida, & fcalda le.
| feritefrefche,& le cura (come dicono) perla pri
ma interitione.Le piaghe fpotche netta, & mon-
difica, & riduce a perfetta fanità ; come diremo
particolarmente di ogni cofa piu innanzi. Et fi-
milmente diremo delfe virtù di queft'herba, &
delle cofe ; allequiali ella gioua di vna in vnain
particolare» | i vin:
Haqueftherba Tabaco particolare virtù di
fanare i dolori della refta,fpecialmente proceden
do da cagion fredda ; & fitnilmente cura laCe-
phialei,quando procede da humor freddo,ò vie-
| neda cagione ventofa . Si deono porre le foglie
calde fopra il dolore; & moltiplicaridole Ie fiate,
- che farà di meftieri, fin che'l dolors’'acquieti. AL
cuni levngono cor oglio di fiori d’Aranzi, &
fanno molto buona opra +
— Quando per Catarro;ò per l’aere , 0 per altra
| <agionfredda, fi incorda il collo, poftele foglie i
‘calde nel dolore, è fullo incordamierito ; lo lena;
‘& rifolue, & reftano:liberi dal riale. L’ifteffo fa
‘in qualunque dolore; che fia nel corpo, & in
qualunque fua parte ; perche effendo da cagion
fredda, & applicandola,come fi è detto, lo toglie
via; & rifolue non fenza gratideammiratione.»
S Nelle paflioni del Petto fa quett’ GR o e
‘tmigliofa opra,fpecialmente in quelli; chegetrano:
DEL TABACO,ET: (DELLE: SVE VIRTV. #
Xiarcia, &pitredine per la bocca; & ne gli Af
- imatici,, &altrimali antichi. Ficendoli decotio-
| hedell hetba, &ridotti conZuccheto iti firopo;
& tolto iti poca quantità,fa vfcirla itiarcia; &la
utredinie del Perto merziioliofamente . Eri pres
1 ncilfiritio j pet la bocca; Ret la inatcia ia del
petto alli Afmatici. 7
‘(Nel dolore dello Stofnacò nato a cagione
freddi;ò ventola; pofteiti le foglie molto calde, lo
lewna; & rifoliie;-rornando 4 ritnetterle; fini che
egli cella: Etfi dee notare,che le foglie fi (calda»
| nomeglio; che in altto inodo tra là ceriete ; òi
cenerazzo molto caldo, inettendole dentro , &
ivi fcaldandole molto bebe; & fe fi poneranno
‘incenerite faranho inigliore; & piu vigotofa la
perio: ia
- Nelle oppilationi dello Stoin aco, & della Mil
za prificipalinente è grande rimedio qitefta her=
i Da: perche ella le dista; è confniria: Et quefto
ifteflo fa in quialingie altra oppilatione; ò du-
tezza,che fia nel ventre;efiendo la cagioneò hu>
mor freddo,ò ventofità. Si dee prendere l herba
mi peftarla ; & con lei cofi pefta fregarela
ervn buon pezzo ; & al tempo del pe
pri fi infonde qualche goccia di aceto, |
Pot pen faccia meglio la fua operatione . Et de Do
sn il liogo ; fiinerte fopra vna foglia, è
mn Tabaco calde; & fi lafcia ftare
soli io al dì feguenite 3 nel quale fi fail medefi-
pe in luogo dle foglia pone fopra vn pan-
è * no
vs. Dolci Mat sia
no di lino bagnato nel fuo fucco caldo. ;
—_— Alcuni dapoi l'hauer fregato colla herba coff
pefta, vngono con Vhguenti appropriati a mali
fimili; & fopra vi pongono le foglie ; dè fucco del
Tabaco; & certo con quefta cura fi hanno difop-
pilato grandi, & dure oppilationi, & disfatte
antiche enfiature. SE ZIARO
Nel dolore del Fianco fa quefta hetba grandi
effetti, pofte le foglie tta la cenere, ò cenerazzo
caldo; tanto che fi fcaldino bene; & poi melle
fopra il dolore,ritornandowele quante volte farà
bifogno. Sarà bene nelle deco tioni, che fi haura»
| no affare perli Criftieri, mettere in loro infieme
con l'altre cofe, le foglie di queft'herba, lequali
giouaranno molto,& fimilmente per le Fomen-
tationi,& Empiaftri,che fi faranno . cata
| Ne dolori ventofi fa il medefimo effetto; le-
mando ildolore;.che nafce dalla ventofità ; col-
| Fapplicarele foglie nelPiftefo modo, che è fato —
| detto,che fi hanno da poner nel dolore del Fian-
co,cioè ; più calde,che pofano eflete; ... |
. Nelle paffioni delle donne, che:chiatmiano mal
di Matrice, ponendoni vna foglia di queft'herba
Tabaco ben calda nella maniera , che fi.è detto,
fa manifefto beneficio; & fi dee ponere full'Om-=
belico,& di fotto di lui. Alcuni pongono pri
— macofe dibuono odore full’Ombelico , & vi fe»
proporgine poi la foglia. Quello, douein cora
‘pafhone fi troua manifelto beneficio fi è,ilmetter
È Tacamahaca , ò l’oglio del Lande
DEL TABACCO, ET DELLE SVE VIRTV. 9
il Balfamo; & la Caragna; perche ogniuna di
quefte cofe pofte full'Ombelico, & date di conti
nuo; è di tutteloro fattone vna miftura; fa nelle
paffioni della Matrice manifeto beneficio
= Inwvna.cofa celebrano quelt'herba lè dofine;
che habitano nelleIndie, cioè; nelle tepletioni de
fanciulli,& fimilmente de’ grandi;perche vigen=
«dofi prima il Ventre cò oglio di Lucerna, ponen-
doalcune foglie; che fiano ftate nella cenere cal
‘da,foprà ilVentre; & alcune altre fopra gli ho+
ineri; lena la cridità, & fa farebuona digeftione; .
ponendole le fiare ; che fanno bifogno., Se le fo+
glie faranao inéencrate farà meglio. ;13
. Ne-Vermi del.corpo di tutte lè generationi;
che fiano, ò tondi ; ò larghi ha virnà di veciderli;
| &ctacciarli fuori merauigliofamente ; facendone
decotione dell’herba ; & poi firopo con Zucche»
ro; &datò in molto pocaquanrità; & pofto il
fucco di lei full'Ombelico + Dapoi fatto. queftòo
egli è meftieri farli vn Criftiero, che gli ewacwi; &
cacci fuori delle budella. i
Ne doloridellegiunture,eléndo' da cagion fred
da,fannole foglie di quefto Tabaco merauigliofa
| ®peratione;pofte calde fopra'il dolore. Il medefi-
imofailfucco pofto in vn pannicello di lino ca
do; perche rifolue l'humore,& lena il dolore «Se
da cagione fulfe calda ; farebbe danno ; eccetto
quando,eflendo l’humore caldo, fufle ftaro rifol-
«to il fottile,& reftalIè il groffo;che in quefto cafo
i gioua, non altrimenti, che fe fulle la condi
iz
tò vrriv svi tre Roo cata giu
da. Erfi dee fapere, come pofte lefoglie done fi
fenta Posen dna cagione detta (fia in qual pars
. tedel corpofi voglia) giouano molto; st
Nelle efifiàtute; d appoftemefredde, le nfol-
ue; & disfa; lainandole col fico caldo, & ponen-
doni = ee l'hetba pefta ; dle foglie del medefi=
* si
7
| & portandoli beti éopetti. Quefto fa con grande
____Ne Veneni,& ferite anelenate;è di graride ec-
‘cellenza il noftrò Tabaco ; ilche da poco tempo
Amqua fi ha faputo ifì quefte parti; Petche igliIn-
-diani Caribi ; iquali ‘mangiano carne himana,
tirano Je lorò faerte bagnate con vna herba j ò
«compofitionefattà di molti veneni,contra tutte
«quellc cofe; che vogliono vecidere; & è cofî tri-
"fto, & tanto perniciofo quefto veneno , cheam-
«mazza fenza alcun rimedio, & i feriti muoiono’
«con grandidolori ; &. accidenti rabbiofi ; fenza:
«fi trouaro
DEL TABACO,ET DELLE: SVA VIRTV. Ti
trouarrimedio 3'cofi gran male. Pet alquanti:
anni vfarono.in quella parte a poner nelle ferité
del Solimato, & he guaritiano alcuni ; & tetto. .
cheinqueiluoghi fi ha patito molto di quefto»
danno. Non è molto tempo 5 che indafidoalcne
| miCaribirielle loroCinoe4-S.Giovanni di Pot
| toricco pet facttatelridiani; è Spagnoli, fe li tro:
| maffero; giuinfero ad vno alloggiamento; &ama |
‘mazzarono alcuni Indiani;& Spagnoli, & nefe.
rirono molti; & tion ttotiafidofi pet'forte l’hofte!
Solimaro per guarirli; Si deliberò di adoperariî
il fucco del Tabaco,& foptà di lui l'ifteffa herba
peltata;& piacque a Dio;che ponéndolo nelle fe-
| rite,fi mitigaffero i dolori, lerabbie; & gliacci®
denti;co° quali moriitano, Et di ral mafiiera fi lis
berarono diogni cofa; che leuata la forza al ves
neno;gli fi faldorono le piaghie; ilche pofeatuttì
merauiglia | Quefto faputo da quielli dell'Ifola,al
prefente fe rie vagliono nelle ferite; che ticenòno
combattendo co Caribi; &non li temono piu,
ca chehanno tiouato cofi gran rimedio in co+
a tanto difperatà. Rshol 109
|, Hafimilmente virtù queft'herba contra Het
_ badeBalleftreri, laqualé vfano i rioftri catciaro=
| Hpervcciderlefiere,laquale è venenio porentifi
mo;che ammazza feriza rimedio «Il che volendo
| werificafefua Maeftà,comandò , che fe nefacelle |
la efperienza;& ferirono vn cagnoletto nella gol
_ la,&fùbitoli pofero nella ferita l'herba de Balle
freri,&india%n poco li poferonella iftefla fe
rita
t* E°, v'nIiV sE: i Ro tr: ci AV .£3 né
rita (che già haueuano vnto collherbade Ballesr
ftreri) bitona quantità del fiicco del Fabaco; &&
“, dell'ifteffa herba pefta: fopra ; &lo legarono; &,
catnpò il Cane:non-fenza grande merauiglia di,
’vno che. lotvide; Onde! l’Eccellentiflimo.
Medico della canîera difua:Maeftà;il'Dortor Ber.
nardò;dice; Io feci quefta efperienza per coman-
dametfito di fua Maeftì.. to ferrì il Cane con vm:
coltellifio coll'herba; & dapoi pofi ancho molta:
herba ide Balle&treri mella ferita, &la herba era
{cielta ;.& il Canefu vinto dall’herba; ma -reftò:
dapoi' moltofindi cis TI
- Ne Carboni venenofi pofto il Tabaco nella:
| forma;&manieta detra; eftingue la malitia def
| weneno,& fa quello; che farebbe vn Cauterio; &
| ognîaltta òpradi Chirirgia, chef richiede pet
|. fanarli. Il medefimo!fa nelle punture, & morfi dè
| Anirmalì venciiofi; perche vecide & eftingue la:
| mmalitia del venemo; & lefana i 000)
._Nelleferite frefche;come coltellate;colpi,ftoo
> ate;&qualunquealtra ferita; fa il-moftro Taba:
co merauigliofi effetti;perchele cura,& fana cé3
folidandole, pet la prima intentione. Bifogna la-
uarla ferita con vino, & procrirare di vnigere lé
fiielabbra, lenido-ciò;che fi vederà fuperfluo; 8
| fubito ponerifiil facco di queft'herba,&di fopra |
l'iftefla herba pefta;.& ben legaro;fe ne ftarà fino
al giorno feguente,che fi tornarà a medicare nels
la ifteffà maniera. Fertà buon’ordine nel mans ©
giare; vfando la dieta neceflaria, &.fe Gas mes
DEL TABACO,EY DELLE! SVE VIRTV. 135
ftieri alcune edacuationi, effendo il cafò grande,»
{i facciano; come fi conuiene. Con quelto ordine
- firifanarà fenza effer bifognò d'altra Chirurgia, 5
| chequelt'herba, Qui in quefti confini;& inque».
fa città; cagliandofi, è ferendofi alcuno;n6 fa rit,
correre fe né al Tabaco;come a rimedio preftan:.
— tiffimo,che fa opre merauigliofe, fenza che cifia,
ameftieri d’alcun'altra Chirurgia;fuor Chedi que.
. fkaherba.Nel riftagnareil Flullo delfangue delle;
ferire, faopra merauigliofa .:; perche il. fueco PEA
Lherba peita baffa a riftagnare qualunque Flulfo,
« di'fanguefifia. . : iù:
| © Nelle piaghe vecchie è cofa merauigliofa le
| operationi,& effetti grandi, che fa quefta herbaz.
—perchelecura, & fana merauigliofamente, net-
— tandole; mondificandole d'ogni fuperfluità, &
| putredine, chehanno, &generandole carne; &
| riducendole.a perfetta fanità. Il che hoggimai è
tanto comunein quefta città, che tutti lo fanno;
&zio l'ho adopratain molta gente cofi huomini,
‘ comedonnc; & ne è gran numero di quelli, chè
| didieci,&venti anni fi fono fanati di piaghe pu
.tride antiche nelle gambe, &altre parti delcor
po con quefto folo rimedio, con gran merauiglia
| dlitutti, L'ordine, chefi tiene per curar con ques |
Be nina le piaghe vecchie putride, benche fiano
incancherite , è quetto ; Si hi l’infermo col
configlio del Medico, 8titalal,fe ri
| &fubito prendadi quell'herba,&la pefti., & ne
sani ilfacco, &lo ponga nella piaga, laquale {e
sia ne
14 CERI SB 004 Po: ita
ne empiaftri bene ;:& fubito a modo di Empi4»!
ftro fi ponga fopral’herba pelta , &queftò faccia .
è vna volta al giorno ; mangiando buoni cibi, &
non eccedendo nel far difordiniin tutto quello,
| chefic6uiene a buon’ordine, & buon gouerno;
perche in altra maniera non li giouarà ; Facendo
quefto li nettarà la piaga d'ogni carne cattiua, pu
trida,&fuperflua fina,che refti la carne fana. Ne:
fitema punto, che fi faccia la piaga molto gran-
de ; perche mangia folo il cattiuo fin'al buono.
Con la medefima cura ponendoui minor quan-
| titàdi fucco,la incarnarà, & ridurrà a perfetta fa-
nità. Di modo; che fa tutte le operationi di Chi-
rurgia,che tutte le Medicine del Mondo poffono.
fare;fenza eller bifogno d’alrro medicamento .
3 Quefta operatione di curar piaghe vecchie,
che fail Tabaco con tanta metauiglia', non fola+
mente lo fa né gli hiuomini, ma negli animali
brutti; perche in tutte leparti dell'India, doue
fiano Arméti; cofi perle ferite; come per legraf-
. fiature,chefi fanno nel':monte;& peraltre cagio
miimpiagandofi;effi; & effendo la terra calda,&
humida in eftremità,molro facilmente fi gli pu-
trefanno le piaghe, & vengono molto prefto ad
incancherirfi; & perquefta cagione fe ne muoio»
no molti Armenti.Perrimediara quefto,& a ver
ini, che gli fi generano nella carne,foleuano met-
tere nelle piaghe del Solimato; perche in quefto
rimedio trouauano più beneficio , che i a ese
altro,che haueffero vfato . Et percheil. bre .
bb
A
d
PEL TABACO, EY DELLE SYE VIRTV. Ti
xal molto1n quelle parti; molte fiate valeva piu
il Solimato, cheficonfumana; chei capi d’ani+
— mali, cheficonfernanano . + Per quefta cagione è
- hauendo trouato nel Tabaco tanta virtà per cu»:
| rarle piaghe noue,&putride;deliberarono diva»
— lerfidelTabaco nella curà deglianimali cofijco».
— mehanerìfitto nella cura, &rimedio de glihuo-:
mini; ponédoliilfucco del Tabaco nelle iaghe,
Gclanandole con lui; & ponendoni Sopra her N
pefta.Et è di tanta efticacia, &virrùsche vecidei .
«vermi, netta la piaga,mangiando la carne catti»
nas& genera carne,fin che fi fana, comenelle al-
tre,che habbiamo detto, l’ifteflo fa nelle percof=
fe deglianimali.da carico; perche poftoui il fuc=
__ cos&l'herbapefta del Tabaco (come fiè detro) ©
benche fitfero incancherite; le netta; incarna, &
cura,&fana, Similmente la portano gli Indiani!
fatta in poluere,quado vinoin viaggio, per que-
fto effet10; perche fa l’ifteffo beneficio, chel firc-
- co:lo vidi vn'hnomo; che haneua aleune piaghe
- antiche nelle Narici, dédevfciuva molta marcia,
&candavano corsodendo fempre piuj &lo con-
figliai, che tiraffe fu per le narici ibfucco del Tas
baco; ilquale lo fece; &alla feconda ‘volta gettò
- piu di venti vermi piccoliffimi , & dapoialcuni
. altripochi,finchenereftò fenza niuno ; &vfan-
| Aolocofiperqualche giorno,guarri delle piaghe;
che hauena di dentro del Nafo ; benche non ri-
facefle quello che fi gli era mangiato, & ca.luto;
- & fe piutardaua credo, che PI bia
tia; nafo
| acaderele pagliole; & croftebianthe,che hauea
Aula tefta;& di tal maniera le fi nerrò, & fano la
tefta,col far ciò per qualche giorno ( benche più
piaceuolmente) che fi fanò della Tegna; è Vola»
tiche molto bene; fenza (apere quello che effe
1 faceflero. et sgh x cul
Vna delle meraniglie di queft'herba; & cheap
porta piu di ftupone fiè pil modo, col quale la
| vfananoi Sacerdoti de gli Indiani, ilqualeera ta-.
le;Quando tra gli Indiani occorrena negocio di
qualche importitiasondei Caciqui, ò princip
n ati È
(DOP
DEL TABACO, ET DELL® SVE VIRTV, I7
del popolo havieffero neceffità di configliare co”
lor Sacerdoti di coral negocio ; andauano al Sa-
cerdote, & li proponeuano la cofa. Il Sacerdote
{ubito, alla loro prefentia, prendeua alcune fo-
+ glie del Tabaco, & le poneua fopra la lucerna, &
riceuena il loro fumo nella bocca, & nel nafo,per
vna cannella ; & come l'hiauea prefo, cadena in
; terra a guifa di morto,& ftaua così fecodo la qui-
-tità del fumo, che hanea ricenuto ; & quando
«Fherba hauea fatto la fua operatione, riueniua in
- fe; & daua loro le rifpofte, fecon.lo i fantafmi, &
illufioni, che egli vedeua, mentre che dimoraua
a quel modo; &leinterpretaua come li parena,
io come il Demonio lo configliaua; dando di cò-
-tinuo le rifpofte dubbiofe, & di tal maniera, che
- qualiique cofa che accadefle, potetano dire, che
«quello era, che effi hauean detto, & la rifpofta,
che haueuano dato. Similmente gli altri India-
F.;jmi pe loro paffatempo prendenano il fumo del
| Tabaco, per inebbriarfi con lui, & per vedere
quelli fancafmi, & cole, che fi gli rapprefentaua-
no; dallequali riceucan piacere. Etaltre volte
lo prédeuano per faperiloro negocij; &fuccelli;
perche fecondo quello , che gli fi apprefentaua
mentre che erano ebbri di lui; così giudicauano
.
; efli de loto negocij. Er perche il Demonio Cin-
profeta conofcele vir:ù dell’herbe, infegnò
oro la virrù di quelta, accio che mediantelei,gli
-venilfero quelle imaginationi, & fantafmi, che
glifi rapprefentauano; & con tal mezzo li in-
i e. bi gan-
i, DS Br TEVE IR TO: 00 S247 430
gannaua . Che ci fiano herbe, lequali habbiano
fimil virtù, è cofa commune ne libri de Medici.
* Diofcoride dice, che vna Dramma della radice
* del Solatro furiofo, prefa in vino, prouoca gran-
demente il fonno, & fà, che colui, che la prende
fi infogni cofe varie, &gli fi rapptefentino fan-
‘tafmi, & imaginationi parte terribili, & fpauen-
" tofe; parte piaceuoli, & dilettenoli. Dell’ Anfo
‘fi dice, che mangiato all’hora del dormire, indu-
‘ ce fogni graciofi,& molto piacenoli; & che il Ra
uano li fa grani,& molto molefti; & cofi di mol-
“te altre berbe, the farebbe cofa lunga il nartar
‘cio, che di quefto fatto feriffero gli antichi. Die-
‘ go Garziadi Guerta nel libro , che fcriffe de gli
“Aromati delle Indie Orientali, dice, che in quel-
le partiè vn’ herba, che chiamano Bague, laqua-
‘le mefcolata con cofè odorifere, fi fa di lei vna
Confettione di buon odore,& gufto ; & che qua-
| do gliIndianidi quelle parti vogliono vfcir di
fe teli, & veder cofe, & vifioni, che diano loro
“piacere, prédono vna certa quatità di auefta C6-
fettione;& prendendolà reftano privi di ogni fen
timento ; & mentre dura la virtù del medicamé-
to, fentono molta contentezza, & vergono co-
fe, dallequali ricenono piacere, & fi allegrano
con loro. Et chevn gran Soldan Signore di mol
ti Regni diffe a Martin Alfonfo di Soffa, che'fu
Vice Ré nell’India;che quando voleua veder Re-
‘gni, Città, & altre cofe, delle quali hauena/piacé-
Te, toglicua il Bague fatto in certa da “i
= & che
| DEL TABATCO, ET DELLE SVE VIRTV, 49
& che con quefto ricenena piacerè, & contentez»
za. L’vfo di quefta Confettione è molto:comu-
ne, & è molto vfara da gli Indiani di quelle par
ti, & la vendono publicaméte per quefto effetto;
°° Vfano gli Indiani delle noftre Indie Occiden
rali il Tabaco perriftorarfi della tanchezza; &
er prender alleniamento della fatica ; perche
nelle loro fefte, o balli fi ftancano ,; &affaticano
tanto, che reftano fenza porerfi mouere;.& per
poter affaticarfi il giorno fegnente, &rornarà
hr quell’ecceffiuo effercitio, prendono per lo nà
fo, &perlabocca il fumo del Tabaco, & rettaro
come morti; & ftando così, di tal maniera fi rin-
francano, che quando ritornano in fe fteffi, relta-
no così franchi, che poflono tornarà trauàglia-
realtrettanto, Et cosìfanno fempre, che effi ne
hanno meftieri ; perche con quel fonno ricupt»
rano le forze, &firiftorano molto. vob
| I Negri chefono andati da quefte parti alle
- Indie, han prefoil medefimo modo, & vfo.del
Tabaco, che hanno gli Indiani; perche quando
fi vescono ftanchi, lo prendono perle narici, &
perla bocca; & auien loro il medefimo, chea gli
Indiani, ftando tre, & quattro hore tramottiti,
Et reftano leggieri & franchi per poterfi affaricar
di nono; & fanno quefto con tanta contentezza,
che benche non fiano ftanchi,- lafciano di ferui-
re, per farlo. Etè venuta la cofaa tanto; chei
loroPadronili caftigano per quefto,& abbrufcia
_ moloroilTabaco, accio che non l’vfino; & cfli
Se Wa {ene 2
4
20 ai; 8:2.10.. i
fe ne vanno nelle cauerne, & luoghi occulti, per
farlo ; perche non potendofi inebbriar con vino.
(che non he hanno) cercano di inebbriarfi col fu-
mo del Tabaco. lo liho vedutiquia farlo, &
auenir loro quello, che fiè detto. Dicono che
quando efcono di quello ftordimento, o fonno;
fi tronano molto riftorati; & che vorrebbono
effer rimafti a quel modo, poi che da ciò non ri-
ceuono danno.
Chequefti Barbari vfino cofe fimili per lenarfi
la ftanchezza, non folo fi vede nelle noftre Indie
Occidentali; ma fi vfa anchora, & è cofa molto
comune nelle Indie Orientali . Et fimilméte nel-
l'India di Portogallo per quefto effetto cofì five.
del'Opio nelle botteghe ; come quì vn condito;
ilquale vfano gli Indiani perriftorarfi della ftan-
chezza, che prendono, & per allegrarfi , & non
fentir dolore di qualunque cofa trauagliofa di
corpo s o di fpirito, che polla loro anenire; & la
| chiamano là tra loro Aphion. Di quefto Aphion
vfanoi Turchi per quefto effetto. I foldati, &
| Capitani, chevannoalla guerra , quando fono
‘molto ftanchi, poi che fono allogiati, & fi pollo-
no ripofare, prendono l’Aphion, & con lui dor-
mono, & reftano riftorati della fatica. Altri più
principali prendono ìl Bagne, che ha miglior gu-
fto , & miglior odore; perche porta molta Am-
bra, & Mufchio, & Garofoli, & altre fpecie; che
certo è cola di merauiglia il vedere, ha quelle |
genti Barbare prendano corali Medicine & che.
Cee . lepren-
le prendano in fi gran quantità, & che non liam-
mazzino ; anzi le prendono per falute, & rime-
dio ne’ loro bifogni. Io vidi vn'Indiano di quel-
le parti, che in mia prefentia dimandò a vn bot-
teghiero vn quarto di Opio. Io lo interrogai,
perche lo richiedeua ; egli mi diffe, che lo pren-
«deua per riftorarfi, quando fi fentiva molto ftan-
‘co, & afflitto dalla fatica ; & che prendena lame
tà di quello, che togliena, (perche il botteghierò
| glie ne diede piudi vna ottaua per dine Reali ) &
“ehe con quello dormiua. tanto, che quando tor-
naua in fe, fitronaua molto riftoraro, & franco
da poterfi affaticare di novo. Io me ne marzui-
gliai, & paruemi cofa di burla, poi che cinque, o
{ei grani, (ilche € il piu,che poffiamo dare ad vno
infermo;per robufto,che egli fifia) &quefti mol- .
‘to ben preparati, fono cagione fpefle uolte di ac-
cidenti di morte . Molti anni dipoi effendo io
tà, venne vn'altro Indiano delle medefime Indie
Orientali, & dimandò allo Speciale; che li delle
- Aphion: ilquale non lo intefe. Io ricordando»
mi dell'altro Indiano, feci che moftrò all'India
nol'Opio;&nel moftrargliele, dille egli, che quel
lo dimandana; & necomprò vn'ottaua .. Io die
mandai all’Indiano perche fo volena ; & eglimi
diffe il medefimo, che l'altro Indiano: mi hauettà
- detto, cioè, che era per poter affaticarfi; &crifto»
tarli della fatica, che gli apporcauano li carichi}
& che haucua da aiutara fcaricar vna Naue, ona
b_; de vo-
nella bottega di vn'altro Speciale di quefta Cit-
MT
DEL TABACO, BT DELLE SVE VIRTV. 2I
29 try LD Livi ino
de volena prender la metà di quello innanzi, per
poter reggere alla fatica; & l'altra metà dapoi
paffata la fatica, pertiftorarfi. Allhora io diedi
fede al primo talia» di quello, che egli mi dif-
fe; &dapoilo ho creduto; hauendo. veduto, &
‘ letto, che in quelle parti è cofà molto comune
per fimili effetti. Ilche certo è.cofa degna di
grande confideratione ; poi che cinque grani di
Opio vecidano noi, & feflanta diano è [oro falu-
te, & riftoro,. .. vesgi
- Miano gliIndiani il.-Tabaco per eltinguer, &
non patir la fere; & fimilmente per fopportax
la fame; & poter pallar le giornate, fenza hauer
bifogno di mangiare,ne di benere.Quando han-
no-da paflar per qualche diferto,, o folitudine,
doue non habbiano da ntrouare acqua, o cibo;
fano alcune pallottole, che finno di quefto Ta-
vanno fiisgendo rutto il tépo, che caminano, dg
ag <a da ‘quello,
DEL TABACO, ET DELLE SVE VIRTV. 23
quello, che ne fuggono inghiottifcono; & a que-
fta maniera paffano, & caminano tre, & quattro
giorni fenza temerilmancamento del mangiare,
nè del bere; perche non fentono nè fame, né fe-
te,nè ftanchezza, che impedifca loro il caminare.
Tocredo che la cagione del poter. paflare a que-
fto modo fia, che cofi come vanno fuggendo di
continuo la pallottola, traggono del flegma alla
bocca, ilquale vanno inghiottendo, & mandan-
dolo allo ftomaco; & che quefto intertenga il ca-
- lor naturale, ilquale lo và confumando, & finu»
trifce di quello. Ilche vediamo, che interuiene
in molti animali, che per. molto tempo dell’In-
— uernoftanno chiufi, nelle concauità, & cauerne
della terta, $-quiui paffano fenza niuno cibo;
percheil calor naturale ha che confumare della
graflezza,cheacquiftorno nell'Eftare. L'Orfo an-
cho animal grande, e feroce ftà molto tempo del
Verno nella fua cana; & {Corre in lei fenza man»
iare, nè bere, fuggendofi folo le branche; ilche
A pet le cagioni dette. sa
+Quefto è in fommaquelio,cheio ho potuto rie
s08 iere di queft-herba così celebrata, chiamata
| Tabaco ;. che certo è herba di grande ftima, per Je
dra
molte virtù, cheella ha, (i come habbiamo detto,
Pio ff
Poe FSE Di
i i DU er 10
“" Dell’ Arboro, che portano dalla Florida,
pit chiamato Saffafras. Cav. IL.
Attra Florida, cheè terra ferma nelle no+
Di Indie Occidentali, pofta in venticinque
gradi, portano vn legno; & radice d vn'arbo-
to, chenafce in quelle parti di gran virtù, & di
grande eccellentia; percioche fi curano con Ini
graui, &diuerfe infirmità. E'treanni, cheio
Rebbi notitia di quefto arboro; perche vn Fran-
cele, cheera atoin quelle parti me ne moltrò
Yn pezzo, & midifle merauiglie delle fne vir
tù; & quante, & quanto varie infirmità fi cura:
uano conl’acqua, chefene faceua. Per allho-
ta io nonli diedi credenza ; perche in quefte co-
fe di piante, & herbe, chef portano di fuora
ingran parte fi parla affai; & fe ne sà poco; fe
‘nò è perhuomo, che ne habbia fatto cf erientia
Gost, & diligentia. Confiderai beni lf
boro, &lefue parti, &giudicailo quel che ho-
ra ho trouato, & veduto pet efperientia, Mi
diffe egli, cheiFrancefi, iqualierano ftati nel
la Florida al tempo, che giunfero in quelle par-
ti, fi erano infermatila mageior parte di varie,
‘& grani infirmità; & che gli Indiani infegnaro-
no loro queftoarboro, &ilmodo, comelo has
ucuano da vfare; & che così fecero, & fi rifana»
DS
rono di molti mali. Ilche certo apporta mera-
uiglia, che vn folo rimedio faceffè così meraui=
gliofi, & varij effetti. Dapoi che ne furno cac-
ciati i Francefi, cominciarono ad infermarfi è
tha Tani è ri
noftri
' DEL SASSAFRAS, "ET SYE VIRTV. 2$
noftri Spagnoli, comeiFrancefi hauean'fatto ;
& alcuni di loro, che erano rimafti; infegna-
rono a’ noftri Spagnoli; come efli fi hauewano
curato con l’acqua di quefto arboro ‘imeraii@
gliofo; &.il modo ; che hauean tenuto nell’u-
farlo”, moftrato loro da gli Indiani, i quali con
quefta fi curauano, quando erano infermi, dio-
gni lor male . Cominciarono i a Lia
a curarfi con l’acqua di quefto arboro, & fecein
loro così grandi merawiglie,che n6 fi. può dire;nè'
credere. Perche per li trifti cibi, & beneracque
crude, & dormiral fereno, vennero la maggior
partea cadere in alcune febbri continue; per le-
quali la maggiorparte di loro fi vennero ad op-
pilare,& dalle piimcna a gonfiare;& nel prin-
cipio del mal fubito perdenano l’apperito del
mangiare; & li fopraueninano altri accidenti, &
infirmità, che fogliono apportat fimili febbri;
otide n6 vedédo quiui rimedio da poter curarfi,
fecero comeli configliarono i Francefì ; facendo
quello, che effihauean fatto . Ilche era in que
fto modo ; Cauauano la radice di quefto arbo-
ro; & prendeuano vn pezzo di lei, come lor
parena , & ne faceuan rafadure, & le pone=
lano in acqua a defcrittione quanto vedenano
etfer bifogno, poco piu, 0 poco meno; & la
cuocenano tanto, quanto vedevano; che bafta-
u2a rimaner di buon colore. Così la beuena-
no la matrinaa digiuno , & tra il giorno, &al
definare , 8 alcenare; fenza guar piu pelo >
sag2 - nè
=
26 e brit B:;R 50, Ie: a: "a
nè mifura di quello ; che io dico ; nè altra guar
ia, nè ordine; di quelta. In.cotal modo fi
rifanaronò di tanto;grani, & trauagliofeinfir-
mità» cheà quelli iftefli,. chele patinano, & fi
rifanarono.,.ha lafciato gran merauiglia. I fa-
nila beneuano anche efli in luogo divino, la-
le li conferuaua in-fanità; come-fi ha ve-
" ciò molto. bene in quelli, che fono venu-
ti quell’anno di quelle patti, liquali foù torna-
ti tutti fani, &falui, robufti; & di buon co-
lore; ilche non fuccedeà quelli, che vengono
diquellealtre parti; o di altre conquifte; i qua-
li-tornano.infermi, gonfi}, difcoloriti ; & in bre-
ue tempo ne morela maggior parte di loto...
