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MONITUIIE ZOOLOGICO ITALIANO
(I'lihblicazioiii italiaiic di Zoologia, Aiiiitoiiiia, EiiibrioIoj,na)
ORGANO UFFICIALE DELIA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA
DIRETTO
DAI DOTTURI
GIULIO CHIARUGI EUGENIC FICALBI
Puuf. (li Aiiatoinia uiiiaria Piul'. di .Vuatoiuia fMUi[iarata u Zooloj^ia
iiel K. Istituto ili SLudj Suiicridri in I'irenze nella IJ. Uuivcrsita di I'adova
Vol. XII — Anno XII — 1901
(con 25 I'IG. E 7 TAV.)
IN FlllENZE
MDCCCCI.
INDICE DEL VOL. XIL
{Anno XII, 1901).
AVVERTENZA
In questo volume e contennta la Bibliografia dell' annata 1901 e la contiiuia-
zi'one di quella delle annate precedent!.
I. Scritti general! di Zoologia e di Ana-
tomia. Pag 1, 253, 300.
TI. Evoluzionismo biologico. Filogenia.
Pag. 255.
III. Ontogenia (Embriogenia - Organo-
genia). Pag. 2, 256, 310..
IV. Istologia. Pag. 4, 258, 312.
V. Tecnica. Pag. 260, 813.
VI. Protozol. Pag. 77, 345.
VII. Spongiari o Poriferi. {Vacat).
VIII. Celenterati. Pag. 277.
IX. Vermi. Pag. 78, 277, 345.
1. Parte generale. Pag. 78, 277,
845.
2. Platodi o Platielminti (Tur-
bellari. Trematodi. Cestodi).
Pag. 78, 278, 346.
3. Nematodi o Nematehninti.
Pag. 78, 278, 846.
4. Acantocefali. {Vacat).
5. Chetognati. {Vacat).
6. Nemertini. {Vacat).
7. Rotiferi. {Vacat).
8. Briozoi. Pag. 278.
9. Brachiopodi. {Vacat).
10. Enteropneusti. {Vacat).
11. Gefirei. {Vacat).
12. Anellidi (Archianellidi. Oli-
gocheti. Policheti. Irudinei).
Pag. 346.
13 Ince.rtae sedia. (Vacat).
X. Artropodi. Pag. 79, 278, 340.
1. Parte generale. Pag. 79, 340.
2. Pantopodi. {Vacat).
3. Tardigradi. {Vacat).
4. Ciostacei. Pag. 79, 278, 317.
5. Aracnidi. Pag. 79, 278. 317.
0. Onicot'ori. {Vacat).
7. Miriapodi. Pag. 80, 347. '
8. Insetti oEsapodi. Pag. 80, S79,
348.
0) Parte generale. Pag. 80, 279,
348.
b) Tisanuri. Pag. 348.
c) Ortotteri. Pag. 80, 279.
d) Pseudonearotteri. Pag. 279, 318.
e) Rincoti. Pag. 80, 279, 349.
/•) Coleotteri: Pag. 81, 280, 349.
g) Strepsitteri. (Vacat).
h) Neurotteri. (Vacat).
i) Lepidotteri. Pag. 83, 280, 349.
Tc) Imenotteri. Pag. 83, 280, 349.
1) Ditteri e Afanitteri. Pag. 83, 280,
349.
XI. Echinodermi. Pag. 81.
XII. Molluschi. Pag. 84, 280, 350.
1. Parte generale. Pag. 84, 280,
350.
2. Anfiueuri. {Vacat).
IV
8. Gasteropodi ( Prosobranchi.
Eteropodi. Opistobranchi. Pte-
ropodi. Polmonati). Pag. 84,
281.
4. Scafbpodi. (Vacat).
5. Lamellibranchi, Acef'ali o Pe-
lecipodi. {Vacat).
G. Cefalopodi. Pag. 84, 281.
Xm. Urocorclati o Tunicati. Pag. 281,
350.
XIV. Cefalocordali o Anfiossidi. ( Vacnt).
XV. Vertebrati. Pag. 10!», 281, 350.
I. Parte genkuale. ( Vacat).
IT. Parte ANATOMiCA.Pag. 109, 231,
350.
1. Parte generale. Pag. 109, 281.
2. Tegumento e produzioni tegu-
raentavie. Pag. 100, 281, 350.
3. Sistema nervoso centrale e
periferico. Pag. 110, 281, 350.
4. Organi di .senso. Pag. 111,282,
351.
5. Scheletro e articolazioni.
Pag. Ill, 282, 351.
0. Apijavecchio muscolare. Pag.
113, 283, 352.
7. Apparecchio cardiaco-vasco-
lave. Milza. Pag. 113, 283, 352.
8. Tubo digestive e glandule
annesse. Poritoaeo. Pag. 113,
283, 352.
9. Appareccliiopolinonare. Bran-
chie. Tirno. Tiroide. Pag. 114,
284, 353.
10. Apparecchio urogeuitale. Cap-
.sale surrenali. Pag. 114, 284,
353.
11. Teratologia. Pag. 115, 284,
353.
III. Parte zooeogica. Pag. 115, 284,
354.
1. Parte generale. Fauna. Pag.
115, 284.
2. Pesci. Pag. IIG, 284, 354.
3. Anfibii. Pag. 110, 285.
4. Rettili Pag. llfi, 285, 354.
5. Uccelli. Pag. IIG, 285, 354.
G. Mammiferi. Pag. 117, 285,
355.
7.. Antropologia ed Etnologia.
Pag. 118, 285, 355.
Apjjcndice : Antropologia
applicata alio studio dei pazzi,
dei criminali, ecc. Pag. 280,355,
XVI. Zoologia applicata alia Medicina,
aH'Agricoltura, alle Industrie, ecc.
Pag. 350.
SUNTI E RIVISTE
Clere L. — Scissioni dirette e f'ollicoli phi iovulari nel parenchima ovarico. —
Pag. 359.
Fusari R. — Caso di sdoppiaraento totale e sirametrico di un tratto del !iii-
dollo spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. —
Pag. 141.
Gemelli E. — Contributo alia conoscenza sulla struttura della gliiandola pitui-
taria nei mammiferi. — Pag. 142.
Levi G. — Osservazioni suUo sviluppo dei coni e bastoncini della retina degli
Urodeli. — Pag. 144.
Sisto P. e Morandi E — Contributo alio studio del reticolo delle linfoglan-
dule. — Pag. 359.
— V —
COMUNICAZIONI ORIGINALI
Barpi U. e Tornello S. G. — I vasi aberranti del fegato dei Solipedi. Con
tav. IV^ — Pag. 129.
Bertelli D. — Sviluppo o conformazione delle pleuro negli uccelli. — Pag. Ofi
e 118.
Caradonna G. — Ricerche suUa costituzione del plesso brachiale, sulla di-
stribuziono dei suoi rami terminali e suU' anastomosi fra il nervo mn-
scolo-cutaneo ed il nervo mediano negli equini. Con tav. II e III. —
Pag. r.2 e 84.
Chiarugi G. — Proposta di uno studio coUefctivo sul peso dell' encefalo negli
Italian!. — Pag. 23.
Chiarugi G. — La segraentazione delle uova di Salaviandrlna perspiciUata.
(Coutinuaz. e fine). — Pag. 373.
D' Erehia F. — Sulla struttura e sulle connessioni della notocorda in an em-
brione umano della lunghezza di mm. 3 in linea retta. — Pag. 10.
D' Erehia F. — Di nn piccolo corpo vescicolare posto sulla volta del cervello
anteriore in un embrione umano, lungo 3,.5 mm. in linea retta. — Pag. 40.
D'Evant T. — Dei rami minori dell' aorta addominale con speciale couside-
razione intorno alia irrigazione del plesso solaro. Con tav. VII'\ —
Pag. 287.
Paeeiola L. — SuU' uso improprio di un norae in mortblogia. — Pag. 151.
Falcone C. — Contributo alio .studio del tessuto connettivo embrionale. Con
tav. Vr\ — Pag. 155.
Favaro G. — Note critico-bibliografiche sul muscolo sterno-cleido-raastoidoo.
— Pag. IG.
Favaro G. — Le pieghe laterali del solco vestibolare superiore della bocca.
— Pag. 61.
Galeotti G. — SuU' importanza del nucleo cellulare nei processi di secrozione.
— Pag. 31.
Ganflni C. — II significato morfologico del tubercAihim phnryngeum. osnis oc-
cipitis. Con tav. I. — Pag. 33.
Ganflni C. — La struttura e lo sviluppo delle cellule 'nterstiziali del testicolo.
— Pag. 327.
Ghigi A. — Anomalie negli arti posteriori di un polio. Con 4 figure. -
Pag. 260.
Giannelli L. — SuUo sviluppo del pancreas e delle gbiandole intraparietali
del tube digestive negli Anfibi urodeli (gen. Triton). — Pag. 207.
Giuffrida-Ruggeri V. — Osso nasale bipartite, post-frontale e altri wormiani
nello scheletro t'acciale. Con 7 figure. — Pag. 265.
Levi G. — Osservazioni suUe variazioni delle arterie iliache. — Pag. 332.
Livini F. — Sviluppo di alcuni organi derivati dalla regione branchiale negli
anfibi urodeli. Con 3 figure. {Continuaz. e fine). — Pag. 293.
Montieelli F. S. e Lo Bianco S. — Uova e larve di Solenocera siphonocern
Phil. - Pag. 205.
VI —
Pieeoni G. — Sul rapporto dei corpuscoli di Pacini modificati cogli oi-gani
muscolo-teudinei di Golgi e su di uno speciale modo di nggruppamonto
dei medesimi nel periinisio dell'iiomo e dello scoiattolo. — Pag. 325.
Porta A — La secrezione della sputna nella Aphrophora. — Pag. 57.
Rizzo A. — Canale cranio-faringeo, fossetta fai'ingea, inteiparietali e proin-
terparietali nel cranio uraano. — Pag. 241.
Sfameni P. — Contributo alio .studio delle terminazioni nervoso nei vasi san-
guigni dei genitali femminili esterni. — Pag. 5.
Sfameni P. — Contributo alia conoscenza delle termina'/ioni nevvose npgli or-
. gani genitali esterni e nel capezzolo della femmina. — Pag. B.
Sfameni A. — Ricerche anatomiche intorno all' esistenza di nervi e al loro
modo di terminaro nel tessuto adiposo, nel perio.stio, nel pericondrio e nei
te.ssuti clie rinfbrzano le articolazioni. — Pag 3lo.
Sommariva D. — Contributo alio studio delle terminazioni norvoso nei mu-
scoli striati. Con G fig. — Pag. SQO.
Spampani G. — Alcune ricerche .sull'origine e la natura del vitreo. Con
tav. Va. — Pag. 145.
Storzi G. — Gli spazi linfatici delle meningi spinali ed il loro .significato. —
Pag. 210.
ZimmerlU. - Intorno ad nn' anomalia delle ossa nasali in alcune specie di ani-
mali domestic!. Con 5 fig. — P-i-g. 43.
IJNIONE ZOOLOGICA ITALIANS
— IP Assemblea ordiuaria e Convegno Zoologico Nazionale in Napoli. [Pro-
gramma |. — Pag. 50.
— Utficio di Presidenza per il 1901 ed Elonco dei Soci al 1" Gennaio 1901. —
Pag. 52,
— Varia. Pag. 108. 216 e 342.
Rcntliconto della scconda Assemblea ordinaria e del Convegno
dell' Unione Zoologica Italiana in Napoli
(lO-Ki Aprile 1901).
Seiluta inaugurale antimeridiana del 10 aprile — Pag. 16G.
Di.scorso del prof. Pinto. — Pag- IGfi.
Discorso del Presidente del Comitate Prof. Paladino. — Pag. 107.
Discorso del Presidente dell' Unione Prof. Parona. — Pag. 168.
Relazione del Segretario dell' Unione Prof. Monticelli. — Pag, 172.
Seduta antimeridiana dell' 11 aprile. — Pag. 173.
Seduta pomeridiana dell' 11 aprile. — Pag. 189.
Seduta antimeridiana del 13 aprile. — Pag. 218.
Seduta pomeridiana del 13 aprile. — Pag. 238.
Adesioni. — Pag. 240.
— VII —
Elenco delle Comunicazioni scientifiche.
Anile A. — Contributo alia conoscenza delle glandolo di Brunner. — Pag. '2od.
Barpi U. — Intonio ai vasi aberranti del fegato del Solipedi. — Pag. 1£6.
Bassani F. — Su alcuni avanzi di pesci del pliocene toscano. — Pag. 189.
Bellini R. — Alcune osscrvazioni sulla distribuzione ipsometrica dei molluschi
tenestri nell'Isola di Capri. (Sunto). — Pag. 180.
Beriese A. — lutorno alia riunovazioue dell'epitelio del mesenteron negii
artropodi tracheati. — Pag. 182.
Beriese A. — Quali vautaggi puo attendersi I'agricoltura dall' opera degli
uccelli insettivori. — Pag. 223.
Bianehi L. — I fasci associativi lunghi del lobo frontale Pag. 198.
Bortolotti O. — Sviluppo e propagazione delle Opalinine parassite del Lorn-
brico. — Pag. 179.
Cacace E. — Ret'rattarieta della volpe all'azione del bacillo del carbonchio
— Pag. 234.
Capobianeo F. — La ergografia del gastrocnemio nell' uomo. — Pag. 19G.
Capobianeo F. — La influenza di agenti fisico-chimici sui muscoli lisci di
ijivertebrati. — Pag. 197.
Capobianeo F. — Delia partecipazione niesodermica nella genesi della nevro-
glia cerebrale. — Pag. 230.
Colucei C. — Contributo alia anatomia e tisiologia del trigemino. — Pag. 282,
D'Evant T. — Sui rami minori dell' aorta veutrale e specialmeute sulla irri-
gazione del plesso celiaco del simpatico. — Pag. 195.
Della Valle A. — Di alcune particolarita osservate nelle Ascidie del Golfo di
Napoli. — Pag. 186
Delpino F. — Sugli artropodi tillobii e sulle complicazioui dei lore rapjjorti
biologici. rSuuto). - Pag. 229.
De Stefani T. — Ulterior! osservazioni sulla uiditicaziouo dello Sphe-jc 'palu-
dusus. — Pag. 222.
Diamare V. — Ci.sti epiteliali uol cosidetto pancreas dei Petromizonti. —
Pag. 194.
Emery C. — Le f'ormiche in rapporto alia fauna di Selebes. — Pag. 178.
Fagnito O. — Sullo sviluppo della cellula nervosa. (Dimostrazione di prepa-
ratij. — Pag. 232.
Gay M. — Sfcrana costituziono di uu uovo di gallina e sulla galliua cbe lo pro-
dusse. (Sunto). — Pag. 218.
Ghigi A. 1 Sulla polidattilia dei gallinacei. — Pag. 178.
Ghigi A. — Intoruo al genere Tragopan. — Pag. 203.
Grieb A. — Contribuzione alio studio dell'organo parietale del Fodarcis mU'
rails. (Suuto). —Pag. 218,
Maggi L. — Di un carattere osseo-faciale dei giovani Gorilla. (Sunto). —
Pag. 204.
Mazza F. — Sulla prima difl'erenziazione d^lle gonadi e sulla maturazione
delle uova nella Lebias calaritana. (Suntoj. — Pag. 235.
Monticelli Fr. Sav. e Lo Bianco S. — Comunicazioni sui Pencidi del Gollu
di Napoli — Pag. 193,
— vni —
Orlandi S. — Su^'a struttura deirintestino deWa, Squilla mantis. (Sunto). —
Pag. 176.
Paladino G. — Su alcuni puuti controversi della struttura intima dei ceutri
neivosj, — Pag. 191.
Pierantoni U. — Sopra luia nuova specie di oligochete marino {Enchytraeus
macrochaetas n. sp.). — Pag. '201".
Raffaele F. — Sul modo come si chiude il neuroporo. (Sunto). — Pag. 221.
Raffaele F. — Dubbi sull'esistenza del mesoderma gastrale. (Sunto). — Pag. 221.
Raffaele F. — Osservazioni ed esperimenti su embrioni e larve di anuri. —
• Pag. 221.
Todaro F. — L'organo renale delle Salpe. (Sunto). —Pag. 174.
Vastavini Cresi G. — Nuovo metodo d' colorazione del sisteiua norvoso. —
Pag. 2o7.
NOTIZIE E VARIETA
PriMiii o (Juucursi. — Piig. 275.
Persouale Universitario. — Pag. 55.
Necrologie : Giulio Biz/.ozero, Pag. 103 (K. Fusari). — Giovaimi Battista Laura.
Pag. 107 (G. Romiti). — Jacopo Dauielli. Pag. 107 (G. Romiti). — Giuseppe
Vincenzo Ciaccio. Pag. 381 (P. E.).
Studio collettivo del peso dell'encefalo negli Italiaui: adesioni. — Pag. 50, 75,
110, 271.
Vana. — Pag. 5G, 252, 3d2.
Firoiize, 1902. — Sociota Tip. Fiorcntina, Via S. Gallo, 33.
all
(Piibblicazioiii Italiaiie di Zoologia, Aiiatomia, Enibriologia)
Organo ufficiale deila Unione Zoologica Italiana
DIRETTO
DAI DOTTORI
6IDLI0 CHIARUGI
EUGENIO FICALBI
I'lof. di Aiiatomia uinaua
iiul a. Istituto di Studi .Super, in Fireuze
Prof, di Anntoniia conij). e Zoologia
iiella 11. Universita di Padova"
Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firen^e.
13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno
Firenze, G-ennaio 1901
isr. 1
SOMMARIO: Bibliografia. — Pag. 1-5.
CoMUNicAzioNi Okiginali: Sfamcili p., Contribute alio studio delle terminazioni
iiervose nei vasi sanguigni dei genitali femminili esterni. — Sfameni P. Cou-
tributo alia conoscenza delle tei^minazioni nervosa negli orgaiii geuitali esterni
e nel capezzolo della femmina. — D' Erchia F., Sulla struttura e sulle connes-
sioni della notocorda in un embrione umano della lunghezza di mm. 3 in linea
retta. — Favaro Q., Note critico-bibliografiche sul Muscolo sterno-cleido-
mastoideo. — Chiarugi Q., Proposta di uno studio collettivo sul peso dell' En-
cefalo negli Italiani. — Q. Qaleotti, Sull' importanza del nucleo cellulare nei
processi di secrezioue. — Pag. 5-32.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni-
tore Zooloyico Ttaliano e vietata la riproduzioiie.
BIBLIOGRAFIA
St da noLizia soltanto del lavori pubhltcatt in ItaUa.
I. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia.
— Rendiconto della prima Assemblea generate e del Conveguo dell' Unione
Zoologica Italiana in Bologna (24-27 settembre 1900). — Estr. di pag. 52
d. Monit. Zool. ItaL, An. 11 [Supplemento), Dicembre WOO. Firenze, Soc. tiy.
Fiorentina, I'JOO.
Camerano L. — L'etude quantitative des organismes et les indices de varia-
bilite, de variation, de frequence, de deviation et d'isolement. — Arch. ital.
de Biologie, Tome 34, Fasc. /, pag. 1-16. Turin 1900.
M. Z.
Cattaneo G. — Gabinetto di anatomia e fisiologia comparata : cenni storici. —
Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. li. Univ. di Genova, N. 95 (1000).
Genova, tip. Ciminago, 1900, pp. 6.
De Rosa Cotronei G. B. — Note biologiche : lotte cellular! negli organismi
animali. — Est): di pay. 15 d. Rivista moderna, An. 3, Fasc. 5-0. Firenze,
tip. Cooperativa, 1900.
Foa C. — La grefife des ovaires, en relation avec quelques questions de bio-
logie generale. — Arch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. 1, 2)ag. 43-13,
Turin, 1900.
Franzolini P. — Paradossi nella natura zoologica : spezzatiiii, — Udine. tip.
Bardusco, 1900. pp. 23.
Gaffurri C. — L' ibernazione e le rassomiglianze protetti-ici del regno ani-
male. — Milano, tip. Artigianelli, 1898. pp. 55.
Giglio-Tos E. — Les problemes de la vie. Essai d'une interpretation scien-
tifique des pbenomenes vitaux. I'' Partie : La substance vivante et la cy-
todierese. Avec fig. — Turin, chez I'Auteur {Palais Carignano) 1900,
pp. VIII, 286.
Griffini A. — Di un concetto erroneo, frequente nel liuguaggio comune e in
molti libri scolastici (La cosidetta scala dei viventi). — Estr. di pag. 7
d. Boll, di Matem. e di Sc. Fis. e Nat., N. 21-22.
Herlitzka A. — Ricerche sul trapianto delle ovaia. — Vedi M. Z., XI, 6, 182.
Herlitzka A. — Recherches sur la transplantation. La transplantation des
ovaires. — Arch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. 1, pag. 89-106. Turin, 1900.
Herlitzka A. — Quelques remarques a propos de la transplantation des ovai-
res. — A7'ch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. 1, pag. 106-110. Turin, 1900.
Herlitzka A. — Sur la transplantation des testicules. — Vedi M. Z., XI, 6, 182.
Lorenzi A. — Prime osservazioni zoologiclie sulle acque freatiche del Friuli.
— Udine, tip. Doretti, 1H98. j)p. 9.
Santoro Silipingi C. — Spigolature scientificbe : I. Confutazione degli errori
scientifici dei seguaci del Finalismo ; II. La teoria della generazione espo-
sta da Dante ; III. Scienza ed Arte ; IV. II Neoevoluziouismo di Albert Far-
ges. — Messina, tip. dei Trihunali, 1900. pp. 80.
Trois E. F. — Catalogo delle collezioni di anatomia comparata del R. Istituto
Veneto di Science, Lettere ed Arti dalla sua fondazione (gennaio 1867 al-
I'aprile 1900). — Atti d. R. Istituto veneto di Sc, Eett. ed Arti, An. Accad.
1899-900, Tomo 59 {Serie 8, Tomo 2), Disp. 10, j^ag. 63-261. Venezia, 1900.
III. Ontogenia (Embriogenia. Organogenia).
Banchi A. — Rudimenti di un tei'zo elemento sclieletrico (Parafibula) nella
gamba di alcuni Rettili. Con 10 Figg. — Vedi M. Z. XI, 10-307.
Banchi A. — Neoteuia nel Triton vulgaris Linn, siibsp. meridionalis. Con
3 figg. — Vedi M. Z., XT, 10, 312.
Banchi A. — Contributo alia morfologia della Articulatio genu: Note di Ana-
tomia ed Embriologia. — Vedi M. Z., XI, 12, 355.
Bombieci G. — Risposta ad alcune osservazioni al mio lavoro « Sui carat-
teri morfologici della cellula nervosa durante lo sviluppo » — Aj'ch. per le
Sc. mediche, Vol. 24, Fasc. 3, pag. 313-818. Torino, WOO.
Burgio F. — Uovo umano fra i 12 e i 13 giorni di sviluppo e suoi involucri.
Con 2 tav. — Arch, di Ostetricia e Ginecol., An, 7, N. 11, j)ag. 650-660.
Napoli, 1900.
Cent C. — Influenza del sangue dei maniaci e del lipemaniaci suUo sviluppo
embrionale con special! fenomeni teratologici. Con tav. IV^ — Vedi M. Z.
XI, 10, 311.
Colueei C. e Piccinino P. — Su alcuni stadii di sviluppo delle cellule del mi-
dollo spinale umano. — Annali di Nevrologia, An. 18, Fasc. 2, pag. 81., Na-
poli, 1900.
Cutore G, — Anomalia del canale midollare di un embrione di i^ollo di 48 ore.
Con tav. — Vedi M. Z., X, 12, 278.
Ferraresi G. — Sviluppo della vagina. — La Rassegna medica, An. 5, N. 6,
pag. 1-6. Bologna, 1S97.
Grandis V. — Etudes sur la composition du placenta. Note I*-': Composants
solides et liquides, substances organiqiies, matieres extractives et albumi-
neuses du placenta. — Arch. ital. de Biologie, Tome 83, Fasc. 3, pag. 429-
438. Turin, 1900.
Grandis V. — Etudes sur la composition du placenta. Note IF: La composi-
tion des cendres du placenta. — Arch. ital. de Biologie, Tome 33, Fasc. 3,
pag. 439-444. Turin, 1900.
Herlitzka A. — Nuove ricerclie sullo sviluppo dei blastomeri isolati. — Riv. di
Sc. biologiche, An. 2, N. 9-10, pag. 748-756. Gomo, 1900.
Levi G. — Osservazioni sullo sviluppo dei coni e bastoncini della retina degli
Urodeli. Con tav. XIV^ — Lo Sp)erimentale {Arch, di Biol. norm, e patoL),
An. 54, Fasc. 6, pag. 521-539. Firenze, 1900.
Mazzarelli G. — Un' ultima parola di risposta al Dott. Carazzi. — Monit.
Zool. Hal., An. 11, N. 11, pag. 342-344, lurenze, 1900.
Migliorini G. — Ricerclie istologiche sull' epitelio e sulle paracheratosi del-
I'amnios umano. Con tav. IV^. — Arch, per le Sc. mediche, Vol. 24, Fasc. 8,
pag. 229-251 Torino, 190<).
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Donaggio A. — A proposito della zona perinucleare nella cellula nervosa:
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Mingazzini P. — Cambiamenti morfologici dell'epitelio intestinaJe durante
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Petrone A. — La probabile genesi dello zooide dei corpuscoli rossi. — Boll.
d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 64, 1900 {Seduta d. 9
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Petrone A. — L'apparenza di cellula nei globulo rosso. —Boll. d. Accad.
Gioenia di Sc. Nat. in Catania {Seduta del 24 Novembre 1900), Fasc. 65,
1900. Catania, 1900.
Petrone A. — Contributo alia quistione dei granuli tingibili dal rosso neutrale:
nota — Boll. d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 64, 1900 {Se-
duta d. 9 Giugno 1900). Catania 1900.
Petrone A. — Modificazioni fine dell' emat-ia prodotte dall' assorbiuiento di
sostanze diverse: valore morfologico e biologico. Valore speciale clinico e
medico-legale per 1' acido pirogallico, — Boll. d. Accad. Gioenia di Sc.
Nat. in Catania, Fasc. 64, 1900 {Seduta d. 9 Giugno 1900). Catania, 1900.
Petrone A.— Valore del nuovo reperto nell' emasia per I'azione del pirogal-
lolo. — Boll. d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Seduta d. 24 No-
vembre 1900, Fasc. 65, 1900. Catania, 1900.
Petrone A. — Sui granuli e gl.buli tingibili del sangue. — Boll. d. Accad.
Gioenia di Sc. Nat. m Catania, Seduta d. 24 Novembre 1900, Fasc. 65,
1900. Catania, 1900.
Petrone A. — Ulterior! ricerche suUa quistiono delle piastiine: nota.- Boll.
d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 64, 1900 (Seduta d. 9
Giugno 1900). Catania 1900.
— t)
Pezzolini P. — Sugli innesti cutanei: ricerche sperimentali intorno alia du-
rata di vita degli elementi della cute distaccata dall'organisrao. — Lo Spe-
rimentale (Arch, di Biologia norm., e patol.), An 54, Fasc. 5, pag. 477-489.
Firenze. 1900.
Poggi G. — Sul corpuscolo bleu e sul significato della sua ricorrente pre-
senza nel sangue degli anemici, e della sua comparsa nel sangue dei sani.
— Biv. critica di Clinica medica, An. 1, N° 43, pag. 737-742 ; N° 44, pag.
753-757 e N° 45, pag. 769-772. Firenze, 1900.
Rufflni A. — SuUe fibrille nervose ultraterininali nelle piastre motrici del-
I'uomo — Considerazioni del Prof. S. Apathy suUe osservazioni del
Dott. Ruffini. — Riv. di Fatologia nervosa e mentale, Vol. 5, Fasc. iO,
pag. 433-444. Firenze 1900 {Con fig.).
Sala G. — Contributo alia conoscenza delle fibre nervose midollate. Con tav.
(Sunto). — Bull. d. Soc. medico-chir. di Pavia, 1900, N° 3, pag. 159-lGl.
Pavia, 1900.
Sisto P. e Morandi E. — Contributo alio studio del reticolo delle linfoglan-
dule. Con tav. — Estr. dipag. 21 d. Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Vol. 36,
Adunanza d. J8 Novembre WOO. Torino, 1900.
COMUNICAZIONI ORIGINALI
ISTITUTO OSTKl'HICO-GINKCOI OGICO PELLA li . UNIVK15SITA DI PISA,
lUiJETTO nAI, I'UOF. KKMANNO P I N Z A N I.
Oontributo alio studio delle terminazioni nervose
nei vasi sanguigni dei genitali femminili esterni.
NOT\ PREVRNTiVA PEL DOTT. PASQUALE SFAMENI, AlUTO.
Ricevuta il 5 senuaio 1901.
fi vietata la ripi-oduziorie.
Nello stndiare Ic terminazioni nervose negli organi genitali esterni
(icila donna, della pecora, della vacca, della cagna e della cavalla mi
e accad n to di osservare anche terminazioni nervose nei vasi sanguigni.
Nei capillari ho constatato la presenza di esilissimi fdi nmielinici, i
(|uali seguono alt'esterno il vaso sangiiigno. Di tratto in tratto questi
lili amielinici si ramilicano formando piceolissime piastre, come in minia-
tiira, le quali toccano piii davvicino la parete del capillare. Fatti ana-
loglii si osservano j)ure nolle piii piccolo arterie. Nei vasi arteriosi di
dimensioni alquanto maggiori ho notato la esistenza di piastre nervose,
clie si trovano qua e la adagiato alia faccia esterna della muscolare ed
— 6 —
i ciii ultimi rami si cspaiulono in mezzo alle libro-ceilule miiscolari.
Queste piastre terminali arteriose derivano da fibre nervee mieliniclie,
die d' ordinario decorrono per iin ccrto Iratlo parallelamente all' asse
deirarteria, accosto all' avventizia; poscia si ripiegaiie ad aiigolo retto
verso il vaso sanguigno, attraversano 1' avventizia e, giiinti alia faccia
esterna delta muscolare, perdono la mielina e si ramiticano reiterata-
mente costitiiendo una espansione cilindrassile in forma di piastra piiit-
tosto estesa. Oltre a tali piastre si osservano ancora nelle arterie
alciini speeiali corpuscoli, per lo |)iii rotondi, collocati profondamente
nelle pareti arteriose. L' espansione del cilindi'asse in (|uesti corpuscoli
(^nei (juali j)er6 non sono riuscito linora a scorgere capsule die foi-mino
un invili]|)|)0 esterno) prende una configurazione a gomitolo, da cui par-
tono esili lili, die si diramano nella muscolare.
Per conoscere esattamente i rapporti die esistono tra i vai'i de-
menti delta parete delle arterie e le piastre ed i corpuscoli descritti, e
necessario eseguirc tagli microtomici di vasi in cui si trovano le delte
terminazioni. Mi riserho di fare questo in segiiito.
ISTITUTO OSIETRICO-GINECOLOGICO DELLA It. DXIVEHSITA DI IMSA.
DIRETTO DAL HHOF. EKMANNO PINZANI.
Oontributo alia conoscenza delle terminazioni nervosa
negli orgaui geuitali esterni e nel capezzolo della femmina.
NOTA I'UEVBNTIVA PEL DoTT. PASQUALE SFAMENI, AlUTO.
Kicevnta il 5 gennaio 190T.
fi vietata la riproduzione.
llo studiato le terminazioni nervose dei genitali esterni e del ca-
pezzolo iidla donna, nella pecora, nella vacca, nella cagna e nella cavalla
servendomi del metodo at cloruro d'oro.
Genitali esterni. — il mio studio puo dirsi ultimate per quanto ri-
guarda la donna, per gii altri animali invece non ho ancora alleslilo un
numei'o motto graiide di preparazioni.
Tanto nel clitoride quanto nelle i)iccole labbra della donna lio po-
tuto constatare la presenza di un grande numero di organi ncrvosi ter-
minali del Ruffini, situati negli strati connettivali sia superficiali,
come jirofondi della cute. Ouesti corjiuscoli olfrono a un dii)i'esso gli
slessi cai'atlcri di quelli die si riscontrano iiei polpastrelli. In divcrsi
csemplari ho osservato die daH'organo nervoso terminale fuorlescono
esilissimi llli amiclinici, die, parlili dai rami deU'espansione cilindras-
sile, si spingono nel tessiito ambiente, dove intrecciandosi eon ramo-
scclli simili, derivati da altri organi termiiiali, formano una delicafis-
sima rele a larglie maglie sparsa in tutto il lessuto connettivale. Questa
delicatissinia rete difTiisa pero, non e formata soltaiito da questi esili fili
amielinici usdti dagli organi nervosi terminali, ma e inoltre costitiiita
in gran parte da ramificazioni dlindrassili di fibre nervose distinte, h
(jnali non vanno a terniinare in corpnscoli speciali, ma, perduta la
mielina, in nn dalo ])nnto del lore pereorso in mezzo ai tessuto, si di-
vidono in tanti rami a direzione raggiata; qnesli rami si suddividono a
loro volla-in libre assai esili, di aspetto (Inamente grannloso, le quali si
dillondono nel lessuto intrecciandosi con till provenienti da altre fibre
mieliniclie, die si terminano alio stesso modo di quelle ora descritte, e
cogii esili llli provenienti, come dissi, dagli organi nervosi terminali del
Ruflini. Alio stesso livello degli organi nervosi terminali si trovano
corpnscoli del Pacini, sia di quelli a struttura semplice, quali t'urono
descritti dallo scopritore, come pure di quelli a sti'uttura complessa come
vennero descritti da diversi autori in altre parti dell'organismo (Golgi,
Mazzoni, lluffini, Stameni). In un piano piii superflciale, quasi sotto
le papille, si riscontrano le clave del Krause ed i corpuscoli genitali,
die rappresenlano clave di Krause composte e, al dire degli autori, non
dilTeriscono da queste die per le loro maggiori dimensioni : io trovo ch'essi
si ditferenziano essenzialmente per la costituzione ; infatti una clava del
Krause consta di un involucro esterno, l^tto di poclii strati di capsule
connettivali, dentro cui si trova uno spazio riempito di sostanza gra-
nulosa in mezzo alia quale si ramilica I'espansione del cilindrasse ; nel
corpuscolo genitale si risconlra pure un involuci'o connettivale, pero Io
spazio limitato da questo non e unico, ma presentasi bensi diviso in tante
piccole niccliie, in ciascuna deile quali si colloca un piccolo intreccio ci-
lindrassile. Alio stesso livello delle clave del Krause e dei corpuscoli
genitali si osservano inoltre terminazioni nervose speciali, molto grandi,
formate dalla espansione cilindrassile di una o piii fibre nervee. Queste
terminazioni sono gia state descritte da qualclie autore iDogiel), dal
(juale vennero designalee considerate come cor|)uscoli genitali. Dalle mie
ricerdie risulta die un tale criterio non e rispondente al vero ; per con-
vincersi di cio basta solo considerare die, mentre nei coi'puscoli genitali
Tespansione del cilindrasse si trova rinchiusa dentro un inviluppo di
capsule connettivali, come nolle clave del Krause, nolle terminazioni in
parola iiivece Tespansiono cilindrassilc non r limitata por nulla da invo-
Iiicri ca|)siilari.
Ncllo stralo |)a|)illaro ho riscontrato soltanlo poclii corpiiscoli del
Meissner: oltre a cio ho notato lerniinazioni nervose intrapapiUari
analoghe a quelle trovate dal RutTiiii o da me nei polpastrelli e desi-
gnate fol noine di « liocchetti pa|)illari. » Nelle ricorche finoi'a fade
non lio trovato nulla di simile alia « reticella nervosa amielinica sub-
papillare » come si rinviene nella cute dei |)olpastrelli. Al contraiio
ho constatato la presenza di una ricchissima rete nervosa (niolto di-
versa dalla rete subpapillare dei polpastrelli) situata nella parte piii
superliciale del derma, la (]uale segue I' andamento delle papille in
modo da trovarsi semprc immediatamente sotto la membrana basale
dello strato epidermoidale.
Bisogna tenor presente che in quei tratti cutanei nei (juali si ri-
scontra questa rete superficiale non si nota uno strato papillare vero,
con papille coniche, alte ; ma si trovano solo papille basse, pochissimo
sporgenti, per modo che piii propriamente si tratta di avvallamenti del
derma. Ouesta ricca rete superficiale deriva da fibre nervee mieliniche.
provenienti dal plesso cutaneo superficiale, le quali, giunte a i)oca di-
stanza dalla membrana basale, pcrdono la mielina c si ramificano in una
ricca arborizzazione i cui ultimi rami s' incontrano con le arborizzazioni
cilindrassili di fibre vicine, di guisa che ne deriva una rete ininlerrotla.
A formare questa rete concorrono anche ramoscelli amielinici fuori-
usciti dagli estremi distali dei corpuscoli genitali e delle clave del
Krause, che stanno ad un livello un pochino j)iii basso.
Con le ricerche tinora fatte, nella vacca e nella pecora non sono
riuscito a trovare gli organi nervosi terminali del Ruffini, ho riscon-
trato invece i corpuscoli genitali e le clave del Krause, che presen-
tansi alquanto difierenti da quelli trovati nella donna : ho trovato anche
corpuscoli del Pacini. E molto spiccata quella reticella nervosa conti-
nua superficiale, come ho descritto nella donna, e che risulta formata
da ramificazioni di tibre nervee distinte e da ramoscelli dei corpuscoli
genitali e clave del Krause poste piii profondamente. Non ho riscontrato
mai ne clave del Krause, ne altri corpuscoli ncll' interno delle j)a-
pille, dove al contrario ho potuto osservare lili amielinici I'amilicati in
modo vario e provenienti ora da fibre nervose mieliniche, le quali sonosi
spogliate della midolla verso la base delle papille, o da sottili ramoscelli
derivati dall' espansione cilindrasse delle clave di Krause.
Nella cagna oltre alle clave del Krause ed ai corpuscoli genitali
ho riscontrato gli organi nervosi terminali del Ruffini. Anche (|ui
— 9 —
ho i)otut() chiai'aiuente osservare cho alciini sollili rainost'elli |)artili
(lair ospansionc eilindrassile (leH' organo I'lioricscono da (luoslo e si
prolungano nol tessiilo circostanto. SI osserva anclic in ([uosto animalc
la rcticella nervosa continua supeificiale. Nelle parli della vulva un po'
discoste dalla regione clitoridea ho riscontrato piccoli corpuseoli ora di
Ibrnia rotonda oi-a di forma o\ale situati piuttosto profondamentc. Oiiosti
i)iecoli cori)uscoli, rhe talora trovansi isolati, taFallra iiniti a due a due in
sienie, constano di un inviluppo connettivale eosliluito da due-tre giri di
capsule, neir interno si nota la sostanza granulosa e IVaniez/.o 1' espan-
sione del cilindrassc, clie per lo piii lia forma di gomitolo. Una libra
nervea, che sale verticalmente verso la superlicie della cute, ad un
certo punto manda uno o piii rami, i quali, dope brevissimo canimino,
penetrano nei corpuseoli ora descritti : il tronco principale segue la sua
via verso la superlicie; giunto nella parte piii superficiale, in prossimita
del rivestimento epiteliale, dopo aver perdula la mielina, si ramifica in
sottili librille le quali con andamenlo ondulato e a direzione tangenziale
alia superlicie si ramilicano e si intrecciano formando una rete a maglie
piuttosto larglie. molto somigiiante, per il suo aspelto, alia reticella
amielinica subpapillare della cute dei polpastrelli. Taloi-a la libra nervea
col suo tronco penetra e forma V espansione eilindrassile nelT interno
di uno dei corpuseoli descritti ; ma alcuni esili lili escono dalF estremo
distale del corpuscolo e vanno a prender parte alia formazione della re-
ticella superficiale a lai-ghe maglie ora descritta. Devesi notare che
(piesta reticella non ha nessuna somiglianza con la rete nervosa litta e
continua che si ti-ova nel cliloride.
Capezzolo. — Nei capezzoli di donna non sono ancora riescito a
trovare terminazioni nervose particolari ne nella parte esterna (rive-
stin\ento cutaneo) ne nelle pareti dei condotti galattofori. Soltanto in
poche papille cutanee ho visto penetrare qualche esilissimo filo nervoso
amielinico. Nei capezzoli di vacca e di pecora nella parte esterna non
ho neppure trovato lino adesso terminazioni nervose. Ouesto insuccesso
dev' essere dipendente, a mio credere, dalls qualita del tessuto della
regione, per cui mi saranno necessarie varie prove per giungere a
cogliere il momento giusto pei'che la reazione al cloruro d' oro dia
i-isultati favorevoli.
Ma accanto ai detti risultati negativi ue va registrato uno positivo
per riguardo alia innervazione delle pareti delFunico condotto galatto-
foro esistente nei ca|)ezzoli di vacca e di pecora. Poco sotto alia super-
licie del condotto del lalte si trovano in grande numcro corjjuscoli ner-
\(»si, i (|uali ap|)aiono come clave di Krause grandi. Questi corpuseoli
— 10
in parte sono isolali, in parte invece sono riunili a gruppetli di liv.
quattro e aiiclie piii. In ((iiesto caso si ossei'va die una o |)iii Ijbre ner-
\ose, |)er(liita la inielina, penctrano nell' interne di un (•or|)us('ol() c
(|iii\i il cilindrasse si ramifica, ferniando iin intreccio com|)iieal(). Ma
esse non si arresia li; alenni siioi rami escono per 1' estremo del cor-
puscolo opposlo a (|iiello per il quale era penetrata la rd)ra e. (l()|)o
brevissinio Iragitto, penetrano in un allro eorpuscolo, dove formano
I'espansione cilindrassile; quindi alcuni rami luoriescono per passare in
altro eorpuscolo e cosi di seguito, lino a forinare, come dissi, tre, quat-
tro ed anche piii corpuscoli in continuazione. Questi pero non sono di-
sposti funo dope I'allro sulla stessa linea, ma d'ordinario stanno luUi
avvicinati fra loi-o; cio si verifiea in parte perche alcuni di detii coi-
puscoli, di forma mollo allungata, presentansi lortuosi sicclie un eorpu-
scolo puo annidarsi e nascondersi nolle insenature dell" altro, in paitc
perche la tibra nervea nel passare d^i un eorpuscolo all' altro si ripiega
in vario modo. Talvolta in qualcuna di queste serie di corpuscoli si
osservano duo iihve nervee ])enetrare conlemj)oraneamente 1' una nel
cor|)uscolo die sta ad un estremo, Taltra nel cor|)uscolo die sta all'estremo
opposto delta serie. In tal modo la espansione cilindrassile neirinterno
di (|uesti corpuscoli deriva da ramiUcazioni di due fibre nervee die
camminano 1' una verso T altra. (Juesti corpuscoli per foiina sono mollo
variabili : essi ora sono cilindrici mollo allungati, ora di forma fusata,
ora ovoidali, ora rotondi.
R. ISTIIDTO OSTETRICO-GINECOLOGICO DI OKNOVA.
Sulla struttura e suite connessioni delta notooorda
in un embrione umauo della lunghezza di mm. 3 in linea retta
PKt, Doii'. FLORENZO D'EltCHIA, ,^ssIs ientk.
Kicevuta il 12 "emiaio 1901.
£ vietata la riprodnzioue.
NcUa ([uarta pubblicazione sulle anomalie dell' embrione umano, il
(iiacomini ('), dope aver fatto rilevai'e die to studio di queste ano-
malie incominciava ad incontrare il favore degli anatomici, e dope aver
(') Giacomini C. — Anomalie di avilappo doll'erabrione nniaiio. Coniniiioazioin^ IV^. — Atfi
(lella It. Accadomia deUr S'rlenze di Torino, Vol. XX VII, IHD-J.
11
riconlato die lo osservazioni di Koll inaiiii, di Uoinili, di (lliiariiiii ,
(li IMiysalix, di Koibol c di His erano tiilte concordi nel ricono-
scerc I'inleresse graiidc clic prosentava il siiddolto ai'gomonto, cosi si
osprinie: (( Spero clie tutti coloro clie s' intci-ossano di cmbriologia umaiia
c posseggoiio |)rodotti aborlivi dei prinii mesi risponderanno aira|)pelio,
c ronderanno di piibblica raginiip lo loro osser\azioni. j)i'eparaiido cosi
il matcriale \)vv iin miuvo capitolo <leirontogenosi imiana, il ([iiale, per
la sua estensione ed importanza tcorica e pratica, non sara certo iino
dei meno appiezzali ».
A quell' appello col quale il (jiacomini richiamava.iu genere Tat-
lonzione dei ricercatori sullo studio di uova uuiano nci priinordidel loro
sviluj)j)o, desidero risj)oudere ancli' io con alcune modeste osservazioni.
Da ([ualche ieiiipo vado raccoglieodo dei prodolti aborlivi dei primi
duo mesi della gra\idanza colla speranza di polere illustrare, nel nii-
glior modo clie mi sara date, lo sviluppo degli anncssi ovular! I'etali,
specie dell' amnios e del peduncolo addominale (Bauchsliel di His), e
i rapporii ehe gli annessi ovulari presentano tra loro e con 1' ombrione.
(^ouiincialo da i)oco lo studio di questo prezioso materiale, ancora
molto incompleto per lo sopradotte ricerclie, ho potuto osservare alcuni
fatti, ehe riguardano altri argomenti, e cho possono Ibrnirmi roccasiono
di pubblicare qualchc nota sopra alcuni punti di anatomia deirembrione
nmano.
In questa nota desidero riferire sulla presenza di una cavita cen-
Iralo di un organo ehe sembra la notocorda in un ombrione, die misura
;i mm. di lunghezza in linea retta.
Ouest'embrione era contenuto in un uovo di forma ovale, clie mi-
surava 3o mm. nel diametro piu lungo e 25 mm. in quelle piii corto,
comprese le \illosita coriali, e fu tagliato trasversalmonte insieme con
gli annessi ovulari. Del corion fu sezionata solo quella jiorzione ehe pro-
sentava un' estesa aderenza con 1' amnios. L'embrione, tagliato in 107 se-
zioni, appartiene a quelle forme, d\Q,, secondo la classiticazione di His-
(iiacomini C) f), vannosotto il nome di r///-o//V7iP, e cioe a quelle forme,
ehe, secondo His, presentano l'embrione nella sua forma generals ben
riconoscibile, ma anormalmente deformato e sempre di lunghezza infe-
riore a quello ehe dovi-ebbe avere per rispetto al diametro dolle mem-
brane dalle quali si trova circondato; e, secondo Giacomini, a quello
forme, nolle quali gli organi embrionari, nialgrado siano piofondamonte
(') His. — Anatomie menscliliclier Enibryonen, ISSO, Leipzig, pari- lS,fasc. 2.
O Giacomini C. — Su alciino .'iiioinalio tli avilnppo (lell'embriono wmnuo. — AH! della R. Arr.
d. Sc. di Torino, V, 23, li^S7-88.
— 12 —
allcfali nolla coslituzioiic, nella forma c nei rapporti. sono soniprc liit-
la\ia ben (listiiiiiiiihili.
II conteggio dollo sezioni o slato incominciato (lall'ostreino caiidalo.
(\ nella 72=' sczione, eioe IVa i due terzi posleriori ed il terzo anlerioic
del corpo dell' enihrione, si osserva la suddelta cavita cenlrale in iin or-
gano, clie, per i suoi rap|)orli con gli organi vicini, senibra essere la
notocorda.
Oiiesta sezlone, TS'', presenta a considerare: L'ectoderma enibrio-
nario, il quale, in vicinanza dell' insei'zione dell' amnios ai lati della re-
gione addominale, si continna direttamenle col riveslimento e))iteliale in-
tei-no deir amnios, e il mesoderma embi'ionario, il quale, nella regione
dorsale, circonda da tutte le |)arti il canale midollare, e nella regione
ventrale, dopo aver delimilala la cavila celomatiea, si continua dirella-
mente col mesoderma delF amnios.
11 tessuto mesodermale, die si trova tra il eanale midollare e la ca-
vita celomatiea, ha I'aspetto di un selto Irasverso ben distinto, nn
po' discosto dal canale midollare, ed c in queslo che si trova appunto la
sezione trasversale di queU'organo, die sembra la corda dorsale, fornita di
una cavita centrale pressoclie circolare, e situata sul piano sagittate me-
diano del corpo dell' embrione. Questa cavita non conliene detriti cellu-
lari, si pi-esenta a contorni regolari, ed e ddimitata da nuclei di cellule
epitdiali, colorati intensamente e disposti nn po'disordinatamente intorno
ad essa.
Muovendo da questa sezione, e andando verso I'estremo cefalico
deir embrione, doj)o due sezioni, la corda si ])resenta sotto foriiia di un
cordone solido i)iuttosto allungato e direlto da deslra verso sinistra e dal-
r indietro in avanti (*). Senibra come se in questo piinio la corda si fosse
piegala un po' su se stessa per portarsi al lato sinislro deU'emlirione (*).
E difatli, gia dopo un' allra sezione, nella 70", la coi'da tagliata trasver-
salmente sotto forma di un cordone cellulare solido, si trova a sinistra
della linea sagittale mediana, e niolto \icino ad una cavita ri^estilada
epilelio, die sembra 1' intestino |)riniilivo.
Seguendo via via le sezioni in serie si vede die la corda dorsale
si trova seinpie piii vicina al tubo inleslinale, linclie nelle sezioni 8r e
85^, in corrispondenza del cervdlo posleriore, ove si lro\ano le vescicole
{') L'erabrione e guiudato tlalla regione dorsale.
(") Questa cnrvatura osservata nella corda dorsale uniana 6 forse da compararsi alle cnrvatnro
latcrali descritte dal lloniiti nolla corda dorsale del polio? (Romiti G. -De rextreniito' ant6rienre
do la CO rde dorsale et de son rapport aveclapoche liypopliysairo do Ratlike cIiok reiiibryon dn poulot.
■ — Archipea ItaUennai de Biologir, Vol. 7, 1886).
13
aciistiche, gia separale completamente dairecloderina ('), si osscr\a una
vera continuazione celliilarc tra corda ed intestino. Ouesia connessiono
noil si M'de piii nolia sezione ^T : nella sczionc 88" la corda si troxa
di nuovo siilla linca sagiltale niediana, o nella sezione 9'!'', tre sezioni
prima di arn>are alia ipoUsi, la coida termina.
Procedendo poi alTesame delle sezioni, che dalla 72^ lino alia |)rima,
interessano tutto il resto del corpo dell' embrione lino all' estremo cau-
dale, si osserva clie il setlo trasverso mesodermale, interjiosto tra canale
niidollare e cavila celomatica, si presenta dapprima molto strello, e nella
08'' sezione si fonde col niesencliima die circonda I' aorta. La corda, in
questa sezione, si trova al lato sinistro dell' embrione, e si i)one in rap-
porto di contiguita con una cavita semicircolare rivestita da epitelio e
situata accanto, ed a sinistra dell'aorta.
Nella GG'' sezione, inline, nel punto ove Famnios presenta una la-
cerazione avvenuta m;lto probabilmente durante lo sviluppo dell' uo\o.
ed appare la vescicola onibellicale, si perdono le traccie della iiotocorda.
Si noti die in (juesto punto T embrione e anormalniente deformato
per uii moviinento di lorsione die lia subito intorno al suo asse longi-
tudinale e gli organi embrionali si presentaiio alterati iiei loro rap-
porti 0.
Da questa mia osserNazione si puo ({uindi desumere die in un em-
brione umano lungo 3 mm,, probabilmente gia morto prima dell'espul-
sione dell' novo, e appartenente, per lo stato di conservazione degli organi
c dei tessiiti, alia categoria delle Corme atrotiche di His-Giacomini,
si trova conservata solo nel 3° anleriore dell' embrione, un organo Ibrnito
in due sezioni di una cavita centrale, e di una connessione cellulare
solida coir intestino pi'imitivo, che sembra essere la notocorda.
Ouantuncjue 1' embrione da me studiato aj)|)arlenga alle forme
atrotiche, pure mi son |)ermesso di tare le consideiazioni die seguono,
pensando che le altei-azioni nella coslituzione nella forma e nei rap|)orti
degli organi noii erano mollo accentuate nel 3" anleriore dell' embrione.
(') Si iioti cbe 1' embriouo. ilu me studiato niisur;i 3 niiii., nieutie si couosco cLe, uell' eiubrionu
iiiiiaiio (li u mm. le vescicole acusticbe soiio laiipreseiUate dalle t'ossette auditive aiicora in coiiiies-
siouo coir ectoderma. Que-t . sconeoidauza tVa il gi'ado di sviluppo delle vescicole acusticbe e la luu-
uliezza deH'ombrioue potrebbc luettersi iu rapporto col grado di atiofia piuttosto avauzato dell' eui-
biioue, il quale staudo alio sviluppo delle vescicole acusticbe dovreblje misnrare almeuo 6 mm. di
huigbezza. L' aver tvovato poi qualcbo flgura caiiocinetica uel tubo midollare, e solo ucUa rcgioue
caudale dell' embrione, potrebbe stare ad indicare cbo couie i tessuti degli aiiuessi ovnlari, anclie
ijuelli deir euibrioue, gi:\ morto, possono seguitare a vivere e moltiplicarsi nella cavit'i utcriua dopo
r interruzione della gravidanza.
(") Sui rapporti della vescicola oiubellicale col sacco amuiotico di questo euibrioue ; ritoriieiO
con un' altra nota.
— 14
Cos! lion esseiulo aiicura l)(3n iiota F (tiigino clella nolucorda ed il
nieccanisiiio del siio sviluppo, mi sono doiiiaiidato cosa sta a raj)|)rescn-
tarc la cavila coiilrale ossei'\ala nolla nohx^oi'da dell'embrione da mc
sludiato, e (|iialc iiiiportanza a!)bia la conncssiono cellullare, clic si trova
tra notocorda ed intestino primitivo in coriispondenza della regione del
cervello posteriore.
In priino luogo ho eei'cato di vedere se la suddescritta cavita ccn-
trale della notocorda ncn fosse da considerarsi una cavita artiliciale, nia
c'ontro questo niio niodo di vedere si opponeva il fatto die nella cavita
non vi erano detriti cellnlari, die essa aveva contoi-ni regolari e die a
com|)0]-re la corda concorrevano nuclei di cellule epiteliali ben conser-
vati e non quel piccoli dementi cellulari siniili a leucociti, die si tro-
vano in gran quantita nel mesoderma dell' embrione studiato, c die se-
condo il Giacomini ed altri osservatori rappresentano cellule epiteliali
0 connettivali regredite, e proprie delle forme embrionali atrolidie.
Posto cio, mi era cosi dalo di esdiidere da una parte che la delta
cavita della notocorda fosse iin j)rodollo artiliciale, formatosi in seguito
alia distruzione posl-nwrlem degli dementi cellulari centrali delta noto-
corda, e dair altra di pensare die la delta cavita centrale della noto-
corda non potessc rappresentare altro che un avanzo della doccia cor-
date {Chordariinic di Kollmann (^)), trasformafa in un canale cordate,
oppure un avanzo del canale nulorordale di Eternod (') (^) {'') o del
canale archcnieorico di \. Beneden f).
Essendo possibile di porre in discussione Ic due teorie suUo sviluppo
della corda, di Kollmann e di Eternod-\. IJeneden, per potere chia-
rire il valorc morfologico della suddetta ca\ita e della connessione cd-
lulare tra corda ed intestino, a (juale delle due possiamo qui attenerci?
La risposta non e facile, poiche sia con Tuna che con T altra teoria
inconiriamo delle dillicolta neircsatta interj)retazione dei fatti osservati.
Secondo il Kollmann la corda deriverebbe, come nei pesci, dal-
I'enloderma e si presenterebbe dapprima sollo foi'ina di placca. quindi
('} Kolliuanu I. — Die Kutwickcluug der Chorda doisalia bei dem Meiischcu. — Anat. Ah::.,
18'JO, B- 5.
(^) Eternod A. C F. — Coramuuicatiou siir uii oouf huiuaiii avec enibryon cxccssivcniciit
ienue. — Compt. Rend, du XI Congres int. med.,lioma, IS'J 1 ; Monit. Zool. It., ISOU, Vol. 5; Arch.
Ital. de Biol., 1894, sup'pl. XII e XIV.
(') Eteruod A. C. F. — Premiers stades de la ciroolatiou sauguigne daus I'ooul' et I'ombryou
liuuiaiu. — Anat. Anz., B. 15, 1808-00, j^ag. 181 a ISO.
C*) Eteruod A. U. F. — II y a un canal uotocordal daus 1' embryou liumaiu. — Anat. 'Anz.,
B. 16, 1899.
C) Vau Beueden E. - Sur la prcsonci', cbez I'ljomiui', dun canal arclienteriquo, — Anat.
Anz, B. 15, 1898-90, pag. 349-350.
— 15
ill loriua (li (loccia cordale cd inline di c-ordono solido ccilnlai'o distaccato
ed indipondcnte dall' entodoi-ma. Per consegucnza pensando a qucslo
meccanisnio di sviluppo, mal ci spieglieremmo la persistenza di una
cavila centralo deila nolocorda, se non pensassimo clie, anche dopo il
distacco della corda daU'entoderma, jtormanessero per (jualche tempo
le vesiigia della primitiva doccia cordale cliiusa e sei)arala dell' en-
lodenna.
La teoria del Kollmann sullo svilupiio della corda dorsale iimana
ci darehbc pero ben ragione deH'intima connessione tra corda ed inle-
stino priniitivo, pensando alia genesi comune dei due organi dall'en-
lodernia e tenendo presente, come dice I'Hertwig clie 1' estremo ante-
riore della corda lin dalla sua origine resia collegato per un certo
lem|)o, lungo nn tratlo, coH'epilelio della cavita cefalo addominale. La
corda col ))rogredire dello sviluppo embrionale si dislacca dairepilelio
intestinale, dalla cosi delta tasca di Seessel o tasca palatina di Seleiika,
c linisce liberaniente nel mesencliima, spesso con un' estremita uncinala
(Kcihel-Kann, Carius) C).
Se invece ci attcniamo aH'allra leoria e coll' Eternod e con
V. Beneden pensiamo die la corda origini dal canale arclienterico,
allora la spiegazione dei fatti osservati si complica d' alquanto.
Ed intatti, secondo I'Eternod ed il v. Beneden il canale cordale
sarebhc un organo a se, distinto geneticamente daU'entoderma, il (juale
canale, dopo la distruzione della sua parete ventrale si traslbrmei-ebbe
in doccia, quindi in placca cordale, e questa s' interporrebbc tra le due
lamine laterali dell' entoderma per trasforniarsi inline in un cordone
cellulare solido, distinto ed indipendente dall' entoderma.
Ora, con quest' altra teoria sullo sviluppo della nolocorda umana, la
cavita centralo riscontrata nel mio case starehbe a rappresentare le ve-
stigia del canale notocordale, e mal si capirebbe come il canale ai'chen-
terico sia presente in un embrione piii sviluppato di quelli esaminati
da Eternod (^), quando stando alle stesse ricerche di Eternod, sem-
brerebbe die il canale notocordale si trasformi ben |)resto in |)lacca
cordale c successivamente in cordone cellulare solido.
Ouanto j)oi alia connessione tra corda e intestino, dovremmo pen-
sare, attenendoci alia teoria di >. Beneden e dell' Eternod, die, nel
(') Hertwig. — Trattato di einbriologia dell' uoino e dei veitobiati. — Trad. lial. Vallardi.
{~) Del tre embrioni aludiati dall' Etoniod il primo misurava 1,3 mill., cd eracoutemito iu uu
novo di 10,0-8,2-6,0 lum. ; il secondo misurava 2,11 mm. ed era contennto iu uu uovo di 16,3, 14,0 e
12,0 mm. e del terxo embrione non d;\ la luughezza, per6 questo e contenuto in uu uovo cbe misura
nei diveisi diametri 16,4-14,9-10,1 mm. Confrontaudo queste misuie del terzo uovo di Eternod con
quelle dell'uovo da me studiato, risulta evidente il maggior sviluppo di quest'ultimo.
iG
inio caso, hi sutkloscrilta coiinessione sia awcimla secoiKlariainoiilc Ira
i dill' organi ncl inoincnto in cui essi ('(uitiagguno inlimi rapporli di
\icinaiiza, come ad os. sarebbe secondaria, secondo il lluiniti (1. c),
r adosione tra corda ed estremita dclla tasca di Ralchke.
Ill base a (|iiesle considerazioni a me sembra, che, pur attencn-
domi piiitlosto alia teoria del Kollmaini elie a ({iiella del V. Ucncdeii,
e delTElornod, per polermi dar coiilo dei latti osscrvali, le due di-
verse leorie dovrebbero essere riprese in esame con ulleriori sludi,
per delinire, jiossibilinente, in modo concrelo e delinili\o. Torigine ed il
meccanismu di sxiluppo della corda dorsale umana.
ISrnUTO ANATOMICO PI PADOVA DIHETTO DAI. PKOF. D. BKKTELLI.
GIUSEPPE FAVARO SruDENTii del VI" Coiiso.
Note critico-bibliografiche sal Muscolo sterno-cleido-mastoideo.
Kicevuta 1' 11 geuuaio 1901
fi vietata la riproduzioue.
Mi ])ropongo di relliUcare nolizie storiclie concernenii il muscolo
slerno-cleido-mastoideo e di chiarire alcune conti'oversie inlorno al si-
gnilicato da darsi al muscolo cleido-occipilale di Wood.
Le questioni die inlcndo discutere si rileriscono ai seguenli ar-
gomenli :
I. xVlla di\isione dello slerno-cleido-masloideo in due iiuiscoli ;
II. Alia divisione in tre j)er lo sdoj)j)iamento del lascio clavicolare:
III. Alia divisione in (jualtro, cioe alio sdopjjiamenlo anclie del la-
scio sternale ;
IV. Al muscolo cleido-occipilale.
Riguardo al prime argomento il Vlacovicli asseri die lo slerno-
cleido-masloideo, consideralo diviso in due muscoli per la prima xolla
dair Albino, era rilenulo dagli analomici anleriori a (jueslo come un
solo ed unico muscolo.
I'er do die si riferisce al secondo argomento, aU'erma il Roniili
a\ere rEuslacliio vedulo lo slerno-cleido-masloideo cosliluito di Ire
muscoli dislinli. 11 Vlacovicli propose la divisione in Ire porzioni, die
chiamo sh^rnalc o sterno-mastoideu^ clacirolarc sirperficiale o cleido-
— 17
orripitale G clavicolnre profonda o cleido-mastoidm. 11 K ran so (27) sc-
(lici anni dopo tcce una divisionc del fascio clavicolare egiialc a (jiiolla
del Vlacovich.
Ouanio al tcrzo argoincnlo, il Romiti credo avere il Vlacovich
dimostrato clie anclie la porzione sternale poteva essere distinta in due
lacerti e sogginnge die dipoi il Krause, non conoscendo i lavoii del
nosti'o Analoniico, diode del muscolo storno-cleido-mastoideo nn signili-
calo rondamentalnionte identico a quollo del Vlacovich.
Per cjuanto riguarda il muscolo cloido-occipitale, il Wood (26) af-
lenna cho esso fu come variola osservato da Sommerring, Kclch,
Meckel, Theile, Macvvhinnie, Hallett, Wagner, Gruber,
Henle. Ouain, Flower e Mnrio, o che egli F ha chiamalo cleido-
occipitale.
Qiianlo poi al dillerente modo d' interpetrare qucsto lacerto, il
Romiti ed il Testut (34) ammettono la divisione del fascio clavicolare
come venne intesa dal Vlacovich e dal Krause, ed aggiungono quale
variola il muscolo di Wood ; il Poirier (35) invcce idontifica nettamente
le duo forniazioni, avvertondo che il fascio cleido-occipitale puo mancare.
Per ben chiarire cio cho si rilerisce ai duo primi argomenti, cioo
alia divisione in due ed in Ire muscoli, giovora esporre nella storia
dollo storno-cleido-mastoideo quel punti che concernono direttamonte
la questione.
Galeno (1), riassumondo e discutendo le cognizioni che si avovano
ai suoi tempi intorno al muscolo, no da un'ampia o particolareggiata do-
scriziono sia dal punlo di vista morlologico cho da quollo lunzionale.
Egli considera il muscolo bensi unico nei riguardi dell' azione (tootov
oXov Tov [j.uv i'va ypT] xi^zo-^y.i f^ ts vctvYjasL xaX r(i '/psta), ma non tale
anatomicamonto, poiche ha origin! e torminazioni dift'eronti (od^ I'va §s....
oia. zb xa; sy/^Da=i<; ts xal 'M.zn.'^bozic, o'V/ cjj.ota? aTraaa? zh^iia.c, s^siv);
esso infatti possiede duo origini, 1' una carnosa dalF occipito, 1' altra in
parte tondinea da sol to F oi-ecchio ; dolle inserzioni, una carnosa alia cla-
vicola, I'altra tondinea alio stoi'no (ai' xs y^P sx'foaetc; aoxoa S6o slal, aaf>-
VMO'i^:; [j,sv (^ zi Ivioo, vsDf/OiSeatspa 6s ttwc r^ otto to ooc. at x; zaxatpoacic....
o%ijvmo-i]c, [j.sv Tj sic xTjV vX'J.v %a8-/]X0Daa, vsopwS-/]? Ss 'q sv xtp orsDvq)
ao|j/foo|jiv/j.). Osserva poi Galeno come ancho (|uesto secondo muscolo,
(|uollo cioo che nasce sotlo Forocchio, possa con una diligente dissozione
scindei'si in duo (rs'ivsaflai oi xto? y.al aox6<; omoc, 6 SsDxspoc [J.dc, si obo
oovaxat xcji pooXojjivc.) [ji/pi xoaooxoo XsTrxoDpYsiaO'ai). L'uno di (juosti s'in-
scrisco tendineo alio slerno, Faltro, carnoso, al principio dolla clavicola
giacendo tra questo muscolo che si reca alio sterno e il suddetto che
M. z.
— 18
nasce llalloccipile (to [jiv gov itspov zb TTfjo-j^iov stj/fosrci x(]) OTSfjvc;) O'.a
vsopwSoo? TTspatoc, TO oe sTepov el? tyjV ap'/TjV ty^c xXsiSoc aapy.OciStj xa-
Ta'foaiv ^roisiTaf |j-so&v xhijj.svov aoTOu ts tgdtod Ttpo? to OTspvov 7r£pa(-
vovTog 7,7.1 TOO TTpoaQ-sv pTid'svTO? TOO T/jV sV/^ooiv :r£7:o'/^[J-svoo s6 Iviod).
Oribasio (2) ripete le opinioni di Galeno; Avicenna (3) am-
iiiette il muscolo come iinico, ma riporta poi in siiccinto le considerazioni
di Galeno.
II Mondino (i) c piu tardi il Benedetti (o) e rAcliillini (6)
accennano molto vagamente al muscolo considerandolo come unico,
mentre il De Zerbi (8) ripete le opinioni di Galeno e di Avicenna.
Kerengario da Carj)! (7) e meglio ancora il Massa (9) fanno men-
zione del muscolo con termini piii precisi e lo riconoscono egualmentc
unico. wSilvio (10) lo considera come divisibile in tre iJJasloidei duo,
uterque in ires dmdiius) senza pero accennare alle modalila delta par-
tizione.
Yes alio ill) descrive il muscolo come unico nell' uomo [sic sane
ul unirus dunlaxxd utrobique in hominibus mi hi repertvs sit musculus^.
In certi mammileri trovo il muscolo bipaj'lito su[»eriormente, ma in nes-
suno degli animali da lui ossenati V estremo inserito alia clavicola ed
alio sterno era divisibile in due o tre porzioni, quantunque, osserva, cio
sia stato atlermato da qualclie anatomico, alkidendo con evidenza a Ga-
leno, che accusa lieramentc d' aver attribuito all'uomo I'anatomia del
cane e delle scimmie.
Bartolomeo Eustacliio (12) difende Galeno dalle accuse mos-
segli a reccnlioribus analomicis e si studia di conciliarc le opinioni di
esso con i risultati da lui avuti nella dissezione del corpo umano. Se-
condo r Eustacliio il muscolo di ciascun lato puo essere diviso faci-
lissimamente in due e talora in tre {miiscoli... yeuiini... facillime in
duos dividi, nonnunquam in Ires possunl). Non fa uiteriori accenni sul
modo delta tripartizione ; descrive invece minutamente i due muscoli,
dei (luali 1' exterior va dallo sterno al |)rocesso mastoideo ed a semi-
cercliio nella parte vicina, abbracciando il secondo muscolo ; questo
dalla clavicola va all'apice del detto.processo. Una porzione nee hrevis
nee angusta di questi muscoli s' inserisce anclie all'osso occipitale.
La maggior parte degli anatomici anteriori allWlbino descrisse,
del |)ari che Vesalio, il muscolo come" unico; qualclie autore lo consi-
dero tutta\ia doppio ; Ira (piesti il Bauhino(13) ed il Laurenzio(l4),
c tra i meno noti il Jessenia (13) ed il ('abrolio (IG\ II Laurenzio
accenna inoltre alia di>isione in tre; il Bidloo ^h)) ed il Blancardo (20)
indicano come variela la triplice inserzione inferiore.
— 19 —
'L' Albino (21) poi descrive iin muscolo slerno-masfouleo chc si
altacca al temporale ccl aH'oceipitalc ed iin cleido-mastoidco inserito al
solo processo masloideo. Vide pero due volte una |)ai-te del cleido-ma-
stoideo distaccarsi per andare a congiungersi al inargine posteriorc dello
sterno-raastoideo.
Nolo linalmenle come gia ancora 11 Riolano(17) ed il Gelee(18)
e pill tardi il Portal (22) ricordino clie (Jaleno descrisse il muscolo
doppio e come i due primi aggiungano clie Silvio considero il muscolo
diviso in tre.
Vm) premcsso, consideriamo il prime argomento conccrnente la bi-
partizionc del muscolo. In base a quanto ho rilerito vediamo clie ben
prima dell' Albino lo sterno-cleido-mastoideo venne consideralo doppio,
ed anzi tale lo si ritenne dai primi anatomici con a capo Galeno,
mentre solo piii tardi fu descritto come unico.
Circa al secondo argomento, che si riferisce alia tripartizione del
muscolo, abbiamo veduto come I'Eustachio I'avesse considerata inco-
stante, senza poi cliiarire ulteriormente il concetto. Egli, del resto, non
lece che ripetero presso a poco Topinione di (ialeno. (iio\a anzi notare
che mentre questi considera la tripartizione in seguito ad un diligente
esamc, come normale, Silvio I'ammctte senza riserve, Yes alio la nega
recisamente ed Eustachio la ritiene come una varieta. (Jia sappiamo
come tale osservazione di Galeno sia poi sfuggita ad anatomici poste-
riori, quali Riolano, Gelee, Portal, tanto e vero che i due primi at-
tribuirono il nierito delta tripartizione al Silvio.
Interj)etrando ora la descrizione che ci da Galeno deirorgano,
vediamo com' egli considerasse un muscolo che nasce dall'occipite e
s'inserisce alia clavicola ed un secondo che j)artendo dal processo ma-
sloideo si divide in due laccrti, dei quali I'uno va alio sterno e I'al-
tro alia clavicola. In altre parole distingue (Jaleno un muscolo cleido-
occipitale, uno sterno-mastoideo ed un cleido-mastoidco. Venendo ora
al lavoro del Vlacovich, troviamo che questi ha fatto una divisione
del muscolo eguale a quella esposta da Galeno, la quale, ripeluta
senza ulteriori specificazioni da qualche anatomico posteriorc, era pas-
sata a poco a poco neH'oblio.
(jo non ostante il Breglia (31) ed il Testut (34) dc|)lorano giu-
stamente la quasi generate dimenticauza in cui e tenuto il lavoro del
Vlacovich di fronte a quelle del Krause, coinparso parecchi anni
dope, per tjuanto si riferisce alia divisione del lacerto clavicolare.
Per cio che concerne invece la priorita nella divisione del lascio
sternale, essa spetta al Krause anziche al Vlacovich, il quale in due
— 20 —
lavcri (28) disciite a|)|)iint() Ic eoneliisioni del Ki-aiise rela1i\t' a (|uel
lascio.
Venendo linalmente all' ultimo argoinento, rigiiardante il iniiscoio
cleido-occipitalo, noto cho tra i nunierosl aiilori citali dal Wood manea
il B I'll gn one (23), il quale nei prinii anni dello scorso secolo avcva
descritto e noniinalo il muscolo detto j)oi di Wood. II Meckel (24),
chc pur cita il Brugnone a proposito del muscolo sterno-masccllare,
non fa menzione di esso quando riferisce del lacerto in pai'ola. 11 Bru-
gnone descrive un muscolo da lui gia osservato nel 1788 e chc
dimmSi rieiflo-masfo'idipn extraordinaire. S' incontra, egli alferma, soventc
questo muscolo, (/xi naif de la clavicule trh-dislinct de rordinaire el
se termine attssi a pari dans I'os orcipHal.
Per ([uanto era si riferisce al dilferente modo con cui il laceilo
cleido-occipitale viene inteso dagli anatomici, credo di dover fare le se-
guenti osservazioni.
II Ylaco\ic]i ed il Krause videro in questo fascio una formazione
costante die |)uo mancai'c solo come varieta e die riunendosi con i
rimanenti fasci, specialmente con lo sterno-occipitale (Krause), forma
un tutto apparentemente unico. 11 Brugnone ed il Wood considerarono
invece come variata disposizione un muscolo il quale va dalla clayicola
aH'occipitale conservandosi indipendente in tolalita o quasi dallo sterno-
deido-mastoid«^o. Per queste ragioni appunto lio creduto di dover separare
nei riguardi slorici quanto concerne in realta una slessa formazione.
(Jia accennai come il Bomiti ed il Testut considerino separata-
mente i due fasci.
In verita, esaminando i lavori pubblicati dal Wood su questo ar-
gomento (20), ci sentiamo inclinati a rifenere die I'anatomico inglcse
abbia realmente considerato, quantunque da un dilferente punlo di vista,
la stessa formazione die il Ylacovich a\eva in precedenza determinata;
si potra tutt' al piii ammettere die il Wood, il quale non conosceva il
lavoro del Ylacovich, abbia trascurato qualdie caso in cui il cleido-
occipitale e ristretto e si confonde con gli allri fasci.
La ragione di tali controversie dipendc daU'estrema \ariabilila del
fascio. II cleido-occipitale apparisce nell'uomo come una formazione nd
inaggior numero dei casi coslante ed unica; puo confondersi con gli altri
lacerli dello slerno-deido-mastoideo ; oppurc rendersene \m o meno
autonomo; puo assumere forme, dimensioni, rapporti difl'erenli: jmo
presentarsi sdoppial.) per li-alli piii o meno estesi (Wood, AYalsham
in Testut (30), Maubrac ^211), D'Evant (32), Le Double (3G) ecc.)
ed anclie in totalita (Wood). lo poi, tra numerose dissezioni eseguite a
— 21 —
tale scopo, ho trovato in due soggetti la coincidenza di un iaseio cleido-
occipitale confiiso con lo sterno-cleido-mastoideo e di un secondo cleido-
0('ci|)ilale aulonomo (').
Tutlaxia, di solilo. ii Iaseio cleido-occipitale si presenta unico.
(Conclusion!.
(Jaleno stabili per primo la divisione dello sterno-cleido-masloideo
in due muscoli distinti, corrispondenti al cleido-occipitale ed al fascio
clie prende origine dal processo mastoideo. Diniostro pure possibile,
merce un diligente esame di quest' ultimo lacerto, lo sdoppianiento di
esso in due muscoli, corrispondenti alio sterno-mastoideo cd al cleido-
mastoideo, venendo a slabilire in tal modo anche la tripartizione dello
sterno-cleido-mastoideo.
11 muscolo venne in seguito ritenuto come unico, e questo con-
cetto, quantunque Silvio avesse tentato di richiamare in vigore quello
della tripartizione, fu sanzionato daH'autorita di Yesalio. Eustachio
considero lo sterno-cleido-mastoideo, ad imitazione di (ialeno, doppio,
ritenendo la tripartizione come un fatto incostante; distinse pero due
muscoli clie potremmo chiamare stei'uo-mastoido-occipitale e cleido-ma-
stoido-occipitale. L' opinione di Vesalio ebbe un numero di seguaci
maggiore di quella di Eustachio. Sostenitore di quest' ultima fu piii
tardi T Albino.
11 concetto della divisione normale in tre parti, trascurato e di-
menticato per vari secoli, troyasi nuovamente nei la>oii del Ylacovich,
il quale credette, a torto, d'essere stato il primo a fare una tale di-
visione.
(*) Le osservazioni si riferiscono a due bambini di pochi mesi. Nell' nno, al lato sinistro, si
staccava dalla clavicola, ventralmente al cleido-mastoideo, un fascio muscolare il quale rimauendo
addossato alio sterno -cleido-mastoideo, a met;\ altezza si divideva in due lacerti ; di questi 1' uno si
riuniva con il fascio sterno-occipitale, facilmente separabile nella meta superiore dallo aterno-mastoi-
doo ; I'altro si recava dorsalmente per inserirsi alia linea semicircolare superiore in corrisijoudenza
del margine laterale del trapezio. Al lato destro era poi un muscolo cleido-occipitale perfettamente
isolato in tutto il suo percorso e medialmeute all' inserzioue inferiore di qiiesto si staccava un fa-
scetto, phe addossandosi quasi anbito al margins esteruo del lacerto sternale, saliva, serbando autonomg
le fibre, siuo aH'occipitale. II fascio cleido-mastoideo di ambo i lati era perfettanieute isolabile.
Una disposiziouo consiniile a questa di destra ho riscontrato, tra quattro scimmie delle fanii-
glio dei Cinocefali e Cercopiteci da me dissecate, pure al lato destro di un Cynocephalus hahuin ;
il fascio sterno-occipitale era separate dallo steruo-mastoideo per mezzo di abbondantecounettivo lasso
e si fondeva con il secondo fascio cleido-occipitale.
Nell'altro soggetto, al fascio cleido-occipitale di sinistra, confuse con lo sterno-cleido-raaetoideo,
seguiva dorsalmente una serio di fascetti isolati, recantisi dalla clavicola in diotro ed in alto, sparsi
nullo spessore della aponevrosi cervicale snperticiale ; di questi I'anteriore arrivava alia linea occipi-
tale, raentre gli altri si perdevano insonsibilmente nella aponevrosi.
— 22 —
I! R rail so finalmente considero lo stcrno-cleido-mastoidco como
iin muscolo qiiadrigemello, merco lo sdoppianiento anclio del lascio
sternale.
11 muscolo cleido-occipitale di Wood era stato descritto o cliia-
malo cleido-mastoideo straordinario dal Briignone.
II lacerlo cloido-oeeipitalo trovasi noiruomo con tale rre(|iien7.a da
do\ersi considerare come disposizione noi'male; piio presentarsi ora con-
fuso con gli altri fasci dello sterno-cleido-mastoideo, ora isolato parzial-
mente o totalmente da essi, Nel primo caso abbiamo il fascio cleido-
occipitale nel sense inteso dal Vlacovich e dal Krause; nel secondo
il cleido-occipitale come venne considerate dal Wood. Lo sdoppianiento
risconti'asi I'aramente.
Bibliografla.
(1) FAAIIXOY K. — AflAXTA. — Medicornm Graecornm Opera quae extant. — Ed. an: D. C. G.
KiUin. Vol. XVII], Pars II, Lipsiae, 1830. Pag. 941.
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Pag. 896.
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(4) Moudini — Anatomia. — Tractatus nonus a pag. XXIX del Fasciculus mediciae etc. J. de
Ketam. («. I.). MD. Pag. XXXVIII.
(5) Bene d ictus A. — Hi.storia coipoiis humani sivc Aiiatomice. — Venet. MDII. Liber V, cap. XIX
{pagine non numerate).
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(7) Carpo A. — Isagoge Breves pevlucide ac uberime in Anat. hum Corporis. — Bononiae,
MDXX II. Pag. 35.
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MDXXXIII. Pag. 136.
(9) Massa X. — Liber introductorius Anatoiniae. — Venetiis, MDXXXVI. Pag. 61.
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(11) Vesalii A. — Ue bnniani corporis fabrica libri septeni. — Basileae, 3IDLV. Liber II. Pag. 21',
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(12) Eustachii B. — Opuscula anatomica. — Venetiis, MDLXIIII. Pag. 231.
(13) Bauhini G. — De corporis humani fabrica libri IIII. — Basileae, MDXCII. Pag. 320 e 322.
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(15) Jessenii J. — Auatomiae etc. Historia. — Witebergae, MDCI. Pag. 99.
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Autore B. C. — («. I.). MDQIIII. Pag. 63.
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(21) Albini B. S. — Historia musculorum hominis. — Leidae Batav. MDCCXXXIV. Pag. 82, 196
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(23) Brugnone. —Observations myologiques. — Memoir es de I'Academie des sciences de Turin
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— 23 —
(24) Meckel I. i\ — Manuel d'Anatomie goiierale, ilescriptive ot pathologi(ine. Trad, par Joni-dan
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(25) Vlacovic' G-. P. — Cenni anatomici intoruo ad alcune parti del collo. — Rivista dei lav. dell'I.
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(28) Vlacovicli G. P. — Snl muscolo steruo-cleido-mastoideo. — Atti del R. Istitxito Veneto di Sc,
Lett, ed Art. Vol. II, Serie V. Venezia, 1876.
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(30) Tea tut L. — Les anomalies musculaires chez I'horame expliqufies par 1' Anatomic comparee. —
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(31) Breglia A. — Osservazioni e cousiderazioni sallo sterno-cleido-mastoideo dell'uomo. — Riforma
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(32) D'Evant T. — Fasci anomali del m. sternomastoideo. — Qiornale deWAss. dei Natural, e Med.
Anno III, Puntata 2. Napoli, 1892. Pag. 5 dell' Estr.
(3.J) Eomiti G. — Trattato di Anatomia dell'uomo. — Milano {s. a.). Volume prima. Pag. 585-
(34) Tostui L. — Traite d' Anatomie humaiue. — Troisilme edition. Tome I. Paris, 1896. Pag. 669.
(35) Poirier P. — Trait6 d'Anatomie huraaine. — Tome second. Premier fascicule. Paris, 1896.
Pag. 384.
(30) Le Double A. F. — Trait6 des variations du syatSme musculaire de I'hornme. — Tome premier.
Paris, 1897. Pag. 108.
ISTITDTO ANATOMICO DI FIRENZE.
Proposta di uno studio coUettivo sul peso dell' Encefalo
negli Italiani
DEL Prof. GIULIO CHIARUGI.
Ai cultori dell' anatomia 6 noto quaiito siano delicienti i dati die
si posseggono sid peso delF encefalo negli Italiani. La classica nienioria
di Caloii (^) pnbblicata nel 1870, sebbene si londi sopra nn ricco raa-
teriale di osservazione, e lungi dal fornirci gli elenienti per nn particola-
reggiato studio ctnografico, nello stesso modo che non serve che in nia-
niera incomi)leta alio studio di alcuni problemi d' indole generale sul
peso deir encefalo e delle sue parti.
(') Calori L. — Del cervello uei dae tipi brachicefalo e dolicocofalo italiani. — Memorie del-
I'Accad. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Serie 2, Tomo 10, Bologna, 1870.
— 24
Caloii ha pesato T encefalo in 421 soggetti dell' Emilia e di altrt'
Provincie d' Italia, ma non ha lemito eonto nelle singole osservazioni
della rogionc alia (juaie appartencva rindivldiio esaminato. La classid-
cazione degli oncofali in gruppi vennc fatta sollanto avuto riguardo alia
forma cranica e al sesso e fu determinata la media aritmetica del peso
onceralico nei inaschi e nelle lemmine brachieefali e dolicocefali. Non fu
tenuto conto della statura e del j)cso del corpo, e se in iin certo nnnieio
di casi qiiesta determinazione fu falta, non venne registrata di fronte alle
singole osservazioni. Degli emisferi cerebrali fu indicato il peso eom-
plessivo e non separatamente il peso delT emisfero destro e del sinistro.
La midolla allungata ed il ponle venivano pesati insieme.
Ne ya omessa qualche osservazione sul metodo di pesatura adotlato
dall'A. Egli prima di i)esarlo spogliava I'encefalo dalla aracnoidc e pia ma-
dre,mentre la maggioranza degli autori si astiene da questa operazione |)re-
liminare. Percio il ralfronto dei resultati di Calori con quelli oUenuli
dagli anatomici che lianno determinato il peso dell' encefalo in altre po-
])olazioni non puo essere fatto : quegli A. ehe nel farlo non hanno te-
nuto conlo di questa circostanza, sono arrivati a conelusioni non atlen-
dibili. (ili Italiaui a])j)ariscono nel confronto non solo con altri popoli
di Europa ma anche con alcuni po])oli dell' Asia (Chinesi), come provvi-
sti di un encefalo meno pesante. Tralasciamo qualche altra osseivazione,
ma non una che riguarda la pratica di pesare gii emisferi ora unili, ora
separati : lo svuotamento dei ventricoli cerebrali dal liquido cefalo-j'a-
chidiano non puo aver luogo in ugual misura nell' un caso e nell' altro.
I'aggiungendosi cosi un ditferente grade di precisione nella pesata.
Per lo studio del nostro argomento ha un pregio assai maggiore
la memoria che Tenchini (') ha puljblicato nel 1884 sul peso dell' en-
cefalo in Lomi)ardi della Provincia di Brescia. Egli ha esaminato 32(5
individui, tenendo conto della eta, del sesso, della forma del cranio,
della statura. Ha studiato, applicando Iin dove era possibile il metodo
della media seriate, le variazioni del peso dcU' encefalo secondo il sesso,
secondo 1' eta e secondo la statura. Delle |)rincipali parti delle quali
r encefalo risulta soltanto il peso del cervelletto e state determinato in
tutti i casi, inentre non e state pesato il ponte ed il bulbo. Gli emisferi
cerebrali sono stati presi in considerazione soltanto in 67 casi e dal
solo j)unto di vista della difterenza di peso fra il destro e il sinistro.
Riguardo al metodo seguito, ricorderemo che I' A., a difl'erenza di
(') Tenchini L. — Sul peso deU'encefalo, degli omisfori cerebrali p ilel cervelletto iioi Lombardi
della provincia Bresciana. — Parma, L. Battel ed., 18S4.
25
(jiianto laeeva Calori, pcsava I'dicefalo rivestito dallo (\\u) \m\ interne
meningi ; lo pesava aneora inliero, non nieltendosi pereiu in eondizioni
da potere eliiuinare il liciuido cefalo-rachidiano dei venlricoli cerebrali;
staeeava il cervelletto recidendo i peduncoli cerebellari medii snhito
(lo|)(» la loro emergenza dall' organo ; staeeava gli emisl'eri dal rima-
ncnte eon nn taglio attraverso i peduncoli eerebrali eondolto lungo i
tratti ottiei.
11 lavoro di Teneliini inspiro a Franeesehi (') delta Scnola di
Bologna il proposito di eseguire la pesatura dell' eneefalo e delle sue
parti nei Bolognesi. La sua niemoria puhblieata net 1888 e da segnalare
pel- 11 nuinero gi-ande delle osservazioni e per V obiettivo che 1' autore si
proponeva di contribuire alia conoscenza del peso dell' eneefalo negli
llaliani delle diverse regioni. Franceschi deterniino in iOO soggetti il
peso totale dell'encefalo e in j)iu di 300 di questi il peso del cervello e delle
due sue meta (emisferi cerebrali), il peso del cervelletto e delle due sue
mcta, il peso complessivo del ponte e del bulbo, tenendo conto del sesso,
della eta e delta statura; studio anche il peso dei talami ottiei e dei corpi
striati. Uiporta nella sua niemoria i pesi niassinii e minimi ottenuti e i
pesi medj determinati col metodo della media aritmetica.
Franceschi pesava F eneefalo intiero, spogliato delle nieningi; se-
parava quindi il cervello dal rimanente sezionando i jjeduncoli cerebrali
subito at davanti della protulieranza; isolava il cervelletto col sezionare
i peduncoli cerebellari.
I n' altra piu piccola serie (73 cast) e quella comunicata da Ten-
eliini *) desunta da osservazioni eseguite nell' Istiluto Anatomico di
Pavia. Fu determinato in questi soggetti il |)eso totale dell' eneefalo,
tenendo conto del sesso, dell' eta e della statura.
Deve essere citato anclie un lavoro di Weisbac C) clie ha pesato
r eneefalo in 40 giovani veneti brachicefali.
Gi acorn ini ha eseguito numerose pesature dell'encefalo, ma non
ha mai di queste pubblicato un resoconto particolareggiato e si e limi-
tato nella sua celebrata (aiida alto studio delle circonvoluzioni cere-
brali (^), oltre a dare le regole jier una esatta pesatura del viscere, a
(') Franceschi G. — Sul peso dell' eneefalo, del cervello, degli eraisferi cerebrali, del cervel-
letto e delle sne metu, del midoUo allungato e node e dei corpi striati e talami ottiei in 400 liolo-
gnesi. — Boll. d. sc. mediche, Anno LIX, Serie VI, Vol. XXI. Bologna, 188S.
(') Teuchini L. — Dell'encefalo uniano. — SlUano, F. Vallardi ed., 1883.
(') Citato da Calori, jjag. 115.
C") Giacomini C. — Guida alio stndio delle circonvolnzioni cerebrali dell' nomo. — Torino, E.
Loescher ed., 1884.
26 —
registrare i pcsi niassimi e minimi noi (juali nei masclii e nelle femmine
si (' imballulo o a poche altre indicazioni.
A clii ricorcassc nclla serie numerosa degli sdidi clie sulF cncofalo
sono stati escguHi in Italia in qiiosti ultimi decenni, trovercbijo (jua o
la delie determinazioni di peso oncefalico di Italiani, ma, o per il luimero
scarso delle osservazioni o per la mancanza di dati snila provenienza e
su alcuni caratteri antropologici degii individui sottoposli ad csame o
per non essere stata eseguita la pesatura delle principali parti dell' en-
cefalo, qucsti lavoii non |)oss(hio dawero colmare la lacuna die ab-
biamo la men lata (*).
Se poi si consider! che il metodo dai diversi anatomiei finora
seguito e stato non uniforme e talora non sufficientemente j)reciso,
i-isidta anche piii evidente la convenienza di proeedere a nuove, niime-
rose, pill complete e piii esatte determinazioni.
Sulla utilita delle quali credo die non possa cader dubl)io. Pochi
paesi come 1' Italia offrono una cosi grande molteplicita di dementi
etnici variamente distribuiti nelle diverse regioni. Xello stesso modo
che ha condotto a resultati interessanti lo studio etnogi-alico dell' indice
cefalico, delta statura, del color dei capelli e degli occhi e di qualche al-
tro carattere antro[)ologico degli Italiani (*), cosi potra essere del peso
deir enccfalo. Sara utile aggiungere un altro demento, e di primaria
im])ortanza, agli allri che possediamo, per mettere sopra una base aua-
tomica sempre piii completa e sicura le caratteristiche differenziali fra le
diverse popolazioni d' Italia.
Anche indipendentemente dalla sua importanza elnologica, per altri
motivi questo studio del peso encelalico condotto su abbondanle nia-
teriale e con uniformita di metodo, sarebbe non senza prolitto. E in-
latti ben noto che moiti dubbi ancora rimangono sulle cause di varia-
zioni del i)eso encelalico e sui limiti die possono raggiungere, e tutti
comprendono come delle conoscenze |)recise in proposito siano indispen-
sabili per ben valutare i resultati che si traggono dallo studio del peso,
oncefalico negli individui di eletto ingegno, nei pazzi e nei criminali.
Un lavoro come quello al quale ho accennato, non puo essere na-
turalmente opera di uno o di pochi ma richiede il concorso di tutti quelli
che si interessano a tali studi e che disscminati nelle varie regioni di
Italia possono mettere a contribute il materiale anatomico a ciascun di
loro accessibile. (^hiamando a raccolta tutti gli anatomic! di buona vo-
(') Non ci sembra ora nccessario ricordare ed anali/.zare qnesti lavori.
1^) Cf. Livi R. — Antropometria m\\ita.re. — Roma, Vof/Jiera ed., lH9il.
27 —
loiita c pregandoli a cooperare a quosta impresa, vorrei potcrlo faro
con aiitorita maggiore, ma mi auguro die l' utilita (IclT ojxM-a piii clie
il nume di chi la |)ropono abbia cllicacia ncl porsiiadci'o tiitli a parto-
ciparvi.
Scella del matcriale. — Si dovranno csaminarc individiii doi duo
sossi, dello varie eta, oscludend) coloro clie siano morti in soguito a
malattia cerebrale o che prosontino anomalie gravi nella conformazione
deir encefalo, come ad es. mancanza del corpo calloso, poroncefalia, ecc.
Saranno pure esclusi i pazzi e i delinquenti.
3/etodo da segnire. — II metodo che propongo per la pesatura del-
r encefalo o sostanzialmente quello gia descritto da (Jiacomini nella
sua Gidda con alcune modificazioni per renderlo piii precise e per rac-
cogiiere altri dati oltro ((uelli che il nostro Autore si proponeva.
La modilicazione di maggiore importanza eonsiste nell' eseguiro la
divisione fra il cervello e il rimanente dell' encefalo con un taglio un
po' differentemente condotto da (juanto Giacomini suggerisce. Com' e
nolo, egli pralicava una sozionc trasversa a livello dei peduncoli cere-
brali fra il punto di emergenza del 111" pajo c le eminonze mammillari.
A me sembra preferibile portare piii indietro la sezione e cioe faria
coi-rispondere a un piano che j)assi ventral mente nel limitc IVa i)edun-
coli cerebrali e ponte e passi dorsalmente subito al di dietro della la-
mina quadiigemina. Mi sembra che in tal maniera si riesca ad una piu
esatta separazione delle due grandi parti che sulla base embriologica
dobbiamo distinguere nell' encefalo dell' adulto, il Uombencefalo e il Cer-
vello. Inoltre credo utile che venga indicate oltro al peso complessivo
del Rombencefelo, il peso delle principali parti nolle quali esse puo
essere decomposto, la midolla allungata, il ponte e il cervellotto.
(iio premesso, ecco ({uali sono le indicazioni che ci-edoroi neces-
sario fossero raccolte e le regole che dovrebbero essere seguite nella
pesatura dell' encefalo. Le espoiigo con una certa minuziosita e pro-
lissita, perche sono porsuaso che in ((uesta operazionc molte sono le
cause di errore, ond' o necessario di eliminaro colla massima cura (|uello
che e possibile.
1. Nome e Cognome del soggotto.
E utile che sia registrato per rintracciare pin facilmente altre indicazioni,
di solito non contenute nella Tabella mortuaria.
2. Sesso.
3. Eta.
28 —
L Luogo (li nascita.
E necessario che venga indicato con precisione. Le Tabelle raortuarie re-
cano spesso notazioni incomplete od errate, registrando, invece che il luogo
di nascita, il luogo di provenienza o quello di ultimo domicilio. E percio ne-
cessario trascurare le indicazioni delle tabelle mortuarie e, avendo preso
ricordo del nome e del cognome del soggetto, rintracciare il luogo di nascita
presso le amministrazioni ospitaliere o dei luoghi di ricovero.
3. Pi'ofessione.
Non suole essere indicata nella Tabella raortuaria; ricorrere alle stesse
fonti che per il numero 4.
f). Ultima malattia c causa della mortc.
E naturalmente preferibile, quando cio sia possibile, attenerci a quanto
sia risultato alia autopsia.
7. Statu ra.
Perche quesfca misura risulti precisa si seguano queste regole : Disporre
il cadavere intiero supino ben diritto, a talloni riuniti e testa estesa; appog-
giare sulla linea di mezzo della sua superficie ventrale un regolo di legno
rigido e di un sol pezzo; riportave sul regolo la posizioue del vertice e del
tallone per mezzo di una squadra o della sega a lastra; misurare 1' intervallo
fra questi due punti.
8. Diametri anteroposteriore massimo e trasvcrso massinio del erauio.
Si misurino dopo aver distaccato dal cranio le parti molli, compreso il
muscolo temporale.
9. indicc cel'alico.
L' operatore e dispensato dal calcolare questo valore.
Pcsatura dell' eucel'alo.
Aperta la cavita del cranio si estrae subito I'encefalo e si procede senza
indugio alia pesatura. Questa si eseguisce senza che I'encefalo venga spogliato
dalla aracnoide e pia madre e senza che siano tolti i grossi vasi che in questa
sono contenuti. II viscere coUa base in alto viene deposto su di un telo arroto-
lato in doppio, coperto di carta pergamena : con questa si evita 1' adesione del
cervello, e specialmente delle sue superficii di sezione, al telo.
Si ricordi per prima cosa di regolarizzare la sezione del midollo
allungato con un taglio trasverso che passi subito sopra alia radicola piii
craniale del !» nervo cervicale. Poi si proceda alia pesatura delle varie parti
deir encet'alo.
- 29
10. l\\so del biilbo.
Si separa il bulbo dal ponte con un taglio perpendicolare all' asse del
bulbo, condotto nel limite fra bulbo e ponte. II taglio va prolungato da ogni
lato obliquamente in dietro e in basso per recidere i corpi restifornii.
11. Peso (lei ponte.
Per isolare il ponte si conduca dapprima un taglio rasente al margins su-
periore della sua superficie ventrale. Si mantenga il coltello ben perpendicolare
rispetto al ponte, in modo da riuscire dorsalmente subito al di dietro della la-
mina quadrigemina. Si sezionino i peduncoli cerebellari medii secondo una linea
che passi subito al di fuori della emergenza del nervo del V" paio diretta verso
la emergenza del nervo del VII" paio, avendo cura di non ledere il flocculo.
Dopo di che, scostando il ponte dal cervelletto, e facile recidere trasversalmente
i peduncoli cerebellari superiori nel punto di lore emergenza dal cervelletto.
12. Peso del cervelletto.
Coi tagli precedentemente condotti il cervelletto e rimasto isolate e si pesa.
13. Peso totale del rombencelalo.
Si addizionano per ottenerlo i pesi del bulbo, del ponte e del cervelletto.
E preferibile avere il peso del roaibencefalo in questa maniera indiretta, per-
cbe colla esecuzione dei tagli sopra indicati scoia un po' di sangue dai grossi
vasi ed esce del liquido cefalo-rachidiano dagli spazi sottoaracnoideali e dal
4° ventricolo.
11. Peso della meta destia e della meta sinistra del cervello.
Rimanendo I'organo colla superficie ventrale verso 1' operatore, si ese-
guisca un taglio che cada suUa linea mediana e vi si mantenga con precisione:
si raggiunge con questo taglio la superficie superiore del corpo calloso e
cosi si divide il cervello in due meta che si pesano separatamente. Si abbia
cura di far prima bene scolare il liquido dai ventricoli laterali.
15. Peso totale del cervello.
Si sommano i due precedenti valori per avere il peso totale del cervello.
Molto spesso nella estrazione dell' encefalo si lascia a posto il corpo pituitario.
Poiche il peso di quest' organo oscilla intorno al mezzo graramo, sara pratica-
mente indifterente trascurarlo oppure tenerne conto assegnando una meta del
suo peso a ciascuna delle meta nelle quali abbiamo diviso il cervello. Se ci at-
terremo a questa regola, potra essere notato nella Tabella.
16 Peso totale dell' encefalo.
Si sommano il peso delrombencefalo e il peso del cervello per avere il peso
totale deir encefalo.
30 —
Lc indicazioni o le cleterminazioni dclle qiiali c stalo lallo cenno
verranno rogislratc in apposite Tabcllc (') cliu I'lstitiito Anatoinico di
Fircnzo si ollVe di I'oi'nire a colore) die intendono di partccipare a qiio-
slo lavoro. Le Tabelle verranno accompagnate da alciini esfratti dcl!e
klruzioni^ in modo die gli operator! le abbiano sempre present! e pos-
sano unirorniarvisi,
Ciascuna serie di osservazioni sara poi in\iata all' Istltuto Anato-
mico di Firenzc c, con (juelle considerazioni die gli Antori stessi cie-
d-eranno con\enienle di aggiungervi, verra a ciira del detto Istiliito in-
tegralmenlc pubblicata.
Quando la niesse delle osser\azioni sara divenuta a siillicienza co-
|)iosa, sara il nionicnlo di procederc a (|ii('l lavoro di sinlcsi die per-
inella di utilizzarle in conformita del |)r()grainma die ci sianio proposli.
Sarenio lieli di conoscere lin da ora il nonie di coloro die inten-
dono di segnire la nostra inizialiva, e, per la niigliore riuscila delTini-
prcsa, t'arenio tesoro dei loro consigli.
(') .Modulo lU'llii tabflhi:
Sala A.na,toinica di
Nome e Cognome
Sesso
Eta anni.
V Comune di
Luogo dr nascita. . • , t^ . • ,.
' rrovmcia di
Professione
Ultima malattia e causa della morte
Osservuzione N.
Statura, Metri centimetri
Diametro antero-posteriore massimo dei cranio centimetri.
Diametro trasverso massimo del cranio centimetii.
Inclice cefalico ,
ROMBENCEFALO
Bulbo*
Ponte
Cervelletto
gr.
Somma gr.
* Eogolai izzare la seziouo iuferioie del bulbo subito sopra al
1" iiervo coi'vicak'.
CERVELLO'
( Meta destra. .gr f
I Meta sinistra. » i
Somma gr.
* Quaudo uclla pe-satiira del cervello si sia tenuto coiito del
corpo pituitario, iiidicarlo al posto delle paientesi quadre.
Peso totale dell' Encefalo gr.
Firma delVOperatore
31 —
SuU' importanza del nucleo oellulare nei process! cli S9crezione-
NOTA DEL DOTT. G. GALEOTTI
PROFESSOUK UI PATOI-OOI\ GENKltALE NELLA K. UNIVEKSItX DI CAOLIAUl.
lliccvata 1' 11 uovombro I'JUO.
i5 Fictiita la riproduziono.
Soiio reccnlciiiciilc ai)[)ai'si nci f\ R. dc la Socicic da liiolofjic
(n" I" c 18, 1900) duo lavori, uno di Vigier (Note sur le nUc dii
nuclcole dans la secretion) ed uno di JMi\ sali\ (Travail srcreloire da
nojja/f dans les glandes (jrannleuses de la Salamandre lerrestre), i (juali
Iraltano della parte clie prende il inicleo cellulare nei processi di secre-
zione. Ouesti autori non fanno alcun cenno dei resultati ottenuti da
Trambusti o da me, in ricerclie sullo stesso argomento, ricerclie clie
segnano fbrse il prinio |)a.sso nella esatfa deteniiinazione dei meecani-
smi citologici come londanienlo dei processi secretori.
La breve descrizione die fa il Physalix intorno airatlivita se-
cretoria delle cellule ghiandulari nella epidermite delle salamandre, col-
lima perfettamente con quanto Ti'ambusti ed io aFibiamo i)ubblicato, e
a ({uesto proposito mi sembra non inopportune ricopiare qui alcuni pe-
riodi da ambo le parti,
Nei 1894 io scrivevo (Ueber die Granulationen in den Zellen. Inter-
nal ionale Monatschrifl f. Anaf. n. Phijs., 189:5, Vol. XII, Fasc. 10), a
|)roposito degli stessi elementi cellulari : « I.a prima prej)arazione dei
« granuli di secrezione avviene nei- nucleo. Gli elementi granulari, clie
« in esse si ritrovano, sono per i loro caratteil idcntici a quelli clie poi
« in determinati momenti si vedono nei cito[)lasma in vicinanza del
« nucleo, Quando il corpo eelluhiro e riempito di gi'anuli non se ne
t( vede alcuno net nucleo, ma ([uando poi il citoplasma si vuota dei
K suoi prodotti di secrezione, com{)aiono di nuovo i granuli nei nu-
(( cleo ecc. » e a projiosito del panci'cas :
« La produzione dei granuli di zimogeno avviene per le cellule
c( pancreatiche in egual modo die j)er le cellule del vdeno (dello
'< Spclerpes), cioe (juesti granuli lianno la loro |)iima origine nei nucleo.
" da queslo escono in un modo assai visibile ad un date momento, e net
« traversare il citoplasma si ingrossano e si traiitbrmano. »
Da altra parte IMnsalix: ^( C'est dans I'interieur de ces tubes
« nucleiniens qu'on voit tout d'aboi'd se difieiencier les premiei's grains
« de venin sous forme de petites spheres Iiomogenes, legerement colo-
32 —
« rccs en rose par Icosinc. Ces granulations deviennent de phis en plus
<i distinctcs. Puis il apparait de ces granidations a la surface du noyau,
" lormant de petits cliapelets a quatre ou cincj grains qui seniblent cniis
" |)ar le nieine orifice de la membrane reticulee. On a ainsi autour de
(( cha([ue noyau en travail un amas de granulations nettement limile
« ()ar une membrane reticulee sur laquelle s'inserent les librilles du
« reseau protoplasinaque. »
Queste ricerche vengono dunque a confermare i nostri resultati, e
(juesta confcrma ha ancora unmaggior valore, iiujuantoclie gli aulori
Irancesi ora citati non conoscendo, a ({uel die seinbra, i nostri lavori
son giunli alia stessa meta percorrendo una via diversa e indipendente
dalla nostra,
CosiMO Cherubim, Amministratore-responsabile.
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Italiaio
(Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatoraia,Einbriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DIRETTO
DAI DOTTORI
GIULIO CHIARU6I EUGENIO FICALBI
Prof, di Anatomia umaua Prof, (li Anatomia corup. e Zoologia
Jiol It. Istiitnto tli Studi Super, iu Firenze uella E. Uuiversitk di Padova"
Ufl5.cio di Direzione ed Amministrazione : Istiluto Anatoniico, Firenze.
13 numeri all'anno — Abbuonamento annuo Xi. S5.
XII Anno Firenze, Febbraio 1901 N. 2
SOMMABIO : Comunicazioni Obiginali : Qanfini C, H significato morfologico
del titherculum pJiar'yoigeiim ossis occipitis. {Con tavola I). — D'Erchia F. Di uu
piccolo corpo vescicolare posto sulla volta del cervello anteriorc di un em-
brione umano, lungo 3,5 mm. in linea retta. — Zimmerl U., Intorno ad
un' anomalia delle ossa nasali in alcune specie di animali domestici (Con
5 figure). — Pag. 33-50.
SlUDIO COLLETTIVO DEL PKSO DELL' KNCliFiLO NKGLI ITALIANI : Adesioni. — Pag. 50.
Unione zoologica italiana : IP Assemblea ordinaria e Convegno zoologico nazio-
nale in Napoli. - Elenco dci Soci al 1" Grennaio 1901. — Pag. 50-55.
NoTiziB. — Pag. 55-56.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Moni-
tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione.
COMUNICAZIONI ORIGINALI
ISTITUTO ANATOMICO DI GENOVA DIRETTO DAL PKOF. P. LA CHI.
II significato morfologico del tubercuhim pharyngeum ossis occipitis
DEL IJOTT. C. GANFINI, AlUTO.
(Con Tavola I).
liicovuta il 18 diceuibie lOOO.
E vietata la rii)roduzioiie.
li sigiiifK-alo die lino ad oggi si o date al tubercnlum pliarynfjeinn
deir osso oedpilalc si 6 (jiiello di una produzione ossca destinata al-
i'inscrzionc deiraponcvrosi faringoa. Peru, se da cpicsto (alio dovcssc
AI. Z.
— 34 —
ripctcrc lu sua originc, dovrcbbc coinportai'si come tuttc lo altro s|)()r-
gcnzc ossco destinalc ad iin simile ullicio. 11 grado siio maggiore o mi-
norc di svilii|)p() dovrehbc essere proporzionato e alio sviluppo delle
altre sporgenze ossee ed alia potenza cui da altacco. Invecc il hthrrrif-
lum pharijnfjeitm puo essere sviluppatissimo in crani in cui sono appcna
disegnatc le inscrzioni muscolari o ligamentose e puo non trovarsi in
crani chc posseggono qiieste ultimc in modo esagerato. L'inserzionc
della non spessa aponevrosi faringea dovrebbe d'altra parte caiisare
una ben leggera sporgenza. Inoltre ossei'vando un osso occipilaie ancora
giovanissimo si puo, non semprc pci'o, apprezzare ii lubei'colo I'aringeo;
in un' epoca, cioe, in cui non sono ancora comparse le comuni sporgenze
destinate ad attacco di tendini o di ligamenli (lig. 1, ff.).
Per I'esame di alcuni crani e per alcune considerazioni cmbriolo-
gichc ed analomo-comparative che in scguito espongo, io mi sono I'atlo
un concetto diverso. E prima di tutto guardiamo come si presenta il
lubcrcuhfin pliarijuijeinn relativamente alio parti scheletriclie vicine e
agliorgani die vengono in rapporto con questa parte piii posteriorc della
base del ci-anio.
Mi valgo ])ercio della descrizione di Mingazzini (I) che mi sembi'a
motto corrisi)ondente al vero.
At davanti dei condili dell'occipitale Iroviamo da ambedue i lati
due infossamenti Irasversali {fovcae praecoiuhjloldcac', limitati anterior-
niente dalla cristu muscularis (Krause). In avanti alia foveae pnuran-
(hjloidem\ si nolano alti-e due fossette piii })iccole, spesso poco raarcate
(foveae parvae), limitate anteriormente a loro volta da una cresta die il
Mingazzini cliiama « crista sinostosica » rapprcsentante, secondo le
sue vcdute, il saldamento fra i due pezzi costituenti I'apolisi basilare
(pre-e basioccipitale). II (iihercidwn pharijngeum c situato sulla linea
mediana c puo venire compreso fra due lincc riunienti idealmente in
senso trasversale gli estrcmi mediali ddle crislac sinoslosirac in avanti,
e le due crislac mmcularcs indietro.
Per riguardo agli organi die vengono in rapporto colla parte basi-
lare deH'occipitale, rilerisco (juanto si puo vedere da una dissezione un
po'accurata. Abbiamo innanzi tutto i due muscoli loncjus capitis a rectus
capitis anterior. II primo si attacca cranialmente, mediante un corto ten-
dine di forma cilindrica, alia parte di apolisi l)asilare posta lateralmente
al lnl)crcuii/in pkanjuijcuin ossia per tiitta la fovea parva. 11 secondo e
situato posteriormente e si attacca alia crisia muscularis.
Nella linea mediana Ira i due muscoli lunyhi del capo, si la strada
il fascio su))crliciale del lifiamenlum ohturatorium anterius, ossia it la-
— 35
rcrliis singnlarls di Wcitbi'cclit (2), clic giuslamentc dalla maggiur
l)aiio (legii aulori vione considerato come una prosecuzione o per nicglio
dire come rorigine del ////. lonfjilinlinale anlcrius. 11 suddetlo ligamento
giiinlo al tubercolo laringeo vi si attacca sii tutta la sua superiicie, con-
Ibndendosi lateralmente col corto e rotondo tendine del m. longus capitis.
Si ha |)ercio una figura ad T a branche ricurve. Lo spazio lasciato aperto
anteriormente viene occiipato dal connettivo clie costlluisce il ligamento
occipito-laringeo, attraverso al ([uale si fa strada la bi/rsa pharjjnym.
L'inserzionc del ligamento faringeo al tubercolo laringeo e dunque poco
estesa. Molto piii estesa e piii imj)oi1ante c la inserzione del /?//. longi-
hidinale antcrius; ma cio ha, secondo me, un ben aUro-signilicato.
Per potersi fare un concetto esatto sut come si Ibrmi il tubercolo
laringeo e su cio che rappresenti, e necessario ricorrere all'anatomia
comj)arata etl airend)riologia.
L" embriologia ci insegna che dobbiamo riguardare la |)arte basilare
deir occi])itale non come una Ibrmazione ossea a se, ma come la fusione
di un certo numero di segmenti scheletrici (secondo il Chiarugi (3),
nei mammiteri sono 4) simili al segmenti vertebrali del tronco. Dagli
studi di Froriep (i) sappiamo che i segmenti piu craniali che in seguito
si Ibndono tra di lore, presentano del caratteri di sviluppo sostanzialmente
simili a (juelli dclle altre vertebre. Egli distingue nello svilu])po di una
\ertebra tre periodi. Nel prime periodo si ha la Ibrmazione, attorno alia
corda dorsale, dell' arco vertebrale primitive che venti-almente si presenta
[)iii spesso a costituire cio che Fi-oriej) chiama IlijpocliordalsparKje o
lermaglio ipocordale. Nel secondo periodo, o di passaggio, la connessione
ti'a il primitive arco c la corda si indebolisce; si Ibrina caudalmente e
dorsalmente al primitivo arco, un corpo cai'tilagineo che e il |)iimo ab-
bozzo del coi'po vertebrale. L'arco \ertcbrale primitivo ed il lermaglio
ijjocordale I'imangono. Net 3/' pei'iodo o definitive si ha involuzione e
sparizione del lermaglio ipocordale, ossia delta porzione ventrale del-
I'arco primitivo, il quale nolle ])arti laterali si condrilica e si Ibnde in
una sola massa colla cartilaglne del corpo vertebrale.
Oucsti diUcrenli tre ])eriodi distingue Froriep anche nei segmenti
occipilali; naturalmentc in quest! non si possono riconoscere tutti i det-
lagli specialmente nei segmenti piii craniali che ben ))resto si Ibndono
assieme. (jo che a noi importa pero, e il latto che anche nella regionc
occi|)itale si forma il lermaglio ipocordale che e destinato in seguito,
come abbiamo visto, a sparire. Peru nella parte piii alia vi sono delle
Ibrmazioni che ci dicono come (jueslo lermaglio abbia la tendenza a pei-
sistere. Cosi Froriep ci dice che esse permane per un tenqto piii lungo
36
nclla seconda vertebra, c clic nella prima in liiogo di involversi, si con-
drilica j)rima, quiiidi si ossiliea c rimanc sotto forma di arco anteriore
dcll'atlantc.
I professori Laclii (o) c (]hiarugi (O'l iiiollre sliidiando il modo
di Ibrmazione del terzo condilo e dei processi basilari li consideraiio
come riidimenti di uii arco ipocordale. Andando anclie piii cranialmcnle
iioi troviamo iici segmenti occipitali, il tubercolo faringeo che io ci'cdo,
con Lachi (7), ripeta la stcssa origine.
I caralteri seguenti prescntati da alciini crani parlaiio in laNore
dcUa omodinamia tra le formazioni predettc, arco anteriore deH'atlanle,
condilo mediano e tnbercolo faringeo.
In uno di essi (fig. 2) si tralta dl iin comiine caso di sinostosi oc-
cipilo-atloidea. II tubercolo anteriore dell'arco dell'atlante /. a. abba-
stanza sviliippalo si continua senza linea di demarcazione col tubercolo
faringeo (. /. sviluppato esso j)ure e sotto la forma non tanto rara di
cresta fai'ingea. Ne risulta nella parte mediana dell' allante e deila j)arte
basilare fuse, una prominenza a forma di cresta percorrente lutto (|uesto
pezzo osseo.
Nella fig. 3 e rappresentalo un fatto presso a poco simile; non si
tratta piii di sinostosi occij)ito-atloidea, uia di un caso di condilo me-
diano. Questo (c. />?.) si continua col tubercolo faringeo (/. f.) immedia-
tamente auterioie, e solo un snperlicialissimo solco ci sta ad indicare
dove linisce Tuna formazione c dove comincia I'alfra. Alia base esse
sono completamente fuse.
Ouesti due casi, die non sono poi tanto raramenle riscontrabili. e
che diinoslrano la prosecuzione seriale di queste parti, danno ai)poggio
air idea che esse sicno analoghe serialmente.
Un' altro fatto che j)aila in favore delta omodinamia del tubercolo
faringeo col tubercolo dell'arco anteriore deH'atlante e col condilo me-
diano e il segucnte: Come si Nede nella Fig. i il tubercolo faringeo (7./.)
alcune volte (io I'ho tro\ato 2 volte su -500 crani) presenia nella sua
])arte mediana un solco piii o meno marcato che divide il tubercolo
stesso in una meta destra ed In una sinistra. Alia obbiezione che il solco
descritto possa esser dato da un vaso decori-ente in quel sito rispondo
col far notare che almcno noi-malmente ivi non decorre alcun vaso, e esi-
stendo doM'ebbe essere di dimensioni tali da coi"rispondere alia profon-
(lita del solco e percio facilmente apprezzabile. Ora, per (pianto abbia
ricercato, non ho trovato descritta tale anomala disposizione vascolarc.
IMuttosto io met to a confronto I'accenno di divisione in d\io parti del tu-
bercolo faringeo con la varieta non tanto frequente ad osservarsi nel-
37 —
I'arco anleriore (loiratlantc c di ciii io riprodiico iin cvidente esemplare
nclla Fig. o [a. /.), varicta doviita alia iion avvcniita uiiionc dei due piinti
ossoi die carallcrizzano la ossilicaziono dell'arco anleriore (Romiti e
Laclii 8).
II fatto deserillo o ranigiirato nella Fig. L trova anclie maggior so-
niiglianza in aleuni casi di condilo mediano. Quasi lulli gli aulori clie si
sono occu])ali di (jueslo argomenlo hanno deserillo delle osservazioni di
eondilo mediano diviso, cd a me place di notare clie il prof. Legge (9)
le raggruppa nella categoria di « Condili abnoi'mi congiunti o no con i
condili lalerali, ftisi Ira di loro^ ma non complelamonic, rosirrhr rinianr
ruslanlemcnle una Irarcia del la primifiva divisione.
Mi sono dato la cuia di riguardare anclie nei crani di mammifen
elie erano a mia disposizione. Nel coniglio, cane, galto, porco, monlone,
nella faccia inferiore della parte basilare deH'occijiilale si nola una cre-
sta ossea percorrente in senso antero-posleriorc e nella linea mediana
(juasi tutta Tajjolisi basilai'e. La cresta a dislanza variabile dal contorno
del gran foro occipitale raggiunge la sua massiina allezza e quindi va
(lolcemenle sl'uniando in avanti, ed indietro lino al contorno del gran
foro (Fig. 7, c. f.). Che la cresla ora descrilla sia omologa al tubercolo
faringeo dell'uomo non si |)uo neppure metlere in dubbio, |)oiclie anche
neH'uomo molto frequentemente si puo vedere il tubercolo costituito da
una cresta simile; tanto e vero che moiti aiitori tedesclii danno alia j)ro-
diizione ossea che ci occupa il nome di « crista pharyngea. » La Fig. (5
ci fa vedere chiaramente questa dis])osizione neirocci])ilale umano; serve
anche a far notare la grande somiglianza clie vi e fra la crisla j)liaryn-
gea umana e la omologa dei mammiferi.
Nei mammiferi citati la cresta suddetta non si liniiia all'apofisi basi-
lare, ma si ritrova scendendo caudahnente nolle j)rime vcrtebre cervicali,
ed e conosciuta col noinc di apofisi inferiore del corpo (Chauveau (10))
0 ipoapolisi (Milne Edwards (11)). Nel coniglio essa raggiunge il suo
massimo sviluppo nclla seconda vertebra; nella terza si vede ancora,
nella quarta e appena visibile, nella quinta manca del tutto (Fig. 8, i. p.).
Come appare chiaramente, nei mammiferi c ancora piii facile di ri-
portare la cresta faringea ad una produzione i])oaporisaria; essa e addi-
rillura simile a quella che si osserva nell'atlante, nelT epistrofeo ed in
genere nelle prime vcrtebre cervicali colla dillerenza pero, che in queste
si trova segmentata, ve ne lia una cloe per ogni segmento; neH'occipi-
tale invece trattandosi di segmenti fusi insieme la produzione ipoapofisa-
— 38 —
ria non j)rosenta sogmontazione; in allrc parole le ipoapofisi tloi sognioiiti
oci'ipitali lianno subito lo slesso processo di fusionc di qiiesti ed haniio
dato luogo alia crista pliar\ ngoa. Anche Fanaloinia com|)arata duiiipio
rallbrza la inia vodiila di coiisiderarc il tubcrcolo faringeo c la crosla I'a-
ringoa conie una produzionc ipoapollsaria.
*
* *
11 tcrniinc di ipoapofisi da nio adoporalo indica quella produziono
dci scgmonti vcrtebrali dell' adulto chc neH'cmbriono corris|)ondo alia
parte vontralc dcirarco vertebrate |)riniitivo, ^W IhjpochordnhpmKje di
Froriep. Nella inassinia parte dei casi e inipossibile di trovare nci
segmenti oceipitali un arco ipoapolisario completainenle disegnato come
si osserva neH'atlante o in qualclie esemplarc di lerzo condilo. (Yedi i
casi di listarella ossea del prof. Laclii(3)). Oiiasi senipre si ritrova solo
la pai-te mediana dell'arco (3" condilo e tubercolo laringeo}. Pci'6 nel cra-
nio che riproduco nella Fig. 9 sono accennate anche le parti laterali. 11
tubercolo faringeo (t. f.) ha una direzione ti-asversale e si continua la-
tcralmentc con due I'ialzi ossei, le cristap musn/lares, in niodo da dare
I'idea di un arco completo saldato al corpo del basiocci])italc. Ouesta
interpretazione e appoggiata anche dal fat to seguente. Si sa che i cosi
detti ])rocessi basilari sono stati ripoi'tali dal Chiarugi (7) a rudimenti
di arco ipocordalc spettante a quel segmento che colla porzione mediana
da luogo al tei'zo condilo. Se cio e vero per i processi basilari posti in
immediata vicinanza del gran foro occipitale, non credo che lo sia anche
|)ei' ([uelli che piii o nieno ne distano. Non nego che la produzionc di
(juesti nltimi I'iconosca la medesima origine, che rappresentino cioe ru-
dimenti di aico ipocordale, ma e molto pin probabile che raj)presentino
i rudimenti di un arco piii craniale. Ora nella fig. 10 si vede un pro-
cesso basilare (p. h.) che e distante undici inillimetri dal contorno del
gran foro occipitale e medialmente si continua col tubercolo faringeo.
In altre parole si ha una esagerazionc del fatto ra|)presentato nella fig. 9.
In (juesto caso le parti laterali dell' arco sono accennate piii che nel nor-
male, ma non esageratamenle; in quello della fig. 10 invece vi e stala
una esagerazione nello sviluppo di esse in modo da costituire un pro-
cesso basilai-e; nella stessa maniera che anche nel segmento piii caudale
della porzione occipitale possiamo avere le diverse gradazioni di lista-
I'clla ossea o di tubercolo (processo basilare).
Ora io mi domando se il tubercolo faringeo dell' occipitale umano
ci stia a raj)i)i'escntare ri|)oai)ofisi di uno o di i)iu segmenti. Natural-
mente n(ni posso dai'o una risposta matematicamenle esatta. ma dal-
— 39
I'osame di parecehi crani, o tcniilo eonlo del niodo con ciii questa forma-
zione si presenta, sono indotto a credere clie qiiaiulo il tubercolo faringeo
ripete la forma di crcsta longitiidinale, allora ra])pre.senta la ipoapofisi
di pill segmenti, pero dei segmenti occipitali piii caiidali; esso intatti
non si estende mai a quella i)arte di basiiare che costitiiisce il preba-
sioccipiUile. In aicuni crani in cui esiste iin conato di divisione fra il
lire ed il basioccipitale non ho visto mai il tubercolo laringeo oltrepassare
la linea di divisione di queste duo parti. In un caso (fig. 11) in cui il
conato di divisione sotto forma di una fessura (f.) abbastanza ampia,
trasvei-salc, risiede sulla linea mediana, e singolarmentc evidentc questo
fatto. In questo ultimo caso e negli altri simili il tubercolo laringeo (t. f.)
sta sempre posteriorinente alia divisione. Nei casi pero in cui si ha la
foi-ma vera e propria di tubercolo e non di crcsta, allora ci'cdo che
rappresenti la ipoapofisi di un solo segmento.
Riassumendo abbiamo veduto:
1° che, come il tubercolo dell'arco anteriore dell'atlante da in-
serzione a! JUjamcnlum lonfjitHdinalp aniprius^ anchc il tubercolo laringeo
da inserzione, pin die allro, alia stessa formazione ligamentosa ;
2° che, in casi di alterato sviluppo, si puo vederc il tubercolo
faringeo continuarsi e quasi fondersi col tubercolo dell' arco anteriore
dell'atlante e col condilo mediano che rappresentauo formazioni ipocordali;
3° che il tubercolo faringeo puo presentare, per condizioni ab-
normi di sviluppo, alcune \arieta presentate pure daH'arco anteriore
deH'atlante e dal condilo mediano;
i° che nei mammiferi inferiori airuomo vi ha perfetta corrispon-
dcnza di situazione e di forma tra la ipoapofisi dellc vcrlebre cervical!
e la crista phartjmjea;
y che e possibile talora di vedere accennato sul segmento della
parte basiiare dell' occipitale do\e ha sede il tubercolo faringeo, una
disposizione ad arco di cni la parte mediana e costituita dal tubercolo
faringeo stesso: eccezionalmente e possibile che una parte (lualunque di
questa formazione arcuata si s\iluppi in una prominenza ossea ; alia stessa
guisa che nei segmento piii caudate della stessa parte basiiare dell'oc-
cipitale possiamo avere nna listarella o un tubei'colo. osseo (process! ba-
silar! vicini al gran foro).
Per quest! fatti io credo di poter concludere che si debba dare al
luherculum pharyngeiim il signilicato di produzione ipocordale.
Bibliografla.
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(2) Woitbrecht. — Syiidosinologia, 1742. Pag. 84.
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(9) Lcgge. — Aiicora del coudilo occipitale mediano deU'aoiuo. — Camerino, 1885.
(10) (; li luvoau. — Traite d'anatomie coniparee des animanx doniostiques. — Paris. 1871. Pag. aO.
(11) Milno Edwards. — Lecons sur la phisiol. et I'anat. compareo. — T. X, P. I. Pag. 284.
Spiegazione delle figure.
Le figure sono state riprodotte dal vero per mezzo di fotografie. Indica.
zione generale: t. f. tubercolo faringeo.
Fm. 1. — Occipitale di feto quasi a termine.
Fig. 2. — Saldatura dell' atlante coll' occipitale. II tubercolo dell' arco anteriore
dell'atlante at. si continua senza linea di demarcazioue col tubercolo fa-
ringeo
Fig. 3. — Occipitale presentaiite il condilo mediano cm. die si continua col
tubercolo faringeo.
Fig. 4. — Tubercolo faringeo diviso in duo parti da un solco longitudinale.
Fig. 5. — Saldatura dell'atlante con 1' occipitale. Divisione dell' arco anteriore
dell' atlante at.
Fig. 6. Occipitale umano presentante il tubercolo faringeo a forma allungata
antero- posteriormente.
Fig. 7 — Cranio di coniglio adulto. — cf. e la cresta faringea.
Fig. 8. — Le prime 5 vertebre cervicali di coniglio adulto. — ip. e la ipoapofisi
delle vertebre.
Fig. 9. Occipitale presentante il tubercolo faringeo diretto trasversalmente.
Fig. 10. — P. b. processo basilare che medialmente si continua col tubercolo
faringeo.
Fig. 11. — Accenno alia divisione tra il pre- ed il basioccipitale. — /". e la fes-
sura trasversalo che indica la divisione.
H. ISTITUTO 03TETRIC0-GINF.C0L0G1C0 1)1 GKNOVA.
Di un piccolo corpo vescicolare
posto sulla volta del cervello anteriore di ud embrione umano,
lungo 3.5 mm. in linea retta
PEF- DoTT. FLORENZO D'ERCHIA. assistente.
fiicevuta il 12 gemiaio 1901.
i; vietata la riprodnzione.
Per Ic ragioni esposte al principio di una nota sulla corda dor-
sale (*), c per esscrmi gia una volla occujiafo degli organi, clio si svi-
(') F, D' Erchia. — Sulla struttara o sulle coiinos.sioui della iiotocorda in un embrione iiniano
dolla Inngli. di mm. 3 in linea votin. — Monitor e Zoologico Ital., Anno XII, fa^c. 1, 1901.
41 -
hi|)j)an() a spose di (|uclla rogiono del cci-\ollo antcriore clio si (lide-
reiizia in cerxello intermcdio 0, mi permetto di acccniiaro brevcmcnlo
ad nil ratio, chc poti-oi)bc loi-so avcio iniporlanza sia da iin |)unt() di
vista iieneralo, per gli slndii dcll'ontogonosi dclla nostra s[)ocie. sia da
un pnnto di vista speciale, per nieylio speciiicare il significato morlolo-
gico dcil'epilisi uniana.
Si tralta delta presenza di nn piccolo corpo vescicolare avenle la
forma di una lentc piano-convcssa, e posfo alia volta del futuro cervcllo
intcrmedio, in nn enil)rione Inngo 3-i) mm., e appaiienente ad nn novo,
sottoposto gia ad esamc, per to studio della strnttnra della placenta
nmana nei |)rimordi dello sviluppo (").
Delto corpo vescicolare preseiita la sua superflcie plana in intimo
con tat to col mesoderma, e rivolta in alto ; qiiella convessa, adagiala
strettamcntc sulla sostanza cercbrah;, e accolta in una Inlossainra semi-
circolarc scavata in questa.
Ouesta vescicola e sitnala un po' a sinistra della linea sagittale me-
diana. tenendo conto : 1" che I'embrione In taglialo in liO sezioni sa-
gitlali condotte da sinistra a destra e dalTavanti alT indletro ; 1'^ die
il coi'jio vescicolare si trova solo in ii sezioni, dalla il'^alla 'l"y^\ ;V' in-
line, che il conteggio delle sezioni lu lalto da sinistra a destra, gnar-
dando t'embrione dalla regione dorsale.
La delta vescicola presenta a considerare la sua sezione mediana
nella 23'"^ sezione, e nellaSl'^e 2o"^ si ])resenta tagliata in supcrlicie suite
sue jiareti laterali. In tal modo la cavita di detto corpo vescicolare e ben
dislinta in W sezioni, c cioe nella SS"", 2;V' e 21^^.
I. a sirifllura di esso e molto semplice : e costitnito da cellule la-
mellari, le (juali viste in supcrlicie prescntano un nucleo ovalai-e, pinl-
tosto vescicolare, mentre viste in sezioni si presenfano sotto forma di
cellule endoteliali, come quelle del vasi sanguigni, e fornite di nuclei al-
lungati.
Ouesta parete cosi cosfituita dalla sua parte convcssa si adagia
streltamenle alle cellule della sostanza cercbrale, in gran parte ridollo
in (juei piccoli elementi, che si Irovano nolle forme embrionali, che
secondo la classificazione di His -(iiacomini , Yann(t denominate
(ilrofiche.
(') F. D'Ercliiii. — Coritributo alio stuilio dulla volta del ccitoHo iutfriiiedio o della rogioiiu
paratisai-ia in eiubrioni di pesci e di iiiammiferi (cou 2 tav.) — Monitore Zoolof/ico Ital., anno VII,
fasc. 3 6 5, 1806.
{•) ¥. W Erchia. — Coiitributo alio studio dell' utero gravido e puerperale. — Attl della &'o-
cietd di Ostetricia e Ginecolor/ia, Vol. 5, 18US. Trad, in tedesco e xiubhl. nella Zeitschrift f. Geo.
u. Gyn. Band XI, H. 8.
M. Z.
— 4'2
La cavita di del to corpo vcscicolare non conliono ne corpiiscoli
bianclii nc rossi, e sarebbo del liill<» priva di elemcnti ligurali, so
in essa non si Ibssero spinle dellc celhile laniellari (listaccale dalla
parctc.
Quanto ai nipporti f/enelici di ([iieslo va)v\h) con la volta del t-er-
M'llo da una j)artc o coirccloderma daH'allra, senibia elie nclla scziono
21% dove la vescicola e sezionata supcrliciahnonte nclla sua parcle, \i
sia come una s|)ccie di continuazione cclhilare fra soslanza ccrebralc c
■|)aretc del corpo vescicolare. Pcro, considerando clie laiilo nel nicso-
dcrnia die ciicoiula il corpo vescicolare, quanlo nclla soslanza ccie-
brale abbondano (juei piccoli elenienli cellulari, del quali lio giii parlalo,
non 0 possibile stabilirc con sicurezza se i piccoli elenienli, die si nio-
strano sotio forma di una conliuuazionc cellulare tra paretc cercbrale e
superlicie eslerna del corpo vescicolare, rapprescntino F insicme di una
vera connessione esislente fra i due organi, e die jiossa stai'e a dinio-
slrarci Forigine del corpo vescicolare dalla volta del cervello anteriore.
L'ectoderina, poi, non ])resenla alciin rappoi'to diretto colla sudde-
scritta vescicola. Pero e degno d' interesse il \e(lere come il mcsoderma,
die e interj)osto tra eclodernia e parete supcriore plana ddla vescicola,
si assotligli, o die Fectoderma in (jiieslo punlo s' infossi come se avesse
teudenza a raggiungei'c la vescicola.
Lc cellule epildiali del riveslinienio eclodermico in (|uesto piinto
si presentano inoltre mollo piii basse di (|uelle circoslanti e contengono
del pigmenlo.
In base alio studio dei rapp(U-li e ddla slrullura del corpo \escico-
lare, e in base at niodo di com[)ortarsi delFectodcrnia nella reglone (»c-
cupata dal suddescritto coi-j)o, credo die si possa con una ceria ragione-
volezza, esdudere cbe il dctto corpo vescicolare sia una prodiizionc
artiliciale o una cavita linfatica o sanguigna. lliinarrebbe allora a pen-
sare cbe esso fosse probabilmente un (u-gano di sense rudimentalc, e
l»iu propriameute il rudiniento delFocdiio |)arielale dei i-etlili, del tullo
distinto dalla epilisi.
E \ero, pero, die la volta del cer\ello interniedio e Fepilisi nd iio-
stro case non ancora sono dilTcrenziati ; ma e da notare die nei reltili
Focdiio parietale si dillcrenzia un po' prima di tutti gli altri organi ddla
volta del cer\ello inlermedio, e die nd nosiro caso Fembrione lia siibilo
forse un ritardo nclla dill'ercnziazione dei siioi organi per dislur])i nu-
tritivi.
(^on (jueslo si polrebbe compreiideic la mancanza di corrdazione
die esiste tra lo sNilujipo del rudimenlo di (luel corpo vescicolare, die
— 4c
lonlanamonle |)arrcbijo iin riidiinenlo (Icll' occliio pai'iclalo, e la dilVcivn-
ziazionc dolla ^olta del cervcllo intermcdio e dei siioi organi.
La constalazionc di (|ii(sl() fallo, (jiiantiin(|iie inollo |)roblonialico
noir interprelazionc, ci j)ciiiicllercbbc, se si Irallasse rcahiienlc di un or-
gano ra|)|)rosentante il rudimenlo del terzo occliio dei rotlili, di rilcnero
clio Tuomo, per qiianto nella sua storia ontogenetiea ricapitoli breve-
nicnlo c succintamcntc la filogenesi, la i'ica|)itoli anclic dcltaglialamente;
0 clio la opilisi uiiiana, coino (|uella dei rellili c dci ntainiiiircii, sia una
prodnzionc a paiic da non confondersi col voro occliio pariclalc.
ISTliUTO III ZDOTOJIIA DKLF.A R. UNIVEKSITA DI PAKMA
DIItKTTU UAL I'liOK. l\ NEGUIMl.
ZTMiMERL DoTT. UAIBERTO, assistk.ntk.
Intorno ad un'anomalia delle ossa iiasali
in alcune specie di animali domestici.
(Con 5 figure).
Rioovutii il 2S oomiiiio 1001.
fi vietatii la riprodnzione.
Stimo cosa non priva di inlercssc rendcrc iiota un' aiiomalia da mo
osscrvata nelle ossa nasali di alcune specie di animali domestici, sia per-
clic da quanto mi consta nessun caso consimile e stato sino ad ora
descrilto negli animali stessi, sia ancora perche il signilicalo die a quella
ho crcduto attribuirc spiega alcune })ai1icolarita die normalmente si ri-
sconli'ano nelle dettc ossa.
L' anomalia in qucstionc e data dalla divisione delle ossa nasali per
sutura trasversale per niodo die ciascuna di esse viene ad ossore costi-
tuita da due pezzi ossci distinti, dei quali uno superiore die colle ossa
vicine conserva i rappoi'ti cbe si lianno nei casi normali, uno inlcriore
articolato soltanto colla parte superiore.
La prima di queste anomalie (fig. 1) notasi nel cranio di un bar-
dotto. In qucsto soggetto le due ossa nasali vengono diviso in due parti:
una su])criore ed una inferiore, in corrispondenza del piinto in cui si
articolano coll' apofisi nasale dell' osso incisivo.
II prime dei pezzi ossei risuitauti da questa divisione nella sua parte
superiore, per la forma e rap|)orti, non si scosta per nulla dalle ossa
44 —
iiasali iiorniali ; iiirononnonk' pero, anziclie conliiuiarsi ncl pioliinga-
nuMilo nasalo, si tcrniina biiiscamenlc in corrispondenza della sulura che
Di nolevolo qiicsia
por jjrovita chiamoro inrisiro-uasule fig. Il-S. I. X.'
parte j)i'cscnta ii suo nuirginc inferiore in-
cavalo internamente per una hingliezza di
due eentimotii, pei- modo che iinendosi con
quello deiralti'o lain forma iin'insenatura di
forma quasi I'cttaniiolaro la (jualo ricoi'da
cosi I' incavatura clic notasi nolle corrispon- jA
denli ossa doll' uomo o doi carnivori; (luo- |i -
slo margino inoltro o tagiiato a danno doila ,.'^"
faccia interna pei- !' articolazione colla paiie f|*;
inferiore.
. 11 second 0 pezzo osseo e di forma trian-
golare con una lungliezza di dieci centime-
li'i, ed ollVe a considerare due facco, die
nulla presenlano degno di nota, tre margini
e Ire angoli. !1 niai'gine sujieriore-esternc* e
mollo sotlile e si unisce per sutura squa-
mosa colla parte superiore, il niai-gine in-
terno si unisce per armonia con quello del-
I'allro lato, F inferiore esterno e libero,
degli angoli: il superiore si articola colla
prima parte; 1' esterno in parte colla piima
porzione, in parte coH'apolisi nasale dell'osso
incisivo; I'inferiore e libero e va a costiluiie
il prolunganiento Jiasale.
La j)arle inferiore unendosi colla pai'te
superiore I'iproduce nella forma le ossa na-
sal! normali degli equini.
Per poter stabilire se Tanomalia ora descritta avesse ([ualche signi-
ficato oj)pui'e appartenesse ad uno di quel casi teratologic! clie ancoi-a
sfuggono a qualsiasi spiegazione, ho esaminato una serie di 2()fi crani
a|)partenenti a varie specie di animal! domestici a linedi vedcre se fosse
slato |)ossibile trovare qualche cosa die ricordasse se non completamenle
almeno in parte il caso che sto illustrando [).
