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Full text of "Monitore zoologico italiano"

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MONITUIIE  ZOOLOGICO  ITALIANO 

(I'lihblicazioiii  italiaiic  di  Zoologia,  Aiiiitoiiiia,  EiiibrioIoj,na) 

ORGANO  UFFICIALE  DELIA  UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA 


DIRETTO 

DAI     DOTTURI 


GIULIO  CHIARUGI  EUGENIC  FICALBI 

Puuf.  (li  Aiiatoinia  uiiiaria  Piul'.  di  .Vuatoiuia  fMUi[iarata  u  Zooloj^ia 

iiel  K.  Istituto  ili  SLudj  Suiicridri  in   I'irenze  nella  IJ.  Uuivcrsita  di  I'adova 


Vol.  XII   —  Anno  XII  —   1901 

(con    25    I'IG.    E    7    TAV.) 


IN    FlllENZE 
MDCCCCI. 


INDICE   DEL   VOL.   XIL 

{Anno    XII,    1901). 


AVVERTENZA 

In  questo  volume  e  contennta  la  Bibliografia  dell' annata  1901  e  la  contiiuia- 
zi'one  di  quella  delle  annate  precedent!. 


I.  Scritti  general!  di  Zoologia  e  di  Ana- 

tomia.  Pag    1,  253,  300. 
TI.  Evoluzionismo    biologico.   Filogenia. 
Pag.  255. 

III.  Ontogenia    (Embriogenia  -  Organo- 
genia).  Pag.  2,  256,  310.. 

IV.  Istologia.  Pag.  4,  258,  312. 
V.  Tecnica.  Pag.  260,  813. 

VI.  Protozol.  Pag.  77,  345. 
VII.  Spongiari  o  Poriferi.  {Vacat). 
VIII.  Celenterati.  Pag.  277. 
IX.  Vermi.  Pag.  78,  277,  345. 

1.  Parte  generale.  Pag.  78,  277, 
845. 

2.  Platodi  o  Platielminti  (Tur- 
bellari.  Trematodi.  Cestodi). 
Pag.  78,  278,  346. 

3.  Nematodi  o  Nematehninti. 
Pag.  78,  278,  846. 

4.  Acantocefali.  {Vacat). 

5.  Chetognati.  {Vacat). 

6.  Nemertini.  {Vacat). 

7.  Rotiferi.  {Vacat). 

8.  Briozoi.  Pag.  278. 

9.  Brachiopodi.  {Vacat). 

10.  Enteropneusti.  {Vacat). 

11.  Gefirei.  {Vacat). 

12.  Anellidi  (Archianellidi.  Oli- 
gocheti.  Policheti.  Irudinei). 
Pag.  346. 

13    Ince.rtae  sedia.  (Vacat). 


X.  Artropodi.  Pag.  79,  278,  340. 

1.  Parte  generale.  Pag.  79,  340. 

2.  Pantopodi.  {Vacat). 

3.  Tardigradi.  {Vacat). 

4.  Ciostacei.  Pag.  79,  278,  317. 

5.  Aracnidi.  Pag.  79,  278.  317. 

0.  Onicot'ori.  {Vacat). 

7.  Miriapodi.  Pag.  80,  347.  ' 

8.  Insetti  oEsapodi.  Pag. 80,  S79, 
348. 

0)  Parte     generale.     Pag.     80,    279, 

348. 

b)  Tisanuri.  Pag.  348. 

c)  Ortotteri.  Pag.  80,  279. 

d)  Pseudonearotteri.  Pag.  279,  318. 

e)  Rincoti.  Pag.  80,  279,  349. 
/•)  Coleotteri:  Pag.  81,  280,  349. 
g)  Strepsitteri.  (Vacat). 

h)  Neurotteri.  (Vacat). 

i)    Lepidotteri.  Pag.  83,  280,  349. 

Tc)  Imenotteri.  Pag.  83,  280,  349. 

1)  Ditteri  e  Afanitteri.  Pag.  83,  280, 

349. 

XI.  Echinodermi.  Pag.  81. 
XII.  Molluschi.  Pag.  84,  280,  350. 

1.  Parte  generale.   Pag.  84,  280, 
350. 

2.  Anfiueuri.  {Vacat). 


IV 


8.  Gasteropodi  ( Prosobranchi. 
Eteropodi.  Opistobranchi.  Pte- 
ropodi.  Polmonati).  Pag.  84, 
281. 

4.  Scafbpodi.  (Vacat). 

5.  Lamellibranchi,  Acef'ali  o  Pe- 
lecipodi.  {Vacat). 

G.  Cefalopodi.  Pag.  84,  281. 

Xm.  Urocorclati   o  Tunicati.  Pag.  281, 

350. 
XIV.  Cefalocordali  o  Anfiossidi.  ( Vacnt). 
XV.  Vertebrati.  Pag.  10!»,  281,  350. 

I.  Parte  genkuale.  (  Vacat). 
IT.  Parte  ANATOMiCA.Pag.  109,  231, 
350. 

1.  Parte  generale.  Pag.  109,  281. 

2.  Tegumento  e  produzioni  tegu- 
raentavie.   Pag.  100,  281,  350. 

3.  Sistema  nervoso  centrale  e 
periferico.  Pag.  110,  281,  350. 

4.  Organi  di  .senso.  Pag.  111,282, 
351. 

5.  Scheletro  e  articolazioni. 
Pag.  Ill,  282,  351. 

0.  Apijavecchio  muscolare.  Pag. 

113,  283,  352. 
7.  Apparecchio    cardiaco-vasco- 

lave.  Milza.  Pag.  113,  283,  352. 


8.  Tubo    digestive    e     glandule 
annesse.  Poritoaeo.  Pag.  113, 

283,  352. 

9.  Appareccliiopolinonare.  Bran- 
chie.  Tirno.  Tiroide.  Pag.  114, 

284,  353. 

10.  Apparecchio urogeuitale. Cap- 
.sale  surrenali.  Pag.  114,  284, 
353. 
11.  Teratologia.    Pag.  115,  284, 
353. 

III.  Parte  zooeogica.  Pag.  115,  284, 
354. 

1.  Parte  generale.    Fauna.  Pag. 
115,  284. 

2.  Pesci.   Pag.  IIG,  284,  354. 

3.  Anfibii.  Pag.  110,  285. 

4.  Rettili    Pag.  llfi,  285,  354. 

5.  Uccelli.  Pag.  IIG,  285,  354. 
G.  Mammiferi.    Pag.     117,    285, 

355. 
7..  Antropologia    ed     Etnologia. 
Pag.  118,  285,  355. 

Apjjcndice  :  Antropologia 
applicata  alio  studio  dei  pazzi, 
dei  criminali,  ecc.  Pag. 280,355, 

XVI.  Zoologia  applicata  alia  Medicina, 
aH'Agricoltura,  alle  Industrie,  ecc. 
Pag.  350. 


SUNTI  E  RIVISTE 


Clere  L. —  Scissioni  dirette  e  f'ollicoli  phi  iovulari  nel  parenchima  ovarico.  — 

Pag.  359. 
Fusari  R.  —  Caso  di  sdoppiaraento  totale  e  sirametrico  di  un  tratto  del  !iii- 

dollo    spinale    con    canale    vertebrale    chiuso  ed  ipertricosi    lombare.    — 

Pag.   141. 
Gemelli  E.  —  Contributo  alia  conoscenza  sulla  struttura  della  gliiandola  pitui- 

taria  nei  mammiferi.  —  Pag.  142. 
Levi  G.  —  Osservazioni  suUo  sviluppo  dei  coni  e  bastoncini  della  retina  degli 

Urodeli.  —  Pag.  144. 
Sisto  P.  e  Morandi  E  —  Contributo  alio  studio  del  reticolo    delle   linfoglan- 

dule.  —  Pag.  359. 


—  V   — 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


Barpi    U.  e  Tornello  S.  G.  —  I  vasi  aberranti  del    fegato    dei   Solipedi.   Con 

tav.  IV^  —  Pag.  129. 
Bertelli  D.  —  Sviluppo  o  conformazione  delle  pleuro  negli  uccelli.  —  Pag.  Ofi 

e  118. 
Caradonna    G.  —  Ricerche  suUa  costituzione  del  plesso  brachiale,  sulla  di- 

stribuziono  dei  suoi  rami    terminali  e   suU'  anastomosi    fra    il   nervo    mn- 

scolo-cutaneo  ed  il  nervo    mediano    negli    equini.    Con    tav.    II    e    III.  — 

Pag.  r.2  e  84. 
Chiarugi  G.  —  Proposta  di  uno  studio  coUefctivo  sul  peso  dell'  encefalo  negli 

Italian!.  —  Pag.  23. 
Chiarugi  G.  —  La  segraentazione  delle   uova   di  Salaviandrlna  perspiciUata. 

(Coutinuaz.  e  fine).  —  Pag.  373. 
D' Erehia  F.  —  Sulla  struttura  e  sulle  connessioni  della  notocorda  in  an  em- 

brione  umano  della  lunghezza  di  mm.  3  in  linea  retta.  —  Pag.  10. 
D'  Erehia  F.  —  Di  nn  piccolo  corpo  vescicolare  posto  sulla  volta  del  cervello 

anteriore  in  un  embrione  umano,  lungo  3,.5  mm.  in  linea  retta.  —  Pag.  40. 
D'Evant  T.  —  Dei  rami   minori   dell'  aorta  addominale  con  speciale  couside- 

razione    intorno    alia    irrigazione    del    plesso    solaro.    Con    tav.    VII'\    — 

Pag.  287. 
Paeeiola  L.  —  SuU' uso  improprio  di  un  norae  in  mortblogia.  —  Pag.  151. 
Falcone  C.  —  Contributo  alio  .studio    del  tessuto  connettivo  embrionale.  Con 

tav.  Vr\  —  Pag.  155. 
Favaro  G.  —  Note  critico-bibliografiche  sul  muscolo  sterno-cleido-raastoidoo. 

—  Pag.  IG. 

Favaro  G.  —  Le  pieghe  laterali  del  solco  vestibolare   superiore  della   bocca. 

—  Pag.  61. 

Galeotti  G.  —  SuU'  importanza  del  nucleo  cellulare  nei  processi  di  secrozione. 

—  Pag.  31. 

Ganflni  C.  —  II  significato  morfologico  del  tubercAihim  phnryngeum.  osnis  oc- 

cipitis.  Con  tav.  I.  —  Pag.  33. 
Ganflni  C.  —  La  struttura  e  lo  sviluppo  delle  cellule  'nterstiziali  del  testicolo. 

—  Pag.  327. 

Ghigi  A.  —  Anomalie    negli    arti    posteriori    di    un    polio.    Con    4    figure.    - 

Pag.  260. 
Giannelli  L.  —  SuUo  sviluppo  del  pancreas  e  delle   gbiandole    intraparietali 

del  tube  digestive  negli  Anfibi  urodeli  (gen.  Triton).  —  Pag.  207. 
Giuffrida-Ruggeri  V.  —  Osso  nasale  bipartite,  post-frontale  e  altri  wormiani 

nello  scheletro  t'acciale.  Con  7  figure.  —  Pag.  265. 
Levi  G.  —  Osservazioni  suUe  variazioni  delle  arterie  iliache.  —  Pag.  332. 
Livini  F.  —  Sviluppo  di  alcuni  organi  derivati  dalla  regione  branchiale  negli 

anfibi  urodeli.  Con  3  figure.  {Continuaz.  e  fine).  —  Pag.  293. 
Montieelli  F.  S.  e  Lo  Bianco  S.  —  Uova  e  larve  di  Solenocera  siphonocern 

Phil.  -  Pag.  205. 


VI   — 


Pieeoni  G.  —  Sul  rapporto  dei  corpuscoli    di    Pacini    modificati   cogli   oi-gani 

muscolo-teudinei  di  Golgi  e    su    di    uno   speciale  modo  di  nggruppamonto 

dei  medesimi  nel  periinisio  dell'iiomo  e  dello  scoiattolo.  —  Pag.  325. 
Porta  A   —  La  secrezione  della  sputna  nella  Aphrophora.  —  Pag.  57. 
Rizzo  A.  —  Canale  cranio-faringeo,  fossetta  fai'ingea,    inteiparietali   e    proin- 

terparietali  nel  cranio  uraano.  —  Pag.  241. 
Sfameni  P.  —  Contributo  alio  .studio  delle  terminazioni  nervoso  nei  vasi  san- 

guigni  dei  genitali  femminili  esterni.  —  Pag.  5. 
Sfameni  P.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle  termina'/ioni  nevvose  npgli  or- 

.    gani  genitali  esterni  e  nel  capezzolo  della  femmina.  —  Pag.  B. 
Sfameni  A.  —  Ricerche  anatomiche  intorno  all' esistenza   di  nervi    e  al  loro 

modo  di  terminaro  nel  tessuto  adiposo,  nel  perio.stio,  nel  pericondrio  e  nei 

te.ssuti  clie  rinfbrzano  le  articolazioni.  —  Pag   3lo. 
Sommariva  D.  —  Contributo  alio  studio   delle   terminazioni   norvoso  nei    mu- 

scoli  striati.  Con  G  fig.  —  Pag.  SQO. 
Spampani    G.  —  Alcune  ricerche    .sull'origine    e    la    natura    del    vitreo.    Con 

tav.  Va.  —  Pag.  145. 
Storzi   G.  —  Gli  spazi  linfatici  delle  meningi  spinali  ed  il  loro  .significato.  — 

Pag.  210. 
ZimmerlU.  -  Intorno  ad  nn' anomalia  delle  ossa  nasali  in  alcune  specie  di  ani- 

mali  domestic!.  Con  5  fig.  —  P-i-g.  43. 


IJNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANS 


—  IP  Assemblea  ordiuaria  e  Convegno   Zoologico  Nazionale  in  Napoli.    [Pro- 

gramma  |.  —  Pag.  50. 

—  Utficio  di  Presidenza  per  il  1901  ed  Elonco  dei  Soci   al   1"    Gennaio  1901.  — 

Pag.  52, 

—  Varia.  Pag.  108.  216  e  342. 


Rcntliconto  della  scconda  Assemblea  ordinaria  e  del  Convegno 

dell'  Unione  Zoologica  Italiana  in  Napoli 

(lO-Ki  Aprile  1901). 


Seiluta  inaugurale  antimeridiana  del  10  aprile  —  Pag.  16G. 

Di.scorso  del  prof.  Pinto.  —  Pag-  IGfi. 

Discorso  del  Presidente  del  Comitate  Prof.  Paladino.  —  Pag.  107. 

Discorso  del  Presidente  dell'  Unione  Prof.  Parona.  —  Pag.  168. 

Relazione  del  Segretario  dell' Unione  Prof.  Monticelli.  —  Pag,  172. 

Seduta  antimeridiana  dell'  11  aprile.  —  Pag.  173. 

Seduta  pomeridiana  dell'  11  aprile.  —  Pag.  189. 

Seduta  antimeridiana  del  13  aprile.  —  Pag.  218. 

Seduta  pomeridiana  del  13  aprile.  —  Pag.  238. 

Adesioni.  —  Pag.  240. 


—    VII    — 


Elenco  delle  Comunicazioni  scientifiche. 

Anile  A.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle  glandolo  di  Brunner.  —  Pag.  '2od. 
Barpi  U.  —  Intonio  ai  vasi  aberranti  del  fegato  del  Solipedi.  —  Pag.  1£6. 
Bassani  F.  — Su  alcuni  avanzi  di  pesci  del  pliocene  toscano.  —  Pag.  189. 
Bellini  R.  —  Alcune  osscrvazioni  sulla  distribuzione  ipsometrica  dei  molluschi 

tenestri  nell'Isola  di  Capri.  (Sunto).  —  Pag.  180. 
Beriese   A.  —  lutorno  alia    riunovazioue    dell'epitelio   del    mesenteron  negii 

artropodi  tracheati.  —  Pag.  182. 
Beriese  A.  —  Quali  vautaggi    puo    attendersi    I'agricoltura  dall'  opera    degli 

uccelli  insettivori.  —  Pag.  223. 

Bianehi  L.  —  I  fasci  associativi  lunghi  del  lobo  frontale Pag.  198. 

Bortolotti  O.  —  Sviluppo    e   propagazione  delle    Opalinine  parassite  del  Lorn- 

brico.  —  Pag.  179. 
Cacace  E.  —  Ret'rattarieta  della    volpe  all'azione  del  bacillo    del    carbonchio 

—  Pag.  234. 
Capobianeo  F.  —  La  ergografia  del  gastrocnemio  nell'  uomo.  —  Pag.  19G. 
Capobianeo  F.  —  La  influenza  di  agenti   fisico-chimici   sui   muscoli   lisci   di 

ijivertebrati.  —  Pag.  197. 
Capobianeo  F.  —  Delia  partecipazione  niesodermica  nella  genesi  della  nevro- 

glia  cerebrale.  —  Pag.  230. 
Colucei  C.  —  Contributo  alia  anatomia  e  tisiologia  del  trigemino.  —  Pag.  282, 
D'Evant  T. —  Sui  rami   minori  dell' aorta  veutrale  e  specialmeute   sulla  irri- 

gazione  del  plesso  celiaco  del  simpatico.  —  Pag.  195. 
Della  Valle  A.  —  Di  alcune  particolarita  osservate  nelle  Ascidie  del  Golfo  di 

Napoli.  —  Pag.  186 
Delpino  F.  —  Sugli  artropodi   tillobii  e  sulle  complicazioui  dei  lore   rapjjorti 

biologici.  rSuuto).  -   Pag.  229. 
De  Stefani  T.  —  Ulterior!  osservazioni  sulla  uiditicaziouo   dello    Sphe-jc   'palu- 

dusus.  —  Pag.  222. 
Diamare   V.  —  Ci.sti    epiteliali     uol    cosidetto    pancreas    dei   Petromizonti.  — 

Pag.  194. 
Emery  C.  —  Le  f'ormiche  in  rapporto  alia  fauna  di  Selebes.  —  Pag.  178. 
Fagnito  O.  —  Sullo    sviluppo  della    cellula    nervosa.  (Dimostrazione  di  prepa- 

ratij.  —  Pag.  232. 
Gay  M.  —  Sfcrana  costituziono  di  uu  uovo  di  gallina  e  sulla  galliua  cbe  lo  pro- 

dusse.  (Sunto).  —  Pag.  218. 
Ghigi  A.     1  Sulla  polidattilia  dei  gallinacei.  —  Pag.  178. 
Ghigi  A.  —  Intoruo  al  genere  Tragopan.  —  Pag.  203. 
Grieb  A.  —  Contribuzione  alio  studio  dell'organo   parietale  del  Fodarcis  mU' 

rails.  (Suuto).  —Pag.  218, 
Maggi  L.  —  Di    un    carattere    osseo-faciale    dei    giovani    Gorilla.  (Sunto).  — 

Pag.  204. 
Mazza  F.  —  Sulla    prima    difl'erenziazione    d^lle  gonadi   e    sulla    maturazione 

delle  uova  nella  Lebias  calaritana.  (Suntoj.  —  Pag.  235. 
Monticelli  Fr.  Sav.  e  Lo  Bianco  S.  —  Comunicazioni  sui  Pencidi  del  Gollu 

di  Napoli  —  Pag.  193, 


—  vni  — 

Orlandi  S.  —  Su^'a   struttura   deirintestino   deWa,  Squilla   mantis.    (Sunto). — 

Pag.  176. 
Paladino  G.  —  Su  alcuni  puuti  controversi  della    struttura   intima  dei  ceutri 

neivosj,  —  Pag.  191. 
Pierantoni  U. —  Sopra  luia  nuova  specie  di  oligochete  marino  {Enchytraeus 

macrochaetas  n.  sp.).  —  Pag.  '201". 
Raffaele  F.  —  Sul  modo  come  si  chiude  il  neuroporo.  (Sunto).  —  Pag.  221. 
Raffaele  F. —  Dubbi  sull'esistenza  del  mesoderma  gastrale.  (Sunto).  —  Pag.  221. 
Raffaele  F.  —  Osservazioni  ed   esperimenti  su  embrioni  e  larve   di  anuri.  — 
•       Pag.  221. 

Todaro  F.  —  L'organo  renale  delle  Salpe.  (Sunto).  —Pag.  174. 
Vastavini  Cresi  G.  —  Nuovo  metodo  d'  colorazione    del   sisteiua  norvoso.  — 

Pag.  2o7. 

NOTIZIE  E  VARIETA 


PriMiii  o  (Juucursi.  —  Piig.  275. 

Persouale  Universitario.  —  Pag.  55. 

Necrologie  :  Giulio    Biz/.ozero,  Pag.  103  (K.  Fusari).  —  Giovaimi  Battista  Laura. 

Pag.  107  (G.  Romiti).  —  Jacopo  Dauielli.  Pag.  107  (G.  Romiti).  —  Giuseppe 

Vincenzo  Ciaccio.  Pag.  381  (P.  E.). 
Studio  collettivo  del  peso  dell'encefalo  negli  Italiaui:  adesioni.  —  Pag.  50,  75, 

110,  271. 
Vana.  —  Pag.  5G,  252,  3d2. 


Firoiize,  1902.  —  Sociota  Tip.  Fiorcntina,  Via  S.  Gallo,  33. 


all 


(Piibblicazioiii  Italiaiie  di  Zoologia,  Aiiatomia,  Enibriologia) 

Organo  ufficiale   deila   Unione  Zoologica   Italiana 


DIRETTO 

DAI  DOTTORI 


6IDLI0  CHIARUGI 


EUGENIO  FICALBI 


I'lof.    di    Aiiatomia   uinaua 
iiul  a.  Istituto  di  Studi  .Super,  in  Fireuze 


Prof,  di  Anntoniia  conij).  e  Zoologia 
iiella  11.  Universita  di  Padova" 


Ufficio  di  Direzione    ed   Amministrazione  :  Istituto  Anatomico,   Firen^e. 
13  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno 


Firenze,  G-ennaio  1901 


isr.  1 


SOMMARIO:  Bibliografia.  —  Pag.  1-5. 

CoMUNicAzioNi  Okiginali:  Sfamcili  p.,  Contribute  alio  studio  delle  terminazioni 
iiervose  nei  vasi  sanguigni  dei  genitali  femminili  esterni.  —  Sfameni  P.  Cou- 
tributo  alia  conoscenza  delle  tei^minazioni  nervosa  negli  orgaiii  geuitali  esterni 
e  nel  capezzolo  della  femmina.  —  D'  Erchia  F.,  Sulla  struttura  e  sulle  connes- 
sioni  della  notocorda  in  un  embrione  umano  della  lunghezza  di  mm.  3  in  linea 
retta.  —  Favaro  Q.,  Note  critico-bibliografiche  sul  Muscolo  sterno-cleido- 
mastoideo.  —  Chiarugi  Q.,  Proposta  di  uno  studio  collettivo  sul  peso  dell' En- 
cefalo  negli  Italiani.  — Q.  Qaleotti,  Sull' importanza  del  nucleo  cellulare  nei 
processi  di  secrezioue.  — Pag.  5-32. 


Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  clie  si  pubblicano   nel  Moni- 
tore  Zooloyico  Ttaliano  e  vietata  la  riproduzioiie. 


BIBLIOGRAFIA 


St  da  noLizia  soltanto  del  lavori  pubhltcatt  in  ItaUa. 


I.  Scritti  general!  di  Zoologia  e  di  Anatomia. 

—  Rendiconto  della  prima  Assemblea  generate  e  del  Conveguo  dell'  Unione 
Zoologica  Italiana  in  Bologna  (24-27  settembre  1900).  —  Estr.  di  pag.  52 
d.  Monit.  Zool.  ItaL,  An.  11  [Supplemento),  Dicembre  WOO.  Firenze,  Soc.  tiy. 
Fiorentina,  I'JOO. 

Camerano  L.  —  L'etude  quantitative  des  organismes  et  les  indices  de  varia- 
bilite,  de  variation,  de  frequence,  de  deviation  et  d'isolement.  —  Arch.  ital. 
de  Biologie,  Tome  34,  Fasc.  /,  pag.  1-16.  Turin  1900. 

M.  Z. 


Cattaneo  G.  —  Gabinetto  di  anatomia  e  fisiologia  comparata  :  cenni  storici.  — 

Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  li.  Univ.  di  Genova,  N.  95  (1000). 

Genova,  tip.  Ciminago,  1900,  pp.  6. 
De  Rosa  Cotronei  G.  B.  —  Note  biologiche :  lotte  cellular!  negli  organismi 

animali.   —  Est):  di  pay.  15  d.  Rivista  moderna,  An.  3,  Fasc.  5-0.  Firenze, 

tip.  Cooperativa,  1900. 
Foa  C.  —  La  grefife  des  ovaires,  en  relation   avec  quelques   questions  de  bio- 

logie  generale.  —  Arch.   ital.   de  Biologie,  Tome  34,  Fasc.  1,  2)ag.  43-13, 

Turin,  1900. 
Franzolini  P.  —  Paradossi  nella  natura  zoologica  :  spezzatiiii,  —   Udine.  tip. 

Bardusco,  1900.  pp.  23. 
Gaffurri  C.  —  L' ibernazione  e   le  rassomiglianze   protetti-ici   del  regno  ani- 

male.  —  Milano,  tip.  Artigianelli,  1898.  pp.  55. 
Giglio-Tos  E.  —  Les  problemes  de  la  vie.  Essai  d'une  interpretation  scien- 

tifique  des  pbenomenes  vitaux.  I''  Partie  :  La  substance  vivante    et  la  cy- 

todierese.    Avec    fig.   —    Turin,   chez   I'Auteur    {Palais    Carignano)  1900, 

pp.   VIII,  286. 
Griffini  A.  —  Di  un  concetto   erroneo,  frequente  nel  liuguaggio  comune  e  in 

molti   libri  scolastici   (La   cosidetta  scala   dei   viventi).  —  Estr.  di  pag.  7 

d.  Boll,  di  Matem.  e  di  Sc.  Fis.  e  Nat.,  N.  21-22. 
Herlitzka  A.  —  Ricerche  sul  trapianto  delle  ovaia.  —   Vedi  M.  Z.,  XI,  6,  182. 
Herlitzka  A.  —  Recherches   sur  la  transplantation.   La  transplantation  des 

ovaires.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  34,  Fasc.  1,  pag.  89-106.  Turin,  1900. 
Herlitzka  A.  —  Quelques   remarques  a  propos  de  la  transplantation  des  ovai- 
res. —  A7'ch.  ital.  de  Biologie,  Tome  34,  Fasc.  1,  pag.  106-110.  Turin,  1900. 
Herlitzka  A.  —  Sur  la  transplantation  des  testicules.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  6, 182. 
Lorenzi  A.  —  Prime  osservazioni  zoologiclie  sulle  acque  freatiche  del  Friuli. 

—  Udine,  tip.  Doretti,  1H98.  j)p.  9. 
Santoro  Silipingi  C.  —  Spigolature  scientificbe  :  I.  Confutazione  degli  errori 

scientifici  dei  seguaci  del  Finalismo  ;  II.  La  teoria  della  generazione  espo- 

sta  da  Dante  ;  III.  Scienza  ed  Arte  ;  IV.  II  Neoevoluziouismo  di  Albert  Far- 

ges.  —  Messina,  tip.  dei  Trihunali,  1900.  pp.  80. 
Trois  E.  F.  —  Catalogo  delle  collezioni  di  anatomia  comparata  del  R.  Istituto 

Veneto  di  Science,  Lettere  ed  Arti  dalla  sua  fondazione   (gennaio  1867  al- 

I'aprile  1900).  —  Atti  d.  R.  Istituto  veneto  di  Sc,  Eett.  ed  Arti,  An.  Accad. 

1899-900,  Tomo  59  {Serie  8,  Tomo  2),  Disp.  10,  j^ag.  63-261.   Venezia,  1900. 

III.  Ontogenia  (Embriogenia.  Organogenia). 

Banchi  A.  —  Rudimenti  di  un  tei'zo  elemento  sclieletrico  (Parafibula)  nella 
gamba  di  alcuni  Rettili.  Con  10  Figg.  —    Vedi  M.  Z.  XI,  10-307. 

Banchi  A.  —  Neoteuia  nel  Triton  vulgaris  Linn,  siibsp.  meridionalis.  Con 
3  figg.  —  Vedi  M.  Z.,  XT,  10,  312. 

Banchi  A.  —  Contributo  alia  morfologia  della  Articulatio  genu:  Note  di  Ana- 
tomia ed  Embriologia.  —   Vedi  M.  Z.,  XI,  12,  355. 

Bombieci  G.  —  Risposta  ad  alcune  osservazioni  al  mio  lavoro  «  Sui  carat- 
teri  morfologici  della  cellula  nervosa  durante  lo  sviluppo  »  —  Aj'ch.  per  le 
Sc.  mediche,   Vol.  24,  Fasc.  3,  pag.  313-818.  Torino,  WOO. 


Burgio  F.  —  Uovo  umano  fra  i  12  e  i  13  giorni  di  sviluppo  e   suoi   involucri. 

Con  2  tav.  —  Arch,  di  Ostetricia  e   Ginecol.,  An,  7,  N.  11,  j)ag.   650-660. 

Napoli,  1900. 
Cent  C.  —  Influenza  del  sangue  dei  maniaci  e   del  lipemaniaci   suUo    sviluppo 

embrionale  con  special!  fenomeni  teratologici.  Con  tav.  IV^  —  Vedi  M.  Z. 

XI,  10,  311. 
Colueei  C.  e  Piccinino  P.  —  Su  alcuni  stadii  di  sviluppo  delle  cellule  del  mi- 

dollo  spinale  umano.  —  Annali  di  Nevrologia,  An.  18,  Fasc.  2,  pag.  81.,  Na- 
poli, 1900. 
Cutore  G,  —  Anomalia  del  canale  midollare  di  un  embrione  di  i^ollo  di  48  ore. 

Con  tav.  —  Vedi  M.  Z.,  X,  12,  278. 
Ferraresi  G.  —  Sviluppo  della  vagina.  —  La  Rassegna  medica,  An.  5,  N.  6, 

pag.  1-6.  Bologna,  1S97. 
Grandis  V.  —  Etudes  sur  la  composition  du  placenta.   Note  I*-':  Composants 

solides  et  liquides,  substances  organiqiies,  matieres  extractives  et  albumi- 

neuses  du  placenta.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  83,  Fasc.  3,  pag.  429- 

438.  Turin,  1900. 
Grandis  V.  —  Etudes  sur  la  composition  du  placenta.  Note  IF:  La  composi- 
tion des  cendres  du  placenta.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  33,  Fasc.  3, 

pag.  439-444.  Turin,  1900. 
Herlitzka  A.  —  Nuove  ricerclie  sullo  sviluppo  dei  blastomeri  isolati. —  Riv.  di 

Sc.  biologiche,  An.  2,  N.  9-10,  pag.  748-756.  Gomo,  1900. 
Levi  G.  —  Osservazioni  sullo  sviluppo  dei  coni  e  bastoncini  della  retina  degli 

Urodeli.  Con  tav.  XIV^  —  Lo  Sp)erimentale  {Arch,  di  Biol.  norm,  e  patoL), 

An.  54,  Fasc.  6,  pag.  521-539.  Firenze,  1900. 
Mazzarelli  G.  —  Un' ultima   parola  di  risposta  al  Dott.  Carazzi.  —  Monit. 

Zool.  Hal.,  An.  11,  N.  11,  pag.  342-344,  lurenze,  1900. 
Migliorini  G.  —  Ricerclie  istologiche  sull'  epitelio  e  sulle  paracheratosi  del- 

I'amnios  umano.  Con  tav.  IV^.  —  Arch,  per  le  Sc.  mediche,  Vol.  24,  Fasc.  8, 

pag.  229-251  Torino,  190<). 
Monti  R.   —   Studi    sperimentali    suUa    rigenerazione   nei   Rabdoceli   marini. 

{Plagiostoma  Girardii-Graff).  —  Estr.  di  pag.  3  d.  Rendic.  d.  R.  Istit.  Lomb. 

di  Sc.  e  Lett.,  Serie  2,  Vol.  33.  Milano,  1900. 
Monti  R.  —  La  rigenerazione    nelle    planarie    marine.   Con    tav.  —  Estr.  di 

pag.  16  d.  Mem.  d.  R.  Istit.  lomb.  di  Sc.  e  Lett ,  CI.   di  Sc.   matem.  e  nat., 

Vol.  19  (Vol.  11  d.  Serie  3),  Fasc.  1.  Milano,  1900. 
Monti  R.  —  L'  eteroraorfosi   nei  dendroceli    d'  acqua    doles  ed  in   particolare 

nella  Planaria  alpina.  —   Vedi  M.  Z.,  XI,  4,  114. 
Orru  E.  —  Sullo  sviluppo  degli  isolotti  del  Langerhans  nei  Gongilus  ocellatus. 

Con  tav.  VI^  -   Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  310. 
Paladino  G.  —  De  la  genese  et  du  temps  dans  lequel  apparaissent  Jes  cellu- 
les geantes  dans  le  placenta  humain.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  83, 

Fasc.  2,  x)ag.  290-295.  Turin,  1900. 
Pomara  D.  —  Ua  case  di  superfetazione.  —  Gazz.  d.  Ospedali,  An.  21,  N.  126, 

pag.  1321-1824.  Milano,  1900. 
Romiti  G.  —  SuH'anatomia  dell'utero  gravido,  Config.  —   Vedi  M.  Z.,  XI,  6,  182. 
Valenza  G.  B.  —  Nuove  ricerche  sulla  genesi  degli   elementi  nervosi  e  nevro- 
glici  e  sul  loro  reciproco  rapporto:  lavoro    postumo  pubblicato   a   cura  del 


—  4  — 

Dott.  A.  Anile  e  preceduto  da  una  biografia  dell'Autore.  —  Vedi  M.  Z.,  X, 

6,  149. 
Versari  R.  —  Morfologia  dei  vasi  sauguigni  arteriosi  deU'occliio  dell'uouio  e 

di  altri  mammiferi.  Con  Tav.  9'.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  30IJ. 
Verson  E.  —  Sur  la  fonction  de  la  cellule  geante  dans  les  f'ollicules  testiculai- 

res  des  insectes.  —    Vedi  M.  Z.,  XI,  4,  116. 

IV.  Istologia. 

.Camia  M.  —  Su  alcune  forme  di  alterazione  della  cellula  nervosa  nelle  psicosi 

acute  conf'usionali.  Con  fig.  —  Riv.  di  Patol.  iierv.  e  mentals,  Vol  5,  Fasc.  9, 

pag.  385-396.  Firenze,  1900. 
Colueci  C.  —  La  zona  perinucleare  nella  cellula  nervosa.  —  Annali  di  Nevro- 

login.  An.  18,  Fasc.  2,  pag.  123.  Napoli,  1900. 
Colueci  C.  —  A  proposito    della  zona    perinucleare  nella  cellula  nervosa:  ri- 

sposta  al  Dott.  D  on  a.  ggio.  —  Annali  di  Nevrologia,  An.  18,  Fasc.  3,  pag.  228. 

Napoli,  1900. 
Donaggio   A. — Sui    rapporti  tra    capsula    pericellulare    e    vasi    sanguigni  nei 

gangli  spinali  dell'  uomo.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  306. 
Donaggio  A.  —  A   proposito  della    zona   perinucleare  nella    cellula    nervosa: 

rettifica. —  Annali  di  Nevrologia,  An.  18,  Fasc.  3,  pag.  227-228.  Napoli,  1900. 
Ferrari  C.  —  Sulla  struttura  delle  fibre  nervose  midollate  nei  gangli  cerebro- 

spinali.  —  Boll.  d.    Sac.    medico-chir.  di    Favia,  1900,    N"   2,   pag.    11-19. 

Pavia,  1900.   Vedi  anche:  M.  Z.,  XI,  iO,   306. 
Mingazzini   P.  —  Cambiamenti    morfologici    dell'epitelio   intestinaJe    durante 

I'assorbimento  delle  sostanze  alimeutari.  Con  fig.  —  VediM.  Z.,  XI,  10,  310. 
Petrone  A.  —  La  probabile  genesi    dello  zooide  dei  corpuscoli  rossi.  —  Boll. 

d.  Accad.    Gioenia    di   Sc.  Nat.  in   Catania,   Fasc.  64,   1900  {Seduta  d.  9 

Giugno  i900).  Catania,  WOO. 
Petrone  A.  —  L'apparenza    di   cellula    nei  globulo    rosso.  —Boll.  d.    Accad. 

Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Catania  {Seduta  del  24  Novembre  1900),  Fasc.  65, 

1900.  Catania,  1900. 
Petrone  A.  —  Contributo  alia  quistione  dei  granuli  tingibili  dal  rosso  neutrale: 

nota — Boll.  d.  Accad.  Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Catania,  Fasc.  64,  1900  {Se- 
duta d.  9  Giugno  1900).  Catania  1900. 
Petrone  A.  —  Modificazioni   fine    dell'  emat-ia    prodotte   dall'  assorbiuiento  di 

sostanze  diverse:  valore  morfologico  e  biologico.  Valore  speciale  clinico  e 

medico-legale    per    1'  acido    pirogallico,  —  Boll.    d.  Accad.    Gioenia  di  Sc. 

Nat.  in  Catania,  Fasc.  64,  1900  {Seduta  d.  9  Giugno  1900).  Catania,  1900. 
Petrone  A.—  Valore  del  nuovo  reperto  nell'  emasia  per  I'azione  del  pirogal- 

lolo.  —  Boll.  d.  Accad.  Gioenia    di  Sc.  Nat.  in  Catania,  Seduta  d.  24  No- 
vembre 1900,  Fasc.  65,  1900.  Catania,  1900. 
Petrone    A.  —  Sui  granuli  e  gl.buli    tingibili    del    sangue.  —  Boll.  d.  Accad. 

Gioenia  di  Sc.  Nat.   m    Catania,  Seduta  d.  24  Novembre  1900,   Fasc.  65, 

1900.  Catania,  1900. 
Petrone  A.  — Ulterior!  ricerche  suUa  quistiono  delle  piastiine:  nota.-   Boll. 

d.    Accad.  Gioenia    di    Sc.  Nat.  in    Catania,  Fasc.    64,  1900  (Seduta  d.  9 

Giugno  1900).  Catania  1900. 


—  t) 


Pezzolini  P.  —  Sugli  innesti  cutanei:  ricerche  sperimentali  intorno   alia  du- 

rata  di  vita  degli  elementi  della  cute  distaccata  dall'organisrao.  —  Lo  Spe- 

rimentale  (Arch,  di  Biologia  norm.,  e  patol.),  An  54,  Fasc.  5,  pag.  477-489. 

Firenze.  1900. 
Poggi  G.  —  Sul    corpuscolo  bleu  e  sul  significato    della  sua    ricorrente    pre- 

senza  nel  sangue  degli  anemici,  e  della  sua  comparsa  nel  sangue  dei  sani. 

—  Biv.  critica  di  Clinica  medica,  An.  1,  N°  43,  pag.  737-742 ;  N°  44,  pag. 

753-757  e  N°  45,  pag.  769-772.  Firenze,   1900. 
Rufflni  A.  —  SuUe    fibrille  nervose  ultraterininali    nelle    piastre  motrici    del- 

I'uomo  —  Considerazioni    del    Prof.    S.    Apathy    suUe    osservazioni    del 

Dott.  Ruffini. — Riv.  di  Fatologia  nervosa  e   mentale,   Vol.  5,  Fasc.   iO, 

pag.  433-444.  Firenze  1900  {Con  fig.). 
Sala  G.  —  Contributo   alia  conoscenza  delle  fibre  nervose  midollate.  Con  tav. 

(Sunto).  —  Bull.  d.  Soc.  medico-chir.  di    Pavia,  1900,  N°  3,   pag.  159-lGl. 

Pavia,  1900. 
Sisto  P.  e  Morandi  E.  —  Contributo  alio  studio  del  reticolo  delle  linfoglan- 

dule.  Con  tav. —  Estr.  dipag.  21  d.  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  di  Torino,  Vol.  36, 

Adunanza  d.  J8  Novembre  WOO.  Torino,  1900. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


ISTITUTO    OSTKl'HICO-GINKCOI  OGICO    PELLA    li .    UNIVK15SITA    DI    PISA, 
lUiJETTO    nAI,    I'UOF.    KKMANNO    P  I  N  Z  A  N  I. 


Oontributo  alio  studio  delle  terminazioni  nervose 
nei    vasi    sanguigni    dei    genitali    femminili    esterni. 

NOT\    PREVRNTiVA    PEL    DOTT.    PASQUALE    SFAMENI,    AlUTO. 


Ricevuta  il  5  senuaio  1901. 
fi  vietata  la  ripi-oduziorie. 

Nello  stndiare  Ic  terminazioni  nervose  negli  organi  genitali  esterni 
(icila  donna,  della  pecora,  della  vacca,  della  cagna  e  della  cavalla  mi 
e  accad n to  di  osservare  anche  terminazioni  nervose  nei  vasi  sanguigni. 

Nei  capillari  ho  constatato  la  presenza  di  esilissimi  fdi  nmielinici,  i 
(|uali  seguono  alt'esterno  il  vaso  sangiiigno.  Di  tratto  in  tratto  questi 
lili  amielinici  si  ramilicano  formando  piceolissime  piastre,  come  in  minia- 
tiira,  le  quali  toccano  piii  davvicino  la  parete  del  capillare.  Fatti  ana- 
loglii  si  osservano  j)ure  nolle  piii  piccolo  arterie.  Nei  vasi  arteriosi  di 
dimensioni  alquanto  maggiori  ho  notato  la  esistenza  di  piastre  nervose, 
clie  si  trovano  qua  e  la  adagiato  alia  faccia  esterna  della  muscolare  ed 


—  6  — 

i  ciii  ultimi  rami  si  cspaiulono  in  mezzo  alle  libro-ceilule  miiscolari. 
Queste  piastre  terminali  arteriose  derivano  da  fibre  nervee  mieliniclie, 
die  d'  ordinario  decorrono  per  iin  ccrto  Iratlo  parallelamente  all'  asse 
deirarteria,  accosto  all' avventizia;  poscia  si  ripiegaiie  ad  aiigolo  retto 
verso  il  vaso  sanguigno,  attraversano  1' avventizia  e,  giiinti  alia  faccia 
esterna  delta  muscolare,  perdono  la  mielina  e  si  ramiticano  reiterata- 
mente  costitiiendo  una  espansione  cilindrassile  in  forma  di  piastra  piiit- 
tosto  estesa.  Oltre  a  tali  piastre  si  osservano  ancora  nelle  arterie 
alciini  speeiali  corpuscoli,  per  lo  |)iii  rotondi,  collocati  profondamente 
nelle  pareti  arteriose.  L'  espansione  del  cilindi'asse  in  (|uesti  corpuscoli 
(^nei  (juali  j)er6  non  sono  riuscito  linora  a  scorgere  capsule  die  foi-mino 
un  invili]|)|)0  esterno)  prende  una  configurazione  a  gomitolo,  da  cui  par- 
tono  esili  lili,  die  si  diramano  nella  muscolare. 

Per  conoscere  esattamente  i  rapporti  die  esistono  tra  i  vai'i  de- 
menti delta  parete  delle  arterie  e  le  piastre  ed  i  corpuscoli  descritti,  e 
necessario  eseguirc  tagli  microtomici  di  vasi  in  cui  si  trovano  le  delte 
terminazioni.  Mi  riserho  di  fare  questo  in  segiiito. 


ISTITUTO    OSIETRICO-GINECOLOGICO    DELLA    It.    DXIVEHSITA    DI    IMSA. 
DIRETTO    DAL    HHOF.    EKMANNO    PINZANI. 


Oontributo  alia  conoscenza  delle  terminazioni  nervosa 
negli  orgaui  geuitali  esterni  e  nel  capezzolo  della  femmina. 

NOTA    I'UEVBNTIVA    PEL    DoTT.    PASQUALE    SFAMENI,    AlUTO. 


Kicevnta  il  5  gennaio  190T. 


fi  vietata  la  riproduzione. 


llo  studiato  le  terminazioni  nervose  dei  genitali  esterni  e  del  ca- 
pezzolo iidla  donna,  nella  pecora,  nella  vacca,  nella  cagna  e  nella  cavalla 
servendomi  del  metodo  at  cloruro  d'oro. 

Genitali  esterni.  —  il  mio  studio  puo  dirsi  ultimate  per  quanto  ri- 
guarda  la  donna,  per  gii  altri  animali  invece  non  ho  ancora  alleslilo  un 
numei'o  motto  graiide  di  preparazioni. 

Tanto  nel  clitoride  quanto  nelle  i)iccole  labbra  della  donna  lio  po- 
tuto  constatare  la  presenza  di  un  grande  numero  di  organi  ncrvosi  ter- 
minali del  Ruffini,  situati  negli  strati  connettivali  sia  superficiali, 
come  jirofondi  della  cute.  Ouesti  corjiuscoli   olfrono  a  un   dii)i'esso  gli 


slessi  cai'atlcri  di  quelli  die  si  riscontrano  iiei  polpastrelli.  In  divcrsi 
csemplari  ho  osservato  die  daH'organo  nervoso  terminale  fuorlescono 
esilissimi  llli  amiclinici,  die,  parlili  dai  rami  deU'espansione  cilindras- 
sile,  si  spingono  nel  tessiito  ambiente,  dove  intrecciandosi  eon  ramo- 
scclli  simili,  derivati  da  altri  organi  termiiiali,  formano  una  delicafis- 
sima  rele  a  larglie  maglie  sparsa  in  tutto  il  lessuto  connettivale.  Questa 
delicatissinia  rete  difTiisa  pero,  non  e  formata  soltaiito  da  questi  esili  fili 
amielinici  usdti  dagli  organi  nervosi  terminali,  ma  e  inoltre  costitiiita 
in  gran  parte  da  ramificazioni  dlindrassili  di  fibre  nervose  distinte,  h 
(jnali  non  vanno  a  terniinare  in  corpnscoli  speciali,  ma,  perduta  la 
mielina,  in  nn  dalo  ])nnto  del  lore  pereorso  in  mezzo  ai  tessuto,  si  di- 
vidono  in  tanti  rami  a  direzione  raggiata;  qnesli  rami  si  suddividono  a 
loro  volla-in  libre  assai  esili,  di  aspetto  (Inamente  grannloso,  le  quali  si 
dillondono  nel  lessuto  intrecciandosi  con  till  provenienti  da  altre  fibre 
mieliniclie,  die  si  terminano  alio  stesso  modo  di  quelle  ora  descritte,  e 
cogii  esili  llli  provenienti,  come  dissi,  dagli  organi  nervosi  terminali  del 
Ruflini.  Alio  stesso  livello  degli  organi  nervosi  terminali  si  trovano 
corpnscoli  del  Pacini,  sia  di  quelli  a  struttura  semplice,  quali  t'urono 
descritti  dallo  scopritore,  come  pure  di  quelli  a  sti'uttura  complessa  come 
vennero  descritti  da  diversi  autori  in  altre  parti  dell'organismo  (Golgi, 
Mazzoni,  lluffini,  Stameni).  In  un  piano  piii  superflciale,  quasi  sotto 
le  papille,  si  riscontrano  le  clave  del  Krause  ed  i  corpuscoli  genitali, 
die  rappresenlano  clave  di  Krause  composte  e,  al  dire  degli  autori,  non 
dilTeriscono  da  queste  die  per  le  loro  maggiori  dimensioni :  io  trovo  ch'essi 
si  ditferenziano  essenzialmente  per  la  costituzione ;  infatti  una  clava  del 
Krause  consta  di  un  involucro  esterno,  l^tto  di  poclii  strati  di  capsule 
connettivali,  dentro  cui  si  trova  uno  spazio  riempito  di  sostanza  gra- 
nulosa in  mezzo  alia  quale  si  ramilica  I'espansione  del  cilindrasse ;  nel 
corpuscolo  genitale  si  risconlra  pure  un  involuci'o  connettivale,  pero  Io 
spazio  limitato  da  questo  non  e  unico,  ma  presentasi  bensi  diviso  in  tante 
piccole  niccliie,  in  ciascuna  deile  quali  si  colloca  un  piccolo  intreccio  ci- 
lindrassile.  Alio  stesso  livello  delle  clave  del  Krause  e  dei  corpuscoli 
genitali  si  osservano  inoltre  terminazioni  nervose  speciali,  molto  grandi, 
formate  dalla  espansione  cilindrassile  di  una  o  piii  fibre  nervee.  Queste 
terminazioni  sono  gia  state  descritte  da  qualclie  autore  iDogiel),  dal 
(juale  vennero  designalee  considerate  come  cor|)uscoli  genitali.  Dalle  mie 
ricerdie  risulta  die  un  tale  criterio  non  e  rispondente  al  vero ;  per  con- 
vincersi  di  cio  basta  solo  considerare  die,  mentre  nei  coi'puscoli  genitali 
Tespansione  del  cilindrasse  si  trova  rinchiusa  dentro  un  inviluppo  di 
capsule  connettivali,  come  nolle  clave  del  Krause,  nolle  terminazioni  in 


parola  iiivece  Tespansiono  cilindrassilc  non  r  limitata  por  nulla  da  invo- 
Iiicri  ca|)siilari. 

Ncllo  stralo  |)a|)illaro  ho  riscontrato  soltanlo  poclii  corpiiscoli  del 
Meissner:  oltre  a  cio  ho  notato  lerniinazioni  nervose  intrapapiUari 
analoghe  a  quelle  trovate  dal  RutTiiii  o  da  me  nei  polpastrelli  e  desi- 
gnate fol  noine  di  «  liocchetti  pa|)illari.  »  Nelle  ricorche  finoi'a  fade 
non  lio  trovato  nulla  di  simile  alia  «  reticella  nervosa  amielinica  sub- 
papillare  »  come  si  rinviene  nella  cute  dei  |)olpastrelli.  Al  contraiio 
ho  constatato  la  presenza  di  una  ricchissima  rete  nervosa  (niolto  di- 
versa  dalla  rete  subpapillare  dei  polpastrelli)  situata  nella  parte  piii 
superliciale  del  derma,  la  (]uale  segue  I'  andamento  delle  papille  in 
modo  da  trovarsi  semprc  immediatamente  sotto  la  membrana  basale 
dello  strato  epidermoidale. 

Bisogna  tenor  presente  che  in  quei  tratti  cutanei  nei  (juali  si  ri- 
scontra  questa  rete  superficiale  non  si  nota  uno  strato  papillare  vero, 
con  papille  coniche,  alte ;  ma  si  trovano  solo  papille  basse,  pochissimo 
sporgenti,  per  modo  che  piii  propriamente  si  tratta  di  avvallamenti  del 
derma.  Ouesta  ricca  rete  superficiale  deriva  da  fibre  nervee  mieliniche. 
provenienti  dal  plesso  cutaneo  superficiale,  le  quali,  giunte  a  i)oca  di- 
stanza  dalla  membrana  basale,  pcrdono  la  mielina  c  si  ramificano  in  una 
ricca  arborizzazione  i  cui  ultimi  rami  s' incontrano  con  le  arborizzazioni 
cilindrassili  di  fibre  vicine,  di  guisa  che  ne  deriva  una  rete  ininlerrotla. 
A  formare  questa  rete  concorrono  anche  ramoscelli  amielinici  fuori- 
usciti  dagli  estremi  distali  dei  corpuscoli  genitali  e  delle  clave  del 
Krause,  che  stanno  ad  un  livello  un  pochino  j)iii  basso. 

Con  le  ricerche  tinora  fatte,  nella  vacca  e  nella  pecora  non  sono 
riuscito  a  trovare  gli  organi  nervosi  terminali  del  Ruffini,  ho  riscon- 
trato invece  i  corpuscoli  genitali  e  le  clave  del  Krause,  che  presen- 
tansi  alquanto  difierenti  da  quelli  trovati  nella  donna :  ho  trovato  anche 
corpuscoli  del  Pacini.  E  molto  spiccata  quella  reticella  nervosa  conti- 
nua  superficiale,  come  ho  descritto  nella  donna,  e  che  risulta  formata 
da  ramificazioni  di  tibre  nervee  distinte  e  da  ramoscelli  dei  corpuscoli 
genitali  e  clave  del  Krause  poste  piii  profondamente. Non  ho  riscontrato 
mai  ne  clave  del  Krause,  ne  altri  corpuscoli  ncll' interno  delle  j)a- 
pille,  dove  al  contrario  ho  potuto  osservare  lili  amielinici  I'amilicati  in 
modo  vario  e  provenienti  ora  da  fibre  nervose  mieliniche,  le  quali  sonosi 
spogliate  della  midolla  verso  la  base  delle  papille,  o  da  sottili  ramoscelli 
derivati  dall' espansione  cilindrasse  delle  clave  di  Krause. 

Nella  cagna  oltre  alle  clave  del  Krause  ed  ai  corpuscoli  genitali 
ho  riscontrato   gli    organi    nervosi  terminali  del  Ruffini.  Anche  (|ui 


—  9  — 

ho  i)otut()  chiai'aiuente  osservare  cho  alciini  sollili  rainost'elli  |)artili 
(lair  ospansionc  eilindrassile  (leH'  organo  I'lioricscono  da  (luoslo  e  si 
prolungano  nol  tessiilo  circostanto.  SI  osserva  anclic  in  ([uosto  animalc 
la  rcticella  nervosa  continua  supeificiale.  Nelle  parli  della  vulva  un  po' 
discoste  dalla  regione  clitoridea  ho  riscontrato  piccoli  corpuseoli  ora  di 
Ibrnia  rotonda  oi-a  di  forma  o\ale  situati  piuttosto  profondamentc.  Oiiosti 
i)iecoli  cori)uscoli,  rhe  talora  trovansi  isolati,  taFallra  iiniti  a  due  a  due  in 
sienie,  constano  di  un  inviluppo  connettivale  eosliluito  da  due-tre  giri  di 
capsule,  neir  interno  si  nota  la  sostanza  granulosa  e  IVaniez/.o  1'  espan- 
sione  del  cilindrassc,  clie  per  lo  piii  lia  forma  di  gomitolo.  Una  libra 
nervea,  che  sale  verticalmente  verso  la  superlicie  della  cute,  ad  un 
certo  punto  manda  uno  o  piii  rami,  i  quali,  dope  brevissimo  canimino, 
penetrano  nei  corpuseoli  ora  descritti :  il  tronco  principale  segue  la  sua 
via  verso  la  superlicie;  giunto  nella  parte  piii  superficiale,  in  prossimita 
del  rivestimento  epiteliale,  dopo  aver  perdula  la  mielina,  si  ramifica  in 
sottili  librille  le  quali  con  andamenlo  ondulato  e  a  direzione  tangenziale 
alia  superlicie  si  ramilicano  e  si  intrecciano  formando  una  rete  a  maglie 
piuttosto  larglie.  molto  somigiiante,  per  il  suo  aspelto,  alia  reticella 
amielinica  subpapillare  della  cute  dei  polpastrelli.  Taloi-a  la  libra  nervea 
col  suo  tronco  penetra  e  forma  V  espansione  eilindrassile  nelT  interno 
di  uno  dei  corpuseoli  descritti ;  ma  alcuni  esili  lili  escono  dalF  estremo 
distale  del  corpuscolo  e  vanno  a  prender  parte  alia  formazione  della  re- 
ticella superficiale  a  lai-ghe  maglie  ora  descritta.  Devesi  notare  che 
(piesta  reticella  non  ha  nessuna  somiglianza  con  la  rete  nervosa  litta  e 
continua  che  si  ti-ova  nel  cliloride. 

Capezzolo.  —  Nei  capezzoli  di  donna  non  sono  ancora  riescito  a 
trovare  terminazioni  nervose  particolari  ne  nella  parte  esterna  (rive- 
stin\ento  cutaneo)  ne  nelle  pareti  dei  condotti  galattofori.  Soltanto  in 
poche  papille  cutanee  ho  visto  penetrare  qualche  esilissimo  filo  nervoso 
amielinico.  Nei  capezzoli  di  vacca  e  di  pecora  nella  parte  esterna  non 
ho  neppure  trovato  lino  adesso  terminazioni  nervose.  Ouesto  insuccesso 
dev'  essere  dipendente,  a  mio  credere,  dalls  qualita  del  tessuto  della 
regione,  per  cui  mi  saranno  necessarie  varie  prove  per  giungere  a 
cogliere  il  momento  giusto  pei'che  la  reazione  al  cloruro  d'  oro  dia 
i-isultati  favorevoli. 

Ma  accanto  ai  detti  risultati  negativi  ue  va  registrato  uno  positivo 
per  riguardo  alia  innervazione  delle  pareti  delFunico  condotto  galatto- 
foro  esistente  nei  ca|)ezzoli  di  vacca  e  di  pecora.  Poco  sotto  alia  super- 
licie del  condotto  del  lalte  si  trovano  in  grande  numcro  corjjuscoli  ner- 
\(»si,  i  (|uali  ap|)aiono  come  clave  di  Krause  grandi.  Questi  corpuseoli 


—  10 


in  parte  sono  isolali,  in  parte  invece  sono  riunili  a  gruppetli  di  liv. 
quattro  e  aiiclie  piii.  In  ((iiesto  caso  si  ossei'va  die  una  o  |)iii  Ijbre  ner- 
\ose,  |)er(liita  la  inielina,  penctrano  nell' interne  di  un  (•or|)us('ol()  c 
(|iii\i  il  cilindrasse  si  ramifica,  ferniando  iin  intreccio  com|)iieal().  Ma 
esse  non  si  arresia  li;  alenni  siioi  rami  escono  per  1' estremo  del  cor- 
puscolo  opposlo  a  (|iiello  per  il  quale  era  penetrata  la  rd)ra  e.  (l()|)o 
brevissinio  Iragitto,  penetrano  in  un  allro  eorpuscolo,  dove  formano 
I'espansione  cilindrassile;  quindi  alcuni  rami  luoriescono  per  passare  in 
altro  eorpuscolo  e  cosi  di  seguito,  lino  a  forinare,  come  dissi,  tre,  quat- 
tro ed  anche  piii  corpuscoli  in  continuazione.  Questi  pero  non  sono  di- 
sposti  funo  dope  I'allro  sulla  stessa  linea,  ma  d'ordinario  stanno  luUi 
avvicinati  fra  loi-o;  cio  si  verifiea  in  parte  perche  alcuni  di  detii  coi- 
puscoli,  di  forma  mollo  allungata,  presentansi  lortuosi  sicclie  un  eorpu- 
scolo puo  annidarsi  e  nascondersi  nolle  insenature  dell"  altro,  in  paitc 
perche  la  tibra  nervea  nel  passare  d^i  un  eorpuscolo  all' altro  si  ripiega 
in  vario  modo.  Talvolta  in  qualcuna  di  queste  serie  di  corpuscoli  si 
osservano  duo  iihve  nervee  ])enetrare  conlemj)oraneamente  1'  una  nel 
cor|)uscolo  die  sta  ad  un  estremo,  Taltra  nel  cor|)uscolo  die  sta  all'estremo 
opposto  delta  serie.  In  tal  modo  la  espansione  cilindrassile  neirinterno 
di  (|uesti  corpuscoli  deriva  da  ramiUcazioni  di  due  fibre  nervee  die 
camminano  1' una  verso  T  altra.  (Juesti  corpuscoli  per  foiina  sono  mollo 
variabili :  essi  ora  sono  cilindrici  mollo  allungati,  ora  di  forma  fusata, 
ora  ovoidali,  ora  rotondi. 


R.    ISTIIDTO    OSTETRICO-GINECOLOGICO    DI    OKNOVA. 


Sulla  struttura  e  suite  connessioni  delta  notooorda 
in  un  embrione  umauo  della  lunghezza  di  mm.  3  in  linea  retta 

PKt,  Doii'.  FLORENZO  D'EltCHIA,  ,^ssIs  ientk. 


Kicevuta  il  12  "emiaio  1901. 


£  vietata  la  riprodnzioue. 

NcUa  ([uarta  pubblicazione  sulle  anomalie  dell'  embrione  umano,  il 
(iiacomini  ('),  dope  aver  fatto  rilevai'e  die  to  studio  di  queste  ano- 
malie incominciava  ad  incontrare  il  favore  degli  anatomici,  e  dope  aver 

(')  Giacomini  C.  —  Anomalie  di  avilappo  doll'erabrione  nniaiio.  Coniniiioazioin^  IV^.  —  Atfi 
(lella  It.  Accadomia  deUr  S'rlenze  di  Torino,  Vol.  XX  VII,  IHD-J. 


11 


riconlato  die  lo  osservazioni  di  Koll  inaiiii,  di  Uoinili,  di  (lliiariiiii , 
(li  IMiysalix,  di  Koibol  c  di  His  erano  tiilte  concordi  nel  ricono- 
scerc  I'inleresse  graiidc  clic  prosentava  il  siiddolto  ai'gomonto,  cosi  si 
osprinie:  ((  Spero  clie  tutti  coloro  clie  s'  intci-ossano  di  cmbriologia  umaiia 
c  posseggoiio  |)rodotti  aborlivi  dei  prinii  mesi  risponderanno  aira|)pelio, 
c  ronderanno  di  piibblica  raginiip  lo  loro  osser\azioni.  j)i'eparaiido  cosi 
il  matcriale  \)vv  iin  miuvo  capitolo  <leirontogenosi  imiana,  il  ([iiale,  per 
la  sua  estensione  ed  importanza  tcorica  e  pratica,  non  sara  certo  iino 
dei  meno  appiezzali  ». 

A  quell' appello  col  quale  il  (jiacomini  richiamava.iu  genere  Tat- 
lonzione  dei  ricercatori  sullo  studio  di  uova  uuiano  nci  priinordidel  loro 
sviluj)j)o,  desidero   risj)oudere  ancli'  io  con  alcune  modeste  osservazioni. 

Da  ([ualche  ieiiipo  vado  raccoglieodo  dei  prodolti  aborlivi  dei  primi 
duo  mesi  della  gra\idanza  colla  speranza  di  polere  illustrare,  nel  nii- 
glior  modo  clie  mi  sara  date,  lo  sviluppo  degli  anncssi  ovular!  I'etali, 
specie  dell' amnios  e  del  peduncolo  addominale  (Bauchsliel  di  His),  e 
i  rapporii  ehe  gli  annessi  ovulari  presentano  tra  loro  e  con  1'  ombrione. 

(^ouiincialo  da  i)oco  lo  studio  di  questo  prezioso  materiale,  ancora 
molto  incompleto  per  lo  sopradotte  ricerclie,  ho  potuto  osservare  alcuni 
fatti,  ehe  riguardano  altri  argomenti,  e  cho  possono  Ibrnirmi  roccasiono 
di  pubblicare  qualchc  nota  sopra  alcuni  punti  di  anatomia  deirembrione 
nmano. 

In  questa  nota  desidero  riferire  sulla  presenza  di  una  cavita  cen- 
Iralo  di  un  organo  ehe  sembra  la  notocorda  in  un  ombrione,  die  misura 
;i  mm.  di  lunghezza  in  linea  retta. 

Ouest'embrione  era  contenuto  in  un  uovo  di  forma  ovale,  clie  mi- 
surava  3o  mm.  nel  diametro  piu  lungo  e  25  mm.  in  quelle  piii  corto, 
comprese  le  \illosita  coriali,  e  fu  tagliato  trasversalmonte  insieme  con 
gli  annessi  ovulari.  Del  corion  fu  sezionata  solo  quella  jiorzione  ehe  pro- 
sentava un' estesa  aderenza  con  1' amnios.  L'embrione,  tagliato  in  107  se- 
zioni,  appartiene  a  quelle  forme,  d\Q,,  secondo  la  classiticazione  di  His- 
(iiacomini  C)  f),  vannosotto  il  nome  di  r///-o//V7iP,  e  cioe  a  quelle  forme, 
ehe,  secondo  His,  presentano  l'embrione  nella  sua  forma  generals  ben 
riconoscibile,  ma  anormalmente  deformato  e  sempre  di  lunghezza  infe- 
riore  a  quello  ehe  dovi-ebbe  avere  per  rispetto  al  diametro  dolle  mem- 
brane dalle  quali  si  trova  circondato;  e,  secondo  Giacomini,  a  quello 
forme,  nolle  quali  gli  organi  embrionari,  nialgrado  siano  piofondamonte 


(')  His.  —  Anatomie  menscliliclier  Enibryonen,  ISSO,  Leipzig,  pari-  lS,fasc.  2. 
O  Giacomini  C.  —  Su  alciino  .'iiioinalio  tli  avilnppo  (lell'embriono  wmnuo.  —  AH!  della  R.  Arr. 
d.  Sc.  di  Torino,  V,  23,  li^S7-88. 


—  12  — 

allcfali  nolla  coslituzioiic,   nella   forma  c  nei  rapporti.  sono  soniprc  liit- 
la\ia  ben  (listiiiiiiiihili. 

II  conteggio  dollo  sezioni  o  slato  incominciato  (lall'ostreino  caiidalo. 
(\  nella  72='  sczione,  eioe  IVa  i  due  terzi  posleriori  ed  il  terzo  anlerioic 
del  corpo  dell'  enihrione,  si  osserva  la  suddelta  cavita  cenlrale  in  iin  or- 
gano,  clie,  per  i  suoi  rap|)orli  con  gli  organi  vicini,  senibra  essere  la 
notocorda. 

Oiiesta  sezlone,  TS'',  presenta  a  considerare:  L'ectoderma  enibrio- 
nario,  il  quale,  in  vicinanza  dell'  insei'zione  dell' amnios  ai  lati  della  re- 
gione  addominale,  si  continna  direttamenle  col  riveslimento  e))iteliale  in- 
tei-no  deir  amnios,  e  il  mesoderma  embi'ionario,  il  quale,  nella  regione 
dorsale,  circonda  da  tutte  le  |)arti  il  canale  midollare,  e  nella  regione 
ventrale,  dopo  aver  delimilala  la  cavila  celomatiea,  si  continua  dirella- 
mente  col  mesoderma  delF  amnios. 

11  tessuto  mesodermale,  die  si  trova  tra  il  eanale  midollare  e  la  ca- 
vita celomatiea,  ha  I'aspetto  di  un  selto  Irasverso  ben  distinto,  nn 
po'  discosto  dal  canale  midollare,  ed  c  in  queslo  che  si  trova  appunto  la 
sezione  trasversale  di  queU'organo,  die  sembra  la  corda  dorsale,  fornita  di 
una  cavita  centrale  pressoclie  circolare,  e  situata  sul  piano  sagittate  me- 
diano  del  corpo  dell' embrione.  Questa  cavita  non  conliene  detriti  cellu- 
lari,  si  pi-esenta  a  contorni  regolari,  ed  e  ddimitata  da  nuclei  di  cellule 
epitdiali,  colorati  intensamente  e  disposti  nn  po'disordinatamente  intorno 
ad  essa. 

Muovendo  da  questa  sezione,  e  andando  verso  I'estremo  cefalico 
deir  embrione,  doj)o  due  sezioni,  la  corda  si  ])resenta  sotto  foriiia  di  un 
cordone  solido  i)iuttosto  allungato  e  direlto  da  deslra  verso  sinistra  e  dal- 
r  indietro  in  avanti  (*).  Senibra  come  se  in  questo  piinio  la  corda  si  fosse 
piegala  un  po'  su  se  stessa  per  portarsi  al  lato  sinislro  deU'emlirione  (*). 
E  difatli,  gia  dopo  un'  allra  sezione,  nella  70",  la  coi'da  tagliata  trasver- 
salmente  sotto  forma  di  un  cordone  cellulare  solido,  si  trova  a  sinistra 
della  linea  sagittale  mediana,  e  niolto  \icino  ad  una  cavita  ri^estilada 
epilelio,  die  sembra  1'  intestino  |)riniilivo. 

Seguendo  via  via  le  sezioni  in  serie  si  vede  die  la  corda  dorsale 
si  trova  seinpie  piii  vicina  al  tubo  inleslinale,  linclie  nelle  sezioni  8r  e 
85^,  in  corrispondenza  del  cervdlo  posleriore,  ove  si  lro\ano  le  vescicole 


{')  L'erabrione  e  guiudato  tlalla  regione  dorsale. 

(")  Questa  cnrvatura  osservata  nella  corda  dorsale  uniana  6  forse  da  compararsi  alle  cnrvatnro 
latcrali  descritte  dal  lloniiti  nolla  corda  dorsale  del  polio?  (Romiti  G.  -De  rextreniito'  ant6rienre 
do  la  CO  rde  dorsale  et  de  son  rapport  aveclapoche  liypopliysairo  do  Ratlike  cIiok  reiiibryon  dn  poulot. 
■ —  Archipea  ItaUennai  de  Biologir,    Vol.   7,   1886). 


13 


aciistiche,  gia  separale  completamente  dairecloderina  ('),  si  osscr\a  una 
vera  continuazione  celliilarc  tra  corda  ed  intestino.  Ouesia  connessiono 
noil  si  M'de  piii  nolia  sezione  ^T :  nella  sczionc  88"  la  corda  si  troxa 
di  nuovo  siilla  linca  sagiltale  niediana,  o  nella  sezione  9'!'',  tre  sezioni 
prima  di  arn>are  alia  ipoUsi,  la  coida  termina. 

Procedendo  poi  alTesame  delle  sezioni,  che  dalla  72^  lino  alia  |)rima, 
interessano  tutto  il  resto  del  corpo  dell'  embrione  lino  all'  estremo  cau- 
dale,  si  osserva  clie  il  setlo  trasverso  mesodermale,  interjiosto  tra  canale 
niidollare  e  cavila  celomatica,  si  presenta  dapprima  molto  strello,  e  nella 
08''  sezione  si  fonde  col  niesencliima  die  circonda  I' aorta.  La  corda,  in 
questa  sezione,  si  trova  al  lato  sinistro  dell'  embrione,  e  si  i)one  in  rap- 
porto  di  contiguita  con  una  cavita  semicircolare  rivestita  da  epitelio  e 
situata  accanto,  ed  a  sinistra  dell'aorta. 

Nella  GG''  sezione,  inline,  nel  punto  ove  Famnios  presenta  una  la- 
cerazione  avvenuta  m;lto  probabilmente  durante  lo  sviluppo  dell' uo\o. 
ed  appare  la  vescicola  onibellicale,  si  perdono  le  traccie  della  iiotocorda. 

Si  noti  die  in  (juesto  punto  T embrione  e  anormalniente  deformato 
per  uii  moviinento  di  lorsione  die  lia  subito  intorno  al  suo  asse  longi- 
tudinale  e  gli  organi  embrionali  si  presentaiio  alterati  iiei  loro  rap- 
porti  0. 

Da  questa  mia  osserNazione  si  puo  ({uindi  desumere  die  in  un  em- 
brione umano  lungo  3  mm,,  probabilmente  gia  morto  prima  dell'espul- 
sione  dell' novo,  e  appartenente,  per  lo  stato  di  conservazione  degli  organi 
c  dei  tessiiti,  alia  categoria  delle  Corme  atrotiche  di  His-Giacomini, 
si  trova  conservata  solo  nel  3°  anleriore  dell' embrione,  un  organo  Ibrnito 
in  due  sezioni  di  una  cavita  centrale,  e  di  una  connessione  cellulare 
solida  coir  intestino  pi'imitivo,  che  sembra  essere  la  notocorda. 

Ouantuncjue  1'  embrione  da  me  studiato  aj)|)arlenga  alle  forme 
atrotiche,  pure  mi  son  |)ermesso  di  tare  le  consideiazioni  die  seguono, 
pensando  che  le  altei-azioni  nella  coslituzione  nella  forma  e  nei  rap|)orti 
degli  organi  noii  erano  mollo  accentuate  nel  3"  anleriore  dell' embrione. 


(')  Si  iioti  cbe  1'  embriouo.  ilu  me  studiato  niisur;i  3  niiii.,  nieutie  si  couosco  cLe,  uell'  eiubrionu 
iiiiiaiio  (li  u  mm.  le  vescicole  acusticbe  soiio  laiipreseiUate  dalle  t'ossette  auditive  aiicora  in  coiiiies- 
siouo  coir  ectoderma.  Que-t .  sconeoidauza  tVa  il  gi'ado  di  sviluppo  delle  vescicole  acusticbe  e  la  luu- 
uliezza  deH'ombrioue  potrebbc  luettersi  iu  rapporto  col  grado  di  atiofia  piuttosto  avauzato  dell' eui- 
biioue,  il  quale  staudo  alio  sviluppo  delle  vescicole  acusticbe  dovreblje  misnrare  almeuo  6  mm.  di 
huigbezza.  L'  aver  tvovato  poi  qualcbo  flgura  caiiocinetica  uel  tubo  midollare,  e  solo  ucUa  rcgioue 
caudale  dell' embrione,  potrebbe  stare  ad  indicare  cbo  couie  i  tessuti  degli  aiiuessi  ovnlari,  anclie 
ijuelli  deir  euibrioue,  gi:\  morto,  possono  seguitare  a  vivere  e  moltiplicarsi  nella  cavit'i  utcriua  dopo 
r  interruzione  della  gravidanza. 

(")  Sui  rapporti  della  vescicola  oiubellicale  col  sacco  amuiotico  di  questo  euibrioue ;  ritoriieiO 
con  un'  altra  nota. 


—  14 


Cos!  lion  esseiulo  aiicura  l)(3n  iiota  F  (tiigino  clella  nolucorda  ed  il 
nieccanisiiio  del  siio  sviluppo,  mi  sono  doiiiaiidato  cosa  sta  a  raj)|)rescn- 
tarc  la  cavila  coiilrale  ossei'\ala  nolla  nohx^oi'da  dell'embrione  da  mc 
sludiato,  e  (|iialc  iiiiportanza  a!)bia  la  conncssiono  cellullare,  clic  si  trova 
tra  notocorda  ed  intestino  primitivo  in  coriispondenza  della  regione  del 
cervello  posteriore. 

In  priino  luogo  ho  eei'cato  di  vedere  se  la  suddescritta  cavita  ccn- 
trale  della  notocorda  ncn  fosse  da  considerarsi  una  cavita  artiliciale,  nia 
c'ontro  questo  niio  niodo  di  vedere  si  opponeva  il  fatto  die  nella  cavita 
non  vi  erano  detriti  cellnlari,  die  essa  aveva  contoi-ni  regolari  e  die  a 
com|)0]-re  la  corda  concorrevano  nuclei  di  cellule  epiteliali  ben  conser- 
vati  e  non  quel  piccoli  dementi  cellulari  siniili  a  leucociti,  die  si  tro- 
vano  in  gran  quantita  nel  mesoderma  dell'  embrione  studiato,  c  die  se- 
condo  il  Giacomini  ed  altri  osservatori  rappresentano  cellule  epiteliali 
0  connettivali  regredite,  e  proprie  delle  forme  embrionali  atrolidie. 

Posto  cio,  mi  era  cosi  dalo  di  esdiidere  da  una  parte  che  la  delta 
cavita  della  notocorda  fosse  iin  j)rodollo  artiliciale,  formatosi  in  seguito 
alia  distruzione  posl-nwrlem  degli  dementi  cellulari  centrali  delta  noto- 
corda, e  dair  altra  di  pensare  die  la  delta  cavita  centrale  della  noto- 
corda non  potessc  rappresentare  altro  che  un  avanzo  della  doccia  cor- 
date {Chordariinic  di  Kollmann  (^)),  trasformafa  in  un  canale  cordate, 
oppure  un  avanzo  del  canale  nulorordale  di  Eternod  (')  (^)  {'')  o  del 
canale  archcnieorico  di  \.  Beneden  f). 

Essendo  possibile  di  porre  in  discussione  Ic  due  teorie  suUo  sviluppo 
della  corda,  di  Kollmann  e  di  Eternod-\.  IJeneden,  per  potere  chia- 
rire  il  valorc  morfologico  della  suddetta  ca\ita  e  della  connessione  cd- 
lulare  tra  corda  ed  intestino,  a  (juale  delle  due  possiamo  qui  attenerci? 

La  risposta  non  e  facile,  poiche  sia  con  Tuna  che  con  T altra  teoria 
inconiriamo  delle  dillicolta  neircsatta  interj)retazione  dei  fatti  osservati. 

Secondo  il  Kollmann  la  corda  deriverebbe,  come  nei  pesci,  dal- 
I'enloderma  e   si  presenterebbe  dapprima  sollo  foi'ina  di  placca.  quindi 


('}  Kolliuanu  I.  —  Die  Kutwickcluug  der  Chorda  doisalia  bei  dem  Meiischcu.  —  Anat.  Ah::., 
18'JO,  B-  5. 

(^)  Eternod  A.  C  F.  —  Coramuuicatiou  siir  uii  oouf  huiuaiii  avec  enibryon  cxccssivcniciit 
ienue.  —  Compt.  Rend,  du  XI  Congres  int.  med.,lioma,  IS'J  1 ;  Monit.  Zool.  It.,  ISOU,  Vol.  5;  Arch. 
Ital.  de  Biol.,  1894,  sup'pl.  XII  e  XIV. 

(')  Eteruod  A.  C.  F.  —  Premiers  stades  de  la  ciroolatiou  sauguigne  daus  I'ooul'  et  I'ombryou 
liuuiaiu.  —  Anat.  Anz.,  B.  15,  1808-00,  j^ag.  181  a  ISO. 

C*)  Eteruod  A.  U.  F.  —  II  y  a  un  canal  uotocordal  daus  1' embryou  liumaiu.  —  Anat.  'Anz., 
B.  16,  1899. 

C)  Vau  Beueden  E.  -  Sur  la  prcsonci',  cbez  I'ljomiui',  dun  canal  arclienteriquo,  —  Anat. 
Anz,  B.  15,  1898-90,  pag.  349-350. 


—  15 


ill  loriua  (li  (loccia  cordale  cd  inline  di  c-ordono  solido  ccilnlai'o  distaccato 
ed  indipondcnte  dall'  entodoi-ma.  Per  consegucnza  pensando  a  qucslo 
meccanisnio  di  sviluppo,  mal  ci  spieglieremmo  la  persistenza  di  una 
cavila  centralo  deila  nolocorda,  se  non  pensassimo  clie,  anche  dopo  il 
distacco  della  corda  daU'entoderma,  jtormanessero  per  (jualche  tempo 
le  vesiigia  della  primitiva  doccia  cordale  cliiusa  e  sei)arala  dell'  en- 
lodenna. 

La  teoria  del  Kollmann  sullo  svilupiio  della  corda  dorsale  iimana 
ci  darehbc  pero  ben  ragione  deH'intima  connessione  tra  corda  ed  inle- 
stino  priniitivo,  pensando  alia  genesi  comune  dei  due  organi  dall'en- 
lodernia  e  tenendo  presente,  come  dice  I'Hertwig  clie  1' estremo  ante- 
riore  della  corda  lin  dalla  sua  origine  resia  collegato  per  un  certo 
lem|)o,  lungo  nn  tratlo,  coH'epilelio  della  cavita  cefalo  addominale.  La 
corda  col  ))rogredire  dello  sviluppo  embrionale  si  dislacca  dairepilelio 
intestinale,  dalla  cosi  delta  tasca  di  Seessel  o  tasca  palatina  di  Seleiika, 
c  linisce  liberaniente  nel  mesencliima,  spesso  con  un'  estremita  uncinala 
(Kcihel-Kann,  Carius)  C). 

Se  invece  ci  attcniamo  aH'allra  leoria  e  coll' Eternod  e  con 
V.  Beneden  pensiamo  die  la  corda  origini  dal  canale  arclienterico, 
allora  la  spiegazione  dei  fatti  osservati  si  complica  d'  alquanto. 

Ed  intatti,  secondo  I'Eternod  ed  il  v.  Beneden  il  canale  cordale 
sarebhc  un  organo  a  se,  distinto  geneticamente  daU'entoderma,  il  (juale 
canale,  dopo  la  distruzione  della  sua  parete  ventrale  si  traslbrmei-ebbe 
in  doccia,  quindi  in  placca  cordale,  e  questa  s'  interporrebbc  tra  le  due 
lamine  laterali  dell'  entoderma  per  trasforniarsi  inline  in  un  cordone 
cellulare  solido,  distinto  ed  indipendente  dall'  entoderma. 

Ora,  con  quest'  altra  teoria  sullo  sviluppo  della  nolocorda  umana,  la 
cavita  centralo  riscontrata  nel  mio  case  starehbe  a  rappresentare  le  ve- 
stigia del  canale  notocordale,  e  mal  si  capirebbe  come  il  canale  ai'chen- 
terico  sia  presente  in  un  embrione  piii  sviluppato  di  quelli  esaminati 
da  Eternod  (^),  quando  stando  alle  stesse  ricerche  di  Eternod,  sem- 
brerebbe  die  il  canale  notocordale  si  trasformi  ben  |)resto  in  |)lacca 
cordale  c  successivamente  in  cordone  cellulare  solido. 

Ouanto  j)oi  alia  connessione  tra  corda  e  intestino,  dovremmo  pen- 
sare,  attenendoci  alia  teoria   di   >.  Beneden  e  dell' Eternod,  die,  nel 


(')  Hertwig.  —  Trattato  di  einbriologia  dell'  uoino  e  dei  veitobiati.  —  Trad.  lial.  Vallardi. 

{~)  Del  tre  embrioni  aludiati  dall'  Etoniod  il  primo  misurava  1,3  mill.,  cd  eracoutemito  iu  uu 
novo  di  10,0-8,2-6,0  lum.  ;  il  secondo  misurava  2,11  mm.  ed  era  contennto  iu  uu  uovo  di  16,3,  14,0  e 
12,0  mm.  e  del  terxo  embrione  non  d;\  la  luughezza,  per6  questo  e  contenuto  in  uu  uovo  cbe  misura 
nei  diveisi  diametri  16,4-14,9-10,1  mm.  Confrontaudo  queste  misuie  del  terzo  uovo  di  Eternod  con 
quelle  dell'uovo  da  me  studiato,  risulta  evidente  il  maggior  sviluppo  di  quest'ultimo. 


iG 


inio  caso,  hi  sutkloscrilta  coiinessione  sia  awcimla  secoiKlariainoiilc  Ira 
i  dill'  organi  ncl  inoincnto  in  cui  essi  ('(uitiagguno  inlimi  rapporli  di 
\icinaiiza,  come  ad  os.  sarebbe  secondaria,  secondo  il  lluiniti  (1.  c), 
r  adosione  tra  corda  ed  estremita  dclla  tasca  di  Ralchke. 

Ill  base  a  (|iiesle  considerazioni  a  me  sembra,  che,  pur  attencn- 
domi  piiitlosto  alia  teoria  del  Kollmaini  elie  a  ({iiella  del  V.  Ucncdeii, 
e  delTElornod,  per  polermi  dar  coiilo  dei  latti  osscrvali,  le  due  di- 
verse leorie  dovrebbero  essere  riprese  in  esame  con  ulleriori  sludi, 
per  delinire,  jiossibilinente,  in  modo  concrelo  e  delinili\o.  Torigine  ed  il 
meccanismu  di  sxiluppo  della  corda  dorsale  umana. 


ISrnUTO    ANATOMICO    PI    PADOVA    DIHETTO    DAI.    PKOF.    D.    BKKTELLI. 

GIUSEPPE  FAVARO  SruDENTii  del  VI"  Coiiso. 


Note  critico-bibliografiche  sal  Muscolo  sterno-cleido-mastoideo. 


Kicevuta  1'  11  geuuaio  1901 
fi  vietata  la  riproduzioue. 

Mi  ])ropongo  di  relliUcare  nolizie  storiclie  concernenii  il  muscolo 
slerno-cleido-mastoideo  e  di  chiarire  alcune  conti'oversie  inlorno  al  si- 
gnilicato  da  darsi  al  muscolo  cleido-occipilale  di  Wood. 

Le  questioni  die  inlcndo  discutere  si  rileriscono  ai  seguenli  ar- 
gomenli : 

I.  xVlla  di\isione  dello  slerno-cleido-masloideo  in  due  iiuiscoli ; 

II.  Alia  divisione  in  tre  j)er  lo  sdoj)j)iamento  del  lascio  clavicolare: 

III.  Alia  divisione  in  (jualtro,  cioe  alio  sdopjjiamenlo  anclie  del  la- 
scio sternale ; 

IV.  Al  muscolo  cleido-occipilale. 

Riguardo  al  prime  argomento  il  Vlacovicli  asseri  die  lo  slerno- 
cleido-masloideo,  consideralo  diviso  in  due  muscoli  per  la  prima  xolla 
dair  Albino,  era  rilenulo  dagli  analomici  anleriori  a  (jueslo  come  un 
solo  ed  unico  muscolo. 

I'er  do  die  si  riferisce  al  secondo  argomento,  aU'erma  il  Roniili 
a\ere  rEuslacliio  vedulo  lo  slerno-cleido-masloideo  cosliluito  di  Ire 
muscoli  dislinli.  11  Vlacovicli  propose  la  divisione  in  Ire  porzioni,  die 
chiamo    sh^rnalc    o   sterno-mastoideu^  clacirolarc   sirperficiale   o    cleido- 


—  17 


orripitale  G  clavicolnre  profonda  o  cleido-mastoidm.  11  K  ran  so  (27)  sc- 
(lici  anni  dopo  tcce  una  divisionc  del  fascio  clavicolare  egiialc  a  (jiiolla 
del  Vlacovich. 

Ouanio  al  tcrzo  argoincnlo,  il  Romiti  credo  avere  il  Vlacovich 
dimostrato  clie  anclie  la  porzione  sternale  poteva  essere  distinta  in  due 
lacerti  e  sogginnge  die  dipoi  il  Krause,  non  conoscendo  i  lavoii  del 
nosti'o  Analoniico,  diode  del  muscolo  storno-cleido-mastoideo  nn  signili- 
calo  rondamentalnionte  identico  a  quollo  del  Vlacovich. 

Per  cjuanto  riguarda  il  muscolo  cloido-occipitale,  il  Wood  (26)  af- 
lenna  cho  esso  fu  come  variola  osservato  da  Sommerring,  Kclch, 
Meckel,  Theile,  Macvvhinnie,  Hallett,  Wagner,  Gruber, 
Henle.  Ouain,  Flower  e  Mnrio,  o  che  egli  F  ha  chiamalo  cleido- 
occipitale. 

Qiianlo  poi  al  dillerente  modo  d' interpetrare  qucsto  lacerto,  il 
Romiti  ed  il  Testut  (34)  ammettono  la  divisione  del  fascio  clavicolare 
come  venne  intesa  dal  Vlacovich  e  dal  Krause,  ed  aggiungono  quale 
variola  il  muscolo  di  Wood  ;  il  Poirier  (35)  invcce  idontifica  nettamente 
le  duo  forniazioni,  avvertondo  che  il  fascio  cleido-occipitale  puo  mancare. 

Per  ben  chiarire  cio  cho  si  rilerisce  ai  duo  primi  argomenti,  cioo 
alia  divisione  in  due  ed  in  Ire  muscoli,  giovora  esporre  nella  storia 
dollo  storno-cleido-mastoideo  quel  punti  che  concernono  direttamonte 
la  questione. 

Galeno  (1),  riassumondo  e  discutendo  le  cognizioni  che  si  avovano 

ai  suoi  tempi  intorno  al  muscolo,  no  da  un'ampia  o  particolareggiata  do- 

scriziono  sia  dal  punlo  di  vista  morlologico  cho  da   quollo   lunzionale. 

Egli  considera  il  muscolo  bensi  unico  nei  riguardi   dell'  azione   (tootov 

oXov  Tov  [j.uv  i'va  ypT]  xi^zo-^y.i  f^  ts  vctvYjasL  xaX  r(i  '/psta),  ma  non  tale 

anatomicamonto,  poiche  ha  origin!  e  torminazioni  dift'eronti  (od^  I'va  §s.... 

oia.  zb  xa;  sy/^Da=i<;  ts  xal   'M.zn.'^bozic,  o'V/  cjj.ota?  aTraaa?  zh^iia.c,  s^siv); 

esso  infatti  possiede  duo  origini,   1'  una  carnosa  dalF  occipito,  1'  altra  in 

parte  tondinea  da  sol  to  F  oi-ecchio  ;  dolle  inserzioni,  una  carnosa  alia  cla- 

vicola,  I'altra  tondinea  alio  stoi'no  (ai'  xs  y^P  sx'foaetc;  aoxoa  S6o  slal,  aaf>- 

VMO'i^:;  [j,sv  (^  zi  Ivioo,  vsDf/OiSeatspa  6s  ttwc  r^  otto  to  ooc.  at  x;  zaxatpoacic.... 

o%ijvmo-i]c,  [j.sv  Tj  sic   xTjV    vX'J.v  %a8-/]X0Daa,  vsopwS-/]?    Ss    'q    sv    xtp  orsDvq) 

ao|j/foo|jiv/j.).  Osserva  poi  Galeno  come  ancho  (|uesto  secondo  muscolo, 

(|uollo  cioo  che  nasce  sotlo  Forocchio,  possa  con  una  diligente  dissozione 

scindei'si  in  duo  (rs'ivsaflai  oi   xto?  y.al  aox6<;  omoc,  6  SsDxspoc  [J.dc,  si  obo 

oovaxat  xcji  pooXojjivc.)  [ji/pi  xoaooxoo  XsTrxoDpYsiaO'ai).   L'uno  di  (juosti  s'in- 

scrisco  tendineo  alio  slerno,  Faltro,  carnoso,  al  principio  dolla  clavicola 

giacendo  tra   questo  muscolo    che  si  reca  alio  sterno  e  il  suddetto  che 
M.  z. 


—  18 


nasce  llalloccipile  (to  [jiv  gov  itspov  zb  TTfjo-j^iov  stj/fosrci  x(])  OTSfjvc;)  O'.a 
vsopwSoo?  TTspatoc,  TO  oe  sTepov  el?  tyjV  ap'/TjV  ty^c  xXsiSoc  aapy.OciStj  xa- 
Ta'foaiv  ^roisiTaf  |j-so&v  xhijj.svov  aoTOu  ts  tgdtod  Ttpo?  to  OTspvov  7r£pa(- 
vovTog  7,7.1  TOO  TTpoaQ-sv    pTid'svTO?    TOO    T/jV    sV/^ooiv  :r£7:o'/^[J-svoo  s6    Iviod). 

Oribasio  (2)  ripete  le  opinioni  di  Galeno;  Avicenna  (3)  am- 
iiiette  il  muscolo  come  iinico,  ma  riporta  poi  in  siiccinto  le  considerazioni 
di  Galeno. 

II  Mondino  (i)  c  piu  tardi  il  Benedetti  (o)  e  rAcliillini  (6) 
accennano  molto  vagamente  al  muscolo  considerandolo  come  unico, 
mentre  il  De  Zerbi  (8)  ripete  le  opinioni  di  Galeno  e  di  Avicenna. 
Kerengario  da  Carj)!  (7)  e  meglio  ancora  il  Massa  (9)  fanno  men- 
zione  del  muscolo  con  termini  piii  precisi  e  lo  riconoscono  egualmentc 
unico.  wSilvio  (10)  lo  considera  come  divisibile  in  tre  iJJasloidei  duo, 
uterque  in  ires  dmdiius)  senza  pero  accennare  alle  modalila  delta  par- 
tizione. 

Yes  alio  ill)  descrive  il  muscolo  come  unico  nell' uomo  [sic  sane 
ul  unirus  dunlaxxd  utrobique  in  hominibus  mi  hi  repertvs  sit  musculus^. 
In  certi  mammileri  trovo  il  muscolo  bipaj'lito  su[»eriormente,  ma  in  nes- 
suno  degli  animali  da  lui  ossenati  V  estremo  inserito  alia  clavicola  ed 
alio  sterno  era  divisibile  in  due  o  tre  porzioni,  quantunque,  osserva,  cio 
sia  stato  atlermato  da  qualclie  anatomico,  alkidendo  con  evidenza  a  Ga- 
leno, che  accusa  lieramentc  d' aver  attribuito  all'uomo  I'anatomia  del 
cane  e  delle  scimmie. 

Bartolomeo  Eustacliio  (12)  difende  Galeno  dalle  accuse  mos- 
segli  a  reccnlioribus  analomicis  e  si  studia  di  conciliarc  le  opinioni  di 
esso  con  i  risultati  da  lui  avuti  nella  dissezione  del  corpo  umano.  Se- 
condo  r  Eustacliio  il  muscolo  di  ciascun  lato  puo  essere  diviso  faci- 
lissimamente  in  due  e  talora  in  tre  {miiscoli...  yeuiini...  facillime  in 
duos  dividi,  nonnunquam  in  Ires  possunl).  Non  fa  uiteriori  accenni  sul 
modo  delta  tripartizione ;  descrive  invece  minutamente  i  due  muscoli, 
dei  (luali  1'  exterior  va  dallo  sterno  al  |)rocesso  mastoideo  ed  a  semi- 
cercliio  nella  parte  vicina,  abbracciando  il  secondo  muscolo ;  questo 
dalla  clavicola  va  all'apice  del  detto.processo.  Una  porzione  nee  hrevis 
nee  angusta  di  questi  muscoli  s'  inserisce  anclie  all'osso  occipitale. 

La  maggior  parte  degli  anatomici  anteriori  allWlbino  descrisse, 
del  |)ari  che  Vesalio,  il  muscolo  come" unico;  qualclie  autore  lo  consi- 
dero  tutta\ia  doppio ;  Ira  (piesti  il  Bauhino(13)  ed  il  Laurenzio(l4), 
c  tra  i  meno  noti  il  Jessenia  (13)  ed  il  ('abrolio  (IG\  II  Laurenzio 
accenna  inoltre  alia  di>isione  in  tre;  il  Bidloo  ^h))  ed  il  Blancardo  (20) 
indicano  come  variela  la  triplice  inserzione  inferiore. 


—  19  — 

'L' Albino  (21)  poi  descrive  iin  muscolo  slerno-masfouleo  chc  si 
altacca  al  temporale  ccl  aH'oceipitalc  ed  iin  cleido-mastoidco  inserito  al 
solo  processo  masloideo.  Vide  pero  due  volte  una  |)ai-te  del  cleido-ma- 
stoideo  distaccarsi  per  andare  a  congiungersi  al  inargine  posteriorc  dello 
sterno-raastoideo. 

Nolo  linalmenle  come  gia  ancora  11  Riolano(17)  ed  il  Gelee(18) 
e  pill  tardi  il  Portal  (22)  ricordino  clie  (Jaleno  descrisse  il  muscolo 
doppio  e  come  i  due  primi  aggiungano  clie  Silvio  considero  il  muscolo 
diviso  in  tre. 

Vm)  premcsso,  consideriamo  il  prime  argomento  conccrnente  la  bi- 
partizionc  del  muscolo.  In  base  a  quanto  ho  rilerito  vediamo  clie  ben 
prima  dell' Albino  lo  sterno-cleido-mastoideo  venne  consideralo  doppio, 
ed  anzi  tale  lo  si  ritenne  dai  primi  anatomici  con  a  capo  Galeno, 
mentre  solo  piii  tardi  fu  descritto  come  unico. 

Circa  al  secondo  argomento,  che  si  riferisce  alia  tripartizione  del 
muscolo,  abbiamo  veduto  come  I'Eustachio  I'avesse  considerata  inco- 
stante,  senza  poi  cliiarire  ulteriormente  il  concetto.  Egli,  del  resto,  non 
lece  che  ripetero  presso  a  poco  Topinione  di  (ialeno.  (iio\a  anzi  notare 
che  mentre  questi  considera  la  tripartizione  in  seguito  ad  un  diligente 
esamc,  come  normale,  Silvio  I'ammctte  senza  riserve,  Yes  alio  la  nega 
recisamente  ed  Eustachio  la  ritiene  come  una  varieta.  (Jia  sappiamo 
come  tale  osservazione  di  Galeno  sia  poi  sfuggita  ad  anatomici  poste- 
riori, quali  Riolano,  Gelee,  Portal,  tanto  e  vero  che  i  due  primi  at- 
tribuirono  il  nierito  delta  tripartizione  al  Silvio. 

Interj)etrando  ora  la  descrizione  che  ci  da  Galeno  deirorgano, 
vediamo  com' egli  considerasse  un  muscolo  che  nasce  dall'occipite  e 
s'inserisce  alia  clavicola  ed  un  secondo  che  j)artendo  dal  processo  ma- 
sloideo si  divide  in  due  laccrti,  dei  quali  I'uno  va  alio  sterno  e  I'al- 
tro  alia  clavicola.  In  altre  parole  distingue  (Jaleno  un  muscolo  cleido- 
occipitale,  uno  sterno-mastoideo  ed  un  cleido-mastoidco.  Venendo  ora 
al  lavoro  del  Vlacovich,  troviamo  che  questi  ha  fatto  una  divisione 
del  muscolo  eguale  a  quella  esposta  da  Galeno,  la  quale,  ripeluta 
senza  ulteriori  specificazioni  da  qualche  anatomico  posteriorc,  era  pas- 
sata  a  poco  a  poco  neH'oblio. 

(jo  non  ostante  il  Breglia  (31)  ed  il  Testut  (34)  dc|)lorano  giu- 
stamente  la  quasi  generate  dimenticauza  in  cui  e  tenuto  il  lavoro  del 
Vlacovich  di  fronte  a  quelle  del  Krause,  coinparso  parecchi  anni 
dope,  per  tjuanto  si  riferisce  alia  divisione  del  lacerto  clavicolare. 

Per  cio  che  concerne  invece  la  priorita  nella  divisione  del  lascio 
sternale,  essa  spetta  al  Krause  anziche  al  Vlacovich,  il  quale  in  due 


—  20  — 

lavcri  (28)  disciite  a|)|)iint()  Ic  eoneliisioni  del  Ki-aiise  rela1i\t'  a  (|uel 
lascio. 

Venendo  linalmente  all' ultimo  argoinento,  rigiiardante  il  iniiscoio 
cleido-occipitalo,  noto  cho  tra  i  nunierosl  aiilori  citali  dal  Wood  manea 
il  B I'll gn one  (23),  il  quale  nei  prinii  anni  dello  scorso  secolo  avcva 
descritto  e  noniinalo  il  muscolo  detto  j)oi  di  Wood.  II  Meckel  (24), 
chc  pur  cita  il  Brugnone  a  proposito  del  muscolo  sterno-masccllare, 
non  fa  menzione  di  esso  quando  riferisce  del  lacerto  in  pai'ola.  11  Bru- 
gnone  descrive  un  muscolo  da  lui  gia  osservato  nel  1788  e  chc 
dimmSi  rieiflo-masfo'idipn  extraordinaire.  S' incontra,  egli  alferma,  soventc 
questo  muscolo,  (/xi  naif  de  la  clavicule  trh-dislinct  de  rordinaire  el 
se  termine  attssi  a  pari  dans  I'os  orcipHal. 

Per  ([uanto  era  si  riferisce  al  dilferente  modo  con  cui  il  laceilo 
cleido-occipitale  viene  inteso  dagli  anatomici,  credo  di  dover  fare  le  se- 
guenti  osservazioni. 

II  Ylaco\ic]i  ed  il  Krause  videro  in  questo  fascio  una  formazione 
costante  die  |)uo  mancai'c  solo  come  varieta  e  die  riunendosi  con  i 
rimanenti  fasci,  specialmente  con  lo  sterno-occipitale  (Krause),  forma 
un  tutto  apparentemente  unico.  11  Brugnone  ed  il  Wood  considerarono 
invece  come  variata  disposizione  un  muscolo  il  quale  va  dalla  clayicola 
aH'occipitale  conservandosi  indipendente  in  tolalita  o  quasi  dallo  sterno- 
deido-mastoid«^o.  Per  queste  ragioni  appunto  lio  creduto  di  dover  separare 
nei  riguardi  slorici  quanto  concerne  in  realta  una  slessa  formazione. 

(Jia  accennai  come  il  Bomiti  ed  il  Testut  considerino  separata- 
mente  i  due  fasci. 

In  verita,  esaminando  i  lavori  pubblicati  dal  Wood  su  questo  ar- 
gomento  (20),  ci  sentiamo  inclinati  a  rifenere  die  I'anatomico  inglcse 
abbia  realmente  considerato,  quantunque  da  un  dilferente  punlo  di  vista, 
la  stessa  formazione  die  il  Ylacovich  a\eva  in  precedenza  determinata; 
si  potra  tutt' al  piii  ammettere  die  il  Wood,  il  quale  non  conosceva  il 
lavoro  del  Ylacovich,  abbia  trascurato  qualdie  caso  in  cui  il  cleido- 
occipitale  e  ristretto  e  si  confonde  con  gli  allri  fasci. 

La  ragione  di  tali  controversie  dipendc  daU'estrema  \ariabilila  del 
fascio.  II  cleido-occipitale  apparisce  nell'uomo  come  una  formazione  nd 
inaggior  numero  dei  casi  coslante  ed  unica;  puo  confondersi  con  gli  altri 
lacerli  dello  slerno-deido-mastoideo ;  oppurc  rendersene  \m  o  meno 
autonomo;  puo  assumere  forme,  dimensioni,  rapporti  difl'erenli:  jmo 
presentarsi  sdoppial.)  per  li-alli  piii  o  meno  estesi  (Wood,  AYalsham 
in  Testut  (30),  Maubrac  ^211),  D'Evant  (32),  Le  Double  (3G)  ecc.) 
ed  anclie  in  totalita  (Wood).  lo  poi,  tra  numerose  dissezioni  eseguite  a 


—  21   — 

tale  scopo,  ho  trovato  in  due  soggetti  la  coincidenza  di  un  iaseio  cleido- 
occipitale  confiiso  con  lo  sterno-cleido-mastoideo  e  di  un  secondo  cleido- 
0('ci|)ilale  aulonomo  ('). 

Tutlaxia,  di  solilo.  ii  Iaseio  cleido-occipitale  si  presenta  unico. 

(Conclusion!. 

(Jaleno  stabili  per  primo  la  divisione  dello  sterno-cleido-masloideo 
in  due  muscoli  distinti,  corrispondenti  al  cleido-occipitale  ed  al  fascio 
clie  prende  origine  dal  processo  mastoideo.  Diniostro  pure  possibile, 
merce  un  diligente  esame  di  quest' ultimo  lacerto,  lo  sdoppianiento  di 
esso  in  due  muscoli,  corrispondenti  alio  sterno-mastoideo  cd  al  cleido- 
mastoideo,  venendo  a  slabilire  in  tal  modo  anche  la  tripartizione  dello 
sterno-cleido-mastoideo. 

11  muscolo  venne  in  seguito  ritenuto  come  unico,  e  questo  con- 
cetto, quantunque  Silvio  avesse  tentato  di  richiamare  in  vigore  quello 
della  tripartizione,  fu  sanzionato  daH'autorita  di  Yesalio.  Eustachio 
considero  lo  sterno-cleido-mastoideo,  ad  imitazione  di  (ialeno,  doppio, 
ritenendo  la  tripartizione  come  un  fatto  incostante;  distinse  pero  due 
muscoli  clie  potremmo  chiamare  stei'uo-mastoido-occipitale  e  cleido-ma- 
stoido-occipitale.  L' opinione  di  Vesalio  ebbe  un  numero  di  seguaci 
maggiore  di  quella  di  Eustachio.  Sostenitore  di  quest' ultima  fu  piii 
tardi  T Albino. 

11  concetto  della  divisione  normale  in  tre  parti,  trascurato  e  di- 
menticato  per  vari  secoli, troyasi  nuovamente  nei  la>oii  del  Ylacovich, 
il  quale  credette,  a  torto,  d'essere  stato  il  primo  a  fare  una  tale  di- 
visione. 


(*)  Le  osservazioni  si  riferiscono  a  due  bambini  di  pochi  mesi.  Nell'  nno,  al  lato  sinistro,  si 
staccava  dalla  clavicola,  ventralmente  al  cleido-mastoideo,  un  fascio  muscolare  il  quale  rimauendo 
addossato  alio  sterno -cleido-mastoideo,  a  met;\  altezza  si  divideva  in  due  lacerti ;  di  questi  1'  uno  si 
riuniva  con  il  fascio  sterno-occipitale,  facilmente  separabile  nella  meta  superiore  dallo  aterno-mastoi- 
doo ;  I'altro  si  recava  dorsalmente  per  inserirsi  alia  linea  semicircolare  superiore  in  corrisijoudenza 
del  margine  laterale  del  trapezio.  Al  lato  destro  era  poi  un  muscolo  cleido-occipitale  perfettamente 
isolato  in  tutto  il  suo  percorso  e  medialmeute  all'  inserzioue  inferiore  di  qiiesto  si  staccava  un  fa- 
scetto,  phe  addossandosi  quasi  anbito  al  margins  esteruo  del  lacerto  sternale,  saliva,  serbando  autonomg 
le  fibre,  siuo  aH'occipitale.  II  fascio  cleido-mastoideo  di  ambo  i  lati  era  perfettanieute  isolabile. 

Una  disposiziouo  consiniile  a  questa  di  destra  ho  riscontrato,  tra  quattro  scimmie  delle  fanii- 
glio  dei  Cinocefali  e  Cercopiteci  da  me  dissecate,  pure  al  lato  destro  di  un  Cynocephalus  hahuin  ; 
il  fascio  sterno-occipitale  era  separate  dallo  steruo-mastoideo  per  mezzo  di  abbondantecounettivo  lasso 
e  si  fondeva  con  il  secondo  fascio  cleido-occipitale. 

Nell'altro  soggetto,  al  fascio  cleido-occipitale  di  sinistra,  confuse  con  lo  sterno-cleido-raaetoideo, 
seguiva  dorsalmente  una  serio  di  fascetti  isolati,  recantisi  dalla  clavicola  in  diotro  ed  in  alto,  sparsi 
nullo  spessore  della  aponevrosi  cervicale  snperticiale ;  di  questi  I'anteriore  arrivava  alia  linea  occipi- 
tale,  raentre  gli  altri  si  perdevano  insonsibilmente  nella  aponevrosi. 


—  22  — 

I!  R rail  so  finalmente  considero  lo  stcrno-cleido-mastoidco  como 
iin  muscolo  qiiadrigemello,  merco  lo  sdoppianiento  anclio  del  lascio 
sternale. 

11  muscolo  cleido-occipitale  di  Wood  era  stato  descritto  o  cliia- 
malo  cleido-mastoideo  straordinario  dal  Briignone. 

II  lacerlo  cloido-oeeipitalo  trovasi  noiruomo  con  tale  rre(|iien7.a  da 
do\ersi  considerare  come  disposizione  noi'male;  piio  presentarsi  ora  con- 
fuso  con  gli  altri  fasci  dello  sterno-cleido-mastoideo,  ora  isolato  parzial- 
mente  o  totalmente  da  essi,  Nel  primo  caso  abbiamo  il  fascio  cleido- 
occipitale  nel  sense  inteso  dal  Vlacovich  e  dal  Krause;  nel  secondo 
il  cleido-occipitale  come  venne  considerate  dal  Wood.  Lo  sdoppianiento 
risconti'asi  I'aramente. 

Bibliografla. 

(1)  FAAIIXOY  K.  —  AflAXTA.  —  Medicornm  Graecornm  Opera  quae  extant.  —  Ed.  an:  D.   C.  G. 
KiUin.  Vol.  XVII],  Pars  II,  Lipsiae,  1830.  Pag.  941. 

(2)  Oribaaii  —  Opera  quae  extant  orauia  — .7.  B.  Rasario  intcrpr.  Tomus  II,  Bastleae.,  SIDLVII. 
Pag.  896. 

(3)  Avicennae— Fen  I,  Lib.  I.  Canoiiis.— G.  Cremonense  interpr.  Patavii,  1648.  Pag.  M.S. 

(4)  Moudini  —  Anatomia.  —   Tractatus   nonus   a  pag.  XXIX  del  Fasciculus  mediciae  etc.  J.  de 
Ketam.  («.  I.).  MD.  Pag.  XXXVIII. 

(5)  Bene d ictus  A.  —  Hi.storia  coipoiis  humani  sivc  Aiiatomice.  —  Venet.  MDII.  Liber  V,  cap.  XIX 
{pagine  non  numerate). 

(6)  Acliillini  A.  —  Annotatioues  anatomieae.  —  Bononiae,  MDXX.  Pag.  VIII. 

(7)  Carpo    A.    —    Isagoge  Breves   pevlucide   ac   uberime   in    Anat.   hum     Corporis.  —   Bononiae, 
MDXX II.  Pag.  35. 

(8)  Zerbo  G.  — Anathomie  totias  corporis  et  siugulornm  menibrorum  illins  ed.  a  G.  Z.  —  Venetiis 
MDXXXIII.  Pag.  136. 

(9)  Massa  X.  —  Liber  introductorius  Anatoiniae. —  Venetiis,  MDXXXVI.  Pag.  61. 

(10)  Sylvii  J.  —  Opera  medica.  —  Genevae,  MDCXXXV.  Pag.  113. 

(11)  Vesalii  A.  —  Ue  bnniani  corporis  fabrica  libri  septeni.  —  Basileae,  3IDLV.  Liber  II.  Pag.  21', 
e  331. 

(12)  Eustachii  B.  —  Opuscula  anatomica.  —  Venetiis,  MDLXIIII.  Pag.  231. 

(13)  Bauhini  G.  —  De  corporis  humani  fabrica  libri  IIII.  —  Basileae,  MDXCII.  Pag.  320  e  322. 

(14)  Liiurentio  A.  —  Historia  Anatomica  humani  corporis  et  singularum  eius  partium.  A.  L.  anthore. 
—  Francoforti,  MDO,  Pag.  138. 

(15)  Jessenii  J.  —  Auatomiae  etc.  Historia.  —  Witebergae,  MDCI.  Pag.  99. 

Ad)  CahvoMo  ^.  —  AA<I>ABHTON  ANATOMIKON,    hoc  est    Auatoraes    elenchus   accuratissimus. 
Autore  B.  C.  —  («.  I.).  MDQIIII.  Pag.  63. 

(17)  Kiolani    .J.    filii  —    Opera  anatomica   vetera  recognita   et   auctiora.    —   Lutetiae  Parisiorum, 
MDCXLIX.  Pag.  315. 

(18)  Gel6e  Th.  -   L'Anatomie  fran9oise  en  forme  d'Ahreg6.  —  Lyon,  MDCLV.  Pag.  208. 

(19)  B  i  dl  o  o  G .  —  Anatomia  humani  corporis  centum  &  quinque  tabulis.  —  Amstelodami,  3IDCLXXX  V_ 
Pag.  M. 

(20)  Blancardi  S.  —  Anatomia  reformata  s.  Concinna  corporis  humani  disse.ctio.  —  Lugduni  Batav., 
MDC'XCV.  Pag.  659. 

(21)  Albini   B.  S.  —  Historia  musculorum  hominis.  —  Leidae  Batav.    MDCCXXXIV.    Pag.  82,  196 
e  652. 

(22)  Portal  A.  —  Cours  d'Anatomie   m6dicale   on   elements   de   I'Auatomie   de  THomrae.  —  Paris, 
1803,  Pag.  94. 

(23)  Brugnone.  —Observations  myologiques.  —  Memoir es   de  I'Academie  des   sciences   de    Turin 
pour  les  amiees  X  et  XI.  Turin,  An.  XII.  Pag.  IGO- 


—  23  — 


(24)  Meckel  I.  i\  —  Manuel  d'Anatomie  goiierale,  ilescriptive  ot  pathologi(ine.  Trad,  par  Joni-dan 
et  Brecbet.  —  Paris,  1825.  Png-  i35. 

(25)  Vlacovic'  G-.  P.  —  Cenni  anatomici  intoruo  ad  alcune  parti  del  collo.  —  Rivista  dei  lav.  dell'I. 
R.  Accademia  di  Sc,  Lett,  ed  Arti  di  Padova,  3  e  4  Trim  del  1859-00.  Padova,  18S1.  Pag.  4 
dell'  Estr. 

(2fl)  Wood  J.  Variations  in  Human  Myology  observed  during- the  Winter   Session   ot  1865-66    at 

King's  College, London.  —  Proceedings  of  the  Royal  Society.  Vol.  XV.  N.  86.  Pag.  230. 

Id.  Session  of  1866-67.  —  Id.  Vol.  XV.  N.  OS.  Pag.  519. 

Id.  Session  of  1867-68.  —  Id.   Vol.  XVI.  N.  104.  Pag.  484. 

On  a  group  of  Varieties  of  the  Muscles  of  the  Human  Neck,  Shoulder  and  Chest,  with  their 

transitional  Forma  and  Homologies  in  the  Mammalia.  —  Philosopliical  Transactions  of  the  Royal 
Society  of  London,  Vol.  160.  London,  MDCOCLXX.  Pag.  89. 

(27)  Tvrause  W.  —  Der  M.  sternocleidomastoideus.  —  Centralblatt  filr  die  mediciniichen  Wissens- 
chaften,  1876.  N.  25.  Pag.  433. 

(28)  Vlacovicli  G.  P.  —  Snl  muscolo  steruo-cleido-mastoideo.  —  Atti  del  R.  Istitxito  Veneto  di  Sc, 
Lett,  ed  Art.  Vol.  II,  Serie  V.  Venezia,  1876. 

—  Sul  fascio  sternale  del  muscolo  sterno-cleido-mastoideo.  —   Id.   Vol.    IV,    Serie  V.    Venezia, 

1878. 

(29)  ila  nbrac  O.  —  Rechorches  anatomiques  et  physiologiques  snr  le  muscle  sterno-cleido-masto'idien. 
—  These  pour  le  doct.  en  Med.  Serie  5,  N.  38.  Bordeaux,  1883.  Ofr.  PI.  1. 

(30)  Tea  tut  L.  —  Les  anomalies  musculaires  chez  I'horame  expliqufies  par  1' Anatomic  comparee.  — 
Paris,  1SS4.  Pag  217. 

(31)  Breglia  A.  —  Osservazioni  e  cousiderazioni  sallo  sterno-cleido-mastoideo  dell'uomo.  —  Riforma 
Medica.  Napoli,  1890.  Pag.  1287. 

(32)  D'Evant  T.  —  Fasci  anomali  del  m.  sternomastoideo.  —  Qiornale  deWAss.  dei  Natural,  e  Med. 
Anno  III,  Puntata  2.  Napoli,  1892.  Pag.  5  dell' Estr. 

(3.J)  Eomiti  G.  —  Trattato  di  Anatomia  dell'uomo.  —  Milano  {s.  a.).  Volume  prima.  Pag.  585- 

(34)  Tostui  L.  —  Traite  d' Anatomie  humaiue.  —  Troisilme  edition.   Tome  I.  Paris,  1896.  Pag.  669. 

(35)  Poirier  P.  —  Trait6  d'Anatomie  huraaine.  —  Tome  second.  Premier  fascicule.  Paris,  1896. 
Pag.  384. 

(30)  Le  Double  A.  F.  —  Trait6  des  variations  du  syatSme  musculaire  de  I'hornme.  —  Tome  premier. 
Paris,  1897.  Pag.  108. 


ISTITDTO    ANATOMICO    DI    FIRENZE. 


Proposta  di  uno  studio  coUettivo  sul  peso   dell'  Encefalo 
negli   Italiani 

DEL    Prof.    GIULIO    CHIARUGI. 


Ai  cultori  dell'  anatomia  6  noto  quaiito  siano  delicienti  i  dati  die 
si  posseggono  sid  peso  delF  encefalo  negli  Italiani.  La  classica  nienioria 
di  Caloii  (^)  pnbblicata  nel  1870,  sebbene  si  londi  sopra  nn  ricco  raa- 
teriale  di  osservazione,  e  lungi  dal  fornirci  gli  elenienti  per  nn  particola- 
reggiato  studio  ctnografico,  nello  stesso  modo  che  non  serve  che  in  nia- 
niera  incomi)leta  alio  studio  di  alcuni  problemi  d'  indole  generale  sul 
peso  deir  encefalo  e  delle  sue  parti. 

(')  Calori  L.  —  Del  cervello  uei  dae  tipi  brachicefalo  e  dolicocofalo  italiani.  —  Memorie  del- 
I'Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bologna,  Serie  2,  Tomo  10,  Bologna,  1870. 


—  24 


Caloii  ha  pesato  T  encefalo  in  421  soggetti  dell' Emilia  e  di  altrt' 
Provincie  d'  Italia,  ma  non  ha  lemito  eonto  nelle  singole  osservazioni 
della  rogionc  alia  (juaie  appartencva  rindivldiio  esaminato.  La  classid- 
cazione  degli  oncofali  in  gruppi  vennc  fatta  sollanto  avuto  riguardo  alia 
forma  cranica  e  al  sesso  e  fu  determinata  la  media  aritmetica  del  peso 
onceralico  nei  inaschi  e  nelle  lemmine  brachieefali  e  dolicocefali.  Non  fu 
tenuto  conto  della  statura  e  del  j)cso  del  corpo,  e  se  in  iin  certo  nnnieio 
di  casi  qiiesta  determinazione  fu  falta,  non  venne  registrata  di  fronte  alle 
singole  osservazioni.  Degli  emisferi  cerebrali  fu  indicato  il  peso  eom- 
plessivo  e  non  separatamente  il  peso  delT  emisfero  destro  e  del  sinistro. 
La  midolla  allungata  ed  il  ponle  venivano  pesati  insieme. 

Ne  ya  omessa  qualche  osservazione  sul  metodo  di  pesatura  adotlato 
dall'A.  Egli  prima  di  i)esarlo  spogliava  I'encefalo  dalla  aracnoidc  e  pia  ma- 
dre,mentre  la  maggioranza  degli  autori  si  astiene  da  questa  operazione  |)re- 
liminare.  Percio  il  ralfronto  dei  resultati  di  Calori  con  quelli  oUenuli 
dagli  anatomici  che  lianno  determinato  il  peso  dell'  encefalo  in  altre  po- 
])olazioni  non  puo  essere  fatto :  quegli  A.  ehe  nel  farlo  non  hanno  te- 
nuto conlo  di  questa  circostanza,  sono  arrivati  a  conelusioni  non  atlen- 
dibili.  (ili  Italiaui  a])j)ariscono  nel  confronto  non  solo  con  altri  popoli 
di  Europa  ma  anche  con  alcuni  po])oli  dell'  Asia  (Chinesi),  come  provvi- 
sti  di  un  encefalo  meno  pesante.  Tralasciamo  qualche  altra  osseivazione, 
ma  non  una  che  riguarda  la  pratica  di  pesare  gii  emisferi  ora  unili,  ora 
separati :  lo  svuotamento  dei  ventricoli  cerebrali  dal  liquido  cefalo-j'a- 
chidiano  non  puo  aver  luogo  in  ugual  misura  nell'  un  caso  e  nell'  altro. 
I'aggiungendosi  cosi  un  ditferente  grade  di  precisione  nella  pesata. 

Per  lo  studio  del  nostro  argomento  ha  un  pregio  assai  maggiore 
la  memoria  che  Tenchini  (')  ha  puljblicato  nel  1884  sul  peso  dell' en- 
cefalo in  Lomi)ardi  della  Provincia  di  Brescia.  Egli  ha  esaminato  32(5 
individui,  tenendo  conto  della  eta,  del  sesso,  della  forma  del  cranio, 
della  statura.  Ha  studiato,  applicando  Iin  dove  era  possibile  il  metodo 
della  media  seriate,  le  variazioni  del  peso  dcU'  encefalo  secondo  il  sesso, 
secondo  1'  eta  e  secondo  la  statura.  Delle  |)rincipali  parti  delle  quali 
r  encefalo  risulta  soltanto  il  peso  del  cervelletto  e  state  determinato  in 
tutti  i  casi,  inentre  non  e  state  pesato  il  ponte  ed  il  bulbo.  Gli  emisferi 
cerebrali  sono  stati  presi  in  considerazione  soltanto  in  67  casi  e  dal 
solo  j)unto  di  vista  della  difterenza  di  peso  fra  il  destro  e  il  sinistro. 

Riguardo  al  metodo  seguito,  ricorderemo  che  I' A.,  a  difl'erenza  di 


(')  Tenchini  L.  —  Sul  peso  deU'encefalo,  degli  omisfori  cerebrali  p  ilel  cervelletto  iioi  Lombardi 
della  provincia  Bresciana.  —  Parma,  L.  Battel  ed.,  18S4. 


25 


(jiianto  laeeva  Calori,  pcsava  I'dicefalo  rivestito  dallo  (\\u)  \m\  interne 
meningi ;  lo  pesava  aneora  inliero,  non  nieltendosi  pereiu  in  eondizioni 
da  potere  eliiuinare  il  liciuido  cefalo-rachidiano  dei  venlricoli  cerebrali; 
staeeava  il  cervelletto  recidendo  i  peduncoli  cerebellari  medii  snhito 
(lo|)(»  la  loro  emergenza  dall'  organo ;  staeeava  gli  emisl'eri  dal  rima- 
ncnte  eon  nn  taglio  attraverso  i  peduncoli  eerebrali  eondolto  lungo  i 
tratti  ottiei. 

11  lavoro  di  Teneliini  inspiro  a  Franeesehi  (')  delta  Scnola  di 
Bologna  il  proposito  di  eseguire  la  pesatura  dell'  eneefalo  e  delle  sue 
parti  nei  Bolognesi.  La  sua  niemoria  puhblieata  net  1888  e  da  segnalare 
pel-  11  nuinero  gi-ande  delle  osservazioni  e  per  V  obiettivo  che  1'  autore  si 
proponeva  di  contribuire  alia  conoscenza  del  peso  dell'  eneefalo  negli 
llaliani  delle  diverse  regioni.  Franceschi  deterniino  in  iOO  soggetti  il 
peso  totale  dell'encefalo  e  in  j)iu  di  300  di  questi  il  peso  del  cervello  e  delle 
due  sue  meta  (emisferi  cerebrali),  il  peso  del  cervelletto  e  delle  due  sue 
mcta,  il  peso  complessivo  del  ponte  e  del  bulbo,  tenendo  conto  del  sesso, 
della  eta  e  delta  statura;  studio  anche  il  peso  dei  talami  ottiei  e  dei  corpi 
striati.  Uiporta  nella  sua  niemoria  i  pesi  niassinii  e  minimi  ottenuti  e  i 
pesi  medj  determinati  col  metodo  della  media  aritmetica. 

Franceschi  pesava  F  eneefalo  intiero,  spogliato  delle  nieningi;  se- 
parava  quindi  il  cervello  dal  rimanente  sezionando  i  jjeduncoli  cerebrali 
subito  at  davanti  della  protulieranza;  isolava  il  cervelletto  col  sezionare 
i  peduncoli  cerebellari. 

I  n' altra  piu  piccola  serie  (73  cast)  e  quella  comunicata  da  Ten- 
eliini *)  desunta  da  osservazioni  eseguite  nell' Istiluto  Anatomico  di 
Pavia.  Fu  determinato  in  questi  soggetti  il  |)eso  totale  dell'  eneefalo, 
tenendo  conto  del  sesso,  dell'  eta  e  della  statura. 

Deve  essere  citato  anclie  un  lavoro  di  Weisbac  C)  clie  ha  pesato 
r  eneefalo  in  40  giovani  veneti  brachicefali. 

Gi acorn ini  ha  eseguito  numerose  pesature  dell'encefalo,  ma  non 
ha  mai  di  queste  pubblicato  un  resoconto  particolareggiato  e  si  e  limi- 
tato  nella  sua  celebrata  (aiida  alto  studio  delle  circonvoluzioni  cere- 
brali  (^),  oltre  a  dare  le  regole  jier  una  esatta  pesatura  del  viscere,  a 


(')  Franceschi  G.  —  Sul  peso  dell' eneefalo,  del  cervello,  degli  eraisferi  cerebrali,  del  cervel- 
letto e  delle  sne  metu,  del  midoUo  allungato  e  node  e  dei  corpi  striati  e  talami  ottiei  in  400  liolo- 
gnesi.  —  Boll.  d.  sc.  mediche,  Anno  LIX,  Serie  VI,  Vol.  XXI.  Bologna,  188S. 

(')  Teuchini  L.  —  Dell'encefalo  uniano.  —  SlUano,  F.  Vallardi  ed.,  1883. 

(')  Citato  da  Calori,  jjag.  115. 

C")  Giacomini  C.  —  Guida  alio  stndio  delle  circonvolnzioni  cerebrali  dell' nomo.  —  Torino,  E. 
Loescher  ed.,  1884. 


26  — 


registrare  i  pcsi  niassimi  e  minimi  noi  (juali  nei  masclii  e  nelle  femmine 
si  ('  imballulo  o  a  poche  altre  indicazioni. 

A  clii  ricorcassc  nclla  serie  numerosa  degli  sdidi  clie  sulF  cncofalo 
sono  stati  escguHi  in  Italia  in  qiiosti  ultimi  decenni,  trovercbijo  (jua  o 
la  delie  determinazioni  di  peso  oncefalico  di  Italiani,  ma,  o  per  il  luimero 
scarso  delle  osservazioni  o  per  la  mancanza  di  dati  snila  provenienza  e 
su  alcuni  caratteri  antropologici  degii  individui  sottoposli  ad  csame  o 
per  non  essere  stata  eseguita  la  pesatura  delle  principali  parti  dell'  en- 
cefalo,  qucsti  lavoii  non  |)oss(hio  dawero  colmare  la  lacuna  die  ab- 
biamo  la  men  lata  (*). 

Se  poi  si  consider!  che  il  metodo  dai  diversi  anatomiei  finora 
seguito  e  stato  non  uniforme  e  talora  non  sufficientemente  j)reciso, 
i-isidta  anche  piii  evidente  la  convenienza  di  proeedere  a  nuove,  niime- 
rose,  pill  complete  e  piii  esatte  determinazioni. 

Sulla  utilita  delle  quali  credo  die  non  possa  cader  dubl)io.  Pochi 
paesi  come  1'  Italia  offrono  una  cosi  grande  molteplicita  di  dementi 
etnici  variamente  distribuiti  nelle  diverse  regioni.  Xello  stesso  modo 
che  ha  condotto  a  resultati  interessanti  lo  studio  etnogi-alico  dell'  indice 
cefalico,  delta  statura,  del  color  dei  capelli  e  degli  occhi  e  di  qualche  al- 
tro  carattere  antro[)ologico  degli  Italiani  (*),  cosi  potra  essere  del  peso 
deir  enccfalo.  Sara  utile  aggiungere  un  altro  demento,  e  di  primaria 
im])ortanza,  agli  allri  che  possediamo,  per  mettere  sopra  una  base  aua- 
tomica  sempre  piii  completa  e  sicura  le  caratteristiche  differenziali  fra  le 
diverse  popolazioni  d'  Italia. 

Anche  indipendentemente  dalla  sua  importanza  elnologica,  per  altri 
motivi  questo  studio  del  peso  encelalico  condotto  su  abbondanle  nia- 
teriale  e  con  uniformita  di  metodo,  sarebbe  non  senza  prolitto.  E  in- 
latti  ben  noto  che  moiti  dubbi  ancora  rimangono  sulle  cause  di  varia- 
zioni  del  i)eso  encelalico  e  sui  limiti  die  possono  raggiungere,  e  tutti 
comprendono  come  delle  conoscenze  |)recise  in  proposito  siano  indispen- 
sabili  per  ben  valutare  i  resultati  che  si  traggono  dallo  studio  del  peso, 
oncefalico  negli  individui  di  eletto  ingegno,  nei  pazzi  e  nei  criminali. 

Un  lavoro  come  quello  al  quale  ho  accennato,  non  puo  essere  na- 
turalmente  opera  di  uno  o  di  pochi  ma  richiede  il  concorso  di  tutti  quelli 
che  si  interessano  a  tali  studi  e  che  disscminati  nelle  varie  regioni  di 
Italia  possono  mettere  a  contribute  il  materiale  anatomico  a  ciascun  di 
loro  accessibile.  (^hiamando  a  raccolta  tutti  gli  anatomic!  di  buona  vo- 


(')  Non  ci  sembra  ora  nccessario  ricordare  ed  anali/.zare  qnesti  lavori. 
1^)  Cf.  Livi  R.  —  Antropometria  m\\ita.re.  —  Roma,   Vof/Jiera  ed.,  lH9il. 


27  — 


loiita  c  pregandoli  a  cooperare  a  quosta  impresa,  vorrei  potcrlo  faro 
con  aiitorita  maggiore,  ma  mi  auguro  die  l'  utilita  (IclT  ojxM-a  piii  clie 
il  nume  di  chi  la  |)ropono  abbia  cllicacia  ncl  porsiiadci'o  tiitli  a  parto- 
ciparvi. 

Scella  del  matcriale.  —  Si  dovranno  csaminarc  individiii  doi  duo 
sossi,  dello  varie  eta,  oscludend)  coloro  clie  siano  morti  in  soguito  a 
malattia  cerebrale  o  che  prosontino  anomalie  gravi  nella  conformazione 
deir  encefalo,  come  ad  es.  mancanza  del  corpo  calloso,  poroncefalia,  ecc. 
Saranno  pure  esclusi  i  pazzi  e  i  delinquenti. 

3/etodo  da  segnire.  —  II  metodo  che  propongo  per  la  pesatura  del- 
r  encefalo  o  sostanzialmente  quello  gia  descritto  da  (Jiacomini  nella 
sua  Gidda  con  alcune  modificazioni  per  renderlo  piii  precise  e  per  rac- 
cogiiere  altri  dati  oltro  ((uelli  che  il  nostro  Autore  si  proponeva. 

La  modilicazione  di  maggiore  importanza  eonsiste  nell'  eseguiro  la 
divisione  fra  il  cervello  e  il  rimanente  dell'  encefalo  con  un  taglio  un 
po' differentemente  condotto  da  (juanto  Giacomini  suggerisce.  Com' e 
nolo,  egli  pralicava  una  sozionc  trasversa  a  livello  dei  peduncoli  cere- 
brali  fra  il  punto  di  emergenza  del  111"  pajo  c  le  eminonze  mammillari. 
A  me  sembra  preferibile  portare  piii  indietro  la  sezione  e  cioe  faria 
coi-rispondere  a  un  piano  che  j)assi  ventral mente  nel  limitc  IVa  i)edun- 
coli  cerebrali  e  ponte  e  passi  dorsalmente  subito  al  di  dietro  della  la- 
mina quadiigemina.  Mi  sembra  che  in  tal  maniera  si  riesca  ad  una  piu 
esatta  separazione  delle  due  grandi  parti  che  sulla  base  embriologica 
dobbiamo  distinguere  nell' encefalo  dell' adulto,  il  Uombencefalo  e  il  Cer- 
vello. Inoltre  credo  utile  che  venga  indicate  oltro  al  peso  complessivo 
del  Rombencefelo,  il  peso  delle  principali  parti  nolle  quali  esse  puo 
essere  decomposto,  la  midolla  allungata,  il  ponte  e  il  cervellotto. 

(iio  premesso,  ecco  ({uali  sono  le  indicazioni  che  ci-edoroi  neces- 
sario  fossero  raccolte  e  le  regole  che  dovrebbero  essere  seguite  nella 
pesatura  dell'  encefalo.  Le  espoiigo  con  una  certa  minuziosita  e  pro- 
lissita,  perche  sono  porsuaso  che  in  ((uesta  operazionc  molte  sono  le 
cause  di  errore,  ond'  o  necessario  di  eliminaro  colla  massima  cura  (|uello 
che  e  possibile. 

1.  Nome  e  Cognome  del  soggotto. 

E  utile  che  sia  registrato  per  rintracciare  pin  facilmente  altre  indicazioni, 
di  solito  non  contenute  nella  Tabella  mortuaria. 

2.  Sesso. 

3.  Eta. 


28  — 


L  Luogo  (li  nascita. 

E  necessario  che  venga  indicato  con  precisione.  Le  Tabelle  raortuarie  re- 
cano  spesso  notazioni  incomplete  od  errate,  registrando,  invece  che  il  luogo 
di  nascita,  il  luogo  di  provenienza  o  quello  di  ultimo  domicilio.  E  percio  ne- 
cessario trascurare  le  indicazioni  delle  tabelle  mortuarie  e,  avendo  preso 
ricordo  del  nome  e  del  cognome  del  soggetto,  rintracciare  il  luogo  di  nascita 
presso  le  amministrazioni  ospitaliere  o  dei  luoghi  di  ricovero. 

3.  Pi'ofessione. 

Non  suole  essere  indicata  nella  Tabella  raortuaria;  ricorrere  alle  stesse 
fonti  che  per  il  numero  4. 

f).  Ultima  malattia  c  causa  della  mortc. 

E  naturalmente  preferibile,  quando  cio  sia  possibile,  attenerci  a  quanto 
sia  risultato  alia  autopsia. 


7.  Statu ra. 

Perche  quesfca  misura  risulti  precisa  si  seguano  queste  regole :  Disporre 
il  cadavere  intiero  supino  ben  diritto,  a  talloni  riuniti  e  testa  estesa;  appog- 
giare  sulla  linea  di  mezzo  della  sua  superficie  ventrale  un  regolo  di  legno 
rigido  e  di  un  sol  pezzo;  riportave  sul  regolo  la  posizioue  del  vertice  e  del 
tallone  per  mezzo  di  una  squadra  o  della  sega  a  lastra;  misurare  1' intervallo 
fra  questi  due  punti. 

8.  Diametri  anteroposteriore  massimo  e  trasvcrso  massinio  del  erauio. 

Si  misurino  dopo  aver  distaccato  dal  cranio  le  parti  molli,  compreso  il 
muscolo  temporale. 

9.  indicc  cel'alico. 

L'  operatore  e  dispensato  dal  calcolare  questo  valore. 


Pcsatura  dell'  eucel'alo. 

Aperta  la  cavita  del  cranio  si  estrae  subito  I'encefalo  e  si  procede  senza 
indugio  alia  pesatura.  Questa  si  eseguisce  senza  che  I'encefalo  venga  spogliato 
dalla  aracnoide  e  pia  madre  e  senza  che  siano  tolti  i  grossi  vasi  che  in  questa 
sono  contenuti.  II  viscere  coUa  base  in  alto  viene  deposto  su  di  un  telo  arroto- 
lato  in  doppio,  coperto  di  carta  pergamena :  con  questa  si  evita  1'  adesione  del 
cervello,  e  specialmente  delle  sue  superficii  di  sezione,  al  telo. 

Si  ricordi  per  prima  cosa  di  regolarizzare  la  sezione  del  midollo 
allungato  con  un  taglio  trasverso  che  passi  subito  sopra  alia  radicola  piii 
craniale  del  !»  nervo  cervicale.  Poi  si  proceda  alia  pesatura  delle  varie  parti 
deir  encet'alo. 


-    29 


10.  l\\so  del  biilbo. 


Si  separa  il  bulbo  dal  ponte  con  un  taglio  perpendicolare  all'  asse  del 
bulbo,  condotto  nel  limite  fra  bulbo  e  ponte.  II  taglio  va  prolungato  da  ogni 
lato  obliquamente  in  dietro  e  in  basso  per  recidere  i  corpi  restifornii. 

11.  Peso  (lei  ponte. 

Per  isolare  il  ponte  si  conduca  dapprima  un  taglio  rasente  al  margins  su- 
periore  della  sua  superficie  ventrale.  Si  mantenga  il  coltello  ben  perpendicolare 
rispetto  al  ponte,  in  modo  da  riuscire  dorsalmente  subito  al  di  dietro  della  la- 
mina quadrigemina.  Si  sezionino  i  peduncoli  cerebellari  medii  secondo  una  linea 
che  passi  subito  al  di  fuori  della  emergenza  del  nervo  del  V"  paio  diretta  verso 
la  emergenza  del  nervo  del  VII"  paio,  avendo  cura  di  non  ledere  il  flocculo. 
Dopo  di  che,  scostando  il  ponte  dal  cervelletto,  e  facile  recidere  trasversalmente 
i  peduncoli  cerebellari  superiori  nel  punto  di  lore  emergenza  dal  cervelletto. 

12.  Peso  del  cervelletto. 

Coi  tagli  precedentemente  condotti  il  cervelletto  e  rimasto  isolate  e  si  pesa. 

13.  Peso  totale  del  rombencelalo. 

Si  addizionano  per  ottenerlo  i  pesi  del  bulbo,  del  ponte  e  del  cervelletto. 
E  preferibile  avere  il  peso  del  roaibencefalo  in  questa  maniera  indiretta,  per- 
cbe  colla  esecuzione  dei  tagli  sopra  indicati  scoia  un  po'  di  sangue  dai  grossi 
vasi  ed  esce  del  liquido  cefalo-rachidiano  dagli  spazi  sottoaracnoideali  e  dal 
4°  ventricolo. 

11.  Peso  della  meta  destia  e  della  meta  sinistra  del  cervello. 

Rimanendo  I'organo  colla  superficie  ventrale  verso   1' operatore,  si  ese- 
guisca  un  taglio  che  cada  suUa  linea  mediana  e  vi  si  mantenga  con  precisione: 
si  raggiunge    con    questo    taglio  la  superficie  superiore    del    corpo  calloso  e 
cosi  si  divide  il  cervello  in    due  meta  che  si   pesano  separatamente.  Si  abbia 
cura  di  far  prima  bene  scolare  il  liquido  dai  ventricoli  laterali. 

15.  Peso  totale  del  cervello. 

Si  sommano  i  due  precedenti  valori  per  avere  il  peso  totale  del  cervello. 
Molto  spesso  nella  estrazione  dell'  encefalo  si  lascia  a  posto  il  corpo  pituitario. 
Poiche  il  peso  di  quest'  organo  oscilla  intorno  al  mezzo  graramo,  sara  pratica- 
mente  indifterente  trascurarlo  oppure  tenerne  conto  assegnando  una  meta  del 
suo  peso  a  ciascuna  delle  meta  nelle  quali  abbiamo  diviso  il  cervello.  Se  ci  at- 
terremo  a  questa  regola,  potra  essere  notato  nella  Tabella. 

16  Peso  totale  dell'  encefalo. 

Si  sommano  il  peso  delrombencefalo  e  il  peso  del  cervello  per  avere  il  peso 
totale  deir  encefalo. 


30  — 


Lc  indicazioni  o  le  cleterminazioni  dclle  qiiali  c  stalo  lallo  cenno 
verranno  rogislratc  in  apposite  Tabcllc  (')  cliu  I'lstitiito  Anatoinico  di 
Fircnzo  si  ollVe  di  I'oi'nire  a  colore)  die  intendono  di  partccipare  a  qiio- 
slo  lavoro.  Le  Tabelle  verranno  accompagnate  da  alciini  esfratti  dcl!e 
klruzioni^  in  modo  die  gli  operator!  le  abbiano  sempre  present!  e  pos- 
sano  unirorniarvisi, 

Ciascuna  serie  di  osservazioni  sara  poi  in\iata  all' Istltuto  Anato- 
mico  di  Firenzc  c,  con  (juelle  considerazioni  die  gli  Antori  stessi  cie- 
d-eranno  con\enienle  di  aggiungervi,  verra  a  ciira  del  detto  Istiliito  in- 
tegralmenlc  pubblicata. 

Quando  la  niesse  delle  osser\azioni  sara  divenuta  a  siillicienza  co- 
|)iosa,  sara  il  nionicnlo  di  procederc  a  (|ii('l  lavoro  di  sinlcsi  die  per- 
inella  di  utilizzarle  in  conformita  del  |)r()grainma  die  ci  sianio  proposli. 

Sarenio  lieli  di  conoscere  lin  da  ora  il  nonie  di  coloro  die  inten- 
dono di  segnire  la  nostra  inizialiva,  e,  per  la  niigliore  riuscila  delTini- 
prcsa,  t'arenio  tesoro  dei  loro  consigli. 


(')  .Modulo  lU'llii  tabflhi: 

Sala  A.na,toinica  di 


Nome  e   Cognome 

Sesso 

Eta anni. 

V   Comune   di 

Luogo  dr  nascita.  .  •  ,   t^       .     •     ,. 

'    rrovmcia  di 

Professione 

Ultima  malattia  e  causa  della  morte 


Osservuzione  N. 


Statura,  Metri  centimetri 

Diametro  antero-posteriore  massimo  dei  cranio  centimetri. 

Diametro  trasverso  massimo  del  cranio  centimetii. 

Inclice  cefalico  , 


ROMBENCEFALO 


Bulbo* 

Ponte 

Cervelletto 


gr. 


Somma  gr. 


*  Eogolai izzare  la  seziouo  iuferioie  del  bulbo  subito  sopra  al 
1"  iiervo  coi'vicak'. 


CERVELLO' 


(  Meta  destra.  .gr f 

I   Meta  sinistra.  »  i 


Somma  gr. 


*     Quaudo  uclla  pe-satiira  del  cervello  si  sia  tenuto  coiito  del 
corpo  pituitario,  iiidicarlo  al  posto  delle  paientesi  quadre. 

Peso  totale  dell'  Encefalo  gr. 


Firma  delVOperatore 


31  — 


SuU'  importanza  del  nucleo  oellulare  nei  process!  cli  S9crezione- 

NOTA    DEL  DOTT.   G.   GALEOTTI 
PROFESSOUK    UI    PATOI-OOI\    GENKltALE    NELLA    K.    UNIVEKSItX    DI    CAOLIAUl. 


lliccvata  1'  11  uovombro  I'JUO. 


i5  Fictiita  la  riproduziono. 

Soiio  reccnlciiiciilc  ai)[)ai'si  nci  f\  R.  dc  la  Socicic  da  liiolofjic 
(n"  I"  c  18,  1900)  duo  lavori,  uno  di  Vigier  (Note  sur  le  nUc  dii 
nuclcole  dans  la  secretion)  ed  uno  di  JMi\  sali\  (Travail  srcreloire  da 
nojja/f  dans  les  glandes  (jrannleuses  de  la  Salamandre  lerrestre),  i  (juali 
Iraltano  della  parte  clie  prende  il  inicleo  cellulare  nei  processi  di  secre- 
zione.  Ouesti  autori  non  fanno  alcun  cenno  dei  resultati  ottenuti  da 
Trambusti  o  da  me,  in  ricerclie  sullo  stesso  argomento,  ricerclie  clie 
segnano  fbrse  il  prinio  |)a.sso  nella  esatfa  deteniiinazione  dei  meecani- 
smi  citologici  come  londanienlo  dei  processi  secretori. 

La  breve  descrizione  die  fa  il  Physalix  intorno  airatlivita  se- 
cretoria  delle  cellule  ghiandulari  nella  epidermite  delle  salamandre,  col- 
lima  perfettamente  con  quanto  Ti'ambusti  ed  io  aFibiamo  i)ubblicato,  e 
a  ({uesto  proposito  mi  sembra  non  inopportune  ricopiare  qui  alcuni  pe- 
riodi  da  ambo  le  parti, 

Nei  1894  io  scrivevo  (Ueber  die  Granulationen  in  den  Zellen.  Inter- 
nal ionale  Monatschrifl  f.  Anaf.  n.  Phijs.,  189:5,  Vol.  XII,  Fasc.  10),  a 
|)roposito  degli  stessi  elementi  cellulari :  «  I.a  prima  prej)arazione  dei 
«  granuli  di  secrezione  avviene  nei-  nucleo.  Gli  elementi  granulari,  clie 
«  in  esse  si  ritrovano,  sono  per  i  loro  caratteil  idcntici  a  quelli  clie  poi 
«  in  determinati  momenti  si  vedono  nei  cito[)lasma  in  vicinanza  del 
«  nucleo,  Quando  il  corpo  eelluhiro  e  riempito  di  gi'anuli  non  se  ne 
t(  vede  alcuno  net  nucleo,  ma  ([uando  poi  il  citoplasma  si  vuota  dei 
K  suoi  prodotti  di  secrezione,  com{)aiono  di  nuovo  i  granuli  nei  nu- 
((  cleo  ecc.  »  e  a  projiosito  del  panci'cas : 

«  La  produzione  dei  granuli  di  zimogeno  avviene  per  le  cellule 
c(  pancreatiche  in  egual  modo  die  j)er  le  cellule  del  vdeno  (dello 
'<  Spclerpes),  cioe  (juesti  granuli  lianno  la  loro  |)iima  origine  nei  nucleo. 
"  da  queslo  escono  in  un  modo  assai  visibile  ad  un  date  momento,  e  net 
«  traversare  il  citoplasma  si  ingrossano  e  si  traiitbrmano.  » 

Da  altra  parte  IMnsalix:  ^(  C'est  dans  I'interieur  de  ces  tubes 
«  nucleiniens  qu'on  voit  tout  d'aboi'd  se  difieiencier  les  premiei's  grains 
«  de  venin  sous  forme  de  petites  spheres  Iiomogenes,  legerement  colo- 


32  — 


«  rccs  en  rose  par  Icosinc.  Ces  granulations  deviennent  de  phis  en  plus 
<i  distinctcs.  Puis  il  apparait  de  ces  granidations  a  la  surface  du  noyau, 
"  lormant  de  petits  cliapelets  a  quatre  ou  cincj  grains  qui  seniblent  cniis 
"  |)ar  le  nieine  orifice  de  la  membrane  reticulee.  On  a  ainsi  autour  de 
((  cha([ue  noyau  en  travail  un  amas  de  granulations  nettement  limile 
«  ()ar  une  membrane  reticulee  sur  laquelle  s'inserent  les  librilles  du 
«  reseau  protoplasinaque.  » 

Queste  ricerche  vengono  dunque  a  confermare  i  nostri  resultati,  e 
(juesta  confcrma  ha  ancora  unmaggior  valore,  iiujuantoclie  gli  aulori 
Irancesi  ora  citati  non  conoscendo,  a  ({uel  die  seinbra,  i  nostri  lavori 
son  giunli  alia  stessa  meta  percorrendo  una  via  diversa  e  indipendente 
dalla  nostra, 

CosiMO  Cherubim,  Amministratore-responsabile. 


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'"^-KyL. 


Italiaio 


(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatoraia,Einbriologia) 

Organo   ufficiale   della   Unione  Zoologica   Italiana 

DIRETTO 

DAI  DOTTORI 
GIULIO  CHIARU6I  EUGENIO  FICALBI 

Prof,    di   Anatomia  umaua  Prof,  (li  Anatomia  corup.  e  Zoologia 

Jiol  It.  Istiitnto  tli  Studi  Super,  iu  Firenze  uella  E.  Uuiversitk  di  Padova" 

Ufl5.cio  di  Direzione    ed  Amministrazione  :  Istiluto  Anatoniico,   Firenze. 
13  numeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  Xi.  S5. 

XII  Anno         Firenze,  Febbraio  1901  N.  2 

SOMMABIO :  Comunicazioni  Obiginali  :  Qanfini  C,  H  significato  morfologico 
del  titherculum  pJiar'yoigeiim  ossis  occipitis.  {Con  tavola  I).  —  D'Erchia  F.  Di  uu 
piccolo  corpo  vescicolare  posto  sulla  volta  del  cervello  anteriorc  di  un  em- 
brione  umano,  lungo  3,5  mm.  in  linea  retta.  —  Zimmerl  U.,  Intorno  ad 
un'  anomalia  delle  ossa  nasali  in  alcune  specie  di  animali  domestici  (Con 
5  figure).  —  Pag.  33-50. 

SlUDIO    COLLETTIVO    DEL    PKSO    DELL'  KNCliFiLO    NKGLI    ITALIANI  :    Adesioni.  — Pag.    50. 

Unione  zoologica  italiana  :  IP  Assemblea  ordinaria  e  Convegno  zoologico  nazio- 

nale  in  Napoli.  -  Elenco  dci  Soci  al  1"  Grennaio  1901.  —  Pag.  50-55. 
NoTiziB.  —  Pag.  55-56. 


Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  die  si  pubblicano   nel  Moni- 
tore  Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 

COMUNICAZIONI    ORIGINALI 

ISTITUTO    ANATOMICO    DI    GENOVA    DIRETTO    DAL    PKOF.    P.    LA  CHI. 


II  significato  morfologico  del  tubercuhim  pharyngeum  ossis  occipitis 

DEL    IJOTT.    C.    GANFINI,    AlUTO. 

(Con  Tavola  I). 


liicovuta  il  18  diceuibie  lOOO. 


E  vietata  la  rii)roduzioiie. 


li  sigiiifK-alo  die  lino  ad  oggi  si  o  date  al  tubercnlum  pliarynfjeinn 
deir  osso  oedpilalc  si  6  (jiiello  di  una  produzione  ossca  destinata  al- 
i'inscrzionc  deiraponcvrosi  faringoa.  Peru,  se  da  cpicsto  (alio  dovcssc 


AI.  Z. 


—  34  — 

ripctcrc  lu  sua  originc,  dovrcbbc  coinportai'si  come  tuttc  lo  altro  s|)()r- 
gcnzc  ossco  destinalc  ad  iin  simile  ullicio.  11  grado  siio  maggiore  o  mi- 
norc  di  svilii|)p()  dovrehbc  essere  proporzionato  e  alio  sviluppo  delle 
altre  sporgenze  ossee  ed  alia  potenza  cui  da  altacco.  Invecc  il  hthrrrif- 
lum  pharijnfjeitm  puo  essere  sviluppatissimo  in  crani  in  cui  sono  appcna 
disegnatc  le  inscrzioni  muscolari  o  ligamentose  e  puo  non  trovarsi  in 
crani  chc  posseggono  qiieste  ultimc  in  modo  esagerato.  L'inserzionc 
della  non  spessa  aponevrosi  faringea  dovrebbe  d'altra  parte  caiisare 
una  ben  leggera  sporgenza.  Inoltre  ossei'vando  un  osso  occipilaie  ancora 
giovanissimo  si  puo,  non  semprc  pci'o,  apprezzare  ii  lubei'colo  I'aringeo; 
in  un'  epoca,  cioe,  in  cui  non  sono  ancora  comparse  le  comuni  sporgenze 
destinate  ad  attacco  di  tendini  o  di  ligamenli  (lig.  1,  ff.). 

Per  I'esame  di  alcuni  crani  e  per  alcune  considerazioni  cmbriolo- 
gichc  ed  analomo-comparative  che  in  scguito  espongo,  io  mi  sono  I'atlo 
un  concetto  diverso.  E  prima  di  tutto  guardiamo  come  si  presenta  il 
lubcrcuhfin  pliarijuijeinn  relativamente  alio  parti  scheletriclie  vicine  e 
agliorgani  die  vengono  in  rapporto  con  questa  parte  piii  posteriorc  della 
base  del  ci-anio. 

Mi  valgo  ])ercio  della  descrizione  di  Mingazzini  (I)  che  mi  sembi'a 
motto  corrisi)ondente  al  vero. 

At  davanti  dei  condili  dell'occipitale  Iroviamo  da  ambedue  i  lati 
due  infossamenti  Irasversali  {fovcae  praecoiuhjloldcac',  limitati  anterior- 
niente  dalla  cristu  muscularis  (Krause).  In  avanti  alia  foveae  pnuran- 
(hjloidem\  si  nolano  alti-e  due  fossette  piii  })iccole,  spesso  poco  raarcate 
(foveae  parvae),  limitate  anteriormente  a  loro  volta  da  una  cresta  die  il 
Mingazzini  cliiama  «  crista  sinostosica  »  rapprcsentante,  secondo  le 
sue  vcdute,  il  saldamento  fra  i  due  pezzi  costituenti  I'apolisi  basilare 
(pre-e  basioccipitale).  II  (iihercidwn  pharijngeum  c  situato  sulla  linea 
mediana  c  puo  venire  compreso  fra  due  lincc  riunienti  idealmente  in 
senso  trasversale  gli  estrcmi  mediali  ddle  crislac  sinoslosirac  in  avanti, 
e  le  due  crislac  mmcularcs  indietro. 

Per  riguardo  agli  organi  die  vengono  in  rapporto  colla  parte  basi- 
lare deH'occipitale,  rilerisco  (juanto  si  puo  vedere  da  una  dissezione  un 
po'accurata.  Abbiamo  innanzi  tutto  i  due  muscoli  loncjus  capitis  a  rectus 
capitis  anterior.  II  primo  si  attacca  cranialmente,  mediante  un  corto  ten- 
dine  di  forma  cilindrica,  alia  parte  di  apolisi  l)asilare  posta  lateralmente 
al  lnl)crcuii/in  pkanjuijcuin  ossia  per  tiitta  la  fovea  parva.  11  secondo  e 
situato  posteriormente  e  si  attacca  alia  crisia  muscularis. 

Nella  linea  mediana  Ira  i  due  muscoli  lunyhi  del  capo,  si  la  strada 
il  fascio  su))crliciale  del  lifiamenlum  ohturatorium  anterius,  ossia  it  la- 


—  35 


rcrliis  singnlarls  di  Wcitbi'cclit  (2),  clic  giuslamentc  dalla  maggiur 
l)aiio  (legii  aulori  vione  considerato  come  una  prosecuzione  o  per  nicglio 
dire  come  rorigine  del  ////.  lonfjilinlinale  anlcrius.  11  suddetlo  ligamento 
giiinlo  al  tubercolo  laringeo  vi  si  attacca  sii  tutta  la  sua  superiicie,  con- 
Ibndendosi  lateralmente  col  corto  e  rotondo  tendine  del  m.  longus  capitis. 
Si  ha  |)ercio  una  figura  ad  T  a  branche  ricurve.  Lo  spazio  lasciato  aperto 
anteriormente  viene  occiipato  dal  connettivo  clie  costlluisce  il  ligamento 
occipito-laringeo,  attraverso  al  ([uale  si  fa  strada  la  bi/rsa  pharjjnym. 
L'inserzionc  del  ligamento  faringeo  al  tubercolo  laringeo  e  dunque  poco 
estesa.  Molto  piii  estesa  e  piii  imj)oi1ante  c  la  inserzione  del  /?//.  longi- 
hidinale  antcrius;  ma  cio  ha,  secondo  me,  un  ben  aUro-signilicato. 

Per  potersi  fare  un  concetto  esatto  sut  come  si  Ibrmi  il  tubercolo 
laringeo  e  su  cio  che  rappresenti,  e  necessario  ricorrere  all'anatomia 
comj)arata  etl  airend)riologia. 

L"  embriologia  ci  insegna  che  dobbiamo  riguardare  la  |)arte  basilare 
deir  occi])itale  non  come  una  Ibrmazione  ossea  a  se,  ma  come  la  fusione 
di  un  certo  numero  di  segmenti  scheletrici  (secondo  il  Chiarugi  (3), 
nei  mammiteri  sono  4)  simili  al  segmenti  vertebrali  del  tronco.  Dagli 
studi  di  Froriep  (i)  sappiamo  che  i  segmenti  piu  craniali  che  in  seguito 
si  Ibndono  tra  di  lore,  presentano  del  caratteri  di  sviluppo  sostanzialmente 
simili  a  (juelli  dclle  altre  vertebre.  Egli  distingue  nello  svilu])po  di  una 
\ertebra  tre  periodi.  Nel  prime  periodo  si  ha  la  Ibrmazione,  attorno  alia 
corda  dorsale,  dell'  arco  vertebrale  primitive  che  venti-almente  si  presenta 
[)iii  spesso  a  costituire  cio  che  Fi-oriej)  chiama  IlijpocliordalsparKje  o 
lermaglio  ipocordale.  Nel  secondo  periodo,  o  di  passaggio,  la  connessione 
ti'a  il  primitive  arco  c  la  corda  si  indebolisce;  si  Ibrina  caudalmente  e 
dorsalmente  al  primitivo  arco,  un  corpo  cai'tilagineo  che  e  il  |)iimo  ab- 
bozzo  del  coi'po  vertebrale.  L'arco  \ertcbrale  primitivo  ed  il  lermaglio 
ijjocordale  I'imangono.  Net  3/'  pei'iodo  o  definitive  si  ha  involuzione  e 
sparizione  del  lermaglio  ipocordale,  ossia  delta  porzione  ventrale  del- 
I'arco  primitivo,  il  quale  nolle  ])arti  laterali  si  condrilica  e  si  Ibnde  in 
una  sola  massa  colla  cartilaglne  del  corpo  vertebrale. 

Oucsti  diUcrenli  tre  ])eriodi  distingue  Froriep  anche  nei  segmenti 
occipilali;  naturalmentc  in  quest!  non  si  possono  riconoscere  tutti  i  det- 
lagli  specialmente  nei  segmenti  piii  craniali  che  ben  ))resto  si  Ibndono 
assieme.  (jo  che  a  noi  importa  pero,  e  il  latto  che  anche  nella  regionc 
occi|)itale  si  forma  il  lermaglio  ipocordale  che  e  destinato  in  seguito, 
come  abbiamo  visto,  a  sparire.  Peru  nella  parte  piii  alia  vi  sono  delle 
Ibrmazioni  che  ci  dicono  come  (jueslo  lermaglio  abbia  la  tendenza  a  pei- 
sistere.  Cosi  Froriep  ci  dice  che  esse  permane  per  un  tenqto  piii  lungo 


36 


nclla  seconda  vertebra,  c  clic  nella  prima  in  liiogo  di  involversi,  si  con- 
drilica  j)rima,  quiiidi  si  ossiliea  c  rimanc  sotto  forma  di  arco  anteriore 
dcll'atlantc. 

I  professori  Laclii  (o)  c  (]hiarugi  (O'l  iiiollre  sliidiando  il  modo 
di  Ibrmazione  del  terzo  condilo  e  dei  processi  basilari  li  consideraiio 
come  riidimenti  di  uii  arco  ipocordale.  Andando  anclie  piii  cranialmcnle 
iioi  troviamo  iici  segmenti  occipitali,  il  tubercolo  faringeo  che  io  ci'cdo, 
con  Lachi  (7),  ripeta  la  stcssa  origine. 

I  caralteri  seguenti  prescntati  da  alciini  crani  parlaiio  in  laNore 
dcUa  omodinamia  tra  le  formazioni  predettc,  arco  anteriore  deH'atlanle, 
condilo  mediano  e  tnbercolo  faringeo. 

In  uno  di  essi  (fig.  2)  si  tralta  dl  iin  comiine  caso  di  sinostosi  oc- 
cipilo-atloidea.  II  tubercolo  anteriore  dell'arco  dell'atlante  /.  a.  abba- 
stanza  sviliippalo  si  continua  senza  linea  di  demarcazione  col  tubercolo 
faringeo  (.  /.  sviluppato  esso  j)ure  e  sotto  la  forma  non  tanto  rara  di 
cresta  fai'ingea.  Ne  risulta  nella  parte  mediana  dell'  allante  e  deila  j)arte 
basilare  fuse,  una  prominenza  a  forma  di  cresta  percorrente  lutto  (|uesto 
pezzo  osseo. 

Nella  fig.  3  e  rappresentalo  un  fatto  presso  a  poco  simile;  non  si 
tratta  piii  di  sinostosi  occij)ito-atloidea,  uia  di  un  caso  di  condilo  me- 
diano. Questo  (c.  />?.)  si  continua  col  tubercolo  faringeo  (/.  f.)  immedia- 
tamente  auterioie,  e  solo  un  snperlicialissimo  solco  ci  sta  ad  indicare 
dove  linisce  Tuna  formazione  c  dove  comincia  I'alfra.  Alia  base  esse 
sono  completamente  fuse. 

Ouesti  due  casi,  die  non  sono  poi  tanto  raramenle  riscontrabili.  e 
che  diinoslrano  la  prosecuzione  seriale  di  queste  parti,  danno  ai)poggio 
air  idea  che  esse  sicno  analoghe  serialmente. 

Un' altro  fatto  che  j)aila  in  favore  delta  omodinamia  del  tubercolo 
faringeo  col  tubercolo  dell'arco  anteriore  deH'atlante  e  col  condilo  me- 
diano e  il  segucnte:  Come  si  Nede  nella  Fig.  i  il  tubercolo  faringeo  (7./.) 
alcune  volte  (io  I'ho  tro\ato  2  volte  su  -500  crani)  presenia  nella  sua 
])arte  mediana  un  solco  piii  o  meno  marcato  che  divide  il  tubercolo 
stesso  in  una  meta  destra  ed  In  una  sinistra.  Alia  obbiezione  che  il  solco 
descritto  possa  esser  dato  da  un  vaso  decori-ente  in  quel  sito  rispondo 
col  far  notare  che  almcno  noi-malmente  ivi  non  decorre  alcun  vaso,  e  esi- 
stendo  doM'ebbe  essere  di  dimensioni  tali  da  coi"rispondere  alia  profon- 
(lita  del  solco  e  percio  facilmente  apprezzabile.  Ora,  per  (pianto  abbia 
ricercato,  non  ho  trovato  descritta  tale  anomala  disposizione  vascolarc. 
IMuttosto  io  met  to  a  confronto  I'accenno  di  divisione  in  d\io  parti  del  tu- 
bercolo faringeo  con  la  varieta  non  tanto  frequente  ad  osservarsi  nel- 


37  — 


I'arco  anleriore  (loiratlantc  c  di  ciii  io  riprodiico  iin  cvidente  esemplare 
nclla  Fig.  o  [a.  /.),  varicta  doviita  alia  iion  avvcniita  uiiionc  dei  due  piinti 
ossoi  die  carallcrizzano  la  ossilicaziono  dell'arco  anleriore  (Romiti  e 
Laclii  8). 

II  fatto  deserillo  o  ranigiirato  nella  Fig.  L  trova  anclie  maggior  so- 
niiglianza  in  aleuni  casi  di  condilo  mediano.  Quasi  lulli  gli  aulori  clie  si 
sono  occu])ali  di  (jueslo  argomenlo  hanno  deserillo  delle  osservazioni  di 
eondilo  mediano  diviso,  cd  a  me  place  di  notare  clie  il  prof.  Legge  (9) 
le  raggruppa  nella  categoria  di  «  Condili  abnoi'mi  congiunti  o  no  con  i 
condili  lalerali,  ftisi  Ira  di  loro^  ma  non  complelamonic,  rosirrhr  rinianr 
ruslanlemcnle  una  Irarcia  del  la  primifiva  divisione. 

Mi  sono  dato  la  cuia  di  riguardare  anclie  nei  crani  di  mammifen 
elie  erano  a  mia  disposizione.  Nel  coniglio,  cane,  galto,  porco,  monlone, 
nella  faccia  inferiore  della  parte  basilare  deH'occijiilale  si  nola  una  cre- 
sta  ossea  percorrente  in  senso  antero-posleriorc  e  nella  linea  mediana 
(juasi  tutta  Tajjolisi  basilai'e.  La  cresta  a  dislanza  variabile  dal  contorno 
del  gran  foro  occipitale  raggiunge  la  sua  massiina  allezza  e  quindi  va 
(lolcemenle  sl'uniando  in  avanti,  ed  indietro  lino  al  contorno  del  gran 
foro  (Fig.  7,  c.  f.).  Che  la  cresla  ora  descrilla  sia  omologa  al  tubercolo 
faringeo  dell'uomo  non  si  |)uo  neppure  metlere  in  dubbio,  |)oiclie  anche 
neH'uomo  molto  frequentemente  si  puo  vedere  il  tubercolo  costituito  da 
una  cresta  simile;  tanto  e  vero  che  moiti  aiitori  tedesclii  danno  alia  j)ro- 
diizione  ossea  che  ci  occupa  il  nome  di  «  crista  pharyngea.  »  La  Fig.  (5 
ci  fa  vedere  chiaramente  questa  dis])osizione  neirocci])ilale  umano;  serve 
anche  a  far  notare  la  grande  somiglianza  clie  vi  e  fra  la  crisla  j)liaryn- 
gea  umana  e  la  omologa  dei  mammiferi. 

Nei  mammiferi  citati  la  cresta  suddetta  non  si  liniiia  all'apofisi  basi- 
lare, ma  si  ritrova  scendendo  caudahnente  nolle  j)rime  vcrtebre  cervicali, 
ed  e  conosciuta  col  noinc  di  apofisi  inferiore  del  corpo  (Chauveau  (10)) 
0  ipoapolisi  (Milne  Edwards  (11)).  Nel  coniglio  essa  raggiunge  il  suo 
massimo  sviluppo  nclla  seconda  vertebra;  nella  terza  si  vede  ancora, 
nella  quarta  e  appena  visibile,  nella  quinta  manca  del  tutto  (Fig.  8,  i.  p.). 

Come  appare  chiaramente,  nei  mammiferi  c  ancora  piii  facile  di  ri- 
portare  la  cresta  faringea  ad  una  produzione  i])oaporisaria;  essa  e  addi- 
rillura  simile  a  quella  che  si  osserva  nell'atlante,  nelT  epistrofeo  ed  in 
genere  nelle  prime  vcrtebre  cervicali  colla  dillerenza  pero,  che  in  queste 
si  trova  segmentata,  ve  ne  lia  una  cloe  per  ogni  segmento;  neH'occipi- 
tale  invece  trattandosi  di  segmenti  fusi  insieme  la  produzione  ipoapofisa- 


—  38  — 

ria  non  j)rosenta  sogmontazione;  in  allrc  parole  le  ipoapofisi  tloi  sognioiiti 
oci'ipitali  lianno  subito  lo  slesso  processo  di  fusionc  di  qiiesti  ed  haniio 
dato  luogo  alia  crista  pliar\ ngoa.  Anche  Fanaloinia  com|)arata  duiiipio 
rallbrza  la  inia  vodiila  di  coiisiderarc  il  tubcrcolo  faringeo  c  la  crosla  I'a- 
ringoa  conie  una  produzionc  ipoapollsaria. 

* 

*  * 

11  tcrniinc  di  ipoapofisi  da  nio  adoporalo  indica  quella  produziono 
dci  scgmonti  vcrtebrali  dell' adulto  chc  neH'cmbriono  corris|)ondo  alia 
parte  vontralc  dcirarco  vertebrate  |)riniitivo,  ^W  IhjpochordnhpmKje  di 
Froriep.  Nella  inassinia  parte  dei  casi  e  inipossibile  di  trovare  nci 
segmenti  oceipitali  un  arco  ipoapolisario  completainenle  disegnato  come 
si  osserva  neH'atlante  o  in  qualclie  esemplarc  di  lerzo  condilo.  (Yedi  i 
casi  di  listarella  ossea  del  prof.  Laclii(3)).  Oiiasi  senipre  si  ritrova  solo 
la  pai-te  mediana  dell'arco  (3"  condilo  e  tubercolo  laringeo}.  Pci'6  nel  cra- 
nio che  riproduco  nella  Fig.  9  sono  accennate  anche  le  parti  laterali.  11 
tubercolo  faringeo  (t.  f.)  ha  una  direzione  ti-asversale  e  si  continua  la- 
tcralmentc  con  due  I'ialzi  ossei,  le  cristap  musn/lares,  in  niodo  da  dare 
I'idea  di  un  arco  completo  saldato  al  corpo  del  basiocci])italc.  Ouesta 
interpretazione  e  appoggiata  anche  dal  fat  to  seguente.  Si  sa  che  i  cosi 
detti  ])rocessi  basilari  sono  stati  ripoi'tali  dal  Chiarugi  (7)  a  rudimenti 
di  arco  ipocordalc  spettante  a  quel  segmento  che  colla  porzione  mediana 
da  luogo  al  tei'zo  condilo.  Se  cio  e  vero  per  i  processi  basilari  posti  in 
immediata  vicinanza  del  gran  foro  occipitale,  non  credo  che  lo  sia  anche 
|)ei'  ([uelli  che  piii  o  nieno  ne  distano.  Non  nego  che  la  produzionc  di 
(juesti  nltimi  I'iconosca  la  medesima  origine,  che  rappresentino  cioe  ru- 
dimenti di  aico  ipocordale,  ma  e  molto  pin  probabile  che  raj)presentino 
i  rudimenti  di  un  arco  piii  craniale.  Ora  nella  fig.  10  si  vede  un  pro- 
cesso basilare  (p.  h.)  che  e  distante  undici  inillimetri  dal  contorno  del 
gran  foro  occipitale  e  medialmente  si  continua  col  tubercolo  faringeo. 
In  altre  parole  si  ha  una  esagerazionc  del  fatto  ra|)presentato  nella  fig.  9. 
In  (juesto  caso  le  parti  laterali  dell' arco  sono  accennate  piii  che  nel  nor- 
male,  ma  non  esageratamenle;  in  quello  della  fig.  10  invece  vi  e  stala 
una  esagerazione  nello  sviluppo  di  esse  in  modo  da  costituire  un  pro- 
cesso basilai-e;  nella  stessa  maniera  che  anche  nel  segmento  piii  caudale 
della  porzione  occipitale  possiamo  avere  le  diverse  gradazioni  di  lista- 
I'clla  ossea  o  di  tubercolo  (processo  basilare). 

Ora  io  mi  domando  se  il  tubercolo  faringeo  dell'  occipitale  umano 
ci  stia  a  raj)i)i'escntare  ri|)oai)ofisi  di  uno  o  di  i)iu  segmenti.  Natural- 
mente  n(ni   posso  dai'o  una  risposta  matematicamenle  esatta.  ma  dal- 


—  39 


I'osame  di  parecehi  crani,  o  tcniilo  eonlo  del  niodo  con  ciii  questa  forma- 
zione  si  presenta,  sono  indotto  a  credere  clie  qiiaiulo  il  tubercolo  faringeo 
ripete  la  forma  di  crcsta  longitiidinale,  allora  ra])pre.senta  la  ipoapofisi 
di  pill  segmenti,  pero  dei  segmenti  occipitali  piii  caiidali;  esso  intatti 
non  si  estende  mai  a  quella  i)arte  di  basiiare  che  costitiiisce  il  preba- 
sioccipiUile.  In  aicuni  crani  in  cui  esiste  iin  conato  di  divisione  fra  il 
lire  ed  il  basioccipitale  non  ho  visto  mai  il  tubercolo  laringeo  oltrepassare 
la  linea  di  divisione  di  queste  duo  parti.  In  un  caso  (fig.  11)  in  cui  il 
conato  di  divisione  sotto  forma  di  una  fessura  (f.)  abbastanza  ampia, 
trasvei-salc,  risiede  sulla  linea  mediana,  e  singolarmentc  evidentc  questo 
fatto.  In  questo  ultimo  caso  e  negli  altri  simili  il  tubercolo  laringeo  (t.  f.) 
sta  sempre  posteriorinente  alia  divisione.  Nei  casi  pero  in  cui  si  ha  la 
foi-ma  vera  e  propria  di  tubercolo  e  non  di  crcsta,  allora  ci'cdo  che 
rappresenti  la  ipoapofisi  di  un  solo  segmento. 
Riassumendo  abbiamo  veduto: 

1°  che,  come  il  tubercolo  dell'arco  anteriore  dell'atlante  da  in- 
serzione  a!  JUjamcnlum  lonfjitHdinalp  aniprius^  anchc  il  tubercolo  laringeo 
da  inserzione,  pin  die  allro,  alia  stessa  formazione  ligamentosa ; 

2°  che,  in  casi  di  alterato  sviluppo,  si  puo  vederc  il  tubercolo 
faringeo  continuarsi  e  quasi  fondersi  col  tubercolo  dell'  arco  anteriore 
dell'atlante  e  col  condilo  mediano  che  rappresentauo  formazioni  ipocordali; 

3°  che  il  tubercolo  faringeo  puo  presentare,  per  condizioni  ab- 
normi  di  sviluppo,  alcune  \arieta  presentate  pure  daH'arco  anteriore 
deH'atlante  e  dal  condilo  mediano; 

i°  che  nei  mammiferi  inferiori  airuomo  vi  ha  perfetta  corrispon- 
dcnza  di  situazione  e  di  forma  tra  la  ipoapofisi  dellc  vcrlebre  cervical! 
e  la  crista  phartjmjea; 

y  che  e  possibile  talora  di  vedere  accennato  sul  segmento  della 
parte  basiiare  dell'  occipitale  do\e  ha  sede  il  tubercolo  faringeo,  una 
disposizione  ad  arco  di  cni  la  parte  mediana  e  costituita  dal  tubercolo 
faringeo  stesso:  eccezionalmente  e  possibile  che  una  parte  (lualunque  di 
questa  formazione  arcuata  si  s\iluppi  in  una  prominenza  ossea ;  alia  stessa 
guisa  che  nei  segmento  piii  caudate  della  stessa  parte  basiiare  dell'oc- 
cipitale  possiamo  avere  nna  listarella  o  un  tubei'colo.  osseo  (process!  ba- 
silar! vicini  al  gran  foro). 

Per  quest!  fatti  io  credo  di  poter  concludere  che  si  debba  dare  al 
luherculum  pharyngeiim  il  signilicato  di  produzione  ipocordale. 

Bibliografla. 

(1)  Mingazzini.  —  Sul  processus  basilaris  oasis  occipitis.  —  Anat.  Anz.  1891.  Pag.  391. 

(2)  Woitbrecht.  —  Syiidosinologia,  1742.  Pag.  84. 


—  40 


(3)  Cliiarngi.   —  Lo  avilnppo  tlei  norvi  vago,  accossorio,  ii)oglo8SO  e  primi  cervicali  iici    aanropsiill 
e  raamiuifori.  —  Pisa,  18S9.  Pacj  86. 

(4)  Froriep.  —  Zur  Eiitwichelungsgeschichte  der  Wirbelsiiule  in3l)osoudore  ties  Atlas  uiid  diu-  Ocii- 
pitalregioii.  —  Archiv.  fur  Anat.  und  Eatioick.,  1883^80. 

(5)  Laclii.  —  Sul  inodo  di  forraazioiie  e  snl  significato  del    tcvzo  coiidilo  iieirnomo.  —  Atti   li.  Ac. 
Fisiocritici,  Siena,    188!). 

(G)  Lachi.  —  Sul  cosidetto  coiulilo  inediano  occipitale.  —  Atti  d.  R.  Accad.  Medica,  Geneva,  18.)5. 

(7)  Cliiarugi.  —  II  terzo  condilo  ed  i  process!  basilar!  del  cranio  umano.  (Rudimcnti  di  un  air.o  ipo- 
cordale  oceipit.le).  —  Mon.  Zool.  1895.  Pag.  .Off. 

(8)  Komiti  e  Lachi.  —  Catalogo  ragionato  del  mnsoo  anat.  di  Sienu.  —  1SS3.  Pag.  51. 

(9)  Lcgge.  —  Aiicora  del  coudilo  occipitale  mediano  deU'aoiuo.  —  Camerino,  1885. 

(10)  (;  li  luvoau.  —  Traite  d'anatomie  coniparee  des  animanx  doniostiques.  —  Paris.  1871.  Pag.  aO. 

(11)  Milno  Edwards.  —  Lecons  sur  la  phisiol.  et  I'anat.  compareo.  —  T.  X,  P.  I.  Pag.  284. 

Spiegazione  delle  figure. 

Le  figure  sono  state  riprodotte  dal  vero  per  mezzo  di  fotografie.  Indica. 
zione  generale:  t.  f.  tubercolo  faringeo. 

Fm.   1.  —  Occipitale  di  feto  quasi  a  termine. 

Fig.  2.  — Saldatura  dell' atlante  coll' occipitale.  II  tubercolo  dell'  arco  anteriore 

dell'atlante  at.  si  continua  senza  linea  di  demarcazioue  col  tubercolo  fa- 
ringeo 
Fig.  3.  —  Occipitale  presentaiite  il  condilo   mediano  cm.    die    si   continua   col 

tubercolo  faringeo. 
Fig.  4.  —  Tubercolo  faringeo  diviso  in  duo  parti  da  un  solco  longitudinale. 
Fig.  5.  —  Saldatura  dell'atlante  con  1' occipitale.  Divisione   dell' arco  anteriore 

dell'  atlante  at. 
Fig.  6.  Occipitale  umano    presentante  il  tubercolo  faringeo  a  forma  allungata 

antero- posteriormente. 
Fig.  7  —  Cranio  di  coniglio  adulto.  —  cf.  e  la  cresta  faringea. 
Fig.  8.  —  Le  prime  5  vertebre  cervicali  di  coniglio  adulto.  —  ip.  e  la  ipoapofisi 

delle  vertebre. 
Fig.  9.       Occipitale  presentante  il  tubercolo  faringeo  diretto  trasversalmente. 
Fig.  10.  —  P.  b.  processo   basilare  che  medialmente    si  continua  col   tubercolo 

faringeo. 
Fig.  11.  —  Accenno  alia  divisione  tra  il  pre-  ed    il   basioccipitale.  — /".  e  la  fes- 

sura  trasversalo  che  indica  la  divisione. 


H.    ISTITUTO    03TETRIC0-GINF.C0L0G1C0    1)1    GKNOVA. 


Di    un   piccolo   corpo    vescicolare 

posto   sulla  volta  del  cervello   anteriore  di  ud  embrione  umano, 

lungo  3.5  mm.  in  linea  retta 

PEF-  DoTT.  FLORENZO  D'ERCHIA.  assistente. 


fiicevuta  il  12  gemiaio  1901. 


i;  vietata  la  riprodnzione. 

Per  Ic  ragioni  esposte  al  principio  di  una  nota  sulla  corda  dor- 
sale  (*),  c  per  esscrmi  gia  una  volla  occujiafo  degli  organi,  clio  si  svi- 

(')  F,  D'  Erchia.  —  Sulla  struttara  o  sulle  coiinos.sioui  della  iiotocorda  in  un  embrione  iiniano 
dolla  Inngli.  di  mm.  3  in  linea  votin.  —  Monitor e  Zoologico  Ital.,  Anno  XII,  fa^c.  1,  1901. 


41   - 


hi|)j)an()  a  spose  di  (|uclla  rogiono  del  cci-\ollo  antcriore  clio  si  (lide- 
reiizia  in  cerxello  intermcdio  0,  mi  permetto  di  acccniiaro  brevcmcnlo 
ad  nil  ratio,  chc  poti-oi)bc  loi-so  avcio  iniporlanza  sia  da  iin  |)unt()  di 
vista  iieneralo,  per  gli  slndii  dcll'ontogonosi  dclla  nostra  s[)ocie.  sia  da 
un  pnnto  di  vista  speciale,  per  nieylio  speciiicare  il  significato  morlolo- 
gico  dcil'epilisi  uniana. 

Si  tralta  delta  presenza  di  nn  piccolo  corpo  vescicolare  avenle  la 
forma  di  una  lentc  piano-convcssa,  e  posfo  alia  volta  del  futuro  cervcllo 
intcrmedio,  in  nn  enil)rione  Inngo  3-i)  mm.,  e  appaiienente  ad  nn  novo, 
sottoposto  gia  ad  esamc,  per  to  studio  della  strnttnra  della  placenta 
nmana  nei  |)rimordi  dello  sviluppo  ("). 

Delto  corpo  vescicolare  preseiita  la  sua  superflcie  plana  in  intimo 
con  tat  to  col  mesoderma,  e  rivolta  in  alto  ;  qiiella  convessa,  adagiala 
strettamcntc  sulla  sostanza  cercbrah;,  e  accolta  in  una  Inlossainra  semi- 
circolarc  scavata  in  questa. 

Ouesta  vescicola  e  sitnala  un  po'  a  sinistra  della  linea  sagittale  me- 
diana.  tenendo  conto :  1"  che  I'embrione  In  taglialo  in  liO  sezioni  sa- 
gitlali  condotte  da  sinistra  a  destra  e  dalTavanti  alT  indletro  ;  1'^  die 
il  coi'jio  vescicolare  si  trova  solo  in  ii  sezioni,  dalla  il'^alla  'l"y^\  ;V' in- 
line, che  il  conteggio  delle  sezioni  lu  lalto  da  sinistra  a  destra,  gnar- 
dando  t'embrione  dalla  regione  dorsale. 

La  delta  vescicola  presenta  a  considerare  la  sua  sezione  mediana 
nella  23'"^  sezione,  e  nellaSl'^e  2o"^  si  ])resenta  tagliata  in  supcrlicie  suite 
sue  jiareti  laterali.  In  tal  modo  la  cavita  di  detto  corpo  vescicolare  e  ben 
dislinta  in  W  sezioni,  c  cioe  nella  SS"",  2;V'  e  21^^. 

I. a  sirifllura  di  esso  e  molto  semplice :  e  costitnito  da  cellule  la- 
mellari,  le  (juali  viste  in  supcrlicie  prescntano  un  nucleo  ovalai-e,  pinl- 
tosto  vescicolare,  mentre  viste  in  sezioni  si  presenfano  sotto  forma  di 
cellule  endoteliali,  come  quelle  del  vasi  sanguigni,  e  fornite  di  nuclei  al- 
lungati. 

Ouesta  parete  cosi  cosfituita  dalla  sua  parte  convcssa  si  adagia 
streltamenle  alle  cellule  della  sostanza  cercbrale,  in  gran  parte  ridollo 
in  (juei  piccoli  elementi,  che  si  Irovano  nolle  forme  embrionali,  che 
secondo  la  classificazione  di  His -(iiacomini ,  Yann(t  denominate 
(ilrofiche. 


(')  F.  D'Ercliiii.  —  Coritributo  alio  stuilio  dulla  volta  del  ccitoHo  iutfriiiedio  o  della  rogioiiu 
paratisai-ia  in  eiubrioni  di  pesci  e  di  iiiammiferi  (cou  2  tav.)  —  Monitore  Zoolof/ico  Ital.,  anno  VII, 
fasc.  3  6  5,  1806. 

{•)  ¥.  W  Erchia.  —  Coiitributo  alio  studio  dell'  utero  gravido  e  puerperale.  —  Attl  della    &'o- 
cietd  di  Ostetricia  e  Ginecolor/ia,  Vol.  5,  18US.  Trad,  in  tedesco  e  xiubhl.  nella  Zeitschrift  f.  Geo. 
u.  Gyn.  Band  XI,  H.  8. 
M.  Z. 


—  4'2 


La  cavita  di  del  to  corpo  vcscicolare  non  conliono  ne  corpiiscoli 
bianclii  nc  rossi,  e  sarebbo  del  liill<»  priva  di  elemcnti  ligurali,  so 
in  essa  non  si  Ibssero  spinle  dellc  celhile  laniellari  (listaccale  dalla 
parctc. 

Quanto  ai  nipporti  f/enelici  di  ([iieslo  va)v\h)  con  la  volta  del  t-er- 
M'llo  da  una  j)artc  o  coirccloderma  daH'allra,  senibia  elie  nclla  scziono 
21%  dove  la  vescicola  e  sezionata  supcrliciahnonte  nclla  sua  parcle,  \i 
sia  come  una  s|)ccie  di  continuazione  cclhilare  fra  soslanza  ccrebralc  c 
■|)aretc  del  corpo  vescicolare.  Pcro,  considerando  clie  laiilo  nel  nicso- 
dcrnia  die  ciicoiula  il  corpo  vescicolare,  quanlo  nclla  soslanza  ccie- 
brale  abbondano  (juei  piccoli  elenienli  cellulari,  del  quali  lio  giii  parlalo, 
non  0  possibile  stabilirc  con  sicurezza  se  i  piccoli  elenienli,  die  si  nio- 
strano  sotio  forma  di  una  conliuuazionc  cellulare  tra  paretc  cercbrale  e 
superlicie  eslerna  del  corpo  vescicolare,  rapprescntino  F  insicme  di  una 
vera  connessione  esislente  fra  i  due  organi,  e  die  jiossa  stai'e  a  dinio- 
slrarci  Forigine  del  corpo  vescicolare  dalla  volta  del  cervello  anteriore. 

L'ectoderina,  poi,  non  ])resenla  alciin  rappoi'to  diretto  colla  sudde- 
scritta  vescicola.  Pero  e  degno  d'  interesse  il  \e(lere  come  il  mcsoderma, 
die  e  interj)osto  tra  eclodernia  e  parete  supcriore  plana  ddla  vescicola, 
si  assotligli,  o  die  Fectoderma  in  (jiieslo  punlo  s'  infossi  come  se  avesse 
teudenza  a  raggiungei'c  la  vescicola. 

Lc  cellule  epildiali  del  riveslinienio  eclodermico  in  (|uesto  piinto 
si  presentano  inoltre  mollo  piii  basse  di  (|uelle  circoslanti  e  contengono 
del  pigmenlo. 

In  base  alio  studio  dei  rapp(U-li  e  ddla  slrullura  del  corpo  \escico- 
lare,  e  in  base  at  niodo  di  com[)ortarsi  delFectodcrnia  nella  reglone  (»c- 
cupata  dal  suddescritto  coi-j)o,  credo  die  si  possa  con  una  ceria  ragione- 
volezza,  esdudere  cbe  il  dctto  corpo  vescicolare  sia  una  prodiizionc 
artiliciale  o  una  cavita  linfatica  o  sanguigna.  lliinarrebbe  allora  a  pen- 
sare  cbe  esso  fosse  probabilmente  un  (u-gano  di  sense  rudimentalc,  e 
l»iu  propriameute  il  rudiniento  delFocdiio  |)arielale  dei  i-etlili,  del  tullo 
distinto  dalla  epilisi. 

E  \ero,  pero,  die  la  volta  del  cer\ello  interniedio  e  Fepilisi  nd  iio- 
stro  case  non  ancora  sono  dilTcrenziati  ;  ma  e  da  notare  die  nei  reltili 
Focdiio  parietale  si  dillcrenzia  un  po' prima  di  tutti  gli  altri  organi  ddla 
volta  del  cer\ello  inlermedio,  e  die  nd  nosiro  caso  Fembrione  lia  siibilo 
forse  un  ritardo  nclla  dill'ercnziazione  dei  siioi  organi  per  dislur])i  nu- 
tritivi. 

(^on  (jueslo  si  polrebbe  compreiideic  la  mancanza  di  corrdazione 
die  esiste  tra  lo  sNilujipo  del  rudimenlo  di  (luel  corpo  vescicolare,  die 


—  4c 


lonlanamonle  |)arrcbijo  iin  riidiinenlo  (Icll'  occliio  pai'iclalo,  e  la  dilVcivn- 
ziazionc  dolla  ^olta  del  cervcllo  intermcdio  e  dei  siioi  organi. 

La  constalazionc  di  (|ii(sl()  fallo,  (jiiantiin(|iie  inollo  |)roblonialico 
noir  interprelazionc,  ci  j)ciiiicllercbbc,  se  si  Irallasse  rcahiienlc  di  un  or- 
gano  ra|)|)rosentante  il  rudimenlo  del  terzo  occliio  dei  rotlili,  di  rilcnero 
clio  Tuomo,  per  qiianto  nella  sua  storia  ontogenetiea  ricapitoli  breve- 
nicnlo  c  succintamcntc  la  filogenesi,  la  i'ica|)itoli  anclic  dcltaglialamente; 
0  clio  la  opilisi  uiiiana,  coino  (|uella  dei  rellili  c  dci  ntainiiiircii,  sia  una 
prodnzionc  a  paiic  da  non  confondersi  col  voro  occliio  pariclalc. 


ISTliUTO    III    ZDOTOJIIA    DKLF.A    R.    UNIVEKSITA    DI    PAKMA 
DIItKTTU    UAL    I'liOK.    l\    NEGUIMl. 


ZTMiMERL    DoTT.    UAIBERTO,    assistk.ntk. 


Intorno  ad  un'anomalia  delle  ossa  iiasali 
in  alcune  specie  di  animali  domestici. 

(Con  5  figure). 

Rioovutii  il  2S  oomiiiio  1001. 
fi  vietatii  la  riprodnzione. 

Stimo  cosa  non  priva  di  inlercssc  rendcrc  iiota  un'  aiiomalia  da  mo 
osscrvata  nelle  ossa  nasali  di  alcune  specie  di  animali  domestici,  sia  per- 
clic  da  quanto  mi  consta  nessun  caso  consimile  e  stato  sino  ad  ora 
descrilto  negli  animali  stessi,  sia  ancora  perche  il  signilicalo  die  a  quella 
ho  crcduto  attribuirc  spiega  alcune  })ai1icolarita  die  normalmente  si  ri- 
sconli'ano  nelle  dettc  ossa. 

L'  anomalia  in  qucstionc  e  data  dalla  divisione  delle  ossa  nasali  per 
sutura  trasversale  per  niodo  die  ciascuna  di  esse  viene  ad  ossore  costi- 
tuita  da  due  pezzi  ossci  distinti,  dei  quali  uno  superiore  die  colle  ossa 
vicine  conserva  i  rappoi'ti  cbe  si  lianno  nei  casi  normali,  uno  inlcriore 
articolato  soltanto  colla  parte  superiore. 

La  prima  di  queste  anomalie  (fig.  1)  notasi  nel  cranio  di  un  bar- 
dotto.  In  qucsto  soggetto  le  due  ossa  nasali  vengono  diviso  in  due  parti: 
una  su])criore  ed  una  inferiore,  in  corrispondenza  del  piinto  in  cui  si 
articolano  coll'  apofisi  nasale  dell'  osso  incisivo. 

II  prime  dei  pezzi  ossei  risuitauti  da  questa  divisione  nella  sua  parte 
superiore,   per  la  forma  e  rap|)orti,  non  si  scosta   per  nulla  dalle  ossa 


44  — 


iiasali   iiorniali ;  iiirononnonk'  pero,   anziclie  conliiuiarsi   ncl  pioliinga- 
nuMilo  nasalo,  si  tcrniina  biiiscamenlc  in  corrispondenza  della  sulura  che 


Di  nolevolo  qiicsia 


por  jjrovita  chiamoro  inrisiro-uasule  fig.  Il-S.  I.  X.' 
parte  j)i'cscnta  ii  suo  nuirginc  inferiore  in- 
cavalo  internamente  per  una  hingliezza  di 
due  eentimotii,  pei-  modo  che  iinendosi  con 
quello  deiralti'o  lain  forma  iin'insenatura  di 
forma  quasi  I'cttaniiolaro  la  (jualo  ricoi'da 
cosi  I'  incavatura  clic  notasi  nolle  corrispon-  jA 

denli  ossa  doll' uomo  o  doi  carnivori;  (luo-         |i  - 
slo  margino  inoltro  o  tagiiato  a  danno  doila       ,.'^" 
faccia  interna  pei- !' articolazione  colla  paiie     f|*; 
inferiore. 

.  11  second 0  pezzo  osseo  e  di  forma  trian- 
golare  con  una  lungliezza  di  dieci  centime- 
li'i,  ed  ollVe  a  considerare  due  facco,  die 
nulla  presenlano  degno  di  nota,  tre  margini 
e  Ire  angoli.  !1  niai'gine  sujieriore-esternc*  e 
mollo  sotlile  e  si  unisce  per  sutura  squa- 
mosa colla  parte  superiore,  il  niai-gine  in- 
terno  si  unisce  per  armonia  con  quello  del- 
I'allro  lato,  F  inferiore  esterno  e  libero, 
degli  angoli:  il  superiore  si  articola  colla 
prima  parte;  1' esterno  in  parte  colla  piima 
porzione,  in  parte  coH'apolisi  nasale  dell'osso 
incisivo;  I'inferiore  e  libero  e  va  a  costiluiie 
il  prolunganiento  Jiasale. 

La  j)arle  inferiore  unendosi  colla  pai'te 
superiore  I'iproduce  nella  forma  le  ossa  na- 
sal! normali  degli  equini. 

Per  poter  stabilire  se  Tanomalia  ora  descritta  avesse  ([ualche  signi- 
ficato  oj)pui'e  appartenesse  ad  uno  di  quel  casi  teratologic!  clie  ancoi-a 
sfuggono  a  qualsiasi  spiegazione,  ho  esaminato  una  serie  di  2()fi  crani 
a|)partenenti  a  varie  specie  di  animal!  domestici  a  linedi  vedcre  se  fosse 
slato  |)ossibile  trovare  qualche  cosa  die  ricordasse  se  non  completamenle 
almeno  in  parte  il  caso  che  sto  illustrando  [). 

Negli  equini  sopra  G7  casi  csaminati  ho  li'ovato  un  cranio  di  cavallo. 
del  quale  disgraziatamente  se  ne  consei'va  solo  una  mcta,  in  cui  T  osso 


FiGi  KA  1.  —  Crauio  di  biudotto. 
STN  sutura  trasverso-uasale. 


(')  Sento  il  dovere  di  riiioraziare  il  cliiaiissiino  Prof.  Valdouio    per  avornii  ))ornK'Sso  di  nsu- 
tVnii'o  di^l  ricpo  inatprial«  appurtoiieiito  al  Gubiuotto  di  /ootociiia. 


—  45  — 

nasalo  ancora  osisUMile  cd  in   ixtFoIIo  slalo  di  conserNaziono,   ripvoduce 
(|iiasi  osaltamcnte  1' anomalia  dianzi  dcscriUa  (lig.  2). 

In  (|uesto  easo  la  divisionc  avvienc  pure  a  breve  distanza  dalla 
sulura  incisivo-nasale,  c  I'linico  ratio  che  la  distinguere  ((uesl' anomalia 
da  (juella  osscrvata  nel  bardotlo  consiste  in  cio  che  il  margine  inleriore 
della  parte  siiperiore  in  ciii  e  diviso  V  osso  nasale,  anziclie  esserc  inca- 
valo  al  suo  lato  interno,  preseiita  iin'  insenatura  nella  parte  mediana  per 
modo  cheessa  riproduce  nella  foi-ma  le  ossa  nasali,  come  ordinariamente 
si  ossei'vano  iiei  l)o\  iiii. 


FiGUKA  2.  —  Crauio  appuilenento  ad  uu  cavallu. 
STN  sutura  trasverso-naaale.  —  SIN  sutura  iuciaivo-nas;ile. 

La  |)arle  inleriore  e  pure  di  forma  triangolaro  con  una  lunghczza 
di  tredici  centimetri  o  va  a  costituire  il  prolungamento  nasale;  di  note- 
vole  qucsta  porzionc  presenta  solo  il  margine  superiore  eonvesso  e  den- 
tellato  peradattarsi  all'  incavaliira  corrispondente  presenlata  dalla  parte 
superiore. 

1  due  pezzi  si  uniscono  Ira  di  loro  pei*  siitura  deiitala.  mentre  nel 
|)rimo  caso  si  univano  per  sutura  s(|uamosa:  nel  loro  insieme  riprodiicono 
ancora  la  foi-ma  delle  ossa  nasali  normali. 

In  uii  altro  cranio  a|)parlenente  ad  un  asino,  i  prolunganienti  na- 
sali sono  costituiti  da  due  ossa  a  parte  di  forma  o\alare  e  della  lungliezza 
di  circa  tre  centimetri,  e  i-iunile  alia  parte  suj)erioi-e  inediante  sulura 
dentata  in  modo  pcro  die  facile  riesce  il  distaccarle  ;  ho  slimalo  couve- 
nicntc  riportarc  anclie  questo  caso  perche  mi  e  sembralo  die  ricordasse, 
sebbene  non  csattamente,  le  anomalie  sopra  menzionate. 