Vengono quefti Soldati.tanto confidati da que-
fto.legno; che ftando.io.vn giorno tra molt di
loro informandomi delle cofe di quefto arboro 5
la maggior. parte di loro,.traflè delle loro fcar-
felle vn. buon pezzo di-detto legno , & diflero ;
Vedete quì Signore il legno; che tutti lo portia-
mo con noi, per medicarne con lui, cafo che
ci.malaffimo , come habbiamo. fatto là; & co-
minciarono.- 3 lodarlo.ranto , & confermar le
{ue-opre!merauigliofe con tanti eflempi di quel-
li, chequiui itauano, che certo io diedi gran
fedeà quello ,..che di lui hauena vdito; & pre
fi-animo.di efpetimentarlo, come ho fatto, &
come vediemmo nelle virnì,,.& merauiglie,-che
di lui trattaremo;,.: Hora porremo la. deteritttor
nes: Sc.figura di quefto arboro |. .3 È; ; sb
SE lare
DEL SASSAFRASy BT \SVE VIRTV. 27
ila aqua fi an ne
plc pot di nuono dalla Florida, chia-
mato
ee 1 n Ro iis dae
mato Saffafras) vn’arboro, che vien ad effere di
molta grandezza. Ve ne fono ‘ancho di mez -
zani, & di piccoli. Il maggiore è della gran-
dezza d'vn Pino mezzano, & quafi di quella fat-
tezza; perch'è dritto. Non fa piu ch'vn tronco,
fenza altri vireniti,nerami; come la Palma.
Solo nell’alto A le fue rame a guifa d’vn.Pino
mondato ; facendo delle rame, che egli porta,
——vna coppa. Ha.la fcorcia grofla, di color leo-
nato, & difopra vna fottile, come cenere criue-
lata. Nell’interiore è l’arboro, & le rame bian-
co, che tira al leonato vn poco; & l’arboro, &
le rame fono lifcie. Mangiata la fcorcia, ha
odor aromatico ; & tira fiano all’odor di
Finocchio con grand’aromaticità, & fragrantia
tanto, che poca quantità di quefto legno, che
fia in vna cafa, empie l’acre che vi è dentro del
fuo odore. La fcorcia tiene alquanto dell'acu-
to ; quel di dentro ne ha poco, & poca aroma-
icità. La cima, che hale rame, tien le foglie
-verdi a guifa difoglie di Fico con tre punte.
Quando fon picciole, fono come foglie di Pero,
& vi fi vede a pena-il fegno delle punte, & fono
verdifcures & odorifere; & molto piu quando
fon fecche . Vfano quelte gl'Indiani per po-
_— nerlé pelte fopra le battiture; & quando fi féc-
cano leto nelle cofe medicinali ; non per
-. deno lefoglie però, ma ftanno elle fempre vere
- li; & fe Wna fi fecca, & cade; ne nafcerwn'altra.
> Nori fi sì, che faccia ‘fiore, ne frutto +: Lerradici
A sia
act
DEL SASSAFRASS ET :SVE VIRTV. 29
di quell'arboro fono grofle, & fottili,; fecondo
la grandezza dell'arboro... Per etler tadici, fo-
no lifcie;ma non tanto come l’arboro, & le fue
rame ; lequali fono tali rifpetto alla lor grandez-
| za notabilmente. Sono le radici di quefl'arbo-
- ro molto fuperficiali fopra la terra; onde, s’e-
ftirpano con frcilità LEt quefta è cofa comune
a gli arbori dell'India : perche rutti per la mag-
gior parte tengono le radicidifoprauia., Etfe di
Spagna ne portano alcuno per metterlo là, fe
* non lo pongono di foprauia, non fa frutto. H_—
meglio di tutto l’arboro, & quello, che fa. mi-
glior effetto; fi è la radice; laquale ha la fcorcia
molto vifcofa di dentro ; & è leonata; &molto.
piu odorifera, che tutto l’arbore, & le fue rame.
La fcorcia mangiata tien piu aromatica , che
Parboro ; & l’acqua cotta con la radice, è di mi-
gliore, & maggiore opra, & è piu odorifera;
di lei fi vagliono in quelle parti li Spagnoli, per-
| che èdimiglior, & maggior effetto ;&perlab-
— bondantia che quivi fe n'ha. E' arboro ; che
nafce vicin'al mare; & in luoghi temperati; che
| non.tengano molta fecchezza, ne humiditàs,
Vi fono monti pieni di loro, che rendono foa-
-uiffimo odore, quido fi palla per di là ;.& quan=
do da prima li videro, penfarono che fullero gli
arbori della Cannella; & non s’ingannanano in
parte; perche tant'aromaticità tiene la, feorcia —
di queft'arboro, quanto ja Cannella;.&;è coli —
“odorifero, come ella; &.la fimiglia nel colore, &
nell'a-
DO rev are tE Ri07AIS:: 15n
nell’acrimonia, &odote; & fimilmente l’acqui
che. di lei fi fa è odorifera, & aromatica, comè
quella della Cannella, & fa l'opere, & effetti, che
ella fa. Nafcequeft'arborein vna parte della
rei Florida, & n6 nafce altroue ; perche fe ne troua
nel porto di S. Helena, & nel porto di S.Mar+
theo, & non vi ha in altri porti. Anzi quando
i foldati inf‘rmauano in luogo, douenon fi tro-
waua il detto arboro , oli conducenano a detti
luoghi a medicarfi; o li rfiandauano dell'arboro,
& delle fueradici principalmente, & con quelle»
fi medicauano. Lamiglior parte dell’arboro è
Ja radice, dapoi le rame, & finalmente l’arboro;
& la miglior parte di lui è la fcorcia. La com-
pIeffione dell'’arboro, & delle fue rame è calda,
&fecca nel fecondo: grado. La fcorcia è alqui-
to piu calda, che il refto ; perche entra nel terzo
| rado di caldo, & fecco; & ciò fi vede nell'acqua
«manifeltamente . Onde fi dee procurare d’haue-
re le radici,;o lerame cola fcorcia; perche quel,
che è fenza di leinon fa cofi buon’efferto. ’
7 Il nome di detto arboro preffo a gl’Indiani fi
> chiama Pauame; &iFrancefi lo chiamano Saf-
faftas. Non {o per qual cagione i noftri Spagnoli
lo chiamino atmodo ifteflo, che li han infegna»
to i Francefi, Ma alcuni lo corrompono, & chia _
27 amano Saffifragia.Tuttauia il nome chepreflva’ |
noftri di là, & a quelli di quà propriamente —
egli tiene, è Saflafras. tig 3
- L’vfo di quefta radice, o del legno di quelto
- ‘DEL SAUSSAFRAS,'ET SVE VIRTV. ‘3I
‘arboro, del'quale habbiamo trattato ; in quelle
| parti, & in quefte, e per via di decottione; &ca
‘«quelto modo l’infegnarono gli Indiani a’ Frani-
. cefi, &anoialtri..Et perche gl’Indiani non ten-
i se pefo, ne mifura; non hano in quelle parti
- ‘haunto riguardo ad alcun ordine nel farl’acqua
-didettolegno; perche non'fanno altro in quelle
| * parti, che tor vn pezzo di radice, è di:legno a
defcrittione , fatto in raffàture'nell’acquay che
. «lor pare; &lo cuoceno*a lor modo, fenza con-
»fumarne altra quantità di quella, che veogono
- baftare alla cottura. Onde tutti quelli, che fon
. venuti di quelle parti fon molto varij nella ma-
| * niera della cottura ; percheogni foldato dicefto
|» modo particolar di cuocerlo; ilche apporta non
: poca confufione a coloro, che lo vogliono vfa-
«fre, & a Medici, che hanno da dare. Quello,
ch'io faccio in quefto, dirò; Confidero la com-
pleflione, & temperatura dello'nfermo, che ha
«da prendere, & vfar quell'acqua, & fimilmente
la maniera; & qualità dell’infermità ; & confor-_
me a lei faccio l'acqua; & la dò allo’nfermo; d'-
dola al colerico manco cotta, & minor quanti è
ra s&al flegmatico piu corta,& piu quan-
‘titàdilegno; &alfanguigno mezzanaméte; &ta
‘ quefta maniera nell’altre infermità, fecédo la , SD
i ualità ; perche fe non fi fa a quefto modo, non
{ «fipuo fenon fare molti errori nell’vfo di què-
fa acqua . Parimente egli è meftieri, che per lo
piu fi offerui la dieta, & gouerno; che fi con-
nerrà
|
}
î
i
198 Ddrnre sieX:3 Morgia
«verrà conforme alla infermità, che fi pretende di
seurare ; perche non penfi alcuno, che il tor gue-
fta acqua fenza ordine, & inconfideratamente,
comemolti fanno; poffa loro far acquiftar la fa-
nità. Anzi prendendola fenza methodo, & fen-
za ordine,farà loro molto danno .. Onde egli mi
‘pare;che quando fi ha da amminiftrar quefta ac-
‘qua così nelle infirmita, allequali ella gioua ( fe-
condo che diremo ) come nelle altre, qualunque
effe fi fiano, che occorrano a dotto Medico; fi
debba penfare al modo delfar l'acqua; & all'or-
dine,che fi ha da tenere nel prenderla ; perche di-
_°werfamente fi ha da prender rel verno , da quel,
che fi fala primauera ; & di vn’altro modo fi ha
da dar aldebole,che al robulto; & d’altra manie-
ra la prenderà il colerico, che il femmatico ; &
ad'altro modo nella region calda, che nella fred-
\
: o ne hauer riguardo all’ordine,&
‘Methodo, DE torla ; che in ciò non fi tratta di
manco che della vita, & della fanità ; laqual fap-
| piamo,che non ha precio nel Mondo . Chela-
ciando ciò al parere di chi non sì, liawiene quel-
“do, cheaunenne ad vna Signora, laquale pe alcu-.
neindifpotitioni di Matrice, & grandi frigidità,
che patiua, ioconfigliai, che prendeffe 1 acqua.di
, quefto legno Saffafras ; &le diedi l'ordine, che
hauca detenere nel farla, & prenderla ; che fu
quello, che le fi conuenia. Ma parendo è lei,
«che mettendo molto legno piu di quello; che io
le:difli ; & che cocendo l'acqua piu di cio; chele
" hauea
i
È DEL SASSAPRASSETISVE VIRTV. ‘33
haneainfegnato;fihanerebbe rifanatà piu rofto.
Poi che l'hebbe tolta alcuni giorni coti gagliar:
‘da, le mife vn'accenfione colì grande sddodo >
| che non folo le conuenne lafciar l’acqua, ma fix
meftieri falaffàarla cinque fiate; & puofe la vita
fua in anentura; & fece vergogna alrimedio
| Dapoi fatta fana, & gagliarda, tornò a prender
acqua coll’ordine, che 10 prima le haueua der-
to;& fi rifanò molto bene de fuoi difetti; chie nen
‘erano pochi ne piccoli. teri ne
_ Tempose già,che vegniamo alle virnù di que!
ftolegno coftvalorofo, &che parliamo in parti-
. colarediciafcuna di loro,fecòdo che l’habbiamo
| fapute,&efperimentate. In generaleì noftri 5a
gnoli in quelle parti della Florida, doue fono fta-
ti, &fono,vfano diquell’acqua gia detta cortaà
| "defcrittione, per ogni fpetie di infitrmità,fenza e- \
fcluderne alcuna;ma efsédo infermi di qualique
infirmità, chelorfoprauéga;acutasò lunga;calda;
© fredda ; graue, ò leggiera ; tutte le curano àvn
‘modòiftetlo ; & tutte fi medicano convmmodò
di aqua fenza far ditferentia alcuna; &èbuono)
ne tutti guarifcono. Del che fono effi cofi certi;
che non temeno ne’ mali prefenti, ne ufano guar.
| dia perquelli;che han da venire; mala rengono
«per vn rimedio vniuerfaleà tutte leinfirmità e *
| Vnadellecofe, nellaqual trouarono gran be
neficio di quefta aqua, fi fu nelle oppilationi in- —
terne, per lequali fi venivano ad enfiar & fari
«topici la maggior parte ; perche dal e
sià da o
do che patiftono, teniuano ad hauet quali tutti
‘in generale quefti mali; & con l’aqua fi difenfia=
rono,& fi difoppilorno; & con quella iftefla vé-
nero à fanarfi de calori quotidiani,chel piu di lo
ro patiuano. Perche nel giiiger Milia teriaro»
«ho la maggior parte di cotali febbri lighe,& im-
portune; nellequali io ho efperientia;che queftà
acqua prefa, come fi conuiene,fa metatrigliofi ef-
fetti;& fi fono fanati molti con lei ; perche il {uo
orincipal effetto è confortare il Fegato ; difoppi-
rlo, & confottat lo Stomaco; che fono le due
cofe principali , che conuieni chel Medico faccia;
perche guarifcano da cofi fatte infirmità. Perche
nell’infirmità n6:s'ha da dubitare, che effendo gli
htmori corrotti; né fiano anchora offefi i mébri
rincipali. Onde vna delle cofe, che fanno que-
fte Medicine, lequali fi portano da le noftre Indie
è princi te(quando fi prende lacqua dial
| €tina di loro) confortaril Fegato, & fortificatlo
grrcbe generi buoni humoti ; che fecio no fifa
i cura è per niente: . Similmente il noftro Saffa-
frasha merauigliofe proprietà di confottar il Fe-
gato ; & di (oppilarlo di modo, chegeheri fan-
guelodettole: ||.
Io rnedicai vn giouinetto, che pet alcune Ter:
zane baftarde fi hauena oppilato ; & perle oppi-
lationi fihauena:enfiato tutto di modo,che era
DEL SASSAFRASS ET sve wnty, S 5 Pi
o adetto Saflafras di continuo, fenza'betmterne d'al-
“cun alta venne à cada molebena; & à difen-
1 sm portanea con qua acqua fattà del
i. diro quello; che aitiene. In quefto an
‘che io {critio quiefte cofe fono ftate in quelta cit-o
tà imolte Terzane baltarde, cofi importiine, che
cniuna cofa di medicina era baftite pet g suarirle, —
ò eftirparle tanto,che molti, iquali noi i lafciaua-
‘mo ftare cò buò ordine,& buò goierno folamé
«tesfenza medicarli altriméti; reftauano oppilari,
1& corì mal colot della faccia: & alcuni enfiari.
\Erquefto fu al tempo quando l’Adelantado Pie-
tro Mendelez venne dalla Flotida, &{i fpatfeiti
commune quiefto legno. del Sallaffas, E: perche
toltilo laudanano:c cotanto, alcitni de Terzana=
rij detti prefero lacquia del Sallaftas ; fecriendo
‘ordine,ch'i foldati dauiano loro.Et cenni
î ciomeraniglie;perche fi rifanarono molti.col
: di quella; non folamente dalle eTerzane,ché
li moleftauano ; ma dalle oppilationi,.&é —
colore iialiore: che eli hatienano. Vedu-.
la feci prendere ad altri, chenon ofi=
tano farlo fenfa cofiolio, & ne ficcefte loro mol
sto bene. Mafiha da donfidetate,ca me fi dà, 8a
veui fi da; perche richiede il negotio ordine; me.
‘thodo 3 Qiello, che ordinariagieht& fifacera,
| dar vn vafo del’aquia ben cotta per da matti-
E és = fiacon
et
Pe SI fran idepa 110
| ‘ina con Zwchero, è fenza; & dapoi benerl'aqua
— più femplice,chela prima di continjo; & quefto
‘ fecondo che vedeua il Medico, che fi conueniua
all’infermo ; bauendo riguardo alle conditioni,
© che nel mododi prenderqueft'aqua diremo.
Ercerto, cheé cofa,laqualapporta gran con-
ntezza , il fanarfi conbener folamente acqua
odorifera; & faporofa; che fi prende, & beue
fenza alcuna noia; laqual faccia quello,che non
hanno potuto operare le medicine, & firopi no-
iofi, & di mal fapore, & meal gufto.
Quielli, che beneuano vino adacquauano il vi
no c6 lei, & ne fiiccedena lor bene. In vna cofa
fi vide gran beneficio nell’vfo di quefta acqua, &
fuin quelli, che hauenano perduto l'appetito
del mangiare ; perche lo ricuperauano , &.con
Pufodilei fi levaua loroil faftidio; il che fu cagio
- ne che molti tolto fi rihebbero. Et quefto, che
lufo di quefta acqua dia appetito di mangiare,
| vien predicato da foldati con tanta ammiratio-
“ne;che dicono ; chealcuni lafciauano ftar di be-
î netla, perche producena in loro tanta fame, che
non fi potevano mantenere; & perche quiui nò
viera abbondancia di vettowaglie, onde potefle-
ro fatisfar alla fame, che lor facena l’acqua; quel- ©
li,che non ne haueuano bifogno non la volean
beuere ; perche tutti la vfauano per beuanda in |
luogo di vino. Il chefu gran cagione,cheritor- {m
. naflero fani ; comefi vedein quelli, che ritor- |
A i ’ n Tali © #5
| ‘fano da quelle parti, doue la vfauano. Nella:
DEL SASSAFRAS ET SVE VIRTV. 37
cheintende, ilqual curò molti diquelli, che ve-
nano nella Flota dalla Nuona Spagna infermi
perche molti (anarono . Gliè ne: daua da bere ©
Svalcenare & la mattina. . A'quelli, che.non;
poteuano andar del corpo, nedaua vn vafo di,
calda con vn poco di zucchero né molto biico;.
& andauano con quefto molto bene del corpo.
Adaltri dana medicine fol di quefta conmele;&c.
faccuano buone operationi. Io medicai qui al. -
cuni, che furono nella Hauana curatià quefto
modo,i quali non erano ritornati fani del tutto,
ma qui fi rifanarono molto bene. ,
e' dolori della telta noui,& vecchi, che pro-
«cedono da cagione fredda, prendendo quefta ac-
qua calda la mattina,ben cotta, &al definare;&:
alcenare; & tra il giorno femplice, con buon go
no così nel mangiare, come nell’altre cofe nò
rali,& facendo ciò per molti giorni; meraui»
imente li curi, &fana . Ben è miftieri che,
mi. che vorrà ciò fare, fi purchi prima, & che.
tempo di mezzo,che la predera,vfi alcune pil,
lole di È iera femplice . Et fappiano quelli, che!
prenderanno quefta acqua,che non è loro bifo-.
pe di ftar {errati nella camera; ma bafta l'andar
&vfar buoni cibi,
c3 Nele;j
Hauana fi trova vn Medico tenuto per huomo,
con.l’vfo-folo di quefta acqua, fenza dare, ne far.
loro altri rimedij ; & riufcì molto bene conlei ;
nta ne voleuano tra’ giorno, & al definare;.
ben veftiti, & guardarti dal freddo, & dall'aria ;__
pr.
E° su SL”
— «Nellepaffioni del petto;che procedono da hu'
moti freddi, fa quefta acqua grande vtile,&bene-
ficio. Aprelavia del perro. Confuma lehumi=
dità; &flegme;che à quel difcendono . Prohibi-
{cele difcefe,&cararri,che à quello derinano dal
la tefta. Sidè prendere alcuni giorni nella mat-
tina calda ; &benerla poi fem plice di continuo.
Lafciata quella della matvina;fi ha da bener quel
la cheè piu femplicemente fatta, per molto rem-
p9; perche facendo quefte acque femplici le loro
| 9perationi è poco à poco, & debolmente; fi con-
wiene corinuarle per molto rempo. Egli è bene
a mefcolarni del Zachero con l’acqua; perche cl-
la faccia miglior operatione .
Nelle pallioni dello Stomaco;quando la cagio
ne è fredda ò ventofa,dapoi fatte le euacuationi
vniberfali, prendendo quefta acqua la mattina
Ceca rie ‘nel refto (come fi è detto )
eguarifee,& fana; maggiormente fe vi ha dolor
vecchio ; percheio Lho data per quefto effetto
adbuomini,che gia molti anni pativano dolori.
di Stomaco srauiffimi; molti de qualisco! prene
derl'acqua la mattina caldiffima per'alquanti
giorni, & continuarl'acqua femplice alla lunga è
prendendo ‘via fiata alla fettimana pillole di Hi>
era femplice:j fi fono fanati . Già habbiamo det
“7 to, comel'vfodi quell'acqua riftora l’apperito
perfo, &inducevoglia di mangiare, ©’ i
: Nella debolezza dello Stomaco,& nel difetto |,
“ delcalor naturale,ondeng fi digerifce quel, che |
et
i DEL SASSAFRASy ET SVE VIRTV. 39 di
- fimangia; fa molti effetti, Agiutala digeftione ;
- confumale ventofità,che fon cagione della indi=
reftione; leual’acetofità,&tirurti . Aquelli.che
womitano il cibo (‘vfanza molto cattiua ) lena
efto mal vlo , pur che mangino poco, & vlino _
I.continuo di bener queft'acqua fenza vino ,;
pra tutto fa buon fiato,&bug odor di bacca;
© Nel dolor, & mal di fianco vfata quell'acqua,
| quado fiha il dolore, calda;giona molto;& mol -
| to piu vfara di continuo femplice; da fe, 0 (con
vino ; perche preferua;chenò vengail dolor tan
to:continto;& tanto graue, Similmente fa fare
à quelli, che I vfano,molte renelle, ondefi gene»
- rala pietra; & parimente fa far le pietre fe ve ne
(onnelle reni; & prohibifce la lor generatione;
‘perche confuma il Flegma;dande efie fi.genera-
Pim
noprincipàlmente ; & le ventolitàche fon cag
nie molte volte del dolore . =
WA quelli, che hino ardore d’orina;& à quelli
i &patifcono nell’orinare grande ardore, & si
smdicalore notabile; à quefti non fi couien Tv
nell'acquasperche è calda , Quiefti tali deue
rediquel legno;cheio {fcriffi nella. prima
‘quefta hiftoria ; ilquale è eccellente per
chepatifcono fimili ardori;:& dolori; & -
[andai enelle,& pictre; perche in mitri quelli ma
< oli nino Asch «è mdrauigliofa gola la
| fuà operarione p'eccerto chefe vi fuile pietra nel=
larvelica;onde proceckeffero fimili ardori;perehs
i tal cafo niunadi quelte acque può far eco j
n: - pa”
Db Vtari #4 h-0--La
mafolala lenzerta, quando ella è grande; vi può
prin ho veduto in molti, che tando
uldire ella è pietra,clla non è pietra, è lor fopra-
giontalamorte. Che fe peranentura à tempo fi
foflero aperti; farebbono viuuti molti anni; co-
meshabbiamo:veduto affai di feffanta anni, &
piu,farfi tagliare,& viver fino à gli ottita, & piu
oltreanchora;Bifogna ftarattenti,che quefto le-
gno;cheio chiamo della orina; & del fianco fac»
cial’acqua azutra ;:che fenon la fà azurra,non è
del vero; perche portano ancho vn legno, che
fa l'acqua gialla;ma quefto non'è quello chegio-
uz; ma-quel folo-è. tale; chefel'acqua azurra; —
onde quello;che la farà azurra farà il vero. Que-
fto è auenuro per la auaricia di quelli, che lo
portano ; che quando hanno veduto, che fi vede
cofibenzin quetta città; per li manifeft benefi-
| Cij,cheegli fa in cotali paffioni di orina, tempe-
rando le Reni;&cil Fegato; & facendo molti altri
‘beni; portano di rutti i legni che trovano, & li
‘vendono per legno del fianco. Il medefimo è
auenuto nel Mechicacan; che quando cominciò
è valer venti ducatila libra, ne cargarono di la.
‘tanto;parte che era per maturare, parte che non.
‘era anchora maturo, chegionto qua, non fecela
effetto, che faceua il buono,& ben ftagionato»
Onde è meftieri hauer l'occhio, che quelziche
«portano; fia del pes rio,& fiain tutto jar fta-
gionato.. Il molto bianco (quanto à me) tengo
sche non fia di quella guifa;che. è.il.fofco ; perch
dis: i ra veggiamo,
| DEL SASSAFRA $$ ET SVE VIRTYV. 4 r
veggiamé ; chel: fofeo! fa «miglior. opetatione .
Poria effer che quel molto biico.nò fia di quello;
n6 habbia la perfertione che de haner il buono.
+ Or-venendo alla noftra acqua del Sallafras j
ella è prouocatiua della otina , &fa orinar bene
quelli,che ne hanno impedimento; maggiormé-
teeffendo ciò per humori,ò cagioni fr x
To conobbi vn Prete,che venne con quefta Flota
della Florida, ilqual ftando in quefte parti orina-
‘ua male; & molto fottilmente, & faceua delle pie
tremolro minute,c6 molto dolore; &alcuni lo
Itimauano vicino à morte.Ma quido egli fu nel-
la Florida;&beuette l’acqua del Saffafras perl’or
«dinario;come faceuala. maggior parte in luogo
di vino.; fece molte pietre grandi, & piccole fen
zaniuna paffione. Dapoi ritornò qua fano, &
in buono ftato, quanto à detto male ; benendo
l'acqua femplice di quefto legno per l’ordinario,
&adacquandoneil vino. tr,
Molti beueno quell'acqua per la/medefimara
gione, & fanno molterenelle, & rie[celormol-
e. cigni )
deboli;& nelle perfone, chenon poffono
€ ne adoperarfi( perciò che Fastin
sila
l'acqua fe
-& vfando quefto per molti giorni; habbiamo ve
duto molti fanarfi.... rioni |
ce È
2 È | ICI RO: 1 LIA i
- Erfi dee notare,che nel préderequefta acqua;
non vi ha bifogno di guardia,come nell’altre ; fe
| non quando fi prende calda, cioè;fe occorreà fu-
* dare,guardarfi,& pot paflato il fudore lenarfi, &
andar ben veltito + Non fà bifofagno altro che
quefto,& bus ordine, & buoni cibi nel magiare,
Er-fe non fi fudarà,non fa cafo,perche benche
non fi fudi tuttavia fi guarifce, Io conobbi vn
Capitano.di quelli, che vennero dalla Florida , il
qualemi certificò, che ftette lacofì debole di tut
tiifuoi membriche ifuoi foldan lo portauano
fopra di vna Bara, perchead altro modo inonfi
potena aitare.Et percheerà in vn porto, doue nd
era il Saflafras, mandò è torne, & prefe l’acqua,
& fudò pet alcuni giorni, & dapoi la prefe fem>
plice;&reftò faniffimo,come io lo vidi fano, &
in buoni tato best: = sE
Nelidolor:de denti peltaro il legno, & maftica»
/ to col dente, che duole,& lafciando il mafticato
nel bucco del'dente,cheduole;feè forato ; & an-
cho fenonè; leuaildolore marauigliofamente +
con efperientia in molti, rs
ovNelmal Fricefe fa î medelimi effetti,che le al
#° treacque del Legno;della China;& della Zarza»
| pariglia; prendendofi, comefi prendono le.dettg
acque co” fitoi fudori ; accrefcendo piu , ò meno
la pet dell'acqua, &la quantità delilegho;
fecondo che'farà la c6pleffione,& la infermità di
- chia prende ; perche ne-humori freddifiegma- |
- Bichifa miglior opra, chenei colerici; 8e7 tum
__— Moltigor
E° bé;
DEL SASSAFRAS, ET SVE VIRTV. %3.
méte nel detto male antico fa migliot operatio».
pe, & maggiore, chein quelli di poco tempo; &.
piu done habbia enfiaturc,ò flati,& dolori di te-
fta;con le cenditioni già dette. In quefti mali ff
prendel’acqua femplice continuaméte per mol-:
6 tempo, & fa grandi effetti,maggiormente ne.
«eboli, che fiano rimafti ftanchi, & indeboliti =
per l'vfo di moite Medicine. --
i; da
lon commu»..
ai I 3 ” . (
nno vfato, & vfano à bener acqua di que- |
fto arboro, prendendola alcuni calda, (comehab:'
biamo detto) alcuni altri femplice di continuo, :.
— &adacquando con leiil vino... Queilo, cheio.
. hovedutofiè; chenegottofiinuecchiati non fa.
— me bene,ne male; & fe fa alcun bene,é confortar- |
- lilo Stomacho; refoluerli le ventofità;darle qual,
appetito di mangiare; & maggiori benefi»
‘cii, checlla fa fono in quelli, che di poco.tempo
fono infermi ; che (fela cagione del male. è frede
da) giona loro notabilmente; mafe Phumore, &
î cagione fono caldi, non folo non gioua loro,
ma fa lor danno, infiammandoli,& apportando».
limagoiori dolori. ;
s Diuna cofa ho io veduto notabile beneficio è
in molti cell'afo continuo di quefl'acquaj &è;
in quelli,che hanno lemani ftorpiate, che non le
poffono exercitare, come folenano ; percheio ho
| curato vn gentil'homo,‘ilquale non poteua feri-
— wetn&quado fi mercéna è feriver li:cadena la ma
mo poco è poco infieme-con la penna incomia
risse ciando
4% ERE po R:0 Le;
' ciando àfcriuer fin I cinque, òfei litere.. _Prele
| eglivn valo della piu corta la mattina,& fi fterre
per duehore nel letto, & dapoi andò a’ fuoi ne-
gocii, & mangio buoni cibi, & SEABRa
te; beuetteacqua femplice dell’ifteflo Saflafras,
Ssguarrì molto bene; hauerido confumato gran
fomimadi danari in Medici, & Medicine,che non
lihaueano giouato cofa alcuna, fin chefigli ri-
mediò ; come fi è detto. delta in
Molti hanno certificato, & io lo veggo qui
per éfperientià apprefa da loro, che quando era-
no infermi nella Hauana, &non poteuano an-
dar del corpo;quel Medico,che fta la li facea tor
lamattina è digiuno yn.buon vafo di acqua cal-
da del Saflafras,& li mollificaua il vétre,& haue-
| rano molto beneficio del corpo ; il che habbia-
mo veduto. qni per efperientia. Ét vn foldato mi.
refe certo;& lo. coprobo co glialtri della fua Ca-,
merata , che hauendo Hub per indigeftione ,
8 crudita dello Stomaco; & mancamento di
‘calore; li cello , co? prender vn, vafo di quefta
acquaogni mattina à digiuno , & beuerla fimil-.
méte di cotinuo;& quella,che beuea la mattina,
la bènea. ben fredda; &sicon quefto guarrì bene
del Fluffo;chehauca patito per molti anni... e
t— Nedolori; & infermità delle donnefa l’acqua
del Saflafras erandi benefici; & {pecialmentein
uello;.chechiamano mal di Matrice; & doue,
fano: ventofità, le confuma ,&.rifolue infieme,
‘comogni altra friggidirà del ventre,& disfa le fue.
Sat
È DEL SASSAFRAS,ET' SVE VIRTV. 45
* gonfiezze,curando ogniguifa di difetto, che pro-
"ceda dalla Matrice. Etquefto è già coli: efperi-
“mentato , &cofi poftoin vfo, che fono guarite
“molte con quell'acqua ; che mai non penfauano
di effer fane.
Nelle rirentioni de Menftrui, è Mefi, che non \
‘vengono alle d5ne,fa quefta acqua opere meraui
gliofe, cio facedoli venirà quelle,alle
quali del tutto né vegono;prendendo vn vafodi
quefta acqua calda la mattina, & benendone per.
l'ordinario al definare, &alla cenadiquella, che
fia più fimplice,che né è quella della mattina; te
nendo buon gouerno nel mangiare; & facendo
altre cofe,che diano vigor all'acqua percheli pof
“fa prouocare. A quelle, che effi ftentano è veni-
re,fà ella manifefto beneficio, prendendo l’acqua
nella forma detta, guardandofi, mentrela pren-
dono, dalle cofe, che lepoflono nuocere. — —
Effendo vfata,difoppilla, & fa buon colore di
volto, comelo vedranno da gli effettii Signori
che luferanno per neceflita.
| Habbiano riguardo (quando fi trouaffero pa-
caldo ;.ò compleffione calda) di moderardla
tantita del leono, & la decottione dell’aqua,
come ficonuiene; & quefto fi fa facilmente, ve-
| dendocome procede nel principio l’vfo di quel-
Bi perche conforme accio; poffono accrefcere,$c
* diminuire comelor parera necellario,
| Vfano diquefta acqua alcune donne per in-
gramidare ; &inalcune ha fatto manifelto effet-
4 TO.
È PS N
D irriv bite RO te: ig
«to. Quello,che io voglio dire fiè; che vna Signo
raslaqualerà maritata gia molti ani,&nò havca
*hauutofiglioli;prefe detta acqua (perche fuo nia
rito la prendeua, peralcuni mali dioppilationi,
& per vn certo caldo lento, che li era rimafto di
«wna Terzana doppia; che gli Hauea hauuto) & la
continuò prendendola nella mattina calda; & al
definar, & al cenare,& tra il giorno femplice; te-
netido nel refto buon gonerrto ; oride ella ingra
uidò, & partorì vn figliolo mafchio.
# Io intendo; che vna delle principali virtù di
“A quefta acquia fi è j il difponerla Matrice à quefto
effetto; perche per la maggior parte le dine. non
fano figliuoli, per la molta friggidità, che fi gene-
ra nella Mattice;laqual impedifle la generatione:
«Et perche quefta acqua la confuma; confortidos
= a le ventofità; che danno grandeim= |
| pedimento; tengo per certo, che farà manifeto
eneficio, comehabbiamno veduto. Quelle che
i non partorifcono per ifinifurato calore, &fe-
— Chezza; noft vfino quell’aqua, che non; gionerà —
loto; perchefela prenderanno, &ne fentiran
danno non attribuifcano la colpa, &ildiferro
all'aqua, ma allaloro compleffionie; & al son |
conuenirfi con loro. der
Lufo di quell'aqua inoraffla manifeftamente;
perche abbiamo veduto molti deboli, gcinfer- 4
ini, che l'hanno prefa, ì quali fono guaritti deb |
lor mali, & fono rimafti con più carne,& miglior
-&olore. Ilche affermano, & lodano molso quelli,
pazzi CS RL IE n
DEL SASSAFRASZET SVE VIRTV. 47
che vengono dalla Florida; ì qualli tutti dicono,
chelufodi queft'aquaingraffa; & che cofì è au-
uenuto è loro; che non folo conlei fono guariti.
de’ lor séali,&-infirmità; ma che li ingraflaua, &
| néftanano di buon colore. Etcofiinloro fi ve-
desperche tutti quelli.che fono venuti di là, tutti
fon venuti fani , grafli,& di buon colore. Io cre-
to, cheqiido erano infermi doucano: eflere de-
boli,& gialli; & poi che fi rifanarono fecero buo
hacarne, & buon colore; generando il Fegato
buon fangue, onde meglio fi nutriuano le mem-
bra;che quando infermarono. Mi par certò gran
‘cofa,che detta acqua faccia cotale effeto,eflendo
calda; & fecca ; fe non è perle cagioni derre.