Negli equini sopra G7 casi csaminati ho li'ovato un cranio di cavallo.
del quale disgraziatamente se ne consei'va solo una mcta, in cui T osso
FiGi KA 1. — Crauio di biudotto.
STN sutura trasverso-uasale.
(') Sento il dovere di riiioraziare il cliiaiissiino Prof. Valdouio per avornii ))ornK'Sso di nsu-
tVnii'o di^l ricpo inatprial« appurtoiieiito al Gubiuotto di /ootociiia.
— 45 —
nasalo ancora osisUMile cd in ixtFoIIo slalo di conserNaziono, ripvoduce
(|iiasi osaltamcnte 1' anomalia dianzi dcscriUa (lig. 2).
In (|uesto easo la divisionc avvienc pure a breve distanza dalla
sulura incisivo-nasale, c I'linico ratio che la distinguere ((uesl' anomalia
da (juella osscrvata nel bardotlo consiste in cio che il margine inleriore
della parte siiperiore in ciii e diviso V osso nasale, anziclie esserc inca-
valo al suo lato interno, preseiita iin' insenatura nella parte mediana per
modo cheessa riproduce nella foi-ma le ossa nasali, come ordinariamente
si ossei'vano iiei l)o\ iiii.
FiGUKA 2. — Crauio appuilenento ad uu cavallu.
STN sutura trasverso-naaale. — SIN sutura iuciaivo-nas;ile.
La |)arle inleriore e pure di forma triangolaro con una lunghczza
di tredici centimetri o va a costituire il prolungamento nasale; di note-
vole qucsta porzionc presenta solo il margine superiore eonvesso e den-
tellato peradattarsi all' incavaliira corrispondente presenlata dalla parte
superiore.
1 due pezzi si uniscono Ira di loro pei* siitura deiitala. mentre nel
|)rimo caso si univano per sutura s(|uamosa: nel loro insieme riprodiicono
ancora la foi-ma delle ossa nasali normali.
In uii altro cranio a|)parlenente ad un asino, i prolunganienti na-
sali sono costituiti da due ossa a parte di forma o\alare e della lungliezza
di circa tre centimetri, e i-iunile alia parte suj)erioi-e inediante sulura
dentata in modo pcro die facile riesce il distaccarle ; ho slimalo couve-
nicntc riportarc anclie questo caso perche mi e sembralo die ricordasse,
sebbene non csattamente, le anomalie sopra menzionate.
Residui di divisione di uu osso nasale per sutura Irasversale ho po-
lulo notare ancora in un cranio di cavallo; in (|uesto, sebbene la sino-
stosi della sutura fosse com|)leta sopratutto al lato eslcrno, e non fosse
assolutamente possibilc la separazione dei due pezzi ossei |)er Tela avan-
zata deir animale, pur lullavia rimanevano evident! le Iraccc delF esi-
stenza della sutura, die ora poliemo anche chiamare per brevita fm-
— 46 —
.srerso-nnsale, cd anclie in qiicslo caso ossa avvcniva a bi'ovo dislaiiza
(lalla suliira incisivo-nasale.
Nell' (\same di (|iiesti crani ho poliilo nolare aiicoia come rie(|iien-
lemenle (18 casi s()|)ia ()7) le ossa nasali picsenlino al loro margine
estcrno libero ad una distanza da nno a due eentimetri dalla siilura in-
cisivo-nasale. ne! |)unto cioe in eui nei casi anormali descrilli corrisponde
la sulura Inisvrrsu-ndstile, uno s|)igolo sj)oi'genle doj)o il quale V osso sa
rapidamenfe assotligliandosi (fig. 3).
In alcnni casi poi non niollo rari (8 sopra 67) lie potuto osservaic.
in cori'ispondenza della saglienza oi-a acccnnata, nn'incisura die si |)i(i-
lungava in alio j)er nno (» due cenlinieiii lig. 3\
r"
l''lniii£A ?>. — t)sso nasulc di carallo clio iiiostra al sno margine lilieio cstoiiio
imo spigolo sagliente ed nii' iiicisiira.
Pcrtanto io credo die, dala la coslanza della posizione, non sarcbbe
illogico sn|)|)ori'e die lanto la sporgenza come V incisnra non ra|)presen-
lino allro die le tracce di una divisione ora inlerainente scom])arsa.
Ho avuto occasione di esaminare ancora due crani di Icti cquini,
in uno dei (|uali, dell' eta di due mesi, Ic ossa nasali, sebbenc fossero ([nasi
intei'amente ossilicate, si arrestavano bruscamentc a breve distanza dalla
sutura incisivo-nasale ed erano poi continuale da una lamina di tessnlo
fibroso; nel secondo, a termine di svilu|)|)o, ciascun osso nasale era co-
slituito da due pczzi ossei distinti e divisi fra di loro da una lamina di
tessuto libroso.
Crani con sutura trasverso-nasale lio potuto ancora osservare diia-
ramente nei suini. In (|uesti animali due sopra Irentotto presentano la
delta anomalia.
Nel j)rimo di questi crani la divisione dellc ossa nasali e completa
ed awienc in corrispondenza della parte supcriorc della sutura incisivo-
nasale per niodo die le due ossa vengono divise a meta (llg. i).
La parte sui)criore di notevole presenta soltanto il suo margine iii-
feriore denlellato, destinato ad unirsi perfettamente colla porzione inle-
riore dando hiogo cosi ad una vera sutura dentata. La pai'te inleriore
nulla presenta di notevole.
L' anomalia |)resentata dal secondo cranio si scosta da quella ora
— 47 —
descritta, pel Catfo chc la siilura trasverso-nasalo nun c complcta die
nell'osso cii dcslra; nel sinistro, invcce, si ha una profunda incavatura sul
niargine interno, la quale poi e occupata da un sccondo \wz7A) osseo clie
costiluisce il prolun^aniento nasale ; tanto da una parte ehe dall'altra
pei'6 i due pezzi ossei sono completamentc saldati insieme e solo riman-
gono le tracce evidenti della divisione. Anelic in (jueslo case si tiatta
(li un aniniale di eta niolto avanzata (iig. o).
FiGUUA 4. — Cranio di'suiuo.
STN sutnra trasveiso-uasalo.
OG osso del grngno.
FiGUKA 5. — Ciaiiio (li suiiio.
STN sntura trj.sveiso-iiasak
OG osso del 'Tncjno.
Ho potuto esaminare solo sedici erani di bovini i quali nidla pre-
scntavano di anormale,
Nci earnivori (112 eiani di rane) osscrvati nessiina anonialia pre-
sentavano nelle ossa nasali.
Ho esaminato ancora 20 crani a|)partenenti a |)ieeoli riiniinanti,
come puie 10 crani di cavia e due di coniglio, e solo nelle ossa nasali
di una ca\ia ho potuto nolare inleriormente cd al lato interno due pic-
coli ossicini sopraniunerari ; tracce di sutura trasverso-nasale, sebbenc
non molto evident!, ho notato ancora in una delle ossa nasali apparte-
nenli ad un cranio di coniglio.
48
Sopra (|ii('sl(,' iiltimc specie aniiDiili, come |)iiie s()|)ia allie noii an-
coia esaniiiiale, e mia iiileii/.ioiie riloriiare (jiiaiulo saiii a iiiia disposi-
zioiie 111) iiiaieriah; piii copioso e piii adallo.
Anoiiialie (lello ossa nasali, clie a mio awiso liamio slretto ra|)poi-t()
con (|iielle da mc osscr\atc iiegii aniinali domeslici, sono stale piii'e de-
scribe neir uomo.
.Mayer /) pole osscrvai'e, con una |)ercenliiale del i al 3 7„ , ^il-
r estreniila delle ossa nasali dne ossicini sopranunKMari. clie rilenni;
analoi;lu alTosso del ij^riigno dl alcmii Miaininiferi, c die cliianio col noine
di Inlrrnasali.
J[yrtl (- , die pure osser\6 un ossicino sopi'anumerario inciinealo
lia le ossa nasali, ci'ede die le ossa dal )la\er rilenule c(tnie oiiiolo-
glie a quelle del i;ri!^iio di cerli aniinali, rappresentino piiilloslo Fosso
prenasale de^li sdenlail.
Anclie il Valenti Q die Jia descrillo ((ualiro casi di anonialie
ddlo ossa nasali, in due di (jucsli nolo due ossicini sopranuinerari ndle
linea mcdiana die egli ritcnne con I'Hyrtl onioloi^lii all'osso prenasale
degli sdentali.
Ora, volendo trarre (jualche conclusione da (|uanto sono andalo espo-
ncndo scnza pero i)relendere di risolvere la (jueslione intorno al signi-
licato niorCologico di (|uestc anomalie, credo non sara ipolesi soverdiia-
inenle azzardala rattribuirc anclie ai casi da me descritii iiii valo'e
reversi\o, e cio sia per la rrc({iienza abbastanza nolevolc colla quale
della anomalia si presenla cogli stcssi caratteri in varie s])ecie di ani-
mali, sia ancora per il lalto die essa riproduce una disposizione normale
in alcuni animali die occupano un grado piii basso ndia scala zoologica.
Se ora si vuol meltere in rapporto le anomalie delle ossa nasali
pel" sulura trasverso-nasale o per ossa sopraiuimerarie colla dis|)osizione
chc normalniente lianno ([ueste ossa in alciine specie animali, si deve
innanzi tutto esdudere chc, tanto la parte inleriore risultanle da tale
divisione trasversale, come pure le ossa soprannumerarie, sieno oniologhe
air osso del grngno, come crede il Mayer, poiclie quest' anomalia si os-
serNa anclie nci suini die di laic osso sono lorniti (Fig. IV-Y 00): esse
devono (juindi coi rispondere piuttoslo al prenasale di alcuni sdentali.
Se tale signilicalo lianno le anomalie ora citate, si de\e ancora lo-
(') Mayor. — Archiv fur phiniol. hcilkuHde, IHI'J, p. 23b.
(•) Hyrtl. — Ocster. Zeitsck. fiir prakt. Ileilkunde, ISdl^ j». JO.
(^) y alonti. — Monitore Zoolofjico, 1801, p- 61.
49
gicamcnte ammettere chc il prokingamento nasalc di ciii sono forniti
ccrii aniniali dcbba ancli' esso cori'is|)on(lerc all' osso prenasale dcgli
sdcniali, il quale nei nostri aniniali supci-iori si trovercbbc c()ni|)lola-
nicnto luso coll' osso nasalc pci- niodo chc normalnicnlc non nc riinar-
I'cbbc liaccia alcuna.
Un ritorno quindi alia priniiliva disposizionc dcllc ossa nasali, at-
lualnicnlc ra|)i)icscntala ancoia dagii sdcniali, ncgli aniniali forniti di
prolungamcnto nasalc dcvc nccessarianicnlc picscniaisi con una divi-
sione trasversalc, menlic invccc ncgli aniniali chc di talc prolnnganicnlo
sono privi dcvc nianil'cslai'si colla pi'cscnza di ossa soj)ranunicraiic conic
nci casi dcscritti da 11 \ rll, Mayer c Valcnti ncll'uonio.
Dalle niic osservazioni faKc sopra gli aniniali, e da quelle del
Mayer, HyrtI c Valcnti snH'uonio, risulta ancora cvidente come la
divisione dcllc ossa nasali per sutura trasvcrsale sia |>iii tixMjuenIc nc-
gli aniniali forniti di prolungamcnto nasale chc in quclli chc nc sono
|)rivi. Ncgli equini inlatii ii crani sopra 68 presentavano (juesf ano-
malia con una j)erccnluale (juindi del 7 % circa, aslracndo da tutti
(|uelli die presentavano particolaritii che si potevano intcrprelare come
residui di una divisione poscia interamente scomparsa; nci suini 2 crani
sopra :]S presentavano la sutura trasverso-nasalc con una fre(|uenza
(juindi del 6 % circa, nci bovini c cani privi di j)rolunganiento nessun
cranio, sopra 128 osscrvati, prescntava traccie di sutura; ncll' uomo il
Mayer trovo nella |)ropoi'zione del 2 al 3 % dei crani, il Valcnti
r osservo ancora piii rai-amcntc.
Cio potrebbe avcre la sua ragione nci fatto che un fcnomeno
reversivo forse si manifesta piii facilniente nei primi in quanto chc in
cssi esiste gia, sebbene non perfettamente distinta, la parte oniologa a
(piclla rappresentata attualmente in alcuni sdentati dall'osso prenasale,
nicntre nei secondi privi di prokingamento dcvc manil'eslarsi con la for-
niazione di un nuovo centi'o di ossilicazione.
Oualunquc pero sia il signitlcato che si voglia attribuire alio ano-
malie oi'a descritte, riniane semprc dimostrato chc Ic ossa nasali dcgli
e(|uini e suini si sviluppano con una ccrta frequenza per due anziche per
un solo nucleo d'ossificazione, al contrario cioe di cio che all'erniano con-
coi'denicnte tutti i trattatisti.
Un tal niodo di sviluppo c state ancora animesso da Albrecht,
come riferisce il Debierre Q, c poscia dimostrato dal Livini (') per
(^) Debierre. — Trattato elementare di Anatoraia dell' tiomo. — Milano, Ed. F. Valhirdi.
(") Liviiii. — Varietii doUe ossa nasali. — Monit. Zool. It., 1898,11. 100.
— 50 —
1(^ ossa nasali (k'H'iiomo, dal (iii^Hioli '), dal Maggi (*), dal Uomili (;')
|)(M' alciiiH^ sciinnii(3.
So lo svilii|)|)o per diic micloi d'ossiCicaziune ei da lagionc dcdla di-
visionc, die lalvolta ossorvasi nolle ossa nasali nessiina luce pero esse
porta sul signilicalo niorfologico rappresentato da una tale anomalia, per
cui mi e seinbralo cosa non interanienle|)riva di iondanienlo il riceiTarno
la causa |)i-inia in un lenoniono atavico.
Studio coUettivo del peso dell' Encefalo negli Italiaiii.
Aflesio^ii.
Hanno aderilo alia nostra proposla di uno studio collet live del i)eso
deH'Encefalo ne.iili Italiani e collahorei-anno con noi: il Prof. (i. Roniili,
Diretlore delTIstituto Anatomicodi Pisa; il Prof. P. Lachi, Direltore dcl-
r Islituto Anatomico di Genova; il Prof. G. Valenti, Direttore dell'Isti-
tuto Anatomico di Bologna; il Prof. R. Staderini, Direttore deH'Istilulo
Anatomico di (Catania; il Prol\ U. Rossi, Direttore delT Islitulo Anato-
mico di Perugia; il Prof. L. Giannelli, Direttore dell'lstituto Anatomico
di Fcrrara; il Dott. C. Falcone, Libero Docente JielF Universita di Na-
poli; il Dott. A. IJovcro, Setlore nell'lstituto Anatomico di Torino; il
Dott. G. Cabibbe, Settore nell'Islituto Anatomico di Siena.
Tra colore die lianno approvato la nostra proposta segnaliamo il
Dott. Maggiore Piodolfo Livi. (/. r.
UNIONE ZOOLOGICA STALSArJA.
il ' Assemblea ordinaria e Convegno Zoologico NazionaSe in Napoli.
Nella prima Assemblea dell' Unione Zoologica italiana, tenutasi a Bolo-
gna nel settembre del 1900, fu designata Napoli a sede della seconda As-
semblea ordinaria e Convegno Zoologico nazionale, da tenersi nell' aprile
del 1901.
II Comitato ordinatore del Convegno, rairando sempre agli scopi della
(*) Giglioli. — Stufli eraniologici sul CimpiHizo. — Oenova, 1872.
(") Maggi. — Sopra una varietil morfologica dcllo ossa nasali o intcrmascellari noil' orango.
— Bend, d- R. 1st. Lomh., Serie 2'^, Vol. 24, Fasc. 0, 1891.
(■') Komiti. — Di una varisainia varietil delle ossa nasali o rti alcnno varic<:'» ncrvnap o nmsoo-
lari. - Atli d. R. Accad. FisiocriHci in Siena, Serie .3«, Vol. 3, 1883.
— 51 —
Unioue, invita pertanto ad intervenire a questa Assemblea e Convegno a nome
della Presidenza dell'U. Z. I., nou solo i socJ, ma aucora le altre Societa ita-
liane di Zoologia e di tutte le discipline affini e quanti in Italia si iuteres-
sano agli studii di biologia animale. E saranno ancora ospiti graditi tntti
quegli stranieri clie volessero onovare della loro presenza queste adunanze
della nostra Unione.
La adesione al Convegno Zoologico di Napoli dovra essere inviata
non oltre il 10 marzo 1901.
I soci dell' U. Z. I. che vorranno prender parte al Convegno dovranno
far pervenire al Segretario del Comitato ordinatore, dott. Carlo Patroin (Isti-
tuto Zoologico della E,. University di Napoli), L. 2 mediante cartolina-vaglia.
Essi riceveranno, entro il mese di marzo, una tessera d' iscrizione e le carte di
riconoscimento per usufruire del ribassi suUe ferrovie e sui piroscafi.
Gli estranei all' Unione godranno degli stessi vantaggi dei soci. La loro
quota di adesione e fissata pero in L. 5.
La tessera d'iscrizione da diritto a tutti gli aderenti a ritirare dalla Se-
greteria del Convegno in Napoli la tessera-programma, il distintivo del Con-
vegno e quanto altro a questo si riferisce (scontrini per gite, per banchetto
sociale ecc.)
L'iscrizione potra pure ottenersi direttamente nell'ufficio di Segreteria in
Napoli; in tal caso non si ha diritto a riduzioni sul prezzo del viaggio.
Tutti gli aderenti riceveranno il rendiconto dell' adunanza.
II programma del Convegno e stabilito come segue:
Martedi 9 aprile. — Riunione dell'ufficio di Presidenza e del Comitate
ordinatore.
Mercoledl 10 aprile. — Ore ant. - Seduta inaugurale nella R. Universita.
Ore pom.- Visita all' Acquario, agl'Istituti scian-
tifici dell'Universita ed ai Musei della Citta.
Giovedi 11 aprile. — Ore ant. - Gita nel golfo con pesca pelagica e visita
a Baia, Capri e Sorrento (colazione a Capri).
Venerdl 12 aprile — Ore ant. - Seduta scientifica e dimostrazioni.
■■> pom. idem idem
Sahato 13 aprile — Ore ant. - Seduta scientifica e dimostrazioni.
» pom. - Seduta amministrativa e cliiusura del
Convegno.
Alia sera Banchetto sociale.
Colore che intendono fare comunicazioni scientifiche, dimostrazioni di
preparati, ecc, sono pregati di darne notizia, possibilmente, nella prima quin-
dicina di marzo, con lettera al Segretario dell'Unione prof. Fr. Sav. Monticelli
(Istituto Zoologico, R. Universita — Napoli).
II Comitato si augura che i soci vorranno intervenire in gran immero
al Convegno di Napoli, dove li attende cordiale accoglienza.
II Comitato ordinatore
C. Paladino Presidente, Gr. Antonelli, A. Della
Valli:, Fr. Bassani, Fr. Say. Monticklli,
C. Patroni, Segretario.
52
Gita a Pompei
Chiuso il Convegno, si fara, il 14 aprile, per quegli intervenuti che vo-
lessero prendervi parte, e dato che si raggiunga un numero sufficiente di
adesioni, una gita a Porapei. La quota personale per questa gita e preventi-
vata in Lire otto circa, e comprende il prezzo del viaggio di andata e ritorno
da Napoli a Pompei e la colazione a Pompei. II ritorno a Napoli si eftettue-
rebbe in tempo per poterne ripartire coi treni della sera.
La Direzione del Museo e degli Scavi di Napoli e Pompei acconsente a
far guidare gli Zoologi^ nella visita della Citti morta, da un fiinzionario del
personale scientifico della Direzione stessa, ed a fare eseguiro uno scavo alia
loro presenza.
L'ingresso sara gratuito per gli intervenuti al Congresso.
N. B. Alia gita net golfo e relativa colazione a Capri, al banchetto sociale
ed alia escursione a Pompei potranno prender parte le Signore degli aderenti
ed anche persone estranee al Convegno da questi presentate.
Ufflcio di Presidenza per il 1901.
Parona Prof. Corrado, Prcsidente
Pavesi Prol'. Pietro, Emery Prof. Carlo, Vice-prcsidenti
Segretario-Cassiere^ Prof. Fr. Sav. Monticelli
Vicc-Sei/retar/o. Dott. Alessandro Ghig-i.
ELENCO DEI SOCI AL i GENNAIO 1901.
Acquisto Prof. Vincenzo. di Istologia. R. Qniversita. Palermo — "^'Andres
Prof. Angelo, di Zoologia ed Anatomia comparata. E,. Universita. Parma —
Antonelli Prof. Giovanni, di Anatomia umana. R. Universita. Napoli — Arba-
nasic Pietro. Cagliari — Arborio-Melli Conte Carlo. Vercelli — *Ariola Dott.
Vincenzo, Assistente uell' Istituto Zoologico. R. Universita. Genova — '^Arri-
goni Degli Oddi Dott. E., Libero docente di Zoologia. R. Universita. Padova —
Balducci Dott. Enrico, Assistente nel Museo di Zoologia ed Anatomia compa-
rata dei Vertebrati. R, Istituto Superiore. Firenze — BancM Dott. Arturo,
Aiuto nell' Istituto di Anatomia umana R. Istituto Superiore. Firenze. — Bas-
sani Prof. Francesco, di Geologia e Paleontologia. R. Universita. Napoli —
Bellini Prof. Rafifaello, di Storia Naturale, R. Scuola Tecnica. Chivasso —
Bellotti Dott. Cristofaro, Milano — -'Bentivoglio Prof. Tito, di Storia Naturale.
R. Liceo. Reggio (Emilia) — *Berlese Prof. Antonio, di Zoologia. R. Scuola
superiore di Agricoltura. Portici — *Berninzoni Dott. M., Aiuto nell" Isti-
tuto di Fisiologia. R. Universita. Genova — Bertacchini Prof. Pietro, Libero
docente di Istologia, Assistente nell' Istituto di Anatomia umana. R. Uni-
versita. Modena — Bertelli Prof. Dante, di Anatomia umana. R. Uni-
versita. Padova — Bezzi Prof. Mario, di Storia Naturale. R. Liceo. Son-
drio — ''Bignofti Dott. Gaetano , Assistente nell'Istituto di Zoologia ed
53 —
Anatomia Comparata. R. Uuiversita. Siena — '■ Bombicci Prof. Luigi, di Mineralo-
gia. R Universita. Bologna — *Borrelli Dott. Alfredo, Assistente Settore.E,. Mnseo
di Anatomia comparata. Torino — *Bnan Dott. Alessandro, Assistente onorario
nel MuseoZoologico. R. Universita. Genova — Buffa Dott. Pietro, Assistente nel-
ristituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Padova — ""Calzolari
Prof. Augusto, di Storia Naturale. R. Liceo. Ferrara — * Camerano Prof. Lorenzo,
di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Torino — Cannaviello Dott.
Enrico, Napoli — ■ Cajyoblanco Dott. Francesco, Assistente nell'Istituto di Isto-
logia e Fisologia generale. R. Universita. Napoli — Caruana-Gatto Conte Al-
fredo, Valletta (JMalta) — ''Cattaneo Prof. Giacomo, di Anatomia comparata.
R. Universita. Genova — Cavanna Prof. Guelfo, R. Provveditore agli studi.
Macerata — Ceccuni Dott. Giacomo, R. Istitato forestale. Vallombrosa — Chia-
rugi Prof. Giulio, di Anatomia umaua. R. Istituto Superiore. Firenze — Ciami-
clan Prof Giacomo, di Chimica. R. Universita Bologna — Ciofalo Prof. Sa-
verio, di Storia Naturale. Termini Imerese — ■Cogyi Prof. Alessandro, di
Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Siena — Cognetti Dott. Luigi,
Assistente nell'Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita.
Modena — Corti Dott. Emilio, Assistente ijeU'lstituto Zoologico. R. Universita.
Pavia — ■Crevatiu Dott. Francesco, Assistente nell'Istituto di Anatomia com-
parata. R. Uuiversita. Bologna — *Damiani Prof. Giacomo, di Storia Naturale.
R. Scuola Tecnica. Portoferraio — Be Amicis Prof. Giovanni Augusto, di
Storia Naturale. R. Liceo « Balbo ». Casale Monferrato — De Carlini Prof.
Angelo, di Storia Naturale. R. Liceo. Pavia — ""Delia Valle Prof. Antonio, di
Anatomia e Fisiologia comparate. R. Universita. Napoli — De Marchi Dott.
Marco, Museo Zoologico R. Universita di Pavia — Dervieux Dott. Luigi, To-
rino — De Stefani-Perez Dott. Teodosio, Assistente nell'Istituto Zoologico. R.
Universita di Palermo — ■'Diamare Dott. Vincenzo. 1" Coadiutore nell' Istituto
di Anatomia comparata. R. Universita. Napoli — Dodero Agostino, Sturla —
Dohrn Prof. Anton,, Direttore della Stazione Zoologica. Napoli (') — *Doria
Marchese Giacomo (Senatore del Regno). Direttore del Museo Civico di
Storia Naturale. Genova ~ Eisig Prof. Hugo, Vice-direttore della Stazione
Zoologica. Napoli — 'Emery Prof. Carlo, di Zoologia. R. Uuiversita. Bologna
— Fabani Dott. Sac. Carlo, Valle di Morbegno (Sondrio) — Fabbrini Prof,
fimilio, di Storia Naturale. R. Liceo. Lucca — -Faggioli Dott. Fausto, R. Uni-
versita. Genova — ■Fenizia Prof. Carlo, Napoli — Festa Dott. Enrico. Assi-
stente aggiunto nel Museo Zoologico. R. Universita. Torino — Ficalld Prof.
Eugenio, di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Padova — *Fioc-
chilli Dott. Giro, Moatebruciato {Stradella) — Flore Dott. Gaspare, Museo
Zoologico. R. Universita. Palermo — '•Fiori Prof. Andrea, di Storia Naturale.
R. Liceo « Galvani ». Bologna — 'Floret Prof. Eduardo, di Storia Naturale.
Scuola Normale « Laura Bassi ». Bologna — '''Foresti Dott. Ludovico, Bologna
— '•■ Fornasini Dott. Carlo, Assistente onorario nell'Istituto Geologico. R. Uni-
versita. Bologna — Frassetto Dott. Fabio. Museo Zoologico. Torino — Furlaal
Aleardo, R. Universita. Genova — '■Gay Dott. Michele, {Villar-Pellice). Pine-
rolo — Gestro Prof. Raffaello, Vice Direttore del Museo Civico di Storia Natu-
rale, Genova — *Ghigi Dott. Alessaudro. Assistente nell'Istituto Zoologico
(') Socio perpetuo.
54
R. Universita. Bologna — *Giacomini Prof. Ercole, di Zoologia ed Anatomia
comparata. Universita. Perugia — Giardina Dott. Andrea, Assistente nel-
ristituto Zoologico. R. Universita. Palermo — 'Giglio-Tos Prof. Ermanuo,
Assistente nel Museo Zoologico. R. Universita. Torino — '^'Giglioli-HUlyer
Prof. Eurico, di Zoologia ed Anatomia comparata dei Vertebrati. R. Istituto
Superiore. Firenze — Gnocchi Dott. Alessandro, Pavia — Grassi Prof. Gr. Bat-
tista, di Anatomia Comparata. R. Universita. Roma — ''^Imparati Prof. Edoardo,
di Storia Naturale. R. Scuola Normale, Ravenna — *Issel Dott. Raff'aello, di Geolo-
gia. R. Universita. Geneva — Jatta Dott. Giuseppe, Stazione Zoologica. Napoli —
■'■Jona Prof. Alfredo, Direttore del Museo Civico « Spallanzani».Reggio (Emilia) —
Kwietnieirski Dott. Casirairo, Assistente nell' Istituto Zoologico. R. Universita.
Padova — Lepri Dott. Giuseppe, Roma — Levi Dott. Giuseppe, Aiuto nell'Isti-
tuto di Anatomia umana. R. Istituto Superiore. Firenze — Lioy Prof. Paolo.
Vicenza — '■Livini Dott. Ferdinando, Aiuto nell' Istituto di Anatomia uma-
na. R. Istituto Superiore. Firenze — Lo Bianco Dott. Salvatore, Conservatore
nella Stazione Zoologica. Napoli — '''Longhi Prof. Paolo, di Storia Natu-
rale. R. Scuola Tecnica. Padova — *Maggi Prof. Leopoldo, di Anatomia Com-
parata. R. Universita. Pavia — *Mag7'etti Dott. Paolo. Milano — *MajoccIu
Prof. Domenico, di Dermosifilopatia. R. Universita. Bologna — Mantero Dott.
Giacomo, Assistente nel Museo Civico di Storia Naturale. Geneva — Marclii
Prof. Ezio, di Zootecnia. Universita. Perugia — Mariani Prof. Ernesto, Mu-
seo Civico di Storia Naturale. (Sezione di Geologia). Milano — Martorelli
Prof. Giaciuto, Museo Civico di Storia Naturale. Milano — *Mazza Prof. Fe-
lice, di Storia Naturale. R. Istituto Tecnico. Assistente nell'Istituto di Zoologia
ed Anatomia comparata. R. Universita. Cagliari — ■'MazzareUi Prof. Giuseppe,
di Zoologia ed Anatomia comparata. Museo Civico di Storia Naturale. Milano.
— Mingazziiii Prof. Pio, di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita.
Catania — '^ Monti prof. Achille, di Anatomia patologica. R. Universita. Pavia
■'■Monti Dott. Rina, Assistente nell'Istituto di Anatomia comparata. R. Univer-
sita. Pavia (') — '■' Monticelli Prof. Francesco Saverio, di Zoologia. R. Univer-
versitii. Napoli — *Neviani Prof. Antonio, di Storia Naturale. R. Liceo « Vi-
sconti s>. Roma — '''Nobili Dott. Giuseppe. Assistente nel Museo Zoologico. To-
i-ino — '■-Norsa Dott. Elisa, Assistente nell'Istituto di Zoologia. R. Universita.
Bologna — Ocldono Dott. Edoardo, 1" Assistente nell'Istituto di Anatomia
umana. R. Universita. Pavia— • Orlandi Dott. Sigismondo, Assistente nell'Isti-
tuto di Anatomia comparata. R. Universita. Geneva — *Paladino Prof. Gio-
vanni, di Istoiogia e Fisiologia generale. R. Universita. Napoli. — '■'Paravicini
Dott. Giuseppe, Milano — •Parana Prof. Corrado, di Zoologia. R. Universita.
Geneva — *Patroni Dott. Carlo, Coadiutore nell'Istituto Zoologico. R. Univer-
sita. Napoli — '-Pavesi Prof. Pietro, di Zoologia. R. Universita. Pavia — Pe-
racca Dott. Mario, Museo Zoologico. Torino — Pero Prof. Paolo, di Storia
Naturale. R. Liceo. Treviso — Perroncito Prof. Edoardo, Direttore della Scuola
Veterinaria. Torino — 'Picaglia Dott. Luigi, di Storia Naturale. R. Liceo.
Modena — Pierantoni Dott. Umberto, Assistente nell'Istituto Zoologico. R.
Universiti\. Napoli — '-'Pitzorno Dott Marco, Libero docente in Anatomia. As-
sistente nell'Istituto di Anatomia umana. Sassari — Porta Dott. Antonio, As-
sistente neir Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita.
(') Socio porpetuo.
55 —
Parma — Prates Carlo, Museo Zoologico. E. Universita. Napoli — Qnintieri
Dott. Luigi, Museo Zoologico. E. Universita. Napoli — '-liaffaele Prof. Fede-
rico, di Anatomia comparata e di Zoologia, E. Universita. Palermo — ''Biggio
Prof. Giuseppe, di Storia Naturale. E. Istituto Tecnico. Palermo -- Rizzardi
Prof. Umberto, Aggiunto al E. Istituto Tecnico. Pavia — '^Romiti Prof. Gu-
glielmo, di Anatomia umana. E. Universita. Pisa — Rosa Prof. Daniele, di
Zoologia ed Anatomia comparata. E. Universita. Modena. ''Russo Prof. Achille,
di Zoologia ed Anatomia comparata. E. Universita. Cagliari — '^Sacchi Prof
Maria, di Storia Naturale. E. Scuola Normale. Genova — Sala prof. Luigi, di
Anatomia umana. E. Universita. Pavia — Salvadori Conte Tommaso, Vice diret-
tore del Museo Zoologico. E. Universita, Torino — '■■ Sbrozzi Prot. Dino, Catte-
dra ambulante di Agricoltura. Eimini — *Senna Dott. Augelo, Libero docente
di Zoologia. E. Istituto Superiore, Firenze — Sergi Prof. Giuseppe, di Antro-
pologia. E. Universita. Eoma — *Setti Prof. Ernesto, di Storia Natu-
rals. E. Istituto Tecnico. Modica — "Simoni Prandi Dott. Luigi, Bologna.
— Sordelli Prof. Ferdinando, Museo Civico di Storia Naturale. Milano —
■'Staderini Prof. Eutilio, di Anatomia umana. E. Universita. Catania — Stossich
Prof. Michele, di Storia Naturale, Ginnasio Comunale. Trieste — Supino Dott.
Felice, Libero docente di Zoologia. E. Universita. Eoma — Tagliani Dott. Giu-
lio, Assistente nell' Istituto Zoologico. E. Universita. Napoli — Tanari Mar-
chese Luigi (Senatore del Eegno). Bologna — Taramelli Prof. Torquato, di
Geologia. E. Universita. Pavia — ''"Tosi Dott. Alessandro. Eimini — Tuvati
Coute Gianfranco. Milano — *Valenti Prof, Giulio. di Anatomia umana. E.
Universita. Bologna — Verson Prof. Enrico, Direttore della Stazione Bacolo-
gica. Padova — Vignoli Prof. Tito, Direttore del Museo Civico di Storia Na-
turale. Milano — '-^-Vinassa Prof. Paolo, Libero docente di Geologia e Paleonto-
logia. E. Universita. Bologna - Vinciguerra Prof. Decio, Direttore della E.
Stazione di Piscicoltura. Eoma — Wliitaker Giuseppe. Palermo.
Sono contrassegnati da un asterisco i nomi dei soci clie intervennero ed
aderirono alia prima Assemblea ordinaria dell'Unione e Convegno Zoologico
nazionale di Bologna nel settembre 1900. A questa intervennero ed aderirono
pure i seguenti signori non soci dell Unione.
Alzona Carlo - Atbertoni Prof. Pietro — Barhadoro Luigi — Bensa
Ing. Paolo — Bucknell Enrico — Bortolotti Ciro — Conti prof. Alberto —
Crevatin Dott. Bice — Fallardi Dott. Federico — Francia Dott. Tito — Guv-
vleri Prof. Eaffaele — Guerrini Dott. Guido — Pagani Dott. Umberto —
Pellacani Prof. Paolo — Veneziani Arnoldo — Altohello Dott, Giuseppe —
Bargagli Piero — Lanino Ing. Giuseppe -- Luigioni Paolo — Morini Prof,
Fausto — Pantanelli I'rof. Dante — StefaneUi Prof. Pietro — Del Guercio
Prof. Giacomo.
tm ♦-
NOTIZIE
Nuove nomine:
Sala D''. Luigi, Professore di Anatomia umana normale nella Universita
di Ferrara, e stato nominate ordlnario della stessa disciplina nella E. Uni-
versita di Pavia.
— 56 —
Raffaelo D'", Federico, Professore straordinario di Zoologia, Anato-
inia e Fisiologia comparate nella R. Universita di Palermo, e stato nominato
ordinario dello sfcesso insegiiamento nella R. Universita di Messina.
Rosa D''. Daniel e, Professore straordinario di Zoologia, Anatomia e
Fisiologia comparate nella R. Universita di Sassari, e stato nominate straor-
dinario dello stesso insegnamento nella R. Universita di Modena.
— Si e costituita una Societa Italiana di Biologia per promovere lo stu-
dio delle Scienze biologiche e tatto quanto interessa e riguarda i progressi
generali e 1' insegnamento di questt; discipline.
Le adesioni possono essere inviate al Prof. Giulio Fan o, via Gino Cap-
poui, N" 3, Firenze.
— Dal 16 al 19 settembre di quest"anno sara tenuto in Torino il V" Con-
gresso iiiternazionale dei Fisiologhi. Durante il Congresso avra luogo una
Esposizione internazionale di apparecchi, di preparazioni microscopiche e di
tutto cio che puo interessare lo studio della Biologia. La Stazione Zoologica
di Napoli esporra gli animali raarini piu utili per la Fisiologia comparata.
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(//i^f-^^ 6rrw^
m
(Pubblicazioui Italiaiie di Zoolog-ia, Anatomia, Einbriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DAI DOTTOKI
GIULIO CHIARUGI
EUGENIO FIGALBI
Prof, (li Aiiatomiu umaiia
iiel K. Istituto tli Stiuli .Super, in Fireuze
Prof. <li Aiiatoiuia coiup. e Zooloc
iiella It. I'liiversita di Padova
Ufficio di Direzione ed Amministrazione ; I^litiUo Anatoniico , Fi)
13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. S5.
XII Anno
Firenze, Marzo 1901
isr. 3
SOMMARIO : Comunicazioni Originali: Porta A., La secrezione della spuma
jiella Apkropliora. — Favaro Q., Le pieghe lateral! del solco vestibolare supe-
riore della bocca. — Caradonna Q., Ilicerche sulla costituzione del plesso bra-
chiale, sulla distiibuzione dei suoi rami termiuali e suiranastomosi frail nerve
museolo-cutaaeo ed il uervo mediano negli equini. (Con tavole II e III). (Con-
tinua). — Pag. 57-75.
Studio collettivo del pkso uicli/ excefalo negli italiani: Adesioui. — Pag. 75-76.
Avvertei)za
Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni-
tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione.
COMUNICAZIONI ORIGINALI
ISTITUTO DI ZOOLOGIA El) ANATOMIA COMPAKATA DEIjI.A R. UNIVEUSITA DI PARMA.
La secrezione della spuma nella Aphrophora.
NOTA CRITICA DEI. DoiT. ANTONIO PORTA.
liiciviita il 5 luaizo PJOl.
ii vietata la riproduzione.
Aveiido aviito occasioiie di ri|)assare i lavori j)ubblicati nel ^< Zoo-
logischer Anzeiger » durante ranno 1000, la inia altcnzionc hi attirata
da una nota prevenlha di Max (Jruner « Beilmje zur Frafje des
Aftersecreles (lev Schaumciraden » (Zoologisclier Anzeiger Band. XXIil,
N. 621, pag. 431, agosto 1900). Tale argomento non poteva a meno di
inlercssarnii, ({ualora si pensi che io pure, un inese innanzi alia sopra
M. z.
— 58 —
eitala nola, avovo dato alio stam|)t' im lavoro, in ciii Irallavo la stcssa
(|uoslioiio : « Hiccrrlic sulla Apkrophora spiimavia L. » (llciuliconti del
R. 1st. Lombardo di Sc. c Lell., Scrio II, Vol. XXXIli, lugliu IJHIO).
In qiiesto mio lavoro, fniltodi liinghe c j)azienti ricerclic, io Irallai
della sccrczione, dclla lorma/ione o del signlficalo della spunia, del-
I'analisl chiinica del li{|uido secrelo, deH'organo clie lo produee, e dl
altre particolarl slriiltui'e della Aphrophoni spumaria. lo lessl ([uiiidi
con curiosita la nota del Gruner (clie del. mio lavoro non la alcun
acccnno), credendo ch' Egii portasse allro conlribiito di nuovc ricerehe;
ina la mia cui'iosila, bisogna clie lo conlessi, lii delusa, avendo Egli ri-
pctuto idee vecchie dandogli una interpietazione propria, ma errata.
Io qui riassumero i diversi punti tratlati dal Gruner, opponendo
i risultati delle mie ricerehe, clie secondo il mio debole a\viso mi pare
vengano ad esaurire la ([uestione.
Egli dapprima dice clie il signidcato della spuma secreta dalla
Aphrophora., venne da lui scojierto per mezzo di alcunc osservazioni
latte sulle formiclie, osservazioni clie gli permisero di concludei-e clie
questa secrezione serve alle larve di Aphrophora come mezzo di difesa
contro le formiclie, e qualclie altro nemico.
Questa non c certo una scoperta perclie in tal modo parlano tutti
gli entomologi die di (juesto argomento si occuparono.
Ed io pure nel mio lavoro conferniai questa ipotesi, aggiungendo
ancora, die la formazione della spunia e un mezzo di |)rotezione contro
il prosciugamento causato dall'azione dell' aria.
Premesso il significato della secrezione, il Griiner viene a dcscri-
vere il modo di presentarsi di questo secrete, e dice die subito dopo die
le larve si sono stabilite su un ramo per succliiare, si vedono nel lalo an-
teriore deU'ultimo paio di pleuriti addominali presentarsi bolle dl sdiiuma
formate negli spazi vuoti a foi-ma di tasca. Queste osservazioni secondo
lui si possono collegare in (jucsta maniera die, per le contrazioni ritmi-
clie deiraddome, vengono insorti nella parte terminate delF intestino
spazi di aria rarefatta, die stabiliscono I'ldteriore lUisso del liquido con-
tenuto neir intestino, e linalmente la sua uscita dall'ano.
Per salvare cajira e cavoli Egli soggiunge die questa uscita non si
lascia osservare con sicurezza, ma die bisogna accettare (jiiesta ipotesi,
per la mancanza di piii con\eniente apertura del corpo. Posto do, edata
la caratleristica posizione dell' animate colla testa in giu, il secrete anale
tluisce nel menzionato spazio Nuoto tasciforme, e qui viene gonliato in
sdiiuma dall'aria die escc dalle ullime paia di stigme, forse anclie dal-
r ultimo.
59
Ouesto secondo il (ji-unci" sarobbe il modo di Ibrinazione e di se-
crezione della si)iinia. Ouesta interj)retazione non e iiuova perche gli
aiilori haiiiio h(mh|)i-c parhilo in qiieslo senso, eosi, il Lcssona (Storia
Natiiralo liiiislial;), Parle i'\ Aiiimali liiverlebrali, Milauo, E. Sonzogno,
1892, pag. 488) dice : « Ouesta spuiua vieiie cmessa dall'ano in forma
di gas cho V inscllo si la scivularc soUo, ciirvando inleiiormenle la
|)iinla deiraddomc ; le bolle chc vongono |)rod()Ue successivanu'nte e
rilcngono del gas rinchiuso denlro alia loro viscosita, Ibrmaiio 1' ani-
masso spumoso ».
Nelle mie ricerehe non mi lasciai suggeslionare dai risultati otte-
nnii dagll allii prima di me, e inlrapresi qneslo sindio, animato da un
unico sentimento, quello di appurare con diligenle osservazione il vero.
Le mie asj)irazioni non furono delnse, ma bensi giunsi a risultati
nuo\i e importanti per la scienza.
lo osservai che posla una larva, accuratamente asciugata dal suo
iuNokiero, so))ra un ramoscello vi si arrampicava rapidamente, e che
lissalasi poi nella |)osizionc migliore, la protrazione dei segmenti addo-
minali, necessaria j)cr la secrezione, si faceva piii spcssa, e che dopo
un certo tempo una goccia di li(juido limpido copriva il doi'so delta
lar\a, e si dilfondeva in causa della sua vischiosita per tutto 11 corpo.
Ouando 1' insetto e coperlo di liquido, comincia la |)roduzione delle bolle.
Esso solleva la punta dell' addome fuori del liijuido, ed apre due
s|)ecie di branche che si trovano nell' ultiino segmento (nono) ; con
(juesle imprigiona aria che immerge net licjuido cui'vando T addome, e
cosi forma delle gallozzole le (piali ivi son trattenule essendo il liquido
vischioso. Mediante gli ultimi segmenti addominale, e le gambe, distri-
bnisce poi regolamente queste bollo aitorno a tutto il corpo.
Ouestc osservazioni con mia compiacenza vennero confermate dal
VyoW Morse (A. Bubble^ liloirinij Insect^ Reprinted from Ap[)letons' Po-
pular Science for May, 1!}()0).
Tonie si ^ede il modo di formazione della schiuma, non e cosi com-
plicato come io osserNo 11 (J i- infer, i.a sua ipolesi |)oi circa I'escila del
li(juido dall'ano, non c meno errata. L'esame della suj)erlicie chitinosa
esterna del dorso di una Aphrophoni^ tratlala con una sohizione di os-
sido di |)olassio idrato aH'alcool, moslia i diversi scleriti perforati da
minuti pertugi |)erfetlamenle rolondi, con dianHdro [)ressoche eguale, e
irregolarmente disseminati.
Facendo delle sezioni trasversali e sagittali, si Irova che a ciascun
foro corrispondono internamente piccolo cellule o meglio glandole uni-
cellulari, poco distintc dalle cellule dell' ipoderma, e che nei punti in
60 —
cui i (ori si aggruppano, sono tanto abbondanti, da (orniare iino stialo
quasi conliniio, clic insicme a poclio cellulo dcU' ipodernia tappczza in-
ternamente lo strato cliilinoso. Oueste glandolo sono ovali, con diamctro
massinio di 4 [j. circa, (Zeiss. Ob. F. Oc. 2. Tubo cliiuso) plasma granu-
loso, c nucleo distinto. Sono disposic alia base del canale escretore in
nunicro di cinque, sei o anche meno, e non sempre sono distinle le une
dalle altrc. Ad esse spetta I'ullicio specialc delia secrezionc del li(iuido,
che poi forma, come ho detto, la spuma colla quale si avvolge 1' inselto.
I pertugi ne sono lo sbocco, e sono costiluiti da un canale escretore
che misura in larghezza 2 -x e in lunghezza lino a \i [x (Ingr. idem).
II Griiner si domanda [)oi come avviene la respirazione dell' ani-
male con tale involucre.
Secondo le sue osservazioni restremita addominale di solilo sporge
dalla massa di schiuma, con gli ullimi paia di stigmi, e medianle questi
nolle tracliee puo entrare I'aria sufliciente alia respirazione.
Secondo le mic osservazioni oltre questo mezzo, \e ne e un'allro,
e molto importante, ed e la respirazione per mezzo di brancliic cheesi-
stono ai lali del setlimo ed ottavo segmento.
Yenendo in lino alia natura chimica del li(|uido, il (Iriiner da
I'analisi (juantitaliva della sostanza organica e inorganica, senza pero
venire alia parte piii importante, quclla dell' analisi qualitativa, per
poter determinare la natura del licjuido, c il perchc del suo potere spu-
meggiante.
Dalle analisi chimiche eseguite, io posso concludere che il liquido
segregato dall' Aphrophora, deve la sua lacolta di spumeggiare molto
verosimilmente alia presenza di una piccola quantita di sostanza muci-
lagginosa, e i suoi principali costituenti sono carbonate di calcio che
vi si trova sciolto per opera di acido carbonico, e un sale di potassio
ad acido organico, il ([uale acido non pote essere detinito stante I'esi-
guita del prodotto.
('oncludendo diro che il Ciriincr col suo lavoro non porlo alcun
nuo\o contributo alia scienza, ma bens'i non lece che rij)ctere \ecchie
ed errate ipotesi, accettando le asserzioni delle autorita in mateiia
senza alcun conlrollo.
Febbraio 1901.
— 61 —
ISTITUTO ANATOMICO DI PADOVA.
Le pieghe lateral! del solco vestibolare superiore della bocca.
GIUSEPPE FAVARO, Studbnte del VF Corso.
Ricovuta. il 30 niarzo 1901
fi vietata la riproduzione.
Nel mio lavoro suUc pieghe laterali inferiori {Le pieg/ie laterali del
solco vestibolare inferiore, ecc. — Atti del R. Istitiito Vciieto, 1899-900,
Tomo LIX, Parte II) ricordai pieghe del solco vestibolare superiore. Un
cenno su tali formazioni ncU' uomo ho pure dato nello studio suite pie-
ghe laterali nei pazzi e criminali [Le pieghe laterali dei solchi vestibo-
lari, ecc, con aggiunte di C. Lombroso in 3o2 pazzi e criminali. Arch,
di Psichiatria, Sc. |)enali ed Antr. criminate, 1901, Vol. XXII, Fasc. I).
In un prossimo lavoro sulla Morfologia comparata e sullo Sviluppo
del vestibolo orale trattero estesamente ancho di (pieste pieghe; per
ora mi limito a darne una sommaria descrizionc.
Mentre nel solco inferiore ho determinato la presenza di una sola
piega laterale, nel solco supei'iore esistono invece due pieglic per cia-
scun lato, una interna ed una esterna. La presenza dell' una esclude
di solito quella dell' altra. Esse partecipano dei caratteri generali
della inleriore. La |)iega laterale interna e omologa a (piesta per la
sede, essendo in rapporlo con 1' intervallo tra il canino, o gli inci-
sivi se questo manca, ed i premolari. Si riscontra nei Pcrissodattili, Ar-
tiodattili, Roditori. La piega laterale esterna e invece in rai)porto con
la corona dei premolari, variando un po' nella sede a seconda del nu-
mero di questi. Essa e pro|)ria ai Carnivori. Nolle Scimmie da me esa-
minate (Macacus) ho trovato solo la piega interna. Nell' uomo invece
compariscono con notevole frequenza associate la ])iega laterale interna
e la esterna. Quella puo spostarsi leggermente verso il giogo alveolare
del canino: questa e in ra|)|)orto con 1' intervallo tra prime e secondo
premolare e puo subire essa pure lievissimi spostamenti.
Insicme con tali foi-mazioni ho osservato, specie nel solco superiore,
lateralmente al frenulo labiate una piega parafrenulare j)ari e simme-
trica nei Carnivori, la quale |)u6 comparire in altre specie non escluso
r uomo.
— 62 —
Ricerohe sulla costituzione del plesso bracliiale, sulla distribuzione
dei suoi rami terminali e suU'anastomosi fra il nervo muscolc-
cutaneo ed il nervo mediano negli equini
DEI,
DoTT. GIAMBATTISTA CARADONXA
PROKESSORE INCARICATO OI ANM'OMIA NORMALE E TOPOGUAFICA VETERINAKIA
NRl.LA UNIVERSITA DI PERUGIA.
(Con Tavole II e III).
Ricevata il 24 fobbraio 1001.
E vietata la riproiluzione.
I. — Ragiom del prksemk lavoro.
II motivo die mi ha indollo a trattaro (|ucsto argomento e I'iiitima
convinzione die esse potra intcressare ad iin tempo rAnatomia e la
Fisiologia, e potra dare andie alia Palologia iin immense e prezioso
aiiito, (juaiido da! campo delta pura speciilazione scientilica vieii traspor-
tata in quello delle [)ratidie applieazioni. E siccome le (piestioni die
interessano le spesso ignote lesioni degli arti antcriori sono quasi sem-
pre dovute ad alterazioni del sistema nervoso, cos\ mi sembra die lo
stabllire con piii i)recisione, di quanto non si fece fino ad ora, la costi-
tuzione del plesso bracliiale e la origin** e dislribuzione dei nervi del
plesso stesso, possa portare quella utilila pialica die viene sj)esso invo-
cata dalle ricerhe anatomiche.
Nell' esporre i metodi e no! dare i risultati relatix i alle niie osser-
vazioni, non ho avuto preconcetti, ho voluto sempre vedere con i miei
ocelli e toccare con le mie mani tuttocio die i preparati mi mostra-
vano ; ho voluto compiere da me tutle le piii minute e (utili manipola-
zioni con un metodo costante e con queiracciiratezza die la esigenza di
una iireparazione cosi ddicata lo coinpoi-ta\a, sicuro in tal mode di ol-
tenere in me stesso e provocare negli altri un'esatta, limpida e sincera
rappresentazione dei fatti.
II. — Note bibliografiche.
Gli antichi anatomici descrissero diversamente la costituzione del
, plesso brachiale del cavallo.
— 63
Ciivier(') o Lc\ li(*) descrivono il plesso brachiale come costitiiito
dalle tre iiltime paia tlei nervi cervicali e da qiiello del priino iiervo
dorsale. II Lcyli aggiiinge inoltrc alciini fUetli provenientidal simpalico.
11 Leroy (^) e De Sanctis c Local el li (^) lo considerano costi-
liiito (lai cordon! anteriori delle iiltime quattro paia dci nervi cervicali
e dal ])rimo dorsale, da dove si dipartono non solo i nervi per gli art!
anteriori, ma ancora alcuni cordoni minori destinati alia sostanza dei
mnscoli scapolari, toracici ed agii integumenti di (pieste })arti.
11 (Jirard (■'), il Mangosio {^) ed il Lavocat (') dall'associazione
delle due ultime paia cervicali c dalle due prime dorsali, alle qnali il
Lavocat aggiunge un ramo del ganglio cervicale inferiore.
Inline il Latosse(*), il Bourgelat (^), il Ciiyer et Alix C"), il
Franck("), lo Cliauveau et Arloing (*^) 1' Etlcmberger e Banm(*^)
descrivono il plesso brachiale costituilo dal scsto, settimo ed oltavo paio
cervicale e dal primo e secondo ])aio dei nervi dorsali. 11 Lemoigne('*)
nolle sue pregiate tavole schematiclie di angiologia e neurologia ha di-
segnato il plesso brachiale costituilo dalle stesse paia di nervi, dando a
ciascuna di esse i rami terminali che vanno a formare.
Nella classica opera dello Cliauveau et Arloing ('^) troviamo piii
dettagliatamente descritta tale costituzione, giacche non interamente
queste cin<[ue paia di nervi formano il plesso brachiale. Infatti essi si
esprimono in ([uesto modo : « 11 sesto paio cervicale non concorre alia
formazione di questo plesso che per un piccolo filetto che pi'oviene dal
suo ramo diaframmatico. I due seguenti vi si porlano lulli interamente;
(') I'nvier. — Lecoiis d'anatomie coinparfie. T. IT. Paris, lS05,pag. 264.
(-) Leyh. — Anatomie des auiinanx doinestiques (Trad, di Zundel). Paris, 1871, pag. 548.
(^J Leroy. — Istitazioni di auatoiuia coiuparativa degli auimali domestici. T. //, Sez. II. Mila-
no, 1810, pag. 111.
(^) Ue Sanctis e Locatolli. — Compendio di anatomia comparata. Napoli, 1870, pag. 621.
(^) Grirard. — Trait6 d'anatoinie v6terinaire. T. II. Paris, 1841, pag. 363.
('') Mangosio. — Trattato di anatoraia descrittiva e flsiologia veterinaria. Torino, 1843, Parte III
[Splacnologia), pag. 294.
C) Lavocat. — Traito coinple.t de I'anatomie dos aniinanx doinestiqnes. Vol. V. Paris, 1848,
pag, 335.
C) Lafosae. — Cours d'Hippiatriqne on ti'aito coniplet de la medicine des chevanx. Paris, 1772,
pag. 140.
1^) Bourgelat. — Compendio anatomico del corpo del cavallo. Belluno, 1778, pag. 363. — Ele-
ments de I'art v6t6rinaire. (Eecis anatomique du corps dn cheval). T. I. Paris, 1807 , pag. 386. - Zoo-
teraie ou anatomie compar6e. Paris, 1767.
('") Cuyer et Alix. — Le cheval. Paris, 1886, pag. 531.
(") Franck. — Handbucli anatomie der Haustiore. Stuttgart. 1883, pag. 1047.
{^) Cliauveau et Arloing. — Traite d'anatomio comparoe des animaux domestiquo. Ed. IV.
Paris.
('^) Ellemberger u. Baum. — Topographische anatomie des Pferdes. Berlin, i893, pag, 5. —
Handbuch der vergleichenden Anatomie der Hausthiere. Berlin, 1900, pag. 819.
{}*) Lemoigno. — Schema di angiologia e neurologia. Lit. lionchi. Milano, 1S68, lav. XII.
(*^) Chauveau et Arloing. — Loc. cit.
— 64
lo stesso il priiiu) |)ai(> dorsalo ad eccezionc del |)iccolo ramuscolo clie
costituisce il prinio nervo intorcostalo. In (|uant() al raino fornito dal
secondo dorsalc csso iion ra|)])rescnta chc una niolto i)iccola parte della
sua brauca inleriore, coslituendo il reslo il grosso nervo intercoslale ».
Ad eccezione di qucsti piii aulorevoli scrittori di Iratlati di Anato-
niia Veterinaria e (*oin|)arala e di allri piecoli maniiali in cui la descri-
zione del j)lesso bracliiale e falla piii o nieno inconijiletamenle sotlo la
guida di quelli, non abbianio lavori speciali che ci diano un'esatta e scru-
-polosa desci'izioue del plesso brachiale. E, come si e veduto, non tutti
sono stati d'accordo nel deterniinare le paia di nervi che vanno a cosli-
luirlo. eonie pure non tulti lianno lo stesso criterio nel descrivere i rami
che da (piesto plesso si dipartono per 1' innervazione dell' arto anieriore
e delle parti ad esso circostanli. Non solo, ma ])er (pianto limilala sol-
la nto a pochi recenti autori lo studio della origine del rami terminali,
|)ur tuttavia queste ricerche son ben lonlanc da un fondamento sicuro e
da una ricerca seria e coscienziosa.
Sulla distribuzione poi dei rami terminali del plesso si lianno, specie
dal classico trattato dello Cliauveau ed Arloing e dall' ultimo trattato
di Ellemberger e Baum, delle insullicienti descrizioni, per quanto i
rapporti ed il decoi-so di essi siano forse lro|)po minutamente trattati.
111. — Metodi di preparazionk e di ricerca che sono stati adoperati.
Le numerose preparazioni fatte prima di intraprendere queste ri-
cerche mi avevano |)ersuaso gia che il metodo migiiore, piii adatto e piii
comodo per ottenere la dimostrazione e la integrita del plesso brachiale
e de' suoi rami terminali e quelle suggerito dal Prof. Pa pi, ma con
(|ualche piccola variante, sia per essere piii sollecito nella preparazione,
sia per essere in grade di poter utilizzare tutte le volte che mi fosse
state possibile i j)lessi dei due arti dello stesso animate.
Quando di un animate poteva utilizzare solo un lato, seguii pcrfetta-
mente i suoi dettati (') ; poneva cioe Tanimale sul fianco stesso in cui
doveva preparare il plesso; esportava le costole del lato opposto, i visct'ri
del cavo toracico e ievava una porzione del muscolo lungo llessore del
collo in corrispondenza del primo, secondo e terzo corpo delle vertebre
dorsali, coiravverlenza di non intaccare il cordone nervoso del secondo
dorsale che si trova immedialamente sottojiosto. Esportava le costole ed 1
(*) Pa pi. — Awerteuze relative alia preparazione (lei plesso brachiale ed alle radici da cni 'ha
origine il nervo dentate o respiratorio di C. Bell. Gazzelta Medico Veterinaria, 1873, pag. 249.
— 05 —
muscoli intercostali rispettando il imiseolo iiraiule dontato e grande dor-
sale; sollevava con precauzioiie qiiesti inuscoli eon Tinlcnto di non ledere
i loro rami nervosi ; toglieva tntto il connettiNo die avvolge il ])lesso, e
niette\a nettamente alio seoporto Uitti i snoi rami. Omisi solo di espor-
tare porzione dei corpi delle vertebre cervicali e dorsali da dove eseono i
tronchi nervosi costituenti il plesso. Ouando pero polelli ntilizzare i due
arti (lello stesso animale, allora segai nel mezzo la colonna vertebrale e lo
sterno ed operai separatamente nei due arti col metodo indicato.
Fatta la preparazione del plesso e de'suoi rami terminali, tagliava
ciascuno dei suoi cordoni cervicali e dorsali in corris|)ondenza del foro di
coniiigazione delle vertebre, tagliava quindi ciascuno dei lami terminali,
previa preparazione, legando separatamente i monconi con nn lilo por-
tante una placca metallica ove era impresso un numero e separaAa tutti
questi cordoni daH'arto. In tal modo i numei'i di ciascuna placca metal-
lica mi lasciavano la indicazione o del ramo terminale o di quello di ori-
gine del plesso. (ao tatto disjioneva il fascio di ner\i su di una grande
bacinella al fondodella quale aveva lasciato congelare uno strato di circa
un centimetro di cera, e con s|)illi tissava il plesso sn di essa per sotto-
|)orlo alia macerazione.
La tecnica della macerazione In ancli'essa oggetto di ricerche clie
eseguii pi'inia di adoperare i plessi. Doveva ottenere la macerazione del
connettivo interlibrillare dei nervi senza clie la sostanza nervosa risen-
tisse soverchiamente deH'agente macerante onde |)oter seguire poi i sin-
goli fascetti di ciascun nervo fino aH'origine loro.
Proxando su pezzi di ner^o esportati dal cadavere Aidi die la ma-
cerazione prolungata in acqua portava il dissolviniento del connettivo in-
terfibrillare ma macerava eccessivamente anche il tessuto nervoso. Le
soluzioni anche leggere di acido cloridrico o di acido nitrico mentre
macerano il connettivo riducono in poltiglia la sostanza nervosa ; le so-
luzioni di acido cloridrico hanno un'azione piii pronta di quella del-
Tacido nitrico. L'acido acetico glaciale adoperato in soluzione al o ])er 100
mi ha dato dei risultati assolutaniente sorprendenti, ed e (|uello appunto
che ho adoperato nella macerazione di tutti i plessi cui e soggetto il pre-
sente lavoro. Sara bene j)ero che faccia nolo un fatto singolare: per eco-
nomia di spesa volli ])rovare per la macerazione le soluzioni di acido ace-
tico pirolegnoso, e nelle ripetute prove fatte vidi con sorpresa che esso
aveva nessun'azione macerante ne del connettivo ne del tessuto nervoso.
Per ottenere quindi la macerazione del plesso disposto come ho in-
dicato, in una bacinella e lissalo con si)illi su cera, versa\a in essa una
M. z.
6G
soliizione al o por 100 di aeido aeetico glaciale e lasciava ii preparato iier
quarantolto a sessanla ore. Esportava il plesso dalla bacinella o lo (lis|)o-
neva sopra una la\()Iclla di legno nera e con 1' aiiito dclle pinze o dedi
aghi da niicroscopio, separava delicataniente i lascetti nervosi tra di l(tro,
i qiiali erano divLMUiti sisibili per la trasparenza e lacihnente di\isil)ili
per la consistenza gelatinosa die il connettivo aveva acquistata.
In tal niodo con la massima precisione e sicnrezza giungeva da un
nionc(»ne di un nervo terniinale ai nionconi delle radici dei nervi spinali
costituenti il jtiesso determinando cosi con la piii scrupolosa esattezza
Torigine di ciascuna di esse hranche terniinali.
Imniensa t'u la pazienza occorsa per una s\ delicata preparazione
come grande fii il teni|)o pei- il completo dissecamento dei fasci nervosi.
I plessi da nie ))reparati sono stati 50, di ciii 17 di cavallo, 14 di
cavalla, II di asino, 6 di asina, 5 di mulo e 2 di miila. I piii importanti
per le particolarita clie presentavano lurono Iblogralati prima di sollo-
porli alia macerazione.
IV. — HiSlLTATI OTTENITI.
A. Costitnzione di-'l plesso hrachiale (Ta\ . 1).
il plesso bracliiale e costitiiito dal sesto, settimo ed ottaxo paio dei
nervi cervicali e dal primo e sccondo paio dei nervi dorsali,
Una tal costitnzione fn pei- la prima volta desciitta dal Houi-gelat ^)
ed io r ho trovata costante in tutti i |)reparati senza eccezione di sorta
esenzaclie alcuno di essi mi abbiano dato mai il benelie minimo dubbio
dell'assenza o deiraggiiinta delle radici di alcuni di essi nervi. La riu-
nione di queste branche nervose che provengono dal midollo s|)inale
forma un plesso nervoso e n(in un ganglio come lo chiamava il Bour-
gelat, dal quale si partono dei rami die vanno a distribuirsi nelT arto
anteriore, nelle masse nuiscolari ad esso circostanti e nella j)elle.
Air opposto di quello die dicono gli autori, dalle niie osservazioni
risulta cLe nessuna di queste radici nervose vanno completamente a
costituire il plesso. Infatti il sesto |)aio dei nervi cervicali concorre alia
forniazione del plesso, come dicono (lliauveau ed Arloing, per
mezzo di un i-amo che si distacca dal ramo diaframmatico di questo
nervo in vicinanza della sua oiigine. II settimo ed ottavo paio vi con-
coiTono |)er la loro maggior parte, lolti due rami non molto considere-
voli che si distaccano in vicinanza delta loro uscita dal foro rachideo e
(') Bourgelat. — Loc. eit.
— 67 —
die dirigendosi dorsal men te vanno iiisieme a formare il nervo del mii-
scolo grande dentate o nervo respiratorio di (Uirlo liell. Dall' ottavo
inoltre si dislacca un'altra branca clie si imnierge nel nniscolo hingo
flessore del collo. Ouesti due nervi per la lore eniergenza diretta dalle
radici nervose del settimo ed ottavo, non dovrebbero essere compresi
fra i rami del plesso braehiale, purtutlavia ho creduto di non tralasciare
il ioro esame, vista la grande importanza dei rapporti col plesso e con
le i)ai-li da esso innervate. II prime nervo dorsale concorre anch' esso
alia formazione del plesso, tolto il piccolo ramuscolo clie costituisce il
prime nervo intercostale. Prima di uscire dalla cavita toracica circon-
dando la prima costola si accolla una piccola branca |)roveniente dal
secondo nervo dorsale e riceve alcuni rami anastomotici provenienii dal
ganglio cervicale inferiore del gran simpatico.
L' intreccio delle cint|ue paia di nervi spinali costituite, come e
state indicate, si fa in mode costante salvo alcuna eccezione. E situate
fra i due scaleni ed a livello della testa delta jirima costola ; grossola-
namente ha la figura di un elisse allungato diretto indietro ed in basso
con la estremita anterioi-e data dalT incontro della branca del sesto
nervo cervicale col settimo, e la |)oslei'iore dalla eniergenza dal plesso
dei nervi cubitale e mediano.
11 tipo cosi descritto di composizione del plesso braehiale 1' ho ri-
scontrato nella grandissima maggioi'anza dei casi pei'6 in alcuni prepa-
rali ho osservato delle varieta clie non possono essere trascurate.
Nella preparazione N. 18, late sinistro di un asino intero, ho ri-
scontrato che il sesto paio dei nervi cranici piuttosto che addossarsi al
settimo e con esso formare 1' estremita anteiiore del plesso, si divideva
in due branche. una delle quali andava a gettarsi e costituire parte delle
fibre del nervo soprascapolare ; I'allra s' immergeva nella massa del
plesso all'altezza dell' ottavo nervo cervicale.
In un altro preparato, IS. 30, late destro di un asino castrate, il
sesto nervo cervicale era diviso in due branche poco dope la sua ori-
gine, delle quali, la superiore andava ad incontrare, come noi'iiialmente
avviene, il settimo nervo cervicale, e la inferiore, passando al disopra
del nervo soprascapolare, andava isolatamente a costituire una delle
branche di origine del nervo muscolo-cutaneo immergendosi in esso a
circa un centimetre e mezzo al disotto della sua eniergenza dal plesso.
Una terza varieta V ho riscontrata nel preparato N. 6 appartenente
ad un asino, lato sinistro, in cui dall'ottavo paio dei nervi cervicali
partiva un iiletto nervoso perfettamente isolate che si dirigeva trasver-
salmente in avanti, passava al disopra del nervo ascellare, fra questo ed
— 68
il nervo niiiscolo-ciitaneo e si |)ortava al nervo soprascapolare iinendosi
alio altro libre a circa due centimetri dalla sua emergenza dal plesso.
\i. OrUjine e (Ushihuzione dei rami coUatemli
e trnninali del plesso hrachiale.
La origine dei rami enianati dal j)lesso brachiale e stata da poclii
auloi'i studiata, e di questi non tutti sono d'accordo nell'ainniettere un
li|)o unico e definito di origine. In quanto pui alia distribuzione, le de-
scrizioni date anclie dai ])iu accurati traltatisti sono assolutaniente in-
sut'licienti. Non e per (juesto die mi proponga (|ui di fare una descri-
zione minuta e particolareggiata di ciascun nervo, solo indicare con
precisione la loro distribuzione in un muscolo od in un gru])po di mu-
scoli ed il loro percoi'so nella estensione degli stessi. In tal mod;} si
potranno avere dei dati certi della intluenza clie una branca od un ramo
nervoso puo esercilare su di un muscolo o su una |)arte di esso.
1. IScrviis fhoraralis lonrjifs. — Xer\o al muscolo gi'ande dentate o
ner\o respiratorio di Carlo Bell.
Orifjine. — 11 nervo destinato al muscolo grande dentate nasce co-
stantemente dal settimo ed otta\o paio dei nervi cervicali, non appena
essi sono usciti dagli spazi intertrasversari. La sua origine e data da
due cordoni nervosi clie dope breve tragitto si fondono ])er costituire il
nervo, senza che essi abbiano rapporti col plesso.
Riguardo alia origine di questo nervo il Prof. Paj)i (0 rettiiico I'er-
rore commesso da Chauveau ed Arloing nella loro prima edizione
del trattato di Anatomia comparata degli animali domestici, e malgrado
mantenuto nelle successive, di far j)rovenire cioe questo nervo dal seslo
e settimo paio cervicale. In tuiti i miei preparati il nervo respiratorio
di C. Re 11 r ho trovato provenire dal settimo ed ottavo come fu descritto
dal Pa pi.
Dislribnzione. — Ouesto nervo si distribuisce al muscolo grande
dentate. Dope aver percorsa la sua faccia esterna per un terzo della sua
larghezza, si espande a ventaglio ed alcune fibre si portano in alto verso
I'origine del muscolo, alt re in basso fornendo ordinariamente un fila-
mento a ciascuna dentellatura.
2. Neri'O del muscolo liiufjo flessore del collo.
E questo un sottile ramo nervoso che si origina costantemente dal-
I'ottavo paio dei nervi cervicali in vicinanza dell'emergenza della branca
(') Papi. — Avvertenze relative alia prepiirazione del plesso brachiale ed alleradici da cai ha ori-
gine il nervo dentato o respiratorio di C. Bell. Gazzetta Medica Yeterinaria, 1873, pag. 249.
— 69
del norvo respiratorio di (]. Hell. Esso ben tosto si affoiula nel nuiscolo
lungo llessore del collo diNldendosi in due rami; I'uno anteriorc clie si
distribuisee alia corrispondente |)orzi(»ne niuscolare, I'altro posteriore clie
si porta al restanle posteriore del inuseolo stesso.
Questo lilamento nervoso destinato al niuscolo lungo flessore del
collo non vieiie descritfo da ncssun autore di Anatoniia Veterinai-ia.
3. Nerrus suprnscapularis. — Ner\o soprascapolare.
Origriic — II nervo soprascapolare si origina dalla estreniita ante-
riore del plesso bracliiale ; esso e eostituito ordinariamente da fibre del
sesto, settimo ed ottavo paio del nervi eervicali. In due lati destri di ca-
\allo (') ; in uno destro di asino (^) ; in due sinistri di cavallo ('); in due
destri y) ed in nn slnisti'o di asina (' ; ed in due sinistri di eavalla (^)
(juesto nervo lia avuto origine ^olo dal seslo e seltinio paio dei ner\i
eervicali. Non tro\ai traccie del sesto paio, ma eostituito dal solo settimo
ed ottavo cervicale in due lati destri f) ed in due sinistri di cavallo (*) ;
ed in un sinistro di asino. f ) La sua origine adunque presenta molte
varieta.
Dishibuzione. — Al passaggio IVa it muscolo sottoscapolare ed an-
tispinato, il nervo soprascapolare da alcuni sottili ramuseoli a quel mu-
scolo; compare quindi nella fossa antispinata distribuendo numerosi
rami su|)eriori ed interiori al muscolo dello stesso nome; atlraversa,
semi)re a contatto dell'osso, la Ibssa antispinata delta scapola avvolgendo
il margine inferiore delta spina acromiana e si esaurisce mediante molte-
plici rami divergenti nello spessore del muscolo retrospinato.
EIASSUNTO.
Origine
70 per cento dal Vr, VIP VHP .
20 per cento dal VP, VIP
10 per cento dal VIP, VHP
Dishibuzione
Rami al muscolo sottoscapolare
Rami al muscolo antispinato
Rami al muscolo retrospinato.
{. Nerims subscapulares. — Nervo sottoscapolare.
Onfjine. — 11 nervo sottoscapolare non ha un' origine costante. II
piii spesso I'ho veduto originarc dal sesto e settimo nervo cervicale;
(') Osservazione n. 10 e 50.
(*) Osservazione n. 30.
(') Osservazione n. I e 20.
{^) Osservazione n. 27 e 28.
(5) Osservazione n. 26.
(8) Osservazione n. 16 e 41.
(') Osservazione n. 12 e 48.
(') Osservazione n. 9 e 11.
(**) Osservazione n. 18.
— 70 —
|)(M(') ii) sci lali dcstri di cavallo ('); in un destro di asino ("); in due
sinislri di cavallo (^) ed uno sinistro di asino ('*) era costituito da librc
|)rovenienli dal solo settimo paio cervicale. In aitri setle casi: cioe in
un lalo desiro di cavallo (^); in un deslro di asino ("}; in un sinistro di
cavallo ('); in un destio di cavalla (") ed in Ire sinistri pure di cavallaO
era cosliluilo dal setlimo ed oltavo |)aio di nervi cervical!. In soli tre
casi Irovaichc il seslo, settimo ed otta\o j)aio ccrvicali concorrevano alia
formazione di qucsto nervo, e cioe nel lato sinistro di un cavallo (*"); nel
sinistro di un'asina ("); e nel lato destro dl un mulo ('■).
La sua variahilita di origine e in relazione anche con la variabilita
delta sua emergenza dal plesso. Tutte le volte die I' ho veduto oiiginarsi
dal sesto e settimo paio, emergeva dal |)lcsso con due branche, clie
entrambe avcvano elenienti delle due paia di ner\i da cui provenivano;
quando invece prendeva origine dal settimo e dalFottavo, la branca
superiore era esclusivamente di|)endente dal settimo, la inferiore dal-
rottavo. In due casi ove ossei'vai che il nervo sottoscapolare proveniva
dal sesto, settimo ed ottavo paio, la branca superiore aveva elementi
del seslo e del settimo, la inleriore del settimo e dell' ottavo, la (juale
non si originava dal plesso ma era in uno dei casi una collaterale del
nervo ascellare (osservazione N. II) e nell'altro una divisione del nei'vo
at nuiscolo grande rotondo (osservazione N. Sfi).
In un prej)arato, lato destro di asino (") ho constatata un'anasto-
mosi Ira il nei'vo ascellare e la bi'anca inleriore del nervo sottoscapo-
lare. In (juesto caso il nervo sottosca|)()lare aveva origine dal sesto e
settimo paio cervicale e gli elementi dell' otiavo gli pervenivano daH'ana-
stomosi inviata dall' ascellare e che i)ren(levano parte soltanto alia for-
mazione della branca inferiore.
Dixlrihitzionr. — Ouesto nervo costituito di una branca superiore
ed una branca inferiore si esaurisce nel muscolo sottoscapolare. La
branca superiore si divide toslo in due rami che si portano, 1' uno ai
(>) Osservazione n. 2, 10, 12, 30. 48, 50.
(*) Osservazione n. 7
(^) Ossorvazioue n. 1 o 9.
C*) Osservazione n. G.
(5) Osservazione n. 15.
(") Osservazione n. 17.
(') Osservazione n. 20.
(") Osservazione n. 13.
(") Osservazione n. 14, IC, 19.
('") Osservazione n. 11.
(") Osservazione n. 26.
(*^) Osservazione n. 42.
('^) Osservazione u. 30.
71 —
I'asci anleriori Paliro ai posteriori del muscoio sotloscapolare e si esau-
riscono iieila sua ineta superiore. La branca iiilerioro ])iu grossa delia
|)rece(ienle, c, come si e veduto, soggella a moile \aiieta lia una ((M'lui-
nazionc costante, cioe si porta ad iniicr\are i lasci modi ed inieriori del
muscoio sotloscapolare.
RTASSUNTO.
Origine \ Distrihuzione
60 per cento dal VF, VIF | Al muscoio sottoscapolare.
20 per cento dal VII*^
14 per cento dal VIF, VJIP
6 per cento dal VI^ VIF, VIIF.
;■). Ncrri/s miiscoJo-ciilunetis. — Nervo muscolo-cutaneo; n. bracciale
anieriore; n. cutaueo esterno; n. bracciale cutaneo eslerno;ii. perforante
del (^asserio; n. radio cutaneo; n. cutaneo laterale di llenle; ramus
magnus nervi mediani di Arnold; radio cutaneo di Chaussier.
■ Oriyine. — II nervo muscolo-cutaneo nasce dal plesso bracliiale con
un sol tronco e le sue fibre ordinai'ianiente provengono dal settimo ed
otiavo ]);iio dei nervi cervicali. In (|uaitro casi: due lati destri di ca-
valla ('); uno destro 0 e Faltro sinistro di cavallo (') ed in un desiro
di asino C) Iw riscontrato clie Ic fibi-e del nervo-muscolo-culaneo jiro-
venivano dal sesto, settimo ed ottavo paio.
Disfrihfzione. — II ner\o muscolo-cutaneo giunto all'altezza dell'ar-
teria ascellare fornisce delle bianclie collaterali ai muscoli anteriori del
braccio. In (piesfo ])unto si dislaccn un ramo clie s'insinua fra le due
branche del muscoio coraco-omerale e (|ui fornisce: un lilctlo destinato alia
porzione superficiale di questo muscoio; un altro lilelto piii esile per la
porzione pi'ofonda; ed un tei'zo che si esaurisce net terzo superiore del
muscoio corto flessore dell'antibraccio. Un ramo anteriore che costi-
tuisce un'altra branca collaterale del nervo muscolo-cutaneo e il nei'vo
del bicipitc il quale nella sua laccia profonda si divide in due rami che
si risolvono ordinariamente in piii liluzzi destinati ciascuno alle due
porzioni del bicipite.
In quattro preparazioni di grossi ca\alli ho potuto dissecarc un
piccolo ramuscolo che si distaccava dalla branca anteriore destinata al
bicipite e s'insinuava nel foro di nutrizione dell'omero.
(*) Osservazione n. 8 e 40.
{°) Oaservazioi'e n. 50.
(3) Osservazione n. 11.
C*) Osservazione n. 30.
— 72 — .
('onio (liniostroro in appresso, I'anastomosi esistento Ira il iiervo
iniiscolo-c'ulaiu'o cd il ncrvo inediano non devc considerarsi come una
lusionc dello libro di (juolio con (|iioslo, ma solamonte un accoUamonto
0 mcglio una ])iii o meno tardiva divisione del cutaneo dal modiano.
Ouindi la branca anastomotica non sara clic la continuazione del nervo
nuiscolo-ciitanco, i cui i rami terminali sono rapi)rosentali dal nervo
ciilaneus anlibrarhii Infemlis o nervo sotloculaneo antibraccialo e dal
I'amo destinato alia porzionc inferioi'c del muscolo corto ilessore del-
r antibraccio.
Queste due branche die riunile si distaccano dal mediano, all'al-
tezza della meta dell'omero ])assano al disotlo del muscolo bicipite e
toslo si (lividono nel ramo destinato al muscolo corto Ilessore dell'an-
tibraccio e nel ramo sottocutaneo antibraccialo clie fatlo superficiale
nella laccia esterna delK antibraccio dii ])rima due ramuscoli al muscolo
stei'no-aponeurotico, cjuindi si sdoppia in due filamenti sottocutanei die
corrono sulla faccia esterna dell'aponeurosi antibracciale e die accom-
pagnano con le loro divisioni le due vene sottocutaneo dell' antibraccio.
II lilamento anteriore termina sulla pelle della laccia anieriore delld re-
gione del carpo; il posteriore biforcato verso il (juarto inferiore del radio
giunge con uno dei suoi rami nella guaina car|)ea e nella cute, con I'al-
tro fin presso la regione del nodello.
RIASSUNTO.
Origine
90 per cento dal VIP, YIIY . . .
10 per cento dal YF, Yir, VHP
n) Branche
coliaterali
b) Rami
terminali
Distribuzione
un filetto alia porzione superfi-
ciale del muscolo coraco-
omerale.
un filetto alia porzione profon-
da dello stesso rauscolo.
un filetto al corto flessore del-
1' antibraccio.
un ramo al muscolo bicipite.
un filetto al foro di nutrizione
dell' omero.
ramo al muscolo corto flessore
deir antibraccio.
un filetto al muscolo sterno-
aponeurotico.
due rami sottocutanei.
6. Nervus axillaris. — Nervo ascellare c circumflesso.
Orifjine. — 11 nei'vo ascellare o circumllesso i)rende la sua origine
dal settimo ed ottavo paio dei nervi cervicali. Solo in tre preparati vidi
concorrervi anclie qualche filetto del sesto; e cioe: nel lato destro e si-
73
nistro di iin asino (') c nol lalo deslro di iiii caNallo (^); ed in allri Ire
cscmplari cioc: duo ncl lalo siiiistro di cavallo (') cd uiio iiel siiiislro di
asino (^) vidi agginn^orsi scarsi lilolli del prinio paio doi noi-vi dorsali.
Dislr/fzioiic. — Onosto norxo nianda nn iirinio lanio collaloialo die
si |)()ila al nuiscolo grande lolondo o ciie Iia olonionli dol setlinio o dol-
rollavo paio dci noivi corvicaii. Esso ])en toslo si dixido in Ire hianelie
delie ({nali: una superiorc clie eorro per un eeilo lialto nel soico Ira
(|ueslo niuscoio cd il solloscapolare c si esauriscc nella parle superiore
del grande lotondo; una niediana e I'altra inferiore die s'immergono e
lenninano nella parte eoriispondenle del nuiscolo stesso.
Due allri rami collaterali, niollo esili, sono deslinali; T uno suj)e-
riore airarticolaziono della spalla Taltro al muscolo eorlo llessore del-
rantibraedo.
Un quarlo collalerale e destinato alia eule della regione l)rad)iale
anieriore eniergendo e lacendosi solloculaneo dalFinlerstizio IVa il lungo
ed il corto abdutlore del hraccio.
,Un ultimo ranio collalerale e destinato alia cute deiranlihraccio
eniergendo dal niargine inferiore del mediano cslensore delF antibraccio.
Le branche terminali di questo nervo vanno ai niuscoli abduttori
del braccio. Al lungo abdutlore vanno due rami: uno superiore piii
grosso e I'altro inferiore i)iii piccolo die si esauriscono nella sostanza
del nuiscolo; al corto abdutlore giungc un ranio nel mezzo della por-
zione muscolare che si csaurisce in essa.
RIASSUNTO.
Origine
B8 per cento dal VIP, VI tl'^ . . .
6 per cento dal VI^ VIF, VHP
6 per cento dal VII", VIIF, I'
(') Osservazione u. 6 e 7.
(-) Osservazione ii. 39.
(^) Osservazione n. 22 e 24.
("*) Osservazione n. 44.
Distribuzione
nervo al muscolo graude ro-
tondo.
ramo all' articolazione della
spalla.
a) Branche ) ramo al muscolo corto flessore
collaterali i dell' antibraccio.
/ ramo sottocutaneo bracliiale
f anteriore.
ramo sottocutaneo antibraccia-
\ le dorsale.
ramo al lungo abduttore del
b) Branche \ braccio.
terminali ) ramo al corto abduttore del
braccio.
— 74 —
7. Nerri/s nididlis. — Ncrvo radiale.
II nervo radialo v una (Idle braiiclic |)ii! voluiuinoso del plesso l)ia-
ehiale, spesso siipera in Nolnnie il ner\o mediano ed il ciibitalc.
Origine. — Esso pi'cnde la sua oiigine nel plesso IVa il nervo inu-
scolo-cutaneo ed il nervo mediano; \v sue llhre |)rovengono dal seltinio
ed ollavo j)aio dei ner\i eei'Nicali e dal p'rinio paio dorsalc. Solo in due
lali deslri di eavalla ('); due sinistri ed un destro di cavallo(-); uno
dcstro di nuilo ( ') e due sinistri ('') ed uno destro di ninla i';^) il settinio
paio non j)arteeipaNa alia Ibrniazione di (piesto nervo.
Dislriht/zionc. — Ne! suo lungo <'auiuiino si possono dislinguere
dei raini eollaterali e dei rami terminali.
a) Rami rollafcmli. — Nel punio in cui il nervo radiale s'im-
nietle neirinterstizio Ira il museolo i^rande rolondo, i inuseoli oleeranici
e la faecia |)osteriore delT omero, emcitle nn j)rimo grosso ramo siipe-
riore elie s'immerge tosto e si esaurisee nella massa del grosso esten-
sorc deH'antibraceio. !n appresso da nn seeondo lamo eollaterale, me-
diano |)er |)osizione, clie e |)roprio dei lungo eslensore deli' antibraecio.
Onindi un ramo inleiiore clie si esaurisee nel mediano eslensore del-
ranlibraecioe nel museolo anconeo. AUiaverso rintei'stizio soj)ra indicalo
manda un ramo al eorto eslensore dellanlihraeeio e due rami solloeu-
tanei che si distribuiseono alia cute della faceia esterna deiranlibraecio,
Spesso in vicinanza di questi rami, altre voile, ma piii raramenle, da
uno di essi si distaeca un'esilissima branca ehe si porta ad innerNare
la porzione mediana del museolo corlo llessore dell'anlibraeeio. Oueslo
ramo non mai descrillo io T ho Irovalo nella proporzione deH'ollanla
per eento.
I) liaiiii lenninali. — II nervo radiale ginnio snlla faecia anle-
riore delTarlieolazione omero-radiale, si lermina con un ramo anteiiore
che s'immerge nello spessore del museolo eslensore anteriore del mcla-
carpo; con un ramo posleriore che da rami alle Ire porzioni dell' eslensore
anieriore delle lalangi; passa fra il museolo di 'riiiernesse e I'eslensore
lalerale delle lalangi, innerva anche (piesi" ultimo museolo e si lermina
eon parecchie branche discendenti ed ascendenli al museolo llessore
esterno del melaearpo. In ullimodaun ramo inleriore che corre sulla fae-
cia anieriore del radio laseiando qualehe liletto periosleo e che tormina
biforcalo nello spessore del mnscolo eslensore obli(pio del melaearpo.
( ') Oaservaziouo ii. -1 o o.
(') Ossorviizione n. 11, 15, J3.
(^) Osservazione u. 42.
(') Osservazione n. 4.'J c 47.
(5) Osservazione u. 4!).
— 75 —
RI ASS UNTO.
Oruiiiie
8-2 per cento dal VIF, VII T, I''
18 per -.ento dal VIII", 1"^
a) Branche
coUiiterali
b) Branclie
termiuali
Distrihuzione
rami al muscolo grosso esteii-
sore deirantibraccio.
rami al muscolo Inngo esten-
sore deirantibraccio.
rami al muscolo ni^diano esten
sore deirantibraccio.
rami al muscolo ancoueo
rami al muscolo corto estensore
dell' aiitibraccio.
due rami sottocutauoi antibrac-
ciali
uu ramo al corto flessore del-
1' antibraccio.
rami all'esteusore anteriore del
metacarpo.
porzione prin-
rami al ni.esteuA cipale.
sore auteriorem. di Thier-
delle falangi / nesse.
'm.di Phillips,
rami al muscolo estensore la-
terale delle falangi.
rami a) muscolo flessore ester-
no del metacarpo.
rami all' estensore obliquo del
metacarpo.
rami periostei.
(Continuaj
Studio collettivo del peso dell' Enoefalo iiegli Italiani.
Adcsioni.
A^giungiaino ;iir(3lenco ili coloio olio luuiiio adorilo alia noslia pio-
posla di uno studio oolloltivo siil j)oso deireiioclalo negli llaliaiii o oho
oi giovoraiino dolla loro collaboraziono il nonic del sigiiori IN'of. Sal a,
Dirottoro doll' Islitulo analomioo di Tavia ; Prof. I). IJortolli, ])irol-
toro (loir Islitulo aiiatoinioo di i'a(lo>a; IM-of, F. Leggc, l)irottoi-o dol-
r Istiluto anatomico di Cagliaii ; (lolonnelio doll. V. Imbriaoo, Dirot-
76 —
tore (li Sanila in Fiienzo ; Doll. T. I)"Evanl, libero doconte nella U. Uni-
versila di Napoli ; Dott. (i. Salvi dell' Istiliilo aiialomico di Sassari ;
Dolt. A. Mori dell' Ospedalc^ di ('ainpii^lia Maritlima.
l/on. Miiiislro della (iiiei'ra si e compiaciiilo di raccoinaiidare a^li
ulliciali niediei di laceogliere osscrvazioiii negli ospedali inilitari.
11 Piof. NValdeycr lia aimunzialo una sua comunieazione alia |)ios-
sinia adiinanza della Analoniiselic (iesellseliart col titolo : « Ueber Chia-
riiJL;i"s Vorschlag, die Ilirwagung Ijetrcllend ».
g. c.
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Mm
(I'libblicazioiii Kaliaiie (li Zoolo<>iii, Aiiatoiuia, Eiiibrioloj,'ia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DIUETTO
pAi DOTTORI
GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI
Prof, di Aiiatoiuiii uiiiana I'lof. (U Aiiatomiii coiiip. e Zoologia
iiul i;. Istituto (li StuiU Super, in L''iicii/,e iiella It. I'uiversitii di Padova
Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Islilufo Aiiatomico , Firenze.
12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno Firenze, Aprile 1901 N. 4
SOMMARIO: Bibliograpia. — Pag. 77-S4.
CoMUNKAzioNi OniGiNALi: CaradoHna Q., liicerche sulla costituzione del plesso
brachiale, sulla distribuzione dei suoi rami terminali e suU' aiiastoiuosi fra il
nervo muscolo-cutaneo ed il nervo mediauo uegli equiiii. (Con tavole II e III).
(Continuazione e fine). — Bertelli D., Sviluppo e confonnazione delle pleure
negli uGcelli. (Continua). — Pag. 84-103.
NKCKOi.oGiii: Giulio Bizzozero — Giovanni Battista Laura — Jacopo Da-
nielli. —Pag. 103-108.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali clie si pultblicanu tiel Moni-
tore Zoologico Italiano e vietala la riproduzione.
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di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 473-523. Ge-
nova 1901.
Nobili G. — Descrizione di uu nuovo Palaemon di Giava e osservazioni sulla
Callianassa Turnerana Wh. del Camerun. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat.
cump. d. li. Unit-, di Torino, Vol. 15 {1900), N. 379, Torino 1900. pp. 4.
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Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genova, 1900, N. 92.
Genova, tip. Ciminago 1900, pp. 3.
Riggio G. — Contrihuto alia carcinologia del Mediterraneo (Sunto). — Rendic.
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tembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. 11, sapj)l., 2)ag. 19-20. Firenze, Di-
cembre 1900.
Vinoiguerra D. - 1 gamberi d'acqua dolce : relazione presentata alia Com-
missione consultiva per la pesca, nella sessione del maggio 189S. Con tav.
— Estr. di pag. 25 d. Annali di agricoltura, N. 21!/. Roma, tip. Ber-
tero, 1899.
5. Aracnidi.
Berlese A. — Acari, myriap)dUa et scorpiones hucusque in Italia reperta
(Acari, miriapodi e scorpioui italiani). Fasc. LXXX-LXXXIV. — Fadova,
tip. Salmin, 1897, pp. 120.
Berlese A. — Acari, myriapoda et scorpiones hucusque in Italia reperta
(Acari, miriapodi e scorpion! italiani). Fasc. LXXXV-LXXXVIII. — Fa-
dova, tip. Salmin 1898, pp. 96.
Leonard! G. — Nuove specie di acari trovate a Portici. — Padova, lip. Fro-
sperini 1899, jjp. H-
Pallavieini-Misciattelli M. — Nuova contribuzione all'acarocecidiologia ita-
lica. — Estr. di pag. 23 d. Malpighia, An, 13, Vol. 13 {1899). Genova tip.
Ciminago, 1899.
Police G. — llicerche sul sistema nervoso deWEuscorpius italicus (Sunto). —
Rendic. d. Accad. d. Sc. fis. e matem. {Sez. d. Soc. r. di Napoli), Serie, 3,
Vol. 6 {An. 39), Fasc. 5-7, pag. 136. Napoli 1900.
— 80 —
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Gestro R. — Materiali per lo studio delle Hispidae: XL Nota sinonimica;
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St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 {1899-1901), pag. 168-171. Ge-
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Gestro R. — Gli Anoftalmi trovati finora )iel Veneto. — Annali d. Museo
civ. di St. Nat. di Genora, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 567-572. Ge-
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Gestro R. — Nuove forme del gruppo delle Platypria. — Annali d. Museo
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civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 602-608. Ge-
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Pic M. — Diagnoses de Macratria de la Nouvelle Guinee. — Annali d. Mu-
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Pic M, — Hylophilidae de la Malaisie et nouveau genre A'AntJiicidae de Su-
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Pic M. — Anthicidae de I'Erytliree. - Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Ge-
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Pic M. — Diagnoses de Macratria et A'' Anthicidae de la Malaisie. — Annali
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Regimbart M. — Dytiscidae et Gyrinidae nouveaux du Musee Civique de
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Regimbart M. — Sur quelques Dytiscides nouveaux de I'Amerique meridio-
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84
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3. Gasteropodi.
Carazzi D. — Risposta alia Replica del Dott. Mazzarelli |Nota polemica]. —
Vedi M. Z., XI, 11, 327.
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Parona C. — Sulla dicotomia delle braccia nei Cefalopodi. — Rendic. d. 7" yl.s
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in: Monit. Zool. Ital., An. II, suppl., pag. 12-13. Firenze. Dicemhre 1900.
COMUNICAZIONI ORIGINAL
Ricerche suUa costituzione del plesso brachiale, sulla distribuzione
dei suoi rami terminali e suU'anastomosi fra il nervo muscolo-
cutaneo ed il nervo mediano negli equini
DKL
DoTT. GIAMIJATTISTA CARA1H)NNA
PRItFKSSORK INCARIOA'I'O DI ANATOMIA NOKMAUE B TDl'Od K AK/CA VtTKRINAItIA
NELL,A UNIVERSITA I>I PKRUGIA.
(Con Tavoie II e III).
(Coiitinnuzione c lino, vedi n. :!.)
S. Xrri'N.s iimlianvfi. — 'Snso nipdinno. ii. ciihild-iilanlJii-c. nci'vo
iiiodio-digilal di (Iha ussier.
Oriyinp. — II nervo niodiiiiio e una delle hianclie |)iu iinpoilaiili
85
del picsso brachialc; Ic sue lihic provongono iiolla ma^i^ioi- parte dci
casi (lal scllimo cd ollavo paio dci n(>r\i eer\icali c dal |)i'inio c secondo
paio (lei nervi dorsali. Solo come eecezione tro\ai nianeaiile in otio |)i-e-
|»arati dei lilelli nervosi proxciiienli dal sellimo paio; e cio in un lato
desiro (V ed in iiii sinislio di cavalio \'): in lie lali desiri [) ed lino si-
nislro di cavalla C): in un lalo sinistio di asina (') ed in nn sinislni
di nulla ('"').
Jhslrihiizionc. — II neivo niediano cosi costilnilo. [iriina al(|iianlo
sehiaceialo, j)oi assai regolannenle cilindrieo, discende (jiiasi \erlicai-
nienle siil lalo inlerno delTarlo lornendo dei rami collateral e dei rami
lerminali a iiran ])arte dei muscoli dell'arto anteriore.
aj Rami rolhitcrali. — Ouesto nervo |)riina di ricevere Fanasto-
mo-si 0 nieglio raccollamenlo delle lihie iierNose provenienti dal ner\o
imiscolo-culaneo non Ibrnisce alcuna branca collaterale. At disotto del-
ranastomosi da una sottile branca la (jiiale si distacca aH'altozza del
collelto anatoinico deiromero e va a poitarsi nel inargine posteriore delta
porzione superliciale del nuiscolo coraco-omerale. A livello dell' inser-
zione inl'eriore delta stessa porzione superliciale del muscolo coraco-ome-
rale, si j)arte un esile liletio ner\oso die si porta alia laccia anteriore
delFarticotazione omei'o-radiale e si distribuisce at legamento anlerioic
di <|uesla articolazione.
All'altezza dell' estremila inferiore delfomei'o si distaccano due
rand: uno motto piccolo die va ai legamenti della laccia esterna del-
I' articolazione omero-radiale, e laltro die forma un I'amo \ascolare.
Ad un ccntimeti'O circa |iiu in l)asso si distaccano dal niediano ed
alia sicssa attezza due brandie delle (|uali la superliciale si (li\ide losto
oi-dinariamente in (piatlro tiletti: uno superiore ed ascendente die s"im-
merge nello spessoi'e del muscolo llessore inlerno del melacar|)o c si
esaiirisce nel suo quarto sii|)erioi-e; Ire inleriori discendenti die pene-
Iraiio nel muscolo slesso a di\erse allezze e lo iniier\aiio nel suo re-
slanlc inferiore. La tiranca profonda si divide pur essa in tre rami prin-
cipali die per la loro posizione possono essere distiiiti in superliciale,
mediano e profondo. II raino superliciale iiianda un esilc lildlo al llessore
obli(pio del metacarpo e con Ire brandie terniinali \;\ ad inner\arei tre
ca|>i del llessore profondo delle falani:!: doc il cajx) omeralc. (|uello cu-
(V) Osseivazione ii. 12.
(") Osservazinue ii. 11.
('') Osaerviizioiii n. 4, 5, 8.
(■*) Ossorvazioiie ii. :i.
('') Oa.serviizioiie n. 44.
('') Oaservazione n. 47.
— 86 —
I)ilal(! 0 (jiicllo radiale. 11 i-aiiio modiano ron due hranclic I'lina asccn-
(lentc, discendcnte lallia. \a al imiscolo llossorc siiperliciale delle fa-
langi. 11 ranio |)r()lond() in iillimo da mi lilelto disccndcnle dostinatn al
pci'ioslio dclla laccia anici'iorc del radio; una piccola bi'anca ])()st('ri(ti('
(•he entra nelT areata radio-eubitale e peneira nel Ibro di niitrizloiie del
I'adio; e con la maggior parte delle sue fibre si tennina nella poiv/ione
radiate del inuscolj llessore |)rofondo delle lalani^i.
b Ihoni ierminali. — I.e branelie lenninali del nei\o iiiediaiio
sono due e naseono insieme al disollo delta i;uaina earpica, e snbilo
dopo le loro orii^ini jirendono diverso (lee(trso. Tali briinclie sono:
1" tl ner\o planlare o collalerale interno dello slineo ctie e ta
dirella conlinnazione del nel■^o niediano; fornisee liingo il siio j)erc(»rso
inotti ranuiscoli eiitanci c due speciali, uno verso resln^niila su|»eriore
I'altro verso il terzo inferiore del nielaearpo ctie si portano ii prinio al nui-
s(M»lo interosseo esterno, it secondo al niuseolo lond)rieale coi'rispondenle.
In |)('" sopra delta nieta dello stineo si dislacea un ranio etie si di-
rige ol)li(|uanienle in basso, cireonda indielro i lendini ilessori delle la-
langi |)er eongiuni-ersi eol eollalerale eslerno dello slineo.
1'^ W nervo |)lanlai'e o eotlaterale eslei'no dello slineo e eosliluilo
dalla riunione della bi-anea lerminah; del eubitale fusa con la liianea
del nervo inediano, I'usioiu' elie avviene nella laccia interna delT osso
|)isirornie. Ancti'(\sso come il j)rece(lenle da rami ai nuiscoli inlerossei
e lombricali e numerosi e sollilissimi ramuscoli alia cute del lalo c(»r-
rispondenle. l)o])o av^enula la fusione dc;! nervo niediano col cnbilale.
dal li'onco ctie ne risulla si dijiarle alFallozza dell'eslremila superiore
del nielaearpo una cospicua branca nervosa ctic decorre Ira i lendini
Ilessori delle lalangi ed il legamenlo sospensore del nodello, la quale
einelle ramuscoli die si distribuiscono alia laccia esterna di queslo te-
gauiento, con la branca priiicipale penelj-a nel legamenlo slesso e si
poiia nella sua laccia jirofonda terminando in soltiti litamenti die pos-
sono esser seguiti iin presso I" articolazione del nodelto.
1 {\\w iiervi collaterali dello slineo si terininano ciascuno nei nervi
digitati, i (luali |)rendono il loro jiunlo di origine netta parte superiore
delta regione del nodello. Essi sono ordinarianienle due; il digitale |)o-
steriore ed il digitate anieriore. Non e coslanle it digitate niediano de-
scrilto dai |>iii degti aulori. die quando esisle puo a\ere origine o da!-
r anieriore o dal posteriore. tiiner\ano lullo il j)iede ed il decorso ta
direzionc ed i rami die da essi parlono iiresentano ditlerenze nolevo-
lissinie non sottanto I'ra due |)iedi dello slesso indi\iduo ma anclie Ira
le laccie di uno stesso piede.
87
Originc
84 per cento d.il VII'',
vrir. r'. ir'.-
IGper cento (lul Viri',!"',
ir'.
cq
RIASSUNTO.
Disfribuzione
ramo al muscolo coraco-omerale iporzione su-
lierficiale).
ramo al legamento anteriore dell' articolazione
oraevo-radiale,
ramo ai legaraenti della faccia osterna dell'ar-
ticolazioiie omero-radiale.
ramo vascolare.
o3 0)
5 3 \
S s I
ramo siiperiore od ascenderite al quarto
superiore del muscolo flessore interno
I del metacarpo.
I ramo inferiore o discendente al restante
del muscolo flessore interno del meta-
carpo.
ramo al muscolo flessore ohliquo del
0) metacarpo.
^ [ ramo al capo omerale del flessore
3 ^ I profondo delle falangi.
3 g 1 ramo al capo olecraneo del flessoro
gn/ profondo delle falangi.
I «) ramo al capo radiale del flessore pro-
fondo delle falangi.
d
— ' a
cS -2
CQ
a3 "1
-o'
^s.
1^
n O
> U
f5 CD
ramo mediano al muscolo flessoro superfi-
ciale delle falangi
o filetto periosteo.
o y, V ramo vascolare.
so ramo al f'oro di nutriziono del radio.
s- 2 / ramo al capo radiale del muscolo
^ flessore profondo delle falangi.
;;: rami cutanei.
— 2 \ larao al muscolo interosseo interno.
2 3 ramo al muscolo lomhricale interno,
'-'^t ramo anastomotico col nervo collate-
3 rale esterno.
_^ nervo digitale anteriore.
g 2\ nervo digitale mediano (quando esi-
\ nervo digitale posteriore.
rami al sospensore del \ saperficiali.
•^ nodello / profondi.
-, u { rami cutanei.
S -2 ramo al muscolo interosseo esterno.
>-' ;:3 j ramo al muscolo lombricale esterno.
§ ' ramo anastomotico che proviene dal
nervo collaterale interno.
■^ I ^ nevvo digitale anteriore.
^ 'g s ' nervo digitale mediano (<}uando esi-
' til ste)._
~^ nervo digitale posteriore.
— 88 —
!l. .\('fr//.s l/ioniro-dorsdiis. — .Nei'\(t ;il inuscolo grande dorsalo.
Oiicslo iKM'vo prendc la sua orijiinc (laHOllavo paio doi iicinj cci-
\icali (' dal priino paio dci nervi dorsali. Sodici voile sii conlo lio lio-
\alo (|iialcli(' fascio di lij)i'(' del sccondo pain dei nervi dorsali die si
p()ila\aii(> a cosliliiire ipiesle nervo. I>se pei'o soiio stale sein|)re in ])ie-
colissinia (|iiaiilila ed appailenevaiio a due lati desiri ') e (|iialli(t sini-
slii di ea\allo i^- e a due lali sinislri di eavalla [..
Alia sua uscita dal plesso si dirige indielro e sulla I'aceia prolonda
del nuiseolo i^iande dorsale ove si esaurisce con nuuieiosi liletii dis|»osli
a ventaiilio uella soslanza del nuiseolo e nella sua aponeurosi.
RIASSUNTO.
Ovigine I DMvihuzione
84 per cento dall' VIIl'', l' . al muscolo grande dorsale.
16 per cento dall' VIH'', I'', II'i I
10. Nrrrt/s ifhiaris. — n. cubilal<'. u. (•ul)ilo-eulane(». u. n/liilalis di
Soni Ml erini.;', n. eubilo-digilal di (ilia ussier.
Orif/iitc. — Le lihre del nervo euhilale |)ro\engono dalFoitaNo jtaio
dei ner\i eervicali (\ dal prinio e seeondo paio doi-sale. In (\\w lali de-
siri di eaNalla ;^), in uno deslro f) e due sinislri di eavallo '' . in un
lalo sinistro di asina ;') ed uno sinislro di uuda f") lio lro\alo die il
uer\o euhilale a\('\a la sua (U'igine dal solo primo e second(t paio dei
iiervi doi'sali.
Dislrih/fzioiic. — II nervo eubilale airaltez/a della inela della esleii-
sione (l( lldiiiero roruisee un sollile lilello ner\(>so al nuiseolo luuiio eslcMi-
sore dell" anlihraceio ed un raino solloeulaiieo die si dislrihuisce alia
pelle della laecia |)osleriore deH'anlihraeeio.
(liiiiilo alTallezza deHaiiieolazioiie oiiiero-radiale si (li\idein Ire
rami pri!iei|)ali clu^ jier la loro siluazione possono essere disliiili in an-
teriore inediano e posleriore. II raiiio anleriore |)iii jiieeolit \a al lies-
sore iiileriio del iiielaearpo e si esaurisce raniilicandosi iidla slia por-
zi(uie inuscolare. Da esso si slaccano dei lilelli arlicolari in nuinero
variabile (da uno a Ire'i ma sempre iiiollo tsili die si perdoiHi ndle |)arli
(') Ossei'Tazioui n. 2 i^ 10,
('^) Osaervazioni ii. 1, i), 11, 50.
(■') OsHerv.izioni u. IG. 19.
C") Osservazioiii ii. 1, .'').
('') Oaservaziono ii. li;.
(") Osaerva/.ioni ii. 11, li'i.
(') Osservazioiie ii. 44.
(**) Oaservazioue ii. 47.
89
circoslaiili dcIT aiiicola/ioiic. II I'liiiio iii(mIj;iih) si dhidc joslo in (lii(>
hrjiiH'lic clic si |i(>fl;iiio lisitclliNiiiiiciilc ;il niuscolo llcssorc sii|i('i-lici;il('
(lell(! lalaii^ii cd alia iiorzioiic (micialc del lk'SS(tr(' iiioloiido. 11 lanio |io-
slcriorc da una hiaiica |millosi(> |»iccola al ra|)() olccraiwo del llcssorc
(»hii(|ii(> del iiiclacar|)<t; due, I' una sii|»cii(>i-c c lallia inlcriorc. al caiio
(ticci'aiico del llcssoi'c ijndondo dellc ralangi c la iiiassa |)i-inci|ialc di
(|iicsl(> lanio eoifc liiiij^o il niai';:iiie |»(tsleriorc del llcssorc ol)li(|iio del
iiicla('ai|to liii pi'csso Tosso sopracarpiaiio o iiisHoriiic onc si snoI^c iicl
siioi due rami leriiiinali.
I)) lidiiii (cnitiiudi. — • II eid)ilalc si divide in due hranelic Icrnii-
nali a IincIIo dclla I'Ciiionc earpica, dislinlc sccondo la loro posi/jonc
in snpcrlieialc c prolonda.
I,a hranea siiperlieiale o solioeiilanea alli'a\ersa I" in!crsli/.io lascialo
dai lendini lerniinali dei niiiseoli llcssori eslcrno (h\ ol)li(|iio del niela-
carpo c I'aponeiirosi anlil)raeeialc. c ('(»n parecelii lilanienii si dislrihnisce
sidia pellc dclla faceia cslerna ('{\ aiilci'iorc del niclaearpo lin sollo
Tarlicolazionc del noddle.
La hranea prol'onda si londc eon nn ranio dei nerNo lucdiano snila
laeeja interna deH'osso pisilornie per eosliliiirc il ncr\o colhilcralo eslcrno
dcllo stineo.
EI ASS UNTO.
OrUjine
86 per cento dall' VIIF,
i" e 11"
14 per cento dal I-' e 11''.
Distribuzioiie
j ramo al muscolo lungo estensore clel-
' r antibraccio.
ramo sottocutaueo.
I
, ramo al muscolo flessoro
i ramo \ • , i i ^
, . ; mterno del metacarpo.
I anteriore i .... a
I ' rami articolari.
' ramo al flessore superti-
«) Branche . ^ ciale delle falangi.
collateral! ',• ramo al capo omerale del
J mediauo t ^ n
J f muscolo nessore pro-
I \ fondo delle falangi.
I ramo al capo olecraneo del
' I muscolo Hessore obli-
I ramo ' quo del metacarpo.
posteriore j ramo al capo olecraneo del
' muscolo flessore pro-
ton do delle falangi.
7 , T, I , ramo superticiale sottocutaueo.
0) Jaranche \ * i i • <• i i
, . ,. ' ramo proioudu cue si londe col nervo
terminali i i-
( mediano.
— 90
11. \rrr((s riiUmcus lirachil nifdidlis. — Nerio sottociilanco lo-
racico.
()ri(/lii('. — Ouc'slo iieiNo |)iiill()sl() jiiiosso die si ilislacca dal plesso
hraciiialc, si origiiia ii piii (Idle Nolte dali' olUno paio dci iicrNi ccrNi-
cali u (lal priiiio paio dei iicrNi dorsali. In iiiolli preparali lio \ediilt)
die si a^iiiiini;e\aiH) andic ddle librc dd sot'oiulo paio dei nervi dor-
sali (' do ill due lali desti'i (' ed in due siiiislri di easallo r}: in due
desiii ■• cd in iin sinisiro di ca\alla * ; in due lati deslri ^°^ ed in
i\uc sinisiri (" di asiiio; in iiii lalo sinisiro di asina '} ed nn sinisiro
di inula ^\
Allre \olle I" origine di (juesto neiNo lo \i(li date dal solo primo e
seeondo |)aio dei nervi doi-sali: e eio in uii lalo destro i^'') e due sinisiri di
(•a\allo^*"; in un lalo sinisiro di asina ("^j ed in un lalo desiro di luulo ('-j
ed in un destro di inula /'j.
Dlslrihuzionc. — Parlilo del plesso hiaeliiale si |)orla indieiro sulla
reiiione del eoslato se^uendo la vena degli s|)eroni e eon minierose ler-
ininazioni rinlorzale dai ner\i perloranli lorina una rele nervosa nella
I'aeeia inlerna del |)ellieeiaio del toraee, polendosi seguire le sue branelie
lerniiiiali Iin i)ress(» il lianeo.
(iiiinlo alTallez/a del <|uarlo spazio inlereoslale forma insieme al
iier\o perl'oranle die ine(uilra. un ranio sj)eeiale elie si poria sujierli-
eialinenle e terinina eon una rieca arljorizzazione nella pelle della melii
posleriore della spalla e del hraeeio.
lilASSUNTO.
Origine
62 per cento dall' VIII' , I"
•J6 per cento dall' VIII' . I'l, II'>.
12 per cento dall' I'\ II'
Dust rib uzione
AI muscolo sottocutaueo del toraee
ed alia pelle della meta posteriore
della spalla e del braccio.
(')
(-)
{')
V)
(■■)
(")
(■)
('■')
(")
Osserviizioiii ii. 2-10.
Osservazioiii u. l-'J.
Ossei'vazioui ii. 8-3t^.
( )s8ervaziouo n. iJ.
I )sservazioui ii. 7-17.
Osservazioui u. 6-lS.
Osservazioue ii. 44.
Oosovvazione u. 47.
( )ssorvazioue u. 12.
Oaservazioui ii. 11-U^.
Osservazioue u. 26.
Osservazioue u. 42.
Osservazioue n. 41).
91
(1. Anaslomosi del ncvvo masculu-vulaneo col iirrro iiicdKHto.
Dalle ricLTche da ine csciiuilc siii ciiKiiiaiila ])l('ssi hi'acliiali (k'-
si-rilli, risulta clie 1' anastomosi IVa il irtvo imiscolo-ciilaiR'd ed il ikmxo
iiR'diaiio 0 coslanto, o che essa e eosliluila seini)ro da (aKci di lihic clic
il ner\o imiscolo-culanco invia a! ncrvo mediano. In iin solo caso ho
risconlralo iin' anaslomosi elio lio indicalo \nu innanzi col nome di ana-
slomosi plossilornie coslihiila da lihi'c die dal nc'r\o nicdiano \anno
a |)orlarsi ncl nt'iNO inuscolo-ciilaneo.
II \ohiine ordinario di laic anaslomosi v niolio Nariahilc, ina seni-
prc voliiminosa, ordinarianicnic lafiiiiiingc i diu' Icizi dclla gfosscz/a
dclla radice del nei'No nmscolo-cnlanco. Essa si dislacca a li\ello ciiTa
della laccia interna deirarlicolazione scajjolo-onierale o\e inconira sii-
bilo rarleria ascellaie elie inerocia in Inori ad angolo acnio e laf-^iiiinizc
il Ironco del mediano eon nn liaiiilio ol)li(|no in liasso ed in a\anli.
La hranea anaslonKdiea e eosliluila di libie del sellinio' |»aio dei nei\i
eer\ieali elie sono in |)oea (juanlila e da Inlle <]uelle dell'olla\o elie
vanno a cosliluire I'origine del nei\o mnseolo-eiilaneo.
Tniti gli aulori parlano di (juesla anastomosi eomeeoslilnila da lila-
menti elie si |)ortano reciprocamente daH'nno aH'alli-o eordone; ma iin'ae-
enrata dissezione la ben Nedeie come vi somj realmeiile delle libre del
nu'diano elie si dirigono \erso il nei\o mnseolo-eulaneo. le (|iiali peio
liingo r anaslomosi s'ineonliano e si I'ondono eon una parle di (pielle
proNenicnIi dal museolo-eiilaneo e coslilniseono or nno or dne, allre voile
Ire lilelti nervosi die si dislribuiscono ai mnseoli |)ellorali. Oiiesli lilelli
nervosi elie sono il risullalo della Insione di lilamenii del nervo me-
diano e di ([uelli del nervo ninseolo-ciilaneo pro\en^ono dalFotlavo |)aio
(lei nervi cervieali. II reslo delle libre del nerNO nuiscolo-enlaneo si ad-
dossano al mediano.
Ho detio si addossano e non si londono col mediano j)erdie la dis-
sezione previa macerazione mi lia lallo convinto die realmentc le libre
del nervo muscolo-cntaneo si accollano a ([uelle del mediano jicr un tratto
di dieci a quindici centimeiri, per disgiungersi poi di nuovo e costituire i
rami terminali del ner\o mnseolo-eiilaneo stesso dali dal filamento al
muscolo corlo Ilessore deiranlibraceio e dal nervo sollocutaneo anli-
bracciale.
In lulli i cin(|uanla preparali t'atii ho posta molla attenzione nel
delerminare csattamenle il \eroslalo di quesla anastomosi ed ho vednlo
92
cosliiiilciiiciilt' hi (lisposi/ioMc s<t|»rii indicalii. In ((iiiilclic incpiirazionc
|)('io ;il(*iiii(' scarsc lihrc del iutno nmscdld-ciilaiico aii(la\aii() ad imiisi
(; (-onliniiai'i' in hasso hin^^o il Ira^illu del nicdiano dai (jualc iion si
disla<-ca\an(> piii.
In nn caso OsscrNazionc N. '•] Iki li(»\alo nnanasloniosi clic pci-
la spccialc (lis|)()sizi(>n(' dellc lihro die la cosliluiNano lio crcdiilo di cliia-
niarlc anasloniosi picssirornic. Inlalll in cssa si risconlravano librc del
ncTM) iiiuscolo-ciilaMco clic aiKhnano al mcdiano ed allic ciic dal nic-
diano anda\an(> al nciNo niiiscolo-ciilaiico. \r prime, contc s(MH|)i-t'. i"i-
niancNano addossalc al iicino niediand c cosliliiiNano in basso lo due
hranclic loiniinali del irmno niiiscolo-culanco; Ir sccondc si porUnano
ai lilclli lUTNosi dcllo branclic collalciali drilo slesso ihtno.
In nlliino dehho nolarc un failo inipoilaniissinio risconlralo nclhi
sludio dciranasloniosi in discoiso anclic per \v diMhizioni lisioloiiiclic clic
|)()ss(m() da csso scaiiii-irc; e cioe la pccscnza di librc nervosa clic dal
ncrvH nuiscolo-enlanco passa\ano Uioiio il niariiinc siipcriorc dell" ana-
slomosi e rinnintaNano al plesso lun^o la radiee del nervo mediano
deserivendo un'ansa a eoneavila sujjeriorc. Tali libre si oriiiinavan(t e
ril(>rna\ano air<dtavo paio dei nervi eei-\jeali.
In pii! del 71) pci' eento dei pieparali ho I'iseonliala (jnesta dispo-
sizione in niisnra piii o nieno aceenluala a seconda della iirossezza e
dello sNJhippo degli individui. C-io |)()rla (|uindi alia deduzione die tali
libre non prendono piinlo ])arle alia formazione ne dell'uno ne deirallro
ner\o e jier eonscguenza neppure alia loro distril)Uzione.
Considrnizioni conchisire. — Dai lalti sopra esposli cirea lo slalo
deiranaslomosi Ira il nervo nHiseolo-eiilane(» ed il nervo mediano, credo
die si possa venire alle segnenli considerazioni conclusive.
Le ricerclie fade da llailmann, ])e])ierre, (Curtis, IJcrtaiix
seinbra abbiano dato una siillicienle inlerpretazione al signijicalo delle
anasloniosi. Da (|iiesle ricerclie risulta die in lesi generale un'anaslo-
mosi Ira due ller^i in nn segmenlo di arto si riprodnce IVa i due stessi
nervi in sense inxerso nel segmento inleriore. Da do la giusta snp|)osi-
zione cbe Inlli i lilamenii in lesi generale possonosejtai'arsi in conispon-
denza di nn plesso ed alloi'a non vi e la parleci|>azione di uno di essi
alia rorinazione deiraliro; o|)piire alciini lardano a dislribiiirsi ed allora
rimangono sii iino di essi (juando apparlengono alTaltro a cui si resli-
liiiscono medianle T anasloniosi.
Nel caso deiranaslomosi Ira il nciM* niuscolo-cnianeo ed il iumm)
mediano, la parlecipazione del prime alia formazione del secondo r mollo
rara. e coslilnila da scarsissime libre die si gellano nel mediano e die
— 93 —
|)(»ss(Mi(» sc^iiirsi lino iii siioi rami Iciiiiiiiali. hi (|iialo nun |>iio csscrc
iiilcrpirlala allrimciili di conic sojira c slalo iiidicalo: cioc (l(»\ iila ad
una lardl\a divisionc dellc lihrc del noi\(> modiano da (jiicllc del iicino
imisc'olo-ciilaneo.
Nollo stesso iiiodo si {k\c considciare ranastuiuosi plL'ssildiinc li-
scoiilrala lud prcpaialo N. i), la (|ual(' iioii |»ii(') cssorc iiilcrprrlala clic
conic iin do|i|)io caso di lardiva disisionc dcllc lihi-c dci siii^oli iicrvi,
chc Ncn^ono poi rcsliliiilc pci' inozzo dell' anaslomosi.
Ma lali disposizioiii non possono cssci'c rilciuilc die anoiiuilie. |iei-
clic son casi rai-i. iiicnirc iiel nia^zgior niinicro delle \olle (|iieslo scaiiiiiio
nciili c(|uini non a\>icne. Da cio la nalnralc conscgiicnza chc ranaslo-
iiKisi fia il nei-\o imiscolo-culanco ed il nei\o incdiano, c(tnie rc;j;()hi.
non c una \era anaslomosi ma iin semplice accollamenlo di lihrc del
nervo miiscolo-culanco sni iier\o mediano, perchc esse in hasso \aiiiio
coinplclamcnlc a cosliliiirc allri ncr\i del luljo Jii{lij)eiidenli dal
mediano.
Tnirallro pero semhra sia runici(t dell' anaslomosi ansirormc ri-
scoidrala nei piii dei |)rc|)arali.
A che cosa servira (piindi I'aiisa nervosa di (|iiesl(t ^enere, cenlri-
I'liiia ncl siio iia^illo discendenle e cenlripela in (|iiello ascendenle?
(Jie se si ricongiiinj^e per le dne sue estremila al medesimo paio ner-
M)so di orijiine del plesso, non deve essa riunire la radice molrice alia
ratlice sensiti\a della midolla?
La sola possihile ipolesi per ispiegare (jnesia anaslomosi e (juclla
di riconginngerla aj Icnomeni di sensihilita ricorrenle. Non voglio en-
Irare nella discnssione di (jneslo lallo lisiologico, dico solo die e slalo
diinosii-alo delinilivamenlc da Magciidie, il (juale rilene\a pero die
la rillessione si eirelliiava ndle anse lerminali anaslomidie die aniniel-
le\a nella peril'eria fra i nervi moloii c sensiti\i, menlre il Longel nel
puiito di conginnzion(; Ira i due ner\i in corris|)on(lenza del ganglio e
Hernard in pnnii mol'.o variahili della estensione del nervo. II lallo
(|uindi della presenza di qnesle anaslomosi ansiformi \eirel)hc a conlcr-
mare analomicamenle la ipolesi del Hernard a\ \alorala dal lallo die
se essa non piio esscre conrermala spciiiiienlalmenle deve esscre rileiuila
come lale solo |)erdie la caralterislica della disjiosizione di (|uesle lihrc
di ricongiiingere una delerminala pailc dei ceniri midollari da ciii esse
vengono ed a cui rilornano, apparlicne alle lihrc di sensihilita ricor-
renle.
M. z.
— 94
I). Tcfiildii d' iiiiicrrdzioiir snisilii'd. (\ cdi la\(ila llj.
I ii('i\i s(,'nsili^i si (lisliihiiiscoiio n\r si iiaiiiKi scnsazioiii da racco-
iiiierc : i piii imporlanti pcro ollre (jiirlli dci iniiscnii. Ic^aincnli. Icii-
diiii occ. cd i |)ifi indis|)cnsal)ili a coiiosccisi sono ecilaniciilc (|ii<'lli
ciilanci. Oiii li()\oreiii(> rlio ciascun irtvo si dislrihiiiscc ad una dclcnui-
iiala |)arl(' dclla culc in niodo clio- cssa \n\n senile dixisa in lanii Iciiilori
(luanli s(in(» i \\n-\\ clic \ i si ixtrlano.
<i) La rogiono dclla S]>alia ricevc i rami inlciiori del picsso cciNicalc
supcilicialo nella sua j)Oi7ionc anlcrioic r siipriiorc. Oucslo Icniloiio
ha una luiina alliini>ala, piii iiraiulc in alio, sircllo in hasso c corri-
spdndc picssoclio alia nicta supcrioic del niiiscolo |)()sls|)inalt> cd a (piasi
Uillo lanlispinalo. La porzione niodiana c poslcrioie o inNccc sollo la
dipendonza di iin ranid dt'l ncrNo solloculanco loraeico, die nnilosi col
(piailo ncr\o pcilorantc, corre, come si c \islo, sul inariiinc inlcriorc del
niiiscolo grandc dorsale e si dislribiiiscc a (picsla parte dclla ciilc.
I>) La i-egione posteriore estcrna del hraccio c anch'essa inncr-
vala dallo slesso ranio sottocutaneo toracico or ora iiidicato, tacendo se-
gnilo in hasso alia rcgione della spalla. II Icrritorio iniiervato da tal
ncrxo ha lornia Irapezoidale e coi'ris|)onde all' incirca alia inassa dei
mnscoli olecranici. La rcgione anteriorc del hraccio invece die corri-
sponde al griippo dei nuiscoli estensori dcIT antihraccio c il lerrilorio del
ranio supcriore sollociitaiieo del nervo asccllare.
r) L' anlihraccio ha (juatlro terrilori, dislinii a seconda dclla loro
siUiazionc in anteriorc, posteriore, estcrno ed interno.
1. II Icrritorio anteriorc occni)a la parte nicdiana della laccia ante-
riorc deirantihraceio e corrispondc ahhastanza hene alia rcgione del nui-
scolo estensore anteriorc del metacarpo. E il Icrritorio del ranio sotto-
cutaneo inlerioi-e del nervo asccllare.
i. II tei'ritorio posteriore comprende tnlla (jnclla porzione dclla
laccia posteriore deiranlil)raccio che si estendc dal cuhito lino al car|)o
ed ai lali corrispondc all' incirca al grnppo dei mnscoli llessori del
metacarpo. Lsso c innerAato dal ramo soltocutanco del ncr\o cn-
Jiitalc.
'•). II tcri-itorio estcrno e compreso Ira il tciriloiio anteriorc ed il
posteriore; in alto e limilato dal niarginc inlcriorc del mnscolo corto
estensore dell' anlihraccio, in hasso da una linea curva che dal (juarlo
inlcriorc del mdio, in [jrossimita cioe del linutc iideriore del terrilorio
95 —
iirilcriorc, \a ;il liiiiilo iiircrioic del Icriitorio posleiiorc. I<] desso iiiiier-
valo (la due Ironchi ncrvosi |)i-()viMii('iili dal ium-no radiale.
\. II Icrrilorio inlenio audi" csso liniltalo da (|iioll(> aidoriorc in
aNaiili (' dal poslcriorc indiclro. in alio ra^gimijj,!' la rogiunc sulloslci-
iialc, in basso si (•oiiliniia iiclla ivgioiie carpca. Ksso apparlieiic alia
hranca solloriilaiR'a aiilihiaccialc del iicrNO imiscolu-ciilaneo.
(I) I lorrilori iicrMtsi dclla iTi;ioiie dclla inanu (carjx), inelacaipo
(^ dil(0 sono in nninei'o di ciiKiiio.
1. Oiicllo (k'lla biaiica sollocnlaiK'a aiilibi'accialc del ikmno iiui-
scolo-ciilaiRM) cIk' la sciiiiilo al loirilono iiilcrno dcH' aiililiiaccio, si
|)(tila sulla laccia anlcriorc del c-arjx) c si |)n)lunga con una slrclla fascia
sid lalo inlcino del niclacar|)o lin picsso la I'accia jioslcro-inlcina dcl-
I'arlicolazionc del nodello.
2. Quello della hranca sollocidanea del ner\o cubilale clie coni-
sponde alia laccia postero-inlcrna del carpo, segnilo del lerrilorio posle-
riore deirantibraccio.
I{. Ouello del lanio snperliciale lenninale sollocnianeo del cubilale
die coirisponde ad una lascia trasveisale direlta in avaiili ed in basso
\erso il dito, che dalla laccia poslero-esterna dal carpo si porta su (|uella
eslerna del metacarpo ed anlero-esteina della prima lalange.
\ e 0. In ultimo i due territori esterno eti inlerno. die si congiun-
goiio nella laccia posteriore, del rami terniinali del nervo mediano die si
estcndono dalla regione dei tendini dei llessori delle I'alangi a (pidla del
pasliirale ed alia ungiieale. II terrilorio interno e escliisi\o al nerMt me-
diano, inenlre resterno e dato dal collalerale esterno dello slinco, risullalo
della fusione del ner\o mediano col cubilale.
Oucslc mie ricerche die s(»n<i slate fatle con un maleriale abba-
stanza ricco. se non m' inganno, hanno i)eiinesso delle condusioni un
p(»" pill positive circa la coslitnzione del plesso brachiale, ma special-
men le sulla vera origine e dislribuzione dei suoi rami terniinali. Se il
IVutto del mio studio sembrera che contenga (|iialcosa (rinleressanle e
se altri vorra controllare ed estendere (|uesle ricerche da me avviate,
adolti il metodo seguito nella identica manieia, jierche le osservazioni
siano conlVontabili in modo che il niateriale raccollo guidi a tissare leggi
pill generali di (]uelle die son |)(dute scatnrire dal niimero delle osser-
vazioni da me fatle. « I principii dclhi scienza non sono rhc il risullalo
di tulle Ic osservazioni » (Liebig;.
Erratacorrige. — Alia linea 25^ della pag. 07. iuvecc di » sosto pajo di iiei\ i ciiiuici » dove
dire « sesto pajo di uervi cervical! ».
— 96 —
ISI'llUTO ANAro.Ml(;u 1)1 I'ADOVA.
i'uoF. D. 13ERTELL1.
Sviluppo e conformazione delle pleure negli uccelli.
Kicevnta il lli marzo 1901.
K vietjihi la riprndnziujn;.
Moiti studiarono le pItMirc dcj^li uccelli, ma pciciic alciiiii riccrcalori
I't'ccn) It! indagini in cpuche a \m lonlanc iiellc (|iiali nun erano noli
mt'zzi di tecnica dolicati c perclic allii, (|uantim(|ne moderni, noii Iral-
laioiKi con soveri inetodi di riccrca rargonienlo, ahhiamo da lameiitaro
a (|iie!ito pruposilo scarspzza di cognizioni o coiilrovtM-sic: rima c Ic allrc
ciiiarainciilc appariraimo dalla csposizioiic hihlioi^ralica.
Kiftuai'do ai i-apporii lia superlicio poliiiouali c paicli loiaciciic si
lianno opinioiii diverse.
vSecoiido Harvey (*! Harloliiio Tli. C). IJodir), Nilzscli (0,
Me('i<el f), Maf^niis ''), Schinarda (' , (iadow i**) e Perrier (''), i
polmoni aderiscoiio alle cosle ed alia coiomia verlebraie.
Federigo II ('") descrisse i polinoiii in (jiiesia giiisa : " I'ulnio a\iiiin
diNisusest in doxlram ct sinistrani |)ai'leni, ([uac adliaereiil el collocanlni-
inler costas, et super eas prope sj)ondiiia dorsi. el prolonganlur puluto-
nes usque versus ullimas coslas e\ utro(|ue latere «.
Harlolino (i. (*') atlenua che i polmoni sono unili a! dorso. I'er-
(') Harvey W. — Kxercitatioiies degeueratioiie aiiimaliuiu. Kxeicitatio3. — Aiiistelaedaiai, lUoU
(") Bartholiui 'i'b. — De puliuouum substantia et motii. — Hafniae, 160:).
(■') Kedi. — Lettera scritta in uomedi P. A. Fvegosi al dottore Jacopo del Lupo.— Sui)i)k-
iHcnti ill Gioniale de' letterati (/' Italia. Tomo secondo. Veuezia, MDCCXXIl.
{*) Nitzsch L. — Ueber die Eeapiratiou der Thiere. — Reil's Arcliir. Aclit&r Band. Halh,
1807 mid 1808.
(5) Meckel J. 1'. — Tiaite general d'Aiiatomie couiparee traduit par Itioster et Sausoii. —
J'<n-is, 1829.
(''') Magnus H. — Pbysiologisdli-anatoiiiisahe Stiidieu iiber die Brust- mid liauchuiusktln dor
Viigel. - Arcliiv fur Anatomie and Fhysiologie. Leipzi;/, 180:>.
(") Schmarda L. — Zoologie. — Wicn, 1871,
(*) Gadow H. — Vogel. — Bronn's Klassen und Ordnungen des Thicr-lleichs. Leipziff, 1801
('') Perrier II. — ]^]lemeuts d'Auatoiuie comparee. — Paris, 189.".
('") Ileliqua librorum Friderici II imperatoris de arte venaudi cum nvihua. — Lij>siae, 1788-89^
auclor -J. G. Schneider.
(") iSartholini Casji. — Diaplnaguiati.s structura iiuva. — Maugoti .J., BibUotheca analomi-
ca. Tomus primus. Genevae, MDCXCIX.
97
rail 1 1 ') die adcriscono allc coslo, > rolik '' ciio si atlaccano allc |»a-
li'li (Iclla ca\ita loracica, (lafiis (' elio con la loro siiperlieie |)osleri()r<'
soiio Ibrinali alia parclc dorsalc del loracc. VM)v (iiicsla opinionc anclic
Clans ('.
Per (ieolf roy-Sai nl-Hilaire (') i |)()lmoni noii aderiseono alle
coste, ma sollanio poggiano sopra di esse. Per W'iedershei ni ,'') i
polinonl premono torleinenle sulle vertebre e sulle eosle.
toiler (' animisc die i |)(»lmoni degli uecelli non sono rieo|)ei'li
da liiiiica sierosa come ([uelli del luammireri ; die una memhrana sol-
lile e lucente isola dalla eavita toraeica i polmoni in uno spazio spe-
ciale, ad essi proprio : die la pleiii'a. il mediaslino. il pericardio. il dia-
Iramma eonlengono aria. La memhrana ricordala da (loiter e eerta-
menle il diaframma (Miiilico, il (|nale non isola i polmoni dalla cavila
loraeiea, ma siiddi\ide la eavita pleuro-periloneale in loraee e addome.
Camper [^} crede die la pleura scenda nelTaddome Ibrmando nn
condollo membranoso eomnnicante eon il lemoic. Cam|)er ed Ifun[<'r
se(tpi"Jr(ino, alia stessa epoea, die I'aria si espande non solo nei saeclii
aerileri, ma andie nelle ossa. Si sjtiega eos'i per (piale ragione pole
avere Camix'r idee lanl(» siraiie rigiiardo alia pleura.
Munler ") allerma die i |)olm(mi sono allaecali al dialVamma. alio
eosle ed alle paili lalerali delle xeriebre.
Seeondo (iirardi ('"; i polmoni non sono per lulla la eslen-sione
drc(ui(lari dalla pleura, |>erelio (pn'sla, asc(;ndeii(l(» dalle parli lateral!
delle eosle e slendcuulosi sopra di essi, non copre die la superlieie loro
anleriore e conea\a. (Jirardi inlerpelra eome pleura il diarramma or-
nilico. Alia eavila loraeiea aeeenna eon le segiienii parole: » Nel torace
il <|uale si vededi\iso in (Uw eaxila lalerali deslra e sinislra da una o
pill membrane, die ligurano il mediaslino, \i si riseontiano in ogni
(') TerrauUr M. — Memoiros ponr servii' :i riiistohe ualiiiello Uih aiiiuiiiiix. — ^ra(?('w)/e ili'ii
Sciences. Tome III, Secondp, Parfic Paris, MDCC'XXXIIT.
(") Vrolik G. — Camper's und Hun toi'H (iedjipken iilier diMi \n(,/.on dt-r i;;ilironkrofili<»ii liti
Viiirelii. —Reil's Arcliiv. SecJtster Band. HaUe, isor,.
(■') Carna .J. Y. — llnndhnch i\ei- 7A>o]oi:io. — Lcipziff, 18(18-187',.
C") Clans C. — Mannale (li Zoologia. (Ti'ailii/.iono del Prol'. Cattanfio).
(") Geoffro y-Sai n t-TIilai re K. — Pliilosojdiie anatoiniiine. ])es organoa rospiratoircst. — Pa-
rift. 1818.
('') Wicdersheim R. — (Jrnndriss der vorgleichendon Anatomic der AVirbelthiere. — Jena, 1898.
(') Coiter V. — JDe Avinm aspera artoria, )iulmonibu9, etc. (Extornarnni et internarnm princi-
palinm hnmani corporis partinm tabnlao). — Noriberffae, /.'>".'?.
(^) Campor. — Momoire sur la strnctnre des os dans los oisc^aux. — Acnd. des Sc. Mhn. dfis
Stir, ftrang. pour 1773. Paris, I77i;.
('■') Hunter .1. — An account of certain receptacles of air in birds. — I'liilosopliicnl Transactions,
I'd/. LXIV, Part I. London, 1774.
('") Gi rardi M. — Saggio di osservazioiii anatomiclie intorno agli organi dt-lla respirazione degli
uecelli. — Memorie di Mntematica c Fisica de.lla SocietH italiana. Veronn, 1784.
— 98 —
lalo due ami)ic vesciclio )k Opinava cho aleiini dci sacclii aciil'cii lus-
scro conUnuili iicl lorace.
Ticdeinanii ') oblx' idee orralc ligiiai'do alli' ploiira; crfMlo die
(ssa I'ivcsia solamcntc la siipcrlicio anlcrioio doi polinoni c cosliliiisca
i sacclii acrilcri. Ainniise il mediaslino die divide la cavila loiacica de-
slia dalla siiiislra e die centiene, come nei nianiniiferi, ciioi-e, esolafio,
aorla.
JMild (■ e CuNier ' descrisseio (piale |)leiira, come (lirardi, il
(lialVamma oniitico. Fiild all'eimo die esisle Ira ])leiira e polmone uno
slralo di (essiiio conneltivo il (jiiale circonda anclie la snperJicie siipe-
riore del viscere.
Marlinazzi <'*) ed Owen ^') crederono, come Ti edema nil, die
la pleiiia rivesfa sollanto la siipeiiicie Nenli'ale dei polmoni.
(lolas "^ I'll di opinione die i polmoni sono lissali alle pareli della
cavita nella quale vengono accoiti; die la loro siiperlicie anieriore c
ii\eslila dalle pareti di due sacdii aeriferi.
Lereboiillet ('). aumentando la confusione die esisteva sii (jueslo
argomenlo, soslenne die la pleura rivesle solamente la siiperlicie \en-
Irale dei |)olmoni e die e ricoperla dal dialVamma |)olmonale.
.Iac(niemin (^) riguardo alia |)leiira degli uccelli la il segiienle
acceniio : " Les |)ai'ois de ces |)odies pnemnatirpies^ son! fermees par
la |)levre, (|uanl a cdlcs jilaeees dans la paitie anU'rieure de la cavite
pectoro-abdominale ».
Owen (") avverte die nella A|)leri\ aiislralis manca iin sacco
loracico sieroso, manca la pleura.
Stan ni us '" ammise die la siiperlicie iiileriore del polmone c
riveslila dal |)erilonco. il (|uale ipiivi preiidc iiome di pleura. Solto
(') Tiefleniaiin F. — Zoologie. Zwoitor r.sind. — Annfomie und Naturticfirhirlite iJrr Vi'if/eL
Heide.lbcrij, ISIO.
(-) Fnld. — De organis qnibns .aves spiritnin (Incniit. — Wiirtzhurt/. IfilO.
(^) ('iivier G. — Lecoiis d'Anatomie coiiipanie rec. et pnbl. par Dnm6vil. — BruoreUeft, IfiHO.
C*) Martinazzi C. — Jieapirationis orcrana in variis aiiinialibns coiisidorata. — Ticini,
MDCCCXXIII.
(5) Owen R. — Avos. — To dd's Cyclopaedia ofAnatomj/ and Phiisiology, Vol. I. London, ISSi:.
(") Colas. — Essai snr I'organisatioii dn ponmon dos oiseaux. — Jo?(j-ho/, comph'menfnfre du
Dictionnaire des ficiences mCdicales, Paris, 182 a.
(') Lereboiillet. — Anatoinie coniparee de I'appareil nispiratoire dans les auiinanx vertobivs.
Strnfthonrt/, is:is.