Residui  di  divisione  di  uu  osso  nasale  per  sutura  Irasversale  ho  po- 
lulo  notare  ancora  in  un  cranio  di  cavallo;  in  (|uesto,  sebbene  la  sino- 
stosi  della  sutura  fosse  com|)leta  sopratutto  al  lato  eslcrno,  e  non  fosse 
assolutamente  possibilc  la  separazione  dei  due  pezzi  ossei  |)er  Tela  avan- 
zata  deir  animale,  pur  lullavia  rimanevano  evident!  le  Iraccc  delF  esi- 
stenza  della  sutura,  die  ora  poliemo  anche  chiamare   per  brevita  fm- 


—  46  — 

.srerso-nnsale,  cd  anclie  in  qiicslo  caso  ossa  avvcniva  a  bi'ovo  dislaiiza 
(lalla  suliira  incisivo-nasale. 

Nell' (\same  di  (|iiesti  crani  ho  poliilo  nolare  aiicoia  come  rie(|iien- 
lemenle  (18  casi  s()|)ia  ()7)  le  ossa  nasali  picsenlino  al  loro  margine 
estcrno  libero  ad  una  distanza  da  nno  a  due  eentimetri  dalla  siilura  in- 
cisivo-nasale. ne!  |)unto  cioe  in  eui  nei  casi  anormali  descrilli  corrisponde 
la  sulura  Inisvrrsu-ndstile,  uno  s|)igolo  sj)oi'genle  doj)o  il  quale  V  osso  sa 
rapidamenfe  assotligliandosi  (fig.  3). 

In  alcnni  casi  poi  non  niollo  rari  (8  sopra  67)  lie  potuto  osservaic. 
in  cori'ispondenza  della  saglienza  oi-a  acccnnata,  nn'incisura  die  si  |)i(i- 
lungava  in  alio  j)er  nno  (»  due  cenlinieiii    lig.  3\ 


r" 


l''lniii£A  ?>.  —  t)sso  nasulc  di  carallo  clio  iiiostra  al  sno  margine  lilieio  cstoiiio 
imo  spigolo  sagliente  ed  nii'  iiicisiira. 

Pcrtanto  io  credo  die,  dala  la  coslanza  della  posizione,  non  sarcbbe 
illogico  sn|)|)ori'e  die  lanto  la  sporgenza  come  V  incisnra  non  ra|)presen- 
lino  allro  die  le  tracce  di  una  divisione  ora  inlerainente  scom])arsa. 

Ho  avuto  occasione  di  esaminare  ancora  due  crani  di  Icti  cquini, 
in  uno  dei  (|uali,  dell'  eta  di  due  mesi,  Ic  ossa  nasali,  sebbenc  fossero  ([nasi 
intei'amente  ossilicate,  si  arrestavano  bruscamentc  a  breve  distanza  dalla 
sutura  incisivo-nasale  ed  erano  poi  continuale  da  una  lamina  di  tessnlo 
fibroso;  nel  secondo,  a  termine  di  svilu|)|)o,  ciascun  osso  nasale  era  co- 
slituito  da  due  pczzi  ossei  distinti  e  divisi  fra  di  loro  da  una  lamina  di 
tessuto  libroso. 

Crani  con  sutura  trasverso-nasale  lio  potuto  ancora  osservare  diia- 
ramente  nei  suini.  In  (|uesti  animali  due  sopra  Irentotto  presentano  la 
delta  anomalia. 

Nel  j)rimo  di  questi  crani  la  divisione  dellc  ossa  nasali  e  completa 
ed  awienc  in  corrispondenza  della  parte  supcriorc  della  sutura  incisivo- 
nasale  per  niodo  die  le  due  ossa  vengono  divise  a  meta  (llg.  i). 

La  parte  sui)criore  di  notevole  presenta  soltanto  il  suo  margine  iii- 
feriore  denlellato,  destinato  ad  unirsi  perfettamente  colla  porzione  inle- 
riore  dando  hiogo  cosi  ad  una  vera  sutura  dentata.  La  pai'te  inleriore 
nulla  presenta  di  notevole. 

L'  anomalia  |)resentata   dal   secondo  cranio  si  scosta  da  quella  ora 


—  47  — 

descritta,  pel  Catfo  chc  la  siilura  trasverso-nasalo  nun  c  complcta  die 
nell'osso  cii  dcslra;  nel  sinistro,  invcce,  si  ha  una  profunda  incavatura  sul 
niargine  interno,  la  quale  poi  e  occupata  da  un  sccondo  \wz7A)  osseo  clie 
costiluisce  il  prolun^aniento  nasale  ;  tanto  da  una  parte  ehe  dall'altra 
pei'6  i  due  pezzi  ossei  sono  completamentc  saldati  insieme  e  solo  riman- 
gono  le  tracce  evidenti  della  divisione.  Anelic  in  (jueslo  case  si  tiatta 
(li  un  aniniale  di  eta  niolto  avanzata  (iig.  o). 


FiGUUA  4.  —  Cranio  di'suiuo. 

STN    sutnra    trasveiso-uasalo. 

OG  osso  del  grngno. 


FiGUKA  5.  —  Ciaiiio  (li  suiiio. 

STN    sntura    trj.sveiso-iiasak 

OG  osso  del  'Tncjno. 


Ho  potuto  esaminare  solo  sedici  erani  di  bovini  i  quali  nidla  pre- 
scntavano  di  anormale, 

Nci  earnivori  (112  eiani  di  rane)  osscrvati  nessiina  anonialia  pre- 
sentavano  nelle  ossa  nasali. 

Ho  esaminato  ancora  20  crani  a|)partenenti  a  |)ieeoli  riiniinanti, 
come  puie  10  crani  di  cavia  e  due  di  coniglio,  e  solo  nelle  ossa  nasali 
di  una  ca\ia  ho  potuto  nolare  inleriormente  cd  al  lato  interno  due  pic- 
coli  ossicini  sopraniunerari  ;  tracce  di  sutura  trasverso-nasale,  sebbenc 
non  molto  evident!,  ho  notato  ancora  in  una  delle  ossa  nasali  apparte- 
nenli  ad  un  cranio  di  coniglio. 


48 


Sopra  (|ii('sl(,'  iiltimc  specie  aniiDiili,  come  |)iiie  s()|)ia  allie  noii  an- 
coia  esaniiiiale,  e  mia  iiileii/.ioiie  riloriiare  (jiiaiulo  saiii  a  iiiia  disposi- 
zioiie  111)  iiiaieriah;  piii  copioso  e  piii  adallo. 

Anoiiialie  (lello  ossa  nasali,  clie  a  mio  awiso  liamio  slretto  ra|)poi-t() 
con  (|iielle  da  mc  osscr\atc  iiegii  aniinali  domeslici,  sono  stale  piii'e  de- 
scribe neir  uomo. 

.Mayer  /)  pole  osscrvai'e,  con  una  |)ercenliiale  del  i  al  3  7„ ,  ^il- 
r  estreniila  delle  ossa  nasali  dne  ossicini  sopranunKMari.  clie  rilenni; 
analoi;lu  alTosso  del  ij^riigno  dl  alcmii  Miaininiferi,  c  die  cliianio  col  noine 
di  Inlrrnasali. 

J[yrtl  (-  ,  die  pure  osser\6  un  ossicino  sopi'anumerario  inciinealo 
lia  le  ossa  nasali,  ci'ede  die  le  ossa  dal  )la\er  rilenule  c(tnie  oiiiolo- 
glie  a  quelle  del  i;ri!^iio  di  cerli  aniinali,  rappresentino  piiilloslo  Fosso 
prenasale  de^li  sdenlail. 

Anclie  il  Valenti  Q  die  Jia  descrillo  ((ualiro  casi  di  anonialie 
ddlo  ossa  nasali,  in  due  di  (jucsli  nolo  due  ossicini  sopranuinerari  ndle 
linea  mcdiana  die  egli  ritcnne  con  I'Hyrtl  onioloi^lii  all'osso  prenasale 
degli  sdentali. 

Ora,  volendo  trarre  (jualche  conclusione  da  (|uanto  sono  andalo  espo- 
ncndo  scnza  pero  i)relendere  di  risolvere  la  (jueslione  intorno  al  signi- 
licato  niorCologico  di  (|uestc  anomalie,  credo  non  sara  ipolesi  soverdiia- 
inenle  azzardala  rattribuirc  anclie  ai  casi  da  me  descritii  iiii  valo'e 
reversi\o,  e  cio  sia  per  la  rrc({iienza  abbastanza  nolevolc  colla  quale 
della  anomalia  si  presenla  cogli  stcssi  caratteri  in  varie  s])ecie  di  ani- 
mali,  sia  ancora  per  il  lalto  die  essa  riproduce  una  disposizione  normale 
in  alcuni  animali  die  occupano  un  grado  piii  basso  ndia  scala  zoologica. 

Se  ora  si  vuol  meltere  in  rapporto  le  anomalie  delle  ossa  nasali 
pel"  sulura  trasverso-nasale  o  per  ossa  sopraiuimerarie  colla  dis|)osizione 
chc  normalniente  lianno  ([ueste  ossa  in  alciine  specie  animali,  si  deve 
innanzi  tutto  esdudere  chc,  tanto  la  parte  inleriore  risultanle  da  tale 
divisione  trasversale,  come  pure  le  ossa  soprannumerarie,  sieno  oniologhe 
air  osso  del  grngno,  come  crede  il  Mayer,  poiclie  quest'  anomalia  si  os- 
serNa  anclie  nci  suini  die  di  laic  osso  sono  lorniti  (Fig.  IV-Y  00):  esse 
devono  (juindi  coi  rispondere  piuttoslo  al  prenasale  di  alcuni  sdentali. 

Se  tale  signilicalo  lianno  le  anomalie  ora  citate,  si  de\e  ancora  lo- 


(')  Mayor.  —  Archiv  fur  phiniol.  hcilkuHde,  IHI'J,  p.  23b. 

(•)  Hyrtl.  —  Ocster.  Zeitsck.  fiir  prakt.  Ileilkunde,  ISdl^  j».  JO. 

(^)  y alonti.  —  Monitore  Zoolofjico,  1801,  p-  61. 


49 


gicamcnte  ammettere  chc  il  prokingamento  nasalc  di  ciii  sono  forniti 
ccrii  aniniali  dcbba  ancli'  esso  cori'is|)on(lerc  all'  osso  prenasale  dcgli 
sdcniali,  il  quale  nei  nostri  aniniali  supci-iori  si  trovercbbc  c()ni|)lola- 
nicnto  luso  coll'  osso  nasalc  pci-  niodo  chc  normalnicnlc  non  nc  riinar- 
I'cbbc  liaccia  alcuna. 

Un  ritorno  quindi  alia  priniiliva  disposizionc  dcllc  ossa  nasali,  at- 
lualnicnlc  ra|)i)icscntala  ancoia  dagii  sdcniali,  ncgli  aniniali  forniti  di 
prolungamcnto  nasalc  dcvc  nccessarianicnlc  picscniaisi  con  una  divi- 
sione  trasversalc,  menlic  invccc  ncgli  aniniali  chc  di  talc  prolnnganicnlo 
sono  privi  dcvc  nianil'cslai'si  colla  pi'cscnza  di  ossa  soj)ranunicraiic  conic 
nci  casi  dcscritti  da  11  \  rll,  Mayer  c  Valcnti   ncll'uonio. 

Dalle  niic  osservazioni  faKc  sopra  gli  aniniali,  e  da  quelle  del 
Mayer,  HyrtI  c  Valcnti  snH'uonio,  risulta  ancora  cvidente  come  la 
divisione  dcllc  ossa  nasali  per  sutura  trasvcrsale  sia  |>iii  tixMjuenIc  nc- 
gli aniniali  forniti  di  prolungamcnto  nasale  chc  in  quclli  chc  nc  sono 
|)rivi.  Ncgli  equini  inlatii  ii  crani  sopra  68  presentavano  (juesf  ano- 
malia  con  una  j)erccnluale  (juindi  del  7  %  circa,  aslracndo  da  tutti 
(|uelli  die  presentavano  particolaritii  che  si  potevano  intcrprelare  come 
residui  di  una  divisione  poscia  interamente  scomparsa;  nci  suini  2  crani 
sopra  :]S  presentavano  la  sutura  trasverso-nasalc  con  una  fre(|uenza 
(juindi  del  6  %  circa,  nci  bovini  c  cani  privi  di  j)rolunganiento  nessun 
cranio,  sopra  128  osscrvati,  prescntava  traccie  di  sutura;  ncll' uomo  il 
Mayer  trovo  nella  |)ropoi'zione  del  2  al  3  %  dei  crani,  il  Valcnti 
r  osservo  ancora  piii  rai-amcntc. 

Cio  potrebbe  avcre  la  sua  ragione  nci  fatto  che  un  fcnomeno 
reversivo  forse  si  manifesta  piii  facilniente  nei  primi  in  quanto  chc  in 
cssi  esiste  gia,  sebbene  non  perfettamente  distinta,  la  parte  oniologa  a 
(piclla  rappresentata  attualmente  in  alcuni  sdentati  dall'osso  prenasale, 
nicntre  nei  secondi  privi  di  prokingamento  dcvc  manil'eslarsi  con  la  for- 
niazione  di  un  nuovo  centi'o  di  ossilicazione. 

Oualunquc  pero  sia  il  signitlcato  che  si  voglia  attribuire  alio  ano- 
malie  oi'a  descritte,  riniane  semprc  dimostrato  chc  Ic  ossa  nasali  dcgli 
e(|uini  e  suini  si  sviluppano  con  una  ccrta  frequenza  per  due  anziche  per 
un  solo  nucleo  d'ossificazione,  al  contrario  cioe  di  cio  che  all'erniano  con- 
coi'denicnte  tutti  i  trattatisti. 

Un  tal  niodo  di  sviluppo  c  state  ancora  animesso  da  Albrecht, 
come  riferisce  il  Debierre  Q,  c  poscia  dimostrato  dal    Livini  (')  per 


(^)  Debierre.  —  Trattato  elementare  di  Anatoraia  dell' tiomo. —  Milano,  Ed.  F.    Valhirdi. 
(")  Liviiii.  —  Varietii  doUe  ossa  nasali.  —  Monit.  Zool.  It.,  1898,11.  100. 


—  50  — 

1(^  ossa  nasali  (k'H'iiomo,  dal  (iii^Hioli    '),  dal  Maggi  (*),  dal  Uomili  (;') 
|)(M'  alciiiH^  sciinnii(3. 

So  lo  svilii|)|)o  per  diic  micloi  d'ossiCicaziune  ei  da  lagionc  dcdla  di- 
visionc,  die  lalvolta  ossorvasi  nolle  ossa  nasali  nessiina  luce  pero  esse 
porta  sul  signilicalo  niorfologico  rappresentato  da  una  tale  anomalia,  per 
cui  mi  e  seinbralo  cosa  non  interanienle|)riva  di  iondanienlo  il  riceiTarno 
la  causa  |)i-inia  in  un  lenoniono  atavico. 


Studio  coUettivo  del  peso   dell'  Encefalo   negli  Italiaiii. 


Aflesio^ii. 

Hanno  aderilo  alia  nostra  proposla  di  uno  studio  collet  live  del  i)eso 
deH'Encefalo  ne.iili  Italiani  e  collahorei-anno  con  noi:  il  Prof.  (i.  Roniili, 
Diretlore  delTIstituto  Anatomicodi  Pisa;  il  Prof.  P.  Lachi,  Direltore  dcl- 
r  Islituto  Anatomico  di  Genova;  il  Prof.  G.  Valenti,  Direttore  dell'Isti- 
tuto  Anatomico  di  Bologna;  il  Prof.  R.  Staderini,  Direttore  deH'Istilulo 
Anatomico  di  (Catania;  il  Prol\  U.  Rossi,  Direttore  delT  Islitulo  Anato- 
mico di  Perugia;  il  Prof.  L.  Giannelli,  Direttore  dell'lstituto  Anatomico 
di  Fcrrara;  il  Dott.  C.  Falcone,  Libero  Docente  JielF  Universita  di  Na- 
poli;  il  Dott.  A.  IJovcro,  Setlore  nell'lstituto  Anatomico  di  Torino;  il 
Dott.  G.  Cabibbe,  Settore  nell'Islituto  Anatomico  di  Siena. 

Tra  colore  die  lianno  approvato  la  nostra  proposta  segnaliamo  il 
Dott.  Maggiore  Piodolfo  Livi.  (/.  r. 


UNIONE  ZOOLOGICA  STALSArJA. 


il '  Assemblea  ordinaria  e  Convegno  Zoologico  NazionaSe  in  Napoli. 


Nella  prima  Assemblea  dell'  Unione  Zoologica  italiana,  tenutasi  a  Bolo- 
gna nel  settembre  del  1900,  fu  designata  Napoli  a  sede  della  seconda  As- 
semblea ordinaria  e  Convegno  Zoologico  nazionale,  da  tenersi  nell'  aprile 
del  1901. 

II  Comitato  ordinatore  del  Convegno,    rairando    sempre    agli    scopi    della 


(*)  Giglioli. — Stufli  eraniologici  sul  CimpiHizo.  —   Oenova,  1872. 

(")  Maggi.  —  Sopra  una  varietil  morfologica  dcllo  ossa  nasali  o  intcrmascellari  noil' orango. 
—  Bend,  d-  R.  1st.  Lomh.,  Serie  2'^,  Vol.  24,  Fasc.  0,  1891. 

(■')  Komiti.  —  Di  una  varisainia  varietil  delle  ossa  nasali  o  rti  alcnno  varic<:'»  ncrvnap  o  nmsoo- 
lari.  -  Atli  d.  R.  Accad.  FisiocriHci  in  Siena,  Serie  .3«,  Vol.  3,  1883. 


—  51  — 

Unioue,  invita  pertanto  ad  intervenire  a  questa  Assemblea  e  Convegno  a  nome 
della  Presidenza  dell'U.  Z.  I.,  nou  solo  i  socJ,  ma  aucora  le  altre  Societa  ita- 
liane  di  Zoologia  e  di  tutte  le  discipline  affini  e  quanti  in  Italia  si  iuteres- 
sano  agli  studii  di  biologia  animale.  E  saranno  ancora  ospiti  graditi  tntti 
quegli  stranieri  clie  volessero  onovare  della  loro  presenza  queste  adunanze 
della  nostra  Unione. 

La  adesione  al  Convegno  Zoologico  di  Napoli  dovra  essere  inviata 
non  oltre  il  10  marzo  1901. 

I  soci  dell'  U.  Z.  I.  che  vorranno  prender  parte  al  Convegno  dovranno 
far  pervenire  al  Segretario  del  Comitato  ordinatore,  dott.  Carlo  Patroin  (Isti- 
tuto  Zoologico  della  E,.  University  di  Napoli),  L.  2  mediante  cartolina-vaglia. 
Essi  riceveranno,  entro  il  mese  di  marzo,  una  tessera  d'  iscrizione  e  le  carte  di 
riconoscimento  per  usufruire  del  ribassi  suUe  ferrovie  e  sui  piroscafi. 

Gli  estranei  all'  Unione  godranno  degli  stessi  vantaggi  dei  soci.  La  loro 
quota  di  adesione  e  fissata  pero  in  L.  5. 

La  tessera  d'iscrizione  da  diritto  a  tutti  gli  aderenti  a  ritirare  dalla  Se- 
greteria  del  Convegno  in  Napoli  la  tessera-programma,  il  distintivo  del  Con- 
vegno e  quanto  altro  a  questo  si  riferisce  (scontrini  per  gite,  per  banchetto 
sociale  ecc.) 

L'iscrizione  potra  pure  ottenersi  direttamente  nell'ufficio  di  Segreteria  in 
Napoli;  in  tal  caso  non  si  ha  diritto  a  riduzioni  sul  prezzo  del  viaggio. 

Tutti  gli  aderenti  riceveranno  il  rendiconto  dell'  adunanza. 

II  programma  del  Convegno  e  stabilito  come  segue: 

Martedi   9    aprile.    —   Riunione  dell'ufficio  di  Presidenza  e   del   Comitate 

ordinatore. 
Mercoledl  10  aprile.  —  Ore  ant.  -  Seduta  inaugurale   nella  R.  Universita. 
Ore  pom.-  Visita    all' Acquario,    agl'Istituti   scian- 
tifici  dell'Universita  ed  ai  Musei  della  Citta. 
Giovedi   11   aprile.    —  Ore  ant.    -  Gita  nel  golfo  con  pesca  pelagica  e  visita 

a  Baia,  Capri  e  Sorrento  (colazione  a  Capri). 
Venerdl    12   aprile  —   Ore  ant.    -  Seduta  scientifica  e  dimostrazioni. 

■■>     pom.  idem  idem 

Sahato    13    aprile    —  Ore  ant.    -  Seduta  scientifica  e  dimostrazioni. 

»     pom.  -  Seduta  amministrativa    e    cliiusura    del 
Convegno. 

Alia  sera  Banchetto  sociale. 

Colore  che  intendono  fare  comunicazioni  scientifiche,  dimostrazioni  di 
preparati,  ecc,  sono  pregati  di  darne  notizia,  possibilmente,  nella  prima  quin- 
dicina  di  marzo,  con  lettera  al  Segretario  dell'Unione  prof.  Fr.  Sav.  Monticelli 
(Istituto  Zoologico,  R.  Universita  —  Napoli). 

II  Comitato  si  augura  che  i  soci  vorranno  intervenire  in  gran  immero 
al  Convegno  di  Napoli,  dove  li  attende  cordiale  accoglienza. 

II  Comitato  ordinatore 
C.  Paladino  Presidente,  Gr.  Antonelli,  A.  Della 
Valli:,   Fr.   Bassani,   Fr.    Say.    Monticklli, 
C.  Patroni,  Segretario. 


52 


Gita  a  Pompei 

Chiuso  il  Convegno,  si  fara,  il  14  aprile,  per  quegli  intervenuti  che  vo- 
lessero  prendervi  parte,  e  dato  che  si  raggiunga  un  numero  sufficiente  di 
adesioni,  una  gita  a  Porapei.  La  quota  personale  per  questa  gita  e  preventi- 
vata  in  Lire  otto  circa,  e  comprende  il  prezzo  del  viaggio  di  andata  e  ritorno 
da  Napoli  a  Pompei  e  la  colazione  a  Pompei.  II  ritorno  a  Napoli  si  eftettue- 
rebbe  in  tempo  per  poterne  ripartire  coi  treni  della  sera. 

La  Direzione  del  Museo  e  degli  Scavi  di  Napoli  e  Pompei  acconsente  a 
far  guidare  gli  Zoologi^  nella  visita  della  Citti  morta,  da  un  fiinzionario  del 
personale  scientifico  della  Direzione  stessa,  ed  a  fare  eseguiro  uno  scavo  alia 
loro  presenza. 

L'ingresso  sara  gratuito  per  gli  intervenuti  al  Congresso. 

N.  B.  Alia  gita  net  golfo  e  relativa  colazione  a  Capri,  al  banchetto  sociale 
ed  alia  escursione  a  Pompei  potranno  prender  parte  le  Signore  degli  aderenti 
ed  anche  persone  estranee  al  Convegno  da  questi  presentate. 


Ufflcio  di  Presidenza  per  il  1901. 

Parona  Prof.  Corrado,  Prcsidente 

Pavesi  Prol'.  Pietro,  Emery  Prof.  Carlo,   Vice-prcsidenti 

Segretario-Cassiere^  Prof.  Fr.  Sav.  Monticelli 

Vicc-Sei/retar/o.  Dott.  Alessandro  Ghig-i. 


ELENCO  DEI  SOCI  AL  i    GENNAIO  1901. 

Acquisto  Prof.  Vincenzo.  di  Istologia.  R.  Qniversita.  Palermo  —  "^'Andres 
Prof.  Angelo,  di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  E,.  Universita.  Parma  — 
Antonelli  Prof.  Giovanni,  di  Anatomia  umana.  R.  Universita.  Napoli  —  Arba- 
nasic  Pietro.  Cagliari  —  Arborio-Melli  Conte  Carlo.  Vercelli  —  *Ariola  Dott. 
Vincenzo,  Assistente  uell'  Istituto  Zoologico.  R.  Universita.  Genova  —  '^Arri- 
goni  Degli  Oddi  Dott.  E.,  Libero  docente  di  Zoologia.  R.  Universita.  Padova  — 
Balducci  Dott.  Enrico,  Assistente  nel  Museo  di  Zoologia  ed  Anatomia  compa- 
rata dei  Vertebrati.  R,  Istituto  Superiore.  Firenze  —  BancM  Dott.  Arturo, 
Aiuto  nell' Istituto  di  Anatomia  umana  R.  Istituto  Superiore.  Firenze.  —  Bas- 
sani  Prof.  Francesco,  di  Geologia  e  Paleontologia.  R.  Universita.  Napoli  — 
Bellini  Prof.  Rafifaello,  di  Storia  Naturale,  R.  Scuola  Tecnica.  Chivasso  — 
Bellotti  Dott.  Cristofaro,  Milano  —  -'Bentivoglio  Prof.  Tito,  di  Storia  Naturale. 
R.  Liceo.  Reggio  (Emilia)  —  *Berlese  Prof.  Antonio,  di  Zoologia.  R.  Scuola 
superiore  di  Agricoltura.  Portici  —  *Berninzoni  Dott.  M.,  Aiuto  nell"  Isti- 
tuto di  Fisiologia.  R.  Universita.  Genova  —  Bertacchini  Prof.  Pietro,  Libero 
docente  di  Istologia,  Assistente  nell'  Istituto  di  Anatomia  umana.  R.  Uni- 
versita. Modena  —  Bertelli  Prof.  Dante,  di  Anatomia  umana.  R.  Uni- 
versita. Padova  —  Bezzi  Prof.  Mario,  di  Storia  Naturale.  R.  Liceo.  Son- 
drio    —     ''Bignofti    Dott.    Gaetano ,    Assistente    nell'Istituto    di    Zoologia    ed 


53  — 


Anatomia  Comparata.  R.  Uuiversita.  Siena  —  '■  Bombicci  Prof.  Luigi,  di  Mineralo- 
gia.  R  Universita.  Bologna  —  *Borrelli  Dott.  Alfredo,  Assistente  Settore.E,.  Mnseo 
di  Anatomia  comparata.  Torino  —  *Bnan  Dott.  Alessandro,  Assistente  onorario 
nel  MuseoZoologico.  R.  Universita.  Genova —  Buffa  Dott.  Pietro,  Assistente  nel- 
ristituto  di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Padova  —  ""Calzolari 
Prof.  Augusto,  di  Storia  Naturale.  R.  Liceo.  Ferrara —  *  Camerano  Prof.  Lorenzo, 
di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Torino  —  Cannaviello  Dott. 
Enrico,  Napoli  —  ■  Cajyoblanco  Dott.  Francesco,  Assistente  nell'Istituto  di  Isto- 
logia  e  Fisologia  generale.  R.  Universita.  Napoli  —  Caruana-Gatto  Conte  Al- 
fredo, Valletta  (JMalta)  —  ''Cattaneo  Prof.  Giacomo,  di  Anatomia  comparata. 
R.  Universita.  Genova  —  Cavanna  Prof.  Guelfo,  R.  Provveditore  agli  studi. 
Macerata  —  Ceccuni  Dott.  Giacomo,  R.  Istitato  forestale.  Vallombrosa  —  Chia- 
rugi  Prof.  Giulio,  di  Anatomia  umaua.  R.  Istituto  Superiore.  Firenze  —  Ciami- 
clan  Prof  Giacomo,  di  Chimica.  R.  Universita  Bologna  —  Ciofalo  Prof.  Sa- 
verio,  di  Storia  Naturale.  Termini  Imerese  —  ■Cogyi  Prof.  Alessandro,  di 
Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Siena  —  Cognetti  Dott.  Luigi, 
Assistente  nell'Istituto  di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita. 
Modena  —  Corti  Dott.  Emilio,  Assistente  ijeU'lstituto  Zoologico.  R.  Universita. 
Pavia  —  ■Crevatiu  Dott.  Francesco,  Assistente  nell'Istituto  di  Anatomia  com- 
parata. R.  Uuiversita.  Bologna  —  *Damiani  Prof.  Giacomo,  di  Storia  Naturale. 
R.  Scuola  Tecnica.  Portoferraio  —  Be  Amicis  Prof.  Giovanni  Augusto,  di 
Storia  Naturale.  R.  Liceo  «  Balbo  ».  Casale  Monferrato  —  De  Carlini  Prof. 
Angelo,  di  Storia  Naturale.  R.  Liceo.  Pavia  —  ""Delia  Valle  Prof.  Antonio,  di 
Anatomia  e  Fisiologia  comparate.  R.  Universita.  Napoli  —  De  Marchi  Dott. 
Marco,  Museo  Zoologico  R.  Universita  di  Pavia  —  Dervieux  Dott.  Luigi,  To- 
rino —  De  Stefani-Perez  Dott.  Teodosio,  Assistente  nell'Istituto  Zoologico.  R. 
Universita  di  Palermo  —  ■'Diamare  Dott.  Vincenzo.  1"  Coadiutore  nell'  Istituto 
di  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Napoli  —  Dodero  Agostino,  Sturla  — 
Dohrn  Prof.  Anton,,  Direttore  della  Stazione  Zoologica.  Napoli  (')  —  *Doria 
Marchese  Giacomo  (Senatore  del  Regno).  Direttore  del  Museo  Civico  di 
Storia  Naturale.  Genova  ~  Eisig  Prof.  Hugo,  Vice-direttore  della  Stazione 
Zoologica.  Napoli  —  'Emery  Prof.  Carlo,  di  Zoologia.  R.  Uuiversita.  Bologna 

—  Fabani  Dott.  Sac.  Carlo,  Valle  di  Morbegno  (Sondrio)  —  Fabbrini  Prof, 
fimilio,  di  Storia  Naturale.  R.  Liceo.  Lucca  —  -Faggioli  Dott.  Fausto,  R.  Uni- 
versita. Genova  —  ■Fenizia  Prof.  Carlo,  Napoli  —  Festa  Dott.  Enrico.  Assi- 
stente aggiunto  nel  Museo  Zoologico.  R.  Universita.  Torino  —  Ficalld  Prof. 
Eugenio,  di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Padova  —  *Fioc- 
chilli  Dott.  Giro,  Moatebruciato  {Stradella)  —  Flore  Dott.  Gaspare,  Museo 
Zoologico.  R.  Universita.  Palermo  —  '•Fiori  Prof.  Andrea,  di  Storia  Naturale. 
R.  Liceo  «  Galvani  ».  Bologna  —  'Floret  Prof.  Eduardo,  di  Storia  Naturale. 
Scuola  Normale  «  Laura  Bassi  ».  Bologna  —  '''Foresti  Dott.  Ludovico,  Bologna 

—  '•■  Fornasini  Dott.  Carlo,  Assistente  onorario  nell'Istituto  Geologico.  R.  Uni- 
versita. Bologna  —  Frassetto  Dott.  Fabio.  Museo  Zoologico.  Torino  —  Furlaal 
Aleardo,  R.  Universita.  Genova  —  '■Gay  Dott.  Michele,  {Villar-Pellice).  Pine- 
rolo  —  Gestro  Prof.  Raffaello,  Vice  Direttore  del  Museo  Civico  di  Storia  Natu- 
rale, Genova  —   *Ghigi  Dott.    Alessaudro.    Assistente    nell'Istituto    Zoologico 


(')  Socio  perpetuo. 


54 


R.  Universita.  Bologna  —  *Giacomini  Prof.  Ercole,  di  Zoologia  ed  Anatomia 
comparata.  Universita.  Perugia  —  Giardina  Dott.  Andrea,  Assistente  nel- 
ristituto  Zoologico.  R.  Universita.  Palermo  —  'Giglio-Tos  Prof.  Ermanuo, 
Assistente  nel  Museo  Zoologico.  R.  Universita.  Torino  —  '^'Giglioli-HUlyer 
Prof.  Eurico,  di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata  dei  Vertebrati.  R.  Istituto 
Superiore.  Firenze  —  Gnocchi  Dott.  Alessandro,  Pavia  —  Grassi  Prof.  Gr.  Bat- 
tista,  di  Anatomia  Comparata.  R.  Universita.  Roma  —  ''^Imparati  Prof.  Edoardo, 
di  Storia  Naturale.  R.  Scuola  Normale,  Ravenna  —  *Issel  Dott.  Raff'aello,  di  Geolo- 
gia.  R.  Universita.  Geneva  —  Jatta  Dott.  Giuseppe,  Stazione  Zoologica.  Napoli  — 
■'■Jona  Prof.  Alfredo,  Direttore  del  Museo  Civico  «  Spallanzani».Reggio  (Emilia)  — 
Kwietnieirski  Dott.  Casirairo,  Assistente  nell' Istituto  Zoologico.  R.  Universita. 
Padova  —  Lepri  Dott.  Giuseppe,  Roma  —  Levi  Dott.  Giuseppe,  Aiuto  nell'Isti- 
tuto  di  Anatomia  umana.  R.  Istituto  Superiore.  Firenze  —  Lioy  Prof.  Paolo. 
Vicenza  —  '■Livini  Dott.  Ferdinando,  Aiuto  nell'  Istituto  di  Anatomia  uma- 
na. R.  Istituto  Superiore.  Firenze  —  Lo  Bianco  Dott.  Salvatore,  Conservatore 
nella  Stazione  Zoologica.  Napoli  —  '''Longhi  Prof.  Paolo,  di  Storia  Natu- 
rale. R.  Scuola  Tecnica.  Padova  —  *Maggi  Prof.  Leopoldo,  di  Anatomia  Com- 
parata. R.  Universita.  Pavia  —  *Mag7'etti  Dott.  Paolo.  Milano  —  *MajoccIu 
Prof.  Domenico,  di  Dermosifilopatia.  R.  Universita.  Bologna  —  Mantero  Dott. 
Giacomo,  Assistente  nel  Museo  Civico  di  Storia  Naturale.  Geneva  —  Marclii 
Prof.  Ezio,  di  Zootecnia.  Universita.  Perugia  —  Mariani  Prof.  Ernesto,  Mu- 
seo Civico  di  Storia  Naturale.  (Sezione  di  Geologia).  Milano  —  Martorelli 
Prof.  Giaciuto,  Museo  Civico  di  Storia  Naturale.  Milano  —  *Mazza  Prof.  Fe- 
lice, di  Storia  Naturale.  R.  Istituto  Tecnico.  Assistente  nell'Istituto  di  Zoologia 
ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Cagliari  —  ■'MazzareUi  Prof.  Giuseppe, 
di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  Museo  Civico  di  Storia  Naturale.  Milano. 
—  Mingazziiii  Prof.  Pio,  di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  R.  Universita. 
Catania  —  '^ Monti  prof.  Achille,  di  Anatomia  patologica.  R.  Universita.  Pavia 
■'■Monti  Dott.  Rina,  Assistente  nell'Istituto  di  Anatomia  comparata.  R.  Univer- 
sita. Pavia  (')  —  '■' Monticelli  Prof.  Francesco  Saverio,  di  Zoologia.  R.  Univer- 
versitii.  Napoli  —  *Neviani  Prof.  Antonio,  di  Storia  Naturale.  R.  Liceo  «  Vi- 
sconti  s>.  Roma  —  '''Nobili  Dott.  Giuseppe.  Assistente  nel  Museo  Zoologico.  To- 
i-ino  —  '■-Norsa  Dott.  Elisa,  Assistente  nell'Istituto  di  Zoologia.  R.  Universita. 
Bologna  —  Ocldono  Dott.  Edoardo,  1"  Assistente  nell'Istituto  di  Anatomia 
umana.  R.  Universita.  Pavia—  •  Orlandi  Dott.  Sigismondo,  Assistente  nell'Isti- 
tuto di  Anatomia  comparata.  R.  Universita.  Geneva  —  *Paladino  Prof.  Gio- 
vanni, di  Istoiogia  e  Fisiologia  generale.  R.  Universita.  Napoli.  —  '■'Paravicini 
Dott.  Giuseppe,  Milano  —  •Parana  Prof.  Corrado,  di  Zoologia.  R.  Universita. 
Geneva  —  *Patroni  Dott.  Carlo,  Coadiutore  nell'Istituto  Zoologico.  R.  Univer- 
sita. Napoli  —  '-Pavesi  Prof.  Pietro,  di  Zoologia.  R.  Universita.  Pavia  —  Pe- 
racca  Dott.  Mario,  Museo  Zoologico.  Torino  —  Pero  Prof.  Paolo,  di  Storia 
Naturale.  R.  Liceo.  Treviso  —  Perroncito  Prof.  Edoardo,  Direttore  della  Scuola 
Veterinaria.  Torino  —  'Picaglia  Dott.  Luigi,  di  Storia  Naturale.  R.  Liceo. 
Modena  —  Pierantoni  Dott.  Umberto,  Assistente  nell'Istituto  Zoologico.  R. 
Universiti\.  Napoli  —  '-'Pitzorno  Dott  Marco,  Libero  docente  in  Anatomia.  As- 
sistente nell'Istituto  di  Anatomia  umana.  Sassari  —  Porta  Dott.  Antonio,  As- 
sistente   neir  Istituto    di    Zoologia    ed    Anatomia    comparata.  R.    Universita. 

(')  Socio  porpetuo. 


55  — 


Parma  —  Prates  Carlo,  Museo  Zoologico.  E.  Universita.  Napoli  —  Qnintieri 
Dott.  Luigi,  Museo  Zoologico.  E.  Universita.  Napoli  —  '-liaffaele  Prof.  Fede- 
rico,  di  Anatomia  comparata  e  di  Zoologia,  E.  Universita.  Palermo  —  ''Biggio 
Prof.  Giuseppe,  di  Storia  Naturale.  E.  Istituto  Tecnico.  Palermo  --  Rizzardi 
Prof.  Umberto,  Aggiunto  al  E.  Istituto  Tecnico.  Pavia  —  '^Romiti  Prof.  Gu- 
glielmo,  di  Anatomia  umana.  E.  Universita.  Pisa  —  Rosa  Prof.  Daniele,  di 
Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  E.  Universita.  Modena.  ''Russo  Prof.  Achille, 
di  Zoologia  ed  Anatomia  comparata.  E.  Universita.  Cagliari  —  '^Sacchi  Prof 
Maria,  di  Storia  Naturale.  E.  Scuola  Normale.  Genova  —  Sala  prof.  Luigi,  di 
Anatomia  umana.  E.  Universita.  Pavia  —  Salvadori  Conte  Tommaso,  Vice  diret- 
tore  del  Museo  Zoologico.  E.  Universita,  Torino  —  '■■  Sbrozzi  Prot.  Dino,  Catte- 
dra  ambulante  di  Agricoltura.  Eimini  —  *Senna  Dott.  Augelo,  Libero  docente 
di  Zoologia.  E.  Istituto  Superiore,  Firenze  —  Sergi  Prof.  Giuseppe,  di  Antro- 
pologia.  E.  Universita.  Eoma  —  *Setti  Prof.  Ernesto,  di  Storia  Natu- 
rals. E.  Istituto  Tecnico.  Modica  —  "Simoni  Prandi  Dott.  Luigi,  Bologna. 
—  Sordelli  Prof.  Ferdinando,  Museo  Civico  di  Storia  Naturale.  Milano  — 
■'Staderini  Prof.  Eutilio,  di  Anatomia  umana.  E.  Universita.  Catania  —  Stossich 
Prof.  Michele,  di  Storia  Naturale,  Ginnasio  Comunale.  Trieste  —  Supino  Dott. 
Felice,  Libero  docente  di  Zoologia.  E.  Universita.  Eoma  —  Tagliani  Dott.  Giu- 
lio,  Assistente  nell'  Istituto  Zoologico.  E.  Universita.  Napoli  —  Tanari  Mar- 
chese  Luigi  (Senatore  del  Eegno).  Bologna  —  Taramelli  Prof.  Torquato,  di 
Geologia.  E.  Universita.  Pavia  —  ''"Tosi  Dott.  Alessandro.  Eimini  —  Tuvati 
Coute  Gianfranco.  Milano  —  *Valenti  Prof,  Giulio.  di  Anatomia  umana.  E. 
Universita.  Bologna  —  Verson  Prof.  Enrico,  Direttore  della  Stazione  Bacolo- 
gica.  Padova  —  Vignoli  Prof.  Tito,  Direttore  del  Museo  Civico  di  Storia  Na- 
turale. Milano  —  '-^-Vinassa  Prof.  Paolo,  Libero  docente  di  Geologia  e  Paleonto- 
logia.  E.  Universita.  Bologna  -  Vinciguerra  Prof.  Decio,  Direttore  della  E. 
Stazione  di  Piscicoltura.  Eoma  —    Wliitaker  Giuseppe.  Palermo. 

Sono  contrassegnati  da  un  asterisco  i  nomi  dei  soci  clie  intervennero  ed 
aderirono  alia  prima  Assemblea  ordinaria  dell'Unione  e  Convegno  Zoologico 
nazionale  di  Bologna  nel  settembre  1900.  A  questa  intervennero  ed  aderirono 
pure  i  seguenti  signori  non  soci  dell  Unione. 

Alzona  Carlo  -  Atbertoni  Prof.  Pietro  —  Barhadoro  Luigi  —  Bensa 
Ing.  Paolo  —  Bucknell  Enrico  —  Bortolotti  Ciro  —  Conti  prof.  Alberto  — 
Crevatin  Dott.  Bice  —  Fallardi  Dott.  Federico  —  Francia  Dott.  Tito  —  Guv- 
vleri  Prof.  Eaffaele  —  Guerrini  Dott.  Guido  —  Pagani  Dott.  Umberto  — 
Pellacani  Prof.  Paolo  —  Veneziani  Arnoldo  —  Altohello  Dott,  Giuseppe  — 
Bargagli  Piero  —  Lanino  Ing.  Giuseppe  --  Luigioni  Paolo  —  Morini  Prof, 
Fausto  —  Pantanelli   I'rof.  Dante  —    StefaneUi   Prof.    Pietro   —  Del    Guercio 

Prof.  Giacomo. 

tm ♦- 

NOTIZIE 


Nuove  nomine: 

Sala  D''.  Luigi,  Professore  di  Anatomia  umana  normale  nella  Universita 
di  Ferrara,  e  stato  nominate  ordlnario  della  stessa  disciplina  nella  E.  Uni- 
versita di  Pavia. 


—  56  — 


Raffaelo  D'",  Federico,  Professore  straordinario  di  Zoologia,  Anato- 
inia  e  Fisiologia  comparate  nella  R.  Universita  di  Palermo,  e  stato  nominato 
ordinario  dello  sfcesso  insegiiamento  nella  R.  Universita  di  Messina. 

Rosa  D''.  Daniel  e,  Professore  straordinario  di  Zoologia,  Anatomia  e 
Fisiologia  comparate  nella  R.  Universita  di  Sassari,  e  stato  nominate  straor- 
dinario dello  stesso  insegnamento  nella  R.  Universita  di  Modena. 

—  Si  e  costituita  una  Societa  Italiana  di  Biologia  per  promovere  lo  stu- 
dio delle  Scienze  biologiche  e  tatto  quanto  interessa  e  riguarda  i  progressi 
generali  e  1' insegnamento  di  questt;  discipline. 

Le  adesioni  possono  essere  inviate  al  Prof.  Giulio  Fan  o,  via  Gino  Cap- 
poui,  N"  3,  Firenze. 

—  Dal  16  al  19  settembre  di  quest"anno  sara  tenuto  in  Torino  il  V"  Con- 
gresso  iiiternazionale  dei  Fisiologhi.  Durante  il  Congresso  avra  luogo  una 
Esposizione  internazionale  di  apparecchi,  di  preparazioni  microscopiche  e  di 
tutto  cio  che  puo  interessare  lo  studio  della  Biologia.  La  Stazione  Zoologica 
di  Napoli  esporra  gli  animali  raarini  piu  utili  per  la  Fisiologia  comparata. 

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(//i^f-^^  6rrw^ 


m 


(Pubblicazioui  Italiaiie  di  Zoolog-ia,  Anatomia,  Einbriologia) 

Organo   ufficiale   della   Unione   Zoologica   Italiana 


DAI  DOTTOKI 


GIULIO  CHIARUGI 


EUGENIO  FIGALBI 


Prof,    (li    Aiiatomiu    umaiia 
iiel  K.  Istituto  tli  Stiuli  .Super,  in  Fireuze 


Prof.  <li   Aiiatoiuia  coiup.  e  Zooloc 
iiella  It.  I'liiversita  di  Padova 


Ufficio  di  Direzione    ed   Amministrazione  ;   I^litiUo  Anatoniico ,    Fi) 
13  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  S5. 


XII  Anno 


Firenze,  Marzo  1901 


isr.  3 


SOMMARIO :  Comunicazioni  Originali:  Porta  A.,  La  secrezione  della  spuma 
jiella  Apkropliora. —  Favaro  Q.,  Le  pieghe  lateral!  del  solco  vestibolare  supe- 
riore  della  bocca.  —  Caradonna  Q.,  Ilicerche  sulla  costituzione  del  plesso  bra- 
chiale,  sulla  distiibuzione  dei  suoi  rami  termiuali  e  suiranastomosi  frail  nerve 
museolo-cutaaeo  ed  il  uervo  mediano  negli  equini.  (Con  tavole  II  e  III).  (Con- 
tinua).  —  Pag.  57-75. 

Studio  collettivo  del  pkso  uicli/ excefalo  negli  italiani:  Adesioui. — Pag.   75-76. 

Avvertei)za 

Delle  Comunicazioni  Originali  clie  si  pubblicano   nel  Moni- 
tore  Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 

COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


ISTITUTO    DI    ZOOLOGIA    El)    ANATOMIA    COMPAKATA    DEIjI.A    R.    UNIVEUSITA    DI    PARMA. 


La  secrezione  della  spuma  nella  Aphrophora. 

NOTA   CRITICA    DEI.   DoiT.   ANTONIO   PORTA. 


liiciviita   il   5  luaizo    PJOl. 


ii  vietata  la  riproduzione. 

Aveiido  aviito  occasioiie  di  ri|)assare  i  lavori  j)ubblicati  nel    ^<  Zoo- 

logischer  Anzeiger  »  durante  ranno  1000,  la  inia  altcnzionc  hi  attirata 

da  una  nota  prevenlha  di   Max    (Jruner    «  Beilmje   zur  Frafje   des 

Aftersecreles  (lev  Schaumciraden  »   (Zoologisclier  Anzeiger  Band.  XXIil, 

N.  621,  pag.  431,  agosto  1900).  Tale  argomento  non  poteva  a  meno  di 

inlercssarnii,  ({ualora  si  pensi  che  io  pure,  un  inese  innanzi  alia  sopra 
M.  z. 


—  58  — 

eitala  nola,  avovo  dato  alio  stam|)t'  im  lavoro,  in  ciii  Irallavo  la  stcssa 
(|uoslioiio  :  «  Hiccrrlic  sulla  Apkrophora  spiimavia  L.  »  (llciuliconti  del 
R.  1st.  Lombardo  di  Sc.  c  Lell.,  Scrio  II,  Vol.  XXXIli,  lugliu  IJHIO). 

In  qiiesto  mio  lavoro,  fniltodi  liinghe  c  j)azienti  ricerclic,  io  Irallai 
della  sccrczione,  dclla  lorma/ione  o  del  signlficalo  della  spunia,  del- 
I'analisl  chiinica  del  li{|uido  secrelo,  deH'organo  clie  lo  produee,  e  dl 
altre  particolarl  slriiltui'e  della  Aphrophoni  spumaria.  lo  lessl  ([uiiidi 
con  curiosita  la  nota  del  Gruner  (clie  del.  mio  lavoro  non  la  alcun 
acccnno),  credendo  ch'  Egii  portasse  allro  conlribiito  di  nuovc  ricerehe; 
ina  la  mia  cui'iosila,  bisogna  clie  lo  conlessi,  lii  delusa,  avendo  Egli  ri- 
pctuto  idee  vecchie  dandogli  una  interpietazione  propria,  ma  errata. 

Io  qui  riassumero  i  diversi  punti  tratlati  dal  Gruner,  opponendo 
i  risultati  delle  mie  ricerehe,  clie  secondo  il  mio  debole  a\viso  mi  pare 
vengano  ad  esaurire  la  ([uestione. 

Egli  dapprima  dice  clie  il  signidcato  della  spuma  secreta  dalla 
Aphrophora.,  venne  da  lui  scojierto  per  mezzo  di  alcunc  osservazioni 
latte  sulle  formiclie,  osservazioni  clie  gli  permisero  di  concludei-e  clie 
questa  secrezione  serve  alle  larve  di  Aphrophora  come  mezzo  di  difesa 
contro  le  formiclie,  e  qualclie  altro  nemico. 

Questa  non  c  certo  una  scoperta  perclie  in  tal  modo  parlano  tutti 
gli  entomologi  die  di  (juesto  argomento  si  occuparono. 

Ed  io  pure  nel  mio  lavoro  conferniai  questa  ipotesi,  aggiungendo 
ancora,  die  la  formazione  della  spunia  e  un  mezzo  di  |)rotezione  contro 
il  prosciugamento  causato  dall'azione  dell' aria. 

Premesso  il  significato  della  secrezione,  il  Griiner  viene  a  dcscri- 
vere  il  modo  di  presentarsi  di  questo  secrete,  e  dice  die  subito  dopo  die 
le  larve  si  sono  stabilite  su  un  ramo  per  succliiare,  si  vedono  nel  lalo  an- 
teriore  deU'ultimo  paio  di  pleuriti  addominali  presentarsi  bolle  dl  sdiiuma 
formate  negli  spazi  vuoti  a  foi-ma  di  tasca.  Queste  osservazioni  secondo 
lui  si  possono  collegare  in  (jucsta  maniera  die,  per  le  contrazioni  ritmi- 
clie  deiraddome,  vengono  insorti  nella  parte  terminate  delF  intestino 
spazi  di  aria  rarefatta,  die  stabiliscono  I'ldteriore  lUisso  del  liquido  con- 
tenuto  neir  intestino,  e  linalmente  la  sua  uscita  dall'ano. 

Per  salvare  cajira  e  cavoli  Egli  soggiunge  die  questa  uscita  non  si 
lascia  osservare  con  sicurezza,  ma  die  bisogna  accettare  (jiiesta  ipotesi, 
per  la  mancanza  di  piii  con\eniente  apertura  del  corpo.  Posto  do,  edata 
la  caratleristica  posizione  dell' animate  colla  testa  in  giu,  il  secrete  anale 
tluisce  nel  menzionato  spazio  Nuoto  tasciforme,  e  qui  viene  gonliato  in 
sdiiuma  dall'aria  die  escc  dalle  ullime  paia  di  stigme,  forse  anclie  dal- 
r  ultimo. 


59 


Ouesto  secondo  il  (ji-unci"  sarobbe  il  modo  di  Ibrinazione  e  di  se- 
crezione  della  si)iinia.  Ouesta  interj)retazione  non  e  iiuova  perche  gli 
aiilori  haiiiio  h(mh|)i-c  parhilo  in  qiieslo  senso,  eosi,  il  Lcssona  (Storia 
Natiiralo  liiiislial;),  Parle  i'\  Aiiimali  liiverlebrali,  Milauo,  E.  Sonzogno, 
1892,  pag.  488)  dice  :  «  Ouesta  spuiua  vieiie  cmessa  dall'ano  in  forma 
di  gas  cho  V  inscllo  si  la  scivularc  soUo,  ciirvando  inleiiormenle  la 
|)iinla  deiraddomc ;  le  bolle  chc  vongono  |)rod()Ue  successivanu'nte  e 
rilcngono  del  gas  rinchiuso  denlro  alia  loro  viscosita,  Ibrmaiio  1'  ani- 
masso  spumoso  ». 

Nelle  mie  ricerehe  non  mi  lasciai  suggeslionare  dai  risultati  otte- 
nnii  dagll  allii  prima  di  me,  e  inlrapresi  qneslo  sindio,  animato  da  un 
unico  sentimento,  quello  di  appurare  con  diligenle  osservazione  il  vero. 

Le  mie  asj)irazioni  non  furono  delnse,  ma  bensi  giunsi  a  risultati 
nuo\i  e  importanti  per  la  scienza. 

lo  osservai  che  posla  una  larva,  accuratamente  asciugata  dal  suo 
iuNokiero,  so))ra  un  ramoscello  vi  si  arrampicava  rapidamente,  e  che 
lissalasi  poi  nella  |)osizionc  migliore,  la  protrazione  dei  segmenti  addo- 
minali,  necessaria  j)cr  la  secrezione,  si  faceva  piii  spcssa,  e  che  dopo 
un  certo  tempo  una  goccia  di  li(juido  limpido  copriva  il  doi'so  delta 
lar\a,  e  si  dilfondeva  in  causa  della  sua  vischiosita  per  tutto  11  corpo. 
Ouando  1'  insetto  e  coperlo  di  liquido,  comincia  la  |)roduzione  delle  bolle. 

Esso  solleva  la  punta  dell'  addome  fuori  del  liijuido,  ed  apre  due 
s|)ecie  di  branche  che  si  trovano  nell'  ultiino  segmento  (nono) ;  con 
(juesle  imprigiona  aria  che  immerge  net  licjuido  cui'vando  T  addome,  e 
cosi  forma  delle  gallozzole  le  (piali  ivi  son  trattenule  essendo  il  liquido 
vischioso.  Mediante  gli  ultimi  segmenti  addominale,  e  le  gambe,  distri- 
bnisce  poi  regolamente  queste  bollo  aitorno  a  tutto  il  corpo. 

Ouestc  osservazioni  con  mia  compiacenza  vennero  confermate  dal 
VyoW  Morse  (A.  Bubble^  liloirinij  Insect^  Reprinted  from  Ap[)letons'  Po- 
pular Science  for  May,  1!}()0). 

Tonie  si  ^ede  il  modo  di  formazione  della  schiuma,  non  e  cosi  com- 
plicato  come  io  osserNo  11  (J i- infer,  i.a  sua  ipolesi  |)oi  circa  I'escila  del 
li(juido  dall'ano,  non  c  meno  errata.  L'esame  della  suj)erlicie  chitinosa 
esterna  del  dorso  di  una  Aphrophoni^  tratlala  con  una  sohizione  di  os- 
sido  di  |)olassio  idrato  aH'alcool,  moslia  i  diversi  scleriti  perforati  da 
minuti  pertugi  |)erfetlamenle  rolondi,  con  dianHdro  [)ressoche  eguale,  e 
irregolarmente  disseminati. 

Facendo  delle  sezioni  trasversali  e  sagittali,  si  Irova  che  a  ciascun 
foro  corrispondono  internamente  piccolo  cellule  o  meglio  glandole  uni- 
cellulari,  poco  distintc  dalle  cellule  dell'  ipoderma,  e  che  nei   punti  in 


60  — 


cui  i  (ori  si  aggruppano,  sono  tanto  abbondanti,  da  (orniare  iino  stialo 
quasi  conliniio,  clic  insicme  a  poclio  cellulo  dcU'  ipodernia  tappczza  in- 
ternamente  lo  strato  cliilinoso.  Oueste  glandolo  sono  ovali,  con  diamctro 
massinio  di  4  [j.  circa,  (Zeiss.  Ob.  F.  Oc.  2.  Tubo  cliiuso)  plasma  granu- 
loso,  c  nucleo  distinto.  Sono  disposic  alia  base  del  canale  escretore  in 
nunicro  di  cinque,  sei  o  anche  meno,  e  non  sempre  sono  distinle  le  une 
dalle  altrc.  Ad  esse  spetta  I'ullicio  specialc  delia  secrezionc  del  li(iuido, 
che  poi  forma,  come  ho  detto,  la  spuma  colla  quale  si  avvolge  1'  inselto. 
I  pertugi  ne  sono  lo  sbocco,  e  sono  costiluiti  da  un  canale  escretore 
che  misura  in  larghezza  2  -x  e  in  lunghezza  lino  a  \i  [x  (Ingr.  idem). 

II  Griiner  si  domanda  [)oi  come  avviene  la  respirazione  dell' ani- 
male  con  tale  involucre. 

Secondo  le  sue  osservazioni  restremita  addominale  di  solilo  sporge 
dalla  massa  di  schiuma,  con  gli  ullimi  paia  di  stigmi,  e  medianle  questi 
nolle  tracliee  puo  entrare  I'aria  sufliciente  alia  respirazione. 

Secondo  le  mic  osservazioni  oltre  questo  mezzo,  \e  ne  e  un'allro, 
e  molto  importante,  ed  e  la  respirazione  per  mezzo  di  brancliic  cheesi- 
stono  ai  lali  del  setlimo  ed  ottavo  segmento. 

Yenendo  in  lino  alia  natura  chimica  del  li(|uido,  il  (Iriiner  da 
I'analisi  (juantitaliva  della  sostanza  organica  e  inorganica,  senza  pero 
venire  alia  parte  piii  importante,  quclla  dell'  analisi  qualitativa,  per 
poter  determinare  la  natura  del  licjuido,  c  il  perchc  del  suo  potere  spu- 
meggiante. 

Dalle  analisi  chimiche  eseguite,  io  posso  concludere  che  il  liquido 
segregato  dall'  Aphrophora,  deve  la  sua  lacolta  di  spumeggiare  molto 
verosimilmente  alia  presenza  di  una  piccola  quantita  di  sostanza  muci- 
lagginosa,  e  i  suoi  principali  costituenti  sono  carbonate  di  calcio  che 
vi  si  trova  sciolto  per  opera  di  acido  carbonico,  e  un  sale  di  potassio 
ad  acido  organico,  il  ([uale  acido  non  pote  essere  detinito  stante  I'esi- 
guita  del  prodotto. 

('oncludendo  diro  che  il  Ciriincr  col  suo  lavoro  non  porlo  alcun 
nuo\o  contributo  alia  scienza,  ma  bens'i  non  lece  che  rij)ctere  \ecchie 
ed  errate  ipotesi,  accettando  le  asserzioni  delle  autorita  in  mateiia 
senza  alcun  conlrollo. 

Febbraio  1901. 


—  61  — 


ISTITUTO    ANATOMICO    DI    PADOVA. 


Le  pieghe  lateral!  del  solco  vestibolare  superiore  della  bocca. 

GIUSEPPE  FAVARO,  Studbnte  del   VF  Corso. 


Ricovuta.  il  30  niarzo  1901 


fi  vietata  la  riproduzione. 

Nel  mio  lavoro  suUc  pieghe  laterali  inferiori  {Le  pieg/ie  laterali  del 
solco  vestibolare  inferiore,  ecc.  —  Atti  del  R.  Istitiito  Vciieto,  1899-900, 
Tomo  LIX,  Parte  II)  ricordai  pieghe  del  solco  vestibolare  superiore.  Un 
cenno  su  tali  formazioni  ncU'  uomo  ho  pure  dato  nello  studio  suite  pie- 
ghe laterali  nei  pazzi  e  criminali  [Le  pieghe  laterali  dei  solchi  vestibo- 
lari,  ecc,  con  aggiunte  di  C.  Lombroso  in  3o2  pazzi  e  criminali.  Arch, 
di  Psichiatria,  Sc.  |)enali  ed  Antr.  criminate,  1901,  Vol.  XXII,  Fasc.  I). 

In  un  prossimo  lavoro  sulla  Morfologia  comparata  e  sullo  Sviluppo 
del  vestibolo  orale  trattero  estesamente  ancho  di  (pieste  pieghe;  per 
ora  mi  limito  a  darne  una  sommaria  descrizionc. 

Mentre  nel  solco  inferiore  ho  determinato  la  presenza  di  una  sola 
piega  laterale,  nel  solco  supei'iore  esistono  invece  due  pieglic  per  cia- 
scun  lato,  una  interna  ed  una  esterna.  La  presenza  dell' una  esclude 
di  solito  quella  dell'  altra.  Esse  partecipano  dei  caratteri  generali 
della  inleriore.  La  |)iega  laterale  interna  e  omologa  a  (piesta  per  la 
sede,  essendo  in  rapporlo  con  1'  intervallo  tra  il  canino,  o  gli  inci- 
sivi  se  questo  manca,  ed  i  premolari.  Si  riscontra  nei  Pcrissodattili,  Ar- 
tiodattili,  Roditori.  La  piega  laterale  esterna  e  invece  in  rai)porto  con 
la  corona  dei  premolari,  variando  un  po'  nella  sede  a  seconda  del  nu- 
mero  di  questi.  Essa  e  pro|)ria  ai  Carnivori.  Nolle  Scimmie  da  me  esa- 
minate  (Macacus)  ho  trovato  solo  la  piega  interna.  Nell'  uomo  invece 
compariscono  con  notevole  frequenza  associate  la  ])iega  laterale  interna 
e  la  esterna.  Quella  puo  spostarsi  leggermente  verso  il  giogo  alveolare 
del  canino:  questa  e  in  ra|)|)orto  con  1' intervallo  tra  prime  e  secondo 
premolare  e  puo  subire  essa  pure  lievissimi  spostamenti. 

Insicme  con  tali  foi-mazioni  ho  osservato,  specie  nel  solco  superiore, 
lateralmente  al  frenulo  labiate  una  piega  parafrenulare  j)ari  e  simme- 
trica  nei  Carnivori,  la  quale  |)u6  comparire  in  altre  specie  non  escluso 
r  uomo. 


—  62  — 

Ricerohe  sulla  costituzione  del  plesso  bracliiale,  sulla  distribuzione 
dei  suoi  rami  terminali  e  suU'anastomosi  fra  il  nervo  muscolc- 
cutaneo  ed  il  nervo  mediano  negli  equini 

DEI, 

DoTT.  GIAMBATTISTA  CARADONXA 

PROKESSORE   INCARICATO    OI    ANM'OMIA    NORMALE    E   TOPOGUAFICA    VETERINAKIA 
NRl.LA    UNIVERSITA    DI    PERUGIA. 

(Con  Tavole  II  e  III). 


Ricevata  il   24  fobbraio  1001. 


E  vietata  la  riproiluzione. 

I.  —  Ragiom  del  prksemk  lavoro. 

II  motivo  die  mi  ha  indollo  a  trattaro  (|ucsto  argomento  e  I'iiitima 
convinzione  die  esse  potra  intcressare  ad  iin  tempo  rAnatomia  e  la 
Fisiologia,  e  potra  dare  andie  alia  Palologia  iin  immense  e  prezioso 
aiiito,  (juaiido  da!  campo  delta  pura  speciilazione  scientilica  vieii  traspor- 
tata  in  quello  delle  [)ratidie  applieazioni.  E  siccome  le  (piestioni  die 
interessano  le  spesso  ignote  lesioni  degli  arti  antcriori  sono  quasi  sem- 
pre  dovute  ad  alterazioni  del  sistema  nervoso,  cos\  mi  sembra  die  lo 
stabllire  con  piii  i)recisione,  di  quanto  non  si  fece  fino  ad  ora,  la  costi- 
tuzione del  plesso  bracliiale  e  la  origin**  e  dislribuzione  dei  nervi  del 
plesso  stesso,  possa  portare  quella  utilila  pialica  die  viene  sj)esso  invo- 
cata  dalle  ricerhe  anatomiche. 

Nell'  esporre  i  metodi  e  no!  dare  i  risultati  relatix  i  alle  niie  osser- 
vazioni,  non  ho  avuto  preconcetti,  ho  voluto  sempre  vedere  con  i  miei 
ocelli  e  toccare  con  le  mie  mani  tuttocio  die  i  preparati  mi  mostra- 
vano  ;  ho  voluto  compiere  da  me  tutle  le  piii  minute  e  (utili  manipola- 
zioni  con  un  metodo  costante  e  con  queiracciiratezza  die  la  esigenza  di 
una  iireparazione  cosi  ddicata  lo  coinpoi-ta\a,  sicuro  in  tal  mode  di  ol- 
tenere  in  me  stesso  e  provocare  negli  altri  un'esatta,  limpida  e  sincera 
rappresentazione  dei  fatti. 

II.  —  Note  bibliografiche. 

Gli  antichi  anatomici  descrissero  diversamente  la  costituzione  del 
, plesso  brachiale  del  cavallo. 


—  63 


Ciivier(')  o  Lc\  li(*)  descrivono  il  plesso  brachiale  come  costitiiito 
dalle  tre  iiltime  paia  tlei  nervi  cervicali  e  da  qiiello  del  priino  iiervo 
dorsale.  II  Lcyli  aggiiinge  inoltrc  alciini  fUetli  provenientidal  simpalico. 

11  Leroy  (^)  e  De  Sanctis  c  Local  el  li  (^)  lo  considerano  costi- 
liiito  (lai  cordon!  anteriori  delle  iiltime  quattro  paia  dci  nervi  cervicali 
e  dal  ])rimo  dorsale,  da  dove  si  dipartono  non  solo  i  nervi  per  gli  art! 
anteriori,  ma  ancora  alcuni  cordoni  minori  destinati  alia  sostanza  dei 
mnscoli  scapolari,  toracici  ed  agii  integumenti  di  (pieste  })arti. 

11  (Jirard  (■'),  il  Mangosio  {^)  ed  il  Lavocat  (')  dall'associazione 
delle  due  ultime  paia  cervicali  c  dalle  due  prime  dorsali,  alle  qnali  il 
Lavocat  aggiunge  un  ramo  del  ganglio  cervicale  inferiore. 

Inline  il  Latosse(*),  il  Bourgelat  (^),  il  Ciiyer  et  Alix  C"),  il 
Franck("),  lo  Cliauveau  et  Arloing  (*^)  1' Etlcmberger  e  Banm(*^) 
descrivono  il  plesso  brachiale  costituilo  dal  scsto,  settimo  ed  oltavo  paio 
cervicale  e  dal  primo  e  secondo  ])aio  dei  nervi  dorsali.  11  Lemoigne('*) 
nolle  sue  pregiate  tavole  schematiclie  di  angiologia  e  neurologia  ha  di- 
segnato  il  plesso  brachiale  costituilo  dalle  stesse  paia  di  nervi,  dando  a 
ciascuna  di  esse  i  rami  terminali  che  vanno  a  formare. 

Nella  classica  opera  dello  Cliauveau  et  Arloing  ('^)  troviamo  piii 
dettagliatamente  descritta  tale  costituzione,  giacche  non  interamente 
queste  cin<[ue  paia  di  nervi  formano  il  plesso  brachiale.  Infatti  essi  si 
esprimono  in  ([uesto  modo  :  «  11  sesto  paio  cervicale  non  concorre  alia 
formazione  di  questo  plesso  che  per  un  piccolo  filetto  che  pi'oviene  dal 
suo  ramo  diaframmatico.  I  due  seguenti  vi  si  porlano  lulli  interamente; 


(')  I'nvier.  —  Lecoiis  d'anatomie  coinparfie.  T.  IT.  Paris,  lS05,pag.  264. 

(-)  Leyh.  — Anatomie  des  auiinanx  doinestiques  (Trad,  di  Zundel).  Paris,  1871,  pag.  548. 

(^J  Leroy.  —  Istitazioni  di  auatoiuia  coiuparativa  degli  auimali  domestici.  T.  //,  Sez.  II.  Mila- 
no,  1810,  pag.  111. 

(^)  Ue  Sanctis  e   Locatolli.  — Compendio  di  anatomia  comparata.  Napoli,  1870,  pag.  621. 

(^)  Grirard.  —  Trait6  d'anatoinie  v6terinaire.  T.  II.  Paris,  1841,  pag.  363. 

('')  Mangosio.  —  Trattato  di  anatoraia  descrittiva  e  flsiologia  veterinaria.  Torino,  1843,  Parte  III 
[Splacnologia),  pag.  294. 

C)  Lavocat. — Traito  coinple.t  de  I'anatomie  dos  aniinanx  doinestiqnes.  Vol.  V.  Paris,  1848, 
pag,  335. 

C)  Lafosae.  —  Cours  d'Hippiatriqne  on  ti'aito  coniplet  de  la  medicine  des  chevanx.  Paris,  1772, 
pag.  140. 

1^)  Bourgelat.  —  Compendio  anatomico  del  corpo  del  cavallo.  Belluno,  1778,  pag.  363.  —  Ele- 
ments de  I'art  v6t6rinaire.  (Eecis  anatomique  du  corps  dn  cheval).  T.  I.  Paris,  1807 ,  pag.  386.  -  Zoo- 
teraie  ou  anatomie  compar6e.  Paris,  1767. 

('")  Cuyer  et  Alix.  — Le  cheval.  Paris,  1886,  pag.  531. 

(")  Franck.  —  Handbucli  anatomie  der  Haustiore.  Stuttgart.  1883,  pag.  1047. 

{^)  Cliauveau  et  Arloing.  —  Traite  d'anatomio  comparoe  des  animaux  domestiquo.  Ed.  IV. 
Paris. 

('^)  Ellemberger  u.  Baum. — Topographische  anatomie  des  Pferdes.  Berlin,  i893,  pag,  5.  — 
Handbuch  der  vergleichenden  Anatomie  der  Hausthiere.  Berlin,  1900,  pag.  819. 

{}*)  Lemoigno.  —  Schema  di  angiologia  e  neurologia.  Lit.  lionchi.  Milano,  1S68,  lav.  XII. 

(*^)  Chauveau  et  Arloing.  —  Loc.  cit. 


—  64 


lo  stesso  il  priiiu)  |)ai(>  dorsalo  ad  eccezionc  del  |)iccolo  ramuscolo  clie 
costituisce  il  prinio  nervo  intorcostalo.  In  (|uant()  al  raino  fornito  dal 
secondo  dorsalc  csso  iion  ra|)])rescnta  chc  una  niolto  i)iccola  parte  della 
sua  brauca  inleriore,  coslituendo  il  reslo  il  grosso  nervo  intercoslale  ». 

Ad  eccezione  di  qucsti  piii  aulorevoli  scrittori  di  Iratlati  di  Anato- 
niia  Veterinaria  e  (*oin|)arala  e  di  allri  piecoli  maniiali  in  cui  la  descri- 
zione  del  j)lesso  bracliiale  e  falla  piii  o  nieno  inconijiletamenle  sotlo  la 
guida  di  quelli,  non  abbianio  lavori  speciali  che  ci  diano  un'esatta  e  scru- 
-polosa  desci'izioue  del  plesso  brachiale.  E,  come  si  e  veduto,  non  tutti 
sono  stati  d'accordo  nel  deterniinare  le  paia  di  nervi  che  vanno  a  cosli- 
luirlo.  eonie  pure  non  tulti  lianno  lo  stesso  criterio  nel  descrivere  i  rami 
che  da  (piesto  plesso  si  dipartono  per  1'  innervazione  dell'  arto  anieriore 
e  delle  parti  ad  esso  circostanli.  Non  solo,  ma  ])er  (pianto  limilala  sol- 
la  nto  a  pochi  recenti  autori  lo  studio  della  origine  del  rami  terminali, 
|)ur  tuttavia  queste  ricerche  son  ben  lonlanc  da  un  fondamento  sicuro  e 
da  una  ricerca  seria  e  coscienziosa. 

Sulla  distribuzione  poi  dei  rami  terminali  del  plesso  si  lianno,  specie 
dal  classico  trattato  dello  Cliauveau  ed  Arloing  e  dall'  ultimo  trattato 
di  Ellemberger  e  Baum,  delle  insullicienti  descrizioni,  per  quanto  i 
rapporti  ed  il  decoi-so  di  essi  siano  forse  lro|)po  minutamente  trattati. 

111.  —  Metodi  di  preparazionk  e  di  ricerca  che  sono  stati  adoperati. 

Le  numerose  preparazioni  fatte  prima  di  intraprendere  queste  ri- 
cerche mi  avevano  |)ersuaso  gia  che  il  metodo  migiiore,  piii  adatto  e  piii 
comodo  per  ottenere  la  dimostrazione  e  la  integrita  del  plesso  brachiale 
e  de' suoi  rami  terminali  e  quelle  suggerito  dal  Prof.  Pa  pi,  ma  con 
(|ualche  piccola  variante,  sia  per  essere  piii  sollecito  nella  preparazione, 
sia  per  essere  in  grade  di  poter  utilizzare  tutte  le  volte  che  mi  fosse 
state  possibile  i  j)lessi  dei  due  arti  dello  stesso  animate. 

Quando  di  un  animate  poteva  utilizzare  solo  un  lato,  seguii  pcrfetta- 
mente  i  suoi  dettati  (') ;  poneva  cioe  Tanimale  sul  fianco  stesso  in  cui 
doveva  preparare  il  plesso;  esportava  le  costole  del  lato  opposto,  i  visct'ri 
del  cavo  toracico  e  ievava  una  porzione  del  muscolo  lungo  llessore  del 
collo  in  corrispondenza  del  primo,  secondo  e  terzo  corpo  delle  vertebre 
dorsali,  coiravverlenza  di  non  intaccare  il  cordone  nervoso  del  secondo 
dorsale  che  si  trova  immedialamente  sottojiosto.  Esportava  le  costole  ed  1 


(*)  Pa  pi.  —  Awerteuze  relative  alia  preparazione  (lei  plesso  brachiale  ed  alle  radici  da  cni 'ha 
origine  il  nervo  dentate  o  respiratorio  di  C.  Bell.  Gazzelta  Medico  Veterinaria,  1873,  pag.  249. 


—  05  — 

muscoli  intercostali  rispettando  il  imiseolo  iiraiule  dontato  e  grande  dor- 
sale;  sollevava  con  precauzioiie  qiiesti  inuscoli  eon  Tinlcnto  di  non  ledere 
i  loro  rami  nervosi ;  toglieva  tntto  il  connettiNo  die  avvolge  il  ])lesso,  e 
niette\a  nettamente  alio  seoporto  Uitti  i  snoi  rami.  Omisi  solo  di  espor- 
tare  porzione  dei  corpi  delle  vertebre  cervicali  e  dorsali  da  dove  eseono  i 
tronchi  nervosi  costituenti  il  plesso.  Ouando  pero  polelli  ntilizzare  i  due 
arti  (lello  stesso  animale,  allora  segai  nel  mezzo  la  colonna  vertebrale  e  lo 
sterno  ed  operai  separatamente  nei  due  arti  col  metodo  indicato. 

Fatta  la  preparazione  del  plesso  e  de'suoi  rami  terminali,  tagliava 
ciascuno  dei  suoi  cordoni  cervicali  e  dorsali  in  corris|)ondenza  del  foro  di 
coniiigazione  delle  vertebre,  tagliava  quindi  ciascuno  dei  lami  terminali, 
previa  preparazione,  legando  separatamente  i  monconi  con  nn  lilo  por- 
tante  una  placca  metallica  ove  era  impresso  un  numero  e  separaAa  tutti 
questi  cordoni  daH'arto.  In  tal  modo  i  numei'i  di  ciascuna  placca  metal- 
lica mi  lasciavano  la  indicazione  o  del  ramo  terminale  o  di  quello  di  ori- 
gine  del  plesso.  (ao  tatto  disjioneva  il  fascio  di  ner\i  su  di  una  grande 
bacinella  al  fondodella  quale  aveva  lasciato  congelare  uno  strato  di  circa 
un  centimetro  di  cera,  e  con  s|)illi  tissava  il  plesso  sn  di  essa  per  sotto- 
|)orlo  alia  macerazione. 

La  tecnica  della  macerazione  In  ancli'essa  oggetto  di  ricerche  clie 
eseguii  pi'inia  di  adoperare  i  plessi.  Doveva  ottenere  la  macerazione  del 
connettivo  interlibrillare  dei  nervi  senza  clie  la  sostanza  nervosa  risen- 
tisse  soverchiamente  deH'agente  macerante  onde  |)oter  seguire  poi  i  sin- 
goli  fascetti  di  ciascun  nervo  fino  aH'origine  loro. 

Proxando  su  pezzi  di  ner^o  esportati  dal  cadavere  Aidi  die  la  ma- 
cerazione prolungata  in  acqua  portava  il  dissolviniento  del  connettivo  in- 
terfibrillare  ma  macerava  eccessivamente  anche  il  tessuto  nervoso.  Le 
soluzioni  anche  leggere  di  acido  cloridrico  o  di  acido  nitrico  mentre 
macerano  il  connettivo  riducono  in  poltiglia  la  sostanza  nervosa ;  le  so- 
luzioni di  acido  cloridrico  hanno  un'azione  piii  pronta  di  quella  del- 
Tacido  nitrico.  L'acido  acetico  glaciale  adoperato  in  soluzione  al  o  ])er  100 
mi  ha  dato  dei  risultati  assolutaniente  sorprendenti,  ed  e  (|uello  appunto 
che  ho  adoperato  nella  macerazione  di  tutti  i  plessi  cui  e  soggetto  il  pre- 
sente  lavoro.  Sara  bene  j)ero  che  faccia  nolo  un  fatto  singolare:  per  eco- 
nomia  di  spesa  volli  ])rovare  per  la  macerazione  le  soluzioni  di  acido  ace- 
tico pirolegnoso,  e  nelle  ripetute  prove  fatte  vidi  con  sorpresa  che  esso 
aveva  nessun'azione  macerante  ne  del  connettivo  ne  del  tessuto  nervoso. 

Per  ottenere  quindi  la  macerazione  del  plesso  disposto  come  ho  in- 
dicato, in  una  bacinella  e  lissalo  con  si)illi  su  cera,  versa\a  in  essa  una 
M.  z. 


6G 


soliizione  al  o  por  100  di  aeido  aeetico  glaciale  e  lasciava  ii  preparato  iier 
quarantolto  a  sessanla  ore.  Esportava  il  plesso  dalla  bacinella  o  lo  (lis|)o- 
neva  sopra  una  la\()Iclla  di  legno  nera  e  con  1'  aiiito  dclle  pinze  o  dedi 
aghi  da  niicroscopio,  separava  delicataniente  i  lascetti  nervosi  tra  di  l(tro, 
i  qiiali  erano  divLMUiti  sisibili  per  la  trasparenza  e  lacihnente  di\isil)ili 
per  la  consistenza  gelatinosa  die  il  connettivo  aveva  acquistata. 

In  tal  niodo  con  la  massima  precisione  e  sicnrezza  giungeva  da  un 
nionc(»ne  di  un  nervo  terniinale  ai  nionconi  delle  radici  dei  nervi  spinali 
costituenti  il  jtiesso  determinando  cosi  con  la  piii  scrupolosa  esattezza 
Torigine  di  ciascuna  di  esse  hranche  terniinali. 

Imniensa  t'u  la  pazienza  occorsa  per  una  s\  delicata  preparazione 
come  grande  fii  il  teni|)o  pei-  il  completo  dissecamento  dei  fasci  nervosi. 

I  plessi  da  nie  ))reparati  sono  stati  50,  di  ciii  17  di  cavallo,  14  di 
cavalla,  II  di  asino,  6  di  asina,  5  di  mulo  e  2  di  miila.  I  piii  importanti 
per  le  particolarita  clie  presentavano  lurono  Iblogralati  prima  di  sollo- 
porli  alia  macerazione. 

IV. —  HiSlLTATI    OTTENITI. 

A.  Costitnzione  di-'l  plesso  hrachiale  (Ta\ .  1). 

il  plesso  bracliiale  e  costitiiito  dal  sesto,  settimo  ed  ottaxo  paio  dei 
nervi  cervicali  e  dal  primo  e  sccondo  paio  dei  nervi  dorsali, 

Una  tal  costitnzione  fn  pei-  la  prima  volta  desciitta  dal  Houi-gelat  ^) 
ed  io  r  ho  trovata  costante  in  tutti  i  |)reparati  senza  eccezione  di  sorta 
esenzaclie  alcuno  di  essi  mi  abbiano  dato  mai  il  benelie  minimo  dubbio 
dell'assenza  o  deiraggiiinta  delle  radici  di  alcuni  di  essi  nervi.  La  riu- 
nione  di  queste  branche  nervose  che  provengono  dal  midollo  s|)inale 
forma  un  plesso  nervoso  e  n(in  un  ganglio  come  lo  chiamava  il  Bour- 
gelat,  dal  quale  si  partono  dei  rami  die  vanno  a  distribuirsi  nelT  arto 
anteriore,  nelle  masse  nuiscolari  ad  esso  circostanti  e  nella  j)elle. 

Air  opposto  di  quello  die  dicono  gli  autori,  dalle  niie  osservazioni 
risulta  cLe  nessuna  di  queste  radici  nervose  vanno  completamente  a 
costituire  il  plesso.  Infatti  il  sesto  |)aio  dei  nervi  cervicali  concorre  alia 
forniazione  del  plesso,  come  dicono  (lliauveau  ed  Arloing,  per 
mezzo  di  un  i-amo  che  si  distacca  dal  ramo  diaframmatico  di  questo 
nervo  in  vicinanza  della  sua  oiigine.  II  settimo  ed  ottavo  paio  vi  con- 
coiTono  |)er  la  loro  maggior  parte,  lolti  due  rami  non  molto  considere- 
voli  che  si  distaccano  in  vicinanza  delta  loro  uscita  dal  foro  rachideo  e 


(')  Bourgelat. —  Loc.  eit. 


—  67  — 

die  dirigendosi  dorsal  men  te  vanno  iiisieme  a  formare  il  nervo  del  mii- 
scolo  grande  dentate  o  nervo  respiratorio  di  (Uirlo  liell.  Dall' ottavo 
inoltre  si  dislacca  un'altra  branca  clie  si  imnierge  nel  nniscolo  hingo 
flessore  del  collo.  Ouesti  due  nervi  per  la  lore  eniergenza  diretta  dalle 
radici  nervose  del  settimo  ed  ottavo,  non  dovrebbero  essere  compresi 
fra  i  rami  del  plesso  braehiale,  purtutlavia  ho  creduto  di  non  tralasciare 
il  ioro  esame,  vista  la  grande  importanza  dei  rapporti  col  plesso  e  con 
le  i)ai-li  da  esso  innervate.  II  prime  nervo  dorsale  concorre  anch'  esso 
alia  formazione  del  plesso,  tolto  il  piccolo  ramuscolo  clie  costituisce  il 
prime  nervo  intercostale.  Prima  di  uscire  dalla  cavita  toracica  circon- 
dando  la  prima  costola  si  accolla  una  piccola  branca  |)roveniente  dal 
secondo  nervo  dorsale  e  riceve  alcuni  rami  anastomotici  provenienii  dal 
ganglio  cervicale  inferiore  del  gran  simpatico. 

L'  intreccio  delle  cint|ue  paia  di  nervi  spinali  costituite,  come  e 
state  indicate,  si  fa  in  mode  costante  salvo  alcuna  eccezione.  E  situate 
fra  i  due  scaleni  ed  a  livello  della  testa  delta  jirima  costola ;  grossola- 
namente  ha  la  figura  di  un  elisse  allungato  diretto  indietro  ed  in  basso 
con  la  estremita  anterioi-e  data  dalT  incontro  della  branca  del  sesto 
nervo  cervicale  col  settimo,  e  la  |)oslei'iore  dalla  eniergenza  dal  plesso 
dei  nervi  cubitale  e  mediano. 

11  tipo  cosi  descritto  di  composizione  del  plesso  braehiale  1'  ho  ri- 
scontrato  nella  grandissima  maggioi'anza  dei  casi  pei'6  in  alcuni  prepa- 
rali  ho  osservato  delle  varieta  clie  non  possono  essere  trascurate. 

Nella  preparazione  N.  18,  late  sinistro  di  un  asino  intero,  ho  ri- 
scontrato  che  il  sesto  paio  dei  nervi  cranici  piuttosto  che  addossarsi  al 
settimo  e  con  esso  formare  1' estremita  anteiiore  del  plesso,  si  divideva 
in  due  branche.  una  delle  quali  andava  a  gettarsi  e  costituire  parte  delle 
fibre  del  nervo  soprascapolare ;  I'allra  s' immergeva  nella  massa  del 
plesso  all'altezza  dell' ottavo  nervo  cervicale. 

In  un  altro  preparato,  IS.  30,  late  destro  di  un  asino  castrate,  il 
sesto  nervo  cervicale  era  diviso  in  due  branche  poco  dope  la  sua  ori- 
gine,  delle  quali,  la  superiore  andava  ad  incontrare,  come  noi'iiialmente 
avviene,  il  settimo  nervo  cervicale,  e  la  inferiore,  passando  al  disopra 
del  nervo  soprascapolare,  andava  isolatamente  a  costituire  una  delle 
branche  di  origine  del  nervo  muscolo-cutaneo  immergendosi  in  esso  a 
circa  un  centimetre  e  mezzo  al  disotto  della  sua  eniergenza  dal  plesso. 

Una  terza  varieta  V  ho  riscontrata  nel  preparato  N.  6  appartenente 
ad  un  asino,  lato  sinistro,  in  cui  dall'ottavo  paio  dei  nervi  cervicali 
partiva  un  iiletto  nervoso  perfettamente  isolate  che  si  dirigeva  trasver- 
salmente  in  avanti,  passava  al  disopra  del  nervo  ascellare,  fra  questo  ed 


—  68 


il  nervo  niiiscolo-ciitaneo  e  si  |)ortava  al  nervo  soprascapolare  iinendosi 
alio  altro  libre  a  circa  due  centimetri  dalla  sua  emergenza  dal  plesso. 

\i.    OrUjine  e  (Ushihuzione  dei  rami  coUatemli 
e  trnninali  del  plesso  hrachiale. 

La  origine  dei  rami  enianati  dal  j)lesso  brachiale  e  stata  da  poclii 
auloi'i  studiata,  e  di  questi  non  tutti  sono  d'accordo  nell'ainniettere  un 
li|)o  unico  e  definito  di  origine.  In  quanto  pui  alia  distribuzione,  le  de- 
scrizioni  date  anclie  dai  ])iu  accurati  traltatisti  sono  assolutaniente  in- 
sut'licienti.  Non  e  per  (juesto  die  mi  proponga  (|ui  di  fare  una  descri- 
zione  minuta  e  particolareggiata  di  ciascun  nervo,  solo  indicare  con 
precisione  la  loro  distribuzione  in  un  muscolo  od  in  un  gru])po  di  mu- 
scoli  ed  il  loro  percoi'so  nella  estensione  degli  stessi.  In  tal  mod;}  si 
potranno  avere  dei  dati  certi  della  intluenza  clie  una  branca  od  un  ramo 
nervoso  puo  esercilare  su  di  un  muscolo  o  su  una  |)arte  di  esso. 

1.  IScrviis  fhoraralis  lonrjifs.  —  Xer\o  al  muscolo  gi'ande  dentate  o 
ner\o  respiratorio  di  Carlo  Bell. 

Orifjine.  —  11  nervo  destinato  al  muscolo  grande  dentate  nasce  co- 
stantemente  dal  settimo  ed  otta\o  paio  dei  nervi  cervicali,  non  appena 
essi  sono  usciti  dagli  spazi  intertrasversari.  La  sua  origine  e  data  da 
due  cordoni  nervosi  clie  dope  breve  tragitto  si  fondono  ])er  costituire  il 
nervo,  senza  che  essi  abbiano  rapporti  col  plesso. 

Riguardo  alia  origine  di  questo  nervo  il  Prof.  Paj)i  (0  rettiiico  I'er- 
rore  commesso  da  Chauveau  ed  Arloing  nella  loro  prima  edizione 
del  trattato  di  Anatomia  comparata  degli  animali  domestici,  e  malgrado 
mantenuto  nelle  successive,  di  far  j)rovenire  cioe  questo  nervo  dal  seslo 
e  settimo  paio  cervicale.  In  tuiti  i  miei  preparati  il  nervo  respiratorio 
di  C.  Re  11  r  ho  trovato  provenire  dal  settimo  ed  ottavo  come  fu  descritto 
dal  Pa  pi. 

Dislribnzione.  —  Ouesto  nervo  si  distribuisce  al  muscolo  grande 
dentate.  Dope  aver  percorsa  la  sua  faccia  esterna  per  un  terzo  della  sua 
larghezza,  si  espande  a  ventaglio  ed  alcune  fibre  si  portano  in  alto  verso 
I'origine  del  muscolo,  alt  re  in  basso  fornendo  ordinariamente  un  fila- 
mento  a  ciascuna  dentellatura. 

2.  Neri'O  del  muscolo  liiufjo  flessore  del  collo. 

E  questo  un  sottile  ramo  nervoso  che  si  origina  costantemente  dal- 
I'ottavo  paio  dei  nervi  cervicali  in  vicinanza  dell'emergenza  della  branca 


(')  Papi.  —  Avvertenze  relative  alia  prepiirazione  del  plesso  brachiale  ed  alleradici  da  cai  ha  ori- 
gine il  nervo  dentato  o  respiratorio  di  C.  Bell.  Gazzetta  Medica  Yeterinaria,  1873,  pag.  249. 


—  69 


del  norvo  respiratorio  di  (].  Hell.  Esso  ben  tosto  si  affoiula  nel  nuiscolo 
lungo  llessore  del  collo  diNldendosi  in  due  rami;  I'uno  anteriorc  clie  si 
distribuisee  alia  corrispondente  |)orzi(»ne  niuscolare,  I'altro  posteriore  clie 
si  porta  al  restanle  posteriore  del  inuseolo  stesso. 

Questo  lilamento  nervoso  destinato  al  niuscolo  lungo  flessore  del 
collo  non  vieiie  descritfo  da  ncssun  autore  di  Anatoniia  Veterinai-ia. 

3.  Nerrus  suprnscapularis.  —  Ner\o  soprascapolare. 

Origriic —  II  nervo  soprascapolare  si  origina  dalla  estreniita  ante- 
riore  del  plesso  bracliiale ;  esso  e  eostituito  ordinariamente  da  fibre  del 
sesto,  settimo  ed  ottavo  paio  del  nervi  eervicali.  In  due  lati  destri  di  ca- 
\allo  (') ;  in  uno  destro  di  asino  (^) ;  in  due  sinistri  di  cavallo  (');  in  due 
destri  y)  ed  in  nn  slnisti'o  di  asina  ('  ;  ed  in  due  sinistri  di  eavalla  (^) 
(juesto  nervo  lia  avuto  origine  ^olo  dal  seslo  e  seltinio  paio  dei  ner\i 
eervicali.  Non  tro\ai  traccie  del  sesto  paio,  ma  eostituito  dal  solo  settimo 
ed  ottavo  cervicale  in  due  lati  destri  f)  ed  in  due  sinistri  di  cavallo  (*) ; 
ed  in  un  sinistro  di  asino.  f )  La  sua  origine  adunque  presenta  molte 
varieta. 

Dishibuzione.  —  Al  passaggio  IVa  it  muscolo  sottoscapolare  ed  an- 
tispinato,  il  nervo  soprascapolare  da  alcuni  sottili  ramuseoli  a  quel  mu- 
scolo;  compare  quindi  nella  fossa  antispinata  distribuendo  numerosi 
rami  su|)eriori  ed  interiori  al  muscolo  dello  stesso  nome;  atlraversa, 
semi)re  a  contatto  dell'osso,  la  Ibssa  antispinata  delta  scapola  avvolgendo 
il  margine  inferiore  delta  spina  acromiana  e  si  esaurisce  mediante  molte- 
plici  rami  divergenti  nello  spessore  del  muscolo  retrospinato. 


EIASSUNTO. 


Origine 

70  per  cento  dal  Vr,  VIP  VHP  . 

20  per  cento  dal  VP,  VIP 

10  per  cento  dal  VIP,  VHP 


Dishibuzione 


Rami  al  muscolo  sottoscapolare 
Rami  al  muscolo  antispinato 
Rami  al  muscolo  retrospinato. 


{.  Nerims  subscapulares.  —  Nervo  sottoscapolare. 
Onfjine.  —  11  nervo  sottoscapolare  non  ha   un' origine  costante.  II 
piii  spesso  I'ho  veduto  originarc  dal  sesto  e  settimo   nervo  cervicale; 


(')  Osservazione  n.  10  e  50. 
(*)  Osservazione  n.  30. 
(')  Osservazione  n.  I  e  20. 
{^)  Osservazione  n.  27  e  28. 
(5)  Osservazione  n.  26. 
(8)  Osservazione  n.  16  e  41. 
(')  Osservazione  n.  12  e  48. 
(')  Osservazione  n.  9  e  11. 
(**)  Osservazione  n.  18. 


—  70  — 

|)(M(')  ii)  sci  lali  dcstri  di  cavallo  (');  in  un  destro  di  asino  (");  in  due 
sinislri  di  cavallo  (^)  ed  uno  sinistro  di  asino  ('*)  era  costituito  da  librc 
|)rovenienli  dal  solo  settimo  paio  cervicale.  In  aitri  setle  casi:  cioe  in 
un  lalo  desiro  di  cavallo  (^);  in  un  deslro  di  asino  ("};  in  un  sinistro  di 
cavallo  (');  in  un  destio  di  cavalla  (")  ed  in  Ire  sinistri  pure  di  cavallaO 
era  cosliluilo  dal  setlimo  ed  oltavo  |)aio  di  nervi  cervical!.  In  soli  tre 
casi  Irovaichc  il  seslo,  settimo  ed  otta\o  j)aio  ccrvicali  concorrevano  alia 
formazione  di  qucsto  nervo,  e  cioe  nel  lato  sinistro  di  un  cavallo  (*");  nel 
sinistro  di  un'asina  (");  e  nel  lato  destro  dl  un  mulo  ('■). 

La  sua  variahilita  di  origine  e  in  relazione  anche  con  la  variabilita 
delta  sua  emergenza  dal  plesso.  Tutte  le  volte  die  I'  ho  veduto  oiiginarsi 
dal  sesto  e  settimo  paio,  emergeva  dal  |)lcsso  con  due  branche,  clie 
entrambe  avcvano  elenienti  delle  due  paia  di  ner\i  da  cui  provenivano; 
quando  invece  prendeva  origine  dal  settimo  e  dalFottavo,  la  branca 
superiore  era  esclusivamente  di|)endente  dal  settimo,  la  inferiore  dal- 
rottavo.  In  due  casi  ove  ossei'vai  che  il  nervo  sottoscapolare  proveniva 
dal  sesto,  settimo  ed  ottavo  paio,  la  branca  superiore  aveva  elementi 
del  seslo  e  del  settimo,  la  inleriore  del  settimo  e  dell' ottavo,  la  (juale 
non  si  originava  dal  plesso  ma  era  in  uno  dei  casi  una  collaterale  del 
nervo  ascellare  (osservazione  N.  II)  e  nell'altro  una  divisione  del  nei'vo 
at  nuiscolo  grande  rotondo  (osservazione  N.  Sfi). 

In  un  prej)arato,  lato  destro  di  asino  (")  ho  constatata  un'anasto- 
mosi  Ira  il  nei'vo  ascellare  e  la  bi'anca  inleriore  del  nervo  sottoscapo- 
lare. In  (juesto  caso  il  nervo  sottosca|)()lare  aveva  origine  dal  sesto  e 
settimo  paio  cervicale  e  gli  elementi  dell' otiavo  gli  pervenivano  daH'ana- 
stomosi  inviata  dall' ascellare  e  che  i)ren(levano  parte  soltanto  alia  for- 
mazione della  branca  inferiore. 

Dixlrihitzionr.  —  Ouesto  nervo  costituito  di  una  branca  superiore 
ed  una  branca  inferiore  si  esaurisce  nel  muscolo  sottoscapolare.  La 
branca  superiore  si  divide   toslo   in   due   rami  che  si  portano,  1'  uno  ai 


(>)  Osservazione  n.  2,  10,   12,  30.  48,  50. 

(*)  Osservazione  n.  7 

(^)  Ossorvazioue  n.  1  o  9. 

C*)  Osservazione  n.  G. 

(5)  Osservazione  n.  15. 

(")  Osservazione  n.  17. 

(')  Osservazione  n.  20. 

(")  Osservazione  n.  13. 

(")  Osservazione  n.  14,  IC,  19. 

('")  Osservazione  n.  11. 

(")  Osservazione  n.  26. 

(*^)  Osservazione  n.  42. 

('^)  Osservazione  u.  30. 


71  — 


I'asci  anleriori  Paliro  ai  posteriori  del  muscoio  sotloscapolare  e  si  esau- 
riscono  iieila  sua  ineta  superiore.  La  branca  iiilerioro  ])iu  grossa  delia 
|)rece(ienle,  c,  come  si  e  veduto,  soggella  a  moile  \aiieta  lia  una  ((M'lui- 
nazionc  costante,  cioe  si  porta  ad  iniicr\are  i  lasci  modi  ed  inieriori  del 
muscoio  sotloscapolare. 

RTASSUNTO. 
Origine  \  Distrihuzione 

60  per  cento  dal  VF,  VIF |     Al  muscoio  sottoscapolare. 

20  per  cento  dal  VII*^ 


14  per  cento  dal  VIF,  VJIP 

6  per  cento  dal  VI^  VIF,  VIIF. 


;■).  Ncrri/s  miiscoJo-ciilunetis.  —  Nervo  muscolo-cutaneo;  n.  bracciale 
anieriore;  n.  cutaueo  esterno;  n.  bracciale  cutaneo  eslerno;ii.  perforante 
del  (^asserio;  n.  radio  cutaneo;  n.  cutaneo  laterale  di  llenle;  ramus 
magnus  nervi  mediani  di  Arnold;  radio  cutaneo  di  Chaussier. 

■  Oriyine.  —  II  nervo  muscolo-cutaneo  nasce  dal  plesso  bracliiale  con 
un  sol  tronco  e  le  sue  fibre  ordinai'ianiente  provengono  dal  settimo  ed 
otiavo  ]);iio  dei  nervi  cervicali.  In  (|uaitro  casi:  due  lati  destri  di  ca- 
valla  (');  uno  destro  0  e  Faltro  sinistro  di  cavallo  (')  ed  in  un  desiro 
di  asino  C)  Iw  riscontrato  clie  Ic  fibi-e  del  nervo-muscolo-culaneo  jiro- 
venivano  dal  sesto,  settimo  ed  ottavo  paio. 

Disfrihfzione. — II  ner\o  muscolo-cutaneo  giunto  all'altezza  dell'ar- 
teria  ascellare  fornisce  delle  bianclie  collaterali  ai  muscoli  anteriori  del 
braccio.  In  (piesfo  ])unto  si  dislaccn  un  ramo  clie  s'insinua  fra  le  due 
branche  del  muscoio  coraco-omerale  e  (|ui  fornisce:  un  lilctlo  destinato  alia 
porzione  superficiale  di  questo  muscoio;  un  altro  lilelto  piii  esile  per  la 
porzione  pi'ofonda;  ed  un  tei'zo  che  si  esaurisce  net  terzo  superiore  del 
muscoio  corto  flessore  dell'antibraccio.  Un  ramo  anteriore  che  costi- 
tuisce  un'altra  branca  collaterale  del  nervo  muscolo-cutaneo  e  il  nei'vo 
del  bicipitc  il  quale  nella  sua  laccia  profonda  si  divide  in  due  rami  che 
si  risolvono  ordinariamente  in  piii  liluzzi  destinati  ciascuno  alle  due 
porzioni  del  bicipite. 

In  quattro  preparazioni  di  grossi  ca\alli  ho  potuto  dissecarc  un 
piccolo  ramuscolo  che  si  distaccava  dalla  branca  anteriore  destinata  al 
bicipite  e  s'insinuava  nel  foro  di  nutrizione  dell'omero. 

(*)  Osservazione  n.  8  e  40. 
{°)  Oaservazioi'e  n.  50. 
(3)  Osservazione  n.  11. 
C*)  Osservazione  n.  30. 


—  72  —     . 

('onio  (liniostroro  in  appresso,  I'anastomosi  esistento  Ira  il  iiervo 
iniiscolo-c'ulaiu'o  cd  il  ncrvo  inediano  non  devc  considerarsi  come  una 
lusionc  dello  libro  di  (juolio  con  (|iioslo,  ma  solamonte  un  accoUamonto 
0  mcglio  una  ])iii  o  meno  tardiva  divisione  del  cutaneo  dal  modiano. 
Ouindi  la  branca  anastomotica  non  sara  clic  la  continuazione  del  nervo 
nuiscolo-ciitanco,  i  cui  i  rami  terminali  sono  rapi)rosentali  dal  nervo 
ciilaneus  anlibrarhii  Infemlis  o  nervo  sotloculaneo  antibraccialo  e  dal 
I'amo  destinato  alia  porzionc  inferioi'c  del  muscolo  corto  ilessore  del- 
r  antibraccio. 

Queste  due  branche  die  riunile  si  distaccano  dal  mediano,  all'al- 
tezza  della  meta  dell'omero  ])assano  al  disotlo  del  muscolo  bicipite  e 
toslo  si  (lividono  nel  ramo  destinato  al  muscolo  corto  Ilessore  dell'an- 
tibraccio  e  nel  ramo  sottocutaneo  antibraccialo  clie  fatlo  superficiale 
nella  laccia  esterna  delK  antibraccio  dii  ])rima  due  ramuscoli  al  muscolo 
stei'no-aponeurotico,  cjuindi  si  sdoppia  in  due  filamenti  sottocutanei  die 
corrono  sulla  faccia  esterna  dell'aponeurosi  antibracciale  e  die  accom- 
pagnano  con  le  loro  divisioni  le  due  vene  sottocutaneo  dell' antibraccio. 
II  lilamento  anteriore  termina  sulla  pelle  della  laccia  anieriore  delld  re- 
gione  del  carpo;  il  posteriore  biforcato  verso  il  (juarto  inferiore  del  radio 
giunge  con  uno  dei  suoi  rami  nella  guaina  car|)ea  e  nella  cute,  con  I'al- 
tro  fin  presso  la  regione  del  nodello. 


RIASSUNTO. 


Origine 

90  per  cento  dal  VIP,  YIIY  . . . 
10  per  cento  dal  YF,  Yir,  VHP 


n)  Branche 
coliaterali 


b)  Rami 
terminali 


Distribuzione 

un  filetto  alia  porzione  superfi- 
ciale del  muscolo  coraco- 
omerale. 

un  filetto  alia  porzione  profon- 
da  dello  stesso  rauscolo. 

un  filetto  al  corto  flessore  del- 
1'  antibraccio. 

un  ramo  al  muscolo  bicipite. 

un  filetto  al  foro  di  nutrizione 
dell'  omero. 

ramo  al  muscolo  corto  flessore 

deir  antibraccio. 
un   filetto   al    muscolo   sterno- 

aponeurotico. 
due  rami  sottocutanei. 


6.  Nervus  axillaris.  —  Nervo  ascellare  c  circumflesso. 

Orifjine.  —  11  nei'vo  ascellare  o  circumllesso  i)rende  la  sua  origine 
dal  settimo  ed  ottavo  paio  dei  nervi  cervicali.  Solo  in  tre  preparati  vidi 
concorrervi  anclie  qualche  filetto  del  sesto;  e  cioe:  nel  lato  destro  e  si- 


73 


nistro  di  iin  asino  (')  c  nol  lalo  deslro  di  iiii  caNallo  (^);  ed  in  allri  Ire 
cscmplari  cioc:  duo  ncl  lalo  siiiistro  di  cavallo  (')  cd  uiio  iiel  siiiislro  di 
asino  (^)  vidi  agginn^orsi  scarsi  lilolli  del  prinio  paio  doi  noi-vi  dorsali. 

Dislr/fzioiic.  —  Onosto  norxo  nianda  nn  iirinio  lanio  collaloialo  die 
si  |)()ila  al  nuiscolo  grande  lolondo  o  ciie  Iia  olonionli  dol  setlinio  o  dol- 
rollavo  paio  dci  noivi  corvicaii.  Esso  ])en  toslo  si  dixido  in  Ire  hianelie 
delie  ({nali:  una  superiorc  clie  eorro  per  un  eeilo  lialto  nel  soico  Ira 
(|ueslo  niuscoio  cd  il  solloscapolare  c  si  esauriscc  nella  parle  superiore 
del  grande  lotondo;  una  niediana  e  I'altra  inferiore  die  s'immergono  e 
lenninano  nella  parte  eoriispondenle  del  nuiscolo  stesso. 

Due  allri  rami  collaterali,  niollo  esili,  sono  deslinali;  T  uno  suj)e- 
riore  airarticolaziono  della  spalla  Taltro  al  muscolo  eorlo  llessore  del- 
rantibraedo. 

Un  quarlo  collalerale  e  destinato  alia  eule  della  regione  l)rad)iale 
anieriore  eniergendo  e  lacendosi  solloculaneo  dalFinlerstizio  IVa  il  lungo 
ed  il  corto  abdutlore  del  hraccio. 

,Un  ultimo  ranio  collalerale   e   destinato   alia   cute  deiranlihraccio 
eniergendo  dal  niargine  inferiore  del  mediano  cslensore  delF  antibraccio. 

Le  branche  terminali  di  questo  nervo  vanno  ai  niuscoli  abduttori 
del  braccio.  Al  lungo  abdutlore  vanno  due  rami:  uno  superiore  piii 
grosso  e  I'altro  inferiore  i)iii  piccolo  die  si  esauriscono  nella  sostanza 
del  nuiscolo;  al  corto  abdutlore  giungc  un  ranio  nel  mezzo  della  por- 
zione  muscolare  che  si  csaurisce  in  essa. 

RIASSUNTO. 


Origine 

B8  per  cento  dal  VIP,  VI tl'^ . . . 
6  per  cento  dal  VI^  VIF,  VHP 
6  per  cento  dal  VII",  VIIF,  I' 


(')  Osservazione  u.  6  e  7. 
(-)  Osservazione  ii.  39. 
(^)  Osservazione  n.  22  e  24. 
("*)  Osservazione  n.  44. 


Distribuzione 

nervo   al   muscolo    graude   ro- 

tondo. 
ramo    all'  articolazione    della 

spalla. 

a)  Branche  )  ramo  al  muscolo  corto  flessore 
collaterali  i         dell' antibraccio. 

/  ramo    sottocutaneo     bracliiale 
f         anteriore. 

ramo  sottocutaneo  antibraccia- 
\        le  dorsale. 

ramo   al  lungo   abduttore    del 

b)  Branche  \        braccio. 

terminali    )  ramo    al    corto    abduttore    del 
braccio. 


—  74  — 

7.  Nerri/s  nididlis.  —  Ncrvo  radiale. 

II  nervo  radialo  v  una  (Idle  braiiclic  |)ii!  voluiuinoso  del  plesso  l)ia- 
ehiale,  spesso  siipera  in  Nolnnie  il  ner\o  mediano  ed  il  ciibitalc. 

Origine.  —  Esso  pi'cnde  la  sua  oiigine  nel  plesso  IVa  il  nervo  inu- 
scolo-cutaneo  ed  il  nervo  mediano;  \v  sue  llhre  |)rovengono  dal  seltinio 
ed  ollavo  j)aio  dei  ner\i  eei'Nicali  e  dal  p'rinio  paio  dorsalc.  Solo  in  due 
lali  deslri  di  eavalla  (');  due  sinistri  ed  un  destro  di  cavallo(-);  uno 
dcstro  di  nuilo  ( ')  e  due  sinistri  ('')  ed  uno  destro  di  ninla  i';^)  il  settinio 
paio  non  j)arteeipaNa  alia  Ibrniazione  di  (piesto  nervo. 

Dislriht/zionc.  —  Ne!  suo  lungo  <'auiuiino  si  possono  dislinguere 
dei  raini  eollaterali  e  dei  rami  terminali. 

a)  Rami  rollafcmli.  —  Nel  punio  in  cui  il  nervo  radiale  s'im- 
nietle  neirinterstizio  Ira  il  museolo  i^rande  rolondo,  i  inuseoli  oleeranici 
e  la  faecia  |)osteriore  delT  omero,  emcitle  nn  j)rimo  grosso  ramo  siipe- 
riore  elie  s'immerge  tosto  e  si  esaurisee  nella  massa  del  grosso  esten- 
sorc  deH'antibraceio.  !n  appresso  da  nn  seeondo  lamo  eollaterale,  me- 
diano |)er  |)osizione,  clie  e  |)roprio  dei  lungo  eslensore  deli' antibraecio. 
Onindi  un  ramo  inleiiore  clie  si  esaurisee  nel  mediano  eslensore  del- 
ranlibraecioe  nel  museolo  anconeo.  AUiaverso  rintei'stizio  soj)ra  indicalo 
manda  un  ramo  al  eorto  eslensore  dellanlihraeeio  e  due  rami  solloeu- 
tanei  che  si  distribuiseono  alia  cute  della  faceia  esterna  deiranlibraecio, 
Spesso  in  vicinanza  di  questi  rami,  altre  voile,  ma  piii  raramenle,  da 
uno  di  essi  si  distaeca  un'esilissima  branca  ehe  si  porta  ad  innerNare 
la  porzione  mediana  del  museolo  corlo  llessore  dell'anlibraeeio.  Oueslo 
ramo  non  mai  descrillo  io  T  ho  Irovalo  nella  proporzione  deH'ollanla 
per  eento. 

I)  liaiiii  lenninali.  —  II  nervo  radiale  ginnio  snlla  faecia  anle- 
riore  delTarlieolazione  omero-radiale,  si  lermina  con  un  ramo  anteiiore 
che  s'immerge  nello  spessore  del  museolo  eslensore  anteriore  del  mcla- 
carpo;  con  un  ramo  posleriore  che  da  rami  alle  Ire  porzioni  dell' eslensore 
anieriore  delle  lalangi;  passa  fra  il  museolo  di  'riiiernesse  e  I'eslensore 
lalerale  delle  lalangi,  innerva  anche  (piesi"  ultimo  museolo  e  si  lermina 
eon  parecchie  branche  discendenti  ed  ascendenli  al  museolo  llessore 
esterno  del  melaearpo.  In  ullimodaun  ramo  inleriore  che  corre  sulla  fae- 
cia anieriore  del  radio  laseiando  qualehe  liletto  periosleo  e  che  tormina 
biforcalo   nello   spessore  del  mnscolo  eslensore  obli(pio  del  melaearpo. 


( ')  Oaservaziouo  ii.  -1  o  o. 

(')  Ossorviizione  n.  11,  15,  J3. 

(^)  Osservazione  u.  42. 

(')  Osservazione  n.  4.'J  c  47. 

(5)  Osservazione  u.  4!). 


—  75  — 


RI ASS  UNTO. 


Oruiiiie 

8-2  per  cento  dal  VIF,  VII T,  I'' 
18  per  -.ento  dal  VIII",  1"^ 


a)  Branche 
coUiiterali 


b)  Branclie 
termiuali 


Distrihuzione 

rami  al  muscolo  grosso   esteii- 

sore  deirantibraccio. 
rami   al   muscolo  Inngo  esten- 

sore  deirantibraccio. 
rami  al  muscolo  ni^diano  esten 

sore  deirantibraccio. 
rami  al  muscolo  ancoueo 
rami  al  muscolo  corto  estensore 

dell'  aiitibraccio. 
due  rami  sottocutauoi  antibrac- 

ciali 
uu  ramo  al  corto  flessore  del- 

1'  antibraccio. 

rami  all'esteusore  anteriore  del 
metacarpo. 

porzione     prin- 
rami  al  ni.esteuA     cipale. 
sore  auteriorem.    di    Thier- 
delle  falangi   /     nesse. 

'm.di  Phillips, 
rami  al  muscolo    estensore  la- 

terale  delle  falangi. 
rami  a)  muscolo  flessore  ester- 
no  del  metacarpo. 
rami  all'  estensore  obliquo  del 

metacarpo. 
rami  periostei. 


(Continuaj 


Studio  collettivo  del  peso  dell'  Enoefalo  iiegli  Italiani. 


Adcsioni. 


A^giungiaino  ;iir(3lenco  ili  coloio  olio  luuiiio  adorilo  alia  noslia  pio- 
posla  di  uno  studio  oolloltivo  siil  j)oso  deireiioclalo  negli  llaliaiii  o  oho 
oi  giovoraiino  dolla  loro  collaboraziono  il  nonic  del  sigiiori  IN'of.  Sal  a, 
Dirottoro  doll' Islitulo  analomioo  di  Tavia  ;  Prof.  I).  IJortolli,  ])irol- 
toro  (loir  Islitulo  aiiatoinioo  di  i'a(lo>a;  IM-of,  F.  Leggc,  l)irottoi-o  dol- 
r  Istiluto  anatomico  di  Cagliaii ;  (lolonnelio  doll.  V.  Imbriaoo,  Dirot- 


76  — 


tore  (li  Sanila  in  Fiienzo  ;  Doll.  T.  I)"Evanl,  libero  doconte  nella  U.  Uni- 
versila  di  Napoli ;  Dott.  (i.  Salvi  dell' Istiliilo  aiialomico  di  Sassari ; 
Dolt.  A.  Mori  dell' Ospedalc^  di  ('ainpii^lia  Maritlima. 

l/on.  Miiiislro  della  (iiiei'ra  si  e  compiaciiilo  di  raccoinaiidare  a^li 
ulliciali  niediei  di  laceogliere  osscrvazioiii  negli  ospedali  inilitari. 

11  Piof.  NValdeycr  lia  aimunzialo  una  sua  comunieazione  alia  |)ios- 
sinia  adiinanza  della  Analoniiselic  (iesellseliart  col  titolo :  «  Ueber  Chia- 
riiJL;i"s  Vorschlag,  die  Ilirwagung  Ijetrcllend  ». 

g.  c. 


COSI.MO    (^JIKUUBINI,    AMMlMSI'l{ATOKK-HESPOiNSABn.K. 


Ill 


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(I'libblicazioiii  Kaliaiie  (li  Zoolo<>iii,  Aiiatoiuia,  Eiiibrioloj,'ia) 

Organo   ufficiale   della   Unione   Zoologica   Italiana 

DIUETTO 

pAi  DOTTORI 
GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

Prof,    di    Aiiatoiuiii   uiiiana  I'lof.  (U  Aiiatomiii  coiiip.  e  Zoologia 

iiul  i;.  Istituto  (li  StuiU  Super,  in  L''iicii/,e  iiella  It.  I'uiversitii  di  Padova 

Ufficio  di  Direzione    ed   Amministrazione  :  Islilufo  Aiiatomico ,    Firenze. 
12  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno  Firenze,  Aprile  1901  N.  4 

SOMMARIO:    Bibliograpia.  —  Pag.   77-S4. 

CoMUNKAzioNi  OniGiNALi:  CaradoHna  Q.,  liicerche  sulla  costituzione  del  plesso 
brachiale,  sulla  distribuzione  dei  suoi  rami  terminali  e  suU'  aiiastoiuosi  fra  il 
nervo  muscolo-cutaneo  ed  il  nervo  mediauo  uegli  equiiii.  (Con  tavole  II  e  III). 
(Continuazione  e  fine).  —  Bertelli  D.,  Sviluppo  e  confonnazione  delle  pleure 
negli  uGcelli.  (Continua).  —  Pag.  84-103. 

NKCKOi.oGiii:  Giulio  Bizzozero — Giovanni  Battista  Laura  —  Jacopo  Da- 
nielli. —Pag.  103-108. 

Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  clie  si  pultblicanu   tiel   Moni- 
tore  Zoologico  Italiano  e  vietala  la  riproduzione. 

BIBLIOGRAFIA 


8/.'  dii  aolizki  soUanlo  dei  lavuii  ptibbli.calt  ut  Italia. 


VI.  Protozoi. 

Basil!  A.  —  Fecondazione  ed  immunita  per  il  Froteosomn  nel    Cnlex  pipicns. 

—   Atti  d.  R.  Accad.  d.    Lincei  (Rendic),    CI.    di    Sc.   fis..    matem.    e   not., 

An.  207,  Serie  5,   Vol.  9,  Fasc.  12,  2"  Sem.,  pag.  .362-864.  Roma  1900. 
Buscalioni  L.  —  Sulla  presenza  di   sostanze   amilacee    (amilodestriua?)    nel 

Coccklium  oviforme  Leuck.,  e  snll'affinita  di  quest' organismo  con  altri  pa- 

rassiti  dell'uomo  e  degli  auimali   Con  tav.  —  Estr.  di  par/.  10  d.  Malpighia, 

An.  10.  Genova,  tip.  Ciminago  1897. 
Dervieux  E.  —  La  Lepidocyclina  marginata  Michel otti.  —  Boll,  dei  Musei  di 

Zool.  ed  Anat.  comp.d.R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  '15  (J900),  N.  380.  "Torino, 

1900,  pp.  2. 

M.  z.  , 


—  78  — 

IX.   Vermi. 

1.  Parte  genera lk. 

Massalongo  C.  —  Nuovo  elmiutocecidio  scoiierto  suUa,  Zieria  julacea.  —  Mi- 
vista  di  Fatoloyia  vegctale,  Vol.  VII,  Firenze  IHOO,  pay.  87-89.  Con  una  tar. 

•J.  Platodi  o  Platielmintj  (Turbellari,  Trematodi,  Cestodi), 

Ariola  V.  —  Nota  sui  Cestodi  parassiti  del  Centrolophas  pompilius  Liiiu.  — 
Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Aiiat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Genova,  1900,  X.  9o. 
Geneva,  tip.  Ciminago  1900.  pp.  6. 

Ariola  V.  —  Nota  sui  Cestodi  del  Centrolophns  pompilius  (Suuto).  —  Rendic. 
d.  /"  As.semblea  e  d.  Coiweyno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  (24-27  Set- 
tembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  pag.  14-15.  Firenze, 
Dicemhre  J 900. 

Diamare  V.  —  Paronia  Carrinii  n.  geu.  n.  sp.  di  Teuioide  a  duplici  orgaui 
genitali.  Con  4  figg.  —  Boll.  d.  Mu.fei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  K.  Univ. 
di  Genova,  1900,  N.  91,  Genova,  tip.  Ciminago,  1900,  pp.  S. 

Monti  R.  —  Nuove  ricerche  sui  sistema  nervoso  delle  Plauarie  (Sunto).  — 
Rendic.  d.  1"  Assemhlea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna 
'24.-27  Settembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  pag.  o7-8S. 
Firenze,  Dicevibre  1900. 

Monti  R.  —  Nuove  ricerche  sui  sistema  nervoso  delle  Planarie.  Con  6  fig.  — 
Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  N.  11,  pag.  386-342.  Firenze,  1900. 

Monti  R.  —  L'heteromorphose  chez  les  dendroceles  d'eau  douce  et  un  parti- 
oulier  chez  la  Planaria  Alpina.  —    Vedi  M.  Z.,  XI,  II,  828. 

Monticelli  F.  S.  —  Sui  parassiti  del  Regalecus  glesne.  —  Rendic.  d.  I'  Assem- 
hlea e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  Settembre  lUOO), 
in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  pag.  36-37.  F'irenze,  Dicembre  1900. 

Perronoito  E.  —  Esiste  una  Taenia  tenella  diversa  dalla  T.  solium?  —  Giorn. 
d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  63,  X.  8,  pag.  814,  'Torino,  1000. 

Veratti  E.  —  Alcune  osservazioni  sui  sistema  nervoso  del  Distoma  epatico. 
Con  tav.  —  Boll.  d.  Soc.  medico-chir.  di  Pavia,  1900,  X.  3,  2)<^9-  115-T25. 
Pavia,  1900. 

D.  Nematodi  o  Nematelminti. 

Ceresole  G.  —  Difendiamoci  d&W Anchylostoma  duodenale.  —  Riv.  Veneta  di 
Sc.  mediche,  An.  17,  Tomo  33,  Fasc.  4,  pag.  152-155.  Venezia  1900. 

Noe  G.  —  Propagazioue  delle  filarie  del  sangue,  esclusivamente  per  mezzo 
della  puutura  delle  zanzare.  II.  Con  fig.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Lincei 
{Rendic),  Clas.  di  Sc.  fis.  matem.  e  nat..  An.  297,  Serie  5,  Vol.  9,  Fasc.  12, 
2°  Sem.,  pag.  357-862.  Roma  1900. 

Pagliani  L.  —  Un  caso  di  trichinosi  umana.  —  Riv.  d'  Igiene  e  Sanit<l  pub- 
blica.  An.  11,  X.  1.  pag.  5-8.  Torino  1900. 

Tridondani  E.  —  Intorno  a  dieci  casi  di  anchilostomiasi  in  gravidanza.  — 
Annali  di  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  22,  X.  12,  jmg.  1049-1076.  Mi  lano,  1900. 


—  79  — 
X.    Artropodi. 

].  Parte  generale. 

Gay  M.  —  Alcune    osservazioni   sulla    inanizione  in    certi  Artropodi  (Sunto). 

—  liendic.  d.  1'  Assemblea  e  d.  Conregno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna 
{24-27  Settembre  WOO),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  jiay.  88. 
Firenze,  Dicembre  1900. 

4.  Cro.stacei. 

Monticelli  F.  S,  e  Lo  Bianco  S.  —  SuUo  sviluppo  dei  Peneidi  del  Gollo  di 
Napoli  (note  riassuntive).  —  Rendic.  d.  I"  Assembler  e  d.  Convtgno  d.  Unione 
Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  Settembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11, 
.suppl.,  jjag.  28-31.  Firenze,  Dicembre  1900. 

Nobili  G.  —  Coiiti-ibuzioni  alia  conoscenza  deila  fauna  carcinologica  della  Pa- 
puasia,  delle  Molucche  e  dell'Australia.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat. 
di  Genova,  Serie  2,   Vol.  20  {18'JU-1901\  pag.  230-282.  Genova  1901. 

Nobili  G.  —  Decapodi  e  Storaatopodi  Indo-Malesi.  —  Annali  d.  Museo  cic. 
di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  473-523.  Ge- 
nova 1901. 

Nobili  G.  —  Descrizione  di  uu  nuovo  Palaemon  di  Giava  e  osservazioni  sulla 
Callianassa  Turnerana  Wh.  del  Camerun.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat. 
cump.  d.  li.    Unit-,  di   Torino,   Vol.   15  {1900),  N.  379,  Torino  1900.  pp.  4. 

Orlandi  S.  —  Sulla  struttura  dell' intestine  della  Squilla  mantis  Roud.  — 
Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Genova,  1900,  N.  92. 
Genova,  tip.  Ciminago  1900,  pp.  3. 

Riggio  G.  —  Contrihuto  alia  carcinologia  del  Mediterraneo  (Sunto).  —  Rendic. 
d.  F  Assemblea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Eal.  in  Bologna  {24-27  Set- 
tembre 1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  sapj)l.,  2)ag.  19-20.  Firenze,  Di- 
cembre 1900. 

Vinoiguerra  D.  -  1  gamberi  d'acqua  dolce :  relazione  presentata  alia  Com- 
missione  consultiva  per  la  pesca,  nella  sessione  del  maggio  189S.  Con  tav. 

—  Estr.  di  pag.  25  d.  Annali  di  agricoltura,  N.  21!/.  Roma,  tip.  Ber- 
tero,  1899. 

5.  Aracnidi. 

Berlese  A.  —  Acari,  myriap)dUa  et  scorpiones  hucusque  in  Italia  reperta 
(Acari,  miriapodi  e  scorpioui  italiani).  Fasc.  LXXX-LXXXIV.  —  Fadova, 
tip.  Salmin,  1897,  pp.  120. 

Berlese  A.  —  Acari,  myriapoda  et  scorpiones  hucusque  in  Italia  reperta 
(Acari,  miriapodi  e  scorpion!  italiani).  Fasc.  LXXXV-LXXXVIII.  —  Fa- 
dova, tip.  Salmin  1898,  pp.  96. 

Leonard!  G.  —  Nuove  specie  di  acari  trovate  a  Portici.  —  Padova,  lip.  Fro- 
sperini  1899,  jjp.  H- 

Pallavieini-Misciattelli  M.  —  Nuova  contribuzione  all'acarocecidiologia  ita- 
lica.  —  Estr.  di  pag.  23  d.  Malpighia,  An,  13,  Vol.  13  {1899).  Genova  tip. 
Ciminago,   1899. 

Police  G.  —  llicerche  sul  sistema  nervoso  deWEuscorpius  italicus  (Sunto).  — 
Rendic.  d.  Accad.  d.  Sc.  fis.  e  matem.  {Sez.  d.  Soc.  r.  di  Napoli),  Serie,  3, 
Vol.  6  {An.  39),  Fasc.  5-7,  pag.  136.  Napoli  1900. 


—  80  — 

Sicher  E.  —  Note  acarologiclie    della   Sicilia  :  imovo  Glyciphagas.  —  Fadova, 

tip.  Prosperini,  iHO'J.  jip.  ~>. 
Simon  E.  —  Chernoies  recueillis  eu  Erytliree  par  le  Lieutenant  F.  Dercliu  on 

1896.  —  AnnaU  d.  Museo  civ.  dl  St.  Nat.  di  Genova,  Scric  ti,  Vol.  20  {1890- 

i90l),pa(j.  596.  Genova,  1901. 
Simon  E.  —  Studio  sui  Chernetes  italiani  conseivati  nel  Museu  civico  di  (Jo- 
nova.  II.  —  AnnaU  d.  Museo  cic.  di  iSt.  Nat.   di  Genova,  Serie  2,   Vol.  20 

{1899-1901),  pay.  593-595.  Genova,  1901. 
Tietze  F.  —  Contribute  aH'acaroIogia  d'  Italia  :  osservazioni    sull'  acarofauua 

del  littorale  di  Malamocco    fVenezia).    —    Padova,    tij).    Frosperini,    1<S99, 

pp.  30. 
Tietze  F.  —  Contribute  all"  acarologia  d' Italia:  osservazioni  sull' acarofauua 

del  litorale  di  Malamocco  (Venezia).  Con  'J    tav.  —  Fadova,    tij).    Fro.sjn'- 

rini,  1900,  pp.  31. 

7.    MiKIAPODJ. 

Berlese  A.  —  Vedi  in  questo  N.  a:  Aracnidi. 

8.   InSETTI   O   ESAl'ODJ. 

a)  Parte  generale. 

Berlese  A.  —  La  essenza  della  ninfosi  (Sunto).  —  Rendic.  d.  /"  Af>.*>emblea  e 
d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  Settembre  1900),  in  : 
Monit.  Zool.  Ital.,  An.  It,  suppl.,  pag.  31-33.  Firenze,  Dicemhre  1900. 

c)  Ortotteri. 

Borelli  A.  —  Descrizione  di  una  nuova  Forficula  del  Congo.  Con.  fig.  —  Boll, 
d.  Musei  di  Zool.  ed  Aiiat.  comp.  d.  E.  Univ.  di  Torino,  Vol.  15  {1900), 
N.  38],  Torino  1900.  pp.  2. 

e)  Rincoti. 

....  —  Sopra   una  nuova  cocclniglia,  Aclerda    Berle.iii.  —  Bollettino    della   11. 

Soc.  toscana  di  Orticoltura,  Anno  23,  Firenze  1898,  pag.  41-42. 
Baldrati  I.  —  La  Diaspis  pentagona.  —  L'ltalia  agricola,  giornale  di  agricol- 

tura,  Anno  36,  Piacenza-Milano-Bologna,  1899,  pag.  395-397,  con  1  tar. 
Buffa  P.  —  Sopra  una  nuova  cocciniglia  {Aclerda  Berlesii).  Con  tav.  —  Boll. 

di  Entomol.  agraria  e  Patol.  veget.,  An.  5,'  N.  1.  pag.  5-8.  Fadova,  1898. 
BufEa  P.  -    Contribute  alio    studio    anatomico    della   Heliotlirips   liaemorrhoi- 

dalis.  —  Rivista  di  Fatologia  vegetate,  Vol.  VII,  Firenze  1899,  j^cig.  94-i08 

e  129-142,  con  5  tar. 
Dufour  J.  —  La  cocciniglia  di  San  Jose.  Co:i  fig.  —  II  Coltiratore,    Serie  5, 

An.  44,  N.  25,  pag.  7-12.  Casale,  1898. 
Leonard!  G.  —  Farlatoria  zizyphi.   Con  fig.  —  Boll,   di  Entomol.    agraria  e 

Fatal,  regetale,  An.  6,  N.  1,  j)ag.  3-6.  Fadova,  1899. 
Leonardi  G.  —  Gli  Afidi.  —  Boll,  di  Entomol.  agraria  e  Patol.   veget.  An.   5, 

N  5,  pag.  68-70.  Fadova,  1898. 
Mina  Palumbo.  —  Coccide  anapelofago  {Rhizoecus  fulcifer  Kunckel).  —  Boll. 

di  Entomol.  agraria  e  Fatol.  veget..  An.  5,  N.  3,  pag.  35-36.  Fadova,  1898. 
Montandon    A.    L.  —  Notes    sur  quelques    Hemipteres    Heteropteres    et    de- 
scriptions d'especes  nouvelles  des  collections  du  Musee  Civique  de  Genes. 


—  81  ^ 

—  Annali  d.  Museo  Civ.  di  St.  Nat.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  30  {18'J!l-l!)()i). 

■pag.  .531-541.  Genovu  1901. 
Perugia  A.  S.  —  L'afide  lanigero  (Schizoneura  lanigera  Haiism).  —  Piacenza, 

tip.  Porta,  I'JOO,  pp.  7. 
Porta    A.  —  Ricerche    sxxW Aphrophovd    spumaria    L.   Con  tav.  —  Rendic.  d. 

E.  Istit.  Lamb,  di  Sc.  e   Lett.,  Serie  -J ,   Vol.  83,    Fasc.    10,   pag.  020-928. 

Milano,  1900. 
Porta  A.  —  La  secrezione  della  spuma  nella  Aphrophora.  —  Monit.  Zool.  Ital., 

An.  12,  N.  3,  pag.  57-60.  Firenze  1901. 
Tamaro  D.  —  La  cocciniglia  San  Jose  {Asjndiosus  perniciosti.'^,  Comstock).  — 

//  Coltivatore.  Serie  5,  An   44,  N.  10,  pag.  297-208.   Casale,  /§.%'. 

f)  Coleotteri. 

Bourgeois  J.  —  Lvcides  nouveaux  ou  peu  connus  du  Musee  Civique  de  Genes. 

Deuxieme  Memoire.  Deuxieme  Partie  :  Sous-tribu  des  Lycini  (genuini).  A. 

Lvcides  de  la  Nouvelle  Guinee  et    des   iles    avoisinantes  (l.ere   Suite).  — 

Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,   Serie  2,   Vol.  20  (1899-1901), 

pag.  420-432.  Genova,  1901. 
Dodero  A    —  Viaggio  di  Leonardo  Fea  in  Birmania  e  region!  vicine,  LXXXII. 

Corylophidae  e  Pseudo-cori/lojyhidae.  —  Annali  d.  Mufteo  civ.   di  St.   Nat. 

di  Genova,  Serie  2,   Vol.20  (1899-1901),  pag.  563-566.  Genova,   1901. 
Dodero  A.  —  Res  Ligusticae.  XXXIL  Nuovo  Leptotyphlns  del  Genovesato.  — 

Annali  d.  Museo  Civ.  di  St.  N(d.  di  Genova,   Serie   '2,    Vol.  20  (1899-1901) 

pag.  573-574.  Genova,  1901. 
Faust  J.  — ■  Viaggio  di    Lamberto    Loria    nella    Papuasia    Orientale.    XXIIL 

Curcidionidae.  —  Annali  d.  Mu.seo  cir.  di  St.  Nat.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  20 

(1899-901),  pag.  5-130.  Genova,  1901. 
Gestro  R.  —  Material!  per  lo  studio  delle  Hispidae:  IV.  Cenni  sul  gen.  Coe- 

loenonienodera;Y.  Appunti  sul  gen.  Dozvne.^ia;  VL  Le  specie  del  gen.  Prio- 

nispa  ;  VIT,  Iiitorno  ad  alcune  JHspa  ptatiac.ante.  —  Annali  d.  Museo  civ. 

di  St.  Nat.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  21.5-229.  Genova, 

1901. 
Gestro  R.  —  Materiali  per  lo  studio  delle   Hispidae.    VIII.    Osservazioni    sul 

genere  Oncocephala ;  IX.  Una  questione    di    nomenclatuia.    —   Annali    d. 

'Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,   Vol.  20  (1809-1901),  pag.   313- 

330.  Genova,  1001. 
Gestro  R.  —  Materiali  per  lo  studio  delle   Hispidae.    X.  Alcune    osservazioni 

ed  aggiunte  a!  Catalogo  delle  Hispidae    di    H.    Douckier    de    Donceel.  — 

Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.   di  Genova,   Serie  2,    Vol.  20  (1899-1901), 

pag.  433-440.  Genova,  1901. 
Gestro  R.  —  Materiali  per  lo  studio  delle  Hispidae:    XL    Nota    sinonimica; 

Xii.  Aggiunte  al  genere  Distolaca.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nafitr. 

di  Gmova,  Serie  2,   Vol-  20  (1899-1901),  pag.  468-472.  Genova,  1901. 
Gestro  R.  —  Materiali  per  lo  studio  delle  Hispidae.    XIII.   Aggiunte   al    ge- 
nere  Dicladispa ;    XIV.    Appunti    sinonimici.  —  Annali  d.   Museo    civ.  di 

St.  Natur.  di  Genova,   Serie  2,   Vol.   20  (1890-1901),    pay.    550-552.    Ge- 
nova, 1901. 


^  82  — 

Gestro  R.  —  Alcune  osservazioni  intorno  al  geiiere  Chalcosoma.  Con  figure. 
—  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-HJOI), 
pag.  396-399.  Geneva,  190 1. 

Gestro  E.  —  Le  specie  del  sottogenere  Micrispa.  — Annali  d.  Museo  Civ.  di 
St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  {1899-1901),  pag.  168-171.  Ge- 
nova,  190!. 

Gestro  R.  —  Gli  Anoftalmi  trovati  finora  )iel  Veneto.  —  Annali  d.  Museo 
civ.  di  St.  Nat.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  567-572.  Ge- 
nova, 1901. 

Gestro  R.  —  Material!  per  la  conoscenza  della  fauna  Eritrea  raccolti  dal 
Dott.  Paolo  Magretti.  Un  nuovo  genere  di  Rliysopaussidae.  —  Annali  d. 
Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  743- 
748.  Genova,  1901. 

Gestro  R.  —  Nuove  forme  del  gruppo  delle  Platypria.  —  Annali  d.  Museo 
civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  [1899-1901),  jmg.  172-176.  Ge- 
nova 1901. 

Gestro  R.  —  Catalogo  sistematico  dei  Paussidi.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di 
St.  Natur.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (18:^9-1901),  pag.  811-850.  Ge- 
nova, 1901. 

Gorham  H.  S.  —  Species  of  the  sub-family  Lauguriides  contained  in  tlie  Civic 
Museum  of  Genoa,  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2, 
Vol.  20  (1899-1 901), pag.  354-368.  Genova,  1901. 

Jaeoby  M.  —  New  species  of  P/i.ytophagus  Coleoptera  from  Paraguay.  — 
Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Seine  2,  Vol.  20  (I899-190P; 
pag.  177-190.  Genova,  1901. 

Jaeoby  M.  —  Descriptions  of  two  new  species  of  llermesia  (Chry.wmelidae ; 
fam..  Eumolpidae).  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2, 
Vol.  20  (1899-1901),  2)ag.  351-353.  Genova,  1901. 

Pic  M.  —  Diagnoses  d\Anthicidae  de  la  Nouvelle  Guinee.  —  Annali  d.  Museo 
civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  602-608.  Ge- 
nova, 190  i. 

Pic  M.  —  Diagnoses  de  Macratria  de  la  Nouvelle  Guinee.  —  Annali  d.  Mu- 
seo civ.  di  St.  Nat.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  597-601. 
Genova,  1901. 

Pic  M,  —  Hylophilidae  de  la  Malaisie  et  nouveau  genre  A'AntJiicidae  de  Su- 
matra. —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol'.  20 
(1899-1901),  pag.  737-742.  Genova,  1901. 

Pic  M.  —  Anthicidae  de  I'Erytliree.  -  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Ge- 
nova, Serie  2,   Vol.  20  (1899-  1901),  jmg.  575-576.  Genova,  1901. 

Pic  M.  —  Diagnoses  de  Macratria  et  A'' Anthicidae  de  la  Malaisie.  —  Annali 
d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),pag.791- 
803.  Genova,  1901. 

Regimbart  M.  —  Dytiscidae  et  Gyrinidae  nouveaux  du  Musee  Civique  de 
Genes.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20 
(1899-1901),  2yag.  193-198.  Genova,  1901. 
Regimbart  M.  —  Sur  quelques  Dytiscides  nouveaux  de  I'Amerique  meridio- 
nale.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20(1899- 
1901),  pag.  524-630.  Genova,  1901. 


—  83  - 

Schenkling    S.  -  Indo-Australische  Cleriden.  —  Annali  d.  Museo   civ.  di  St. 

Natur.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.20  {189!J-I901),  pag.  135-107.  Genora,  1901. 
Schenkling  S.  —  Neue  Cleriden  des  Museums  zu  Genua  nebst  Beraerkungen 

liber  bereits  besohriebene  Arten.  —  Annali  d.  Museo   da.   di    St.    Nat.  di 

Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (1899-1901),  pag.  381-346,  Genova,  1901. 
Spaeth.  F.  —  Zwei  neue  Cassididen  von  Paraguay  gesammelt  von  Herrn  G. 

Eoggiani.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genovn,  Serie  2,   Vol.  20 

{1899-1901'},  pay.  577-579.  Genora,  1901. 

i)  Lepidotteri. 

Bianehi  A.  —  Esperieuze  sulla  determinazione  del  sesso  del  Bomhix  mori  dal 

bozzolo.  —  7/  nuovo  Ercolani,  An.  5,  N.  20,  pag.  380-394.  Pisa,  1900. 
Cannaviello  E.  —  Contributo  ad  una  monografia  sul  genere  }[acrQglossn  Ochs. 

—  Biv.  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  21,  N.   1,  pag.  10-17.  Siena,  1901. 
Santoro-Silipigni  G.  —  Alcune  specie  di  Ropaloceri  raccolti  in  Messina.  — 

IU)ll.  d.  Soc.  Zool.  ital,  An.   9  {Serie  2,   Vol.  I),  Fasc.   5-0,  pag.  263-204. 

Roma,  1900. 
Verson   B.  —  Dei  tessuti  gliiaudolari  clic  il   filugello  alberga    nei    suoi   varii 

circolatorii.    Con  1  tav.  —  Annvario    d.    H.    Staz.   Jhicologica    di    Padora, 

Vol.  28,  pag.  09-84.  Padora.  1900, 

k)  Imenotteri. 

Emery  C  —  Sul  polimorfismo  delle  Formiclie  e  particolarmente  dei  Dorilini. 
-  Rendic.  d.  1"  Assemblea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna 

{24-27  Settemhre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  pag.  47.  Fi- 

reiize,  Dicenihre  1900. 
Emery  C.  —  Nuovi  studi  sul  genere  Fcilon.  —  Rendic.  d.  Sess.  d.  R.  Accad.  d.  Sc. 

d.  Istit.  di  Bologna,  N.  S.  Vol.  4  {1899-900),,  Fasc.  3,  pag.  80.  Jlologna,  1900. 
Emery    C.  —  Fovraiche  raccolte  da  Elio  Modigliani    in    Sumatra,    Engano    e 

Mentawei.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Not.  di  Genora,  Serie  2,  Vol.  20 

[1899-1901),  pag.  001-722.  Genova,  1901. 
Mantero   G.  —  Nota  sul  genere  Sjnnaria  Brulle.  Con  fig.  —  Annali  d.  Aluseo 

civ.  di  St.  Nat.  di  Genora,    Serie  2,    Vol.    20   {1899-1901),   pag.   542-545. 

Genora,  1901. 
Mantero  G.  —  Viaggio  di  Lamberto  Loria  nella  Papuasia  orientale.    XXIV. 

Oryssinae.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St,  Nat.  di  Genova,  Serie  2,   Vol.  20 

{1899-901),  pag.  131-134.  Genova,  1901. 
Mantero    G.  —  Viaggio  di  Lamberto  Loria  nella  Papuasia   orientale.    XXV. 

Mntilidae  e  Scoliidae.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova.,  Serie 

2,  Vol.  20  {1899-1901),  pag.  580-592.  Genova,  1901. 

I)  Ditteri  e  Afanitteri. 

Basil!  A.  —  Appunti  di  anatomia  dei  Calicidi,  —  Giorn.  d.  R.  Esercito,  An.  48, 
N.  9,  pag.  904-907.  Ronm,  1900. 

Giacomini  E.  —  Contributo  alia  conoscenza  suU'organizzazione  interna  e  sullo 
sviluppo  della  Eristalis  tenax.  L.  Parti  I  e  II :  Osservazioni  e  annotazioni 
sulla  larva  e  sulla  immagine.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  11,  328. 


84 


Kertesz  K.  —  Zehn  neue  Sapromyza.  Arten  aus    Neu-Guinea    unci  Ternate. 

—  Annali  d.  Musen  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol. 20  {l8'Ji)-19i)l\ 
pag.  3')9-373.  Genova,  iOdl. 

Spciser  P.  —  Studien  iiber  Hippobosciden.  —  Annali  d.  Maseo  civ.  di  St.  Nat. 
di  Genova,  Serie  2,   Vol.  2(i  {1899-1'JOl),  pag.  553-5G2.  Genova,  1901. 

XI.    Eeliinodermi. 

Russo  A.  —  Sulla  fiinzione  renale  dell'organo  genitale  delle  Oloturie  (Sunto). 

—  Rendic.  d.  i"  A.ssemhlea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna 
{24-27  Setlembve  190')),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  .suppl.,  pag.  38-41. 
iirenze,  Dicemhre  1900. 

Russo  A.  —  Sulla  funzione  renale  dell'organo  genitale  delle  Oloturie.  Con 
tav.  6*^.  —  liicerche  fatte  net  Labor,  di  Anat.  norm.  d.  R.  Univ.  di  Roma 
ed  in  altri  Lahnrat.  biol..   Vol.  8,  Fasc.  I,  pag.  83-91.  Roma,  1901. 

XII.    Molluschi. 

I.  Parte  generale. 

Paravicini  G.  —  La  malacologia  italiana  terrestre  e  fluviatile  dal  punto  di  vi- 
sta critico  (Sunto).  —  Rendic.  d.  !"■  As.<iemblea  e  d.  Convegno  d.  Unione 
Zool.  It&l.  in  Bologna  {24-27  Settembve  1900),  in  :  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11, 
suppl.,  pag.  2i-22.  Firenze,  Dicembre  1900. 

3.  Gasteropodi. 
Carazzi  D.  —  Risposta  alia  Replica  del   Dott.  Mazzarelli  |Nota  polemica]. — 
Vedi  M.  Z.,  XI,  11,  327. 

<!.  Cefalopodi. 
Parona  C.  —  Sulla  dicotomia  delle  braccia  nei  Cefalopodi.  —  Rendic.  d.  7"  yl.s 
.^emblea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna {24-27  Settembre  1900), 
in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  II,  suppl.,  pag.  12-13.  Firenze.  Dicemhre  1900. 


COMUNICAZIONI     ORIGINAL 


Ricerche  suUa  costituzione  del  plesso  brachiale,  sulla  distribuzione 
dei  suoi  rami  terminali  e  suU'anastomosi  fra  il  nervo  muscolo- 
cutaneo  ed  il  nervo  mediano  negli  equini 

DKL 

DoTT.  GIAMIJATTISTA  CARA1H)NNA 

PRItFKSSORK   INCARIOA'I'O    DI    ANATOMIA    NOKMAUE    B   TDl'Od  K  AK/CA    VtTKRINAItIA 
NELL,A    UNIVERSITA    I>I    PKRUGIA. 

(Con  Tavoie  II  e  III). 

(Coiitinnuzione  c  lino,  vedi  n.  :!.) 


S.  Xrri'N.s  iimlianvfi.  —  'Snso  nipdinno.  ii.  ciihild-iilanlJii-c.   nci'vo 
iiiodio-digilal  di  (Iha ussier. 

Oriyinp.  —  II  nervo   niodiiiiio   e  una   delle  hianclie  |)iu  iinpoilaiili 


85 


del  picsso  brachialc;  Ic  sue  lihic  provongono  iiolla  ma^i^ioi-  parte  dci 
casi  (lal  scllimo  cd  ollavo  paio  dci  n(>r\i  eer\icali  c  dal  |)i'inio  c  secondo 
paio  (lei  nervi  dorsali.  Solo  come  eecezione  tro\ai  nianeaiile  in  otio  |)i-e- 
|»arati  dei  lilelli  nervosi  proxciiienli  dal  sellimo  paio;  e  cio  in  un  lato 
desiro  (V  ed  in  iiii  sinislio  di  cavalio  \'):  in  lie  lali  desiri  [)  ed  lino  si- 
nislro  di  cavalla  C):  in  un  lalo  sinistio  di  asina  (')  ed  in  nn  sinislni 
di  nulla  ('"'). 

Jhslrihiizionc.  —  II  neivo  niediano  cosi  costilnilo.  [iriina  al(|iianlo 
sehiaceialo,  j)oi  assai  regolannenle  cilindrieo,  discende  (jiiasi  \erlicai- 
nienle  siil  lalo  inlerno  delTarlo  lornendo  dei  rami  collateral  e  dei  rami 
lerminali  a  iiran  ])arte  dei  muscoli  dell'arto  anteriore. 

aj  Rami  rolhitcrali.  —  Ouesto  nervo  |)riina  di  ricevere  Fanasto- 
mo-si  0  nieglio  raccollamenlo  delle  lihie  iierNose  provenienti  dal  ner\o 
imiscolo-culaneo  non  Ibrnisce  alcuna  branca  collaterale.  At  disotto  del- 
ranastomosi  da  una  sottile  branca  la  (jiiale  si  distacca  aH'altozza  del 
collelto  anatoinico  deiromero  e  va  a  poitarsi  nel  inargine  posteriore  delta 
porzione  superliciale  del  nuiscolo  coraco-omerale.  A  livello  dell' inser- 
zione  inl'eriore  delta  stessa  porzione  superliciale  del  muscolo  coraco-ome- 
rale, si  j)arte  un  esile  liletio  ner\oso  die  si  porta  alia  laccia  anteriore 
delFarticotazione  omei'o-radiale  e  si  distribuisce  at  legamento  anlerioic 
di  <|uesla  articolazione. 

All'altezza  dell' estremila  inferiore  delfomei'o  si  distaccano  due 
rand:  uno  motto  piccolo  die  va  ai  legamenti  della  laccia  esterna  del- 
I' articolazione  omero-radiale,  e  laltro  die  forma  un  I'amo  \ascolare. 

Ad  un  ccntimeti'O  circa  |iiu  in  l)asso  si  distaccano  dal  niediano  ed 
alia  sicssa  attezza  due  brandie  delle  (|uali  la  superliciale  si  (li\ide  losto 
oi-dinariamente  in  (piatlro  tiletti:  uno  superiore  ed  ascendente  die  s"im- 
merge  nello  spessoi'e  del  muscolo  llessore  inlerno  del  melacar|)o  c  si 
esaiirisce  nel  suo  quarto  sii|)erioi-e;  Ire  inleriori  discendenti  die  pene- 
Iraiio  nel  muscolo  slesso  a  di\erse  allezze  e  lo  iniier\aiio  nel  suo  re- 
slanlc  inferiore.  La  tiranca  profonda  si  divide  pur  essa  in  tre  rami  prin- 
cipali  die  per  la  loro  posizione  possono  essere  distiiiti  in  superliciale, 
mediano  e  profondo.  II  raino  superliciale  iiianda  un  esilc  lildlo  al  llessore 
obli(pio  del  metacarpo  e  con  Ire  brandie  terniinali  \;\  ad  inner\arei  tre 
ca|>i  del  llessore  profondo  delle  falani:!:  doc  il  cajx)  omeralc.  (|uello  cu- 


(V)  Osseivazione  ii.  12. 
(")  Osservazinue  ii.  11. 
('')  Osaerviizioiii  n.  4,  5,  8. 
(■*)  Ossorvazioiie  ii.  :i. 
('')  Oa.serviizioiie  n.  44. 
('')  Oaservazione  n.  47. 


—  86  — 

I)ilal(!  0  (jiicllo  radiale.  11  i-aiiio  modiano  ron  due  hranclic  I'lina  asccn- 
(lentc,  discendcnte  lallia.  \a  al  imiscolo  llossorc  siiperliciale  delle  fa- 
langi.  11  ranio  |)r()lond()  in  iillimo  da  mi  lilelto  disccndcnle  dostinatn  al 
pci'ioslio  dclla  laccia  anici'iorc  del  radio;  una  piccola  bi'anca  ])()st('ri(ti(' 
(•he  entra  nelT areata  radio-eubitale  e  peneira  nel  Ibro  di  niitrizloiie  del 
I'adio;  e  con  la  maggior  parte  delle  sue  fibre  si  tennina  nella  poiv/ione 
radiate  del  inuscolj  llessore  |)rofondo  delle  lalani^i. 

b  Ihoni  ierminali.  —  I.e  branelie  lenninali  del  nei\o  iiiediaiio 
sono  due  e  naseono  insieme  al  disollo  delta  i;uaina  earpica,  e  snbilo 
dopo  le  loro  orii^ini   jirendono  diverso  (lee(trso.  Tali  briinclie  sono: 

1"  tl  ner\o  planlare  o  collalerale  interno  dello  slineo  ctie  e  ta 
dirella  conlinnazione  del  nel■^o  niediano;  fornisee  liingo  il  siio  j)erc(»rso 
inotti  ranuiscoli  eiitanci  c  due  speciali,  uno  verso  resln^niila  su|»eriore 
I'altro  verso  il  terzo  inferiore  del  nielaearpo  ctie  si  portano  ii  prinio  al  nui- 
s(M»lo  interosseo  esterno,  it  secondo  al  niuseolo  lond)rieale  coi'rispondenle. 
In  |)('"  sopra  delta  nieta  dello  stineo  si  dislacea  un  ranio  etie  si  di- 
rige  ol)li(|uanienle  in  basso,  cireonda  indielro  i  lendini  ilessori  delle  la- 
langi   |)er  eongiuni-ersi  eol  eollalerale  eslerno  dello  slineo. 

1'^  W  nervo  |)lanlai'e  o  eotlaterale  eslei'no  dello  slineo  e  eosliluilo 
dalla  riunione  della  bi-anea  lerminah;  del  eubitale  fusa  con  la  liianea 
del  nervo  inediano,  I'usioiu'  elie  avviene  nella  laccia  interna  delT  osso 
|)isirornie.  Ancti'(\sso  come  il  j)rece(lenle  da  rami  ai  nuiscoli  inlerossei 
e  lombricali  e  numerosi  e  sollilissimi  ramuscoli  alia  cute  del  lalo  c(»r- 
rispondenle.  l)o])o  av^enula  la  fusione  dc;!  nervo  niediano  col  cnbilale. 
dal  li'onco  ctie  ne  risulla  si  dijiarle  alFallozza  dell'eslremila  superiore 
del  nielaearpo  una  cospicua  branca  nervosa  ctic  decorre  Ira  i  lendini 
Ilessori  delle  lalangi  ed  il  legamenlo  sospensore  del  nodello,  la  quale 
einelle  ramuscoli  die  si  distribuiscono  alia  laccia  esterna  di  queslo  te- 
gauiento,  con  la  branca  priiicipale  penelj-a  nel  legamenlo  slesso  e  si 
poiia  nella  sua  laccia  jirofonda  terminando  in  soltiti  litamenti  die  pos- 
sono  esser  seguiti  iin  presso  I"  articolazione  del  nodelto. 

1  {\\w  iiervi  collaterali  dello  slineo  si  terininano  ciascuno  nei  nervi 
digitati,  i  (luali  |)rendono  il  loro  jiunlo  di  origine  netta  parte  superiore 
delta  regione  del  nodello.  Essi  sono  ordinarianienle  due;  il  digitale  |)o- 
steriore  ed  il  digitate  anieriore.  Non  e  coslanle  it  digitate  niediano  de- 
scrilto  dai  |>iii  degti  aulori.  die  quando  esisle  puo  a\ere  origine  o  da!- 
r  anieriore  o  dal  posteriore.  tiiner\ano  lullo  il  j)iede  ed  il  decorso  ta 
direzionc  ed  i  rami  die  da  essi  parlono  iiresentano  ditlerenze  nolevo- 
lissinie  non  sottanto  I'ra  due  |)iedi  dello  slesso  indi\iduo  ma  anclie  Ira 
le  laccie  di  uno  stesso  piede. 


87 


Originc 
84  per   cento   d.il    VII'', 

vrir.  r'.  ir'.- 

IGper  cento  (lul  Viri',!"', 

ir'. 


cq 


RIASSUNTO. 

Disfribuzione 

ramo  al  muscolo  coraco-omerale  iporzione  su- 

lierficiale). 
ramo  al  legamento  anteriore  dell'  articolazione 

oraevo-radiale, 
ramo  ai  legaraenti  della  faccia  osterna  dell'ar- 

ticolazioiie  omero-radiale. 
ramo  vascolare. 


o3    0) 

5  3  \ 

S  s  I 


ramo  siiperiore  od  ascenderite  al  quarto 
superiore  del  muscolo  flessore  interno 

I         del  metacarpo. 

I  ramo  inferiore  o  discendente  al  restante 
del  muscolo  flessore  interno  del  meta- 
carpo. 

ramo  al  muscolo  flessore  ohliquo  del 
0)  metacarpo. 

^  [  ramo   al    capo    omerale    del    flessore 
3  ^  I         profondo  delle  falangi. 
3  g  1  ramo  al  capo  olecraneo   del   flessoro 

gn/         profondo  delle  falangi. 
I      «)     ramo  al  capo  radiale  del  flessore  pro- 
fondo delle  falangi. 


d 

— '  a 

cS  -2 

CQ 

a3  "1 

-o' 

^s. 

1^ 

n  O 

>  U 

f5    CD 

ramo  mediano  al  muscolo  flessoro  superfi- 
ciale  delle  falangi 

o     filetto  periosteo. 
o  y,  V  ramo  vascolare. 

so     ramo  al  f'oro  di  nutriziono  del  radio. 
s-  2  /  ramo    al    capo    radiale    del    muscolo 

^  flessore  profondo  delle  falangi. 

;;:     rami  cutanei. 
—  2  \  larao  al  muscolo  interosseo  interno. 
2  3     ramo  al  muscolo  lomhricale  interno, 
'-'^t  ramo  anastomotico  col  nervo  collate- 
3  rale  esterno. 

_^     nervo  digitale  anteriore. 
g  2\  nervo  digitale  mediano  (quando  esi- 

\  nervo  digitale  posteriore. 

rami  al  sospensore  del  \  saperficiali. 
•^  nodello  /  profondi. 

-,  u  {  rami  cutanei. 

S  -2     ramo  al  muscolo  interosseo  esterno. 
>-'  ;:3  j  ramo  al  muscolo  lombricale  esterno. 
§  '  ramo  anastomotico  che  proviene  dal 
nervo  collaterale  interno. 


■^  I     ^     nevvo  digitale  anteriore. 

^  'g  s  '  nervo  digitale  mediano   (<}uando  esi- 

'    til        ste)._ 

~^     nervo  digitale  posteriore. 


—  88  — 

!l.  .\('fr//.s  l/ioniro-dorsdiis.  —  .Nei'\(t  ;il   inuscolo  grande  dorsalo. 

Oiicslo  iKM'vo  prendc  la  sua  orijiinc  (laHOllavo  paio  doi  iicinj  cci- 
\icali  ('  dal  priino  paio  dci  nervi  dorsali.  Sodici  voile  sii  conlo  lio  lio- 
\alo  (|iialcli('  fascio  di  lij)i'('  del  sccondo  pain  dei  nervi  dorsali  die  si 
p()ila\aii(>  a  cosliliiire  ipiesle  nervo.  I>se  pei'o  soiio  stale  sein|)re  in  ])ie- 
colissinia  (|iiaiilila  ed  appailenevaiio  a  due  lati  desiri  ')  e  (|iialli(t  sini- 
slii  di  ea\allo  i^-    e  a  due  lali  sinislri  di  eavalla  [.. 

Alia  sua  uscita  dal  plesso  si  dirige  indielro  e  sulla  I'aceia  prolonda 
del  nuiseolo  i^iande  dorsale  ove  si  esaurisce  con  nuuieiosi  liletii  dis|»osli 
a  ventaiilio  uella  soslanza  del  nuiseolo  e  nella  sua  aponeurosi. 

RIASSUNTO. 

Ovigine  I  DMvihuzione 

84  per  cento  dall'  VIIl'',  l' .  al  muscolo  grande  dorsale. 

16  per  cento  dall'  VIH'',  I'',  II'i I 

10.  Nrrrt/s  ifhiaris.  —  n.  cubilal<'.  u.  (•ul)ilo-eulane(».  u.  n/liilalis  di 
Soni  Ml  erini.;',  n.  eubilo-digilal  di  (ilia  ussier. 

Orif/iitc.  —  Le  lihre  del  nervo  euhilale  |)ro\engono  dalFoitaNo  jtaio 
dei  ner\i  eervicali  (\  dal  prinio  e  seeondo  paio  doi-sale.  In  (\\w  lali  de- 
siri di  eaNalla  ;^),  in  uno  deslro  f)  e  due  sinislri  di  eavallo  ''  .  in  un 
lalo  sinistro  di  asina  ;')  ed  uno  sinislro  di  uuda  f")  lio  lro\alo  die  il 
uer\o  euhilale  a\('\a  la  sua  (U'igine  dal  solo  primo  e  second(t  paio  dei 
iiervi  doi'sali. 

Dislrih/fzioiic.  — II  nervo  eubilale  airaltez/a  della  inela  della  esleii- 
sione  (l(  lldiiiero  roruisee  un  sollile  lilello  ner\(>so  al  nuiseolo  luuiio  eslcMi- 
sore  dell"  anlihraceio  ed  un  raino  solloeulaiieo  die  si  dislrihuisce  alia 
pelle  della   laecia   |)osleriore  deH'anlihraeeio. 

(liiiiilo  alTallezza  deHaiiieolazioiie  oiiiero-radiale  si  (li\idein  Ire 
rami  pri!iei|)ali  clu^  jier  la  loro  siluazione  possono  essere  disliiili  in  an- 
teriore  inediano  e  posleriore.  II  raiiio  anleriore  |)iii  jiieeolit  \a  al  lies- 
sore  iiileriio  del  iiielaearpo  e  si  esaurisce  raniilicandosi  iidla  slia  por- 
zi(uie  inuscolare.  Da  esso  si  slaccano  dei  lilelli  arlicolari  in  nuinero 
variabile  (da  uno  a  Ire'i  ma  sempre  iiiollo  tsili  die  si  perdoiHi  ndle  |)arli 

(')  Ossei'Tazioui   n.  2  i^  10, 
('^)  Osaervazioni  ii.  1,  i),  11,  50. 
(■')  OsHerv.izioni    u.  IG.  19. 
C")  Osservazioiii  ii.  1,  .''). 
('')  Oaservaziono  ii.  li;. 
(")  Osaerva/.ioni   ii.  11,  li'i. 
(')  Osservazioiie  ii.  44. 
(**)  Oaservazioue  ii.  47. 


89 


circoslaiili  dcIT  aiiicola/ioiic.  II  I'liiiio  iii(mIj;iih)  si  dhidc  joslo  in  (lii(> 
hrjiiH'lic  clic  si  |i(>fl;iiio  lisitclliNiiiiiciilc  ;il  niuscolo  llcssorc  sii|i('i-lici;il(' 
(lell(!  lalaii^ii  cd  alia  iiorzioiic  (micialc  del  lk'SS(tr('  iiioloiido.  11  lanio  |io- 
slcriorc  da  una  hiaiica  |millosi(>  |»iccola  al  ra|)()  olccraiwo  del  llcssorc 
(»hii(|ii(>  del  iiiclacar|)<t;  due,  I' una  sii|»cii(>i-c  c  lallia  inlcriorc.  al  caiio 
(ticci'aiico  del  llcssoi'c  ijndondo  dellc  ralangi  c  la  iiiassa  |)i-inci|ialc  di 
(|iicsl(>  lanio  eoifc  liiiij^o  il  niai';:iiie  |»(tsleriorc  del  llcssorc  ol)li(|iio  del 
iiicla('ai|to  liii  pi'csso  Tosso  sopracarpiaiio  o  iiisHoriiic  onc  si  snoI^c  iicl 
siioi  due  rami   leriiiinali. 

I))  lidiiii  (cnitiiudi.  — •  II  eid)ilalc  si  divide  in  due  hranelic  Icrnii- 
nali  a  IincIIo  dclla  I'Ciiionc  earpica,  dislinlc  sccondo  la  loro  posi/jonc 
in  snpcrlieialc  c  prolonda. 

I,a  hranea  siiperlieiale  o  solioeiilanea  alli'a\ersa  I"  in!crsli/.io  lascialo 
dai  lendini  lerniinali  dei  niiiseoli  llcssori  eslcrno  (h\  ol)li(|iio  del  niela- 
carpo  c  I'aponeiirosi  anlil)raeeialc.  c  ('(»n  parecelii  lilanienii  si  dislrihnisce 
sidia  pellc  dclla  faceia  cslerna  ('{\  aiilci'iorc  del  niclaearpo  lin  sollo 
Tarlicolazionc  del  noddle. 

La  hranea  prol'onda  si  londc  eon  nn  ranio  dei  nerNo  lucdiano  snila 
laeeja  interna  deH'osso  pisilornie  per  eosliliiirc  il  ncr\o  colhilcralo eslcrno 
dcllo  stineo. 

EI  ASS  UNTO. 


OrUjine 

86    per    cento  dall'  VIIF, 

i"  e  11" 

14  per  cento  dal  I-'  e  11''. 


Distribuzioiie 

j  ramo  al  muscolo  lungo  estensore  clel- 
'         r  antibraccio. 
ramo  sottocutaueo. 

I 

,   ramo  al  muscolo  flessoro 
i         ramo        \         •    ,  i  i        ^ 

,     .  ;         mterno  del  metacarpo. 

I     anteriore     i  ....  a 

I  '  rami  articolari. 

'  ramo   al  flessore   superti- 

«)  Branche  .  ^         ciale  delle  falangi. 

collateral!  ',•  ramo  al  capo  omerale  del 

J     mediauo     t  ^      n 

J  f         muscolo    nessore   pro- 

I  \         fondo  delle  falangi. 

I  ramo  al  capo  olecraneo  del 

'  I  muscolo   Hessore    obli- 

I  ramo        '  quo  del  metacarpo. 

posteriore  j  ramo  al  capo  olecraneo  del 
'         muscolo   flessore   pro- 
ton do  delle  falangi. 

7  ,  T,         I     ,   ramo  superticiale  sottocutaueo. 
0)  Jaranche  \  *      i       i        •   <•      i         i 

,         .      ,.     '  ramo  proioudu  cue  si  londe  col  nervo 

terminali    i  i- 

(        mediano. 


—  90 


11.  \rrr((s  riiUmcus  lirachil  nifdidlis.  —  Nerio  sottociilanco  lo- 
racico. 

()ri(/lii('.  —  Ouc'slo  iieiNo  |)iiill()sl()  jiiiosso  die  si  ilislacca  dal  plesso 
hraciiialc,  si  origiiia  ii  piii  (Idle  Nolte  dali' olUno  paio  dci  iicrNi  ccrNi- 
cali  u  (lal  priiiio  paio  dei  iicrNi  dorsali.  In  iiiolli  preparali  lio  \ediilt) 
die  si  a^iiiiini;e\aiH)  andic  ddle  librc  dd  sot'oiulo  paio  dei  nervi  dor- 
sali ('  do  ill  due  lali  desti'i  ('  ed  in  due  siiiislri  di  easallo  r}:  in  due 
desiii  ■•  cd  in  iin  sinisiro  di  ca\alla  *  ;  in  due  lati  deslri  ^°^  ed  in 
i\uc  sinisiri  ("  di  asiiio;  in  iiii  lalo  sinisiro  di  asina  '}  ed  nn  sinisiro 
di  inula    ^\ 

Allre  \olle  I"  origine  di  (juesto  neiNo  lo  \i(li  date  dal  solo  primo  e 
seeondo  |)aio  dei  nervi  doi-sali:  e  eio  in  uii  lalo  destro  i^'')  e  due  sinisiri  di 
(•a\allo^*";  in  un  lalo  sinisiro  di  asina  ("^j  ed  in  un  lalo  desiro  di  luulo  ('-j 
ed  in  un  destro  di  inula  /'j. 

Dlslrihuzionc.  —  Parlilo  del  plesso  hiaeliiale  si  |)orla  indieiro  sulla 
reiiione  del  eoslato  se^uendo  la  vena  degli  s|)eroni  e  eon  minierose  ler- 
ininazioni  rinlorzale  dai  ner\i  perloranli  lorina  una  rele  nervosa  nella 
I'aeeia  inlerna  del  |)ellieeiaio  del  toraee,  polendosi  seguire  le  sue  branelie 
lerniiiiali   Iin   i)ress(»  il  lianeo. 

(iiiinlo  alTallez/a  del  <|uarlo  spazio  inlereoslale  forma  insieme  al 
iier\o  perl'oranle  die  ine(uilra.  un  ranio  sj)eeiale  elie  si  poria  sujierli- 
eialinenle  e  terinina  eon  una  rieca  arljorizzazione  nella  pelle  della  melii 
posleriore  della  spalla  e  del  hraeeio. 

lilASSUNTO. 


Origine 


62  per  cento  dall'  VIII' ,  I" 

•J6  per  cento  dall'  VIII' .  I'l,  II'>. 
12  per  cento  dall'  I'\  II' 


Dust  rib  uzione 

AI  muscolo  sottocutaueo  del  toraee 
ed  alia  pelle  della  meta  posteriore 
della  spalla  e  del  braccio. 


(') 
(-) 
{') 
V) 

(■■) 
(") 
(■) 

('■') 
(") 


Osserviizioiii  ii.  2-10. 
Osservazioiii   u.  l-'J. 
Ossei'vazioui    ii.   8-3t^. 
( )s8ervaziouo  n.  iJ. 
I  )sservazioui   ii.  7-17. 
Osservazioui    u.  6-lS. 
Osservazioue  ii.  44. 
Oosovvazione  u.  47. 
( )ssorvazioue  u.  12. 
Oaservazioui   ii.  11-U^. 
Osservazioue  u.  26. 
Osservazioue  u.  42. 
Osservazioue  n.  41). 


91 


(1.  Anaslomosi  del  ncvvo  masculu-vulaneo  col  iirrro  iiicdKHto. 

Dalle  ricLTche  da  ine  csciiuilc  siii  ciiKiiiaiila  ])l('ssi  hi'acliiali  (k'- 
si-rilli,  risulta  clie  1' anastomosi  IVa  il  irtvo  imiscolo-ciilaiR'd  ed  il  ikmxo 
iiR'diaiio  0  coslanto,  o  che  essa  e  eosliluila  seini)ro  da  (aKci  di  lihic  clic 
il  ner\o  imiscolo-culanco  invia  a!  ncrvo  mediano.  In  iin  solo  caso  ho 
risconlralo  iin' anaslomosi  elio  lio  indicalo  \nu  innanzi  col  nome  di  ana- 
slomosi plossilornie  coslihiila  da  lihi'c  die  dal  nc'r\o  nicdiano  \anno 
a  |)orlarsi  ncl  nt'iNO  inuscolo-ciilaneo. 

II  \ohiine  ordinario  di  laic  anaslomosi  v  niolio  Nariahilc,  ina  seni- 
prc  voliiminosa,  ordinarianicnic  lafiiiiiingc  i  diu'  Icizi  dclla  gfosscz/a 
dclla  radice  del  nei'No  nmscolo-cnlanco.  Essa  si  dislacca  a  li\ello  ciiTa 
della  laccia  interna  deirarlicolazione  scajjolo-onierale  o\e  inconira  sii- 
bilo  rarleria  ascellaie  elie  inerocia  in  Inori  ad  angolo  acnio  e  laf-^iiiinizc 
il  Ironco  del  mediano  eon  nn  liaiiilio  ol)li(|no  in  liasso  ed  in  a\anli. 
La  hranea  anaslonKdiea  e  eosliluila  di  libie  del  sellinio'  |»aio  dei  nei\i 
eer\ieali  elie  sono  in  |)oea  (juanlila  e  da  Inlle  <]uelle  dell'olla\o  elie 
vanno  a  cosliluire  I'origine  del  nei\o  mnseolo-eiilaneo. 

Tniti  gli  aulori  parlano  di  (juesla  anastomosi  eomeeoslilnila  da  lila- 
menti  elie  si  |)ortano  reciprocamente  daH'nno  aH'alli-o  eordone;  ma  iin'ae- 
enrata  dissezione  la  ben  Nedeie  come  vi  somj  realmeiile  delle  libre  del 
nu'diano  elie  si  dirigono  \erso  il  nei\o  mnseolo-eulaneo.  le  (|iiali  peio 
liingo  r  anaslomosi  s'ineonliano  e  si  I'ondono  eon  una  parle  di  (pielle 
proNenicnIi  dal  museolo-eiilaneo  e  coslilniseono  or  nno  or  dne,  allre  voile 
Ire  lilelti  nervosi  die  si  dislribuiscono  ai  mnseoli  |)ellorali.  Oiiesli  lilelli 
nervosi  elie  sono  il  risullalo  della  Insione  di  lilamenii  del  nervo  me- 
diano e  di  ([uelli  del  nervo  ninseolo-ciilaneo  pro\en^ono  dalFotlavo  |)aio 
(lei  nervi  cervieali.  II  reslo  delle  libre  del  nerNO  nuiscolo-enlaneo  si  ad- 
dossano  al  mediano. 

Ho  detio  si  addossano  e  non  si  londono  col  mediano  j)erdie  la  dis- 
sezione previa  macerazione  mi  lia  lallo  convinto  die  realmentc  le  libre 
del  nervo  muscolo-cntaneo  si  accollano  a  ([uelle  del  mediano  jicr  un  tratto 
di  dieci  a  quindici  centimeiri,  per  disgiungersi  poi  di  nuovo  e  costituire  i 
rami  terminali  del  ner\o  mnseolo-eiilaneo  stesso  dali  dal  filamento  al 
muscolo  corlo  Ilessore  deiranlibraceio  e  dal  nervo  sollocutaneo  anli- 
bracciale. 

In  lulli  i  cin(|uanla  preparali  t'atii  ho  posta  molla  attenzione  nel 
delerminare  csattamenle  il  \eroslalo  di  quesla  anastomosi  ed  ho  vednlo 


92 


cosliiiilciiiciilt'  hi  (lisposi/ioMc  s<t|»rii  indicalii.  In  ((iiiilclic  incpiirazionc 
|)('io  ;il(*iiii('  scarsc  lihrc  del  iutno  nmscdld-ciilaiico  aii(la\aii()  ad  imiisi 
(;  (-onliniiai'i'  in  hasso  hin^^o  il  Ira^illu  del  nicdiano  dai  (jualc  iion  si 
disla<-ca\an(>  piii. 

In  nn  caso  OsscrNazionc  N.  '•]  Iki  li(»\alo  nnanasloniosi  clic  pci- 
la  spccialc  (lis|)()sizi(>n('  dellc  lihro  die  la  cosliluiNano  lio  crcdiilo  di  cliia- 
niarlc  anasloniosi  picssirornic.  Inlalll  in  cssa  si  risconlravano  librc  del 
ncTM)  iiiuscolo-ciilaMco  clic  aiKhnano  al  mcdiano  ed  allic  ciic  dal  nic- 
diano  anda\an(>  al  nciNo  niiiscolo-ciilaiico.  \r  prime,  contc  s(MH|)i-t'.  i"i- 
niancNano  addossalc  al  iicino  niediand  c  cosliliiiNano  in  basso  lo  due 
hranclic  loiniinali  del  irmno  niiiscolo-culanco;  Ir  sccondc  si  porUnano 
ai  lilclli  lUTNosi  dcllo  branclic  collalciali  drilo  slesso  ihtno. 

In  nlliino  dehho  nolarc  un  failo  inipoilaniissinio  risconlralo  nclhi 
sludio  dciranasloniosi  in  discoiso  anclic  per  \v  diMhizioni  lisioloiiiclic  clic 
|)()ss(m()  da  csso  scaiiii-irc;  e  cioe  la  pccscnza  di  librc  nervosa  clic  dal 
ncrvH  nuiscolo-enlanco  passa\ano  Uioiio  il  niariiinc  siipcriorc  dell"  ana- 
slomosi  e  rinnintaNano  al  plesso  lun^o  la  radiee  del  nervo  mediano 
deserivendo  un'ansa  a  eoneavila  sujjeriorc.  Tali  libre  si  oriiiinavan(t  e 
ril(>rna\ano  air<dtavo  paio  dei  nervi  eei-\jeali. 

In  pii!  del  71)  pci'  eento  dei  pieparali  ho  I'iseonliala  (jnesta  dispo- 
sizione  in  niisnra  piii  o  nieno  aceenluala  a  seconda  della  iirossezza  e 
dello  sNJhippo  degli  individui.  C-io  |)()rla  (|uindi  alia  deduzione  die  tali 
libre  non  prendono  piinlo  ])arle  alia  formazione  ne  dell'uno  ne  deirallro 
ner\o  e  jier  eonscguenza  neppure  alia  loro  distril)Uzione. 

Considrnizioni  conchisire.  —  Dai  lalti  sopra  esposli  cirea  lo  slalo 
deiranaslomosi  Ira  il  nervo  nHiseolo-eiilane(»  ed  il  nervo  mediano,  credo 
die  si  possa  venire  alle  segnenli  considerazioni  conclusive. 

Le  ricerclie  fade  da  llailmann,  ])e])ierre,  (Curtis,  IJcrtaiix 
seinbra  abbiano  dato  una  siillicienle  inlerpretazione  al  signijicalo  delle 
anasloniosi.  Da  (|iiesle  ricerclie  risulta  die  in  lesi  generale  un'anaslo- 
mosi  Ira  due  ller^i  in  nn  segmenlo  di  arto  si  riprodnce  IVa  i  due  stessi 
nervi  in  sense  inxerso  nel  segmento  inleriore.  Da  do  la  giusta  snp|)osi- 
zione  cbe  Inlli  i  lilamenii  in  lesi  generale  possonosejtai'arsi  in  conispon- 
denza  di  nn  plesso  ed  alloi'a  non  vi  e  la  parleci|>azione  di  uno  di  essi 
alia  rorinazione  deiraliro;  o|)piire  alciini  lardano  a  dislribiiirsi  ed  allora 
rimangono  sii  iino  di  essi  (juando  apparlengono  alTaltro  a  cui  si  resli- 
liiiscono  medianle  T anasloniosi. 

Nel  caso  deiranaslomosi  Ira  il  nciM*  niuscolo-cnianeo  ed  il  iumm) 
mediano,  la  parlecipazione  del  prime  alia  formazione  del  secondo  r  mollo 
rara.  e  coslilnila  da  scarsissime  libre  die  si  gellano  nel  mediano  e  die 


—  93  — 

|)(»ss(Mi(»  sc^iiirsi  lino  iii  siioi  rami  Iciiiiiiiali.  hi  (|iialo  nun  |>iio  csscrc 
iiilcrpirlala  allrimciili  di  conic  sojira  c  slalo  iiidicalo:  cioc  (l(»\  iila  ad 
una  lardl\a  divisionc  dellc  lihrc  del  noi\(>  modiano  da  (jiicllc  del  iicino 
imisc'olo-ciilaneo. 

Nollo  stesso  iiiodo  si  {k\c  considciare  ranastuiuosi  plL'ssildiinc  li- 
scoiilrala  lud  prcpaialo  N.  i),  la  (|ual('  iioii  |»ii(')  cssorc  iiilcrprrlala  clic 
conic  iin  do|i|)io  caso  di  lardiva  disisionc  dcllc  lihi-c  dci  siii^oli  iicrvi, 
chc  Ncn^ono  poi  rcsliliiilc  pci'  inozzo  dell' anaslomosi. 

Ma  lali  disposizioiii  non  possono  cssci'c  rilciuilc  die  anoiiuilie.  |iei- 
clic  son  casi  rai-i.  iiicnirc  iiel  nia^zgior  niinicro  delle  \olle  (|iieslo  scaiiiiiio 
nciili  c(|uini  non  a\>icne.  Da  cio  la  nalnralc  conscgiicnza  chc  ranaslo- 
iiKisi  fia  il  nei-\o  imiscolo-culanco  ed  il  nei\o  incdiano,  c(tnie  rc;j;()hi. 
non  c  una  \era  anaslomosi  ma  iin  semplice  accollamenlo  di  lihrc  del 
nervo  miiscolo-culanco  sni  iier\o  mediano,  perchc  esse  in  hasso  \aiiiio 
coinplclamcnlc  a  cosliliiirc  allri  ncr\i  del  luljo  Jii{lij)eiidenli  dal 
mediano. 

Tnirallro  pero  semhra  sia  runici(t  dell' anaslomosi  ansirormc  ri- 
scoidrala  nei  piii  dei  |)rc|)arali. 

A  che  cosa  servira  (piindi  I'aiisa  nervosa  di  (|iiesl(t  ^enere,  cenlri- 
I'liiia  ncl  siio  iia^illo  discendenle  e  cenlripela  in  (|iiello  ascendenle? 
(Jie  se  si  ricongiiinj^e  per  le  dne  sue  estremila  al  medesimo  paio  ner- 
M)so  di  orijiine  del  plesso,  non  deve  essa  riunire  la  radice  molrice  alia 
ratlice  sensiti\a  della  midolla? 

La  sola  possihile  ipolesi  per  ispiegare  (jnesia  anaslomosi  e  (juclla 
di  riconginngerla  aj  Icnomeni  di  sensihilita  ricorrenle.  Non  voglio  en- 
Irare  nella  discnssione  di  (jneslo  lallo  lisiologico,  dico  solo  die  e  slalo 
diinosii-alo  delinilivamenlc  da  Magciidie,  il  (juale  rilene\a  pero  die 
la  rillessione  si  eirelliiava  ndle  anse  lerminali  anaslomidie  die  aniniel- 
le\a  nella  peril'eria  fra  i  nervi  moloii  c  sensiti\i,  menlre  il  Longel  nel 
puiito  di  conginnzion(;  Ira  i  due  ner\i  in  corris|)on(lenza  del  ganglio  e 
Hernard  in  pnnii  mol'.o  variahili  della  estensione  del  nervo.  II  lallo 
(|uindi  della  presenza  di  qnesle  anaslomosi  ansiformi  \eirel)hc  a  conlcr- 
mare  analomicamenle  la  ipolesi  del  Hernard  a\  \alorala  dal  lallo  die 
se  essa  non  piio  esscre  conrermala  spciiiiienlalmenle  deve  esscre  rileiuila 
come  lale  solo  |)erdie  la  caralterislica  della  disjiosizione  di  (|uesle  lihrc 
di  ricongiiingere  una  delerminala  pailc  dei  ceniri  midollari  da  ciii  esse 
vengono  ed  a  cui  rilornano,  apparlicne  alle  lihrc  di  sensihilita  ricor- 
renle. 


M.  z. 


—  94 


I).    Tcfiildii  d'  iiiiicrrdzioiir  snisilii'd.  (\  cdi  la\(ila  llj. 

I  ii('i\i  s(,'nsili^i  si  (lisliihiiiscoiio  n\r  si  iiaiiiKi  scnsazioiii  da  racco- 
iiiierc :  i  piii  imporlanti  pcro  ollre  (jiirlli  dci  iniiscnii.  Ic^aincnli.  Icii- 
diiii  occ.  cd  i  |)ifi  indis|)cnsal)ili  a  coiiosccisi  sono  ecilaniciilc  (|ii<'lli 
ciilanci.  Oiii  li()\oreiii(>  rlio  ciascun  irtvo  si  dislrihiiiscc  ad  una  dclcnui- 
iiala  |)arl('  dclla  culc  in  niodo  clio-  cssa  \n\n  senile  dixisa  in  lanii  Iciiilori 
(luanli  s(in(»  i  \\n-\\  clic  \  i  si  ixtrlano. 

<i)  La  rogiono  dclla  S]>alia  ricevc  i  rami  inlciiori  del  picsso  cciNicalc 
supcilicialo  nella  sua  j)Oi7ionc  anlcrioic  r  siipriiorc.  Oucslo  Icniloiio 
ha  una  luiina  alliini>ala,  piii  iiraiulc  in  alio,  sircllo  in  hasso  c  corri- 
spdndc  picssoclio  alia  nicta  supcrioic  del  niiiscolo  |)()sls|)inalt>  cd  a  (piasi 
Uillo  lanlispinalo.  La  porzione  niodiana  c  poslcrioie  o  inNccc  sollo  la 
dipendonza  di  iin  ranid  dt'l  ncrNo  solloculanco  loraeico,  die  nnilosi  col 
(piailo  ncr\o  pcilorantc,  corre,  come  si  c  \islo,  sul  inariiinc  inlcriorc  del 
niiiscolo  grandc  dorsale  e  si  dislribiiiscc  a  (picsla  parte  dclla  ciilc. 

I>)  La  i-egione  posteriore  estcrna  del  hraccio  c  anch'essa  inncr- 
vala  dallo  slesso  ranio  sottocutaneo  toracico  or  ora  iiidicato,  tacendo  se- 
gnilo  in  hasso  alia  rcgione  della  spalla.  II  Icrritorio  iniiervato  da  tal 
ncrxo  ha  lornia  Irapezoidale  e  coi'ris|)onde  all' incirca  alia  inassa  dei 
mnscoli  olecranici.  La  rcgione  anteriorc  del  hraccio  invece  die  corri- 
sponde  al  griippo  dei  nuiscoli  estensori  dcIT  antihraccio  c  il  lerrilorio  del 
ranio  supcriore  sollociitaiieo  del  nervo  asccllare. 

r)  L'  anlihraccio  ha  (juatlro  terrilori,  dislinii  a  seconda  dclla  loro 
siUiazionc  in  anteriorc,  posteriore,  estcrno  ed  interno. 

1.  II  Icrritorio  anteriorc  occni)a  la  parte  nicdiana  della  laccia  ante- 
riorc deirantihraceio  e  corrispondc  ahhastanza  hene  alia  rcgione  del  nui- 
scolo  estensore  anteriorc  del  metacarpo.  E  il  Icrritorio  del  ranio  sotto- 
cutaneo inlerioi-e  del  nervo  asccllare. 

i.  II  tei'ritorio  posteriore  comprende  tnlla  (jnclla  porzione  dclla 
laccia  posteriore  deiranlil)raccio  che  si  estendc  dal  cuhito  lino  al  car|)o 
ed  ai  lali  corrispondc  all'  incirca  al  grnppo  dei  mnscoli  llessori  del 
metacarpo.  Lsso  c  innerAato  dal  ramo  soltocutanco  del  ncr\o  cn- 
Jiitalc. 

'•).  II  tcri-itorio  estcrno  e  compreso  Ira  il  tciriloiio  anteriorc  ed  il 
posteriore;  in  alto  e  limilato  dal  niarginc  inlcriorc  del  mnscolo  corto 
estensore  dell'  anlihraccio,  in  hasso  da  una  linea  curva  che  dal  (juarlo 
inlcriorc  del  mdio,  in  [jrossimita  cioe  del  linutc  iideriore  del  terrilorio 


95  — 


iirilcriorc,  \a  ;il  liiiiilo  iiircrioic  del  Icriitorio  posleiiorc.  I<]   desso  iiiiier- 
valo  (la  due  Ironchi  ncrvosi  |)i-()viMii('iili  dal  ium-no  radiale. 

\.  II  Icrrilorio  inlenio  audi"  csso  liniltalo  da  (|iioll(>  aidoriorc  in 
aNaiili  ('  dal  poslcriorc  indiclro.  in  alio  ra^gimijj,!'  la  rogiunc  sulloslci- 
iialc,  in  basso  si  (•oiiliniia  iiclla  ivgioiie  carpca.  Ksso  apparlieiic  alia 
hranca  solloriilaiR'a  aiilihiaccialc  del  iicrNO  imiscolu-ciilaneo. 

(I)  I  lorrilori  iicrMtsi  dclla  iTi;ioiie  dclla  inanu  (carjx),  inelacaipo 
(^  dil(0  sono  in  nninei'o  di  ciiKiiio. 

1.  Oiicllo  (k'lla  biaiica  sollocnlaiK'a  aiilibi'accialc  del  ikmno  iiui- 
scolo-ciilaiRM)  cIk'  la  sciiiiilo  al  loirilono  iiilcrno  dcH' aiililiiaccio,  si 
|)(tila  sulla  laccia  anlcriorc  del  c-arjx)  c  si  |)n)lunga  con  una  slrclla  fascia 
sid  lalo  inlcino  del  niclacar|)o  lin  picsso  la  I'accia  jioslcro-inlcina  dcl- 
I'arlicolazionc  del  nodello. 

2.  Quello  della  hranca  sollocidanea  del  ner\o  cubilale  clie  coni- 
sponde  alia  laccia  postero-inlcrna  del  carpo,  segnilo  del  lerrilorio  posle- 
riore  deirantibraccio. 

I{.  Ouello  del  lanio  snperliciale  lenninale  sollocnianeo  del  cubilale 
die  coirisponde  ad  una  lascia  trasveisale  direlta  in  avaiili  ed  in  basso 
\erso  il  dito,  che  dalla  laccia  poslero-esterna  dal  carpo  si  porta  su  (|uella 
eslerna  del  metacarpo  ed  anlero-esteina  della  prima  lalange. 

\  e  0.  In  ultimo  i  due  territori  esterno  eti  inlerno.  die  si  congiun- 
goiio  nella  laccia  posteriore,  del  rami  terniinali  del  nervo  mediano  die  si 
estcndono  dalla  regione  dei  tendini  dei  llessori  delle  I'alangi  a  (pidla  del 
pasliirale  ed  alia  ungiieale.  II  terrilorio  interno  e  escliisi\o  al  nerMt  me- 
diano, inenlre  resterno  e  dato  dal  collalerale  esterno  dello  slinco,  risullalo 
della  fusione  del  ner\o  mediano  col  cubilale. 

Oucslc  mie  ricerche  die  s(»n<i  slate  fatle  con  un  maleriale  abba- 
stanza  ricco.  se  non  m'  inganno,  hanno  i)eiinesso  delle  condusioni  un 
p(»"  pill  positive  circa  la  coslitnzione  del  plesso  brachiale,  ma  special- 
men  le  sulla  vera  origine  e  dislribuzione  dei  suoi  rami  terniinali.  Se  il 
IVutto  del  mio  studio  sembrera  che  contenga  (|iialcosa  (rinleressanle  e 
se  altri  vorra  controllare  ed  estendere  (|uesle  ricerche  da  me  avviate, 
adolti  il  metodo  seguito  nella  identica  manieia,  jierche  le  osservazioni 
siano  conlVontabili  in  modo  che  il  niateriale  raccollo  guidi  a  tissare  leggi 
pill  generali  di  (]uelle  die  son  |)(dute  scatnrire  dal  niimero  delle  osser- 
vazioni da  me  fatle.  «  I  principii  dclhi  scienza  non  sono  rhc  il  risullalo 
di  tulle  Ic  osservazioni  »   (Liebig;. 

Erratacorrige.  —  Alia  linea   25^   della    pag.    07.    iuvecc  di  »  sosto  pajo  di  iiei\  i  ciiiuici  »  dove 
dire  «  sesto  pajo  di  uervi  cervical! ». 


—  96  — 


ISI'llUTO    ANAro.Ml(;u    1)1    I'ADOVA. 

i'uoF.  D.  13ERTELL1. 


Sviluppo  e  conformazione  delle  pleure  negli  uccelli. 


Kicevnta  il  lli  marzo  1901. 


K  vietjihi  la  riprndnziujn;. 

Moiti  studiarono  le  pItMirc  dcj^li  uccelli,  ma  pciciic  alciiiii  riccrcalori 
I't'ccn)  It!  indagini  in  cpuche  a  \m  lonlanc  iiellc  (|iiali  nun  erano  noli 
mt'zzi  di  tecnica  dolicati  c  perclic  allii,  (|uantim(|ne  moderni,  noii  Iral- 
laioiKi  con  soveri  inetodi  di  riccrca  rargonienlo,  ahhiamo  da  lameiitaro 
a  (|iie!ito  pruposilo  scarspzza  di  cognizioni  o  coiilrovtM-sic:  rima  c  Ic  allrc 
ciiiarainciilc  appariraimo  dalla  csposizioiic  hihlioi^ralica. 

Kiftuai'do  ai  i-apporii  lia  superlicio  poliiiouali  c  paicli  loiaciciic  si 
lianno  opinioiii  diverse. 

vSecoiido  Harvey  (*!  Harloliiio  Tli.  C).  IJodir),  Nilzscli  (0, 
Me('i<el  f),  Maf^niis  ''),  Schinarda  (' ,  (iadow  i**)  e  Perrier  (''),  i 
polmoni  aderiscoiio  alle  cosle  ed  alia  coiomia  verlebraie. 

Federigo  II  ('")  descrisse  i  polinoiii  in  (jiiesia  giiisa  :  "  I'ulnio  a\iiiin 
diNisusest  in  doxlram  ct  sinistrani  |)ai'leni,  ([uac  adliaereiil  el  collocanlni- 
inler  costas,  et  super  eas  prope  sj)ondiiia  dorsi.  el  prolonganlur  puluto- 
nes  usque  versus  ullimas  coslas  e\  utro(|ue  latere  «. 

Harlolino  (i.  (*')  atlenua  che  i  polmoni  sono  unili  a!  dorso.  I'er- 

(')  Harvey  W.  —  Kxercitatioiies  degeueratioiie  aiiimaliuiu.  Kxeicitatio3.  —  Aiiistelaedaiai,  lUoU 

(")  Bartholiui  'i'b.  —  De  puliuouum  substantia  et  motii.  — Hafniae,  160:). 

(■')  Kedi.  —  Lettera  scritta  in  uomedi  P.  A.  Fvegosi  al  dottore  Jacopo  del  Lupo.—  Sui)i)k- 
iHcnti  ill  Gioniale  de'  letterati  (/'  Italia.  Tomo  secondo.  Veuezia,  MDCCXXIl. 

{*)  Nitzsch  L.  —  Ueber  die  Eeapiratiou  der  Thiere. —  Reil's  Arcliir.  Aclit&r  Band.  Halh, 
1807  mid  1808. 

(5)  Meckel  J.  1'.  —  Tiaite  general  d'Aiiatomie  couiparee  traduit  par  Itioster  et  Sausoii.  — 
J'<n-is,  1829. 

(''')  Magnus  H.  —  Pbysiologisdli-anatoiiiisahe  Stiidieu  iiber  die  Brust-  mid  liauchuiusktln  dor 
Viigel.  -  Arcliiv  fur  Anatomie  and  Fhysiologie.  Leipzi;/,  180:>. 

(")  Schmarda  L. — Zoologie.  —  Wicn,  1871, 

(*)  Gadow  H.  — Vogel.  —  Bronn's  Klassen  und  Ordnungen  des  Thicr-lleichs.  Leipziff,  1801 

('')  Perrier  II.  —  ]^]lemeuts  d'Auatoiuie  comparee.  —  Paris,  189.". 

('")  Ileliqua  librorum  Friderici  II  imperatoris  de  arte  venaudi  cum  nvihua.  —  Lij>siae,  1788-89^ 
auclor  -J.  G.  Schneider. 

(")  iSartholini  Casji.  —  Diaplnaguiati.s  structura  iiuva.  —  Maugoti  .J.,  BibUotheca  analomi- 
ca.  Tomus  primus.  Genevae,  MDCXCIX. 


97 


rail  1 1  ')  die  adcriscono  allc  coslo,  >  rolik  ''  ciio  si  atlaccano  allc  |»a- 
li'li  (Iclla  ca\ita  loracica,  (lafiis  ('  elio  con  la  loro  siiperlieie  |)osleri()r<' 
soiio  Ibrinali  alia  parclc  dorsalc  del  loracc.  VM)v  (iiicsla  opinionc  anclic 
Clans  ('. 

Per  (ieolf  roy-Sai  nl-Hilaire  (')  i  |)()lmoni  noii  aderiseono  alle 
coste,  ma  sollanio  poggiano  sopra  di  esse.  Per  W'iedershei  ni  ,'')  i 
polinonl  premono  torleinenle  sulle  vertebre  e  sulle  eosle. 

toiler  ('  animisc  die  i  |)(»lmoni  degli  uecelli  non  sono  rieo|)ei'li 
da  liiiiica  sierosa  come  ([uelli  del  luammireri ;  die  una  memhrana  sol- 
lile  e  lucente  isola  dalla  eavita  toraeica  i  polmoni  in  uno  spazio  spe- 
ciale,  ad  essi  proprio  :  die  la  pleiii'a.  il  mediaslino.  il  pericardio.  il  dia- 
Iramma  eonlengono  aria.  La  memhrana  ricordala  da  (loiter  e  eerta- 
menle  il  diaframma  (Miiilico,  il  (|nale  non  isola  i  polmoni  dalla  cavila 
loraeiea,  ma  siiddi\ide  la  eavita  pleuro-periloneale  in  loraee  e  addome. 

Camper  [^}  crede  die  la  pleura  scenda  nelTaddome  Ibrmando  nn 
condollo  membranoso  eomnnicante  eon  il  lemoic.  Cam|)er  ed  Ifun[<'r 
se(tpi"Jr(ino,  alia  stessa  epoea,  die  I'aria  si  espande  non  solo  nei  saeclii 
aerileri,  ma  andie  nelle  ossa.  Si  sjtiega  eos'i  per  (piale  ragione  pole 
avere  Camix'r  idee  lanl(»  siraiie  rigiiardo  alia  pleura. 

Munler  ")  allerma  die  i  |)olm(mi  sono  allaecali  al  dialVamma.  alio 
eosle  ed  alle  paili  lalerali  delle  xeriebre. 

Seeondo  (iirardi  ('";  i  polmoni  non  sono  per  lulla  la  eslen-sione 
drc(ui(lari  dalla  pleura,  |>erelio  (pn'sla,  asc(;ndeii(l(»  dalle  parli  lateral! 
delle  eosle  e  slendcuulosi  sopra  di  essi,  non  copre  die  la  superlieie  loro 
anleriore  e  conea\a.  (Jirardi  inlerpelra  eome  pleura  il  diarramma  or- 
nilico.  Alia  eavila  loraeiea  aeeenna  eon  le  segiienii  parole:  »  Nel  torace 
il  <|uale  si  vededi\iso  in  (Uw  eaxila  lalerali  deslra  e  sinislra  da  una  o 
pill   membrane,  die  ligurano  il   mediaslino,    \i    si    riseontiano    in    ogni 

(')  TerrauUr  M.  —  Memoiros  ponr  servii'  :i  riiistohe  ualiiiello  Uih  aiiiuiiiiix.  —  ^ra(?('w)/e  ili'ii 
Sciences.  Tome  III,  Secondp,  Parfic  Paris,  MDCC'XXXIIT. 