«Similmente io-ho veduto molti entrar è tor-
sBacqua del>Legno deboli, & fcoloriti; & vfcit
gagliardi.grafli,& di buon colore;non mangian>
«do altro, chevua palla, & mandolle,&cbiicotro.
-Nemali peftilentiofi; & contagiofi, che hab
biamo. veduto quefti.tempi di Pette paflati;molti*
l'hano vfata à beiner per preferuarfi da cotal.ma-
le; & habbiamo veduto; che ninno di quelli,che
lolti portauano vn pezzo della Radice ò del Le
| gno; odorandolo di continuò, come vn pomoj
perche col fuo odore cofi grato fi rettificalle l'ae-
te contaminato : Io ne portai vn pezzo molto
tempo; & al mio giudicio trouaua gran benefi-
cio in lui; perche coniquetto;& col inatlicatvna
ondà di Cedro, è di Limone la mattina, & cca il
giorno
irono; fu tocco dall infermità, che correna.
prno, ( ilche pet preferuare «ha gran forza; &
proprietà) mi parue, mediante Dio,che io mili-
‘Bberafli del fuogo,nel quale noi Medici veniua-
mo pofti. Benedetto fia il noftro Signore,che ci
libero da tanto gran male ; &che ci diede quefto
così eccellerite arboro chiamato, Saffafras,che ha
“così gran virtù,& effetti tanto merauigliofi , co-
mehabbiamo detto, &di quelli piu, che'l tem-
po ne infeguerà, il quale è difcopritor di tutte le
cole.
Saria ben notarela quantità di detto legno, &
la quantita dell’acqua, nellaqual fiha da cuoce-
re;& ponere vna regola, & pefo, & mifura nelli
afferti,& téperaméti caldi;8vn altra ne' freddi.
Io dirò l'ordine; che fi ha da tenere nel prender
‘l’acqua di quefto legno eccellente. Quefta fi dec
fare conforme alla infirmità di colui,che la pren-
| de;& fecondo il tempo,nel quale fi prende;& fe-
. condo la qualità,& compleflione dello infermo;
perche al colerico daranno l'acqua meno cotta,
& con minor quantità dilegno; &al flegmati-
“co piu cotta; & con più quantità dilegno.
‘Così ficonfidererà intorno alle infirmità;che alle
o. Lo ifteflò fi offeruerà nel tempo caldo, è
F eddo:& nelle
| —DEL SASSABRAS,ET!SVE VIRTV. 49.
| porròqui vnordinemezzano come fi dee vfar
queflt'acqua,il qual ferwira ad accrefcere, o dimi-
nuire fecondo cheegli parera, che fi conuenga a
ciafcuno ; perche nelle infermitadi molto fredde __
$ alzerano l’acqua di grado nella cottura, & nella.
quantita del legno; &nelie infermità , che non
| farancofifredde,o cheparticiperan;d'alcii calore
abbaffaranno l’acqua di grado,cocendola meno, ..
& metrendoui manco legno. L'ordine mezzano
1. @quefto. Hafli da eleggeril legno, che:non: fia
5 antico,mail piu frefco che fi pofta havere; & che
habbia fcorza; perche quello,che non l'ha,non è
buono, nefa effetto. Hanno da procurare di ha- -—
uere della radice; perche quefta e ilmeglio del-
l’arboro per quefti effetti, & cure delle infermi
ta;che habbiamo detto;& in cafo, che non fi ha-
ueffela radice, fono migliori leramé, che nafco-.
no nellacima dell’arboro ; &in.cafo che man-
caffero le rame, è buono l’arboro ; ma inmodo
che: & quefto,& quelle habbiano la fcorza Della
radice fr-ha da préder minor quatita;ma piu del.
lerame; & piu aflai dell’arboro; che dee efler il
doppio della radice.Hora diremo delle rame, co-
me di cofa mezzana tra la radice, &l’arboro, &
come di quelle, che comunemente fi conduce»
no. Di quefte fi prédera mezza oncia , & fene fa-
ra rafadure piu fottili, che fi potra, & fi porran»
no in tre boccali di acqua in vna pignata nuo-
| ua,doueftarinoin infufione per dodici hore, &
Ss dapoifi cuocera a foco di bronze pescatore fin
e E d che
checalii due terzi, & refti vno . Dapoi fredda fi
colerà, &fiferbera in vafo vitriato. Sopra quel-
le rafchiadure del legnogia cotte, fi gettera altre
tre boccale di acqua, & fi cuocera fin che cali
mezzo boccale; & non piu; Dapoi fredda, fico»
lerà, &fi ferbera in vafo vitiato ; Dell’acqua; pri-
ma fila da torla mattinaa digiuno vn mezzo
_» quatto di lei calda ; poi fi.ha n rir bene, &
x w- procurar di fudare ; &fe fi fudara, fi mutera poi
= di robba calda; & fi afciugarà il fudore. Mangi
di vn vcello arrofto, & frutte fecche, & conditi;
8 beua della feconda acqua al definar, &al ce-
nare, & tra il giorno, Poi fi leni; & leuandofi va-
di ben veftito , & fugga tutte quelle cofe , che lo
pe offendere. La fera ceni leggiermente;del
‘fruttefecche, & conferue; & non ceni carne;
benédo dell’acqua feconda. Quefto potra far per
molti giorni fecondo, che fi fentira ; perche fe fi
fentira migliorare coll’vfo di quelt'acqua in que
fta forma prefa 5 procedera innanzi fin che refti
fano; ma fenon; la vadi togliendo ogni terzo
giorno ; benendo della femplice al continuo,
Aquefta maniera ella fi puo darein tutte le in-
fermita che habbiamo trattato , alle quali gio- +
ua. Ma quelli, che non fi vogliono metterein *
quefto trauaglio , che certo è ‘il megliore & piu
conueniente , poffono far l’acqua femplice in
quefta forma,
- Prendino mezza oncia del legno poco piu; o |
5 e" conle conditioni gia dette; &lofacciano |
DAL SASSAFRÀS3 ET SVE VIRTV. CSI
‘n tafciadure, & le cuocino in tre boccali di ac-
qua tanto, che cali la metà ypiu tofto piu, che
meno; & di quell'acqua Sollokis benere di con-
tinti al definare, al cenare, & trail giorno ; che
‘ certo prefa in quefta forma fa, &hafa&o mera-
sr — osi &-curegrandiflime nelle infirmi-
CI talunghe & faftidiofe; renendo buon ordiue, &
| buon goueruo nel refto dell’altre cofe non natu
tali: Et benche fia beuuta cofì fimplice fa nonì
dimeno gran beneficio ;& fi ha da continuare
perlungo tempo; perche l'ufo continuo di que-
è fupplife alla virtu ‘della prima, che labbia-
mo detto. Quelli; che non poffono reftare di be-
uer vino poffono adacquare il vino cé lei; perche
lo fara ancho piu pro » &di miglior gufto;
perche queft'acqua ha vn foauiffimo odore, che.
miglia ad acqua cotta con finocchio, & mol-
to buon fapore, &gufto. Sopra tutto farmeraui.
eliofi effetti, come labbiamorveduto , &.veggia-
o in diuerfe, & varie infirmita , maggiormen-
e infirmita lunghe, & importune; nelle
non gionano i rimedij ordinari) di medi-
con grandi exempli che habbiamo di cio
tfi dee confidertare, che principalmen
? infirmità fredde, lunghe, + doue
fiano ventofitadi, & altri mali di quefta guifa;
il che conofcerà tofto quelli che la vorrau mini
ftrare, &la vfaranno . Vna cofa deono notare;
vfata; comefi è detto, benche non fi conue-
r quello che fi prenderà , nondimeno non
È pig pro
sa - 1 Bebe >
li puo far danno alcuno ; anzi fe ben fi ponera
mente, manifefto vtile, daltempo, che la fi hau-
| ra prefo fin chefi lafciera; il che puo far ogni-
uno aflai facilmente, fe vedera, che non troui in
lei quel beneficio, che defidera, fénza che le hab-
bia fatto danno, ne pregiudicio ‘alcuno nel tem-
po che l'hanrà prefa.
Del ((arlo Santo, Radice | portata della
Nona Spagnaz. © (4p. Ul
4A,
Che asi 7,
VOZIU” }
praee 11) at
Ortano della Noua Spagna gia tre anni in
P quefte parti vna radice merauigliofa, & di
ran virtù, che chiamano Carlo fanto; laquale
STESA & fatra palefe vn pissa Franci»
È I - fcano
das ot Dia atta o ci ai Lars
di, e e iero I ali
DEL CARLO SANTO) ET SVE VIRTV. 53
fcanò nella Prouiticia del Mechioachan, infe-
’Gnatali da vn'Indiano di quei luoghi molto pra-
tico in quefte' cole, & gran conofcitore delle lo-
"0 proprietà} perche in quefte Irouincie (come
| nella prima parte dicémo) fono molt'herbe me-
"*dicinali, che hanno grandi fecteti, & virtù.
Nafce quefto noftto Carlo fanto ‘in quella Pro-
@tincia,ne luoghi molto temperati, în terre, che
on fono scad molto humide. La fua figu-
ra} & forma & come noftri Lupuli di Spagna;
perche ha la foglia Jfimile a loro , & al lor modo
—egli fi aegrappa s'egli.ha doue andarin alto; ma
fe non ha doueaggrapparfi, fi diftede fopra la ter
ravIlfiro colore. verde ofcuro . Non fa fiore,
ne frutto: L'odor che riene è graue, grato alqui-
-toi La radice fa vn fuftò groflo, & poi da lui ma-
ida molte radici;che fono della groffezza d’vn di-
«to groffo più 0 meno: Enel colore bianichiccia.
“Ha.la fcorcia, che fi lafcia. L’interiore, o midola
fa è merauigliofamente adoperata ; perche è
compoltta d’alcuni fogli foteilì, che fi poffono fe-
tead vno advno. Laradice ha odore quali -
tico Matticata rende amarezza notabile,
‘unaacrimonia. Ha quefta radice le fue
rà nella fcorcid In quefte nauiz che fono
fiteal prefeni
l ineè venuto copia di lei, & fi
ha piu notitia delle fue virià, che per innanzi:
‘liti di quelli, che vengono in quefta Flotta del
ua Spagnardicono moko bene di quefta
Machi medie pia è n geneliomo
di
Swe rh + BR bers rod
‘che viene del Mechiacan; ilquale n'ha portato
buona! quantità. Quello che: egli dice, & hab-
biamo!efperimentato di lei. diremo. Nella-fua
ceto lla temperatura, è calda, & fecca
nella prima meta del fecorido grado ..
Le cofe principali, allequali quefta radice gio-
ni; fono;le diftillarioni,&i catharridi tefta ; per-
che fa renderilcatarro perla bocca, tirandolo
, «della tefta col matticare.vn poco della fcorcia
della radice buona pezza di tempo; & fputarne;
siche fi dè fare la mattina a digiuno. Fa venir
fuori molta flegma & huinori della tefta; che fa-
rian andati allo ftomaco; o ad altre parii.
Prima. che facciamo! quefto ; conuien che fi
-purghino & euacuino . ‘Alcunidi quelli che la
-mafticano; iquali fono facilial vomitare, vomi-
.tano con lei mafticandola, &-fa render molta
«cholera , & flegma; & molto piu fa vomitare,
fe fi prenderà la fua decottione; perche fa vomi-
tare con facilità 1 humor che fi trouerà nello fto-
maco, Facendo quefto conforta detraradice lo |
ftomaco, & mafticandola conforta le-gengiue, & |
fortifica i denti; & prohibifce la loro afprezza, |
‘&fa chenon fiputrefano, necorrompono . Fa _
buon'odor di bocca ; & perche è amara, bifogna
dapoi l'hawer mafticato lauarfila bocca con. vi-
no, percheleuil’amaritudiue, 4 tf
Ne mali, &-infermirà delle donne, & piu do-
me fiano oppilationi, & mancamento di purga=
“tione; prefa la poluere alga «di 1
Ri cn
DEL CARLO SANTO ET SVE VIRTV. $$
dice; le disfa &guarifce; & fi fa che venga ben la
purgatione con l’yfo di quefta fi ha da. tor con
vino, o con acqua cotta con Coriandoli, & can
nella;.laquale s'ha da bewere mentre fi torrà,
Rifoluele ventofitadi, & conforra lo ftomico .
Mentre fi prende, fi ha da vnger'il corpo coll’o-
glio d'Ambra liquido, & Dialtea parti eguali .
‘S'ha prima da purgare; è poi tener buon’or-
dinein ogni cofa, & buon gouerno è. .
© Nelle paffioni del Cuore, maggiormente co»
“municate dalla Matrice, fa la poluere detta, &
‘acqua cotta della fcorcia della radice molto
grand’efferti . S'ha da prendere la poluere,come
sè detto; 8 la decottione fatta, al pefo di due
Reali della ‘radice tagliata minuta, & cotta in
yn boccale, & mezzo d’acqua tanto che cali la
métaj&efubiro tor fcorcie fecche dicedrial pefo
diquattro Reali; & di Cannella fatta in polue-
real pelo di due Reali; & darli ve bogho con
quefte cofe, poi torla via, &colarla » Si douena
rendere ogni mattina vn vaffetto di fei oncie
iquefta decottione con zuccaro, (perche è al.
nto amara) o fenza, come meglio fi vorrà.
refuppofto però, che prima che s’vfi fi fiano
trele wniverfali & debite 2 o
ce» che porta quefta
ne dolori del Mal
rali se td n
A rg
| mofatto l'efpetiétia di quefto. Dice che fi prefi-
* de, fenza guardia; ma che fin, che fi prenderà |
Pacqua, ola poluerefi tenga buon’ordine,& go-
uerno & hél mangiare; & in.tutto il refto.. >
. vNelMorbo caduco,-che fi chiama Gottacoral
infermità grande, & quafi incurabile s dicono;
cha an proprietà, & che fa grand’effetti, pren-
dendo la polwere della fcorcia della radice con.
vino, od acqua; come piu fi conuenira. Io ne
configliai vnoqui,ilquale perche era di piu di.
quaranta anni, è già molto rempo ne patina;
non ha fentito fin'hora altro; fe non che-con la
poluere vomita:quando la préde, & rende mol
ta colera, & non fono:cofi grandii parofifmi;
come foléan èflère:. «Pare a me che non vadi al-
la via di guarire. Deue far l’effetto in quelli,
che non paflano i venticinque anni; perche fin
lì poffono haner rimedio. Lo l’efperimentarò in
quefti tali, che non faria poco bene, sella fa-
celle l’effetto, che vien promeflo .. e i
Ne dolori della‘tefta vfano quefta radice in
quelle parti, come rimedio grande & molto cer-
ro. Dirò come vala cofa. «La prima fiata ch'io.
vidi quefta radicefu nelle mani d’vn'infermo;
ch’era venuto ‘del Mexico; che la portaua pet.
| gran icofà, dicendo ; che fanana, & {cacciaua i
. doloridella refta, ilche egli haueua d’alcuniln=
diani; & mi dimandò; fe la doueua. vfare+ 19
guftai la radice, & paruemi uello, che ne hò
detto ; &lo configlizi;:chel'vfaffe; comeglvera
ga: > _ A — ftato
DEL CARLO SANTO; ET SVE VIRTV, $7
ftato ‘detto ‘nel Mexico; &"cofi fece egli, mafti:
candola larmattina, &-fputtando ; conche gli
celsò ilrdolore della tefta, ché molto età che lo
inoletina. Dapoi mi diffe vn pallaggiero; che
veniva’ nella Naue, done venimi qiicfto gentil.
— huomo;il quale ne portava gran quantità ; che
- ftandovegli nel Nauilio con dolor grande di te-
Ra, glie ne ‘diede vn poco da mafticare; &' che
la mafticò bene, & fputò cori lei; &cheli celsò
il dolore manifeftamente, & me ne moftrò vi
poco, che glie n'era reftato , chera la medefima,
ch'io hauewa veduto ; Dapoi quialcuni Phan-
tro vfata, & ha lor fatto gran bene.
Nel dolor de’ denti la celebran molto quelli,
chel’han portata di Spagna. Stando io nell’Ho-
| Steria, doue era quetti, che portaua la radice, mi
‘certificò l’Hofte, che hauendo vn gran dolor di
| denti; fe neliberò co’ mafticar la fcorza di detta
| radicedalla parte apunto douw’era il dente, cheli
. dlolcua, fputando quanto poteua. Et effendo
| io vn°altro'giorno nella Dogana à medicare vn
Genoliefe dhe ftaua lì, fi lamentò meco vn’altro,
chè era pur là della medefima natione di dolordi
€ti;& facémo portar della detta radice,& in pre
fentia di tutti mafticò la fcorzadi quefta sii
co’l dente; che Li doleua, & fputò molto, & fpu=.
| tandò.gli cominciò a paffàr’il dolore ; &inanzi
che partimmo di là, li cefsò del tutto. Io hebbi
i giorni : palati vn dolot d’vn dente, che mi die
ina tutta; vna notte, dc parte: d’vn giorno 1 x
DO Si Pica ; pre
8 vrriv le forte cai
prefi.d’vn vafo, che tengo in cafa vna foglia di
Tabaco, & fimilmente della radice;detta, &e le
mafticai ambedue infieme, & fputai, &mi cefsò
il dolore, che non m'è totnato più, & forio piu
di fei mefi,-che mi.pafsò...! Quefto è in:fomma
quello, che hò potuto inueftigare del Carlo fan>
ro; ilche,è alai, poi ch’egli'è cofi poco.tempo,
che fi conofce. Il. tempo difcoprità il refto ;.&
come ne fapremo più;.ne daremo notitia di
ogni cofa. rofob È
“Di PaternoStri, che chiamano di s.
con Helena: st: (4p-1V.
ian nin
DI PATERNOSTRI DI.S, HELENA. ;$9
modo che tagliando.ogni nodo. refta ritonda,
«come, vn Paternoftro; delle quali forare nel mez-
.20 fi.fan.Rofarij, che portano i foldati al collo
per cofa di molta ftima , :Si feccanò, & diuen-
_gon dure, come offo. Nell’efterior.foh ‘negre,
&didetro bianche. Sta la fcorza attaccata! così
forte chela & la midolla fi fa tutto wno; & fifa
‘rugofa: com'è fecca.: Guftata quefta radice; tutta
‘tiene fapor aromatico.con buon gufto Pare al
nto che fia vna generation di fpeciey comeGa-
cn Sono della sroflezza del dito groflo piu,
omeno, L’herba, o pianta non ha molto! fiu-
fto, le frondi fi fpargono per terra. Fa lefoglie
Jarghe; grandi, &molro verdi. Nafce per l’or-
dinario ne luoghi humidi. La fua compleffione
è calda.in fin del fecondo grado, & fecca piu-che
nel.primo. Le fue. virtù fono quefte...
son Gli Indiani vfano l’herba peftada tra due -pie-
tre, quando fi hanno da bagnare, fregandofi con
lei tutto il corpo j perche dicono ,.che.ràflo da
. doro lacarne,&li conforta col fuo buon odore;
fi Seguelto fannoiil piu del tempo. per lo granbe-
| _neficio,iche ritrouanoinlei. nola
«i©Ne dolori dello ftomaco lufano gli ever)
prendendonela poluere; & i noftri Spagnoli
vfano per lo ittello efferto tolta fade ni nel-
l’infufione nel vino ; del che io o veduto in al-
cuni notabile experientia .
Nel dolordel fianco fa la poluere di radice ma
nifefto effetto ; perche alcuni hanno prefa quefta
: radice
—“%
ica
Vo siti: mi : IRSA VAR dC SI
radice fatta poluerein vino yhanendo tuttauia
la doglia;'& elor ceflara. Etnon me ne merani-
‘glio; perchela fua qualita manifefta è baftante
‘aprodurfimilieffetti; | | > i
Ne doloridell'orina, a quelliche non poffo
‘no benorinare, prendendola poluere,la prouo-
“ca; & fa vfcit fuori. E‘ cofa coftumata per molti
di ‘quelli;che fon venuti ‘di quelle parti; iquali
l'hànno vfata ih mali Simili. Erqui fifa vedu-
‘to la medefima experientia;che vno, che haueua
.vifa pietra; & né lapoteua far, vsò alcrini giorni
“della poluere di quefta ‘radice, & la fece facil-
“0 Vafoldato portata vii Rofario al collo fatto
‘diquefte radici, &'im'incontrovn giorno; & mi
‘dimafidò ; fe conofcena que»Pater noftri, & di
che erano perchelierà ftarodetto , che eranò
-diradicedi ‘Gentiana yIo lidifli ; che i Paterno-
ftri eranofatti di alcane radici; che fi tronaua-
:nonel porto di S. Heléna; & che non era Gen-
‘tiana. All'hora mi narrò grandi virtu di lei, &
li effetti cofibuoni, che l’ufo!di quella facena;;
il che io credetti, perche par bene; chela radice
habbia gran vittù medicinale, fecondo la fua
maniera; &aromaticità:; &0per quello che iò
nehauena fperimentato è » © I once
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Del Guacatan. + (ap V...
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r Anno portato in quefte Naui vn'herba de
H la noua Spagna , che chiamano gli Indiani
Guacatan; laqual fimiglia molto al noftro Polio
© montano, eccetto, che non ha odore. E'picco-
| la herba, bianchiccia, puntata . Non fo fe porti
fiore, ne frutto. Ho io l’herba fenza radice. .
-Ilfuo nome proprio tra gli Indiani è il detto.
— Loiftefole hanno pofto li Spagnoli. Vfanla gli
Indiani perleinfermita,che dito per le iftef
| fela vfanoli Spagnoli lì, & quelli, che l'hanno
portata quì con notabile beneficio .
Nelle Hemoroidi la vfano in quefto modo.
Peftano l'herba molto bene,&lauano l’Hemoroi
| diconvino, nelquale fia fata cotta quefta her-
ba bene (ma fe fono molto calde, fi cuocein ac-
Qua) & con quella decotione calda lelauano, &
pi fubito
6a deli D ‘4 5 ì ‘B eR 0 A. Fi bal 139 £
fubito le afciugano leggiermente, & le pongono
fopra della de lata Etcerto.è dBaigiiv
fo l’effetto , che in quelto cafo; ondio dapoi ve-
duto i fuoi buoni effetti ; timo la detta herba
molto. PL x
> Donunque labbia-dolor per freddo,o per ven
tofità fia in qualunque parte del corpo;che fi vo
lia; ponendo Trementina in ogni parte chedo
e,& mettendouila poluere di quelt'herba fotti
mente peftata.con vno pano di lino,o di feta, fo-
pra, fi attacca, come colla in tal modo, che non
fi leua fin che mon cefla il dolore. Etdi cio ten-
gono manifefta efperientia quelli di quelle par-
- ti, & fimilmente quelli dij quefte ; perche l’han-
no efperimentato. ©
La poluere di quefta herba pofta in piaghe pic
ciole; fpecialmente nelle parti occulte, le netta;
3
mondifica; &le cicatriza, &fana.
DELLA’ OxBADAG: er cave viRtY.
Della ‘orzada. À
en
«Spagna vn fe-
pnt: Orzada.
dute bla ella à
con la noftra orzo; la
gran fimilitudine+ che la
colui; perche fa vna fpica,
_ come'ella, & nella fcorza
tienèinclufoil femé; mat
\ | molto da lei lies; nelle
virtu, & nelle fue qualità;
perchela Orzada è il piu ga
gliardo cauftico ; & corro-
fiuo, che fin hoggidi.i in her
ba, o in pianta fi habbia
veduto; & tanto ; che-fa
quell’opera ; che farebbeil
folimato, o Rifagallo:On-
de douunque fa scia”
cauterizare, 0 abbrufciate,
o corrodere qualung; car
ne per putrida che ella Pi
fia, ponendo la polucredi
quefto feme,fala per
ra, che farebbe il cauterio
È ) atta al di ferro ardere, di modo che èilpiugi-
o a cauterio potétiale che fi 7419 hora.
soli
e ra
TEN
que fi fiano. Mangia, & corrode la carne cat-
-tiua;& a leuando quella delle piaghe, co-
.me gagliardo ‘afterfivo.:. i
Gli Indiani; perche non haueano ne Solima-
- to, ne altri cauftici, come habbiamo noi; quan-
:do haueuano da vfare di fimili rimedij , tencua-
‘no & tengono quefto feme per cauftico poten-
tiffirno; come eglièin'iero; & cofi fe ne vaglio-
no, come di rimedio efficaciffimo.
Side mettere queftapoluere à poco a poco,
‘& piu, o meno; conforme allagrandezza del ma
le; ponendo idifenfiui ;iche fi vfano 2 mettere,
quando fi adoprano fimili rimedi).
Nelle piaghe vecchie, & immonde,doue è bi-
fogno di corroderla carne trifta ; con prender
quefto feme, & macinarlo,& difoluerlo ben con
acqua di Piantagine; o acqua rofata ; bagnando
nell'acqua chiara; che reftera poi di fopra, vn
ezzetro di tela, 0 ponendo inluogo cli tela,
Fo fili bagnati nell'acqua; netta la piaga , man-
giando la carne cattiva di tal maniera, che per
cattiva , & antica, che fiala piaga, & per im-
monda che fia; la laffa netta, & conlafua car
ne falda & fana.Dapoi quefto deonfi vfare quelle
Medicine,che hano virtù di generar carne; pche
l’effetto di quefto feme non è, fe non di mondi-
ficare & nettare, & leuar il fouerchio della pia-
ga-Quefto effetto medelimo che fain noi altri
fa ne
da
È
}
È
j
DELL'ORZADAS'ET SVEI VIRTV. &$
faneglialtri; ne quali perla maggiot-parte fo-
mo piaghe molto cattiue; cancherofe; & piene di
vermi doue;pofta la femenza (fe il cafo fara cofi
nde, chelo:richieda) o la fua acqua, come fi è
sioni fa lo medefimo che fi è detto; & meglio;
| vfando fempre nel luogo; doue fi pongono co?
| valimedicamenti, de difenfiui y che fiano conue-
| mienti; perchee medicamento fortiffimo che ne
ha meftiero di tutti; Dirò quello, cheame n'è
auenuto:Mi portò quefto feme vno Indiano con
altre molteherbe; & andando difcorrendo fo-
| pradi loro; quando venimmo à quefto feme, ne
prefi vn grano; & melo pofi alla bocca, per pro-
« uarloQuelli;:che l’'hanena portato (come quel,
che bene la conofcena, ) mi prefe la mano, &
non mi lafciò pigliarla ; ma con tutto cio, io nè
fuppi co° denti vn grano; che non è maggior
che vn gran di femenza di lino, & anco piu pic»
colo, & tien gran fimilitudine con quella; &.nel
toccarmi la cima della lingua quefto femerotto;
mi vi fece vna veflica, chemi durò per alcuni
ni+lo la diedi al Diauolo, & credetti bene
di lei mi affermauano.Horà io comincio
i & fa piu effetti, che non fi dicono..
Tin 4 grado, & piu,fe vi fon piwgradi.
PN'HERBE DI GRAN VIRTV. (ap.vi
“a mente tengo vn'herba, che corta, écpre
Diala fur acqua calda; fana il mal del petto;
qual non: fo come fi chiama ; fenon che nella
li lei veniua feritto quelto. >
: ager Et
PI
G6, -ernivinte dro
Et vn'altra, che fa vfcir la creatura morta deli
ventre, & le Seconde; perche di quelta ne hanno:
grande efperientia gli Indiani, per quefto effetto.
& ha giouato vna fiata in quefte patti.
Mi portarono due herbefecche , che mi con-
tentaua piu, fe le vedena verdi, Luna,che ftando
nel campo nel fuo piubell’eflere, fe l'homo, ola
donna le mettela mano fopra; fubito filafcia ca
der come morta in terra.L’altra,che effendo fpat
fa perterra, nel toccarla per coglierla ; fi incre-
(pa, &firicogliein feftella, & ferra; come vn
caule Murciano . Cofa merauigliofa, & di gran-
de confideratione. i p113
Tengo Heleboro negro portato della Prouin
cia del Mechixcan, come quello di Spagna; &
fa l’ifteflo effetto .
Quefti giorni effendo venuto vn giouine è
| configliarfi meco; il quale veniua di Quito; ven
ne da me vn mio vicino dicendo; che fua figlia
ftaua molto inal del Buffo, ond’io la medicaua ;
-& che le vfcina molto fangue,& che l’adafli a vi
fitare. Dimandomi l’Indiano, che cofà era fluf=
fo di fangue.Io gli diffi quello, che egli erra. Egli
mi diffe, che mi darebbe vna cofa ehe fatta in
poluere, & prefa , lo: fa cellar (ubitò; laquale
egliin Quito haueua efperimentato molte fiaté.
«Andò il padre di lei con luial fuo alloggiamen-
to , & portò vn pezzo di vn frutto, che pareua
efler di arboro grande . Da vna parte era molto
lifcio, & di color giallo; dall'altra molto afpro,
& molto
D'ALCVNE, HERBE DISGRAN VIRTV. 67.
«& molto colotito che paerua morello. Egli fi.
| peftò fottilmére, Snefu data la poluere alla in-
ferma cò acqua.di capi di rofe;una'fiata a quell'-
hora tarda;l’altra lamartina;& fubito cominciò
a ceffarle il fuffo; &dell’hora in nanzi prefe mi-
glioramento, onde venne a rifanarfi Et perch:
mai piu non vidi colui, chelo diede (benche lo
| procurafli con diligentia ) non potei mai fapex
cio che era, ne che.arboro era quello;; che pro-
ducena il detto frutto .
Di quefta maniera fono molte altre cofe nelle
noftre Indie Occidentali, che hanno gran victa,
& grandi fecreti Medicinali} de quali ogni gior:
no fi fapra piu; & fi andaranno difcoprendo,
accio che poffiamo feruirci di loro . Il. che hab-
biamo veduto molto manifeftamente, hel benc-
ficio, che hanno fatto quelle, che fin hora fono
| ftate portate; poiche è tutro il Mondo pieno d.l
le fue opre merauigliofe; curandofi con-effe in-
firmita, lequali non è ftato baltante tutto il re-
| Ato della Medicina à fanare; come fi vede in tut
tiquelli, chele vfano, &adoprano, con grande
e, & beneficio. Il che tutto fi dee alla mia di-
entia &.cura, onde io ne fcrifli nella prima
parte di quelta hiltoria Medicinale; laquale è
| ftata molto celebrata nel Mondo ;s per le.ca-
fe che in, lei fi trattano. Et perche fi .veg-
| gailfrutto, chequefte mie fatiche hanno fatto,
voglio pone: qui vna letera,che vn gentil’ homo
Perù mi mandò gialdue Mefi, perla qualc;ì
and
*
GR rr rosi sorigaavoia‘a
vedta, che pet:casion «i quello;che io feriffi nel.
la prima parte, fi fono difcoperte le pietre Be».
zaar nel:Perù; lequali con tanta riputatione
fi conducono dall'India di Portogallo; & come
perla relarione, & ordine, cheio ferifli , venne»
ro‘in Cognitione di lei. Cofa certo ineftimabile;,
& degna di efler tenuta molto cara; che vna co-
fa, loquale tanto merayigliofa,&di tanto prez-
zo fi habbia trouato nelle Indie di V.M, & fiî
cofi facili da poterfi hauere, & cofi certe; & ve-
re; che non tegniamo dubbio de’ fuoi effetti, &
virtù.Ilche non è cofi in quelle che portano dela
l'India Orientale; che fe ne vengono dieci vere,
fono accompagnate da cento falfe. Onde quelli,
che le comprano deono molto bene confiderare
quandorle comprano ; che monvengano ingan-
nati. Quefte, che fi portano dalle noftre Indie fo
no tutte di van modo ifteffo;nefono diuerfein'al-
tro ; che nell’effer grandi, & piccole. Li effetti,
che fanno fono merauigliofi; perche è porentiffi-
ma la lor virtù contra ogni veleno, & febbri pe-
ftifere;, &humori velenofi, come nella terza par-
te Dio permettente diremo . Il modo, che fu por
tatala littera era quefto . Venne vn piego come
di lettere innolto in vna tela incerata cofi: ben
affetto; che poteua andare in ogni luogos/per
luntano ‘che fufle. Aperto quefto, eraui vna
callettina fatta di vn pezzo di legno.ben: groflo,
‘concauo, che era bel da vedere. Nel concano
‘di quello erano le herbe, & femenze; che di-
dc ra
D’ALCVNE HERBE DI GRAN vIRTV. L9
erala littera; fopra dogn'una era fctitro' quello
che era. In vn lato del legno, che era concauato
n poco piuz erano tre. pierre. Bezaari fermate
con. vna pergamina con la fua cera, ben gouer-
‘nate. La lettera era pofta di fotto, (oritra di mol
to minnta lettera, & alquanto difficile da lvgse-
ere. La foprafcritta diceua a quello modo..
a È MOLTO MAG. SIGNOR,
MIO. S. IL DOTTOR MONARDES'
| MEDICO IN SIVIGLIA. ——
i”
a
Magi Signor: $
ro. rt famofo Dottore; cofa molto
noua parerà a V. Mercè, non efendo
so literato, ne della Sua profeffione,
‘cche le derina immateria. del fuo ef-
> fercitio ; efendo io un foldato ; che
querra in quefte parti tutta mia uita.
os effendo affettionato 4 F. Mercè,
ella ha compoSto delle Mediciney
-— Mov una vato.
| Sa rimedij , che babbiamo qui; iquali innanzi erano
vadoperati da noi fenza regola, ne modo alcuno, er
“ron faceuano cofi buon'effetto , ne fi rimediana
— ranto con effi. Fl che al prefente è al contrario, che
mediantei fuoi libri,fi fono fanati molti,che mai non
penfarono,di ricuperare la fanità, ne hanere rimedio
alcuno. fo Signor ha piu di uent’otto anni, fin allo
ferinere di quefta , che uado peregrinando per tutte
queSte Indie, done fono.molte di quelle cofe, che ella
‘ fcrine nel fuo libro; «x altre che non fonò State
condotte coSti, per efferei Afedici , che uengono in
queSte parti poco curiofi ; iquali non attendono al
bene uninerfale, ma al lor folo particolare , ue-
nendo per arricchirfi folamente . Ét perche la gente |’
che paffa a quefti luoghi per lamaggior parte digno |
rante, non apprezza i bene, che poria fare>. |
fo Signore, benche nion babbia lettere , fon nondi-
ineno affettionato a gli huomini dotti, come a V.M.