(*) J acq no III in E. — Snr la pnenmaticite dea oiacanx. — Novoriim Acfnrii.m Acad. Caes. LeO'
polditio-C'arolinae Naturae rurio.torum vohiminis nndevifiesimi pnrx posterior. Vrcitislnvine, et
I'.nnnae, 1842.
(■') Owon It. — Memoir on tbc Ajiterix australis. — Ti-avsactiovs of the r:nolof/irrfl Socie.fii of
London, 1844.
('") St an nil! a H. — Lobrbiicli dor vergloicbenden Anatnmie der Wirboltbiern. —Berlin, 184(1.
99 —
iilla |)Ieiii'a, in {'orrispondenza di (lucsla siiporlicic del polnKtiic. si di-
sl(Mule Faponevrosi diarraininalica.
Ne contribui a ))()rtare luce la descrizione <li (iiiillol ('i. Oiiesli
animisc clie ncf'li iiwolli esislc la jilciira cosliliiila da due Ibglielli, dci
(piali lino rieo|)re lutla la superfioie di ciasciin polniono, V allro si
dislcndo su lultc l<' pai'li Nicino, cioe sui sacclii aerilVri, sugli ossi, sul
niiiscolo dialVamnia ^^ su raponevrosi ehe da (|uesl(> deiiva.
Sappex ^^^ leee accurate ricerclie riguardo alia pleura degli uc-
celli. Trovo die la iinione tra polnieni, |)areti toraciclie e dialVainma e
falla ill ([ualclie gallinaeeo, speeialnienle ne! jiollo, da laiuelle e da Jila-
inenli connettivi : ciie negli inlervalli lasciali dalle lanielle e dai lila-
menti la supeificie polmonale e liscia, non aderenle. Su|)pose die (piesli
inlervalli potessero rappresentare i rudimenti di una cavita pleurica.
(londuse: die la suiierlicie jiolnionale e ricoperla da tessulo conneltivo
il (piale unisce i polmoni ai diversi organi die li circondauo, in basse
li unisce al dialramma, in alio alle xertebre, alle coste, ai inuscoli in-
lerrostali : die a causa del coniielllvo disposto inlorno ai polmoni, inanea
la pleura negli uccelli.
Ouesl<' c()ndiisi(Mii riirono accolle da Hoiile C).
Sa|»pe\ alVerina di passare soilo silenzio la cavila loracica |)erclie
e sullicienleinenie conosciiila : ma non era nel vero (piaiido laeeva lale
allermazione. A quel tempo dominavano errori su (|iiesl(t argomenlo ed
Kgii slesso (*rede\a die la siipeilide venlrale del dialVamma (Uiiiticd
di\i(lesse i polmoni dai \isceri del lorace (Mleiraddome, ri|)elen(lo Ter-
lore nel (|uale era eadiilo (loilcr. ed aveva opinione die il cos) dello
dialVamma toraco-addominale separasse Faddome dai lorace.
Uoiiget C'l di\ise la cavila del Ironco degli uccelli in Ire grandi
sc(miparliiiieiili. l/aiileriore-inleriore si eslende per quasi lulla la luii-
gliezza del Ironco; conliene il ciiore. i grossi \asi, i saccIii aeriferi cer-
vicali ed inlerimMlii. l/anleriore-supcriore, occupato dai pijliuoni, e diviso
dairallro per mezzo del diarramma ornitico. L'ullimo scomparliineiilo
lr(t\asi in corrispondenza della porzioiie su|)eriore e posleriore del tr(Ui('o
e accoglie i visceri addominali ed i sacclii aerileri poslerioii. II dia-
rramma loraco-addominale separa (|uesto scomparliiiienlo dai (hw alli'i.
(iegenbaur [') non Leniie conio del diarramiiia e ammise die i
(*) (inillot N. — Mi'^nioirf! snr l';tpj):ir(il ilo hi renpii'at.ioii dans Iti.s oisi>im\. — Aiivoh-f; ilrx
Srii'nrps naturelles. Troisiime siirie, Tome civquu'ine. Paris, IS4I1.
('-') Sappoy Ph. — ■ Kechercliea aur I'appareil respifat.oiro des oisoanx. — Pnri.i, /.S'/7.
(') Roiile L. — Aiiiitomie conipiir6e. — Par in, 7898.
[*) IJouget ell. — Lo ilhiphrasnie ciiez, les inainniiiercH, los oisi'aiix (^t hxs roptih^s. Bull. Snr.
lie. Bifilof/ie, Tom. IIT, isr,!.
(■•) Gegpinbanr C. — (irund/iiuo der v('r<ih'irl]tni(leii Aiiatoriiic. I.i'ipr:i(i, 1S70.
— 100 —
|t()liii(>iii (lejili iiccclli, in corrispondcnzii dclhi siipcrlicic antfi-iorc sono
liNcslili (lal peritoneo.
Tiiiri (') alti'ibiiisco alia suporlicic del dialVaniina posia a conlallo
del polmonc. I'lillicio cd il sigiiilicalo di pleura. -
(iaiiipana (*) sostiene clie nell' inlerstizio dorso-polmonalo e una
S('in|)li('(' horsd plnnini. l.a siiperlicic \('nlral(' del pnlnioni e Uitta imila
|)('r nu'/./A) di lessiilo connoltivo lasso alia parelo dei sacclii aerilcri sii-
pcrioic (' mcdio-superiore, e |)erci() spn)\ vista di pleura. Noii esisle
negli iiccelli una caNila s|)lanenica hipleurale conipleta, nia si lianno
due horse plciirirhc. rudinientarie. 11 lo^liello |)arietale di cpiesle horse
e una inend)iana spessa, I'iveslila da endolelio, laeilnienle dislaccaltile
dalla parete coslo-niuscolare. (losi ^li uecelli posseggoiio le pleure. die
oecupano un senijilice intersti/io |iarielo-\iscerale e non possono con-
siderarsi eonie Nero sierose sj)lancniclie eoniplele, nia devono essere ri-
iiuardate come horse pleuiiche. Credo clie negii uccelli esisia una sola
eavila splanenica e<Mrispondenle alia cavila addoniinale dei nianiniileri:
l"ap|)are(*eliio respii-alorio e parte inle^ranle |)arietale di (|uesla eaNila.
Cani|>ana nego il dialVanima oi'nitieo, ([uindi non pole Tarsi idea della
eavita loi'acica e descrisse, naturalnienle. i rapporii dei sacclii aeii-
I'eri in\ecc die con il dialVaniina. con la superlicie \enliale dei
|)olinoni.
i'agen si ecliei' (') aiiimelle die i polnioni in corrisponden/a della
superlicie \enlrale siano rivestiti da una nieinhrana sierosa. dallii |)leura,
la (|uale e iinila alie nienihrane diarraninialidie.
Cadial ^ si occupa incidentalinenle delle pleure degli uccelli in
un la\oro sullo sviluppo della porzione celalo-toracica. Alfenna die alio
slato enihrionale esisle la eavita plcurica negli iicedli; die negli uccelli
adulli trovasi la pleura, nia alio stato rudiinenlario ; die i suoi due lo-
glielli sono liheri in coi-rispondenza delle doccie vertebrali e aderiscono
sui lali ; die sul diaframnia non e sierosa. Mise in evidenza, |)er mezzo
del nilrato d'argento, ro|)itdlo della pleura. In corrispondenza (Idle doc-
cie vertehrali Cadial avrehbe Irovato la pleura con disposizione iden-
tica a (|uella che riscontrasi nei maminireri. Ouesta niemhrana si esten-
derehhe in direzione della larghezza lino ad una linea verticale die di\i(le
il polmone in due jiarti eguali. Si comprende che Cadiat feco le ricer-
clie nd polio e poi generalizzo alia classe i risullali delle sue indagini.
(*) Tigri A. — Del mascolo diafrainraa iiegli nccelli. — Catania, 1S71.
(") (Jam pan a. — Physiologie de la respiratiou cliez les oiseanx. — Paris. 18~'>.
(•') Pagenatecher A. — AUgeineino Zoologie. Di-ittor 'llieil. — Berlin, lH7fS.
(■■) Cadiat. — Du doreloppement de la portion ('r'i>lialo-tlioi';ici(|uo do V cmhvynn . —^ J ourn'il ilc
i Aiiatomie et de la. Phjjsiologie. Pari-i, ifiTS.
— 101 —
Noil Irovo chc del Ijuoro di (-adijil si;i shilo Iciiiilo coiilo jm'i- (|iianl()
conccnic Ic |)loiir(' (Icii,!! iiccclli.
Ilii\l('\ 1/ , seguito (la (iadow c da SicOrl ', proixtsc clic la
(•a\ila loraco-addominale venissc di\isa in cnrila rcspij-tiloria c c<(riln
nirdiiico-iKldomitm/e. Siiddivisc la caNilii respiiaioria in niriln jxiIiiioikiIc
clio (•(nilicnc i polnuMii (mI i sacclii acrileri ('ciNicali c in cdrilu siih-
poliiioiKilc coniprcsa Ira il dialraniiua itolmonalc c il dialVamnia loraco-
addondnalc {scph/ni (thli(fin/iii di IIuxIcn;. Oiicsia conlienc i rinianciili
sacrlii acrilci'i. La cax ilii cai'diaco-addonHiialc, |Mtsla sollo c diclio al
scllo ()l)li(|ii(), acco-ilic il ciioro c i;li allri visccri.
Talc snddivisionc dolla eavila {(traco-addoiuiiialc iion piio csscrc ani-
mcssa. II sclto ol)lif|ii() non c allio clic la parole Nonlralc dci sacclii iii-
l(M-iiiodii c la parcic poslcriorc del |»c!icardi(), (piiiidi iion dohhianio al-
Irilinirii'li sij^nilicalo di dialVanmia. 1*^ il diarraiimia oniilico chc si^iiiia i
liniili Ira ca\i[a loracica c ca\il;i addoniinalc.
(ilaiis alVcrnia clic i pohnoiii dci^li iiccclli 11011 sono conic (pndli dci
nianiniircri accolli in iin sacco piciirico.
\<'niincno (iadow scppc lihcraisi daiili crrori (he (l(»niina\ano sii
(|ncslo argonicnio. Anmiisc clic solanicnic nclla sii|)crlicic Ncniralc i
|)oliiioni sono ricopciii dalla pleura, ia (jiialc (' una incndirana sii>rosa
in slrclla nnione con il diarrainina oniilico. I] piii innan/i, iicl descii-
vere il diarrainina. alVerina chc (picslo ('• parte dclla iiia ricordala
pleura.
UocIk' ("'' crede chc i polnioiii siano spro\ \ isli di pleura: di\i(lc.
come Hoiigol, la ca\ila del Ironco in li'c por/ioni,
.la (J II el ;'') alVenna clic i polinoni sono posli in corrispoiidcnza
dclla siipcrlicic dorsalc dclla ca\ilii loi'acica; chc con il nonic di dia-
IVainina In descrilla una sollilc lamina di naliira mnscolarc clie |)arle
dalla |)arelc dorsalc dclla i;al)l)ia loracica c ri\esle la siiperlicie iiiferi(n"e
del |)()linoiu? ; chc iiiolire la ca\ila del Ironco (' divisa in Ire scomparli-
menti, imo mediano e due laterali, \u'v mezzo di due diarrammi lihrosi
loraco-addominali chc si estendono come lamine \cilicali dalla siipcr-
licic dorsalc alia siiperlicie venlrale.
Siel'ert eoiisidera I'allo impoiiaiilc chc Ira polmone e diaframma.
(*) Huxley Tli. — On the reapiratorv orgiiiis ol' Apterix. — Pror.eedinfj.i of fhr zoolfujiral -S'n-
riefy of London, 1882. Part III.
(") Siefort E. — I^eber die Athmung tier Ueptilieii iiiirl X i\>iii\. — Archiv fih' die f/Cfifimmfr
Physiolof/ie. Vierundsechszigstcr Hand. Bonn, 189(1.
(■') KocIm- (t. — Coiitribntion :\ I'etncle ile I'.anatoniie coiii]iiirr;e rtes rcservoira arrii'DM (I'origiiK^
piilnionaire cliez lea oiseanx. — AnnaUs de.9 Scienre.i naturelle.^. Tome XI. Parrs, t.'HU.
C*) Vogt C. nnd Ynng K. — Lelirbncli iler ijraktisclien vevgleicliondMi ATiat.nniii'. — nrniific/rn-
phle der llnnxtmihe henrheitrf von .Taqiiet. JSraniixrlivjein, 18S.'i-18.')-J.
— 102 —
Ira polmoiK' c coslc iion si IroNi tiiio s|iii/i(t il (|iialo sia da paragonarc
fiinzionalincnlc ai sacchi ploiirici doi maniinilVii.
Scroiulo U(Mt(?rer(' i polinoni (l('i»li iiccclli noii soiio i-ivcslili da
plciiia e la loro supcrlicie dorsale <• adcrcnlc alle coslc.
Biir i^*) ainnicllc clic la siiperlicic coslalc dci ixdmoiii c miilaslrcl-
laniciilc per mc/./.o di Icssiilo connclliNo alia pai'clc loracica ; ciic i pol-
moid su liilla la .siipcilicic sono ri\cslili da una incinbrana solUiissiiiia;
die il congiiin^imenlo inlimo del polinone con la |)arcte toraciea avvieno
per riinirsi della pleura costale con la pleuia polnionale ; cho in corri-
spondenza della siiperlicie \eiilrale la pleura del viscere si Ibnde eon il
cosi dello dialVaninia pohnonale. Inter|)elra il si^nilicalo dei dialVamnii
in (|uesta guisa : (' IJeide sind niclils Vnderes als Tlieile der IMenra hez.
{\os I'eritonennis..., »
Da (|uanlo ho sopra esposlo. cliiaro apparisce clio riguardo alle
|)leiire degli uccelli abhianio cognizioni scarse e conti'adillorie.
Fino a poco tempo fa si amniisero. a lorlo. due diafrauinii negii
nccelli e eosi della ca\ila celonialica In fatla una di\isione shagliala.
Le pleure non pole\ano essere eonvenienlenienle descrille |)erclie non
si conosccNa la lo|»ogralia della caAila loracica.
Dinioslrai in allri lavori ') die gli uccelli lianno un solo dia-
lVaninia : die il cos) dello dialVainnia loraco-add(tminale non e allro die
la parele Ncnlrale dei sacdii aerifeii iiileiinedii e la parele itdsteriorc
(1(^1 pericardio ; die il diariamina ornilico chiiKh^ in liasso la cavilii lo-
racica. I risullali di (juesle iiiie ricerdie slahiliscono nellanienle i liinili
della ca\ila loracica. la (|uale e circoscrilla dorsalnicnle c laleralineiile
dai cor|»i (Idle Ncrlehre. dalle coslc, dagli organi die occnpano gli
spazii inlei'coslali ; \eiilralnienle e diiiisa dal diarraniiiia. II niediaslino
la siiddivide in due casila eiiiro alle *|iiali sono accolli i poluKUii.
Per lo sNiliijipo delle pl(Mire In* sliidialo einliri(Mii di polio.
I polnioni si s\iluppaiio eiilro ai leganienli polinonali-epalid, si
piio (juindi airerinare die lianno nei priiiii sladii di svilnppo i iiiede-
siini rapjxM'li dei legaineiili polinonali-epaiici ; rapporii die oriiiai
S(Uio noli.
I'rinia del sellinio gioni(» d' ineiihaziiUK' i polinoni. lolli i legaiiii
con il niesenlei'io dcusale e ciui i!,li ahliozzi del diarrainina. s(M1o liheri
(') Itetterpr E. — Aiuiloitiio ot I'liysiologio ;niiiii:ilcs. — Parix, JSOd.
\^) JJIir ^M. — JJeitriige ziir Kciiiiliiis dor Aii.at,omio und Pliysiolojiiodor Atliciiiworkzcituo hoi ilon
\'<''tr<'lii. — Tilbinger zooloijisclie Arheiten. II Ba,vd, No. 3. Leipzig, iSftc.
(•') 14ertelli O. — Coiitrilmto .-ilia inoi't'oloo;ia fid alio svilnppo ilel diaCiMiiima oiiiit.irn. — Jlloni-
tore zoologico italiano, 18hH. — Svilnppo dei sacolii aoriCeri del polio. Divisioue dolla eavita ci-loiiwitif.i
df.sli nccelli. — Memorie deWi Socie.fii toficanfi di strienze nntiirnli, Vol. 17, lS9ft.
— 1.0B —
nclla cavith ('clonialica. Al scUiiuo liidiiKt iiicomiiiciaiio ad addossarsi
sli-('t(amenl<\ per hi'CNc Irallo, sidle paicti latcrali dol coloina.
Dal scltinio ^iorno (riiicuha/iono raddossaincnio dollc pareli lalc-
rali dci poliiioiii allc paiTii dclla caNilii cclitmalica \a liradalamcnlc au-
menlando. tanlo die al (|iiall(>nli('('siiii(» i:i()i'n() Ic pareli lalerali e dorsali
(lei |)(>lmoni sono per liilla la eslensi(tne appoiit;jale alle eorrispondeiili
siipeiiieie delle cavila pleiiriclie.
Ill basso i polmoiii sono I'lisi, jjiiina cogii ahho/.zi del dialVaniiiia,
dopo. col diarramiiia e cos'i \enlralnienle non possoiio avere sioiusa,
II modiastino |)i'iniiti\anienl<' e una lamina connettiva die accogiio
I'aorla e Fesofago, eniro alia (piale ])oi si spingono i jii-oressi sjiinosi
venlrali delle vert(*l)re; in sladii inollo giovani e assai esleso in diivzione
sagiltale. I leganieiili poliiioiiali-epatici sono iinili al inesenlerio dorsalc;
in seguito uniseono i polmoni al iiiesenlerio dorsale ed al iiiediaslino.
Agli nllimi stadii ddla ineiihazione il colleganienlo dei polmoni al me-
senterio e falto da scarsi (ilamenli di lessulo eonnellivo, 11 niediaslino
a (|uesti sladii a\anzali dello sviluppo si e ridollo in direzione sagillale
peirlie la |)afle inl'eriore ha eonlrihnilo alia eosliliizione del dialVamma.
Del legamenlo polmonale-epalieo andie 11 Irallo die iini\a il polmone al
mediastino |)a!iedpa a ronnare il diariamma e eosi si compfende peielie
negli emhrioni agli idliini sladii ddla iiieuhazione e negli in(li\idtii adiilli
\enne a maneare niia valida iini(tne lia polmoni e ni(»(liaslino. Alio slalo
emhrionale ahliiaino sladii nei (|iiali esiste niia pan'le inlerna delle ca-
\ila pleuiidie assai eslesa in direzione sagillale : sedremo come iiel-
radnll(» il niediaslino e rislrello in (jiiesla (lii-ezi(»iie e eoiiie in conse-
giienza I'aorla o Tesolago si sono resi siiperlidali.
(Contiima.)
GIULIO BIZZOZERO.
Una delle piu elette intelligonze clie onoravano ITtalia si e spenta la-
sciaudo in lutto la scienza, in desolazione i oolleghi e gli amici. L'8 Aprile di
quest'anno, in Torino, colpito da pneumonite doppia, raancava ai vivi Giulio
Bizzozero, senatore del regno, proi'essore ordinario di Patologia generale e
libero docente di Istologia nell'Ateneo torinese.
Giulio Bizzozero nacque in Varese di Lombavdia il 20 Marzo 184G, feco
a Milano gli studi secondari ed in ben giovane eta si I'eco a Pavia per gli
studi universitari, riportando la Lanrea in Medicina e Chirurgia nel 1866.
Gia dali'inizio dei suoi stndi universitari egli comprese quale via dovesse
seguire un cultore delle scienze mediche. In mezzo ai molti propalatori delle
antiche teorie speculative, nell'Ateneo ticinese un Salvatore Tommasi, un
Oehl, un Mantegazza a quel tempo proclamavano e diffondevano lo mo-
— 104 —
derne teorie positive sulla base della ossei'vazione e della esperienza; Eizzo-
zero, attenendosi a queste, voile partire dalla osservazione diretta del fatti,
trovo modo di penetrare nei laboratori scientitici scarsissimi in quel tempo
ed aperti solo eccezionalmente ai giovaiii, e nell'Istituto di Fisiologia diretto
da Oelil egli ancor sediceniie condusse a terraine il suo primo lavoro che
I'iguarda la fina anatoinia delle ossa lunghe dei batraci. Frequento poi il labo-
ratorio diMantegazza ed in seguito visito gli Istituti scientifici di Zurigo
e di Berlino contiuuando a far ricercbe sn diversi argomenti di istologia iior-
male e patologioa cbe rese di pubblica ragione in vari periodici.
Ottenuta la Laurea, essendo scoppiata la guerra contro I'Austria, egli ab-
l)andon6 per breve tempo gli studi per eiitrare come medico militare volon-
tario nell'esercito combattente. ma sabito dojio la guerra torno a Pavia, perche
i lavori gia pubblicati avevano sollevata tal fama di lui che venne cola cliia-
mato, a soli 21 anni. a sostituire iiell'insegnamento della Patologia generale
il sno maestro Mantegazza trasferitosi a Firenze.
A Pavia Bizzozero resto solo poclii anni: nel 18T3, dietro concorso,
in nominate Professore ordinario di Patologia generale a Torino. In questa
universitk egli I'anno 1878 apri un corso libero di INIicroscopia clinica, e due
anni pin tardi convert! questo in un corso di Istologia normale, corso che si
puo chiamare verameiite classico e che continue a fare senza interruzione Hno
alia morte.
A Pavia ed a Torino Pi zzozero si dedicu interamente al lavoro scienti-
lico ; istitui nuovi laboratori, raduno in ossi numerosi allievi, che egli instrado
nei pin rigorosi metodi di indagine, riuscendo cosi a creare una schiera di
giovani scienziati, che sono ora sparsi nelle varie universita italiane. Vari
Inrono gli argomenti di studio del Nostro, ma sebbene molti ed importanti
siano i snoi lavori di Patologia, pure puo dirsi che egli predilesse sopratutto
]o ricercbe di Istologia normale. Noi qui diamo in appendice la serie dei la-
vori di indole anatomica; fra questi ben noti sono quelli sngli orgaiii emato-
poietici, sul sangue e sulla prodnzione e rigenerazione fisiologica degli olementi
ghiandolari.
Npgli ultimi anni B izzozer o, ali^tto da una malattia endooculai-e, ora
impedito dal fare lunghe osservazioni al microscopio; per quosto fatto egli,
p\ire non avendo cessato di indirizzare i suoi allievi nelle ricerche di micro-
scopia. dove mutare argomento dei suoi studi, e cosi entro nel campo del-
I'igiene.
I numerosi lavori suoi e degli allievi Giulio Bizzozero soleva dapprima
riunire in volumi intitolati dal laboratorio suo, ma piu tardi, cioe nel 1H7G,
fondo VArchivio per le scienze mediche, periodico che per la scelta e I'impor-
tanza dei lavori coutenutivi, provenienti oltre che dai laboratori di Torino an-
che da molti altri d'ltalia, puo essere considerato come un modello del genera.
D'anirao franco e nobile, zelante del dovere, caro agli amici, adorato dagli
allievi suoi, Bizzozero si distingueva sopratutto per I'acutezza della intelli-
genza, la precisione delle idee, la larghezza delle vedute,la sicurezza del giu-
dizio. II suo discorso era sempve semplice, misnrato, spoglio di ogni orna-
raento rettorico; cio che sopratutto egli curava non era la bellezza della forma
ma la limpidezzn della esposizione. Ed e sopratutto per essere egli stato sem-
pre chiaro, piano, ordinato, esatto dicitore che le sue lezioni riuscivano mira-
— 105 —
bill B venivano altamente apprezzate e molto frequentate. Le stesse doti si
ti'ovano in tutti i suoi scritti, e la chiarezza e la esattezza della descriziono
formano uno dei pregi maggiori del suo Manuale di iiiicroscopia clinica, il
quale uscito la prima volta nel 1879, fu poi tradotto in molte liiigue e fini per
essere stampato in una quinta ediziouo or souo pochi musi.
A', h'usdvi.
i8(5'2. — Delia disLribuziane dei cauali vascohiri ncUo oss;i kiugliu dei I)a-
Lraci. (Archivio per la zoologia, vol. il).
1861. — Studi comparativi sni ueniaspernai e sulle ciglia vibratili. (Aunali
uiiiversali di Mediciua, vol. CLXXXVll),
1861. - Delia cellule eigliate del reticolo malpighiauu deU'eiiiderinide, deilu
uuicose e dei cancroidi. (Ibid., vol. CLXXXX).
1865. — Sui coipuscoli soinoventi. (Comuu.diP. Man lu gazzjii. (Keiidicunli
11. Istituto Lombardo, CI. Sc. Fis. e Nat., vol. II).
1866. — Sulla neol'oraiazioue del tessuto connettivo e .'sullc cellule sciuo-
veuti. (Morgagni).
1867. — Sul parencliiiaa della ghiandola piueale. (Gazz. med. Italiana-Loiu-
bardia, Serie VI, t. I).
1868. — Del niicroscopio e della tecnica microscopicii : Manuale pei uie-
dici e per gli studeuti di E. Frev. (Sunto con note. Aniiali univ. di Medic.
vol. CCII).
1868. — Sulla vitalita degli eleiueuti coutrattili. Nota uei Keudicouti del
li. Istituto lombardo, serie II, vol. I; iu e.stf>so in Morgagni).
1868. — Nota ci-itica sulla meinoria del D'Aul'recli fc intonio alio svilupfio
del tessuto couuettivo. (Morgagni).
1868. — Sulla funzione ematopoietica del midollo delle ossa. Comunic. I.
((xazzetta niedica italiana).
1869. — Sulla funzione ematopoietica del midollo delle ossa. Comunic. II.
(Ibid).
1869. — Sul niidoll-o delle ossa. Studi. (Morgagni).
1869. — Sulla struttura del tessuto connettivo compatto. (Kendiconti del
11. Istituto lombardo, Ser. ii, vol. II).
1870. — Sulla struttura degli epiteli pavimentosi stratificati. (Reudic.
It. Istit. Lombardo, serie II, vol. IIIU
1870. — Sul tessuto tendineo (Ibid)
1870. — Sulla struttura del tessuto teudineo. (Morgagni).
1870. — Rivista dei recenti progressi della tecnica microscopica {Aniiali
Universali di Medicina, vol. CCXII).
1871. — Ricercbe sulla struttura dei tendini ; nota alia memoria del
I'. Lanzilotti-Bu 0 ns anti. (Gazzetta med. Ital. Lombarda).
1871.. — Sulla struttura del parenchima della gbiandola pineale (Rendic.
R. Istituto lombardo, vol. IV).
1872. — Zur Bindegewebsfrage. (Central blatt f. d. med. Wissenscb).
1872. — Sulle alterazioni del tessuto muscolare in seguito al taglio dei
nervi (in collab. con C. Golgi). (Rendic. R. Istituto lombardo, vol. V).
1872. — Sulla struttura delle gbiandole linfatiche. Nota. (Rendic. R. Istit.
lombardo, vol. V).
1873. — Sulla struttura del tessuto tendineo. (Osservatore-Gazzetta delle
Cliniclie).
1873. — Sulla struttura delle ghiandole linfatiche. (In esteso, Giornale della
R. AcG. di Med. di Torino).
1874. — Intorno al lavoro del prof. Robin sul midollo delle ossa ; osserva-
zioni critiche. (Gazzetta med. Italiana-Lombardia, ser. VII, t. I).
1874. — Ueber die innere Grenzscliicht der menschlichen serosen Hiiute.
(Ceutralblatt 1. d. med. Visseusch).
1874. — Sui rapporti del cervelletto colla fossa occipitale mediana (in
collaborazione con Lombroso. (Arch, per I'Antropol. e I'Etnol., vol. III).
— 106 —
1876. — Sulla strutfcura dellc membrane sierose e particolavmeiite del pe-
ritoijoo diaframmatico in coUab. coii G. Salvioli. Nota. (Giorn. deila R. Ace. di
Mediciua di Torino).
1876-1878. — Studi suUa ytruttnra e sui lint'atici delle sierose umane (hi
collab. con G. Salvioli). Parte 1. (Arch, per le scienze med., vol. 1); parte II
(ibid., vol. 11). '■
1878. — Geschichtlidies iiber die Kenntuiss des Kiiochenmarkes. (Wiener
Med. Jahrbuch, II Heft).
1879. — II crorao-citometro. ( Atti della Li Accad. delle Scieuze di Torino,
vol. XIV).
1879. — liicerche sperimentali suUa ematopoiesi splenica (in collabor. cou
G. Salvioli). (Arch, per le Scienze Med., vol IVj.
1875-1879. — Riviste d' Istologia. (Anuali universali di Mediciua dal vo-
lume CCXXXII al CCL).
1880. — SuUe variazioni quantitative dell'emoglobina iu seguito a sottra-
zioni sanguigne (iu collab. con G. Salvioli) (Arcli. per le Scieuze medichu,
vol. IV).
1880. — Della trasfusione del sangue nel peritoueo e della sua influenza
suUa ricchezza globulare del sangue circolante (in collaboraz. cou C. Golgij.
(Archiv. per le Scienze med., vol. ]V),
1880. — Sulla ematopoiesi negli uccelli (iu collab. con A. Torre). Nota
prev. (Atti R. Ace. delle Scienze di Torino).
1880. — Sulla produzione del globuli rossi del sangue. I. Sulla produzione
dei globuli rossi negli uccelli (in collab. cou A. Torre). (Arch, per le Scienze
med., vol. IV).
1881. — Sulla scissione dei globuli .sanguigni rossi uella vita estrauteriua.
(Osservatore, Gazzetta delle Clin. In esteso nel Giornale della Li. Ace. di Me-
diciua di Torino).
1882. — Comraemorazione di T. Schwann. (Atti della R, Ace. delle Scieuze
di Torino, vol. XVII).
1882. — Di uu nuovo eiemento morfologico del sangue dei mammiferi e
della sua importanza uella trombosi e nella coagulazione. (Giornale della
Li. Ace. di Medicina di Torino e Gazzetta degli ospedali. In esteso Milauo,
Vallardi e Arch. Italienne de Biologie, T. 1)
1882. - Le piastrine del sangue e la coagulazione. (Giorn. R. Ace. diMed.
di Torino e Gazzetta degli Ospedali).
1882. — Le piastrine del sangue dei mammiferi ed i corpuscoli iuvisibili
di Norris. (Gazzetta degli Ospedali e Arch. Ital. de Biologie, T. I).
1882. — Bluttplattchen und Thrombosis. (Centralblatt f. d. med. Wis-
seusch.).
1882. — L'ematopoiesi nei vertebrati inferiori {in collab. cou A. Torre).
Nota. (Osservatore, Gazzetta delle cliuiche).
1883. — Die Bluttplattchen im peptonisirten Blute. (Centralblatt f. d.
med. Wiss).
1883. — Le troisieme element du sang. (^Semaine medicale e Gazzetta degli
Ospedali).
1884. -- Sulla preesistenza delle piastrine nel sangue normale dei mammi-
feri. (Gazzetta degli Ospedali).
1884. — Sulla produzione dei globuli rossi nelle varie classi dei verte-
brati (in collaborazioue con A. Torre\ i^Arch. per le Scienze mediche, vo-
lume VII).
1884. - Sulla produzione dei globuli rossi (in collab. con A. Torre). (Arch.
per le Scienze Med.. \ ol. VII).
1884-18S5. — Sul consume- delle cellule ghiandolari dei mammiferi nelle
ghindole adulte i^in collab. con Vassale). Atti della R. Accad. delle Scienze di
Torino, vol. XX).
1886. - Sul destino dei globuli rossi nella trasfusione del sangue defibri-
nato in collab. con Sanquirico). (Arch. Scieuze med. vol. IX).
1886. — Sulla struttura degli epiteli pavimentosi stratiticati. (Ibid.).
1886. — Commemor. del D. A. Tori'e- (Giorn. R. Ace. Med. di Torino).
— 107 —
1886. — Nuovo metodo per la dimostiazione degli oleiueuti iu cariociuesi
iiei tessuti. (Zeitschrift f. Wiss. Mikrosk., 1.11 Bd.)
1887. — Sulla proiluzione e rigenoraziuiie fisiologica degli elementi gliiau-
dulari (in collab. con Vass alej.-(Arch. bcienze nied,, vol. Xi).
1887. — Nota aggiuntiva al lavoro procodente. (ibid.).
1888. — Coramemorazione di Gaetano Salvioli. (Annuario K. Universita
di Torino, 1888-1889).
18<S'J. — Ueber die Atrophic der Fcttzellen des Ivuochenniarks. (Arch. 1.
aiikr. Anatomie, Bd. XXXIll).
1889. — Nuove ricerclie siiila struttura del midoliu osseo uegli uceelli.
(Alti K. Ace. delle Scienze di Torino, vol. XXV).
1889-1893. — Sulle ghiandole tubulari del tubo gastrounterico e sui rappurti
del loro epitelio coH'epitelio di rivestiuiento della mucosa. Sctte note. (Atti dolla
R. Ace. Scienze di Torino, vol. XXIV, XX VII, XX Villi.
1891. — Sulle piastrine del bangue dei niamniiferi. Nuove ricerclie. (Arch.
Scienze med. vol. XV).
1894. — Berichtigung in Sachen der Kerutheilung in den Norvenlasern
nach Durchschneidung. (Arch. f. Mikr. Anat., Bd. XLI).
1894. - Accrescimento e rigenerazione deU'organismo. (Arch, per le Scienze
med, vol. XVIII).
1891. — Eiueu historichen Biickblick aul die Entwickelung der Lehre von
de Blutbildenden Function des Knockenmarks. (Deutsche med. Wochens-
chrift).
1894. - Oli'euer Brief iiber die Coutroverse. Bizzozero-Neuman. (ibid).
1900. - Uebor die fibrillare Structur der Epithelzelien des Froschdarmes.
(Anat. Anzeiger. Ergauzungshett z. XVlii Bd.).
aiOVANISri BATTISTA LAURA.
11 Prof. Uott. Giovanni Battista Laura, morto poclii giorni sono nel
fiore della virilita sua in Torino, ove era insegnante di Neuroterapia, merita
sia ricordato in questo Giornale, poiche Ei fu Anatomico stimato, e le sue Pub-
blicazioni anatomiche hauno iucontestabile valore, e vengono continuamente
ricordate. Esse si riferiscono a ricerclie praticate per chiarire fatti oscuri e dif-
ficili sulla struttura minuta del sistema nervoso centrale: i risultati ottenuti
attestano I'abilita del ricercatore. Eccone I'elenco:
SuU' origine reale dei nervi spinali. I. i Memorie della K. Accademia delle
Scienze di Torino, XXXI, 1878).
Nuove ricerclie sull' origine reale dei nervi cerebrali. il. (lb., XXXil, 1879).
Sulla struttura del midoUo spinale. (Torino, 188:2).
Gr. liumiti.
JACOFO DANIELLI.
E qui pure devesi ricordare la immatura perdita del Prof. Dott. Jacopo
Danielli. Distinto Antropologo, Egli ebbe profonde e razionali couoscenze
— U)8 —
della Aaatoiiiia dell' uoino, o ne fanno fede i suoi scritti, dei priiicipali, uccouo
i titoli:
Iperostosi in inaudibole uiuaue specialiiieate in Ostiacchi. (Archivio per
I'Antropologia e la Etnologia. Firenze, 1884).
11 corridore Martinelli. Osservazioni antropologiche. (Idem, 1888).
Tecnica antropologica. Idem)..
Studio crauiologico sui Njas. (idem, 1892).
Appendice sullo stesso argomento. (Idem).
Studio sui crani Bengalesi. (Idem, 1893/.
Crani ed ossa lunghe di abitauti dell'isola di Eugauo. (Idem, I89dj.
Contribute alio studio del tatuaggio negli anticlii Peruviani. (Idem, 1891).
G. Ko'iidti.
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<lcir Unione Zooloyica Itallana, che ebbe luo?io in Napoli dal
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(I'liliblicazioiii Italiiiiie <li Zoolot^ia, Anatoinia, Enibriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DIRETTO
DAI DOTTORI
GIULIO GHIARUGI
EUGENIO FICALBI
I'rof. di Auatoniia uiuaiia
iiL'l K. Istituto tli Stufli Super, in Fiieiize
I'rol'. ili Auatoniia coiup. e Zoologia
iiella li. lljiivorsita di Padova
Ufficio di Direzione ed Amministrazione : latituto Aiitftomico, Fircnze.
12 Humeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno
Firenze, Maggio 1901
N. 5
SOMMARIO: BiBLiooRAFiA. — Pag. 109-118.
UoMUNicAzioNi Originali: Bertelli D., Sviluppo e conforinHzione delle pleuro ne-
gli uccelli. (Continuazione e fine). — Barpi U. e Tornello S. Q., I vasi aber-
ranti del fej;ato dei Solipedi: 1 ' Nota. (Con tavola IV '). — Pag-. 118-140.
Studio coi.lett.vo del peso dell' Encefalo negli Italiani: Adesioni. — Pag. 110.
Avverter\za
Delle Comunicazioiii Originali die si pubblicanu iiol Mont-
tore Zooloijico Italiano e vietata la riproduzione.
BIBLIOGRAFIA
Si da notizia soUanto del larorl imhbltcati In Italia.
XV. Vertebrati.
11. PARTE AN ATOMIC A.
1. Partk generale.
Corrado G. — liapijorti metrici tra le varie parti del corpu leLale od altre
considerazioni in ordine all' identita. Parte III. — Gioni. d. Aasociaz. Na-
poletana di medici e natu7'alisti, An. 11, Puntata J, pag. 70-90. Najyo/i,
1901 {continuaz. continua).
2. TeGUMBNTO E PRODUZIONI TEGUMENTARIE.
Ottolenghi D. — Contributo all' istologia della ghiaudola manimaria i'un-
ziouante. — Mem. d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Serie 1', Tamo 50,
pcuj. 179.
Sfameni P. — Contributo alia conoscenza delle terminazioui uervose negli
organi genitali esterni e nel capezzolo della femmina. - Vedi in questo
N. a pag. 115.
M. Z.
— iiu —
3. SlSTEMA NEKVOSO CENTRALE E PEIUFERICO,
Amabilino R. — Contributo alia conoscenza del centre visivo corticale. Con
Hg. — II Flsani, Giorn. di Fatol. nervosa e mentale, Vol. 21, Fasc. 2-3,
ptuj. 106-114. Falermo 1900.
Amabilino R. — Sulle deger.erazioni ascendenti specialmente del t'ascio di
Gowers, in un caso di compressione del midollo. Con iigure. — Riv. di Fatol.
nervosa e mentale, Vol. 5, Fasc. 12, pay. 529-587. Firenze 1900.
Caradonna G. — Ricerche sulla costituzione del plesso bracliiale, sulla di
stribuzione dei suoi rami terminali e suiranastomosi fra il nervo muscolo-
cutaneo ed il nervo mediano negli Equini. Con tav. II e III. — Monit. Zool.
Ital., An. 12, N. 3, pag. 62-75 e N. 4, pag. H4-95. Firenze 1901.
Chiarugi G. - Proposta di uno studio collettivo sul peso dell'enoefalo negli
Italiani. — Monit. Zool. Ital., An. 12, N. 1, pag. 23-30. Firenze 1901. Vedi
anc/ic: Lo Sperhnentale {Arch, di Biol. norm, e patoL), An. 55, Fasc. I,
pag. 117-126. Firenze 1901.
Ciaccio O. V. — Observations inicroscopiques sur les organes electriques dea
Torpilles (avec 2 pi.). — Vedi M. Z., XI, 11, 328.
Cutore O. — Ricerche istologiclie sulla « Anomalia dei canale niidollare in
un embrione di polio di 48 ore >. Con tav. — Vedi M. Z., XI, 7, 211.
Fusari R. — Caso di sdoppiamento totale e simmetrico di uu tratto del mi-
dollo spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi loml}a]'e. Con
tav. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 64. N. 2., pay. 83-96.
Torino 1901.
Gemelli E. — Contributo alia conoscenza sulla struttura della gliiandola pi-
tuitaria nei mammiferi. Con tav. — Uull. d. Soc. Med. Chir. di Facia, 1900.
N 4, pag. 231-240. Favia 1900.
Graziani G. — Sopia i rapporti delle arterie, delle vene e dei nervi satelliti.
Con tav. VII^ ~ Vedi M. Z., XI, 12, 355.
Guerri e Coluzzi. — Contributo alio studio della struttura del ganglio ci-
liare. — Annali d. Facolth di Medicina e Mem. d. Accad. med.-chir. di Fe-
ruyia, Vol. 12, Fasc. 1-2, pag. 23-28. Ferugia 1900.
Leggiardi-Laura C. — Sopra il significato della cosidetta « du[dicitH della
scissura di Rolando » e sopra un rapi)orto costante della scissura post-
rolandica. — Gior. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 63, N. 9-12,
pag. 830-838. Torino 1900.
Leggiardi-Laura C. — Di un solco tiasverso del lobo parietale costante-
mente rappresentato nell'uomo. Con figure. — Riv. di Biologia generate,
An. 3, X\ 1-2, pag. 104-105. Como 11)01.
Orestano F. — Le vie cerebellari efferent!. Con figure. — Riv. di Fatol. ner
vosa e mentale. Vol. 6, Fasc. 2, pag. 49-69. Firenze 1901.
Rossi U. — SuUo sviluppo della ipofisi. — Vedi M. Z., XI, 7, 212.
Rossi U. — SuUo sviluppo della ipofisi e sui rapporti primitivi della corda
dorsale e dell'intestino. Con 2 tav. — Vedi M. Z., XI, 7, 212.
Sperino G. — L'encefalo dell'auatomico Carlo Giacomini. Con favole. — Riv.
sperim. di Freniatria, Vol. 27, Fasc. 1, pag. 146-171. Reggio Emilia 1901.
{Continua).
Staderini R. — I lobi laterali dell' ipofisi e il loro rapporto con la parete ce-
rebrale in embrioni di Gonyilus ocellatus (Sunto) - Rendic. d. 1" Assemblea
— Ill —
(i d. Convegno d. Uiiione Zovl. Ital. in Jtolot/nu {24-27 Settenihre I'JUU), in:
Monit. ZooJ. Itcd., An. 11^ suppL, pay. 11. Firenze, Dicembre 1900.
Staurenyhi C. — Nota intorno all'ossificazione della grande lalce in alciini leti
di Eqtius caballus L. — Vedi M. Z.. XI, 12, 355.
Sirleo L. — Degenerazioni secoudai-ie alia disti'uzioiie dei nuclei del f'unicolo
gracile (fascio di BurdacJi) e del fiinicolo cuueato (fascio di Goll). Con
tav. — Arch. ital. di Medicnia int., Vol. 3, Faac. 3-G, pay. 121-131. Fa-
lermo 1900.
Ugolotti. — Couti-ibuzione alia studio delle vie piraniidali nell' uonio. —
Eendic. d. Assoc, med.-chir. di Farina, An. 1, N. 10, pay. 207. Far-
ma, 1900.
Ugolotti. — Contribuzione alio studio delle vie piramulali nelFuomo. Con tav.
— liiv. speriin. di Freniatria, Vol. 27, Fasc. 1, jjay. 38-07. Meygio Emi-
lia, 1901.
A. Organi L)i senso.
CalamLda U. — Terminazioui nervose nella membrana tinipauica. — (Jior. d.
R. Accad. di Medicina di Torino, An. 64, N. 3, pay. 189-192. Torino 1901.
Coggi A. — Sulle ampolle del Lorenzini (Sunto). — Rendic. d. 7" Assemblea a
d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 Settembre 1900), in:
Monit. Zool. Ital., An. 11, suppl., pay. 43-44. Firenze, Dicembre 1900.
Crevatin F. - Sulle terminazioui nervose della congiuntiva. — Rendic. d.
Accad. d. Sc. d. Lstit. di Boloyna, seduta d. 10 Dicembre 1900, in: IJoll.
d. Sc. med., An. 72, Serie 8, Vol. I, Fasc. 3, pay. 153. Boloyna 1901.
Crevatin F. — Su di alcuni corpuscoli del plesso sub-epiteliale della cornea
dei topi. — Rendic. d. R. Accad. d. Sc. d. lstit. di Boloyna, Seduta d. 10
Dicembre 1900, in: Bid I. d. Sc. med., A7i. 72, Serie 8, Vol. 1, Fasc. 3, pay.
153-154, Boloyna 1901.
Levi G. — Osservazioni sullo sviluppo dei coni e bastoncini della retina degli
L'rodeli. Con tav. XIV*. — Lo Sperinientale (Arch, di Biol. norm. epatoL),
An. 54, Fasc. 0, j)ay. 521-539. Firenze 1900.
Pagano G. — Ancora sulle tibre associative perit'eriche dei nervi ottici. —
Vcdl M. Z, XI, 12, 354.
Fornatota. - Del mesoderma pericristallinico nogli embrioui dei vertebrati. —
Vcdi M. Z., XI, 7, 213.
Turuatola. — Delia lormazione dei vasi uel viireo embriunale. — Vedi M.
Z., XI, 7, 213.
Tornatola. — Note intorno alle « (Osservazioni suU' origine del vitreo » del
dott. A. Carini. — Vedi M. Z., XI, 7, 213.
Versari R. — Coutributo alia conoscenza della uiorfogeuesi degli strati va-
scolari della coroide ueU'occhio deiruomo e di altri mammiferi. Con tav.
- Vedi M. Z., XI, 7, 214.
Wiederslieim R — DeH'orgauo uditivo. Con 37 figure. — Riv. di Bioloyia
ycnerale, An. 3, N. 3, pay. 101-198. Como 1901.
5. SCHKLKTRO E ArTICOLAZIONI.
Bignotti G. -- Sul tarso del Alas decumanas. — Rendic. d. / " Assemblea e
d. Conveyno d. Unione Zool. Ital. in Boloyna (24-27 Settembre 1900), in. :
Monit Zool. Ital., An. 11, Sapp'.. pay. 17-19. Firenze, Dicembre J900,
— 11*2 —
Coraini E. — L'articolazione bigemina del bregma comparativamente studiata
negli animali attuali. Con figure. — Atti d. Soc. Romana di Antropol.^
Vol. 7, Fasc. 3, pag. 49-66. Eoma 1901.
Dorello. — Sopra parecchie anomalie rinvenute in un occipite umano e spe-
cialmente sul cosi detto « Terzo condilo occipital e ». Con fig. — Ricerche
fatte net Laborat. di Anat. norm. d. R. Univ. di Roma ed in altri Laborat.
biol., Vol. 8, Fasc. 1, j)ag. 33-40. Roma 1901.
Ganflni C. — II significato morfologico del tuberculam pliaryngeitm ossis oc-
cipitis. Con tav. I'. — Monit. Zool. Ital., An. 12, N. 22, pag. 33-40. Fi-
renze 1901.
G luffrida-Ruggeri V. — Su un cranio stenometopus (Con fig.). — Vedi M. Z.,
XT, 0. 184.
Giuflfrida-Ruggeri V. — Sul significato delle ossa lontanellari e dei iorami
parietal! e sulla pretesa penuria ossea del cranio umano. — Atti d. Soc. Ro-
Diana di AntropoL, Vol. 7, Fasc. 3, jjag. 81-92. Roma 1901.
Maggi Li. — Sul significato morfologico degii ossicini petro-esoccjpito-so-
vraoccipitali ed esoccipito-sovraoccipitali (Sunto). — Rendic. d. 1"' A.ssetit-
blea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 Settembre 1900),
in : Monit. Zool. Ital., An. 11, suppL, pag. 15-16. Firenze, Dicembre 1900.
Maggi L. — Aggiunte ai nuovi ossicini craniali negli Antropoidi. — Rendic.
d. R. Istit. Lamb, di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 34, Fasc. 7, pag. 471-475.
Milano, 1901.
Maggi L. — Nuovi ossicini craniali degli Antropoidi e loro significato morfo-
logico. Con tav. — Rend. d. R. Istit. Lomh. di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 34,
Fasc. 3, pag. 147-163. Milano 1901.
Monti A. — Su gli scheletri di alcune scimmie rachiticlie: osservazioni ana-
tomo-comparative. — Mem. d. R. Istit. Lomb. d. Sc. e Lett., CI. di Sc. fis.,
matem. e nat.. Vol. 19 {Vol. 10 d. Serie 3), Fasc. 3. Milano 1900.
Sergi Ge. — Le forme del cranio umano ]iello sviluppo fetale in relazione alle
forme adulte : 2^ comunicazione. Con figg. — Riv. di Sc. biologiche, An. 2
N. 11-12, pag. 831-847. 1900.
Staurenghi C. — Note di craniologia. Con tav. I e II. — Annali d. Museo-
civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 {1899-1901}, pag. 635-660. Ge-
nova 1901.
Staurenghi C. — Nuclei complementari costanti del post-sfenoide del B. tau-
rus L. non ancora descritti, loro dislocazione nel corso de.Uo sviluppo em-
briouale, ed omologia cogli ossicini petro-sfeno-basioccipitali umani. —
— Boll. d. Soc. Med.-Chir. di Pavia. 1900, N. 4, pag. 173-200. Pavia 1900.
Con 3 tavole.
Tietze F. — Due crani scafoidei. Idee sulla scafocefalia. — Vedi AI. Z., XI,
6, 185.
Valenti G-. - So^Dra un caso di costa raddoppiata osservato nell' uomo. —
Rend. d. R. Accad. d. Sc. d. Istit. di Bologna, sedrda d. 13 Gennaio 1901,
in: Boll. d. Sc. med., An. 72, Serie 8, Vol. 1, Fasc. 3, pag. 154-155. lio-
logna 1901.
Zimmerl U. — lutorno ad un'anomalia delle ossa nasali in alcune specie di
animali domestici. Con 5 figure. — Monit. Zool, Ital , An 12, N. 2, J)^U-
43-50. Firenze 1901.
HI
6. Apparecchio muscolare.
Fajardo F. — A proposito di un'anomalia muscolare. — II Foliclinico, An. 8,
Vol. ,V-C. Fasc. 3, jnig. 152. Roma 1001.
Favaro G. — Note critico-bibliografiche sul muscolo sterno-cleido-inastoideo.
— Monit. Zool. Ital., An. 12, N. /, pag. 16-23. Firenze 1901.
Fiorani P. L. — II muscolo ileo-capsulo-femorale. Con tav. — Riv. veneta di
Sc. med., Tonio 34, An. 18, Fasc. G, pag. 241-248. Venezia t'JOl.
• Focacei M. — Contributo alio studio del muscolo interdigastrico di Bianclii.
Con 1 tav. — Atti d. Soc. d. Natural, e Matem. di Modena, Serie 4, .In. 33,
Vol. 2, pag. 260-277. Modena 1901.
7. Apparecchio cardiaco-vascolare. Milza.
Betagh G. - Sulla presenza del tessuto cellulo-adiposo nello glandole linfa-
ticlie. Con figure. — II Foliclinico, An. 8, Vol. 8-C, Fasc. 4, pag. 180-1!/ 1.
Roma itIOl.
Gardini A. L. — Note anatomo-fisiologicha sulle vene del cuore umano. —
Rendic. d. Assoc, med-chir. di Parma, An. 2, N. 1. Parma 1901.
Giannelli L. — Alcuni ricordi sullo sviluppo della milza nei Rettili. — Atti
d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Serie 4, Vol. 12, An. Accad. 209, pag.
443-447. Siena 1900.
Sala L. — Sullo sviluppo dei cuori linf'atici e dei dotti toracici neU'embrione di
polio. Con 2 tav. — Vedi M. Z., XI, 7, 213.
Sertoli A. — Glandole linfatiche inguinal! aberrant!. — Giorn. d. R. Esercito,
An. 48, N. 12, pag. il57-li60. Roma 1900.
Sisto P. e Morandi E. - Contributo alio studio del reticolo delle linfoglan-
dule. Con tav. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Toriyio, Vol. 36, Disp. .1, j)ag.
94-112. Torino 1901.
Zimmerl U. — Ricerche anatomo-comparate sui vasi cardiaci degli animal i
domestici. — Parma, tij). Operaia S. Anna, 1900, pj). 56. Con 3 tav.
8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE.
Bossi v. — Ricerclie sui denti e sulla conoscenza dell'eta del Camelus dro-
medarius della E,. Mandria di S. Rossore. — 11 Nuovo Ercolani, An. 5,
N. 24, An. 6, N. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8. Pisa 1901. {Continuaz. e fine).
Cabibbe G. — Contributo alio studio istologico della cistifellea e del cole-
doco. — Atti d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Serie 4, Vol. 12, An.
Accad. 209, pag. 437-441. Siena J900.
Cattaneo G. — Sul tempo e sul modo di formazione delle appendici piloriche
nei Salmonidi : Comunicazione preliminare. — Rendic. d. I" Assemblea e
d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 Settembre 1900), in :
Monit. Zool. Ital., An. 11, .suppl., pag. 10-11. Firenze, Dicembre 1900.
Drago U. — Relazione fra le recenti ricerclie istologiche e fisiologiche sul-
I'appareccbio digerente e lo assorbimento intestinale. — Vedi M. Z.. XI.
11, 328.
Drago U. — Cambiamenti di forma e di struttura dell'epitelio intestinale du-
rante I'assorbimento dei grassi. — Vedi M. Z. XI, 11, 328.
Favaro G. - Le pieghe laterali del solco vestibolare superiore della bocca.
— Monit. Zool. Ital., An. 12, N. 3, pag. 61. Firenze 1901.
14 -
Favaro, Lombroso, Treves ed Olivetti. - Le pieghe lateral! dei solclii ve-
stibolari delle bocca. Con fig. — Arch, di Psrch., Sc. pen. ed Anfropol. cri~
win., Vol. 22, Fasc. 1-2, pag. 34-39. lleggio Emilia 1901.
Giaeomini E. — Sulle cosi dette glandole salivari dei Petroraizonti. —
Rendic. d. r A.ssemblea e d. Convegno d. Unionc Zool. Ital. in Bologna {24-
27 Settemhre 1900), in: Mnnit. Zool. Hal., An. II, suppl, pag. 7-8. Firenze,
Dicembre 1900.
Mazza P. — SuU' apparato digerente del llegalecus glesne Ascanins. - Rendic.
d. 1" Assemhiea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 Set-
tembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. 11, suppL, pag. 34-30. Firenze, Di-
cembre 1900.
Mingazzini P. — Cambiainenti morfologici dell' epitelio intestinale durante
lo assorbimento delle sostanze alimentari. Nota II. Con tav. IV. — Vedi
M. Z., XI, Jl, 329
Pensa A. — Sulla lina distribuzione dei nervi nelle ghiandole salivari. Con
tav. — Rendic. d. R. M.. Lomb. di Sc. e Lett , Serie 2, Vol. 34, Fasc. 5,
pag. 362-369. Milano 1901.
Perondi G. — Ricerche anatomiche sul cieco e sulla sua appendice. — II I'oli-
clinico. Anno 8, Vol. 8-C, Fasc 3, pag. H 2-123, Roma 1901.
Zlmmerl U. — Contributo alia conoscenza dell' ontogenesi dello storaaco dei
Rurainanti (Organogenesi). Con tav. I e II. — Vedi M. Z., AT, 7, 214.
9. ApPARECCHIO POLMONAUK. Bp.ANCHIE. TlMO. TlROIDE.
Ceeca R. — Note anatomiche sopra i corpi tiroidei accessorii del ooUo. —
Rendic. Accad. d. Soc. med. cliir. di Bologna, seduta d. 31 Gennaio 190 i,
in : Boll. d. Sc med., An. 72, Serie 8, Vol I, Fasc. 4, pag. 212-214. Bologna 1901.
Citelli S. — Studio suila struttura della mucosa laringea nell'uomo. Con ta-
vole. — Arch. ital. di Laringolog., An. 21, Fasc. 1, pag. 14-47. Napoli 1901.
D'Ajutolo G. — Appunti critici sulle glandole tiroidee accessorie. [Si riferisce
al lavoro del Dott. R. Cecca]. ~ Rend. Accad. d. Soc. med. chir. di Bolo-
gna, sedida d. 22 Febbraio 1901, in: Boll. d. Sc. med., An. 72, Serie S,
Vol. 1, Fasc. 4, pag. 214-216. Bologyia 1901.
Giaeomini E. — Sulla struttura delle branchie dei Petromizonti. — Rendic.
d. 1"' Assemblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 Set-
tembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. 11, supj^l., pag. 9-10. Firenze. Di-
cembre WOO.
Giaeomini E. — Sulla struttura delle branchie dei Petromizonti. — Annali
d. Facoltd. di Medicina e Mem. d. Accad. med.-chir. di Perugia, Vol. 12,
Fasc. 3-4, pag. 221-233. Perugia 1900.
Lenzi L. — A proposito di un lavoro del Dott. P. Linser sul tessuto elastico
del polmone. — Monit. Zool. ital.. An. 11, N. 12, pag. 370-375. Firenze 1900.
Motta-Coeo A. — Contributo all' istologia della glandola tiroide. — Ra.<i-
segna internaz. di medicina moderna, An. 2, N. 4, Catania, 1900.
10. Apparecchio uro-genitale. Capsule surrenali.
Barbera A. G. e Bicci D. — Contributo alia conoscenza delle niodificazioni
che il digiuno apporta negli elementi anatomici dei vari organi e tessuti
deU'economia animale. ('apsule sovrarenali — Vedi M. Z., XI, 7, 214.
^- 115 -^
IHcci D. — Contributo istologico alia conoscenza delle modif5cazioni che il di-
giuuo apporta negli elementi anatomici dei vari organ! e tessuti del-
r economia animale. l'' Nota : Capsule sovrarenali. — Vedi M. Z., XI,
11, 828.
Clerc L. — Scission! dirette e follicoli pluriovular! nel parenchima ovarico.
Con fig. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 64, N. .">, pag.
177 -ISS. Torino 1901.
Pandolfini e Ragnotti. — Sulla distribuzione del tessuto elastico nell'ovajo
e neirovldutto dei Sauropsidi e dei Mamraiferi. — Annali d. Facolth di
Medicina e Meia. d. Accad. med.-chir. di Ferugia, Vol. 12, Fasc. 1-2, pag.
29-36. Perugia 1900.
Sfameni P. — Contributo alia conoscenza delle terminazioni nervose negl!
organ! genital! estern! e nel capezzolo della femmina. — Mo7iit.Zool.Ital.,
An. 12, N. 1, pag. 6-10. Firenze 1901.
Sfameni P. - Contributo alio studio delle terminazioni nervose nei vas! san-
guign! dei genital! femminil! estern!. — Monit. Zool. Ital., An. 12, N. /,
pag. 5-6. Firenze 1901.
11. Tkratologia.
Berghinz G. — Megacolon congenito. — La Clinica wed. ital.. An. 40, N, 1,
pag. 26-31. Milano 1901.
Crispino M. — Un caso di destrocardia congenita pnra. — Vedi M. Z.. XT,
10, 309.
DeganeUo U. — Un caso di poroencefalia. Con fig. — Vedi M. Z., XI, 10, 306.
Faconti A. — Delle anomalie dei genital! femminil!. Con figg. — La Trihuna
medica, Ati. 7, N. 3, pag. 33-37. Milano 1901.
Impallomeni. — Inversione totale dei visceri. — Boll. d. Soc. f.anci.nnna d.
O.spedali di Roma, An. 20, Fane. 1, pag. 233. Roma J 900.
Marchese B. — Un caso di utero unicorne e presentazione podalica ripe-
tuta. Con fig. — Arch, di O.stetr. e Ginecol., An. 8, N. 1, pag. 10-26. Na-
poli 1901.
Ninni E. — Sopra lo scheletro di un uccello mostruoso. Con fig. — Vedi M.
Z., XI, 10, 308.
Parodi F. — Un caso d! rene unico con anomalie genital!. Con fig. — Vedi
M. Z., XI, 6, 182.
Parodi F. — Un nuovo caso di rene nnico con anomalie genital!. — Boll.
d. R. Accad. med. di Genova, An. 15, N. 3, pag. 36-37. Genova 1900.
Rondino A. — Una rara anomalia di un embrione [umano] ne! primissimi
stadi! di sviluppo. Con 1 tav. e 2 fig. — Vedi M. Z., XI, 7, 212.
III. PARTE ZOOLOGICA.
1. Parte generale.
Ghigi A. — Criter! e material! per la fauna Emiliana ed in particolar modo
del Bolognese. — Boll. d. Naturalista, An. 21, N. 2, pag. 17-20 e X'. 3.
pag. 26-28. Siena 1901.
Issel il. — Primo saggio della fauna termale italiana (Riassunto). — Rendic.
d. F Assemblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 Set-
— 116 —
tembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. il, siippl., pag. 11-12. Firenze, Di-
cembre 1900.
Issel R. — Saggio sulla fauna termale italiana. Nota 1\ — Atti d. li. Accnd.
d. Sc. di Torino, Vol. ,16, Disp. 1, pag. .53-71. Torino 1901.
Issel R. — Saggio sulla fauna termale italiana. Nota 2=*. — Atti d. li. Accad.
d. Sc. di Torino, Vol. 36, Disp. 4, pag. 163-175. Torivo 1901.
2. Pesci.
CoJnndruccio S. — SuUe trasformazioni dei Leptocefalidi in Mnrenoidi : nota
rettificata. — Vedi M. Z., XI, 11, 327.
Paeeiola L. — Un po' di cronologia relativa agli studii suUo sviluppo dei
Murenoidi. — Boll. d. Soc. Zool. Hal., An. 9 (Serie 2, Vol. 1), Fane. o-C,
pag. 247-262. Roma 1900.
Faeoiola L. — II Maschio della Smarts vulgaris. — Boll. d. Katuralista, An. 19,
N. 4, pag. 19. Siena 1900.
Faceiola L. — Esame degli studii suUo sviluppo dei Murenoidi e I'organiz-
zazione dei Leptocefali. Con 2 tav. — Atti d. Soc. d. Natural, e Mate.ni. di
Modena, Serie 4, An. 33, Vol. 2, pag. 41-85. Modena 1901.
3. Anfibi.
Chiarugi G. — Alcune osservazioni sulla vita sessuale della Salamandrina
per.ipicillata. — liendic. d. 1" Assemblea e d. Conve.gvo d. Unione Zool. Ital.
in Bologna {24-27 Settembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. 11, siippl.,
pag. 41-43. Firenze, Dicembre 1900.
4. Rettili.
Depoli G. — Importanza lei Retttili per la caratteristica della fauna fiu-
mana. — Rio. ital. di Sc. Nat., An. 21, N. 1, jjag. 17-19. Siena 1901.
5. UCCELLI.
Angelini G. — Nidificazione del f'alco grillaio {Cerchneis naumanni Fleisch)
nel Romano. — lloll. d. Soc. Zool ital., An. 9 {Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6,
pag. 265-266. Roma 1900.
Angelini G. — Rarita ornitiche catturate presso Roma {Porphyrio caerulens.
Vandelli ; Fuligula marila Linn. ; Anas boschas Linn.). — Boll. d. Soc.
Zool. ital., An. 9 {Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6, pag. 245-246. Roma 1900.
Faleonieri di Carpegna G. — Nota sopra un esemplare di cicogna di Abdi)n
(C Abdi7nii Licht. - Abdimia Abdimi Sharpe) inviato in dono da S. E. Fer-
dinando Martini ed ucciso nella nostra colonia eritrea nel 1899 (Paese
dei Bogos). — Boll. d. Soc. Zool. ital., An. 9 {Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6,
pag. 267-268. Roma 1900.
Ghigi A. — Di un ibrido fra Numida e Pavone. — Rendic. d. 1" A.'isemblea e
d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 settembre 1900), in :
Monit. Zool. Ital., An. 11, suppl., pag. 16-17. Firenze, Dicembre 1900.
Ghigi A. — Osservazioni sopra alcuni uccelli palustri {Ardea purpurea, Fii-
lica atra, Fodiceps cristatus) e sul Cuculus canorus. — Rendic. d. 1" As-
semblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 settembre
1900), in: Monit. Zool. ital., An. 11, suppl., pag. 44-47. Firenze, Dicembre 1900.
, — 117 —
Martorelli G-. ~ Nota ornitologica sopra 1' Ardeula idne Hartlaub, e cenno
sul dicroismo di varii Ardeidi. Con 1 tav. — Atti d. Soc. Ital. di Sc.
Nat. e d. Museo Civicn di St. Nat. in Milan o, Vol. 30, Fasc. S-4,png. 349-
350. Milano 1901.
Martorelli G. — Sopra un esemplare aborrante di JJendrocojnis major. —
Rendic. d. I" Assemhlea e d. Convegno d. Unione Zool. Hal. in Bologna {24-
27 Scttembre 1900), in: Monit. Zool. ital.. An. II, fiuppl., j}«y- 43. Firenze,
Dicembre 1900.
Ninni E. — Note ornitologiche pei- la provincia di Venezia {Grallae et Palmi-
pp.des). — Aftl d. Soc. ital. di Sc. Nat. e d. Mnseo civ. di St. nat. in Milano,
An. 39, Fasc. 2, pag. J5:i-170. Milano 1900.
Salvador! T. — Viaggio del Dott. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay.
V. Uccelli. — Boll. d. Musei di Zool. pxI Anat. comp. d. R. Univ. di Torino,
Vol 15 (1900), N. 378. Torino 1900, pp. 19.
Salvador! T. - Contribuzioiie alTAvifauna dell'America Australe (Patagonia,
Terra del Fuoco, Isola degli Stati, Isole Falkland). — Annali d. Museo
civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 28 {IS99-I901), pag. 009-634, Ge-
nova 1901.
Salvador! T. — Collezioni ornitologiche fatte nelle isole del Capo Verde da
Leonardo Fea. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20
(1899-1901), pag. 283-312. Genova 1901.
Salvador! T. — Uccelli della Guinea Portoghese raccolti da Leonardo Fea. ~
Annali d. Mn.sen civ. di St. Nat. di Genova, Se)-ie 2, Vol. 20 (1899-1901),
pag. 7i9-799. Genova 1901.
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[iossi V. — Ricerche sui denti e suUa conoscenza dell'eta del Camelus dronie-
darius della R. Mandria di S. Rossore. Con tav. — Vedi M. Z.., XI, 12, 350
e in questo N. a pag. 113.
Carrueclo A. — Sui caratteri morfologici di un Lophopithecns femoralis Hors-
field donate daS. M. il re Unniberto al Museo Zoologico del)a R. Universita
di Roma. - Boll. d. Soc. Zool. Ital, An. 9 (Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-0, pag.
21 1-22 i . Roma 1900 ( Continua).
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gustico, — Boll. d. Naturalista, An. 20, N. 11, pag. 121-122. Siena 1900.
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tained by. Dr. L. Loria. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova,
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Vrara U. G. -r- Un cranio artificialmente det'ormato di un Indiano dell'Ame
rica del Sud. Con fig. — Alti d. Snc. Bomano. d' Antropol., Vol. 7, Fasc. 2
pag. 175-178. Boma 1900.
Vram U. G. - Secondo contribute alTantropologia del Peru Antico (Cranio
\ logia : varieta craniche con speciale riguardo all' accrescimento del te
.schio). Con fig. — Atti d. Soc. Bomana d' Antropol., Vol. 7, Fasc. 3, pag
07-79. Boma 1901.
COMUNICAZIONI ORIGINALI
ISTITCTO ANATOMICO DI PADOVA.
Prof. D. BERTELLI.
Sviluppo e conformazione delle pleura negli uccelli.
(Continn;izioiie i' (iiio, vodi ii. 4.)
Al (Iccimo iiionio <l" inciihiizioiic si iiicoiiiincia a vedcrc clic i lo-
iiliclti piciirici soiio iinili per nic/zo di |Ktclii c sollili lilaincnli conncl-
- 119 —
livi. si (' slal)ililn imioiic Ira ploiira Nisccralc c pleui'a iiai'iclalc. Siilla
paiclc loi'aeica i lilaiiu'iili !r(»\ansi in corrispoiuhMiza dcllo coslo o in
conispondcnza degli spazii iiilercoslali; i prinii soiio piii minicrosi. I Ilia"
mcnli vaniio licvemonlc aiiniPiitando di sjiessezza a misiira clic procedc lo
s\ilii|>|)(» (* Naiino aiiinontando <ii lUimcro, laiilo clit' alia liiu' dclla incn-
l)azione suuo \\\o\{\ in corrispondonza dclla snporlicic doisalc. In coni-
spnndonza del ('(tipo dclic \oi'lol)ro i (ilanionii cunnpUivi soiio \nH-\\\ vi]
csilissiini.
In sladii di sviluppo niollo axanzaio, falla asli-azionc dai punii noi
(piali si inipiantann i iilanuinti connellivi o dalia parte del iiohnoni vhc
(' lusa con il diaiVaniina, lullo il reslo delta superlicie polnutnate c Ic
pareli eorrispondenti deilo cavita |)leurielie sonn rivestiti da e|)ileli(>.
Fino at decimo giorno la superlicie polnionale. tranne ta jjoizion*^
die corrisponde agli al)lj()zzi del dialVanima. e ricoperta da epitelio. e
ricoperte da epitelio soiio per lulta la eslensioiie le pareti del celoina
clie diventeranno cavita pleuriclie. Del resto, at none gioriio d' inciiba-
zione le cavita pleuriche si presentano pei' la massinia parte formate,
sono niancanti solo caudalmente. A tale stadio di sviluppo si' hanno
(piindi net polio cavita pleuriche e si hanno pleure costituite da due
tbglietti completaniente liberi, i quali seguilano Tuno nelTallro in corri-
s|)ondenza deirangolo laterale delle ca\ita j)leuriche.
IN'nso che i leganii tra pleura \iscerale e pleura parietale siano
conseguenza delta pressione che i visceri esercitano sul torace. Per causa
di questa pressione, in (pialche tratto sparisce I'epitelio e cosi gli strati
solto-epiteliali si trovano addossati e si uniscono. La j)ressione dei pol-
nioni sulle j)areti toraciche incoinincia presto : anche alio stato enibrio-
nale deve essere foi'te, i)erche gia all'ottavo giorno d' incubazione Iralli
delta parete dorsale dei polnioni sono stretianiente aj)poggiati alia |)arele
loracica e gia a queslo stadio si vedono le solcature costali, pi'odotte |»er
la pressione esercitata sui polmoni dall' estremo dorsale delle coste, die
ventralniente sporge nella cavita celomatica. E queste solcature sono gia
tanto prol'onde at dodicesimo giorno d' incubazione, che in sezioni sa-
gittali si presentano chiaraniente visil)ili ad occhio nudo.
Negli individui aduiti ho ti-ovato stretta adesione tra polmoni e
pareti toraciche nell'anatra domestica [Anas hoscas)^ percio volli studiare
in (p.iali rap|)()rti stanno i loglietti pleurici negli embrioni di questa specie.
Fino al diciottesimo giorno d' incubazione si trova epitelio su tulte
le superficie dei polmoni eccetto, ormai ne sappiamo la ragione, in cor-
lispondenza delta su|)erlicie inferiore. Ouindi anche in questa specie,
lino ad un certo stadio del periodo endjrionale, si hanno i due loglietti
>- 120 -
pleurici dislinti. Dopo (jiioslo sladio ineoinincia la loro fusiono e gi;i al
vonliduosinio giorno, in corrispoiulenza dci due lerzi inlcriori dolla sii-
perlioie dorsale dei polinoiii, si trovauo aicc sprovvislc di ej)itelio, il
(juale invece si nianl'icMie (jua.si conlinuo in (•onispondenza del terzo sii-
periore di (|uesla siiperlicie,. in corrispondenza del inediaslino e in eoi ri-
spondenza dei eorjii delle Neriebre.
j.a lusione dei loglielli j)leiirici va gradalanienle aunienlando, lanht
die agli ullinii stadii della incubazione i |)()lin()ni aderiseeno foiienienle
alia |)arete dorsale dei toraee ; si lianno dis|)()siziuni clie londanienlal-
HKMile sono siniili a (pielle degli individni adulli.
Sliidiaiuo oi'a le pleiire negli individni adnlli. Adotiero 1' online clie
seguii neir es|)orre lo svilnj)])o; tratteio eioe ])rinia della pleura costale,
poi dei rap|)orli lia superlicie ventrale dei polnioni e diafraniiiia, e linal-
nienle della j)leui'a inediaslinica.
Le su])ei'licie dorsali dei polnioni sono addossale ed unite alle |)ai-eli
della cavila toracica.
Higuardo aH'addossamento e solo da nolare elie |)iesentasi sirelto
per lulla la eslensione del viseei-e.
Merita studio accuralo il niodo di unione Ira superlicie dorsali dei
polnioni e cavita toracica.
Ho studiato fra i jialniijjedi I'anatra [Anus hoscas) sia la doniestica.
sia la salvatica; fra i Iranipolieri il chiurlo niaggiore {Ninnenins (m/ifd-
la); Ira i gallinacei il polio ed il taccliino {Gallus domeslio/s, Mrleafjris
fj(illopavo); fra le coloinbe il piccione (Col/fmba (lomeslird): fra i passe-
racei la i)assera {Passer Jialiae).
Ho studiato anche individni di allre s])ecie, ma perclie di esse non
potei avere che uno o due eseniplari, cos'i mi limitero a ricordare (piesti,
(|uando nella esposizione dei lisultati delle ricerclie olVriranno argomenlo
j)er convalidazioni.
Trovai la unione meno eslesa tra polnioni e pareti toraciche nei gal-
linacei, trovai la unione piii inlima nei palinipedi. Come tipi per la de-
scrizione scelgo percio il |)ollo e Tanalra domestica.
11 congiungimento Ira pleura polnionale e pleura parietale avviene
0 per mezzo di lilamenti connettivi che lasciano tra loro larga superficie
libera dei foglielli, o per mezzo di fusione sn tratti sempre moltissimo estesi.
Nei polio i polnioni in corrispondenza della superlicie dorsale sono
uniti alle pareti toraciche ])er mezzo di soltili lilamenti connettivi, i (piali
non essendo mollo numerosi, I'esia tra loi'o grande eslensione libera delle
cavita pleuriche. 1 lilamenti hanno varia s|)essezza ; siilla pai'ele toracica
aderiscono in coi'rispondenza degli spazii intercoslali e delle cosle ; nei
— 121 —
Icizo iiileiiore dclk' sujicilicic cho ;il)l)iaino j)rcs(» ;i ('(nisidorjire soiio in
iiiaggiur ([uantila, vaniio Iit'\cuneiilo diminiiciulo a iiiisura die si lisalc
(lorsalinciile.
Dellc priinili\e cavila picuricho rinianc iicl |)oll(> juraiulc parlc
rapprescntala da liilte (|iielle arec die risiedoiio Ira i lilamcnii. Si iia negli
indi\i(liii aduiti rondanientalinenle la stessa disposizione die abbiaiiio Iro-
vala lU'fili enil)rioni agli ultiiiii stadii d'incubazione.
Ill vicinaiiza dell'angolo lateialc delle cavita pleiiriclie il eonnelliNo
solto-epiteliale die rivesle la parete toracica e inolto sjiesso e segiiila iiel
eoniiellivo die Irovasi Ira dialVamma e polinoiie. La ove (pieslo e(>iinelli\(t
ripiega dalla pai'eic doisale del lofaee siil diarianinia, una lamina coniicl-
liNa iiiiisce ad esso il niargine lalerale del polinone; iiella siiperlicie dor-
sale di (|iiesla lamina, il logiiello j)leiiric() parielale si rillelleiiel logliello
\ iscerale.
In Uii^li iiiicr(»seo|)iei, nei (jiiali sono conseixali i rapporii Ira poliiioiii
e pareli toracidie. si \e(le elie le eaNila pleurielie soiio largamenle rap-
preseiilale, di Irallo in trallo si ineoiilrano le sezioni dei lilamenli.
Nel laceliino si liaiino disposizioiii simiii a (juelle del jiollo.
Tra i palmipedi, neiranalra domestica Fadereiiza delle sii|ierlide
(lorsali dei jiolmoni e intima, avvieiie per fiisioiie. (Hi sirali soUo-epile-
liali si uiiiseono talmenle die solo e possibile di mellere in evidenza su
ipiesle siiperlieie (jiialclie rarissima e inolto rislrella area di e|)ilelio, Ma
anelie in (fiiesia specie, iidia (jiiale e siretia la nnione dei loglielli pieii-
riei, si lro\aiio riidimenli delle primilive cavila plenridie.
.Nell'anatra salvatica e unioiie aiiehe piii inlima die neHanalra do-
mestica. TroNai ([iialchc area epildiale sollanio iidia jiarte piii alia delle
siiperlicie dorsali.
Ho studiato in sezioni microscopidie i ra|)|)orli Ira parele doisale
dei polmoni e torace nell" analra domeslica. Si Irovano solo rarissimi e
limitatissimi Iraiti delle primili\e ca\ila pleiiridi(>; nel reslo, Ira polmoni
e pareli loracidie, esisle uno slralo di lessuto connellivo cosliliiilo dalla
rusioiie dei roglietti pleurici, Le aderenze haniio s()))|)resso (|uasi lolalmeiile
le cavita pleurielie. Alciini bronchi del sistenia doisale sono appojzgiali
alle pareli loracidie, di\isi da (jiiesic solo jier mezzo dello slralo coiinel-
li\o so|)ra descrillo.
Ollre cbe neiranalra domeslica lio sludialo in sezioni isloloi;idie i
ra|)|)orli tra |)areli dorsali dei polmoni e lorace. in iiii grosso esemplare
di |)oiaiia liiiico n/lf/dris). Allelic in (jiieslo, uno slral<» connelliNo lissa
ii \iscere al lorace.
Nel cigno {Cjj(jntts olor) lo slralo coiuieltivo die unisce i polmoni al
122
lonicc {' liiiilo s|)('ss(» (lii polcrc esserc sliidialo con ^landc racilila allelic
in prcpaiali inacroscopici. Ncl cigno si liossono anelic inullo hone ap-
|»i(7/arc iiiacroscopicaincnic i rapporti iiilinii dci hionclii con la paiclc
(loisalc (Id loracc.
La inliiiia iinioiic dclla jiarcic dorsalc dci poliiioiii con la parcic lo-
racica non dcvc rccarc nicraviglia, perclic iroNcrcmo la sii|icilicic inl'c-
riorc di (picsli visccri, liisa |)er tiilla la cslcnsione con il diariamnia.
Da (jiianlo lio sopra esposto si coinprendo die lo siralo coiindlixo
. siliialo Ira parcic dorsale del jiolinonc c loiacc, dcriva dalla fusionc dci
Ib^liclll sollo-cpildiali ddia |)lciira \isccialc c ddia |)lciira pariclalc.
Kra i Iranipolicii ho tro\alo i:cl diiurlo niaiii^ioic die la supcrlicic
d<ti"salc del poliiione e lassanicnlc iiiiila in coirispondcnza dcircsli-cinil;i
supcriorc (Idle cosle;f|uivi si |)resenla liscia e liveslita lari;anienle d'epi-
Iclio. Ncl resto ddia stessa siipei'licie repildio inanca, i foiiliclli pleurici
sono coin plela men le fusi.
!"Va Ic colonihc. ncl piccione la siipciiicic dorsalc dci polmoni c
iinila per riisioiic. I^lsisle epil"lio piiilloslo ahhondaiile in corrispondcn/a
(Idle solcaluic coslali. si !ro\an(j rarissiinc arce d"ej)ildio ncl icsio di
(Jiicsla sujicrlicic.
Ndla jtasscia la iinionedei ))olnioni alle |)areli loraciclie (' inliina, a\-
Nicnc anche in essa per lusione. Ddre|)itelio celoniaticosi Irova solo (jiial-
die Iraccia nella paiie |)iii alia ddia snperlicie dorsale.
Nello spazio coinprcso Ira reslrcnio snperiore delle coslc. e Ic apo-
lisi Irasverse (' lesa inia incinhrandla coniietliva la (jualc, iidic specie
die prescnlano debolc unione !ra polmoni c loracc, v riveslila (piasi c(»iii-
plelainenle da epildio; nelle specie nelle (piali (picsla nnione (' iiilima. si
Irovano sollanlo Iraccie di epildio.
in liilli gli individiii esaminali lro\ai die nella parle solcala dclla
snperlici(^ dorsale dci polmoni. in (;orris|)ondcnza del mediaslino e dci
corpi (Idle vcrldn'c. la nnione Ira [)oliiioni c (orace i' ineno inlinia. Ta-
liini iiccdii lianno i)isoi;no di j)ossedere lissila dci polmoni. A (picsla nella
parle alia dclla sn|)eriicie dorsale e |>ro\\cdulo |)cr mezzo dcgli cslrcmi
xcrlchrali dclh; coslc die si approlondano nei polmoni solcand(tli: nd
reslo dclla supcrlicic (lol•sal(^ ove non esislono lali mezzi di lissila, (pic-
sla ("' ollcniila dall.i nnione sirclla dci fogliclli pleurici.
Sliidiando lo sNilnppo delle pleiire ahbiamo Irovalo die la sii|>eiricic
inleriore dci polmoni non c libera, i polmoni sono liisi \cnlraliiiciile con
il diarramma. Anclic nciili individiii adiilli si manlieiie (picsla disposi-
zi(mc ; in lalli lacendo sezioni isloloiiidic die compi-cndano diarramma e
parle del \isecre. si iro\a die il conncUiNO polmonalc ed il lessnlo dia-
12)3
rr;iiiiiiiali('(» sc^iiilaiio iino lU'irallio. Xoii csish* (|iiiii(li iicnmH'iio iicgli
individiii adiilli la pleura (liatVaiuinalica.
La porzionc aponevrolica del dialVainina appariscc in (jiiesle se/ioiii
come slris('ia sollile di tessuto lihroso. II dialVaiinua lia ({uiiidi suhilo tin
cerio ^rado di difrerenziamento. Negli individiii adiilli \mu essere lacil-
inenle isolalo, lua nel dislacearlo si aj)prezzano i le^aini elie lia dorsal-
inenle con la siipeiiicie infei-iore dei |)olinoni. Negli eiubrioni il lessulo
conneUi\o polmonale ed il lessulo dialVammatico sono confusi.
Talnni alVennarono Che la siiperlicie inferiore del dialVamma e rico-
perla dal periloneo, (jualcnno soslenne perlino die iaie porzione di peri-
loneo dcNe essere considerala come pleura, in veco, il periloneo non con-
trae rapporii con (juesla siiperlicie, la quale eriveslila dalla porzione
superiore dei sacclii aerileri cervicali ed iiilermedii anleriori e |)osleriori.
A Iraverso alia porzione aponevrolica del dialramma, die e mollo
soltile, si vedono i bronchi di\ergenli ed una grande (juanlila di piccolc
diiamazioni hronchiali. In jireparali islologici si osserva die alcune dira-
mazioni dei lironchi poggiano iK^lla siiperlicie dorsale del dialramma.
I.a unione tra polmoni e diariamma richiama alia menle lintimo lap-
poiio die e nei diehjniani Ira polmoni e quel setto di lessulo conne!li\o
die loro e unilo ventralmenle. Hougel, Milne-Ed\vards(*j, Huxley C)
lianno accennalo ad omologie ira la lo[)ograria dei |)olmoiii dei cheloniani
e quella degli uccelli. ma i loro argomenti, basati esdusivamente su os-
ser\azioni di morlx)logia, ikmi sono sullicienli a risolvere la inleressanlis-
^ima (|ueslione. Hesta aiicora da determinare il signilicalo del sello die
lro\asi in corrisj)ondenza della siiperlicie inieriore dei polmoni ; lale si-
gnilicalo non puo essere slabililo die da ricerche (rembriologia.
Sludiamo ora il mediaslino e la pleura mediaslinica.
Neiradullo il mediaslino e coslilnito da una soltile menibrana liluosa
eniro alia quale sono accolli i |)rocessi spinosi venlrali delle Ncrlebre.
In direzione .sagiltale si eslende dalla linea niediana della siiperlicie an-
leriore dei ('orjii delle verlei)re, alia linea mediana delia su[»erlicie dor-
sale del dialVamma. II margine \enlrale del mediaslino e inspessilo sollo
forma di sollile cordone, che e piii svilnppalo neila mela anleriore.
(ili uccelli non posseggono una caNila mediaslinica, lianno una sem-
plice lamina mediaslinica.
Negli in(li\i(lui nei ipiali la unione dei pulmoni aNNiene per mezzodi
(') -Mi 1 uo-KiI \v;i rds 11. — Ia'coiik siir l;i I'liysmlDuio ol 1' A iiiiLoiiiio couiparn'. I'liiiin ili'ii\irHic'.
- I'(iriti,JlD('CCLVJl,
(-■) ll'ixlry Th. — M:iiui;U.' il.-ll'AiM,loiniH <lr,i;li ^iiiiiiiali veili.'liraU. ('I'l-aclii/iiiiir del I'lol'. (ii-
glioij). — Fireir.e, hSTt.
124
liliiincnli, (|ii('sli in corrisijondcnza del incdiiislimf sono j-adi c dclicatis-
siini. Nogli in(li\idiii nei (jiiali I'adt'iciiza si fa per riisioiic, lo slialo coii-
nc'llivo (-(MiK'ulaiilo o soUilissimo.
II iiicdiaslino prcsenia cstoso rivcsliiiiciilo opitcliale iiegli iiHli\i(liii
iici <niali la uiiioiic lia polinoni o |)an'li loi'aciche 6 lassa; prescnia sol-
laiilo (jiiaichc rarissiiiia c mollo rislrclla area epitelialc negli indi\idiii
iR'i (|iiali i vist-eri si saldanu per liisioiu'.
I.a |)leiira niediasliiiica e rappresontala dalla lamina inediaslinica o
•dall'epilelio die in parte la riveste.
Taluni (Sappe\, Jaquel) inlerpelrano come legaineiili le porzioni
inlerspinose della pleura mediastiiiica.
Vei'so reslremo anieriore della eavlla loraeiea conlribuiscono a di-
videre nn jxtlnione daH'altro i muscoli liiniilii anteriorl del collo, anzi (|uc-
sli, (lislendendosi laleralmeiite alia linea mediana, concorrono anche a ri-
coj)rire jjorzione dcU'estremo su[)eri()re dei polmoni, i quail in queslo trallo
sono uniti a tali muscoli per mezzo di filamenti connettivi.
Nei mammiferi I'eslremf* caudah^ dei muscoli preverlehiali e coin-
preso Ira Ic lantine mediasliniclie, ma siccome negli uccelli e sollanio un
sello mediaslinico, eosi Testi'emo caudale dei muscoli lunglii anteriofi
del collo lunge da parete divisoria.
Tra polmoni e corpi delle vertel)re, |)ei- (juanio si rilerisce al liNcsli-
menlo e|)ileliale cd ai modi di unione tra pleura viscerale e pleura parie-
tale, si lianno disposizioni simili a (pielle Irovale nel mediaslino.
L'aorta die primitivamente e indusa nella j)arele dorsale del corpo
e poi nel mesenterio dorsale, trovasi nelTadullo sul dialVamma in ra|»-
porlo streltocol mediastino. Prima di raggiungere (pieslo sello e siluala
tia il bronco destro e il dial'ramma, unila per mezzo di lessulo connelli\o
ai due organi : oltrepassa il bronco e dopo breve decorso, con direzione
obliqua dall" innanzi alFindietro, daU'esterno all' inlerno, va a poggiare
di coniro al lalo desiro del mediastino in prossimita del niargine veii-
li'ale di (piesto. l*oi spingendosi senq)re \erso la linea mediana la rag-
ginnge e nel lerzo posleriore del diarramma decorre lungo (piesla linea.
die corrisponde al margine ventrale del mediastino.
Anclie Fesotago lia subilo s|)oslamenlo in diiezione sagillale. ma
anclie esso mautiene (jualclie rapporlo con il dialVamma. Decorre lungo
la linea mediana v per mezzo di Iratll connetlivi e unilo dorsalmenle e
lateralmente al dialVamma per bre\c eslensidne subilo sollo all'apice dei
muscoli lunglii anieriori : ha prcso iinece ra|i|)orli inlimi con i sacclii
acril'eri.
1 rapporii deHaorla e deiresorago con il mediaslino e con il dia-
— 125 —
IVamiiia sono eHoUo di alliiieiize slrctlc clic (|uc.sti oigani lianno ontogc-
iioticamcnto con il mesenteriit doisale c con il inediastino.
Ncgli in(li\i(lul adiilfi, a causa dclla iinioiie die si 6 slabilila Ira
polinoni e paieli della cavila toracica, Ic |)nmiiive caxila plouriche vcn-
gono ad essoro prorondainente modilicatc; le aderenze tra pleura visceralo
0 pleura parietale conducono alia abolizione |)iii o incnit estesa dellc ca-
vila |)leuriclie.
Passo ad esporrc i luelodi clic ho usato nolle ricerclie.
in sezioni istologiclie si |)no stal)ilii'c la presenza dclle cellule clie
riveslono le superlicie dei j»olnioni e delle cavila pleuriclie, ma repileiio e
niesso nieglio in evidenza col IratUunento al nilralo d'argento. Sludiai con
(juesto mezzo, tanlo negli embrioni clie negli individui adulli, repitelio del
logliello viscerale, I'epitelio della j)orzione del celoma destinala a di\en-
lare cavila pleurica e qnello della cavita pleurica delinitivamenle coslitiiila.
I. a (juantita e la sjiessezza dei lilamenti die unicono i polmoni alle
paieli della cavita toracica sono convenientemente valutate in sezioni
macroscopiclie di |)ezzi lissali e decalcilicali. Se nel polio si la nn laglio
sii circa la parte media della parole dorsale del Horace, j)arallelo alia
linea mediana del coipo e si esaminano le SH[)erlicie di taglio, si Node
clie in corrispondenza degli spazii intercoslali il polnume e la parete
toracica, nn po' discosle, sono Usee e s|)lendenli ; a|)|)ariscono cliiara-
inente i lilainenli connetlivi tesi Ira \iscere e torace. Tagliando le jiarli
molli della parete toracica liingo i margini coslali e sollevandole, si pos-
sono vedere per tntto il decorso dello spazio inlercoslale e sulle coste
il numcro e la grossezza dei lilamenii e si scorgono gli spazii inleiposli
a (jiiesli legami, spazii die ra|)presenlano largameiite le cavita |)leiiriclie.
Se do|)(> a\er I'atto nn taglio parallelo al mediastiiKt. in piossimila
di (luesli). ^i solle\a delicalameiile il polinone. appariscono i lilainenli coii-
iietti\i die Irovansi in corrisjiondeiiza del mediaslino e in c(>rris[)ondeiiza
dei corpi delle vertebre.
Ancbc in jiezzi fresdii si possono osservare Inlle ((iiesle parlicola-
rila ma |)iii dillicilmente.
Pure negli embrioni, verso la line della incubazione, si meltono in
e\idenza i lilamenti con (|uesti inetodi.
Lo siralo cenneltiNo die risiilta (lalla lusione dei i'oglielti pleiiiici
si sliidia bene in sezioni islologidie di pezzi inclusi in cdloidina. ma si
piio allelic bene apprezzare in preparati macroscopici lalti con i mdddi
die III) seguilo per stndiare la disposizione dei lilamenti. Lo sirato
cementante Ira Niscere e i»arele toracica raggiunge graiide spessezza iiei
grossi palmipedi, i (juali ollVono percio oltimo maleriale.
il. z. *»
i'26
(iONGLLSIOM.
Nc^iii iiccelli la cinilii loracica c liliiilala dorsal itkmi I c c lalcral-
iiuMilc (lai corpi clellc vciicbrc. dalle coslo, daij;li or^ani die occiipaiio i;li
spazii Jiilcrc-ostali ; venlraliiienlo e cliiusa dal dialVaiiuna. 11 incdiaslino
la su(l(li\ide in due cavila, eniro alle (jiiali sono accolli i polinoiii.
Prima del deciiiio giorno d' inciibazione si lianno nel polio ca\ila
ploiiriche con pareti com|)lolamGnte libero ; la pleura viscerale segiiila
nella pleura parietalc in corrispondenza delFangolo esterno dellc cavila
jtlenriche.
Fiiio al deeinio giorno d" incubazione la swiierlicie j)olni()nale,
Iranne la porzione clie corrisponde agli abhozzi del dialVaniina, e rico-
jXMia da C|)ilelio, e rivestile da epilelio sono per Intla la estensione le
[)areli del celonia che diventeranno cavila plenriclie.
NelTanalia doniestica lino a Uitto il dicioltesimo giorno d' incuba-
zione la |)leura viscerale e la pleura parlelale non presenlano Ira loro
adesioni.
Gli uccelli adulti |)osseggono cavita pleiiridie e pleiire rudinienlaiie.
Le sui)erlicie dorsali dei polinoni sono sirellanienle addossale ed
unile alle pareli della cavila toracica.
L' addossamento incomincia nel polio al seilimo giorno d' incuba-
zione, al (|uattordicesimo le pareti laterali e dorsali dei polnioni s(»no
per lulla la estensione appoggiale alle corrispondenii superlicie delle
ca\ila i)leuriclie. Le solcalurc costali inconiiuciano a niaiiii'eslarsi alT ol-
tavo giorno d' incubazione.
II congiungimento tra pleura ])olmonalo e |)leura parielale awiene
o per mezzo di lilamenii connellivi die lasciano Ira loro larga su|)erlicie
libera dei Ibglietli o per mezzo di fusione su tralti sempre niollissimo
cslesi.
llo Irovalo la unione Ira pleura polmonale e ])leura parielale lalla
|)er mezzo di lilamenii connetli\i nei gallinacei (idllns domeslin/s. J/clca-
(jris (/allojHiro ; ho verificalo il congiungimento per mezzo di fusione
dei loglielli pleurici nei |)almipedi {('ijfinus olo)\ Anas boscas); nei tram-
polieri {Nifmcnim arf/uala); nolle Colombo {('olvmha domrslira): nei
|)assei"acei {Passer Jialiar): nei rapaci [Bi/Ico rul(/aris\
Al decimo giorno (F incubazione si inizia nd polio Fadercjiza dei
loglielli pleurici per nuvzo di pochi e sottili lilamenii connetlivi, i (|uali
sanno liexementc aumenlando di grossezza a misui-a che ))rocede lo svi-
luppo e \anno aumenlando di numero. lanto che alia line della incubazione
127
soiio inolli in coii-isijoiuleiiza della sii|)L'rficic dorsale. Alia line della in-
ciiljazione, eccettuati i pmiti nci (|i!ali si iinpianlano i lilaincMili cohikM-
liNi od ccfclliiata la porzioiic (k'i poliuoni clie o fusa con il diariannna,
liillo il rt'slo della superficie polmonale e Ic i)areli coi'ris|)ondenli dcllo
caNila pleuriclio, sono rivestiti da e|)il('lio.
Xeiranali'a domestica dopo il dieiotlesiiuo giorno d" incuhazionc in-
c'oniincia Taderenza dei foglit'tti pienrici, la (jualc \a giadatanienii'
eslendendosi. lanlo clie agli nllimi sladii della incubazione i j)()lni(»ni
sono i^ia rorlenuMite lissali in coiTisjiondenza della |)aiele dorsale ; giii
si e coslituilo Ira viscere e loraee lo siralo cenientanle elie IroNasi niollo
sviluppalo negli individui adulti.
Nei gallinacei adulti si lianno le slessedisposizioni rondainenlali clie
esistono nei polio agli ultinii sladii della incubazione. L'aderenza dei lu-
glielli pleurici si fa |)ei' mezzo di sollili filanjcnli coiinetlivi i (piali, non
essendo mollo nunicrosi, lasciano Ira loro giande eslensione lihei'a delie
cavita |)leuriclic.
Negli indi\idni nei (|uali il congiunginienlo dei Ibglielli pleui'ici si
fa per lusione, i polnioni e le pareli loraciclie sono unili pei- mezzo di
uno strato di tessuto connettivo die lisulta dalla adcrenza della j)leura
polmonale con la pleura parietale. Ouando esisle questo modo di unione,
lo strato di tessuto eonnetli\o abolisce per la massima parte le casita
pleui'iclie. L'epilelio e quasi lotalmenie scoinparso ; la lusione pi-esenta
piccole, larissime intenuzioni, nelle (piali, mantenendosi distihii i lo-
glielti, si trova rivestimento epiteliale.
Tra 1' cstremo superiore delle costc ed i i)rocessi Irasvei'si delle
vertebre c tesa una membranella laigamente riveslita da epitelio nelle
specie nelle quali la unione Ira polmoni e j)ai'e!e l(»iacica si la per mezzo
di lilamenli. Nelle specie neile quali e lusione tra i i'oglielti pleurici.
I»iesenta solo (jualche traccia (Y epitelio.
In basso i j)olmoni sono lusi piima cogli abbozzi del diaiVaiiun.K
poi col dialranima e cosi non possono a\ere, ventralmenle, sierosa. Manca
negli uccelli la i)leura diaframmatica.
La superlicie inleriore del dialVamma non e riveslita da peritoneoo
da pleura, ma sibbene dalle porzioni superiori dei sacclii cersicali e dt'i
sacchi intermedii anteriori e posteriori.
11 mediaslino i)rimiti\amente e una lamina cunnetliNa entro alia
(juale sono accoiti I'aorla e I'esofago, entro alia quale |)oi si spingono
i processi spinosi ventrali delle vertebre. In stadii nu)lto giovani e assai
esteso in direzione sagittale, ma in stadii vicini al lermine della incul)a-
zione e niollo ridotto ; in basso si dislende tras^ersaimente per prendere
— 128 —
i
|)arlo alia costiliizioiic 'Id (lialVamma, cnsi rondonsi sii|km liciali lesolaf^^o
c I'aorla ciic orano incliisi nel mcscnlerio dorsalc.
Dei le^aiiKMili poimonali-cpatici anclic il Irallo clic iini\a il polnumc
al incdiaslino (•(»nlril)iiise(^ a cosliliiirc il diarianiina c cosi si (•(»m|)i('nd('
poi'clio ne^li cinbi'ioiii af;li idlimi sladii dclla iiu'uhazionc c nc^li iiidivi-
diii adidti vcnne a mancare (juesta iinionc tra |)o]moni e mediaslino.
Negli aduiti 11 mediaslino e cosUtiiilo da una sotlile nicndjiana
librosa enlro alia quale sono accolli i |)rocessi spiuosi venliali. In di-
rezione sagillale si estende dalla linea niediana della superlicie anicrioic
(lei eorpi delle verlebre. alia linea niediana della superlicie dorsale del
diarraninia.
Negli individui nei (|uali !a unione dei loglielti jdeuriei awiene per
mezzo di filanienti, questi, in corrispondenza del mediaslino sonct radi e
delicalissimi; (juando il congiungiinenio si la per fusione. lo slralo eon-
nettivo cementanle e sotlilissimo.
II mediaslino piTsenla esleso rivestimenlo epileliale negli individui
nei (|uali la unione tra polmoni e pareti loi'aeielie e lassa: |)resenta solo
(|ualclie rarissima e mollo rislrella area epiteliale se esisle tiisione dei
fogiietti pleurici.
Tra pleura polmonale e pleura |)arietale. j)er <|uanto si rilerisre al
modo di unione ed alF ej)itelio. si lianno di eontro ai eorpi delle \erle-
bre disposizioni siniili a ({uclle del mediaslino.
Verso r estremo anteriore delle cavita pleurielie conlribuiseono a
di\idere un polnione dalFallro i nuiseoli lunglii anteriori del eollo.
Negli indi\idui adulli, a causa della unione die si slabilisce Ira |)ol-
moni e pareli della cavita toracica, le priniilixe cavita pleurielie e le
primitive pleure vengono ad essere jjntrondamenle modilicale ; le ade-
renze tra pleura polmonale e pleura parielale conducono alia abolizione
pill 0 ineno estesa delle cavita pleurielie.
l/aoria e Tesolago presenlano con il inediastino e con il diarramma
rap|to!li inliini i (juali sono elVelto della siretta atlinenza clie lianno oii-
l(tgenelicamenle (|uesli organi, prima con il mesenterio dorsale, jioi con
il inediastino.
129 —
ISTITOTO 1)1 ISTOI.OOIA K I'lSI OT.OC I A l)i:i,l,A It. SCLOLA SUPEKIORK
1)1 .Mi:i> (,'INA Vi: I KKINAKI A 1)1 Nrt.l'i)I,l. (PH(»1'' (i. 1» A T. A D I N (>).
I vasi aberrant! del fegato del Solipedi.
PulMA NoiA.
KlCBHCHK MACUOSfOPlCIIK. KR ISTO^OQICHE
i>Ei, Pkof. lion HAHPI K i>Kt, i,AouKANi.o SAVERIO (^^AETANO TORNELLO.
(Con Tavola IV=').
llicevnta 1' S aprilo ISlOl.
fi viotata la riprodnzioiie.
I vasi abcrranli del fegato {vasa nhorranlin hepatis) sono vei-osinii!-
incnlc rainilica/inni dci condotii l)iliari; Hanno iin calibro divorso c si
Irovano I'liori del IVgato nello spossorc doi legaiucnti di (|iiosl' organo,
Scopeiii da For rein vonnero descritli piii tardi (hi Kieinaii cd K. H.
Weber e I'urono, come vedremo in apj)resso, diversamenle inlerpretati.
Mess! in evidenza e stndiati estesamente nei legamenti del legato
deiruomo, vennero trascurali o lnconi|)letaniente descritti negli aniinali,
e IVa i ni(»]ti an tori elie ab])iaino consultati il solo Sa|)pey dice die lia
potnlo osservarli presso qnalcbe nianiniifero e particolarmente nei bue
e nei cavallo. In due escmpi del caxalio essi occupavano il bordoepatieo
del leganiento laterale sinistro e si anasloniizzavano per la loro eslreniila
terminale lorniando una serie regolarissinia di arcate. Rilerisce I'autore
die non lia potuto scopi-irne alcuno su di un gran numero di fegati di
coniglio, di niaiali, di cani. eec.
Lo scopo (telle nostre ricerche si e quelle di stabilire I'esistenza o
lueno di tali vasi nei niammiferi, specialniente doniestici. Molto niate-
riale d gia raccolto ed i' nostra eura sludiarlo niacr()sco|)icaniente ed
istologicamente. Per ora ci liniitianio a descrivere i vasi aberranti del fe-
gato (lei solipedi riservandoci in altra coiiuinicazione di portare un eon-
tributo per quanto riguarda gli altri animali.
Nei cavallo, nell'asino e nei undo i vasi aberranti si veggono be-
nissiino anche ad occhio undo ai margini del fegato e propriamente net
|)unto in eui s' inseriseono i legamenti, da dove partono divisioni se-
condarie formando una specie di arborizzazione die si estende piii o meno
nello sp(\ssore del Kjganienlo corrispondente.
— 130 —
Ondo ineltorli niei;!io in evidonza in inodo da poter distinguorc la
l()n» provonienza od il loi'o mndo di compoi'larsi, ci siaino vaisi del mc-
lod(» doilc iniezioni a IVoddo pralicale allravcrso il dollo colodoco. La
piinia riccrca vcnno latia inedianlc la iniozionc del bleu di Prussia
sciollo nelTacqua.
OuanluiKjue T inlezione ci avesso dalo risullati soddisfaccnti, pur
iiondinieno ahbiamo suhilo al)I)and(»nalo (jueslo inclodo |)()iclie non oUe-
iK'iiiiHo una eomplela iniezione. Forse granuli di hlcu di Prussia non
• ('()ni|)letaniente diseiolli oeeludevano ii lume dci piii |>i('C(»li dotlolini
jjiliari.
in allora j)ensanimo di soslituirc a (pieslo li(juido coloianle il hleu
d'anilina in una soluzione idroalcoolica, ben sapendo come i coloi'i di
anilina si sriolgono coniplelaiiiente nell'alcool. Kd a (jueslo licpiido, die
ci lia rornit(> ollinie iniezioni. I'icori'erenio anciie per lulte le lulure i"i-
eerclie.
Perelie 1' iniezione riesca e necessario pero die ii legato non sia
nienoinamente iaceralo in quaiche sua jiarte e die non abbia lesioni
l»alologieiie (dislonii, calcoli, cisli da echinoeocco, luniori, ascessi, eec).
Difatli in uii legato di niulo die presenlava un ascesso il liquido, si
raccolse iiel cavo di esso e (juando spingeiniiio lo stantullo delta siringa
per determinare una maggiore pressione onde ottenerc ii passaggio del
liquido nelle parti coliateraii si ruppe la capsuia di (ilisson in corrispon-
denza dell' ascesso e nulla potemnio osservare.
Per ottenere una completa iniezione cbe perni(ilta di lasciar vedere
nel ioro decorso e nelle loro diraniazioni i vasi aberianii e necessario:
1, che I'organo sia perlettamente sano ;
2. die sia asj)ortato dalla caNila addoininale con tullo il dia-
tVaniina in niodo die i legainenti non siano piinto inlaccati dallo stru-
luento tagliente ;
^. che si tengano uniti pure i reni, alnieno il destro;
L che sia conscrvata una porzione del pancreas, rpidia cioe at-
Iraverso cui passa la vena porta ;
"). che sia [lure conservato il jiriino ti'atto (Tintestino tenue jier
poter fare I' iniezione attraverso il dolto cob'doco ;
0. che la vena_])orta sia mantenuta intatta dal pancreas |)er tullo
il suo decorso lungo la suiierficie del legato ;
7. finalineutc die si adopcrino legati di animali niolto vecdii nei
quali i vasi aberrant! sono inegiio evident! che nei giovani.
Senza s|)ecil!care i risullati ottenuti sui molli individui die luioiio
oggetto d(dle noslre r!cer(;lie, individui iiKtIlo iiuinerosi pei'die abbiaino
- 131. —
iililizzato moHi le^ali degli aiiiiuali cho serviroiio per Ic esorcilazioni
aiialoniiclic, tliremo die I'asino e IVa i solipedi I'aiiimale clic possiedo i
\asi abcnaiiti piii grossi o piii niinicrosi e clie il legamenlo del loix) si-
nislio (' (|U('llo t'lie ne jtossiodu iin nuiuero maggiore.
In im asino il leganKMilit del lolxt sinislro presenlava in corrispon-
d(Miza della sua insorzione e per una estensione di 8 a 10 centimelri
(|iiadrali sostanza epatica atrolizzala, nello spessore della quale decorre-
vano grossi lubi ai latl del quali nieltevano capo degli allri in niodo da
roiinare una \eia arborizzazione. La maggior jjarle si prolungavano
nello spessore del leganiento per un ti'agitto di (I cm., nienlre alcuni ar-
ri\ano lino airinsei'zionc del legamenlo sul centre IVenico del dialraninia.
11 lobo niediano dell' istesso legalo jH-esenlava una conforniazione
degna di nola. (^onie si sa tale lobo nei solipedi e diviso in |)iu lin-
giielte median le incavature secondarie. La linguetta sulla quale |)assa
la vena cava posteriore presentava un' atrofia mollo accenluaia, e nello
spessore della sostanza epatica alrofizzata deconcxano numerosi vasi
aberranii intrecciantisi tVa di lore e che vimasero lutti bene iniellali
dal liquido coloranle. I \asi piii grossi si ))ortaxano luori la sostanza
epatica atrolizzata e due di essi si disponevano lungo il b^gamenlo lalci-
fonne, menli'e altri s' insinua\ano nello spessore del cenli'o IVenico del
dialVamma (lig. I).
Da lutti questi vasi si slaccavano altri vasi piii piccoli, a dec()rs(t
regolarmente tortuoso, piesentanti alia loro estremilii libera un lieve ri-
gonliamento a forma di boltoncino.
In un altro asino i vasi aberranii del leganiento sinistro ap])ena iniel-
lali si mostrarono di un aspelto stu|)endo tanto clie, essiccato il prepa-
ralo e |)osto su di un cristallo, lo abbianio conservalo nel xMiiseo di Ana-
tomia di (|U(^sla Scuola (tig. 2).
La ligura che riportiamo riproduce' fedelmenie la disposizione di
questi vasi, i quali si mostrano sul margine della sostanza epatica del
lobo sinislro formando tronclii piuUoslo grossi da cui emanan(> rami se-
condai'i die, iniellali come sono, risallano benissimo sollo la capsula di
(ilisson. I Ironchi si spingono poi nello spessore del legamenlo for-
mando vere diramazioni arboree. Alia loro estremila terminale le tenui
suddivisioni si arrestano a contalto di un leggero is])essimento, specie
di cordone, e formano a|)parenlemente una delicalissima rele, rete |»ero
die lion e formata da anaslomosi ma semplicemente da un inlreccio di
vasi. Peru alia periferia di questi intrecci si notano alcune comunica-
zioni anaslomoticlie die formano s|)ecie di arcate. (jo abbiamo mcsso
in evidenza esaminando con lenli a forti ingrandimenti la tenue rele
— 132 —
siiddescrittJi. Dii (|ii('sl(» prcitariiln c da altri, ccrlo mono belli ma inollo
csplicalivi, ci siaiiio lonnali il coijcclto die dal piinlo in cui si slact-aiKi
i \asi abcrranli siiio alia loio Icriiiinazione non osisla il Ncro logaincnln
opalico sibheno il fogiiello liliroso clio i-ivcsto la faccia anteriore o la
laccia postoriorc dol legato, loglielti rivoslili siilla loro faccia cslcnui
dal poritoiico. Oiiosti due fogliotti si addossaiio riiiKi aH'alln) in scguilo
alia sconiparsa del [taroncliiina ejiatico rinianendovi inchisi sollanio i
dolli biliari. II vcro Icganicnto del legato, costitiiito per inter(t della ri-
piegatiira del peritoneo, inconiincierebbe. secondo noi, da (piel leniie
ispessinienlo o cordone die abbianio pid indietro ricordato.
I \asi aberranli li abbianio rinvennli pure nella toiiaca avventizia
della vena porta (fig. 3). Non sono niinierosi, lianno nn corlo Iragitto e
la iiiedesiina disposizione raniescente come iielle altre parli. Diaino la
ligura di qualdie \aso trovato nell' avventizia della vena porta di un
asiiio ill vicinanza at pun to in cui questo vaso penetra nel legato.
Mediante il processo di iniezione adottato e servendoci di I'egati
sani estratti dalla cavitii deH'addoinc colle regole die abbiamo |)reniesse,
abbianio potato dimostrare die iiei solijiedi i vasi aberranti del legato
sono abbondanti e molto manifesti. 1 leganienti nei quali si riscontrano,
per ordine d' importanza, sono : il legamento del lobo sinisiro, il lega-
iiienlo lalciforme, il legamento del lobo deslro ed il legamento epato-
renale. Si trovano pure, pero piii nell'asino che nel cavallo, nell' avven-
tizia della vena porta e nel centro I'renico del (liaframnia.
Messi cosi in evidenza i vasi aberranti dei solipedi e stabilita la loro
lo|)ograria, passammo alio studio della loro costituzione microscopica pia-
licandone colorazioni ed eseguendo numerose sezioni al microtomo.
Rireriamo brevemente il processo adottato.
Tagliati jiezzettini di legamento in corrispondenza dei vasi aber-
ranti 0 della sostaiiza epatica atrofizzata, li ponemmo per 24 a 48 ore in
una soluzione acquosa di formalina al 6 per 100. Tolti dalla formalina
liirono posti |)er 24 ore nell'alcool ordinario e (|uindi passali in colora-
zione. 1 colori di cui ci ser\imino I'urono Tematossilina e lo scarlatlo.
secondo le indicazioni del prof. Faladino, nella proporzione di due
parti di ematossilina (mI una di scarlatlo Biebricli. I*erche assumessero
bene la dojipia colorazione, trallandosi di jiarti fibrose, li lasciamnio
immersi nel miscuglio di tali liquidi per 24 ore ed alcuni aiiclie per
'M\ ore. I.e\ali dalla c(dorazione li passammo in una soluzioiu^ di al-
lume, (|uindi ndrac(jua dislillata, poscia nella serie degli alcool segueiido
inline scrupolosamente la lecnica per disidratarli. induderli in |)arariina,
tagliarii, diiarilicarli e conservarii in balsamo. Dei pezzi cosi prejiarali
133
|)i;ili('iimni() parccchie centinaia di sczioni, cosiccho ora ci Irovianio in
|)()ss('ss() (li sczioni longitiidinali c IrasNorsali di ^asi alxTranli sia ncllo
spcssorc (lei logaiiuMiti sia nclla soslanza e|)ali('a atrolizzala cd aiiclic in
(*()iris|K)n(lenza dci niariiini dci lobi d(3l rciiato. nonclK' di sczioni Ira-
sversali c longiludinali di \asi ahcrranli risconliali ncl ccnlro livnico
del dialVamina,
I vasi aherranli sollo il campo del microscopio si presentano di di-
monsioni vaiial)ili. In scziono liasNcrsa si ossorvano vasi a sczionc ncl-
tamcnlc cilindrica, allri a sczione ovale od allii inline a sezione niollo
iiTei^oIare. Onesrulliina disposizionc si eonslala nei vasi |)riiK'ipali, di
nn calihro lilevanle, meniro le due prime nei medi e nei piccoli.
I \asi ai)en-anti piii numerosi e di dimensioni piii grandi sono si-
Inaii nello spessorc del leganienlo, nienire niollo nieno niinierosi e piii
|»i('eoli sono tpielli clie deeorrono alia superlieie del leganienlo.
(lonsiderali nei loro assieme. siiMio grandi o piccoli, i \asi aberianli
sono I'onnati internamente da un unico strato di cellule cillndriclie ad-
dossate Tuna air altra, con un niicleo niollo sviluppalo poslo verso il jiolo
rivolto alia lonaca fibrosa. 11 loro prolo|)lasina e leggerinenle granuloso
ed in coi-rispondenza del lunie del \aso sono ricoperte tia un acceimo
(11 cercine o (^o|)ercliietto. Ouesto stralo epileliale si adagia sopra una
meinbrana librosa, la (piale in certi vasi c bene dislinta e direnio (piasi
separala dal connellivo circoslante, in certi allri non ajipare dislinia e
si conl'onde col lessuto fibrose clie compone il leganienlo, nei ipiale.
come nella fibrosa, rinvengonsi nnmerose cellule, die in laluni punii Ibr-
mano un vero strato di cellule piatte, poligonali, riunite ai loro niargini.
\i ("' clii animette Sclienk Ira Fepitelio e la librosa una mein-
brana omogenea. A noi non veiine dalo nei vasi aberranti del legalo dei
s(dipedi mettere in evidenza tale meinbrana. Bene spesso la librosa ('•
addossata inliinamente aH'epitelio inenire taloia ne I' se|)arala da iino
spazio viioto, ehe non deve certamente essere sein|)i'e nn ellello delta pre-
jiarazione.
Circa la disposizionc di (|ueste parti si notano alcune dillerenze IVa
il ca\allo e Tasino, dillerenze clie v bene notare prendendo ad esanii-
nare i vasi aberranti in ('O'ris|)ondenza dei niargini del legato e nello
spessorc dei legamenti.
C(imlh). Nei punto in cui i vasi aberranti luoriescono dai niargini
del legato per decorrere nei legamenti sono provvisti di una lonaca
librosa assai sviluppata contenenle cellule connelti\ali, ed airintorno di
quesia un connellivo librillare mollo lass(» a libre ondiilate die sendjrano
adagiale su di uno sirato unico di cellule poligonali, riunite assieme e
-^ 13i —
possedonii im iiiicico inolto graiide. (a nciiih' dalo riscoiilrarc ncllo spcs-
sore (lol Ic^aiiHMito, vicino alia sua inser/ioiie ai inargiiii del fegato, \evo
isolc (^paticlic aliolizzato (fi^. 4) nclle (jiiali si scorgono cjiiai-amente la
rote gliiaiidolaie e la lolo capillare Ira loro iiilercalale. J.e cellule ej)ali-
eliedi (|iiesle isole si presenlauo foilenienle granulose, con iin bel micleo,
iin po' distaccatc le line dalle allre. (lis|)()sle a cordoni raniilicali e fra
loro inlreccianlisi lasciando spazi \uoli ()ccu))ati dai capillari. Oiiando il
vaso aberranle lia abbandonala coni|)leUnnente la so.stanza epalica Fepi-
lelio si rende giadatanienle |»iii basso sine da divenire cubico all'eslre-
iiiila del vaso, la fibrosa ognor piii si ridnce e si pno dire die si con-
I'onda col tessiito libroso del leganienlo, lessiilo sniagliato aH'inloriio
deirepilelio. a lasci addensati invece, a decorso ondulato airinCuori di
(piesto slralo.
Nelle sezioni longiUidinali di vasi abeiianli grossi si nolano giiian-
dolo tubular! piti o nieno dilatate ad ampolla rivestitc internamenle da
un epitelio die ha gli stessi caratleri di quello del vaso in eui sboccano
|)iii 0 meno ampianienh^ OUre a cio si osservano gli sbocclii di vasi se-
condari die si aprono nel Inine del vaso ]>rinci|)ale ad angolo |)iii o
nieno aciilo.
Le dilalazioni gliiandolari non ci In |)ossil)ile niellerle in evidenza
nei vasi aberranii piii |)iccoli,
Asino. in (juesto aniniale i \asi aberranii ollre essero |)iii luiinerosi
e pill sviliip|)ali die nel cavallo ollrono (pialdie diirerenza islologica
messi a rallVonlo con (pielli di (piesl'ullinio ailiniab^ Dil'alti vicino al
parencliinia epalico, fra le cellide epaliclie roileniente granulose, si osser-
vano vasi aberranii la cui fibrosa e enorinenionle sviluppata. Anzi si piio
dire che airintorno vi sia iino spesso slralo di lessulo connellivo libril-
lare e non bisogna escludere la presenza di (pialche Hbro-cellula inusco-
lare (fig. 5). In questo strato connellivale ollre il vaso aberranle od i
vasi aberranii, di diniensioni diverse, si osservano anche vasi sanguigni.
La fibrosa si I'iduce man mano che il vaso decorre nello sjiessore del le-
gauKuilo, ma e pero sempre evidenle meglio die nel cavallo. Osservanimo
pure che la librosa si rende ancora lien evidente verso la termina-
zione del vaso ed i suoi lasci si dispongono ad audio atlorno al siio
epitelio.
•Nel leganienb* ralciforme i vasi aberranii sono assai nunierosi e di
calibro nolevole, circondali da un grosso stralo di lessulo libroso, nel
quale si lro\ano vasi di calibro pin piccolo. Oueslo stralo, coslituito di
lasci a fibre mollo ondulale, si conl'oiide col lessulo libroso, ricco di cel-
lule, del legamenlo.
— 135 ^
Nei Yiisi aberraiili del dialVanima. i'fjiiali Iiaiiiio pure diiiiLMisioiii
assai variahili, si Iroxa die il liinie del \as() nel siio jtereorso ollVe dila-
lazioni e reslriii'iiinenli inolto irreiiolai'i. Nclla se/ioue lon^iliidinale di
nil iirosso vaso, elie ei serNc di j^uida per qiiesia desciizioiie, si conslala
11 solito eijilelio eiicondalo aireslernu da un tessulo coniiellivo piiilloslo
lasso, rieeo in el(Mnenti eellnlari e fra (jnesto allri |)iec<»li vasi, elie si
veggono in sezione Irasversa. Ai lali delle pareli del vaso e lappezzali
dall'islesso epilelio numerosi inlbssanienti o cripte conuinieanii piti o
nieno ainpiaiiieiih^ col lunie del \as<), di forma e dnnensioni variabilissinie.
Sono qnesic le i^liiandole a cni ahhianio aceennalo |!iii indieiro {Wu:. (I).
Nell'asino al pari ehe nel ea\allo lali roiniazi(*ni ghiandolari sono
ahbondanti nei gmssi vasi, scarsissime nei medi e niancanli nei pieeoli.
La soslanza pi'opria del centro IVenieo del diafraninia, forniata di lessnlo
coniiellivo coinpallo disposto a I'asci serrati IVa loro e niollo ondnlali.
circonda piii o nieno completaiiienlo i vasi aberranli.
Onale e il signillcato del vasi aberranli? Le o])inioni di coloro die
si sono occiipali deirargonienio non sono alVallo concordi. Per nndli i
cosidd(»lli vasi aberranli allro non sono die veri canali biliari niessi a
undo edivennli snperliciali in segnito aH'atrofia della soslanza gliiando-
lare, (hnnla verosiinilmente alia |)ressione esercilala sni legalo da parii
del corpo ad esso liniilrofe. Dil'alli Toldl e Ziickerkand I liaiino pro-
valo die il lobo sinisl/'o del legalo, il (|uale nel corso della \ila si assoU
liglia, iiiollo Irequenlemente jierde il suo pareiidiiina |»er nn cerlo Iralbt
del suo niargine lalerale, da cui ne conseglie die le |)aili corrispondenii
della capsula, le (piali appartengono alia superlicie superiore ed inleriore
(Id legato si soviappongono e non coniprendono fra loro die una niiniina
jiarle dl legainenlo con avanzi di parenchinia. Quesla dis|)osizione spe-
ciale die Toldl e Zuckerkandl lianno denoniinalo A//V//?y/^» Anfmif/
(appendice nieinbranosa; del lobo sinisiro del legale, possiede dolli biliari
|»iii 0 meiio raniiticali e fra (juesli lalnni lianno il ragguardevole dianie-
Iro di cenliinetri 0,5 ad 1.
Le osservazioni noslre, specialnienle nei fegali di asino, convalidano
pienanienle le asserzioni dei due cilali anlori, poidie in corrispondenza
del niargine del lobo sinisiro era e\idenlissiina uiralrolia del pareii-
diinia ejiatico e fra questo decorre\ano gross! e piccoli liibi laiiiilicali.
I vasi aberranli dei solipedi sono niollo grandi e cio e forse dovulo al
falto che in ((uesli aniniali rajipareechio escrelore del fegalo e niollo
s\ilu|)|)ato niancanli come sono di vescicola biliare.
La presenza di vasi aberranli nel centre frenico d(d diafrainma
crediamo non sia slala linora nolala da alcuno. Hi|)orliaino una liguii!
— 13G —
(lig. I) lolla (lal Ncro, scmlii'andoci die laic disposizionc ollVa iin iioii
licvc iiiloivssc.
IJruckc paria osso piiro dei \asi ahcrranli del I'pgalo od osscrxa
(•lie si (' slali iiidecisi sc ascriverli alio ghiandole mucipari ehc nol le-
galo si)occan() iiei t-anali biliari o sc si de\ono ascrivcrc ai voii dolli
biliai'i. Dice die non lia fatlo alcun esperiniento sii (juesti \asi ahei-
ranli, ma alVenna die iion |iossono csscrc caiiali jjiliaii e die iiici:lio si
dovrcbbero iiaragonai'e alle glandolc imicipari.
1/ opinione del IJriickc non lia niollo valoic pcrclie raiilorc arriva
per soni))lice induzionc ad esdudere die siano doUi biliari c eonrcssa hii
slesso di non a\erli mai esaminati da Nicino c di non avcrc esegnilo al-
cun esperiincnln. Del resto, contro I'opinione di liriicKc si j)iio osscr-
vare die i \asi abenanti fonnano in cerii punli dellc reli e sinoia non
si conosce alcuna glandola nuici|)ara di simile costituzionc.
Paladino nelT inter|)retazione dei \asi aberranii ha difeso T opi-
nione di Told I e Zuckerkandl c(nnl)allcnd(t il inodo di vcderc di
Brii eke.
Sa|)|)C\ dice die i vasi aberranii del legato sono dotti biliari niessi
alio scoperto dall" alrolia dei lobuli epatici e spiega raumento mollo iio-
levole di calibro die |)resenlano col lalto die, scomjiarendo i lobuli di
cui lacevano parle, (piesti lianno i)er cosi dire abbandonato ad essi la
|)arle di \ila a cui avcvano dirilto.
C-oiiliiuia osservando die lutti conuinicano con i dotti biliari, die
lianno essi puie una tinla giallaslia, pero al(|uanto meno e\idenle e die
sono costiluiti da una tonaca opiteliale e da una tonaca fibrosa. Ouesta
e llote^ollnellle |)iii spessa di (judla dei dotti biliari situati sul loro pro-
lungainento e s'iperlrofizza a misura die i lobuli da cui prendono (trigine
si atrolizzano. IMii i dotti sono vecclil piii auinenta lo spessore di (|uesta
tonaca, la (juale |)ero in taluni |)unti |)uo presentarsi atrofica.
Dice die le glandole annesse alia loro parete parteci|)ano di solito
air ipertrolia ddla loro tonaca fibrosa, ma si (leformano.
1/ aiilore fa rilexare die i vasi abenanti rappresentano per la niag-
gior parle net loro stato priinilixo le prime radicette di un dolto biliaree
(piindi 11011 ollrono sul loro conlorno die glandole olricolari, le (piali ta-
lora conservano una I'orma abbastanza regolare quando i vasi aberranii
sono mollo piccoli o poco ij)ertrolizzati, cioe di origine recente. Ouando
i vasi sono antidii e molto isj)essiti si presentano sotto forma di grandi
olricoli sl'eroidali od ovoidi jiiu o meno (lelorini e cho si potrebbero pren-
dere per dilalazioiii parziali del dollo biliare. IJene spesso e dillicile po-
lerle disliiimicre.
— 137 —
I Niisi ahciianli, secoiulo Sappcx. si anasloinizzaiio tra loio, ana-
slomosi analogii(3 a (jiiollo dio si ossciNaiio noi dolli biliari.
II SappoN i-ilit'ii(3 die i vasi aherianli cosliliiiscano iiiia dipcn-
(l(Miza (lei dolli escnjlori (Id logalo, di ciii non sono die una I'onna [)iii
0 mcno allcrala.
E. II. \\('l)(;r consideia i \asi ali(3rnmli come t-anali atloriio ai
(|uali 11 paic'iiduiiui o|)alic(( non si e svilnppalo, c da I' islesso nonie agli
allri caiiali die si Irovano fiioii della soslanza |)ro|)ria del legalo.
Tlieile. in segnilo alle sue licerelie sulle gliiaiidole dei eanali bi-
liari, eonsidei'o (jiielll del solco liasxeisale come iiliiandole nuieose die
si anasloinizzano a rete e eonsideio pure come gliiandole le reli dei
canali biliari da esse lro\ale nella cajisida <li (ilisson, menireclK' gli
allri canali, die si linvengoiKt nolle alli'e parii, li considero ('(mie ca-
nali hiliai'i die hanno |)er(liilo il lore parenchima i palico per alrolia
ddlo stesso.
Wedl, Heale, Henle. Hies lianno descrillc le gliiandole dei ca-
nali biliari e la rele dei medesimi.
Secondo Kolliker una |)arle dei canali biliari ed anclie del les-
suto gliiandolare non anixa al complelo s\ilu])po. crescono piii lardi
pill 0 iiieno ed in case di alrolia della soslanza epatica si presenlano in
parle come vasi aheri'anli ed in |)arle ciuiu' Ibrinazioni siniili alle iiliian-
dole. Secondo Kolli ker segreglieiebbei(» muco.
H(*ale descrivendo le gliiandole dei canali hiliari descrixe pure
canali irregolari con rami a I'ondo cieco i^rasa (ihrrnnilia di Weber
come canali biliaii modilicali. die nei |)rimi periocb di s\ilup|)o si Iro-
vavano nella soslanza epalica.
SabiMirin considera i xasi aberi'anli come canali biliaii die non
lianno inai aMilo rapporlo col parenchima epalico.
Ken an 1 li riliene rami dei dolli biliari del I'egalo die si sono
s\ilu|tpali la do\e Irovarono jioslo. Secondo queslo auloro mm aMeb-
bero alcun signjiicalo runzionale.
I']bner Iralla della cosliluzione dei vasi aberranll e li dice rormali
di una membrana librosa e di piccole cellule: il lore diamelio puo es-
sere di (I- 10 ;j. sine a 115-50 [j. ed anclie sine ad I mm.
Toldl e Zuc kerkandl dicono die il lipo comiine dei \asi aber-
ranli si puo |)aragonare ad una ramiiicazione arborea i cui rami si
anaslomizzano e Ibrmano una specie di maglia. ma osser\aiio die lale
inaglia non e lanio licca e lanio grossa come nelle figure daleda Henle.
Sclienk dice che i \asi aberranli sono rilenuli Nerosimilmenle
come gliiandole iiiucosc e che la lore ininula slrulUira consisle in do
— 138 --
clio essi prosenlano iiii liiho alliingalo. al (jiialc ('(mvcriiniio lalcraliiiL'iilc
(lei s('iii|)lici liihoUi \)\i\ |iicc()li. Essi sono ri\(\slili da iin basso C|)iteli()
ciliiidrico. iiilorno al (|iial(> sla disposlo il Icssiito fomiL'tlivo, Ai liinili
lia I'opilolio od il coniu'lliNo si risconlra una inonihrana oinogoiiea.
La disparila delle opinioiii risalla iiiollo faciimcnlc da (jiianio pic-
cv{\(\ sia ri^uardo a! signilicald dci \asi aberranli sia anclio solto il
rappoito della lofo dis|)()sizi<)ii(*. A noi iion o Iceito, alineno \wr ora, en-
tiarc iR'l iiR'rilo di laic (|iieslione, laiilo |>iii chc finora non abbiamo
|)(iliil(t picparaiv i \asi aboiranli del Iciialo dcH' uoino. sui (piali prcci-
saiiiciilo e slala lixolla rallciizioiio (Icgli aulori su i-icordali. IN)ssiam(>
jxTo porlarc con plena t'oscienza il iioslro pairre siii \asi abonanli del
I'egalo (lei solipcdi sui (|uali le noslre ricerche fiiiono luimemse, accurate
e uiinuziose.
I Nasi abeiTauli del ieiialo dei solipcdi iioii rormaiio aiiasloiiiosi :
(|iicsle si I'isconlraiio sollaiilo sollo foiina di arcalc all' csirciiiiia lerini-
iiale dci dclli \asi e |)rccisaincii!c nci puiili do\e si arrcslano ncllospes-
soie dei Ic^ainciili. Le anaslouiosi che si veggono negli allri punii non
souo die apparcnli. |)oiclie soiio vasi die s' inlrecciano decorrendo a
proloiidila diverse.
Non ci sap|)iamo spic-uarc I' idea del Saliouriii die coiisidera i
Nasi aberranli come canali biliari die non lianno aNulomai rap|)orlo
col parcndiinia ej)alico. E se cio Ibsse come si spiega die V iniczione al-
IraNciso il dollo coledoco si diUbnde a Intii i Nasi aberranli? dome si
spief^a la |)resenza di soslanza epatica alrolizzala fra la (jiiale decorrono
i vasi aberranli?
Per noi i Nasi aberranli sono dolli biliari messi alio scoperlo in
segnilo alT ali'olia e scomparsa del parendiima epalico. in cni si Iro-
NaNano siluali dnranle i primi periodi della Nila dcIT animale. accei-
lando pienamcnie la iiderprelazione data dal SappcN , dal Beale. dal
Toldt e Zuckerkandl ed in paric anclie dal Theile c ci senibra
die possano essere dolali di una ceria I'unzione sebbene si trovino luori
ia soslanza C|)atica e do per lo sviluppo (hdrepitelio die riveslo il loro
lunic. Ollre a cio dobbiamo ricordare. come dalle noslre ricerdie sui
Nasi aberranli, e risnllalo die qua e la iVa i vasi stessi si osserNa pa-
rendiima epalic(t alrolizzalo rorjuanle delle isole die souo |)errellamenle
indipendesili dalla soslanza propria del Iciialo e die perdurano |>er lulla
la NJIa deir individno.
l);ilr Islituto (li l<"iai(>l()j;iii cd Ist'iIo,i;iu
della Ji. ficiiola Snpei'iorn tli iMediciiia V'( tiiiiiaiia di Napuli.
Febbraiu-Mar/.d I'JOI.
189
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Math. nat. KL Bd. 5, S. 481-488. 1850.
Spiegazione delle figure.
Fig. 1. — Vasi aberrant! del diaframma (asino).
a, Vasi aberran 1 del centre frenico. — b, b, Ceutro t'renico. — c, Legamenlo
falciforme, porjcione adereiite al centre frenico. — d, Liiiguetta secou-
daria del lobo mediano in via di atrofia — e, Cordoue del legamento
falciforme rappresentaute la vena ombelicale obliterata. — /', Vasi
aberranti della liuguetta atrofica <l.
Fig. 2. - Vasi aberranti del legamento sinistro (asino).
a, Parenchima epatico. — b, Vasi aberranti.
Fig. 3. —Vasi aberranti della to)iaca avvontizia della vena porta (asino).
a, Vena porta. ~ 6, Vasi aberranti.
— 140
Fui. 4. — Vasi aberranti del 1 gameuto siiiistro (cavallo). — Oc. 3, Obb. 2
Koristka t.b. cb. diam. 06.
a, Vaso aberraiite in sezioue tr.ssversa coi suo epitelio. — b. 6, isole epati-
che. — c, c, Vasi aberranti in sezione longitudinale.
Fiv, 5, — Vasi aberranti del diaframma in sezione longitudinale e trasversalo
(asino). — Oc. 3, Obb. 2 Koristka tub. 16; diametri 53.
a, Vaso aberrante in sezione longitudinale. — 6, b, Glandole del vaso aber-
rante. c, c, c, Vasi aberranti in sezione trasversa.
Fj(jr. 6. Vaso aberrante del legamento sinistro vicino al parenchima epatico
asino). — Oc. 3, Obb. 2 Koristka diam. 31.
a, Vaso aberrante. — b, Fibrosa del vaso. — c, Vaso sanguigno. —
d, d, cZ, d, Parencbima epatico.
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'-v
^yV/^^
re
(Pubblicazioni Italianedi Zoologia, Anatomia, Embriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DIRETTO
DAI DOTTORI
QIULIO CHIARUGI
EUGENIO FICALBI
Pi'of. di Anatomia uniaiia
net il. Islituto di Studi Super, iu Firenze
Prof, di Anatomia comp. e Zoologia
nella R. University di Padova
Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico , Firenze.
13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno
Firenze, G-iugno 1901
N. 6
SOMMARIO : Fusari R., < 'aso di sdoppiamento totale e sirametrico di un tratto
del midollo spmale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. —
Qemelli E., Contributo alia conoscenza sulla struttura della ghiandola pibui-
taria nei mammiferi. — Levi Q-, Osservazioni sullo sviluppo dei coni o baston-
cini della retina degli Urodeli. — Pag. 141-144.
CoMUNicAzioNi Originali: Spampani Q., Alcune ricerche suir origine e la natura
del vitreo. (Con tavola V^^). — Facciola L., SuU' use improprio di un noma in
morfologia. — Falcone C, Contributo alio studio del tessuto connettivo em-
brionale. (Con tavola VI"). — Pag. 145-164.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Moni-
iore Zoologico Italiano e vietala la riproduzione.
SUNTI E RIYISTE
Fusari R. — Case di sdoppiamento totale e simraetrico di un tratto del midollo
spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. Con tav. —
Giorn. della R. Accad. di medicina di Torino, An. 64, N. 2, pag. 83-96, To-
rino, 1901,
Si tratta d'una giovane donna con caratteri degenerativi spiccati somatici
e psicliici; la medesima alia regions lombare presentava, per un'area romboidale
della lunghezza di 15 cm,, un ciuffo di lunghi peli, i quali per la loio direzione
caratteristica, farebbero parte secondo I'A., del vertex coccigeus di Ecker, Al
disotto di (juesta zona vi era un inf'ossatura imbutiforme, la foveola coccygea;
I'apice deir imbuto e unito alle ultimo due vertebre coccigee per mezzo d' un
grosso fascio fibrose, il ligamentum caudate di Luschka ed Ecker.
Nel cranio, il clivus era, invece che concavo, convesso. Vi era inoltre una
sinostosi atlo-occipitale.
La faccia posteriore del corpo della 12* vertebra dorsale presenta una spina
ossea che divide in due il midollo.
M. Z. *
— 142 —
Le radici posteriori erano impiautate irregolarmente, alcune piii indietro,
altre avanti.
Tutte le radici anteriori lombari e sacrali apparivano avvicinate alia liuea
mediana, cosi che il cordone anteriore appariva mancante.
AU'altezza della radice dorsale del prim'^ nerve cervicale, la decussatio
pi/ramidum e appena incominciata; le radici posteriori per raggiungere i
cordoni posteriori dividono in due parti la sostan/a gelatinosa; piix ventral-
mente la sostanza gelatinosa e attraversata da fibre del nervo accessorio
spinale.
Piu caudalmente il canal centrale ha una forma stellata ed e circondato
da una larga zona di nevroglia la quale si prolunga dorsalmente e divide sulla
linea mediana i due cordoni posteriori, i quali s'estendono piu ventralmente
del consueto, ai lati del canal centrale, sino alia commissura bianca ante-
riore: non e possibile il distinguere fra loro il fascio di Goll e di Burdach;
piu caudalmente i cordoni posteriori assumono la loro sede normale e s'inco-
mincia a distinguere il fascio di Goll da quello di Burdach; le corna po-
steriori sono separate dalle anteriori per mezzo di fibre della formatio re-
ticularis.
Nella porzione prossimale del tratto dorsale il midollo era normale, mentre
nella porzione distale di quel tratto incominciano le modificazioni che condu-
cono alio sdoppiamento del midollo; questo e causato dall'approfondirsi del solco
mediano posteriore a spese del setto posteriore ed inoltre dalla divisione del
canal centrale in due : il corno posteriore si sposta lateralmente e fra le fibre
dei cordoni posteriori compaiono due nuovi corni posteriori, a ciascuno dei
quali arriva un fascio di fibre radicolai'i.
Pii!; in basso il corno laterale normale si sposta anche di piu; ciascuna
meta del midollo ha ruotato di circa 90" : piu in basso ancora le due meta del
midollo sono completamente separate e le corna anteriori si fanno duplici.
Ogni metk del midollo corrisponde per la sua struttura ad un intero mi-
dollo normale ; la sostanza grigia ha la sua forma ad H e vi si distinguono 4
radici : due anteriori, due posteriori : pero tanto il corno posteriore che 1' ante-
riore ventrali sono atrofici, mentre i dorsali sono ben sviluppati ; cosi dicasi
delle radici corrispondenti.
Inferiormente le due meta del midollo si ricompongono.
Mentre lo sdoppiamento parziale del midollo senza spina bifida, non e raro,
di casi simili a quelli dell'A. (sdoppiamento totale senza spina bifida) ne tro-
viamo solo 6 nella letteratura; e di piu nel caso dell'A. v'era Tipertricosi
lombare la quale mancava negli altri casi ; e noto che fra i due fatti fu da molti
AA. ammesso esistesse un rapporto.
Gemelli E. — Contributo alia conoscenza sulla struttura della ghiandola pituita-
ria nei mammiferi. Con tav, — Boll. d. Soc. medico-chirurgica di Pavia,
1900, N. 4, pag. 231-240. Pavia, 1900.
Lobo ghiandolare. — Dalla capsula connettiva che avvolge il cosiddetto
lobo ghiandolare della ipofisi si staccano sepimenti che penetrando nell' interno
deU'orgauo, ramificandosi ed anastomizzandosi con i vicini costituiscono una
— 143 —
fitta rete nelle areole della quale (che sono di fonna o graiidezza variabili) ven-
gono accoiti gli eleraenti epiteliali. Lungo i setti connettivi decorrono i vasi
saiiguiferi, clie assumono talvolta la forma di veri laghi.