(")  Vrolik  G. — Camper's  und  Hun  toi'H  (iedjipken  iilier  diMi  \n(,/.on  dt-r  i;;ilironkrofili<»ii  liti 
Viiirelii.  —Reil's  Arcliiv.  SecJtster  Band.  HaUe,  isor,. 

(■')  Carna  .J.  Y. —  llnndhnch  i\ei-  7A>o]oi:io.  —  Lcipziff,  18(18-187',. 

C")  Clans  C.  —  Mannale  (li  Zoologia.  (Ti'ailii/.iono  del  Prol'.  Cattanfio). 

(")  Geoffro y-Sai  n  t-TIilai  re  K.  —  Pliilosojdiie  anatoiniiine.  ])es  organoa  rospiratoircst.  —  Pa- 
rift.  1818. 

('')  Wicdersheim  R.  — (Jrnndriss  der  vorgleichendon  Anatomic  der  AVirbelthiere.  —  Jena,  1898. 

(')  Coiter  V.  —  JDe  Avinm  aspera  artoria,  )iulmonibu9,  etc.  (Extornarnni  et  internarnm  princi- 
palinm  hnmani  corporis  partinm  tabnlao).  —  Noriberffae,  /.'>".'?. 

(^)  Campor.  —  Momoire  sur  la  strnctnre  des  os  dans  los  oisc^aux.  —  Acnd.  des  Sc.  Mhn.  dfis 
Stir,  ftrang.  pour  1773.  Paris,  I77i;. 

('■')  Hunter  .1.  —  An  account  of  certain  receptacles  of  air  in  birds. —  I'liilosopliicnl  Transactions, 
I'd/.  LXIV,  Part  I.  London,  1774. 

('")  Gi  rardi  M.  —  Saggio  di  osservazioiii  anatomiclie  intorno  agli  organi  dt-lla  respirazione  degli 
uecelli.  —  Memorie  di  Mntematica  c  Fisica  de.lla  SocietH  italiana.  Veronn,  1784. 


—  98  — 

lalo  due  ami)ic  vesciclio  )k  Opinava  cho  aleiini  dci  sacclii  aciil'cii  lus- 
scro  conUnuili  iicl  lorace. 

Ticdeinanii  ')  oblx'  idee  orralc  ligiiai'do  alli'  ploiira;  crfMlo  die 
(ssa  I'ivcsia  solamcntc  la  siipcrlicio  anlcrioio  doi  polinoni  c  cosliliiisca 
i  sacclii  acrilcri.  Ainniise  il  mediaslino  die  divide  la  cavila  loiacica de- 
slia  dalla  siiiislra  e  die  centiene,  come  nei  nianiniiferi,  ciioi-e,  esolafio, 
aorla. 

JMild  (■  e  CuNier  '  descrisseio  (piale  |)leiira,  come  (lirardi,  il 
(lialVamma  oniitico.  Fiild  all'eimo  die  esisle  Ira  ])leiira  e  polmone  uno 
slralo  di  (essiiio  conneltivo  il  (jiiale  circonda  anclie  la  snperJicie  siipe- 
riore  del  viscere. 

Marlinazzi  <'*)  ed  Owen  ^')  crederono,  come  Ti  edema  nil,  die 
la   pleiiia  rivesfa  sollanto  la  siipeiiicie  Nenli'ale  dei   polmoni. 

(lolas  "^  I'll  di  opinione  die  i  polmoni  sono  lissali  alle  pareli  della 
cavita  nella  quale  vengono  accoiti;  die  la  loro  siiperlicie  anieriore  c 
ii\eslila  dalle  pareti  di  due  sacdii  aeriferi. 

Lereboiillet  (').  aumentando  la  confusione  die  esisteva  sii  (jueslo 
argomenlo,  soslenne  die  la  pleura  rivesle  solamente  la  siiperlicie  \en- 
Irale  dei  |)olmoni  e  die  e  ricoperla  dal  dialVamma  |)olmonale. 

.Iac(niemin  (^)  riguardo  alia  |)leiira  degli  uccelli  la  il  segiienle 
acceniio  :  "  Les  |)ai'ois  de  ces  |)odies  pnemnatirpies^  son!  fermees  par 
la  |)levre,  (|uanl  a  cdlcs  jilaeees  dans  la  paitie  anU'rieure  de  la  cavite 
pectoro-abdominale  ». 

Owen  (")  avverte  die  nella  A|)leri\  aiislralis  manca  iin  sacco 
loracico  sieroso,  manca  la  pleura. 

Stan  ni  us  '"  ammise  die  la  siiperlicie  iiileriore  del  polmone  c 
riveslila  dal   |)erilonco.  il    (|uale    ipiivi   preiidc    iiome   di    pleura.    Solto 


(')  Tiefleniaiin  F.  —  Zoologie.  Zwoitor  r.sind.  —  Annfomie  und  Naturticfirhirlite  iJrr  Vi'if/eL 
Heide.lbcrij,  ISIO. 

(-)  Fnld.  —  De  organis  qnibns  .aves  spiritnin  (Incniit.  —  Wiirtzhurt/.  IfilO. 

(^)  ('iivier  G.  —  Lecoiis  d'Anatomie  coiiipanie  rec.  et  pnbl.  par  Dnm6vil.  — BruoreUeft,  IfiHO. 

C*)  Martinazzi  C.  —  Jieapirationis  orcrana  in  variis  aiiinialibns  coiisidorata.  —  Ticini, 
MDCCCXXIII. 

(5)  Owen  R.  —  Avos.  —  To  dd's  Cyclopaedia  ofAnatomj/  and  Phiisiology,  Vol.  I.  London,  ISSi:. 

(")  Colas. —  Essai  snr  I'organisatioii  dn  ponmon  dos  oiseaux.  —  Jo?(j-ho/,  comph'menfnfre  du 
Dictionnaire  des  ficiences  mCdicales,  Paris,  182 a. 

(')  Lereboiillet. — Anatoinie  coniparee  de  I'appareil  nispiratoire  dans  les  auiinanx  vertobivs. 
Strnfthonrt/,  is:is. 

(*)  J  acq  no  III  in  E.  —  Snr  la  pnenmaticite  dea  oiacanx.  —  Novoriim  Acfnrii.m  Acad.  Caes.  LeO' 
polditio-C'arolinae  Naturae  rurio.torum  vohiminis  nndevifiesimi  pnrx  posterior.  Vrcitislnvine,  et 
I'.nnnae,  1842. 

(■')  Owon  It.  —  Memoir  on  tbc  Ajiterix  australis.  —  Ti-avsactiovs  of  the  r:nolof/irrfl  Socie.fii  of 
London,  1844. 

('")  St  an  nil!  a  H.  —  Lobrbiicli  dor  vergloicbenden  Anatnmie  der  Wirboltbiern.  —Berlin,  184(1. 


99  — 


iilla  |)Ieiii'a,  in  {'orrispondenza  di  (lucsla  siiporlicic  del  polnKtiic.  si  di- 
sl(Mule  Faponevrosi  diarraininalica. 

Ne  contribui  a  ))()rtare  luce  la  descrizione  <li  (iiiillol  ('i.  Oiiesli 
animisc  clie  ncf'li  iiwolli  esislc  la  jilciira  cosliliiila  da  due  Ibglielli,  dci 
(piali  lino  rieo|)re  lutla  la  superfioie  di  ciasciin  polniono,  V  allro  si 
dislcndo  su  lultc  l<'  pai'li  Nicino,  cioe  sui  sacclii  aerilVri,  sugli  ossi,  sul 
niiiscolo  dialVamnia  ^^  su  raponevrosi  ehe  da  (|uesl(>  deiiva. 

Sappex  ^^^  leee  accurate  ricerclie  riguardo  alia  pleura  degli  uc- 
celli.  Trovo  die  la  iinione  tra  polnieni,  |)areti  toraciclie  e  dialVainma  e 
falla  ill  ([ualclie  gallinaeeo,  speeialnienle  ne!  jiollo,  da  laiuelle  e  da  Jila- 
inenli  connettivi :  ciie  negli  inlervalli  lasciali  dalle  lanielle  e  dai  lila- 
menti  la  supeificie  polmonale  e  liscia,  non  aderenle.  Su|)pose  die  (piesli 
inlervalli  potessero  rappresentare  i  rudimenti  di  una  cavita  pleurica. 
(londuse:  die  la  suiierlicie  jiolnionale  e  ricoperla  da  tessulo  conneltivo 
il  (piale  unisce  i  polmoni  ai  diversi  organi  die  li  circondauo,  in  basse 
li  unisce  al  dialramma,  in  alio  alle  xertebre,  alle  coste,  ai  inuscoli  in- 
lerrostali  :  die  a  causa  del  coniielllvo  disposto  inlorno  ai  polmoni,  inanea 
la  pleura  negli  uccelli. 

Ouesl<'  c()ndiisi(Mii  riirono  accolle  da  Hoiile  C). 

Sa|»pe\  alVerina  di  passare  soilo  silenzio  la  cavila  loracica  |)erclie 
e  sullicienleinenie  conosciiila  :  ma  non  era  nel  vero  (piaiido  laeeva  lale 
allermazione.  A  quel  tempo  dominavano  errori  su  (|iiesl(t  argomenlo  ed 
Kgii  slesso  (*rede\a  die  la  siipeilide  venlrale  del  dialVamma  (Uiiiticd 
di\i(lesse  i  polmoni  dai  \isceri  del  lorace  (Mleiraddome,  ri|)elen(lo  Ter- 
lore  nel  (|uale  era  eadiilo  (loilcr.  ed  aveva  opinione  die  il  cos)  dello 
dialVamma  toraco-addominale  separasse  Faddome  dai  lorace. 

Uoiiget  C'l  di\ise  la  cavila  del  Ironco  degli  uccelli  in  Ire  grandi 
sc(miparliiiieiili.  l/aiileriore-inleriore  si  eslende  per  quasi  lulla  la  luii- 
gliezza  del  Ironco;  conliene  il  ciiore.  i  grossi  \asi,  i  saccIii  aeriferi  cer- 
vicali  ed  inlerimMlii.  l/anleriore-supcriore,  occupato  dai  pijliuoni,  e  diviso 
dairallro  per  mezzo  del  diarramma  ornitico.  L'ullimo  scomparliineiilo 
lr(t\asi  in  corrispondenza  della  porzioiie  su|)eriore  e  posleriore  del  tr(Ui('o 
e  accoglie  i  visceri  addominali  ed  i  sacclii  aerileri  poslerioii.  II  dia- 
rramma loraco-addominale  separa  (|uesto  scomparliiiienlo  dai  (hw  alli'i. 

(iegenbaur  [')  non   Leniie  conio  del  diarramiiia    e   ammise   die  i 

(*)  (inillot  N. —  Mi'^nioirf!  snr  l';tpj):ir(il  ilo  hi  renpii'at.ioii  dans  Iti.s  oisi>im\.  —  Aiivoh-f;  ilrx 
Srii'nrps  naturelles.  Troisiime  siirie,  Tome  civquu'ine.  Paris,  IS4I1. 

('-')  Sappoy  Ph.  — ■  Kechercliea  aur  I'appareil  respifat.oiro  des  oisoanx.  —  Pnri.i,  /.S'/7. 

(')  Roiile  L.  —  Aiiiitomie  conipiir6e.  — Par  in,  7898. 

[*)  IJouget  ell. — Lo  ilhiphrasnie  ciiez,  les  inainniiiercH,  los  oisi'aiix  (^t  hxs  roptih^s.  Bull.  Snr. 
lie.  Bifilof/ie,  Tom.  IIT,  isr,!. 

(■•)  Gegpinbanr  C.  — (irund/iiuo  der  v('r<ih'irl]tni(leii  Aiiatoriiic.        I.i'ipr:i(i,  1S70. 


—  100  — 

|t()liii(>iii  (lejili  iiccclli,  in  corrispondcnzii  dclhi  siipcrlicic  antfi-iorc  sono 
liNcslili  (lal  peritoneo. 

Tiiiri  (')  alti'ibiiisco  alia  suporlicic  del  dialVaniina  posia  a  conlallo 
del  polmonc.  I'lillicio  cd  il  sigiiilicalo  di   pleura.     - 

(iaiiipana  (*)  sostiene  clie  nell' inlerstizio  dorso-polmonalo  e  una 
S('in|)li('('  horsd  plnnini.  l.a  siiperlicic  \('nlral('  del  pnlnioni  e  Uitta  imila 
|)('r  nu'/./A)  di  lessiilo  connoltivo  lasso  alia  parelo  dei  sacclii  aerilcri  sii- 
pcrioic  ('  mcdio-superiore,  e  |)erci()  spn)\  vista  di  pleura.  Noii  esisle 
negli  iiccelli  una  caNila  s|)lanenica  hipleurale  conipleta,  nia  si  lianno 
due  horse  plciirirhc.  rudinientarie.  11  lo^liello  |)arietale  di  cpiesle  horse 
e  una  inend)iana  spessa,  I'iveslila  da  endolelio,  laeilnienle  dislaccaltile 
dalla  parete  coslo-niuscolare.  (losi  ^li  uecelli  posseggoiio  le  pleure.  die 
oecupano  un  senijilice  intersti/io  |iarielo-\iscerale  e  non  possono  con- 
siderarsi  eonie  Nero  sierose  sj)lancniclie  eoniplele,  nia  devono  essere  ri- 
iiuardate  come  horse  pleuiiche.  Credo  clie  negii  uccelli  esisia  una  sola 
eavila  splanenica  e<Mrispondenle  alia  cavila  addoniinale  dei  nianiniileri: 
l"ap|)are(*eliio  respii-alorio  e  parte  inle^ranle  |)arietale  di  (|uesla  eaNila. 
Cani|>ana  nego  il  dialVanima  oi'nitieo,  ([uindi  non  pole  Tarsi  idea  della 
eavita  loi'acica  e  descrisse,  naturalnienle.  i  rapporii  dei  sacclii  aeii- 
I'eri  in\ecc  die  con  il  dialVaniina.  con  la  superlicie  \enliale  dei 
|)olinoni. 

i'agen  si  ecliei' (')  aiiimelle  die  i  polnioni  in  corrisponden/a  della 
superlicie  \enlrale  siano  rivestiti  da  una  nieinhrana  sierosa.  dallii  |)leura, 
la  (|uale  e  iinila  alie  nienihrane  diarraninialidie. 

Cadial  ^  si  occupa  incidentalinenle  delle  pleure  degli  uccelli  in 
un  la\oro  sullo  sviluppo  della  porzione  celalo-toracica.  Alfenna  die  alio 
slato  enihrionale  esisle  la  eavita  plcurica  negli  iicedli;  die  negli  uccelli 
adulli  trovasi  la  pleura,  nia  alio  stato  rudiinenlario ;  die  i  suoi  due  lo- 
glielli  sono  liheri  in  coi-rispondenza  delle  doccie  vertebrali  e  aderiscono 
sui  lali  ;  die  sul  diaframnia  non  e  sierosa.  Mise  in  evidenza,  |)er  mezzo 
del  nilrato  d'argento,  ro|)itdlo  della  pleura.  In  corrispondenza  (Idle  doc- 
cie vertehrali  Cadial  avrehbe  Irovato  la  pleura  con  disposizione  iden- 
tica  a  (|uella  che  riscontrasi  nei  maminireri.  Ouesta  niemhrana  si  esten- 
derehhe  in  direzione  della  larghezza  lino  ad  una  linea  verticale  die  di\i(le 
il  polmone  in  due  jiarti  eguali.  Si  comprende  che  Cadiat  feco  le  ricer- 
clie  nd  polio  e  poi  generalizzo  alia  classe  i  risullali  delle  sue  indagini. 


(*)  Tigri  A. —  Del  mascolo  diafrainraa  iiegli  nccelli.  —  Catania,  1S71. 
(")  (Jam  pan  a.  —  Physiologie  de  la  respiratiou  cliez  les  oiseanx.  —  Paris.  18~'>. 
(•')  Pagenatecher  A.  —  AUgeineino  Zoologie.  Di-ittor  'llieil.  —  Berlin,  lH7fS. 
(■■)  Cadiat.  —  Du  doreloppement  de  la  portion  ('r'i>lialo-tlioi';ici(|uo  do  V cmhvynn . —^ J ourn'il  ilc 
i Aiiatomie  et  de  la.  Phjjsiologie.  Pari-i,  ifiTS. 


—  101  — 

Noil  Irovo  chc  del  Ijuoro  di  (-adijil  si;i  shilo  Iciiiilo  coiilo  jm'i-  (|iianl() 
conccnic  Ic  |)loiir('  (Icii,!!  iiccclli. 

Ilii\l('\  1/  ,  seguito  (la  (iadow  c  da  SicOrl  ',  proixtsc  clic  la 
(•a\ila  loraco-addominale  venissc  di\isa  in  cnrila  rcspij-tiloria  c  c<(riln 
nirdiiico-iKldomitm/e.  Siiddivisc  la  caNilii  respiiaioria  in  niriln  jxiIiiioikiIc 
clio  (•(nilicnc  i  polnuMii  (mI  i  sacclii  acrileri  ('ciNicali  c  in  cdrilu  siih- 
poliiioiKilc  coniprcsa  Ira  il  dialraniiua  itolmonalc  c  il  dialVamnia  loraco- 
addondnalc  {scph/ni  (thli(fin/iii  di  IIuxIcn;.  Oiicsia  conlienc  i  rinianciili 
sacrlii  acrilci'i.  La  cax  ilii  cai'diaco-addonHiialc,  |Mtsla  sollo  c  diclio  al 
scllo  ()l)li(|ii(),  acco-ilic  il  ciioro  c  i;li  allri  visccri. 

Talc  snddivisionc  dolla  eavila  {(traco-addoiuiiialc  iion  piio  csscrc  ani- 
mcssa.  II  sclto  ol)lif|ii()  non  c  allio  clic  la  parole  Nonlralc  dci  sacclii  iii- 
l(M-iiiodii  c  la  parcic  poslcriorc  del  |»c!icardi(),  (piiiidi  iion  dohhianio  al- 
Irilinirii'li  sij^nilicalo  di  dialVanmia.  1*^  il  diarraiimia  oniilico  chc  si^iiiia  i 
liniili   Ira  ca\i[a   loracica  c  ca\il;i  addoniinalc. 

(ilaiis  alVcrnia  clic  i  pohnoiii  dci^li  iiccclli  11011  sono  conic  (pndli  dci 
nianiniircri  accolli  in  iin  sacco  piciirico. 

\<'niincno  (iadow  scppc  lihcraisi  daiili  crrori  (he  (l(»niina\ano  sii 
(|ncslo  argonicnio.  Anmiisc  clic  solanicnic  nclla  sii|)crlicic  Ncniralc  i 
|)oliiioni  sono  ricopciii  dalla  pleura,  ia  (jiialc  ('  una  incndirana  sii>rosa 
in  slrclla  nnione  con  il  diarrainina  oniilico.  I]  piii  innan/i,  iicl  descii- 
vere  il  diarrainina.  alVerina  chc  (picslo  ('•  parte  dclla  iiia  ricordala 
pleura. 

UocIk'  ("''  crede  chc  i  polnioiii  siano  spro\  \  isli  di  pleura:  di\i(lc. 
come  Hoiigol,  la  ca\ila  del  Ironco  in  li'c  por/ioni, 

.la (J II el  ;'')  alVenna  clic  i  polinoni  sono  posli  in  corrispoiidcnza 
dclla  siipcrlicic  dorsalc  dclla  ca\ilii  loi'acica;  chc  con  il  nonic  di  dia- 
IVainina  In  descrilla  una  sollilc  lamina  di  naliira  mnscolarc  clie  |)arle 
dalla  |)arelc  dorsalc  dclla  i;al)l)ia  loracica  c  ri\esle  la  siiperlicie  iiiferi(n"e 
del  |)()linoiu? ;  chc  iiiolire  la  ca\ila  del  Ironco  ('  divisa  in  Ire  scomparli- 
menti,  imo  mediano  e  due  laterali,  \u'v  mezzo  di  due  diarrammi  lihrosi 
loraco-addominali  chc  si  estendono  come  lamine  \cilicali  dalla  siipcr- 
licic dorsalc  alia  siiperlicie  venlrale. 

Siel'ert  eoiisidera  I'allo  impoiiaiilc  chc  Ira  polmone   e   diaframma. 


(*)  Huxley  Tli.  — On  the  reapiratorv  orgiiiis  ol'  Apterix.  —  Pror.eedinfj.i  of  fhr  zoolfujiral  -S'n- 
riefy  of  London,  1882.  Part  III. 

(")  Siefort  E.  —  I^eber  die  Athmung  tier  Ueptilieii  iiiirl  X i\>iii\.  —  Archiv  fih'  die  f/Cfifimmfr 
Physiolof/ie.  Vierundsechszigstcr  Hand.  Bonn,  189(1. 

(■')  KocIm-  (t.  —  Coiitribntion  :\  I'etncle  ile  I'.anatoniie  coiii]iiirr;e  rtes  rcservoira  arrii'DM  (I'origiiK^ 
piilnionaire  cliez  lea  oiseanx. —  AnnaUs  de.9  Scienre.i  naturelle.^.  Tome  XI.  Parrs,  t.'HU. 

C*)  Vogt  C.  nnd  Ynng  K. — Lelirbncli  iler  ijraktisclien  vevgleicliondMi  ATiat.nniii'.  —  nrniific/rn- 
phle  der  llnnxtmihe  henrheitrf  von  .Taqiiet.  JSraniixrlivjein,  18S.'i-18.')-J. 


—  102  — 

Ira  polmoiK'  c  coslc  iion  si  IroNi  tiiio  s|iii/i(t  il  (|iialo  sia  da  paragonarc 
fiinzionalincnlc  ai  sacchi  ploiirici  doi  maniinilVii. 

Scroiulo  U(Mt(?rer('  i  polinoni  (l('i»li  iiccclli  noii  soiio  i-ivcslili  da 
plciiia  e  la  loro  supcrlicie  dorsale  <•  adcrcnlc  alle  coslc. 

Biir  i^*)  ainnicllc  clic  la  siiperlicic  coslalc  dci  ixdmoiii  c  miilaslrcl- 
laniciilc  per  mc/./.o  di  Icssiilo  connclliNo  alia  pai'clc  loracica  ;  ciic  i  pol- 
moid  su  liilla  la  .siipcilicic  sono  ri\cslili  da  una  incinbrana  solUiissiiiia; 
die  il  congiiin^imenlo  inlimo  del  polinone  con  la  |)arcte  toraciea  avvieno 
per  riinirsi  della  pleura  costale  con  la  pleuia  polnionale  ;  cho  in  corri- 
spondenza  della  siiperlicie  \eiilrale  la  pleura  del  viscere  si  Ibnde  eon  il 
cosi  dello  dialVaninia  pohnonale.  Inter|)elra  il  si^nilicalo  dei  dialVamnii 
in  (|uesta  guisa  :  ('  IJeide  sind  niclils  Vnderes  als  Tlieile  der  IMenra  hez. 
{\os  I'eritonennis...,  » 

Da  (|uanlo  ho  sopra  esposlo.  cliiaro  apparisce  clio  riguardo  alle 
|)leiire  degli  uccelli  abhianio  cognizioni  scarse  e  conti'adillorie. 

Fino  a  poco  tempo  fa  si  amniisero.  a  lorlo.  due  diafrauinii  negii 
nccelli  e  eosi  della  ca\ila  celonialica  In  fatla  una  di\isione  shagliala. 
Le  pleure  non  pole\ano  essere  eonvenienlenienle  descrille  |)erclie  non 
si  conosccNa  la  lo|»ogralia  della  caAila  loracica. 

Dinioslrai  in  allri  lavori  ')  die  gli  uccelli  lianno  un  solo  dia- 
lVaninia :  die  il  cos)  dello  dialVainnia  loraco-add(tminale  non  e  allro  die 
la  parele  Ncnlrale  dei  sacdii  aerifeii  iiileiinedii  e  la  parele  itdsteriorc 
(1(^1  pericardio  ;  die  il  diariamina  ornilico  chiiKh^  in  liasso  la  cavilii  lo- 
racica. I  risullali  di  (juesle  iiiie  ricerdie  slahiliscono  nellanienle  i  liinili 
della  ca\ila  loracica.  la  (|uale  e  circoscrilla  dorsalnicnle  c  laleralineiile 
dai  cor|»i  (Idle  Ncrlehre.  dalle  coslc,  dagli  organi  die  occnpano  gli 
spazii  inlei'coslali  ;  \eiilralnienle  e  diiiisa  dal  diarraniiiia.  II  niediaslino 
la  siiddivide  in  due  casila  eiiiro  alle  *|iiali  sono  accolli   i   poluKUii. 

Per  lo  sNiliijipo  delle  pl(Mire  In*  sliidialo  einliri(Mii  di  polio. 

I  polnioni  si  s\iluppaiio  eiilro  ai  leganienli  polinonali-epalid,  si 
piio  (juindi  airerinare  die  lianno  nei  priiiii  sladii  di  svilnppo  i  iiiede- 
siini  rapjxM'li  dei  legaineiili  polinonali-epaiici  ;  rapporii  die  oriiiai 
S(Uio  noli. 

I'rinia  del  sellinio  gioni(»  d'  ineiihaziiUK'  i  polinoni.  lolli  i  legaiiii 
con  il   niesenlei'io  dcusale  e  ciui  i!,li  ahliozzi  del  diarrainina.    s(M1o    liheri 


(')  Itetterpr  E.  —  Aiuiloitiio  ot  I'liysiologio  ;niiiii:ilcs.  —  Parix,  JSOd. 

\^)  JJIir  ^M.  —  JJeitriige  ziir  Kciiiiliiis  dor  Aii.at,omio  und  Pliysiolojiiodor  Atliciiiworkzcituo  hoi  ilon 
\'<''tr<'lii.  —  Tilbinger  zooloijisclie  Arheiten.  II  Ba,vd,  No.  3.  Leipzig,  iSftc. 

(•')  14ertelli  O.  —  Coiitrilmto  .-ilia  inoi't'oloo;ia  fid  alio  svilnppo  ilel  diaCiMiiima  oiiiit.irn.  —  Jlloni- 
tore  zoologico  italiano,  18hH.  —  Svilnppo  dei  sacolii  aoriCeri  del  polio.  Divisioue  dolla  eavita  ci-loiiwitif.i 
df.sli  nccelli.  —  Memorie  deWi  Socie.fii  toficanfi  di  strienze  nntiirnli,   Vol.  17,  lS9ft. 


—  1.0B  — 

nclla  cavith  ('clonialica.  Al  scUiiuo  liidiiKt  iiicomiiiciaiio  ad  addossarsi 
sli-('t(amenl<\  per  hi'CNc  Irallo,  sidle  paicti  latcrali  dol  coloina. 

Dal  scltinio  ^iorno  (riiicuha/iono  raddossaincnio  dollc  pareli  lalc- 
rali  dci  poliiioiii  allc  paiTii  dclla  caNilii  cclitmalica  \a  liradalamcnlc  au- 
menlando.  tanlo  die  al  (|iiall(>nli('('siiii(»  i:i()i'n()  Ic  pareli  lalerali  e  dorsali 
(lei  |)(>lmoni  sono  per  liilla  la  eslensi(tne  appoiit;jale  alle  eorrispondeiili 
siipeiiieie  delle  cavila  pleiiriclie. 

Ill  basso  i  polmoiii  sono  I'lisi,  jjiiina  cogii  ahho/.zi  del  dialVaniiiia, 
dopo.  col  diarramiiia  e  cos'i  \enlralnienle  non   possoiio  avere  sioiusa, 

II  modiastino  |)i'iniiti\anienl<'  e  una  lamina  connettiva  die  accogiio 
I'aorla  e  Fesofago,  eniro  alia  (piale  ])oi  si  spingono  i  jii-oressi  sjiinosi 
venlrali  delle  vert(*l)re;  in  sladii  inollo  giovani  e  assai  esleso  in  diivzione 
sagiltale.  I  leganieiili  poliiioiiali-epatici  sono  iinili  al  inesenlerio  dorsalc; 
in  seguito  uniseono  i  polmoni  al  iiiesenlerio  dorsale  ed  al  iiiediaslino. 
Agli  nllimi  stadii  ddla  ineiihazione  il  colleganienlo  dei  polmoni  al  me- 
senterio  e  falto  da  scarsi  (ilamenli  di  lessulo  eonnellivo,  11  niediaslino 
a  (|uesti  sladii  a\anzali  dello  sviluppo  si  e  ridollo  in  direzione  sagillale 
peirlie  la  |)afle  inl'eriore  ha  eonlrihnilo  alia  eosliliizione  del  dialVamma. 
Del  legamenlo  polmonale-epalieo  andie  11  Irallo  die  iini\a  il  polmone  al 
mediastino  |)a!iedpa  a  ronnare  il  diariamma  e  eosi  si  compfende  peielie 
negli  emhrioni  agli  idliini  sladii  ddla  iiieuhazione  e  negli  in(li\idtii  adiilli 
\enne  a  maneare  niia  valida  iini(tne  lia  polmoni  e  ni(»(liaslino.  Alio  slalo 
emhrionale  ahliiaino  sladii  nei  (|iiali  esiste  niia  pan'le  inlerna  delle  ca- 
\ila  pleuiidie  assai  eslesa  in  direzione  sagillale  :  sedremo  come  iiel- 
radnll(»  il  niediaslino  e  rislrello  in  (jiiesla  (lii-ezi(»iie  e  eoiiie  in  conse- 
giienza  I'aorla  o  Tesolago  si  sono  resi  siiperlidali. 

(Contiima.) 

GIULIO  BIZZOZERO. 

Una  delle  piu  elette  intelligonze  clie  onoravano  ITtalia  si  e  spenta  la- 
sciaudo  in  lutto  la  scienza,  in  desolazione  i  oolleghi  e  gli  amici.  L'8  Aprile  di 
quest'anno,  in  Torino,  colpito  da  pneumonite  doppia,  raancava  ai  vivi  Giulio 
Bizzozero,  senatore  del  regno,  proi'essore  ordinario  di  Patologia  generale  e 
libero  docente  di  Istologia  nell'Ateneo  torinese. 

Giulio  Bizzozero  nacque  in  Varese  di  Lombavdia  il  20  Marzo  184G,  feco 
a  Milano  gli  studi  secondari  ed  in  ben  giovane  eta  si  I'eco  a  Pavia  per  gli 
studi  universitari,  riportando  la  Lanrea  in  Medicina  e  Chirurgia  nel  1866. 

Gia  dali'inizio  dei  suoi  stndi  universitari  egli  comprese  quale  via  dovesse 
seguire  un  cultore  delle  scienze  mediche.  In  mezzo  ai  molti  propalatori  delle 
antiche  teorie  speculative,  nell'Ateneo  ticinese  un  Salvatore  Tommasi,  un 
Oehl,  un    Mantegazza  a    quel    tempo  proclamavano    e  diffondevano   lo   mo- 


—  104  — 

derne  teorie  positive  sulla  base  della  ossei'vazione  e  della  esperienza;  Eizzo- 
zero,  attenendosi  a  queste,  voile  partire  dalla  osservazione  diretta  del  fatti, 
trovo  modo  di  penetrare  nei  laboratori  scientitici  scarsissimi  in  quel  tempo 
ed  aperti  solo  eccezionalmente  ai  giovaiii,  e  nell'Istituto  di  Fisiologia  diretto 
da  Oelil  egli  ancor  sediceniie  condusse  a  terraine  il  suo  primo  lavoro  che 
I'iguarda  la  fina  anatoinia  delle  ossa  lunghe  dei  batraci.  Frequento  poi  il  labo- 
ratorio  diMantegazza  ed  in  seguito  visito  gli  Istituti  scientifici  di  Zurigo 
e  di  Berlino  contiuuando  a  far  ricercbe  sn  diversi  argomenti  di  istologia  iior- 
male  e  patologioa  cbe  rese  di  pubblica  ragione  in  vari  periodici. 

Ottenuta  la  Laurea,  essendo  scoppiata  la  guerra  contro  I'Austria,  egli  ab- 
l)andon6  per  breve  tempo  gli  studi  per  eiitrare  come  medico  militare  volon- 
tario  nell'esercito  combattente.  ma  sabito  dojio  la  guerra  torno  a  Pavia,  perche 
i  lavori  gia  pubblicati  avevano  sollevata  tal  fama  di  lui  che  venne  cola  cliia- 
mato,  a  soli  21  anni.  a  sostituire  iiell'insegnamento  della  Patologia  generale 
il  sno  maestro  Mantegazza  trasferitosi  a  Firenze. 

A  Pavia  Bizzozero  resto  solo  poclii  anni:  nel  18T3,  dietro  concorso, 
in  nominate  Professore  ordinario  di  Patologia  generale  a  Torino.  In  questa 
universitk  egli  I'anno  1878  apri  un  corso  libero  di  INIicroscopia  clinica,  e  due 
anni  pin  tardi  convert!  questo  in  un  corso  di  Istologia  normale,  corso  che  si 
puo  chiamare  verameiite  classico  e  che  continue  a  fare  senza  interruzione  Hno 
alia  morte. 

A  Pavia  ed  a  Torino  Pi zzozero  si  dedicu  interamente  al  lavoro  scienti- 
lico  ;  istitui  nuovi  laboratori,  raduno  in  ossi  numerosi  allievi,  che  egli  instrado 
nei  pin  rigorosi  metodi  di  indagine,  riuscendo  cosi  a  creare  una  schiera  di 
giovani  scienziati,  che  sono  ora  sparsi  nelle  varie  universita  italiane.  Vari 
Inrono  gli  argomenti  di  studio  del  Nostro,  ma  sebbene  molti  ed  importanti 
siano  i  snoi  lavori  di  Patologia,  pure  puo  dirsi  che  egli  predilesse  sopratutto 
]o  ricercbe  di  Istologia  normale.  Noi  qui  diamo  in  appendice  la  serie  dei  la- 
vori di  indole  anatomica;  fra  questi  ben  noti  sono  quelli  sngli  orgaiii  emato- 
poietici,  sul  sangue  e  sulla  prodnzione  e  rigenerazione  fisiologica  degli  olementi 
ghiandolari. 

Npgli  ultimi  anni  B  izzozer  o,  ali^tto  da  una  malattia  endooculai-e,  ora 
impedito  dal  fare  lunghe  osservazioni  al  microscopio;  per  quosto  fatto  egli, 
p\ire  non  avendo  cessato  di  indirizzare  i  suoi  allievi  nelle  ricerche  di  micro- 
scopia.  dove  mutare  argomento  dei  suoi  studi,  e  cosi  entro  nel  campo  del- 
I'igiene. 

I  numerosi  lavori  suoi  e  degli  allievi  Giulio  Bizzozero  soleva  dapprima 
riunire  in  volumi  intitolati  dal  laboratorio  suo,  ma  piu  tardi,  cioe  nel  1H7G, 
fondo  VArchivio  per  le  scienze  mediche,  periodico  che  per  la  scelta  e  I'impor- 
tanza  dei  lavori  coutenutivi,  provenienti  oltre  che  dai  laboratori  di  Torino  an- 
che  da  molti  altri  d'ltalia,  puo  essere  considerato  come  un  modello  del  genera. 

D'anirao  franco  e  nobile,  zelante  del  dovere,  caro  agli  amici,  adorato  dagli 
allievi  suoi,  Bizzozero  si  distingueva  sopratutto  per  I'acutezza  della  intelli- 
genza,  la  precisione  delle  idee,  la  larghezza  delle  vedute,la  sicurezza  del  giu- 
dizio.  II  suo  discorso  era  sempve  semplice,  misnrato,  spoglio  di  ogni  orna- 
raento  rettorico;  cio  che  sopratutto  egli  curava  non  era  la  bellezza  della  forma 
ma  la  limpidezzn  della  esposizione.  Ed  e  sopratutto  per  essere  egli  stato  sem- 
pre  chiaro,  piano,  ordinato,  esatto  dicitore  che  le   sue  lezioni  riuscivano   mira- 


—  105  — 

bill  B  venivano  altamente  apprezzate  e  molto  frequentate.  Le  stesse  doti  si 
ti'ovano  in  tutti  i  suoi  scritti,  e  la  chiarezza  e  la  esattezza  della  descriziono 
formano  uno  dei  pregi  maggiori  del  suo  Manuale  di  iiiicroscopia  clinica,  il 
quale  uscito  la  prima  volta  nel  1879,  fu  poi  tradotto  in  molte  liiigue  e  fini  per 
essere  stampato  in  una  quinta  ediziouo  or  souo  pochi  musi. 

A',  h'usdvi. 

i8(5'2.  —  Delia  disLribuziane  dei  cauali  vascohiri  ncUo  oss;i  kiugliu  dei  I)a- 
Lraci.  (Archivio  per  la  zoologia,  vol.  il). 

1861.  —  Studi  comparativi  sni  ueniaspernai  e  sulle  ciglia  vibratili.  (Aunali 
uiiiversali  di  Mediciua,  vol.  CLXXXVll), 

1861.  -  Delia  cellule  eigliate  del  reticolo  malpighiauu  deU'eiiiderinide,  deilu 
uuicose  e  dei  cancroidi.  (Ibid.,  vol.  CLXXXX). 

1865.  —  Sui  coipuscoli  soinoventi.  (Comuu.diP.  Man  lu  gazzjii.  (Keiidicunli 
11.  Istituto  Lombardo,  CI.  Sc.  Fis.  e  Nat.,  vol.  II). 

1866.  —  Sulla  neol'oraiazioue  del  tessuto  connettivo  e  .'sullc  cellule  sciuo- 
veuti.  (Morgagni). 

1867.  —  Sul  parencliiiaa  della  ghiandola  piueale.  (Gazz.  med.  Italiana-Loiu- 
bardia,  Serie  VI,  t.   I). 

1868.  —  Del  niicroscopio  e  della  tecnica  microscopicii :  Manuale  pei  uie- 
dici  e  per  gli  studeuti  di  E.  Frev.  (Sunto  con  note.  Aniiali  univ.  di  Medic. 
vol.  CCII). 

1868.  —  Sulla  vitalita  degli  eleiueuti  coutrattili.  Nota  uei  Keudicouti  del 
li.  Istituto  lombardo,  serie  II,  vol.  I;  iu  e.stf>so  in  Morgagni). 

1868.  —  Nota  ci-itica  sulla  meinoria  del  D'Aul'recli  fc  intonio  alio  svilupfio 
del  tessuto  couuettivo.  (Morgagni). 

1868.  —  Sulla  funzione  ematopoietica  del  midollo  delle  ossa.  Comunic.  I. 
((xazzetta  niedica  italiana). 

1869.  —  Sulla  funzione  ematopoietica  del  midollo  delle  ossa.  Comunic.  II. 
(Ibid). 

1869.  —  Sul  niidoll-o  delle  ossa.  Studi.  (Morgagni). 

1869.  —  Sulla  struttura  del  tessuto  connettivo  compatto.  (Kendiconti  del 
11.  Istituto  lombardo,  Ser.  ii,  vol.  II). 

1870.  —  Sulla  struttura  degli  epiteli  pavimentosi  stratificati.  (Reudic. 
It.  Istit.  Lombardo,  serie  II,  vol.  IIIU 

1870.  —  Sul  tessuto  tendineo  (Ibid) 

1870.  —  Sulla  struttura  del  tessuto  teudineo.  (Morgagni). 

1870.  —  Rivista  dei  recenti  progressi  della  tecnica  microscopica  {Aniiali 
Universali  di  Medicina,  vol.  CCXII). 

1871.  —  Ricercbe  sulla  struttura  dei  tendini ;  nota  alia  memoria  del 
I'.  Lanzilotti-Bu  0  ns  anti.  (Gazzetta  med.  Ital.  Lombarda). 

1871..  —  Sulla  struttura  del  parenchima  della  gbiandola  pineale  (Rendic. 
R.  Istituto  lombardo,  vol.  IV). 

1872.  —  Zur  Bindegewebsfrage.  (Central blatt  f.  d.  med.  Wissenscb). 
1872.  —  Sulle  alterazioni    del    tessuto   muscolare    in    seguito    al  taglio  dei 

nervi  (in  collab.  con  C.  Golgi).  (Rendic.  R.  Istituto  lombardo,  vol.  V). 

1872.  —  Sulla  struttura  delle  gbiandole  linfatiche.  Nota.  (Rendic.  R.  Istit. 
lombardo,  vol.  V). 

1873.  —  Sulla  struttura  del  tessuto  tendineo.  (Osservatore-Gazzetta  delle 
Cliniclie). 

1873.  —  Sulla  struttura  delle  ghiandole  linfatiche.  (In  esteso,  Giornale  della 
R.  AcG.  di  Med.  di  Torino). 

1874.  —  Intorno  al  lavoro  del  prof.  Robin  sul  midollo  delle  ossa  ;  osserva- 
zioni  critiche.  (Gazzetta  med.  Italiana-Lombardia,  ser.   VII,  t.  I). 

1874.  —  Ueber  die  innere  Grenzscliicht  der  menschlichen  serosen  Hiiute. 
(Ceutralblatt  1.  d.  med.  Visseusch). 

1874.  —  Sui  rapporti  del  cervelletto  colla  fossa  occipitale  mediana  (in 
collaborazione  con  Lombroso.  (Arch,  per  I'Antropol.  e  I'Etnol.,  vol.  III). 


—  106  — 

1876.  —  Sulla  strutfcura  dellc  membrane  sierose  e  particolavmeiite  del  pe- 
ritoijoo  diaframmatico  in  coUab.  coii  G.  Salvioli.  Nota.  (Giorn.  deila  R.  Ace.  di 
Mediciua  di  Torino). 

1876-1878.  —  Studi  suUa  ytruttnra  e  sui  lint'atici  delle  sierose  umane  (hi 
collab.  con  G.  Salvioli).  Parte  1.  (Arch,  per  le  scienze  med.,  vol.  1);  parte  II 
(ibid.,  vol.  11).  '■ 

1878.  —  Geschichtlidies  iiber  die  Kenntuiss  des  Kiiochenmarkes.  (Wiener 
Med.  Jahrbuch,  II  Heft). 

1879.  —  II  crorao-citometro.  ( Atti  della  Li  Accad.  delle  Scieuze  di  Torino, 
vol.  XIV). 

1879.  —  liicerche  sperimentali  suUa  ematopoiesi  splenica  (in  collabor.  cou 
G.  Salvioli).  (Arch,  per  le  Scienze  Med.,  vol  IVj. 

1875-1879.  —  Riviste  d' Istologia.  (Anuali  universali  di  Mediciua  dal  vo- 
lume CCXXXII  al  CCL). 

1880.  —  SuUe  variazioni  quantitative  dell'emoglobina  iu  seguito  a  sottra- 
zioni  sanguigne  (iu  collab.  con  G.  Salvioli)  (Arcli.  per  le  Scieuze  medichu, 
vol.  IV). 

1880.  —  Della  trasfusione  del  sangue  nel  peritoueo  e  della  sua  influenza 
suUa  ricchezza  globulare  del  sangue  circolante  (in  collaboraz.  cou  C.  Golgij. 
(Archiv.  per  le  Scienze  med.,  vol.  ]V), 

1880.  —  Sulla  ematopoiesi  negli  uccelli  (iu  collab.  con  A.  Torre).  Nota 
prev.  (Atti  R.  Ace.  delle  Scienze  di  Torino). 

1880.  —  Sulla  produzione  del  globuli  rossi  del  sangue.  I.  Sulla  produzione 
dei  globuli  rossi  negli  uccelli  (in  collab.  cou  A.  Torre).  (Arch,  per  le  Scienze 
med.,  vol.  IV). 

1881.  —  Sulla  scissione  dei  globuli  .sanguigni  rossi  uella  vita  estrauteriua. 
(Osservatore,  Gazzetta  delle  Clin.  In  esteso  nel  Giornale  della  Li.  Ace.  di  Me- 
diciua di  Torino). 

1882.  —  Comraemorazione  di  T.  Schwann.  (Atti  della  R,  Ace.  delle  Scieuze 
di  Torino,  vol.  XVII). 

1882.  —  Di  uu  nuovo  eiemento  morfologico  del  sangue  dei  mammiferi  e 
della  sua  importanza  uella  trombosi  e  nella  coagulazione.  (Giornale  della 
Li.  Ace.  di  Medicina  di  Torino  e  Gazzetta  degli  ospedali.  In  esteso  Milauo, 
Vallardi  e  Arch.  Italienne  de  Biologie,  T.  1) 

1882.  -  Le  piastrine  del  sangue  e  la  coagulazione.  (Giorn.  R.  Ace.  diMed. 
di  Torino  e  Gazzetta  degli  Ospedali). 

1882.  —  Le  piastrine  del  sangue  dei  mammiferi  ed  i  corpuscoli  iuvisibili 
di  Norris.  (Gazzetta  degli  Ospedali  e  Arch.  Ital.  de  Biologie,  T.  I). 

1882.  —  Bluttplattchen  und  Thrombosis.  (Centralblatt  f.  d.  med.  Wis- 
seusch.). 

1882.  —  L'ematopoiesi  nei  vertebrati  inferiori  {in  collab.  cou  A.  Torre). 
Nota.  (Osservatore,  Gazzetta  delle  cliuiche). 

1883.  —  Die  Bluttplattchen  im  peptonisirten  Blute.  (Centralblatt  f.  d. 
med.  Wiss). 

1883.  —  Le  troisieme  element  du  sang.  (^Semaine  medicale  e  Gazzetta  degli 
Ospedali). 

1884.  --  Sulla  preesistenza  delle  piastrine  nel  sangue  normale  dei  mammi- 
feri. (Gazzetta  degli  Ospedali). 

1884.  —  Sulla  produzione  dei  globuli  rossi  nelle  varie  classi  dei  verte- 
brati (in  collaborazioue  con  A.  Torre\  i^Arch.  per  le  Scienze  mediche,  vo- 
lume VII). 

1884.  -  Sulla  produzione  dei  globuli  rossi  (in  collab.  con  A.  Torre).  (Arch. 
per  le  Scienze  Med..  \  ol.  VII). 

1884-18S5.  —  Sul  consume-  delle  cellule  ghiandolari  dei  mammiferi  nelle 
ghindole  adulte  i^in  collab.  con  Vassale).  Atti  della  R.  Accad.  delle  Scienze  di 
Torino,  vol.  XX). 

1886.  -  Sul  destino  dei  globuli  rossi  nella  trasfusione  del  sangue  defibri- 
nato  in  collab.  con  Sanquirico).  (Arch.  Scieuze  med.  vol.  IX). 

1886.  —  Sulla  struttura  degli  epiteli  pavimentosi  stratiticati.  (Ibid.). 

1886.  —  Commemor.  del  D.  A.  Tori'e-  (Giorn.  R.  Ace.  Med.  di  Torino). 


—  107  — 


1886.  —  Nuovo  metodo  per  la  dimostiazione  degli  oleiueuti  iu  cariociuesi 
iiei  tessuti.  (Zeitschrift  f.  Wiss.  Mikrosk.,  1.11  Bd.) 

1887.  —  Sulla  proiluzione  e  rigenoraziuiie  fisiologica  degli  elementi  gliiau- 
dulari  (in  collab.  con  Vass  alej.-(Arch.  bcienze  nied,,  vol.  Xi). 

1887.  —  Nota  aggiuntiva  al  lavoro  procodente.  (ibid.). 

1888.  —  Coramemorazione  di  Gaetano  Salvioli.  (Annuario  K.  Universita 
di  Torino,  1888-1889). 

18<S'J.  —  Ueber  die  Atrophic  der  Fcttzellen  des  Ivuochenniarks.  (Arch.  1. 
aiikr.  Anatomie,  Bd.  XXXIll). 

1889.  —  Nuove  ricerclie  siiila  struttura  del  midoliu  osseo  uegli  uceelli. 
(Alti  K.  Ace.  delle  Scienze  di  Torino,  vol.  XXV). 

1889-1893.  —  Sulle  ghiandole  tubulari  del  tubo  gastrounterico  e  sui  rappurti 
del  loro  epitelio  coH'epitelio  di  rivestiuiento  della  mucosa.  Sctte  note.  (Atti  dolla 
R.  Ace.  Scienze  di  Torino,  vol.  XXIV,  XX VII,  XX Villi. 

1891.  —  Sulle  piastrine  del  bangue  dei  niamniiferi.  Nuove  ricerclie.  (Arch. 
Scienze  med.  vol.  XV). 

1894.  —  Berichtigung  in  Sachen  der  Kerutheilung  in  den  Norvenlasern 
nach  Durchschneidung.  (Arch.  f.  Mikr.  Anat.,  Bd.  XLI). 

1894.  -  Accrescimento  e  rigenerazione  deU'organismo.  (Arch,  per  le  Scienze 
med,    vol.  XVIII). 

1891.  —  Eiueu  historichen  Biickblick  aul  die  Entwickelung  der  Lehre  von 
de  Blutbildenden  Function  des  Knockenmarks.  (Deutsche  med.  Wochens- 
chrift). 

1894.   -  Oli'euer  Brief  iiber  die  Coutroverse.  Bizzozero-Neuman.    (ibid). 

1900.  -  Uebor  die  fibrillare  Structur  der  Epithelzelien  des  Froschdarmes. 
(Anat.  Anzeiger.  Ergauzungshett  z.  XVlii  Bd.). 


aiOVANISri    BATTISTA    LAURA. 


11  Prof.  Uott.  Giovanni  Battista  Laura,  morto  poclii  giorni  sono  nel 
fiore  della  virilita  sua  in  Torino,  ove  era  insegnante  di  Neuroterapia,  merita 
sia  ricordato  in  questo  Giornale,  poiche  Ei  fu  Anatomico  stimato,  e  le  sue  Pub- 
blicazioni  anatomiche  hauno  iucontestabile  valore,  e  vengono  continuamente 
ricordate.  Esse  si  riferiscono  a  ricerclie  praticate  per  chiarire  fatti  oscuri  e  dif- 
ficili  sulla  struttura  minuta  del  sistema  nervoso  centrale:  i  risultati  ottenuti 
attestano  I'abilita  del  ricercatore.  Eccone  I'elenco: 

SuU'  origine  reale  dei  nervi  spinali.  I.  i  Memorie  della  K.  Accademia  delle 
Scienze  di  Torino,  XXXI,  1878). 

Nuove  ricerclie  sull'  origine  reale  dei  nervi  cerebrali.  il.  (lb.,  XXXil,  1879). 
Sulla  struttura  del  midoUo  spinale.  (Torino,  188:2). 

Gr.  liumiti. 


JACOFO    DANIELLI. 


E  qui  pure  devesi  ricordare  la  immatura  perdita  del  Prof.  Dott.  Jacopo 
Danielli.   Distinto   Antropologo,   Egli    ebbe   profonde  e  razionali  couoscenze 


—  U)8  — 

della  Aaatoiiiia  dell'  uoino,  o  ne  fanno  fede  i  suoi  scritti,  dei  priiicipali,  uccouo 
i  titoli: 

Iperostosi  in  inaudibole  uiuaue  specialiiieate   in    Ostiacchi.   (Archivio   per 
I'Antropologia  e  la  Etnologia.  Firenze,  1884). 

11  corridore  Martinelli.  Osservazioni  antropologiche.  (Idem,  1888). 

Tecnica  antropologica.    Idem).. 

Studio  crauiologico  sui  Njas.  (idem,  1892). 

Appendice  sullo  stesso  argomento.  (Idem). 

Studio  sui  crani  Bengalesi.  (Idem,  1893/. 

Crani  ed  ossa  lunghe  di  abitauti  dell'isola  di  Eugauo.  (Idem,  I89dj. 

Contribute  alio  studio  del  tatuaggio  negli  anticlii  Peruviani.  (Idem,  1891). 

G.  Ko'iidti. 


Fi  (I'  imiuinenli'  pubblicazionc  il  Hendiconto  del  11"  Oonvoji'no 
<lcir  Unione  Zooloyica  Itallana,  che  ebbe  luo?io  in  Napoli  dal 
i)  a  I  l.i  Aprilc. 


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dh^kyL^ 


(I'liliblicazioiii  Italiiiiie  <li  Zoolot^ia,  Anatoinia,  Enibriologia) 

Organo   ufficiale   della   Unione  Zoologica   Italiana 


DIRETTO 
DAI    DOTTORI 


GIULIO  GHIARUGI 


EUGENIO  FICALBI 


I'rof.    di    Auatoniia    uiuaiia 
iiL'l  K.  Istituto  tli  Stufli  Super,  in  Fiieiize 


I'rol'.  ili  Auatoniia  coiup.  e  Zoologia 
iiella  li.  lljiivorsita  di  Padova 


Ufficio  di  Direzione    ed   Amministrazione  :   latituto  Aiitftomico,    Fircnze. 
12  Humeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno 


Firenze,  Maggio  1901 


N.  5 


SOMMARIO:    BiBLiooRAFiA.  —  Pag.   109-118. 

UoMUNicAzioNi  Originali:  Bertelli  D.,  Sviluppo  e  conforinHzione  delle  pleuro  ne- 
gli  uccelli.  (Continuazione  e  fine).  — Barpi  U.  e  Tornello  S.  Q.,  I  vasi  aber- 
ranti  del  fej;ato  dei  Solipedi:  1 '  Nota.  (Con  tavola  IV ').  —  Pag-.  118-140. 

Studio  coi.lett.vo  del  peso  dell' Encefalo  negli  Italiani:  Adesioni.  — Pag.  110. 

Avverter\za 

Delle  Comunicazioiii  Originali  die  si  pubblicanu   iiol  Mont- 
tore  Zooloijico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 

BIBLIOGRAFIA 


Si  da  notizia  soUanto  del  larorl  imhbltcati  In  Italia. 


XV.  Vertebrati. 

11.    PARTE    AN  ATOMIC  A. 
1.  Partk   generale. 

Corrado  G.  —  liapijorti  metrici  tra  le  varie  parti  del  corpu  leLale  od  altre 
considerazioni  in  ordine  all'  identita.  Parte  III.  —  Gioni.  d.  Aasociaz.  Na- 
poletana  di  medici  e  natu7'alisti,  An.  11,  Puntata  J,  pag.  70-90.  Najyo/i, 
1901  {continuaz.  continua). 

2.  TeGUMBNTO   E   PRODUZIONI   TEGUMENTARIE. 

Ottolenghi   D.  —  Contributo    all'  istologia    della    ghiaudola   manimaria    i'un- 

ziouante.  —  Mem.   d.    R.    Accad.   d.    Sc.    di    Torino,    Serie   1',    Tamo  50, 

pcuj.  179. 
Sfameni  P.  —  Contributo    alia    conoscenza    delle    terminazioui  uervose  negli 

organi  genitali    esterni    e  nel  capezzolo  della  femmina.    -    Vedi  in  questo 

N.  a  pag.  115. 

M.  Z. 


—  iiu  — 

3.    SlSTEMA   NEKVOSO  CENTRALE    E   PEIUFERICO, 

Amabilino  R.  —  Contributo  alia  conoscenza  del  centre  visivo  corticale.  Con 

Hg.  —  II  Flsani,  Giorn.  di  Fatol.  nervosa  e  mentale,    Vol.   21,   Fasc.  2-3, 

ptuj.  106-114.  Falermo  1900. 
Amabilino  R.  —  Sulle    deger.erazioni    ascendenti    specialmente    del  t'ascio  di 

Gowers,  in  un  caso  di  compressione  del  midollo.  Con  iigure.  —  Riv.  di  Fatol. 

nervosa  e  mentale,  Vol.  5,  Fasc.  12,  pay.  529-587.  Firenze  1900. 
Caradonna  G.  —  Ricerche    sulla  costituzione    del  plesso  bracliiale,    sulla  di 

stribuzione  dei  suoi  rami  terminali  e  suiranastomosi  fra  il  nervo  muscolo- 

cutaneo  ed  il  nervo  mediano  negli  Equini.  Con  tav.  II  e  III.  —  Monit.  Zool. 

Ital.,  An.  12,  N.  3,  pag.  62-75  e  N.  4,  pag.  H4-95.  Firenze  1901. 
Chiarugi  G.    -   Proposta  di  uno  studio   collettivo  sul   peso    dell'enoefalo  negli 

Italiani.  —  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  1,  pag.  23-30.  Firenze  1901.   Vedi 

anc/ic:  Lo  Sperhnentale  {Arch,  di  Biol.  norm,   e  patoL),  An.   55,  Fasc.   I, 

pag.  117-126.  Firenze  1901. 
Ciaccio  O.    V.  —  Observations  inicroscopiques  sur  les  organes   electriques  dea 

Torpilles  (avec  2  pi.).  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  11,  328. 
Cutore   O.  —  Ricerche  istologiclie    sulla    «   Anomalia    dei  canale    niidollare  in 

un  embrione  di  polio  di  48  ore  >.  Con  tav.  —    Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  211. 
Fusari  R.  —  Caso  di  sdoppiamento  totale  e  simmetrico  di  uu    tratto  del  mi- 
dollo spinale   con    canale  vertebrale    chiuso   ed    ipertricosi    loml}a]'e.    Con 

tav.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  64.  N.  2.,  pay.  83-96. 

Torino    1901. 
Gemelli  E.  —  Contributo  alia    conoscenza  sulla  struttura  della  gliiandola  pi- 

tuitaria  nei  mammiferi.  Con  tav.  —  Uull.  d.  Soc.  Med.  Chir.  di  Facia,  1900. 

N   4,  pag.  231-240.  Favia  1900. 
Graziani   G.  —  Sopia  i  rapporti  delle  arterie,  delle  vene  e  dei  nervi   satelliti. 

Con  tav.  VII^  ~  Vedi  M.  Z.,  XI,  12,  355. 
Guerri  e   Coluzzi.  —  Contributo  alio  studio   della    struttura  del  ganglio    ci- 

liare.  —  Annali  d.  Facolth  di  Medicina  e  Mem.  d.  Accad.  med.-chir.  di  Fe- 

ruyia,   Vol.  12,  Fasc.  1-2,  pag.  23-28.  Ferugia  1900. 
Leggiardi-Laura  C.  —  Sopra  il  significato  della   cosidetta  «  du[dicitH   della 

scissura  di  Rolando  »  e  sopra   un    rapi)orto  costante  della   scissura  post- 

rolandica.  —  Gior.  d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.   63,   N.  9-12, 

pag.  830-838.  Torino  1900. 
Leggiardi-Laura    C.  —  Di  un  solco  tiasverso    del    lobo    parietale    costante- 

mente  rappresentato  nell'uomo.   Con    figure.  —  Riv.    di   Biologia  generate, 

An.  3,  X\   1-2,  pag.  104-105.  Como  11)01. 
Orestano  F.  —  Le  vie  cerebellari  efferent!.  Con  figure.  —  Riv.  di  Fatol.  ner 

vosa  e  mentale.  Vol.  6,  Fasc.  2,  pag.  49-69.  Firenze  1901. 
Rossi  U.  —  SuUo  sviluppo  della  ipofisi.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  212. 
Rossi  U.  —  SuUo   sviluppo   della   ipofisi  e  sui  rapporti    primitivi    della    corda 

dorsale  e  dell'intestino.  Con  2  tav.  —    Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  212. 
Sperino  G.  —  L'encefalo  dell'auatomico  Carlo  Giacomini.  Con  favole.  —  Riv. 
sperim.  di  Freniatria,  Vol.  27,  Fasc.  1,  pag.  146-171.   Reggio  Emilia  1901. 
{Continua). 
Staderini  R.  —  I  lobi  laterali  dell'  ipofisi  e  il  loro  rapporto  con  la  parete  ce- 
rebrale  in  embrioni  di  Gonyilus  ocellatus  (Sunto)  -   Rendic.  d.  1"  Assemblea 


—  Ill  — 

(i  d.  Convegno  d.  Uiiione  Zovl.  Ital.  in  Jtolot/nu  {24-27  Settenihre  I'JUU),  in: 
Monit.  ZooJ.  Itcd.,  An.  11^  suppL,  pay.  11.  Firenze,  Dicembre  1900. 

Staurenyhi  C.  —  Nota  intorno  all'ossificazione  della  grande  lalce  in  alciini  leti 
di  Eqtius  caballus  L.  —   Vedi  M.  Z..  XI,  12,  355. 

Sirleo  L.  —  Degenerazioni  secoudai-ie  alia  disti'uzioiie  dei  nuclei  del  f'unicolo 
gracile  (fascio  di  BurdacJi)  e  del  fiinicolo  cuueato  (fascio  di  Goll).  Con 
tav.  —  Arch.  ital.  di  Medicnia  int.,  Vol.  3,  Faac.  3-G,  pay.  121-131.  Fa- 
lermo  1900. 

Ugolotti.  —  Couti-ibuzione  alia  studio  delle  vie  piraniidali  nell'  uonio.  — 
Eendic.  d.  Assoc,  med.-chir.  di  Farina,  An.  1,  N.  10,  pay.  207.  Far- 
ma,  1900. 

Ugolotti.  —  Contribuzione  alio  studio  delle  vie  piramulali  nelFuomo.  Con  tav. 
—  liiv.  speriin.  di  Freniatria,  Vol.  27,  Fasc.  1,  jjay.  38-07.  Meygio  Emi- 
lia, 1901. 

A.  Organi  L)i  senso. 

CalamLda  U.  —  Terminazioui  nervose  nella  membrana  tinipauica.  —  (Jior.  d. 

R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  64,  N.  3,  pay.  189-192.  Torino  1901. 
Coggi  A.  —  Sulle  ampolle  del  Lorenzini  (Sunto).  —  Rendic.  d.  7"  Assemblea  a 

d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  (24-27  Settembre  1900),  in: 

Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  pay.  43-44.  Firenze,  Dicembre  1900. 
Crevatin  F.  -    Sulle    terminazioui    nervose    della    congiuntiva.   —  Rendic.    d. 

Accad.  d.  Sc.  d.  Lstit.  di  Boloyna,  seduta   d.   10  Dicembre  1900,  in:  IJoll. 

d.  Sc.  med.,  An.  72,  Serie  8,   Vol.  I,  Fasc.  3,  pay.  153.  Boloyna  1901. 
Crevatin  F.  —  Su  di  alcuni  corpuscoli  del  plesso  sub-epiteliale  della   cornea 

dei  topi.  —  Rendic.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  lstit.  di  Boloyna,  Seduta  d.  10 

Dicembre  1900,  in:  Bid  I.  d.  Sc.  med.,  A7i.  72,  Serie  8,  Vol.  1,   Fasc.  3,  pay. 

153-154,  Boloyna  1901. 
Levi  G.  —  Osservazioni  sullo  sviluppo  dei  coni  e  bastoncini  della  retina  degli 

L'rodeli.  Con  tav.  XIV*.  —  Lo    Sperinientale  (Arch,  di  Biol.  norm.  epatoL), 

An.  54,  Fasc.  0,  j)ay.  521-539.  Firenze  1900. 
Pagano  G.  —  Ancora  sulle  tibre    associative    perit'eriche    dei   nervi    ottici.  — 

Vcdl  M.  Z,  XI,  12,  354. 
Fornatota.   -    Del  mesoderma  pericristallinico  nogli  embrioui  dei  vertebrati.  — 

Vcdi  M.  Z.,  XI,  7,  213. 
Turuatola.  —    Delia  lormazione    dei    vasi    uel    viireo    embriunale.  —  Vedi    M. 

Z.,  XI,  7,  213. 
Tornatola.   —    Note   intorno    alle  «  (Osservazioni  suU'  origine    del   vitreo  »    del 

dott.  A.  Carini.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  213. 
Versari  R.  —  Coutributo    alia    conoscenza  della  uiorfogeuesi  degli    strati    va- 

scolari  della  coroide  ueU'occhio  deiruomo  e  di   altri    mammiferi.  Con  tav. 
-    Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  214. 
Wiederslieim    R   —  DeH'orgauo  uditivo.  Con   37    figure.  —  Riv.  di  Bioloyia 

ycnerale,  An.  3,  N.  3,  pay.   101-198.  Como  1901. 

5.    SCHKLKTRO  E  ArTICOLAZIONI. 

Bignotti  G.  --  Sul  tarso  del  Alas  decumanas.  —  Rendic.  d.  / "  Assemblea  e 
d.  Conveyno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Boloyna  (24-27  Settembre  1900),  in. : 
Monit  Zool.  Ital.,  An.  11,  Sapp'..  pay.  17-19.  Firenze,  Dicembre  J900, 


—  11*2  — 

Coraini  E. —  L'articolazione  bigemina  del  bregma  comparativamente  studiata 
negli  animali  attuali.  Con  figure.  —  Atti  d.  Soc.  Romana  di  Antropol.^ 
Vol.  7,  Fasc.  3,  pag.  49-66.  Eoma  1901. 

Dorello.  —  Sopra  parecchie  anomalie  rinvenute  in  un  occipite  umano  e  spe- 
cialmente  sul  cosi  detto  «  Terzo  condilo  occipital e  ».  Con  fig.  —  Ricerche 
fatte  net  Laborat.  di  Anat.  norm.  d.  R.  Univ.  di  Roma  ed  in  altri  Laborat. 
biol.,  Vol.  8,  Fasc.  1,  j)ag.  33-40.  Roma  1901. 

Ganflni  C.  —  II  significato  morfologico  del  tuberculam  pliaryngeitm  ossis  oc- 
cipitis.  Con  tav.  I'.  —  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  22,  pag.  33-40.  Fi- 
renze  1901. 

G luffrida-Ruggeri  V.  —  Su  un  cranio  stenometopus  (Con  fig.).  —  Vedi  M.  Z., 
XT,  0.  184. 

Giuflfrida-Ruggeri  V.  —  Sul  significato  delle  ossa  lontanellari  e  dei  iorami 
parietal!  e  sulla  pretesa  penuria  ossea  del  cranio  umano.  —  Atti  d.  Soc.  Ro- 
Diana  di  AntropoL,  Vol.  7,  Fasc.  3,  jjag.  81-92.  Roma  1901. 

Maggi  Li.  —  Sul  significato  morfologico  degii  ossicini  petro-esoccjpito-so- 
vraoccipitali  ed  esoccipito-sovraoccipitali  (Sunto).  —  Rendic.  d.  1"'  A.ssetit- 
blea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  Settembre  1900), 
in  :  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppL,  pag.  15-16.  Firenze,   Dicembre  1900. 

Maggi  L.  —  Aggiunte  ai  nuovi  ossicini  craniali  negli  Antropoidi.  —  Rendic. 
d.  R.  Istit.  Lamb,  di  Sc.  e  Lett.,  Serie  2,  Vol.  34,  Fasc.  7,  pag.  471-475. 
Milano,    1901. 

Maggi  L.  —  Nuovi  ossicini  craniali  degli  Antropoidi  e  loro  significato  morfo- 
logico. Con  tav.  —  Rend.  d.  R.  Istit.  Lomh.  di  Sc.  e  Lett.,  Serie  2,  Vol.  34, 
Fasc.  3,  pag.  147-163.  Milano  1901. 

Monti  A.  —  Su  gli  scheletri  di  alcune  scimmie  rachiticlie:  osservazioni  ana- 
tomo-comparative.  —  Mem.  d.  R.  Istit.  Lomb.  d.  Sc.  e  Lett.,  CI.  di  Sc.  fis., 
matem.  e  nat..   Vol.  19  {Vol.  10  d.  Serie  3),  Fasc.  3.  Milano  1900. 

Sergi  Ge.  —  Le  forme  del  cranio  umano  ]iello  sviluppo  fetale  in  relazione  alle 
forme  adulte  :  2^  comunicazione.  Con  figg.  —  Riv.  di  Sc.  biologiche,  An.  2 
N.  11-12,  pag.  831-847.  1900. 

Staurenghi  C.  —  Note  di  craniologia.  Con  tav.  I  e  II.  —  Annali  d.  Museo- 
civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  {1899-1901},  pag.  635-660.  Ge- 
nova   1901. 

Staurenghi  C.  —  Nuclei  complementari  costanti  del  post-sfenoide  del  B.  tau- 
rus  L.  non  ancora  descritti,  loro  dislocazione  nel  corso  de.Uo  sviluppo  em- 
briouale,  ed  omologia  cogli  ossicini  petro-sfeno-basioccipitali  umani.  — 
—  Boll.  d.  Soc.  Med.-Chir.  di  Pavia.  1900,  N.  4,  pag.  173-200.  Pavia  1900. 
Con  3  tavole. 
Tietze  F.  —  Due  crani    scafoidei.  Idee   sulla    scafocefalia.  —  Vedi  AI.  Z.,  XI, 

6,  185. 
Valenti  G-.  -  So^Dra  un  caso  di  costa  raddoppiata  osservato  nell'  uomo.  — 
Rend.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  Istit.  di  Bologna,  sedrda  d.  13  Gennaio  1901, 
in:  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  72,  Serie  8,  Vol.  1,  Fasc.  3,  pag.  154-155.  lio- 
logna  1901. 
Zimmerl  U.  —  lutorno  ad  un'anomalia  delle  ossa  nasali  in  alcune  specie  di 
animali  domestici.  Con  5  figure.  —  Monit.  Zool,  Ital ,  An  12,  N.  2,  J)^U- 
43-50.  Firenze  1901. 


HI 


6.  Apparecchio  muscolare. 

Fajardo  F.  —  A  proposito  di  un'anomalia  muscolare.  —  II  Foliclinico,   An.  8, 

Vol.  ,V-C.  Fasc.  3,  jnig.  152.  Roma  1001. 
Favaro  G.  —  Note  critico-bibliografiche  sul  muscolo  sterno-cleido-inastoideo. 

—  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  /,  pag.  16-23.  Firenze  1901. 

Fiorani  P.  L.  —  II  muscolo  ileo-capsulo-femorale.  Con  tav.  —  Riv.  veneta  di 

Sc.  med.,  Tonio  34,  An.  18,  Fasc.  G,  pag.  241-248.   Venezia  t'JOl. 
•  Focacei  M.   —  Contributo  alio  studio  del  muscolo  interdigastrico  di  Bianclii. 
Con  1  tav.  —  Atti  d.  Soc.  d.  Natural,  e  Matem.  di  Modena,  Serie  4,  .In.  33, 
Vol.  2,  pag.  260-277.  Modena  1901. 

7.  Apparecchio  cardiaco-vascolare.  Milza. 

Betagh  G.    -    Sulla  presenza  del  tessuto  cellulo-adiposo    nello   glandole  linfa- 

ticlie.  Con  figure.  —  II  Foliclinico,  An.  8,   Vol.  8-C,  Fasc.  4,  pag.  180-1!/ 1. 

Roma  itIOl. 
Gardini  A.  L.  —  Note  anatomo-fisiologicha    sulle    vene   del    cuore  umano.  — 

Rendic.  d.  Assoc,  med-chir.  di  Parma,  An.  2,  N.  1.  Parma  1901. 
Giannelli    L.  —  Alcuni  ricordi  sullo  sviluppo  della  milza   nei   Rettili.  —  Atti 

d.  R.  Accad.  d.  Fisiocritici  in  Siena,  Serie  4,  Vol.  12,   An.  Accad.  209,  pag. 

443-447.  Siena  1900. 
Sala  L.  —  Sullo   sviluppo  dei  cuori  linf'atici  e  dei  dotti  toracici  neU'embrione  di 

polio.  Con  2  tav.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  213. 
Sertoli  A.  —  Glandole  linfatiche  inguinal!  aberrant!.  —  Giorn.  d.  R.  Esercito, 

An.  48,  N.  12,  pag.  il57-li60.  Roma  1900. 
Sisto  P.  e  Morandi  E.  -  Contributo  alio  studio  del   reticolo  delle  linfoglan- 

dule.  Con  tav.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  di  Toriyio,  Vol.  36,  Disp.  .1,  j)ag. 

94-112.  Torino  1901. 
Zimmerl  U.  —  Ricerche   anatomo-comparate  sui  vasi  cardiaci   degli  animal i 

domestici.  —  Parma,  tij).  Operaia  S.  Anna,  1900,  pj).  56.  Con  3  tav. 

8.   TUBO   DIGESTIVO    E   GHIANDOLE   ANNESSE. 

Bossi  v.  —  Ricerclie  sui  denti  e  sulla  conoscenza  dell'eta  del  Camelus  dro- 
medarius  della  E,.  Mandria  di  S.  Rossore.  —  11  Nuovo  Ercolani,  An.  5, 
N.  24,  An.  6,  N.  1,  2,  3,  4,  5,  6,  7  e  8.  Pisa  1901.  {Continuaz.  e  fine). 

Cabibbe  G.  —  Contributo  alio  studio  istologico  della  cistifellea  e  del  cole- 
doco.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Fisiocritici  in  Siena,  Serie  4,  Vol.  12,  An. 
Accad.  209,  pag.  437-441.  Siena  J900. 

Cattaneo  G.  —  Sul  tempo  e  sul  modo  di  formazione  delle  appendici  piloriche 
nei  Salmonidi :  Comunicazione  preliminare.  —  Rendic.  d.  I"  Assemblea  e 
d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  Settembre  1900),  in  : 
Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  .suppl.,  pag.  10-11.  Firenze,  Dicembre  1900. 

Drago  U.  —  Relazione  fra  le  recenti  ricerclie  istologiche  e  fisiologiche  sul- 
I'appareccbio  digerente  e  lo  assorbimento  intestinale.  —  Vedi  M.  Z..  XI. 
11,  328. 

Drago  U.  —  Cambiamenti  di  forma  e  di  struttura  dell'epitelio  intestinale  du- 
rante I'assorbimento  dei  grassi.  —   Vedi  M.  Z.  XI,  11,  328. 

Favaro   G.  -   Le  pieghe  laterali  del  solco  vestibolare  superiore   della   bocca. 

—  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  3,  pag.  61.  Firenze  1901. 


14  - 


Favaro,  Lombroso,  Treves  ed  Olivetti.  -  Le  pieghe  lateral!  dei  solclii  ve- 
stibolari  delle  bocca.  Con  fig.  —  Arch,  di  Psrch.,  Sc.  pen.  ed  Anfropol.  cri~ 
win.,   Vol.  22,  Fasc.  1-2,  pag.  34-39.  lleggio  Emilia  1901. 

Giaeomini  E.  —  Sulle  cosi  dette  glandole  salivari  dei  Petroraizonti.  — 
Rendic.  d.  r  A.ssemblea  e  d.  Convegno  d.  Unionc  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24- 
27  Settemhre  1900),  in:  Mnnit.  Zool.  Hal.,  An.  II,  suppl,  pag.  7-8.  Firenze, 
Dicembre  1900. 

Mazza  P.  —  SuU'  apparato  digerente  del  llegalecus  glesne  Ascanins.  -  Rendic. 
d.  1"  Assemhiea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  (24-27  Set- 
tembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppL,  pag.  34-30.  Firenze,  Di- 
cembre 1900. 

Mingazzini  P.  —  Cambiainenti  morfologici  dell'  epitelio  intestinale  durante 
lo  assorbimento  delle  sostanze  alimentari.  Nota  II.  Con  tav.  IV.  —  Vedi 
M.  Z.,  XI,  Jl,  329 

Pensa  A.  —  Sulla  lina  distribuzione  dei  nervi  nelle  ghiandole  salivari.  Con 
tav.  —  Rendic.  d.  R.  M..  Lomb.  di  Sc.  e  Lett ,  Serie  2,  Vol.  34,  Fasc.  5, 
pag.  362-369.  Milano  1901. 

Perondi  G.  —  Ricerche  anatomiche  sul  cieco  e  sulla  sua  appendice.  —  II  I'oli- 
clinico.  Anno  8,  Vol.  8-C,  Fasc  3,  pag.  H 2-123,  Roma  1901. 

Zlmmerl  U.  —  Contributo  alia  conoscenza  dell'  ontogenesi  dello  storaaco  dei 
Rurainanti  (Organogenesi).  Con  tav.  I  e  II.  —  Vedi  M.  Z.,  AT,  7,  214. 

9.    ApPARECCHIO   POLMONAUK.    Bp.ANCHIE.    TlMO.    TlROIDE. 

Ceeca    R.  —  Note  anatomiche  sopra  i  corpi  tiroidei    accessorii    del    ooUo.  — 
Rendic.  Accad.  d.  Soc.  med.  cliir.  di  Bologna,  seduta  d.  31  Gennaio  190  i, 
in  :  Boll.  d.  Sc  med.,  An.  72,  Serie  8,  Vol  I,  Fasc.  4,  pag.  212-214.  Bologna  1901. 
Citelli  S.  —  Studio  suila  struttura  della    mucosa  laringea  nell'uomo.  Con  ta- 
vole.   —  Arch.    ital.  di  Laringolog.,  An.  21,  Fasc.  1,  pag.  14-47.  Napoli  1901. 
D'Ajutolo  G.  —  Appunti  critici  sulle  glandole  tiroidee  accessorie.  [Si  riferisce 
al  lavoro  del  Dott.  R.  Cecca].  ~  Rend.  Accad.   d.  Soc.  med.  chir.  di  Bolo- 
gna,  sedida  d.    22    Febbraio  1901,  in:  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  72,  Serie  S, 
Vol.  1,  Fasc.  4,  pag.  214-216.  Bologyia  1901. 
Giaeomini  E.  —  Sulla  struttura  delle   branchie  dei  Petromizonti.  —  Rendic. 
d.  1"'  Assemblea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  Set- 
tembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  supj^l.,  pag.  9-10.  Firenze.  Di- 
cembre WOO. 
Giaeomini   E.  —  Sulla  struttura  delle    branchie   dei  Petromizonti.  —  Annali 
d.  Facoltd.  di  Medicina  e  Mem.  d.  Accad.  med.-chir.  di   Perugia,    Vol.  12, 
Fasc.  3-4,  pag.  221-233.  Perugia  1900. 
Lenzi  L.  —  A  proposito  di  un  lavoro  del  Dott.  P.  Linser  sul  tessuto  elastico 
del  polmone.  —  Monit.  Zool.  ital..  An.  11,  N.  12,  pag.  370-375.  Firenze  1900. 
Motta-Coeo    A.  —  Contributo  all'  istologia    della   glandola    tiroide.   —  Ra.<i- 
segna  internaz.  di  medicina  moderna,  An.  2,  N.  4,  Catania,  1900. 

10.  Apparecchio  uro-genitale.  Capsule  surrenali. 

Barbera  A.  G.  e  Bicci  D.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle  niodificazioni 
che  il  digiuno  apporta  negli  elementi  anatomici  dei  vari  organi  e  tessuti 
deU'economia  animale.  ('apsule  sovrarenali    —  Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  214. 


^-  115  -^ 

IHcci  D.  —  Contributo  istologico  alia  conoscenza  delle  modif5cazioni  che  il  di- 

giuuo  apporta  negli  elementi  anatomici    dei    vari    organ!    e    tessuti    del- 

r  economia  animale.  l''  Nota :    Capsule    sovrarenali.  —    Vedi   M.  Z.,    XI, 

11,  828. 
Clerc  L.  —  Scission!  dirette  e  follicoli  pluriovular!    nel    parenchima  ovarico. 

Con  fig.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  64,  N.   .">,  pag. 

177 -ISS.  Torino  1901. 
Pandolfini  e  Ragnotti.  —  Sulla  distribuzione  del  tessuto  elastico  nell'ovajo 

e  neirovldutto  dei  Sauropsidi  e    dei    Mamraiferi.  —  Annali  d.  Facolth  di 

Medicina  e  Meia.  d.  Accad.  med.-chir.  di  Ferugia,  Vol.  12,  Fasc.   1-2,  pag. 

29-36.  Perugia  1900. 
Sfameni  P.  —  Contributo  alia   conoscenza   delle    terminazioni    nervose   negl! 

organ!  genital!  estern!  e  nel  capezzolo  della  femmina.  —  Mo7iit.Zool.Ital., 

An.  12,  N.  1,  pag.  6-10.  Firenze  1901. 
Sfameni  P.     -  Contributo  alio  studio  delle  terminazioni  nervose  nei  vas!  san- 

guign!  dei  genital!  femminil!  estern!.  —  Monit.  Zool.  Ital.,   An.    12,   N.    /, 

pag.  5-6.  Firenze  1901. 

11.  Tkratologia. 

Berghinz  G.  —  Megacolon  congenito.  —  La  Clinica  wed.  ital..   An.  40,  N,  1, 

pag.  26-31.  Milano  1901. 
Crispino    M.   —   Un  caso  di    destrocardia  congenita  pnra.  —   Vedi  M.  Z..  XT, 

10,  309. 
DeganeUo  U.  —  Un  caso  di  poroencefalia.  Con  fig.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  306. 
Faconti  A.  —  Delle  anomalie  dei  genital!  femminil!.  Con  figg.  —  La  Trihuna 

medica,  Ati.  7,  N.  3,  pag.  33-37.  Milano  1901. 
Impallomeni.  —  Inversione  totale  dei  visceri.  —  Boll.  d.  Soc.  f.anci.nnna  d. 

O.spedali  di  Roma,  An.  20,  Fane.   1,  pag.  233.  Roma  J 900. 
Marchese  B.  —  Un  caso  di    utero    unicorne  e    presentazione    podalica    ripe- 

tuta.  Con  fig.  —  Arch,  di  O.stetr.  e  Ginecol.,  An.  8,  N.  1,  pag.  10-26.    Na- 

poli  1901. 
Ninni    E.  —  Sopra  lo  scheletro  di  un  uccello  mostruoso.   Con   fig.  —  Vedi  M. 

Z.,  XI,  10,  308. 
Parodi    F.  —  Un  caso  d!  rene  unico  con   anomalie    genital!.   Con   fig.  —    Vedi 

M.  Z.,  XI,  6,  182. 
Parodi  F.  —  Un  nuovo  caso  di    rene    nnico    con    anomalie    genital!.  —  Boll. 

d.  R.  Accad.  med.  di  Genova,  An.  15,  N.  3,  pag.  36-37.  Genova  1900. 
Rondino    A.  —  Una    rara    anomalia    di    un    embrione   [umano]    ne!  primissimi 

stadi!  di  sviluppo.  Con  1  tav.  e  2  fig.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  212. 

III.    PARTE    ZOOLOGICA. 
1.  Parte  generale. 

Ghigi  A.  —  Criter!  e  material!  per  la  fauna  Emiliana  ed  in  particolar  modo 
del  Bolognese.  —  Boll.  d.  Naturalista,  An.  21,  N.  2,  pag.  17-20  e  X'.  3. 
pag.  26-28.  Siena  1901. 

Issel  il.  —  Primo  saggio  della  fauna  termale  italiana  (Riassunto).  —  Rendic. 
d.  F  Assemblea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  (24-27  Set- 


—  116  — 

tembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  il,  siippl.,  pag.  11-12.  Firenze,  Di- 

cembre  1900. 
Issel  R.  —  Saggio  sulla  fauna  termale  italiana.  Nota  1\  —  Atti  d.  li.  Accnd. 

d.  Sc.  di  Torino,   Vol.  ,16,  Disp.  1,  pag.  .53-71.  Torino  1901. 
Issel  R.  —  Saggio  sulla  fauna  termale  italiana.  Nota  2=*.  —  Atti  d.  li.  Accad. 

d.  Sc.  di  Torino,   Vol.  36,  Disp.  4,  pag.  163-175.  Torivo  1901. 

2.  Pesci. 

CoJnndruccio  S.  —  SuUe    trasformazioni  dei  Leptocefalidi  in  Mnrenoidi :    nota 

rettificata.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  11,  327. 
Paeeiola  L.  —  Un  po'  di    cronologia   relativa  agli  studii  suUo    sviluppo    dei 

Murenoidi.  —  Boll.  d.    Soc.  Zool.  Hal.,  An.  9  (Serie  2,    Vol.  1),  Fane.  o-C, 

pag.  247-262.  Roma  1900. 
Faeoiola  L.  —  II  Maschio  della  Smarts  vulgaris.  —  Boll.  d.  Katuralista,  An.  19, 

N.  4,  pag.  19.  Siena  1900. 
Faceiola  L.  —  Esame  degli  studii  suUo  sviluppo  dei  Murenoidi   e  I'organiz- 

zazione  dei  Leptocefali.  Con  2  tav.  —  Atti  d.  Soc.  d.  Natural,  e  Mate.ni.  di 

Modena,  Serie  4,  An.  33,   Vol.  2,  pag.  41-85.  Modena  1901. 

3.  Anfibi. 

Chiarugi  G.  —  Alcune  osservazioni  sulla  vita  sessuale  della  Salamandrina 
per.ipicillata.  —  liendic.  d.  1"  Assemblea  e  d.  Conve.gvo  d.  Unione  Zool.  Ital. 
in  Bologna  {24-27  Settembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  siippl., 
pag.  41-43.  Firenze,  Dicembre  1900. 

4.  Rettili. 

Depoli  G.  —  Importanza  lei  Retttili  per  la  caratteristica  della  fauna  fiu- 
mana.  —  Rio.  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  21,  N.  1,  jjag.  17-19.  Siena  1901. 

5.  UCCELLI. 

Angelini  G.  —  Nidificazione  del  f'alco  grillaio  {Cerchneis  naumanni  Fleisch) 
nel  Romano.  —  lloll.  d.  Soc.  Zool  ital.,  An.  9  {Serie  2,  Vol.  1),  Fasc.  5-6, 
pag.  265-266.  Roma  1900. 

Angelini  G.  —  Rarita  ornitiche  catturate  presso  Roma  {Porphyrio  caerulens. 
Vandelli ;  Fuligula  marila  Linn. ;  Anas  boschas  Linn.).  —  Boll.  d.  Soc. 
Zool.  ital.,  An.  9  {Serie  2,   Vol.  1),  Fasc.  5-6,  pag.  245-246.  Roma  1900. 

Faleonieri  di  Carpegna  G.  —  Nota  sopra  un  esemplare  di  cicogna  di  Abdi)n 
(C  Abdi7nii  Licht.  -  Abdimia  Abdimi  Sharpe)  inviato  in  dono  da  S.  E.  Fer- 
dinando  Martini  ed  ucciso  nella  nostra  colonia  eritrea  nel  1899  (Paese 
dei  Bogos).  —  Boll.  d.  Soc.  Zool.  ital.,  An.  9  {Serie  2,  Vol.  1),  Fasc.  5-6, 
pag.  267-268.  Roma  1900. 

Ghigi  A.  —  Di  un  ibrido  fra  Numida  e  Pavone.  —  Rendic.  d.  1"  A.'isemblea  e 
d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  (24-27  settembre  1900),  in : 
Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11,  suppl.,  pag.  16-17.  Firenze,  Dicembre  1900. 

Ghigi  A.  —  Osservazioni  sopra  alcuni  uccelli  palustri  {Ardea  purpurea,  Fii- 
lica  atra,  Fodiceps  cristatus)  e  sul  Cuculus  canorus.  —  Rendic.  d.  1"  As- 
semblea e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Ital.  in  Bologna  {24-27  settembre 
1900),  in:  Monit. Zool. ital.,  An.  11,  suppl., pag.  44-47.  Firenze, Dicembre  1900. 


,     —  117  — 

Martorelli    G-.    ~  Nota  ornitologica  sopra  1'  Ardeula  idne   Hartlaub,   e    cenno 

sul  dicroismo  di  varii    Ardeidi.    Con    1    tav.  —   Atti    d.    Soc.    Ital.    di    Sc. 

Nat.  e  d.  Museo  Civicn  di  St.  Nat.  in  Milan o,   Vol.  30,  Fasc.  S-4,png.  349- 

350.  Milano  1901. 
Martorelli  G.   —   Sopra  un  esemplare   aborrante    di    JJendrocojnis    major.  — 

Rendic.  d.  I"  Assemhlea  e  d.  Convegno  d.  Unione  Zool.  Hal.  in  Bologna  {24- 

27  Scttembre  1900),  in:  Monit.  Zool.  ital..  An.  II,  fiuppl.,  j}«y-   43.  Firenze, 

Dicembre  1900. 
Ninni  E.  —  Note  ornitologiche  pei-  la  provincia  di  Venezia  {Grallae  et  Palmi- 

pp.des).  —  Aftl  d.  Soc.  ital.  di  Sc.  Nat.  e  d.  Mnseo  civ.  di  St.  nat.  in  Milano, 

An.  39,  Fasc.  2,  pag.  J5:i-170.  Milano  1900. 
Salvador!  T.  —  Viaggio  del  Dott.  A.  Borelli  nel  Matto  Grosso  e  nel  Paraguay. 

V.  Uccelli.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  pxI  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino, 

Vol  15  (1900),  N.  378.  Torino  1900,  pp.  19. 
Salvador!  T.   -   Contribuzioiie  alTAvifauna  dell'America  Australe  (Patagonia, 

Terra  del  Fuoco,  Isola  degli  Stati,    Isole    Falkland).  —    Annali   d.  Museo 

civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  28  {IS99-I901),  pag.  009-634,  Ge- 

nova  1901. 
Salvador!  T.  —  Collezioni  ornitologiche  fatte  nelle  isole  del    Capo   Verde   da 

Leonardo  Fea.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20 

(1899-1901),  pag.  283-312.  Genova  1901. 
Salvador!  T.  —  Uccelli  della  Guinea  Portoghese  raccolti  da  Leonardo  Fea.  ~ 

Annali  d.  Mn.sen  civ.  di  St.  Nat.  di   Genova,    Se)-ie  2,    Vol.  20  (1899-1901), 

pag.  7i9-799.  Genova  1901. 

6.  Mammifiori. 

[iossi  V.  —  Ricerche  sui  denti  e  suUa  conoscenza  dell'eta  del  Camelus  dronie- 
darius  della  R.  Mandria  di  S.  Rossore.  Con  tav.  —  Vedi  M.  Z..,  XI,  12,  350 
e  in  questo  N.  a  pag.  113. 

Carrueclo  A.  —  Sui  caratteri  morfologici  di  un  Lophopithecns  femoralis  Hors- 
field  donate  daS.  M.  il  re  Unniberto  al  Museo  Zoologico  del)a  R.  Universita 
di  Roma.  -  Boll.  d.  Soc.  Zool.  Ital,  An.  9  (Serie  2,  Vol.  1),  Fasc.  5-0,  pag. 
21 1-22  i .  Roma  1900  ( Continua). 

Mezzana  N.  —  Sulla  cattura  di  un  Hyperoodon  bidens  Flem.  nel  Mare  Li- 
gustico,  —  Boll.  d.  Naturalista,  An.  20,  N.   11,  pag.  121-122.  Siena   1900. 

Noumann  O.  —  Die  Gemse  der  Abruzzen.  Hit.  2  Abbild.  —  Annali  d.  Museo 
civ.  di  St.  Nat  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  (1S99-  1901),  pag.  347-350.  Ge- 
nova, 1901. 

Sordelli  F.  —  I  buoi  muschiati  del  Museo  di  Milano.  Con  1  tav.  —  Atti  d. 
Soc.  Ital.  di  Sc.  Nat.  e  d.  Museo  Civico  di  St.  Nat.  in  Mihmo,  Vol.  39,  Fasc. 
3-4,  pag.  357-364.  Milano  1901. 

Thomas  O.  —  List  of  the  Mammals  obtained  by  Dr.  G.  Franco  Grille  in  the 
province  of  Parana,  Bi-azil.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova, 
Serie  2,   Vol.  20  (1899-1901),  pag.  546-549.  Genova,  1901. 

Thomas  O.  —  Description  of  a  new  Phascogale  from  British  New  Guinea,  ob- 
tained by.  Dr.  L.  Loria.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova, 
Serie  2,   Vol.  20  (1899-1901),  pag.  191-192.  Genova  1901. 


J 18 


7.  Antropologia  ed  Etnologia. 

Caeeiamali  G.  B.  —  Ullomo  movgolus.  —  BnU.  d.  NatnraliMa,  An.  20,  N.  IJ-10, 

pa;/.  9'.)- 104.  Siena  i'JOO. 
Caeeianaali  G.  B.  —  La  stirpe  mongolioa  in  China  ed  in  Europa.  —  Im  Vita, 

An.  19,  N.  9.  Brescia  1900. 
Favaro  G.  —  Cenni  antropologici  dei  crani  di   Santorio    de' Santorii,   Stef'ano 

Gallini,  Baitolomeo  Signoroni,  Giacomo  Andrea  Giacomini  e   Carlo  Conti. 

—  Arch,  di  P.sich ,  Sc.  2ycn.  e  Antrnpol.  crimin.,  Vol.  22,  Fasc.  S,pag.250- 

253.  Torino  1901. 
Giuflfrida-Ruggeri  V.  —  Le  origin!  italiche.  —  Eiv.    di  Sc.  biologichp,  An.  2, 

N.  11-12,  pag.  926-932.  1900. 
Giuffrida-Ruggeri  V.  —  Ricerche  morfologiche  e  craniometriche  nella  norma 

laterale  e  nella  norma  facciale.    Con  4  fig.  —  Atti  d.  Soc.  Bomana   di  An- 

tropol.,   Vol.  7,  Fasc.  2,  pag.  179-197.  Roma  1900. 
Monteverde  G.  — Una  vaiieta  di    pigmei  della   Melanesia.    Con   fig.  —  Atti 

d.  Soc.  Bomana  di  Antropol.,  Vol.  7,  Fasc.  2,  j)(tg-  133-101.  Boma  1900. 
Sergi  G.  —  Le  forme  del  cranio  umano  nello  sviluppo   fetale   in   relazione  alle 

forme  adulte.  Con  fig.  —  Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  308. 
Sergi  G.  —  Studi  di  crani  antichi.  —  Atti  d.  Soc.  Bomana  di  Antropol.,  Vol.  7 

Fasc.  2,  pag.  162-174.  Boma  1900. 
Sergi  G.  —  Crani  Esquimesi.  Con  fig.  —  Atti  d    Soc.    Bomana   di    Antropol. 

Vol.  7,  Fasc.  3,  pag.  93-102.  Boma  1901. 
Tedesehi  E.  JE.  —  Cinquanta  crani  di  Rovigno  d'l.stria.  Un  nuovo  raetodo  d 

seriazione  delle  forme  craniche.  —  Atti  d.  Soc.  Bomana  d' Antropol.,  Vol.7 

Fasc.  2,  pag.  198-213.  Boma  WOO. 
Vrara  U.  G.  -r-  Un  cranio  artificialmente  det'ormato  di  un  Indiano  dell'Ame 

rica  del  Sud.  Con  fig.  —  Alti  d.  Snc.  Bomano.  d' Antropol.,    Vol.  7,  Fasc.  2 

pag.  175-178.  Boma  1900. 
Vram  U.  G.  -    Secondo  contribute  alTantropologia  del  Peru   Antico  (Cranio 
\     logia :  varieta  craniche  con  speciale   riguardo    all'  accrescimento    del    te 

.schio).  Con  fig.  —  Atti  d.  Soc.  Bomana  d' Antropol.,    Vol.  7,    Fasc.  3,  pag 

07-79.  Boma  1901. 


COMUNICAZIONI     ORIGINALI 


ISTITCTO    ANATOMICO    DI    PADOVA. 
Prof.  D.  BERTELLI. 


Sviluppo  e  conformazione  delle  pleura  negli  uccelli. 

(Continn;izioiie  i'  (iiio,  vodi  ii.  4.) 


Al  (Iccimo  iiionio  <l"  inciihiizioiic    si    iiicoiiiincia  a  vedcrc  clic  i   lo- 
iiliclti   piciirici  soiio  iinili   per  nic/zo  di  |Ktclii  c  sollili  lilaincnli  conncl- 


-   119  — 

livi.  si  ('  slal)ililn  imioiic  Ira  ploiira  Nisccralc  c  pleui'a  iiai'iclalc.  Siilla 
paiclc  loi'aeica  i  lilaiiu'iili  !r(»\ansi  in  corrispoiuhMiza  dcllo  coslo  o  in 
conispondcnza  degli  spazii  iiilercoslali;  i  prinii  soiio  piii  minicrosi.  I  Ilia" 
mcnli  vaniio  licvemonlc  aiiniPiitando  di  sjiessezza  a  misiira  clic  procedc  lo 
s\ilii|>|)(»  (*  Naiino  aiiinontando  <ii  lUimcro,  laiilo  clit'  alia  liiu'  dclla  incn- 
l)azione  suuo  \\\o\{\  in  corrispondonza  dclla  snporlicic  doisalc.  In  coni- 
spnndonza  del  ('(tipo  dclic  \oi'lol)ro  i  (ilanionii  cunnpUivi  soiio  \nH-\\\  vi] 
csilissiini. 

In  sladii  di  sviluppo  niollo  axanzaio,  falla  asli-azionc  dai  punii  noi 
(piali  si  inipiantann  i  iilanuinti  connellivi  o  dalia  parte  del  iiohnoni  vhc 
('  lusa  con  il  diaiVaniina,  lullo  il  reslo  delta  superlicie  polnutnate  c  Ic 
pareli  eorrispondenti  deilo  cavita  |)leurielie  sonn  rivestiti  da  e|)ileli(>. 

Fino  at  decimo  giorno  la  superlicie  polnionale.  tranne  ta  jjoizion*^ 
die  corrisponde  agli  al)lj()zzi  del  dialVanima.  e  ricoperta  da  epitelio.  e 
ricoperte  da  epitelio  soiio  per  lulta  la  eslensioiie  le  pareti  del  celoina 
clie  diventeranno  cavita  pleuriclie.  Del  resto,  at  none  gioriio  d'  inciiba- 
zione  le  cavita  pleuriche  si  presentano  pei'  la  massinia  parte  formate, 
sono  niancanti  solo  caudalmente.  A  tale  stadio  di  sviluppo  si'  hanno 
(piindi  net  polio  cavita  pleuriche  e  si  hanno  pleure  costituite  da  due 
tbglietti  completaniente  liberi,  i  quali  seguilano  Tuno  nelTallro  in  corri- 
s|)ondenza  deirangolo  laterale  delle  ca\ita  j)leuriche. 

IN'nso  che  i  leganii  tra  pleura  \iscerale  e  pleura  parietale  siano 
conseguenza  delta  pressione  che  i  visceri  esercitano  sul  torace.  Per  causa 
di  questa  pressione,  in  (pialche  tratto  sparisce  I'epitelio  e  cosi  gli  strati 
solto-epiteliali  si  trovano  addossati  e  si  uniscono.  La  j)ressione  dei  pol- 
nioni  sulle  j)areti  toraciche  incoinincia  presto  :  anche  alio  stato  enibrio- 
nale  deve  essere  foi'te,  i)erche  gia  all'ottavo  giorno  d' incubazione  Iralli 
delta  parete  dorsale  dei  polnioni  sono  stretianiente  aj)poggiati  alia  |)arele 
loracica  e  gia  a  queslo  stadio  si  vedono  le  solcature  costali,  pi'odotte  |»er 
la  pressione  esercitata  sui  polmoni  dall'  estremo  dorsale  delle  coste,  die 
ventralniente  sporge  nella  cavita  celomatica.  E  queste  solcature  sono  gia 
tanto  prol'onde  at  dodicesimo  giorno  d'  incubazione,  che  in  sezioni  sa- 
gittali  si  presentano  chiaraniente  visil)ili  ad  occhio  nudo. 

Negli  individui  aduiti  ho  ti-ovato  stretta  adesione  tra  polmoni  e 
pareti  toraciche  nell'anatra  domestica  [Anas  hoscas)^  percio  volli  studiare 
in  (p.iali  rap|)()rti  stanno  i  loglietti  pleurici  negli  embrioni  di  questa  specie. 

Fino  al  diciottesimo  giorno  d' incubazione  si  trova  epitelio  su  tulte 
le  superficie  dei  polmoni  eccetto,  ormai  ne  sappiamo  la  ragione,  in  cor- 
lispondenza  delta  su|)erlicie  inferiore.  Ouindi  anche  in  questa  specie, 
lino  ad  un  certo  stadio  del  periodo  endjrionale,  si  hanno  i  due   loglietti 


>-  120  - 

pleurici  dislinti.  Dopo  (jiioslo  sladio  ineoinincia  la  loro  fusiono  e  gi;i  al 
vonliduosinio  giorno,  in  corrispoiulenza  dci  due  lerzi  inlcriori  dolla  sii- 
perlioie  dorsale  dei  polinoiii,  si  trovauo  aicc  sprovvislc  di  ej)itelio,  il 
(juale  invece  si  nianl'icMie  (jua.si  conlinuo  in  (•onispondenza  del  terzo  sii- 
periore  di  (|uesla  siiperlicie,.  in  corrispondenza  del  inediaslino  e  in  eoi  ri- 
spondenza  dei  eorjii  delle  Neriebre. 

j.a  lusione  dei  loglielli  j)leiirici  va  gradalanienle  aunienlando,  lanht 
die  agli  ullinii  stadii  della  incubazione  i  |)()lin()ni  aderiseeno  foiienienle 
alia  |)arete  dorsale  dei  toraee ;  si  lianno  dis|)()siziuni  clie  londanienlal- 
HKMile  sono  siniili  a  (pielle  degli  individni  adulli. 

Sliidiaiuo  oi'a  le  pleiire  negli  individni  adnlli.  Adotiero  1' online  clie 
seguii  neir es|)orre  lo  svilnj)])o;  tratteio  eioe  ])rinia  della  pleura  costale, 
poi  dei  rap|)orli  lia  superlicie  ventrale  dei  polnioni  e  diafraniiiia,  e  linal- 
nienle  della  j)leui'a  inediaslinica. 

Le  su])ei'licie  dorsali  dei  polnioni  sono  addossale  ed  unite  alle  |)ai-eli 
della  cavila  toracica. 

Higuardo  aH'addossamento  e  solo  da  nolare  elie  |)iesentasi  sirelto 
per  lulla  la  eslensione  del  viseei-e. 

Merita  studio  accuralo  il  niodo  di  unione  Ira  superlicie  dorsali  dei 
polnioni  e  cavita  toracica. 

Ho  studiato  fra  i  jialniijjedi  I'anatra  [Anus  hoscas)  sia  la  doniestica. 
sia  la  salvatica;  fra  i  Iranipolieri  il  chiurlo  niaggiore  {Ninnenins  (m/ifd- 
la);  Ira  i  gallinacei  il  polio  ed  il  taccliino  {Gallus  domeslio/s,  Mrleafjris 
fj(illopavo);  fra  le  coloinbe  il  piccione  (Col/fmba  (lomeslird):  fra  i  passe- 
racei  la  i)assera  {Passer  Jialiae). 

Ho  studiato  anche  individni  di  allre  s])ecie,  ma  perclie  di  esse  non 
potei  avere  che  uno  o  due  eseniplari,  cos'i  mi  limitero  a  ricordare  (piesti, 
(|uando  nella  esposizione  dei  lisultati  delle  ricerclie  olVriranno  argomenlo 
j)er  convalidazioni. 

Trovai  la  unione  meno  eslesa  tra  polnioni  e  pareti  toraciche  nei  gal- 
linacei, trovai  la  unione  piii  inlima  nei  palinipedi.  Come  tipi  per  la  de- 
scrizione  scelgo  percio  il  |)ollo  e  Tanalra  domestica. 

11  congiungimento  Ira  pleura  polnionale  e  pleura  parietale  avviene 
0  per  mezzo  di  lilamenti  connettivi  che  lasciano  tra  loro  larga  superficie 
libera  dei  foglielli,  o  per  mezzo  di  fusione  sn  tratti  sempre  moltissimo  estesi. 

Nei  polio  i  polnioni  in  corrispondenza  della  superlicie  dorsale  sono 
uniti  alle  pareti  toraciche  ])er  mezzo  di  soltili  lilamenti  connettivi,  i  (piali 
non  essendo  mollo  numerosi,  I'esia  tra  loi'o  grande  eslensione  libera  delle 
cavita  pleuriche.  1  lilamenti  hanno  varia  s|)essezza ;  siilla  pai'ele  toracica 
aderiscono  in  coi'rispondenza  degli  spazii  intercoslali  e  delle  cosle ;  nei 


—  121  — 

Icizo  iiileiiore  dclk'  sujicilicic  cho  ;il)l)iaino  j)rcs(»  ;i  ('(nisidorjire  soiio  in 
iiiaggiur  ([uantila,  vaniio  Iit'\cuneiilo  diminiiciulo  a  iiiisura  die  si  lisalc 
(lorsalinciile. 

Dellc  priinili\e  cavila  picuricho  rinianc  iicl  |)oll(>  juraiulc  parlc 
rapprescntala  da  liilte  (|iielle  arec  die  risiedoiio  Ira  i  lilamcnii.  Si  iia  negli 
indi\i(liii  aduiti  rondanientalinenle  la  stessa  disposizione  die  abbiaiiio  Iro- 
vala  lU'fili  enil)rioni  agli  ultiiiii  stadii  d'incubazione. 

Ill  vicinaiiza  dell'angolo  lateialc  delle  cavita  pleiiriclie  il  eonnelliNo 
solto-epiteliale  die  rivesle  la  parete  toracica  e  inolto  sjiesso  e  segiiila  iiel 
eoniiellivo  die  Irovasi  Ira  dialVamma  e  polinoiie.  La  ove  (pieslo  e(>iinelli\(t 
ripiega  dalla  pai'eic  doisale  del  lofaee  siil  diarianinia,  una  lamina  coniicl- 
liNa  iiiiisce  ad  esso  il  niargine  lalerale  del  polinone;  iiella  siiperlicie  dor- 
sale  di  (|iiesla  lamina,  il  logiiello  j)leiiric()  parielale  si  rillelleiiel  logliello 
\ iscerale. 

In  Uii^li  iiiicr(»seo|)iei,  nei  (jiiali  sono  conseixali  i  rapporii  Ira  poliiioiii 
e  pareli  toracidie.  si  \e(le  elie  le  eaNila  pleurielie  soiio  largamenle  rap- 
preseiilale,  di  Irallo  in  trallo  si  ineoiilrano  le  sezioni  dei  lilamenli. 

Nel  laceliino  si  liaiino  disposizioiii  simiii  a  (juelle  del  jiollo. 

Tra  i  palmipedi,  neiranalra  domestica  Fadereiiza  delle  sii|ierlide 
(lorsali  dei  jiolmoni  e  intima,  avvieiie  per  fiisioiie.  (Hi  sirali  soUo-epile- 
liali  si  uiiiseono  talmenle  die  solo  e  possibile  di  mellere  in  evidenza  su 
ipiesle  siiperlieie  (jiialclie  rarissima  e  inolto  rislrella  area  di  e|)ilelio,  Ma 
anelie  in  (fiiesia  specie,  iidia  (jiiale  e  siretia  la  nnione  dei  loglielli  pieii- 
riei,  si  lro\aiio  riidimenli  delle  primilive  cavila  plenridie. 

.Nell'anatra  salvatica  e  unioiie  aiiehe  piii  inlima  die  neHanalra  do- 
mestica. TroNai  ([iialchc  area  epildiale  sollanio  iidia  jiarte  piii  alia  delle 
siiperlicie  dorsali. 

Ho  studiato  in  sezioni  microscopidie  i  ra|)|)orli  Ira  parele  doisale 
dei  polmoni  e  torace  nell"  analra  domeslica.  Si  Irovano  solo  rarissimi  e 
limitatissimi  Iraiti  delle  primili\e  ca\ila  pleiiridi(>;  nel  reslo,  Ira  polmoni 
e  pareli  loracidie,  esisle  uno  slralo  di  lessuto  connellivo  cosliliiilo  dalla 
rusioiie  dei  roglietti  pleurici,  Le  aderenze  haniio  s()))|)resso  (|uasi  lolalmeiile 
le  cavita  pleurielie.  Alciini  bronchi  del  sistenia  doisale  sono  appojzgiali 
alle  pareli  loracidie,  di\isi  da  (jiiesic  solo  jier  mezzo  dello  slralo  coiinel- 
li\o  so|)ra  descrillo. 

Ollre  cbe  neiranalra  domeslica  lio  sludialo  in  sezioni  isloloi;idie  i 
ra|)|)orli  tra  |)areli  dorsali  dei  polmoni  e  lorace.  in  iiii  grosso  esemplare 
di  |)oiaiia  liiiico  n/lf/dris).  Allelic  in  (jiieslo,  uno  slral<»  connelliNo  lissa 
ii   \iscere  al  lorace. 

Nel  cigno  {Cjj(jntts  olor)  lo  slralo  coiuieltivo  die  unisce  i  polmoni  al 


122 


lonicc  {'  liiiilo  s|)('ss(»  (lii  polcrc  esserc  sliidialo  con  ^landc  racilila  allelic 
in  prcpaiali  inacroscopici.  Ncl  cigno  si  liossono  anelic  inullo  hone  ap- 
|»i(7/arc  iiiacroscopicaincnic  i  rapporti  iiilinii  dci  hionclii  con  la  paiclc 
(loisalc  (Id  loracc. 

La  inliiiia  iinioiic  dclla  jiarcic  dorsalc  dci  poliiioiii  con  la  parcic  lo- 
racica  non  dcvc  rccarc  nicraviglia,  perclic  iroNcrcmo  la  sii|icilicic  inl'c- 
riorc  di  (picsli  visccri,  liisa  |)er  tiilla  la  cslcnsione  con  il  diariamnia. 

Da  (jiianlo  lio  sopra  esposto  si  coinprendo  die  lo  siralo  coiindlixo 
.  siliialo  Ira  parcic  dorsale  del  jiolinonc  c  loiacc,  dcriva  dalla  fusionc  dci 
Ib^liclll  sollo-cpildiali  ddia  |)lciira  \isccialc  c  ddia  |)lciira  pariclalc. 

Kra  i  Iranipolicii  ho  tro\alo  i:cl  diiurlo  niaiii^ioic  die  la  supcrlicic 
d<ti"salc  del  poliiione  e  lassanicnlc  iiiiila  in  coirispondcnza  dcircsli-cinil;i 
supcriorc  (Idle  cosle;f|uivi  si  |)resenla  liscia  e  liveslita  lari;anienle  d'epi- 
Iclio.  Ncl  resto  ddia  stessa  siipei'licie  repildio  inanca,  i  foiiliclli  pleurici 
sono  coin plela men le  fusi. 

!"Va  Ic  colonihc.  ncl  piccione  la  siipciiicic  dorsalc  dci  polmoni  c 
iinila  per  riisioiic.  I^lsisle  epil"lio  piiilloslo  ahhondaiile  in  corrispondcn/a 
(Idle  solcaluic  coslali.  si  !ro\an(j  rarissiinc  arce  d"ej)ildio  ncl  icsio  di 
(Jiicsla  sujicrlicic. 

Ndla  jtasscia  la  iinionedei  ))olnioni  alle  |)areli  loraciclie  ('  inliina,  a\- 
Nicnc  anche  in  essa  per  lusione.  Ddre|)itelio  celoniaticosi  Irova  solo  (jiial- 
die  Iraccia  nella  paiie  |)iii  alia  ddia  snperlicie  dorsale. 

Nello  spazio  coinprcso  Ira  reslrcnio  snperiore  delle  coslc.  e  Ic  apo- 
lisi  Irasverse  ('  lesa  inia  incinhrandla  coniietliva  la  (jualc,  iidic  specie 
die  prescnlano  debolc  unione  !ra  polmoni  c  loracc,  v  riveslila  (piasi  c(»iii- 
plelainenle  da  epildio;  nelle  specie  nelle  (piali  (picsla  nnione  ('  iiilima.  si 
Irovano  sollanlo  Iraccie  di  epildio. 

in  liilli  gli  individiii  esaminali  lro\ai  die  nella  parle  solcala  dclla 
snperlici(^  dorsale  dci  polmoni.  in  (;orris|)ondcnza  del  mediaslino  e  dci 
corpi  (Idle  vcrldn'c.  la  nnione  Ira  [)oliiioni  c  (orace  i'  ineno  inlinia.  Ta- 
liini  iiccdii  lianno  i)isoi;no  di  j)ossedere  lissila  dci  polmoni.  A  (picsla  nella 
parle  alia  dclla  sn|)eriicie  dorsale  e  |>ro\\cdulo  |)cr  mezzo  dcgli  cslrcmi 
xcrlchrali  dclh;  coslc  die  si  approlondano  nei  polmoni  solcand(tli:  nd 
reslo  dclla  supcrlicic  (lol•sal(^  ove  non  esislono  lali  mezzi  di  lissila,  (pic- 
sla ("'  ollcniila  dall.i  nnione  sirclla  dci  fogliclli  pleurici. 

Sliidiando  lo  sNilnppo  delle  pleiire  ahbiamo  Irovalo  die  la  sii|>eiricic 
inleriore  dci  polmoni  non  c  libera,  i  polmoni  sono  liisi  \cnlraliiiciile  con 
il  diarramma.  Anclic  nciili  individiii  adiilli  si  manlieiie  (picsla  disposi- 
zi(mc  ;  in  lalli  lacendo  sezioni  isloloiiidic  die  compi-cndano  diarramma  e 
parle  del   \isecre.  si  iro\a  die  il  conncUiNO  polmonalc  ed  il  lessnlo  dia- 


12)3 


rr;iiiiiiiali('(»  sc^iiilaiio  iino  lU'irallio.  Xoii  csish*  (|iiiii(li  iicnmH'iio  iicgli 
individiii  adiilli  la  pleura  (liatVaiuinalica. 

La  porzionc  aponevrolica  del  dialVainina  appariscc  in  (jiiesle  se/ioiii 
come  slris('ia  sollile  di  tessuto  lihroso.  II  dialVaiinua  lia  ({uiiidi  suhilo  tin 
cerio  ^rado  di  difrerenziamento.  Negli  individiii  adiilli  \mu  essere  lacil- 
inenle  isolalo,  lua  nel  dislacearlo  si  aj)prezzano  i  le^aini  elie  lia  dorsal- 
inenle  con  la  siipeiiicie  infei-iore  dei  |)olinoni.  Negli  eiubrioni  il  lessulo 
conneUi\o  polmonale  ed  il  lessulo  dialVammatico  sono  confusi. 

Talnni  alVennarono  Che  la  siiperlicie  inferiore  del  dialVamma  e  rico- 
perla  dal  periloneo,  (jualcnno  soslenne  perlino  die  iaie  porzione  di  peri- 
loneo  dcNe  essere  considerala  come  pleura,  in  veco,  il  periloneo  non  con- 
trae  rapporii  con  (juesla  siiperlicie,  la  quale  eriveslila  dalla  porzione 
superiore  dei  sacclii  aerileri  cervicali  ed  iiilermedii  anleriori  e  |)osleriori. 

A  Iraverso  alia  porzione  aponevrolica  del  dialramma,  die  e  mollo 
soltile,  si  vedono  i  bronchi  di\ergenli  ed  una  grande  (juanlila  di  piccolc 
diiamazioni  hronchiali.  In  jireparali  islologici  si  osserva  die  alcune  dira- 
mazioni  dei  lironchi  poggiano  iK^lla  siiperlicie  dorsale  del  dialramma. 

I.a  unione  tra  polmoni  e  diariamma  richiama  alia  menle  lintimo  lap- 
poiio  die  e  nei  diehjniani  Ira  polmoni  e  quel  setto  di  lessulo  conne!li\o 
die  loro  e  unilo  ventralmenle.  Hougel,  Milne-Ed\vards(*j,  Huxley  C) 
lianno  accennalo  ad  omologie  ira  la  lo[)ograria  dei  |)olmoiii  dei  cheloniani 
e  quella  degli  uccelli.  ma  i  loro  argomenti,  basati  esdusivamente  su  os- 
ser\azioni  di  morlx)logia,  ikmi  sono  sullicienli  a  risolvere  la  inleressanlis- 
^ima  (|ueslione.  Hesta  aiicora  da  determinare  il  signilicalo  del  sello  die 
lro\asi  in  corrisj)ondenza  della  siiperlicie  inieriore  dei  polmoni ;  lale  si- 
gnilicalo non  puo  essere  slabililo  die  da  ricerche  (rembriologia. 

Sludiamo  ora  il  mediaslino  e  la  pleura  mediaslinica. 

Neiradullo  il  mediaslino  e  coslilnito  da  una  soltile  menibrana  liluosa 
eniro  alia  quale  sono  accolli  i  |)rocessi  spinosi  venlrali  delle  Ncrlebre. 
In  direzione  .sagiltale  si  eslende  dalla  linea  niediana  della  siiperlicie  an- 
leriore  dei  ('orjii  delle  verlei)re,  alia  linea  mediana  delia  su[»erlicie  dor- 
sale  del  dialVamma.  II  margine  \enlrale  del  mediaslino  e  inspessilo  sollo 
forma  di  sollile  cordone,  che  e  piii  svilnppalo  neila  mela  anleriore. 

(ili  uccelli  non  posseggono  una  caNila  mediaslinica,  lianno  una  sem- 
plice  lamina  mediaslinica. 

Negli  in(li\i(lui  nei  ipiali  la  unione  dei  pulmoni  aNNiene  per  mezzodi 


(')  -Mi  1  uo-KiI  \v;i  rds  11.  —  Ia'coiik  siir  l;i  I'liysmlDuio  ol  1' A  iiiiLoiiiio  couiparn'.  I'liiiin  ili'ii\irHic'. 
-  I'(iriti,JlD('CCLVJl, 

(-■)  ll'ixlry  Th.  —  M:iiui;U.' il.-ll'AiM,loiniH  <lr,i;li  ^iiiiiiiali  veili.'liraU.  ('I'l-aclii/iiiiir  del  I'lol'.  (ii- 
glioij).  —  Fireir.e,  hSTt. 


124 


liliiincnli,  (|ii('sli  in  corrisijondcnza  del  incdiiislimf  sono  j-adi  c  dclicatis- 
siini.  Nogli  in(li\idiii  nei  (jiiali  I'adt'iciiza  si  fa  per  riisioiic,  lo  slialo  coii- 
nc'llivo  (-(MiK'ulaiilo  o  soUilissimo. 

II  iiicdiaslino  prcsenia  cstoso  rivcsliiiiciilo  opitcliale  iiegli  iiHli\i(liii 
iici  <niali  la  uiiioiic  lia  polinoni  o  |)an'li  loi'aciche  6  lassa;  prescnia  sol- 
laiilo  (jiiaichc  rarissiiiia  c  mollo  rislrclla  area  epitelialc  negli  indi\idiii 
iR'i  (|iiali  i  vist-eri  si  saldanu  per  liisioiu'. 

I.a  |)leiira  niediasliiiica  e  rappresontala  dalla  lamina  inediaslinica  o 
•dall'epilelio  die  in  parte  la  riveste. 

Taluni  (Sappe\,  Jaquel)  inlerpelrano  come  legaineiili  le  porzioni 
inlerspinose  della  pleura  mediastiiiica. 

Vei'so  reslremo  anieriore  della  eavlla  loraeiea  conlribuiscono  a  di- 
videre  nn  jxtlnione  daH'altro  i  muscoli  liiniilii  anteriorl  del  collo,  anzi  (|uc- 
sli,  (lislendendosi  laleralmeiite  alia  linea  mediana,  concorrono  anche  a  ri- 
coj)rire  jjorzione  dcU'estremo  su[)eri()re  dei  polmoni,  i  quail  in  queslo  trallo 
sono  uniti  a  tali  muscoli  per  mezzo  di  filamenti  connettivi. 

Nei  mammiferi  I'eslremf*  caudah^  dei  muscoli  preverlehiali  e  coin- 
preso  Ira  Ic  lantine  mediasliniclie,  ma  siccome  negli  uccelli  e  sollanio  un 
sello  mediaslinico,  eosi  Testi'emo  caudale  dei  muscoli  lunglii  anteriofi 
del  collo  lunge  da  parete  divisoria. 

Tra  polmoni  e  corpi  delle  vertel)re,  |)ei-  (juanio  si  rilerisce  al  liNcsli- 
menlo  e|)ileliale  cd  ai  modi  di  unione  tra  pleura  viscerale  e  pleura  parie- 
tale,  si  lianno  disposizioni  simili  a  (pielle  Irovale  nel  mediaslino. 

L'aorta  die  primitivamente  e  indusa  nella  j)arele  dorsale  del  corpo 
e  poi  nel  mesenterio  dorsale,  trovasi  nelTadullo  sul  dialVamma  in  ra|»- 
porlo  streltocol  mediastino.  Prima  di  raggiungere  (pieslo  sello  e  siluala 
tia  il  bronco  destro  e  il  dial'ramma,  unila  per  mezzo  di  lessulo  connelli\o 
ai  due  organi :  oltrepassa  il  bronco  e  dopo  breve  decorso,  con  direzione 
obliqua  dall"  innanzi  alFindietro,  daU'esterno  all' inlerno,  va  a  poggiare 
di  coniro  al  lalo  desiro  del  mediastino  in  prossimita  del  niargine  veii- 
li'ale  di  (piesto.  l*oi  spingendosi  senq)re  \erso  la  linea  mediana  la  rag- 
ginnge  e  nel  lerzo  posleriore  del  diarramma  decorre  lungo  (piesla  linea. 
die  corrisponde  al  margine  ventrale  del  mediastino. 

Anclie  Fesotago  lia  subilo  s|)oslamenlo  in  diiezione  sagillale.  ma 
anclie  esso  mautiene  (jualclie  rapporlo  con  il  dialVamma.  Decorre  lungo 
la  linea  mediana  v  per  mezzo  di  Iratll  connetlivi  e  unilo  dorsalmenle  e 
lateralmente  al  dialVamma  per  bre\c  eslensidne  subilo  sollo  all'apice  dei 
muscoli  lunglii  anieriori  :  ha  prcso  iinece  ra|i|)orli  inlimi  con  i  sacclii 
acril'eri. 

1  rapporii  deHaorla  e  deiresorago   con  il  mediaslino  e  con  il  dia- 


—  125  — 

IVamiiia  sono  eHoUo  di  alliiieiize  slrctlc  clic  (|uc.sti  oigani  lianno  ontogc- 
iioticamcnto  con  il  mesenteriit  doisale  c  con  il  inediastino. 

Ncgli  in(li\i(lul  adiilfi,  a  causa  dclla  iinioiie  die  si  6  slabilila  Ira 
polinoni  e  paieli  della  cavila  toracica,  Ic  |)nmiiive  caxila  plouriche  vcn- 
gono  ad  essoro  prorondainente  modilicatc;  le  aderenze  tra  pleura  visceralo 
0  pleura  parietale  conducono  alia  abolizione  |)iii  o  incnit  estesa  dellc  ca- 
vila |)leuriclie. 

Passo  ad  esporrc  i  luelodi  clic  ho  usato  nolle  ricerclie. 

in  sezioni  istologiclie  si  |)no  stal)ilii'c  la  presenza  dclle  cellule  clie 
riveslono  le  superlicie  dei  j»olnioni  e  delle  cavila  pleuriclie,  ma  repileiio  e 
niesso  nieglio  in  evidenza  col  IratUunento  al  nilralo  d'argento.  Sludiai  con 
(juesto  mezzo,  tanlo  negli  embrioni  clie  negli  individui  adulli,  repitelio  del 
logliello  viscerale,  I'epitelio  della  j)orzione  del  celoma  destinala  a  di\en- 
lare  cavila  pleurica  e  qnello  della  cavita  pleurica  delinitivamenle  coslitiiila. 

I. a  (juantita  e  la  sjiessezza  dei  lilamenti  die  unicono  i  polmoni  alle 
paieli  della  cavita  toracica  sono  convenientemente  valutate  in  sezioni 
macroscopiclie  di  |)ezzi  lissali  e  decalcilicali.  Se  nel  polio  si  la  nn  laglio 
sii  circa  la  parte  media  della  parole  dorsale  del  Horace,  j)arallelo  alia 
linea  mediana  del  coipo  e  si  esaminano  le  SH[)erlicie  di  taglio,  si  Node 
clie  in  corrispondenza  degli  spazii  intercoslali  il  polnume  e  la  parete 
toracica,  nn  po'  discosle,  sono  Usee  e  s|)lendenli ;  a|)|)ariscono  cliiara- 
inente  i  lilainenli  connetlivi  tesi  Ira  \iscere  e  torace.  Tagliando  le  jiarli 
molli  della  parete  toracica  liingo  i  margini  coslali  e  sollevandole,  si  pos- 
sono  vedere  per  tntto  il  decorso  dello  spazio  inlercoslale  e  sulle  coste 
il  numcro  e  la  grossezza  dei  lilamenii  e  si  scorgono  gli  spazii  inleiposli 
a  (jiiesli  legami,  spazii  die  ra|)presenlano  largameiite  le  cavita  |)leiiriclie. 

Se  do|)(>  a\er  I'atto  nn  taglio  parallelo  al  mediastiiKt.  in  piossimila 
di  (luesli).  ^i  solle\a  delicalameiile  il  polinone.  appariscono  i  lilainenli  coii- 
iietti\i  die  Irovansi  in  corrisjiondeiiza  del  mediaslino  e  in  c(>rris[)ondeiiza 
dei  corpi  delle  vertebre. 

Ancbc  in  jiezzi  fresdii  si  possono  osservare  Inlle  ((iiesle  parlicola- 
rila  ma  |)iii  dillicilmente. 

Pure  negli  embrioni,  verso  la  line  della  incubazione,  si  meltono  in 
e\idenza  i  lilamenti  con  (|uesti  inetodi. 

Lo  siralo  cenneltiNo  die  risiilta  (lalla  lusione   dei    i'oglielti    pleiiiici 

si  sliidia  bene  in  sezioni  islologidie  di  pezzi  inclusi  in  cdloidina.  ma  si 

piio  allelic  bene  apprezzare  in  preparati  macroscopici  lalti  con  i  mdddi 

die  III)   seguilo   per   stndiare   la   disposizione  dei    lilamenti.    Lo   sirato 

cementante  Ira  Niscere  e  i»arele  toracica  raggiunge  graiide  spessezza  iiei 

grossi  palmipedi,  i  (juali  ollVono  percio  oltimo  maleriale. 

il.  z.  *» 


i'26 


(iONGLLSIOM. 

Nc^iii  iiccelli  la  cinilii  loracica  c  liliiilala  dorsal itkmi I c  c  lalcral- 
iiuMilc  (lai  corpi  clellc  vciicbrc.  dalle  coslo,  daij;li  or^ani  die  occiipaiio  i;li 
spazii  Jiilcrc-ostali  ;  venlraliiienlo  e  cliiusa  dal  dialVaiiuna.  11  incdiaslino 
la  su(l(li\ide  in  due  cavila,  eniro  alle  (jiiali  sono  accolli  i  polinoiii. 

Prima  del  deciiiio  giorno  d' inciibazione  si  lianno  nel  polio  ca\ila 
ploiiriche  con  pareti  com|)lolamGnte  libero  ;  la  pleura  viscerale  segiiila 
nella  pleura  parietalc  in  corrispondenza  delFangolo  esterno  dellc  cavila 
jtlenriche. 

Fiiio  al  deeinio  giorno  d"  incubazione  la  swiierlicie  j)olni()nale, 
Iranne  la  porzione  clie  corrisponde  agli  abhozzi  del  dialVaniina,  e  rico- 
jXMia  da  C|)ilelio,  e  rivestile  da  epilelio  sono  per  Intla  la  estensione  le 
[)areli  del  celonia  che  diventeranno  cavila  plenriclie. 

NelTanalia  doniestica  lino  a  Uitto  il  dicioltesimo  giorno  d' incuba- 
zione la  |)leura  viscerale  e  la  pleura  parlelale  non  presenlano  Ira  loro 
adesioni. 

Gli  uccelli  adulti  |)osseggono  cavita  pleiiridie  e  pleiire  rudinienlaiie. 

Le  sui)erlicie  dorsali  dei  polinoni  sono  sirellanienle  addossale  ed 
unile  alle  pareli  della  cavila  toracica. 

L' addossamento  incomincia  nel  polio  al  seilimo  giorno  d' incuba- 
zione, al  (|uattordicesimo  le  pareti  laterali  e  dorsali  dei  polnioni  s(»no 
per  lulla  la  estensione  appoggiale  alle  corrispondenii  superlicie  delle 
ca\ila  i)leuriclie.  Le  solcalurc  costali  inconiiuciano  a  niaiiii'eslarsi  alT  ol- 
tavo  giorno  d'  incubazione. 

II  congiungimento  tra  pleura  ])olmonalo  e  |)leura  parielale  awiene 
o  per  mezzo  di  lilamenii  connellivi  die  lasciano  Ira  loro  larga  su|)erlicie 
libera  dei  Ibglietli  o  per  mezzo  di  fusione  su  tralti  sempre  niollissimo 
cslesi. 

llo  Irovalo  la  unione  Ira  pleura  polmonale  e  ])leura  parielale  lalla 
|)er  mezzo  di  lilamenii  connetli\i  nei  gallinacei  (idllns  domeslin/s.  J/clca- 
(jris  (/allojHiro  ;  ho  verificalo  il  congiungimento  per  mezzo  di  fusione 
dei  loglielli  pleurici  nei  |)almipedi  {('ijfinus  olo)\  Anas  boscas);  nei  tram- 
polieri  {Nifmcnim  arf/uala);  nolle  Colombo  {('olvmha  domrslira):  nei 
|)assei"acei  {Passer  Jialiar):  nei  rapaci  [Bi/Ico  rul(/aris\ 

Al  decimo  giorno  (F  incubazione  si  inizia  nd  polio  Fadercjiza  dei 
loglielli  pleurici  per  nuvzo  di  pochi  e  sottili  lilamenii  connetlivi,  i  (|uali 
sanno  liexementc  aumenlando  di  grossezza  a  misui-a  che  ))rocede  lo  svi- 
luppo  e  \anno  aumenlando  di  numero.  lanto  che  alia  line  della  incubazione 


127 


soiio  inolli  in  coii-isijoiuleiiza  della  sii|)L'rficic  dorsale.  Alia  line  della  in- 
ciiljazione,  eccettuati  i  pmiti  nci  (|i!ali  si  iinpianlano  i  lilaincMili  cohikM- 
liNi  od  ccfclliiata  la  porzioiic  (k'i  poliuoni  clie  o  fusa  con  il  diariannna, 
liillo  il  rt'slo  della  superficie  polmonale  e  Ic  i)areli  coi'ris|)ondenli  dcllo 
caNila  pleuriclio,  sono  rivestiti  da  e|)il('lio. 

Xeiranali'a  domestica  dopo  il  dieiotlesiiuo  giorno  d"  incuhazionc  in- 
c'oniincia  Taderenza  dei  foglit'tti  pienrici,  la  (jualc  \a  giadatanienii' 
eslendendosi.  lanlo  clie  agli  nllimi  sladii  della  incubazione  i  j)()lni(»ni 
sono  i^ia  rorlenuMite  lissali  in  coiTisjiondenza  della  |)aiele  dorsale  ;  giii 
si  e  coslituilo  Ira  viscere  e  loraee  lo  siralo  cenientanle  elie  IroNasi  niollo 
sviluppalo  negli  individui  adulti. 

Nei  gallinacei  adulti  si  lianno  le  slessedisposizioni  rondainenlali  clie 
esistono  nei  polio  agli  ultinii  sladii  della  incubazione.  L'aderenza  dei  lu- 
glielli  pleurici  si  fa  |)ei'  mezzo  di  sollili  filanjcnli  coiinetlivi  i  (piali,  non 
essendo  mollo  nunicrosi,  lasciano  Ira  loro  giande  eslensione  lihei'a  delie 
cavita  |)leuriclic. 

Negli  indi\idni  nei  (|uali  il  congiunginienlo  dei  Ibglielli  pleui'ici  si 
fa  per  lusione,  i  polnioni  e  le  pareli  loraciclie  sono  unili  pei-  mezzo  di 
uno  strato  di  tessuto  connettivo  die  lisulta  dalla  adcrenza  della  j)leura 
polmonale  con  la  pleura  parietale.  Ouando  esisle  questo  modo  di  unione, 
lo  strato  di  tessuto  eonnetli\o  abolisce  per  la  massima  parte  le  casita 
pleui'iclie.  L'epilelio  e  quasi  lotalmenie  scoinparso  ;  la  lusione  pi-esenta 
piccole,  larissime  intenuzioni,  nelle  (piali,  mantenendosi  distihii  i  lo- 
glielti,  si  trova  rivestimento  epiteliale. 

Tra  1' cstremo  superiore  delle  costc  ed  i  i)rocessi  Irasvei'si  delle 
vertebre  c  tesa  una  membranella  laigamente  riveslita  da  epitelio  nelle 
specie  nelle  quali  la  unione  Ira  polmoni  e  j)ai'e!e  l(»iacica  si  la  per  mezzo 
di  lilamenli.  Nelle  specie  neile  quali  e  lusione  tra  i  i'oglielti  pleurici. 
I»iesenta  solo  (jualche  traccia  (Y  epitelio. 

In  basso  i  j)olmoni  sono  lusi  piima  cogli  abbozzi  del  diaiVaiiun.K 
poi  col  dialranima  e  cosi  non  possono  a\ere,  ventralmenle,  sierosa.  Manca 
negli  uccelli  la  i)leura  diaframmatica. 

La  superlicie  inleriore  del  dialVamma  non  e  riveslita  da  peritoneoo 
da  pleura,  ma  sibbene  dalle  porzioni  superiori  dei  sacclii  cersicali  e  dt'i 
sacchi  intermedii  anteriori  e  posteriori. 

11  mediaslino  i)rimiti\amente  e  una  lamina  cunnetliNa  entro  alia 
(juale  sono  accoiti  I'aorla  e  I'esofago,  entro  alia  quale  |)oi  si  spingono 
i  processi  spinosi  ventrali  delle  vertebre.  In  stadii  nu)lto  giovani  e  assai 
esteso  in  direzione  sagittale,  ma  in  stadii  vicini  al  lermine  della  incul)a- 
zione  e  niollo  ridotto  ;  in  basso  si  dislende  tras^ersaimente  per  prendere 


—  128  — 

i 

|)arlo  alia  costiliizioiic  'Id  (lialVamma,  cnsi  rondonsi  sii|km liciali  lesolaf^^o 
c  I'aorla  ciic  orano  incliisi  nel  mcscnlerio  dorsalc. 

Dei  le^aiiKMili  poimonali-cpatici  anclic  il  Irallo  clic  iini\a  il  polnumc 
al  incdiaslino  (•(»nlril)iiise(^  a  cosliliiirc  il  diarianiina  c  cosi  si  (•(»m|)i('nd(' 
poi'clio  ne^li  cinbi'ioiii  af;li  idlimi  sladii  dclla  iiu'uhazionc  c  nc^li  iiidivi- 
diii  adidti  vcnne  a  mancare  (juesta  iinionc  tra  |)o]moni  e  mediaslino. 

Negli  aduiti  11  mediaslino  e  cosUtiiilo  da  una  sotlile  nicndjiana 
librosa  enlro  alia  quale  sono  accolli  i  |)rocessi  spiuosi  venliali.  In  di- 
rezione  sagillale  si  estende  dalla  linea  niediana  della  superlicie  anicrioic 
(lei  eorpi  delle  verlebre.  alia  linea  niediana  della  superlicie  dorsale  del 
diarraninia. 

Negli  individui  nei  (|uali  !a  unione  dei  loglielti  jdeuriei  awiene  per 
mezzo  di  filanienti,  questi,  in  corrispondenza  del  mediaslino  sonct  radi  e 
delicalissimi;  (juando  il  congiungiinenio  si  la  per  fusione.  lo  slralo  eon- 
nettivo  cementanle  e  sotlilissimo. 

II  mediaslino  piTsenla  esleso  rivestimenlo  epileliale  negli  individui 
nei  (|uali  la  unione  tra  polmoni  e  pareti  loi'aeielie  e  lassa:  |)resenta  solo 
(|ualclie  rarissima  e  mollo  rislrella  area  epiteliale  se  esisle  tiisione  dei 
fogiietti  pleurici. 

Tra  pleura  polmonale  e  pleura  |)arietale.  j)er  <|uanto  si  rilerisre  al 
modo  di  unione  ed  alF  ej)itelio.  si  lianno  di  eontro  ai  eorpi  delle  \erle- 
bre  disposizioni  siniili  a  ({uclle  del  mediaslino. 

Verso  r  estremo  anteriore  delle  cavita  pleurielie  conlribuiseono  a 
di\idere  un  polnione  dalFallro  i  nuiseoli  lunglii  anteriori  del  eollo. 

Negli  indi\idui  adulli,  a  causa  della  unione  die  si  slabilisce  Ira  |)ol- 
moni  e  pareli  della  cavita  toracica,  le  priniilixe  cavita  pleurielie  e  le 
primitive  pleure  vengono  ad  essere  jjntrondamenle  modilicale  ;  le  ade- 
renze  tra  pleura  polmonale  e  pleura  parielale  conducono  alia  abolizione 
pill  0  ineno  estesa  delle  cavita  pleurielie. 

l/aoria  e  Tesolago  presenlano  con  il  inediastino  e  con  il  diarramma 
rap|to!li  inliini  i  (juali  sono  elVelto  della  siretta  atlinenza  clie  lianno  oii- 
l(tgenelicamenle  (|uesli  organi,  prima  con  il  mesenterio  dorsale,  jioi  con 
il  inediastino. 


129  — 


ISTITOTO    1)1    ISTOI.OOIA    K    I'lSI  OT.OC  I A    l)i:i,l,A    It.    SCLOLA    SUPEKIORK 
1)1    .Mi:i>  (,'INA    Vi:  I  KKINAKI  A    1)1    Nrt.l'i)I,l.    (PH(»1''      (i.    1»  A  T.  A  D  I  N  (>). 


I  vasi  aberrant!  del  fegato  del  Solipedi. 

PulMA    NoiA. 
KlCBHCHK   MACUOSfOPlCIIK.  KR    ISTO^OQICHE 

i>Ei,  Pkof.  lion  HAHPI  K  i>Kt,  i,AouKANi.o  SAVERIO  (^^AETANO  TORNELLO. 
(Con  Tavola  IV='). 


llicevnta  1' S  aprilo  ISlOl. 
fi  viotata  la  riprodnzioiie. 

I  vasi  abcrranli  del  fegato  {vasa  nhorranlin  hepatis)  sono  vei-osinii!- 
incnlc  rainilica/inni  dci  condotii  l)iliari;  Hanno  iin  calibro  divorso  c  si 
Irovano  I'liori  del  IVgato  nello  spossorc  doi  legaiucnti  di  (|iiosl'  organo, 
Scopeiii  da  For  rein  vonnero  descritli  piii  tardi  (hi  Kieinaii  cd  K.  H. 
Weber  e  I'urono,  come  vedremo  in  apj)resso,  diversamenle  inlerpretati. 

Mess!  in  evidenza  e  stndiati  estesamente  nei  legamenti  del  legato 
deiruomo,  vennero  trascurali  o  lnconi|)letaniente  descritti  negli  aniinali, 
e  IVa  i  ni(»]ti  an  tori  elie  ab])iaino  consultati  il  solo  Sa|)pey  dice  die  lia 
potnlo  osservarli  presso  qnalcbe  nianiniifero  e  particolarmente  nei  bue 
e  nei  cavallo.  In  due  escmpi  del  caxalio  essi  occupavano  il  bordoepatieo 
del  leganiento  laterale  sinistro  e  si  anasloniizzavano  per  la  loro  eslreniila 
terminale  lorniando  una  serie  regolarissinia  di  arcate.  Rilerisce  I'autore 
die  non  lia  potuto  scopi-irne  alcuno  su  di  un  gran  numero  di  fegati  di 
coniglio,  di  niaiali,  di  cani.  eec. 

Lo  scopo  (telle  nostre  ricerche  si  e  quelle  di  stabilire  I'esistenza  o 
lueno  di  tali  vasi  nei  niammiferi,  specialniente  doniestici.  Molto  niate- 
riale  d  gia  raccolto  ed  i'  nostra  eura  sludiarlo  niacr()sco|)icaniente  ed 
istologicamente.  Per  ora  ci  liniitianio  a  descrivere  i  vasi  aberranti  del  fe- 
gato (lei  solipedi  riservandoci  in  altra  coiiuinicazione  di  portare  un  eon- 
tributo  per  quanto  riguarda  gli  altri  animali. 

Nei  cavallo,  nell'asino  e  nei  undo  i  vasi  aberranti  si  veggono  be- 
nissiino  anche  ad  occhio  undo  ai  margini  del  fegato  e  propriamente  net 
|)unto  in  eui  s'  inseriseono  i  legamenti,  da  dove  partono  divisioni  se- 
condarie  formando  una  specie  di  arborizzazione  die  si  estende  piii  o  meno 
nello  sp(\ssore  del  Kjganienlo  corrispondente. 


—   130  — 

Ondo  ineltorli  niei;!io  in  evidonza  in  inodo  da  poter  distinguorc  la 
l()n»  provonienza  od  il  loi'o  mndo  di  compoi'larsi,  ci  siaino  vaisi  del  mc- 
lod(»  doilc  iniezioni  a  IVoddo  pralicale  allravcrso  il  dollo  colodoco.  La 
piinia  riccrca  vcnno  latia  inedianlc  la  iniozionc  del  bleu  di  Prussia 
sciollo  nelTacqua. 

OuanluiKjue  T  inlezione  ci  avesso  dalo   risullati  soddisfaccnti,    pur 

iiondinieno  ahbiamo  suhilo  al)I)and(»nalo  (jueslo  inclodo  |)()iclie  non  oUe- 

iK'iiiiHo  una  eomplela  iniezione.  Forse  granuli  di  hlcu    di    Prussia    non 

•  ('()ni|)letaniente  diseiolli  oeeludevano  ii   lume  dci    piii    |>i('C(»li    dotlolini 

jjiliari. 

in  allora  j)ensanimo  di  soslituirc  a  (pieslo  li(juido  coloianle  il  hleu 
d'anilina  in  una  soluzione  idroalcoolica,  ben  sapendo  come  i  coloi'i  di 
anilina  si  sriolgono  coniplelaiiiente  nell'alcool.  Kd  a  (jueslo  licpiido,  die 
ci  lia  rornit(>  ollinie  iniezioni.  I'icori'erenio  anciie  per  lulte  le  lulure  i"i- 
eerclie. 

Perelie  1'  iniezione  riesca  e  necessario  pero  die  ii  legato  non  sia 
nienoinamente  iaceralo  in  quaiche  sua  jiarte  e  die  non  abbia  lesioni 
l»alologieiie  (dislonii,  calcoli,  cisli  da  echinoeocco,  luniori,  ascessi,  eec). 
Difatli  in  uii  legato  di  niulo  die  presenlava  un  ascesso  il  liquido,  si 
raccolse  iiel  cavo  di  esso  e  (juando  spingeiniiio  lo  stantullo  delta  siringa 
per  determinare  una  maggiore  pressione  onde  ottenerc  ii  passaggio  del 
liquido  nelle  parti  coliateraii  si  ruppe  la  capsuia  di  (ilisson  in  corrispon- 
denza  dell' ascesso  e  nulla  potemnio  osservare. 

Per  ottenere  una  completa  iniezione  cbe  perni(ilta  di  lasciar  vedere 
nel  ioro  decorso  e  nelle  loro  diraniazioni  i  vasi  aberianii  e  necessario: 

1,  che  I'organo  sia  perlettamente  sano ; 

2.  die  sia  asj)ortato  dalla  caNila  addoininale  con  tullo  il  dia- 
tVaniina  in  niodo  die  i  legainenti  non  siano  piinto  inlaccati  dallo  stru- 
luento  tagliente  ; 

^.  che  si  tengano  uniti  pure  i  reni,  alnieno  il  destro; 

L  che  sia  conscrvata  una  porzione  del  pancreas,  rpidia  cioe  at- 
Iraverso  cui  passa  la  vena  porta  ; 

").  che  sia  [lure  conservato  il  jiriino  ti'atto  (Tintestino  tenue  jier 
poter  fare  I'  iniezione  attraverso  il  dolto  cob'doco  ; 

0.  che  la  vena_])orta  sia  mantenuta  intatta  dal  pancreas  |)er  tullo 
il  suo  decorso  lungo  la  suiierficie  del  legato ; 

7.  finalineutc  die  si  adopcrino  legati  di  animali  niolto  vecdii  nei 
quali  i  vasi  aberrant!  sono  inegiio  evident!  che  nei  giovani. 

Senza  s|)ecil!care  i  risullati  ottenuti  sui  molli  individui  die  luioiio 
oggetto  d(dle  noslre  r!cer(;lie,  individui  iiKtIlo  iiuinerosi  pei'die  abbiaino 


-  131.  — 

iililizzato  moHi  le^ali  degli  aiiiiuali  cho  serviroiio  per  Ic  esorcilazioni 
aiialoniiclic,  tliremo  die  I'asino  e  IVa  i  solipedi  I'aiiimale  clic  possiedo  i 
\asi  abcnaiiti  piii  grossi  o  piii  niinicrosi  e  clie  il  legamenlo  del  loix)  si- 
nislio  ('  (|U('llo  t'lie  ne  jtossiodu  iin  nuiuero  maggiore. 

In  im  asino  il  leganKMilit  del  lolxt  sinislro  presenlava  in  corrispon- 
d(Miza  della  sua  insorzione  e  per  una  estensione  di  8  a  10  centimelri 
(|iiadrali  sostanza  epatica  atrolizzala,  nello  spessore  della  quale  decorre- 
vano  grossi  lubi  ai  latl  del  quali  nieltevano  capo  degli  allri  in  niodo  da 
roiinare  una  \eia  arborizzazione.  La  maggior  jjarle  si  prolungavano 
nello  spessore  del  leganiento  per  un  ti'agitto  di  (I  cm.,  nienlre  alcuni  ar- 
ri\ano  lino  airinsei'zionc  del  legamenlo  sul  centre  IVenico  del  dialraninia. 

11  lobo  niediano  dell' istesso  legalo  jH-esenlava  una  conforniazione 
degna  di  nola.  (^onie  si  sa  tale  lobo  nei  solipedi  e  diviso  in  |)iu  lin- 
giielte  median le  incavature  secondarie.  La  linguetta  sulla  quale  |)assa 
la  vena  cava  posteriore  presentava  un'  atrofia  mollo  accenluaia,  e  nello 
spessore  della  sostanza  epatica  alrofizzata  deconcxano  numerosi  vasi 
aberranii  intrecciantisi  tVa  di  lore  e  che  vimasero  lutti  bene  iniellali 
dal  liquido  coloranle.  I  \asi  piii  grossi  si  ))ortaxano  luori  la  sostanza 
epatica  atrolizzata  e  due  di  essi  si  disponevano  lungo  il  b^gamenlo  lalci- 
fonne,  menli'e  altri  s' insinua\ano  nello  spessore  del  cenli'o  IVenico  del 
dialVamma  (lig.  I). 

Da  lutti  questi  vasi  si  slaccavano  altri  vasi  piii  piccoli,  a  dec()rs(t 
regolarmente  tortuoso,  piesentanti  alia  loro  estremilii  libera  un  lieve  ri- 
gonliamento  a  forma  di  boltoncino. 

In  un  altro  asino  i  vasi  aberranii  del  leganiento  sinistro  ap])ena  iniel- 
lali si  mostrarono  di  un  aspelto  stu|)endo  tanto  clie,  essiccato  il  prepa- 
ralo  e  |)osto  su  di  un  cristallo,  lo  abbianio  conservalo  nel  xMiiseo  di  Ana- 
tomia  di  (|U(^sla  Scuola  (tig.  2). 

La  ligura  che  riportiamo  riproduce' fedelmenie  la  disposizione  di 
questi  vasi,  i  quali  si  mostrano  sul  margine  della  sostanza  epatica  del 
lobo  sinislro  formando  tronclii  piuUoslo  grossi  da  cui  emanan(>  rami  se- 
condai'i  die,  iniellali  come  sono,  risallano  benissimo  sollo  la  capsula  di 
(ilisson.  I  Ironchi  si  spingono  poi  nello  spessore  del  legamenlo  for- 
mando vere  diramazioni  arboree.  Alia  loro  estremila  terminale  le  tenui 
suddivisioni  si  arrestano  a  contalto  di  un  leggero  is])essimento,  specie 
di  cordone,  e  formano  a|)parenlemente  una  delicalissima  rele,  rete  |»ero 
die  lion  e  formata  da  anaslomosi  ma  semplicemente  da  un  inlreccio  di 
vasi.  Peru  alia  periferia  di  questi  intrecci  si  notano  alcune  comunica- 
zioni  anaslomoticlie  die  formano  s|)ecie  di  arcate.  (jo  abbiamo  mcsso 
in  evidenza   esaminando  con  lenli  a  forti  ingrandimenti  la   tenue   rele 


—  132  — 

siiddescrittJi.  Dii  (|ii('sl(»  prcitariiln  c  da  altri,  ccrlo  mono  belli  ma  inollo 
csplicalivi,  ci  siaiiio  lonnali  il  coijcclto  die  dal  piinlo  in  cui  si  slact-aiKi 
i  \asi  abcrranli  siiio  alia  loio  Icriiiinazione  non  osisla  il  Ncro  logaincnln 
opalico  sibheno  il  fogiiello  liliroso  clio  i-ivcsto  la  faccia  anteriore  o  la 
laccia  postoriorc  dol  legato,  loglielti  rivoslili  siilla  loro  faccia  cslcnui 
dal  poritoiico.  Oiiosti  due  fogliotti  si  addossaiio  riiiKi  aH'alln)  in  scguilo 
alia  sconiparsa  del  [taroncliiina  ejiatico  rinianendovi  inchisi  sollanio  i 
dolli  biliari.  II  vcro  Icganicnto  del  legato,  costitiiito  per  inter(t  della  ri- 
piegatiira  del  peritoneo,  inconiincierebbe.  secondo  noi,  da  (piel  leniie 
ispessinienlo  o  cordone  die  abbianio  pid  indietro  ricordato. 

I  \asi  aberranli  li  abbianio  rinvennli  pure  nella  toiiaca  avventizia 
della  vena  porta  (fig.  3).  Non  sono  niinierosi,  lianno  nn  corlo  Iragitto  e 
la  iiiedesiina  disposizione  raniescente  come  iielle  altre  parli.  Diaino  la 
ligura  di  qualdie  \aso  trovato  nell' avventizia  della  vena  porta  di  un 
asiiio  ill  vicinanza  at  pun  to  in  cui  questo  vaso  penetra  nel  legato. 

Mediante  il  processo  di  iniezione  adottato  e  servendoci  di  I'egati 
sani  estratti  dalla  cavitii  deH'addoinc  colle  regole  die  abbiamo  |)reniesse, 
abbianio  potato  dimostrare  die  iiei  solijiedi  i  vasi  aberranti  del  legato 
sono  abbondanti  e  molto  manifesti.  1  leganienti  nei  quali  si  riscontrano, 
per  ordine  d'  importanza,  sono  :  il  legamento  del  lobo  sinisiro,  il  lega- 
iiienlo  lalciforme,  il  legamento  del  lobo  deslro  ed  il  legamento  epato- 
renale.  Si  trovano  pure,  pero  piii  nell'asino  che  nel  cavallo,  nell' avven- 
tizia della  vena  porta  e  nel  centro  I'renico  del  (liaframnia. 

Messi  cosi  in  evidenza  i  vasi  aberranti  dei  solipedi  e  stabilita  la  loro 
lo|)ograria,  passammo  alio  studio  della  loro  costituzione  microscopica  pia- 
licandone  colorazioni  ed  eseguendo  numerose  sezioni  al  microtomo. 

Rireriamo  brevemente  il  processo  adottato. 

Tagliati  jiezzettini  di  legamento  in  corrispondenza  dei  vasi  aber- 
ranti 0  della  sostaiiza  epatica  atrofizzata,  li  ponemmo  per  24  a  48  ore  in 
una  soluzione  acquosa  di  formalina  al  6  per  100.  Tolti  dalla  formalina 
liirono  posti  |)er  24  ore  nell'alcool  ordinario  e  (|uindi  passali  in  colora- 
zione.  1  colori  di  cui  ci  ser\imino  I'urono  Tematossilina  e  lo  scarlatlo. 
secondo  le  indicazioni  del  prof.  Faladino,  nella  proporzione  di  due 
parti  di  ematossilina  (mI  una  di  scarlatlo  Biebricli.  I*erche  assumessero 
bene  la  dojipia  colorazione,  trallandosi  di  jiarti  fibrose,  li  lasciamnio 
immersi  nel  miscuglio  di  tali  liquidi  per  24  ore  ed  alcuni  aiiclie  per 
'M\  ore.  I.e\ali  dalla  c(dorazione  li  passammo  in  una  soluzioiu^  di  al- 
lume,  (|uindi  ndrac(jua  dislillata,  poscia  nella  serie  degli  alcool  segueiido 
inline  scrupolosamente  la  lecnica  per  disidratarli.  induderli  in  |)arariina, 
tagliarii,  diiarilicarli  e  conservarii  in  balsamo.  Dei  pezzi  cosi    prejiarali 


133 


|)i;ili('iimni()  parccchie  centinaia  di  sczioni,  cosiccho  ora  ci  Irovianio  in 
|)()ss('ss()  (li  sczioni  longitiidinali  c  IrasNorsali  di  ^asi  alxTranli  sia  ncllo 
spcssorc  (lei  logaiiuMiti  sia  nclla  soslanza  e|)ali('a  atrolizzala  cd  aiiclic  in 
(*()iris|K)n(lenza  dci  niariiini  dci  lobi  d(3l  rciiato.  nonclK'  di  sczioni  Ira- 
sversali  c  longiludinali  di  \asi  ahcrranli  risconliali  ncl  ccnlro  livnico 
del  dialVamina, 

I  vasi  aherranli  sollo  il  campo  del  microscopio  si  presentano  di  di- 
monsioni  vaiial)ili.  In  scziono  liasNcrsa  si  ossorvano  vasi  a  sczionc  ncl- 
tamcnlc  cilindrica,  allri  a  sczione  ovale  od  allii  inline  a  sezione  niollo 
iiTei^oIare.  Onesrulliina  disposizionc  si  eonslala  nei  vasi  |)riiK'ipali,  di 
nn  calihro  lilevanle,  meniro  le  due  prime  nei  medi  e  nei  piccoli. 

I  \asi  ai)en-anti  piii  numerosi  e  di  dimensioni  piii  grandi  sono  si- 
Inaii  nello  spessorc  del  leganienlo,  nienire  niollo  nieno  niinierosi  e  piii 
|»i('eoli  sono  tpielli  clie  deeorrono  alia  superlieie  del  leganienlo. 

(lonsiderali  nei  loro  assieme.  siiMio  grandi  o  piccoli,  i  \asi  aberianli 
sono  I'onnati  internamente  da  un  unico  strato  di  cellule  cillndriclie  ad- 
dossate  Tuna  air altra, con  un  niicleo  niollo  sviluppalo  poslo  verso  il  jiolo 
rivolto  alia  lonaca  fibrosa.  11  loro  prolo|)lasina  e  leggerinenle  granuloso 
ed  in  coi-rispondenza  del  lunie  del  \aso  sono  ricoperte  tia  un  acceimo 
(11  cercine  o  (^o|)ercliietto.  Ouesto  stralo  epileliale  si  adagia  sopra  una 
meinbrana  librosa,  la  (piale  in  certi  vasi  c  bene  dislinta  e  direnio  (piasi 
separala  dal  connellivo  circoslante,  in  certi  allri  non  ajipare  dislinia  e 
si  conl'onde  col  lessuto  fibrose  clie  compone  il  leganienlo,  nei  ipiale. 
come  nella  fibrosa,  rinvengonsi  nnmerose  cellule,  die  in  laluni  punii  Ibr- 
mano  un  vero  strato  di  cellule  piatte,  poligonali,  riunite  ai  loro  niargini. 

\i  ("'  clii  animette  Sclienk  Ira  Fepitelio  e  la  librosa  una  mein- 
brana omogenea.  A  noi  non  veiine  dalo  nei  vasi  aberranti  del  legalo  dei 
s(dipedi  mettere  in  evidenza  tale  meinbrana.  Bene  spesso  la  librosa  ('• 
addossata  inliinamente  aH'epitelio  inenire  taloia  ne  I'  se|)arala  da  iino 
spazio  viioto,  ehe  non  deve  certamente  essere  sein|)i'e  nn  ellello  delta  pre- 
jiarazione. 

Circa  la  disposizionc  di  (|ueste  parti  si  notano  alcune  dillerenze  IVa 
il  ca\allo  e  Tasino,  dillerenze  clie  v  bene  notare  prendendo  ad  esanii- 
nare  i  vasi  aberranti  in  ('O'ris|)ondenza  dei  niargini  del  legato  e  nello 
spessorc  dei  legamenti. 

C(imlh).  Nei  punto  in  cui  i  vasi  aberranti  luoriescono  dai  niargini 
del  legato  per  decorrere  nei  legamenti  sono  provvisti  di  una  lonaca 
librosa  assai  sviluppata  contenenle  cellule  connelti\ali,  ed  airintorno  di 
quesia  un  connellivo  librillare  mollo  lass(»  a  libre  ondiilate  die  sendjrano 
adagiale  su  di   uno  sirato  unico   di  cellule  poligonali,  riunite  assieme  e 


-^  13i  — 

possedonii  im  iiiicico  inolto  graiide.  (a  nciiih'  dalo  riscoiilrarc  ncllo  spcs- 
sore  (lol  Ic^aiiHMito,  vicino  alia  sua  inser/ioiie  ai  inargiiii  del  fegato,  \evo 
isolc  (^paticlic  aliolizzato  (fi^.  4)  nclle  (jiiali  si  scorgono  cjiiai-amente  la 
rote  gliiaiidolaie  e  la  lolo  capillare  Ira  loro  iiilercalale.  J.e  cellule  ej)ali- 
eliedi  (|iiesle  isole  si  presenlauo  foilenienle  granulose,  con  iin  bel  micleo, 
iin  po' distaccatc  le  line  dalle  allre.  (lis|)()sle  a  cordoni  raniilicali  e  fra 
loro  inlreccianlisi  lasciando  spazi  \uoli  ()ccu))ati  dai  capillari.  Oiiando  il 
vaso  aberranle  lia  abbandonala  coni|)leUnnente  la  so.stanza  epalica  Fepi- 
lelio  si  rende  giadatanienle  |»iii  basso  sine  da  divenire  cubico  all'eslre- 
iiiila  del  vaso,  la  fibrosa  ognor  piii  si  ridnce  e  si  pno  dire  die  si  con- 
I'onda  col  tessiito  libroso  del  leganienlo,  lessiilo  sniagliato  aH'inloriio 
deirepilelio.  a  lasci  addensati  invece,  a  decorso  ondulato  airinCuori  di 
(piesto  slralo. 

Nelle  sezioni  longiUidinali  di  vasi  abeiianli  grossi  si  nolano  giiian- 
dolo  tubular!  piti  o  nieno  dilatate  ad  ampolla  rivestitc  internamenle  da 
un  epitelio  die  ha  gli  stessi  caratleri  di  quello  del  vaso  in  eui  sboccano 
|)iii  0  meno  ampianienh^  OUre  a  cio  si  osservano  gli  sbocclii  di  vasi  se- 
condari  die  si  aprono  nel  Inine  del  vaso  ]>rinci|)ale  ad  angolo  |)iii  o 
nieno  aciilo. 

Le  dilalazioni  gliiandolari  non  ci  In  |)ossil)ile  niellerle  in  evidenza 
nei  vasi  aberranii   piii  |)iccoli, 

Asino.  in  (juesto  aniniale  i  \asi  aberranii  ollre  essero  |)iii  luiinerosi 
e  pill  sviliip|)ali  die  nel  cavallo  ollrono  (pialdie  diirerenza  islologica 
messi  a  rallVonlo  con  (pielli  di  (piesl'ullinio  ailiniab^  Dil'alti  vicino  al 
parencliinia  epalico,  fra  le  cellide  epaliclie  roileniente  granulose,  si  osser- 
vano vasi  aberranii  la  cui  fibrosa  e  enorinenionle  sviluppata.  Anzi  si  piio 
dire  che  airintorno  vi  sia  iino  spesso  slralo  di  lessulo  connellivo  libril- 
lare  e  non  bisogna  escludere  la  presenza  di  (pialche  Hbro-cellula  inusco- 
lare  (fig.  5).  In  questo  strato  connellivale  ollre  il  vaso  aberranle  od  i 
vasi  aberranii,  di  diniensioni  diverse,  si  osservano  anche  vasi  sanguigni. 
La  fibrosa  si  I'iduce  man  mano  che  il  vaso  decorre  nello  sjiessore  del  le- 
gauKuilo,  ma  e  pero  sempre  evidenle  meglio  die  nel  cavallo.  Osservanimo 
pure  che  la  librosa  si  rende  ancora  lien  evidente  verso  la  termina- 
zione  del  vaso  ed  i  suoi  lasci  si  dispongono  ad  audio  atlorno  al  siio 
epitelio. 

•Nel  leganienb*  ralciforme  i  vasi  aberranii  sono  assai  nunierosi  e  di 
calibro  nolevole,  circondali  da  un  grosso  stralo  di  lessulo  libroso,  nel 
quale  si  lro\ano  vasi  di  calibro  pin  piccolo.  Oueslo  stralo,  coslituito  di 
lasci  a  fibre  mollo  ondulale,  si  conl'oiide  col  lessulo  libroso,  ricco  di  cel- 
lule, del  legamenlo. 


—  135  ^ 

Nei  Yiisi  aberraiili  del  dialVanima.  i'fjiiali  Iiaiiiio  pure  diiiiLMisioiii 
assai  variahili,  si  Iroxa  die  il  liinie  del  \as()  nel  siio  jtereorso  ollVe  dila- 
lazioni  e  reslriii'iiinenli  inolto  irreiiolai'i.  Nclla  se/ioue  lon^iliidinale  di 
nil  iirosso  vaso,  elie  ei  serNc  di  j^uida  per  qiiesia  desciizioiie,  si  conslala 
11  solito  eijilelio  eiicondalo  aireslernu  da  un  tessulo  coniiellivo  piiilloslo 
lasso,  rieeo  in  el(Mnenti  eellnlari  e  fra  (jnesto  allri  |)iec<»li  vasi,  elie  si 
veggono  in  sezione  Irasversa.  Ai  lali  delle  pareli  del  vaso  e  lappezzali 
dall'islesso  epilelio  numerosi  inlbssanienti  o  cripte  conuinieanii  piti  o 
nieno  ainpiaiiieiih^  col  lunie  del  \as<),  di  forma  e  dnnensioni  variabilissinie. 
Sono  qnesic  le  i^liiandole  a  cni  ahhianio  aceennalo  |!iii  indieiro  {Wu:.  (I). 

Nell'asino  al  pari  ehe  nel  ea\allo  lali  roiniazi(*ni  ghiandolari  sono 
ahbondanti  nei  gmssi  vasi,  scarsissime  nei  medi  e  niancanli  nei  pieeoli. 
La  soslanza  pi'opria  del  centro  IVenieo  del  diafraninia,  forniata  di  lessnlo 
coniiellivo  coinpallo  disposto  a  I'asci  serrati  IVa  loro  e  niollo  ondnlali. 
circonda  piii  o  nieno  completaiiienlo  i  vasi  aberranli. 

Onale  e  il  signillcato  del  vasi  aberranli?  Le  o])inioni  di  coloro  die 
si  sono  occiipali  deirargonienio  non  sono  alVallo  concordi.  Per  nndli  i 
cosidd(»lli  vasi  aberranli  allro  non  sono  die  veri  canali  biliari  niessi  a 
undo  edivennli  snperliciali  in  segnito  aH'atrofia  della  soslanza  gliiando- 
lare,  (hnnla  verosiinilmente  alia  |)ressione  esercilala  sni  legalo  da  parii 
del  corpo  ad  esso  liniilrofe.  Dil'alli  Toldl  e  Ziickerkand  I  liaiino  pro- 
valo  die  il  lobo  sinisl/'o  del  legalo,  il  (|uale  nel  corso  della  \ila  si  assoU 
liglia,  iiiollo  Irequenlemente  jierde  il  suo  pareiidiiina  |»er  nn  cerlo  Iralbt 
del  suo  niargine  lalerale,  da  cui  ne  conseglie  die  le  |)aili  corrispondenii 
della  capsula,  le  (piali  appartengono  alia  superlicie  superiore  ed  inleriore 
(Id  legato  si  soviappongono  e  non  coniprendono  fra  loro  die  una  niiniina 
jiarle  dl  legainenlo  con  avanzi  di  parenchinia.  Quesla  dis|)osizione  spe- 
ciale  die  Toldl  e  Zuckerkandl  lianno  denoniinalo  A//V//?y/^»  Anfmif/ 
(appendice  nieinbranosa;  del  lobo  sinisiro  del  legale,  possiede  dolli  biliari 
|»iii  0  meiio  raniiticali  e  fra  (juesli  lalnni  lianno  il  ragguardevole  dianie- 
Iro  di  cenliinetri  0,5  ad  1. 

Le  osservazioni  noslre,  specialnienle  nei  fegali  di  asino,  convalidano 
pienanienle  le  asserzioni  dei  due  cilali  anlori,  poidie  in  corrispondenza 
del  niargine  del  lobo  sinisiro  era  e\idenlissiina  uiralrolia  del  pareii- 
diinia  ejiatico  e  fra  questo  decorre\ano  gross!  e  piccoli  liibi  laiiiilicali. 
I  vasi  aberranli  dei  solipedi  sono  niollo  grandi  e  cio  e  forse  dovulo  al 
falto  che  in  ((uesli  aniniali  rajipareechio  escrelore  del  fegalo  e  niollo 
s\ilu|)|)ato  niancanli  come  sono  di  vescicola  biliare. 

La  presenza  di  vasi  aberranli  nel  centre  frenico  d(d  diafrainma 
crediamo  non  sia  slala  linora  nolala  da   alcuno.  Hi|)orliaino  una  liguii! 


—  13G  — 

(lig.  I)  lolla  (lal  Ncro,  scmlii'andoci  die  laic  disposizionc  ollVa  iin  iioii 
licvc  iiiloivssc. 

IJruckc  paria  osso  piiro  dei  \asi  ahcrranli  del  I'pgalo  od  osscrxa 
(•lie  si  ('  slali  iiidecisi  sc  ascriverli  alio  ghiandole  mucipari  ehc  nol  le- 
galo  si)occan()  iiei  t-anali  biliari  o  sc  si  de\ono  ascrivcrc  ai  voii  dolli 
biliai'i.  Dice  die  non  lia  fatlo  alcun  esperiniento  sii  (juesti  \asi  ahei- 
ranli,  ma  alVenna  die  iion  |iossono  csscrc  caiiali  jjiliaii  e  die  iiici:lio  si 
dovrcbbero  iiaragonai'e  alle  glandolc  imicipari. 

1/ opinione  del  IJriickc  non  lia  niollo  valoic  pcrclie  raiilorc  arriva 
per  soni))lice  induzionc  ad  esdudere  die  siano  doUi  biliari  c  eonrcssa  hii 
slesso  di  non  a\erli  mai  esaminati  da  Nicino  c  di  non  avcrc  esegnilo  al- 
cun esperiincnln.  Del  resto,  contro  I'opinione  di  liriicKc  si  j)iio  osscr- 
vare  die  i  \asi  abenanti  fonnano  in  cerii  punli  dellc  reli  e  sinoia  non 
si  conosce  alcuna  glandola  nuici|)ara  di  simile  costituzionc. 

Paladino  nelT  inter|)retazione  dei  \asi  aberranii  ha  difeso  T  opi- 
nione  di  Told  I  e  Zuckerkandl  c(nnl)allcnd(t  il  inodo  di  vcderc  di 
Brii  eke. 

Sa|)|)C\  dice  die  i  vasi  aberranii  del  legato  sono  dotti  biliari  niessi 
alio  scoperto  dall"  alrolia  dei  lobuli  epatici  e  spiega  raumento  mollo  iio- 
levole  di  calibro  die  |)resenlano  col  lalto  die,  scomjiarendo  i  lobuli  di 
cui  lacevano  parle,  (piesti  lianno  i)er  cosi  dire  abbandonato  ad  essi  la 
|)arle  di  \ila  a  cui  avcvano  dirilto. 

C-oiiliiuia  osservando  die  lutti  conuinicano  con  i  dotti  biliari,  die 
lianno  essi  puie  una  tinla  giallaslia,  pero  al(|uanto  meno  e\idenle  e  die 
sono  costiluiti  da  una  tonaca  opiteliale  e  da  una  tonaca  fibrosa.  Ouesta 
e  llote^ollnellle  |)iii  spessa  di  (judla  dei  dotti  biliari  situati  sul  loro  pro- 
lungainento  e  s'iperlrofizza  a  misura  die  i  lobuli  da  cui  prendono  (trigine 
si  atrolizzano.  IMii  i  dotti  sono  vecclil  piii  auinenta  lo  spessore  di  (|uesta 
tonaca,  la  (juale  |)ero  in  taluni  |)unti  |)uo  presentarsi  atrofica. 

Dice  die  le  glandole  annesse  alia  loro  parete  parteci|)ano  di  solito 
air  ipertrolia  ddla  loro  tonaca  fibrosa,  ma  si  (leformano. 

1/ aiilore  fa  rilexare  die  i  vasi  abenanti  rappresentano  per  la  niag- 
gior  parle  net  loro  stato  priinilixo  le  prime  radicette  di  un  dolto  biliaree 
(piindi  11011  ollrono  sul  loro  conlorno  die  glandole  olricolari,  le  (piali  ta- 
lora  conservano  una  I'orma  abbastanza  regolare  quando  i  vasi  aberranii 
sono  mollo  piccoli  o  poco  ij)ertrolizzati,  cioe  di  origine  recente.  Ouando 
i  vasi  sono  antidii  e  molto  isj)essiti  si  presentano  sotto  forma  di  grandi 
olricoli  sl'eroidali  od  ovoidi  jiiu  o  meno  (lelorini  e  cho  si  potrebbero  pren- 
dere  per  dilalazioiii  parziali  del  dollo  biliare.  IJene  spesso  e  dillicile  po- 
lerle  disliiimicre. 


—  137  — 

I  Niisi  ahciianli,  secoiulo  Sappcx.  si  anasloinizzaiio  tra  loio,  ana- 
slomosi  analogii(3  a  (jiiollo  dio  si  ossciNaiio  noi  dolli  biliari. 

II  SappoN  i-ilit'ii(3  die  i  vasi  aherianli  cosliliiiscano  iiiia  dipcn- 
(l(Miza  (lei  dolli  escnjlori  (Id  logalo,  di  ciii  non  sono  die  una  I'onna  [)iii 
0  mcno  allcrala. 

E.  II.  \\('l)(;r  consideia  i  \asi  ali(3rnmli  come  t-anali  atloriio  ai 
(|uali  11  paic'iiduiiui  o|)alic((  non  si  e  svilnppalo,  c  da  I'  islesso  nonie  agli 
allri  caiiali  die  si  Irovano  fiioii  della  soslanza  |)ro|)ria  del  legalo. 

Tlieile.  in  segnilo  alle  sue  licerelie  sulle  gliiaiidole  dei  eanali  bi- 
liari, eonsidei'o  (jiielll  del  solco  liasxeisale  come  iiliiandole  nuieose  die 
si  anasloinizzano  a  rete  e  eonsideio  pure  come  gliiandole  le  reli  dei 
canali  biliari  da  esse  lro\ale  nella  cajisida  <li  (ilisson,  menireclK'  gli 
allri  canali,  die  si  linvengoiKt  nolle  alli'e  parii,  li  considero  ('(mie  ca- 
nali hiliai'i  die  hanno  |)er(liilo  il  lore  parenchima  i  palico  per  alrolia 
ddlo  stesso. 

Wedl,  Heale,  Henle.  Hies  lianno  descrillc  le  gliiandole  dei  ca- 
nali biliari  e  la  rele  dei  medesimi. 

Secondo  Kolliker  una  |)arle  dei  canali  biliari  ed  anclie  del  les- 
suto  gliiandolare  non  anixa  al  complelo  s\ilu])po.  crescono  piii  lardi 
pill  0  iiieno  ed  in  case  di  alrolia  della  soslanza  epatica  si  presenlano  in 
parle  come  vasi  aheri'anli  ed  in  |)arle  ciuiu'  Ibrinazioni  siniili  alle  iiliian- 
dole. Secondo  Kolli  ker  segreglieiebbei(»  muco. 

H(*ale  descrivendo  le  gliiandole    dei    canali    hiliari    descrixe  pure 
canali    irregolari  con  rami  a  I'ondo  cieco  i^rasa  (ihrrnnilia    di    Weber 
come  canali  biliaii  modilicali.  die  nei  |)rimi  periocb  di  s\ilup|)o  si  Iro- 
vavano  nella  soslanza  epalica. 

SabiMirin  considera  i  xasi  aberi'anli  come  canali  biliaii  die  non 
lianno  inai  aMilo  rapporlo  col  parenchima  epalico. 

Ken  an  1  li  riliene  rami  dei  dolli  biliari  del  I'egalo  die  si  sono 
s\ilu|tpali  la  do\e  Irovarono  jioslo.  Secondo  queslo  auloro  mm  aMeb- 
bero  alcun  signjiicalo  runzionale. 

I']bner  Iralla  della  cosliluzione  dei  vasi  aberranll  e  li  dice  rormali 
di  una  membrana  librosa  e  di  piccole  cellule:  il  lore  diamelio  puo  es- 
sere  di  (I- 10  ;j.  sine  a  115-50  [j.  ed  anclie  sine  ad   I    mm. 

Toldl  e  Zuc  kerkandl  dicono  die  il  lipo  comiine  dei  \asi  aber- 
ranli  si  puo  |)aragonare  ad  una  ramiiicazione  arborea  i  cui  rami  si 
anaslomizzano  e  Ibrmano  una  specie  di  maglia.  ma  osser\aiio  die  lale 
inaglia  non  e  lanio  licca  e  lanio  grossa  come  nelle  figure  daleda  Henle. 

Sclienk  dice  che  i  \asi  aberranli  sono  rilenuli  Nerosimilmenle 
come  gliiandole  iiiucosc  e  che  la  lore  ininula  slrulUira  consisle  in  do 


—  138  -- 

clio  essi  prosenlano  iiii  liiho  alliingalo.  al  (jiialc  ('(mvcriiniio  lalcraliiiL'iilc 
(lei  s('iii|)lici  liihoUi  \)\i\  |iicc()li.  Essi  sono  ri\(\slili  da  iin  basso  C|)iteli() 
ciliiidrico.  iiilorno  al  (|iial(>  sla  disposlo  il  Icssiito  fomiL'tlivo,  Ai  liinili 
lia  I'opilolio  od  il  coniu'lliNo  si  risconlra  una  inonihrana  oinogoiiea. 

La  disparila  delle  opinioiii  risalla  iiiollo  faciimcnlc  da  (jiianio  pic- 
cv{\(\  sia  ri^uardo  a!  signilicald  dci  \asi  aberranli  sia  anclio  solto  il 
rappoito  della  lofo  dis|)()sizi<)ii(*.  A  noi  iion  o  Iceito,  alineno  \wr  ora,  en- 
tiarc  iR'l  iiR'rilo  di  laic  (|iieslione,  laiilo  |>iii  chc  finora  non  abbiamo 
|)(iliil(t  picparaiv  i  \asi  aboiranli  del  Iciialo  dcH'  uoino.  sui  (piali  prcci- 
saiiiciilo  e  slala  lixolla  rallciizioiio  (Icgli  aulori  su  i-icordali.  IN)ssiam(> 
jxTo  porlarc  con  plena  t'oscienza  il  iioslro  pairre  siii  \asi  abonanli  del 
I'egalo  (lei  solipcdi  sui  (|uali  le  noslre  ricerche  fiiiono  luimemse, accurate 
e  uiinuziose. 

I  Nasi  abeiTauli  del  ieiialo  dei  solipcdi  iioii  rormaiio  aiiasloiiiosi  : 
(|iicsle  si  I'isconlraiio  sollaiilo  sollo  foiina  di  arcalc  all' csirciiiiia  lerini- 
iiale  dci  dclli  \asi  e  |)rccisaincii!c  nci  puiili  do\e  si  arrcslano  ncllospes- 
soie  dei  Ic^ainciili.  Le  anaslouiosi  che  si  veggono  negli  allri  punii  non 
souo  die  apparcnli.  |)oiclie  soiio  vasi  die  s'  inlrecciano  decorrendo  a 
proloiidila  diverse. 

Non  ci  sap|)iamo  spic-uarc  I' idea  del  Saliouriii  die  coiisidera  i 
Nasi  aberranli  come  canali  biliari  die  non  lianno  aNulomai  rap|)orlo 
col  parcndiinia  ej)alico.  E  se  cio  Ibsse  come  si  spiega  die  V  iniczione  al- 
IraNciso  il  dollo  coledoco  si  diUbnde  a  Intii  i  Nasi  aberranli?  dome  si 
spief^a  la  |)resenza  di  soslanza  epatica  alrolizzala  fra  la  (jiiale  decorrono 
i  vasi  aberranli? 

Per  noi  i  Nasi  aberranli  sono  dolli  biliari  messi  alio  scoperlo  in 
segnilo  alT  ali'olia  e  scomparsa  del  parendiima  epalico.  in  cni  si  Iro- 
NaNano  siluali  dnranle  i  primi  periodi  della  Nila  dcIT  animale.  accei- 
lando  pienamcnie  la  iiderprelazione  data  dal  SappcN  ,  dal  Beale.  dal 
Toldt  e  Zuckerkandl  ed  in  paric  anclie  dal  Theile  c  ci  senibra 
die  possano  essere  dolali  di  una  ceria  I'unzione  sebbene  si  trovino  luori 
ia  soslanza  C|)atica  e  do  per  lo  sviluppo  (hdrepitelio  die  riveslo  il  loro 
lunic.  Ollre  a  cio  dobbiamo  ricordare.  come  dalle  noslre  ricerdie  sui 
Nasi  aberranli,  e  risnllalo  die  qua  e  la  iVa  i  vasi  stessi  si  osserNa  pa- 
rendiima epalic(t  alrolizzalo  rorjuanle  delle  isole  die  souo  |)errellamenle 
indipendesili  dalla  soslanza  propria  del  Iciialo  e  die  perdurano  |>er  lulla 
la  NJIa  deir  individno. 

l);ilr  Islituto  (li  l<"iai(>l()j;iii  cd  Ist'iIo,i;iu 
della  Ji.  ficiiola  Snpei'iorn  tli  iMediciiia  V'(  tiiiiiaiia  di  Napuli. 
Febbraiu-Mar/.d  I'JOI. 


189 


Bibliografla. 

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Kiilliker.       Mikroskopische  Anatomic    oder  Gowebelehre  des    Menschen.  —  Bd.  H,  'J  lliilfie,  1  Abb 

Leipzig,  18.5-J 
Paladino.  -  Istituziono  di  Fisiologia.  —  Vol.  I.  peg.  174-475,  2"  ed.  Napuli,  1885. 
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wiibreud  des  Wachstuma.  —  Sitzungsher.  der  K.  Akad.  d.   Wiss.  in   Wien.  Matli.  nat.  Kl.  Bd.  7, 

AM.  3,  Nov.  1875,  S.  241-205.  2  Taf.    Wien,  187(;. 
Wober.  —  Ueber  die  Leber  des  Menschen  uiul  ciuigiMi  Tliiero.  Sehreiben  am  Uusconi.  —Arch.  J'. 

Anat.  und  Phijsiol.  S.  303-313.  1843. 
Wedl.  —  Ueber    die    traubeuformigen    Gallciigandriisen.  —  6V<z«;iy/s6c'r.    der   Akad.    d.    TK/w.    Wien. 

Math.  nat.  KL  Bd.  5,  S.  481-488.  1850. 


Spiegazione  delle  figure. 

Fig.  1.  —  Vasi  aberrant!  del  diaframma  (asino). 

a,  Vasi  aberran  1  del  centre  frenico.  —  b,  b,  Ceutro  t'renico.  —  c,  Legamenlo 
falciforme,  porjcione  adereiite  al  centre  frenico.  —  d,  Liiiguetta  secou- 
daria  del  lobo  mediano  in  via  di  atrofia  —  e,  Cordoue  del  legamento 
falciforme  rappresentaute  la  vena  ombelicale  obliterata.  —  /',  Vasi 
aberranti  della  liuguetta  atrofica  <l. 
Fig.  2.    -  Vasi  aberranti  del  legamento  sinistro  (asino). 

a,  Parenchima  epatico.  —  b,  Vasi  aberranti. 
Fig.  3.  —Vasi  aberranti  della  to)iaca  avvontizia  della  vena  porta  (asino). 
a,  Vena  porta.  ~  6,  Vasi  aberranti. 


—  140 


Fui.  4.  —  Vasi    aberranti    del    1  gameuto    siiiistro   (cavallo).  —   Oc.  3,   Obb.   2 
Koristka  t.b.  cb.  diam.  06. 
a,  Vaso  aberraiite  in  sezioue  tr.ssversa  coi  suo  epitelio. — b.  6,   isole  epati- 
che.  —  c,  c,  Vasi  aberranti  in  sezione  longitudinale. 
Fiv,   5,  —  Vasi  aberranti  del  diaframma  in   sezione   longitudinale  e  trasversalo 
(asino).  —  Oc.  3,  Obb.  2  Koristka  tub.  16;  diametri  53. 
a,  Vaso  aberrante  in  sezione  longitudinale.  —  6,  b,  Glandole  del  vaso  aber- 
rante.       c,  c,  c,  Vasi  aberranti  in  sezione  trasversa. 
Fj(jr.  6.       Vaso  aberrante  del  legamento  sinistro    vicino  al  parenchima   epatico 
asino).  —  Oc.  3,  Obb.  2  Koristka  diam.  31. 
a,    Vaso    aberrante.  —  b,    Fibrosa    del     vaso.  —   c,    Vaso    sanguigno.    — 
d,  d,  cZ,  d,  Parencbima  epatico. 


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(Pubblicazioni  Italianedi  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo   ufficiale   della   Unione   Zoologica   Italiana 


DIRETTO 
DAI    DOTTORI 


QIULIO  CHIARUGI 


EUGENIO  FICALBI 


Pi'of.    di    Anatomia   uniaiia 
net  il.  Islituto  di  Studi  Super,  iu  Firenze 


Prof,  di  Anatomia  comp.  e  Zoologia 
nella  R.  University  di  Padova 


Ufficio  di  Direzione    ed   Amministrazione  :  Istituto  Anatomico ,   Firenze. 
13  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno 


Firenze,  G-iugno  1901 


N.  6 


SOMMARIO :  Fusari  R.,  < 'aso  di  sdoppiamento  totale  e  sirametrico  di  un  tratto 
del  midollo  spmale  con  canale  vertebrale  chiuso  ed  ipertricosi  lombare.  — 
Qemelli  E.,  Contributo  alia  conoscenza  sulla  struttura  della  ghiandola  pibui- 
taria  nei  mammiferi.  —  Levi  Q-,  Osservazioni  sullo  sviluppo  dei  coni  o  baston- 
cini  della  retina  degli  Urodeli.  — Pag.   141-144. 

CoMUNicAzioNi  Originali:  Spampani  Q.,  Alcune  ricerche  suir  origine  e  la  natura 
del  vitreo.  (Con  tavola  V^^).  —  Facciola  L.,  SuU'  use  improprio  di  un  noma  in 
morfologia.  —  Falcone  C,  Contributo  alio  studio  del  tessuto  connettivo  em- 
brionale.  (Con  tavola  VI").  —  Pag.  145-164. 

Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  che  si  pubblicano  nel  Moni- 
iore  Zoologico  Italiano  e  vietala  la  riproduzione. 


SUNTI    E   RIYISTE 


Fusari  R.  —  Case  di  sdoppiamento  totale  e  simraetrico  di  un  tratto  del  midollo 
spinale  con  canale  vertebrale  chiuso  ed  ipertricosi  lombare.  Con  tav.  — 
Giorn.  della  R.  Accad.  di  medicina  di  Torino,  An.  64,  N.  2,  pag.  83-96,  To- 
rino, 1901, 

Si  tratta  d'una  giovane  donna  con  caratteri  degenerativi  spiccati  somatici 
e  psicliici;  la  medesima  alia  regions  lombare  presentava,  per  un'area  romboidale 
della  lunghezza  di  15  cm,,  un  ciuffo  di  lunghi  peli,  i  quali  per  la  loio  direzione 
caratteristica,  farebbero  parte  secondo  I'A.,  del  vertex  coccigeus  di  Ecker,  Al 
disotto  di  (juesta  zona  vi  era  un  inf'ossatura  imbutiforme,  la  foveola  coccygea; 
I'apice  deir  imbuto  e  unito  alle  ultimo  due  vertebre  coccigee  per  mezzo  d' un 
grosso  fascio  fibrose,  il  ligamentum  caudate  di  Luschka  ed  Ecker. 

Nel  cranio,  il  clivus  era,  invece  che  concavo,  convesso.  Vi  era  inoltre  una 
sinostosi  atlo-occipitale. 

La  faccia  posteriore  del  corpo  della  12*  vertebra  dorsale  presenta  una  spina 
ossea  che  divide  in  due  il  midollo. 

M.  Z.  * 


—  142  — 

Le  radici  posteriori  erano  impiautate  irregolarmente,  alcune  piii  indietro, 
altre  avanti. 

Tutte  le  radici  anteriori  lombari  e  sacrali  apparivano  avvicinate  alia  liuea 
mediana,  cosi  che  il  cordone  anteriore  appariva  mancante. 

AU'altezza  della  radice  dorsale  del  prim'^  nerve  cervicale,  la  decussatio 
pi/ramidum  e  appena  incominciata;  le  radici  posteriori  per  raggiungere  i 
cordoni  posteriori  dividono  in  due  parti  la  sostan/a  gelatinosa;  piix  ventral- 
mente  la  sostanza  gelatinosa  e  attraversata  da  fibre  del  nervo  accessorio 
spinale. 

Piu  caudalmente  il  canal  centrale  ha  una  forma  stellata  ed  e  circondato 
da  una  larga  zona  di  nevroglia  la  quale  si  prolunga  dorsalmente  e  divide  sulla 
linea  mediana  i  due  cordoni  posteriori,  i  quali  s'estendono  piu  ventralmente 
del  consueto,  ai  lati  del  canal  centrale,  sino  alia  commissura  bianca  ante- 
riore: non  e  possibile  il  distinguere  fra  loro  il  fascio  di  Goll  e  di  Burdach; 
piu  caudalmente  i  cordoni  posteriori  assumono  la  loro  sede  normale  e  s'inco- 
mincia  a  distinguere  il  fascio  di  Goll  da  quello  di  Burdach;  le  corna  po- 
steriori sono  separate  dalle  anteriori  per  mezzo  di  fibre  della  formatio  re- 
ticularis. 

Nella  porzione  prossimale  del  tratto  dorsale  il  midollo  era  normale,  mentre 
nella  porzione  distale  di  quel  tratto  incominciano  le  modificazioni  che  condu- 
cono  alio  sdoppiamento  del  midollo;  questo  e  causato  dall'approfondirsi  del  solco 
mediano  posteriore  a  spese  del  setto  posteriore  ed  inoltre  dalla  divisione  del 
canal  centrale  in  due  :  il  corno  posteriore  si  sposta  lateralmente  e  fra  le  fibre 
dei  cordoni  posteriori  compaiono  due  nuovi  corni  posteriori,  a  ciascuno  dei 
quali  arriva  un  fascio  di  fibre  radicolai'i. 

Pii!;  in  basso  il  corno  laterale  normale  si  sposta  anche  di  piu;  ciascuna 
meta  del  midollo  ha  ruotato  di  circa  90" :  piu  in  basso  ancora  le  due  meta  del 
midollo  sono  completamente  separate  e  le  corna  anteriori  si  fanno  duplici. 

Ogni  metk  del  midollo  corrisponde  per  la  sua  struttura  ad  un  intero  mi- 
dollo normale  ;  la  sostanza  grigia  ha  la  sua  forma  ad  H  e  vi  si  distinguono  4 
radici  :  due  anteriori,  due  posteriori  :  pero  tanto  il  corno  posteriore  che  1'  ante- 
riore ventrali  sono  atrofici,  mentre  i  dorsali  sono  ben  sviluppati ;  cosi  dicasi 
delle  radici  corrispondenti. 

Inferiormente  le  due  meta  del  midollo  si  ricompongono. 
Mentre  lo  sdoppiamento  parziale  del  midollo  senza  spina  bifida,  non  e  raro, 
di  casi  simili  a  quelli  dell'A.  (sdoppiamento  totale  senza  spina  bifida)  ne  tro- 
viamo  solo  6  nella  letteratura;  e  di  piu  nel  caso  dell'A.  v'era  Tipertricosi 
lombare  la  quale  mancava  negli  altri  casi ;  e  noto  che  fra  i  due  fatti  fu  da  molti 
AA.  ammesso  esistesse  un  rapporto. 

Gemelli  E.  —  Contributo  alia  conoscenza  sulla  struttura  della  ghiandola  pituita- 
ria  nei  mammiferi.  Con  tav,  —  Boll.  d.  Soc.  medico-chirurgica  di  Pavia, 
1900,  N.  4,  pag.  231-240.  Pavia,  1900. 

Lobo  ghiandolare.  —  Dalla  capsula  connettiva  che  avvolge  il  cosiddetto 
lobo  ghiandolare  della  ipofisi  si  staccano  sepimenti  che  penetrando  nell'  interno 
deU'orgauo,  ramificandosi   ed   anastomizzandosi  con  i  vicini  costituiscono  una 


—  143  — 

fitta  rete  nelle  areole  della  quale  (che  sono  di  fonna  o  graiidezza  variabili)  ven- 
gono  accoiti  gli  eleraenti  epiteliali.  Lungo  i  setti  connettivi  decorrono  i  vasi 
saiiguiferi,  clie  assumono  talvolta  la  forma  di  veri  laghi. 

Quanto  agli  eleraenti  epiteliali,  Gemelli  ne  distingue  due  specie,  che  sono 
f'acilmente  distinguibili  con  semplici  colorazioni  (ad  es.  col  picrocarrainio)  o 
con  tutta  la  serie  di  doppie  colorazioni  comunemente  in  uso. 

Alcune  (cellule  cromofile  di  altri  autori)  sono  grosse,  globose,  a  contorno 
netto,  con  protoplasma  rifrangente,  finainente  granuloso  ;  il  nucleo  e  posto  ad 
uno  dei  poli  della  oellula.  La  massa  protoplasmatica  ha  dei  tratti  di  somiglianza 
colla  sostanza  colorante  del  sangue  ;  certo  non  e,  secondo  I'A.,  sostanza  colloide, 
come  da  altri  viene  ammesso.  Queste  cellule  sarebbero  cellule  secretrici  e  per- 
ci6  le  piu  iraportanti.  Col  metodo  della  reazione  nera  I'A.  ha  potuto  riconoscere 
nell'  interno  di  queste  cellule  un  complicato  apparato  reticolare,  paragonabile 
a  quelle  dimostrato  da  Golgi  nelle  cellule  nervose  e  da  altri  nelle  cellule  mi- 
doUari  delle  capsule  surrenali  e  nelle  cellule  di  varie  ghiandole. 

Le  altre  cellule  (cellule  principali  degli  Autori)  hanno  nucleo  che  si  colora 
intensamente  e  protoplasma  a  contorno  irregolare  e  che  si  confonde  con  quelle 
degli  elementi  vicini. 

La  parte  periferica  del  lobo  ghiandolare  e  composta  di  cellule  secretrici ; 
mentre  a  costituire  la  zona  di  confine  col  lobo  nervoso  entrano  soltanto  gli 
altri  elementi. 

Mai  I'A.  ha  incontrato  vescicole  che  altri  hanno  descritto  e  rassomigliato 
alle  vescicole  della  tiroide. 

Colla  reazione  nera  egli  ha  potuto  mettere  in  evideuza  la  disti'ibuzione  dei 
nervi  nel  lobo  ghiandolare.  Sono  essi  in  quantita  notevolissima.  Penetrano  nel- 
1' interno  dell'organo  seguendo  i  setti  connettivali  e  si  dividono  e  s'intrecciano 
avvolgendo  in  una  fitta  rete  le  areole  :  alcune  fibre  penetrano  fra  le  cellule  epi- 
teliali, terminando  con  bottoncini  o  ingrossamenti  di  varia  forma  e  volume. 

Loho  nervoso.  —  Col  metodo  Golgi  I'A.  ha  anzitutto  riconosciuto  che  questa 
parte  dell'ipofisi  e  tutta  ravvolta  da  una  corteccia  glio-epiteliale,  che  egli 
chiama  «  esterna  »  per  distinguerla  dalla  zona  glio-epiteliale  che  riveste  la 
cavit^  (prolungamento  del  3°  ventricolo)  che  trovasi  nell' interno  del  lobo  in 
questione.  Poi,  orientando  il  pezzo  in  modo  da  ottenere  delle  sezioni  nelle 
quali  oltre  i  due  lobi  vi  sia  anche  1' infundibolo,  ha  constatato  come  nuraerose 
fibre  nervose  percorrano  in  fascio  1'  infundibolo,  parallelamente  alia  sua  cavita, 
perpendicolarmente  agli  elementi  glio-epiteliali  che  la  rivestono ;  penetrate 
nel  lobo  nervoso  tendono  a  portarsi  alia  periferia  irradiandosi  a  ventaglio. 
Giunte  alia  corteccia  glio-epiteliale  esterna,  decorrono  per  un  tratto  piu  o 
meno  lango  parallele  alia  sua  superficie  ;  poscia  vi  penetrano  ;  si  uniscono  e  si 
anastomizzano  ripetutamente  ;  raggiungono  anche  I'altra  superficie  per  ripie- 
garsi  e  tornare  alia  prima;  terminano  con  bottoncini  circondando  gli  elementi 
glio-epiteliali. 

Infine  tra  le  fibre  del  lobo  nervoso  si  notano  cellule  di  nevroglia  enormi, 
allungate  che  si  estendono  dalla  cavita  alia  corteccia  esterna:  non  cellule 
nervose. 


—  144  — 

Levi  G.  —  Ossei-vazioni  sullo  sviluppo  dei  coiii  e    bastoncini  della  retina   degli 
Urodeli.  —  Lo  Sperimentale,  Anno  LIV,  F.  6,  1900. 

Gia  M.  Scu  Itze,  al  quale  dobbiamo  le  pin  complete  osservazioni  die  pos  • 
sediamo  sullo  sviluppo  deile  cellole  visive  (eseguite  snU'embrione  di  pollo)^ 
considero  quegli  elementi  come  prolungamenti  protoplasmatici  dei  gi-auuli 
esterni. 