" fi per lo fuo libro, come per la fama; che ella ha în
* queSte parti, laquale è grande} ma tutto che non la
.v conofca , bo uoluto tuttania prender quefto trana-
glio, chemiediletto: V.Afercè fcrine nel fuo li-
* bro, dando notitia della pietra Bezaar ; &r da i fe- |
° gnali dell'animale, che l'ha; liquali confiderati jéi |
: babbiamo abbattuto in una Specie d’animali che
‘ vanno per lemontagne di queSte Regioni, liguali fi-
migliano moltò a Montoni, ò Caproni , ch'ella dice
e/fere nelle Indie di Portogallo, iquali generano, &
"bammo:le dette pietre ; de ampio
Spaefi nelle Montagne , & luoghi freddi omo per la
e» | vo > | maggior
%
\i
RC
LETTERA DAL PERV. Ser fa È
maggior parte di color roffo.Pafcolano herbe faln-.
| tifere, delle qualiba gran quantita nelle montagne,
one nafcono, Sono molto leggieri tanto , che non fi
polfono cacciare fe non conarchibuggi. Sono diyerfi
lamente da quelli dell Fudia nell'Îfer prini di cor-
na 3 perche intutto il refto fono gl'ifteffi. | —
ed quindeci di Giugno di queSt’anno 1568.i0
Ur un canaliero mio amico fummo a caccia file
montagne, &y ftemmo falla caccia cinque giorni,
drammazzammo alcuni di detti animali, che ho
tro, Et perche ui andammo a quefto fine di confi-
are, fe'erano gli iftelfi dell'Îndia, portammo i
fito libro connoi ; cr ne aprimmo uno di quelli, che
hauenamo prefo a caccia , il maggiore , el piu uec-
chio &” non tronammo ne pietra , ne altra cofa al-
nel uentre, ne in altra fua parte; onde cre-
‘che non faffero quefti animali, come quelli
dell'India, poi chenon hanenano pietre s dr doman
Mammo'a certi Fndiani, che ueniuano con noi per
boftro fernigio, done quelli animali banenano le
ire. «Ma perche fono noftri‘inimici; & non
sche fapeffimoi lor fegreti, differo ; che
Upeano niente di quella pietra. Ma
rzone Indiano , che praticana ‘con noi di
jd dodici ; uedendo xche -defidera=
averlo: ci moftrò doue quell'animale, che
morto la in terra, baueffe la pietra; qual
vuna-borfetta particolare,lagnale p
‘i medefimo forò, donde tornano a rumina-
Stanno diftefi;l'herba, che banno pafiola-
te to,
pà - eno 1Brir dr
to. Gli Indiani #tolfero ammazzar quel garzone,
perdo anifo, che ci banca dato; a effi fimano
‘molto quelle pietre, dr le offerifcono ne loro Gua-
che, oner Oratori) , done tengono 1 loro fdoli}; a
quali offerifcono le piu preciofe cofe, che polfa
no bauere>; onde loro offerifeono quefte pie»
ssre, come cofa preciofa , & di molta ftima ; fecon
do che offerifcono anchora oro, &r argento, & gem
me preciofe, o animali, & figliolimafcenti . Dapoi
fapemmo , che baneano facrificato quel garzone,
perche con lacaccia noi ci fcordammo dilui, effi
To hbanenano menato per quelle montagne, dowe mai
‘piu non lo uedemmo . Et è cofada confiderare, che
intutte le parti della fndia non fi hanno trouato que
fi animali, fenon nelle montagne di quejto Regno
del Però ; perche io ho caminato tutti i Regni del
Mexico, dr-tutte leProuincie, y Regni del Per
xù, dr per le Provincie, cr Ifole del Afaragnonizi&t
per la Florida, & per molte parti di quefte Indie
«Occidentali; & mai non ho ueduto quefti animali;
fenonin quefte montagne del Per.Signore, quello; |
«chewo ho potuto con ogni diligenza del mondo, fote
trarre, cr fapere daquefti Indiani amici, di quefte
pietre, che fi cauano da quefti animali, fi è; Che fo=
n° meranigliofe contra ogni ueneno, & contra ogni
specie di Toffico mangiato sò in altramanierag@® |
ne mali delcuore ; o nel difcacciare , <r uccidere
auermidelcorpo . Nelle ferite auenenate fattecon
—_ &berba mortale; laqual ufano i Caribis poftala
. poluere di quefta pietra dentro, è granriniedia. Ea
LI
ire ini et rca
È LETTERA DAL PERV. 273
| diconocancho. glindiani, che quefta pietra è contra
Wuenenodell'herbarmortalez;che efimedefimi ufa»
no per ucciderfituh l'altro ver per »uccider no
Steffis perche molti dè noftri spagnoli fono pertei.
morti\rabbiando:; &coniffrani accidenti fenza
tronare5ne fipere alvun rimedio: Verd.è; chehèl
Solimato'ban ritrouato qualcherimedio, ponendi
mella ferita; ma fel'heibd'é frefcas toda mono:po» —
fasgiona poro , ey fe ne muoiono Senzàrrimedio.
Gabammo del primo animale; che aprimmio daquel
buccolino, ondetorna a rominar, quandoegligiate
Lherba, che pafcolò, none pietre . Et pare ; che:coa
mel'herbe che pafcolano fono di coft granairtài
vofe quiui dal loro fiacco per ordine di natura fi ge-
nerino Cr nafcano quelle pietre , che harinocofi rarè.
sinti Ne aprimimo de gli altri di quelli, che baue-.
amo morti, cn cacciati; dr in tutti trouammo delle
pietrermaggiori, è minori, fecondo la loro età . Ft
fedee'notàre;-che quelli, che pafcolano nella monta»
gna fono quelli ; che generano le pietre ; che-bannò
mintos-perche quelli, che pafcolano al piano, come
mommangiano , ne fi nutricano dell’herbe nirtuofe
montagna ; cofi le pietre, che hanno; benchè
no mirto 3 non fon però tali, ne tanto buonez
s che-banno quelli, che fon nati, ft
rifcono nella‘montagna . Habbiamo cominciaà
soa ufar quefte pietre fecondo l'ordine , che AM.
sensa e dandole rela Leg sa
fer di nio Habbo nati im loro crt
che.
ga vb Pia Rs0riis.-
che.ciha fatto merauigliare ; dr in loro habbiame
ueduto manifefti benefici); & hanno guarito di
infirmita molto grandi; che fi merauigliano tutti
quelli; che.l'han nedute. «Alla Signora Catherina
diVera:forella del Signor Prefidente; &r a Donna
Maria di Ribera ; dr a Diego dieAndrada; & a
Diego dell'Ifola ; & a Mariana moglie di Maeftro
Giouanni Plutino; & al Padre fofeppe Martinoss
e al Padre Fernandes Clerici; & ad altri molti,
hanno fatto grandi benéficij que/te pietre, fanandoli
dimolti mali; che farebbe cofa lunga:dar di loro
notitiaa V.Mercè ..Bafta a dirle, che elle fono pie-
tre digranuirtà;.& come cofa nona le prendono
inpolueretutti quelli, che hanno infirmita, che rion
fi poffono fanare cone Medicine ; & molti guarri-
feono; ilche fia a laude del noftro Signore, che pofe
inloro-cotali.wrtù. Quefte fi hanno ufato dapoî
quella-caccia; che ho detto a W.M. perche quelle fw
rono le prime,.che fi difcoperfero nel Mondo; per
ufo di curar ‘infirmità 3 Speriamo , che habbiano
da fare-opre meranigliofe ; fecondo che hanno co-
minciato. T utto cio fi dee a W.A4. poi che col fuo li»
bro neidie notitia pertrouarle sr difcoprirle ,
canarle-diquefti animali ,.che le teneuano cofi oc+
culte . ‘(Che certo fi dec a V.M. molto; perche. ne di»
Scoprìcofi grantheforo, come questo; che è il mag=
giore; chefifia difcoperto, & trovato in quefte par=
ttOnde le dicela noftra nation molto, & fimil»
‘mente tutto il Afondo, chefi ha da valer diloro,&
"deogli altri fecreti che V. M4.mette nel cnr
a
de ri rici iaia nm
__ LETTERA DALIPERV, 275 >
‘de qualli noi qui ci valemo molto 3 cr credo chefe
“ne vaglia ogniuno. »fn-ricompenfa del beneficio,
‘che io.horiceuuto per la mia parte mando aV. M.
vena dozina di Pietre per via di Gionanant. Cor-
‘zomercantericco. Se giungeranno coSti ; ella fa-
| “radi loro efperientia, in molte infirmità, ‘chè fitro-
merà grandi effetti in loro. Perla medefima uia
"ella ‘mi anifara della -riceuuta 3°& di quel piu
«che ella fara feruita di comandarmb, che lo faro,
sicome homo, il qualleè affettionatiffi» per banerla
| bveduta surf dr dotta, & far tanto ben al Afon-
i “do con quello che ellaba feritto, & publicato..
© Hora io mando è VM. vna caffetta , nella qual
“fono ‘alcuni Fafuoli, liquali ella dara ordine , che fi
‘feminino ‘al principio di Marzo; perche il "freddo
nonli abbrufci. so fannola pianta come le faue
a to piu piccola; &r quali hanno le uagine, done
| “ftanoi femi. Mangizdo vna dozena di quefti cò fale,
3 “squali hanno fapor di faua frefca; purgano gagliar
— Vdamente gli bumori colerici, &î vi egmatici medio-
Veremente; cr enacuano l'’acquade gli bidropici fen
za granezza. Il medefimo fanno fe effendo fecchi
fin ‘ano è molle, fi torranno con vino.E° me--
e ‘tener apparecchiaro il cibo, perche fe purgaf-
Jero.troppo; mangiando,ceffera fubito l'operatione..
«© andò fimilmente a V. M. vna herba che mafte
n inferta nella terra , come Gramigna;
gii uirtw per molte infirmità; Gr #
Cn ioo maine n
&y altrimali; perihe fattane de-.
sug on cottione
76 Yves: B_ RO T3 +
rcottione;c&y ufandolai in gargarifinili fa celfare mol
«to facilmente cr con gran beneficio» Et. per quefto
I@ per la dolori della tefta., & diftillationi, mafli-
.veandoli, fa fputar molto. Chiamano queta herba |
Ù del mia nomes sperche io la usò, &y-confi iglio; che gli
altri 'afino in:mali frmili 5 laqualm nfegnò uno 18-
vidiano;\che fapeua molto dell'herbe >
vio Similmente,mandò a VM un frutto diun ue:
«To s che è di gran beneficiay'iquali arbari non fi tro-
vano invaltie parti, cheinquefte>. E della grax-
.xdezza divina Quercia diquelledi CaRtiglia.» Ha la
Scorzascome di (ervozesla foglia,come di Fraffene.
\Ha molte uirtu ; perche la feorza fatta poluere, &
‘pofta fopraogni piaga; che babbia mestieri di ef-
cfermettatà y per effer-:immonda 3 la netta, &dapoi
-fa\erefcer-da carne; o là fina ‘molto bene. Fre-
“ gando v denti condesta poluere sli netta ; & posta
«nelle gengine fcarnatezle incarna; ferma liden-
"tiche Sona Cocendobenle foglie di quelt'at-
-boro ini acqua,cr lauado cò quet'acqua ogni enfiata
snai che habbia qualche piagas'o:chefimappofiemata
«fanala gofiezzaseo larpoftema: Et ponedo una tela
in detta decotionie tepida fopra il medica-
“mento,obe fi mette fopra la piaga; 0 fopra la polue
,res chefi fece-della fcorzaslaqual fi pone per fanar
de piaghe fazche quelle piaghe fi fanino pia tofto,
«uietando chemon wi difcendano gli humori. Delk'at-
-boro effematafa odorifera,.che ferue per ‘profe
| \marinsnoltimali di teSta, &y per fan empiaftri pe
| «ttoltimali. Hora la.mando a R/4: Del fiutto fi
RAS sp) n0 8
ù LETTERA? DAL' PERV, Fr
no gli Indiani certa benanda, la qual perlorò-è mol
ro fatid. V:A1. lo faccia feminare,che uorreî che naa
fcefferos perche farebbe cofa di grà piacere per. li
benefici ; che fa‘ nella Medicina‘, dr. perla novità
del'arboro; perche in ogni tempo ha molto buono
odore» Po meniai in queste partiuna Negra; che
comprai a Xercz della frontiera;ta» quale rimafe
cori uenimmo qua cò alcune piaghe uecchie nel
egambe, lequali ella bauena gia molto tempo; &
uentd'io alla Jfola della Margarita molto tranaglia
to,per le piaghe,che hanena la mia Negra ; un In-
dian mi diffe,che la fanerebbe; &x vedtd’io che qui-
+ minon banca altro rimedio; la puoft ‘nelle mani del
l’Indiano , perche me la curaffe; ilgnale prefo un
frutto (che in quellaterra e commune, & lo mangia
| no tatttin generale, che è della grandezza diun
vAranzo , & tiene un offo , come Perfico ) lo ab-
brufcid,c<&o ne fece poluere (perche l'offo è duro de
— fe puo peftar fenza abbrufciarlo) & le pofeladetta
poluere nell piache,ch'ella hauena c6-molta carne
putrida ; & molto (porca, lequali con tadetta»pol |
mere fi nettarono molto bene, &x fe le corrofe tutta
quella carne putrida fin fnl'offo. Dapoù fatte net.
te; confili, a un poco della poluere, rs le cominciò
a generar carne noua, fin che fi empirono di carnes
"«& fi fanarono molto bene. ‘Ft fi dee confiderare,
— chela anima dell’offo ‘ba tanto veleno, &malitià,
— che fe alcuna perfona,o animale la mangiaffesmor-
| rebbe fubito fenza alcun rimedio y come febauelfe
“mangiato ogni altro neleno corrofino;tome Solima-
too Rifagallo.
dii ii e re a Alia i EIZO +, È ee gr pece
70 vata la Ba Ri Otr ar
__ «onNellaterra di Pefto, doue io wifialcuni anni,ba-.
mea un Indiano, che medicana i foi &rli Spagno-
li di ogntinfirmita, che effi.baueffero , con ungerlo-
ro le giunture, &x le parti che lor doleuano yo done
baueffero il male, col fumo di certa hberba, & fubi-
toli copriua; & fudanano per le giunture puro fan-
«gue, fimilmente per la parte inferma , done po-
newa il fucco; <& come andauano fudando, andaua
ricogliendo, x nettando con un panno di lino i fan-
gue, finche uedeua che fnffe a baftanza. Dapoi li
nutriua con cofe di fuStantia, facendoli fudar tante
fiate; quante uedena che baftauano ; &y con quefto
Sanauano molti di infirmita incurabili ; & fe deb-
bo dirloà V.«M. egli -pareua che molti ringione-
niffero ,&y-reftalfero piu gagliardi, & piu gionani,
di quello che erano prima che infermaffero.Et per co
fazche noi facémo ne perdoni,ne per carezze, ne per
afprezze s ne per minaccie , mai non uolle egli dir-
ne,che herba fuffe quella,ne moftrarla ad alcuno.
>. Inquefta terra fi troua una (pecie d'&rboro,ch è di
‘ legno tenero. Li Indiani piutofto fr lafceriano am-
mazzare,che andar al fuo lume; perche dicono, che
mettendo l’Indiano ala luce di quefto arboro,o dan
dole il fuo fumo; refta impotente condonne. Et
tengono quefto per cofi certo, & uerificato, che non
andariano al foco , che fi fa di quello,per tutte le co-
fe del mondo; perche effi come carnali non uoglio-
noquefto.
— Curanoinqueftaterrale enfiature, che uengono
- À piedi,cy alle gambe da humori freddi con IR
- SR gle 4
}
>
° LETTÉRA DAL PERV. 79
| ba, che fi chiama Centella; laqual peftatay &x pol
— fopralaenfiatura, lena fubito alcune ueffiche; per
| lequali efce molta quantità di acqua , & bumore
| fincherrefta il piede;o la gamba afciuta. lobo ue>
| duto grandi esperientie di quefte euacuationi tra gli
— Prdiani,che lufano molto; &ho weduto alcuni Spa
| gnoliufarla,c&r guarire di fimilimali. << «<< «
| “ Nell'anno del cinquantaotto In Chile fi tagliaro»
— mo alcuni Indiani prigioni le fuole de’ piedi perman:
| guarfele,<y le arroftirono pare per cio; &r quel che
| apporta piu merauiglia fi é,che fi puofero ful taglio
| alcunefogliedi certe herbe; &non gli ufci goccia
| difangue tenendole fufo.. Etquefto uidero all'hora
molti nella citta di S.facopo prefente il S. Garcia
di eMendozza ; che fu cofa, ‘che fece merani
ovzHerbe, & arbori, come quelli di S ‘pagna' qui fr
nano molto pochi ; perche la terra nonli porta.
— Nella NouaS pagna ue ne fon piu, che in altra par-
te delle Indie; che quando fi conquiftò , trouarono
molti arbori, come quelli di Ca/tiglia, ey molte her-
be, piante,come quelle,che ba in Caftiglia; & au-
ell” animali fimilmente.Quel che babbiamo qui
Serpenti, che pongono meraviglia è chi li nedezi
LIA e
80 «Vr € pato Er ori
tinti Auoltori, che nafcono in molte Ifole che fa=
noin-quefto Mar preffo.a terra; che fi mangiano
lepeccore ; dointanta quantità che mette Spanen-
to; penche effendo i Negri p ojlt alialor guardia, ne
ban potatura, Di una.cofa mimeraniglio , che le
uacche che nafcono nelle montagne,condotte al pia
not muoiantutte. Towidi cheun amico mio menò
trecento nacche per pafcolare& frettero qualche
tempo che non pafcolorno; <& 4 poco d poco in un
mefe nonzglie ne refto niuna; che tutte fimorirono;
<& quelsche è piu da merauigliar fi è,che ft muoiono
tutte tremido,gy confumate. Alcuni ne dino la.col
pasall'effer laterra delle motagne frigidi[fimaset pio
ueruiogni giorno; nel piano n6 piowe,e far caldo;
ondematandofi da uno.eftremo all'altro,ft muoiono.
che certo Signor è cofa degna di confiderationeue-
‘dendo, che in spatio di otto leghe poco piu, ò meno,
che cifiadi pianura dalla cofta alle montagneper —
untratto di piu di mille leghe, giamai-non habbia
piounto, dr che nelle montahne piowa ogni giorno.
| Saprà ©. AL. che d gli 8.di Ottobre di quello an=
n0 giunfe quiunmio cugino s chefi chiama eAlonfo
(Garzia molto buon Soldato; cr ci diffe,che ha troua
ito umaberba,laqual è contra quell’herba,che necide
fenza rimedio, cr ufanoì Caribi, &r gli altri fndia
ini ualorofi nelle loro guerre, cr caccie, è quali babe
tano da Charcas fin è Chile, cy winono come Arabi,
— smantenendofi folamente della caccia , &y di-carne
«humana. Quejti con le frezze inherbate hanno mor
«tvuna infinità di Spagnoli ; ì quali e”
la fon
Meli se i e co
LETTERA DAL PERVa = 8°
Son buoni dé mangiare, per effer carne dura; onde
Quandoli uccidonos litengono a macerare, tre,
quattro giorni. Con queSt'herba, che bora fi ba tro-
uato firimediarà molto al danno, che effi fanno;
perche î noftri nonlitemenano, fe non per l'herba, .
co laqual ungeno le faette,che tirano,lagnale li fa-
cena morir rabbiando, fenza rimedio alcuno. Al
prefente con la contr'herba, che ban trowato, fian-
no tuttimolto allegri. cea % é un'herba la-
ale ba alcune foglie larghe, che fi puo fimieliare,
S Misano della Piantagine di Spina sla dia pe-
Saycy pofta nella ferità attofficita, mortifica il tof-
fico, & il ueleno, &r fa-ceffar fubito gli accidenti,
che fa il ueleno dell'herba. Siha per cofadi gran
momento in quei luoghi l'hanerfi trovato cotalri-
dio» & fappia:V. A4. che fitrona la contr’ber-
ba nel medefimo luogo, doue fitroual'herba; &
credo che ancho ne fia in altre parti ; ma là, dove
Sefa il danno ha piacciuto a N. S. difcoprirne
rimedio . i
crino a V.M. quefte cofe, perche di quà ella con
eri quante piu berbe &r piante di gran uirtà fimi
efta debban tenere le noftre Indie, lequali non
10 tronato, ne fuppiamo s perche gli India» |
inte cattina,cr noftra inimica, non ci di-
roprimebbono un fecreto,ne una virtu di un'her-
ba; benche effiueniffero fegati per mezzo + Che fe
‘alcuna cofa Sappiamo diquefte ; che ho detto &
altre ; fi fanno dall’Indie, le quali come ufano
«di Spagnoli difcoprono loro, cy -dicono tutto
se: i È s cio,
Gib — ques poorriiru
cio, chè fanno. Non voglio.effer piu lungos:perà
che non fo, fe quefta lettera peruenirà alle mandi
PM. Seella'vi giungerà , piacendole di darme=.
ne anifo, 10 le ferinerò piu alla lunga, & con piu
particolari di quefta terra, &r delle uirtù di altre.
herbe, &de gli animali, &r d’altre cofe, che fo,
chele daran piacere, poi ch’ella è cofi. |»
curiofa di fapere quefte cofeo, |
Lau N; Sio.
Di Lima nel Perb a 2.6.di Deceb. l'anno 1568,
lu Rada la mano di VM, |
Pietro di Ofina, <&y di Xara, &x Zegio.
Qvesto gentilhomo del:Perù,che mi (cri
ne quefta littera, benche io non lo conofca, pa> .
re homo curiofo , &affettionato àquefto cole zi
&io lo-ftimo molto.Perche'efendo l’officio del
Soldato manéggiar l’armi; fparger il fangue ; &'.
far’altri efferciti) militari; de ftimer molto,»
che voglia inquirir ; & cercarherbe, & piante,
pet faper le loro proprieta,& virtà. Nel che par.
che habbia imitato Diofcotide, che trattaua l’ar:
mi nello effercitio di Ant.& di Cleopatra, & per.
ogni luogo douce egli andava, cercaua di fapere
dell’Herbe, Arbori, Piante, Animali, & Minerali
& altre molte cofe,delle quali fece que’ fuoidfeili
‘bri,che fon tito celebrati in tutto il M6dojonde
eglin’acquifto la gloria, &la fama, di li hors
tiene; & ha ricenuto maggiornome dallo ferite
ua i UCcro,
ta
da TI nt fatti in ate
_ .,_ PETTERA DAL PERV. 83
tiero,chefe hanelle giadagnato molte Città con
| Jefuè armi militaritBEr perciò tengo in:gran pre-
gio aueliesgaito Poe rende
nel voler fapere,&tinueftivare quefte cofe natu-
sali; &liho etande obligo; perla buona opinio
° ei ha dime, &/perquello;chemihain=.
miaro, che certo fi de apprezzar molto. Io pro-
curato refcrinendoli,ché ne mandi piu cofe; poi
che ci farà gran Theforo il faperli fecreti,& me-
rauiglie della Natura. Delle herbe, chemi ha
mandato faro efperietia, & faprò leloro virtù;
‘&quelo;chefinno. Ifemi feminaremo à tem
po. Le Pietré Bezaar mi paiono diuerfe da quel
Ae, che portario dell'Indie Orictali; Nollafuper-
ciefono Leonate:ofcure; &rilucenti. Sotto di
due copette, o fogli hanno vna cofabianca , che
| Buftata, &trattata co denti, è pura terra. Non
ha fapor ne gufto; & anzi rinfrefca; che fcaldi +
Son perordinario della gridezza divna mezza
‘Faua. Sono per la maggior parte piane.Vene fo-
no digrande,& piccole; & ben pare che in lor
fi troui virtù Medicinale Molki diquelli,che fon
enutiin quefta Flota ne hanno portato , ì quali .
‘mi vengono àtrouare, comefeio fuflì il primo
inuentor di effe. Contano di loro merauigliofi
effetti, che paiono prodigi. To ne peltai vana, &
fatta poluere la diediad vn garzone che fi diceva
hauer prefo veleno. Non fofealtri rimedij , ò
ella fu,che lo rifanarono molto bene. Me ne va-
lero in altre infirmità ; & quello ch cio vedrò di
ì AA lei
_ 18% 13 kb
ei, &dell’altre Medicine, conquello, che ci fara
dinono; daremo in lucein vn'altroterzo volu-
me, che faremo diquelta Hiftoria Medicinale.
Nel qual faranno cofe meramigliofe, & fecreti
didi Medicina, che darano piacerad ogni»
uno,& piu alli infermi, che hanno bifogno di fas
narfi conloro. Vna cofa fi dee confiderare, che
quello ; che io ho fcrittoqui, patte ho intefo da
coloro, che fono venuti di quelle patti , iqua»
li ne hanno potitia ; parte fi attribwiffe alle {ue
. compleflioni, & qualità, chelo poflono fare; &
parte habbiamo efperimentato . Etin ogni cofa
fi dehauer confideratione, che tutte queftecofe,
che fi conducono dalle noftre Indie fono per la
maggior parte calde ; & che fi debbono vfare co
‘me di cotal qualità in tutto quello, che vorran»
no adoprare, perche egliè bene eller auifati di
quefto, che ranto giona à faperfi.
Del Sangue di Drago . (a pi.
> = oa de a (ESTE,
ftieri per meglio conofcere,qual fu il veneno;ché
fi prefe; che fi miri fe è rimafo qualche pocodi
quello,che mangiò , ò beuette; per vedere quel
lo;che vi eta mefcolato ; gitidicandolo per Îo co-
— lore, perl'odore,perlo fapore;ò dandorie a qual-
che animale;come Cane, Gallina, o Gattò,& cone
fiderare gli effetti,che fa ; percioche fe fi atttifta-
no, fegno è, che vi ha danno; & fe muore fegno
efficace, che fu di grafi forza il veneno. Cotielciu
to,che fi ha effere alcuno auierichiato;la prima co-
| fasche fi ha da procurarefi è; che il pariente vo=
miti (il che è quello,che gioni più) accioche non
habbia tempo il veneno da diftribuirfi per fe ve-
ne, &carterie;& andare al core spercioche fe giun
quiui, folo Dio vi può dare rimedio , Per que-
ta cagione bifogna , che quefto rimedio del vo-
*J faccia corista maggior DI eft zza , che fi
fi oltra
gettato, & renduto tutto quello, che egli man- |
el'oglio |
DE’ VENENI; ET DELLA LOR CVRA. 87
mitorij, cominciando da piu deboli,come deco»
rompere la fotza del veneno. Alcii pet spia fe-
i di Arahs
zi tepida j percioche oltra che prouòîa il vomi-
i; de giiali più iritiafizi frattàrenio | Ne
temipi fi ha comipofto, & calato vn’oglio; ;
- che chiattiano di Vittiolo,ò Chalcantho; percio:
chedi lui folo fi carià ; ilquale è la pit eccellente
cofa per difcaccire ; & far retidere il verieno, &
pet eftingiere la fia mialitia, di quante fi fappias
no fin’hota, pretidendone fei goccie irì qualche
acqua cordiale; petche fa vfcit pet via di vomi-
tò il veneno ; eftingiiendo la fua malitia Er hoti
folimerite quefto oglio di Vittiolo giotia a que=
fto, ina a nioltealtre infirmità ; comelo Pg |
»
88 100050 DE RIDI LIA
‘to,cheegli porta fatto è guifa di vn Dracone.
- "Però da qui innanzi faremo certi, che cofa dia
fanouedi Drago; & perchefi chiami fanguedì
uns o che’l fuo frutto da il nome all’arbo-
ro, &e'alloGoma , è lagrima; che da lui ftilla.
“Laquial traggono eccellétiffitma di Carthagenis,
che fi fa per incifione, dando vna coltellata nel
T'ifteffo arboro,il quale pereffer'arboro di molta
‘gradezza, ha la fcorza molto:fottile,checon o-
"gni cofa fi ròpe. Similmente fi fa ma.n6 cofi buo
na, al modo che fi fa la trementina in Caftiglia;
— daqualfivendein pani. Luna fi chiama fangue
‘di Drago digoccia;l'altra Sangue di Drago in pa
ne. L’vna, &l’altra hanno virtù di fermare qua-
lunquefluffo di corpo, pofta ful ventre, 6 mella
ne chrifteri, & sode bocca. Fatta poluere,
& poftaful capo, prohibillei Catarri della telta
‘alleparteinfertori. Applicata in qualunque fluf=
fo di fangue,lo tiriene & ferma.Confolida & c6-
glutinale piaghe frefche. Prohibifle; che non ca-
‘dano'ì denti, &fa crefcere carne» nelle gengiue
guafte.E color merauigliofo perli pittori; & ol-
trà di quefto ha molte altre virtù. Io penfo di fe-
‘minarifemi, per veder fe nacefle in quefte partii
Tienfi per temperato il fangue di Drago con po+
cò ‘calore. re 2
© Mi diede‘egli vnagoma, che fi trà della terra
ferma del Perù, con la quale fi purgano i gorrofi
in quelle parti.Pongono tanto di quella; quanto
È vna'‘nocella in acqua ftillata, & lafcianla Max
N te
Li
su
DEL'*SANGYE» DI DRAGO. 89
retutta la nottein infafione.La mattina la si
sno; &la fpremono;, & prendono quell’acq
ih puo eflerein quantità.di due oncie;& RA
fenza mangiarefin al mezzo giorno; & con quel
Ja purgano l'humore; che fala gotta. lo, vidi che
Ja vfaua vn Caualiero,che venne in:quefta Flora,
ilqualeffendo gottofo , lo porta per rimedio al
fuo male, & con vfarquefta euacuatione fi fente
bene, &non li vienla gotta come folewa; che V-
offendena molto crudelmente,& fpeffo.A mene
- diede tanto, quanto yna nocella, che non vollè
qa iù; & io lo diedi con l'ordine detto ad
wa gottofo, & fece tre purgationi con lui. Non
È cio; che ne farà, Era meftieri hanerne piu qua=
| tità, per procedere piu oltre. Ma ella farì porta-
ta, & altri ne condutanno, come fono ftare con-
-dotte molte altre cofe. Habuon gufto nel pren-
derfi ; perche nora odore, ne fapore. Fa a fua
Bprrasione fenza noia. E calda (è quel che me
‘nepare) in primo grado . Non fo qual fia l’ar-
c a e bel face, perche tampoco non lo fa
Lcd «CORTE DIRSOOV EI) *
saba "Dl "Arniadilo.' Lap. mo >
os "Oppo nate è CYIsraltio dA vr altro PITRRTTÀ
‘ehe è Hel'ACifeo dt onfaluo Gonzallo di «Moli..
nas ca diquefta città ; nel'queale fono molta
«Grants dbbri n wari Pettrone, «ir molte fpetie
“di annali, Gaudi, altre: cafe curiofe, tratte
sp dall’indie Orientali; cime Occidentali; dè
d'altre parti del «Mono; &% gran copia di Medi
“glie; e pretre antiche, oe rarità ‘dariti, che eglit cò
gran banrà e Cor gen dip ha e
rio 105 bath 3
-
sro) iii a È. 1 rd Pi
ditta na sn MISE: dnisbatiza "
è della coda. d’vn’animale ftrano, ilqua-
leè tutto coperto di ope fin’a piedi, comevn
“cauallo che po arme; onde lo chia
P Ortano fimilméte dalia terra ferma vn’offos
RIREPEPARERE eee 0 TI
VE E PAT VI STE
trice A n
DELL'ARMA DILLO. >“
“ib P Armadilio,.E) della grandezzà di vn porce-
-Fetto nafcente, & nel moftaccio li fomiglia. Ha
-vna coda lunga, &grofla -come vm: Liguro., Sta
*entrodella Terra; come Topinera; & dicono;
ei finutrifce; perche:fuor dilei,non li veg
mangiare cofa alcuna» Ha la virtù folo nel
Foffordella coda; ilqual farro polnere minuta, &
‘prendendofene tanto quanto. vna telta.diaco
ei fartonewnapallatola; metrendolo nel-
wdito 3:fe fi haueffe i pr dolore» lo fa-ceflare
ameràvigliofamente. Similmente fe-vi {i fente fu.
| fiirtòcoti qualche férdita;fa grande effetto. Qua
val dolore fencha:grandi efperientie in quelle
Ruano Îmolte perfone; che l'hanno vfaro, & fi
fono fanati con lui.Et Monfig.il Vefcono mi cer
| tifico hauerlò veduto molte fiate con grande fua
etauiglia ; poî che fi-vede che ella habbia tal
virtù in pari cofiroceulte »- Sono di quefti ani-
tmalichella Ifola di Pottogallo.Chiamali coperti,
effer ‘come ho detto:armati di lame, & cappe;
Pietrb de Caimani 0 ((ap.111
no delle Terre del Nomt di Dio; gs Car
as &ed'altre parti delli Terra. ferma
tte, che fon pura giarra di fimo, odi
* bè 0° vi au db'erte
rano fuoi figlioli, come leTeftugini. Sonoani-
mali fieri,con molti ordini di denti, di gran boc-
ca'in maniéra, che inghiottifcono vn Indiano in-
tierò.Habitàno per l’ordinario alle riuiere defiu
mi; alcuni nel Mare fu le foci. E‘ cofa meraui.
rliofa da lor grandezza ; perche ne fono alcuni
ùnghi trenta doi piedi. Li vecidono:còn Ha-
mi; petchè con archibugi è difficile, per la dura
copertà; che hanno»Stanno-del continuo con
la Bertie «Quanto li vecidono-li tronano
nel ftomacorvna gran fporta di pietre, &:ciottoli,
che non fi fa perche effetto: le portino lè, o.fe fia
pertenere occupato il fuo ftomaco; o per fauor-
na,com’a Nauilio.Quefte pietre cuftodifcono gli
Indianî&li Spagnoli; per quelli, che hanno la
Quarta; perche ponendoli due di quefte pie-
tre alle tépie vna per parto, li cella la Quartana,
o feleallegerifeclil calore norabilmente.Et mr
tengono in quelle parti efperientia ; perche nel
Navilio, desn Fura chi me ‘nediede duedi lo-
ro,mi difle egli, che le puofe a vn Monacho mini
ftro dél Nanilio, ilquel hauewa la Quartana , la-
qual li celfo,& fi ando alleggerédo in tre, o quat
tro termini; che fi pofela pietra. Io le ho efpe-
rimentate;& le ho pofte due fiate ad vna dongel
lina, che ha la Quartana;& par che né fenta tato
caldo mentre che le tiene; ma non leè ceffatala
Quartana in quefte due fiate, che fe le fono po+
. fte. Nonfocio, chefarà da quiinnanzi» -..