Quanto agli eleraenti epiteliali, Gemelli ne distingue due specie, che sono
f'acilmente distinguibili con semplici colorazioni (ad es. col picrocarrainio) o
con tutta la serie di doppie colorazioni comunemente in uso.
Alcune (cellule cromofile di altri autori) sono grosse, globose, a contorno
netto, con protoplasma rifrangente, finainente granuloso ; il nucleo e posto ad
uno dei poli della oellula. La massa protoplasmatica ha dei tratti di somiglianza
colla sostanza colorante del sangue ; certo non e, secondo I'A., sostanza colloide,
come da altri viene ammesso. Queste cellule sarebbero cellule secretrici e per-
ci6 le piu iraportanti. Col metodo della reazione nera I'A. ha potuto riconoscere
nell' interno di queste cellule un complicato apparato reticolare, paragonabile
a quelle dimostrato da Golgi nelle cellule nervose e da altri nelle cellule mi-
doUari delle capsule surrenali e nelle cellule di varie ghiandole.
Le altre cellule (cellule principali degli Autori) hanno nucleo che si colora
intensamente e protoplasma a contorno irregolare e che si confonde con quelle
degli elementi vicini.
La parte periferica del lobo ghiandolare e composta di cellule secretrici ;
mentre a costituire la zona di confine col lobo nervoso entrano soltanto gli
altri elementi.
Mai I'A. ha incontrato vescicole che altri hanno descritto e rassomigliato
alle vescicole della tiroide.
Colla reazione nera egli ha potuto mettere in evideuza la disti'ibuzione dei
nervi nel lobo ghiandolare. Sono essi in quantita notevolissima. Penetrano nel-
1' interno dell'organo seguendo i setti connettivali e si dividono e s'intrecciano
avvolgendo in una fitta rete le areole : alcune fibre penetrano fra le cellule epi-
teliali, terminando con bottoncini o ingrossamenti di varia forma e volume.
Loho nervoso. — Col metodo Golgi I'A. ha anzitutto riconosciuto che questa
parte dell'ipofisi e tutta ravvolta da una corteccia glio-epiteliale, che egli
chiama « esterna » per distinguerla dalla zona glio-epiteliale che riveste la
cavit^ (prolungamento del 3° ventricolo) che trovasi nell' interno del lobo in
questione. Poi, orientando il pezzo in modo da ottenere delle sezioni nelle
quali oltre i due lobi vi sia anche 1' infundibolo, ha constatato come nuraerose
fibre nervose percorrano in fascio 1' infundibolo, parallelamente alia sua cavita,
perpendicolarmente agli elementi glio-epiteliali che la rivestono ; penetrate
nel lobo nervoso tendono a portarsi alia periferia irradiandosi a ventaglio.
Giunte alia corteccia glio-epiteliale esterna, decorrono per un tratto piu o
meno lango parallele alia sua superficie ; poscia vi penetrano ; si uniscono e si
anastomizzano ripetutamente ; raggiungono anche I'altra superficie per ripie-
garsi e tornare alia prima; terminano con bottoncini circondando gli elementi
glio-epiteliali.
Infine tra le fibre del lobo nervoso si notano cellule di nevroglia enormi,
allungate che si estendono dalla cavita alia corteccia esterna: non cellule
nervose.
— 144 —
Levi G. — Ossei-vazioni sullo sviluppo dei coiii e bastoncini della retina degli
Urodeli. — Lo Sperimentale, Anno LIV, F. 6, 1900.
Gia M. Scu Itze, al quale dobbiamo le pin complete osservazioni die pos •
sediamo sullo sviluppo deile cellole visive (eseguite snU'embrione di pollo)^
considero quegli elementi come prolungamenti protoplasmatici dei gi-auuli
esterni.
I risultati successivi di Kupfer e di L5we fecero credere che ogni sin-
gola cellula visiva risultasse dalla fusione di 3-4 elementi embrionari so-
vrapposti,
Le ricerche di Levi eseguite su larve di anfibi urodeli, contraddicono de-
cisamente quest' ultima ipotesi : i primi abbozzi di cellule visive compaiono gia
in larve di 7 mill, di « Salamandrina perspicillata », in forma di piccole sporgenze
dello strato granuloso esterno, nelle quali ben presto si difierenzia all' estremo
distale un piccolo cono trasversalmente striato, intensamente tingibile colia
fucsina acida.
Questo cono aumenta rapidamente di volume, la sua striatura dapprima
delicatissima si fa piu distinta ed esso assume tutti i caratteri dell' articolo
esterno ; e notevole che il numero dei dischi, i quali costituiscono la sua stria-
tura, e relativamente raaggiore in queste cellule rudimentali clie nelle cellule
visive adulte. In un articolo esterno lungo 6 [j. si potevano contare 30 dischi;
percio 1' ipotesi di Boll che gli apparenti dischi dell'adulto risultano dall'ag-
glutinamento di piu dischi piu sottili appare assai verosimiie.
Al limite fra I'articolo esterno e 1' iuterno si differenzia successivamente
I'elissoide sotto forma d'un corpicciuolo elitticc, omogeneo, che si colora in-
teusameute colla fucsina acida.
Sino a questo punto dello sviluppo non sussiste differenza alcuna tra coni e
bastoncini primitivi, cosicche bisogna ammettere che i due tipi di cellule visive
si formano da un unica cellula indiflferente : soltanto in larve di 12-13 mill, di
lunghezza appaiono i primi accenni d'un differenziamento ; I'articolo esterno
nei bastoncini primitivi divien -pm largo, I'articolo interno cilindrico, 1' elis-
soide prende la forma d'una lente piano-convessa,
Nei coni si conservano meglio i caratteri della primitiva cellula visiva
indifferenziata, essi sono conici e piu sottili dei bastoncini, e I'elissoide e elit-
tico. Piu tardi si differenzia tanto nei coni che nei bastoncini il paroboloide in
forma d'un corpicciuolo chiaro come un vacuolo.
Nelle larve di 16-17 mill, le cellule visive hanno raggiuuto il loro com-
pleto sviluppo, soltanto sono piu piccole delle cellule visive dell' animale
adulto.
E notevole che I'accrescimento delle diverse parti non procede in modo
eguale, poiche mentre I'articolo interno e I'elissoide quasi conservano le loro
dimensioni, I'articolo esterno si accresce notevolmente.
— 145
COMUNICAZIONI ORIGINALI
DoTT. GIUSEPPE SPAMPANI.
Alcune ricerche sulP origine e la natura del vitreo.
(Cou tavola V'').
i^ vietata la riprodnzione.
Quando il Torn a tola piibblicu le sue Ricerche embriologicJie sul-
t'occhio (lei Vertebrati (') dietro le quali si concludeva clie il vitreo
lion e altro clie una secrezione di alcune cellule retiniche^ volli anclie io
prendere in esanie tale questione per constatare se queste osservazioni
che assegnavano al vitreo tutl' altra natura da ({uella lino a qui am-
messa (^) fossero state veramente giuste.
Ma mi avvidi subito che le niie ricerche sopra occhi di varii ani-
mali maniniiferi, a diversi periodi di sviluppo, mi portavano a conclu-
sioni non conformi a quelle dello scienziato di Messina. Trattandosi
pero di uno sperimentatore valente e di conclusione venuta in seguito
a ricerche numerose ed accurate, le osservazioni mie, che, come ho
detto, portavano fondamentalmente a lutt' altra conclusione, dovevano
essere del pari molto numerose. Attendevo peraltro a moltiplicare que-
(') I. Toi'uatola. — Ricerche eiubriologiche siiU' occLio dei Vertebrati. — Messina, Tip. D'Ami-
co. 1898.
(*) Cioe : Lieberkiibn. — Ueber das Ange dea Wirbeltbiererabryo. — Cassel, 1S72,
— Beitrage zur Auat. d. embryonalen Auges. — Arch. f. Anat. und Phyg., 1879,
Scbiiler. — De oculi evolutione in embryouibus gallinaceis. Dorpati Livonorxiin, 1848,
Schwalbe G. — Der Glaskorper. — Jn S<ricfccr'« Handbuch,
A. Kiilliker. — Entw. dea Menachen und der hoberen Tbiere. — Leipzit), 1879,
S. L. Scbenk. — Zur Entw. dea Augea der Fische. — Wiener Sitzunggberichtc, Bd. LV, 1867,
ed altri ritengono che il vitreo abbia origine dal meaoderma che penetra per la feasura coroidea nella
veacicola ottica secondaria :
Ciaccio C. N. — SuU' origine e atruttura dell' uraor vitreo. —Rend. deW Accademia di Bolo-
gna, 1878,
— Del modo come ai formano le vescichette priniarie degli ocehi e perch^ le si traaformano in
aecondarie, e dell' origine, formazione e interna teaaitui a dell' unior vitreo. — Mem. del-
I'Accad. delle scienze di Bologna, ISerie V, Tom. Ill, 1892,
snppone che il vitreo abbia origine nel liqnido dclla veacicola ottica che trasuderebbe attraverao il fo-
glietto retinico via via che questo si approssima al foglielto pigmentario e che la feaaura ottica si re-
atriiige:
Kessler. — Znr Entwick(;lang der Auges der Werbelthiere. — Leipzig, 1877,
ammette che il corpo vitreo result! di un traaudato dai vasi che penetrano per la feasura ottica:
Hache. — C R. de la Soc. de Biologie,
ritiene il vitreo formato di laraine cmhoilis e gli di il aigniflcato di una guaina lamellare dove le cellule
endoteiiali avrebbero aoortc.
- 140 —
ste mie ricerche, quaiido il Dott. Caiini dell' Istituto di Anatoniia
uniana della R. Universitk di Torino pubblicu appunto iin lavoro (^) di
controllo a (|uello del Tornatola, in soguito al quale, come dietro le
ricerche die io andavo ripetendo, ne veniva die la teoria nuova del
Tornatola non si poteva accettare.
Cosicche le inie osservazioni non potendo piii avere almeno |)er il
punto capitale della questione die valore di conferma, forse avrei ri-
nunziato a renderle pubbliclie se il Prof. Tornatola colla sua risposta
al Dolt. Carini (■) non me ne avesse porto nuovamente 1' opportunita:
ed andando avanti nolle mie ricerche ho trovato che queste non sono
anche del tutto concordi con quelle del Carini stesso.
*
* *
Le mie ricerche sono state anche completate sopra il vitreo di
occhi di adulli, ma specialmente e generalmente h'anno preso di mira
il vitreo di embrioni a diverso grado di sviluppo appartenenti alcuni
anche agli uccelli, agli Antibi, ai Retlili, ai Pesci, ma di regola appar-
tenenti ai Manimiferi — bove, pecora, cane, gatto, cavia, topo {3h(s mu-
sculus e 31us decumanus)^ topo delle paludi {Ihjppudeus paliistris)^
tal|)a cieca, pipistrello {Vespert/s serolhuis e Vespcnifjo noctiila]. — Ho
usato diversi liquidi fissatori, ma ho dalo la prel'erenza quasi sempre
,ai pochi fra (juelli ormai riconosciuti i piii corrispondenti come, per ci-
tarne qualcuno, il liquido di Kleinenberg, il liquido di Flemming, il
sublimalo corrosive, le soluzioni sature di sublimate corrosivo e quella
di acido picrico a parti uguali, il liquido di Flemming — soluzione
debole — a cui aggiungevo qualche goccia di soluzione di formalina,
mescolanza die risponde benissimo.
Cosi per la colorazione, ho I'atto colorazioni in massa coi vaiii car-
minii, ho colorato direttamente le sezioni usando molt! metodi di colo-
razione semjtiice e doppia.
In iutti gli animali mammiferi presi in esame, ho trovato che la
com|)arsa del vitreo e posleriore alia penetrazione degli dementi meso-
dermici nell' interno della vescicola ottica secondaria attraverso alia
(') A. Carini. - Oasewazioni siill' origine del Vitveo. — Monitore Zooloijico Ilaliano, Anno X,
i899. Supplemento.
(') S. Tornatola. —Note intorno all' « O.ss6rvazioni suU' origine del vitreo » del Dott. A. Ca-
rini.— Monilore Zoologico Italiano, Anno XT, N. 3.
— 147 —
fessuia coroidale, ma non coincide, volendo essere istologicamente esatti,
con questa penetrazione, come dice il Carini.
Innanzi alia penetrazione di elementi mesodermici per la fessura
oltica fetale, nello spazio IVa la parte distale del la retina ed il cristal-
lino in via di sviluppo non si ha nessun tessuto ne elemento di tes-
suto. Prendendo in esanie, tVa gli altii, un embrione di bove di 12 mm.
in cui non si e formata ancora la fessura ottica coroidea, apparisce chia-
laniente qnesto : il direlto conlalto IVa il cristallino in via di sviluppo e
la parte distale retinica (Fig. I).
Essendo pero il raggio della cavita o cupola formata dall' invagi-
namento della parte distale della vescicola ottica primitiva maggiore
del raggio del cristallino in formazione ne viene, come apparisce dalla
Fig. I, die nei primi periodi di formazione questo contatto non si fa
per tutta la meta prossimale della sfera cristallina e per tutta I'esten-
sione della parte distale della vescicola ottica primitiva, ma solo in un
tratto del fondo di questa. Cos! rimane fra cristallino e parte distale
della vescicola ottica uno spazio circolare a sezione triangolare [a. b.) in
cui si vedono cellule mesodermiche clie sono diretta continuazione degli
elementi mesodermici costituenti i tessuti circostanti alia vescicola ocu-
lare. Cosicclie nelle sezioni non capitate nel centre od oblique rimane
una distanza fra il cristallino in formazione e la parte distale della
vescicola ottica primitiva, distanza occupata naturalmente dagli elementi
mesodermici che occujjano quello spazio circolare a sezione triangolare
lasciato appunto dall'essere conlenuta una sfera piii piccola entro una
pill grande, come abbiamo veduto.
Ouesti pochi elementi mesodermici, o addirittura questo strato di
mesoderma a seconda che il taglio e state fatto piii o meno periferica-
mente, ha fatto sostenere ad alcuni che nell' invaginamento che avviene
della vescicola ottica primitiva, gia jjrima inspessita, e nel contemporaneo
inspessimento ed intro-flessione della porzione di ectoderma che vi cor-
risponde e che e destinato alia formazione del cristallino, venga invagi-
nato uno strato mesodermico che o genererebbe la cajisula del cristallino
od una parte del vitreo.
Anche il Carini ammisc che in certi mammiferi esiste questo strato
di mesoderma inter])oslo.
Negli embrioni di uccelli infatli tanto il Tornatola (') quanto il
Carini Q e come d' altronde quasi tutti i moderni embriologi e come
veramente e, concordi avevano riscontrato la mancanza assoluta di
(') Op. cit.
(2) Op. cit.
— 148 -
questo strato mesodermico interposto, ma negli embrioni di mammileri,
mentre Tornatola come gia Kessler (*) ed ulteriormente Cirin-
cion-e (^) nega la presenza di questo strato interposto, il Carini senza
voter « negarc die si possa sorprendere anclie nei mammiferi iin fugace
stadio di sviluppo in cui vescicoia ottica cd ectoderma siano in diretto
contalto », in emjjrioni giovanissimi di Mas decumaniis (di cui da una
ligura), dice avere osservato I'esistenza di uno strato di mesoderma in-
terposto.
II Tornatola pure, mentre ha escluso prima, giustamente, questo
strato interposto tanto negli uccelli come nei mammiferi, aggiunge su-
bito dopo clie « in embrioni di mammileri abpianto piii avanzati, ove
« il cristallino colla sua cavita e bell' e formato, pur rimanendo in con-
« tatto coir ectoderma, nella cavita delta vescicoia ottica secondaria mi-
« gram cellule mesodermiche le quali subiscono una serie di trasforma-
« zioni fino a dare origine ai vasi del vitreo)), e pur non dicendo per
qual via migrerebbero queste cellule mesodermiche, si deduce dalla
figura che ne da (Fig. 14, Tav. Ill, montone di 7 mm.) che migrerebbero
dalle cellule mesodermiche circondanti tutta la vescicoia ottica fino al
punto in cui la porzione distale si introllette.
Tutti i miei preparati dimostrano invece che per questa via non
entrano mai nello spazio destinato a contenere il vitreo cellule mesoder-
miche e che le ligura 14 di occhio di montone di 7 mm. non rappre-
senta percio una sezione centrale^ ma e capitata certo perifericamente.
E di cio mi sono accertato oltreche dal complesso di tutii i miei
preparati anche studiaudo appunto sezioni di occhi di montone al
medesimo stadio di sviluppo, ma tagliati scrupolosamente in serie con-
tinua, come ho fatto sempre per tutti gli occhi da me sezionali.
Nei bove di 12 mm., nei montone di 7 mm. abbiamo gia detto, lo
strato distale della retina ed il cristallino sono in diretto contatto fra
lore per tulta 1' estensione dove questo contatto puo avvenire. (Fig. I).
Cosi, per citare qualche altro esempio, nella cavia di 8 giorni, nei
coniglio di 7, nei vesperus serotinus di 10 giorni, nei cane di 7 giorni,
nei gatto di 6, e cosi in tutti gli altri mammiferi osservati avanti che si
sia formata la fessura ottica coroidea.
Via via che la parte distale della vescicoia ottica primiliva au-
menta e viene a formare la cupola e contemj)oraneamente aiimenta la
(*) Op. cit.
(^) Cirincioue. — Sui priini stadi dell' occhio nin.iiio. — Giorn. delV Associazione napol. di me-
did e naturalisli, 1801. — Idem. — Ueber die Entvvickelung der Capsula perilenticalaris. — Archiv
fur Anatomie und Entw., 1891.
— 149 —
sfera cristallina il eonlatio fia le due forniazioni aumenta in superficie,
lino cioe ai piinii di inlroflessione della porzione distale della retina.
Cosiccho raggiunlo (|ueslo stadio in nessun tralto intercedenle IVa sfera
cristallina e parte interna della letina avvi il niinimo spazio vnoto e
tantomeno ripieno di elemenli mesoderniici.
Ouando procedendo nello svihippo e precisamente nel bove verso
i 10 mm. di hinghezza, nel coniglio verso i II giorni di svihi|)po, nella
cavia di circa 10 giorni, nel vespcrKijo noctuki di circa 11 giorni ecc,
avviene l' invaginamento della vescicola oculare primitiva dal basso
all' alto, per qnesta via penetrano, come abbiamo detto, elementi me-
soderniici, ma con caratteri vasali bene spiccati. (Fig. 11). Dapprin-
cipio raggruppati in una massa continua che riempie tutta la cavita
posteriore dell' occliio, qnesta massa apparisce formata da cellule di
forma rotondeggiante con scarso |)roloplasma ed invece grosso nncleo,
perfettamente rotondo e che si colora intensarnente, disposte anche nella
massa in serie continue, e da cellule a distanza, con nucleo molto evi-
dente, granuloso, con corpo cellulare poco evidente e a ramiticazioni. Si
puo bene pero distinguei-e osservando attentamente come queste stiano
a costituire le pareti endoteliali dei vasi, mentre le prime clie stanno
nolle cavita o canali format! da queste non stanno a ra|)presentare che
le giovani emazie nncleate.
Non ho potulo mai vedere oltre a queste cellule ramilicate facienii
parte dell'endotelio vasale nei mammiferi, sia nei primi periodi di svi-
luppo, sia quando il vitreo e gia inoltrato nella sua formazione, quelle
speciali cellule mesodermiche con proloplasma irregolare, spesso con uno
0 piii prohingamenti, che il (larini dice riscontrarsi anche nei mammi-
feri con poche variazioni da quelle che descrive negli uccelli. Ne con-
siderando occhi a varii periodi di svihipj)o ho potuto verificare le me-
tamorfosi che (|ueste cellule subirebbero; cioe la loro emissione di
esilissimi tilamenti, che, secondo I' Autore citato, sarebbero in continua-
zione diretta colla rete fibrillare di cui ammette resultare il vitreo.
In occhi embrionali, come ad esempio quelli rappresentati nolle
ligure III (maiale di (Jem.) IV (cavia di 19 mm.) e nelle figure V e VI
rappresentanti il vitreo del maiale di 6 cm. visto a maggiore ingrandi-
mento, nei quali il \itreo e gia in gran parte formate, ma tutlora in
attivo svihippo, si dovrebbero vedere queste cellule mesodermiche in
metamorfosi; ma invece non si vedono altri elementi cellulari, all' in-
fuori di quelli dei vasi.
Solo i vasi dapprima strettamente aggruppati, via via che lo spa-
zio compreso fra la parte distale della vescicola otlica primitiva ed il
M. z. . ,
— 150 —
cristallino aiiincnla, si alloiitanano gli iiiii dagli altri e si dispongono
in rele continua cleganlissinia (Fig. Y e VI), addossandosi a tiitta
la parte dislale dolla retina ed al cristallino, lasciando nei inaniniileri
nno spazio coinplelainente libero die vienc riemj)ito niano a niano
di una sostanza semitluida che si ])resenta, a seconda dei divcrsi
processi di lissazione e di indurimento sublti, di aspetto diverso.
Nel maiale di (i mm. ad esempio, qiiesta rele vascolare e gia am-
piamente lormata. (Fig. V, YI e 111). Al)l)iamo pure gia formata quesia
rete nel cane di 12 mm., nel gatto pure di 12 mm., nel coniglio di 15
giorni di svilujipo, nel hove di 2o mm., nella pecora di HI mm., nel
pipistrello di circa 20 giorni. Anclie andando ai pesci, nell' anguilla
della lunghezza di circa 6 cm. i vasi hanno gia formato una rele e non
si veggono nella cavila del vitreo che elemenli vascolari (').
Col pregredire dello sviluppp la rele vascolare si allarga mante-
nendosi nei mammileri sempre addossala a costeggiare la parte distale
della retina e ripiegandosi al di sopra della superlicie convessa del cri-
stallino: j)cr la fessura coroidale e poi |)er la |)arle interna del pedicolo
ottico che i)assa dallo stato di tube a quello di moncone a dopj)ia pa-
rete tutt' attorno al bottone connettivo vascolare che va a costiluire la
rete stessa, questa resta in comunicazione coi tessuti mesodei-mici cir-
condanti la vescicola ottica (Fig. Ill e lY).
La cavila che via via aumenia nelF interno della rete, viene ad
essere occupala da una sostanza semilluida vischiosa alio stato fresco,
come abbiamo detto, che a seconda delle manipolazioni subile si pre-
senta ora omogenea, ora piii o meno granulosa, ora qua e la maggior-
mente addensata in modo da formare fasci di librille o tibrille non di
calibro regolare, ma invece ora esilissime e delicatissime, ora di talc
spessore da simularc fasci di tessuto connettivo fibrillare ordinario.
In mezzo a (juesta sostanza vitrea si possono trovare a volte rari
elementi di natura linfoide o corpuscoli sanguigni fuoriusciti dai vasi.
II modo di presentarsi del vilro dopo aver subito i trattamenti atti
a poterlo osservare in sezioni microscopiche piii sj)esso e a fibrille, ma
la dis|)osizione di queste e cosi polimorfa non solo nel vitreo dei diversi
aniraali e nei diversi stadii di sviluppo, ma nel medesimo animale ed alio
stesso periodo di sviluppo e tiattando nell' identico modo, da far dubitare
(') Non essendo impossibile clie in qualche raomeiito possano peiietiare per la feasura coroidoa
alcuni elementi mesodermici oltre quelli dei vasi— sebbene, per qnello che flno a qui ho osaorvato,
ci6 debba eacludere — dostinati a metamoifosarsi flno a spariro per prender parte alia Ibrmazione del
teasato somivischioso del vitreo, mi riaervo di venire iu cliiaro di ci6 cou ulterior! osservazioui spe-
cialmente atudiaudo il vitreo nella tilogeneai
— 151 —
fortemente die possa essere da consklerarsi come una lil)nllatura pro-
(lottasi arlilicialmente.
Prendendo paiiitamente in esame alcuni IVa i moltissimi preparati
clie io possiedo e scegliendo solo queili eseguili da pezzi llssati in subli-
mato troviamo, ad esempio, die il vitieo di Bove di 31 mm. apparisce
fibriilare a plessi di Hiirille di notevolo calibre e IVa questi una rele di
librille delicatissinie : in un embiione di 37 mm. invece si mostra for-
mate da tante piccolissime granulazioni eve raggruppate, eve discoste ie
une dall' altre e riunite da esiiissime e quasi invisibili libiiliine : in un
embrione di Bove di il mm., con dementi cellulari splendidamente fis-
sati, il vitreo apparisce come oiiiogeneo, e solo in alcuni punti con qual-
che granulazione di piccolezza estrema e fibrilline interrolte visibili solo
a forti ingi'andimenti : in un embrione di Bove di 1)2 mm. il vitreo si
presenta leggermente granuloso, con scarse fibrilline specialmente alia
periferia ed in vicinanza dei vasi : in un occliio di Bove di 24 cm. in-
vece il vitreo si mostra uniformemente granuloso.
In una cavia di 20 giorni la sostanza molle vischiosa costituente
il vitreo racchiusa Ira la rete vascolare si e rag'grup])ala in minutissime
granulazioni poste Tuna di seguito all' altra in modo da costituire librille
disposte a larglie maglie, raggruppate specialmente intorno agli dementi
dei vasi e di aspetto splendente come fibrille dasticbe : in un occhio di
cavia di 22 giorni invece il vitreo apparisce quasi omogeneo e di una
ddicatezza estrema : in un embrione di Cavia di 19 mm. (2^ giorni) il
vitreo apparisce a guisa di ddicatissimo feltro : in una di 30 giorni
sembra una rete a larghe maglie costituite da serie di grossolane gra-
nulazioni.
In un Coniglio di 12 giorni di sviluppo ed in uno di lo, non si
vedono altro che i vasi disposti in ricca rete ad occupare la cavita del
vitreo; questo percio e riinasto omogeneamente amorlb.
Nel Mus muscidus a diversi giorni dal termine dello sviluppo, il vi-
treo si presenta reticolare a maglie molto fitte e costituite da serie di
piccolissime granulazioni.
Nel Pipistrdlo di 20 giorni circa di sviluppo, ollre agli dementi co-
stituenti Ie pareti dei vasi ed i corpuscoli sanguigni non si vedono altro
che minime granulazioni a costituire il vitreo: cosi nel Vesper/ts serolinifs
di circa lo giorni : nel \espeniijo noctula tre giorni avanti il complete
sviluppo apparisce fibriilare, ed a compteto sviluppo granuloso.
Nel Maiale di (i cm. in cui la cavita del vitreo e gia molto ampia
e la rete vascolare molto sviluppata, completa ed degantissima (Fig. V
e VI), con oc. 3, Ob. 7 Ilartnack, il vitreo apparisce omogeneo o ap-
— 162 —
pcna appena leggermente graniiloso. Solo a piii forte ingrandimento Ic
granulazioni si prcsontano disposte conic a Ibrmare una specie di retico-
lato. Nel maialc di 12 cm. nello stesso |)rcparato si lianno dei piinti in
cui il vilreo si prcscnla unirormemcntc granuioso, altri punti in cui ap-
pai'isce uniforniemente fd)rillare.
Potrei ancora niolliplicare gli esempi di vitreo embrionale e di adulto
fissato 0 colorato coi niedesimi nietodi in cui esso senza nessuna refjola si
presenta ora omogeneo, ora granuioso piii o meno finaniente, ora retico-
lato a fibre di calibro differentissimo con disposizione non mai ftguale.
Di pill debbo notare che in generale ho osservato rassomiglianza fra
r aspetlo sotlo cui si presenta il vilreo e V aspetto sotto cui si presenta
il liquido delle cavita craniche.
Ouello che si puo escludere affatto, ed in questo sono perfetlamente
Concorde col Carini, e che quesle fibrille, anche quando il vitreo si pre-
senta fibrillare, siano in continuazione con speciali cellule reliniche e
tanto meno emanazioni dirette di queste, come crede il Tornatola. In
tutti i casi io ho osservato un limite netio fra vitreo e cellule retiniche.
Fino a che e molto litta ed evidente la rete vascolare, e questa che e in-
terposta fra la parte distale delta retina ed il vitreo e fra (piesto ed il
cristallino (Fig. Ill): quando le maglie della rete si sono fatte molto
piu rare per diminuita vascolarizzazione, il vitreo e separate dalla parte
distale della retina e dal cristallino da un'esilissima membranella, che
puo interpretarsi anche come parte periferica piii condensala del vitreo
stesso (Fig. Vll c Fig. IV). Succedendo con estrema facilita il distacco,
I'alterazione di questa sottile e delicatissima lamella, che io non oso pro-
nunziarini se sia da considerarsi come lappresenlante di una vera e pro-
pria membrana jaloide, quando il vitreo specialmente in corrispondenza
di questa sottile membranella si presenta fibrillare ed uno strato dilinis-
simi lilamenti im|)ianlali perpendicolarmente a questa iimitano all' in-
torno to strato rotinico distale (Fig. IV) puo anche aversi in alcuni punti,
a colpo d'occhio, rap|)arenza di una non inlerrolta continuazione fra al-
cuni dementi relini( i e le libi'ille del vilreo. Ouesto fatto creduto natu-
rale e generalizzato dall' Istologo di Messina gli ha fatto forse emettere
la sua nuova leoria.
Concludendo le mie ricerche dimoslrano che e da escludersi nei
mammiferi come negli uccelli la prescnza di uno strato di mcsoderma
fra la parte distale della vescicola oltica primitiva od il cristallino in via
— 153 —
(li sviliippo, e quindi e esclusa ogiii partecipazione alia lomiazione del
vitrcodi cellule mesodermiche invaginale nella vescicola otlica secondaria
dal cristalliiio in formazione.
Clie la cuinparsa del vitreo e posleriore alia comparsa di element!
mesodennici (vasi) nella vescicola ottica secondaria attraverso la fessura
cofoidea.
Clie il vitreo si presenta sotio svariatissime forme, a seconda dei
tratlamenli subiti, e die quindi e |)resumil)ile che queste forme siano
prodotte artilicialmente.
(]he pei'cio lutto fa ritenere clie il \itreo debba considerarsi come un
prodollo degli elementi dei vasi embrionali e quindi come un tessuto se-
condario, una sostanza intercellulare o come un semplice trasudato dai
vasi come lo ritenne il Kessler.
Che non si puo accettare quindi la teoria del Tornatola, giacclie e
da escludersi ogni rap|)orlo diretto Ira vitreo e cellule retiniclie od ele-
menti die si trovino fra queste.
Che esisle sempre costantemente un limite netlo, una sottile mem-
branella o stralo di vitreo condensato, cosi fra il ^itreo ed il cristallino,
come fra il vitreo e la parte distale della retina.
Spiegazione delle figure.
Fig. I. — Bove di 12 mm. Sozione sagittate centrale di vescicola ottica secon-
daria. La parte distale della vescicola ottica primitiva e in diretto coutatto
coU'etoderma I'ormante il cristallino.
a, b, spazii triangolari occupati da elementi mesod>irraici. — Hartnack:
contorni: Oc. 1, Ob. 4; elementi cellalari: Oc. 1, Ob. 6.
Fig. it. — Bove di 17 mm. Sezione sagittate mediana. Per la fessura coroidea
(c) sono penetrati i vasi (va).
en, cellule endoteliali dei vasi. — em. giovani emazie. — Hartnack: con-
torni: Oc. 4, Ob. 4; particolarita: Oc. 4, Ob. 4.
FiG. III. — Maiale di 6 mm. Sezione sagittale centrale di occhio per dirao-
strare la rete vascolare pericristallina e periretinica abbracciante il vitreo.
Di questa rete, naturalmente, non si vede clie la sezione.
va, vasi. — y, sostanza vitrea. — Oc. 1, Ob A, Zeiss.
Fig. IV. — Cavia di 19 mm. per dimostrare la penetrazione dei vasi ed i rap-
porti fra il vitreo e la retina.
va, elementi endoteliali dei vasi. -- Hartnack, Oc. 3, Ob. 4.
Fig. V. — Rete vascolare del vitreo e vitreo di maiale di 6 cm.
va, vasi. — v, vitreo. — Hartnack, Oc. 3, Ob. 4.
Fig. VI. — Vasi di questa rete e vitreo a piii forte ingrandimento.
va, vasi. — ?;, vitreo. — Hartnack, Oc. 3, Ob. 7.
Fig. Vir. — Porzione di retina e di vitreo di occhio di gatto adulto.
m., membranella limitante il vitreo. — r, retina. — y, vitreo. — Hartnack,
Oc. 3, Ob. 4.
— 154 —
SuU' 1130 improprio di lui iiome in morfologia.
Not A
DEr. Doit. LUIGI FACCIOLA.
£ vielata la riprodnzione.
Con niarro (da [j.7.'/..o6?, Iiingo) iinito ad altre voci si sono forinali
dei sostantivi ed adieltivi coni|)osti, di cui abi)iaino molti esempii in mor-
fologia. Fra gli altri: Macrouriis Bl. per un genere di pesci con lunga
coda assottigliata, 3Jacrophthalnti/s Latr. per un genere di crostacei con
lunghi pediincoli oculari, Macroch'Hus IMiillips per un genere di gaste-
ropodi con lungo lajjbro, Macmjlossa Oclisenli. per un genere di lepi-
dotteri caratterizzato da lunga proboscide, macronemus Giintli. per una
specie di Neniipterus (pesci) con lunghi raggi alle pinne, macrorhynchus
Raf. per una specie di Raia con lungo rostro, ecc. In questi esempii i nomi
sono bene applicati agli organismi cui si riferiscono perche nella loro
etimologia racchiudono il signilicato della ({ualila che si vuole esprimere.
In altri casi la voce macro si e ado|)erata improprianiente per si-
gnilicare grosso^ per esempio fra i pesci una specie del genere Dentex
dai grandi occhi si e cliiamata macrophthalmns Bl., una specie di Gohhis
col capo grande, ma non allungato, macrocepkdus Pall., macrocarpus una
pianta del genere Panax dai grossi frutli, e via dicendo. Se non che i
nomi specilici di macrophthalmns^ macrocephalus, macrocarpus significano
che ha lunghi occhi., lungo capo., lunghi frulli e volendosi denotare gros-
sezza si deve dire megaphthalmas, megacephalus, megacurpus. Cosi pure
sono improprii i nomi di Macrolepidoplera., Macrosporangium., Mucro-
spora^ Macrosporidium in opposizione a Microlepidoptera., Microsporan-
gium.^ Microspora, Microsporidium^ il cui contrario deve farsi con mega e
non con macro. Alio stesso modo da molti si dice anatomia macroscopica,
macroscopicamenle., macrocili., invece di analoinia nicgascopica^ megascopi-
camente, megacili (o megalociti Erlich), per esprimei'c 1' opposto di anatomia
microscopica, microscopicamente, microciti (piccoli eritrociti del sangue\
Nella lingua greca I'adiettivo ;j.7.7.o6; e i suoi derivati contengono
sempre 1' idea di lungo (;j.axpoT7j? lunghezza., ;j,av.f>oTp7.-/Y]Xo? che ha lungo
collo., |j.o'.zpf;{>[>'4 che ha lunghi capelli^ ad/,oo)v o (j-axpoxE^faXo? che ha
lunga testa., [j-ax[>6y3tp che ha lunga mano^ [s.y.xrjO'snXXoQ che ha lunga foglia,
[w.-aij6zzb[joz Arist. che ha lunga ala^ [x7.%po37./(,ToXoc; Arist. che ha lunghe
dita, [j.axpoppiCo; Teofr, che ha lunga nalice)^ da cui anche quella di alto
— loo —
([j.a/,f.Qc '< )/jj[j.-oc; eccelso Olimpo), di profondo (^f psiara [j.ay.pa pozzi profondi),
(ii lonliiuo (li spazio ([j-axfjoc; o-vog Hes. /w/?7/rt via^ [i.^.%iAv luiuji^ ta ;j.a-
x[joxy.z% i (uof/hi pit) disfanti)^ o di tenip(3 (aaxpov /fyovov ///^/r/o tempo,
aay,po,'^/.oc r/<<' //r/ /,v/?//^/ /vVr/) e di prolisso (u.axprJYopo:; clii |)arla prolisso)
ma non iiiai (jueiia di (/nDidrzzti in liille le dimensioni. Iiilatli neH'alfa-
beto greco I'o grande, ciie si scrive oi ed e un o jjiccolo (d[j.i7vfiOv) du-
pHcato, fii cliiamato wasya e non oniacroii. E vero die la voce [iay,[.6c
III talvolta usata dagli anticlii scrittori in un sense die puo tradursi per
grande, ma astrattamente {[my.rjrjt]^i-y/yj. grandezza d' uniwo) o jier signiti-
care moUo (oi [j.axpd; omoiixz xsy.TYj'jivoi Arist. coJoro che hanno acqui-
slafo (jmndi sostdnze).
Si trova anche appiicato ad oggetti grandi nel lore insieme o di
grande capadta ma purehe abijiano una iunghezza considerevole; ad
esempio chiamavano 'j.azpd vaOc la nave da gi/erra perche era hinga. Alio
stesso mode oggi diiamiamo bene macrosomia lo svilu|)po gigantesce
del corpo umano, die diviene grande e sopratntlu alio.
Per la voce o.ay.oor ctV. :
{]. Sclirevelii, Lexicon graeco-latino-itaUcam.
E. S t e fa n o, Thesaurus Graecae Linguae.
(j. Mil Her, Dizionnrio delta Lingua Greca.
Oontributo alio studio del tessuto conuettivo embrionale
I'Kt. Uoir. CESARE FALCONE
LIUKKO UOCENJi; UI ANATOMIA UMANA NOUMAI.E, NEl.l.A It UM VKI'.SIJ A DI NAPOH.
(Con tavola VI'').
Ricevuhi il 18 uiarzo 1901.
fi vietata la riproduzioiie.
In una serie di ricerdie, di cui comunichero quanto prima i risul-
tali, intorno ai rapporti di sviluppo delle cavila jieritendinose co' mu-
scoli relativi, mi e accaduto, naturalmente, di sorprendere ne' giovani
embrioni di cane, di coniglio e di gatio, a diversi sladi ddlo sviluppo
evolutivo, le prime fasi di quesle derivazioni mesodermiclie e di riper-
correre 1' intimo meccanismo del la loro successiva formazione.
Una tale questione si i-iannoda, in modo assai intimo, ('oH'altra im-
|)()itantissima, e non ancora del tutto risdiiarata, della evoluzione em-
briologica degli elemenli del tessuto congiuntivo : (|uestione die inerita.
— 156 —
anche dopo le recenti ricerche, una |)iii iiiinuta disaniina da parte degii
islologi e degli enibriologi.
E nolo clio qiiando si esaininano i fenomeni evolutivi die mettono
capo alia forniazione (lelle cavila j)eritendinose, al principio, al posto
della futura cavila, si trova una massa soJida e conii)atta di tessuto em-
brionale die liga e riunisce, confondendole come in un corpo unico ed
omogeneo neirapparenza strutlurale, lulte le formazioni nieso ed ecto-
derniiclie die costituiscono, a quest" epooa, I'abbozzo priniitivo ddle
estreniita del corpo.
E non senza ragione ho usata I'espressione atfatto generica di tes-
suto emhrionale : in (juanto die manca, in ((uesto periodo, ogni piii pic-
cola differenziazione niorfologica Ira gli dementi cellulari, quale che sia
la loro derivazione blastoderniica ; ed anche perche e nolo che, col nonie
di tessuto ronf/iuutiro cmbrionate, sono state evidentemente designate
ddle variola niorrologiche, le qiiali non possono certaniente rappresen-
tare un medesimo stadio nella evoluzione del tessuto congiuntivo.
dome pure, non mi sono attenuto alia es|)ressione di coimettivo
primonliale preferita dal Retterer (^) perche questa si riferisce evi-
dentemente ad uno stadio, per quanto precoce, ma in cui gia appare
una prima dilTerenziazione evolutiva IVa' diversi elemenli di derivazione
mesodermica.
In uno stadio ancora piii embrionale tli (|uell() al (|uale il Retterer
si riferisce, nonche esser possibile la ricerca di caratteri dilTerenziali
Ira gli dementi del tessuto mesoderniico che costituisce la gemma degli
arti, e perfino molto dithcile slabilire, in base a' caratteri morfologici. i
precisi confini Ira il tessuto medesimo e quello di rivestiniento ectodermico.
11 risalire a (juesto stadio veramenle priraordiale, jiuo essere assai
utile per la interpretazione dei fenomeni che caratterizzano la succes-
siva evoluzione degli dementi del tessuto congiuntivo.
Intatti, prima ancora che il connettivo primordiale si presenti sotto
Taspetto descritto dal Retterer, di una massa composta di nuclei ova-
lart, serrati, ma non cosi da non essere separati da vna sostanza tra-
sparenteed oniofjenea, la gemma mesodermica j)rimitiva e coslituila da nu-
clei rotondeggianti e cosi stivati fra loro, da presentare (juasi un contorno
polie<lrico, con uno strato appena apprezzabile di sostanza internudeare.
In questo periodo, inoltre, e notevole il I'atto di una rdativa scar-
sezza dei fenomeni di mitosi, non ostante che i metodi usati sieno dei
pill adatti a metterne in evidenza le relative note istologiche.
(*) Retterer. — Jourual de rAnal. et do la Piiys., I89U, /■ III.
— 157 —
In nil periodo ulteriore invece, (jiiando i nuclei, divenuti ovalari,
sono divisi da iino strato jier quanto sottile, altrettanto apprezzabile di
sostanza intornucleare, ailora i tVoquenlissinii fenomenl di initosi accen-
nano cvidentemente ad uno stadio j)iu altivamonto foniiativo degli ele-
nionti del mesencliima.
Da die si puu dediirre elie la forma ovalare del iiucleo, la quale
rappresenta gia uii passo innanzi iiello sviluppo evolulivo di questi ele-
meiiti mesodermici, debba precedere al periodo di vera attivita forma-
liva del nuclei medesimi.
Sicclie, a parziale niodifica delle osservazioni annunziate dal Ret-
terer, pare die si debba fare la dislinzione di due stadi ben dilTeren-
ziati fra lore (per quanto rapidamente succedentisi) nelle prime fasi
dello sviluppo di queslo connettivo nelle gemme mesodermiche degli
arti : di un primo periodo cioe in cui i nuclei, quasi tulti a riposo, sono
roUmdeiigkmti ed il tessuto presenta una scarsissima sostanza internu-
cleare ; e di un secondo periodo in cui i nuclei, divenuti ovalari^ entrano
in una fase di vivace attivita carioeinetica e sono, nello stesso tempo,
divisi da uno strato, per quanto sottile, ma perfettamente diniostrabile
di sostanza internucleare.
E a questo secondo stadio appunto die il Retterer attribuisce la
denominazione di connettivo primordinle.
Intanto, mentre riunisce e confonde insienie questi due periodi for-
mativi motto precoci, sotto Tunica collettiva denominazione di connet-
tivo priinordiale^ il Retterer afferma, nello stesso tempo, che le cellule
arrotondite o ovalari del tessuto connettivo al primo stadio del suo svi-
luppo, non sono riunite da una sostanza intercellulare (sostanza amorfa
0 fondamentale degli autori) ; questi dementi sono, a suo avviso, inti-
mamente addossati e si confondono j)er la loro periferia. « L'individua-
lita cellulare — egli aggiunge — non si manifesta se non al memento
nella cariocinesi » .
Ouesta affermazione del Retterer e giustificata dal fatto clie egli
considera la sostanza fondamentale, in cui sono immersi i nuclei ova-
lari, caratteristici del secondo stadio i)recedentemente accennato, non
come un vero cemento intercellulaie frapposto a questi giovani de-
menti, ma come nna massa unica e indivisa di proloplasma, in cui,
come in una comune matrice, si andranno organizzando e coordinando
intorno ai nuclei preesistenli, i diversi corpi protoplasmatici delle gio-
vani cellule connettive.
Si vedra tino a die punto le mie osservazioni si accordino con
questa interpretazione.
— 158 —
Difatli, eseguendo, come io ho fatto, durante i periodi suecessivl
nello sviliippo dell' embrione, dei tagii nella regione del calcagno, dove
pill tardi si svildppano la borsa mucosa achilleo-calcanea e quella achilleo-
plantare, situate lispeltivamente fra il tendine di Achille e la sujierticie
posteriore del calcagno o fra questo e la faccia anteriore del tendine del
plantar gracile (precisamente la regione stiidiata dal Retterer), oltre al
f'alto gia nolo delta assoluta continuita di tessuto fra il tendine in via
di sviluppo e le parti circostanti, si nota un diveiso potere di reazione
alle sostanze coloranti, per parte delle diverse zone del tessuto.
Incoraincia cioe una certa differenziazione fra i diversi element! me-
sodermici, clie si manifesta colla comparsa di zone piii chiare in mezzo
al restante tessuto piii intensaraente colorato.
Yolendo rendersi conto del significato di questa prima diflerenzia-
zione nell'apparenza precedentemente abbastanza uniforme dei tagii, ap-
paiono evidenti i seguenti fatti, caratteristici della evoluzione degli ele-
ment! del tessuto connettivo:
1° La zona chiara, non colorabile, che riunisce i nuclei divenuti
nettamente ovalari, e oramai aumentata di spessezza cosi da rendere piii
rarefatti gli element! costitutivi del tessuto. La sua apparenza, omogenea
e ialina, si conserva uniforme, quale che sia lo stato evolutive degli ele-
ment! nuclear!, sieno cioe ess! a riposo, sieno in uno sladio piii o meno
avanzato di divisione mitotica (fig. 1).
2° I nuclei, che sopra punt! meno avanzat! nello sviluppo, si
presentavano uniformemente ed intensamente colorati, in corrispondenza
d! queste zone chiare mostrano invece una (li\ersa apparenza che con-
siste, oltre che nel sensibile aumento del loro volume, nella presenza di
una sottile zona periferica, molto piii chiara, un vero strato perinucleare
assa! debolmente colorato rispetto alia sostanza del nucleo, ma che per-
mette, in ogn! mode, di riconoscere una strultura granulare che si dif-
ferenzia assa! sensibilmente dall' apparenza uniforme ed omogenea della
sostanza internucleare. La evidente diversitii nell'aspetto di queste due
sostanze, permette di riconoscere senza stento il vero limite jieriferico
deir elenienlo istologico del tessuto connettivo, costituito oramai, oltre
che dal nucleo intensamente colorato, anclie dallo strato di sostanza pe-
rinucleare, molto piii pallida, che presenta tulli i caratleri di un sottile
strato di sostanza protoplasmatica.
E evidente, insomnia, che la costituzione delT elemento istologico s!
vada meglio integrando in queste zone piii avanzate nello sviluppo em-
briologico: e, quelle che piii importa per le ulterior! conclusion!, e che,
evidentemente, le successive trasformaziou! istologiche, le quali mettono
— 159 —
capo alia progressiva evoluzione morfologica della cellula connettivale,
sono tutte, o quasi tutte, legato alle ulteriori fasi formative di qiiesto
strato di protoplasma |)erinucleare.
3° Fin dal j)riiuo |)ei-iodo, infatti, della comparsa di questa zona
perinucleare, e evidente che la sua stratificazione intorno al nucleo non
si fa in niodo unil'ornie su tutti i punti, ma che invece tende ad assu-
mere una disposizione prevalenteniente polare, rispetio alle due estre-
mita del nucleo raedesimo, divenuto oramai, gia prima, di figura per-
fettamente ovalare.
E cosi die, in questo stadio, i giovani elementi connettivali si pre-
sentano sensibilmente allungati e preludono alia comparsa dei primi
prolungamenti fdiformi, i quali (senza alcun dubbio, a spese della so-
stanza protoplasmatica peri-nucleare) si distaccano, quasi contempora-
neamente da due poli della giovane cellula connettivale.
E che vi sia realmente un rapporto genetico fra la sostanza proto-
plasmatica perinucleare ed i prolungamenti che si dipartono dalla peri-
feria del corpo celluiare, lo dimostra evidentemente il fatto che, alia
comparsa di questi prolungamenti prelude, nei |)unti corrispondenti, un
maggiore accumulo della sostanza medesima, circoscritto, sotto forma
di piccoli rigonfiamenti perfeltamente dimostrabili (fig. 2), dai quali
pulluleranno piii tardi i relativi j)rolungamenti cellulari. I primi a com-
parire sono i prolungamenti polari della cellula, ed ho gia detto che, al
suo primo apparire, la sostanza protoplasmatica peri-nucleare assume
infatti precisamente una disposizione polare, accumulandosi verso le
estremita dei nuclei ovalari.
Non molto importante, rispetto alle conoscenze che gia possediamo
intorno alio sviluppo del tessuto, e I'esposizione degli stadi consecutivi
della evoluzione di queste cellule connettivali, specialmente per quanto
si riferisca alFaumento di numero, di lunghezzaedi ramificazioni secon-
darie per parte dei prolungamenti cellulari. Possiamo, per questa parte,
rimetterci perfettamente alia accurata descrizione dello stesso Retterer.
Solamente, la interpetrazione dei fenomeni che precedono, la cui
evidenza e massima in corrispondenza delle zone connettivali a rapida
evoluzione, come e appunto in quelle destinate a dar luogo alia forma-
zione delle borse mucose e delle cavita peritendinose, mi costringe a di-
vergere sostanzialmente dalle vedute, a mio avviso, alquanto teoriche
deir embriologo francese.
La sostanza fondamentale, ialina ed omogenea, che noi abbiamo fin
ora indicata come sostanza internucleare ed a cui invece il Retterer
attribuisce la denominazione signilicativa di ialoplasma^ rappresenta essa
— 160 -^
un elemento atlivo del tessuto embrionale, in rapporto alia comparsa ed
alia evoluzione di alciine parti custiliilive della cellula coiinettivale; o
non nierita piiitlosto di essere restituila alFantica significazione di so-
stanza cementanle intercellulare, fra gli elcnuMili del tessuto connetlixo?
E iiota, al proposito, ropiniono del lletterer: egli considerando
gli elementi istologici coluiabili del coiinelliso enibiionale, quali rapj)re-
sentaiUi del solo nucleo delle liiture cellule eonuettivali, ritiene la so-
stanza ialina inteniucleare come rappreseutante dei rispeltivi corpi, lusi
in una massa unica, in una vera niatrice piotoplasniatica, in seno alia
quale si svolgerebbero gli ulteriori fenomeni evolulivi del tessuto ed in
cui invano si cercherebbero i limiti di perfinenza di ciascun elemento
istologico, mancando, fino a questo stadio, ogni accenno di una qualsiasi
individualita cellulare. Per cui, ad esem|)io, la comparsa e la successiva
estensione e lamilicazione dei pi'olungamenti cellulari, nella spcssezza
di questa sostanza ialina fondamentale, costituisce pel Retterer un
insieme di fenomeni e\'oluti\i intra-cellulari e non invece hilercel-
lulari.
Non e qui il caso, ne e certo nei limiti di questo mio modesto con-
tributo di osservazione personate, clie si possa fai-e la disamina critica
degii argomenti clie, in nome delle leggi generali della istogenesi e dello
svilup|)o degli elementi istologici costituenti i tessuti organici, si oppon-
gono alia incondizionata accettazione di questa dottrina del Retterer.
Yediamo piuttosto, sulla guida delle osservazioni obiettive, quali sieno
i dati positivi forniti dalla indagine diretta, a conforto della dottrina
medesima.
La prova obiettiva |)iii solida consisterebbe nella diversa ai)parenza
strntturale della sostanza internucleare a seconda dello statodiquiescenza
0 di attivita cariocinetica dei nuclei, fra' (juali essa si dispone: ialina
intorno a' nuclei a riposo, questa sostanza mostrerebbe invece dei sottili
filamenti colorabili, orientati intorno a' due nuclei ligli, risultati dalla
divisione cellulare indii'etta.
Ouesto falto baslerebbe, esso solo, per concliiudere siiU' assenza di
oyni soslnnza inlerccllulare^ non potendosi ammettere die, fuori dello
stesso corpo cellulare, i materiali viventi, per quanto elaborati dal pro-
toplasma, j)ossano partecipare alle modilicazioni della cariocinesi.
In verita, |)ure accettando integralmente 1" osservazione del Rette-
rer circa i rapporti strutturali anzidetti, io non credo clie si debba
escludere in modo assoluto la possibilita che le modilicazioni delTappa-
renza della sostanza intercellulare sieno subordinate alio state funzionale
del corpo cellulare da cui essa e elaborata. In un caso die ha, col pre-
— 161 -
sente, una noii piccola analogia, il M. I)uval(';, a jjroposito dell'azione
fibro-formativa del giovane tessuto coniiettivo e della queslione se que-
sta sia un'altiYita propria del corpo eellulare e deila sostanza intercellu-
lare, dice appiinto die « iionliisogna maidimenticareche questa sostanza
intercelhilare e un prodolto delie cellule stesse, le quail, dopo averla
elaborata, conlinuano a nuti'iria ed a presiedere a f/flle Ir modificazioni
niorfohniche c rhimiche chc emi subisce. >> Poti'ebbe dunque, in questo
caso, trattarsl non di una problenialica comparteci|)azione della sostanza
inlercellulare alle modificazioni della cariocinesi, ma, viceversa, di una
apparenza transitoria della sostanza niedesima, disposla intorno ad un
elemento nelle piime fasi della sua formazione.
Se non che, per uscire dal canipo delle ipotesi, mi senibra die I'os-
servazione non confermi, in tutte le sue particolarita, la descrizioue gia
citala dal Hetterer. La fig. 1, la quale riproduce vari dementi sor-
piesi nei diversi stadi della divisione cariocinetica, diniostra che mentre,
nelle fasi iniziali di questa, la sostanza che ciiconda il nudeo in scis-
sione e occupata da soltilissiini lilamenti colorabili, piii tardi, negli stadi
lerminali della divisione cellulaie, e s|)ecialmente (juando la dislanza che
intercede fra due nuclei ligli c presso a poco idenlica a qudia che divide
due nuclei a riposo, (juesla ap|)arenza strutlurale si va facendo sempre
pill inconipleta. in modo che non tutta la distanza Ira' due nuclei ligli e
occupata da tali lilamenti, i quali coordinandosi invece intorno a ciascuno
di essi, lasciano una zona media, dimostrabile anche nei |)reparati meglio
colorati, in cui la sostanza ha evidentementeassuntoil carallere uniforme
ed oinogeneo che j)resenta fra nuclei a riposo.
Questa apjiarenza e ordinaria; ed autorlzza, a mio awiso, a niodili-
care il concetto strutlurale anzidcitto net sense che, diiianle il mecca-
nisino della scissione eellulare indirella, si forma, intorno al nudeo in
cariocinesi una sostanza costiliiila da sottilissimi lilanienli, debolmente
colorabili, la quale, a|)pena avvenuta la divisione, si dispone intorno a
due nuclei figli, fra i quali prestissimo s'interpone la sostanza fondamen-
tale ialina, come fra nuclei a ri|)oso.
Come si vede, quindi, la descrizione data dal Retterer, se non
im plica una lacuna di osservazione, dannosa jjer la interpetrazione di
im|)ortanti fenomeni evolutivi, e certamente inconipleta, nei sense che
non accompagna, lino agii ultimi stadi della cariocinesi, le modifica-
zioni dei rapporii strutturali intra ed intercdlulari, die sono res])o-
nente della attivita forniativa per parte degli dementi costilutivi del
tessuto embrionale.
(') M. Duval. — Conipeudio d' istoloi;i;i. Trad, con note dei professoii Fusari e Sala.
— 162 —
Non mi sembra discutibile, sulla base della osservazione, il fatto
che la comparsa della sostanza fondamentale ialina fra due nuclei figli,
quando e ancora diniostiabile il sottile sirato di fdanienti coordinato
inlorno ai nuclei niedesimi, renda assai piii accettabile la interpetrazione
alia (juale ho gia implicitaniente fatto accenno: che cioe quello strato
di sottili lilanienti costiluisca una apparenza precoce e transitoria della
sostanza protoj)lasmatica perinucleare, destinata ad intejirare il corpo
della cellula neoformata, nella sua definitiva individualita.
Da questo moniento, gli ulteriori fenonieni evolutivi, per parte
del connettivo embrionale, si ditTerenziano sensibilmente in rapporto
alia diversa futura destinazione del tessnto niedesimo.
E iniportante seguirc le modiiicazioni strutturali, nelle zone desti-
nate a dar luogo alia formazione delle borse mucose e delle cavita
|)eritendinose, anche per dedurre ulteriori argomenti a sostegno delle
|)recedenti atTermazioni, relative alio sviluppo delle cellule del tessuto
connettivo.
In questi punti, due fenonieni principalissimi preludono alle fasi
che potrebbero dirsi di riassorbimento del tessuto embrionale: I'au-
mento notevolissimo della sostanza ialina e Tarresto di sviluppo, a cui
segue rapidamente la progressiva scomparsa dei prolungamenti cellulai-i.
Mentre nelle altre zone connettivali, le ulteriori fasi evolutive del
tessuto souo caratterizzate precisamente dallo svilu|)po progressivo dei
prolungamenti, i quali, aunientando di lunghczza e di ramiticazioni se-
condarie, assumono, coi iirolungamenti delle cellule vicine, dei rapporti
che variano a seconda delle diverse modalita del tessuto: in questi
punti invece, la scomparsa degli elementi cellulari precede col mecca-
nismo che abbiamo accennato precedentemente: la sostanza ialina, cioe,
aumentata notevolmente rende sempre piii mediati i rapporti intercel-
lulari, tanto piii che le tibrille presentano un'attivita di accrescimento
non j)roporzionale a quella della sostanza ialina.
II prime fenomeno poi che caratterizza il meccanismo della scom-
parsa del tessuto e costituito dalla diminuita coesione della sostanza
fondamentale ialina collo strato di protoj)lasma perinucleare. Si formano
cioe, a spese della sostanza fondamentale, degli spazi \uoti intorno al
corpo cellulare, i quali, quando corrispondono al punto di relativa
emergenza, sono attraversati dai sottili prolungamenti librillari, che sono
evidentemente emanazione dello strato di |)rol()plasma perinucleare.
Si inizia cosi quello stadio che e designato dal Retterer col no-
me di frssido rrficolare a mnfjlie vhoU\ nel (pialo c piii che ovvio rico-
nosccrc che la individualita della cellula connettivale si Integra nel
— 163 —
nucleo e nello slrato i)erinuclcare, co'relativi filaiuenti fibrillari; mentre
la sostanza iaiina, come vero e proprio cemento intercellulare, modili-
cando, nei divorsi piinti, i rapporti fra gli elenienti in via di sviluppo,
dirige la costiliizione ulleriore del tessulo e determina le diverse nioda-
litii del connettivo adiilto.
Oiiesti spazi si Ibnnano con una ^n-andc costanza di rapporti, sem-
pre prima alia i)erlferia del la sostanza protoplasmatica periniicleare; ed
una volta incominciato questo disgregamento nella continuila del tes-
suto, I'elemento tende rapidamente ad isolarsi, perdendo sempre piii i
suoi rapporti colle cellule vicine, perche e evidente il fatto, al quale ab-
biamo gia |)recedentemente accennato, clie, cioe, colla niancata coesione
intercellulare nel tessuto, coincide I'impicciolimento c j)oi la scoraparsa
dei prolungamenti cellulari.
E cosi die I'elemento cellulare del giovane tessuto connettivo, ri-
dotto alia sua |)iii semplice espressione, assume tutta I'apparenza di un
elemento lint'oide, di un corpuscolo bianco: ed e assai razionale I'ipotesi
die a queste radicali moditicazioni morfologiche sia coordinate anclie il
sorgere di un diverse signilicato funzionale dell" elemento; il quale, sva-
nita ogni sua ulteriore connessione, acquista, prima di tutto, il carattere
speciale della semovenza e, con questa, un nuovo e ben diverse compito
lisiologico (fig. 3).
Conseguenza di (piesla evohizione, die potrebbe dirsi regressiva,
delle giovani cellule costitutive del connettivo embrionale, e la comparsa
di una cavitii die piii tardi, grazie alio speciale orientamento, gia de-
scritto da Retterer, delle cellule parietali fendotelio) diventa benissimo
ddimitala e si dispone in rapporto a' tendini in via di sviluppo, nelle
indicate regioni degli arti.
Non ho potuto convincermi della trasformazione della sostanza Ibn-
damentale iaiina in una die presenta tulli i caralteri della sostanza mu-
cosa, nel periodo in cui quella, aumentando notevolniente di volume, de-
termina una evidente rarefazione degli dementi cellulari costitutivi del
connettivo embrionale.
In ogni mode, se questa aflermazione, dovesse trovare precise ri-
scontro nella osservazione obiettiva dei fatti, tanto raeno razionale di-
venterebbe Tipotesi, contro la quale io credo depongano eloquentemente
i fenomeni evolutivi accennati piii sopra: I'ipotesi cioe die vorrebbe
riconoscere nella sostanza iaiina fondamentale una parte costitutiva e
integrante del corpo della cellula connettivale in via di sviluppo (il
cosiddetto ialoplnsma).
Ma questo volute stadio del tessuto mucoso e escluso anclie dalla
164
inaniera di comportarsi degli elenienti cellulari. E nolo die nei pniiti in
cui si sviluppera questa caratteristica inotlalita del lessiito connettivo
(gelatina di Wliarton, cavita primitive i)eiilinfatiche dell'orecchio, ecc.)
la prima trasrormazione die si determina nel mesencliima consiste neilo
sviluppo e neH'anastomosi reciproca dei proliingamenli llbriliari dei di-
versi elementi cellidari, i qiiali perdono cosi i loro movimenti ameboidi
e diventano tissi ('). Ora abbiamo gia visto die iielie regioni embrio-
nali destinate a dar luogo alio sviluppo delle cavita peritendinose, col-
I'aumento della sostanza ialina intercdliilare, coincide invece una ra-
plda e progressiva scomparsa dei prolungamenti fibi'illari dei giovani
elenienti connettivali.
(') Duval. — Loc. cit.
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M\m Mm
(Pubblicazioni Italiaiie <li Zoologia, Anatomia.Embriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana/^ -^
DIRETTO
DAI DOTTORI
EUGENIO FICALBI
GIULIO GHIARUGI
Prof, di Anatomia uniaua
Del K. Istituto (li Studi Super, in Fireuze
Ufficio U Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico , Firense.
12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
Prof, di Anatomia conip. e Zoologia
iiella E. University di Padova
XII Anno
Firenze, Luglio 1901
N. T
SOMMARIO : Rkndiconto dki.la seconda asskmblea oiidinakia e del convegno del^
l'Unione Zoologica Italiana in Xapoli (10-13 Aprile 1901). [Continua). —
Pag. 165-205.
CoMUNicAzioNi Original!: Motlticelli Fr. Sav. e Lo Bianco S-, Uova e larve di
Solenocera siplionocera Phil.— Giannelli L., Sullo sviluppo ael pancreas e
delle ghiandole intraparietali del tabo digestivo negli Anfihii urodeli (gen. Tri-
ton). — Sterzi G., Gli spazii linfatici delle meningi spinali ed il lore significato.
— Pag. 205-216.
Unione Zoologica Italiana: Avviso.— Pag. 216.
AvverteT\za
Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Moni-
tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione.
RENDICONTO
DELLA
SECONDA ASSEMBLEfl ORDINARIA EDEL CONVEGNO DELL' UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA
IN NAPOLI (10-13 Aprile 1901).
Ufficio (li Presidenza:
Presidente: Parona prof. Corrado - Vice-Presidciili: Pavesi prDf. Pietro,
Emery prof. Carlo- Se(jret<ivio-Cnssiere: Monticelli prof. Francesco
Saverio - Viee-Se(]retari6: Qhigi dott. Alessandro.
Comitate Ordlnatoie:
Paladino piof. Giovanni, P/c.sw/t/f/e - Antonelli pnil. Giovanni, Delia
Valle prof. Antonio , Bassani piol. Francesco , Monticelli
prof. Francesco Saverio, Patroni dott. Carlo, Segretario.
Pubblicato il 5 Lii^lio 1901.
— 166
Mercoledi 10 Aprile.
Seduta inaugurals (atitimeridiana)
(uell» sala della Societii Keale).
Sono presenti il Prefetto della Provincia di Napoli Coram. Tittoni, il Prof. Be-
nedetto Croce rappresentante il K. Commissario straordinario pel Municipio di
Napoli. Sono rappresentate: la Societa Reale di Napoli, I'Accademia delle Scienze,
la Scuola di applicazione per gl'ingegneri, la Societa di Naturalisti in Napoli,
I'Accademia Pontaniana, il R. Istituto d' Incoraggiamento, la Societa Toscana
di Scienze Naturali, il Museo Civico di_8toria Naturale di Milano, la Societa
entomologica italiana.
Intervengono all' adunanza gli aderenti al Convegno, numerosi invitati e
molte signore.
II Prof. Pinto, Rettore della H. Universita di Napoli, porge il. saluto di
qiiesta ai socii dell' Unione radunati in Napoli pel Convegno annuale con le
seguenti parole :
Ascrivo a mia grande iortuna il trovarmi oggi in mezzo a voi ed aver
1' onore di porgervi per il mio ufBcio il reverente saluto della Universita na-
poletana e di esprimervi in suo nome le p'u sentite grazie per la b'enevolenza
con cui accettaste la proposta e teneste 1' invito di adunarvi in questa sua sede
per le vostre discussion i.
Oltre che per I'incantevole golfo, il quale e campo inesauribile per i vo-
stri studii, voi, scegliendo Napoli pel vostro second© convegno, voleste al certo
onorare la scuola zoologica napoletana ; voleste cioe onorare quella pleiade
ininterrotta di Naturalisti che comincia da G. B. Della Porta, Marco Aurelio
Severino e G. Alfonso Borrelli e finisce per ora con Paolo Panceri, Salvatore
Trinchese ed Achille Costa, per tacere dei presenti.
Del vostro delicato pensiero io vi ringrazio a nome della iiitera Univei-sita
e specialmente a nome della Eacolta di Scienze Naturali.- e consentite pure
che speciali grazie vi renda a nome mio.
Io non sono cultore, ma semplice ammiratore dei vostri geniali studii ed
ammiratore non solo delle vostre pazienti ricerche, ma piu ancora dei modi
onde le eseguite e le perfezionate di continuo, avvalendovi di ogni nuovo ri-
trovato della Fisica e della Chimica.
Ne crediate che esageri od usi convenzionale linguaggio Dalle non infre-
quenti visite che Io ai nostri Mu^ei ed Istituti biologici, dalle conversazioni
che non di rado ho con i rispettivi Direttori, miei carissimi amici, e dalle let-
ture che, come Segretario delTAccademia, ho dovuto fare delle memorie di pa-
recchi colleghi per scriverne il sunto nel consueto rapporto annuale, ho acqui-
stato la convinzione che non e giusto decantare, come suolsi, unicamente i
progressi fatti dalla Fisica e dalla Chimica nel secolo teste decorso, ne e giu-
sto il dire che da queste due sole scienze si aspettano sorprendenti prodigi
nel secolo ora incominciato.
Nel ricordare la non lontana epoca, in cui dal semplice studio delle forme
esteriori e dalle semplici ricerche sistematiche si passo alio studio della strut-
tura interna e dello sviluppo degli animali, e nel ricordare gli splendidi ri-
sultati ottenuti in questo breve iutervallo, io mi sono convinto che non meno
— 167 —
rapidi e non meiio importanti dei progress! della Fisica e della Chimica sono
stati quelli delle scienze biologiche.
JSel vedere poi che iu ogni Istituto alia uiiica e mediocre leute di ingran-
dimento si sono sostitiiite delle batterie di microscopii sempre piu potenti, sui
quali non il solo Direttore, ma schiere di valorosi giovani con febbrile ansia
vi atdggono gli occlii, mi e nata la iiducia che i misteri della vita sieno per
essere svelati non piii tardi di quelli che a.i^itano le menti dei Fisici e dei Chimici.
Dalla stessa fede ritengo siate auimati voi, o chiarissimi professori, che
nelle vostre Universita avete dovuto assistere e dirigere le trasformazioni dei
nostri vecchi Istituti e la creazione dei uuovi. Non vi riesca quindi sgradito od
iufondato I'augurio che io vi fo con tiitta I'anima, che cioe quanto prima una
grande scoperta inf uturi i vostri nomi ed aggiunga gloria alia patria dei Borrelli,
Malpiijhi, Morgagni e cento altri.
II prof. Paladino Presidente del Comitato ordinatore da il benveuuto ai Con-
gressisti leggen-do la seguente breve relazione :
A nome del Comitato ordinatore mi e grato presentare alle Autorita i
nostri omaggi, agl'invitati tutti il nostro saluto, ed ai Congressisti di ogni
parte e regione il caloroso benvenuto dei CoUeghi di Napoli ed i migliori au-
o-uri. II vostro accorrere, o Colleghi, in cosi bel numero ed a soli sei mesi di
distaiiza dalle sedute del Convegno di Bologna rivela a chiare note il grande
amore per gli studi zoologici che dentro vi agita ed il grande ideale che vi
guida nell'assodare suUe sue vere fondamenta 1' importante sodalizio scienti-
tico, rUnione Zoologica Italiana, di cui vedo qui i piu illustri ed 1 piii strenui
promotori.
Perche i vostri nobili propositi non fossero in nessuna guisa frustrati, il
Comitato ordinatore nulla ha trascurato, giovandosi tanto della premurosa
condiscendenza delle Autorita politiche ed amministrative, quanto della liberalita
cortese del Capo dell'Ateneo, nonche dei Direttori degli Stabilimenti scientifici
di diverso ordine, e quindi sentirebbe di mancare ai suoi doveri se oggi nello
inaugurare i lavori del Convegno non ricordasse per mezzo mio dapprima il
Prefetto della provincia che col maggior zelo si e fatto interpetre presso il
Ministero dei lavori pubblici delle nostre richieste per gli usati ribassi suUe
ferrovie e sui piroscafi soUecitandone 1' accoglimento. Devo poi ricordare il
Regio Commissario municipale che pur contrastato tra il volere ed il pofcere,
tra il desiderio suo e lo stato delle esauste finanze comunali non ha mancato di
attestare interessamento e riguardi all' importante Convegno.
L'Ammiraglio Capo del Dipartimento marittimo va altresi a voi segnalato.
Accolse la nostra preghiera di accordarci per un giorno un vapore della Regia
Marina con tanto cortese aggradimento che non ci fece sentire neppure per un
istante 1' esitanza di una pbssibile negativa, e poi dimani V Ercole, 1' agile in-
crociatore, vi trasportera jjel Golfo e nella successione di quegli splendidi pa-
norarai che ammirerete lungo le spiaggie avrete a fondere in un inno solo alle
uaturali bellezze la terra, il cielo ed il mare.
Ben meritato e stato I' applause col quale avete accolto il saluto del Ret-
tore magnifico, che nulla ha omesso per contribuire alia riuscita di questa fe-
sta scientifica, ed un ringraziamento va tributato al Presidente generate della
Societa Reale che ci ospita, come altresi al Direttore del Museo nazionale e
— 168 —
degli scavi di Pompei, nonche al Direttore del Museo di S. Martino. Dietro
r autorizzazione specials di Sua Eccellenza il Ministro d'istruzione pubblica il
primo ha consentito che tutti i Congressisti avessero ingresso libero nei giorni
10 e 12 al Museo nazionale ed lia disposto che in loro onore si esegua uno
scavo in Pompei a Congresso finite. II secondo poi ha permesso che per tutti i
quattro giorni di durata del Congresso gl' intervenuti avranno libera 1' entrata
al Museo di S. Martino.
E non ho ancora finito. Devo additare alia vostra particolare gratitudine
il benemerito e glorioso Direttore della Stazione Zoologica. Virtuahnente
egli e stato magna pars del Comitato ordinatore, ed ha disposto che non
solo I'Acquario con le sue vasche, con i suoi laboratori e con la biblioteca
sia aperto ai Congressisti, ma ha coucesso il vaporino della Stazione col
personale ad hoc diretto dal dott. Lobianco, affinche la gita pel Golfo riesca
sommamente istruttiva. sia verameute I'esplicazione del vecchio motto ora-
ziano : utile didci. Ed int'atti assisterete a saggi di dragaggio ed a pesche
pelagiche nei punti piu ubertosi del nostro Golfo, cosicche vedrete come questo
mai'e non ha piu segreti, non ha piu tesori nascosti e nulla piii si sottrae alia,
indagine degli studiosi. E cosi avrete pure completa idea dell'opera della Sta-
zione Zoologica, che ben a ragione si puo dire abbia iniziata una nuova era
per lo studio della organizzazione e della vita, clie anzi ben puo considerarsi una
[Jniversita sui generis, nella quale per I'accorrere di studiosi d' ogni parte del
mondo civile e di diverse grade di cultura, da quelle che fa i primi passi alio
scienziato insigne, si ha un insieme, in cui i piu sono contemporaneamente
maestri e discepoli e si realizza cesi 1' ideale della scuola, la scuola animata
da perenne dialogo tra il maestro che parla e il discepolo che e preso dalia
febbre dell'apprendere.
Come vedete, a Signori, nulla il Comitato ordinatore ha trascurato per
adempiere al sue onerevole mandato. Nei laverio ansiose della preparazione
ci ha sorretto il pensiero che si sarebbe in ogni mode contribuite ad assodare
r Unione Zoologica Italiana, quest' accolta di studiosi di tutti i rami della
scienza della organizzazione e della vita animale. La Zoologia; a somiglianza
d' un fiume che nasce misero e poi gradatamente s' ingrossa per il mescolarsi
dei successivi confluenti sine a divenire navigabile, la zoologia ha esteso i suoi
cenfini ed eggi accomuna diversi crdini di studiosi, quali gli zoologi, gli anato-
mici, gl'istelogi, i fisielegi, gli. embrielegi, i paleontologi, gli anatomist! pa-
tolegi, ecc.
E poi sommamente simbolico ed augurale che una Societa iniziatasi a
Pavia, affermanasi a Bologna, venga a prendere le sue naturali proporzioni a
Napoli. In questo cammino vediame conseciate il legame geografice alio sto-
rico-scientifico ed al politico, la consociazione degli scienziati italiani del Nerd
a quelli del Sud, cospiranti ad un altissimo ideale, ad un altissimo intento,
quale e T illustraziene completa e sotte tutti gli aspetti della intera fauna
italica, dalla lacuale alia marina, da quella delle zone alpine alia fauna insulare
e dei versanti appenninici.
II Presidente dell' Unione Prof. Corrado Parona dichiara aperti la seconda
Assemblea ordinaria ed il Cenvegno dell' Unione Zoologica Italiana col discorso
che segue :
— 169 —
Signore, Signori,
Giammai come in questo moniento ho desiderate il dono della frase or-
nata, le risorse dell'arte oratoria, per potere esprimere riiitimo seiitimento del-
I'animo niio.
Siate pero indulgenti alia disadorna e breve mia parola, die, interprete
sicura dell'Unione Zoologica Italiana, uell'atto che essa qui si raduna, reca un
salute entusiasta alia Regina del Tirreno, porge alle Onorevoli Rappresen-
tanze del Governo, del Comune ed a quanti, col lusinghiero loro intervento,
voUero rendere piu solenae questa seduta inaugurale, un saluto devoto, e
sentitissime azioni di grazie.
Al magnifico Rettore del glorioso Ateneo ed alia Societa reale che colla
tradizionale ospitalita ci accolgono in quest' Aula in cui echeggiarono le sa-
pienti parole di tanti chiarissiini nelle Universe discipline, porto, con animo
grato, un I'iverente ossequio ; ai Colleghi, qui accorsi d' ogni parte della nostra
penisola il benvenuto cordiale, ed agli assenti un memore, fraterno saluto.
'Mi si permetta, o Signori, brevissimo cenno sui primi passi fatti dalla
Istituzione nostra, la quale, per quanto al tutto novella, si e in oggi gia tanto
invigorita, da assicurarci, lo dichiaro con soddisfazioue, sicuro e lieto avvenire.
Allorquando quasi un anno fa, in questi stessi giorni, non pochi zoologi
italiani si raccoglievano per la prima volta nella vetusta Pavia, gettandovi le
basi per una Unione Zoologica Italiana, non era lieve nei piii la trepidazione
peril successo deli' impresa. II risultato supero I'aspettativa e le sorti della
uuova Associazione furono in breve assicurate ; sia pel largo numero degli
aderenti, sia perche essi rappresentavano tutte le scuole e le varie region! del
nostro paese.
L' Unione Zoologica Italiana divenne tale non solo di nome, ma ancora
di fatto.
Viute cosi le prime difficolta che, ognun sa, in ogni cosa sono, se non le
maggiori le piu ardue, con plena fiducia il Sodalizio nostro attese al lavoro
per prepararsi degnamente al Convegno di Bologna, che ebbe luogo nel set-
tembre scorso ; con tanto buon esito e con nostro intimo compiacimento.
II Rendiconto di tale prima Assemblea stato pubblicato, attesta infatti il
valore e la varieta d'argomenti scientifici trattali, e la lavga partecipazione di
soci. Vivissimo restera nell' animo nostro il ricordo delle accoglienze fatte
all' Unione dalla corfcese e dotta Bologna; auspice il Presidente nostro e tutto
il Coniitato ordinatore, che tanto opero perche la prima pi-ova trionfasse.
Questo fortunato prirao Congresso non fu ultima ragione per cui I'Uuione
Zoologica acquistasse il favore, e divenisse centro sempre maggiore d'attra-
zione degli zoologi connazionali.
II cammino rapidamente compiuto ci allieta e ci incuora a bene sperare
per I'avvenire della nostra Societa, sicuri che essa non solo continuera nella
via intrapresa, ma assurgera a meta occelsa.
Con tale fede, 1' Unione Zoologica s' accinge in Napoli a nuova prova della
sua attivita ; fidente appieno nell'opera indefessa del benemerito Comitate or-
dinatore napoletano che fin d'ora, a nome di tutci, ringrazio.
Certamente I'impegno diviene ora arduo, giacche qui appunto la biologia
ebbe tradizioni splendide, attraverso i secoli, giungendo all' apogeo, col sor-
170
gere di quella istituzione mondiale — la Stazione Zoologica — faro luminosis-
simo degli studi nostri.
Napoli, prediletta dalla natura, oltre all' ingegno vivace de' suoi abitanti,
alio splendore del paesaggio, ebbe il dono invidiato d'un mare che custodisce
preziosi tesori di nostra scieiiza, e che percio a ragione fu meta costante e for-
tunata agli studios! di zoologia marina.
Forse a quests natnrali condizioni di cose devesi la causa precipua che
rese insigne e benemerita in ogni tempo e presso tutte le nazioni civili la
scuola zoologica napoletana.
Q'uesta scuola che, siccome avvenne per tutte le discipline scientifiche,
segui in passato iudirizzo ben diverso dell'odierno, per 1' influsso delle idee
biologiche dominant!, va nondimeno gloriosa, voi lo sapete, per il numero e
pel valore de! cultori, che lasciarotio traccie iraperiture delle opere loro ; sic-
come voile recentemente mettere in plena luce, con sentiment© di patrio aiFetto,
un nostro egregio amico (').
L'antichissima scuola, che trasse le sue prime origin! nei secoli sedicesimo
e diciassettesimo, fu ijifatti splendidamente iniziata da un Ferrante Imperato,
da un G. B. Delia Porta, e da un Fabio Colonna, che da soli ben bastano a
persuaderci con quali preludi ebbe a presentarsi al mondo meravigliatoi
Marc' Aurelio, Severino, Carlo Musitano, Leonardo da Capua; Astorini. To-
maso d'Aquino ed il « dottissim.o » Borrelli, aggiunsero in appresso fama a
questa scuola. che nel diciottesimo secolo ando sempre piu arricchendosi di
maestri, cui la nostra scienza va debitrice di nuovi orizzonti ; di nuove scoperte
anatomiche ; e d'una piu intima conoscenza della meravigliosa fauna marina,
nonche della terrestre, di questa bella parte d' Italia. E non pochi di ess! fu-
rono tali da lasciar nome veramente illustre.
Cirillo, Macri, Poli, Cavolini, Sangiovanni, Delle Chiaje, Petagna, Bri-
o-anti ed altri, la storia della scienza ben ricorda ; giungendo con serie non
interrotta lino a! due Costa, che considerar si possono come gli ultimi degni
maestri della scuola napoletana; la quale rigogliosa fu sempre, e fu indispen-
sabile all' inizio della nuova.
Ottimamente disss il nostro Monticelli, che se cou Achille Costa si estinse
I'antica scuola napoletana, questa si rinnovello per un nuovo germoglio, che
ne continue con molto onore la tradizione.
Paolo Panceri e Salvatore Trinchsse, entrambi rapiti alia scienza nel mi-
gliore della vita e nel piu promettente periodo di loro attivita scientifica,
consolidarono, gia nel suo sorgere, il nuovo indirizzo ; e per questa scuola
segnarono orme chs saranno incancellabili, per qualsiasi mutare di metodo ;
come imperituro sara per ess! il culto che si tributa ad ogui sagace ed onesto
indagatore.
La scienza nostra che pote vantare qui tante tradizioni scolastiche, ebbe
in ultimo la sorama ventura, come diss!, che una Istituzione mondiale — la
Stazione Zoologica — vi sorgesse ; superati ostacoli d'ogni guisa, auspice la
perseverante attivitk d'uno scienziato sommaraente benemerito, il prof. Antonio
Dohrn, cui mai verri meno la riconoscenza de! cultori della zoologia.
Negli ampi! acquari, industremente costrutti coll' armonico concorso del-
(') Monticelli Fr. Sav. — L;i scuola zoologica napoletana. — Prelezione inaugurale del corso
di Zoologia, letta il H marzo 1000 iiella H. TJniversitd di Napoli.
171
I'arte e della scienza e ora possibile cl'assistere alia vita del mare, spingen-
dovi I'avido sguardo, e sopratutto di praticarvi lo studio dei piu svariati e
rari animali di cui va ricco questo incantevole mare. Ne va dimenticato come
lo studioso ivi puo superare una delle precipue difficolta, che ognuno incontra,
coU-a biblioteca veramente unica, e con ricco e siffatto matei'iale, da poter vin-
cere ogni difficolta, siccome la scienza odierna esige per le metodiche ricerche.
Tanto concorso di fortunate circostanze rende la Stazione Zoologica il la-
boratorio ideale ; favorendolo ancora il generoso ajuto di maestri nella scienza
nostra, che prodigano agli studiosi, che qui accorrono, cosi larga ospitalita.
L' Istituto riesce di latto internazionale ed e per tal modo viucolo poten-
tissimo di fratellanza fra i cultori della zoologia; e di la irradia luce, che ri-
schiara i piu coutroversi ed ardui problem! della scienza nostra.
Ad Antonio Dohrn, che un quarto di secolo fa qui fondava, col migliore
indirizzo moderno, 1' insigne Istituto, ordinamento e decoro del nostro paese,
indirizziamo rispettoso saluto ; espressione della riconoscenza nostra di zoologi
e di italiani.
Sotto I'egida della scuola napoletana e del grandiose Istituto zoologico,
convenendo noi neH'ospitale metropoli partenopea, a render ragione dei nostri
studi: e per riaftermare la costituzione deU'Unione Zoologica, il successo non
potra essere che assicurato. Continuiamo quindi T opera nostra col proposito
d' imprimere quell' impulso che e necessario nello studio della zoologia, intesa
nel suo piu ampio significato.
Signori ; la nostra scienza, pur essendo fondamentale ai vari rami del
sapere, non e scienza che ai piu s'imponga per utili immediati; non puo aspi-
rare, e pur vero, agli inebbrianti successi delle consorelle, la fisica, per ci-
tarne una soltanto, che per opera del genio italiano raggiunse d'un tratto cime
eccelse, rinnovando la vita del mondo.
Compito, in apparenza piu modesto, spetta alia scienza nostra. AI paziente,
assiduo lavoro di essa lo svelare gli intimi segreti della natura animale ; lo
studiare le leggi fondamentali della biologia, preparando alle scienze aftini
basi non fallaci. Le odierne vedute dell' antropologia, della filosofia positiva,
della scienza del diritto e di tante altre, basano sulle risultanze delle ,mo-
derne indagini di Biologia ; donde 1' affaticarsi degli studiosi delle leggi del
pensiero, dall' ojjera sublime del genio alio obbrobrioso delitto - del delin-
quente,
A cosiffatto novello indirizzo lo studio delle leggi che governano la vita
dei popoli; i nuovi orizzonti delle scienze sociali, all'evoluzione graduale e
paziente delle quail, sara premio, col nuovo secolo un pin lieto avvenire della
vita sociale.
Inspirati al culto intense della scienza nostra, dalla veste modesta, ma
dalle eccelse aspirazioni, raccogliamoci al lavoro.
A Pavia, nel primo convegno, invocammo il gran genio di Lazzaro Spal-
lanzani; a Bologna ci ispirammo al Aldrovandi, a Malpighi ; ed ora, rievo-
cando le belle tradizioni della Scuola Zoologica napoletana, qui accingiamoci»
con Concorde ardore, alia nuova rassegna del lavoro compiuto dalle varie scuole
italiane, guidati tutti dall'amore alia scienza ed al culto del vero.
Fortunati se queste nostre fatiche varranno a recar lustro alia scienza ed
onore alia patria nostra.
— 172 —
II Segretario deU'Uuione Prof. Monticelli legge la seguente relazione annuale
suU'andamento scientifico ed amministrativo dell'Unione Zoologica Italiana du-
rante r anno 1900:
Qaando neU'Assemblea e Convegno zoologico uazionale di Bologna fu desi-
gnata Napoli a sede della seconda Assemblea deH'Unione, uel ringraziare a norae
del miei colleghi e della mia citta per questo cortese ananime voto deU'Assem-
blea, mi auguravo. ed in questo augurio tutti si associarono, che, al Convegno di
Napoli, I'Unione fosse veramente completa per I'adesione a questa di tutti quel
colleghi zoologi che non appartenevano ancora all'Unione. E son lieto oggi di
poter constatare come il nostro coraun voto e compiuto, perche molti di quei
colleghi che noi tutti avevamo caro fossero tra i socii, sono entrati a far parte
dell'Unione: e questo ci e arra e speranza che aU'Unione aderiranno, in tempo
non lontano, anche gli altri che, pur non socii, a questa s' inteiessauo, por-
tando nel convegno presence il contributo delle loro comunicazioni. In un auno
appena dalla sua costituzione in Pavia, la nostra Unione ha preso un con-
siderevole sviluppo: essendo i nostri socii in brevissimo tempo gik in numero
di circa duecento, con un crescente aumento che incoraggia 1' iniziativa presa
ed assicura vita prospera e rigogliosa all' Unione. E questo, nel suo primo anno,
gia il secondo Convegno nel quale essa si riunisce, ed il numero degli aderenti.
il doppio circa di quelle del precedente di Bologna, e le molte comunicazioni
scientifiche anuunziate, sono una novella pruova della attivita dell'Unione, che
continua le buone tradizioni iniziate a Bologna, come fa fede il Rendiconto delle
sedute del primo Convegno, che il Consiglio Direttivo presenta all'Assemblea.
E, mentre constatiamo con compiacenza il successo ottennto dalla costituzione
della Unione Zoologica Italiana, mi e grato comunicare all'Assemblea le lusin-
ghiere congratulazioni ed augurii che ci hanno inviate con cortese sollecitudine
le societa consorelle estere e nazionali, alle quali la Presidenza, per incarico
dell'Assemblea di Bologna, comunico I'avvenuta costituzione dell'Unione Zoolo-
gica Italiana ed il suo primo convegno.
II Consiglio direttivo ha curato che tutto quanto fu deliberato dall' Assem-
blea di Bologna, fosse tradotto in atto, sia col trasmettere i voti da questa fatti
per questioni scientifiche e didattiche a chi di ragione, sia col sollecitare le com-
missioni incaricate per lo studio delle pubblicazioni della Unione. E gia la con-
venzione col Monitore Zoologico, perche esso sia I'organo ufficiale per la pub-
blicazione degli Atti dell'Unione ed i Rendiconti delle sue sedute, e un fatto
compiuto e non manca che I'approvazione definitiva deU'Assemblea. E la com-
missione per la fondazione deH'AucHivio zoologico italiano, da pubblicarsi sotto
gli auspici dell' Unione Zoologica Italiana, che e puo dirsi tra gli scopi principali
di questa, riferira sulle trattative fatte, e su quelle ulteriori che si propone an-
cora di fare, per rendere possibile la pubblicazione di questo giornale, che sup-
plisca al bisogno sentito da tutti gli studiosi di zoologia, di una pubblicazione
che permetta la stampa dei lavori italiani, in Italia ed in lingua italiana, con
quel decoro e corredo di tavole illustrative che offrono i giornali stranieri del
genere.
Nella presente Assemblea, inoltre, dovranno discutersi il Regolamento so-
ciale e quelle mutazioni di forma nello Statuto, che, come fu diohiarato a Bo-
logna dal Consiglio direttivo, furono reputate necessarie per coordinare gli ar-
ticoli del Regolamento con quelli dello Statuto. Infine dal Bilaucio consuntivo
— 173 —
che il Consiglio direttivo presentera all'Assemblea, questa potra ancora giudi-
care come sieno favorevoli le condizioni economiche dell'Uuione.
Da questa breve e sommaria relazione deH'andamento scientifico ed arnmi-
nistrativo dell' Unions, uel suo primo anno di vita, possiamo trarre i migliori
auspicii per I'avvenire del nostro sodalizio, perche esso, serapre piu prosperando,
possa rispondere agli scopi che si prefigge nel comune iuteresse dei zoologi, pel
progresso, in Italia, della scieaza zuologica intesa nel suo piu vasto significato.
II Presidente Parona comunica una lettera del Vice-Presidente Prof. Pavesi
che si scusa di non potere iutervenire all'adunanza, trattenuto a Pavia dalla sua
carica di Sindaco ed invia un cordiale saluto a tutti i coUeghi, augurando che
il convegno riesca importaiitissimo, deguo della citta in cui s' aduna e sia una
nuova e piu salda afferma/.ione della Unione Zoologica Italiana.
II Segretario MonJicelli comunica che il numero degli aderenti al Convegno
ha raggiunta la cifra di 110 (70 socii e 40 non soeii) e da lettura delle lettere
e dei telegrammi dei socii che, impediti, si scusano di non potere iutervenire:
tutti bene augurando alia riuscita del Convegno.
II Segretario inforraa I'Assemblea delle lettere di congratulazioni perve-
nute air Unione dalle Societa estere, alle quali, per deliberazione deU'Assem-
blea di Bologna, fu comunicata la costituzione dell' Unione zoologica e I'avvenuto
suo primo Convegno. A nome del Prof. Romiti, che si scusa di non essere pre-
sente alia sediita inaugurale, comunica i saluti che egli e incaricato di portare
airUnione, dai colleghi francesi riuniti al Congresso anatomico di Lione.
V
Nel pomeriggio i congressisti si recano alia Stazione zoologica di Napoli.
cordialmente accolti dal Prof. A. Dohrn, direttore, e da tutto il personale che
li ha guidati nella visita dell'Acquario e dei Laboratorii di quell' importantis-
simo istituto scientifico.
La sera i congressisti, iuvitati ad un amichevole convegno dai socii della
Societa di naturalist!, sono iotervenuti, con le signore, nella veranda del gran
caffe Calzona (Galleria Umberto I) dove sono stati loro off'erti dei rinfreschi. II
Presidente della Societa, Prof. Monticelli, ha salutati gli zoologi convenuti a
nome di questo sodalizio, che ha colta I'opportunita di festeggiare il vigesimo
di sua fondazione dando il benvenato ai socii dell' Unione, fra i quali sono lar-
gamente rappresentati quelli della Societa. II Prof. Parona risponde ringraziando
a nome della Unione.
Dopo, i congressisti si sono recati al R. Teatro San Carlo nei palchi cor
tesemente messi a loro disposizione dal Municipio.
Giovedi 11 Aprile.
Seduta antimeridiana
(Sala dellii Societa Eeale).
II Presidente da lettura delle norme per regolare le sedute del Convegno
-e I'Assemblea le appi-ova ad unanimita.
II Segretario comunica ai soci 1' invito della Presidenza del Congresso Zoo-
174 —
logico internazionale di Berlino ad intervenirvi e poue a disposizione dei socii
i programrai e le schede di adesione.
II Presidente annunzia aU'assemblea la morte del Prof. Bizzozero e che la
presidenza, interpetrando i sentiment! dei socii, ha telegrafato condoglianze
a noma dell' Unione. L'Assemblea plaude all' iniziativa della presidenza e su
proposta Todaro si delibera un telegramma al Sindaco di Varese perche rappre-
senti rUnione ai funerali.
II Segretario comunica una lettera di Grassi che propone di mandare un
telegramma al Ministro dell'Istruzione on. Nasi particolarraente favorevole
all'incremento degli studii zoologici in Italia e I'Assemblea approva il testo del
telegramma, proposto dalla presidenza, che viene spedito seduta stante.
II Presidente da quindi la parola ai socii per le
Comunicazioni scientifielie.
Todaro. — L'organo renale delle Salpe. (Sunto).
Finora l'organo renale delle Salpe era rimasto scoiiosciuto. L' A. esamina
e discute gli organi che da altii osservatori erano stati interpretati come reni
nelle -Salpe. Dimostra che gli organi laterali, cosi caratteristici in tutte e due
le forme del gen. Cydosalpa e uella forma solitaria del gen. Helicosalpa {'■), che
H. Muller aveva indicate come reni, e G. Cuvier come ovario, sono pura-
mente glandole omopoietiche; e che la glandola, la quale in tutti i tunicati
circonda I'ultiraa parte dell' intestino e col suo lungo condotto escretore sbocca
in quella pai-te del tubo digerente, piu o meiio sviluppata second© la specie,
che, stando fra I'esofago e 1' intestino, viene indicata come stomaco, non puo
essere un rene com' e stato da alcuni sostenuto, poiche in essa manca ogui
indizio di secrezione renale. L'A. nou crede neppure che questa glandola.
quantunque abbia la struttura tubulare, possa essere interpretata quale fegato
come altri hanno creduto, per il fatto che in nessuna ^delle sue parti si rin-
vengono pigment! biliari, anz! le sue cellule, piccole e cubiche, sono chiare e
segregano un liquido incolore che si versa iiello stomaco. Crede anche erro-
nea I'opinione di C. Ap stein il quale non avendo veduto lo sbocco del con-
dotto di questa glandola, ne ricouosciuta la sua struttura, I'ha descritta nella
forma aggregate dell' Helicosalpa virgula come una rete vascolare. Se-
condo I'A. invece essa non e altro che una glandola dello stomaco.
L'organo renale delle Salpe scoperto ora dal Todaro, corrisponde a quelle
delle Ascidie, nelle quali fu veduto la prima volta da S. Delle Chiaje nel
1841 e studiato dopo in tutti i suo! particolari dal Ivrohn, dal Kupfer, e da
Ed. VanBeneden e C. Julin.
L'A. ha trovato quest'organo uelle pareti dell'esofago di ambedue le forme,
aggregata e solitaria, deW Jlelicosalpa virgula e della Cyclosalpa pinnata che
hanno 1' intestino non avvolto a nucleo. Peru in quest'ultima e molto rudi-
mentale, mentre e assai pronunziato nella prima, della quale I'A. ha date una
minuta descrizione, illustrandola con numerose figure e dimostrando i relativi
preparati, descrizione che riassumiamo ora brevemente.
(,') L'A. ai tlue geueri, Salpa e Cyclosalpa, aggiunge un teizo genere col nome di Helicnsnlpa.
Le ragioni sn le qnali fontla questo nuovo genere saranuo da lui esposte in altro lavoro.
175
'NelV Helicosalpa virgula, in ambedue le forme, I'esofago e diviso in tre parti
per tutta la sua lungliezza: una inediana, la quale coinincia con una larga
dilatazione ampollare e si contiuua in basso a forma di tube che va ad api"irsi
nello stomaco in mezzo ai due ciechi stomacali; due laterali che conservano
sempre la forma tubulare e formano due condotti che sboccano nel principio
dei predetti ciechi. Longitudinalmente il tubo, o condotto mediano, e separato
dai due tubi o condotti laterali per due bruschi strozzamenti longitudinali della
parete, la quale, esternamente, in corrispondenza agli strozzamenti, presenta
quattro solchi longitudinali, due dorsali e due ventrali, che segnano nettamente
la separazione fra la parte mediana e i due condotti laterali dell'esofago.
L'A. nota che tanto nella forma solitaria quanto in quella aggregata del-
V Helicosalpa virgula, il bolo alimentare, avvolto dal muco, decorre esclusiva-
mente nell'ampolla e nel condotto mediano dell'esofago, donde passa quasi
direttamente nell' intestine ; raentre nei due condotti laterali e nei due ciechi
si trova sempre un liquido e mai traccia di bolo alimentare.
L'organo renale in ambedue le forme delV Helicosalpa rirgula e pari, cioe
uno destro e I'altro sinistro, coUocati rispettivamente nella parete destra e
sinistra dell' arapolla esofagea, donde ciascuno manda lungo il condotto me-
diano un sottile prolungamento che va a raggiungere lo stomaco fra i due
fondi ciechi e nella forma solitaria si estende nella parte prossima delT inte-
stine. Tale organo si comincia a sviluppare nella parete deU'ampolla contem-
poraneamente alia prima comparsa dei muscoli del corpo deU'auimale. E costi-
tuito da due parti : una profonda, circondante immediatamente 1' epitelio del-
l'esofago, e composta di vescicole ripiene di concrezioni uriche ; I'altra super-
tlciale, sovrapposta ed in continuazione con la prima, risulta di un tessuto
congiuntivo embrionale, il quale e rappresentato da una sostanza gelatinosa,
traversata da un sottilissimo reticolo a larghe maglie fatto da piccolissinie cel-
lule pallide che si rendono visibih co' piu forti ingrandimenti dopo la colora-
zione del loro nucleo col carminio e con I'ematossilina.
Oltre a queste piccolissime cellule si trovano qua e la cellule fusiforrai
molto piu grandi, le quali, stanno a ridosso delle maglie delimitate dalle prime
cellule e ripiene dalla sostanza gelatinosa. Con lo sviluppo delle vescicole uri-
che, che vanno a formare la parte profonda dell'organo renale, la gelatina si
discioglie in un liquido e le piccole cellule del rispettivo reticolo si moltipli-
cano, si ingrandiscono e formano la parete delle vescicole. In aleune vescicole
questa parete viene raddoppiata dalle cellule fusiform! piu grandi.
Lungo i lati deU'ampolla esofagea le vescicole contenenti le dette con-
crezioni scoppiano e spariscono: allora le grosse concrezioni cominciano a
disciogliersi e formano uno strato granuloso al disopra dell'epitelio, che risulta
di ammassi granulosi e granulazioni tinissime di colorito bruno-giallognolo,
che si osservano pure diifuse nelle cellule epiteliali in corrispondenza dei solchi
che separano I'ampolla esofagea dai condotti laterali, donde probabilmente pas-
sano insieme alia parete liquida a comporre I'urina che decorre in essi. L'A.
per assicurarsi ancora raeglio della natura renale dell' organo in parola nelle
Salpe, ha tentato la reazione della muresside nella Helicosalpa virgula, come il
Kupfer aveva praticato nella Ascidia complanata Fabric, ottenendo lo
stesso risultato e convincendosi in modo non dubbio della presenza dell'acido
urico nelle vescicole renali. La funzione renale adunque si compie col disfaci-
— 176 —
mento delle dette vescicole die si rinnovano continuamente a spese della so-
stanza gelatiuosa. Dapprima ripiene di liquido lirapido, incolore, si accolgono.
poi, in esse le concrezioni uriche che per lo scoppio delle vescicole si risolvono
a poco a poco nelle granulazioni die penetrano neU'epitelio, il quale le eliraina
nella cavita dell' esofago.
Todaro raostra i disegni che accompaguano la sua nota.
Della Valle amerebbe sapere se Todaro ha potuto avere anche dallo sviluppo
deir individuo derivante da uovo, dei dati per conoscere la prima origine delle
vescicole descritte.
Todaro risponde che le vescicole renali, come nelle Ascidie cosi anclie nelle
Salpe si formano a spese delle cellule del mesenchiraa o tessuto congiuntivo che
anche negli adulti si conserva gelatinoso e costituisce la parte generatrice della
predette vescicole, mano mano che scoppiano e vengono rinuovate. Nelle Asci-
die e stato osservato dal Krohn dal Kupffer e da' signori E. van Benedea
e C. Julin, lo sviluppo di queste vescicole dalla comparsa della prima fino alia
formazione di quelle successive che costituiscono un complesso, Nella Helico-
salpa virgala^ nella quale ora ha trovato quest'organo, ha potuto studiarlo sol-
tanto nell'adulto e nei giovani individui della catena, che aveva)io giasviluppati
i muscoli e le zone ciliate del nastro branchiale, ma non ha potuto studiare
ancora I'organo fin dal suo inizio che avviene molto tempo prima, cioe contem-
poraneamente ai primi accenni delle fibre muscolari, quando ancora non si sono
formate le zone ciliate della brauchia.
Orlandi S. — Sulla struttura delV intestino della Squilla mantis. (Sunto).
Mentre non mancano impoitanti lavori sulla struttura dell' intestino di
molti crostacei e sulla, funzione delle loro glandule enzimatiche, non ho tro-
vato nessuna osservazione che riguardi gli Stomatopodi.
Per I'aiiatomia macroscopica del loro sistema digerente si ha qualche
nozione, ma in gran parte inesatta, Infatti da alcuni, come il Cuvier ed
il Duvernoy, venne considerato come intestino 1' intera massa glandulare
che lo circonda, da altri, che pure ne riconobbero la vera forma come il
Meckel, il Milne Edwards e I'Ortmann, venne ripetuto 1' errore com-
messo dapprima dal Miiller, il quale arametteva che le glandole e I'intestino
comunicassero fra di loro, lungo tutta I'estensione di questo, per mezzo di
numerosi piccoli condotti.
Hiassumendo brevemente i risultati da me ottenuti con preparati macro-
scopici e con sezioni, ricordero in prime luogo I'anatomia del tubo digerente.
L'ampio stomaco cardiaco non e munito di un apparato masticatore molto
complicate, come nella maggior parte dei decapodi, ma questo si riduce ad un
ramo delle mandibole, le quali biforcandosi si introducono verticalmente nella
soprastante cavita. II fondo dello stomaco e inoltre ricoperto da una lamina
chitinosa, ma essa funziona solo da valvola fra la parte cardiaca e la pilorica.
L'intestiuo, rettilineo, si puo distinguere, anche per la sua forma esteriore,
in medio, che decorre dallo stomaco al quarto segmento addominale ed in
terminale, che va da questo punto all'ano. La prima parte non arriva a mi-
surare un millimetro di diametro, ha pareti molto delicate e quasi del tutto
trasparenti. La seconda invece e piia resistente e molto piu ampia, aumentando
continuamente il suo diametro fino aU'ultimo segmento del corpo.
— 177 —
Le glandole epatiche iu apparenza non sono divise in due lobi distinti, come
nella maggior parte dei crostacei, ma sono riunite in una massa biancastra
che avvolge completamente 1' intestine medio e terminale, dalla quale partono
vamificazioni laterali ad ogni segmento del corpo. Sopra una sezione trasversale
pero risulta evidente la divisione dei due lobi col loro condotto mediano, in
cut sboccano numerose glandole tubulari piii o meno allungate e contorte.
Dallo studio istologico non ho trovato nulla di notevole per lo stomaco
cardiaco e cioe un grosso strato chitinoso, iarghe cellule epiteliari e muscoli
bene sviluppati.
Nello stomaco pilorico invece quasi tutto il rivestimento chitinoso e mu-
nito di fitti peli ed e specialmente sviluppato, fra gli altri strati, quelle dei
muscoli circolari. Le due lamina longitudinali poi sono formate da tanti ba-
stoncini calcarei, tenuti uniti da un rivestimento chitinoso.
Se relativamente alia mole dell'animale sembra assai piccolo il dianietro
dell' intestine medio, e ancora piu notevole la riduzione di quasi tiitti i suoi
tessuti. II rivestimento interne chitinoso e melto sottile e ricopi-e uno strato
di epitelie cilindrico, a cellule piu sottili di quelle dello stomaco, con nucleo
circolare centrale, di dimensione uguale in ogni punto della sezione e non for-
manti pieghe interne. La maggior riduzione pero si trova nei sottostanti strati
di connettive e dei muscoli longitudinali e circolari. II prime in alcuni punti
manca affatto ed in altri e appena apprezzabile; i muscoli longitudinali non
formano un vero strato, ma sono ridetti a piccoli fasci, che difificilmente si di-
stinguono sulle sezioni trasversali ; i circolari sono di poco piu -jviluppati dei
precedent! e ricoperti da uno strato melto sottile di connettive.
L'intestino terminale si distingue subito dal medio peril maggiore sviluppo
deir epitelie, che fine dal sue principle forma rilevanti pieghe interne longitu-
dinali, le quali, mane mano che il diametro di questo aumenta, crescono di
numero e si divideno e saddividono, increciandes.i anche fra di loro.
II rivestimento chitinoso e forse ancora meno sviluppato che nell' intestine
medio, ma le cellule dell' epitelie sottostante si fanno piu lunghe e piu Iarghe
all' estremit^ superiore, cesi che per il lore grande sviluppo lo strato epiteliare
e ebbligato a ripiegarsi e rialzarsi, daiido luego alle pieghe interne. Piu ab-
bondante e il connettive, specialmente alia base delle pieghe, eve non manca
anche qualche fibra muscolare radiale.
In quanto alia comnnicazione tra l'intestino e le sue glandule sono giunto
a conclusioni che non pessono accordarsi con quanto ancora recentemente ha
sostenuto I'Ortmann, il quale, esseiido convinto che ogni singela glandula
comuuicasse direttamente cell' intestine, afFermo che probabilraente, dietre ul-
teriori ricerche, quest'ultime si dovri considerare, non come un canale semplice,
ma come un canale laterale ramificate, corrispendente ad un diverticolo del
fegato, entro il quale i suoi acini versano il loro secrete.
Tale ipetesi mi sembro in prime luogo improbabile, perche non conosco
altri animali nei quali esista una simile comunicazione tra l'intestino e le sue
glandule, essende invece il loro sbocco sempre localizzate in una zona determi-
nata. Ma ogni dubbio venne eliminate dall'esame di sezieni in serie praticate
trasversalmente e lengitudinalmente, perche lunge tutto l'intestino propria-
mente dette non si trova alcuna comunicazione coUe glandule. Vi sono invece
numerosi piccoli fasci muscolari destinati a riunire le different! parti, i quali,
— 178 —
osservati sul fresco, liauno un aspetto tale, che forse iiossono avere generate
I'errore ricordato.
L'ariico sbocco delle glandule si trova al lato superiore dello stomaco pilo-
rico, verso la sua estreraita posteriore ed il succo gastrico versato sopra quella
specie di carena formata dalle due lamine interne, scorrendo nei due cauali
iateraii, si porta direttamente nella camera anteriore dello stomaco.
Uno stretto rapporto fra il grande sviluppo dello stomaco cardiaco e delle
glandule e la riduzione dell' intestino si deve i'orse cercare nel fatto, che gli
alimenti triturati dai due rami interni delle mandibole vengono separati dalle
parti dure e disciolti dal succo gastrico, mentre si trovano ancora nella parte
cardiaca dello stomaco. Per passare da questo all' intestino devono attraversare
lo stomaco pilorico, il quale per mezzo dei peli chitinosi di cui e rivestito il
suo stretto canale, I'unziona da filtro, tratteneudo le parti non ancora disciolte e
lasciando passare solo le sostanze ridotte in cliimo, che piu facilmente e rapi-
damente possono venire assorbite dallalimitata superficie interna dell' intestino.
Orlandi presenta le jnicrofotografie che illustrano il suo studio.
Emery C. — Le formiche in rapporto alia fauna di Selehes.
Sopra 120 specie di formiche trovate finora in Selebes, 56, ossia quasi la
meta vivono anche nelle isole della Sonda, 27 nella Nuova Guinea e Molucche,
17 sono comuni ad entrambi questi territori. Di 42 specie del genere Polyrha-
chis, 22 sono rappresentate nella fauna di Borneo, Giava e Sumatra, mentre 7
sole si ritrovano nella Nuova Guinea e nelle Molucche. Mancano a Selebes le
specie del gruppo papuano della P. Guerini, e quelle della P. ornata e rappre-
sentato da una sola specie.
E importante carattere indiano della fauna di Selebes I'esistenza del Do-
rylus levigatus, mentre mancano alcune altre forme indiane molto diffuse come
i generi Odontoponera e Myrmicaria e il vistoso Camponohis gigas. II genere
Atopomyrmex essenzialmente africano (una specie si trova in Ce^lan) e rap-
presentato da una specie molto aberrante.
Lo studio comparative delle formiche di Selebes conferma in massima le
vedute espresse dal Wallace nell' « Island life*. La fauna di quell' isola e
prevalentemente indiana, benche con caratteri propri e non scevra di elementi
australo-papuani.
Selebes ha dovuto comunicare col ponte di terra ferma che condusse alia
Nuova Guinea e all' Australia viveuti asiatici. Come Madagascar e, a mio av-
viso, un pezzo staccato precocemente dall'Africa antica, cosi e Selebes rispetto
all' Asia. Separata dal continente prima di Borneo, Giava e Sumatra non rice-
vette i piu recenti prodotti dell'evoluzione biologica dell'India, mentre pote-
rono penetrarvi alcuni immigranti della vicina Notogea.
Ghigi A. — Sulla polidattilia dei gallinacci.
La polidattilia e stata interpretata dagli autori in due modi diversi. Da
una parte si e voluto vedere in essa una semplice mostriiosita, dall' altra un
ritorno atavico alia condizione di antenati con membri provvisti di piu che
cinque raggi. Negli uccelli, in cui la polidattilia si manifesta in geuerale colla
presenza di un dito sopranumerario dietro all'alluce, i primi hanno interpre-
tato il fatto come uno sdoppiamento di questo dito, gli altri come un prealluce
— 179 —
ricomparso, senza teuer coiito dell'lpotesi oggi insostenibile, che il dito in piii
sia il quinto, ricomparso al lato tibiaie anziche al fibulare.
Studiando lo sviluppo del piede nel polio Dorking, razza in cui I'anomalix
e congenita e fissata, ho constatato find dai primi stadi la presenza di due
metatarsali distinti per I'alluce e per il dito soprannumerario non solo, ma
questo si presenta in principio come il prolungamento del propterigio, anziche
convergere cogli altri raggi nel mesopterigio. Questi fatti mi hanuo persuaso
non essere sosteuibile I'ipotesi dello sdoppiamento deU'alluce, e d'altra parte
mi sembra eccessivo ritenere il dito soprannumerario ne piii ne meno che il
prealluce, il quale negli stessi antenati non ha mai esistito se non come rag-'
gio ridotto. Ho dunque interpretato la pentadattilia dei gallinacei per uno svi-
luppo teratologico di un organo (prealluce) esistente negli antenati alio state
rudimentale.
A conf'ermarmi ancora piii in questa ipotesi, e sopraggiunto un individuo
di cui mi onoro presentare una fotografia degli arti posteriori, nonche il loro
scheletro disseccato. A parte alcune anomalie nelle dita che non hanno impor-
tanza per la questione generals, si vede die il metatarsals deU'alluce e indi-
pendente da quello del dito soprannumerario ed e incastrato Ira la porzione
distale libera di quest' ultimo e la poizione distale del metatarso corrispon-
dente alle dita II, III, IV. Ho detto porzione libera del metatarsale sopran-
numerario, perche questo in tiltto il resto della sua lunghezza e intimamente
snldato al tarso-metatarso, del quale forma lo spigolo interno, fino all'articc-
lazione inter tarsals.
Se questi fatti provauo soltauto indirettamente che il dito soprannume-
rario e il prealluce atavico, teratologicamente sviluppato, sono pero una prova
diretta della completa indipend.enza di quel dito dall'alluce normale.
Ghigi mostra i preparati e le figure che si rit'eriscono alia sua comu-
uicazione.
Andres coglie occasione dalla comr.nicazione Ghigi, per fame una sopra
argomento aftine. Descrive un caso di polidattilia in una donna, e cio non tanto
per il fenomeno in se stesso, sibbene per una conseguenza che da esso si
puo dedurre a sostegno del concetto della preformazione che e base della-
ipotesi Weissmanniana della selezione germinale. In questo caso di polidat-
tilia e notevole la piccolezza del pollice della mano destra, dal quale fino dai
primi anui era stato reciso il pollice soprannumerario; tale piccolezza sor-
prende perche questo pollice, in seguito all'ablazione del compagno, avrebbe
dovuto divenii-e piu grande. 8e e piu piccolo cio proviene, forse, appunto dal
fatto che la sua piccolezza era gia stata prsdeterminata nel germe.
Bortolotti 0. — Sviluppo e x>ropagazione delle Opalinine parassite del Lombrico.
Kit'erisco brevemente alcune osservazioni fatte intorno alio sviluppo ed
alia propagazione delV Hopiitophrya e delV Aiioplophrya, opalinine (infusori olo-
trichi) parassite del Lombrico. L' Hopiitophrya Lumbrici St. trovasi frequen-
tissima nel tubo digerente dei Lombricidi. E un'opalinina semplicissima I'azione
riducente del parassitismo avendola privata della bocca, dell'ano, del micronucleo.
NelV Hopiitophrya ho osservato un particolare modo di moltiplicazione per
scissione. Essa si scinde senza subire alcun strozzamento e mantenendo la sua
forma generale, tanto che, alle volte, se si potessero riunire le due parti dell'ani-
— 180 —
male appeua diviso, si avrobbe I'adulto primitive. Nell'int'usorio si cominciano
da prima a distinguex-e due linee oscure clie partendo dalla periferia nella parte
mediana dell'aniraale, si avanzano direttamente verso il centro. Le linee che
sono fessuro strettissime coi bordi ri^estiti dal prolungamento della membrana
esterna, son corte da principio, poi vanno sempre piii avanzandosi una verso
I'altra, finche giungono ad incontrarsi. Le due parti deU'animale restano per
alcun po' di tempo ancora aderenti, poi si staccano e la forma pressoche ret-
tangolare che presentano va rapidamente e gi-adualmente modificandosi, finche
I'aniraale arriva al completo sviluppo. II macronucleo nella scissione viene
ixaturalmente diviso come la restante parte del corpo dall'avanzarsi delle due
fessure, e pare che una piccola parte di esso veuga eliminata, quella cioe che
si trova nel centro, lungo la linea di divisione. U Anopl'ophrya circulans St.
iuvece, altra opalinina parassita del Lombrico ed assai affine alia prima si
scinde prendendo una forma sempre piii pronunciata di otto come avviene in
quasi tutti gli infusori. E notevole anche che mentre yvqW Hoplitophrya manca
il micronucleo e non si puo parlare del fenomeno della coniugazione, neW Ano-
ploplirya tanto affine alia prima il micronucleo esiste pero piccolissimo ed in
determinati periodi della vita deU'animale, e la coniugazione avviene. Ho potuto
osservare tutto il processo di incistidamento dei due infusori e come nella
cisti per molteplici suddivisioni del macronucleo e quindi del protoplasma,
vadano formandosi tanti individui che piccolissimi usciranno dalla cisti, qnando
questa verra a trovarsi in condizioni opportune. Le cisti vengono all' esterno
coi prodotti di eliminazione per I'apertura anale del Lombrico e si mescolauo
al terriccio. lo infatti le potei vedere esaminando escrementi di vermi affetti.
Si capisce come le cisti sparse per 11 terrano possano essere ingoiate di nuovo
dai Lombrici che in tal modo si infettano del parassita, senza notare che talvolta
i Lombrici si cibano dei loro simili. Le cisti le potei osservare nell'esofago e
nel ventriglio del verme pervenute col cibo. Quivi giunte le cisti, si produce
nel loro integumento un foro e da questo escono i piccoli individui provvisti
di nucleo, che da prima rotondi vanno rapidamente crescendo e prendendo la
forma ovale dell'adulto.
Bellini R. — Alcune osservazioni sulla distribuzione ipsonietrica dei mollu-
schi terrestri neW isola di Capri. (Sunto). — (Legge Pierantoni per I'A. assente).
Un capitolo ancor quasi del tutto ignoto della biologia dei molluschi e
quello riguardante la distribuzione ipsometrica delle specie terrestri e le mo-
dificazioni che in queste la conchiglia assume a seconda dell'altitudine in cui
vivouo. Ogni osservazione, anche limitata, su questo argomento e utile per au-
mentare di nuovi dati le scarsissime notizie che sinora abbiamo.
Espongo in breve alcune osservazioni da me eseguite nella nostra isola di
Capri, localita avente un'interessante e ricca fauna molacologica ('), a lungo
da me studiata; evidentemente si avvereranno in molti altri luoghi; ma sin
d'ora, da sparsi dati raccolti, posso dire che le localita insulari, di breve peri-
(') Per avere un' idea della riccbezza di questa fauna baatera osservare cbe lueutre in Capri, di
10 Km.- d' area, abitano 67 specie di molluschi extramarini, questo unmero non 6 di molto sorpas-
s ito ^7S) da quelli viventi nella regione vulcaniea napoletana, di cui la sola contrada vesnviana mi-
sura oltro 100 Km." di superficie. Riguardo alle specie marine e anche notevole un fatto analogo.
181
metro e di altezza in proporzione, mosti-ano queste osservazioni piu decise e
pin si cure.
Nell'isola molti molluschi terrestri vivono in campi linaitati in estensione
ed altri sono piu o meno unit'ormemente distribuiti. longitudinalmente od alti-
tudinalmente; ma il primo t'atto clie ci colpisce e il seguente: Le specie unifor-
memente distribuite sono forme comuni a tutta V Italia, alia maggior parte del-
r Europa e di oAtri continenti o per lo meno hanno in diverse latiiudini forme
rappresentative.
Sono vale a dire specie, che, vivendo in differenti climi, possono anche
vivere a diiferenti altezze, coincidendo la distribuzione latimetrica con I'alti-
metrica.
Le altre, esclusive di Capri o dell' Italia meridionale, vivono in campi li"
mitati, caratterizzati da condizioni speciali di clima, di suolo, di flora; la loca-
lizzazione 4 tanto piu ristretta per quanto piii le forme hanno distribuzione
geografica liraitata (es. Helix surrentina, Schm.; H. Cerioi, Bellini; Testacella
drymonia, Bourg; Clatisilia poestaiia, Phil.) e gli esemplari hanno dimension!
tanfo raaggiori per quanto vivono ad uu livello pin basso.
Infine un fatto legato alia localizzazione suddetta e la conformazione della
conchiglia, che varia con I'altezza secondo la legge seguente: Rimanendo co-
stanti la forma propria ed i caratteri della conchiglia in ciascun genere le spe-
cie pill acute sono quelle viventi ad altezza 'tnaggiore.
Un esempio dimostrativo ci vien dato dalle specie del genere Helix, i cui
tre tipi (a conchiglia lenticolare, depressa, conica) abitano le tre zone ipsorae-
triche di cui ora diro, il tipo lenticolare nella zona piii bassa ed il conico in
in quella piu alta.
Fondandomi suUe osservazioni sopra accennate, ho potuto distinguere nel-
l'isola di Capri tre zone ipsoraetriche malacologiche, caratterizzate dalla pre-
senza di una o piu forme esclusive della zona, od in questa di preferenza
dominanti, alle qnali se ne accompagnano altre (che ho chiamato forme conco-
mitanti), le quali possono vivere anche in altre zone; qualcuna delle forme
esclusive puo anche distinguere division! orizzontali della zona principale
{sotto-zone).
Ecoo in breve, i caratteri delle tre zone:
I. Zona della Rmnina decollata. Tra il livello del mare e la Valletta di Ca-
pri (120 m.). Caratterizzata dall' abbondanza della Rumina decollata e Cyclo-
storna apenninum, con moltissime forme concomitant! di tipo littorale {Helix^
pisana, variabilis, ecc).
II. Zona di%\V Helix elata e surrentina. Tra il liraite superiore della prece-
dente e I'altezza del Monte San Michele (215 m.). Le specie che vi abitano sono
in gran parte localizzate e vi si trovano anche le due forme endemiche del-
risola {Testacella drymonia ed Helix Cerioi).
Questa zona puo esser divisa in due sotto-zone: orientale ad Helix elata,
occidentale ad Helix surrentina; nella parte alta vi vivono individui dl Buli-
minus e Pupa, generi a conchiglia acuta; pero trattandosi di specie quasi cora-
pletameute meridionali abitano la parte elevata dalla zona, ma caratterizzano
la terza, che da queste forme prende il nome.
in. Zona dei Buliminus e delle Pupa. Tra 245 m. e la vetta del Monte So-
laro (618 m.) Vi abitano a preferenza Buliminus e Pupa (rupestris, Philippii,
M. z.
— 182 —
avenacea): altre t'orme localizzate non vi esistono, ma le specie concoraitanti
sono quelle quasi cosmojjolite.
La ragione clie determina queste localizzazioni e queste niodificazioni di
specie e per me alquanto complessa, concorrendo a questo scopo parecchi fat-
tori. E noto come i moUuschi terrestri sieno soggetti a condizioni d'esistenza
variabili secondo I'altezza, dovute principalmente al cambiamento della flora
dal basso verso I'alto, la quale in generale ed in particolare influisce sulla fre-
quenza o scarsezza di questi organismi ; in generale pei'che i molluschi si ci-
bano di vegetal! e quando questi sono in deScieuza anche quelli scarseggiano;
in, particolare perche generalmente ogni forma vive su di una data pianta. Sa-
rei quasi propenso ad ammettere che le varie differenziazioni leggiere della
conchiglia derivino dalla diversita del nutrimento, allorquando nella ristretta
area venga a mancare la pianta a preferenza dal moUusco prescelta.
L' Helix vayidbilis offre individui a conchiglia di varia altezzfi ed in uno
stesso luogo ristretto a seconda delle piante sii cui vive.
Egualmente i molluschi viventi in basso hanno uno sviluppo organico mag-
giore, perche maggiore e il rigoglio della flora.
In seconda linea vengono le cause climatiche e la ragione dell'acutezza
della spire variante con I'altezza tenderei a spiegarla con la pressione atmo-
sferica, ossia:
La tendeuza eliotropica della spira nella conchiglia dei mol-
luschi terrestri varierebbe in ragione iuversa della pressione
a t m o s f e r i c a.
La quale, accertato il fatto con sicurezza, dovra essere considerata come
uno di quel fattori biologici, che, agendo costantemente, determinano conti-
nue variazioni negli organismi che popolano la superficie del glodo.
Berlese A. — Intorno alia rinnovazione dell'epifelio del mesenteron negli ar-
tropodi tracheati.
Recentemente il Karawaiew, 1898, dubito che gli elementi cellulari che
si trovano al fondo deU'epitelio nel mesenteron degli insetti derivassero dalla
cavita viscerale, fossero, cioe cellule mesenchimatiche libere le quali si addos-
sano alia tunica propria del mesenteron, dopo aver traversato gli involucri mu-
scolari e quindi penetrati attraverso alia detta membrana si infiltrano alia
base delle cellule epiteliari e quivi rimangono fino a che loro convenga di
moltiplicare dando nuove cellule attive nell' opera della digestione. Pero il
Karawaiew escluse cotale ipotesi non convenendo colle idee allora in voga,
messe iunanzi dall'Hyemons circa la origine ectodermica del mesenteron.
L'Anglars, pochi mesi dopo (1899) non sentendosi abbastanza impen-
sierito per questa questione di foglietti embrionali. alfermo recisamente che le
cellule epiteliari delmesenterou degl' insetti provengono direttamente da ele-
menti mesenchimatici prima liberi nella cavita viscerale.
lo stesso, alcuni mesi dopo (1899) pur non conoscendo le idee dell'An-
glars ho esposto a pag. 144 in una nota alia mia memoria sui fenomeni che
avvengono nella ninfosi, alcune frasi che afi"ermano sicuramente cotale origine
per le cellule epiteliari del mesenteron.
Come si comportano gli altri artropodi a questo proposito?
E bene innanzi a tutto conoscere esattamente in quale guisa stieno le cose
negli insetti, giacche questi sono stati meglio studiati e piu volte.
183
Procedendo dall' interno del mesointestiuo all'esterno, si trovano i se-
guenti tessuti, oltre alia peritrofica della quale iion e il case di occuparsi qui.
1". Epitelio di cellule col doppio ufficio, alternativamente di assorbimento
(cellule con orletto) e quindi di secrezione (cellule a calice). Queste poi si di-
sfanno e cadono nel luine dell' intestine.
2". Alia loro base, intercalati irregolarraente i'ra le cellule, altri elementi
o gruppi di elementi piu o meno evoluti sono stati detti cellule imaginali.
lo li cliiamo splancnociti inter ni e ci6 per evitare ogni confusione.
3". Membrana epiteliare o tunica propria che dir si voglia.
40. Altri elementi amebocitif'ormi addossati alia tunica pi-opria. Questi
sieno splancnociti esterni.
5'^. Involucri muscolari.
6°. Foglietto peritoneale splancnico (*).
Adunque negi' insetti gli splancnociti non costituiscono ne dentro ne fuori
della tunica propria un tessuto continue, ma sono sempre elementi o gruppi
di elementi isolati. Non si puo quindi parlare di vero e proprio strato ma-
tricale.
Lo stesso accade nei Chilopodi e negli Acari. In questi casi (salvo qual-
che diff'erenza pei Chilopodi), lo splancnocita, una volta divenuto interno genera
un mazzetto di cellule epiteliari anziche una sola, come si vedra essere per
gli Araneidi, Scorpioni, ecc.
Nei Chilognati, gli splancnociti penetrati sotto il foglietto splancnico diven-
gouo parte di un vero £essuto o parenchima cellnlare, modificandosi alquanto,
poiche crescono di dimensioni, ecc, il quale a torto dal Vis art e stato chia-
mato tessuto adiposo [Julus. Glomeris), poiche non ha nulla a che fare col grasso.
lo lo avevo gia chiamato strato matricale o matrice. Ciascun element© della
matrice, fattosi strada attraverso alio strato muscolare ed alia tunica propria,
specialmente al cardias ed al piloro, oi-igina una cellula epiteliare e non piii,
Adunque peri Chilognati gli strati sono cosi distribuiti (dair interno al-
l'esterno).
I''. Epitelio.
2"^. Membrana epiteliare.
3°. Strato muscolare.
4". Matrice o parenchima generate dagli splancnociti.
5°. Foglietto splancnico.
(') In generale si ammette I'esisteuza ili 1111 setto cardiaco, detto auche improi)riaraente cUa-
Jragma dorsale, con rapijorti col raso pulsaiite, teso sotto a questo trasversalmente e fissato ai lian-
clii del corpo. Iiioltre si paria ancbe di un cliafragma venirale, steso di traverse, sotto al tubo dige-
rente, tra questo e il cordone iiervoso e lissato esse pure ai fiauchi. Ma ci6 nou e conforme verity.
ilolti insetti diniostrano altie disposizioni, e saranuo come dir(^ io. Vedansi, ad esempio classic©,
sezioui sagittal! e trasverse di larve di Hylotoma liogae nel terzo posteriore del corpo. Si vedra che
il setto cardiaco ed il nenrale costituiscono un nnico tubulo discosto sempre dalle pareti del
corpo, formate da due lamine che comprendono le cellale pericardiali ed in rapporto col vaso che puo
flonsiderarsi come una sua ripiegatura. Dimenticati i nomi molto impropri suvriferiti sar^ bene chia-
mare peritoneo quest' involucro cbe decorre attraverso tutto il corpo ed avvolge molti visceri.
Ma oltre a questo si vede un esile foglietto clie strettaraente abbraccia il tubo digerente e com-
prende persino i malpighiani, almeno uella loro origine. Sia questo il foglietto Splancnico. (Del resto
per maggiori particolaritk sn questa questione, figure, ecc, vedi la mia attuale Memoria (II) suUa
iiinfosi uella Rivisla di Patologia vegetale, anno X, 1901).
— 184 —
Gli Araneidi, Scorpioni e Cheliferi e fino ad un certo puuto auche gli Opi-
lionidi ed i Prostigmati (fra gli Acari) iion sembrano avere appi-ezzabile strata
muscolare attorno al mesenteron, almeno nella regione addominale. E note che
questi animali mostrano moltissimi e complicati diverticoli ciechi del mesen-
teron nei quali per via di digestione intracellulare, come io ho dimostrato si
elabora il cibo. Si puo considerare cotale disposizione come una maggiore com-
plicazione in confronto di quei molti ciechi che come villi rivestono il mesen-
teron di parecchi insetti ad es. di Carabidi, Staidlinidi, ecc.
La diversity sta nella diversa funzione giacche questi ultimi nulla piii
fanno che elaborare il succo digestive che vieue poi versato nel lume dell' inte-
stine, mentre negli aracnidi anzidetti la digestione e intracellulare.
Ma la maggiore diversita consiste, oltre che nella mancanza di tuniche
muscolari negli aracnidi suddetti, antora nella presenza di un abbondantis-
simo strato matricale al di fuori della membrana epiteliare e questo lega fra
loro tutti i diverticoli in una massa unica.
II foglietto splancnico riveste questa massa all'esterno.
Levando la pelle all'addome di un ragno si vede rimanere insieme tutto
il complesso dei diverticoli,
Le cellule dell'epitelio sono rinnovate una per una, tolti gli Opilionidi ed
i Prostigmati, da un elemento della matrice che immigra a traverso alia tu-
nica epiteliare.
Per gli Aracnidi surriferiti adunque (salvo piccole differenze per i Pro-
stigmati e gli Opilionidij la disposizione degli strati nel mesenteron addominale
sarebbe la seguente :
1°. Epitelio.
2°. Membrana epiteliare.
3^. Strato matricale.
4°. Foglietto splancnico.
Conclude :
Elementi cellular! di origine mesodermale, molto simili agli amebociti im-
migrano dalla cavita viscerale sotto il foglietto splancnico e quivi possono as-
sieme riunirsi in un tessuto continue pin o meno vistoso, tanto piu ricco quauto
minere e il numere delle cellule epiteliari a cui essi daranne finalmente ori-
gine. Esempio classico ne sieno gli Araneidi e gli Scorpioni ed in grade ap-
pena minore gli Opilioni ed i Chilognati.
Quando pero ciascuno splancnecita immigrate fine entro I'epitelio puo dare
origine ad un gran numere di cellule (moltiplicando per via diretta ed indi-
retta, formando ciee i cesi detti mazzetti di cellule), allora non enecessaria
la fermaziene di uno strato matricale continue, ma gli elementi se ne stanno
iselati e riuniti in gruppi e si addossano alia membrana epiteliare all'esterno.
Cosi si comportano gl' Insetti, i Chilopodi e gli Acari. Per questi animali
adunque non si puo parlare di matrice.
Quanto ai rapperti di parentela fra gli splancnociti ed i leucociti noto che
I'Anglars chiama senza piu leucociti e quelli veri liberi e quelli che diver-
ranno splancnociti. E un fatto pero che una tenue differenza tra gli uni e gli
altri si puo rinvenire, ma ferse non basta per negare una origine comune. Non
e qui pero il luogo dove io possa dilungarmi a riferire per quali ragioni io
dubiti tuttavia di una origine comune dagli amebociti di tutti i tessuti meso-
— 185 ~
dermali, pure a rigore quando altri volesse afiermarla anche il mio dubbio,
tuttoche giustificato in parte, potrebbe male in6rmare il concetto.
Sarebbe ora utile cbe coloro i quali si occupano dello studio dell'epitelio
neir intestino dei vertebrati, considerando queste recenti osseivazioni a propo-
sito degli Artropodi, vedessero, se, couforme I'opinione spesso espressa da
molti, vi ha veramente un rapporto di parentela fra i leucociti e le cellule
stesse, perche, io per mio conto, dietro esarai di epiteli di vertebrati diversi
sono venuto nel dubbio che cio possa veramente accadere.
Paladino fa notare che le osservazioni di Berlese, a parte la istografia, si ri-
feriscono ad una questione importante, cioe, la trasformazioue degli amebociti in
elementi epiteliali. La presenza di amebociti fra gli elemeuti epiteliali e sotto gli
stessi noil puo basLare per afFermare la trasformazione degli uni negli altri. Crede
supertiuo ricoraare quanto si sa in proposito suUa rigenerazione dell'epitelio.
Raffaele obietta che per quanto si riferisce ai vertebrati : 1" In alcuni ver-
tebrati non esistono leucociti ; 2" I leucociti si formano, come sembra dimostrato
da recenti osservazioni, in epoca abbastanza avanzata dello sviluppo embrionale.
Per queste ragioni non puo ritenersi senz'altro la genesi dell'epitelio intesti-
nale dui leucociti.
Todaro dice che I'opinione espressa dal Berese e stata mauifestata nella
scienza varie volte. Egli crede che coloro che 1' hanno sostenuta non hanno
messa attenzione al fatto che, anche nell' intestino degli Artropodi, ha luogo la
muta e rimane sulla propria un sottilissimo strato nucleare derivato dall'epi-
telio precedente il quale rifa il nuovo epitelio.
Antonelii associandosi alle precedenti osservazioni, considerando I'estreraa
importanza della questione e sotto I'aspetto morfogenico e sotto quello fisiolo-
gico e patologico; considerando inoltre quanto oggi e da tutti risaputo sui due
gx'uppi degli amebociti; il circolante e I'abberrante, trova che sarebbe vera-
mente da desiderarsi che nei preparati di Berlese si trovasse la dimostra-
zione di fatto della successiva metamortosi dei leucociti in cellule protoplasma-
tiche e caliciformi epiteliali.
Berlese risponde a Paladino che la sua couvinzioue in proposito alia ori-
gine delle cellule epiteliali dell' intestino da elementi amebocitiformi non pro-
viene dal fatto di aver trovati questi ultimi sotto ai precedenti, ma da quello di
averli trovati fra i primi ed in via di moltiplicazione (per cariocinesi); ed inoltre
dal fatto che non puo essere dimostrata la moltiplicazione del vero nucleo della
cellula epiteliale ormai matura, ma che cio che si e fin'ora ritenuto per nucleo
della cellula iu atto di moltiplicare, appartiene invece ad un elemento a se, simil-
limo ai leucociti che stanno fuori dell'epitelio.'
Ad Antone'li oltre che quanto sopra ha detto, il Berlese risponie che quanto
alia trasformazione di elementi leucocitiformi in cellule epiteliali (protoplasma-
tiche e caliciformi) e bene considerare quello che ne dicono tutti coloro che
hanno studiato il mesenteron degli artropodi nella sua istologia, i quali tutti
ammettono I'origine dei mazzetti di cellule, nidi di cellule, ecc. dipen-
dere da un solo elemento amebocitiforme che da prima e esterno alia base e
quindi interno alia base dell'epitelio dove poi moltiplica.
Queste afferraazioni di tutti gli autori (nessuno eccettuato) iiifirmano an-
cora quella del Todaro che, cioe, durante la muta rimanga sulla tunica propria
un sottilissimo strato nucleare derivato dall'epitelio precedente.
— 186 —
Quanto alia osservazione piu grave di Raffaele, il Berlese risponde die
uon esistono tessuti preformati e che questi deiivano da elementi che si molti-
plicano o che si aggregano, quindi se esiste una tunica epiteliale, devono avere
esistito a loro tempo cellule singole destinate a formarla e sono quests cellule
che il Berlese chiama splancnociti, giacche spesso possono essere diflferenziate
anche morfologicamente dagli amebociti veri e che, del resto, ha chiamato sem-
pre amebocitifo rmi o leucocitiformi.
Se esse appartengono invece all'endoderma piuttosto che al mesoderma, cio
uon e contrario alle idee del Berlese, ma anzi tenderebbe a dimostrare, per
quelle forme nelle quaii la comparsa dei leucociti e posteriore alia formazione
dell' intestine, che vi hanno differenze oltre che morfologiche, anclie nell'epoca
di oi'igine, tra gli elementi destinati alia riproduzione deU'epitelio dell'intestino
e gli amebociti veri.
Delia Valle propone, e I'assemblea approva, di rimaudare il seguito di questa
discussione al termine delle comunicazioni scientifiche.
BarpI U. — Intorno al vast aherranti del fegato dei solipedi.
Riterisce brevemeute intorno a ricerche istituite sui vasi abex-ranti del fe-
gato dei solipedi e dimostra, mediante preparati, come tali vasi in questi ani-
mali sono molto manifesti specialmente nel legamento sinistro. Coadiuvato da
un allievo della Scuola Veterinaria di Napoli inietto un gran numero di fegati
attr.averso il dotto coledoco mediante una soluzione idroalcoolica di bleu d'ani-
lina e pote constatare la presenza di vasi aberranti nella tonaca avventizia
della vena porta e nel centro frenico del diaframma. Paria della disposizione
dei vasi aberranti, della loro struttura, combatte I'opinione di alcuni osserva-
tori^ specialmente per quanto riguarda la rete anastomotica dei vasi aberranti
e la presenza di produzioni ghiaadolari nei vasi aberranti di medio e di pic-
colo calibro, e sostiene I'opinione di coloro che li ritengono dotti biliari messi
alio scoperto dall'atrofia e scomparsa della sostanza epatica.
Barpi dimostra due preparati che illustrano la sua comuuioazione. In uno
sono iniettati i vasi aberranti dei legamento sinistro del fegato di un asino,
neir altro e evidente un tratto di sostanza epatica atrofica.
Delia Valle A. — Di alcune particolaritcl osservate nelle Ascidie del Golfo
di Nap) oil.
1. Diversa maniera di origine delle nuove colonie di Diplosoma Listeri. —
Ho seguito con atteuzioiie per vari masi le diverse fasi che si sono andate suc-
cedendo in due grosse colonie ai Diplosoma Listeri, le quali, sviluppate spon-
taneamente, com' e caso comuue, sulle pareti delle vasche della Stazione Zoo-
logica, permettevano, per la loro posizione opportuna, di segnare dei punci e
delle linee di riscontro.
Una di queste colonie era fissata su d' una lastra verticale, molto bene il-
luminata, che forma una parete della vasca del grande laboratorio. La massa
generale si e tenuta insieme unita per qualche settimana (era d'agosto) ; poi
ha cominciato a distaccare delle colonie secondarie. Ma il movimento di mi-
grazione, cosi della colonia madre come delle colonie figlie, e state sempre
verso la stessa direzione, cioe verso la superfioie di livello. Si sarebbe detto
che la colonia avesse sete d'ossigeno. Eppure, se mai si fosse voluto fare una
187
previsione, tutto avrebbe dovuto far conchiudere che la migrazione sarebbe
stata diretta precisamente nel senso contrario, cioe verso il foiido, dove tutta
una popolazione di Clone, di Briozoi, di Spugne, trovava condizioni di vita pror
sperosa. Invece gl'individui della colonia che erano piii vegeti si affollarono
in scliiera fitta verso I'orlo superiore ; anzi taluni si spinsero cosi presto avanti
agli altri che si distaccarono in gruppi dalla massa comune. Jntanto tutta la
colonia si vedeva presa da un certo malessere generale. Noii era piu la tunica
comune limpida e trasparente dei primi giorni, ma una sostanza opalina gial-
liccia, quasi opaca ; non piu I'aspetto vegeto degl'individui, ma un rimanersene
spesso chiusi a lungo, in uno stato di semicontrazione.