I  risultati  successivi  di  Kupfer  e  di  L5we  fecero  credere  che  ogni  sin- 
gola  cellula  visiva  risultasse  dalla  fusione  di  3-4  elementi  embrionari  so- 
vrapposti, 

Le  ricerche  di  Levi  eseguite  su  larve  di  anfibi  urodeli,  contraddicono  de- 
cisamente  quest' ultima  ipotesi :  i  primi  abbozzi  di  cellule  visive  compaiono  gia 
in  larve  di  7  mill,  di  «  Salamandrina  perspicillata  »,  in  forma  di  piccole  sporgenze 
dello  strato  granuloso  esterno,  nelle  quali  ben  presto  si  difierenzia  all'  estremo 
distale  un  piccolo  cono  trasversalmente  striato,  intensamente  tingibile  colia 
fucsina  acida. 

Questo  cono  aumenta  rapidamente  di  volume,  la  sua  striatura  dapprima 
delicatissima  si  fa  piu  distinta  ed  esso  assume  tutti  i  caratteri  dell'  articolo 
esterno ;  e  notevole  che  il  numero  dei  dischi,  i  quali  costituiscono  la  sua  stria- 
tura, e  relativamente  raaggiore  in  queste  cellule  rudimentali  clie  nelle  cellule 
visive  adulte.  In  un  articolo  esterno  lungo  6  [j.  si  potevano  contare  30  dischi; 
percio  1' ipotesi  di  Boll  che  gli  apparenti  dischi  dell'adulto  risultano  dall'ag- 
glutinamento  di  piu  dischi  piu  sottili  appare  assai  verosimiie. 

Al  limite  fra  I'articolo  esterno  e  1' iuterno  si  differenzia  successivamente 
I'elissoide  sotto  forma  d'un  corpicciuolo  elitticc,  omogeneo,  che  si  colora  in- 
teusameute  colla  fucsina  acida. 

Sino  a  questo  punto  dello  sviluppo  non  sussiste  differenza  alcuna  tra  coni  e 
bastoncini  primitivi,  cosicche  bisogna  ammettere  che  i  due  tipi  di  cellule  visive 
si  formano  da  un  unica  cellula  indiflferente  :  soltanto  in  larve  di  12-13  mill,  di 
lunghezza  appaiono  i  primi  accenni  d'un  differenziamento  ;  I'articolo  esterno 
nei  bastoncini  primitivi  divien  -pm  largo,  I'articolo  interno  cilindrico,  1'  elis- 
soide  prende  la  forma  d'una  lente  piano-convessa, 

Nei  coni  si  conservano  meglio  i  caratteri  della  primitiva  cellula  visiva 
indifferenziata,  essi  sono  conici  e  piu  sottili  dei  bastoncini,  e  I'elissoide  e  elit- 
tico.  Piu  tardi  si  differenzia  tanto  nei  coni  che  nei  bastoncini  il  paroboloide  in 
forma  d'un  corpicciuolo  chiaro  come  un  vacuolo. 

Nelle  larve  di  16-17  mill,  le  cellule  visive  hanno  raggiuuto  il  loro  com- 
pleto  sviluppo,  soltanto  sono  piu  piccole  delle  cellule  visive  dell'  animale 
adulto. 

E  notevole  che  I'accrescimento  delle  diverse  parti  non  procede  in  modo 
eguale,  poiche  mentre  I'articolo  interno  e  I'elissoide  quasi  conservano  le  loro 
dimensioni,  I'articolo  esterno  si  accresce  notevolmente. 


—  145 


COMUNICAZIONI     ORIGINALI 


DoTT.  GIUSEPPE    SPAMPANI. 


Alcune  ricerche  sulP  origine  e  la  natura  del  vitreo. 

(Cou  tavola  V''). 


i^  vietata  la  riprodnzione. 

Quando  il  Torn  a  tola  piibblicu  le  sue  Ricerche  embriologicJie  sul- 
t'occhio  (lei  Vertebrati  (')  dietro  le  quali  si  concludeva  clie  il  vitreo 
lion  e  altro  clie  una  secrezione  di  alcune  cellule  retiniche^  volli  anclie  io 
prendere  in  esanie  tale  questione  per  constatare  se  queste  osservazioni 
che  assegnavano  al  vitreo  tutl'  altra  natura  da  ({uella  lino  a  qui  am- 
messa  (^)  fossero  state  veramente  giuste. 

Ma  mi  avvidi  subito  che  le  niie  ricerche  sopra  occhi  di  varii  ani- 
mali  maniniiferi,  a  diversi  periodi  di  sviluppo,  mi  portavano  a  conclu- 
sioni  non  conformi  a  quelle  dello  scienziato  di  Messina.  Trattandosi 
pero  di  uno  sperimentatore  valente  e  di  conclusione  venuta  in  seguito 
a  ricerche  numerose  ed  accurate,  le  osservazioni  mie,  che,  come  ho 
detto,  portavano  fondamentalmente  a  lutt'  altra  conclusione,  dovevano 
essere  del  pari  molto  numerose.  Attendevo  peraltro  a  moltiplicare  que- 

(')  I.  Toi'uatola.  —  Ricerche  eiubriologiche  siiU' occLio  dei  Vertebrati.  —  Messina,  Tip.  D'Ami- 
co.  1898. 

(*)  Cioe  :  Lieberkiibn.  —  Ueber  das  Ange  dea  Wirbeltbiererabryo.  —  Cassel,  1S72, 

—  Beitrage  zur  Auat.  d.  embryonalen  Auges.  —  Arch.  f.  Anat.  und  Phyg.,  1879, 
Scbiiler.  —  De  oculi  evolutione  in  embryouibus  gallinaceis.       Dorpati  Livonorxiin,  1848, 
Schwalbe  G.  —  Der  Glaskorper.  —  Jn  S<ricfccr'«  Handbuch, 

A.  Kiilliker.  — Entw.  dea  Menachen  und  der  hoberen  Tbiere.  —  Leipzit),  1879, 

S.  L.  Scbenk.  — Zur  Entw.  dea  Augea  der  Fische.  —  Wiener  Sitzunggberichtc,  Bd.  LV,  1867, 

ed  altri  ritengono  che  il  vitreo  abbia  origine  dal  meaoderma  che  penetra  per  la  feasura  coroidea  nella 

veacicola  ottica  secondaria : 

Ciaccio  C.  N.  —  SuU' origine  e  atruttura  dell' uraor  vitreo.  —Rend.  deW  Accademia  di  Bolo- 
gna, 1878, 

—  Del  modo  come  ai  formano  le  vescichette  priniarie  degli  ocehi  e  perch^  le  si  traaformano  in 

aecondarie,  e  dell'  origine,   formazione  e  interna   teaaitui  a  dell'  unior  vitreo.  —  Mem.  del- 
I'Accad.  delle  scienze  di  Bologna,  ISerie  V,  Tom.  Ill,  1892, 
snppone  che  il  vitreo  abbia  origine  nel  liqnido  dclla  veacicola  ottica  che  trasuderebbe  attraverao  il  fo- 
glietto  retinico  via  via  che  questo  si  approssima  al  foglielto  pigmentario  e  che  la  feaaura  ottica  si  re- 
atriiige: 

Kessler.  — Znr  Entwick(;lang  der  Auges  der  Werbelthiere.  —  Leipzig,  1877, 
ammette  che  il  corpo  vitreo  result!  di  un  traaudato  dai  vasi  che  penetrano  per  la  feasura  ottica: 

Hache.  —  C  R.  de  la  Soc.  de  Biologie, 
ritiene  il  vitreo  formato  di  laraine  cmhoilis  e  gli  di  il  aigniflcato  di  una  guaina  lamellare  dove  le  cellule 
endoteiiali  avrebbero  aoortc. 


-    140  — 

ste  mie  ricerche,  quaiido  il  Dott.  Caiini  dell' Istituto  di  Anatoniia 
uniana  della  R.  Universitk  di  Torino  pubblicu  appunto  iin  lavoro  (^)  di 
controllo  a  (|uello  del  Tornatola,  in  soguito  al  quale,  come  dietro  le 
ricerche  die  io  andavo  ripetendo,  ne  veniva  die  la  teoria  nuova  del 
Tornatola  non  si  poteva  accettare. 

Cosicche  le  inie  osservazioni  non  potendo  piii  avere  almeno  |)er  il 
punto  capitale  della  questione  die  valore  di  conferma,  forse  avrei  ri- 
nunziato  a  renderle  pubbliclie  se  il  Prof.  Tornatola  colla  sua  risposta 
al  Dolt.  Carini  (■)  non  me  ne  avesse  porto  nuovamente  1' opportunita: 
ed  andando  avanti  nolle  mie  ricerche  ho  trovato  che  queste  non  sono 
anche  del  tutto  concordi  con  quelle  del  Carini  stesso. 

* 
*      * 

Le  mie  ricerche  sono  state  anche  completate  sopra  il  vitreo  di 
occhi  di  adulli,  ma  specialmente  e  generalmente  h'anno  preso  di  mira 
il  vitreo  di  embrioni  a  diverso  grado  di  sviluppo  appartenenti  alcuni 
anche  agli  uccelli,  agli  Antibi,  ai  Retlili,  ai  Pesci,  ma  di  regola  appar- 
tenenti ai  Manimiferi  —  bove,  pecora,  cane,  gatto,  cavia,  topo  {3h(s  mu- 
sculus  e  31us  decumanus)^  topo  delle  paludi  {Ihjppudeus  paliistris)^ 
tal|)a  cieca,  pipistrello  {Vespert/s  serolhuis  e  Vespcnifjo  noctiila].  —  Ho 
usato  diversi  liquidi  fissatori,  ma  ho  dalo  la  prel'erenza  quasi  sempre 
,ai  pochi  fra  (juelli  ormai  riconosciuti  i  piii  corrispondenti  come,  per  ci- 
tarne  qualcuno,  il  liquido  di  Kleinenberg,  il  liquido  di  Flemming,  il 
sublimalo  corrosive,  le  soluzioni  sature  di  sublimate  corrosivo  e  quella 
di  acido  picrico  a  parti  uguali,  il  liquido  di  Flemming  —  soluzione 
debole  —  a  cui  aggiungevo  qualche  goccia  di  soluzione  di  formalina, 
mescolanza  die  risponde  benissimo. 

Cosi  per  la  colorazione,  ho  I'atto  colorazioni  in  massa  coi  vaiii  car- 
minii,  ho  colorato  direttamente  le  sezioni  usando  molt!  metodi  di  colo- 
razione semjtiice  e  doppia. 


In  iutti  gli  animali  mammiferi  presi  in  esame,  ho  trovato  che  la 
com|)arsa  del  vitreo  e  posleriore  alia  penetrazione  degli  dementi  meso- 
dermici  nell' interno  della  vescicola    ottica    secondaria    attraverso    alia 


(')  A.  Carini.  -  Oasewazioni  siill' origine  del  Vitveo.  —  Monitore  Zooloijico  Ilaliano,  Anno  X, 
i899.  Supplemento. 

(')  S.  Tornatola. —Note  intorno  all' «  O.ss6rvazioni  suU' origine  del  vitreo  »  del  Dott.  A.  Ca- 
rini.— Monilore  Zoologico  Italiano,  Anno  XT,  N.  3. 


—  147  — 

fessuia  coroidale,  ma  non  coincide,  volendo  essere  istologicamente  esatti, 
con  questa  penetrazione,  come  dice  il  Carini. 

Innanzi  alia  penetrazione  di  elementi  mesodermici  per  la  fessura 
oltica  fetale,  nello  spazio  IVa  la  parte  distale  del  la  retina  ed  il  cristal- 
lino  in  via  di  sviluppo  non  si  ha  nessun  tessuto  ne  elemento  di  tes- 
suto.  Prendendo  in  esanie,  tVa  gli  altii,  un  embrione  di  bove  di  12  mm. 
in  cui  non  si  e  formata  ancora  la  fessura  ottica  coroidea,  apparisce  chia- 
laniente  qnesto :  il  direlto  conlalto  IVa  il  cristallino  in  via  di  sviluppo  e 
la  parte  distale  retinica  (Fig.  I). 

Essendo  pero  il  raggio  della  cavita  o  cupola  formata  dall'  invagi- 
namento  della  parte  distale  della  vescicola  ottica  primitiva  maggiore 
del  raggio  del  cristallino  in  formazione  ne  viene,  come  apparisce  dalla 
Fig.  I,  die  nei  primi  periodi  di  formazione  questo  contatto  non  si  fa 
per  tutta  la  meta  prossimale  della  sfera  cristallina  e  per  tutta  I'esten- 
sione  della  parte  distale  della  vescicola  ottica  primitiva,  ma  solo  in  un 
tratto  del  fondo  di  questa.  Cos!  rimane  fra  cristallino  e  parte  distale 
della  vescicola  ottica  uno  spazio  circolare  a  sezione  triangolare  [a.  b.)  in 
cui  si  vedono  cellule  mesodermiche  clie  sono  diretta  continuazione  degli 
elementi  mesodermici  costituenti  i  tessuti  circostanti  alia  vescicola  ocu- 
lare.  Cosicclie  nelle  sezioni  non  capitate  nel  centre  od  oblique  rimane 
una  distanza  fra  il  cristallino  in  formazione  e  la  parte  distale  della 
vescicola  ottica  primitiva,  distanza  occupata  naturalmente  dagli  elementi 
mesodermici  che  occujjano  quello  spazio  circolare  a  sezione  triangolare 
lasciato  appunto  dall'essere  conlenuta  una  sfera  piii  piccola  entro  una 
pill  grande,  come  abbiamo  veduto. 

Ouesti  pochi  elementi  mesodermici,  o  addirittura  questo  strato  di 
mesoderma  a  seconda  che  il  taglio  e  state  fatto  piii  o  meno  periferica- 
mente,  ha  fatto  sostenere  ad  alcuni  che  nell'  invaginamento  che  avviene 
della  vescicola  ottica  primitiva,  gia  jjrima  inspessita,  e  nel  contemporaneo 
inspessimento  ed  intro-flessione  della  porzione  di  ectoderma  che  vi  cor- 
risponde  e  che  e  destinato  alia  formazione  del  cristallino,  venga  invagi- 
nato  uno  strato  mesodermico  che  o  genererebbe  la  cajisula  del  cristallino 
od  una  parte  del  vitreo. 

Anche  il  Carini  ammisc  che  in  certi  mammiferi  esiste  questo  strato 
di  mesoderma  inter])oslo. 

Negli  embrioni  di  uccelli  infatli  tanto  il  Tornatola  (')  quanto  il 
Carini  Q  e  come  d' altronde  quasi  tutti  i  moderni  embriologi  e  come 
veramente  e,   concordi  avevano   riscontrato    la    mancanza    assoluta   di 


(')  Op.  cit. 
(2)  Op.  cit. 


—  148  - 

questo  strato  mesodermico  interposto,  ma  negli  embrioni  di  mammileri, 
mentre  Tornatola  come  gia  Kessler  (*)  ed  ulteriormente  Cirin- 
cion-e  (^)  nega  la  presenza  di  questo  strato  interposto,  il  Carini  senza 
voter  «  negarc  die  si  possa  sorprendere  anclie  nei  mammiferi  iin  fugace 
stadio  di  sviluppo  in  cui  vescicoia  ottica  cd  ectoderma  siano  in  diretto 
contalto  »,  in  emjjrioni  giovanissimi  di  Mas  decumaniis  (di  cui  da  una 
ligura),  dice  avere  osservato  I'esistenza  di  uno  strato  di  mesoderma  in- 
terposto. 

II  Tornatola  pure,  mentre  ha  escluso  prima,  giustamente,  questo 
strato  interposto  tanto  negli  uccelli  come  nei  mammiferi,  aggiunge  su- 
bito  dopo  clie  «  in  embrioni  di  mammileri  abpianto  piii  avanzati,  ove 
«  il  cristallino  colla  sua  cavita  e  bell'  e  formato,  pur  rimanendo  in  con- 
«  tatto  coir  ectoderma,  nella  cavita  delta  vescicoia  ottica  secondaria  mi- 
«  gram  cellule  mesodermiche  le  quali  subiscono  una  serie  di  trasforma- 
«  zioni  fino  a  dare  origine  ai  vasi  del  vitreo)),  e  pur  non  dicendo  per 
qual  via  migrerebbero  queste  cellule  mesodermiche,  si  deduce  dalla 
figura  che  ne  da  (Fig.  14,  Tav.  Ill,  montone  di  7  mm.)  che  migrerebbero 
dalle  cellule  mesodermiche  circondanti  tutta  la  vescicoia  ottica  fino  al 
punto  in  cui  la  porzione  distale  si  introllette. 

Tutti  i  miei  preparati  dimostrano  invece  che  per  questa  via  non 
entrano  mai  nello  spazio  destinato  a  contenere  il  vitreo  cellule  mesoder- 
miche e  che  le  ligura  14  di  occhio  di  montone  di  7  mm.  non  rappre- 
senta  percio  una  sezione  centrale^  ma  e  capitata  certo  perifericamente. 
E  di  cio  mi  sono  accertato  oltreche  dal  complesso  di  tutii  i  miei 
preparati  anche  studiaudo  appunto  sezioni  di  occhi  di  montone  al 
medesimo  stadio  di  sviluppo,  ma  tagliati  scrupolosamente  in  serie  con- 
tinua,  come  ho  fatto  sempre  per  tutti  gli  occhi  da  me  sezionali. 

Nei  bove  di  12  mm.,  nei  montone  di  7  mm.  abbiamo  gia  detto,  lo 
strato  distale  della  retina  ed  il  cristallino  sono  in  diretto  contatto  fra 
lore  per  tulta  1'  estensione  dove  questo  contatto  puo  avvenire.  (Fig.  I). 
Cosi,  per  citare  qualche  altro  esempio,  nella  cavia  di  8  giorni,  nei 
coniglio  di  7,  nei  vesperus  serotinus  di  10  giorni,  nei  cane  di  7  giorni, 
nei  gatto  di  6,  e  cosi  in  tutti  gli  altri  mammiferi  osservati  avanti  che  si 
sia  formata  la  fessura  ottica  coroidea. 

Via  via  che  la  parte  distale  della  vescicoia  ottica  primiliva  au- 
menta  e  viene  a  formare  la  cupola  e  contemj)oraneamente  aiimenta  la 


(*)  Op.  cit. 

(^)  Cirincioue.  —  Sui  priini  stadi  dell' occhio  nin.iiio. —  Giorn.  delV Associazione  napol.  di  me- 
did  e  naturalisli,  1801.  —  Idem.  — Ueber  die  Entvvickelung  der  Capsula  perilenticalaris.  —  Archiv 
fur  Anatomie  und  Entw.,  1891. 


—  149  — 

sfera  cristallina  il  eonlatio  fia  le  due  forniazioni  aumenta  in  superficie, 
lino  cioe  ai  piinii  di  inlroflessione  della  porzione  distale  della  retina. 
Cosiccho  raggiunlo  (|ueslo  stadio  in  nessun  tralto  intercedenle  IVa  sfera 
cristallina  e  parte  interna  della  letina  avvi  il  niinimo  spazio  vnoto  e 
tantomeno  ripieno  di  elemenli  mesoderniici. 

Ouando  procedendo  nello  svihippo  e  precisamente  nel  bove  verso 
i  10  mm.  di  hinghezza,  nel  coniglio  verso  i  II  giorni  di  svihi|)po,  nella 
cavia  di  circa  10  giorni,  nel  vespcrKijo  noctuki  di  circa  11  giorni  ecc, 
avviene  l'  invaginamento  della  vescicola  oculare  primitiva  dal  basso 
all'  alto,  per  qnesta  via  penetrano,  come  abbiamo  detto,  elementi  me- 
soderniici, ma  con  caratteri  vasali  bene  spiccati.  (Fig.  11).  Dapprin- 
cipio  raggruppati  in  una  massa  continua  che  riempie  tutta  la  cavita 
posteriore  dell'  occliio,  qnesta  massa  apparisce  formata  da  cellule  di 
forma  rotondeggiante  con  scarso  |)roloplasma  ed  invece  grosso  nncleo, 
perfettamente  rotondo  e  che  si  colora  intensarnente,  disposte  anche  nella 
massa  in  serie  continue,  e  da  cellule  a  distanza,  con  nucleo  molto  evi- 
dente,  granuloso,  con  corpo  cellulare  poco  evidente  e  a  ramiticazioni.  Si 
puo  bene  pero  distinguei-e  osservando  attentamente  come  queste  stiano 
a  costituire  le  pareti  endoteliali  dei  vasi,  mentre  le  prime  clie  stanno 
nolle  cavita  o  canali  format!  da  queste  non  stanno  a  ra|)presentare  che 
le  giovani  emazie  nncleate. 

Non  ho  potulo  mai  vedere  oltre  a  queste  cellule  ramilicate  facienii 
parte  dell'endotelio  vasale  nei  mammiferi,  sia  nei  primi  periodi  di  svi- 
luppo,  sia  quando  il  vitreo  e  gia  inoltrato  nella  sua  formazione,  quelle 
speciali  cellule  mesodermiche  con  proloplasma  irregolare,  spesso  con  uno 
0  piii  prohingamenti,  che  il  (larini  dice  riscontrarsi  anche  nei  mammi- 
feri con  poche  variazioni  da  quelle  che  descrive  negli  uccelli.  Ne  con- 
siderando  occhi  a  varii  periodi  di  svihipj)o  ho  potuto  verificare  le  me- 
tamorfosi  che  (|ueste  cellule  subirebbero;  cioe  la  loro  emissione  di 
esilissimi  tilamenti,  che,  secondo  I'  Autore  citato,  sarebbero  in  continua- 
zione  diretta  colla  rete  fibrillare  di  cui  ammette  resultare  il  vitreo. 

In  occhi  embrionali,  come  ad  esempio  quelli  rappresentati  nolle 
ligure  III  (maiale  di  (Jem.)  IV  (cavia  di  19  mm.)  e  nelle  figure  V  e  VI 
rappresentanti  il  vitreo  del  maiale  di  6  cm.  visto  a  maggiore  ingrandi- 
mento,  nei  quali  il  \itreo  e  gia  in  gran  parte  formate,  ma  tutlora  in 
attivo  svihippo,  si  dovrebbero  vedere  queste  cellule  mesodermiche  in 
metamorfosi;  ma  invece  non  si  vedono  altri  elementi  cellulari,  all' in- 
fuori  di  quelli  dei  vasi. 

Solo  i  vasi  dapprima  strettamente  aggruppati,  via  via  che  lo  spa- 
zio compreso  fra   la  parte  distale  della  vescicola  otlica  primitiva  ed  il 
M.  z.  .        , 


—  150  — 

cristallino  aiiincnla,  si  alloiitanano  gli  iiiii  dagli  altri  e  si  dispongono 
in  rele  continua  cleganlissinia  (Fig.  Y  e  VI),  addossandosi  a  tiitta 
la  parte  dislale  dolla  retina  ed  al  cristallino,  lasciando  nei  inaniniileri 
nno  spazio  coinplelainente  libero  die  vienc  riemj)ito  niano  a  niano 
di  una  sostanza  semitluida  che  si  ])resenta,  a  seconda  dei  divcrsi 
processi  di  lissazione  e  di  indurimento  sublti,  di  aspetto  diverso. 

Nel  maiale  di  (i  mm.  ad  esempio,  qiiesta  rele  vascolare  e  gia  am- 
piamente  lormata.  (Fig.  V,  YI  e  111).  Al)l)iamo  pure  gia  formata  quesia 
rete  nel  cane  di  12  mm.,  nel  gatto  pure  di  12  mm.,  nel  coniglio  di  15 
giorni  di  svilujipo,  nel  hove  di  2o  mm.,  nella  pecora  di  HI  mm.,  nel 
pipistrello  di  circa  20  giorni.  Anclie  andando  ai  pesci,  nell'  anguilla 
della  lunghezza  di  circa  6  cm.  i  vasi  hanno  gia  formato  una  rele  e  non 
si  veggono  nella  cavila  del  vitreo  che  elemenli  vascolari  ('). 

Col  pregredire  dello  sviluppp  la  rele  vascolare  si  allarga  mante- 
nendosi  nei  mammileri  sempre  addossala  a  costeggiare  la  parte  distale 
della  retina  e  ripiegandosi  al  di  sopra  della  superlicie  convessa  del  cri- 
stallino: j)cr  la  fessura  coroidale  e  poi  |)er  la  |)arle  interna  del  pedicolo 
ottico  che  i)assa  dallo  stato  di  tube  a  quello  di  moncone  a  dopj)ia  pa- 
rete  tutt'  attorno  al  bottone  connettivo  vascolare  che  va  a  costiluire  la 
rete  stessa,  questa  resta  in  comunicazione  coi  tessuti  mesodei-mici  cir- 
condanti  la  vescicola  ottica  (Fig.  Ill  e  lY). 

La  cavila  che  via  via  aumenia  nelF  interno  della  rete,  viene  ad 
essere  occupala  da  una  sostanza  semilluida  vischiosa  alio  stato  fresco, 
come  abbiamo  detto,  che  a  seconda  delle  manipolazioni  subile  si  pre- 
senta  ora  omogenea,  ora  piii  o  meno  granulosa,  ora  qua  e  la  maggior- 
mente  addensata  in  modo  da  formare  fasci  di  librille  o  tibrille  non  di 
calibro  regolare,  ma  invece  ora  esilissime  e  delicatissime,  ora  di  talc 
spessore  da  simularc  fasci  di  tessuto  connettivo  fibrillare  ordinario. 

In  mezzo  a  (juesta  sostanza  vitrea  si  possono  trovare  a  volte  rari 
elementi  di  natura  linfoide  o  corpuscoli  sanguigni  fuoriusciti  dai  vasi. 

II  modo  di  presentarsi  del  vilro  dopo  aver  subito  i  trattamenti  atti 
a  poterlo  osservare  in  sezioni  microscopiche  piii  sj)esso  e  a  fibrille,  ma 
la  dis|)osizione  di  queste  e  cosi  polimorfa  non  solo  nel  vitreo  dei  diversi 
aniraali  e  nei  diversi  stadii  di  sviluppo,  ma  nel  medesimo  animale  ed  alio 
stesso  periodo  di  sviluppo  e  tiattando  nell'  identico  modo,  da  far  dubitare 


(')  Non  essendo  impossibile  clie  in  qualche  raomeiito  possano  peiietiare  per  la  feasura  coroidoa 
alcuni  elementi  mesodermici  oltre  quelli  dei  vasi—  sebbene,  per  qnello  che  flno  a  qui  ho  osaorvato, 
ci6  debba  eacludere  —  dostinati  a  metamoifosarsi  flno  a  spariro  per  prender  parte  alia  Ibrmazione  del 
teasato  somivischioso  del  vitreo,  mi  riaervo  di  venire  iu  cliiaro  di  ci6  cou  ulterior!  osservazioui  spe- 
cialmente  atudiaudo  il  vitreo  nella  tilogeneai 


—  151  — 

fortemente  die  possa  essere  da  consklerarsi  come  una  lil)nllatura  pro- 
(lottasi  arlilicialmente. 

Prendendo  paiiitamente  in  esame  alcuni  IVa  i  moltissimi  preparati 
clie  io  possiedo  e  scegliendo  solo  queili  eseguili  da  pezzi  llssati  in  subli- 
mato  troviamo,  ad  esempio,  die  il  vitieo  di  Bove  di  31  mm.  apparisce 
fibriilare  a  plessi  di  Hiirille  di  notevolo  calibre  e  IVa  questi  una  rele  di 
librille  delicatissinie :  in  un  embiione  di  37  mm.  invece  si  mostra  for- 
mate da  tante  piccolissime  granulazioni  eve  raggruppate,  eve  discoste  ie 
une  dall'  altre  e  riunite  da  esiiissime  e  quasi  invisibili  libiiliine :  in  un 
embrione  di  Bove  di  il  mm.,  con  dementi  cellulari  splendidamente  fis- 
sati,  il  vitreo  apparisce  come  oiiiogeneo,  e  solo  in  alcuni  punti  con  qual- 
che  granulazione  di  piccolezza  estrema  e  fibrilline  interrolte  visibili  solo 
a  forti  ingi'andimenti  :  in  un  embrione  di  Bove  di  1)2  mm.  il  vitreo  si 
presenta  leggermente  granuloso,  con  scarse  fibrilline  specialmente  alia 
periferia  ed  in  vicinanza  dei  vasi :  in  un  occliio  di  Bove  di  24  cm.  in- 
vece il  vitreo  si  mostra  uniformemente  granuloso. 

In  una  cavia  di  20  giorni  la  sostanza  molle  vischiosa  costituente 
il  vitreo  racchiusa  Ira  la  rete  vascolare  si  e  rag'grup])ala  in  minutissime 
granulazioni  poste  Tuna  di  seguito  all'  altra  in  modo  da  costituire  librille 
disposte  a  larglie  maglie,  raggruppate  specialmente  intorno  agli  dementi 
dei  vasi  e  di  aspetto  splendente  come  fibrille  dasticbe :  in  un  occhio  di 
cavia  di  22  giorni  invece  il  vitreo  apparisce  quasi  omogeneo  e  di  una 
ddicatezza  estrema  :  in  un  embrione  di  Cavia  di  19  mm.  (2^  giorni)  il 
vitreo  apparisce  a  guisa  di  ddicatissimo  feltro :  in  una  di  30  giorni 
sembra  una  rete  a  larghe  maglie  costituite  da  serie  di  grossolane  gra- 
nulazioni. 

In  un  Coniglio  di  12  giorni  di  sviluppo  ed  in  uno  di  lo,  non  si 
vedono  altro  che  i  vasi  disposti  in  ricca  rete  ad  occupare  la  cavita  del 
vitreo;  questo  percio  e  riinasto  omogeneamente  amorlb. 

Nel  Mus  muscidus  a  diversi  giorni  dal  termine  dello  sviluppo,  il  vi- 
treo si  presenta  reticolare  a  maglie  molto  fitte  e  costituite  da  serie  di 
piccolissime  granulazioni. 

Nel  Pipistrdlo  di  20  giorni  circa  di  sviluppo,  ollre  agli  dementi  co- 
stituenti  Ie  pareti  dei  vasi  ed  i  corpuscoli  sanguigni  non  si  vedono  altro 
che  minime  granulazioni  a  costituire  il  vitreo:  cosi  nel  Vesper/ts  serolinifs 
di  circa  lo  giorni :  nel  \espeniijo  noctula  tre  giorni  avanti  il  complete 
sviluppo  apparisce  fibriilare,  ed  a  compteto  sviluppo  granuloso. 

Nel  Maiale  di  (i  cm.  in  cui  la  cavita  del  vitreo  e  gia  molto  ampia 
e  la  rete  vascolare  molto  sviluppata,  completa  ed  degantissima  (Fig.  V 
e  VI),  con  oc.  3,  Ob.  7  Ilartnack,  il  vitreo  apparisce   omogeneo  o  ap- 


—  162  — 

pcna  appena  leggermente  graniiloso.  Solo  a  piii  forte  ingrandimento  Ic 
granulazioni  si  prcsontano  disposte  conic  a  Ibrmare  una  specie  di  retico- 
lato.  Nel  maialc  di  12  cm.  nello  stesso  |)rcparato  si  lianno  dei  piinti  in 
cui  il  vilreo  si  prcscnla  unirormemcntc  granuioso,  altri  punti  in  cui  ap- 
pai'isce  uniforniemente  fd)rillare. 

Potrei  ancora  niolliplicare  gli  esempi  di  vitreo  embrionale  e  di  adulto 
fissato  0  colorato  coi  niedesimi  nietodi  in  cui  esso  senza  nessuna  refjola  si 
presenta  ora  omogeneo,  ora  granuioso  piii  o  meno  finaniente,  ora  retico- 
lato  a  fibre  di  calibro  differentissimo  con  disposizione  non  mai  ftguale. 

Di  pill  debbo  notare  che  in  generale  ho  osservato  rassomiglianza  fra 
r  aspetlo  sotlo  cui  si  presenta  il  vilreo  e  V  aspetto  sotto  cui  si  presenta 
il  liquido  delle  cavita  craniche. 

Ouello  che  si  puo  escludere  affatto,  ed  in  questo  sono  perfetlamente 
Concorde  col  Carini,  e  che  quesle  fibrille,  anche  quando  il  vitreo  si  pre- 
senta fibrillare,  siano  in  continuazione  con  speciali  cellule  reliniche  e 
tanto  meno  emanazioni  dirette  di  queste,  come  crede  il  Tornatola.  In 
tutti  i  casi  io  ho  osservato  un  limite  netio  fra  vitreo  e  cellule  retiniche. 
Fino  a  che  e  molto  litta  ed  evidente  la  rete  vascolare,  e  questa  che  e  in- 
terposta  fra  la  parte  distale  delta  retina  ed  il  vitreo  e  fra  (piesto  ed  il 
cristallino  (Fig.  Ill):  quando  le  maglie  della  rete  si  sono  fatte  molto 
piu  rare  per  diminuita  vascolarizzazione,  il  vitreo  e  separate  dalla  parte 
distale  della  retina  e  dal  cristallino  da  un'esilissima  membranella,  che 
puo  interpretarsi  anche  come  parte  periferica  piii  condensala  del  vitreo 
stesso  (Fig.  Vll  c  Fig.  IV).  Succedendo  con  estrema  facilita  il  distacco, 
I'alterazione  di  questa  sottile  e  delicatissima  lamella,  che  io  non  oso  pro- 
nunziarini  se  sia  da  considerarsi  come  lappresenlante  di  una  vera  e  pro- 
pria membrana  jaloide,  quando  il  vitreo  specialmente  in  corrispondenza 
di  questa  sottile  membranella  si  presenta  fibrillare  ed  uno  strato  dilinis- 
simi  lilamenti  im|)ianlali  perpendicolarmente  a  questa  iimitano  all'  in- 
torno  to  strato  rotinico  distale  (Fig.  IV)  puo  anche  aversi  in  alcuni  punti, 
a  colpo  d'occhio,  rap|)arenza  di  una  non  inlerrolta  continuazione  fra  al- 
cuni dementi  relini(  i  e  le  libi'ille  del  vilreo.  Ouesto  fatto  creduto  natu- 
rale  e  generalizzato  dall'  Istologo  di  Messina  gli  ha  fatto  forse  emettere 
la  sua  nuova  leoria. 


Concludendo  le  mie  ricerche  dimoslrano  che  e  da  escludersi  nei 
mammiferi  come  negli  uccelli  la  prescnza  di  uno  strato  di  mcsoderma 
fra  la  parte  distale  della  vescicola  oltica  primitiva  od  il  cristallino  in  via 


—  153  — 

(li  sviliippo,  e  quindi  e  esclusa  ogiii  partecipazione  alia  lomiazione  del 
vitrcodi  cellule  mesodermiche  invaginale  nella  vescicola  otlica  secondaria 
dal  cristalliiio  in  formazione. 

Clie  la  cuinparsa  del  vitreo  e  posleriore  alia  comparsa  di  element! 
mesodennici  (vasi)  nella  vescicola  ottica  secondaria  attraverso  la  fessura 
cofoidea. 

Clie  il  vitreo  si  presenta  sotio  svariatissime  forme,  a  seconda  dei 
tratlamenli  subiti,  e  die  quindi  e  |)resumil)ile  che  queste  forme  siano 
prodotte  artilicialmente. 

(]he  pei'cio  lutto  fa  ritenere  clie  il  \itreo  debba  considerarsi  come  un 
prodollo  degli  elementi  dei  vasi  embrionali  e  quindi  come  un  tessuto  se- 
condario,  una  sostanza  intercellulare  o  come  un  semplice  trasudato  dai 
vasi  come  lo  ritenne  il  Kessler. 

Che  non  si  puo  accettare  quindi  la  teoria  del  Tornatola,  giacclie  e 
da  escludersi  ogni  rap|)orlo  diretto  Ira  vitreo  e  cellule  retiniclie  od  ele- 
menti die  si  trovino  fra  queste. 

Che  esisle  sempre  costantemente  un  limite  netlo,  una  sottile  mem- 
branella  o  stralo  di  vitreo  condensato,  cosi  fra  il  ^itreo  ed  il  cristallino, 
come  fra  il  vitreo  e  la  parte  distale  della  retina. 

Spiegazione  delle  figure. 

Fig.  I.  —  Bove  di  12  mm.  Sozione  sagittate  centrale  di  vescicola  ottica  secon- 
daria. La  parte  distale  della  vescicola  ottica  primitiva  e  in  diretto  coutatto 
coU'etoderma  I'ormante  il  cristallino. 

a,  b,  spazii  triangolari  occupati  da  elementi  mesod>irraici. —  Hartnack: 
contorni:  Oc.  1,  Ob.  4;  elementi  cellalari:  Oc.  1,  Ob.  6. 

Fig.  it.  —  Bove  di  17  mm.  Sezione  sagittate  mediana.  Per  la  fessura  coroidea 
(c)  sono  penetrati  i  vasi  (va). 

en,  cellule  endoteliali  dei  vasi.  —  em.  giovani  emazie.  —  Hartnack:  con- 
torni: Oc.  4,  Ob.  4;  particolarita:  Oc.  4,  Ob.  4. 

FiG.  III.  —  Maiale  di  6  mm.  Sezione  sagittale    centrale  di  occhio    per    dirao- 
strare  la  rete  vascolare  pericristallina  e  periretinica  abbracciante  il  vitreo. 
Di  questa  rete,  naturalmente,  non  si  vede  clie  la  sezione. 
va,  vasi.  —  y,  sostanza  vitrea.  —   Oc.  1,  Ob    A,  Zeiss. 

Fig.  IV.  —  Cavia  di  19  mm.  per  dimostrare  la  penetrazione  dei  vasi  ed  i  rap- 
porti  fra  il  vitreo  e  la  retina. 

va,  elementi  endoteliali  dei  vasi.  --  Hartnack,  Oc.  3,  Ob.  4. 

Fig.  V.  —  Rete  vascolare  del  vitreo  e  vitreo  di  maiale  di  6  cm. 
va,  vasi.  —  v,  vitreo.    —  Hartnack,  Oc.  3,  Ob.  4. 

Fig.  VI.  —  Vasi  di  questa  rete  e  vitreo  a  piii  forte  ingrandimento. 
va,  vasi.  —  ?;,  vitreo.  —  Hartnack,  Oc.  3,  Ob.  7. 

Fig.   Vir.  —  Porzione  di  retina  e  di  vitreo  di  occhio  di  gatto  adulto. 

m.,  membranella  limitante  il  vitreo.  —  r,  retina. —  y,  vitreo.  —  Hartnack, 
Oc.  3,  Ob.  4. 


—  154  — 
SuU'  1130  improprio  di  lui  iiome  in  morfologia. 

Not  A 
DEr.  Doit.  LUIGI    FACCIOLA. 


£  vielata  la  riprodnzione. 

Con  niarro  (da  [j.7.'/..o6?,  Iiingo)  iinito  ad  altre  voci  si  sono  forinali 
dei  sostantivi  ed  adieltivi  coni|)osti,  di  cui  abi)iaino  molti  esempii  in  mor- 
fologia. Fra  gli  altri:  Macrouriis  Bl.  per  un  genere  di  pesci  con  lunga 
coda  assottigliata,  3Jacrophthalnti/s  Latr.  per  un  genere  di  crostacei  con 
lunghi  pediincoli  oculari,  Macroch'Hus  IMiillips  per  un  genere  di  gaste- 
ropodi  con  lungo  lajjbro,  Macmjlossa  Oclisenli.  per  un  genere  di  lepi- 
dotteri  caratterizzato  da  lunga  proboscide,  macronemus  Giintli.  per  una 
specie  di  Neniipterus  (pesci)  con  lunghi  raggi  alle  pinne,  macrorhynchus 
Raf.  per  una  specie  di  Raia  con  lungo  rostro,  ecc.  In  questi  esempii  i  nomi 
sono  bene  applicati  agli  organismi  cui  si  riferiscono  perche  nella  loro 
etimologia  racchiudono  il  signilicato  della  ({ualila  che  si  vuole  esprimere. 

In  altri  casi  la  voce  macro  si  e  ado|)erata  improprianiente  per  si- 
gnilicare  grosso^  per  esempio  fra  i  pesci  una  specie  del  genere  Dentex 
dai  grandi  occhi  si  e  cliiamata  macrophthalmns  Bl.,  una  specie  di  Gohhis 
col  capo  grande,  ma  non  allungato,  macrocepkdus  Pall.,  macrocarpus  una 
pianta  del  genere  Panax  dai  grossi  frutli,  e  via  dicendo.  Se  non  che  i 
nomi  specilici  di  macrophthalmns^  macrocephalus,  macrocarpus  significano 
che  ha  lunghi  occhi.,  lungo  capo.,  lunghi  frulli  e  volendosi  denotare  gros- 
sezza  si  deve  dire  megaphthalmas,  megacephalus,  megacurpus.  Cosi  pure 
sono  improprii  i  nomi  di  Macrolepidoplera.,  Macrosporangium.,  Mucro- 
spora^  Macrosporidium  in  opposizione  a  Microlepidoptera.,  Microsporan- 
gium.^  Microspora,  Microsporidium^  il  cui  contrario  deve  farsi  con  mega  e 
non  con  macro.  Alio  stesso  modo  da  molti  si  dice  anatomia  macroscopica, 
macroscopicamenle.,  macrocili.,  invece  di  analoinia  nicgascopica^  megascopi- 
camente,  megacili  (o  megalociti  Erlich),  per  esprimei'c  1'  opposto  di  anatomia 
microscopica,   microscopicamente,  microciti  (piccoli  eritrociti  del  sangue\ 

Nella  lingua  greca  I'adiettivo  ;j.7.7.o6;  e  i  suoi  derivati  contengono 
sempre  1'  idea  di  lungo  (;j.axpoT7j?  lunghezza.,  ;j,av.f>oTp7.-/Y]Xo?  che  ha  lungo 
collo.,  |j.o'.zpf;{>[>'4  che  ha  lunghi  capelli^  ad/,oo)v  o  (j-axpoxE^faXo?  che  ha 
lunga  testa.,  [j-ax[>6y3tp  che  ha  lunga  mano^  [s.y.xrjO'snXXoQ  che  ha  lunga  foglia, 
[w.-aij6zzb[joz  Arist.  che  ha  lunga  ala^  [x7.%po37./(,ToXoc;  Arist.  che  ha  lunghe 
dita,  [j.axpoppiCo;  Teofr,  che  ha  lunga  nalice)^  da  cui  anche  quella  di  alto 


—    loo  — 


([j.a/,f.Qc  '<  )/jj[j.-oc;  eccelso  Olimpo),  di  profondo  (^f psiara  [j.ay.pa  pozzi  profondi), 
(ii  lonliiuo  (li  spazio  ([j-axfjoc;  o-vog  Hes.  /w/?7/rt  via^  [i.^.%iAv  luiuji^  ta  ;j.a- 
x[joxy.z%  i  (uof/hi  pit)  disfanti)^  o  di  tenip(3  (aaxpov  /fyovov  ///^/r/o  tempo, 
aay,po,'^/.oc  r/<<'  //r/  /,v/?//^/  /vVr/)  e  di  prolisso  (u.axprJYopo:;  clii  |)arla  prolisso) 
ma  non  iiiai  (jueiia  di  (/nDidrzzti  in  liille  le  dimensioni.  Iiilatli  neH'alfa- 
beto  greco  I'o  grande,  ciie  si  scrive  oi  ed  e  un  o  jjiccolo  (d[j.i7vfiOv)  du- 
pHcato,  fii  cliiamato  wasya  e  non  oniacroii.  E  vero  die  la  voce  [iay,[.6c 
III  talvolta  usata  dagli  anticlii  scrittori  in  un  sense  die  puo  tradursi  per 
grande,  ma  astrattamente  {[my.rjrjt]^i-y/yj.  grandezza  d' uniwo)  o  jier  signiti- 
care  moUo  (oi  [j.axpd;  omoiixz  xsy.TYj'jivoi  Arist.  coJoro  che  hanno  acqui- 
slafo  (jmndi  sostdnze). 

Si  trova  anche  appiicato  ad  oggetti  grandi  nel  lore  insieme  o  di 
grande  capadta  ma  purehe  abijiano  una  iunghezza  considerevole;  ad 
esempio  chiamavano  'j.azpd  vaOc  la  nave  da  gi/erra  perche  era  hinga.  Alio 
stesso  mode  oggi  diiamiamo  bene  macrosomia  lo  svilu|)po  gigantesce 
del  corpo  umano,  die  diviene  grande  e  sopratntlu  alio. 

Per  la  voce  o.ay.oor  ctV. : 

{].  Sclirevelii,  Lexicon  graeco-latino-itaUcam. 

E.  S  t  e  fa  n  o,  Thesaurus  Graecae  Linguae. 

(j.  Mil  Her,  Dizionnrio  delta  Lingua  Greca. 


Oontributo  alio  studio  del  tessuto  conuettivo  embrionale 

I'Kt.  Uoir.  CESARE  FALCONE 

LIUKKO    UOCENJi;    UI    ANATOMIA    UMANA    NOUMAI.E,    NEl.l.A    It      UM  VKI'.SIJ  A    DI    NAPOH. 

(Con  tavola  VI''). 


Ricevuhi  il  18  uiarzo  1901. 
fi  vietata  la  riproduzioiie. 

In  una  serie  di  ricerdie,  di  cui  comunichero  quanto  prima  i  risul- 
tali,  intorno  ai  rapporti  di  sviluppo  delle  cavila  jieritendinose  co'  mu- 
scoli  relativi,  mi  e  accaduto,  naturalmente,  di  sorprendere  ne'  giovani 
embrioni  di  cane,  di  coniglio  e  di  gatio,  a  diversi  sladi  ddlo  sviluppo 
evolutivo,  le  prime  fasi  di  quesle  derivazioni  mesodermiclie  e  di  riper- 
correre  1'  intimo  meccanismo  del  la  loro  successiva  formazione. 

Una  tale  questione  si  i-iannoda,  in  modo  assai  intimo,  ('oH'altra  im- 
|)()itantissima,  e  non  ancora  del  tutto  risdiiarata,  della  evoluzione  em- 
briologica  degli  elemenli  del  tessuto  congiuntivo :  (|uestione  die  inerita. 


—  156  — 

anche  dopo  le  recenti  ricerche,  una  |)iii  iiiinuta  disaniina  da  parte  degii 
islologi  e  degli  enibriologi. 

E  nolo  clio  qiiando  si  esaininano  i  fenomeni  evolutivi  die  mettono 
capo  alia  forniazione  (lelle  cavila  j)eritendinose,  al  principio,  al  posto 
della  futura  cavila,  si  trova  una  massa  soJida  e  conii)atta  di  tessuto  em- 
brionale  die  liga  e  riunisce,  confondendole  come  in  un  corpo  unico  ed 
omogeneo  neirapparenza  strutlurale,  lulte  le  formazioni  nieso  ed  ecto- 
derniiclie  die  costituiscono,  a  quest"  epooa,  I'abbozzo  priniitivo  ddle 
estreniita  del  corpo. 

E  non  senza  ragione  ho  usata  I'espressione  atfatto  generica  di  tes- 
suto emhrionale :  in  (juanto  die  manca,  in  ((uesto  periodo,  ogni  piii  pic- 
cola  differenziazione  niorfologica  Ira  gli  dementi  cellulari,  quale  che  sia 
la  loro  derivazione  blastoderniica ;  ed  anche  perche  e  nolo  che,  col  nonie 
di  tessuto  ronf/iuutiro  cmbrionate,  sono  state  evidentemente  designate 
ddle  variola  niorrologiche,  le  qiiali  non  possono  certaniente  rappresen- 
tare  un  medesimo  stadio  nella  evoluzione  del  tessuto  congiuntivo. 

dome  pure,  non  mi  sono  attenuto  alia  es|)ressione  di  coimettivo 
primonliale  preferita  dal  Retterer  (^)  perche  questa  si  riferisce  evi- 
dentemente ad  uno  stadio,  per  quanto  precoce,  ma  in  cui  gia  appare 
una  prima  dilTerenziazione  evolutiva  IVa'  diversi  elemenli  di  derivazione 
mesodermica. 

In  uno  stadio  ancora  piii  embrionale  tli  (|uell()  al  (|uale  il  Retterer 
si  riferisce,  nonche  esser  possibile  la  ricerca  di  caratteri  dilTerenziali 
Ira  gli  dementi  del  tessuto  mesoderniico  che  costituisce  la  gemma  degli 
arti,  e  perfino  molto  dithcile  slabilire,  in  base  a' caratteri  morfologici.  i 
precisi  confini  Ira  il  tessuto  medesimo  e  quello  di  rivestiniento  ectodermico. 

11  risalire  a  (juesto  stadio  veramenle  priraordiale,  jiuo  essere  assai 
utile  per  la  interpretazione  dei  fenomeni  che  caratterizzano  la  succes- 
siva  evoluzione  degli  dementi  del  tessuto  congiuntivo. 

Intatti,  prima  ancora  che  il  connettivo  primordiale  si  presenti  sotto 
Taspetto  descritto  dal  Retterer,  di  una  massa  composta  di  nuclei  ova- 
lart,  serrati,  ma  non  cosi  da  non  essere  separati  da  vna  sostanza  tra- 
sparenteed  oniofjenea,  la  gemma  mesodermica  j)rimitiva  e  coslituila  da  nu- 
clei rotondeggianti  e  cosi  stivati  fra  loro,  da  presentare  (juasi  un  contorno 
polie<lrico,  con  uno  strato  appena  apprezzabile  di  sostanza  internudeare. 

In  questo  periodo,  inoltre,  e  notevole  il  I'atto  di  una  rdativa  scar- 
sezza  dei  fenomeni  di  mitosi,  non  ostante  che  i  metodi  usati  sieno  dei 
pill  adatti  a  metterne  in  evidenza  le  relative  note  istologiche. 


(*)  Retterer.  —  Jourual  de  rAnal.  et  do  la  Piiys.,  I89U, /■  III. 


—  157  — 

In  nil  periodo  ulteriore  invece,  (jiiando  i  nuclei,  divenuti  ovalari, 
sono  divisi  da  iino  strato  jier  quanto  sottile,  altrettanto  apprezzabile  di 
sostanza  intornucleare,  ailora  i  tVoquenlissinii  fenomenl  di  initosi  accen- 
nano  cvidentemente  ad  uno  stadio  j)iu  altivamonto  foniiativo  degli  ele- 
nionti  del  mesencliima. 

Da  die  si  puu  dediirre  elie  la  forma  ovalare  del  iiucleo,  la  quale 
rappresenta  gia  uii  passo  innanzi  iiello  sviluppo  evolulivo  di  questi  ele- 
meiiti  mesodermici,  debba  precedere  al  periodo  di  vera  attivita  forma- 
liva  del  nuclei  medesimi. 

Sicclie,  a  parziale  niodifica  delle  osservazioni  annunziate  dal  Ret- 
terer,  pare  die  si  debba  fare  la  dislinzione  di  due  stadi  ben  dilTeren- 
ziati  fra  lore  (per  quanto  rapidamente  succedentisi)  nelle  prime  fasi 
dello  sviluppo  di  queslo  connettivo  nelle  gemme  mesodermiche  degli 
arti :  di  un  primo  periodo  cioe  in  cui  i  nuclei,  quasi  tulti  a  riposo,  sono 
roUmdeiigkmti  ed  il  tessuto  presenta  una  scarsissima  sostanza  internu- 
cleare ;  e  di  un  secondo  periodo  in  cui  i  nuclei,  divenuti  ovalari^  entrano 
in  una  fase  di  vivace  attivita  carioeinetica  e  sono,  nello  stesso  tempo, 
divisi  da  uno  strato,  per  quanto  sottile,  ma  perfettamente  diniostrabile 
di  sostanza  internucleare. 

E  a  questo  secondo  stadio  appunto  die  il  Retterer  attribuisce  la 
denominazione  di  connettivo  primordinle. 

Intanto,  mentre  riunisce  e  confonde  insienie  questi  due  periodi  for- 
mativi  motto  precoci,  sotto  Tunica  collettiva  denominazione  di  connet- 
tivo priinordiale^  il  Retterer  afferma,  nello  stesso  tempo,  che  le  cellule 
arrotondite  o  ovalari  del  tessuto  connettivo  al  primo  stadio  del  suo  svi- 
luppo, non  sono  riunite  da  una  sostanza  intercellulare  (sostanza  amorfa 
0  fondamentale  degli  autori) ;  questi  dementi  sono,  a  suo  avviso,  inti- 
mamente  addossati  e  si  confondono  j)er  la  loro  periferia.  «  L'individua- 
lita  cellulare  —  egli  aggiunge  —  non  si  manifesta  se  non  al  memento 
nella  cariocinesi » . 

Ouesta  affermazione  del  Retterer  e  giustificata  dal  fatto  clie  egli 
considera  la  sostanza  fondamentale,  in  cui  sono  immersi  i  nuclei  ova- 
lari, caratteristici  del  secondo  stadio  i)recedentemente  accennato,  non 
come  un  vero  cemento  intercellulaie  frapposto  a  questi  giovani  de- 
menti, ma  come  nna  massa  unica  e  indivisa  di  proloplasma,  in  cui, 
come  in  una  comune  matrice,  si  andranno  organizzando  e  coordinando 
intorno  ai  nuclei  preesistenli,  i  diversi  corpi  protoplasmatici  delle  gio- 
vani cellule  connettive. 

Si  vedra  tino  a  die  punto  le  mie  osservazioni  si  accordino  con 
questa  interpretazione. 


—  158  — 

Difatli,  eseguendo,  come  io  ho  fatto,  durante  i  periodi  suecessivl 
nello  sviliippo  dell'  embrione,  dei  tagii  nella  regione  del  calcagno,  dove 
pill  tardi  si  svildppano  la  borsa  mucosa  achilleo-calcanea  e  quella  achilleo- 
plantare,  situate  lispeltivamente  fra  il  tendine  di  Achille  e  la  sujierticie 
posteriore  del  calcagno  o  fra  questo  e  la  faccia  anteriore  del  tendine  del 
plantar  gracile  (precisamente  la  regione  stiidiata  dal  Retterer),  oltre  al 
f'alto  gia  nolo  delta  assoluta  continuita  di  tessuto  fra  il  tendine  in  via 
di  sviluppo  e  le  parti  circostanti,  si  nota  un  diveiso  potere  di  reazione 
alle  sostanze  coloranti,  per  parte  delle  diverse  zone  del  tessuto. 

Incoraincia  cioe  una  certa  differenziazione  fra  i  diversi  element!  me- 
sodermici,  clie  si  manifesta  colla  comparsa  di  zone  piii  chiare  in  mezzo 
al  restante  tessuto  piii  intensaraente  colorato. 

Yolendo  rendersi  conto  del  significato  di  questa  prima  diflerenzia- 
zione  nell'apparenza  precedentemente  abbastanza  uniforme  dei  tagii,  ap- 
paiono  evidenti  i  seguenti  fatti,  caratteristici  della  evoluzione  degli  ele- 
ment! del  tessuto  connettivo: 

1°  La  zona  chiara,  non  colorabile,  che  riunisce  i  nuclei  divenuti 
nettamente  ovalari,  e  oramai  aumentata  di  spessezza  cosi  da  rendere  piii 
rarefatti  gli  element!  costitutivi  del  tessuto.  La  sua  apparenza,  omogenea 
e  ialina,  si  conserva  uniforme,  quale  che  sia  lo  stato  evolutive  degli  ele- 
ment! nuclear!,  sieno  cioe  ess!  a  riposo,  sieno  in  uno  sladio  piii  o  meno 
avanzato  di  divisione  mitotica  (fig.  1). 

2°  I  nuclei,  che  sopra  punt!  meno  avanzat!  nello  sviluppo,  si 
presentavano  uniformemente  ed  intensamente  colorati,  in  corrispondenza 
d!  queste  zone  chiare  mostrano  invece  una  (li\ersa  apparenza  che  con- 
siste,  oltre  che  nel  sensibile  aumento  del  loro  volume,  nella  presenza  di 
una  sottile  zona  periferica,  molto  piii  chiara,  un  vero  strato  perinucleare 
assa!  debolmente  colorato  rispetto  alia  sostanza  del  nucleo,  ma  che  per- 
mette,  in  ogn!  mode,  di  riconoscere  una  strultura  granulare  che  si  dif- 
ferenzia  assa!  sensibilmente  dall' apparenza  uniforme  ed  omogenea  della 
sostanza  internucleare.  La  evidente  diversitii  nell'aspetto  di  queste  due 
sostanze,  permette  di  riconoscere  senza  stento  il  vero  limite  jieriferico 
deir  elenienlo  istologico  del  tessuto  connettivo,  costituito  oramai,  oltre 
che  dal  nucleo  intensamente  colorato,  anclie  dallo  strato  di  sostanza  pe- 
rinucleare, molto  piii  pallida,  che  presenta  tulli  i  caratleri  di  un  sottile 
strato  di  sostanza  protoplasmatica. 

E  evidente,  insomnia,  che  la  costituzione  delT  elemento  istologico  s! 
vada  meglio  integrando  in  queste  zone  piii  avanzate  nello  sviluppo  em- 
briologico:  e,  quelle  che  piii  importa  per  le  ulterior!  conclusion!,  e  che, 
evidentemente,  le  successive  trasformaziou!  istologiche,  le  quali  mettono 


—  159  — 

capo  alia  progressiva  evoluzione  morfologica  della  cellula  connettivale, 
sono  tutte,  o  quasi  tutte,  legato  alle  ulteriori  fasi  formative  di  qiiesto 
strato  di  protoplasma  |)erinucleare. 

3°  Fin  dal  j)riiuo  |)ei-iodo,  infatti,  della  comparsa  di  questa  zona 
perinucleare,  e  evidente  che  la  sua  stratificazione  intorno  al  nucleo  non 
si  fa  in  niodo  unil'ornie  su  tutti  i  punti,  ma  che  invece  tende  ad  assu- 
mere  una  disposizione  prevalenteniente  polare,  rispetio  alle  due  estre- 
mita  del  nucleo  raedesimo,  divenuto  oramai,  gia  prima,  di  figura  per- 
fettamente  ovalare. 

E  cosi  die,  in  questo  stadio,  i  giovani  elementi  connettivali  si  pre- 
sentano  sensibilmente  allungati  e  preludono  alia  comparsa  dei  primi 
prolungamenti  fdiformi,  i  quali  (senza  alcun  dubbio,  a  spese  della  so- 
stanza  protoplasmatica  peri-nucleare)  si  distaccano,  quasi  contempora- 
neamente  da  due  poli  della  giovane  cellula  connettivale. 

E  che  vi  sia  realmente  un  rapporto  genetico  fra  la  sostanza  proto- 
plasmatica perinucleare  ed  i  prolungamenti  che  si  dipartono  dalla  peri- 
feria  del  corpo  celluiare,  lo  dimostra  evidentemente  il  fatto  che,  alia 
comparsa  di  questi  prolungamenti  prelude,  nei  |)unti  corrispondenti,  un 
maggiore  accumulo  della  sostanza  medesima,  circoscritto,  sotto  forma 
di  piccoli  rigonfiamenti  perfeltamente  dimostrabili  (fig.  2),  dai  quali 
pulluleranno  piii  tardi  i  relativi  j)rolungamenti  cellulari.  I  primi  a  com- 
parire  sono  i  prolungamenti  polari  della  cellula,  ed  ho  gia  detto  che,  al 
suo  primo  apparire,  la  sostanza  protoplasmatica  peri-nucleare  assume 
infatti  precisamente  una  disposizione  polare,  accumulandosi  verso  le 
estremita  dei  nuclei  ovalari. 

Non  molto  importante,  rispetto  alle  conoscenze  che  gia  possediamo 
intorno  alio  sviluppo  del  tessuto,  e  I'esposizione  degli  stadi  consecutivi 
della  evoluzione  di  queste  cellule  connettivali,  specialmente  per  quanto 
si  riferisca  alFaumento  di  numero,  di  lunghezzaedi  ramificazioni  secon- 
darie  per  parte  dei  prolungamenti  cellulari.  Possiamo,  per  questa  parte, 
rimetterci  perfettamente  alia  accurata  descrizione  dello  stesso  Retterer. 

Solamente,  la  interpetrazione  dei  fenomeni  che  precedono,  la  cui 
evidenza  e  massima  in  corrispondenza  delle  zone  connettivali  a  rapida 
evoluzione,  come  e  appunto  in  quelle  destinate  a  dar  luogo  alia  forma- 
zione  delle  borse  mucose  e  delle  cavita  peritendinose,  mi  costringe  a  di- 
vergere  sostanzialmente  dalle  vedute,  a  mio  avviso,  alquanto  teoriche 
deir  embriologo  francese. 

La  sostanza  fondamentale,  ialina  ed  omogenea,  che  noi  abbiamo  fin 
ora  indicata  come  sostanza  internucleare  ed  a  cui  invece  il  Retterer 
attribuisce  la  denominazione  signilicativa  di  ialoplasma^  rappresenta  essa 


—  160  -^ 

un  elemento  atlivo  del  tessuto  embrionale,  in  rapporto  alia  comparsa  ed 
alia  evoluzione  di  alciine  parti  custiliilive  della  cellula  coiinettivale;  o 
non  nierita  piiitlosto  di  essere  restituila  alFantica  significazione  di  so- 
stanza  cementanle  intercellulare,  fra  gli  elcnuMili  del  tessuto  connetlixo? 

E  iiota,  al  proposito,  ropiniono  del  lletterer:  egli  considerando 
gli  elementi  istologici  coluiabili  del  coiinelliso  enibiionale,  quali  rapj)re- 
sentaiUi  del  solo  nucleo  delle  liiture  cellule  eonuettivali,  ritiene  la  so- 
stanza  ialina  inteniucleare  come  rappreseutante  dei  rispeltivi  corpi,  lusi 
in  una  massa  unica,  in  una  vera  niatrice  piotoplasniatica,  in  seno  alia 
quale  si  svolgerebbero  gli  ulteriori  fenomeni  evolulivi  del  tessuto  ed  in 
cui  invano  si  cercherebbero  i  limiti  di  perfinenza  di  ciascun  elemento 
istologico,  mancando,  fino  a  questo  stadio,  ogni  accenno  di  una  qualsiasi 
individualita  cellulare.  Per  cui,  ad  esem|)io,  la  comparsa  e  la  successiva 
estensione  e  lamilicazione  dei  pi'olungamenti  cellulari,  nella  spcssezza 
di  questa  sostanza  ialina  fondamentale,  costituisce  pel  Retterer  un 
insieme  di  fenomeni  e\'oluti\i  intra-cellulari  e  non  invece  hilercel- 
lulari. 

Non  e  qui  il  caso,  ne  e  certo  nei  limiti  di  questo  mio  modesto  con- 
tributo  di  osservazione  personate,  clie  si  possa  fai-e  la  disamina  critica 
degii  argomenti  clie,  in  nome  delle  leggi  generali  della  istogenesi  e  dello 
svilup|)o  degli  elementi  istologici  costituenti  i  tessuti  organici,  si  oppon- 
gono  alia  incondizionata  accettazione  di   questa  dottrina  del  Retterer. 

Yediamo  piuttosto,  sulla  guida  delle  osservazioni  obiettive,  quali  sieno 
i  dati  positivi  forniti  dalla  indagine  diretta,  a  conforto  della  dottrina 
medesima. 

La  prova  obiettiva  |)iii  solida  consisterebbe  nella  diversa  ai)parenza 
strntturale  della  sostanza  internucleare  a  seconda  dello  statodiquiescenza 
0  di  attivita  cariocinetica  dei  nuclei,  fra' (juali  essa  si  dispone:  ialina 
intorno  a'  nuclei  a  riposo,  questa  sostanza  mostrerebbe  invece  dei  sottili 
filamenti  colorabili,  orientati  intorno  a'  due  nuclei  ligli,  risultati  dalla 
divisione  cellulare  indii'etta. 

Ouesto  falto  baslerebbe,  esso  solo,  per  concliiudere  siiU' assenza  di 
oyni  soslnnza  inlerccllulare^  non  potendosi  ammettere  die,  fuori  dello 
stesso  corpo  cellulare,  i  materiali  viventi,  per  quanto  elaborati  dal  pro- 
toplasma,  j)ossano  partecipare  alle  modilicazioni  della  cariocinesi. 

In  verita,  |)ure  accettando  integralmente  1" osservazione  del  Rette- 
rer circa  i  rapporti  strutturali  anzidetti,  io  non  credo  clie  si  debba 
escludere  in  modo  assoluto  la  possibilita  che  le  modilicazioni  delTappa- 
renza  della  sostanza  intercellulare  sieno  subordinate  alio  state  funzionale 
del  corpo  cellulare  da  cui  essa  e  elaborata.  In  un  caso  die  ha,   col  pre- 


—   161    - 

sente,  una  noii  piccola  analogia,  il  M.  I)uval(';,  a  jjroposito  dell'azione 
fibro-formativa  del  giovane  tessuto  coniiettivo  e  della  queslione  se  que- 
sta  sia  un'altiYita  propria  del  corpo  eellulare  e  deila  sostanza  intercellu- 
lare,  dice  appiinto  die  «  iionliisogna  maidimenticareche  questa  sostanza 
intercelhilare  e  un  prodolto  delie  cellule  stesse,  le  quail,  dopo  averla 
elaborata,  conlinuano  a  nuti'iria  ed  a  presiedere  a  f/flle  Ir  modificazioni 
niorfohniche  c  rhimiche  chc  emi  subisce.  >>  Poti'ebbe  dunque,  in  questo 
caso,  trattarsl  non  di  una  problenialica  comparteci|)azione  della  sostanza 
inlercellulare  alle  modificazioni  della  cariocinesi,  ma,  viceversa,  di  una 
apparenza  transitoria  della  sostanza  niedesima,  disposla  intorno  ad  un 
elemento  nelle  piime  fasi  della  sua  formazione. 

Se  non  che,  per  uscire  dal  canipo  delle  ipotesi,  mi  senibra  die  I'os- 
servazione  non  confermi,  in  tutte  le  sue  particolarita,  la  descrizioue  gia 
citala  dal  Hetterer.  La  fig.  1,  la  quale  riproduce  vari  dementi  sor- 
piesi  nei  diversi  stadi  della  divisione  cariocinetica,  diniostra  che  mentre, 
nelle  fasi  iniziali  di  questa,  la  sostanza  che  ciiconda  il  nudeo  in  scis- 
sione  e  occupata  da  soltilissiini  lilamenti  colorabili,  piii  tardi,  negli  stadi 
lerminali  della  divisione  cellulaie,  e  s|)ecialmente  (juando  la  dislanza  che 
intercede  fra  due  nuclei  ligli  c  presso  a  poco  idenlica  a  qudia  che  divide 
due  nuclei  a  riposo,  (juesla  ap|)arenza  strutlurale  si  va  facendo  sempre 
pill  inconipleta.  in  modo  che  non  tutta  la  distanza  Ira' due  nuclei  ligli  e 
occupata  da  tali  lilamenti,  i  quali  coordinandosi  invece  intorno  a  ciascuno 
di  essi,  lasciano  una  zona  media,  dimostrabile  anche  nei  |)reparati  meglio 
colorati,  in  cui  la  sostanza  ha  evidentementeassuntoil  carallere  uniforme 
ed  oinogeneo  che  j)resenta  fra  nuclei  a  riposo. 

Questa  apjiarenza  e  ordinaria;  ed  autorlzza,  a  mio  awiso,  a  niodili- 
care  il  concetto  strutlurale  anzidcitto  net  sense  che,  diiianle  il  mecca- 
nisino  della  scissione  eellulare  indirella,  si  forma,  intorno  al  nudeo  in 
cariocinesi  una  sostanza  costiliiila  da  sottilissimi  lilanienli,  debolmente 
colorabili,  la  quale,  a|)pena  avvenuta  la  divisione,  si  dispone  intorno  a 
due  nuclei  figli,  fra  i  quali  prestissimo  s'interpone  la  sostanza  fondamen- 
tale  ialina,  come  fra  nuclei  a  ri|)oso. 

Come  si  vede,  quindi,  la  descrizione  data  dal  Retterer,  se  non 
im plica  una  lacuna  di  osservazione,  dannosa  jjer  la  interpetrazione  di 
im|)ortanti  fenomeni  evolutivi,  e  certamente  inconipleta,  nei  sense  che 
non  accompagna,  lino  agii  ultimi  stadi  della  cariocinesi,  le  modifica- 
zioni dei  rapporii  strutturali  intra  ed  intercdlulari,  die  sono  res])o- 
nente  della  attivita  forniativa  per  parte  degli  dementi  costilutivi  del 
tessuto  embrionale. 


(')  M.  Duval.  —  Conipeudio  d' istoloi;i;i.  Trad,  con  note  dei  professoii  Fusari  e  Sala. 


—  162  — 

Non  mi  sembra  discutibile,  sulla  base  della  osservazione,  il  fatto 
che  la  comparsa  della  sostanza  fondamentale  ialina  fra  due  nuclei  figli, 
quando  e  ancora  diniostiabile  il  sottile  sirato  di  fdanienti  coordinato 
inlorno  ai  nuclei  niedesimi,  renda  assai  piii  accettabile  la  interpetrazione 
alia  (juale  ho  gia  implicitaniente  fatto  accenno:  che  cioe  quello  strato 
di  sottili  lilanienti  costiluisca  una  apparenza  precoce  e  transitoria  della 
sostanza  protoj)lasmatica  perinucleare,  destinata  ad  intejirare  il  corpo 
della  cellula  neoformata,  nella  sua  definitiva  individualita. 

Da  questo  moniento,  gli  ulteriori  fenonieni  evolutivi,  per  parte 
del  connettivo  embrionale,  si  ditTerenziano  sensibilmente  in  rapporto 
alia  diversa  futura  destinazione  del  tessnto  niedesimo. 

E  iniportante  seguirc  le  modiiicazioni  strutturali,  nelle  zone  desti- 
nate  a  dar  luogo  alia  formazione  delle  borse  mucose  e  delle  cavita 
|)eritendinose,  anche  per  dedurre  ulteriori  argomenti  a  sostegno  delle 
|)recedenti  atTermazioni,  relative  alio  sviluppo  delle  cellule  del  tessuto 
connettivo. 

In  questi  punti,  due  fenonieni  principalissimi  preludono  alle  fasi 
che  potrebbero  dirsi  di  riassorbimento  del  tessuto  embrionale:  I'au- 
mento  notevolissimo  della  sostanza  ialina  e  Tarresto  di  sviluppo,  a  cui 
segue  rapidamente  la  progressiva  scomparsa  dei  prolungamenti  cellulai-i. 

Mentre  nelle  altre  zone  connettivali,  le  ulteriori  fasi  evolutive  del 
tessuto  souo  caratterizzate  precisamente  dallo  svilu|)po  progressivo  dei 
prolungamenti,  i  quali,  aunientando  di  lunghczza  e  di  ramiticazioni  se- 
condarie,  assumono,  coi  iirolungamenti  delle  cellule  vicine,  dei  rapporti 
che  variano  a  seconda  delle  diverse  modalita  del  tessuto:  in  questi 
punti  invece,  la  scomparsa  degli  elementi  cellulari  precede  col  mecca- 
nismo  che  abbiamo  accennato  precedentemente:  la  sostanza  ialina,  cioe, 
aumentata  notevolmente  rende  sempre  piii  mediati  i  rapporti  intercel- 
lulari,  tanto  piii  che  le  tibrille  presentano  un'attivita  di  accrescimento 
non  j)roporzionale  a  quella  della  sostanza  ialina. 

II  prime  fenomeno  poi  che  caratterizza  il  meccanismo  della  scom- 
parsa del  tessuto  e  costituito  dalla  diminuita  coesione  della  sostanza 
fondamentale  ialina  collo  strato  di  protoj)lasma  perinucleare.  Si  formano 
cioe,  a  spese  della  sostanza  fondamentale,  degli  spazi  \uoti  intorno  al 
corpo  cellulare,  i  quali,  quando  corrispondono  al  punto  di  relativa 
emergenza,  sono  attraversati  dai  sottili  prolungamenti  librillari,  che  sono 
evidentemente  emanazione  dello  strato  di  |)rol()plasma  perinucleare. 

Si  inizia  cosi  quello  stadio  che  e  designato  dal  Retterer  col  no- 
me  di  frssido  rrficolare  a  mnfjlie  vhoU\  nel  (pialo  c  piii  che  ovvio  rico- 
nosccrc  che  la  individualita  della   cellula    connettivale    si   Integra    nel 


—  163  — 

nucleo  e  nello  slrato  i)erinuclcare,  co'relativi  filaiuenti  fibrillari;  mentre 
la  sostanza  iaiina,  come  vero  e  proprio  cemento  intercellulare,  modili- 
cando,  nei  divorsi  piinti,  i  rapporti  fra  gli  elenienti  in  via  di  sviluppo, 
dirige  la  costiliizione  ulleriore  del  tessulo  e  determina  le  diverse  nioda- 
litii  del  connettivo  adiilto. 

Oiiesti  spazi  si  Ibnnano  con  una  ^n-andc  costanza  di  rapporti,  sem- 
pre  prima  alia  i)erlferia  del  la  sostanza  protoplasmatica  periniicleare;  ed 
una  volta  incominciato  questo  disgregamento  nella  continuila  del  tes- 
suto,  I'elemento  tende  rapidamente  ad  isolarsi,  perdendo  sempre  piii  i 
suoi  rapporti  colle  cellule  vicine,  perche  e  evidente  il  fatto,  al  quale  ab- 
biamo  gia  |)recedentemente  accennato,  clie,  cioe,  colla  niancata  coesione 
intercellulare  nel  tessuto,  coincide  I'impicciolimento  c  j)oi  la  scoraparsa 
dei  prolungamenti  cellulari. 

E  cosi  die  I'elemento  cellulare  del  giovane  tessuto  connettivo,  ri- 
dotto  alia  sua  |)iii  semplice  espressione,  assume  tutta  I'apparenza  di  un 
elemento  lint'oide,  di  un  corpuscolo  bianco:  ed  e  assai  razionale  I'ipotesi 
die  a  queste  radicali  moditicazioni  morfologiche  sia  coordinate  anclie  il 
sorgere  di  un  diverse  signilicato  funzionale  dell" elemento;  il  quale,  sva- 
nita  ogni  sua  ulteriore  connessione,  acquista,  prima  di  tutto,  il  carattere 
speciale  della  semovenza  e,  con  questa,  un  nuovo  e  ben  diverse  compito 
lisiologico  (fig.  3). 

Conseguenza  di  (piesla  evohizione,  die  potrebbe  dirsi  regressiva, 
delle  giovani  cellule  costitutive  del  connettivo  embrionale,  e  la  comparsa 
di  una  cavitii  die  piii  tardi,  grazie  alio  speciale  orientamento,  gia  de- 
scritto  da  Retterer,  delle  cellule  parietali  fendotelio)  diventa  benissimo 
ddimitala  e  si  dispone  in  rapporto  a'  tendini  in  via  di  sviluppo,  nelle 
indicate  regioni  degli  arti. 

Non  ho  potuto  convincermi  della  trasformazione  della  sostanza  Ibn- 
damentale  iaiina  in  una  die  presenta  tulli  i  caralteri  della  sostanza  mu- 
cosa, nel  periodo  in  cui  quella,  aumentando  notevolniente  di  volume,  de- 
termina una  evidente  rarefazione  degli  dementi  cellulari  costitutivi  del 
connettivo  embrionale. 

In  ogni  mode,  se  questa  aflermazione,  dovesse  trovare  precise  ri- 
scontro  nella  osservazione  obiettiva  dei  fatti,  tanto  raeno  razionale  di- 
venterebbe  Tipotesi,  contro  la  quale  io  credo  depongano  eloquentemente 
i  fenomeni  evolutivi  accennati  piii  sopra:  I'ipotesi  cioe  die  vorrebbe 
riconoscere  nella  sostanza  iaiina  fondamentale  una  parte  costitutiva  e 
integrante  del  corpo  della  cellula  connettivale  in  via  di  sviluppo  (il 
cosiddetto  ialoplnsma). 

Ma  questo  volute  stadio  del  tessuto  mucoso  e  escluso  anclie  dalla 


164 


inaniera  di  comportarsi  degli  elenienti  cellulari.  E  nolo  die  nei  pniiti  in 
cui  si  sviluppera  questa  caratteristica  inotlalita  del  lessiito  connettivo 
(gelatina  di  Wliarton,  cavita  primitive  i)eiilinfatiche  dell'orecchio,  ecc.) 
la  prima  trasrormazione  die  si  determina  nel  mesencliima  consiste  neilo 
sviluppo  e  neH'anastomosi  reciproca  dei  proliingamenli  llbriliari  dei  di- 
versi  elementi  cellidari,  i  qiiali  perdono  cosi  i  loro  movimenti  ameboidi 
e  diventano  tissi  (').  Ora  abbiamo  gia  visto  die  iielie  regioni  embrio- 
nali  destinate  a  dar  luogo  alio  sviluppo  delle  cavita  peritendinose,  col- 
I'aumento  della  sostanza  ialina  intercdliilare,  coincide  invece  una  ra- 
plda  e  progressiva  scomparsa  dei  prolungamenti  fibi'illari  dei  giovani 
elenienti  connettivali. 


(')  Duval.  —  Loc.  cit. 


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(Pubblicazioni  Italiaiie  <li  Zoologia,  Anatomia.Embriologia) 


Organo   ufficiale   della   Unione   Zoologica   Italiana/^  -^ 


DIRETTO 

DAI  DOTTORI 


EUGENIO  FICALBI 


GIULIO  GHIARUGI 

Prof,    di    Anatomia   uniaua 
Del  K.  Istituto  (li  Studi  Super,  in  Fireuze 

Ufficio    U  Direzione    ed   Amministrazione  :  Istituto  Anatomico ,   Firense. 
12  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


Prof,  di  Anatomia  conip.  e  Zoologia 
iiella  E.  University  di  Padova 


XII  Anno 


Firenze,  Luglio  1901 


N.  T 


SOMMARIO :  Rkndiconto  dki.la  seconda  asskmblea  oiidinakia  e  del  convegno  del^ 
l'Unione  Zoologica  Italiana  in  Xapoli  (10-13  Aprile  1901).  [Continua).  — 
Pag.  165-205. 

CoMUNicAzioNi  Original!:  Motlticelli  Fr.  Sav.  e  Lo  Bianco  S-,  Uova  e  larve  di 
Solenocera  siplionocera  Phil.—  Giannelli  L.,  Sullo  sviluppo  ael  pancreas  e 
delle  ghiandole  intraparietali  del  tabo  digestivo  negli  Anfihii  urodeli  (gen.  Tri- 
ton). —  Sterzi  G.,  Gli  spazii  linfatici  delle  meningi  spinali  ed  il  lore  significato. 
—  Pag.  205-216. 

Unione  Zoologica  Italiana:  Avviso.— Pag.  216. 

AvverteT\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  die  si  pubblicano  nel  Moni- 
tore  Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 

RENDICONTO 

DELLA 

SECONDA  ASSEMBLEfl  ORDINARIA  EDEL  CONVEGNO  DELL' UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA 

IN    NAPOLI   (10-13    Aprile    1901). 


Ufficio  (li  Presidenza: 

Presidente:  Parona  prof.  Corrado  -  Vice-Presidciili:  Pavesi  prDf.  Pietro, 
Emery  prof.  Carlo- Se(jret<ivio-Cnssiere:  Monticelli  prof.  Francesco 
Saverio  -  Viee-Se(]retari6:  Qhigi  dott.  Alessandro. 

Comitate  Ordlnatoie: 

Paladino  piof.  Giovanni,  P/c.sw/t/f/e  -  Antonelli  pnil.  Giovanni,  Delia 
Valle  prof.  Antonio ,  Bassani  piol.  Francesco ,  Monticelli 
prof.  Francesco  Saverio,   Patroni  dott.  Carlo,  Segretario. 


Pubblicato  il  5  Lii^lio  1901. 


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Mercoledi  10  Aprile. 

Seduta  inaugurals  (atitimeridiana) 

(uell»  sala  della  Societii  Keale). 

Sono  presenti  il  Prefetto  della  Provincia  di  Napoli  Coram.  Tittoni,  il  Prof.  Be- 
nedetto Croce  rappresentante  il  K.  Commissario  straordinario  pel  Municipio  di 
Napoli.  Sono  rappresentate:  la  Societa  Reale  di  Napoli,  I'Accademia  delle  Scienze, 
la  Scuola  di  applicazione  per  gl'ingegneri,  la  Societa  di  Naturalisti  in  Napoli, 
I'Accademia  Pontaniana,  il  R.  Istituto  d'  Incoraggiamento,  la  Societa  Toscana 
di  Scienze  Naturali,  il  Museo  Civico  di_8toria  Naturale  di  Milano,  la  Societa 
entomologica  italiana. 

Intervengono  all'  adunanza  gli  aderenti  al  Convegno,  numerosi  invitati  e 
molte  signore. 

II  Prof.  Pinto,  Rettore  della  H.  Universita  di  Napoli,  porge  il.  saluto  di 
qiiesta  ai  socii  dell'  Unione  radunati  in  Napoli  pel  Convegno  annuale  con  le 
seguenti  parole : 

Ascrivo  a  mia  grande  iortuna  il  trovarmi  oggi  in  mezzo  a  voi  ed  aver 
1'  onore  di  porgervi  per  il  mio  ufBcio  il  reverente  saluto  della  Universita  na- 
poletana  e  di  esprimervi  in  suo  nome  le  p'u  sentite  grazie  per  la  b'enevolenza 
con  cui  accettaste  la  proposta  e  teneste  1' invito  di  adunarvi  in  questa  sua  sede 
per  le  vostre  discussion i. 

Oltre  che  per  I'incantevole  golfo,  il  quale  e  campo  inesauribile  per  i  vo- 
stri  studii,  voi,  scegliendo  Napoli  pel  vostro  second©  convegno,  voleste  al  certo 
onorare  la  scuola  zoologica  napoletana  ;  voleste  cioe  onorare  quella  pleiade 
ininterrotta  di  Naturalisti  che  comincia  da  G.  B.  Della  Porta,  Marco  Aurelio 
Severino  e  G.  Alfonso  Borrelli  e  finisce  per  ora  con  Paolo  Panceri,  Salvatore 
Trinchese  ed  Achille  Costa,  per  tacere  dei  presenti. 

Del  vostro  delicato  pensiero  io  vi  ringrazio  a  nome  della  iiitera  Univei-sita 
e  specialmente  a  nome  della  Eacolta  di  Scienze  Naturali.-  e  consentite  pure 
che  speciali  grazie  vi  renda  a  nome  mio. 

Io  non  sono  cultore,  ma  semplice  ammiratore  dei  vostri  geniali  studii  ed 
ammiratore  non  solo  delle  vostre  pazienti  ricerche,  ma  piu  ancora  dei  modi 
onde  le  eseguite  e  le  perfezionate  di  continuo,  avvalendovi  di  ogni  nuovo  ri- 
trovato  della  Fisica  e  della  Chimica. 

Ne  crediate  che  esageri  od  usi  convenzionale  linguaggio  Dalle  non  infre- 
quenti  visite  che  Io  ai  nostri  Mu^ei  ed  Istituti  biologici,  dalle  conversazioni 
che  non  di  rado  ho  con  i  rispettivi  Direttori,  miei  carissimi  amici,  e  dalle  let- 
ture  che,  come  Segretario  delTAccademia,  ho  dovuto  fare  delle  memorie  di  pa- 
recchi  colleghi  per  scriverne  il  sunto  nel  consueto  rapporto  annuale,  ho  acqui- 
stato  la  convinzione  che  non  e  giusto  decantare,  come  suolsi,  unicamente  i 
progressi  fatti  dalla  Fisica  e  dalla  Chimica  nel  secolo  teste  decorso,  ne  e  giu- 
sto il  dire  che  da  queste  due  sole  scienze  si  aspettano  sorprendenti  prodigi 
nel  secolo  ora  incominciato. 

Nel  ricordare  la  non  lontana  epoca,  in  cui  dal  semplice  studio  delle  forme 
esteriori  e  dalle  semplici  ricerche  sistematiche  si  passo  alio  studio  della  strut- 
tura  interna  e  dello  sviluppo  degli  animali,  e  nel  ricordare  gli  splendidi  ri- 
sultati  ottenuti  in  questo  breve  iutervallo,  io  mi  sono  convinto  che  non  meno 


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rapidi  e  non  meiio  importanti  dei  progress!  della  Fisica  e  della  Chimica  sono 
stati  quelli  delle  scienze  biologiche. 

JSel  vedere  poi  che  iu  ogni  Istituto  alia  uiiica  e  mediocre  leute  di  ingran- 
dimento  si  sono  sostitiiite  delle  batterie  di  microscopii  sempre  piu  potenti,  sui 
quali  non  il  solo  Direttore,  ma  schiere  di  valorosi  giovani  con  febbrile  ansia 
vi  atdggono  gli  occlii,  mi  e  nata  la  iiducia  che  i  misteri  della  vita  sieno  per 
essere  svelati  non  piii  tardi  di  quelli  che  a.i^itano  le  menti  dei  Fisici  e  dei  Chimici. 

Dalla  stessa  fede  ritengo  siate  auimati  voi,  o  chiarissimi  professori,  che 
nelle  vostre  Universita  avete  dovuto  assistere  e  dirigere  le  trasformazioni  dei 
nostri  vecchi  Istituti  e  la  creazione  dei  uuovi.  Non  vi  riesca  quindi  sgradito  od 
iufondato  I'augurio  che  io  vi  fo  con  tiitta  I'anima,  che  cioe  quanto  prima  una 
grande  scoperta  inf  uturi  i  vostri  nomi  ed  aggiunga  gloria  alia  patria  dei  Borrelli, 
Malpiijhi,  Morgagni  e  cento  altri. 

II  prof.  Paladino  Presidente  del  Comitato  ordinatore  da  il  benveuuto  ai  Con- 
gressisti  leggen-do  la  seguente  breve  relazione  : 

A  nome  del  Comitato  ordinatore  mi  e  grato  presentare  alle  Autorita  i 
nostri  omaggi,  agl'invitati  tutti  il  nostro  saluto,  ed  ai  Congressisti  di  ogni 
parte  e  regione  il  caloroso  benvenuto  dei  CoUeghi  di  Napoli  ed  i  migliori  au- 
o-uri.  II  vostro  accorrere,  o  Colleghi,  in  cosi  bel  numero  ed  a  soli  sei  mesi  di 
distaiiza  dalle  sedute  del  Convegno  di  Bologna  rivela  a  chiare  note  il  grande 
amore  per  gli  studi  zoologici  che  dentro  vi  agita  ed  il  grande  ideale  che  vi 
guida  nell'assodare  suUe  sue  vere  fondamenta  1' importante  sodalizio  scienti- 
tico,  rUnione  Zoologica  Italiana,  di  cui  vedo  qui  i  piu  illustri  ed  1  piii  strenui 
promotori. 

Perche  i  vostri  nobili  propositi  non  fossero  in  nessuna  guisa  frustrati,  il 
Comitato  ordinatore  nulla  ha  trascurato,  giovandosi  tanto  della  premurosa 
condiscendenza  delle  Autorita  politiche  ed  amministrative,  quanto  della  liberalita 
cortese  del  Capo  dell'Ateneo,  nonche  dei  Direttori  degli  Stabilimenti  scientifici 
di  diverso  ordine,  e  quindi  sentirebbe  di  mancare  ai  suoi  doveri  se  oggi  nello 
inaugurare  i  lavori  del  Convegno  non  ricordasse  per  mezzo  mio  dapprima  il 
Prefetto  della  provincia  che  col  maggior  zelo  si  e  fatto  interpetre  presso  il 
Ministero  dei  lavori  pubblici  delle  nostre  richieste  per  gli  usati  ribassi  suUe 
ferrovie  e  sui  piroscafi  soUecitandone  1' accoglimento.  Devo  poi  ricordare  il 
Regio  Commissario  municipale  che  pur  contrastato  tra  il  volere  ed  il  pofcere, 
tra  il  desiderio  suo  e  lo  stato  delle  esauste  finanze  comunali  non  ha  mancato  di 
attestare  interessamento  e  riguardi  all'  importante  Convegno. 

L'Ammiraglio  Capo  del  Dipartimento  marittimo  va  altresi  a  voi  segnalato. 
Accolse  la  nostra  preghiera  di  accordarci  per  un  giorno  un  vapore  della  Regia 
Marina  con  tanto  cortese  aggradimento  che  non  ci  fece  sentire  neppure  per  un 
istante  1' esitanza  di  una  pbssibile  negativa,  e  poi  dimani  V  Ercole,  1' agile  in- 
crociatore,  vi  trasportera  jjel  Golfo  e  nella  successione  di  quegli  splendidi  pa- 
norarai  che  ammirerete  lungo  le  spiaggie  avrete  a  fondere  in  un  inno  solo  alle 
uaturali  bellezze  la  terra,  il  cielo  ed  il  mare. 

Ben  meritato  e  stato  I'  applause  col  quale  avete  accolto  il  saluto  del  Ret- 
tore  magnifico,  che  nulla  ha  omesso  per  contribuire  alia  riuscita  di  questa  fe- 
sta  scientifica,  ed  un  ringraziamento  va  tributato  al  Presidente  generate  della 
Societa  Reale  che  ci  ospita,  come  altresi   al    Direttore    del   Museo  nazionale  e 


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degli  scavi  di  Pompei,  nonche  al  Direttore  del  Museo  di  S.  Martino.  Dietro 
r  autorizzazione  specials  di  Sua  Eccellenza  il  Ministro  d'istruzione  pubblica  il 
primo  ha  consentito  che  tutti  i  Congressisti  avessero  ingresso  libero  nei  giorni 
10  e  12  al  Museo  nazionale  ed  lia  disposto  che  in  loro  onore  si  esegua  uno 
scavo  in  Pompei  a  Congresso  finite.  II  secondo  poi  ha  permesso  che  per  tutti  i 
quattro  giorni  di  durata  del  Congresso  gl' intervenuti  avranno  libera  1' entrata 
al  Museo  di  S.  Martino. 

E  non  ho  ancora  finito.  Devo  additare  alia  vostra  particolare  gratitudine 
il  benemerito  e  glorioso  Direttore  della  Stazione  Zoologica.  Virtuahnente 
egli  e  stato  magna  pars  del  Comitato  ordinatore,  ed  ha  disposto  che  non 
solo  I'Acquario  con  le  sue  vasche,  con  i  suoi  laboratori  e  con  la  biblioteca 
sia  aperto  ai  Congressisti,  ma  ha  coucesso  il  vaporino  della  Stazione  col 
personale  ad  hoc  diretto  dal  dott.  Lobianco,  affinche  la  gita  pel  Golfo  riesca 
sommamente  istruttiva.  sia  verameute  I'esplicazione  del  vecchio  motto  ora- 
ziano :  utile  didci.  Ed  int'atti  assisterete  a  saggi  di  dragaggio  ed  a  pesche 
pelagiche  nei  punti  piu  ubertosi  del  nostro  Golfo,  cosicche  vedrete  come  questo 
mai'e  non  ha  piu  segreti,  non  ha  piu  tesori  nascosti  e  nulla  piii  si  sottrae  alia, 
indagine  degli  studiosi.  E  cosi  avrete  pure  completa  idea  dell'opera  della  Sta- 
zione Zoologica,  che  ben  a  ragione  si  puo  dire  abbia  iniziata  una  nuova  era 
per  lo  studio  della  organizzazione  e  della  vita,  clie  anzi  ben  puo  considerarsi  una 
[Jniversita  sui  generis,  nella  quale  per  I'accorrere  di  studiosi  d' ogni  parte  del 
mondo  civile  e  di  diverse  grade  di  cultura,  da  quelle  che  fa  i  primi  passi  alio 
scienziato  insigne,  si  ha  un  insieme,  in  cui  i  piu  sono  contemporaneamente 
maestri  e  discepoli  e  si  realizza  cesi  1'  ideale  della  scuola,  la  scuola  animata 
da  perenne  dialogo  tra  il  maestro  che  parla  e  il  discepolo  che  e  preso  dalia 
febbre  dell'apprendere. 

Come  vedete,  a  Signori,  nulla  il  Comitato  ordinatore  ha  trascurato  per 
adempiere  al  sue  onerevole  mandato.  Nei  laverio  ansiose  della  preparazione 
ci  ha  sorretto  il  pensiero  che  si  sarebbe  in  ogni  mode  contribuite  ad  assodare 
r  Unione  Zoologica  Italiana,  quest'  accolta  di  studiosi  di  tutti  i  rami  della 
scienza  della  organizzazione  e  della  vita  animale.  La  Zoologia;  a  somiglianza 
d' un  fiume  che  nasce  misero  e  poi  gradatamente  s' ingrossa  per  il  mescolarsi 
dei  successivi  confluenti  sine  a  divenire  navigabile,  la  zoologia  ha  esteso  i  suoi 
cenfini  ed  eggi  accomuna  diversi  crdini  di  studiosi,  quali  gli  zoologi,  gli  anato- 
mici,  gl'istelogi,  i  fisielegi,  gli.  embrielegi,  i  paleontologi,  gli  anatomist!  pa- 
tolegi,  ecc. 

E  poi  sommamente  simbolico  ed  augurale  che  una  Societa  iniziatasi  a 
Pavia,  affermanasi  a  Bologna,  venga  a  prendere  le  sue  naturali  proporzioni  a 
Napoli.  In  questo  cammino  vediame  conseciate  il  legame  geografice  alio  sto- 
rico-scientifico  ed  al  politico,  la  consociazione  degli  scienziati  italiani  del  Nerd 
a  quelli  del  Sud,  cospiranti  ad  un  altissimo  ideale,  ad  un  altissimo  intento, 
quale  e  T  illustraziene  completa  e  sotte  tutti  gli  aspetti  della  intera  fauna 
italica,  dalla  lacuale  alia  marina,  da  quella  delle  zone  alpine  alia  fauna  insulare 
e  dei  versanti  appenninici. 

II  Presidente  dell' Unione  Prof.  Corrado  Parona  dichiara  aperti  la  seconda 
Assemblea  ordinaria  ed  il  Cenvegno  dell' Unione  Zoologica  Italiana  col  discorso 
che  segue : 


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Signore,   Signori, 

Giammai  come  in  questo  moniento  ho  desiderate  il  dono  della  frase  or- 
nata,  le  risorse  dell'arte  oratoria,  per  potere  esprimere  riiitimo  seiitimento  del- 
I'animo  niio. 

Siate  pero  indulgenti  alia  disadorna  e  breve  mia  parola,  die,  interprete 
sicura  dell'Unione  Zoologica  Italiana,  uell'atto  che  essa  qui  si  raduna,  reca  un 
salute  entusiasta  alia  Regina  del  Tirreno,  porge  alle  Onorevoli  Rappresen- 
tanze  del  Governo,  del  Comune  ed  a  quanti,  col  lusinghiero  loro  intervento, 
voUero  rendere  piu  solenae  questa  seduta  inaugurale,  un  saluto  devoto,  e 
sentitissime  azioni  di  grazie. 

Al  magnifico  Rettore  del  glorioso  Ateneo  ed  alia  Societa  reale  che  colla 
tradizionale  ospitalita  ci  accolgono  in  quest' Aula  in  cui  echeggiarono  le  sa- 
pienti  parole  di  tanti  chiarissiini  nelle  Universe  discipline,  porto,  con  animo 
grato,  un  I'iverente  ossequio  ;  ai  Colleghi,  qui  accorsi  d'  ogni  parte  della  nostra 
penisola  il  benvenuto  cordiale,  ed  agli  assenti  un  memore,  fraterno  saluto. 

'Mi  si  permetta,  o  Signori,  brevissimo  cenno  sui  primi  passi  fatti  dalla 
Istituzione  nostra,  la  quale,  per  quanto  al  tutto  novella,  si  e  in  oggi  gia  tanto 
invigorita,  da  assicurarci,  lo  dichiaro  con  soddisfazioue,  sicuro  e  lieto  avvenire. 

Allorquando  quasi  un  anno  fa,  in  questi  stessi  giorni,  non  pochi  zoologi 
italiani  si  raccoglievano  per  la  prima  volta  nella  vetusta  Pavia,  gettandovi  le 
basi  per  una  Unione  Zoologica  Italiana,  non  era  lieve  nei  piii  la  trepidazione 
peril  successo  deli' impresa.  II  risultato  supero  I'aspettativa  e  le  sorti  della 
uuova  Associazione  furono  in  breve  assicurate  ;  sia  pel  largo  numero  degli 
aderenti,  sia  perche  essi  rappresentavano  tutte  le  scuole  e  le  varie  region!  del 
nostro  paese. 

L'  Unione  Zoologica  Italiana  divenne  tale  non  solo  di  nome,  ma  ancora 
di  fatto. 

Viute  cosi  le  prime  difficolta  che,  ognun  sa,  in  ogni  cosa  sono,  se  non  le 
maggiori  le  piu  ardue,  con  plena  fiducia  il  Sodalizio  nostro  attese  al  lavoro 
per  prepararsi  degnamente  al  Convegno  di  Bologna,  che  ebbe  luogo  nel  set- 
tembre  scorso  ;  con  tanto  buon  esito    e  con  nostro  intimo  compiacimento. 

II  Rendiconto  di  tale  prima  Assemblea  stato  pubblicato,  attesta  infatti  il 
valore  e  la  varieta  d'argomenti  scientifici  trattali,  e  la  lavga  partecipazione  di 
soci.  Vivissimo  restera  nell'  animo  nostro  il  ricordo  delle  accoglienze  fatte 
all'  Unione  dalla  corfcese  e  dotta  Bologna;  auspice  il  Presidente  nostro  e  tutto 
il  Coniitato  ordinatore,  che  tanto  opero  perche  la  prima  pi-ova  trionfasse. 

Questo  fortunato  prirao  Congresso  non  fu  ultima  ragione  per  cui  I'Uuione 
Zoologica  acquistasse  il  favore,  e  divenisse  centro  sempre  maggiore  d'attra- 
zione  degli  zoologi  connazionali. 

II  cammino  rapidamente  compiuto  ci  allieta  e  ci  incuora  a  bene  sperare 
per  I'avvenire  della  nostra  Societa,  sicuri  che  essa  non  solo  continuera  nella 
via  intrapresa,  ma  assurgera  a  meta  occelsa. 

Con  tale  fede,  1' Unione  Zoologica  s'  accinge  in  Napoli  a  nuova  prova  della 
sua  attivita ;  fidente  appieno  nell'opera  indefessa  del  benemerito  Comitate  or- 
dinatore napoletano  che  fin  d'ora,  a  nome  di  tutci,  ringrazio. 

Certamente  I'impegno  diviene  ora  arduo,  giacche  qui  appunto  la  biologia 
ebbe   tradizioni  splendide,  attraverso    i  secoli,  giungendo  all'  apogeo,  col   sor- 


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gere  di  quella  istituzione  mondiale  —  la  Stazione  Zoologica  —  faro  luminosis- 
simo  degli  studi  nostri. 

Napoli,  prediletta  dalla  natura,  oltre  all'  ingegno  vivace  de'  suoi  abitanti, 
alio  splendore  del  paesaggio,  ebbe  il  dono  invidiato  d'un  mare  che  custodisce 
preziosi  tesori  di  nostra  scieiiza,  e  che  percio  a  ragione  fu  meta  costante  e  for- 
tunata  agli  studios!  di  zoologia  marina. 

Forse  a  quests  natnrali  condizioni  di  cose  devesi  la  causa  precipua  che 
rese  insigne  e  benemerita  in  ogni  tempo  e  presso  tutte  le  nazioni  civili  la 
scuola  zoologica  napoletana. 

Q'uesta  scuola  che,  siccome  avvenne  per  tutte  le  discipline  scientifiche, 
segui  in  passato  iudirizzo  ben  diverso  dell'odierno,  per  1' influsso  delle  idee 
biologiche  dominant!,  va  nondimeno  gloriosa,  voi  lo  sapete,  per  il  numero  e 
pel  valore  de!  cultori,  che  lasciarotio  traccie  iraperiture  delle  opere  loro ;  sic- 
come  voile  recentemente  mettere  in  plena  luce,  con  sentiment©  di  patrio  aiFetto, 
un  nostro  egregio  amico  ('). 

L'antichissima  scuola,  che  trasse  le  sue  prime  origin!  nei  secoli  sedicesimo 
e  diciassettesimo,  fu  ijifatti  splendidamente  iniziata  da  un  Ferrante  Imperato, 
da  un  G.  B.  Delia  Porta,  e  da  un  Fabio  Colonna,  che  da  soli  ben  bastano  a 
persuaderci  con  quali  preludi  ebbe  a  presentarsi  al  mondo  meravigliatoi 

Marc' Aurelio,  Severino,  Carlo  Musitano,  Leonardo  da  Capua;  Astorini.  To- 
maso  d'Aquino  ed  il  «  dottissim.o  »  Borrelli,  aggiunsero  in  appresso  fama  a 
questa  scuola.  che  nel  diciottesimo  secolo  ando  sempre  piu  arricchendosi  di 
maestri,  cui  la  nostra  scienza  va  debitrice  di  nuovi  orizzonti  ;  di  nuove  scoperte 
anatomiche ;  e  d'una  piu  intima  conoscenza  della  meravigliosa  fauna  marina, 
nonche  della  terrestre,  di  questa  bella  parte  d'  Italia.  E  non  pochi  di  ess!  fu- 
rono  tali  da  lasciar  nome  veramente  illustre. 

Cirillo,  Macri,  Poli,  Cavolini,  Sangiovanni,  Delle  Chiaje,  Petagna,  Bri- 
o-anti  ed  altri,  la  storia  della  scienza  ben  ricorda ;  giungendo  con  serie  non 
interrotta  lino  a!  due  Costa,  che  considerar  si  possono  come  gli  ultimi  degni 
maestri  della  scuola  napoletana;  la  quale  rigogliosa  fu  sempre,  e  fu  indispen- 
sabile  all' inizio  della  nuova. 

Ottimamente  disss  il  nostro  Monticelli,  che  se  cou  Achille  Costa  si  estinse 
I'antica  scuola  napoletana,  questa  si  rinnovello  per  un  nuovo  germoglio,  che 
ne  continue  con  molto  onore  la  tradizione. 

Paolo  Panceri  e  Salvatore  Trinchsse,  entrambi  rapiti  alia  scienza  nel  mi- 
gliore  della  vita  e  nel  piu  promettente  periodo  di  loro  attivita  scientifica, 
consolidarono,  gia  nel  suo  sorgere,  il  nuovo  indirizzo ;  e  per  questa  scuola 
segnarono  orme  chs  saranno  incancellabili,  per  qualsiasi  mutare  di  metodo ; 
come  imperituro  sara  per  ess!  il  culto  che  si  tributa  ad  ogui  sagace  ed  onesto 
indagatore. 

La  scienza  nostra  che  pote  vantare  qui  tante  tradizioni  scolastiche,  ebbe 
in  ultimo  la  sorama  ventura,  come  diss!,  che  una  Istituzione  mondiale  —  la 
Stazione  Zoologica  —  vi  sorgesse  ;  superati  ostacoli  d'ogni  guisa,  auspice  la 
perseverante  attivitk  d'uno  scienziato  sommaraente  benemerito,  il  prof.  Antonio 
Dohrn,  cui  mai  verri  meno  la  riconoscenza  de!  cultori  della  zoologia. 

Negli  ampi!  acquari,  industremente  costrutti  coll'  armonico   concorso    del- 


(')  Monticelli  Fr.  Sav.  —  L;i  scuola  zoologica    napoletana.  —  Prelezione   inaugurale  del  corso 
di  Zoologia,  letta  il  H  marzo  1000  iiella  H.  TJniversitd  di  Napoli. 


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I'arte  e  della  scienza  e  ora  possibile  cl'assistere  alia  vita  del  mare,  spingen- 
dovi  I'avido  sguardo,  e  sopratutto  di  praticarvi  lo  studio  dei  piu  svariati  e 
rari  animali  di  cui  va  ricco  questo  incantevole  mare.  Ne  va  dimenticato  come 
lo  studioso  ivi  puo  superare  una  delle  precipue  difficolta,  che  ognuno  incontra, 
coU-a  biblioteca  veramente  unica,  e  con  ricco  e  siffatto  matei'iale,  da  poter  vin- 
cere  ogni  difficolta,  siccome  la  scienza  odierna  esige  per  le  metodiche  ricerche. 

Tanto  concorso  di  fortunate  circostanze  rende  la  Stazione  Zoologica  il  la- 
boratorio  ideale ;  favorendolo  ancora  il  generoso  ajuto  di  maestri  nella  scienza 
nostra,  che  prodigano  agli  studiosi,  che  qui  accorrono,  cosi  larga  ospitalita. 

L' Istituto  riesce  di  latto  internazionale  ed  e  per  tal  modo  viucolo  poten- 
tissimo  di  fratellanza  fra  i  cultori  della  zoologia;  e  di  la  irradia  luce,  che  ri- 
schiara  i  piu  coutroversi  ed  ardui  problem!  della  scienza  nostra. 

Ad  Antonio  Dohrn,  che  un  quarto  di  secolo  fa  qui  fondava,  col  migliore 
indirizzo  moderno,  1'  insigne  Istituto,  ordinamento  e  decoro  del  nostro  paese, 
indirizziamo  rispettoso  saluto  ;  espressione  della  riconoscenza  nostra  di  zoologi 
e  di  italiani. 

Sotto  I'egida  della  scuola  napoletana  e  del  grandiose  Istituto  zoologico, 
convenendo  noi  neH'ospitale  metropoli  partenopea,  a  render  ragione  dei  nostri 
studi:  e  per  riaftermare  la  costituzione  deU'Unione  Zoologica,  il  successo  non 
potra  essere  che  assicurato.  Continuiamo  quindi  T  opera  nostra  col  proposito 
d' imprimere  quell' impulso  che  e  necessario  nello  studio  della  zoologia,  intesa 
nel  suo  piu  ampio  significato. 

Signori ;  la  nostra  scienza,  pur  essendo  fondamentale  ai  vari  rami  del 
sapere,  non  e  scienza  che  ai  piu  s'imponga  per  utili  immediati;  non  puo  aspi- 
rare,  e  pur  vero,  agli  inebbrianti  successi  delle  consorelle,  la  fisica,  per  ci- 
tarne  una  soltanto,  che  per  opera  del  genio  italiano  raggiunse  d'un  tratto  cime 
eccelse,  rinnovando  la  vita  del  mondo. 

Compito,  in  apparenza  piu  modesto,  spetta  alia  scienza  nostra.  AI  paziente, 
assiduo  lavoro  di  essa  lo  svelare  gli  intimi  segreti  della  natura  animale  ;  lo 
studiare  le  leggi  fondamentali  della  biologia,  preparando  alle  scienze  aftini 
basi  non  fallaci.  Le  odierne  vedute  dell'  antropologia,  della  filosofia  positiva, 
della  scienza  del  diritto  e  di  tante  altre,  basano  sulle  risultanze  delle  ,mo- 
derne  indagini  di  Biologia  ;  donde  1'  affaticarsi  degli  studiosi  delle  leggi  del 
pensiero,  dall'  ojjera  sublime  del  genio  alio  obbrobrioso  delitto  -  del  delin- 
quente, 

A  cosiffatto  novello  indirizzo  lo  studio  delle  leggi  che  governano  la  vita 
dei  popoli;  i  nuovi  orizzonti  delle  scienze  sociali,  all'evoluzione  graduale  e 
paziente  delle  quail,  sara  premio,  col  nuovo  secolo  un  pin  lieto  avvenire  della 
vita  sociale. 

Inspirati  al  culto  intense  della  scienza  nostra,  dalla  veste  modesta,  ma 
dalle  eccelse  aspirazioni,  raccogliamoci  al  lavoro. 

A  Pavia,  nel  primo  convegno,  invocammo  il  gran  genio  di  Lazzaro  Spal- 
lanzani;  a  Bologna  ci  ispirammo  al  Aldrovandi,  a  Malpighi ;  ed  ora,  rievo- 
cando  le  belle  tradizioni  della  Scuola  Zoologica  napoletana,  qui  accingiamoci» 
con  Concorde  ardore,  alia  nuova  rassegna  del  lavoro  compiuto  dalle  varie  scuole 
italiane,  guidati  tutti  dall'amore  alia  scienza  ed  al  culto  del  vero. 

Fortunati  se  queste  nostre  fatiche  varranno  a  recar  lustro  alia  scienza  ed 
onore  alia  patria  nostra. 


—  172  — 

II  Segretario  deU'Uuione  Prof.  Monticelli  legge  la  seguente  relazione  annuale 
suU'andamento  scientifico  ed  amministrativo  dell'Unione  Zoologica  Italiana  du- 
rante r anno  1900: 

Qaando  neU'Assemblea  e  Convegno  zoologico  uazionale  di  Bologna  fu  desi- 
gnata  Napoli  a  sede  della  seconda  Assemblea  deH'Unione,  uel  ringraziare  a  norae 
del  miei  colleghi  e  della  mia  citta  per  questo  cortese  ananime  voto  deU'Assem- 
blea,  mi  auguravo.  ed  in  questo  augurio  tutti  si  associarono,  che,  al  Convegno  di 
Napoli,  I'Unione  fosse  veramente  completa  per  I'adesione  a  questa  di  tutti  quel 
colleghi  zoologi  che  non  appartenevano  ancora  all'Unione.  E  son  lieto  oggi  di 
poter  constatare  come  il  nostro  coraun  voto  e  compiuto,  perche  molti  di  quei 
colleghi  che  noi  tutti  avevamo  caro  fossero  tra  i  socii,  sono  entrati  a  far  parte 
dell'Unione:  e  questo  ci  e  arra  e  speranza  che  aU'Unione  aderiranno,  in  tempo 
non  lontano,  anche  gli  altri  che,  pur  non  socii,  a  questa  s'  inteiessauo,  por- 
tando  nel  convegno  presence  il  contributo  delle  loro  comunicazioni.  In  un  auno 
appena  dalla  sua  costituzione  in  Pavia,  la  nostra  Unione  ha  preso  un  con- 
siderevole  sviluppo:  essendo  i  nostri  socii  in  brevissimo  tempo  gik  in  numero 
di  circa  duecento,  con  un  crescente  aumento  che  incoraggia  1' iniziativa  presa 
ed  assicura  vita  prospera  e  rigogliosa  all'  Unione.  E  questo,  nel  suo  primo  anno, 
gia  il  secondo  Convegno  nel  quale  essa  si  riunisce,  ed  il  numero  degli  aderenti. 
il  doppio  circa  di  quelle  del  precedente  di  Bologna,  e  le  molte  comunicazioni 
scientifiche  anuunziate,  sono  una  novella  pruova  della  attivita  dell'Unione,  che 
continua  le  buone  tradizioni  iniziate  a  Bologna,  come  fa  fede  il  Rendiconto  delle 
sedute  del  primo  Convegno,  che  il  Consiglio  Direttivo  presenta  all'Assemblea. 
E,  mentre  constatiamo  con  compiacenza  il  successo  ottennto  dalla  costituzione 
della  Unione  Zoologica  Italiana,  mi  e  grato  comunicare  all'Assemblea  le  lusin- 
ghiere  congratulazioni  ed  augurii  che  ci  hanno  inviate  con  cortese  sollecitudine 
le  societa  consorelle  estere  e  nazionali,  alle  quali  la  Presidenza,  per  incarico 
dell'Assemblea  di  Bologna,  comunico  I'avvenuta  costituzione  dell'Unione  Zoolo- 
gica Italiana  ed  il  suo  primo  convegno. 

II  Consiglio  direttivo  ha  curato  che  tutto  quanto  fu  deliberato  dall'  Assem- 
blea di  Bologna,  fosse  tradotto  in  atto,  sia  col  trasmettere  i  voti  da  questa  fatti 
per  questioni  scientifiche  e  didattiche  a  chi  di  ragione,  sia  col  sollecitare  le  com- 
missioni  incaricate  per  lo  studio  delle  pubblicazioni  della  Unione.  E  gia  la  con- 
venzione  col  Monitore  Zoologico,  perche  esso  sia  I'organo  ufficiale  per  la  pub- 
blicazione  degli  Atti  dell'Unione  ed  i  Rendiconti  delle  sue  sedute,  e  un  fatto 
compiuto  e  non  manca  che  I'approvazione  definitiva  deU'Assemblea.  E  la  com- 
missione  per  la  fondazione  deH'AucHivio  zoologico  italiano,  da  pubblicarsi  sotto 
gli  auspici  dell'  Unione  Zoologica  Italiana,  che  e  puo  dirsi  tra  gli  scopi  principali 
di  questa,  riferira  sulle  trattative  fatte,  e  su  quelle  ulteriori  che  si  propone  an- 
cora di  fare,  per  rendere  possibile  la  pubblicazione  di  questo  giornale,  che  sup- 
plisca  al  bisogno  sentito  da  tutti  gli  studiosi  di  zoologia,  di  una  pubblicazione 
che  permetta  la  stampa  dei  lavori  italiani,  in  Italia  ed  in  lingua  italiana,  con 
quel  decoro  e  corredo  di  tavole  illustrative  che  offrono  i  giornali  stranieri  del 
genere. 

Nella  presente  Assemblea,  inoltre,  dovranno  discutersi  il  Regolamento  so- 
ciale  e  quelle  mutazioni  di  forma  nello  Statuto,  che,  come  fu  diohiarato  a  Bo- 
logna dal  Consiglio  direttivo,  furono  reputate  necessarie  per  coordinare  gli  ar- 
ticoli  del  Regolamento  con  quelli   dello  Statuto.   Infine  dal  Bilaucio  consuntivo 


—  173  — 

che  il  Consiglio  direttivo  presentera  all'Assemblea,  questa  potra  ancora   giudi- 
care  come  sieno  favorevoli  le  condizioni  economiche  dell'Uuione. 

Da  questa  breve  e  sommaria  relazione  deH'andamento  scientifico  ed  arnmi- 
nistrativo  dell' Unions,  uel  suo  primo  anno  di  vita,  possiamo  trarre  i  migliori 
auspicii  per  I'avvenire  del  nostro  sodalizio,  perche  esso,  serapre  piu  prosperando, 
possa  rispondere  agli  scopi  che  si  prefigge  nel  comune  iuteresse  dei  zoologi,  pel 
progresso,  in  Italia,  della  scieaza  zuologica  intesa  nel  suo  piu  vasto  significato. 

II  Presidente  Parona  comunica  una  lettera  del  Vice-Presidente  Prof.  Pavesi 
che  si  scusa  di  non  potere  iutervenire  all'adunanza,  trattenuto  a  Pavia  dalla  sua 
carica  di  Sindaco  ed  invia  un  cordiale  saluto  a  tutti  i  coUeghi,  augurando  che 
il  convegno  riesca  importaiitissimo,  deguo  della  citta  in  cui  s'  aduna  e  sia  una 
nuova  e  piu  salda  afferma/.ione  della  Unione  Zoologica  Italiana. 

II  Segretario  MonJicelli  comunica  che  il  numero  degli  aderenti  al  Convegno 
ha  raggiunta  la  cifra  di  110  (70  socii  e  40  non  soeii)  e  da  lettura  delle  lettere 
e  dei  telegrammi  dei  socii  che,  impediti,  si  scusano  di  non  potere  iutervenire: 
tutti  bene  augurando  alia  riuscita  del  Convegno. 

II  Segretario  inforraa  I'Assemblea  delle  lettere  di  congratulazioni  perve- 
nute  air  Unione  dalle  Societa  estere,  alle  quali,  per  deliberazione  deU'Assem- 
blea  di  Bologna,  fu  comunicata  la  costituzione  dell' Unione  zoologica  e  I'avvenuto 
suo  primo  Convegno.  A  nome  del  Prof.  Romiti,  che  si  scusa  di  non  essere  pre- 
sente  alia  sediita  inaugurale,  comunica  i  saluti  che  egli  e  incaricato  di  portare 
airUnione,  dai  colleghi  francesi  riuniti  al  Congresso  anatomico  di  Lione. 

V 

Nel  pomeriggio  i  congressisti  si  recano  alia  Stazione  zoologica  di  Napoli. 
cordialmente  accolti  dal  Prof.  A.  Dohrn,  direttore,  e  da  tutto  il  personale  che 
li  ha  guidati  nella  visita  dell'Acquario  e  dei  Laboratorii  di  quell' importantis- 
simo  istituto  scientifico. 


La  sera  i  congressisti,  iuvitati  ad  un  amichevole  convegno  dai  socii  della 
Societa  di  naturalist!,  sono  iotervenuti,  con  le  signore,  nella  veranda  del  gran 
caffe  Calzona  (Galleria  Umberto  I)  dove  sono  stati  loro  off'erti  dei  rinfreschi.  II 
Presidente  della  Societa,  Prof.  Monticelli,  ha  salutati  gli  zoologi  convenuti  a 
nome  di  questo  sodalizio,  che  ha  colta  I'opportunita  di  festeggiare  il  vigesimo 
di  sua  fondazione  dando  il  benvenato  ai  socii  dell' Unione,  fra  i  quali  sono  lar- 
gamente  rappresentati  quelli  della  Societa.  II  Prof.  Parona  risponde  ringraziando 
a  nome  della  Unione. 

Dopo,  i  congressisti  si  sono  recati  al  R.  Teatro  San  Carlo  nei  palchi  cor 
tesemente  messi  a  loro  disposizione  dal  Municipio. 


Giovedi  11  Aprile. 

Seduta    antimeridiana 

(Sala  dellii  Societa  Eeale). 

II  Presidente  da  lettura  delle  norme  per  regolare  le  sedute  del  Convegno 
-e  I'Assemblea  le  appi-ova  ad  unanimita. 

II  Segretario  comunica  ai  soci  1'  invito  della  Presidenza  del  Congresso  Zoo- 


174  — 


logico  internazionale  di  Berlino  ad  intervenirvi  e  poue  a  disposizione  dei  socii 
i  programrai  e  le  schede  di  adesione. 

II  Presidente  annunzia  aU'assemblea  la  morte  del  Prof.  Bizzozero  e  che  la 
presidenza,  interpetrando  i  sentiment!  dei  socii,  ha  telegrafato  condoglianze 
a  noma  dell' Unione.  L'Assemblea  plaude  all' iniziativa  della  presidenza  e  su 
proposta  Todaro  si  delibera  un  telegramma  al  Sindaco  di  Varese  perche  rappre- 
senti  rUnione  ai  funerali. 

II  Segretario  comunica  una  lettera  di  Grassi  che  propone  di  mandare  un 
telegramma  al  Ministro  dell'Istruzione  on.  Nasi  particolarraente  favorevole 
all'incremento  degli  studii  zoologici  in  Italia  e  I'Assemblea  approva  il  testo  del 
telegramma,  proposto  dalla  presidenza,  che  viene  spedito  seduta  stante. 

II  Presidente  da  quindi  la  parola  ai  socii  per  le 

Comunicazioni  scientifielie. 

Todaro.  —  L'organo  renale  delle  Salpe.  (Sunto). 

Finora  l'organo  renale  delle  Salpe  era  rimasto  scoiiosciuto.  L' A.  esamina 
e  discute  gli  organi  che  da  altii  osservatori  erano  stati  interpretati  come  reni 
nelle  -Salpe.  Dimostra  che  gli  organi  laterali,  cosi  caratteristici  in  tutte  e  due 
le  forme  del  gen.  Cydosalpa  e  uella  forma  solitaria  del  gen.  Helicosalpa  {'■),  che 
H.  Muller  aveva  indicate  come  reni,  e  G.  Cuvier  come  ovario,  sono  pura- 
mente  glandole  omopoietiche;  e  che  la  glandola,  la  quale  in  tutti  i  tunicati 
circonda  I'ultiraa  parte  dell'  intestino  e  col  suo  lungo  condotto  escretore  sbocca 
in  quella  pai-te  del  tubo  digerente,  piu  o  meiio  sviluppata  second©  la  specie, 
che,  stando  fra  I'esofago  e  1' intestino,  viene  indicata  come  stomaco,  non  puo 
essere  un  rene  com' e  stato  da  alcuni  sostenuto,  poiche  in  essa  manca  ogui 
indizio  di  secrezione  renale.  L'A.  nou  crede  neppure  che  questa  glandola. 
quantunque  abbia  la  struttura  tubulare,  possa  essere  interpretata  quale  fegato 
come  altri  hanno  creduto,  per  il  fatto  che  in  nessuna  ^delle  sue  parti  si  rin- 
vengono  pigment!  biliari,  anz!  le  sue  cellule,  piccole  e  cubiche,  sono  chiare  e 
segregano  un  liquido  incolore  che  si  versa  iiello  stomaco.  Crede  anche  erro- 
nea  I'opinione  di  C.  Ap  stein  il  quale  non  avendo  veduto  lo  sbocco  del  con- 
dotto di  questa  glandola,  ne  ricouosciuta  la  sua  struttura,  I'ha  descritta  nella 
forma  aggregate  dell'  Helicosalpa  virgula  come  una  rete  vascolare.  Se- 
condo  I'A.  invece  essa  non  e   altro  che   una   glandola    dello  stomaco. 

L'organo  renale  delle  Salpe  scoperto  ora  dal  Todaro,  corrisponde  a  quelle 
delle  Ascidie,  nelle  quali  fu  veduto  la  prima  volta  da  S.  Delle  Chiaje  nel 
1841  e  studiato  dopo  in  tutti  i  suo!  particolari  dal  Ivrohn,  dal  Kupfer,  e  da 
Ed.  VanBeneden  e  C.  Julin. 

L'A.  ha  trovato  quest'organo  uelle  pareti  dell'esofago  di  ambedue  le  forme, 
aggregata  e  solitaria,  deW Jlelicosalpa  virgula  e  della  Cyclosalpa  pinnata  che 
hanno  1' intestino  non  avvolto  a  nucleo.  Peru  in  quest'ultima  e  molto  rudi- 
mentale,  mentre  e  assai  pronunziato  nella  prima,  della  quale  I'A.  ha  date  una 
minuta  descrizione,  illustrandola  con  numerose  figure  e  dimostrando  i  relativi 
preparati,  descrizione  che  riassumiamo  ora  brevemente. 


(,')  L'A.  ai  tlue  geueri,  Salpa  e  Cyclosalpa,  aggiunge  un   teizo  genere  col  nome  di  Helicnsnlpa. 
Le  ragioni  sn  le  qnali  fontla  questo  nuovo  genere  saranuo  da  lui  esposte  in  altro  lavoro. 


175 


'NelV Helicosalpa  virgula,  in  ambedue  le  forme,  I'esofago  e  diviso  in  tre  parti 
per  tutta  la  sua  lungliezza:  una  inediana,  la  quale  coinincia  con  una  larga 
dilatazione  ampollare  e  si  contiuua  in  basso  a  forma  di  tube  che  va  ad  api"irsi 
nello  stomaco  in  mezzo  ai  due  ciechi  stomacali;  due  laterali  che  conservano 
sempre  la  forma  tubulare  e  formano  due  condotti  che  sboccano  nel  principio 
dei  predetti  ciechi.  Longitudinalmente  il  tubo,  o  condotto  mediano,  e  separato 
dai  due  tubi  o  condotti  laterali  per  due  bruschi  strozzamenti  longitudinali  della 
parete,  la  quale,  esternamente,  in  corrispondenza  agli  strozzamenti,  presenta 
quattro  solchi  longitudinali,  due  dorsali  e  due  ventrali,  che  segnano  nettamente 
la  separazione  fra  la  parte  mediana  e  i  due  condotti  laterali  dell'esofago. 

L'A.  nota  che  tanto  nella  forma  solitaria  quanto  in  quella  aggregata  del- 
V  Helicosalpa  virgula,  il  bolo  alimentare,  avvolto  dal  muco,  decorre  esclusiva- 
mente  nell'ampolla  e  nel  condotto  mediano  dell'esofago,  donde  passa  quasi 
direttamente  nell' intestine  ;  raentre  nei  due  condotti  laterali  e  nei  due  ciechi 
si  trova  sempre  un  liquido  e  mai  traccia  di  bolo  alimentare. 

L'organo  renale  in  ambedue  le  forme  delV  Helicosalpa  rirgula  e  pari,  cioe 
uno  destro  e  I'altro  sinistro,  coUocati  rispettivamente  nella  parete  destra  e 
sinistra  dell' arapolla  esofagea,  donde  ciascuno  manda  lungo  il  condotto  me- 
diano un  sottile  prolungamento  che  va  a  raggiungere  lo  stomaco  fra  i  due 
fondi  ciechi  e  nella  forma  solitaria  si  estende  nella  parte  prossima  delT  inte- 
stine. Tale  organo  si  comincia  a  sviluppare  nella  parete  deU'ampolla  contem- 
poraneamente  alia  prima  comparsa  dei  muscoli  del  corpo  deU'auimale.  E  costi- 
tuito  da  due  parti  :  una  profonda,  circondante  immediatamente  1'  epitelio  del- 
l'esofago, e  composta  di  vescicole  ripiene  di  concrezioni  uriche  ;  I'altra  super- 
tlciale,  sovrapposta  ed  in  continuazione  con  la  prima,  risulta  di  un  tessuto 
congiuntivo  embrionale,  il  quale  e  rappresentato  da  una  sostanza  gelatinosa, 
traversata  da  un  sottilissimo  reticolo  a  larghe  maglie  fatto  da  piccolissinie  cel- 
lule pallide  che  si  rendono  visibih  co' piu  forti  ingrandimenti  dopo  la  colora- 
zione  del  loro  nucleo  col  carminio  e  con  I'ematossilina. 

Oltre  a  queste  piccolissime  cellule  si  trovano  qua  e  la  cellule  fusiforrai 
molto  piu  grandi,  le  quali,  stanno  a  ridosso  delle  maglie  delimitate  dalle  prime 
cellule  e  ripiene  dalla  sostanza  gelatinosa.  Con  lo  sviluppo  delle  vescicole  uri- 
che, che  vanno  a  formare  la  parte  profonda  dell'organo  renale,  la  gelatina  si 
discioglie  in  un  liquido  e  le  piccole  cellule  del  rispettivo  reticolo  si  moltipli- 
cano,  si  ingrandiscono  e  formano  la  parete  delle  vescicole.  In  aleune  vescicole 
questa  parete  viene  raddoppiata  dalle  cellule  fusiform!  piu  grandi. 

Lungo  i  lati  deU'ampolla  esofagea  le  vescicole  contenenti  le  dette  con- 
crezioni scoppiano  e  spariscono:  allora  le  grosse  concrezioni  cominciano  a 
disciogliersi  e  formano  uno  strato  granuloso  al  disopra  dell'epitelio,  che  risulta 
di  ammassi  granulosi  e  granulazioni  tinissime  di  colorito  bruno-giallognolo, 
che  si  osservano  pure  diifuse  nelle  cellule  epiteliali  in  corrispondenza  dei  solchi 
che  separano  I'ampolla  esofagea  dai  condotti  laterali,  donde  probabilmente  pas- 
sano  insieme  alia  parete  liquida  a  comporre  I'urina  che  decorre  in  essi.  L'A. 
per  assicurarsi  ancora  raeglio  della  natura  renale  dell'  organo  in  parola  nelle 
Salpe,  ha  tentato  la  reazione  della  muresside  nella  Helicosalpa  virgula,  come  il 
Kupfer  aveva  praticato  nella  Ascidia  complanata  Fabric,  ottenendo  lo 
stesso  risultato  e  convincendosi  in  modo  non  dubbio  della  presenza  dell'acido 
urico  nelle  vescicole  renali.  La  funzione  renale  adunque  si  compie  col  disfaci- 


—  176  — 

mento  delle  dette  vescicole  die  si  rinnovano  continuamente  a  spese  della  so- 
stanza  gelatiuosa.  Dapprima  ripiene  di  liquido  lirapido,  incolore,  si  accolgono. 
poi,  in  esse  le  concrezioni  uriche  che  per  lo  scoppio  delle  vescicole  si  risolvono 
a  poco  a  poco  nelle  granulazioni  die  penetrano  neU'epitelio,  il  quale  le  eliraina 
nella  cavita  dell'  esofago. 

Todaro  raostra  i  disegni  che  accompaguano  la  sua  nota. 

Della  Valle  amerebbe  sapere  se  Todaro  ha  potuto  avere  anche  dallo  sviluppo 
deir  individuo  derivante  da  uovo,  dei  dati  per  conoscere  la  prima  origine  delle 
vescicole  descritte. 

Todaro  risponde  che  le  vescicole  renali,  come  nelle  Ascidie  cosi  anclie  nelle 
Salpe  si  formano  a  spese  delle  cellule  del  mesenchiraa  o  tessuto  congiuntivo  che 
anche  negli  adulti  si  conserva  gelatinoso  e  costituisce  la  parte  generatrice  della 
predette  vescicole,  mano  mano  che  scoppiano  e  vengono  rinuovate.  Nelle  Asci- 
die e  stato  osservato  dal  Krohn  dal  Kupffer  e  da' signori  E.  van  Benedea 
e  C.  Julin,  lo  sviluppo  di  queste  vescicole  dalla  comparsa  della  prima  fino  alia 
formazione  di  quelle  successive  che  costituiscono  un  complesso,  Nella  Helico- 
salpa  virgala^  nella  quale  ora  ha  trovato  quest'organo,  ha  potuto  studiarlo  sol- 
tanto  nell'adulto  e  nei  giovani  individui  della  catena,  che  aveva)io  giasviluppati 
i  muscoli  e  le  zone  ciliate  del  nastro  branchiale,  ma  non  ha  potuto  studiare 
ancora  I'organo  fin  dal  suo  inizio  che  avviene  molto  tempo  prima,  cioe  contem- 
poraneamente  ai  primi  accenni  delle  fibre  muscolari,  quando  ancora  non  si  sono 
formate  le  zone  ciliate  della  brauchia. 

Orlandi  S.  —  Sulla  struttura  delV  intestino  della  Squilla  mantis.  (Sunto). 

Mentre  non  mancano  impoitanti  lavori  sulla  struttura  dell'  intestino  di 
molti  crostacei  e  sulla,  funzione  delle  loro  glandule  enzimatiche,  non  ho  tro- 
vato nessuna  osservazione  che  riguardi  gli  Stomatopodi. 

Per  I'aiiatomia  macroscopica  del  loro  sistema  digerente  si  ha  qualche 
nozione,  ma  in  gran  parte  inesatta,  Infatti  da  alcuni,  come  il  Cuvier  ed 
il  Duvernoy,  venne  considerato  come  intestino  1' intera  massa  glandulare 
che  lo  circonda,  da  altri,  che  pure  ne  riconobbero  la  vera  forma  come  il 
Meckel,  il  Milne  Edwards  e  I'Ortmann,  venne  ripetuto  1' errore  com- 
messo  dapprima  dal  Miiller,  il  quale  arametteva  che  le  glandole  e  I'intestino 
comunicassero  fra  di  loro,  lungo  tutta  I'estensione  di  questo,  per  mezzo  di 
numerosi  piccoli  condotti. 

Hiassumendo  brevemente  i  risultati  da  me  ottenuti  con  preparati  macro- 
scopici  e  con  sezioni,  ricordero  in  prime  luogo  I'anatomia  del  tubo  digerente. 

L'ampio  stomaco  cardiaco  non  e  munito  di  un  apparato  masticatore  molto 
complicate,  come  nella  maggior  parte  dei  decapodi,  ma  questo  si  riduce  ad  un 
ramo  delle  mandibole,  le  quali  biforcandosi  si  introducono  verticalmente  nella 
soprastante  cavita.  II  fondo  dello  stomaco  e  inoltre  ricoperto  da  una  lamina 
chitinosa,  ma  essa  funziona  solo  da  valvola  fra  la  parte  cardiaca  e  la  pilorica. 

L'intestiuo,  rettilineo,  si  puo  distinguere,  anche  per  la  sua  forma  esteriore, 
in  medio,  che  decorre  dallo  stomaco  al  quarto  segmento  addominale  ed  in 
terminale,  che  va  da  questo  punto  all'ano.  La  prima  parte  non  arriva  a  mi- 
surare  un  millimetro  di  diametro,  ha  pareti  molto  delicate  e  quasi  del  tutto 
trasparenti.  La  seconda  invece  e  piia  resistente  e  molto  piu  ampia,  aumentando 
continuamente  il  suo  diametro  fino  aU'ultimo  segmento  del  corpo. 


—  177  — 

Le  glandole  epatiche  iu  apparenza  non  sono  divise  in  due  lobi  distinti,  come 
nella  maggior  parte  dei  crostacei,  ma  sono  riunite  in  una  massa  biancastra 
che  avvolge  completamente  1'  intestine  medio  e  terminale,  dalla  quale  partono 
vamificazioni  laterali  ad  ogni  segmento  del  corpo.  Sopra  una  sezione  trasversale 
pero  risulta  evidente  la  divisione  dei  due  lobi  col  loro  condotto  mediano,  in 
cut  sboccano  numerose  glandole  tubulari  piii  o  meno  allungate  e  contorte. 

Dallo  studio  istologico  non  ho  trovato  nulla  di  notevole  per  lo  stomaco 
cardiaco  e  cioe  un  grosso  strato  chitinoso,  iarghe  cellule  epiteliari  e  muscoli 
bene  sviluppati. 

Nello  stomaco  pilorico  invece  quasi  tutto  il  rivestimento  chitinoso  e  mu- 
nito  di  fitti  peli  ed  e  specialmente  sviluppato,  fra  gli  altri  strati,  quelle  dei 
muscoli  circolari.  Le  due  lamina  longitudinali  poi  sono  formate  da  tanti  ba- 
stoncini  calcarei,  tenuti  uniti  da  un  rivestimento  chitinoso. 

Se  relativamente  alia  mole  dell'animale  sembra  assai  piccolo  il  dianietro 
dell'  intestine  medio,  e  ancora  piu  notevole  la  riduzione  di  quasi  tiitti  i  suoi 
tessuti.  II  rivestimento  interne  chitinoso  e  melto  sottile  e  ricopi-e  uno  strato 
di  epitelie  cilindrico,  a  cellule  piu  sottili  di  quelle  dello  stomaco,  con  nucleo 
circolare  centrale,  di  dimensione  uguale  in  ogni  punto  della  sezione  e  non  for- 
manti  pieghe  interne.  La  maggior  riduzione  pero  si  trova  nei  sottostanti  strati 
di  connettive  e  dei  muscoli  longitudinali  e  circolari.  II  prime  in  alcuni  punti 
manca  affatto  ed  in  altri  e  appena  apprezzabile;  i  muscoli  longitudinali  non 
formano  un  vero  strato,  ma  sono  ridetti  a  piccoli  fasci,  che  difificilmente  si  di- 
stinguono  sulle  sezioni  trasversali ;  i  circolari  sono  di  poco  piu  -jviluppati  dei 
precedent!  e  ricoperti  da  uno  strato  melto  sottile  di  connettive. 

L'intestino  terminale  si  distingue  subito  dal  medio  peril  maggiore  sviluppo 
deir  epitelie,  che  fine  dal  sue  principle  forma  rilevanti  pieghe  interne  longitu- 
dinali, le  quali,  mane  mano  che  il  diametro  di  questo  aumenta,  crescono  di 
numero  e  si  divideno  e  saddividono,  increciandes.i  anche  fra  di  loro. 

II  rivestimento  chitinoso  e  forse  ancora  meno  sviluppato  che  nell' intestine 
medio,  ma  le  cellule  dell'  epitelie  sottostante  si  fanno  piu  lunghe  e  piu  Iarghe 
all'  estremit^  superiore,  cesi  che  per  il  lore  grande  sviluppo  lo  strato  epiteliare 
e  ebbligato  a  ripiegarsi  e  rialzarsi,  daiido  luego  alle  pieghe  interne.  Piu  ab- 
bondante  e  il  connettive,  specialmente  alia  base  delle  pieghe,  eve  non  manca 
anche  qualche  fibra  muscolare  radiale. 

In  quanto  alia  comnnicazione  tra  l'intestino  e  le  sue  glandule  sono  giunto 
a  conclusioni  che  non  pessono  accordarsi  con  quanto  ancora  recentemente  ha 
sostenuto  I'Ortmann,  il  quale,  esseiido  convinto  che  ogni  singela  glandula 
comuuicasse  direttamente  cell'  intestine,  afFermo  che  probabilraente,  dietre  ul- 
teriori  ricerche,  quest'ultime  si  dovri  considerare,  non  come  un  canale  semplice, 
ma  come  un  canale  laterale  ramificate,  corrispendente  ad  un  diverticolo  del 
fegato,  entro  il  quale  i  suoi  acini  versano  il  loro  secrete. 

Tale  ipetesi  mi  sembro  in  prime  luogo  improbabile,  perche  non  conosco 
altri  animali  nei  quali  esista  una  simile  comunicazione  tra  l'intestino  e  le  sue 
glandule,  essende  invece  il  loro  sbocco  sempre  localizzate  in  una  zona  determi- 
nata.  Ma  ogni  dubbio  venne  eliminate  dall'esame  di  sezieni  in  serie  praticate 
trasversalmente  e  lengitudinalmente,  perche  lunge  tutto  l'intestino  propria- 
mente  dette  non  si  trova  alcuna  comunicazione  coUe  glandule.  Vi  sono  invece 
numerosi  piccoli  fasci  muscolari  destinati  a  riunire  le  different!  parti,   i  quali, 


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osservati  sul  fresco,  liauno  un  aspetto  tale,  che  forse  iiossono  avere  generate 
I'errore  ricordato. 

L'ariico  sbocco  delle  glandule  si  trova  al  lato  superiore  dello  stomaco  pilo- 
rico,  verso  la  sua  estreraita  posteriore  ed  il  succo  gastrico  versato  sopra  quella 
specie  di  carena  formata  dalle  due  lamine  interne,  scorrendo  nei  due  cauali 
iateraii,  si  porta  direttamente  nella  camera  anteriore  dello  stomaco. 

Uno  stretto  rapporto  fra  il  grande  sviluppo  dello  stomaco  cardiaco  e  delle 
glandule  e  la  riduzione  dell'  intestino  si  deve  i'orse  cercare  nel  fatto,  che  gli 
alimenti  triturati  dai  due  rami  interni  delle  mandibole  vengono  separati  dalle 
parti  dure  e  disciolti  dal  succo  gastrico,  mentre  si  trovano  ancora  nella  parte 
cardiaca  dello  stomaco.  Per  passare  da  questo  all' intestino  devono  attraversare 
lo  stomaco  pilorico,  il  quale  per  mezzo  dei  peli  chitinosi  di  cui  e  rivestito  il 
suo  stretto  canale,  I'unziona  da  filtro,  tratteneudo  le  parti  non  ancora  disciolte  e 
lasciando  passare  solo  le  sostanze  ridotte  in  cliimo,  che  piu  facilmente  e  rapi- 
damente  possono  venire  assorbite  dallalimitata  superficie  interna  dell' intestino. 

Orlandi  presenta  le  jnicrofotografie  che  illustrano  il  suo  studio. 

Emery  C.  —  Le  formiche  in  rapporto  alia  fauna  di  Selehes. 

Sopra  120  specie  di  formiche  trovate  finora  in  Selebes,  56,  ossia  quasi  la 
meta  vivono  anche  nelle  isole  della  Sonda,  27  nella  Nuova  Guinea  e  Molucche, 
17  sono  comuni  ad  entrambi  questi  territori.  Di  42  specie  del  genere  Polyrha- 
chis,  22  sono  rappresentate  nella  fauna  di  Borneo,  Giava  e  Sumatra,  mentre  7 
sole  si  ritrovano  nella  Nuova  Guinea  e  nelle  Molucche.  Mancano  a  Selebes  le 
specie  del  gruppo  papuano  della  P.  Guerini,  e  quelle  della  P.  ornata  e  rappre- 
sentato  da  una  sola  specie. 

E  importante  carattere  indiano  della  fauna  di  Selebes  I'esistenza  del  Do- 
rylus  levigatus,  mentre  mancano  alcune  altre  forme  indiane  molto  diffuse  come 
i  generi  Odontoponera  e  Myrmicaria  e  il  vistoso  Camponohis  gigas.  II  genere 
Atopomyrmex  essenzialmente  africano  (una  specie  si  trova  in  Ce^lan)  e  rap- 
presentato  da  una  specie  molto  aberrante. 

Lo  studio  comparative  delle  formiche  di  Selebes  conferma  in  massima  le 
vedute  espresse  dal  Wallace  nell' «  Island  life*.  La  fauna  di  quell' isola  e 
prevalentemente  indiana,  benche  con  caratteri  propri  e  non  scevra  di  elementi 
australo-papuani. 

Selebes  ha  dovuto  comunicare  col  ponte  di  terra  ferma  che  condusse  alia 
Nuova  Guinea  e  all' Australia  viveuti  asiatici.  Come  Madagascar  e,  a  mio  av- 
viso,  un  pezzo  staccato  precocemente  dall'Africa  antica,  cosi  e  Selebes  rispetto 
all'  Asia.  Separata  dal  continente  prima  di  Borneo,  Giava  e  Sumatra  non  rice- 
vette  i  piu  recenti  prodotti  dell'evoluzione  biologica  dell'India,  mentre  pote- 
rono  penetrarvi  alcuni  immigranti  della  vicina  Notogea. 

Ghigi  A.  —  Sulla  polidattilia  dei  gallinacci. 

La  polidattilia  e  stata  interpretata  dagli  autori  in  due  modi  diversi.  Da 
una  parte  si  e  voluto  vedere  in  essa  una  semplice  mostriiosita,  dall' altra  un 
ritorno  atavico  alia  condizione  di  antenati  con  membri  provvisti  di  piu  che 
cinque  raggi.  Negli  uccelli,  in  cui  la  polidattilia  si  manifesta  in  geuerale  colla 
presenza  di  un  dito  sopranumerario  dietro  all'alluce,  i  primi  hanno  interpre- 
tato  il  fatto  come  uno  sdoppiamento  di  questo  dito,  gli  altri  come  un  prealluce 


—  179  — 

ricomparso,  senza  teuer  coiito  dell'lpotesi  oggi  insostenibile,  che  il  dito  in  piii 
sia  il  quinto,  ricomparso  al  lato  tibiaie  anziche  al  fibulare. 

Studiando  lo  sviluppo  del  piede  nel  polio  Dorking,  razza  in  cui  I'anomalix 
e  congenita  e  fissata,  ho  constatato  find  dai  primi  stadi  la  presenza  di  due 
metatarsali  distinti  per  I'alluce  e  per  il  dito  soprannumerario  non  solo,  ma 
questo  si  presenta  in  principio  come  il  prolungamento  del  propterigio,  anziche 
convergere  cogli  altri  raggi  nel  mesopterigio.  Questi  fatti  mi  hanuo  persuaso 
non  essere  sosteuibile  I'ipotesi  dello  sdoppiamento  deU'alluce,  e  d'altra  parte 
mi  sembra  eccessivo  ritenere  il  dito  soprannumerario  ne  piii  ne  meno  che  il 
prealluce,  il  quale  negli  stessi  antenati  non  ha  mai  esistito  se  non  come  rag-' 
gio  ridotto.  Ho  dunque  interpretato  la  pentadattilia  dei  gallinacei  per  uno  svi- 
luppo teratologico  di  un  organo  (prealluce)  esistente  negli  antenati  alio  state 
rudimentale. 

A  conf'ermarmi  ancora  piii  in  questa  ipotesi,  e  sopraggiunto  un  individuo 
di  cui  mi  onoro  presentare  una  fotografia  degli  arti  posteriori,  nonche  il  loro 
scheletro  disseccato.  A  parte  alcune  anomalie  nelle  dita  che  non  hanno  impor- 
tanza  per  la  questione  generals,  si  vede  die  il  metatarsals  deU'alluce  e  indi- 
pendente  da  quello  del  dito  soprannumerario  ed  e  incastrato  Ira  la  porzione 
distale  libera  di  quest' ultimo  e  la  poizione  distale  del  metatarso  corrispon- 
dente  alle  dita  II,  III,  IV.  Ho  detto  porzione  libera  del  metatarsale  sopran- 
numerario, perche  questo  in  tiltto  il  resto  della  sua  lunghezza  e  intimamente 
snldato  al  tarso-metatarso,  del  quale  forma  lo  spigolo  interno,  fino  all'articc- 
lazione  inter  tarsals. 

Se  questi  fatti  provauo  soltauto  indirettamente  che  il  dito  soprannume- 
rario e  il  prealluce  atavico,  teratologicamente  sviluppato,  sono  pero  una  prova 
diretta  della  completa  indipend.enza  di  quel  dito  dall'alluce  normale. 

Ghigi  mostra  i  preparati  e  le  figure  che  si  rit'eriscono  alia  sua  comu- 
uicazione. 

Andres  coglie  occasione  dalla  comr.nicazione  Ghigi,  per  fame  una  sopra 
argomento  aftine.  Descrive  un  caso  di  polidattilia  in  una  donna,  e  cio  non  tanto 
per  il  fenomeno  in  se  stesso,  sibbene  per  una  conseguenza  che  da  esso  si 
puo  dedurre  a  sostegno  del  concetto  della  preformazione  che  e  base  della- 
ipotesi  Weissmanniana  della  selezione  germinale.  In  questo  caso  di  polidat- 
tilia e  notevole  la  piccolezza  del  pollice  della  mano  destra,  dal  quale  fino  dai 
primi  anui  era  stato  reciso  il  pollice  soprannumerario;  tale  piccolezza  sor- 
prende  perche  questo  pollice,  in  seguito  all'ablazione  del  compagno,  avrebbe 
dovuto  divenii-e  piu  grande.  8e  e  piu  piccolo  cio  proviene,  forse,  appunto  dal 
fatto  che  la  sua  piccolezza  era  gia  stata  prsdeterminata  nel  germe. 

Bortolotti  0. —  Sviluppo  e  x>ropagazione  delle  Opalinine  parassite  del  Lombrico. 

Kit'erisco  brevemente  alcune  osservazioni  fatte  intorno  alio  sviluppo  ed 
alia  propagazione  delV  Hopiitophrya  e  delV Aiioplophrya,  opalinine  (infusori  olo- 
trichi)  parassite  del  Lombrico.  L'  Hopiitophrya  Lumbrici  St.  trovasi  frequen- 
tissima  nel  tubo  digerente  dei  Lombricidi.  E  un'opalinina  semplicissima  I'azione 
riducente  del  parassitismo  avendola  privata  della  bocca,  dell'ano,  del  micronucleo. 
NelV Hopiitophrya  ho  osservato  un  particolare  modo  di  moltiplicazione  per 
scissione.  Essa  si  scinde  senza  subire  alcun  strozzamento  e  mantenendo  la  sua 
forma  generale,  tanto  che,  alle  volte,  se  si  potessero  riunire  le  due  parti  dell'ani- 


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male  appeua  diviso,  si  avrobbe  I'adulto  primitive.  Nell'int'usorio  si  cominciano 
da  prima  a  distinguex-e  due  linee  oscure  clie  partendo  dalla  periferia  nella  parte 
mediana  dell'aniraale,  si  avanzano  direttamente  verso  il  centro.  Le  linee  che 
sono  fessuro  strettissime  coi  bordi  ri^estiti  dal  prolungamento  della  membrana 
esterna,  son  corte  da  principio,  poi  vanno  sempre  piii  avanzandosi  una  verso 
I'altra,  finche  giungono  ad  incontrarsi.  Le  due  parti  deU'animale  restano  per 
alcun  po'  di  tempo  ancora  aderenti,  poi  si  staccano  e  la  forma  pressoche  ret- 
tangolare  che  presentano  va  rapidamente  e  gi-adualmente  modificandosi,  finche 
I'aniraale  arriva  al  completo  sviluppo.  II  macronucleo  nella  scissione  viene 
ixaturalmente  diviso  come  la  restante  parte  del  corpo  dall'avanzarsi  delle  due 
fessure,  e  pare  che  una  piccola  parte  di  esso  veuga  eliminata,  quella  cioe  che 
si  trova  nel  centro,  lungo  la  linea  di  divisione.  U Anopl'ophrya  circulans  St. 
iuvece,  altra  opalinina  parassita  del  Lombrico  ed  assai  affine  alia  prima  si 
scinde  prendendo  una  forma  sempre  piii  pronunciata  di  otto  come  avviene  in 
quasi  tutti  gli  infusori.  E  notevole  anche  che  mentre  yvqW Hoplitophrya  manca 
il  micronucleo  e  non  si  puo  parlare  del  fenomeno  della  coniugazione,  neW  Ano- 
ploplirya  tanto  affine  alia  prima  il  micronucleo  esiste  pero  piccolissimo  ed  in 
determinati  periodi  della  vita  deU'animale,  e  la  coniugazione  avviene.  Ho  potuto 
osservare  tutto  il  processo  di  incistidamento  dei  due  infusori  e  come  nella 
cisti  per  molteplici  suddivisioni  del  macronucleo  e  quindi  del  protoplasma, 
vadano  formandosi  tanti  individui  che  piccolissimi  usciranno  dalla  cisti,  qnando 
questa  verra  a  trovarsi  in  condizioni  opportune.  Le  cisti  vengono  all' esterno 
coi  prodotti  di  eliminazione  per  I'apertura  anale  del  Lombrico  e  si  mescolauo 
al  terriccio.  lo  infatti  le  potei  vedere  esaminando  escrementi  di  vermi  affetti. 
Si  capisce  come  le  cisti  sparse  per  11  terrano  possano  essere  ingoiate  di  nuovo 
dai  Lombrici  che  in  tal  modo  si  infettano  del  parassita,  senza  notare  che  talvolta 
i  Lombrici  si  cibano  dei  loro  simili.  Le  cisti  le  potei  osservare  nell'esofago  e 
nel  ventriglio  del  verme  pervenute  col  cibo.  Quivi  giunte  le  cisti,  si  produce 
nel  loro  integumento  un  foro  e  da  questo  escono  i  piccoli  individui  provvisti 
di  nucleo,  che  da  prima  rotondi  vanno  rapidamente  crescendo  e  prendendo  la 
forma  ovale  dell'adulto. 

Bellini  R.  —  Alcune  osservazioni  sulla  distribuzione  ipsonietrica  dei  mollu- 
schi  terrestri  neW  isola  di  Capri.  (Sunto). —  (Legge  Pierantoni  per  I'A.  assente). 

Un  capitolo  ancor  quasi  del  tutto  ignoto  della  biologia  dei  molluschi  e 
quello  riguardante  la  distribuzione  ipsometrica  delle  specie  terrestri  e  le  mo- 
dificazioni  che  in  queste  la  conchiglia  assume  a  seconda  dell'altitudine  in  cui 
vivouo.  Ogni  osservazione,  anche  limitata,  su  questo  argomento  e  utile  per  au- 
mentare  di  nuovi  dati  le  scarsissime  notizie  che  sinora  abbiamo. 

Espongo  in  breve  alcune  osservazioni  da  me  eseguite  nella  nostra  isola  di 
Capri,  localita  avente  un'interessante  e  ricca  fauna  molacologica  ('),  a  lungo 
da  me  studiata;  evidentemente  si  avvereranno  in  molti  altri  luoghi;  ma  sin 
d'ora,  da  sparsi  dati  raccolti,  posso  dire  che  le  localita  insulari,  di  breve  peri- 


(')  Per  avere  un'  idea  della  riccbezza  di  questa  fauna  baatera  osservare  cbe  lueutre  in  Capri,  di 
10  Km.-  d' area,  abitano  67  specie  di  molluschi  extramarini,  questo  unmero  non  6  di  molto  sorpas- 
s  ito  ^7S)  da  quelli  viventi  nella  regione  vulcaniea  napoletana,  di  cui  la  sola  contrada  vesnviana  mi- 
sura  oltro  100  Km."  di  superficie.  Riguardo  alle  specie  marine  e  anche  notevole  un  fatto  analogo. 


181 


metro  e  di  altezza  in  proporzione,  mosti-ano  queste  osservazioni  piu  decise  e 
pin  si  cure. 

Nell'isola  molti  molluschi  terrestri  vivono  in  campi  linaitati  in  estensione 
ed  altri  sono  piu  o  meno  unit'ormemente  distribuiti.  longitudinalmente  od  alti- 
tudinalmente;  ma  il  primo  t'atto  clie  ci  colpisce  e  il  seguente:  Le  specie  unifor- 
memente  distribuite  sono  forme  comuni  a  tutta  V  Italia,  alia  maggior  parte  del- 
r  Europa  e  di  oAtri  continenti  o  per  lo  meno  hanno  in  diverse  latiiudini  forme 
rappresentative. 

Sono  vale  a  dire  specie,  che,  vivendo  in  differenti  climi,  possono  anche 
vivere  a  diiferenti  altezze,  coincidendo  la  distribuzione  latimetrica  con  I'alti- 
metrica. 

Le  altre,  esclusive  di  Capri  o  dell' Italia  meridionale,  vivono  in  campi  li" 
mitati,  caratterizzati  da  condizioni  speciali  di  clima,  di  suolo,  di  flora;  la  loca- 
lizzazione  4  tanto  piu  ristretta  per  quanto  piii  le  forme  hanno  distribuzione 
geografica  liraitata  (es.  Helix  surrentina,  Schm.;  H.  Cerioi,  Bellini;  Testacella 
drymonia,  Bourg;  Clatisilia  poestaiia,  Phil.)  e  gli  esemplari  hanno  dimension! 
tanfo  raaggiori  per  quanto  vivono  ad  uu  livello  pin  basso. 

Infine  un  fatto  legato  alia  localizzazione  suddetta  e  la  conformazione  della 
conchiglia,  che  varia  con  I'altezza  secondo  la  legge  seguente:  Rimanendo  co- 
stanti  la  forma  propria  ed  i  caratteri  della  conchiglia  in  ciascun  genere  le  spe- 
cie pill  acute  sono  quelle  viventi  ad  altezza  'tnaggiore. 

Un  esempio  dimostrativo  ci  vien  dato  dalle  specie  del  genere  Helix,  i  cui 
tre  tipi  (a  conchiglia  lenticolare,  depressa,  conica)  abitano  le  tre  zone  ipsorae- 
triche  di  cui  ora  diro,  il  tipo  lenticolare  nella  zona  piii  bassa  ed  il  conico  in 
in  quella  piu  alta. 

Fondandomi  suUe  osservazioni  sopra  accennate,  ho  potuto  distinguere  nel- 
l'isola di  Capri  tre  zone  ipsoraetriche  malacologiche,  caratterizzate  dalla  pre- 
senza  di  una  o  piu  forme  esclusive  della  zona,  od  in  questa  di  preferenza 
dominanti,  alle  qnali  se  ne  accompagnano  altre  (che  ho  chiamato  forme  conco- 
mitanti),  le  quali  possono  vivere  anche  in  altre  zone;  qualcuna  delle  forme 
esclusive  puo  anche  distinguere  division!  orizzontali  della  zona  principale 
{sotto-zone). 

Ecoo  in  breve,  i  caratteri  delle  tre  zone: 

I.  Zona  della  Rmnina  decollata.  Tra  il  livello  del  mare  e  la  Valletta  di  Ca- 
pri (120  m.).  Caratterizzata  dall' abbondanza  della  Rumina  decollata  e  Cyclo- 
storna  apenninum,  con  moltissime  forme  concomitant!  di  tipo  littorale  {Helix^ 
pisana,  variabilis,  ecc). 

II.  Zona  di%\V  Helix  elata  e  surrentina.  Tra  il  liraite  superiore  della  prece- 
dente  e  I'altezza  del  Monte  San  Michele  (215  m.).  Le  specie  che  vi  abitano  sono 
in  gran  parte  localizzate  e  vi  si  trovano  anche  le  due  forme  endemiche  del- 
risola  {Testacella  drymonia  ed  Helix  Cerioi). 

Questa  zona  puo  esser  divisa  in  due  sotto-zone:  orientale  ad  Helix  elata, 
occidentale  ad  Helix  surrentina;  nella  parte  alta  vi  vivono  individui  dl  Buli- 
minus  e  Pupa,  generi  a  conchiglia  acuta;  pero  trattandosi  di  specie  quasi  cora- 
pletameute  meridionali  abitano  la  parte  elevata  dalla  zona,  ma  caratterizzano 
la  terza,  che  da  queste  forme  prende  il  nome. 

in.  Zona  dei  Buliminus  e  delle  Pupa.  Tra  245  m.  e  la  vetta  del  Monte  So- 
laro  (618  m.)  Vi  abitano  a  preferenza  Buliminus  e  Pupa  (rupestris,  Philippii, 
M.  z. 


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avenacea):  altre  t'orme  localizzate  non  vi  esistono,  ma  le  specie  concoraitanti 
sono  quelle  quasi  cosmojjolite. 

La  ragione  clie  determina  queste  localizzazioni  e  queste  niodificazioni  di 
specie  e  per  me  alquanto  complessa,  concorrendo  a  questo  scopo  parecchi  fat- 
tori.  E  noto  come  i  moUuschi  terrestri  sieno  soggetti  a  condizioni  d'esistenza 
variabili  secondo  I'altezza,  dovute  principalmente  al  cambiamento  della  flora 
dal  basso  verso  I'alto,  la  quale  in  generale  ed  in  particolare  influisce  sulla  fre- 
quenza  o  scarsezza  di  questi  organismi ;  in  generale  pei'che  i  molluschi  si  ci- 
bano  di  vegetal!  e  quando  questi  sono  in  deScieuza  anche  quelli  scarseggiano; 
in, particolare  perche  generalmente  ogni  forma  vive  su  di  una  data  pianta.  Sa- 
rei  quasi  propenso  ad  ammettere  che  le  varie  differenziazioni  leggiere  della 
conchiglia  derivino  dalla  diversita  del  nutrimento,  allorquando  nella  ristretta 
area  venga  a  mancare  la  pianta  a  preferenza  dal  moUusco  prescelta. 

L'  Helix  vayidbilis  offre  individui  a  conchiglia  di  varia  altezzfi  ed  in  uno 
stesso  luogo  ristretto  a  seconda  delle  piante  sii  cui  vive. 

Egualmente  i  molluschi  viventi  in  basso  hanno  uno  sviluppo  organico  mag- 
giore,  perche  maggiore  e  il  rigoglio  della  flora. 

In  seconda  linea  vengono  le  cause  climatiche  e  la  ragione  dell'acutezza 
della  spire  variante  con  I'altezza  tenderei  a  spiegarla  con  la  pressione  atmo- 
sferica,  ossia: 

La  tendeuza  eliotropica  della  spira  nella  conchiglia  dei  mol- 
luschi terrestri  varierebbe  in  ragione  iuversa  della  pressione 
a  t  m  o  s  f  e  r  i  c  a. 

La  quale,  accertato  il  fatto  con  sicurezza,  dovra  essere  considerata  come 
uno  di  quel  fattori  biologici,  che,  agendo  costantemente,  determinano  conti- 
nue variazioni  negli  organismi  che  popolano  la  superficie  del  glodo. 

Berlese  A.  —  Intorno  alia  rinnovazione  dell'epifelio  del  mesenteron  negli  ar- 
tropodi  tracheati. 

Recentemente  il  Karawaiew,  1898,  dubito  che  gli  elementi  cellulari  che 
si  trovano  al  fondo  deU'epitelio  nel  mesenteron  degli  insetti  derivassero  dalla 
cavita  viscerale,  fossero,  cioe  cellule  mesenchimatiche  libere  le  quali  si  addos- 
sano  alia  tunica  propria  del  mesenteron,  dopo  aver  traversato  gli  involucri  mu- 
scolari  e  quindi  penetrati  attraverso  alia  detta  membrana  si  infiltrano  alia 
base  delle  cellule  epiteliari  e  quivi  rimangono  fino  a  che  loro  convenga  di 
moltiplicare  dando  nuove  cellule  attive  nell' opera  della  digestione.  Pero  il 
Karawaiew  escluse  cotale  ipotesi  non  convenendo  colle  idee  allora  in  voga, 
messe  iunanzi  dall'Hyemons    circa  la  origine  ectodermica  del  mesenteron. 

L'Anglars,  pochi  mesi  dopo  (1899)  non  sentendosi  abbastanza  impen- 
sierito  per  questa  questione  di  foglietti  embrionali.  alfermo  recisamente  che  le 
cellule  epiteliari  delmesenterou  degl' insetti  provengono  direttamente  da  ele- 
menti mesenchimatici  prima  liberi  nella  cavita  viscerale. 

lo  stesso,  alcuni  mesi  dopo  (1899)  pur  non  conoscendo  le  idee  dell'An- 
glars  ho  esposto  a  pag.  144  in  una  nota  alia  mia  memoria  sui  fenomeni  che 
avvengono  nella  ninfosi,  alcune  frasi  che  afi"ermano  sicuramente  cotale  origine 
per  le  cellule  epiteliari  del  mesenteron. 

Come  si  comportano  gli  altri  artropodi  a  questo  proposito? 

E  bene  innanzi  a  tutto  conoscere  esattamente  in  quale  guisa  stieno  le  cose 
negli  insetti,  giacche  questi  sono  stati  meglio  studiati  e  piu  volte. 


183 


Procedendo  dall'  interno  del  mesointestiuo  all'esterno,  si  trovano  i  se- 
guenti  tessuti,  oltre  alia  peritrofica  della  quale  iion  e  il  case    di   occuparsi  qui. 

1".  Epitelio  di  cellule  col  doppio  ufficio,  alternativamente  di  assorbimento 
(cellule  con  orletto)  e  quindi  di  secrezione  (cellule  a  calice).  Queste  poi  si  di- 
sfanno  e  cadono  nel  luine  dell'  intestine. 

2".  Alia  loro  base,  intercalati  irregolarraente  i'ra  le  cellule,  altri  elementi 
o  gruppi  di  elementi  piu  o  meno  evoluti  sono  stati  detti  cellule  imaginali. 
lo  li  cliiamo  splancnociti    inter ni  e  ci6  per  evitare  ogni  confusione. 

3".  Membrana  epiteliare  o  tunica  propria  che  dir  si  voglia. 

40.  Altri  elementi  amebocitif'ormi  addossati  alia  tunica  pi-opria.  Questi 
sieno  splancnociti    esterni. 

5'^.  Involucri  muscolari. 

6°.  Foglietto  peritoneale  splancnico  (*). 
Adunque  negi'  insetti  gli  splancnociti  non  costituiscono  ne  dentro  ne  fuori 
della  tunica  propria  un  tessuto    continue,    ma  sono  sempre  elementi    o   gruppi 
di  elementi  isolati.   Non    si    puo   quindi  parlare  di  vero   e   proprio    strato  ma- 
tricale. 

Lo  stesso  accade  nei  Chilopodi  e  negli  Acari.  In  questi  casi  (salvo  qual- 
che  diff'erenza  pei  Chilopodi),  lo  splancnocita,  una  volta  divenuto  interno  genera 
un  mazzetto  di  cellule  epiteliari  anziche  una  sola,  come  si  vedra  essere  per 
gli  Araneidi,  Scorpioni,  ecc. 

Nei  Chilognati,  gli  splancnociti  penetrati  sotto  il  foglietto  splancnico  diven- 
gouo  parte  di  un  vero  £essuto  o  parenchima  cellnlare,  modificandosi  alquanto, 
poiche  crescono  di  dimensioni,  ecc,  il  quale  a  torto  dal  Vis  art  e  stato  chia- 
mato  tessuto  adiposo  [Julus.  Glomeris),  poiche  non  ha  nulla  a  che  fare  col  grasso. 
lo  lo  avevo  gia  chiamato  strato  matricale  o  matrice.  Ciascun  element©  della 
matrice,  fattosi  strada  attraverso  alio  strato  muscolare  ed  alia  tunica  propria, 
specialmente  al  cardias  ed  al  piloro,  oi-igina  una  cellula  epiteliare  e  non  piii, 
Adunque  peri  Chilognati  gli  strati  sono  cosi  distribuiti  (dair  interno  al- 
l'esterno). 

I''.  Epitelio. 

2"^.  Membrana  epiteliare. 

3°.  Strato  muscolare. 

4".  Matrice  o  parenchima  generate  dagli  splancnociti. 

5°.  Foglietto  splancnico. 


(')  In  generale  si  ammette  I'esisteuza  ili  1111  setto  cardiaco,  detto  auche  improi)riaraente  cUa- 
Jragma  dorsale,  con  rapijorti  col  raso  pulsaiite,  teso  sotto  a  questo  trasversalmente  e  fissato  ai  lian- 
clii  del  corpo.  Iiioltre  si  paria  ancbe  di  un  cliafragma  venirale,  steso  di  traverse,  sotto  al  tubo  dige- 
rente,  tra  questo  e  il  cordone  iiervoso  e  lissato  esse  pure  ai  fiauchi.  Ma  ci6  nou  e  conforme  verity. 

ilolti  insetti  diniostrano  altie  disposizioni,  e  saranuo  come  dir(^  io.  Vedansi,  ad  esempio  classic©, 
sezioui  sagittal!  e  trasverse  di  larve  di  Hylotoma  liogae  nel  terzo  posteriore  del  corpo.  Si  vedra  che 
il  setto  cardiaco  ed  il  nenrale  costituiscono  un  nnico  tubulo  discosto  sempre  dalle  pareti  del 
corpo,  formate  da  due  lamine  che  comprendono  le  cellale  pericardiali  ed  in  rapporto  col  vaso  che  puo 
flonsiderarsi  come  una  sua  ripiegatura.  Dimenticati  i  nomi  molto  impropri  suvriferiti  sar^  bene  chia- 
mare  peritoneo    quest' involucro  cbe  decorre  attraverso  tutto  il  corpo  ed  avvolge  molti  visceri. 

Ma  oltre  a  questo  si  vede  un  esile  foglietto  clie  strettaraente  abbraccia  il  tubo  digerente  e  com- 
prende  persino  i  malpighiani,  almeno  uella  loro  origine.  Sia  questo  il  foglietto  Splancnico.  (Del  resto 
per  maggiori  particolaritk  sn  questa  questione,  figure,  ecc,  vedi  la  mia  attuale  Memoria  (II)  suUa 
iiinfosi  uella  Rivisla  di  Patologia  vegetale,  anno  X,  1901). 


—  184  — 

Gli  Araneidi,  Scorpioni  e  Cheliferi  e  fino  ad  un  certo  puuto  auche  gli  Opi- 
lionidi  ed  i  Prostigmati  (fra  gli  Acari)  iion  sembrano  avere  appi-ezzabile  strata 
muscolare  attorno  al  mesenteron,  almeno  nella  regione  addominale.  E  note  che 
questi  animali  mostrano  moltissimi  e  complicati  diverticoli  ciechi  del  mesen- 
teron nei  quali  per  via  di  digestione  intracellulare,  come  io  ho  dimostrato  si 
elabora  il  cibo.  Si  puo  considerare  cotale  disposizione  come  una  maggiore  com- 
plicazione  in  confronto  di  quei  molti  ciechi  che  come  villi  rivestono  il  mesen- 
teron di  parecchi  insetti  ad  es.  di  Carabidi,  Staidlinidi,  ecc. 

La  diversity  sta  nella  diversa  funzione  giacche  questi  ultimi  nulla  piii 
fanno  che  elaborare  il  succo  digestive  che  vieue  poi  versato  nel  lume  dell' inte- 
stine, mentre  negli  aracnidi  anzidetti  la  digestione  e  intracellulare. 

Ma  la  maggiore  diversita  consiste,  oltre  che  nella  mancanza  di  tuniche 
muscolari  negli  aracnidi  suddetti,  antora  nella  presenza  di  un  abbondantis- 
simo  strato  matricale  al  di  fuori  della  membrana  epiteliare  e  questo  lega  fra 
loro  tutti  i  diverticoli  in  una  massa  unica. 

II  foglietto  splancnico  riveste  questa  massa  all'esterno. 

Levando  la  pelle  all'addome  di  un  ragno  si  vede  rimanere  insieme  tutto 
il  complesso  dei  diverticoli, 

Le  cellule  dell'epitelio  sono  rinnovate  una  per  una,  tolti  gli  Opilionidi  ed 
i  Prostigmati,  da  un  elemento  della  matrice  che  immigra  a  traverso  alia  tu- 
nica epiteliare. 

Per    gli  Aracnidi   surriferiti   adunque   (salvo    piccole    differenze  per  i  Pro- 
stigmati e  gli  Opilionidij  la  disposizione  degli  strati  nel  mesenteron  addominale 
sarebbe  la  seguente  : 
1°.  Epitelio. 

2°.  Membrana  epiteliare. 
3^.  Strato  matricale. 
4°.  Foglietto  splancnico. 

Conclude : 

Elementi  cellular!  di  origine  mesodermale,  molto  simili  agli  amebociti  im- 
migrano  dalla  cavita  viscerale  sotto  il  foglietto  splancnico  e  quivi  possono  as- 
sieme  riunirsi  in  un  tessuto  continue  pin  o  meno  vistoso,  tanto  piu  ricco  quauto 
minere  e  il  numere  delle  cellule  epiteliari  a  cui  essi  daranne  finalmente  ori- 
gine. Esempio  classico  ne  sieno  gli  Araneidi  e  gli  Scorpioni  ed  in  grade  ap- 
pena  minore  gli  Opilioni  ed  i  Chilognati. 

Quando  pero  ciascuno  splancnecita  immigrate  fine  entro  I'epitelio  puo  dare 
origine  ad  un  gran  numere  di  cellule  (moltiplicando  per  via  diretta  ed  indi- 
retta,  formando  ciee  i  cesi  detti  mazzetti  di  cellule),  allora  non  enecessaria 
la  fermaziene  di  uno  strato  matricale  continue,  ma  gli  elementi  se  ne  stanno 
iselati  e  riuniti  in  gruppi  e  si  addossano  alia  membrana  epiteliare  all'esterno. 

Cosi  si  comportano  gl' Insetti,  i  Chilopodi  e  gli  Acari.  Per  questi  animali 
adunque  non  si  puo  parlare  di  matrice. 

Quanto  ai  rapperti  di  parentela  fra  gli  splancnociti  ed  i  leucociti  noto  che 
I'Anglars  chiama  senza  piu  leucociti  e  quelli  veri  liberi  e  quelli  che  diver- 
ranno  splancnociti.  E  un  fatto  pero  che  una  tenue  differenza  tra  gli  uni  e  gli 
altri  si  puo  rinvenire,  ma  ferse  non  basta  per  negare  una  origine  comune.  Non 
e  qui  pero  il  luogo  dove  io  possa  dilungarmi  a  riferire  per  quali  ragioni  io 
dubiti  tuttavia  di  una  origine  comune  dagli   amebociti  di  tutti  i  tessuti  meso- 


—  185  ~ 

dermali,  pure  a  rigore  quando  altri  volesse  afiermarla  anche  il  mio  dubbio, 
tuttoche  giustificato  in  parte,  potrebbe  male  in6rmare  il  concetto. 

Sarebbe  ora  utile  cbe  coloro  i  quali  si  occupano  dello  studio  dell'epitelio 
neir  intestino  dei  vertebrati,  considerando  queste  recenti  osseivazioni  a  propo- 
sito  degli  Artropodi,  vedessero,  se,  couforme  I'opinione  spesso  espressa  da 
molti,  vi  ha  veramente  un  rapporto  di  parentela  fra  i  leucociti  e  le  cellule 
stesse,  perche,  io  per  mio  conto,  dietro  esarai  di  epiteli  di  vertebrati  diversi 
sono  venuto  nel  dubbio  che  cio  possa  veramente  accadere. 

Paladino  fa  notare  che  le  osservazioni  di  Berlese,  a  parte  la  istografia,  si  ri- 
feriscono  ad  una  questione  importante,  cioe,  la  trasformazioue  degli  amebociti  in 
elementi  epiteliali.  La  presenza  di  amebociti  fra  gli  elemeuti  epiteliali  e  sotto  gli 
stessi  noil  puo  basLare  per  afFermare  la  trasformazione  degli  uni  negli  altri.  Crede 
supertiuo  ricoraare  quanto  si  sa  in  proposito  suUa  rigenerazione  dell'epitelio. 

Raffaele  obietta  che  per  quanto  si  riferisce  ai  vertebrati :  1"  In  alcuni  ver- 
tebrati non  esistono  leucociti ;  2"  I  leucociti  si  formano,  come  sembra  dimostrato 
da  recenti  osservazioni,  in  epoca  abbastanza  avanzata  dello  sviluppo  embrionale. 
Per  queste  ragioni  non  puo  ritenersi  senz'altro  la  genesi  dell'epitelio  intesti- 
nale  dui  leucociti. 

Todaro  dice  che  I'opinione  espressa  dal  Berese  e  stata  mauifestata  nella 
scienza  varie  volte.  Egli  crede  che  coloro  che  1'  hanno  sostenuta  non  hanno 
messa  attenzione  al  fatto  che,  anche  nell' intestino  degli  Artropodi,  ha  luogo  la 
muta  e  rimane  sulla  propria  un  sottilissimo  strato  nucleare  derivato  dall'epi- 
telio  precedente  il  quale  rifa  il  nuovo  epitelio. 

Antonelii  associandosi  alle  precedenti  osservazioni,  considerando  I'estreraa 
importanza  della  questione  e  sotto  I'aspetto  morfogenico  e  sotto  quello  fisiolo- 
gico  e  patologico;  considerando  inoltre  quanto  oggi  e  da  tutti  risaputo  sui  due 
gx'uppi  degli  amebociti;  il  circolante  e  I'abberrante,  trova  che  sarebbe  vera- 
mente da  desiderarsi  che  nei  preparati  di  Berlese  si  trovasse  la  dimostra- 
zione  di  fatto  della  successiva  metamortosi  dei  leucociti  in  cellule  protoplasma- 
tiche  e  caliciformi  epiteliali. 

Berlese  risponde  a  Paladino  che  la  sua  couvinzioue  in  proposito  alia  ori- 
gine  delle  cellule  epiteliali  dell' intestino  da  elementi  amebocitiformi  non  pro- 
viene  dal  fatto  di  aver  trovati  questi  ultimi  sotto  ai  precedenti,  ma  da  quello  di 
averli  trovati  fra  i  primi  ed  in  via  di  moltiplicazione  (per  cariocinesi);  ed  inoltre 
dal  fatto  che  non  puo  essere  dimostrata  la  moltiplicazione  del  vero  nucleo  della 
cellula  epiteliale  ormai  matura,  ma  che  cio  che  si  e  fin'ora  ritenuto  per  nucleo 
della  cellula  iu  atto  di  moltiplicare,  appartiene  invece  ad  un  elemento  a  se,  simil- 
limo  ai  leucociti  che  stanno  fuori  dell'epitelio.' 

Ad  Antone'li  oltre  che  quanto  sopra  ha  detto,  il  Berlese  risponie  che  quanto 
alia  trasformazione  di  elementi  leucocitiformi  in  cellule  epiteliali  (protoplasma- 
tiche  e  caliciformi)  e  bene  considerare  quello  che  ne  dicono  tutti  coloro  che 
hanno  studiato  il  mesenteron  degli  artropodi  nella  sua  istologia,  i  quali  tutti 
ammettono  I'origine  dei  mazzetti  di  cellule,  nidi  di  cellule,  ecc.  dipen- 
dere  da  un  solo  elemento  amebocitiforme  che  da  prima  e  esterno  alia  base  e 
quindi  interno  alia  base  dell'epitelio  dove  poi  moltiplica. 

Queste  afferraazioni  di  tutti  gli  autori  (nessuno  eccettuato)  iiifirmano  an- 
cora  quella  del  Todaro  che,  cioe,  durante  la  muta  rimanga  sulla  tunica  propria 
un  sottilissimo  strato  nucleare  derivato  dall'epitelio  precedente. 


—  186  — 

Quanto  alia  osservazione  piu  grave  di  Raffaele,  il  Berlese  risponde  die 
uon  esistono  tessuti  preformati  e  che  questi  deiivano  da  elementi  che  si  molti- 
plicano  o  che  si  aggregano,  quindi  se  esiste  una  tunica  epiteliale,  devono  avere 
esistito  a  loro  tempo  cellule  singole  destinate  a  formarla  e  sono  quests  cellule 
che  il  Berlese  chiama  splancnociti,  giacche  spesso  possono  essere  diflferenziate 
anche  morfologicamente  dagli  amebociti  veri  e  che,  del  resto,  ha  chiamato  sem- 
pre  amebocitifo  rmi    o    leucocitiformi. 

Se  esse  appartengono  invece  all'endoderma  piuttosto  che  al  mesoderma,  cio 
uon  e  contrario  alle  idee  del  Berlese,  ma  anzi  tenderebbe  a  dimostrare,  per 
quelle  forme  nelle  quaii  la  comparsa  dei  leucociti  e  posteriore  alia  formazione 
dell' intestine,  che  vi  hanno  differenze  oltre  che  morfologiche,  anclie  nell'epoca 
di  oi'igine,  tra  gli  elementi  destinati  alia  riproduzione  deU'epitelio  dell'intestino 
e  gli  amebociti  veri. 

Delia  Valle  propone,  e  I'assemblea  approva,  di  rimaudare  il  seguito  di  questa 
discussione  al  termine  delle  comunicazioni  scientifiche. 

BarpI  U.  —  Intorno  al  vast  aherranti  del  fegato  dei  solipedi. 

Riterisce  brevemeute  intorno  a  ricerche  istituite  sui  vasi  abex-ranti  del  fe- 
gato dei  solipedi  e  dimostra,  mediante  preparati,  come  tali  vasi  in  questi  ani- 
mali  sono  molto  manifesti  specialmente  nel  legamento  sinistro.  Coadiuvato  da 
un  allievo  della  Scuola  Veterinaria  di  Napoli  inietto  un  gran  numero  di  fegati 
attr.averso  il  dotto  coledoco  mediante  una  soluzione  idroalcoolica  di  bleu  d'ani- 
lina  e  pote  constatare  la  presenza  di  vasi  aberranti  nella  tonaca  avventizia 
della  vena  porta  e  nel  centro  frenico  del  diaframma.  Paria  della  disposizione 
dei  vasi  aberranti,  della  loro  struttura,  combatte  I'opinione  di  alcuni  osserva- 
tori^  specialmente  per  quanto  riguarda  la  rete  anastomotica  dei  vasi  aberranti 
e  la  presenza  di  produzioni  ghiaadolari  nei  vasi  aberranti  di  medio  e  di  pic- 
colo calibro,  e  sostiene  I'opinione  di  coloro  che  li  ritengono  dotti  biliari  messi 
alio  scoperto  dall'atrofia  e  scomparsa  della  sostanza  epatica. 

Barpi  dimostra  due  preparati  che  illustrano  la  sua  comuuioazione.  In  uno 
sono  iniettati  i  vasi  aberranti  dei  legamento  sinistro  del  fegato  di  un  asino, 
neir  altro  e  evidente  un  tratto  di  sostanza  epatica  atrofica. 

Delia  Valle  A.  —  Di  alcune  particolaritcl  osservate  nelle  Ascidie  del  Golfo 
di  Nap) oil. 

1.  Diversa  maniera  di  origine  delle  nuove  colonie  di  Diplosoma  Listeri.  — 
Ho  seguito  con  atteuzioiie  per  vari  masi  le  diverse  fasi  che  si  sono  andate  suc- 
cedendo  in  due  grosse  colonie  ai  Diplosoma  Listeri,  le  quali,  sviluppate  spon- 
taneamente,  com'  e  caso  comuue,  sulle  pareti  delle  vasche  della  Stazione  Zoo- 
logica,  permettevano,  per  la  loro  posizione  opportuna,  di  segnare  dei  punci  e 
delle  linee  di  riscontro. 

Una  di  queste  colonie  era  fissata  su  d'  una  lastra  verticale,  molto  bene  il- 
luminata,  che  forma  una  parete  della  vasca  del  grande  laboratorio.  La  massa 
generale  si  e  tenuta  insieme  unita  per  qualche  settimana  (era  d'agosto) ;  poi 
ha  cominciato  a  distaccare  delle  colonie  secondarie.  Ma  il  movimento  di  mi- 
grazione,  cosi  della  colonia  madre  come  delle  colonie  figlie,  e  state  sempre 
verso  la  stessa  direzione,  cioe  verso  la  superfioie  di  livello.  Si  sarebbe  detto 
che  la  colonia  avesse  sete  d'ossigeno.  Eppure,  se  mai  si  fosse  voluto  fare  una 


187 


previsione,  tutto  avrebbe  dovuto  far  conchiudere  che  la  migrazione  sarebbe 
stata  diretta  precisamente  nel  senso  contrario,  cioe  verso  il  foiido,  dove  tutta 
una  popolazione  di  Clone,  di  Briozoi,  di  Spugne,  trovava  condizioni  di  vita  pror 
sperosa.  Invece  gl'individui  della  colonia  che  erano  piii  vegeti  si  affollarono 
in  scliiera  fitta  verso  I'orlo  superiore ;  anzi  taluni  si  spinsero  cosi  presto  avanti 
agli  altri  che  si  distaccarono  in  gruppi  dalla  massa  comune.  Jntanto  tutta  la 
colonia  si  vedeva  presa  da  un  certo  malessere  generale.  Noii  era  piu  la  tunica 
comune  limpida  e  trasparente  dei  primi  giorni,  ma  una  sostanza  opalina  gial- 
liccia,  quasi  opaca  ;  non  piu  I'aspetto  vegeto  degl'individui,  ma  un  rimanersene 
spesso  chiusi  a  lungo,  in  uno  stato  di  semicontrazione. 

Nei  primi  giorni  d'ottobre  lo  stato  di  sofferenza  della  colonia  era  gia 
molto  avanzato,  soprattutto  verso  il  lembo  inferiors.  Ed  appunto  qui  cominci© 
piu  tardi  un  vero  disfacimento,  tale  che  in  breve,  dell'  antica  colonia  madre, 
restarono  solo  cinque  o  sei  pezzettini :  alcuni  residui  scampati  dalla  distru- 
zione  della  colonia  principale,  altri  derivati  da  scissione.  Ma  anche  questi  pez- 
zettini, gia  fin  da  prima  poco  trasparenti,  di  tinta  giallo-sudicia  e  vizzi,  non 
tardarono  a  seguire  la  sorte  comune. 

La  seconda  colonia  di  cui  intendo  dire  e  cresciuta  su  di  una  parete 
delle  vasche  dell' Acquario.  Nei  primi  giorni  di  novembre  era  una  colonia 
relativamente  estesa,  perfeitamente  sana,  e,  com'e  il  caso  in  queste  condizioni 
di  buona  salute,  quasi  senza  prolungamenti  tnnicali  sporgenti  oltre  dal  lembo 
comune.  Nondimeno,  durante  il  corso  del  mese,  anch'essa  comincio  a  muo- 
versi.  Lentissimo  era  il  movimento,  ma  incessante,  e,  come  nelle  colonie  della 
vasca  del  laboratorio,  sempre  diretto  in  alto^  verso  la  superficie  di  livello 
dell'acqua,  e  sempre  accompagnato  da  un  notevole  processo  di  frastagliamento. 

Sul  comiuciare  di  dicembre  Tantica  colonia  non  esisteva  ormai  piii  come  tale; 
solo  vari  pezzi,  per  lo  piii  assai  piccoli,  si  vedevano  qua  e  la  isolati  e  distanti 
I'uno  dall'altro.  In  questo  stato  sono  passati  i  mesi  della  stagione  fredda.  Ma 
al  venir  di  primavera  ognuno  dei  frammenti  s'e  risvegliato  a  nuova  vita,  fa- 
cendosi  centre  d'attiva  gemmazione.  Oggi  (aprile),  queste  nuove  colonie  figlie, 
nate  dall'antica  primitiva,  sono  nel  loro  pieno  vigors  di  vita,  sotto  forma  di 
larghe  macchie  bianche,  con  ampii  coni  cloaoali  comuni. 

Come  risultato  generale  di  queste  osservazioni  suUe  colonie  viveuti  si  ha 
che  per  i  Diplosomi  si  deve  ammettere  come  mezzo  molto  attivo  per  la  molti- 
plicazione  delle  colonie  la  scissione  spontanea.  Nuove  colonie  fiorenti  si  pos- 
sono  distaccare  dal  margins  libero  delle  colonie  migrant! ;  altre  prendono  ori- 
gine  forse  da  qusi  frammenti  che  rimangono  abbandonati  per  via,  quando  la 
migrazione  precede  con  troppa  fretta  e  irregolarmente.  Esaminando  questi 
frammenti  lasciati  indietro,  spesso  avviene  di  vedere  in  essi  degli  individui 
vivaci  si,  ma  incapsulati  quasi  in  una  cisti  protettrice.  Non  mi  e  riuscito  di 
stabilire  con  certezza  in  sito  se  questi  individui  abbiano  il  potere  di  sopravvi- 
vere  piu  a  lungo  degli  altri,  e  rimanendo  la  dove  si  fermarono  la  prima  volta, 
e  riuscire  poi  a  loro  volta  fondatori  di  nuove  colonie. 

Credo  nondimeno  probabile  la  cosa,  tenendo  conto  specialmente  di  un'altra 
osservazione  che  diro.  Mantenendo  ia  circolazione  in  un  bicchiere  delle  colonie 
di  Diplosoma  prese  direttamente  dal  mare,  mi  e  avvenuto  piu  d'  una  volta  di 
vedere  che  le  colonie  invece  di  morire  tutte  insieme,  si  disfanno  a  poco  a  poco. 
In  tal  caso,  nel  fondo  del  bicchiere  si  raccoglie  un  certo  detrito  bianco,  il  quale 


—  188  — 

«saminato  piu  attentamente  si  dimostra  formato  dl  granelli,  ciascuno  conteneiite 
qualche  uovo,  o  qualche  larva,  o  qualche  individuo  incapsulato  in  un  involucre 
formato  dalla  tunica  comune.  Raccogliendo  alcuni  di  questi  granelli  e  tenen- 
doli  in  una  vaschetta  con  acqua  fresca,  ma  non  corrente,  vari  fra  essi  diven- 
nero  aderenti  al  vetro.  Rimessi  in  tale  state  in  vasche  dove  la  circolazione 
d'acqua  e  continua,  in  pochi  giorni  ottenni  delle  piccole  colonie.  Cosi,  possiamo 
conchmdere.  se  questo  disfacimento  si  fosse  fatto  in  pieno  mare,  quelle  antiche 
colonie  madri.  per  mezzo  di  questi  propagoli  mandati  in  giro,  si  sarebbero  molti- 
plicate  a  distanza,  precisamente  come  avviene  per  le  larva  liberamente  vagauti. 

Riepilogando  :  tre  maniere  vi  sono  nei  Diplosomi  per  dare  origine  anuove 
colonie:  1.  le  larve  ;  2.  la  scissione  di  colonie  tiglie  con  relativa  migrazione 
strisciando  sul  sostegno  ;  3.  i  propagoli. 

2.  Migrazione  della  Ciona  intestinalis .  —  Nella  grande  vasca  del  labora- 
torio  della  Stazione  Zoologica  di  Napoli  sono  assai  frequenti  i  casi  d'individui 
di  Ciona  intestinalis  peduncolati.  Su  di  essi  ha  gia  richiamato  I'attenzione  il 
Lo  Bianco,  il  quale,  facendo  pure  notare  la  presenza  sul  corpo  di  tali  ascidie 
d'un  gran  numero  di  bollicine  d'aria,  attribuiva  giustamente  a  queste  la  prima 
ragione  della  formazioue  del  peduncolo.  Li  ho  guardati  anch' io  con  curiosita 
questi  strani  animali,  per  varie  settimane  di  seguito,  nell'occasione  che,  vo- 
lendo  studiare  la  migrazione  delle  colonie  di  Diplosoma,  di  cui  piu  sopra  ho 
detto,  aveva  ottenuto,  grazie  alia  cortesia  della  Direzione  della  Stazione,  che 
per  qualche  tempo  non  si  procedesse  alia  solita  ripulitura  della  vasca. 

E  molto  notevole  il  fatto  che  la  Ciona,  stirata  su  dalle  bollicine,  spinge 
dalla  base  d'  inserzione  del  peduncolo  molte  appendici  rizoidi  lluttuauti  in  tutti 
i  versi.  Esaminando  queste  appendici,  si  trovauo  costituite  interamente  sul 
tipo  dei  prolungamenti  ectodermici  del  Diplosomi  nel  momento  che  essi  sono 
distesi  in  forma  di  ditb  di  guanto.  Manca,  nondimeno,  quella  che  nei  prolunga- 
menti dei  Diplosomi  e  la  parte  caratteristica,  cioe  la  speciale  papilla  adesiva. 
In  talune  appendici  il  prolungamento  ectodei-mico  si  va  ritirando  o  anche  si 
e  addirittura  ritirato,  cosi  che  tutto  si  riduce  a  semplici  appendici  inerti  della 
sostanza  della  tunica  che  non  tardano  a  cadere  piu  o  meno  in  rovina.  Si 
ripete  cosi  quello  che  in  altre  circostanze  avviene  delle  appendici  radiciformi 
che  strisciano  fissate  al  sostegno.  Questo  si  vede  quando  le  Ascidie  sono  inse- 
rite  nel  mezzo  della  vasca. 

Ma  quando,  invece,  la  Ciona  ha  preso  inserzione  su  d'una  parete  verticale, 
all ora  non  pill  prolungamenti  cilindrici,  liberamente  fluttuanti  si  formano,  ma 
solo  appendici  adesive;  le  quali  strisciando  suUa  parete  si  ramificano  varia- 
mente,  si  allargano  uell'estremo  distale  come  vere  foglie,  segregano  un'abbon- 
dante  sostanza  tunicale.  Intanto  I'animale,  tratto  su  dall'aria,  cambia  sempre 
posto,  e  migra  in  alto.  Nuove  appendici  di  tissazione  si  rendono  allora  necessa- 
rie,  e  I'ectoderma  le  emette  abbondantemente.  Ma  non  bastano  an.cora,  perche 
la  base  del  peduncolo  d' inserzione  si  va  continuamente  alloutanando. 

Insomnia,  in  ultimo  il  risultato  di  tutto  questo  distendersi  incessantemente 
e  fissarsi  di  nuovo  e  di  continue,  e  uno  spostamento  successivo  del  punto  d' in- 
serzione dell'ascidia  sul  sostegno  :  una  vera  migrazione,  che  riesce  assai  piii 
evidente  nei  casi  in  cui,  amisura  che  I'animale  si  fissa  sempre  piu  avanti, 
talora  si  va  pure  a  mano  a  mano  atrotizzando  la  parte  radicale  che  rimane 
indietro. 


189 


Seduta   pomeridiana. 

II  Presidents  annunzia  che  le  dimostrazioni  inerenti  alle  comunicazioni  si 
faranno  dalle  17  in  poi  nella  sala  del  Museo  Zoologico.  Da  quindi  la  parola  ai 

soci  per  le 

Comunicazioni  scientiflehe. 

Bassani  F.  —  Su  alcuni  axmnzi  di  jjesci  del  j)liocene  toscano. 

II  corapianto  Roberto  Lawley,  cultore  benemerito  di  paleontologia, 
raccolse,  com'e  noto,  anni  addietro,  nelle  argille  plioceniche  delle  colline  to- 
scane  e  sopratutto  nei  dintorni  di  Orciano,  di  Voiterra  e  di  Siena,  una  ingente 
quantita  di  avanzi  di  vertebrati  e  ne  illustro  buona  parte  in  parecchie  Me- 
morie  (1).  Egli  ne  cito  138  specie,  distribuite  in  65  generi  :  di  esse,  126  appar- 
tengono  ai  pesci  e  sono  princijjalraente  rappresentate  da  denti,  da  squame  e 
da  doruliti,  3  ai  cheloniani  e  9  ai  raammiferi.  Quelle  indicate  con  nomi  nnovi 
sommano  a  61. 

In  codesti  suoi  studii  egli  ebbe  il  merito  notevolissimo  di  istituire  copiosi 
ed  efificaci  confronti  con  la  fauna  odierna,  acquistando  alio  scopo  un  ricco 
matei'iale  osteologico,  preparato  ottiinameute,  e  di  riconoscere  intimi  rapporti 
fra  un  gran  numero  dei  predetti  resti  pliocenici  ed  altri  viyenti.  Tattavia,  pur 
dichiarando  spesso  che  tali  resti  «  corrispondono  afFatto,  a  specie  attuali  e 
ne  sono  i  rappresentaiiti  alio  stato  fossile  »,  li  pubblico  quasi  tutti  con  nomi 
specifici  nuovi.  Dei  riraanenti,  riferi  molti  a  specie  neogeniche  e  parecchi  a 
specie  eoceniche,  cretacee  e  giurassicbe  {Aspidorhynchus  ornatissimus  Ag., 
Carcharias  tenuis  Ag.,  Chimaera  Bucklandi  Eg.,  C.  Egertoni  Buckl.  sp.,  C.  lep- 
tognathus  Ag.,  C.  Mantelli  Ag.,  Corax  Egertoni  Ag.,  Galeocerdo  minor  Ag., 
Lamna  elegans  Ag.,  L.  [OdontaspisJ  JJronni  Ag.,  L.  [Od.J  Hopei  Ag.,  Myliohatis 
jynnctatus  Ag.,  M.  suturahs  Ag.,  Notidanits  microdon  Ag.,  Otodus  appendicu- 
latus  Ag.,  Oxyrhina  Mantelli  Ag.,  Spinax  major  Ag.,  Tetrapturus  minor  Ag.) 

Natui-almente,  qnesta  associazione  di  forme  spettanti  a  periodi  terrestri 
cosi  differenti  parve  molto  strana,  e  qualche  naturalista  ne  rilevo,  incidental- 
mente,  la  poca  probabilita  o,  per  dir  meglio,  la  inammissibilita.  A  malgrado  di 
cio,  alcuni  studiosi,  disposti  a  concedere  alle  specie  una  straordinaria  resistenza 
attraverso  le  epoche  geologiclie,  trovarono  nelle  suaccennate  risultanze  un 
nuovo  argoraento  in  appoggio  della  loro  opinione. 

Piu  tardi,  Arturo  Smith  Woodward  [-),  Luigi  Segu  enza  (■^)  ed  io 
stesso  (^)  rettificammo  alcune  fra  le  deterrainazioni  di  Lawley,  basandoci,  in 
generale,  suUe  descrizioni  e  suUe  ligure. 


(')  Monogriifia  del  genore  Notidanus.  —  Osserrazioni  sopra  nua  mascella  loss,  del  geu.  Sphmro- 
dug.  —  Pesci  ed  altri  vertebrati  fos.s.  del  pliocene  toscano.  —  Nnovi  studii  sopra  ai  pesci  ed  altri 
vert.  foss.  delle  colline  toscane.  —  Quattro  meraorie  sopra  a  resti  fossili.  —  Rea'.i  foss.  di  Selache  tro- 
vati  a  Kicava.  —  Studii  coinparativi  sui  pesci  foss.  coi  viventi  dei  gen.  Carcharodon,  Oxyrhina  e  Ga- 
leocerdo. —  Nnovi  denti  fossili  di  "i^otidamis  rinvenuti  ad  Orciano  pisauo. 