Di” È
ri 3 Delle È
Zisa ci
; \ À ni
} DELLE PIETRE DI TIBVRONI. 93
i | Delle Pietre de Tiburoni. Cap. 1V.
Li tuttii mari dell'India nella maggior parte di
| Alloro fono alcuni pefci, che chiamano Tiburo-
- mi, iquali fono molto gagliardi & bellicofi, &
| combattono co’ Vecchi marini, & fono fieri nel
| lelor opre, & effetti, Pefcano quefti con hami
di, &cli tirano:a terra, © mettono nel navi.
Îi& li fanno in pezzi. Nella telta di quelti, la-
ualè molto grande,trouano alcune pierre gran-
i, bianche; di molta grandezza, tre, & quattro,
& piu; & alcune di piu di due libre, concaue in
alcune parti, & molto-bianche , Sono alquanto
- grani. Si radeno facilmente.Dì quefte ‘pese han
| no nelleIndie grande efperientia,dan ole in pol
werca quelli, che patifcono doglia di fianco; à
| quelli, che non poffono orinare; dra quelli che
| non polfono mandat fuori la pietra deile reni,
- &della velica; effendo di grandezza, che pollà
vfcire. Quefta è cofa tra gli Indiani molto veri-
ficata, & faputa; & fimilmente trali $ pagnoli,
| che habitano.in quelle parti; & quelli che ven-
| gono qui, lo verificano, & affermano efler cofì.
Io rieho guftato ; & pare .cofa infipida. Non la
| ho prouata, ne applicata fin hora, Col rempoli
| farà, & daremo conto di lci.
* ca
1),
0) SER 2 1 DI ALI STRETTE
© ‘Della Trementina,es ((aragna di, >
— Chartagema. Cap.V.
prot PA ‘Wtsibal | e e; «ris e
PD Ittano del novo Regno, & provincia di Car
4° thagenia vna Trementina molto chiàrà, &
mmolt'odorifera, & molto miglior che quella;chè
chiamano di Abete, & di quella che portano da
Venetia. Ha tutte levitty, che ha a buona Tre
mentina, & fa quelli medefimi'effetti,& miglio-
ri, & con maggior efficacia & preltezza.
—. Quifié adoprata nelle ferite; & è cola mera»
igliofa la buona Operatione, cheella fa; mag
iormente nelle ferire delle giunturé; St dinetui;
& delle gambe ; perche io ho veduto vrandi ope
rationi fatte con lei. Mondifica anchora méfco-
Jata con altre cofe le piaghe vecchie;-& lavata;
& preparata, è cofa eccellente perla faccia delle
Signore, che nc hanno bifogrio. © <
__. Portano da quefte medefime parti Caragna
purificata , & tanto chiara che pare Balamo;
& certo è migliore, & fi applica molto meglio,
che quella,che fin qua è venuta, & è molro odoè
Tifera, & fa meglio i fuo effetti, & opera meglio
Ul ite ret, PICO Ring OL Sa
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Da
DEL FIORE DEL MELCHIOACAN. 9$
Del Fiore del Mechioacan. . (ap. Vl.
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— =" s ci
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asini
Ortarono molti di quelli; chefon venutiin
fl'-quefta Flora della Terra ferma molto buo-
no Mechiozcan ; afiai migliore, che quello della
Noua Spagna, colto nella colta di Nicaragua, &
ini Quito ; ilquale dapoi che fi fcoprì,-& trouò,
quiello della Noua Spagna; è ftata trouate in
Quefte parti ch'io dico; la medefima herba, &.
tadice; S& lufano per purgare ; & fa meraviglio-
fa ione. Et gia l’adoprano in quelle parti,,
or adoprauano quello,che i
era portato dalla Noua Spagna, con merauiglio,
Li fucceffi .Dal capo di S Ù Fieleda nella medefis
ma cofta traggono vn'altro Mechioacan; ma egli,
è molto impetuofo,gg prefo » fa molto franiac*
cidenti di vomiti, &angofcie, con molta vfcita;
& per quefto lo chiamano Scamonta, non
i Puh
Id
GE nio: niner 0 rh DAG
lufa alcuno ; perche fa li accidenti detti. Ha la
foglia , come il.medefimò Mechioacan, benche
vn poco piu piccola ; che fi anolge, & attacca,
douunque s’appiglia; &-ha la radice minore &
con qualche acrimonia. Onde fi vede manifefta-
mente, quanto faccia al cafola difpofitione del
luogo ; perche la detta radice faccia maggiore, o
minor opra.Onde io credo,che il primo,che vé-
prima falle colto di buonluogo; &
che quello che portano al prefente debba efler
colto in altre parti piu humide, che li leuano
la virtà,& l’operatione. Gia fi femina nella cofta
della Terra fetrmane’ giardini, & horti, & fanno
coferue della radice in molti modi,ch'è cofa pia
cenole al gufto, &-fi può mangiare per gola; per+
cheefnliodi sadibenslidà pmi: il Zuché
ro molto benéein ogni maniera; che fi confet=
ti, o condifca. Qui portano il frutto, & il fiore
cofi intiero, come fta fu la piàta,&cle foglie; & le
rami.E il fiore,come di Aranzi,di cinque foglie
mer maggiori. Sono nel color leonate; fa
nel mezzo vna veflica della grandezza di vna no
cella; che è vna pellicciuola molto fottile, bian-
ca alquanto nel colore; laqualefi diuide in due
campi, parti,feparate con vna pelliccinola mol
to fottile; & in ogni parte ha due grani della gra
dezza de ceci molto piccoli ; & quando fon fec-
chi reftan negri. Non hanno al gufto fapor al-
cuno . Quefti feminati in terra molle, & tenera.
’Plafcono folto bene; & è herba
ra
dee n
Re
dbEL FRviTO DEL FALSAMÒ ——97
Co in qualunque luogo, ch'ella apgiinga., ©
Manrien la fogliatutro l'anno. Il reftosieile he
iperationi; 8 il modo delprender la radice di+
icemmo nella prima parte; doue.potra vedere,
‘chi didei fi vorra ferire» Sifa dilei conferua:
icomedi polpa diMele Corogne ; 0 con la copet
itadi Zucchero;o in firopo di Zucchero; 0 a mo,
ide di gelata fartà del fio fucco; &\di Zucchero»
‘fAdogni guifa egli purga benignamente, &fens.
Za grauezza»
Del frutto del Balfamo. Cap. VII
LAI
Tila pria parte parlando del Balfamo;dì.
N cémo; corne fi faccnain due maniere, vnà |
et: taglio; & che poco di quefto vehiva.in quefte.
at ltra per decotione,& di quefto, e tutta.
qu he viehein Spagna; Quello che è fatto.
perincilione non viene in quefte parti ;/perche
cofa tolto dunga da farfi; & coglierfi ., Hora iîà
ati che Vehgoito, delli | die»
$ ila
quantità di Ballanio fare
i
-
inno) che ha fatto, & farà ogni giorno, Co
erinfi le operationi quiui contate, & l’altrean-
den manifeftamente vfandolo. Che certo quel,
go per vero,chea
SAB
i DELLA TREMENTINA: D' ABETE. 99
| @ezradell’arboro;&évn grano dellagrandez-
| zadivnCece Bianco. Guftatoèwn poco amaro,
8: fta chiufo nelcapo di vna vagina’ della lar
precsa di vn dito,ftreta,bianca, & fottile, come
a grofiezza di vn Reale femplice. Non ha fe n6
wngrano nel capo, cheèil frutto; ilqual vfano
‘gliIndiani per profumarfi con.lui ne dolori del:
tefta,& ne'Catarri.Certo quello del Balfamoè
— cofa meravigliofa; & ben pareiniui, ch’ egli fia
tale; quali fono l’opere fue. i bh,
“ Della Trementina d'-Abete,
ir VALI. i
r- Raggono dellaTerra ferma vnaTremétina;
vu èliquor,che chiamano diAbete,ilqual fi co
- glie d’alcuni'arbori maninconici, i quali non fo-
none Pinni,ne Cipreffi. Sono molto alri, & affai
‘piu;cheì noftri Pinni;fono diritti, come Ciprefli.
- Nella lor cima fi generano , & produce l’arboro
da fe alcune Vefliche grandi , & piccole; lequali
peftate, efce di loro vn liquore merauiglioto,che
Cadea goccia a goccia ; & cofi lo colgono gli In-
‘diani con gran lunghezza. Portano quelle goc-
cie,che fono nelle veffiche in vna Cappa, &ne
. ‘mettono vn’altra,ja doue fi ftilla; & è fatanra co-
fi lunga, che gli Indiani ne colgono molto po-
coal giorno.Serue quefto liquore per rutto quel
lo, à che ferue il Balfamo. Sana molto ben le
.
g 1 ; si Difcaccia
IOO .ar3s; rr BUR‘. I:
“. Difeaccia li dolori freddi,& ventofi. Alcuni le
prendono: per dolore. di Stomaclio nato da hu»
mori freddi;ò:per ventofità con vn poco di vino
bianco. Et fi dee fa pere, che'l Balfamo fatto per
decotione3 & quel fatto perincifione,&ognial-
tro liquore! di quefti delle Indie; che fi prende-
ranno per .bocca', fene de prender poca quanti»
tà; ilche non' dee eflere più ; chequiattrò, ò cin+
que goccie, & nonfihannoda torre nella palma
della mano, come diffi ;ma togliendo vn poco
di vino, d acqua rofa fopra vn cucchiaro, & po-
fteui le goccie'del Balfamo.fopra; metter il cuc-
chiaro dentro la bocca; & lafciarlo cader, che né
tochi la lingua 5 perche toccandola; non fi parte
quel fapor della lingua, &"del gufto. per molto
tempo &.fa:vn difeufto di tal maniera , che per
quefto folo alcunil'abborrifcono;.& nonlo pren
deno ; 8-ad-aleri ha.lenato l'appetito del man-
sara con la lingua nel pren-
RT VEST È
DEL PEPE IVN:6O0, Gib:
Del Pepe lungo. Cap. 1X.
»
x
S Imilmente' portano
di Carthigenia, &
‘dalla coftà ‘della Terri
ferma di Natacabe Vera
gua vna fpetiédi Pepe,
che chiamano effi Pepe
lungo ; il qual tien piu
acrimonia , che il Pepe,
chefi travge dell'India
Orientale; & punge più
di lui, & è piu aromati-
ui @0;& di maggior odore,
che lo Axies ò Pepe d’-
India. E fpeciaria molto
gentile per lì cibi; & per
quefto effetto la vfano
suit) de sr
102 Sue s peo: Mi
della lunghezza di vn mezzo piede. Il fundamé.
to è vn'fufto. inolto fottile; & fopra di quello
ftannoìgranetii attaccati molto infieme, come
incaftrari., i quali fanno Ja groffezza, che ho
derto. Leuato dal fufto,refta ilfufto rutto netto.
E‘verde quando è frefco. Il Sollo matura, &lo
fa negro; & cofi lo portano à quefte parti.Si tro-
ua quiui per la colta. della Terra ferma in Nata,
Sin Carthagenia; & nel nouo Regno. In tatte
quette partil'vfano,come ho detro.
Hale virtù medicinali, che ha il Pepe Orienta
le, che vfiamo. Lafua compleflione è calda in
terzo grado. .
Delrimedio al fico della faccia. (Cap. X.
Sfendoandato io à vifitar vn garzone figlio»
flo di quefto caualiero , che mi diede quelto
Pepe,il quale haueua yna infirmità di ardot nel-.
la Eecia s liordinai; che fi caualfe fangue,& che
fu la faccia li ponneffero vn pannicello di acqua
rofa, & di herba Mora. Egli midiffe,che quanto.
al falaffo,ftaua bene, e ilgarzon era fangui
gno; ma. che quanto à quello, chefi gli douea:
por fulà Hociegl hauea con che fanarlo in po»
co tempo. Io volfi uederc il rimedio. Egli mane,
doà torre vna cofa,come vna Torta, tanto gian.
de, come vn piato mezzano , di fuori negra, de
dentro gialla, & per effer venuta quafi due mille
eghe,era humida;& disfattone vn poco inacqua,
"a
a
ma
A
| fiaspurche tion fia-veniefiò cotrolino
ia Mi
DaLLÈ RADICD ConTRA venENO. I0j
tofa, la pbfe ful vifoal garzone: Cercai di faper
di cheetà Egli. midille; quando fi vedta l’ope-
ra, che ella farà, fidità, diche è tomipofta: L'al-
tro giorno totmai è vedete l’infermo ; &baueia
tarito.migliotsto del volto; cheiò mi metani»
ggliai; e fubito glié la Jauò 66 acqua rofa vn poco
scalda; & relto come non havieflehauito colà al-
cunà. Lai Tortierafattà di alciini vermi,che gli
Indiani cavano di fottotettàs & li.ingtalfàno;
dando loto mengitre alciite foglie di Mahiz,
Dapoi fatti proflì, li mettono in vnà cazzuola,
&li cuoceno,tetendolifpumar, & poi li cola=
no ; poi totnano è cuocetli fin che fi-\condenfi
piu che vnigiiento, quale era quello. che have»
Aia colti.
Delle tadici contra il veneno. Cap.21,
qa vino = a ela pia papliarda cola , &
maggior virtà, che quiui fi troni contra opht
veleno , diqualu ang leale & qualità che r
Solimato,o, quelti (olocol be
uetmolcalatte fi rimedia. Fa tende radi»
MP SE,
1-3 ISIICRRIL O Vi alal SI CRL I PRESTO
que altro humor venenofo;} è di mala qualità,
che fia, cofi per vomito, comeper fudore, Se ui
fono eli Iobrici, nel corpo,.li caccia; & veci=
de; cagii ha fofpetta,che alcuni habbiano da .
quello che chiamano Boccone,ò finveneno;ò fat
wochierie; to cacciano, & vomirano; nelche hano
tica cofidéza in quelle parti; chelotégono perri
medio merauigliofo, perle .cofederte. La radice
guitata,tiene alcuna aromaticità, con qualche 4-
«Grimonia. Par calda in feconda grado, Fobash
Delle (4fragne purgatineo Cap. AI,
Alla.cofta di Nicaragua;& di Nata tragga»
D no inquefta nauedì T.F.vna fpetie di ne:
gatione,laqual certo al gufto è facile da prédere,
&xfa bnona operatione, &fenza giauezza pur
ga principalméte la colera. Quefta è vn frutto di
:wn’arbore dimolta gridezza à niodo di que Rio-
ici.delle Gaftagne;liquali hano détro le Catagne;
| «eccerto;cheeglinon è fpinofoymalifcio.In que-
mo - Il e malto pia ceuole; ast. è purgane cai acilità A
Ati rizzi, fono alcune, come Caltagne mondate,
avaligndtelagoali mediante wna pellicciuo»
Ja, fidiuideno ciafcuna'in due parti; lequaliella
fimilmente copre; & quando fi prendono, & vfa»
no;filegatiaquettalor pellicciuiola;& fi netrano
flilei;peschè prefe co.leisfanno gradiffimi accidé
ti di vomito,da molte angafcie; &c infinite vfciee;
purga+
cutE
Li
DELLA Z RRZAPARIOLIA: . E
fenzagrauezza. Siprendetio arroftite, fe fi vuo»
SE (= che operino. meno, Se: fono. verdi;: farmangia.
no; ò peftate fi prendono. con vinogfe fecche;fe
nefà poluere; secfi ‘prèndono.con vino,ò. sad
gli pollo. Ma in ogni modo fanno lefue operati
| anîmolto bene, &ficuramente;olferuando Lordi
mie. &:guardia, che hannada senere quelli sche ’
fi purgano;& prepararido lihumibri percio; Cda
gie fi comuienicy Sono calde nel priaio gender
Di | Della Zarzapari iglia $ a
gu. > cor Cali: SII.
ro66 . rire rRro'0: IT:
«cheimpietuttile valle vicine delle fucacque.
+ Chiamanlo Guaiaquil , perche palla ne’ piani
preffo vn luogo;che fi chiama S.Giacvpo di Gua
iaquil.Corre da Oriétejad Occidére,& va aden-
trarinimare prefflo è Porto:vecchio, pet lo paffo,
che chiamano diGuainacawa.St le riue di quefto
fiimenafcemolta quantità di Lardaperiglia, &
fimilmente nelle valli vicine. Quella, che nafce
fu leriue,è bagnata co l’acqua del fiime; quella
delle valli, conle inondationi, &acque fug,
quando egli crefcé, . né
La chiamano gli Indiani diquei contotni, &
vicinanze Guattcasilcas ; dove hanno in colti»
medicanarfi i denti per modo di facrificio, & of
ferirli a loto. Idoli; perche dicono;che fi dee loro
offerirela miglior cofày che l’huomo ha; & che
nell'huomo né trovano cofa migliore;he più ne
ceffiria; che îdenti. Ha quefto fiume, che chia»
mano di Guaiaquil gran virtà preffo à tutriquel
li, che ce in quelle p si 1006 pesi, co+
| meSpagnoli,& con l'acqua di lui fanano di
di infinità; & perqu ione, Y anti
piu lutigi che feicento Leghe è medicarfi in lui.
Alcuni fi curano lanandonifi entro, & benendo
la fua acqua; gli altri fi medicano col prender la
Zarzapatiglia, che nafce preffo di lui; & hanno
opinione; che la vittà.ch'ella ha, le venga data
dall'acqua del fiume,con laqual molte fiate fi ba
gnano. -L’vfo dell'acqua del fitme è frequente
Scèmolto adoprata dalli Indiani, & da molta
DELLA: ZALZAPARIGLIA». I07
Spagnoli, bagnandofi molre fiareinlei, & prena
dendonela mattina quanto ne poffono bèuerin
molte fiare. Orinano molto, &fudano molto,
&con quefto fi curano.Il che è quafi come fi me
| dica ne'Bagni diLuca,& di Pozzuolo,& di Aba
no, & di si altri che fono in Italia.
_ Etcomefi vfa l’acqua del fantedi. 4 che
: Gina tante, & cofi diuerfinfirmîtà; cofi vano
- Pacqua del fiume Guaiaquil, col bagnetfiin lei,
&colbenerné molta quantità. L'altro mododi
“cura, chefu quel fiame fi fa.,è l'vfo della Zarza-
Pace quiui nafce; laqualéè come Rouo di
Spgos grande, & molto {pelle La {ua radice
& gia, laqual è alquanro piu profila,
i chequella di Honduras; &.di color Leonato al-
| quito ofcurro.Sono alcune radici cofi longhe,&
rofunde, ch'egliemeftieri cauar quafi vna fara
«d’ huomo per eftirparle. Di quelta Zarzapari-
glia fi vaglionoà quel fiume in due maniere; Lu-
naò,come l’vfano gli Indiani,& la Fiato: anti.
camente,quando fi difcopri,& come da prima i
vò quando Ja infegnarono gli Indiani
pio è noftri Sp pali il chec a quelto îno
redela fcorza arzapariglia fenza il i
&fe ella e verde non suse riponerla à macerai
re;sma ca è meftieri ponerla per lo tempos.
Za bifogno ad intenerirla; & fene dee pren.
8 ivirrpdavr tisi
ig acqua di modo , che fe ne poffi cas
mat ilfuccosilquale efce, come vna baua, omu+
tilagine: Di quefto fi prende la mattina tanto; —
quanto fispuo beuere in vna fiata, o in piufiate;
&dapoifi-dee' porre Phomoafudare,& fudarta
to; che vadà il fudor pet lo letto in gran quanti
tà. Dapoifi dee mutare di velti nette; & man-
giare pollo, & non beuer'altro, che quel fucco, i+
qualefi è cauato della fcorza della Zarzapariglia
cofiàl'definare,come alla:cena; il che ha da effer
molto: leggiermente.come ‘anicho tra il giorno.
Procurifio di guardarfi dall'aere;e dal freddo.tut
tiquelli;iche potranno; benchein quel luogo di
Guaiaquil che puo effer fabrica di cinquanta ca
feyo poco piu;&la maggior parte fono di paglia,
& pocorchife &iparetifono di canna, & nom
vi fon-foleti; ma fi habita al piano ) qui habbia;
affai poca difefa: A quéeftarmaniera, & con vn:
me conditi; &frutti fecchi, che
arian neceflirij; in orto; 0/nouegiorni reftanio fa
siiditutreleinfirmità; che ‘fircarano con la Zar-
zapariglia,&id'altremolte;chefaria lungo il con
tatle!Baftache non va'hitomo tà; che non torni:
fano;béche hàbbia molto:grane infirmità; lequar
li fe non fori febbri acute (cheinquefto cafo non
ha luogocdletta cura,ne.in altra infirmità, chefia:
acuta )vutrelaltrefi fanano:cd meranigliofi fac
celti, comefi vede, perla molta gente inferma;*
che giunge là laqualtitorna fana de mali; che
DELLA ZARZAPARIGLIA, — clog
— Pt2curihabbixleforzegagliarde;¬i fia debe
| le notabilmente; perche fe fara debole, non po»
«tta fofferire cofisgran fudore, fenza rifchio:della
£ua vita. Per quefti tali tengono vialtramaniè
tà d’acqua, laqual e.cofì; Prendeffiquattro oncie
| di Zarzapariglia, piu tofto piu,che meno (perche
Janon vfano ne pefo,ne mifura, ma.togliono di
| tutto a defcririone) &fileua la fcorza à quefta
— Zarzaparilla;& fi pefta tanto la detta: fcorza, fen
zaporlain acqua È ella è verde; & feè fecca, fi pe
| fra; &fi ponein acqua finche pare intenerità;
dapoi fi cuoce quefta. fcorza fenza il cor di den»
tro iniquattro boccali diacqua, poco piu, è mes
“ noygcfi lalcia tanto,che calila metà dell'acqua’
piu tofto piu,che meno; & di quell'acqua fibeue
piu che fi puo in molte fiate, o in vna 3 &fubito
Sereni hero à fadare; &benche non fuditan
to,quanto con la prima; fula nondimeno bene;
fi muta di vefti; mangia pollo; fi guarda dal fred
dò, Sdall'acre, & al definare, & cenare vfala
| iltelfa acque; perchein vn giorno fe ne confuma
| wnadecotione. «S1 prende è quefta maniera quin
leciso venti giorni; & ancho a quefto modo guar
ifcono moltide lor mali, con gri meraviglia dî
uno ;.perche dall’vfar-quefta Zarzaparigli&.
i fente male altuno; (ens fuffein febbo di
in mali acuti. Effi non fi purgano, come quiface
tiamo ne MRiacipiondi mezzo; nealfin del-
| che quiui non vi.fono Med ,ne me
giro .. tre roo< mr
acqua} lequali ne fono efperte, &la togliono,&
«anno comelor pare.
* Quello,cheio noto in quefto negocio fiè,che
ficuocela:Zarzapariglia fenza il cor di mezzo;
‘& che non ftadopra tà non la fcorza fola ; il che
‘mi par molto bene, & molto conforme a buona
Îmedicina ; perche alle radici, che hanno coredì
elentro, fi gli dee leuare, come cofa fuperflua , &
fenza virtu, & beneficio. Anziimpedifcono; &
fturbano,che né fi faccia fopra, che fi difidera per
loro ; perche la virtu fta nella fcorza; la quale è
quella, che communementeè vfata hora da noi,
quando fe ne vogliamo fetuire. Onde io da qui
inanzi, marta mess da ordinar quell'acqua
peralcuno, che ne habbia bifogno , 10 vfaro la
fcorza. Et.al prefente l’ordineche io infegno , e
quefto,cio è; Prendafi quattro oncie di Zarzapa-
riglia,& fe lecaui il cor di détro,& lauata la fcor
za,fi ponga a molle in quattro boccali di acqua
ser vngioruo naturale. Dapoi fi cocera fin che
cali la metà; & fe fi temera di calor nello'nfer.
mo, fi ponerà mezza oncia di Orzo fcorzato , a
cuocer colei infieme. Et fe il calore fara gride,in
luogo di acqua comune fi fara in acqua di Cicho
rea cò lorzo ; & fara cofa téperatiflima,& in que
fti tali fara merauigliofi effetti, come lo habbia:
mo efperimentato in molti. L'altra cofa; chein
quefto negocio ho confiderato , & di che mi fon
waluto fi è ; che ella fibeua quanto piu fi puo in
ma, o piu fiate; il che certo fa efferto nel
pet
dti ic da
DELL'ARBORO CONTRA IL PLVSSO: TIRO
prouocar il fudore; perche fi fuda molto; beuen
— do molta acqua, &guarifce meglio,& piu tofto;
&quello chefihadafarin molti giorni, fifain
ochi ; & con piu certezza di reftar fani. |...
-. Certo fono due cofe quefte,chegionano mol-
- tozlunal’vfar la fcorza fenza l’anima; &l'altra
- beuermolta acqua la mattina in vna;ò piu fiate,
| perche prouochi maggior {udore,Nel refto ogni
| unovfarala dieta, che potra fopportare, confer+
‘mando la virtà; perche quefta e quella, che fana
- leinfirmita,Vediamo,che ne'bagni d'Italia, & di
. Alemagna prendelo’nferma diquell'acqua mi.
— meraleventi,& tréta bichieri prima che magi, &t
— turtala rende infieme con l'humorc; che produ=
— ceilmale, ond’egli fi cura o per fudore,o per ori
| na; & con quefto fi fana di tanteinfirmita,come
| veggiamo feritto da graui Auttori. Cofi credo
| Chequefto nouo vfo fara a quelli, che la prende»
ranno, &vferanno, grandeviilità, & beneficio; -
— &chefifaneranno meglio, &con piu facilità, &
in minortépo, facendofi c6 l'ordine fopradettoy
: Dell'Arboro contra 4 Fluffo. (4p. XIV
= PN AI nouo Regno traggono vna fcorza, che.
Das cl di sazio - cheè e
ta dezza;ilqu ilqual dicono,che ha le fogliein figu=
fa dicore; & che non (angie = i
ha vna fcorzagrofla, molto folida ,& duta; che
tr martin fasiro otti rali: cf ]
‘zadel'Legho;chechiamano Guaiacan. Nella fa? —
etficie hawna pelliccinola fottile; bianchicciay —
Oppiaratutta. Ha la fcorza piu di vii dito grofs |
fo folida; & gratis; laqual:guitata; riene notabile
amaritudine ;:comequella della Gentiana. Hà
nelgufto mirabile aftringentia; con qualchearo» |
‘ maticità; perche al fine del mafticarla, refpira da “è
&ei buon odore. Tengono gli Indianiquefta (core
za in molta ftima; & fe ne vagliono in ogni guifà
di flufli che fiano con fangue, o fenza fangue:
Li Spagnoli ftanchi di queftrvinfirmità; per auis
fo degli Iridiani; hanno vfato di quefta forza;
fon rifanati molti cò lei.Ne togliono tita,qua:
‘ta vna Faua piccola fatta in poluere:Prendefli in.
vino roffo;o inacqua appropriata, fecondo il cal.
do; oilmale; Side prendet la mattina à digiua
no; & tre;oquatito fiate; vfando hel refto l’ordis
ne, &gouerno;chefi conuieneà gtielli, che hana.
no fluffo. E‘tante quello;che ne dicono coloro; :
che la celebrano ; & vengono da quelle parti; i
quali la portano come cola metatiigliofa; per ria.
medio è quefto male; che certo non è cofa di pa
cò pregio,per la difficult, che fi ha nel curarloa >
Jo hebbi vn pezzo della fcorza gia due, o tre
giorni, laquale io efperimentarò con l'altre cofeg
& daro notitia'di tutto nella terza partesche pias
cendo a Dio; feriueto di queta medefima mates
ria. Iola ho efperimentata gia due fiate cori mes -
rauigliofo fucceflo ; perche ha fatto ceflar fufa
Bigli molto tempo. vii. i a o
prLl'amana: sous 113
Sg
“Dell ‘Ambra. g g1 Co 0, apre. nua
£) {td ; Vh ilo im al
4 4 Sfide: nimibiptianni Cuiierez-Teo
[vali tnaarinie Theforiero ice
a Contrattarione; vn paflagitero;. «che veni
Maiella Fiorila di dicie2rai pezzo di:Ambtra gri-
fo eccellentiffimo; dicendo; chela hiuea: hiauuro
mella Florida» Iò: prefial.) pezzo diAmbras&lo
Qaperfis & riufcì di "ce grifo. di molto-bitori ,
colore; percheil pezzo ili fuoravia era neero.Di ,
imandai a colui, chelo portò; douél'hiueur ha |,
unto; :egli mi diffe chefi-ricoglieta; néllacotà ,
dellaFlorida; & che fi haueua principalmiteda ©
gli Indiani, cheloricoglienano nella:detra. colta; i
È perche fi. valenan dilui ne loro piaceri, & dos»
| tenti; wngendoficon lui lafaccia; Scaltiv: patti
del corpos per lo fio brion odore. Del chè cer
to:mi merattigliai, vedendo, che nelle ‘noferelt»
die Ottidenrali foffe:cofi eccellenté, Aimmbras:&
cheiltempo nell'habbia. :difcopertos& che ra ve
nuto daquelle patti non folamente tata» srithoze
za-di-argerito, oro; perle, it altre cofe-pre
iaarichò al prefette ne portino L'Arnb reg
ellerre; cofa tanto,ftimata al amondo ja
pesa vfa per la falute, del corpoécxche è
tanto necelfaria per curars& fanar ton prante,
sli diuerfeinfirmità,come diremo; & cofas che
perle delicie hi ‘opnattiento; &econten>
tezza dell’homo ferue contanto, Seppi fimilmen
de
1 LAIOBIRO/ AI, -.
11}, altri pafaggieri portauano del medefime
Ambra, & alcuni in molta quantità; onde rima-
£i molto fatisfatto, perche il primo pezzo che io
vidimi puofe fofpetto;ma poi che ne vidi dell’al
‘troycredetti, cheegli fuffe di quelle parti. Que-
fto fi rroua nella cofta di quel Mare, dal Canna»
veral fin alla punta di S.Helena, Trouanlo get-
tato alla cofta , Penfano;che-fia feme di Balena,
cometftara ‘opinione antica; il che è falfo,come
Abb
to dimoftra Simeé Archiatros, Auttor Grecco;di
cendo;L'Ambra in diuerfi luoghi riforge.Sono le
fonti onde elio efce, come quelle del Birume .Jl
r è quello, cheguftano, & inghiotrifcono i i
Deli & &c, Il medefimo pare,che fenta Scrapione,
Se non fuffe ftaro detto Simeon,& Actio,noci fo
altri Greci, che facciano mentione di lui , Da gli
Arabi il negocio è trattato contanra ignorantia,
& confufione, come vedrà,chi per ‘loro VOra cer-
tificarfi, ché la fia PAmbra, ‘Egli è veramente
nno (regie die e e, & effe delle
* fonti, chefono nel profondo Mare; & venu-
toall'acreil bauora ondoiche egrolfo, fi con-
gela; & condenfi 8 fi fa l'Ambra, gobo noi ni.
giamo; Te dilene di molte cofe,che ftan
nel profondo del Mare fono molli, & tenere) 8.
cauare fuori all’aere, diuég ono dure;come è 4
mo nel Corallo, che wr ofondo del Mare
néro;&molle; & venendo all ‘aere,diuien pjetra;
‘. 8edell’ Ambra, del. qual fi fannoi Pater noftri;
Be profondo. del Matè ses: di
DELL'AMBRA GRISO. TI
all’acre diuié duro; &faflofo:& tuttauia egliè Bi+
rume;che:efce dellefonti,che fono nel Mare.Ger
‘:manico.:Cé quefto fi cofondono le.opinioni bar
bareslequali.dicono;che Ambra e feme di Bale
ma;& la cagione; onde venne quefta ignoràtia fu
l'haner trovato dell’Ambra nello Stomaco delle
Balene, &:di attri pefcidi quella fpetie; perche
come afcende il derro Bitume all’alro all Mare
per la fua leggerezza, ie Balcne fe lo inghiorsifco
no;tredendo che fia cofa da magiare, & cofi glie
le. trouano nel.ventre, Che fefulle feme fterch= —
| beinaltra parte delcorpo, come è naturale à tig
tigli animati. «Almio tépo fi prefevna Baleng
nella cofta di vna defle Canarie, fagual haucua.
piu di quattro Amphore di Ambra. Dall'hora
inquane hanno vecife molre,&r non ne han tro-
‘ aato niente. Dicono quefti,che vegono dalla Flo
° rrida,chevifono Balene perquella cofta, & he
lè hanno morte, & che non hanno lorgronago
Ambra; nealtra cofa nello ftomacho ; che pe
fce;&che è Balenati lor figlioli, che fono di
| nioltagrandezza, bencheli habbian vccifi , non
| libannomai pero trouaro niuna gofa;perche gli
- Indianiglipefcano,& prendono, con la maggior
deftrezza;che-fi poffla imaginar,& e àquefto mo
| do; Piglia wn'Indiano vna.corda lunga, & forte
— conalcunidazzi fatti; fi mettein vna Canoa,
Bova alla parte, doue vede venir la Balena c0°-
- fuoifilioli;& fiauuenta addoflo ad vndi loro, &
Lifaltaincima,& fubito bpontakga - ®
i i i 2 3
AI Ta
ngi sriri x son ari pra
HBalenato come fente quefto;fcehdeal
do?delt Mare: &l’Indiano abbrazzato: pid E
perche fon grafdimotatori, &foffreno molto.la . |
ftar fottacqua:il Balèriaro. perche ha ‘neceftità di
rifpitàretorna’ad alto «In quefto tempo. di meza
ol ‘Indiano gli caccia vi chginoacuto 3 &uglic.lé
eperle narici; onde refpira;&é litda dol pugnò
in modo; che’! Balenato! non:lo puorgettarvia
di-fe; & quando elto torna adaltopl’Indianolt
prolongala corda; & torna:alla fia Canoa; & va
rirando“il Balenato; il quale; perche nompuo: red
fpirare; facilmente fi atfigantà fene viene d terra;
che certo èbella,;&- merauigliofa caîccia ‘quella; i
| nellaqualehannotanta deftrezza;che wih'Indiaa
no'vecideun Caiman, ilqualè vin Leguro;o Groy |
codilo di trentadue piedi; il piu hozrendo, & cru.
dele animale, che fia nel Mares iii
‘Alcunîidicoho ; chel-Ambtafi fa di: cali
* frutti; che fonoralla riva del Mare;doue fono deli
| leBalene 308 che nèl MefedicA prile;:& cr i
qiandoeflî fono maturi; 8 odariferi, Le Balene:
felimigiano;&chedi ‘quello fifa } Ambra;quas:.
fi comerib frutto ‘cofi mangiato pofla conuer.!
tirfi im-abcra cofascheinfangue, & came . Altre!
molte! ‘0 ni hovedate:in'quelto riegociorinà
tofno'a ‘comoffceriche cofa fixl'Amibra;fequali@
rifoluono;&impugnano;quando-fi ihtendb;che» i
è fpecie diBitame,che forge delle fonti;ché fono -
nél profondo del Mareinalcuni luoghi patricu-+
lare, rie ce ne fono di Petroleo,
DELLIAM®=RA GRIsOo. fr7
di Na phraSdi;Solfere;& di nrolte altrecofe;& coi
ment fono:nellenotre Indie Occidentali di'ala
tri.divierfiliquori. i Miglior Ambra e quello; che
à colorato; il bianco non e cofi buono; &il pegò
giondi rutti:è il negforp sitio.