Nei primi giorni d'ottobre lo stato di sofferenza della colonia era gia
molto avanzato, soprattutto verso il lembo inferiors. Ed appunto qui cominci©
piu tardi un vero disfacimento, tale che in breve, dell' antica colonia madre,
restarono solo cinque o sei pezzettini : alcuni residui scampati dalla distru-
zione della colonia principale, altri derivati da scissione. Ma anche questi pez-
zettini, gia fin da prima poco trasparenti, di tinta giallo-sudicia e vizzi, non
tardarono a seguire la sorte comune.
La seconda colonia di cui intendo dire e cresciuta su di una parete
delle vasche dell' Acquario. Nei primi giorni di novembre era una colonia
relativamente estesa, perfeitamente sana, e, com'e il caso in queste condizioni
di buona salute, quasi senza prolungamenti tnnicali sporgenti oltre dal lembo
comune. Nondimeno, durante il corso del mese, anch'essa comincio a muo-
versi. Lentissimo era il movimento, ma incessante, e, come nelle colonie della
vasca del laboratorio, sempre diretto in alto^ verso la superficie di livello
dell'acqua, e sempre accompagnato da un notevole processo di frastagliamento.
Sul comiuciare di dicembre Tantica colonia non esisteva ormai piii come tale;
solo vari pezzi, per lo piii assai piccoli, si vedevano qua e la isolati e distanti
I'uno dall'altro. In questo stato sono passati i mesi della stagione fredda. Ma
al venir di primavera ognuno dei frammenti s'e risvegliato a nuova vita, fa-
cendosi centre d'attiva gemmazione. Oggi (aprile), queste nuove colonie figlie,
nate dall'antica primitiva, sono nel loro pieno vigors di vita, sotto forma di
larghe macchie bianche, con ampii coni cloaoali comuni.
Come risultato generale di queste osservazioni suUe colonie viveuti si ha
che per i Diplosomi si deve ammettere come mezzo molto attivo per la molti-
plicazione delle colonie la scissione spontanea. Nuove colonie fiorenti si pos-
sono distaccare dal margins libero delle colonie migrant! ; altre prendono ori-
gine forse da qusi frammenti che rimangono abbandonati per via, quando la
migrazione precede con troppa fretta e irregolarmente. Esaminando questi
frammenti lasciati indietro, spesso avviene di vedere in essi degli individui
vivaci si, ma incapsulati quasi in una cisti protettrice. Non mi e riuscito di
stabilire con certezza in sito se questi individui abbiano il potere di sopravvi-
vere piu a lungo degli altri, e rimanendo la dove si fermarono la prima volta,
e riuscire poi a loro volta fondatori di nuove colonie.
Credo nondimeno probabile la cosa, tenendo conto specialmente di un'altra
osservazione che diro. Mantenendo ia circolazione in un bicchiere delle colonie
di Diplosoma prese direttamente dal mare, mi e avvenuto piu d' una volta di
vedere che le colonie invece di morire tutte insieme, si disfanno a poco a poco.
In tal caso, nel fondo del bicchiere si raccoglie un certo detrito bianco, il quale
— 188 —
«saminato piu attentamente si dimostra formato dl granelli, ciascuno conteneiite
qualche uovo, o qualche larva, o qualche individuo incapsulato in un involucre
formato dalla tunica comune. Raccogliendo alcuni di questi granelli e tenen-
doli in una vaschetta con acqua fresca, ma non corrente, vari fra essi diven-
nero aderenti al vetro. Rimessi in tale state in vasche dove la circolazione
d'acqua e continua, in pochi giorni ottenni delle piccole colonie. Cosi, possiamo
conchmdere. se questo disfacimento si fosse fatto in pieno mare, quelle antiche
colonie madri. per mezzo di questi propagoli mandati in giro, si sarebbero molti-
plicate a distanza, precisamente come avviene per le larva liberamente vagauti.
Riepilogando : tre maniere vi sono nei Diplosomi per dare origine anuove
colonie: 1. le larve ; 2. la scissione di colonie tiglie con relativa migrazione
strisciando sul sostegno ; 3. i propagoli.
2. Migrazione della Ciona intestinalis . — Nella grande vasca del labora-
torio della Stazione Zoologica di Napoli sono assai frequenti i casi d'individui
di Ciona intestinalis peduncolati. Su di essi ha gia richiamato I'attenzione il
Lo Bianco, il quale, facendo pure notare la presenza sul corpo di tali ascidie
d'un gran numero di bollicine d'aria, attribuiva giustamente a queste la prima
ragione della formazioue del peduncolo. Li ho guardati anch' io con curiosita
questi strani animali, per varie settimane di seguito, nell'occasione che, vo-
lendo studiare la migrazione delle colonie di Diplosoma, di cui piu sopra ho
detto, aveva ottenuto, grazie alia cortesia della Direzione della Stazione, che
per qualche tempo non si procedesse alia solita ripulitura della vasca.
E molto notevole il fatto che la Ciona, stirata su dalle bollicine, spinge
dalla base d' inserzione del peduncolo molte appendici rizoidi lluttuauti in tutti
i versi. Esaminando queste appendici, si trovauo costituite interamente sul
tipo dei prolungamenti ectodermici del Diplosomi nel momento che essi sono
distesi in forma di ditb di guanto. Manca, nondimeno, quella che nei prolunga-
menti dei Diplosomi e la parte caratteristica, cioe la speciale papilla adesiva.
In talune appendici il prolungamento ectodei-mico si va ritirando o anche si
e addirittura ritirato, cosi che tutto si riduce a semplici appendici inerti della
sostanza della tunica che non tardano a cadere piu o meno in rovina. Si
ripete cosi quello che in altre circostanze avviene delle appendici radiciformi
che strisciano fissate al sostegno. Questo si vede quando le Ascidie sono inse-
rite nel mezzo della vasca.
Ma quando, invece, la Ciona ha preso inserzione su d'una parete verticale,
all ora non pill prolungamenti cilindrici, liberamente fluttuanti si formano, ma
solo appendici adesive; le quali strisciando suUa parete si ramificano varia-
mente, si allargano uell'estremo distale come vere foglie, segregano un'abbon-
dante sostanza tunicale. Intanto I'animale, tratto su dall'aria, cambia sempre
posto, e migra in alto. Nuove appendici di tissazione si rendono allora necessa-
rie, e I'ectoderma le emette abbondantemente. Ma non bastano an.cora, perche
la base del peduncolo d' inserzione si va continuamente alloutanando.
Insomnia, in ultimo il risultato di tutto questo distendersi incessantemente
e fissarsi di nuovo e di continue, e uno spostamento successivo del punto d' in-
serzione dell'ascidia sul sostegno : una vera migrazione, che riesce assai piii
evidente nei casi in cui, amisura che I'animale si fissa sempre piu avanti,
talora si va pure a mano a mano atrotizzando la parte radicale che rimane
indietro.
189
Seduta pomeridiana.
II Presidents annunzia che le dimostrazioni inerenti alle comunicazioni si
faranno dalle 17 in poi nella sala del Museo Zoologico. Da quindi la parola ai
soci per le
Comunicazioni scientiflehe.
Bassani F. — Su alcuni axmnzi di jjesci del j)liocene toscano.
II corapianto Roberto Lawley, cultore benemerito di paleontologia,
raccolse, com'e noto, anni addietro, nelle argille plioceniche delle colline to-
scane e sopratutto nei dintorni di Orciano, di Voiterra e di Siena, una ingente
quantita di avanzi di vertebrati e ne illustro buona parte in parecchie Me-
morie (1). Egli ne cito 138 specie, distribuite in 65 generi : di esse, 126 appar-
tengono ai pesci e sono princijjalraente rappresentate da denti, da squame e
da doruliti, 3 ai cheloniani e 9 ai raammiferi. Quelle indicate con nomi nnovi
sommano a 61.
In codesti suoi studii egli ebbe il merito notevolissimo di istituire copiosi
ed efificaci confronti con la fauna odierna, acquistando alio scopo un ricco
matei'iale osteologico, preparato ottiinameute, e di riconoscere intimi rapporti
fra un gran numero dei predetti resti pliocenici ed altri viyenti. Tattavia, pur
dichiarando spesso che tali resti « corrispondono afFatto, a specie attuali e
ne sono i rappresentaiiti alio stato fossile », li pubblico quasi tutti con nomi
specifici nuovi. Dei riraanenti, riferi molti a specie neogeniche e parecchi a
specie eoceniche, cretacee e giurassicbe {Aspidorhynchus ornatissimus Ag.,
Carcharias tenuis Ag., Chimaera Bucklandi Eg., C. Egertoni Buckl. sp., C. lep-
tognathus Ag., C. Mantelli Ag., Corax Egertoni Ag., Galeocerdo minor Ag.,
Lamna elegans Ag., L. [OdontaspisJ JJronni Ag., L. [Od.J Hopei Ag., Myliohatis
jynnctatus Ag., M. suturahs Ag., Notidanits microdon Ag., Otodus appendicu-
latus Ag., Oxyrhina Mantelli Ag., Spinax major Ag., Tetrapturus minor Ag.)
Natui-almente, qnesta associazione di forme spettanti a periodi terrestri
cosi differenti parve molto strana, e qualche naturalista ne rilevo, incidental-
mente, la poca probabilita o, per dir meglio, la inammissibilita. A malgrado di
cio, alcuni studiosi, disposti a concedere alle specie una straordinaria resistenza
attraverso le epoche geologiclie, trovarono nelle suaccennate risultanze un
nuovo argoraento in appoggio della loro opinione.
Piu tardi, Arturo Smith Woodward [-), Luigi Segu enza (■^) ed io
stesso (^) rettificammo alcune fra le deterrainazioni di Lawley, basandoci, in
generale, suUe descrizioni e suUe ligure.
(') Monogriifia del genore Notidanus. — Osserrazioni sopra nua mascella loss, del geu. Sphmro-
dug. — Pesci ed altri vertebrati fos.s. del pliocene toscano. — Nnovi studii sopra ai pesci ed altri
vert. foss. delle colline toscane. — Quattro meraorie sopra a resti fossili. — Rea'.i foss. di Selache tro-
vati a Kicava. — Studii coinparativi sui pesci foss. coi viventi dei gen. Carcharodon, Oxyrhina e Ga-
leocerdo. — Nnovi denti fossili di "i^otidamis rinvenuti ad Orciano pisauo.
(") Arturo Smith Woodward. Catalogue of the fossil fishes in the British Museum — Part. I.
(^} Luigi Seguenza. — I vertebrati foss. della prov. di Messina. Part. I. Pesci, pag. 70.
{") Bassani. — Note paleontologiche. — Ittioliti niioc. della Sardegna. — La ittiofanna di
G-assii.o.
— 190 —
Se lion che, per giungere a deduzioni veramente fondate, era necessario
lo studio diretto degli eseinplari, tanto piu che di molte fra le specie pubblicate,
note e uuove, Lawley non aveva dato il disegno. Ora io, in questi ultinii
inesi, ho avuto 1' opportunita di esaminare, in qualche coUezione pnbblica e
privata, parecchi avanzi di pesci pliocenici della Toscana, raccolti e determi-
nati da lui, i quali, per quanto scarsi, mi hanuo fornito risultati soddisfacenti.
Fra essi, infatti, ho riconosciato le specie seguenti. Aggiungo fra paren-
tesi i nomi con cui vennero indicate da L aw 1 e y.
Specie viventi.
Acanthias vulgaris. {Spinax major Agassiz).
Carcharias [Prionodon] glaucus . . . {Pnonodon suhglaucits Lawl.),
Carcharias [Prionodon] glyphis . . , (Glyphis urcianensis Lawl.).
Carcharias [PrionodonJ lamia {Carcharias tenuis Ag., Carcharodon minimus
Lawl., Corax Egertoni Ag., Galeocerdo
etrusciis Lawl., Pnonodon siiblamia Lawl).
Carcharodon Rondeleti (C. angustidens Ag., C. etruscus Lawl., C sul-
cidens Ag.).
Centrina Salvianii (C. Bassanii Lawl.).
• Chrysaphrys aurata ( C Agassizii £. Sism.).
Galeus canis (Galeocerdo minor Ag., G. Pantanellii Lawl.).
Myliobatis aquila {M. angustidens E. Sism.).
Notidanus griseus. . .'. {N. gigas E. Sism., N. Meneghinii Lawl., N.
microdon Ag., N. prhnigenius Ag., N. re-
curvus Ag.).
Odontaspis ferox (Lamna [Od.] Bronni Ag., L. [Od.] Hopei Ag.,
L. [Od.] duhia Ag.).
Oxyrhina Spailanzanii {Otodus appendiculatus Ag., Ot. sulcatus E.
Sism., Ox. Desori Ag,).
Raja clavata {R. antiqua Ag.).
Scyllium stellare (-S'. Pauluceii Lawl.).
Scymnus lichia {S. Majori Lawl.).
Squatina angelus (<S'. D'Ancoaai Lawl.i.
Trygon Gesneri (T. subgesneri Lawl. in sch., T. Targionii
Lawl).
Xiphias gladius (A'. Delfortriei LaAvl.).
Specie neog'eniche.
Odontaspis contortidens {Lamna elegans Ag., L. [Od.] contortidens Ag.).
Oxyrhina hastalis (0. Agassizi Lawl., O. hastalis Ag., 0. Man-
telli Ag., 0. x>Ucatilis Ag., 0. trigonodon
Ag., 0. xij)hodon Ag.).
Da questo elenco risulta :
1." che quasi tutti gli esemplari esaminati da me spettano a forme dei
nostri mari, Cio conferma, del resto, le osservazioni di Lawley, il quale,
evidentemente, partiva dal falso principio che gli avanzi di specie viventi,
— 191 —
quando si trovano in depositi auterioii al moderno, vanno distiiiti con nomi
specific! nuovi.
2." che delle 18 specie eoceniche e secondarie citate da Law ley, io ne ho
rinveuute 1 1 determinate erroueamente, le quali sono in vece neogeniche od attuali.
Ripeto che il materiale avuto a mia disposizione e state molto scarso.
Certo, se si potesse studiare I'iutera collezione (la quale si conserva a Mon-
tecchio, presso Pontedera, in provincia di Pisa), si riconoscerebbe che quella
fauna e costituita in grandissima parte da specie viventi e che non vi e rap-
presentata alcuna specie mesozoica, ne eocenica.
Bassani presenta un problematico avauzo organico raccolto uel calcare eo-
cenico dell'Appennino del Molise, che interessa molto i convenuti.
Paladino G. — Su alcuni puntl covtroversi della stndtura Intbna del ceutri
nervosi.
Richiamo Tattenzione degli osservatori su tre punti della struttura intima
dell'asse cerebro-spinale, cioe a dire 1'^ sul reticolo periferico delle cellule ner-
vose e della sua penetrazione in queste e della sua continuazione col tessuto
interstiziale; 2" sulla penetrazione del nevroglio interstiziale nella guaiua mie-
linica delle fibre nervose o sulla continuazione del nevroglio interstiziale in
quello che io chiamai nevroylio mieHnico, e 3'^ infiue sul inodo di comportarsi
delle fibre delle radici dorsali come giungono nel ipidoUo spinale.
I. In ordine al reticolo pericellulare ed endocellulare delle cellule nervose
present© due preparati di midollo spinale di Trygon violaceus, in uno dei quali
si vede chiaramente un nitido reticolo adattato immediatamente sull'elemento
nervoso ed in chiara e diretta continuazione col tessuto interstiziale, meutre uel-
I'altro si vede chiaramente una cellula nervosa circondata dall'identico reticolo
anzidetto continuantesi non solo col tessuto interstiziale ma altresi con un re-
ticolo che si svolge dentro il protoplasma cellulare. Ed in effetti siccome il ta-
glio ha preso di sbieco la cellula, cosi si ha a vedere per una parte di questa il
reticolo superficiale e pericellulare, e per I'altra parte die comprende anche il
nucleo il reticolo che corre dentro la cellula ed arriva sino allaperiferia del nucleo.
Tale reticolo endocellulare risulta da rami piii sottili di quelli che compongono
le maglie del reticolo superficiale, ma in diretta continuazione coUo stesso. Le
maglie del reticolo superficiale sono di varia forma ed i raggi che le limitano
si riuniscono nei punti d'incontro, ed in qualcuno di questi vi e proprio un pic-
colo corpuscolo nevroglico.
Neir uno e nell'altro preparato si deve notare che il reticolo che involge il
corpo cellulare si continua sui prolungamenti di qnesto, cioe tanto sui dendriti,
quanto suU'assone o prolungamento cilindrassile come dimostrai sin dal 1892 e
come di poi confermarono Colucci C, Capobianco, Fragnito ed altri miei
allievi.
Di che natui-a e mai il detto reticolo pericellulare ed endocellulare? Prima
di dare una congrua risposta ad una tale interrogazione e mio debito rammen-
tare che molte tra le question! sorte intorno Tistologia dei centri nervosi sono
derivate dal fatto che i metodi adoperati se mettono in evidenza alcune parti
restano inefficaci colle altre, sicche coi preparati che si ottengono mentre da un
lato s' induce dall'altro si suppone, dovecche e da seguirsi il precetto di pre-
— 192 —
ferire quei metodi che lasciano contemporaneamente vedere tanto gli element!
nervosi quanto gli interstiziaii.
Da questo punto di vista i metodi die piii mi hanno risposto alio scopo
sono stati quello all'joduro di palladio e I'altro consistente nell'uso della ru-
bina acida in soluzione picro-alcoolica (rubina acida gramme ], acido picrico
grammi 3, alcool a 91 grammi 100). Ebbene con questi metodi a preferenza si
ottengono preparati che presentano colorati e gli element! nervosi e le glia-
cellule, e queste di molto varia dimensione e con proluugamenti in rapporti
tra loro prossimali e distali. Quando le cellule nervosa sono annidate in lacune
del tessuto interstiziale o del nevroglio esse non si trovano libere, ma souo
in cambio circondate da imo strato di nevroglio rarefatto. costituito da piccole
gliacellule con e senza nucleo e con prolungamenti fibrillar! che s'intrecciano
variamente e che si vanno a continuare col reticolo pericellulare, e nel tutto
insieme costituiscono quello che io ho chiamato il ragnatelo nevroglico.
Merce la soluzione di rubina acida anzidetta si hanno preparati dove e
possibile di vedere chiaramente il reticolo pericellulare in continuazione al-
I'esterno col resto del ragnatelo nevroglico ed in generale col nevroglio in-
terstiziale, ed all'interno continuantesi con fili piii sottili che alia loro volta
s! riuniscono e formano una rete a maglie piii strette e giungente fino al nu-
cleo. II dubbio che il reticolo superficiale o pericellulare possa essere inter-
pretato per intracellulare e vittoriosaraente vinto dal fatto che il reticolo
esterno ed interno si trovano a different! piani, onde I'uno si Tede a fuoco
piu alto e I'altro a fuoco piu basso, ed inoltre dalla presenza del nucleo alio
stesso livello del reticolo interno, il che da garanzia e sicurezza che quanto si
vede a detto livello e dentro e non sopra la cellala. Le cellule nervose adun-
que nel midollo spinale sono circondate da nevroglio che forma un reticolo
intorno alle cellule in continuazione con quello che la rubina acida mette in
evidenza dentro le stesse.
Una tale continuazione del ragnatelo nevroglico dentro le cellule fa sem-
pre piu intimi i rapporti tra nevroglio e le cellule nervose. E cio c! deve
aiutare ad apprezzare al loio giusto vaiore alcuni de! piii recent! trovati, fra
i qual! il rivestiraento retioolare delle cellule nervose descritto dal Gclgi, il
reticolo illustrate da Donaggio, quello da Bethe e da altri.
Or dopo la ripetuta conferma e I'estensione de! predetti rapporti intimi tra
nevroglio e cellule nervose, prima di concludere altrimenti sull'essenza del re-
ticolo peri ed endocellulare m! pare s! dovesse escludere che sinno parte del
ragnatelo nevroglico adattato a reticolo pericellulare e continuantesi nel reti-
colo endocellulare.
La significazione di questi rapporti intimi tra nevroglio e le cellule nervose
e della massima importan^a, e senza divagare in interpretazioni fantastiche
son d' avviso che debba il nevroglio rappresentare un apparecchio nutritive, un
apparecchio per la piii intima distribuzione de! succhi plasmatic! a vantaggio
delle cellule nervose attraverso le maglie del reticolo pericellulare e seguendo
i ram! della rete endocellulare. Nel contempo il nevroglio pericellulare deve
servire quale mezzo isolante della conducibilita nervosa.
II. II nevroglio non solo si adatta imraediatamenfce alle fibre nei centri
nerves!, ma piglia intimi rapporti anz! si coatinua nello scheletro mielinico.
Io vi present© un altro prej^arato che e una sezione trasversa del midollo
193
spiiiale di Trygon violacms e die osservato, specialuiente in coi-rispondenza dei
cordoni ventfali costituiti dalle fibre pin grandi, vi fara avere cbiara la no-
zione che le cellule nevrogliche interstiziali di molto varia dimensione man-
dano tntte prolungamenti che o corrono suUa periferia dello scheletro mieli-
nico, giacche queste fibre iiervose non lianno membrana di Schwann, oppure
vi si addentrano e collo stesso si continuano. Tale penetrazione avviene o nelle
fibre contigue alle cellule nevrogliche o nelle fibre dalle stesse lontane.
In ogni sezione trasversa di fibra nervosa si ha a vedere 11 cilindrassile
centrale o piii o meno eccentrico, e tra questo e la periferia si trovano rami
in varia direzione, convergenti talora in rigonfiamenti t'usoidi, in qualcuno dei
quali si deve distinguere un accenno di nucleo. Mentre arrivano a circondare
il cilindro dell'asse alia periferia si mettono in continuazione col nevroglio
interstiziale. Rispondono detti rami alia colorazione della rubina acida come il
nevroglio interstiziale, a simiglianza del come gli uni e I'altro avevano lispo-
sto di gi^ alia reazione del joduro di palladio.
II nevroglio adunque non lascia lacune canaliculate a traverse cui corrono
liberamente le fibre nervose, si bene vi penetra dentro e ne costituisce lo
scheletro mielinico.
I migliori preparati I'ho ottenuti con pezzi di midollo spina;le colorati
dopo di averli smielinizzati merce bagui successivi di benzoic ed alcool a parti
uguali, di benzoic solo, e poi di alcool assoluto a caldo, o pure dopo averli
sottoposti all'azione digestiva del succo gastrico.
Tali rapporti tra il nevroglio interstiziale e lo scheletro mielinico non sono
meno interessa^jti di quelli tra nevroglio e cellule nervose. Ci I'anno meglio
comprendere la vera natura dello scheletro mielinico e ci i'anno apprezzare al
giusto valore in massima i coUaterali cbe sono da ritenersi quali filamenti o
raggi di nevroglio e non rami- del cilindrasse.
III. Ed eccomi al raodo di comportarsi delle fibre delle radici dorsali al
lore arrivo nel midoilo spinale. Secondo lo schema dato negli ultimi tempi da
Kolliker, Ramon y Cayal, van Gehuchten, ecc. le fibre nervose delle
dette radici si sarebbero biforcate in un ramo ascendente pin lungo ed in un
ramo discendente piu corto. Questo trovato istologico sarebbe stato in accordo
coi dati sperimentali riflettenti le conseguenze della recisione delle radici dor-
sali, a cui conseguitano degenerazioni ascendent! e degenerazioni discendenti.
Intanto coi metodi che colorano contemporaneamente tutto non si hanno a
confermare le biforcazioni anzidette. Gia. il Golgi aveva ritenuto che fossero
rare, ma io devo essere piu reciso a non ammetterle addirittura. Quelle che
in cambio si avvera e questo: le fibre delle radici dorsali arrivate che sono nel
midollo si ripiegano in sopra, pero alcune si ripiegano in senso opposto verso
I'estremo caudale, sicche si incrociano con quelle che vanno in sopra od ia-
nanzi. Tale effettivo comportarsi delle fibre delle radici spinali dorsali spiega
poi come alia recisione di queste debbano conseguire degenerazioni ascendenfci
6 discendenti del midollo spinale.
Cosi stando le cose, lo schema divulgate negli ultimi anni da Kolliker,
Ramon y Cayal, van Gehuchten, ecc. in ordine alia disposizione delle
fibre sensitive e loro rapporti colle cellule nervose nel midollo spinale va ri-
veduto sulla base dei nuovi rapporti da me messi in luce tra nevroglio ed
elementi nervosi.
— 194 —
Diamare V. — Cisti epiteliali nel cosiddetto pancreas dei Petromizonti.
Alia strana condizione del t'egato il cui dotto sparisce, all'epoca della tra-
sformazione deW Aminocoetes in Petromyzon, si riannoda strettamente la que-
stioue d'un eventuale pancreas.
II coraplesso di follicoli esistenti suU' inizio dell' intestine medio (org. d^
Langerhans) laoiV Aminocoetes e, secondo alcuni, un pancreas, secondo altri
(Schneider) una milza. Kupf'f er, al quale poco chiara apparisce la significazione
dell'organo, trova che il prime apparire d'un pancreas nelV Ammocoetes segue
le linee generali consuete, ma che gli abbozzi ventrali si visolvono in tessuto
epatico, mentre I'abbozzo dorsale, coUegandosi al fegato. fornisce proprio esso
la via d' escrezione al medesimo: ossia qui non tratterebbesi d'un coledoco.
ma d'un omologo del dotto di Sautorini. Brachet, ispirandosi ad una con-
cezione di Mayr. ammette un pancreas, per cosi dire, virtuale, in una zona
del medio intestino, laddove T organo di Langerhans inclina a i-iguardare
tutt' al piu, come equivalente alls cosidette isole di Langerhans dei verte-
brati piu evoluti.
lutanto nel Petromyzon ed in forme di transizioni un differente organo e in-
dicato da Schneider e daNestler come residuo dell' obliterato dotto del
fegato. Kupffer, che definisce I'organo « un tutt'altro che insignificante pan-
creas della forma adulta », suppone che sorga piu tardi, appunto dal dotto di
Santorini. Giacomini, ha dato recentemente particolari suUa posizione.
rapporti e struttura di tale massa con i quali riesco ad accordarmi in parte,
differendo per altro su interpretazioni raorfologiche. Ma qui come osservazione
che forse potra avere qualche interesse nello stato delle queptioni, di cui per-
cio ho dato un cenno, vorrei semplicemente ed in breve far noto un reperto che
mi si e ofiferto, nell' esame di tagli seriali deli' intestino medio e suoi annessi
glandular! d'un esemplare molto grande di Petromyzon marimis, gentilmente
avuto vivento dalla Stazione Zoologica.
II complesso glaudulare anteriore, sito neilo spessore dell'iutestino, sembra
sui tagli che risulti di due masse riunite fra loro da un tratto della stessa so-
stanza. Ora, sul punto in cui gli ammassi stanno per ridursi e sono prossimi a
scomparire poi sui tagli seguenti, ed inoltre, sul punto in cui il complesso po-
steriore sta per incunearsi nel fegato, ho rinvenuto dico, in ciascuna delle tre
masse in parola, una cisti, fatta da particolare epitelio semplice.
Le cisti epiteliali non hanno un rivestimento proprio conn etti vale o cap-
sula, ma giacciono, strettamente vicine a quelli che Giacomini omologa
a' tubi zimogenici, ed alle vescicole piu grandi, omologate dall'A. ad isole di
L an ger bans, nella stessa trama interstiziale. Qneste formazioni che io per ora
chiamero semplicemente « costituenti glandulari » soao separati dall'epitelio ci-
stico talora solo da capillari : in taluni punti esiste pero tale intima connessione
tra le « vescicole piu grandi » e I'epitelio che, nella retrazione provocata dal
fissatore, alcune di queste ultima hanno seguito I'epitelio ed appariscono saldate
ad esso, quasi ne fossero diretta continuazione.
L'epitelio delle cisti risulta di cellule la cui altezza varia alquanto, con un
nucleo piu piccolo delle « vescicole piu grandi », ma piii oscuro. Per i caratteri
del nucleo e per i caratteri generali questo epitelio oflfre spiccata somiglianza
con l'epitelio intestinale. Analogamente a questo ultimo le cellule si colori-
scono in rosso-vinoso con eraallume ed eosina e mostrano del pari assai evi-
- li
dente quel particolare orlo striate, indicate come orlo ciliato o « bordnva a
spazzola » neU'epitelio renale, in cui sopratutto fu studiato e variamente in-
terpretato (Tornier, Disse, Nicolas, Sauer, Trambusti, Renaut,
Monti). Sopratutto distintissimo, come neU'epitelio renale notarono Sauer
ed i germani Monti, e come io constato neU'epitelio intestinale dello stesso
Petromyzon, e quella serie di puntini che si mostrano intensamente iutinti alia
base dell'orlo. Veramente se quest'ultirao risulti poi di ciglia e discussions in
tesi molto generale e non concerne lo scopo della presente comunicazione. Devo
far osservare pero che oltre alia « bordura a spazzola » si riscontrano in tratti
delle cisti, in alcuni elementi, come dei bastoncelli rigidi o variamente affasciati,
emanantl dal citoplasma, i quali s'intingono del pari vivamente con 1' eosina.
Questi hanno propriamente tutto I'aspetto di ciglia ed e a rilevare che si riscon-
trano del pari, con identici caratteri, oltre alia cosidetta bordura a spazzola,
sull' estremita distale di cellule epiteliali dell' intestino. Si dovra tener conto di
cio, in una piu esatta valutazione della « bordura » in generale.
Nell'interno delle cisti s'osserva un coagulo areolato, con nodi alquanto piii,
densi e piu colorabili (eosina, congorotlij o singoli minimi grumetti sparsi. Singo-
lare e un rientramento. con interruzione dell'epitelio, in una cisti : sembra che
il tratto interrotto sia completato da un capillare sanguigno. Immagini analo-
ghe ho trovato talora anche nelle < grandi vescicole » della massa glandulare.
In riassunto delle impressioni che riporto dall' esame dei preparati devo
insistere che le forraazioni cistiche rinvenute hanno disposizione abbastanza
regolare ne' tre ammassi glandular! e presentano caratteri intestinali spicca-
tissimi. Mi domando se eveutualmente rappresentino ordinarie vestigia d'uu
derivato intestinale, a un di presso come gia sappiamo verificarsi di certi de-
rivati dell' intestino medesimo ? (AUudo specialmente alle vestigia brauchiali e
sopratutto al corjDo postbranchiale, i cui rudimenti a mo' di cisti persistono nella
tiroide e nelle paratiroidi dell' uomo e di vertebrati). Nel caso attuale le cisti
potrebbero eveutualmente essere i rudimenti dello scomparso dotto del fegato ?
Quando rifletto che il dotto occupa la zona in cui, per un ulteriore pro-
cesso di torsione dell'intestino (Nestler, Kupffer), ruota I'organo di Lan-
gerhans, e quando constato sui miei tagli di Ammocoetes che follicoli di Lan.
gerhans si spiccano dall'epitelio intestinale, propriamente anche sul punto di
sbocco del dotto e, quando si tien presente che il lurae del dotto si perde in
tratti staccati (Nes tl er), si puo immaginare, dico, senza stbrzo, come possano da
cio risultarne tratti cistici, persistenti in seno alia massa che ne prende il posto.
In tagli, non seriali, d'un intestino ed annessi, di Petromyzon Planeri. ho
veduto sezioni di cisti analoghe.
Diamare mostra i disegni e preparati che illustrano la sua nota.
D'Evant T. — Sin rami minori deW aorta ventrale e specialmente sulla irri-
gazione del plesso celiaco del simpatico.
Fa rilevare che mentre i grossi rami dell' aorta ventrale sono ben cono-
sciuti sia nelle loro condizioni ordinarie, che anormali, ed anche per quel che
riguarda il loro significato e tipo morfologico, lo stesso non si puo dire per
un'altra serie di piccoli rami, che si distaccano dalla parete antero-laterale
dell'aorta ventrale, e che pure hanno importanza relativa agli organi cui si
distribuiscoflo. Meglio conosciuti sono i corrispondenti rametti del segmento
— 196 —
toracico deir^4. In quanto a quelli del seginento addomiuale iioii ne ha trovato
ceuno.in opere special!, e solo qualche nozione se ne trova nel Theile e nel
Roiuiti, i quali hanno solo nominati dei rametti glaudolari e nervosi. Ora,
data la iniportanza fisiopatologica grandissima del plesso solare, e dei ganglii
sernilunari, renali e metenserici che vi si trovano intercalati, noncbe la grande
massa della sosfanza nervea che compi-ende tanto la parte plessitbro'e quanto
la parte gangliare di questo centro nervoso, I'A. fa rilevare che, mentre la
parte morfologica di questo centro e abbastanza ben conosciuta anche nelle
sue principali varieta, non e ben determinata la sua irrigazione. A tale scopo
I'A- ha istituito delle ricerche sull'uomo e in qualcho manamifero piu grosso e
comune.
Da queste osservazioni fatte su preparati ad iniezione fina niolto pene-
trante od a caldo, legando i maggiori vasi collateral! a qualche distanza, e
veuato alle seguenti conclusioni:
1" L'aorta ventrale da, fra le tre serie di rami pari ed imparl, una doppia
serie pari di piccoli rami, die si staccano dalla sua parete antero-laterale in una
linea verticale, fra la serie dei rami viscerali pari (numerosi nei Sauropsidi, e
ridotti per fusione nell'uomo e nei mammiferi) e quella del gruppo celiaco-
mensenterico, anche tanto ridotti nell' uomo rispetto agli animali inferiori ;
2'' Che essi rami sono pari ed hanno disposizione segmentaria,
almeno originariamente e tipicamente, potendosi trovare numerose varieta
tanto di numero, quanto di origine anche dai rami collaterali prossimi, ma
esistono costantemente ;
3" Sono al numero di qunttro e talvolta di cinque paja, che pero sono
separati da intervalli minori di quelli che separano i tronchi angiomerici col-
laterali, trovandosi raggruppati in un limite piu ristretto.
4° 11 4" pajo, piu basso (caudalmente), piu grosso, corrisponde alle arte-
viae uretericae mediae di Haller. II 3'^ ed il 2" vanno alle giaiidole linfatiche
del plesso aortico, ed alia capsula adiposa del rene ; il 1° pajo (piu craniale)
puo nascere dall'aorta o dalla capsulare, ha decorso ricorrente, ed irriga il mar-
gine mediale del ganglio semilunare, o del ganglio che corrisponde alia fusione
del ganglio semilunare ed aortico, si puo anastomizzare con qnello del lato op-
posto, e da esso partono i rami pel ganglio celiaco. Esso rappresenta nell'uomo
quell'unico o doppio ramo che, nei solipedi, l'aorta ventrale da al plesso solare.
Su questo punto le ricerche saranno continuate.
In quanto alia irrigazione arteriosa del ganglio semilunare conclude :
1" Che la sua irrigazione e in rapporto tanto di questo ramo quanto con
rami sussidiari che vengono da una delle tre aa. capsular! ; '2° Che vi puo es-
sere anastomosi tra i due lati ; 3 " Che spesso si forma una specie di circolo co-
ronario intorno al ganglio, e dal quale si staccano le sue arteriole ; i-'^ Che il
ganglio ha percio diverse sorgenti d' irrigazione, per la sua importanza fuii-
zionale, e che pero la sua nutrizione e abbondantemeute assicurata.
D'Evant presenta le figure ed i preparati che accompagnano la sua comu-
nicazione.
Capobianco F. — La ergogra^a del gastrocneviio nelVuomo.
II muscolo gastrocnemio, rinforzato dal soleo, col quale ha tendine unico,
com' e noto, ha funzione di estendere il piede suUa gamba ed allorche la pianta
— 197 —
del piede poggi su di uu piano resistente o sul suolo, variando il punto fisso,
puo sollevare il corpo sulla punta del pledi ed ha percio gioco importantissimo-
nel cammino, nella corsa, nel salto ecc.
Profittando di quest' azione e per alcuni iniei S'tudii io lio teutato di otte-
nere la grafia della tatica del muscolo in parola mediants una modificazione del-
I'ergografo del Mosso, die tanti servigi ha reso alia sperimentazione umana.
Ho usato cioe I'ordinario apparecchio inscrittore del Mosso e ne ho sol-
tanto rese piu luughe le dae aste parallele, su cui scorre il mobile, per per-
mettere a quest' ultimo piu ample escursioni.
Air apparecchio fissatore dell' antibraccio ho poi sostituito uno stivale di
t'ela forte e resistente, fornito di una suola rigida, di ferro o di legno, la quale
anteriormente s'articola a cerniera fissata su di un predellino di legno alto
alcuni centimetri sul livello del tavolo ov'e disposto tutto 1' apparecchio. Po-
steriormente detta suola si prolunga in uno sperone, che i'uoriesce dal limite
dello stivale ed anche dal predellino. Al foro di cui e fornito questo sperone
si attacca una resistente minugia, la quale scende per riflettersi al disotto
di una puleggia hssata al tavolo e ad un livello piu basso del piano del pre-
dellino di legno, ove si trova fissato lo stivale. Dopo il passaggio sotto la pu-
leggia la minugia va ad attaccarsi al mobile deH'apparecchio inscrittore, preci-
samente come nell' ergografo del Mosso la corda, che e tratta dal dito medio.
II movimento e semplice ed awiene nel modo seguente: I'individuo, che
si assoggetta all'esperimento, siede su di una sedia per evitare nei risultati
difFerenze dovute a diversita individual! del peso del corpo. Una larga cinghia
di cuoio gli stiinge i muscoli della coscia per impedire nella miglior maniera
la loro entrata in azione in qualsiasi periodo dello esperimento. La gamba e
leggermente avvicinata alia coscia e il soggetto e invitato a sollevare ritmi-
camente, con successioiie volontaria o regolata da metronomo, il calcagno, men-
tre la punta del piede e fissata alia cerniera, che rende impossibile qualunque
spostamento in altri sensi. II peso da sollevare puo essere variabile, ma per
ottenere una piu facile stanchezza ho preferito '20 Kg. Dopo il sollevamento
per contrazione del tricipite surale e questo peso che trae giu il calcagno e si
ha I'abbassamento e sulla carta la linea di ritorno al riposo.
Cosi praticando si ottengono tracciati caratteristici della fatica del mu-
scolo, che, mutatis mutandis, riproducono con grande fedelta il tipo della curva
ergografica delflessore del dito medio della mano, ottenuta con I'efficace e sem-
plicissimo apparecchio del Mosso, di guisa che basta conoscere la curva della
fatica della mano in un dato individuo per riconoscerne in mezzo a parecchi
saggi di persone diverse quella fornita dalla fatica del tricipite surale.
Questo breve cenno sara quanto prima seguito da una descrizione piii
anipia ed esauriente e dalla riproduzione dei caratteristici tracciati, di cui
presento ora ai Signori Socii alcuni saggi.
Capobianco presenta le grafiche relative ed il disegno dell' apparecchia
adoperato.
Capobianco F. — La influenza di agenti fisico chimici sui muscoli lisci dHn-
vertebrati.
Espongo qui alcune conclusioni generali, tratte da un lungo studio speri-
mentale, seguito su due invertebrati Y Eledone mosdiata ed il Sipunculus nudus,
M. Z.
■ — 198 —
poiche il lavoro complete vecle la luce negli atti dell' Accademia Reale dalle
Scienze di Napoli.
Alio scopo di portare un contributo alia questione sempre viva e discussa
della velenosita specifica muscolare o nervosa dei varii tossici, e profittando
della liberale ospitalita presso la stazione zoologica di Napoli, io ho provato
sni preparati neuro-muscolari dei predetti animali marini I'azione di oltre 50
veleni, tra sostanze miiierali, anestetici, alcaloidi e glucosidi, essenze, nouche
gli effetti delle variazioni di "temperatura; determinando altresi la conceutra-
zione della soluzione di cloruro sodico fisiologica per sifFatti aniinali e che
deve avere un contenuto del 2-3 'Vo di sale; e non solo in questi due inverte-
brati, ma nella torpedine, nell' octopus ed in altri animali marini.
Mediante un opportune dispositive io ho potuto nelle esperienze sul sipun-
culus ottenere tracciati grafici della contrazione muscolare dopo I'azione dei
piu differenti tossici.
Da una cosi ampia serie di esperienze io ho concluso:
1° Che vi ha dei muscoli lisci inattaccabili o quasi anche dai piu forti
veleni muscolari ;
2" Che vi ha muscoli lisci vulnerabili anche a veleni, che per altri mu-
scoli sono di trascurabile azione e che se non giungono proprio ad avvelenar
quelli profondamente v'inducono p3r6 cangiamenti rilevabili graficamente nel
decorso della contrazione muscolare;
3° Che anche le fibre nervose amidollari degl'invertebiati sono dotate di
quel potere di resistenza ai tossici, generalmente riconosciuto per le fibre
nervose midoUari dei vertebrati ;
4" Che parlando di velenosita specifica muscolare o nervosa, si debba di
necessita precisare la classe di animali, su cui quella piio esplicax'si e che. per
conseguenza. non esistano assoluti e generali veleni muscolari o nervosi;
5'J Che, infine, i muscoli lisci degl'iuvertebrati possono fornire una curva
di contrazione, che in date condizioni, riproduce con grande verosimigliauza
quella di una fibra striata.
Bianchi L. — I fasci associativi lunghi del lobo frontale^^).
Bianchi mostra i preparati che fanno oggetto della sua comunicazioue.
Monticeili Fr. Sav. e Lo Bianco S. — Coviunicazioni sui Peneidi del golfo di
Napoli.
Facendo seguito alia nostra precedente comunicazione al Convegno di Bo-
logna ed a complemento di questa (-) diamo ora notizia riassuntiva di altre os-
servazioni occorseci nello studio che proseguiamo sui Peneidi del golfo di
-Napoli nelle seguenti tre comunicazioni :
I. Sviluppo embrionale e larvale del Penaeiis memhranaceus Risso. — Con-
tinuando nei tentativi, riusciti fino allora vani, come dicemmo nella precedente
comunicazione, per ottenere nelle vasche la deposizione delle uova di questa
specie, ci e finalmbnte riuscito, nello scorso novembre, di raccogliere alcune
volte le uova che femmine mature avevano deposte nella vasca dove da tempo
(') 11 riassiiiito ili questa comunicazione, non ha potuto essere pubblicato perclie I'A. non lia
inviato in tempo il nianoscritto alia segreteria. Fr. S'av. Monticeili-
i^) Mouit. ZooL, Anno XI, Supplemento, 3900, pag. 2S-31.
— 199 —
le teuevamo. Queste uova, nell'aspetto e nella forma, souo del tutto identiche a
quelle di Sicyonia sculpta e mostrano le medesime caratteristiche di queste
uella capsula trasparente che le involge, che si comporta come in quelle di
Sicyonia. Dalle quali difFeriscono le uova di P. membranaceus per il colorito
diverse che e piu chiaro, di una tinta grigio-giallastra, e per essere piu fina-
niente granulate nella massa : auche nelle dimensioni di poco esse difFeriscono
da quelle di Sicyonia. Come le uova di questa specie quelle di P. membranaceus
presentano una segmentazione totale e con processo rapido. si che presto si
giunge alia formazione di un embrione scudiforrae coriispondente a quello gia
descritto in AS'icj/OJiia, che, con lo svilupparsi progressive delle appendici, si
completa nella forma nupliare. Ma le seguenti vicende di questa prima forma
embrionale, scudiforme, di P. membranaceus non abbiamo potuto seguire ulterior-
mente, come sono sfuggite alia nostra osservazione alcune fasi della segmen-
tazione per la scarsezza del material e ottenuto e per il facile alterarsi delle
uova. che subito muoiono. Cosicche la forma nupliare di questa specie non ci
e ancora nota ; ma tutto quauto ora sappiamo dello sviluppo, ci conduce a con-
•cludere che questa debba essere simile a quello di Sicyonia. Ed, in ogni modo,
le osservazioni fatte sullo svilnppo di P. membranaceus, confermano quelle fatte
«u Sicyonia, permettendo delle couclusioni generali sulla segmentazione e sullo
svilui^pamento dei Peneidi in genere, nei quali, vien cosi provato, in rapporto
alia loro biologia, come le uova si segmentino totalraente, dando luogo ad un
NaupHus che mena vita autonoma, pelagica.
Quanto alle larve, che nella precedente comunicazioue dicemmo di non essere
riusciti ancora ad identificare per larve di P. membranaceus, ora possiamo asse-
rire — completandone in gran parte la serie.con nuove forme raccolte nel plankton
nello scorso dicembre — di aver rintracciata anche la serie larvale di sviluppo di
questa specie, restando solo da ottenere, per affermarlo in modo assoluto, la
trasformazione sperimentale in giovane P. membranaceus dell'ultimo stadio di
Mysis da noi raccolto. Forma che, per altro, gia mostra tutte in gran parte
accennate, le caratteristiche essenziali che trovansi esplicate nella forma gio-
vane di P. membranaceus, che noi gia possediamo. Le forme larvali della serie
P. membranaceus si distinguono per 1' aspetto generate, per la figura dello
scudo dorsale, come pel colorito da quelle che abbiamo descritte degli altri
Peneidi. Mentre 1' intestine e colorato in I'osso saturno intense, come nelle
larve di Solenocera, la parte anteriore dell'apparato digeronte spicca, iuvece,
per il sue colorito verde diffuse attraverso le scudo dorsale, colore ora piu,
ora raeno intense che ricorda quello delle larve di Sicyonia. Ed e ancora no-
tevele della serie in esame una pigmentazione verde ora raddensata in macchie
(antenne), era diffusa (nel ventaglio codale e nelle spine dorsali dell'addeme),
che si osserva nelle larve di stadii avanzati e piu specialmente in quelli di Mysis.
La piu giovane larva di questa serie, che noi possediamoj e una Zoea ad occhi
peduncelati, con segmenti toracici gia nettamente distinti e ferca codale tipi-
•ca. Lo scudo dorsale e ristrette in avanti ed a margine anteriore troncato con
una spina mediana forte e robusta, lunga quanto le antenne anteriori (antennule);
spina che mostra, ai due lati della sua base, una insenatura che determina
due punte sporgenti dal margine anteriore delle scudo dorsale; dagli angoli
esterni del quale sporgone, inoltre, due spine brevi e robuste.
Questa Zoea, per successive modificazioui, che rientrano nel quadro ordi-
— 200 —
nario dello sviluppo larvale dei peneidi — salvo quelle speciali inerenti alio
scudo dorsale, nel quale sempre piu si accentua la forte spina centrale ante-
riore e si vanno individualizzando le due lateral! — da origine a diverse altre
fasi di Zoea e ad altre successive di Mysis.
Le diverse modificazioni piu importanti di questi stadii sono determinate
dalla forma che gradatamente assume, nel ventaglio codale, che va completan-
dosi, il telson e dal trasformarsi dello scudo dorsale nel suo margine ante-
riore. La spina centrale di questo persiste e diventa sempre piu robusta, slar-
gandosi maggiormente alia base, cosi da occupare, nell'ultimo stadio di Mysis,
tutta la larghezza del margino anteriore dello scudo dorsale, fra gli occbi. Ed
in questo stadio, lungo il dorso di detta spina (il vostro) e verso la sua base,
si sono sviluppate delle altre spine che fanno serie con quelle sorte lungo la
linea dorsale del cefalotorace. Le due spine laterali esterne auteriori dello scudo
dorsale, con 1' allungarsi e sporgere di quella centrale, per formare il rostro,
restano spostate indietro : ed, allungandosi anch'esse, finiscono per trovarsi die-
tro il peduucolo oculare e sotto di questo (latero-ventralmente), per il curvarsi
dello scudo dorsale verso il ventre, nell'ultimo stadio di Mysis; nel quale, die-
tro ciascuna di queste spine laterali se ne osserva ancora un'altra poco spor-
gente. Gli stadii di Mysis sono inoltre caratterizzati dalle spine dorsali dei
segmenti addominali, che si trovano in ciascuno di questi, iielle prime fasi, e che
vanno poi in alcuni scomparendo, in altri crescendo di forza e lunghezza. nelle
fasi successive. Cosicche, nell'ultimo 'stadio di Mysis, si trova solo una forte e
robusta spina dorsale nel terzo segmento, mentre son ridotte quelle del 4" e 5";
ed una iunga ed affinata spina sporge dal mezzo dall'estremita distale del 6''
che raggiuDge quasi meta della lunghezza del telson. E da quest' ultima fase di
Mysis, che, come si e detto, ha gia tutte le imprcnte della forma giovanile,
che dovrebbe venir fuori il piccolo P. membranaceus : ma questa trasforma-
zione non abbiamo ancora potuto ottenere sperimentalmente, avendo invece
raccolte delle torme giovanili di poco piia avanzate nella cloaca del Pyrosnma
descritte nella precedente comunicazione. Lo stadio misidiforme rappresentato
dal Claus nella lig 7 della tav. HI ('), mostra molte rassomiglianze con quelli
della serie larvale di P. membranaceus.
II. SuW Aristeus antennatus. Risso. — Le due specie del mar di Nizza. de-
scritte dal Risso coi nomi di Penaeus antennatus (1816. Hist. Nat. Crust. Nice"!
e di P. fnUacevs (1826), entrambe riportate nella sua Hist. Nat. Europe Merid.
(V. 5, p. 69\ hanno avuto vicende diverse. Per la prima il Duvernov (18-11), su
eseroplari ricevuti dello stesso Risso, e nei quali egli, appunto, riconobbe il
P. antennatus di Risso; creo il genere Aristeus fondato sulla caratteristica ar-
chitettura delle branchie. Alia seconda Heller ha, nel 1862(2), identificato un
peneide del mediterraneo che egli descrisse, nelle sole caratteristiche esterne.
riferendolo senz' altro al /-•. foliaceus. Risso.
Nel golfo di Napoli abbiamo rinvenuto numevosi esemplari di una forma di
Peneide, che vive a grande profondita ; peneide che per la caratteristica delle-
branchie corrisponde al genere Aristeus e per tutte le altre della lorma esterna
si riferisce alia specie di Risso (P. antennatus). Senonche dall'esame compa-
(') Untersucli. zur Krforscli. ecc. — Wien, JS70.
(") Beitrage znr iialiereii Keiintiiiss ilcr Miuronrcn. — Sitz. Ber. K. Akad. Wieti. l') Bd.
paij. 121, Taf. 2, fig. 50.
201
rativo con gli altri peneiili, che di questa forma abbiamo fatto per poterla
deterrainare, ci siamo accorti che ad essa pure corrispondevano le caratteri-
stiche dair Heller assegnate al P. foliaceus di Risso. Spinti da questa con-
stataziojie ad uno studio della questione sistematica che ci si poneva dinnauzi,
siamo pervenuti, in seguito a questo. alia conclusione che il P. foliaceus del
Risso 1826, identiticato dall' Heller uel 1862, nou difFerisce dal /■'. antennatus
Risso 1816, cioe VAristeus antennatus. Ed in questa conclusione ci ha confer-
mato r esame comparative dei nostri Aristeus antennatus del golfo di Napoli
con uno degli esemplari di P. foliaceus (a secco) del Museo di Stor. Nat. di Vienna
(cortesemente messo a nostra disposizione. insieme a tutta la collezione di pe-
neidi del Mecliterraneo, dalla direzione del Museo), cho puo ritenersi come tipo
della forma descritta come P. foliaceus dall' Heller. Del resto comparando
pure le descrizioni e le figure, che delle due specie da lo stesso Risso, si
vede com' esse non permettano bene distinguere le due forme : entrambe per i
caratteri concreti specihci che racchiudono potendosi riferire ad una sola ed
unica specie. Quindi P. foliaceus Risso e sinonimo di Aristeus antennatus
Risso (Duverno}').
III. Di una particolainta di struttara anatomica dell' intestino nel genere
Penaeus. — Dallo studio comparativo dell' apparecchio digerente dei Peneidi,
insieme ad altre caratteristiche, che, nel tipo fondamentale di struttura anato-
mica, individualizzano le singole forme (v. specialmente i rapporti e I'architet-
tura deU'intestino auteriorej, ci e venuto fatto di riconoscere, nell' intestino delle
specie del genere Penaeus, una disposizione anatomica che manca affatto in
tutti gli altri generi della famiglia {Aristeus, Solenocera, Sicyonia) da noi stu-
diati hnora del golfo di Napoli, e che vale a costituire, per queste forme, una
caratteristica dilForenziale generica, non priva d' importanza. Particolarita alia
quale ora solo accenniamo per notizia. Difatti, a cominciare dal 5" segmento
addominale si difFerenzia, piu o meno bruscamente dall'intestino posteriore, per
la sua struttura ed anche per I'aspetto diverso che presenta, 1' intestino termi-
nale (rettale od anale). Nel punto dove il primo passa nel secondo, nelle specie
del genere Penaeus, si osserva uno slargamento che determina una corrispon-
Jente dilatazione della parte iniziale deU'intestino anale, che va poi restrin-
gendosi gradatamente ad imbuto per riprendere il calibro normale. Dal dorso
<ii questo slargamento col quale si termina 1' intestino posteriore sporge un'ap-
pendice a forma di naso, con la punta rivolta it. avanti, la cui cavita si conti-
nua con quella deU'intestino posteriore della quale ha la stessa struttura.
La sporgenza in parola, piu accentuata nelle femmine che non nei maschi,
assume rapporti con le parti vicinali e con i muscoli del segmento in cui si
trova; e, specialmente nelle femmine, si approfonda siffattamente fra le due
branche dell' ovario che si addossauo all' intestino, ed e cosi circondato da que-
ste, che per le aderenze che con esse contrae riesce assai difficile poterlo iso-
lare. Maggiori particolari in proposito daiemo nel lavoro dehnitivo sui Peneidi
del golfo di Napoli e sul loro sviluppo al quale attendiauio.
Pierantoni U. — Sopra una nuova specie di oliyochete marino {Euchytraeus
macrochaetus n. sp.).
Uno studio accurato degli oligocheti del golfo e del territorio di Napoli
(cosi ricchi entrambi d' ogni sorta di specie animali) non venne ancor fatto.
— 202 —
Ho creduto quindi utile di occuparmi di tale studio, e da qualche tempo vo
air uopo raccogliendo un copioso materiale. Intanto, come primo risultato delle
osservazioni clie ho in cox'so, credo utile di comunicare i caratteri di una nuova
specie, interessante sotto varii punti di vista.
Nella sabbia del Golfo di Napoli in cui vivono gli Amphioxus, a quattro
o cinque metri di profondita, trovasi un piccolo animale della lunghezza mas-
sima di non oltre 12 a 15 mm. e della spessezza di \^^l mm. II suo coloi'e e.
bianchiccio, semitrasparente. Vive approfondato nella sabbia, ove si scambia,
da chi non ne abbia una lunga conoscenza e lo guardi ad occhio nudo, con
un piccolo nematode, die vive nella sabbia stessa, e con cui divide quasi
completamente le movenze, le abitudiiii, la forma, le dimensioni e, in com-
piesso, I'aspetto esterno. Ma ad un esarae piu attento, con un ingrandimento
relativameiite grande, e possibile immediatamente distinguere un corpo netta-
mente diviso in un numero di segment! variabile fra i 50 e i 60. Le setole si
presentano in quattro file longitudinal!, due ventrali e due lateral!, in numero
di quattro per ciascun segmento, essendo impiantate isolatamente, e non rae-
colte a gruppi come di solito negli oligocheti. Esse sono di forma legger-
mente afifusolata, robuste ed uncinate all' estremo interno profondamente im-
piantato nella parete del corpo. La loro dimensione e, relativamente, assai
grande; quelle dei se.gmenti auteriori addirittura enormi, le posteriori sensi-
bilmente piii plccole; mancano del tutto ne! prim! tre segment], in altri 17 o
18 successivi invece mancano soltanto le laterali; il numero complete di quat-
tro per segmento non si riscoutra, quindi che dal 21" seg. in poi.
II sisteraa circolatorio per forma e disposizione non diffesisce da quello
degli altri enchitreidi; il sangue e di color giallo chiaro.
II clitello, abbastanza evidente, occupa la superficie dorsale e le laterali
di tutto il 12" seg. e di parte dell' 11" e del 13", e porta nel 12" le aperture
o-enitali maschili, da cui sporgono, quando sono estroilessi, due peni relativa-
mente voluminosi. Due pndiglioni cilindrici alluiigati trovansi in corrispOn-
denza del seg. 11, e si aprono nel 10", essendo sostenuti pel loro tratto ter-
minale anteriore dall'intersegmento 10/11. Indietro tali padiglioni si continuano
in due lunghissimi deferenti che corrono nei segmenti 12, 13 e 14, e, ripiegatisi
ad ansa in quest' ultimo, tornano !n avanti per sboccare nei peni.
Nei segmenti 4", 5" e 6" si notano grosse glandole settali, e nel 5°, insieme
con esse, un paio di spermateche, Con ampolla di forma quasi sferica e tubo
allungato, sboccante per pori in corrispondenza del solco intersegmentale 4i5.
Notevole il fatto che ne in preparati in toto, ne in tagl! longitudinal! e tra-
sversali mi fu dato riconoscere con certezza i nefridii.
Questa interessante specie di Enchytraeus a cui, pel carattere delle setole.
bo creduto di dare il nome di macrochaetus, non trova nei nosti-i paesi, ne
iinora nel continente antico, alcuna forma che le si avvicini. Un unico Enchy-
traeus con setole isolate fu trovato da Michaelsen fra gli oligocheti del sud
della Georgia, negli Stati Uniti d' America, ma questa, a cui egl! diede il
nome di Enchytraeus monochaetus, differisce dalla nuova specie ora descritta
per importanti rapporti di struttura e dimensioni.
Tali sono i principal! caratteri della nuova specie da me rinvenuta. che
illustrero nei suoi particolari anatomici in un prossimo lavoro.
— 203 —
Ghigi A. — Intorno al genere Tragopan.
Mi limito a riferire succintamente i punti piu importanti delle mie os-
servazioni.
II genere Tragopan della famiglia dei Phasianidae, differisce dai generi
affini particolarmente per la preseuza di due appendici a forma di cornetti
carnosi, situate una per lato fra il vertice e I'occipite, e per la presenza di un
bargiglio membranoso sotto alia gola. Questo e sviiuppato soltanto nei J : le
corna, sebbene rudimentali, sono cbiaiamente riconoscibili anche nelle Q. Que-
sto fatto, sebbene non sia stato preso in considerazione dagli ornitologi, assume
una notevclissima importanza sistematica. poiche esso solo vale a distinguere i
Tragopan da tutti i generi affini, ne si tratta di carattere sessuale secondario.
La struttura del bargiglio e stata descritta accuratamente dal Murie,
onde non mi ci fermo. Quest' organo, normalmente piegato sotto la gola in
modo da non vedersene quasi la traccia, nel periodo degli amori si distende
istantaneamente, in seguito ad iniezioui arteriose provviste da una rate mirabile,
e prendendo dimensioni veramente straordinarie copre gran parte del torace.
Le corna constano di due parti priacipali. Esternamente si trova una guaina
pigmentata la quale non e che la cOntinuazione della pelle del capo, e che rico-
pre, nello stesso modo che un guanto riveste il dito. un corpo conico, solido, ec-
cessivamente pieghevole, fortemente attaccato per mezzo di legamenti alia
regione post-frontalfi del cranio. Questo corpo che appare come la parte piii
importante del cornetto e costituito da un tessuto fibro-cellulare compatto, con
una grande quantita di fibre elastiche e di pigment© distribuito specialmente
alia periferia. Le fibre interne sono longitudinali, i tasci esterni sono circolari.
Nella ^, sebbene alio stato rudimentale, ambedue queste parti sono chia-
ramente visibili. La guaina e rappresentata da una regione pigmentata della pelle
che corrisponde presso a poco alia sezione basale della guaina dei masnhio. ed
al processo fibroso corrisponde un piccolo corpo schiacciato di aspetto triau-
golare, situate nella stessa posizioue, strettamente unito per mezzo di legamenti
a! periostio del cranio, della stessa natura fibrosa di quello del maschio.
II corpo fibroso aderisce alia guaina mediante connettivo ampiamente va-
scolarizzato.
Quando I'animale e in assoluta calixia amorosa, i cornetti sono piegati ad
U rovesciato entro la guaina, per mezzo di tendini che dalT apice vanno alia
base del corno. Per un atto muscolo-aponeurotico il corpo fibroso puo disten-
dersi e si distende altresi in caso di morte dell' animale, per opera delle fibre
elastiche che ne i'anno parte.
II Murie nega a torto I'erezione a questi processi carnosi.
Quando I'animale e invaso da frenesia amorosa, tutta la regione sopraor-
bitale si gonBa e le corna ergendosi acquistano un volume triplo e quadruplo
del normale. Cio che ha iugannato il Murie si e la struttura fibrosa e resi-
stente del corpo iuterno, ma non e gia questo che si erge : I'erezione ha luoo-o
mediante una intensa iniezione sanguigna nei vasi del derma della regione so-
praciliare e della guaina del cornetto, nonche di quelli che si trovano nel tes-
suto che intercede fra detta guaina ed il corpo fibroso. Inoltre la parata del
bargiglio e indipendente dall'erezione delle corna e viceversa: e quiudi spieoa-
bile che un osservator© il quale non abbia sott'occhio I'animale ininterrotta-
mente, sia spettatore di un fatto e non dell' altro. L' erezione delle corna e
— 204 —
veraraente piii rara. La parata del bargiglio lia luogo piu f'requentemente di
I'ronte alia I'emmina corteggiata, 1' erezione delle coma e piii frequente di fronte
ad un rivale, ed a me pare rappreaenti il massimo dell' irritazione deU'uccello.
Queste osservazioni sono state fatte su esemplari viventi di T. Temmincki,
Benn. e T. CahoH, Gould.
L'esame di cinque femmine di quest' ultima specie, e di due femmine della
prima, mi ha convinto che notevoli differenze individuali si possono s<!orgere
particolarmente nel colorito.
Del Tragopan Cahoti ^, non mi consta esi.stere alcuna particolare descri-
zione: soltanto Ogil vie-Grant nel catalogo degli uccelli del British Museum
dice che essa somiglia molto alia ^ del Temmincki. Non e questa la sede per
una descrizione dettagliata: diro soltanto che esistono caratteri dififereuziali
ben marcati. Nel T, Caboii § ^^ palpebre e la regione della guancia circondante
r occhio sono pigmentate in rosso, mentreche nella Q del Temmincki "dette
parti sono pigmentate in grigio-azzurro cupo. Inoltre. le piume del petto e del
ventre di questa sono piii o meno regolarmente ocellate, mentre in quella e
da escludersi qualsiasi traccia di ocelli: vi si notano al contrario delle strie
subterminali brune che si incontrano ad angolo verso 1' apice della rachide,
limitando in tal modo uno spazio interno triangolare bianco-gialliccio. Dalle os-
•servazioui fatte, credo piu facile distinguere la O del T. Temmincki dalla Q del
€aboti piuttostoche dal satyra e dal melanocephaJus.
Delia Vallft chiede se a ciascuna forma di femmine coirisponde o no un di-
verso numero di forme di maschi.
Ghigl non puo esprimere per quanto concerne i Tragopan una affermazione
assoluta, perche non ha esaminato un sufficiente numero di femmine delle
specie satyra e hlythi, la qual cosa e necessaria a questo proposito in consi-
derazione delle notevoli differenze individuali. Crede tuttavia che astraendo
da tali differenze, non si possano con ragione distinguere che due forme di
femmine: la forma con petto ocellato e la forma senza ocelli; senza 1' appog-
gio poi della localita o della discendenza maschile non dubbia e difficilissimo
stabilire a quale specie, satyra, melanocephalus ovvero temmincki appartenga
un dato esemplare femmina.
Se dai Tragopan si passi a qualcbe genere affine, puo dare una risposta piu
concreta. Fra i Gennaeus si sogliono distinguere le ^ del onuthura da quelle
•del horsfieldi pel colore delle timoniere esterne castagne nella prima specie,
nere nella seconda e pwr alcune minute particolarita nelle sti*ie bianco-giallo-
§nole del petto. Esaminando sette ^ muthura figlie di una sola coppia e due
Q horsfieldi e prendendo fra quelle come punto di partenza I'esemplare piu di-
verso dalle horsfieldi, era facile di stabilire una serie in cui per gradi insensi-
bili dall' individuo piu caratterizzato di muthura si giungeva all'altra specie
Nel genere Phasianus ad una sola forma di femmine corrispondono i maschi
delle specie colchicus, taliscliensis, purpureus, mongolicus, semilotquatus, tor-
quatus, che hanno diversa distribuzione geografica. Ad altri gruppi di maschi
■corrisponde altra ed unica torma di femmina.
Maggi L. — Di un carattere osseo-faciale del giovani Gorilla. (Sunto). — [ Legge
Clhigl per I'A. assents].
Fra i caratteri osteo-facciali degli antropoidi, vi e la sutura maxillo-
— 205
premascellare o maxillo-intermascellare od anche, secondo Albrecht,
mesoecto-gnatica, destra e sinistra, dovuta alFasinchisi o non saldatura
degli intermascellari coi mascellari superiori o dei mesognati cogli ectognati.
Detta sutura presenta una parte o porzione facciale, che continua poi con una
sua parte o porzione palafina, chiamata questa anche sutiira incisiva.
L'Autore ne studia comparativamente negli antropoidi dasipighi (Orango,
Chimpanze e Gorilla) la sua presenza e scomparsa, la sua estensione ed il sue
andameuto. arrivando al risultato che nei Gorilii, considerata nel sue insieme
quindi la destra e la sinistra contemporaneamente, essa si presenta distinta-
mente con una forma particolare, quella cioe di una campana ; i'ornxa. che e
costante in tutte le etk dei gorilii, e quando la detta sutura non vi esiste che
in tracce, la si puo sempre ristaurare nella sua forma, seguendo le tracce stesse.
Per cio I'Autore crede di ammettere come carattere osseo-facciale
dei Gorilii e particolarmente dei loro giovani, la .sutura maxillo-prema-
scellare camp ani for me. Essa pertanto puo concorrere per la diagnosi
differenziale dei crani di Gorilla, Chimpanze ed Orango, e diventa propria
per la diagnosi craniale dei Gorilii giovani.
Ghigi presenta un diseguo illustrante la comunicazioue di Maggi.
Dopo la seduta, nell' Istituto Zoologico, hanno fatto le dimostrazioni dei
preparati e disegni presentati nelle sedute : Todaro, Paladino, D' Evant, Bianchi,
Ghigi, Barpi, Diamare, Raffaele, Capobianco, Pierantoni, Grieb, Fragnito, Colucci, Va-
starini Cresi, Anile, Mazza, Monticelli.
(Continua)
COMUNICAZIONI ORIGINALI
Uova e larve di Solenocera siphonocera Phil.
CoMCNicAZioNK pRELiMiNARE DI FR. SAV. MONTICELLI V. S. LO BIANCO.
E Tiet.'ita l;i riproduzione.
Per completare tutta la sei'ic larvaledella Solenocera siphonocera Pliil.,
die abbiamo riassiintivameiite deserrtta nella nostra comnnieazionesullo
sviluppo dei Peneidi del (ioU'o di Napoli (^), mancavano ancora le forme
naupliari che in piii anni di attive ricerche non eravamo riusciti a tro-
vare nel plankton. E ci erano ancora sconoscinte le uova, che per le ra-
gioni esposte nella detta nota, non avevamo nepj)ure potuto ottenere
pel" deposizione nelle vasche dalle femmine mature teiuile in esperimento.
Quest' anno, nello scorso maggio, nel plankton di prolbndita (100m.)
sono comparse, per la prima volta, delle uova per tutle le loro caratteri-
(') SuUo sviluppo dei Peneidi del golfo di Napoli. — Eeud. Ass. di Bolo^^ua At^W Unione zoologica
itallana. 1900. — Monit. Zoot. Itah, XI, Supplemenio, Bee. 1000.
M. Z. ...,.,
- 206 —
stiche facilmente I'iconoscibili per uomi di Peneidi e iielT aspetto e nella
forma non dissiinili da (juelle di Sinjonia o Penaeiis (memhranaceus) ; al-
cune in avanzato stadio di segmentazione. altre con 1' abbozzo nel ISmi-
pliifs, altre, inline, contenenti gia un tipico \ai(plit(s di peneide. Queste
uova misuravano 320 |j. in dianietro : allevate, (juelle in segmentazione
hanno dato hiogo ad nn N(iifplii(s\c\\c — come (|ne]lo delie nova pescate
con Xai/plius a terinine — , nelle vasciie, ben presto usci dal guscio nuo-
tando attivamente nella tipica caratteristica maniera del Nanplius di Si-
cyonia. Cosi le no\a in segmentazione, come i Naitplins hanno un colo-
rito i'osso(satni-no)-bruno, die piii intenso e dilliiso a tutta la massa
nelle prime, va circoscrivendosi in nn niicleo centraledel cor[)o nel ^au-
pliiis. Da (jiiesto Nmiplius, in seguito ad una muta, abbiamo ottenuta
un' altra forma naupliare ancora piii svilu|)pala ed ancora meno intensa-
mente coloi'ata, die, con una nuova muta, ha dato luogo ad un primo
MekmaKplms, nel (juale il colorito rosso era ancora meno diffuso e piii
circoscritto al nucleo centrale delta massa del corpo. Con una nuova muta
venue fuori da (juesta larva una seconda forma di metanauplio piii avan-
zata nello svilujipo, per V addome j)iii allungato, per la forca codale
meglio ddinita e per lo svihippo maggiore delle quattro paia di appen-
dici, seguenti alle i)riine del JSauplhts^ accennate nella forma precedenle.
Quest'ultimo stadio larvale, con una nuova muta, si e trasformato in una
Protozoea per aspetto, abito e colorito, come per tutte le sue caratteri-
stiche, coriispondente alia piii giovane di (|uelle di Solenocera iinora
trovate nel |)lankton, con scudo dorsale del la forma da noi descritta,
propria ddla Profozoea di questa specie.
In tal modo la serie di sviluppo ddla Solenocera si e completata
avendola noi ora tutta rintracciata dalle uova. dal ^at/pliiis che. svilup-
patosi in queste, abbiamo visto sgusciare e poi seguito in tutte le sue
successive mute e conseguenti trasformazioni lino a diventare una j)iccola
Solenocera con tutte le caratteristiche delta specie. Oueste osservazioni
confermano le |)recedenti su Sicijonia con le prime foi-me larvali ddla
quale specie (lino alia Protozoea) corrispondono esattamente, pel numero
di mute e per le caratteristiche generali, (judle ora ricordate di Sole-
nocera. E (juesla nuova jirova dell' origine del Nauplio dei Peneidi di-
rettamentt! dall" novo, conferma ed avvalora quelle conclusioni generali
alle quali siamo pervenuti, fondandoci sulle osservazioni fatte su Sicijonia,
a proposito delle uova di Penaeus memhranaceus e ddla forma naupliare
di quesla sj)ecie in altra |)iii recente nostra comunicazione (^).
Napoli, Stazioue Zoologica, giuguo 1001.
(*) Sai Peneidi del golfo di Napoli. — Eend. ^Vss. di Kapoli dell' JJnione zoologica italiana, 1901.
— Monit. Zool. Ital., in qncsto N°. apag. i9S.
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ISTITCTO ANATOMICO DI FERKAUA.
Sullo sviluppo del pancreas e delle ghiandole intraparietali
del tubo digestive negli /4/7/7/7/7 urodeli fgen. Triton),
NOTA PBEVENTIVa DEL Prof. LUIGI GIANNELLI.
E vietata la riprocluzione.
Richiamai in allro mio lavoro (Pancreas intraepatico negli Aniibi
urodeli. Sitppl. al Monitorc zoologko. An A', 1899) I' attenzione sulle
intinie connessioni esistenii negli Anpht urodeli (gen. Triton) tra il tes-
suto ghiandolare del pancreas e quelle del fegato, connessioni che in
alcuni punti sono tali, che le cellule secretrici dei due organi appaiono
tra loro divise dalle sottili membrane basali, sulle rpiali esse riposano,
senza interposizione di tessuto connettivo, il quale invece, sebbene
scarsamente, in altri punti divide le due divei'se specie di tiibi secer-
nenti. Di fronte a questo fatto sorse in me il desiderio di spiegarmi la
ragione di siilatta connessione intinui studiando lo sviluppo del pan-
creas nel genere Triton, dove appunto potei riscontrare quella parti-
colarita. Ho approtltlato di una serie, sebbene inconipleta, pure suflTi-
ciente di embrioni di Triton cristatus da me stesso raccolti. Durante
questo mio studio ho potuto anche seguire lo sviluppo delle ghiandole
intraparietali del tubo digestive, e, discostandosi la loro evoluzione da
(juella che si e soliti verificare in altri vertebrati, credo cosa utile
renderla di pubblica ragione.
Espongo qui sommariamente alcuni piii importanti resultati di
qiieste mie ricerche, le quali veiranno tra breve per esteso pubblicate
accompagnandole con ligure dimoslrative.
Debbo subito avvertire che con il mio studio ho ))otuto assodare
non solo, ma estendere la scoperta gi;i fatta negli Antibi anuri (gen. Eana)
da Shore e da Weysse, che cioe le cellule vitelline, che non si sono
ancora differenziate, portano in se fine dall'inizio dell' evoluzione il loro
destine, venendo a prendere parte essenziale nella costituzioue di vari
organi. Cio e state dimostrato dai predetti autori sopraliitto |)ei' il fe-
gato di Rana. lo ho potuto osservare lo stesso fatto, e riguardo a varii
organi, negli xVnhbi urodeli, nei quali nessuna nuova ricerca e stata
praticata, dope il lavoro del Goeppert, sullo sviluppo del pancreas. Ma
estesamente delta parte bibliografica mi occupero nel lavoro completo.
1°. Nei pill giovani embrioni, di cui ho potuto disjiorre, 1' inte-
— 208 —
stino e dapperlulto eircondato da numerose cellule vitelline iion difle-
renziate, le qiiali al suo lato Aentrale costituiseoiio im ammasso consi-
derevole. Quest' ammasso al di dietro del cuore, ed a poca distanza dal
lume intestinale, e interrolto da lacune vascolari. comunicanti fra loro,
e che lo dividono in una rete di cordoni di cellule vitelline, in mezzo
alle quali scorgesi qua e la qualche fessura, cordoni che ci rappresen-
tano i primitivi travati epalici. Ouesti si continuano dorsalmente con le
cellule vitelline che accerchiano I'intestino, e caudalmente si continuano,
senza limite di demarcazione, con il resto delf ammasso vitelline, in
cui non si estendono le lacune vascolari. Ouest'abbozzo del fegato comu-
nica per una stretta e lireve fessura col lume intestinale.
2°. In questi giovani embrioni assistiamo all' inizio dello svi-
luppo del pancreas, di cui si osserva 1' abbozzo dorsale. E questi rap-
presentato da un piccolo accumulo delle cellule vitelline inditferenziate,
che dorsalmente chiudono 1" iutcstino, il quale accumulo costituisce un
breve cercine, poco rilevato sulla parete intestinale, e che si proietta
un po' verso destra accavallando la vena porta. Cranialmente quest'ab-
bozzo dorsale e pieno, mentre caudalmente vi si addentra per breve
tralto il lume inleslinale. Le cellule vitelline, che lo formano, nessuna
diflerenza presentano dalle altre, che stanno all'intorno dell' intestine.
3°. In embrioni piii avanzati si assiste alia formazione dei due
abbozzi ^entrali, destro e sinistro. Quest' ultimo si origina prima del-
r altro. Tra le cellule vitelline, che sono situate a destra ed a sinistra
del condotto epato-cistico (giacche gli abbozzi ventrali compaiono do-
poche si e sviluppata, sempre a spese delle cellule vitelline, la vescicola
biliare) si addentra per una certa estensione il lume di quel condotto,
costituendo quel due accumuli di cellule vitelline gli abbozzi primitivi
del pancreas ventrale (abbozzo ventrale destro e sinisti-o), a spese dei
quali si andra in seguito sviluppando una rilevante porzione di pancreas.
i°. Per r origine comune dallo stesso ammasso di cellule vitel-
line degli abbozzi ventrali del pancreas e del fegato si spiegano le
intime connessioni esistenti in taluni punti tra questi due organi, e
per determinate ragioni, che mi daro cura esporre dettagliatamente
nella mia memoria, e 1' abbozzo ventrale sinistro (juello che intimamente
uniscesi col tessuto epatico.
5**. Progredendo lo sviluppb i due abbozzi ventrali del pancreas
fondonsi tra loro, come pure in un unico condotto si riuniscono i due
primitivi loro condottini; e dopo breve tempo si assiste anche alia
fusione dell' abbozzo ventrale destro col dorsale. Questi tre abbozzi,
considerati nel loro insieme, girano a spira airintorno delta Nena porta.
6". Procedendo dal lato craniate al caudate, quando gia si e
— 209 —
costitiiila r ansa gastro-duudenale, si assiste dapiirima airiiiibocco neirin-
tesiino del condotto epalo-cistico, die poco iniianzi riceve il condott(»
degli ahbozzi pancreatici ventrali; ed in seguito si assisle airimbocco del
condollo dellabbozzo pancrealieo dorsale in quella |)arte delT intestinu
medio, cbe avvicina lo stomaco.
7^*. Nei pill giovani enibiioni esaininati non si ba ancoia alcun
indizio della forniazione delle gbiandole inlra|)anelaii del tubo dige-
stivu. Esse cominciano a formarsi poco dopo la eoinparsa degli abbozzi
ventrali del pancreas. II lunie intestinale, tappezzato da per tiitio da vari
strati di cellule \ite!line, cbe nessuna diflerenziazione lianno subito, si ad-
dentra qua e la in mezzo a ([uelL cellule in corrisj)ondenza della regione
intestinale, dove in seguito si osserveranno gbiandole intraparietali, delle
quali si ha nel fatto accennato il primitive abbozzo. Oueste ramificazioni
del lume intestinale veggonsi in taluni punt! terminare allargandosi.
8". In un periodo pin avanzato le cellule vitelline, cbe tappez-
zano sia il lume intestinale, sia le sue ramificazioni, si ditVerenziano
in vere cellule epiteliali di rivestimento, assuinendw la forma definitiva e
perdendo gradatamente (juei granuli di vitello, clieNprima le riempivano
del tutto. Ma nello stesso tempo si assiste alia separazione delle dette
ramificazioni tra lore a mezzo di tessuto mesenchimale, cbe dall'esterno
si solleva tra I'una e Faltra. \enendo cosi ciaschednna di esse ad essere
inclusa in un astuccio mesencbimatoso.
9". Quando quella separazione e completa, le gbiandole intrapa-
rietali del tubo digestive appaiono softo forma di cavita simili alle
gbiandole alveolari seinplici non ramificate.
10°. Negli ulteriori stadi di evoluzione le cellule, cbe tappezzano
(|ueste primitive gbiandole, segnatamente quelle, cbe ne tappezzano il
fondo, vanno incontro ad attiva proliferazione, e degli sproni cellulari si
solle\ano in ogni primiti\a cavita fin presso al suo sbocco neirintestino,
dividendola cosi in cavita tubulari, le quali in seguito verranno sepa-
rate da tessuto mesencbimatoso.
11°. Da quanto ho succintamente esposto si deduce che negli
An/ibi urodeli (gen. Triton pancreas e gbiandole intraparietali del tubo
digestive, non che il fegato, si sviluppano a spese delle cellule vitelline.
Vr. Come ap|)endice a (juesta nota riferiro che negli Urodeli le
pieglie intestinali sono do\ute a sollevamenti prodotti dalle cellule vi-
telline, per lore moltiplicazione, Acrso il lume dall' intestine, decorrenti
parallelamente alKasse niaggiore del tubo intestinale, e nei quali in se-
guito penetra tessuto mesencbimatoso (^).
(*) I resnltati cli queste mie i-ioercbe sono stati foinuuicati aH'Accademia inedico-cliirurgica di
JFenara ueiradnnanza del 2 mncrgio 1901.
— i»10
ISI'lTUTO AMATOMICO DI PADOVA.
DoTT. GIUSEPPE STERZI, aiuto.
Gli spazi linfatici delle meningi spinali ed il loro significato.
E vietata la rijirodnzione.
La anatomia ed il sigiiiiicalo degli spazi linfiitiei delle ineiiiiiiii nm
possono venire cliiarainenle intesi se iion si conosce la filogenesi e la
ontogenesi di (jiicste nieiiibrane.
Oggi e ammcsso da tulli gli Analoniiei die filogenetieanienle ed
ontogeneticainenle esse ahbiano una duplice origine, e cioe die la pia
niadre e 1' aracnoide provengano da nna lamina connettiva die circonda
il sistema nervoso e die viene chmwulA enfoweninfje. e die la dura
niadre ed il pei-iostio vertebi-ale provengano da nn altro sirato di tes-
suto connettivo, che aderisce alle pai'eli del canale vertebrale e die e
diiamato cjonirninf/e (eonlV. per la filogenesi Perrier, 17. j)ag. IO06,
lloule, 24, pag. 1017 e segg., Gegenbaur 7, pag. 789, Wiedersheiin
B7, pag. 162, ecc, e per la ontogenesi Tiedeniann. 34, pag. IS e segg.,
Reichert, 20, pag. 40, Ills'! 9, pag. ln-16, Duval, 0, pag. 330,
Salvi, 2'). pag. 23 e segg., Zander, 38, pag. 72-74, Ren ant, 21,
pag. 760-761, ecc); lo spazio tra quesli due strati corrisponde alio
spazio suhduralc dell' adullo, e sarebbe (juindi il primo degli spazi lin-
fatici a comparire nella lilogenesi e nella ontogenesi. Gli spazi die se-
parano la dura niadre dal perioslio verlebrale spazio epidumle e la
pia madre dall' aracnoide [spazio siiharacnoidale si sviluppei'ebbero piii
tardi, e prima lo s|)azio cjiidnrale, jioi lo spazio subaracnoidale. Per do
in molti Trattali (Scliwalbe, 28, pag. 776, (Jerlach, 8, pag. 449,
Obersteiner, 16, pag. 477, Gegenbaur, 6, pag. 440, Ricliter. 22.
l»ag. 384. Romili, 23, pag. 722, Rauber, 19, pag. 307, Ziehen. 39.
pag. 63, ecc.) si paria di una dura madre spinale formata da due la-
mine, una delle (juali aderisce alle jiareli del canale vertebrale e fun-
ziona da periostio, e I" allra forma la dura madre propriamente delta.
In due lavori precedenii 29, 30) ho alferniato come questo modo
di inlendere la lilogenesi e la onlogenesi fidle meningi in genere e
(Idle meningi spinali in modo particolare non corrisponda alia realta
(Id falli: e le ricerche die ho condotto in lulla la serie dei vertebrati,
sliidiando in ciascun online la anatomia e lo svilup|)0 delle meningi.
e die faranno argomenlo di un laxoro die pubblicli'eix) tra bieve
tempo, hanno confermaio (|iiant(t ave\o allora aflermato. Ho potuto in-
— 211 —
iatti osservare {'onic nci pesei non si ahbia clio una sola nieninge, se-
parata dalla rinlonir/iidt'. die tappezza le pareti del canale vertebrale, da
lino spazio linfatico. e la ho chianiata meninije primifiva, cGnie questa
gradalamente neji^li anlihi. nei rellili e negli iiccelli si divida in due la-
niine, elie sono la (lifra madrr e la meninrje serotidaria, e come quesT ul-
tima nei manmiifei'i si divida in due loglietti clie sono la pia madre e
r araruoidr; e negli einhrioni dei inaniniit'eri lio trovato delle disj)osizioni
perfettaniente eorrispondenti a (jueste, onde ho credutodi |)()ter att'ermare
ehe ^'l e analogia perfetta tra filogenesi ed ontogenesi delle meningi.
Per cio tutt(* le tre meningi deH'uomo hanno una origine comune
da un solo strato di eonnettivo, e la endorachide, clie lino dalla sua
prima comparsa, resta a tappezzare le pareti del canale vertebrale, non
|)rende parte aleuna alia loro tormazione: qiiindi lo spazio clie compare
lilogeneticamente ed ontogeneticainenle per primo non e lo spazio siihdii-
nile, ma lo spazio ppidiirale o meglio periduvah^ e seguono poi succes-
slvamente lo spazio sidjdf/ralc o meglio intraduraU\ e lo spazio suha-
racnoidale o i})traamnioidal(\ e non si |)u6 parlare di due lamine delta
dura madre spinale, ne di uno spazio ivivadurale (come alcunl chiamano
lo spazio pcridurale).
A qiiesto ordine, secondo it (juale compaiono gli spazi meningei,
corrisponde la loro strultura aiiatomica.
Ho gia accennato come lo spazio periduralc sia lilogeneticamente
<'(1 (Hitogeneticamente il |)iu antico. Nci mammiferi esso e separato dal
liquido cefalo-spinale, die si trova a riempire gli altri s|)azi meningei,
da una grossa lamina fibrosa, la dura madre, e (|uindl non serve piu,
almeno in modo direlto, alia oircolazione linfalica della midolla. Come
in tutte le cavita dell' organismo, die hanno perdiih) una particolare
liinzione, in esso si s\iluppa un tessuto di riempimenlc. die net neonato
e muccoso, mentre nelFadulto e fortemeute iniiltrato di adipe. Le pareti
di questo spazio presentano (jua e la delle zone con un rivestimento
endoteliale, ma nella massima parte ne sono sprovvedute, e nei tratti
nei (juali manca l' eudotelio si attaccano i lobi di adipe. La presenza di
(juesto eudotelio solo in alcuni tratti s|)iega la divergenza che esiste tra
gli Anatomici sulla sua esistenza, poiche alcuni Obersteiner, 16,
pag. i79, Kolliker, 13, pag. 831, Homiti, n. |)ag. 729, Schaffer
e Thane, ±1, pag. 305, Rauber, 19, pag. 309, Berdal, 1, pag. 680,
Szymonowicz, 32, pag. 289, ecc.) dicouo die la superticie esterna della
dura madre presenta un rivestimento endoteliale completo. mentre altri
(Sappey, 26, pag. 29, Schwalbe, 28. pag. 783, Ilyrtl, 10. pag. 888,
C harpy, J, pag. 114, Stohr, 31, pag. 149, Kenaut, 21, pag. 772,
iMival. 5, pag. 723, Testut. 33, pag. 923, ecc.) dicouo che ne e total-
— 212 —
mente sitrowcdula. i i;i le iiiaglic dv\ tcssuto eoiiiiediNo c tra i lobi ili
adipe si trovano dollc lacune lint'atiche, come ha dimostrato W aldeyei-
f^JG). Ouesle lacune e le aree di endotelio sono i resli dello sjjazio linl'a-
ticu coinpleto, die si tro\a Ira la duia inadre e la endorachide ne^li
embrioni dei inaimnileii e iiegli anlibi. iiei rettili, e, fino ad iin certo
punto, anche negli iiccelli, nei qiiali la dura madre e molto sollile. e
puo quindi permettere la tiltrazione del licjuido cefalo-spinale.
Lo sixizio Intradi/riilc lilogenelicaniente ed onlogeneticaniente e
quelloche si sviluppa subilo d(»|>o al j)recedenle. Hichat (2, pag. 213-2()4 .
basandosi su caralteri islologici, tisiologici e patologici ha creduto di
poter interpretare questu spazio come una cavita sierosa, analoga alle
cavita pleurica e peritoneale, e per cio ha dovuto consideiaie I'aracnoide
come lormala da due foglietti, uno parietale, che riveste la sui)errieie
interna della dura madre. ed uno viscerale, che costituisce la aracnoide
l)ropriamenle delta. La sierosa aracnokktJp si dislinguerebbe dalle altre
sierose perehe il foglietto viscerale, invece di aderire strettamente al
viscere che riveste, come fa la pleura coi polmoni ed il peritoneo cogli
organi addominali, ne e separate da una serie di cavita linfatiche, che
nel loi-o insieme Ibrmano lo spazio inlraaracnoidale. II concetto emesso
da Bichat sni linire del secolo Will e stato subito accettato dagli
Anatomici, ed e stato seguito da tulti fino alia seconda meta del secolo
XIX. Kolliker (12) fu il jirimo a sostenere che lo spazio inlradinvlc
non e una cavita sierosa, ma che e omologo agli altri spazi meaingei, e
che I'aracnoide e formata da una sola membrana che e I'aracnoide pro-
priamente delta; le ricerche successive conlermarono questo concetto, lino
a stabilire, come fecero quelle di Key e Uetzius (11, pag. 126 e segg.),"
una identita di stiuttnra Ira lo spazio intraaracnoidale e lo spazio inlra-
dnrale, e jier cio gli Anatomici tedeschi, italiani ed inglesi hanno finito
per seguire intieramente (piesta nuova inlerpretazione, e ricordano solo
come curiosita storica la teoria di Bichat. Invece in Francia queste
nuove idee non fecero |)er nulla abbandonare (juesta teoria, che ancora
oggi tutti Anatomici francesi considerano come classica.
La caviia inlradf/ralc dei mammiferi presenta un rivestim^nto endo-
teliale completo. e su (piesto i)unto gli Aiuitomici sono concordi; ri-
guardo al suo significalo essa non e altro che una fessura prodotta in
seno alia lamina conneltiva, che costituisce la meninge ])rimitiva per la
fusione di numerosi piccoli spazi linfatici, cosa che ho potuto verilicare
tanto nella lilogenesi che nella ontogenesi. (lomincia a conq)arire negli
anlibi, ed e bene svilu|)pata nei rettili, nei (juali e formala da molle
piccole cavita separate da trabecole: negli uccelli e nei manuniferi, essa
si completa, diminuendo le trabecole e fondendosi le cavitii.
— 213 —
Avvencndo in lal niodo lo s\iIiip|M) dello sjttizio iulntdiintle^ si puo
aninietterc die esso sia una rnvilii sienmi? (ili Anatomici tVancesi lo
allcrniano, tiitti gli altri lo negano.
Oiiesta prolonda disparita A piii apj)arenlo die reale, o dipende solo
da! sigiiilicato die si mioI dai'e alle jiarole « caritu sierosa ». Se inlatti
si liiiiila il signilicato di rarila sirrosr alle ca\ilii provenieiili dalla ca-
\ila eelomatiea e i'i\estite (juindi daire|)itelio iiiesoderniico SelialTer e
Thaiie, i", |)ag. ^98. Kraiise, li, pag. 3i^, ecc). noii puo essere
conipresa Ira esse la rariu) inlrailurnle, come non vi |)ossono essere
coniprese le altre ca\ita niesendiimali: se invece, eonie faniio molli
altri Anatomici (Cadiat. 3, pag. U)4 e segg., Hyrtl, 10. |)ag. lo4 e
segg., Rom it i, ^3, Vol. 1°, pag. 78, Duval, o, pag. 330. lierdal, 1,
pag. 108, ecc; si estende il signilicato di canU) sicrose, oltre die alle
(•a\ita provenienli dalla divisione delta cavita eelomatiea, anche alle cavita
di origine prettamenle connetlivale e die sono percio rivestite da un endo-
telio, come sono le cavita articolari, le borse sierose, le guainetendinee, ecc,
pu('» essere comjireso in questa categoria anche lo spazio intrndumJe.
In ogni caso, quando si intende per aranioidc m la meninge coni-
presa tra la dura e la pia madre )\ non si puo parlare di due loglietti
aracnoidei, uno parietale. ed uno \iscerale, come fanno i sostenitori
della teoria di Ricliat, poidie oltre all' essere un artitizio di tecnica la
se|)arazione nel lelo del foglietto parietale dalla dura madre, come pre-
tendono die possa farsi Bicliat (2, pag. 242), Duval (5, pag. 723) ecc,
e cliiaramente dimostrato dalla filogenesi e dalla ontogenesi die lo spazio
in trad u rale si forma per la fusione di molli |)iccoli spazi linfatici. come gli
altri spazi meningei e le altre cavita niesendiimali. Potrebbe paiiarsi di
dnplicila dell' aracnoide, solamente quando col iiome di ammoide si in-
tendesse non la meninge, ma Tendotelio die riveste lo spazu) inlradiiralf.
Resia a vedere il signilicato dello spazio intraaracnoidale. Moiti
Anatomici (Krause, 15, pag. 731, Todt 3o, pag. 303, Gerlacli, 8,
pag. 148, Obersteiner, 16, pag. i8:), Cliarpy i, pag. 120, (Jegen-
baur, 7. pag. 413, Ko Hiker, 13, pag. 832. Romiti, 23, Yd. II
pag. 722, Ran be r 19, pag. 309, Szymonowicz, 32, pag. 290, ecc),
seguendo i risultati delle ricerdie di Key e Retzius (II, |)ag. 120
e segg.) e di altri, ammettono die le pai'di di questo sjiazio, come
pure le trabecole, i nervi e le dentellature dei legamenti denticolati
die lo attraversano, siano rivestite da un endoldio; mentre altri Ana-
tomici (Pouchet et Tourneux, 18, j)ag. 340, Sclnvalbe, 28, pag. 78:>,
Sappey, 2(1, pag. 29, Hyrtl, 10, |)ag. 890, Renaut. 21, pag. 77:;,
Duval, o, pag. 723, Testut, 33, i)ag. 923, ecc.) negano la esistenza
di (|uesto rivestimento endoteliale. Per i primi vi e identila di strut-
— 214 —
lura Ira lo spazio inlnuhinilc c lo spazio nilriuuiKiioidalc. |)t'r i se-
condi invecc (iiiosla idciitilii manca. Jl(» \oliito cLiarire (juesta qiie-
slione ed lio iallo riccrclic in ivieniiii;] spiiiali di iionio e di altri
niaimiiit'eri, esaininaiulole a fresco in soluziont' lisiolo^ica di clorui'n
di sodio 0 trattandole con soluzione di nitrato d'argenio 1 "j, e lacendo
contcnij)oraneamente dei |noj)arati di risconlio nclla superficie esterna
(lell'ai'acnoide o nella siiperlicie interna delia dura niadre. In tal nii)d(»
non sono mai riuseilo a porre in evidenza un rivestimento endoteliaie
sulie superficie esterna delia j)ia niadre o sulla superficie interna del-
I'aracnoide ed attorno alle tia])ecoie intraaracnoidali. mentre lo ho seni|)re
riscontrato nella superficie esterna dellaracnoide. e nella superficie in-
terna della dura madre: onde mi pare die si possa concludere die lo
spazi(» intraai'acnoidale e lo spazio intradurale lianno sti'uttura dilVe-
rente. La niancanza di rivestimento endoteliaie avvicina lo spazu) in-
traararnoidale agli spazi linlatici die si trovano tra le maglie del tes-
suto connettivo lasso, come atlerma anche lien ant (21, pag. 773). Essa
puo spiegare come alcuni degli xVnatomici die seguono la teoria di
in chat (Pouchet e Ton men \. IS, jiag. 3HS. Renaut, 21, pag. 773.
Duval, '■), pag. 723, Testut, 33, pag. 918, ecc.) dicano .s?>ro-so sola-
menle lo spazio intradurale, e non anche lo s|)azio intraaracnoidale: non
si riesce invece a spiegare come altri di questi Anatomici ^(Uiarpx,
jiag. t37 e segg., ed altri), ammettendo un livestimento endoteliaie
anche nello spazio intraaracnoidale, chiamino rarita sirrosa solo lo
sjiazio intradurale, e non anche lo sjjazio intraaracnoidale.
Basandosi sulla filogenesi e sulla ontogenesi delle meningi, come
oggi vengono ammesse, gli Anatomici moderni dividono in vario modo
queste membrane. In alcuni trattati, specialmente tedeschi, si afierma.
seguendo Key Retzius (11, jiag. 126 , che tbndamentalmente le me-
ningi sono due, la Icpfomeninf/e e la puchimcninge, delle (juali la prima
corrisjionde alia pia madre ed airaracnoide, la seconda alia dura ma-
dre ed all'endorachide: inteso invece lo sviluppo delle meningi nel senso
che ho esposto |)iu sopra, si vede come (juesta divisione sia coni])leta-
mente arbitraria e non corrisponda alia realta, anche tenendo con1i>
che la pia madre e 1' aracnoide anatomo-jiatologicamente hanno carat-
.teri comuni, i)erche (piesti dipendono dagli inlimi rapporti e probabil-
mente anche dalla strutluia di queste (\\\e membrane. Invece gli Anato-
mici, che, seguendo la teoria di Bichat, considerano la aracn(»ide come
lormata da due foglietti, respingono (piesto modo di raggruj)|iare le me-
ningi f^conlr. (IharpN , 4, pag. 137;, e riuniscono invece la aracnoide alia
dura madre: come raltra, anche questa divisione. essendo basata su
un' ipolesi non i-ispondente alia realta, non lia alcun londamenio di \ero.
— 215 —
Adiinque coucliidendo la lilogeiiesi e la uiitogenesi delle meningi
spinali permetloiio di stabilire:
clie gli s|)azi tra le meningi spinali sonu spazi liiifatici nel voro
st'iiso della parola, cioe sono spazi prudottisi in seno al lessnto connel-
livo. e die possono anche essere chiamali spdzi sierosi, se si designano
con tale denominazione gli spazi connettivi :
clie, in rapporto all'ordine della loro comparsa, lo spazio periduralc
neirnonio ha jx'ninio ({nasi coni])letaniente la sua lunzione lintatica ed e
oceu|)at(» da uii tessuto di riempinienlo: lo spazio hilnuhinilp e simile
per la sua strullura (e probabilinenie anche per la sua lunzione alle
cavita linralich.^ riveslite da endolelio (horse sinoviali, guaine tendi-
nee, ecc.) : e lo spazio intraaranwidale e paragonabile agli spazi clic
si trovano Ira le maglie del tessuto connettivo lasso:
che I'araenoide e forniata da un solo foglielto. elie e il Ibglietto vi-
seerale o araen(nde |)roj)riainente detta.
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/
aliaio
(Pubblicazioni Italiane di Zoolo<,na, Aiiatomia, Embriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DIKETTO
DAI DOTTORI
GIULIO CHIARUGI
EUGENIO FICALBI
Prof, di Auatomia umaua
iiel It. Istitiito (li StucU Super, in Firenze
Prof, di Auatomia coiup. e Zooloj;ia
nella R. University di Padova
Ufficio di Direzione ed Amininistrazione : IsLituto Anatomico , Firenze.
12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. C".
XII Anno
Firenze, Agosto 1901
N. 8
SOMMARIO : Rkndiconto deixa skconoa asskmblea ordinaiua e del convegno del-
l'Unione Zoor.oGicA Italiana in Napoli (10-13 Aprile 1901). {Continuazione
c fine). — Fag. 217-241.
CoMUNicAZioNi OuiGiNALi: [^izzo A., Gaiiale cranio fai'ingeo, fossetta faringea, iu-
terparietali e preinterparietali nel cranio umano. — Pag. 211-252.
NoTiziE. — Pag. 252.
Avvertei\za
Delle Comunicazioni Origiiiali che si pubblicano nel Moni-
tore Zoologico Italiano e vietata lo, riproduzione.
EENDICONTO
SECONDA ASSEIVIBLEA ORDINARIA E DEL CONVEGNO DELL' UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA
IN NAPOLI (10-13 Aprile 1901).
(CoutiQuazione e fine, vedi n, 7.)
Venerdi 12 Aprile.
I congressisfci a bordo della R. nave < Ercole » e del « Johann es Miiller »,
vaporino della Stazione Zoologica, fanno una gita nel golfo e visitano Capri
dove si riuniscono a colazione. Durante la traversata si fanuo, dal J. Miil-
ler, delle pesche pelagiche al largo e delle dragate in diversi punti della
secca di Pe nta Pal u mm a.
Ai. z.
Puhblicato il 27 Liiglio lUOl
— 218
Sabato 13 Api-ile.
Seduta antimeridiana
(Sala della Societal Keale).
II presidente da la parola ai Socii per la contiiiuazione delle
Comunicazioni scientificlie.
Gay M. — Strana costituzione di un novo di gallina e sulla gallina die lo
yrodusse. (Sunto). — [Legge Ghigi per I'Autore assente].
Espoue le sue osservazioni su di un uovo teratologico emesso da una gal-
lina di tre anni che produce da molto tempo due uova al giorno, di solito prive
di guscio calcareo. L'A. descrive I'aspetto e la costruzicme dell'uovo in esame,
la cout'orraazione del quale potrebbe essere, secondo lui, in relazione col fatto
della duplice produzione giornaliera, potendo esse rappresentare 1' insieme di
due uova di cui non sono presenti che i soli torli con poca albumina.
Ghigi osserva che fatti simili si verificano non di rado e vanno attri-
buiti a traumi ed a malattie od imperi'ezioni del condotto genitale e delle
glandole annesse.
Grieb A — Contribuzione alio studio dell'organo parietale del Podarcia mu-
ralis. (Sunto). — [Legge Della Valle per I'Autore assente].
In embrioni tolti da uova deposte da circa 6 a 12 ore (di 2 mm. di lun-
ghezza, misurata dall'apice dei lobi ottici seguitando la linea dorsale sino alia
base della coda), il cervello intermedio ha una grandissima estensione. Nella
parete superiore, nella linea mediana sagitta'le, quasi a meta distanza fra i
lobi ottici, gia abbastanza sviluppati, e i lobi cerebrali appena abbozzati, no-
tasi un ispessimento che nou tarda ad incurvarsi come una leggiera volta.
Questa in embrioni tratti da uova deposte da circa IG ore, ha dato origine ad
una vera e piccola vescicola a contorni ben limitati ; la quale a misura che i
lobi ottici e le altre parti del cervello si sviluppano, resta confinata nella por-
zione posteriore del cervello intermedio.
Pill tardi sulla parete superiore e posteriore della vescicola, comparisce
un solco che tende a dividerla in due parti disuguali; una anteriore piii grande,
ed una posteriore piu piccola. La parete del cervello intermedio al davanti
deir impianto dell'organo parietale comincia ad assottigliarsi, mentre che in
dietro essa si continua ispessendosi alquanto con la parete dei lobi ottici. In
seguito si vedono le due parti della vescicola primaria molto piii sviluppate,
le quali hanno dato origine a due vescicole secondarie ; I'anteriore piii grande
formera I'organo parietale, la posteriore piti piccola I'epifisi. Quest'ultima e ri-
piegata un poco indietro verso i lobi ottici e la sua cavita comuuica quasi tra-
sversalmente con la cavit4 della vescicola parietale, e per mezzo di questa con
la cavita del terzo ventricolo. E in questo stadio che comincia a comparire la
commissura posteriore.
— 219 —
In embrioni di 3 mm. circa, si vede clie la vescicola parietale cresce in
lunghezza, si porta prima in sopra, ilia poi si ripiega in avanti verso il cei'vello
anteriore, e fcrascina con se la parete anteriore della vescicola epifisaria ; la
quale viene cosi portata a poco a poco in avanti, e trovasi situata ora per-
pendicolarmente nel luogo occupato prima dalla vescicola parietale.
II solco di divisione che trovavasi prima dalla parte dei lobi ottici, ora
trovasi dalla parte opposta, cioe verso il cervello anteriore. Da questo sta-
dio, a me sembra, che sono partite le osservazioni di quasi tutti gli autori.
In seguito la vescicola parietale viene a situarsi distesa sulla parete ce-
rebrale ; la sua cavita comunica adesso trasversalmente con la cavita del-
I'eijifisi, e per mezzo di questa con la cavita del terzo ventricolo. In questo
memento sul passaggio del cervello intermedio al cervello anteriore, ed a
spese di quest'ultimo si forma il primo abbozzo della parafisi mentre tutta la
parete superiore del cervello intermedio, al davanti dell'organo parietale sino
al punto di origine della parafisi, si fa sempre piii sottile e tende a sollevarsi
in alto, e forma il cuscinetto parietale o tela coroidea del terzo ventricolo. II
solco di divisione che divide I'organo parietale dall'epifisi si fa piu profondo,
le cellule della parete superiore della vesci.ola parietale in corrispondenza del
solco si avvicinano a quelle corrispondenti della parete inferiore. Queste cel-
lule si fondono insieme e I'organo parietale cosi formate si distacca comple-
tamente dalla vescicola epifisaria e diventa indipendente. L'organo. parietale
resta per un certo tempo poggiato sulla volta cerebrale mentre che le cellule
della parete superiore di quest'organo si allungano, si modificano e formano il
cosi detto cristallino. Finalmeute I'organo parietale si solleva in alto perpor-
tarsi sotto 1' epidermide, mentre il tratto di parete del cervello intermedio su
cui poggiava I'organo parietale si modifica per formare quell' ispessiniento
cheBeraneck ha chiamato centro parieAale e Strahl e Martin com-
missura bianca.
Se si esamina a piccolo ingrandimento il cervello isolato di un embrione
corrispondente per sviluppo a quelle figurato da Dendy, visto dall'alto, e di
lato, sembra difatti che esistano due vescicole distinte, sulla volta del cer-
vello intermedio, una piu grande anteriore, ed una piia piccola posteriore, ri-
coperta in parte dalla vescicola anteriore. Questa apparenza e dovuta soltanto
al solco che divide I'estrofiessione priinaria in due vescicole secondarie.
Ora se si aggiungono gli stadi piu giovani da me descritti a quelli piu
avanzati figurati da Beraneck, Franco tte, Dendy ecc, si puo conchiudere
che i'organo parietale e I'epitisi si sono formati in tutti i rettili da una estro-
flessione unica originata da un ispessimento della parete superiore del cervello
intermedio.
L'organo parietale dope che si e sollevato dalla parete del cervello inter-
medio e portato in alto sotto I'epidermide, si vede formato da due parti ben
aistinte, il cristallino e la retina, senza alcuna traccia ancora di capsula esterna.
Dalle cellule della retina partono numerosi filament! nervosi i quali formano
uno strato piti o meno spesso fibrillare esterno intorno ad essa. In seguito
queste fibrille nervose riunitesi in basso, sulla parete inferiore dell'organo, co-
stituiscono il nervo parietale.
Uno strato fibrillare nervoso somigliaute a quelle descritto di sopra, fuos-
servato pure da Strahl e Martin nelVAngius, mentre Franco tte ha descritto
— 220 —
neir.-l?;^^''''' uno sti-.ito granuloso nella retina come sfioccamento del nervo pa-
rietale. Invece lo strato fibriliare fu negate da Leydig e Beraneck; soste-
nendo il prime autore che il cosi detto strato fibrillare nervoso non sia se non uno
spazio linfatico ; I'altro ch* esso mauca del tutto. II nervo dell'organo parietale
comparisce in embrioni di 9 mm. di lunghezza, si osserva costantemente in di-
vers! gradi di sviluppo e di atrofia, sine in quelli embrioni prossimi a schiudere
(18 a 20 mm. di hmghezza.
Contrariaraente a quanto afFermauo Beraneck, Franco tte, Str ah 1 e Mar-
tin e Klincko wstrom, a me sembra che esso non provenga da un punto spe-
cializzato della volta del cervello intermedio (centre parietale di Beraneck,
commissura bianca di Strahl e Martin), ma invece dallo strato fibrillare ner-
voso esterno della retina deH'organo parietale come suppoueDendy.il nervo
parietale si porta in giu verso il cervello; qui attraversa la commissura bianca
di Strahl e Alar tin e si termina nelle cellule nervosa sottostanti a questa
commissura. La parete supariore del cervello intermedio che forma il cuscinetto
parietale, si e molto assottigliata e portata sempre piu in alto ; si possono di-
stinguere in essa una parete anteriore obliqua in dietro. su cui poggia ed ade-
risce la parafisi, ed una parete posteriore, quasi perpendicolare al cervello ;
quest'ultima parte trascina con se in alto per un breve tratto la commissura ed
il nervo parietale.
Anche I'epifisi si e molto sviluppata ed ha preso una forma di clava ; la
sua cavita comunica sempre con la cavita del terzo ventricolo per un peduncolo
molto ristretto.
A misura che la parafisi cresce in alto e si porta in dietro verso I'organo
parietale unita al cuscinetto parietale, il cervello intermedio si restringe e di-
minuisce di volume. Anche lo spazio compreso fra la parete posteriore del cu-
scinetto parietale, e la faccia anteriore dell'epifisi si restringe, ed il nervo pa-
rietale resta cosi poco a poco incastonato fra queste due parti. Esso si e molto
allungato ed e sempre in relazione da una parte con I'organo parietale, dal-
I'altra parte col cervello.
Molti vasi sanguigni si sono formati intorno a questi organi ; essi comuni-
cano con una grande lacuna sanguigna situata sotto la pelle dietro 1' epifisi e
gi^ descritta da Leydig.
La parafisi e portata sempre piu in dietro e tocca finalmente con la sua
parte distale I'organo parietale, mentre il nervo parietale comincia ad atrofiz-
zarsi nel suo punto di attacco col cervello ; esso si vede ancora per un lungo
tratto tra la parete posteriore del cuscinetto parietale e la parete anteriore
dell'epifisi continuarsi sempre con lo strato fibrillare deU'organo parietale. II
tessuto connettivo sottocutaneo che si e molto sviluppato, forma ora una spessa
guaina intorno all'organo parietale, e si prolunga sulle pareti distali dell'epifisi
e della parafisi, circondando anche 1' ultimo avauzo del nervo parietale.
Nello spazio lasciato vuoto dal nervo si vede un vaso sanguigno. Final-
mente il nervo parietale si atrofizza del tutto e I'organo parietale perde cosi
ogni relazione col sistema nervoso centrale.
La parte distale della parafisi, portata sempre piu in dietro, oltrepassa
I'organo parietale, che, intauto, le resta attaccato per mezzo di un lungo fascio
di tessuto connettivo. Questo contiene nel suo interno un vaso sanguigno, che
poi piu oltre circonda in basso I'organo parietale. Forse appuoto questo fascio
— 221 —
connettivo fu quelle che diede a Ley dig occasioiie di negare la presenza di
un vero nervo parietale.
Delia Valle A. presenta i disegni e le microfotografie che illustrano la comu-
nicazione di Grieb.
Raffaele F. — Sul modo come si chiude U neuroporo. (Sunto).
Da sezioni trasverse in serie di embrioni di polio, di 9 e 11 protovertebre,
si rileva che il tubo nervoso, nella region e anteriore, e apeito tanto dorsal-
mente, che ventralmente. II neuroporo occupa una posizione terminale al-
I'estremo anteriore del tubo nervoso e si chiude nel modo descritto dal
K u p I'f e r.
Raffaele F. — Duhhi suW esistenza del mesoderma gastrale. (Sunto).
Su molti preparati di embrioni di anfibii (Eana, Bufo, Discoglossns) e di
selaci {Torpedo e Pristiurus), non ha mai potuto constatare la presenza dei di-
vert! coli dorsolateral! dell' intestine primitivo e nbanche il menomo indizio
di continuita tra endoderma e mesoderma in quella regione. II mesoderma si
presenta sempre nettamente separate tutt'intorno all' intestine ; soltante nella
regione ventrale puo talvolta (negli embrioni d' anfibii) sorgere il dubbio che
vi sia una piu o meno estesa continuita; ma anche questa apparenza e pro-
babilmente ingannatrice.
Seltanto all'estremo posteriore, interne al blastopore, vi e impossibilita
di distinguere il mesoderma della massa di cellule endodermiche. Seguende la
nomenclatura del Rabl, non sembra esservi ragione di ammettere che un
mesoderma peristomale. Osservando attentamente le solite figure date da varii
autori e ripertate nei trattati, si acquista il convincimento che in nessun caso
vi e una diraestrazione ebbiettiva della fermazione del mesoderma gastrale,
ammesso generalmente da tutti.
L'argomento desuute dul modo di svilupparsi del mesoderma tiqW Amyhio-
xus e uno dei tanti circoli viziesi, che abbondano nelle speculazioni filogene-
tiche. Su per giii si ragiena a questo modo: « Essendo VAmphioxus I'antenate
« dei vertebrati,per la legge biogenetica, dobbiamo trevare in questi gl'indizii
« dei diverticol! celematici; la presenza di questi diverticoli, d'altra parte, e
« dimostr azione evidente della parentela ».
Raffaele F. — Osservazioni ed esperimenti su embrioni e larve di anitri.
Esperimenti fatti su embrioni e larve di Rana e di Discoglossus, dimostrano
che, decapitande le larve, i due monconi sopi-avvivono e continuauo a svilup-
parsi senza che pero si manifest!, oltre alia cicatrizzaziene della ferita, da
parte deU'ectederma, alcuna rigenerazione. Le sviluppo contiuua, come se i
pezzi fossero ancora unit!.
Nei monconi posteriori, cui e stata aspertata tutta la testa, fin dietro all' inte-
stine respiratorio, prima che sia formate I'abbozzo del cuere, non si manitesta,
naturalmente, la circolazione, ma i vasi si sviluppane e si sviluppane anche i
glebuli del sangue in molti punti. La mancata circolazione e causa di una
idrope, principalmente accentuata nelle vie venose. Le vene cardinali e la v,
codale si dilatauo enormeraente.
222
Con un simile metodo sperimentale potrebbero forse controllarsi i risultati
del Beard e di altri sulla genesi del leucociti da parte del timo; asportando,
appunto prima che I'abbozzo di quest' organo sia formato, o, almeno, prima che
vi sia circolazione, quelle che si ritiene il focolare unico di produzione dei
leucociti.
De Stefan! T. — Ulteriori osservazioni sulla nidi fie azione dello Sphex pcdu-
dosus. — [Legge Raffaele per I'Autore assente].
In una nota preventiva pubblicata nel 1896 (^) lio detto come i costumi
dello Sphex paludosus si allontanino uon poco da quelli di tutte le altre
specie della fauna europea e circummediterranea. Solamente nel nido dell' eso-
tico Sphex Lanieri Guerin del Brasile troviamo qiialche raffronto con quelli di
questo Sphex, e cio nel senso di una vera e propria costruzione imbottita di
materie vegetali soffici come nei nidi di uccelli. Questo fatto importantissimo
e singolare nella biologia di uuo Sphex europeo (negli sphex esotici i costumi
sono poco o nulla conoscinti e lo stesso Sphex Lanieri, non e accertato ?e
appartenga realmente a questo genere) che tanto lo allontana dai suoi con-
generi, mi ha invogliato a continuare le ricerche per portare a compimento
quelle che per mancanza di opportunita non potei completare con le mie prime
osservazioni. Alcuni dei punti rimasti oscuri allora oggi posso chiarirli, ma
a rendere pivi manifeste le nuove particolarita rilaccio un po' di storia sulla
nidificazione di questi robusti imenotteri.
In generate si ritiene che gli sphex costruiscano un nido molto semplice:
una piccola buca scavata nel suolo dalla provvida madre dove essa, come per
esempio lo Sphex flavipennis J., introduce tre o quattro grossi grilli iutorpiditi
dal suo veleno e sopra ognuno dei quali depone un novo; quindi I'entrata della
buca viene da essa stessa chiusa con terra e sassolini e il nido e bello e pre-
parato. Lo Sphex occitanicus Lej). scava una buca consimile, ma la prepara dopo
avere catturato la sua preda e introduce nel nido una sola vittima, al contrario
dello Sphex fiavipennis che prima scava e poi va in cerca della preda. Ora in
queste due specie, tutto il lavoro per assicurare lo sviluppo della prole, con-
siste nel metterla in qualche modo al sicuro dalle intemperie e a portata del
nutrimento; nello Spliex paludosus invece la nidificazione, quest'atto importan-
tissimo della sua vita, e meno semplice e piu interessante e dimostra nell'in-
setto un maggior sviluppo dell'istinto materno; esso non scava buca alcuna,
ma costruisce il suo nido o tra lo spazio che lasciano le pareti di due aruie
ravvicinate o in piccole fenditure delle rocce e viene formato di sostanze ve-
getali diverse e disposte a cerchi concentrici. Lo strato piu esterno e piii
largo e composto di ariste di frumento, di spighette di Avena sterilis, di una
specie di Aira e di qualche altra erba ; lo strato piu iuterno e molto softice
perche composto coi pappi di un cardo e largo circa due o tre centimetri.
Tutto 11 nido ha un diametro di quindici centimetri circa, e irregolaie alia
periferia, ma i contorni interni, che limitano i due strati di diff'erente sostanza
vegetale, sono perfettamente circolari; tutto il nido e schiacciato simile ad
una rotella, nel di cui centro, vuoto a modo di un auello, stanno I'uno accanto
all'aitro i bozzoletti contenenti le larve. lo non staro a ripetere la descrizione
(1) Natnr. Sicil. An. I. (Nuova serie) pag. 11-22. Talermo,
— 223 —
di queste larve ne dei bozzoli, di ci6 lio parlato nella mia prima nota; raa diri
quelle che io allora ignorava, cioe, clie sulle tre o quattio Phaneroptera 4
punctata, (ortottero) coi quali il nido viene appi'ovigionato, vengouo sopra
ognuna deposte due uova, e che le vittime sono introdotte nel nido prima ao-
cora clie esso sia cominciato ad essere imbottito. La fanerottera immobilizzata
dal veleno dello Sphex viene abbracciata col secondo e terzo paio di piedi
dal predatore che a volo la trasporta al nido; quest' operazione si ripete tante
volte finche la bottinatrice crede sufficiente la sua caccia per assicurare il
nutrimento alia sua progenie. Gli ortotteri vengono deposti nel nido uno ac-
canto I'altro sul dorso e con la testa tutti verso un lato, le uova dello sphex
sono deposte sui loro addomi ora 1' uno vicino all'altro, ora a distanza.
Un altro fatto, che come quelli sopra citati, ho potuto accertare nelle mie
ultime osservazioni, e il modo come lo Sphex trasporta al nido le diverse erbe
che lo formauo.
Esso le raccoglie sul terreno, le ghermisce con le mandibole e le trasporta
a Tolo dove le dispone, prima i pappi, poi le ariste di frumento e le altre
sostanze, tutto iutorno alle vittime e solo smette il lavoro allorquando la fes-
sura della roccia ne e letteralmente imbottita; dopo essa si allontana ne piu
vi fa ritorno.
Ho potuto sorprendere le operazioni dello Sphex jx^ludosus a tratti, a di-
verse riprese e in anni diversi e cosi ho potuto portare un altro contributo alia
storia di questo sf'egide la di cui biologia era assolutamente sconosciuta; so che
restano molti altri puuti oscuri e percio insistero ancora nelle osservazioni.
L'epoca opportunaper seguire lo alFaccendarsi dello Sphex j)ahidosns nelle
cure materne per la costruzione e approvvigionamento del suo nido cade tra
gli ultimi di luglio e i primi di agosto; esso in quest' epoca esplora special-
mente le piccole rocce isolate; trovata una fessura adatta alia sua bisogna
comincia col pulirla gettandone fuori la terra e le pietruzze che ne ingombrano
il suolo, quindi esce a caccia e nello stesso giorno vi trasporta le sue vit-
time; al tramontar del sole sospende le sue operazioni e si terma nella buca
a guardia del suo tesoro, non lo ripiglia che 1' indomani a sole alto; allora
la sua attivita diventa febbrile, e un continuo va e viene trasportando con le.
mandibole I'imbottitura uel nido, e in questa bisogna impiega tre o quattro
giorni e solo la «mette allorquando la buca e letteralmente imbottita di ariste
di frumento pressate.
Berlese A. — Quali vantaggi pub attendersi V agricoltura daW opera degli
uccelli insettivori.
Si ammette dai piii, senza dubbio di sorta, che gli uccelli insettivori sieno
di grande utilita in agricoltura perche distruttori di insetti dannosi.
A parte la questione se possano riescire nocivi col distruggere insetti pre-
datori utili, io affermo che pure togliendo via insetti nocivi essi cio facendo
possono riuscire invece dannosissimi nell'economia agraria.
Questa nuova forma di disputa cade ora perche nella questione se gli uc-
celli insettivori sieno utili o meno non si e mai considerato o voluto considerare
un argomento di capitale importanza, cioe la presenza e frequenza di insetti
parassiti (*) nel corpo di quelli nocivi.
(') L'espressione parassiti e certo inipiopria; (juella di insetti entomofagi non 6 precisa,
— 224 —
E inutile ricordare die non vi hanno se non pochissimi insetti cbe si sot-
traggono, specialmente alio stato di larva, all'aggressione degli insetti endo-
fagi. Talora questi distruggono, totalmente, iiivasioni anche larghissime della
specie ospite. La importanza loro dipende dal fatto che essi sono parassiti
sempre micidiali alia vittima e la distruggouo generalmente prima che essa
abbia potuto moltiplicare. Inoltre per i braconidi e pteromalini (come per le
tachine ecc), i1 piu spesso sono moltissimi individui parassiti contenuti in uno
stesso ospite (^).
Stando cosi le cose si vede che 1' interveuto di un predatore, sia esso altro
insetto od nccello od altro vertebrate, puo riuscire, anziche utile, invece assai
nocevole, distruggendo, insieme ad ospiti gik condannati, anche insetti endofagi
destinati a riprodursi largamente. Cio puo essere espresso graficamente dallo
annesso schema, nel quale sono segnati in nero gli individui inquinati.
la geuoniz. DnnDa 5
"^ ■■ aaaanau ■ 8
.•i=^ » naaanDDDB B ■ H 32
4^ » nnanannnB ■ ■ ■ B B B B 10
5^ » BBBaBBBBBBBBBBBBlG
■A.
L' iudiviiluo inquinato
non si ripioiluce, lua si
riproduce invece il pa-
rassita, che aggredisce
altri individui della 2*
ijeuerazione.
4a
6*
raz. nuuLDo 5
□ DannCG) n(B) 8
^□□□nGDn D B 10
□ □ncDDDn nnnu a b a b ic
« nunnnnnnnnunnnrjGB a a B a a B B 24
DLjljDGDlJuLIljQuljGlIJlJQ b a a a □ a b b a a a a a a a
BBBBBBaaBBBBBHBBBBOBBDBBBBDaOBBB
J
Intervieue nu predatore
e toglie via i duo indi-
vidui coniijresi tia la
parenteai.
Di qui si vede che 11 predatore, intervenendo (tabella B), ha fatto si che la
specie ospite si e propagata per 7 generazioni ed ha avuto un massirao di 32
individui, con un totale di 127 individui, invece di 5 generazfbni con un mas-
simo di 16 individui e con un totale di 57. Ora se la specie ospite e nociva, si
comprende che dannoso e stato 1' intervento del predatore, qualunque esso sia.
Si conosce inoltre che le ultime generazioni sono le piu inquinate di pa-
rassiti, i quali sono moltissimi durante I'inverno. Cio e in realta. Quindi il passo
degli uccelli, cadendo in autunno piii o meno.avanzato, avviene appunto in una
epoca sfavorevolissinia sotto questo punto di vista, perche gli uccelli stessi si
abbattono su un numero di parassiti 0 di ospiti inquinati in eccedenza, men-
tre il ripasso cade m epoca molto piii favorevole e in tempo in cui gli uccelli
insettivori possono essere utili, potendo eccedere il numero di ospiti immuni
quello dei parassiti loro.
in liguardo agli insetti clio vivono neU'interno di altri insetti, divoiaudoli intcrnaniente o ad agio,
credo clie bisogneiebbo cliianiarli insetti endofagi.
(') II Marchal ed altri riconobbero che VJCiici/rtus fuscicolUs depone un novo entro 1' insetto
ospite, dal quale novo non nasce un solo iudividuo raa circa un ceiitinaio.
^ 225 —
Si nota inoltre che tutfce le cosidette cure invernali, quando non tendono
alia distruzione delle uova (die non contengono ordinariamente parassifci), sono
piu perniciose che altro e certo irrazionalissime perche distruggono gran nu-
mero di parasaiti e pocbi ospiti iuirauni.
E da I'ilevare poi die I'esame degli stomaclii degli uccelli, per giudicare co-
tali forme utili o dannose a seconda che contengono insetti utili o nocivi, e
opera vana, sia perche onde giudicare utile un insetto (per predatore) bisogne-
rebbe esaminarne lo stomaco non meno di quello dell' uccello, ne si potrebbe
egualrnente decldere in proposito, sia perche le larva degli insetti parassiti sono
quasi tutte o tutte seuza parti dure, ne cef'aliche ne boccali, di tale natura che
possano resistere all'azione dei succhi stomacali ed essere rintracciate cosi
bene come invece si potranno sempre riconoscere parti scheletricbe delle forme
ospiti. Quindi, computando il numero degli ospiti derivati da un uccello, senza
poter calcolare quanti di essi sono inquinati da parassiti e quindi condannati,
non si puo esattameiite giudicare se o meno I'opera dell' uccello e stata utile.
Bisognerebbe poter fare I'esperieiiza diretta in ambienti ampi abbastanza,
nei quali le stesse piaiite e gli stessi insetti ospiti e parassiti si trovassero in
contatto con uccelli o meno, ed allora dalla diversa influenza sulla vegetazione
giudicare dell'efFetto degli uccelli.
Ad ogni modo e bene tener preseiite anclie questo massimo coefKciente quando
si giudica dell' utilita degli uccelli insettivori e cio per dare ad un probabile
pregiudizio, forma e valore di verita assoluta.
Berlese mostra ai Congressisti alcune larve di insetti nocivi affetti da pa-
rassiti e distribuisce la tabella sopracitata per provare graficamente che I'iuter-
vento dei predatori puo ritardare la distruzione di una specie nociva attaccata
da insetti parassiti.
Andres a proposito della tabella dimostrante I'azione degli insetti parassiti
di altri insetti osserva che essa per se stessa e giusta, ma che posa sopra una
base falsa. Neila stessa viene presupposto che la proliferita degli insetti pa-
rassiti sia eguale a quella degli insetti inquinati, il che non e. I primi proli-
ferano molto e molto meno dei secondi, quindi in linea generale essi non per-
verranno mai a sopraffarli.
Emery osserva che la tabella del Berlese si basa sopra un sofisma, am-
mettendo implicitamente che gli animali insettivori preferiscano I'insetto affetto
da parassita a quello che non lo e. II carnivoro nou ostacola 1' azione distrug-
gitrice dei parassiti. 11 caso deW Encyi'tus fuscicoUis e unico nel suo genere
e non ha importanza.
Emery non vuol prolungare la discussione, ma ritiene si possa dimostrare
matematicamente che I'azione dei carnivori, non solo non intralcia quella dei
parassiti, ina li coadiuva accelerando la distruzione.
Ghigi fa osservare innanzi tutto che la distinzione che si suol fare degli
uccelli in insettivori e granivori non e giusta ; non vi sono uccelli assolutamente
granivori, mentre ve ne sono assolutamente insettivori ; il regime alimentare
varia col variare dell' eta e delle stagioni. Cita il fatto da lui osservato del-
VAniadina fasciata fringuello della Senegambia, eminentemente granivoro alio
stato adulto, i cui nidiacei sono iiicapaci di digerire qualsiasi chicco di grano
o di miglio. Cita pure il fatto dei gallinacei cui sul primo mese di vita al-
meno, e necessaria una alimentazione a base d' insetti. Quanto ai piccioni pre-
— 226 —
valentemente granivori, I'oratore lia ossei-vato in ischiavitu vari individui di
Phloegenus cruentata, divorare con avidita larve d'insetti; piu volte poi ha
trovato il gozzo di piccioni di nido riempito completamente di Cydostoma ele-
gans. Ritiene efficacissima in vantaggio deiragricoltnra Popera degli uccelli e
dei predator! in generale, specialmente nel periodo primaverile, quando la ve-
getazione e nel suo completo sviluppo e numerosissimi sono gl' insetti nocivi
che vivono alle sue spalle ; tale vantaggio compensa ampiamente quei danni
che eventualmente alcune specie potessero recare in autunno a certi raccolt.i.
L' ef'ficacia che il Berlese attribuisce ai parassiti sembra eccessiva. Com-
prende che in una serra chiusa una coltura d' insetti si renda impossibile,
se una specie parassita vi trovi coudizioni favorev«li al prpprio sviluppo ; ma
all' aperto gli stessi parassiti hanno a temere alia loro volta infezioni di or-
ganismi piu piccoli di loro. Inoltre il parassita non scegliendo senipre larve im-
nauni, rende meno efficace la propria fecondita. L' oratore studiando la biologia
di alcuni calcididi parassiti delle larve della cecidomia delbiancospino, ha os-
servato che ogni anno le galle della cecidomia sono diffusissime e che non vi
e galla in cui alcune larve non siauo infette da uno a quattro o ciuque parassiti.
Secondo la teoria del Berlese, la cecidomia dovrebbe in breve essere ridotta
ai minimi termini, eppure la proporzione Ira infettaute ed iiifettato rimane
pressoche inalterata.
II Berlese invoca esperienze I'atte all'aperto, in luoghi dit'esi da reti me-
talliche ove non possano penetrare gli nccelli , la si vedra la efficacia dei pa-
rassiti. Tale esperienza I'oratore ha fatto seiiza volerlo. In un piccolo giardino,
incastrato fra quattro case i cui abitatori esercitavauo per gli uccelli 1' efi'etto
di reti metalliche, alcune rose erano divorate dalle larve della Hylotoma pa-
gana ; dopo avere atteso indarno per quattro auni Tintervento dei parassiti, si
sono dovute togliere le rose, e le Hylotome si sono ora gettate sopra altre piante.
Inoltre la teoria entomofila del Berlese potrebbe avere una grave conse-
guenza economica. Riconoscendo dannosa I'opera dei predator! che non distin-
guono fra insetto immnne ed infettato, si deve logicamente ritenere dannosa
la raccolta che I'agricoltore fa d! alcune specie nocive, come la Cochilis. L'ora-
tore ritiene irrazionale la distruzione di quest' insetto col mezzo di pinzette, ed
e certo che I'invasione per opera dei predator! e dei parassiti, cesserebbe in
capo ad alcuni anrii ; ma sebbene irrazionale quel sistema e necessario, poiche
quando I'agricoltore ha perduto due o tre raccolt! consecutivi, 1' iutervento dei
parassiti non varra certamente a risarcirlo del grave danno ecoiiomico subito.
Concludendo non nega efficacia ai parassiti, ma nell'interesse dell'agricol-
tura ne riconosce altrettanta nei predator! e particolarmente negli uccelli.
Macchiati si permette di osservare che nella presente importante discus-
sione, per venire ad una conclusiione accettabile, bisognerebbe tener presente
un altro element'o, al quale non gli risulta sias! giammai attribuito importanza;
cioe che se gl' insetti fitofagi sono certamente dannosi alle piante dei cui or-
gan! si nutrono, d' altra parte molt! di essi, specialmente imeuotteri, lepidot-
teri e ditteri alio stato perfetto arrecano una grande utilita alle piante di cui
rendono possibile la fecondazione e quindi la propagazione. Essi sono ! pronub!
di tutte le piante cos! dette entomofile assolute e delle prevalentemente ento-
mofile, le quali senza I'intervento degli insetti, tenderebbero poco per volta a
scomparire.
~ 227 —
Ghigi ha sempre attribuito la massima importanza all'azione dei pronubi, i
quali, per quanto concerne I'attuale discussione, sono alio stato larvale indifesi
contro i parassiti, mentre tanto nella vita di larva, quanto in quella d'imagine
sono in generale ben protetti coutro i predatori.
Macchiati dice che non e sempre vero, come si sostiene dal Ghigi che gl'in-
setti pronubi siano sempre i meglio difesi dall'azione dei lore nemici; in ogni
caso e ormai dimostrato che dove si allevano le api, che sono nel novero degli
insetti meglio protetti, e aumentata la produt.tivita di molte piante specialmente
quelle prative.
Ghigi replica che le nostre piante coltivate che abbisognano dell'intervento
d' insetti, sono quasi tutta visitate con graudo prevalenza da apidi muniti di
organi di difesa e di ofFesa, i quali hanno pochissimo a temere dalle aggres-
sioni degli uccelli.
Jatta fa osservare al Berlese che la quistione e vecchia e complessa e non si
e potuto venire mai ad una soluzione, perche pare che la ragione fosse da una
parte e dall' altra. Si tratta di una quistione biologica complessa, la quale
non puo trovare una spiegazione precisa in un assioma. Lamenta che il Ber-
lese abbia portato nel suo lavoro un tono dogmatico, invece di fermarsi sopra
fatti concreti ed esperienze fatte sul campo.
Andres all'asserto del Berlese che la scompai'sa degli uccelli e causata dal-
I'escendersi della coltura, obbietta che cio non e completamente vero. Cita il
caso della Valtellina, in cui le aree coltivate non sono in cinque decenni aumen-
tata ed anzi si sono estesi i boschi, nei quali tuttavia gli uccelli sono quasi
del tutto scomparsi. La loro scomparsa e dovuta quindi all' improvvida strage
che I'uomo ne fa.
Berlese risponde a tutti i contradittori:
Ad Andres che lascia a lui la responsabilita della sua affermazione essere
cioe i parassiti meno fecondi delle vittime.
Ad Emery fa osservare che la tabella ha il solo scopo di mostrare quanto
puo essere nocivo I'intervento Ji un predatore e questo la tabella stessa di-
mostra assai bene. Inoltre il predatore spesso sceglie forzatamente la vittima
afietta dal parassita in confronto di quella immune. Cita 1* esempio classico
degli afidi (animali perniciosissimi), i quali alVinverno non sono che uova, molto
bene riparate e nascoste cosi che gli uccelli (Sylvia, Hypolais) non le toccano e
lorse non le ricercano neppure, mentre si vedono beccare avidamente afidi per-
manent! sui rami e sulle fogjie, i quali di afide non hanno che la spoglia e sono
tutti invece inquinati dal parassita. Quindi gli uccelli anzidetti distruggono
d' Jnverno solo parassiti di afidi.
Quanto al caso dieW Encyrtus fuscicoUis esso e unico bensi, ma nelle nostre
attuali cognizioni, non forse in natura e del resto le specie di cui molti indivi-
dui luquinano un solo ospite sono moltissime (tutti i Pteromaliui, Braconidi,
larve di Tachina ecc).
Basti vedere quello che sguscia da una larva o da una ninfa di una far-
falla e quindi il predatore in questi casi per una larva o ninfa morte o condan-
nate distrugge invece centinaia di parassiti utilissimi.
Se r Emery ritiene che si possa dimostrare matematicamente che I'azione
dei carnivori, non solo non intralcia quella dei parassiti ma ii coadiuva accele-
rando la distruzioae, il Berlese sark ben lieto di attendersi cotale dimostra-
— 228 —
zione materaatica per modificare il projirio convincimento, poiche per ora tutto
il processo delle cose, con o senza interveuto del calcolo, tenderebbe a dimostrare
precisamente la tesi opposta.
Al Ghigi il Berlese rispoude primieramente che e geneiale la couvinzione
che gli uccelli mangino insetti quando possono, quindi di cio egli non dubita
pnnto, ma il dubbio nasce sul loro effetto, poiche a combinare gli esempi ci-
tati dal Ghigi con quelle ricordato dal Reauuiur (senza considerarne altri),
il quale aff'ermo die in setteinbre il 90 al 95 % di larve di Pieris sono inquinate
da centiuaia di parassiti {Bracon glomeratus), si vede che ammettendo solo
cento parassiti per ciascuna vittima, mentre il Ghigi e disposto a lodare quei
gallinacei, piccioui ed Amadina fasciata che distruggessero 100 cosi fatte
larve di Pieris^ il Berlese ne li riproverebbe energicaniente, poiche essi avreb-
bero distrutto cinque o dieci larve immuni di Pieris contro noveceuto o nove-
centocinquanta larve di insetto utilissimo.
Conviene col Ghigi che i risultati ottenuti in ambienti chiusi gia ricordati non
possano servire troppo alia dimostrazione della tesi e percio appunto il Ber-
lese ha consigliato esperimenti all'aperto, in cui sia negato I'intervento ai soli
uccelli.
Quanto poi alia affermazione del Ghigi che il parassita non scegliemlo
sempre larve immuni rende meno efficace la sua fecondita, se il preopinante
intends cosi di affermare che una specie parassita ricerca solo ospiti immuni,
pare che cio sia a lode del parassita stesso e li ricerchera diffusamente abba-
stanza finche non abbia dato uscita a tutte le uova che contiene.
II fatto delle galle di Cecidomia in cui rnolte larve erano occupate dal
parassita e contro il propinante medesimo perche di tanto la infezione della
specie ospite sarebbe stata maggiore, di quanto fu scemata dal parassita e
non si puo attendersi che questo distrugga affatto I'ospite da poi che le due
specie esistono insieme auche ai giorni nostri e le conosciamo, ma puo essere che
le cause nemiche al parassita, tra le quali gli uccelli vi possono bene figurare,
sieno appunto quelle che impediscono la assoluta scomparsa della Cecidomia.
Cosi il Ghigi non puo affermare che la infezione di Hylotoma da lui osser-
vata non avrebbe potuto essere molto maggiore colFiutervento degli uccelli, e
del resto il case e riferito troppo vagamente e senza nessun dubbio buona
parte delle larve erano distrutte da parassiti speciali, cosi che si ritorna al
ragionamento messo inuanzi pel caso precedente.
Quanto alia conseguenza economina temuta dal Ghigi, il Berlese fa osservare
che appunto ha sempre ripudiata la cosi detta cura invernale contro
la Cochylis poiche essa distrugge (e lo dimostrera), assai piu parassiti che
forme immuni, ma ha consigliato quella primaverile coUe pinzette ecc, solo
perche non vi ha di meglio.
Per ottenere una diminuzione di Cochylis sensibile non solo al momento,
ma nell' avvenire ancora, bisognerebbe poter prendere di mira la specie negli
stati immuni da parassiti, cioe in quello di uova o di adulti che non si sono
ancora riprodotti.
Questo metodo di cura e efficacissimo, lo dimostrano la Ocneria^ le Caval-
lette ecc. e quindi sono degni del massimo rispetto i predatori che si nutrono
solo di uova di insetti nocivi, e questi soli danno efFetti rilevantissimi (vedi
il caso del Novius cardinalis contro la leery a Piorchasi).
— 229 —
Bisogiia srudiare il modo di favorii-e la moltiplicazione dei parassifci e cio
e possibile in molti casi, non escluso quello della Cochylis o di introdurne di
nuovi acclimatandoli da altri paesi.
La efficacia degli uccelli e dunque molto dubbia e discutibilissima; quella
dei parassiti invece certissima.
A Jatia il Berlese fa osservare clie egli non ha fatto assionai, che se vi
iosse stato il tempo di esporli avrebbe citato centinaia di fatti concreti e di
prove sul campo, il che non manchera di fare in altro luogo e die il tono
dogmatico e come deve essere per chi ha la coscienza di dire cose certe, ma
che ad ogni modo a dame classico esempio spno stati gli avversari, cioe gli
ornitofili a tutta oltranza, i quali, basandosi su una questione discutibilissima
e forse su un preconcetto erroneo non mancano intanto non solo di esporre
dogmi, ma leggi che sono restrizioni alia liberta degl'individui.