(")  Arturo  Smith  Woodward.      Catalogue  of  the  fossil  fishes  in  the  British  Museum  —  Part.  I. 

(^}  Luigi  Seguenza.  —  I  vertebrati  foss.  della  prov.  di  Messina.  Part.  I.  Pesci,  pag.  70. 

{")  Bassani.  —  Note  paleontologiche.  —  Ittioliti  niioc.  della  Sardegna.  —  La  ittiofanna  di 
G-assii.o. 


—   190  — 

Se  lion  che,  per  giungere  a  deduzioni  veramente  fondate,  era  necessario 
lo  studio  diretto  degli  eseinplari,  tanto  piu  che  di  molte  fra  le  specie  pubblicate, 
note  e  uuove,  Lawley  non  aveva  dato  il  disegno.  Ora  io,  in  questi  ultinii 
inesi,  ho  avuto  1'  opportunita  di  esaminare,  in  qualche  coUezione  pnbblica  e 
privata,  parecchi  avanzi  di  pesci  pliocenici  della  Toscana,  raccolti  e  determi- 
nati  da  lui,  i  quali,  per  quanto  scarsi,  mi  hanuo  fornito  risultati  soddisfacenti. 

Fra  essi,  infatti,  ho  riconosciato  le  specie  seguenti.  Aggiungo  fra  paren- 
tesi  i  nomi  con  cui  vennero  indicate  da  L  aw  1  e  y. 

Specie  viventi. 

Acanthias  vulgaris. {Spinax  major  Agassiz). 

Carcharias  [Prionodon]  glaucus  .  .  .    {Pnonodon  suhglaucits  Lawl.), 

Carcharias  [Prionodon]  glyphis  . . ,   (Glyphis  urcianensis  Lawl.). 

Carcharias  [PrionodonJ  lamia {Carcharias  tenuis  Ag.,  Carcharodon  minimus 

Lawl.,    Corax    Egertoni   Ag.,    Galeocerdo 

etrusciis  Lawl.,  Pnonodon  siiblamia  Lawl). 
Carcharodon  Rondeleti (C.  angustidens  Ag.,  C.  etruscus  Lawl.,  C  sul- 

cidens  Ag.). 

Centrina  Salvianii (C.  Bassanii  Lawl.). 

•  Chrysaphrys  aurata ( C  Agassizii  £.  Sism.). 

Galeus  canis (Galeocerdo  minor  Ag.,  G.  Pantanellii  Lawl.). 

Myliobatis  aquila {M.  angustidens  E.  Sism.). 

Notidanus  griseus. . .'. {N.  gigas  E.  Sism.,  N.  Meneghinii   Lawl.,    N. 

microdon  Ag.,  N.  prhnigenius  Ag.,  N.  re- 

curvus  Ag.). 
Odontaspis  ferox (Lamna  [Od.]  Bronni  Ag.,  L.  [Od.]  Hopei  Ag., 

L.  [Od.]  duhia  Ag.). 

Oxyrhina  Spailanzanii {Otodus   appendiculatus   Ag.,   Ot.  sulcatus   E. 

Sism.,  Ox.  Desori  Ag,). 

Raja  clavata {R.  antiqua  Ag.). 

Scyllium  stellare (-S'.  Pauluceii  Lawl.). 

Scymnus  lichia {S.  Majori  Lawl.). 

Squatina  angelus (<S'.  D'Ancoaai  Lawl.i. 

Trygon  Gesneri (T.    subgesneri    Lawl.    in    sch.,    T.    Targionii 

Lawl). 
Xiphias  gladius (A'.  Delfortriei  LaAvl.). 

Specie  neog'eniche. 

Odontaspis  contortidens {Lamna  elegans  Ag.,  L.  [Od.]  contortidens  Ag.). 

Oxyrhina  hastalis (0.  Agassizi    Lawl.,  O.    hastalis  Ag.,  0.  Man- 

telli  Ag.,  0.  x>Ucatilis  Ag.,  0.  trigonodon 
Ag.,  0.  xij)hodon  Ag.). 

Da  questo  elenco  risulta : 

1."  che  quasi  tutti  gli  esemplari  esaminati  da  me  spettano  a  forme  dei 
nostri  mari,  Cio  conferma,  del  resto,  le  osservazioni  di  Lawley,  il  quale, 
evidentemente,    partiva   dal  falso   principio  che    gli   avanzi  di    specie  viventi, 


—  191  — 

quando  si   trovano  in   depositi  auterioii  al  moderno,    vanno  distiiiti   con   nomi 
specific!  nuovi. 

2."  che  delle  18  specie  eoceniche  e  secondarie  citate  da  Law  ley,  io  ne  ho 
rinveuute  1 1  determinate  erroueamente,  le  quali  sono  in vece  neogeniche  od  attuali. 
Ripeto  che  il  materiale  avuto  a  mia  disposizione  e  state  molto  scarso. 
Certo,  se  si  potesse  studiare  I'iutera  collezione  (la  quale  si  conserva  a  Mon- 
tecchio,  presso  Pontedera,  in  provincia  di  Pisa),  si  riconoscerebbe  che  quella 
fauna  e  costituita  in  grandissima  parte  da  specie  viventi  e  che  non  vi  e  rap- 
presentata  alcuna  specie  mesozoica,  ne  eocenica. 

Bassani  presenta  un  problematico  avauzo  organico  raccolto  uel  calcare  eo- 
cenico  dell'Appennino  del  Molise,  che  interessa  molto  i  convenuti. 

Paladino  G.  —  Su  alcuni  puntl  covtroversi  della  stndtura  Intbna  del  ceutri 
nervosi. 

Richiamo  Tattenzione  degli  osservatori  su  tre  punti  della  struttura  intima 
dell'asse  cerebro-spinale,  cioe  a  dire  1'^  sul  reticolo  periferico  delle  cellule  ner- 
vose  e  della  sua  penetrazione  in  queste  e  della  sua  continuazione  col  tessuto 
interstiziale;  2"  sulla  penetrazione  del  nevroglio  interstiziale  nella  guaiua  mie- 
linica  delle  fibre  nervose  o  sulla  continuazione  del  nevroglio  interstiziale  in 
quello  che  io  chiamai  nevroylio  mieHnico,  e  3'^  infiue  sul  inodo  di  comportarsi 
delle  fibre  delle  radici  dorsali  come  giungono  nel  ipidoUo  spinale. 

I.  In  ordine  al  reticolo  pericellulare  ed  endocellulare  delle  cellule  nervose 
present©  due  preparati  di  midollo  spinale  di  Trygon  violaceus,  in  uno  dei  quali 
si  vede  chiaramente  un  nitido  reticolo  adattato  immediatamente  sull'elemento 
nervoso  ed  in  chiara  e  diretta  continuazione  col  tessuto  interstiziale,  meutre  uel- 
I'altro  si  vede  chiaramente  una  cellula  nervosa  circondata  dall'identico  reticolo 
anzidetto  continuantesi  non  solo  col  tessuto  interstiziale  ma  altresi  con  un  re- 
ticolo che  si  svolge  dentro  il  protoplasma  cellulare.  Ed  in  effetti  siccome  il  ta- 
glio  ha  preso  di  sbieco  la  cellula,  cosi  si  ha  a  vedere  per  una  parte  di  questa  il 
reticolo  superficiale  e  pericellulare,  e  per  I'altra  parte  die  comprende  anche  il 
nucleo  il  reticolo  che  corre  dentro  la  cellula  ed  arriva  sino  allaperiferia  del  nucleo. 
Tale  reticolo  endocellulare  risulta  da  rami  piii  sottili  di  quelli  che  compongono 
le  maglie  del  reticolo  superficiale,  ma  in  diretta  continuazione  coUo  stesso.  Le 
maglie  del  reticolo  superficiale  sono  di  varia  forma  ed  i  raggi  che  le  limitano 
si  riuniscono  nei  punti  d'incontro,  ed  in  qualcuno  di  questi  vi  e  proprio  un  pic- 
colo corpuscolo  nevroglico. 

Neir  uno  e  nell'altro  preparato  si  deve  notare  che  il  reticolo  che  involge  il 
corpo  cellulare  si  continua  sui  prolungamenti  di  qnesto,  cioe  tanto  sui  dendriti, 
quanto  suU'assone  o  prolungamento  cilindrassile  come  dimostrai  sin  dal  1892  e 
come  di  poi  confermarono  Colucci  C,  Capobianco,  Fragnito  ed  altri  miei 
allievi. 

Di  che  natui-a  e  mai  il  detto  reticolo  pericellulare  ed  endocellulare?  Prima 
di  dare  una  congrua  risposta  ad  una  tale  interrogazione  e  mio  debito  rammen- 
tare  che  molte  tra  le  question!  sorte  intorno  Tistologia  dei  centri  nervosi  sono 
derivate  dal  fatto  che  i  metodi  adoperati  se  mettono  in  evidenza  alcune  parti 
restano  inefficaci  colle  altre,  sicche  coi  preparati  che  si  ottengono  mentre  da  un 
lato  s' induce  dall'altro  si  suppone,  dovecche  e  da  seguirsi  il  precetto  di  pre- 


—  192  — 

ferire  quei  metodi  che  lasciano  contemporaneamente  vedere  tanto  gli  element! 
nervosi  quanto  gli  interstiziaii. 

Da  questo  punto  di  vista  i  metodi  die  piii  mi  hanno  risposto  alio  scopo 
sono  stati  quello  all'joduro  di  palladio  e  I'altro  consistente  nell'uso  della  ru- 
bina  acida  in  soluzione  picro-alcoolica  (rubina  acida  gramme  ],  acido  picrico 
grammi  3,  alcool  a  91  grammi  100).  Ebbene  con  questi  metodi  a  preferenza  si 
ottengono  preparati  che  presentano  colorati  e  gli  element!  nervosi  e  le  glia- 
cellule,  e  queste  di  molto  varia  dimensione  e  con  proluugamenti  in  rapporti 
tra  loro  prossimali  e  distali.  Quando  le  cellule  nervosa  sono  annidate  in  lacune 
del  tessuto  interstiziale  o  del  nevroglio  esse  non  si  trovano  libere,  ma  souo 
in  cambio  circondate  da  imo  strato  di  nevroglio  rarefatto.  costituito  da  piccole 
gliacellule  con  e  senza  nucleo  e  con  prolungamenti  fibrillar!  che  s'intrecciano 
variamente  e  che  si  vanno  a  continuare  col  reticolo  pericellulare,  e  nel  tutto 
insieme  costituiscono  quello  che  io  ho  chiamato  il  ragnatelo  nevroglico. 

Merce  la  soluzione  di  rubina  acida  anzidetta  si  hanno  preparati  dove  e 
possibile  di  vedere  chiaramente  il  reticolo  pericellulare  in  continuazione  al- 
I'esterno  col  resto  del  ragnatelo  nevroglico  ed  in  generale  col  nevroglio  in- 
terstiziale, ed  all'interno  continuantesi  con  fili  piii  sottili  che  alia  loro  volta 
s!  riuniscono  e  formano  una  rete  a  maglie  piii  strette  e  giungente  fino  al  nu- 
cleo. II  dubbio  che  il  reticolo  superficiale  o  pericellulare  possa  essere  inter- 
pretato  per  intracellulare  e  vittoriosaraente  vinto  dal  fatto  che  il  reticolo 
esterno  ed  interno  si  trovano  a  different!  piani,  onde  I'uno  si  Tede  a  fuoco 
piu  alto  e  I'altro  a  fuoco  piu  basso,  ed  inoltre  dalla  presenza  del  nucleo  alio 
stesso  livello  del  reticolo  interno,  il  che  da  garanzia  e  sicurezza  che  quanto  si 
vede  a  detto  livello  e  dentro  e  non  sopra  la  cellala.  Le  cellule  nervose  adun- 
que  nel  midollo  spinale  sono  circondate  da  nevroglio  che  forma  un  reticolo 
intorno  alle  cellule  in  continuazione  con  quello  che  la  rubina  acida  mette  in 
evidenza  dentro  le  stesse. 

Una  tale  continuazione  del  ragnatelo  nevroglico  dentro  le  cellule  fa  sem- 
pre  piu  intimi  i  rapporti  tra  nevroglio  e  le  cellule  nervose.  E  cio  c!  deve 
aiutare  ad  apprezzare  al  loio  giusto  vaiore  alcuni  de!  piii  recent!  trovati,  fra 
i  qual!  il  rivestiraento  retioolare  delle  cellule  nervose  descritto  dal  Gclgi,  il 
reticolo  illustrate  da  Donaggio,  quello  da  Bethe  e  da  altri. 

Or  dopo  la  ripetuta  conferma  e  I'estensione  de!  predetti  rapporti  intimi  tra 
nevroglio  e  cellule  nervose,  prima  di  concludere  altrimenti  sull'essenza  del  re- 
ticolo peri  ed  endocellulare  m!  pare  s!  dovesse  escludere  che  sinno  parte  del 
ragnatelo  nevroglico  adattato  a  reticolo  pericellulare  e  continuantesi  nel  reti- 
colo endocellulare. 

La  significazione  di  questi  rapporti  intimi  tra  nevroglio  e  le  cellule  nervose 
e  della  massima  importan^a,  e  senza  divagare  in  interpretazioni  fantastiche 
son  d'  avviso  che  debba  il  nevroglio  rappresentare  un  apparecchio  nutritive,  un 
apparecchio  per  la  piii  intima  distribuzione  de!  succhi  plasmatic!  a  vantaggio 
delle  cellule  nervose  attraverso  le  maglie  del  reticolo  pericellulare  e  seguendo 
i  ram!  della  rete  endocellulare.  Nel  contempo  il  nevroglio  pericellulare  deve 
servire  quale  mezzo  isolante  della  conducibilita  nervosa. 

II.  II  nevroglio  non  solo  si  adatta  imraediatamenfce  alle  fibre  nei  centri 
nerves!,  ma  piglia  intimi  rapporti  anz!  si  coatinua   nello   scheletro  mielinico. 

Io  vi  present©  un  altro  prej^arato  che  e  una  sezione  trasversa  del  midollo 


193 


spiiiale  di  Trygon  violacms  e  die  osservato,  specialuiente  in  coi-rispondenza  dei 
cordoni  ventfali  costituiti  dalle  fibre  pin  grandi,  vi  fara  avere  cbiara  la  no- 
zione  che  le  cellule  nevrogliche  interstiziali  di  molto  varia  dimensione  man- 
dano  tntte  prolungamenti  che  o  corrono  suUa  periferia  dello  scheletro  mieli- 
nico,  giacche  queste  fibre  iiervose  non  lianno  membrana  di  Schwann,  oppure 
vi  si  addentrano  e  collo  stesso  si  continuano.  Tale  penetrazione  avviene  o  nelle 
fibre  contigue  alle  cellule  nevrogliche  o  nelle  fibre  dalle  stesse  lontane. 

In  ogni  sezione  trasversa  di  fibra  nervosa  si  ha  a  vedere  11  cilindrassile 
centrale  o  piii  o  meno  eccentrico,  e  tra  questo  e  la  periferia  si  trovano  rami 
in  varia  direzione,  convergenti  talora  in  rigonfiamenti  t'usoidi,  in  qualcuno  dei 
quali  si  deve  distinguere  un  accenno  di  nucleo.  Mentre  arrivano  a  circondare 
il  cilindro  dell'asse  alia  periferia  si  mettono  in  continuazione  col  nevroglio 
interstiziale.  Rispondono  detti  rami  alia  colorazione  della  rubina  acida  come  il 
nevroglio  interstiziale,  a  simiglianza  del  come  gli  uni  e  I'altro  avevano  lispo- 
sto  di  gi^  alia  reazione  del  joduro  di  palladio. 

II  nevroglio  adunque  non  lascia  lacune  canaliculate  a  traverse  cui  corrono 
liberamente  le  fibre  nervose,  si  bene  vi  penetra  dentro  e  ne  costituisce  lo 
scheletro  mielinico. 

I  migliori  preparati  I'ho  ottenuti  con  pezzi  di  midollo  spina;le  colorati 
dopo  di  averli  smielinizzati  merce  bagui  successivi  di  benzoic  ed  alcool  a  parti 
uguali,  di  benzoic  solo,  e  poi  di  alcool  assoluto  a  caldo,  o  pure  dopo  averli 
sottoposti  all'azione  digestiva  del  succo  gastrico. 

Tali  rapporti  tra  il  nevroglio  interstiziale  e  lo  scheletro  mielinico  non  sono 
meno  interessa^jti  di  quelli  tra  nevroglio  e  cellule  nervose.  Ci  I'anno  meglio 
comprendere  la  vera  natura  dello  scheletro  mielinico  e  ci  i'anno  apprezzare  al 
giusto  valore  in  massima  i  coUaterali  cbe  sono  da  ritenersi  quali  filamenti  o 
raggi  di  nevroglio  e  non  rami-  del  cilindrasse. 

III.  Ed  eccomi  al  raodo  di  comportarsi  delle  fibre  delle  radici  dorsali  al 
lore  arrivo  nel  midoilo  spinale.  Secondo  lo  schema  dato  negli  ultimi  tempi  da 
Kolliker,  Ramon  y  Cayal,  van  Gehuchten,  ecc.  le  fibre  nervose  delle 
dette  radici  si  sarebbero  biforcate  in  un  ramo  ascendente  pin  lungo  ed  in  un 
ramo  discendente  piu  corto.  Questo  trovato  istologico  sarebbe  stato  in  accordo 
coi  dati  sperimentali  riflettenti  le  conseguenze  della  recisione  delle  radici  dor- 
sali, a  cui  conseguitano  degenerazioni  ascendent!  e  degenerazioni  discendenti. 

Intanto  coi  metodi  che  colorano  contemporaneamente  tutto  non  si  hanno  a 
confermare  le  biforcazioni  anzidette.  Gia.  il  Golgi  aveva  ritenuto  che  fossero 
rare,  ma  io  devo  essere  piu  reciso  a  non  ammetterle  addirittura.  Quelle  che 
in  cambio  si  avvera  e  questo:  le  fibre  delle  radici  dorsali  arrivate  che  sono  nel 
midollo  si  ripiegano  in  sopra,  pero  alcune  si  ripiegano  in  senso  opposto  verso 
I'estremo  caudale,  sicche  si  incrociano  con  quelle  che  vanno  in  sopra  od  ia- 
nanzi.  Tale  effettivo  comportarsi  delle  fibre  delle  radici  spinali  dorsali  spiega 
poi  come  alia  recisione  di  queste  debbano  conseguire  degenerazioni  ascendenfci 
6  discendenti  del  midollo  spinale. 

Cosi  stando  le  cose,  lo  schema  divulgate  negli  ultimi  anni  da  Kolliker, 
Ramon  y  Cayal,  van  Gehuchten,  ecc.  in  ordine  alia  disposizione  delle 
fibre  sensitive  e  loro  rapporti  colle  cellule  nervose  nel  midollo  spinale  va  ri- 
veduto  sulla  base  dei  nuovi  rapporti  da  me  messi  in  luce  tra  nevroglio  ed 
elementi  nervosi. 


—  194  — 

Diamare  V.  —  Cisti  epiteliali  nel  cosiddetto  pancreas  dei  Petromizonti. 

Alia  strana  condizione  del  t'egato  il  cui  dotto  sparisce,  all'epoca  della  tra- 
sformazione  deW Aminocoetes  in  Petromyzon,  si  riannoda  strettamente  la  que- 
stioue  d'un  eventuale  pancreas. 

II  coraplesso  di  follicoli  esistenti  suU' inizio  dell' intestine  medio  (org.  d^ 
Langerhans)  laoiV  Aminocoetes  e,  secondo  alcuni,  un  pancreas,  secondo  altri 
(Schneider) una  milza. Kupf'f  er,  al  quale  poco  chiara  apparisce  la  significazione 
dell'organo,  trova  che  il  prime  apparire  d'un  pancreas  nelV Ammocoetes  segue 
le  linee  generali  consuete,  ma  che  gli  abbozzi  ventrali  si  visolvono  in  tessuto 
epatico,  mentre  I'abbozzo  dorsale,  coUegandosi  al  fegato.  fornisce  proprio  esso 
la  via  d' escrezione  al  medesimo:  ossia  qui  non  tratterebbesi  d'un  coledoco. 
ma  d'un  omologo  del  dotto  di  Sautorini.  Brachet,  ispirandosi  ad  una  con- 
cezione  di  Mayr.  ammette  un  pancreas,  per  cosi  dire,  virtuale,  in  una  zona 
del  medio  intestino,  laddove  T  organo  di  Langerhans  inclina  a  i-iguardare 
tutt' al  piu,  come  equivalente  alls  cosidette  isole  di  Langerhans  dei  verte- 
brati  piu  evoluti. 

lutanto  nel  Petromyzon  ed  in  forme  di  transizioni  un  differente  organo  e  in- 
dicato  da  Schneider  e  daNestler  come  residuo  dell' obliterato  dotto  del 
fegato.  Kupffer,  che  definisce  I'organo  «  un  tutt'altro  che  insignificante  pan- 
creas della  forma  adulta  »,  suppone  che  sorga  piu  tardi,  appunto  dal  dotto  di 
Santorini.  Giacomini,  ha  dato  recentemente  particolari  suUa  posizione. 
rapporti  e  struttura  di  tale  massa  con  i  quali  riesco  ad  accordarmi  in  parte, 
differendo  per  altro  su  interpretazioni  raorfologiche.  Ma  qui  come  osservazione 
che  forse  potra  avere  qualche  interesse  nello  stato  delle  queptioni,  di  cui  per- 
cio  ho  dato  un  cenno,  vorrei  semplicemente  ed  in  breve  far  noto  un  reperto  che 
mi  si  e  ofiferto,  nell' esame  di  tagli  seriali  deli' intestino  medio  e  suoi  annessi 
glandular!  d'un  esemplare  molto  grande  di  Petromyzon  marimis,  gentilmente 
avuto  vivento  dalla  Stazione  Zoologica. 

II  complesso  glaudulare  anteriore,  sito  neilo  spessore  dell'iutestino,  sembra 
sui  tagli  che  risulti  di  due  masse  riunite  fra  loro  da  un  tratto  della  stessa  so- 
stanza.  Ora,  sul  punto  in  cui  gli  ammassi  stanno  per  ridursi  e  sono  prossimi  a 
scomparire  poi  sui  tagli  seguenti,  ed  inoltre,  sul  punto  in  cui  il  complesso  po- 
steriore  sta  per  incunearsi  nel  fegato,  ho  rinvenuto  dico,  in  ciascuna  delle  tre 
masse  in  parola,  una  cisti,  fatta  da  particolare  epitelio  semplice. 

Le  cisti  epiteliali  non  hanno  un  rivestimento  proprio  conn etti vale  o  cap- 
sula,  ma  giacciono,  strettamente  vicine  a  quelli  che  Giacomini  omologa 
a'  tubi  zimogenici,  ed  alle  vescicole  piu  grandi,  omologate  dall'A.  ad  isole  di 
L an  ger bans,  nella  stessa  trama  interstiziale.  Qneste  formazioni  che  io  per  ora 
chiamero  semplicemente  «  costituenti  glandulari  »  soao  separati  dall'epitelio  ci- 
stico  talora  solo  da  capillari :  in  taluni  punti  esiste  pero  tale  intima  connessione 
tra  le  «  vescicole  piu  grandi  »  e  I'epitelio  che,  nella  retrazione  provocata  dal 
fissatore,  alcune  di  queste  ultima  hanno  seguito  I'epitelio  ed  appariscono  saldate 
ad  esso,  quasi  ne  fossero  diretta  continuazione. 

L'epitelio  delle  cisti  risulta  di  cellule  la  cui  altezza  varia  alquanto,  con  un 
nucleo  piu  piccolo  delle  «  vescicole  piu  grandi  »,  ma  piii  oscuro.  Per  i  caratteri 
del  nucleo  e  per  i  caratteri  generali  questo  epitelio  oflfre  spiccata  somiglianza 
con  l'epitelio  intestinale.  Analogamente  a  questo  ultimo  le  cellule  si  colori- 
scono  in  rosso-vinoso  con  eraallume  ed    eosina  e  mostrano  del   pari  assai  evi- 


-  li 


dente  quel  particolare  orlo  striate,  indicate  come  orlo  ciliato  o  «  bordnva  a 
spazzola  »  neU'epitelio  renale,  in  cui  sopratutto  fu  studiato  e  variamente  in- 
terpretato  (Tornier,  Disse,  Nicolas,  Sauer,  Trambusti,  Renaut, 
Monti).  Sopratutto  distintissimo,  come  neU'epitelio  renale  notarono  Sauer 
ed  i  germani  Monti,  e  come  io  constato  neU'epitelio  intestinale  dello  stesso 
Petromyzon,  e  quella  serie  di  puntini  che  si  mostrano  intensamente  iutinti  alia 
base  dell'orlo.  Veramente  se  quest'ultirao  risulti  poi  di  ciglia  e  discussions  in 
tesi  molto  generale  e  non  concerne  lo  scopo  della  presente  comunicazione.  Devo 
far  osservare  pero  che  oltre  alia  «  bordura  a  spazzola  »  si  riscontrano  in  tratti 
delle  cisti,  in  alcuni  elementi,  come  dei  bastoncelli  rigidi  o  variamente  affasciati, 
emanantl  dal  citoplasma,  i  quali  s'intingono  del  pari  vivamente  con  1' eosina. 
Questi  hanno  propriamente  tutto  I'aspetto  di  ciglia  ed  e  a  rilevare  che  si  riscon- 
trano del  pari,  con  identici  caratteri,  oltre  alia  cosidetta  bordura  a  spazzola, 
sull'  estremita  distale  di  cellule  epiteliali  dell'  intestino.  Si  dovra  tener  conto  di 
cio,  in  una  piu  esatta  valutazione  della  «  bordura  »  in  generale. 

Nell'interno  delle  cisti  s'osserva  un  coagulo  areolato,  con  nodi  alquanto  piii, 
densi  e  piu  colorabili  (eosina,  congorotlij  o  singoli  minimi  grumetti  sparsi.  Singo- 
lare  e  un  rientramento.  con  interruzione  dell'epitelio,  in  una  cisti :  sembra  che 
il  tratto  interrotto  sia  completato  da  un  capillare  sanguigno.  Immagini  analo- 
ghe  ho  trovato  talora  anche  nelle   <  grandi  vescicole  »  della  massa  glandulare. 

In  riassunto  delle  impressioni  che  riporto  dall'  esame  dei  preparati  devo 
insistere  che  le  forraazioni  cistiche  rinvenute  hanno  disposizione  abbastanza 
regolare  ne'  tre  ammassi  glandular!  e  presentano  caratteri  intestinali  spicca- 
tissimi.  Mi  domando  se  eveutualmente  rappresentino  ordinarie  vestigia  d'uu 
derivato  intestinale,  a  un  di  presso  come  gia  sappiamo  verificarsi  di  certi  de- 
rivati  dell' intestino  medesimo  ?  (AUudo  specialmente  alle  vestigia  brauchiali  e 
sopratutto  al  corjDo  postbranchiale,  i  cui  rudimenti  a  mo'  di  cisti  persistono  nella 
tiroide  e  nelle  paratiroidi  dell' uomo  e  di  vertebrati).  Nel  caso  attuale  le  cisti 
potrebbero  eveutualmente  essere  i  rudimenti  dello  scomparso  dotto  del  fegato  ? 

Quando  rifletto  che  il  dotto  occupa  la  zona  in  cui,  per  un  ulteriore  pro- 
cesso  di  torsione  dell'intestino  (Nestler,  Kupffer),  ruota  I'organo  di  Lan- 
gerhans,  e  quando  constato  sui  miei  tagli  di  Ammocoetes  che  follicoli  di  Lan. 
gerhans  si  spiccano  dall'epitelio  intestinale,  propriamente  anche  sul  punto  di 
sbocco  del  dotto  e,  quando  si  tien  presente  che  il  lurae  del  dotto  si  perde  in 
tratti  staccati  (Nes  tl  er),  si  puo  immaginare,  dico,  senza  stbrzo,  come  possano  da 
cio  risultarne  tratti  cistici,  persistenti  in  seno  alia  massa  che  ne  prende  il  posto. 

In  tagli,  non  seriali,  d'un  intestino  ed  annessi,  di  Petromyzon  Planeri.  ho 
veduto  sezioni  di  cisti  analoghe. 

Diamare  mostra  i  disegni  e  preparati  che  illustrano  la  sua  nota. 

D'Evant  T.  —  Sin  rami  minori  deW  aorta  ventrale  e  specialmente  sulla  irri- 
gazione  del  plesso  celiaco  del  simpatico. 

Fa  rilevare  che  mentre  i  grossi  rami  dell' aorta  ventrale  sono  ben  cono- 
sciuti  sia  nelle  loro  condizioni  ordinarie,  che  anormali,  ed  anche  per  quel  che 
riguarda  il  loro  significato  e  tipo  morfologico,  lo  stesso  non  si  puo  dire  per 
un'altra  serie  di  piccoli  rami,  che  si  distaccano  dalla  parete  antero-laterale 
dell'aorta  ventrale,  e  che  pure  hanno  importanza  relativa  agli  organi  cui  si 
distribuiscoflo.  Meglio  conosciuti  sono   i    corrispondenti  rametti   del  segmento 


—  196  — 

toracico  deir^4.  In  quanto  a  quelli  del  seginento  addomiuale  iioii  ne  ha  trovato 
ceuno.in  opere  special!,  e  solo  qualche  nozione  se  ne  trova  nel  Theile  e  nel 
Roiuiti,  i  quali  hanno  solo  nominati  dei  rametti  glaudolari  e  nervosi.  Ora, 
data  la  iniportanza  fisiopatologica  grandissima  del  plesso  solare,  e  dei  ganglii 
sernilunari,  renali  e  metenserici  che  vi  si  trovano  intercalati,  noncbe  la  grande 
massa  della  sosfanza  nervea  che  compi-ende  tanto  la  parte  plessitbro'e  quanto 
la  parte  gangliare  di  questo  centro  nervoso,  I'A.  fa  rilevare  che,  mentre  la 
parte  morfologica  di  questo  centro  e  abbastanza  ben  conosciuta  anche  nelle 
sue  principali  varieta,  non  e  ben  determinata  la  sua  irrigazione.  A  tale  scopo 
I'A-  ha  istituito  delle  ricerche  sull'uomo  e  in  qualcho  manamifero  piu  grosso  e 
comune. 

Da  queste  osservazioni  fatte  su  preparati  ad  iniezione  fina  niolto  pene- 
trante  od  a  caldo,  legando  i  maggiori  vasi  collateral!  a  qualche  distanza,  e 
veuato  alle  seguenti  conclusioni: 

1"  L'aorta  ventrale  da,  fra  le  tre  serie  di  rami  pari  ed  imparl,  una  doppia 
serie  pari  di  piccoli  rami,  die  si  staccano  dalla  sua  parete  antero-laterale  in  una 
linea  verticale,  fra  la  serie  dei  rami  viscerali  pari  (numerosi  nei  Sauropsidi,  e 
ridotti  per  fusione  nell'uomo  e  nei  mammiferi)  e  quella  del  gruppo  celiaco- 
mensenterico,  anche  tanto  ridotti  nell'  uomo  rispetto  agli  animali  inferiori ; 

2''  Che  essi  rami  sono  pari  ed  hanno  disposizione  segmentaria, 
almeno  originariamente  e  tipicamente,  potendosi  trovare  numerose  varieta 
tanto  di  numero,  quanto  di  origine  anche  dai  rami  collaterali  prossimi,  ma 
esistono  costantemente  ; 

3"  Sono  al  numero  di  qunttro  e  talvolta  di  cinque  paja,  che  pero  sono 
separati  da  intervalli  minori  di  quelli  che  separano  i  tronchi  angiomerici  col- 
laterali, trovandosi  raggruppati  in  un  limite  piu  ristretto. 

4°  11  4"  pajo,  piu  basso  (caudalmente),  piu  grosso,  corrisponde  alle  arte- 
viae  uretericae  mediae  di  Haller.  II  3'^  ed  il  2"  vanno  alle  giaiidole  linfatiche 
del  plesso  aortico,  ed  alia  capsula  adiposa  del  rene  ;  il  1°  pajo  (piu  craniale) 
puo  nascere  dall'aorta  o  dalla  capsulare,  ha  decorso  ricorrente,  ed  irriga  il  mar- 
gine  mediale  del  ganglio  semilunare,  o  del  ganglio  che  corrisponde  alia  fusione 
del  ganglio  semilunare  ed  aortico,  si  puo  anastomizzare  con  qnello  del  lato  op- 
posto,  e  da  esso  partono  i  rami  pel  ganglio  celiaco.  Esso  rappresenta  nell'uomo 
quell'unico  o  doppio  ramo  che,  nei  solipedi,  l'aorta  ventrale  da  al  plesso  solare. 
Su  questo  punto  le  ricerche  saranno  continuate. 

In  quanto  alia  irrigazione  arteriosa  del  ganglio  semilunare  conclude : 

1"  Che  la  sua  irrigazione  e  in  rapporto  tanto  di  questo  ramo  quanto  con 
rami  sussidiari  che  vengono  da  una  delle  tre  aa.  capsular! ;  '2°  Che  vi  puo  es- 
sere  anastomosi  tra  i  due  lati ;  3 "  Che  spesso  si  forma  una  specie  di  circolo  co- 
ronario  intorno  al  ganglio,  e  dal  quale  si  staccano  le  sue  arteriole  ;  i-'^  Che  il 
ganglio  ha  percio  diverse  sorgenti  d'  irrigazione,  per  la  sua  importanza  fuii- 
zionale,  e  che  pero  la  sua  nutrizione  e  abbondantemeute  assicurata. 

D'Evant  presenta  le  figure  ed  i  preparati  che  accompagnano  la  sua  comu- 
nicazione. 

Capobianco  F.  —  La  ergogra^a  del  gastrocneviio  nelVuomo. 
II  muscolo  gastrocnemio,  rinforzato  dal  soleo,  col  quale  ha  tendine  unico, 
com'  e  noto,  ha  funzione  di  estendere  il  piede  suUa  gamba  ed  allorche  la  pianta 


—  197  — 

del  piede  poggi  su  di  uu  piano  resistente  o  sul  suolo,  variando  il  punto  fisso, 
puo  sollevare  il  corpo  sulla  punta  del  pledi  ed  ha  percio  gioco  importantissimo- 
nel  cammino,  nella  corsa,  nel  salto  ecc. 

Profittando  di  quest' azione  e  per  alcuni  iniei  S'tudii  io  lio  teutato  di  otte- 
nere  la  grafia  della  tatica  del  muscolo  in  parola  mediants  una  modificazione  del- 
I'ergografo  del  Mosso,  die  tanti  servigi  ha  reso  alia  sperimentazione  umana. 

Ho  usato  cioe  I'ordinario  apparecchio  inscrittore  del  Mosso  e  ne  ho  sol- 
tanto  rese  piu  luughe  le  dae  aste  parallele,  su  cui  scorre  il  mobile,  per  per- 
mettere  a  quest' ultimo  piu  ample  escursioni. 

Air  apparecchio  fissatore  dell'  antibraccio  ho  poi  sostituito  uno  stivale  di 
t'ela  forte  e  resistente,  fornito  di  una  suola  rigida,  di  ferro  o  di  legno,  la  quale 
anteriormente  s'articola  a  cerniera  fissata  su  di  un  predellino  di  legno  alto 
alcuni  centimetri  sul  livello  del  tavolo  ov'e  disposto  tutto  1' apparecchio.  Po- 
steriormente  detta  suola  si  prolunga  in  uno  sperone,  che  i'uoriesce  dal  limite 
dello  stivale  ed  anche  dal  predellino.  Al  foro  di  cui  e  fornito  questo  sperone 
si  attacca  una  resistente  minugia,  la  quale  scende  per  riflettersi  al  disotto 
di  una  puleggia  hssata  al  tavolo  e  ad  un  livello  piu  basso  del  piano  del  pre- 
dellino di  legno,  ove  si  trova  fissato  lo  stivale.  Dopo  il  passaggio  sotto  la  pu- 
leggia la  minugia  va  ad  attaccarsi  al  mobile  deH'apparecchio  inscrittore,  preci- 
samente  come  nell' ergografo  del  Mosso   la  corda,  che  e  tratta  dal  dito  medio. 

II  movimento  e  semplice  ed  awiene  nel  modo  seguente:  I'individuo,  che 
si  assoggetta  all'esperimento,  siede  su  di  una  sedia  per  evitare  nei  risultati 
difFerenze  dovute  a  diversita  individual!  del  peso  del  corpo.  Una  larga  cinghia 
di  cuoio  gli  stiinge  i  muscoli  della  coscia  per  impedire  nella  miglior  maniera 
la  loro  entrata  in  azione  in  qualsiasi  periodo  dello  esperimento.  La  gamba  e 
leggermente  avvicinata  alia  coscia  e  il  soggetto  e  invitato  a  sollevare  ritmi- 
camente,  con  successioiie  volontaria  o  regolata  da  metronomo,  il  calcagno,  men- 
tre  la  punta  del  piede  e  fissata  alia  cerniera,  che  rende  impossibile  qualunque 
spostamento  in  altri  sensi.  II  peso  da  sollevare  puo  essere  variabile,  ma  per 
ottenere  una  piu  facile  stanchezza  ho  preferito  '20  Kg.  Dopo  il  sollevamento 
per  contrazione  del  tricipite  surale  e  questo  peso  che  trae  giu  il  calcagno  e  si 
ha  I'abbassamento  e  sulla  carta  la  linea  di  ritorno  al  riposo. 

Cosi  praticando  si  ottengono  tracciati  caratteristici  della  fatica  del  mu- 
scolo, che,  mutatis  mutandis,  riproducono  con  grande  fedelta  il  tipo  della  curva 
ergografica  delflessore  del  dito  medio  della  mano,  ottenuta  con  I'efficace  e  sem- 
plicissimo  apparecchio  del  Mosso,  di  guisa  che  basta  conoscere  la  curva  della 
fatica  della  mano  in  un  dato  individuo  per  riconoscerne  in  mezzo  a  parecchi 
saggi  di  persone  diverse  quella  fornita  dalla  fatica  del  tricipite  surale. 

Questo  breve  cenno  sara  quanto  prima  seguito  da  una  descrizione  piii 
anipia  ed  esauriente  e  dalla  riproduzione  dei  caratteristici  tracciati,  di  cui 
presento  ora  ai  Signori  Socii  alcuni  saggi. 

Capobianco  presenta  le  grafiche  relative  ed  il  disegno  dell'  apparecchia 
adoperato. 

Capobianco  F.  —  La  influenza  di  agenti  fisico  chimici  sui  muscoli  lisci  dHn- 
vertebrati. 

Espongo  qui  alcune  conclusioni  generali,  tratte  da  un  lungo  studio  speri- 
mentale,  seguito  su  due  invertebrati  Y Eledone  mosdiata  ed  il  Sipunculus  nudus, 
M.  Z. 


■    —  198  — 

poiche  il  lavoro  complete  vecle  la  luce  negli  atti  dell' Accademia  Reale  dalle 
Scienze  di  Napoli. 

Alio  scopo  di  portare  un  contributo  alia  questione  sempre  viva  e  discussa 
della  velenosita  specifica  muscolare  o  nervosa  dei  varii  tossici,  e  profittando 
della  liberale  ospitalita  presso  la  stazione  zoologica  di  Napoli,  io  ho  provato 
sni  preparati  neuro-muscolari  dei  predetti  animali  marini  I'azione  di  oltre  50 
veleni,  tra  sostanze  miiierali,  anestetici,  alcaloidi  e  glucosidi,  essenze,  nouche 
gli  effetti  delle  variazioni  di  "temperatura;  determinando  altresi  la  conceutra- 
zione  della  soluzione  di  cloruro  sodico  fisiologica  per  sifFatti  aniinali  e  che 
deve  avere  un  contenuto  del  2-3 'Vo  di  sale;  e  non  solo  in  questi  due  inverte- 
brati,  ma  nella  torpedine,  nell' octopus  ed  in  altri  animali  marini. 

Mediante  un  opportune  dispositive  io  ho  potuto  nelle  esperienze  sul  sipun- 
culus  ottenere  tracciati  grafici  della  contrazione  muscolare  dopo  I'azione  dei 
piu  differenti  tossici. 

Da  una  cosi  ampia  serie  di  esperienze  io  ho  concluso: 

1°  Che  vi  ha  dei  muscoli  lisci  inattaccabili  o  quasi  anche  dai  piu  forti 
veleni  muscolari ; 

2"  Che  vi  ha  muscoli  lisci  vulnerabili  anche  a  veleni,  che  per  altri  mu- 
scoli sono  di  trascurabile  azione  e  che  se  non  giungono  proprio  ad  avvelenar 
quelli  profondamente  v'inducono  p3r6  cangiamenti  rilevabili  graficamente  nel 
decorso  della  contrazione  muscolare; 

3°  Che  anche  le  fibre  nervose  amidollari  degl'invertebiati  sono  dotate  di 
quel  potere  di  resistenza  ai  tossici,  generalmente  riconosciuto  per  le  fibre 
nervose  midoUari  dei  vertebrati ; 

4"  Che  parlando  di  velenosita  specifica  muscolare  o  nervosa,  si  debba  di 
necessita  precisare  la  classe  di  animali,  su  cui  quella  piio  esplicax'si  e  che.  per 
conseguenza.  non  esistano  assoluti  e  generali  veleni  muscolari  o  nervosi; 

5'J  Che,  infine,  i  muscoli  lisci  degl'iuvertebrati  possono  fornire  una  curva 
di  contrazione,  che  in  date  condizioni,  riproduce  con  grande  verosimigliauza 
quella  di  una  fibra  striata. 

Bianchi  L.  —  I  fasci  associativi  lunghi  del  lobo  frontale^^). 

Bianchi  mostra  i  preparati  che  fanno  oggetto  della  sua  comunicazioue. 

Monticeili  Fr.  Sav.  e  Lo  Bianco  S.  —  Coviunicazioni  sui  Peneidi  del  golfo  di 
Napoli. 

Facendo  seguito  alia  nostra  precedente  comunicazione  al  Convegno  di  Bo- 
logna ed  a  complemento  di  questa  (-)  diamo  ora  notizia  riassuntiva  di  altre  os- 
servazioni  occorseci  nello  studio  che  proseguiamo  sui  Peneidi  del  golfo  di 
-Napoli  nelle  seguenti  tre  comunicazioni : 

I.  Sviluppo  embrionale  e  larvale  del  Penaeiis  memhranaceus  Risso.  —  Con- 
tinuando  nei  tentativi,  riusciti  fino  allora  vani,  come  dicemmo  nella  precedente 
comunicazione,  per  ottenere  nelle  vasche  la  deposizione  delle  uova  di  questa 
specie,  ci  e  finalmbnte  riuscito,  nello  scorso  novembre,  di  raccogliere  alcune 
volte  le  uova  che  femmine  mature  avevano  deposte  nella  vasca  dove  da  tempo 

(')  11  riassiiiito  ili  questa  comunicazione,  non  ha  potuto  essere  pubblicato  perclie  I'A.  non  lia 
inviato  in  tempo  il  nianoscritto  alia  segreteria.  Fr.  S'av.  Monticeili- 

i^)  Mouit.  ZooL,  Anno  XI,  Supplemento,  3900,  pag.  2S-31. 


—  199  — 

le  teuevamo.  Queste  uova,  nell'aspetto  e  nella  forma,  souo  del  tutto  identiche  a 
quelle  di  Sicyonia  sculpta  e  mostrano  le  medesime  caratteristiche  di  queste 
uella  capsula  trasparente  che  le  involge,  che  si  comporta  come  in  quelle  di 
Sicyonia.  Dalle  quali  difFeriscono  le  uova  di  P.  membranaceus  per  il  colorito 
diverse  che  e  piu  chiaro,  di  una  tinta  grigio-giallastra,  e  per  essere  piu  fina- 
niente  granulate  nella  massa  :  auche  nelle  dimensioni  di  poco  esse  difFeriscono 
da  quelle  di  Sicyonia.  Come  le  uova  di  questa  specie  quelle  di  P.  membranaceus 
presentano  una  segmentazione  totale  e  con  processo  rapido.  si  che  presto  si 
giunge  alia  formazione  di  un  embrione  scudiforrae  coriispondente  a  quello  gia 
descritto  in  AS'icj/OJiia,  che,  con  lo  svilupparsi  progressive  delle  appendici,  si 
completa  nella  forma  nupliare.  Ma  le  seguenti  vicende  di  questa  prima  forma 
embrionale,  scudiforme,  di  P.  membranaceus  non  abbiamo  potuto  seguire  ulterior- 
mente,  come  sono  sfuggite  alia  nostra  osservazione  alcune  fasi  della  segmen- 
tazione per  la  scarsezza  del  material e  ottenuto  e  per  il  facile  alterarsi  delle 
uova.  che  subito  muoiono.  Cosicche  la  forma  nupliare  di  questa  specie  non  ci 
e  ancora  nota ;  ma  tutto  quauto  ora  sappiamo  dello  sviluppo,  ci  conduce  a  con- 
•cludere  che  questa  debba  essere  simile  a  quello  di  Sicyonia.  Ed,  in  ogni  modo, 
le  osservazioni  fatte  sullo  svilnppo  di  P.  membranaceus,  confermano  quelle  fatte 
«u  Sicyonia,  permettendo  delle  couclusioni  generali  sulla  segmentazione  e  sullo 
svilui^pamento  dei  Peneidi  in  genere,  nei  quali,  vien  cosi  provato,  in  rapporto 
alia  loro  biologia,  come  le  uova  si  segmentino  totalraente,  dando  luogo  ad  un 
NaupHus  che  mena  vita  autonoma,  pelagica. 

Quanto  alle  larve,  che  nella  precedente  comunicazioue  dicemmo  di  non  essere 
riusciti  ancora  ad  identificare  per  larve  di  P.  membranaceus,  ora  possiamo  asse- 
rire  —  completandone  in  gran  parte  la  serie.con  nuove  forme  raccolte  nel  plankton 
nello  scorso  dicembre  —  di  aver  rintracciata  anche  la  serie  larvale  di  sviluppo  di 
questa  specie,  restando  solo  da  ottenere,  per  affermarlo  in  modo  assoluto,  la 
trasformazione  sperimentale  in  giovane  P.  membranaceus  dell'ultimo  stadio  di 
Mysis  da  noi  raccolto.  Forma  che,  per  altro,  gia  mostra  tutte  in  gran  parte 
accennate,  le  caratteristiche  essenziali  che  trovansi  esplicate  nella  forma  gio- 
vane di  P.  membranaceus,  che  noi  gia  possediamo.  Le  forme  larvali  della  serie 
P.  membranaceus  si  distinguono  per  1'  aspetto  generate,  per  la  figura  dello 
scudo  dorsale,  come  pel  colorito  da  quelle  che  abbiamo  descritte  degli  altri 
Peneidi.  Mentre  1' intestine  e  colorato  in  I'osso  saturno  intense,  come  nelle 
larve  di  Solenocera,  la  parte  anteriore  dell'apparato  digeronte  spicca,  iuvece, 
per  il  sue  colorito  verde  diffuse  attraverso  le  scudo  dorsale,  colore  ora  piu, 
ora  raeno  intense  che  ricorda  quello  delle  larve  di  Sicyonia.  Ed  e  ancora  no- 
tevele  della  serie  in  esame  una  pigmentazione  verde  ora  raddensata  in  macchie 
(antenne),  era  diffusa  (nel  ventaglio  codale  e  nelle  spine  dorsali  dell'addeme), 
che  si  osserva  nelle  larve  di  stadii  avanzati  e  piu  specialmente  in  quelli  di  Mysis. 
La  piu  giovane  larva  di  questa  serie,  che  noi  possediamoj  e  una  Zoea  ad  occhi 
peduncelati,  con  segmenti  toracici  gia  nettamente  distinti  e  ferca  codale  tipi- 
•ca.  Lo  scudo  dorsale  e  ristrette  in  avanti  ed  a  margine  anteriore  troncato  con 
una  spina  mediana  forte  e  robusta,  lunga  quanto  le  antenne  anteriori  (antennule); 
spina  che  mostra,  ai  due  lati  della  sua  base,  una  insenatura  che  determina 
due  punte  sporgenti  dal  margine  anteriore  delle  scudo  dorsale;  dagli  angoli 
esterni  del  quale  sporgone,  inoltre,  due  spine  brevi  e  robuste. 

Questa  Zoea,  per  successive  modificazioui,  che    rientrano   nel  quadro  ordi- 


—  200  — 

nario  dello  sviluppo  larvale  dei  peneidi  —  salvo  quelle  speciali  inerenti  alio 
scudo  dorsale,  nel  quale  sempre  piu  si  accentua  la  forte  spina  centrale  ante- 
riore  e  si  vanno  individualizzando  le  due  lateral!  —  da  origine  a  diverse  altre 
fasi  di  Zoea  e  ad  altre  successive  di  Mysis. 

Le   diverse  modificazioni  piu  importanti  di  questi  stadii  sono  determinate 
dalla  forma  che  gradatamente  assume,  nel  ventaglio  codale,  che  va  completan- 
dosi,  il   telson    e  dal  trasformarsi   dello  scudo  dorsale  nel   suo   margine    ante- 
riore.  La  spina  centrale  di  questo  persiste  e  diventa  sempre  piu  robusta,  slar- 
gandosi  maggiormente  alia  base,  cosi  da  occupare,  nell'ultimo  stadio  di  Mysis, 
tutta  la  larghezza  del  margino  anteriore  dello  scudo  dorsale,  fra  gli  occbi.  Ed 
in  questo  stadio,  lungo  il  dorso  di  detta  spina  (il  vostro)  e  verso  la  sua  base, 
si  sono  sviluppate   delle  altre  spine  che  fanno  serie  con  quelle  sorte  lungo  la 
linea  dorsale  del  cefalotorace.  Le  due  spine  laterali  esterne  auteriori  dello  scudo 
dorsale,  con   1'  allungarsi  e  sporgere  di  quella  centrale,  per  formare  il  rostro, 
restano  spostate  indietro :  ed,  allungandosi  anch'esse,  finiscono  per  trovarsi  die- 
tro  il  peduucolo  oculare  e  sotto  di  questo  (latero-ventralmente),  per  il  curvarsi 
dello  scudo  dorsale  verso  il  ventre,  nell'ultimo  stadio  di  Mysis;  nel  quale,  die- 
tro  ciascuna  di  queste  spine  laterali  se  ne  osserva  ancora  un'altra  poco  spor- 
gente.  Gli    stadii    di    Mysis  sono   inoltre  caratterizzati    dalle  spine  dorsali  dei 
segmenti  addominali,  che  si  trovano  in  ciascuno  di  questi,  iielle  prime  fasi,  e  che 
vanno  poi  in  alcuni  scomparendo,  in  altri  crescendo  di  forza  e  lunghezza.  nelle 
fasi  successive.  Cosicche,  nell'ultimo 'stadio  di  Mysis,  si  trova  solo  una  forte  e 
robusta  spina  dorsale  nel  terzo  segmento,  mentre  son  ridotte  quelle  del  4"  e  5"; 
ed  una  iunga  ed  affinata  spina  sporge  dal  mezzo  dall'estremita  distale   del  6'' 
che  raggiuDge  quasi  meta  della  lunghezza  del  telson.  E  da  quest' ultima  fase  di 
Mysis,  che,  come   si    e  detto,  ha  gia  tutte  le  imprcnte  della  forma    giovanile, 
che   dovrebbe  venir  fuori  il  piccolo   P.  membranaceus :  ma    questa   trasforma- 
zione    non  abbiamo   ancora  potuto  ottenere   sperimentalmente,   avendo  invece 
raccolte  delle  torme  giovanili  di  poco  piia  avanzate  nella  cloaca  del  Pyrosnma 
descritte  nella  precedente  comunicazione.   Lo  stadio  misidiforme  rappresentato 
dal  Claus  nella  lig   7  della  tav.  HI  ('),  mostra  molte  rassomiglianze  con  quelli 
della  serie  larvale  di  P.  membranaceus. 

II.  SuW Aristeus  antennatus.  Risso.  —  Le  due  specie  del  mar  di  Nizza.  de- 
scritte dal  Risso  coi  nomi  di  Penaeus  antennatus  (1816.  Hist.  Nat.  Crust.  Nice"! 
e  di  P.  fnUacevs  (1826),  entrambe  riportate  nella  sua  Hist.  Nat.  Europe  Merid. 
(V.  5,  p.  69\  hanno  avuto  vicende  diverse.  Per  la  prima  il  Duvernov  (18-11),  su 
eseroplari  ricevuti  dello  stesso  Risso,  e  nei  quali  egli,  appunto,  riconobbe  il 
P.  antennatus  di  Risso;  creo  il  genere  Aristeus  fondato  sulla  caratteristica  ar- 
chitettura  delle  branchie.  Alia  seconda  Heller  ha,  nel  1862(2),  identificato  un 
peneide  del  mediterraneo  che  egli  descrisse,  nelle  sole  caratteristiche  esterne. 
riferendolo  senz'  altro  al  /-•.  foliaceus.  Risso. 

Nel  golfo  di  Napoli  abbiamo  rinvenuto  numevosi  esemplari  di  una  forma  di 
Peneide,  che  vive  a  grande  profondita  ;  peneide  che  per  la  caratteristica  delle- 
branchie  corrisponde  al  genere  Aristeus  e  per  tutte  le  altre  della  lorma  esterna 
si  riferisce  alia  specie  di  Risso  (P.  antennatus).  Senonche  dall'esame  compa- 


(')  Untersucli.  zur  Krforscli.  ecc.  —  Wien,  JS70. 

(")  Beitrage   znr    iialiereii    Keiintiiiss    ilcr    Miuronrcn.   —  Sitz.    Ber.    K.   Akad.    Wieti.    l')    Bd. 
paij.  121,  Taf.  2,  fig.  50. 


201 


rativo  con  gli  altri  peneiili,  che  di  questa  forma  abbiamo  fatto  per  poterla 
deterrainare,  ci  siamo  accorti  che  ad  essa  pure  corrispondevano  le  caratteri- 
stiche  dair  Heller  assegnate  al  P.  foliaceus  di  Risso.  Spinti  da  questa  con- 
stataziojie  ad  uno  studio  della  questione  sistematica  che  ci  si  poneva  dinnauzi, 
siamo  pervenuti,  in  seguito  a  questo.  alia  conclusione  che  il  P.  foliaceus  del 
Risso  1826,  identiticato  dall' Heller  uel  1862,  nou  difFerisce  dal  /■'.  antennatus 
Risso  1816,  cioe  VAristeus  antennatus.  Ed  in  questa  conclusione  ci  ha  confer- 
mato  r  esame  comparative  dei  nostri  Aristeus  antennatus  del  golfo  di  Napoli 
con  uno  degli  esemplari  di  P.  foliaceus  (a  secco)  del  Museo  di  Stor.  Nat.  di  Vienna 
(cortesemente  messo  a  nostra  disposizione.  insieme  a  tutta  la  collezione  di  pe- 
neidi  del  Mecliterraneo,  dalla  direzione  del  Museo),  cho  puo  ritenersi  come  tipo 
della  forma  descritta  come  P.  foliaceus  dall' Heller.  Del  resto  comparando 
pure  le  descrizioni  e  le  figure,  che  delle  due  specie  da  lo  stesso  Risso,  si 
vede  com'  esse  non  permettano  bene  distinguere  le  due  forme  :  entrambe  per  i 
caratteri  concreti  specihci  che  racchiudono  potendosi  riferire  ad  una  sola  ed 
unica  specie.  Quindi  P.  foliaceus  Risso  e  sinonimo  di  Aristeus  antennatus 
Risso  (Duverno}'). 

III.  Di  una  particolainta  di  struttara  anatomica  dell' intestino  nel  genere 
Penaeus.  —  Dallo  studio  comparativo  dell'  apparecchio  digerente  dei  Peneidi, 
insieme  ad  altre  caratteristiche,  che,  nel  tipo  fondamentale  di  struttura  anato- 
mica, individualizzano  le  singole  forme  (v.  specialmente  i  rapporti  e  I'architet- 
tura  deU'intestino  auteriorej,  ci  e  venuto  fatto  di  riconoscere,  nell' intestino  delle 
specie  del  genere  Penaeus,  una  disposizione  anatomica  che  manca  affatto  in 
tutti  gli  altri  generi  della  famiglia  {Aristeus,  Solenocera,  Sicyonia)  da  noi  stu- 
diati  hnora  del  golfo  di  Napoli,  e  che  vale  a  costituire,  per  queste  forme,  una 
caratteristica  dilForenziale  generica,  non  priva  d' importanza.  Particolarita  alia 
quale  ora  solo  accenniamo  per  notizia.  Difatti,  a  cominciare  dal  5"  segmento 
addominale  si  difFerenzia,  piu  o  meno  bruscamente  dall'intestino  posteriore,  per 
la  sua  struttura  ed  anche  per  I'aspetto  diverso  che  presenta,  1' intestino  termi- 
nale  (rettale  od  anale).  Nel  punto  dove  il  primo  passa  nel  secondo,  nelle  specie 
del  genere  Penaeus,  si  osserva  uno  slargamento  che  determina  una  corrispon- 
Jente  dilatazione  della  parte  iniziale  deU'intestino  anale,  che  va  poi  restrin- 
gendosi  gradatamente  ad  imbuto  per  riprendere  il  calibro  normale.  Dal  dorso 
<ii  questo  slargamento  col  quale  si  termina  1' intestino  posteriore  sporge  un'ap- 
pendice  a  forma  di  naso,  con  la  punta  rivolta  it.  avanti,  la  cui  cavita  si  conti- 
nua  con  quella  deU'intestino  posteriore  della  quale  ha  la  stessa  struttura. 
La  sporgenza  in  parola,  piu  accentuata  nelle  femmine  che  non  nei  maschi, 
assume  rapporti  con  le  parti  vicinali  e  con  i  muscoli  del  segmento  in  cui  si 
trova;  e,  specialmente  nelle  femmine,  si  approfonda  siffattamente  fra  le  due 
branche  dell' ovario  che  si  addossauo  all' intestino,  ed  e  cosi  circondato  da  que- 
ste, che  per  le  aderenze  che  con  esse  contrae  riesce  assai  difficile  poterlo  iso- 
lare.  Maggiori  particolari  in  proposito  daiemo  nel  lavoro  dehnitivo  sui  Peneidi 
del  golfo  di  Napoli  e  sul  loro  sviluppo  al  quale  attendiauio. 

Pierantoni  U.  —  Sopra  una  nuova  specie  di  oliyochete  marino  {Euchytraeus 
macrochaetus  n.  sp.). 

Uno  studio  accurato  degli  oligocheti  del  golfo  e  del  territorio  di  Napoli 
(cosi   ricchi  entrambi    d'  ogni  sorta  di  specie   animali)  non   venne  ancor  fatto. 


—  202  — 

Ho  creduto  quindi  utile  di  occuparmi  di  tale  studio,  e  da  qualche  tempo  vo 
air  uopo  raccogliendo  un  copioso  materiale.  Intanto,  come  primo  risultato  delle 
osservazioni  clie  ho  in  cox'so,  credo  utile  di  comunicare  i  caratteri  di  una  nuova 
specie,  interessante  sotto  varii  punti  di  vista. 

Nella  sabbia  del  Golfo  di  Napoli  in  cui  vivono  gli  Amphioxus,  a  quattro 
o  cinque  metri  di  profondita,  trovasi  un  piccolo  animale  della  lunghezza  mas- 
sima  di  non  oltre  12  a  15  mm.  e  della  spessezza  di  \^^l  mm.  II  suo  coloi'e  e. 
bianchiccio,  semitrasparente.  Vive  approfondato  nella  sabbia,  ove  si  scambia, 
da  chi  non  ne  abbia  una  lunga  conoscenza  e  lo  guardi  ad  occhio  nudo,  con 
un  piccolo  nematode,  die  vive  nella  sabbia  stessa,  e  con  cui  divide  quasi 
completamente  le  movenze,  le  abitudiiii,  la  forma,  le  dimensioni  e,  in  com- 
piesso,  I'aspetto  esterno.  Ma  ad  un  esarae  piu  attento,  con  un  ingrandimento 
relativameiite  grande,  e  possibile  immediatamente  distinguere  un  corpo  netta- 
mente  diviso  in  un  numero  di  segment!  variabile  fra  i  50  e  i  60.  Le  setole  si 
presentano  in  quattro  file  longitudinal!,  due  ventrali  e  due  lateral!,  in  numero 
di  quattro  per  ciascun  segmento,  essendo  impiantate  isolatamente,  e  non  rae- 
colte  a  gruppi  come  di  solito  negli  oligocheti.  Esse  sono  di  forma  legger- 
mente  afifusolata,  robuste  ed  uncinate  all' estremo  interno  profondamente  im- 
piantato  nella  parete  del  corpo.  La  loro  dimensione  e,  relativamente,  assai 
grande;  quelle  dei  se.gmenti  auteriori  addirittura  enormi,  le  posteriori  sensi- 
bilmente  piii  plccole;  mancano  del  tutto  ne!  prim!  tre  segment],  in  altri  17  o 
18  successivi  invece  mancano  soltanto  le  laterali;  il  numero  complete  di  quat- 
tro per  segmento  non  si  riscoutra,  quindi  che  dal  21"  seg.  in  poi. 

II  sisteraa    circolatorio  per    forma  e  disposizione   non  diffesisce  da  quello 
degli  altri  enchitreidi;  il  sangue  e  di  color  giallo  chiaro. 

II  clitello,  abbastanza  evidente,  occupa  la  superficie  dorsale  e  le  laterali 
di  tutto  il  12"  seg.  e  di  parte  dell' 11"  e  del  13",  e  porta  nel  12"  le  aperture 
o-enitali  maschili,  da  cui  sporgono,  quando  sono  estroilessi,  due  peni  relativa- 
mente voluminosi.  Due  pndiglioni  cilindrici  alluiigati  trovansi  in  corrispOn- 
denza  del  seg.  11,  e  si  aprono  nel  10",  essendo  sostenuti  pel  loro  tratto  ter- 
minale  anteriore  dall'intersegmento  10/11.  Indietro  tali  padiglioni  si  continuano 
in  due  lunghissimi  deferenti  che  corrono  nei  segmenti  12,  13  e  14,  e,  ripiegatisi 
ad  ansa  in  quest'  ultimo,  tornano  !n  avanti  per  sboccare  nei  peni. 

Nei  segmenti  4",  5"  e  6"  si  notano  grosse  glandole  settali,  e  nel  5°,  insieme 
con  esse,  un  paio  di  spermateche,  Con  ampolla  di  forma  quasi  sferica  e  tubo 
allungato,  sboccante  per  pori  in  corrispondenza  del  solco  intersegmentale  4i5. 
Notevole  il  fatto  che  ne  in  preparati  in  toto,  ne  in  tagl!  longitudinal!  e  tra- 
sversali  mi  fu  dato  riconoscere  con  certezza  i  nefridii. 

Questa  interessante  specie  di  Enchytraeus  a  cui,  pel  carattere  delle  setole. 
bo  creduto  di  dare  il  nome  di  macrochaetus,  non  trova  nei  nosti-i  paesi,  ne 
iinora  nel  continente  antico,  alcuna  forma  che  le  si  avvicini.  Un  unico  Enchy- 
traeus con  setole  isolate  fu  trovato  da  Michaelsen  fra  gli  oligocheti  del  sud 
della  Georgia,  negli  Stati  Uniti  d' America,  ma  questa,  a  cui  egl!  diede  il 
nome  di  Enchytraeus  monochaetus,  differisce  dalla  nuova  specie  ora  descritta 
per  importanti  rapporti  di  struttura  e  dimensioni. 

Tali  sono  i  principal!  caratteri  della  nuova  specie  da  me  rinvenuta.  che 
illustrero  nei  suoi  particolari  anatomici  in  un  prossimo  lavoro. 


—  203  — 

Ghigi  A.  —  Intorno  al  genere  Tragopan. 

Mi  limito  a  riferire  succintamente  i  punti    piu    importanti    delle    mie    os- 
servazioni. 

II  genere  Tragopan  della  famiglia  dei  Phasianidae,  differisce  dai  generi 
affini  particolarmente  per  la  preseuza  di  due  appendici  a  forma  di  cornetti 
carnosi,  situate  una  per  lato  fra  il  vertice  e  I'occipite,  e  per  la  presenza  di  un 
bargiglio  membranoso  sotto  alia  gola.  Questo  e  sviiuppato  soltanto  nei  J  :  le 
corna,  sebbene  rudimentali,  sono  cbiaiamente  riconoscibili  anche  nelle  Q.  Que- 
sto fatto,  sebbene  non  sia  stato  preso  in  considerazione  dagli  ornitologi,  assume 
una  notevclissima  importanza  sistematica.  poiche  esso  solo  vale  a  distinguere  i 
Tragopan  da  tutti  i  generi  affini,  ne  si  tratta  di  carattere  sessuale  secondario. 
La  struttura  del  bargiglio  e  stata  descritta  accuratamente  dal  Murie, 
onde  non  mi  ci  fermo.  Quest' organo,  normalmente  piegato  sotto  la  gola  in 
modo  da  non  vedersene  quasi  la  traccia,  nel  periodo  degli  amori  si  distende 
istantaneamente,  in  seguito  ad  iniezioui  arteriose  provviste  da  una  rate  mirabile, 
e  prendendo  dimensioni  veramente  straordinarie  copre  gran  parte  del  torace. 

Le  corna  constano  di  due  parti  priacipali.  Esternamente  si  trova  una  guaina 
pigmentata  la  quale  non  e  che  la  cOntinuazione  della  pelle  del  capo,  e  che  rico- 
pre,  nello  stesso  modo  che  un  guanto  riveste  il  dito.  un  corpo  conico,  solido,  ec- 
cessivamente  pieghevole,  fortemente  attaccato  per  mezzo  di  legamenti  alia 
regione  post-frontalfi  del  cranio.  Questo  corpo  che  appare  come  la  parte  piii 
importante  del  cornetto  e  costituito  da  un  tessuto  fibro-cellulare  compatto,  con 
una  grande  quantita  di  fibre  elastiche  e  di  pigment©  distribuito  specialmente 
alia  periferia.  Le  fibre  interne  sono  longitudinali,  i  tasci  esterni  sono  circolari. 
Nella  ^,  sebbene  alio  stato  rudimentale,  ambedue  queste  parti  sono  chia- 
ramente  visibili.  La  guaina  e  rappresentata  da  una  regione  pigmentata  della  pelle 
che  corrisponde  presso  a  poco  alia  sezione  basale  della  guaina  dei  masnhio.  ed 
al  processo  fibroso  corrisponde  un  piccolo  corpo  schiacciato  di  aspetto  triau- 
golare,  situate  nella  stessa  posizioue,  strettamente  unito  per  mezzo  di  legamenti 
a!  periostio  del  cranio,  della  stessa   natura  fibrosa  di  quello  del  maschio. 

II  corpo  fibroso  aderisce  alia  guaina  mediante  connettivo  ampiamente  va- 
scolarizzato. 

Quando  I'animale  e  in  assoluta  calixia  amorosa,  i  cornetti  sono  piegati  ad 
U  rovesciato  entro  la  guaina,  per  mezzo  di  tendini  che  dalT  apice  vanno  alia 
base  del  corno.  Per  un  atto  muscolo-aponeurotico  il  corpo  fibroso  puo  disten- 
dersi  e  si  distende  altresi  in  caso  di  morte  dell' animale,  per  opera  delle  fibre 
elastiche  che  ne  i'anno  parte. 

II  Murie  nega  a  torto  I'erezione  a  questi  processi  carnosi. 
Quando  I'animale  e  invaso  da  frenesia  amorosa,  tutta  la  regione  sopraor- 
bitale  si  gonBa  e  le  corna  ergendosi  acquistano  un  volume  triplo  e  quadruplo 
del  normale.  Cio  che  ha  iugannato  il  Murie  si  e  la  struttura  fibrosa  e  resi- 
stente  del  corpo  iuterno,  ma  non  e  gia  questo  che  si  erge :  I'erezione  ha  luoo-o 
mediante  una  intensa  iniezione  sanguigna  nei  vasi  del  derma  della  regione  so- 
praciliare  e  della  guaina  del  cornetto,  nonche  di  quelli  che  si  trovano  nel  tes- 
suto che  intercede  fra  detta  guaina  ed  il  corpo  fibroso.  Inoltre  la  parata  del 
bargiglio  e  indipendente  dall'erezione  delle  corna  e  viceversa:  e  quiudi  spieoa- 
bile  che  un  osservator©  il  quale  non  abbia  sott'occhio  I'animale  ininterrotta- 
mente,   sia   spettatore   di   un   fatto  e   non   dell'  altro.   L'  erezione  delle  corna  e 


—  204  — 

veraraente  piii  rara.  La  parata  del  bargiglio  lia  luogo  piu  f'requentemente  di 
I'ronte  alia  I'emmina  corteggiata,  1'  erezione  delle  coma  e  piii  frequente  di  fronte 
ad  un  rivale,  ed  a  me  pare  rappreaenti  il  massimo  dell'  irritazione  deU'uccello. 

Queste  osservazioni  sono  state  fatte  su  esemplari  viventi  di  T.  Temmincki, 
Benn.  e  T.  CahoH,  Gould. 

L'esame  di  cinque  femmine  di  quest'  ultima  specie,  e  di  due  femmine  della 
prima,  mi  ha  convinto  che  notevoli  differenze  individuali  si  possono  s<!orgere 
particolarmente  nel  colorito. 

Del  Tragopan  Cahoti  ^,  non  mi  consta  esi.stere  alcuna  particolare  descri- 
zione:  soltanto  Ogil vie-Grant  nel  catalogo  degli  uccelli  del  British  Museum 
dice  che  essa  somiglia  molto  alia  ^  del  Temmincki.  Non  e  questa  la  sede  per 
una  descrizione  dettagliata:  diro  soltanto  che  esistono  caratteri  dififereuziali 
ben  marcati.  Nel  T,  Caboii  §  ^^  palpebre  e  la  regione  della  guancia  circondante 
r  occhio  sono  pigmentate  in  rosso,  mentreche  nella  Q  del  Temmincki  "dette 
parti  sono  pigmentate  in  grigio-azzurro  cupo.  Inoltre.  le  piume  del  petto  e  del 
ventre  di  questa  sono  piii  o  meno  regolarmente  ocellate,  mentre  in  quella  e 
da  escludersi  qualsiasi  traccia  di  ocelli:  vi  si  notano  al  contrario  delle  strie 
subterminali  brune  che  si  incontrano  ad  angolo  verso  1'  apice  della  rachide, 
limitando  in  tal  modo  uno  spazio  interno  triangolare  bianco-gialliccio.  Dalle  os- 
•servazioui  fatte,  credo  piu  facile  distinguere  la  O  del  T.  Temmincki  dalla  Q  del 
€aboti  piuttostoche  dal  satyra  e  dal  melanocephaJus. 

Delia  Vallft  chiede  se  a  ciascuna  forma  di  femmine  coirisponde  o  no  un  di- 
verso  numero  di  forme  di  maschi. 

Ghigl  non  puo  esprimere  per  quanto  concerne  i  Tragopan  una  affermazione 
assoluta,  perche  non  ha  esaminato  un  sufficiente  numero  di  femmine  delle 
specie  satyra  e  hlythi,  la  qual  cosa  e  necessaria  a  questo  proposito  in  consi- 
derazione  delle  notevoli  differenze  individuali.  Crede  tuttavia  che  astraendo 
da  tali  differenze,  non  si  possano  con  ragione  distinguere  che  due  forme  di 
femmine:  la  forma  con  petto  ocellato  e  la  forma  senza  ocelli;  senza  1' appog- 
gio  poi  della  localita  o  della  discendenza  maschile  non  dubbia  e  difficilissimo 
stabilire  a  quale  specie,  satyra,  melanocephalus  ovvero  temmincki  appartenga 
un  dato  esemplare  femmina. 

Se  dai  Tragopan  si  passi  a  qualcbe  genere  affine,  puo  dare  una  risposta  piu 
concreta.  Fra  i  Gennaeus  si  sogliono  distinguere  le  ^  del  onuthura  da  quelle 
•del  horsfieldi  pel  colore  delle  timoniere  esterne  castagne  nella  prima  specie, 
nere  nella  seconda  e  pwr  alcune  minute  particolarita  nelle  sti*ie  bianco-giallo- 
§nole  del  petto.  Esaminando  sette  ^  muthura  figlie  di  una  sola  coppia  e  due 
Q  horsfieldi  e  prendendo  fra  quelle  come  punto  di  partenza  I'esemplare  piu  di- 
verso  dalle  horsfieldi,  era  facile  di  stabilire  una  serie  in  cui  per  gradi  insensi- 
bili  dall'  individuo  piu  caratterizzato  di  muthura  si  giungeva  all'altra  specie 
Nel  genere  Phasianus  ad  una  sola  forma  di  femmine  corrispondono  i  maschi 
delle  specie  colchicus,  taliscliensis,  purpureus,  mongolicus,  semilotquatus,  tor- 
quatus,  che  hanno  diversa  distribuzione  geografica.  Ad  altri  gruppi  di  maschi 
■corrisponde  altra  ed  unica  torma  di  femmina. 

Maggi  L.  —  Di  un  carattere  osseo-faciale  del  giovani  Gorilla.  (Sunto).  —  [  Legge 
Clhigl  per  I'A.  assents]. 

Fra  i  caratteri  osteo-facciali  degli  antropoidi,  vi  e  la  sutura   maxillo- 


—  205 


premascellare  o  maxillo-intermascellare  od  anche,  secondo  Albrecht, 
mesoecto-gnatica,  destra  e  sinistra,  dovuta  alFasinchisi  o  non  saldatura 
degli  intermascellari  coi  mascellari  superiori  o  dei  mesognati  cogli  ectognati. 
Detta  sutura  presenta  una  parte  o  porzione  facciale,  che  continua  poi  con  una 
sua  parte  o  porzione  palafina,  chiamata  questa  anche  sutiira  incisiva. 

L'Autore  ne  studia  comparativamente  negli  antropoidi  dasipighi  (Orango, 
Chimpanze  e  Gorilla)  la  sua  presenza  e  scomparsa,  la  sua  estensione  ed  il  sue 
andameuto.  arrivando  al  risultato  che  nei  Gorilii,  considerata  nel  sue  insieme 
quindi  la  destra  e  la  sinistra  contemporaneamente,  essa  si  presenta  distinta- 
mente  con  una  forma  particolare,  quella  cioe  di  una  campana  ;  i'ornxa.  che  e 
costante  in  tutte  le  etk  dei  gorilii,  e  quando  la  detta  sutura  non  vi  esiste  che 
in  tracce,  la  si  puo  sempre  ristaurare  nella  sua  forma,  seguendo  le  tracce  stesse. 

Per  cio  I'Autore  crede  di  ammettere  come  carattere  osseo-facciale 
dei  Gorilii  e  particolarmente  dei  loro  giovani,  la  .sutura  maxillo-prema- 
scellare  camp  ani  for  me.  Essa  pertanto  puo  concorrere  per  la  diagnosi 
differenziale  dei  crani  di  Gorilla,  Chimpanze  ed  Orango,  e  diventa  propria 
per  la  diagnosi    craniale    dei  Gorilii  giovani. 

Ghigi  presenta  un  diseguo  illustrante  la  comunicazioue  di  Maggi. 


Dopo  la  seduta,  nell'  Istituto  Zoologico,  hanno  fatto  le  dimostrazioni  dei 
preparati  e  disegni  presentati  nelle  sedute  :  Todaro,  Paladino,  D'  Evant,  Bianchi, 
Ghigi,  Barpi,  Diamare,  Raffaele,  Capobianco,  Pierantoni,  Grieb,  Fragnito,  Colucci,  Va- 
starini  Cresi,  Anile,  Mazza,  Monticelli. 

(Continua) 


COMUNICAZIONI     ORIGINALI 


Uova  e  larve  di  Solenocera  siphonocera  Phil. 

CoMCNicAZioNK  pRELiMiNARE  DI  FR.  SAV.  MONTICELLI  V.  S.  LO  BIANCO. 


E  Tiet.'ita  l;i  riproduzione. 

Per  completare  tutta  la  sei'ic  larvaledella  Solenocera  siphonocera  Pliil., 
die  abbiamo  riassiintivameiite  deserrtta  nella  nostra  comnnieazionesullo 
sviluppo  dei  Peneidi  del  (ioU'o  di  Napoli  (^),  mancavano  ancora  le  forme 
naupliari  che  in  piii  anni  di  attive  ricerche  non  eravamo  riusciti  a  tro- 
vare  nel  plankton.  E  ci  erano  ancora  sconoscinte  le  uova,  che  per  le  ra- 
gioni  esposte  nella  detta  nota,  non  avevamo  nepj)ure  potuto  ottenere 
pel"  deposizione  nelle  vasche  dalle  femmine  mature  teiuile  in  esperimento. 

Quest'  anno,  nello  scorso  maggio,  nel  plankton  di  prolbndita  (100m.) 
sono  comparse,  per  la  prima  volta,  delle  uova  per  tutle  le  loro  caratteri- 

(')  SuUo  sviluppo  dei  Peneidi  del  golfo  di  Napoli. —  Eeud.  Ass.  di  Bolo^^ua  At^W  Unione  zoologica 
itallana.  1900.  —  Monit.  Zoot.  Itah,  XI,  Supplemenio,  Bee.  1000. 

M.  Z.  ...,., 


-    206  — 

stiche  facilmente  I'iconoscibili  per  uomi  di  Peneidi  e  iielT  aspetto  e  nella 
forma  non  dissiinili  da  (juelle  di  Sinjonia  o  Penaeiis  (memhranaceus) ;  al- 
cune  in  avanzato  stadio  di  segmentazione.  altre  con  1'  abbozzo  nel  ISmi- 
pliifs,  altre,  inline,  contenenti  gia  un  tipico  \ai(plit(s  di  peneide.  Queste 
uova  misuravano  320  |j.  in  dianietro :  allevate,  (juelle  in  segmentazione 
hanno  dato  hiogo  ad  nn  N(iifplii(s\c\\c  — come  (|ne]lo  delie  nova  pescate 
con  Xai/plius  a  terinine  — ,  nelle  vasciie,  ben  presto  usci  dal  guscio  nuo- 
tando  attivamente  nella  tipica  caratteristica  maniera  del  Nanplius  di  Si- 
cyonia.  Cosi  le  no\a  in  segmentazione,  come  i  Naitplins  hanno  un  colo- 
rito  i'osso(satni-no)-bruno,  die  piii  intenso  e  dilliiso  a  tutta  la  massa 
nelle  prime,  va  circoscrivendosi  in  nn  niicleo  centraledel  cor[)o  nel  ^au- 
pliiis.  Da  (jiiesto  Nmiplius,  in  seguito  ad  una  muta,  abbiamo  ottenuta 
un'  altra  forma  naupliare  ancora  piii  svilu|)pala  ed  ancora  meno  intensa- 
mente  coloi'ata,  die,  con  una  nuova  muta,  ha  dato  luogo  ad  un  primo 
MekmaKplms,  nel  (juale  il  colorito  rosso  era  ancora  meno  diffuso  e  piii 
circoscritto  al  nucleo  centrale  delta  massa  del  corpo.  Con  una  nuova  muta 
venue  fuori  da  (juesta  larva  una  seconda  forma  di  metanauplio  piii  avan- 
zata  nello  svilujipo,  per  V  addome  j)iii  allungato,  per  la  forca  codale 
meglio  ddinita  e  per  lo  svihippo  maggiore  delle  quattro  paia  di  appen- 
dici,  seguenti  alle  i)riine  del  JSauplhts^  accennate  nella  forma  precedenle. 
Quest'ultimo  stadio  larvale,  con  una  nuova  muta,  si  e  trasformato  in  una 
Protozoea  per  aspetto,  abito  e  colorito,  come  per  tutte  le  sue  caratteri- 
stiche,  coriispondente  alia  piii  giovane  di  (|uelle  di  Solenocera  iinora 
trovate  nel  |)lankton,  con  scudo  dorsale  del  la  forma  da  noi  descritta, 
propria  ddla  Profozoea  di  questa  specie. 

In  tal  modo  la  serie  di  sviluppo  ddla  Solenocera  si  e  completata 
avendola  noi  ora  tutta  rintracciata  dalle  uova.  dal  ^at/pliiis  che.  svilup- 
patosi  in  queste,  abbiamo  visto  sgusciare  e  poi  seguito  in  tutte  le  sue 
successive  mute  e  conseguenti  trasformazioni  lino  a  diventare  una  j)iccola 
Solenocera  con  tutte  le  caratteristiche  delta  specie.  Oueste  osservazioni 
confermano  le  |)recedenti  su  Sicijonia  con  le  prime  foi-me  larvali  ddla 
quale  specie  (lino  alia  Protozoea)  corrispondono  esattamente,  pel  numero 
di  mute  e  per  le  caratteristiche  generali,  (judle  ora  ricordate  di  Sole- 
nocera. E  (juesla  nuova  jirova  dell'  origine  del  Nauplio  dei  Peneidi  di- 
rettamentt!  dall"  novo,  conferma  ed  avvalora  quelle  conclusioni  generali 
alle  quali  siamo  pervenuti,  fondandoci  sulle  osservazioni  fatte  su  Sicijonia, 
a  proposito  delle  uova  di  Penaeus  memhranaceus  e  ddla  forma  naupliare 
di  quesla  sj)ecie  in  altra  |)iii  recente  nostra  comunicazione  (^). 

Napoli,  Stazioue  Zoologica,  giuguo  1001. 


(*)  Sai  Peneidi  del  golfo  di  Napoli.  —  Eend.  ^Vss.  di  Kapoli  dell'  JJnione  zoologica  italiana,  1901. 
—  Monit.  Zool.  Ital.,  in  qncsto  N°.  apag.  i9S. 


—  207  — 


ISTITCTO    ANATOMICO    DI    FERKAUA. 


Sullo  sviluppo  del  pancreas  e  delle  ghiandole  intraparietali 
del  tubo  digestive  negli  /4/7/7/7/7  urodeli  fgen.   Triton), 

NOTA  PBEVENTIVa  DEL  Prof.  LUIGI   GIANNELLI. 


E  vietata  la  riprocluzione. 

Richiamai  in  allro  mio  lavoro  (Pancreas  intraepatico  negli  Aniibi 
urodeli.  Sitppl.  al  Monitorc  zoologko.  An  A',  1899)  I' attenzione  sulle 
intinie  connessioni  esistenii  negli  Anpht  urodeli  (gen.  Triton)  tra  il  tes- 
suto  ghiandolare  del  pancreas  e  quelle  del  fegato,  connessioni  che  in 
alcuni  punti  sono  tali,  che  le  cellule  secretrici  dei  due  organi  appaiono 
tra  loro  divise  dalle  sottili  membrane  basali,  sulle  rpiali  esse  riposano, 
senza  interposizione  di  tessuto  connettivo,  il  quale  invece,  sebbene 
scarsamente,  in  altri  punti  divide  le  due  divei'se  specie  di  tiibi  secer- 
nenti.  Di  fronte  a  questo  fatto  sorse  in  me  il  desiderio  di  spiegarmi  la 
ragione  di  siilatta  connessione  intinui  studiando  lo  sviluppo  del  pan- 
creas nel  genere  Triton,  dove  appunto  potei  riscontrare  quella  parti- 
colarita.  Ho  approtltlato  di  una  serie,  sebbene  inconipleta,  pure  suflTi- 
ciente  di  embrioni  di  Triton  cristatus  da  me  stesso  raccolti.  Durante 
questo  mio  studio  ho  potuto  anche  seguire  lo  sviluppo  delle  ghiandole 
intraparietali  del  tubo  digestive,  e,  discostandosi  la  loro  evoluzione  da 
(juella  che  si  e  soliti  verificare  in  altri  vertebrati,  credo  cosa  utile 
renderla  di  pubblica  ragione. 

Espongo  qui  sommariamente  alcuni  piii  importanti  resultati  di 
qiieste  mie  ricerche,  le  quali  veiranno  tra  breve  per  esteso  pubblicate 
accompagnandole  con  ligure  dimoslrative. 

Debbo  subito  avvertire  che  con  il  mio  studio  ho  ))otuto  assodare 
non  solo,  ma  estendere  la  scoperta  gi;i  fatta  negli  Antibi  anuri  (gen.  Eana) 
da  Shore  e  da  Weysse,  che  cioe  le  cellule  vitelline,  che  non  si  sono 
ancora  differenziate,  portano  in  se  fine  dall'inizio  dell' evoluzione  il  loro 
destine,  venendo  a  prendere  parte  essenziale  nella  costituzioue  di  vari 
organi.  Cio  e  state  dimostrato  dai  predetti  autori  sopraliitto  |)ei'  il  fe- 
gato di  Rana.  lo  ho  potuto  osservare  lo  stesso  fatto,  e  riguardo  a  varii 
organi,  negli  xVnhbi  urodeli,  nei  quali  nessuna  nuova  ricerca  e  stata 
praticata,  dope  il  lavoro  del  Goeppert,  sullo  sviluppo  del  pancreas.  Ma 
estesamente  delta  parte  bibliografica  mi  occupero  nel  lavoro  completo. 
1°.  Nei  pill  giovani  embrioni,  di  cui  ho  potuto  disjiorre,  1'  inte- 


—  208  — 

stino  e  dapperlulto  eircondato  da  numerose  cellule  vitelline  iion  difle- 
renziate,  le  qiiali  al  suo  lato  Aentrale  costituiseoiio  im  ammasso  consi- 
derevole.  Quest'  ammasso  al  di  dietro  del  cuore,  ed  a  poca  distanza  dal 
lume  intestinale,  e  interrolto  da  lacune  vascolari.  comunicanti  fra  loro, 
e  che  lo  dividono  in  una  rete  di  cordoni  di  cellule  vitelline,  in  mezzo 
alle  quali  scorgesi  qua  e  la  qualche  fessura,  cordoni  che  ci  rappresen- 
tano  i  primitivi  travati  epalici.  Ouesti  si  continuano  dorsalmente  con  le 
cellule  vitelline  che  accerchiano  I'intestino,  e  caudalmente  si  continuano, 
senza  limite  di  demarcazione,  con  il  resto  delf  ammasso  vitelline,  in 
cui  non  si  estendono  le  lacune  vascolari.  Ouest'abbozzo  del  fegato  comu- 
nica  per  una  stretta  e  lireve  fessura  col  lume  intestinale. 

2°.  In  questi  giovani  embrioni  assistiamo  all'  inizio  dello  svi- 
luppo  del  pancreas,  di  cui  si  osserva  1'  abbozzo  dorsale.  E  questi  rap- 
presentato  da  un  piccolo  accumulo  delle  cellule  vitelline  inditferenziate, 
che  dorsalmente  chiudono  1"  iutcstino,  il  quale  accumulo  costituisce  un 
breve  cercine,  poco  rilevato  sulla  parete  intestinale,  e  che  si  proietta 
un  po'  verso  destra  accavallando  la  vena  porta.  Cranialmente  quest'ab- 
bozzo  dorsale  e  pieno,  mentre  caudalmente  vi  si  addentra  per  breve 
tralto  il  lume  inleslinale.  Le  cellule  vitelline,  che  lo  formano,  nessuna 
diflerenza  presentano  dalle  altre,  che  stanno  all'intorno  dell' intestine. 

3°.  In  embrioni  piii  avanzati  si  assiste  alia  formazione  dei  due 
abbozzi  ^entrali,  destro  e  sinistro.  Quest' ultimo  si  origina  prima  del- 
r  altro.  Tra  le  cellule  vitelline,  che  sono  situate  a  destra  ed  a  sinistra 
del  condotto  epato-cistico  (giacche  gli  abbozzi  ventrali  compaiono  do- 
poche  si  e  sviluppata,  sempre  a  spese  delle  cellule  vitelline,  la  vescicola 
biliare)  si  addentra  per  una  certa  estensione  il  lume  di  quel  condotto, 
costituendo  quel  due  accumuli  di  cellule  vitelline  gli  abbozzi  primitivi 
del  pancreas  ventrale  (abbozzo  ventrale  destro  e  sinisti-o),  a  spese  dei 
quali  si  andra  in  seguito  sviluppando  una  rilevante  porzione  di  pancreas. 
i°.  Per  r  origine  comune  dallo  stesso  ammasso  di  cellule  vitel- 
line degli  abbozzi  ventrali  del  pancreas  e  del  fegato  si  spiegano  le 
intime  connessioni  esistenti  in  taluni  punti  tra  questi  due  organi,  e 
per  determinate  ragioni,  che  mi  daro  cura  esporre  dettagliatamente 
nella  mia  memoria,  e  1'  abbozzo  ventrale  sinistro  (juello  che  intimamente 
uniscesi  col  tessuto  epatico. 

5**.  Progredendo  lo  sviluppb  i  due  abbozzi  ventrali  del  pancreas 
fondonsi  tra  loro,  come  pure  in  un  unico  condotto  si  riuniscono  i  due 
primitivi  loro  condottini;  e  dopo  breve  tempo  si  assiste  anche  alia 
fusione  dell'  abbozzo  ventrale  destro  col  dorsale.  Questi  tre  abbozzi, 
considerati  nel  loro  insieme,  girano  a  spira  airintorno  delta  Nena  porta. 
6".  Procedendo  dal  lato  craniate  al   caudate,   quando   gia  si  e 


—  209  — 

costitiiila  r  ansa  gastro-duudenale,  si  assiste  dapiirima  airiiiibocco  neirin- 
tesiino  del  condotto  epalo-cistico,  die  poco  iniianzi  riceve  il  condott(» 
degli  ahbozzi  pancreatici  ventrali;  ed  in  seguito  si  assisle  airimbocco  del 
condollo  dellabbozzo  pancrealieo  dorsale  in  quella  |)arte  delT  intestinu 
medio,  cbe  avvicina  lo  stomaco. 

7^*.  Nei  pill  giovani  enibiioni  esaininati  non  si  ba  ancoia  alcun 
indizio  della  forniazione  delle  gbiandole  inlra|)anelaii  del  tubo  dige- 
stivu.  Esse  cominciano  a  formarsi  poco  dopo  la  eoinparsa  degli  abbozzi 
ventrali  del  pancreas.  II  lunie  intestinale,  tappezzato  da  per  tiitio  da  vari 
strati  di  cellule  \ite!line,  cbe  nessuna  diflerenziazione  lianno  subito,  si  ad- 
dentra  qua  e  la  in  mezzo  a  ([uelL  cellule  in  corrisj)ondenza  della  regione 
intestinale,  dove  in  seguito  si  osserveranno  gbiandole  intraparietali,  delle 
quali  si  ha  nel  fatto  accennato  il  primitive  abbozzo.  Oueste  ramificazioni 
del  lume  intestinale  veggonsi  in  taluni  punt!  terminare  allargandosi. 

8".  In  un  periodo  pin  avanzato  le  cellule  vitelline,  cbe  tappez- 
zano  sia  il  lume  intestinale,  sia  le  sue  ramificazioni,  si  ditVerenziano 
in  vere  cellule  epiteliali  di  rivestimento,  assuinendw  la  forma  definitiva  e 
perdendo  gradatamente  (juei  granuli  di  vitello,  clieNprima  le  riempivano 
del  tutto.  Ma  nello  stesso  tempo  si  assiste  alia  separazione  delle  dette 
ramificazioni  tra  lore  a  mezzo  di  tessuto  mesenchimale,  cbe  dall'esterno 
si  solleva  tra  I'una  e  Faltra.  \enendo  cosi  ciaschednna  di  esse  ad  essere 
inclusa  in  un  astuccio  mesencbimatoso. 

9".  Quando  quella  separazione  e  completa,  le  gbiandole  intrapa- 
rietali del  tubo  digestive  appaiono  softo  forma  di  cavita  simili  alle 
gbiandole  alveolari  seinplici  non  ramificate. 

10°.  Negli  ulteriori  stadi  di  evoluzione  le  cellule,  cbe  tappezzano 
(|ueste  primitive  gbiandole,  segnatamente  quelle,  cbe  ne  tappezzano  il 
fondo,  vanno  incontro  ad  attiva  proliferazione,  e  degli  sproni  cellulari  si 
solle\ano  in  ogni  primiti\a  cavita  fin  presso  al  suo  sbocco  neirintestino, 
dividendola  cosi  in  cavita  tubulari,  le  quali  in  seguito  verranno  sepa- 
rate da  tessuto  mesencbimatoso. 

11°.  Da  quanto  ho  succintamente  esposto  si  deduce  che  negli 
An/ibi  urodeli  (gen.  Triton  pancreas  e  gbiandole  intraparietali  del  tubo 
digestive,  non  che  il  fegato,  si  sviluppano  a  spese  delle  cellule  vitelline. 

Vr.  Come  ap|)endice  a  (juesta  nota  riferiro  che  negli  Urodeli  le 
pieglie  intestinali  sono  do\ute  a  sollevamenti  prodotti  dalle  cellule  vi- 
telline, per  lore  moltiplicazione,  Acrso  il  lume  dall' intestine,  decorrenti 
parallelamente  alKasse  niaggiore  del  tubo  intestinale,  e  nei  quali  in  se- 
guito penetra  tessuto  mesencbimatoso  (^). 


(*)  I  resnltati  cli  queste  mie  i-ioercbe  sono  stati  foinuuicati   aH'Accademia   inedico-cliirurgica   di 
JFenara  ueiradnnanza  del  2  mncrgio  1901. 


—  i»10 


ISI'lTUTO    AMATOMICO    DI    PADOVA. 

DoTT.     GIUSEPPE    STERZI,    aiuto. 


Gli  spazi  linfatici  delle  meningi  spinali  ed  il  loro  significato. 


E  vietata  la  rijirodnzione. 

La  anatomia  ed  il  sigiiiiicalo  degli  spazi  linfiitiei  delle  ineiiiiiiii  nm 
possono  venire  cliiarainenle  intesi  se  iion  si  conosce  la  filogenesi  e  la 
ontogenesi  di  (jiicste  nieiiibrane. 

Oggi  e  ammcsso  da  tulli  gli  Analoniiei  die  filogenetieanienle  ed 
ontogeneticainenle  esse  ahbiano  una  duplice  origine,  e  cioe  die  la  pia 
niadre  e  1'  aracnoide  provengano  da  nna  lamina  connettiva  die  circonda 
il  sistema  nervoso  e  die  viene  chmwulA  enfoweninfje.  e  die  la  dura 
niadre  ed  il  pei-iostio  vertebi-ale  provengano  da  nn  altro  sirato  di  tes- 
suto  connettivo,  che  aderisce  alle  pai'eli  del  canale  vertebrale  e  die  e 
diiamato  cjonirninf/e  (eonlV.  per  la  filogenesi  Perrier,  17.  j)ag.  IO06, 
lloule,  24,  pag.  1017  e  segg.,  Gegenbaur  7,  pag.  789,  Wiedersheiin 
B7,  pag.  162,  ecc,  e  per  la  ontogenesi  Tiedeniann.  34,  pag.  IS  e  segg., 
Reichert,  20,  pag.  40,  Ills'!  9,  pag.  ln-16,  Duval,  0,  pag.  330, 
Salvi,  2').  pag.  23  e  segg.,  Zander,  38,  pag.  72-74,  Ren  ant,  21, 
pag.  760-761,  ecc);  lo  spazio  tra  quesli  due  strati  corrisponde  alio 
spazio  suhduralc  dell'  adullo,  e  sarebbe  (juindi  il  primo  degli  spazi  lin- 
fatici a  comparire  nella  lilogenesi  e  nella  ontogenesi.  Gli  spazi  die  se- 
parano  la  dura  niadre  dal  perioslio  verlebrale  spazio  epidumle  e  la 
pia  madre  dall'  aracnoide  [spazio  siiharacnoidale  si  sviluppei'ebbero  piii 
tardi,  e  prima  lo  s|)azio  cjiidnrale,  jioi  lo  spazio  subaracnoidale.  Per  do 
in  molti  Trattali  (Scliwalbe,  28,  pag.  776,  (Jerlach,  8,  pag.  449, 
Obersteiner,  16,  pag.  477,  Gegenbaur,  6,  pag.  440,  Ricliter.  22. 
l»ag.  384.  Romili,  23,  pag.  722,  Rauber,  19,  pag.  307,  Ziehen.  39. 
pag.  63,  ecc.)  si  paria  di  una  dura  madre  spinale  formata  da  due  la- 
mine,  una  delle  (juali  aderisce  alle  jiareli  del  canale  vertebrale  e  fun- 
ziona  da  periostio,  e  I"  allra  forma  la  dura   madre  propriamente  delta. 

In  due  lavori  precedenii  29,  30)  ho  alferniato  come  questo  modo 
di  inlendere  la  lilogenesi  e  la  onlogenesi  fidle  meningi  in  genere  e 
(Idle  meningi  spinali  in  modo  particolare  non  corrisponda  alia  realta 
(Id  falli:  e  le  ricerche  die  ho  condotto  in  lulla  la  serie  dei  vertebrati, 
sliidiando  in  ciascun  online  la  anatomia  e  lo  svilup|)0  delle  meningi. 
e  die  faranno  argomenlo  di  un  laxoro  die  pubblicli'eix)  tra  bieve 
tempo,  hanno  confermaio  (|iiant(t  ave\o  allora  aflermato.  Ho  potuto  in- 


—  211  — 

iatti  osservare  {'onic  nci  pesei  non  si  ahbia  clio  una  sola  nieninge,  se- 
parata dalla  rinlonir/iidt'.  die  tappezza  le  pareti  del  canale  vertebrale,  da 
lino  spazio  linfatico.  e  la  ho  chianiata  meninije  primifiva,  cGnie  questa 
gradalamente  neji^li  anlihi.  nei  rellili  e  negli  iiccelli  si  divida  in  due  la- 
niine,  elie  sono  la  (lifra  madrr  e  la  meninrje  serotidaria,  e  come  quesT  ul- 
tima nei  manmiifei'i  si  divida  in  due  loglietti  clie  sono  la  pia  madre  e 
r  araruoidr;  e  negli  einhrioni  dei  inaniniit'eri  lio  trovato  delle  disj)osizioni 
perfettaniente  eorrispondenti  a  (jueste,  onde  ho  credutodi  |)()ter  att'ermare 
ehe  ^'l  e  analogia  perfetta  tra  filogenesi  ed  ontogenesi  delle  meningi. 

Per  cio  tutt(*  le  tre  meningi  deH'uomo  hanno  una  origine  comune 
da  un  solo  strato  di  eonnettivo,  e  la  endorachide,  clie  lino  dalla  sua 
prima  comparsa,  resta  a  tappezzare  le  pareti  del  canale  vertebrale,  non 
|)rende  parte  aleuna  alia  loro  tormazione:  qiiindi  lo  spazio  clie  compare 
lilogeneticamente  ed  ontogeneticainenle  per  primo  non  e  lo  spazio  siihdii- 
nile,  ma  lo  spazio  ppidiirale  o  meglio  periduvah^  e  seguono  poi  succes- 
slvamente  lo  spazio  sidjdf/ralc  o  meglio  intraduraU\  e  lo  spazio  suha- 
racnoidale  o  i})traamnioidal(\  e  non  si  |)u6  parlare  di  due  lamine  delta 
dura  madre  spinale,  ne  di  uno  spazio  ivivadurale  (come  alcunl  chiamano 
lo  spazio  pcridurale). 

A  qiiesto  ordine,  secondo  it  (juale  compaiono  gli  spazi  meningei, 
corrisponde  la  loro  strultura  aiiatomica. 

Ho  gia  accennato  come  lo  spazio  periduralc  sia  lilogeneticamente 
<'(1  (Hitogeneticamente  il  |)iu  antico.  Nci  mammiferi  esso  e  separato  dal 
liquido  cefalo-spinale,  die  si  trova  a  riempire  gli  altri  s|)azi  meningei, 
da  una  grossa  lamina  fibrosa,  la  dura  madre,  e  (|uindl  non  serve  piu, 
almeno  in  modo  direlto,  alia  oircolazione  linfalica  della  midolla.  Come 
in  tutte  le  cavita  dell'  organismo,  die  hanno  perdiih)  una  particolare 
liinzione,  in  esso  si  s\iluppa  un  tessuto  di  riempimenlc.  die  net  neonato 
e  muccoso,  mentre  nelFadulto  e  fortemeute  iniiltrato  di  adipe.  Le  pareti 
di  questo  spazio  presentano  (jua  e  la  delle  zone  con  un  rivestimento 
endoteliale,  ma  nella  massima  parte  ne  sono  sprovvedute,  e  nei  tratti 
nei  (juali  manca  l' eudotelio  si  attaccano  i  lobi  di  adipe.  La  presenza  di 
(juesto  eudotelio  solo  in  alcuni  tratti  s|)iega  la  divergenza  che  esiste  tra 
gli  Anatomici  sulla  sua  esistenza,  poiche  alcuni  Obersteiner,  16, 
pag.  i79,  Kolliker,  13,  pag.  831,  Homiti,  n.  |)ag.  729,  Schaffer 
e  Thane,  ±1,  pag.  305,  Rauber,  19,  pag.  309,  Berdal,  1,  pag.  680, 
Szymonowicz,  32,  pag.  289,  ecc.)  dicouo  die  la  superticie  esterna  della 
dura  madre  presenta  un  rivestimento  endoteliale  completo.  mentre  altri 
(Sappey,  26,  pag.  29,  Schwalbe,  28.  pag.  783,  Ilyrtl,  10.  pag.  888, 
C harpy,  J,  pag.  114,  Stohr,  31,  pag.  149,  Kenaut,  21,  pag.  772, 
iMival.  5,  pag.  723,  Testut.  33,  pag.  923,  ecc.)  dicouo  che  ne  e  total- 


—  212  — 

mente  sitrowcdula.  i  i;i  le  iiiaglic  dv\  tcssuto  eoiiiiediNo  c  tra  i  lobi  ili 
adipe  si  trovano  dollc  lacune  lint'atiche,  come  ha  dimostrato  W  aldeyei- 
f^JG).  Ouesle  lacune  e  le  aree  di  endotelio  sono  i  resli  dello  sjjazio  linl'a- 
ticu  coinpleto,  die  si  tro\a  Ira  la  duia  inadre  e  la  endorachide  ne^li 
embrioni  dei  inaimnileii  e  iiegli  anlibi.  iiei  rettili,  e,  fino  ad  iin  certo 
punto,  anche  negli  iiccelli,  nei  qiiali  la  dura  madre  e  molto  sollile.  e 
puo  quindi  permettere  la  tiltrazione  del  licjuido  cefalo-spinale. 

Lo  sixizio  Intradi/riilc  lilogenelicaniente  ed  onlogeneticaniente  e 
quelloche  si  sviluppa  subilo  d(»|>o  al  j)recedenle.  Hichat  (2,  pag.  213-2()4  . 
basandosi  su  caralteri  islologici,  tisiologici  e  patologici  ha  creduto  di 
poter  interpretare  questu  spazio  come  una  cavita  sierosa,  analoga  alle 
cavita  pleurica  e  peritoneale,  e  per  cio  ha  dovuto  consideiaie  I'aracnoide 
come  lormala  da  due  foglietti,  uno  parietale,  che  riveste  la  sui)errieie 
interna  della  dura  madre.  ed  uno  viscerale,  che  costituisce  la  aracnoide 
l)ropriamenle  delta.  La  sierosa  aracnokktJp  si  dislinguerebbe  dalle  altre 
sierose  perehe  il  foglietto  viscerale,  invece  di  aderire  strettamente  al 
viscere  che  riveste,  come  fa  la  pleura  coi  polmoni  ed  il  peritoneo  cogli 
organi  addominali,  ne  e  separate  da  una  serie  di  cavita  linfatiche,  che 
nel  loi-o  insieme  Ibrmano  lo  spazio  inlraaracnoidale.  II  concetto  emesso 
da  Bichat  sni  linire  del  secolo  Will  e  stato  subito  accettato  dagli 
Anatomici,  ed  e  stato  seguito  da  tulti  fino  alia  seconda  meta  del  secolo 
XIX.  Kolliker  (12)  fu  il  jirimo  a  sostenere  che  lo  spazio  inlradinvlc 
non  e  una  cavita  sierosa,  ma  che  e  omologo  agli  altri  spazi  meaingei,  e 
che  I'aracnoide  e  formata  da  una  sola  membrana  che  e  I'aracnoide  pro- 
priamente  delta;  le  ricerche  successive  conlermarono  questo  concetto,  lino 
a  stabilire,  come  fecero  quelle  di  Key  e  Uetzius  (11,  pag.  126  e  segg.)," 
una  identita  di  stiuttnra  Ira  lo  spazio  intraaracnoidale  e  lo  spazio  inlra- 
dnrale,  e  jier  cio  gli  Anatomici  tedeschi,  italiani  ed  inglesi  hanno  finito 
per  seguire  intieramente  (piesta  nuova  inlerpretazione,  e  ricordano  solo 
come  curiosita  storica  la  teoria  di  Bichat.  Invece  in  Francia  queste 
nuove  idee  non  fecero  |)er  nulla  abbandonare  (juesta  teoria,  che  ancora 
oggi  tutti  Anatomici  francesi  considerano  come  classica. 

La  caviia  inlradf/ralc  dei  mammiferi  presenta  un  rivestim^nto  endo- 
teliale  completo.  e  su  (piesto  i)unto  gli  Aiuitomici  sono  concordi;  ri- 
guardo  al  suo  significalo  essa  non  e  altro  che  una  fessura  prodotta  in 
seno  alia  lamina  conneltiva,  che  costituisce  la  meninge  ])rimitiva  per  la 
fusione  di  numerosi  piccoli  spazi  linfatici,  cosa  che  ho  potuto  verilicare 
tanto  nella  lilogenesi  che  nella  ontogenesi.  (lomincia  a  conq)arire  negli 
anlibi,  ed  e  bene  svilu|)pata  nei  rettili,  nei  (juali  e  formala  da  molle 
piccole  cavita  separate  da  trabecole:  negli  uccelli  e  nei  manuniferi,  essa 
si  completa,  diminuendo  le  trabecole  e  fondendosi  le  cavitii. 


—  213  — 

Avvencndo  in  lal  niodo  lo  s\iIiip|M)  dello  sjttizio  iulntdiintle^  si  puo 
aninietterc  die  esso  sia  una  rnvilii  sienmi?  (ili  Anatomici  tVancesi  lo 
allcrniano,  tiitti  gli  altri  lo  negano. 

Oiiesta  prolonda  disparita  A  piii  apj)arenlo  die  reale,  o  dipende  solo 
da!  sigiiilicato  die  si  mioI  dai'e  alle  jiarole  «  caritu  sierosa  ».  Se  inlatti 
si  liiiiila  il  signilicato  di  rarila  sirrosr  alle  ca\ilii  provenieiili  dalla  ca- 
\ila  eelomatiea  e  i'i\estite  (juindi  daire|)itelio  iiiesoderniico  SelialTer  e 
Thaiie,  i",  |)ag.  ^98.  Kraiise,  li,  pag.  3i^,  ecc).  noii  puo  essere 
conipresa  Ira  esse  la  rariu)  inlrailurnle,  come  non  vi  |)ossono  essere 
coniprese  le  altre  ca\ita  niesendiimali:  se  invece,  eonie  faniio  molli 
altri  Anatomici  (Cadiat.  3,  pag.  U)4  e  segg.,  Hyrtl,  10.  |)ag.  lo4  e 
segg.,  Rom  it i,  ^3,  Vol.  1°,  pag.  78,  Duval,  o,  pag.  330.  lierdal,  1, 
pag.  108,  ecc;  si  estende  il  signilicato  di  canU)  sicrose,  oltre  die  alle 
(•a\ita  provenienli  dalla  divisione  delta  cavita  eelomatiea,  anche  alle  cavita 
di  origine  prettamenle  connetlivale  e  die  sono  percio  rivestite  da  un  endo- 
telio,  come  sono  le  cavita  articolari,  le  borse  sierose,  le  guainetendinee,  ecc, 
pu('»  essere  comjireso  in  questa  categoria  anche  lo  spazio  intrndumJe. 

In  ogni  caso,  quando  si  intende  per  aranioidc  m  la  meninge  coni- 
presa tra  la  dura  e  la  pia  madre  )\  non  si  puo  parlare  di  due  loglietti 
aracnoidei,  uno  parietale.  ed  uno  \iscerale,  come  fanno  i  sostenitori 
della  teoria  di  Ricliat,  poidie  oltre  all' essere  un  artitizio  di  tecnica  la 
se|)arazione  nel  lelo  del  foglietto  parietale  dalla  dura  madre,  come  pre- 
tendono  die  possa  farsi  Bicliat  (2,  pag.  242),  Duval  (5,  pag.  723)  ecc, 
e  cliiaramente  dimostrato  dalla  filogenesi  e  dalla  ontogenesi  die  lo  spazio 
in  trad  u  rale  si  forma  per  la  fusione  di  molli  |)iccoli  spazi  linfatici.  come  gli 
altri  spazi  meningei  e  le  altre  cavita  niesendiimali.  Potrebbe  paiiarsi  di 
dnplicila  dell'  aracnoide,  solamente  quando  col  iiome  di  ammoide  si  in- 
tendesse  non  la  meninge,  ma  Tendotelio  die  riveste  lo  spazu)  inlradiiralf. 

Resia  a  vedere  il  signilicato  dello  spazio  intraaracnoidale.  Moiti 
Anatomici  (Krause,  15,  pag.  731,  Todt  3o,  pag.  303,  Gerlacli,  8, 
pag.  148,  Obersteiner,  16,  pag.  i8:),  Cliarpy  i,  pag.  120,  (Jegen- 
baur,  7.  pag.  413,  Ko Hiker,  13,  pag.  832.  Romiti,  23,  Yd.  II 
pag.  722,  Ran  be  r  19,  pag.  309,  Szymonowicz,  32,  pag.  290,  ecc), 
seguendo  i  risultati  delle  ricerdie  di  Key  e  Retzius  (II,  |)ag.  120 
e  segg.)  e  di  altri,  ammettono  die  le  pai'di  di  questo  sjiazio,  come 
pure  le  trabecole,  i  nervi  e  le  dentellature  dei  legamenti  denticolati 
die  lo  attraversano,  siano  rivestite  da  un  endoldio;  mentre  altri  Ana- 
tomici (Pouchet  et  Tourneux,  18,  j)ag.  340,  Sclnvalbe,  28,  pag.  78:>, 
Sappey,  2(1,  pag.  29,  Hyrtl,  10,  |)ag.  890,  Renaut.  21,  pag.  77:;, 
Duval,  o,  pag.  723,  Testut,  33,  i)ag.  923,  ecc.)  negano  la  esistenza 
di   (|uesto  rivestimento  endoteliale.  Per  i  primi  vi   e  identila   di  strut- 


—  214  — 

lura  Ira  lo  spazio  inlnuhinilc  c  lo  spazio  nilriuuiKiioidalc.  |)t'r  i  se- 
condi  invecc  (iiiosla  idciitilii  manca.  Jl(»  \oliito  cLiarire  (juesta  qiie- 
slione  ed  lio  iallo  riccrclic  in  ivieniiii;]  spiiiali  di  iionio  e  di  altri 
niaimiiit'eri,  esaininaiulole  a  fresco  in  soluziont'  lisiolo^ica  di  clorui'n 
di  sodio  0  trattandole  con  soluzione  di  nitrato  d'argenio  1  "j,  e  lacendo 
contcnij)oraneamente  dei  |noj)arati  di  risconlio  nclla  superficie  esterna 
(lell'ai'acnoide  o  nella  siiperlicie  interna  delia  dura  niadre.  In  tal  nii)d(» 
non  sono  mai  riuseilo  a  porre  in  evidenza  un  rivestimento  endoteliaie 
sulie  superficie  esterna  delia  j)ia  niadre  o  sulla  superficie  interna  del- 
I'aracnoide  ed  attorno  alle  tia])ecoie  intraaracnoidali.  mentre  lo  ho  seni|)re 
riscontrato  nella  superficie  esterna  dellaracnoide.  e  nella  superficie  in- 
terna della  dura  madre:  onde  mi  pare  die  si  possa  concludere  die  lo 
spazi(»  intraai'acnoidale  e  lo  spazio  intradurale  lianno  sti'uttura  dilVe- 
rente.  La  niancanza  di  rivestimento  endoteliaie  avvicina  lo  spazu)  in- 
traararnoidale  agli  spazi  linlatici  die  si  trovano  tra  le  maglie  del  tes- 
suto  connettivo  lasso,  come  atlerma  anche  lien  ant  (21,  pag.  773).  Essa 
puo  spiegare  come  alcuni  degli  xVnatomici  die  seguono  la  teoria  di 
in  chat  (Pouchet  e  Ton  men  \.  IS,  jiag.  3HS.  Renaut,  21,  pag.  773. 
Duval,  '■),  pag.  723,  Testut,  33,  pag.  918,  ecc.)  dicano  .s?>ro-so  sola- 
menle  lo  spazio  intradurale,  e  non  anche  lo  s|)azio  intraaracnoidale:  non 
si  riesce  invece  a  spiegare  come  altri  di  questi  Anatomici  ^(Uiarpx, 
jiag.  t37  e  segg.,  ed  altri),  ammettendo  un  livestimento  endoteliaie 
anche  nello  spazio  intraaracnoidale,  chiamino  rarita  sirrosa  solo  lo 
sjiazio  intradurale,  e  non  anche  lo  sjjazio  intraaracnoidale. 

Basandosi  sulla  filogenesi  e  sulla  ontogenesi  delle  meningi,  come 
oggi  vengono  ammesse,  gli  Anatomici  moderni  dividono  in  vario  modo 
queste  membrane.  In  alcuni  trattati,  specialmente  tedeschi,  si  afierma. 
seguendo  Key  Retzius  (11,  jiag.  126  ,  che  tbndamentalmente  le  me- 
ningi sono  due,  la  Icpfomeninf/e  e  la  puchimcninge,  delle  (juali  la  prima 
corrisjionde  alia  pia  madre  ed  airaracnoide,  la  seconda  alia  dura  ma- 
dre ed  all'endorachide:  inteso  invece  lo  sviluppo  delle  meningi  nel  senso 
che  ho  esposto  |)iu  sopra,  si  vede  come  (juesta  divisione  sia  coni])leta- 
mente  arbitraria  e  non  corrisponda  alia  realta,  anche  tenendo  con1i> 
che  la  pia  madre  e  1'  aracnoide  anatomo-jiatologicamente  hanno  carat- 
.teri  comuni,  i)erche  (piesti  dipendono  dagli  inlimi  rapporti  e  probabil- 
mente  anche  dalla  strutluia  di  queste  (\\\e  membrane.  Invece  gli  Anato- 
mici, che,  seguendo  la  teoria  di  Bichat,  considerano  la  aracn(»ide  come 
lormata  da  due  foglietti,  respingono  (piesto  modo  di  raggruj)|iare  le  me- 
ningi f^conlr.  (IharpN  ,  4,  pag.  137;,  e  riuniscono  invece  la  aracnoide  alia 
dura  madre:  come  raltra,  anche  questa  divisione.  essendo  basata  su 
un'  ipolesi  non  i-ispondente  alia  realta,  non  lia  alcun  londamenio  di  \ero. 


—  215  — 

Adiinque  coucliidendo  la  lilogeiiesi  e  la  uiitogenesi  delle  meningi 
spinali  permetloiio  di  stabilire: 

clie  gli  s|)azi  tra  le  meningi  spinali  sonu  spazi  liiifatici  nel  voro 
st'iiso  della  parola,  cioe  sono  spazi  prudottisi  in  seno  al  lessnto  connel- 
livo.  e  die  possono  anche  essere  chiamali  spdzi  sierosi,  se  si  designano 
con  tale  denominazione  gli  spazi  connettivi : 

clie,  in  rapporto  all'ordine  della  loro  comparsa,  lo  spazio  periduralc 
neirnonio  ha  jx'ninio  ({nasi  coni])letaniente  la  sua  lunzione  lintatica  ed  e 
oceu|)at(»  da  uii  tessuto  di  riempinienlo:  lo  spazio  hilnuhinilp  e  simile 
per  la  sua  strullura  (e  probabilinenie  anche  per  la  sua  lunzione  alle 
cavita  linralich.^  riveslite  da  endolelio  (horse  sinoviali,  guaine  tendi- 
nee,  ecc.) :  e  lo  spazio  intraaranwidale  e  paragonabile  agli  spazi  clic 
si  trovano  Ira  le  maglie  del  tessuto  connettivo  lasso: 

che  I'araenoide  e  forniata  da  un  solo  foglielto.  elie  e  il  Ibglietto  vi- 
seerale  o  araen(nde  |)roj)riainente  detta. 

Bibliografia. 

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5.  Iju  val  M.  —  Couipendio  di  Istologia,  tradotto  da  Fusari  e  Sala.  —  Torino  1S9.9. 

6.  Gegenbau  r  C".    -  Lelirbucli  der  Anatoiuie  des  Meuscbeii,  VI  Auli.  —  L&ipzig,  1896. 

7.  Id.  —  Vergleicbeude  Anatmnie  der  W'irbelthiore,  I  Bd.  —  Leipzig,  1898. 

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9.  His  W.  —  Die  Haiite  uud  Hohlen  dea  Korpers.  —  Basel  1865. 

10.  Hyrtl  J,  —  Lebrbucb  der  Anatomie  des  Mensobeii,  XX  Auti.  —  Wien,  1889. 

11.  Key  A.  und  Eetzius  G.  — Stadieu  ia  der  Anatomie  der  Nervensystems  tiud  des  Bindege- 
webes,  1  H.  —  Stockholm,  1875. 

12.  Kcilliker  A.  — MikroskopLscbe  Anatomie,  Bd.  II,  —  1850. 

13.  Id.  —  Haudljiub  der  (Jewebclcbre  des  Menscbeu,  Bd.  II.  —  Leipzig,  1896. 
li.  Krau.se  W.  —  AUgenieiue  und  luikroscopisclio  Anatomie.  —  Hannover,  1876. 

15.  Id.  —  Handbiicb  der  menschlieben  Anatomie,  JII  Aufl.,  Bd.  II.  —  Hannover,  1879. 

16.  Obersteiner  H.  —  Anleituug  beim  Stndinni  dc-s  Banes  der  nerviisen  Ccutralorgane,  II  Auti. 
—  Wien,   1892. 

17.  Perrier  It.        E16ment8  d' Anatomie  compares.  —  Paris,  1893. 

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ris, 1878. 

19.  Kauber  A.  —  Lerhbucb  der  Anatomie  des  Men.scben,  V  And.,  Bd.  II.  —  Leipzig,  1898. 

20.  Keichor  t  C.  B.  —  Der  Bau  des  menscblicben  Gebirn.s,  II  Abtb.  —  Leipzig,  1861. 
23,  Kenant  J.  —  Traite  d'Hi.stologie  pratique,  T-   II,   Fasc.  II.  —  Paris,  1899. 

22.  Ivicbter  E.  —  Grundriss  der  uormaleu  menscblicui;u  Anatomie.  —  Berlin,  189G. 

23.  Romiti    G.   —  Trattato  di  Anatomia  dell' Dome.  — Milano,  Vallardi,  edit. 

24.  Koale  L.  — L' Anatomie    eomparee  des  auimaux  bas6e  sur  rEmbryologie,  T.    II.  —  Paris,  1898. 

25.  Salvi  G.  —  L' istogenesi  e  la   .struttura  dellc    uiouingi.  —  Memorie  della  Soc.    tosc.    di   Sc.    nat. 

Vol.  XVI,  1898. 
HG.  Sappey  C.  Ph.  —  Trattato  di    Anatomia  descrittiva,  trad.  ital.  per  A.  Eatfaele,   Vol.  Ill,    Xe- 

vrologla.  —  Napoli,  1880 
27.  Scbiift'er  E.  A.  e  Thane  G.  1).   —  Nevrologia,    nel  Trattato  completo  di  Anatomia  di  J.  Quaia, 

trad    da  P.  Lachi,  Vol.  Ill,  Parte  2'-K  Milano,  Societa  Edit.  Lihr. 
•jS.  Scbwalbe  G.  —  Lehrbueh  der  Xeurologie.  —  Erlangen,  1881. 

29.  Sterzi  G.  —  Le  meuiugi  spinali  del  pesci.  Contributo  alia  filogenesi  delle,  meningi  spinali,  — 
Monitore  Zoologico  Italiano,  Anno  X,  N.  2,  1899. 

30.  Id.  —  Die  lUickenmarksbiilleu  der  scbwanzloseu  Araphibieu.  Beitrag  znr  Pbylogenese  der 
Eiiokenmarkshiillon. —  Verhandl.  d.  Anat.  Gescll.  auf  der  XIII  Versammlung  in  Tiibingen 
pag.  125,  und  in  Anatotn.  Anzeiger,  Bd.   XIV.  K.  9,   1899,  pag.  230-239. 

31.  Stohr  P.  —  Lebrbucb  der Histologie,  VI  AuH.  —  Jena.  1894. 

32.  Szymonowicz  L.  —  Lehrbacb  der  Histologie  und  der  mikroskoplscben  Anatomie.  —  Wihz- 
burg,  1900. 

33.  Testut  L.  —  Traite  d'Auatomie  humaine,  IV  Edit.,   T.  II,  Fasc.  2.  —  Paris,  1900. 

34.  Tiedemaun  t'.  —  Anatomie  du  cerveaux,  tratL  par  A.    Jourdau.  —  Parie.  1S'J3. 
y>o.  Toldt  C.  —  Lebrbucb  der  Gewebelehre,  II  Aufl.  —  Stuttgart,  18S  1. 


216 


i)6.  Waldever  W.  —  B!'itrai:e  zur  Keiiiituiss  dcr  Lyniplibahneii  <ies    Ceiilralueiveusysteius.  —  Arch. 

/.  milcr.\A7iat.  Bd.  XV 11,  JS80,  pp<j.  :i02-366. 
37.  W  ied  ersli  eim  IX.  —  Grundriss  der  vergleicheiideii    Anatoinie   der    Wirbelthiere,    IV    Aufl. — 

Jena,    18 .98. 
36.  Zander  A. —  Beitriijje  zur  Morphologie  der  Dura  mater  und  znr  Knochonentwickelung  —  Festschr. 

z.  siebenzigsten  Gchurstag  v.  C.  von  Kupf/er.  Jena,  189^,  pp.  03-78.  ^ 

39.  Ziehen  Tb.  —  ( 'eutraluerreusyst^iiu,  iu  «  Handbuch  der  Anatomie  des  Menschen  von  K.  von  Bar- 

deleben,  Bd.  IV,  1  Abth.  Jena.  IS 99. 

UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA. 


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aliaio 


(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoolo<,na,  Aiiatomia,  Embriologia) 

Organo   ufficiale   della   Unione   Zoologica   Italiana 


DIKETTO 

DAI  DOTTORI 


GIULIO  CHIARUGI 


EUGENIO  FICALBI 


Prof,    di    Auatomia   umaua 
iiel  It.  Istitiito  (li  StucU  Super,  in  Firenze 


Prof,  di  Auatomia  coiup.  e  Zooloj;ia 
nella  R.  University  di  Padova 


Ufficio  di  Direzione    ed    Amininistrazione  :   IsLituto  Anatomico ,    Firenze. 
12  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  C". 


XII  Anno 


Firenze,  Agosto  1901 


N.  8 


SOMMARIO  :  Rkndiconto  deixa  skconoa  asskmblea  ordinaiua  e  del  convegno  del- 
l'Unione  Zoor.oGicA  Italiana  in  Napoli  (10-13  Aprile  1901).  {Continuazione 
c  fine).  — Fag.  217-241. 

CoMUNicAZioNi  OuiGiNALi:  [^izzo  A.,  Gaiiale  cranio  fai'ingeo,  fossetta  faringea,  iu- 
terparietali  e  preinterparietali  nel  cranio  umano.  —  Pag.  211-252. 

NoTiziE.  —  Pag.  252. 

Avvertei\za 

Delle  Comunicazioni  Origiiiali  che  si  pubblicano   nel   Moni- 
tore  Zoologico  Italiano  e  vietata  lo,  riproduzione. 


EENDICONTO 


SECONDA  ASSEIVIBLEA  ORDINARIA  E  DEL  CONVEGNO  DELL' UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA 

IN   NAPOLI  (10-13    Aprile    1901). 

(CoutiQuazione  e  fine,  vedi  n,  7.) 


Venerdi   12  Aprile. 

I  congressisfci  a  bordo  della  R.  nave  <  Ercole  »  e  del  «  Johann  es  Miiller  », 
vaporino  della  Stazione  Zoologica,  fanno  una  gita  nel  golfo  e  visitano  Capri 
dove  si  riuniscono  a  colazione.  Durante  la  traversata  si  fanuo,  dal  J.  Miil- 
ler, delle  pesche  pelagiche  al  largo  e  delle  dragate  in  diversi  punti  della 
secca  di  Pe  nta  Pal  u  mm  a. 


Ai.  z. 


Puhblicato  il  27  Liiglio  lUOl 


—  218 


Sabato  13  Api-ile. 

Seduta    antimeridiana 

(Sala  della  Societal  Keale). 

II  presidente  da  la  parola  ai  Socii  per  la  contiiiuazione  delle 

Comunicazioni  scientificlie. 

Gay  M.  —  Strana  costituzione  di  un  novo  di  gallina  e  sulla  gallina  die  lo 
yrodusse.  (Sunto).  —  [Legge  Ghigi  per  I'Autore  assente]. 

Espoue  le  sue  osservazioni  su  di  un  uovo  teratologico  emesso  da  una  gal- 
lina di  tre  anni  che  produce  da  molto  tempo  due  uova  al  giorno,  di  solito  prive 
di  guscio  calcareo.  L'A.  descrive  I'aspetto  e  la  costruzicme  dell'uovo  in  esame, 
la  cout'orraazione  del  quale  potrebbe  essere,  secondo  lui,  in  relazione  col  fatto 
della  duplice  produzione  giornaliera,  potendo  esse  rappresentare  1'  insieme  di 
due  uova  di  cui  non  sono  presenti  che  i  soli  torli  con  poca  albumina. 

Ghigi  osserva  che  fatti  simili  si  verificano  non  di  rado  e  vanno  attri- 
buiti  a  traumi  ed  a  malattie  od  imperi'ezioni  del  condotto  genitale  e  delle 
glandole  annesse. 

Grieb  A  —  Contribuzione  alio  studio  dell'organo  parietale  del  Podarcia  mu- 
ralis.  (Sunto).  —  [Legge  Della  Valle  per  I'Autore  assente]. 

In  embrioni  tolti  da  uova  deposte  da  circa  6  a  12  ore  (di  2  mm.  di  lun- 
ghezza,  misurata  dall'apice  dei  lobi  ottici  seguitando  la  linea  dorsale  sino  alia 
base  della  coda),  il  cervello  intermedio  ha  una  grandissima  estensione.  Nella 
parete  superiore,  nella  linea  mediana  sagitta'le,  quasi  a  meta  distanza  fra  i 
lobi  ottici,  gia  abbastanza  sviluppati,  e  i  lobi  cerebrali  appena  abbozzati,  no- 
tasi  un  ispessimento  che  nou  tarda  ad  incurvarsi  come  una  leggiera  volta. 
Questa  in  embrioni  tratti  da  uova  deposte  da  circa  IG  ore,  ha  dato  origine  ad 
una  vera  e  piccola  vescicola  a  contorni  ben  limitati ;  la  quale  a  misura  che  i 
lobi  ottici  e  le  altre  parti  del  cervello  si  sviluppano,  resta  confinata  nella  por- 
zione  posteriore  del  cervello  intermedio. 

Pill  tardi  sulla  parete  superiore  e  posteriore  della  vescicola,  comparisce 
un  solco  che  tende  a  dividerla  in  due  parti  disuguali;  una  anteriore  piii  grande, 
ed  una  posteriore  piu  piccola.  La  parete  del  cervello  intermedio  al  davanti 
deir  impianto  dell'organo  parietale  comincia  ad  assottigliarsi,  mentre  che  in 
dietro  essa  si  continua  ispessendosi  alquanto  con  la  parete  dei  lobi  ottici.  In 
seguito  si  vedono  le  due  parti  della  vescicola  primaria  molto  piii  sviluppate, 
le  quali  hanno  dato  origine  a  due  vescicole  secondarie ;  I'anteriore  piii  grande 
formera  I'organo  parietale,  la  posteriore  piti  piccola  I'epifisi.  Quest'ultima  e  ri- 
piegata  un  poco  indietro  verso  i  lobi  ottici  e  la  sua  cavita  comuuica  quasi  tra- 
sversalmente  con  la  cavit4  della  vescicola  parietale,  e  per  mezzo  di  questa  con 
la  cavita  del  terzo  ventricolo.  E  in  questo  stadio  che  comincia  a  comparire  la 
commissura  posteriore. 


—  219  — 

In  embrioni  di  3  mm.  circa,  si  vede  clie  la  vescicola  parietale  cresce  in 
lunghezza,  si  porta  prima  in  sopra,  ilia  poi  si  ripiega  in  avanti  verso  il  cei'vello 
anteriore,  e  fcrascina  con  se  la  parete  anteriore  della  vescicola  epifisaria  ;  la 
quale  viene  cosi  portata  a  poco  a  poco  in  avanti,  e  trovasi  situata  ora  per- 
pendicolarmente  nel  luogo  occupato  prima  dalla  vescicola  parietale. 

II  solco  di  divisione  che  trovavasi  prima  dalla  parte  dei  lobi  ottici,  ora 
trovasi  dalla  parte  opposta,  cioe  verso  il  cervello  anteriore.  Da  questo  sta- 
dio,  a  me  sembra,  che  sono  partite  le  osservazioni  di  quasi  tutti  gli  autori. 

In  seguito  la  vescicola  parietale  viene  a  situarsi  distesa  sulla  parete  ce- 
rebrale ;  la  sua  cavita  comunica  adesso  trasversalmente  con  la  cavita  del- 
I'eijifisi,  e  per  mezzo  di  questa  con  la  cavita  del  terzo  ventricolo.  In  questo 
memento  sul  passaggio  del  cervello  intermedio  al  cervello  anteriore,  ed  a 
spese  di  quest'ultimo  si  forma  il  primo  abbozzo  della  parafisi  mentre  tutta  la 
parete  superiore  del  cervello  intermedio,  al  davanti  dell'organo  parietale  sino 
al  punto  di  origine  della  parafisi,  si  fa  sempre  piii  sottile  e  tende  a  sollevarsi 
in  alto,  e  forma  il  cuscinetto  parietale  o  tela  coroidea  del  terzo  ventricolo.  II 
solco  di  divisione  che  divide  I'organo  parietale  dall'epifisi  si  fa  piu  profondo, 
le  cellule  della  parete  superiore  della  vesci.ola  parietale  in  corrispondenza  del 
solco  si  avvicinano  a  quelle  corrispondenti  della  parete  inferiore.  Queste  cel- 
lule si  fondono  insieme  e  I'organo  parietale  cosi  formate  si  distacca  comple- 
tamente  dalla  vescicola  epifisaria  e  diventa  indipendente.  L'organo. parietale 
resta  per  un  certo  tempo  poggiato  sulla  volta  cerebrale  mentre  che  le  cellule 
della  parete  superiore  di  quest'organo  si  allungano,  si  modificano  e  formano  il 
cosi  detto  cristallino.  Finalmeute  I'organo  parietale  si  solleva  in  alto  perpor- 
tarsi  sotto  1'  epidermide,  mentre  il  tratto  di  parete  del  cervello  intermedio  su 
cui  poggiava  I'organo  parietale  si  modifica  per  formare  quell' ispessiniento 
cheBeraneck  ha  chiamato  centro  parieAale  e  Strahl  e  Martin  com- 
missura  bianca. 

Se  si  esamina  a  piccolo  ingrandimento  il  cervello  isolato  di  un  embrione 
corrispondente  per  sviluppo  a  quelle  figurato  da  Dendy,  visto  dall'alto,  e  di 
lato,  sembra  difatti  che  esistano  due  vescicole  distinte,  sulla  volta  del  cer- 
vello intermedio,  una  piu  grande  anteriore,  ed  una  piia  piccola  posteriore,  ri- 
coperta  in  parte  dalla  vescicola  anteriore.  Questa  apparenza  e  dovuta  soltanto 
al  solco  che  divide  I'estrofiessione  priinaria  in  due  vescicole  secondarie. 

Ora  se  si  aggiungono  gli  stadi  piu  giovani  da  me  descritti  a  quelli  piu 
avanzati  figurati  da  Beraneck,  Franco tte,  Dendy  ecc,  si  puo  conchiudere 
che  i'organo  parietale  e  I'epitisi  si  sono  formati  in  tutti  i  rettili  da  una  estro- 
flessione  unica  originata  da  un  ispessimento  della  parete  superiore  del  cervello 
intermedio. 

L'organo  parietale  dope  che  si  e  sollevato  dalla  parete  del  cervello  inter- 
medio e  portato  in  alto  sotto  I'epidermide,  si  vede  formato  da  due  parti  ben 
aistinte,  il  cristallino  e  la  retina,  senza  alcuna  traccia  ancora  di  capsula  esterna. 
Dalle  cellule  della  retina  partono  numerosi  filament!  nervosi  i  quali  formano 
uno  strato  piti  o  meno  spesso  fibrillare  esterno  intorno  ad  essa.  In  seguito 
queste  fibrille  nervose  riunitesi  in  basso,  sulla  parete  inferiore  dell'organo,  co- 
stituiscono  il  nervo  parietale. 

Uno  strato  fibrillare  nervoso  somigliaute  a  quelle  descritto  di  sopra,  fuos- 
servato  pure  da  Strahl  e  Martin  nelVAngius,  mentre  Franco  tte  ha  descritto 


—  220  — 

neir.-l?;^^'''''  uno  sti-.ito  granuloso  nella  retina  come  sfioccamento  del  nervo  pa- 
rietale.  Invece  lo  strato  fibriliare  fu  negate  da  Leydig  e  Beraneck;  soste- 
nendo  il  prime  autore  che  il  cosi  detto  strato  fibrillare  nervoso  non  sia  se  non  uno 
spazio  linfatico  ;  I'altro  ch*  esso  mauca  del  tutto.  II  nervo  dell'organo  parietale 
comparisce  in  embrioni  di  9  mm.  di  lunghezza,  si  osserva  costantemente  in  di- 
vers! gradi  di  sviluppo  e  di  atrofia,  sine  in  quelli  embrioni  prossimi  a  schiudere 
(18  a  20  mm.  di  hmghezza. 

Contrariaraente  a  quanto  afFermauo  Beraneck,  Franco tte,  Str ah  1  e  Mar- 
tin e  Klincko  wstrom,  a  me  sembra  che  esso  non  provenga  da  un  punto  spe- 
cializzato  della  volta  del  cervello  intermedio  (centre  parietale  di  Beraneck, 
commissura  bianca  di  Strahl  e  Martin),  ma  invece  dallo  strato  fibrillare  ner- 
voso esterno  della  retina  deH'organo  parietale  come  suppoueDendy.il  nervo 
parietale  si  porta  in  giu  verso  il  cervello;  qui  attraversa  la  commissura  bianca 
di  Strahl  e  Alar  tin  e  si  termina  nelle  cellule  nervosa  sottostanti  a  questa 
commissura.  La  parete  supariore  del  cervello  intermedio  che  forma  il  cuscinetto 
parietale,  si  e  molto  assottigliata  e  portata  sempre  piu  in  alto  ;  si  possono  di- 
stinguere  in  essa  una  parete  anteriore  obliqua  in  dietro.  su  cui  poggia  ed  ade- 
risce  la  parafisi,  ed  una  parete  posteriore,  quasi  perpendicolare  al  cervello ; 
quest'ultima  parte  trascina  con  se  in  alto  per  un  breve  tratto  la  commissura  ed 
il  nervo  parietale. 

Anche  I'epifisi  si  e  molto  sviluppata  ed  ha  preso  una  forma  di  clava  ;  la 
sua  cavita  comunica  sempre  con  la  cavita  del  terzo  ventricolo  per  un  peduncolo 
molto  ristretto. 

A  misura  che  la  parafisi  cresce  in  alto  e  si  porta  in  dietro  verso  I'organo 
parietale  unita  al  cuscinetto  parietale,  il  cervello  intermedio  si  restringe  e  di- 
minuisce  di  volume.  Anche  lo  spazio  compreso  fra  la  parete  posteriore  del  cu- 
scinetto parietale,  e  la  faccia  anteriore  dell'epifisi  si  restringe,  ed  il  nervo  pa- 
rietale resta  cosi  poco  a  poco  incastonato  fra  queste  due  parti.  Esso  si  e  molto 
allungato  ed  e  sempre  in  relazione  da  una  parte  con  I'organo  parietale,  dal- 
I'altra  parte  col  cervello. 

Molti  vasi  sanguigni  si  sono  formati  intorno  a  questi  organi ;  essi  comuni- 
cano  con  una  grande  lacuna  sanguigna  situata  sotto  la  pelle  dietro  1'  epifisi  e 
gi^  descritta  da  Leydig. 

La  parafisi  e  portata  sempre  piu  in  dietro  e  tocca  finalmente  con  la  sua 
parte  distale  I'organo  parietale,  mentre  il  nervo  parietale  comincia  ad  atrofiz- 
zarsi  nel  suo  punto  di  attacco  col  cervello ;  esso  si  vede  ancora  per  un  lungo 
tratto  tra  la  parete  posteriore  del  cuscinetto  parietale  e  la  parete  anteriore 
dell'epifisi  continuarsi  sempre  con  lo  strato  fibrillare  deU'organo  parietale.  II 
tessuto  connettivo  sottocutaneo  che  si  e  molto  sviluppato,  forma  ora  una  spessa 
guaina  intorno  all'organo  parietale,  e  si  prolunga  sulle  pareti  distali  dell'epifisi 
e  della  parafisi,  circondando  anche  1'  ultimo  avauzo  del  nervo  parietale. 

Nello  spazio  lasciato  vuoto  dal  nervo  si  vede  un  vaso  sanguigno.  Final- 
mente il  nervo  parietale  si  atrofizza  del  tutto  e  I'organo  parietale  perde  cosi 
ogni  relazione  col  sistema  nervoso  centrale. 

La  parte  distale  della  parafisi,  portata  sempre  piu  in  dietro,  oltrepassa 
I'organo  parietale,  che,  intauto,  le  resta  attaccato  per  mezzo  di  un  lungo  fascio 
di  tessuto  connettivo.  Questo  contiene  nel  suo  interno  un  vaso  sanguigno,  che 
poi  piu  oltre  circonda  in  basso  I'organo  parietale.  Forse  appuoto  questo  fascio 


—  221  — 

connettivo  fu  quelle  che  diede   a   Ley  dig    occasioiie  di  negare  la  presenza  di 
un  vero  nervo  parietale. 

Delia  Valle  A.  presenta  i  disegni  e  le  microfotografie  che  illustrano  la  comu- 
nicazione  di  Grieb. 

Raffaele  F.  —  Sul  modo  come  si  chiude  U  neuroporo.  (Sunto). 

Da  sezioni  trasverse  in  serie  di  embrioni  di  polio,  di  9  e  11  protovertebre, 
si  rileva  che  il  tubo  nervoso,  nella  region e  anteriore,  e  apeito  tanto  dorsal- 
mente,  che  ventralmente.  II  neuroporo  occupa  una  posizione  terminale  al- 
I'estremo  anteriore  del  tubo  nervoso  e  si  chiude  nel  modo  descritto  dal 
K  u  p  I'f  e  r. 

Raffaele  F.  —  Duhhi  suW  esistenza  del  mesoderma  gastrale.  (Sunto). 

Su  molti  preparati  di  embrioni  di  anfibii  (Eana,  Bufo,  Discoglossns)  e  di 
selaci  {Torpedo  e  Pristiurus),  non  ha  mai  potuto  constatare  la  presenza  dei  di- 
vert! coli  dorsolateral!  dell' intestine  primitivo  e  nbanche  il  menomo  indizio 
di  continuita  tra  endoderma  e  mesoderma  in  quella  regione.  II  mesoderma  si 
presenta  sempre  nettamente  separate  tutt'intorno  all' intestine ;  soltante  nella 
regione  ventrale  puo  talvolta  (negli  embrioni  d' anfibii)  sorgere  il  dubbio  che 
vi  sia  una  piu  o  meno  estesa  continuita;  ma  anche  questa  apparenza  e  pro- 
babilmente  ingannatrice. 

Seltanto  all'estremo  posteriore,  interne  al  blastopore,  vi  e  impossibilita 
di  distinguere  il  mesoderma  della  massa  di  cellule  endodermiche.  Seguende  la 
nomenclatura  del  Rabl,  non  sembra  esservi  ragione  di  ammettere  che  un 
mesoderma  peristomale.  Osservando  attentamente  le  solite  figure  date  da  varii 
autori  e  ripertate  nei  trattati,  si  acquista  il  convincimento  che  in  nessun  caso 
vi  e  una  diraestrazione  ebbiettiva  della  fermazione  del  mesoderma  gastrale, 
ammesso  generalmente  da  tutti. 

L'argomento  desuute  dul  modo  di  svilupparsi  del  mesoderma  tiqW Amyhio- 
xus  e  uno  dei  tanti  circoli  viziesi,  che  abbondano  nelle  speculazioni  filogene- 
tiche.  Su  per  giii  si  ragiena  a  questo  modo:  «  Essendo  VAmphioxus  I'antenate 
«  dei  vertebrati,per  la  legge  biogenetica,  dobbiamo  trevare  in  questi  gl'indizii 
«  dei  diverticol!  celematici;  la  presenza  di  questi  diverticoli,  d'altra  parte,  e 
«  dimostr azione  evidente  della  parentela  ». 

Raffaele  F.  —  Osservazioni  ed  esperimenti  su  embrioni  e  larve  di  anitri. 

Esperimenti  fatti  su  embrioni  e  larve  di  Rana  e  di  Discoglossus,  dimostrano 
che,  decapitande  le  larve,  i  due  monconi  sopi-avvivono  e  continuauo  a  svilup- 
parsi senza  che  pero  si  manifest!,  oltre  alia  cicatrizzaziene  della  ferita,  da 
parte  deU'ectederma,  alcuna  rigenerazione.  Le  sviluppo  contiuua,  come  se  i 
pezzi  fossero  ancora  unit!. 

Nei  monconi  posteriori,  cui  e  stata  aspertata  tutta  la  testa,  fin  dietro  all' inte- 
stine respiratorio,  prima  che  sia  formate  I'abbozzo  del  cuere,  non  si  manitesta, 
naturalmente,  la  circolazione,  ma  i  vasi  si  sviluppane  e  si  sviluppane  anche  i 
glebuli  del  sangue  in  molti  punti.  La  mancata  circolazione  e  causa  di  una 
idrope,  principalmente  accentuata  nelle  vie  venose.  Le  vene  cardinali  e  la  v, 
codale  si  dilatauo  enormeraente. 


222 


Con  un  simile  metodo  sperimentale  potrebbero  forse  controllarsi  i  risultati 
del  Beard  e  di  altri  sulla  genesi  del  leucociti  da  parte  del  timo;  asportando, 
appunto  prima  che  I'abbozzo  di  quest' organo  sia  formato,  o,  almeno,  prima  che 
vi  sia  circolazione,  quelle  che  si  ritiene  il  focolare  unico  di  produzione  dei 
leucociti. 

De  Stefan!  T.  —  Ulteriori  osservazioni  sulla  nidi  fie  azione  dello  Sphex  pcdu- 
dosus. —  [Legge  Raffaele  per  I'Autore  assente]. 

In  una  nota  preventiva  pubblicata  nel  1896  (^)  lio  detto  come  i  costumi 
dello  Sphex  paludosus  si  allontanino  uon  poco  da  quelli  di  tutte  le  altre 
specie  della  fauna  europea  e  circummediterranea.  Solamente  nel  nido  dell'  eso- 
tico  Sphex  Lanieri  Guerin  del  Brasile  troviamo  qiialche  raffronto  con  quelli  di 
questo  Sphex,  e  cio  nel  senso  di  una  vera  e  propria  costruzione  imbottita  di 
materie  vegetali  soffici  come  nei  nidi  di  uccelli.  Questo  fatto  importantissimo 
e  singolare  nella  biologia  di  uuo  Sphex  europeo  (negli  sphex  esotici  i  costumi 
sono  poco  o  nulla  conoscinti  e  lo  stesso  Sphex  Lanieri,  non  e  accertato  ?e 
appartenga  realmente  a  questo  genere)  che  tanto  lo  allontana  dai  suoi  con- 
generi,  mi  ha  invogliato  a  continuare  le  ricerche  per  portare  a  compimento 
quelle  che  per  mancanza  di  opportunita  non  potei  completare  con  le  mie  prime 
osservazioni.  Alcuni  dei  punti  rimasti  oscuri  allora  oggi  posso  chiarirli,  ma 
a  rendere  pivi  manifeste  le  nuove  particolarita  rilaccio  un  po'  di  storia  sulla 
nidificazione  di  questi  robusti  imenotteri. 

In  generate  si  ritiene  che  gli  sphex  costruiscano  un  nido  molto  semplice: 
una  piccola  buca  scavata  nel  suolo  dalla  provvida  madre  dove  essa,  come  per 
esempio  lo  Sphex  flavipennis  J.,  introduce  tre  o  quattro  grossi  grilli  iutorpiditi 
dal  suo  veleno  e  sopra  ognuno  dei  quali  depone  un  novo;  quindi  I'entrata  della 
buca  viene  da  essa  stessa  chiusa  con  terra  e  sassolini  e  il  nido  e  bello  e  pre- 
parato.  Lo  Sphex  occitanicus  Lej).  scava  una  buca  consimile,  ma  la  prepara  dopo 
avere  catturato  la  sua  preda  e  introduce  nel  nido  una  sola  vittima,  al  contrario 
dello  Sphex  fiavipennis  che  prima  scava  e  poi  va  in  cerca  della  preda.  Ora  in 
queste  due  specie,  tutto  il  lavoro  per  assicurare  lo  sviluppo  della  prole,  con- 
siste  nel  metterla  in  qualche  modo  al  sicuro  dalle  intemperie  e  a  portata  del 
nutrimento;  nello  Spliex  paludosus  invece  la  nidificazione,  quest'atto  importan- 
tissimo della  sua  vita,  e  meno  semplice  e  piu  interessante  e  dimostra  nell'in- 
setto  un  maggior  sviluppo  dell'istinto  materno;  esso  non  scava  buca  alcuna, 
ma  costruisce  il  suo  nido  o  tra  lo  spazio  che  lasciano  le  pareti  di  due  aruie 
ravvicinate  o  in  piccole  fenditure  delle  rocce  e  viene  formato  di  sostanze  ve- 
getali diverse  e  disposte  a  cerchi  concentrici.  Lo  strato  piu  esterno  e  piii 
largo  e  composto  di  ariste  di  frumento,  di  spighette  di  Avena  sterilis,  di  una 
specie  di  Aira  e  di  qualche  altra  erba ;  lo  strato  piu  iuterno  e  molto  softice 
perche  composto  coi  pappi  di  un  cardo  e  largo  circa  due  o  tre  centimetri. 
Tutto  11  nido  ha  un  diametro  di  quindici  centimetri  circa,  e  irregolaie  alia 
periferia,  ma  i  contorni  interni,  che  limitano  i  due  strati  di  diff'erente  sostanza 
vegetale,  sono  perfettamente  circolari;  tutto  il  nido  e  schiacciato  simile  ad 
una  rotella,  nel  di  cui  centro,  vuoto  a  modo  di  un  auello,  stanno  I'uno  accanto 
all'aitro  i  bozzoletti  contenenti  le  larve.  lo  non  staro  a  ripetere  la  descrizione 


(1)  Natnr.  Sicil.  An.  I.  (Nuova  serie)  pag.  11-22.  Talermo, 


—  223  — 

di  queste  larve  ne  dei  bozzoli,  di  ci6  lio  parlato  nella  mia  prima  nota;  raa  diri 
quelle  che  io  allora  ignorava,  cioe,  clie  sulle  tre  o  quattio  Phaneroptera  4 
punctata,  (ortottero)  coi  quali  il  nido  viene  appi'ovigionato,  vengouo  sopra 
ognuna  deposte  due  uova,  e  che  le  vittime  sono  introdotte  nel  nido  prima  ao- 
cora  clie  esso  sia  cominciato  ad  essere  imbottito.  La  fanerottera  immobilizzata 
dal  veleno  dello  Sphex  viene  abbracciata  col  secondo  e  terzo  paio  di  piedi 
dal  predatore  che  a  volo  la  trasporta  al  nido;  quest' operazione  si  ripete  tante 
volte  finche  la  bottinatrice  crede  sufficiente  la  sua  caccia  per  assicurare  il 
nutrimento  alia  sua  progenie.  Gli  ortotteri  vengono  deposti  nel  nido  uno  ac- 
canto  I'altro  sul  dorso  e  con  la  testa  tutti  verso  un  lato,  le  uova  dello  sphex 
sono  deposte  sui  loro  addomi  ora  1' uno  vicino  all'altro,  ora  a  distanza. 

Un  altro  fatto,  che  come  quelli  sopra  citati,  ho  potuto  accertare  nelle  mie 
ultime  osservazioni,  e  il  modo  come  lo  Sphex  trasporta  al  nido  le  diverse  erbe 
che  lo  formauo. 

Esso  le  raccoglie  sul  terreno,  le  ghermisce  con  le  mandibole  e  le  trasporta 
a  Tolo  dove  le  dispone,  prima  i  pappi,  poi  le  ariste  di  frumento  e  le  altre 
sostanze,  tutto  iutorno  alle  vittime  e  solo  smette  il  lavoro  allorquando  la  fes- 
sura  della  roccia  ne  e  letteralmente  imbottita;  dopo  essa  si  allontana  ne  piu 
vi  fa  ritorno. 

Ho  potuto  sorprendere  le  operazioni  dello  Sphex  jx^ludosus  a  tratti,  a  di- 
verse riprese  e  in  anni  diversi  e  cosi  ho  potuto  portare  un  altro  contributo  alia 
storia  di  questo  sf'egide  la  di  cui  biologia  era  assolutamente  sconosciuta;  so  che 
restano  molti  altri  puuti  oscuri  e  percio  insistero  ancora  nelle  osservazioni. 

L'epoca  opportunaper  seguire  lo  alFaccendarsi  dello  Sphex  j)ahidosns  nelle 
cure  materne  per  la  costruzione  e  approvvigionamento  del  suo  nido  cade  tra 
gli  ultimi  di  luglio  e  i  primi  di  agosto;  esso  in  quest' epoca  esplora  special- 
mente  le  piccole  rocce  isolate;  trovata  una  fessura  adatta  alia  sua  bisogna 
comincia  col  pulirla  gettandone  fuori  la  terra  e  le  pietruzze  che  ne  ingombrano 
il  suolo,  quindi  esce  a  caccia  e  nello  stesso  giorno  vi  trasporta  le  sue  vit- 
time; al  tramontar  del  sole  sospende  le  sue  operazioni  e  si  terma  nella  buca 
a  guardia  del  suo  tesoro,  non  lo  ripiglia  che  1' indomani  a  sole  alto;  allora 
la  sua  attivita  diventa  febbrile,  e  un  continuo  va  e  viene  trasportando  con  le. 
mandibole  I'imbottitura  uel  nido,  e  in  questa  bisogna  impiega  tre  o  quattro 
giorni  e  solo  la  «mette  allorquando  la  buca  e  letteralmente  imbottita  di  ariste 
di  frumento  pressate. 

Berlese  A. —  Quali  vantaggi  pub  attendersi  V  agricoltura  daW  opera  degli 
uccelli  insettivori. 

Si  ammette  dai  piii,  senza  dubbio  di  sorta,  che  gli  uccelli  insettivori  sieno 
di  grande  utilita  in  agricoltura  perche  distruttori  di  insetti  dannosi. 

A  parte  la  questione  se  possano  riescire  nocivi  col  distruggere  insetti  pre- 
datori  utili,  io  affermo  che  pure  togliendo  via  insetti  nocivi  essi  cio  facendo 
possono  riuscire  invece  dannosissimi  nell'economia  agraria. 

Questa  nuova  forma  di  disputa  cade  ora  perche  nella  questione  se  gli  uc- 
celli insettivori  sieno  utili  o  meno  non  si  e  mai  considerato  o  voluto  considerare 
un  argomento  di  capitale  importanza,  cioe  la  presenza  e  frequenza  di  insetti 
parassiti  (*)  nel  corpo  di  quelli  nocivi. 

(')  L'espressione  parassiti  e  certo  inipiopria;  (juella  di   insetti  entomofagi  non  6  precisa, 


—  224  — 

E  inutile  ricordare  die  non  vi  hanno  se  non  pochissimi  insetti  cbe  si  sot- 
traggono,  specialmente  alio  stato  di  larva,  all'aggressione  degli  insetti  endo- 
fagi.  Talora  questi  distruggono,  totalmente,  iiivasioni  anche  larghissime  della 
specie  ospite.  La  importanza  loro  dipende  dal  fatto  che  essi  sono  parassiti 
sempre  micidiali  alia  vittima  e  la  distruggouo  generalmente  prima  che  essa 
abbia  potuto  moltiplicare.  Inoltre  per  i  braconidi  e  pteromalini  (come  per  le 
tachine  ecc),  i1  piu  spesso  sono  moltissimi  individui  parassiti  contenuti  in  uno 
stesso  ospite  (^). 

Stando  cosi  le  cose  si  vede  che  1'  interveuto  di  un  predatore,  sia  esso  altro 
insetto  od  nccello  od  altro  vertebrate,  puo  riuscire,  anziche  utile,  invece  assai 
nocevole,  distruggendo,  insieme  ad  ospiti  gik  condannati,  anche  insetti  endofagi 
destinati  a  riprodursi  largamente.  Cio  puo  essere  espresso  graficamente  dallo 
annesso  schema,  nel  quale  sono  segnati  in  nero  gli  individui  inquinati. 


la  geuoniz.  DnnDa  5 

"^        ■■      aaaanau  ■  8 

.•i=^   »   naaanDDDB  B  ■  H  32 

4^   »   nnanannnB  ■  ■  ■  B  B  B  B  10 

5^  »  BBBaBBBBBBBBBBBBlG 


■A. 


L'  iudiviiluo  inquinato 
non  si  ripioiluce,  lua  si 
riproduce  invece  il  pa- 
rassita,  che  aggredisce 
altri  individui  della  2* 
ijeuerazione. 


4a 


6* 


raz.  nuuLDo  5 

□  DannCG)  n(B)  8 

^□□□nGDn  D  B  10 

□  □ncDDDn  nnnu  a  b  a  b  ic 

«      nunnnnnnnnunnnrjGB  a  a  B  a  a  B  B  24 

DLjljDGDlJuLIljQuljGlIJlJQ  b  a  a  a  □  a  b  b  a  a  a  a  a  a  a 

BBBBBBaaBBBBBHBBBBOBBDBBBBDaOBBB 


J 


Intervieue  nu  predatore 
e  toglie  via  i  duo  indi- 
vidui coniijresi  tia  la 
parenteai. 


Di  qui  si  vede  che  11  predatore,  intervenendo  (tabella  B),  ha  fatto  si  che  la 
specie  ospite  si  e  propagata  per  7  generazioni  ed  ha  avuto  un  massirao  di  32 
individui,  con  un  totale  di  127  individui,  invece  di  5  generazfbni  con  un  mas- 
simo  di  16  individui  e  con  un  totale  di  57.  Ora  se  la  specie  ospite  e  nociva,  si 
comprende  che  dannoso  e  stato  1' intervento  del  predatore,  qualunque  esso  sia. 

Si  conosce  inoltre  che  le  ultime  generazioni  sono  le  piu  inquinate  di  pa- 
rassiti, i  quali  sono  moltissimi  durante  I'inverno.  Cio  e  in  realta.  Quindi  il  passo 
degli  uccelli,  cadendo  in  autunno  piii  o  meno.avanzato,  avviene  appunto  in  una 
epoca  sfavorevolissinia  sotto  questo  punto  di  vista,  perche  gli  uccelli  stessi  si 
abbattono  su  un  numero  di  parassiti  0  di  ospiti  inquinati  in  eccedenza,  men- 
tre  il  ripasso  cade  m  epoca  molto  piii  favorevole  e  in  tempo  in  cui  gli  uccelli 
insettivori  possono  essere  utili,  potendo  eccedere  il  numero  di  ospiti  immuni 
quello  dei  parassiti  loro. 


in  liguardo  agli  insetti  clio  vivono  neU'interno    di  altri    insetti,  divoiaudoli   intcrnaniente    o   ad  agio, 
credo  clie  bisogneiebbo  cliianiarli  insetti  endofagi. 

(')  II  Marchal  ed  altri  riconobbero  che  VJCiici/rtus  fuscicolUs   depone    un  novo  entro   1' insetto 
ospite,  dal  quale  novo  non  nasce  un  solo  iudividuo  raa  circa  un  ceiitinaio. 


^  225  — 

Si  nota  inoltre  che  tutfce  le  cosidette  cure  invernali,  quando  non  tendono 
alia  distruzione  delle  uova  (die  non  contengono  ordinariamente  parassifci),  sono 
piu  perniciose  che  altro  e  certo  irrazionalissime  perche  distruggono  gran  nu- 
mero  di  parasaiti  e  pocbi  ospiti  iuirauni. 

E  da  I'ilevare  poi  die  I'esame  degli  stomaclii  degli  uccelli,  per  giudicare  co- 
tali  forme  utili  o  dannose  a  seconda  che  contengono  insetti  utili  o  nocivi,  e 
opera  vana,  sia  perche  onde  giudicare  utile  un  insetto  (per  predatore)  bisogne- 
rebbe  esaminarne  lo  stomaco  non  meno  di  quello  dell'  uccello,  ne  si  potrebbe 
egualrnente  decldere  in  proposito,  sia  perche  le  larva  degli  insetti  parassiti  sono 
quasi  tutte  o  tutte  seuza  parti  dure,  ne  cef'aliche  ne  boccali,  di  tale  natura  che 
possano  resistere  all'azione  dei  succhi  stomacali  ed  essere  rintracciate  cosi 
bene  come  invece  si  potranno  sempre  riconoscere  parti  scheletricbe  delle  forme 
ospiti.  Quindi,  computando  il  numero  degli  ospiti  derivati  da  un  uccello,  senza 
poter  calcolare  quanti  di  essi  sono  inquinati  da  parassiti  e  quindi  condannati, 
non  si  puo  esattameiite  giudicare  se  o  meno   I'opera   dell'  uccello  e  stata  utile. 

Bisognerebbe  poter  fare  I'esperieiiza  diretta  in  ambienti  ampi  abbastanza, 
nei  quali  le  stesse  piaiite  e  gli  stessi  insetti  ospiti  e  parassiti  si  trovassero  in 
contatto  con  uccelli  o  meno,  ed  allora  dalla  diversa  influenza  sulla  vegetazione 
giudicare  dell'efFetto  degli  uccelli. 

Ad  ogni  modo  e  bene  tener  preseiite  anclie  questo  massimo  coefKciente  quando 
si  giudica  dell'  utilita  degli  uccelli  insettivori  e  cio  per  dare  ad  un  probabile 
pregiudizio,  forma  e  valore  di  verita  assoluta. 

Berlese  mostra  ai  Congressisti  alcune  larve  di  insetti  nocivi  affetti  da  pa- 
rassiti e  distribuisce  la  tabella  sopracitata  per  provare  graficamente  che  I'iuter- 
vento  dei  predatori  puo  ritardare  la  distruzione  di  una  specie  nociva  attaccata 
da  insetti  parassiti. 

Andres  a  proposito  della  tabella  dimostrante  I'azione  degli  insetti  parassiti 
di  altri  insetti  osserva  che  essa  per  se  stessa  e  giusta,  ma  che  posa  sopra  una 
base  falsa.  Neila  stessa  viene  presupposto  che  la  proliferita  degli  insetti  pa- 
rassiti sia  eguale  a  quella  degli  insetti  inquinati,  il  che  non  e.  I  primi  proli- 
ferano  molto  e  molto  meno  dei  secondi,  quindi  in  linea  generale  essi  non  per- 
verranno  mai  a  sopraffarli. 

Emery  osserva  che  la  tabella  del  Berlese  si  basa  sopra  un  sofisma,  am- 
mettendo  implicitamente  che  gli  animali  insettivori  preferiscano  I'insetto  affetto 
da  parassita  a  quello  che  non  lo  e.  II  carnivoro  nou  ostacola  1'  azione  distrug- 
gitrice  dei  parassiti.  11  caso  deW Encyi'tus  fuscicoUis  e  unico  nel  suo  genere 
e  non  ha  importanza. 

Emery  non  vuol  prolungare  la  discussione,  ma  ritiene  si  possa  dimostrare 
matematicamente  che  I'azione  dei  carnivori,  non  solo  non  intralcia  quella  dei 
parassiti,  ina  li  coadiuva  accelerando  la  distruzione. 

Ghigi  fa  osservare  innanzi  tutto  che  la  distinzione  che  si  suol  fare  degli 
uccelli  in  insettivori  e  granivori  non  e  giusta  ;  non  vi  sono  uccelli  assolutamente 
granivori,  mentre  ve  ne  sono  assolutamente  insettivori  ;  il  regime  alimentare 
varia  col  variare  dell' eta  e  delle  stagioni.  Cita  il  fatto  da  lui  osservato  del- 
VAniadina  fasciata  fringuello  della  Senegambia,  eminentemente  granivoro  alio 
stato  adulto,  i  cui  nidiacei  sono  iiicapaci  di  digerire  qualsiasi  chicco  di  grano 
o  di  miglio.  Cita  pure  il  fatto  dei  gallinacei  cui  sul  primo  mese  di  vita  al- 
meno,  e  necessaria  una  alimentazione  a  base  d' insetti.  Quanto  ai  piccioni  pre- 


—  226  — 

valentemente  granivori,  I'oratore  lia  ossei-vato  in  ischiavitu  vari  individui  di 
Phloegenus  cruentata,  divorare  con  avidita  larve  d'insetti;  piu  volte  poi  ha 
trovato  il  gozzo  di  piccioni  di  nido  riempito  completamente  di  Cydostoma  ele- 
gans.  Ritiene  efficacissima  in  vantaggio  deiragricoltnra  Popera  degli  uccelli  e 
dei  predator!  in  generale,  specialmente  nel  periodo  primaverile,  quando  la  ve- 
getazione  e  nel  suo  completo  sviluppo  e  numerosissimi  sono  gl' insetti  nocivi 
che  vivono  alle  sue  spalle ;  tale  vantaggio  compensa  ampiamente  quei  danni 
che  eventualmente  alcune  specie  potessero  recare  in  autunno  a  certi  raccolt.i. 

L'  ef'ficacia  che  il  Berlese  attribuisce  ai  parassiti  sembra  eccessiva.  Com- 
prende  che  in  una  serra  chiusa  una  coltura  d'  insetti  si  renda  impossibile, 
se  una  specie  parassita  vi  trovi  coudizioni  favorev«li  al  prpprio  sviluppo  ;  ma 
all' aperto  gli  stessi  parassiti  hanno  a  temere  alia  loro  volta  infezioni  di  or- 
ganismi  piu  piccoli  di  loro.  Inoltre  il  parassita  non  scegliendo  senipre  larve  im- 
nauni,  rende  meno  efficace  la  propria  fecondita.  L'  oratore  studiando  la  biologia 
di  alcuni  calcididi  parassiti  delle  larve  della  cecidomia  delbiancospino,  ha  os- 
servato  che  ogni  anno  le  galle  della  cecidomia  sono  diffusissime  e  che  non  vi 
e  galla  in  cui  alcune  larve  non  siauo  infette  da  uno  a  quattro  o  ciuque  parassiti. 
Secondo  la  teoria  del  Berlese,  la  cecidomia  dovrebbe  in  breve  essere  ridotta 
ai  minimi  termini,  eppure  la  proporzione  Ira  infettaute  ed  iiifettato  rimane 
pressoche  inalterata. 

II  Berlese  invoca  esperienze  I'atte  all'aperto,  in  luoghi  dit'esi  da  reti  me- 
talliche  ove  non  possano  penetrare  gli  nccelli ,  la  si  vedra  la  efficacia  dei  pa- 
rassiti. Tale  esperienza  I'oratore  ha  fatto  seiiza  volerlo.  In  un  piccolo  giardino, 
incastrato  fra  quattro  case  i  cui  abitatori  esercitavauo  per  gli  uccelli  1'  efi'etto 
di  reti  metalliche,  alcune  rose  erano  divorate  dalle  larve  della  Hylotoma  pa- 
gana ;  dopo  avere  atteso  indarno  per  quattro  auni  Tintervento  dei  parassiti,  si 
sono  dovute  togliere  le  rose,  e  le  Hylotome  si  sono  ora  gettate  sopra  altre  piante. 

Inoltre  la  teoria  entomofila  del  Berlese  potrebbe  avere  una  grave  conse- 
guenza  economica.  Riconoscendo  dannosa  I'opera  dei  predator!  che  non  distin- 
guono  fra  insetto  immnne  ed  infettato,  si  deve  logicamente  ritenere  dannosa 
la  raccolta  che  I'agricoltore  fa  d!  alcune  specie  nocive,  come  la  Cochilis.  L'ora- 
tore  ritiene  irrazionale  la  distruzione  di  quest'  insetto  col  mezzo  di  pinzette,  ed 
e  certo  che  I'invasione  per  opera  dei  predator!  e  dei  parassiti,  cesserebbe  in 
capo  ad  alcuni  anrii ;  ma  sebbene  irrazionale  quel  sistema  e  necessario,  poiche 
quando  I'agricoltore  ha  perduto  due  o  tre  raccolt!  consecutivi,  1'  iutervento  dei 
parassiti  non  varra  certamente  a  risarcirlo  del  grave  danno  ecoiiomico  subito. 

Concludendo  non  nega  efficacia  ai  parassiti,  ma  nell'interesse  dell'agricol- 
tura  ne  riconosce  altrettanta  nei  predator!  e  particolarmente  negli  uccelli. 

Macchiati  si  permette  di  osservare  che  nella  presente  importante  discus- 
sione,  per  venire  ad  una  conclusiione  accettabile,  bisognerebbe  tener  presente 
un  altro  element'o,  al  quale  non  gli  risulta  sias!  giammai  attribuito  importanza; 
cioe  che  se  gl' insetti  fitofagi  sono  certamente  dannosi  alle  piante  dei  cui  or- 
gan! si  nutrono,  d'  altra  parte  molt!  di  essi,  specialmente  imeuotteri,  lepidot- 
teri  e  ditteri  alio  stato  perfetto  arrecano  una  grande  utilita  alle  piante  di  cui 
rendono  possibile  la  fecondazione  e  quindi  la  propagazione.  Essi  sono  !  pronub! 
di  tutte  le  piante  cos!  dette  entomofile  assolute  e  delle  prevalentemente  ento- 
mofile,  le  quali  senza  I'intervento  degli  insetti,  tenderebbero  poco  per  volta  a 
scomparire. 


~  227  — 

Ghigi  ha  sempre  attribuito  la  massima  importanza  all'azione  dei  pronubi,  i 
quali,  per  quanto  concerne  I'attuale  discussione,  sono  alio  stato  larvale  indifesi 
contro  i  parassiti,  mentre  tanto  nella  vita  di  larva,  quanto  in  quella  d'imagine 
sono  in  generale  ben  protetti  coutro  i  predatori. 

Macchiati  dice  che  non  e  sempre  vero,  come  si  sostiene  dal  Ghigi  che  gl'in- 
setti  pronubi  siano  sempre  i  meglio  difesi  dall'azione  dei  lore  nemici;  in  ogni 
caso  e  ormai  dimostrato  che  dove  si  allevano  le  api,  che  sono  nel  novero  degli 
insetti  meglio  protetti,  e  aumentata  la  produt.tivita  di  molte  piante  specialmente 
quelle  prative. 

Ghigi  replica  che  le  nostre  piante  coltivate  che  abbisognano  dell'intervento 
d' insetti,  sono  quasi  tutta  visitate  con  graudo  prevalenza  da  apidi  muniti  di 
organi  di  difesa  e  di  ofFesa,  i  quali  hanno  pochissimo  a  temere  dalle  aggres- 
sioni  degli  uccelli. 

Jatta  fa  osservare  al  Berlese  che  la  quistione  e  vecchia  e  complessa  e  non  si 
e  potuto  venire  mai  ad  una  soluzione,  perche  pare  che  la  ragione  fosse  da  una 
parte  e  dall' altra.  Si  tratta  di  una  quistione  biologica  complessa,  la  quale 
non  puo  trovare  una  spiegazione  precisa  in  un  assioma.  Lamenta  che  il  Ber- 
lese abbia  portato  nel  suo  lavoro  un  tono  dogmatico,  invece  di  fermarsi  sopra 
fatti  concreti  ed  esperienze  fatte  sul  campo. 

Andres  all'asserto  del  Berlese  che  la  scompai'sa  degli  uccelli  e  causata  dal- 
I'escendersi  della  coltura,  obbietta  che  cio  non  e  completamente  vero.  Cita  il 
caso  della  Valtellina,  in  cui  le  aree  coltivate  non  sono  in  cinque  decenni  aumen- 
tata ed  anzi  si  sono  estesi  i  boschi,  nei  quali  tuttavia  gli  uccelli  sono  quasi 
del  tutto  scomparsi.  La  loro  scomparsa  e  dovuta  quindi  all'  improvvida  strage 
che  I'uomo  ne  fa. 

Berlese  risponde  a  tutti  i  contradittori: 

Ad  Andres  che  lascia  a  lui  la  responsabilita  della  sua  affermazione  essere 
cioe  i  parassiti  meno  fecondi  delle  vittime. 

Ad  Emery  fa  osservare  che  la  tabella  ha  il  solo  scopo  di  mostrare  quanto 
puo  essere  nocivo  I'intervento  Ji  un  predatore  e  questo  la  tabella  stessa  di- 
mostra  assai  bene.  Inoltre  il  predatore  spesso  sceglie  forzatamente  la  vittima 
afietta  dal  parassita  in  confronto  di  quella  immune.  Cita  1*  esempio  classico 
degli  afidi  (animali  perniciosissimi),  i  quali  alVinverno  non  sono  che  uova,  molto 
bene  riparate  e  nascoste  cosi  che  gli  uccelli  (Sylvia,  Hypolais)  non  le  toccano  e 
lorse  non  le  ricercano  neppure,  mentre  si  vedono  beccare  avidamente  afidi  per- 
manent! sui  rami  e  sulle  fogjie,  i  quali  di  afide  non  hanno  che  la  spoglia  e  sono 
tutti  invece  inquinati  dal  parassita.  Quindi  gli  uccelli  anzidetti  distruggono 
d'  Jnverno  solo  parassiti  di  afidi. 

Quanto  al  caso  dieW Encyrtus  fuscicoUis  esso  e  unico  bensi,  ma  nelle  nostre 
attuali  cognizioni,  non  forse  in  natura  e  del  resto  le  specie  di  cui  molti  indivi- 
dui  luquinano  un  solo  ospite  sono  moltissime  (tutti  i  Pteromaliui,  Braconidi, 
larve  di  Tachina  ecc). 

Basti  vedere  quello  che  sguscia  da  una  larva  o  da  una  ninfa  di  una  far- 
falla  e  quindi  il  predatore  in  questi  casi  per  una  larva  o  ninfa  morte  o  condan- 
nate  distrugge  invece  centinaia  di  parassiti  utilissimi. 

Se  r  Emery  ritiene  che  si  possa  dimostrare  matematicamente  che  I'azione 
dei  carnivori,  non  solo  non  intralcia  quella  dei  parassiti  ma  ii  coadiuva  accele- 
rando la  distruzioae,  il  Berlese  sark   ben    lieto  di  attendersi  cotale  dimostra- 


—  228  — 

zione  materaatica  per  modificare  il  projirio  convincimento,  poiche  per  ora  tutto 
il  processo  delle  cose,  con  o  senza  interveuto  del  calcolo,  tenderebbe  a  dimostrare 
precisamente  la  tesi  opposta. 

Al  Ghigi  il  Berlese  rispoude  primieramente  che  e  geneiale  la  couvinzione 
che  gli  uccelli  mangino  insetti  quando  possono,  quindi  di  cio  egli  non  dubita 
pnnto,  ma  il  dubbio  nasce  sul  loro  effetto,  poiche  a  combinare  gli  esempi  ci- 
tati  dal  Ghigi  con  quelle  ricordato  dal  Reauuiur  (senza  considerarne  altri), 
il  quale  aff'ermo  die  in  setteinbre  il  90  al  95  %  di  larve  di  Pieris  sono  inquinate 
da  centiuaia  di  parassiti  {Bracon  glomeratus),  si  vede  che  ammettendo  solo 
cento  parassiti  per  ciascuna  vittima,  mentre  il  Ghigi  e  disposto  a  lodare  quei 
gallinacei,  piccioui  ed  Amadina  fasciata  che  distruggessero  100  cosi  fatte 
larve  di  Pieris^  il  Berlese  ne  li  riproverebbe  energicaniente,  poiche  essi  avreb- 
bero  distrutto  cinque  o  dieci  larve  immuni  di  Pieris  contro  noveceuto  o  nove- 
centocinquanta  larve  di  insetto  utilissimo. 

Conviene  col  Ghigi  che  i  risultati  ottenuti  in  ambienti  chiusi  gia  ricordati  non 
possano  servire  troppo  alia  dimostrazione  della  tesi  e  percio  appunto  il  Ber- 
lese ha  consigliato  esperimenti  all'aperto,  in  cui  sia  negato  I'intervento  ai  soli 
uccelli. 

Quanto  poi  alia  affermazione  del  Ghigi  che  il  parassita  non  scegliemlo 
sempre  larve  immuni  rende  meno  efficace  la  sua  fecondita,  se  il  preopinante 
intends  cosi  di  affermare  che  una  specie  parassita  ricerca  solo  ospiti  immuni, 
pare  che  cio  sia  a  lode  del  parassita  stesso  e  li  ricerchera  diffusamente  abba- 
stanza  finche  non  abbia  dato  uscita  a  tutte  le  uova  che  contiene. 

II  fatto  delle  galle  di  Cecidomia  in  cui  rnolte  larve  erano  occupate  dal 
parassita  e  contro  il  propinante  medesimo  perche  di  tanto  la  infezione  della 
specie  ospite  sarebbe  stata  maggiore,  di  quanto  fu  scemata  dal  parassita  e 
non  si  puo  attendersi  che  questo  distrugga  affatto  I'ospite  da  poi  che  le  due 
specie  esistono  insieme  auche  ai  giorni  nostri  e  le  conosciamo,  ma  puo  essere  che 
le  cause  nemiche  al  parassita,  tra  le  quali  gli  uccelli  vi  possono  bene  figurare, 
sieno  appunto  quelle  che  impediscono  la  assoluta  scomparsa  della  Cecidomia. 
Cosi  il  Ghigi  non  puo  affermare  che  la  infezione  di  Hylotoma  da  lui  osser- 
vata  non  avrebbe  potuto  essere  molto  maggiore  colFiutervento  degli  uccelli,  e 
del  resto  il  case  e  riferito  troppo  vagamente  e  senza  nessun  dubbio  buona 
parte  delle  larve  erano  distrutte  da  parassiti  speciali,  cosi  che  si  ritorna  al 
ragionamento  messo  inuanzi  pel  caso  precedente. 

Quanto  alia  conseguenza  economina  temuta  dal  Ghigi,  il  Berlese  fa  osservare 
che  appunto  ha  sempre  ripudiata  la  cosi  detta  cura  invernale  contro 
la  Cochylis  poiche  essa  distrugge  (e  lo  dimostrera),  assai  piu  parassiti  che 
forme  immuni,  ma  ha  consigliato  quella  primaverile  coUe  pinzette  ecc,  solo 
perche  non  vi  ha  di  meglio. 

Per  ottenere  una  diminuzione  di  Cochylis  sensibile  non  solo  al  momento, 
ma  nell'  avvenire  ancora,  bisognerebbe  poter  prendere  di  mira  la  specie  negli 
stati  immuni  da  parassiti,  cioe  in  quello  di  uova  o  di  adulti  che  non  si  sono 
ancora  riprodotti. 

Questo  metodo  di  cura  e  efficacissimo,  lo  dimostrano  la  Ocneria^  le  Caval- 
lette  ecc.  e  quindi  sono  degni  del  massimo  rispetto  i  predatori  che  si  nutrono 
solo  di  uova  di  insetti  nocivi,  e  questi  soli  danno  efFetti  rilevantissimi  (vedi 
il  caso  del  Novius  cardinalis  contro  la  leery  a  Piorchasi). 


—  229  — 

Bisogiia  srudiare  il  modo  di  favorii-e  la  moltiplicazione  dei  parassifci  e  cio 
e  possibile  in  molti  casi,  non  escluso  quello  della  Cochylis  o  di  introdurne  di 
nuovi  acclimatandoli  da  altri  paesi. 

La  efficacia  degli  uccelli  e  dunque  molto  dubbia  e  discutibilissima;  quella 
dei  parassiti  invece  certissima. 

A  Jatia  il  Berlese  fa  osservare  clie  egli  non  ha  fatto  assionai,  che  se  vi 
iosse  stato  il  tempo  di  esporli  avrebbe  citato  centinaia  di  fatti  concreti  e  di 
prove  sul  campo,  il  che  non  manchera  di  fare  in  altro  luogo  e  die  il  tono 
dogmatico  e  come  deve  essere  per  chi  ha  la  coscienza  di  dire  cose  certe,  ma 
che  ad  ogni  modo  a  dame  classico  esempio  spno  stati  gli  avversari,  cioe  gli 
ornitofili  a  tutta  oltranza,  i  quali,  basandosi  su  una  questione  discutibilissima 
e  forse  su  un  preconcetto  erroneo  non  mancano  intanto  non  solo  di  esporre 
dogmi,  ma  leggi  che  sono  restrizioni  alia  liberta  degl'individui. 

II  Berlese  lamenta  coll'  Andres  la  strage  improvvida  che  si  fa  degli 
uccelli  a  scopo  di  caccia  e'  di  lucro,  ed  e  fra  i  primi  a  deploiare  a  gran  voce 
questo  fatto,  ma  ritiene  sia  anche  debito  di  buono  studioso  delle  cose  natu- 
rali  I'indagare  se  e  quanto  si  possano  deplorare  queste  stragi  invocando  1'  uti- 
lita  degli  uccelli  nell'agricoltura. 

Delpino  F.  —  Siigli  artropodi  fiUobii  e  sulle  compUcazioni  dei  loro  rapporti 
biologic  i.  (Sunto). 

Richiama  1'  attenzione  dei  naturalisti  sulla  complicata  series  dei  caratteri 
simbiotici,  quando  mutualistici,  quando  antagonistici,  tra  le  foglie  e  tra  diversi 
animaletti  appartenenti  a  diverse  classi,  i  quali  si  muovono  una  guerra  spesso 
di  sterminio  che  torna  ora  a  vantaggio  era  a  danno  delle  foglie.  Questa  lotta 
si  svolge  specialmente  uella  pagina  inferiore. 

Egli  comincia  per  trattare  degli  acari,  della  loro  vita  sulle  foglie,  e  fatta 
considerare  la  loro  diffusione,  i  molteplici  adattamenti  da  parte  delle  foglie 
a  questi  agenti,  consistenti  in  ciuffi  di  peli,  cavernicole  ed  altro,  sia  prodotti 
direttamente  dalla  puntiira,  sia  esistenti  gia  nelle  piante. 

Nota  che  alcune  foglie  appartenenti  a  piante  venefiche  parimenti  sono 
ospitate  dagli  acari  e  che  questi  dobbano  senza  dubbio  considerarsi  come  di- 
fensori  delle  stesse^  indaga  contro  quali  animali  possa  svolgersi  benefica  la 
loro  azione  e  crede  probabile  che  la  loro  azione  si  svolge  benefica  nel  fatto 
che  essi  sfondano  col  rostro  gli  uovicini  di  diversi  insetti  dannosi  (Proci,  Tri- 
psidi  etc.),  come  e  stato  anche  constatato  direttamente  dal  De  Gasparis. 

Richiama  I'attenzione  sulla  trasformazione  di  organi  nettariferi  in  caverns 
acarofile  e  mostra  come  la  protezione  formicaria  in  certi  casi  e  sostituita 
dalla  protezione  degli  acari. 

Passa  a  considerare  certi  casi  nei  quali  gli  acari  sono  dannosi,  cita  i 
danni  del  Teti^anychus  telarius  e  della  difesa  delle  sue  nova  per  mezzo  di  fill; 
ricorda  i  danni  prodotti  dai  Phytoptus. 

Considera  i  danni  prodotti  dai  tripsidi  (Phloethrips,  Th7ips,  Heliothrips)  e 
si  intrattiene  suU' antagonism©  di  queste  specie  cogli  acari.  Con  opportuno 
esempio  fa  spiccare  I'antagonismo  anche  fra  diverse  specie  di  formiche,  le 
quali  possono  essere  benefiche  o  dannose  alle  piante  e  rileva  come  in  alcuni 
casi  la  presenza  di  una  specie  in  una  pianta,  libera  la  stessa  da  una  specie 
nemica  insieme  a  tutti  gli  alleati  piu  o  meno  dannosi. 


—  230  — 

Ricorda  in  ultimo  speciali  produzioni  della  foglia  destinata  a  difenderla 
contro  specie  nocive  di  formiche,  secrezioni  glutinoae,  glaucedine  e  iirialmeute 
chiude  il  luvoro  con  alcuue  considerazioni  iutoi'no  alia  funzione  formicaria,  che 
si  svolge  benefica  in  migliaia  di  specie  e  per  la  presenza  di  nettai'ii  estra- 
nuziali  alletta  alcune  specie  di  formiche,  le  quali  diventano  efficaoissimi  difen- 
sori  dello  piante  clie  frequentano. 

Capobianco  F.  —  Delia  partedpazione  mesodermica  nella  genesi  della  ne- 
vroglia  cerehrale. 

■  II  qnesito  della  genosi  della.  nevroglia  e  state  per  consenso  quasi  generale 
degli  osservatori  degli  ultimi  anni  risoluto  nel  senso  della  esclusiva  deriva- 
zione  ectodermica  di  essa;  fino  ad  ammettersi  che  nella  midolla  fetale  nulla 
penetrasse  dal  mesoderma  ad  eccezione  dei  vasi  privi  di  forte  avventizia  e 
del  sangue,  che  in  essi  circola. 

Una  nota  discorde  nel  parere  unanime  dei  ricercatori  che  infirmarono  gli 
antichi  risultati  di  W.  His,  fu  data  da  un  lavoro  sulla  genesi  ed  i  rapporti 
mutui  degli  elementi  nervosi  e  nevroglici,  che  io  ed  il  collega  O.  Fragnito 
presentammo  nel  Marzo  1897  all'Accademia  Pontaniana  di  Napoli,  couseguendo 
il  premio  Tenore. 

In  quel  lavoro  noi  insistemmo  sovratutto  nel  dimostrare  la  penetrazione 
di  elementi  mesodermici  nella  midolla  spinale  di  erabrioni  di  mammiferi  e  di 
uccelli,  massime  nel  periodo  della  vascolarizzazione  midollare  ed  illustramm'o 
con  preparati  convincenti  le  fasi  metamorfiche  successive,  per  le  quali  dal- 
1' element©  indiflferenziato  imraigrante  si  giungeva  alia  cellula  nevroglica  ben 
caratterizzata  ed  evidente. 

In  quel  lavoro  che  e  parso  al  Robertson,  in  un  recente  lavoro  (*),  il  piu 
efficace  contributo  alio  studio  della  questione,  noi  concludevamo  a  proposilo 
della  genesi  della  nevroglia: 

*  Non  si  tratta  piii  di  un  tessuto  di  esclusiva  derivazione  esodermica, 
«  come  gli  elementi  nervosi;  provenienza  die  aveva  autorizzato  molte  ipotesi 
«  e  deduzioni  ingegnose,  ma  non  sempre  rispondenti  ai  fatti.  La  natura  ner- 
«  vosa  deir  appareccliio  di  sostegno,  sospettata  da  taluni,  perde  ancora  piu  di 
«  fondamento  e  la  semplice  identita  di  reazione  al  metodo  del  Weigert  non 
«  ci  pare  possa  autoi-izz.^re  il  Magini  a  un  giustificato  sospetto,  almeno  iiuo 
«   a  che  parecchie  altre  idee  nostre  non  saran  modificate. 

«  Ne  resiste  alia  critica  I'altra  ragione  messa  innauzi  della  presenza  della 
«  neurocheratina,  da  Evald  e  Kiihne  dimostrata  nella  nevroglia,  per  avva- 
«  lorarne  la  genesi  esclusiva  dell'ectoderma,  il  quale  e  noto,  puo  dare  elementi 
«  suscettivi  di  tale  trasformazione.  A  parte  che  alle  ricerche  dei  due  citati 
«  autori  si  potrebbero  opporre  le  osservazioni  del  Weber  e  del  Waldstein 
«  i  quali  riescircno  a  constatare  che  i  succhi  digestivi  attaccano  la  nevroglia 
«  prima  ancora  delle  fibre  connettivali,  resta  sempre  ben  saldo  il  concetto, 
«  prevalso  per  opera  degli  Hertwig,  della  non  specificita  dei  foglietti  ger- 
«  minativi. 

«  Ed  il  Renaut,  che  voile  vedere  la  somiglianza  delle  cellule  nevrogliche 


(')  \V.  Ford  Robertson  —  A   Text-Book   of  Pathology   in   relation    to    mental  diseases.   — 
Edimburg,  1900. 


—  '231  — 

«  con  quelle  echinate  del  corpo  mucoso  del  Malpiglii  e  die  se  n'e  poi  ser- 
«  vito  per  convalidare  I'opinioue,  clie  ora  douaina,  iiou  ha  avuto  minor  torto. 
«  La  nevroglia  e,  ripetiamo,  un  tessuto  di  complessa  costitu^ione,  prove- 
«  niente  dall'ectoderma  e  dal  mesoderma,  con  partecipazione  differ ente  e  non 
«  contemporanea  di  questi  due  foglietti,  ma  in  ogni  caso  di  gran  valore  per 
8  entrambi  >  (^). 

I  resultati  delle  ricerche  che  nello  stesso  indiri/zo  io  ho  poi  seguite  sul- 
I'encefalo  di  embrioni  in  differeuti  eta  di  uccelli  e  di  mammiferi,  sottoposti  ai 
pill  diversi  trattamenti,  mi  consentono  di  estendere  ora  quelle  conclusioni, 
tratte  per  la  midolla  spinale,  alle  rimanenti  parti  del  nevrasse  embrionale. 

Massime  sulle  sezioni  di  encefalo  di  Mus  decumanus  lunghe  7  mm,  coudotte 
nel  sense  frontale  e  dopo  colorazione  al  miscuglio  di  ematossilina  e  scarlatto 
(Paladino),  io  ho  potuto  riscontrare  esempii  chiarissimi  di  questa  penetrazione 
di  elementi  mesodermici  tra  quelli  costituenti  la  compage  della  parete  delle 
vescicole  cerebrali. 

In  moltissimi  punti  si  vede  una  uotevole  intiniita  di  rapporti  tra  gli  strati 
raesoblastici  ed  il  limite  periferico  della  sostanza  nervosa  ejnsieme  un  pas- 
saggio  frequente  di  cellule  mesodermiche,  che  immigrano  dentro  di  quella. 

In  altri  punti  invece  tra  lamina  mesodermica  e  parete  della  vescicola  ce- 
rebrale  intercede  uno  spazio,  in  cui  qua  e  la  si  vedono  elementi  asseriati,  la 
cui  provenienza  mesodermica  e  innegabile  e  che  sono  evidentemente  orientati 
per  penetrare  nella  sostanza  nervosa  fetale,  ove  si  possono  perfettamente  ri- 
conoscere  dai  peculiari  caratteri  morfologici  differenziali. 

Anche  frequente  e  il  reperto  della  contemporanea  penetrazione  di  speroni 
vasali  e  di  elementi  mesodermici,  i  quali  s'addentrano  insieme  al  vase  e  poi 
se  he  allontanano  per  invadere  zone  vicine. 

II  destino  di  questi  elementi  immigranti  si  puo  perfettamente  stabilire, 
seguendo  i  loro  stadi  nei  periodi  piii  avauzati  di  vita  embrionale,  ovvero  su 
altre  zone  encefaliche  dello  stesso  embrione,  perocche  la  immigrazione  di  essi 
e  le  fasi  della  successiva  loro  trasformazioue  in  elementi  nevroglici  normali  non 
sono  strettamente  conteraporanee,  ma  mentre  in  un  punto  si  riscontra  in  atto  la 
immigrazione,  in  altri  si  assiste  alia  differenziazione  di  elementi  gia  immigrati. 

Anche  per  il  cervello,  adunque,  mi  pare  possa  ritenersi  dimostrata  la  par- 
tecipazione  del  mesoderma  nella  genesi  della  nevroglia.  Le  figure  illustrative 
che  accompagneranno  il  lavoro  complete  chiariranno  meglio  il  mode  e  le  forme, 
con  cui  questa  partecipazione  si  effettua,  come  puo  rilevax'si  anche  da  alcuni 
preparati,  che  io  ho  avuto  I'onore  di  preseutare  all'osservazione  degli  egregi 
socii,  che  vollero  assicurarsi  della  cosa. 

La  duplice  genesi  della  nevroglia  trova  adunque  il  suo  terreno  fertile 
di  osservazione  anche  nell'  encefalo  fetale  e  la  raolteplice  fonte  di  pro- 
duzione  nevroglica  s'accorda  perfettamente  col  multiplo  e  vario  destino  di 
questo  tessuto  interstiziale  nella  compage  del  nevrasse,  come  quelle  che  in- 
volge  e  compenetra  le  cellule  nervose,  forma  Io  scheletro  mielinico  delle  iibre 
nervose,  piglia  rapporto  con  i  vasi  e  con  la  sua  meninge  come  ha  da  anni 
sostenuto   il  Paladino,   alle  cui  idee  un   novello  appoggio  6  venuto  recente- 


(')  Fi'.  Capobianco  e  O.  Fraguito,  —  Nuove  ricerche  su  la  genesi  ed  i  rapporti  luutui  degli 
elementi  uervosi  e  nevroglici.  Annali  di  Ncvrologia,  N.  2-4,  1808,  pa<j.  ^6- 


—  232  — 

mente  dal   lavoro    di  R.  Krause  e  I.  Aguerre  sulla    struttura  della  midolla 
spinale  umana. 

Fagnito.  0.  —  SuUo  sviluppo  della  cellula  nervosa.  (Dlniostrazione  di  pre- 
parati). 

Presenta  preparati  inicroscopici  di  embrioni  di  diversi  vertebrati  e  a  varie 
epocbe  di  sviluppo.  In  base  a  tali  preparati  egli  afFerma  che  non  sia  piii  soste- 
nibile  la  dottrina  Kuppf'er-His,  secondo  la  quale  nn  sol  nevroblasta,  accre- 
scendosi  ed  espandendosi,  darebbe  origins  a  tutto  il  complesso  organismo 
della  cellula  nervosa;  ma  che  invece  si  debba  ritenere  che  la  cellula  nervosa 
adulta  risulti  dalla  fusione  di  piu  nevroblasti,  uno  dei  quali  si  evolve  a  nucleo  e 
gli  altri  si  trasformano  nel  protoplasnaa  della  cellula  nervosa.  I  reticoli  croma- 
tici  nucleari  dei  nevroblasti,  confiuenti  e  trasformantisi  in  protoplasma,  si  con- 
densano  per  formare  i  grauuli  del  Nissl. 

I  canalicoli  del  Holmgren  coincidono  con  gli  intorstizii  esistenti  fra  i 
varii  nevroblasti  che  costituiscono  il  citoplasma  nervoso. 

Colucci  C.  —  Contrihuto  alia  anatomia  e  fisiologia  del  trigemino. 

Eicorda  di  avere  fatte  dimostrazioni  di  preparati  microscopici  relativi  a 
diverse  parti  di  questo  argomento  all'  Associazione  napoletana  dei  medici  e 
naturalist!,  all'Accademia  medico-chirurgica  di  Napoli  ed  all'  ultimo  Congresso 
di  freniatria.  Qui  si  liraitera  ad  illustrare  specialraente  i  molti  preparati  che 
egli  porta  all'osservazione  dei  congressisti. 

I  metodi  di  esame  sono  quelli  di  Nissl  ecc.  per  lo  studio  delle  cellule,  e 
sopratutto  i  metodi  di  Marchi  e  di  Weigert-Pal  per  lo  studio  delle  fibre. 
Si  trattiene  a  dimostrare  il  modo  di  adoperare  il  metodo  di  Marchi,  cioe  a 
periodi  diversi  dopo  una  praticata  distruzione  sperimentale,  e  dai  6  giorni  ai 
2  mesi. 

Molti  metodi  sperimentali  hanno  ideati  gli  anatomisti  per  studiare  le  vie 
intraencefaliche  del  V,  dimostra  che  si  tratta  di  metodi  che  conducono  a 
degenerazioni  troppo  complicate  od  incomplete.  Egli  ha  sorpreso  che  la.  reci- 
sione  del  nervo  ottico  e  del  fascio  nervoso  vascolare  che  I'accompagaa  puo  far 
vedere  nel  cane,  rispetto  al  trigemino,  non  solo  le  alterazioni  delle  cellule  nel 
ganglio  di  Gasser  nia  puo  far  seguire  le  fibre  degenerate  molto  innanzi  nel 
cervello.  Si  potrebbe  obiettare  che  tale  metodo  di  indagine  non  lede  solo  il 
tiigemino  ma  recide  anche  il  nervo  ottico,  il  III,  il  IV  ed  il  VI,  puo  egli  far 
notare  die  e  possibile  la  recisione  di  singole  branche  del  V  intraorbitale,  ma  che 
anche  quella  dell'  intero  fascio  nerveo  vascolare  del  nervo  ottico  puo  non  dar 
luogo  a  dubbio,  perche  il  II,  il  III,  il  IV  ed  il  VI  svolgono  le  loro  dedegerazione 
in  un  posto  anteriore  ed  affatto  separato  da  quello  che  riguarda  la  degenera- 
zione  delle  vie  del  V,  quest'  ultimo  si  veri6cano  in  un  tempo  piu  lungo,  quindi 
col  metodo  di  Marchi  si  possono  sorprendere  separate  dalle  altre.  Del  resto 
come  egli  dimostra  coi  suoi  preparati  si  tratta  di  una  degenerazione  di  fasci  ner- 
vosi  che  si  presenta  contiuua  in  tutto  nn  determinato  campo  di  innervazione. 