#Hal'Ambra grà virnà;& ferue nel. Mondo per
molte cofe, onde viene molto apprezzato; pera
chè ilbuono aldi d’hoggi vale più; che diro
finifinio oro: Perli piaceri humani;&-per.le dea
licie del Mondo ferviein molte cofe. Gon luilfi fa
Poluere, Pater noftri;Guandialetti, Profumi; Pas
ftelli, Peuetti, Acqua d’Angeli'odoriferà diva»
rij gun maniere; Con lei fixaddobano Guan-
tià molte guife;&fifanno ogli;& liquori di foa>
viflimi, rice odori. pei |
perle beuande in diuerfe,& varie maniere,che à.
riferirle: farei troppo dungo.. Nelle cofe medicis
naliè molto. grandela fua opra ;:&cil beneficio)
heegliapportaalla noftra Medicina ; perch’egli.
‘entrance’ piu principali Medicamenti,che ficònt,
“pongano nelle fpeciarie coli Letrowarijcome Cs,
x iomi; Poluere;Pillole,Siropi; Gallie; Vnguèn=
è “ti Empiaftris &caltremolte cofe; chei-ricenonor*
— gramirtà da lui;&:delfuo nome fifa unaConferà -
‘ tione;:che fi chiama; Diambar:. Le fue virmim -
particolare fono. grandi; & di grandi efférti ; pér- >
ca minano con lei'varie ir Crmità. -
t quefto ci infegnarono gli Arabi; petche «
Za Gencidolo. Simei Sedici Actiost
| > poco;&breueméte,& AQuari
plhb
rs ars giovi:
te mentione; perche effendo ftati quefti tre Auto
tori Greci dapoi che fcriffero gli‘ Arabi; fanno.
qualche memoria delle medicine; & cofe, fritte
da loro; delle quali gli autichinon fecero men-
tion alcuna ; vna delle quali è l’Ambra , ilqual
non conobbero i Mediciantichi innanzi de gli
Arabi, ne fecero di lui mentione. >. — ‘
La fua virtù è di fcaldare; rifoluere,& confor-
tare; in qualunque maniera; chefi applichi; pers
chela {ua compleffione è calda, &fecca con al
curia vntuofità, che le da virtù di mollificare,&
intenerirecoll’altre virtù. Posti?
- Applicato al ceruello in forma di vnguento
(ilqual fi fa diftenperandolo con vna mazza di
Mortaio calda; &mefcolatorcon orlio di fior
d'Aranzi) lena il dolor del ceruello, = conforta;
8 conforta i nerui. Rifolue ogni freddura ; che
fiain lui;o imloro co gran prerogativa, Sc benefi=
cio cofiin quefta forma; come facendoidi Ini, &
di Aliptamo vno cr gie na fidittenda tenen
doloin quelle parti dicontinuo «>|. 00
-Odotandolo in pezzo, ofacendo di lui vn pe-
& ifieféolaro con Mulchio;& Legno aloe, cone
téxil cernello, & aprei fentimenti, Ad vn mos
6 8 all’altro applicato fa bona memoria; &
qu lo’ntelletto , ad efler piu atto , & più pers
fe & quefto conuien, che l’vfino piugli ‘ho
tiiini, che ledonne per lo dino che faloro il buo
éiére. Quelle che patifcono della Matrice non
dicono vfare, eccetto fe non patiffero difcela
DILL'AMBRA .GRÎSO. © tua
dellì Matrice alle. partiinferiori.; che in tal cafo
. conilen édorarlo molto; perche fata tornat la
Matriceal fuo luogo col bus odoie,& didoeglie
lecatrino dalla. -patte inferiore. Similmente odo
faridolo, conforta il cote,& fa gagliatdi.& viuili
. fpisiù. Etdi qua vierie; chia gioua portidolo,&
ant al tempo di Pelte; 0 di Aetecorrot-
to; per. fefiftet egli a la cotrotrione;&atialitia di
luii con la fuia virui,& foaue odore, E cofa ineta=
| wiglioli quanto L'Ainbragioui, & agiùti i vecchi
in'ogni maniera ;.che fo vfino ; perche oltre chie
colfuo eccelléte odore coforta loro li-{piriti,il.co
re, sil cetuello; alfotiglià lor anchora gli humo-
rivifcofi, & flegitiatici } de quali. continuaniente
sbbinidanicobt alciutii dicono,che'l fuo v{o.inter
tieniela uechiezza, & chie coriferità quelli; che ni
fono; che noti paflirio piu oltte. E bene chie que
| ftitaliPufino rie cibi; &he profumidellelor ue
fti, & ftantie; & pofto fu la refta,& ful petto; &
lo portino di contintio.inniano per adoratlo;&
fi ponga nel uirio; col quale fi laninio la faccià,. &
detliegi; i chie è è cola mietauigliofa il conforto, &
igliardezza; che loro appotta;
Delli qual cofa io ho vediito trianifetti effetti,
&loscitmeleo betie il uecchio. detcepitaaalio
So nale pianto ciolia(o ti
nheé meta
dal miefcolato con pietra Calamira, de Galba-
> no; pofto in rofopia } far
pr Matrice Apa sucone SEO ie fas
4 paffioni. —
Mei coerrormno:rtbE,ita
phffioni Gioia fommamenteodoridolo di con
tinuo;alle donne, alle quali difcendela Matrice,
Et fe vich if fu,meffoin vna taftà di bambaggié
vntaton'ogliodi Liquidambra; la fa difcenders
ponédofele nella boca della Matrice. Nelle don
neschenon partorifcono perfrigidità;che vihab.
bianio-dentro' vsò id affare quefti Confertione;:
che fifa di Ambra due:parti; rafatara di Auorio-
vria parte;fotrilmente tridate;Legno aloe mezza
partefatto in poluere; & con vri poco di Zibetto:
fi facciano pillole; delle quali.fe ne ha da pren.
dere ogni terzo. giorno tre sche pefino mezzo
Reale; ponendofi l'emipiaftro detto fu l'Ombili
Vos8clai tafta predetta nella bocca della Matnice: -
* 333 Berto: fanno grambeneficio ; fatte primate
| purgazionivniverfali: chè faranno contienienti;
e fi deono:vlare molti giorni . Suono oto
| 3% Giowamolto l'Ambra nelle infermità dello
| ftomaco;&nellafua frigidità,vandolo if émpia.
‘ Atrofatro di lui; &:di Alipra mofcora,&Storacé
| Anforma difcudo! pofto:fullo ftomato ; &'della.
°. imedefima’malla fatte pillole;o mefcolata conivi
‘ ‘noodorifero, prendendonela mattinaa digius
0; perché rifolue lewentofità; caccià ogni fred-
* lura;(chefianello ftomaco; agiuta la digeftione$ -
*- induce appetito, & voglia di mangiare, Ecquefta
fi comnieneàfreddi di compleflione,o. chéiaica-
‘. gionidel' danno dello ftomaco;che hanno, venga
= des ddura ; & per quefto fi.conuiené àvegchi,
IBèfreddi di Stomaco ,L’Ambra \confores il
teo £ Cie i guore,
?DIVLLA Me RA ‘età vol:
ifuore, & fanale fale'infirmità; principalitiente fe
Wvengonò da'verntofità 0. pet cagione di humori
freddi» Prendenddlo da fe) o iefoiaro con
«buon Legno aloe, & Malthio in'formadì i pole.
snez odi pillole( perchè il Mufchiò colte dice
‘conforta piu, che'tutrete tofeodbrife
ire; chelfiamo alMoudo; ; perche la Tuta'drontstici-
asd ‘conforto auaza tutti glialtà in ogni
; “nitaniera ; ichel’Ambtrafia splieidia da Lego éon
teicofenell'infirmità del: ciiòre giorietà inolto,
A plicato alcuore eftèriorm ere in ohi ci che
litio fi‘ faccia io conforra & ingagliardifee; ‘&rk
foluevgni bebdr;che. fia in lui, To ficcio tridar
3 PAmbra, i &emeflcolarlo beneéon Cera gialla dif-
tà;-& di ciò fare vna tottetta fottile; faqual pò
uore:gioua molto ne’ fuoi: sro
vengono da flati malinconici, di qùa-
alta cagibnechè:fi fi fa; pur chenò fia calda,
“molto gioneole Ambra a rafinconici;
: li allegra moltogdennando lèagione del
e rifoluendo le file ventofità;oné ‘patifco
0; 5 cà quefti taliè bene ché fidia; & che
mattine per via di medicina, mefco-
abbiamo detto; &' siii
t Lul cuore; 8fal ceruello';
3
Î2è LIBRO.II. DELL'AMBRA ORISO;
cofitofto,netanto gagliardo il parofifimo; & vn-
gendo con leià quelli, che ps paralifia; il
ceruello,!& tutto il collo,manifeltaméte gioua lo
ro; perchel’Ambraè cofi; che conforta piui ner
ui,&il ceruello, di quante cofe;che conofciamo.
| maniera che vino mefcolato coll’Ambra;
inebria notabilmente;; il che ho.io veduto. per
Regni, ilquale perdelitia,& graridezza tenia fa
liere, dica di Lab come di fale ; da potietla
a
57 delle fi pro &delmodoj che fiha
‘4a tenet nel beuer rinftefcato con lei &de'
‘© glialtri modi; chie fi ha da rinfrefcare.
Con altre confi detationi; che apor= ©
‘’ tano piacere, erle cofe antiche, |’
7. degne da efferc'intefe, che qui i
vederanno rinduate intorne
di quefta materia.
seo Mo po S'T0
DitDottor Monardes Medico di Sigla:
P.RO.E::M 1 O. |
E” Ecs Diotioftro Signore, permani
de a AÌ feftaril fuo fipere, & infinito pote
33 re; la machiria vniuerfale di quefto
DS Motido, Inqual contiene tutte quel+
7 leperfettioni, chel' hiuttomo puo nek
fuo ingegno imaginiare. Quefta fi dividein due
3 pe regione Etherea; & nella Elemenita»
n La Etherca,o vanti è lucida, mu >
donssicnlit ri Suini inì fevndeci Seli nelee
ed qua fono il Sole; & la Luna, & gli altri
‘ottavo ftanzio le Stelle.Ii nono chia
mano
ci ROEMI D.
saio Cri mpiteo; che vare di
Por grind {plendore, ché:
ce tear TA fi moue,doue
È è di . i | di
cin parte èlaxc jo iagradioi che con
rinnamente, & (enza. n fta foggetta alle
alterationi; & fidigidein, quattro Elementi, ché
fono'F muoco, fiere; Acquante ensdalla miftura
de qua PRESTANO a Purisguet: .cofe inferiori.
Lo clemg mi Ila. Te rafta.n cl mezzo , come
centro pil Da; n à lei fta Ac-
qua;& GE “Acqua, latte ra fta lAere;fopra
Facreil Fuoco ; ilqualeè congiunto col ciel. del+
la Luna. Tutriquetti Elementi fî rivueno, come
va nelleim prefioni, che fifannoin. loro»
3 la Terta éimmiòbile; comecentro di ogni
On La Terrà ha molta miftufa di Acqua, ;&
d:Aere;-foleil-Fuoco:nomifene sitter:
Eleméti: Fra ren è molto principale:
I'Acere, ilqual pare pa arti;l’vii aiar pr
ma,cheè vicina tegiorie «Fuoco; laqual.
è calda, 8e:fecca, perla. vicinanza, che elle ha
con bui; Bar denigii della fua qualità ; 8
è.chiarai& pura, douenonafeendeno eventi, | |
né nubbiz & queltà chiamano parte, region ce
| leficata perse piu bala;che fa prellorall’Aegua:
Sralla Terrasègrofla,& torbida, iena crt
- èprcolla;Scuifitara da raggi del Sole;onde
befler calda, comeladuprema. Pereofeguen .
P) Rr 9: E MS 1504 taz
ge la mezzana regio dell Agrè niencad éffer,mol
to fredda, er.trouarfi nelmezzo-di, quelti, doi
sltremi pal de Idi ; omde.in-lei 'aduna il freddo;
some inparte ‘ dimezzo,, fuggedo, dal calore delli
x che habbiamo: derro.., Gushpe parte di
chela parte, che è è uicina:a noi altri, nan è zato
fredda, come quella; che è è uicina allarparre,che
èforo, del Fuoco,orde quatro piu faghonoiua-
por in alto; piu fi.condenfano., & {1 Mringono:
elta mezzana regione del’aere fi generano.
de Nebbie, leRuggiate,.le Goccie, lePruinejle ©
Go Neui,la Grandine,le Nuuole,.& altra
impr come. Tuoni, Folgori, Fulmini &
e Le Nebbie fonò la. principal materia,
erano la; iPioggiala Neue,& la Gran»;
ch aviene nella Neue,come di lei generata.
dino&lal ioni; che habbiamo detto;
— lequalifi fanno nei molti uapori, che afcendo=,
| nedall inferiore alla mezzana regione dell’aerez;
— —& quiui.adunati, fi fanno un corpo, &fi con-;
| denfano per la freddura del luogo detto... Et,
= percio: èla Nebbia; come ‘madre, & materia co=!
mune di tutte impreflioni,chefi fanno nell’Ae; p
‘mezzo ha diuerfe. parti. piu, &c meno fredd de;pet+
i dà
band,
na. rione della ser iChe peg E
126:
ho.
Porio'e ro
ragion dell’ifteffo più condenfatò , fi genera la
ti; che ing apt continuo . Sono i fuoi
caldo ; & l'humido; & moto piu il
PROE MIO 7
genòn habbia donde vfcirfene fuori; &cofi in »
élufo di dentro; è cagionedi cofi eraué incen: »
dio , che par chefi abbrufcino ;Il:che veggiamo »
nel contrario; che feardeno le mani, & fi pon- »
ono in acqua calda, core fi aprono i porri, me- »
“diante il calordell’acqua ; efflala; &cfce fuoriil »
. alorinteriore,& reftanolemanifredde»? |’ »
Gade la Neue per la maggior parte in tempo di
Inuerno; principalmente quando corre l'ereda
| Grecco. Cadeinterre montuofe. Mai non cade
— imterre molto calde, eccetto che permerauwiglia.
& Quando cade,è dibella,&gratiofa vifta ; perche
È: de in faldebianchiffime, & cade piaceuolmen _
pe, fenza tempeftade,ne wento. F la gen-
a le ue palle, Non fa dannoè
niuno; perche fe s'indura la terra ; ella quando
| fidesfa,laintenerifle, &cingraffa, ammazzando
| l'herbecatriue;&facendo frutrificar, & crefcer
| lebuone,.comedice A. Gellio ; & per gio fidi.
ce; Anno di neue, anno di bene.E grata è caccia»
tori; perche al tempo, che ella cade hanno mol-
te caccie , cofi di feluaggiumi, come d'altre fiere,
Dice Galeno; che la neue prohibifle , che non fi
impa il pefle; onde lo conferua per molto.
np. < neterasa putrefà. Similmente confer
che nelle Montagne tra la neue fi rrouano huo=.
ini, ani 12 3 che fi fono hiaccia icofii
128 A era pputa
di mità de.Quanto piu è la Neve viecthia; tità
urca; gc-perde la.fua. bianchezza, 8 fina
pa: di tal maniera, che.wi fono nélle Mor
- pi ficij-& aa di Néueicofi forti, che fi
r durar molti. fecoli:
> Molle buone cofe.ci fon.) ida direidelias rie
cqual'iglatcio di raccorare, per dite d’vina la:
ugrande, & la piu principale,.che ella habbia}
“pe fiufaaldì d’ hoggiin-stutoil Mido; &è;i
che con.ei.fi rifrefca quelloy: che. bewiamordi-tab
| manbiera,.che cò ogni ficurtàlo fa. tanto freddoz:
quitola noftrafanità el :g)td:lò prortolerare,»
\Et cioè in tata perferrione; chemiuna cafaici ha)
hoggi dì, che con piu gufto -Sc:foauità lo faccia:
Trattareno adiique (poi che l’efferto della nene
frè.il rifrefcare) cio-che fiasil.beuer freddo, & &
cui ficonuenga beuer.cofi ; &quaifiano quelliz.
che con ficurtà fo poffino. fare; cofi perconferna:
tiene dela oro fanità, come pini cura score
I bkeg lorsteo bons:
4 si ea re: di,
e Ti a prg 222 pai + la È »Ì 4
pra ri
mia bebe: inizino dalla Rodi ; che:
frico noftra-conferiiatione; perche:
egliè.vn itonaturale che ogni Lato fentez:.
pes apatt ‘humido,chedi corinuo fi perde.Per:s.
Gen creo la natura l'aéquas-che è fredda; ge hu».
mida} peti riparare ì à quefta perdità,laqualeè co--,
| muneàd intrighi animali. Similmente Hippocra-.
a n0; Sc Diofcoride dicono;che-l'acquaak'
7 SCAP DINVIL: «La - n9*
| treche dee eflere fenza fapore, fenza odore, &
fenza colore, lucida, & chiara; ha da efler anchor
| fredda; perche cotalacqua riftora l'humido per-
fo, &faaffortigliare ilcibo, accio che pofla pe-
| netrareal Fegato, & quiui farli fangue. Dice Ga-
leriosche yna delle conditioni della buona acqua
firè;che.ella fia fredda; perche. effendo cofi,ha mol
tebuone proprietà , che non ha la calda. Aui-
cènna fentendo quefto,nel fecondo libro parlan-
do dell’acqua, loda molto l’acqua fredda, dicen-
do cofi; Egli è vero che l’acqua fredda oltre che »
tiara lo $ romacho;gioua anco à quelli,che h »
no il ventre ferrato;& à quelli che patiffero flufli; »
ò vfcite di corpo; fiai in qualiique maniera di fuf »
foschefi voglia è di qualunque parte che venga; »
& parimente è quelli, che patiffero infermità, na- *
‘teida cotali difcefe. »
‘x ‘Doue ci dà da intendere Auicenna, » guanto fi -s
coi LP'vfo dell’acqua fredda è quelli,che pa-
tifcono di fluffi, è di diftilacioni sUh Stomacho;.
m aggiormente lefafferò prodotte da humori cal
.Hche è veggiamo in alcuni,i quali hauendo fluf=. ..
colerici, guarifcono con prender vn buon for-. ..
fodiacqua fredda; & in alcuni altri che bai;
‘ patendo dolori, "8caffani di Stomacho,conbe-
rfolo2cqua freddiflima, fi fono fanati; come,
racconta Galeno nel fettimo della Methodoy. Vi».
cirie i)che in vn genio. anciin vn'hora,c6 »
a ato di acqua Foida fanai molti infermi i,»
rdeboli dello Stomacho;-con alcuni de quali »
{ol gs acqua difonti fredda,et li fanai; smas
i con
130! LIBRO DLILA NEVE,
» con acqua anchora rifrefcata nella. Neue;'cò=:
» mefi coltumainRoma.
-Similméte Cornelio Celfo nel primo libro otdi '
na à deboli di Sromacho,che benano dopo migia:
re acqua frediflima.Il medefimo ne’ Flnffi Coleri
ci da acqua frediffima. Etin Catarri prodotte da.
humori caldi,la vfa per vietar la difcefa.Auicéna. *
» nel cap.detto, dice;l'acqua fredda coforta tutte le
» virtu nelle fue operationi;cioe à fapere; la wirtù di
» geftiuà; l’artrattiva; la retentiva; & la efpulfina.
“Coli na efplicando ciafcunadi loro, dandone ad.
° intendere, quanto l’acqua fredda fortifichi, &in-
‘ gagliardifca tutte quefte virtù, perche meglio fac:
°cianole loro operationi:Etil medefino Auicen=.
na,nella feconda del primo; trattando dell’acqua:
”-dics; L'acqua fredda èdà migliore dituttel’acque,.
8g a che ficonuiene à fani; perche da appeti+.
* todi mangiarey&fa lo Stomacho forte.Erfubiro
* piuoltre dice quella che non fara fredda;corrò-.
» pila digeftione,& fa nuotare il cibo nello Stoma-.
» cho;nonleua la feteje cagione di Hidropifia, per-
» che corrompela prima digéftione; & confuina il.
» corpo col fuo calore.Quefto medefimo conferma
» l'iteffo-Awicenna nella terza del primo, dicendo;
» l’acqua fredda fi còuiene è quelli, che, hanno cé-
» aa temperata ; perche la calda fa infermar
x lo Stomacho. i ugisa
‘“Ifac, Aliabas, Rafis differo il medefimo ; che ha
«detto Auicenna ; il che lafcio di feriuer per non:
© effer lungo.Vna cofa vuole Auicenna nella terza
imo, che colui, che vorrà ber molto freddo
prima
© Capitoro. CT.) 13t
| prima debba fare buon fondamento di cibo,mà-
ppc prima che beua vna buona quantità di ci
- bo. Etdice pit; che la benanda fredda non fi de
. beuercin vn tratto, ma a poco a poco ; onde na»
due beneficij, prima eli in quel,che fi beue fi
preride miglior gufto, poi che non mortifica il ca
othaturale, come fi vede nell’olla; che boglie,
che fe fele getta l’acqua ad vn tratto, cella di
bollire,& fe fe le getta a poco a poco,nò lafcia di
far la fua operatione; Et percio dice il medefimo
Auicenna; chequando fi vorrà benet freddo,che
‘beua con dafo di bocca ftretta,accioche né fc&»
fa la benda ad vn trato.Intédo per uafo di boc+
a ftretta; carraffa,ò ampolla,ò bicchiero da bec-
‘certo ègran licentia per quelli, che fon af
ati è better con uafi fimili. Se prendino ué
iò mirimietto al Dottor Villalobos,che trat
vallurigo di quefto negocio. |
Dalle cofe dette fi vede , che Awicenna vuole,
vielli,che beuerano molto freddo non beva»
bito al principio del mangiare; perche ci fo»
che cominciando è màgiare fabito vo-
freddiffimo, ellendo lo Stomiacho
jo, squali né poffono rimanerfèn
rale, che da cio vien loro lo attri+
valla freddura della bevanda; &
’otdine. Delche dice Auicenh&
ità fredda } chel benetla fenza
di molte infermità, &fefi beue
el tempo; come nella quatità fa»
eliagliferdetro: Pet la qual cofa oe =
i 2 gnuuno
132 LIBRO DELLA.NBEVE,
gniuno deè confiderareà quel, che fi contiene, &
fare cfperientia in feftelfo.Che feli farà couenien-
té àbener freddo 3 &lo potrà fopportare, fenza
che l’offenda;che lo faccia, perche da cio li fegui
tà-ibeneficii,chehabbiamo detto. Ma fe è infere
mo;dha difetti, donde vegga; che’ bener freddo
Foffenda notabilmente;che non-lo faccia. Perchè
il mio intento e di moftrare, &: perluadere à quel
di,che beueno freddo,&.non fa lor male; ne li of-
fende;che feguano è beuer cofi;percheà quetti tali
che l'hanno in.coftume,& gia hanno efperientia,
che non lioffende;il diuietarlo,leuerebbe loro P-
‘appetito del magiare; n6 haurebbono gufto di cio
che mangiallero;& mangiarebbono con difpiace»
te,& trifto appetito ; perche.non piacerebbe loro
quello,che efli beuellero;S fempirebbono con la
beuada caldalo Sromacho di ventofità;&nò po-
riano fare buona digeftione.Ma chi.è colui che ef
fendo mezzanamente fano.in tépo digrà caldo,ò
di eftare,& ucnendo à mangiare fianco da gli elfer
citij,ò.da negocij, pien di caldo,c6 la lingua fecca,
Scil-refpirar frequéte; lafci tare di beuer freddo?
poi che cio facédo li feguono ritibeneficij, quiti
io:ho derro,& fowiene alla fua necelfità,& traua-
10,6% relta contento,& allegro, fenza hauer offe
b alla.fua difpofitione; &.falute, Alche ci da ani-
-_mo,$eflorta Galeno nel libro,che fece debuoni,
_» 8 malicibi,dicendo;Nel tempo di ate,nel quale
»-dl noftro corpo è caldo, & alcune fiate infiamato,
*all'horanoi habbiamo meftieri di vfare quelle co-
ne rifrefchino,, benche fiano di malnutri
© mente
MAP ITVEO ohali 133%
mento,comefono Prune, More, Pomi; Cirieggi,
Meloni, Zucche, & gli altri frutti freddi.In tempi.
tali (‘dice Galeno ) noi poffiamo vfar cibi freddi,
come fono Piedi di Porco cotti con Aceto, &la-
te congelata; & i medefimi tibi fi deono rifre-
fcare. Et fimilmente fiha darrifréfcàr il berre;.
come l’acqua, &il wino daequato con.acqua
fredda; 0 rifrefcata nella Neué.; &hino, &l'al-
tro; cioe il cibo, &la beuenda fi dee rifrefcarcin:
acqua freddiffima di fontana, & fe non fe nehaus
ra;fi rifrefchi con newe,&foprà tutto la benanda;i
Etdapoi,che Galeno ha fatto liigadigreflione,co-
me ficonuiet folo in rempo di eftare mangiare,
8&beuere freddo; pone chi fian quelli;che hanno,
da beverfteddo;& dicein quefta maniera;Quelli;: e
che hanno da beuere freddo fono gli huominioc
cupati in molti negocij, & quelli;che hanno cu- xi
ra di molte cofe; come fono i Governatori delle. »
Città,& deRe,&iminiftri, che liagiurano;&ché »
participano di tali‘cure,& fatiche; & quiellische fi »
eflercitano molto nellefatiche corporali; & fpe-, »
cialmentenegliefforcivii militari, o'‘aleti eflercitii) »
Violenti;:& quelli che caminano paint »
viaggio ggio lungo; volendo intédere d'ogni ciletcirio, »
| Cofidi corpo,comedifpirito;Et di poi, che ha trat; »>
tato quelto, lo modera in quefta forma, dicendo;: »
Maquelli,che non hanno quefte cure, & beueno, »
— freddoifenza quefta cagionein ociù ,& grande! «
| zasfenza eflercitarfi;quefti perche néhino cagio! »
| necofi gtidedicaldo;che lia@tringa a beuer inol: »
do;non:lo facciano, chemon fi conuiene lo, @
1 DE fw:
sa SSA 4383
t
Po 3 se
PIEZA
134 LIBRO DELLA NEVE.
» ro che beuano cofi.Siano effi contenti dell’acqua
» frefca; come Natura la produffè ,'fenza ponerla à
» rifrefcare in altra cofa'; poi che effi.non fiati bifo=
» gno,cheella fia freddiffima.Et dice fubito;Et ben
» che bewano ociofi,&fenza fare eflèrcitii,& fenza
» cure; pur chel tempo fia di-eftate;ò faccia molto —
caldo;poffono beuer l’acqua fredda.Intendo,che
». ne’luoghi,doue ella non è fredda fi pofla ponerà
» rifrefcare, purche nonfi faccia freddiflîma.Que-
«: fto ifteffo confirmò il medefimo Galeno nel terzo
.* libro de'cibi, & nel libro delle infermità delle re-
» ni,done dice;chel'vfo dell’acqua freddacon neue
® aimolto caldi,& a’carnofi,&à quelli, che fi effer-
» citano, &faticano affai, fipuo concedere molto.
» fredda, maggiormîte fe fono vfati di beuerla;per
sche de s chefono vfila fopportano meglio, &
»: piu fenza danno, che quelli, che non fono vfi, i-
» de la deono berre con piu rifpetto, & piucon
® fideratione. Fehr ob Ar
+ Oltre chel’acqua ha rante bitone conditioni,
* come habbiamo detto,per la conferuatione della
|» fanità; ncha di molto maggiori anchora nel cu+
‘rarle febri,& altre infirmità. Onde Hippocratey
* & Galeno tratrarono di leimolto particolarmé+ |
« te; fpecialméte Galeno nel nono della Methodoy
» & in quello De caufis:procatharticis ; doue ripré
e de Erafitrato,8 quelli, che lo feguitanano;iquas
* li vietauano. Pvfo dell’acqua fredda è quelli, che
* haucuano la febbre. Et nel libro primo della Me
_* thodo per la medefima ragione ripréde Theflfalo:
‘nel libro fettimo fi loda hauercurato molti in
uti
TAPITOLO > ERI. 135
fermi di paffioni di Stomacho con acqua fredifli
ma,&ancho rifrefcata con Neue. Etnel ottauo,
nono, & decimo;& vndecimo dell’ iftefla Metho-
do cura le febbri,&altre infirmità cò acqua fred=
diffima; laquale è rimedio eccellente prefa con le
conditioni,che fi conuiene: Nell’vndecimo dice,
chele febbri acute fi curano con falafli;& acqua
| fredda;&fpecialméte le febbri fanguigne;à che ne
-— hanmoltamiftura. Perle cofe dettefi vederà;
quanto fia conuenientel’acqua rifrefcara con Ne
ue;quando nò fi troui cofi fredda,'‘comé è meftie=
ri per la noftra conferuatione;& diletto; & per.cu
ratne di molte infirmità. Tutta la qualmatteria
habbiamo trattato breuemente,accio che fia pre-
Iudiò, &principio al noftro difegno, il qualè, di
dire .ilmode di rifrefcarcon la Neue. Et perche
quello, chefihadarifrefcaree l’acqua(fotto del-
< laquale, fiintendiil vino, & ogni altra cofa, che
— ficha da rifrefcare) ditemo quello, che fi hauerà
da trattar fotto dell’acqua. . h
0 SM Cap... 11. a
| Tp Acquaè fredda in due modi;Vno naturale;
| Ae; comeforge delle fontane fredde,& delleforti ©
| ue;&quetta;efiendo rito fredda, quito fi céniens. —
— nionèmeftieri rifrefcarla; fe ella ha ranta freddo= *
| ra}ch'ella fatisfaccia allainoftra neceffità;séza che
— fiameftieri di cercar cofa, che piula rifrefchi. Vi
su © i n6 è fredda ranto;quito
ne:bifognerebbe cofi pla noftra coferuatione, &
nità, come per la noftrafatisfarrione;anzi per ndi
dd ì 4 dea
136: LIBRO DELLA NEVE.
efler tito fredda, quito couenirebbe,è cagione de
danni;che di fopra habbiamo detto. Di queft'ac-
que,chenon fon cofi fredde fi per lor natura;co,
e pereeflere in terre calde,è noftro intéto di trat
rarescome fi deono rifrefcare, accio che col.lot ca
loren6 ci danneggino; &accio che rifrefcate,co-
me fi conwiene, ci fatisfacciano in modoy chele
poffiamo beuere, & vfare; fenza noftro danno;
Adunquenoi porremo quì tuttii modi, che ci fo-
no da rifrefcare; i quali fi vano al dì d’hoggi in
tutto il Mondo; &di loro faremo fcielta del mi-
gliore,& piu ficuro;raccontando li inconuenien-
ti;che fi-trouano in ciafcheduno, asa
CapcidhF.c; |
Vattro maniere:ci fono di rifrefcare, che al
di d’'hoggi fi vfano in tutto.il Mondo; cioe,
o.con Aere;in pozzo;con Salnitro;& con Ne
ue. Ciafcuna di:quefte evfata a quefti rempi. La.
prima; che edi riftefcarcon aére; benche fia co-:
mune,& vfara da ogniuno; nondimeno e ftata, &,
emolto vfata dalli ] ittii, per. n6 hauer pozzi,ne
Nene. Quella del Salnitro niai non la conobbe-
to. Galeno fa lunga mentionedel modo di rifre-
{car coll'aere, & dice cofi; Quelli di Alefandria,
Egitto per rifrefcar l’acqua da poterla beuere:
dieftate, prima la fcaldano, o la cuoceno; poi ne’;
vafi di terra la pongono la notte al fereno fu defe:
meftre,o terrazze,o fu li arbori; & la tégono qui-
ui tuttala:notte;& prima cheil foleefca; la lena=
.