II Berlese lamenta coll' Andres la strage improvvida che si fa degli
uccelli a scopo di caccia e' di lucro, ed e fra i primi a deploiare a gran voce
questo fatto, ma ritiene sia anche debito di buono studioso delle cose natu-
rali I'indagare se e quanto si possano deplorare queste stragi invocando 1' uti-
lita degli uccelli nell'agricoltura.
Delpino F. — Siigli artropodi fiUobii e sulle compUcazioni dei loro rapporti
biologic i. (Sunto).
Richiama 1' attenzione dei naturalisti sulla complicata series dei caratteri
simbiotici, quando mutualistici, quando antagonistici, tra le foglie e tra diversi
animaletti appartenenti a diverse classi, i quali si muovono una guerra spesso
di sterminio che torna ora a vantaggio era a danno delle foglie. Questa lotta
si svolge specialmente uella pagina inferiore.
Egli comincia per trattare degli acari, della loro vita sulle foglie, e fatta
considerare la loro diffusione, i molteplici adattamenti da parte delle foglie
a questi agenti, consistenti in ciuffi di peli, cavernicole ed altro, sia prodotti
direttamente dalla puntiira, sia esistenti gia nelle piante.
Nota che alcune foglie appartenenti a piante venefiche parimenti sono
ospitate dagli acari e che questi dobbano senza dubbio considerarsi come di-
fensori delle stesse^ indaga contro quali animali possa svolgersi benefica la
loro azione e crede probabile che la loro azione si svolge benefica nel fatto
che essi sfondano col rostro gli uovicini di diversi insetti dannosi (Proci, Tri-
psidi etc.), come e stato anche constatato direttamente dal De Gasparis.
Richiama I'attenzione sulla trasformazione di organi nettariferi in caverns
acarofile e mostra come la protezione formicaria in certi casi e sostituita
dalla protezione degli acari.
Passa a considerare certi casi nei quali gli acari sono dannosi, cita i
danni del Teti^anychus telarius e della difesa delle sue nova per mezzo di fill;
ricorda i danni prodotti dai Phytoptus.
Considera i danni prodotti dai tripsidi (Phloethrips, Th7ips, Heliothrips) e
si intrattiene suU' antagonism© di queste specie cogli acari. Con opportuno
esempio fa spiccare I'antagonismo anche fra diverse specie di formiche, le
quali possono essere benefiche o dannose alle piante e rileva come in alcuni
casi la presenza di una specie in una pianta, libera la stessa da una specie
nemica insieme a tutti gli alleati piu o meno dannosi.
— 230 —
Ricorda in ultimo speciali produzioni della foglia destinata a difenderla
contro specie nocive di formiche, secrezioni glutinoae, glaucedine e iirialmeute
chiude il luvoro con alcuue considerazioni iutoi'no alia funzione formicaria, che
si svolge benefica in migliaia di specie e per la presenza di nettai'ii estra-
nuziali alletta alcune specie di formiche, le quali diventano efficaoissimi difen-
sori dello piante clie frequentano.
Capobianco F. — Delia partedpazione mesodermica nella genesi della ne-
vroglia cerehrale.
■ II qnesito della genosi della. nevroglia e state per consenso quasi generale
degli osservatori degli ultimi anni risoluto nel senso della esclusiva deriva-
zione ectodermica di essa; fino ad ammettersi che nella midolla fetale nulla
penetrasse dal mesoderma ad eccezione dei vasi privi di forte avventizia e
del sangue, che in essi circola.
Una nota discorde nel parere unanime dei ricercatori che infirmarono gli
antichi risultati di W. His, fu data da un lavoro sulla genesi ed i rapporti
mutui degli elementi nervosi e nevroglici, che io ed il collega O. Fragnito
presentammo nel Marzo 1897 all'Accademia Pontaniana di Napoli, couseguendo
il premio Tenore.
In quel lavoro noi insistemmo sovratutto nel dimostrare la penetrazione
di elementi mesodermici nella midolla spinale di erabrioni di mammiferi e di
uccelli, massime nel periodo della vascolarizzazione midollare ed illustramm'o
con preparati convincenti le fasi metamorfiche successive, per le quali dal-
1' element© indiflferenziato imraigrante si giungeva alia cellula nevroglica ben
caratterizzata ed evidente.
In quel lavoro che e parso al Robertson, in un recente lavoro (*), il piu
efficace contributo alio studio della questione, noi concludevamo a proposilo
della genesi della nevroglia:
* Non si tratta piii di un tessuto di esclusiva derivazione esodermica,
« come gli elementi nervosi; provenienza die aveva autorizzato molte ipotesi
« e deduzioni ingegnose, ma non sempre rispondenti ai fatti. La natura ner-
« vosa deir appareccliio di sostegno, sospettata da taluni, perde ancora piu di
« fondamento e la semplice identita di reazione al metodo del Weigert non
« ci pare possa autoi-izz.^re il Magini a un giustificato sospetto, almeno iiuo
« a che parecchie altre idee nostre non saran modificate.
« Ne resiste alia critica I'altra ragione messa innauzi della presenza della
« neurocheratina, da Evald e Kiihne dimostrata nella nevroglia, per avva-
« lorarne la genesi esclusiva dell'ectoderma, il quale e noto, puo dare elementi
« suscettivi di tale trasformazione. A parte che alle ricerche dei due citati
« autori si potrebbero opporre le osservazioni del Weber e del Waldstein
« i quali riescircno a constatare che i succhi digestivi attaccano la nevroglia
« prima ancora delle fibre connettivali, resta sempre ben saldo il concetto,
« prevalso per opera degli Hertwig, della non specificita dei foglietti ger-
« minativi.
« Ed il Renaut, che voile vedere la somiglianza delle cellule nevrogliche
(') \V. Ford Robertson — A Text-Book of Pathology in relation to mental diseases. —
Edimburg, 1900.
— '231 —
« con quelle echinate del corpo mucoso del Malpiglii e die se n'e poi ser-
« vito per convalidare I'opinioue, clie ora douaina, iiou ha avuto minor torto.
« La nevroglia e, ripetiamo, un tessuto di complessa costitu^ione, prove-
« niente dall'ectoderma e dal mesoderma, con partecipazione differ ente e non
« contemporanea di questi due foglietti, ma in ogni caso di gran valore per
8 entrambi > (^).
I resultati delle ricerche che nello stesso indiri/zo io ho poi seguite sul-
I'encefalo di embrioni in differeuti eta di uccelli e di mammiferi, sottoposti ai
pill diversi trattamenti, mi consentono di estendere ora quelle conclusioni,
tratte per la midolla spinale, alle rimanenti parti del nevrasse embrionale.
Massime sulle sezioni di encefalo di Mus decumanus lunghe 7 mm, coudotte
nel sense frontale e dopo colorazione al miscuglio di ematossilina e scarlatto
(Paladino), io ho potuto riscontrare esempii chiarissimi di questa penetrazione
di elementi mesodermici tra quelli costituenti la compage della parete delle
vescicole cerebrali.
In moltissimi punti si vede una uotevole intiniita di rapporti tra gli strati
raesoblastici ed il limite periferico della sostanza nervosa ejnsieme un pas-
saggio frequente di cellule mesodermiche, che immigrano dentro di quella.
In altri punti invece tra lamina mesodermica e parete della vescicola ce-
rebrale intercede uno spazio, in cui qua e la si vedono elementi asseriati, la
cui provenienza mesodermica e innegabile e che sono evidentemente orientati
per penetrare nella sostanza nervosa fetale, ove si possono perfettamente ri-
conoscere dai peculiari caratteri morfologici differenziali.
Anche frequente e il reperto della contemporanea penetrazione di speroni
vasali e di elementi mesodermici, i quali s'addentrano insieme al vase e poi
se he allontanano per invadere zone vicine.
II destino di questi elementi immigranti si puo perfettamente stabilire,
seguendo i loro stadi nei periodi piii avauzati di vita embrionale, ovvero su
altre zone encefaliche dello stesso embrione, perocche la immigrazione di essi
e le fasi della successiva loro trasformazioue in elementi nevroglici normali non
sono strettamente conteraporanee, ma mentre in un punto si riscontra in atto la
immigrazione, in altri si assiste alia differenziazione di elementi gia immigrati.
Anche per il cervello, adunque, mi pare possa ritenersi dimostrata la par-
tecipazione del mesoderma nella genesi della nevroglia. Le figure illustrative
che accompagneranno il lavoro complete chiariranno meglio il mode e le forme,
con cui questa partecipazione si effettua, come puo rilevax'si anche da alcuni
preparati, che io ho avuto I'onore di preseutare all'osservazione degli egregi
socii, che vollero assicurarsi della cosa.
La duplice genesi della nevroglia trova adunque il suo terreno fertile
di osservazione anche nell' encefalo fetale e la raolteplice fonte di pro-
duzione nevroglica s'accorda perfettamente col multiplo e vario destino di
questo tessuto interstiziale nella compage del nevrasse, come quelle che in-
volge e compenetra le cellule nervose, forma Io scheletro mielinico delle iibre
nervose, piglia rapporto con i vasi e con la sua meninge come ha da anni
sostenuto il Paladino, alle cui idee un novello appoggio 6 venuto recente-
(') Fi'. Capobianco e O. Fraguito, — Nuove ricerche su la genesi ed i rapporti luutui degli
elementi uervosi e nevroglici. Annali di Ncvrologia, N. 2-4, 1808, pa<j. ^6-
— 232 —
mente dal lavoro di R. Krause e I. Aguerre sulla struttura della midolla
spinale umana.
Fagnito. 0. — SuUo sviluppo della cellula nervosa. (Dlniostrazione di pre-
parati).
Presenta preparati inicroscopici di embrioni di diversi vertebrati e a varie
epocbe di sviluppo. In base a tali preparati egli afFerma che non sia piii soste-
nibile la dottrina Kuppf'er-His, secondo la quale nn sol nevroblasta, accre-
scendosi ed espandendosi, darebbe origins a tutto il complesso organismo
della cellula nervosa; ma che invece si debba ritenere che la cellula nervosa
adulta risulti dalla fusione di piu nevroblasti, uno dei quali si evolve a nucleo e
gli altri si trasformano nel protoplasnaa della cellula nervosa. I reticoli croma-
tici nucleari dei nevroblasti, confiuenti e trasformantisi in protoplasma, si con-
densano per formare i grauuli del Nissl.
I canalicoli del Holmgren coincidono con gli intorstizii esistenti fra i
varii nevroblasti che costituiscono il citoplasma nervoso.
Colucci C. — Contrihuto alia anatomia e fisiologia del trigemino.
Eicorda di avere fatte dimostrazioni di preparati microscopici relativi a
diverse parti di questo argomento all' Associazione napoletana dei medici e
naturalist!, all'Accademia medico-chirurgica di Napoli ed all' ultimo Congresso
di freniatria. Qui si liraitera ad illustrare specialraente i molti preparati che
egli porta all'osservazione dei congressisti.
I metodi di esame sono quelli di Nissl ecc. per lo studio delle cellule, e
sopratutto i metodi di Marchi e di Weigert-Pal per lo studio delle fibre.
Si trattiene a dimostrare il modo di adoperare il metodo di Marchi, cioe a
periodi diversi dopo una praticata distruzione sperimentale, e dai 6 giorni ai
2 mesi.
Molti metodi sperimentali hanno ideati gli anatomisti per studiare le vie
intraencefaliche del V, dimostra che si tratta di metodi che conducono a
degenerazioni troppo complicate od incomplete. Egli ha sorpreso che la. reci-
sione del nervo ottico e del fascio nervoso vascolare che I'accompagaa puo far
vedere nel cane, rispetto al trigemino, non solo le alterazioni delle cellule nel
ganglio di Gasser nia puo far seguire le fibre degenerate molto innanzi nel
cervello. Si potrebbe obiettare che tale metodo di indagine non lede solo il
tiigemino ma recide anche il nervo ottico, il III, il IV ed il VI, puo egli far
notare die e possibile la recisione di singole branche del V intraorbitale, ma che
anche quella dell' intero fascio nerveo vascolare del nervo ottico puo non dar
luogo a dubbio, perche il II, il III, il IV ed il VI svolgono le loro dedegerazione
in un posto anteriore ed affatto separato da quello che riguarda la degenera-
zione delle vie del V, quest' ultimo si veri6cano in un tempo piu lungo, quindi
col metodo di Marchi si possono sorprendere separate dalle altre. Del resto
come egli dimostra coi suoi preparati si tratta di una degenerazione di fasci ner-
vosi che si presenta contiuua in tutto nn determinato campo di innervazione.
Col metodo di Marchi si sorprendono, a partire dalla portio major del V,
vie ascendenti, vie trasversali, e vie discendenti. Le vie ascendenti sono seguite
finu alia parte anteriore del ponte, a livello dei corpi quadrigemini posteriori.
— 233 —
II decorso di queste vie e in parte quello assegnato alia cosiddetta radice
motrice, ma le degenerazioni da lui otteaute con la recisione di rami che si ap-
partengono alia P branca fan dedurre che o una parte della cosiddetta ra-
dice motrice non e tale, o che la 1^ branca del trigemino contiene fibre di na-
tura motrice. Dalle vie trasversali dimostra fibre che d&\l& p or tio major vanno
1" alia convolatio trigevnni, 2" al fascio longitudinale posteriore, 3" un fascio di
fibre che rasenta il pavimento, passa all' altro lato, ed arriva fino sWa, portio
major del trigemiao dell' altro lato, stabilendo cosi un assai importante si-
stema di associazione di fibre che va dall'nno all'altro organo periferico, e puo
essere messo in rapporto con molti fatti di fisio-patologia. Le fibre discendenti
raggiungono la 1* radice cervicale, pero dimostra che esse non risiedono nella
regione da altri designata ma che sopratutto stanno a gruppi nella zona di
Lissauer, uel fascio cerebellare diretto, e nel fascio di Gowers.
Col metodo di Weigert sono specialmente interessanti i fasci fatti in
direzione longitudinale. \ preparati riguardano il sistema nervoso di cani a
cui 6 mesi prima erano stati recisi col uervo ottico i rami intraorbitali del
V, o branche isolate dello stesso ramo del trigemino. In qiiesti preparati di-
mostra specialmente due fasci in rapporto al trigemino, cioe un fascio che va
al lemnisco laterale ed un numero di fasci che vanno dalla portio major di-
rettamente nel cervelletto, per la via dei peduucoli cerebellari medi. Que-
st'ultima comunicazione e stata piu supposta che dimostrata, e di essa si e
specialmente occupato I'Edinger in alcuni pesci a cui pero assegna un decorso
diverso delle fibre. L'A. dimostra che si tratta di fasci di fibre che si differen-
ziano chiaramente in mezzo a tutti gli altri cbe costituiscono il peduncolo ce-
rebellare medio.
L'A. accenua che stabilite le vie che riguardano la 1^ branca, si potra col
metodo della recisione delle altre branche stabilire intera I'anatomia e la fisio-
logia del trigemino.
Anile A. — Contrihuto alia conoscenza delle glandole di B runner.
Presenta i primi risultati di uno studio anatomico-istologico sulle glandole
di B runner.
Nel duodeno del gatto queste formazioni glandolari assumono uno sviluppo
considerevole ed appaiono stivate fra la tonaca del Middeldorpf e lo strato
muscolare dell'intestino. Usurpano cosi tutto il tessuto conuettivo sottomucoso)
il quale si dispone a cordoni tra una glandola e 1' altra ed in fasci tra le varie
sezioni della medesima glandola.
Tanto nei cordoni quanto uei fasci si vedono scorrere vasi. Ciascuna
glandola, compresa nel suo loculamento, presenta un dotto escretore, il quale
smagliando la tonaca del Middeldorpf, va a sboccare, isolatamente, o in uno
dei solchi intervillosi della mucosa, o in una cripta del Lieberktin, o, piu
in alto, sulla superficie laterale del villo.
Questo grande sviluppo delle glandole di B runner nel gatto contrasta
con I'affermazione di quegli autori, che, come il Knczynski, sostengono che
nei carnivori le glandole di Bruuner abbiano un'importanza min(>re che non
negli erbivori.
I preparati microscopici inerenti dimostrano iu modo evidentissimo que-
ste particolarita,
M. z. **
— '234 —
Neir aniinale piu giovane le glandole del B runner liaiino uno sviluppo
miuore, e quivi si lende dimostrabile facilmeute la loro conformazione tubu-
lare, intravista la prima volta dal Prof. Paladino, iu quanto si possono seguiro
i primi avvolgimeuti che fa il dotto escretore sceudondo uel tessuto counettivo
sottomucoso.
La tonaca del Middeldorpf manda delle gittate tra le varie sezioni della
glandola, e di queste gittate le piu costanti si dispongono attorno alia por-
zione iniziale dei dotti escretori.
Cacace E. — Re.frattavietcl della volpe aU'azione del hacillo del carbonchio.
La refrattarieta degli animali alle infezioiii e un argomento, che merita il
maggiore interesse da parte del biologo, non solo per la nozione biologica, ma
anche per la pratica applicazione, che ne puo derivare.
Ispiraudomi a tale idea, mi permetto richiamare I'attenzione del Congresso
su uu fatto nuovo, non osservato da altri: la refrattarieta della volpe all'azione
del bacillo del carbonchio.
Non pochi sono gli studii snll' immunita degli animali per il carbonchio.
Da essi si rileva che la refrattarieta assoluta e rarissima (rapaci), e che 1' im-
munita, di cui son dotati varii animali, non e che relativa, come si osserva, in
generale, negli uccelli, nei rettili, negli anfibii e nei pesci. Anche, fra i mammi-
feri, i ratti godono d' immunita non completa ; ed i montoni d'Algeri, procla-
mati dallo Chauveau intierameute immuni, furono, in seguito, da lui stesso
riconosciuti relativamente immuni.
Parimenti i carnivori non sono del tutto refrattarii al carbonchio: Tous-
saint uccise due cani e Roger dette la morte a quattro cani ed ad un gatto
merce inoculazioni di bacillo del carbonchio. La volp^, per quanto io sappia,
non e stata mai sottoposta a simili inoculazioni, e percio ha formato oggetto
dei miei studii.
In una volpe, di pochi mesi, dopo un digiuno di sei giorni, ho inoculate,
merce iniezione intraperitoneale, cinque centimetri cubici di una cultura molto
virulenta di bacilli di carbonchio, la cui dose mortale per una cavia, del peso
di 500 grammi, era appena V^o di cmc. L' animale non presento alcun fenomeno
morboso. Furono, inoltre, eseguite con intervalli di circa venti giorni, due altre
inoculazioni (otto e dieci cmc), e si ottenne sempre lo stesso risultato.
Fo anche rilevare che I'inoculazione del siero di sangue della volpe, in quan-
tita variabile da un cmc. ad ua decimo di cmc, salvo dalla morte otto cavie,
cui, conteraporaneamente, fu iniettata una dose mortale di Vjo <ii cmc. di cul-
tura di carbonchio. Questi esperimenti, cosi interessanti per i loro risultati,
meritano di essere continuati.
Ho creduto rendere noti questi miei primi esperimenti, sia per la novita del-
1' argomento, sia per i risultati ottenuti, dai quali si puo dedurre la refrattarieta
della volpe all'azione del bacillo del carbonchio. Ed in favore di questa refratta-
rieta sono le speciali condizioni, in cui furono eseguite le esperienze: I'eta gio-
vane della volpe ed il digiuno, entrambi fattori predisponenti ad un'infezione.
Ed infatti, riguardo all' influenza dell' eta, ricordo che i cani giovani sono
facilmente aifetti dal carbonchio ed i neonati sono suscettivi come le cavie; e, ri-
guardo al digiuno, mi basta citare gli esperimenti di Canalis e Morpurgo.che
ottennero la morte dei poUi jjer carbonchio, tenendoli a digiuno per sei giorni.
— 235 —
Mazza F. — Sulla prima differenziaz'ioiie delle gonadi e siilla maturazione
delle uova nella Lebias calaritana. (Sunto).
La presente nota contiene in riassunfco alcune delle osservazioni da me
fatte sullo sviluppo delle gonadi nella Lebias calaritana, della quale ho potato
avere in abbondanza tutti gli stadii di sviluppo sia raccogliendoli direttaraente
in tutto 1' anno nei canali delle saline e degli stagni, sia per mezzo della fecon-
dazione artificiale, sia dalle ova gia deposte, facendole sviluppai-e in acquarii
appositamente preparati (').
II diff'erenziamento iniziale delle prime e scarse cellule germinali dalle
somatiche avviene generalmente negli individui di 8 millim, di lunghezza, di
cui 5 devoluti alia porzione codale, quando cioe le piccole Lebias sono gia
sgusciate, quindi piu tardi clie nei pesci studiati da Mac Leod ('-) e da
Eigenmann {^).
Esse sono situate lateralmente a destra ed a sinistra e. quasi dorsahnente
all' intestine appena dopo le regione epatica, ma non costitniscono veri gono-
tomi. Sono cellule un po' piu grandi delle altre vicine, piu tondeggianti con
nucleo pure grande, ricco di granulazioni e con scarsi filamenti cromatici. Vi
si osservano talvolta distinti nucleoli variabili in numero.
Negli individui di 10 millim. il numero delle cellule germinali, e in au-
mento ; il loro nucleo presenta poche giaiiulazioni, si colora poco, mentre il
citoplasma ed il nucleolo si colorano maggiormente coUe varie sostanze co-
loranti.
In quelli di 14-16 millim. (■*) le cellule germinali aumentano di numero e
tendono a disporsi in gruppi. In alcune cellule il nucleo e pin grande cbe nello
stadio precedente; i loro filamenti cromatici sono sottili ma con calibro uni-
forme e distinto. Nei punti nodali si osserva qualche granulo cromatico..
Negli individui di 18-22 millim. avviene per lo piu un primo differenzia-
raento fra oociti e spermatociti. In molti degli spermatociti il nucleo presenta
dei filamenti cromatici moniliformi, a differenza di cio che vide 1' Eigenmann
nei Cymatogaster. In altri spermatociti, piu avanzati nello sviluppo, i filamenti
non si osservano piij, ed i nuclei contengono grossi granuli cromatici. Gli oociti
a questo stadio di sviluppo presentano dei nuclei con filamenti cromatici di un
calibro sottile e uniforme. In altri, piu diflferenziati, i filamenti scompaiono ed
il nucleo presenta poche granulazioni.
Altri individui esaminati di 22-24 millim., non difFeriscono molto dai pre-
cedents. Si nota un aumento delle cellule germinali che formano degli aggrup-
pamenti piu estesi che nei precedente stadio; pero col maggior sviluppo di
altri organi e specialmente coll'estendersi della vescica natatoria, anche gli
(*) Qnesti acqnarii con apqna degli stagni e dello .saline dei dintorni di Cagliari furono lasciati
per molto tempo in riposo prima di immettervi le uova raccolte gia deposte o quelle artiflcialniente fe-
condate. In tal modo si sviluppauo in esai molte algbe o parecchi di quei piccoli crostacei di clie si
nntrouo le giovani Lebias le qnali, appena nate, trovando un ambiente favorevole, possono vivere o
completare il loro sviluppo. Le Lebias nate negli acquarii in aprile, in noveiubie raggiunaero 22 mill, in
lunghezza.
(*) Mac Leod. —Archives de Biologie, Tomo II, pag. 497, 1881.
(^) Eigenmann. — Aichiv. f. Entwick meccan. der Organismen. 1897.
(*) Va pertanto osservato che non sempre la Innghezza pn6 servire di norma per lo sviluppo delle
gonadi, poich6 accade talvolta di trovaro delle Lebias di ana medeaima Innghezza con gonadi a di-
verse grade di svilnppo.
- 236 —
ovai'ii od i testicoli mutauo la primitiva loro posizione, assumendo rapporti
diversi dai precedenti cogli altri organi vicitii.
Generalmeute i testicoli sono piii discosti dall' intestine, gli ovarii sono
invece piu vicini.
Gli oociti di questo stadio presentano gia una distinta vescicola e una
distinta macchia germinativa contenente granulazioni assai rifrangenti.
Gli spermatociti, invece, non sono cosi ben delineati come gli oociti. II nu-
cleo e grande e contiene numerosi cromosomi.
Nelle O di 24-25 millim. si notano numorose ova quasi tutte al medesimo
stadio di sviluppo. Gli ovari cominciano a diventare contigui nella loro parte
superiors ed hanno tendenza a migrare posteriormente. L' epitelio foUicolare
e sempre scarso: cominciano a notarsi traces di tessuto connettivale con vasi
sanguigni.
In quelle di 26-28 millim., quando, cioe, cominciano a manifestarsi, anclie
esternamente, le differenze sessuali con un dimorfismo sessuale (*), le gonadi
si presentano maggiox'mente modificate e non tutte al medesimo stadio. In
molte la macchia germinativa mostra distinti corpuscoli cromatici, in altre
lascia scorgere grandi corpuscoli rifrangenti. Le membrane del vitello e della
vescicola germinativa sono sottili ma assai appariscenti ed in alcune uova si
osservano numerosi corpuscoli cromatici disposti regolarmente intorno alia
membrana della vescicola germinativa.
In individui da 28 -.30 millim., quando nel o incomincia la pigmentazione
gialla delle pinne e quando in alcune femmine le ova possono giungere a ma-
turanza, gli ovarii, dapprima distinti, sono quasi completamente fusi {^). Gia in
questo stadio molte uova presentano alia loro superficie quel corpi caratteristici
luconti in forma ed in aspetto primitivamente di goccioline rifrangenti che for-
meranno quella zona che Mark (3) nelle ova del Lepidosteus chiamo zona vil-
loma. Le cellule del foUicolo sono sempre scarse, assai piccole con un nucleo
ricco di granulazioni, e per nulla modificate da quelle che trovansi negli stadii
precedenti. In ova del medesimo ovario, ma ad uno stadio piij difFerenziato, si
notano corpuscoli vitellini piuttosto grandi collocati alia periferia della mem-
brana vitellina. I filamenti di queste ova hanno gia assunto la forma di una
virgola, altri quella di una S.
In esemplari da 35-50 millim. (individui di due anni di eta), le ova matm-ano
completamente e raramente accade di osservare in Marzo ed in Aprile ^ che
non ne abbiano molte a complete sviluppo. In J della lunghezza ora accennata,
si puo studiare da Decembre alia fine di Marzo il graduale sviluppo delle ova,
e tu appunto col procacciarmi di tempo in tempo delle Lehias nei suddetti mesi,
che ho potuto seguirne i processi progressivi. In Decembre, in un medesimo
ovario, se ne trovano gia di quelle che sono giunte alio stadio in cni non sono
piu visibili la vescicola e la macchia germinativa, nel vitello si trovano molti
corpuscoli vitellini non ancora fusi, e la goccia oleosa non e completamente
formata.
(') Mazza F. — Ricerche morlologiche e biologiche sulla Lcbias calaritnna Bouelli. — -4/<i
Soc. Lif/. Sc. Nat., Vol. Ill, 1807.
(") Ved. in proposito la luia iiota gia citate. /
(') Bull, of the Mus. of Coiup. Zool. as. Harward College. Vol. XIX, n. 5.
— 237 —
Di uova al citato grado di maturanza se ne inconti-ano iu maggior nuraero
in Febbraio. Ma dalla fine di Febbraio a tutto Marzo la maturazione precede
assai piu rapidamente che negli altri mesi. essendo la vascolarizzazione assai
pill abbondante. Si nota anche un anmento nella quantita del liquido vischioso
che si osserva nell' ovario. II processo di maturaziune non essendo essenzial-
mente diverse da quello che altri autori come Cunningham (') e Wernyss
Fulton (^) hanno descritto in ova di altii pesci, tralascio per ora di occupar-
mene. Solo ricordero le osservazioni damefatte sull' origine dei filamenti della
zona villosa.
Quando i filamenti cominciano ad apparire hanno, come ho detto, 1' aspetto
di goccioline assai rifrangenti e si mostrano allorche le ova sono ancora piut-
tosto piccole, e con membrana vitellina molto sottile. Poi assumono la forma di
piccolo eminenze coniche sporgenti sulla membrana; in seguito si ripiegano ed
hanno 1' aspetto come di virgole, dopo assumono quello di una S, ed infine
diventano sempre piu lunghi e attorcigliati in modo da formare un'altra zona
sopra quella radiata. Chimicamente si comportano come quest' ultima. Durante
il loro accrescimento seguita anche ad aumentare il volume dell' novo e della
membrana, mentre in tutto questo tempo lo scarso epitelio della zona granu-
losa non subisce modificazioni. Le sezioni trasverse dei villi, a dififerenti lun-
ghezze, simulano talvolta un epitelio follicolare abbondante, ma se ne distin-
guono perche mancano quelle piccole granulazioui proprie dei nuclei dell' epite-
lio della granulosa. Quindi, per i fatti osservati sullo sviluppo delle vijlosita
ovariche, sia esaminando a fresco molte uova a diversi stadii di sviluppo, sia
facendone numerose sezioni al microtomo, son condotto a confermare I'opinione
di Mark (■') e in parte anche di Eigenniann (*), secondo la quale i filamenti
sarebbero una dift'erenziazione vitellina, conclusione da me gia sommariamente
esposta nella mia precedente nota sulla Lehias (^').
Vastarini Cresi G. — Niiovo vietodo di colorazione del sistevia nervosa.
Presenta una serie di preparati macroscopici del sistema nervoso centrale
dell' uomo e del cane, ottenuti con un suo particolare metodo, comunicato fin
dal 1896 all'Accademia medico-chirurgica di Napoli.
E un metodo di colorazione (in bruno, quasi nero) delle fibre nervose mie-
liniche, mediante successive trattamento del tessuto nervoso con soluzioni di
formaldeide (2 "/o) e di nitrato d' argento (1 7o) e consecutive lavaggio in acqua
distillata. La secenda e la terza parte del procedimento debbono eseguirsi nella
oscurita. I preparati, conservabili in alceol per un tempo piuttoste lunge (alcuni
mesi), mostrano talune fine particolarita di struttura non facilmente visibili se
non con il metodo del Weigert, sopra sezioni microscepiche.
II metodo e utilizzabile, oltreche per le dimostrazioui scolastiche, per le ri-
(') Cnuuinghaiu. — Quart. Journ. Micr. ,SV., Vol. XVIII, pag. 53, 1S88 e Vol. XL,
pag. 101, 1897.
(-) Wemyss Fulton. — Sixteenth. Annual Report of the Fishery Board for Scotland. Part III,
pag. 88 e seg., 1898.
(■') Mark. — Loc. cit.
(^) Eigenmann. —On the egg membrane. —Bull, of the Mus. Comp. Anat. llarioard college^
Vol. XIX, pag. 129, 1890.
(5) Mazza. — Loc cit.
— 238 —
cerche ili anatoraia patologica e per lo sviluppo dei fasci di fibre nervosa.
Infatti i fasci degenerati o non ancora mielinizzati, al pari della sostanza gri-
gia, rimanendo scolorati, spiccano nettamente sugli altri forniti di mielina.
Brevi sunti del melodo trovansi nei Jaliresherichte dello Schwalbe (anno
1896) e uei Grundziige der Mikroskopischen Technik del Lee e del Mayer
(ed. 1898, pag. 341).
Falcone e Giardina, assenti, rinunziano di fatto alia loro comunicazione
segnata all' ordine del giorno.
Non essendo preserite Berlese, non puo aver piu luogo il seguito della di-
scussione sulla questione soUevatasi a proposito della sua comunicazione sul
mesenteron degli Artropodi terrestri nell' adunanza dell' 11 aprile.
Dopo la seduta continuano nell' Istituto Zoologico le dimostrazioni dei pre-
parati e disegni inerenti alle comunicazioni tatte nelle sedute scientifiche.
Sednta pomeridiana
(Sala della SocietJl lieale).
Monticelli, Segretario-cassiere, espone il Rendiconto di cassa dell'anno so-
ciale 19U0 sotto forma di bilancio consuutivo. .
Delia Valie e Raffaele, revisori dei conti, preseutano la loro relazione (legge
Raffaele) sul rendiconto esposto dal Segretario, ed accettando il bilancio come esso
e stato impiantato dalla presidenza, ne propongono all'Assemblea I'approvazione
die e votata all'unanimita.
Monticelli. in base al bilancio consuntivo approvato, presenta quello pre-
suntivo per I'anno correute 1901, che. dopo breve discussione di modalita, viene
approvato. cosi come e proposto dalla presideuza.
II Presidente apre la discussione per la designazione del luogo e dell'epoca
della terza adunanza annuale dell' Unione. In seguito a discussione, alia quale
pigliano parte Emery, Romiti, Jatta. e dopo le dichiarazioni di Todaro, in nome
proj rio e di Grassi, ad unanimita si acclaraa Roma sede della terza assemblea
annuale dell'Unione e del prossimo Convegno.
Dopo alcune proposte ed osservazioni in proposito di Todaro, Mazzarelli, An-
dres, Emery, Romiti, viene approvata la proposta che il Convegno si tenga nel-
I'autunno del 1902, e possibihnente nella seconda meta di settembre, lasciando
al Comitate ordinatore locale di stabilire 1' epoca precisa.
Su proposta Todaro si approva di inviare un telegramma al Sindaco di
Roma per annunziargli la deliberazione dell'Assemblea.
II Presidente, riferendosi alle dichiarazioni fatte a Bologna, circa il Rego-
-^ 239 —
lamento, presenta all'approvazione deirAssemblea lo Statute sociale riordinato
e coordinato al Regolamento che ora contemporaneamenfce sottopone alia di-
scussione dell'Assemblea.
II Segretario da quiiidi lettura dello Statute, che in seguito ad alcune os-
servazioni di Andres e Delia Valle sull'art. 6, viene appro vato integralmente, meno
iielTarticolo aggiuuto clie la presidenza dichiai'a di ritirare, dopo la discussione
alia quale esso ha dato luogo.
Messo a partito I'articolo transitorio riguardante I'entrata in vigore dello
Statuto riordinato, viene approvato, a maggioranza, ch'esso abbia efFetto col
1" gennaio 1902.
II Segretario legge poi il pi'ogetto di Regolamento presentato dalla pre-
sidenza, che e in massima approvato, in seguito a qualche osservazione e rac-
comandazione alia presidenza circa alcuni articoli : I'assemblea da a questa
incarico di curarne la redazione definitiva.
Montlcelli frelatore) — a nome della Commissione nominata dalla presidenza
(Emery, Senna, Monticelli) per trattare con la direzione del Monitore Zoologico
la convenzione da stipularsi con questo per la pubblicazione degli Atti della
Unione, in base alio schema approvato neH'Assemblea di Bologna — legge una
relazione sulle trattative fatte e sulle modifiche apportate dalla direzione del
Monitore alio schema proposto dall' Unione. Essendo state queste accettate,
salvo leggiere varianti formali, dall'Assemblea, la convenzione col Monitore
Zoologico viene approvata e si dk incarico alia Presidenza della reciproca
ratifica della detta convenzione fra il Monitore e I'Unione.
Emery (relatcre) — anche a nome degli altri membri (Romiti, Camerano, Cat-
taneo, Montlcelli) della Commissione nominata dall'Assemblea di Bologna per
trattare con gli editori italiani la questione della pubblicazione dell'Archi vio
Zoologico Italiano — legge la propria relazione negativa riguardo le prati-
che fatte in Italia chiedendo all'Assemblea una proroga e I'autorizzazione di
trattare con editori stranieri. L'Assemblea concede la proroga ed approva la
proposta della Commissione che dovra riferire su queste trattative nella pros-
sima adunanza.
Sono nominati dall'Assemblea revisori dei conti per 1' esercizio del 1901
i Socii Grass! e Lepri.
Andres prega la presidenza di volersi interessare sulla sorte avuta dal suo
ordine del giorno votato a Bologna, in seguito di quello precedentemente vo-
tato a Pavia, e trasmesso al Ministero, riguardante I'insegnamento della Storia
Naturale nelle scuole secondarie. Bassani si associa ad Andres perche si dia
seguito al detto ordine del giorno.
II Presidente terra in considerazione la raccomandazione di Andres e Bas-
sani e si occupera del voto fatto dall'Assemblea.
Altobello coglie occasione per chiedere alia presidenza notizie sull' ordine
del giorno votato a Bologna per il ripristiuo del Licenzino scientifico per
la caccia. Ghigl, uno dei firmatari dell'ordine del giorno in parola, si associa alia
domanda Altobello.
II Segretario risponde non esser giunta nessuna notizia alia Presidenza
dalla Commissione all' uopo nominata a Bologna. II Presidente dichiara che se
ne interessera.
Jatta facendosi interprete dei sentimenti dell'Assemblea ringrazia Tufficio
— 240 —
di Presidenza dell'Unione e propone un voto di plauso al Comitato ordinatore
ed al suo Presidente Paladino.
II Presidente, associandosi a Jatta, nel ringraziare il Comitato ordinatore
al quale si deve la buona riuscita del Convegno, rivolge cortesi parole di
ringraziamento alia citta di Napoli ed alle Autorita cittadine, al Rettore
della Universita, alia Societa Reale ed alia Societa di Nafcuralisti per le cor-
tesie da tutti usate ai congressisti. Riassume, infine, il lavoro compiuto dal-
I'Assemblea e, con un salnto ai socii present! ed agli assenti, dichiaia chiuso il
secondo Convegno Zoologico Nazionale, bene augurando all'avvenire dell'Unione
Zoologica Italiana.
La sera i Congressisti si riuniscono a banchetto sociale nel Restaurant
*Pallino» al Vomero, che si cliiude, su proposta Todaro, con I'invio di un
telegramma a S. M. il Re.
II giorno seguente 14 aprile i congressisti fanuo una gita a Pompei gui-
dati nella visita della citta dal Prof. Sogliano che fa eseguire degli scavi
alia loro presenza. Golezione al Restaurant Suisse.
Aderirono al Convegno i seguenti signori:
a) Socii dell' Unione. — Dohrn prof. A. *, Eisig prof. H. *, Parona
prof. C. *, Pavesi prof. P., Paladino prof. G. *, Bassani prof. F. *, Monticelli
prof. Fr. Sav. *, Romiti prof, G. '*., Lo Bianco dott. S., *, Magretti dott. P.,
Luzi dott. F., Pierantoni dott. U. *, Ciofalo prof. S., Ghigi dott. A. *, Patroni
dott. C. *, Mazza prof. F. *, Mazzarelli prof. 6. *, Marchesini priif. R., Ne-
viani prof. A., Brian dott. A. ■, Orlandi dott. S. *, Ariola dott. V., D' Evant
prof. E. *, Cascella dott. F. *, Quintieri dott. L. *, Castriota-Scanderberg
dott. A. *, Giardina dott. A., Paravicini dott. G., Damiani prof. G., Andres
prof. A. *, Fiocchini dott. C. *, Cattaneo prof. G., Saccbi-Cattaneo prof. M.,
Capobianco prof. F. *, De Stefani dott. T., Dervieux dott. L. *, Maggi prof. L.,
Diamare dott. V. *, Lepri dott. G. *, Issel dott. R., Zincoue prof. A., Tagliani
dott. G., *, Roncbetti-Monteviti dott. G., Della Valle prof. A. *, Praus C. *,
Russo prof. A., Giacomini prof. E,, Arrigoni degli Oddi conte dott. E., Emery
prof. C. *, Coggi prof. A., Vignoli prof. T., Bortolotti C. *, Raffaele prof. F. *,
Antonelli prof. G. *, Kwietniewski dott. C, Grassi prof. G. B., Jatta prof. G. *,
Falcone prof. C. *, Bellini prof. R., Berlese prof A. *, Riggio prof. G., Mola
P. *, Jona prof. A., Grieb A. *, De Blasio dott. A. *, Altobello dott. G. *, Sor-
delli prof. F,, Leonardi dott. G. *, Albini prof. G. *, Cacace prof. E. *, Canna-
viello dott. E. *, Gay dott. M.
b). Non socii. — Delpino prof. F. *, Bianchi prof. L. *, Fano prof. G. *, Fritsch
dott. A.*, Romano prof. C. *, Kilifarsky C. *, Cutolo dott. A. *, Romano dott. A. *,
— 241 —
Pasquale dott. M. *, Rossi dott. G. *, De Rosa Bar. dotfc. F. *, Pescione ing. A. *,
Macchiati prof. L. *, Barpi prof. U. *, Sandias piof. A. *, Gauthier prof. V. *, Md-;
naco dott. E. *, Marangoni dott. L. *, Poll prof. A. *, Longo prof. O. *, Matteucci
prof. R. v., Amato dott. C. *, Caro prof. 0. *, Peretti dott. C, Lucatelli dott. G.,
Maffucci prof. A. *, Longo prof. A. *, Geremicca prof. M. *, Moschen prof. L.,
Maffei dott. L. '% Maffei ing. G. *, Todaro prof. sen. F. *, Oliva dott. A.*, Valle
prof. A., Vastarini-Cresi dott. G. *, Anile dott. A. *, Carucci prof. P. *, Pic-
coli dott. R. *, De Vera d'Aragona duca dott. E. *, Oglialoro-Todaro prof. A. *,
Tenore dott. A. *, Surdi dott. D. *, Cutolo dott. E. *, Milone prof. U. "^j Di
Lorenzo prof. G. *, Colucci prof. C. '", Catalano dott. G. *, Fragnito dott. 0. *,
Sannia E. *.
N. B. — I nomi degli intervenuti sono seguiti da un *.
COIVIUNICAZIONI ORIGINALI
ISTlTLTO ANATOMICO DKLI.A P.. DN1VEUSIT.4. DI CATANIA.
DIKETTO DAL PROP. It. STADEIilXI.
Canale cranio faringeo, fossetta faringea, interparietal!
e preinterparietali nel cranio iimano.
RiCERCHE DE^ Do TT. RIZ^.O AGOSTINO, SEITOKE ASSISTENTE.
-Ricevnta il 19 aprile 1901.
E yietata la riprodtizione.
11 materiale craniologico e.sistente nel nostro Miiseo di anatomia
iimana ha dato occasione ad altri osservatori di studiare e desci'ivere
differenti e moltepliei varieta di alcune ossa cranio-facciali ; ho potiito
aneh' io, da una rivista fatta siii 33:) crani, di ciii 4i di bambini, esi-
stenti nel Museo, trarre ai-gomento di studio di alcune varieta che si
riferiscono al basisfenoide, al basioccipitale e alia squama di quest' ul-
timo osso. Le varieta cui accenno sono le seguenti :
1° II canale cranio faringeo.
2° Gli interparietali e i preinterparietali.
3° La fossetta faringea.
Debbo aggiungere che vi ho anche cercato il prebasioccipitale o ba-
siotico, ma non 1' ho rinvenuto in nessuno dei crani esaminati, se to-
gliamo un case in cui si ha un accenno alia divisione del basilare sol-
M. Z.
242
tanto da un lato, il destro, dove si vede una fessura trasversale die
divide il basilare per circa otto millimetri, arrestandosi a quattro milli-
metri circa della linea mediana.
Esporro nell' ordiiie die ho detto il risultato delle mie ricerche.
I. — Caiiale cranio faringeo.
Ouesto canale, descritto prima dal Landzcrt(o) die lo trovo esclu-
sivamente nei neonati, fu in seguito illiistrato da Roniiti (15), Su-
clianneck (18), Rossi (17), Zoia (20), Giacomini (3), Maggi (13),
Case Hi (1), die ne descrissero parecclii casi in crani di giovani e di
aduiti, dove pert) e indubljiamente molto \)\u i-aro die in crani di I'eti
e di liambini.
Ordinarianiente si presenta in forma di un canale die attraversa il
corpo dello sfenoide nella linea mediana con un foi'o ectocranico a qual-
clie niillimetro indietro dell'angolo posteriore superiore del vomere e col
foro endocranico corrispondente al mezzo della fossa pituitaria. Vi sono
pero dei casi in cui si posson trovare due fori ecto- o endocranici simme-
trici destro e sinistro. II Maggi descrive anclie una fossdta entro cui
stanno il foro o i fori ectocranici e crede die essa abbia importanza mor-
fologica, perdie serve a determinare il posto di sbocco del canale sulla
faccia esterna del basisfenoide.
Questo canale che sarebbe molto i-aro per le statisticlie di Romiti,
Rossi, Caselli e relativamente piii frequente secondo il Maggi, rap-
presenta il resto della primitiva comunicazione tra la cavita del cranio e
la faringe (Romiti) per il formarsi del lobo anterioi-e della glandola
})ituitaria. (iia il Lusclika (7^ nel 1860 avea descritto un feto umano
con un prolungamento della ii)ollsi che si addentrava nel corpo dello
sfenoide, il Waldschmidt (ID) trovo in un ganoide un canale epiteliare
attraversante il parasfenoide senza comunicare pero con la cavita orale,
il Romiti dimostro nel feto umano e nel coniglio che questo canale
talvolta conliene un i)rolungamento della dura madre e vasellini special-
mente venosi, ed il Suchanneck (18) in una bambina di quattro anni
trovo un canale epiteliale solido attraversante lo sfenoide senza comu-
nicare con la faringe.
In quanto al signilicato che ha la persislcnza del canale cranio fa-
ringeo neH'uomo, riferisco Topinione del Giacomini (3) che avendolo
trovato in una ragazza microccfala, crede che la causa die ha prodotto
— 243 —
questo arresto iiello sviluppo .del corpo dello sfeiioide, non deve essere
estranea a qiiella clie Iia agito siii ccntri nervosi producendo la niicro-
cefalia ; e quella del Caselli elie ritiene clie questo latto teralologico
sia da aseriversi alia classe del caralteri degeneratlvi tanto treqiienti
negli alienati.
Circa la sua importanza morfologica, interessanti studi comparativi
lianiio portato alia conclusioue clie questo canale non si trova esclu-
sivaniente nel cranio uniano e clie anclie in altri mammireri esiste un
canale omologo a quello dell' uonio. 11 Romiti lo trovo nel conigiio
nel lepre e in un giovane Felis cafus^ il Maggi (8) confernio i risul-
tati del Romiti e le estese agli Antropoidi j)rima e dopo a quasi tutti
i mammiferi (9, 10, 11, 12), concludendone die in alcuni esso si trova
costanteniente (felidi, ienidi, alcuni iosicanti),|^in altri sembra deflniti-
\amente scomparso (insettivori), nella maggior parte pero trovasi piii
0 meno iVequentemente. Sembra pero, analogamente a quello che si os-
serva per V uomo, clie nei soggetti giovani e nei feti esso sia piii fre-
quente. Jo, da un esame fatto sui crani dell' Istituto d'Anatomia compa-
rata, clie potei studiare per concessione del ])rof. Mingazzini, che
ringrazio vivamente, ebbi a rilevare il canale cranio-faringeo in un
cranio di 3Ieks vulgaris^ in due di Felis domestica oltre clie in un altro
di Fdis (lomrslica ed in uno di Gorilhi adulto esistenti nel Museo d'Ana-
tomia umana.
Oltre die nei mammiferi 1' Huxley (4) lo descri\e nei 3Iixinoidi,
Mikluclio-Maclay (14) negli Sqifali ed il Mag'gi (13), tondandosi sulla
descrizione fatta dal Cuvier, dimoslia che anche negli ///«0M?^r/ si trova
il canale cranio-faringeo omologo a (piello dell' uomo edei mammiferi.
Non r ha trovato pero nei rettili attuali, ma per cio 1' illustre professore
di Pavia non crede che se ne possa asserire la mancanza, perche la ri-
cerca in un gran nuniero d'individui appartenenii alia medesima specie
potrebbe fare incontrare tale varieta.
Nella raccolta dei 33o crani che ho esaminati |ho trovato solo due
casi tipici di canale cranio-faringeo, di cui uno in un cranio di individuo
giovane (num. 117 delta raccolta) del quale non einotatoil sesso e I'eta,
ma che, stando ai caratteri esterni, non mostra eta superiore ai quindici
anni. E un ci'anio dolicocefalo, il basioccipitale non e ancora saldato al
basisfenoide e ])resenta, in i"aj)porto all'eta, una cei'la sottigliezza delle
ossa che compongono la volta cranica. 11 foro ectocianico trovasi sulla
linea mediana a o millimetri indiciro deli' angolo |)osteriore sujieriore
del vomere, e di foi'ma rotondegginnle e del diametro di un millimetro
circa. II foro endocranico, rotondcggiante anch' esso e dello stesso dia-
244
metro, trovasi nel londo della fossa pitiutaria sulla linea mediana. At-
travcrso il canale passa agevolniente una setola.
L' altro e un cranio di letino, clie, in rap|)orto al canale cranio-
faringeo, presenta qualclic particolarita degna di nota. Ha il diametro
antero-posterioi'c di mm. 03 ed il trasverso di mm. M; dietro I' angolo
posteriore del vomere il basisfenoide e costiluito da due ossa simmelri-
clie, destro e sinistro, clie, saldate fra loro, moslrano pero una traccia
evidente della loro saldatura con un solco in direzione antero-posteriore,
interrotto, verso la meta, da un foro clie e il loro ectocranico del canale
cranio-faringeo. A comporre questo canale, unico e mediano, contribui-
scono tutti e due i nuclei ossei del basisfenoide che hanno la Ibrma come
di due piccoli fagiuoli die si guardano col loro margine interno concavo.
Ne risulta un foro di forma ellittica, col suo asse maggiore lungo la
linea antero-posteriore. II canale cranio-faringeo e scavalo percio fra i
due nuclei d' ossilicazione del postsfenoide e la sua persistenza e dunque
in rapporto con una incompleta sinchisi dei due nuclei suddetti, in questo
caso dovuta alia isersistenza delle parti molli che attraversano il canale.
Posso percio confermare la relativa rarita del canale cranio-faringeo
clie ancbe a me si e presentato sulla linea mediana e con un foro ecto
ed endocranico unico. II Maggi pero, riferendosi al caso di due canali
cranio-faringei descritti da Cu vier nel Ichthfjosdunis sp. n.?, si domanda
se sieno due dapprimaquesti canali, confortato nella ipotesidalia conside-
razione che il basisfenoide origina da due nuclei d'ossificazione e che
il Lundborg (6) nel Salmone e il Dobrn (2) nell' Ippocam])0 hanno
dimostrato la duplicitaebilateralita dell'abozzo ipofisario. Nei inammiferi
pero e indubbiamcnte unico il canale cranio-faringeo, come unico nella
sua ontogenesi e V abbozzo ipolisario. Esso del resto, come lo dimostra
anche il cranio di fetino da me descritto, corrisponde fra i due nuclei
d'ossificazione del postsfenoide. Resta sempre a spiegare il caso del-
V Ichfhijosmirus sp. n.? del Cuvier, ma I'ipotesi del Maggi avrebbc cer-
tamente un' impoi'tanza maggiore se il doppio canale cranio-faringeo
ollre che negli Itliosauri^ che, come e noto, non sono tra gli antecedenti
diretti dei mammiferi, si fosse trovato in animali antecedenti agli unied
agli altri.
'D'
II. — Inlerparietali e j)reinterparietali.
Gli interparietali sono stall largamentestudiatispecialmente in Italia
in numerosi lavori e non tutti concordanti nellc conclusioni. Mentre di-
— 245 —
fatti e assodato che queste ossa esistono costantemente nel cranio del-
r uomo e che la loro presenza come ossa distinte c doviita a mancalo
saldaniento di esse al resto dell' occij)itale, divergono le opinioni degli
Autori sul niiniero dei nuclei d' ossificazione da ciii gli interparietali si
sviluppano. Kerkringio (34), Serres (70), Broca (U), Baraldi (4),
Romiti (02), Ficalbi (26\ Sergi (08), Bianchi (9), ecc, ammettono
che g.li interparietali si svihippino nell' uomo per due nuclei d'ossilica-
zione e che percio originariamente siano due gli interparietali. Meckel (32),
Hagen (31), Anoutchine (1), Hartmann (32), Garbiglietti (29),
Jacquard (33), Maggi (46), ritengono invece che siano ({uattro i centri
ossilicativi che danno luogo agli interparietali.
Fra queste opposte vedute havvi quella di Sergi (68) e Ma rimo (31),
i quali ammettono che in alcuni casi speciali possa formarsi un terzo
nucleo d' ossificazione accessorio fra i due interparietali e quella dello
Staurenghi (74), il quale crede che la condizione piii frequente per
r origine dell' interparietale uniano sia di quattro centri ossificativi, ma
che questo numero non ha valore generate ed assoluto e che puo au-
mentare lino a cinque e diminuire tlno a due.
Oltre questi, che sarebbero nuclei propri, a costituire la squama pos-
sono anche contribuire nuclei accessor!, fra cui il Gosse (30) accenna a
due ossa soprannumerarie superiori che, secondo il Maggi (48), non sa-
rebbero che i due interparietali laterali, e a due nuclei median! lateral!
accessor! corrispondenti alle lamelle triangolari del Pozz! (38) che Blan-
ch! (6,8) ha avuto occasione di riscontrare nei crani di let!, e che
Staurenghi ritiene che non siano centri propri, ma propaggin! continue
con la parte inferiore della superticie endocranica de! nuclei interparie-
tali median!.
In conseguenza della divergenza sul numero dei nuclei d' origine
degl' interparietali, e dilferente rinterpretazione che gli Autori danno ad
alcune varieta di interparietali in rapporto alia forma ed al numero di
queste ossa. Gli interparietali fi-equentemente sono due, piii di raro uno
e di forma generalmente triangolare che sarebbe la forma fondamentale.
Yi sono casi pero di interparietali tr! e quadripartiti (triplici, quadru-
plici-Magg!) che per alcuni debbono essere spiegati o coU'ammettere
r esistenza de! preinterparietali che si insinuano fra i parietal! o col sup-
porre un' estensione abnorme del sovraoccipitale in alto, per altri invece
queste varieta vengono messe in rapporto co! quattro nuclei priraitivi,
che son rimasti asinchit! nei casi di interparietali (juadruplici,di cui due
si sono saldati fra loro' quando gli interparietal! son Ire. II caso d! in-
terparietale (}uinluplo nell' aduHo d! Lucv (40) secondo lo Staurenghi
— 246 —
deve intendersi ammettendo anche la forniazione di cinque centri ossei
interparietali die questo Aiitore ha trovalo in iin lelo.
Un'altra quistione, lunganiente dibaltiita, rillette le cause del man-
cato saldamento di queste ossa fia loro e col soviaoccipilale ed 11 signi-
licato che ha (|uesta varieta dell'occipitale umano. Ouesla anoniajia
difetliva, secondo la maggioi- parte degli Osservatori, sai'ebbe in rap|)oi-t(»
con una insuilicienza del pi'ocesso di ossificazione dei nuclei ossei, men-
tre, per lo meno in alcuni casi, non sarebbe estranea, secondo altri,
una pressione eccentrica (idrocefalo) che ne imped isce 1' unione. In ogni
caso gli interparietali rappresentano ari-eslo di sviluppo.
Accennei'6 breveniente al rapporto fra brachicefalia e presenza d'in-
terparietali die alcuni Autori hanno riscontrato e quello fra nietopismo
e pre- ed interparietali trovato dal Chiarugi.
Ho poluto vedere questa variela delT occipitale nei 333 crani del
nostro Museo (juattro volte, tutte in crani di adulti. Tralascioperbrevita
di descriverle dettagliataniente, notandosolochein un caso(num. 25della
raccolta) si trova un interparietale unico triangolare completo, limitato
dalle due suture occipito-parietali e dalla sulura interparieto-sovraocci-
pitale ; la sua base e di mm. 106. I casi di interparietali unici sono cer-
tamente molto rari (Ficalbi, Sergi, Blanch i) e quello da me osser-
vato e un caso tipico perche la sutura che divide 1' interparietale dal
sovraoccipitale, partendo da un asterion giunge ali'altro passando a
15 mm. dair inion.
In un altro cranio d'adulto (num. 100 delta raccolta), si osservano
due ossa distinte, di cui uno j)entagonale, mediano, simmetrico e 1' altro
triangolare che sta tra il primo e la sutura occipilo-parietale destra.
Tutte e due queste ossa giungono alio slesso livello, sulla linea curva
occipitale superiore e la loro base e limitata da una sutura comune che
parte dalTasterion destro e giunge a 12 mm. a sinistra delta linea mediana.
E un caso simile a quello disegnato da Jacquard (33) nellatavola
XXY, fig. I) e riportato dal Maggi (46) nella fig. 30, che, del resto,
difFerisceda quello disegnato dal Calori (lo) erij)ortato dal Chiarugi (17)
nella fig. 10 pel solo fatto che I' interparietale fuso al sovraoccipitale e
il sinistro anziche il destro. Ammettendo dun(|ue Topinione emessa dal
Meckel e validamente sostenuta dal Maggi che sono quattro i nuclei
d'origine degli interparietali, ((uello descritto e un caso di interparietale
laterale destro e di interparietali mediant fusi Ira loro; questi ultinii,
dagli Autori che ammettono solo due centri d'ossificazione, vengono in-
terpretati come preinterparietali fusi fra loio che scendono tra gli in-
terparietali fino al sovraoccipitale.
— 247 —
Gli altri due craiii (num. 93 e 139 della raccolta) presentano sol-
tanto ciascuno un interparietale isolato a destra.
L'interparietale non e, come risulta anche dalle statistiehe dei nu-
merosi Autori che se ne sono occupati (AYelcher, Anoulchine, Ma-
limu, Roniiti, ecc.) una varieta molto frequente e pare che si trovi
piii spesso negli alienati (Mingazzini, Lombroso, Ma rim 6), ma nun
ha alcun valore la distinzione che si vuol fare sulla sua fiequenza nelle
varie razze.
Sull'omologia esistente fra gli inlerparietali deiruomo e quelli degli
altri vertebrati nessuno piii discute, quantunque il Debierre (22, 23) non
la ammetta altermando che noimalmente la porzione interparietale della
squama e rappresentata nell' uomo, come in tutti i mammiferi, dal sovraoc-
cipitale. Ficaibi (23) riteneva che (jueste ossa si trovano soltanto nei
mammiferi superior!, ma piii recenti ricerche hanno dimostrato (Wie-
dersheim, Maggi, Staurenghi ecc.) che inlerparietali omologhi a
quelle dell' uomo si posson trovare in quasi tutti i rappresentanti dei cra-
nioti attuali ed anche in molte forme fossili compreso I'uomo quaterna-
rio ed attuale. Cade dunque Tatfermazione che queste ossa siano acces-
sorie e di filogenia recente.
Sui preinterparietali richiamo I'attenzione per il primo il Ficaibi
che li distinse dai comuni W'ormiani coi quali erano prima stati confusi
e li chiamo inlerparietali accessor!. In seguito il Chiarugi (17) li deno-
mino preinterparietali, sotto il qual titolo oramai generalmente si inten-
dono. Sono delle ossa che stanno at davanti degli interj)arielali nella sede
della fontanella preinterparielale.
Nei crani da me esaminati ho trovato nove casi di preinterparietali
tipici, unici o doppi, di cui tre nei crani di bambini e sei in quelli di
adulti. Hanno tutti forma piii o meno nettamente triangolare. La mag-
giore frequenza dei preinterparietali in rap|)orto agli interparietali e un
fatto generalmente constatato, ma non se n' e data una spiegazione suffi-
cients Oues^te ossa provengono da nuclei che non sono componenti co-
slanti della squama deirocci|)itale. II loro numero e dilferente: secondo
le ricerche del Maggi (44, 431 variano da due a sei, ma si puo ammet-
tere la I'ormazione originariadi due preinterparietali e nei caso di pluralitii
ricondurre i diversi ossicini a due preinterj)arietaii princij)ali che per la
loro piccolezza reudono necessaria la I'ormazione di preinterparietali com-
plementari i)er riempire la fontanella preinterparielale. I due preinterpa-
rietali j)ossono fondersi in uno, la loro forma originaria e la triangolare.
S'e anche molto discusso sul signiticato che ha la loro preseuza fra
le ossa del tpfjmen cranii dell' uomo. Riconosciuto che i preinterparietali
— 248 —
sono componenti accessor! dello squama, per aicuni Autori la loro pre-
senza come ossa distinte iai)presenterebbe atavismo, per altri (Chiarugi,
Marimo) sarebbe reirello di una sproporzione fra capacila craiiica e
accrescimento dell'encelalo e di relativa lentezza del processo ossilicalivo.
Pel Calori (15) la loro presenza indica tendenza animale, Mingazzini
e Marimo invece negano che sia iin fatlo di regressione e trovaiio uel-
I'antropologia e nella percenluale di questa variela fra gli alienati una
conferma alia loro opinione. 11 Maggi poi (50), considerando che gli
omologhi ai preinterparietali si trovano gia nei cranioti inferiori (ganoidi,
stegocefali, rettili) e continuano nei cranioti superiori, esclude I'opinione
del rapporto tra la presenza di queste ossa e ringrandimenlo del cranio
dovuto a quelle dell' encefalo.
III. — Fossetta faringea.
Ho trovato questa varieta del basioccipitale sette volte sui 335 crani^
non lenendo conto che dei casi di fossetta notevolmente s\iluppata. Sono
lutti casi di fossetta unica ovale, col maggior asse nei sense antero-po-
steriore e nella linea mediana; la sua profondita \aria tra un massimo
di mm. 3 72, ^^ ^^ minimo di mm. i2 e la loro lunghezza da mm. 11 7, a
mm. 7 7,.
Dope gli studi fatti dal Romiti (4), al quale mi riferisco anche per
la bibliografia su (juesto argomcnto, sembra stabilito che questa varieta
del basioccipitale sia jirodotta da un diverticolo faringeo abnorme o ac-
cessorio e che trovi riscontro in una formazione omologa del basioccipi-
tale delle foche, in cui la perdita di sostanza raj)presenta un difetlo di
ossificazione e tale potrebbe anche essere considerata nell'iiomo.
II R omiti trovo la fossetta faringea t) volte su 9!)0 crani (1 su 110),
il Morsel li afferma (1) che e piii frequente negli alienati. 11 Rossi (5)
trovo una percentuale dell' 1 \ in una raccolta di 3712 crani (1 su 67).
Pei crani da me esaminati risulta che questa variela e piu frequente
(1 su i8).
Non ho trovato nessun case di fossetta faringea doppia che descri-
vono Morselli, Rossi e Pandolfini e Ragnotti (i).
Bibliografia.
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1. Caselli A. — Sulla permanenza del caiiale cranio-fariiigeo nell' uomo. — Hiv. sperim. di fre-
niatria, Reggio Emilia, Vol. 26,fasc. 3-3, 1900.
2. Dohrii. — Die Entstehung uiid Betieutuiig der Hypopbisis bei dem Teleostieru. — Mitth. Zool.
Stat, zur Neapel, Bd. Ill, 1882, {citato dal Maggi).
— 249 —
3. Giacomini. — Sui corvolli dei microcefali, Oss. 6 e 17. — Accad. di nied. di Torino, 1890,
pag. 8S.
4. Husley. — Citato da Romiti.
5. Landzert.— Uober deu caualis cvanio-pharyngeus am Schiidel des Xeugeboreneu.— Petersb.med.
Zeitschr., Bd. XIV, ISbS.
fi. Lniidborg. — Die Ent. der Hypophisis etc. — Zool Jahrbiicher, tSOt (citato dal Maggi).
7. Luschka. — Hirnanliang. u. Steissdruse. — Berlin, 1860.
8. Mao-tji. — Intorno al canale crauio-fariiigeo in alouni rosicanti. - Rendiconti R. 1st. Lamb, di
sc. e left.. Vol. 23, 1890, pag. 119-
9. Maggi. — II canale cranio-faringeo negli autiopoidi. — Ibidem, Vol. 24, 1891.
10. Maggi. — Intorno al fore pitnitario eciocranico nei maminiferi. — Ibidem, Vol. 20', 189S,pag. 703.
11. Mago-i. — Foro pitnitario ectocranico e interparietale in on neonato di Pteropus mediiis. — Ibi-
dem, Vol. 28, 1895.
12. Maggi. — Intorno al canale cranio faringeo nei felidi e ieuidi. — Boll, scient.di Maggi, Zoia
e Be Giovanni. Pavia, n. 3-4, 1895 e n. 1, 1896.
13. Maggi. — II canale cranio-faringeo negli Ittiosanri omologo a quello deirnomo e d'altri niaiu-
jniferi. Rend. B. 1st. Lombardo di sc. e Lett., Vol. 31, 1898.
14. Mikl ucho-Maclay. — Citato da Komiti.
15. Komiti. — Sopra il canale cranio-faringeo nell'nonio esopra la ta.sca ipofisaria o tasca di Katchke.
— Atti soc. Toscana di sc. nat. Vol. 7, fasc. 1, Pisa, 1886.
16. Komiti. — Trattato di Anatomia uormale, Vol. 1, pag. 251.
17. Rossi U. — II canale cranio-faringeo e la fossetta faringea. — Mon. 20ol. itul. Vol. II, 1891.
18. Sucbanueck. — Ein Fall von Persistenz des Hypophysesganges. — Anatom. Anzeigcr, 1887,
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19. Waldschmidt. — Beitrii.g zur Anatomie d. Zentralnervensystems u. de.s Gernchsorgaii von
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20. Zoia. — II gabinetto d'Anatomia uormale della R. Uuiversitji di Pavia. — i° suppl. S. B., Pa-
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II. — Interparietali e peeinteparietali. (')
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9. Bianchi. — SuUo sviluppo della squama occipitale e sal modo di originarsi delle varie forme delle
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10. Bianclii. — Snll' esistenza di ossa interparietali nol cranio di Sirs scrofa. — Monit. Zool.
An. Ill, n. 6, 1892.
11. Bianchi. — Sopra alcune variety del cranio os.servatein feti nmani e d'altri mammiferi. — Ibidem,
An. IV, 1893.
12. Bianchi. — Sulle ossa parietali nei genere Bos' — Ibidem. An. V, 1894.
13. Bischoff. — Trattato dello svilnppo dell' uomo, trad. Levi. — Venezia, 1847 {citato da
Bianchi {6)).
(') Altra bibliografia trova.si specialmente cousultando i lavori del Marinn') (.51) e del Miu-
;azzini (54).
250
14. Broca. — Sur uiio momiede foetus peiuviou et snr le pi-etendu os tie 1' Inca. —Journal de FAiiat.,
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15. Calori. — Dei wormiani occipital! ed iuterparietali poateriori (lei crani nostrali ecc. — Memorie
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16. Calori. — SuH'esistenza di nn granile woriiiiauo ecc. — Ibidem, Ser. IV, T. V, 1SS4.
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21. Debierre. — Un exemple d'os 6pactal sur un crSne de Fiaiuaud adulte. — Bull, de la Soc. Anat.
de Paris, 1888.
2i. Debierre. — La signification morphologique de I'os anonial du crAne bumaine appele os interpa-
rietal ou OS 6pactal. — Arch, des Sciences med, n. 1, 189G.
23. — Debierrre. — Le developpement du segment occipital du crAue. — Journal de V Anatomic,
novembre, 1895.
24. Falcone. — Breve contribnto alio studio delle ossa interparietal! e preiuterijarietali. — Giorn. d.
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27. Ficalbi. — Considerazioni riassuntive sulle o.ssa accessorie del cranio riei mammiferi e deH'aomo.
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28. Iriower. — An introduction to the osteology of the Mauitualia. — London, 1SS5 (citato da
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29. Garbigli etti. — Ulterior! considerazioni auatomo-flsiologiche intorno all'osso nialare. — Torino,
1874 {citato da Bianchi. (9)).
30. Gosse. — Dissertation sur lea races qui composaient rancienue population du Perou. — Ble-
moires de la Soc. d' Anthropologic de Paris, T. I, 1863, pag. 166 {citato da Bianchi. (9)).
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32. Hartniann. — Beitriige zur Osteologie der Neugeborenen. — Tubingen 1869 {citato da Romit i).
33. Jacquard. — De la valeur de I'os 6pactal comme caract6re de race en Anthropologie. — Journal
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34. Kerkringio, — Specilegium anatoniicuin nee non osteogeniaiu foetura. — Amstelodami 1670
{citato da Bianchi (9)).
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36. Lac hi. — Catalogo ragionato del niuseo anatomico di Siena, 1883.
37. Lachi. — SuUo sviluppo delle ossa. — Siena, 1884.
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44. Maggi. — Alcune variety morfologiche dei preinterparietali asinchiti. — Ibidem, Ser. II,
Vol. 27, pag. 417, 1894.
45. Maggi. — Variety morfologiche degli interparietal! e preintcsrparietal! nei feti, ueonati e giovani
di cavallo. —Ibidem, Ser. II, Vol. 29, 1896.
46. Maggi. — Centri d'ossificazione e principal! varietii morfologiche degli iuterparietali nell' nomo.
— Ibidem, gerie II, Vol. 29, 1896, pag. 634.
47. Maggi. — Kisultati di ricerche morfologiche intorno ad ossa e fontauelle del cranio umano. —
Ibidem, Ser. II, Vol. 29, 1896. \
48. Maggi. — Altri risnltati di ricerche morfologiche intorno ad ossa cranial!, crauioiacciali e fon-
tauelle deU'uomo e d'altri mammiferi. — Ibidem, Serie II, Vol. 3o, 1897.
— 251
i.). Magjji. — PJacche osteoclermiche interparietali dcgli stegocefali e lispondeuti centri d'ossiftcazioiio
intcrparietali dell'nomo. — Ibidem, Scr. II, Vol. SI, i898.
nl). Maggi. — Osaicini sataro-foiitanellari nel cranio dcll'iioino fossilo. — Ibidem, Ser. II, Vol. 32. 1890,
iil. Marira6. — Sulle ossa iutorparietali e preinterparietali nel cranio uniaiio. — Arch, per VAntrop.
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52. Meckel. — Manuale d'Anatomia generate descrittiva e patologica, trad. Caimi. — Milano,
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53. Meckel. — Trait6 g6n6ral d'Anatomie comparee, trad, de rallein. par Eiester et Sanson. —
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54. Mingazzlni. — Osservazionl anatomiche sopra 75 crani di alienati. — Aiti It. Ace. med. di
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56. Owen. — Principes d'Osteologie comparee etc. — Paris, 1855, par/. 35 {citato da Ficalbi).
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61. Richiardi. — Processo verbale adnnanza 14 Gennaio 1877. — Soc. Toscana di Sc- nat. in Pisa
{citato da Bianchi (5)).
62. Romiti. — Lo sviluppo e le rariet.^ dell'osso occipitale noil' nomo. — Atti E. Ace. Fisiocritici,
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64. Romiti. — Ancora sulle ossa interparietal! umane. — Boll. Soc. fra i cultori di se. med di
Sie7ia, 1884, pag. 78.
6.5. Romiti. — Per la storia delle ossa interparietali nell'uorao. — Ibidem, 1885, pag. 238.
66. Romiti. — Trattato d'Anatomia dell' iiomo. — Milano, Vol. I, pag. 242.
&!. Riiini. — Anatomia del cavallo. — Bologna, 1508 {citato da Ficalbi {26)).
68. Sergi. — Interparietali e preinterparietali del cranio umauo. — Atti R. Ace. med. di Roma,
An. XII, Vol. II, 1886.
69. Sergi. — Crani .siamesi. — Boll. d. R. Ace. med. di Roma, An. XVI, fase. 5, Roma, 1880-00.
70. Serrea. — Lois de I'oateogenie. — Citato da B ianchi {9).
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72. Staurenghi. — Osaa interparietali in una Columba livia. — Ibidem, Aprile, 1805.
73. Staurenghi. — Ossa soprannuraeraiie nel cranio dell'Anser d. oraologhe alle o.saa interparietali
dei mammileri. — Ibidem, Luglio 1896.
74. Staurenghi. — Contribnzione all 'osteogenesi dell'occipitale umauo e dei mammiferi con una
nota aullo sviluppo del frontale e del parietale dell'uomo. — Ibidem, 28 Maggio, 1807.
75. Staurenghi. — Nuove ricerche aulle ossa interparietali degli uecelli. — Ibidem. 1000.
76. Stieda. — Die anomalien der raenachlichen Hinterhauptschtippe. — Anat. Hefle, 1892.
77. Virchow. — Ueber einige Merkmale niederer IVIenscheuraaae am Schadel. — Abhandl. der K.
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78. Welcker. — Untersuchungen iiber Wachathum uud Bau des meuachlichen Schadels. — Leipzig,
1862, Bd. I.
79 Wiedersheim. — Compendio d'Anatomia comparata dei vertebra ti. — Trad. Cattaneo.
III. — FOSSETTA FABINGEA.
1. Morsel li. — Sn alcune anomalie dell'osso occipitale negli alienati. — Riv. sper. di freniatria,
R. Emilia, Vol. 16, fasc. 3°.
2. Pandolfiui e Ragnotti. — Osservazioui anatomiche. — Atti Ace. med. eliir. d. Perugia,
Vol. 10, 1808.
252 —
3. Romiti. — Annunzio di alcune ricerche anatoiniche ecc. — Boll. Soc. fra i adtori delle sc.
med. in Siena, IV, 1886, fasc 5, par/. 161.
4. Romiti. — La fossotta fariugea uell'osgo occipitale dell' uouio. — Atti soc. Toscana di sc. nat.,
Vol. 11, 1S90.
5. Rossi. — II cauale cranio -favingeo e la fossetta fariugoa, ricerclie antiopologicLe. — 3Ion. ZooL,
Firenze, Ari. II, 1801.
TIZIE
Annunziamo la morte del Chiarissimo Prof. G. Y. Ciaccio, Diretfcore del
Gabinetto di Anatomia Comparata della R. Universiba di Bologna. Di lui e
delle sue opere diremo nel prossimo numero.
CosiMO Cherubim, Amministratokk-kespons.\bile.
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12 settembro 1894, Band XI, Heft 2)
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(Pubblicazioni Itali;Mie di Zoologia, Anatomia, Eiubriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Itaiiana
DIRKTTO
DAI DOTTORI
GIULIO CHIARUGI
EUGENIO FICALBI
I'lof. (li Ati;itoiiii:i uiiuiiia
iK.'l l;. Tslituto (U Studi Super, in FiiX'iize
Prof, di Anatomia coiup. a Zoologia
nella K. Universitil di Padova
Ufficio di Direzione ed. Amministrazione : Istituto Anatoiiiico, Firenz
IS numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno Firenze, Sett em tore 1901
N. 9
SOMMABIO : BinLioGRAFiA. — Pag. 253-260.
CoMUNicAzioNi Obiginali: Qhigi A., Anomalie negli arti posteriori di un polio.
(Con 4 figure). — Qiuffrida=Ruggeri V., Osso nasale bipai-tito, postfrontale e
altri wormiani nello scheletro faceiale. (Con 7 figure). — Pag. 260-274.
Studio collettivo del peso dell' encefat.o negli italiani: Elenco delle Osserva-
zioni inviate. 1^ Serie. — Pag. 274.
NoTiziE. — Pag. 275.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monl-
to)'c Zoolof/ico Italiano e vietata la riproduzione.
BIBLIOGRAFIA
St da nottzia sollanto del Icwori pubbllcatl in Italki.
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Pavesi P. — L' abbate Spallauzani a Pavia. Con 31 documenti, 1 tav. e
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— 260 —
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COMUNICAZIONI ORIGINALI
ISTITUTO ZOOLOGICO DEr.LA U. DNIVEHSITA DI BOLOGNA.
DoTT. ALESSANDRO GHIGI.
Anomalie negli arti posteriori di un polio.
(Con 4 figure).
fi vietata la riproduzione.
II caso die dcscrivo si o verifical(» in una pollastra nata da fcm-
mina di razza coniuno, inciociata colia razza pentadadila Dorking e
da un galio di (juesla razza.
— ^^61 —
L'anomalia esiste in ambeduc i piedi e si manifcsta con una par-
ziaic duplicazione del dilo sopranunierario. Tale duplicazione oUVe
aspello diverso nei due nieml)ri. Eslcriormentc il dito doj)pio del piede
desiro e leggermenlc curvato in alio, come avviene nel |)iede pentadal-
lilo che si osserva comnnemente. Yerso la meta della lunghezza del dito,
le squame embricate dorsali si dividono in due serie, dellc quali la serie
superiore conta tie squame piccolo, inentre quella infei-iore ne possiedc
cinque assai piii grandi. 11 dito leimina con due unghie disposte a
chela, rivolte in alto : 1' unghia inlcriore supera in lunghezza la supe-
riore, la quale e pin larga alhi base.
Nel piede sinistro il dito do])pio e quasi orizzontale. A circa un
quarto della sua lunghezza totale, comincia un solco che separa in due
serie le squame, piii nettamente che non nel piede destro, e delinea
neir unica unghia due lobi siniili. Le squame divisc sono sei |)er ogni
serie; (juelle della serie inferiore, sono assai piii larghe di quelle ap-
partenenti alia serie superiore.
Per quanto riguarda ra|)parecchio muscolare, ho notato le seguenii
jiarticolarita. In ambedue le zampc; // corto cslcnsore dell' al luce r siip-
plifo nclla sua fimzione dal lunyo estensore coinune delle dita 2, 5, 4.
II tendine del corto estensore si arresta alia testa della ])rima falange
ileiralluce, inentre quello del lungo estensore comune a |)oca distanza
dell'articolazione tarsale invia una diramazione, che a sua volta si sud-
divide pi'esso a i)oco a meta della distanza, che intercede I'ra I'articola-
zione tarsale c quella della prima I'alange del dito doppio. Di (lueste
diramazioni la piii sottile ed interna raggiunge 1' unghia dell' alluce
normale, mentre 1' esterna piu grossa scorre lungo la prima lalange del
dito doppio, biforcandosi a livello della sua articolazione distale in due
rami, che scorrono lungo le falangi sopranumerarie pari, terminando
all'unghia rispettiva.
Nella superlicie di tlessione si nota una disposizione analoga. II
corto flessore e normale, mentre la diramazione del lungo flessore co-
mune destinato all' alluce si scinde quasi snbito in due rami : uno per
I'alhice e I'altro pel dito sopranunnMario. In questo dilo il tendine scorre
lungo la tinea mediana della prima falange, ma giunto all' articolazione
distale di cpiesta, lungi dal dividersi come il lungo estensore, s' insinua
Ira le talangi soi)ranumerarie j)aii. occupandone col suo volume no-
tevole r interstizio e termina con un' espansione che abbraccia 1' artico-
lazione di ambedue le unghie corrispondenti. E da notare ancora che
la potenzialita tlessoria ed addutlrice dei tendini del dilo do|)pio, e (piasi
nulla in conlronto a (|uella dei tendini deiralluce.
M. z.
— 262 —
Nello sclieletro si notaiio due anomalic cliflei'cnti: una rillello il
inodo di comportarsi del nietatarsale del dilo sopranumerario, 1' altia
il rad(lop|)iainent() parziale di ([uesto dito.
Nei piedi pentadattili die eonuinenienle si osservano, il nietatarsale
sopranumerario e intimamente saldato col luetatarsale deiralluce, dando
luogo ad un ossetto generalmente falcilbrnie articolalo sul metatarso co-
mune delle dita 2, 3, 4 ; in taluni allri easi, meno (Verjuenti pero, il
bordo interno del terzo inferiore del tarso-metatarso, invece di dare in-
serzione ad un solo nietatarsale, da inserzione a due nietatarsali,
situali I'uno sopra all'altro e portanti ciascuno un dito. Ouesti due os-
setti presi insieme non occupano spazio ini'ggiore di quando sono sal-
dati, come net jirimo caso.
Qui il nietatarsale del dito sopranunu'rario si comporta in una ma-
niera, ([uale a me non consta sia mai stata verificata in altri casi. Oue-
st' osso e intimamente saldato al tarso-metatarso in tutta la sua lun-
ghezza, e ne costituisce il margine interno, assai stretto e quasi tagliente
nella nieta )irossimale, Un solco leggerissimo al lato posteriore, poco ac-
centuato in alto, si rende jiiii prol'ondo avvicinandosi aU'estremita dislale
ed indica chiaramente la linea di fusione delle due ossa. Anclie al lato
anterioi'e si presenta un solco simile, sebbene limitato alia i-egione \i-
cina air articolazione. 1 due solchi, anteriore e posteriore, rendendosi
senipre piii profondi s'incontrano, separando in tal modo dal tarso-me-
tatarso il pozzo sopranumerario che termina con una testa d' articolazione
libera, simile a quella delle dita 2, 3, i. 11 nietatarsale delTalluce e incu-
neato nello s|)azio comprcso Ira T articolazione del dito sopranumerario
ed il tarso-metatarso, al quale e unito per mezzo di legamenti. come av-
viene comunemente.
La prima lalange del dito so|)ranumei'ario e normaie in ambedue le
dita: e quale si verilica in tulti i piedi di })olli |)enladallili.
Le anomalie che intei'essano la seconda lalange, sono dilVerenti nei
due piedi.
rsel piede destro la seconda lalange munita di una base piii lai'ga
delta estremita delta prima, sulla quale si articola, si divide poi in due
I'anii, ciascuno dei quali porta una falango (3'' lalange, corrispondeute al-
r unghia).
11 ranio inferiore, piii grosso e j)iii lungo deU'altro, tormina rivollo
in alio. 11 ranio supcriore termina con lalange j)iii sottiic rivolta in basso.
La disposizione di (|ueslc falangi ricorda lontanainente una chela di
gajnbero.
Ncl i)iede sinistro la seconda lalange e j)ure notevolmente piii larga
— 263
— ^64 —
alia base di (jiiclla siilla (jiiale si arlicola, cd (• pure bifida. II ramo su-
periore e piii grosso dell' inferiore, ma o lungo meno della meta di (pie-^
sto: esso porta una terza falange sottile, la cui estremila ollrepassa
(juella del ramo inferiore. Alle due unghie corrisi)ondono in tal modo
una 3^' falange per la branca inferiore cd una i^ falange per qucUa
su|)eriore : queste si saldano nel loro margiue interno, no 1' eslremita
dcir una ollrepassa quella dell' altra.
I casi conosciuli di polli con fi dita non sono numerosi.
L'Antbony C) H considera come casi di triplicazione deH'alluce,
partendo dal concetto die il dito sopranumerario fretjuente, sia una du-
plicazione deH'alluce stesso. Come ho dimostrato in altro lavoro ('}, il
dito sopranumerario e i)er me alTatto indipendente dair alluce noiniale,
ed i pretesi casi di triplicazione di questo non sono in sostanza die una
suddivisione parziale del dito sopranumerario ovvero deH'alluce. Ouesli
due raggi sono tipicamente corapleti, forniti almeno nei primi stadi di
sviluppo di metatarsale proprio e di due falangi per 1' alluce, tie gene-
ralmente pel dito sopranumerario. Ora nei casi descritti dall'Anthony,
dal Delplanque (') e dal Cow per (''), ci troviamo di fronte ad una con-
dizione sostanzialmente simile a quella del mio case ; la prima falange
deir alluce o del dito sopranumerario, ovvero la seconda di quest'ullimo
sono pin o meno accentuatamente forcute, portando ciascun ramo altre
falangi. Uno del due rcif/gi e al contrario normale. La duplicazione si ri-
ferisce alia regione distale di uno dei due raggi, ciascuno dei quali non
offre anomalie nella sua jiarte prossimale.
L' esadattilia nei polli dex'essere diinque definita, anziche per una
triplicazione deH'alluce, per una parziale divisione del primo dilo ovvero
del dito sopranumerario.
Ma il fatto senza dubbio piii importante jier lo studio della polidat-
tilia, e nel caso descritto la maniei-a particolare di comportarsi del me-
tatarsale sopranumerario. Non solo esso e osteologicamente indipendente
dal metatarsale I, ina ha seguito il modo di svilupparsi dei metatarsali 11,
111, IV, coi quali lia costituito un' unica massa.
Questo caso reale corrisponde perfettamente alio schema che ho im-
maginato nel mio citato lavoro, per omologare il dito sopranumerario
comune al dito sopranumerario articolato all' estremita prossimale del
(') Anthony K.— :fitude snr la Polydactylie cliez les Gallinac6s (Poulet domestique) in: Jo^lm.
Anat. Phys., Paris, 1899.
(^) Ghigi. — Sul siguiflcato morfolo.crico della polidaltilia nei gallinacei, in: Ricerche Lab. Anat.
Roma, ecc, 1901-
f) Delplanque.— fitudes teratologiqnes. Donai, 1869.
(■•) Cowper J. —On hexadactyliaiu, with especial reference to the signification of its occurrence
in a variety of the Gallus doiuesticus, in Journ. Anat. Phys., London, 1889.
— 265 —
metatarso, citato dall' Anthony e da questi considerato come prealiuce.
A (iiiesto dell'Antliony corris|)oii(lc niorfologicamenlo it caso attiialc,
colla (lillerenza die nientre la il inelatarsale in piii non si e alliingalo
ne si e saldato agii altri, qui lia iatto I'una cosa e 1' altra. Tiitte Ic dita
normali ed il sopranumerario si abl)ozzano intorno ai pezzi tarsal! ; sol-
tanto i metatarsali II, III, IV si alhiniiano nella regione prossimale, in
niodo clie il prime raggio e quelle sopranumerario vengono allonlanali
dal tarso. Net caso descritto, quest'ultimo fatto si e vei'ilicato solamente
per (|uanto riguarda ralluce, mentre il metalarsale sopranumerario si e
allungato come i tre raggi clie non si erano abbozzati contiguamente
ad esse; quando poi il metalarsale (leH'allucee state tanto lontano dalla
regione del tarso da non impedire la I'usione del metatarsali II, III, IV
col sopranumerario, tutti (piesti |)ezzi si sono saldati.
Questo caso in cui c cridenU> I'dssolttta indipcmlmza del dito sopra-
numerario dall'alluce^ mi pare una prova di piii in lavere deH'opinione
gia da me sostenuta, secondo la ipiale il dito sopranumerario degli uc-
celli e il prealiuce leratolofpcamenie mluppalo.
ISTITUTO ANTUOPOLOGICO DELLA li. UNlVKKSI'I'l 1)1 r.OMA.
Osso nasale bipartito, postfrontale e altri wormiani
nello scheletro facciale.
RiCERCHE DEr> DoTT. V. GIUFFRIDA-RUGGERI, as.sistente.
(Con 7 figure).
K vietiita Li riproduzioue.
Parlando dei cosidetti wormiani del cranio umano ('), che in gran
parte, grazie alle ricerche del Maggi, sono ossa lontanellari, ho emesso
([ualche dnbbio suH'opinione che essi dipendano esclusivamenteda un'in-
sutliciente ossiticazione, in relazione all'eccessivo sviluppo encet'alico a
una data epoca dell' ontogenesi : opinione sostenuta special men te dagli
antropologi francesi : Hovelacque e Herve (^), Manouvrier ('), Pa-
(*) Giuf frida-Knggeri. — Snl siguiflcato delle ossa foutanellad e dei foraiui parietal! e sulla
pretesa pennria ossea del cranio umano. — AUi della Societa Itomana di Antropologia, Vol. YII,
Fasc. 3.
(2) Hovelacque et Herve. — Precis d'Authropologie. — Paris, 1887, pag. 59 e pag. 227.
f) Manouvrier. — Denxieme etude snr le Pithecantropus erectus. - Bull, de la Soc. d' An-
thropologie de Paris, 1895, pag. 590.
266
pillaiill {'). A crc(lt3re inesaltii la spiegazionc addolla, dalla (juale si
Irao come corollario la conferma all' antica opinione die i worniiani
siano nil s('f>no di sii|)eriorita morfologica ("). mi spingcva |)riiicipal-
nuMito il I'allo ben nolo della presenza di nunierosi A\oriniaiii anelie
in allri aiiimali nci quail non si piio dire die sia insullidente 1' ossili-
eazione. Lo stesso dubbio ho manifestato per cio die rigiiarda la siitura
metopiea f) o allre rare divisioni delle ossa eraniche (*), dai citati aii-
li'opologi spiegate iiello stesso niodo. E iiivero, se coiisideriamo adesso lo
scheletro facciale, troviamo gli stessi fatli: eioe, ossa worniiane e divi-
sioni anoniale sia nell' iiomo die in altre sj)ecie aniiiiali, senza elie si
possa addurre 1' ossilicazione insulficiente, die non avrebbe nessuna ra-
gione di avverarsi, I'encefalo essendo fuori di causa. Acceniio quanto al-
r uoiiio alle division! ben note dell'osso zigoinatico, tra le quali niollo
eomuiie la bipartizione, piii rara la tripartizione, da me pure osservala
in un caso ('). Piii rara e la divisione di altre ossa, ma e stata dal Li-
vini osservata quella delt'osso nasale C), die io posso arricchire di un
altro caso, che sarebbe il secondo caso di tale anonialia rarissiina, non
avendoiie il Livini segnalato allri nella letteratura. Agli autori citati
dal Livini posso aggiungere lo Zuckerkandl, die in un' opera di
grande mole f) non iie parla : nella Tav. Ill di tale opera si vedono
importantissime anomalie dello scheletro nasale, riduzione o scomparsa
(Idle ossa nasali con invasione del mascdlari o del frontale, ecc, pero
nianca qualunque osso nasale bipartite.
Rit'erisco la descrizione data dal Livini : « L'osso nasale di sinistra
presenta a nietii delta sua altezza, la dove cioe esse e norinalmente piii
(') Papilla ult. — Le tiansformisme ot son iuterpretatiou en craniologie. — liull. de la Soc
d' Anthropologie de Paris, 1897, Fasc- 4.
(^) Mari 1116. — SuUe ossa interparietali e preiiiteiparictali nel cranio nma.no . ~- Archivio per
V Antropologia 0 V Etnologia, 1888, p. ii5.
(^) II Oalori (Delia stirpe cLe ha iiopolato 1' antica neci'opoli della Certosa di Bologna e dello
genti affiui, Bologna, 1873) e state tra i priini ad ammettere cIk! la sntura metopiea sia una « circo-
stanza favoievole e direi quasi di perfezionamento pel tipo umano ». L' idea poi e stata ripresa dal
Belsanti e dal Papillanlt in un uotevole lavoro. Centre tale interpretazione sta il I'atto che il
Calori stesso mette la frequenza della sntura metopiea nei crani bologuesi sette volte su cento.
{Mem. dell'Ace delle Scienze dell' Istitulo di Bologna. Serie II, torn. VIII, pag 213); mentre in craui
di alienati della stes3:i regions (Emiliani) io ho trovato una propoi'zione piti freqnente, circa il IO^/q:
ragione per cui credo che si dcbba distingnere un raetopismo progressivo, in dipendenza di un raag-
giore aviluppo dei lohi frontali del cervelle, da un altro metopismo (che io credo piii frequente) indi-
pendente dall' encefalo.
C*) Ad esempio 1' anomala divisione del parietala, la quale ;lalle ricerche del Ranke risulta
molto piii frequente neU' orange che nell' uonio, malgrado che il cranio doll' orango non presenti certo
pennria di sostanza ossea.
(^) G i uf f rida-Ruggeri. — Un esso zigomatico tripartite e altre rare anomalie. — Rivista
sperimenialc di freniatria, 1897, Fasc. II.
(") Livini. — Variet<\ delle ossa nasali. — Monitore Zoologico Italiano, 1898, pag. 100.
(') Zuckerkandl. — Normale uud patholegische Anateniie der Nasenhiihle und ihrer pnouiua-
tischeu Anhange. — Wien, 1893 (5 cdiz.), 1 Band.
267
ristrelto, una liiiea di sutura trasvcrsalo con leggiera oblifjuita in dentro
0 in basso, iinea dcntcllala, ben manill'sta tanto sulla I'accia esterna como
su quella interna : per opera di (jiiesta sutiira I'osso in (|uistione viene
diviso in due ossetti di ugual grandezza, 1' uno superiore, inleriore I'allro.
So |).'r un niomento noi faccianio aslrazione di ([uesia Iinea di sutura,
il nasaie di sinistra si niostra nel suo contorno o nelle sue diniensioni
nguale a quello di destra, ed anibeduo non dissimili dai normali ». La
descrizione riferita si adatta esattainente al mio caso, come si vede an-
clie dalla Fig. 1, clie rappresenta i'osso nasaie sinistro del cranio Ro-
mano 1503, di sesso maschile. L' unica differenza e che in mezzo della
sutura anomala (die non e denlellala; si osserva un Ibro, clie |)eraltr() e
identico a quello clie si suole osservare nelle ossa nasali normali.
Passando ai cosidetii wormiani ricliiamo lallenzione sulla Fig. 2 clio
ra|)presenta un postlrontale da me irovato in un cranio di Abissino
(N. 088 del Cat.). Esse e identico a quello gia descritto dal Maggi (/),
trovalo in altro cranio umano ; e per rubicazione non si puo dubitare
clie si Iratti di postlrontale, essendo la |)Osizione di (juesf osso, come ri-
sulta dalle ricerchc del Maggi, nei retlili permo-triassici gia tra il li-on-
tale e il zigomatico, posizione clie e conservata nei mammiferi atluali
che hanno cintura ossea orbitale complela: nei ruminanti e negli aiitre-
poidi. In questi ultimi il postlrontale e abbastanza Irequente, come ri-
sulla dalle citate ricerche del Maggi, e un bel caso ne presenta un
cranio di gorilla die possiede il nostro museo (N. in',) del Cat.) : I' ossi-
cino si trova a destra nella posizione identica a (piella die si vede nella
Fig. 2, e circa il doppio di volume e allungato in senso irasxersale. Tale
(') Maggi. — Postfroutali uei inaiiimiferi
Vol. XXX, Tav. III. fig. Ib-IG.
Rcndiconti del R. 1st. Loinb. di go. a lelt., ISm,
— 268 —
cranio di gorilla c notovole aitresi per la presenza di un osso fronto-
nasale.
Oltrc ('lie dalla paleonlologia e dairanaloniia comparata rosisleiiza
(lei postlrontali nell' uoino vicne confcrinala daH'embriologia, avendo il
Maggi trovato nei feti iiniani tra il zigoinatico ed il tVontale (frontalc
medio) una raembrana ossogena, i cui nuclei di ossificazione si possono
vedere anche ad ocehio nudo. Inline all' obbiezione die la dimensione
d-elTosso sarebbe Iroppo |)iccola risj)onde lo stesso autore nella sua bella
monograiia. Egli dice del suo caso analogo : « Per le sue dimension!
niolto j)iccole in conl'ronlo di quelle della cintura ossea orbilale, e per
i suoi |)arlicolari analomici suddetti, questo })ost!'rontale potrebbe essere
considerato |)er un cosidetlo osso wormiano; ma la sua posizione non per-
nietle una lale determinazione. Piuttoslo esso mostra come i postlrontali
possono essere, relativamenle alle ossa contigue. motto piii piccoli ^).
Cio awiene |)er Testensione delTossilicazione del fronlale (» del zigoma-
tico, 0 di entiambi, e si comprende, se si jieiisa che normalmente queste
ossilicazioni sono cosi potenti da invadere completamenle la posizione
del postirontale. II caso piii IVequente e V invasione per parte del zigo-
matico, o di cio resia Iraccia nella forma della sulnra Ironto-zigomatica ;
a volte si ha la lusione pix'coce del postirontale col zigomatico o col
fronlale, e di cio si osservano anche delle Iraccie in alcuni accenni di
suture che si possono \edere non infrequenlemente al di sollo o anche
— 269 — ^
al (li sopra dolla sutiira IVonlo-zigoniatica. Dati tali lalli morfologici si
comprende die noi non conveniaino nfU'opinione deilo Slaurenghi (^),
il quale crede di vedei'e il postlVonlalc nel pezzo superiore degli ordinari
zigoinatici bi|)artili. Come non eonvenianio alValto nelT o|)inione del
Ranke (*), clie inclinerebbe a vedere il posttVontale nelT osso da lui
denoniinato inlerteniporalc, e da me [iretemporale [^). II Prol". Maggi,
ciic, Irovandosi ultimanienle a Roma, lia avuto la bonta di yenire nel-
r Istiluto, dove pote osservare il caso eccezionale da me gia illustrato,
ritiene che si tratti dal lato filogenetico di iin opercolare, opinione che
(livido complelamenle. Anclic I'ossicino spiracolare che si |)iio trovare in
tal(^ sito, e per la sua forma triangolare, sebbeue sia di sviluppo minore,
ha (|ualehe analogia col precedente, i-esta come questo sempre piii o
meno se])aialo dal frontale. I casi in cui vi ha la riunione col frontale
sono dovuti ad allro falto morfologico, cioe a un wormiano fontanellare
in corrispondenza della fontanella pterica, a un e|>iplerico : questo e
molto pill frequcnte e non ha (juella foi-ma triangolare paragonabile
alia forma fetale.
Mi son voluto fermare sul |)ostfrontale, sia perche e rarissimo nel-
r uomo, non avendo in parecchie migliaia di crani trovato altro caso ve-
ramente dimostrativo (se ne trovano nella collezione o piii piccoli o sem-
|)licemente accennati), sia per le notevoli divergenze di ojiinioni. Non mi
fermo iuvece su qualche caso che ho ])ui'e trovato di wormiano tra il zi-
gomatico e il mascellare, non avendo sinora importanza morfologica.
IMu degui di nota sono i wormiani che si osservano con una cerla fre-
(juenza nello spazio interorbilale.
I wormiani che si possono riscontrare nelF intervallo interorbitale,
faccndo astrazione dell'ossicino fronto-nasale, sul quale come molto noto
non vale la pena di fermarsi, si possono dividere in due categorie, a
seconda che la loro aulonomia si costituisce a spese del frontale o a
spese deirapofisi montante del mascellare. 1 wormiani della prima ca-
tcgoria non giungouo mai sino all' osso lagrimale, ma restano limitati
al confluente fra 1' oss'o nasale, il frontale e il mascellare, e prendono
forme diverse, di che reco due esem])i: il cranio Picmontese S'iGO del Cat.
(*) Stanreughi. — Nuove oaservazioni di crauiologia. — Pavia, 1901, yag. 94.
(•) Kanke. — Die iiberziihligeu Hautknochon ties menselilichen SchiicleldacliB. - Ahhandl. der
k. buyer Alademie der Wisg., CI. II, Bd. XX, Ablh. II, 1899, pag. 464. — Mariui6 e Garabara
(Coutribuzioue alio studio delle aiiomalie del pterion uel crauio nnv.xao. - Archivio per I' Antr apologia e
r lUnologia, iS89, p. 385) parlando del postfrontale aggiuugouo in nota : « E quiudi probabile che
neir apice della grand' ala dello sfenoido esista normalmente nno speciale piinto di ossiflcazioue » ;
accennando con cW) all' idea die adesso vorrebbe sosteneie il Kanke.
(^) Gint'frid a- Raggei'i. — Divisione longitiidinale dell' ala magna dollo sfoiioi lo (Oaso pre-
temporale). — Anatomischer Anzeiger, Bd. XVIII, N. 20-21, 1900.
- 270 —
(Fig. 3) e il cranio Peruviano 2301 del Cat. (Fig. 4); una forma a sc-
miluna con la convcssiln in alto prcsenta il cranio 24(58 Padovano.
No! cranio 2285 Peruviano infantile si trova la stessa disposizione clie
abbiamo visto nella Fig. 3 aj)|)artenentc a un cranio Pieniontese adulto,
ma nel cranio Peruviano infantile e bilateralc. in niodo che le due os-
sicina insieme vengono a formare un triangolo con I'apice in alto e la
base in basso, base che oltrepassa dai due lati lo spazio occupato dal
margine superiore dei nasali. Nel cranio 'HiO Romano infantile si ha una
disposizione analoga complicata da due incisure, che si prolungano sino
/
Fio. 3.
Fig. 4.
al margine interno delTorbita. Nel cranio 47o rmbroadolescentc si hanno
soltanto (jueste due incisure, che si possono mcttere in rapporti coi solchi
notati dallo Staurenghi ('), avvertcndo pero che hanno tutto 1' aspetto
di suture, e come tali si possono forse mettere in rapporto con quanto
diro in line di (|uesto lavoro. Solo aggiungo che avevo gia fatte tale
osservazioni, (|uando e apparso I' ultimo fascicolo di una autorevole Pii-
vista tcdesca, in cui si ti-ova un lavoro dello Scln\albe sullo slesso
argomento (■). L' illustre anatomico di Strassburgo chiama triangolo so-
pranasalc la disposizione sopra descritta, e la illustra con figure (Fig. 1,
2, 3 della Tav. XIV), che corrispondono precisamente a quanto io ho
pure trovato. Chiama inoltre solchi orbito-frontali Faltra disposizione so-
(') Op. cit., pag. 86( noncli6 dello atesso A.: Doll' iiiesisteiiza di ossa pro- e post-frontali iiol
crauio umano e dei niammileri. Milano, iS9i
(^) Sell w alb e. —Ueber den suprau;is.aleii Tlicil der Stirniialit. — ^et7sc/tri/^ fiir Morphologie
und Anlhropologie, Band III, Heft 2, JSOl.
271
pra descritta, o ne da una (igura (Fig\ 0 della Tav. XIV), clic corrispondc
csaltamente alle incisuro dcscrillo: lo Sclnvalbe ritiono cIio si Iralli dl
solclii vasali.
Pcrrettamente ti|)ici sono invece i wormiaiii della nosira seconda
categoria, cioe qiielli costituiti a spese deirapofisi montante del nia-
scellare ; essi vengono sempi'e in eontatto per il loro mai'gine poste-
riore con la sutuia lagrimale e sono di forma piii o mono (jiiadi-ilatera
0 rombica. L' unica dilTeienza die si puo riscontrare e, clie alcuni piii
gi-andi vengono in contatio delF osso nasale, come mostra la Fig. 5, chc
ap|)aiiiene a iin cr.inio Komano (N. 1197 del Cat., 1' anomalia e identica
ai due lali), allri |)iii piecoli non arrivano sino all' osso nasale, come
I^A/'•^ ■
Fig. 5. Fig. 6.
moslra la Fig. 6, die apparliene a un altro cranio Komano (N. 1240 del
Cat.). Nel cranio Padovano 1310 si osserva al lalo destro un wormiano
del jirimo tipo (Fig. o), nel lato sinisiro un wormiano del secondo tipo
(Fig. 6). Un wormiano del V tipo inconti'iamo nel cranio Unibro infan-
tile 434 al lato destro; woriniani del 2" tipo incontriamo nel cranio Uni-
bro 417 sia a destra clio a sinistra, nel cranio 1369 Sardo pure bilate-
ralmenle, nel cranio 2192 di Oi'vieto bilateralmente. Inline nel cranio 373
Umbi"o si trovano ad entrambi i lati dei worniiani die non si possono
riferire ne al 1" ti|)o no al 2", poiclie prendono eontatto col lagrimale
per tutto il loro margine posteriore e col nasale solo per un punto, cioe
per I'estremo superiore del loro margine anteriore o mediale. Realmentc
succede di frequenle die, restando sempre a spese dell' ajHilisi montante
— 272 —
del masccllare, piii diNontano piccoli c |)iu varia la lornia c 1' ubicazionc
(ii lali ossicini. Cosi nel cranio IfilK) lloinano si vede uii wormiano di
forma Iriangolare die sta lia il nasale, il mascellare, il fronlalc e il la-
grimale. Nel cranio liii;) lomano si vede a destra un wormiano Ira il
mascellare e il IVonlale, a sinistra un wormiano fra il nasale, il Irontale
e il mascellare. Nel cranio 1198 jiure Komano si osserva un wormiano
per ciascun lalo tra il mascellare e il IVonlale. Inutile di prolungare tale
cnunierazione : solo aggiungo clic nel cranio 1152 di Orvieto esistono
due Avormiani nello stesso lato, cioe a sinistra, entrambi a contatto del
Irontale e a spese del mascellare: essendo uno dietro 1' altro, c (juello
die- sta pill indietro die prende contatto col lagrimale: nessuno dei due
prende contatto col nasale.
Ho voluto accennare tali ubicazioni e modalila diverse degliossicini
die stanno nell' intcrvallo interorbitale, perche V anatomia comparata se
ne puo eventualmente giovare. Si comprende come data la costanza del-
I'ubicazione e delta forma tipica e la frequenza delta bilateralita si possa
pensare cliei \Yormiani della nostra seconda categoria abbiano un valore
morlologico. Airubicazione costante e alia forma tipica si aggiunge il
fatto del Irovarsi in altri animali: vedansi gli ossicini chiamali da
Cornevin f) fontandlare lacrimo-fronto-nasale e wormiano orbitale,
(|uest' ultimo al punto d'incontro fra ii mascellare, il frontale e il la-
crimale.
Ma anche qui le opinioni sono discordi (juanto al signiticalo : to
Staurenghi crede die si tratti del prefrontale ("). Jl prefronlale, com' c
noto, fa parte del cercine orbilario, e di buon'ora nella filogenesi prende
I'dazione col lagrimale, col nasale e col frontale, di che si possono vc-
dere esempi in animali fossili, come mostrano diverse figure della Pa-
leozoologia dello Zittel , e la Fig. 412 della Zoologia dell' Emery (188^),
e anche in animali attuali, ad es. nel Crocodihis vulgaris (Fig. 430 del-
I'Emery). In contatto col mascellare si puo vedere nella Fig. 421 dello
stesso Emer\ , che rapjiresenta il cranio di un Monitor; come pure
nella Fig. 09 [Salauumdra aira) e 7o {Lacerta cujilis) del AViedersheim
(traduz. ital.); come pure in fossili (Bernard). L'unico tatto che non
s'accorderebbe col significato di prefrontale dalo dallo Staurenghi a
quest' osso che potremmo chiamare prelagrimale sarebbe che secondo il
(') Cornevin. — fitade aur les os worraieus ties aniiuanx donieatiques. — Revue d' Anthropolo-
gic., iSS3, p. 664 e 666. — Anche qnest' antore considerava come segno di snperiorit.^ i wovniiani del
cranio cerebrale (nelF uomo), meulre credeva accidentali i wonniaui dello sclioletro facciale. I pro-
gresai dell' anatomia comparata ci suggeriscono 1' opiniouc clu- bisogua esamiuare tanto gli uni che
gli altri con critorio morfologico e senza provenzioiii.
(') Staurenghi. — Nuove osservazioni cit., pag. 9o.
273
Maggi il prefi'onlale devc trovarsi al di sopra del lagrimale ('), appog-
giandosi alle ricerclic di Rambaud c llonault (*), clie sono conlcrmali
rcalmentc da alcuni reperti fossili ('). II Rankc poi, die no lia ligiirato
uii caso tipico ('*), riliene che si tralti di im osso Ibnlanellaro.
Noll' intervallo interorbitale iio incoiitiato inline dei worniiani naso-
IVonlali in un case che presentava notevole atrolia delle ossa nasali
(cranio 2008 Sardo): ma sii cio non mi fermo. Passo piutlosto a nn' alU'a
!»arle dello sclicletro lacciale, alia volla |)alatina, dove sono state cosi
ioiiiinalo di trovare un bel case di duo worniiani inlerpalatini (Fig. 7)
Fjg. 7.
nel cranio 1827 Abissino, identici a qiR'Hi ligiirali e illiislrali dal da-
le ri f). Tale disposizione e accennata allresi nel cranio 1217 lloniano.
La ligura mi dispcnsa dalla descrizione: solo faro notare che I'osscrva-
zione del Calori, che tali ossa circoscrivono i confini ordinari del lore
palatine, e nuovamente conl'ermata.
Concludendo diro, che dai fatti i-ileriti (e dagli altri sui (jwali ho
sorvolato, come I'esistenza dei postorbilali C'), ad es. il cr. 373 Umbro) si
(') Maggi. _ Le ossa sovnioibitali uei Alainiiiileri. — lluniticonli del 11. Isl. Loinb. di sc. c
Lett., ISDS, pag. 3 dell' estratto .
(^) Itambaad et Konault— Origine et (level oijpeijioiit dcs oa. — /'am, 1864-
(") Cfr. Gaudry. — Essai de paleontologie philosopliique. — PaWs, iS9G, pwj. 122, fir;. 100;
uouolio Bernard. — E16iiients de palcoutologie. — Paris, 1S95, pag. S04, fig. 453.
C) Rauke. - Op. cit. Loc. cit., pag. 463.
(5) Calori. — Suiranatomia del palato duro. — Mcni. dell' Ace. delle Scienze dell' IsUl.uto di
Bologna, l891.
1^) 11 Prof, ilaggi che Jia potuto coiistatare la pi-e.s(uiza dei nuclei dei iioslorbitali in >iii ind-
iialo umano e in un bambino di aei giorni e la presouza di un postorbitale piii o meuo ridotto in due
eraui Arabi del Museo Civico di Milauo (Bullett. sclent, di Pavia, 1891, n. 3), ti-ovandosi, eonio ho
detto, ultiniaiuente a Roma, iutereasandoisi benevolinente delle uiio ricerche, ha conferiuato che si
tratta di postorbitale, quiudi mi dispeuso di darjie la figura. Del regto si trova nolla sua posizione
tipica, cioe all' cstremit.\ autcriore della graude ala dello nt'eiioido (parote interna dell' orbita).
— 274 —
piio (Icdiirrc die i cosidolli wofmiiiiii soiio rio(nienti iicllo sciieleiro
laccialc. Ma e |)rincipalmentc sui woiiniani dollo spazio intemrbitalt; die
lio voliilo ricliiainaro rattenzione, scl)l)('ne la loro intcrpictazione noii sia
facile. lM)rse alciini lalli die si risconlrano nelia teratologia potrebbcro
j)ortare qiialciie luce in proposito. AIIikIo sj)eciaimente a un cranio dc-
lonne illustrato da! (^alori, e nd (|iiale sono visibili degli ossicini for-
matisi sia a spesc ddia branca montanle del mascdiare, sia a spese ddia
|)()rzi()ne nasale del IVonlale o gobba nasale, (ossicini dei quali abbiamo
visli gli e(|iii\alenli neiradullo), sia a spese del processo orbitale inleriio
del Irontale. in (juesfultinio caso siamo in presenza di un osso die la
parte netlanienle di «jud Iratto del mai'gine orbitale die sta al diso{)ra
del lagrimalc, (juindi jjotrebbe credersi die si tratti realmente di un pre-
Irontalc. 11 Calori, sebbene non accenni a tale possibilila, parla preci-
saniente di c un ossetto Iriangolare die ajipartiene al frontale c corri-
s))onde al processo orbitale interiio Ininiante un osso particolare » (") :
corrisponderebbe quindi press' a jioco alia posi/.ionc data dal Maggi al
pret'rontale. I.a tigura e molto doquente, e mi permetto di richiamare su
di essa Tattenzione del prof. Maggi. Forse non e lontana dal vero roi)i-
nione di un autore recente, il quale non aninielte die le produzioni tera-
tologiche entrino piiraniente e scniplicemenle nd doniinio ddia patolo-
gia : ((loin d'etre, egli dice, une partic accessoire do ITlmbrNologie
norniale, il I'aut conccvoir la science des nionsti-es comme une branche
iniportante de la Biologic gdierale » ^^).
Studio collettivo del peso dell' Encefalo negli Italiani.
Elenco (Idle Osservazioni inmale:
1"^ Serie,
Dairistituto Anatomico di Bologna Osservazioni N. 22
» > di Perugia . . » ^ 29
Dal R. Ispettorato di Sanita Militare » » 42
Dair Istituto Anatomico di Firenze » » 100
Totale N. 193
(') Calori.— Sulhl usistciizu di uu yniiiilo \v()iini:uu) e di altic .inoiualio ib/ll' oviito liiCGialo in
iin nconato dclbiine per gola liipina e iniciorialnna. — Memorie dell' Accademia dclle mUnzc dcW Isti-
tutu di Bolinjna, ISSI, paij. ,"i'ff. — Vedi in liy,-. 5 yli ossetti dcsignati fc e i.
("j Kabaud. — Conception geueralo de la luoiistruosite. —Revue de V Ecole d'AnUiropologie de
Paris, loot, pa(j. 311. '
— 275 —
NOTIZIE
CONCORSI A PREMI.
Presso il R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e aperto il se-
guente concorso:
« Sviluppo deir apparecchio respiratorio nei vertebrati polmoiiati ». —
Premio L. 5000. Scadenza 31 Dicembi-e 190B. (Fondazione ^finich).
— Premio di fondazione Fossati di L. 2000.
Tema: Intorno ai cosidetti nuclei d' origine e di terrainazione dei nervi
cranici. Se od in qual misnra ne sia giustificata la delimitazioue in senso ana-
toraico e fisiologico. Illustrare 1' aigomento dal punto di vista storico-critico e
con ricei-clie origiiiali. Scadetiza 31 Marzo 1U03, ore 15.
COSIMO ChKKUBINI, AmMIMSTHATOHE-KKSI'ONSABILE.
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— 276 —
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/ yl^Cv-
(Piibblicazioni Italiaiie <li Zoolo^ia, Anatoinia, Euibriologia)
Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana
DAI DOTTORI
GIULIO CHIARtGI
EUGENIC FICALBI
I'riif. tli Aii;itomi:i iiiiuuia
uiA It. Istituto di .Stiiili Super, in Fireuze
I'l'Of. <li J^iirttoiuia colli]). ('. Zo(>lo;;i;i
iiella IJ. UDivcrsita di Padova
Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze.
13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. B5.
XII Anno
Firenze, Ottobre 1901
N. lO
SOMMARIO : Bibliogkafia. — Pag. 277-286.
CoMUNicAzioNi Originali: D'Evant T., Dei rami uiinori dell' aorta addomiiiale con
specials considerazione intorno alia irrigazione del plesso solare (Con tav. VII").
— Livini F., Sviluppo di alcuui organi derivati dalla regione brauchiale no-
gli aiifibi urodeli {Contlnua7:ione ejine). (Con 3 figure nel teste).-— Pag. 287-308.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Mom-
tore Zooloyico IbaUano e vietata la riproduzione.
BIBLIOGRAFIA
^l (id nothla soUanlo del lavorl puhbltcatt in Italia.
VIII. Celenterati.
Curreri G. — Osservazioni sulla struttura deirectoderma del Ctenofuri. Con
tav. — Bull d. Soc. Zool. ital, An. 10 {Serle 2, Vol 2), Fasc. 1--2, pa(/. 58-
76*. Boma, 1901.
IX. Vermi.
i. Parte generale.
MingazziniP. — Ricerche sul veleno degli Elmiuti intestinali. — A'*-/!?', di pay. 20
d. Eassegna internaz. di Mediciaa moderna, An. 2, N. 6. Catania, 1901.
Ninni E. — Catalogo della Raccolta Elmintologica del conte Dott. A. P. Ninni,
— Atti d. R. Istit. Veneto di Sc, Lett, ed Arti, Tomo 60 (Serie 8, Tome 3],
Disp. i,pag. 53-74. Venezia, 1901.
[Parona]. — Helminthum ex Conradi Faronae Museo Catalogus. — Gcnova, tip.
CiwAnago, 1898, pj}. 5.
M. z.
■ — ii78 —
2. Platodi o Plai'ielminti iTuubkllaui, Tukmatodf, Cestodi)
ArioJa V. — Nota sui CestoJi parassiti del Centrolophus pompilius Linu. —
Estr. di pay. 8 d Atti d. Soc. lu/ustica di Sc. nat., An. II, Vol. It, 100<).
Genova, Up. Ciminago, 1900.
Ariola V. — Revisione della Fain. Bothriocej)haUdae s. str. Sunto. — Bvll.d
Musei di Zool ed Anat comp. d. R. Univ. di Genova, N. 98, 1900. Genora,
lip. Ciminago, pp. 6.
Condorelli Prancaviglia M. — Uiteiiori ricerche sul paiassitismo [Cestodi |.
— Boll. d. Soc. Zool. Ital. (Rendic), An. 9, Serie 2, Vol. 1, Fa.sc. 3-1,
pag. 106-107. Boma, 1900.
Monti R. — Studi sperimentali sulla rigeuevazioue nei Rabdoceli mariiii.
{Plagiostoma Girardii Grafi'.) — Rendic. d. R. Istit. lomb. di Sc. e Letl.,
Si'V. 2, Vol. 33, Fasc. 16, pag. 915-917. Milano, 1900.
Parona C. — Di alcuue auoraalie nei Cestodi ed in particolare di due tenie
saginate moniliforrai. Con tav. IV. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp.
d. R. Univ. di Genova, N. 99, 1900. Genova, tip. Ciminago. pp. 8.
Parona C. — Intorno a 150 Cestodi deU'aoino, raccolti a Milano. Considera-
zioni sulla Taenia saginata e sul Cisticercas bovis in Italia. — Giorn. d. R.
Soc. d' Igiene, .An. 22, N. 7, pag. 289-301. Milano, WOO.
Parona C. — Di alcuni Cestodi brasiliaui, raccolti dal Dott. Adolfu Lutz. —
— Boll. d. Musei di Zool. e .Anat. compar. d. R. Univ. di Genova, N. 102'
1901. Genova, tip. Ciminago, pp. 12.
8. Nematodi o Nematklminti.
Grassi B. e Noe G. — Propagazione delle Filarie del saugue esclusivamente
per mez^o della puntura di pecnliari zanzave. I. — Atti d. R. Accad. d.
Lincei {Rendic ), Cl. di Sc. fis.,matem. e nat.. An. 297, Serie 5, Vol. 9, Fasc. 5,
2° Sem., pag 157-162. Roma, 1900.
8. Briozoi.
Neviani A. — Materiali per una Bibliografia italiana degli studi sui Briozoi
viventi e lossili dal 1800 al 1900. — Boll. d. Naturalista, An. 20, N. 9-10,
pag. 104-109 e N. 11, pag. 122-125 ; An. 21, N. 1, pag. 4-8 e N. 3, pag. 29-
33. Siena, 1900-1901. {Continua).
X. Artropodi.
4. Crostacei.
Brian A. — Di alcuni Ci'ostacei parassiti dei pesci dell' isola d' Elba : contri-
bu'/ione II. — Estr. di pag. 11 d. Atti il. Soc. ligustica di Sc. Nat. e Geograf.i
Vol. 10 {1899), Genova, tip. Ciminago, 1899.
Mariani G. — Sulla fauna di serra. I. [Miriapodi, Aracnidi, Crostacei]. — Boll,
d. Naturalista, An. 20, N. S, pag. 89-92. Siena, 1900.
5. Aracnidi.
Castelli G. — Materiali per una fauna del Polesine (Prov. di Rovigo). I. {Ara-
chnida-Insecta). — Boll. d. Naturalista, An. "20, N. 3, pag. 32-35. Siena, 1900.
Mariani G. — Sulla fauna di serra. II. Aracnidi. Boll. d. Naturalista, An. 21,
N. I, pag. 8-10. Siena, 1901.
279
Rizzardi U. — Aracnidi di Vallombros;i, (Provincia di i'^'ireuze) raccolti dal
dott. G. Cecconi. — Pavia, tip. Arthjlanelli, 1807, pp. 18.
8. Insetti o Esapodi.
a) Parte generale.
Berlese A. — renomeui che accoiaj)agnano la fecondazione iu tahini Insetti.
Memoria 11. — lUvista di Fatologia vegetale. Vol. 7, j)a(i. 1-18, Firenze,
1890, con 3 lav.
Curreri G. — Sulla respirazione di alcuni insetti acquaioli. — Uoll. d. Soc.
Zool. Hal, An. 10 (Serie 2, Vol. 2), Fasc. 1-2, pag. 77-86. Roma, 1001.
Failla-Tedaldi L. — Glossario entoraologico. — Boll. d. Naturalista, An. 20,
N. 4-5, pag. 46-53. Siena, 1000.
Gestro R. — A proposito di un I'ecente articolo iiitorno alia fauna entomolo-
gica dell' Eritrea. — Annali d. Mu.'ieo civ. di St. Nat. di Geneva, Serie 2,
Vol. 20 {1890-1901), pag. 723-736. Genova, 1001.
Massalongo O. — Nuova contribuzione alia fauna entomologica del Veronese.
— Mem. d. Accad. di Verona (AgricoUura, scienze, letL, arti e commercio),
Vol. 72, Serie 3, Disp. 3. Verona, tip. Franchini, 1896.
Trotter A. — Contribute alia conoscenza degli entomocecidi italiani con la
descrizione di due specie nuove di Andricus. — Ixivista di Fatologia vege-
tale, Vol. 7, pag. 281-311, Firenze, 1890, con 1 tav.
Verson E. — Sull' ufficio della cellula gigante nei foliicoli testioolari dogli in-
setti. — Vedi M. Z., XI, 7, 218.
c) Ortotteri.
De Bormans A. — Quelques Dennapteres du Musce civique de Genes. —
Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 {1809-1001),
pag. 441-467. Genova, 1001.
Giglio-Tos E, — Viaggio del dott. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Para-
guay. IV. Ortotteri. — Boll. d. Musei d. Zool. ed Anal. comj). d. R. Univ.
di Torino, Vol. 15 (1900), N. 377. Torino, 1000, pp. 8.
Pierantoni U. — Contribuzione alio studio del sisteraa iiervoso stomatoga-
strico degli Ortotteri saltatori (Sunto). — Rendic. d. Accad. d. Sc. fis. e
matem. {Sez. d Soc. R. di Napoli), Serie 3, Vol. 6, [An. 30), Fane. 5-7,
pag. 173. Napoli, 1900.
Pierantoni U. — Contribuzione alio studio del sistema nervoso stomato-ga-
strico degli Ortotteri saltatori. Con tav. — Estr. di pag. 8 d. Atti d. R. Ac-
cad. d. Sc. fis. e matem. di Napoli, Serie 2, Vol. 10, N. 10. Napoli, 1900.
d) Pseiidoneurotteri.
Bontivoglio T. — Contribuzione alio studio dei Pseudoneurotteii della To-
scana. Libollulidi di Massa Carrara. — Atti d. Soc. d. Natural, a iMate7n.
di Modena, Serie 4, An. 33, Vol. 2, pag. 86-01. Modena, 1901.
e) Rincoli.
Kirkaldy G. W. — On some Rhyncota, [)rincipally from New-Guinea {Avijjlii-
bicorisae and Notonectidae). — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova,
Serie 2, Vol. 20 {1899- 1001), pag. 804-810. Genova, 1001.
— 280 —
/■) Coleotteri.
Alzona C. — Fauna della provincia di Bologna: Coleoptera. — Boll. d. Natu
ralista, An. 20, N. II, pag. 125-131 e N. 12, pag. 137- 140. Siena, 1900.
B. A. — La Gallerucella Calmariensis Fabr, — Boll, di Entomol. cujraria,
An. 5, N. 8, pag. 113-114. Fadova, 1898.
Bertolini S. — Contribuzione alia fauna trentina dei Coleotteri (Continuaz. e fine).
— Bull. d. Soc. entom. itah, An. 31, Trim. 1-4, pag. 291-299. Firenze, iSU'J.
Dodero A. — Material! per lo studio dei Coleotteri italiani con descrizioni di
nuove specie. Con figg. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Geneva, Se-
■ He 2, Vol. 20 (1S99-1901). jjag. 400-410. Genova, 1901.
Leonard! G. — Fhloeosinus Aitbei Perris. — Boll, di Entomol. agraria e Fa.
tol. vegetale, An. 5, N. 6, pag. 81-83. Fadova, IS98.
i) Lepidotteri.
Cannaviello E. ~ Breve nota sui Lepidotteri dell' Italia meridiouale. — Rio.
Hal. di Sc. Nat, An. 20, N. 7-8, pag. 83-87 e N. 9-10, pag. 101-108. Siena,
1000. {Continuaz.).
Cannaviello E. — Sui Lepidotteri del gen. Thais, Fabr. — Uiv. Ital. di Sc.
Nat., An. 21, N. 3-4, pag. 28-39. Siena, 1901.
Rostagno F. — Classificazioiie descrittiva dei Lepidotteri italiani. — Boll. d.
Soc. Zool. Ital, An. 9 (Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6, pag. 222-239, Roma
1900 e An. 10 (Serie 2, Vol. 2), Fasc. 1-2, pag. 20-40, Roma 1001.
k) Imenotleri.
Mantero G. — Res Ligusticae. XXXI. Material! per un catalogo degli Inie-
notteri Liguri. Parte II: Crisidi e Mutilidi. — Annali d. Museo civ. di St.
Nat. di Genova, Serie 2, Vol: 20 [1809-1901), pag. W9--214. Genova, 1901.
I) Ditteri e Afanitteri.
De-Stefani Perez T. — L' Olfersia Falcinelli Ed. parassita dei colombi. —
Boll. d. Naturalista, An. 20, N. 7, pagr. 79-81. Siena, 1900.
Grass! B. — Studi ulterior! sulla malaria. — Attid.R. Accad. d. Lincei {Ren-
die), CI. di Sc. fis., matem. e nat. An. 297, Serie 5, Vol. U, Fasc. 7, 2" sem.,
pag. 215-224. Roma, 1900.
Grassi B. e Noe G. — V. in questo N. a Nematodi.
Perrone E. — Sui costumi delle larve delle zanzare del genere Anopheles in
relazione con le bonifiche idrauliche. — Annali d^ Igiene sperim., Vol. 11
{N. S.), Fasc. 1, pag.- 1-24. Roma, 1901.
XII. Mollusclii.
1. Parte geneuale.
Mantovani P. — Catalogo della coUezione malacologica del Gabinetto di
Storia naturale del R. Istituto tecnico d! Livoruo. — Livorno, tip. Meucci,
1899, pp. 70.
Nalato G. — Molluschi della Venezia : II. Contribuzione alia fauna malacolo-
gica del mare e del litorale Veneto. — Venezia, tip. Ferrari, 1900, pp. 7.
Paravicini G, — Osservazioni filogenetiche sui mollusclii. Con tav. — 3Ii-
lano, tip. Flrola, 1899. pp. 16.
— 281 —
3. Gasteropodi.
(PROSOBRANCHr. Eteropodi. Opistorranchi. Pteropodi. Polmonati).
Paravieini G. — Contribuzioni alia conoscenza della miiiuta innervazione clei
Gasteropodi polmonati. — Milano, Up. Plrola, 1899, pp. 4.
Serofani P. — L'apparato genitale nei Gasteropodi. Parte I. (I polmonati),
con speciali osservazioni sugli organi genitali delV Helix pomatia. — Mo-
dica, tip. Archimede, 1900, pp. 16.
<d. Cefalopodi.
Parona C. — Sulla dicotomia delle braccia nei Cefalopodi. Con tav. — Boll. d.
Musei di Zool. ed Anat. comp. d. li. Univ. di Genova, 1900, N. 96, pp. 7.
XIII. Urocordati o Tunicati.
Alessi C. — Appunti sui Tunicati: descrizioni e sistematica. — Avola, tip.
Piazza, 1898, pp. 13.
XV. Vertetorati.
1. Parte generale.
Albertotti G. — Valore dell'occhio nella espressione. Con 2 tav. — Modena,
tip. d. Soc. tipog., 1900. pp. 12.
Boutigny. — Quadri sinottici di anatomia descrittiva: 1"" traduz. ital. di G.
Perna, riveduta dal Prof. G. Valenti. Vol. I (osteologia, artrologia, mio-
logia, aponeurologia, angiologia). Vol. II. (Estesiologia, neurologia, splac-
nologia). — Milano, Soc. edit, libraria, 1901. pp. xj, 190.
Cutore G. e Fiehefa G. — Varieta anatoraiche riscontrate durante I'anno
scolastico 1899-1900 [nell' Istitnto auatomico di Catania]. Con figg. —
Arch, per V Antropol. e VKtnoL, Vol. 30, Fasc. 1-2, pag. 55-85. Firenze,
1900.
De'Angelis G. — Tesi di anatomia umana normale, descrittiva e topografica.
(Miologia, angiologia). — Napoli, tip. Pesole, 1900.
Merkel F. — Trattato di anatomia topografica. Traduzione con note e ag-
giunte del Prof. Giuseppe Sperino con la collaboraz. del Dott. Carlo
Calza. — Torino, Unione tip.-edit., 1900 {In corso di pubhlicaz.).
Riechi G. — II valore deH'occliio nell' espressione. — II Raccoglitore medico,
An. 72, Serie 6, Vol. 7, N. 3. pag. 49-56. Fori), 1901.
Varaldi L. — Elemeuti di anatomia e fisiclogia degli auimali domestic! agri-
coli. - Torino, Unione tip.-editrice, WOO, pp. 192. Con 301 figvre.
2. Tegumento e produzioni tegumentarie.
Montesano V. — Modo di comportarsi delle fibre elastiche nella pelle con
rughe stabili. — Boll. d. E. Accad. med. di Roma, An. 27, Fa.^c. 1-3,
pag. 37-38. Roma, 1901.
3. SiSTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO,
Bianehini S. — Contributo alio studio delle degenerazioni ascendent! nelle le-
sion! del midollo spinale. — Rendic. d. Soc. med.-chir. di Bologna, sedida
d. 2H maggio 1901, in: Bull. d. Sc. med.. An. 72, Serie H, Vol. J, Fa^c. 8,
pag. 431-432. Bologna, 1901.
— ^82 —
Bosehetti F. — 11 gran simpatico nell'uomo e negli animali: appunti cli storia.
anatomia, iisiologia, patologia e terapia comparate. Con 3 tav. — Parma,
HJOl, pp. 69.
Chiarufji G. — V. in questo N. a Antropologia ed Etnologia.
Crisafulli E. — Ricerche comparative di elettrofisiologia e fine anatomia siii
nervi eletti'ic.i. - Gior. d. Assoc. Napoletana di medici e natural., An //,
Pant. 2, pag. 148-168. Napoli, 1901.
Leggiardi-Laura C. — Questioni sulle circonvoluzioni cerebrali. Con 1 tav.
e 4 figg. — Kiv. di Biologia generate, An. 3, N. 4-5, pag. 304-320. Cnmn. 1901.
4. OrCtAni pi senso.
Petella G. - Sulla controversa questione del dilatatore della pnpilla nei
mammit'eri e neiruomo: ricerche istologiche. Con tav. — Annali di tnedi-
cina navale, An. 7, Vol. 2, Fuse. 1, pag. 41-S5. Roma, 1901.
Euffini A. — La cassa del timpano, il labirinto osseo ed il fondo del condotto
auditivo interno nell' uomo adulto (Tecnica di preparazione ed osserva-
zioni anatomiche). — Atti d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena {Proc. verb.),
Ser. 4, Vol. 13, An. Accad. 210, N. 4, jmg. 107-109. Siena, 1901.
5. SCHELETRO E ARTICOIiAZIONl .
Alessi C. — Sviluppo della colonna vertebrale nei Clupeidi: ricerche. coiifronti,
critica — Vedi M. Z., XI, 11, 327.
Banchi A. — Di un rudimento scheletrico (Parafibula) nell'arto inferiore di
alcuni Marsupiali. — Rendic. d. Adunanze d. Accad. iiiedico-fislca fioren-
Una, Seduta d. 5 Giugno 1901, in: Sperimentale {Arch, di Biol. norm, e
patoL), Vol. 55, Fasc. 3, pag. 462. Firenze, 1901.
Banclii A. — Ricerche iutorno alia struttura della siuoviale ed alia presnnta
origine della sinovia. — Rendic. d. Adunanze d. Accad. medico-fisica fio-
rentina; seduta del 13 febbraio 1901, in: Sperimentale {.\rcli. di P^iol.
norm, e patol.). Vol. 55, Fasc. 2. pag. 297-299. Firenze, 1901.
Banehi A. — Contributo alia conoscenza dell' origine della sinoviale. — IjO
Sperimentale {Arch, di Biologia norm,, e patol.), An. 55, Fasc. 2, pag. 273-
295. Firenze. 1901.
Cannarella P. — Contribuzione alia formazione dello scheletro cefalico dei pe-
sci raurenoidi. - Vedi M. Z., XI, 11, 327.
Giuffrida Ruggeri V. — Sui residui della fontanella metopica o medio-fron-
tale. — Riv. di Biologia generate. An. 3, N. 4-5, pag. 340-342. Como 1901.
Maggi L. — Di un carattere osseo-facciale dei giovani gorilla. Con fig. —
Rendic. d. R. Istit. lombardo di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 34, Fasc. 10,
pag 547-556. Milano, 1901.
Ruffini A. — Vedi in questo N. a Organi di senso.
Tedesehi E. E. — Ricerche morfologiche. [Porme del cranio ahche in rap-
porto alia forma del cervello]. — Atti d. Soc. Romana d'Antropol., Vol. 7,
Fasc. 3, pag. 11-48. Roma 1901.
Vram U, G. — Un case di saldatura precoce della sutura sagittale. — Atti d.
Soc. Romana di Antropol., Vol. 8, Fasc. 1, pag. 41-43. Roma, 1901.
Vram U. G. — I crani di Gorilla (Gorilla Gina) del Museo di Geneva. Con figg.
— Atti d. Soc. Romana di Antropol., Vol. 8, Fasc. 1, pag. 5-11. Roma, 1901.
— 283 —
6. Apparkcchio muscolare.
Carueci V. — Di un legamento elastico del genere Bos e della sua analogia
con i vincula tendinum hominis. — Gamerino, tip. Sav'mi, 1901, pp. 15.
D' Evant T — I muscoli tensori della sinoviale radiobicipitale. Con fig. —
Giorn. d. Associaz. napoletana di Medici e Naturnlisti, An. 11, Punt." 4,
pag. 270-279. Napoli, 1901.
Valenti G. — Sopra le prime fasi di sviluppo della muscolatura degli arfci,
I. Ricerche embriologiche sal Gongilus ocellatus. Con tav. — Vedi M. Z ,
XI, 11, 328.
Varaldi L. — Sulla frequente pvesenza di elementi eartilaginei nello spes-
sore dei tendini negli animali domestici. — Parma, tip. la Bodoniana,
1901, pp. 11.
Varaldi L. — Su di una speciale disposizione delTaponeurosi del m. ohliquus
extei'nn.'i abdominis nei Solipedi e nei Ruminanti. — Mil ana, tip. Pagnoni,
1901, pp. 15.
7. ApPARECCHIO CARDIA(J()--VASC0LARE. MlLZA.
Arcangelis (de) E. — SuU'arteria ombelicale unica nei feto urnano normale.
Con fig. — Arch, di Ostetr. e Ginecol., An. S, N. 7, pag. 419-437. Na-
poli, 1901.
Bossi V. e Spampani G. — Ricerche sui vasi linfatici degli arti del cavallo.
Con 2 tav. — 11 Nuovo Ercolani, An. 6, N. 16, pag. 301-306 e N. 17,
pag. 321-325. Pisa, 1901 {Continua).
Francese S. — Sui vasi sanguigni della milza, — Napoli, tip. Gennaro M.
Prioi-e, 1901, pj). 15.
Morandi E e Sisto P. — Contribute alio studio delle ghiandole emolinfati-
che nell'uomo ed in alcuni mammiferi. Con tav. — Atti d. R. Accad. d.
Sc. di Torino, Vol. 36 (1900-901), Disp. 10, pag. 384-390. Torino, 1901.
Morandi E. e Sisto P. — Contribution a I'etude des glandes hemolymphati-
ques chez I'liomrae et chez quelques mamraiferes. — Arch. ital. de Bio-
logie. Tome 35, Fasc. 3, pag. 446-452. Turin, 1901.
Zimmerl U. — Contribute alia conoscenza della struttura e delle variazioni
regional! dell' endocardio del cavallo. Con tav. — Parma, tip. Bartoli,
1901, jiP- Jd-
8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNBSSE.
Albini G. — Sur une nouvelle tunique musculaire de I'intestin grele du chien
et de quelques autres animaux! — Arch. ital. de Biologic, Tome 35, Fasc. 2,
pag. 259-260. Turin, 1901.
Bertaecliini P. — Sulla struttura della tonaca muscolare dello stomaco di
Passer Italiae. — Boll. d. Sac. med.-chir. di Modena, An. 3, Fasc. 1, Mo-
dena, 1900.
Giaeomini E. — Sulle cosi dette glandule salivari dei Petromizonti. — An-
nali d. Facoltcl di Medicina e Mem. d. Accad. med.-chir. di Perugia, Vol. 12,
Fasc. 3-4, pag. 234-238. Perugia, 1900.
Orlandi S. — Sulla struttura dell' intestino della Squilla mantis Rond. Con
tav. Ill e IV. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. compar. d. R. Univ. di Ge-
nova, N. 107, 1901. GenoiKi, tip Ciminago, pp. 22.
— 284 —
9. ApPARECCHIO POLMONARK. BrANCHIE. TiMO. TlROIDE.
Cecea R. — Sopra i corpi tiroidei accessori. Con tav. — Boll. d. Sc. mediche,
An. 72. Ser. 8, Vol. 1, Fasc. 5, j)ag. '225-245. Bologna, 1901.
Civalleri A. — Terrninazioni uervose iiella ghiaudola tiroide. Con figg. —
Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, .An. 04, N. 7, pay. 523-52H
Torino 1901.
Salvi G. — Di alcune anomalie d&lla laringe umana. Con 1 tav. e 4 figg. nel
testo. — Arch, di Psicli., Sc. pen. ed Antvopol. crimin., Vol. 22, Fasc. 4-5,
pag. 369-378. Torino, 1901.
Scalia R. — Modificazioni istologiche della tiroide dopo 1' estirpazione del-
1' ovaia. — Gioi n. d. Associaz. napoletana di medici e naturalistl, An. 11
Punt. 4, pag. 280 286. Napoli, 1901.
10. Apparecchio uro-genitalb. Capsui.e surrenalt.
Bizzozzero E. — Sulla membrana propria dei oanalicoli urinif'evi. Con fig. —
Arch, per le Sc. mediche, Vol. 25, Fasc. 1, pag. 97-100. Torino, 1901.
Cocelii A. e Santi E. — Ricerche sul tessuto elastico : I. Ligamento rotondo.
II. Cordone ombellicale. Con tav. — Aymali di Ostetricia, e. Ginecol., An. 23,
N. 7, pag. 811-816. Milano, 1901.
Perroni E. — Sulla struttura dell' utero senile. — Annali di Ostetricia e Gi-
necol., An. 23, N. 7, pag. 773-810. Milano, 1901.
11. Teratologia.
Bertaeehini P. — Un caso di doppio pollice biiaterale in uomo. — /lull. d.
Soc. med.-chir. di Modena, An. 3, Fasc. 1. Modena, 1900.
Salaghi M. — Malformazioni della rachide e contenuto e loro cura. — Arch,
di Ortopedia, An. 17, Fasc. 3-4, pag. 213-230. Milano, 1900. (Continuaz.,
continua).
Taruffi. C. — Teratologia storica. Syncephalus disomus. Con fig. — Bull. d.
Sc. vied., An. 72, Ser. 8, Vol. 1, Fasc. 7, pag. 385-388. Bologna, 1901.
III. PARTE ZOOLOGICA.
1. Parte generale,
Regalia E. — Sulla fauna della Grotta di Pertosa (Salerno) con un sunto
della relativa pubblicazione paletnologica del Prof. G. Patroni. — Arih.
per IWntropol. e I'Etnol., Vol. 30, Fasc. 1-2, pag. 25-54. Firenze, 1900.
Regalia F. — Sulla fauna della « Buca del Bersagliere » e sulTeta dei depositi
della vicina c Grotta dei Colombi ». — Arch, per I'Antropol. e V Etnolog ,
Vol. 30, Fasc. 3, pag. 277-332. Firenze, 1900.