Col  metodo  di  Marchi  si  sorprendono,  a  partire  dalla  portio  major  del  V, 
vie  ascendenti,  vie  trasversali,  e  vie  discendenti.  Le  vie  ascendenti  sono  seguite 
finu  alia  parte  anteriore  del  ponte,  a  livello  dei  corpi  quadrigemini  posteriori. 


—  233  — 

II  decorso  di  queste  vie  e  in  parte  quello  assegnato  alia  cosiddetta  radice 
motrice,  ma  le  degenerazioni  da  lui  otteaute  con  la  recisione  di  rami  che  si  ap- 
partengono  alia  P  branca  fan  dedurre  che  o  una  parte  della  cosiddetta  ra- 
dice motrice  non  e  tale,  o  che  la  1^  branca  del  trigemino  contiene  fibre  di  na- 
tura  motrice.  Dalle  vie  trasversali  dimostra  fibre  che  d&\l&  p or tio  major  vanno 
1"  alia  convolatio  trigevnni,  2"  al  fascio  longitudinale  posteriore,  3"  un  fascio  di 
fibre  che  rasenta  il  pavimento,  passa  all' altro  lato,  ed  arriva  fino  sWa,  portio 
major  del  trigemiao  dell' altro  lato,  stabilendo  cosi  un  assai  importante  si- 
stema  di  associazione  di  fibre  che  va  dall'nno  all'altro  organo  periferico,  e  puo 
essere  messo  in  rapporto  con  molti  fatti  di  fisio-patologia.  Le  fibre  discendenti 
raggiungono  la  1*  radice  cervicale,  pero  dimostra  che  esse  non  risiedono  nella 
regione  da  altri  designata  ma  che  sopratutto  stanno  a  gruppi  nella  zona  di 
Lissauer,  uel  fascio  cerebellare  diretto,  e  nel  fascio  di  Gowers. 

Col  metodo  di  Weigert  sono  specialmente  interessanti  i  fasci  fatti  in 
direzione  longitudinale.  \  preparati  riguardano  il  sistema  nervoso  di  cani  a 
cui  6  mesi  prima  erano  stati  recisi  col  uervo  ottico  i  rami  intraorbitali  del 
V,  o  branche  isolate  dello  stesso  ramo  del  trigemino.  In  qiiesti  preparati  di- 
mostra specialmente  due  fasci  in  rapporto  al  trigemino,  cioe  un  fascio  che  va 
al  lemnisco  laterale  ed  un  numero  di  fasci  che  vanno  dalla  portio  major  di- 
rettamente  nel  cervelletto,  per  la  via  dei  peduucoli  cerebellari  medi.  Que- 
st'ultima  comunicazione  e  stata  piu  supposta  che  dimostrata,  e  di  essa  si  e 
specialmente  occupato  I'Edinger  in  alcuni  pesci  a  cui  pero  assegna  un  decorso 
diverso  delle  fibre.  L'A.  dimostra  che  si  tratta  di  fasci  di  fibre  che  si  differen- 
ziano  chiaramente  in  mezzo  a  tutti  gli  altri  cbe  costituiscono  il  peduncolo  ce- 
rebellare medio. 

L'A.  accenua  che  stabilite  le  vie  che  riguardano  la  1^  branca,  si  potra  col 
metodo  della  recisione  delle  altre  branche  stabilire  intera  I'anatomia  e  la  fisio- 
logia  del  trigemino. 

Anile  A.  —  Contrihuto  alia  conoscenza  delle  glandole  di  B runner. 

Presenta  i  primi  risultati  di  uno  studio  anatomico-istologico  sulle  glandole 
di  B  runner. 

Nel  duodeno  del  gatto  queste  formazioni  glandolari  assumono  uno  sviluppo 
considerevole  ed  appaiono  stivate  fra  la  tonaca  del  Middeldorpf  e  lo  strato 
muscolare  dell'intestino.  Usurpano  cosi  tutto  il  tessuto  conuettivo  sottomucoso) 
il  quale  si  dispone  a  cordoni  tra  una  glandola  e  1' altra  ed  in  fasci  tra  le  varie 
sezioni  della  medesima  glandola. 

Tanto  nei  cordoni  quanto  uei  fasci  si  vedono  scorrere  vasi.  Ciascuna 
glandola,  compresa  nel  suo  loculamento,  presenta  un  dotto  escretore,  il  quale 
smagliando  la  tonaca  del  Middeldorpf,  va  a  sboccare,  isolatamente,  o  in  uno 
dei  solchi  intervillosi  della  mucosa,  o  in  una  cripta  del  Lieberktin,  o,  piu 
in  alto,  sulla  superficie  laterale  del  villo. 

Questo  grande  sviluppo  delle  glandole  di  B runner  nel  gatto  contrasta 
con  I'affermazione  di  quegli  autori,  che,  come  il  Knczynski,  sostengono  che 
nei  carnivori  le  glandole  di  Bruuner  abbiano  un'importanza  min(>re  che  non 
negli  erbivori. 

I  preparati  microscopici  inerenti  dimostrano  iu  modo  evidentissimo  que- 
ste particolarita, 

M.  z.  ** 


—  '234  — 

Neir  aniinale  piu  giovane  le  glandole  del  B  runner  liaiino  uno  sviluppo 
miuore,  e  quivi  si  lende  dimostrabile  facilmeute  la  loro  conformazione  tubu- 
lare,  intravista  la  prima  volta  dal  Prof.  Paladino,  iu  quanto  si  possono  seguiro 
i  primi  avvolgimeuti  che  fa  il  dotto  escretore  sceudondo  uel  tessuto  counettivo 
sottomucoso. 

La  tonaca  del  Middeldorpf  manda  delle  gittate  tra  le  varie  sezioni  della 
glandola,  e  di  queste  gittate  le  piu  costanti  si  dispongono  attorno  alia  por- 
zione  iniziale  dei  dotti  escretori. 

Cacace  E.  —  Re.frattavietcl  della  volpe  aU'azione  del  hacillo  del  carbonchio. 

La  refrattarieta  degli  animali  alle  infezioiii  e  un  argomento,  che  merita  il 
maggiore  interesse  da  parte  del  biologo,  non  solo  per  la  nozione  biologica,  ma 
anche  per  la  pratica  applicazione,  che  ne  puo  derivare. 

Ispiraudomi  a  tale  idea,  mi  permetto  richiamare  I'attenzione  del  Congresso 
su  uu  fatto  nuovo,  non  osservato  da  altri:  la  refrattarieta  della  volpe  all'azione 
del  bacillo  del  carbonchio. 

Non  pochi  sono  gli  studii  snll'  immunita  degli  animali  per  il  carbonchio. 
Da  essi  si  rileva  che  la  refrattarieta  assoluta  e  rarissima  (rapaci),  e  che  1'  im- 
munita, di  cui  son  dotati  varii  animali,  non  e  che  relativa,  come  si  osserva,  in 
generale,  negli  uccelli,  nei  rettili,  negli  anfibii  e  nei  pesci.  Anche,  fra  i  mammi- 
feri,  i  ratti  godono  d' immunita  non  completa ;  ed  i  montoni  d'Algeri,  procla- 
mati  dallo  Chauveau  intierameute  immuni,  furono,  in  seguito,  da  lui  stesso 
riconosciuti  relativamente  immuni. 

Parimenti  i  carnivori  non  sono  del  tutto  refrattarii  al  carbonchio:  Tous- 
saint  uccise  due  cani  e  Roger  dette  la  morte  a  quattro  cani  ed  ad  un  gatto 
merce  inoculazioni  di  bacillo  del  carbonchio.  La  volp^,  per  quanto  io  sappia, 
non  e  stata  mai  sottoposta  a  simili  inoculazioni,  e  percio  ha  formato  oggetto 
dei  miei  studii. 

In  una  volpe,  di  pochi  mesi,  dopo  un  digiuno  di  sei  giorni,  ho  inoculate, 
merce  iniezione  intraperitoneale,  cinque  centimetri  cubici  di  una  cultura  molto 
virulenta  di  bacilli  di  carbonchio,  la  cui  dose  mortale  per  una  cavia,  del  peso 
di  500  grammi,  era  appena  V^o  di  cmc.  L'  animale  non  presento  alcun  fenomeno 
morboso.  Furono,  inoltre,  eseguite  con  intervalli  di  circa  venti  giorni,  due  altre 
inoculazioni  (otto  e  dieci  cmc),  e  si  ottenne  sempre  lo  stesso  risultato. 

Fo  anche  rilevare  che  I'inoculazione  del  siero  di  sangue  della  volpe,  in  quan- 
tita  variabile  da  un  cmc.  ad  ua  decimo  di  cmc,  salvo  dalla  morte  otto  cavie, 
cui,  conteraporaneamente,  fu  iniettata  una  dose  mortale  di  Vjo  <ii  cmc.  di  cul- 
tura di  carbonchio.  Questi  esperimenti,  cosi  interessanti  per  i  loro  risultati, 
meritano  di  essere  continuati. 

Ho  creduto  rendere  noti  questi  miei  primi  esperimenti,  sia  per  la  novita  del- 
1' argomento,  sia  per  i  risultati  ottenuti,  dai  quali  si  puo  dedurre  la  refrattarieta 
della  volpe  all'azione  del  bacillo  del  carbonchio.  Ed  in  favore  di  questa  refratta- 
rieta sono  le  speciali  condizioni,  in  cui  furono  eseguite  le  esperienze:  I'eta  gio- 
vane  della  volpe  ed  il  digiuno,  entrambi  fattori  predisponenti  ad  un'infezione. 

Ed  infatti,  riguardo  all' influenza  dell' eta,  ricordo  che  i  cani  giovani  sono 
facilmente  aifetti  dal  carbonchio  ed  i  neonati  sono  suscettivi  come  le  cavie;  e,  ri- 
guardo al  digiuno,  mi  basta  citare  gli  esperimenti  di  Canalis  e  Morpurgo.che 
ottennero  la  morte  dei  poUi  jjer  carbonchio,  tenendoli  a  digiuno  per  sei  giorni. 


—  235  — 

Mazza  F.  —  Sulla  prima  differenziaz'ioiie  delle  gonadi  e  siilla  maturazione 
delle  uova  nella  Lebias  calaritana.  (Sunto). 

La  presente  nota  contiene  in  riassunfco  alcune  delle  osservazioni  da  me 
fatte  sullo  sviluppo  delle  gonadi  nella  Lebias  calaritana,  della  quale  ho  potato 
avere  in  abbondanza  tutti  gli  stadii  di  sviluppo  sia  raccogliendoli  direttaraente 
in  tutto  1' anno  nei  canali  delle  saline  e  degli  stagni,  sia  per  mezzo  della  fecon- 
dazione  artificiale,  sia  dalle  ova  gia  deposte,  facendole  sviluppai-e  in  acquarii 
appositamente  preparati  ('). 

II  diff'erenziamento  iniziale  delle  prime  e  scarse  cellule  germinali  dalle 
somatiche  avviene  generalmente  negli  individui  di  8  millim,  di  lunghezza,  di 
cui  5  devoluti  alia  porzione  codale,  quando  cioe  le  piccole  Lebias  sono  gia 
sgusciate,  quindi  piu  tardi  clie  nei  pesci  studiati  da  Mac  Leod  ('-)  e  da 
Eigenmann  {^). 

Esse  sono  situate  lateralmente  a  destra  ed  a  sinistra  e.  quasi  dorsahnente 
all' intestine  appena  dopo  le  regione  epatica,  ma  non  costitniscono  veri  gono- 
tomi.  Sono  cellule  un  po'  piu  grandi  delle  altre  vicine,  piu  tondeggianti  con 
nucleo  pure  grande,  ricco  di  granulazioni  e  con  scarsi  filamenti  cromatici.  Vi 
si  osservano  talvolta  distinti  nucleoli  variabili  in  numero. 

Negli  individui  di  10  millim.  il  numero  delle  cellule  germinali,  e  in  au- 
mento  ;  il  loro  nucleo  presenta  poche  giaiiulazioni,  si  colora  poco,  mentre  il 
citoplasma  ed  il  nucleolo  si  colorano  maggiormente  coUe  varie  sostanze  co- 
loranti. 

In  quelli  di  14-16  millim.  (■*)  le  cellule  germinali  aumentano  di  numero  e 
tendono  a  disporsi  in  gruppi.  In  alcune  cellule  il  nucleo  e  pin  grande  cbe  nello 
stadio  precedente;  i  loro  filamenti  cromatici  sono  sottili  ma  con  calibro  uni- 
forme  e  distinto.  Nei  punti  nodali  si  osserva  qualche  granulo  cromatico.. 

Negli  individui  di  18-22  millim.  avviene  per  lo  piu  un  primo  differenzia- 
raento  fra  oociti  e  spermatociti.  In  molti  degli  spermatociti  il  nucleo  presenta 
dei  filamenti  cromatici  moniliformi,  a  differenza  di  cio  che  vide  1' Eigenmann 
nei  Cymatogaster.  In  altri  spermatociti,  piu  avanzati  nello  sviluppo,  i  filamenti 
non  si  osservano  piij,  ed  i  nuclei  contengono  grossi  granuli  cromatici.  Gli  oociti 
a  questo  stadio  di  sviluppo  presentano  dei  nuclei  con  filamenti  cromatici  di  un 
calibro  sottile  e  uniforme.  In  altri,  piu  diflferenziati,  i  filamenti  scompaiono  ed 
il  nucleo  presenta  poche  granulazioni. 

Altri  individui  esaminati  di  22-24  millim.,  non  difFeriscono  molto  dai  pre- 
cedents. Si  nota  un  aumento  delle  cellule  germinali  che  formano  degli  aggrup- 
pamenti  piu  estesi  che  nei  precedente  stadio;  pero  col  maggior  sviluppo  di 
altri  organi  e  specialmente  coll'estendersi    della   vescica  natatoria,  anche  gli 


(*)  Qnesti  acqnarii  con  apqna  degli  stagni  e  dello  .saline  dei  dintorni  di  Cagliari  furono  lasciati 
per  molto  tempo  in  riposo  prima  di  immettervi  le  uova  raccolte  gia  deposte  o  quelle  artiflcialniente  fe- 
condate.  In  tal  modo  si  sviluppauo  in  esai  molte  algbe  o  parecchi  di  quei  piccoli  crostacei  di  clie  si 
nntrouo  le  giovani  Lebias  le  qnali,  appena  nate,  trovando  un  ambiente  favorevole,  possono  vivere  o 
completare  il  loro  sviluppo.  Le  Lebias  nate  negli  acquarii  in  aprile,  in  noveiubie  raggiunaero  22  mill,  in 
lunghezza. 

(*)  Mac  Leod.  —Archives  de  Biologie,  Tomo  II,  pag.  497,  1881. 

(^)  Eigenmann.  —  Aichiv.  f.  Entwick  meccan.  der  Organismen.  1897. 

(*)  Va  pertanto  osservato  che  non  sempre  la  Innghezza  pn6  servire  di  norma  per  lo  sviluppo  delle 
gonadi,  poich6  accade  talvolta  di  trovaro  delle  Lebias  di  ana  medeaima  Innghezza  con  gonadi  a  di- 
verse grade  di  svilnppo. 


-  236  — 

ovai'ii  od  i  testicoli  mutauo  la  primitiva  loro  posizione,  assumendo  rapporti 
diversi  dai  precedenti  cogli  altri  organi  vicitii. 

Generalmeute  i  testicoli  sono  piii  discosti  dall' intestine,  gli  ovarii  sono 
invece  piu  vicini. 

Gli  oociti  di  questo  stadio  presentano  gia  una  distinta  vescicola  e  una 
distinta  macchia  germinativa  contenente  granulazioni  assai  rifrangenti. 

Gli  spermatociti,  invece,  non  sono  cosi  ben  delineati  come  gli  oociti.  II  nu- 
cleo  e  grande  e  contiene  numerosi  cromosomi. 

Nelle  O  di  24-25  millim.  si  notano  numorose  ova  quasi  tutte  al  medesimo 
stadio  di  sviluppo.  Gli  ovari  cominciano  a  diventare  contigui  nella  loro  parte 
superiors  ed  hanno  tendenza  a  migrare  posteriormente.  L' epitelio  foUicolare 
e  sempre  scarso:  cominciano  a  notarsi  traces  di  tessuto  connettivale  con  vasi 
sanguigni. 

In  quelle  di  26-28  millim.,  quando,  cioe,  cominciano  a  manifestarsi,  anclie 
esternamente,  le  differenze  sessuali  con  un  dimorfismo  sessuale  (*),  le  gonadi 
si  presentano  maggiox'mente  modificate  e  non  tutte  al  medesimo  stadio.  In 
molte  la  macchia  germinativa  mostra  distinti  corpuscoli  cromatici,  in  altre 
lascia  scorgere  grandi  corpuscoli  rifrangenti.  Le  membrane  del  vitello  e  della 
vescicola  germinativa  sono  sottili  ma  assai  appariscenti  ed  in  alcune  uova  si 
osservano  numerosi  corpuscoli  cromatici  disposti  regolarmente  intorno  alia 
membrana  della  vescicola  germinativa. 

In  individui  da  28  -.30  millim.,  quando  nel  o  incomincia  la  pigmentazione 
gialla  delle  pinne  e  quando  in  alcune  femmine  le  ova  possono  giungere  a  ma- 
turanza,  gli  ovarii,  dapprima  distinti,  sono  quasi  completamente  fusi  {^).  Gia  in 
questo  stadio  molte  uova  presentano  alia  loro  superficie  quel  corpi  caratteristici 
luconti  in  forma  ed  in  aspetto  primitivamente  di  goccioline  rifrangenti  che  for- 
meranno  quella  zona  che  Mark (3)  nelle  ova  del  Lepidosteus  chiamo  zona  vil- 
loma. Le  cellule  del  foUicolo  sono  sempre  scarse,  assai  piccole  con  un  nucleo 
ricco  di  granulazioni,  e  per  nulla  modificate  da  quelle  che  trovansi  negli  stadii 
precedenti.  In  ova  del  medesimo  ovario,  ma  ad  uno  stadio  piij  difFerenziato,  si 
notano  corpuscoli  vitellini  piuttosto  grandi  collocati  alia  periferia  della  mem- 
brana vitellina.  I  filamenti  di  queste  ova  hanno  gia  assunto  la  forma  di  una 
virgola,  altri  quella  di  una  S. 

In  esemplari  da  35-50  millim.  (individui  di  due  anni  di  eta),  le  ova  matm-ano 
completamente  e  raramente  accade  di  osservare  in  Marzo  ed  in  Aprile  ^  che 
non  ne  abbiano  molte  a  complete  sviluppo.  In  J  della  lunghezza  ora  accennata, 
si  puo  studiare  da  Decembre  alia  fine  di  Marzo  il  graduale  sviluppo  delle  ova, 
e  tu  appunto  col  procacciarmi  di  tempo  in  tempo  delle  Lehias  nei  suddetti  mesi, 
che  ho  potuto  seguirne  i  processi  progressivi.  In  Decembre,  in  un  medesimo 
ovario,  se  ne  trovano  gia  di  quelle  che  sono  giunte  alio  stadio  in  cni  non  sono 
piu  visibili  la  vescicola  e  la  macchia  germinativa,  nel  vitello  si  trovano  molti 
corpuscoli  vitellini  non  ancora  fusi,  e  la  goccia  oleosa  non  e  completamente 
formata. 


(')  Mazza  F.  —  Ricerche  morlologiche  e  biologiche  sulla   Lcbias   calaritnna  Bouelli.  — -4/<i 
Soc.  Lif/.  Sc.  Nat.,  Vol.  Ill,  1807. 

(")  Ved.  in  proposito  la  luia  iiota  gia  citate.  / 

(')  Bull,  of  the  Mus.  of  Coiup.  Zool.  as.  Harward  College.  Vol.  XIX,  n.  5. 


—  237  — 

Di  uova  al  citato  grado  di  maturanza  se  ne  inconti-ano  iu  maggior  nuraero 
in  Febbraio.  Ma  dalla  fine  di  Febbraio  a  tutto  Marzo  la  maturazione  precede 
assai  piu  rapidamente  che  negli  altri  mesi.  essendo  la  vascolarizzazione  assai 
pill  abbondante.  Si  nota  anche  un  anmento  nella  quantita  del  liquido  vischioso 
che  si  osserva  nell' ovario.  II  processo  di  maturaziune  non  essendo  essenzial- 
mente  diverse  da  quello  che  altri  autori  come  Cunningham  (')  e  Wernyss 
Fulton  (^)  hanno  descritto  in  ova  di  altii  pesci,  tralascio  per  ora  di  occupar- 
mene.  Solo  ricordero  le  osservazioni  damefatte  sull' origine  dei  filamenti  della 
zona  villosa. 

Quando  i  filamenti  cominciano  ad  apparire  hanno,  come  ho  detto,  1' aspetto 
di  goccioline  assai  rifrangenti  e  si  mostrano  allorche  le  ova  sono  ancora  piut- 
tosto  piccole,  e  con  membrana  vitellina  molto  sottile.  Poi  assumono  la  forma  di 
piccolo  eminenze  coniche  sporgenti  sulla  membrana;  in  seguito  si  ripiegano  ed 
hanno  1'  aspetto  come  di  virgole,  dopo  assumono  quello  di  una  S,  ed  infine 
diventano  sempre  piu  lunghi  e  attorcigliati  in  modo  da  formare  un'altra  zona 
sopra  quella  radiata.  Chimicamente  si  comportano  come  quest' ultima.  Durante 
il  loro  accrescimento  seguita  anche  ad  aumentare  il  volume  dell'  novo  e  della 
membrana,  mentre  in  tutto  questo  tempo  lo  scarso  epitelio  della  zona  granu- 
losa non  subisce  modificazioni.  Le  sezioni  trasverse  dei  villi,  a  dififerenti  lun- 
ghezze,  simulano  talvolta  un  epitelio  follicolare  abbondante,  ma  se  ne  distin- 
guono  perche  mancano  quelle  piccole  granulazioui  proprie  dei  nuclei  dell' epite- 
lio della  granulosa.  Quindi,  per  i  fatti  osservati  sullo  sviluppo  delle  vijlosita 
ovariche,  sia  esaminando  a  fresco  molte  uova  a  diversi  stadii  di  sviluppo,  sia 
facendone  numerose  sezioni  al  microtomo,  son  condotto  a  confermare  I'opinione 
di  Mark  (■')  e  in  parte  anche  di  Eigenniann  (*),  secondo  la  quale  i  filamenti 
sarebbero  una  dift'erenziazione  vitellina,  conclusione  da  me  gia  sommariamente 
esposta  nella  mia  precedente  nota  sulla  Lehias  (^'). 

Vastarini  Cresi  G.  —  Niiovo  vietodo  di  colorazione  del  sistevia  nervosa. 

Presenta  una  serie  di  preparati  macroscopici  del  sistema  nervoso  centrale 
dell' uomo  e  del  cane,  ottenuti  con  un  suo  particolare  metodo,  comunicato  fin 
dal  1896  all'Accademia  medico-chirurgica  di  Napoli. 

E  un  metodo  di  colorazione  (in  bruno,  quasi  nero)  delle  fibre  nervose  mie- 
liniche,  mediante  successive  trattamento  del  tessuto  nervoso  con  soluzioni  di 
formaldeide  (2  "/o)  e  di  nitrato  d'  argento  (1  7o)  e  consecutive  lavaggio  in  acqua 
distillata.  La  secenda  e  la  terza  parte  del  procedimento  debbono  eseguirsi  nella 
oscurita.  I  preparati,  conservabili  in  alceol  per  un  tempo  piuttoste  lunge  (alcuni 
mesi),  mostrano  talune  fine  particolarita  di  struttura  non  facilmente  visibili  se 
non  con  il  metodo  del  Weigert,  sopra  sezioni  microscepiche. 

II  metodo  e  utilizzabile,  oltreche  per  le  dimostrazioui  scolastiche,  per  le  ri- 


(')  Cnuuinghaiu.  —  Quart.  Journ.  Micr.  ,SV.,  Vol.  XVIII,  pag.  53,  1S88  e  Vol.  XL, 
pag.  101,  1897. 

(-)  Wemyss  Fulton.  —  Sixteenth.  Annual  Report  of  the  Fishery  Board  for  Scotland.  Part  III, 
pag.  88  e  seg.,  1898. 

(■')  Mark.  —  Loc.  cit. 

(^)  Eigenmann.  —On  the  egg  membrane.  —Bull,  of  the  Mus.  Comp.  Anat.  llarioard  college^ 
Vol.  XIX,  pag.  129,  1890. 

(5)  Mazza.  —  Loc    cit. 


—  238  — 

cerche  ili  anatoraia  patologica  e  per  lo  sviluppo  dei  fasci  di  fibre  nervosa. 
Infatti  i  fasci  degenerati  o  non  ancora  mielinizzati,  al  pari  della  sostanza  gri- 
gia,  rimanendo  scolorati,  spiccano  nettamente  sugli  altri  forniti  di  mielina. 

Brevi  sunti  del  melodo  trovansi  nei  Jaliresherichte  dello  Schwalbe  (anno 
1896)  e  uei  Grundziige  der  Mikroskopischen  Technik  del  Lee  e  del  Mayer 
(ed.  1898,  pag.  341). 

Falcone  e  Giardina,  assenti,  rinunziano  di  fatto  alia  loro  comunicazione 
segnata  all'  ordine  del  giorno. 

Non  essendo  preserite  Berlese,  non  puo  aver  piu  luogo  il  seguito  della  di- 
scussione  sulla  questione  soUevatasi  a  proposito  della  sua  comunicazione  sul 
mesenteron  degli  Artropodi  terrestri  nell'  adunanza  dell'  11  aprile. 


Dopo  la  seduta  continuano  nell' Istituto  Zoologico  le  dimostrazioni  dei  pre- 
parati  e  disegni  inerenti  alle  comunicazioni  tatte  nelle  sedute  scientifiche. 


Sednta  pomeridiana 

(Sala  della  SocietJl  lieale). 

Monticelli,  Segretario-cassiere,  espone  il  Rendiconto  di  cassa  dell'anno  so- 
ciale  19U0  sotto  forma  di  bilancio  consuutivo.     . 

Delia  Valie  e  Raffaele,  revisori  dei  conti,  preseutano  la  loro  relazione  (legge 
Raffaele)  sul  rendiconto  esposto  dal  Segretario,  ed  accettando  il  bilancio  come  esso 
e  stato  impiantato  dalla  presidenza,  ne  propongono  all'Assemblea  I'approvazione 
die  e  votata  all'unanimita. 

Monticelli.  in  base  al  bilancio  consuntivo  approvato,  presenta  quello  pre- 
suntivo  per  I'anno  correute  1901,  che.  dopo  breve  discussione  di  modalita,  viene 
approvato.  cosi  come  e  proposto  dalla  presideuza. 

II  Presidente  apre  la  discussione  per  la  designazione  del  luogo  e  dell'epoca 
della  terza  adunanza  annuale  dell' Unione.  In  seguito  a  discussione,  alia  quale 
pigliano  parte  Emery,  Romiti,  Jatta.  e  dopo  le  dichiarazioni  di  Todaro,  in  nome 
proj  rio  e  di  Grassi,  ad  unanimita  si  acclaraa  Roma  sede  della  terza  assemblea 
annuale  dell'Unione  e  del  prossimo  Convegno. 

Dopo  alcune  proposte  ed  osservazioni  in  proposito  di  Todaro,  Mazzarelli,  An- 
dres, Emery,  Romiti,  viene  approvata  la  proposta  che  il  Convegno  si  tenga  nel- 
I'autunno  del  1902,  e  possibihnente  nella  seconda  meta  di  settembre,  lasciando 
al  Comitate  ordinatore  locale  di  stabilire  1'  epoca  precisa. 

Su  proposta  Todaro  si  approva  di  inviare  un  telegramma  al  Sindaco  di 
Roma  per  annunziargli  la  deliberazione  dell'Assemblea. 

II  Presidente,  riferendosi  alle  dichiarazioni  fatte  a  Bologna,  circa  il  Rego- 


-^  239  — 

lamento,  presenta  all'approvazione  deirAssemblea  lo  Statute  sociale  riordinato 
e  coordinato  al  Regolamento  che  ora  contemporaneamenfce  sottopone  alia  di- 
scussione  dell'Assemblea. 

II  Segretario  da  quiiidi  lettura  dello  Statute,  che  in  seguito  ad  alcune  os- 
servazioni  di  Andres  e  Delia  Valle  sull'art.  6,  viene  appro vato  integralmente,  meno 
iielTarticolo  aggiuuto  clie  la  presidenza  dichiai'a  di  ritirare,  dopo  la  discussione 
alia  quale  esso  ha  dato  luogo. 

Messo  a  partito  I'articolo  transitorio  riguardante  I'entrata  in  vigore  dello 
Statuto  riordinato,  viene  approvato,  a  maggioranza,  ch'esso  abbia  efFetto  col 
1"  gennaio  1902. 

II  Segretario  legge  poi  il  pi'ogetto  di  Regolamento  presentato  dalla  pre- 
sidenza, che  e  in  massima  approvato,  in  seguito  a  qualche  osservazione  e  rac- 
comandazione  alia  presidenza  circa  alcuni  articoli  :  I'assemblea  da  a  questa 
incarico  di  curarne  la  redazione  definitiva. 

Montlcelli  frelatore)  —  a  nome  della  Commissione  nominata  dalla  presidenza 
(Emery,  Senna,  Monticelli)  per  trattare  con  la  direzione  del  Monitore  Zoologico 
la  convenzione  da  stipularsi  con  questo  per  la  pubblicazione  degli  Atti  della 
Unione,  in  base  alio  schema  approvato  neH'Assemblea  di  Bologna  —  legge  una 
relazione  sulle  trattative  fatte  e  sulle  modifiche  apportate  dalla  direzione  del 
Monitore  alio  schema  proposto  dall' Unione.  Essendo  state  queste  accettate, 
salvo  leggiere  varianti  formali,  dall'Assemblea,  la  convenzione  col  Monitore 
Zoologico  viene  approvata  e  si  dk  incarico  alia  Presidenza  della  reciproca 
ratifica  della  detta  convenzione  fra  il  Monitore   e  I'Unione. 

Emery  (relatcre)  —  anche  a  nome  degli  altri  membri  (Romiti,  Camerano,  Cat- 
taneo,  Montlcelli)  della  Commissione  nominata  dall'Assemblea  di  Bologna  per 
trattare  con  gli  editori  italiani  la  questione  della  pubblicazione  dell'Archi vio 
Zoologico  Italiano  —  legge  la  propria  relazione  negativa  riguardo  le  prati- 
che  fatte  in  Italia  chiedendo  all'Assemblea  una  proroga  e  I'autorizzazione  di 
trattare  con  editori  stranieri.  L'Assemblea  concede  la  proroga  ed  approva  la 
proposta  della  Commissione  che  dovra  riferire  su  queste  trattative  nella  pros- 
sima  adunanza. 

Sono  nominati  dall'Assemblea  revisori  dei  conti  per  1'  esercizio  del  1901 
i  Socii  Grass!  e  Lepri. 

Andres  prega  la  presidenza  di  volersi  interessare  sulla  sorte  avuta  dal  suo 
ordine  del  giorno  votato  a  Bologna,  in  seguito  di  quello  precedentemente  vo- 
tato  a  Pavia,  e  trasmesso  al  Ministero,  riguardante  I'insegnamento  della  Storia 
Naturale  nelle  scuole  secondarie.  Bassani  si  associa  ad  Andres  perche  si  dia 
seguito  al  detto  ordine  del  giorno. 

II  Presidente  terra  in  considerazione  la  raccomandazione  di  Andres  e  Bas- 
sani e  si  occupera  del  voto  fatto  dall'Assemblea. 

Altobello  coglie  occasione  per  chiedere  alia  presidenza  notizie  sull' ordine 
del  giorno  votato  a  Bologna  per  il  ripristiuo  del  Licenzino  scientifico  per 
la  caccia.  Ghigl,  uno  dei  firmatari  dell'ordine  del  giorno  in  parola,  si  associa  alia 
domanda  Altobello. 

II  Segretario  risponde  non  esser  giunta  nessuna  notizia  alia  Presidenza 
dalla  Commissione  all'  uopo  nominata  a  Bologna.  II  Presidente  dichiara  che  se 
ne  interessera. 

Jatta  facendosi  interprete  dei  sentimenti  dell'Assemblea  ringrazia  Tufficio 


—  240  — 

di  Presidenza  dell'Unione  e  propone  un  voto  di  plauso  al   Comitato  ordinatore 
ed  al  suo  Presidente  Paladino. 

II  Presidente,  associandosi  a  Jatta,  nel  ringraziare  il  Comitato  ordinatore 
al  quale  si  deve  la  buona  riuscita  del  Convegno,  rivolge  cortesi  parole  di 
ringraziamento  alia  citta  di  Napoli  ed  alle  Autorita  cittadine,  al  Rettore 
della  Universita,  alia  Societa  Reale  ed  alia  Societa  di  Nafcuralisti  per  le  cor- 
tesie  da  tutti  usate  ai  congressisti.  Riassume,  infine,  il  lavoro  compiuto  dal- 
I'Assemblea  e,  con  un  salnto  ai  socii  present!  ed  agli  assenti,  dichiaia  chiuso  il 
secondo  Convegno  Zoologico  Nazionale,  bene  augurando  all'avvenire  dell'Unione 
Zoologica  Italiana. 


La  sera  i  Congressisti  si  riuniscono  a  banchetto  sociale  nel  Restaurant 
*Pallino»  al  Vomero,  che  si  cliiude,  su  proposta  Todaro,  con  I'invio  di  un 
telegramma  a  S.  M.  il  Re. 


II  giorno  seguente  14  aprile  i  congressisti  fanuo  una  gita  a  Pompei  gui- 
dati  nella  visita  della  citta  dal  Prof.  Sogliano  che  fa  eseguire  degli  scavi 
alia  loro  presenza.  Golezione  al  Restaurant  Suisse. 


Aderirono  al  Convegno  i  seguenti  signori: 

a)  Socii  dell'  Unione.  —  Dohrn  prof.  A.  *,  Eisig  prof.  H.  *,  Parona 
prof.  C.  *,  Pavesi  prof.  P.,  Paladino  prof.  G.  *,  Bassani  prof.  F.  *,  Monticelli 
prof.  Fr.  Sav.  *,  Romiti  prof,  G.  '*.,  Lo  Bianco  dott.  S.,  *,  Magretti  dott.  P., 
Luzi  dott.  F.,  Pierantoni  dott.  U.  *,  Ciofalo  prof.  S.,  Ghigi  dott.  A.  *,  Patroni 
dott.  C.  *,  Mazza  prof.  F.  *,  Mazzarelli  prof.  6.  *,  Marchesini  priif.  R.,  Ne- 
viani  prof.  A.,  Brian  dott.  A.  ■,  Orlandi  dott.  S.  *,  Ariola  dott.  V.,  D' Evant 
prof.  E.  *,  Cascella  dott.  F.  *,  Quintieri  dott.  L.  *,  Castriota-Scanderberg 
dott.  A.  *,  Giardina  dott.  A.,  Paravicini  dott.  G.,  Damiani  prof.  G.,  Andres 
prof.  A.  *,  Fiocchini  dott.  C.  *,  Cattaneo  prof.  G.,  Saccbi-Cattaneo  prof.  M., 
Capobianco  prof.  F.  *,  De  Stefani  dott.  T.,  Dervieux  dott.  L.  *,  Maggi  prof.  L., 
Diamare  dott.  V.  *,  Lepri  dott.  G.  *,  Issel  dott.  R.,  Zincoue  prof.  A.,  Tagliani 
dott.  G.,  *,  Roncbetti-Monteviti  dott.  G.,  Della  Valle  prof.  A.  *,  Praus  C.  *, 
Russo  prof.  A.,  Giacomini  prof.  E,,  Arrigoni  degli  Oddi  conte  dott.  E.,  Emery 
prof.  C.  *,  Coggi  prof.  A.,  Vignoli  prof.  T.,  Bortolotti  C.  *,  Raffaele  prof.  F.  *, 
Antonelli  prof.  G.  *,  Kwietniewski  dott.  C,  Grassi  prof.  G.  B.,  Jatta  prof.  G.  *, 
Falcone  prof.  C.  *,  Bellini  prof.  R.,  Berlese  prof  A.  *,  Riggio  prof.  G.,  Mola 
P.  *,  Jona  prof.  A.,  Grieb  A.  *,  De  Blasio  dott.  A.  *,  Altobello  dott.  G.  *,  Sor- 
delli  prof.  F,,  Leonardi  dott.  G.  *,  Albini  prof.  G.  *,  Cacace  prof.  E.  *,  Canna- 
viello  dott.  E.  *,  Gay  dott.  M. 

b).  Non  socii.  —  Delpino  prof.  F.  *,  Bianchi  prof.  L.  *,  Fano  prof.  G.  *,  Fritsch 
dott.  A.*,  Romano  prof.  C.  *,  Kilifarsky  C.  *,  Cutolo  dott.  A.  *,  Romano  dott.  A.  *, 


—  241  — 

Pasquale  dott.  M.  *,  Rossi  dott.  G.  *,  De  Rosa  Bar.  dotfc.  F.  *,  Pescione  ing.  A.  *, 
Macchiati  prof.  L.  *,  Barpi  prof.  U.  *,  Sandias  piof.  A.  *,  Gauthier  prof.  V.  *,  Md-; 
naco  dott.  E.  *,  Marangoni  dott.  L.  *,  Poll  prof.  A.  *,  Longo  prof.  O.  *,  Matteucci 
prof.  R.  v.,  Amato  dott.  C.  *,  Caro  prof.  0.  *,  Peretti  dott.  C,  Lucatelli  dott.  G., 
Maffucci  prof.  A.  *,  Longo  prof.  A.  *,  Geremicca  prof.  M.  *,  Moschen  prof.  L., 
Maffei  dott.  L.  '%  Maffei  ing.  G.  *,  Todaro  prof.  sen.  F.  *,  Oliva  dott.  A.*,  Valle 
prof.  A.,  Vastarini-Cresi  dott.  G.  *,  Anile  dott.  A.  *,  Carucci  prof.  P.  *,  Pic- 
coli  dott.  R.  *,  De  Vera  d'Aragona  duca  dott.  E.  *,  Oglialoro-Todaro  prof.  A.  *, 
Tenore  dott.  A.  *,  Surdi  dott.  D.  *,  Cutolo  dott.  E.  *,  Milone  prof.  U.  "^j  Di 
Lorenzo  prof.  G.  *,  Colucci  prof.  C.  '",  Catalano  dott.  G.  *,  Fragnito  dott.  0.  *, 
Sannia  E.  *. 

N.  B.  —  I  nomi  degli  intervenuti  sono  seguiti  da  un  *. 


COIVIUNICAZIONI    ORIGINALI 


ISTlTLTO    ANATOMICO    DKLI.A    P..    DN1VEUSIT.4.    DI    CATANIA. 
DIKETTO    DAL    PROP.    It.    STADEIilXI. 


Canale  cranio  faringeo,  fossetta  faringea,  interparietal! 
e  preinterparietali  nel  cranio  iimano. 

RiCERCHE    DE^    Do TT.    RIZ^.O    AGOSTINO,    SEITOKE    ASSISTENTE. 


-Ricevnta  il  19  aprile  1901. 


E  yietata  la  riprodtizione. 

11  materiale  craniologico  e.sistente  nel  nostro  Miiseo  di  anatomia 
iimana  ha  dato  occasione  ad  altri  osservatori  di  studiare  e  desci'ivere 
differenti  e  moltepliei  varieta  di  alcune  ossa  cranio-facciali ;  ho  potiito 
aneh'  io,  da  una  rivista  fatta  siii  33:)  crani,  di  ciii  4i  di  bambini,  esi- 
stenti  nel  Museo,  trarre  ai-gomento  di  studio  di  alcune  varieta  che  si 
riferiscono  al  basisfenoide,  al  basioccipitale  e  alia  squama  di  quest'  ul- 
timo osso.  Le  varieta  cui  accenno  sono  le  seguenti : 

1°  II  canale  cranio  faringeo. 

2°  Gli  interparietali  e  i  preinterparietali. 

3°  La  fossetta  faringea. 
Debbo  aggiungere  che  vi  ho  anche  cercato  il  prebasioccipitale  o  ba- 
siotico,   ma   non   1'  ho   rinvenuto  in  nessuno  dei  crani  esaminati,  se  to- 
gliamo  un  case  in  cui  si  ha  un  accenno  alia  divisione  del  basilare  sol- 

M.  Z. 


242 


tanto  da  un  lato,  il  destro,  dove  si  vede  una  fessura  trasversale  die 
divide  il  basilare  per  circa  otto  millimetri,  arrestandosi  a  quattro  milli- 
metri  circa  della  linea  mediana. 

Esporro  nell'  ordiiie  die  ho  detto  il  risultato  delle  mie  ricerche. 


I.  —  Caiiale  cranio  faringeo. 


Ouesto  canale,  descritto  prima  dal  Landzcrt(o)  die  lo  trovo  esclu- 
sivamente  nei  neonati,  fu  in  seguito  illiistrato  da  Roniiti  (15),  Su- 
clianneck  (18),  Rossi  (17),  Zoia  (20),  Giacomini  (3),  Maggi  (13), 
Case  Hi  (1),  die  ne  descrissero  parecclii  casi  in  crani  di  giovani  e  di 
aduiti,  dove  pert)  e  indubljiamente  molto  \)\u  i-aro  die  in  crani  di  I'eti 
e  di  liambini. 

Ordinarianiente  si  presenta  in  forma  di  un  canale  die  attraversa  il 
corpo  dello  sfenoide  nella  linea  mediana  con  un  foi'o  ectocranico  a  qual- 
clie  niillimetro  indietro  dell'angolo  posteriore  superiore  del  vomere  e  col 
foro  endocranico  corrispondente  al  mezzo  della  fossa  pituitaria.  Vi  sono 
pero  dei  casi  in  cui  si  posson  trovare  due  fori  ecto-  o  endocranici  simme- 
trici  destro  e  sinistro.  II  Maggi  descrive  anclie  una  fossdta  entro  cui 
stanno  il  foro  o  i  fori  ectocranici  e  crede  die  essa  abbia  importanza  mor- 
fologica,  perdie  serve  a  determinare  il  posto  di  sbocco  del  canale  sulla 
faccia  esterna  del  basisfenoide. 

Questo  canale  che  sarebbe  molto  i-aro  per  le  statisticlie  di  Romiti, 
Rossi,  Caselli  e  relativamente  piii  frequente  secondo  il  Maggi,  rap- 
presenta  il  resto  della  primitiva  comunicazione  tra  la  cavita  del  cranio  e 
la  faringe  (Romiti)  per  il  formarsi  del  lobo  anterioi-e  della  glandola 
})ituitaria.  (iia  il  Lusclika  (7^  nel  1860  avea  descritto  un  feto  umano 
con  un  prolungamento  della  ii)ollsi  che  si  addentrava  nel  corpo  dello 
sfenoide,  il  Waldschmidt  (ID)  trovo  in  un  ganoide  un  canale  epiteliare 
attraversante  il  parasfenoide  senza  comunicare  pero  con  la  cavita  orale, 
il  Romiti  dimostro  nel  feto  umano  e  nel  coniglio  che  questo  canale 
talvolta  conliene  un  i)rolungamento  della  dura  madre  e  vasellini  special- 
mente  venosi,  ed  il  Suchanneck  (18)  in  una  bambina  di  quattro  anni 
trovo  un  canale  epiteliale  solido  attraversante  lo  sfenoide  senza  comu- 
nicare con  la  faringe. 

In  quanto  al  signilicato  che  ha  la  persislcnza  del  canale  cranio  fa- 
ringeo neH'uomo,  riferisco  Topinione  del  Giacomini  (3)  che  avendolo 
trovato  in  una  ragazza  microccfala,  crede  che  la  causa  die  ha  prodotto 


—  243  — 

questo  arresto  iiello  sviluppo  .del  corpo  dello  sfeiioide,  non  deve  essere 
estranea  a  qiiella  clie  Iia  agito  siii  ccntri  nervosi  producendo  la  niicro- 
cefalia ;  e  quella  del  Caselli  elie  ritiene  clie  questo  latto  teralologico 
sia  da  aseriversi  alia  classe  del  caralteri  degeneratlvi  tanto  treqiienti 
negli  alienati. 

Circa  la  sua  importanza  morfologica,  interessanti  studi  comparativi 
lianiio  portato  alia  conclusioue  clie  questo  canale  non  si  trova  esclu- 
sivaniente  nel  cranio  uniano  e  clie  anclie  in  altri  mammireri  esiste  un 
canale  omologo  a  quello  dell' uonio.  11  Romiti  lo  trovo  nel  conigiio 
nel  lepre  e  in  un  giovane  Felis  cafus^  il  Maggi  (8)  confernio  i  risul- 
tati  del  Romiti  e  le  estese  agli  Antropoidi  j)rima  e  dopo  a  quasi  tutti 
i  mammiferi  (9,  10,  11,  12),  concludendone  die  in  alcuni  esso  si  trova 
costanteniente  (felidi,  ienidi,  alcuni  iosicanti),|^in  altri  sembra  deflniti- 
\amente  scomparso  (insettivori),  nella  maggior  parte  pero  trovasi  piii 
0  meno  iVequentemente.  Sembra  pero,  analogamente  a  quello  che  si  os- 
serva  per  V  uomo,  clie  nei  soggetti  giovani  e  nei  feti  esso  sia  piii  fre- 
quente.  Jo,  da  un  esame  fatto  sui  crani  dell'  Istituto  d'Anatomia  compa- 
rata,  clie  potei  studiare  per  concessione  del  ])rof.  Mingazzini,  che 
ringrazio  vivamente,  ebbi  a  rilevare  il  canale  cranio-faringeo  in  un 
cranio  di  3Ieks  vulgaris^  in  due  di  Felis  domestica  oltre  clie  in  un  altro 
di  Fdis  (lomrslica  ed  in  uno  di  Gorilhi  adulto  esistenti  nel  Museo  d'Ana- 
tomia umana. 

Oltre  die  nei  mammiferi  1' Huxley  (4)  lo  descri\e  nei  3Iixinoidi, 
Mikluclio-Maclay  (14)  negli  Sqifali  ed  il  Mag'gi  (13),  tondandosi  sulla 
descrizione  fatta  dal  Cuvier,  dimoslia  che  anche  negli ///«0M?^r/ si  trova 
il  canale  cranio-faringeo  omologo  a  (piello  dell' uomo  edei  mammiferi. 
Non  r  ha  trovato  pero  nei  rettili  attuali,  ma  per  cio  1'  illustre  professore 
di  Pavia  non  crede  che  se  ne  possa  asserire  la  mancanza,  perche  la  ri- 
cerca  in  un  gran  nuniero  d'individui  appartenenii  alia  medesima  specie 
potrebbe  fare  incontrare  tale  varieta. 

Nella  raccolta  dei  33o  crani  che  ho  esaminati  |ho  trovato  solo  due 
casi  tipici  di  canale  cranio-faringeo,  di  cui  uno  in  un  cranio  di  individuo 
giovane  (num.  117  delta  raccolta)  del  quale  non  einotatoil  sesso  e  I'eta, 
ma  che,  stando  ai  caratteri  esterni,  non  mostra  eta  superiore  ai  quindici 
anni.  E  un  ci'anio  dolicocefalo,  il  basioccipitale  non  e  ancora  saldato  al 
basisfenoide  e  ])resenta,  in  i"aj)porto  all'eta,  una  cei'la  sottigliezza  delle 
ossa  che  compongono  la  volta  cranica.  11  foro  ectocianico  trovasi  sulla 
linea  mediana  a  o  millimetri  indiciro  deli'  angolo  |)osteriore  sujieriore 
del  vomere,  e  di  foi'ma  rotondegginnle  e  del  diametro  di  un  millimetro 
circa.  II  foro  endocranico,  rotondcggiante  anch'  esso  e  dello  stesso  dia- 


244 


metro,  trovasi  nel  londo  della  fossa  pitiutaria  sulla  linea  mediana.  At- 
travcrso  il  canale  passa  agevolniente  una  setola. 

L' altro  e  un  cranio  di  letino,  clie,  in  rap|)orto  al  canale  cranio- 
faringeo,  presenta  qualclic  particolarita  degna  di  nota.  Ha  il  diametro 
antero-posterioi'c  di  mm.  03  ed  il  trasverso  di  mm.  M;  dietro  I' angolo 
posteriore  del  vomere  il  basisfenoide  e  costiluito  da  due  ossa  simmelri- 
clie,  destro  e  sinistro,  clie,  saldate  fra  loro,  moslrano  pero  una  traccia 
evidente  della  loro  saldatura  con  un  solco  in  direzione  antero-posteriore, 
interrotto,  verso  la  meta,  da  un  foro  clie  e  il  loro  ectocranico  del  canale 
cranio-faringeo.  A  comporre  questo  canale,  unico  e  mediano,  contribui- 
scono  tutti  e  due  i  nuclei  ossei  del  basisfenoide  che  hanno  la  Ibrma  come 
di  due  piccoli  fagiuoli  die  si  guardano  col  loro  margine  interno  concavo. 
Ne  risulta  un  foro  di  forma  ellittica,  col  suo  asse  maggiore  lungo  la 
linea  antero-posteriore.  II  canale  cranio-faringeo  e  scavalo  percio  fra  i 
due  nuclei  d'  ossilicazione  del  postsfenoide  e  la  sua  persistenza  e  dunque 
in  rapporto  con  una  incompleta  sinchisi  dei  due  nuclei  suddetti,  in  questo 
caso  dovuta  alia  isersistenza  delle  parti  molli  che  attraversano  il  canale. 

Posso  percio  confermare  la  relativa  rarita  del  canale  cranio-faringeo 
clie  ancbe  a  me  si  e  presentato  sulla  linea  mediana  e  con  un  foro  ecto 
ed  endocranico  unico.  II  Maggi  pero,  riferendosi  al  caso  di  due  canali 
cranio-faringei  descritti  da  Cu  vier  nel  Ichthfjosdunis  sp.  n.?,  si  domanda 
se  sieno  due  dapprimaquesti  canali,  confortato  nella  ipotesidalia  conside- 
razione  che  il  basisfenoide  origina  da  due  nuclei  d'ossificazione  e  che 
il  Lundborg  (6)  nel  Salmone  e  il  Dobrn  (2)  nell' Ippocam])0  hanno 
dimostrato  la  duplicitaebilateralita  dell'abozzo  ipofisario.  Nei  inammiferi 
pero  e  indubbiamcnte  unico  il  canale  cranio-faringeo,  come  unico  nella 
sua  ontogenesi  e  V  abbozzo  ipolisario.  Esso  del  resto,  come  lo  dimostra 
anche  il  cranio  di  fetino  da  me  descritto,  corrisponde  fra  i  due  nuclei 
d'ossificazione  del  postsfenoide.  Resta  sempre  a  spiegare  il  caso  del- 
V  Ichfhijosmirus  sp.  n.?  del  Cuvier,  ma  I'ipotesi  del  Maggi  avrebbc  cer- 
tamente  un'  impoi'tanza  maggiore  se  il  doppio  canale  cranio-faringeo 
ollre  che  negli  Itliosauri^  che,  come  e  noto,  non  sono  tra  gli  antecedenti 
diretti  dei  mammiferi,  si  fosse  trovato  in  animali  antecedenti  agli  unied 
agli  altri. 


'D' 


II.  —  Inlerparietali  e  j)reinterparietali. 


Gli  interparietali  sono  stall  largamentestudiatispecialmente  in  Italia 
in  numerosi  lavori  e  non  tutti  concordanti  nellc  conclusioni.  Mentre  di- 


—  245  — 

fatti  e  assodato  che  queste  ossa  esistono  costantemente  nel  cranio  del- 
r  uomo  e  che  la  loro  presenza  come  ossa  distinte  c  doviita  a  mancalo 
saldaniento  di  esse  al  resto  dell'  occij)itale,  divergono  le  opinioni  degli 
Autori  sul  niiniero  dei  nuclei  d'  ossificazione  da  ciii  gli  interparietali  si 
sviluppano.  Kerkringio  (34),  Serres  (70),  Broca  (U),  Baraldi  (4), 
Romiti  (02),  Ficalbi  (26\  Sergi  (08),  Bianchi  (9),  ecc,  ammettono 
che  g.li  interparietali  si  svihippino  nell' uomo  per  due  nuclei  d'ossilica- 
zione  e  che  percio  originariamente  siano  due  gli  interparietali.  Meckel  (32), 
Hagen  (31),  Anoutchine  (1),  Hartmann  (32),  Garbiglietti  (29), 
Jacquard  (33),  Maggi  (46),  ritengono  invece  che  siano  ({uattro  i  centri 
ossilicativi  che  danno  luogo  agli  interparietali. 

Fra  queste  opposte  vedute  havvi  quella  di  Sergi  (68)  e  Ma  rimo  (31), 
i  quali  ammettono  che  in  alcuni  casi  speciali  possa  formarsi  un  terzo 
nucleo  d'  ossificazione  accessorio  fra  i  due  interparietali  e  quella  dello 
Staurenghi  (74),  il  quale  crede  che  la  condizione  piii  frequente  per 
r  origine  dell' interparietale  uniano  sia  di  quattro  centri  ossificativi,  ma 
che  questo  numero  non  ha  valore  generate  ed  assoluto  e  che  puo  au- 
mentare  lino  a  cinque  e  diminuire  tlno  a  due. 

Oltre  questi,  che  sarebbero  nuclei  propri,  a  costituire  la  squama  pos- 
sono  anche  contribuire  nuclei  accessor!,  fra  cui  il  Gosse  (30)  accenna  a 
due  ossa  soprannumerarie  superiori  che,  secondo  il  Maggi  (48),  non  sa- 
rebbero che  i  due  interparietali  laterali,  e  a  due  nuclei  median!  lateral! 
accessor!  corrispondenti  alle  lamelle  triangolari  del  Pozz!  (38)  che  Blan- 
ch! (6,8)  ha  avuto  occasione  di  riscontrare  nei  crani  di  let!,  e  che 
Staurenghi  ritiene  che  non  siano  centri  propri,  ma  propaggin!  continue 
con  la  parte  inferiore  della  superticie  endocranica  de!  nuclei  interparie- 
tali median!. 

In  conseguenza  della  divergenza  sul  numero  dei  nuclei  d'  origine 
degl'  interparietali,  e  dilferente  rinterpretazione  che  gli  Autori  danno  ad 
alcune  varieta  di  interparietali  in  rapporto  alia  forma  ed  al  numero  di 
queste  ossa.  Gli  interparietali  fi-equentemente  sono  due,  piii  di  raro  uno 
e  di  forma  generalmente  triangolare  che  sarebbe  la  forma  fondamentale. 
Yi  sono  casi  pero  di  interparietali  tr!  e  quadripartiti  (triplici,  quadru- 
plici-Magg!)  che  per  alcuni  debbono  essere  spiegati  o  coU'ammettere 
r  esistenza  de!  preinterparietali  che  si  insinuano  fra  i  parietal!  o  col  sup- 
porre  un'  estensione  abnorme  del  sovraoccipitale  in  alto,  per  altri  invece 
queste  varieta  vengono  messe  in  rapporto  co!  quattro  nuclei  priraitivi, 
che  son  rimasti  asinchit!  nei  casi  di  interparietali  (juadruplici,di  cui  due 
si  sono  saldati  fra  loro'  quando  gli  interparietal!  son  Ire.  II  caso  d!  in- 
terparietale (}uinluplo  nell'  aduHo  d!  Lucv  (40)  secondo  lo  Staurenghi 


—  246  — 

deve  intendersi  ammettendo  anche  la  forniazione  di  cinque  centri  ossei 
interparietali  die  questo  Aiitore  ha  trovalo  in  iin  lelo. 

Un'altra  quistione,  lunganiente  dibaltiita,  rillette  le  cause  del  man- 
cato  saldamento  di  queste  ossa  fia  loro  e  col  soviaoccipilale  ed  11  signi- 
licato  che  ha  (|uesta  varieta  dell'occipitale  umano.  Ouesla  anoniajia 
difetliva,  secondo  la  maggioi-  parte  degli  Osservatori,  sai'ebbe  in  rap|)oi-t(» 
con  una  insuilicienza  del  pi'ocesso  di  ossificazione  dei  nuclei  ossei,  men- 
tre,  per  lo  meno  in  alcuni  casi,  non  sarebbe  estranea,  secondo  altri, 
una  pressione  eccentrica  (idrocefalo)  che  ne  imped isce  1'  unione.  In  ogni 
caso  gli  interparietali  rappresentano  ari-eslo  di  sviluppo. 

Accennei'6  breveniente  al  rapporto  fra  brachicefalia  e  presenza  d'in- 
terparietali  die  alcuni  Autori  hanno  riscontrato  e  quello  fra  nietopismo 
e  pre- ed  interparietali  trovato  dal  Chiarugi. 

Ho  poluto  vedere  questa  variela  delT  occipitale  nei  333  crani  del 
nostro  Museo  (juattro  volte,  tutte  in  crani  di  adulti.  Tralascioperbrevita 
di  descriverle  dettagliataniente,  notandosolochein  un  caso(num.  25della 
raccolta)  si  trova  un  interparietale  unico  triangolare  completo,  limitato 
dalle  due  suture  occipito-parietali  e  dalla  sulura  interparieto-sovraocci- 
pitale  ;  la  sua  base  e  di  mm.  106.  I  casi  di  interparietali  unici  sono  cer- 
tamente  molto  rari  (Ficalbi,  Sergi,  Blanch i)  e  quello  da  me  osser- 
vato  e  un  caso  tipico  perche  la  sutura  che  divide  1'  interparietale  dal 
sovraoccipitale,  partendo  da  un  asterion  giunge  ali'altro  passando  a 
15  mm.  dair  inion. 

In  un  altro  cranio  d'adulto  (num.  100  delta  raccolta),  si  osservano 
due  ossa  distinte,  di  cui  uno  j)entagonale,  mediano,  simmetrico  e  1' altro 
triangolare  che  sta  tra  il  primo  e  la  sutura  occipilo-parietale  destra. 
Tutte  e  due  queste  ossa  giungono  alio  slesso  livello,  sulla  linea  curva 
occipitale  superiore  e  la  loro  base  e  limitata  da  una  sutura  comune  che 
parte  dalTasterion  destro  e  giunge  a  12  mm.  a  sinistra  delta  linea  mediana. 

E  un  caso  simile  a  quello  disegnato  da  Jacquard  (33)  nellatavola 
XXY,  fig.  I)  e  riportato  dal  Maggi  (46)  nella  fig.  30,  che,  del  resto, 
difFerisceda  quello  disegnato  dal  Calori  (lo)  erij)ortato  dal  Chiarugi  (17) 
nella  fig.  10  pel  solo  fatto  che  I'  interparietale  fuso  al  sovraoccipitale  e 
il  sinistro  anziche  il  destro.  Ammettendo  dun(|ue  Topinione  emessa  dal 
Meckel  e  validamente  sostenuta  dal  Maggi  che  sono  quattro  i  nuclei 
d'origine  degli  interparietali,  ((uello  descritto  e  un  caso  di  interparietale 
laterale  destro  e  di  interparietali  mediant  fusi  Ira  loro;  questi  ultinii, 
dagli  Autori  che  ammettono  solo  due  centri  d'ossificazione,  vengono  in- 
terpretati  come  preinterparietali  fusi  fra  loio  che  scendono  tra  gli  in- 
terparietali fino  al  sovraoccipitale. 


—  247  — 

Gli  altri  due  craiii  (num.  93  e  139  della  raccolta)  presentano  sol- 
tanto  ciascuno  un  interparietale  isolato  a  destra. 

L'interparietale  non  e,  come  risulta  anche  dalle  statistiehe  dei  nu- 
merosi  Autori  che  se  ne  sono  occupati  (AYelcher,  Anoulchine,  Ma- 
limu,  Roniiti,  ecc.)  una  varieta  molto  frequente  e  pare  che  si  trovi 
piii  spesso  negli  alienati  (Mingazzini,  Lombroso,  Ma  rim  6),  ma  nun 
ha  alcun  valore  la  distinzione  che  si  vuol  fare  sulla  sua  fiequenza  nelle 
varie  razze. 

Sull'omologia  esistente  fra  gli  inlerparietali  deiruomo  e  quelli  degli 
altri  vertebrati  nessuno  piii  discute,  quantunque  il  Debierre  (22,  23)  non 
la  ammetta  altermando  che  noimalmente  la  porzione  interparietale  della 
squama  e  rappresentata  nell'  uomo,  come  in  tutti  i  mammiferi,  dal  sovraoc- 
cipitale.  Ficaibi  (23)  riteneva  che  (jueste  ossa  si  trovano  soltanto  nei 
mammiferi  superior!,  ma  piii  recenti  ricerche  hanno  dimostrato  (Wie- 
dersheim,  Maggi,  Staurenghi  ecc.)  che  inlerparietali  omologhi  a 
quelle  dell' uomo  si  posson  trovare  in  quasi  tutti  i  rappresentanti  dei  cra- 
nioti  attuali  ed  anche  in  molte  forme  fossili  compreso  I'uomo  quaterna- 
rio  ed  attuale.  Cade  dunque  Tatfermazione  che  queste  ossa  siano  acces- 
sorie  e  di  filogenia  recente. 

Sui  preinterparietali  richiamo  I'attenzione  per  il  primo  il  Ficaibi 
che  li  distinse  dai  comuni  W'ormiani  coi  quali  erano  prima  stati  confusi 
e  li  chiamo  inlerparietali  accessor!.  In  seguito  il  Chiarugi  (17)  li  deno- 
mino  preinterparietali,  sotto  il  qual  titolo  oramai  generalmente  si  inten- 
dono.  Sono  delle  ossa  che  stanno  at  davanti  degli  interj)arielali  nella  sede 
della  fontanella  preinterparielale. 

Nei  crani  da  me  esaminati  ho  trovato  nove  casi  di  preinterparietali 
tipici,  unici  o  doppi,  di  cui  tre  nei  crani  di  bambini  e  sei  in  quelli  di 
adulti.  Hanno  tutti  forma  piii  o  meno  nettamente  triangolare.  La  mag- 
giore  frequenza  dei  preinterparietali  in  rap|)orto  agli  interparietali  e  un 
fatto  generalmente  constatato,  ma  non  se  n'  e  data  una  spiegazione  suffi- 
cients Oues^te  ossa  provengono  da  nuclei  che  non  sono  componenti  co- 
slanti  della  squama  deirocci|)itale.  II  loro  numero  e  dilferente:  secondo 
le  ricerche  del  Maggi  (44,  431  variano  da  due  a  sei,  ma  si  puo  ammet- 
tere  la  I'ormazione  originariadi  due  preinterparietali  e  nei  caso  di  pluralitii 
ricondurre  i  diversi  ossicini  a  due  preinterj)arietaii  princij)ali  che  per  la 
loro  piccolezza  reudono  necessaria  la  I'ormazione  di  preinterparietali  com- 
plementari  i)er  riempire  la  fontanella  preinterparielale.  I  due  preinterpa- 
rietali j)ossono  fondersi  in  uno,  la  loro  forma  originaria  e  la  triangolare. 

S'e  anche  molto  discusso  sul  signiticato  che  ha  la  loro  preseuza  fra 
le  ossa  del  tpfjmen  cranii  dell' uomo.  Riconosciuto  che  i  preinterparietali 


—  248  — 

sono  componenti  accessor!  dello  squama,  per  aicuni  Autori  la  loro  pre- 
senza  come  ossa  distinte  iai)presenterebbe  atavismo,  per  altri  (Chiarugi, 
Marimo)  sarebbe  reirello  di  una  sproporzione  fra  capacila  craiiica  e 
accrescimento  dell'encelalo  e  di  relativa  lentezza  del  processo  ossilicalivo. 
Pel  Calori  (15)  la  loro  presenza  indica  tendenza  animale,  Mingazzini 
e  Marimo  invece  negano  che  sia  iin  fatlo  di  regressione  e  trovaiio  uel- 
I'antropologia  e  nella  percenluale  di  questa  variela  fra  gli  alienati  una 
conferma  alia  loro  opinione.  11  Maggi  poi  (50),  considerando  che  gli 
omologhi  ai  preinterparietali  si  trovano  gia  nei  cranioti  inferiori  (ganoidi, 
stegocefali,  rettili)  e  continuano  nei  cranioti  superiori,  esclude  I'opinione 
del  rapporto  tra  la  presenza  di  queste  ossa  e  ringrandimenlo  del  cranio 
dovuto  a  quelle  dell' encefalo. 

III.  —  Fossetta  faringea. 

Ho  trovato  questa  varieta  del  basioccipitale  sette  volte  sui  335  crani^ 
non  lenendo  conto  che  dei  casi  di  fossetta  notevolmente  s\iluppata.  Sono 
lutti  casi  di  fossetta  unica  ovale,  col  maggior  asse  nei  sense  antero-po- 
steriore  e  nella  linea  mediana;  la  sua  profondita  \aria  tra  un  massimo 
di  mm.  3  72,  ^^  ^^  minimo  di  mm.  i2  e  la  loro  lunghezza  da  mm.  11  7,  a 
mm.  7  7,. 

Dope  gli  studi  fatti  dal  Romiti  (4),  al  quale  mi  riferisco  anche  per 
la  bibliografia  su  (juesto  argomcnto,  sembra  stabilito  che  questa  varieta 
del  basioccipitale  sia  jirodotta  da  un  diverticolo  faringeo  abnorme  o  ac- 
cessorio  e  che  trovi  riscontro  in  una  formazione  omologa  del  basioccipi- 
tale delle  foche,  in  cui  la  perdita  di  sostanza  raj)presenta  un  difetlo  di 
ossificazione  e  tale  potrebbe  anche  essere  considerata  nell'iiomo. 

II  R  omiti  trovo  la  fossetta  faringea  t)  volte  su  9!)0  crani  (1  su  110), 
il  Morsel li  afferma  (1)  che  e  piii  frequente  negli  alienati.  11  Rossi  (5) 
trovo  una  percentuale  dell'  1  \  in  una  raccolta  di  3712  crani  (1  su  67). 
Pei  crani  da  me  esaminati  risulta  che  questa  variela  e  piu  frequente 
(1  su  i8). 

Non  ho  trovato  nessun  case  di  fossetta  faringea  doppia  che  descri- 
vono  Morselli,  Rossi  e  Pandolfini  e  Ragnotti  (i). 

Bibliografia. 

I.   —   Can  ALE    CRANIO    FARINGEO. 

1.  Caselli  A.  —  Sulla  permanenza  del  caiiale   cranio-fariiigeo   nell' uomo.  —  Hiv.   sperim.  di  fre- 
niatria,  Reggio  Emilia,  Vol.  26,fasc.  3-3,  1900. 

2.  Dohrii.  —  Die  Entstehung  uiid  Betieutuiig  der  Hypopbisis  bei   dem    Teleostieru.  —  Mitth.    Zool. 
Stat,  zur  Neapel,  Bd.  Ill,  1882,  {citato  dal  Maggi). 


—  249  — 


3.  Giacomini.  —  Sui  corvolli  dei  microcefali,  Oss.  6  e  17.  —  Accad.  di  nied.  di  Torino,  1890, 
pag.  8S. 

4.  Husley.  —  Citato  da  Romiti. 

5.  Landzert.—  Uober  deu  caualis  cvanio-pharyngeus  am  Schiidel  des  Xeugeboreneu.—  Petersb.med. 

Zeitschr.,  Bd.  XIV,  ISbS. 
fi.  Lniidborg.  —  Die  Ent.  der  Hypophisis  etc.  —  Zool  Jahrbiicher,  tSOt  (citato  dal  Maggi). 

7.  Luschka.  —  Hirnanliang.  u.  Steissdruse.  —  Berlin,  1860. 

8.  Mao-tji.  —  Intorno  al  canale  crauio-fariiigeo  in  alouni  rosicanti.  -  Rendiconti  R.  1st.  Lamb,  di 
sc.  e  left..  Vol.  23,  1890,  pag.  119- 

9.  Maggi.  —  II  canale  cranio-faringeo  negli  autiopoidi.  —  Ibidem,   Vol.  24,  1891. 

10.  Maggi.  —  Intorno  al  fore  pitnitario  eciocranico  nei  maminiferi.  —  Ibidem,  Vol.  20',  189S,pag.  703. 

11.  Mago-i.  —  Foro  pitnitario  ectocranico  e  interparietale  in  on  neonato  di  Pteropus  mediiis.  —  Ibi- 

dem,  Vol.  28,  1895. 

12.  Maggi.  — Intorno  al  canale  cranio  faringeo  nei  felidi  e  ieuidi.  —  Boll,  scient.di  Maggi,  Zoia 
e  Be  Giovanni.  Pavia,  n.  3-4,  1895  e  n.  1,  1896. 

13.  Maggi.  —  II  canale  cranio-faringeo  negli  Ittiosanri  omologo  a  quello  deirnomo  e  d'altri  niaiu- 
jniferi.  Rend.  B.  1st.  Lombardo  di  sc.  e  Lett.,   Vol.  31,  1898. 

14.  Mikl  ucho-Maclay.  —  Citato  da  Komiti. 

15.  Komiti.  —  Sopra  il  canale  cranio-faringeo  nell'nonio  esopra  la  ta.sca  ipofisaria  o  tasca  di  Katchke. 
—  Atti  soc.  Toscana  di  sc.  nat.   Vol.   7,  fasc.  1,  Pisa,  1886. 

16.  Komiti.  —  Trattato  di  Anatomia  uormale,   Vol.  1,  pag.  251. 

17.  Rossi  U.  —  II  canale  cranio-faringeo  e  la  fossetta  faringea.  —  Mon.  20ol.  itul.  Vol.  II,  1891. 

18.  Sucbanueck.  —  Ein  Fall  von  Persistenz  des   Hypophysesganges.  —  Anatom.   Anzeigcr,    1887, 

n.  16,  pag.  520. 

19.  Waldschmidt.  —  Beitrii.g  zur  Anatomie  d.  Zentralnervensystems  u.  de.s  Gernchsorgaii  von 
Polypterns  birich.  —  Anat.  Anzeiger,  n.  11;  18S7. 

20.  Zoia.  —  II  gabinetto  d'Anatomia  uormale  della  R.  Uuiversitji  di  Pavia.  —  i°  suppl.  S.  B.,  Pa- 
via, 1805. 

II.   —  Interparietali  e  peeinteparietali.  (') 

1.  Anontchine.  —  Snr  les  anomalies  dn  crane  bnmaine.  —  Mem.  publ.  dans  le  Bull,  de  la  soc. 
d'Anlhrop.  de  Moscou,  1880  {citato  da  B  ianchi  (9)). 

2.  Ardii.  —  Su  alcnne  rare  anomalie  dell'osso  occipitaledeH'uomo.  —  Gibrn.  d.  Acc-  d.  med.  di  To- 
rino, 1892,  n.  5-G. 

3.  Amadei.  —  Crani  di  assassini  ecc.  —  Arch,  di  Lombroso,  Vol.  IV,  1883. 

i.  Baraldi.  —  Alcune  osservazioni  snll'origine  del  cranio  nmano  e  degli  altri  mammiferi,  ovvoro 
craniogenesi  dei  mammiferi.  —  Giorn.  d.  R.  Acc.  di  med.  di  Torino,  An.  XXXV,  Ser.  3,  Vol.  12, 
Torino,   1872. 

5.  Bianchi  S.  —  Contribnto  alio  studio  dollo  ossu  preinterparietali  nei  cranio  amano.  —  Boll,  della 

R.  Acc.  med.  di  Roma,  An.  XIV,  1887-88,  fasc.  IV. 

6.  Biancbi.  —  Anomalie  riscontrate  in  iin  cranio  di  feramina  nata  da  17  giorni.  —  Boll.  R.  Accad. 
med.  di  Roma,  An.  XV,  1889. 

7.  Bianchi.  —  Osaiflcazioni  acces.sorie  aquamo-condiloidee  deH'occipitale  nmano.  —  Lo  Sperinientale, 
Liiglio,  1890. 

8.  Bianchi  e  Marim6.  —  Le  ossa  acceasorie  uel  cranio  degli  alienati.  —  Atciieo  medico  pannetise. 
An.  IV,  fasc.  3-4,  1890. 

9.  Bianchi.  —  SuUo  sviluppo  della  squama  occipitale  e  sal  modo  di  originarsi  delle  varie  forme  delle 
oaaa  interparietali  e  preinterparietali  nei  cranio  nmano.  —  Monit.  Zool  Ital.,  An.  II,  n.  4-5,  Fi- 
renze,  1891, 

10.  Bianclii.  —  Snll' esistenza  di  ossa  interparietali  nol  cranio  di  Sirs  scrofa.  —  Monit.  Zool. 
An.  Ill,  n.  6, 1892. 

11.  Bianchi.  —  Sopra  alcune  variety  del  cranio  os.servatein  feti  nmani  e  d'altri  mammiferi.  —  Ibidem, 
An.  IV,  1893. 

12.  Bianchi.  —  Sulle  ossa  parietali  nei  genere  Bos'  —  Ibidem.  An.  V,  1894. 

13.  Bischoff.  —  Trattato  dello  svilnppo  dell'  uomo,  trad.  Levi.  —  Venezia,  1847  {citato  da 
Bianchi  {6)). 


(')  Altra  bibliografia  trova.si    specialmente  cousultando  i  lavori  del  Marinn')  (.51)    e   del    Miu- 
;azzini  (54). 


250 


14.  Broca.  —  Sur  uiio  momiede  foetus  peiuviou  et  snr  le  pi-etendu  os  tie  1'  Inca.  —Journal  de  FAiiat., 
Paris,  1875  {citato  da  Bianchi  (9)). 

15.  Calori.  —  Dei  wormiani  occipital!    ed    iuterparietali  poateriori  (lei  crani   nostrali  ecc.  —  Memorie 
dell'Acc.  delle  sc.  delV  1st.  di  Bologna,  Ser.  II,  T.  VII,  isai,  pari,  310. 

16.  Calori.  —  SuH'esistenza  di  nn  granile  woriiiiauo  ecc.  —  Ibidem,  Ser.  IV,   T.  V,  1SS4. 

17.  Cliiarugi.  —  Delle  osaa  interparietal!  accessorie  (preinteparietal!)  iiel  cranio  uniano.  —  Boll.  Soc. 
tra  i  cultori  di  sc.  med.,  An.  Ill,  n.  0,  Siena,  issd. 

18.  Cliiarugi.  —  Nnove  osservazion!  .sulle  ossa  iuterparietali  e  preiuterparietali.  —  Atti  R.  Ace.  dei 
Fisiocritici.  Ser.  IV,  Vol.  I,  Siena,  1889. 

19.  De  Arcangelis.  —  Alcune  varietii  niorfologiche  delle   ossa    interparietal!   e  pieiiiterparietali  in 
crani  di  feti  uniani.  —  Annali  di  neurolof/ia.  An.  14,  fasc.  n-4,  Napoli,  1890. 

20.  Debierre.  —  Manuel  d'Embryologie  hu'naine  et  compar6e.  —  Paris,  188G. 

21.  Debierre.  — Un  exemple  d'os  6pactal  sur  un  crSne  de  Fiaiuaud  adulte.  —  Bull,  de  la  Soc.  Anat. 
de  Paris,  1888. 

2i.  Debierre.  —  La  signification  morphologique  de  I'os  anonial  du  crAne  bumaine  appele  os  interpa- 
rietal ou  OS  6pactal.  — Arch,  des  Sciences  med,  n.  1, 189G. 

23.  —  Debierrre.  — Le  developpement  du   segment  occipital  du    crAue.  —  Journal  de  V Anatomic, 
novembre,  1895. 

24.  Falcone.  —  Breve  contribnto  alio  studio  delle  ossa  interparietal!  e  preiuterijarietali.  —  Giorn.  d. 
Assoc,  d.  med.  enat.,  Napoli,  1893-94,  An.  4,  pag.  267. 

25.  Ficalbi.  —  Ossa    accessorie    comparativamente   studiate   nel   cranio   dell' uorao  e  dei  riinanenti 
maraniiferi.  —  Memorie  Soc.  Toscana  di  sc.  nat.  in  Pisa.   Vol.  VII,  fasc.  1,  1885. 

26.  Ficalbi.  —  Ossa  interparietal!  e  preinterparietali.  —  Verb.  Soc.  Toscanasc.  nat.  in  Pisa,  1886. 

27.  Ficalbi.  —  Considerazioni  riassuntive  sulle  o.ssa  accessorie  del  cranio  riei mammiferi  e  deH'aomo. 
Mon.  ZooL,  An.  1,  1890. 

28.  Iriower.  —  An  introduction    to    the    osteology    of    the   Mauitualia.  —  London,    1SS5    (citato    da 
Sergi  (6)). 

29.  Garbigli  etti. —  Ulterior!  considerazioni  auatomo-flsiologiche  intorno  all'osso  nialare. —  Torino, 
1874  {citato  da  Bianchi.  (9)). 

30.  Gosse.  —  Dissertation    sur  lea  races   qui    composaient    rancienue   population    du    Perou.  — Ble- 
moires  de  la  Soc.  d' Anthropologic  de  Paris,  T.  I,  1863,  pag.  166  {citato  da  Bianchi.  (9)). 

31.  Hagen.  —  Uebor  einige  Bildungen   an   der    Hinterhauptcbuppen    des    Menscben.  —  Beitrag   zur 
Antr.  Bayerns  Miinchen,  II,  1880 

32.  Hartniann.  —  Beitriige  zur  Osteologie  der  Neugeborenen. —  Tubingen  1869  {citato  da  Romit  i). 

33.  Jacquard.  —  De  la  valeur  de  I'os  6pactal  comme  caract6re  de  race  en  Anthropologie.  —  Journal 
de  VAnat.  et  de  la  Phys.,  Robin,  186^. 

34.  Kerkringio,  —  Specilegium  anatoniicuin    nee    non   osteogeniaiu  foetura.   —  Amstelodami  1670 
{citato  da  Bianchi  (9)). 

3.5.  Kolliker.  — Entwikelungsgeschichte.  —  Leipzig,  1880. 

36.  Lac  hi.  —  Catalogo  ragionato  del  niuseo  anatomico  di  Siena,  1883. 

37.  Lachi.  —  SuUo  sviluppo  delle  ossa.  —  Siena,  1884. 

38.  Legge.  —  Variet.'k  delle  ossa  del  cranio  e  dolla  faccia.  —  Camerino,  1883. 

39.  Lncae.  —  Die  sutura  trasversa  squamae  occipitis  ecc. —  Frankfurt  1883  {citato  da  Ma  gg  i  {i6)). 

40.  Lucy.  —  Les  anomalies  de  I'occipital  (These).  —  Lgon,  1890  {citato  da  Staurenghi  (74)). 

41.  Maggi.  —  Due  fatti   craniologici    trovati   in    alcuni  maraniiferi  (Xota  prev.).    —   Boll,   scientif. 
An.  XI,  N.  4,  Pavia,  1889. 

42.  Maggi.  —  Preinteparietale  e  fontauelle  interparietal!  in  un  idrccofalo  di  Bos  taurns  }uv.  —  Rend. 
R.  1st.  Lombardo  di  sc.  e  lett.,  Ser.  II,    Vol.  27,  Fasc.  3,  pag.  166,  Milano,  1894. 

43.  Maggi.  —  Suir  interparietale  del  leone.  —  Ibidem,  Ser.  II,  Vol.  27,  Fasc.  5-6,  1894. 

44.  Maggi.  —  Alcune    variety    morfologiche    dei    preinterparietali    asinchiti.  —   Ibidem,    Ser.    II, 

Vol.  27,  pag.  417,  1894. 

45.  Maggi.  —  Variety  morfologiche  degli  interparietal!  e  preintcsrparietal!  nei  feti,  ueonati  e  giovani 
di  cavallo.  —Ibidem,  Ser.  II,  Vol.  29,  1896. 

46.  Maggi.  —  Centri  d'ossificazione  e  principal!  varietii  morfologiche  degli    iuterparietali  nell'  nomo. 
—  Ibidem,  gerie  II,  Vol.  29, 1896,  pag.  634. 

47.  Maggi.  —  Kisultati  di  ricerche  morfologiche  intorno  ad  ossa  e  fontauelle  del   cranio   umano.  — 
Ibidem,  Ser.  II,  Vol.  29,  1896.      \ 

48.  Maggi.  —  Altri  risnltati  di  ricerche  morfologiche  intorno  ad  ossa  cranial!,  crauioiacciali    e   fon- 
tauelle deU'uomo  e  d'altri  mammiferi.  —  Ibidem,  Serie  II,  Vol.  3o,  1897. 


—  251 


i.).  Magjji. —  PJacche  osteoclermiche  interparietali  dcgli  stegocefali  e  lispondeuti  centri  d'ossiftcazioiio 

intcrparietali  dell'nomo.  —  Ibidem,  Scr.  II,  Vol.  SI,  i898. 
nl).   Maggi.  —  Osaicini  sataro-foiitanellari  nel  cranio  dcll'iioino  fossilo.  —  Ibidem,  Ser.  II,  Vol.  32. 1890, 
iil.  Marira6.  —  Sulle  ossa  iutorparietali  e  preinterparietali  nel  cranio  uniaiio. —  Arch,  per  VAntrop. 

e  VEtnol.,  Vol.  18,  Firenze,  1888. 

52.  Meckel.  —  Manuale  d'Anatomia  generate  descrittiva  e  patologica,  trad.  Caimi.  —  Milano, 
1825  (citato  da  Bianchi  (9)). 

53.  Meckel.  —  Trait6  g6n6ral  d'Anatomie  comparee,  trad,  de  rallein.  par  Eiester  et  Sanson.  — 
Paris,  1820,  T.  IV  {cifdto  da  Bianchi  (6)). 

54.  Mingazzlni.  —  Osservazionl  anatomiche  sopra  75  crani  di  alienati.  —  Aiti  It.  Ace.  med.  di 
Eoma,  An.  XIII.  Ser.  II,  Vol.  Ill,  pag.  158. 

6.5.  Mor.selli.  —  Sa  alcune  auoiualie  dell'osso  occipitale  negli  alienati.  —  Riv.    sperim,.    di   Frenia- 

tria,  XVI,  1800. 
56.  Owen.  —  Principes  d'Osteologie  comparee  etc.  —  Paris,  1855,  par/.  35  {citato  da  Ficalbi). 
hi.  Pitzorno.  —  Qnattordici  crani  con  oaaa  accessorie.  —  Arch,  per  VAntrop.  e  VEtnol.,    Vol.    II, 

fasc.  1,  Firenze,  1805. 

58.  Pozzi.  —  Dictionnaire  encyclopedique  des  Sciences  Medicales,  art.  crane.  —  Pajr.  451  {citato  da 
Bianchi  (9)). 

59.  Kambaud  et  Renault.  —  Origine  et  developperaent  dea  oa.  Paris,  1S(>4. 

GO.  Kiccardi.  —  Studi  iutorno  ai  crani  papuani.  —  Arch,  per  VAntrop.  e  VEtnol.,  Firenze,  1878. 

61.  Richiardi.  —  Processo  verbale  adnnanza  14  Gennaio  1877.  —  Soc.  Toscana  di  Sc-  nat.  in  Pisa 
{citato  da  Bianchi (5)). 

62.  Romiti.  —  Lo  sviluppo  e  le  rariet.^  dell'osso  occipitale  noil'  nomo.  —  Atti  E.  Ace.  Fisiocritici, 
Siena,  Ser.  Ill,  Vol.  Ill,  1881. 

63.  Komiti.  —  Oasa  interparietali  umane.  —  Atti  Soc.  toscana  di  se.  nat.,  Pisa,  Gennaio  1882. 

64.  Romiti.  —  Ancora  sulle  ossa  interparietal!  umane.  —  Boll.  Soc.  fra  i  cultori  di  se.  med  di 
Sie7ia,  1884,  pag.  78. 

6.5.  Romiti.  —  Per  la  storia  delle  ossa  interparietali  nell'uorao.  —  Ibidem,  1885,  pag.  238. 
66.  Romiti.  —  Trattato  d'Anatomia  dell' iiomo.  —  Milano,  Vol.  I,  pag.  242. 
&!.  Riiini.  —  Anatomia  del  cavallo.  —  Bologna,  1508  {citato  da  Ficalbi  {26)). 

68.  Sergi.  —  Interparietali  e  preinterparietali  del  cranio  umauo.  —  Atti  R.  Ace.  med.  di  Roma, 
An.  XII,  Vol.  II,  1886. 

69.  Sergi.  —  Crani  .siamesi.  —  Boll.  d.  R.  Ace.  med.  di  Roma,  An.  XVI,  fase.  5,  Roma,  1880-00. 

70.  Serrea.  —  Lois  de  I'oateogenie.  —  Citato  da  B ianchi  {9). 

71.  Staurenghi.  —  Dimostrazione  dell'esistenza  delle  osaa  preinterparietali  nei  crani  normali  di 
Bos  taurus  L.  e  deW  Ovis  aries  L.  e  della  autura  sagittale  nel  Bon  taurus.  —  Boll.  Soc.  med. 
chir.  di  Pavia,  1805. 

72.  Staurenghi.  —  Osaa  interparietali  in  una  Columba  livia.  —  Ibidem,  Aprile,  1805. 

73.  Staurenghi.  —  Ossa  soprannuraeraiie  nel  cranio  dell'Anser  d.  oraologhe  alle  o.saa  interparietali 
dei  mammileri.  —  Ibidem,  Luglio  1896. 

74.  Staurenghi.  —  Contribnzione  all 'osteogenesi  dell'occipitale  umauo  e  dei  mammiferi  con  una 
nota  aullo  sviluppo  del  frontale  e  del  parietale  dell'uomo.  —  Ibidem,  28  Maggio,  1807. 

75.  Staurenghi. —  Nuove  ricerche  aulle  ossa  interparietali  degli  uecelli.  —  Ibidem.  1000. 

76.  Stieda.  —  Die  anomalien  der  raenachlichen  Hinterhauptschtippe.  —  Anat.  Hefle,  1892. 

77.  Virchow.  — Ueber  einige  Merkmale  niederer  IVIenscheuraaae  am  Schadel.  — Abhandl.  der  K. 
Akad.  der  Wissensehaft,  Berlin,  1875. 

78.  Welcker.  —  Untersuchungen  iiber  Wachathum  uud  Bau  des  meuachlichen  Schadels.  —  Leipzig, 
1862,  Bd.  I. 

79    Wiedersheim.  —  Compendio  d'Anatomia  comparata  dei  vertebra ti.  —  Trad.  Cattaneo. 


III.    —  FOSSETTA    FABINGEA. 


1.  Morsel  li.  —  Sn  alcune  anomalie  dell'osso  occipitale  negli  alienati.  —  Riv.  sper.    di  freniatria, 

R.  Emilia,  Vol.  16,  fasc.  3°. 

2.  Pandolfiui  e  Ragnotti.  —   Osservazioui    anatomiche.  —  Atti   Ace.    med.  eliir.    d.    Perugia, 

Vol.  10,  1808. 


252  — 


3.  Romiti.  —  Annunzio   di  alcune  ricerche  anatoiniche  ecc.  — Boll.   Soc.  fra    i    adtori    delle  sc. 
med.  in  Siena,  IV,  1886,  fasc  5,  par/.  161. 

4.  Romiti.  —  La  fossotta  fariugea  uell'osgo  occipitale  dell' uouio.  —  Atti  soc.   Toscana  di  sc.  nat., 

Vol.  11,  1S90. 

5.  Rossi.  —  II  cauale  cranio -favingeo  e  la  fossetta  fariugoa,  ricerclie  antiopologicLe.  —  3Ion.  ZooL, 

Firenze,  Ari.  II,  1801. 


TIZIE 


Annunziamo  la  morte  del  Chiarissimo  Prof.  G.  Y.  Ciaccio,  Diretfcore  del 
Gabinetto  di  Anatomia  Comparata  della  R.  Universiba  di  Bologna.  Di  lui  e 
delle  sue  opere  diremo  nel  prossimo  numero. 


CosiMO  Cherubim,  Amministratokk-kespons.\bile. 


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12  settembro  1894,  Band  XI,  Heft  2) 
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(Pubblicazioni  Itali;Mie  di  Zoologia,  Anatomia,  Eiubriologia) 

Organo   ufficiale   della   Unione  Zoologica   Itaiiana 


DIRKTTO 

DAI  DOTTORI 


GIULIO  CHIARUGI 


EUGENIO  FICALBI 


I'lof.    (li    Ati;itoiiii:i    uiiuiiia 
iK.'l  l;.  Tslituto  (U  Studi  Super,  in  FiiX'iize 


Prof,  di  Anatomia  coiup.  a  Zoologia 
nella  K.  Universitil  di  Padova 


Ufficio  di  Direzione    ed.   Amministrazione  :  Istituto  Anatoiiiico,   Firenz 
IS  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno        Firenze,  Sett  em  tore  1901 


N.  9 


SOMMABIO  :  BinLioGRAFiA.  —  Pag.  253-260. 

CoMUNicAzioNi  Obiginali:  Qhigi  A.,  Anomalie  negli  arti  posteriori  di  un  polio. 
(Con  4  figure). —  Qiuffrida=Ruggeri  V.,  Osso  nasale  bipai-tito,  postfrontale  e 
altri  wormiani  nello  scheletro  faceiale.  (Con  7  figure).  —  Pag.  260-274. 

Studio  collettivo  del  peso  dell' encefat.o  negli  italiani:  Elenco  delle  Osserva- 
zioni  inviate.  1^  Serie.  —  Pag.  274. 

NoTiziE.  —  Pag.  275. 

Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  che  si  pubblicano   nel  Monl- 
to)'c  Zoolof/ico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 


St  da  nottzia  sollanto  del  Icwori  pubbllcatl  in  Italki. 


I.  Scritti  general!  di  Zoologia  e  di  Anatomia. 

--  Rendiconto  della  Seconda  Assembiea  ordinaria  e  del  Convegno  deirUnione 
Zoolog-ica  itaiiana  in  Napoli  (10-13  aprile  1901).  —  Estr.  di  pag.  66  dal 
Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  7-8.  Firenze,  Soc.  Up.  fiorentina,  1901. 

Amieo-Roxas  S.  —  La  trapiantazione  ovaricain  rapporto  al  processo  deU'ovu- 
lazione,  della  gravidanza  e  del  metabolismo  organico.  —  Arch,  di  Ostetr.  e 
Ginecol.,  An.  8,  N.  5,  pag.  262-288  e  N.  6,  'pag.  344-368.  Napoli,  1901. 

Andres  A.  — La  lotta  per  1' e.sistenza  sostenuta  dairuomo  centre  gli  ani- 
mali:  discorse  inaugurals.  —  Parma,  tip.  Rossi-Ubaldi,  1901. 

Andres  A.  —  La  determinaziene  della    lunghezza  base  nella  misuraziene   ra- 
zienale  degli  erganismi.  —  Rendic.  </.  R.  Istit.  Lomb.  di  Sc.  e  Lett.,  Serie  2, 
Vol.  34,  Fasc.  6,  pag.  406-414.   Milano,  1901. 
M.  Z. 


—  254  — 

Andres  A.  —  I  punti  estremi  della  lunghezza  base  nella  misurazione  razionale 
degli  organismi.  —  Rendic.  d.  R.  Istit.  lombardo  di  Sc.  e  Lett.,  Serie  2, 
Vol.  34,  Fasc.  11-12,  jJag.  671-680.  Milano,  1901. 
Antonelli  G.  —  Discorso  letto  in  occasione  dell'  apertura  del  nuovo  Istituto 
di  Anatomia  umana  norinale  nel  di  7  Gennaio  1901.  —  Napoli,  Stab.  tip. 
d.  R.  Univei-sittl,  1901,  pp.  18. 
Asturaro.  —  Sociologia  zoologica.  I.  —  Riv  di  Biol ogia  generate.  An.  3,  N.  1-2, 

pag.  63-79.  —  II.  ~  Ibidem,  N.  6-7,  pag.  461-516.  Como,  1901. 
Bertaceliini  P.  —  Brachidattilia  generale    e  Zoomimetismo    da    impressione 
•  uiaterna.      Bull.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Modena,  An.  3,  Fasc.  /.  Modena,  1900. 
Cameraao  L.  —  Lo  studio  quantitative   degli   organismi   e  gli  indici  di  mau- 
canza,  di  correlazione  e  di  asimmetria.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  di  Torino, 
Vol.  86  (1900 -90 i),  Disp.  10,  pag.  371-376.  Torino,  1901. 
Camerano  L.  —  Lo  studio  quantitativo  degli  organismi   e  gli  indici  di  varia- 
bilita,  di  variazione,  di  frequenza,  di  deviazione   e  di  isolatnento.  —  Atti  d. 
R.  Accad.  d.  Sc.  di  Torino,  Vol.  35,  Disp.  10,  pag.  432-448.  Torino,  1900. 
Cattaneo  G.  —  I  metodi  somatometrici  in  Zoologia.  —  Riv.  di  Biologia  gene- 
rale.  An.  3,  N.  4-5,  pag.  283-303.  Como,  1901. 
Cattaneo  G.  —  Le  vai-iazioni  in  lapporto  alia  mole,  o    a    una    data    dimen- 
sioue.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  compar.  d.  R.  Univ.  di  Geneva, 
N.  105.  Genova,  1901,  pp.  5. 
Foa  P.  —  Necrologia  del  Prof.  Giulio  Bizzozzero.  —  Gazz.  med.  di  Torino,  An. 

52,  N.  20,  pag.  383-400.  Torino,  1901.  (Con  ritratto). 
Foa  C.  —  Suirinnesto  delle  ovale.  —  Riv.  di  Biologia  generale,   An.  3,  N.  4-5, 

pag.  321-328.  Como,  1901. 
Foa  C.  —  Sul  trapiantamento  dei  testicoli.  —  Riv.  di  Biologia  generale,  An.  3, 

N.  4-5,  pag.  329-339.  Como,  1901. 
Foa  C.  —  Sur  la  transplantation  des  testicules.  —  Arch.  ito.l.  de  Biologie,  Tome 

35,  Fasc.  8,  pag.  837-348.  Turin,  1901. 
Foa  C.  —  Sur  la  grefife  des  ovaires.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  35,  Fasc.  3, 

pag.  364-872.  Turin,  1901 
Galeotti  G.  —  Le  soluzioni  coUoidi  dei   metalli  e  i  loro  rapporti  con  certi  fe- 
nomeni  biologici.  —  Rendic.   d.  adun.   d.   Accad.  medico-fisica  fiorciitina; 
seduta  d.  14  Novemhre  1900,  in:  Lo  Sperimentale  {Arch,  di  Biol.  norm,  e 
patol.).  An.  54,  Fasc.  6,  pag.  588-591.  Firenze,  1900. 
Geremieea  M.  —  Le  differenze  trapianteed  animali  secondo  un  naturalista  del 
secolo  XVIII  [Carlo  Bonnet].  — Napoli,  tip.  Gennaro  WL  Priore,  1001,  jjp.  24. 
Giglio-Tos.  E.    -    A  proposito    di    assimilazione    e    di    riprodiizioue.    [Lettera 
aperta  al  sig.  Carlo  Foa|.  —  Riv.    di    Biologia   generale,    An.    8,    N.    1-2, 
pag.  105-108.  Como,  1901. 
Herlitzka  A.  —  Ricerche  sul  trapianto   delle  ovale.  —  Arch.  Ital.  di  Ginecol., 

An.  3,  N.  2,  pag.  134-137.  Napoli,  1900. 
Leardi-Airaghi  Z.  —  I  metodi  grafici  nello  studio  della  distribuzione  degli 
animali.  Con  2  tav.  —  Atti  d.  Soc.  Ital.  di  Sc.  Nat.  e  d.  Museo  Civico  di 
St.  Nat.  in  Milano,  An.  89,  Fasc.  2,  pag.  93-105.  Milano,  1900. 
Lopez  C.  —  Sui  programmi  di  Storia  Naturals  nelle  scuole  classiclie:  lettera 
aperta  al  Prof.  Aser  Poll.  —  Riv.  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  20,  N.  7-8,  pag.  78- 
77.  Siena,  1900. 


—  255  — 

Morpurgo  B.  —  Coramemorazione    del  Prof.  Giulio  Bizzozero.  —  Siena,   tip. 

cooper.,  1901,  pp.  29.  Con  ritratto. 
Paratore  E.  —  Alcune   osservazioni   sul  programma  di  Scienze  Natural!  nelle 

Scuole  complemeutari.  —  Boll.  d.  Naturalista,  An.  20,  N.  0-10,  pay.  07-99. 

Siena,  1900. 
Paratore  E.  —  Le  funzioni  della   vita.  —  Rio.  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  21,  N.  1, 

pag.  1-8  e  N.  3-4,  pag.  89-45.  Siena,  1901.  (Continua). 
Parona  C.  —  II  Museo  Zoologico  dell'  universita  di  Geneva.  —  Boll.  d.  Musei 

di  Zool.   ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Geneva,  1900,   N.  94.   Genova,  lij). 

Ciminago,  pjy.  10. 
Pavesi  P.  —  L' abbate    Spallauzani    a    Pavia.  Con    31  documenti,  1  tav.  e 

14  fotoincisioni.  —  Mem.  d.  Soc.  ital.  di  Sc.  Nat.  e  Mitseo   civ.  di  St.  Nat. 

di  Milano,   Vol.  6,  Fasc.  3.  Milano,  tij).  Bernardoni,  1901,  pp.  68. 
Poll  A. —  Ancora  deH'insegnamento  della  Stoi'ia  Xaturale   nelle  scuole  clas- 

siche:  replica  al  Prof.  Lopez.  —  Riv.  ital.   di    Sc.   Nat,    An.   20,  N.   7-8, 

pag.  77-80.  Siena,  1900. 
Puccini  E.  —  II  concetto  delle  armouie  nello  studio  delle  scienze  natural! :  let- 

tera  aperta  a  Francesco    Torraca.    Con    tav.  —  Pistoia,   tip.    Flori.    100 1. 

pp.  22. 
Sacerdotti  C.  —  L' opera  scientifica  di  Giulio  Bizzozero.  —  Giorn.  d.  R.  Accad. 

di  Medicina  di  Torino,  An.  64,  N.  5,  pag.  321-342.  Torino,  1901. 
Todaro  F.  —  Commemorazione  del  Prof.    Corrado  Tommasi-Crudeli.  — 

Estv.  d.  Rendic.  d.  R.  Accad.  d.  Lincei  {CI.  di  sc.  fis.,  matem.  e  nat.),  Vol.  9, 

P  Sem,  Ser.  5,  Fasc.  11.  Roma,  1900. 
Torossi  G.  B.   —  II  Gabinetto  di  storia  naturale   dell'Istituto    tecnico  A.  Fu- 

sinieri  [in  Vicenza]:  relazione.  —   Vlcenza,  tip.  Fabris,  1901,  pp.  26. 
Veneziani  A.  —  Un  congresso  zoologico.  —  Rio.  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  20,  N. 

11-12,  pag.  129- 131.  Siena,  1900. 
Vignoli  T.  —  Cenno  commemorativo  del  conipianto  ed  illustre  Alfonso  Milne- 
Edwards.  —  Atti  d.  Soc.  ital.  di  Sc.  nat.   e  d.  Museo  Civico  di  St.  Nat.  in 

Milano,  An.  39,  Fasc.  2,  pag.  107-109.  Milano,  J.900. 

II.  Evoluzionismo  biologico.  Filogenia. 

Ariola  V.  —  Un  evoluzionista   del  secolo  XVIII.  —  Boll.  d.   Musei  di  Zool.  e 

Anat.  compar.    d.  R.    Univ.  di  Genova,  1900,  N.  90.  Genova,  tip.  Ciminago, 

pp.  11. 
Fairfield  Osborn  E.  —  Dai  Greci  a  Darwin :  disegno  storico  dello  sviluppo 

deir  idea   dell' evoluzione:    traduz.    del  Dott.  Giuseppe    Nobili.  —  Torino, 

Bocca  edit.,  1901,  pp.  vi,  261. 
Giuffrida  Ruggeri  V.  —  Dal  paleolitico   al  neolitico:  Una  nuova  pagina  del- 

r evoluzione  umana.  —  Riv.  di  Sc.   biologiche,    An.  2,   N.  8,  pag.  620-625, 

Como,  1900. 
Mantegazza  P.  —  L'evoluzione  regiessiva.  —  Riv.  internaz.  d^ igiene  e  di  or- 

ganoopoterapia,  An.  I'-},  N,  1,  pag.  10.  NapoU,  1901. 
Pasini  G.  A.  —  L'evoluzione  del  cavallo  attraver.so  la  storia.   -    Piacenza,  tip. 

Porta,  1900,  p.  iiij,  327. 
Wiedersheim  R.  —  Organi  rudimentali  deU'uomo.  Con  19  fig.  —   Riv.  di  Sc. 

biologiche,  A^i.  2,  N.  11-12,  pag.  SOl-830.  Como,  1900. 


256 


III.  Ontogenia  (EmTbriogenia.  Organogenia). 

Bancbi  G.    —   L' influenza  delle   cause  meccaniche   nello    svilujjpo   delle  ossa. 
Con  tav.  III.  —  Lo  Sperimentale  {Arch,  di  Biol.   norm,  e  patoL),   Vol.  55, 
Fasc.  3,  pay.  371-389.  Firenze,  1901. 
Barberio  M.  -  •  Saggio  intorno  alio  studio  della  decidua  abortiva.  Con  tav. — 
Giorn.  d.  Associaz.  napoletana   di   Medici   e   Naturalisti,  An.  10,  Puiit.   (j, 
pag.  387-413.  Napoli,  1900. 
Bertaecliini  P.  —  Tentativi  di  produzioue  artificiale  dell' iperdattilia  in  larve 
di  Rana.  -   Bull.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Modena,  An.  3,  Fasc.  i.  Modena,  1900. 
Bertaecliini  P.  —  Esperienze  sul  potere  rigenerativo  delle  prime  cellule  em- 
brionali  della  Rana.        Boll.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Modena,  An.  3,  Fasc.  1. 
Modena,  1900. 
Bertaecliini  P.  —  Sullo  syiluppo  dell'  umor  vitreo   —  Boll.  d.  Soc.  med.-chir. 

di  Modena,  An.  3,  Fasc.  i.  Modena,  1900. 
BueciL.  —  Goutributo  alio  studio  della  decidua  uterina  nella  gravidanza  extra- 
uterina.  —  Arch.  ital.  di  Ginecol.,  An.  3,  N.  6,  pag.  529-532.  Napoli,  1900. 
Bueei  L.  —  Contributo    alio    studio   della    decidua    uterina    nella   gravidanza 
extrauterina.  Con  tav.  —  La  Fuglia  medica,  An.  8  {Serie2),  N.  5,  pag.  123- 
134  e  N.  6,  pag.  170-182.  Bari,  1901. 
Caselli  A.  —  Influenza  della  funzioue   deiripofisi    sullo  sviluppo  dell' orgaui- 
smo.  —  Riv.  sperim.  di  Freniatria,  Vol.  26,  Fasc.  1,  pag.  176-177.  Reggio 
Emilia,  1900. 
Chiarugi  G.  —  Contribuzioni  alia  embriologia    unaana  normale  e  patologica. 
Con  tav.  e  una  zincotipia  nel  testo.  —   Lo  Sperimentale  {Arch,  di  Biol, 
norm,  e  patol.),  An.  55,  Fasc.  1,  pag.  107-116.  Firenze,  1901. 
Coeelii  A.  —  Nuove  ricerche  sperimentali  sulla  placenta.  —  Ssir.  di  pag.  20  d. 

Annali  di  Ostetr.  e  Ginecol.,  N.  3,  1901. 
Coeehi  A.  —  Sopra  il  nucleoproteide  della  placenta    uraana.  --  Lo  Sperimen- 
tale {Arch,  di  Biol.  norm,  e  patol),  An.  55,  Fasc.   4,  pag.  469-474.  Firen- 
ze, 190  i. 
D'Erehia  F.  —  Sulla   struttura  e  sulle  connessioni  della  notocorda  in  un  em- 
brione  umauo  della  lunghezza  di  mm.  3  in  linea  retta.  —  Monit.  Zool.  Ital., 
An.  12,  N.  1,  pag.  10-16.  Firenze,  1901 
D'ErclaiaF.  —  Sull'annidazione  dell'uovo   e  sullo  sviluppo   e  struttura  della 
placenta  allantoidea  e  vitellina  nel  topo  bianco.  Con  tav    I  e  II.  —  Annali 
di  Ostetricia  e  Ginecol,  An.  23,  N.  3,  pag.  173-214.  Milano,  1901.  V.anche: 
Atti  d.  Soc.  ital.  di  Ostetricia  e  Ginecol,  Vol  7,  1900. 
D'Erehia  F.  —  Di  un  piccolo  corpo  vescicolare  posto  sulla  volta  del  cervello 
anteriore  di  un  embrione  umano,  lungo  3,5   mm.   in   linea   retta.  —  Monit. 
Zool.  Ital,  An.  12,  N.  2,  pag.  40-43.  Firenze,  1901. 
D'Erehia  F.  —  Rottura  dell' amnios  e  penetrazione  della  vescicola  ombeiicale 
nella  cavita  amniotica  di  un  giovane  novo   umano:  ricerche  anatomiche  e 
cliniche.  —  Annali  di   Ostetr.  e  Ginecol,   An.  23,   N.   5,  pag.  441-459.  Mi- 
lano, 1901. 
D'Erehia  F.  —  Studi   sperimentali  sulla  ritenzione  degli  annessi  ovulari.  Con 
tav.  —  Estr.  d.  Atti  d.  Soc.  ital.  di  Ostetr.  e  Ginecol,   Vol.  6,  pag.  312-333, 
1899. 


—  257  — 

D'Ercbia  F.  —  Lo  strato  cellnlare  di  Langlians  ed  il  siucizio  dei  villi  coriali 

di  un  giovane  novo  umano.  —  Annali  di  Ostetr.   e   GineeoL,  An.  23,  N.  6, 
■  pag  628-632.  Milano,  1901. 
Dorello  P.  —  Descrizione  di  un  uovo  umano  anomalo.  Con  tav.  5'.  —  EicercJie 

fatte  nel  Laborat.  di  Anat.  norm.  d.  R.  Univ.  di  Ro'iiia  ed  in  altri  Lahorat 

biol.,  Yol.  8,  FasG.  1,  pag.  71-82.  Roma,  1901. 
Falcone  C.    —  Sopra  una  particolavita   di   sviluppo    della    colonna    vertebrale 

neir  embrione  umano.  Con  figg.  —  Giorn.  internaz.   d.   Sc.    med.,    An.  23, 

Fasc.  12,  pag.  543-549.  NapoU,  1901. 
Foa  C.  —  Sullo  sviluppo  extra-uterino  dell' uovo  di  Mammifero.  —  IjO  Speri- 

mentale  (Arch,  di  Biol.  norm,  e  patol.),  Vol.  55,  Fasc.  3,  pag.   363-310.  Fi- 

renze,  1901. 
Fragnito  O.  —  Lo  sviluppo  della  cellula  nervosa  e  i  canalicoli  dell' Holmgren 

con  figg.  —  y4nna?z  di  Nevrologia,  An.  18,  Fasc.  6,  pag.  433-441.  Napoli,  1900. 
Giannelli  L.  —  SuUp  sviluppo  del  pancreas  e  delle    ghiandole  intraparietali 

del  tubo    digestive   negli  anfibi  urodeli  (gen.  Triton).  —  Monit.  Zool.  ital., 

An.  12,  N.  7,  pag.  207-209.  Firenze,  1901. 
Herlitzka  A.  —  Nouvelles  recherches  sur  le  developpement  des  blastoraeres 

isoles.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  35,  Fasc.  1,  pag.  132-142.  Turin,  1901. 
Livini  F.  —  Sviluppo  di  alcuni  organi  derivati  dalla  regione  branchiale  negli 

aulibi  urodeli.  Con  tav.  XV.  —  Monit.  Zool.  ital,  An.  11,  N.  12,  pag.  365-369. 

Firenze,  1900.  {Continua). 
Paladino  G.  —  Della  decidua  e  deiia  sostituzione   alia    maucaaza   del  vitello 

nutritivo  nell'uovo  dei  mammiferi  durante  i  primi  tempi  dello  sviluppo  od 

avauti  la  circoluzione  placentare.  —  Arch,  di  Ostetr.  e  GinecoL,  An.  8,  N.  4, 

pag.  193-199.  Napoli,  1901. 
Paladino  G.  —  De  la  caduque  et  de    sa    fonction    nutritive    durant    les    pre- 
miers temps  du   developpement  ou    ayant    la    circulation    placentaire,    en 

I'absence  du  vitellus  nutritif  dans  I'oeuf  des  mammiferes.  —  ArcJi.  ital.  de 

Biologie,  Tome  35,  Fasc.  3,  pag.  407-412.  Turin,  1901. 
Paladino  G.   —  Contribuzione  alle  conoscenze  suUa  struttura  e  funzione  della 

vescicola  ombelicale  nell'uomo    e   uei    mammiferi.  —  V Arte    med.,'  An.  3, 

N.    6,  pag.  102.  Napoli,  1901. 
Paladino  G   —  A  propos  de  la  question  controversee  relative  k  I'essence  du 

corps  jaune.  —  Arch.    Ital.  de  Biologie,  Tome  34,  Fasc.  2,  pag.   228-232. 

Turin,  1901. 
Raineri  G.  —  II  tessuto  elastico  negli  anuessi  i'etali  a  varie  epoche  della  gra- 

vidanza.  —  Giorn.  d.  R.    Accad.    di   Medicina    di    Torino,    An.    64,   N.  5, 

pag.  393-395.  Torino,  1901. 
Sfameni  P.  —  Sulla  composizione  chimica  della  placenta  e  del  sangue  I'etale 

nel  momento  del  parto.  —  Annali   di    Ostetr.    e    GinecoL,  An    22,    N.    11, 

pag.  1009-1028.  Milano,  1900. 
Sfameni  P.   -    Sur  la  composition  chimique  du  placenta  et  du  sang  foetal  au 

moment    de    Taccouohement.    (Premier    Note).  —  Arch.    ital.    de    Biologie, 

Tome  34,  Fasc  2,  pag.  216-228.  Turin,  1901. 
Sfameni  P.  —  Sur  la  composition  chimique  du  placenta  et  du  sang  foetal  au 

moment  de  I'accouchement.  (Seconde  Note  :  Contenu  du  nucleone).  —  Arch. 

ital.  de  Biologie,  Tome  35,  Fasc.  3,  pag.  370-380.  Turin,  1901. 


258 


Tornatola  S,  —  Nota  di    embriologia    oculare.    Con    3    tav.  —  Messina,  tip. 
Critpi,  1901,  pp.  26. 

IV.  Istologia. 

Baroneini  L.  e  Berretta  A.  —  Ricerche  istologiche  sulle  modificazioni  degli 

organi  nei  mamnaiferi  ibernanti.  —  La  Riforma  medica,  An.  11,  N.  7  {Vol.  1, 

N.  7),  pag.  76-78.  Napoli,  190 i. 
Biffi  U.  —  Sulla  natura  e  sul  significato  delle  granulazioni  iodofile  e  di  quelle 

eosinofile  nei  leucociti.  —  II  PoUclinico,  An.  8,  Vol.  8-M,Fasc.  7,  pag.  299- 

308.  Ro7na,  1901. 
Camia  M.  —  Sulle  modificazioni  acute  delle  cellule  nervose  per  azione  di  so- 

stanze   convulsivanti    e    narcotizzanti.  —  Rendic.    d.    adunanze   d.    Accad. 

med.-fis.  Fiorentina,  seduta  d.  20  febbraio  1901,   in:  Sperimentale  {Arch. 

di  Biol.  nonn.  e  patoL),  Vol.  55,  Fasc.  2,  pag.  305-306.  Firenze,  1901. 
Camia  M.  —  Sulle  modificazioni  acute  delle  cellule  nervose  per  azione  di  so- 

stauze  convulsivanti  e  narcotizzanti.  Con  figure.  —  Riv.  di  Patol.  nevDosa  e 

mentale.  Vol.  6,    Fasc.  1,  pag.  1-37.  Firenze,  1901. 
Camia  M,  —  Nuovo   contribute  alia  conoscenza  delle   alterazioni  del    sistema 

nervoso  centrale   nelle  psicosi    acute    confusionali.    Con  figg.  —  Giorn.  d. 

R.  accad.  di    Medicina    di    Torino,    Vol.    6,    Fasc.   8,   pag.    352-365.    Fi- 
renze, 1901. 
Carini  F.     -  Le  modificazioni  strutturali    delle    cellule    nervose    del    midollo 

spinale  nella    cocainizzazione   alia  Bier.  —  //    PoUclinico    {SuppL),  An.  7, 

Fasc.  8,  pag.  225-227,  Roma,  1900. 
Cesaris-Demel  A.  —  Sulla  sostanza  cromatofila  endoglobulare  in  alcuni  eri- 

trociti.  Con  tav.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.   Sc.  di   Torino,    Vol.  36,   Disp.   5, 

pag.  207-221.  Torino,  1901. 
Crevatin  F.  —  Sopra  le  terminazioni    nervose    nei    tendini    dei    pipistrelli.  — 

Rendic.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  Istit.   di   Bologna,    seduta    d.    16   dicembre 

1900,  in:  Boll.  d.  Sc.  Mediche,  An.  72,  Serie  8,  Vol.  1,  Fasc.  2, pag.  101-102. 

Bologna,  1901. 
Crevatin  F.  —  Su  di  alcune  particoiari   forme   di    terminazioni    nervose    nei 

muscoli  che  muovono  1'  occhio.  —  Rend.  d.  R.  Accad.  d.   Sc.    d.    Istit.    di 

Bologna,  seduta  d.  16  dicembre  1900,  in :  Bull.  d.  Sc.  med.,  An.  72,  Sei'ie  8, 

Vol.  I,  pag.  103-104.  Bologna,  1901. 
Crevatia  F.  —  Sulle  fibrille  nervose  ultraterminali.  —  Rendic.  d.  R.  .^ccad.d. 

Sc.  d.  Istituto  di  Bologna,  An.  Accad.  1900-901,  in :  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  72, 

Ser.  8,  Vol.  1,  Fasc.  5,  pag.  270-271.  Bologna,  1901. 
Crisafulli  E.  —  Ricerche   comparative  di   elettro-fisiologia    e    fine    anatomia 

sui  nervi  elettrici.  Con  tav.  e  figg.  nei  testo^  —  Giorn.  d.    Assoc,    napolet. 

di  Medici  e  Naturalisti,  An.  11,  Punt.  1,  pag.  42-72.  Napoli,  1901.  {Con- 

tinua). 
Donaggio  A.  —  Sulla  preseuza  di  sottili  fibrille  tra  le  maglie  del  reticolo  pe- 

riferico  nella  cellula  nervosa.  Con  fig.  —  Riv.  sperim.  di  Freniatria,  Vol.  27, 

Fasc.  1,  pag.  127-131.  Reggio  Emilia,  1901. 
Drago  U.  —  Ricerche   comparative  ed  embriologiche    sulle    terminazioni  rao- 

trici  periferiche   nei  Vertebrati.  —  Boll.  d.  R.   Accad.   medica    di   Roma, 

An.  26,  Fasc.  7-S,  pag.  465-485.  Roma,  1900.  Con  tav. 


259 


Galeotti    G.  —  SuUe  proprieta  osmotiche    delle   cellule.    Con   tav.  IV  e  V.  — 

Riv.  di  Sc.  biologiche,  An.  2,  N.  11-12,  pag.  875-903.  Cmnn,  1900. 
Galeotti  G.   -    Sull'importanza  del  nucleo  cellulare  nei  processi  di  secrezioile. 

—  Monit  Zoo/.   Ital ,  A7i.  12,  N.  1,  pag.  31-32.  Firenze,  1901. 
Marehesini  R.  —  Sopra  una  probabile  derivazione  delle  cellule  eosinofile.  — 

Boll.  d.  Soa.  Zool.  ital.,  An.  9  {Serie  2,   Vol.  1),  Fasc.  5-6,   pag.   240-244. 

Enma,  1900. 
Mingazzini  P.  —  Cambiamenti  morfologici    deU'epiteiio    intestinale    durante 

lo  assorbimento  delle  sostanze  alimentari.    Con    tav.   4'\  —  Ricerche    fatte 

nei  Laborat.  di  Anat.  norm.  d.  R.  Univ.  di  Roma  ed  in  altri  Laborat.  biol., 

Vol.  S,  Fasc.  1,  pag.  41-64.  Roma,  IfJOl. 
Monforte    P.  —  Contributo   alio  studio   della   struttura    intima    della    cellula 

nervosa  nei  vertebrati,  —  Boll.  d.  Soc.   Lancisiana   d.  Ospedali    di   Roma, 

An.  20,  Fasc.  1,  pag.  113-144.  Roma,  1900. 
Negri   A.  —  Sulle  moditicazioni  di  struttura   degli   elementi  del  saugue  r.ella 

coagulazione.  —  Rendic.  d.  R.  Istit.  Lomb.  di  Sc.  e  Lett.,   Serie  2,    Vol.  34, 

Fasc.  5,  pag.  379-384.  Milano,  1901. 
Pellacani    P.    -    Contribuzioni  alio  studio  della  vita  postuma  dei  tessuti. —  Boll. 

d.  R.  Accad.  med.  di  Roma,  An.  26,  Fasc.  7-8,  pag.  528-546.  Roma,  1900. 
Pensa  A.  —  Osservazioni  sulla  struttura  delle  cellule  cartilaginee.  —  Rendic. 

d.  R.  Istit.  Lomb.  di  Sc.  e  Lett.,  Serie  2,  Vol.  34,  Fa.sc.   7,  pag.   443-447. 

Milano,  1901. 
Perroneito  A.  —  Sulla   terminazione  dei   nervi  uelle  tibre  muscolari    striate. 

Con  figure.  —  Rendic.  d.  R.  Istit.  Lomb.  di   Sc.  e   Lett.,    Srrie  2,    Vol.  34, 

Fasc.  3,  pag.  164-170.  Milano,  1901. 
Perroneito  A.  —  Sulla  terminazione  dei  nervi    nelle    fibre  muscolari  striate. 

Con  figg.  —  Estr.  di  pag.  14  d.  Boll.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Pavia,  Seduta  d. 

P  febbraio  1901.  Pavia,  tip.  coop.,  1901. 
Petrone  A.  —  Sul  destine  del  nucleo  degli  eritroblasti.  —  Boll.  d.  Accad.  Gioe- 

nia   di  Sc.  Nat.  in  Catania,  Fasc.  6S.  Catania,  1901,  pp.  3. 
Petrone    A.    —    Per  1' autonomia   delle    piastrine:  ricerche  microchimiche. — 

Estr.  d.  Boll.  d.  Accad.  Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Catania,  Fasc.  67,  Marzo  1901. 

Catania,  1901,  pag.  13. 
Pighini  G.  —  Due  lavori  dimenticati  di    Giovanni    Inzani   sulle    terminazioni 

nervose  negii  epitelii.  Con  figg.  —  Giorn.  ital.  d.  malattie  veneree  e  d.  pelle, 

An.  36,  Fasc.  3,  pag.  299-305.  Milano,  1901. 
Romano  A.  —  Di  alcune  particolarita  nalla  fina   anatomia    delle    cellule  ner 

vose  elettriche.  Con  tav.  —  Napoli,  Tip.  Gennaro  M.  Priore,  1901,  pp.  48 
Ruffini   A.  —  Le    fibrille    ultra-terminali    nei    corpuscoli    del    Meissner    nei 

r  uomo  ed  in  altre  terminazioni  di  senso  di    alcuni    vertebrati.  —  Atti    d 

R.  Accad.  d.  Fisiocritlci  in  Siena  (Proc.  verb.),  Serie  4,  Vol.  13,  An.    Accad. 

210,  N.  3,  pag.  66-67.  Siena,  1901. 
Ruffini  A.  -   Le    fibrille    nervose    ultra-terminali   nelle  terminazioni   nervose 

di  senso  e  la  teoria  del  neurone.  —  Riv.  di  Patol.  nervosa  e  mentals.  Vol.  6, 

Fasc.  2,  pag.  70-82.  Firenze,  1901. 
Sala  G.  —  Nuove    ricerche   sui    corpuscoli    di    Pacini.   Con    tav.        Estr.    di 

pag.  10  d.  Bull.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Pavia,  Seduta  d.  3  Maggio  1901.  Pa- 
via, tip.  coop.,  1901. 


—  260  — 

Sfameni  P.  —  Gli  orgaai  nervosi  terminali  del  Euffini  ed  i  corpuscoli  del 
Pacini  studiati  nelle  piante  e  nei  polpastrelli  del  cane,  del  gatto  e  della 
scimmia.  —  Me^n.  d.  R.  Accad.  d    Sc.  di  Torino,  Serie  2,  Tomo  50,  pag.  63. 

Sfameni  P.  —  Suv  un  reseau  nerveux  amyelinique  existant  autour  des  corpu- 
scules  de  Grandry.  —  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome,  35,  Fasc.  2,  pag.  1!)8- 
200.  Turin,  1901. 

Valerio  N.  —  Oscillazioni  periodiche  del  numero  delle  emazie  e  della  quan- 
tita  di  emoglobina  nell'uomo.  —  La  Clinica  woderna,  An.  7,  N.  12, 
pag.  101-103  e  N.  13,  pag.  105-106.  Pisa,  1901. 

V.  Tecnica 

Martinotti  C.  e  Tirelli  V.  —  La  microfotografia  applicata   alio  studio  della 

strnttiira  della  cellula  dei  gangli  spinali   nella    inanizione.  —  Giorn.  d.  R. 

Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  64,  N.  3,  pag.  231-234.  Torino,  1901. 
Martinotti  C.  e  Tirelli  V,  —  La  microfotografia  applicata  alio    studio  della 

struttura  della  cellula    dei    gangli    spinali    nell'  inanizione.  Con  2  tav.    - 

Estr.  di  pag.  34  d.  Annali  di  Freniatria  e  Sc.  affini  d.  R.  Manicomio  di  To- 
rino. Torino,  tip.  Spandre,  1901. 
Minervini  R.  —  Modificazioni  del  metodo  di  Weigert  per  la  colorazione  spe- 

cifica  del  tessuto  elastico.  —  Bull.  d.  R.  Accad.  Med.   di  Genova,  An.   16, 

N.  1,  pag.  20-24.  Genova,  1901. 
Patellani  S.  —  Modificazioni  del  metodo  di   Malloi-y  per    la    colorazione    del 

tessuto  connettivo.  —  Gasz.  d.  Ospedali,  An.  22,  N.  66,  pag.  993-995.  Mi- 

lano,  1001. 
Rossi  U.  —  Sulla  tecnica  delle  sezioni  seriali  in  paraffina,  —  Annali    d.    Fa- 

colth  di  Medicina  e  Mem.  d.  Accad.  Med.-chir.  di  Perugia,  Vol.  12,  Fasc.  1-2, 

pag.  7-9.  Perugia,  1900. 
Tarchetti  C.  —  Di  un  nuovo  metodo  per  dilferenziare    il   sangue    umano    da 

quello  di  altri  animali.  —  Gazz.  d.  Ospedali,  An.  22,  N.  60,  pag.   631-632. 

Milano,  1901.  V.  anche:  Boll.  d.  R.   Accal.  vied,  di  Genova,  An.  16,  N.  4, 

pag.  117-120.  Genova,  1901. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


ISTITUTO    ZOOLOGICO    DEr.LA    U.    DNIVEHSITA    DI    BOLOGNA. 


DoTT.  ALESSANDRO  GHIGI. 


Anomalie  negli  arti  posteriori  di  un  polio. 

(Con  4  figure). 


fi  vietata  la  riproduzione. 

II  caso  die  dcscrivo  si  o  verifical(»  in  una  pollastra  nata  da  fcm- 
mina  di  razza  coniuno,  inciociata  colia  razza  pentadadila  Dorking  e 
da  un  galio  di  (juesla  razza. 


—  ^^61  — 

L'anomalia  esiste  in  ambeduc  i  piedi  e  si  manifcsta  con  una  par- 
ziaic  duplicazione  del  dilo  sopranunierario.  Tale  duplicazione  oUVe 
aspello  diverso  nei  due  nieml)ri.  Eslcriormentc  il  dito  doj)pio  del  piede 
desiro  e  leggermenlc  curvato  in  alio,  come  avviene  nel  |)iede  pentadal- 
lilo  che  si  osserva  comnnemente.  Yerso  la  meta  della  lunghezza  del  dito, 
le  squame  embricate  dorsali  si  dividono  in  due  serie,  dellc  quali  la  serie 
superiore  conta  tie  squame  piccolo,  inentre  quella  infei-iore  ne  possiedc 
cinque  assai  piii  grandi.  11  dito  leimina  con  due  unghie  disposte  a 
chela,  rivolte  in  alto  :  1'  unghia  inlcriore  supera  in  lunghezza  la  supe- 
riore, la  quale  e  pin  larga  alhi  base. 

Nel  piede  sinistro  il  dito  do])pio  e  quasi  orizzontale.  A  circa  un 
quarto  della  sua  lunghezza  totale,  comincia  un  solco  che  separa  in  due 
serie  le  squame,  piii  nettamente  che  non  nel  piede  destro,  e  delinea 
neir  unica  unghia  due  lobi  siniili.  Le  squame  divisc  sono  sei  |)er  ogni 
serie;  (juelle  della  serie  inferiore,  sono  assai  piii  larghe  di  quelle  ap- 
partenenti  alia  serie  superiore. 

Per  quanto  riguarda  ra|)parecchio  muscolare,  ho  notato  le  seguenii 
jiarticolarita.  In  ambedue  le  zampc;  //  corto  cslcnsore  dell' al luce  r  siip- 
plifo  nclla  sua  fimzione  dal  lunyo  estensore  coinune  delle  dita  2,  5,  4. 
II  tendine  del  corto  estensore  si  arresta  alia  testa  della  ])rima  falange 
ileiralluce,  inentre  quello  del  lungo  estensore  comune  a  |)oca  distanza 
dell'articolazione  tarsale  invia  una  diramazione,  che  a  sua  volta  si  sud- 
divide  pi'esso  a  i)oco  a  meta  della  distanza,  che  intercede  I'ra  I'articola- 
zione  tarsale  c  quella  della  prima  I'alange  del  dito  doppio.  Di  (lueste 
diramazioni  la  piii  sottile  ed  interna  raggiunge  1'  unghia  dell'  alluce 
normale,  mentre  1'  esterna  piu  grossa  scorre  lungo  la  prima  lalange  del 
dito  doppio,  biforcandosi  a  livello  della  sua  articolazione  distale  in  due 
rami,  che  scorrono  lungo  le  falangi  sopranumerarie  pari,  terminando 
all'unghia  rispettiva. 

Nella  superlicie  di  tlessione  si  nota  una  disposizione  analoga.  II 
corto  flessore  e  normale,  mentre  la  diramazione  del  lungo  flessore  co- 
mune destinato  all'  alluce  si  scinde  quasi  snbito  in  due  rami :  uno  per 
I'alhice  e  I'altro  pel  dito  sopranunnMario.  In  questo  dilo  il  tendine  scorre 
lungo  la  tinea  mediana  della  prima  falange,  ma  giunto  all' articolazione 
distale  di  cpiesta,  lungi  dal  dividersi  come  il  lungo  estensore,  s'  insinua 
Ira  le  talangi  soi)ranumerarie  j)aii.  occupandone  col  suo  volume  no- 
tevole  r  interstizio  e  termina  con  un' espansione  che  abbraccia  1' artico- 
lazione di  ambedue  le  unghie  corrispondenti.  E  da  notare  ancora  che 
la  potenzialita  tlessoria  ed  addutlrice  dei  tendini  del  dilo  do|)pio,  e  (piasi 
nulla  in  conlronto  a  (|uella  dei  tendini  deiralluce. 

M.  z. 


—  262  — 

Nello  sclieletro  si  notaiio  due  anomalic  cliflei'cnti:  una  rillello  il 
inodo  di  comportarsi  del  nietatarsale  del  dilo  sopranumerario,  1'  altia 
il  rad(lop|)iainent()  parziale  di  ([uesto  dito. 

Nei  piedi  pentadattili  die  eonuinenienle  si  osservano,  il  nietatarsale 
sopranumerario  e  intimamente  saldato  col  luetatarsale  deiralluce,  dando 
luogo  ad  un  ossetto  generalmente  falcilbrnie  articolalo  sul  metatarso  co- 
mune  delle  dita  2,  3,  4  ;  in  taluni  allri  easi,  meno  (Verjuenti  pero,  il 
bordo  interno  del  terzo  inferiore  del  tarso-metatarso,  invece  di  dare  in- 
serzione  ad  un  solo  nietatarsale,  da  inserzione  a  due  nietatarsali, 
situali  I'uno  sopra  all'altro  e  portanti  ciascuno  un  dito.  Ouesti  due  os- 
setti  presi  insieme  non  occupano  spazio  ini'ggiore  di  quando  sono  sal- 
dati,  come  net  jirimo  caso. 

Qui  il  nietatarsale  del  dito  sopranunu'rario  si  comporta  in  una  ma- 
niera,  ([uale  a  me  non  consta  sia  mai  stata  verificata  in  altri  casi.  Oue- 
st'  osso  e  intimamente  saldato  al  tarso-metatarso  in  tutta  la  sua  lun- 
ghezza,  e  ne  costituisce  il  margine  interno,  assai  stretto  e  quasi  tagliente 
nella  nieta  )irossimale,  Un  solco  leggerissimo  al  lato  posteriore,  poco  ac- 
centuato  in  alto,  si  rende  jiiii  prol'ondo  avvicinandosi  aU'estremita  dislale 
ed  indica  chiaramente  la  linea  di  fusione  delle  due  ossa.  Anclie  al  lato 
anterioi'e  si  presenta  un  solco  simile,  sebbene  limitato  alia  i-egione  \i- 
cina  air  articolazione.  1  due  solchi,  anteriore  e  posteriore,  rendendosi 
senipre  piii  profondi  s'incontrano,  separando  in  tal  modo  dal  tarso-me- 
tatarso il  pozzo  sopranumerario  che  termina  con  una  testa  d' articolazione 
libera,  simile  a  quella  delle  dita  2,  3,  i.  11  nietatarsale  delTalluce  e  incu- 
neato  nello  s|)azio  comprcso  Ira  T articolazione  del  dito  sopranumerario 
ed  il  tarso-metatarso,  al  quale  e  unito  per  mezzo  di  legamenti.  come  av- 
viene  comunemente. 

La  prima  lalange  del  dito  so|)ranumei'ario  e  normaie  in  ambedue  le 
dita:  e  quale  si  verilica  in  tulti  i  piedi  di  })olli  |)enladallili. 

Le  anomalie  che  intei'essano  la  seconda  lalange,  sono  dilVerenti  nei 
due  piedi. 

rsel  piede  destro  la  seconda  lalange  munita  di  una  base  piii  lai'ga 
delta  estremita  delta  prima,  sulla  quale  si  articola,  si  divide  poi  in  due 
I'anii,  ciascuno  dei  quali  porta  una  falango  (3''  lalange,  corrispondeute  al- 
r  unghia). 

11  ranio  inferiore,  piii  grosso  e  j)iii  lungo  deU'altro,  tormina  rivollo 
in  alio.  11  ranio  supcriore  termina  con  lalange  j)iii  sottiic  rivolta  in  basso. 
La  disposizione  di  (|ueslc  falangi  ricorda  lontanainente  una  chela  di 
gajnbero. 

Ncl  i)iede  sinistro  la  seconda  lalange  e  j)ure  notevolmente  piii  larga 


—  263 


—  ^64  — 

alia  base  di  (jiiclla  siilla  (jiiale  si  arlicola,  cd  (•  pure  bifida.  II  ramo  su- 
periore  e  piii  grosso  dell'  inferiore,  ma  o  lungo  meno  della  meta  di  (pie-^ 
sto:  esso  porta  una  terza  falange  sottile,  la  cui  estremila  ollrepassa 
(juella  del  ramo  inferiore.  Alle  due  unghie  corrisi)ondono  in  tal  modo 
una  3^'  falange  per  la  branca  inferiore  cd  una  i^  falange  per  qucUa 
su|)eriore :  queste  si  saldano  nel  loro  margiue  interno,  no  1'  eslremita 
dcir  una  ollrepassa  quella  dell'  altra. 

I  casi  conosciuli  di  polli  con  fi  dita  non  sono  numerosi. 

L'Antbony  C)  H  considera  come  casi  di  triplicazione  deH'alluce, 
partendo  dal  concetto  die  il  dito  sopranumerario  fretjuente,  sia  una  du- 
plicazione  deH'alluce  stesso.  Come  ho  dimostrato  in  altro  lavoro  ('},  il 
dito  sopranumerario  e  i)er  me  alTatto  indipendente  dair  alluce  noiniale, 
ed  i  pretesi  casi  di  triplicazione  di  questo  non  sono  in  sostanza  die  una 
suddivisione  parziale  del  dito  sopranumerario  ovvero  deH'alluce.  Ouesli 
due  raggi  sono  tipicamente  corapleti,  forniti  almeno  nei  primi  stadi  di 
sviluppo  di  metatarsale  proprio  e  di  due  falangi  per  1' alluce,  tie  gene- 
ralmente  pel  dito  sopranumerario.  Ora  nei  casi  descritti  dall'Anthony, 
dal  Delplanque  (')  e  dal  Cow  per  (''),  ci  troviamo  di  fronte  ad  una  con- 
dizione  sostanzialmente  simile  a  quella  del  mio  case ;  la  prima  falange 
deir  alluce  o  del  dito  sopranumerario,  ovvero  la  seconda  di  quest'ullimo 
sono  pin  o  meno  accentuatamente  forcute,  portando  ciascun  ramo  altre 
falangi.  Uno  del  due  rcif/gi  e  al  contrario  normale.  La  duplicazione  si  ri- 
ferisce  alia  regione  distale  di  uno  dei  due  raggi,  ciascuno  dei  quali  non 
offre  anomalie  nella  sua  jiarte  prossimale. 

L' esadattilia  nei  polli  dex'essere  diinque  definita,  anziche  per  una 
triplicazione  deH'alluce,  per  una  parziale  divisione  del  primo  dilo  ovvero 
del  dito  sopranumerario. 

Ma  il  fatto  senza  dubbio  piii  importante  jier  lo  studio  della  polidat- 
tilia,  e  nel  caso  descritto  la  maniei-a  particolare  di  comportarsi  del  me- 
tatarsale sopranumerario.  Non  solo  esso  e  osteologicamente  indipendente 
dal  metatarsale  I,  ina  ha  seguito  il  modo  di  svilupparsi  dei  metatarsali  11, 
111,  IV,  coi  quali  lia  costituito  un'  unica  massa. 

Questo  caso  reale  corrisponde  perfettamente  alio  schema  che  ho  im- 
maginato  nel  mio  citato  lavoro,  per  omologare  il  dito  sopranumerario 
comune  al  dito  sopranumerario  articolato  all'  estremita  prossimale  del 


(')  Anthony  K.— :fitude  snr  la  Polydactylie  cliez  les  Gallinac6s  (Poulet  domestique)  in:  Jo^lm. 
Anat.  Phys.,  Paris,  1899. 

(^)  Ghigi.  —  Sul  siguiflcato  morfolo.crico  della  polidaltilia  nei  gallinacei,  in:  Ricerche  Lab.  Anat. 
Roma,  ecc,  1901- 

f)  Delplanque.—  fitudes  teratologiqnes.  Donai,  1869. 

(■•)  Cowper  J.  —On  hexadactyliaiu,  with  especial  reference  to  the  signification  of  its  occurrence 
in  a  variety  of  the  Gallus  doiuesticus,  in  Journ.  Anat.  Phys.,  London,  1889. 


—  265  — 

metatarso,  citato  dall'  Anthony  e  da  questi  considerato  come  prealiuce. 
A  (iiiesto  dell'Antliony  corris|)oii(lc  niorfologicamenlo  it  caso  attiialc, 
colla  (lillerenza  die  nientre  la  il  inelatarsale  in  piii  non  si  e  alliingalo 
ne  si  e  saldato  agii  altri,  qui  lia  iatto  I'una  cosa  e  1'  altra.  Tiitte  Ic  dita 
normali  ed  il  sopranumerario  si  abl)ozzano  intorno  ai  pezzi  tarsal! ;  sol- 
tanto  i  metatarsali  II,  III,  IV  si  alhiniiano  nella  regione  prossimale,  in 
niodo  clie  il  prime  raggio  e  quelle  sopranumerario  vengono  allonlanali 
dal  tarso.  Net  caso  descritto,  quest'ultimo  fatto  si  e  vei'ilicato  solamente 
per  (|uanto  riguarda  ralluce,  mentre  il  metalarsale  sopranumerario  si  e 
allungato  come  i  tre  raggi  clie  non  si  erano  abbozzati  contiguamente 
ad  esse;  quando  poi  il  metalarsale  (leH'allucee  state  tanto  lontano  dalla 
regione  del  tarso  da  non  impedire  la  I'usione  del  metatarsali  II,  III,  IV 
col  sopranumerario,  tutti  (piesti  |)ezzi  si  sono  saldati. 

Questo  caso  in  cui  c  cridenU>  I'dssolttta  indipcmlmza  del  dito  sopra- 
numerario dall'alluce^  mi  pare  una  prova  di  piii  in  lavere  deH'opinione 
gia  da  me  sostenuta,  secondo  la  ipiale  il  dito  sopranumerario  degli  uc- 
celli  e  il  prealiuce  leratolofpcamenie  mluppalo. 


ISTITUTO    ANTUOPOLOGICO    DELLA    li.    UNlVKKSI'I'l    1)1    r.OMA. 


Osso  nasale  bipartito,  postfrontale  e  altri   wormiani 
nello  scheletro  facciale. 

RiCERCHE  DEr>  DoTT.  V.  GIUFFRIDA-RUGGERI,  as.sistente. 
(Con  7  figure). 


K  vietiita  Li  riproduzioue. 

Parlando  dei  cosidetti  wormiani  del  cranio  umano  ('),  che  in  gran 
parte,  grazie  alle  ricerche  del  Maggi,  sono  ossa  lontanellari,  ho  emesso 
([ualche  dnbbio  suH'opinione  che  essi  dipendano  esclusivamenteda  un'in- 
sutliciente  ossiticazione,  in  relazione  all'eccessivo  sviluppo  encet'alico  a 
una  data  epoca  dell'  ontogenesi :  opinione  sostenuta  special  men te  dagli 
antropologi  francesi :  Hovelacque  e  Herve  (^),  Manouvrier  ('),  Pa- 


(*)  Giuf frida-Knggeri.  —  Snl  siguiflcato  delle  ossa  foutanellad  e  dei  foraiui  parietal!  e  sulla 
pretesa  pennria  ossea  del  cranio  umano.  —  AUi  della  Societa  Itomana  di  Antropologia,  Vol.  YII, 
Fasc.  3. 

(2)  Hovelacque  et  Herve.  —  Precis  d'Authropologie.  —  Paris,  1887,  pag.  59  e  pag.  227. 

f)  Manouvrier.  —  Denxieme  etude  snr  le  Pithecantropus  erectus.  -  Bull,  de  la  Soc.  d' An- 
thropologie  de  Paris,  1895,  pag.  590. 


266 


pillaiill  {').  A  crc(lt3re  inesaltii  la  spiegazionc  addolla,  dalla  (juale  si 
Irao  come  corollario  la  conferma  all'  antica  opinione  die  i  worniiani 
siano  nil  s('f>no  di  sii|)eriorita  morfologica  (").  mi  spingcva  |)riiicipal- 
nuMito  il  I'allo  ben  nolo  della  presenza  di  nunierosi  A\oriniaiii  anelie 
in  allri  aiiimali  nci  quail  non  si  piio  dire  die  sia  insullidente  1'  ossili- 
eazione.  Lo  stesso  dubbio  ho  manifestato  per  cio  die  rigiiarda  la  siitura 
metopiea  f)  o  allre  rare  divisioni  delle  ossa  eraniche  (*),  dai  citati  aii- 
li'opologi  spiegate  iiello  stesso  niodo.  E  iiivero,  se  coiisideriamo  adesso  lo 
scheletro  facciale,  troviamo  gli  stessi  fatli:  eioe,  ossa  worniiane  e  divi- 
sioni anoniale  sia  nell'  iiomo  die  in  altre  sj)ecie  aniiiiali,  senza  elie  si 
possa  addurre  1'  ossilicazione  insulficiente,  die  non  avrebbe  nessuna  ra- 
gione  di  avverarsi,  I'encefalo  essendo  fuori  di  causa.  Acceniio  quanto  al- 
r  uoiiio  alle  division!  ben  note  dell'osso  zigoinatico,  tra  le  quali  niollo 
eomuiie  la  bipartizione,  piii  rara  la  tripartizione,  da  me  pure  osservala 
in  un  caso  (').  Piii  rara  e  la  divisione  di  altre  ossa,  ma  e  stata  dal  Li- 
vini  osservata  quella  delt'osso  nasale  C),  die  io  posso  arricchire  di  un 
altro  caso,  che  sarebbe  il  secondo  caso  di  tale  anonialia  rarissiina,  non 
avendoiie  il  Livini  segnalato  allri  nella  letteratura.  Agli  autori  citati 
dal  Livini  posso  aggiungere  lo  Zuckerkandl,  die  in  un' opera  di 
grande  mole  f)  non  iie  parla :  nella  Tav.  Ill  di  tale  opera  si  vedono 
importantissime  anomalie  dello  scheletro  nasale,  riduzione  o  scomparsa 
(Idle  ossa  nasali  con  invasione  del  mascdlari  o  del  frontale,  ecc,  pero 
nianca  qualunque  osso  nasale  bipartite. 

Rit'erisco  la  descrizione  data  dal  Livini :  «  L'osso  nasale  di  sinistra 
presenta  a  nietii  delta  sua  altezza,  la  dove  cioe  esse  e  norinalmente  piii 

(')  Papilla ult.  —  Le  tiansformisme  ot  son  iuterpretatiou  en  craniologie.  —  liull.  de  la  Soc 
d' Anthropologie  de  Paris,  1897,  Fasc-  4. 

(^)  Mari  1116.  —  SuUe  ossa  interparietali  e  preiiiteiparictali  nel  cranio  nma.no .  ~- Archivio  per 
V Antropologia  0  V  Etnologia,  1888,  p.  ii5. 

(^)  II  Oalori  (Delia  stirpe  cLe  ha  iiopolato  1' antica  neci'opoli  della  Certosa  di  Bologna  e  dello 
genti  affiui,  Bologna,  1873)  e  state  tra  i  priini  ad  ammettere  cIk!  la  sntura  metopiea  sia  una  «  circo- 
stanza  favoievole  e  direi  quasi  di  perfezionamento  pel  tipo  umano  ».  L' idea  poi  e  stata  ripresa  dal 
Belsanti  e  dal  Papillanlt  in  un  uotevole  lavoro.  Centre  tale  interpretazione  sta  il  I'atto  che  il 
Calori  stesso  mette  la  frequenza  della  sntura  metopiea  nei  crani  bologuesi  sette  volte  su  cento. 
{Mem.  dell'Ace  delle  Scienze  dell' Istitulo  di  Bologna.  Serie  II,  torn.  VIII,  pag  213);  mentre  in  craui 
di  alienati  della  stes3:i  regions  (Emiliani)  io  ho  trovato  una  propoi'zione  piti  freqnente,  circa  il  IO^/q: 
ragione  per  cui  credo  che  si  dcbba  distingnere  un  raetopismo  progressivo,  in  dipendenza  di  un  raag- 
giore  aviluppo  dei  lohi  frontali  del  cervelle,  da  un  altro  metopismo  (che  io  credo  piii  frequente)  indi- 
pendente  dall' encefalo. 

C*)  Ad  esempio  1' anomala  divisione  del  parietala,  la  quale  ;lalle  ricerche  del  Ranke  risulta 
molto  piii  frequente  neU'  orange  che  nell'  uonio,  malgrado  che  il  cranio  doll'  orango  non  presenti  certo 
pennria  di  sostanza  ossea. 

(^)  G  i  uf  f  rida-Ruggeri.  —  Un  esso  zigomatico  tripartite  e  altre  rare  anomalie.  —  Rivista 
sperimenialc  di  freniatria,  1897,  Fasc.  II. 

(")  Livini.  —  Variet<\  delle  ossa  nasali.  —  Monitore  Zoologico  Italiano,  1898,  pag.  100. 

(')  Zuckerkandl.  —  Normale  uud  patholegische  Anateniie  der  Nasenhiihle  und  ihrer  pnouiua- 
tischeu  Anhange.  —  Wien,  1893  (5  cdiz.),  1  Band. 


267 


ristrelto,  una  liiiea  di  sutura  trasvcrsalo  con  leggiera  oblifjuita  in  dentro 
0  in  basso,  iinea  dcntcllala,  ben  manill'sta  tanto  sulla  I'accia  esterna  como 
su  quella  interna  :  per  opera  di  (jiiesta  sutiira  I'osso  in  (|uistione  viene 
diviso  in  due  ossetti  di  ugual  grandezza,  1'  uno  superiore,  inleriore  I'allro. 
So  |).'r  un  niomento  noi  faccianio  aslrazione  di  ([uesia  Iinea  di  sutura, 
il  nasaie  di  sinistra  si  niostra  nel  suo  contorno  o  nelle  sue  diniensioni 
nguale  a  quello  di  destra,  ed  anibeduo  non  dissimili  dai  normali  ».  La 
descrizione  riferita  si  adatta  esattainente  al  mio  caso,  come  si  vede  an- 
clie  dalla  Fig.  1,  clie  rappresenta  i'osso  nasaie  sinistro  del  cranio  Ro- 
mano 1503,  di  sesso  maschile.  L'  unica  differenza  e  che  in  mezzo  della 
sutura  anomala  (die  non  e  denlellala;  si  osserva  un  Ibro,  clie  |)eraltr()  e 
identico  a  quello  clie  si  suole  osservare  nelle  ossa  nasali  normali. 


Passando  ai  cosidetii  wormiani  ricliiamo  lallenzione  sulla  Fig.  2  clio 
ra|)presenta  un  postlrontale  da  me  irovato  in  un  cranio  di  Abissino 
(N.  088  del  Cat.).  Esse  e  identico  a  quello  gia  descritto  dal  Maggi  (/), 
trovalo  in  altro  cranio  umano ;  e  per  rubicazione  non  si  puo  dubitare 
clie  si  Iratti  di  postlrontale,  essendo  la  |)Osizione  di  (juesf  osso,  come  ri- 
sulta  dalle  ricerchc  del  Maggi,  nei  retlili  permo-triassici  gia  tra  il  li-on- 
tale  e  il  zigomatico,  posizione  clie  e  conservata  nei  mammiferi  atluali 
che  hanno  cintura  ossea  orbitale  complela:  nei  ruminanti  e  negli  aiitre- 
poidi.  In  questi  ultimi  il  postlrontale  e  abbastanza  Irequente,  come  ri- 
sulla  dalle  citate  ricerche  del  Maggi,  e  un  bel  caso  ne  presenta  un 
cranio  di  gorilla  die  possiede  il  nostro  museo  (N.  in',)  del  Cat.) :  I'  ossi- 
cino  si  trova  a  destra  nella  posizione  identica  a  (piella  die  si  vede  nella 
Fig.  2,  e  circa  il  doppio  di  volume  e  allungato  in  senso  irasxersale.  Tale 


(')  Maggi.  —  Postfroutali  uei  inaiiimiferi 
Vol.  XXX,   Tav.  III.  fig.  Ib-IG. 


Rcndiconti  del  R.   1st.  Loinb.  di  go.  a  lelt.,   ISm, 


—  268  — 

cranio  di  gorilla  c  notovole  aitresi   per  la   presenza  di  un  osso  fronto- 
nasale. 

Oltrc  ('lie  dalla  paleonlologia  e  dairanaloniia  comparata  rosisleiiza 
(lei  postlrontali  nell'  uoino  vicne  confcrinala  daH'embriologia,  avendo  il 
Maggi  trovato  nei  feti  iiniani  tra  il  zigoinatico  ed  il  tVontale  (frontalc 
medio)  una  raembrana  ossogena,  i  cui  nuclei  di  ossificazione  si  possono 
vedere  anche  ad  ocehio  nudo.  Inline  all'  obbiezione  die  la  dimensione 
d-elTosso  sarebbe  Iroppo  |)iccola  risj)onde  lo  stesso  autore  nella  sua  bella 
monograiia.  Egli  dice  del  suo   caso  analogo  :   «  Per  le  sue  dimension! 


niolto  j)iccole  in  conl'ronlo  di  quelle  della  cintura  ossea  orbilale,  e  per 
i  suoi  |)arlicolari  analomici  suddetti,  questo  })ost!'rontale  potrebbe  essere 
considerato  |)er  un  cosidetlo  osso  wormiano;  ma  la  sua  posizione  non  per- 
nietle  una  lale  determinazione.  Piuttoslo  esso  mostra  come  i  postlrontali 
possono  essere,  relativamenle  alle  ossa  contigue.  motto  piii  piccoli  ^). 
Cio  awiene  |)er  Testensione  delTossilicazione  del  fronlale  (»  del  zigoma- 
tico,  0  di  entiambi,  e  si  comprende,  se  si  jieiisa  che  normalmente  queste 
ossilicazioni  sono  cosi  potenti  da  invadere  completamenle  la  posizione 
del  postirontale.  II  caso  piii  IVequente  e  V  invasione  per  parte  del  zigo- 
matico,  o  di  cio  resia  Iraccia  nella  forma  della  sulnra  Ironto-zigomatica ; 
a  volte  si  ha  la  lusione  pix'coce  del  postirontale  col  zigomatico  o  col 
fronlale,  e  di  cio  si  osservano  anche  delle  Iraccie  in  alcuni  accenni  di 
suture  che  si  possono  \edere  non  infrequenlemente  al  di  sollo  o  anche 


—  269  —  ^ 

al  (li  sopra  dolla  sutiira  IVonlo-zigoniatica.  Dati  tali  lalli  morfologici  si 
comprende  die  noi  non  conveniaino  nfU'opinione  deilo  Slaurenghi  (^), 
il  quale  crede  di  vedei'e  il  postlVonlalc  nel  pezzo  superiore  degli  ordinari 
zigoinatici  bi|)artili.  Come  non  eonvenianio  alValto  nelT  o|)inione  del 
Ranke  (*),  clie  inclinerebbe  a  vedere  il  posttVontale  nelT  osso  da  lui 
denoniinato  inlerteniporalc,  e  da  me  [iretemporale  [^).  II  Prol".  Maggi, 
ciic,  Irovandosi  ultimanienle  a  Roma,  lia  avuto  la  bonta  di  yenire  nel- 
r  Istiluto,  dove  pote  osservare  il  caso  eccezionale  da  me  gia  illustrato, 
ritiene  che  si  tratti  dal  lato  filogenetico  di  iin  opercolare,  opinione  che 
(livido  complelamenle.  Anclic  I'ossicino  spiracolare  che  si  |)iio  trovare  in 
tal(^  sito,  e  per  la  sua  forma  triangolare,  sebbeue  sia  di  sviluppo  minore, 
ha  (|ualehe  analogia  col  precedente,  i-esta  come  questo  sempre  piii  o 
meno  se])aialo  dal  frontale.  I  casi  in  cui  vi  ha  la  riunione  col  frontale 
sono  dovuti  ad  allro  falto  morfologico,  cioe  a  un  wormiano  fontanellare 
in  corrispondenza  della  fontanella  pterica,  a  un  e|>iplerico :  questo  e 
molto  pill  frequcnte  e  non  ha  (juella  foi-ma  triangolare  paragonabile 
alia  forma  fetale. 

Mi  son  voluto  fermare  sul  |)ostfrontale,  sia  perche  e  rarissimo  nel- 
r  uomo,  non  avendo  in  parecchie  migliaia  di  crani  trovato  altro  caso  ve- 
ramente  dimostrativo  (se  ne  trovano  nella  collezione  o  piii  piccoli  o  sem- 
|)licemente  accennati),  sia  per  le  notevoli  divergenze  di  ojiinioni.  Non  mi 
fermo  iuvece  su  qualche  caso  che  ho  ])ui'e  trovato  di  wormiano  tra  il  zi- 
gomatico  e  il  mascellare,  non  avendo  sinora  importanza  morfologica. 
IMu  degui  di  nota  sono  i  wormiani  che  si  osservano  con  una  cerla  fre- 
(juenza  nello  spazio  interorbilale. 

I  wormiani  che  si  possono  riscontrare  nelF  intervallo  interorbitale, 
faccndo  astrazione  dell'ossicino  fronto-nasale,  sul  quale  come  molto  noto 
non  vale  la  pena  di  fermarsi,  si  possono  dividere  in  due  categorie,  a 
seconda  che  la  loro  aulonomia  si  costituisce  a  spese  del  frontale  o  a 
spese  deirapofisi  montante  del  mascellare.  1  wormiani  della  prima  ca- 
tcgoria  non  giungouo  mai  sino  all'  osso  lagrimale,  ma  restano  limitati 
al  confluente  fra  1'  oss'o  nasale,  il  frontale  e  il  mascellare,  e  prendono 
forme  diverse,  di  che  reco  due  esem])i:  il  cranio  Picmontese  S'iGO  del  Cat. 


(*)  Stanreughi.  —  Nuove  oaservazioni  di  crauiologia.  —  Pavia,  1901,  yag.  94. 

(•)  Kanke.  —  Die  iiberziihligeu  Hautknochon  ties  menselilichen  SchiicleldacliB.  -  Ahhandl.  der 
k.  buyer  Alademie  der  Wisg.,  CI.  II,  Bd.  XX,  Ablh.  II,  1899,  pag.  464.  —  Mariui6  e  Garabara 
(Coutribuzioue  alio  studio  delle  aiiomalie  del  pterion  uel  crauio  nnv.xao.  -  Archivio  per  I' Antr apologia  e 
r  lUnologia,  iS89,  p.  385)  parlando  del  postfrontale  aggiuugouo  in  nota  :  «  E  quiudi  probabile  che 
neir  apice  della  grand' ala  dello  sfenoido  esista  normalmente  nno  speciale  piinto  di  ossiflcazioue  » ; 
accennando  con  cW)  all' idea  die  adesso  vorrebbe  sosteneie  il  Kanke. 

(^)  Gint'frid  a- Raggei'i.  —  Divisione  longitiidinale  dell' ala  magna  dollo  sfoiioi  lo  (Oaso  pre- 
temporale).  —  Anatomischer  Anzeiger,  Bd.  XVIII,  N.  20-21,  1900. 


-  270  — 


(Fig.  3)  e  il  cranio  Peruviano  2301  del  Cat.  (Fig.  4);  una  forma  a  sc- 
miluna  con  la  convcssiln  in  alto  prcsenta  il  cranio  24(58  Padovano. 
No!  cranio  2285  Peruviano  infantile  si  trova  la  stessa  disposizione  clie 
abbiamo  visto  nella  Fig.  3  aj)|)artenentc  a  un  cranio  Pieniontese  adulto, 
ma  nel  cranio  Peruviano  infantile  e  bilateralc.  in  niodo  che  le  due  os- 
sicina  insieme  vengono  a  formare  un  triangolo  con  I'apice  in  alto  e  la 
base  in  basso,  base  che  oltrepassa  dai  due  lati  lo  spazio  occupato  dal 
margine  superiore  dei  nasali.  Nel  cranio  'HiO  Romano  infantile  si  ha  una 
disposizione  analoga  complicata  da  due  incisure,  che  si  prolungano  sino 


/ 


Fio.  3. 


Fig.  4. 


al  margine  interno  delTorbita.  Nel  cranio  47o  rmbroadolescentc  si  hanno 
soltanto  (jueste  due  incisure,  che  si  possono  mcttere  in  rapporti  coi  solchi 
notati  dallo  Staurenghi  ('),  avvertcndo  pero  che  hanno  tutto  1'  aspetto 
di  suture,  e  come  tali  si  possono  forse  mettere  in  rapporto  con  quanto 
diro  in  line  di  (|uesto  lavoro.  Solo  aggiungo  che  avevo  gia  fatte  tale 
osservazioni,  (|uando  e  apparso  I' ultimo  fascicolo  di  una  autorevole  Pii- 
vista  tcdesca,  in  cui  si  ti-ova  un  lavoro  dello  Scln\albe  sullo  slesso 
argomento  (■).  L'  illustre  anatomico  di  Strassburgo  chiama  triangolo  so- 
pranasalc  la  disposizione  sopra  descritta,  e  la  illustra  con  figure  (Fig.  1, 
2,  3  della  Tav.  XIV),  che  corrispondono  precisamente  a  quanto  io  ho 
pure  trovato.  Chiama  inoltre  solchi  orbito-frontali  Faltra  disposizione  so- 


(')  Op.  cit.,  pag.  86(  noncli6  dello  atesso  A.:  Doll' iiiesisteiiza  di  ossa  pro-  e  post-frontali  iiol 
crauio  umano  e  dei  niammileri.  Milano,  iS9i 

(^)  Sell  w alb e. —Ueber  den  suprau;is.aleii  Tlicil  der  Stirniialit.  —  ^et7sc/tri/^  fiir  Morphologie 
und  Anlhropologie,  Band  III,  Heft  2,  JSOl. 


271 


pra  descritta,  o  ne  da  una  (igura  (Fig\  0  della  Tav.  XIV),  clic  corrispondc 
csaltamente  alle  incisuro  dcscrillo:  lo  Sclnvalbe  ritiono  cIio  si  Iralli  dl 
solclii  vasali. 

Pcrrettamente  ti|)ici  sono  invece  i  wormiaiii  della  nosira  seconda 
categoria,  cioe  qiielli  costituiti  a  spese  deirapofisi  montante  del  nia- 
scellare ;  essi  vengono  sempi'e  in  eontatto  per  il  loro  mai'gine  poste- 
riore  con  la  sutuia  lagrimale  e  sono  di  forma  piii  o  mono  (jiiadi-ilatera 
0  rombica.  L'  unica  dilTeienza  die  si  puo  riscontrare  e,  clie  alcuni  piii 
gi-andi  vengono  in  contatio  delF  osso  nasale,  come  mostra  la  Fig.  5,  chc 
ap|)aiiiene  a  iin  cr.inio  Komano  (N.  1197  del  Cat.,  1'  anomalia  e  identica 
ai  due  lali),  allri  |)iii  piecoli   non    arrivano  sino  all'  osso  nasale,  come 


I^A/'•^ ■ 


Fig.  5.  Fig.  6. 

moslra  la  Fig.  6,  die  apparliene  a  un  altro  cranio  Komano  (N.  1240  del 
Cat.).  Nel  cranio  Padovano  1310  si  osserva  al  lalo  destro  un  wormiano 
del  jirimo  tipo  (Fig.  o),  nel  lato  sinisiro  un  wormiano  del  secondo  tipo 
(Fig.  6).  Un  wormiano  del  V  tipo  inconti'iamo  nel  cranio  Unibro  infan- 
tile 434  al  lato  destro;  woriniani  del  2"  tipo  incontriamo  nel  cranio  Uni- 
bro 417  sia  a  destra  clio  a  sinistra,  nel  cranio  1369  Sardo  pure  bilate- 
ralmenle,  nel  cranio  2192  di  Oi'vieto  bilateralmente.  Inline  nel  cranio  373 
Umbi"o  si  trovano  ad  entrambi  i  lati  dei  worniiani  die  non  si  possono 
riferire  ne  al  1"  ti|)o  no  al  2",  poiclie  prendono  eontatto  col  lagrimale 
per  tutto  il  loro  margine  posteriore  e  col  nasale  solo  per  un  punto,  cioe 
per  I'estremo  superiore  del  loro  margine  anteriore  o  mediale.  Realmentc 
succede  di  frequenle  die,  restando  sempre  a  spese  dell' ajHilisi  montante 


—  272  — 

del  masccllare,  piii  diNontano  piccoli  c  |)iu  varia  la  lornia  c  1'  ubicazionc 
(ii  lali  ossicini.  Cosi  nel  cranio  IfilK)  lloinano  si  vede  uii  wormiano  di 
forma  Iriangolare  die  sta  lia  il  nasale,  il  mascellare,  il  fronlalc  e  il  la- 
grimale.  Nel  cranio  liii;)  lomano  si  vede  a  destra  un  wormiano  Ira  il 
mascellare  e  il  IVonlale,  a  sinistra  un  wormiano  fra  il  nasale,  il  Irontale 
e  il  mascellare.  Nel  cranio  1198  jiure  Komano  si  osserva  un  wormiano 
per  ciascun  lalo  tra  il  mascellare  e  il  IVonlale.  Inutile  di  prolungare  tale 
cnunierazione :  solo  aggiungo  clic  nel  cranio  1152  di  Orvieto  esistono 
due  Avormiani  nello  stesso  lato,  cioe  a  sinistra,  entrambi  a  contatto  del 
Irontale  e  a  spese  del  mascellare:  essendo  uno  dietro  1'  altro,  c  (juello 
die- sta  pill  indietro  die  prende  contatto  col  lagrimale:  nessuno  dei  due 
prende  contatto  col  nasale. 

Ho  voluto  accennare  tali  ubicazioni  e  modalila  diverse  degliossicini 
die  stanno  nell'  intcrvallo  interorbitale,  perche  V  anatomia  comparata  se 
ne  puo  eventualmente  giovare.  Si  comprende  come  data  la  costanza  del- 
I'ubicazione  e  delta  forma  tipica  e  la  frequenza  delta  bilateralita  si  possa 
pensare  cliei  \Yormiani  della  nostra  seconda  categoria  abbiano  un  valore 
morlologico.  Airubicazione  costante  e  alia  forma  tipica  si  aggiunge  il 
fatto  del  Irovarsi  in  altri  animali:  vedansi  gli  ossicini  chiamali  da 
Cornevin  f)  fontandlare  lacrimo-fronto-nasale  e  wormiano  orbitale, 
(|uest' ultimo  al  punto  d'incontro  fra  ii  mascellare,  il  frontale  e  il  la- 
crimale. 

Ma  anche  qui  le  opinioni  sono  discordi  (juanto  al  signiticalo  :  to 
Staurenghi  crede  die  si  tratti  del  prefrontale  (").  Jl  prefronlale,  com' c 
noto,  fa  parte  del  cercine  orbilario,  e  di  buon'ora  nella  filogenesi  prende 
I'dazione  col  lagrimale,  col  nasale  e  col  frontale,  di  che  si  possono  vc- 
dere  esempi  in  animali  fossili,  come  mostrano  diverse  figure  della  Pa- 
leozoologia  dello  Zittel ,  e  la  Fig.  412  della  Zoologia  dell' Emery  (188^), 
e  anche  in  animali  attuali,  ad  es.  nel  Crocodihis  vulgaris  (Fig.  430  del- 
I'Emery).  In  contatto  col  mascellare  si  puo  vedere  nella  Fig.  421  dello 
stesso  Emer\  ,  che  rapjiresenta  il  cranio  di  un  Monitor;  come  pure 
nella  Fig.  09  [Salauumdra  aira)  e  7o  {Lacerta  cujilis)  del  AViedersheim 
(traduz.  ital.);  come  pure  in  fossili  (Bernard).  L'unico  tatto  che  non 
s'accorderebbe  col  significato  di  prefrontale  dalo  dallo  Staurenghi  a 
quest' osso  che  potremmo  chiamare  prelagrimale  sarebbe  che  secondo  il 


(')  Cornevin.  —  fitade  aur  les  os  worraieus  ties  aniiuanx  donieatiques.  —  Revue  d' Anthropolo- 
gic., iSS3,  p.  664  e  666.  —  Anche  qnest'  antore  considerava  come  segno  di  snperiorit.^  i  wovniiani  del 
cranio  cerebrale  (nelF  uomo),  meulre  credeva  accidentali  i  wonniaui  dello  sclioletro  facciale.  I  pro- 
gresai  dell'  anatomia  comparata  ci  suggeriscono  1'  opiniouc  clu-  bisogua  esamiuare  tanto  gli  uni  che 
gli  altri  con  critorio  morfologico  e  senza  provenzioiii. 

(')  Staurenghi.  —  Nuove  osservazioni  cit.,  pag.  9o. 


273 


Maggi  il  prefi'onlale  devc  trovarsi  al  di  sopra  del  lagrimale  ('),  appog- 
giandosi  alle  ricerclic  di  Rambaud  c  llonault  (*),  clie  sono  conlcrmali 
rcalmentc  da  alcuni  reperti  fossili  (').  II  Rankc  poi,  die  no  lia  ligiirato 
uii  caso  tipico  ('*),  riliene  che  si  tralti  di  im  osso  Ibnlanellaro. 

Noll'  intervallo  interorbitale  iio  incoiitiato  inline  dei  worniiani  naso- 
IVonlali  in  un  case  che  presentava  notevole  atrolia  delle  ossa  nasali 
(cranio  2008  Sardo):  ma  sii  cio  non  mi  fermo.  Passo  piutlosto  a  nn'  alU'a 
!»arle  dello  sclicletro  lacciale,  alia  volla  |)alatina,  dove  sono  state  cosi 
ioiiiinalo  di  trovare  un  bel  case  di  duo  worniiani  inlerpalatini  (Fig.  7) 


Fjg.  7. 


nel  cranio  1827  Abissino,  identici  a  qiR'Hi  ligiirali  e  illiislrali  dal  da- 
le ri  f).  Tale  disposizione  e  accennata  allresi  nel  cranio  1217  lloniano. 
La  ligura  mi  dispcnsa  dalla  descrizione:  solo  faro  notare  che  I'osscrva- 
zione  del  Calori,  che  tali  ossa  circoscrivono  i  confini  ordinari  del  lore 
palatine,  e  nuovamente  conl'ermata. 

Concludendo  diro,  che  dai  fatti  i-ileriti  (e  dagli  altri  sui  (jwali  ho 
sorvolato,  come  I'esistenza  dei  postorbilali  C'),  ad  es.  il  cr.  373  Umbro)  si 


(')  Maggi.  _  Le  ossa  sovnioibitali  uei  Alainiiiileri.  —  lluniticonli  del  11.  Isl.  Loinb.  di  sc.  c 
Lett.,  ISDS,  pag.  3  dell' estratto . 

(^)  Itambaad  et  Konault—  Origine  et  (level oijpeijioiit  dcs  oa.  — /'am,  1864- 

(")  Cfr.  Gaudry.  —  Essai  de  paleontologie  philosopliique.  —  PaWs,  iS9G,  pwj.  122,  fir;.  100; 
uouolio  Bernard.  —  E16iiients  de  palcoutologie. —  Paris,  1S95,  pag.  S04,  fig.  453. 

C)  Rauke.   -    Op.  cit.  Loc.  cit.,  pag.  463. 

(5)  Calori.  —  Suiranatomia  del  palato  duro.  —  Mcni.  dell' Ace.  delle  Scienze  dell' IsUl.uto  di 
Bologna,  l891. 

1^)  11  Prof,  ilaggi  che  Jia  potuto  coiistatare  la  pi-e.s(uiza  dei  nuclei  dei  iioslorbitali  in  >iii  ind- 
iialo  umano  e  in  un  bambino  di  aei  giorni  e  la  presouza  di  un  postorbitale  piii  o  meuo  ridotto  in  due 
eraui  Arabi  del  Museo  Civico  di  Milauo  (Bullett.  sclent,  di  Pavia,  1891,  n.  3),  ti-ovandosi,  eonio  ho 
detto,  ultiniaiuente  a  Roma,  iutereasandoisi  benevolinente  delle  uiio  ricerche,  ha  conferiuato  che  si 
tratta  di  postorbitale,  quiudi  mi  dispeuso  di  darjie  la  figura.  Del  regto  si  trova  nolla  sua  posizione 
tipica,  cioe  all' cstremit.\  autcriore  della  graude  ala  dello  nt'eiioido  (parote  interna  dell' orbita). 


—  274  — 

piio  (Icdiirrc  die  i  cosidolli  wofmiiiiii  soiio  rio(nienti  iicllo  sciieleiro 
laccialc.  Ma  e  |)rincipalmentc  sui  woiiniani  dollo  spazio  intemrbitalt;  die 
lio  voliilo  ricliiainaro  rattenzione,  scl)l)('ne  la  loro  intcrpictazione  noii  sia 
facile.  lM)rse  alciini  lalli  die  si  risconlrano  nelia  teratologia  potrebbcro 
j)ortare  qiialciie  luce  in  proposito.  AIIikIo  sj)eciaimente  a  un  cranio  dc- 
lonne  illustrato  da!  (^alori,  e  nd  (|iiale  sono  visibili  degli  ossicini  for- 
matisi  sia  a  spesc  ddia  branca  montanle  del  mascdiare,  sia  a  spese  ddia 
|)()rzi()ne  nasale  del  IVonlale  o  gobba  nasale,  (ossicini  dei  quali  abbiamo 
visli  gli  e(|iii\alenli  neiradullo),  sia  a  spese  del  processo  orbitale  inleriio 
del  Irontale.  in  (juesfultinio  caso  siamo  in  presenza  di  un  osso  die  la 
parte  netlanienle  di  «jud  Iratto  del  mai'gine  orbitale  die  sta  al  diso{)ra 
del  lagrimalc,  (juindi  jjotrebbe  credersi  die  si  tratti  realmente  di  un  pre- 
Irontalc.  11  Calori,  sebbene  non  accenni  a  tale  possibilila,  parla  preci- 
saniente  di  c  un  ossetto  Iriangolare  die  ajipartiene  al  frontale  c  corri- 
s))onde  al  processo  orbitale  interiio  Ininiante  un  osso  particolare  »  (") : 
corrisponderebbe  quindi  press' a  jioco  alia  posi/.ionc  data  dal  Maggi  al 
pret'rontale.  I.a  tigura  e  molto  doquente,  e  mi  permetto  di  richiamare  su 
di  essa  Tattenzione  del  prof.  Maggi.  Forse  non  e  lontana  dal  vero  roi)i- 
nione  di  un  autore  recente,  il  quale  non  aninielte  die  le  produzioni  tera- 
tologiche  entrino  piiraniente  e  scniplicemenle  nd  doniinio  ddia  patolo- 
gia :  ((loin  d'etre,  egli  dice,  une  partic  accessoire  do  ITlmbrNologie 
norniale,  il  I'aut  conccvoir  la  science  des  nionsti-es  comme  une  branche 
iniportante  de  la  Biologic  gdierale  »  ^^). 


Studio  collettivo  del  peso  dell'  Encefalo  negli  Italiani. 

Elenco  (Idle  Osservazioni  inmale: 

1"^  Serie, 

Dairistituto  Anatomico  di  Bologna Osservazioni  N.  22 

»  >  di  Perugia    . .    »  ^  29 

Dal  R.  Ispettorato  di  Sanita  Militare »  »  42 

Dair  Istituto  Anatomico  di  Firenze »  »  100 

Totale N.  193 


(')  Calori.— Sulhl  usistciizu  di  uu  yniiiilo  \v()iini:uu)  e  di  altic  .inoiualio  ib/ll' oviito  liiCGialo  in 
iin  nconato  dclbiine  per  gola  liipina  e  iniciorialnna.  —  Memorie  dell' Accademia  dclle  mUnzc  dcW  Isti- 
tutu  di  Bolinjna,  ISSI,  paij.  ,"i'ff.  —  Vedi  in  liy,-.  5  yli  ossetti  dcsignati  fc  e  i. 

("j  Kabaud.  —  Conception  geueralo  de  la  luoiistruosite.  —Revue  de  V Ecole  d'AnUiropologie  de 
Paris,  loot,  pa(j.  311.  ' 


—  275  — 
NOTIZIE 

CONCORSI   A   PREMI. 

Presso  il  R.  Istituto  Veneto  di  Scienze,  Lettere  ed  Arti  e  aperto  il  se- 
guente  concorso: 

«  Sviluppo  deir  apparecchio  respiratorio  nei  vertebrati  polmoiiati  ».  — 
Premio  L.  5000.  Scadenza  31  Dicembi-e  190B.  (Fondazione  ^finich). 

—  Premio  di  fondazione  Fossati  di  L.  2000. 

Tema:  Intorno  ai  cosidetti  nuclei  d' origine  e  di  terrainazione  dei  nervi 
cranici.  Se  od  in  qual  misnra  ne  sia  giustificata  la  delimitazioue  in  senso  ana- 
toraico  e  fisiologico.  Illustrare  1' aigomento  dal  punto  di  vista  storico-critico  e 
con  ricei-clie  origiiiali.  Scadetiza  31  Marzo  1U03,  ore  15. 

COSIMO    ChKKUBINI,    AmMIMSTHATOHE-KKSI'ONSABILE. 


Viennent  de  pai-fli^re : 

COMPTES-EENDUS 

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L'ASSOCfATIOiX  1JE8  ANAT0M[STE8. 

3*^  Session  —  Lyon,  1901 

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der 

Anatomie   des  Menschen 

Neu  beai'beitet 

von 

Professor  der  Anatomie  in  Gottinjfeii 

Vierte  Auflage 
JJ II  e     V  o  1 II  m  i :    ^»    JM  k.  —  L  e  g  a  t  o     I^'-i     iM  k. 


—  276  — 


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Organo   ufficiale   della   Unione  Zoologica   Italiana 


DAI  DOTTORI 


GIULIO  CHIARtGI 


EUGENIC  FICALBI 


I'riif.    tli    Aii;itomi:i    iiiiuuia 
uiA  It.  Istituto  di  .Stiiili  Super,  in  Fireuze 


I'l'Of.  <li  J^iirttoiuia  colli]).  ('.  Zo(>lo;;i;i 
iiella  IJ.  UDivcrsita  di  Padova 


Ufficio  di  Direzione    ed  Amministrazione  :  Istituto  Anatomico,   Firenze. 
13  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  B5. 


XII  Anno 


Firenze,  Ottobre  1901 


N.  lO 


SOMMARIO  :  Bibliogkafia.  —  Pag.  277-286. 

CoMUNicAzioNi  Originali:  D'Evant  T.,  Dei  rami  uiinori  dell' aorta  addomiiiale  con 
specials  considerazione  intorno  alia  irrigazione  del  plesso  solare  (Con  tav.  VII"). 
—  Livini  F.,  Sviluppo  di  alcuui  organi  derivati  dalla  regione  brauchiale  no- 
gli  aiifibi  urodeli  {Contlnua7:ione  ejine).  (Con 3  figure  nel  teste).-—  Pag.  287-308. 


Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  die  si  pubblicano   nel  Mom- 
tore  Zooloyico  IbaUano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 


^l  (id  nothla  soUanlo  del  lavorl  puhbltcatt  in  Italia. 


VIII.  Celenterati. 

Curreri  G.  —  Osservazioni  sulla  struttura  deirectoderma  del  Ctenofuri.  Con 
tav.  —  Bull  d.  Soc.  Zool.  ital,  An.  10  {Serle  2,  Vol  2),  Fasc.  1--2,  pa(/.  58- 
76*.  Boma,  1901. 

IX.    Vermi. 

i.  Parte  generale. 

MingazziniP.  — Ricerche  sul  veleno  degli  Elmiuti  intestinali.  —  A'*-/!?',  di  pay.  20 

d.  Eassegna  internaz.  di  Mediciaa  moderna,  An.  2,    N.  6.   Catania,  1901. 
Ninni  E.  —  Catalogo  della  Raccolta  Elmintologica  del  conte  Dott.  A.  P.  Ninni, 

—  Atti  d.  R.  Istit.  Veneto  di  Sc,  Lett,  ed  Arti,  Tomo  60  (Serie  8,  Tome  3], 

Disp.  i,pag.  53-74.  Venezia,  1901. 
[Parona].  —  Helminthum  ex  Conradi  Faronae  Museo  Catalogus.  —  Gcnova,  tip. 

CiwAnago,  1898,  pj}.  5. 
M.  z. 


■    —  ii78  — 

2.  Platodi  o  Plai'ielminti  iTuubkllaui,  Tukmatodf,  Cestodi) 
ArioJa  V.  —  Nota  sui  CestoJi  parassiti  del    Centrolophus  pompilius  Linu.  — 

Estr.  di  pay.  8  d   Atti  d.  Soc.  lu/ustica  di  Sc.  nat.,    An.    II,   Vol.   It,   100<). 

Genova,  Up.  Ciminago,  1900. 
Ariola  V.  —  Revisione  della  Fain.   Bothriocej)haUdae  s.  str.  Sunto.  —  Bvll.d 

Musei  di  Zool    ed  Anat  comp.  d.  R.  Univ.  di  Genova,  N.  98,  1900.  Genora, 

lip.  Ciminago,  pp.  6. 
Condorelli  Prancaviglia  M.  —  Uiteiiori  ricerche  sul  paiassitismo    [Cestodi |. 

—  Boll.  d.  Soc.  Zool.  Ital.  (Rendic),   An.  9,    Serie    2,     Vol.  1,   Fa.sc.    3-1, 
pag.  106-107.  Boma,  1900. 

Monti    R.  —  Studi    sperimentali    sulla   rigeuevazioue    nei   Rabdoceli    mariiii. 

{Plagiostoma  Girardii  Grafi'.)  —  Rendic.  d.  R.  Istit.   lomb.   di  Sc.   e    Letl., 

Si'V.  2,   Vol.  33,  Fasc.  16,  pag.  915-917.  Milano,  1900. 
Parona  C.  —  Di  alcuue  auoraalie  nei  Cestodi  ed  in   particolare  di   due  tenie 

saginate  moniliforrai.  Con  tav.  IV.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp. 

d.  R.  Univ.  di  Genova,  N.  99,   1900.  Genova,  tip.  Ciminago.  pp.  8. 
Parona  C.  —  Intorno  a  150  Cestodi  deU'aoino,  raccolti  a  Milano.    Considera- 

zioni  sulla  Taenia  saginata  e  sul  Cisticercas  bovis  in  Italia.  —  Giorn.  d.  R. 

Soc.  d'  Igiene,  .An.  22,  N.   7,  pag.  289-301.  Milano,  WOO. 
Parona  C.  —  Di  alcuni  Cestodi  brasiliaui,  raccolti  dal  Dott.    Adolfu  Lutz.  — 

—  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  .Anat.  compar.  d.  R.  Univ.  di  Genova,  N.  102' 
1901.  Genova,  tip.  Ciminago,  pp.  12. 

8.  Nematodi  o  Nematklminti. 
Grassi  B.  e  Noe  G.  —  Propagazione  delle  Filarie  del  saugue  esclusivamente 

per  mez^o  della  puntura  di    pecnliari  zanzave.  I.  —  Atti    d.   R.   Accad.    d. 

Lincei  {Rendic  ),  Cl.  di  Sc.  fis.,matem.  e  nat..  An.  297,  Serie  5,  Vol.  9,  Fasc.  5, 

2°  Sem.,  pag  157-162.  Roma,  1900. 

8.  Briozoi. 
Neviani  A.  —  Materiali  per  una  Bibliografia  italiana  degli  studi  sui  Briozoi 

viventi  e  lossili  dal  1800  al  1900.  —  Boll.  d.  Naturalista,  An.  20,  N.  9-10, 

pag.  104-109  e  N.  11,  pag.  122-125 ;  An.  21,  N.  1,  pag.  4-8  e  N.  3,  pag.  29- 

33.  Siena,  1900-1901.  {Continua). 

X.    Artropodi. 

4.  Crostacei. 

Brian  A.  —  Di  alcuni  Ci'ostacei  parassiti  dei  pesci  dell'  isola  d'  Elba  :  contri- 
bu'/ione  II.  —  Estr.  di  pag.  11  d.  Atti  il.  Soc.  ligustica  di  Sc.  Nat.  e  Geograf.i 
Vol.  10  {1899),  Genova,  tip.  Ciminago,  1899. 

Mariani  G.  —  Sulla  fauna  di  serra.  I.  [Miriapodi,  Aracnidi,  Crostacei].  —  Boll, 
d.  Naturalista,  An.  20,  N.  S,  pag.  89-92.  Siena,  1900. 

5.  Aracnidi. 

Castelli  G.  —  Materiali  per  una  fauna  del  Polesine  (Prov.  di  Rovigo).  I.  {Ara- 
chnida-Insecta).  —  Boll.  d.  Naturalista,  An.  "20,  N.  3,  pag.  32-35.  Siena,  1900. 

Mariani  G.  —  Sulla  fauna  di  serra.  II.  Aracnidi.  Boll.  d.  Naturalista,  An.  21, 
N.  I,  pag.  8-10.  Siena,  1901. 


279 


Rizzardi  U.  —  Aracnidi  di  Vallombros;i,  (Provincia  di  i'^'ireuze)  raccolti  dal 
dott.  G.  Cecconi.  —  Pavia,  tip.  Arthjlanelli,   1807,  pp.  18. 

8.  Insetti  o  Esapodi. 
a)  Parte  generale. 

Berlese  A.  —  renomeui  che  accoiaj)agnano  la  fecondazione  iu  tahini  Insetti. 
Memoria  11.  —  lUvista  di  Fatologia  vegetale.  Vol.  7,  j)a(i.  1-18,  Firenze, 
1890,  con  3  lav. 

Curreri  G.  —  Sulla  respirazione  di  alcuni  insetti  acquaioli.  —  Uoll.  d.  Soc. 
Zool.  Hal,  An.   10  (Serie  2,  Vol.  2),  Fasc.  1-2,  pag.  77-86.  Roma,  1001. 

Failla-Tedaldi  L.  —  Glossario  entoraologico.  —  Boll.  d.  Naturalista,  An.  20, 
N.  4-5,  pag.  46-53.  Siena,  1000. 

Gestro  R.  —  A  proposito  di  un  I'ecente  articolo  iiitorno  alia  fauna  entomolo- 
gica  dell'  Eritrea.  —  Annali  d.  Mu.'ieo  civ.  di  St.  Nat.  di  Geneva,  Serie  2, 
Vol.  20  {1890-1901),  pag.  723-736.  Genova,  1001. 

Massalongo  O.  —  Nuova  contribuzione  alia  fauna  entomologica  del  Veronese. 
—  Mem.  d.  Accad.  di  Verona  (AgricoUura,  scienze,  letL,  arti  e  commercio), 
Vol.  72,  Serie  3,  Disp.  3.  Verona,  tip.  Franchini,  1896. 

Trotter  A.  —  Contribute  alia  conoscenza  degli  entomocecidi  italiani  con  la 
descrizione  di  due  specie  nuove  di  Andricus.  —  Ixivista  di  Fatologia  vege- 
tale,  Vol.  7,  pag.  281-311,  Firenze,  1890,  con  1  tav. 

Verson  E.  —  Sull' ufficio  della  cellula  gigante  nei  foliicoli  testioolari  dogli  in- 
setti. —  Vedi  M.  Z.,  XI,  7,  218. 

c)  Ortotteri. 

De  Bormans  A.  —  Quelques  Dennapteres  du  Musce  civique  de  Genes.  — 
Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  Serie  2,  Vol.  20  {1809-1001), 
pag.  441-467.  Genova,  1001. 

Giglio-Tos  E,  —  Viaggio  del  dott.  A.  Borelli  nel  Matto  Grosso  e  nel  Para- 
guay. IV.  Ortotteri.  —  Boll.  d.  Musei  d.  Zool.  ed  Anal.  comj).  d.  R.  Univ. 
di  Torino,   Vol.  15  (1900),  N.  377.  Torino,  1000,  pp.  8. 

Pierantoni  U.  —  Contribuzione  alio  studio  del  sisteraa  iiervoso  stomatoga- 
strico  degli  Ortotteri  saltatori  (Sunto).  —  Rendic.  d.  Accad.  d.  Sc.  fis.  e 
matem.  {Sez.  d  Soc.  R.  di  Napoli),  Serie  3,  Vol.  6,  [An.  30),  Fane.  5-7, 
pag.  173.  Napoli,  1900. 

Pierantoni  U.  —  Contribuzione  alio  studio  del  sistema  nervoso  stomato-ga- 
strico  degli  Ortotteri  saltatori.  Con  tav.  —  Estr.  di  pag.  8  d.  Atti  d.  R.  Ac- 
cad. d.  Sc.  fis.  e  matem.  di  Napoli,  Serie  2,   Vol.  10,  N.  10.  Napoli,  1900. 

d)  Pseiidoneurotteri. 

Bontivoglio  T.  —  Contribuzione  alio  studio  dei  Pseudoneurotteii  della  To- 
scana.  Libollulidi  di  Massa  Carrara.  —  Atti  d.  Soc.  d.  Natural,  a  iMate7n. 
di  Modena,  Serie  4,  An.  33,  Vol.  2,  pag.  86-01.  Modena,  1901. 

e)  Rincoli. 

Kirkaldy  G.  W.  —  On  some  Rhyncota,  [)rincipally  from  New-Guinea  {Avijjlii- 
bicorisae  and  Notonectidae).  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Genova, 
Serie  2,  Vol.  20  {1899-  1001),  pag.  804-810.  Genova,  1001. 


—  280  — 

/■)  Coleotteri. 

Alzona  C.  —  Fauna  della  provincia  di  Bologna:  Coleoptera.  —  Boll.  d.  Natu 

ralista,  An.  20,  N.  II,  pag.  125-131  e  N.  12,  pag.  137-  140.  Siena,  1900. 
B.  A.  —  La  Gallerucella    Calmariensis   Fabr,   —  Boll,    di   Entomol.    cujraria, 

An.  5,  N.  8,  pag.  113-114.  Fadova,  1898. 
Bertolini  S.  —  Contribuzione  alia  fauna  trentina  dei  Coleotteri  (Continuaz. e  fine). 

—  Bull.  d.  Soc.  entom.  itah,  An.  31,  Trim.  1-4,  pag.  291-299.  Firenze,  iSU'J. 
Dodero  A.  —  Material!  per  lo  studio  dei  Coleotteri  italiani  con  descrizioni  di 

nuove  specie.  Con  figg.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St.  Nat.  di  Geneva,  Se- 
■  He  2,  Vol.  20  (1S99-1901).  jjag.  400-410.  Genova,  1901. 
Leonard!  G.  —  Fhloeosinus  Aitbei  Perris.  —  Boll,  di  Entomol.  agraria   e  Fa. 

tol.  vegetale,  An.  5,  N.  6,  pag.  81-83.  Fadova,  IS98. 

i)  Lepidotteri. 

Cannaviello  E.  ~    Breve  nota  sui  Lepidotteri  dell' Italia  meridiouale.   —  Rio. 

Hal.  di  Sc.  Nat,  An.  20,  N.  7-8,  pag.  83-87  e  N.  9-10,  pag.  101-108.  Siena, 

1000.  {Continuaz.). 
Cannaviello  E.  —   Sui  Lepidotteri  del  gen.  Thais,  Fabr.  —  Uiv.   Ital.  di  Sc. 

Nat.,  An.  21,  N.  3-4,  pag.  28-39.  Siena,  1901. 
Rostagno  F.  —  Classificazioiie  descrittiva   dei  Lepidotteri  italiani.  —  Boll.  d. 

Soc.  Zool.  Ital,  An.   9  (Serie  2,    Vol.  1),   Fasc.  5-6,  pag.  222-239,    Roma 

1900  e  An.  10  (Serie  2,  Vol.  2),  Fasc.  1-2,  pag.  20-40,  Roma  1001. 

k)  Imenotleri. 

Mantero  G.  —  Res  Ligusticae.  XXXI.  Material!  per  un  catalogo  degli  Inie- 
notteri  Liguri.  Parte  II:  Crisidi  e  Mutilidi.  —  Annali  d.  Museo  civ.  di  St. 
Nat.  di  Genova,  Serie  2,    Vol:  20  [1809-1901),  pag.  W9--214.  Genova,   1901. 

I)  Ditteri  e  Afanitteri. 
De-Stefani  Perez  T.  —  L'  Olfersia  Falcinelli  Ed.  parassita  dei   colombi.  — 

Boll.  d.  Naturalista,  An.  20,  N.  7,  pagr.  79-81.  Siena,  1900. 
Grass!  B.  —  Studi  ulterior!  sulla  malaria.  —  Attid.R.  Accad.  d.  Lincei  {Ren- 

die),  CI.  di  Sc.  fis.,  matem.  e  nat.  An.  297,  Serie  5,  Vol.  U,  Fasc.  7,  2"  sem., 

pag.  215-224.  Roma,  1900. 
Grassi  B.  e  Noe  G.  —   V.  in  questo  N.  a  Nematodi. 
Perrone  E.  —  Sui  costumi   delle   larve  delle  zanzare  del  genere  Anopheles  in 

relazione  con   le   bonifiche   idrauliche.   —  Annali  d^ Igiene  sperim.,  Vol.  11 

{N.  S.),  Fasc.  1,  pag.- 1-24.  Roma,  1901. 

XII.    Mollusclii. 

1.  Parte  geneuale. 

Mantovani  P.  —  Catalogo  della  coUezione  malacologica  del  Gabinetto  di 
Storia  naturale  del  R.  Istituto  tecnico  d!  Livoruo.  —  Livorno,  tip.  Meucci, 
1899,  pp.  70. 

Nalato  G.  —  Molluschi  della  Venezia :  II.  Contribuzione  alia  fauna  malacolo- 
gica del  mare  e  del  litorale  Veneto.  —    Venezia,  tip.  Ferrari,  1900,  pp.  7. 

Paravicini  G,  —  Osservazioni  filogenetiche  sui  mollusclii.  Con  tav.  —  3Ii- 
lano,  tip.  Flrola,  1899.  pp.  16. 


—  281  — 

3.  Gasteropodi. 
(PROSOBRANCHr.  Eteropodi.  Opistorranchi.  Pteropodi.  Polmonati). 

Paravieini  G.  —  Contribuzioni  alia  conoscenza  della  miiiuta  innervazione  clei 
Gasteropodi  polmonati.  —  Milano,  Up.  Plrola,  1899,  pp.  4. 

Serofani  P.  —  L'apparato  genitale  nei  Gasteropodi.  Parte  I.  (I  polmonati), 
con  speciali  osservazioni  sugli  organi  genitali  delV Helix  pomatia.  —  Mo- 
dica,  tip.  Archimede,  1900,  pp.  16. 

<d.  Cefalopodi. 

Parona  C.  —  Sulla  dicotomia  delle  braccia  nei  Cefalopodi.  Con  tav.  —  Boll.  d. 
Musei  di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  li.  Univ.  di  Genova,  1900,  N.  96,  pp.  7. 

XIII.  Urocordati  o  Tunicati. 

Alessi  C. —  Appunti  sui  Tunicati:  descrizioni  e  sistematica.  —  Avola,  tip. 
Piazza,  1898,  pp.  13. 

XV.  Vertetorati. 

1.  Parte   generale. 

Albertotti  G.  —  Valore  dell'occhio  nella  espressione.  Con  2  tav.  —  Modena, 
tip.  d.  Soc.  tipog.,  1900.  pp.  12. 

Boutigny.  —  Quadri  sinottici  di  anatomia  descrittiva:  1""  traduz.  ital.  di  G. 
Perna,  riveduta  dal  Prof.  G.  Valenti.  Vol.  I  (osteologia,  artrologia,  mio- 
logia,  aponeurologia,  angiologia).  Vol.  II.  (Estesiologia,  neurologia,  splac- 
nologia).  —  Milano,  Soc.  edit,  libraria,  1901.  pp.  xj,  190. 

Cutore  G.  e  Fiehefa  G.  —  Varieta  anatoraiche  riscontrate  durante  I'anno 
scolastico  1899-1900  [nell' Istitnto  auatomico  di  Catania].  Con  figg.  — 
Arch,  per  V  Antropol.  e  VKtnoL,  Vol.  30,  Fasc.  1-2,  pag.  55-85.  Firenze, 
1900. 

De'Angelis  G.  —  Tesi  di  anatomia  umana  normale,  descrittiva  e  topografica. 
(Miologia,  angiologia).  —  Napoli,  tip.  Pesole,   1900. 

Merkel  F.  —  Trattato  di  anatomia  topografica.  Traduzione  con  note  e  ag- 
giunte  del  Prof.  Giuseppe  Sperino  con  la  collaboraz.  del  Dott.  Carlo 
Calza.  —   Torino,  Unione  tip.-edit.,  1900  {In  corso  di  pubhlicaz.). 

Riechi  G.  —  II  valore  deH'occliio  nell' espressione.  —  II  Raccoglitore  medico, 
An.  72,  Serie  6,    Vol.  7,  N.  3.  pag.  49-56.  Fori),  1901. 

Varaldi  L.  —  Elemeuti  di  anatomia  e  fisiclogia  degli  auimali  domestic!  agri- 
coli.  -   Torino,  Unione  tip.-editrice,  WOO,  pp.  192.  Con  301  figvre. 

2.  Tegumento  e  produzioni  tegumentarie. 

Montesano  V.  —  Modo  di  comportarsi  delle  fibre  elastiche  nella  pelle  con 
rughe  stabili.  —  Boll.  d.  E.  Accad.  med.  di  Roma,  An.  27,  Fa.^c.  1-3, 
pag.  37-38.  Roma,  1901. 

3.  SiSTEMA   NERVOSO  CENTRALE   E   PERIFERICO, 

Bianehini  S.  —  Contributo  alio  studio  delle  degenerazioni  ascendent!  nelle  le- 
sion! del  midollo  spinale.  —  Rendic.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Bologna,  sedida 
d.  2H  maggio  1901,  in:  Bull.  d.  Sc.  med..  An.  72,  Serie  H,  Vol.  J,  Fa^c.  8, 
pag.  431-432.  Bologna,  1901. 