25 & lauando i vafi di fuori conacqua fred=.
ligono:loro attorno delle foglie. di Pampi» :
no,&
è
e
-3VCTA:PETVLO.0 TE. È
îmio;& di Latruca, &d’altre hetbe frefche;& li pé-
gono fotto terra nella parte piu frefca della cafa,
|. saccioche conferuino il frefco. Queftomodoidi
‘rifrefcare fi vfa al di d’hoggi in tuto il Monido,bé
| ache noncon tanta diligétia;perche non:cuoceno
| «l’acqua, &fi contentano di ponerla al fereno.co
Imecommunementefifa. stay
= Nel modo ifteffo fi rifrefca l'’acquaall’aerein
-Vtri;fofpédédo alcuni cuoi pieni d’acquaall’ae-
| re,&mouendoli continuamente..Ilche fi vfa in
, tutta Eftremadura. Altri rifrefcano ponendo»i
| Yafial fereno:con acqua;&prima che'l Solefcà
< li auolgono intorno vefti; ò pellizze; & quefto
fannoì paftori, & genti de campi. . ©’ 1
-— ‘Quefto modo di rinfrefcare coll’aere ha moli
contrari) ;perche l'aere è elemento; che rice»
ue ogni alterazione, & corruttione; & per que
| ftofipuoimprimere d’ogni mala qualità facilmé
te; &luiinfetto, puo faril medefimonell’acqua;
| percheà quefto modo egli rifrefca imprimendo
Inleila fua malitia; ilche dimoftra molto bene
Auicenna nella feconda del primo dicendo;
QuelPacreè cattiuo,che ha miftura di cofe cattis »
dliciantichi vietano, che tempo di Pelte-n6 fi p6.
©1338 LÌ BRO.DELLA NEVE.
-torto;hori.dia'mila qualità all'acqua. Vièwvn'al
«tro inconueniente ; che non ogni fiata fi puo ri
ifrefcarl’atquarall’aere; perchealcune notti, dle
spiù dell'Eftare fono tanto calde;che non fol l’ae»
renonorifrefca!, ma lafcia l’acqua più calda; che
inòuifipuofe;s fe acquifta alcun frefco,nò dura
più che perla mattina, cuando non fa bifogno:,
Similmente nell’Autunno 5 & nell’Inuerno,qua-
do fi vuole rifrefcare all’aere le tépefte, le piog-
gie,le nebbie, & altrealterationi, non lafciano,
che fi poffa fare. Tutte quefte cofeci fono mo-
« ftravedalla efperientia‘al dìd'hoggi.
° vi Vn'altra‘:maniera di rifrefcarcon'l’aereci ha,
laquale è la piùfana;&fenza peticolo di ogni al-
tra, con laqualend:fiacquifta nivina mala quali-
tà; & quefta vfano molte perfone di qualità, per
rifrefcare quello che hanno da beuer, ponendo»
Jo in vaftdrterra;ò di metallo; & facendo vento
con vn lenzuolo bagnato continuameniteài vafi.
Etha.da efler il vento gagliardo,fenza celare mé
tredura il mangiare. A'queftor modo fi rifrefca
molto bene; perche l’aere caldo, che ftà d’intor-
« no'è vafi.fi.parte,& le fuccedel’aere frefco;& fred
«« do; comeaniene quando fifa vento alla faccia ,
- chefcacciando quello; che le ftà preffo caldo, &
venedo aere da nouo, la rifrefca;& raffredda. i»
xL’altra maniera di rifrefcàr è nel pozzo; doué
fimettono i vafi con acquasò vino;& quiui fano
ipofti la maggibr parte dé giorno. Quefta mas
pn diri Sa fimilmiente oclstdonmaniio
lalla parte dell’acquia,con ché fi rifretasco=:
*ve CAPITOLO: Air, 139
arie dalla parte del luogo, doue fi poné; maggior»
mente mertendofi ne pozzi publici delle città, &
del popolo, pre p la maggior parte fono fpot-
‘chi, & pieni diimmonditie. L'acqua de pozzi è
‘acqua terreftre,groffa, morta, per ftar di cotinuo
ferma, & ripofta nelle vifcere della tetra. Et per-
che è acqua immobile, fi putrefa; percheiraggi
del Sole né la percuoteno,ne è veduta dall’aere;
‘& per ciò di continuo è piena di effalationi,& va
pori non buoni, per li quali facilmente fi corré-
1e;& fono dette acque f; porche,piene di fango, &
‘di altrianimali di mala qualità.Oltra di ciò effen
doinquefti termini; che puo acquiftar l’acqua,
ol vino pofti per molto tempo in quefta acqua
porca,&ftagnante;fe non la mala qualità ch'el-
+ Galeno dice, chei vafi,che fi aio
‘poner né zo;fi deono poner pieni; perche
fe fono Ma Maceio del ala I fuo
pore nel sil; & perciò fi conuiene porrei vafi
ni,& ben chiufi, per quello,che fi è.detto. Et
‘e che dee effere © Sete , quando fi vorrà
r.coll’aere;perchèi vafi né fi deono poner
na che nerefti qualche loro parte da em-
elaére freddo della notte inclufo in
reftafcemo;rifrefca più l’acqua...
mente fi pone à rifrefcar ne pozzi
ò dilama da Milan. Il ramefens
li imprime mala qualità
fca s perche conla bumidicà
zzo fifa fubito nel rame il verde rame; che
el verde; ‘che vi.fi vede dapoi alcuni gornlar
140 »s LIBRO DELLA NEVE,
ilche è cofa molto cattiua,$&perniciofa. La Ja
“ma da Milan è fatta di ferro,la qual con la humi >
dita del pozzo fi carrica tofto di ruggine, che è
quel nero;chein lei fi vede dapoi alcuni giorni; &
il ruggine è cofa cattiua,cheimprime molto ma»
la qualità in quel, che fibewe Onde:io farei di
1 Lett che quello; che fi haueffe da rifrefcar nel-
Pacqua del pozzo fuffe in vafi di vetro;ò di arsen
to. Bencheil meglio è trarl’acqua delpozzo, &
ponerla in vafi,& in quelli poi metter quello che
fi vorrà rifrefcare, mutando molte fiate l’acqua;
perche tratta l’acqua del pozzo, perde molto. de”
trifti vapori, per etfer-veduta dall’aere. Dalle cofe
dette fi veggono liinconuenientì;che fono nel ti»
frefcar in pozzo; appreflo' de’ quali veggiamo,
che femprel’acqua tiene fa por di terra; ò qualche
altro malgufto, ilqual fi fente notabilmente da-
poi beuuta;oltra il matodore,ch’ella rende.
- L’altra maniera;& terza di rifrefcare è confal-
nitro; laqual è inuentione de' Marinari, & fpe-
cialinente di quelli, che vanno nelle galee; pche
quiuî non rifrefcandofi l’aere, maggiormente in
tempo di calme; &non'vi effendo pozzi , ne ne-
ue ; la‘ neceffità infegno loro quefto rimedio,ben-
che non fia buono; per limolti inconueniéti, che
egli ha . (Elli fi rifrefca fecondo che dicono alcu=
ni fuggendo il freddo‘alla parte interna di quello;
che fi rifrefca, per l'eccefliuo calordel Salnitro il
quialnafce per la forte agitation del Sanitro:con
Pacqua;onde ricogliédofi il freddo allaparte inter
viéà generar il freddo fuggédo dal.calor del
È tro
»v@APITOLO TV: i r4f
Salnitro che ridotto inatto dallaforteagitatione:
Altri dicono; che l'’acquafiingrofla col:Salnitro;
&:che fatta più fpella,&grolla; ha più virtù fred
di; laqual(egiutata dal calor.del Salnitro la fred-
dura.-dell’acqua)fa maggior penetratione; perche
egnicofa fredda;quanto ha più parti denfe;tanto
La raffredda. Er perciò dice Galeno: nel libro ‘
lelle femplici medicine; chè niuna cofa puo. ef-
fer freddiffima,che habbia parti rarc;ò fottilij; on
dequaito più denfe fono le cofe, hino tanto màg-
gior forza .. Alrri dicono, chel Salnitre ha virtà
attuale molto fredda, & che agitato coll’acqua;fi
fa piùfreddo,come fi vede nella falamuoia,che da
poi l’efferfi molto mefcolato il fale coll’acquasre
Ba freddiffima.Il medifimo fi vede nell’acqua del
o e, & del Salnitro. n
mododi rifrefcareinduce molt'infirmi
"®.Scaldail fegato. Apporta fete corinuaméte. Fa
febbri aride.Infiima il Polm6e Fa perder l’appeti
imagiare;et altri mali, che farciliigoà corarli.
ri modi di rifrefcare ci fono; comein fiu-
fonti freddiffimi, de’ quali parla Galeno;
accade trattarne; perche douefonoac+
me,non è meftier,che fi metta à iffe
puo vfar quelle.
Li
i 4 : dell mez
ue dell’aere,fi agghiacciò, & fi fece ne-
: poco differente l'acqua piovana, dal
che efce dalla neue ; percheambedue fi fo
> nei
242 LIBRO DELLA NEVE,
no:genetate di vna ifteffa materia ; faluo;chel’aci
o della neue è vn poco più groffa,per la cepeee
one,chericeuette dalla freddura dell’aere;dimo
do,che non è così cattiva, come là dipingono .Et
fimilmente veggiamo:, che ì Scithi labeono per
+ Vordinario,come dice Hippocrate; Veggiamo che
" leneui;che fi dileguano fi fanno fiumi principali,
de’ quali beono'per l'ordinarioì circonwicini fer
za danno;ne offela alcuna. Di quefti molti fono
in Spagna;in Alemagna, & molto più nell’Indie
occidentali; doue la maggiorparte de Fiumi fos
no delle neui che fi dileguano nelle montagne,
&méoti;;delle quali beueno tutti in generale;pers
chenonviha altra acquain tutte quelle parti.
- IRomahi pet diletto, & curiofitàbeucano l'ac
‘qua, che vfciua della nenè; laqualfaceano cader
giùper alcune pietre per atfottigliarla: Athenco
pone vn verfo di Sopita antichiffimo Poeta , nel
qualeegli dice;che al fuo tempo bencuano neue;
& l’acqua,che vfciua della nene.Pericrates hiftori
| co Grecco famofiflimo dice, chealfuo tempo fi
beuca.la neue non folo nellecittà, ma nelli eflerci
ti. Euticles homo dottoin vna delle fue epiftole
riprende quelli del fuo tempo, che non fi conten
tauano di beuer rifrefcato con neue, ma che be»
ucano l’ifteffa neue.Attates hiftorico fa moltamé
‘tion dellaneue vfata al {uo tempo con molta di-
liventia,& diletto. Xenophonte nelle cofe memo
rabili,che fcrilfe fa mentione di molte génti, che
né folbeucuano neue, ma la fua acqua di conti».
nuo. IRomanilav{arono molto, & de ente
= Plinio
. — +BVOABITDLO dNati eb
Plinio nel libro trentauno della {ua hiftoria dice;:
che Neron fu il primo; che :cuoceffel’acqua per:
rifrefcatla con la neue; ilche' Galeno nel fettimo. —
«ella Merhodoriferifce,dicendo;; Neronfuilpri »
| monelcuocerl’acqua,'& dapoiraffreddarlacon »
mene;perche l’acqua fcladata è quefto modo rice »
ue.più rofto la freddura,& più intenfamente;grè, »
‘acqua più fana ; perche dalla cottura fi feparano, »
le pasti terreftri dell’acqua,& refta più fottile, & »
piùattenuata;onde (cede più facilmente dallo fto »
maco.. Plinio fecondo in vna delle fue cpiftole
dice ad vn fuo amico;che tra le altre cofe, ch'egli »
tiene apparecchiate per mangiare, è mplta neue, »
7 rifrefcar con lei quello,che beyeranno . Etil
Oopradetto Plinio Zio di quefto nella fua natural »
hiftoria, nel libro decimonono, filamenta della »
diligentia,che quelli del fuo. tempo teneuano nel »
conferuarla nenèedell’Inuerno, perlo tempo cal »
ro della Primatiera; dicendo;che.volsevano fot- a
tofopra iméti,conferuando la nene perl'Efta, fa »
cédo preuertir l'ordine della Natura;che ne Mefi »
(aldiffimi,nequalinonèfenon calor &fecchez- »
| tasfia.tantala curiofità delle genti, che habbiano »
| all'horatanta abbondaria dincue,quita neMefh, »
equali fuole la tagion naturale mandarne inter
. Fagranquantità. Quefto dice Plinio; perche al
| fuo tempo,& dapoi fu cofa molto commune co-
ss feruarla neue dell’Innerno per la Primauera, &
- Eftì. Heliogabalò Imperatore teneua fatta vna
| granfofla,in vnmonticello di vna fua vigna, do-
| Mnel'Inuerno faceua ricogliere molta quantità di.
neue |
Dei
144 LIRRIO DELLA NEVE,
neue portàta! da i monti circonuicini è Roma,doi
ueda:tenea per vfarla al tépordel'caldo nelle fue
cent laùtiffime» Charette Mitileneo nella hifto:
Li ria, che ferifedel Re Aleffandro difle; come nel.
“ Ja cittàidi Petra,citrà opulentiffima dell Afia;lera
‘ sio ordinariamente trenta foffezlequali in tempo
» d'Inverno fi empiuano di nel, per lo rempo cale
* do,adinftantiadi Aleffandro;&de firoi..«
© Aldìd’'hoggi fi fa quefto non folo in Afia, ma
‘ înmolte parti dell’Africa,gcin torta ja Europa;
& più anchora in tutte le terre fignoreggiare dal
; n'Furco;fpecialmente in Conftantinopoli,do
* neé tanto l'vfo della Neue,che tutto l’anno fi vé
de publicimente,& tutto l’anno fi vfa. Il medeft
© mo fifa al prefentein tuttii ftati di Alemagna,
“ &diFiandta,di Ongaria, & di Bohemia, & altre
© partiidoue confetuano la neue in cafe, dò cauerne
Pr cafe! st rifrefcarcon leila Primauera ; 8
: portano di Fiandra è Pariggi molto ghiaccio, che
‘ni ha più di feffanta leghe. Nella Caftiglià & con-
‘ ferna fimilmente nelle cafe; &1a colgono PIn-
‘ terno; ilqual paffato, la conferuano per lo a
* delcaldo. Etvi fono molti Signori, & Gridi,ché
tengono nelle Montagne cafe particolari; donelà
midano àraccorrel’Inuerno per quefto effetto ;
& molti fimilimente l'vfano, &rifrefcano comkei |
così nell’Interno, come nella Primauera tutto
‘che principalmente in Caftiglia vi habbiaal rem —
po ‘dell'Inuerno acque freddiffime. Diconoid® |
joti delli neue, che nonli offende quello; cheè
fatto ffeddifimo perla neue, come quello; che è
= ea freddiflirmmo
hu è ipuroroornw. | 145
freddifimo per lo tempo; perche fi vede che
&'beuet vn bicchier d’acqua ffeddadi pozzo; b di
| fontana fredda ; fa male; & benendola rifrefcataà
| ton neu, nòn fi fente quel dano . Di vna cofa
| Timtrattigliò iò moltò, che effendo quefta città
‘dî Siuiglia vna delle più notabili del Modo, nel
% Lo fempre fono viuuti molti Gradi, & Signo
| fiy& Caùtalieti molto principali;& molta géte né
Bilecosìinaturale,come ftranierasnonti fia ftato;,
| ©hiBabbia portato nenein tempo di Eftate perrî
freftat cHei ciò, che fi bene;poi cheicaldi dique
Raterra dal principio della Primavera fin quafi “
‘tutto l'Autumno fono così granidi,che né fi polo
no'roleràre,& tutte l’icque fono ranto caldesche *
tion fi pollon beiere;& cò tutto ciò la maggiot
| parte della sente di quefta città, fonogenti da nè
bocij;& facetide. Adiunque iù terrà così calda; dò
miefoprabbondeno le facende,& fatiche;tloue Pat
qua è calda, & non ci è con che farla fredda ; con ..
Brufta tagiorie fi più admettere, & vireilrifiefca ..
re con nere ; poi chel fao fredito è tanto ficuro ,
| tomehabbiamo detto ; & fai benefici, che Gale ..
lo, &Aticennatie han dimoftrato » Confideri ..
Ognuno da fila difpofitione; perche effendo., & ..
ènco non effendo fino del rarto;in rempo di Efla
te può beer freddo più,ò mero, come lific6uie .
he; perche il beberfeeddo relmpeta il fegato, mi»
tiga1l calore;induce appetito,& voglia dimigia-
te; confortà lo ftomato; cotrobora tutte Quat- ,
trole virtù, pche meglio poflano farleloro ope»
| trationi; fa mangiare con appeti Pea allesramea
| 3 | : te;
9 PERE
pet cc
1:46 LIBRO ,DELLA NEVE
te; eltingue la fere di tal maniera, che c6 poco be
uerfi fatisfanno ; rogliela fete tra'l giorno; prohi
bifce,che non.fi generino pietre nelle Reni, tem
prando.il loro calore; diuieta l'ebbrezza ; & fi-
ilmente fa molti altri buonieffetti, che l'ufo,&
efperientia ne dimoftra.. | È
ef Caf site 4
TI perche il miglior mododi rifrefcarefitc6
E la nene,come habbiamo detro ; diamoli aut
torità con auttori graui:, & fia il primo Auicéna
. nella terza del primo, oue dice; Tara ua fredda
* conneueàquelli,che faranno di compleffione té
© perata,la cui freddura fi habbia fatto con Neue;
® eflendo laneuetrifta. Dice, efendo la neue tri-
fta, perche quefta ferue per rifrefcar di fuorauia;
la buona fi mette détro. di quello .che fi vorrà
beuer;come lo dimoftra il medefimo Auicenna
nella Fen.feconda del primo al cap,decimofefto,
‘mdoue dice; La neue,& l’acqua agghiacciata,qua-
» do faran limpide, che la neue non farà caduta fo-
» pra male piante,ò che non haperà miftura di ter-
» 1a,ò d’altre fuperfluità; & il ghiaccio no farà fat
» to d’acqua cattiva, & inferta ; ma che l’acqua che
n» Yfcirà della neue farà chiara,& limpida;& quella
» che vfcirà del ghiaccio farà buona, & limpida; &
» alcuna parte della neue,ò del. gelo fi metterà nel.
_» L'acqua,chefi beuerà; ò cò lei f1.rifrefcarà l’acqua
| » perdifuori; èbuona; perche l’acqua, che di lor
| n efcenonèdiverfa dall'altra acqua. Quefto dice
licenna,dadone ad intédere, che quelteacque, |
elcono della ncue,& del gelo, ellendo limpi- .
= 7 de,non
CAPITOLO ‘v. 147
ele, non fon diuerfe di bontà dall’altre acque. So,
Jo ui è differentia,in quefto,che l’acqua della ne-
me; &delghiaccio fono più groffe, che l’altreac-
Que, per effer il vapor condenfato nella mezzana
region dell’acre,come habbiamo detto Rafis tra
9 cori Arabiil più dotto, nel terzo libro al Re
‘Almanfor dice così ; l’acqua della neue rifrefca
il fegato caldo; prefa fopra il cibo corrobora , &
fortifica lo ftomaco ; induce appettito, & voglia
| cli mangiare ; ma non bifogna beuerne molta,Et
. fubito dice; L'acqua,che non è tanto frefca, che
Pe e à chila beuc,gonfia il ventre; néle-
mi tesguafta l’appetito;leua la voglia di man-
| giare;confuma il corpo; & conclude con dire;che
ellanonè cofa buona; Ciò intendo io per la con-
— femaation della fanità humana, della qual tratta
Rafisin quel libro. Il medefimo nel quarto ad
. Almanfore;parlando della preferuation nella Pe
fte, ordina;che fi beua acqua di neue ; & nelme-
efimo capolo riferifce vn'altra fiata;& nel cap.
È Migefinolito del medefimo libro,in tépo di Efta
te,ordina,che fi beua la mattina neue c6 Zucche
urarono gli Arabi molte infirmità coll’ufo
co l'acqua riftefcata cò lei. Auicéna
dello tomaco calde,ordinache firi
uanda con neue, Etfimilmenteil me
* paffioni calde del Fegarospotte fo-
i molto acuto, & in cagioni moltacal
e, fi ha veduto molte fiare lenare il dolore. Or-
ina egli netdolorde denri,che fi rifrefchi cò ac-
na con neue; & che fi fcialacquino con Ici mol
Br: k 2 to
dI
>
148 LIBRO: DELLA DEVE,
to fpeffo. Similmente Auicenna nell’vadecima
» del terzo;trattando del tremor del cuore dice; Se
» il cafo farà difficile,& vi farà aecenfione, feli dia
- àberacqua fredda; & acqua dineue mefcolata cà
acqua vfata è goccia;à goccia; perche hop fi beua
ad un tratto, per le cagioni dette, Il medefimo di
ce Rafis nel continentein tre luoghi, parlando di
quefta medefima paffione; nella prima dà à que»
fti rali abewer dicontinuo acquadi neue; mag+
giormente fe la tal infirmità farà di humor malin
conico. Et nel fecondo luogo li configlia;che va-
dino è beuer in luoghi freddi ; & fe non Îo potrî
fare; chevfino di beuer neue, & l’acqua di lci di
continuo.Il terzo fi è,à quelli, che non hanno ri+
medio al digerire; che fi debbano conferuare col
dar loro è bere di continuo acqua di neue. Eriò
mentre che ferino quefte cofe,ho curato vn Cana
liero,che n6 poteva refpirare; &c era rutto enfià-
.to,& nò potena prender fonno già molti giorni,
«cé giunta di yna paffione di core;ilquale col trar
di fanguc,& darli è ber acqua di nene di c6tinuo,
fi fanò,non fenza maraniglia di ogniuno; perche
era tenuto per morto. Amato Lufitano nella fet
tima Centuria conta vn cafo di vno, che hauea
vna febbreardente, & che per lo stande ardore,
& calor ch'egli hauca nella gola, non potena i+
ghiottire; & che convn pezzo di ghiaccio» Dr
‘gendolo di continuo, non folo li celsò la difft-
cultà dell'inghiottire, & la accenfione, cheha-
nella gola; ma fe li rimeffe notabilmente
w
DIC»
à
8
CAPITOLO VV. < DIRE
> Vfaffi è quetti tépi il beuerrifrefcato c6 nene
intutte le Le ella fi può hauere; perchefi
rifrefcata con neue . Et nel fefto del
vfà molta l’acqua prima cotta, & polci
con neue. In molti luoghi pone à rifrefcar in.
uele Medicine, che fi hanno davfares &il me-
defimofanno:gli. Arabi, 0/0 :
“<&0a ci K:4 Dalle
150 LIBRO DELLA NEVE. | *
Dalle cofe dette egli appare quanto fulle cele- ‘
brata la neue preflo gli antichi; & comefenefer
uinano per conferitatione dellalotofanità,& nel.
lecure dell’infirmità ; per ellere il miglior modo:
da rifrefcare,il più fchietto,& più fenza fofpetto 4
checi fia; perche il freddo, che fi acquifta dalla.
neue è fano fenza pericolo della cofa;che fi rifre-.
fca,ne alterationi alcuna ; pet effer quello che ri-
frefca vn’acqua agghiacciata molto buona.
Cap. VI > dI
Gli è veto,che non fi conniene vfar di conti
E nuo della medefima newe,fe né in tempo di
neceffità per via di medicina.; perche l’vfo della
medefima neue beuuta nell'acqua; ò niel vino, è
paffandoli per lei,genera molte fpecie d'in fermi.
ta,lequali {cal prefentenon fi fentono; vengonfi
à fentir nella vecchiezza ; dellequalifalonga mé.
tione Galeno nellibro dell’infermità delle Reni;
‘&nellibro de buoni,& rei cibi. Et perche Auicé.
na ne parlò alquanto più chiaramente, dirò quel.
lo,ch'egli fcriue nella terza del primo,nel cap.ot-.
» tano 5 Quelli,che beueno neue, &l’acqua,ch'efce
s dallaiftella neuc;fel'vfarannio di continuo,zueni.
» tano lotomoltidanni . Ella offendeì nerui, & è.
. cattiua per lo petto,& per li membriinteriori,&
{pecialmente per lo refpirare ; & rion l'vfarà alcw
——. -noàbcuer,chenon li faccia daino (faluo fenon,
_. fullefanguigno)chefeal prefente non fentiràil-
- ‘danno;lo fentirà nelPauenire .. Perle cofe dette.
ippare, quito dinofo fial'vfo della medefi=
meuc,& dell’acqua,ch'efce di lei; eccetro:che
=d A fe hont
ca
Ad
“i
:
i * GABITOÒLO VI rsr
| fenonfuafle per via di Medicina: Solaméte fi pu
_— Wfarquello,chefitifréfca corì lei j perche cid'non
®ffende,come habbiàmo detto ; perche iti quefto
— gliantichi differo non effet daninio;tie fofpetto al-
cuno;tical preséte veogiamo;che vi fia altro, che
il farì benefici;;& l’veilità dette; sodédo; come di
ce Plinio ; del piacere; & delicatezza del frefco
. fenzacheci uffa ì diffetti della neiiej come
Jo dimioftrà Martiale nel libro quiatto,dotie dice;
Not fi dee beiiet la rietie; Ma quiello,che fi ha bé Fo)
tiftefcato c6 leitilchié ne moftro la fete itigeniolar #a
A ttrioltò vecchi ton fta bene il beiiete frefco 6
detino‘tiel betiet freddiffimo,& che fi dino pia
teeoquiel,che fia freddo mezzaniamére;béche fià
5 pigage sd
1:5% LIB:RO DELLA NEVE.
vino;il terzo è ponerlo à rifrefcare per qualche.té.
poin acqua freddiffima,ò in neue; perche quato,.
piùintéfamétefirifrefca, tito più fi Sepsimaona ì,
{uoi fumi,&.vapori,& fimilmente offendemeno,
Ja telta,& penetra meno alle giiiture. Ilchefi ve=.
de nell’iftelfo vino;che rifrefcato perde molto del.
lefueforze tito,che feè freddifimo,pare acqua...
Sono alcuni, che fenza confideratione dicono, &c;
van predicando molti mali.del rifrefcar. c0, nenc,;
è fenzafapetsfeè buono è reo; perche eflendo cofa:
« nuoua, maggiormente in quefta rerra,temono nò.
venga lor dano dall’vfarla. Ellendo ad vna:tauo=
la dvn Signore vn piato di Cirieggi ca la neue. di.
fopra,n6.osò vn Caualiero à préderne pur vna;di,
cendo;che li farebbe male, per'eller rifrefcate con,
neus;tutto, che fia cola molto antica ponerla ne,
me fopraì frutti,.come conta Galeno, che la pone»,
va fopralemore.La cagionedì quefto fi è;perche,
né.fi ha vfato,ne anco veduro neue in quefta rer-;
xa. Onde.tuttawia la tengono in fofpettoz & non,
VYyfa,fe non la gente Illuftre;& noù tutti,ma quel
li,chefono. ftati cortigiani; & quelli , che hanno.
prouato il beneficio,chelor fegue dall’vfa dici}
perche gli altri dicono,chefenza neue fon vifli;&,
che fenza dilei vineranno anchora;& né cSfide».
rano,che perwiuerpoflono paflarfela c5 Mizos
Aglio,& Porri; ma quefti tali cibi fotétano male, .
& né piacciano,Che altra cofa è il magiar le Per-
mici,& laVitella al fuo répos&il Caftrato,&ì Pol
lialloro;&diuerfa cofa è il mangiar la came con
Sc la Pernice con limone;che ad yn modoè
2 “ae? vn mangiar À
104 a
CAP ROLO 15
va magiarfenza:gufto;& rufticamere; &all'altro.
©xn magiargranofo &delicaramete; come huo=,
mini.Il medefimo'è nel'bener frefco;ò caldo; pers,
) che dal beuer:rifrefcato:cò neue, fegue Ganità. bus
| Mufto;& piacere; &dal'beuer caldo.infirmità,dif=:
auito; Se noia. Confideriamo, che gli antichi po-
ero tanta felicità nel bener freddo, fpecialmente,
felcaro con'neue;& che erano genti faue, & di,
forete,lequali con molta cura procurauauo la io4,
ro fahità;& cofervatione; ba in quefto, &ne),
loro glotiofi; &'eccellenti gelti poncuano la loro,
- fomma felicità, Onde fe efli con.tanta diligentia,!
— ‘ceme habbiamo derto prima ; beuenano frefco;
on nene,in tetreimanco calde,che quefte; perche
Vogliamo noi altri lafciar di godere di quetto bea
ttospoi che da ciò nò puo feguire, fe nò.
E inde; vfandofi come ho detto ?
| ©Ogn'unocofiderigllo,chefi gli couiene coforme
| Alafuafanità,&all'v{o,&al coumefuo;& coli
3% Gllo,che li coporta, pche l’vfo ltinfegne.
Cha da. fare j poi.dal dino, .d beneficio,
fela deue viare,ò no,Er fi dee auertire, che.
he fi vfa fbener frefco cò neye,i pri
inte fere fra pafto;ma paflati ferte,o=
ujella n6 fol:cefla;ima fa,che fi palla,
ass& la cena fenza fere,&fenza alcuna
ibeuere. | Portafli.la nenegigfta rerra
agna neyada fei leghe di fapra Granata,
eucallai,p efleril camino Higoseporta=
x; caldi, onde vie à {cemar molto, & gi & *
oito poca dila,che di là ci e6ducono; & p-,
ty el cià.
î3;4 LIBRO DELLA NEVE,
ciòvale così cara: E'cofa metauigliofa è vedere;
chequefti monti di Granata fiano fetmpre pieni:
dineue,& fia in loro durabile; & perpetia;& per:
gran caldi,& Soli,che facciamoxfempre fta la neue
in vn ftato permanente; ilche véggiamo; che non.
aviene ne miti Pirenei,ì quali fi empionio di ne=.
ue ogni Inuetno,& venédo l’Eftate,fi dilegua tut:
ta dimodo,chensreftain loto tiencalcuna.IRe.
di Granata pet gridezza Regale v{anano tie Mefi:
del gran caldo PEftate di beuer l’acqua; che bere
tano rifrefcata c6 neue ; come tiferifce il'noftto.
hiftorico Alfonfo di Palentia if quello i ch'egli:
feriffe della guerra di Granata è 0 0
Coferdadila neue in luoghi freddi ; & fecchi $
perche la umidità, & calore forio fuoi contratijt
&ilventodi Lewarite moltò più, pet effer caldo;
& humido. Si calca la heite quando fi ferba; pete
che dura più,& fi dilegivà meno. Charette Mitia
leneo dice, che ne n Peer la o
&copetta;c6 foglie,& rami di Rowete; percheè
dalierodo ficonferna più, Quella, i rtasi
no à quefta città la portano in paglia; perche ella
la coferua più ch’altra cofa; & la dilegiia meno +
Il che ci dimoftra bene il gloriofo Santo Agoftiz
no nel libro primo della Citrà di Dio;doie diceg
‘» Chidiedealla paglia virtù fredda così pollente
s» checonfernafle la neticfreddiffima, & la manites
» nelle? & chi le diede fimilmietige così calda;$tate
sm dentevirtà,cheì frutti verdi immaturi, come po
» fi fuo1 fimili,rendelle matiti & fa gue da
serfi mangiare è Nel che appare, quianto dieta
appare, vinà
CAPITOLG vi. 155:
fa virtà tenga la paglia, poi che fa effetti contra»
rii; conferuando la Neue, & maturando ifrutti,
nerdi;& fa anchot piu; che pofto vn vafo col’ac-
qua rifrefcata al fereno, cin altra cofa dentrola
glia, conferua il fuo freféo per tutto il giorno»
dl Cap. V. I è È ; i
Vemodi principali fi vfano à quefti tempi
? di rifrefcar con Neue, L’vno è,mettterì fia-
| fchi,ò vafi di quello, che fi haviera da rifrefcare fe
| polti nella medefimà Neue; il chiefi fa douefia
molta Neue; & cofi fi tifrefca piu, & piu tofto. IL
| medelimofi fa col ghiaccio;et co’pezzi fuoi.Ci ha
— wn'altro modo di rifrefcare,il qual é molto facile,
&eteta co poca Neve; è quefto modo;fi empie vn
uello,che fi vorrà rifrefcare,& fi ui pone
piato di argento;ò di vetro,o di lama
«Mila, che fia fondito, perche tocchi,&c fi bagni
bene in quello,che fi vorta rifrefcate:& in quello
fi metro della Nete,gettatido via di volta in vol+
ta l’acqua,che fi colera delia Neue; perche fe ella
getta viasla Neuefi fcalda,& 5-3 piu.
2manictà fi rifrefca molto, &cofi intéfa-
fi-vorta; & emodo; che ciafcuno
e piu; 0 meno, come uorrà,o ne haue-
tri rifrefcano ponendo la Neuein
56: LIBRO DELLA NEVE.
mo;&quefto fi fa perrifrefcare vn Citaro, o valo:
grande. ‘Quefti doi modidi rifrefcare fono tardi:
& e meftieri,che fi facciano molto tempo innan=
zia] mangiare; & con tutto cio né rifrefcano mol.
toxAltri pongono la neucin una Ceftella inuolta
in un poco di fafcio di paglia,perche cio la c6fer-
uamolto, ponédo il bicchieretto;nel. qualefi vor
ra bener vicino alla nene. A quefta maniera fe-
guono molti beneficii, prima non è meltieri an
dar gettando nia l’acqua alla Neue; perche per la
Cefta fi cola; poi non fi dilegua tanto la Neue; &
finalmente nonaccade riempire il vafo di quello,
che fi vorrà berresperche bagni il piato;perche cò
ogni quantità, che fi porrà il bicchiero; egli fi rifré
fcara. Etquefto mi pare il miglior modo: di rifre-
fcare d’ogni altro,con poca:nene. Quello del pia
to cancho effo buono; Ma ognivno faceia fecon-
= 8 la quantità della Neue,che egli hauera;& qua
_toal rifrefcare pia, o menofi gouerni; fecédo:che
richiederala-neceffità ;\o la fanità fua, & fecondo
che gli comportera l’vfo di lei. Della qual cofa
habbiamo fatto molto lunga relatione; benche il .
mio propomimento nofì fuffefe non di difendere
| cheil miglior modo di rifrefcare, & piu fano; fia
il rifrefcare cò neue; & che gli altri vfi,& modi di
rifrefcare; habbiano molticontrarij; comehab»
| biamodetto; &:che folo il rifrefcar con Neuefia
| quello,che piu fi conuenga;poi che la Neue non
tocca la:cofa, ma folo il: piato rifrefeato ida lei è
» cherifrefca.Tutti gli altri modi;che ci fa
re non giongono di gran lungralti:
frefcare
*; 5 d'a. eat ea
CADETOLO ha. DE
freftare con neue; perche quel che fi rifrefca con
lei fi fa freddifimo; vue tutto il refto, chefi rifre-
{ca al fereno,o in pozzo;o con Salnitro;fi puo dir
caldo in comparatione di quello,che e silfelito
con la neue. Onde e cofa grande, & da farne mol
raftima, chenel rempo caldo dell’Etarequando
fiamo tutti foco pet l'intenfo calote del tempo,
quando la fere è tanto gride, che ne tuo l'anima;
quando i corpi vino ardédo,& fudando;che hab
biamo il rimedio cofi facile, che con poca neue
poffiamo bewer tanto frefco, quanto ne couenga,
& tanto piu freddosquito fi vorra, cé ogni ficut-
t2,& fanità;apportidone cio tito piacere, & con-
| tentezza,che non ha prezzo; con che fi podla efti-
mare, neinteletto che lo fappia efplicare. Onde
ogniuno , che beuerà freddo con neue potrà effer
‘giudice della mia Apologia; quando col mezzo
dilei trowera modo dibeuer fredo perferramere.