2. Pesci.
Largaiolli V. — I pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all' orga-
nismo, alio sviluppo ed alle funzioni della vita del pesce. Vol. I. — T'rento,
Societa tip. edit. Trentina, I'JOl, pp. 40.
Sacehi M. — Su un caso di inversione nella pleurostasi di una Solea vulga-
ris L. ~Eiv. di Sc. hiologiche, An. 1, Vol. 1, N. 7 {Luglio 1809), pag. 533-535.
Wiedersheim. — Cure parentali nei pesci. - Riv.di BioJogia generale, An. 3,
N. 1-2, pag. 102-103. Coma, 1901.
— )l8b —
3. Anfibi.
Dopoli G. -— Sugli anfibii della regiono Fiumana. Capitolo IF. Elenco siste-
matico rlelle specie fiumane. Rii\ ital. di Sc. Nat., An. 20, N. 7-8,
pay. 87-93. Siena, 1900. {Continuaz. e fine).
A. Rettilt.
Cnmpana R. — Le variazioni del colorito della cute del camaleonte. Con fig.
— Vedi M. Z., XI, 10, 305.
5. UCCELLI.
Angelini G. — Descrizione di una nnova specie di Paroaria (Fringillide em-
berizino). — Bull. d. Soc. Zool. ital., An. 10 (Serie 2, Vol. 2), Fane. 1-2,
pag. 17-10. Roma, 1901.
Arrigoni degli Oddi E. — Nota sn una piccola raccolta di uccelli del Museo
di Zagabria provenienti dal litorale Dalinato. - Afti d. R. Istit. Veneto di
Sc, Lett, ed Arti, Tomo 60 {Serie S, Tomo 3), Diap. 7, pag. 575-585. Ve-
nezia, 1901.
Capellini G. — Di un novo di Aepyornis nel Museo di Storia Naturale di
Lione, e di altre uova e ossa fossili dello stesso uccello raccolte al Ma-
dagascar nell' ultimo decenuio del secolo XIX. — Rendic. d. Sess. d. R.
.\ccad. d. Sc. d. Istit. di Bologna, N. 5, Vol. 4 (1899-000), Fasc. 2, pag. 45-
47. Bologna, 1000.
Damiani G. — Note ornitologiche dell'isola dell' Elba (1899-1900). — Bull. d.
Soc. Zool. ital, An. 10 [Serie 2, Vol. 2], Fasc. I -2, pag. 45-57. Roma, 1001.
6. Mammiferi.
Bonomi A. — II Tasso [Meles taxus Pall) nel Trentino'. — Bull. d. Soc. Zool.
ital. An. 10 {Serie 2, Vol. 2), Fasc. 1-2, pag. 44. Roma, 1901.
Monti B. e Monti A. — Osservazioni suUe' inannotte ibernanti. — Rend. d.
R. Lstit. Lomh. di Sc e Lett., Serie 2. Vol. 33, Fasc. 7-8, pag. 372-3H1. Mi-
lano, 1000.
7. Antropologia ed Etnologia.
Antonini G. e Carini A. — Di ua caso di microcefalia vera: note clinico-
anatomiche. Con fig. — Gaz:. med. di Torino, .In. 52, N. 31, pag. 001-007 e
N. 32, pag. 622-028. Torino, 1001.
Chiarugi G. — Proposta di uno studio coUettivo sul peso dell' encetalo negli
Italiani. — Arcli. per V Antropol. e V FMol , Vol. 30, Fasc. 3, pag. 253-200.
Firenze, 1000.
Chiarugi G. — Proposition d'une etude collective sur le poids de I'encephale
cbez les italiens. ~ Arch. ital. de Biologic, Tome 35, Fasc. 2, pag. 2 it -240.
Turin, 1001. '
GiglioliH. E. — Lo strumento primitivo « Chell6en » dell' uomo quaternario
in uso attuale nell' Australia. Con figg. — Arch, per V Antropol. e T Final.,
Vol. 30, Fasc. 3, pag. 209-217. Firenze, 1900.
Giglioli H. E. — Accetle ed ornamenti di tipo neolitico dell' Africa occidentale
o centrale. Con figg. — Arch, per VXntrop. e I' FtnoL, Vol. 30, Fasc. 3,
pag. 219-226. Firenze, 1000.
— 286 —
Griglioli H. E. - Appunti etnologici prosi a Parigi nell'estate i'JOO, all' Espo-
sizione e luori. — Arch, per V Antvopol. eV EtnoL, Vol.30, Fane. S,paij 23!J-
2rtl. Firenze, 1900.
Giglioli H. E. — Amuleti degli sciaraani-medici di alcuni popoli del N. O.
doli' America Boi-eale e piu specialraente degli haida, tlinkit e tsimshian.
Con figg. — Ai^ch. per I'Antropol. e I'Etnol., Vol. 30, Fane. 3, pay. 225-237.
Firenze, 1900.
Giuffrida-Ruggeri V". — Nuove ricerche morfologiche e craniometriche. Con
1 tav. e 3 figg. nel testo. — Atti d. Soc. romana di Antropol., Vol. 8,
Fasc. 1, pag. 21-40. Roma. 1901.
Mantegazza P. — L' insegnamento dell'Antropologia. — Arcli. per I'Antropol.
e I' Etnol., Vol. 30, Fasc. 3, pag. 261-267. Firenze, 19i)i).
Moehi A. — Gli oggetti etnografici delle popolazioni etiopiche posseduti dal
Museo Nazionale d' Antropologia in Firenze. — Arch, per V Antropol. e
r Flnol, Vol. 30, Fasc. 1-2, pag. 87-172. Firenze, 1900.
Moschen L. — Nuova contribuzioue alio studio della craniologia dei Bolognesi.
— Atti d. Soc. romana di Antropol., Vol. 8, Fasc. l,i)ag. 12-20. Roma, 1901.
Portigliotti G. — Dafci anatomici di uonaini eminenti di Francia. Con tigg. —
Arch, di Fsich., Sc. pen. ed Antropol. crimin.. Vol. 22, Fasc. 4-5, pag. 442-
452. Torino, 1901.
Ujfalvy (de) C. — Tracce di steatopigia nei Greci dell;i Cirenaica. Con ligg.
— Arch, per /' Antropol. e V Etnol., Vol. 30, Fasc. 1-2, pag. 19-24. Fi-
renze, 1900.
APPENDICE
Antropologia applicata allo studio dei pazzi, dei criminali, ecc.
Albericci R. ~ Caratferi pitecoidi di una pazza. — Gazz. d. Ospedali. .In. 22,
N. 9, pag. 93-95. Milano, 1901.
/latti.^telli L. — II sistema jiilifero nei normali e nei degenerati. — Vedi M. Z.,
XT, 10, 305.
Coscia N. — Caratteri femminili e atavici nei bacini dei criminali. Con tav.
— Arch, di Psich., Sc. pen. ed Antropol. crimin., Vol. 22, Fasc. 4-5, pag. 344-
36H. Torino, 1001.
Favaro G. — Cenni preliminari sul nuovo carattere ereditario (prevalenza
dei secondo dito suU'alluce) nel piede dei criminali. — Arch, di Psich., ,Sc.
pen. ed Antropol. cr., Vol. 22, Fasc. 3, pag. 257. Torino, 1901.
Ferranini L. — Le anomalie antropologiche nei cardio-ptosici. — Arch. ital.
di medicina interna, Vol. 2, Fasc. 3-6, pag. 155-166. Palermo, 1899.
Giuffrida-Ruggeri V. — Sopravvivenze morfologiche in crani di alienati.
Con fig. — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. crimin.. Vol. 22, Fasc.
i-2, pag. 123-126. Torino, 1901.
Lombroso C. - Salla cortezza dell'alluce iiegli epilettici, nei criminali e negli
idioti. Con 3 figg. — Arch, di Psich. Sc. penali ed Antrop. crim., Vol. 22,
Fa.sc. 4-5, pag. 337-343. Torino, 1901.
Lorenzini R. — Di alcuni caratteri degenerativi dell'apparato passivo di ma-
sticazione degli idioti ed imbecilli. - Boll. d. Soc. IjancLfiana d. Osppdali
di Roma, An. 20, Fasc. 1, pag. 46-68. Roma, 1900.
— 287 ~
COiVIUNICAZIONI ORIGiNALI
T. D' EVANT.
Dei rami minori dell' aorta addominale
con specialn considerazione intorno alia irrigazione del plesso solare.
(Con Tavola Vil').
E \'iotut:i. In, riproiliizicino.
1/ an;il(»mi;i iiniana. siilla scoila dclla inorlologia coniparala, dhido
i rami collalciali, clic I'aorla (liscendcntcd;! nol suo deeorso, in visecrali
(* pariolali. Oiiosli iiitinii sono i rap|)iosonlanli ^\o^\l aniii(tnn^ri sognion--
lali, ninntrc i lainl ])ari visecrali c()rris])()ndon() alia sintesi di qiiolla
ostesa soric di diraina/ioni anclic sogmeiitarie die noi saiiropsidi si di-
strihiiiscoiio ailc giandole urinaric e genitali.
I rami Niscoi-ali impari, in j)arl(' forme cAolule c pcrlozionate del
griippo arterioso celiaco-mesenterico, sitno destinali alle pareti dell' inte-
slino medio e postei-iore ed alle glanditle annesse. In generale si nola in
(piesli rami viseerali una tendenza alia riduzione a misiira clie la forma
organiea e |)iu |)erfetla.
Mcntre i rami parietali lianno un'origine assolutamcnie dorsale, i
viseerali imparl provongono dal lato venlrale ed i viseerali pari dalla
superlieie laterale del troneo aortieo. IVa ipiesta serie venlrale e la late-
rale esiste |»ero nn eerlo nnmero di rami minori, i (juali si dividono
in dne grn|)pi cioe (juelli del segmenio loi'acico e qiielli del segmenio
addominale. I primi sono mollo meglio eonoseiiili ed a questo gruppo
apparlengono i rami mediaslinici, j)ericardiaci, broncliiali ed esofagei.
Non e cosi di (pielli del tralto addominale. Nessiin eenno ne lro\(t in la-
vori speciali suH'aorta addominale e IVa i Iratlatisti non ho trovalo elie
un cenno fatto dal Tlieile(') il quale parlando deiraoria addominale
diee di pareeelii piceoli rami di quesia arleria clie si i-eeano al plesso
celiaco ed alle glandole linfaliclie addossate al vaso.
Selijiffer e Tliane, (-) a proposito dell' arleria renale, dieono elie
la emulgenle prima di enlrare nell'ilo da i rami eapsulari inferiori,
uretcriei superiori e i glamlolari ai nodi linfaliei lombari. nonehe rami
al eonnetlivo della capsula adiposa del rene, ma non parlano di siniili
ramelli emcssi dal troneo aortieo.
(') Xlieih^. — Anil. G. IV in: ICiiricloiii'dia aii:il(niii(";i.
(-') i)nl (j) 11.1 ill, Anr/. Vol- II.
— 288 —
Finalmcntc il Uoniiti (" acccnna clic laorta veiilrale iiol siio tia-
gilto da vari raiuuscoli clie non hanno nome specialo nia ineritano es-
serc ricordati : foniisce (11 ramuscoli il plcsso solaro, \o o'landolo linla-
lichc periaorliclio o la j)orzione media dell' uretcre.
PerCettamentc miiti* al rigiiardo ho trovato il tralta[(» di aiialomia
del Poirier (").
I'rcscindcndo duiuiiie da qiiesli rami inleriori piii grossi, elie corri-
spondono alle rtr/er/rtc nretericae mediae di Haller, le nozioni intorno
a.questi rami minori sono scai'se ed anclie indeterminale.
Tale eonvinzione ebbi a formarmicjuando. in seguito ad un'iniezione
lelicemente i-iuscita delT aorta, ebbi oceasione di seguire due ramelli che
dalla parte siiperiore della sua faccia laterale, si dirigevano verso i gangli
semilunari del simpatico. Allora mi sorsc anche 1' idea che il plesso so-
lare ed i gi-ossi gangli che vi corrispondono dovessero essere irrigati
abbondantemente e secondo un tipo determinate, ma nulla di cio poletli
rinvenire nella letteratura da me riscontrata. ad eccezione delle nolizie
date dal Theile e dal Romiti (1. c).
II plesso celiaco assume nei mammiferi .superiori uno sviluppo no-
Iv'vole in rapporto colla evoluzione del sistema nervoso vegetativo e rag-
giunge, possiamo dire, il massimo di perlezione nei primati e nell'uomo :
rappresenta nn territorio nerveo notevole tanto pel sue volume, (juanlo
|)el suo signilicato funzionale e fisio-patologico. Difatti la massa del plesso.
estendendosi quasi dal hkilus aorliciis del diatVamma lino al di sotto della
grande arleria mesenterica, si compone di una parte plessit'ornie mista
ad una parte gangliare (e percio lo Seh\Aalbe lo mise nella categoria
(lei ganglio-plessi). La parte gangliare, piu abbondante della parte ples-
silorme, contiene i due gangli mesenterici, i due gangli aortico-renali,
i due gangli semilunari (tutti pari, ma congiunti da Iratti anastomotici\
la cui morfologia, comprese le numerose varieta, si pu(') dire abbastanza
eoudsciuta. Le dimensioni del solo gangiio semilunare, a non voter lener
(•onto degli altri su nominati, sono di 2 V, cm. nei sense trasversale e di
1 \/2 nei sense verticale, secondo le inisure stabilite dal Soulie (^\ Ora,
poiche ogni organo e irrigate j)roporzionalmente al suo volume, e piii
ancora alia sua atlivita funzionale, mi son domandato quali I'ossero le
sorgenti del sangue arterioso e quale il tipo morl'ologico della circola-
zione dei gangli semilunari.
Non avendo Irovala ris|)osta alcuna soddisfacente nella lelleratura
(') Trattato di aiiatomia ileU'nomo, Vol. I, p. Ill, par;. S~4.
I.*) Traite tl'Anatomie liuniaine. Paris, 1895.
(^) Nei Poirier et Gharpy, Traite d'Aiiatonue liniiiaiuo. /'acts, isn.'i.
__ 289 —
ho istiluita iin;ul()i)j)ia seric di licerclic iioiriionio o iici piii gmssi mani-
niilbri a^^alelKlomi di iiiiezioni al sego cd aiichc al gesso Ic ijiiali, in date
L-ondizioni di tcmpcralura o di pressione, sono riuscite oltrcmodo soddi-
sfaccnti : ed. in ogni caso, di piii comoda attuazione die le iniezioni
alia gelatina colorata, lo (juali sarei)l)cro stale, nel caso speciale, piii
adalle alio scope. Due sole iniezioni liirono iatle alia gelatina al bleu di
Prussia con lo scope di seguire la irrigazione intragangliare e polerne Tare
delle sezioni microscopiche. Del risullato diquestediro m altra occasione.
■ Ho iniettato circa dodici aorte, spingendo la massa in alcuni casi dal
hasso in alto ed in altri dal torace verso 1' addorne. In quasi tutti i casi
ho liniitato il territorio da inieltare per mezzo di legature e di ))inze op-
poi'lunaniente situate nei tronchi collaterali piii grossi, onde aumentai'e la
pressione, rendere j)iii I'acile la iniezione dei piccoli rami, e fare che la
massa non solo fosse j)enelrata in tutti i piccoli rami dell'aorta, ma anclie
in tutti i possibili rametti dcstinati al plesso (donde che provenissero), onde
ottenere una iniezione Una tanto da permettere rosservazionedella distri-
huzione dei piccoli rami nel plesso solare e nei gangli che lo compongono.
E a questo ))roposito devo dire di avere scelto soggetti di \aria eta
e sesso onde ottenere la maggior varieta possibile di osservazioni.
I soggetti die meglio si sono j)restati sono (juelli delle donne e dei
giovanetti.
Ecco intanto il risullato delle mie osservazioni :
I. I rami accennati dal Theile sono costanti nella lore esistenza,
' solamente non hanno tti/a disjiosiziouc mcidcntalc, ma si staccano dalla
superlicie latero-venti'ale dell'aorta lungo una linea presso che retta !ra
la serie dei rami viscerali i)ari e la serie impari celiaco-mescntei"ica.
Dctti rami sono al numero ordinariamente di quatiro paia ed hanno-una
disposizione evidenfemenie set/menlale. Molte volte la dimostrazionc di
(juesto enunciato e chiarissima, ma spesso puo mancare alcuno di essi o
|)rovcnire da sorgenti vicine, cosicche si puo dire che menire la mancanza
di disposizione regolare e frequenle, la lore mancanza sia piii a])parente
che reale, perche 1' esistenza di (juesli rametti e costante, ma e solo va-
riabile (e molto) la loro origine. Del resto e uecessario notare che la
leggc metamcriale dei rami aortici va diventando mcno evidentc nel
jiassare dagli angiomeri parietali agli angiomeri \iscerali pari ed anche
piii agli iiupari con una sintesi progressi\amente crescente. l*er es. il
gru|)po delle arterie renali e genitali che nei saur(q)sidi e segmentale e
mulliplo, si ridiice di molto nei .mammiferi, e solo qualche volla per
anomalia 1' arteria renale dell' uonio j)u6 trovarsi doppia, tripla anche
(|uintupla, cd anche nei casi ordinari si trovano con grande frequenza
— 21)U —
ailcric icnali acci'ssoiic od ahci-i'jinli. II clic r s|ii('^al)ile con (|ii('lla le^gc
(li fiisioiic die (loiiiiiia in (jiicsli rami hiiilo iicll' online; onloi^enclico clie
liloiiciiclico; poiclir soiio sofiincnlali i rami aorlici o i gomiltili del im>-
soiicrro. meiiire si rai;grii|)|)ano (|iielli, mollo piii luimerosi, del reiio deli-
nilivo, pur rimaiiciidono taluni isolali, come per le anomalie ricordate.
I rami minori doir aoria, di ciii mi slo (»ccii|)aiid(), sono scgiiuMilali,
|)erclie desliiiall ad orjiani segmontali ed occiipano. sebbeuo al niimero
di 'i paia, una esleiisioiic cranio-caiidale assai iiilei-iorc a (jiiella delle
aiiei'ie lomhaii, come se fossero Ira loro rai;>;riippali e ra\ \iciiiali. "
I!. Di (jiiesle (juallro ])aia che mi sembiano coslanti, 11 IV, |)iii cau-
dale, iiasce a! li\ello della torza vcrlebra loird)ai'e. E il piii robiisto, si
j)orla ill avanii ed in I'liori, distribuendosi all' urelore e eorrispoiide cvi-
L\i}i)[(iii\vn[(i i\\\v (iiicrldr nrelcri'cae mediae di Jlaller. II lerzo, ed il se-
condo procedendo nel senso cranio-caiidaie. sono i piii soltili, si porlano
laleralmenU;, concedono rameiti al picsso londjo-aortieo, ai nodi linl'a-
lici periaoiiici ed anebe alia capsula adiposa del rene. II primo paio,
pill prossimo all' eslremo craniale delFaiieria ed il piii imporlanlc dl
lulti, e (|uello cbe |)otrebbe cliianiarsl miiio celiaco o so/are. Esso puo
a\ere orif/iiie oilre die dairaoria, anclic dalla capsulare mc'Jla, ma In
ogiil caso, da iin |)unlo tanlo vlcino alia sua origine, cbeiltroncu soinbri
bilbrcalo, ed e (come la capsulare) di inrosUmle lireJIo. Irovandosi spesso
il desiro un pochino piii in basso del sinislro. (larallerislica di (|ueslo
ramello e il suo decorso ricorrenle in alio e in deniro, descrivendo un
arco a concasita mediale e comessila laterale die si a|)poggia al mar-
line iiKjdiale del ganglio semilunare a cui tornisce numerosi rametti. II
suo eslremo superiorc, seguendo 11 coriio mediale del ganglio semilu-
nare, si anastoniizza (|uasi sempre con F omologo dell' opposto lalo o a
picno canale o per sollili rametti, complelando cosi una grande areata
die passa al di sopra del tronco celiaco accompagnando il robuslo Irallo
anaslomolico die sullo stesso puiito congiunge i due gangli semibinari.
s|»esso ho poluto vedere una grossa anastomosi fra quest' arteria ed un
ramo della cajisulare superiore, da eostituire un' areata che rasenta o il
margine superiore o la laeeia posteriore del ganglio semilunare.
111. Ouesto ramo celiaco o solare esiste andie in molli animali in-
leriori. Non |)ossodire se il rametto celiaco sia addirillura costante, nella
serie dei mammireri, sia perclie non ho pot u to eslendere le inie ricerche
a molli animali, sia perche le condizioni moirologiche del ganglio sono
Nariabili, sia perche in molli slugge per la sua lenuilii. Non ebbi occa-
.sione di [loler dissecare nessun antropoidc, ne, die io mi sajipia, si Iro-
vano osservazioni su (jueslo |»unlo anche in ojiere speciali. Lo S|)e-
— 2U1 —
riiio *) |)iii-liiml(» (lei i-;iini \isc(M'iili (IcITaorla del (iiiiipaiizr. nulla lia li(i-
valo clio iMcrilasse di loniiare i'allenzioiic. Jnoliro per (|iianl(» ri^iiai'da i so-
li|>(Mli solo noirantifo Irattato di Aiialomiadol Franck {-) vi lia una li^uia
in cui (' i^rossolanaincnle ia|)|»rt'S(Milalo uno di (jucsti ranielti dol picsso
solare; c nulla se nc dice nel teslo. Ma \)vv (juanto riguarda i solipedi,
i r/niii)i(i)ili, (' (jualchc jMtrhideniKi, Ic niie iniczioni t'alle nel cavallo C),
noirasino c noil" aoiia di hue c di nionlonc, nonche lo oss('i-\azioni lalU;
suir aofla di niaialo anclie senza iniczione alcuna mi iionnrllono di con-
rliiudcre, che in lulli (jucsti aniinali osservati il paio terzo c socondo sono
0 niancanti aHaltu o nutlto scarsanienle rapprcsentati, nientre si numlieno
costante nolla sua esislenza il paio piimo. La sua oritjitie nei solipedi e
a varia altezza j)er il destro e jier il sinislio, ma la dilVerenza e piii
marcala die nell' uomo; spesso nasce con un ironeo eomune eon la
eaj)sulare ; il ralibro ne e grandissimo. il dccorso e ngualmenle rieoirenle
e eurviline), di guisa ehe nalo dall" aorta il ramello eeliaco |)orlasi in
all(» ed in a\anli, deserive una cui\a a eonea\ila mediale e eaudale,
rasenia il ganglio, lo irriga, e si aiiastomizza eon la omologa, ed anelie
eon la eapsularo.
IV. In (jiianlo al lipo morfologico eireolalorio del ganglio seniilu-
nare, 6 ovvio jtoter dimoslrarc ehe la maggior fjuantita di sangue aiie-
rioso arriva al ganglio per mezzo del ramello ehe ehiamo crliaco o solair,
ma coesislono altri ramclli ehe \i giungono in direzionc raggiala, se-
gucndo in xontroscnso alcuni dei piii robusli rami ehe se nc staeeano.
Kssi proxcngono o dalla stessa capsulai'e media o dalla inleriore o linaneo
dalla renale, oppure dalla capsulare superiore. Per (piesia rieehezza di
arteriole di varia provenienza, rimane costante il latlo ehe la eircolazione
del gangli(t semilunare e intimamente e largamente eonnessa a (|uella
delle arterie eapsulai'i c percio a quclla dolla caj)sula surrenalc; almeiio
nell' uomo, mentre negli animali interi(M-i da mo osservati e (|uasi coslaiile
Torigine autonoma del ramo eeliaco o solare, il ehe da una cerla mag-
giorc indipendenza alia eircolazione del ganglio eeliac(t, in (juesli ani-
mali. Ad ogni modo si puo dire in generale die il ganglio semilunare
ha un' arleria |)rineipale maggiore e niolte accessorie minoi'i ; (juindi plii-
ralila d' origine dei vasi die lo irrigaiio per meglio assieurare la \ilalila
di un organo lanto iniportante.
(') Aii;itoiiiJ;i del Vuu\Knr/A'.. Torino, iNO-").
(^) Couii)(!ii(Ho di Aiiatoiiiin coiup:u-at:i doj;!! aiiiiuidi doiiicslioi. — Vcisimii' I,a ii /; i I lo ll-i-11 ik. ii-
santi. Milano, I880.
{^) Nello osservazioiii cllo lio potutu fan; siii sulipcdi soiio slato validaiuciilo (.■ijadiiivalu ilal
rriif. U. Ijarpi della E. Scnola Veteriiiaria di Xapoli, al ijiiale di-bbo espiiuK'iu i luit-i riii^iazia-
lueuti per la coiteso preinura avuta a mio riguardo. -t
— 292 —
L'anasloniosi chc ii ramo celiaco o solarc la con quello deirallio iaio
assicui'a la circolazione verso il marginc mcdiale del ganglio e nel seg-
mcnlo siio sii|)oriore, nicnlre la simile anastomosi clie s|)esso si stabilisce
colla capsiihire siiperiore circoscrive il ganglio in una specie di circulo
coioiiaiio incomplelo, dal quale provengono i suoi rameili nutritizi; quc-
sli iKMU'lrano nel ganglio avvolli da una gnaina linlalica, e vi si dislri-
buiscono nel niodo coniune a luUi i gangli del sislenia nervoso vegctalivo.
Spiegazione delle figure (grandezza naturale).
I rametti descritti nel testo come rami minori deli' aorta, e quelli destinati
al ganglio solare come rametti celiaci, sono colorati fortemente in nero.
FiGURA l'\ — Un segmento dell' aorta addominale (giovanetto).
Sono accennati i dae reni e le capsule soprarenali. a. aorta A sinistra.,
disposizione normale dell'arteria frenica interiore e della reiiale, nouche della
capsulare infeiiore e superiore. La capsulaie media nasce con un tronco co-
mune col rametto celiaco; la sua terminazione raggiunge il ganglio attraver-
sando I'occhiello del ganglio stesso
A Destra 1' arteria renale e doppia; normale la frenica e la capsulare me-
dia. Vi sono inoltre due rametti glandulari. II rametto celiaco di questo lato, a
differenza di quello di sinistra, nasce direttamente dall' aorta, e portasi al
ganglio, g, con decorso arcuato e ricorrente.
La disposizione che osservasi al lato dcstro di questa tigura, se vi si ag-
giunga anche il ramo ureterico che meglio appare nella figura 3, e la dispo-
sizione normale dei rami minori descritti nel testo; di questi il prima paio e
costituito da ?*, r, cioe dal ra7no celiaco, il 2" ed il 3" sono rami glandulari, che
trovausi piu in sotto: e piii in basso ancora, havvi il ramo ureterico (fig. 3).
II ganglio da ambo i lati e stellato, per la fusione del ganglio semilunare pro-
priOjCol ganglio renale e col ganglio mesenterico. Questo reperto non e molto raro.
Figura 2'\ — Aorta addominale di uomo.
II ganglio semilunare di Destra, g, oltre il rametto celiaco {7'c) che viene
direttamente dall' aorta, riceve anche un piccolo ramo sussidiario dalla capsu-
lare propria e questi due formano insieme una anastomosi ad arco (a n). A
sinistra il ganglio, oltre il rametto celiaco che proviene dall' arteria capsulare
(ordinariamente questa origine e piiJi frequente a sinistra) riceve altri rametti
dalla capsulare stessa, dalla frenica, e da una arteria adiposa della capsula re-
nale. L'arteria capsulare superiore e rappresentata da otto ramuscoli della frenica-
Figura 3^. — Segmento dell' aorta addominale (uomo) r, rene destro ;
as, capsula surrenale; a, aorta. Circolo coronario del ganglio semilunare. Doppio
circolo coronario e doppia anastomosi omo-ed etero-laterale dei rametti celiaci-
A destra il rametto celiaco viene dall' arteria capsulare media acm, ed e
doppio; il piu laterale si congiunge con un rametto proveuiente dalla capsulare
superiore, e quasi dello stesso calibi'o; decorre sul margiue laterale del ganglio
dopo avergli abbaiidonato parecchi ramuscoli; il ramo mediate ha cammino
retrograde, ricorrente, (e rappresenta il vero rametto celiaco"), da ramuscoli al
ganglio, ed al disopra Jell' arteria celiaca si anastomizza ad arco col rametto
•celiaco di sinistra che proviene daU'inizio dell'arteria frenica inferiore sinistra.
— 293 —
FiGURA 4'\ — Aorta addominale (uomo). Origine multii)la dei rametti nu-
tritivi del ganglio celiaco di destra. Qui il ganglio, fj, risulta dalla fusione di
parecchie masse gangliari, come nella fig. 1, ed e reperto frequente: nel centro
rimaue una lacuna, occupata d'ordinario da un nodo linfatico. II rametto ce-
liaco, ricorrente, re, provieue dairaorta; altri tre ramuscoli riceve il ganglio
dalla capsulare media cm — I, I, rami per i nodi linfatici. — cs, Capsula sur-
renale di destra.
Tutte quests figure sono state disegnate dal vero dal Prof, barone G. Mat-
tej. ed io intendo di esternargli qui la mia riconoscenza.
ISTirUTO ANATOMIC" DI FIKENZE, DUtETTO DAL I'KOl". U. CHIAKUOI.
UoTT. FERDINANDO LIVINI
AIUTO B I,IBfc;uO DOCENTE Ul ANATOMIA UMANA.
Sviliippo di alcuni organi
derivati dalla regione branchiale negli anfibi urodeli. ^^^
(Continuazioue e fine) (")
(Gou 3 figure nel testo).
E viotatci la rijiroduziouc.
Alia descrizione sommaiia dcllc lormazioni chc si incontrano nclla
Sdltininnflrina adiilla a costituirc il sistcma cho puo chiamarsi tinio-
llroidcM), I'accio ura segiiirc il riassiinto dei resullali ottemili dalle mie
i-icerclie intorno alio sviliippo delle lormazioni medcsime.
1. — Corpo liroide. — E qucslo Forgano del sistema fimo-liioideo,
clie, prinio, eonipare nella ontogenesi. 11 sue ahbozzo e giii riconosei-
bile in embrioni della lungliezza tolale di mill, o, li, in linea relta. In
(pieslo stadio, Ira T eslremo craniale della cavita intestinale e recto-
derma e interposto nn ammasso celhdare solido, enlodermico, chc dor-
sal men te e mollo largo, mentre si assottiglia (fatta eccezionc per ii
Iralto pill craniale, dove si lormera Tapertnia della bocca) nel portarsi
(*) 11 lavoro completo, cou un csteao liassuuto storico, c corredato da tavole a illiistrazioui ui;!
testo o ill corao di pnbblicazione.
(■') Vedi: An. XI (1900), JV. 12. (Tav. A'F")-
M. Z. '*
- 294 —
vcnIraliiKiiilc serso 1' (^clodcrma col quale si Ibiulc |)i'r iiii liallo assai
cstos(t in limgliezza. Ora ii corpo tiroide sorgo como geniina soiida dalia
suix-ilicic caiidale di (iiiesto sprone enlodormieo, sulla iinea di mezzo.
cianialiiRMilo alT oslrciiio della cavilii iiilostinale (Fig. A): la gemma si
prohinga eaiidalmeiile lino a raggiungere I'abbozzo del euore.
Siiceessivamenlc, man mano chc la caxila intostinale si sj)inge |)iii
cranialmente, si vede I'abbozzo tiroideo impianlarsi: dapprima in parte
sullo sprone entodermico di ciii sopra, in parte sul tratto |)iii eraniale
della parete ventrale della faringe (Fig. //); j)iu tardi soltanto su (juesto
ultimo tratto (Fig. C), subito caudalmente all' arco mandibolare. Esami-
iiando embrioni di (|uesto stadio (mill. 7, i) di huigliezza lotaK;'. s(,'nza
lener eonto di stadl piii giovani, si sarebbe indotti a ritenei'e. (pianio
Fig. A.C) — Sezione sauittale media-
ra-di au ouibriono di Sdlamandrina,
perspicillata della Imighezza totale
in iniliim. 5,3; — t — abbozzo della
tiroide; c^' — cavita iutestiuale: c =
abbozzo del cuoi\'. — Ingraudiiu.
56 diarn.
Fig. B. — Seziono sajiittalc inediaua di uii eiubrioue di
Salamandrina perspicillata didla lungbezza totalo
di luillim. 6,2 — t = abbozzo della tiroide; ci— cavit.\
iutestiuale; c = abbozzo del cuore. — lugraudiai. 70
diau).
generalment<3 si alFerma, clie la tiroide nasce eonie una gemma soiida
dalla i)arete ventrale della faringe ('). Nolo che, in (|uesto stadio, non
esiste piii ti-accia dello sprone entodermico che metteva in rai)j)orlo la
faringe coll' ectoderma e dal quale ha preso origine la tiroide.
IMima di seguire la tiroide iielle ulteriori fasi di svilup|»o, credo
utile intratlenermi sul signilicato da atlribuire al nostro rcperto.
(*) I contoi'ui di questa e dolle seguenti figure veuuero diseguati colla camera cbiara di Abbe.
(") Qualcuno riticue che la tiroide, auziche como gemma soiida, sorga, uegli Anlibi, come uu
diverticolo cavo della parete veutrale della faringe. Non si e d' accordo circa il livello al quale gemma
o diverticolo preudouo origine.
— 295
Mi gi()\a ricliiamare anzilutio la (Icscrizioiic clic Do Men run (' )
(la iiilorno ai priini nioiiit'iili di sviluppo dclla tiroitlc iioj^li Anuri. La jia-
relo voiiliak' dolla raringo, nol suo Icizo anterioro o siilla linoa di mezzo,
j)roscnta, nolle giovani larvo di Ran<( Icinporaria, una doccia prolbnda ciic
largamenti; comiinica colla cavita i'aringea in axanii, nicnlic si rostringc
indiclro. Oucsla doccia, si noli bene, cntra in inlinio rapporht coU'oclo-
dernia a coniinciarc subilo al di diclro del scllo chc sc|)aia la ca\ila
laringea dalio sloniodeo. Ota la liroide nascc conic una gemma solida
dalla [)artc piii caudalc del fondo di (juella doccia, in un ])unlo nel
quale pill non esiste rapporto
; IVa cssa doccia cd cctoderma, e
die corrispondc a livedo dclla
Ffessura hraneliiale: la gemma
si porta caudalmenle parallela
air asse della laringc e dclla
larva. Ouanto alia doccia essa
e destinata a scomparire ben
presto senza lasciar traccia.
ConlVoiilando ora (jiiesta di-
sposizioiie c(ui (piella da me os-
servata nella Sdldiiiaiidrina^ a])-
paie tra le due la piii grande
rassomiglianza, lanlo clie a me
sembra si possa a ragione ri-
tcnerc la doccia, dalla (juale
prende origine la liroide nella
Rana^ oinologa alio sjirone en-
todcrmico a spese del (|uale si sviluppa lo stesso organo nella Sdln-
mandrina. (Uic nella Salamandrina non si coslituisca una doccia si in-
tendc lacilmento, considerando clie la cavita laringea, in (|uel momcnto
non si sjiinge tanlo cranialnienie da venire a corrispondcre alio sprone
di cui so|)ra (clV. Fig. .1).
Si domanda ora: Ouale il signilicato della doccia desciitta da
I)e Meuron nella R<ina? E a tutti nolo come dalla maggior parte
degli Autori, la tiroidc Q) venga considerata omologa alia cosidetta
doccia ipobranchiale o endostilo dei Tunicali, sulla base di questi
Flo. C. — Sezioue sagittale nieiliana ili iiii ciubriom;
ili Salamandrina perspicillnta della luujiliezza
totale di millim. 7,5 — t = abbozzo della tiroide ;
ci — cavita inti.-stiualo. — Iiiifraudim. 70 diain.
(') De Mouron. — Keclierchos stir le d6veloi)pement du tU.vnms et de la glaude tbyi-oide. —
liecucil zoologique Suisse, Tome H, N. 4. Geneve, 1886.
(-) luteudo la tiroide dellc fjuattro claasi l>iii basso dei Vertobiati o la tiroide mcdiaua dei Alatii-
mil'cri.
2m
lalti: 1° chc la liroide del Prlromijwn, alio slalo di Aiiiiiiornclrs, r
una s|)('(*i(' di liliiaiidola niueipara die, se per (jiialche rigiiardo dilleri-
sce dair eiuloslilo del Tunicati, pi'csenia pero con esse taiiti punii di
rassoiui^lianza, da potei'si ritenere omologlie le due formazioni. 2° clie
essa gliiandola si trasfoimera in un organo che corrisponde alia tiroide
dcgli allri Vertebrali. Ora qual' e raspetto col (juale si i)resenta I'endo-
slilo? E una duccia huigiUidinale assai proj'oiida, sulla linea di mezzo della
superficie ventrale della faringe in corrispondenza della regione l)ian-
chiale, doccia i cui labbri sono ravvicinali li'a loro. eccetto a ciascuna
delle due estremita ove si divaricano alquanto.
L'analogia fra questa e la doccia che compare uegli Anuri per dare
origine alia tiroide c scomparire bentosto, a me pare non possa sluggii'e
ad aleiino. Ed e da meravigiiare die di essa De Meuron non. si sia
alVatlo curalo di ricercare il signilieato. Si potrebbe, a parer mio, am-
mettere die la formazione omologa all" eiidoslilo dei Tunicati die nd
Pelronn/zon assume uno sviluppo consitlerevole ed una comidicala
slruttiira, |)er trasformarsi piii lardi nella tiroide vera e proi)ria, com-
paia anche in allri Vertebrali Anuri), pero per un tempo brevissimo;
che a sue spesc prenda origine la tiroide, e che essa scompaia poi
rapidamente senza lasciar traccia. (]hc se poi lo sprone entodermico
die esisle nella Saliiiiuindrina e a spese del (jualc si forma in (|ueslo
Urodelo la tiroide e oniologo alia doccia degli Anuri. si)etterebbe an-
che ad esso iT significato di un rudimento deU'eudostilo dei Tunicati:
rudimenlo piii modilicato di quello che non sia uegli Anuri. Sarebbe
iuteressaute indagare se e sotto quale aspelto esso compaia nei Selaci,
preudendo di ((uesti Vertebrali in considerazione stadi piii giovani di
(|uelli die sono stati, sotto il punto di vista die noi considerianio, da
altri csamiiiati.
Per concludere, secoudo i concetti espressi, la liroide degli Aniibi
si svilupjierebbe a spese di una formazione omologa aU'endostilo dei
Tunicati e che, dopo aver dato origine alia tiroide, scompare.
Ritorniamo. d(q)o (juesta digressione, a prendere in esame le ul-
teriori modilicazioni che awengono nella liroide della S(ilnm(nuJrl)UL
L' organo auiHenta in lungliezza non solo, ma verso Festremo cau-
dale si slarga ahjuanto. meiitre sta tutlora in connessione colla fa-
ringe. Da (juesta |)oi si separa per strangolamenlo lembrioui ddia Iiin-
ghezza tolale di millimetri 10, in linea retla). Ap[)ena appena la liroide
si 0 resa indipendente, ecco sotto qual forma si presenia: incomincia,
{'i-anialinciile. allilata; poi subito si slarga nolcNolmenle. nello stesso
— 297 —
k'm|jo ('he si inciirva al(|uanto, la convcssita essendo riNolla venlral-
mente, fincho in corrispondenza del tiatlo nel quale daila superficie
ventralc dell' joide, si distacca iin pi'olungamenlo cartilaginco che di-
verra Vos Ihi/reoideum (Wicdcrslicim), cssa si hiforca. Ciasciino dei
due lobi si j)orla indietro e lateraliiit^nte, risiedendo: dappriina tra il
nuiscojo <>eiiio-joideo (che gli sta ventralniente) e il muscolo slei-no-
joideo (ehe lili sla doi'saliuente) ; poi di lato a questo ultinio museolo.
Verso r estreino caudale, tra i due lobi e sulla stessa linea Irasversale
sla r ahbozzo eartilagineo dell' os t/ifjreoideum. Nolo che in questo sladio
la liroide ha perduto ogni rapporto col cuore.
licsulta da quanto e state detto che la divisione delta tiroide in
{\[w lobi inconiincia assai per tem|io, e precede dall' estrenio caudate
verso r estrenio craniale.
Relalivamente alia strultura e da avvertire che in (juesto moniento
1' organo che ci occupa e costituito da elementi cellulari, tutlora ric-
chissimi di sferule vitelline, dei quali non e possibilc distinguere i li-
miti, e die rassomigliano senipre perfettaniente agti elementi epiteliali
della parete faringea.
II processo che deve condurre alia divisione coinpleta indue lobi va
innanzi rapidamente; ma gia prima che essa sia compiuta, (juando esiste
ancora un sottile istmo che riunisce cranialmente i due lobi, questi, al
lore estrenio caudale, mostrano gia delle genimazioni secondarie, prime
accenno delta suddivisione in lobuli, la quale suddivisione adunque, al
|)ari della divisione della tiroide in due lobi, si inizia all' estrenio cau-
dale per |)ropagarsi poi verso quelle craniale.
La divisione cornpleta della tiroide in due lobi, che sono in ge-
nere di inegual volume e di foi'uia irregolare, e avvenuta in embrioni
della lunghezza tolale di millimetri 11,3, quando da poco si e rotta la
membrana faringea, e pure da poco le fessure branchiali, salvo la prima,
si sono aperte all' esterno. I lobi liioidei risiedono era un |)o' piii caii-
dalmente : ciascuno di essi resulta di (juattro o cintjue lobuletli di forma
irregolare e di inegual volume, i (|uali sono parzialmente separati tra
lore per un tenuissimo strato connettivale. (ili elementi essenziali, dei
(juali essi resultano, hanno un nucleo sferico, o ellittico o ovoidale,
molto Yoluminoso relalivamente al corpo cellulare piccolo e con po-
chissime o |)unte sferule vitelline. I*er questi caratteri gli elementi in
(juestione dilVeriscono notabilmenle da quelli che costituiscono la parete
epiteliale della faringe, che hanno un corpo cellulare voluminoso, nel
cui interno Irovansi tutlora in buon numero e grosse le sferule vi-
telline.
— 398 —
1.(3 inodilica/ioni successive dclla tiroide consistono dapprima in
una niaiiiiioic suddivisioiie in loi)uli clic si icndoiKi iili iini dagli allri
in(li|»(Mideiili, separali sollanlo per iin sollilc siralo cunnclliNale : poi
lu'lla liaslormazione di qnesti lobulelli soiidi in vescicole cliiiise. Sui
mcccanisnio col (|iiale (|ucsta ultima traslonnaziono si compie intendo
ora inlratlenernii.
A tale rignardo duo sono le opinioni prcdominanti. Per alcuni Ic
cavila delle vescicole si costituirebbcro per dislrnzione deiiii elenienli cel-
hdari centiali dei varii lobuli ; per allii invece la formazione delle
cavita sarebbe lej;ala al proccsso di allivila secretoria delle cellule, in
qnanlo il secrcto elaborate da queste riversandosi alio esteino deteimi-
nerebbe un divaricaniento degli elcmenti vicini, e cosi il piccolo spazio
nel quale esso secrelo e contenuto costituirebbe la primitiva cavita ve-
scicolare. E Andersson (') die sostiene questa ultima opinione in base
a ricerclie da lui praticate in Mammileii. Oi-a nella Salariiandriiia la
lorniazione delle vescicole avviene sicufamenle secondo il meccanismo
da Andersson indicate, come si rileva dallo studio di sezioni di larve
lissale nel li(|ui(lo di Hermann e coloiite col metodo (laleotti (').
IM-emetto clie la formazione delle vescicole incomiacia gcneral-
mcnte in larve della lunghezza totale di millinuMri l*!; ma piii dimostra-
livi riescono sladi un i)o' piii avanzati (larve della luugliezza totale di
millimelii 1(1), dove si iucontrano, in un nu'desinu) soggetlo, lobidelti
tiroidei soiidi, vescicole die cominciano ap|)ena a costituirsi ed altre
gia nolev(»lmente sviluppate con stadi inlermi'dii.
La cellule liroidee presentano, in questo sladio, i seguenti caratteri:
il corp(» cdlulare e abbastanza voluminoso ; nel suo interno mancano aHatto
slerule vitelline ed invece si trovano in gran numero granuli di dille-
rente grossezza, ma generalmeute piccoli, coloriti in verde dal \er(le
metile. II niicleo e assai grosso, di Ibrma ovoidale o sleroidale o ellit-
lica, ed ora situate nella parte centrale dclla ccllula, ora eccentrico. Mi in-
teressa particolarmeiite il tar notare come nessuno dei nuclei moslri il
minimo segno di altcrazione.
I'rendendo in considerazione i rapporti reciprod Ira le cellule, s
nola quanto segue :
Vedesi (jualclie gruppo cdlulare di cui gli dementi sono tra lore
in inlimo conlatio, i limili Ira i varii dementi essendo indicati da sollili
(^) Aiulorsson. — Zur Kenntnisa ilor Morphologic (\ov Scliilddri'isp. — Arch. f. Annf. u
I'hysiol., Anat. Aht., Jalirg. 1S94, H. 3-4. Leipzig, 1894.
(') Oiilentti. — Jieitrag znr Kpiint.nias dov Sokrof.innaPiscliciimiiu'oii iii don Epitliol/.elleii di r
Schilddriisp. — Arcli.f. mikrosk. Anat., Bd. 48, 1897.
— 299 —
linee colorilc in Nci'dc. Allrovc si iiota iiivece iin [ticcolo griippo di
cellule ill iiu'zzo alle (fiiali s!a un niimiscolo spazio occiipato da una so-
stanza, di aspelto oniogeneo, eolorifa intensainenle in \erde, nclla slessa
nianiera dci granuli conlenuti nelT iiilerno del corpo cellulaie. Ho deltn
« nirnuscolo spazio )> ed insisto su (piesto punio: I'esulta Infalti, dal-
r esanie di sezionl seriate, die esse corrisponde ad un terzo ed anche
nieno del vohnne del nueleo. Ouesto spazio, lo indieo snbito, i-appresenta
una eavila vescicolare (|uando inconiincia a lormarsi, ed il nialeriale in
esso eontenuto e sostanza eolloide. Tanto dimostra lo studio di allri |)unti
dello stcsso |)re|)aralo.
Di latto, vedesi altrove, in mezzo ad un piccolo gruppo di cellule,
uno spazio, una cavitii occupata dalla stessa sostanza intensamente co-
lorita in verde, nia un poco piii grande clie nel caso precedente, avendo
nn volume la meta o })oco piii di (juello del nueleo. Nolle cellule die
direttamente limitano la cavita in questione, il nueleo trovasi piii vicino
alia superficie del coipo cellulare op|)osta a quella die guarda verso cssa
cavita. inentre in quella jiarte del coi|)o cellulare die sta fra la cavita
ed il nueleo trovansi accumulati i granuli coloriti in verde ai quali di
sopra accennavo.
Altrove la eavila e piii ainpia, in grade vario nei diversi punti, e
si osservano inline vescicole relativamente grosse, la cui parole e costi-
tuita da pareccliie celhile disposte in un unico strato liiito altorno ad
una cavita occupata dalla solila sostanza, il eolloide, die si presenta
ora come una massa di aspetto omogeneo tinta intensamente in verde,
pcro con intensita ditterente non solo nolle varle vescicole, ma anche
nei vaiii puiili di una stessa vescicola, presentando inoltre in alciine di
(|ucstc, dello slerule cliiare, come \acuoli, di iiiimero e di grandezza
dilVerenle.
Nolo come le vescicole sieno separate I' una dalF altra per un sot-
lile stralo connettivale ricdiissimo di cellule pigmentate e con vasellini
sanguiCeri.
La interjiretazione dei i'atti cos'i sommariamente indicati sembrami
lacile.
Le cellule tiroidee sono giii, nello stadio die considerianio, in atli-
vita secretoria ed i numerosi granuli colorili in verde, dal verde motile,
die tl•o^ansi nel corpo cellulare rappresentano il prodotto di secrezione,
come racilmente ci si |)ersuade, Ira 1' altro, col confronto eon cellule
tiroidee di Salamandrine adulte die abbiano subito lo stesso Irattamento
(lissazione nel liquido di Hermann; colorazione col nielodo (Jaleotti).
II secreto, liversandosi alF esterno in mezzo ad un piccolo grupj)o
— 300 —
(li cellule, (Jcleriiiina il {Jivaiicainenlo di (|iR'sle e la IbrmazioiU' <li una
piccola {•avila nella (juale esso secreto e contenuto. Ka cayita aumenla
i^rado a i-rado di anipiezza principalmenle pel conliiuio i-i\er.sarsi in essa
del prodotto di seeiezione; non pern eselusivanienle, inleivenemlo un
allio lallore e cioe la moltiplicazione delh^ cellule della j)ai-ete vescico-
larc, come le allesla la |)resenza in essa parele di numerose milosi.
Si puo escludere assolutamente clie la cavila delle vescicole prenda
origine pel dislaciniento di una o piu cellule centrali di uu giup|)o, e cio
principalmenle in base a due consideiazioni. Prima, perche nessun lui-
cleo mosira, come dicemmo, il nnninio segno di allei'azionc ne in (lueslo
sladio in cni avNJene la Ibrmazione delle vescicole, ne in stadi iiiiinc-
diatamenle piecedenti. In secondo luogo, jierclie quando la cavila in ijue-
slione e ap|)ena Ibrmata, ma gia riconoscihile, e eslremamenle piccola.
di un volume nolabilmente piu piccolo di (|uello del nucleo ; e mancano,
nella soslanza die in essa e contenuta, delrili di qualsiasi natura die
possano venii-e interprctati come il piodolbt del dislacimento di un ele-
inento cellulare.
Avro terminalo di dire della liroide, quando avro aggiunlo die
dallo sladio preso ora in considerazione (larva della Lunghezza lo-
lale di mill. lO) e per lutto il periodo larvale (lunghezza massima ri-
sconlrala : i!) mill.) avviene col solilo meccanismo la Ibrmazione di
nuove vescicole, I'ampliamento di quelle preesistenti. 1/ organo pero ri-
mane |)resso a poco nella stessa posizione e precisamente in corrispon-
denza deU'estremo craniale dell'organo deirudito. Soltanio durante la
melamorlbsi ess(t si sposta grade a grade in sense caudale lino a die
lia raggiunio il luogo die occiipera ddinilivamenle.
Della genesi e del significalo dell'ispessimenlo degli estremi late-
rali della laringe (Tav, XV, I'ig. 11, 111 e IV, 2), diro conlein|)oranea-
menle all' organo indicate col N. 4 nella Fig. Ill della Tav. W, perclie
(jueslo e (juello si svilu|)pano molto lardivamenle e precisamente diiranle
la regressione dell' aj)|)areccliio brancliiale.
Uilerisco invece sommariamente qnanto riguarda: I'organo indicate
col N. 3, nelle figure 111, IV e V della Tav. \V e die e da considerare
come il \<m-o time; e I'organo indicate col N. o, nelle ligure III e IV
della stessa Ta\ola, organo al (piale do il noine di lobulo timico esterno,
lie Nedrciiio piii avanti la ragione. Tratto cont<Mnp(traneamente del time
— 301 —
(' (li (|iiosto lobiilo liinico esterno pciclio, anlicipo iin;i iioliziii, provcii-
iioiio ambodiio da iin ahhozzo coimino.
Mi ^iova promoltorc (|iialclio hrcvissimo ricordo sii (|iianlo o nold
relalivamcnlo alio svilupix) del timo nei Posci, o piii preeisomentc nei
Sclaci, c iiegli Aiilibi.
In ombrioni di AnDil/iias r)il(jaris^ della Iiingliczza lolalc di mill. 2)>
(Do M(Miron('), da ogni lalo, dalla parole doi'salo dollo rossiii'o bran-
cliiali, 2^ a 0=^ inclusive, si vede sorgere una gennna o|)ilolialo solida
olie si |)orla dorsalmonle incurvandosi un pn' di lalo. Lc genmio diniinui-
soono di volume a proeederc dalla piii craniale alia piii caudalo. Ouella
dolla ullima fossura non giungo a rondorsi indipendenle o scomparo
ben presto; le altre (juallro invecc si separeranno dalla paiole dolla fos-
sura branoliialo dalla (|ualo lianno prcso origino. si avvioinoranno Ira
loro 0 si Ibndoranno in un ammasso unico, il lobo limioo del lalo corri-
spondente.
Nogli Anlibi lo cose avvorrebbero in maniera ditleronte.
Negli Irodoli Mauror f) avrebbe ossorvato die, almono in al-
ouno specie, si cosliluiscono, da ciascun lato. come nei Solaci, cincpie
genime tiniiche dalla parole dorsalo dello oinijuo fossuro branoliiali ; lo
prime due spai'ii'obbero preoocemonle ; dollo altre Ire piii oaudali Mau-
r(^r non lia potulo riconoscero so lulte o so solamento (|ualcuna e (|ualo
di esse costituisca il timo.
Nogli Anuri I'organo in causa |)rende origine, da ciascun lato, per
una sola gemma epitoliale cho proviene: per alcuni dalla parole dorsalo
dolla 2'' fossura, j)or altri alio stesso livello, ma dal trallo |)iii latoralo
dolla |)arete dorsalo dolla faringo C)\ questa gemma, nei primi mo-
monli dollo sviluppo, si lro\a do'-salmento in rapporto col ganglio del
faciale.
Riassumo ora ([uanto si osser\a in proposilo nolla Salamandriiui.
Molto pi-ecoceniente (ombrioni della lunghezza lotalo_ di mill. 7,o),
in corris|)on(lenza dell' estromo craniale dolla vescicola audiliva, dal
li'atto pill latoralo dolla pareto dorsalo dolla faringo, si nota. da ambo i
lali. una gemma opiteliale solida die si porta dorsalmonle, incurvandosi
(') lie Meiiron. — loc. cit.
(°) ilaurer. — Scliilddniso, Tliyiiins mid Kieiiieiiresto doi- Aiiip)iil)ieii. — Morp/ioL Jalirh.,
Bd. 13, 188S.
(^) Per (5<;tte, il lirao in Bomhinalor dorivii dalla parete doisale della 2^^ fessiira bi-aiicliiale;
l)n Meuron in Uana e Bufo inentro prima dice die esso sorge coiiio « boiir<;eon dorsal <le I'Apithe-
liiini pliaryngieii, occupant la place on se tronvait la seconde lento hrancliialo ■>, (iiiiMce poi col coiicln-
dere die proviene dalla. 2^ I'esanra V>rancliialp.
— 302 —
al(|u;inlo di Into, c si lucllc in iiiliino riipporht col gangiio del racialc. Oiic-
sla g(Mnnia,cli(' coniiiarc in :} sezioni ^IrasNcrso-Ncrticali), corrispondc scnza
alciin (lul)l)i(» a quolia clic rapprosunta TablMtzzo del tinio nogii Aiuiii.Di cio
e lacilo pcrsnadorsi dal confronto colla doscrizione e con lo (igiiro cho nc
da de Mciiron (') : lo genime, nei duo casi, si corrispondono, ollroolio
por la lornia o pel volunio, pel livollo a! (jualc sorgon(» oslromo ci'anialo
dclla voscicola aiidiliva o pel rapporto clio aniboduo conlraggono col
faciaie. Insisto poro siil roperto die (jucsla gemma, nella SdhimfDulrina,
sorge dalla parete dorsale della laringe, non dalla i- lessiira branchiale.
cio clic per Maurerf) avviene anche negli Aniiri. ()ra e inleressante
notarc come (juesla gemma si mantcnga per nn tempo piii o meno hingo
senza aumenlare di \olume, o ahneno hen jioco, e linisce coll" alrolizzarsi,
|tin preslo o |)iii lardi, e scomparire.
In casi eccezionali puo I'ormarsi anclie nna gemma piii caudale, ma
die lia nna diirala assai piii breve della |)recedente, e come (jnesla de-
slinata a scoin|)arire.
II limo, nella Salamandriiid, sorge come gemma epileliale solida
dal Iralto piii dislale della snperlicie dorsale del ")' zalVo enlodermico
branchiale. Dico za/fo e non hisai enlodermica, poicbe di hisai, (jnando
il limo si svilnppa, non puo ancora parlarsi, esistendo tnllora nno zall'o
solido clie la rappresenta.
Riserl)and()mi di Ibrnire maggiori |)articolari nel la\oro complelo, mi
limitero ora ad indicare die la gemma timica per strangolamenio si
rende in(li|)endente (embrione della hingbezza totale di mill. 11,')), e si
presenta allora come un corpicciolo com|)atlo, di forma irregolare, co-
slilnilo da cellule con nucleo voluminoso e piccolo corpo celliilare nel
(piale mancano o sono scarse e piccolo le sl'erule vitelline.
Successivamente puo avvenire, sebbene di rado, die 1" abbozzo
del timo si conservi nnico, aiimentando s<Mnplicemente di volume e
spostandosi nn po' dorstilmenle e medialmenle per andare a ragginn-
gcre la sua posizione ddinitiva. Ma nel piii gran numero dei casi si di-
stacca da esso una gemma die si porta \enlralmente c die diverra
quella die io ho diiamato Jobido fmico rslcDio, e diro snbito il perclie,
montre la massa |»rincipale, piii dorsale. cosliluira il vero timo.
dom' e nolo, annessi al sistema tiroideo, ollre le paratiroidi esistono.
in alcuni Mammileri, altri organi (due jier lato) die sono stati chiamati
l()l)Nli riiiiiri: nno iulpvno, Tallro pslmio. II piiiuo. I'interno, iirende ori-
(') B^ Menron. — lor. rit.
(*) Manrp.r. — lor. rit.
— 303 —
j^inc, secondo (iroscli iilT (\) dalla V^ lasca (Milodcnuica hrancliiale in
nil Irallo corrispondcnte a qiicllo dal (|iiaU', nella '.\'^ lasoa, prende ori-
fiiiH' il limo, c (i roscli ii IT cnnsidora (|i!Ost' oi'gano oniodinanio al timo.
Oiianio al IoIjuIo tiinico cstorno, osso sarebbc nionlc ailro clio una parte
cIio si 0 dislaecala dal lin^o dal quale si o poi allonlanato, precisa-
mcnte come I'organo che si liova nella Salamandrina al quale io lio dalo
lo stesso nonie e clie scMuhra rai^ionevolc dovei'si eonsiderare come I'omo-
logo del lohulo limieo eslerno dei ^lammiferi.
Ouanto al momento nel (|nale si elTettua il dislaeeo del lohulo ti-
mieo dal (imo. come audio circa la maniera eolla (|uale (juesio distacco
avviene, liavvi la pin grande variela, non solo nei vai'ii iudividni, ma
eziandio nei due lati dello stesso soogetto, Voglio ricordare come possa
accaderc die il distacco non si compia e die i due organi timo e lo-
hulo timico esternoi dello stesso hito. limangano tra loro congiunti per
nil picciolo ora grosso ed (ua soltile, disposizione (|uesla die ho ritrovalo
in Salamandrineadnlte. inline, eccezionalmente, in\ece di iiiio possono di-
slaccarsi dal timo duegemme ed aveisi cosi da un lato dne lohuli timici.
Terminero di dire del timo e del lohulo timico accennando die in
direzione caudale (piesti organi si s|)ostano i)oco o nulla dal punto
o\e lianno preso origine; ed iuHne che, di solilo, diiranl(^ tiillo il pe-
liodo lai'vale gli dementi essenziali die Ii costituisccmo c(Miser\ano di-
stintameiite il carattere di dementi ('|)iteliali.
I'assiamo ora a eonsiderare T organo indicate col niimero (I nella
ligura V delta ta\ola XV. e die e il corpo sopra|)ericardico o meglio
post-hrandiiale.
Xeir adulto, noi ahhiaino sempre incontrato, nei casi esaminati, nn
solo corpo post-hrandiiale, (pudlo del lato sinisiro : mi interessa pern
far nolare come costantemeiite si costiluisca andie Tahhozzo del corpo
posl-hrancliiale di destra.
L' abbozzo di ciascuno dei due organi in (|uestione ho potuto |)er la
prima Aolta riconoscere in embrioni delta lungliezza totale di mill. 9, in
liiiea retta. Sorge esso come una gemma epitdiale solida dalla jiarete
\entrale delta faringe, medialmente alia cartilagine del 11" arco hian-
cliiale del lato corrispondente, |)i"oprio al posto dove sarebhe da aspet-
larsi una {\'^ tasea entodermica hrancliiale, e si spiiig(^ venlralmente ve-
(') G rose lilt ft'. — ]>einorkTiiii;(iii 7,11 di-r vorlaiiliiion ^littoiliinr; von Jaooliy: licbor dio Eiitwi-
cklniiK 'If' Nnhpiidriiaeii <lor Scliilildriisn mid dir Oaiotidemlriisc. — Annt. Anz., Bd. 13, N. 21.
Jena, 189H.
luJ I L I S R A R Y )
— 304 —
iit'iido in inollii vicinaiiza della |)ai-c'l(' dorsalt' del ciiorc. IVr la iiianiera
colla (|ualc sorgo dalla I'aringe, per la ('(M-ina, per la |)()sizione die occupa
ris|)elt() alia carlilagine del (5° arco i)ranchiale, siiecialmente teiiendo
conlo del modo di ronnazioiie delle lasclie enlodermiclic brancliiali.
ciasciin al)l)()zz() polrebbe essere ragioiievolniente coiisidcrato come una
0' lasca enlodermiea al primi inoinenti dello sviliippo, (piando aneora si
Iroxa a dislanza daireclodei'ina. Nolo clie in (pieslo sladio non esistoni*
ancora vere tasclie entodermiche, ma zalli solidi clie le rappicsenlano.
II nostro i-epcrto dilTeriscc da cjuanlo Maiii-er (*) avrcbbe osservalo
in allri Urodeli (Trilon, St/mlou pisriformis, A.wloll....), nei qiiali. se-
condo I'A. licordalo. si costiluirebbe nn solo corpo |)()st-bi'ancliiale, (|uellu
del lalo sinisii'o. E in\eee in accordo con (juanlo la IMalt (*) ha consta-
lalo in un allro Urodelo, il Xrcli/rKs, nel quale I'organo in questione si
sviluppa dai due lali. Esislono |)ero sollo altro riguardo Ira il re|)erlo
della IMalt nel ISeclurm ed il nuo nella Salamandrina (\\\\QY('wm di no-
lo vole entila.
Anzilutio nel Ncrli/nts eiaseun corpo posl-bi'anchiale si presente-
rebbe, sin dai |)rinii ujonienli, eonie una veseicola, la rui |)ai'ele e cosli-
luila da un seinpliee slralo di ecllule ; inv.eee nella Salamandrina nasee
indubilalanienle eonie gemma solida e lale si conserva j)er un tempo
abbastanza lungo.
In secondo luogo, e qiiesto e il |)unto |)iii importanle, seeondo
la Piatt, gli organ! in causa nascerebbero nel piano della i-' tasca
brancliiale, ed e sulla base di questo fatto die la Plait non accetia la
ipotesi di .Maurer die i corpi post-biandiiali sieno da riguardare come
il i-esto di un (>° |)aio di fessure brancliiali. Ora invece nella Salaman-
ilrina, esaminando sezioni trasverso-verticali a pi'ocedere daH'estrenio
craniate verso (|iiello caudale, si vedono gli abbozzi dei coi'pi post-
brandiiali apparire (piando gia c compaiso il \'f zalt'o enlodermico,
proprio la dove, come sopra acccnnavo, sarebbe da as|)ettarsi un (>"
zaffo 0 coiraspetto col (|uale si vedono. nelle sezioni piii craniali, coni-
parire successivamente (|uelli die diverranno vere tasdie entodermiche.
Da (piesli i due abbozzi (lilteriscono solo perche sono meno sviluppati e
non I'aggiungono V ectoderma, il die non si o|)pone di certo a die
essi possano essere considerali come il 0° pa jo di tasclie, die invece
di raggiungere rectoderma ed aprirsi airesterno, si svolgeranno in allr**
senso, dando origine ad un organo cui e riserbata una lunzione dilVerente.
(*) Maurer. — loc. cit.
{^) Pliitt. — Tlio ilevolopmeiit of the Tliyroid (ilaiiil and oT llio snni-api>i'i<-ar(li:il HikHi's in
Nectunis. — Annt. Anz., Bd. 11, N. 1H-I!t. Jena, 18'J(!.
— 305 —
IndicliianH) oi'U T ullcriore nutdo di compoilaisi di ({iiosli or^ani.
1*110 avv(Miire clie a|)|)cna gli a!)l)ozzi, destro e sinistio, doi corpi
|)()sl-l)i'anclilali compaiono, siono iigiialniento sviluppati; ma (jiiosia e
I'eccezioiie. J)i solito, imo, il siiiistro. e lin dairinizio nolovolinento piii
volmiiiiioso deir altro. Successivameiile il piii piccolo, il dcslro, riinanc
scinpic pill indictro ncllo sviliijipo v linisce, di re^^ola, |)or alrolizzarsi
0 scoiiipaiiic.
Seguiamo il sinisiro ludle sue varic lasi cvoluUve.
L'organo rimane per breve tempo in conncssione colla t'aringc dalla
quale si scpara per strangolamento. II momenlo [)evo nel quale qucslo
dislacco avviene varia mollo nei varii casi: cosi si trova Torgano gia in-
dipendenle in embrioni della lunghezza totale di mill. 10 (poco dope cioe
la sua com|)arsa), mentre lo si inconlra tultora in connessione colla la-
ringe, |)er nn peduncolo pin o meno grosso, in sladii assai pin avanzali.
A|)pena distaccato, il cor|)o j)ost-branchiale si pi'esenta come un
ammasso ej)iteliale di forma irregolare die risiede IVa la paretc dorsale
del |)cricardio e la paretc ventralc della faringc dalla quale lo separa
un sottile strato connettivale. Dapprima le cellule delle (juali esse resulla
costituito sono ricche di slei-ule vitelline, rassoniigliando perfettamente a
(pielle della jtarete epileliale della laringe; ben presto pero le slerule
scompaiono. Frattanto 1' organo aumenta di volume, specie in lun-
ghezza, non allonlanandosi pero dal hiogo (l(»\e lia preso origine. in
seguito avviene la divisione in Iol)uletti solidi, la (piale si inizia al-
I'eslremo caudate delToi-gano jier jMocedere poi cranialmente. Nolo conn;
(juesta (lixisione si inizi e si compia ora piii presto, oi-a jilii tardi, senza
regola lissa. Soltanto mollo lardivamente (larve della lunghezza tolale
di mill. 2(1, e anche piii avanzate nello sviluppo) avviene la traslornni-
zlone dei varii lobuli in ^escicole chiuse. Per esser breve diro die il
meccanismo col (piale (jueste vescicole si lormano e identico a qucllo
col quale si costituiscono le \escicole del corpo tiroide, come evidente-
inente dimostra I'esame di sezioni di lai've lissale nel li(piido di Her-
mann e colorite col metodo (iai colli. Si riconosce anche come non
esistano dillcrenze apprezzabili tra i caraltei'i degli dementi delle pareli
delle \escicole del corpo posl-bi'anchiale e quelli delle pareti delle ve-
scicole lii'oidee, nello stesso modo die esiste la piii grande rassomi-
glianza Ira la sostanza contennta nell' interne delle vescicole nei due
organi. Onesta rassomiglianza, debbo notarlo, e stala linora sempre
negata; ma \oglio anclui rilevare come le osserNazioni sidle (piali (|udla
o|)inione si appoggia, sono stale latle con melodi un |)o" troppo grosso_
lani, iierdie se ne possano accettare senz' altro i resultati.
— 30(5 —
UelaliNaint'iilc alia posiziono, il coijio posl-braiuliiak' poi- Uilld il
p('ri(Kl(t lai\alo si allonlaiia hcii jxx'o dal j)unl() dal (|ual(' o soiht. Sol-
laiilo (liiraiilc la iiiclainuirosi si sj)in^era gracio a grado caiidaliiR'nIe iiiH*
a rai^'gi lingo re 11 puslo (lelinili\o.
I'oclit' parole siil corpo posl-jji-ancliialc di dcslra. Dissi giac(MiK' per
l(t |tiii liii da jirincipio esso sia mono s\Jhij»palo del siiiistro. Si slarca
|)iii |)n'slo o |)iii lardi (non polroi dir sciiiprc) dalla faringe; jna non
crescc alVatto u. ainieiio, non cresco In proporzione dcH'allro c liniscc
por alrolizzarsi c scunipariro in iin nioniento clio o \arial)ilissinio noi
\aiii soggelli. Dovcsi pero aiuniclk'rc cho cccozionaliuenle esso possa
ronsLTNarsi anchc nciradulto; rio si dcdiicc dal I'allo die lo si incontra
in lai"Ne avanzalissinie, e anelie dnianle la nielamoi-josi. laloia ngnal-
menle svihippalo, di (piello di sinislia.
11 perelio dei due eor|)i posl-brancliiali nnusia di solilo deslinalo ad
alrolizzarsi e s|)arjre non saprei indieare.
(a '•imane da |)ivndere in considerazione (|iianlo riguarda Torganit
indicalo eol N. \ nella lig. Ill della Tav. \\. oigano al (piale do il nonie
di paralii'oide, a eagione dclla sua slrulliira, a cordoni epiteliall solidi.
perlellainente jiaragonabile alia slrulliiia delle paraliroidi di aleiinl Mani-
niileri; inline (pianlo riguarda T ispessinienio degli eslrenii lalerali della
laringe C\;\\. XV, lig. II. Ill e IV, 2)('): (|iiesto lonnazioni |)rendono
origine durante la metaniorfosi.
Di esse diro eolla niassinia brevila, poielie rilerire eon una eeria
anipiezza e con ehlarezza sullieienle (pianlo le eoneej-nc;, rieliiederebbe
niinierose iigui'c clie jni i'isei"l)o di riporlare nel bnoro eom|)leto.
Mi intercssa subilo meltere in evidenza ehe se I'organo, al (jiiale
i(t lio dato il nonie di paratiroide, e paragonabile alio paraliroidi dei
.Maniniileri per la sua sirutlura, ne dillerisee iuNeee |)er lo sxilnppo.
Allorquando hi funzione delle fessure brancbiali vieno a cessare,
la "r' di queste, per la sconi|)arsa della sua cavila, diNiene una Ibrnia-
zione solida, e nienlre perde il ra|>porlo eoireeloderina lesta in\eee in
connessione colla laringe. Oia il trallo |)rossiinale della gia 5** fcssura
branebiale, Iratlo i cui elenienli sono senza dubbio di origine enloder-
niiea. non seoni|)are. nia e deslinalo a sNolgersi ullerioi'niente. Al lerniine
della nielaniorfosi niosli-asi. daH'uno e dalTallro lalo, sotio Ibrnia di una
(') Uol luiiiiisculo iiiiiiuasao ccUulare, indicuto iiollu Wji. ^'l dolhi 'i'uv. XV col X. 7, uoii ]io troviiUi
truccia uello larve piii iivauzate e ueiuiueuo alia flue della uiotamorl'osi.
— 307 -
appt'iidicc opitelialo solida chc parlo dall' eslreino lalcialo dolla laringe
c clic si porla caudalinento o lateralinente; ([uesta ajipeiidicL' |)oi dalla
raringe si scpara c, t'osliliiiscc la |)aratiroido, la (|iiale si Irova lin da
(lueslo inoiiR'nto nolla posizioiic elie avra poi nolFadidlo. Si iia diin(|iii'
•liicslo lalto intriessaiilissiiiKc iin oigano la (-iii fimzione vioiio a cos-
sart' e die. in luogo di scoinpariir. si trasroniia in un altro organu con
diUcrt-nk' liinzione. II valore niurrulogico della |)ai'aliroidc dolla Sdlaman-
drina pcrtanto c ([Ujsto : prodollo dclla trasroiniazionc del Iralto |)ros-
siniale della 3-^ fessiira bianchiale.
(]io clie si verilica nella IV'- Ibssura, si vcrilica, lino ad nn corto
|)iiiil(i, per la f'' e per la 3**. Anclie di esse riniane il li-allo jiiii pi-(issi-
niale, ({uellu in corrispondenza del quale, (|nando erano fessnre, esse eo-
ninnieavano eolla cavita I'aringca : il Irattu die resta c pero piii bre\e
elie nel casu della 'r' I'essura. Di piii esso non si separa dalla laringe ;
nia ({nello della i-* si londe eon ([uello dclla 3-' cd insienic coslilniscono
un ispessimento airestremo latcrale della laringe del lalo conispundenle.
ipicllo die si Irdva poi nelFadnlfo. Onesto ispessimento jnio ])erlanlo
considerarsi oniodinanio alia paraliroide della Sdldiiiitiidriitd, dalla (|nale
])cr6 si dillerenzia per la siriitlnra die piii rassomigiia a (|nella del liino.
Esislono dnnqne di regola nella SalainaixIriiHi le scgiienli lornia-
zioni pari e laterali : liroide. timo, lobulo timico eslcrno. paialiroide
eti una lorinazione a (juesriillima oinodinama is|)essinicnlo deireslreino
lalerale dclla parete epitdiale della laringe. L'na sola e di solilo
imparl e latcrale: il coijxi post-hrandiialc.
Durante il periodo larvale prcndono origine :
1" la tiroidc (Tav. X\', Fig. J. II c 111, 1), die surge come gemma
solida dalla parte caudate di uno sprone entodcrinicu die entra in
iiilimo rappoi'lo coll'cctodcnna, sprone die si [)u6, con (jualdie I'oiida-
menlo. lilcnere un rndinienio dcIF endostilo del Tunicati.
• 2" II coi-po post-hi'andiiale Tav. \Y, Fig. V, (i), die nasce come
gemma solida dalla parete ventrale della iaringc mcdialmente alia carti-
lagiiie del (J" arcu brandiialc, c chc, per la maniera colla (|uale si s\i-
lu|)pa c per il livello al (jualc sorge dalla faringe, puo ragione\oliiienlc
considerarsi come il jirodotto di Irasformazione di una 6*^ tasca ento-
dcrmica brancliiale.
3" il timo Tav. XV, Fig. Ill, IN e V, 3), die |)rendc origine come
gemma solida dal tratto piii distale della superlicic dorsale della iJ* ta-
sca entodermica braiichiale.
— 308 —
V II lobulo liiiiico eslt'ino ^rax. \\. Fi^. Ill c IV, ')), die r iinii
parlo (lislaccala del liino Ulcl (|iialo coiiscrNa la siriitliira) c clic (' pcrcio
oinologo al lohiilo limico eslerno di alciini Maiuiiiirrii (gallo;.
Dui-anlc la nictamoi-rosi si sviluppano : la |)aratiroide (') (Tav. \V,
JM^. Ill, i) (' r ispessimento doircslrcmo laleralc dclla parole epileliale
della laringe (Tav. \V, Fig. II, III c IV, 2) die rappresentano : il 1° il
resto della porziono prossimale della o"" fcssiira branchialc, di (|iiel tratlo
eioe, ill corrispondenza del (jiialc la lessiiia eonuinicava colla laringe;
il 2" il reslo del Iralto coi'ris])ondcntc della \'' e di (piello della :V' les-
sura brancliiale insieiiie lusi.
C) Maurer ba descritto in alcuni Urodeli ilue corpiccioli, lUi ciascuu lato, clie por la striit-
lura coirispondouo alia paratiioide della Salamandrina o clie chiaiua « corpuscoli epituliali »; sul loro
iuolIo di loriiiazioue perd Maurer dice soltaiito cho si svihippauo duraiito la inetaiiiorlosi d inimediata-
mouto dopo. Nieute altro pu6 atrginngere, per essergli maufato il materiale di studio. Supitonc sultaiilo
cbo possauo esser residui di tasche branchiali.
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(Pubblicazioiii Italiiii;e <li Zooloj;'ia, Aiutomia, Eiiibriologia)
Organo iifficiale della Unione Zooiogica Italiana
DIUK'l'TO
DAI DOTTORI
GIULIO CHIARDGI
EUGENIO FICALBI
I'rof. di Auatoiuiii uuuiiiii
nel R. Istituto ili Stmii Super, in Fireuze
Trot'. <li Aiiatoinia couip. e Zooloj;ia
iiella K. Uiiiversilil cli Padova
Uflacio di Direzione ed Amnainistrazione : Istituto Anatoniico , Fireuze.
IS numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno Firenze, Novembre 1901
N. 11
SOMMARIO : Bibliograkia. — Pag. 309-313.
CoMUNicAzio.N'i Ohiginam: Sfameni A-, Eicerche anatomiche intoruo all'esistenza
di nei'vi e al loro inodo di terminare nel tessuto adiposo, nel periostio, nel
pericondrio e nei tessuti clie rinforzano le articolazioni. — Picconi Q., Sul
rapporto dei corpuscoli di Pacini modificati cogli organi niuscolo-teudinei
di Golgi e su di uno specials modo di aggruppamento dei medesimi nel peri-
misio dell'uomo e dello scojattolo. — Qanfini C-, i-^a struttura e lo sviluppo
delle cellule interstiziali del testicolo. — Levi Q-, Osservazioni sulle varia-
zioni delle arfcerie iliaclie. — Pag. 313-311.
NoTiziE. — Pag. 342.
Avverter\za
Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni-
tore Zoologi.co Italiano e vietata la riproduzione.
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m
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311
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Capobianeo F. — Delia partecipazione mesodermir'.a nella genesi della nevro-
glia cerebrale. — RencHc. d. 2" Assi-mhlea ordin. e del Convegno dell' Unione
Zoologica ital. in Napoli {10 13 Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12,
N. 8, pag. 230-232. Firenze, 1901.
Drago U. — Sulla genesi di alcune auoinalie del sistema nei-voso centrale
deH'embrione di polio. Con 5 figg. — Ricerche fatte net Labornt. di .Anat.
norm. d. R. Univ. di Roma ed in altrl Lahorat. biol.. Vol. 8, Fasc. 2,
pag. 131-137. Roma, 1901.
Pagnito O. — Sullo sviluppo della cellula nervosa. — Rendic. d. 2" Assemblea
ordin. e del Conregrw deW Unione Zoologica ital. in Napoli {iO-13 Aprile 1901),
in : Monit. Zool. ital. An. 12, N. 8, pag. 232. Firenze, 1901.
Falcone C. — Oontributo.. alio studio del tessuto connettivo embrionale. Con
tav, — Monit. Zool. Ital., An. 12, N. G, pag. 155-164. Firenze, 1901.
Favaro G. — Coutributo alia tilogenesi ed ontogeilesi del vestibolo orale.
Con tav. — Ricerche fatte nel Laborat. di Anat. norm. d. R. Univ. di Roma
ed in altri Laborat. biol.. Vol. 8, Fasc. 2, pag. 157-179. Roma, 1901.
G-ay M. — Strana costituzione di un uovo di gallina e suUa gallina die lo pro-
dusse (Sunto). — Rendic. d. 2' Aaseniblea ordin. e del Convegno deW Unione
Zoologica ital. in Napoli [10-13 Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12,
N. 8, pag. 218. Firenze, 1901.
Ganiini C. — La struttura e lo sviluppo dalle cellule interstiziali del testi-
colo: nota pvev. — Monit. Zool. Ital, An. 12, N. II, pag. 327-332. Fi-
renze, 1901.
Livini F. — Sviluppo di alcuni orgaui derivati dalla regione braucliiale negli
antibi urodeli. Con 3 fig. nel testo. (Coutinuaz. e Hue). -- Monit. Zool. Ital.,
An.. 12, N. 10, pag. 293-308. Firenze, 1901.
Maj A. — Contribute alio studio dello sviluppo della muscolatura negli arti :
osservazioni sul polio {Gallus domesticus). Con tav. — Estr. di pp. 15
d. Boll. d. Soc. med.-chir. di Favia; comunic. fatta nella .seduta d. 5 Luglio
1901. Favia- tip. Cooper., 1901.
Mazza F. — Sulla prima diff'erenziazione delle gonadi e sulla maturazione
delle uova nella Lebias calaritana. (Sunto), — Rendic. d. 2"' Assemblea
ordin. e del Convegno dell' Unione Zoologica ital. in Napoli {10-13 Aprile
1901) in: Monit. Zool. ital., .\n. 12, N. 8, pag. 235 237. Firenze, 1901.
Monticelli F. S. e Lo Bianco S. — Uova e larve di Solenocera .siphonocera
Phil. — Monit. Zool. Ital , An. 12, A. 7, pag. 205-206, Firenze. 1901.
Patellani R. S. — La ontogenesi e la filogenesi del bacino osseo femminile :
studio di anatomia macroscopica. Parte I. (L'cntogenesi del bacino osseo
nella femmina umana). — Milano, tip. Capriolo e Massimino, 1901, pp. (45.
Con 7 tavole.
Purpura F. — Coutributo alio studio della rigenerazione dei nervi periferici
in alcuni mammiferi. — Rendic d. R. Ftit. Lonib. di Sc. e Lett., Serie 2,
Vol. 34, Fasc. 6, pag. 415-419. Milano, 1901.
Purpura F. — Contributiou a I'etude de la regeneration des nerfs periphe-
riques chez quelques maninaiferes. — Arch. ital. de biologie, Tome 35.
Fasc. 2, pag. 273-278. Turin, 1901.
— 312 —
Raffaele F. ~ Sul modo come si chiude il neuvoporo (Sunto). — Rendic d.
2" Assemhlea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital. in Napoli
(10-13 Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital. An. 12, N. 8, pag. 221. Firenze, 1901.
Raffaele F. — Diibbi suH'esistenza del mesoderraa gastrale (Sunto). — Bendic.
d. 2"' Assemblea ord. e del Convegno delVUnione Zoologica ital. in Napoli
{10-13 Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 8, pag. 22 i. Firenze, 1901.
Raffaele F. — Osservazioni ed esperimenti su embrioni e larve di anuri. —
Bendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital.
in Napoli (10-13 Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital.. An, !2, N. 8, j^ag. 221-
222. Firenze, 1901.
Raineri G. — II tessuto elastico negli annessi fetali a varie epoche della
gravidanza. Con 4 tavole. — Verce/li, tip. Gallardi e Ugo, 1901, pp. '23.
Sfameni P. — Sul peso delle secondine e del feto a termine e sui lore rap-
porti reciproci. — Estr. di pp. 47 d. Annali ili.Ostetricia e Ginecol.. N. 9
{Settembre 1901). Milano, 1901.
Spampani G. — Alcune' ricerche sull'origine e la natura del vitreo. Con tav,
— Monit. Zool. Ital., An. 12, N. 6, pag. 145-153. Firenze, 1901.
Traina R. — Sugli innesti di tessuti embrionali nell'ovaio e sulla produzione
delle cisti ovariche. — Giorn. d. B. Accad. di Medicina di Torino, An. 64,
N. 4, pag. 305-307. Torino, 1901.
IV. Istologia.
Berlese A. — Intorno alia rinnovazioue deU'epitelio del mesenterou negli ar-
tropodi tracheati. Bendic. d. 2" Assemblea ord. e del Convegno dell' Unione
Zoologica ital. in Napoli {10-13 aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12,
N. 7 pag. 182-186. Firenze, 1901.
Crevatin F. — Saggio di osservazioni sugli organi elettrici delle torpedini.
Con 2 tav. — Mantova, tip. ApoUonio, 1897, pp. 05.
Motta-Cooo A. — Sui globuli tingibili col bleu di metilene nel sangue circo-
lante della rana. — Boll. d. sedute d. -Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Cata-
nia, Fasc. 68 {Aprile. 1901), pag. 6-13. Catania, 1901.
Paladino G. — Ulteriori studi sui rapporti tra il nevroglio e le fibre e le cel-
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Paladino G. — Per una migliore classificazione delle ghiandole. — Bendic.
d. Accad. d. Sc. fis. e matem. {Sez. d. Soc. B. di Napoli), Serie 3, Vol. 7
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Petrone A. - - Ultima ricerche sul sangue. Con tav. — Estr. di pp. 76 d.
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tip. Galdtola, 1901.
313
Varaldo F. — Studio comparativo sui caratteri istologici e fisici del saague
della vena e delle arterie ombelicali nel neonato. — Arch, di Ostetiicia e
GinecoL, An. 7, N. 12, pay. 723-743. Napoli, 1900.
Zirolia G. — Intoruo alia presenza del corpuscolo di Poggi negli organ! ema-
topoietici dei t'eti prematuri. — Bull. d. R. Accad. vied, di Genora, An. 16,
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V. Tecnica.
Buffa. — Su un nuovo metodo di determinare la resistenza dei globuli rossi
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N. 2, pag. 76-82. 'Torino, 1901.
Martinotti C. e Tirelli V. - La microphotographie appliquee a I'etude de
la structure de la cellule des ganglions spinaux dans I'lnanition. Avec 1
pi. _ Arch. ital. de Biologie, Tome 35, Fasc. 3, j^ag- 390-406. Turin, 1901
Vastarini-Cresi G. — Nuovo metodo di colorazione del sistema nervoso. —
Rendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital. in
Napoli {10-13 Aprile WOT), in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 8, pag. 237-
238. Firenze, WOL
COMUNICAZIONI ORIGINAL!
LABORATORIO DI FiSIOLOGIA DKI.LA K.- UNIVEUSItA DI PISA,
DIRKTTO DAL PROF. V. A DUG CO.
Ricerche anatomiclie intorno all'esistenza di nervi e al loro modo
di terminare nel tessuto adiposo, nel periostio, nel pericon-
drio e nei tessuti che rinforzano le articolazioni.
NoTA DEL DoTT. SPAMENI ANTONINO, aiuto.
E vietata la riprodnzioue.
In una nota preventiva ('), comuiiicata alia R. Accademia di Me-
dicina di Torino, nella seduta del i niaggio 1900, accennai ad alcune
forme di terminazioni nervose, trovate nel periostio e nel grasso del-
i' articolazione del ginocchio di cane, nel pericondrio della cartilagine
lingiiale di rana.
Qualche teni|)o dopo la piibblicazione di quella noty, servendoiui
sempre del solito metodo al cloruro d' oro, sono riuscito a mettere in
(') A. Sfameni. — Coutiibuto alia coDOScenza (Telle termiuazioui nervose del tessuto adiposo,
del pericondrio o del periostio in alcuui aniiuali. — G/ornale della 11. Accademia di Med. di To-
rino, N. 5, 1900.
314
evidenza altrc Ici-minazioni ncrvose nci legaiiicnti, nella eapsula librosa
e nolle IVangie sinoviali delT artieolaz-ione del ginocchio (cane).
Ho gia (leseritto am|)iainente tiilte codeste niiove terniinazioni ner-
vee in un lavoro deliniti\o, die pei- niolivi speciali non ha potiilo an-
cora venire in luce. Credo percio opportuno esporre qui in riassunlo ii
risuitato delle niie ricerche, con quello stesso ordine, clie ho seguito nel
siKhletlo lavoro.
Tesstfto adiposo. — l)o|)o niolte |)rove infruttuose praticate sul tes-
siito adipose mediante la colorazione aurica, per una raia evenienza, ol-
teiiiii dal grasso inti'a-articoiare del ginocchio di cane un discrete nu-
meio di preparali assai dimostrativi, i (juali mi mettono in grade di
poter dire (jualche cosa di nuovo rispetto alia innervazione del tessuto
in j)arola.
Finora non si conosce il mode, con ciii i ner\i di queslo tessuto
vanno a lei-niinare nel lobulo — Fusari e Monti (') — anzi secondo
allri, i nervi non larebbero che attraversarlo, per distribuirsi |)oi ad altri
organi — Uomiti C), Ouain C*), Duval (').
Dalle rnie osservazioni risulta in prime luogo che il tessuto adipose
possiede nerv'i |)roprii. Per era mi limito ad indicare le figure che ver-
ranno annesse al lavoro completo e dalle quali apparira maggiormente
r evidenza delle mie asserzioni. Cosi nella fig. 1, Tav. I e state rafli-
gurato un frammento di tessuto adij)oso, in cui oltre ai vasi venosi e
arteriosi, oltre ai capillari sanguigni, nolle magiie dei quali stanno col-
locate le cellule adipose, si osserva un lascio di fibre nervose: esse ri-
sulta di piccolo fibre a doppio contorno, a'cune delle quali si staccano
in un date |)unto dal fascio principale e dopo successive divisioni dieo-
tomiche, si distribuiscono ai vari lobuli gi'assosi in forma di sottile ed
ampia arborescenza. La grossezza di queste fibre varia da 33a a o;j.:
esse in line scniprc piii assottigliandosi c soguendo un andamento irre-
golare, serpeggiano in mezzo alle cellule adipose. Ogni fibra lungo que-
sto tragitto perde assai per tempo il tenue rivestimento mielinico ed il
cilindrasse si va mane mano sfioccando in tanti piccoli ciuffetti, che nel
lore insieme danno a tutta la termimiziono F aspetto di una elegante in-
(iorescenza.
La fig. 2, Ta^. i raj)j)resenta iino dei tanti ramoscelli terniinali^
visto a forte ingrandimento: osservando alcune di queste espansioni as-
(') Fusari e Monti. — Conipendio d'Istologia geueriile, pn.^/. It4.
{-) G. Ilomiti. — Trattato di Anatomia dell'noino, Vol. I, parte 1^ e 2", pag. 83.
(^) J. Quain. — Tnittato completo di Anatoiuia niiiaiia. Prima tiadnz. ital. snlla 10^ ingkse,
Vol. I, parte 2", x>ag. 88.
C^) M. Du\ral. — Oompeiulio d^Istologia, pag. 32:!, 1890.
315
sili e lacendo asti'azioiie (lallo foniie svariaU? die il eilindrasse puu as-
siimerc per elletto delle sostanze acidc, le (|iiali lo disorganizzano nello
sfesso tempo clie ne rendono la coloiazione piii inlensa, jiossiamo rite-
nere die andie ne' grasso la leriniiiazione nervosa presenta caratteri
costanli e abbastanza bene definibili. Essa consiste di una specie di ^a-
ricosila finale del eilindrasse, variabile per forma e per intensita di
tinta, risullante di una massa granulosa, la (juale manda in \arie dire-
zioni un cerlo numero di a|)pendici; sul eilindrasse slanno pure addos-
sati i soliti nuclei di Schwann. Codeste varicosita terminali lianno una
certa somiglianza con dementi nervosi analoghi, scoperti in altri organi
— Panasci, Fusari, Pensa (') — e denominati cellule terminali gan-
gliari.
Riguardo ai rapporti die il eilindrasse contrae colle cellule adipose,
posso allermarc, come I'isulta dalla !ig. 3, Tav. I, cbe esso si adatfa
con una specie di concavila alia suj)erllcie convessa delta cellula gras-
sosa e precisamente da quella parie, in cui la zona protoplasmatica e
piii spessa, cioc dove risiede il nucleo; senihra pure che alcune delicate
propagini delta varicosita terminalo restino immerse dentro il protopla-
sma medesimo. Abbiamo duncpie questo fatto Imjtortanlissimo die il ei-
lindrasse si mette a contalto imniodiato col prolo|)lasma delle cellule
adijiose.
Ma oltre alle sudddte libre. ilestinate ad innervare gli dementi
anatomici del grasso, troviamo in esso altre forme, piu complesse, di
terminazioni nervose: una di ({ueste e rappresentata nella fig. 4, Tav. J.
Si tratta di un vero corjiuscolo nerxoso, che trovasi prevalentemente an-
nidato net connettivo interlobulare, nia puo anche trovarsi in mezzo alle
celkile adipose, come si vedra dalla pi-ecedente figura. Jl corpuscolo viene
formato da una sola fibra midollata, grossa, 22[j. e jirovvista di guaina
di llenle: questa guaina ad un cerlo punto si arresta e contemporanea-
mente la libra nervosa, spogliandosi della mielina, si risolve in un in-
treccio di fibre assili varicose, le (juali intrecciandosi variamente ed
anastomizzandosi, formano a guisa di una matassa, la piastra nervosa
terminate. Xon e raro scorgere qualche nucleo di Schwann che sta a
contatto del eilindrasse, intorno at <juale esisle inoltre una sostanza di
aspetto granuloso, ([ua e la [)iu si;ura.
Di recente lo Sfameni P. C) ha richiamato 1' attenzione degFisto-
(') A. Pensa. — Ricerelie aiiatomiche sui ueuvi del parenchima renale, pag. 12-13, lS9(i.
(°) Sfameni Pasqnale. — Gli oi-gaiii uervosi terminali del Euffini ed i corpnscoli del Pa-
cini stadiati uelle piaute e nei polpastrelll del caue, del gatto e della scimniia. — Estr. dalle_ Me-
moi'ie della R. Ace. delle Sci'enze di Torino, serie II, T. L, pag. 70, 1900.
— 3L6 —
logi su qiiesta sostanza speciale, granulosa, die costituisee del resto
una particolarlta coimine a niolte terminazioni nervose: egli sludiaiulo
in ah'uni aniniali i coi-|)us;coli nervosi scoperii dal Ruffini neiruonio('),
nolo non sollanlo la j)resenza della soslanza granulosa, ma anclie di eertl
nuclei grossi, vescicolari, ehe eliiamo — jter analogia con quelli delle
piastre motoric — nuclei londauienlali. Alia sostanza granulosa coi ri-
spettivi nuclei fondamentali lo Sfameni V. altribuisce un grande va-
lore pel funzionamento della terminazione nervosa, in quanto sarebbe
destinata a a ricevere le impiessioni del mondo esterno per comuni-
carle alia espansione del cilindrasse, il (juale non possiede ratlributo
di elemento senzienle, bensi quelle di elemento conducente. »
A convalidare il concetto dello Sfameni P. contribuisce il ri-
sullato di alcune indagini sperimentali da me eseguite intorno alle
modificazioni die determina il curaro nella piastra motoria: (^) pare in-
fatti die questo veleno eserciti un'azione elettiva non gia sul cilindrasse,
come qualcuno aveva creduto, ma appunto sulla sostanza granulosa.
Tornando ora alia descrizione dei corpuscoli esistenti nel tessuto
adipose, aggiungero che essi inancano di un involucre conneltivale: il
lore inassinio diametro longitudinale varia da t)3 a 122 cent, di mill., il
trasverso da 13 a 37 cent, di mill.
Abbiamo inollre nel medesimo tessuto un'altra variela di terminazione
nervosa, di cui si vedra un esemjilare nella fig. I). Tav. 1. Da una fibra
raidollata, grossa 11 a, si stacca un certo numero di fibrille assili, che si
avanzano in varie direzioni, seguendo un cammino serpiginoso, irrego-
lare: ognuna di queste si j)resenta in forma di sottilissimo lilamento die
tratto tratto s' ingrossa bruscamente per tornare (juasi subito sottile,
onde ne risulta una lilza di granulazioni nere, a rosario, die sono tal-
Yolla staccato 1' una dall' altra. La delicala piastrina che deriva dall' in-
r insieme di tutti gli esili rami del cilindrasse appare di una grande
semplicita: in essa non si vede traccia di rivestimento connettivale,
mancano i nuclei di Schwann e la soslanza granulosa. Le fibre ner-
vose, dalle quali codeste piaslrine hanno origine, posseggono una te-
nuissima guaina inielinica. In media il diametro longitudinale di tali
terminazioni misura 40 cent, di mill., il trasverso 20 cent, di mill.
Questa varieta si risconira non solo nel grasso dell" articolazione
(*) Rnffini Angelo. — Di nn nnovo organo nervoso terminale e sulla presenza dei corpuscoli
Golgi-Mazzoni nel connettiTo aottocutaneo tlei jiolpastrelli delle dita deH'noiiio. — Atti della
R. Ace. dei Lined, Anno CCLXXXVII, 1800.
1^) Sfameni Antonino. — ludagiai sperimentali sulle lesioui auatomo-istologiclie del sistema
nervoao in segnito aU'awelenaraeuto da cnraro. — Estr. d igli Annali Ji Freniatria e Scienze afflni
del R. Manieomio di Torino, 1900.
317
del ginocchio, m;i anclie in mezzo alle zoUe adipose com|)rese nello spes-
sore del pei'ioslio, iiel eoniiettivo Jihroso dei legamenti e della capsiila
arlieolare, e specialmente nel eonnelli\o lasso elie circonda la sinoviale.
Ho altresi notalo, s|)arsi da])pei'lutto nel tessiito adiposo, numerosi
liluzzi (ii lleniak, i (juali di regola seguono in parte come salelliti i
I'asei nervosi e le grosse libi'e a doppio contoriio, in parte aecompagnano
i vasi arleriosi ed i eapillari.
Periosdo. — Sel)i)ene gli anatoinici insistano snlla notexole (juan-
titii di lihre nervose trovate nel |)eriostio, |)are tuttavia elie solo una
porzione limitatissiina di esse sia destinata al i)eriostio propriamente
detto, mentre la maggior parte non farebbero clie atti'aversarlo, i)ei- pe-
netrare insieme coi vasi nei lorami nutritizii e distribuirsi j)oscia al les-
suto osseo (Jose|)h) e principalmente al midoilo delle ossa.
Assai mat noto pero e il modo di terminare di quelle poehe fdire,
die alcuni XX. ritengono distribuirsi al tessuto periosleo.
Facendo una sintesi delle poclie notizie che su tale argomento pos-
siamo attingere anche dalle lonti |)iii autorevoli, j)ossiamo dire soltanto
questo, clie di vere terminazioni nervose esistenti nel j)erioslio, non sr
conoscono fino ad oggi che i corpuscoli di Pacini (Sappe\ , Testut,
Krause, Kolli kei'j.
Data (piesla relativa scarsezza di conoscenze inlorno ai nervi e al
loro modo di terminare in una membrana connettiva clie la Patologia,
la (^liirurgia e le vi\jsezioni in genere hanno dimostrato sensibilissima,
Iio creduto opportum* saggiare in essa la bonta del solito metodo al clo-
ruro d'oro; e ricercando nel periostio dell'osso IVontale e della tibia di
cane, sono riuscito a mettere in rilie\o varie forme di. terminazioni ner-
vee, die vengo subito a descrivere.
(]ome giustamente osser^a il lv(»lliker, (*) « to strato esterno del
periostio e la sede principale dei vasi e dei ner\i che a questa mem-
brana si distribuiscono )) . Ditatti la grande maggioranza di fibre e di
terminazioni nervose si trovano appiinto (secondo quelle die ho potuto
vedere) nello strato esterno o superliciale del periostio: in questo strato
notasi tale una ricchezza di tibre [tallide e a doppio contorno, che riesce
ben diflicile tarne una minuziosa e |)ai"ticolareggiata descrizione.
Non faro che accennare in primo Uiogo alia esistenza di numerose
fibre di Jlemak, le quali sia per la loro sede e per il modo di decor-
rere, si comportano come nel tessuto adiposo.
Oltre alle fibre di Remak, troviamo ancora nello strato esterno
( ) KiiUiker. — Eleiiieuts d'Histologie hunia-ue. Trad, par C See, 2}af;. 27a.
bl8
del |teiiostio aleime terminazioni nervoso tipiclie lig. (5. Tav. I pro\e-
r.ionti da librc midollatc. die lianiio in iiu'dia iin calibro di lla. Oucste
libre, riunilc in t'ascelli, aecompagnano ordinariamcnle i vasi (arleriej,
seiiza luaiilenersi pom sempre aceollatc ad essi, giacche in alcuni punti
se ne discoslano. Ogni fascetto risulta di un numero variabile di fibre
(3,4 in genere) ricojierte di pochissimo nevrilemnia, le quali si vanno
mano mano risolvendo in tante placehette terminali finissime, molto
estese nel senso deiia iunghezza. Dall' insieuie di lali plastrine I'isulta
una serie abbondante di esilissime cspansioni assili che si staccano, ad
intervalli pinltosto brevi, da una parte e dall' altra del fascio nervoso.
L'abbondanza delle .|)iastrine dipende non tanto dal numero delle Hbre
nervosa, che (come dissi) e limitato, (pianto dal fatio die ogni fibra puo
formarne |)areccliic. Difatti noi vediamo la libra nervosa proseguire an-
cora eoi caratleri di fibra a do|)pio contorno, dopo die ha gia dato ori-
gine a varie terminazioni di questo genere: pare che il cilindrasse si vada
poco per volta dissociando nolle sue librille elemenlari, dando luogo ad
altrotlante piastrine terminali, e non perda il rivestimento niielinico, se
non quando si riduce ad una sola di (pieste tibrille, la qual cosa rive-
ste una certa importanza anatomica. Ogni piastrina trae la sua ori-
gine da un solo ramo terminate niielinico, che si stacca, come dianzi
e (lotto, da questa o ([uell' altra fibra, coniponenti il fascio nervoso prin-
cipale; dopo breve tragitto codesto ramo terminate perde la midina o
costituisce un reticolo di filament! pallidi finissimi, diretti in vario
senso: la maggior j)arte di essi pero si dispongono longitudinalmonte
con un decorso paralldo a ({uello del fascio nervoso. Non si scorgono
chiaramente in queste piastrine i nuclei di Schwann e la sostanza
granulosa, meno ancora i nuclei fondamentali; manca pure ogni traccia
di rivestimento connetlivale. Esse hanno in media un diametro longitu-
dinale di mill. 1,5 ed un diametro tras\orso di i2 cent, di mill, per cui
sono assai piii estese in Iunghezza, anzidio in larghozza ed il loro asse
maggiore segue, di regola, la direzione del fascio nervoso principale
fig. <). Tav. T.
Nello strato interno del periostio le libi'e nervoso sono rdativamente
pill scarse, ma di (juoste alcune vi tenninano con certezza, formando dei
corpuscoli in tutto simili agli organi nervosi terminali del Ruffini(\):
essi risiedono a preferenza nel limite fra lo sti'ato suporliciale e lo strato
profondo o comjiatto del periostio. Fra (piesti corpuscoli e quelli scoperti
dal Huffini nel connettivo sottocutaneo doi polpasti'dli ddTuomo non
(') Kuffini A. — Loc. cit.
— 319 —
corrono die lie\i diilercn/.e. Ic quali stanno in relazione con la diversita
(ieH'animale, come risulta dalle licerche comparative delloSfameni P. (*).
Tralascio dun(|iie la descrizione di (juesta speciale ed importante termi-
nazione nervosa, poiclie non farei die ripetere per filo e |)er segno qnanta
di essa scrissero prima il Riiffini e poi lo Sfameni \*.
Xoto in line die nei jiezzi da me esaminati non sono mai riuscito a
scorgere alcun cor|)uscolo di Pacini in mezzo alia Irama del periostio.
Car f Hag Inc. — Le conoscenze die abbiamo linora rigiiardo ai nervi
delle cartilagini non sono meno ddicienti di quelle die si hanno circa i
nervi del periostio e del tessuto adiposo.
11 Sappey (") descrisse negli orli periarticolari delle cartilagini se-
inilunari del ginoccliio « ])lessi di fibre nervose anastoinizzantesi. a maglie
molto ineguali e spesso strettissime. »
Kolliker i'^) dice di avere osservato ner\i ben evidenii <' solo ndla
porzione cai'tilaginosa del setto nasale di vitdlo, dentro i canali carti-
iaginosi occnpati dai vasi (arterie). Consisievano in ramuscoli delicatis-
sinii da 13 a 22 ;j. di diametro, le ciii fibre avevano da 2.6 a 3.o a di
diametro. ■)
Klein e V a riot ('), Fnsari e Monti (') alTermano che il pericon-
drio e provvisto di nervi.
Invece il Onain (") sostiene die « non si sono troNali nervi in al-
cuna cartilagine, e si sa die le cartilagini mancano di ogni sensibilita. »
Come ognun vede, IVa le idee del Qua in .e quelle ad es. del
Sappey, esiste un notevole antagonismo, die va cliiarito (secondo me)
nel seguente modo: se noi per cartilagine intendiamo quel tessuto die
risulta soltanto di cellule cartilaginee, senza neppnre traccia di libre o
cellule connettivali e di fibre elasliclie, in nna parola (juella die si ri-
conosce in Istologia col nome di carlikigine jalina, dobbiamo conl'essare
col Quain che non si sono trovati nervi in alcuna cartilagine; ma se
(come' pare piii logico) nel nome generico di cartilagine comprendiamo
le alt re due specie cartilagine fibrosa ed elastica e consideriamo come
|)arte integrante ddia cartilagine jalina anche i\ pcricondrio^ bisogna
convenire col Sappey ed altri die nella cartilagine esistono ner\i.
In ell'etti il pericondrio, a simiglianza del periostio, possiede una
(•*) Stameni P. — Loc. cit.
(") Sappey. - Auatomia descrittiva, Vol- I, pag. 482.
(') Kollicker. — £l6ments d' Histologic nniaine. Trad. p. C. See, pmj. iT-.
(■*) Klein et Variot. — Xonveanx Elements d'Histologie, pag. 85.
(=) Fnsari e Monti. — Compendio d'istologia generale, ^Jag. 120.
(") Quain. — Trattato completo di Auatomia umana. Prima trad. ital. suUa 10'^ inglese, Vol. I,
parte II, pag. lOG.
— 320 —
notcNok' (|iianlita di lilamenti lUTvosi Iciiiiinali: cio die in pjiiU' ri-
siilta dalla inio osservazioni.
Diro anzitulto (lei iiervi Irovati nolla carlilaiiine liiiiiiialo di rana.
Atlorno a (juesta cartilagine, iiel coniieltivo lasso die la circonda, e
specialmeiite nel pericondrio di essa esiste una iiilinita di lii)re i)a]Iide,
le ([uali |)resentano una configiirazione caratteristica. Ossei\ando una
sezione Irasversaie, piultosto spessa, di delta earlilagine, a tbrte ingran-
dimento, si vede Wg. 1, tav. 11 un intreccio abbandante di fibre di
Ueniak, le (juali si distribuiscono in modo unifornie a tutlo il |)eri-
oondrio e neH'atlo die s'inoltrano verso gli strati piii jirotondi di esso,
si dividono ])iu volte in ramuscoli senipre |)iii lini. La niaggior parte di
({ueste libre caniminano nel senso delta superlicie e spesso IVa loro si
anastomizzano, forniando un trabecolato iittissinio, tanto da iiiasdierare
<|uasi la sti-uttura del pericondrio. A niisui'a die ci avvicinianio coll' oc-
diio alia poi'zicue cartilaginea juira, le fibrille nervose diventano piii
rade e sconipaiono del tutto non ajijiena Tlianno raggiunta. Tali libie
negli strati su))erriciali del pericondrio presentano di caratteristico il
I'atto die a brevi intervalli si ligonllano gradatamente e lormano cosi
delle varicosita, di asj)elto gangliare, aventi I'orma variabile, (jV ingros-
samenti si riscontrano a prefereiiza uei ])unli di congiunzione o di anasto-
niosi di due o piii libre, e siccome di solito soiio tre le fibre die contri-
buiscono alia forniazione di essi, cosi la varicosita assume ordinarianiente
una forma triangolare o tripolare. Negli strati profondi del pericondrio
codeste varicosita vanno scomparendo, avvegnache ogni libra per suc-
cessive divisioiii e suddivisioni, si sperde in una delicata leticdla, com-
posta d'innumerevoli tiluzzi unilbrmi, die al j)ari delle libre originarie
decorrono nel senso delta superficie e presentano frequent! anastomosi.
Percio, andando dalFestei-no verso I'interno, le fibre di Remak for-
mano nel pericondrio un plesso robusto sui)erficiale, gangliare ed un
plesso profondo, piii fine del precedente, privo d' ingrossamenfi gan-
glia ri.
A |)roposito delle terminazioni nervee, osservate ndla lingua di
rana debbo fare allresi nienzione di un'altra forma speciale, delicatis-
sima che pare localizzata immediatamenle al disotto della mucosa lin-
guale, del paAimento orale e della volta palatina. Ndla fig. 2, Tav, II
si vedranno a))])unlo rappresentale, a iiiccolo ingrandimento, ])arecchie
di queste terminazioni, provenienti tntte da una tibia midollata e da
una fibra pallida die vanno senipre riunite. La lilira |)allida segue
perfettamente randamento della fibra midinica e dove (|uest" ultima si
divide anclie quella si biforca. seguendo colle sue ramilicazioni secon-
— 321 —
(lai'ie I rami dclia lihia inidollata. Qiiesta ad un cerlo punto perde il
proprio ri\estinuMito mielinico c conlraendo \arie anasloniosi coi raiiiii-
seoli dclia libra pallida, roriiia una rclicella a inaglie piii o lueno largiie,
1 ciii rami linali \aiino a lerminare in cerli cumuli di graiiulazioni for-
lomente colorato, variabili per lorma e dimensione, s|)ess() staccate I'una
daH'altra. Lc granulazioni sono taivolta riunite da un sottile lilamonto
a rosario o posseggono inoltre un alone di sostanza scura, linamente
granulosa. Cosi la libra pallida e la fibra mieliniea clie sembrano asso-
ciate ad uno scopo unico, \ann(» in line a costituire dei corpuscolelli di
forma variabilissima, aNenti pero unica struttura.
La cariilagine del seito nasale di to|)o si presenta ancoi'a piii ricca
di nervi e di terminazioni nervose: anclie qui le fibre nervose, riunile
in fascetti si dirigono perpendicolarmente alia superficie del pericondrio
ed in esso si vanno poco per volta sperdendo fig. 3, Tav. II, senza ol-
trepassare lo strato di connellivo relicolare clie precede la \era cartila-
gine. Codeste fibre, dopo essersi spogiiate della guaina mielinica, Ibr-
mano tante j)iccole terminazioni ad arboscello, |)iu o nieno complesse,
le quali nella loro Ibrma piit semplice si riducono ad una espansione
assile breve, robusta, a guisa di menisco, contornata da una sostanza
scura linamente granulosa.
Forme analoghe di terminazioni nervose ad arboscello, ma piu
complesse, tanto da somigliare in certo modo agli organi nervosi ter-
minali del Rulfini, si trovano pure nel derma del muso di topo.
Esistono inoltre nella porzione su|)erficiale della cartilagine del setto
molte libre pallide, le quali lormaiio un ricco plesso di lilamenii a co-
roncina, colorati Ibrtemente. (^odesli filuzzi, pi'ovenienti da fibre midol-
late abbastanza grosse (22 |j.), costituiscono anastomizzandosi una litta
reticella che iniprigiona nolle sue magiie quasi tutii gli dementi del
tessuto, in cui risiedono. Notisi il I'atto che tali librille non si distaccano
soltanto alFestremita delle libre midollate, cioe dove queste perdono la
mielina, ma anche durante tutto il tragitto delle medesime e special-
mente in corrispondenza degli stringimenti anulari di Kanvier.
Ed ora due parole intorno ai nervi delle cartilagini semilunari del
ginocchio (cane).
La |)rcvalenza di elementi nervosi negli orli jx'i-iarticolari di delte
cartilagini e un latto molto appariscente, gia notato dal Sa|)pe\ (M e
che posso anch' io conlermare. Risulta poi dalle mie ricei'che la |)re-
senza di piastrine ner\ose terminali, analoghe a quelle ti'ovate nel tes-
(') Sappny. — Aiiiitoiiiia descrittiva, Vol. I, pag. 482.
— 322 —
snlo ;i(li|)(»s(), Ic (|iiali ait|)iiiit() si risfonlraiio di prt'i'ercnza iiei dischi
librosi ix'riai'licolari. Esistono piiro ncllc lihio-carlilagini semilunari im-
inerosc libic di Uomak, clie si comporlano coinc nol jKM'ioslio e nel tes-
sulo adi|)(ts(), per cui siaiuo quasi siciiri di ti-o\ai'ii(' (in dove arrivano
i vasi.
Tessiti 1)1 uiMOHZo :)Ell" articolazio.m: dkl ginocchio.
Leffiunrnli. — Fino adesso di tenuina/.ioni nervose osserNale iiei
leg-ainenti iion conosciamo die i corpiiscoli di Pacini (Rauhei-. Kolii-
ker, HenocMjue, ecc.).
Invece nei legamenti del ginoccliio di cane io sonu riuscitu a ve-
tlere nunierosi corpuscoli del Ruffini e specialmente in corj'ispondenza
delle insei'zioni legamentari. In tali pnnti si vcdono spesso fascetti di
iibie midollate dare origine a parecchi di (jiiesli corpnscoli, in guisa da
forniare una 8|)ecic di grappolo nervoso lig. iJ, Tav. II: ogni libra per
successive divisioni puo dar luogo a 2, 3 ed anche piii corpuscoli. In
(juesla localita gii organi nervosi terniinali del Rnffini presenlauo or-
dinarianiente una forma ovale o tondeggianle, non mollo allungata, cio
che li i)uo lai- conlondere colle clave di Krause, coi corpuscoli di
Me issuer e di Pacini, massime quando 1' espansione finale del cilin-
drasse non e Ibrlemeule colorala. E facile jxm'o iucontrarne qualcuno clie
present! la forma classica, cilindrica e fusata lig. 7 e 8, Tav. 11. Essi
souo proNvisti di una ricca rete di capillari, i quali scorrono da ogni
parte in mezzo al tessuto di sostegno. Dalle misurazioni eseguile col
micromeiro oculare Koristka, risulta clie nei legamenti questi cor|)u-
.scoli lianno:
In massimo diametro long. da 37 a lo5 cent, di mill.
» )) Iras verso da 13 a iK) » y>
Inollre ho riscoiilralo qualclic piastrina lerminale analoga a (juelle
del periostio, come pure si scorgono sottili filainenli pallidi, specie nel
j)unlo d' inserzione del legamento all' osso.
f'apsi/la fihrosa. — Anche nella capsula fibrosa abbondano gli or-
gani nervosi lei'ininali del Ruffini, i quali preseniano, ris|)etto alia loro
conligurazione, molla somiglianza con quelli descritti nel periostio : essi
hanno di parlicolare talvolta una reticella amielinica che contorna ester-
namenle il corjiuscolo e deriva ila una piccola libra, satellite delta
grossa libra midollata che forma la robusta espansione terminate.
Non mancano allresi le solite piastrine nervose, ma queste sono
ancora piii abbondanii nel conneltivo rai'o che ra(l(lo|)pia la membrana
sinoviale.
323
Sinurialc. — lliguarcio ai nervi dt'Ila sinoNialo lutii ho a\uto elie
scaisi icsultali, perche diflicilmenle il metodo di Fisclicr dii negli e|)i-
lelii e negli endolelii una colorazioiic soddisfacenle. Solo ho nolato cho
i vasi sangiiigni '^arlerie), i quali si distribuiscono in grandc quanlita
alhi siiioviale e le stesse anse vascohiri delle grosse IVangie sinoviali
sono coslantemeiile acconipagnati da libre pallide, lalvolta anche da
fibre lukhillate. Nella (ig. 11, Tav. ii si vedianno peiietiai'e nel pedun-
colo di una grossa frangia sinoviaK' \arii lasctdli di libro paliide, sot-
tilissinie. die si i)oiiano lin verso i' eslremita distale della frangia ine-
desima per linire poi o in mezzo ad una sostanza finainente granulosa,
leggennente colorata, opfiure bi-useameiile eon una speeie d' ingrossa-
mcnto nucleifonne.
Non ho ineontralo alcuno dei bulbi terminali articolari, descritti
dal Kraiii^e. nia puo darsi ehe eio dipenda dal metodo di eolorazione.
CONSIDERAZIOM FUNZIONALI.
In (jiianlo alle terminazioni nervose, che abbiamo riseontralo nel
tessuto adij)oso, bisogna disfinguere :
a Ouelle che eonfi'aggono rapporti immediati col proloplasma
<lella cellula adiposa, indubbiamente sono desfinate alia innervazione
dedi elementi anatomici del grasso. Ciie si tratti di fibre nervose Iro-
liehe, di fibre metaboliehe o di altra natura non istaro ad investigare :
il fatlo anatomieo e di per se stesso Iroppo evidenle per non ammet-
tere ehe nella esplicazione delf atlivita funzionale — (|ualun(jue sia —
di questo proloplasma, il sislema ner\oso eserciti una cerla inlluenza.
3) I>e terminazioni nervose a ])iastrina che si.trovano non solo
nel tessuto adiposo, ma anche nel periostio, nel connettivo lasso j)erisi-
noviale e nella capsula fibrosa sono, con ogni verosimiglianza, di natura
sensitiva. intendendo pero questa sensibilita nello stesso senso che la
intese il Testut '}. « Questa sensibilita (egli dice; presenta il seguente
carattere generate, che da poco marrata e per cosi dire latente che e
alio state noi-male, si esagera sotto I' inlluenza di certe condizioni j)a-
tologiche....
Essa si riduce probabilmente, alio stato normale, ad iinpressioni in-
coscienti che arrivano al midollo e vengono riflesse verso il loro punto
di partenza, sotto forma di fenomeni vaso-motori riflessi, destinati a re-
golare gli scambi nutritivi. »
(') L. Teatut. — Viiisseanx et uerfs dcs tissus conjonetif, fibreux, sereux et osseaux. — These
presenile an couconrg pour I'agregation. Section d'Aiiatomie et de Piiysiologie, pag. 8-lGG. Paris,
G. Masson, Editeur, 1880.
— 324 —
-Maggiore imporlanza rivestono anchc dal piinto di lista fiinzionale
i coriJiiscoli del Uiiffini, che al)l)iani<) lisconlrato nel iiorioslio, nei
|)imli (li altacco dei Icgainenti, nel ccrcine fii)roso delle eartilagini se-
iniluiiari c iiella ca|)sida fibrosa. Indnhhianicnte (|iiesta tenninazionc ner-
\()sa (' di naliira sc'!isiti\a; ma a (juale s|)ecic di seiisijjilita sai'ebbe de-
slinala? lo credo die su tale qiiistione non si sia detta 1" ultima pa-
rola e mi riservo di parlarne a liingo nei lavoro, die sara piii lanii
|tui)bli('alo.
Iiilaiilo a me |)are di |)oter ammellere die gli organi i!er\osi tei"-
minali del Uiillini vengono eccitali in virtii di uiio stiramento del
lessiito, in ciii risiedono; alio stesso modo come gli organi muscolo ten-
dinei di (lolgi, coi ({uali (|uelli lianno una eerta somigiianza. vengono
eccitati (jiiando la contrazione di un fascdlo di libre muscolari slira il
tendinuecio. in cui risiede Torgano miiscolo-lendineo.
Questo mio concetto, abbozzalo gia in una seniplice ipotesi dallo
Srameni P., (*) si basa non solo sulla topografia e sulla disposizione
dei suddelti corpuscoli rispelto al tessulo ambiente, ma |)ure sulle das-
siclie esperienze del Bicliat (*) intorno alia sensibilita dei legamenti.
Ritengo die i corpuscoli di Pacini, descritti da qualdie A. lap-
presentano lerminazioni nervose ausiliarie e die la parte piii impoilante
nella sensibilita dei tessuti fibrosi 1' baniio appunto gli organi ner\osi
terminali del Rull'ini. 1 caratteri di (|uesta sensibilita possiamo rias-
suinerli ndle segucnti parole: alio stato normale stimoli leggeri, senza
provocare alcun dolore, contribniscono alia coordinazione dei moNimeiiti
deir animale; se poi lo stimolo cresce, si manifesta il doloi'e. die e laiito
pill vi\o, (|uanlo piu cresce lo stimolo oltre misina. E un modo di lun-
zionare comune a tutte le terminazioni nervose sensitive, essendo tulle
capaci di dare una sensazione dolorosa, ogni qual volta io stimolo mec-
canico, cbimico, elettrico, termico o luminoso die sia, ollrepassa certi
limiti. Altro carattere che presenta qiiesla sensibilita consiste nell' esa-
gerarsi alio sia to jiatologico.
Tutto r insieme di fibre |)allide, in forma di plesso gangliare lig. 1.
Tav. II che abbiamo riscontrato nd pericondiio deUa cartilagine lin-
guale di rana e le fibre di Remak incontrate nei \arii tessuti fibrosi,
servono probabilmente a regolare 11 trolismo dei inedesimi. Ouelle altre
lerminazioni nervose speciali esistenti nella slessa rana al disotlo ddla
mucosa linguale, del pa\inienlo orale e ddla \olla palaliiia lig. 2.
(') Stametii P. — Loc. cit., par/, rv.
(') Kicliat in Testut. — Luc. cit., pag. 11
325
Tav. II), L'oino pure quelle Iroxate nella cartilaginc del setto nasale di
topo, e nelle frangie sinoviali del ginocchio (cane) sono, con ogni vero-
simigliauza, lerminazioni nervose sensitive; ma non lio ragioni sulli-
cienti per giudicare della natura di (juesta sensibilila.
Sul rapporto dei corpuscoli di Pacini modificati cogli organi mu-
scolo-tendinei di G-olgi e su di uno speciale modo di aggrup-
pamento dei medesimi nel perimisio dell'uomo e dello scoiattolo
i-Ki. DoTT. GINO PICCONI
ASSISTESTE VOLONTARIO ALL'iSTITU lO t)I ANATOMTA DMANA SORMALE
DELLA R. DNIVERSITA DI SIENA.
Eicevuta il d\ 8 luglio 1901.
E vietata la riprocUizione.
Esaminando vari nuiscoli deH'arto superiore, ed i lore relalivi len-
dini, di un feto di otto mesi e mezzo, trattati col metodo del Fischer al
cloruro d'oro, mi accadde di notare un' interessante maniera di inneiva-
zionc degli organi muscolo-tendinei di Golgi da nessuno, per quanto a
me consta, tino ad ora conosciuta neiruomo. Iiilendo |)arlare di quel raj)-
porto clie contraggono i corpuscoli di Pacini modificati cogli organi
muscoli-tendinei, di ciii Cattanco si occupo pel prinio nel 1888 e ]\u\'-
fini successivamente nel I89(), studiando il falto il prinio autore nel co-
nigiio ed il secondo nel coniglio e nel gatto.
E |)oiclie (juesto reperto mi sendjra degno di esser reso palese, cosi
in questa mia nola espdngo brevemente i resultati delle mie ricerclie,
riserbandomi di trattare in seguito rargomenio piii estesamente e corrc-
dando il lavoro delle relative figure.
Due sono specialmente i modi con cui i corpuscoli di Pacini modi-
licali prendono rapporto cogli organi muscolo-tendinei: e cioe |)ossiamo
avere un rapporin di seinplice ririnanza ed un vapporlo di vero e pro-
prio runldllo.
Nel prime case, cioe quando i corpuscoli Paciniani contraggono col-
forgano muscolo-tendineo rapporto di vicinanza, essi si trovano \aria-
mente distanti da questo, lungo il decorso del fascetto nervoso destinato
alia innervazione delt'organo muscolo-tendineo, oppure ari'ivano lino a
toccare colla loro estremita il lendinetto innervalo o a disporsi lungo
uno dei suoi margini. (;ener;dMient(> a!)biamo un solo cor|)uscolo Paci-
,^i, z.
— 326 —
iiiano, nia iioii v faro il caso di Iroxarnc vaiii. siluali a Naria dislanza
Ira loro hiiiiio il rasecllo ium'voso siicldello, al (|iiak' quasi sem|)iT si
inank'ngono vicini e talora |)aralieli.
Nel secondo caso, quando cioe abbiamo il rapporlo di conlallo, i
corj)uscoli di Pacini ap|)aiono, alia osservazione in supciiicie, adagiati
sullc facce del tendinetto in coiiispondenza delle espansioni nervose ter-
minali (leH'organo. Anclic in qiicsto caso il numcro dei corpuscoli \aria
si clie possiamo riscontrarne uno solo o |)iii. Infatti io ne ho rilrovati
lino a sei, variamente siluati ed orientati.
J*arlo qui, per ora, sempliccniente di o contatto » e non di * con-
nessione » perche non oso asseiire die nei pi'cparati da me esaininati i
coi'puscoli Paciniani siano contenuli nell' inlerno deH'organo muscolo-
lendineo, come felicemente dimostio, pei- il galto, il Ruffini.
Tutti (juesti corpuscoli |)ro\engono, con grandissima i)rol)abilita, da
una 0 da piii libi-e distinle decoirenti nello slesso lascello ncrvoso die
porta le fibre destinate a dai'o le espansioni proprie deH'organo mu-
scolo-tendineo, ed lianno generalniente la forma di piccole clave. Non
inolto raramenle jiero vi si riscontrano dei corpuscoli die, j)iii o meno
globosi di forma esteriore, prcsentano il loro cilinder axis in vario
grado ravvollo su se stesso a forinare una terniinazione ad anse o a
gomilolo.
Nello scoialtolo non mi fu dato conslalare il rapporlo di ^icinanza
dei corpuscoli Paciniani; ma ottenni, per contro, dei preparati nei (juali
appare con grande evidenza il ra|)porto di contatto. Anclie nello scoial-
tolo si ripetono adunque gli stessi fatti osservati nei feto umano, giac-
clie, mentre |)osso asserire die i cor|)uscoli Paciniani modificati (die sono
in questo animale inolto allungati e pi'ovvisti di un discreto nuniero di
capsule" si dispongono sul tendinetto di (lolgi colle stesse modalita die
si riscontrano neiruonio, non posso d'alti'a parte escludere die esista an-
clie il ra|)poi'lo di vicinanza piii volte ricordato. E non posso venire a
<|uesta esclusione dacche, per la diflicolta die abbiamo nelle nostre re-
gioni di procurarci tale niateriale, non j)osseggo un numero di preparati
bastevoli a permettermi di trarre Un d"ora, a (piesto proposito, delle
ineccepibili condusioni.
I/altro fatto die mi sembra degno di esser ridiiamato alia atten-
zione degli isl(tlogi riguarda uno speciale niodo di aggrupjiamento dei
corpuscoli di I'acini modilicati, gia intravisto da (lolgi, die si ritrova
nei perimisio dell'uomo e dello scoialtolo.
Xeiruomo tale aggruppaniento si verilica in forma di grappoletti
generalniente non molti serrali, ma spesso costiluiti da un numero assai
— 3^27 —
rilevaiile di corpuscoli (4, 8, loj, disposli hiiiiio il [(orcorso di un trun-
I'hicino nerv(rso e provenienti da fibre di questo, oppiiie da lihie isolate
e decorrenti iiella lamina connettivale che avvoige il imiscolo e il tendi-
iie. Oiiesti ^ra|)|)oletti si ritmvano talora in ahhondan/a, attaccati al
Ironeliieino ner\oso il quale, in queslo caso, viene a ionnare lo stelo
sessile di un jiira|)|)olo coniposlo, eostituito dalTinsieine dei grappolelti
seeondai'i deseritti. II nunieio dei. eorpuscoli die prendono parte alia
loiniazione di tali grappoli conijjosli varia, nei niiei |)r(q)ai'ati, da 15 a
;?(». La forma e in tutto simile a quella descritta per i eorpuscoli aventi
rapporto coi^li organi muscolo-tendinei,
Nello seoiattolo raggruiipamento delle forme modilieate dei eorpu-
scoli Paciniani si presenia inveee in forma di Iralcio, oppure di ciuf-
felto ed e notevole il fatto che tali aggruppamenti sono formati da un
numero straordinario di eorpuscoli i|)ersino cincpiania si slrettamente
ravvicinati gli uni agli altri da semhrare talvolla come intrecciati li'a
lore. Questi eorpuscoli lianno un volume maggiore di quelli corrispon-
denti dell'uomo e si avvicinano mollo, sollo ogni riguardo, alia foiina
classica del corjjuscolo Paciniano.
Siena, 3 luglio 1!H)].
ISTiTUTO DI AXAIOMIA UMANA NOIiJIALE DELLA K. UNIVKHSStA. DI UKNO'SA
DIKKTTO DAL PKOF. P. I, A C H I .
La struttura e lo sviluppo delle cellule interstiziali
del testicolo.
NoTA PKKVENTIVA pElt IL DoTT. C. UANKIXI, A!U10.
llicevuta il 26 agosto 1901.
E vietata la riproduzioue.
Ho studiato la struttura delle cellule interstiziali del testicolo nelle
\arie classi dei vertebrati; inoltre ne ho studiato lo sviluppo e la isto-
genesi in alcuni mammiferi. I'ubblico. colla presente nota |)reventiva, i
resulfali cui io sono giunlo, riserbandomi di pul»I)licare per esteso il mio
lavoro pill presto che a\i'o condolld a termine altre ricerche suUo stesso
ariiomento.
;28 —
Pel' la roparti/.ioiic delle cellule inlerstiziali del testicolo nei vari
veitebrali j)oss() liii d" ora conferniare in parte i resultati di Fried-
mann {) circa alia loro |)i'eseiiza in Intti i \ertebrati, eccelto die nei
pesci. (lontrarianienle a Friedniann pero, li<» Irovato cellule inlersti-
ziali in discreta (|uanlita anclie in alcuni degli anfibi urodeli da me
esaniinati (Triton alpestris e cristatus). In tuiti gli altri vertebrati esi-
stono, in piii o meno grande quantila, cellule inlerstiziali ed anzi si puo
riconoscere die, mentre la (|uantita di esse non e in relazione alcuna
cbgli altri tessiiti costituenti il testicolo, e invece in relazione diretta col
grado di evoluzione delle classi dei \ei'tel)rati; cosi si puo riconoscere in
massinia, che nei mammiferi esse sono i-appresentate in quantila niag-
giore che negli iiccelli, nei rettili e negii anilbi.
(lirca alia disposizione delle cellule inlerstiziali, va distinto il caso
in cui esse sono in debole quantita o in grande : nei primo caso sono in
genere isolate Ira loro, ma si ])Ossono anclie rinnire a gruppi o a lobuli
di due 0 tre od anche piii ; nei secondo caso. quando cioe sono in grande
quantila si uniscono a cordoni cdlulari il cui aspetto e, natui-alniente,
vario secondo il inodo con cui cade la sezione rispetto alia diiezione dei
cordoni stessi. In ambedue i casi, ma piii evidentemente quando le cel-
lule inlerstiziali sono abbondanti, ho polulo confermare i I'esullati di
Nussbaum (■) c di Beissner (') recentemente contiaddetti da Plato ^^*)
e da Friedmann (I. c".} circa alia delimitazioiic da parte di tessuto con-
nettivo dei cordoni o degli ammassi di cellule inlerstiziali.
Uelativamente at rapporto che le cellule interstiziali prendono con i
vasi sanguigni, i miei preparati mi portano a schierarnii con coloro
che negano assolutamente il detio rapporto e j)er cio, ed anche |)er altre
ragioni, io non posso considerare le cellule interstiziali come apparte-
nenti a quella \arieta di cellule connellivali da Waldeyer dette (cel-
lule perivascolari )) od anche « Plasmazdlen -).
Le cellule interstiziali sono inlimamente costituite in modo idcntico
in tutti i verlebrali in cui sono rappresentale, e la loro intima strultura
puo riportarsi in massima a (|uanto Lenltossek f) e Plato 1. c)hanno
(') Friedniiinn. — JJeitriiiii' ziir Keiiiitnias fler An;U. nnd I'liisiol. der innnnliflieii (les;clil(^-
chtsoisiaue. — ArcJi. fur .Vik. Anaf., Bd. 5l^ 1808.
(-) Nu.ssl)auiii. — Zur dilfei-eiizierniig des Gesclilechts im Tierreich. — Arch, fur Mile Anat.,
Bd. XVIII, ISSO.
(*) Beisaiier. — Die Zwischeusubstanz des Hodeiis mul ihie JJedeatnim. — Archiv. fur Mik.
Anat; Bd. LI, 1898.
C*) Plato. — Die interstitielle Zelleii des Kod^ns niid ilire physiolosisclie Bedeutniii;'. — Arch.
f. Mik. Anat., Bd. XLVIII, 1890.
(5) Lenhossek. - BeltragB znr Keiintiiiss der Zwisrlieuzelloii .l<s Hodeiis. — Archiv f. Anat.
nnd Physiol. Annt. abth., 1897.
329
IroMilo per le cellule iiitersliziali del lesticolo di nemo e di i-atto. 11 pro-
toplasma celliilare e cloe eostituito da due parti speciali o zone, una
1-etieolala, 1' altra fmanienle iiraiudosa, e pereio uidUo piii tingibile. Le
due parti o zone non sono seuipre (MpiivalentiT lua predomina ora 1' una
oi-a r altra e possiamo anche trovare cellule costituite completaniente da
una delle due zone. Nelle niaglie delta ])ai'te reticolata del protoplasnia
lianno sede dei materiali meta|)lasuiatici, rappresentati in massinia parte
ed in ogni animate da granuli clie si svelano coiFacido osmico, in mi-
nima parte e solainente in ({ualclie manimifero da granuli di pigniento
giallo-scuro e nelFuomo inline |)ossiamo trovare formazioni cristalloidee
])resentantisi in modo vario e note col nome di cristalloidi di Reinke.
La cosidetta Unfa coagulata clie Regaud C) e Sen at (') ritengono |)er
un quarto prodotto delle cellule interstiziali e per me tutt'alValto ar-
titiciale avendola trovata solo salluai'ianiente in alcuni animali e senipre
al di luori del i)rotoplasma cellulare.
Le due parti o zone di protoplasnia, reticolata V una, granulosa I'al-
tra. vengono da me considerate come L espressione della Cunzionalita
della cellula interstiziale j)iuttosto clie come V espressione di un ordi-
namento protoplasmatico riferibile alia presenza del centrosoma, come
vuole Lenhossek (I. c).
Ho portato la mia attenzlone anche sulla pro!)abile natura e sul-
r impiego del massimo costituente del matei'ialc metaplasmatico e nien-
ti'e ritengo die esso sia di natura grassa, ])ero dlllerente da! conuine
grasso, non posso confermare I'ojiinione di IMato (1. c.) e di Fried-
niann (1. c), die esso serva alia nutrizione degli speriiiatozoi iiiatu-
ranti, e nego cio basandomi su alcune considerazioni e su alcuni dati di
latto IVa cui V Tassenza gia notata da altri, e da me conlermata, dei
pori-canali die secondo IMato esisterebbero nella parete dei canalini
seminali; 2° la mancanza di rapporto tra la quantita del niateriale ri-
(lucente Tosmio contenuto nelle cellule interstiziali e ([uello contenuto
nelle cellule epiteliali dei tubuli seminiteri; 3'* la presenza di cellule in-
terstiziali, normali in tutlo e per tutto, nei testicoli ovo per cause lisio-
logiche 0 patologiclie non esiste spermatogenesi.
Avendo poi ritrovato il detto niateriale riducente Tosniio anche al
di luori delle cellule interstiziali, nelle pareti dei canalini, nelle sma-
gliatui-e deir albuginea ed in alcuni Nasi decorrenti nel cordone spernia-
tico. mi sono latto il convincimento che detto niateriale invece che ser-
(') Kegnnd. — Xotes sur le tissii conjniictif ilu t.'stioule dii rat. — C. li. de la Socii'te de
Biol. Paris, 1000.
n Senat. — Tissii coiijonctif ciu testicnle. - These Lyon, I'JOO.
330
\ire alia niiliizioiii' dcgli spciinalo/di, \onga assorbito dai vasi linratici
c (|iiin(li riversato nel sangue.
In seiiuilo a cio die pi'ecede, io cre(l(» ciie le cellidi' ink'rsliziali
sieno da dislingiiersi nellainenle da tiilli '^W allri tessuti che entiaiio
alia costituzione del testicolo e dobbano esser riguardate come vore cel-
lule ghiaiulolari i ciii prodolli di secrezione, costitiiiti |)rincipalmentc da
materiale riducenle I'osmio, vengano usutViiiti, riversandosi per le vie
linlatiche nel sangue, dalF intiero organisnio.
Per cio che riguarda lo sviluppo e la istogenesi delle cellule iiiler-
stiziali del testicolo, ho potuto osservare quanto segue: Premelti) che per
lo studio dello sviluppo e della istogenesi, mi sono serxilo esclusivanienle
di nianimiferi e piu specialmente del has laurus, ranis familiaris, felis
ritti/s e mus decumanm. Conli'arianiente alia opinione lino ad oggi quasi
da tutti seguita e risultante dagli studi di Tourneu\(^), Nagel ),
Minot 0 e da quelli recenti di Plato (*). Friedmann f), Senat (';,
Regaud (') che cioe le cellule interstiziali derivano da elemenli con-
nettivali dello stroma del testicolo o dalle |)areti vasali, io ho potuto
osservare in embrioni di bos ta/ni/s lunghi,50-o!2 millim., in end)iioiii
<li rauls ptiii. lunghi 29-30 millim. ed in endjrioni di felis cuius lun-
ghi 24 millim. che le cellule interstiziali derivano da |)articolari am-
massi di elementi cellulari provenienti dall'epitelio germinale. In allre
parole quando la ghiandola germinativa sta per ditl'erenziarsi in testi-
colo si osservano tratti connettivali che, invadendo la ghiandola sessuale,
delimilano amniassi circolari o cilindrici di cellule epileliali che sono
i primilivi canalini seminali, ed amniassi di ligura irregolare, situali
tVamezzo ai canalini abbozzati. che in seguito si dilFerenziano in cellule
interstiziali. Si Iratia per conseguenza di cellule derivanti daire|)ileli(>
germinale che non vengono im|)iegate alia costituzione dei canalini semi-
nali. II connettivo che formera Talbuginea si comporta alio stesso modo
del connettivo che in\ade la ghiandola sessuale, ossia anch'esso lac-
chiude Ira i suoi fasci accumuli di elementi cellulari che divengono in
seguito cellule interstiziali. vSpecialmente nel gatto e nel cane, anclie nei
{}) Tonriieiix. — Des cellules iiitorstitielles du testicule. — Journal de Vanat. et de la 2^1nj-
Siol., 1879.
(^) Nagel. — Ueber dii: Eutwiek. des Uroueiiitalsysteins dfs Moiischen. — Arcli. Mik. Anot.
Bd. XXXIV, 18S9.
{?) Miuot. — Human Eiubriologio. New-York, 1802.
(■*) Plato. — Znr Keuutuiss der Anat. nud Pliysiol. der Gcsclilechtsorgane. — Arch. f. Jlik.
Anat., Bd. L., 1897.
(^) Friedmann, — Loc. cit.
(•*) Senat. — Loc. cit.
[') Kegaud. — Loc. cit.
— 331 —
prinii mesi di Nila, r tialo di ossorxarc cellule interstiziali tipicho inlra-
albuginee.
Devo dire clie tanto Nussbaum C) clic Mihalkow ics (') a\e\aiio
prima di me trovato clie le cellule interstiziali del testicolo derivavano
da elemenli non connettivali; Xussl)aum intui la origine dall'epitelio
germinate per aver trovato clie le cellule interstiziali del testicolo rasso-
migliavano istologicamente ai tubi di uova abortiti deli' ovario e Mi-
llalko^\ics le fa derivare dagli elementi dei cordoni sessuali clie egli
descrive nelle gliiandole geruiinali di ambo i sessi e da cui la anclie
derivai'e le ca|)sule surrenali.
Le cellule interstiziali originate nel mode clie sopra ho detto, co-
minciano ad aumentare di volume per aumento del loro protoplasma, ed
aumentano anclie di numero come ne faiino fede le nuiiierose figure
cariocineticlie die si osservano in esse nei j)rimi periodi di sviluppo. II
periodo di accrescimento delta sostanza interstiziale esisle in tutti i iiiam-
niiferi clie io ho esaminato, ma dura variamente; inentre int'atti nel topo
si puo osservare un aumento della sostanza interstiziale lino alia iia-
scita, nel cane e net gatto esso si segue fiiio ai due o tre mesi dope la
nascita.