—  ^82  — 

Bosehetti  F.  —  11  gran  simpatico  nell'uomo  e  negli  animali:  appunti  cli  storia. 

anatomia,  iisiologia,  patologia  e  terapia  comparate.   Con  3  tav.  —  Parma, 

HJOl,  pp.  69. 
Chiarufji  G.  —    V.  in  questo  N.  a  Antropologia  ed  Etnologia. 
Crisafulli  E.  —  Ricerche  comparative  di  elettrofisiologia  e  fine  anatomia  siii 

nervi  eletti'ic.i.    -   Gior.  d.  Assoc.  Napoletana  di  medici  e  natural.,   An   //, 

Pant.  2,  pag.  148-168.  Napoli,  1901. 
Leggiardi-Laura  C.  —  Questioni  sulle  circonvoluzioni   cerebrali.  Con  1  tav. 

e  4  figg.  —  Kiv.  di  Biologia  generate,  An.  3,  N.  4-5,  pag.  304-320.  Cnmn.  1901. 

4.  OrCtAni  pi  senso. 

Petella  G.  -  Sulla  controversa  questione  del  dilatatore  della  pnpilla  nei 
mammit'eri  e  neiruomo:  ricerche  istologiche.  Con  tav.  —  Annali  di  tnedi- 
cina  navale,  An.  7,   Vol.  2,  Fuse.  1,  pag.  41-S5.  Roma,  1901. 

Euffini  A.  —  La  cassa  del  timpano,  il  labirinto  osseo  ed  il  fondo  del  condotto 
auditivo  interno  nell'  uomo  adulto  (Tecnica  di  preparazione  ed  osserva- 
zioni  anatomiche).  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Fisiocritici  in  Siena  {Proc.  verb.), 
Ser.  4,   Vol.  13,  An.  Accad.  210,  N.  4,  jmg.  107-109.  Siena,  1901. 

5.    SCHELETRO  E  ARTICOIiAZIONl . 

Alessi  C.  —  Sviluppo  della  colonna  vertebrale  nei  Clupeidi:  ricerche.  coiifronti, 

critica    —  Vedi  M.  Z.,  XI,  11,  327. 
Banchi  A.  —  Di    un    rudimento  scheletrico   (Parafibula)  nell'arto  inferiore  di 

alcuni  Marsupiali.  —  Rendic.  d.  Adunanze  d.    Accad.    iiiedico-fislca  fioren- 

Una,  Seduta  d.  5  Giugno   1901,  in:   Sperimentale  {Arch,   di    Biol.  norm,  e 

patoL),   Vol.  55,  Fasc.  3,  pag.  462.  Firenze,  1901. 
Banclii  A.  —  Ricerche  iutorno  alia  struttura  della  siuoviale  ed  alia  presnnta 

origine    della  sinovia.  —  Rendic.   d.  Adunanze  d.  Accad.  medico-fisica  fio- 

rentina;    seduta  del    13  febbraio   1901,   in:    Sperimentale  {.\rcli.  di   P^iol. 

norm,  e  patol.).  Vol.  55,  Fasc.  2.  pag.  297-299.  Firenze,  1901. 
Banehi  A.    —    Contributo  alia   conoscenza  dell' origine  della    sinoviale.  —  IjO 

Sperimentale  {Arch,  di  Biologia  norm,,  e  patol.),   An.  55,  Fasc.  2,  pag.  273- 

295.  Firenze.  1901. 
Cannarella  P.  —  Contribuzione  alia  formazione  dello  scheletro  cefalico  dei  pe- 

sci  raurenoidi.  -  Vedi  M.  Z.,  XI,  11,  327. 
Giuffrida  Ruggeri  V.  —  Sui  residui  della  fontanella  metopica  o  medio-fron- 

tale.  —  Riv.  di  Biologia  generate.  An.  3,  N.  4-5,  pag.  340-342.  Como  1901. 
Maggi  L.  —  Di  un  carattere  osseo-facciale    dei    giovani   gorilla.   Con    fig.  — 

Rendic.  d.   R.  Istit.   lombardo   di  Sc.   e  Lett.,  Serie  2,    Vol.   34,    Fasc.  10, 

pag  547-556.  Milano,  1901. 
Ruffini  A.  —  Vedi  in  questo  N.  a  Organi  di  senso. 
Tedesehi  E.  E.  —  Ricerche  morfologiche.    [Porme    del    cranio   ahche  in   rap- 

porto  alia  forma  del  cervello].  —  Atti  d.  Soc.  Romana  d'Antropol.,  Vol.  7, 

Fasc.  3,  pag.  11-48.  Roma  1901. 
Vram  U,  G.  —  Un  case  di  saldatura  precoce  della  sutura  sagittale.  —  Atti  d. 

Soc.  Romana  di  Antropol.,  Vol.  8,  Fasc.  1,  pag.  41-43.  Roma,  1901. 
Vram  U.  G.  —  I  crani  di  Gorilla  (Gorilla  Gina)  del  Museo  di  Geneva.  Con  figg. 

—  Atti  d.  Soc.  Romana  di  Antropol.,  Vol.  8,  Fasc.  1,  pag.  5-11.  Roma,  1901. 


—  283  — 


6.  Apparkcchio  muscolare. 

Carueci  V.  —  Di  un  legamento  elastico  del  genere  Bos  e  della  sua  analogia 

con  i  vincula  tendinum  hominis.  —  Gamerino,  tip.  Sav'mi,  1901,  pp.  15. 
D' Evant  T    —  I  muscoli  tensori  della    sinoviale    radiobicipitale.    Con  fig.  — 

Giorn.  d.  Associaz.  napoletana  di  Medici  e  Naturnlisti,  An.   11,   Punt."   4, 

pag.  270-279.  Napoli,  1901. 
Valenti  G.  —  Sopra  le  prime    fasi    di  sviluppo  della   muscolatura    degli    arfci, 

I.  Ricerche  embriologiche  sal  Gongilus  ocellatus.  Con  tav.  —  Vedi  M.  Z , 

XI,  11,  328. 
Varaldi  L.  —  Sulla  frequente  pvesenza  di   elementi    eartilaginei    nello    spes- 

sore  dei  tendini  negli    animali    domestici.  —  Parma,    tip.    la    Bodoniana, 

1901,  pp.  11. 
Varaldi  L.  —  Su  di  una  speciale  disposizione  delTaponeurosi  del  m.  ohliquus 

extei'nn.'i  abdominis  nei  Solipedi  e  nei  Ruminanti.  —  Mil  ana,  tip.  Pagnoni, 

1901,  pp.  15. 

7.    ApPARECCHIO   CARDIA(J()--VASC0LARE.   MlLZA. 

Arcangelis  (de)  E.  —  SuU'arteria  ombelicale  unica  nei  feto  urnano  normale. 

Con   fig.  —  Arch,    di   Ostetr.   e  Ginecol.,  An.   S,    N.    7,  pag.  419-437.  Na- 
poli, 1901. 
Bossi  V.  e  Spampani  G.  —  Ricerche  sui  vasi  linfatici  degli  arti  del  cavallo. 

Con  2  tav.  —  11    Nuovo  Ercolani,   An.    6,  N.   16,  pag.   301-306   e  N.  17, 

pag.  321-325.  Pisa,  1901  {Continua). 
Francese   S.  —  Sui    vasi    sanguigni  della  milza,    —  Napoli,    tip.    Gennaro  M. 

Prioi-e,  1901,  pj).  15. 
Morandi  E    e  Sisto  P.  —  Contribute  alio  studio  delle   ghiandole  emolinfati- 

che  nell'uomo  ed  in  alcuni  mammiferi.  Con  tav.  —  Atti    d.    R.    Accad.   d. 

Sc.  di  Torino,    Vol.  36  (1900-901),  Disp.  10, pag.  384-390.  Torino,  1901. 
Morandi  E.  e  Sisto  P.  —  Contribution  a  I'etude   des   glandes   hemolymphati- 

ques  chez  I'liomrae  et  chez  quelques  mamraiferes.  —  Arch.    ital.    de   Bio- 

logie.  Tome  35,  Fasc.  3,  pag.  446-452.  Turin,  1901. 
Zimmerl  U.  —  Contribute  alia  conoscenza  della   struttura    e  delle  variazioni 

regional!    dell'  endocardio    del    cavallo.    Con    tav.  —  Parma,    tip.   Bartoli, 

1901,  jiP-  Jd- 

8.   TUBO   DIGESTIVO    E   GHIANDOLE   ANNBSSE. 

Albini  G.  —  Sur  une  nouvelle  tunique  musculaire  de  I'intestin  grele  du  chien 

et  de  quelques  autres  animaux!  —  Arch.  ital.  de  Biologic,  Tome  35,  Fasc.  2, 

pag.  259-260.  Turin,  1901. 
Bertaecliini  P.  —  Sulla  struttura  della    tonaca    muscolare    dello  stomaco  di 

Passer  Italiae.  —  Boll.  d.  Sac.  med.-chir.  di  Modena,   An.  3,  Fasc.  1,  Mo- 

dena,  1900. 
Giaeomini  E.  —  Sulle   cosi  dette  glandule  salivari    dei   Petromizonti.  —  An- 

nali  d.  Facoltcl  di  Medicina  e  Mem.  d.  Accad.  med.-chir.  di  Perugia,  Vol.  12, 

Fasc.  3-4,  pag.  234-238.  Perugia,  1900. 
Orlandi  S.  —  Sulla  struttura  dell'  intestino   della   Squilla  mantis  Rond.  Con 

tav.  Ill  e  IV.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  compar.  d.  R.  Univ.  di  Ge- 

nova,  N.  107,  1901.  GenoiKi,  tip  Ciminago,  pp.  22. 


—  284  — 

9.   ApPARECCHIO   POLMONARK.    BrANCHIE.    TiMO.    TlROIDE. 

Cecea  R.  —  Sopra  i  corpi  tiroidei  accessori.  Con  tav.  —  Boll.   d.  Sc.  mediche, 

An.  72.  Ser.  8,  Vol.  1,  Fasc.  5,  j)ag.  '225-245.  Bologna,  1901. 
Civalleri  A.  —  Terrninazioni    uervose    iiella    ghiaudola    tiroide.    Con    figg.  — 

Giorn.  d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,    .An.   04,  N.   7,  pay.  523-52H 

Torino  1901. 
Salvi  G.  —  Di  alcune  anomalie  d&lla  laringe  umana.  Con  1  tav.  e   4  figg.  nel 

testo.  —  Arch,  di  Psicli.,  Sc.  pen.  ed  Antvopol.  crimin.,   Vol.  22,  Fasc.  4-5, 

pag.  369-378.  Torino,  1901. 
Scalia  R.  —  Modificazioni  istologiche    della    tiroide    dopo    1'  estirpazione  del- 

1' ovaia.  —  Gioi  n.  d.  Associaz.  napoletana  di  medici  e  naturalistl,    An.   11 

Punt.  4,  pag.  280  286.  Napoli,  1901. 

10.  Apparecchio  uro-genitalb.  Capsui.e  surrenalt. 

Bizzozzero  E.  —  Sulla  membrana  propria  dei  oanalicoli  urinif'evi.  Con  fig.  — 
Arch,  per  le  Sc.  mediche,   Vol.  25,  Fasc.  1,  pag.  97-100.  Torino,  1901. 

Cocelii  A.  e  Santi  E.  —  Ricerche  sul  tessuto  elastico  :  I.  Ligamento  rotondo. 
II.  Cordone  ombellicale.  Con  tav.  —  Aymali  di  Ostetricia,  e.  Ginecol.,  An.  23, 
N.  7,  pag.  811-816.  Milano,  1901. 

Perroni  E.  —  Sulla  struttura  dell' utero  senile.  —  Annali  di  Ostetricia  e  Gi- 
necol., An.  23,  N.  7,  pag.  773-810.  Milano,  1901. 

11.  Teratologia. 

Bertaeehini  P.  —  Un  caso  di  doppio  pollice  biiaterale  in    uomo.  —  /lull.   d. 

Soc.  med.-chir.  di  Modena,  An.  3,  Fasc.  1.  Modena,  1900. 
Salaghi  M.  —  Malformazioni  della  rachide  e  contenuto  e  loro  cura.  —  Arch, 

di  Ortopedia,  An.  17,  Fasc.  3-4,  pag.  213-230.   Milano,  1900.  (Continuaz., 

continua). 
Taruffi.  C.  —  Teratologia  storica.  Syncephalus  disomus.    Con    fig.  —  Bull.  d. 

Sc.  vied.,  An.  72,  Ser.  8,  Vol.  1,  Fasc.  7,  pag.  385-388.  Bologna,  1901. 

III.    PARTE   ZOOLOGICA. 
1.   Parte  generale, 

Regalia  E.  —  Sulla  fauna   della   Grotta  di    Pertosa   (Salerno)   con    un    sunto 

della    relativa    pubblicazione   paletnologica  del  Prof.  G.    Patroni.  —  Arih. 

per  IWntropol.  e  I'Etnol.,  Vol.  30,  Fasc.  1-2,  pag.  25-54.  Firenze,  1900. 
Regalia  F.  —  Sulla  fauna  della  « Buca  del  Bersagliere  »  e  sulTeta  dei  depositi 

della  vicina  c  Grotta  dei   Colombi  ».  —  Arch,  per  I'Antropol.  e  V  Etnolog , 

Vol.  30,  Fasc.  3,  pag.  277-332.  Firenze,  1900. 

2.  Pesci. 

Largaiolli  V.  —  I  pesci  del  Trentino  e  nozioni  elementari  intorno  all'  orga- 
nismo,  alio  sviluppo  ed  alle  funzioni  della  vita  del  pesce.  Vol.  I.  —  T'rento, 
Societa  tip.  edit.  Trentina,  I'JOl,  pp.  40. 

Sacehi  M.  —  Su  un  caso  di  inversione  nella  pleurostasi  di  una  Solea  vulga- 
ris L.  ~Eiv.  di  Sc.  hiologiche,  An.  1,  Vol.  1,  N.  7  {Luglio  1809),  pag.  533-535. 

Wiedersheim.  —  Cure  parentali  nei  pesci.  -  Riv.di  BioJogia  generale,  An.  3, 
N.  1-2,  pag.  102-103.  Coma,  1901. 


—  )l8b  — 

3.  Anfibi. 

Dopoli  G.  -—  Sugli  anfibii  della  regiono  Fiumana.  Capitolo  IF.  Elenco  siste- 
matico  rlelle  specie  fiumane.  Rii\  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  20,  N.  7-8, 
pay.  87-93.  Siena,  1900.  {Continuaz.  e  fine). 

A.  Rettilt. 

Cnmpana  R.  —  Le  variazioni  del  colorito  della  cute  del  camaleonte.  Con  fig. 
—  Vedi  M.  Z.,  XI,   10,  305. 

5.   UCCELLI. 

Angelini  G.  —  Descrizione  di  una  nnova  specie  di  Paroaria  (Fringillide  em- 
berizino).  —  Bull.  d.  Soc.  Zool.  ital.,  An.  10  (Serie  2,  Vol.  2),  Fane.  1-2, 
pag.  17-10.  Roma,  1901. 

Arrigoni  degli  Oddi  E.  —  Nota  sn  una  piccola  raccolta  di  uccelli  del  Museo 
di  Zagabria  provenienti  dal  litorale  Dalinato.  -  Afti  d.  R.  Istit.  Veneto  di 
Sc,  Lett,  ed  Arti,  Tomo  60  {Serie  S,  Tomo  3),  Diap.  7,  pag.  575-585.  Ve- 
nezia,  1901. 

Capellini  G.  —  Di  un  novo  di  Aepyornis  nel  Museo  di  Storia  Naturale  di 
Lione,  e  di  altre  uova  e  ossa  fossili  dello  stesso  uccello  raccolte  al  Ma- 
dagascar nell' ultimo  decenuio  del  secolo  XIX.  —  Rendic.  d.  Sess.  d.  R. 
.\ccad.  d.  Sc.  d.  Istit.  di  Bologna,  N.  5,  Vol.  4  (1899-000),  Fasc.  2,  pag.  45- 
47.  Bologna,  1000. 

Damiani  G.  —  Note  ornitologiche  dell'isola  dell' Elba  (1899-1900).  —  Bull.  d. 
Soc.  Zool.  ital,  An.  10  [Serie  2,  Vol.  2],  Fasc.  I -2,  pag.  45-57.  Roma,  1001. 

6.  Mammiferi. 

Bonomi  A.  —  II  Tasso  [Meles  taxus  Pall)  nel  Trentino'.  —  Bull.  d.  Soc.  Zool. 

ital.  An.  10  {Serie  2,  Vol.  2),  Fasc.  1-2,  pag.  44.  Roma,  1901. 
Monti  B.  e  Monti  A.  —  Osservazioni   suUe'  inannotte  ibernanti.  —  Rend.   d. 

R.  Lstit.  Lomh.  di  Sc  e  Lett.,  Serie  2.  Vol.  33,  Fasc.  7-8,  pag.  372-3H1.  Mi- 

lano,  1000. 

7.  Antropologia  ed  Etnologia. 

Antonini  G.  e  Carini  A.  —  Di   ua    caso  di   microcefalia   vera:  note    clinico- 

anatomiche.  Con  fig.  —  Gaz:.  med.  di  Torino,  .In.  52,  N.  31,  pag.  001-007  e 

N.  32,  pag.  622-028.  Torino,  1001. 
Chiarugi  G.  —  Proposta  di  uno  studio  coUettivo  sul  peso    dell'  encetalo    negli 

Italiani.  —  Arcli.  per  V Antropol.  e  V  FMol ,  Vol.  30,  Fasc.  3,  pag.  253-200. 

Firenze,  1000. 
Chiarugi  G.  —  Proposition  d'une  etude  collective  sur  le  poids   de  I'encephale 

cbez  les  italiens.  ~  Arch.  ital.  de  Biologic,  Tome  35,  Fasc.  2,  pag.  2 it -240. 

Turin,   1001.    ' 
GiglioliH.  E.  —  Lo  strumento  primitivo  «  Chell6en  »    dell' uomo    quaternario 

in  uso  attuale  nell' Australia.  Con  figg.  —  Arch,  per  V Antropol.   e  T Final., 

Vol.  30,  Fasc.  3,  pag.  209-217.  Firenze,  1900. 
Giglioli  H.  E.  —  Accetle  ed  ornamenti  di  tipo  neolitico  dell' Africa  occidentale 

o  centrale.  Con  figg.  —  Arch,  per   VXntrop.    e   I'  FtnoL,    Vol.  30,    Fasc.   3, 

pag.  219-226.  Firenze,  1000. 


—  286  — 

Griglioli  H.  E.    -  Appunti  etnologici  prosi  a  Parigi  nell'estate   i'JOO,    all'  Espo- 

sizione  e  luori.  —  Arch,  per  V  Antvopol.  eV  EtnoL,  Vol.30,  Fane.  S,paij  23!J- 

2rtl.  Firenze,  1900. 
Giglioli  H.   E.  —  Amuleti  degli  sciaraani-medici  di    alcuni   popoli    del    N.  O. 

doli'  America  Boi-eale  e  piu  specialraente  degli   haida,  tlinkit  e   tsimshian. 

Con  figg.  —  Ai^ch.  per  I'Antropol.  e  I'Etnol.,  Vol.  30,  Fane.  3,  pay.  225-237. 

Firenze,  1900. 
Giuffrida-Ruggeri  V".  —  Nuove  ricerche  morfologiche  e  craniometriche.  Con 

1    tav.    e    3   figg.    nel    testo.  —  Atti  d.  Soc.  romana  di  Antropol.,   Vol.   8, 

Fasc.  1,  pag.  21-40.  Roma.  1901. 
Mantegazza  P.  —  L'  insegnamento  dell'Antropologia.  —  Arcli.  per  I'Antropol. 

e  I'  Etnol.,   Vol.  30,  Fasc.  3,  pag.  261-267.  Firenze,  19i)i). 
Moehi  A.   —  Gli  oggetti  etnografici  delle  popolazioni  etiopiche    posseduti   dal 

Museo  Nazionale   d' Antropologia   in   Firenze.  —  Arch,  per   V  Antropol.  e 

r  Flnol,    Vol.  30,  Fasc.  1-2,  pag.  87-172.  Firenze,    1900. 
Moschen  L.  — Nuova  contribuzioue  alio  studio  della  craniologia  dei  Bolognesi. 

—  Atti  d.  Soc.  romana  di  Antropol.,  Vol.  8,  Fasc.  l,i)ag.  12-20.  Roma,  1901. 
Portigliotti  G.  —  Dafci  anatomici  di  uonaini  eminenti  di   Francia.  Con  tigg.  — 

Arch,  di  Fsich.,  Sc.  pen.  ed  Antropol.  crimin..  Vol.  22,  Fasc.  4-5,  pag.  442- 
452.  Torino,  1901. 
Ujfalvy  (de)  C.  —  Tracce  di  steatopigia  nei    Greci  dell;i  Cirenaica.   Con  ligg. 

—  Arch,   per  /'  Antropol.  e   V  Etnol.,   Vol.   30,  Fasc.  1-2,  pag.  19-24.    Fi- 
renze, 1900. 

APPENDICE 
Antropologia  applicata  allo  studio  dei  pazzi,  dei  criminali,  ecc. 

Albericci  R.  ~  Caratferi  pitecoidi  di  una  pazza.  —  Gazz.  d.  Ospedali.  .In.  22, 

N.  9,  pag.  93-95.  Milano,  1901. 
/latti.^telli  L.  —  II  sistema  jiilifero  nei  normali  e  nei  degenerati. —  Vedi  M.   Z., 

XT,  10,  305. 
Coscia  N.  —  Caratteri  femminili  e  atavici  nei   bacini   dei  criminali.   Con  tav. 

—  Arch,  di  Psich.,  Sc.  pen.  ed  Antropol.  crimin.,  Vol.  22,  Fasc.  4-5,  pag.  344- 
36H.  Torino,  1001. 

Favaro    G.  —  Cenni  preliminari  sul  nuovo    carattere    ereditario    (prevalenza 

dei  secondo  dito  suU'alluce)  nel  piede  dei  criminali.  —  Arch,  di   Psich.,  ,Sc. 

pen.  ed  Antropol.  cr.,   Vol.  22,  Fasc.  3,  pag.  257.  Torino,  1901. 
Ferranini  L.  —  Le  anomalie  antropologiche  nei  cardio-ptosici.  —  Arch.  ital. 

di  medicina  interna,  Vol.  2,  Fasc.  3-6,  pag.  155-166.  Palermo,  1899. 
Giuffrida-Ruggeri  V.  —    Sopravvivenze    morfologiche    in    crani   di   alienati. 

Con  fig.    —  Arch,  di  Psich.,  Sc.  penali  ed  Antropol.  crimin..  Vol.  22,  Fasc. 

i-2,  pag.  123-126.  Torino,  1901. 
Lombroso  C.    -  Salla  cortezza  dell'alluce  iiegli  epilettici,  nei  criminali  e  negli 

idioti.  Con  3  figg.   —  Arch,  di  Psich.  Sc.  penali  ed  Antrop.  crim.,  Vol.  22, 

Fa.sc.  4-5,   pag.  337-343.   Torino,  1901. 
Lorenzini  R.  —  Di  alcuni  caratteri  degenerativi  dell'apparato  passivo  di  ma- 

sticazione  degli  idioti  ed  imbecilli.    -    Boll.  d.  Soc.  IjancLfiana  d.  Osppdali 

di  Roma,  An.  20,  Fasc.   1,  pag.  46-68.  Roma,  1900. 


—  287  ~ 
COiVIUNICAZIONI     ORIGiNALI 


T.    D'  EVANT. 


Dei  rami  minori  dell' aorta  addominale 
con  specialn  considerazione  intorno  alia  irrigazione  del  plesso  solare. 

(Con  Tavola  Vil'). 


E  \'iotut:i.  In,  riproiliizicino. 

1/ an;il(»mi;i  iiniana.  siilla  scoila  dclla  inorlologia  coniparala,  dhido 
i  rami  collalciali,  clic  I'aorla  (liscendcntcd;!  nol  suo  deeorso,  in  visecrali 
(*  pariolali.  Oiiosli  iiitinii  sono  i  rap|)iosonlanli  ^\o^\l  aniii(tnn^ri  sognion-- 
lali,  ninntrc  i  lainl  ])ari  visecrali  c()rris])()ndon()  alia  sintesi  di  qiiolla 
ostesa  soric  di  diraina/ioni  anclic  sogmeiitarie  die  noi  saiiropsidi  si  di- 
strihiiiscoiio  ailc  giandole  urinaric  e  genitali. 

I  rami  Niscoi-ali  impari,  in  j)arl('  forme  cAolule  c  pcrlozionate  del 
griippo  arterioso  celiaco-mesenterico,  sitno  destinali  alle  pareti  dell'  inte- 
slino  medio  e  postei-iore  ed  alle  glanditle  annesse.  In  generale  si  nola  in 
(piesli  rami  viseerali  una  tendenza  alia  riduzione  a  misiira  clie  la  forma 
organiea  e  |)iu  |)erfetla. 

Mcntre  i  rami  parietali  lianno  un'origine  assolutamcnie  dorsale,  i 
viseerali  imparl  provongono  dal  lato  venlrale  ed  i  viseerali  pari  dalla 
superlieie  laterale  del  troneo  aortieo.  IVa  ipiesta  serie  venlrale  e  la  late- 
rale  esiste  |»ero  nn  eerlo  nnmero  di  rami  minori,  i  (juali  si  dividono 
in  dne  grn|)pi  cioe  (juelli  del  segmenio  loi'acico  e  qiielli  del  segmenio 
addominale.  I  primi  sono  mollo  meglio  eonoseiiili  ed  a  questo  gruppo 
apparlengono  i  rami  mediaslinici,  j)ericardiaci,  broncliiali  ed  esofagei. 
Non  e  cosi  di  (pielli  del  tralto  addominale.  Nessiin  eenno  ne  lro\(t  in  la- 
vori  speciali  suH'aorta  addominale  e  IVa  i  Iratlatisti  non  ho  trovalo  elie 
un  cenno  fatto  dal  Tlieile(')  il  quale  parlando  deiraoria  addominale 
diee  di  pareeelii  piceoli  rami  di  quesia  arleria  clie  si  i-eeano  al  plesso 
celiaco  ed  alle  glandole  linfaliclie  addossate  al  vaso. 

Selijiffer  e  Tliane,  (-)  a  proposito  dell' arleria  renale,  dieono  elie 
la  emulgenle  prima  di  enlrare  nell'ilo  da  i  rami  eapsulari  inferiori, 
uretcriei  superiori  e  i  glamlolari  ai  nodi  linfaliei  lombari.  nonehe  rami 
al  eonnetlivo  della  capsula  adiposa  del  rene,  ma  non  parlano  di  siniili 
ramelli  emcssi  dal  troneo  aortieo. 


(')  Xlieih^.  —  Anil.    G.   IV  in:    ICiiricloiii'dia  aii:il(niii(";i. 
(-')  i)nl  (j)  11.1  ill,  Anr/.    Vol-   II. 


—  288  — 

Finalmcntc  il  Uoniiti  ("  acccnna  clic  laorta  veiilrale  iiol  siio  tia- 
gilto  da  vari  raiuuscoli  clie  non  hanno  nome  specialo  nia  ineritano  es- 
serc  ricordati  :  foniisce  (11  ramuscoli  il  plcsso  solaro,  \o  o'landolo  linla- 
lichc  periaorliclio  o  la  j)orzione  media  dell' uretcre. 

PerCettamentc  miiti*  al  rigiiardo  ho  trovato  il  tralta[(»  di  aiialomia 
del  Poirier  ("). 

I'rcscindcndo  duiuiiie  da  qiiesli  rami  inleriori  piii  grossi,  elie  corri- 
spondono  alle  rtr/er/rtc  nretericae  mediae  di  Haller,  le  nozioni  intorno 
a.questi  rami  minori  sono  scai'se  ed  anclie  indeterminale. 

Tale  eonvinzione  ebbi  a  formarmicjuando.  in  seguito  ad  un'iniezione 
lelicemente  i-iuscita  delT  aorta,  ebbi  oceasione  di  seguire  due  ramelli  che 
dalla  parte  siiperiore  della  sua  faccia  laterale,  si  dirigevano  verso  i  gangli 
semilunari  del  simpatico.  Allora  mi  sorsc  anche  1'  idea  che  il  plesso  so- 
lare  ed  i  gi-ossi  gangli  che  vi  corrispondono  dovessero  essere  irrigati 
abbondantemente  e  secondo  un  tipo  determinate,  ma  nulla  di  cio  poletli 
rinvenire  nella  letteratura  da  me  riscontrata.  ad  eccezione  delle  nolizie 
date  dal  Theile  e  dal  Romiti  (1.  c). 

II  plesso  celiaco  assume  nei  mammiferi  .superiori  uno  sviluppo  no- 
Iv'vole  in  rapporto  colla  evoluzione  del  sistema  nervoso  vegetativo  e  rag- 
giunge,  possiamo  dire,  il  massimo  di  perlezione  nei  primati  e  nell'uomo : 
rappresenta  nn  territorio  nerveo  notevole  tanto  pel  sue  volume,  (juanlo 
|)el  suo  signilicato  funzionale  e  fisio-patologico.  Difatti  la  massa  del  plesso. 
estendendosi  quasi  dal  hkilus  aorliciis  del  diatVamma  lino  al  di  sotto  della 
grande  arleria  mesenterica,  si  compone  di  una  parte  plessit'ornie  mista 
ad  una  parte  gangliare  (e  percio  lo  Seh\Aalbe  lo  mise  nella  categoria 
(lei  ganglio-plessi).  La  parte  gangliare,  piu  abbondante  della  parte  ples- 
silorme,  contiene  i  due  gangli  mesenterici,  i  due  gangli  aortico-renali, 
i  due  gangli  semilunari  (tutti  pari,  ma  congiunti  da  Iratti  anastomotici\ 
la  cui  morfologia,  comprese  le  numerose  varieta,  si  pu(')  dire  abbastanza 
eoudsciuta.  Le  dimensioni  del  solo  gangiio  semilunare,  a  non  voter  lener 
(•onto  degli  altri  su  nominati,  sono  di  2  V,  cm.  nei  sense  trasversale  e  di 
1  \/2  nei  sense  verticale,  secondo  le  inisure  stabilite  dal  Soulie  (^\  Ora, 
poiche  ogni  organo  e  irrigate  j)roporzionalmente  al  suo  volume,  e  piii 
ancora  alia  sua  atlivita  funzionale,  mi  son  domandato  quali  I'ossero  le 
sorgenti  del  sangue  arterioso  e  quale  il  tipo  morl'ologico  della  circola- 
zione  dei  gangli  semilunari. 

Non  avendo  Irovala  ris|)osta  alcuna   soddisfacente  nella  lelleratura 


(')  Trattato  di  aiiatomia  ileU'nomo,    Vol.  I,  p.   Ill,  par;.  S~4. 

I.*)  Traite  tl'Anatomie  liuniaine.  Paris,  1895. 

(^)  Nei  Poirier   et   Gharpy,  Traite  d'Aiiatonue  liniiiaiuo.  /'acts,  isn.'i. 


__  289  — 

ho  istiluita  iin;ul()i)j)ia  seric  di  licerclic  iioiriionio  o  iici  piii  gmssi  mani- 
niilbri  a^^alelKlomi  di  iiiiezioni  al  sego  cd  aiichc  al  gesso  Ic  ijiiali,  in  date 
L-ondizioni  di  tcmpcralura  o  di  pressione,  sono  riuscite  oltrcmodo  soddi- 
sfaccnti :  ed.  in  ogni  caso,  di  piii  comoda  attuazione  die  le  iniezioni 
alia  gelatina  colorata,  lo  (juali  sarei)l)cro  stale,  nel  caso  speciale,  piii 
adalle  alio  scope.  Due  sole  iniezioni  liirono  iatle  alia  gelatina  al  bleu  di 
Prussia  con  lo  scope  di  seguire  la  irrigazione  intragangliare  e  polerne  Tare 
delle  sezioni  microscopiche.  Del  risullato  diquestediro  m  altra  occasione. 
■  Ho  iniettato  circa  dodici  aorte,  spingendo  la  massa  in  alcuni  casi  dal 
hasso  in  alto  ed  in  altri  dal  torace  verso  1'  addorne.  In  quasi  tutti  i  casi 
ho  liniitato  il  territorio  da  inieltare  per  mezzo  di  legature  e  di  ))inze  op- 
poi'lunaniente  situate  nei  tronchi  collaterali  piii  grossi,  onde  aumentai'e  la 
pressione,  rendere  j)iii  I'acile  la  iniezione  dei  piccoli  rami,  e  fare  che  la 
massa  non  solo  fosse  j)enelrata  in  tutti  i  piccoli  rami  dell'aorta,  ma  anclie 
in  tutti  i  possibili  rametti  dcstinati  al  plesso  (donde  che  provenissero),  onde 
ottenere  una  iniezione  Una  tanto  da  permettere  rosservazionedella  distri- 
huzione  dei  piccoli  rami  nel  plesso  solare  e  nei  gangli  che  lo  compongono. 

E  a  questo  ))roposito  devo  dire  di  avere  scelto  soggetti  di  \aria  eta 
e  sesso  onde  ottenere  la  maggior  varieta  possibile  di  osservazioni. 

I  soggetti  die  meglio  si  sono  j)restati  sono  (juelli  delle  donne  e  dei 
giovanetti. 

Ecco  intanto  il  risullato  delle  mie  osservazioni : 

I.  I  rami  accennati  dal  Theile  sono  costanti  nella  lore  esistenza, 
'  solamente  non  hanno  tti/a  disjiosiziouc  mcidcntalc,  ma  si  staccano  dalla 
superlicie  latero-venti'ale  dell'aorta  lungo  una  linea  presso  che  retta  !ra 
la  serie  dei  rami  viscerali  i)ari  e  la  serie  impari  celiaco-mescntei"ica. 
Dctti  rami  sono  al  numero  ordinariamente  di  quatiro  paia  ed  hanno-una 
disposizione  evidenfemenie  set/menlale.  Molte  volte  la  dimostrazionc  di 
(juesto  enunciato  e  chiarissima,  ma  spesso  puo  mancare  alcuno  di  essi  o 
|)rovcnire  da  sorgenti  vicine,  cosicche  si  puo  dire  che  menire  la  mancanza 
di  disposizione  regolare  e  frequenle,  la  lore  mancanza  sia  piii  a])parente 
che  reale,  perche  1'  esistenza  di  (juesli  rametti  e  costante,  ma  e  solo  va- 
riabile  (e  molto)  la  loro  origine.  Del  resto  e  uecessario  notare  che  la 
leggc  metamcriale  dei  rami  aortici  va  diventando  mcno  evidentc  nel 
jiassare  dagli  angiomeri  parietali  agli  angiomeri  \iscerali  pari  ed  anche 
piii  agli  iiupari  con  una  sintesi  progressi\amente  crescente.  l*er  es.  il 
gru|)po  delle  arterie  renali  e  genitali  che  nei  saur(q)sidi  e  segmentale  e 
mulliplo,  si  ridiice  di  molto  nei  .mammiferi,  e  solo  qualche  volla  per 
anomalia  1' arteria  renale  dell' uonio  j)u6  trovarsi  doppia,  tripla  anche 
(|uintupla,  cd  anche  nei  casi  ordinari  si  trovano  con  grande  frequenza 


—  21)U  — 

ailcric  icnali  acci'ssoiic  od  ahci-i'jinli.  II  clic  r  s|ii('^al)ile  con  (|ii('lla  le^gc 
(li  fiisioiic  die  (loiiiiiia  in  (jiicsli  rami  hiiilo  iicll'  online;  onloi^enclico  clie 
liloiiciiclico;  poiclir  soiio  sofiincnlali  i  rami  aorlici  o  i  gomiltili  del  im>- 
soiicrro.  meiiire  si  rai;grii|)|)ano  (|iielli,  mollo  piii  luimerosi,  del  reiio  deli- 
nilivo,   pur  rimaiiciidono  taluni  isolali,   come  per  le  anomalie  ricordate. 

I  rami  minori  doir  aoria,  di  ciii  mi  slo  (»ccii|)aiid(),  sono  scgiiuMilali, 
|)erclie  desliiiall  ad  orjiani  segmontali  ed  occiipano.  sebbeuo  al  niimero 
di  'i  paia,  una  esleiisioiic  cranio-caiidale  assai  iiilei-iorc  a  (jiiella  delle 
aiiei'ie  lomhaii,  come  se  fossero  Ira  loro  rai;>;riippali  e  ra\  \iciiiali.    " 

I!.  Di  (jiiesle  (juallro  ])aia  che  mi  sembiano  coslanti,  11 IV,  |)iii  cau- 
dale,  iiasce  a!  li\ello  della  torza  vcrlebra  loird)ai'e.  E  il  piii  robiisto,  si 
j)orla  ill  avanii  ed  in  I'liori,  distribuendosi  all'  urelore  e  eorrispoiide  cvi- 
L\i}i)[(iii\vn[(i  i\\\v  (iiicrldr  nrelcri'cae  mediae  di  Jlaller.  II  lerzo,  ed  il  se- 
condo  procedendo  nel  senso  cranio-caiidaie.  sono  i  piii  soltili,  si  porlano 
laleralmenU;,  concedono  rameiti  al  picsso  londjo-aortieo,  ai  nodi  linl'a- 
lici  periaoiiici  ed  anebe  alia  capsula  adiposa  del  rene.  II  primo  paio, 
pill  prossimo  all'  eslremo  craniale  delFaiieria  ed  il  piii  imporlanlc  dl 
lulti,  e  (|uello  cbe  |)otrebbe  cliianiarsl  miiio  celiaco  o  so/are.  Esso  puo 
a\ere  orif/iiie  oilre  die  dairaoria,  anclic  dalla  capsulare  mc'Jla,  ma  In 
ogiil  caso,  da  iin  |)unlo  tanlo  vlcino  alia  sua  origine,  cbeiltroncu  soinbri 
bilbrcalo,  ed  e  (come  la  capsulare)  di  inrosUmle  lireJIo.  Irovandosi  spesso 
il  desiro  un  pochino  piii  in  basso  del  sinislro.  (larallerislica  di  (|ueslo 
ramello  e  il  suo  decorso  ricorrenle  in  alio  e  in  deniro,  descrivendo  un 
arco  a  concasita  mediale  e  comessila  laterale  die  si  a|)poggia  al  mar- 
line iiKjdiale  del  ganglio  semilunare  a  cui  tornisce  numerosi  rametti.  II 
suo  eslremo  superiorc,  seguendo  11  coriio  mediale  del  ganglio  semilu- 
nare, si  anastoniizza  (|uasi  sempre  con  F  omologo  dell'  opposto  lalo  o  a 
picno  canale  o  per  sollili  rametti,  complelando  cosi  una  grande  areata 
die  passa  al  di  sopra  del  tronco  celiaco  accompagnando  il  robuslo  Irallo 
anaslomolico  die  sullo  stesso  puiito  congiunge  i  due  gangli  semibinari. 
s|»esso  ho  poluto  vedere  una  grossa  anastomosi  fra  quest'  arteria  ed  un 
ramo  della  cajisulare  superiore,  da  eostituire  un'  areata  che  rasenta  o  il 
margine  superiore  o  la  laeeia  posteriore  del  ganglio  semilunare. 

111.  Ouesto  ramo  celiaco  o  solare  esiste  andie  in  molli  animali  in- 
leriori.  Non  |)ossodire  se  il  rametto  celiaco  sia  addirillura  costante,  nella 
serie  dei  mammireri,  sia  perclie  non  ho  pot u to  eslendere  le  inie  ricerche 
a  molli  animali,  sia  perche  le  condizioni  moirologiche  del  ganglio  sono 
Nariabili,  sia  perche  in  molli  slugge  per  la  sua  lenuilii.  Non  ebbi  occa- 
.sione  di  [loler  dissecare  nessun  antropoidc,  ne,  die  io  mi  sajipia,  si  Iro- 
vano  osservazioni    su   (jueslo  |»unlo  anche  in  ojiere  speciali.   Lo  S|)e- 


—  2U1   — 

riiio  *)  |)iii-liiml(»  (lei  i-;iini  \isc(M'iili  (IcITaorla  del  (iiiiipaiizr.  nulla  lia  li(i- 
valo  clio  iMcrilasse  di  loniiare  i'allenzioiic.  Jnoliro  per  (|iianl(»  ri^iiai'da  i  so- 
li|>(Mli  solo  noirantifo  Irattato  di  Aiialomiadol  Franck  {-)  vi  lia  una  li^uia 
in  cui  ('  i^rossolanaincnle  ia|)|»rt'S(Milalo  uno  di  (jucsti  ranielti  dol  picsso 
solare;  c  nulla  se  nc  dice  nel  teslo.  Ma  \)vv  (juanto  riguarda  i  solipedi, 
i  r/niii)i(i)ili,  ('  (jualchc  jMtrhideniKi,  Ic  niie  iniczioni  t'alle  nel  cavallo  C), 
noirasino  c  noil"  aoiia  di  hue  c  di  nionlonc,  nonche  lo  oss('i-\azioni  lalU; 
suir  aofla  di  niaialo  anclie  senza  iniczione  alcuna  mi  iionnrllono  di  con- 
rliiudcre,  che  in  lulli  (jucsti  aniinali  osservati  il  paio  terzo  c  socondo  sono 
0  niancanti  aHaltu  o  nutlto  scarsanienle  rapprcsentati,  nientre  si  numlieno 
costante  nolla  sua  esislenza  il  paio  piimo.  La  sua  oritjitie  nei  solipedi  e 
a  varia  altezza  j)er  il  destro  e  jier  il  sinislio,  ma  la  dilVerenza  e  piii 
marcala  die  nell'  uomo;  spesso  nasce  con  un  ironeo  eomune  eon  la 
eaj)sulare  ;  il  ralibro  ne  e  grandissimo.  il  dccorso  e  ngualmenle  rieoirenle 
e  eurviline),  di  guisa  ehe  nalo  dall"  aorta  il  ramello  eeliaco  |)orlasi  in 
all(»  ed  in  a\anli,  deserive  una  cui\a  a  eonea\ila  mediale  e  eaudale, 
rasenia  il  ganglio,  lo  irriga,  e  si  aiiastomizza  eon  la  omologa,  ed  anelie 
eon  la  eapsularo. 

IV.  In  (jiianlo  al  lipo  morfologico  eireolalorio  del  ganglio  seniilu- 
nare,  6  ovvio  jtoter  dimoslrarc  ehe  la  maggior  fjuantita  di  sangue  aiie- 
rioso  arriva  al  ganglio  per  mezzo  del  ramello  ehe  ehiamo  crliaco  o  solair, 
ma  coesislono  altri  ramclli  ehe  \i  giungono  in  direzionc  raggiala,  se- 
gucndo  in  xontroscnso  alcuni  dei  piii  robusli  rami  ehe  se  nc  staeeano. 
Kssi  proxcngono  o  dalla  stessa  capsulai'e  media  o  dalla  inleriore  o  linaneo 
dalla  renale,  oppure  dalla  capsulare  superiore.  Per  (piesia  rieehezza  di 
arteriole  di  varia  provenienza,  rimane  costante  il  latlo  ehe  la  eircolazione 
del  gangli(t  semilunare  e  intimamente  e  largamente  eonnessa  a  (|uella 
delle  arterie  eapsulai'i  c  percio  a  quclla  dolla  caj)sula  surrenalc;  almeiio 
nell' uomo,  mentre  negli  animali  interi(M-i  da  mo  osservati  e  (|uasi  coslaiile 
Torigine  autonoma  del  ramo  eeliaco  o  solare,  il  ehe  da  una  cerla  mag- 
giorc  indipendenza  alia  eircolazione  del  ganglio  eeliac(t,  in  (juesli  ani- 
mali. Ad  ogni  modo  si  puo  dire  in  generale  die  il  ganglio  semilunare 
ha  un'  arleria  |)rineipale  maggiore  e  niolte  accessorie  minoi'i  ;  (juindi  plii- 
ralila  d' origine  dei  vasi  die  lo  irrigaiio  per  meglio  assieurare  la  \ilalila 
di  un  organo  lanto  iniportante. 


(')  Aii;itoiiiJ;i  del  Vuu\Knr/A'..   Torino,  iNO-"). 

(^)  Couii)(!ii(Ho  di  Aiiatoiiiin  coiup:u-at:i  doj;!!  aiiiiuidi  doiiicslioi.  —  Vcisimii'  I,a  ii  /;  i  I  lo  ll-i-11  ik.  ii- 
santi.  Milano,  I880. 

{^)  Nello  osservazioiii  cllo  lio  potutu  fan;  siii  sulipcdi  soiio  slato  validaiuciilo  (.■ijadiiivalu  ilal 
rriif.  U.  Ijarpi  della  E.  Scnola  Veteriiiaria  di  Xapoli,  al  ijiiale  di-bbo  espiiuK'iu  i  luit-i  riii^iazia- 
lueuti  per  la  coiteso  preinura  avuta  a  mio  riguardo.  -t 


—  292  — 

L'anasloniosi  chc  ii  ramo  celiaco  o  solarc  la  con  quello  deirallio  iaio 
assicui'a  la  circolazione  verso  il  marginc  mcdiale  del  ganglio  e  nel  seg- 
mcnlo  siio  sii|)oriore,  nicnlre  la  simile  anastomosi  clie  s|)esso  si  stabilisce 
colla  capsiihire  siiperiore  circoscrive  il  ganglio  in  una  specie  di  circulo 
coioiiaiio  incomplelo,  dal  quale  provengono  i  suoi  rameili  nutritizi;  quc- 
sli  iKMU'lrano  nel  ganglio  avvolli  da  una  gnaina  linlalica,  e  vi  si  dislri- 
buiscono  nel  niodo  coniune  a  luUi  i  gangli  del  sislenia  nervoso  vegctalivo. 

Spiegazione  delle  figure  (grandezza  naturale). 

I  rametti  descritti  nel  testo  come  rami  minori  deli' aorta,  e  quelli  destinati 
al  ganglio  solare  come  rametti  celiaci,  sono  colorati  fortemente  in  nero. 

FiGURA  l'\  — Un  segmento  dell' aorta  addominale  (giovanetto). 

Sono  accennati  i  dae  reni  e  le  capsule  soprarenali.  a.  aorta  A  sinistra., 
disposizione  normale  dell'arteria  frenica  interiore  e  della  reiiale,  nouche  della 
capsulare  infeiiore  e  superiore.  La  capsulaie  media  nasce  con  un  tronco  co- 
mune  col  rametto  celiaco;  la  sua  terminazione  raggiunge  il  ganglio  attraver- 
sando  I'occhiello  del  ganglio  stesso 

A  Destra  1' arteria  renale  e  doppia;  normale  la  frenica  e  la  capsulare  me- 
dia. Vi  sono  inoltre  due  rametti  glandulari.  II  rametto  celiaco  di  questo  lato,  a 
differenza  di  quello  di  sinistra,  nasce  direttamente  dall'  aorta,  e  portasi  al 
ganglio,  g,  con  decorso  arcuato  e  ricorrente. 

La  disposizione  che  osservasi  al  lato  dcstro  di  questa  tigura,  se  vi  si  ag- 
giunga  anche  il  ramo  ureterico  che  meglio  appare  nella  figura  3,  e  la  dispo- 
sizione normale  dei  rami  minori  descritti  nel  testo;  di  questi  il  prima  paio  e 
costituito  da  ?*,  r,  cioe  dal  ra7no  celiaco,  il  2"  ed  il  3"  sono  rami  glandulari,  che 
trovausi  piu   in  sotto:  e  piii  in  basso  ancora,  havvi  il  ramo  ureterico  (fig.  3). 

II  ganglio  da  ambo  i  lati  e  stellato,  per  la  fusione  del  ganglio  semilunare  pro- 
priOjCol  ganglio  renale  e  col  ganglio  mesenterico.  Questo  reperto  non  e  molto  raro. 

Figura  2'\  —  Aorta  addominale  di  uomo. 

II  ganglio  semilunare  di  Destra,  g,  oltre  il  rametto  celiaco  {7'c)  che  viene 
direttamente  dall' aorta,  riceve  anche  un  piccolo  ramo  sussidiario  dalla  capsu- 
lare propria  e  questi  due  formano  insieme  una  anastomosi  ad  arco  (a  n).  A 
sinistra  il  ganglio,  oltre  il  rametto  celiaco  che  proviene  dall' arteria  capsulare 
(ordinariamente  questa  origine  e  piiJi  frequente  a  sinistra)  riceve  altri  rametti 
dalla  capsulare  stessa,  dalla  frenica,  e  da  una  arteria  adiposa  della  capsula  re- 
nale. L'arteria  capsulare  superiore  e  rappresentata  da  otto  ramuscoli  della  frenica- 

Figura  3^.  —  Segmento  dell'  aorta  addominale  (uomo)  r,  rene  destro  ; 
as,  capsula  surrenale;  a,  aorta.  Circolo  coronario  del  ganglio  semilunare.  Doppio 
circolo  coronario  e  doppia  anastomosi  omo-ed  etero-laterale  dei  rametti  celiaci- 

A  destra  il  rametto  celiaco  viene  dall' arteria  capsulare  media  acm,  ed  e 
doppio;  il  piu  laterale  si  congiunge  con  un  rametto  proveuiente  dalla  capsulare 
superiore,  e  quasi  dello  stesso  calibi'o;  decorre  sul  margiue  laterale  del  ganglio 
dopo  avergli  abbaiidonato  parecchi  ramuscoli;  il  ramo  mediate  ha  cammino 
retrograde,  ricorrente,  (e  rappresenta  il  vero  rametto  celiaco"),  da  ramuscoli  al 
ganglio,  ed  al  disopra  Jell' arteria  celiaca  si  anastomizza  ad  arco  col  rametto 
•celiaco  di  sinistra  che  proviene  daU'inizio  dell'arteria  frenica  inferiore  sinistra. 


—  293  — 

FiGURA  4'\  —  Aorta  addominale  (uomo).  Origine  multii)la  dei  rametti  nu- 
tritivi  del  ganglio  celiaco  di  destra.  Qui  il  ganglio,  fj,  risulta  dalla  fusione  di 
parecchie  masse  gangliari,  come  nella  fig.  1,  ed  e  reperto  frequente:  nel  centro 
rimaue  una  lacuna,  occupata  d'ordinario  da  un  nodo  linfatico.  II  rametto  ce- 
liaco, ricorrente,  re,  provieue  dairaorta;  altri  tre  ramuscoli  riceve  il  ganglio 
dalla  capsulare  media  cm  —  I,  I,  rami  per  i  nodi  linfatici.  —  cs,  Capsula  sur- 
renale  di  destra. 

Tutte  quests  figure  sono  state  disegnate  dal  vero  dal  Prof,  barone  G.  Mat- 
tej.  ed  io  intendo  di  esternargli  qui  la  mia  riconoscenza. 


ISTirUTO    ANATOMIC"    DI    FIKENZE,    DUtETTO    DAL    I'KOl".    U.    CHIAKUOI. 

UoTT.    FERDINANDO    LIVINI 

AIUTO    B    I,IBfc;uO    DOCENTE    Ul    ANATOMIA    UMANA. 


Sviliippo  di  alcuni  organi 
derivati  dalla  regione  branchiale  negli  anfibi  urodeli.  ^^^ 

(Continuazioue  e  fine)  (") 
(Gou    3    figure    nel    testo). 


E  viotatci  la  rijiroduziouc. 


Alia  descrizione  sommaiia  dcllc  lormazioni  chc  si  incontrano  nclla 
Sdltininnflrina  adiilla  a  costituirc  il  sistcma  cho  puo  chiamarsi  tinio- 
llroidcM),  I'accio  ura  segiiirc  il  riassiinto  dei  resullali  ottemili  dalle  mie 
i-icerclie  intorno  alio  sviliippo  delle  lormazioni  medcsime. 


1.  —  Corpo  liroide. — E  qucslo  Forgano  del  sistema  fimo-liioideo, 
clie,  prinio,  eonipare  nella  ontogenesi.  11  sue  ahbozzo  e  giii  riconosei- 
bile  in  embrioni  della  lungliezza  tolale  di  mill,  o,  li,  in  linea  relta.  In 
(pieslo  stadio,  Ira  T  eslremo  craniale  della  cavita  intestinale  e  recto- 
derma  e  interposto  nn  ammasso  celhdare  solido,  enlodermico,  chc  dor- 
sal men  te  e  mollo  largo,  mentre  si  assottiglia  (fatta  eccezionc  per  ii 
Iralto  pill  craniale,  dove  si  lormera  Tapertnia  della  bocca)  nel  portarsi 


(*)  11  lavoro  completo,  cou  un  csteao  liassuuto  storico,  c  corredato  da  tavole  a  illiistrazioui  ui;! 
testo  o  ill  corao  di  pnbblicazione. 

(■')  Vedi:  An.  XI  (1900),  JV.  12.  (Tav.  A'F")- 

M.  Z.  '* 


-     294  — 

vcnIraliiKiiilc  serso  1' (^clodcrma  col  quale  si  Ibiulc  |)i'r  iiii  liallo  assai 
cstos(t  in  limgliezza.  Ora  ii  corpo  tiroide  sorgo  como  geniina  soiida  dalia 
suix-ilicic  caiidale  di  (iiiesto  sprone  enlodormieo,  sulla  iinea  di  mezzo. 
cianialiiRMilo  alT  oslrciiio  della  cavilii  iiilostinale  (Fig.  A):  la  gemma  si 
prohinga  eaiidalmeiile  lino  a  raggiungere  I'abbozzo  del  euore. 

Siiceessivamenlc,  man  mano  chc  la  caxila  intostinale  si  sj)inge  |)iii 
cranialmente,  si  vede  I'abbozzo  tiroideo  impianlarsi:  dapprima  in  parte 
sullo  sprone  entodermico  di  ciii  sopra,  in  parte  sul  tratto  |)iii  eraniale 
della  parete  ventrale  della  faringe  (Fig.  //);  j)iu  tardi  soltanto  su  (juesto 
ultimo  tratto  (Fig.  C),  subito  caudalmente  all'  arco  mandibolare.  Esami- 
iiando  embrioni  di  (|uesto  stadio  (mill.  7,  i)  di  huigliezza  lotaK;'.  s(,'nza 
lener   eonto   di  stadl  piii  giovani,  si  sarebbe  indotti  a  ritenei'e.  (pianio 


Fig.  A.C)  —  Sezione  sauittale  media- 
ra-di  au  ouibriono  di  Sdlamandrina, 
perspicillata  della  Imighezza  totale 
in  iniliim.  5,3;  —  t  —  abbozzo  della 
tiroide;  c^' —  cavita  iutestiuale:  c  = 
abbozzo  del  cuoi\'.  —  Ingraudiiu. 
56  diarn. 


Fig.  B.  —  Seziono  sajiittalc  inediaua  di  uii  eiubrioue  di 
Salamandrina  perspicillata  didla  lungbezza  totalo 
di  luillim.  6,2  —  t  =  abbozzo  della  tiroide;  ci—  cavit.\ 
iutestiuale;  c  =  abbozzo  del  cuore.  —  lugraudiai.  70 
diau). 


generalment<3  si  alFerma,  clie  la  tiroide  nasce  eonie  una  gemma  soiida 
dalla  i)arete  ventrale  della  faringe  (').  Nolo  che,  in  (|uesto  stadio,  non 
esiste  piii  ti-accia  dello  sprone  entodermico  che  metteva  in  rai)j)orlo  la 
faringe  coll'  ectoderma   e   dal   quale  ha  preso  origine  la  tiroide. 

IMima   di  seguire    la  tiroide  iielle  ulteriori  fasi  di  svilup|»o,  credo 
utile  intratlenermi  sul  signilicato  da  atlribuire  al  nostro  rcperto. 


(*)  I  contoi'ui  di  questa  e  dolle  seguenti  figure  veuuero  diseguati  colla  camera  cbiara  di  Abbe. 

(")  Qualcuno  riticue  che  la  tiroide,  auziche  como  gemma  soiida,  sorga,  uegli  Anlibi,  come  uu 
diverticolo  cavo  della  parete  veutrale  della  faringe.  Non  si  e  d'  accordo  circa  il  livello  al  quale  gemma 
o  diverticolo  preudouo  origine. 


—  295 


Mi  gi()\a  ricliiamare  anzilutio  la  (Icscrizioiic  clic  Do  Men  run  (' ) 
(la  iiilorno  ai  priini  nioiiit'iili  di  sviluppo  dclla  tiroitlc  iioj^li  Anuri.  La  jia- 
relo  voiiliak'  dolla  raringo,  nol  suo  Icizo  anterioro  o  siilla  linoa  di  mezzo, 
j)roscnta,  nolle  giovani  larvo  di  Ran<(  Icinporaria,  una  doccia  prolbnda  ciic 
largamenti;  comiinica  colla  cavita  i'aringea  in  axanii,  nicnlic  si  rostringc 
indiclro.  Oucsla  doccia,  si  noli  bene,  cntra  in  inlinio  rapporht  coU'oclo- 
dernia  a  coniinciarc  subilo  al  di  diclro  del  scllo  chc  sc|)aia  la  ca\ila 
laringea  dalio  sloniodeo.  Ota  la  liroide  nascc  conic  una  gemma  solida 
dalla   [)artc   piii   caudalc   del    fondo   di   (juella  doccia,  in  un  ])unlo  nel 

quale  pill    non   esiste    rapporto 
;  IVa  cssa  doccia  cd  cctoderma,  e 

die  corrispondc  a  livedo  dclla 
Ffessura  hraneliiale:  la  gemma 
si  porta  caudalmenle  parallela 
air  asse  della  laringc  e  dclla 
larva.  Ouanto  alia  doccia  essa 
e  destinata  a  scomparire  ben 
presto  senza  lasciar  traccia. 

ConlVoiilando  ora  (jiiesta  di- 
sposizioiie  c(ui  (piella  da  me  os- 
servata  nella  Sdldiiiaiidrina^  a])- 
paie  tra  le  due  la  piii  grande 
rassomiglianza,  lanlo  clie  a  me 
sembra  si  possa  a  ragione  ri- 
tcnerc  la  doccia,  dalla  (juale 
prende  origine  la  liroide  nella 
Rana^  oinologa  alio  sjirone  en- 
todcrmico  a  spese  del  (|uale  si  sviluppa  lo  stesso  organo  nella  Sdln- 
mandrina.  (Uic  nella  Salamandrina  non  si  coslituisca  una  doccia  si  in- 
tendc  lacilmento,  considerando  clie  la  cavita  laringea,  in  (|uel  momcnto 
non  si  sjiinge  tanlo  cranialnienie  da  venire  a  corrispondcre  alio  sprone 
di  cui  so|)ra  (clV.  Fig.  .1). 

Si  domanda  ora:  Ouale  il  signilicato  della  doccia  desciitta  da 
I)e  Meuron  nella  R<ina?  E  a  tutti  nolo  come  dalla  maggior  parte 
degli  Autori,  la  tiroidc  Q)  venga  considerata  omologa  alia  cosidetta 
doccia  ipobranchiale   o   endostilo   dei    Tunicali,    sulla    base   di  questi 


Flo.  C.  —  Sezioue  sagittale  nieiliana  ili  iiii  ciubriom; 
ili  Salamandrina  perspicillnta  della  luujiliezza 
totale  di  millim.  7,5  —  t  =  abbozzo  della  tiroide  ; 
ci  —  cavita  inti.-stiualo.  —  Iiiifraudim.  70  diain. 


(')  De  Mouron.  —  Keclierchos  stir  le  d6veloi)pement  du  tU.vnms  et  de  la  glaude  tbyi-oide.  — 
liecucil  zoologique  Suisse,  Tome  H,  N.  4.  Geneve,  1886. 

(-)  luteudo  la  tiroide  dellc  fjuattro  claasi  l>iii  basso  dei  Vertobiati  o  la  tiroide  mcdiaua  dei  Alatii- 
mil'cri. 


2m 


lalti:  1°  chc  la  liroide  del  Prlromijwn,  alio  slalo  di  Aiiiiiiornclrs,  r 
una  s|)('(*i('  di  liliiaiidola  niueipara  die,  se  per  (jiialche  rigiiardo  dilleri- 
sce  dair  eiuloslilo  del  Tunicati,  pi'csenia  pero  con  esse  taiiti  punii  di 
rassoiui^lianza,  da  potei'si  ritenere  omologlie  le  due  formazioni.  2°  clie 
essa  gliiandola  si  trasfoimera  in  un  organo  che  corrisponde  alia  tiroide 
dcgli  allri  Vertebrali.  Ora  qual' e  raspetto  col  (juale  si  i)resenta  I'endo- 
slilo?  E  una  duccia  huigiUidinale  assai  proj'oiida,  sulla  linea  di  mezzo  della 
superficie  ventrale  della  faringe  in  corrispondenza  della  regione  l)ian- 
chiale,  doccia  i  cui  labbri  sono  ravvicinali  li'a  loro.  eccetto  a  ciascuna 
delle  due  estremita   ove  si  divaricano  alquanto. 

L'analogia  fra  questa  e  la  doccia  che  compare  uegli  Anuri  per  dare 
origine  alia  tiroide  c  scomparire  bentosto,  a  me  pare  non  possa  sluggii'e 
ad  aleiino.  Ed  e  da  meravigiiare  die  di  essa  De  Meuron  non.  si  sia 
alVatlo  curalo  di  ricercare  il  signilieato.  Si  potrebbe,  a  parer  mio,  am- 
mettere  die  la  formazione  omologa  all"  eiidoslilo  dei  Tunicati  die  nd 
Pelronn/zon  assume  uno  sviluppo  consitlerevole  ed  una  comidicala 
slruttiira,  |)er  trasformarsi  piii  lardi  nella  tiroide  vera  e  proi)ria,  com- 
paia  anche  in  allri  Vertebrali  Anuri),  pero  per  un  tempo  brevissimo; 
che  a  sue  spesc  prenda  origine  la  tiroide,  e  che  essa  scompaia  poi 
rapidamente  senza  lasciar  traccia.  (]hc  se  poi  lo  sprone  entodermico 
die  esisle  nella  Saliiiiuindrina  e  a  spese  del  (jualc  si  forma  in  (|ueslo 
Urodelo  la  tiroide  e  oniologo  alia  doccia  degli  Anuri.  si)etterebbe  an- 
che ad  esso  iT  significato  di  un  rudimento  deU'eudostilo  dei  Tunicati: 
rudimenlo  piii  modilicato  di  quello  che  non  sia  uegli  Anuri.  Sarebbe 
iuteressaute  indagare  se  e  sotto  quale  aspelto  esso  compaia  nei  Selaci, 
preudendo  di  ((uesti  Vertebrali  in  considerazione  stadi  piii  giovani  di 
(|uelli  die  sono  stati,  sotto  il  punto  di  vista  die  noi  considerianio,  da 
altri  csamiiiati. 

Per  concludere,  secoudo  i  concetti  espressi,  la  liroide  degli  Aniibi 
si  svilupjierebbe  a  spese  di  una  formazione  omologa  aU'endostilo  dei 
Tunicati  e  che,  dopo  aver  dato  origine  alia  tiroide,  scompare. 

Ritorniamo.  d(q)o  (juesta  digressione,  a  prendere  in  esame  le  ul- 
teriori  modilicazioni  che  awengono  nella  liroide  della  S(ilnm(nuJrl)UL 

L' organo  auiHenta  in  lungliezza  non  solo,  ma  verso  Festremo  cau- 
dale  si  slarga  ahjuanto.  meiitre  sta  tutlora  in  connessione  colla  fa- 
ringe. Da  (juesta  |)oi  si  separa  per  strangolamenlo  lembrioui  ddia  Iiin- 
ghezza  tolale  di  millimetri  10,  in  linea  retla).  Ap[)ena  appena  la  liroide 
si  0  resa  indipendente,  ecco  sotto  qual  forma  si  presenia:  incomincia, 
{'i-anialinciile.   allilata;    poi   subito   si   slarga    nolcNolmenle.  nello  stesso 


—  297  — 

k'm|jo  ('he  si  inciirva  al(|uanto,  la  convcssita  essendo  riNolla  venlral- 
mente,  fincho  in  corrispondenza  del  tiatlo  nel  quale  daila  superficie 
ventralc  dell' joide,  si  distacca  iin  pi'olungamenlo  cartilaginco  che  di- 
verra  Vos  Ihi/reoideum  (Wicdcrslicim),  cssa  si  hiforca.  Ciasciino  dei 
due  lobi  si  j)orla  indietro  e  lateraliiit^nte,  risiedendo:  dappriina  tra  il 
nuiscojo  <>eiiio-joideo  (che  gli  sta  ventralniente)  e  il  muscolo  slei-no- 
joideo  (ehe  lili  sla  doi'saliuente) ;  poi  di  lato  a  questo  ultinio  museolo. 
Verso  r  estreino  caudale,  tra  i  due  lobi  e  sulla  stessa  linea  Irasversale 
sla  r  ahbozzo  eartilagineo  dell'  os  t/ifjreoideum.  Nolo  che  in  questo  sladio 
la  liroide  ha  perduto  ogni  rapporto  col  cuore. 

licsulta  da  quanto  e  state  detto  che  la  divisione  delta  tiroide  in 
{\[w  lobi  inconiincia  assai  per  tem|io,  e  precede  dall'  estrenio  caudate 
verso  r  estrenio  craniale. 

Relalivamente  alia  strultura  e  da  avvertire  che  in  (juesto  moniento 
1'  organo  che  ci  occupa  e  costituito  da  elementi  cellulari,  tutlora  ric- 
chissimi  di  sferule  vitelline,  dei  quali  non  e  possibilc  distinguere  i  li- 
miti,  e  die  rassomigliano  senipre  perfettaniente  agti  elementi  epiteliali 
della  parete  faringea. 

II  processo  che  deve  condurre  alia  divisione  coinpleta  indue  lobi  va 
innanzi  rapidamente;  ma  gia  prima  che  essa  sia  compiuta,  (juando  esiste 
ancora  un  sottile  istmo  che  riunisce  cranialmente  i  due  lobi,  questi,  al 
lore  estrenio  caudale,  mostrano  gia  delle  genimazioni  secondarie,  prime 
accenno  delta  suddivisione  in  lobuli,  la  quale  suddivisione  adunque,  al 
|)ari  della  divisione  della  tiroide  in  due  lobi,  si  inizia  all'  estrenio  cau- 
dale per  |)ropagarsi  poi  verso  quelle  craniale. 

La  divisione  cornpleta  della  tiroide  in  due  lobi,  che  sono  in  ge- 
nere  di  inegual  volume  e  di  foi'uia  irregolare,  e  avvenuta  in  embrioni 
della  lunghezza  tolale  di  millimetri  11,3,  quando  da  poco  si  e  rotta  la 
membrana  faringea,  e  pure  da  poco  le  fessure  branchiali,  salvo  la  prima, 
si  sono  aperte  all'  esterno.  I  lobi  liioidei  risiedono  era  un  |)o'  piii  caii- 
dalmente :  ciascuno  di  essi  resulta  di  (juattro  o  cintjue  lobuletli  di  forma 
irregolare  e  di  inegual  volume,  i  (|uali  sono  parzialmente  separati  tra 
lore  per  un  tenuissimo  strato  connettivale.  (ili  elementi  essenziali,  dei 
(juali  essi  resultano,  hanno  un  nucleo  sferico,  o  ellittico  o  ovoidale, 
molto  Yoluminoso  relalivamente  al  corpo  cellulare  piccolo  e  con  po- 
chissime  o  |)unte  sferule  vitelline.  I*er  questi  caratteri  gli  elementi  in 
(juestione  dilVeriscono  notabilmenle  da  quelli  che  costituiscono  la  parete 
epiteliale  della  faringe,  che  hanno  un  corpo  cellulare  voluminoso,  nel 
cui  interno  Irovansi  tutlora  in  buon  numero  e  grosse  le  sferule  vi- 
telline. 


—  398  — 

1.(3  inodilica/ioni  successive  dclla  tiroide  consistono  dapprima  in 
una  niaiiiiioic  suddivisioiie  in  loi)uli  clic  si  icndoiKi  iili  iini  dagli  allri 
in(li|»(Mideiili,  separali  sollanlo  per  iin  sollilc  siralo  cunnclliNale  :  poi 
lu'lla  liaslormazione  di  qnesti  lobulelli  soiidi  in  vescicole  cliiiise.  Sui 
mcccanisnio  col  (|iiale  (|ucsta  ultima  traslonnaziono  si  compie  intendo 
ora  inlratlenernii. 

A  tale  rignardo  duo  sono  le  opinioni  prcdominanti.  Per  alcuni  Ic 
cavila  delle  vescicole  si  costituirebbcro  per  dislrnzione  deiiii  elenienli  cel- 
hdari  centiali  dei  varii  lobuli  ;  per  allii  invece  la  formazione  delle 
cavita  sarebbe  lej;ala  al  proccsso  di  allivila  secretoria  delle  cellule,  in 
qnanlo  il  secrcto  elaborate  da  queste  riversandosi  alio  esteino  deteimi- 
nerebbe  un  divaricaniento  degli  elcmenti  vicini,  e  cosi  il  piccolo  spazio 
nel  quale  esso  secrelo  e  contenuto  costituirebbe  la  primitiva  cavita  ve- 
scicolare.  E  Andersson  (')  die  sostiene  questa  ultima  opinione  in  base 
a  ricerclie  da  lui  praticate  in  Mammileii.  Oi-a  nella  Salariiandriiia  la 
lorniazione  delle  vescicole  avviene  sicufamenle  secondo  il  meccanismo 
da  Andersson  indicate,  come  si  rileva  dallo  studio  di  sezioni  di  larve 
lissale  nel  li(|ui(lo  di  Hermann  e  coloiite  col  metodo  (laleotti  ('). 

IM-emetto  clie  la  formazione  delle  vescicole  incomiacia  gcneral- 
mcnte  in  larve  della  lunghezza  totale  di  millinuMri  l*!;  ma  piii  dimostra- 
livi  riescono  sladi  un  i)o'  piii  avanzati  (larve  della  luugliezza  totale  di 
millimelii  1(1),  dove  si  iucontrano,  in  un  nu'desinu)  soggetlo,  lobidelti 
tiroidei  soiidi,  vescicole  die  cominciano  ap|)ena  a  costituirsi  ed  altre 
gia   nolev(»lmente  sviluppate  con  stadi  inlermi'dii. 

La  cellule  liroidee  presentano,  in  questo  sladio,  i  seguenti  caratteri: 
il  corp(»  cdlulare  e  abbastanza  voluminoso  ;  nel  suo  interno  mancano  aHatto 
slerule  vitelline  ed  invece  si  trovano  in  gran  numero  granuli  di  dille- 
rente  grossezza,  ma  generalmeute  piccoli,  coloriti  in  verde  dal  \er(le 
metile.  II  niicleo  e  assai  grosso,  di  Ibrma  ovoidale  o  sleroidale  o  ellit- 
lica,  ed  ora  situate  nella  parte  centrale  dclla  ccllula,  ora  eccentrico.  Mi  in- 
teressa  particolarmeiite  il  tar  notare  come  nessuno  dei  nuclei  moslri  il 
minimo  segno  di  altcrazione. 

I'rendendo  in  considerazione  i  rapporti  reciprod  Ira  le  cellule,  s 
nola  quanto  segue : 

Vedesi  (jualclie  gruppo  cdlulare  di  cui  gli  dementi  sono  tra  lore 
in  inlimo  conlatio,  i  limili  Ira  i  varii  dementi  essendo  indicati  da  sollili 


(^)  Aiulorsson.  —  Zur  Kenntnisa  ilor  Morphologic  (\ov  Scliilddri'isp.  —  Arch.  f.  Annf.  u 
I'hysiol.,  Anat.  Aht.,  Jalirg.  1S94,  H.  3-4.   Leipzig,  1894. 

(')  Oiilentti.  —  Jieitrag  znr  Kpiint.nias  dov  Sokrof.innaPiscliciimiiu'oii  iii  don  Epitliol/.elleii  di  r 
Schilddriisp.  —  Arcli.f.  mikrosk.  Anat.,  Bd.  48,  1897. 


—  299  — 

linee  colorilc  in  Nci'dc.  Allrovc  si  iiota  iiivece  iin  [ticcolo  griippo  di 
cellule  ill  iiu'zzo  alle  (fiiali  s!a  un  niimiscolo  spazio  occiipato  da  una  so- 
stanza,  di  aspelto  oniogeneo,  eolorifa  intensainenle  in  \erde,  nclla  slessa 
nianiera  dci  granuli  conlenuti  nelT  iiilerno  del  corpo  cellulaie.  Ho  deltn 
«  nirnuscolo  spazio  )>  ed  insisto  su  (piesto  punio:  I'esulta  Infalti,  dal- 
r  esanie  di  sezionl  seriate,  die  esse  corrisponde  ad  un  terzo  ed  anche 
nieno  del  vohnne  del  nueleo.  Ouesto  spazio,  lo  indieo  snbito,  i-appresenta 
una  eavila  vescicolare  (|uando  inconiincia  a  lormarsi,  ed  il  nialeriale  in 
esso  eontenuto  e  sostanza  eolloide.  Tanto  dimostra  lo  studio  di  allri  |)unti 
dello  stcsso  |)re|)aralo. 

Di  latto,  vedesi  altrove,  in  mezzo  ad  un  piccolo  gruppo  di  cellule, 
uno  spazio,  una  cavitii  occupata  dalla  stessa  sostanza  intensamente  co- 
lorita  in  verde,  nia  un  poco  piii  grande  clie  nel  caso  precedente,  avendo 
nn  volume  la  meta  o  })oco  piii  di  (juello  del  nueleo.  Nolle  cellule  die 
direttamente  limitano  la  cavita  in  questione,  il  nueleo  trovasi  piii  vicino 
alia  superficie  del  coipo  cellulare  op|)osta  a  quella  die  guarda  verso  cssa 
cavita.  inentre  in  quella  jiarte  del  coi|)o  cellulare  die  sta  fra  la  cavita 
ed  il  nueleo  trovansi  accumulati  i  granuli  coloriti  in  verde  ai  quali  di 
sopra  accennavo. 

Altrove  la  eavila  e  piii  ainpia,  in  grade  vario  nei  diversi  punti,  e 
si  osservano  inline  vescicole  relativamente  grosse,  la  cui  parole  e  costi- 
tuita  da  pareccliie  celhile  disposte  in  un  unico  strato  liiito  altorno  ad 
una  cavita  occupata  dalla  solila  sostanza,  il  eolloide,  die  si  presenta 
ora  come  una  massa  di  aspetto  omogeneo  tinta  intensamente  in  verde, 
pcro  con  intensita  ditterente  non  solo  nolle  varle  vescicole,  ma  anche 
nei  vaiii  puiili  di  una  stessa  vescicola,  presentando  inoltre  in  alciine  di 
(|ucstc,  dello  slerule  cliiare,  come  \acuoli,  di  iiiimero  e  di  grandezza 
dilVerenle. 

Nolo  come  le  vescicole  sieno  separate  I'  una  dalF  altra  per  un  sot- 
lile  stralo  connettivale  ricdiissimo  di  cellule  pigmentate  e  con  vasellini 
sanguiCeri. 

La  interjiretazione  dei  i'atti  cos'i  sommariamente  indicati  sembrami 
lacile. 

Le  cellule  tiroidee  sono  giii,  nello  stadio  die  considerianio,  in  atli- 
vita  secretoria  ed  i  numerosi  granuli  colorili  in  verde,  dal  verde  motile, 
die  tl•o^ansi  nel  corpo  cellulare  rappresentano  il  prodotto  di  secrezione, 
come  racilmente  ci  si  |)ersuade,  Ira  1'  altro,  col  confronto  eon  cellule 
tiroidee  di  Salamandrine  adulte  die  abbiano  subito  lo  stesso  Irattamento 
(lissazione  nel  liquido  di  Hermann;  colorazione  col  nielodo  (Jaleotti). 
II   secreto,    liversandosi   alF  esterno  in    mezzo    ad    un    piccolo   grupj)o 


—  300  — 

(li  cellule,  (Jcleriiiina  il  {Jivaiicainenlo  di  (|iR'sle  e  la  IbrmazioiU'  <li  una 
piccola  {•avila  nella  (juale  esso  secreto  e  contenuto.  Ka  cayita  aumenla 
i^rado  a  i-rado  di  anipiezza  principalmenle  pel  conliiuio  i-i\er.sarsi  in  essa 
del  prodotto  di  seeiezione;  non  pern  eselusivanienle,  inleivenemlo  un 
allio  lallore  e  cioe  la  moltiplicazione  delh^  cellule  della  j)ai-ete  vescico- 
larc,  come  le  allesla  la  |)resenza  in  essa  parele  di  numerose  milosi. 

Si  puo  escludere  assolutamente  clie  la  cavila  delle  vescicole  prenda 
origine  pel  dislaciniento  di  una  o  piu  cellule  centrali  di  uu  giup|)o,  e  cio 
principalmenle  in  base  a  due  consideiazioni.  Prima,  perche  nessun  lui- 
cleo  mosira,  come  dicemmo,  il  nnninio  segno  di  allei'azionc  ne  in  (lueslo 
sladio  in  cni  avNJene  la  Ibrmazione  delle  vescicole,  ne  in  stadi  iiiiinc- 
diatamenle  piecedenti.  In  secondo  luogo,  jierclie  quando  la  cavila  in  ijue- 
slione  e  ap|)ena  Ibrmata,  ma  gia  riconoscihile,  e  eslremamenle  piccola. 
di  un  volume  nolabilmente  piu  piccolo  di  (|uello  del  nucleo ;  e  mancano, 
nella  soslanza  die  in  essa  e  contenuta,  delrili  di  qualsiasi  natura  die 
possano  venii-e  interprctati  come  il  piodolbt  del  dislacimento  di  un  ele- 
inento  cellulare. 

Avro  terminalo  di  dire  della  liroide,  quando  avro  aggiunlo  die 
dallo  sladio  preso  ora  in  considerazione  (larva  della  Lunghezza  lo- 
lale  di  mill.  lO)  e  per  lutto  il  periodo  larvale  (lunghezza  massima  ri- 
sconlrala :  i!)  mill.)  avviene  col  solilo  meccanismo  la  Ibrmazione  di 
nuove  vescicole,  I'ampliamento  di  quelle  preesistenti.  1/  organo  pero  ri- 
mane  |)resso  a  poco  nella  stessa  posizione  e  precisamente  in  corrispon- 
denza  deU'estremo  craniale  dell'organo  deirudito.  Soltanio  durante  la 
melamorlbsi  ess(t  si  sposta  grade  a  grade  in  sense  caudale  lino  a  die 
lia  raggiunio  il  luogo  die  occiipera  ddinilivamenle. 


Della  genesi  e  del  significalo  dell'ispessimenlo  degli  estremi  late- 
rali  della  laringe  (Tav,  XV,  I'ig.  11,  111  e  IV,  2),  diro  conlein|)oranea- 
menle  all' organo  indicate  col  N.  4  nella  Fig.  Ill  della  Tav.  W,  perclie 
(jueslo  e  (juello  si  svilu|)pano  molto  lardivamenle  e  precisamente  diiranle 
la  regressione  dell'  aj)|)areccliio  brancliiale. 

Uilerisco  invece  sommariamente  qnanto  riguarda:  I'organo  indicate 
col  N.  3,  nelle  figure  111,  IV  e  V  della  Tav.  \V  e  die  e  da  considerare 
come  il  \<m-o  time;  e  I'organo  indicate  col  N.  o,  nelle  ligure  III  e  IV 
della  stessa  Ta\ola,  organo  al  (piale  do  il  noine  di  lobulo  timico  esterno, 
lie  Nedrciiio  piii  avanti  la  ragione.  Tratto  cont<Mnp(traneamente  del  time 


—  301  — 

(' (li  (|iiosto  lobiilo  liinico  esterno  pciclio,  anlicipo    iin;i    iioliziii,    provcii- 
iioiio  ambodiio  da  iin  ahhozzo  coimino. 

Mi  ^iova  promoltorc  (|iialclio  hrcvissimo  ricordo  sii  (|iianlo  o  nold 
relalivamcnlo  alio  svilupix)  del  timo  nei  Posci,  o  piii  preeisomentc  nei 
Sclaci,  c  iiegli  Aiilibi. 

In  ombrioni  di  AnDil/iias  r)il(jaris^  della  Iiingliczza  lolalc  di  mill.  2)> 
(Do  M(Miron('),  da  ogni  lalo,  dalla  parole  doi'salo  dollo  rossiii'o  bran- 
cliiali,  2^  a  0=^  inclusive,  si  vede  sorgere  una  gennna  o|)ilolialo  solida 
olie  si  |)orla  dorsalmonle  incurvandosi  un  pn'  di  lalo.  Lc  genmio  diniinui- 
soono  di  volume  a  proeederc  dalla  piii  craniale  alia  piii  caudalo.  Ouella 
dolla  ullima  fossura  non  giungo  a  rondorsi  indipendenle  o  scomparo 
ben  presto;  le  altre  (juallro  invecc  si  separeranno  dalla  paiole  dolla  fos- 
sura branoliialo  dalla  (|ualo  lianno  prcso  origino.  si  avvioinoranno  Ira 
loro  0  si  Ibndoranno  in  un  ammasso  unico,  il  lobo  limioo  del  lalo  corri- 
spondente. 

Nogli  Anlibi  lo  cose  avvorrebbero  in  maniera  ditleronte. 

Negli  Irodoli  Mauror  f)  avrebbe  ossorvato  die,  almono  in  al- 
ouno  specie,  si  cosliluiscono,  da  ciascun  lato.  come  nei  Solaci,  cincpie 
genime  tiniiche  dalla  parole  dorsalo  dello  oinijuo  fossuro  branoliiali ;  lo 
prime  due  spai'ii'obbero  preoocemonle ;  dollo  altre  Ire  piii  oaudali  Mau- 
r(^r  non  lia  potulo  riconoscero  so  lulte  o  so  solamento  (|ualcuna  e  (|ualo 
di  esse  costituisca  il  timo. 

Nogli  Anuri  I'organo  in  causa  |)rende  origine,  da  ciascun  lato,  per 
una  sola  gemma  epitoliale  cho  proviene:  per  alcuni  dalla  parole  dorsalo 
dolla  2''  fossura,  j)or  altri  alio  stesso  livello,  ma  dal  trallo  |)iii  latoralo 
dolla  |)arete  dorsalo  dolla  faringo  C)\  questa  gemma,  nei  primi  mo- 
monli  dollo  sviluppo,  si  lro\a  do'-salmento  in  rapporto  col  ganglio  del 
faciale. 

Riassumo  ora  ([uanto  si  osser\a  in  proposilo  nolla  Salamandriiui. 

Molto  pi-ecoceniente  (ombrioni  della  lunghezza  lotalo_  di  mill.  7,o), 
in  corris|)on(lenza  dell' estromo  craniale  dolla  vescicola  audiliva,  dal 
li'atto  pill  latoralo  dolla  pareto  dorsalo  dolla  faringo,  si  nota.  da  ambo  i 
lali.  una  gemma  opiteliale  solida  die  si  porta  dorsalmonle,  incurvandosi 


(')  lie  Meiiron.  —  loc.  cit. 

(°)  ilaurer.  —  Scliilddniso,  Tliyiiins  mid  Kieiiieiiresto  doi-  Aiiip)iil)ieii.  —  Morp/ioL  Jalirh., 
Bd.  13,  188S. 

(^)  Per  (5<;tte,  il  lirao  in  Bomhinalor  dorivii  dalla  parete  doisale  della  2^^  fessiira  bi-aiicliiale; 
l)n  Meuron  in  Uana  e  Bufo  inentro  prima  dice  die  esso  sorge  coiiio  «  boiir<;eon  dorsal  <le  I'Apithe- 
liiini  pliaryngieii,  occupant  la  place  on  se  tronvait  la  seconde  lento  hrancliialo  ■>,  (iiiiMce  poi  col  coiicln- 
dere  die  proviene  dalla.  2^  I'esanra  V>rancliialp. 


—  302  — 

al(|u;inlo  di  Into,  c  si  lucllc  in  iiiliino  riipporht  col  gangiio  del  racialc.  Oiic- 
sla  g(Mnnia,cli('  coniiiarc  in  :}  sezioni  ^IrasNcrso-Ncrticali),  corrispondc  scnza 
alciin  (lul)l)i(»  a  quolia  clic  rapprosunta  TablMtzzo  del  tinio  nogii  Aiuiii.Di  cio 
e  lacilo  pcrsnadorsi  dal  confronto  colla  doscrizione  e  con  lo  (igiiro  cho  nc 
da  de  Mciiron  (') :  lo  genime,  nei  duo  casi,  si  corrispondono,  ollroolio 
por  la  lornia  o  pel  volunio,  pel  livollo  a!  (jualc  sorgon(»  oslromo  ci'anialo 
dclla  voscicola  aiidiliva  o  pel  rapporto  clio  aniboduo  conlraggono  col 
faciaie.  Insisto  poro  siil  roperto  die  (jucsla  gemma,  nella  SdhimfDulrina, 
sorge  dalla  parete  dorsale  della  laringe,  non  dalla  i-  lessiira  branchiale. 
cio  clic  per  Maurerf)  avviene  anche  negli  Aniiri.  ()ra  e  inleressante 
notarc  come  (juesla  gemma  si  mantcnga  per  nn  tempo  piii  o  meno  hingo 
senza  aumenlare  di  \olume,  o  ahneno  hen  jioco,  e  linisce  coll"  alrolizzarsi, 
|tin  preslo  o  |)iii  lardi,  e  scomparire. 

In  casi  eccezionali  puo  I'ormarsi  anclie  nna  gemma  piii  caudale,  ma 
die  lia  nna  diirala  assai  piii  breve  della  |)recedente,  e  come  (jnesla  de- 
slinata  a  scoin|)arire. 

II  limo,  nella  Salamandriiid,  sorge  come  gemma  epileliale  solida 
dal  Iralto  piii  dislale  della  snperlicie  dorsale  del  ")'  zalVo  enlodermico 
branchiale.  Dico  za/fo  e  non  hisai  enlodermica,  poicbe  di  hisai,  (jnando 
il  limo  si  svilnppa,  non  puo  ancora  parlarsi,  esistendo  tnllora  nno  zall'o 
solido  clie  la  rappresenta. 

Riserl)and()mi  di  Ibrnire  maggiori  |)articolari  nel  la\oro  complelo,  mi 
limitero  ora  ad  indicare  die  la  gemma  timica  per  strangolamenio  si 
rende  in(li|)endente  (embrione  della  hingbezza  totale  di  mill.  11,')),  e  si 
presenta  allora  come  un  corpicciolo  com|)atlo,  di  forma  irregolare,  co- 
slilnilo  da  cellule  con  nucleo  voluminoso  e  piccolo  corpo  celliilare  nel 
(piale  mancano  o  sono  scarse  e  piccolo  le  sl'erule  vitelline. 

Successivamente  puo  avvenire,  sebbene  di  rado,  die  1"  abbozzo 
del  timo  si  conservi  nnico,  aiimentando  s<Mnplicemente  di  volume  e 
spostandosi  nn  po'  dorstilmenle  e  medialmenle  per  andare  a  ragginn- 
gcre  la  sua  posizione  ddinitiva.  Ma  nel  piii  gran  numero  dei  casi  si  di- 
stacca  da  esso  una  gemma  die  si  porta  \enlralmente  c  die  diverra 
quella  die  io  ho  diiamato  Jobido  fmico  rslcDio,  e  diro  snbito  il  perclie, 
montre  la  massa  |»rincipale,  piii  dorsale.  cosliluira  il  vero  timo. 

dom'  e  nolo,  annessi  al  sistema  tiroideo,  ollre  le  paratiroidi  esistono. 
in  alcuni  Mammileri,  altri  organi  (due  jier  lato)  die  sono  stati  chiamati 
l()l)Nli  riiiiiri:  nno  iulpvno,  Tallro  pslmio.  II  piiiuo.  I'interno,  iirende  ori- 


(')  B^  Menron.  —  lor.  rit. 
(*)  Manrp.r.  —  lor.  rit. 


—  303  — 

j^inc,  secondo  (iroscli  iilT  (\)  dalla  V^  lasca  (Milodcnuica  hrancliiale  in 
nil  Irallo  corrispondcnte  a  qiicllo  dal  (|iiaU',  nella  '.\'^  lasoa,  prende  ori- 
fiiiH'  il  limo,  c  (i  roscli  ii  IT  cnnsidora  (|i!Ost' oi'gano  oniodinanio  al  timo. 
Oiianio  al  IoIjuIo  tiinico  cstorno,  osso  sarebbc  nionlc  ailro  clio  una  parte 
cIio  si  0  dislaecala  dal  lin^o  dal  quale  si  o  poi  allonlanato,  precisa- 
mcnte  come  I'organo  che  si  liova  nella  Salamandrina  al  quale  io  lio  dalo 
lo  stesso  nonie  e  clie  scMuhra  rai^ionevolc  dovei'si  eonsiderare  come  I'omo- 
logo  del  lohulo  limieo  eslerno  dei  ^lammiferi. 

Ouanto  al  momento  nel  (|nale  si  elTettua  il  dislaeeo  del  lohulo  ti- 
mieo  dal  (imo.  come  audio  circa  la  maniera  eolla  (|uale  (juesio  distacco 
avviene,  liavvi  la  pin  grande  variela,  non  solo  nei  vai'ii  iudividni,  ma 
eziandio  nei  due  lati  dello  stesso  soogetto,  Voglio  ricordare  come  possa 
accaderc  die  il  distacco  non  si  compia  e  die  i  due  organi  timo  e  lo- 
hulo timico  esternoi  dello  stesso  hito.  limangano  tra  loro  congiunti  per 
nil  picciolo  ora  grosso  ed  (ua  soltile,  disposizione  (|uesla  die  ho  ritrovalo 
in  Salamandrineadnlte.  inline,  eccezionalmente,  in\ece  di  iiiio  possono  di- 
slaccarsi  dal  timo  duegemme  ed  aveisi  cosi  da  un  lato  dne  lohuli  timici. 

Terminero  di  dire  del  timo  e  del  lohulo  timico  accennando  die  in 
direzione  caudale  (piesti  organi  si  s|)ostano  i)oco  o  nulla  dal  punto 
o\e  lianno  preso  origine;  ed  iuHne  che,  di  solilo,  diiranl(^  tiillo  il  pe- 
liodo  lai'vale  gli  dementi  essenziali  die  Ii  costituisccmo  c(Miser\ano  di- 
stintameiite  il  carattere  di  dementi  ('|)iteliali. 


I'assiamo  ora  a  eonsiderare  T  organo  indicate  col  niimero  (I  nella 
ligura  V  delta  ta\ola  XV.  e  die  e  il  corpo  sopra|)ericardico  o  meglio 
post-hrandiiale. 

Xeir  adulto,  noi  ahhiaino  sempre  incontrato,  nei  casi  esaminati,  nn 
solo  corpo  post-hrandiiale,  (pudlo  del  lato  sinisiro  :  mi  interessa  pern 
far  nolare  come  costantemeiite  si  costiluisca  andie  Tahhozzo  del  corpo 
posl-hrancliiale  di  destra. 

L'  abbozzo  di  ciascuno  dei  due  organi  in  (|uestione  ho  potuto  |)er  la 
prima  Aolta  riconoscere  in  embrioni  delta  lungliezza  totale  di  mill.  9,  in 
liiiea  retta.  Sorge  esso  come  una  gemma  epitdiale  solida  dalla  jiarete 
\entrale  delta  faringe,  medialmente  alia  cartilagine  del  11"  arco  hian- 
cliiale  del  lato  corrispondente,  |)i"oprio  al  posto  dove  sarebhe  da  aspet- 
larsi  una  {\'^  tasea  entodermica  hrancliiale,  e  si  spiiig(^  venlralmente  ve- 


(')  G  rose  lilt  ft'. — ]>einorkTiiii;(iii  7,11  di-r  vorlaiiliiion  ^littoiliinr;  von  Jaooliy:  licbor  dio  Eiitwi- 
cklniiK  'If'  Nnhpiidriiaeii  <lor  Scliilildriisn  mid  dir  Oaiotidemlriisc.  —  Annt.  Anz.,  Bd.  13,  N.  21. 
Jena,  189H. 


luJ  I  L  I  S  R  A  R  Y  ) 


—  304  — 

iit'iido  in  inollii  vicinaiiza  della  |)ai-c'l('  dorsalt'  del  ciiorc.  IVr  la  iiianiera 
colla  (|ualc  sorgo  dalla  I'aringe,  per  la  ('(M-ina,  per  la  |)()sizione  die  occupa 
ris|)elt()  alia  carlilagine  del  (5°  arco  i)ranchiale,  siiecialmente  teiiendo 
conlo  del  modo  di  ronnazioiie  delle  lasclie  enlodermiclic  brancliiali. 
ciasciin  al)l)()zz()  polrebbe  essere  ragioiievolniente  coiisidcrato  come  una 
0'  lasca  enlodermiea  al  primi  inoinenti  dello  sviliippo,  (piando  aneora  si 
Iroxa  a  dislanza  daireclodei'ina.  Nolo  clie  in  (pieslo  sladio  non  esistoni* 
ancora  vere  tasclie  entodermiche,   ma  zalli  solidi  clie  le  rappicsenlano. 

II  nostro  i-epcrto  dilTeriscc  da  cjuanlo  Maiii-er  (*)  avrcbbe  osservalo 
in  allri  Urodeli  (Trilon,  St/mlou  pisriformis,  A.wloll....),  nei  qiiali.  se- 
condo  I'A.  licordalo.  si  costiluirebbe  nn  solo  corpo  |)()st-bi'ancliiale,  (|uellu 
del  lalo  sinisii'o.  E  in\eee  in  accordo  con  (juanlo  la  IMalt  (*)  ha  consta- 
lalo  in  un  allro  Urodelo,  il  Xrcli/rKs,  nel  quale  I'organo  in  questione  si 
sviluppa  dai  due  lali.  Esislono  |)ero  sollo  altro  riguardo  Ira  il  re|)erlo 
della  IMalt  nel  ISeclurm  ed  il  nuo  nella  Salamandrina  (\\\\QY('wm  di  no- 
lo vole  entila. 

Anzilutio  nel  Ncrli/nts  eiaseun  corpo  posl-bi'anchiale  si  presente- 
rebbe,  sin  dai  |)rinii  ujonienli,  eonie  una  veseicola,  la  rui  |)ai'ele  e  cosli- 
luila  da  un  seinpliee  slralo  di  ecllule  ;  inv.eee  nella  Salamandrina  nasee 
indubilalanienle  eonie  gemma  solida  e  lale  si  conserva  j)er  un  tempo 
abbastanza  lungo. 

In  secondo  luogo,  e  qiiesto  e  il  |)unto  |)iii  importanle,  seeondo 
la  Piatt,  gli  organ!  in  causa  nascerebbero  nel  piano  della  i-'  tasca 
brancliiale,  ed  e  sulla  base  di  questo  fatto  die  la  Plait  non  accetia  la 
ipotesi  di  .Maurer  die  i  corpi  post-biandiiali  sieno  da  riguardare  come 
il  i-esto  di  un  (>°  |)aio  di  fessure  brancliiali.  Ora  invece  nella  Salaman- 
ilrina,  esaminando  sezioni  trasverso-verticali  a  pi'ocedere  daH'estrenio 
craniate  verso  (|iiello  caudale,  si  vedono  gli  abbozzi  dei  coi'pi  post- 
brandiiali  apparire  (piando  gia  c  compaiso  il  \'f  zalt'o  enlodermico, 
proprio  la  dove,  come  sopra  acccnnavo,  sarebbe  da  as|)ettarsi  un  (>" 
zaffo  0  coiraspetto  col  (|uale  si  vedono.  nelle  sezioni  piii  craniali,  coni- 
parire  successivamente  (|uelli  die  diverranno  vere  tasdie  entodermiche. 
Da  (piesli  i  due  abbozzi  (lilteriscono  solo  perche  sono  meno  sviluppati  e 
non  I'aggiungono  V  ectoderma,  il  die  non  si  o|)pone  di  certo  a  die 
essi  possano  essere  considerali  come  il  0°  pa  jo  di  tasclie,  die  invece 
di  raggiungere  rectoderma  ed  aprirsi  airesterno,  si  svolgeranno  in  allr** 
senso,  dando  origine  ad  un  organo  cui  e  riserbata  una  lunzione  dilVerente. 


(*)  Maurer.  —  loc.  cit. 

{^)  Pliitt.  —   Tlio  ilevolopmeiit    of  the    Tliyroid  (ilaiiil    and    oT    llio  snni-api>i'i<-ar(li:il   HikHi's    in 
Nectunis.  —  Annt.  Anz.,  Bd.  11,  N.  1H-I!t.  Jena,  18'J(!. 


—  305  — 

IndicliianH)  oi'U  T  ullcriore  nutdo    di   compoilaisi  di  ({iiosli  or^ani. 

1*110  avv(Miire  clie  a|)|)cna  gli  a!)l)ozzi,  destro  e  sinistio,  doi  corpi 
|)()sl-l)i'anclilali  compaiono,  siono  iigiialniento  sviluppati;  ma  (jiiosia  e 
I'eccezioiie.  J)i  solito,  imo,  il  siiiistro.  e  lin  dairinizio  nolovolinento  piii 
volmiiiiioso  deir  altro.  Successivameiile  il  piii  piccolo,  il  dcslro,  riinanc 
scinpic  pill  indictro  ncllo  sviliijipo  v  linisce,  di  re^^ola,  |)or  alrolizzarsi 
0  scoiiipaiiic. 

Seguiamo  il  sinisiro  ludle  sue  varic  lasi  cvoluUve. 

L'organo  rimane  per  breve  tempo  in  conncssione  colla  t'aringc  dalla 
quale  si  scpara  per  strangolamento.  II  momenlo  [)evo  nel  quale  qucslo 
dislacco  avviene  varia  mollo  nei  varii  casi:  cosi  si  trova  Torgano  gia  in- 
dipendenle  in  embrioni  della  lunghezza  totale  di  mill.  10  (poco  dope  cioe 
la  sua  com|)arsa),  mentre  lo  si  inconlra  tultora  in  connessione  colla  la- 
ringe,  |)er  nn  peduncolo  pin  o  meno  grosso,  in  sladii  assai  pin  avanzali. 

A|)pena  distaccato,  il  cor|)o  j)ost-branchiale  si  pi'esenta  come  un 
ammasso  ej)iteliale  di  forma  irregolare  die  risiede  IVa  la  paretc  dorsale 
del  |)cricardio  e  la  paretc  ventralc  della  faringc  dalla  quale  lo  separa 
un  sottile  strato  connettivale.  Dapprima  le  cellule  delle  (juali  esse  resulla 
costituito  sono  ricche  di  slei-ule  vitelline,  rassoniigliando  perfettamente  a 
(pielle  della  jtarete  epileliale  della  laringe;  ben  presto  pero  le  slerule 
scompaiono.  Frattanto  1'  organo  aumenta  di  volume,  specie  in  lun- 
ghezza, non  allonlanandosi  pero  dal  hiogo  (l(»\e  lia  preso  origine.  in 
seguito  avviene  la  divisione  in  Iol)uletti  solidi,  la  (piale  si  inizia  al- 
I'eslremo  caudate  delToi-gano  jier  jMocedere  poi  cranialmente.  Nolo  conn; 
(juesta  (lixisione  si  inizi  e  si  compia  ora  piii  presto,  oi-a  jilii  tardi,  senza 
regola  lissa.  Soltanto  mollo  lardivamente  (larve  della  lunghezza  tolale 
di  mill.  2(1,  e  anche  piii  avanzate  nello  sviluppo)  avviene  la  traslornni- 
zlone  dei  varii  lobuli  in  ^escicole  chiuse.  Per  esser  breve  diro  die  il 
meccanismo  col  (piale  (jueste  vescicole  si  lormano  e  identico  a  qucllo 
col  quale  si  costituiscono  le  \escicole  del  corpo  tiroide,  come  evidente- 
inente  dimostra  I'esame  di  sezioni  di  lai've  lissale  nel  li(piido  di  Her- 
mann e  colorite  col  metodo  (iai colli.  Si  riconosce  anche  come  non 
esistano  dillcrenze  apprezzabili  tra  i  caraltei'i  degli  dementi  delle  pareli 
delle  \escicole  del  corpo  posl-bi'anchiale  e  quelli  delle  pareti  delle  ve- 
scicole lii'oidee,  nello  stesso  modo  die  esiste  la  piii  grande  rassomi- 
glianza  Ira  la  sostanza  contennta  nell' interne  delle  vescicole  nei  due 
organi.  Onesta  rassomiglianza,  debbo  notarlo,  e  stala  linora  sempre 
negata;  ma  \oglio  anclui  rilevare  come  le  osserNazioni  sidle  (piali  (|udla 
o|)inione  si  appoggia,  sono  stale  latle  con  melodi  un  |)o"  troppo  grosso_ 
lani,  iierdie  se  ne  possano  accettare  senz' altro  i  resultati. 


—  30(5  — 

UelaliNaint'iilc  alia  posiziono,  il  coijio  posl-braiuliiak'  poi-  Uilld  il 
p('ri(Kl(t  lai\alo  si  allonlaiia  hcii  jxx'o  dal  j)unl()  dal  (|ual('  o  soiht.  Sol- 
laiilo  (liiraiilc  la  iiiclainuirosi  si  sj)in^era  gracio  a  grado  caiidaliiR'nIe  iiiH* 
a  rai^'gi  lingo  re  11  puslo  (lelinili\o. 

I'oclit'  parole  siil  corpo  posl-jji-ancliialc  di  dcslra.  Dissi  giac(MiK'  per 
l(t  |tiii  liii  da  jirincipio  esso  sia  mono  s\Jhij»palo  del  siiiistro.  Si  slarca 
|)iii  |)n'slo  o  |)iii  lardi  (non  polroi  dir  sciiiprc)  dalla  faringe;  jna  non 
crescc  alVatto  u.  ainieiio,  non  cresco  In  proporzione  dcH'allro  c  liniscc 
por  alrolizzarsi  c  scunipariro  in  iin  nioniento  clio  o  \arial)ilissinio  noi 
\aiii  soggelli.  Dovcsi  pero  aiuniclk'rc  cho  cccozionaliuenle  esso  possa 
ronsLTNarsi  anchc  nciradulto;  rio  si  dcdiicc  dal  I'allo  die  lo  si  incontra 
in  lai"Ne  avanzalissinie,  e  anelie  dnianle  la  nielamoi-josi.  laloia  ngnal- 
menle  svihippalo,  di  (piello  di  sinislia. 

11  perelio  dei  due  eor|)i  posl-brancliiali  nnusia  di  solilo  deslinalo  ad 
alrolizzarsi  e  s|)arjre  non  saprei  indieare. 

(a  '•imane  da  |)ivndere  in  considerazione  (|iianlo  riguarda  Torganit 
indicalo  eol  N.  \  nella  lig.  Ill  della  Tav.  \\.  oigano  al  (piale  do  il  nonie 
di  paralii'oide,  a  eagione  dclla  sua  slrulliira,  a  cordoni  epiteliall  solidi. 
perlellainente  jiaragonabile  alia  slrulliiia  delle  paraliroidi  di  aleiinl  Mani- 
niileri;  inline  (pianlo  riguarda  T  ispessinienio  degli  eslrenii  lalerali  della 
laringe  C\;\\.  XV,  lig.  II.  Ill  e  IV,  2)('):  (|iiesto  lonnazioni  |)rendono 
origine  durante  la  metaniorfosi. 

Di  esse  diro  eolla  niassinia  brevila,  poielie  rilerire  eon  una  eeria 
anipiezza  e  con  ehlarezza  sullieienle  (pianlo  le  eoneej-nc;,  rieliiederebbe 
niinierose  iigui'c  clie  jni  i'isei"l)o  di  riporlare  nel  bnoro  eom|)leto. 

Mi  intercssa  subilo  meltere  in  evidenza  ehe  se  I'organo,  al  (jiiale 
i(t  lio  dato  il  nonie  di  paratiroide,  e  paragonabile  alio  paraliroidi  dei 
.Maniniileri  per  la  sua  sirutlura,  ne  dillerisee  iuNeee  |)er  lo  sxilnppo. 

Allorquando  hi  funzione  delle  fessure  brancbiali  vieno  a  cessare, 
la  "r'  di  queste,  per  la  sconi|)arsa  della  sua  cavila,  diNiene  una  Ibrnia- 
zione  solida,  e  nienlre  perde  il  ra|>porlo  eoireeloderina  lesta  in\eee  in 
connessione  colla  laringe.  Oia  il  trallo  |)rossiinale  della  gia  5**  fcssura 
branebiale,  Iratlo  i  cui  elenienli  sono  senza  dubbio  di  origine  enloder- 
niiea.  non  seoni|)are.  nia  e  deslinalo  a  sNolgersi  ullerioi'niente.  Al  lerniine 
della  nielaniorfosi  niosli-asi.  daH'uno  e  dalTallro  lalo,  sotio  Ibrnia  di  una 

(')  Uol  luiiiiisculo  iiiiiiuasao  ccUulare,  indicuto  iiollu  Wji.  ^'l  dolhi  'i'uv.  XV  col  X.  7,  uoii  ]io  troviiUi 
truccia  uello  larve  piii  iivauzate  e  ueiuiueuo  alia  flue  della  uiotamorl'osi. 


—  307   - 

appt'iidicc  opitelialo  solida  chc  parlo  dall' eslreino  lalcialo  dolla  laringe 
c  clic  si  porla  caudalinento  o  lateralinente;  ([uesta  ajipeiidicL'  |)oi  dalla 
raringe  si  scpara  c,  t'osliliiiscc  la  |)aratiroido,  la  (|iiale  si  Irova  lin  da 
(lueslo  inoiiR'nto  nolla  posizioiic  elie  avra  poi  nolFadidlo.  Si  iia  diin(|iii' 
•liicslo  lalto  intriessaiilissiiiKc  iin  oigano  la  (-iii  fimzione  vioiio  a  cos- 
sart'  e  die.  in  luogo  di  scoinpariir.  si  trasroniia  in  un  altro  organu  con 
diUcrt-nk'  liinzione.  II  valore  niurrulogico  della  |)ai'aliroidc  dolla  Sdlaman- 
drina  pcrtanto  c  ([Ujsto :  prodollo  dclla  trasroiniazionc  del  Iralto  |)ros- 
siniale  della  3-^  fessiira  bianchiale. 

(]io  clie  si  verilica  nella  IV'-  Ibssura,  si  vcrilica,  lino  ad  nn  corto 
|)iiiil(i,  per  la  f''  e  per  la  3**.  Anclie  di  esse  riniane  il  li-allo  jiiii  pi-(issi- 
niale,  ({uellu  in  corrispondenza  del  quale,  (|nando  erano  fessnre,  esse  eo- 
ninnieavano  eolla  cavita  I'aringca  :  il  Irattu  die  resta  c  pero  piii  bre\e 
elie  nel  casu  della  'r'  I'essura.  Di  piii  esso  non  si  separa  dalla  laringe ; 
nia  ({nello  della  i-*  si  londe  eon  ([uello  dclla  3-'  cd  insienic  coslilniscono 
un  ispessimento  airestremo  latcrale  della  laringe  del  lalo  conispundenle. 
ipicllo  die  si  Irdva  poi  nelFadnlfo.  Onesto  ispessimento  jnio  ])erlanlo 
considerarsi  oniodinanio  alia  paraliroide  della  Sdldiiiitiidriitd,  dalla  (|nale 
])cr6  si  dillerenzia  per  la  siriitlnra  die  piii  rassomigiia  a  (|nella  del  liino. 


Esislono  dnnqne  di  regola  nella  SalainaixIriiHi  le  scgiienli  lornia- 
zioni  pari  e  laterali  :  liroide.  timo,  lobulo  timico  eslcrno.  paialiroide 
eti  una  lorinazione  a  (juesriillima  oinodinama  is|)essinicnlo  deireslreino 
lalerale  dclla  parete  epitdiale  della  laringe.  L'na  sola  e  di  solilo 
imparl  e  latcrale:  il  coijxi  post-hrandiialc. 

Durante  il  periodo  larvale  prcndono  origine  : 

1"  la  tiroidc  (Tav.  X\',  Fig.  J.  II  c  111,  1),  die  surge  come  gemma 
solida  dalla  parte  caudate  di  uno  sprone  entodcrinicu  die  entra  in 
iiilimo  rappoi'lo  coll'cctodcnna,  sprone  die  si  [)u6,  con  (jualdie  I'oiida- 
menlo.    lilcnere    un  rndinienio  dcIF  endostilo  del  Tunicati. 

•  2"  II  coi-po  post-hi'andiiale  Tav.  \Y,  Fig.  V,  (i),  die  nasce  come 
gemma  solida  dalla  parete  ventrale  della  iaringc  mcdialmente  alia  carti- 
lagiiie  del  (J"  arcu  brandiialc,  c  chc,  per  la  maniera  colla  (|uale  si  s\i- 
lu|)pa  c  per  il  livello  al  (jualc  sorge  dalla  faringe,  puo  ragione\oliiienlc 
considerarsi  come  il  jirodotto  di  Irasformazione  di  una  6*^  tasca  ento- 
dcrmica  brancliiale. 

3"  il  timo  Tav.  XV,  Fig.  Ill,  IN  e  V,  3),  die  |)rendc  origine  come 
gemma  solida  dal  tratto  piii  distale  della  superlicic  dorsale  della  iJ*  ta- 
sca entodermica  braiichiale. 


—  308  — 


V  II  lobulo  liiiiico  eslt'ino  ^rax.  \\.  Fi^.  Ill  c  IV,  ')),  die  r  iinii 
parlo  (lislaccala  del  liino  Ulcl  (|iialo  coiiscrNa  la  siriitliira)  c  clic  (' pcrcio 
oinologo  al  lohiilo  limico  eslerno  di  alciini  Maiuiiiirrii  (gallo;. 

Dui-anlc  la  nictamoi-rosi  si  sviluppano  :  la  |)aratiroide  (')  (Tav.  \V, 
JM^.  Ill,  i)  ('  r  ispessimento  doircslrcmo  laleralc  dclla  parole  epileliale 
della  laringe  (Tav.  \V,  Fig.  II,  III  c  IV,  2)  die  rappresentano  :  il  1°  il 
resto  della  porziono  prossimale  della  o""  fcssiira  branchialc,  di  (|iiel  tratlo 
eioe,  ill  corrispondenza  del  (jiialc  la  lessiiia  eonuinicava  colla  laringe; 
il  2"  il  reslo  del  Iralto  coi'ris])ondcntc  della  \''  e  di  (piello  della  :V'  les- 
sura  brancliiale  insieiiie  lusi. 


C)  Maurer  ba  descritto  in  alcuni  Urodeli  ilue  corpiccioli,  lUi  ciascuu  lato,  clie  por  la  striit- 
lura  coirispondouo  alia  paratiioide  della  Salamandrina  o  clie  chiaiua  «  corpuscoli  epituliali  »;  sul  loro 
iuolIo  di  loriiiazioue  perd  Maurer  dice  soltaiito  cho  si  svihippauo  duraiito  la  inetaiiiorlosi  d  inimediata- 
mouto  dopo.  Nieute  altro  pu6  atrginngere,  per  essergli  maufato  il  materiale  di  studio.  Supitonc  sultaiilo 
cbo  possauo  esser  residui  di  tasche  branchiali. 

CosiiMO  Chekubini,  Amministkatohe-responsabile. 


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(Pubblicazioiii  Italiiii;e  <li  Zooloj;'ia,  Aiutomia,  Eiiibriologia) 

Organo   iifficiale   della   Unione  Zooiogica   Italiana 


DIUK'l'TO 

DAI  DOTTORI 


GIULIO  CHIARDGI 


EUGENIO  FICALBI 


I'rof.    di    Auatoiuiii   uuuiiiii 
nel  R.  Istituto  ili  Stmii  Super,  in  Fireuze 


Trot'.  <li  Aiiatoinia  couip.  e  Zooloj;ia 
iiella  K.  Uiiiversilil  cli  Padova 


Uflacio  di  Direzione    ed   Amnainistrazione  :  Istituto  Anatoniico ,   Fireuze. 
IS  numeri  all' anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno        Firenze,  Novembre  1901 


N.  11 


SOMMARIO  :  Bibliograkia.  —  Pag.  309-313. 

CoMUNicAzio.N'i  Ohiginam:  Sfameni  A-,  Eicerche  anatomiche  intoruo  all'esistenza 
di  nei'vi  e  al  loro  inodo  di  terminare  nel  tessuto  adiposo,  nel  periostio,  nel 
pericondrio  e  nei  tessuti  clie  rinforzano  le  articolazioni.  —  Picconi  Q.,  Sul 
rapporto  dei  corpuscoli  di  Pacini  modificati  cogli  organi  niuscolo-teudinei 
di  Golgi  e  su  di  uno  specials  modo  di  aggruppamento  dei  medesimi  nel  peri- 
misio  dell'uomo  e  dello  scojattolo.  —  Qanfini  C-,  i-^a  struttura  e  lo  sviluppo 
delle  cellule  interstiziali  del  testicolo.  —  Levi  Q-,  Osservazioni  sulle  varia- 
zioni  delle  arfcerie  iliaclie.  —  Pag.  313-311. 

NoTiziE.  —  Pag.  342. 

Avverter\za 

Delle  Comunicazioni  Originali  clie  si  pubblicano   nel  Moni- 
tore  Zoologi.co  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 

m 


Sf,  da  notizla  mltanlo  dei,  lavoi'i  pubblicati  in  Italia. 


I.  Scritti  general!  di  Zoologia  e  di  Anatomia. 

Alessi  C.  —  Rapporti  somatiei  nella  scala  zooiogica.  —  .4';oZa,  tip.  Piazza., 
IVOO,  l)p.  62. 

Bargagli  P.  —  Commeraovazione  del  Barone  Michele  Ediiiondo  de  Selys  Long- 
champs.  -  BiiU.  d.  Soc.  Entomol.  ital.,  An.  33,  Trim.  1,  pag.  36-39.  Fi- 
renze, 1901. 

Becherueci  G.  —  Saggio  di  una  classificazione  dei  caratteri  sessuali  secon- 
darii.  —  Boll.  d.  Musei  di  zool.  e  anat.  compar.  d.  R.  Univ.  di  Genova, 
N.  101,  1900.  Genova,  tip.  Ciminago,  pp.  37. 

C.  A.  —  Dott,.  0.  Staudingei-  :  necrologio.  —  Bull.  d.  Soc.  Entomol.  ital.,  An.  33, 
Trimestre,  1,  pag.  40-42.  Firenze,  1901. 
M.  Z. 


310 


Camerano  L.     -  La  lunghezza  base  nel  metodo  somatometrico  in  zoologia,  — 

Bolt.  d.  Miisei  di  zool.    ed   anat.  comp.  d.   E.    Univ.  di  Torino.    Vol.    16, 

A\  394    Torino,  Lvglio  1901,  pp.  20. 
Camerano  L.  —  Flarainio  Baudi  di  Selve  :  cenni   biografici  e  bibliografici.  — 

-    Boll.  d.  Mu.sei  di  zool.  ed  anat.  comp.  d.  li.   Univ.  di   Torino,   Vol.    16, 

X.  396.  Torino,  Luglio  i901,  pp.  6. 
Cialona  M.  —  Osservazioui  pratiche  suU'epoca  della  comparsa  e  della  varia- 

bilita  quaiititativa  delle  specie  animali  piu  comuni  nel  Plauktou    del   porto 

lii  Messina.  Con  figg.  —  Ricerche  fatte  nel  Laborat.  di   anat.  norm.  d.  E. 

Univ.  di  Eoma  ed  in  altri  Laborat.  bwl.,   Vol.  8,   Fasc.   2,  pag.  149-155. 
.     Eoma,  1901. 
Condorelli  M.    —  Invertebiati  raccolti  dalla  R.  Nave  «    Scilla  »    neH'Adria- 

tico  e  nel  Jonio.  —  Boll.  d.  Soc.  romana  2yer  gli  studi  zool.,  An.  8,   Vol.  8, 

Fa.sc.  1-2,  pag.  25-49.  Eoma,  1899. 
Facciola  L.  —  Suli'uso  improprio  di  un  nome  in  morfologia.  —  Monit.   Zool. 

Ital.,  An.  12,  N.  6,  pag.  154-155.  Firenze,  lUOl. 
Fusai'i  R.  —  Giulio  Bizzozero:  neorologio.  —  Monit.   Zool.  Ital.,  An.  12.  N.  4, 

pag.  103-107.  Firenze,  1901. 
Galli-Valerio  B.  —  I  musei  di  i^oudra  dal  punto  di  vista  deirinsegnamento. 

—  Eiv.  ital.  di  Sc  Nat.,  An.  ^/,  N.  5-6,  pag.  76-7S.  Siena,  1901. 
Galli-Valerio  B.  —  L'associazione  per  la  lotta    suUe  Alpi    e    la    protezione 

della  fauna  alpina.  —  Eiv.  ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  20,  N.  11-J2,  pag. 131-134. 

Siena,  1900. 
Issel  R.  —  Saggio  suUu  fauna  termale  italiana.  —  Boll.  d.  Musei  di  zool.  e  anat. 

conipar.  d.  E.  Univ.  di  Genova,  N'.  100,  1900.  Genova,  tip.  Ciminago,  x>P-  4. 
Issel  R.  —  Oriservazioni  sopra  alcuni  animali  della  fauna  termale  italiana.  Con 

lav.  I  e  II.  —  Boll.  d.    Musei    di   zool.  e  anat.    compar.    d.  E.    Univ.   di 

Genova,  N.  106,  1901.  Genova,  tip.  Ciminago,  pp.  15. 
Lombroso    C.  —  1  vantaggi  della   degenerazione.  —   Eiv.   di    Sc.    biologiche. 

An.  2.  N.  11-12,  pag.  848-874    WOO. 
Pagliani  L.  —  Giulio  Bizzozero  :  commeniorazione  fatta  alia  Societa  piemontese 

d'igiene  il  27  aprile  1901.  —  Torino,  tip.  Pozzo,  1901,  pp.  28. 
Paratore   E.  —  Le  funzioni  della  vita :  2^  Memoria.  —  Eiv.  ital.  di  Sc.  Xat., 

An.  21,  N.  5-6,  pag.  64-67  \  N.  7-8,  pag.  97-100.  Siena,  1901.  (Continuaz. 

contimia). 
Romiti    G.  —  Giovanni    Battista    Laura:    necrologio.    —  Monit.    Zool.    Ital., 

An.  12.  N.  4,  pag.  107,  Firenze,  1901. 
Romiti  G.    —  lacopo  Danielli :  necrologio.  —  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  4, 

pag.  107-108.  Firenze,  1901. 
Rossi    G.  —   Alcuni    suggrU-imenti    didattici    intorno   all'  insegnainento    delle 

scienze  naturali  nelle  scuole  classiche.  —  Napoli,    tip.    Pierro    e   Veraldi, 

1901,  pp.  24 
Valenti  G.  —  Ha  fatto  bancarotta  la  scienza?   Discorso  inaugurale.  —  Bolo- 
gna, tip.  Monti,  1901,  pp.  42. 

III.  Ontogenia  (Erabriogenisj,  Organogenia). 

Acquisto  V.  —  Genesi  e  sviluppo  della  sostanza  elastica.  —  Estr.  di  pp.  38 
d.  Affi  d.  E.  Accad  d.  Sc.  med.,  An.  1901.  Palermo,  1901.  Con  tav. 


311 


Bertelli  D.  —  Sviluppo  e    conforraazioue  dnlle  pleure  ne^li    uccelli.  —  Monit. 

Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  4.  pag.  96-103  e  N.  5,  pag.  118-128.  Firenze,  1901. 
Capobianeo   F.  —  Delia  partecipazione  mesodermir'.a  nella  genesi  della  nevro- 

glia  cerebrale.  —  RencHc.  d.  2"  Assi-mhlea  ordin.  e  del  Convegno  dell' Unione 

Zoologica  ital.  in  Napoli  {10  13  Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12, 

N.  8,  pag.  230-232.  Firenze,  1901. 
Drago  U.  —  Sulla  genesi  di  alcune  auoinalie    del    sistema    nei-voso    centrale 

deH'embrione  di  polio.  Con  5  figg.  —  Ricerche  fatte  net  Labornt.  di   .Anat. 

norm.  d.  R.  Univ.  di  Roma  ed    in    altrl   Lahorat.   biol..  Vol.   8,    Fasc.   2, 

pag.  131-137.  Roma,  1901. 
Pagnito  O.  —  Sullo  sviluppo  della  cellula  nervosa.  —  Rendic.  d.  2"  Assemblea 

ordin.  e  del  Conregrw  deW  Unione  Zoologica  ital. in  Napoli  {iO-13  Aprile  1901), 

in  :  Monit.  Zool.  ital.  An.  12,  N.  8,  pag.  232.  Firenze,  1901. 
Falcone  C.  —  Oontributo..  alio  studio  del  tessuto  connettivo  embrionale.    Con 

tav,  —  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  G,  pag.  155-164.  Firenze,  1901. 
Favaro  G.  —  Coutributo    alia    tilogenesi    ed   ontogeilesi    del    vestibolo   orale. 

Con  tav.  —  Ricerche  fatte  nel  Laborat.  di  Anat.  norm.  d.  R.  Univ.  di  Roma 

ed  in  altri  Laborat.  biol..   Vol.  8,  Fasc.  2,  pag.  157-179.  Roma,  1901. 
G-ay  M.  —  Strana  costituzione  di  un  uovo  di  gallina  e  suUa  gallina  die  lo  pro- 

dusse  (Sunto).  —  Rendic.  d.  2'  Aaseniblea  ordin.  e  del  Convegno  deW Unione 

Zoologica  ital.  in  Napoli  [10-13  Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12, 

N.   8,  pag.  218.  Firenze,  1901. 
Ganiini  C.  —  La   struttura  e  lo  sviluppo  dalle  cellule   interstiziali    del  testi- 

colo:  nota  pvev.  —  Monit.  Zool.  Ital,    An.   12,    N.   II,  pag.    327-332.    Fi- 
renze, 1901. 
Livini  F.  —  Sviluppo  di  alcuni   orgaui  derivati  dalla  regione  braucliiale  negli 

antibi  urodeli.  Con  3  fig.  nel  testo.  (Coutinuaz.  e  Hue).  --  Monit.  Zool.  Ital., 

An..  12,  N.  10,  pag.  293-308.  Firenze,  1901. 
Maj  A.  —  Contribute  alio  studio  dello  sviluppo  della  muscolatura  negli  arti : 

osservazioni    sul    polio    {Gallus   domesticus).    Con  tav.  —  Estr.   di   pp.    15 

d.  Boll.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Favia;  comunic.  fatta  nella  .seduta  d.  5  Luglio 

1901.  Favia-  tip.  Cooper.,  1901. 
Mazza  F.  —  Sulla   prima  diff'erenziazione  delle    gonadi    e    sulla    maturazione 

delle  uova  nella  Lebias    calaritana.    (Sunto),  —  Rendic.    d.    2"'    Assemblea 

ordin.  e  del  Convegno  dell' Unione   Zoologica  ital.   in  Napoli  {10-13  Aprile 

1901)  in:  Monit.  Zool.  ital.,  .\n.  12,  N.  8,  pag.  235  237.  Firenze,  1901. 
Monticelli  F.  S.  e  Lo  Bianco  S.  —  Uova  e  larve  di  Solenocera  .siphonocera 

Phil.  —  Monit.  Zool.  Ital ,  An.  12,  A.  7,  pag.  205-206,  Firenze.  1901. 
Patellani  R.  S.  —  La  ontogenesi  e   la  filogenesi  del  bacino   osseo  femminile  : 

studio  di  anatomia  macroscopica.  Parte  I.  (L'cntogenesi  del  bacino    osseo 

nella  femmina  umana).  —  Milano,  tip.  Capriolo  e  Massimino,  1901,  pp.  (45. 

Con  7  tavole. 
Purpura  F.  —  Coutributo  alio  studio  della  rigenerazione  dei   nervi  periferici 

in  alcuni  mammiferi.  —  Rendic    d.  R.  Ftit.  Lonib.   di   Sc.  e  Lett.,    Serie  2, 

Vol.  34,  Fasc.  6,  pag.  415-419.  Milano,  1901. 
Purpura  F.  —  Contributiou  a  I'etude    de    la  regeneration    des   nerfs  periphe- 

riques    chez    quelques    maninaiferes.  —  Arch.    ital.    de    biologie,    Tome    35. 

Fasc.  2,  pag.  273-278.  Turin,  1901. 


—  312  — 

Raffaele  F.  ~  Sul  modo  come  si    chiude  il    neuvoporo  (Sunto).  —  Rendic    d. 

2"  Assemhlea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital.  in  Napoli 

(10-13  Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.  An.  12,  N.  8,  pag.  221.  Firenze,  1901. 
Raffaele  F.  —  Diibbi  suH'esistenza  del  mesoderraa  gastrale  (Sunto).  —  Bendic. 

d.  2"'  Assemblea  ord.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital.  in  Napoli 

{10-13  Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  8,  pag. 22 i.  Firenze,  1901. 
Raffaele   F.  —  Osservazioni   ed   esperimenti  su  embrioni  e  larve  di  anuri.  — 

Bendic.  d.  2"  Assemblea  ordin.  e  del   Convegno  delVUnione  Zoologica  ital. 

in  Napoli  (10-13  Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital..  An,  !2,  N.  8,  j^ag.  221- 

222.  Firenze,  1901. 
Raineri    G.  —  II   tessuto  elastico  negli    annessi    fetali    a    varie  epoche  della 

gravidanza.  Con  4  tavole.  —  Verce/li,  tip.  Gallardi  e   Ugo,  1901,  pp.  '23. 
Sfameni  P.  —  Sul  peso  delle  secondine  e    del   feto  a  termine  e  sui  lore  rap- 

porti    reciproci.    —  Estr.  di  pp.  47  d.  Annali  ili.Ostetricia  e  Ginecol..  N.  9 

{Settembre  1901).  Milano,  1901. 
Spampani  G.  —  Alcune'  ricerche  sull'origine  e  la  natura  del  vitreo.  Con  tav, 

—  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  12,  N.  6,  pag.  145-153.  Firenze,  1901. 
Traina  R.  —  Sugli  innesti  di  tessuti  embrionali  nell'ovaio  e  sulla  produzione 

delle  cisti  ovariche.  —  Giorn.  d.  B.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  64, 

N.  4,  pag.  305-307.  Torino,  1901. 

IV.  Istologia. 

Berlese  A.  —  Intorno  alia  rinnovazioue  deU'epitelio  del  mesenterou  negli  ar- 
tropodi  tracheati.  Bendic.  d.  2"  Assemblea  ord.  e  del  Convegno  dell' Unione 
Zoologica  ital.  in  Napoli  {10-13  aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12, 
N.  7  pag.  182-186.  Firenze,  1901. 

Crevatin  F.  —  Saggio  di  osservazioni  sugli  organi  elettrici  delle  torpedini. 
Con  2  tav.  —  Mantova,  tip.  ApoUonio,  1897,  pp.  05. 

Motta-Cooo  A.  —  Sui  globuli  tingibili  col  bleu  di  metilene  nel  sangue  circo- 
lante  della  rana.  —  Boll.  d.  sedute  d.  -Accad.  Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Cata- 
nia, Fasc.  68  {Aprile.  1901),  pag.  6-13.  Catania,  1901. 

Paladino  G.  —  Ulteriori  studi  sui  rapporti  tra  il  nevroglio  e  le  fibre  e  le  cel- 
lule nervose  nell'asse  cerebro-spinale  dei  vertebrati.  —  Bendic.  d.  Accad. 
d.  Sc.  fis.  e  matem.  (Sez.  d.  Soc.  li.  di  Napoli),  Serie  3,  Vol.  6  {An.  39), 
Fasc.  8-12,  pag.  239-240.  Napoli,  1900. 

Paladino  G.  —  Per  una  migliore  classificazione  delle  ghiandole.  —  Bendic. 
d.  Accad.  d.  Sc.  fis.  e  matem.  {Sez.  d.  Soc.  B.  di  Napoli),  Serie  3,  Vol.  7 
{An.  40),  Fasc.  7,  pag.  217-221.  Napoli,  1901. 

Petrone  A.  —  II  valore  della  reazione  ferrica  nella  cellula  sanguigna.  Con 
tav.  —  Estr.  di  pag.  18  d.  Atti  d.  Accad.  med.-chir.  di  Napoli,  An.  55,  N.  4. 
Napoli,  1901. 

Petrone  A.  —  Gli  ultimi  reperti  sul  sangue.  —  Comunicaz.  fatta  al  5"  Con- 
gresso  internaz.  di  Fisiologia  in  Torino.  Estr.  di  pp.  2,  Torino,  Settem- 
bre 1901. 

Petrone  A.  -  -  Ultima  ricerche  sul  sangue.  Con  tav.  —  Estr.  di  pp.  76  d. 
Atti  d.  Accad.  Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Catania,  Serie  4,  Vol.  14.  Catania, 
tip.  Galdtola,  1901. 


313 


Varaldo  F.  —  Studio  comparativo  sui  caratteri  istologici  e  fisici  del  saague 

della  vena  e  delle  arterie  ombelicali  nel  neonato.  —  Arch,   di   Ostetiicia  e 

GinecoL,  An.  7,  N.  12,  pay.  723-743.  Napoli,  1900. 
Zirolia  G.  —  Intoruo  alia  presenza  del  corpuscolo  di  Poggi  negli  organ!  ema- 

topoietici  dei  t'eti  prematuri.  —  Bull.  d.  R.  Accad.  vied,  di  Genora,  An.  16, 

y.  6,  pag.  216-221.  Genova,  1901. 

V.  Tecnica. 

Buffa.  —  Su  un  nuovo  metodo  di  determinare  la  resistenza  dei  globuli  rossi 
del  sangue.  Con  tav.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  Torino,  An.  64, 
N.  2,  pag.  76-82.  'Torino,  1901. 

Martinotti  C.  e  Tirelli  V.  -  La  microphotographie  appliquee  a  I'etude  de 
la  structure  de  la  cellule  des  ganglions  spinaux  dans  I'lnanition.  Avec  1 
pi.  _  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  35,  Fasc.  3,  j^ag-  390-406.   Turin,  1901 

Vastarini-Cresi  G.  —  Nuovo  metodo  di  colorazione  del  sistema  nervoso.  — 
Rendic.  d.  2"  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital.  in 
Napoli  {10-13  Aprile  WOT),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  8,  pag.  237- 
238.  Firenze,  WOL 


COMUNICAZIONI     ORIGINAL! 


LABORATORIO   DI    FiSIOLOGIA    DKI.LA    K.-  UNIVEUSItA    DI    PISA, 
DIRKTTO    DAL    PROF.    V.    A  DUG  CO. 

Ricerche  anatomiclie  intorno  all'esistenza  di  nervi  e  al  loro  modo 
di  terminare  nel  tessuto  adiposo,  nel  periostio,  nel  pericon- 
drio  e  nei  tessuti  che  rinforzano  le  articolazioni. 

NoTA  DEL  DoTT.  SPAMENI  ANTONINO,  aiuto. 


E  vietata  la  riprodnzioue. 

In  una  nota  preventiva  ('),  comuiiicata  alia  R.  Accademia  di  Me- 
dicina di  Torino,  nella  seduta  del  i  niaggio  1900,  accennai  ad  alcune 
forme  di  terminazioni  nervose,  trovate  nel  periostio  e  nel  grasso  del- 
i'  articolazione  del  ginocchio  di  cane,  nel  pericondrio  della  cartilagine 
lingiiale  di  rana. 

Qualche  teni|)o  dopo  la  piibblicazione  di  quella  noty,  servendoiui 
sempre  del   solito  metodo  al  cloruro  d'  oro,  sono  riuscito  a  mettere  in 


(')  A.  Sfameni.  —  Coutiibuto  alia  coDOScenza  (Telle  termiuazioui  nervose  del  tessuto  adiposo, 
del  pericondrio  o  del  periostio  in  alcuui  aniiuali.  —  G/ornale  della  11.  Accademia  di  Med.  di  To- 
rino, N.  5,  1900. 


314 


evidenza  altrc  Ici-minazioni  ncrvose  nci  legaiiicnti,  nella  eapsula  librosa 
e  nolle  IVangie  sinoviali  delT  artieolaz-ione  del  ginocchio  (cane). 

Ho  gia  (leseritto  am|)iainente  tiilte  codeste  niiove  terniinazioni  ner- 
vee  in  un  lavoro  deliniti\o,  die  pei-  niolivi  speciali  non  ha  potiilo  an- 
cora  venire  in  luce.  Credo  percio  opportuno  esporre  qui  in  riassunlo  ii 
risuitato  delle  niie  ricerche,  con  quello  stesso  ordine,  clie  ho  seguito  nel 
siKhletlo  lavoro. 

Tesstfto  adiposo.  —  l)o|)o  niolte  |)rove  infruttuose  praticate  sul  tes- 
siito  adipose  mediante  la  colorazione  aurica,  per  una  raia  evenienza,  ol- 
teiiiii  dal  grasso  inti'a-articoiare  del  ginocchio  di  cane  un  discrete  nu- 
meio  di  preparali  assai  dimostrativi,  i  (juali  mi  mettono  in  grade  di 
poter  dire  (jualche  cosa  di  nuovo  rispetto  alia  innervazione  del  tessuto 
in  j)arola. 

Finora  non  si  conosce  il  mode,  con  ciii  i  ner\i  di  queslo  tessuto 
vanno  a  lei-niinare  nel  lobulo  —  Fusari  e  Monti  (')  —  anzi  secondo 
allri,  i  nervi  non  larebbero  che  attraversarlo,  per  distribuirsi  |)oi  ad  altri 
organi  —  Uomiti  C),  Ouain  C*),  Duval  ('). 

Dalle  rnie  osservazioni  risulta  in  prime  luogo  che  il  tessuto  adipose 
possiede  nerv'i  |)roprii.  Per  era  mi  limito  ad  indicare  le  figure  che  ver- 
ranno  annesse  al  lavoro  completo  e  dalle  quali  apparira  maggiormente 
r  evidenza  delle  mie  asserzioni.  Cosi  nella  fig.  1,  Tav.  I  e  state  rafli- 
gurato  un  frammento  di  tessuto  adij)oso,  in  cui  oltre  ai  vasi  venosi  e 
arteriosi,  oltre  ai  capillari  sanguigni,  nolle  magiie  dei  quali  stanno  col- 
locate le  cellule  adipose,  si  osserva  un  lascio  di  fibre  nervose:  esse  ri- 
sulta di  piccolo  fibre  a  doppio  contorno,  a'cune  delle  quali  si  staccano 
in  un  date  |)unto  dal  fascio  principale  e  dopo  successive  divisioni  dieo- 
tomiche,  si  distribuiscono  ai  vari  lobuli  gi'assosi  in  forma  di  sottile  ed 
ampia  arborescenza.  La  grossezza  di  queste  fibre  varia  da  33a  a  o;j.: 
esse  in  line  scniprc  piii  assottigliandosi  c  soguendo  un  andamento  irre- 
golare,  serpeggiano  in  mezzo  alle  cellule  adipose.  Ogni  fibra  lungo  que- 
sto  tragitto  perde  assai  per  tempo  il  tenue  rivestimento  mielinico  ed  il 
cilindrasse  si  va  mane  mano  sfioccando  in  tanti  piccoli  ciuffetti,  che  nel 
lore  insieme  danno  a  tutta  la  termimiziono  F  aspetto  di  una  elegante  in- 
(iorescenza. 

La  fig.  2,  Ta^.  i  raj)j)resenta  iino  dei  tanti  ramoscelli  terniinali^ 
visto  a  forte  ingrandimento:  osservando  alcune  di  queste  espansioni  as- 


(')  Fusari  e  Monti.  —  Conipendio  d'Istologia  geueriile,  pn.^/.  It4. 
{-)  G.  Ilomiti.  —  Trattato  di  Anatomia  dell'noino,   Vol.  I,  parte  1^  e  2",  pag.  83. 
(^)  J.  Quain.  —  Tnittato  completo  di  Anatoiuia  niiiaiia.    Prima   tiadnz.  ital.  snlla  10^  ingkse, 
Vol.  I,  parte  2",  x>ag.  88. 

C^)  M.  Du\ral.  —  Oompeiulio  d^Istologia,  pag.  32:!,  1890. 


315 


sili  e  lacendo  asti'azioiie  (lallo  foniie  svariaU?  die  il  eilindrasse  puu  as- 
siimerc  per  elletto  delle  sostanze  acidc,  le  (|iiali  lo  disorganizzano  nello 
sfesso  tempo  clie  ne  rendono  la  coloiazione  piii  inlensa,  jiossiamo  rite- 
nere  die  andie  ne'  grasso  la  leriniiiazione  nervosa  presenta  caratteri 
costanli  e  abbastanza  bene  definibili.  Essa  consiste  di  una  specie  di  ^a- 
ricosila  finale  del  eilindrasse,  variabile  per  forma  e  per  intensita  di 
tinta,  risullante  di  una  massa  granulosa,  la  (juale  manda  in  \arie  dire- 
zioni  un  cerlo  numero  di  a|)pendici;  sul  eilindrasse  slanno  pure  addos- 
sati  i  soliti  nuclei  di  Schwann.  Codeste  varicosita  terminali  lianno  una 
certa  somiglianza  con  dementi  nervosi  analoghi,  scoperti  in  altri  organi 
—  Panasci,  Fusari,  Pensa  (')  —  e  denominati  cellule  terminali  gan- 
gliari. 

Riguardo  ai  rapporti  die  il  eilindrasse  contrae  colle  cellule  adipose, 
posso  allermarc,  come  I'isulta  dalla  !ig.  3,  Tav.  I,  cbe  esso  si  adatfa 
con  una  specie  di  concavila  alia  suj)erllcie  convessa  delta  cellula  gras- 
sosa  e  precisamente  da  quella  parie,  in  cui  la  zona  protoplasmatica  e 
piii  spessa,  cioc  dove  risiede  il  nucleo;  senihra  pure  che  alcune  delicate 
propagini  delta  varicosita  terminalo  restino  immerse  dentro  il  protopla- 
sma  medesimo.  Abbiamo  duncpie  questo  fatto  Imjtortanlissimo  die  il  ei- 
lindrasse si  mette  a  contalto  imniodiato  col  prolo|)lasma  delle  cellule 
adijiose. 

Ma  oltre  alle  sudddte  libre.  ilestinate  ad  innervare  gli  dementi 
anatomici  del  grasso,  troviamo  in  esso  altre  forme,  piu  complesse,  di 
terminazioni  nervose:  una  di  ({ueste  e  rappresentata  nella  fig.  4,  Tav.  J. 
Si  tratta  di  un  vero  corjiuscolo  nerxoso,  che  trovasi  prevalentemente  an- 
nidato  net  connettivo  interlobulare,  nia  puo  anche  trovarsi  in  mezzo  alle 
celkile  adipose,  come  si  vedra  dalla  pi-ecedente  figura.  Jl  corpuscolo  viene 
formato  da  una  sola  fibra  midollata,  grossa,  22[j.  e  jirovvista  di  guaina 
di  llenle:  questa  guaina  ad  un  cerlo  punto  si  arresta  e  contemporanea- 
mente  la  libra  nervosa,  spogliandosi  della  mielina,  si  risolve  in  un  in- 
treccio  di  fibre  assili  varicose,  le  (juali  intrecciandosi  variamente  ed 
anastomizzandosi,  formano  a  guisa  di  una  matassa,  la  piastra  nervosa 
terminate.  Xon  e  raro  scorgere  qualche  nucleo  di  Schwann  che  sta  a 
contatto  del  eilindrasse,  intorno  at  <juale  esisle  inoltre  una  sostanza  di 
aspetto  granuloso,  ([ua  e  la  [)iu  si;ura. 

Di  recente  lo  Sfameni  P.  C)  ha  richiamato  1' attenzione  degFisto- 


(')  A.  Pensa.  —  Ricerelie  aiiatomiche  sui  ueuvi  del  parenchima  renale,  pag.  12-13,  lS9(i. 

(°)  Sfameni  Pasqnale.  —  Gli  oi-gaiii  uervosi  terminali  del  Euffini  ed  i  corpnscoli  del  Pa- 
cini stadiati  uelle  piaute  e  nei  polpastrelll  del  caue,  del  gatto  e  della  scimniia.  —  Estr.  dalle_  Me- 
moi'ie  della  R.  Ace.  delle  Sci'enze  di  Torino,  serie  II,  T.  L,  pag.  70,  1900. 


—  3L6  — 

logi  su  qiiesta  sostanza  speciale,  granulosa,  die  costituisee  del  resto 
una  particolarlta  coimine  a  niolte  terminazioni  nervose:  egli  sludiaiulo 
in  ah'uni  aniniali  i  coi-|)us;coli  nervosi  scoperii  dal  Ruffini  neiruonio('), 
nolo  non  sollanlo  la  j)resenza  della  soslanza  granulosa,  ma  anclie  di  eertl 
nuclei  grossi,  vescicolari,  ehe  eliiamo  —  jter  analogia  con  quelli  delle 
piastre  motoric  —  nuclei  londauienlali.  Alia  sostanza  granulosa  coi  ri- 
spettivi  nuclei  fondamentali  lo  Sfameni  V.  altribuisce  un  grande  va- 
lore  pel  funzionamento  della  terminazione  nervosa,  in  quanto  sarebbe 
destinata  a  a  ricevere  le  impiessioni  del  mondo  esterno  per  comuni- 
carle  alia  espansione  del  cilindrasse,  il  (juale  non  possiede  ratlributo 
di  elemento  senzienle,  bensi  quelle  di  elemento  conducente.  » 

A  convalidare  il  concetto  dello  Sfameni  P.  contribuisce  il  ri- 
sullato  di  alcune  indagini  sperimentali  da  me  eseguite  intorno  alle 
modificazioni  die  determina  il  curaro  nella  piastra  motoria:  (^)  pare  in- 
fatti  die  questo  veleno  eserciti  un'azione  elettiva  non  gia  sul  cilindrasse, 
come  qualcuno  aveva  creduto,  ma  appunto  sulla  sostanza  granulosa. 

Tornando  ora  alia  descrizione  dei  corpuscoli  esistenti  nel  tessuto 
adipose,  aggiungero  che  essi  inancano  di  un  involucre  conneltivale:  il 
lore  inassinio  diametro  longitudinale  varia  da  t)3  a  122  cent,  di  mill.,  il 
trasverso  da  13  a  37  cent,  di  mill. 

Abbiamo  inollre  nel  medesimo  tessuto  un'altra  variela  di  terminazione 
nervosa,  di  cui  si  vedra  un  esemjilare  nella  fig.  I).  Tav.  1.  Da  una  fibra 
raidollata,  grossa  11  a,  si  stacca  un  certo  numero  di  fibrille  assili,  che  si 
avanzano  in  varie  direzioni,  seguendo  un  cammino  serpiginoso,  irrego- 
lare:  ognuna  di  queste  si  j)resenta  in  forma  di  sottilissimo  lilamento  die 
tratto  tratto  s'  ingrossa  bruscamente  per  tornare  (juasi  subito  sottile, 
onde  ne  risulta  una  lilza  di  granulazioni  nere,  a  rosario,  die  sono  tal- 
Yolla  staccato  1'  una  dall'  altra.  La  delicala  piastrina  che  deriva  dall'  in- 
r  insieme  di  tutti  gli  esili  rami  del  cilindrasse  appare  di  una  grande 
semplicita:  in  essa  non  si  vede  traccia  di  rivestimento  connettivale, 
mancano  i  nuclei  di  Schwann  e  la  soslanza  granulosa.  Le  fibre  ner- 
vose,  dalle  quali  codeste  piaslrine  hanno  origine,  posseggono  una  te- 
nuissima  guaina  inielinica.  In  media  il  diametro  longitudinale  di  tali 
terminazioni  misura  40  cent,  di  mill.,  il  trasverso  20  cent,  di  mill. 

Questa  varieta  si  risconira   non  solo  nel   grasso  dell"  articolazione 


(*)  Rnffini  Angelo.  —  Di  nn  nnovo  organo  nervoso  terminale  e  sulla  presenza  dei  corpuscoli 
Golgi-Mazzoni  nel  connettiTo  aottocutaneo  tlei  jiolpastrelli  delle  dita  deH'noiiio.  —  Atti  della 
R.  Ace.  dei  Lined,  Anno  CCLXXXVII,  1800. 

1^)  Sfameni  Antonino.  —  ludagiai  sperimentali  sulle  lesioui  auatomo-istologiclie  del  sistema 
nervoao  in  segnito  aU'awelenaraeuto  da  cnraro.  —  Estr.  d  igli  Annali  Ji  Freniatria  e  Scienze  afflni 
del  R.  Manieomio  di  Torino,  1900. 


317 


del  ginocchio,  m;i  anclie  in  mezzo  alle  zoUe  adipose  com|)rese  nello  spes- 
sore  del  pei'ioslio,  iiel  eoniiettivo  Jihroso  dei  legamenti  e  della  capsiila 
arlieolare,  e  specialmente  nel  eonnelli\o  lasso  elie  circonda  la  sinoviale. 

Ho  altresi  notalo,  s|)arsi  da])pei'lutto  nel  tessiito  adiposo,  numerosi 
liluzzi  (ii  lleniak,  i  (juali  di  regola  seguono  in  parte  come  salelliti  i 
I'asei  nervosi  e  le  grosse  libi'e  a  doppio  contoriio,  in  parte  aecompagnano 
i  vasi  arleriosi  ed  i  eapillari. 

Periosdo.  —  Sel)i)ene  gli  anatoinici  insistano  snlla  notexole  (juan- 
titii  di  lihre  nervose  trovate  nel  |)eriostio,  |)are  tuttavia  elie  solo  una 
porzione  limitatissiina  di  esse  sia  destinata  al  i)eriostio  propriamente 
detto,  mentre  la  maggior  parte  non  farebbero  clie  atti'aversarlo,  i)ei-  pe- 
netrare  insieme  coi  vasi  nei  lorami  nutritizii  e  distribuirsi  j)oscia  al  les- 
suto  osseo  (Jose|)h)  e  principalmente  al  midoilo  delle  ossa. 

Assai  mat  noto  pero  e  il  modo  di  terminare  di  quelle  poehe  fdire, 
die  alcuni  XX.  ritengono  distribuirsi  al  tessuto  periosleo. 

Facendo  una  sintesi  delle  poclie  notizie  che  su  tale  argomento  pos- 
siamo  attingere  anche  dalle  lonti  |)iii  autorevoli,  j)ossiamo  dire  soltanto 
questo,  clie  di  vere  terminazioni  nervose  esistenti  nel  j)erioslio,  non  sr 
conoscono  fino  ad  oggi  che  i  corpuscoli  di  Pacini  (Sappe\  ,  Testut, 
Krause,    Kolli  kei'j. 

Data  (piesla  relativa  scarsezza  di  conoscenze  inlorno  ai  nervi  e  al 
loro  modo  di  terminare  in  una  membrana  connettiva  clie  la  Patologia, 
la  (^liirurgia  e  le  vi\jsezioni  in  genere  hanno  dimostrato  sensibilissima, 
Iio  creduto  opportum*  saggiare  in  essa  la  bonta  del  solito  metodo  al  clo- 
ruro  d'oro;  e  ricercando  nel  periostio  dell'osso  IVontale  e  della  tibia  di 
cane,  sono  riuscito  a  mettere  in  rilie\o  varie  forme  di.  terminazioni  ner- 
vee,  die  vengo  subito  a  descrivere. 

(]ome  giustamente  osser^a  il  lv(»lliker,  (*)  « to  strato  esterno  del 
periostio  e  la  sede  principale  dei  vasi  e  dei  ner\i  che  a  questa  mem- 
brana si  distribuiscono )) .  Ditatti  la  grande  maggioranza  di  fibre  e  di 
terminazioni  nervose  si  trovano  appiinto  (secondo  quelle  die  ho  potuto 
vedere)  nello  strato  esterno  o  superliciale  del  periostio:  in  questo  strato 
notasi  tale  una  ricchezza  di  tibre  [tallide  e  a  doppio  contorno,  che  riesce 
ben  diflicile  tarne  una  minuziosa  e  |)ai"ticolareggiata  descrizione. 

Non  faro  che  accennare  in  primo  Uiogo  alia  esistenza  di  numerose 
fibre  di  Jlemak,  le  quali  sia  per  la  loro  sede  e  per  il  modo  di  decor- 
rere,  si  comportano  come  nel  tessuto  adiposo. 

Oltre  alle  fibre  di  Remak,  troviamo  ancora   nello   strato  esterno 


(  )  KiiUiker.  —  Eleiiieuts  d'Histologie  hunia-ue.  Trad,  par  C  See,  2}af;.  27a. 


bl8 


del  |teiiostio  aleime  terminazioni  nervoso  tipiclie  lig.  (5.  Tav.  I  pro\e- 
r.ionti  da  librc  midollatc.  die  lianiio  in  iiu'dia  iin  calibro  di  lla.  Oucste 
libre,  riunilc  in  t'ascelli,  aecompagnano  ordinariamcnle  i  vasi  (arleriej, 
seiiza  luaiilenersi  pom  sempre  aceollatc  ad  essi,  giacche  in  alcuni  punti 
se  ne  discoslano.  Ogni  fascetto  risulta  di  un  numero  variabile  di  fibre 
(3,4  in  genere)  ricojierte  di  pochissimo  nevrilemnia,  le  quali  si  vanno 
mano  mano  risolvendo  in  tante  placehette  terminali  finissime,  molto 
estese  nel  senso  deiia  iunghezza.  Dall'  insieuie  di  lali  plastrine  I'isulta 
una  serie  abbondante  di  esilissime  cspansioni  assili  che  si  staccano,  ad 
intervalli  pinltosto  brevi,  da  una  parte  e  dall'  altra  del  fascio  nervoso. 
L'abbondanza  delle  .|)iastrine  dipende  non  tanto  dal  numero  delle  Hbre 
nervosa,  che  (come  dissi)  e  limitato,  (pianto  dal  fatio  die  ogni  fibra  puo 
formarne  |)areccliic.  Difatti  noi  vediamo  la  libra  nervosa  proseguire  an- 
cora  eoi  caratleri  di  fibra  a  do|)pio  contorno,  dopo  die  ha  gia  dato  ori- 
gine  a  varie  terminazioni  di  questo  genere:  pare  che  il  cilindrasse  si  vada 
poco  per  volta  dissociando  nolle  sue  librille  elemenlari,  dando  luogo  ad 
altrotlante  piastrine  terminali,  e  non  perda  il  rivestimento  niielinico,  se 
non  quando  si  riduce  ad  una  sola  di  (pieste  tibrille,  la  qual  cosa  rive- 
ste  una  certa  importanza  anatomica.  Ogni  piastrina  trae  la  sua  ori- 
gine  da  un  solo  ramo  terminate  niielinico,  che  si  stacca,  come  dianzi 
e  (lotto,  da  questa  o  ([uell'  altra  fibra,  coniponenti  il  fascio  nervoso  prin- 
cipale;  dopo  breve  tragitto  codesto  ramo  terminate  perde  la  midina  o 
costituisce  un  reticolo  di  filament!  pallidi  finissimi,  diretti  in  vario 
senso:  la  maggior  j)arte  di  essi  pero  si  dispongono  longitudinalmonte 
con  un  decorso  paralldo  a  ({uello  del  fascio  nervoso.  Non  si  scorgono 
chiaramente  in  queste  piastrine  i  nuclei  di  Schwann  e  la  sostanza 
granulosa,  meno  ancora  i  nuclei  fondamentali;  manca  pure  ogni  traccia 
di  rivestimento  connetlivale.  Esse  hanno  in  media  un  diametro  longitu- 
dinale  di  mill.  1,5  ed  un  diametro  tras\orso  di  i2  cent,  di  mill,  per  cui 
sono  assai  piii  estese  in  Iunghezza,  anzidio  in  larghozza  ed  il  loro  asse 
maggiore  segue,  di  regola,  la  direzione  del  fascio  nervoso  principale 
fig.  <).  Tav.  T. 

Nello  strato  interno  del  periostio  le  libi'e  nervoso  sono  rdativamente 
pill  scarse,  ma  di  (juoste  alcune  vi  tenninano  con  certezza,  formando  dei 
corpuscoli  in  tutto  simili  agli  organi  nervosi  terminali  del  Ruffini(\): 
essi  risiedono  a  preferenza  nel  limite  fra  lo  sti'ato  suporliciale  e  lo  strato 
profondo  o  comjiatto  del  periostio.  Fra  (piesti  corpuscoli  e  quelli  scoperti 
dal  Huffini  nel  connettivo  sottocutaneo  doi  polpasti'dli  ddTuomo  non 


(')  Kuffini  A.  —  Loc.  cit. 


—  319  — 

corrono  die  lie\i  diilercn/.e.  Ic  quali  stanno  in  relazione  con  la  diversita 
(ieH'animale, come  risulta  dalle  licerche  comparative delloSfameni  P.  (*). 
Tralascio  dun(|iie  la  descrizione  di  (juesta  speciale  ed  importante  termi- 
nazione  nervosa,  poiclie  non  farei  die  ripetere  per  filo  e  |)er  segno  qnanta 
di  essa  scrissero  prima  il  Riiffini  e  poi  lo  Sfameni  \*. 

Xoto  in  line  die  nei  jiezzi  da  me  esaminati  non  sono  mai  riuscito  a 
scorgere  alcun  cor|)uscolo  di  Pacini  in  mezzo  alia  Irama  del  periostio. 

Car  f  Hag  Inc.  —  Le  conoscenze  die  abbiamo  linora  rigiiardo  ai  nervi 
delle  cartilagini  non  sono  meno  ddicienti  di  quelle  die  si  hanno  circa  i 
nervi  del  periostio  e  del  tessuto  adiposo. 

11  Sappey  (")  descrisse  negli  orli  periarticolari  delle  cartilagini  se- 
inilunari  del  ginoccliio  « ])lessi  di  fibre  nervose  anastoinizzantesi.  a  maglie 
molto  ineguali  e  spesso  strettissime.  » 

Kolliker  i'^)  dice  di  avere  osservato  ner\i  ben  evidenii  <'  solo  ndla 
porzione  cai'tilaginosa  del  setto  nasale  di  vitdlo,  dentro  i  canali  carti- 
iaginosi  occnpati  dai  vasi  (arterie).  Consisievano  in  ramuscoli  delicatis- 
sinii  da  13  a  22  ;j.  di  diametro,  le  ciii  fibre  avevano  da  2.6  a  3.o  a  di 
diametro.  ■) 

Klein  e  V  a  riot  ('),  Fnsari  e  Monti  (')  alTermano  che  il  pericon- 
drio  e  provvisto  di  nervi. 

Invece  il  Onain  (")  sostiene  die  «  non  si  sono  troNali  nervi  in  al- 
cuna  cartilagine,  e  si  sa  die  le  cartilagini  mancano  di  ogni  sensibilita.  » 

Come  ognun  vede,  IVa  le  idee  del  Qua  in  .e  quelle  ad  es.  del 
Sappey,  esiste  un  notevole  antagonismo,  die  va  cliiarito  (secondo  me) 
nel  seguente  modo:  se  noi  per  cartilagine  intendiamo  quel  tessuto  die 
risulta  soltanto  di  cellule  cartilaginee,  senza  neppnre  traccia  di  libre  o 
cellule  connettivali  e  di  fibre  elasliclie,  in  nna  parola  (juella  die  si  ri- 
conosce  in  Istologia  col  nome  di  carlikigine  jalina,  dobbiamo  conl'essare 
col  Quain  che  non  si  sono  trovati  nervi  in  alcuna  cartilagine;  ma  se 
(come'  pare  piii  logico)  nel  nome  generico  di  cartilagine  comprendiamo 
le  alt  re  due  specie  cartilagine  fibrosa  ed  elastica  e  consideriamo  come 
|)arte  integrante  ddia  cartilagine  jalina  anche  i\  pcricondrio^  bisogna 
convenire  col  Sappey  ed  altri  die  nella  cartilagine  esistono  ner\i. 

In  ell'etti  il  pericondrio,  a  simiglianza  del  periostio,  possiede  una 


(•*)  Stameni  P.  —  Loc.  cit. 

(")  Sappey.    -  Auatomia  descrittiva,   Vol-  I,  pag.  482. 

(')  Kollicker.  —  £l6ments  d' Histologic  nniaine.  Trad.  p.  C.   See,  pmj.  iT-. 
(■*)  Klein  et  Variot.  —  Xonveanx  Elements  d'Histologie,  pag.  85. 
(=)  Fnsari  e  Monti.  —  Compendio  d'istologia  generale,  ^Jag.  120. 

(")  Quain. —  Trattato  completo  di  Auatomia  umana.  Prima  trad.  ital.  suUa  10'^  inglese,   Vol.  I, 
parte  II,  pag.  lOG. 


—  320  — 

notcNok'  (|iianlita  di  lilamenti  lUTvosi  Iciiiiinali:  cio  die  in  pjiiU'  ri- 
siilta  dalla  inio  osservazioni. 

Diro  anzitulto  (lei  iiervi  Irovati  nolla  carlilaiiine  liiiiiiialo  di  rana. 
Atlorno  a  (juesta  cartilagine,  iiel  coniieltivo  lasso  die  la  circonda,  e 
specialmeiite  nel  pericondrio  di  essa  esiste  una  iiilinita  di  lii)re  i)a]Iide, 
le  ([uali  |)resentano  una  configiirazione  caratteristica.  Ossei\ando  una 
sezione  Irasversaie,  piultosto  spessa,  di  delta  earlilagine,  a  tbrte  ingran- 
dimento,  si  vede  Wg.  1,  tav.  11  un  intreccio  abbandante  di  fibre  di 
Ueniak,  le  (juali  si  distribuiscono  in  modo  unifornie  a  tutlo  il  |)eri- 
oondrio  e  neH'atlo  die  s'inoltrano  verso  gli  strati  piii  jirotondi  di  esso, 
si  dividono  ])iu  volte  in  ramuscoli  senipre  |)iii  lini.  La  niaggior  parte  di 
({ueste  libre  caniminano  nel  senso  delta  superlicie  e  spesso  IVa  loro  si 
anastomizzano,  forniando  un  trabecolato  iittissinio,  tanto  da  iiiasdierare 
<|uasi  la  sti-uttura  del  pericondrio.  A  niisui'a  die  ci  avvicinianio  coll' oc- 
diio  alia  poi'zicue  cartilaginea  juira,  le  fibrille  nervose  diventano  piii 
rade  e  sconipaiono  del  tutto  non  ajijiena  Tlianno  raggiunta.  Tali  libie 
negli  strati  su))erriciali  del  pericondrio  presentano  di  caratteristico  il 
I'atto  die  a  brevi  intervalli  si  ligonllano  gradatamente  e  lormano  cosi 
delle  varicosita,  di  asj)elto  gangliare,  aventi  I'orma  variabile,  (jV  ingros- 
samenti  si  riscontrano  a  prefereiiza  uei  ])unli  di  congiunzione  o  di  anasto- 
niosi  di  due  o  piii  libre,  e  siccome  di  solito  soiio  tre  le  fibre  die  contri- 
buiscono  alia  forniazione  di  essi,  cosi  la  varicosita  assume  ordinarianiente 
una  forma  triangolare  o  tripolare.  Negli  strati  profondi  del  pericondrio 
codeste  varicosita  vanno  scomparendo,  avvegnache  ogni  libra  per  suc- 
cessive divisioiii  e  suddivisioni,  si  sperde  in  una  delicata  leticdla,  com- 
posta  d'innumerevoli  tiluzzi  unilbrmi,  die  al  j)ari  delle  libre  originarie 
decorrono  nel  senso  delta  superficie  e  presentano  frequent!  anastomosi. 

Percio,  andando  dalFestei-no  verso  I'interno,  le  fibre  di  Remak  for- 
mano  nel  pericondrio  un  plesso  robusto  sui)erficiale,  gangliare  ed  un 
plesso  profondo,  piii  fine  del  precedente,  privo  d' ingrossamenfi  gan- 
glia ri. 

A  |)roposito  delle  terminazioni  nervee,  osservate  ndla  lingua  di 
rana  debbo  fare  allresi  nienzione  di  un'altra  forma  speciale,  delicatis- 
sima  che  pare  localizzata  immediatamenle  al  disotto  della  mucosa  lin- 
guale,  del  paAimento  orale  e  della  volta  palatina.  Ndla  fig.  2,  Tav,  II 
si  vedranno  a))])unlo  rappresentale,  a  iiiccolo  ingrandimento,  ])arecchie 
di  queste  terminazioni,  provenienti  tntte  da  una  tibia  midollata  e  da 
una  fibra  pallida  die  vanno  senipre  riunite.  La  lilira  |)allida  segue 
perfettamente  randamento  della  fibra  midinica  e  dove  (|uest" ultima  si 
divide  anclie  quella  si  biforca.   seguendo  colle  sue  ramilicazioni  secon- 


—  321  — 

(lai'ie  I  rami  dclia  lihia  inidollata.  Qiiesta  ad  un  cerlo  punto  perde  il 
proprio  ri\estinuMito  mielinico  c  conlraendo  \arie  anasloniosi  coi  raiiiii- 
seoli  dclia  libra  pallida,  roriiia  una  rclicella  a  inaglie  piii  o  lueno  largiie, 
1  ciii  rami  linali  \aiino  a  lerminare  in  cerli  cumuli  di  graiiulazioni  for- 
lomente  colorato,  variabili  per  lorma  e  dimensione,  s|)ess()  staccate  I'una 
daH'altra.  Lc  granulazioni  sono  taivolta  riunite  da  un  sottile  lilamonto 
a  rosario  o  posseggono  inoltre  un  alone  di  sostanza  scura,  linamente 
granulosa.  Cosi  la  libra  pallida  e  la  fibra  mieliniea  clie  sembrano  asso- 
ciate ad  uno  scopo  unico,  \ann(»  in  line  a  costituire  dei  corpuscolelli  di 
forma  variabilissima,  aNenti  pero  unica  struttura. 

La  cariilagine  del  seito  nasale  di  to|)o  si  presenta  ancoi'a  piii  ricca 
di  nervi  e  di  terminazioni  nervose:  anclie  qui  le  fibre  nervose,  riunile 
in  fascetti  si  dirigono  perpendicolarmente  alia  superficie  del  pericondrio 
ed  in  esso  si  vanno  poco  per  volta  sperdendo  fig.  3,  Tav.  II,  senza  ol- 
trepassare  lo  strato  di  connellivo  relicolare  clie  precede  la  \era  cartila- 
gine.  Codeste  fibre,  dopo  essersi  spogiiate  della  guaina  mielinica,  Ibr- 
mano  tante  j)iccole  terminazioni  ad  arboscello,  |)iu  o  nieno  complesse, 
le  quali  nella  loro  Ibrma  piit  semplice  si  riducono  ad  una  espansione 
assile  breve,  robusta,  a  guisa  di  menisco,  contornata  da  una  sostanza 
scura  linamente  granulosa. 

Forme  analoghe  di  terminazioni  nervose  ad  arboscello,  ma  piu 
complesse,  tanto  da  somigliare  in  certo  modo  agli  organi  nervosi  ter- 
minali  del  Rulfini,  si  trovano  pure  nel  derma  del  muso  di  topo. 

Esistono  inoltre  nella  porzione  su|)erficiale  della  cartilagine  del  setto 
molte  libre  pallide,  le  quali  lormaiio  un  ricco  plesso  di  lilamenii  a  co- 
roncina,  colorati  Ibrtemente.  (^odesli  filuzzi,  pi'ovenienti  da  fibre  midol- 
late  abbastanza  grosse  (22  |j.),  costituiscono  anastomizzandosi  una  litta 
reticella  che  iniprigiona  nolle  sue  magiie  quasi  tutii  gli  dementi  del 
tessuto,  in  cui  risiedono.  Notisi  il  I'atto  che  tali  librille  non  si  distaccano 
soltanto  alFestremita  delle  libre  midollate,  cioe  dove  queste  perdono  la 
mielina,  ma  anche  durante  tutto  il  tragitto  delle  medesime  e  special- 
mente  in  corrispondenza  degli  stringimenti  anulari  di  Kanvier. 

Ed  ora  due  parole  intorno  ai  nervi  delle  cartilagini  semilunari  del 
ginocchio  (cane). 

La  |)rcvalenza  di  elementi  nervosi  negli  orli  jx'i-iarticolari  di  delte 
cartilagini  e  un  latto  molto  appariscente,  gia  notato  dal  Sa|)pe\  (M  e 
che  posso  anch'  io  conlermare.  Risulta  poi  dalle  mie  ricei'che  la  |)re- 
senza  di  piastrine  ner\ose  terminali,  analoghe  a  quelle  ti'ovate  nel  tes- 


(')  Sappny.  —  Aiiiitoiiiia  descrittiva,    Vol.  I,  pag.  482. 


—  322  — 

snlo  ;i(li|)(»s(),  Ic  (|iiali  ait|)iiiit()  si  risfonlraiio  di  prt'i'ercnza  iiei  dischi 
librosi  ix'riai'licolari.  Esistono  piiro  ncllc  lihio-carlilagini  semilunari  im- 
inerosc  libic  di  Uomak,  clie  si  comporlano  coinc  nol  jKM'ioslio  e  nel  tes- 
sulo  adi|)(ts(),  per  cui  siaiuo  quasi  siciiri  di  ti-o\ai'ii('  (in  dove  arrivano 
i  vasi. 

Tessiti  1)1  uiMOHZo  :)Ell" articolazio.m:  dkl  ginocchio. 

Leffiunrnli.  —  Fino  adesso  di  tenuina/.ioni  nervose  osserNale  iiei 
leg-ainenti  iion  conosciamo  die  i  corpiiscoli  di  Pacini  (Rauhei-.  Kolii- 
ker,  HenocMjue,  ecc.). 

Invece  nei  legamenti  del  ginoccliio  di  cane  io  sonu  riuscitu  a  ve- 
tlere  nunierosi  corpuscoli  del  Ruffini  e  specialmente  in  corj'ispondenza 
delle  insei'zioni  legamentari.  In  tali  pnnti  si  vcdono  spesso  fascetti  di 
iibie  midollate  dare  origine  a  parecchi  di  (jiiesli  corpnscoli,  in  guisa  da 
forniare  una  8|)ecic  di  grappolo  nervoso  lig.  iJ,  Tav.  II:  ogni  libra  per 
successive  divisioni  puo  dar  luogo  a  2,  3  ed  anche  piii  corpuscoli.  In 
(juesla  localita  gii  organi  nervosi  terniinali  del  Rnffini  presenlauo  or- 
dinarianiente  una  forma  ovale  o  tondeggianle,  non  mollo  allungata,  cio 
che  li  i)uo  lai-  conlondere  colle  clave  di  Krause,  coi  corpuscoli  di 
Me  issuer  e  di  Pacini,  massime  quando  1' espansione  finale  del  cilin- 
drasse  non  e  Ibrlemeule  colorala.  E  facile  jxm'o  iucontrarne  qualcuno  clie 
present!  la  forma  classica,  cilindrica  e  fusata  lig.  7  e  8,  Tav.  11.  Essi 
souo  proNvisti  di  una  ricca  rete  di  capillari,  i  quali  scorrono  da  ogni 
parte  in  mezzo  al  tessuto  di  sostegno.  Dalle  misurazioni  eseguile  col 
micromeiro  oculare  Koristka,  risulta  clie  nei  legamenti  questi  cor|)u- 
.scoli  lianno: 

In  massimo  diametro  long.         da  37  a  lo5  cent,  di  mill. 
»  ))         Iras  verso  da  13  a    iK)     »  y> 

Inollre  ho  riscoiilralo  qualclic  piastrina  lerminale  analoga  a  (juelle 
del  periostio,  come  pure  si  scorgono  sottili  filainenli  pallidi,  specie  nel 
j)unlo  d'  inserzione  del  legamento  all' osso. 

f'apsi/la  fihrosa.  —  Anche  nella  capsula  fibrosa  abbondano  gli  or- 
gani nervosi  lei'ininali  del  Ruffini,  i  quali  preseniano,  ris|)etto  alia  loro 
conligurazione,  molla  somiglianza  con  quelli  descritti  nel  periostio  :  essi 
hanno  di  parlicolare  talvolta  una  reticella  amielinica  che  contorna  ester- 
namenle  il  corjiuscolo  e  deriva  ila  una  piccola  libra,  satellite  delta 
grossa  libra  midollata  che  forma  la  robusta  espansione  terminate. 

Non  mancano  allresi  le  solite  piastrine  nervose,  ma  queste  sono 
ancora  piii  abbondanii  nel  conneltivo  rai'o  che  ra(l(lo|)pia  la  membrana 
sinoviale. 


323 


Sinurialc.  —  lliguarcio  ai  nervi  dt'Ila  sinoNialo  lutii  ho  a\uto  elie 
scaisi  icsultali,  perche  diflicilmenle  il  metodo  di  Fisclicr  dii  negli  e|)i- 
lelii  e  negli  endolelii  una  colorazioiic  soddisfacenle.  Solo  ho  nolato  cho 
i  vasi  sangiiigni  '^arlerie),  i  quali  si  distribuiscono  in  grandc  quanlita 
alhi  siiioviale  e  le  stesse  anse  vascohiri  delle  grosse  IVangie  sinoviali 
sono  coslantemeiile  acconipagnati  da  libre  pallide,  lalvolta  anche  da 
fibre  lukhillate.  Nella  (ig.  11,  Tav.  ii  si  vedianno  peiietiai'e  nel  pedun- 
colo  di  una  grossa  frangia  sinoviaK'  \arii  lasctdli  di  libro  paliide,  sot- 
tilissinie.  die  si  i)oiiano  lin  verso  i'  eslremita  distale  della  frangia  ine- 
desima  per  linire  poi  o  in  mezzo  ad  una  sostanza  finainente  granulosa, 
leggennente  colorata,  opfiure  bi-useameiile  eon  una  speeie  d'  ingrossa- 
mcnto  nucleifonne. 

Non  ho  ineontralo  alcuno  dei  bulbi  terminali  articolari,  descritti 
dal  Kraiii^e.  nia  puo  darsi  ehe  eio  dipenda  dal  metodo  di  eolorazione. 

CONSIDERAZIOM    FUNZIONALI. 

In  (jiianlo  alle  terminazioni  nervose,  che  abbiamo  riseontralo  nel 
tessuto  adij)oso,  bisogna  disfinguere  : 

a  Ouelle  che  eonfi'aggono  rapporti  immediati  col  proloplasma 
<lella  cellula  adiposa,  indubbiamente  sono  desfinate  alia  innervazione 
dedi  elementi  anatomici  del  grasso.  Ciie  si  tratti  di  fibre  nervose  Iro- 
liehe,  di  fibre  metaboliehe  o  di  altra  natura  non  istaro  ad  investigare  : 
il  fatlo  anatomieo  e  di  per  se  stesso  Iroppo  evidenle  per  non  ammet- 
tere  ehe  nella  esplicazione  delf  atlivita  funzionale  —  (|ualun(jue  sia  — 
di  questo  proloplasma,  il  sislema  ner\oso  eserciti  una  cerla  inlluenza. 

3)  I>e  terminazioni  nervose  a  ])iastrina  che  si.trovano  non  solo 
nel  tessuto  adiposo,  ma  anche  nel  periostio,  nel  connettivo  lasso  j)erisi- 
noviale  e  nella  capsula  fibrosa  sono,  con  ogni  verosimiglianza,  di  natura 
sensitiva.  intendendo  pero  questa  sensibilita  nello  stesso  senso  che  la 
intese  il  Testut  '}.  «  Questa  sensibilita  (egli  dice;  presenta  il  seguente 
carattere  generate,  che  da  poco  marrata  e  per  cosi  dire  latente  che  e 
alio  state  noi-male,  si  esagera  sotto  I'  inlluenza  di  certe  condizioni  j)a- 
tologiche.... 

Essa  si  riduce  probabilmente,  alio  stato  normale,  ad  iinpressioni  in- 
coscienti  che  arrivano  al  midollo  e  vengono  riflesse  verso  il  loro  punto 
di  partenza,  sotto  forma  di  fenomeni  vaso-motori  riflessi,  destinati  a  re- 
golare  gli  scambi  nutritivi.  » 


(')  L.  Teatut.  —  Viiisseanx  et  uerfs  dcs  tissus  conjonetif,  fibreux,  sereux  et  osseaux.  —  These 
presenile  an  couconrg  pour  I'agregation.  Section  d'Aiiatomie  et  de  Piiysiologie,  pag.  8-lGG.  Paris, 
G.  Masson,  Editeur,  1880. 


—  324  — 

-Maggiore  imporlanza  rivestono  anchc  dal  piinto  di  lista  fiinzionale 
i  coriJiiscoli  del  Uiiffini,  che  al)l)iani<)  lisconlrato  nel  iiorioslio,  nei 
|)imli  (li  altacco  dei  Icgainenti,  nel  ccrcine  fii)roso  delle  eartilagini  se- 
iniluiiari  c  iiella  ca|)sida  fibrosa.  Indnhhianicnte  (|iiesta  tenninazionc  ner- 
\()sa  ('  di  naliira  sc'!isiti\a;  ma  a  (juale  s|)ecic  di  seiisijjilita  sai'ebbe  de- 
slinala?  lo  credo  die  su  tale  qiiistione  non  si  sia  detta  1"  ultima  pa- 
rola  e  mi  riservo  di  parlarne  a  liingo  nei  lavoro,  die  sara  piii  lanii 
|tui)bli('alo. 

Iiilaiilo  a  me  |)are  di  |)oter  ammellere  die  gli  organi  i!er\osi  tei"- 
minali  del  Uiillini  vengono  eccitali  in  virtii  di  uiio  stiramento  del 
lessiito,  in  ciii  risiedono;  alio  stesso  modo  come  gli  organi  muscolo  ten- 
dinei  di  (lolgi,  coi  ({uali  (|uelli  lianno  una  eerta  somigiianza.  vengono 
eccitati  (jiiando  la  contrazione  di  un  fascdlo  di  libre  muscolari  slira  il 
tendinuecio.  in  cui  risiede  Torgano  miiscolo-lendineo. 

Questo  mio  concetto,  abbozzalo  gia  in  una  seniplice  ipotesi  dallo 
Srameni  P.,  (*)  si  basa  non  solo  sulla  topografia  e  sulla  disposizione 
dei  suddelti  corpuscoli  rispelto  al  tessulo  ambiente,  ma  |)ure  sulle  das- 
siclie  esperienze  del  Bicliat  (*)  intorno  alia  sensibilita  dei  legamenti. 

Ritengo  die  i  corpuscoli  di  Pacini,  descritti  da  qualdie  A.  lap- 
presentano  lerminazioni  nervose  ausiliarie  e  die  la  parte  piii  impoilante 
nella  sensibilita  dei  tessuti  fibrosi  1' baniio  appunto  gli  organi  ner\osi 
terminali  del  Rull'ini.  1  caratteri  di  (|uesta  sensibilita  possiamo  rias- 
suinerli  ndle  segucnti  parole:  alio  stato  normale  stimoli  leggeri,  senza 
provocare  alcun  dolore,  contribniscono  alia  coordinazione  dei  moNimeiiti 
deir  animale;  se  poi  lo  stimolo  cresce,  si  manifesta  il  doloi'e.  die  e  laiito 
pill  vi\o,  (|uanlo  piu  cresce  lo  stimolo  oltre  misina.  E  un  modo  di  lun- 
zionare  comune  a  tutte  le  terminazioni  nervose  sensitive,  essendo  tulle 
capaci  di  dare  una  sensazione  dolorosa,  ogni  qual  volta  io  stimolo  mec- 
canico,  cbimico,  elettrico,  termico  o  luminoso  die  sia,  ollrepassa  certi 
limiti.  Altro  carattere  che  presenta  qiiesla  sensibilita  consiste  nell' esa- 
gerarsi  alio  sia  to  jiatologico. 

Tutto  r  insieme  di  fibre  |)allide,  in  forma  di  plesso  gangliare  lig.  1. 
Tav.  II  che  abbiamo  riscontrato  nd  pericondiio  deUa  cartilagine  lin- 
guale  di  rana  e  le  fibre  di  Remak  incontrate  nei  \arii  tessuti  fibrosi, 
servono  probabilmente  a  regolare  11  trolismo  dei  inedesimi.  Ouelle  altre 
lerminazioni  nervose  speciali  esistenti  nella  slessa  rana  al  disotlo  ddla 
mucosa   linguale,  del   pa\inienlo   orale   e    ddla   \olla   palaliiia   lig.  2. 


(')  Stametii  P.  —  Loc.  cit.,  par/,  rv. 

(')  Kicliat  in  Testut.  —  Luc.  cit.,  pag.  11 


325 


Tav.  II),  L'oino  pure  quelle  Iroxate  nella  cartilaginc  del  setto  nasale  di 
topo,  e  nelle  frangie  sinoviali  del  ginocchio  (cane)  sono,  con  ogni  vero- 
simigliauza,  lerminazioni  nervose  sensitive;  ma  non  lio  ragioni  sulli- 
cienti  per  giudicare  della  natura  di  (juesta  sensibilila. 


Sul  rapporto  dei  corpuscoli  di  Pacini  modificati  cogli  organi  mu- 
scolo-tendinei  di  G-olgi  e  su  di  uno  speciale  modo  di  aggrup- 
pamento  dei  medesimi  nel  perimisio  dell'uomo  e  dello  scoiattolo 

i-Ki.  DoTT.   GINO  PICCONI 

ASSISTESTE    VOLONTARIO    ALL'iSTITU  lO    t)I   ANATOMTA    DMANA    SORMALE 
DELLA     R.     DNIVERSITA     DI     SIENA. 


Eicevuta  il  d\  8  luglio  1901. 
E  vietata  la  riprocUizione. 


Esaminando  vari  nuiscoli  deH'arto  superiore,  ed  i  lore  relalivi  len- 
dini,  di  un  feto  di  otto  mesi  e  mezzo,  trattati  col  metodo  del  Fischer  al 
cloruro  d'oro,  mi  accadde  di  notare  un' interessante  maniera  di  inneiva- 
zionc  degli  organi  muscolo-tendinei  di  Golgi  da  nessuno,  per  quanto  a 
me  consta,  tino  ad  ora  conosciuta  neiruomo.  Iiilendo  |)arlare  di  quel  raj)- 
porto  clie  contraggono  i  corpuscoli  di  Pacini  modificati  cogli  organi 
muscoli-tendinei,  di  ciii  Cattanco  si  occupo  pel  prinio  nel  1888  e  ]\u\'- 
fini  successivamente  nel  I89(),  studiando  il  falto  il  prinio  autore  nel  co- 
nigiio  ed  il  secondo  nel  coniglio  e  nel  gatto. 

E  |)oiclie  (juesto  reperto  mi  sendjra  degno  di  esser  reso  palese,  cosi 
in  questa  mia  nola  espdngo  brevemente  i  resultati  delle  mie  ricerclie, 
riserbandomi  di  trattare  in  seguito  rargomenio  piii  estesamente  e  corrc- 
dando  il  lavoro  delle  relative  figure. 

Due  sono  specialmente  i  modi  con  cui  i  corpuscoli  di  Pacini  modi- 
licali  prendono  rapporto  cogli  organi  muscolo-tendinei:  e  cioe  |)ossiamo 
avere  un  rapporin  di  seinplice  ririnanza  ed  un  vapporlo  di  vero  e  pro- 
prio  runldllo. 

Nel  prime  case,  cioe  quando  i  corpuscoli  Paciniani  contraggono  col- 
forgano  muscolo-tendineo  rapporto  di  vicinanza,  essi  si  trovano  \aria- 
mente  distanti  da  questo,  lungo  il  decorso  del  fascetto  nervoso  destinato 
alia  innervazione  delt'organo  muscolo-tendineo,  oppure  ari'ivano  lino  a 
toccare  colla  loro  estremita  il  lendinetto  innervalo  o  a  disporsi  lungo 
uno  dei  suoi  margini.  (;ener;dMient(>  a!)biamo    un    solo  cor|)uscolo   Paci- 


,^i,  z. 


—  326  — 

iiiano,  nia  iioii  v  faro  il  caso  di  Iroxarnc  vaiii.  siluali  a  Naria  dislanza 
Ira  loro  hiiiiio  il  rasecllo  ium'voso  siicldello,  al  (|iiak'  quasi  sem|)iT  si 
inank'ngono  vicini  e  talora  |)aralieli. 

Nel  secondo  caso,  quando  cioe  abbiamo  il  rapporlo  di  conlallo,  i 
corj)uscoli  di  Pacini  ap|)aiono,  alia  osservazione  in  supciiicie,  adagiati 
sullc  facce  del  tendinetto  in  coiiispondenza  delle  espansioni  nervose  ter- 
minali  (leH'organo.  Anclic  in  qiicsto  caso  il  numcro  dei  corpuscoli  \aria 
si  clie  possiamo  riscontrarne  uno  solo  o  |)iii.  Infatti  io  ne  ho  rilrovati 
lino  a  sei,  variamente  siluati  ed  orientati. 

J*arlo  qui,  per  ora,  sempliccniente  di  o  contatto  »  e  non  di  *  con- 
nessione »  perche  non  oso  asseiire  die  nei  pi'cparati  da  me  esaininati  i 
coi'puscoli  Paciniani  siano  contenuli  nell'  inlerno  deH'organo  muscolo- 
lendineo,  come  felicemente  dimostio,  pei-  il  galto,  il  Ruffini. 

Tutti  (juesti  corpuscoli  |)ro\engono,  con  grandissima  i)rol)abilita,  da 
una  0  da  piii  libi-e  distinle  decoirenti  nello  slesso  lascello  ncrvoso  die 
porta  le  fibre  destinate  a  dai'o  le  espansioni  proprie  deH'organo  mu- 
scolo-tendineo,  ed  lianno  generalniente  la  forma  di  piccole  clave.  Non 
inolto  raramenle  jiero  vi  si  riscontrano  dei  corpuscoli  die,  j)iii  o  meno 
globosi  di  forma  esteriore,  prcsentano  il  loro  cilinder  axis  in  vario 
grado  ravvollo  su  se  stesso  a  forinare  una  terniinazione  ad  anse  o  a 
gomilolo. 

Nello  scoialtolo  non  mi  fu  dato  conslalare  il  rapporlo  di  ^icinanza 
dei  corpuscoli  Paciniani;  ma  ottenni,  per  contro,  dei  preparati  nei  (juali 
appare  con  grande  evidenza  il  ra|)porto  di  contatto.  Anclie  nello  scoial- 
tolo si  ripetono  adunque  gli  stessi  fatti  osservati  nei  feto  umano,  giac- 
clie,  mentre  |)osso  asserire  die  i  cor|)uscoli  Paciniani  modificati  (die  sono 
in  questo  animale  inolto  allungati  e  pi'ovvisti  di  un  discreto  nuniero  di 
capsule"  si  dispongono  sul  tendinetto  di  (lolgi  colle  stesse  modalita  die 
si  riscontrano  neiruonio,  non  posso  d'alti'a  parte  escludere  die  esista  an- 
clie il  ra|)poi'lo  di  vicinanza  piii  volte  ricordato.  E  non  posso  venire  a 
<|uesta  esclusione  dacche,  per  la  diflicolta  die  abbiamo  nelle  nostre  re- 
gioni  di  procurarci  tale  niateriale,  non  j)osseggo  un  numero  di  preparati 
bastevoli  a  permettermi  di  trarre  Un  d"ora,  a  (piesto  proposito,  delle 
ineccepibili  condusioni. 

I/altro  fatto  die  mi  sembra  degno  di  esser  ridiiamato  alia  atten- 
zione  degli  isl(tlogi  riguarda  uno  speciale  niodo  di  aggrupjiamento  dei 
corpuscoli  di  I'acini  modilicati,  gia  intravisto  da  (lolgi,  die  si  ritrova 
nei  perimisio  dell'uomo  e  dello  scoialtolo. 

Xeiruomo  tale  aggruppaniento  si  verilica  in  forma  di  grappoletti 
generalniente  non  molti  serrali,  ma  spesso  costiluiti  da  un  numero  assai 


—  3^27  — 

rilevaiile  di  corpuscoli  (4,  8,  loj,  disposli  hiiiiio  il  [(orcorso  di  un  trun- 
I'hicino  nerv(rso  e  provenienti  da  fibre  di  questo,  oppiiie  da  lihie  isolate 
e  decorrenti  iiella  lamina  connettivale  che  avvoige  il  imiscolo  e  il  tendi- 
iie.  Oiiesti  ^ra|)|)oletti  si  ritmvano  talora  in  ahhondan/a,  attaccati  al 
Ironeliieino  ner\oso  il  quale,  in  queslo  caso,  viene  a  ionnare  lo  stelo 
sessile  di  un  jiira|)|)olo  coniposlo,  eostituito  dalTinsieine  dei  grappolelti 
seeondai'i  deseritti.  II  nunieio  dei.  eorpuscoli  die  prendono  parte  alia 
loiniazione  di  tali  grappoli  conijjosli  varia,  nei  niiei  |)r(q)ai'ati,  da  15  a 
;?(».  La  forma  e  in  tutto  simile  a  quella  descritta  per  i  eorpuscoli  aventi 
rapporto  coi^li  organi  muscolo-tendinei, 

Nello  seoiattolo  raggruiipamento  delle  forme  modilieate  dei  eorpu- 
scoli Paciniani  si  presenia  inveee  in  forma  di  Iralcio,  oppure  di  ciuf- 
felto  ed  e  notevole  il  fatto  che  tali  aggruppamenti  sono  formati  da  un 
numero  straordinario  di  eorpuscoli  i|)ersino  cincpiania  si  slrettamente 
ravvicinati  gli  uni  agli  altri  da  semhrare  talvolla  come  intrecciati  li'a 
lore.  Questi  eorpuscoli  lianno  un  volume  maggiore  di  quelli  corrispon- 
denti  dell'uomo  e  si  avvicinano  mollo,  sollo  ogni  riguardo,  alia  foiina 
classica  del  corjjuscolo  Paciniano. 

Siena,  3  luglio  1!H)]. 


ISTiTUTO    DI    AXAIOMIA    UMANA    NOIiJIALE    DELLA    K.    UNIVKHSStA.    DI    UKNO'SA 
DIKKTTO    DAL    PKOF.    P.    I,  A  C  H  I . 


La  struttura  e  lo  sviluppo  delle  cellule  interstiziali 
del   testicolo. 

NoTA    PKKVENTIVA    pElt    IL    DoTT.     C.    UANKIXI,    A!U10. 


llicevuta  il  26  agosto  1901. 


E  vietata  la  riproduzioue. 

Ho  studiato  la  struttura  delle  cellule  interstiziali  del  testicolo  nelle 
\arie  classi  dei  vertebrati;  inoltre  ne  ho  studiato  lo  sviluppo  e  la  isto- 
genesi  in  alcuni  mammiferi.  I'ubblico.  colla  presente  nota  |)reventiva,  i 
resulfali  cui  io  sono  giunlo,  riserbandomi  di  pul»I)licare  per  esteso  il  mio 
lavoro  pill  presto  che  a\i'o  condolld  a  termine  altre  ricerche  suUo  stesso 
ariiomento. 


;28  — 


Pel'  la  roparti/.ioiic  delle  cellule  inlerstiziali  del  testicolo  nei  vari 
veitebrali  j)oss()  liii  d"  ora  conferniare  in  parte  i  resultati  di  Fried- 
mann  {)  circa  alia  loro  |)i'eseiiza  in  Intti  i  \ertebrati,  eccelto  die  nei 
pesci.  (lontrarianienle  a  Friedniann  pero,  li<»  Irovato  cellule  inlersti- 
ziali in  discreta  (|uanlita  anclie  in  alcuni  degli  anfibi  urodeli  da  me 
esaniinati  (Triton  alpestris  e  cristatus).  In  tuiti  gli  altri  vertebrati  esi- 
stono,  in  piii  o  meno  grande  quantila,  cellule  inlerstiziali  ed  anzi  si  puo 
riconoscere  die,  mentre  la  (|uantita  di  esse  non  e  in  relazione  alcuna 
cbgli  altri  tessiiti  costituenti  il  testicolo,  e  invece  in  relazione  diretta  col 
grado  di  evoluzione  delle  classi  dei  \ei'tel)rati;  cosi  si  puo  riconoscere  in 
massinia,  che  nei  mammiferi  esse  sono  i-appresentate  in  quantila  niag- 
giore  che  negli  iiccelli,  nei  rettili  e  negii  anilbi. 

(lirca  alia  disposizione  delle  cellule  inlerstiziali,  va  distinto  il  caso 
in  cui  esse  sono  in  debole  quantita  o  in  grande :  nei  primo  caso  sono  in 
genere  isolate  Ira  loro,  ma  si  ])Ossono  anclie  rinnire  a  gruppi  o  a  lobuli 
di  due  0  tre  od  anche  piii ;  nei  secondo  caso.  quando  cioe  sono  in  grande 
quantila  si  uniscono  a  cordoni  cdlulari  il  cui  aspetto  e,  natui-alniente, 
vario  secondo  il  inodo  con  cui  cade  la  sezione  rispetto  alia  diiezione  dei 
cordoni  stessi.  In  ambedue  i  casi,  ma  piii  evidentemente  quando  le  cel- 
lule inlerstiziali  sono  abbondanti,  ho  polulo  confermare  i  I'esullati  di 
Nussbaum  (■)  c  di  Beissner  (')  recentemente  contiaddetti  da  Plato  ^^*) 
e  da  Friedmann  (I.  c".}  circa  alia  delimitazioiic  da  parte  di  tessuto  con- 
nettivo  dei  cordoni  o  degli  ammassi  di  cellule  inlerstiziali. 

Uelativamente  at  rapporto  che  le  cellule  interstiziali  prendono  con  i 
vasi  sanguigni,  i  miei  preparati  mi  portano  a  schierarnii  con  coloro 
che  negano  assolutamente  il  detio  rapporto  e  j)er  cio,  ed  anche  |)er  altre 
ragioni,  io  non  posso  considerare  le  cellule  interstiziali  come  apparte- 
nenti  a  quella  \arieta  di  cellule  connellivali  da  Waldeyer  dette  (cel- 
lule perivascolari  ))  od  anche  «  Plasmazdlen  -). 

Le  cellule  interstiziali  sono  inlimamente  costituite  in  modo  idcntico 
in  tutti  i  verlebrali  in  cui  sono  rappresentale,  e  la  loro  intima  strultura 
puo  riportarsi  in  massima  a  (|uanto  Lenltossek  f)  e  Plato   1.  c)hanno 


(')  Friedniiinn.  —  JJeitriiiii'  ziir  Keiiiitnias  fler  An;U.  nnd  I'liisiol.  der  innnnliflieii  (les;clil(^- 
chtsoisiaue.   —  ArcJi.  fur  .Vik.  Anaf.,  Bd.  5l^  1808. 

(-)  Nu.ssl)auiii.  —  Zur  dilfei-eiizierniig  des  Gesclilechts  im  Tierreich.  —  Arch,  fur  Mile  Anat., 
Bd.  XVIII,  ISSO. 

(*)  Beisaiier.  —  Die  Zwischeusubstanz  des  Hodeiis  mul  ihie  JJedeatnim.  —  Archiv.  fur  Mik. 

Anat;  Bd.  LI,  1898. 

C*)  Plato.  —  Die  interstitielle  Zelleii   des  Kod^ns  niid  ilire  physiolosisclie  Bedeutniii;'.  —  Arch. 

f.  Mik.  Anat.,  Bd.  XLVIII,  1890. 

(5)  Lenhossek.  -  BeltragB  znr  Keiintiiiss  der  Zwisrlieuzelloii  .l<s  Hodeiis.  —  Archiv   f.  Anat. 

nnd  Physiol.  Annt.  abth.,  1897. 


329 


IroMilo  per  le  cellule  iiitersliziali  del  lesticolo  di  nemo  e  di  i-atto.  11  pro- 
toplasma  celliilare  e  cloe  eostituito  da  due  parti  speciali  o  zone,  una 
1-etieolala,  1' altra  fmanienle  iiraiudosa,  e  pereio  uidUo  piii  tingibile.  Le 
due  parti  o  zone  non  sono  seuipre  (MpiivalentiT  lua  predomina  ora  1' una 
oi-a  r  altra  e  possiamo  anche  trovare  cellule  costituite  completaniente  da 
una  delle  due  zone.  Nelle  niaglie  delta  ])ai'te  reticolata  del  protoplasnia 
lianno  sede  dei  materiali  meta|)lasuiatici,  rappresentati  in  massinia  parte 
ed  in  ogni  animate  da  granuli  clie  si  svelano  coiFacido  osmico,  in  mi- 
nima parte  e  solainente  in  ({ualclie  manimifero  da  granuli  di  pigniento 
giallo-scuro  e  nelFuomo  inline  |)ossiamo  trovare  formazioni  cristalloidee 
])resentantisi  in  modo  vario  e  note  col  nome  di  cristalloidi  di  Reinke. 
La  cosidetta  Unfa  coagulata  clie  Regaud  C)  e  Sen  at  (')  ritengono  |)er 
un  quarto  prodotto  delle  cellule  interstiziali  e  per  me  tutt'alValto  ar- 
titiciale  avendola  trovata  solo  salluai'ianiente  in  alcuni  animali  e  senipre 
al  di  luori  del  i)rotoplasma  cellulare. 

Le  due  parti  o  zone  di  protoplasnia,  reticolata  V  una,  granulosa  I'al- 
tra.  vengono  da  me  considerate  come  L  espressione  della  Cunzionalita 
della  cellula  interstiziale  j)iuttosto  clie  come  V  espressione  di  un  ordi- 
namento  protoplasmatico  riferibile  alia  presenza  del  centrosoma,  come 
vuole  Lenhossek  (I.  c). 

Ho  portato  la  mia  attenzlone  anche  sulla  pro!)abile  natura  e  sul- 
r  impiego  del  massimo  costituente  del  matei'ialc  metaplasmatico  e  nien- 
ti'e  ritengo  die  esso  sia  di  natura  grassa,  ])ero  dlllerente  da!  conuine 
grasso,  non  posso  confermare  I'ojiinione  di  IMato  (1.  c.)  e  di  Fried- 
niann  (1.  c),  die  esso  serva  alia  nutrizione  degli  speriiiatozoi  iiiatu- 
ranti,  e  nego  cio  basandomi  su  alcune  considerazioni  e  su  alcuni  dati  di 
latto  IVa  cui  V  Tassenza  gia  notata  da  altri,  e  da  me  conlermata,  dei 
pori-canali  die  secondo  IMato  esisterebbero  nella  parete  dei  canalini 
seminali;  2°  la  mancanza  di  rapporto  tra  la  quantita  del  niateriale  ri- 
(lucente  Tosmio  contenuto  nelle  cellule  interstiziali  e  ([uello  contenuto 
nelle  cellule  epiteliali  dei  tubuli  seminiteri;  3'*  la  presenza  di  cellule  in- 
terstiziali, normali  in  tutlo  e  per  tutto,  nei  testicoli  ovo  per  cause  lisio- 
logiche  0  patologiclie  non  esiste  spermatogenesi. 