EPILOGO.
D Alle cofe dette fi nederà, che cofafianene, &
quanto celebrato ful'ufo fuo preffo alli An-
tichi per rifrefcare con lei ; & come il miglior modo
di quellische ci fono darifrefcare,dy il piu conuenien=
ste per la noftra fanità, & neceffità, fi € quello, che fi
fa con lei; et fimilmente come il beuer fr d
G
358 = Lrnro DELLA NEVE,
—&yindebolifca il Fegato; produce fete continua;non
fatisface alla noftra neceffità ; apporta noia, & tit
ftezza,er altri damni;i quali conofcera colui,che l’u-
_ fera, facilmentein feSteffo. Ada a quelli, che beneno
frefco o chefia frefco naturalmente , o rifrefcato con
«Neue; awiene tutto il contrario;perche conforta loro
lo Stomacho;e fe l'hanno rilaffato,cr debole;lo for
tifica,&y ingagltardifce ; uieta il fluffo,&r le deriua-
tion de gli bumori caldi a lui onde impedifce è fluffi,
& uomiti colerici ; conforta tutte quattro le wrtà ;
togliela feteida appetito di magiare; fa miglior dige-
Stione; benefi meno , &» cio con piu piacere, cr alle-
grezza; fatis facendone piu un poco di beuanda fre-
fca,che molta che non fia cofi;probibifce la pietra a
i caldi di compleffionesimpedifce la ebbrezzastempe
‘ra il Fegato caldo; refrigera l'incendio,el foco a quel
di che fommamente fon caldi, 0 infiammati, per ogm
«cagione che ciofia; tempra il calore ecceffiwo della
Slate;preferua da Pefte; prefa fopra il cibo da forza
al calore naturale, perche faccia meglio la fua dige-
fiione,&y operatione;toglie i dolori acuti che uenzo-
no da cagion calda;lena il tremor del cuore; allegra
imalinconici;toglie al uino la fuafuria,&y il fuo fu-
-mo; poftele frutta nella Neue,probibifce, che non fi
corropano,<& fi gode della delicatezza,che apporta
3 fuo frefco; lequali fono cofe che lingua alcuna non
puo esphcare, ne intelletto bumano comprendere.
- Quelli, che poffono liberamente beuer frefco , &
ifrefcato cò Neue fono i tensperati di compleffione,
î; quelli , che hanno compleffione colerica,
fiammata; quelli,che fono caldi di Fegato,et
de di Sto-
è r1L1066° 90°
gi Stomacho;quelli,che fon fanguigni;quelli, che fi ef-
| Sercitano, &raffaticano molto ; gli buomini di molti
— negocij;quelli,che banno molte facende;7 gouernato»
ti della Città,cy ‘Republiche; & i ministri,& quelli,
chi e participano di cotali facende, & fatiche; quelli
che fi effercitano, cr affaticano ne gli efferciti mili»
tari, &y altre gran fatiche; quelli, che caminano mol
» &fi fono molto affaticati ; quelli , che patifcono
bri ardenti,<&r mali di gran caldo, cr accenfioni,
‘fopra tutto quelli,che fono ufati à beuer cofî. Et
to a queSto,ogniun beua freddo,a freddiffimo,co
memnorrala neceffità , & come piu li fi conuerra.
— Quelli poi,a quali nonfi conuien beuer molto freddò,
e freddiffimo,fono i molto uecchi ; quelli che beuono
fenza far effercitio,et fenza facède quelli,che
crudità nello Stomacho per cagion di humori
a quelli che fono infermi del petto;quelli,che ha
male di nerui; quelli, che non poffono digerire quel,
che mangiano,per bumori,<y cagioni fredde ; quelli,
che patifcono molte uentofità; i fanciullini, & quelli
dipoca età,c&5 altri, a quali il tempo, & l'ufo ha in-
mato cio, che lor bifogna. Et con quefto diamo fin
seApologia ,
I.N DLC
EIDELLE GOSE PIV NOTABILI,
che fi ritrovano nella prima, & feconda parte delle |
.cofe , che vengono portate dalle Indie
Occidentali: & nel libro appreffo,
che tratta della Neue.
Il primo numero fi gnifica la prima, ò la feconda parte.
Il fecondo le spice
«Aron città. par.1.
y; %; charte 113
eAbdala Narac Moro ,
«Medico Spagnuolo. par
, te prima. ch.104
er del Legno,come fi
par.1.0.28
‘come fi préda. P.1.6.29
ifueuirtù. par.1.c.31
«acqua del Legno, China,
«1 ZarZapariglia quan
| do fideono dare, dp 4
‘ cui, parte ‘prima. c.44
adcqua. par.2.c,124
__ Jhebi buone qualità. parte
conda...» ch.129
2 -j té natura p 2,C.135
È cumenti. par.2.ch.130
#9 vAGuario Medico parte
prada. chix47
eAfere par.2. C.124
Aere corrotto p.2.C,12t
Actio Medico. p.1.c.117
Alemagna. par.2..144
Alexandro par.2.C.144
Alfonfo di ‘Palentia Hi-
florico. par.2.c.154
Aliabas Medico Ara-
bo par.2.C.130
Almanfor Re. p.1.6.104
Amato Lufirano Medi
co para.ch.110
Ambra da Pater noîtri
ar.t.C.6.Paf.2. C.4 L4-
Ambra Grifo odorifero:
ar.t ch.113
doue fi troui.p.2.6-161
- cio.che egli] ar C.U4
fue mità par. 2.0h.117
4 «pine: diuerfei intorno
dilui. ; par.2.C.114
TAVOLA: bela “PRIMA D
ednaximenes filofofo +
Al, Ch..12.6
Andiea Ballunenfe Me-
dico — part. ch.i01
Andrea Lacuna Medico È
par.1. ch.109
Andrea Matthioli. par-
db ch.108.132
eAngofcia,p.1.6.127.231
Anime
Anifo fa fognar cofe pia-
ceuolì © par.2.ch. 18
Annibale> para. (84
Antonio HMyfa Brafa-
uola Medico; p.r.c.r12
Appetito, del cibo perdu-
"pe
glia fo ufo. par-
ch. 20,
WS È : elfo; the l opio»
sparteoz:+ — chan
Apotteme ; lor cura.
> partedb i: chi
freddep.t20. pir.to
antiche> par.a.0.35
gencnofe >? par.2.c.12
edranzi pari. (087
— lorfemi. - par.1.0.92
ntra il fluffo .
chti
er
parai.ch.t -
c par:2. ch. 56.
eArboro dî gran Aa
parte i: cho 6
Armadillo & fua fiera.
parte 2. ch.90
fua deferittione>. par-
ch. 91
offo della fua coda, &
fua'uiftd. par.2. c. 9I
emo, fua cura. par-
tes 1. Ch.t0. 3.1..66
Athenco.p.1.92.P.2:142
eAtrates Hiftorico. par-
teo £:° ch.:142
eAttrattione di‘ mebra,
parte 1. ch. 14
eAvzritia delli Spagnuo-
cli nel condur le Afedici
ne falfe. L20140
brciuni Medico Ara
bo. “part: c.105
SAuesr,pi.105-p. 2.122
Auicenna par. 1.C.107
par. (.129:130
peg para. c.92,
A. Gellio pari2. c:127
uditori în grande qui-
tità: par. 2.60.80
Abiloia città.pia.ca4
Bis berba cell
die Orientali. pix. 18
con
bad
‘confettion di lei per fo-
gnarfi cofe piaceno -
oli par.2.6.18
Balenati, & come gl'In-
diani li prédano în cac-
k ara. COLI f
ndia Occidè-
#f Pcaui.pir.c.18
che fi chiami cofi.
| pari te nit "tvthi 8
iito È hora perduto.
teo dti ch. 9
s ‘adopri nella Afe
par. 1.20
e fua tem.
.1.ch.x3
“ Jua figa
par.2-ch.97
ittione del ‘fano fut
par.2.c.98.99
ande, & pole:
Beuer caldo, &
Bitrume
è BIT (SE CIONDA PARTE,7
coe fi dè ufare. p.2.0:138
conneue ‘par.2.6.13 5
ai cuò non fi connenga.
par.2 C,1$1.159
fuobenefici. parte 2,
char... 158.145
acufi cong: p.r:0.1:58
$ spugne daeAnicen-
NRE \ par.2 2:65 146
da Ref so parir:0.147
d' Amato Lufit.p:2.138
daGaleno par.2:c.149
foi nò-
“cumenti: <> Par.2.6:157
Bezsar che fegnifichi è nel
laligua Araba.p.1.6:113
Bezaartiche Medicine +
-chd13
parr.ch.1 4
> fina tEperatura. ports
o par:2:ch.144
spanpso
‘Bollo: 4 Armeno buono: ie E
È foci Pi I «ada
TAVOLA DELLA» PREMA
Cannella.cy altre Specia-
rie nelle ffole di Ma-
+ Îuco. par.1. ch. 3
Caragna.p. I.C.10,P.2.94
(arboni, a «Appofteme
© menenofe. p.3.ch.12
Carlo sato radice.p.2.52
- fuafigura. ‘par.2.c.5 2
+ doue nafca. par. 2.0.5 3
Sua defcritiide.p,2.0.53
i fuatemperatura,ey fue
| girtu. © par.2.C:54
Caffia dell’Indie Occiden
tali. par.1.ch.50
| fuauirtà. par.1.ch. 51
Caflagne purgatiue.par-
lora defer srt
. lora defcrittione.par, 12.
| vomodo di sorio KE
; dor. correttide.p.2.6205
‘lor si den 2.6.10.5
(Caftiglia. 12:0h.144
* C68.36.pi2r:s4. 122.
* da bumori caldi, par...
: ‘chartev» 130
«Cauflico eccellente. par-
= te 2. ch.63.64.65
anterio, par.1, chi130 —
LEI 1
(edriset lor uirtù.pià.c.a1
Centella berba, #9: fue'uir
to. par.2.ch.79
Ceruello;<& fuo dolore_3;
parte) 2. ch.118
(acatecas Afinered° Ar-
gento della Pronincia
Mechioacan.par,1.c:5 6
(harabe, .. par.1.0h;6
Charette Mitilenio. par-
ber: ot anehi144
Chimbo luogo nel ‘Però.
arie gica: hiros
(Pina donde fi porti.par-
ch:2 4.32
fuadeferittione.p.i.c.3 3
» fio ufo, fua acquaipar-
ri? te ch.:53
‘Modo di prenderla. par
(<P RO
ch.34
“fia nità, par. t.ch.33
fa seperatura,p.1,6.3 6
(hincicila luogoprincipal
Catarrietlor rimedio.p.i
nel Mechioaci,p. 1.6. 57
Chriftoforo icolobo, pica
Cichorea» - > par.1.6.133
«Cieli undeci.par,2:0.12 3
Cleopatra. par.1.ch:84
(olico,<r fua'cura. par.
per: 3:53:75- 66
(ol lo, ;
ET SECONDA PARTE.
€ollo,etr fuo incordamen-
to. par.t,ch.9:p.2.0.6
Colore ? pittori. p.2-0.88
Codrila berba. P.1.0: 133
Copal: » vpari.ch.1.
Corallo. par.2:0.104
Cornelio celfo «Medico
«parte di ch.1.30
Cofe, chefi portano dalle
ren Otcidétalrin Spa-
3 par.1.c2
» Collantiriopoli. Pi2.C-1 44
i (redenza, che fi fa a' Si-
gnori. > par.1.ch.134
Crudita ò repletione. "al
esa.
Cuore,dy fue dalfioni. Da
teo >. ch. 5 $:121
D Ebolezza come fi
ristori. par.2.ci4 t
' Democrito. par.1.ch:84
Demofthene.par.1.ch.$ 3
Déti,et lor-dolori come fi
- 1.c.9.10:31. 88.
‘th.42.57
facrificiorbe fifa di lare
‘dalli Indiani. p.>:c. 106
Dioftoride p.ù.c.8 2.133ì +
ch. 18. 188
è stor girtà
contra neneno. p.i.t.9t
Dolore per bumori freddi
come fi curi. p.1.c.8.11
16.20.p.2.C.8.62.100
Dolori arterti. p.1.c.66.
Ducheffa di Begiaar. par
ted 1.. 0014
Durezze come fi rifolui-
no. par.v:ch.12
Bbrezza coll''Am-
bro. par.r.ch.12 2
col fumo del Tabaco,
; parte è. ch.16
Elettrum miffura doro,
&r d'argento. p:1.C. 136
Elementi. par.:2.ch.12 3
Epilepfia ‘de Faciali .par=
te 1. ch.119
Erafiftrato,piò.2.ch.134
Etherea regide.p. 1.012 3
Euonimo Alchimifta. par
ctecata.- ch.88
Euticles. par.2.ch.142
Ame,t fere come fe
F toleri col Tabaco-
par.r 131
Fofuai rio
îo dfn pc Si
ch. 27 $
E 3: Fe
TAVOLA DELLA: PRIMA
Ferite,et lor.curasp:119
1dp.23: par.za 6.94 99.
vanelenate «> p.2-10
ofrefobe.3.<
Ferrido-Cortefe.p.1.c.5 6
| Fianco: prt.47.p.2.0:8.
»39-59.93
Fiandra P:2:€-144
Flegma come fi purghi .
pari ch:13
| fallo &y fna:cura:p.1.43
Flujfo di fangue i Hemo-
fis C.55 i
Giacintogioia, pit. €598
GiosannveAgricola.par-
tei. sch.112
Gio, «Manric:pisc114
Gio..Odorico Melchiori,
parte. chiv33
Giunte, et-lon doglie ,
p.1-4D.9. 1043: 14e2l.
35.660 Pazichar.9
Goma:pèr. li Gotra. par-
IA ch:89
Gotta, parit.:ch.3.6.66.
protdale;Mbtruo.pit.4 5 pr .2 0° 6h:43.88
Elulfo. pix dif: ui3r9 Granata, &y-fuoi monti.
‘ calerico > - p.2,6.130 Fempre. carichi di neue.
: de fangue». . pi 23688 parte 2. ch. 1:54
eso con vlgico. Guacatsn berba;fua figa
#6 ,8 6h ol masee fuomome.p.2.€.64
EdozZa:] | Guaiacararboro quando,
Fi for € i: He, » ‘ e come fi conobbe 3 par»
«mon offendesconse quel> ale i te
‘© losche è dal tempo.par= | fud deferittide:p.1.6:23
tei, “© b:144 Acquadi lucome (ja.
Fuoco clemeto, punicazag partenie ch;28
Fuocodella. \faeciazinfin- eAcqua'ditta con che re-
sinità. p.2.C-1022103 golaftpiende.p. 1.6:29
eAicno:pa.coro6, -fuenintà. ‘|. prac:z1
1. 2.0 126.128.129 Ginziagmuil, fine nel Pes
ol Ha ; p. i
2 ed fco proumeid. pi1si2
uerdepo 1.032 wi
BÈ (SECONDA DART.
darte:si +. :-6bio6 Porter. chit 3}
Guaricanilcas:, nome fn Sua defertttione; luoghi.
diano della Zanzapari> done nafce;co fua tema
| glia. «»parazaro6 peraturà:par.. «ch;128
Guilielmò feruitor cy.fuo fuduirid.. pil c.r29
empiaftro. parst:ca43. Sua acqua nelle febri pè
Guido dellaVazaris s ché filenti. . par. cs127
tirtondò i Mondo. par- coditosò, conferma di lei,
se Ii chiroo Patstar + ch.137.
Amech BE Reniph» Herba dè Balleftreripar-
s d AMtrolog o.pianog ter. chiijo
S “Pliiona città Shell ifola Hérba.di Pietro d'Ofinà,
— diCuba. p.ixco3 ef uintop.r.07 76
È Auiateea Negrò della» Herba cotralhérba,: paf=
î cia del Adechioa | tes di ch.80.8%.
+ Cab ‘de menaaziole pare
Imperatori ch.66:
Re "ch. 143: Foimslso Barbaro: par=
ura ter ch.6.
ch. idropifiastr fuoi rime»
.u pobvi 1.6,13:31+3 6:70»
Herba di, SR È a è Montuo Mès'
drop rst è } dico Francefe. parte t.
seo fuò chat. > 13%-135
parvisch.23 Hippotrate. P- 10188
‘pai. ci23. Hoduras Porto: pA-0+37
squà» Himori ii t.0h:3 1
ca
T-RVOLA DELLA PRIMA
dnbdio. par:1.0.13
Incèfo done nafca. pa.c.3
Indiani fusgono l'andar
alfoco fatto di certe le-
gue. par.2.c.78
fr taglito le fiole de pie
diet le mangiano;poi fi
fanao le ferite.p.3..6.79
Indie Occidttali qrizet da
cui fcoperte.par.1.ch.1
Infirmità fredde. p.3.12.15
lunghe». par.1.ch:31
Ingraffare. par.2.ch:46
Ingrauidare.par.1.6.46.
Jfac Medito Arabo.par-
teo 2.
C.5
Legio Aromatico “ 896
Legno p le Rene.p.1:0:47
fua equa come fi fac-
cia. para. c.48
Legno Santo eArboro.
parte 1. —— ch24
| bio che egli fia.p.1.6.27
1a agri par.1.
gli 27:28
ch.1 30.
edite, dr fan uirtà. .
| Mal Fracefe onde da pri
fua acqua cde fi facciaet
coe fi préda.p.1.c.28.29 >
fua wirtà. par.1.ch.31
Lemno lfolahoggi Stali-
MEN). | par.1.c.91
Lentigini par.1.c44
Lettera del Peru fcritta>.
da Pietro d'Ofma al D.
Monardes. par.2.6.69=
Liquid’ Ambro,gy fuo 0-
glio. para.c.15
Sueuirtà. para.c.1 6.
fua teperatura.pa.c.17
Luigidi cuena.p.1.6.117.
Al caduco. par.1.
pis 30. 131.par.d
charte> sGur.
neri C:P.t.C.2 5-27..
chiamaffe.p.1.c.26
fue cura: D.1:0.28.29.
35. 66.p.2/42.5 5-56.
Malinconia.p.1.c.3 6.119
132. par.2.6.121
M.Anton.imp.p.i.c.82
Maria Catanco inferma
di angofcie. p.1.c.116 :
Martiale>.par.2.6:151
Martin Alfonfo di Soffa,
Vice Aroutar Indie Oa
rientali.
ET SECONDA CPA RT:
tientali..par.2:6.18
uMaftici doue nafcono.
parte» 1. ch.3.
Matrice & Sua foffoca-
tone». par.1.6.8.132
fue paffioni.par.i.ch.14
fue oppilationi, &y du-
TEZZE.Pp.1.17.P.2.54:55
fua purgatione.p.1.6,20
Shordolori. pii.ch.66
fuoi affanni. par. 2.ch.8
fhoi difetti;p.1.c.44.45
foi nocumenti. part.2.
A 3 118.119
— Afechioac&Pronincia nel
la nona: Spagna.p.r.c. 56
AMechioaci Herba.p.a. s6
Sua biStorìa. par.1.c.57
fia deferittione.p.1. c.63
tioni, è
fuateperatura.p.rc. 64
Fia wirtà. par:1.ch.65
\eparit. ch. 68
par.1.0.63: niet
«Mondo pieno di perfet=.
no. par.2.ch.40
eMechioacan di S.Hele
na pericolofo. p.2.6-95-
MedicQueneni.p.1 0:90
Medicine delle Indie , &
fue uirto. par:2.ch:34.
Medicine, che curano
unmale confernano an-
cho da quello.p.1.c.115
eMenftrui. para.ch.17.
20.45. pali2.45
Milza. par. 1.0:13.11.4%
6,127. part.2.C.7
Minere doro. p.1.ch.7 5.
Mirachial. par.1.ch.36
iramamolin Re di cor-
uba, cr fua liberalità.
e I ch.104
| Afithridate Re. ps.c.81
eMithridato Medicina.
parte t. ch. 9L,
tione.* par:2:ch.123
Monti Pirenci.p.2.CA 54
Mufchio: pari.chaxt.
T Apello Veneno.par-.
N ten ch.104
Naphta,Bitume.p. LC: 14
> Nebbiecomefi generino.
ch.125.
ve. li
TAVOLA:DELLA PRE WE
«tÉmadre-ditutte l’impref parsi. ‘chit
° afroniaereo. piasch.î25. lorinirtà. par. 1. ch:53.
Nerui:percoff, &lorri- lortéperatura. pane. 2% 00
medio. par.» chig.rò. lor difetti; cy corratio=.
»lorosattrattive.p. lic:2 MED. pan.t. chi52
Nenécome fi generispar» fg nidi. piiso.133
devi. ich}. Ocozol»Arboro .
, “donecada. p.r)c.126 pari. 0. chis
come fcaldi. p.2:6.137 Qdoardo Re d’ inebiltor
confernala carneel pe. va liberato d'una ferita
Feed: partier27 ‘amelen:cò che: pr 6.23
fuo:frefco.. parc. 128 Oglio dest: Fico infernale.
fua natura. P.rioonzi partét: o. ch13
fuo.sfo nel rifrefcare vi. come fi fi ca CAUA. f.v:c:12
par.>. .chit4t. r42.t43. d uairtà. pars 10h.12
fua acqno fina.p.2.350. frattperatura: pcirà
SK fit con di cea Get: del biguid: ‘ambroi
och.
o ferdi. (74 c'pariti :0.16
parer: * Oglio coe fi canide frutti
eModi di ar soi dfemi da gl'nd.p.1.c22
denis pirmisfo ng irpi2eC.144
bench fui p.2xchar Opilationi: pi1. c.10.36
ted i 57:58. parte 2. chè33:3/$»
Nerone. Impe. pi 26.143. Opios er fuowifo preffo è
Nicaragua Prouicia. par gh fndianti,par.2:ch.2à
teo. i vch.i7 5. Orecchie; & udito. pia
Nicolò Fiorentino «Me tevè. è. chir4sst
dico. — pari. chit Orina; par.t.ch:21. 66
Nocell i pwrgatineo: aio ra
ABI ASSE CON DA PARTE
ifuaretttide. p.2-42:93
Suadoglia:\ pra. ch. 60.
Orzadaberba; cy frafi-
VEura. + par.z. 6.63
flo casata
K sparte.2 2. 2.0hi63;
fia tèperatura. D:2:6:63,
©Offo del cuor del "cerno.
xparte +. -chi92
Ancaleo de' Negri.
pa. ch. 40
E Paral; Iaspit: cata 36.
SEI:
Paternoîtri di-5. Helena
sradiceet lor fig.p.2: 58
‘or deferirtione;lor com.
‘ pleffionè; & Ufo del-
“paria ch.:59
Pepe d'India. p.1.c.49
Pepelungo: par. 2.chaot
fui figura, et fua deforit
hm aich:102
wo fe sirti
parte I,
2 Mione, par.2. chiro2”
temi, 1 Chbgo
Peuetti pfumi. p.2:6.AX7
Philoftrato» par.1.ch+92
Piaghe uecchie.p.1.6:22:
3s«pattez. 6he13
frefehei..- «par.2. ch.88
piccole, « - par.2.ch.62:
Pietra Bezaar,& fuoi no
Pi In Cig
td
animali che la generano
etlondoleri pil 0.96
come {a generi. p.t.C,97
fuocoloret fig. p.ixC-99
falfa. come. fi conofca.
ch. 100.
quegado prima condotta
Agna. par.1-ch.it
«Minerale, pi. 04106
faa poluere. p.1.6.1 17:
gemellate occulta un re
4fio: 0 si par.t. ch.89.
Sa eperitza. Pit. 11%
| fue'nirtà.p.1:1:8.1194
come::fcoperte nel Pe-.
rà. par.2:0:68:71
dor ufo:par.3:ch:7 483
LI
Pietra del Sanguescome
sb 44 Sedopriy ;@ ge fa uirti):
parte. .i © ch4s
delinea, & fia uirti.
parte.
Y'AVIOILTA DELLA PRIMA
‘parte 1.
fuasperienza.p.1-0-47
Pietre preciofe. pr .c.9%
| Pietre de’ Caimani.p.2.61
Pietre de'Tiburdi.p.2-93
Pietra delle Reni.p.1.93
“Pietro d' Abano il conci-
batore:. para.ch\ 12.
Pietro Carnicer. p1.C.132
Pignoli purcatiti ; loro
‘deftrittione; & lor uir-
th. . par.1.ch.53
Pioggia nel Pera nelle
‘Montagne , & non nel. >
par.2.ch:.80
- piano.
Plinio. par.1.ch.7 9:9 5-
parsa. ch.142.151
Plinio fecondo. piz1c.143
Poffidonio. paraich:14
Profumi.p1.16.p.2.117"
Proprietà occulta.p.1.0:81
Ca manifetta..
parts. ©» ch.81
Quartanaet fua cura.p.2
| _charteo: 62
Quito Pronin. nel Peri.
. partevt. SL eh75
Abi Mofe SHebreo,
rr I. ch:105
comeATan
char.46 .
zi. par.2.ch.09:
Rafis Medico Arabo.
par.t.c.103.par.2.130
Re di Cochin. \p.1. ciÙ
Redi Portogallo:p.1.c.4}
Rent:p.r.C.31.66.f.2.6.92
Rifrefcar è quattro modi.
parte» 2. ch.136
conaere. par.1.t.137
.con Salnitro: p.1.c:140
in pozzo. par.2.ch.138
-con neue. par.2:ch. 143
Ruggiada come fi generi,
parte 2. ch.t2 $
neAfcerdoti Indiani,co
Y mediano le rikpoîte
-d quellische ui a lor per
«configlio. par.2.ch.17
Skgue di Drago.p.2.c.8 $
fua 10ne, CI
del fuo arboro,et fua
io 2.ch.8 5.86
‘opmioni delli antichi cir
ca'il detto. par:2 ch.86
‘ode cofifi chiai.p.2.c.83
didue guifezcioe di goc
ria, di pane.p.2:0:88°
Santo Ardionio Medico.
parte 2. otro
Safafras Arborodi gras.
uti bi
-
-BT SECONDA PARTE
‘nirtà. par.2. ch:24
‘come fi pofein ufo pri- —.
ma da Francefi ,poida
| *Spagnolr. par.2. ch.25
> fua figura,et fua diferît
tione. par:2.ch.27
i donefitroni.par.2.6.29
..doue folamente nafca,
parte > 2. ch.30
| fuatèperatura.p.2.6.30
fuo nome. par...6.30
| comeprimaftufaua;&
| come fi dee ufare.par.è
par. t.ch.7
| WSciatica, &y fuo rimedio:
> aspetta 1. ch.9.21
Scordeon herbap.1.c.92
animale uenenofo
ni ch.124
.Pp.1.C.12.5
a berha.p.1,81
rouata. p.t.C.124
nome. par. .ch.12 5
fua wrtu.par.1.ch.139
Sua tEperatura.p.1.6.128
Scroffole.. par.1.ch.66.
Segni dellafaccia.parte 1
charte 14
Serapione Medico Ara-
bo. p.1.c.101.102.P-2-
vcharte de DA
Serpéti piacenoli. p.2.79
Simeone Archiatros Me-
dico.p.2:C.114-117.222
Stropo del legno.p.a.c53,1
Siuiglia città non ufa be-
uer frefcopar.2.ch.14 5
Smeraldi gioie.p.1.91.62
8 Sognarfineueche fignifi-
‘che,
par.1,h.128
Sogni che uengono per
ter.
Solatro furiofo fa fognar
*cofe uarie. par:2.ch,18
Solfere uino.par.1.ch.7 4
fuevirto. par,1.ch7 5
fuatdperatura.p.1.6.76
“Sonno come fi inuiti.par.s
charte 13
Sopita Poeta. p.2.0.141
Spagnoli negligenti nello
inueStigar le Medicine.
Pari ch.78
Spafima. par.1.ch.33.
Specaria,
PAVOLA
- Sodio parchi 32
Spiriti, e lor conforto.
dparteo 2. vcheît)
Vione ci Lemno par
tei 1 0. hd
| Stambezza come finito
bri. parte 2.ch.19
Stomaco,& fra cura. ‘p.
1.C,9.13.16.20.21)56
‘66. pi2: 0738. $9. Los
120.130.129
DELLA "PRIMA
»Za'in un Came. p.2. C.12
Tegna: cpar.r:chi16 -
Templarij) ordine de’ Ca-
walieri; ‘* part. C1L3
Terra: > parir.ch.124
Terrafigillata. p.r..0:91
lemma. par.i. ch.91
Teftaset.fuo dolore.par.1.
69.101 6£29:3 6.66
fueslcere. parsi: C:13
fuor dolori. pa 2. ‘che 6.
Storpiati. par.32: hag F7+56.88.
Sudor di fanque. p.r.78 Theriaca. AE 90
Sudor provocato dall’ac- Thefzlo. par.2- 6134
‘qua dell'herba Scorzo- Tiangez Mercati de gli
nera. pari. ciraz ©Indiam»* par.1.0.17
Fregi 2 Tipthafi ferittor Arabo
arsz.ch. tele piggre. p.r: (101
‘gie cofi € * par.z:c.10
vparter. © © riI. €.66
fuo nome proprio si Temi di Chartage-
— lIndiatà: “parte vithige” ‘nia. par.i ch.94
luogho, ci tempo quan. > d'abete > come nafci,
do to feminas&r fica de- -&come ficolga, & fue
ferittione. parsa:ch.g virtù. par.>. C.99
foghe,& polnere delle :coefi. deetorre p. 2. 0.119
“dette. pari sb stes sii
— “t@perdtura dilei.p.2.c.6 Turco gran S. p: 200134
ù, par.2-0:6,7 |
spes
Alafco di Taranto
v. Mione p.1.109
È Vecchi
ET SECONDA PARTBIGTO
chica.
Vecchi & lor conforto.
par. ch.119
Veneno. — par.1.c.80
che cofa fia, & doue fi
troua. par.1.ch.S1
Suoi danni, &x beneficij.
parte... ch,82
per curar le infermità.
«per liberarfi da prigio-
ne ò morte. par.
Segni dell'anelenato.par
tei. : ch.84
«. da uenenfreddo, &y da
menen caldo. piic.8s
Segni peggiori. p.1.c.85
= curadelli auene
parte.
«parte tz»
| Sua cura coll'herbascor
—. Zonera. P.1,C.129.1 3%
» i di guardarfi da
si
Loro deferiti
lor temperatura, parte
ch, SR
cnra del freddo.p.1.0:89%
per proprietà occulta.
ch.89° t
È Wenéni. par.1..6.134
Radici contra ueneno,et
nomen. par.2.c.103-
feconda +.
Vermidel corpo. par.r.
C.13:T19.p.2:ch.9-104
Vertigine. pi.C.120.13%
Veffica. Spar.1. 6.31.66
Villalobo Dottore. par==®
te 2 È ch,131
Vino,efua wuacità come.
fimortifichi. p.2.ch:151
Vitriolo,cy fuo oglio.par
"ri, .ch:87
Unicorno. par.1.ch.92
Volatiche,d Tegna.par
Vomito. -para.cha3.
fim vedifca. par.1.c.70.
7 Enophote.p.2.C.14%
i Xile arboro del Bal-
“famo, cy fua deforittio-
MES, pal: 1.ch.18
fi 247
iropo di ber comp:
»
qapariglia. p.ts
dode fu portata.p. 11,37"
fua defcritzione effer la
° finilace apra come fi
.
DELLA ner m PARTE
dal svauttore, &r fue tera th.10g>
“mirtil. pa. ch.40:42. douenafca. p. 2.ch. 10$
‘Poluere di da perte.n., come la chiamano gli In.
tharteo..: si 42° diam. par.z:ch.106
" Pa 44 d charte_o 9 «107.
fuavirtà. par. 1.ch,42 comefideedare. par.2.
— Zarzaparigha nona.par- ceto | 119
rit. & 24.cap.ti
D.x1. ch.45.cap.xItl;
xv. ch.49.cap.
iz cap.avii. ch.53.
do: xi; spit. 55.cap xx1; CAp.xX;
ch.56.c T6.ca.xX1V; CA.KXAII.
ch.3. 13. Canela ; C ino. ch 4.14. fi
fanno;fi ti diftilatio;diftilla
modo.24.2.tutte |°-
‘cenamente; certamente.
‘102.28.0ffen-
i perche. 110.16
0 MAME com reunieinente
fon ‘alcune varie.10. E piena;E pieno.
iale.. 1140.5.fia;fia.
P AE DR de fo LI DE D ni
Nella dedicazione della feconda parte alla terza faccia à righe i
- difperata quafi di cura. di cura quali difperata.
i. . fecretti. fecreti. 13. farànao; faranrio, 15.7. HauesdiHane-
alia 34-23. di fopprlario. di difoppilarlo. 66. 15. Mechiacan.
Mechioacan. 74:38. dice.dee. 80:20. n pera
Mola India. ca pig Manzo ; Bue,
fa comprati par.i. comefiadopri. parte.
-charte