In seguito lo sviluppo maggiore clie jirendono i canalini seminali
|)orta ad un disequilibrio tra lo sviluppo di essi e quello della sostanza
interstiziale in niodo che sembra che la sostan/a interstiziale diminuisca
di ({uantita. In (juesto tempo le cellule interstiziali cambiano anche la
loro torma e la loro disposizione in modo vario secondo i \ari mamnii-
feri e cio dipende dalla primitiva variabile quantita della sostanza in-
tei'stiziale, dalla maggiore o niinore durata del periodo di accrescimento
e dair adattamento cui le cellule interstiziali devono sottostare a causa
del contemporaneo sviluppo degli altri elementi del testicolo. Pure va-
riabile, secondo i vari mammit'eri e it momento in cui nelle cellule in-
terstiziali cominciano ad ajqiarire i granuli riducenti Tosniio, pero essi
appaiono sempre presto e quando non si puo neppure lontanamente
parlare di funzione spermatogenetica. Conteinporaneamente alia appari-
zione dei granuli I'iducenti I'osmio si ha I'oi-dinamento del protojilasma
in due zone.
Circa alia funzione ed al signilicato delle cellule interstiziali del te-
sticolo, data la loro strut tura e la loro origine, io credo clie sia giustifi-
(') Xussbanni. — Zur Ditferenzieinng dea Gesclilechts im Tierreich. — Arch. Mik. Anat.,
Bd. XVIII, 1880.
(") Mihalkowics. — TJntersuohnngen iiber die Enlwick. des Harus uml GescblecbtSiipparates
del- Aiunioteu. — Intemat. llonatsch., 1885.
332
calo il ino(l(t di Nedere di Milial lotw ics (') die paragono Ic ccllnlc iii-
terstiziali con (|iiell(3 delle capsule surrenali.
Ma su cio lio inleiuiimenh) di tonuire |»iii prol'ondanienle (jiiando
avru condotto a teniiine alciine serie di ricerche clie lio intra|)ieso.
ISTITUTO ANATOMIl'O DI F1E.KNZE, DIKETTO DAL PaoF. G. CHIAKUGl.
Ossei'vazioni salle variazioni delle arterie iiiache.
NOTA I-KKI.I,\UNAItB LlEI, DoTT. GIUSEPPE LEVI, AlUTO.
Ricevuta il 21 luglio 1901
E vietata la riproduzifuin.
Nella presente nota io I'iassumem il piii succintaiiiente possibile,
alcuni risuitati di ricerche eseguite col melodo statistico siille variazioni
delle arterie iiiache.
In queste io ebbi di mira il dopjiio scopo di :
1° stabilire il tipo nonuale o jiiii Irequente, e viciao a (luello
gli altri tipi, i)er la loro frequenza ris])ettiva piii vicini o piii lonlani
al prinio.
2° slabilire un confronio IVa <|iiesti tipi e le disposizioiii die si
riscontrano in altri Mammiferi.
Le niie osservazioni fiirono eseguite su 110 niezzi bacini, jirove-
nienti da soggetti diversi adulti (60 niaschi, aO femmine) ; inoltre su
21 feti a termine e su 3 feti al 4°-()" niese di vita inti-auterina.
Tralasciero di pai-lare dei feti, dai quali del resto non trassi che
ben ))ochi risuitati degni di rilievo.
In questa nota mi liniitero alia enumerazione delle variazioni piii
trequenti nelF origine dei rami principali, riservandomi a descrivere
altroNe le variazioni piii rare, i rajiporti e la distribuzionc delle ar-
terie, ed i rami collaterali ; e lasciero pure da parte qualsiasi accenno
bibliogralico.
La dmsione deW aorUi avviene al corjio delta i^ lombare in il)
casi, al corpo delta B' in 6, al corpo delta 5=' in o casi (per non citare
che i casi estremi).
V(i. sacralc media nasce in 80 casi alia divisione dell' aorta o|)|)ure
lino a 3 mill, al disopra, in 20 casi a- 10 mill. |)iii in alto.
(') Miliallvowica. — Loc. cit.
383
La. iliani comune e in 32 casi liinga 3-6 cm., in 19 casi i-o cm.,
in 6 casi 9 10 cm.
V(i. iliara interna e in 33 casi Uinga 3-i cm., in II casi 2-3 cm.,
in 10 casi (i-7 cm.; come sno estrenio inferiore e considerato il punto
d'origine dell' a. ghitea.
Xei trattati si descrive una divisione dell'a. ipogastrica in un tronco
anteriore il quale tornisce per lo piu le aa. pudenda, ischiatica, prosiatica
e vescicale superiore ed in nn tronco posteriore il quale I'ornisce le sa-
crali laterali e 1" ileo-lombare e si continua nella glutea. E questa di-
sposizione e infatli freqnente.
11 tronco anteriore corris})ontle al tratto piu distale della j)rimitiva
ombelicale, il quale e molto assottigliato, avendo gia fornito la grossa a.
glutea, e si assottiglia di mano in mano clie da esse si partono altre
arterie.
Ouando tutti i rami nel t'eto si dipartono dall' ombelicale in pros-
simita della glutea, si ha F apparenza di una divisione dell' ipogastrica
in un ciullo di rami.
Ho voiuto ricordare queste nozioni, sebbene siano a Uitti note, al-
finche riesca piu chiara la mia successiva esposizione.
L' unico metodo il quale renda possibile una ricerca slatistica sulle
variazioni del tipo di divisione delF i|)ogastrica, e di analizzare le va-
riazioni del punto d' origine di ogni singola arteria ; ed a ([ueslo metodo
infatti mi atterro.
A. Gltffea {(jlulea superior) : costituisce il cosiddetto tronco poste-
riore di biforcazione del!' iliaca inlerna; e jiercio le diirerenze della sua
origine sono indicate dalle ditTerenzc di lunghezza dell' i|)ogastrica; e
queste sono bensi per lo piii in rapporto col livello della divisione del-
r aorta e colla lunghezza dell' iliaca comune, ma possono anche esserne
indipendenti.
La glutea si divide nei suoi rami lerminali alia sua emergenza
dal bacino, la quale avviene invariahilmente alia somniita della grande
incisura ischiatica.
11 nuinero de rami di divisione e assai variabile ; esso e :
di 2, in 18 casi ;
di 3, in 30 «
di i, in 20 »
di 3, in 10 »
di 6, in 2 »
Nei trattati troxiamo descritta come tipica una di\isione in 2 rami
(superliciale e profondo).
M. Z. »x»
334
I rami die possono originarsi dalla divisione della glutea sarobbero,
secondo me, i seguenti :
T. Ramo j)rorondo superiore il quale decorre fra m. medio ghiteo
ed osso iliaco, segiiendo 1' inserzione siij)oriore del m. piccolo glutco.
II. Uamo profondo inferiore direlto in fuori ed iin po' in basso,
Ira mm. medio e piccolo ghiteo.
III. Ramo al m. piccolo ghiteo.
lY. Rami ascendenti Ira m. gran ghiteo ed osso, i qiiali nascono
dalla a. glutea, per lo piii con unico tronco comune.
Y. Ramo superliciale alia faccia anteriore del m. gran ghiteo.
YI. Ramo discendente di Morestin il quale si volge prima me-
dialmente e poi in basso, in rapporto colla faccia dorsale del m. |)ira-
midale.
II ramo 1 nasce in 5o casi con tronco comune al ramo !l ; nei
rimanenti 45 casi nasce direttamente dalla glutea.
II ramo III esiste in 80 su 100 casi e nasce direttamente dalla
glutea in 45.
II ramo IV nasce in 62 casi dal ramo superliciale. II ramo VI
esiste solo in 30 casi ed in 17 di questi rappresenta una cosi)icua
ischiatica accessoi-ia, ed io credo die come tale (juel i-amo debba essere
senipre inter|)retato.
A. Ileo lombare ; nasce :
a) dalla glutea 1-0 cm, dojio la sua origino in 36 casi ;
b) dair ipogastrica 0-1 cm. al disopra della glutea in 26 casi ;
r) dair ipogastrica 1-5 cm. al disopra della glutea in 28 casi ;
d) dalla glutea 1-3 cm. dope la sua origine in 8 casi.
Nelle femmine prevale T origine delFileo-lombare dalla glutea; ma
questa prevalenza non e di grado tale da modilicare la cifra comples-
siva : questo latto e da mettersi in rapporto colla minor lunghezza del-
r iliaca interna nelle femmine.
Nei feti invece 1' origine deirileo-lombare dall' ipogastrica e piii
freipiente die negli adulti : e probabile die jier il forte svilup|)o della
glutea dopo la nascita, il tratio piii |)rossimale dell' ipogastrica prenda
parte alia formazione della parete della glutea, e cosi i rami di quella
porzione dell" ipogastrica, divengano rami della glutea.
Raiiuj iliaco inferwre. — Ho dato questa denominazione ad un' ar-
teria piccola, ma quasi costanle, la (juale passa h-a psoas ed osso, ed
entra in un foro nulritizio ddia porzione inferiore dell' ileo; essa vien
descritta, in genere, come un ramo deirolturatoria.
A me risullerebbe die (pK st'arleria ha le origin! seguenti:
— 335 —
Dair ischiatica: 6 voile.
Dal tronco anteriorc deiripogaslrica: 9 voile.
DaH'ileo loinbare: II volte.
Dairolliiraloria: 24 voile.
Dalla glulea: 35 volte.
A. Sacmle laterale. — Le arterie di fori sacrali soiio nclla maggio-
ranza del easi (57), riiinite in due lami: il superiore al V foro, Tinfe-
rioi-e al 'I'-T foro.
In 31 casi anche questi 2 rami sono riunili in un unieo tronco co-
mune. In 9 casi esislono 3 arterie sacrali.
Quando la sacrale e unica, prende origine:
1° dalla glutea in 17 casi;
2° daH'ipogastrica in 13 casi.
Quando esislono 2 arterie sacrali, la superiore nasee:
I" dalla glulea in 57 casi;
2*^ dair ipogaslrica in 20 casi (sempre con tronco coniune alTileo
lonibare).
La sacrale inferiorc nasce:
V dalla glulea in 58 casi;
2° daH'ischiatrica in 9 casi;
3° dair ipogaslrica in 5 casi;
4 ' dal tronco anteriore in 3 casi,
A. Ischialica (glutea inferior). — I. Quando quest' arleria e iinica
prende origine :
1° Dal tronco anteriore in 61 caso.
«) isolala in 17 casi;
h) con tronco comune alia pudenda in 44 casi.
2^' Dalla glutea in 22 casi
a) j)rinia della sua uscita dal bacino: in 10 casi;
h) dopo la sua uscita dal bacino: in 0 casi.
II. L' ischiatica e sdoppiata in due Ironchi, i qiiali possono anclie
avei'e origine distinta: in 21 casi.
Di questa disposizione ho osservalo le seguenti varieta:
1*^ II tronco ischio-pudendo fornisce alia stessa allezza della
pudenda o piii in alto di quella (semi)re denlro la cavila del bacino'
un' ischiatica accessoria (^divisione precoce dell' ischiatica): 6 casi.
2° L'una delle due ischiatiche proviene dal tronco anteriore,
Taltra dalla glulea: in 11 casi.
3^ Ambedue nascono dalla glutea: in 5 casi:
In tali casi d' ischiatica doppia, ciascuna delle due ha un lerritorio
— 336 —
di distiibiizione ben determinato; la piii interna penetra fra i due piani
fibrosi del gran leganiento sacro-sciatico, e termina nel gran gluteo (poi-
zione interna e superiore^; la piii esterna discende lungo il margine in-
terne del nervo sciatico, per un tratto variabile.
A. Pudenda interna. — Quest' arteria prende origine:
1° dal tronco anteriore sep'arataniente dall'ischiatica in un piano
anteriore a quella: in 4o casi;
2" dairisehiatica: in (13 casi; il piu spesso in j)rossimita delta
sua origine, piu di rado distalmente.
Speciale menzione meritano le variazioni deH'arteria penis (rispet-
tivamente elitoridis), le quali furono in gran j)arte descritte da altri A.;
raa non ne fu sospettata la grande frequenza; esse si possono riunire
in 4 gruppi : • '
1" Anastomosi fralearterie penis oppure fra le cavernose dei due
lati: (7 casi).
2^ Distribuzione bdaterale delFarteria j)enis d' un lato (8 casi):
per lo pill e I'arteria cavernosa d'un lato clie da un ramo all'arteria
cavernosa del lato opposto.
3'^ L'arteria penis od uno dei suoi rami riceve T anastomosi a
pieno canale, delta vaginale, vescicale anteriore od olturaloria (10 casi).
4'^ Rami della prostatica (o vaginale) o delta vescicale anteriore,
coslituiscono un ramo cavernoso accessorio, oppure sostituiscono uno
solo od ambedue i rami dell'arteria penis (17 casi).
A. Otfuratoria. — Quest' arteria prende origine:
1° dair iliaca interna, 82 casi;
2' dalFepigastrica, 23 casi;
3"* con due radici, o casi.
Risullerel)l)e dunque da questa statistica clie I'ottui'atoria nasce dal-
I'epigastrica solo nel 25,2 °/o circa dei casi, cifra che si discosta al-
quanto da statistiche precedenti; le piii ample che possediamo danno
il 30-31 7o di frequenza.
Queste discordanze sono da attribuirsi a ditlerenze antropologiche, o
sono semi)licemente dovute at minor numero d'osscrvazioni? Per ora e
impossibilc il decidei'lo. L' otturatoria e\ liypogastrica, puo nascere:
1" dal tronco anteriore alio stesso livello delle altre arterie: 37 casi.
2' dairisehiatica: 17 casi;
3° dalla pudenda: "> casi;
4" dalla glulea: 22 casi.
lo ho dedicate speciale attenzione al ramo anastomotico fra ottura-
toria ed epigastrica che trovai in 37 casi, (|uasi senipre con radice co-
— 337 —
inline al fanio luihico (leiroUuratoria, e giunsi alia conclnsionc, i)er mezzo
(li lino sludio aecurato tleila sua sedc, che quel raiuo e (unohtgo ad una
seeonda radiee dell' olliiraloria.
Per i liiniti listretli elie voglio dare a (juesla nola, noii mi e |)ossi-
bile (li entrare in questa dillicile e eonlroversa questione.
A. Prostalica[vaginale). — Dalle descrizioni che tro\iamo nei Irattati
risulterebbe che tntte le arterie del collo della vescica, della prostata, e delle
veseieliette seminali, sono date da una sola arteria, la vescicale inlbriore.
INtiiier In il |)riino a rompere la tradizione, distinguendo una ar-
teria proslalica (omologa alia vaginale), dall' arteria veseicolo-deferen-
ziale (oinologa all' uterina), e dalla >escicale inleriore.
lo mi assoeio completamenle alia distinzione di Poirier.
i.a prostatica nasce:
V Dal tronco anteriore, alia sua divisicme, in l^ casi.
2" Dair ond)elicale, in (I casi.
T Dair olturatoria, in 7 easi.
r Dair ischiatica, in li casi.
o° Dalla pudenda, in !(> casi.
La vaginale puo essere unica o doppia; (|uan(lo e unica nasce:
1° Dal tronco anteriore, alia sua (livisi(»ne, in 1(1 casi.
i" Dair uterina, in 1 case.
ii" Dair otturatoria, in 1 caso.
4" Dair iscliialica, in ^i casi.
0° Dalla jiudenda, in 12 casi.
In altri 21 casi esistono due vaginali, con [)unti d" origino variabi-
lissimi.
.4. Vescicale inferiore. — Esisle soltanio in 'i)i casi.
Essa ])rende origine:
1° Dalla |)rostatica, in 20 casi.
2° Dalla vaginale, in 8 casi.
T Dair onibelicale (distalmente dall' uterina), in 7 casi.
4° Dair uterina (o vesciculo-deferentiale), in G casi.
0° Dalla pudenda, in 2 casi.
Questa arteria e deslinata al collo della vescica ed alia porzione in-
feriore della laccia sua anteriore.
.4, Einorroidaria media. — Questa arteria lia origine comune con la
prostatica-vaginale in 21 casi; nasce isolata in 4li casi; per lo i)iu, in
tal caso, nasce dalla pudenda (30 casi); o 'dall" ischiatica (in 13 casi).
Nei casi in cui quest' arteria ha oiigine distinta dalla i)rostatica
(o vaginale), e assai esile.
— 338 —
Arlrrid rrsricoln-dcfcrciizifdc (omologa all'arteria iitorina). — llenle,
e cdii liii (|iial('lu' allro Aiitore, descrivono col noiiie di fleferenziak' un
ramo dcU' ipo^aslrica die aceoinpagna il fiinicolo.
L' aiicria vescicolo-deiei'enziale lomiseo bensi costantemenlc iin
laiuo delcienziale, ma qiiesto iion e certamente il suo ramo principale,
poiclie essa si ramilica largamente sidla laceia anteriore delia vesci-
elietta seminale.
11 suo punlo (T origine Naria pochissimo; in 4" casi su 'JO, esso
nasce dall' onibclicale nel punlo in cui (piesl' arteria, staccandosi dal
tronco anterioro, diminuisce inipn)vvisan)cnte di calibre.
Merita d' esser ricordato, che qucsta arteria, come Y uterina. in-
erocia 1' uretere, passandogli anteriormente.
A. Uterina. — Nasce dall' ombelicale all' identica sede della vesci-
colodelerenziale.
A. yescirdll superiori. — Su 100 ossei\azioni complete, ti'ovai in
70 casi, i vescicali superioi'i, I" una anteriore, I'altra posteriore; in 10
§asi le due yescicali nascono con un tronco comune; in \i casi .\i
sono 3 vescicali, in 7 casi i vescicali.
A. Vescicale posteriore. — Quest' arteria prende origine:
1" Dair ombelicale, in 77 casi.
2" Dair uterina — vescicolo-deCei'enziale, in 2^ casi.
i. Yesciralc anteriore. — Nasce solo in (i casi dalla prostatica (o va-
ginale): in tulli i rimanenti casi, dall' ombelicale distiiitamente dalla
vescicale |)osteri()re.
In (juasi la meta dei casi. dalla vescicale anteriore destra o sinistra,
oppure da anastomosi fra i rami delle vescicali anteriori dei i lati, pro-
viene un cospicuo ramo imparl, mediano die si porta in basso, sulla lac-
eia sui)eriore del collo vescicale e dell' ureira, ove, per lo piii, termina;
pero in lo casi passa al di sotto della sinlisi pubica e si anastoniizza
con rami dell' arteria penis, oppure sostituisce uno dei suoi rami.
A. lliaea eslerna. — Nel maggior numero del casi ;38}, ha una
lunghezza di 10-1 1 cm.
A. Epifjaslrira. — Nasce dall'iliaca |ier lo |)iu in un punlo piii
j)rossimale della (•irc(tnllessa. ma talora alio stesso livello, ed andie piii
distal mente.
A. Circonflessa iliaea. — In 40 casi (|uest' arteria fornisce un I'aino
addominale ed ascendente prima della spina iliaea anterior superiore
(epigastrica lalerale), alia distanza da (juel punto di 0-1 cm. — o volte,
di i-2 cm. — 32 volte, di 2,0o cm. — 12 volte.
L'esistenza di (luesto ramo (messo in evidenza da S tied a) n(ui e
— 339 —
ricordata iiei liattati. II famo addoiiiinalo od ascendentc. il (iiiale s(3-
condo la descrizione classica si porla in alto a livello della s|)ina iliaca
antoriore, esistcva in 41) casi.
II ranio iliaco, il quale per la sua direziono rappi'esenia la couli-
nuazione della cireontlessa si porta |)er lo piii alFindietro lungo le
inserzioni del inuscolo iliaco (in 31 casi); piii di rado entra IVa i niu-
scoli trasverso e piccolo ohiiquo e si |)orta esso pure in alto ed alFin-
dietro.
Mi riniane ora da parlare dei risultati delle ricerclie sugli animali.
Merce osservazioni personali ed alcuni dati raccolti nella lettera-
tura, riescii a lorniarmi un'idea del tipo di divisione e talora anche
della distribuzione delle arterie iliache di tuiti gli ordini dei Mam-
mi I'eri.
Senza ferniarmi in particolari mi limitero a riassumere la conclu-
sione d' indole piii generale die emerge da (|ueste ricerclie.
In tuIti gli ordini di Mammiferi sussistono variazioni IVa i diversi
generi d'un ordine non solo, ma anche fra gl'individui dello stesso ge-
nere o specie.
Pero io mi convinsi clie spesso le suddette variazioni non sono ca-
pricciose ma obbediscono ad una delerminata legge, la (}uale puo essere
formulata nei termini seguenti:
1° Una detei'minata t'oi-ma in alcuni ordini di Mammiferi pre-
j>enta delle variazioni non solo in singoli individui della stessa specie,
ma anche nello stesso indi\iduo fra i due lati del corpo;
2° In altri ordini il medesimo carattere non varia pih tVa indi-
vidui dello stesso genere, ma varia invece fra le singole specie d'un
ordine;
3" Altre volte (juesto medesimo carattere appare con grande pre-
valenza molte s|)ecie di un ordine e presenta soltanto ([ualche singola
variante.
40 Altre volte inline (juesto carattere si mantieiie fisso in tutte
le sj)ecie di nn ordine ed assurge jiercio a carattere generalc dell' or-
dine.
Alcune forme del sistema ailerioso dapprima estremamente Nariabili
si trasformerebbero gradatamente nella filogenesi, lino a divenire im-
mutabili.
Un esempio inolto isti'uttixo ci e olferto dallo studio conij)arativo
del tipo di divisione dell' aorta; mentre in alcuni animali 1' aorta fornisce
come nell'uomo le due iliache comuni e si continua nell'ai'teria cau-
date (tipo I), in altri mancano le arterie iliache; 1' aorta dopo aver for-
— 340 —
iiilo successhamenlt' le due iliacho cslcnic e le due iliache interne si
conlinua nell' arteria caudale [[\[)o 11)0.
Fra i due li|)i esislono iiradi di passaggiu: i'iliaca eoniune j)Uo
csserc straordinarianienle eorla e d'altro eanto tanto le iliaehe eslerne
clie le interne possono naseere dall' aorta alio stesso liveilo.
Nei Mai'supiali ti'ovianio su 4 generi in :{ il ti|)o 11. in 1 (^ specie)
il li|)o 1.
Xei Rodilori su 12 specie esaniinate (e di alcune piii esemplari) in
il esisteva il ti|)o I, in iino solo il SciHri/s aureogaster (') il tipo II.
Nciiii Ingulati (8 s|)ecie; e costante il ti|)o II.
Fra glinsettivori troviamo in una specie il tipo 1, [Erinacaeus] nel-
I'altro (7V/wm)da un lato il ti|)o 1, dall'altro il 11.
Nei Carnivori e assolutamente costante (in 14 specie) il tijio 11.
Nei Pinnipedi in un eseniplare di una specie esisteva il tipo 11, in
un altro della stessa specie ed in una seconda specie il tipo 1.
Fra i Chiropteri troviamo che I'iliaca comune manca d'anibedue i
lati nel Pteropi/s: nel Yesprrfilio i tipi I e 11 si alternano con forme in-
termedie.
Nelle Frosimie ritroviamo il li|)o I, se sia costante o no non posso
diilo perclie non trovai notizie die sur un solo esemplare e non ne ebbi
alcuno a mia dlsposizione. Nei Primates sendjra essere costante il tipo 1,
(le s|)ecie descritte da altri A. assieme a (juelle studiate da me formano
un numero rilevante).
Sintetizzando questi dati |)ossiamo concludere che il tipo 11 e |)re-
sumibilmente lisso (con varianti di grado lieve di cui non credo oppor-:
tuno di parlare qui) iiegli Ungulati e Carnivori, il tipo I nei Primates.
La certezza completa non I'avremo tinche non saranno esaminate
tutte le specie di questi ordini ; in ogni modo non si puo escludere asso-
lutamente la possibilita di una variazione; in un caso (uomo) descritto da
Cruveilhier mancava I'iliaca comune da un lato e I'iliaca esterna ed
interna nascevano daH'aorta; (|uesto caso pero e torse I'unico della lette-
ratura.
Ouesto carattere sembra mantenersi tutlora variabilissimo nei Mar-
(^) II tipo II deve esseie cousiderato come uua modilicazioue secoudaiia avveuuia nel corse del-
I'outogeTiesi: infatti fu dimostrato da Hoch-stetter che (TTeber die xirspriinglicha Eauptschlar/etdei- etc.
MoTjjhol. Jahrb. Bd. X VI} uegli embiioui di gatto ad uu dato periodo esistouo le iliache coinuui ma
che in soguito esse si fondono in un nnico tronco; non mi 6 dato per ora di discutere le cause di que-
sta fnsioue, ma e certo che essa non pu5 essere interpretata quale na adattamento secondario ad altre
disposizioni niorfologiche o funzionali dell' auimalo, perche come vedremo, spesso varia nei siugoli iu-
dividui della stessa specie.
(-) Zuckerkandl. ~ Zur Morphologie del- arteria pudenda interna. {Sitzungsber. den Kainerl.
Akad. in Wien, Bd. CIX, Abth. Ill, JuU 1900). *
— 341 —
siipiali, Insettivori, IMnnipodi, (lliiropleri ; in (|iicsti ordini iion si t' |)e-
raiu'o slal)ilita una lissita in una dctciinlnata specie.
Xei Hodiloi'i lende eei'laiiicnle a prevalerc ma iion si e peranco
lissato il ti|)() I.
I'll altro esemj)io ci e dalo dalT origine deiroltiiraloi'ia. Oiiesf ai-
teria piio avere 3 origini.
I. daila cirnnn/lexn fcmoris inlrrna :
II. (lair epif/ash'ird;
III. dair ilidcd nilcrud.
Nei Alarsiipiali trovianio deseritto solo il ti|)o 111 ZiicKerkandll) ;
iiei llodilori e coslante il tipo III; solo la (^avia la eccezionc poielie in
^ esemplari di qiiesta specie trovammo il lipo I.
Negii Ungolati esiste talora il tipo III, talora il I.
Nei (]arnivori rottiiratoria ex Jn/por/oslriea tende a scomparire,
poiclie manca in S s|>ecie, esiste ma rndimentale in 4. In i specie Fot-
turatoi'ia e I'ornita dalla circonllessa fcmoris, isi 3 daU'epigastrica.
SemJjra si sia stabilita una certa lissita nei singoli generi e specie,
poiclie non riscontrai variazioni nei numerosi esem|)lari delta stessa
specie da me studiati (gatto, cane).
Nei IM'imati e scomparso il tipo I, ed apjtare invece con frequenza
maggiore il tipo II; infatti si trova negli Afctopitechi, Platirrine ad
eccezione deW Ateles, in alcuiie (^atarrine, in altre incontriamo it. tipo I,
In alcune specie il tijio III sembra essersi lissato (Cercopi therm
rin'dis), in altre e ancora variabile net Macdci/s inniins ueH'Orang,
neH'uomo.
Ho delinilo come scomparso dall" ordine dei Primates il tipo I ;
con cio non e escluso die possa liapparire eccezionalmenle : io lo
trovai in un feto ed altri casi ne son rileriti nella letteratura.
(^onchidendo, I' origine dell' otiuratoria e divenuta lissa in alcune
specie di Roditori, Ungulati, (larnivoii, si manliene variabile in molte,
e torse in tiitle le specie di Pri'aatcs\ non e divenuta stabile in alcuno
degli ordini clie abbiamo avuto agio di studiare piii com|)letamente ;
nei Rodentia soltanto notiamo una prevalenza molto spiccata di un de-
terminato tipo (tijio III),
E cosi (juando avremo agio di passare in i-assegna tutte le varia-
zioni di questo distretto vascolare, ci persuaderemo clie alcune tonne
sono diversamente variabili nolle singole specie di ordini diversi ; la
variabilita di altre non e invece apparentemente soggetta a legge
alcuna.
— 342
NOTIZIE
Ce?sava di vivere nella sua Villa a Montepiano (Prato-Toscana) il Pro-
fessore P. Sonsino, distinto Kimintolooo.
UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA.
.A. AT" "V T S 0_
Si |)regaiio i signori Socii die non liamio ancora versala !a (jiiola
sot'ialc del corrente anno 11)01 di volersi ineltere in regola con la
cassa (a norma delFarL 4 dello Statulo^; inviandola {per rarlolina vdfjlui)
al Segi'etai'io-(;assiei-e
Prof. FR. SAV. IVIONTICELLI
Istitnto Zoologico, K. Uuiversita di Zs'apoli.
CosiMO Cherubim, Ammimstratoke-responsabile.
J. Henle's Grundriss
der
Anatomie des Menschen
Neu bearbeitct
von
13 1-. F I^. >I K RL li E L.
Profi'ssor der Aiiatoiiiie in Gijtting-e)i
Vierte Auflage
13 u. e "V o 1 11 in i : '.JS JVlk. — Legato H'^ JM Iv.
343
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II prezzo annuo di abbonamento e:
Per I'ltalia L. 30.
Per I'Estero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione,
II primo fascicolo dell' Archivio vedra la luce nel prossimo Gennajo 1902.
Per quanto riguarda la Direzione rivolgersi al Prof. G. ChiarljGI, Istituto
Anatomico, Via Alfani 33, Firenzk.
Per quanto riguarda rAraministrazione dirigersi alia Ditta LUIGl NIC-
GOLAI, Editore, Via Faenza 44, Firenze.
Firenze, 1901. — Societil Tip. Fioreiitina, Via S. Gallo, 3;3
--^t-i,i$MvC^'
ore lu\m Italiam
(Pubblicazioni Italiaiie <U Zoologia, Aiiatoniia.Enibriologia)
Organo ufficiale delta Unione Zoologica Italiana
DIKKTTO
D Ai DOTTORI
GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI
Prof, cli Anatoniin^ aiinaija Prof, di Auatomia coiiip. e Zoologiu
Jiel ii. Istituto <U Studi i^nper. iu Fireiize iielhv R. University di Padova
Ufficio di Direzione ed Anxpiijiistrazione : Istituto Anatomico , Firense.
13 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15.
XII Anno Firenze, Dicembre 1901 N. 13
SOMMABIO: BiBLioGRAi-iA. — PiT^'. 34n-359. ■'
SuNxi E Rivistk: P. Sisto e E.Morandi, Contributo alio studio del reticolo delle
linfoglandule. Gou tav. — L. Clerc, Scissioni dirette e follicoli pluriovulari
nel parenchima ovarico. — Pag. 859-360.
CoMUNicAZioNi Originali: D- Sommariva, Contributo alio studio delle termina-
zioni nervosa nei muscoli striati. Con fi fig. >— Q. Chiarugi, La seginentazione
delle uova di Salamandrina pcr.spicillata (Continuaz. e fine). — Pag. B60-381.
Nkcrdlogio: G. V. Ciaccio. — Pag. ,8^1.
Awertei\2a -
Delle Comunicazioni. Originali die si piibblicano nel Moni-
tore Zooloyico ItalianQ e vieiala la riproduzione.
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Si da notizia $oltanto del lavovi '^uhhUcaU in Italia.
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1901.
IX. Vermi.
1. Paute generale.
Parona C. e Mazza F. — Sulla castrazione temporanea delle Aterine dovuta
ad elmintiasi. - Rendic. d. I'! Assemblea e d. Convegno d. Unione Zool.
Ital. in Bologna {24-27 Settemhre 1900), in: Monit. Zool. Ital, An. 11,
Suppl.,pag. 13-14. Firen:ce, Dicembre 1900.
M. z. *
— 346 —
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pp. 1.
Rizzo A. — Sul modo di adesione di alcuni Nematodi parassiti alia parete
intestinale dei Mammiferi. Con fig. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di
Sc. fis., matem. •>. nat. (Rendic), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc 8, r Semestre,
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12 Anellidi (Auchianellidi. Oligocheti. Policheti. Irudinei ).
Cognetti L. — Res Italicae. I. Octola&iian hemiandrmn nov. sp. ed altri Lum-
hricidi raccolti dal Dott. E, Festa nei dintorni della Spezia. Con fig. —
Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 383.
Torino, Gennaio 1901, pp. 8.
Pierantoni U. — Sopra una nuova specie di oligochete marino {Enchytraeus
macrochaetus n. sp.). — Rendic. d. 2"' Assemblea ordin. e del Convegno ilel-
VUnione Zoologica ital. in Napoli (10-13 aprile 1901), in: Monit Zool.ital.,
An. 12, N. 7, pag. 201-202. Firenze, 1901.
Visart (de) E. — Res Italicae : Tnbifix Camerani, n. sp. Con figg. — Boll. d.
Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 387. To-
rino, Giugno 1901, pp. 4.
X. Artropodi.
1. Parte generale.
Delpino F. — Sugli Artropodi fillobii e sulle complicazioni dei loro rapporti
biologici (Sunto). — Rendic. d. 2" Assemblea ord. e del Convegno delVUnione
347
Zoologica ital. in Napoli {ld-J3 aprile 190 i), in : Monit. Zool. ital., An. 12,
y. 8, pag. 229-230. Firenze, 1901.
4. Crostacei.
Brian A. — Caso di anomalia verificatosi su di una « Brachiella » del tonno.
Con fig. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. compar. d. R. i'niv. di Genova
N. 104, 1901. Genova, tip. Ciminago, pp. 3.
Gino G. — Ricerche sopra la variazione dieW Astacus pallipes Lereb. — Boll.
d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 401.
Torino, Settembre 1901, pp. 38.
Monticellil F. S. e Lo Bianco S. — Comunicazioni, sui Peneidi del Golto
di Napoli. — Rendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno dell' Unions
Zoologica ital. in Napoli {10-13 aprile 1901), in : Monit. Zool. ital., An. 12
N. 7, pag. 198-201. Firenze, 1901.
Monticelli F. S. e Lo Bianco S. — Uova e larve di Solenocera siplionocera Phil.
— Vedi M. Z., XII, 11, 311.
Nobili G. — Decapodi raccolti dal dott. Filippo Silvestri nell' America meri-
dionale. Con figg. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di
Torino, Vol. 16, N.402. Torino, Settembre 1901, pp. 16.
Nobili G. — Note intorno ad una collezione di Crostacei di Sarawak (Borneo)
Con figg. — Boll. d. Mu^ei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino,
Vol. 16, N. 397. Torino, Agosto 1901, pp. 14.
Silvestri F. — Vedi in questo A", a : Coleotteri.
5. Aracxidi.
Borelli A. — Scorpioni raccolti dal dott. Filippo Silvestri nella Repubblica
Argentina e region! vicine. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d.
R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 403. Torino, Ottohre 1901, pp. 12.
Borelli A. — Material! per la conoscenza della fauna eritrea, raccolti dal
dott. Paolo Magretti : Scorpioni. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp.
d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N- 384. Torino, Gennaio 1901, jrp. 5.
De Carlini A. — Rincoti ed Aracnidi dell' isola di Cefalonia. — Bull. d. Soc.
Entomol. ital., An. 33, Trimestre 2, pag. 75-79. Firenze, 1901.
Leardi-Airaghi Z. — Aracnidi d'Alraora. — Atti d. Soc. ital. di Sc. Kat. e d.
Maseo civ. di St. Nat. di Milano, Vol. 40, Fasc. 2-3, pag. 85-94. Mi-
lano, 1901.
Leonardi G. — Una specie di Oribates nociva ai cereali. — Boll, di Entomol.
agraria e Fatolog. Vegetate, An. <S, N. 4, jyag. 82-84. Padova, 1901.
Con figg.
Poeoek R. I. — On a new species of the genus Parabuthus. — Boll. d. Mu-
sei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 38:2. Torino,
Gennaio 1901, pp. 1.
Silvestri F. — Vedi in questo N. a: Coleotteri.
7. MiRIAPODI.
Brolemann H. W. — Material! per la conoscenza della fauna eritrea, rac-
colti dal dott, P. Magretti: Myriapodes. Con tav. — Bidl. d. Soc. Entomol.
ital., An. 33, Trimestre 1, 2yag- 26-35. Firenze, 1901.
— 348 —
Kossi G. — Sul sistema uervoso sottoiutestiiiale dei Miriapodi. Con iigg. —
Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di So. fis.. matem. e nat. (Rendic), An. 29S,
Serie 5, Vol. 10, Fasc. 8, l'^ Semestre, jjag. 319-324. Roma, 1901.
8. IXSETTI O ESAPODI.
a) Parte generate.
Berlese A. — Osservazioni sui fenomeni che av%'engono durante la nintbsi
degli iusetti metabolici. Cou 57 incisioiii nel testo e 8 tavole. — Est): di
pag. 444 d. Riv. di Fatal, veget., An. 10-11 (1900-1901). Portici, 1901.
Brunetti E. — On labelling insects. — Bo/I. d. Musei di Zool. ed Anat. camp.
d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 386. Torino, Giugno lUOl, pp. 2.
Castelli G. — Materiali per una fauna del Polesine (Prov. di Rovigo). I.
(Arachnida-Insecta). — Vedi M. Z , XII, 10, 218.
Ceeconi G. — Contribuzioui alia cecidiologia italica coUa descrizione di alcune
galle nuove e colla indicazione di nuovi substrati. — Le Staz. sperim.
agrarie, Vol. 34, Fasc. 8, pag. 729-744. Modena, 1901.
Corti A. — Le galle della Valtellina : 1" Contributo alia conosceuza della
cecidiologia Valtellinese. — Atti d. Soc. ital. di Sc. Nat. e d. Museo cic. di
St. Nat. in Milano, Vol, 40, Fasc. 2-3, pag. 153-268. Milano, 1901.
De Stefani T. — Due galle inedite e i loro Autori — Boll. d. Naturalista, .
An. 20, N. 6, pag. 65-66. Siena, 1900.
De Stefani T. — Zoocecidi e Cecidiozoi dell' Atriplex halimus L. in Sicilia.
Con 1 tav. — Atti d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, An. 77 {1900),
Serie 4, Vol. 13. Catania, 1900.
Massalongo C. — Di alcuni procecidii .segualati nel domiuio della flora italica,
— Atti d. R. Istit. Veneto' di Sc, Lett, ed Arti, Tamo 60 {Serie 8, Tomo 3),
pag. 187-191. Venezia, 1901.
b) Tisanuri.
Silvestri F. — Circa alcuni caratteri morfologici di Frojapyx e loro impor-
tanza filogenetica. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. camp. d. R. Univ.
di Torino, Vol. 16, N. 399. Torino, Settembre 1901, pp. 3.
Silvestri F. — Vedi in questo N. a ; Coleotteri.
Tamassia A. — Contribuzioui alio studio della launa della putrefazione. [[so-
toma cinerea Nicolet]. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc, Lett, ed Arti, Tomo 60
{Serie S, Tomo 3), Disp. 3, pag. 181-186. Venezia, 1901.
d) Pseudoneurotteri.
Bentivogiio T. — Ulteriori osservazioni iutorno alia variety della specie Fla-
tycnemis pennipes. — Atti d. Soc. d. Natural, e Matem. di Modena, Serie 4,
An. 33, Vol. 2, pag. 92. Modena, 1901.
Silvestri F. — Operai ginecoidi di Termes, con osservazioni intoruo Torigine
delle varie caste nei Termitidi. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc.
fis., matem. e nat. {Rend.), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc 12, F Semestre,
pag. 479-484. Roma, 1901.
Silvestri F. — Nota preliminare sui Termitidi sud-americani. — Boll. d. Mu-
sei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. W, N. 389. Torino,
Luglio 1901, pp. 8.
Silvestri F. — Vedi in questo N. a : Ditteri.
— 349 —
e) Rincoti.
Silvestri F. — Vedi in questo N. a : Ditteri.
Silvestri F. — Vedi in questo N. a : Coleotteri.
f) Coleotteri.
Gestro R. — Materiali per lo studio delle H/spidae. XV. Nota sul genere
Hanoia, Fairm. XVI. Due nuove specie di Hispopria. — BrdL d. Soc. En-
tomol. itah, An. 33. Trimestre 2, jycuj. 84-8S. Firenze, lUOl.
Porta A. — Studio critico e classificazione delle specie appartenenti al sotto-
gen. AbacopercuH Ganglb. e al sottogen. Percus Bon. colla descrizione di
una nuova specie. — Boll. d. Soc. entom. ital., An. 33, Trimestre 2, pag. 105-
132. Firenze. I'JOl.
Silvestri F. — Descrizione di nuovi Termitofili e relazioni di essi con gli
ospiti. lil. Coleoptera-Stapliylinidae. IV, Thysanuva. V. Diplopoda-Poly-
desmoidea. VI. Acari-Mesostit/mata. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat.
comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 6. N. 398. Torino, Settemhre 1901, pp. 24.
i) Lepidotteri.
Ceeconi G. — Forte invasione in Italia di Grapho/itha Tedella CI. — Btdl. d.
Soc. Kntomol. ital., An. 33, Trime.s-tre 2, pag. 67-74. Firenze, i'JOl.
C. A. — Catalog der Lepidopteren des palaearctischen faunengebietes von
Dr. 0. Staudinger und Dr. H. Rebel-Dresden 1901. — Bull. d. Soc. Ento-
mol. ital. An 33, Trimestre 2, pay. 80-83. Firenze, i'JOl.
Petri L. — Osservazioni sopra gli stigmi della Sericaria muri. Con tav. e fig.
— Boll. d. Soc. Entomol. ital., An. 33, Trimestre 2, pag. 89-i')4. Fi-
renze. IDOL
k) Imenotteri.
De Stefani T. — Ulteriori osservazioni suUa nidificazione dello Spliex paln-
dosns. - Rendic. d. 2" Assemhlea ordin. e del Convegno delVUnione Zoo-
logica ital. in Napnli [10-13 opriJe 1901), in: IWonit. Zool. ital., An. 12,
X. 8, pag. 222-223. Firenze, WO I.
Emery C. — Note suUe Doriline. Con figg. — 'fioll. d. Soc. Entomol. ital.,
An, 33, Trimestre 1, pag. 43-56. Firenze, 1901.
Emery C. — Le formiclie in rapporto alia fauna di Selebes. — Rendic. d. 2"^
Assemhlea ordin. e del Convegno delVUmone Znologica ital. in Napoli [10-
13 aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 7, pag. 17H. Firenze, 1901.
Emery C. — Spicilegio mirmecologico. Con fig. — Bull. d. Soc. Entomol. ital.,
Au. 33, Trimestre 1. pag. 57-63. Firevr.e, 1001.
I) Ditteri e Afanitteri.
Bezzi M. — Materiali per la conoscenza della fauna Eritrea, raccolti dal Dott.
P Magretti : Ditteri. — Ihtll. d. Soc. Entomol. ital.. An. 33, TrimeMre 1,
pag. "t-25. Firenze. 1901.
Silvestri F. — Descrizione di nuovi Termitofili e relazioni di essi con gli ospiti,
I. Dipteva nemocera. 11. Uemiptera homoptera. — Boll. d. Musei di Zool.
ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 395. Torino. Lnglio
1901. pp. 6
Stein P. — Einige dem Genueser Museum gehorige aus Neu-Guinea und um-
— 350 —
gegend stammende Anthomyden. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di
Genova, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 371-895. Genova, 1901.
XII. Mollusclii.
1. Parte genekale.
BelliBi R. — Alcune osseivazioni sulla distribuzione ipsometrica dei Molluschi
terrestri nell' Isola di Capri. (Sunto). — Rendic. d. 2" Assemblea ord. e del
Convegno delVUnione Zoologica ital. in Napoli {10-13 aprile 1901), in : Mo-
nit. Zool. ital., An. 12, N. 7, pag. 180-182. Firenze, 1901.
Pollonera C. — Spedizione polare di S. A. R. Luigi di Savoja Duca degli
Abruzzi — Diagnosi preventive di alcune specie uuove di Molluschi. —
Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. compar. d. B. Univ. di Torino, Vol. 16,
N. 392. Torino, Liiglio 1901, pp. 1.
XIII. XJrocordati o Tunicati.
Delia Valle A. — Osservazioni intorno alle migrazioni delle colonie di Di-
plosoma Listeri (Sunto) — Rendic. d. 1" Assemblea e d. Convegno d. Unione
Zool. Ital. in Bologna (24-27 Settembre 1900), in : Monit. Zool. Ital., An. 11,
Suppl., pag. 33-34, Firenze, Dicembre 1900.
Delia Valle A. — Intorno ai movimenti delle appendici ectodermiche del Di-
plosoma Listeri. — Rendic. d. Accad. d. sc. fis. e matem. (Sez. d. soc. r. di
NapoH), Serie 3, Vol. 6 {An. 39), Fasc. 5-7, pag. 172. Napoli. 1900.
Delia Valle A. — Di alcune particolarita osservate nelle Ascidie del Golfo di
Napoli. — Rendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno dell' Unione Zoo-
logica ital. in Napoli (10-13 aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 7,
pag. 186-188. Firenze, 1901.
Todaro F. — L'organo renale nelle salpe (Sunto). — Rendic. d. 2' Assemblea
ordin. e del Convegno deW Unione Zoologica ital. in Napoli {10-13 Aprile
1901), in: Monit. Zool. ital.. An. 7, N. 7, pag. 174-176. Firenze, 1901.
XV. Vertebrati.
II. PARTE AN ATOMIC A.
•2. Tegumento e produzioni tegijmentauie.
Kiesow F. e Fontana A. — Sulla distribuzione dei peli come organi tattili
sulla superficie del corpo umauo. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di sc.
fis., matem. e nat. {Rendic), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc. 1, 2'^ Semestre,
pag. 24-31. Roma, 1901.
3. SiSTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO.
Antonini G. e Carini A.— Di un caso di microcefalia vera: note clinico-auato-
miche. — Vedi M. Z., XII, 10, 285.
Bianchi L. — I fasci associativi lunghi del lobo frontale. — Rendic. d. 2" As-
semblea ord. e del Convegno dell' Unione Zoologica ital. in Napoli {10-13
Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital.. An. 12, N. 7, pag. 198. Firenze, 1901.
Golucci C. — Contributo alia anatomia e fisiologia del trigemino. — Rendic.
d. 2" A.ssemblea ordin. e del Convegno dell' Unione Zologica ital. in Napoli
— 351 —
{l')-13 aprile 1901) in : Mo nit. Zool. itciL, An. 12, N. 8, pag. 232-233. Fi-
renze, 1901.
Cutore G. — La divisione del grande nervo ischiatico nell'uomo: ricerche
statistiche. — Boll. d. sedute d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania,
Fasc. 69 {Giugno 1901), pag. 9-14. Catania, 1901.
D'Erchia F. — Di un piccolo corpo vescicolare posto sulla vulta del cervello an-
teriore di uu embrioue umano, lungo 3,5 mm. in linea retta. — Vedi M. Z.,
XII, 9, 256.
Drago U. — Sulla geuesi di alcune auomalie del sistema nervoso centrale del-
r embrione di polio. Con 5 figg. — Vedi M. Z., XII, 11, 311.
Grieb A. — Contribuzione alio studio dell'organo parietale del Fodarcis mu-
ralis (Sunto). — Rendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno deW Unione
Zoologica ital. in Napoli (10-13 aprile 1901), in: Mo nit. Zool. ital.. An. 12,
N. S, pag. 21S-221. Firenze, 1901.
Paladino G. — Su alcuni punti controvei-si sulla struttura intima dei centri
neivosi. — U arte medica, An. 3, N. 22. Napoli, 1901. V. anche: Rendic. d.
2"' Assemblea ordin. e del Convegno dell' Unione Zoologica ital. in Napoli
{10-13 aprile 1901), in : Monit. Zool. ital., An. 12, N. 7, pag. 191-193.
Firenze, 1001.
Solaro. — II neurone. — L' arte medica, An. 3, N. 29. Napoli, 1901.
Sterzi G. — Gli spazii linfatici delle meningi ed il loro significato. — Monit.
Zool. ital. An. 12, N. 7, pag. 210-216. Firenze, 1901.
4. Organi di senso.
Bertacc/iini F. — Sullo sviluppo dell' umor vitreo. — Vedi M. Z., XII, 0, 256.
Delia Valle C. — Ricerche sulle terminazioni nervose della mucosa olfattiva
nei mammiferi adulti. Con 2 tav. — Ricerche fatte nel Laborat. di Anat.
norm. -d. R. Univ. di Roma ed in altri Laborat. biol., Vol. 8, Fasc. 2,
pag. 181-191. Roma, 1001.
Ricoi 0. — Sulle modificazioni della retina all' oscuro ed alia luce. — Riv.
ital. di sc. nat. An. 21, N. 5-6, pag. 78-83; N. 7-8, pag. 103-106 e N. 9-10,
pag. 124-128. Siena, 1901. (Continua).
Spampani G. — Alcune ricerche suU'origine e la natura del vitreo. Con tav. —
Vedi M. Z., XII, 11, 312.
Tornatola S. — Nota di embriologia oculare. Con 3 tav. — Vedi M. Z., XII, 9,
258.
5. SCHELETRO E ARTICOLAZIONI.
Antonini G. e Carini A. — Di un caso di microcefalia vera ; note clinico-ana-
tomiche. — Vedi 31. Z., XII, 10, 285.
Falcone C. — Sopra una particolarita di sviluppo della colonna vertebrale nel-
I'embrione umano. — Vedi M. Z., XII, 9, 257.
Frassetto F. — Sui quattro centri di ossificazione del t'rontale in un cranio
di Equus caballus juv. Con fig. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp.
d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 385. Torino, Febbraio 1901, pp. 4.
Giuffrida-Ruggeri V. — Nuove ricerche morfologiche e craniometriche. Con
1 tav. 6 3 figg. nel testo. — Vedi M. Z., XII, 10, 286.
G luffrida- Ruggeri V. — Sopravvivenze morfologiche in crani di alienati. Con
fig. — Vedi M. Z, XII 10, 286.
352
Giaflfrida-Ruggeri V. — Osso nasale bipartito, post-frontale e altri wor-
miani nello scheletro facciale. Con 7 fig. — Monit. Zool. ital.. An. 12, N. 9,
pag. 265-274. Firenze, 1901.
Maggi L. — Di un carattere osseo-faciale dei giovani Gorilla (Sunto). —
Rendic. d. 2" Assemhlea ordia. e del Convegno delVUnione Zoologica ital.
in Napoli (iO-13 aprile 1901), in: Monit. Zool. ital.,An. 12, N. 7, pag. 204-
205. Firenze, 1901.
Patellani R. S. — La oatogenesi e la filogenesi del bacino osseo femminile :
studio di auatomia macroscopica. Parte I. (L' ontogenesi del bacino osseo
nella femmina umana). — Vedi M. Z., XII. 11, 311.
Hizzo A. — Canale cranio-faringeo, fossetta faringea, interparietali e preinter-
parietali nel cranio umano. — Monit. Zool. ital., An. 12, N. 8, pag. 241-252.
Firenze, 1901.
Tenelaini L. e Zimmerl A. — Di un nuovo processo anomalo e di altre parti-
colarita nell'o.s- sphenoidale deiruomo e di alcuni altri aniraali : comnnicaz.
prev. — 11 Moderno Zooiatro, An. 12, N. 8. Torino, 1901, pp. 2.
6. ApPARECCHIO ML'SCOLARE.
Maj A. — Contributo alio studio deilo sviluppo della muscolatura negli arti;
osservazioni sul polio {Gallus domesticus). Con tav. — Vedi M. Z., XII. 11,
311.
Varaldi L. — Ricerche sulla anatomia comparativa dei muscoli tibiali antero-
laterali neirnomo e nei mammiferi. — 11 Moderno Zooiatro, An. 12, K. 9.
Torino, 1901.
7. ApPARECCHIO CARDIACO-VASCOLARE. MlLZA.
Delia Valle C. — Contributo alia conoscenza della circolazione sanguigua
nella mucosa nasale dei mammiferi adulti. Con 2 tav. e 1 fig. nel teste.
— Ricerche fatte nel Lahorat. di Anat. norm. d. R. Univ. di Roma ed in
altri Lahorat. biol., Vol. 8, Fasc. 2, jjag. 93-114. Roma, 1901.
D'Evant T. — Sui rami minori dell'aorta ventrale e specialmente sulla irri-
gazione del plesso celiaco del simpatico. — Rendic. d. 2" Assemhlea ordin.
e del Convegno dell' Unions Zoologica ital. in Napoli {10-13 aprde 1901), in :
Monit. Zool. ital., An. 12, N. 7, pag. 195-196. Firenze, 1901.
D'Evant T. — Dei rami miuori dell'aorta addominale con speciale coiisidera-
zione intorno alia irrigazione del plesso solare. Con tav. — Monit. Zool.
ital., An. 12, N. 10, pag. 287-293. Firenze, 1901.
8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE.
Anile A. — Contributo alia conoscenza delle glandole di Brunner. — Rendic.
d. 2'' Assemhlea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital. in Napoli
{10-13 Aprile 1901), in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 8, pag. 233-234. Fi-
renze, 1901.
Barpi U. — Intorno ai vasi aberranti del fegato dei Solipedi. — Rendic. d.
2'^ Assemhlea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital. in Napoli
{10-13 Aprile 1901) in : Monit. Zool. ital, An. 12, N. 7, pag. 186. Firenze, 1901.
Barpi U. e Tornello S. G. — I vasi aberranti del fegato dei Solipedi: l' Nota.
Con tav. — iVoiiU. Zool. ital., An. 12, N. 5, pag. 129-140. Firenze, 1901.
Diamare V. — Cisti epiteliali nel cosidetto pancreas dei Petromizonti. —
— 353 —
Rendic. d. 2' Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoofoglca ital.
in NapoU (10-13 aprile 1,901), in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 7, pag. 194-
105. Firenze, 11)01.
Favaro G. — Contributo alia filogenesi el ontogenesi del vestibolo orale. Con
tav. - Vedi M. Z., XII, 11, 311.
Giannelli L. — Sullo sviluppo del pancreas e delle ghiandole intraparietali del
tiibo digestivo negli anfibi urodeli (gen. Triton). — Vedi M. Z., XII, 9,257.
Mingazzini P. — La pecrezione interna nell' assorbimento intestinale. Con
tav. e 2 fig. nel testo. — Ricerche fatte nel Lahorat. di Anat. norm. d. R.
Unir. di. Roma ed in altri Lahorat. biol., Vol. 8, Fasc. 2, pag. 115-130.
Roma. 1901.
Orlandi S. — Sulla struttura dell' intestine della Squilla mantis (Siinto). —
Rendic. d. 2" As.semblea ordin. e del Convegno delV Unione Zoologica ital.
in Napoli {10-13 aprile 19111), in : Monit. Zool. ital , An. 12, N. 7,jmg. 176-
178. Firenze, 1901.
9. Apparecchio polmonari;. Branchie. Tjm<>. Tiroide.
Bertelli D. — Sviluppo e conformazione delle pleure negli uccelli. — Vedi
M Z., XII U, 311.
Livini F. ■ — Sviluppo di alcuni derivati dalla regione branchiale negli anfil)i
iirodeli. — Vedi M. Z, XII, 9, 257 e XIL 11, 311.
Motta-Coco A. — Contributo al reperto del tessuto linfo-adenoide nella glan»
dola tiroide e sulla rigenerazione della stessa. — Boll. d. Sedute d. Accad.
Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 67 {Marzo 1901), pag. 15-21. Ca-
tania, 1901.
Perrando G. G. — Contributo prelimiuare intorno alia struttura della tiroide
dei neonati. — Genova, t'p. Carlini, 1901. pp. 14.
10. Apparecchio uro-gexitale. Capsule surrenaei.
Amico-Roxas S. — La trapiautazione ovarica in rapporto al processo delTovu-
lazione, della gravidanza e del metabolismo organico. — Vedi M. Z., XII. 9,
253.
Faconti A. — Delle anomaiie dei genitali femminili. Con iigg. — Vedi M.
Z . XII, 5. 115.
Fod -C. — Sul trapiantamento dei testicoli. — Vedi M. Z., XII 9, 254.
Foci C. — Sull'innesto delle ovale. — Vedi M. Z. XII, 9, 254.
Ganfini C. — La struttura e lo sviluppo delle cellule interstiziali del testicolo:
nota prev. — Vedi M Z., XII, 11, 311.
Herlitzka A. — Quelques remarques a propos de la transplantation des ovaires.
— Vedi M. Z. XII, 1, 2
Parodi F. — Un nuovo caso di rene unico con anomaiie genitali. — Vedi M.
Z.. XII. 5, 115.
11. Teratologia.
Bertacchini P. — Tentativi di produzione artificiale dell' iperdattilia in larve
di Raua, - Vedi M. Z., XII 9, 256.
Casali T. — Interessante caso di anomaiie congenite cardiache. — Gazz. med.
d. Marche, An. 9, N. 2. Civitanova-Marche, 1901.
Drago U. — Sulla genesi di alcune anomaiie del sistema nervoso centrale del-
I'embrione di polio. — Vedi M. Z., XII, 11, 311.
— 354 —
Gbigi A. — Sulla polidattilia dei gallinacei. — Rendic. d. 2" Assembled ordin. e
del Convegno dell'Unione Zooloyica ital. in Napoli {10-/3 aprile 1901). in:
Monit. Zool. ital. An. 12, N. 7, pag. 178-179. Fireuze, 190L
Ghigi A. — Anomalie negli arti posteriori di ua polio. Con 4 fig. — Monit.
Zool. ital, An. 12, N. 9, pag. 260-265. Firenze, Will.
Faeonti A. — Delle anomalie dei genitali femrainili. — La Clinica Ostetrica.
An. 3, Fasc. 8. Roma, 1901.
Fusari R. — Caso di sdoppiamento totals e simmetrico di un tratto del midollo
spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. Con tav. —
. Vedi M. Z., XII, 5, 110.
Marimo F. — Una varieta rara di melomelus didactilus. — Rendic. d. Assoc,
med.-chir. di Parma, An. 2, N. 4. Parma, 1901.
III. PARTE ZOOLOGICA.
2. Peso I.
Bassani F. — Su alcuui avanzi di pesci del pliocene toscano. — Rendic. d.
2'- Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital in Napoli
{10-13 Aprile HJOl), in: Monit. Zool ital, An. 12, N. 7, pag. 189-191. Fi-
renze, 1901.
Monti R. — Studi sperimentali suUa rigenerazione nei Rabdoceli marini {I'la-
giostoma Girardii-Graff). — Vedi M. Z. XII, 1, 3.
Rosmini O. — Ricerche intorno alia variazione del Petromyzon Planeri Bloch.
— Boll. d. Musei di Zool ed Anal comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16,
N. 390. Torino, Luglio 1901. pp. 29.
A. Rettili.
Sordelli F. — Anomalia in una testuggine {Cinixgs Belliana G-ray) del Sudan
orientale. Con figg. — Atti d. Soc. ital. di Sc. Xat. e d. Aluseo civ. di St. Nat.
di Milano, Vol. 40, Fasc. 2-3, pag. 111-114. Milano, 1901.
5. UCCELLI.
Alessandrini G. — Sulla cattura della Pyrrosia aicrea Fallen, in Roma. —
Boll. d. Soc. zool. ital, An. 9 {Serie 2, Vol. 1) Fasc. 5-6, pag. 269-270.
Roma, 1900.
Arrighi-Griffoli C. — Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli mi-
gratori. Parte 2'\ — Avicula, Giorn. omit, ital. An. 5, N. 41-42, pag. 74-78.
{continuaz. continua).
Ghigi A. — Intorno al genere Tragopan. — Rendic. d. 2" Assemhlea ordin.
e del Convegno deW Unione Zoologica ital in Napoli {10-13 aprile 1901),
in: Monit. Zool. ital, An. 12, X. 7, pag. 203-204. Firenze, 1901.
Magnelli R. — Costumi degli uccelli. — Avicula, Giorn. ornitol ital.. An. 5,
N. 43-44, pag. 98-102, Siena, 1901.
Martorelli G. — Due nuovi casi d'ibridismo negli uccelli. Con tav. — Atti d.
Soc. ital. di Sc. Nat. e d. Museo civ. dl St. Nat. in Milano, Vol. 40, Fasc.
2-3, pag. 129-151. Milano, 1901.
Ninni E. — Sul passaggio straordinario del Merops Apiaster L. nella proviucia
di Treviso. — Avicula, Giorn. oraitol. ital. An. 5, A" 43-44, pag. 94-9S.
Siena, 1901.
— 355 —
Ninni E. — Sul passo primaverile auticipato (1901) di alcune specie di Uccelli
della Provincia di Treviso e Veiiezia. — Avicula, Giorn. omit, ital., An. 5,
^V. 41-42, pag. 57-59. Siena, 1901.
Ronna E. — Gli uccelli uidiacei (allevamento-educazione-malattie e cure). —
Auicula, Giorn. ornitol. ital., An. 5, Fasc. 41-42, pag. 71-74; Fasc. 43-44,
pag. 104-118. Siena, 1901 {continuaz. continua).
Salvadori T. — Intorno ad alcuni uccelli dello Spitzberghe. — Boll. d. Musei
di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 388. Torino,
Giiigno 1901. pp. 4.
Salvadori T. — Spediziooepolare di S.A. R. Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi.
Cenni preventivi suUe raccolte ornitologiche. — Boll. d. Musei di Zool. ed
Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 391. Torino, Luglio 1901, pp. 1.
Untersteiner E. — L'anno ornitologico al piede delle Alpi. — Avicula, Giorn,
ornitol. ital., pag. 113-117, Siena, 1901 {continuaz. continua).
Vallon Gc. — Note ornitologiche per la provincia del Friuli durante l'anno 1901
(dal Gennaio al 15 Maggio). — Avicula, Giorn. ornitol. ital.. An. 5, N. 41-42,
pag. 78-82. Siena, 1901,
6, Mammiferi.
Albini G. — Sul letargo delle marmotte. Nota 2^. — Rendic. d. Accad. d. Sc,
fis. e niatem. {Sez. d. Soc, r, di Napoli), Serie 3, Vol. 7 (An. 40), Fasc. 3,
pag. 127-129. Napoli, 1901.
Lucifero A. — Mammalia calabra — Elenco dei Mammiferi calabresi. — Riv.
ital. di Sc. Nat., An. 21, N. 5-6, pag. 57-62, • N. 9-10, pag. 115-120. Siena, 1901.
(continua).
Rieci A. — IJ Eleplias primigenius della Dobrogea (Rumania,. Con fig. — Atti
d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc. fis., matem. e nat. {Rendic), An. 298, Serie 5,
Vol. 10, Fasc. 1, 2^ Seinestre, pag. 14-17. Roma, 1901.
Bicci A. — IJ Elephas trogontherii Pohlig. di Montecatini in Val di Nievole.
Con fig. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc, fis., matem. e nat. {Ren-
dic), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc. 4, 2'^ Semestre, pag. 93-98. Roma, 1901.
7. Antropologia ed Etnologia.
Chiarugi G. — Proposta di uno studio collettivo sul peso deU'encefalo negli
Italian]. — Vedi M. Z., XII, 5, Ho.
De Blasio A. — L'uomo preistorico in terra di Bari. — Riv. rneasile di Psich.
forense, Antropol. crimin. e Sc. affini. An. 4, N. 3-4. Napoli, 1901. Vedi
anche: Riv. ital. di Sc. Nat., A71. 21, N. 7-8, pag. 89-97. Siena, 1901.
Mainardi A. — II nuovo Laboratorio antropometrico fiorentino. — Riv, ital.
di Sc Nat., An. 21, N 9-10, pag. 121-123. Siena, 1901.
Sergi G. — Le forme del cranio uraano nello sviluppo fetale in relazione alle
forme adulte : 2'^ comunicazione. Con figg. — Vedi M. Z., XII, 5, 112.
Sperino G. — L'encefalo dell' anatomico Carlo Giacomini. Con tavole. ~ Vedi
M. Z., XII, 5, 110.
Tedeschi E. E. — Ricerche morfologiche. — Vedi M. Z., XII, 10, 282.
APPENDICE
Antropologia applicata allo studio dei pa2zi, dei criminali, ecc.
Pianetta C. — Un caso di ipertricosi in alienato. — Arch, di Psich., Sc. pen.
ed Antropol. crimin., Vol. 22, Fasc. 4-5, pag, 454-457, Torino, 1901.
— 356 —
Sanna-Salaris G. — Una centuria di delinquenti sardi. Con 2 tavole. — Arrh.
di Psich., Sc. pen. ed Antropol. crimin.. Vol. 22, Fasc. 1-2, pay. 1-33 e
Fasc. 3, pag. 189-193. Torino, 1001.
Verga A. — Studi anatomici sul cranio e suH'encei'alo, psicologici e freniatrici.
— Vedi M. Z., XI, 10, 309.
Zuecarelli A. — Antropologia criminale : prelezione. — Gazs. med. lamb., .bi.
60, N. l,pag. 9; N. 2, pag. 14-15; N. 3, pag. 23-24; N. 4, pag. 3.5-30 e
N. 5, pag. 45-46 Milano, 1901.
XVI. Zoologia applicata alia IVEedicina,
alia Agricoltura, alle Industrie, ecc.
— Cacce e passaggi di uccelli — Cattuie di specie rave od avventizie — Va-
rieta — Mostruosita — Ibridismi ed altre note ornitologiche. — Vedi: .4?"?-
cida, Giorn. ornitol. ital., An. 5, N. 41-42 c 43-44. Siena, 1901.
— Contro la Diaspi.^i pentagona. — La Bivista, Serie 4, An. 7, N. 8, pag. 176-177.
ConegUano-Treviso, 1901.
Audisio E. — Fra bachi e gelsi. — 11 Coltwatorc, An. 47, K. 17, pag. 522-525.
Casale Monferrato, 1901.
Barsanti A. — Boschi ed uccelli. — // Coliiratore. An. 47, N. 31, pag. 133-137.
Casale Monfeifraio, 1901.
Barsanti A. — A proposito di insetti e di uccelli : antngonismo naturale. —
// Coltivatore, An. 47, A\ 11. pag. 324-327. Casale Monferrato.
Barsanti A. — Gli uccelli e gli insetti. — II Coltivatore. An. 47, N. 13, pag. 396-
402. Casale Monferrato, 1907.
Barsanti A. — In attesa di una legge sulla caccia — Cosa .fanno di bene e
di male gli uccelli. — II Coltivatore, An. 47, K. 16, pog. 488-491) e N. 17.
pag. 519-522. Casale Monferrato, 1901.
Barsanti A. — La caccia — Sempre in attesa della )iuova legg?. — II Colti-
vatore, An. 47, N. 18, pag. 550-552; N. 19, pag. 581-585 e N. 22,pag.6Sl-
685. Casale Monferrato, 1901.
Berlese A. — Un mezzo di lotta razionale contro la Cochylis ambiguella : l>-t-
tera aperta al Sig. Giovanni Farini. — Boll, di Kntomol. agraria e Fatal,
vegst., An. 8, N. 7, pag. 162-165. Padova, 1901.
Berlese A. — Metodo di lotta razionale contro la Cochijlis ambiguella ed altri
insetti. — La Bivista, Serie 4, An. 7, N. 17, pag. 387-391. ConegUano-Tre-
viso, 1901. Con. 2 figg. V. anche: Boll, di Entomol. agraria e Patol. veget.,
An. 8. X. 9, pog. 205-210. Padova, 1901. Con fig.
Berlese A. — Quali vantaggi puo attendersi 1' agricoitura dall' opera degli
uccelli insettivori. — Bendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno del-
VUnione Zoologica ital. in Xapoli (10- 13 Aprile 1901). in: Monit. Zool. ital.,
An. 12, N. 8, pag. 223-229. Firenze, WOL
Berlese A. — Gli uccelli insettivori sono realmente utili in agricoitura ? —
Boll, di Entomol. agraria e Patol. veget., An. 8, X. 5, pag. 104-113 ; X. 6,
pag. 126-132; X. 7, pag. 153-160; X. 8, pag. 177-184 e N. 9, pag. 200-205.
Padova, 1901.
Berlese A. — Misura dell'e reticelle clie permettono il passaggio ai parassiti
della Cochylis e non alia ffii-falla. Con fig. — J)oll. di Entomol. agraria e
Patol. veget.. An. 8, X. 9. jyay. 210-212. Padova, 1901.
357
Bonazzi J. — L'industria zootecnica della provincia di Bologna e suo miglio-
ramento. 1. 1 Bovini. — Boloyna, tip. Gamberini e Parmeggiani 1900, j^og. 40.
Cacac8 E. — Refrattarieta della volpe all'azioue del bacillo del carboachio.
— Rendic. d.2'Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital.
in Napoli {10-13 aprile 190 i) in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 8, pag. '234-
235. Firenze, 1901.
CalamaBi E. — Contro la tiguola della vite. Con figg. — L' agricoltura veneta,
An. 3, X. 9, ijag. 162-168. Verona, 1901.
Cillis (Da) M. — Contro la mosca oiearia [Dacus oleae). — Tvani, tip. Vec-
chi, 1901, pp. 39.
Di Mattel E. — La profilassi malarica coUa protezione dell' uoino dalle zan-
zare. — Atti d. Accad. Giuenia di Sc. Nat. in Catania, An. 77 {1000),
Serie 4, Vol. 13. Catania, lUOO
Ficalbi E. — Sopra la malaria e le zauzare lualai'iche nella salina di Cervia
e nel territorio dl Comacchio, — Annali d'Igiene sperini.. Vol. 11 [K. S.),
Fasc. 1. pag. 25-35. Roma, 1901.
Foa A. — Le nuove scoperte intoruo alia malaria. - L'agricoltitra moderna.
An. 7, N. 2 e N. 3. Milano, 1901.
Grassi B. — Studi ulterior! sulla malaria. — Vedi M. Z., XII, Iti, 2H0.
Grasai B. e Xoe G. — Propagazione delle filarie del sangue esclusivamente per
mezzo della puntura di peculiar! zanzare I. — Vedi M. Z., XI, 10, 278.
Grassi, Martirano, Blessich, Druetti, Gilblas. — Primo resoconto som-
mario dell'esperimeuto contro la malaria fatto nei dintorni di Pesto. —
Atti d. R. Accad. d. Lincei {Rendic), CI. di Sc. fis., matein. e nat., An.. 297,
Serie, 5, Vol. 9, Fasc. 6, 2" sem., pag. 193-199. Roma, 1900.
Grassi B. — Cenni storici suUe recenti scoperte intorno alia trasmissione
della malaria. — Giorn, internaz. d. Sc. med.. An. 23. Fasc. 1, pag. 1-6.
Xapoli, 1901.
Grassi B. — Replica [all'articolo di R. Ross: Le scoperte del Prof. Grassi
nella malaria]. — 11 Policlinico, An. 8, Vol. 8-M,, Fasc. 6, pag. 284-288.
Roma, 1901.
Livini L. — Tra i bachi da seta. — II Coltivatore, An. 47, N. 24, pag. 751-753.
Casale Monferrato, 1901
Lampertico D. — Note pei bachicultori. — 11 Coltivatore, An. 47. N. 25,
pag. 714-718. Casale Monferrato, 1901.
Lampertico D. ~ Note di pollicultura. — II Coltivatore, An. 47, N. 1, pag. 9-13.
Casale Monferrato, 1901.
Maresealclii A. — La lotta contro le tignuole della vite. — II Coltivatore,
An, 47, N. 17, pag. 515-519. Casale Monferrato, 1901.
Maresealehi A. — La lotta contro le farfalle notturne mediante lampade ad
acetiiene. — // Coltivatore, An. 47, N. 39, pag. 396-398. Casale Monfer-
rato, 1901.
Marini A. — Brevi norme s ll'allevamanto del rilugello. — 'Torino, tip. De-
rossi, 1900, pp. IS.
Martini L. — Manuale di bacbicoltura pratica. — Milano, tip. d. Riformatorio
patronato, 1901, pp. 51.
Masueci A. — Le ostriche veicolo dell' infezione tifoide. — Annali di medicina
narale, Ati. 7, Fasc. 3, pag. 378-393. Roma, 1901.
— 358 —
Noe G. — Propagazione delle filarie del sangue, esclusivamente per mezzo della
puntura delle zanzare. II. — Vedi M. Z., XII, 4, 78.
Fazzi (de) P. — Di alcune osservazioni sulla tignola della vite. — Giorn.
di agricolt. e commercio d. Toscana, Aji. W, K. 7, pag. 124-126. Fi-
renze, 1901.
Ferrone E. — Sui costumi delle larve delle zanzare del genera Anopheles iu
relazione con le bonifiche idrauliche. — Vedi M. Z., XII, 10, 280.
Quajat E. — Studi su alcune principali razze di bachi da seta. — An-
nuario d. E. stazione bacologica di Padova, Vol. 28, pag. 58-68. Pa-
dova, 1900.
Quajat E. — Svernatura estemporanea [dei bachi da seta]. — Anmiario d.
E. stazione bacologica di Padova, Vol. 28, pag. 85-98. Padova, 1900.
Quajat E. — Dei rapporti che passano tra il peso delle uova di razze pure e
quelle dei relativi incroci. — Annuario d. E. stazione bacologica di Padova,
Vol. 28, pug. 34-45. Padova, 1900.
Quajat E. — Delia possibilita o meno di prolungare la vita delle crisalidi nel
baco da seta. — Annuario d. E. stazione bacologica di Padova, Vol. 28,
pag. 15-21. Padova, 1900.
Quajat E. — Hivernation exteraporanee on nouvelle methode de conserva-
tion rationelle des graines de vers a sole pour les elevages automnaux.
— Arch. ital. de Biologie, Tome 35,Fasc. 2, pag. 213-216. Turin, 1901.
Quajat E. — Bacologia. — L'Agricoltura moderna. An. 7, N. 9, 13, 16, 21, 36,
37, 42 e 46. Milano, 1901.
Rausclienfels (De') A. — L'ape e la sua coltivazione nell'arnia verticale e
nell'orizzontale a soffitta e fondo mobili : trattato teorico-pratico. Con 30
tavole. — Milano U. Hoepli edit., pp. xx, 380.
Ribaga C. — Attivita nocive del Tychiiis quinquepunctatus L. — Boll, di
Entomol. agraria e Patol. veget, An. 8, N. 6, jjag. 132-135. Padova, 1901.
Ribaga C. — Sul Gymnetion tetrum Fabr. del Vei^'basco e sul Ehynchites cri-
bripennis Desbr. dell'olivo. — Boll, di Entomol. agraria e Patol. veget.,
An. S, N. 1, pag. 6-10. Padova, 1901. Con fig g.
Ribaga C. — Gli insetti die danneggiano 11 gelso. Con figg. — Boll, di En-
tomol. agraria e Patol. veget., An. 8, N. 2, pag. 25-32 ; N. 3, pag. 49-.57 ;
N. 4, pag. 73-82; N. 5, pag. 97-104; N. 6 pag. 123-126; N. 7, pag. 145-
153; N. 8, pvg. 169-177 e N. 9, pag 193-199. Padova, 1901,
Ross R, — Le scoperte del Prof. Grassi snlla malaria. — II Policlinico, An. 8,
Vol. 8-M, Ease. 6, pag. 274-284. Eoma 7901.
Roster A. — Per determinare I'utilita degli uccelli. — Giorn. di Agricollura
e Commercio d. Toscana, An. 19, N. 4, pag. 59-61. Firenze, 1901.
Saeeardo D. — L'apicoltura in Italia. — La Eivista, Serie 4, An. 7, N. 6,
pag. 132-134 e N. 7, pag. 153-155. Conegliano-Treviso, 1901.
Sanarelli G. — La teoria delle zanzare e gli ultimi studi sulla eziologia
della t'ebbre gialla. — Gazz. degli Ospedali, An. 22, X. 102, pag. 1058-1067.
Milano, 1901.
Sannino F. A. — Per combattere la Diaspis pentagona. — La Eivista, Serie 4,
An. 7, X. 1. pag. 12-14. Conegliano-Treviso, 1901.
Soli Gr. — Insetti dannosi alle principali piante da frutto : monografia popo-
lare. — Firenze, tip. M Eicci, 1900, pp. xiiij-250.
— 359 —
Verson E. — Quadro comparative dei valori medl ottenuti nell' analisi dei
bozzoli appartenenti a dodici razze diverse del filugello. — Annuario d. R.
stazione bacologica di Padova, Vol. 28, pag. 105-106. Padova, WOO.
Verson E. — Sulle condizioni della bachicoltura in Italia. — Annuario d. R.
stazione bacologica di Padova, Vol. 28, pag. 22-33. Padova, 1900.
Verson E. — Influenza delle condizioni esterne di allevamento sulle proprieta
tisiche del bozzolo. XI. Razza Corea. — Annuario d. R. stazione bacologica
di Padova, Vol. 28, pag. 46-57. Padova, 1900.
Verson E. — Influenza delle condizioni esterne di allevamento sulle pro-
prieta fisiche del bozzolo. XII Razza Novi Ligure. — Annuario d. R. sta-
zione bacologica di Padora, Vol. 2H, pag. 99-104. Padova, 1900
SUNTI E RIVISTE
Sisto P. e Morandi E. — Contributo alio studio del reticolo delle linfoglandule.
Con tav. — Atti d. R. Accad. di Sc. d. Torino, Vol. 36, Disp. 1, j^ag. 94-112.
Torino, 1901.
II punto principale in cui divergono gli osservatori che si occuparono del
reticolo delle ghiandole linfatiche e, se questo si debba ritenere come formate
da auastomosi di cellule a prolungamenti, come vogliono Koelliker, His,
Toldt, Demoor ecc, oppure da fibre le quail partono dalla capsula o dalle
trabecole e s' inseriscono alia superficie delle ampolle e sono rivestite da cel-
lule, le quali sono adunque in rapporto di contiguita e non di continuita colle
fibre, come sostengono Bizzozzero, Ranvier ed altri.
Gli AA. adoperando i metodi di fissazione e colorazione piu recenti (ed in
special modo raccomandano 1' inieziono interstiziale del liquido di Renaut)
giuusero alia conclusione che le ghiandole linfatiche difFeriscono notevolmente
nei neonati e negli adulti. Nei primi il reticolo e formato con grande preva-
lenza da ramificazioni di cellule intrecciantisi in vari sensi, mentre le fibre le
quali partono dalla capsula, dalle trabecole o dalla tonaca connettiva dei vasi e
si mettono facilmente in evidenza col metodo di Hansen, sono piuttosto
scarse. Nell'adulto invece il reticolo cellulare si riduce assai, ma conserva il
suo aspetto ed i suoi rapporti di pura contiguita colle fibre, le quali aumentano
notevolmente e si fanno piu robuste ; nei vecchio il reticolo di cellule scom-
pare completamente, mentre le fibre si fanno sempre piu robuste.
Le fibre elastiche aumentano esse pure in spessore e lunghezza in rapporto
air eta.
L. Clerc. — Scissioni dirette e follicoli pluriovulari nei parenchima ovarico.
Con Tav. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di 2'orino, Anno LXIV, N. 3,
pag. 177-188, 1901.
In questi ultimi due anni furono riferiti nella letteratura reperti di uova
con 2 vescicole germinative e di uova gemelle (racchiuse nei medesimo folli-
colo) ; furono anche osservati da alcuni accenni ad una divisione diretta del-
I'uovo, negati da altri ed attribuiti a difetto di fissazione.
— 360 —
L'A. studio questa questioue in ovaie umane e d'aniniali vari.
In una giovane diciassettenne v'erano iieil'ovaia numerose uova priuior-
diali in avidente divisions diretta: ma il pareuchinia ovarico nei dintorni di
quei I'ollicoli presenta segni d'atrofia.
L'A., anche in base a risultati molto simili ottenuti in un'ovaia di una
donna di 22 anni ritiene che queste divisioni dirette d'uova primordiali abbiano
an signiticato regressive.
Questa supposizione deli'A. sarebbe confermata dalle figure che egli pote
osservare nell'ovaia d'una bambina di 9 mesi ; in questa vi souo molte zone
della corticale in preda a degenerazione ; inoltre in alcuui tbllicoli gia vesci-
colari si notano formazioni simili ad uova primordiali racchiuse fra le celtule
dell'epitelio germinativo, che I'A. interpreta come ovuli non destiuati ad una
regolare evoluzione; anche fra questi egli osservo talvolta divisioni dirette,
tal'altra dei latti degenerativi.
Sarebbe stato opportune che I'A. prima di definire come uova quelle t'or-
mazioni avesse stabilito i caratteri dift'erenziali che passano fra di esse e le
cosidette cellule nutritive colle quali le cellule riprodotte dal Clerc nella
tig. 5 dei suo lavoro presentano grande rassomiglianza; questi eiementi gia
descritti da Nag el e da altri, si trovano con grande frequenza nei follicoli di
ovaia tanto umane che di animali fra I'epitelio follicolare e precederebbero la
formazione dei cosidetti « vacuoli epiteliali » : tali vacuoli, intorno ai quali le
cellule foUicolari sono disposte radialmente proprio come intorno a uova, furono
gia osservati da Bernhardt, Wagner, Waldeyer, Flemming ecc. e fu
da questi AA. ammesso che fossero destinati a formare il liquor follicoli: in-
fatti nella fig. 5 del lavoro del Clerc vediamo vicino ad alcuni grossi nuclei
altre tigure in tutto simili a questi vacuoli, uno dei quali e riprodotto nella
fig. 5 a pag. 50, del trattato di Nagel, Die iveihliclien G esdilechtsorgmie, Aht. 1.
(Handbucli der Anatomie des Menschen herausgegeben von K. v. Barder-
leben, 1896). G. Levi.
COMUNICAZIONI ORIGINALI
LABOKArOlllO d'iSTOI.OGIA DELI.A is. LNiVEi;SirA DI PALERMO,
DIRKTTO DAL PKOF. V. ACiJUlSTO.
Oontributo alio studio
delle terminazioni nervose nei miiscoli striati.
XoTA DI DOMENICO SO.MMARIVA, stuuentk in mkdicisa.
E vietiita I;i liprodnzioiio.
Speriiucntando sopi'a iiii largo niateriale le diverse reazioni iisale per
lo sliuiio (lelle lenninazioni iiciNOse mi si e olVerla roceasione di notare
alciiiie parlicolaii disposizioiii e s|)eeiaii alteggianiciili delle ueui'o-iibrille
361
tenniiiali, clio sliiiio noii |)i'i\() (rinleresse comiinicare con la |)resente
nota; laiilo piii chc i perfezionanicnti intnxlolti nella Iccnica al cloruro
(li oro, I'helaiulo alcuni) parlicolarila di slriiltura, dicdiTo origiiie, spe-
cialniente pei reperti oltemili dal IhilTini nolle piastre motrici e dal-
rApatln, a deduzioni clie hanno il valoi'e di seniplici i|)otesi.
Xella mia ricerca mi sono |)iii specialmentc oceupato delle lermi-
nazioni nervose negli aniibi aniiri [Ihnm Esculenla e Disrofjlossi/s Pirtus).
Adoperai per questo sliidio con insistenza il nietodo Apathy sulle
sezioni, rilenendolo il piii adatto alio scopo elie io mi proponevo; nia do-
vetti dopo molli tentativi desistere, perclie i risullali liirono negativi;
ho sperimcntato i diversi metodi al cloruro di oro a fresco e dopo va-
rie prove ho creduto pin convenienti, pel materiale su cui operavo: il
mctodo Lo^^it modilicalo dal (Mpolloue in cui nella preaciditicazione
alFacido lormico sostituivo I'acido citrico; ed il medolo llul'lini, coi
(juali ho oltenuto reazioni mollo chiare e dimostrative. Neirado|)erare
i due melodi mi ha i^uidato il conxincimento che Tuno compleli I'altro,
poiclie il melodo liuffini per la diderenziazione del tessuto muscolare
dal nervoso e senza dubbio superiore al metodo L(nvit-(iii)oilone, il
(juale alia sua volta com|)leta il metodo Ruffini permettendo meglio lo
studio (lei nuclei di arborizzazione o. delle guainc^ di Scln\ann <> di
Henle.
1 miei i)i'epai'ati sono slati eseguiti cpiasi tulli per ischiac.ciamento,
riducendo i pezzeiti di tessuto muscolare alia maggiore piccolezza possi-
bile, ed usando con molta cautela la dilacerazione, per non alterare i mu-
tui rapporti fra le libre muscolari e la terminazione nervosa.
li Ivolliker ammette che nei cespugli del Kiihne vi sian(t, ma
in numero scarsissimo, dei cordoni a rosario che si anastomizzano; gli
altri autori non si associano alia idea di una anastomosi intraterniinale
ed ammettono invece solo delle, rare pseudo-anastomosi. Alcuni autori,
come il Ranvicr, non ne fanno alcun oenno, forse perche lo considerano
come un fatto privo d' imporlanza; ditatti una pseudo-anastomosi e for-
mata da due cordoni a rosario, i quali nel loro decorso si accavalcano
r uno sulFald'o, senza j)ero contrarre ra|)|)orli di sorta.
1 miei preparati mi permcttono di osservare delle vere anastomosi,
le (|uali sono allalto diverse dalle pseudoanaslomosi.
Le ho trovate frequenti nella Bana EsciiUnila; e specialmente nel
DisrotjlossKs Piclits si osserva (jualche volta in una stessa terminazione
la esistenza di due o piii di rado li'e anastomosi inlratcrminali.
M. z. *-
362
Oiiesta anastomosi consislc in un piccolo j)onte di sostanza isotropa,
che iinisce un conione a rosario ad un altio: alio volte, ma raramente,
due eordoni a rosario sono uniti per mezzo di due di questi ponli.
FiGUUA 1.
In quanto alia loi'o natura vi e poco da dire: ho sospesa la ridu-
zione del cloruro d'oro in nioltissimi stadi e I' ho fatto anche durare un
tempo maggiore del necessario, ottenendone delle imagini che i foto-
grafi chiamerebhero brueiate, ed in lutli questi casi ho potuto sem|)re
constalare che (|iiesti ponti si colorano con la stessa intensita e dello
stesso uiodo dei cilindrassi; siccbe io credo amniissibile che questi |)onli
anastomizzanti un cordone a rosario con un altro non sono che dei ci-
lindrassi, ricoslituiti dalla spennellatura del cilindrasse, che da origine
alia terminazione.
II loro ])unto di origine e vario potendo cominciare o dai granuli,
il che si osserva piii spesso, o dalla sostanza intergranulare: alle volte
il loro |)unto di parlenza si trova vicinct ai nuclei di arborizzazione.
Ouesto |)icc()l() ponle, sebbene nella generalita dei casi sia unico,
])ure (jualclie rara volta trovasi verso I'estremita foggialo a mo' di
- 363 —
corna: alloi'a ad un piccolo ingrandimento seml)ra die il cordone, a
ciii aderiscono (|ueste corna, sia spezzato e die es^e \adano a fissarsi
su due cordoiii diversi; ma osservaiido a forte iiigrandiinento un piepa-
rato ben riuscito, sara facile accorgersi die i due cornicini vanno a ter-
nilnare in due granuli vicini del cordone a rosario, e die lo spazio die
li .st'para e occupato dalla sostanza intergranulare dei detti cordoni. Ma,
i'i|)eto, questa e la forma piu rara a trovarsi.
II cordone a rosario continua diritto senza alcuna deformazione sino
al |)onte anastomotico; rare volte forma un angolo con la convessita ri-
Yolta verso il ponte, ma e da osservarsi die in
questi casi il ponte si trova leggermente cur- • |.
vato, dimododie ^i puo ritenere die a causa '.! • |: " !
delta pressione del vetrino copri-oggetti, nei
prepai"ati per iscliiacciamento, o degli aghi,
nei rari preparati fatti per dilacerazione, lafibra
muscolare abhia subito queste deformazioni.
Sulla lungliezza e sulla posizione di questo
ponte di anastomosi non si possono stabilire
regole generali: (jualche volta i due cordoni a
rosario, die esso riunisce sono vicini tra di
loro, altra volta sono piuttosto lontani: fra due
cordoni si possono trovare. come ho detto, due
ponti, 0, come spesso accade. due cordoni a
I'osario brevi e vicini sono riuniti da due ponti
jiosti a breve distanza tra di loro, nientre cor-
doni a rosario lungliissimi e piuttosto distanti
non lianno che un sol ponte die li anastomizzi,
e questo ponte stesso puo trovarsi anclie al
termine (|uasi dei due cordoni.
In (|uanto alia grossezza (juesto ponte ha
presso a poco lo sjiessore di un cilindrasse
nudo prossimo a spenndlarsi; ma se ne ri-
scontrano anclie dei piii grandi ed in un me-
desimo cespuglio si trovano ponti piccoli e ponti grandi. come rilevasi
dalla lig. 3.
I ponti di anastomosi sono sforiilti di ((ualsiasi guaina, e giacciono,
come del resto e naturale, nello slesso piano della terminazione. Inoltre
essi si trovano tanto fra cordoni a rosario originati dalla biforcazione di
uno stesso cilindrasse, quanto tra cordoni a rosario, che hanno origine
da cilindrassi uscenti a varie altezze dal nervo, che forma il cespuglio.
FlGUUA 2.
— 364
111 nil |)iv|»;ir;il() di Rana esriilentu ho iiolalo die il cilindrasse, libe-
ratosi dalla giiaina miclinica, (lava originc ad un cordoiie a rosario,
die ben presto si divideva in dne porzioni, (Idle (piali una procedeva
nornialmente, iiientre I'altra si jiiegava ad ansa e dopo un cerlo pereorso
sembrava andasse a londersi con la |)iiiiia porzione; e dieo senibrava,
mm4m
FiGUUA 3.
perche, osserxando attentainenic il prepaiato a forte ingrandimento (Ko-
ristka oc. i, ob. 9*), non si resta convinti se (piella fusione fosse reale,
0 se la seconda branca si ferniasse brus(^ainente all'altezza delta prima
essendosi sjiezzata per nna causa accidentale (|ualsiasi.
— 365 —
Figure siinili a qiiesta oi'a descritta, e clic haniio tiitto I'aspetto di
verc anasloniosi, ho anclie riseontralo nolle lermiiiazioni iiervose di />/-
scofjlossus Pirli/s.
Sicclie si |)iio dire die 1' anasloniosi intiaterminale nei cespugli del
Kiiline |»u6 avvenire in due modi: o due cordoni a rosario sono uniti
tra di loro per mezzo di un ponte di sostanza isoti'opa (il ciie e il fatto
pill coniune); oppure, come piii raramente si osserva, due cordoni a ro-
sario si mettono direttamente a conlatto Ira di loro Ibndendosi.
11 Gerlacli sia con la reazione al clornro d'oro, sia col metodo
della iniezione vitale di bleu di nietilene, credette di vedere la esistenza
di una vera rete nervosa, la quale coprirebbe tutte le fibre muscolari, e
(|ueslo concetto im plica la necessita di nna anasloniosi tra i diversi lasci
derivanti dai vari tronclii nervosi.
Anche il prof. Mondino nsando una tecnica speciale (eoloiazione in
vita colTazzniTO di nietilene e tratlamento dei tessuti morti secondo il
metodo Golgi col cloruro d'oro e I'acido arsenico) noto una rete ner-
vosa, della cui struttura da la desci-izione nel suo trattato C).
Ma fuori di (juesti due osservatori tntti gii altri hanno considerato
sempre il cespuglio del Kiibne come unico senza alcun accenno a pos-
sibile comunicazione, relazione 0 anastomosi fra una terminazioue nervosa
e le alt re.
Avendo visto i disegni ed una negativa del reperto accennato dal
professore Mondino, ho cercato accuratamente d' indagare questo fatto,
ed ho realmonte \isto che in tutta la fibra muscolare si osserva un nu-
mero infinito di corpicciuoli globosi, simili a quclli del disegno del
Mondino, e disposti con una regolarita ed una simmetria conipleta.
Questi noduli o grannli si trovano nelle librille muscolari primi-
tive in corrispondenza dei dischi chiari, dimodoche assumono 1' aspetto
di dischi oscuri iin|)regnati eccessivamente ; inoltre si osserva questo
fatto quando la riduzione del sale d'oro e stata al({uanto ])rotratta : ma
nessuna comunicazione ho visto tra i granuli dei cordoni a rosario dei
cespugli del Kiibne e questi noduli delle librille muscolari ])rimiti\e.
Sicclie credevo di poter escludere una anastomosi interterminale, (|uando
la niia attenzione fu attii-ata da un fatto importante, che da prova di
questa anastomosi tra cespuglio e cespuglio.
Si osserva alle volte (tanto nella Rana esculenla che nel Discof/los-
( ) Casimiro Mondino. — Lezioni di Anatoraia Gener.ile e tecuica microscopica. — Kosen-
berg e Sellier, editori-libr.ai. Torino, 189:s.
— 366 —
stfs Picli(s) die dai corcloni a rosario partono clei filamenti isotioj)i siinili
ai ponti, di cui gia ho parlalo, clie si dirigono tuori la terniinazione e,
dope iin decorso vario, vanno a linire sul cordone di iin' allra terniina-
zione nervosa.
II punto dove sembra clie queste ni)iiile jji-endano origine, o termi-
nlno. piio essere nei granuli o nolla sostanza granulosa dei cordoni a
I'osai'io, oppure vicino ai nuclei di arborizzazione.
Queste fibrille sono senipre piu sottili di un cilii^drasse, di cui as-
sumono il colore con la reazione al cloruro d' oro, sono nudi, e privi di
nuclei durante il loro percorso. Se le due terminazioni, che esse uniscono,
sono in uno stesso piano, esse vi si mantengono, ma, se si trovano in
piani diversi, allora traversano successivamente tutti gli strati, sicche
girando progressivamente e lentainente la vite niicrometrica del micro-
scopio, si ba T impressione che la fibrilla si alVondi nel protoplasma
delta fibra muscolare.
Sulla libra muscolare la tibrilla nervosa non percoi're delle vie spe-
ciali, ma traversa a capriccio i dischi bianchi ed i dischi oscuri si obli-
quamente che perpendicolarmente : se giace nello stesso piano delta ter-
niinazione nervosa, ha, come questa, una posizione epilemmale.
II loro decorso, come ho detto e vario, potendo descrivere delle
linee rette, o delle curve, le prime pero sono in prevalenza.
La fibrilla congiungente le due terminazioni e unica, puo tuttavia
rare volte dividersi in due fdirille |)iii sottili, |)resso il cordone a rosario
delta terniinazione nervosa.
In (jualche raro caso si trovano tre terminazioni nervose riunite tra
di loro per mezzo di due fibrille, ed allora si ha che la fibrilla che parte
dal cesi)Uglio N. 1, o va direttamente al eespuglio N. 2 e vi si fernia, ed
allora da questo eespuglio N. i parte una fibrilla che va al eespuglio
N. 3, oppure dalla fibrilla che unisce il eespuglio N. 1 al N. 2, parte
un sottile ramuscolo, che si getla su di un cordone a rosario del ee-
spuglio N. 3.
La ligura N. 4 rappresenta un fatto singolare.
Dair estremita del eespuglio A si parte ai solito una fibrilla che
descrive quasi un angolo retto e ^a a spennellarsi in un cordone a ro-
sai'io, scindendosi prima in due fibrille. Ma guardando attentamente si
vede che dalla branca del filamento di sinistra, che termina con un nu-
cleo ed a circa nieta di delta branca, si origina una sottile fibrilla, la
quale passa sopra il cordone a losario e va a gettarsi sulla terniina-
zione nervosa B, ove finisce : e si vede inoltre che dalla parte desti'a
del cordone a rosario in parola si stacca una fibrilla. che termina su di
367 —
un cordone a rosario del ccspuglio B : abbiamo in altre parole le due
terminazioni nervose anastomizzate Ira di lore per un doppiojcgame :
uno diretto e Taltro indiretto. Ma cio non e tutto: dall' ultimo granulo
FiGUKA 4. — J. cespuglio sulla flbra scnra a destra. — Ji cespugllo sulla fibra
chiara a sinistra. — O cespnglio sulla fibra obliqna in centro.
delia estreniita sinistra del delto cordone a rosario si parterun' altra
fibrilla, che ridiseende in basso, tenendosi quasi parallela al nervo da
cui deriva il cespuglio i, lo attra versa formando un angolo quasi retto,
piega a sinisti-a e terniina nel cesj)ugIio C, che ha origini separate dai
cespugli A G B e giace inoltre in un altro piano.
Mi sembra questo un fatto motto importante, perche esso ci rileva
qualche cosa piu dell' anastomosi Ira terminazione e terminazione ; in-
— 368 —
latti, trascurando i! raimiseolo clio la, \wv cosi dire, comunicare direl-
tamenle il cespii^lio A. eol cesj)ugiio /A noi abbiamo clie il cordonocen-
tralc a losario, da ciii liamio oiigine, od a ciii terminano, le tie iibrille,
die lanno anastomizzare tra di loro le tre teniiinazioni, e una specie di
centio conuine, una vera stazione di arrivo o di partenza.
Ed abbiamo inollre che diverse fibre imiseolari sono tra di loro in
comunicazione, dii'o eosi, nervosa.
Or siccome IVa lutte le terminazioni nervose di una Rami Esni-
lenfa o di un DimufJossus Pictits pareccliie si troveranno nelle condi-
zioni oia desciilte, io credo die a tale rei)erto si possa attribuire una
importanza maggiore di quella che ha una semplice anastomosi inter-
terniinale.
Devo ancora notare che in casi di |)iii cespugli riuniti fra di loro,
non mi e occorso di trovare una librilla die termini in un fuso neuro-
muscolare : cosa che puo dipendere dai maneggi di tecnica.
L' altra |)ai'licolaril:i da me risconliala nelle terminazioni nervose
delta Riina csriflenta e del Disror/lossNs Pich/s, ha un certo valore per
alcune recenti osservazioni fatte dal llulTini , dall' A])athy e dal Per-
roncito non sui cespugli del Kiihne, nia suite placche del Rouget.
In molti cespugli del Kiihne si notano dei tilamenti, simili a quelli
descritti, che |)artendo dai cordoni a rosario raramente vanno a linire
sulla stessa libra muscolare, ma di solito si uniscono a fibre piii o meno
lontane.
La loro origine e i)erlettamente uguale a (juella delle fibrille delle
anastomosi : doe dai granuli o dalla sostanza granulosa del cordone a
rosario, in prevalenza dai primi ; qualche volta presso un nudeo di ar-
borizzazione, che si trova sovi'apposto in niodo da nascondere 1' origine
delta fibrilla.
Essa e isotropa, nuda e decorre nello stesso piano della termina-
zionc nervosa, raramente ne oltiejjassa i limiti : il suo contegno e vario,
il pill delle volte e dritta, quasi |)erpendicolare alia libra muscolai-e. dove
giace il cespuglio che la origina, e se ne allonlana per la lunghezza di
due 0 tre fibre muscolari ; altre volte la fibrilla e piegata qua e la con
angoli a vertice curve: rare volte si avvolge a si)ira ad una fibra mu-
scolare e su di essa termina; in un sol caso essa si avvolgeva successi-
vameute a spira attorno a due fibre muscolari e lerminava sulla seconda.
Poche volte (piesta fibrilla, che va olti-e alia terminazione nervosa,
— 369 —
non si trova iRM-peiulioolare alia iibni iniiscolare, ma giace liiiigo di essa,
percorrendola i)er uii biion Iratlo a zig-zag.
Ouesta fil)nlla generalmente si trova iinica, ma |>iio l)iroicarsi od
assumeiT la forma di iin y: si lia in (iiiesto caso una ligura molto
elegante.
Ordinariamenle da un cordone a rosario |)rende oi'igine una sola
fibrilla ullraterminale ; aleune \oHe due.
A questo jninto devo dieliiarare che parlando di librilla ulti-a-ter-
minale intendo di usare, senza discuterne il valore, la espressione usata
per un dato anatomico simile dal prof. Ruffini.
II eordone a rosario si coinporta qui eome nel caso precedente, in
cui una librilla riunisce due terminazioni nervose: cioe il ])iii delle volte
prosegue dritto il suo percorso, sebbene
in qualclie caso formi una piccolissima : ./
ansa. ' I --^s
Nel suo percorso la librilla ullra-
terminale puo avere dei grossi nuclei
rotondi od ovalari, in cui si distingue
benissimo una parte periferica molto
grande, clie si colora debolmente, ed una
parte centrale piii piccola, che si colora
intensamente : la librilla passa so|)i"a di
essi come se fossero dei sostegni : il loro
numero e vario. possono mancare, e vi
sono librille in cui se ne contano sino
a ti'e.
Una sola volta (lig. o)|la librilla
ultra-terminale giunta a certa dislanza
dalla terminazione nervosa si spennellava
in un piccolo cordone a rosario, da cui
partiva iiu'altra librill i ultra-lerniinale, clie andava a linire in una libra
muscolare vicina.
II modo di sj)ennellarsi di coteste librille ulti'a-terminali e presso
che identico in tutte ; esse 'si fermano presso un nucleo e quivi brusca-
mente si sfioccano in un cordone a rosario, piiittosto cospicuo, che va
gradatamente diminuendo di spessore.
Ouando la librilla ultra-terminale non si sdoppia si ha il cordone
a rosario da un solo lato, nei casi in cui sin da principio la librilla ultra-
terminale si e sdoppiata, ciascuna delle due librille secondarie da oi-igine
ad un piccolo cordone a rosario rivolto verso il propi-io lato. Alle volte
FiGUKA 5.
370
(fig. ()) la librilla iiltra-terminale siibito (lo|)o il nucleo si divide in due
tratti die si spennellaiui eiascuno in un cordone a rosario : poclie volte
una librilla ultra-terniinale, clie non si e allatto divisa, forma un cor-
done a rosario, clie si prolunga da una banda e dall' altra della fibrilla.
Un modo particolare di terniinazione delle librille, che mi e capitato
di osservare in tutto due volte, eonsiste nel fatto clie dopo un certo de-
corso la fibrilla si fernia bruscamente e termina in una jiiccola areola
oscura di diametro (juasi uguale a quello della fibrilla.
FlGUR-A 6.
II cordone a rosario lormalo dalla fibrilla ultra-terminale nulla
offre di parlicolare : c piuttosto piccolo e privo dei nuclei di arboriz-
zazione.
11 prof. Uul'lini non pote con precisione stabilire, dove queste
fibrille terminassero, ad ogni modo ritiene die vadano a linire in plac-
chette rudimentali.
II Perroncilo a sua volta vide (jualdie cosa di jiiii importante
che cioe questa fibrilla ullra-lerminale « sa a raggiungere un luso mu-
« scolare, ad una certa distanza dalla caratteristica terminazione ner-
— 371 —
« vosa del fuse stesso, c ([ui o teimiiia subito in iino, due o tre bot-
« loiii 0 in una i)iacchetta rudinieiitale, opj)ure jirinia di terniinare, at-
« taceandosi strettamenle alia soltile libra muscolare del I'uso, decorre
« per un tratto della sua superficie con carattere epilemmale ».
Qui si tratterebbe in altri termini di una intima connessione Ira la
terminazione motrice ed il I'uso neuro-niuscolarc.
Le mie ricerclie fatte con la maggiore diligenza possibile e su pre-
|)arati eseguiti con la massima cui-a per impedire alterazioni meccani-
che, non mi hanno permesso di conlermare ({uesta importanic partico-
larilii ; ho visto invece in ogni caso clie queste librille ultra-terminali
vanno a linire in fibre muscolari munite di cespugli del Kiihne.
11 Pei"roncito osservo che la maggior parte delle librille, che si
partono dalla terminazione nervosa, si originano dal cilindrasse prima
che formi la terminazione, ed a ({ueste da pure il nome di librille ulti-a-
terminali.
A dir vero io penso che non si convenga tale denominazione a
queste librille, che anch' io ho potulo varie volte notai'c, poiche si con-
netterebbe il valore di librilla che \mvie ed oltrepassa la terminazione ;
mentre capita alle volte che il cilindrasse, liberatosi dalla mielina e
dalle guaine di Schwann e di Henle, prosegua nudo per un buon
tratto spennellandosi ])oscia in un cespuglio e sarebbe curioso che, j)er
questo latto di un lungo cilindrasse nudo, si dovesse considerare quel
cespuglio, simile in tutto agli altri, come una terminazione ultra-termi-
nale. INe vale il dire che la suddivisione della librilla ultra-terminale
rappresenta una piccola terminazione, perche capita spesso, s|)ecie nel
Dixoglossus Pictus, di vedere cilindrassi, simili in tutto agli altri, ap-
pena divenuti nudi, sjiennellarsi in cespugli piccolissimi, che quasi non
meritano questo nome di cespuglio essendo ridotti a due o tre cordoni a
rosario brevissimi.
Ouesto pero vale per i casi da me illustrati, in cui la librilla ultra-
terminale non finisce nel tiiso neuro-muscolare ; ma })er i casi citati dal
Perroncito la questione cambia, perche li abbiamo un dato ditteren-
ziale che e il raodo di terminare della fibrilla diverse da quelle della
placca motrice.
A proposito di quest' ultima particolarita anatomica devo osservare
che essa corrisponde a quella descritta dal Rut'Cini e dal Perroncito;
tanto pill che I' ho anche ottenuto in \ari preparati di Lacerin }Juralis,
come r ottenne il Perroncito.
Credo anche di poter considerare come [simile a (juesti il reperto
rappresentato dalla lig. 4'^; j)oiche daU'esame comparativo risulta chiara
— 372 —
la loro ideiilita, tanto da rice\ert' 1' inipressionc di \vc librille iillra-lci'-
ininali a curd one a rosario imico.
E ccrtamenle di grande importanza determinaie (juali rappoili csi-
stano tra le terminazioni ncrvose e le fibrille niiiscolari i)iimitive, i)uiche
la conoscenza miniita di questi fatti polrcbbe darci la spiegazione della
rapidita di contrazione, di ciii sono dotale le fibre muscolari striate ;
e lion e improbabile clie questi rapporti siano cosi intimi da inettere
in contatto diretto V elemento nervoso con la librilla niuscolare |)ri-
mitiva.
II prof. iMondino, servendosi di una tecnica speciale, vide nei
ces[)ugli del Jviiline die « il cilindrasse arrivato in contatto della libra
« muscolare, si divide in tre, quattro fascetti di fibrille cilindrassili ve-
« stiti di una inverniciatura di mielina.... » ed aggiunge die ((....sono
« sottoposte al sarcoleinnia, i)oiclie si vedono lornire tratto tratto nel
(( loro breve tragitto, fibrille nervose primiti\e die si distribuiscono
(( agli elementi muscolari ; in tali fibrille i)oi finiscono col risolversi
(( alle loro estreiiiita. Oueste fibrille a rosai-io decorrono secondo le co-
(( lonne muscolari, ma risolvendosi ripetutamente in arcate nei Ion*
« punti di pill cospicuo rigonfiamento arrivano ad estendei-si a tulla la
(( fibra muscolare. »
E jtoiche vide qualche cosa di simile anclie nelle placclie del 11 ou-
get, egli ne conclude die « la relazione die incontrano queste fibrille
(( cogli elementi muscolari a livello della stria di Amici si puo ritenere
(( valga appunto a provocare in un sol tempo la contrazione della serie
(( degli elementi contrattili, onde consta la fibra muscolare primitiva
(( del muscolo striate, dappoidie essi riescono innervati uno |)er uno :
« nella quale disposizione sta la ragione della dillerente ra])i(lita di
»' contrazione della fibra muscolare striata in confronto alia liscia. »
Questa deduzione e importante, perclie ci da un dato anatomico
come Ibndamento dell' atto funzionale caratteristico della fibra muscolare
striata.
Pure la maggior i)arte degli osservatori non lerma I'altenzione su
questa particolarita descritta dal Mondino.
Le tre |)articolarita anatomidie da me I'isc-ontrate moslrano die dai
cordoni a rosario si |)artouo dei lilamenti in cosi gran numero ed estesi
in modo tale die la maggior parte delli^ fibrille muscolari primitive
contraggono rapporti con le diverse terminazioni nervose : senza andare
agli estremi di una rete nervosa a niaglie ])oligonali cliiuse, non po-
trcbbe la i-apidita essere determinata da queste llbrille sia ultra-lermi-
nali, sia di anastomosi ?
In (|uesto caso |)0i'o mi senibra die il nonio di lihrilla o termina-
ziono iiltra-teiniinale |)o,ssa gencrarc iin equivoco,
-Ma senza eiitrare a discutere la proprieta dell' esj)ressione usala dal
Uiiiriiii per queste librille, iie le ipotesi die si sono liitte e die si po-
trebbero fare siil loro valore fuiizionale, io mi limito a far conoscere
colla presente nota che nelle terminazioni nervose degli anfibi aiuiri
esiste ([iiella particolarila di struttiua, a cui il Ruft'ini ha dato il nome
di lerminazione ullra-terminale, e die essa si piio ragionevolmente eon-
IVontare ai penti anaslomotici, che si trovano nelle terminazioni stesse.
ISTITUTO AN A TOM ICO DI FIUEXZK.
Prof. GIULIO CHIARUGI.
La segmentazione delle uova di Salamanc/rina persplci/lata.
(Contiunazioue e line. Vedi Vol. X, pag. ITG). {')
IV.
Sl/nlio iiiirrosropico drlle i/oai in sef/nioifazione.
Per Io studio mieroscopico delle uova in segmentazione, (jueste
vengono fissate per mezzo del liquido del (iilson e sottoposte conse-
cntivamente ai consueti trattamenti eon alcool, prima a 30° (addizionato
di tintura di .lodio), poi a 70", e in (juesto vengono conservate. Mentre
si liberano le uova, prima della lissazione, dall'involucro esterno e dal
medio, si estraggono dall' involucnt interno (juando lianno soggioi-nato
qualche tempo in alcool a 70".
11 materiale cosi preparato |)uo essere utilizzato in duplice maniera:
0 si fannno delle uova delle sezioni in serie o si allestiscono dei pre-
parati d' insieme.
Per eseguire le sezioni in sei'ie le uova vengono induse in parat-
lina, le sezioni sono lissate colTacipia sul vetrino e colorite; ho gene-
ralmente ])referito la colorazione col carminio boracico.
(') Per ragioui indipeiideuti dalla iiiia volonta, Iio dovuto ritardare lino ad oggi la pubblicazione
degli iiltinii paragrafi di questa Xota, pnr esseudo da molto tempo gifi pronto il materiale relativo.
374
La liccliczza delle uo\;i in deiitoplasnia rendi' singolarniente dif-
ficile ottenere biione preparazioni ed ocrunono |)aiticolari cautele, che
saranno in altro inoniento iiiimitainente indicate, per ottenere risultati
soddisfacenti.
Le preparazioni d'insieme rendono buoni ser\igi pei- le lasi avan-
zate di segmentazione e particolarmente per lo studio dell'emisfero ani-
male. Ecco come debbono essere esegiiite: in nova cbe trovinsi in al-
cool a 70°, colla punta degW aglii si isola nn framniento, cosi ad es. si
puo isolare tiitto I'emisfero animale; dopo trattaniento con alcool a con-
centrazione crescente e infine con alcool assoiiilo si riscliiara il framinento
in un olio essenziale e si monta nel balsanio fra due vetrini copriog-
getti tenuti a conveniente distanza per mezzo di un cei'cliietto di vetro;
cosi si piio bene esaminare Tuna e Faltra superlicie.
Le preparazioni d' insieme eseguite nella maniera anzidetta ci ser-
vono per prendere idea del grado al (|ua!e la segmentazione e arrivata
oltrepassato che sia lo stadio a 32 blastomeri, (piando cioe la nuniera-
zione di questi riesce da prima ditlicile poi addirittura impnssibile.
Mettendo a sviluppare uova a quattro blastomeri alia temperatura
costante di lo° (1 e raccogliendone di tre in tre ore, misuravo il diametro
medio delle cellule superficiaii delta regione corrispondente al |)oIo su-
periore. Naturalmente questo diametro va durante la segmentazione
diminuendo ma non in maniera uniforme. Dalla 12=' alia Si'^ ora la di-
minuzione e i)iu rapida di quello die non sia dalla 2^^ alia 48^
l*er dare idea dei valori oltenuti, riportero le seguenti cilre, le
quali, come e perfino superlluo accennare, non hanno die un valore
approssimativo :
Dopo 12 ore di sviluppo, a lo°C, dallo stadio \ blastomeri. le celhde
del polo superiore misuravano in media 191) a, dopo 21 ore ne misura-
vano 110, do])0 36 ore ne misuravano 'iS, dopo 18 ore ne misuravano 30.
Per la cronologia del processo di segmentazione va notato die i
fenomeni nudeari die preludiano ad una fase di segmentazione incomin-
ciano e si compiono prima die la fase precedente sia arrivata al suo
tcrmine. In novo con il \° solco meridiano die interessi soltanto un
terzo delta circonferenza, il nucleo di ciascun lilastomero e (juiescente,
ma tosto, prima die il solco raggiunga I' e(|uatore, si trova nello stadio
della j)lacca equatoriale. In novo con il prime solco meridiano com|)leto
ma net (juale il sccondo mei-idiano non lia raggiunto ancora il |)olo in-
fcriore, i nuclei dei ({ualiro blastomeri sono in nunimento cinetico, e la
— 375 —
loro (livisione o terminata e sono gia toniati alio state di nuclei quie-
scent! (|uancl() 11 secondo solco meridiano e complctn nia non si Iianno
ancoi'a tracce del priino solco orizzontale.
Ed ora (jualclie osservazlone sul meccanisnio col (juale si opera la
separazione dei blastomeri quando gli atti interni del processo carioci-
nelico sono coinj)iuti. 11 solco die indica superliciahnente rintervallo fra
due hlastomeri IVatelli non si a|)profonda in principio fra I'uno e I'altro;
pero alio spigolo col quale esso tennina fa seguito un sepimento che sta
fra le due cellule ed e coniune ad ambedne; soltanto j)iu tardi questo
divisorio si delaniina. La delaminazione incomincia dal fondo del solco
su|)erficiale e dall' estremita opposta, percio nei pi-inii stadii dalla cavita
di segnientazione. la quale si prolunga in un solco simile al superli-
ciale fra i due blastomeri contigui.
Che realmente il sepimento del (|uale so|)ra e fatio cenno rimanga
per qualche tempo indiviso, e chiaramente rivelato dalla disposizione
che in esso |iresentano i granuli di pigmento: non esiste una duplice
stria, ma una stria semj)lice di granuli di pigmento a punti piu grossa,
a punti |)iu sottile o interrotta e da ciascun lato in continuazione di-
retta col pigmento gi'annlai-e dell" iuterno di ciascun blastomero: sol-
tanto pill tardi compare una dop])ia stria |)iginentata, che indica die il
processo di delaminazione si e coinpiuto.
Chi esamini ad es. uno stadio a 2 blastomeri, quando, anche su-
j)erlicialmente, la di\isione e incomjileta, rede dallo strato pigmentato
corticate nascere un setto indiviso |)igmentato che si insinua net \i-
tello e tormina con una estremita leggermente ingrossata continnantesi
in una nubecola di granuli di |)igmento. E il progressi\o svilu|)|)(t di
questo setto che accenna alia divisione fra le due cellule, le quali non
diventeranno distinte se non quando il setto si sara delaminato. Cosl lo
strato protoplasmatico superliciale pigmentato e la ma trice dalla quale
procedono i sepimenti divisorii fra le cellule.
I inedesimi fatti si verilicano in stadii piii aNanzati di segmentazione.
La struttura dell' novo nei primi stadii di segmentazione, cosi nello
stadio a due blastomeri, specialmente (piando la divisione e incomjdeta
ed esistono le particolarita di struttura sopra indicate, fa comprendere
che qualunque operazione diretta a distaccare Tun blastomero dairaltro
non inio riuscire perfetta e dei materiali spettanti ad una cellula deb-
bono di necessita rimanere insieme all'altra. A cio pero non intendiamo
di altribuire inqiortanza nelFapprezzamento dei risultati interessanti che
si sono avutl dallo studio dello s\iliip|)o di blastomeri isolali.
376
Lo studio (k'l inec'canisnio col (|iialc si coinpio la scparazioiu' Ira
blastomero e blastoniero ci da occasione di ossersarc come il j)roto|)lasnia
|)i;^menlalo itcrvada la sostanza dell' novo. Possiamo Ibiidai-e la descri-
zione su (luaiilo, ad escinpio, si osserva uello sladio a i blastoineii. Nei
seginento su|)eriore dell'iioNo iin sottile stralercllo corticale e riccamente
infillndo di pigiueiito, ma snhilo al di sotto i gianuli, abhondanti. sono
(lissriiu)Kili^ Ira le sferule \ilelline piuUoslo piccole; ma procedendo
verso il centre dell' novo il pigmento diminiiisce di (piantita e rade
grannlazioni si tnnano IVa le sferule vitelline via \ia |)iii \oluminose.
Net segmento inl'erioie il pigmento e scarso negli strati superliciali, ma
diminuisce ancora andando dalla su|)erlicie verso il centro. E nella re-
gione centrale dell' novo specialmente in (|uella parte die rimane al di
sotto del piano e(|uatorialc che si trovano le sl'eriile vitelline \)\ii grosse
c sono pill piccoli e piii radi i granuli di pigmento.
La stria pigmentata che scende dalla coi-teccia a dividei'e un bla-
stoniero dair altro e un centro di dilTusione di granuli di pigmento e
cio si accompagna colla diminuzione net volume delle sferule vitelline
nella regione immediatamente contigua; cio verisimilmente j)erclie lorni-
scono esse il maleriale a spese del (juale il protoplasma pigmentato si
costitiiisce. Si vede dun(|ue il sepimento divisorio fra i blastomeri ric-
camente inliltrato di pigmento e la sostanza vicina con granuli disse-
minati, piii radi via via die si precede verso la parte centrale del
blastomero. Dal tin (jui detto si comprende die la regione circostante
al nucleo e poverissima in i>iginento.
Diremo ora della cavita di segmentazione. Essa fa la sua coni|)arsa
(|uando non e ancora terminata la divisione detl' novo nei j)rimi due bla-
stomeri. In novo net ((uale il primo soico meridiano non interessa che
un terzo della circonferenza dell' novo, la cavita di segmentazione e, in
sezione |)erpendicolare al piano di divisione, in foi'iiia di un piccolissimo
occhidlo die corrisponde ed e contenuto nell' estremo della stria pig-
mentata formante il sej)imento divisorio fra i due blastomeri; essa si
trova air altezza dei nuclei. Jien presto le sue dimensioni si accrescono:
cosi in novo nel (piale il primo solco meridiano non raggiunge ancora
I' e{|uatore la delta cavita e discretamente am|)ia, a forma di pera, colla
grossa estremita in basso; la stria pigmentata die sta nel limite dei
(hw blastomeri raggiunge Tapice di questa ca\ita piriforme e delami-
nandosi ne costituisce le pareti, mentre dal punlo di mezzo della l)ase si
ricostituisce in una stria |)igmentata per ora bre\issima. La cavita di
segmentazione e ugualmente estesa nei \arii suoi diamelri; il massimo
— 377 —
(li'lla sua ampiczza corrisponde all' altezza dci nuc-lei. Oiiesti sono piii
vicini alia siipedicie die limita la cavita die alia siipcrficie estenia
(loir novo. Col rendorsi conipleto il prinio soico moridiano si nota il gra-
(liialc estendersi della cavita di segiuentazione verso il polo inferiore.
In iio\o a 4 blastonieri la cavita di segiuentazione ingrandila appa-
risce in sezionc orizzontale a figura losangica coi lali convessi verso il
centro e gii angoli direlti verso gli interslizii dei J3lastomeri tra i qiiali
si insiniiano al(|uanfo. Le sezioni verticali dimostrano che ii massimo
della sua anipiezza corrisponde alia altezza dei nuclei e percio cade al di
sopra del piano equatoriale ; i nuclei sono piii |)rossimi ad essa die alia
superlicie estenia dell' novo; la cavita si i-esiringe piii rapidaniente verso
il polo supcriorc die verso 1' inferiore e al prinio si avvicina assai colla
sua punta. La superlicie cdlulare che la ddiniila c ra|)prescnlala da
un sottilissimo straterdlo greniito di granuli di pigniento, die lacil-
iiienle si distacca dal vitello sottostante, il (juale la seguito al sejii-
mento pignientato die sta fra i blastonieri.
In uova a 8 blasloineri la cavit;i e ancora aumentala; la sua niag-
giore ampiezza corrisj)on(lc a livello del solco latitudinale; e liniilata
dalla superlicie interna convessa ddle varie cellule e coi suoi angoli e
s|)igoli si insinua abpianto fra 1' una e 1' altra. Si puo a questo stadio gia
|)arlarc di un telto della cavita di segnientazione fatto dalle cellule che
lanno capo al |)olo superiore e di una base coslituila dalle grosse cel-
lule del seginenlo inferiore.
Senza descrivere la cavita di segnientazione in ciascuno dei successivi
stadii, ci liniiteremo a costatare die in uova die non abbiano raggiunto
le 18 ore dallo stadio a 4 blastonieri (a teniperatura di IS**) il tetlo e
formato da un solo piano di cellule, nia da 18 ore in la coinincia in esse
una divisione tangenziale e ne risultano due piani di cellule sovrapposte.
Oltrei>assale le 27 ore dal piincijiio della segnientazione, la cavita
di segmentazione apparisce appiattita in sense verticale; corrisponde
alia parte superiore dell' novo; e limitata in alto da una linea concava,
in basso da una linea convessa; il tetto luisura circa un terzo della
base ed e formato da 2 o 3 piani di cellule: (|iiattro cellule al piii so-
vrapposte si trovano iid pavinienio lungo la linea ove ha il massimo
di grossezza.
Nello studio della cavilii di segmeiilazione abbiamo accennalo al
fatto die i blastonieri presentano ndia superlicie die prospetta \erso
la cavita uno straterdlo assai pignientato in conlinuazione con quelle
primilivamente semplice poi ddaniinato che sta fra blaslomero e bla-
slomero. Ouesto slralerdlo comincia a un certo niomcnto a mostrarsi
M. z.
— 378 —
noil unirormcmeiitc pigrnentato ; talc parlicolaiita Immi dimostrabilc nei
prej)arali d' insienic, o piii ovidonle nolle cellule del lello, dove detto
stralo e meglio SNiIuppalo, cioe piu rieeo in ^raiiniazioni pi^nienlarie.
Si nola clie il piginento si raccoglie di jji-eleienza apj)mssiiiiali\aniente
dove 11 blaslomei'O e piii sporgente verso la cavita di segmentazione in
un' area circolare o ovale o allungata a striscia e con cliiara disposizione
relicolata. Xon sempre questa area pigmentala si trova nel centre della
snj)erficie clie guarda la cavita di segmentazione ma puo essere sitiiala
pill verso la periferia (*).
La descritta particolarita comincia ad essere accennata nolle cel-
lule del tetto di nova clie si sono sviluppalo per 12 ore dallo stadio
a 4 blastomeii alia teinperatura di 15° ed e evidentissima in uova clie
abbiano appena da tre ore oltrepassato quelle stadio.
Clie durante la segmentazione esislano diHerenze fra varii grup|)i
di blastomeri e cosache risulla ad uu esame superficiale : i blastoraeri
del segnicnto animate in conlVonto a quelli del segmento vegetative, i
blastomeri del tetlo delle cavita di segnienlazione in confronto a (pielli
clie lie costituiscono il iiavinionto, dilleriscono fra lore per caratteri a
tu-tti ben noti. Ma un' accurata analisi dimostra un' altra singolare ed
interessante difTerenziazione, die riguarda le cellule del telto della cavita
di segnienlazione. Arrivali al momento nel quale per una di\isi(»ne tan-
genziale o i)arallela alia superlieie si e fornialo nel lotto un piano su-
perliciale e un piano prolondo di cellule, ([uoste in ciascuno dei due
piani mostrano caratteri s|)0('iali. Le cellule dello sirato su|)ei iore lianno
le superlici libore, corrispondenli alia superlieie dell' novo, (|uasi pia-
neggianti o l«ggerniente convesse e tutle regolarmente livellate su una
medesima linea; invece la su|)erricic libera delle eellule dello strato
proi'oudo, la quale guarda verso la cavila di segmenlazione, e, s|)ecial-
niente in giovani sladii, rorleinemente convessa e s|)(>rgenle verso la
cavita. Ma cio die e piii interessante e la difTorente inanjera colla
quale e distribuito il |)ignienlo, del die possiamo jirendero cliiara idea
collo studio di jireparati di insieme. Nolle cellule del piano superiore
il pigmento e accuinulato in uno straterello unitbrine alia superficie della
(•(^llula, specialmonte nella faocia libera, inolire nd limili Ira collula e
cellula, cli(* spiecano come lineo scure mollo e\i(lonli. Nolle cellule del
f') Afl nna osserv^azione anperficialn si i)otrebbe supporrfi cliR il jn^niento fosso raoeoUo intorno al
luiclio, ma locliettaiulo con accurate/, zii o sp(!cialmente prendeuilo in consirlerazioue le cellule piii pori-
foiiclte della cupola, le (juali si vedoiio di lato, Jipparisce evidentissima la posizioue supL-rficiale del
pigmento dal lat della cavitiY di segmeptaziono ; il cJie poi 6 coufemiato dall' esuiuo didle sozioni.
— 37y —
piano |)rofondo il pigmcnto 6 ugiialmcntc raccollo in uno slratcM'cUo su-
|)ei"rK*iale ma in ([uelia sii|)ci'ticic clie guarda la caNita di sognionla/.iono
non (' dislribnilo unilbrmonienle, ma c accnmiilalo in iin'area circoscrilta
clie corrisimndo alia parte piii spoi-gcntc della t'ollnia e i\i si proscnta
come nello stadio immediatamente precedente, qiiando il tetto era lor-
mato da una sola Ida di blastomeri.
V.
Di alciine anoinalir di scfjnmitazione.
Anomalie di segmentazionc |)ossono essere oltenute sperimenlal-
mente: eosi in altre (^omunicazioni ('') abbianio leniito parola di quelle
iVe(|n(Mili ad osservare quando si sollopongano le uo^a a bassa lempe-
ratura e si riportino poi a temperalura ordinaria. Ma non e delle ano-
malie sperimenlali clie intendiamo ora occu|)arci; accenniamo invece a
([uelle non rare ad incontrarc in uova clie si sviluppino in condizioni
lisiologiclie e clie possono lorse dipendere da congenite deviazioni dal
tipo noi'male di sti'uttura.
Avvertiamo di non essere andati espressamente alia ricerca di
queste clic ])ossono esser designate come anomalie sponlanee di seginen-
tazione, ina di aver preso ricordo di quelle clie ci sono capitate nel
corso di altre osservazioni ; sicche il numero dei casi I'accolti e assai
esiguo e di pochi soltanto |)arleremo.
Piii volte ci e occorso di osservare una distintissima asimmetria del
1" solco meridiano: esagerandosi una disposizione IVequentissima ad in-
contrarc e gia considerala come \ariazione lisiologica, il |)rinio solco
puo dividere I'uovo in due meta di \olume enormemente dill'eiente.
Fu osservato un novo in uno stadio nel quale esistevano neH'emi-
sfero animate tre solclii meridiani clic muovevano dal polo e si prolun-
garono piii tardi nell'emisfero vegetativo; essi al moniento delta prima
osservazione erano ugualmente incompleti. Cosi 1' novo in questo stadio
era diviso incompletamente in tre cellule. Successivamente ciascuna di
(pieste per un solco essenzialmente a decorso meridiano, ma clic prese ori-
gine per ciascuna cellula a varia distanza dal polo, si divise in due, ot-
tenendosi un novo a sei cellule. L' osservazione non pole esser proseguita
oltre (pies to stadio.
In un novo il 1"" solco meridiano era da una i)arte bilido cosi da
(*) Chiarugi e Biinclii, I. e, — Cliiarugi G., II raffredclameuto come causa di auomalie di
avilnppo delle uova di anfibi. Lo Sperimentale, Arch, di Biol., Anno 61 {1897), fasc. 4. Firenze.
380
eomprondero una siiperlicic a loiiiia di V; da (|ik'sI(> lato il soleo si s\i-
lii|»|»o |)iii Icidamcntc; lo sue due hraccia orano ^iunte al liniite dol-
I'aroa |)igmonlala nientre dall' altro lato, esso aveva raggiunto il polo.
Oiiando gli indicati solchi fiirono ('()m|)leli si nolo die i due rami die da
uu lalo rappresonlavano i] [)rinio soleo niei'idiano si ricongiungcvano a
qualche distanza dal polo. Cos\ a queslo stadio 1' uovo era rajipresen-
talo da Ire eellule, due niaggiori die ne eompreiidevano fra loro una
piccola. Lo sviluppo del 11" soleo meridiano avvenne noimalmente e cosi
m |)asso alio stadio a 5 eellule. Normalmenle anelie si puo dire elie si
forinasse il prinio soleo lalitudinale, eon questo elie dalla parte ove il
1" meridiano era hilido, il soleo lalitudinale terminava ineonlrandosi eon
eiaseuno dei rami. Si avevano dunque a questo stadio 9 cellule, 4 pic-
eole raceolte al polo superiore, al disotto i eellule grosse e fra due di
queste interealata la sovrannumeraria. Si passo poi alio stadio a 17
eellule, S superiori |)ieeole e 1) inferiori fra le (juali la sovrannumeraria.
A questo |)unto termino 1' osservazione.
Interessante fu 1' anomalia riseontrata in un altro uovo, nel quale si
lormo un prime soleo meridiano regolare e complete ma il il" meri-
diano non si sviluppo bene die in un emisfero nientre nell" altro non era
rappresentato die da un soleo brevissimo ; sieche si passo jier uno stadio
a :{ cellule. 11 1" soleo lalitudinale, dal lato nel (|uale il IT meridiano
era regolare, si sviluppo in un solo (juadrante, nientre nell" altro emi-
sfero, partendo dall' eslienio del riidiinenlo del ]\° meridiano e inelinan-
dosi assai' in basso si estese ad anibedue i (juadranti ; cosl si arrivo ad
uno stadio di 3 cellule superiori e di 3 cellule inferiori. Tanto le prime
die le scconde si divisero, passando cosi ad uno stadio a 12 cellule.
L' osservazione cesso a (|uesto punto.
Un'aHra anomalia della (juale ora faremo cenno consisteva in do
die il primo soleo, invece di ,essere disposto secondo un meridiano o di
avvicinarsi almeno a (piesla situazione, era e(|ualoriale: da una ])arle
cadeva addiriltura nel segmento bianco, dall' altra scorreva presso a
limite inferiore del segmento neio. Invece il secondo soleo prese una di-
rezione esattamente meridiana altraversando la fovea e dividendola in
due parti alquanto diseguali. II |)olo animale si costilui al punto di in-
crocio del H" soleo colla |)()rzione |)iu elevata del |)rinio, slioranle il li-
mited del segmento nero; inlorno a (|ueslo polo si eoslituirono i cellule
per via di solchi die nell' insieme lenexano un deeorso essenzialniente
mcM'idiano. La segmentazione non fu studiala ollre questo j)unto, ma
I'lioNo fu lasciato a svilui)pare e rembrione, esaminato (|uando aveva
reslremila cefalica gia diHerenziata, si inostro con caialleii noriiiali.
— 381 —
Uieoi-dci'oiuo inline di avoro nna \(»lla vcclulo un novo cIk' ncl seg-
mento animale risiiltava di i cellnle due piii piceole, due piii grandi fra
lorn separate da due solchi a croce e delimitate alia periferia da un soleo
laliludinale decoiTente al di sopra dell' equatore. Nella rinianeiile su|)er-
licie deir novo si prolungava soltanio uno dei solelii a croce con una
delle sue nieta che arrivava al pole inleriore.
Nell uununziare la morte del Prof. G. V. Ciaccio , promofctemmo un cenno
sulla vita e sulle opera di lui, che qui pubblichiamo :
GIUSEPPE VIJSrCENZO CIACCIO.
Giuseppe Vincenzo Ciaccio, nato il 15 Ottobre 1824 in Catanzaro,
ove fece i primi studii, segui i corsi di Medicina e Chirurgia in Napoli, e si
laureo nel 1845, I primi anni della sua carriera scientifica furono dedicati alle
scienze mediche e cliivurgiche, e nel 1855 egli otteiine, per concorso, la cat-
tedra di chirurgia teoretica e ostetricia nella scuola universitaria del patrio Liceo,
cattedra che tenne fine al 186U. Dopo quell' epoca si reco all' estero per perfe-
zionarsi nelle scienze mediche e microscopiche ; dimor6 per qualche tempo a
Parigi, ed a Londra, ove si trattenne per piu di due anni. avendo a maestri
Backer Brown, Spencer Wells, e Leonello Beale. Passato a Berlino,
tu allievo di Kiihne e di Virchow. Tornato nel 64 in Italia, lu ben presto
nominato professore straordinario di anatomia microscopica nell' University
di Napoli. Fu medico militare nella guerra del 1866, dopo la quale fu nominato
professore supplente di iisiologia e di anatomia sublime nell'Universita di Pa-
dova. Divenne poi straordinario di fisiologia sperimentale con I'incarico del-
r istologia nell'Universita di Parma, e ordinario in seguito a concorso nel
1869. Fu nel 1870 che egli passo ad occupare la cattedra di anatomia compa-
rata e microscopica nell'Universita di Bologna, ove insegno per piii di 20 anni.
Mori nel Giugno 1901.
Fu socio ordinaiio della real Socista microscopica di Londra (1863), accade.
mico benedettino della reale Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna
(1875), socio nazionale della Societa italiana delle Scienze, detta dei XL (1891),
e socio di molte altre accademie scientifiche.
Intorno alle terminazioni nervose di senso e di nioto si aggirano per lo piu
le sue opere, tra cui ricordiamo alcune delle principali :
Intorno alia minuta fabbrica della pelle della Raua esculenta. Palermo, 1867.
Dell' anatomia sottile dei corpuscoli Paciniani dell' uomo od altri mammi-
teri e degli uccelli, Torino, 1868,
Osservazioni intorno alia struttura della congiuntiva umana. (Memorie del-
I'Accad. dflle Sc, di Bologna, 1874).
0.sservazioni intorno al modo come torminuno i nervi motori nei muscoli
— 382 —
striati delle torpedini e delle razze, e intorno alia somiglianza tra la piastra
elettrica delle torpedini e la motrice. (Ibid., 1877).
Delia niinuta fabbrica degli occhi dei Dittori. (Ibid., 1885).
Intorno alls piastre nervose finali ne' teudini de' vertebrati. (Ibid., 1890).
Elenco delle altve opere, non cltate sojyi'a, del Prof. Ciaccio.
Snl valore delle due vocl Ragione ed Esperienza in mediciua e flulla bont.'i delle due setts mediche,
I'einpirica e la razionale. Napoli, 1849.
Peir unitil della medicina e della chirurgia, Napoli, 1855.
Delle Epnlidi e la lor cura pe' canstici, Napoli, 1858.
Trattato aulla patologia. Diaguosl e cura delle malattle del cuore di 0. W. Marham, recato dall' in-
glese nell' idioma italiano con uua giunta del traduttore snlle Novrosi cardiache. Napoli, 1859.
On the Anatomy of Nerves, Fibres and Cells, and the ultimate distribution of Nerves Fibres. (Jour-
nal of microscopical Science, 1865, Loudra).
Sulla nuova dottrina istologica del Prof. Deale. (II Morgagni, 1863, Napoli).
On the Nerves of the Coriioa ecc. (Transaction ot the Royal Microscopical Societj' of London, 1803).
Oil the distribution of Nerves to the skin of the Trogen (Ibid., 1864).
Beobacbtungen iiber die Paeiniscber Korpercber ana dem Mesenteriuni der Katze. (Centrabbl. f. d.
Med. Wissonschaften, 1804).
Osservazioni intorno alia interna fabbrica del corpo vitreo ecc. (L'imparziale, Firenze, 1868).
Esperienze intorno all' azione di alcunc materie coloranti e sostanze cbiraiche sugli spermatozoi, ecc.
(Arcbivio per la Zoologia, Fisiologia e Anatoniia coraparata, 1869).
Esperienze comparative intorno all' azione di alcuni fluidi aoriforrai e materie vaporabili sopra il mo-
viniento degli spermatozoi, ecc. (Ibid., 1870).
Nuove ricerche intorno al finale diatribuiraento dei nervi nell' organo elettrico ecc. (Ibid., 1870).
Intorno a certe particolarita di struttura dei caualetti lagrimali, Parma, 1870.
Osservazioui intorno all' interna costituzione dei corpuscoli della linfa ecc. Bologna, 1870.
Esperienze flsiologicbe comparative intorno all' azione del succo delle glandule del Lieberkiibn. Bo-
logna, 1870.
Nuove ricercbe sull' interna tessitura dei tendini. (Memorie dell' Acc.ad. delle Sc. di Bologna, 1872).
Osservazioui intoriio alia struttura della congiuntiva uniana. (Ibid., 1874).
Osservazioui intorno alia membrana dal Deschenot. (Ibid., 1875).
So;>ra all' essiccazione dell' iiitcro umor vitreo dell' occbio umano ecc. (Ibid., 1879).
Nuove investigazioni nncro.scopiche aopra il distribnimento o terminazione delle fibre nervee nella
cornea (Ibid., 1881).
Osservazioui istologicbo intorno alle terminazioni delle fibre nervee motrici nei muscoli striati. (Ibi-
dem., (1883).
O.sserv.izioni anatomiche comparative intorno agli occhi della talpa illnminata e cieca. (Ibid., 1884).
Nuove osservazioui intorno alia notoniia minnta di quel muscoli die negli insetti uiuovono le all.
(Ibid., 1887).
Delia soluzioue di ipoclorito di sodio. (Ibid., 1887).
Nuova ricerca sopra il flgurameuto e struttura delle fascette della cornea. (Ibid., 1889).
Di uua nuovissima e notabile particolarita di struttura osservata nella cornea di uu cavallo. (Ibi-
dem., 1891).
Lezioni di notomia minuta generale. Bologna, 1 890-95.
Delia natura e cagione onde muove il color cangiante negli occhi delle Tabanidao. (Ibid., 1893).
Osservazioui miscroacopicbe circa 1' interna fabbrica degli occhi delle squille. (Ibid., 1894).
La scoperta dei muscoli bianchi o roasi rivendicata a Stefano Lorenzini (Rendiconto dell' Accad. delle
Scienze, 1898).
Osservazioui microacopiche intorno .agli organi elettrici. fMemorie dell' Accad. delle Sc. di Bologna, 1899).
Parallelo tra gli spermatozoi del Triton criatatus e quelli della Rana eaculenta. (Ibid., 1900),
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CosiMO Cherubini, Amministhatouk-uesponsabile.
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neryo musco/o-cut^n'eo
Rdmi pellorjl/
Rim/ ferminal/ del neryo
muscolo-culaneo
Nirvo medisno
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Neno soprjsapo/dre
Neri/o sotto6C3polare
/Veri/o musco/o-culaneo
Ramo d/m. grande rofondo.
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' pito cem'csk
Ji/.d/m. langade/co/fo
ps/o dorsale
Mrespinlor/o di C.Bel/.
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Ramo soUocutaneo
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Nervo soHocutaneo forjclco
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