Avendo  poi  ritrovato  il  detto  niateriale  riducente  Tosniio  anche  al 
di  luori  delle  cellule  interstiziali,  nelle  pareti  dei  canalini,  nelle  sma- 
gliatui-e  deir  albuginea  ed  in  alcuni  Nasi  decorrenti  nel  cordone  spernia- 
tico.  mi  sono  latto  il  convincimento  che  detto  niateriale  invece  che  ser- 

(')  Kegnnd.  —  Xotes  sur  le  tissii  conjniictif  ilu  t.'stioule  dii  rat.  —  C.  li.  de  la  Socii'te  de 
Biol.  Paris,  1000. 

n  Senat.  —  Tissii  coiijonctif  ciu  testicnle.    -    These  Lyon,  I'JOO. 


330 


\ire  alia  niiliizioiii'  dcgli  spciinalo/di,  \onga  assorbito  dai  vasi  linratici 
c  (|iiin(li  riversato  nel  sangue. 

In  seiiuilo  a  cio  die  pi'ecede,  io  cre(l(»  ciie  le  cellidi'  ink'rsliziali 
sieno  da  dislingiiersi  nellainenle  da  tiilli  '^W  allri  tessuti  che  entiaiio 
alia  costituzione  del  testicolo  e  dobbano  esser  riguardate  come  vore  cel- 
lule ghiaiulolari  i  ciii  prodolli  di  secrezione,  costitiiiti  |)rincipalmentc  da 
materiale  riducenle  I'osmio,  vengano  usutViiiti,  riversandosi  per  le  vie 
linlatiche  nel  sangue,  dalF  intiero  organisnio. 

Per  cio  che  riguarda  lo  sviluppo  e  la  istogenesi  delle  cellule  iiiler- 
stiziali  del  testicolo,  ho  potuto  osservare  quanto  segue:  Premelti)  che  per 
lo  studio  dello  sviluppo  e  della  istogenesi,  mi  sono  serxilo  esclusivanienle 
di  nianimiferi  e  piu  specialmente  del  has  laurus,  ranis  familiaris,  felis 
ritti/s  e  mus  decumanm.  Conli'arianiente  alia  opinione  lino  ad  oggi  quasi 
da  tutti  seguita  e  risultante  dagli  studi  di  Tourneu\(^),  Nagel  ), 
Minot  0  e  da  quelli  recenti  di  Plato  (*).  Friedmann  f),  Senat  (';, 
Regaud  (')  che  cioe  le  cellule  interstiziali  derivano  da  elemenli  con- 
nettivali  dello  stroma  del  testicolo  o  dalle  |)areti  vasali,  io  ho  potuto 
osservare  in  embrioni  di  bos  ta/ni/s  lunghi,50-o!2  millim.,  in  end)iioiii 
<li  rauls  ptiii.  lunghi  29-30  millim.  ed  in  endjrioni  di  felis  cuius  lun- 
ghi  24  millim.  che  le  cellule  interstiziali  derivano  da  |)articolari  am- 
massi  di  elementi  cellulari  provenienti  dall'epitelio  germinale.  In  allre 
parole  quando  la  ghiandola  germinativa  sta  per  ditl'erenziarsi  in  testi- 
colo si  osservano  tratti  connettivali  che,  invadendo  la  ghiandola  sessuale, 
delimilano  amniassi  circolari  o  cilindrici  di  cellule  epileliali  che  sono 
i  primilivi  canalini  seminali,  ed  amniassi  di  ligura  irregolare,  situali 
tVamezzo  ai  canalini  abbozzati.  che  in  seguito  si  dilFerenziano  in  cellule 
interstiziali.  Si  Iratia  per  conseguenza  di  cellule  derivanti  daire|)ileli(> 
germinale  che  non  vengono  im|)iegate  alia  costituzione  dei  canalini  semi- 
nali. II  connettivo  che  formera  Talbuginea  si  comporta  alio  stesso  modo 
del  connettivo  che  in\ade  la  ghiandola  sessuale,  ossia  anch'esso  lac- 
chiude  Ira  i  suoi  fasci  accumuli  di  elementi  cellulari  che  divengono  in 
seguito  cellule  interstiziali.  vSpecialmente  nel  gatto  e  nel  cane,  anclie  nei 


{})  Tonriieiix.  —  Des  cellules  iiitorstitielles  du  testicule.  —  Journal  de  Vanat.  et  de  la  2^1nj- 
Siol.,  1879. 

(^)  Nagel.  —  Ueber  dii:  Eutwiek.  des  Uroueiiitalsysteins  dfs  Moiischen.  —  Arcli.  Mik.  Anot. 
Bd.  XXXIV,  18S9. 

{?)  Miuot.  —  Human  Eiubriologio.  New-York,  1802. 

(■*)  Plato.  —  Znr  Keuutuiss  der  Anat.  nud  Pliysiol.  der  Gcsclilechtsorgane.  —  Arch.  f.  Jlik. 
Anat.,  Bd.  L.,  1897. 

(^)  Friedmann,  —  Loc.  cit. 

(•*)  Senat.  —  Loc.  cit. 

[')  Kegaud.  —  Loc.  cit. 


—  331  — 

prinii  mesi  di  Nila,  r  tialo  di  ossorxarc  cellule  interstiziali  tipicho  inlra- 
albuginee. 

Devo  dire  clie  tanto  Nussbaum  C)  clic  Mihalkow  ics  (')  a\e\aiio 
prima  di  me  trovato  clie  le  cellule  interstiziali  del  testicolo  derivavano 
da  elemenli  non  connettivali;  Xussl)aum  intui  la  origine  dall'epitelio 
germinate  per  aver  trovato  clie  le  cellule  interstiziali  del  testicolo  rasso- 
migliavano  istologicamente  ai  tubi  di  uova  abortiti  deli' ovario  e  Mi- 
llalko^\ics  le  fa  derivare  dagli  elementi  dei  cordoni  sessuali  clie  egli 
descrive  nelle  gliiandole  geruiinali  di  ambo  i  sessi  e  da  cui  la  anclie 
derivai'e  le  ca|)sule  surrenali. 

Le  cellule  interstiziali  originate  nel  mode  clie  sopra  ho  detto,  co- 
minciano  ad  aumentare  di  volume  per  aumento  del  loro  protoplasma,  ed 
aumentano  anclie  di  numero  come  ne  faiino  fede  le  nuiiierose  figure 
cariocineticlie  die  si  osservano  in  esse  nei  j)rimi  periodi  di  sviluppo.  II 
periodo  di  accrescimento  delta  sostanza  interstiziale  esisle  in  tutti  i  iiiam- 
niiferi  clie  io  ho  esaminato,  ma  dura  variamente;  inentre  int'atti  nel  topo 
si  puo  osservare  un  aumento  della  sostanza  interstiziale  lino  alia  iia- 
scita,  nel  cane  e  net  gatto  esso  si  segue  fiiio  ai  due  o  tre  mesi  dope  la 
nascita. 

In  seguito  lo  sviluppo  maggiore  clie  jirendono  i  canalini  seminali 
|)orta  ad  un  disequilibrio  tra  lo  sviluppo  di  essi  e  quello  della  sostanza 
interstiziale  in  niodo  che  sembra  che  la  sostan/a  interstiziale  diminuisca 
di  ({uantita.  In  (juesto  tempo  le  cellule  interstiziali  cambiano  anche  la 
loro  torma  e  la  loro  disposizione  in  modo  vario  secondo  i  \ari  mamnii- 
feri  e  cio  dipende  dalla  primitiva  variabile  quantita  della  sostanza  in- 
tei'stiziale,  dalla  maggiore  o  niinore  durata  del  periodo  di  accrescimento 
e  dair  adattamento  cui  le  cellule  interstiziali  devono  sottostare  a  causa 
del  contemporaneo  sviluppo  degli  altri  elementi  del  testicolo.  Pure  va- 
riabile, secondo  i  vari  mammit'eri  e  it  momento  in  cui  nelle  cellule  in- 
terstiziali cominciano  ad  ajqiarire  i  granuli  riducenti  Tosniio,  pero  essi 
appaiono  sempre  presto  e  quando  non  si  puo  neppure  lontanamente 
parlare  di  funzione  spermatogenetica.  Conteinporaneamente  alia  appari- 
zione  dei  granuli  I'iducenti  I'osmio  si  ha  I'oi-dinamento  del  protojilasma 
in  due  zone. 

Circa  alia  funzione  ed  al  signilicato  delle  cellule  interstiziali  del  te- 
sticolo, data  la  loro  strut tura  e  la  loro  origine,  io  credo  clie  sia  giustifi- 


(')  Xussbanni.  —  Zur  Ditferenzieinng  dea  Gesclilechts  im  Tierreich.  —  Arch.  Mik.  Anat., 
Bd.  XVIII,  1880. 

(")  Mihalkowics.  —  TJntersuohnngen  iiber  die  Enlwick.  des  Harus  uml  GescblecbtSiipparates 
del-  Aiunioteu.  —  Intemat.  llonatsch.,  1885. 


332 


calo  il  ino(l(t  di  Nedere  di  Milial  lotw  ics  (')  die  paragono  Ic  ccllnlc  iii- 
terstiziali  con  (|iiell(3  delle  capsule  surrenali. 

Ma  su  cio  lio  inleiuiimenh)  di    tonuire  |»iii   prol'ondanienle  (jiiando 
avru  condotto  a  teniiine  alciine  serie  di  ricerche  clie  lio  intra|)ieso. 


ISTITUTO    ANATOMIl'O    DI    F1E.KNZE,   DIKETTO    DAL    PaoF.    G.    CHIAKUGl. 


Ossei'vazioni  salle  variazioni  delle  arterie  iiiache. 

NOTA    I-KKI.I,\UNAItB    LlEI,    DoTT.    GIUSEPPE    LEVI,    AlUTO. 


Ricevuta  il  21  luglio  1901 


E  vietata  la  riproduzifuin. 

Nella  presente  nota  io  I'iassumem  il  piii  succintaiiiente  possibile, 
alcuni  risuitati  di  ricerche  eseguite  col  melodo  statistico  siille  variazioni 
delle  arterie  iiiache. 

In  queste  io  ebbi  di  mira  il  dopjiio  scopo  di : 

1°  stabilire  il  tipo  nonuale  o  jiiii  Irequente,  e  viciao  a  (luello 
gli  altri  tipi,  i)er  la  loro  frequenza  ris])ettiva  piii  vicini  o  piii  lonlani 
al  prinio. 

2°  slabilire  un  confronio  IVa  <|iiesti  tipi  e  le  disposizioiii  die  si 
riscontrano  in  altri  Mammiferi. 

Le  niie  osservazioni  fiirono  eseguite  su  110  niezzi  bacini,  jirove- 
nienti  da  soggetti  diversi  adulti  (60  niaschi,  aO  femmine) ;  inoltre  su 
21  feti  a  termine  e  su  3  feti  al  4°-()"  niese  di  vita  inti-auterina. 

Tralasciero  di  pai-lare  dei  feti,  dai  quali  del  resto  non  trassi  che 
ben  ))ochi  risuitati  degni  di  rilievo. 

In  questa  nota  mi  liniitero  alia  enumerazione  delle  variazioni  piii 
trequenti  nelF  origine  dei  rami  principali,  riservandomi  a  descrivere 
altroNe  le  variazioni  piii  rare,  i  rajiporti  e  la  distribuzionc  delle  ar- 
terie, ed  i  rami  collaterali ;  e  lasciero  pure  da  parte  qualsiasi  accenno 
bibliogralico. 

La  dmsione  deW  aorUi  avviene  al  corjio  delta  i^  lombare  in  il) 
casi,  al  corpo  delta  B'  in  6,  al  corpo  delta  5='  in  o  casi  (per  non  citare 
che  i  casi  estremi). 

V(i.  sacralc  media  nasce  in  80  casi  alia  divisione  dell'  aorta  o|)|)ure 
lino  a  3  mill,  al  disopra,  in  20  casi  a- 10  mill.  |)iii  in  alto. 

(')  Miliallvowica.  —  Loc.  cit. 


383 


La.  iliani  comune  e  in  32  casi  liinga  3-6  cm.,  in  19  casi  i-o  cm., 
in  6  casi  9  10  cm. 

V(i.  iliara  interna  e  in  33  casi  Uinga  3-i  cm.,  in  II  casi  2-3  cm., 
in  10  casi  (i-7  cm.;  come  sno  estrenio  inferiore  e  considerato  il  punto 
d'origine  dell' a.  ghitea. 

Xei  trattati  si  descrive  una  divisione  dell'a.  ipogastrica  in  un  tronco 
anteriore  il  quale  tornisce  per  lo  piu  le  aa.  pudenda,  ischiatica,  prosiatica 
e  vescicale  superiore  ed  in  nn  tronco  posteriore  il  quale  I'ornisce  le  sa- 
crali  laterali  e  1"  ileo-lombare  e  si  continua  nella  glutea.  E  questa  di- 
sposizione  e  infatli  freqnente. 

11  tronco  anteriore  corris})ontle  al  tratto  piu  distale  della  j)rimitiva 
ombelicale,  il  quale  e  molto  assottigliato,  avendo  gia  fornito  la  grossa  a. 
glutea,  e  si  assottiglia  di  mano  in  mano  clie  da  esse  si  partono  altre 
arterie. 

Ouando  tutti  i  rami  nel  t'eto  si  dipartono  dall'  ombelicale  in  pros- 
simita  della  glutea,  si  ha  F  apparenza  di  una  divisione  dell'  ipogastrica 
in  un  ciullo  di  rami. 

Ho  voiuto  ricordare  queste  nozioni,  sebbene  siano  a  Uitti  note,  al- 
finche  riesca  piu  chiara  la  mia  successiva  esposizione. 

L'  unico  metodo  il  quale  renda  possibile  una  ricerca  slatistica  sulle 
variazioni  del  tipo  di  divisione  delF  i|)ogastrica,  e  di  analizzare  le  va- 
riazioni  del  punto  d'  origine  di  ogni  singola  arteria  ;  ed  a  ([ueslo  metodo 
infatti  mi  atterro. 

A.  Gltffea  {(jlulea  superior)  :  costituisce  il  cosiddetto  tronco  poste- 
riore di  biforcazione  del!'  iliaca  inlerna;  e  jiercio  le  diirerenze  della  sua 
origine  sono  indicate  dalle  ditTerenzc  di  lunghezza  dell'  i|)ogastrica;  e 
queste  sono  bensi  per  lo  piii  in  rapporto  col  livello  della  divisione  del- 
r  aorta  e  colla  lunghezza  dell'  iliaca  comune,  ma  possono  anche  esserne 
indipendenti. 

La  glutea  si  divide  nei  suoi  rami  lerminali  alia  sua  emergenza 
dal  bacino,  la  quale  avviene  invariahilmente  alia  somniita  della  grande 
incisura  ischiatica. 

11  nuinero  de  rami  di  divisione  e  assai  variabile ;  esso  e : 
di  2,  in  18  casi ; 
di  3,  in  30    « 
di  i,  in  20     » 
di  3,  in  10    » 
di  6,  in  2      » 

Nei  trattati  troxiamo  descritta  come  tipica  una  di\isione  in  2  rami 
(superliciale  e  profondo). 

M.  Z.  »x» 


334 


I  rami  die  possono  originarsi  dalla  divisione  della  glutea  sarobbero, 
secondo  me,  i  seguenti : 

T.  Ramo  j)rorondo  superiore  il  quale  decorre  fra  m.  medio  ghiteo 
ed  osso  iliaco,  segiiendo  1'  inserzione  siij)oriore  del  m.  piccolo  glutco. 

II.  Uamo  profondo  inferiore  direlto  in  fuori  ed  iin  po'  in  basso, 
Ira  mm.  medio  e  piccolo  ghiteo. 

III.  Ramo  al  m.  piccolo  ghiteo. 

lY.  Rami  ascendenti  Ira  m.  gran  ghiteo  ed  osso,  i  qiiali  nascono 
dalla  a.  glutea,  per  lo  piii  con  unico  tronco  comune. 

Y.  Ramo  superliciale  alia  faccia  anteriore  del  m.  gran  ghiteo. 

YI.  Ramo  discendente  di  Morestin  il  quale  si  volge  prima  me- 
dialmente  e  poi  in  basso,  in  rapporto  colla  faccia  dorsale  del  m.  |)ira- 
midale. 

II  ramo  1  nasce  in  5o  casi  con  tronco  comune  al  ramo  !l  ;  nei 
rimanenti  45  casi  nasce  direttamente  dalla  glutea. 

II  ramo  III  esiste  in  80  su  100  casi  e  nasce  direttamente  dalla 
glutea  in  45. 

II  ramo  IV  nasce  in  62  casi  dal  ramo  superliciale.  II  ramo  VI 
esiste  solo  in  30  casi  ed  in  17  di  questi  rappresenta  una  cosi)icua 
ischiatica  accessoi-ia,  ed  io  credo  die  come  tale  (juel  i-amo  debba  essere 
senipre  inter|)retato. 

A.  Ileo  lombare  ;  nasce  : 

a)  dalla  glutea  1-0  cm,  dojio  la  sua  origino  in  36  casi ; 

b)  dair  ipogastrica  0-1  cm.  al  disopra  della  glutea  in  26  casi ; 
r)  dair  ipogastrica  1-5  cm.  al  disopra  della  glutea  in  28  casi ; 
d)  dalla  glutea  1-3  cm.  dope  la  sua  origine  in  8  casi. 

Nelle  femmine  prevale  T origine  delFileo-lombare  dalla  glutea;  ma 
questa  prevalenza  non  e  di  grado  tale  da  modilicare  la  cifra  comples- 
siva :  questo  latto  e  da  mettersi  in  rapporto  colla  minor  lunghezza  del- 
r  iliaca  interna  nelle  femmine. 

Nei  feti  invece  1' origine  deirileo-lombare  dall' ipogastrica  e  piii 
freipiente  die  negli  adulti :  e  probabile  die  jier  il  forte  svilup|)o  della 
glutea  dopo  la  nascita,  il  tratio  piii  |)rossimale  dell'  ipogastrica  prenda 
parte  alia  formazione  della  parete  della  glutea,  e  cosi  i  rami  di  quella 
porzione  dell"  ipogastrica,  divengano  rami  della  glutea. 

Raiiuj  iliaco  inferwre.  —  Ho  dato  questa  denominazione  ad  un'  ar- 
teria  piccola,  ma  quasi  costanle,  la  (juale  passa  h-a  psoas  ed  osso,  ed 
entra  in  un  foro  nulritizio  ddia  porzione  inferiore  dell' ileo;  essa  vien 
descritta,  in  genere,  come  un  ramo  deirolturatoria. 

A  me  risullerebbe  die  (pK  st'arleria  ha  le  origin!  seguenti: 


—  335  — 

Dair  ischiatica:  6  voile. 
Dal  tronco  anteriorc  deiripogaslrica:  9  voile. 
DaH'ileo  loinbare:  II  volte. 
Dairolliiraloria:  24  voile. 
Dalla  glulea:  35  volte. 

A.  Sacmle  laterale.  —  Le  arterie  di  fori  sacrali  soiio  nclla  maggio- 
ranza  del  easi  (57),  riiinite  in  due  lami:  il  superiore  al  V  foro,  Tinfe- 
rioi-e  al  'I'-T  foro. 

In  31  casi  anche  questi  2  rami  sono  riunili  in  un  unieo  tronco  co- 
mune.  In  9  casi  esislono  3  arterie  sacrali. 

Quando  la  sacrale  e  unica,  prende  origine: 
1°  dalla  glutea  in  17  casi; 
2°  daH'ipogastrica  in   13  casi. 
Quando  esislono  2  arterie  sacrali,  la  superiore  nasee: 
I"  dalla  glulea  in  57  casi; 

2*^  dair  ipogaslrica  in  20  casi  (sempre  con  tronco  coniune  alTileo 
lonibare). 

La  sacrale  inferiorc  nasce: 
V  dalla  glulea  in  58  casi; 
2°  daH'ischiatrica  in  9  casi; 
3°  dair  ipogaslrica  in  5  casi; 
4  '  dal  tronco  anteriore  in  3  casi, 
A.  Ischialica  (glutea   inferior). —  I.  Quando  quest' arleria  e  iinica 
prende  origine : 

1°  Dal  tronco  anteriore  in  61  caso. 
«)  isolala  in  17  casi; 

h)  con  tronco  comune  alia  pudenda  in  44  casi. 
2^'  Dalla  glutea  in  22  casi 
a)  j)rinia  della  sua  uscita  dal  bacino:  in  10  casi; 
h)  dopo  la  sua  uscita  dal  bacino:  in  0  casi. 
II.  L' ischiatica  e  sdoppiata  in  due  Ironchi,  i  qiiali    possono   anclie 
avei'e  origine  distinta:  in  21  casi. 

Di  questa  disposizione  ho  osservalo  le  seguenti  varieta: 

1*^  II  tronco  ischio-pudendo  fornisce  alia  stessa  allezza  della 
pudenda  o  piii  in  alto  di  quella  (semi)re  denlro  la  cavila  del  bacino' 
un' ischiatica  accessoria  (^divisione  precoce  dell' ischiatica):  6  casi. 

2°  L'una  delle  due  ischiatiche  proviene  dal  tronco  anteriore, 
Taltra  dalla  glulea:  in  11  casi. 

3^  Ambedue  nascono  dalla  glutea:  in  5  casi: 
In  tali  casi  d' ischiatica  doppia,  ciascuna  delle  due  ha  un  lerritorio 


—  336  — 

di  distiibiizione  ben  determinato;  la  piii  interna  penetra  fra  i  due  piani 
fibrosi  del  gran  leganiento  sacro-sciatico,  e  termina  nel  gran  gluteo  (poi- 
zione  interna  e  superiore^;  la  piii  esterna  discende  lungo  il  margine  in- 
terne del  nervo  sciatico,  per  un  tratto  variabile. 

A.  Pudenda  interna.  —  Quest' arteria  prende  origine: 

1°  dal  tronco  anteriore  sep'arataniente  dall'ischiatica  in  un  piano 
anteriore  a  quella:  in  4o  casi; 

2"  dairisehiatica:  in  (13  casi;  il  piu  spesso  in  j)rossimita  delta 
sua  origine,  piu  di  rado  distalmente. 

Speciale  menzione  meritano  le  variazioni  deH'arteria  penis  (rispet- 
tivamente  elitoridis),  le  quali  furono  in  gran  j)arte  descritte  da  altri  A.; 
raa  non  ne  fu  sospettata  la  grande  frequenza;  esse  si  possono  riunire 
in  4  gruppi :  •  ' 

1"  Anastomosi  fralearterie  penis  oppure  fra  le  cavernose  dei  due 
lati:  (7  casi). 

2^  Distribuzione  bdaterale  delFarteria  j)enis  d' un  lato  (8  casi): 
per  lo  pill  e  I'arteria  cavernosa  d'un  lato  clie  da  un  ramo  all'arteria 
cavernosa  del  lato  opposto. 

3'^  L'arteria  penis  od  uno  dei  suoi  rami  riceve  T  anastomosi  a 
pieno  canale,  delta  vaginale,  vescicale  anteriore  od  olturaloria  (10  casi). 

4'^  Rami  della  prostatica  (o  vaginale)  o  delta  vescicale  anteriore, 
coslituiscono  un   ramo  cavernoso  accessorio,  oppure   sostituiscono  uno 
solo  od  ambedue  i  rami  dell'arteria  penis  (17  casi). 
A.  Otfuratoria.  —  Quest' arteria  prende  origine: 

1°  dair  iliaca  interna,  82  casi; 

2'  dalFepigastrica,  23  casi; 

3"*  con  due  radici,  o  casi. 
Risullerel)l)e  dunque  da  questa  statistica  clie  I'ottui'atoria  nasce  dal- 
I'epigastrica   solo   nel  25,2  °/o  circa  dei   casi,  cifra  che  si  discosta  al- 
quanto  da  statistiche  precedenti;  le  piii   ample  che  possediamo  danno 
il  30-31  7o  di  frequenza. 

Queste  discordanze  sono  da  attribuirsi  a  ditlerenze  antropologiche,  o 
sono  semi)licemente  dovute  at  minor  numero  d'osscrvazioni?  Per  ora  e 
impossibilc  il  decidei'lo.  L'  otturatoria  e\  liypogastrica,  puo  nascere: 

1"  dal  tronco  anteriore  alio  stesso  livello  delle  altre  arterie:  37  casi. 

2'  dairisehiatica:  17  casi; 

3°  dalla  pudenda:  ">  casi; 

4"  dalla  glulea:  22  casi. 
lo  ho  dedicate  speciale  attenzione  al  ramo  anastomotico  fra  ottura- 
toria ed  epigastrica  che  trovai   in  37  casi,  (|uasi  senipre  con  radice  co- 


—  337  — 

inline  al  fanio  luihico  (leiroUuratoria,  e  giunsi  alia  conclnsionc,  i)er  mezzo 
(li  lino  sludio  aecurato  tleila  sua  sedc,  che  quel  raiuo  e  (unohtgo  ad  una 
seeonda  radiee  dell' olliiraloria. 

Per  i  liiniti  listretli  elie  voglio  dare  a  (juesla  nola,  noii  mi  e  |)ossi- 
bile  (li  entrare  in  questa  dillicile  e  eonlroversa  questione. 

A.  Prostalica[vaginale).  —  Dalle  descrizioni  che  tro\iamo  nei  Irattati 
risulterebbe  che  tntte  le  arterie  del  collo  della  vescica,  della  prostata,  e  delle 
veseieliette  seminali,  sono  date  da  una  sola  arteria,  la  vescicale  inlbriore. 
INtiiier  In  il  |)riino  a  rompere  la  tradizione,  distinguendo  una  ar- 
teria proslalica  (omologa  alia  vaginale),  dall'  arteria  veseicolo-deferen- 
ziale  (oinologa  all'  uterina),  e  dalla  >escicale  inleriore. 

lo  mi  assoeio  completamenle  alia  distinzione  di  Poirier. 
i.a  prostatica  nasce: 
V  Dal  tronco  anteriore,  alia  sua  divisicme,  in  l^  casi. 
2"  Dair  ond)elicale,  in  (I  casi. 
T  Dair  olturatoria,  in  7  easi. 
r  Dair  ischiatica,  in  li  casi. 
o°  Dalla  pudenda,  in  !(>  casi. 
La  vaginale  puo  essere  unica  o  doppia;  (|uan(lo  e  unica  nasce: 
1°  Dal  tronco  anteriore,  alia  sua  (livisi(»ne,  in  1(1  casi. 
i"  Dair  uterina,  in  1  case. 
ii"  Dair  otturatoria,  in  1  caso. 
4"  Dair  iscliialica,  in  ^i  casi. 
0°  Dalla  jiudenda,  in  12  casi. 
In  altri  21  casi  esistono  due  vaginali,  con  [)unti  d"  origino  variabi- 
lissimi. 

.4.  Vescicale  inferiore.  —  Esisle  soltanio  in  'i)i  casi. 
Essa  ])rende  origine: 

1°  Dalla  |)rostatica,  in  20  casi. 
2°  Dalla  vaginale,  in  8  casi. 

T  Dair  onibelicale  (distalmente  dall'  uterina),  in  7  casi. 
4°  Dair  uterina  (o  vesciculo-deferentiale),  in  G  casi. 
0°  Dalla  pudenda,  in  2  casi. 
Questa  arteria  e  deslinata  al  collo  della  vescica  ed  alia  porzione  in- 
feriore della  laccia  sua  anteriore. 

.4,  Einorroidaria  media.  —  Questa  arteria  lia  origine  comune  con  la 
prostatica-vaginale  in  21  casi;  nasce  isolata  in  4li  casi;  per  lo  i)iu,  in 
tal  caso,  nasce  dalla  pudenda  (30  casi);  o  'dall"  ischiatica  (in  13  casi). 

Nei  casi  in  cui  quest'  arteria  ha  oiigine  distinta  dalla  i)rostatica 
(o  vaginale),  e  assai  esile. 


—  338  — 

Arlrrid  rrsricoln-dcfcrciizifdc  (omologa  all'arteria  iitorina).  —  llenle, 
e  cdii  liii  (|iial('lu'  allro  Aiitore,  descrivono  col  noiiie  di  fleferenziak'  un 
ramo  dcU' ipo^aslrica  die  aceoinpagna  il  fiinicolo. 

L'  aiicria  vescicolo-deiei'enziale  lomiseo  bensi  costantemenlc  iin 
laiuo  delcienziale,  ma  qiiesto  iion  e  certamente  il  suo  ramo  principale, 
poiclie  essa  si  ramilica  largamente  sidla  laceia  anteriore  delia  vesci- 
elietta  seminale. 

11  suo  punlo  (T  origine  Naria  pochissimo;  in  4"  casi  su  'JO,  esso 
nasce  dall'  onibclicale  nel  punlo  in  cui  (piesl'  arteria,  staccandosi  dal 
tronco  anterioro,  diminuisce  inipn)vvisan)cnte  di  calibre. 

Merita  d' esser  ricordato,  che  qucsta  arteria,  come  Y  uterina.  in- 
erocia  1'  uretere,  passandogli  anteriormente. 

A.  Uterina.  —  Nasce  dall'  ombelicale  all'  identica  sede  della  vesci- 
colodelerenziale. 

A.  yescirdll  superiori.  —  Su  100  ossei\azioni  complete,  ti'ovai  in 
70  casi,  i  vescicali  superioi'i,  I"  una  anteriore,  I'altra  posteriore;  in  10 
§asi  le  due  yescicali  nascono  con  un  tronco  comune;  in  \i  casi  .\i 
sono  3  vescicali,  in  7  casi  i  vescicali. 

A.  Vescicale  posteriore.  —  Quest' arteria  prende  origine: 
1"  Dair  ombelicale,  in  77  casi. 
2"  Dair  uterina  —  vescicolo-deCei'enziale,  in  2^  casi. 

i.  Yesciralc  anteriore.  —  Nasce  solo  in  (i  casi  dalla  prostatica  (o  va- 
ginale):  in  tulli  i  rimanenti  casi,  dall' ombelicale  distiiitamente  dalla 
vescicale  |)osteri()re. 

In  (juasi  la  meta  dei  casi.  dalla  vescicale  anteriore  destra  o  sinistra, 
oppure  da  anastomosi  fra  i  rami  delle  vescicali  anteriori  dei  i  lati,  pro- 
viene  un  cospicuo  ramo  imparl,  mediano  die  si  porta  in  basso,  sulla  lac- 
eia sui)eriore  del  collo  vescicale  e  dell' ureira,  ove,  per  lo  piii,  termina; 
pero  in  lo  casi  passa  al  di  sotto  della  sinlisi  pubica  e  si  anastoniizza 
con  rami  dell'  arteria  penis,  oppure  sostituisce  uno  dei  suoi  rami. 

A.  lliaea  eslerna.  —  Nel  maggior  numero  del  casi  ;38},  ha  una 
lunghezza  di  10-1 1  cm. 

A.  Epifjaslrira.  —  Nasce  dall'iliaca  |ier  lo  |)iu  in  un  punlo  piii 
j)rossimale  della  (•irc(tnllessa.  ma  talora  alio  stesso  livello,  ed  andie  piii 
distal  mente. 

A.  Circonflessa  iliaea.  —  In  40  casi  (|uest' arteria  fornisce  un  I'aino 
addominale  ed  ascendente  prima  della  spina  iliaea  anterior  superiore 
(epigastrica  lalerale),  alia  distanza  da  (juel  punto  di  0-1  cm.  —  o  volte, 
di  i-2  cm.  —  32  volte,  di  2,0o  cm.  —  12  volte. 

L'esistenza  di   (luesto  ramo  (messo  in  evidenza  da  S  tied  a)  n(ui  e 


—  339  — 

ricordata  iiei  liattati.  II  famo  addoiiiinalo  od  ascendentc.  il  (iiiale  s(3- 
condo  la  descrizione  classica  si  porla  in  alto  a  livello  della  s|)ina  iliaca 
antoriore,  esistcva  in  41)  casi. 

II  ranio  iliaco,  il  quale  per  la  sua  direziono  rappi'esenia  la  couli- 
nuazione  della  cireontlessa  si  porta  |)er  lo  piii  alFindietro  lungo  le 
inserzioni  del  inuscolo  iliaco  (in  31  casi);  piii  di  rado  entra  IVa  i  niu- 
scoli  trasverso  e  piccolo  ohiiquo  e  si  |)orta  esso  pure  in  alto  ed  alFin- 
dietro. 

Mi  riniane  ora  da  parlare  dei  risultati  delle  ricerclie  sugli  animali. 

Merce  osservazioni  personali  ed  alcuni  dati  raccolti  nella  lettera- 
tura,  riescii  a  lorniarmi  un'idea  del  tipo  di  divisione  e  talora  anche 
della  distribuzione  delle  arterie  iliache  di  tuiti  gli  ordini  dei  Mam- 
mi  I'eri. 

Senza  ferniarmi  in  particolari  mi  limitero  a  riassumere  la  conclu- 
sione  d' indole  piii  generale  die  emerge  da  (|ueste  ricerclie. 

In  tuIti  gli  ordini  di  Mammiferi  sussistono  variazioni  IVa  i  diversi 
generi  d'un  ordine  non  solo,  ma  anche  fra  gl'individui  dello  stesso  ge- 
nere  o  specie. 

Pero  io  mi  convinsi  clie  spesso  le  suddette  variazioni  non  sono  ca- 
pricciose  ma  obbediscono  ad  una  delerminata  legge,  la  (}uale  puo  essere 
formulata  nei  termini  seguenti: 

1°  Una  detei'minata  t'oi-ma  in  alcuni  ordini  di  Mammiferi  pre- 
j>enta  delle  variazioni  non  solo  in  singoli  individui  della  stessa  specie, 
ma  anche  nello  stesso  indi\iduo  fra  i  due  lati  del  corpo; 

2°  In  altri  ordini  il  medesimo  carattere  non  varia  pih  tVa  indi- 
vidui dello  stesso  genere,  ma  varia  invece  fra  le  singole  specie  d'un 
ordine; 

3"  Altre  volte  (juesto  medesimo  carattere  appare  con  grande  pre- 
valenza  molte  s|)ecie  di  un  ordine  e  presenta  soltanto  ([ualche  singola 
variante. 

40  Altre  volte  inline  (juesto  carattere  si  mantieiie  fisso  in  tutte 
le  sj)ecie  di  nn  ordine  ed  assurge  jiercio  a  carattere  generalc  dell' or- 
dine. 

Alcune  forme  del  sistema  ailerioso  dapprima  estremamente  Nariabili 
si  trasformerebbero  gradatamente  nella  filogenesi,  lino  a  divenire  im- 
mutabili. 

Un  esempio  inolto  isti'uttixo  ci  e  olferto  dallo  studio  conij)arativo 
del  tipo  di  divisione  dell' aorta;  mentre  in  alcuni  animali  1' aorta  fornisce 
come  nell'uomo  le  due  iliache  comuni  e  si  continua  nell'ai'teria  cau- 
date (tipo  I),  in  altri  mancano  le  arterie  iliache;  1' aorta  dopo  aver  for- 


—  340  — 

iiilo  successhamenlt'  le  due  iliacho  cslcnic  e  le  due  iliache  interne  si 
conlinua  nell' arteria  caudale  [[\[)o  11)0. 

Fra  i  due  li|)i  esislono  iiradi  di  passaggiu:  i'iliaca  eoniune  j)Uo 
csserc  straordinarianienle  eorla  e  d'altro  eanto  tanto  le  iliaehe  eslerne 
clie  le  interne  possono  naseere  dall' aorta  alio  stesso  liveilo. 

Nei  Mai'supiali  ti'ovianio  su  4  generi  in  :{  il  ti|)o  11.  in  1  (^  specie) 
il  li|)o  1. 

Xei  Rodilori  su  12  specie  esaniinate  (e  di  alcune  piii  esemplari)  in 
il  esisteva  il  ti|)o  I,  in  iino  solo  il  SciHri/s  aureogaster  (')  il  tipo  II. 
Nciiii  Ingulati  (8  s|)ecie;  e  costante  il  ti|)o  II. 

Fra  glinsettivori  troviamo  in  una  specie  il  tipo  1,  [Erinacaeus]  nel- 
I'altro  (7V/wm)da  un  lato  il  ti|)o  1,  dall'altro  il  11. 

Nei  Carnivori  e  assolutamente  costante  (in  14  specie)  il  tijio  11. 

Nei  Pinnipedi  in  un  eseniplare  di  una  specie  esisteva  il  tipo  11,  in 
un  altro  della  stessa  specie  ed  in  una  seconda  specie  il  tipo  1. 

Fra  i  Chiropteri  troviamo  che  I'iliaca  comune  manca  d'anibedue  i 
lati  nel  Pteropi/s:  nel  Yesprrfilio  i  tipi  I  e  11  si  alternano  con  forme  in- 
termedie. 

Nelle  Frosimie  ritroviamo  il  li|)o  I,  se  sia  costante  o  no  non  posso 
diilo  perclie  non  trovai  notizie  die  sur  un  solo  esemplare  e  non  ne  ebbi 
alcuno  a  mia  dlsposizione.  Nei  Primates  sendjra  essere  costante  il  tipo  1, 
(le  s|)ecie  descritte  da  altri  A.  assieme  a  (juelle  studiate  da  me  formano 
un  numero  rilevante). 

Sintetizzando  questi  dati  |)ossiamo  concludere  che  il  tipo  11  e  |)re- 
sumibilmente  lisso  (con  varianti  di  grado  lieve  di  cui  non  credo  oppor-: 
tuno  di  parlare  qui)  iiegli  Ungulati  e  Carnivori,  il  tipo  I  nei  Primates. 

La  certezza  completa  non  I'avremo  tinche  non  saranno  esaminate 
tutte  le  specie  di  questi  ordini ;  in  ogni  modo  non  si  puo  escludere  asso- 
lutamente la  possibilita  di  una  variazione;  in  un  caso  (uomo)  descritto  da 
Cruveilhier  mancava  I'iliaca  comune  da  un  lato  e  I'iliaca  esterna  ed 
interna  nascevano  daH'aorta;  (|uesto  caso  pero  e  torse  I'unico  della  lette- 
ratura. 

Ouesto  carattere  sembra  mantenersi  tutlora  variabilissimo  nei  Mar- 


(^)  II  tipo  II  deve  esseie  cousiderato  come  uua  modilicazioue  secoudaiia  avveuuia  nel  corse  del- 
I'outogeTiesi:  infatti  fu  dimostrato  da  Hoch-stetter  che  (TTeber  die  xirspriinglicha  Eauptschlar/etdei-  etc. 
MoTjjhol.  Jahrb.  Bd.  X  VI}  uegli  embiioui  di  gatto  ad  uu  dato  periodo  esistouo  le  iliache  coinuui  ma 
che  in  soguito  esse  si  fondono  in  un  nnico  tronco;  non  mi  6  dato  per  ora  di  discutere  le  cause  di  que- 
sta  fnsioue,  ma  e  certo  che  essa  non  pu5  essere  interpretata  quale  na  adattamento  secondario  ad  altre 
disposizioni  niorfologiche  o  funzionali  dell'  auimalo,  perche  come  vedremo,  spesso  varia  nei  siugoli  iu- 
dividui  della  stessa  specie. 

(-)  Zuckerkandl.  ~  Zur  Morphologie  del-  arteria  pudenda  interna.  {Sitzungsber.  den  Kainerl. 
Akad.  in  Wien,  Bd.  CIX,  Abth.  Ill,  JuU  1900).  * 


—  341  — 

siipiali,  Insettivori,  IMnnipodi,  (lliiropleri ;  in  (|iicsti  ordini  iion  si  t' |)e- 
raiu'o  slal)ilita  una  lissita  in  una  dctciinlnata  specie. 

Xei  Hodiloi'i  lende  eei'laiiicnle  a  prevalerc  ma  iion  si  e  peranco 
lissato  il  ti|)()  I. 

I'll  altro  esemj)io  ci  e  dalo  dalT  origine  deiroltiiraloi'ia.  Oiiesf  ai- 
teria  piio  avere  3  origini. 

I.  daila  cirnnn/lexn  fcmoris  inlrrna  : 

II.  (lair  epif/ash'ird; 

III.  dair  ilidcd  nilcrud. 

Nei  Alarsiipiali  trovianio  deseritto  solo  il  ti|)o  111  ZiicKerkandll) ; 
iiei  llodilori  e  coslante  il  tipo  III;  solo  la  (^avia  la  eccezionc  poielie  in 
^  esemplari  di  qiiesta  specie  trovammo  il  lipo  I. 

Negii  Ungolati  esiste  talora  il  tipo  III,  talora  il  I. 

Nei  (]arnivori  rottiiratoria  ex  Jn/por/oslriea  tende  a  scomparire, 
poiclie  manca  in  S  s|>ecie,  esiste  ma  rndimentale  in  4.  In  i  specie  Fot- 
turatoi'ia  e  I'ornita  dalla  circonllessa  fcmoris,  isi  3  daU'epigastrica. 

SemJjra  si  sia  stabilita  una  certa  lissita  nei  singoli  generi  e  specie, 
poiclie  non  riscontrai  variazioni  nei  numerosi  esem|)lari  delta  stessa 
specie  da  me  studiati  (gatto,  cane). 

Nei  IM'imati  e  scomparso  il  tipo  I,  ed  apjtare  invece  con  frequenza 
maggiore  il  tipo  II;  infatti  si  trova  negli  Afctopitechi,  Platirrine  ad 
eccezione  deW Ateles,  in  alcuiie  (^atarrine,  in  altre  incontriamo  it. tipo  I, 

In  alcune  specie  il  tijio  III  sembra  essersi  lissato  (Cercopi therm 
rin'dis),  in  altre  e  ancora  variabile  net  Macdci/s  inniins  ueH'Orang, 
neH'uomo. 

Ho  delinilo  come  scomparso  dall"  ordine  dei  Primates  il  tipo  I ; 
con  cio  non  e  escluso  die  possa  liapparire  eccezionalmenle :  io  lo 
trovai  in  un  feto  ed  altri  casi  ne  son  rileriti  nella  letteratura. 

(^onchidendo,  I'  origine  dell'  otiuratoria  e  divenuta  lissa  in  alcune 
specie  di  Roditori,  Ungulati,  (larnivoii,  si  manliene  variabile  in  molte, 
e  torse  in  tiitle  le  specie  di  Pri'aatcs\  non  e  divenuta  stabile  in  alcuno 
degli  ordini  clie  abbiamo  avuto  agio  di  studiare  piii  com|)letamente  ; 
nei  Rodentia  soltanto  notiamo  una  prevalenza  molto  spiccata  di  un  de- 
terminato  tipo  (tijio  III), 

E  cosi  (juando  avremo  agio  di  passare  in  i-assegna  tutte  le  varia- 
zioni di  questo  distretto  vascolare,  ci  persuaderemo  clie  alcune  tonne 
sono  diversamente  variabili  nolle  singole  specie  di  ordini  diversi ;  la 
variabilita  di  altre  non  e  invece  apparentemente  soggetta  a  legge 
alcuna. 


—  342 


NOTIZIE 


Ce?sava  di  vivere  nella   sua   Villa  a   Montepiano  (Prato-Toscana)  il  Pro- 
fessore  P.  Sonsino,  distinto  Kimintolooo. 


UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA. 


.A.  AT"  "V  T  S  0_ 

Si  |)regaiio  i  signori  Socii  die  non  liamio  ancora  versala  !a  (jiiola 
sot'ialc  del  corrente  anno  11)01  di  volersi  ineltere  in  regola  con  la 
cassa  (a  norma  delFarL  4  dello  Statulo^;  inviandola  {per  rarlolina  vdfjlui) 
al  Segi'etai'io-(;assiei-e 

Prof.  FR.  SAV.  IVIONTICELLI 

Istitnto    Zoologico,    K.    Uuiversita    di    Zs'apoli. 


CosiMO  Cherubim,  Ammimstratoke-responsabile. 

J.  Henle's  Grundriss 

der 

Anatomie    des   Menschen 

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ANATOMIA  E  DI  EMBRIOLOGIA 

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D.  BALDI,  Fisa  —  D.  BERTELLI,  Padoi-a  —  S.  BIANOHI,  Siena 

G.  CHIARUGI,   Firenze  —  B.  GIACOMINI,  Feraqla  —  J,.  GIA.NNELLI,  Ferrara 

P.  LACHI,   Genovn  —  G.  ROMITI,  Flsa     -   U.  ROSSI,  Ferugia 

R.  STADERINI,  Catania  —  G.   VALENTI,  Bologna 

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G.    CHIARUGI. 


L'Archivio  Italiano  di  Anatomia  e  di  Embriologia  si  ptibblicliera  in 
tre  fascicoli  che  formerauno  ogni  anno  un  volume  di  pagine  500  a  GOO,  con 
illustrazioni  e  con  tavole. 

II  prezzo  annuo  di  abbonamento  e: 
Per  I'ltalia  L.  30. 
Per  I'Estero  Fr.  31.50  comprese  le  spese  di  spedizione, 

II  primo  fascicolo  dell' Archivio  vedra  la  luce  nel  prossimo  Gennajo  1902. 

Per  quanto  riguarda  la  Direzione  rivolgersi  al  Prof.  G.  ChiarljGI,  Istituto 
Anatomico,  Via  Alfani  33,  Firenzk. 

Per  quanto  riguarda  rAraministrazione  dirigersi  alia  Ditta  LUIGl  NIC- 
GOLAI,  Editore,  Via  Faenza  44,    Firenze. 


Firenze,  1901.  —  Societil  Tip.  Fioreiitina,  Via  S.  Gallo,  3;3 


--^t-i,i$MvC^' 


ore  lu\m  Italiam 

(Pubblicazioni  Italiaiie  <U  Zoologia,  Aiiatoniia.Enibriologia) 

Organo   ufficiale   delta   Unione   Zoologica   Italiana 

DIKKTTO 

D Ai  DOTTORI 
GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

Prof,    cli    Anatoniin^  aiinaija  Prof,  di  Auatomia  coiiip.  e  Zoologiu 

Jiel  ii.  Istituto  <U  Studi  i^nper.  iu  Fireiize  iielhv  R.  University  di  Padova 

Ufficio  di  Direzione    ed   Anxpiijiistrazione  :  Istituto  Anatomico ,   Firense. 
13  numeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XII  Anno         Firenze,  Dicembre  1901  N.  13 

SOMMABIO:  BiBLioGRAi-iA.  —  PiT^'.  34n-359.        ■' 

SuNxi  E  Rivistk:  P.  Sisto  e  E.Morandi,  Contributo  alio  studio  del  reticolo  delle 

linfoglandule.  Gou  tav.  —  L.  Clerc,    Scissioni    dirette    e    follicoli   pluriovulari 

nel  parenchima  ovarico.  —  Pag.  859-360. 
CoMUNicAZioNi  Originali:   D-  Sommariva,    Contributo  alio   studio    delle   termina- 

zioni  nervosa  nei  muscoli  striati.  Con  fi  fig.  >— Q.  Chiarugi,  La  seginentazione 

delle   uova    di  Salamandrina  pcr.spicillata  (Continuaz.  e  fine).  —  Pag.   B60-381. 
Nkcrdlogio:  G.  V.  Ciaccio.  —  Pag.  ,8^1. 

Awertei\2a   - 

Delle  Comunicazioni.  Originali  die  si  piibblicano   nel   Moni- 
tore  Zooloyico  ItalianQ  e  vieiala  la  riproduzione. 

BIBLIOGRAFIA 


Si  da  notizia  $oltanto  del  lavovi  '^uhhUcaU  in  Italia. 
VI.   Protozoi. 

Bortolotti  O.  -  Sviluppo  e  propagazione  delle  Opalinine  parassite  del  Lom- 
brico.  —  Rendic.  d.  2"-  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  dell' Unione  Zoo- 
logica Hal.  in  Napoli  (iO-13  Aprile  foot),  in:  Jlonit.  Zool.  ital.,  An.  i2, 
N.  7,  img.  ITJ-ISO.  Firenze,  1901. 

Silvesti-i  A.  —  Fauna  protistologica  neogenica  deli'alta  Valle  Tibei'ina.  — 
Mem.  d.  pontif.  Acmd..  d.  JVuovi  Lbicei,  Vol,  17,  paq.  233-306.  Roma, 
1901. 

IX.    Vermi. 

1.  Paute  generale. 
Parona  C.  e  Mazza  F.  —  Sulla  castrazione  temporanea  delle  Aterine  dovuta 
ad  elmintiasi.  -   Rendic.  d.  I'!  Assemblea   e  d.   Convegno   d.   Unione   Zool. 
Ital.  in  Bologna   {24-27   Settemhre  1900),  in:  Monit.  Zool.   Ital,  An.  11, 
Suppl.,pag.  13-14.  Firen:ce,  Dicembre  1900. 

M.  z.  * 


—  346  — 

Parona  C.  e  Mazza  F.  —  Sulla  casti-azione  teraporanea  delle  Aterine  dovuta 
ad  elmintiasi.  Con  tav.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  R.  Univ. 
di  Genova,  1900,  N.  97.  Genova,  dp.  Ciminago,  p)p.  7. 

2.  Platodi  o  Platielminti  (TaRBKLLARi,  Trematodi,  Cestodi). 
Borelli  A.  —  Di  una  nuova  Planaria  d'acqua  dolce  della  Repubblica  Argen- 
tina. —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.    comp.   d.    R.    Univ.   di    Torino, 

Vol.  16,  N.  400.  Torino,  Settembre  1901,  pp.  5. 
Cerruti  A.  —  Di  un  tenioide  dioiV Alauda  arvensis,  con  riguardo   speciale   ad 

un  organo  parauterine.  —  Rendic.  d.  Accad.    d.  Sc.  fis.   e  matem.  {Sez.    d. 

Soc.  r.    di   Napoli),    Serie   3,    Vol.    7  {An.    40),  Fasc.    7,   pag.    239.    Ka- 

poH,  i901. 
Monti  R.  —  La  rigenerazione  nelle  Planarie  marine.  Con  tav.  —  Vedi  M.  Z., 

XII,  1,  3. 
Vaullegeard  A.  —  Sur  les   Tetrarhynques  de  la  collection  lielminthologique 

du  Prof.  C.  Parona  de  Genes,  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e   Anat.  comp.  d. 

R.  Univ.  di  Genova,  N.  103,  1901.  Genova  tip.  Ciminago,  pp.  7. 

3.  Nematodi  o  Nematelminti. 
Noe  G.  —  Propagazione  delle  filarie  del  sangue    unicamente   per    la   puntura 

delle  zanzare.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.    Lincei,  CI.   di   Sc.  fis.,  matem.  e  nat. 

{Rendic),  An.  298,    Ser.  5,   Vol.  iO,  Fasc.  8,   i<>  Semestre,  pag.   317-319. 

Roma,  1901. 
Parona  C.  —  Spedizione  polare  di  S.  A.  R.  Luigi  di  Savoia  Duca  degli  Abruzzi. 

Diagnosi  di  una  nuova  specie  di  Nematode.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.   ed 

Anat.   comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,    Vol.  16,    N.  393.   Torino,   Luglio  1901, 

pp.  1. 
Rizzo    A.  —  Sul  modo  di  adesione  di  alcuni  Nematodi    parassiti    alia    parete 

intestinale  dei  Mammiferi.  Con  fig.  —  Atti  d.  R.   Accad.  d.    Lincei,    CI.  di 

Sc.  fis.,  matem.  •>.  nat.  (Rendic),  An.  298,  Serie  5,  Vol.  10,  Fasc  8,  r  Semestre, 

pag.  309-317.  Roma,  1901. 

12   Anellidi  (Auchianellidi.  Oligocheti.  Policheti.  Irudinei  ). 

Cognetti  L.  —  Res  Italicae.  I.  Octola&iian  hemiandrmn  nov.  sp.  ed  altri  Lum- 
hricidi  raccolti  dal  Dott.  E,  Festa  nei  dintorni  della  Spezia.  Con  fig.  — 
Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16,  N.  383. 
Torino,  Gennaio  1901,  pp.  8. 

Pierantoni  U.  —  Sopra  una  nuova  specie  di  oligochete  marino  {Enchytraeus 
macrochaetus  n.  sp.).  —  Rendic.  d.  2"'  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  ilel- 
VUnione  Zoologica  ital.  in  Napoli  (10-13  aprile  1901),  in:  Monit  Zool.ital., 
An.  12,  N.  7,  pag.  201-202.  Firenze,  1901. 

Visart  (de)  E.  —  Res  Italicae  :  Tnbifix  Camerani,  n.  sp.  Con  figg.  —  Boll.  d. 
Musei  di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16,  N.  387.  To- 
rino, Giugno  1901,  pp.  4. 

X.    Artropodi. 

1.  Parte  generale. 

Delpino  F.  —  Sugli  Artropodi  fillobii  e  sulle  complicazioni  dei  loro  rapporti 
biologici  (Sunto).  —  Rendic.  d.  2"  Assemblea  ord.  e  del  Convegno  delVUnione 


347 


Zoologica  ital.  in  Napoli  {ld-J3  aprile  190 i),  in  :  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12, 
y.  8,  pag.  229-230.  Firenze,  1901. 

4.  Crostacei. 

Brian  A.  —  Caso  di  anomalia  verificatosi  su  di  una  «  Brachiella  »   del  tonno. 

Con  fig.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  compar.  d.  R.  i'niv.  di  Genova 

N.  104,  1901.  Genova,  tip.  Ciminago,  pp.  3. 
Gino  G.  —  Ricerche  sopra  la  variazione  dieW Astacus  pallipes  Lereb.  —  Boll. 

d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,    Vol.   16,   N.   401. 

Torino,  Settembre  1901,  pp.  38. 
Monticellil  F.  S.  e   Lo  Bianco   S.  —  Comunicazioni,  sui    Peneidi    del   Golto 

di  Napoli.  —  Rendic.  d.  2"   Assemblea  ordin.   e  del   Convegno   dell' Unions 

Zoologica  ital.  in  Napoli  {10-13  aprile  1901),  in :  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12 

N.  7,  pag.  198-201.  Firenze,  1901. 
Monticelli  F.  S.  e  Lo  Bianco  S.  —  Uova  e  larve  di  Solenocera  siplionocera  Phil. 

—  Vedi  M.  Z.,  XII,  11,  311. 
Nobili  G.  —  Decapodi  raccolti  dal  dott.  Filippo  Silvestri  nell' America  meri- 

dionale.  Con  figg.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di 

Torino,  Vol.  16,  N.402.  Torino,  Settembre  1901,  pp.  16. 
Nobili  G.  —  Note  intorno  ad  una  collezione  di  Crostacei  di  Sarawak  (Borneo) 

Con  figg.  —  Boll.  d.  Mu^ei  di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino, 

Vol.  16,  N.  397.  Torino,  Agosto  1901,  pp.  14. 
Silvestri  F.  —  Vedi  in  questo  A",  a :  Coleotteri. 

5.  Aracxidi. 

Borelli  A.  —  Scorpioni  raccolti  dal  dott.    Filippo    Silvestri    nella  Repubblica 

Argentina   e   region!  vicine.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.   ed   Anat.  comp.  d. 

R.  Univ.  di  Torino,   Vol.  16,  N.  403.  Torino,  Ottohre  1901,  pp.  12. 
Borelli  A.  —  Material!  per  la    conoscenza    della    fauna    eritrea,    raccolti    dal 

dott.  Paolo    Magretti  :  Scorpioni.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  comp. 

d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16,  N-  384.  Torino,  Gennaio  1901,  jrp.  5. 
De  Carlini  A.  —  Rincoti  ed  Aracnidi  dell'  isola  di  Cefalonia.  —  Bull.  d.  Soc. 

Entomol.  ital.,  An.  33,  Trimestre  2,  pag.  75-79.  Firenze,    1901. 
Leardi-Airaghi  Z.  —  Aracnidi  d'Alraora.  —  Atti  d.  Soc.  ital.  di  Sc.  Kat.  e  d. 

Maseo    civ.   di  St.  Nat.   di  Milano,   Vol.   40,    Fasc.  2-3,   pag.  85-94.  Mi- 

lano,  1901. 
Leonardi  G.  —  Una  specie  di  Oribates  nociva  ai  cereali.  —  Boll,  di  Entomol. 

agraria    e    Fatolog.    Vegetate,    An.    <S,   N.    4,   jyag.    82-84.    Padova,   1901. 

Con  figg. 
Poeoek  R.  I.  —  On  a  new  species  of  the  genus  Parabuthus.  —  Boll.  d.  Mu- 

sei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,   Vol.  16,  N.  38:2.   Torino, 

Gennaio  1901,  pp.  1. 
Silvestri  F.  —  Vedi  in  questo  N.  a:  Coleotteri. 

7.    MiRIAPODI. 

Brolemann  H.  W.  —  Material!  per  la  conoscenza  della  fauna  eritrea,  rac- 
colti dal  dott,  P.  Magretti:  Myriapodes.  Con  tav.  —  Bidl.  d.  Soc.  Entomol. 
ital.,  An.  33,  Trimestre  1,  2yag-  26-35.  Firenze,  1901. 


—  348  — 

Kossi  G.  —  Sul  sistema  uervoso  sottoiutestiiiale  dei  Miriapodi.  Con  iigg.  — 
Atti  d.  R.  Accad.  d.  Lincei,  CI.  di  So.  fis..  matem.  e  nat.  (Rendic),  An.  29S, 
Serie  5,   Vol.  10,  Fasc.  8,  l'^  Semestre,  jjag.  319-324.  Roma,  1901. 

8.   IXSETTI   O    ESAPODI. 

a)  Parte  generate. 

Berlese   A.   —  Osservazioni    sui  fenomeni  che   av%'engono  durante    la  nintbsi 

degli  iusetti  metabolici.  Cou  57  incisioiii  nel  testo  e  8   tavole.  —  Est):  di 

pag.  444  d.  Riv.  di  Fatal,  veget.,  An.  10-11  (1900-1901).  Portici,  1901. 
Brunetti  E.  —  On  labelling  insects.  —  Bo/I.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  camp. 

d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16,  N.  386.  Torino,  Giugno  lUOl,  pp.  2. 
Castelli  G.   —    Materiali   per    una   fauna   del    Polesine    (Prov.    di  Rovigo).    I. 

(Arachnida-Insecta).  —  Vedi  M.  Z ,  XII,  10,  218. 
Ceeconi  G.  —  Contribuzioui  alia  cecidiologia  italica  coUa  descrizione  di  alcune 

galle  nuove  e  colla    indicazione    di    nuovi    substrati.  —  Le    Staz.    sperim. 

agrarie,    Vol.  34,  Fasc.  8,  pag.  729-744.  Modena,  1901. 
Corti    A.  —  Le  galle  della  Valtellina :    1"    Contributo    alia    conosceuza    della 

cecidiologia  Valtellinese.  —  Atti  d.  Soc.  ital.  di  Sc.  Nat.  e  d.  Museo  cic.  di 

St.  Nat.  in  Milano,   Vol,  40,  Fasc.  2-3,  pag.  153-268.  Milano,   1901. 
De    Stefani  T.  —  Due   galle  inedite  e  i  loro    Autori  —  Boll.   d.   Naturalista,  . 

An.  20,  N.  6,  pag.  65-66.  Siena,  1900. 
De  Stefani  T.  —  Zoocecidi  e  Cecidiozoi  dell'  Atriplex  halimus  L.    in    Sicilia. 

Con  1  tav.  —  Atti  d.  Accad.  Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Catania,  An.  77  {1900), 

Serie  4,  Vol.  13.  Catania,  1900. 
Massalongo  C.  —  Di  alcuni  procecidii  .segualati  nel  domiuio  della  flora  italica, 

—  Atti  d.  R.  Istit.  Veneto' di  Sc,  Lett,  ed  Arti,  Tamo  60  {Serie  8,  Tomo  3), 

pag.  187-191.  Venezia,  1901. 

b)  Tisanuri. 

Silvestri  F.  —  Circa  alcuni  caratteri  morfologici  di  Frojapyx  e    loro   impor- 

tanza  filogenetica.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  camp.   d.   R.   Univ. 

di   Torino,  Vol.    16,  N.  399.   Torino,  Settembre  1901,  pp.  3. 
Silvestri  F.  —  Vedi  in  questo  N.  a ;  Coleotteri. 
Tamassia   A.  —  Contribuzioui  alio  studio  della  launa  della  putrefazione.  [[so- 

toma  cinerea  Nicolet].  —  Atti  d.  R.  1st.  Veneto  di  Sc,  Lett,  ed  Arti,  Tomo  60 

{Serie  S,  Tomo  3),  Disp.  3,  pag.  181-186.  Venezia,  1901. 

d)  Pseudoneurotteri. 

Bentivogiio  T.  —  Ulteriori  osservazioni  iutorno  alia  variety  della  specie  Fla- 
tycnemis  pennipes.  —  Atti  d.  Soc.  d.  Natural,  e  Matem.  di  Modena,  Serie  4, 
An.  33,  Vol.  2,  pag.  92.  Modena,  1901. 

Silvestri  F.  —  Operai  ginecoidi  di  Termes,  con  osservazioni  intoruo  Torigine 
delle  varie  caste  nei  Termitidi.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Lincei,  CI.  di  Sc. 
fis.,  matem.  e  nat.  {Rend.),  An.  298,  Serie  5,  Vol.  10,  Fasc  12,  F  Semestre, 
pag.  479-484.  Roma,  1901. 

Silvestri  F.  —  Nota  preliminare  sui  Termitidi  sud-americani.  —  Boll.  d.  Mu- 
sei di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  W,  N.  389.  Torino, 
Luglio  1901,  pp.  8. 

Silvestri  F.  —  Vedi  in  questo  N.  a  :  Ditteri. 


—  349  — 

e)  Rincoti. 

Silvestri  F.  —    Vedi  in  questo  N.  a :  Ditteri. 
Silvestri  F.  —  Vedi  in  questo  N.  a :  Coleotteri. 

f)  Coleotteri. 

Gestro  R.  —  Materiali  per  lo  studio  delle  H/spidae.  XV.  Nota  sul  genere 
Hanoia,  Fairm.  XVI.  Due  nuove  specie  di  Hispopria.  —  BrdL  d.  Soc.  En- 
tomol.  itah,  An.  33.  Trimestre  2,  jycuj.  84-8S.  Firenze,  lUOl. 

Porta  A.  —  Studio  critico  e  classificazione  delle  specie  appartenenti  al  sotto- 
gen.  AbacopercuH  Ganglb.  e  al  sottogen.  Percus  Bon.  colla  descrizione  di 
una  nuova  specie.  —  Boll.  d.  Soc.  entom.  ital.,  An.  33,  Trimestre  2,  pag.  105- 
132.  Firenze.  I'JOl. 

Silvestri  F.  —  Descrizione  di  nuovi  Termitofili  e  relazioni  di  essi  con  gli 
ospiti.  lil.  Coleoptera-Stapliylinidae.  IV,  Thysanuva.  V.  Diplopoda-Poly- 
desmoidea.  VI.  Acari-Mesostit/mata.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat. 
comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  6.  N.  398.  Torino,  Settemhre  1901,  pp.  24. 

i)  Lepidotteri. 

Ceeconi  G.  —  Forte  invasione  in  Italia  di  Grapho/itha  Tedella  CI.  —  Btdl.  d. 
Soc.  Kntomol.  ital.,  An.  33,  Trime.s-tre  2,  pag.  67-74.  Firenze,  i'JOl. 

C.  A.  —  Catalog  der  Lepidopteren  des  palaearctischen  faunengebietes  von 
Dr.  0.  Staudinger  und  Dr.  H.  Rebel-Dresden  1901.  —  Bull.  d.  Soc.  Ento- 
mol.  ital.  An  33,  Trimestre  2,  pay.  80-83.  Firenze,  i'JOl. 

Petri  L.  —  Osservazioni  sopra  gli  stigmi  della  Sericaria  muri.  Con  tav.  e  fig. 
—  Boll.  d.  Soc.  Entomol.  ital.,  An.  33,  Trimestre  2,  pag.  89-i')4.  Fi- 
renze. IDOL 

k)  Imenotteri. 

De  Stefani  T.  —  Ulteriori  osservazioni  suUa  nidificazione  dello  Spliex  paln- 
dosns.  -  Rendic.  d.  2"  Assemhlea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoo- 
logica  ital.  in  Napnli  [10-13  opriJe  1901),  in:  IWonit.  Zool.  ital.,  An.  12, 
X.  8,  pag.  222-223.  Firenze,  WO  I. 

Emery  C.  —  Note  suUe  Doriline.  Con  figg.  —  'fioll.  d.  Soc.  Entomol.  ital., 
An,  33,  Trimestre  1,  pag.  43-56.  Firenze,  1901. 

Emery  C.  —  Le  formiclie  in  rapporto  alia  fauna  di  Selebes.  —  Rendic.  d.  2"^ 
Assemhlea  ordin.  e  del  Convegno  delVUmone  Znologica  ital.  in  Napoli  [10- 
13   aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  7,  pag.  17H.  Firenze,  1901. 

Emery  C.  —  Spicilegio  mirmecologico.  Con  fig.  —  Bull.  d.  Soc.  Entomol.  ital., 
Au.  33,  Trimestre  1.  pag.  57-63.  Firevr.e,  1001. 

I)  Ditteri  e  Afanitteri. 

Bezzi  M.  —  Materiali  per  la  conoscenza  della  fauna  Eritrea,  raccolti  dal  Dott. 

P  Magretti :  Ditteri.  —    Ihtll.  d.  Soc.  Entomol.    ital..    An.  33,    TrimeMre  1, 

pag.  "t-25.  Firenze.  1901. 
Silvestri  F.  —  Descrizione  di  nuovi  Termitofili  e  relazioni  di  essi  con  gli  ospiti, 

I.  Dipteva  nemocera.   11.  Uemiptera  homoptera.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool. 

ed  Anat.  comp.  d.  R.    Univ.   di    Torino,    Vol.    16,  N.   395.    Torino.  Lnglio 

1901.  pp.  6 
Stein  P.  —  Einige  dem  Genueser  Museum  gehorige  aus  Neu-Guinea  und  um- 


—  350  — 

gegend  stammende  Anthomyden.  —  Annali   d.   Museo  civ.  di  St.  Nat.  di 
Genova,  Serie  2,   Vol.  20  (1899-1901),  pag.  371-895.  Genova,  1901. 

XII.    Mollusclii. 

1.  Parte  genekale. 

BelliBi  R.  —  Alcune  osseivazioni  sulla  distribuzione  ipsometrica  dei  Molluschi 
terrestri  nell'  Isola  di  Capri.  (Sunto).  —  Rendic.  d.  2"  Assemblea  ord.  e  del 
Convegno  delVUnione  Zoologica  ital.  in  Napoli  {10-13  aprile  1901),  in  :  Mo- 
nit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  7,  pag.  180-182.  Firenze,  1901. 

Pollonera  C.  —  Spedizione  polare  di  S.  A.  R.  Luigi  di  Savoja  Duca  degli 
Abruzzi  —  Diagnosi  preventive  di  alcune  specie  uuove  di  Molluschi.  — 
Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  compar.  d.  B.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16, 
N.  392.  Torino,  Liiglio  1901,  pp.  1. 

XIII.  XJrocordati  o  Tunicati. 

Delia  Valle  A.  —  Osservazioni  intorno  alle  migrazioni  delle  colonie  di  Di- 
plosoma  Listeri  (Sunto)  —  Rendic.  d.  1"  Assemblea  e  d.  Convegno  d.  Unione 
Zool.  Ital.  in  Bologna  (24-27  Settembre  1900),  in  :  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  11, 
Suppl.,  pag.  33-34,  Firenze,  Dicembre  1900. 

Delia  Valle  A.  —  Intorno  ai  movimenti  delle  appendici  ectodermiche  del  Di- 
plosoma  Listeri.  —  Rendic.  d.  Accad.  d.  sc.  fis.  e  matem.  (Sez.  d.  soc.  r.  di 
NapoH),  Serie  3,  Vol.  6  {An.  39),  Fasc.  5-7,  pag.  172.  Napoli.  1900. 

Delia  Valle  A.  —  Di  alcune  particolarita  osservate  nelle  Ascidie  del  Golfo  di 
Napoli.  —  Rendic.  d.  2"  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  dell' Unione  Zoo- 
logica ital.  in  Napoli  (10-13  aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  7, 
pag.  186-188.  Firenze,  1901. 

Todaro  F.  —  L'organo  renale  nelle  salpe  (Sunto).  —  Rendic.  d.  2'  Assemblea 
ordin.  e  del  Convegno  deW  Unione  Zoologica  ital.  in  Napoli  {10-13  Aprile 
1901),  in:  Monit.  Zool.  ital..  An.  7,  N.  7,  pag.  174-176.  Firenze,  1901. 

XV.  Vertebrati. 

II.    PARTE    AN  ATOMIC  A. 

•2.  Tegumento  e  produzioni  tegijmentauie. 

Kiesow  F.  e  Fontana  A.  —  Sulla  distribuzione  dei  peli  come  organi  tattili 
sulla  superficie  del  corpo  umauo.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Lincei,  CI.  di  sc. 
fis.,  matem.  e  nat.  {Rendic),  An.  298,  Serie  5,  Vol.  10,  Fasc.  1,  2'^  Semestre, 
pag.  24-31.  Roma,  1901. 

3.   SiSTEMA   NERVOSO  CENTRALE   E   PERIFERICO. 

Antonini  G.  e  Carini  A.— Di  un  caso  di  microcefalia  vera:  note  clinico-auato- 
miche.  —   Vedi  M.  Z.,  XII,  10,  285. 

Bianchi  L.  —  I  fasci  associativi  lunghi  del  lobo  frontale.  —  Rendic.  d.  2"  As- 
semblea ord.  e  del  Convegno  dell' Unione  Zoologica  ital.  in  Napoli  {10-13 
Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital..  An.  12,  N.  7,  pag.  198.  Firenze,  1901. 

Golucci  C.  —  Contributo  alia  anatomia  e  fisiologia  del  trigemino.  —  Rendic. 
d.  2"  A.ssemblea  ordin.  e  del  Convegno  dell'  Unione  Zologica  ital.  in  Napoli 


—  351  — 

{l')-13  aprile  1901)  in :  Mo  nit.  Zool.  itciL,  An.  12,  N.  8,  pag.   232-233.  Fi- 

renze,  1901. 
Cutore  G.  —    La   divisione   del    grande   nervo    ischiatico  nell'uomo:  ricerche 

statistiche.  —  Boll.   d.  sedute  d.   Accad.  Gioenia   di   Sc.  Nat.   in    Catania, 

Fasc.  69  {Giugno  1901),  pag.  9-14.  Catania,  1901. 
D'Erchia  F.  —  Di  un  piccolo  corpo  vescicolare  posto  sulla  vulta  del  cervello  an- 

teriore  di  uu  embrioue  umano,  lungo  3,5  mm.  in  linea  retta.  —  Vedi  M.  Z., 

XII,  9,  256. 
Drago  U.  —  Sulla  geuesi  di  alcune  auomalie  del  sistema  nervoso  centrale  del- 

r  embrione  di  polio.  Con  5  figg.  —   Vedi  M.  Z.,  XII,  11,  311. 
Grieb  A.  —  Contribuzione  alio  studio  dell'organo  parietale  del  Fodarcis  mu- 

ralis  (Sunto).  —  Rendic.  d.  2"  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  deW  Unione 

Zoologica  ital.  in  Napoli  (10-13  aprile  1901),  in:  Mo  nit.  Zool.  ital..  An.  12, 

N.  S,  pag.  21S-221.  Firenze,  1901. 
Paladino    G.  —  Su    alcuni  punti  controvei-si  sulla  struttura   intima  dei  centri 

neivosi.  —  U  arte  medica,  An.  3,  N.  22.  Napoli,  1901.  V.  anche:  Rendic.  d. 

2"'  Assemblea  ordin.   e  del  Convegno  dell' Unione  Zoologica  ital.  in  Napoli 

{10-13   aprile  1901),  in :  Monit.   Zool.    ital.,   An.  12,   N.    7,    pag.    191-193. 

Firenze,  1001. 
Solaro.  —  II  neurone.  —  L'  arte  medica,  An.  3,  N.  29.  Napoli,  1901. 
Sterzi  G.  —  Gli  spazii   linfatici  delle  meningi  ed  il  loro  significato.  —  Monit. 

Zool.  ital.  An.  12,  N.  7,  pag.  210-216.  Firenze,  1901. 

4.  Organi  di  senso. 

Bertacc/iini  F.  —  Sullo  sviluppo  dell'  umor  vitreo.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  0,  256. 
Delia  Valle  C.  —  Ricerche  sulle  terminazioni  nervose  della  mucosa   olfattiva 

nei  mammiferi  adulti.  Con  2  tav.  —  Ricerche  fatte   nel  Laborat.  di   Anat. 

norm.  -d.  R.  Univ.    di  Roma  ed  in  altri  Laborat.  biol.,    Vol.   8,  Fasc.  2, 

pag.  181-191.  Roma,  1001. 
Ricoi  0.   —  Sulle    modificazioni    della  retina  all'  oscuro  ed  alia    luce.  —  Riv. 

ital.  di  sc.  nat.  An.  21,  N.  5-6,  pag.  78-83;  N.  7-8,  pag.  103-106  e  N.  9-10, 

pag.  124-128.  Siena,  1901.  (Continua). 
Spampani  G.  —  Alcune  ricerche  suU'origine  e  la  natura  del  vitreo.  Con  tav.  — 

Vedi  M.  Z.,  XII,  11,  312. 
Tornatola  S.  —  Nota  di  embriologia  oculare.  Con  3  tav.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  9, 

258. 

5.    SCHELETRO  E  ARTICOLAZIONI. 

Antonini  G.  e  Carini  A.  —  Di  un  caso  di  microcefalia  vera ;  note  clinico-ana- 

tomiche.  —  Vedi  31.  Z.,  XII,  10,  285. 
Falcone  C.  —  Sopra  una  particolarita  di   sviluppo  della  colonna  vertebrale  nel- 

I'embrione  umano.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  9,  257. 
Frassetto  F.  —  Sui    quattro    centri   di    ossificazione    del   t'rontale  in  un  cranio 

di  Equus  caballus  juv.   Con  fig.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed   Anat.  comp. 

d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16,  N.  385.  Torino,  Febbraio  1901,  pp.  4. 
Giuffrida-Ruggeri   V.  —  Nuove   ricerche  morfologiche  e   craniometriche.  Con 

1  tav.  6  3  figg.  nel  testo.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  10,  286. 
G luffrida- Ruggeri  V.  —  Sopravvivenze  morfologiche  in  crani  di  alienati.  Con 

fig.  —  Vedi  M.  Z,  XII  10,  286. 


352 


Giaflfrida-Ruggeri  V.    —   Osso    nasale   bipartito,    post-frontale  e    altri   wor- 

miani  nello  scheletro  facciale.  Con  7  fig.  —  Monit.  Zool.  ital..  An.  12,  N.  9, 

pag.  265-274.  Firenze,  1901. 
Maggi   L.  —  Di    un  carattere    osseo-faciale    dei    giovani    Gorilla    (Sunto).  — 

Rendic.  d.  2"  Assemhlea  ordia.  e  del  Convegno    delVUnione  Zoologica  ital. 

in  Napoli  (iO-13  aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,An.  12,  N.  7,  pag.  204- 

205.  Firenze,  1901. 
Patellani  R.  S.  —  La  oatogenesi  e    la   filogenesi  del   bacino   osseo   femminile  : 

studio  di  auatomia  macroscopica.  Parte  I.  (L'  ontogenesi  del  bacino  osseo 

nella  femmina  umana).  —  Vedi  M.  Z.,  XII.  11,  311. 
Hizzo  A.  —  Canale  cranio-faringeo,  fossetta  faringea,  interparietali  e  preinter- 

parietali  nel  cranio  umano.  —  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  8,  pag.  241-252. 

Firenze,  1901. 
Tenelaini  L.  e  Zimmerl  A.  —  Di  un  nuovo  processo  anomalo  e  di  altre  parti- 

colarita  nell'o.s-  sphenoidale  deiruomo  e  di  alcuni  altri  aniraali :  comnnicaz. 

prev.  —  11  Moderno  Zooiatro,  An.  12,  N.  8.  Torino,  1901,  pp.  2. 

6.  ApPARECCHIO  ML'SCOLARE. 

Maj  A.   —  Contributo  alio  studio  deilo  sviluppo  della  muscolatura  negli  arti; 

osservazioni   sul  polio  {Gallus  domesticus).  Con  tav.  —   Vedi  M.  Z.,  XII.  11, 

311. 
Varaldi  L.  —  Ricerche  sulla  anatomia  comparativa  dei  muscoli  tibiali  antero- 

laterali  neirnomo  e  nei  mammiferi.   —   11  Moderno  Zooiatro,  An.  12,  K.  9. 

Torino,  1901. 

7.    ApPARECCHIO   CARDIACO-VASCOLARE.    MlLZA. 

Delia  Valle  C.  —  Contributo  alia  conoscenza  della  circolazione  sanguigua 
nella  mucosa  nasale  dei  mammiferi  adulti.  Con  2  tav.  e  1  fig.  nel  teste. 
—  Ricerche  fatte  nel  Lahorat.  di  Anat.  norm.  d.  R.  Univ.  di  Roma  ed  in 
altri  Lahorat.  biol.,  Vol.  8,  Fasc.  2,  jjag.  93-114.  Roma,  1901. 

D'Evant  T.  —  Sui  rami  minori  dell'aorta  ventrale  e  specialmente  sulla  irri- 
gazione  del  plesso  celiaco  del  simpatico.  —  Rendic.  d.  2"  Assemhlea  ordin. 
e  del  Convegno  dell' Unions  Zoologica  ital.  in  Napoli  {10-13  aprde  1901),  in  : 
Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  7,  pag.  195-196.  Firenze,  1901. 

D'Evant  T.  —  Dei  rami  miuori  dell'aorta  addominale  con  speciale  coiisidera- 
zione  intorno  alia  irrigazione  del  plesso  solare.  Con  tav.  —  Monit.  Zool. 
ital.,  An.  12,  N.  10,  pag.  287-293.  Firenze,  1901. 

8.    TUBO    DIGESTIVO   E   GHIANDOLE    ANNESSE. 

Anile  A.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle  glandole  di  Brunner.  —  Rendic. 
d.  2''  Assemhlea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital.  in  Napoli 
{10-13  Aprile  1901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  8,  pag.  233-234.  Fi- 
renze, 1901. 

Barpi  U.  —  Intorno  ai  vasi  aberranti  del  fegato  dei  Solipedi.  —  Rendic.  d. 
2'^  Assemhlea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital.  in  Napoli 
{10-13  Aprile  1901)  in :  Monit.  Zool.  ital,  An.  12,  N.  7,  pag.  186.  Firenze,  1901. 

Barpi  U.  e  Tornello  S.  G.  —  I  vasi  aberranti  del  fegato  dei  Solipedi:  l'  Nota. 
Con  tav.  —  iVoiiU.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  5,  pag.  129-140.  Firenze,  1901. 

Diamare  V.  —  Cisti    epiteliali    nel    cosidetto    pancreas    dei    Petromizonti.  — 


—  353  — 

Rendic.  d.  2'  Assemblea  ordin.   e  del  Convegno  delVUnione  Zoofoglca  ital. 

in  NapoU  (10-13  aprile  1,901),  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  7,  pag.  194- 

105.  Firenze,  11)01. 
Favaro  G.  —  Contributo  alia  filogenesi  el  ontogenesi  del  vestibolo  orale.  Con 

tav.  -    Vedi  M.  Z.,  XII,  11,  311. 
Giannelli  L.  —  Sullo  sviluppo  del  pancreas  e  delle  ghiandole  intraparietali  del 

tiibo  digestivo  negli  anfibi  urodeli  (gen.  Triton). —  Vedi  M.  Z.,  XII,  9,257. 
Mingazzini  P.    —   La  pecrezione   interna   nell'  assorbimento   intestinale.    Con 

tav.  e  2  fig.  nel  testo.  —  Ricerche  fatte  nel  Lahorat.  di  Anat.  norm.  d.  R. 

Unir.  di.  Roma  ed  in  altri  Lahorat.  biol.,    Vol.  8,   Fasc.  2,  pag.    115-130. 

Roma.   1901. 
Orlandi   S.  —  Sulla  struttura    dell'  intestine  della  Squilla    mantis  (Siinto).  — 

Rendic.  d.  2"  As.semblea  ordin.  e  del  Convegno   delV  Unione  Zoologica  ital. 

in  Napoli  {10-13  aprile  19111),  in  :  Monit.  Zool.  ital ,  An.  12,  N.  7,jmg.  176- 

178.  Firenze,  1901. 

9.  Apparecchio  polmonari;.  Branchie.  Tjm<>.  Tiroide. 

Bertelli  D.  —  Sviluppo  e  conformazione  delle  pleure  negli  uccelli.  —  Vedi 
M   Z.,  XII  U,  311. 

Livini  F.  ■ —  Sviluppo  di  alcuni  derivati  dalla  regione  branchiale  negli  anfil)i 
iirodeli.  —    Vedi  M.  Z,  XII,  9,  257  e  XIL  11,  311. 

Motta-Coco  A.  —  Contributo  al  reperto  del  tessuto  linfo-adenoide  nella  glan» 
dola  tiroide  e  sulla  rigenerazione  della  stessa.  —  Boll.  d.  Sedute  d.  Accad. 
Gioenia  di  Sc.  Nat.  in  Catania,  Fasc.  67  {Marzo  1901),  pag.  15-21.  Ca- 
tania, 1901. 

Perrando  G.  G.  —  Contributo  prelimiuare  intorno  alia  struttura  della  tiroide 
dei  neonati.  —  Genova,  t'p.  Carlini,  1901.  pp.   14. 

10.  Apparecchio  uro-gexitale.  Capsule  surrenaei. 

Amico-Roxas  S.  —  La  trapiautazione  ovarica  in  rapporto  al  processo  delTovu- 

lazione,  della  gravidanza  e  del  metabolismo  organico.  —  Vedi  M.  Z.,  XII.  9, 

253. 
Faconti   A.    —    Delle   anomaiie    dei   genitali   femminili.    Con   iigg.    —    Vedi  M. 

Z  .  XII,  5.  115. 
Fod  -C.  —  Sul  trapiantamento  dei  testicoli.  —    Vedi  M.  Z.,  XII  9,  254. 
Foci  C.  —  Sull'innesto  delle  ovale.  —  Vedi  M.  Z.  XII,  9,  254. 
Ganfini  C.  —  La  struttura  e  lo  sviluppo  delle  cellule  interstiziali  del  testicolo: 

nota  prev.  —    Vedi  M  Z.,  XII,  11,  311. 
Herlitzka  A.  —  Quelques  remarques  a  propos  de  la  transplantation  des  ovaires. 

—  Vedi  M.  Z.  XII,  1,  2 

Parodi  F.  —  Un  nuovo  caso  di  rene  unico  con  anomaiie  genitali.  —  Vedi  M. 

Z..  XII.  5,  115. 

11.  Teratologia. 

Bertacchini  P.   —  Tentativi  di  produzione  artificiale  dell' iperdattilia    in   larve 

di  Raua,     -    Vedi  M.  Z.,  XII  9,  256. 
Casali  T.  —  Interessante  caso  di  anomaiie  congenite  cardiache.  —  Gazz.  med. 

d.  Marche,  An.  9,  N.  2.  Civitanova-Marche,  1901. 
Drago  U.  —  Sulla  genesi  di  alcune  anomaiie  del  sistema  nervoso  centrale  del- 

I'embrione  di  polio.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  11,  311. 


—  354  — 

Gbigi  A.  —  Sulla  polidattilia  dei  gallinacei.  —  Rendic.  d.  2"  Assembled  ordin.  e 
del  Convegno  dell'Unione  Zooloyica  ital.  in  Napoli  {10-/3  aprile  1901).  in: 
Monit.  Zool.  ital.  An.  12,  N.  7,  pag.  178-179.  Fireuze,  190L 

Ghigi  A.  —  Anomalie  negli  arti  posteriori  di  ua  polio.  Con  4  fig.  —  Monit. 
Zool.  ital,  An.  12,  N.  9,  pag.  260-265.  Firenze,  Will. 

Faeonti  A.  —  Delle  anomalie  dei  genitali  femrainili.  —  La  Clinica  Ostetrica. 
An.  3,  Fasc.  8.  Roma,  1901. 

Fusari  R.  —  Caso  di  sdoppiamento  totals  e  simmetrico  di  un  tratto  del  midollo 
spinale  con  canale  vertebrale  chiuso  ed  ipertricosi  lombare.  Con  tav.  — 
.     Vedi  M.  Z.,  XII,  5,  110. 

Marimo  F.  —  Una  varieta  rara  di  melomelus  didactilus.  —  Rendic.  d.  Assoc, 
med.-chir.  di  Parma,  An.  2,  N.  4.  Parma,  1901. 

III.    PARTE    ZOOLOGICA. 
2.  Peso  I. 

Bassani  F.  —  Su  alcuui  avanzi  di  pesci  del  pliocene  toscano.  —  Rendic.  d. 
2'-  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital  in  Napoli 
{10-13  Aprile  HJOl),  in:  Monit.  Zool  ital,  An.  12,  N.  7,  pag.  189-191.  Fi- 
renze, 1901. 

Monti  R.  —  Studi  sperimentali  suUa  rigenerazione  nei  Rabdoceli  marini  {I'la- 
giostoma  Girardii-Graff). —  Vedi  M.  Z.  XII,  1,  3. 

Rosmini  O.  —  Ricerche  intorno  alia  variazione  del  Petromyzon  Planeri  Bloch. 
—  Boll.  d.  Musei  di  Zool  ed  Anal  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16, 
N.  390.  Torino,  Luglio  1901.  pp.  29. 

A.  Rettili. 

Sordelli  F.  —  Anomalia  in  una  testuggine  {Cinixgs  Belliana  G-ray)  del  Sudan 
orientale.  Con  figg.  —  Atti  d.  Soc.  ital.  di  Sc.  Xat.  e  d.  Aluseo  civ.  di  St.  Nat. 
di  Milano,  Vol.  40,  Fasc.  2-3,  pag.  111-114.  Milano,  1901. 

5.   UCCELLI. 

Alessandrini  G.  —  Sulla  cattura  della  Pyrrosia  aicrea  Fallen,  in   Roma.  — 

Boll.  d.   Soc.  zool.  ital,   An.   9   {Serie  2,   Vol.  1)  Fasc.  5-6,  pag.  269-270. 

Roma,  1900. 
Arrighi-Griffoli  C.  —  Note  ed  appunti  di  un  cacciatore  sui  nostri  uccelli  mi- 

gratori.  Parte  2'\ —  Avicula,  Giorn.  omit,  ital.  An.  5,  N.  41-42,  pag.  74-78. 

{continuaz.  continua). 
Ghigi  A.  —  Intorno  al  genere  Tragopan.  —  Rendic.  d.  2"   Assemhlea  ordin. 

e  del  Convegno  deW  Unione   Zoologica  ital   in   Napoli  {10-13  aprile  1901), 

in:  Monit.  Zool.  ital, An.  12,  X.  7, pag.  203-204.  Firenze,  1901. 
Magnelli  R.  —  Costumi  degli  uccelli.  —  Avicula,   Giorn.  ornitol  ital..  An.  5, 

N.  43-44,  pag.  98-102,  Siena,  1901. 
Martorelli  G.  —  Due  nuovi  casi  d'ibridismo  negli  uccelli.  Con  tav.  —  Atti  d. 

Soc.  ital.  di  Sc.  Nat.  e  d.  Museo  civ.  dl  St.  Nat.  in  Milano,  Vol.  40,  Fasc. 

2-3,  pag.  129-151.  Milano,  1901. 
Ninni  E.  —  Sul  passaggio  straordinario  del  Merops  Apiaster  L.  nella  proviucia 

di  Treviso.  —  Avicula,  Giorn.  oraitol.  ital.  An.  5,  A"    43-44,  pag.  94-9S. 

Siena,  1901. 


—  355  — 

Ninni  E.  —  Sul  passo  primaverile  auticipato  (1901)  di  alcune  specie  di  Uccelli 

della  Provincia  di  Treviso  e  Veiiezia.  —  Avicula,  Giorn.  omit,  ital.,  An.  5, 

^V.  41-42,  pag.  57-59.  Siena,  1901. 
Ronna  E.  —  Gli  uccelli  uidiacei   (allevamento-educazione-malattie  e  cure).  — 

Auicula,  Giorn.  ornitol.  ital.,  An.  5,  Fasc.  41-42,  pag.  71-74;  Fasc.  43-44, 

pag.  104-118.  Siena,  1901  {continuaz.  continua). 
Salvadori  T.  —  Intorno  ad  alcuni  uccelli  dello  Spitzberghe.   —  Boll.  d.  Musei 

di   Zool.  ed  Anat.  comp.   d.  R.    Univ.   di  Torino,    Vol.   16,   N.  388.  Torino, 

Giiigno  1901.  pp.  4. 
Salvadori  T. —  Spediziooepolare  di  S.A.  R.  Luigi  di  Savoia  Duca  degli  Abruzzi. 

Cenni  preventivi   suUe  raccolte  ornitologiche.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed 

Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  16,  N.  391.  Torino,  Luglio  1901,  pp.  1. 
Untersteiner  E.  —  L'anno  ornitologico  al  piede  delle  Alpi.  —  Avicula,  Giorn, 

ornitol.  ital.,  pag.  113-117,  Siena,  1901  {continuaz.  continua). 
Vallon  Gc.  —  Note  ornitologiche  per  la  provincia  del  Friuli  durante  l'anno  1901 

(dal  Gennaio  al  15  Maggio).  —  Avicula,  Giorn.  ornitol.  ital..  An.  5,  N.  41-42, 

pag.  78-82.  Siena,  1901, 

6,  Mammiferi. 

Albini  G.  —  Sul  letargo  delle  marmotte.  Nota  2^.  —  Rendic.  d.  Accad.  d.  Sc, 
fis.  e  niatem.  {Sez.  d.  Soc,  r,  di  Napoli),  Serie  3,  Vol.  7  (An.  40),  Fasc.  3, 
pag.  127-129.  Napoli,  1901. 

Lucifero  A.  —  Mammalia  calabra  —  Elenco  dei  Mammiferi  calabresi.  —  Riv. 
ital.  di  Sc.  Nat.,  An.  21,  N.  5-6, pag.  57-62, •  N.  9-10,  pag.  115-120.  Siena,  1901. 
(continua). 

Rieci  A.  —  IJ Eleplias  primigenius  della  Dobrogea  (Rumania,.  Con  fig.  —  Atti 
d.  R.  Accad.  d.  Lincei,  CI.  di  Sc.  fis.,  matem.  e  nat.  {Rendic),  An.  298,  Serie  5, 
Vol.  10,  Fasc.  1,  2^  Seinestre,  pag.  14-17.  Roma,  1901. 

Bicci  A.  —  IJ  Elephas  trogontherii  Pohlig.  di  Montecatini  in  Val  di  Nievole. 
Con  fig.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Lincei,  CI.  di  Sc,  fis.,  matem.  e  nat.  {Ren- 
dic), An.  298,  Serie  5,  Vol.  10,  Fasc.  4,  2'^  Semestre,  pag.  93-98.  Roma,  1901. 

7.  Antropologia  ed  Etnologia. 
Chiarugi  G.  —  Proposta  di  uno   studio   collettivo   sul  peso  deU'encefalo   negli 

Italian].  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  5,  Ho. 
De  Blasio  A.  —  L'uomo  preistorico  in  terra  di  Bari.  —  Riv.  rneasile  di  Psich. 

forense,  Antropol.  crimin.  e  Sc.  affini.  An.  4,  N.  3-4.  Napoli,   1901.    Vedi 

anche:  Riv.  ital.  di  Sc.  Nat.,  A71.  21,  N.  7-8,  pag.  89-97.  Siena,  1901. 
Mainardi  A.  —  II  nuovo  Laboratorio   antropometrico  fiorentino.  —  Riv,  ital. 

di  Sc  Nat.,  An.  21,  N  9-10,  pag.  121-123.  Siena,  1901. 
Sergi  G.  —  Le  forme  del  cranio  uraano  nello  sviluppo  fetale  in  relazione  alle 

forme  adulte  :  2'^  comunicazione.  Con  figg.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  5,  112. 
Sperino  G.  —  L'encefalo  dell' anatomico  Carlo  Giacomini.  Con  tavole.  ~  Vedi 

M.  Z.,  XII,  5,  110. 
Tedeschi  E.  E.  —  Ricerche  morfologiche.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  10,  282. 

APPENDICE 
Antropologia  applicata  allo  studio  dei  pa2zi,  dei  criminali,  ecc. 
Pianetta  C.  —  Un  caso  di  ipertricosi  in  alienato.  —  Arch,  di  Psich.,  Sc.  pen. 
ed  Antropol.  crimin.,   Vol.  22,  Fasc.  4-5,  pag,  454-457,  Torino,  1901. 


—  356  — 

Sanna-Salaris  G. —  Una  centuria  di  delinquenti  sardi.  Con  2  tavole.  —  Arrh. 

di  Psich.,  Sc.  pen.  ed  Antropol.  crimin..    Vol.  22,  Fasc.   1-2,  pay.   1-33   e 

Fasc.  3,  pag.  189-193.  Torino,  1001. 
Verga  A.  —  Studi  anatomici  sul  cranio  e  suH'encei'alo,  psicologici  e  freniatrici. 

—  Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  309. 
Zuecarelli  A.  —  Antropologia  criminale  :  prelezione.  —  Gazs.  med.  lamb.,  .bi. 

60,  N.  l,pag.  9;  N.  2,  pag.   14-15;  N.  3,  pag.  23-24;   N.   4,  pag.   3.5-30   e 

N.  5,  pag.  45-46   Milano,  1901. 

XVI.  Zoologia  applicata  alia  IVEedicina, 
alia  Agricoltura,  alle  Industrie,  ecc. 

—  Cacce  e  passaggi    di   uccelli  —  Cattuie  di  specie  rave  od  avventizie  —    Va- 

rieta  —  Mostruosita — Ibridismi  ed  altre  note  ornitologiche.  — Vedi:  .4?"?- 
cida,  Giorn.  ornitol.  ital.,  An.  5,  N.  41-42  c  43-44.  Siena,  1901. 

—  Contro  la  Diaspi.^i  pentagona.  —  La  Bivista,  Serie  4,  An.  7,  N.  8,  pag.  176-177. 

ConegUano-Treviso,  1901. 

Audisio  E.  —  Fra  bachi  e  gelsi.  —  11  Coltwatorc,  An.  47,  K.  17,  pag.  522-525. 
Casale  Monferrato,  1901. 

Barsanti  A.  —  Boschi  ed  uccelli.  —  //  Coliiratore.  An.  47,  N.  31,  pag.  133-137. 
Casale  Monfeifraio,  1901. 

Barsanti  A.  —  A  proposito  di  insetti  e  di  uccelli  :  antngonismo  naturale.  — 
//  Coltivatore,  An.  47,  A\  11.  pag.  324-327.  Casale  Monferrato. 

Barsanti  A.  —  Gli  uccelli  e  gli  insetti.  —  II  Coltivatore.  An.  47,  N.  13,  pag.  396- 
402.  Casale  Monferrato,  1907. 

Barsanti  A.  —  In  attesa  di  una  legge  sulla  caccia  —  Cosa  .fanno  di  bene  e 
di  male  gli  uccelli.  —  II  Coltivatore,  An.  47,  K.  16,  pog.  488-491)  e  N.  17. 
pag.  519-522.  Casale  Monferrato,  1901. 

Barsanti  A.  —  La  caccia  —  Sempre  in  attesa  della  )iuova  legg?.  —  II  Colti- 
vatore, An.  47,  N.  18,  pag.  550-552;  N.  19,  pag.  581-585  e  N.  22,pag.6Sl- 
685.  Casale  Monferrato,  1901. 

Berlese  A.  —  Un  mezzo  di  lotta  razionale  contro  la  Cochylis  ambiguella  :  l>-t- 
tera  aperta  al  Sig.  Giovanni  Farini.  —  Boll,  di  Kntomol.  agraria  e  Fatal, 
vegst.,  An.  8,  N.  7,  pag.  162-165.  Padova,  1901. 

Berlese  A.  —  Metodo  di  lotta  razionale  contro  la  Cochijlis  ambiguella  ed  altri 
insetti.  —  La  Bivista,  Serie  4,  An.  7,  N.  17,  pag.  387-391.  ConegUano-Tre- 
viso, 1901.  Con.  2  figg.  V.  anche:  Boll,  di  Entomol.  agraria  e  Patol.  veget., 
An.  8.  X.  9,  pog.  205-210.  Padova,  1901.  Con  fig. 

Berlese  A.  —  Quali  vantaggi  puo  attendersi  1' agricoitura  dall' opera  degli 
uccelli  insettivori.  —  Bendic.  d.  2"  Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  del- 
VUnione  Zoologica  ital.  in  Xapoli  (10- 13  Aprile  1901).  in:  Monit.  Zool.  ital., 
An.  12,  N.  8,  pag.  223-229.  Firenze,  WOL 

Berlese  A.  —  Gli  uccelli  insettivori  sono  realmente  utili  in  agricoitura  ?  — 
Boll,  di  Entomol.  agraria  e  Patol.  veget.,  An.  8,  X.  5,  pag.  104-113 ;  X.  6, 
pag.  126-132;  X.  7,  pag.  153-160;  X.  8,  pag.  177-184  e  N.  9,  pag.  200-205. 
Padova,  1901. 

Berlese  A.  —  Misura  dell'e  reticelle  clie  permettono  il  passaggio  ai  parassiti 
della  Cochylis  e  non  alia  ffii-falla.  Con  fig.  —  J)oll.  di  Entomol.  agraria  e 
Patol.  veget..  An.  8,  X.  9.  jyay.  210-212.  Padova,  1901. 


357 


Bonazzi  J.  —  L'industria  zootecnica  della  provincia  di  Bologna  e  suo  miglio- 

ramento.  1. 1  Bovini.  —  Boloyna,  tip.  Gamberini  e  Parmeggiani  1900,  j^og.  40. 
Cacac8    E.  —  Refrattarieta  della  volpe  all'azioue  del  bacillo   del    carboachio. 

—  Rendic.  d.2'Assemblea  ordin.  e  del  Convegno  delVUnione  Zoologica  ital. 

in  Napoli  {10-13  aprile  190 i)  in:  Monit.  Zool.  ital.,  An.  12,  N.  8,  pag.  '234- 

235.  Firenze,  1901. 
CalamaBi  E.  —  Contro  la  tiguola  della  vite.  Con  figg.  —  L' agricoltura  veneta, 

An.  3,  X.  9,  ijag.  162-168.   Verona,  1901. 
Cillis  (Da)  M.  —  Contro  la  mosca  oiearia  [Dacus  oleae).   —    Tvani,    tip.  Vec- 

chi,  1901,  pp.  39. 
Di  Mattel  E.  —  La  profilassi  malarica  coUa  protezione  dell'  uoino  dalle  zan- 

zare.  —  Atti    d.  Accad.    Giuenia  di   Sc.    Nat.    in    Catania,    An.    77   {1000), 

Serie  4,  Vol.  13.  Catania,  lUOO 
Ficalbi  E.  —  Sopra  la  malaria  e  le  zauzare  lualai'iche  nella  salina  di  Cervia 

e  nel  territorio  dl  Comacchio,  —  Annali  d'Igiene  sperini..    Vol.   11  [K.   S.), 

Fasc.  1.  pag.  25-35.  Roma,  1901. 
Foa  A.  —  Le  nuove  scoperte  intoruo   alia  malaria.     -  L'agricoltitra  moderna. 

An.  7,  N.  2  e  N.  3.  Milano,  1901. 
Grassi  B.  —  Studi  ulterior!  sulla  malaria.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  Iti,  2H0. 
Grasai  B.  e  Xoe  G.  —  Propagazione  delle  filarie  del  sangue  esclusivamente  per 

mezzo  della  puntura  di  peculiar!  zanzare  I. —  Vedi  M.  Z.,  XI,  10,  278. 
Grassi,    Martirano,    Blessich,    Druetti,    Gilblas.  —  Primo  resoconto  som- 

mario  dell'esperimeuto  contro   la   malaria   fatto   nei   dintorni   di  Pesto.  — 

Atti  d.  R.  Accad.  d.  Lincei  {Rendic),  CI.  di  Sc.  fis.,  matein.  e  nat.,  An..  297, 

Serie,  5,  Vol.  9,  Fasc.  6,  2"  sem.,  pag.  193-199.  Roma,  1900. 
Grassi   B.  —  Cenni    storici    suUe  recenti    scoperte   intorno    alia    trasmissione 

della  malaria.  —  Giorn,  internaz.  d.    Sc.  med..  An.  23.   Fasc.  1,  pag.   1-6. 

Xapoli,  1901. 
Grassi  B.  —  Replica  [all'articolo  di  R.  Ross:  Le  scoperte    del    Prof.    Grassi 

nella  malaria].  —  11  Policlinico,  An.  8,    Vol.  8-M,,    Fasc.  6,  pag.  284-288. 

Roma,  1901. 
Livini  L.  —  Tra  i  bachi  da  seta.  —  II  Coltivatore,  An.  47,  N.  24,  pag.  751-753. 

Casale  Monferrato,  1901 
Lampertico  D.  —  Note    pei    bachicultori.  —  11   Coltivatore,   An.   47.    N.   25, 

pag.  714-718.  Casale  Monferrato,  1901. 
Lampertico  D.  ~  Note  di  pollicultura.  —  II  Coltivatore,  An.  47,  N.  1,  pag.  9-13. 

Casale  Monferrato,  1901. 
Maresealclii  A.  —  La  lotta  contro   le  tignuole    della  vite.  —  II    Coltivatore, 

An,  47,  N.  17,  pag.  515-519.  Casale  Monferrato,  1901. 
Maresealehi  A.  —  La  lotta  contro  le  farfalle  notturne  mediante  lampade  ad 

acetiiene.  —  //  Coltivatore,  An.  47,  N.   39,  pag.    396-398.   Casale   Monfer- 
rato, 1901. 
Marini  A. —  Brevi  norme   s  ll'allevamanto    del  rilugello.  —  'Torino,  tip.   De- 

rossi,  1900,  pp.  IS. 
Martini  L.  —  Manuale  di  bacbicoltura  pratica.  —  Milano,  tip.  d.  Riformatorio 

patronato,  1901,  pp.  51. 
Masueci  A.  —  Le  ostriche  veicolo  dell'  infezione  tifoide.  —  Annali  di  medicina 

narale,  Ati.  7,  Fasc.  3,  pag.  378-393.  Roma,  1901. 


—  358  — 

Noe  G.  —  Propagazione  delle  filarie  del  sangue,  esclusivamente  per  mezzo  della 

puntura  delle  zanzare.  II.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,  4,  78. 
Fazzi  (de)    P.  —  Di  alcune    osservazioni    sulla  tignola    della    vite.  —  Giorn. 

di  agricolt.  e  commercio    d.    Toscana,   Aji.    W,   K.    7,    pag.    124-126.   Fi- 

renze,  1901. 
Ferrone  E.  —  Sui  costumi  delle  larve  delle    zanzare   del   genera  Anopheles  iu 

relazione  con  le  bonifiche  idrauliche.  —  Vedi  M.  Z.,  XII,   10,  280. 
Quajat    E.  —  Studi    su    alcune    principali    razze    di    bachi    da    seta.    —   An- 

nuario  d.    E.  stazione  bacologica    di    Padova,    Vol.    28,  pag.    58-68.    Pa- 

dova,  1900. 
Quajat  E.  —  Svernatura  estemporanea  [dei    bachi    da    seta].  —  Anmiario    d. 

E.  stazione  bacologica  di  Padova,  Vol.  28,  pag.  85-98.  Padova,  1900. 
Quajat  E.  —  Dei  rapporti  che  passano  tra  il  peso  delle  uova  di   razze  pure  e 

quelle  dei  relativi  incroci.  —  Annuario  d.  E.  stazione  bacologica  di  Padova, 

Vol.  28,  pug.  34-45.  Padova,  1900. 
Quajat  E.  —  Delia  possibilita  o  meno  di  prolungare  la  vita  delle  crisalidi  nel 

baco  da  seta.  —  Annuario  d.  E.  stazione  bacologica  di   Padova,    Vol.  28, 

pag.  15-21.  Padova,  1900. 
Quajat  E.  —  Hivernation  exteraporanee   on    nouvelle    methode    de    conserva- 
tion rationelle  des  graines  de  vers  a  sole  pour   les  elevages   automnaux. 

—  Arch.  ital.  de  Biologie,  Tome  35,Fasc.  2,  pag.  213-216.  Turin,  1901. 
Quajat  E.  —  Bacologia.  —  L'Agricoltura  moderna.  An.   7,  N.  9,  13,  16,  21,  36, 

37,  42  e  46.  Milano,  1901. 
Rausclienfels   (De')  A.  —  L'ape  e  la  sua  coltivazione   nell'arnia    verticale  e 

nell'orizzontale  a  soffitta  e  fondo  mobili  :  trattato  teorico-pratico.    Con   30 

tavole.  —  Milano  U.  Hoepli  edit.,  pp.  xx,  380. 
Ribaga    C.  —  Attivita   nocive    del    Tychiiis  quinquepunctatus  L.  —  Boll,    di 

Entomol.  agraria  e  Patol.  veget,  An.  8,  N.  6,  jjag.  132-135.  Padova,    1901. 
Ribaga  C.  —  Sul  Gymnetion  tetrum  Fabr.  del  Vei^'basco  e  sul  Ehynchites  cri- 

bripennis  Desbr.  dell'olivo.  —  Boll,   di  Entomol.   agraria  e  Patol.    veget., 

An.  S,  N.  1,  pag.  6-10.  Padova,  1901.  Con  fig g. 
Ribaga  C.  —  Gli  insetti  die  danneggiano  11  gelso.  Con   figg.  —  Boll,  di  En- 
tomol. agraria  e  Patol.  veget.,  An.  8,  N.  2,  pag.  25-32 ;  N.  3,  pag.   49-.57  ; 

N.  4,  pag.  73-82;  N.  5,  pag.  97-104;  N.  6   pag.  123-126;  N.  7,  pag.  145- 

153;  N.  8,  pvg.  169-177  e  N.  9,  pag  193-199.  Padova,  1901, 
Ross  R,  —  Le  scoperte  del  Prof.  Grassi  snlla  malaria.  —  II  Policlinico,  An.  8, 

Vol.  8-M,  Ease.  6,  pag.  274-284.  Eoma    7901. 
Roster  A.  —  Per  determinare  I'utilita  degli  uccelli.  —  Giorn.  di   Agricollura 

e  Commercio  d.  Toscana,  An.  19,  N.  4,  pag.  59-61.  Firenze,  1901. 
Saeeardo  D.  —  L'apicoltura   in   Italia.  —  La    Eivista,  Serie  4,   An.   7,  N.    6, 

pag.  132-134  e  N.  7,  pag.  153-155.  Conegliano-Treviso,  1901. 
Sanarelli    G.  —  La   teoria    delle    zanzare    e    gli    ultimi  studi  sulla  eziologia 

della  t'ebbre  gialla.  —  Gazz.  degli  Ospedali,  An.  22,  X.  102,  pag.  1058-1067. 

Milano,  1901. 
Sannino  F.  A.  —  Per  combattere  la  Diaspis  pentagona.  —  La  Eivista,  Serie  4, 

An.  7,  X.  1.  pag.  12-14.  Conegliano-Treviso,  1901. 
Soli  Gr.  —  Insetti  dannosi  alle  principali    piante  da  frutto :  monografia  popo- 

lare.  —  Firenze,  tip.  M  Eicci,  1900,  pp.  xiiij-250. 


—  359  — 

Verson  E.  —  Quadro  comparative  dei  valori  medl  ottenuti  nell'  analisi  dei 
bozzoli  appartenenti  a  dodici  razze  diverse  del  filugello.  —  Annuario  d.  R. 
stazione  bacologica  di  Padova,  Vol.  28,  pag.  105-106.  Padova,  WOO. 

Verson  E.  —  Sulle  condizioni  della  bachicoltura  in  Italia.  —  Annuario  d.  R. 
stazione  bacologica  di  Padova,  Vol.  28,  pag.  22-33.  Padova,  1900. 

Verson  E.  —  Influenza  delle  condizioni  esterne  di  allevamento  sulle  proprieta 
tisiche  del  bozzolo.  XI.  Razza  Corea.  —  Annuario  d.  R.  stazione  bacologica 
di  Padova,  Vol.  28,  pag.  46-57.  Padova,  1900. 

Verson  E.  —  Influenza  delle  condizioni  esterne  di  allevamento  sulle  pro- 
prieta fisiche  del  bozzolo.  XII  Razza  Novi  Ligure.  —  Annuario  d.  R.  sta- 
zione bacologica  di  Padora,  Vol.  2H,  pag.  99-104.  Padova,  1900 


SUNTI    E    RIVISTE 


Sisto  P.  e  Morandi  E.  —  Contributo  alio  studio  del  reticolo  delle  linfoglandule. 
Con  tav.  —  Atti  d.  R.  Accad.  di  Sc.  d.  Torino,  Vol.  36,  Disp.  1,  j^ag.  94-112. 
Torino,  1901. 

II  punto  principale  in  cui  divergono  gli  osservatori  che  si  occuparono  del 
reticolo  delle  ghiandole  linfatiche  e,  se  questo  si  debba  ritenere  come  formate 
da  auastomosi  di  cellule  a  prolungamenti,  come  vogliono  Koelliker,  His, 
Toldt,  Demoor  ecc,  oppure  da  fibre  le  quail  partono  dalla  capsula  o  dalle 
trabecole  e  s'  inseriscono  alia  superficie  delle  ampolle  e  sono  rivestite  da  cel- 
lule, le  quali  sono  adunque  in  rapporto  di  contiguita  e  non  di  continuita  colle 
fibre,  come  sostengono  Bizzozzero,  Ranvier  ed  altri. 

Gli  AA.  adoperando  i  metodi  di  fissazione  e  colorazione  piu  recenti  (ed  in 
special  modo  raccomandano  1' inieziono  interstiziale  del  liquido  di  Renaut) 
giuusero  alia  conclusione  che  le  ghiandole  linfatiche  difFeriscono  notevolmente 
nei  neonati  e  negli  adulti.  Nei  primi  il  reticolo  e  formato  con  grande  preva- 
lenza  da  ramificazioni  di  cellule  intrecciantisi  in  vari  sensi,  mentre  le  fibre  le 
quali  partono  dalla  capsula,  dalle  trabecole  o  dalla  tonaca  connettiva  dei  vasi  e 
si  mettono  facilmente  in  evidenza  col  metodo  di  Hansen,  sono  piuttosto 
scarse.  Nell'adulto  invece  il  reticolo  cellulare  si  riduce  assai,  ma  conserva  il 
suo  aspetto  ed  i  suoi  rapporti  di  pura  contiguita  colle  fibre,  le  quali  aumentano 
notevolmente  e  si  fanno  piu  robuste ;  nei  vecchio  il  reticolo  di  cellule  scom- 
pare  completamente,  mentre  le  fibre  si  fanno  sempre  piu  robuste. 

Le  fibre  elastiche  aumentano  esse  pure  in  spessore  e  lunghezza  in  rapporto 
air  eta. 

L.  Clerc.  —  Scissioni  dirette  e  follicoli  pluriovulari  nei  parenchima  ovarico. 
Con  Tav.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  Medicina  di  2'orino,  Anno  LXIV,  N.  3, 
pag.  177-188,  1901. 

In  questi  ultimi  due  anni  furono  riferiti  nella  letteratura  reperti  di  uova 
con  2  vescicole  germinative  e  di  uova  gemelle  (racchiuse  nei  medesimo  folli- 
colo) ;  furono  anche  osservati  da  alcuni  accenni  ad  una  divisione  diretta  del- 
I'uovo,  negati  da  altri  ed  attribuiti  a  difetto  di  fissazione. 


—  360  — 

L'A.  studio  questa  questioue  in  ovaie  umane  e  d'aniniali  vari. 

In  una  giovane  diciassettenne  v'erano  iieil'ovaia  numerose  uova  priuior- 
diali  in  avidente  divisions  diretta:  ma  il  pareuchinia  ovarico  nei  dintorni  di 
quei  I'ollicoli  presenta  segni  d'atrofia. 

L'A.,  anche  in  base  a  risultati  molto  simili  ottenuti  in  un'ovaia  di  una 
donna  di  22  anni  ritiene  che  queste  divisioni  dirette  d'uova  primordiali  abbiano 
an  signiticato  regressive. 

Questa  supposizione  deli'A.  sarebbe  confermata  dalle  figure  che  egli  pote 
osservare  nell'ovaia  d'una  bambina  di  9  mesi ;  in  questa  vi  souo  molte  zone 
della  corticale  in  preda  a  degenerazione  ;  inoltre  in  alcuui  tbllicoli  gia  vesci- 
colari  si  notano  formazioni  simili  ad  uova  primordiali  racchiuse  fra  le  celtule 
dell'epitelio  germinativo,  che  I'A.  interpreta  come  ovuli  non  destiuati  ad  una 
regolare  evoluzione;  anche  fra  questi  egli  osservo  talvolta  divisioni  dirette, 
tal'altra  dei  latti  degenerativi. 

Sarebbe  stato  opportune  che  I'A.  prima  di  definire  come  uova  quelle  t'or- 
mazioni  avesse  stabilito  i  caratteri  dift'erenziali  che  passano  fra  di  esse  e  le 
cosidette  cellule  nutritive  colle  quali  le  cellule  riprodotte  dal  Clerc  nella 
tig.  5  dei  suo  lavoro  presentano  grande  rassomiglianza;  questi  eiementi  gia 
descritti  da  Nag  el  e  da  altri,  si  trovano  con  grande  frequenza  nei  follicoli  di 
ovaia  tanto  umane  che  di  animali  fra  I'epitelio  follicolare  e  precederebbero  la 
formazione  dei  cosidetti  «  vacuoli  epiteliali  »  :  tali  vacuoli,  intorno  ai  quali  le 
cellule  foUicolari  sono  disposte  radialmente  proprio  come  intorno  a  uova,  furono 
gia  osservati  da  Bernhardt,  Wagner,  Waldeyer,  Flemming  ecc.  e  fu 
da  questi  AA.  ammesso  che  fossero  destinati  a  formare  il  liquor  follicoli:  in- 
fatti  nella  fig.  5  del  lavoro  del  Clerc  vediamo  vicino  ad  alcuni  grossi  nuclei 
altre  tigure  in  tutto  simili  a  questi  vacuoli,  uno  dei  quali  e  riprodotto  nella 
fig.  5  a  pag.  50,  del  trattato  di  Nagel,  Die  iveihliclien  G esdilechtsorgmie,  Aht.  1. 
(Handbucli  der  Anatomie  des  Menschen  herausgegeben  von  K.  v.  Barder- 
leben,  1896).  G.  Levi. 


COMUNICAZIONI     ORIGINALI 


LABOKArOlllO    d'iSTOI.OGIA    DELI.A    is.    LNiVEi;SirA    DI    PALERMO, 
DIRKTTO    DAL    PKOF.    V.     ACiJUlSTO. 


Oontributo  alio  studio 
delle    terminazioni    nervose    nei    miiscoli    striati. 

XoTA  DI  DOMENICO  SO.MMARIVA,  stuuentk  in  mkdicisa. 


E  vietiita  I;i  liprodnzioiio. 


Speriiucntando  sopi'a  iiii  largo  niateriale  le  diverse  reazioni  iisale  per 
lo  sliuiio  (lelle  lenninazioni  iiciNOse  mi  si  e  olVerla  roceasione  di  notare 
alciiiie  parlicolaii  disposizioiii  e  s|)eeiaii  alteggianiciili  delle  ueui'o-iibrille 


361 


tenniiiali,  clio  sliiiio  noii  |)i'i\()  (rinleresse  comiinicare  con  la  |)resente 
nota;  laiilo  piii  chc  i  perfezionanicnti  intnxlolti  nella  Iccnica  al  cloruro 
(li  oro,  I'helaiulo  alcuni)  parlicolarila  di  slriiltura,  dicdiTo  origiiie,  spe- 
cialniente  pei  reperti  oltemili  dal  IhilTini  nolle  piastre  motrici  e  dal- 
rApatln,  a  deduzioni  clie  hanno  il  valoi'e  di  seniplici  i|)otesi. 

Xella  mia  ricerca  mi  sono  |)iii  specialmentc  oceupato  delle  lermi- 
nazioni  nervose  negli  aniibi  aniiri  [Ihnm  Esculenla  e  Disrofjlossi/s  Pirtus). 

Adoperai  per  questo  sliidio  con  insistenza  il  nietodo  Apathy  sulle 
sezioni,  rilenendolo  il  piii  adatto  alio  scopo  elie  io  mi  proponevo;  nia  do- 
vetti  dopo  molli  tentativi  desistere,  perclie  i  risullali  liirono  negativi; 
ho  sperimcntato  i  diversi  metodi  al  cloruro  di  oro  a  fresco  e  dopo  va- 
rie  prove  ho  creduto  pin  convenienti,  pel  materiale  su  cui  operavo:  il 
mctodo  Lo^^it  modilicalo  dal  (Mpolloue  in  cui  nella  preaciditicazione 
alFacido  lormico  sostituivo  I'acido  citrico;  ed  il  medolo  llul'lini,  coi 
(juali  ho  oltenuto  reazioni  mollo  chiare  e  dimostrative.  Neirado|)erare 
i  due  melodi  mi  ha  i^uidato  il  conxincimento  che  Tuno  compleli  I'altro, 
poiclie  il  melodo  liuffini  per  la  diderenziazione  del  tessuto  muscolare 
dal  nervoso  e  senza  dubbio  superiore  al  metodo  L(nvit-(iii)oilone,  il 
(juale  alia  sua  volta  com|)leta  il  metodo  Ruffini  permettendo  meglio  lo 
studio  (lei  nuclei  di  arborizzazione  o.  delle  guainc^  di  Scln\ann  <>  di 
Henle. 

1  miei  i)i'epai'ati  sono  slati  eseguiti  cpiasi  tulli  per  ischiac.ciamento, 
riducendo  i  pezzeiti  di  tessuto  muscolare  alia  maggiore  piccolezza  possi- 
bile,  ed  usando  con  molta  cautela  la  dilacerazione,  per  non  alterare  i  mu- 
tui  rapporti  fra  le  libre  muscolari  e  la  terminazione  nervosa. 


li  Ivolliker  ammette  che  nei  cespugli  del  Kiihne  vi  sian(t,  ma 
in  numero  scarsissimo,  dei  cordoni  a  rosario  che  si  anastomizzano;  gli 
altri  autori  non  si  associano  alia  idea  di  una  anastomosi  intraterniinale 
ed  ammettono  invece  solo  delle,  rare  pseudo-anastomosi.  Alcuni  autori, 
come  il  Ranvicr,  non  ne  fanno  alcun  oenno,  forse  perche  lo  considerano 
come  un  fatto  privo  d' imporlanza;  ditatti  una  pseudo-anastomosi  e  for- 
mata  da  due  cordoni  a  rosario,  i  quali  nel  loro  decorso  si  accavalcano 
r  uno  sulFald'o,  senza  j)ero  contrarre  ra|)|)orli  di  sorta. 

1  miei  preparati  mi  permcttono  di  osservare  delle  vere  anastomosi, 
le  (|uali  sono  allalto  diverse  dalle  pseudoanaslomosi. 

Le  ho  trovate  frequenti  nella  Bana  EsciiUnila;  e  specialmente  nel 
DisrotjlossKs  Piclits  si  osserva  (jualche  volta  in  una  stessa  terminazione 
la  esistenza  di  due  o  piii  di  rado  li'e  anastomosi  inlratcrminali. 
M.  z.  *- 


362 


Oiiesta  anastomosi  consislc  in  un  piccolo  j)onte  di  sostanza  isotropa, 
che  iinisce  un  conione  a  rosario  ad  un  altio:  alio  volte,  ma  raramente, 
due  eordoni  a  rosario  sono  uniti  per  mezzo  di  due  di  questi  ponli. 


FiGUUA  1. 

In  quanto  alia  loi'o  natura  vi  e  poco  da  dire:  ho  sospesa  la  ridu- 
zione  del  cloruro  d'oro  in  nioltissimi  stadi  e  I' ho  fatto  anche  durare  un 
tempo  maggiore  del  necessario,  ottenendone  delle  imagini  che  i  foto- 
grafi  chiamerebhero  brueiate,  ed  in  lutli  questi  casi  ho  potuto  sem|)re 
constalare  che  (|iiesti  ponti  si  colorano  con  la  stessa  intensita  e  dello 
stesso  uiodo  dei  cilindrassi;  siccbe  io  credo  amniissibile  che  questi  |)onli 
anastomizzanti  un  cordone  a  rosario  con  un  altro  non  sono  che  dei  ci- 
lindrassi, ricoslituiti  dalla  spennellatura  del  cilindrasse,  che  da  origine 
alia  terminazione. 

II  loro  ])unto  di  origine  e  vario  potendo  cominciare  o  dai  granuli, 
il  che  si  osserva  piii  spesso,  o  dalla  sostanza  intergranulare:  alle  volte 
il  loro  |)unto  di  parlenza  si  trova  vicinct  ai  nuclei  di  arborizzazione. 

Ouesto  |)icc()l()  ponle,  sebbene  nella  generalita  dei  casi  sia  unico, 
])ure   (jualclie  rara  volta    trovasi    verso    I'estremita    foggialo  a    mo' di 


-    363  — 


corna:  alloi'a  ad  un  piccolo  ingrandimento  seml)ra  die  il  cordone,  a 
ciii  aderiscono  (|ueste  corna,  sia  spezzato  e  die  es^e  \adano  a  fissarsi 
su  due  cordoiii  diversi;  ma  osservaiido  a  forte  iiigrandiinento  un  piepa- 
rato  ben  riuscito,  sara  facile  accorgersi  die  i  due  cornicini  vanno  a  ter- 
nilnare  in  due  granuli  vicini  del  cordone  a  rosario,  e  die  lo  spazio  die 
li  .st'para  e  occupato  dalla  sostanza  intergranulare  dei  detti  cordoni.  Ma, 
i'i|)eto,  questa  e  la  forma  piu  rara  a  trovarsi. 

II  cordone  a  rosario  continua  diritto  senza  alcuna  deformazione  sino 
al  |)onte  anastomotico;  rare  volte  forma  un  angolo  con  la  convessita  ri- 
Yolta  verso  il  ponte,  ma  e  da  osservarsi  die  in 
questi  casi  il  ponte  si   trova  leggermente  cur-  •     |. 

vato,  dimododie  ^i   puo  ritenere  die  a  causa  '.!  •  |: "  ! 

delta  pressione  del  vetrino  copri-oggetti,  nei 
prepai"ati  per  iscliiacciamento,  o  degli  aghi, 
nei  rari  preparati  fatti  per  dilacerazione,  lafibra 
muscolare  abhia  subito  queste  deformazioni. 

Sulla  lungliezza  e  sulla  posizione  di  questo 
ponte  di  anastomosi  non  si  possono  stabilire 
regole  generali:  (jualche  volta  i  due  cordoni  a 
rosario,  die  esso  riunisce  sono  vicini  tra  di 
loro,  altra  volta  sono  piuttosto  lontani:  fra  due 
cordoni  si  possono  trovare.  come  ho  detto,  due 
ponti,  0,  come  spesso  accade.  due  cordoni  a 
I'osario  brevi  e  vicini  sono  riuniti  da  due  ponti 
jiosti  a  breve  distanza  tra  di  loro,  nientre  cor- 
doni a  rosario  lungliissimi  e  piuttosto  distanti 
non  lianno  che  un  sol  ponte  die  li  anastomizzi, 
e  questo  ponte  stesso  puo  trovarsi  anclie  al 
termine  (|uasi  dei  due  cordoni. 

In  (|uanto  alia  grossezza  (juesto  ponte  ha 
presso  a  poco  lo  sjiessore  di  un  cilindrasse 
nudo  prossimo  a  spenndlarsi;  ma  se  ne  ri- 
scontrano  anclie  dei  piii  grandi  ed  in  un  me- 

desimo  cespuglio  si  trovano  ponti  piccoli  e  ponti  grandi.  come  rilevasi 
dalla  lig.  3. 

I  ponti  di  anastomosi  sono  sforiilti  di  ((ualsiasi  guaina,  e  giacciono, 
come  del  resto  e  naturale,  nello  slesso  piano  della  terminazione.  Inoltre 
essi  si  trovano  tanto  fra  cordoni  a  rosario  originati  dalla  biforcazione  di 
uno  stesso  cilindrasse,  quanto  tra  cordoni  a  rosario,  che  hanno  origine 
da  cilindrassi  uscenti  a  varie  altezze  dal  nervo,  che  forma  il  cespuglio. 


FlGUUA    2. 


—  364 


111  nil  |)iv|»;ir;il()  di  Rana  esriilentu  ho  iiolalo  die  il  cilindrasse,  libe- 
ratosi  dalla  giiaina  miclinica,  (lava  originc  ad  un  cordoiie  a  rosario, 
die  ben  presto  si  divideva  in  dne  porzioni,  (Idle  (piali  una  procedeva 
nornialmente,  iiientre  I'altra  si  jiiegava  ad  ansa  e  dopo  un  cerlo  pereorso 
sembrava  andasse  a  londersi  con  la  |)iiiiia   porzione;  e  dieo   senibrava, 


mm4m 


FiGUUA    3. 


perche,  osserxando  attentainenic  il  prepaiato  a  forte  ingrandimento  (Ko- 
ristka  oc.  i,  ob.  9*),  non  si  resta  convinti  se  (piella  fusione  fosse  reale, 
0  se  la  seconda  branca  si  ferniasse  brus(^ainente  all'altezza  delta  prima 
essendosi  sjiezzata  per  nna  causa  accidentale  (|ualsiasi. 


—  365  — 

Figure  siinili  a  qiiesta  oi'a  descritta,  e  clic  haniio  tiitto  I'aspetto  di 
verc  anasloniosi,  ho  anclie  riseontralo  nolle  lermiiiazioni  iiervose  di  />/- 
scofjlossus  Pirli/s. 

Sicclie  si  |)iio  dire  die  1' anasloniosi  intiaterminale  nei  cespugli  del 
Kiiline  |»u6  avvenire  in  due  modi:  o  due  cordoni  a  rosario  sono  uniti 
tra  di  loro  per  mezzo  di  un  ponte  di  sostanza  isoti'opa  (il  ciie  e  il  fatto 
pill  coniune);  oppure,  come  piii  raramente  si  osserva,  due  cordoni  a  ro- 
sario si  mettono  direttamente  a  conlatto  Ira  di  loro  Ibndendosi. 


11  Gerlacli  sia  con  la  reazione  al  clornro  d'oro,  sia  col  metodo 
della  iniezione  vitale  di  bleu  di  nietilene,  credette  di  vedere  la  esistenza 
di  una  vera  rete  nervosa,  la  quale  coprirebbe  tutte  le  fibre  muscolari,  e 
(|ueslo  concetto  im plica  la  necessita  di  nna  anasloniosi  tra  i  diversi  lasci 
derivanti  dai  vari  tronclii  nervosi. 

Anche  il  prof.  Mondino  nsando  una  tecnica  speciale  (eoloiazione  in 
vita  colTazzniTO  di  nietilene  e  tratlamento  dei  tessuti  morti  secondo  il 
metodo  Golgi  col  cloruro  d'oro  e  I'acido  arsenico)  noto  una  rete  ner- 
vosa, della  cui  struttura  da  la  desci-izione  nel  suo  trattato  C). 

Ma  fuori  di  (juesti  due  osservatori  tntti  gii  altri  hanno  considerato 
sempre  il  cespuglio  del  Kiibne  come  unico  senza  alcun  accenno  a  pos- 
sibile  comunicazione,  relazione  0  anastomosi  fra  una  terminazioue  nervosa 
e  le  alt re. 

Avendo  visto  i  disegni  ed  una  negativa  del  reperto  accennato  dal 
professore  Mondino,  ho  cercato  accuratamente  d'  indagare  questo  fatto, 
ed  ho  realmonte  \isto  che  in  tutta  la  fibra  muscolare  si  osserva  un  nu- 
mero  infinito  di  corpicciuoli  globosi,  simili  a  quclli  del  disegno  del 
Mondino,  e  disposti  con    una  regolarita  ed   una  simmetria  conipleta. 

Questi  noduli  o  grannli  si  trovano  nelle  librille  muscolari  primi- 
tive in  corrispondenza  dei  dischi  chiari,  dimodoche  assumono  1'  aspetto 
di  dischi  oscuri  iin|)regnati  eccessivamente ;  inoltre  si  osserva  questo 
fatto  quando  la  riduzione  del  sale  d'oro  e  stata  al({uanto  ])rotratta :  ma 
nessuna  comunicazione  ho  visto  tra  i  granuli  dei  cordoni  a  rosario  dei 
cespugli  del  Kiibne  e  questi  noduli  delle  librille  muscolari  ])rimiti\e. 
Sicclie  credevo  di  poter  escludere  una  anastomosi  interterminale,  (|uando 
la  niia  attenzione  fu  attii-ata  da  un  fatto  importante,  che  da  prova  di 
questa  anastomosi  tra  cespuglio  e  cespuglio. 

Si  osserva  alle  volte  (tanto  nella  Rana  esculenla  che  nel  Discof/los- 

(  )  Casimiro  Mondino.  —  Lezioni  di  Anatoraia  Gener.ile  e  tecuica  microscopica.  —  Kosen- 
berg  e  Sellier,  editori-libr.ai.   Torino,  189:s. 


—  366  — 

stfs  Picli(s)  die  dai  corcloni  a  rosario  partono  clei  filamenti  isotioj)i  siinili 
ai  ponti,  di  cui  gia  ho  parlalo,  clie  si  dirigono  tuori  la  terniinazione  e, 
dope  iin  decorso  vario,  vanno  a  linire  sul  cordone  di  iin'  allra  terniina- 
zione nervosa. 

II  punto  dove  sembra  clie  queste  ni)iiile  jji-endano  origine,  o  termi- 
nlno.  piio  essere  nei  granuli  o  nolla  sostanza  granulosa  dei  cordoni  a 
I'osai'io,  oppure  vicino  ai  nuclei  di  arborizzazione. 

Queste  fibrille  sono  senipre  piu  sottili  di  un  cilii^drasse,  di  cui  as- 
sumono  il  colore  con  la  reazione  al  cloruro  d'  oro,  sono  nudi,  e  privi  di 
nuclei  durante  il  loro  percorso.  Se  le  due  terminazioni,  che  esse  uniscono, 
sono  in  uno  stesso  piano,  esse  vi  si  mantengono,  ma,  se  si  trovano  in 
piani  diversi,  allora  traversano  successivamente  tutti  gli  strati,  sicche 
girando  progressivamente  e  lentainente  la  vite  niicrometrica  del  micro- 
scopio,  si  ba  T  impressione  che  la  fibrilla  si  alVondi  nel  protoplasma 
delta  fibra  muscolare. 

Sulla  libra  muscolare  la  tibrilla  nervosa  non  percoi're  delle  vie  spe- 
ciali,  ma  traversa  a  capriccio  i  dischi  bianchi  ed  i  dischi  oscuri  si  obli- 
quamente  che  perpendicolarmente :  se  giace  nello  stesso  piano  delta  ter- 
niinazione nervosa,  ha,  come  questa,  una  posizione  epilemmale. 

II  loro  decorso,  come  ho  detto  e  vario,  potendo  descrivere  delle 
linee  rette,  o  delle  curve,  le  prime  pero  sono  in  prevalenza. 

La  fibrilla  congiungente  le  due  terminazioni  e  unica,  puo  tuttavia 
rare  volte  dividersi  in  due  fdirille  |)iii  sottili,  |)resso  il  cordone  a  rosario 
delta  terniinazione  nervosa. 

In  (jualche  raro  caso  si  trovano  tre  terminazioni  nervose  riunite  tra 
di  loro  per  mezzo  di  due  fibrille,  ed  allora  si  ha  che  la  fibrilla  che  parte 
dal  cesi)Uglio  N.  1,  o  va  direttamente  al  eespuglio  N.  2  e  vi  si  fernia,  ed 
allora  da  questo  eespuglio  N.  i  parte  una  fibrilla  che  va  al  eespuglio 
N.  3,  oppure  dalla  fibrilla  che  unisce  il  eespuglio  N.  1  al  N.  2,  parte 
un  sottile  ramuscolo,  che  si  getla  su  di  un  cordone  a  rosario  del  ee- 
spuglio N.  3. 

La  ligura  N.  4  rappresenta  un  fatto  singolare. 

Dair  estremita  del  eespuglio  A  si  parte  ai  solito  una  fibrilla  che 
descrive  quasi  un  angolo  retto  e  ^a  a  spennellarsi  in  un  cordone  a  ro- 
sai'io,  scindendosi  prima  in  due  fibrille.  Ma  guardando  attentamente  si 
vede  che  dalla  branca  del  filamento  di  sinistra,  che  termina  con  un  nu- 
cleo  ed  a  circa  nieta  di  delta  branca,  si  origina  una  sottile  fibrilla,  la 
quale  passa  sopra  il  cordone  a  losario  e  va  a  gettarsi  sulla  terniina- 
zione nervosa  B,  ove  finisce :  e  si  vede  inoltre  che  dalla  parte  desti'a 
del  cordone  a  rosario  in  parola  si  stacca  una  fibrilla.  che  termina  su  di 


367  — 


un  cordone  a  rosario  del  ccspuglio  B :  abbiamo  in  altre  parole  le  due 
terminazioni  nervose  anastomizzate  Ira  di  lore  per  un  doppiojcgame  : 
uno  diretto  e  Taltro  indiretto.  Ma  cio  non  e  tutto:  dall' ultimo  granulo 


FiGUKA  4.  —  J.  cespuglio  sulla  flbra  scnra  a  destra.  —  Ji  cespugllo  sulla  fibra 
chiara  a  sinistra.  —  O  cespnglio  sulla  fibra  obliqna  in  centro. 

delia  estreniita  sinistra  del  delto  cordone  a  rosario  si  parterun'  altra 
fibrilla,  che  ridiseende  in  basso,  tenendosi  quasi  parallela  al  nervo  da 
cui  deriva  il  cespuglio  i,  lo  attra versa  formando  un  angolo  quasi  retto, 
piega  a  sinisti-a  e  terniina  nel  cesj)ugIio  C,  che  ha  origini  separate  dai 
cespugli  A  G  B  e  giace  inoltre  in  un  altro  piano. 

Mi  sembra  questo  un  fatto  motto  importante,  perche  esso  ci  rileva 
qualche  cosa  piu  dell'  anastomosi  Ira  terminazione  e  terminazione ;  in- 


—  368  — 

latti,  trascurando  i!  raimiseolo  clio  la,  \wv  cosi  dire,  comunicare  direl- 
tamenle  il  cespii^lio  A.  eol  cesj)ugiio  /A  noi  abbiamo  clie  il  cordonocen- 
tralc  a  losario,  da  ciii  liamio  oiigine,  od  a  ciii  terminano,  le  tie  iibrille, 
die  lanno  anastomizzare  tra  di  loro  le  tre  teniiinazioni,  e  una  specie  di 
centio  conuine,  una  vera  stazione  di  arrivo  o  di  partenza. 

Ed  abbiamo  inollre  che  diverse  fibre  imiseolari  sono  tra  di  loro  in 
comunicazione,  dii'o  eosi,  nervosa. 

Or  siccome  IVa  lutte  le  terminazioni  nervose  di  una  Rami  Esni- 
lenfa  o  di  un  DimufJossus  Pictits  pareccliie  si  troveranno  nelle  condi- 
zioni  oia  desciilte,  io  credo  die  a  tale  rei)erto  si  possa  attribuire  una 
importanza  maggiore  di  quella  che  ha  una  semplice  anastomosi  inter- 
terniinale. 

Devo  ancora  notare  che  in  casi  di  |)iii  cespugli  riuniti  fra  di  loro, 
non  mi  e  occorso  di  trovare  una  librilla  die  termini  in  un  fuso  neuro- 
muscolare :  cosa  che  puo  dipendere  dai  maneggi  di  tecnica. 


L'  altra  |)ai'licolaril:i  da  me  risconliala  nelle  terminazioni  nervose 
delta  Riina  csriflenta  e  del  Disror/lossNs  Pich/s,  ha  un  certo  valore  per 
alcune  recenti  osservazioni  fatte  dal  llulTini ,  dall'  A])athy  e  dal  Per- 
roncito  non  sui  cespugli  del  Kiihne,  nia  suite  placche  del  Rouget. 

In  molti  cespugli  del  Kiihne  si  notano  dei  tilamenti,  simili  a  quelli 
descritti,  che  |)artendo  dai  cordoni  a  rosario  raramente  vanno  a  linire 
sulla  stessa  libra  muscolare,  ma  di  solito  si  uniscono  a  fibre  piii  o  meno 
lontane. 

La  loro  origine  e  i)erlettamente  uguale  a  (juella  delle  fibrille  delle 
anastomosi :  doe  dai  granuli  o  dalla  sostanza  granulosa  del  cordone  a 
rosario,  in  prevalenza  dai  primi ;  qualche  volta  presso  un  nudeo  di  ar- 
borizzazione,  che  si  trova  sovi'apposto  in  niodo  da  nascondere  1'  origine 
delta  fibrilla. 

Essa  e  isotropa,  nuda  e  decorre  nello  stesso  piano  della  termina- 
zionc  nervosa,  raramente  ne  oltiejjassa  i  limiti :  il  suo  contegno  e  vario, 
il  pill  delle  volte  e  dritta,  quasi  |)erpendicolare  alia  libra  muscolai-e.  dove 
giace  il  cespuglio  che  la  origina,  e  se  ne  allonlana  per  la  lunghezza  di 
due  0  tre  fibre  muscolari ;  altre  volte  la  fibrilla  e  piegata  qua  e  la  con 
angoli  a  vertice  curve:  rare  volte  si  avvolge  a  si)ira  ad  una  fibra  mu- 
scolare e  su  di  essa  termina;  in  un  sol  caso  essa  si  avvolgeva  successi- 
vameute  a  spira  attorno  a  due  fibre  muscolari  e  lerminava  sulla  seconda. 

Poche  volte  (piesta  fibrilla,  che  va  olti-e  alia  terminazione  nervosa, 


—  369  — 


non  si  trova  iRM-peiulioolare  alia  iibni  iniiscolare,  ma  giace  liiiigo  di  essa, 
percorrendola  i)er  uii  biion  Iratlo  a  zig-zag. 

Ouesta  fil)nlla  generalmente  si  trova  iinica,  ma  |>iio  l)iroicarsi  od 
assumeiT  la  forma  di  iin  y:  si  lia  in  (iiiesto  caso  una  ligura  molto 
elegante. 

Ordinariamenle  da  un  cordone  a  rosario  |)rende  oi'igine  una  sola 
fibrilla  ullraterminale ;  aleune  \oHe  due. 

A  questo  jninto  devo  dieliiarare  che  parlando  di  librilla  ulti-a-ter- 
minale  intendo  di  usare,  senza  discuterne  il  valore,  la  espressione  usata 
per  un  dato  anatomico   simile  dal  prof.  Ruffini. 

II  eordone  a  rosario  si  coinporta  qui  eome  nel  caso  precedente,  in 
cui  una  librilla  riunisce  due  terminazioni  nervose:  cioe  il  ])iii  delle  volte 
prosegue  dritto  il  suo  percorso,  sebbene 

in  qualclie  caso   formi   una  piccolissima  :  ./ 

ansa.      '  I  --^s 

Nel  suo  percorso  la  librilla  ullra- 
terminale puo  avere  dei  grossi  nuclei 
rotondi  od  ovalari,  in  cui  si  distingue 
benissimo  una  parte  periferica  molto 
grande,  clie  si  colora  debolmente,  ed  una 
parte  centrale  piii  piccola,  che  si  colora 
intensamente :  la  librilla  passa  so|)i"a  di 
essi  come  se  fossero  dei  sostegni :  il  loro 
numero  e  vario.  possono  mancare,  e  vi 
sono  librille  in  cui  se  ne  contano  sino 
a  ti'e. 

Una  sola  volta  (lig.  o)|la  librilla 
ultra-terminale  giunta  a  certa  dislanza 
dalla  terminazione  nervosa  si  spennellava 
in  un  piccolo  cordone  a  rosario,  da  cui 
partiva  iiu'altra  librill  i  ultra-lerniinale,  clie  andava  a  linire  in  una  libra 
muscolare  vicina. 

II  modo  di  sj)ennellarsi  di  coteste  librille  ulti'a-terminali  e  presso 
che  identico  in  tutte  ;  esse 'si  fermano  presso  un  nucleo  e  quivi  brusca- 
mente  si  sfioccano  in  un  cordone  a  rosario,  piiittosto  cospicuo,  che  va 
gradatamente  diminuendo  di  spessore. 

Ouando  la  librilla  ultra-terminale  non  si  sdoppia  si  ha  il  cordone 
a  rosario  da  un  solo  lato,  nei  casi  in  cui  sin  da  principio  la  librilla  ultra- 
terminale  si  e  sdoppiata,  ciascuna  delle  due  librille  secondarie  da  oi-igine 
ad  un  piccolo  cordone  a  rosario  rivolto  verso  il  propi-io  lato.  Alle  volte 


FiGUKA  5. 


370 


(fig.  ())  la  librilla  iiltra-terminale  siibito  (lo|)o  il  nucleo  si  divide  in  due 
tratti  die  si  spennellaiui  eiascuno  in  un  cordone  a  rosario :  poclie  volte 
una  librilla  ultra-terniinale,  clie  non  si  e  allatto  divisa,  forma  un  cor- 
done a  rosario,  clie  si  prolunga  da  una  banda  e  dall'  altra  della  fibrilla. 
Un  modo  particolare  di  terniinazione  delle  librille,  che  mi  e  capitato 
di  osservare  in  tutto  due  volte,  eonsiste  nel  fatto  clie  dopo  un  certo  de- 
corso  la  fibrilla  si  fernia  bruscamente  e  termina  in  una  jiiccola  areola 
oscura  di  diametro  (juasi  uguale  a  quello  della  fibrilla. 


FlGUR-A  6. 


II  cordone  a  rosario  lormalo  dalla  fibrilla  ultra-terminale  nulla 
offre  di  parlicolare  :  c  piuttosto  piccolo  e  privo  dei  nuclei  di  arboriz- 
zazione. 

11  prof.  Uul'lini  non  pote  con  precisione  stabilire,  dove  queste 
fibrille  terminassero,  ad  ogni  modo  ritiene  die  vadano  a  linire  in  plac- 
chette  rudimentali. 

II  Perroncilo  a  sua  volta  vide  (jualdie  cosa  di  jiiii  importante 
che  cioe  questa  fibrilla  ullra-lerminale  «  sa  a  raggiungere  un  luso  mu- 
«  scolare,  ad  una  certa  distanza  dalla  caratteristica  terminazione  ner- 


—  371  — 

«  vosa  del  fuse  stesso,  c  ([ui  o  teimiiia  subito  in  iino,  due  o  tre  bot- 
«  loiii  0  in  una  i)iacchetta  rudinieiitale,  opj)ure  jirinia  di  terniinare,  at- 
«  taceandosi  strettamenle  alia  soltile  libra  muscolare  del  I'uso,  decorre 
«  per  un  tratto  della  sua  superficie  con  carattere  epilemmale  ». 

Qui  si  tratterebbe  in  altri  termini  di  una  intima  connessione  Ira  la 
terminazione  motrice  ed  il  I'uso  neuro-niuscolarc. 

Le  mie  ricerclie  fatte  con  la  maggiore  diligenza  possibile  e  su  pre- 
|)arati  eseguiti  con  la  massima  cui-a  per  impedire  alterazioni  meccani- 
che,  non  mi  hanno  permesso  di  conlermare  ({uesta  importanic  partico- 
larilii ;  ho  visto  invece  in  ogni  caso  clie  queste  librille  ultra-terminali 
vanno  a  linire  in  fibre  muscolari  munite  di  cespugli  del  Kiihne. 

11  Pei"roncito  osservo  che  la  maggior  parte  delle  librille,  che  si 
partono  dalla  terminazione  nervosa,  si  originano  dal  cilindrasse  prima 
che  formi  la  terminazione,  ed  a  ({ueste  da  pure  il  nome  di  librille  ulti-a- 
terminali. 

A  dir  vero  io  penso  che  non  si  convenga  tale  denominazione  a 
queste  librille,  che  anch'  io  ho  potulo  varie  volte  notai'c,  poiche  si  con- 
netterebbe  il  valore  di  librilla  che  \mvie  ed  oltrepassa  la  terminazione ; 
mentre  capita  alle  volte  che  il  cilindrasse,  liberatosi  dalla  mielina  e 
dalle  guaine  di  Schwann  e  di  Henle,  prosegua  nudo  per  un  buon 
tratto  spennellandosi  ])oscia  in  un  cespuglio  e  sarebbe  curioso  che,  j)er 
questo  latto  di  un  lungo  cilindrasse  nudo,  si  dovesse  considerare  quel 
cespuglio,  simile  in  tutto  agli  altri,  come  una  terminazione  ultra-termi- 
nale.  INe  vale  il  dire  che  la  suddivisione  della  librilla  ultra-terminale 
rappresenta  una  piccola  terminazione,  perche  capita  spesso,  s|)ecie  nel 
Dixoglossus  Pictus,  di  vedere  cilindrassi,  simili  in  tutto  agli  altri,  ap- 
pena  divenuti  nudi,  sjiennellarsi  in  cespugli  piccolissimi,  che  quasi  non 
meritano  questo  nome  di  cespuglio  essendo  ridotti  a  due  o  tre  cordoni  a 
rosario  brevissimi. 

Ouesto  pero  vale  per  i  casi  da  me  illustrati,  in  cui  la  librilla  ultra- 
terminale  non  finisce  nel  tiiso  neuro-muscolare  ;  ma  })er  i  casi  citati  dal 
Perroncito  la  questione  cambia,  perche  li  abbiamo  un  dato  ditteren- 
ziale  che  e  il  raodo  di  terminare  della  fibrilla  diverse  da  quelle  della 
placca  motrice. 

A  proposito  di  quest'  ultima  particolarita  anatomica  devo  osservare 
che  essa  corrisponde  a  quella  descritta  dal  Rut'Cini  e  dal  Perroncito; 
tanto  pill  che  I'  ho  anche  ottenuto  in  \ari  preparati  di  Lacerin  }Juralis, 
come  r  ottenne  il  Perroncito. 

Credo  anche  di  poter  considerare  come  [simile  a  (juesti  il  reperto 
rappresentato  dalla  lig.  4'^;  j)oiche  daU'esame  comparativo  risulta  chiara 


—  372  — 

la  loro  ideiilita,  tanto  da  rice\ert'  1'  inipressionc  di  \vc  librille  iillra-lci'- 
ininali  a  curd  one  a  rosario  imico. 

E  ccrtamenle  di  grande  importanza  determinaie  (juali  rappoili  csi- 
stano  tra  le  terminazioni  ncrvose  e  le  fibrille  niiiscolari  i)iimitive,  i)uiche 
la  conoscenza  miniita  di  questi  fatti  polrcbbe  darci  la  spiegazione  della 
rapidita  di  contrazione,  di  ciii  sono  dotale  le  fibre  muscolari  striate ; 
e  lion  e  improbabile  clie  questi  rapporti  siano  cosi  intimi  da  inettere 
in  contatto  diretto  V  elemento  nervoso  con  la  librilla  niuscolare  |)ri- 
mitiva. 

II  prof.  iMondino,  servendosi  di  una  tecnica  speciale,  vide  nei 
ces[)ugli  del  Jviiline  die  «  il  cilindrasse  arrivato  in  contatto  della  libra 
«  muscolare,  si  divide  in  tre,  quattro  fascetti  di  fibrille  cilindrassili  ve- 
«  stiti  di  una  inverniciatura  di  mielina....  »  ed  aggiunge  die  ((....sono 
«  sottoposte  al  sarcoleinnia,  i)oiclie  si  vedono  lornire  tratto  tratto  nel 
((  loro  breve  tragitto,  fibrille  nervose  primiti\e  die  si  distribuiscono 
((  agli  elementi  muscolari ;  in  tali  fibrille  i)oi  finiscono  col  risolversi 
((  alle  loro  estreiiiita.  Oueste  fibrille  a  rosai-io  decorrono  secondo  le  co- 
((  lonne  muscolari,  ma  risolvendosi  ripetutamente  in  arcate  nei  Ion* 
«  punti  di  pill  cospicuo  rigonfiamento  arrivano  ad  estendei-si  a  tulla  la 
((  fibra  muscolare.  » 

E  jtoiche  vide  qualche  cosa  di  simile  anclie  nelle  placclie  del  11  ou- 
get,  egli  ne  conclude  die  «  la  relazione  die  incontrano  queste  fibrille 
((  cogli  elementi  muscolari  a  livello  della  stria  di  Amici  si  puo  ritenere 
((  valga  appunto  a  provocare  in  un  sol  tempo  la  contrazione  della  serie 
((  degli  elementi  contrattili,  onde  consta  la  fibra  muscolare  primitiva 
((  del  muscolo  striate,  dappoidie  essi  riescono  innervati  uno  |)er  uno : 
«  nella  quale  disposizione  sta  la  ragione  della  dillerente  ra])i(lita  di 
»'  contrazione  della  fibra  muscolare  striata  in  confronto  alia  liscia.  » 

Questa  deduzione  e  importante,  perclie  ci  da  un  dato  anatomico 
come  Ibndamento  dell' atto  funzionale  caratteristico  della  fibra  muscolare 
striata. 

Pure  la  maggior  i)arte  degli  osservatori  non  lerma  I'altenzione  su 
questa  particolarita  descritta  dal  Mondino. 

Le  tre  |)articolarita  anatomidie  da  me  I'isc-ontrate  moslrano  die  dai 
cordoni  a  rosario  si  |)artouo  dei  lilamenti  in  cosi  gran  numero  ed  estesi 
in  modo  tale  die  la  maggior  parte  delli^  fibrille  muscolari  primitive 
contraggono  rapporti  con  le  diverse  terminazioni  nervose :  senza  andare 
agli  estremi  di  una  rete  nervosa  a  niaglie  ])oligonali  cliiuse,  non  po- 
trcbbe  la  i-apidita  essere  determinata  da  queste  llbrille  sia  ultra-lermi- 
nali,  sia  di  anastomosi  ? 


In  (|uesto  caso  |)0i'o  mi  senibra  die  il  nonio  di  lihrilla  o  termina- 
ziono  iiltra-teiniinale  |)o,ssa  gencrarc  iin  equivoco, 

-Ma  senza  eiitrare  a  discutere  la  proprieta  dell'  esj)ressione  usala  dal 
Uiiiriiii  per  queste  librille,  iie  le  ipotesi  die  si  sono  liitte  e  die  si  po- 
trebbero  fare  siil  loro  valore  fuiizionale,  io  mi  limito  a  far  conoscere 
colla  presente  nota  che  nelle  terminazioni  nervose  degli  anfibi  aiuiri 
esiste  ([iiella  particolarila  di  struttiua,  a  cui  il  Ruft'ini  ha  dato  il  nome 
di  lerminazione  ullra-terminale,  e  die  essa  si  piio  ragionevolmente  eon- 
IVontare  ai  penti  anaslomotici,  che  si  trovano  nelle   terminazioni  stesse. 


ISTITUTO      AN  A  TOM  ICO     DI     FIUEXZK. 


Prof.  GIULIO   CHIARUGI. 


La  segmentazione  delle  uova  di  Salamanc/rina  persplci/lata. 

(Contiunazioue  e  line.  Vedi  Vol.  X,  pag.  ITG).  {') 


IV. 

Sl/nlio  iiiirrosropico  drlle  i/oai  in  sef/nioifazione. 

Per  Io  studio  mieroscopico  delle  uova  in  segmentazione,  (jueste 
vengono  fissate  per  mezzo  del  liquido  del  (iilson  e  sottoposte  conse- 
cntivamente  ai  consueti  trattamenti  eon  alcool,  prima  a  30°  (addizionato 
di  tintura  di  .lodio),  poi  a  70",  e  in  (juesto  vengono  conservate.  Mentre 
si  liberano  le  uova,  prima  della  lissazione,  dall'involucro  esterno  e  dal 
medio,  si  estraggono  dall' involucnt  interno  (juando  lianno  soggioi-nato 
qualche  tempo  in  alcool  a  70". 

11  materiale  cosi  preparato  |)uo  essere  utilizzato  in  duplice  maniera: 
0  si  fannno  delle  uova  delle  sezioni  in  serie  o  si  allestiscono  dei  pre- 
parati  d'  insieme. 

Per  eseguire  le  sezioni  in  sei'ie  le  uova  vengono  induse  in  parat- 
lina,  le  sezioni  sono  lissate  colTacipia  sul  vetrino  e  colorite;  ho  gene- 
ralmente  ])referito  la  colorazione  col  carminio  boracico. 


(')  Per  ragioui  indipeiideuti  dalla  iiiia  volonta,  Iio  dovuto  ritardare  lino  ad  oggi  la  pubblicazione 
degli  iiltinii  paragrafi  di  questa  Xota,  pnr  esseudo  da  molto  tempo  gifi  pronto  il  materiale  relativo. 


374 


La  liccliczza  delle  uo\;i  in  deiitoplasnia  rendi'  singolarniente  dif- 
ficile ottenere  biione  preparazioni  ed  ocrunono  |)aiticolari  cautele,  che 
saranno  in  altro  inoniento  iiiimitainente  indicate,  per  ottenere  risultati 
soddisfacenti. 

Le  preparazioni  d'insieme  rendono  buoni  ser\igi  pei-  le  lasi  avan- 
zate  di  segmentazione  e  particolarmente  per  lo  studio  dell'emisfero  ani- 
male.  Ecco  come  debbono  essere  esegiiite:  in  nova  cbe  trovinsi  in  al- 
cool  a  70°,  colla  punta  degW  aglii  si  isola  nn  framniento,  cosi  ad  es.  si 
puo  isolare  tiitto  I'emisfero  animale;  dopo  trattaniento  con  alcool  a  con- 
centrazione  crescente  e  infine  con  alcool  assoiiilo  si  riscliiara  il  framinento 
in  un  olio  essenziale  e  si  monta  nel  balsanio  fra  due  vetrini  copriog- 
getti  tenuti  a  conveniente  distanza  per  mezzo  di  un  cei'cliietto  di  vetro; 
cosi  si  piio  bene  esaminare  Tuna  e  Faltra  superlicie. 

Le  preparazioni  d'  insieme  eseguite  nella  maniera  anzidetta  ci  ser- 
vono  per  prendere  idea  del  grado  al  (|ua!e  la  segmentazione  e  arrivata 
oltrepassato  che  sia  lo  stadio  a  32  blastomeri,  (piando  cioe  la  nuniera- 
zione  di  questi  riesce  da  prima  ditlicile  poi  addirittura  impnssibile. 

Mettendo  a  sviluppare  uova  a  quattro  blastomeri  alia  temperatura 
costante  di  lo°  (1  e  raccogliendone  di  tre  in  tre  ore,  misuravo  il  diametro 
medio  delle  cellule  superficiaii  delta  regione  corrispondente  al  |)oIo  su- 
periore.  Naturalmente  questo  diametro  va  durante  la  segmentazione 
diminuendo  ma  non  in  maniera  uniforme.  Dalla  12='  alia  Si'^  ora  la  di- 
minuzione  e  i)iu  rapida  di  quello  die  non  sia  dalla  2^^  alia  48^ 

l*er  dare  idea  dei  valori  oltenuti,  riportero  le  seguenti  cilre,  le 
quali,  come  e  perfino  superlluo  accennare,  non  hanno  die  un  valore 
approssimativo  : 

Dopo  12  ore  di  sviluppo,  a  lo°C,  dallo  stadio  \  blastomeri.  le  celhde 
del  polo  superiore  misuravano  in  media  191)  a,  dopo  21  ore  ne  misura- 
vano  110,  do])0  36  ore  ne  misuravano  'iS,  dopo  18  ore  ne  misuravano  30. 

Per  la  cronologia  del  processo  di  segmentazione  va  notato  die  i 
fenomeni  nudeari  die  preludiano  ad  una  fase  di  segmentazione  incomin- 
ciano  e  si  compiono  prima  die  la  fase  precedente  sia  arrivata  al  suo 
tcrmine.  In  novo  con  il  \°  solco  meridiano  die  interessi  soltanto  un 
terzo  delta  circonferenza,  il  nucleo  di  ciascun  lilastomero  e  (juiescente, 
ma  tosto,  prima  die  il  solco  raggiunga  I'  e(|uatore,  si  trova  nello  stadio 
della  j)lacca  equatoriale.  In  novo  con  il  prime  solco  meridiano  com|)leto 
ma  net  (juale  il  sccondo  mei-idiano  non  lia  raggiunto  ancora  il  |)olo  in- 
fcriore,  i  nuclei  dei  ({ualiro  blastomeri  sono  in  nunimento  cinetico,  e  la 


—  375  — 

loro  (livisione  o  terminata  e  sono  gia  toniati  alio  state  di  nuclei  quie- 
scent! (|uancl()  11  secondo  solco  meridiano  e  complctn  nia  non  si  Iianno 
ancoi'a  tracce  del  priino  solco  orizzontale. 

Ed  ora  (jualclie  osservazlone  sul  meccanisnio  col  (juale  si  opera  la 
separazione  dei  blastomeri  quando  gli  atti  interni  del  processo  carioci- 
nelico  sono  coinj)iuti.  11  solco  die  indica  superliciahnente  rintervallo  fra 
due  hlastomeri  IVatelli  non  si  a|)profonda  in  principio  fra  I'uno  e  I'altro; 
pero  alio  spigolo  col  quale  esso  tennina  fa  seguito  un  sepimento  che  sta 
fra  le  due  cellule  ed  e  coniune  ad  ambedne;  soltanto  j)iu  tardi  questo 
divisorio  si  delaniina.  La  delaminazione  incomincia  dal  fondo  del  solco 
su|)erficiale  e  dall'  estremita  opposta,  percio  nei  pi-inii  stadii  dalla  cavita 
di  segnientazione.  la  quale  si  prolunga  in  un  solco  simile  al  superli- 
ciale  fra  i  due  blastomeri  contigui. 

Che  realmente  il  sepimento  del  (|uale  so|)ra  e  fatio  cenno  rimanga 
per  qualche  tempo  indiviso,  e  chiaramente  rivelato  dalla  disposizione 
che  in  esso  |iresentano  i  granuli  di  pigmento:  non  esiste  una  duplice 
stria,  ma  una  stria  semj)lice  di  granuli  di  pigmento  a  punti  piu  grossa, 
a  punti  |)iu  sottile  o  interrotta  e  da  ciascun  lato  in  continuazione  di- 
retta  col  pigmento  gi'annlai-e  dell"  iuterno  di  ciascun  blastomero:  sol- 
tanto pill  tardi  compare  una  dop])ia  stria  |)iginentata,  che  indica  die  il 
processo  di  delaminazione  si  e  coinpiuto. 

Chi  esamini  ad  es.  uno  stadio  a  2  blastomeri,  quando,  anche  su- 
j)erlicialmente,  la  di\isione  e  incomjileta,  rede  dallo  strato  pigmentato 
corticate  nascere  un  setto  indiviso  |)igmentato  che  si  insinua  net  \i- 
tello  e  tormina  con  una  estremita  leggermente  ingrossata  continnantesi 
in  una  nubecola  di  granuli  di  |)igmento.  E  il  progressi\o  svilu|)|)(t  di 
questo  setto  che  accenna  alia  divisione  fra  le  due  cellule,  le  quali  non 
diventeranno  distinte  se  non  quando  il  setto  si  sara  delaminato.  Cosl  lo 
strato  protoplasmatico  superliciale  pigmentato  e  la  ma  trice  dalla  quale 
procedono  i  sepimenti  divisorii  fra  le  cellule. 

I  inedesimi  fatti  si  verilicano  in  stadii  piii  aNanzati  di  segmentazione. 

La  struttura  dell' novo  nei  primi  stadii  di  segmentazione,  cosi  nello 
stadio  a  due  blastomeri,  specialmente  (piando  la  divisione  e  incomjdeta 
ed  esistono  le  particolarita  di  struttura  sopra  indicate,  fa  comprendere 
che  qualunque  operazione  diretta  a  distaccare  Tun  blastomero  dairaltro 
non  inio  riuscire  perfetta  e  dei  materiali  spettanti  ad  una  cellula  deb- 
bono  di  necessita  rimanere  insieme  all'altra.  A  cio  pero  non  intendiamo 
di  altribuire  inqiortanza  nelFapprezzamento  dei  risultati  interessanti  che 
si  sono  avutl  dallo  studio  dello  s\iliip|)o  di  blastomeri  isolali. 


376 


Lo  studio  (k'l  inec'canisnio  col  (|iialc  si  coinpio  la  scparazioiu'  Ira 
blastomero  e  blastoniero  ci  da  occasione  di  ossersarc  come  il  j)roto|)lasnia 
|)i;^menlalo  itcrvada  la  sostanza  dell'  novo.  Possiamo  Ibiidai-e  la  descri- 
zione  su  (luaiilo,  ad  escinpio,  si  osserva  uello  sladio  a  i  blastoineii.  Nei 
seginento  su|)eriore  dell'iioNo  iin  sottile  stralercllo  corticale  e  riccamente 
infillndo  di  pigiueiito,  ma  snhilo  al  di  sotto  i  gianuli,  abhondanti.  sono 
(lissriiu)Kili^  Ira  le  sferule  \ilelline  piuUoslo  piccole;  ma  procedendo 
verso  il  centre  dell'  novo  il  pigmento  diminiiisce  di  (piantita  e  rade 
grannlazioni  si  tnnano  IVa  le  sferule  vitelline  via  \ia  |)iii  \oluminose. 
Net  segmento  inl'erioie  il  pigmento  e  scarso  negli  strati  superliciali,  ma 
diminuisce  ancora  andando  dalla  su|)erlicie  verso  il  centro.  E  nella  re- 
gione  centrale  dell' novo  specialmente  in  (|uella  parte  die  rimane  al  di 
sotto  del  piano  e(|uatorialc  che  si  trovano  le  sl'eriile  vitelline  \)\ii  grosse 
c  sono  pill  piccoli  e  piii  radi  i  granuli  di  pigmento. 

La  stria  pigmentata  che  scende  dalla  coi-teccia  a  dividei'e  un  bla- 
stoniero dair  altro  e  un  centro  di  dilTusione  di  granuli  di  pigmento  e 
cio  si  accompagna  colla  diminuzione  net  volume  delle  sferule  vitelline 
nella  regione  immediatamente  contigua;  cio  verisimilmente  j)erclie  lorni- 
scono  esse  il  maleriale  a  spese  del  (juale  il  protoplasma  pigmentato  si 
costitiiisce.  Si  vede  dun(|ue  il  sepimento  divisorio  fra  i  blastomeri  ric- 
camente inliltrato  di  pigmento  e  la  sostanza  vicina  con  granuli  disse- 
minati,  piii  radi  via  via  die  si  precede  verso  la  parte  centrale  del 
blastomero.  Dal  tin  (jui  detto  si  comprende  die  la  regione  circostante 
al  nucleo  e  poverissima  in  i>iginento. 

Diremo  ora  della  cavita  di  segmentazione.  Essa  fa  la  sua  coni|)arsa 
(|uando  non  e  ancora  terminata  la  divisione  detl' novo  nei  j)rimi  due  bla- 
stomeri. In  novo  net  ((uale  il  primo  soico  meridiano  non  interessa  che 
un  terzo  della  circonferenza  dell'  novo,  la  cavita  di  segmentazione  e,  in 
sezione  |)erpendicolare  al  piano  di  divisione,  in  foi'iiia  di  un  piccolissimo 
occhidlo  die  corrisponde  ed  e  contenuto  nell'  estremo  della  stria  pig- 
mentata formante  il  sej)imento  divisorio  fra  i  due  blastomeri;  essa  si 
trova  air  altezza  dei  nuclei.  Jien  presto  le  sue  dimensioni  si  accrescono: 
cosi  in  novo  nel  (piale  il  primo  solco  meridiano  non  raggiunge  ancora 
I'  e{|uatore  la  delta  cavita  e  discretamente  am|)ia,  a  forma  di  pera,  colla 
grossa  estremita  in  basso;  la  stria  pigmentata  die  sta  nel  limite  dei 
(hw  blastomeri  raggiunge  Tapice  di  questa  ca\ita  piriforme  e  delami- 
nandosi  ne  costituisce  le  pareti,  mentre  dal  punlo  di  mezzo  della  l)ase  si 
ricostituisce  in  una  stria  |)igmentata  per  ora  bre\issima.  La  cavita  di 
segmentazione  e  ugualmente  estesa  nei  \arii  suoi  diamelri;  il  massimo 


—  377  — 

(li'lla  sua  ampiczza  corrisponde  all'  altezza  dci  nuc-lei.  Oiiesti  sono  piii 
vicini  alia  siipedicie  die  limita  la  cavita  die  alia  siipcrficie  estenia 
(loir  novo.  Col  rendorsi  conipleto  il  prinio  soico  moridiano  si  nota  il  gra- 
(liialc  estendersi  della  cavita  di  segiuentazione  verso  il  polo  inferiore. 

In  iio\o  a  4  blastonieri  la  cavita  di  segiuentazione  ingrandila  appa- 
risce  in  sezionc  orizzontale  a  figura  losangica  coi  lali  convessi  verso  il 
centro  e  gii  angoli  direlti  verso  gli  interslizii  dei  J3lastomeri  tra  i  qiiali 
si  insiniiano  al(|uanfo.  Le  sezioni  verticali  dimostrano  che  ii  massimo 
della  sua  anipiezza  corrisponde  alia  altezza  dei  nuclei  e  percio  cade  al  di 
sopra  del  piano  equatoriale ;  i  nuclei  sono  piii  |)rossimi  ad  essa  die  alia 
superlicie  estenia  dell' novo;  la  cavita  si  i-esiringe  piii  rapidaniente  verso 
il  polo  supcriorc  die  verso  1' inferiore  e  al  prinio  si  avvicina  assai  colla 
sua  punta.  La  superlicie  cdlulare  che  la  ddiniila  c  ra|)prescnlala  da 
un  sottilissimo  straterdlo  greniito  di  granuli  di  pigniento,  die  lacil- 
iiienle  si  distacca  dal  vitello  sottostante,  il  (juale  la  seguito  al  sejii- 
mento  pignientato  die  sta  fra  i  blastonieri. 

In  uova  a  8  blasloineri  la  cavit;i  e  ancora  aumentala;  la  sua  niag- 
giore  ampiezza  corrisj)on(lc  a  livello  del  solco  latitudinale;  e  liniilata 
dalla  superlicie  interna  convessa  ddle  varie  cellule  e  coi  suoi  angoli  e 
s|)igoli  si  insinua  abpianto  fra  1'  una  e  1'  altra.  Si  puo  a  questo  stadio  gia 
|)arlarc  di  un  telto  della  cavita  di  segnientazione  fatto  dalle  cellule  che 
lanno  capo  al  |)olo  superiore  e  di  una  base  coslituila  dalle  grosse  cel- 
lule del  seginenlo  inferiore. 

Senza  descrivere  la  cavita  di  segnientazione  in  ciascuno  dei  successivi 
stadii,  ci  liniiteremo  a  costatare  die  in  uova  die  non  abbiano  raggiunto 
le  18  ore  dallo  stadio  a  4  blastonieri  (a  teniperatura  di  IS**)  il  tetlo  e 
formato  da  un  solo  piano  di  cellule,  nia  da  18  ore  in  la  coinincia  in  esse 
una  divisione  tangenziale  e  ne  risultano  due  piani  di  cellule  sovrapposte. 

Oltrei>assale  le  27  ore  dal  piincijiio  della  segnientazione,  la  cavita 
di  segmentazione  apparisce  appiattita  in  sense  verticale;  corrisponde 
alia  parte  superiore  dell'  novo;  e  limitata  in  alto  da  una  linea  concava, 
in  basso  da  una  linea  convessa;  il  tetto  luisura  circa  un  terzo  della 
base  ed  e  formato  da  2  o  3  piani  di  cellule:  (|iiattro  cellule  al  piii  so- 
vrapposte si  trovano  iid  pavinienio  lungo  la  linea  ove  ha  il  massimo 
di  grossezza. 

Nello  studio   della    cavilii  di  segmeiilazione  abbiamo  accennalo  al 

fatto    die  i  blastonieri  presentano   ndia   superlicie  die  prospetta  \erso 

la  cavita  uno  straterdlo  assai  pignientato  in  conlinuazione  con  quelle 

primilivamente  semplice   poi  ddaniinato  che  sta  fra  blaslomero  e  bla- 

slomero.  Ouesto  slralerdlo   comincia  a  un  certo  niomcnto  a  mostrarsi 
M.  z. 


—  378  — 

noil  unirormcmeiitc  pigrnentato ;  talc  parlicolaiita  Immi  dimostrabilc  nei 
prej)arali  d'  insienic,  o  piii  ovidonle  nolle  cellule  del  lello,  dove  detto 
stralo  e  meglio  SNiIuppalo,  cioe  piu  rieeo  in  ^raiiniazioni  pi^nienlarie. 
Si  nola  clie  il  piginento  si  raccoglie  di  jji-eleienza  apj)mssiiiiali\aniente 
dove  11  blaslomei'O  e  piii  sporgente  verso  la  cavita  di  segmentazione  in 
un'  area  circolare  o  ovale  o  allungata  a  striscia  e  con  cliiara  disposizione 
relicolata.  Xon  sempre  questa  area  pigmentala  si  trova  nel  centre  della 
snj)erficie  clie  guarda  la  cavita  di  segmentazione  ma  puo  essere  sitiiala 
pill  verso  la  periferia  (*). 

La  descritta  particolarita  comincia  ad  essere  accennata  nolle  cel- 
lule del  tetto  di  nova  clie  si  sono  sviluppalo  per  12  ore  dallo  stadio 
a  4  blastomeii  alia  teinperatura  di  15°  ed  e  evidentissima  in  uova  clie 
abbiano  appena  da  tre  ore  oltrepassato  quelle  stadio. 

Clie  durante  la  segmentazione  esislano  diHerenze  fra  varii  grup|)i 
di  blastomeri  e  cosache  risulla  ad  uu  esame  superficiale  :  i  blastoraeri 
del  segnicnto  animate  in  conlVonto  a  quelli  del  segmento  vegetative,  i 
blastomeri  del  tetlo  delle  cavita  di  segnienlazione  in  confronto  a  (pielli 
clie  lie  costituiscono  il  iiavinionto,  dilleriscono  fra  lore  per  caratteri  a 
tu-tti  ben  noti.  Ma  un'  accurata  analisi  dimostra  un'  altra  singolare  ed 
interessante  difTerenziazione,  die  riguarda  le  cellule  del  telto  della  cavita 
di  segnienlazione.  Arrivali  al  momento  nel  quale  per  una  di\isi(»ne  tan- 
genziale  o  i)arallela  alia  superlieie  si  e  fornialo  nel  lotto  un  piano  su- 
perliciale  e  un  piano  prolondo  di  cellule,  ([uoste  in  ciascuno  dei  due 
piani  mostrano  caratteri  s|)0('iali.  Le  cellule  dello  sirato  su|)ei  iore  lianno 
le  superlici  libore,  corrispondenli  alia  superlieie  dell' novo,  (|uasi  pia- 
neggianti  o  l«ggerniente  convesse  e  tutle  regolarmente  livellate  su  una 
medesima  linea;  invece  la  su|)erricic  libera  delle  eellule  dello  strato 
proi'oudo,  la  quale  guarda  verso  la  cavila  di  segmenlazione,  e,  s|)ecial- 
niente  in  giovani  sladii,  rorleinemente  convessa  e  s|)(>rgenle  verso  la 
cavita.  Ma  cio  die  e  piii  interessante  e  la  difTorente  inanjera  colla 
quale  e  distribuito  il  |)ignienlo,  del  die  possiamo  jirendero  cliiara  idea 
collo  studio  di  jireparati  di  insieme.  Nolle  cellule  del  piano  superiore 
il  pigmento  e  accuinulato  in  uno  straterello  unitbrine  alia  superficie  della 
(•(^llula,  specialmonte  nella  faocia  libera,  inolire  nd  limili  Ira  collula  e 
cellula,  cli(*  spiecano  come  lineo  scure  mollo  e\i(lonli.  Nolle  cellule  del 


f')  Afl  nna  osserv^azione  anperficialn  si  i)otrebbe  supporrfi  cliR  il  jn^niento  fosso  raoeoUo  intorno  al 
luiclio,  ma  locliettaiulo  con  accurate/, zii  o  sp(!cialmente  prendeuilo  in  consirlerazioue  le  cellule  piii  pori- 
foiiclte  della  cupola,  le  (juali  si  vedoiio  di  lato,  Jipparisce  evidentissima  la  posizioue  supL-rficiale  del 
pigmento  dal  lat    della  cavitiY  di  segmeptaziono ;  il  cJie  poi  6  coufemiato  dall'  esuiuo  didle  sozioni. 


—  37y  — 

piano  |)rofondo  il  pigmcnto  6  ugiialmcntc  raccollo  in  uno  slratcM'cUo  su- 
|)ei"rK*iale  ma  in  ([uelia  sii|)ci'ticic  clie  guarda  la  caNita  di  sognionla/.iono 
non  ('  dislribnilo  unilbrmonienle,  ma  c  accnmiilalo  in  iin'area  circoscrilta 
clie  corrisimndo  alia  parte  piii  spoi-gcntc  della  t'ollnia  e  i\i  si  proscnta 
come  nello  stadio  immediatamente  precedente,  qiiando  il  tetto  era  lor- 
mato  da  una  sola  Ida  di  blastomeri. 

V. 

Di  alciine  anoinalir  di  scfjnmitazione. 

Anomalie  di  segmentazionc  |)ossono  essere  oltenute  sperimenlal- 
mente:  eosi  in  altre  (^omunicazioni  ('')  abbianio  leniito  parola  di  quelle 
iVe(|n(Mili  ad  osservare  quando  si  sollopongano  le  uo^a  a  bassa  lempe- 
ratura  e  si  riportino  poi  a  temperalura  ordinaria.  Ma  non  e  delle  ano- 
malie sperimenlali  clie  intendiamo  ora  occu|)arci;  accenniamo  invece  a 
([uelle  non  rare  ad  incontrarc  in  uova  clie  si  sviluppino  in  condizioni 
lisiologiclie  e  clie  possono  lorse  dipendere  da  congenite  deviazioni  dal 
tipo  noi'male  di  sti'uttura. 

Avvertiamo  di  non  essere  andati  espressamente  alia  ricerca  di 
queste  clic  ])ossono  esser  designate  come  anomalie  sponlanee  di  seginen- 
tazione,  ina  di  aver  preso  ricordo  di  quelle  clie  ci  sono  capitate  nel 
corso  di  altre  osservazioni ;  sicche  il  numero  dei  casi  I'accolti  e  assai 
esiguo  e  di  pochi  soltanto  |)arleremo. 

Piii  volte  ci  e  occorso  di  osservare  una  distintissima  asimmetria  del 
1"  solco  meridiano:  esagerandosi  una  disposizione  IVequentissima  ad  in- 
contrarc e  gia  considerala  come  \ariazione  lisiologica,  il  |)rinio  solco 
puo  dividere  I'uovo  in  due  meta  di  \olume  enormemente  dill'eiente. 

Fu  osservato  un  novo  in  uno  stadio  nel  quale  esistevano  neH'emi- 
sfero  animate  tre  solclii  meridiani  clic  muovevano  dal  polo  e  si  prolun- 
garono  piii  tardi  nell'emisfero  vegetativo;  essi  al  moniento  delta  prima 
osservazione  erano  ugualmente  incompleti.  Cosi  1'  novo  in  questo  stadio 
era  diviso  incompletamente  in  tre  cellule.  Successivamente  ciascuna  di 
(pieste  per  un  solco  essenzialmente  a  decorso  meridiano,  ma  clic  prese  ori- 
gine  per  ciascuna  cellula  a  varia  distanza  dal  polo,  si  divise  in  due,  ot- 
tenendosi  un  novo  a  sei  cellule.  L'  osservazione  non  pole  esser  proseguita 
oltre  (pies to  stadio. 

In  un  novo  il   1""  solco  meridiano  era  da  una   i)arte   bilido  cosi  da 


(*)  Chiarugi  e  Biinclii,  I.  e,  —  Cliiarugi  G.,  II  raffredclameuto  come  causa  di  auomalie  di 
avilnppo  delle  uova  di  anfibi.  Lo  Sperimentale,  Arch,  di  Biol.,  Anno  61  {1897),  fasc.  4.  Firenze. 


380 


eomprondero  una  siiperlicic  a  loiiiia  di  V;  da  (|ik'sI(>  lato  il  soleo  si  s\i- 
lii|»|»o  |)iii  Icidamcntc;  lo  sue  due  hraccia  orano  ^iunte  al  liniite  dol- 
I'aroa  |)igmonlala  nientre  dall' altro  lato,  esso  aveva  raggiunto  il  polo. 
Oiiando  gli  indicati  solchi  fiirono  ('()m|)leli  si  nolo  die  i  due  rami  die  da 
uu  lalo  rappresonlavano  i]  [)rinio  soleo  niei'idiano  si  ricongiungcvano  a 
qualche  distanza  dal  polo.  Cos\  a  queslo  stadio  1'  uovo  era  rajipresen- 
talo  da  Ire  eellule,  due  niaggiori  die  ne  eompreiidevano  fra  loro  una 
piccola.  Lo  sviluppo  del  11"  soleo  meridiano  avvenne  noimalmente  e  cosi 
m  |)asso  alio  stadio  a  5  eellule.  Normalmenle  anelie  si  puo  dire  elie  si 
forinasse  il  prinio  soleo  lalitudinale,  eon  questo  elie  dalla  parte  ove  il 
1"  meridiano  era  hilido,  il  soleo  lalitudinale  terminava  ineonlrandosi  eon 
eiaseuno  dei  rami.  Si  avevano  dunque  a  questo  stadio  9  cellule,  4  pic- 
eole  raceolte  al  polo  superiore,  al  disotto  i  eellule  grosse  e  fra  due  di 
queste  interealata  la  sovrannumeraria.  Si  passo  poi  alio  stadio  a  17 
eellule,  S  superiori  |)ieeole  e  1)  inferiori  fra  le  (juali  la  sovrannumeraria. 
A  questo  |)unto  termino  1'  osservazione. 

Interessante  fu  1'  anomalia  riseontrata  in  un  altro  uovo,  nel  quale  si 
lormo  un  prime  soleo  meridiano  regolare  e  complete  ma  il  il"  meri- 
diano non  si  sviluppo  bene  die  in  un  emisfero  nientre  nell" altro  non  era 
rappresentato  die  da  un  soleo  brevissimo ;  sieche  si  passo  jier  uno  stadio 
a  :{  cellule.  11  1"  soleo  lalitudinale,  dal  lato  nel  (|uale  il  IT  meridiano 
era  regolare,  si  sviluppo  in  un  solo  (juadrante,  nientre  nell"  altro  emi- 
sfero, partendo  dall'  eslienio  del  riidiinenlo  del  ]\°  meridiano  e  inelinan- 
dosi  assai' in  basso  si  estese  ad  anibedue  i  (juadranti ;  cosl  si  arrivo  ad 
uno  stadio  di  3  cellule  superiori  e  di  3  cellule  inferiori.  Tanto  le  prime 
die  le  scconde  si  divisero,  passando  cosi  ad  uno  stadio  a  12  cellule. 
L'  osservazione  cesso  a  (|uesto  punto. 

Un'aHra  anomalia  della  (juale  ora  faremo  cenno  consisteva  in  do 
die  il  primo  soleo,  invece  di  ,essere  disposto  secondo  un  meridiano  o  di 
avvicinarsi  almeno  a  (piesla  situazione,  era  e(|ualoriale:  da  una  ])arle 
cadeva  addiriltura  nel  segmento  bianco,  dall'  altra  scorreva  presso  a 
limite  inferiore  del  segmento  neio.  Invece  il  secondo  soleo  prese  una  di- 
rezione  esattamente  meridiana  altraversando  la  fovea  e  dividendola  in 
due  parti  alquanto  diseguali.  II  |)olo  animale  si  costilui  al  punto  di  in- 
crocio  del  H"  soleo  colla  |)()rzione  |)iu  elevata  del  |)rinio,  slioranle  il  li- 
mited del  segmento  nero;  inlorno  a  (|ueslo  polo  si  eoslituirono  i  cellule 
per  via  di  solchi  die  nell'  insieme  lenexano  un  deeorso  essenzialniente 
mcM'idiano.  La  segmentazione  non  fu  studiala  ollre  questo  j)unto,  ma 
I'lioNo  fu  lasciato  a  svilui)pare  e  rembrione,  esaminato  (|uando  aveva 
reslremila  cefalica  gia  diHerenziata,  si  inostro  con  caialleii  noriiiali. 


—  381  — 

Uieoi-dci'oiuo  inline  di  avoro  nna  \(»lla  vcclulo  un  novo  cIk'  ncl  seg- 
mento  animale  risiiltava  di  i  cellnle  due  piii  piceole,  due  piii  grandi  fra 
lorn  separate  da  due  solchi  a  croce  e  delimitate  alia  periferia  da  un  soleo 
laliludinale  decoiTente  al  di  sopra  dell' equatore.  Nella  rinianeiile  su|)er- 
licie  deir  novo  si  prolungava  soltanio  uno  dei  solelii  a  croce  con  una 
delle  sue  nieta  che  arrivava  al  pole  inleriore. 


Nell  uununziare  la  morte  del  Prof.  G.  V.  Ciaccio  ,  promofctemmo  un  cenno 
sulla  vita  e  sulle  opera  di  lui,  che  qui  pubblichiamo : 

GIUSEPPE  VIJSrCENZO  CIACCIO. 


Giuseppe  Vincenzo  Ciaccio,  nato  il  15  Ottobre  1824  in  Catanzaro, 
ove  fece  i  primi  studii,  segui  i  corsi  di  Medicina  e  Chirurgia  in  Napoli,  e  si 
laureo  nel  1845,  I  primi  anni  della  sua  carriera  scientifica  furono  dedicati  alle 
scienze  mediche  e  cliivurgiche,  e  nel  1855  egli  otteiine,  per  concorso,  la  cat- 
tedra  di  chirurgia  teoretica  e  ostetricia  nella  scuola  universitaria  del  patrio  Liceo, 
cattedra  che  tenne  fine  al  186U.  Dopo  quell'  epoca  si  reco  all'  estero  per  perfe- 
zionarsi  nelle  scienze  mediche  e  microscopiche  ;  dimor6  per  qualche  tempo  a 
Parigi,  ed  a  Londra,  ove  si  trattenne  per  piu  di  due  anni.  avendo  a  maestri 
Backer  Brown,  Spencer  Wells,  e  Leonello  Beale.  Passato  a  Berlino, 
tu  allievo  di  Kiihne  e  di  Virchow.  Tornato  nel  64  in  Italia,  lu  ben  presto 
nominato  professore  straordinario  di  anatomia  microscopica  nell' University 
di  Napoli.  Fu  medico  militare  nella  guerra  del  1866,  dopo  la  quale  fu  nominato 
professore  supplente  di  iisiologia  e  di  anatomia  sublime  nell'Universita  di  Pa- 
dova.  Divenne  poi  straordinario  di  fisiologia  sperimentale  con  I'incarico  del- 
r  istologia  nell'Universita  di  Parma,  e  ordinario  in  seguito  a  concorso  nel 
1869.  Fu  nel  1870  che  egli  passo  ad  occupare  la  cattedra  di  anatomia  compa- 
rata  e  microscopica  nell'Universita  di  Bologna,  ove  insegno  per  piii  di  20  anni. 
Mori  nel  Giugno  1901. 

Fu  socio  ordinaiio  della  real  Socista  microscopica  di  Londra  (1863),  accade. 
mico  benedettino  della  reale  Accademia  delle  Scienze  dell'  Istituto  di  Bologna 
(1875),  socio  nazionale  della  Societa  italiana  delle  Scienze,  detta  dei  XL  (1891), 
e  socio  di  molte  altre  accademie  scientifiche. 

Intorno  alle  terminazioni  nervose  di  senso  e  di  nioto  si  aggirano  per  lo  piu 
le  sue  opere,  tra  cui  ricordiamo  alcune  delle  principali : 

Intorno  alia  minuta  fabbrica  della  pelle  della  Raua  esculenta.  Palermo,  1867. 

Dell' anatomia  sottile  dei  corpuscoli  Paciniani  dell' uomo  od  altri  mammi- 
teri  e  degli  uccelli,  Torino,  1868, 

Osservazioni  intorno  alia  struttura  della  congiuntiva  umana.  (Memorie  del- 
I'Accad.  dflle  Sc,  di  Bologna,  1874). 

0.sservazioni  intorno    al  modo  come  torminuno  i  nervi  motori  nei  muscoli 


—  382  — 

striati    delle  torpedini  e  delle  razze,  e  intorno  alia  somiglianza  tra  la  piastra 
elettrica  delle  torpedini  e  la  motrice.  (Ibid.,  1877). 

Delia  niinuta  fabbrica  degli  occhi  dei  Dittori.  (Ibid.,  1885). 

Intorno  alls  piastre  nervose  finali  ne' teudini  de' vertebrati.  (Ibid.,  1890). 

Elenco  delle  altve  opere,  non  cltate  sojyi'a,  del  Prof.  Ciaccio. 

Snl  valore  delle  due  vocl  Ragione  ed  Esperienza  in  mediciua  e  flulla  bont.'i  delle  due  setts  mediche, 
I'einpirica  e  la  razionale.  Napoli,  1849. 

Peir  unitil  della  medicina  e  della  chirurgia,  Napoli,  1855. 

Delle  Epnlidi  e  la  lor  cura  pe'  canstici,  Napoli,  1858. 

Trattato  aulla  patologia.  Diaguosl  e  cura  delle  malattle  del  cuore  di    0.  W.  Marham,   recato  dall'  in- 
glese  nell'  idioma  italiano  con  uua  giunta  del  traduttore  snlle  Novrosi  cardiache.  Napoli,    1859. 

On  the  Anatomy  of  Nerves,  Fibres  and  Cells,  and  the  ultimate  distribution  of  Nerves  Fibres.  (Jour- 
nal of  microscopical  Science,  1865,  Loudra). 

Sulla  nuova  dottrina  istologica  del  Prof.  Deale.  (II  Morgagni,  1863,  Napoli). 

On  the  Nerves  of  the  Coriioa  ecc.  (Transaction  ot  the  Royal  Microscopical   Societj'  of  London,  1803). 

Oil  the  distribution  of  Nerves  to  the  skin  of  the  Trogen  (Ibid.,   1864). 

Beobacbtungen  iiber  die  Paeiniscber  Korpercber  ana  dem  Mesenteriuni    der   Katze.    (Centrabbl.    f.  d. 
Med.  Wissonschaften,  1804). 

Osservazioni  intorno  alia  interna  fabbrica  del  corpo  vitreo  ecc.  (L'imparziale,  Firenze,  1868). 

Esperienze  intorno  all'  azione  di  alcunc  materie  coloranti  e  sostanze  cbiraiche  sugli  spermatozoi,    ecc. 
(Arcbivio  per  la  Zoologia,  Fisiologia  e  Anatoniia  coraparata,  1869). 

Esperienze  comparative  intorno  all'  azione  di  alcuni  fluidi  aoriforrai  e  materie  vaporabili  sopra  il  mo- 
viniento  degli  spermatozoi,  ecc.  (Ibid.,  1870). 

Nuove  ricerche  intorno  al  finale  diatribuiraento  dei  nervi  nell' organo  elettrico  ecc.  (Ibid.,   1870). 

Intorno  a  certe  particolarita  di  struttura  dei  caualetti  lagrimali,  Parma,  1870. 

Osservazioui  intorno  all'  interna  costituzione  dei  corpuscoli  della  linfa  ecc.  Bologna,  1870. 

Esperienze  flsiologicbe  comparative   intorno  all' azione    del    succo  delle  glandule  del   Lieberkiibn.    Bo- 
logna, 1870. 

Nuove  ricercbe  sull'  interna  tessitura  dei  tendini.  (Memorie  dell'  Acc.ad.  delle  Sc.  di  Bologna,  1872). 

Osservazioui  intoriio  alia  struttura  della  congiuntiva  uniana.  (Ibid.,   1874). 

Osservazioui  intorno  alia  membrana  dal  Deschenot.  (Ibid.,  1875). 

So;>ra  all' essiccazione  dell' iiitcro  umor  vitreo  dell' occbio  umano  ecc.  (Ibid.,   1879). 

Nuove  investigazioni  nncro.scopiche  aopra  il    distribnimento   o    terminazione    delle    fibre  nervee   nella 
cornea  (Ibid.,  1881). 

Osservazioui  istologicbo  intorno  alle  terminazioni  delle  fibre  nervee  motrici  nei    muscoli    striati.    (Ibi- 
dem., (1883). 

O.sserv.izioni  anatomiche  comparative  intorno  agli  occhi  della  talpa  illnminata  e  cieca.  (Ibid.,  1884). 

Nuove  osservazioui  intorno  alia  notoniia  minnta   di  quel   muscoli   die    negli   insetti   uiuovono   le  all. 
(Ibid.,  1887). 

Delia  soluzioue  di  ipoclorito  di  sodio.  (Ibid.,  1887). 

Nuova  ricerca  sopra  il  flgurameuto  e  struttura  delle  fascette  della  cornea.  (Ibid.,  1889). 

Di  uua  nuovissima  e  notabile  particolarita  di    struttura   osservata    nella  cornea    di    uu    cavallo.    (Ibi- 
dem., 1891). 

Lezioni  di  notomia  minuta  generale.  Bologna,  1 890-95. 

Delia  natura  e  cagione  onde  muove  il  color  cangiante  negli  occhi  delle  Tabanidao.  (Ibid.,  1893). 

Osservazioui  miscroacopicbe  circa  1' interna  fabbrica  degli  occhi  delle  squille.  (Ibid.,   1894). 

La  scoperta  dei  muscoli  bianchi  o  roasi  rivendicata  a  Stefano  Lorenzini  (Rendiconto  dell'  Accad.  delle 
Scienze,  1898). 

Osservazioui  microacopiche  intorno  .agli  organi  elettrici.  fMemorie  dell'  Accad.  delle  Sc.  di  Bologna,  1899). 

Parallelo  tra  gli  spermatozoi  del  Triton  criatatus  e  quelli  della  Rana  eaculenta.  (Ibid.,  1900), 

P.  E. 


CosiMO  Cherubini,  Amministhatouk-uesponsabile. 


—  383  ~ 
CHARLES   CLAUSEN,   Libraire-Editeur  —  TURIN 

INSTITUT   ANATOMIQUE   OE   FLORENCE,   DIRIGE   PAR   LE   PROF.    G.    f '  H  I  A  R  U  G  I . 

D/    FERDINAND    LIVINI 

1'^''  Assistaut  et  Libre  Dot-out  (.TAiiatomie  liumaine. 

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G.  CIIIAHUGI,  Firerize  —  E.  GIACOMINI,  Permjla  ^I^.  GI^NNELLI,  Fcrrara 

P.  LACHI,  Geneva  —  G.  EOMITL  Piaa    •     U.  R08SI,  i  ermjia 

R.  STADERINI,  (Jatanla  —  G.  VOLENTI,  Boloyvu 

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L'Archivio  Italiano  di  Anatomia  e  di  Embriologia  si  pubblicheri  in 
tre  fascicoli  die  formeranno  ogni  anno  un  volume  di  pagine  500  a  600,  con 
illustrazioiii  e  con  tavole. 

II  prezzo  annuo  di  abbonamento  e : 
Per  r  Italia  L.  30. 
Per  1'  Estero  Fr.  31.50  comprese  le  spese  di  spedizione. 

II  primo  fascicolo  deir  Archivio  vodra  la  luce  nel  prossimo  Gennajo   1902. 

Per  quanto  riguarda  la  Direzione  rivolgersi  al  Prof.  Gr.  CiiiARUGl,  Istituto 
Anatomico,  Via  All'ani  33,  Fiuenzk. 

Per  quanto  riguarda  I'Amniinistrazione  dirigersi  alia  Ditta  LUIGI  ]SIC- 
COLAI,  Editore,  Via  Faenza  44,    Firenze. 

JMrenzo,  1902.  —  Societa  Tip.  Fioreutina,  Via  S.  Gallo,  33 


Monifore  /oologico  If  alia  no  -  Anno  XII 


Tav.l' 


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nONITORE  ZOOLOCICO  ITALIANO  -  ANNO  XII 


TAVOLA  11^- 


l^em  dscelhre 


neryo  musco/o-cut^n'eo 
Rdmi  pellorjl/ 


Rim/  ferminal/  del  neryo 
muscolo-culaneo 

Nirvo  medisno 


R(jmo  pettorak 
Neno  soprjsapo/dre 


Neri/o  sotto6C3polare 

/Veri/o  musco/o-culaneo 
Ramo  d/m.  grande  rofondo. 


W:  pno  cemcale 


".piio  cewcale 


'  pito  cem'csk 

Ji/.d/m.  langade/co/fo 

ps/o  dorsale 
Mrespinlor/o  di  C.Bel/. 

paw  dorsale 


Ramo  soUocutaneo 

Meri'O  aim  Cfrande  dorsale 


^eriro  cubit  ale 

Nervo  soHocutaneo  forjclco 


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TAVOLA  III^ 


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